Who Do You Want Me To Be? di papergirl (/viewuser.php?uid=68798)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fantasmi Del Passato ***
Capitolo 2: *** Amici? ***
Capitolo 3: *** Su Due Piani. ***
Capitolo 1 *** Fantasmi Del Passato ***
cap1
Who
Do You Want Me To Be?
Capitolo
1: Fantasmi Del Passato.
Si
era ritrovata a fissare l'opaco riflesso di se stessa di nuovo.
Quella
parete scura, in un modo o nell'altro, la faceva sentire a suo agio,
quasi a casa.
Così
vicina a quel suo passato violento, lontano, ma tuttora vivido nella
sua mente.
Era
rimasta sola per l'ennesima volta, mentre la persona con cui aveva
condiviso la visione di un futuro migliore se ne era andata, portando
con sé anche quel briciolo di speranza.
Ma
Natasha aveva già voltato pagina, era stata addestrata per
quello:
le perdite non erano altro che gli effetti collaterali di un lavoro
come il suo.
Era
il suo passato, invece, che faticava a lasciarselo alle spalle.
“Ancora
con questo muro?” le domandò una voce che
conosceva molto bene.
“Sai,
se vuoi possiamo chiedere a Fury di comprare un bel divano.. Sam dice
che all'IKEA ci sono ottime occasioni.”
“Captain
America che fa spese all'IKEA?! Non ci credo. Hai provato con
l'e-commerce? E' comodossimo” scherzò lei,
standogli al gioco.
“No,
ma è sulla mia lista” le confessò il
Capitano, accennando una
risata.
“Che
succede, Nat?” le chiese poi, facendosi più serio.
Lei
lo studiò attentamente, indecisa se confessargli o meno quei
suoi
pensieri tanto intimi.
“I
soliti fantasmi del passato” biascicò infine.
Silenzio.
Diede un'occhiata al Capitano e ritrovò anch'egli a fissare
il
riflesso di se stesso sulla parete.
“Ora
capisco” ammise lui, non aggiungendo altro.
Tuttavia
dopo qualche minuto sembrò riprendere il contatto con la
realtà e
la guardò con comprensione.
“Non
ci rimane che accettare chi siamo ora, Nat”
Osservò
l'immagine di Steve e lo maledì.
“E'
facile per te” commentò.
“Cosa?”
“Andiamo,
Rogers. Sei la persona più genuina, leale, casta e pura che
esiste
su questo pianeta. Se non fossi cattolico gli ebrei sicuramente ti
proclamerebbero il loro messia. Non dovrebbe essere così
difficile
per te.”
“E'
questo che pensi?”
Le parve quasi offeso.
“Si,
Steve”
Lui
sospirò come cenno di dissenso.
“Dimentichi
che sono stato in guerra, Natasha. Ho ucciso delle persone, solo
perché ree di essere nate in un stato diverso dal mio. Per
non
parlare di Bucky..”
Ecco
che stava iniziando a colpevolizzarsi per tutti crimini commessi
dall'intera umanità nell'ultimo secolo.
“Oh
smettila, ti prego. Non è colpa tua.”
“Potrei
dire lo stesso per te.”
“Rogers,
smettila”tagliò corto lei prima di dare le spalle
al Capitano e
andarsene da lì.
Tuttavia
Steve fu più rapido di lei e la bloccò per un
braccio, obbligandola
a fissare ancora quel dannato muro.
“Perché
ti ostini a non vedere quello che vedo io, Natasha?” le
chiese,
osservando l'immagine di lei, del tutto incredulo di doverle spiegare
una cosa tanto ovvia.
“Sentiamo
la paternale di padre Rogers.”
Steve
sorrise al suo sarcasmo, ma non parve arrendersi.
“Sai
cosa vedo? Vedo una ragazzina dai capelli rossi fiammeggianti il cui
unico grande sogno era quello di ballare..”
Natasha
lo fissò esterrefatta per qualche secondo: non immaginava
che Rogers
sapesse del suo passato da ballerina.
“Ma
il destino è stato crudele con lei e alcuni uomini cattivi
le hanno
portato via ogni cosa, anche il suo sogno..” roteò
gli occhi,
arrendendosi al fatto che realmente Steve aveva intenzione di farle
la predica, decise, tuttavia, di lasciarlo parlare.
