L'informatica e il mercenario

di bluemoon89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


L'INFORMATICA E IL MERCENARIO

CAPITOLO 1

Felicity chiuse e riaprì gli occhi per l'ennesima volta. Aveva desiderato più volte che si trattasse solo di uno strano sogno e nient'altro. Quanto lo avrebbe desiderato, in modo tale che adesso poteva andare a dormire, invece di rimanere a fissare il cellulare e decidere se chiamare o no Oliver per dirgli che cosa le era successo.
Dire cosa?
Non sapeva che cosa fare. Dirglielo era la cosa più giusta visto con chi aveva a che fare. Nello stato in cui era non avrebbe leso nessuno e sarebbe stato facile rimandarlo a Lian Yu. Ma quando ci pensava gli veniva in mente quel suo sguardo spaventato in cui l'aveva guardata...non sapeva come definirlo se non che gli faceva tenerezza.
Lo trovava buffo in un certo senso. Insomma...era arrivato a Starling City con lo scopo di vendicarsi di Oliver...aveva scoperchiato i segreti di Moira, l'aveva uccisa, aveva assediato Starling City...e per giunta gli aveva messo la lama della sua spada a contatto sul suo collo. Era sempre quell'uomo...ma non riusciva a sopprimere quel senso di tenerezza quando risvegliatosi l'aveva vista.
Felicity sprofondò il viso fra le mani e l'unica cosa che gli venne in mente quando alzò lo sguardo e vide l'uomo che dormiva sul suo divano...come diavolo si era cacciata in questo guaio.
Tutto era iniziato quella stessa sera. Aveva appena lasciato il rifugio, e si era appena fermata alla solita rosticceria, quando incrociò per caso il vecchio dottor Else. Era stato il suo medico quando era piccola, inoltre aveva stretto amicizia con la figlia dell'uomo, Magda, la quale aveva dieci anni più di lei. Erano ormai anni che non la vedeva e dall'uomo seppe che lavorava all'estero per un importante uomo d'affari.
La notizia un pò la sorprese. Magda era una ragazza esuberante e non rispettava molto l'autorità del padre...visto che si metteva sempre nei guai e non lo ascoltava. L'uomo ammise che fu anche lui stupito da quella notizia, ma lo interpretò che crescendo era cambiata.
Rimase a parlare con lui e fra una parola e l'altra scoprì che si era appena trasferito e stava mettendo a posto il suo studio. Aveva alcune cose a casa e doveva portarli al nuovo studio.
Felicity si propose di aiutarlo.
Non abitava tanto distante da dove lei risiedeva ed era anche un modo per sapere più di Magda. Erano nei pressi dove abitava la donna, che ad un tratto vide qualcuno sfrecciare sulla strada all'improvviso. La donna inchiodò di colpo. Subito dopo si accorse che quell'uomo era inseguito da un'altra persona. L'uomo di prima parve come sotto l'effetto di qualche droga, l'altro invece non esitò a sparagli uno strano raggio che colpì il bersaglio e cadde. Si muoveva ancora e quello che gli aveva sparato era piuttosto esitante, ma non era intenzionato ad abbassare l'arma. Non sapeva come spiegarlo...solo che accellerò all'improvviso e prese in pieno quello con l'arma. Pensò di averlo ucciso, ma si riprese. Notando che l'arma era stata distrutta e l'altro era vivo scappò via.
Con l'aiuto del dottore, Felicity lo caricò dentro la macchina e poi lo portò a casa sua.
Il dottore disse che non pareva grave. Fu allora che gli tolse la maschera nera che gli copriva il viso.
Felicity sentì un brivido per tutto il corpo quando si accorse che era Slade Wilson.
Non sarebbe stato un problema se quando gli avesse detto di portarlo all'ospedale per sicurezza non gli avesse detto un secco no e aggiunto che era una storia complicata. Il dottor Else la guardò in maniera interrogativa. Non fece nessuna domanda al riguardo, uscì solo per prendere alcune robe per poi ritornare.
Non era in pericolo di vita, ma doveva essere sotto l'effetto di qualche stupefacente. Con delle analisi veloci che fece era sotto l'influsso di un potente allucinogeno. La donna riconobbe che la composizione era la stessa della nuova Vertigo che gli avevano inniettato a Oliver. Il dottor Else gli disse che si doveva riposare...e per un certo senso non aveva calcolato che si doveva curarsi di lui.
Felicity rimase a fissare una manciata di secondi la porta che si chiudeva quando il dottore se ne andò. In quel momento voleva fare qualcos'altro...anche ad aiutare il dottore, piuttosto di non rimanere sola con lui. Cosa che però il dottore le sconsigliò.
La prima cosa che fece dopo aver posto lo sguardo sull'uomo a dorso nudo con le bende, fu di trarre fuori il cellulare e chiamare Oliver.
In quel momento Slade si svegliò di soprassalto. Felicity ebbe un colpo che fece cadere il cellulare.
-tu...-e la prese.
Felicity sbiancò e si maledisse di avergli salvato la vita.
-stai bene...sei ferita...lui ti ha toccata...-chiese Slade respirando a fatica.
Felicity scosse la testa in senso di negazione.
La lasciò.
Con lo sguardo cercò i vestiti e si diresse verso di essi.
-che...che cosa fai...-chiese la donna.
-con lui in giro...non è sicuro...-rispose l'uomo.
-non puoi...-fece lei meledicendosi quella piccola parte di sé che si preoccupava del suo stato di salute.
-perché...-chiese Slade.
-sei ferito...e...non pare pericoloso...visto che è scappato...-rispose Felicity.
-cosa?-fece lui come incredulo.
Volse l'attenzione ai vestiti e tastò nelle tasce della giacca.
Trasse fuori un hard disk grigio.
-ti starai...sbagliata...-disse l'uomo
Respirava a fatica e di certo non si era ripreso.
-non puoi...-fece la donna.
-è pericoloso...lui...-ebbe una fitta.
-è scappato...te lo detto.-lo assicurò la donna soccorrendolo.
Slade la guardò.-come...scappato?-
-si...-
-non capisco...-fece l'uomo come incredulo di quella affermazione.-ma di chi diavolo...stai parlando.-
-di quello che con quella strana arma ti ha sparato una sorta di raggio...-disse la donna.
Slade la guardò in maniera interrogativa.
-se ne è andato a gambe levate quando...l'ho investito...per sbaglio.-aggiunse.
L'uomo parve non capire.
-calvo, non tanto alto, vestito di nero...-disse la donna descrivendolo.
-cosa? io...non era lui-disse Slade confuso.-io...l'ho visto...-
-ascoltami...hai solo visto solo qualcuno che tu temi...e questo mi risulta strano-disse la donna.-insomma...è una nuova Vertigo che ti mostra ciò che hai più paura e...era solo una tremenda allucinazione...oltre alla grande dose che avevi in corpo...forse per questo che hai qualcuno da cui temere....sempre se non c'è l'avevi in precedenza.-
Slade volse lo sguardo altrove e incominciò a respirare pesantemente tanto ad avere un iperventilazione per poi svenire.
La prima cosa che fece fu di prendere il cellulare e chiamare Oliver, ma quando lo vedeva ebbe un momento di esitazione. Provò a sistemarlo, ma l'effetto non cambiò.
Non seppe quando desiderò che fosse solo uno strano sogno e che non fosse la realtà.
I suoi pensieri furono interrotti quando l'uomo si agitò piuttosto pesantemente nel sonno. Si avvicinò a lui e cercò di calmarlo, quando ad un tratto gli prese la mano. In quel momento aprì leggermente l'occhio. Non aveva messo a fuoco l'immagine che scambiò Felicity per un'altra persona.
-sei tu...sei...sei tornata....-disse l'uomo.
Felicity esitò.
-si...-rispose più per tenerlo calmo che altro.
L'uomo sorrise per poi riaddormentarsi.
Felicity rimase per qualche minuto al suo fianco e sfilò la mano dalla sua. Lui ebbe una sorta di sossulto e instintivamente la donna gli mise la mano sopra la sua. Lo calmò e continuò a dormire.
Pesantemente la donna si sedette per terra.
-come diavolo ho fatto a cacciarmi in questa situazione.-si disse.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