“...
queste persone erano davvero malvagie tanto che insegnarono alla
ragazzina delle abilità che mai avrebbero dovuto far
imparare ad una
persona di quell'età. E poi lei doveva ascoltare i loro
piani
crudeli e metterli in atto, ma alla ragazzina tutto ciò non
stava
bene.. Così un giorno si ribellò con enorme
coraggio e iniziò ad
usare le sue abilità per salvare altre ragazzine come lei e
il mondo
intero...” stava faticando a rimanere impassibile davanti al
racconto di Steve, non tanto per il dramma del suo passato, quello lo
conosceva fin troppo bene, ma rimase sorpresa di come lui avesse
evitato
in ogni modo di darle dell'assassina. Lei ogni qualvolta ripensasse
alla sua vita prima dello SHIELD non riusciva a non darsi
dell'assassina. Quella parola equivaleva alla sua macchia rossa nel
registro, non si poteva cancellare o evitare di nominarla. Eppure
Rogers ci era riuscito.
“E
ora vedo una donna forte, brillante e coraggiosa che combatte ogni
giorno per gli altri... E' un vero peccato che lei non si accorga di
quanto speciale sia, sai, Romanoff?”
Steve
smise di fissare la parete, girandosi verso di lei e le sorrise.
Da
parte sua, Natasha lo maledì per la seconda volta, lui e il
suo
dannato sentimentalismo.
In
più si ritrovò a pochi centimetri dai suoi occhi
azzurro mare così
maledettamente puri ed attraenti.
Faticò
più del previsto a riprendere il contatto con la
realtà.
“Bella
storia, Rogers, davvero” mormorò ancora instabile,
toccandogli il
petto con un dito, mentre Steve continuava a fissarla.
“E
come finisce questa storia?” tentò di provocarlo.
“Dipende
da lei”
Erano
vicini, troppo vicini.
“Niente
principe azzurro?”
Il
Capitano abbassò lo sguardo d'un tratto e lei avrebbe pagato
oro per
sapere cosa gli passò per la mente.
Tuttavia
il suo desiderio si avverrò poco dopo.
“E'
difficile se lei preferisce la bestia” le rispose Steve,
allontanandosi e lasciandola sola.
Natasha
tornò a guardare il riflesso di sé stessa, del
tutto sconcertata.
_______________________________________________________________________________________________
Oh signore. Non ci credo
di aver ideato una sorta di long fic sui Romanogers in mezzo pomeriggio.
Pensate quanto presa male sono io con questi due.
Dunque l'idea di base è questa: raccontare un po' le vicende
che
girano intorno a Cap e Tasha dalla fine di Age Of Ultron a
Civil
War e magari ancora più in là, ovviamente io non
so cosa
accadrà in CW quindi andando avanti la ff si
discosterà
dal mcu.
Nei prossimi capitoli verrannò sicuramente introdotti anche
gli altri Avengers e ci saranno più spoilers su AOU.
Non so quando aggiornerò, però potete contare sul
mio fanatismo per RR (Rogers+Romanoff) :)
Note sul
capitolo:
- spero
di aver rispettato i
personaggi, soprattutto Natasha, dato che si è
già
occupato Whedon di sperimentare l'ooc su di lei;
- il
fatto che Steve sia cattolico me lo sono puramente immaginato;
- la
storia di Natasha è
molto più complessa di come l'ho descritta, lo so, ma l'ho
fatto
intenzionalmente perché volevo che Steve racontasse il suo
passato in maniera semplice, come una favola, in modo che
Tasha
stessa si rendesse conto che c'è di più della
figura
dell'assassina nella vecchia lei.
Chiudo ricordando che le
recensioni sono sempre bene accette, compresi suggerimenti e
critiche.
Ringrazio chiunque si sia soffermato anche solo a leggerla.
Al prossimo capitolo!
Ali
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Amici? ***
Capitolo
2: Amici?
Le
stelle brillavano sopra il cielo di New York*, mentre Steve le
osservava perso in pensieri cupi che avrebbe volentieri scambiato con
chiunque.
I
suoi viaggi e ricerche per trovare Bucky non avevano portato a nulla
e chissà in quale luogo sperduto della terra avrebbe potuto essere
ora il
suo migliore amico.
Solo,
sperduto, vuoto.
Sensazioni
che lui stesso aveva provato una volta dopo il suo
“disgelo” nel
ventunesimo secolo.
Gli
era rimasta la sola convinzione di ricongiungersi con lui prima o
poi.
Era
tutto ciò aveva. Fino a quel momento.
Tuttavia,
il Capitano era ben consapevole che non aveva più senso
correre
dietro ad un fantasma, soprattutto quando aveva una nuova squadra da
gestire.