-Felicity tutto a posto.-chiese Oliver quando vide la donna che era assorta nei suoi pensieri.
-cosa?-fece la donna destandola dai suoi pensieri.
-tutto bene.-chiese.
-tutto bene...più o meno...-rispose.-perché.-
-prima mi avevi detto che dovevi dirmi qualcosa...-disse Oliver ricordandole che prima di aver ricevuto una segnalazione gli voleva dirgli qualcosa.
-oh...quella cosa...nulla di importante.-disse la donna.
-sul serio?-chiese l'uomo.

Per tutta la mattina, aveva formulato di dirlo ad Oliver nella maniera più calma e di rassicurargli che per il momento non era pericoloso.
Era persino uscita un pò prima dalle Palmer Technologies, per prendergli qualcosa, con la scusa di ritornare a casa.
Lo trovò dove lo aveva lasciato, sul divano e riverso dalla parte dello schienale. Era sveglio, ma il suo sguardo pareva spento e assorto nei suoi pensieri.
-ti ho portato qualcosa...così se vuoi alzarti...-fece la donna.-non credo che farai qualche giro fuori...spero.-
Slade gli dette una breve occhiata per poi tornare alla posizione di prima.
-penso che ti stiano...insomma...ho preso anche dei prodotti da uomo...-lo guardò, ma non fece nessuna reazione.-d'accordo...li lascio qui...se per caso cambi idea.-lasciò la busta accanto all'uomo.
Andò poi al rifugio.
-Oliver...-disse Felicity appena lo vide.-c'è una cosa che ti dovrei dire...ecco...-
In quel momento ci fu una segnalazione.
-è importante.-chiese l'uomo.
-te lo dico dopo...-rispose la donna.
Fu piuttosto facile, anche perché all'interno del magazzino avevano le telecamere, altrettanto di offuscarle, a parte una dove controllava quei criminali.
-stupide apparecchiature da due soldi.-fece uno dei criminali.
Felicity sbiancò quando riconobbe l'uomo che la sera prima aveva investito. Era insieme a un gruppo di uomini e uno di loro, piuttosto robusto con un cappotto scuro, con i capelli corti e una cicatrice sulla guancia sinistra, aveva uno sguardo non tanto rassicurante.
-che succede.-chiese l'uomo con la cicatrice, dal tono doveva essere il capo.
-è andato in tilt tutto.-rispose il sottoposto.
-lei dov'è.-chiese l'uomo.
-andata via.-rispose.
-prendi tutta la Vertigo di quel Werner Zytle che trovate e tagliamo la corda-fece l'uomo.-a costo di fargli spappolare il cervello mi farò ridare quello che ci ha rubato.-
-lei dice che se Arrow sa...-
-se quello sa ci fa un favore a catturarlo per noi e mandarlo chissà dove....così ho la possibilità di torturarlo fino ad ucciderlo dalle sue paure se non parla.-disse il capo.
-ma lei...-
-non mi fido della puttanella del capo-esclamò.-facciamo presto.-
-Oliver...non dirmi come, ma hanno intenzione di prendere tutta la Vertigo di Werner Zytle.-avvertì Felicity.
« cosa! »esclamò l'uomo.« ne sei certa... »
-la stanno prendendo...li devi fermare...-esitò.-dai loro discorsi pare che vogliano torturare una persona con quella cosa.-
Arrow, Diggle e Roy entrarono in azione.
Ci fu un tremendo conflitto a fuoco, meglio laser, avevano dei laser come l'altra sera. Ne catturarono alcuni, ma il capo con tre di loro e una piccola scorta di Vertigo riuscirono a fuggire.
Quando ritornarono Felicity era immersa nei suoi pensieri. Quella sicurezza di poco tempo fa era svanita. Si ricordò lo stato in cui lo aveva visto e...Oliver aveva tutte le ragioni per farlo catturare, ma allo stesso tempo si sarebbe sentita in colpa, stranamente, se venisse ucciso. I suoi pensieri vennero meno quando Oliver le chiese se stava bene e che cosa gli voleva dire. Quando le chiese se quella cosa non era così importante, Felicity rimase a fissarlo.