“Ehi,
Cap” la voce di Natasha lo richiamò alla
realtà.
“Ehi”disse,
sorpreso di vederla a pochi metri da lui.
Erano
passati diversi giorni dall'ultima loro conversazione davanti alla
parete di vetro.
Lei
stranamente non gli aveva chiesto alcuna spiegazione riguardo alla
sua affermazione finale e per lui andava bene così.
La
russa gli si avvicinò, passandogli gentilmente una birra.
“Come
mai qui?” le domandò.
“Volevo
controllare come stavi”
Natasha
era visibilmente preoccupata, riusciva a leggere la sua
preoccupazione sotto quel sorriso sghembo che mostrava ogni qualvolta
cercasse di sviare discorsi personali.
Ormai
aveva imparato a conoscerla.
“Non
ho trovato Bucky nel caso non l'avessi notato”
mormorò.
“Steve...”
sbuffò lei, stanca di sentirlo colpevolizzarsi continuamente.
“Magari
è a sotto il sole cuocente delle Maldive, mentre tu sei qui
deprimerti inutilmente.”
“Vorrei
soltanto sapere se sta bene, nient'altro” le
dichiarò.
Natasha
non aggiunse altro perché involontariamente si
ritrovò nei panni
del Capitano.
Era
vero che aveva archiviato la storia con Bruce, ma alle volte le
veniva spontaneo chiedersi dove lui fosse e se stesse bene.
“Pensi
a Banner?” indovinò Steve.
“Si,
vorrei quantomeno sapere se è vivo” gli
confidò.
“Forse
è alle Maldive” provò il Capitano,
rivolgendole un sorriso
complice.
Natasha
sorrise, colpita da come lui fosse capace di rivoltare ogniqualvolta
le loro situazioni personali.
Erano
imparagonabili lei e Rogers.
Non
avevano alcuna affinità caratteriale, anzi, erano l'uno
l'opposto
dell'altro.
“Il
giorno e la notte”, pensò.
Eppure
si ritrovavano così spesso in circostanze simili che
inevitabilmente
soltanto loro due riuscivano a comprendersi fino in fondo.
Non
aggiungendo altro si avvicinò a Steve, studiandolo
attentamente.
Non
si era scordata la loro conversazione precedente.
“Eri
geloso di me e Bruce?” gli domandò senza mezzi
giri di parole.
Il
Capitano si morse la lingua, cercando di definire quello che lui
stesso potesse provare nei confronti della russa, ma nella sua mente
vagavano frammenti di conversazioni avuti con lei, fra cui la loro
inusuale proposta di amicizia.
“Chi
vuoi che sia?”
“Che
ne dici di un'amica?”
Natasha
lo guardò e acconsentì.
Erano
questo: amici.
“Ero
preoccupato per te, Nat” si
limitò
a dire.
Lei
abbassò il capo. Silenzio.
Steve
si guardò intorno, sperando che qualcuno potesse spiegargli
il mondo
femminile un giorno o l'altro.
“Meriti
qualcuno di meglio” aggiunse poi.
Natasha
gli sorrise di nuovo, mantenendo lo sguardo fisso su di lui.
Steve
annegò: quegli occhi verdi erano un mare in tormenta.
Si
sentì un marinaio in balia delle onde, del tutto incapace di
lasciare la nave perché ammaliato dalla potenza dell'oceano.
Stava
affogando, non c'era alcun dubbio.
Le
labbra di Natasha erano così invitanti.
Cosa
gli stava prendendo? Desiderava baciarla?
Erano
amici, provò a ripetersi, eppure i battiti del suo cuore gli
dicevano ben altro.
“Cap,
Tasha... chiamata urgente di Fury” li richiamò
Sam, uscendo
dal nuovo complesso degli Avengers.
_______________________________________________________________________________________________________
*Nota: la new Avengers facility che si vede al termine di
aou ho letto che è situata anch'essa a NY.
Okay,
voglio cercare di postare un capitolo a settimana e ho sforato di due
giorni.. pardon.
Dunque, in primis ringrazio le persone che hanno lasciato la propra
recensione (davvero grazie, so che non è facile scrivere la
propria opinione e spender del tempo così.. quindi un GRAZIE
SPECIALE A VOI!)
Poi un grazie tutti coloro che hanno messo la fanfic nelle preferite e
seguite.. adoro pure voi.
Infine ringrazio anche chi ha solo letto, perché
ciò significa che se state leggendo queste parole alla fine
del secondo capitolo vi siete incuriositi e questo mi soddisfa :)
Spero
che la storia stia iniziando a incuriosirvi, ovviamente ci saranno
diversi sviluppi dai prossimi capitoli.. ehehehe.
Fatemi
sapere sempre cosa ne pensate.. Al prossimo capitolo!
Ali
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Su Due Piani. ***
*Ammetto
di non aver compreso appieno i poteri di Wanda, è un
tuttofare
questa donna, altro che superman, quindi spero comprendiate la mia
scelta di regalarle un potere speciale.
Capitolo
3: Su Due Piani.
“E'
una missione da cui dipenderà la distruzione o la salvezza
del
pianeta.”
La
voce grave di Nick Fury sentenziò l'ennesima minaccia che
rischiava
di mettere in pericolo la razza umana e non solo.
L'ex
direttore dello SHIELD, appoggiato sulla propria scrivania in legno
di mogano, aveva comunicato senza giri di parole ai suoi due agenti,
o meglio Avengers, più fidati, quanto fosse delicato quel
lavoro.
I
due lo avevano ascoltato attentamente in silenzio e a braccia
conserte.
“Sai
che novità avere il destino dell'intera umanità
sulle nostre
spalle” commentò sarcastica Natasha, mentre il
Capitano stava
ancora riflettendo sulle parole di Fury, rendendosi conto della
vaghezza di quel piano.
Difatti,
il direttore non aveva ancora dato loro alcun dettaglio o impartito
ordini a nessuno dei due.
“Quindi
noi che dobbiamo fare?” domandò a quel punto Steve.
“Chi
ha mai parlato di un 'noi', Capitano?”
Natasha
aggrottò la fronte, facendo segno al collega di saperne
quanto lui,
mentre Fury proseguì ad illustrare i caratteri generali di
quella
spedizione.
“Romanoff
andrà da sola e nel caso in cui avrà bisogno di
un ulteriore
supporto Barton si aggregherà a lei”
constatò con tono perentorio
il direttore.
Steve
aprì bocca per ribattere, ma Natasha non gli diede il tempo.
“Posso
cavarmela benissimo da sola”
“Natasha,
è pericoloso!” tentò di spiegarle il
Capitano.
“E'
il mio lavoro, Rogers. E non per offendere il tuo orgoglio maschile,
ma sono più brava di te in molte cose, fra cui lo
spionaggio”
affermò decisa.
“Vengo
con te” propose poi.
“Steve”
mormorò la russa, alzando gli occhi al cielo.
La
preoccupazione di Rogers non aveva alcun senso, tuttavia, in un modo
o nell'altro, si trovò... lusingata?
Natasha
non era abituata ad avere qualcuno che si opponesse alla sua
volontà
di partire per una missione, non aveva mai avuto una persona che
tenesse a lei tanto da preoccuparsi e farla pentire di quella sua
decisione.
Spostò
lo sguardo verso il Capitano e si chiese se lui potesse essere quel
qualcuno.
“Rogers,
ho bisogno che tu parta subito per Washington con Maximoff e Wilson.
I dettagli te li daranno loro.. Questa parentesi del Wakanda te l'ho
comunicata per semplice trasparenza” dichiarò Fury
d'un tratto,
notando la situazione insolita che si era venuta a creare in quella
stanza.
Steve
diede un'ultima occhiata a Natasha e, comprendendo la sua posizione,
rimase in silenzio, decidendo di assecondare le decisioni altrui,
almeno per quelle 24 ore.
***
Nel
Quinjet si respirava un'aria tutt'altro che serena.
Il
Capitano era di poche parole quella mattina e Sam non capiva cosa
fosse preso all'amico.
Ultimamente
gli pareva che Steve fosse costantemente sulle nuvole, quasi assente,
lontano anni luce dal soldato attento e diligente che aveva
conosciuto ai tempi delle loro prime corse mattutine.
Nelle
pause pranzo lo trovava spesso in zone isolate intento a
scarabocchiare un quadernetto blu e qualsiasi volta venisse raggiunto
dagli altri del team il Capitano si affrettava a nascondere quegli
schizzi.
Sam
non aveva mai avuto l'occasione di chiedergli chiaramente cosa avesse
per la testa, tuttavia, una vaga idea se l'era fatta.
“Posso
farti una domanda?” mormorò d'un tratto Wanda,
attirando
l'attenzione sia di Sam che di Steve.
“Chiedi”
le rispose cordialmente Rogers, accorgendosi di essere
l'interlocutore della ragazza.
“Ti
faccio una domanda alla quale puoi anche non rispondere però
se non
risponderai è come se mi avessi risposto”
la giovane scandì le parole lentamente con il chiaro intento
di far
trasparire il messaggio al meglio.
Steve
avvampò del tutto imbarazzato per quell'intromissione poco
gradita,
mentre Wanda gli esibiva divertita un sorrisetto vittorioso.
“Mi
stavo annoiando, scusa” si giustificò lei.
Il
Capitano le lanciò uno sguardo di rimprovero, non
aggiungendo altro,
sperando che la ragazza tenesse quei suoi pensieri per sé.
“Aspettate!
Che mi sono perso?” esclamò Sam, ignaro del
riferimento sottile
fatto dalla Maximoff.
“Sam,
un'altra volta, davvero” gli disse Steve, massaggiandosi la
tempia.
“E'
quello che pensi” intervenne Wanda, strizzandogli l'occhio.
“Ci
scommettevo!”
Sam
alzò il pugno, soddisfatto delle sue teorie, mentre la
ragazza se la
rideva di gusto.
“Wanda,
smettila!” gli ordinò il Capitano tutt'altro che
divertito da
quella situazione.
“Ehi,
siete pari.. 1 a 1.. Palla al centro, no?”
continuò lei scherzosa.
Steve
posò le mani sui fianchi in segno di fermezza, tuttavia,
quando si
rese conto del suono cristallino della risata di Wanda si
rassegnò.
La
contemplò, fiero e contento di vederla sorridente.
Il
Capitano ripensò istantaneamente alla prima volta che
assistette a
quel sorriso.
Per
Wanda, all'inizio, era stato più difficile di chiunque altro
entrare
a far parte del nuovo gruppo, era assiduamente tormentata dai sensi
di colpa e dalla mancanza del fratello.
Si
isolava spesso ed era restia ad ogni tipo di contatto con il team, al
di fuori di Barton.
Steve
l'aveva osservata e studiata a lungo perché in cuor suo
sentiva di
dover fare il massimo per aiutare quella giovane orfana dell'est.
Finché
un giorno si sedette accanto a lei e le passò un disegno.
Un
ritratto, più precisamente.
Wanda
allora non gli disse nulla, ma strinse il sottile cartoncino fra le
mani tremanti e se lo posizionò vicino al petto.
Poi
guardò Steve, inclinando impercettibilmente le labbra.
Fu
in quell'istante che la vide sorridere per la prima volta.
Il
Capitano tornò con la mente nel quinjet e si
ritrovò gli occhi
grandi di Wanda puntati su di lui.
“L'ha
fatto di nuovo”,
commentò
mentalmente.
“Non
ti ho mai ringraziato” ammise lei, guardandolo con profonda
gratitudine.
“Non
c'è di che” le rispose Steve, orgoglioso della sua
allieva.
“Oh
dai! Che mi sono perso adesso?!” mugugnò uno
sconsolato Sam, poco
prima di allacciarsi le cinture di sicurezza per l'atterraggio.
“Questa
volta sto zitta! E poi non ti conviene che io descriva a Steve
l'immagine che ti è passata per la mente poco fa”
ribatté Wanda,
ammiccando.
L'altro
stava per ribattere, ma un terribile frastuono echeggiò da
est,
interrompendolo.
Il
Capitano controllò il paesaggio fuori dal velivolo e
istintivamente
si lanciò sullo scudo.
Well,
well, well...
Aggiornato
in tempo!
E
siamo al terzo capitolo. Incredibile.
Come
vedete sto iniziando ad introdurre gli altri Avengers e spero che
questo possa piacere.
Il
capitolo è diviso in due, la prima parte riguarda la
missione per
Nat in Wakanda (un
Paese a caso), mentre la seconda è piuttosto incentrata su
Steve con
Sam e Wanda, personaggi che amo davvero moltissimo. (Quanto cucciola
è la Maximoff in aou?? <3)
Ovviamente pure a loro qualcosa è andato
storto.. (“Mai una Jorah” cit. Got)
Infine ringrazio IMMENSAMENTE coloro che
lasciano la propria recensione, perché riesco a comprendere
soltanto
così cosa piace o dove sbaglio.. quindi se volete suggerirmi
qualcosa o altro non esitate a scrivere. ;)
Un grazie anche ai lettori che sono
riusciti a digerire pure questo capitolo :)
Alla prossima settimana (spero)!
Ali
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3114505
|