-sicura-rispose la donna.-ho trovato qualche informazione su quella gente...-cambiando discorso.-si chiama Edward Mick Dallas, ma è conosciuto con il nome di "Laser"...ecco spiegato le armi...secondo il database dell'interpool è ricercato in sette stati e da diversi servizi segreti visto che non fa altro che accettare incarichi dove i bersagli lavorano per coloro che lo cercano.-
-evidentemente anche la persona che lo voleva torturare è uno di questi bersagli-disse Oliver.-ha detto qualcosa al riguardo.-
-ha detto solo...che non si fida della..."donna"-e mimò le virgolette.-del capo e che vuole fare a modo suo.-
-non ha detto di chi si tratta o qualche particolare.-chiese Oliver.
-no...-rispose.-ma...pare che questa persona gli abbia rubato qualcosa e...se lo vuole riprendere...non ha detto cosa.-rispose Felicity.
-vorrà a dire che scaveremo a fondo sugli ultimi contatti di questo Laser.-disse Oliver.
Avrebbe risparmiato molto tempo se avrebbe detto la verità, ma, anche se detestava ammetterlo, non se la sentiva di metterlo in pericolo.
Quando ritornò a casa, ritrovò Slade che era seduto sul divano e fissava il vuoto. L'uomo le dette una breve occhiata per poi tornare a fissare il vuoto.
Felicity chiuse la porta e mise a posto le su cose. Ogni tanto gli dava una breve occhiata. Sapeva benissimo che l'uomo sapeva qualcosa, chi era quella gente, che cosa gli aveva fatto...e soprattutto se erano stati loro a liberarlo.
-hai qualcosa da dirmi.-fece l'uomo accorgendosi che lo stava guardando.
-io...no niente.-disse la donna.
Ci fu un momento di silenzio.
-senti...quell'uomo che ieri ti inseguiva...l'ho rivisto durante un'azione di Oliver...-disse Felicity.-avevano intenzione di prendere della Vertigo...ne hanno prese solo una piccola parte...-
-tranquilla-fece lui.-pensano che sia andato da un'altra parte.-
-oh-esclamò lei.-e come...-
-mi stavo recando lì.-disse l'uomo interrompendola.
-si certo...-ci fu un momento di silenzio.-è a quei tizi che gli hai rubato l'hard disk?-
Slade si voltò e la guardò soltanto.
-lo prendo come un si.-fece la donna.
-c'è qualcos'altro.-chiese l'uomo.
-ehm...mi verrebbe spontaneo chiederti come hai conosciuto certa gente...anche se la risposta parebbe ovvia.-
-non lo è...-fece Slade alzandosi e facendo alcuni passi.-personalmente se mi avessero detto di scegliere se restare a Lian Yu o andare con loro...avrei scelto la prima opzione.-
-detto così sembra che ti hanno liberato contro la tua volontà.-fece Felicity.
-strano ma vero...-disse l'uomo.
-oh...quindi eri con loro.-domandò Felicity.
-se ho accettato è perché sono preoccupato per la sorte di una persona e conoscendola si è cacciata in qualche guaio e questa volta il tipo per cui lavora è molto pericoloso.-rispose Slade.
-fammi indovinare...la "donna" del capo.-fece lei.
-da quando Laser è diventato gentile con lei.-disse Slade facendo una smorfia.
-ho soltanto...depurato l'affermazione che gli ha detto.-ammise Felicity.
-in un certo senso se le va a cercare-ammise Slade.-almeno avrò qualcosa da fare in modo da non pensare.-
-si certo...-fece la donna.-e perché hai rubato quell'hard disk? che cosa c'è?-
-mettiamola così-fece Slade guardandola.-la conosco abbastanza che è una doppia giochista e prima o poi mi avrebbe messo nei guai...per non parlare che le persone con cui lavora non sono tanto affidabili-fece una pausa.-sono solo stato prevvidente.-
-oh...anche che ti avrebbero quasi ucciso.-precisò la donna.
-rischi del mestiere.-disse Slade tranquillamente.
Ci fu un momento di silenzio, anche perché stava per dirgli la sua proposta e non voleva cadere in contraddizione.
-ti posso aiutare con quell'hard disk se vuoi...ma mettiamo in chiaro una cosa...se lo faccio non è perché tu possa pensare chissà che cosa per colpire Oliver...così almeno quando starai bene te ne andrai e...non mi troverò mai più in situazioni imbarazzanti...decisamente imbarazzanti.-
-non credo che ti piaccia la mia presenza...Felicity vero?-fece Slade.
La donna non disse nulla.
-va bene...tu ci capisci un pò di queste cose, giusto?-disse l'uomo.
-si un pò.-fece lei con un tono piuttosto offeso.
-d'accordo...è lì-inidcando i vestiti dell'altra sera.
-dove vai.-chiese lei vedendolo allontanarsi.
-in bagno.-rispose lui.
Mentre era entrato, la donna si diresse dove c'era l'hard disck. Nel mettere a posto i suoi vestiti cadde una foto. La prese. Doveva essere di qualche anno addietro, almeno prima dell'isola visto che non aveva la benda, e in braccio teneva un bambino.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Non sapeva in che guaio si fosse cacciato, ma prima se ne andava da casa sua, prima poteva sentirsi tranquilla. L'hard disck era decriptato da un vero professionista e di certo con gli elementi che aveva visto non sapevano nulla di informatica. Slade non gli aveva detto altri particolari...e di certo non gli dette l'impressione che gli volesse dire qualcos'altro.
Aveva immesso un algoritmo in modo tale che si decriptasse da solo, anche perché se lo voleva levarselo dai piedi il più presto possibile.
Quella mattina non aveva molto da fare, che fece qualche ricerca. Era incuriosita dal fatto che nonostante avesse qualcuno da cui tornare avesse scelto di vendicarsi contro Oliver. E per giunta...era sposato, con un figlio...roteò gli occhi. Penetrò nei database dell'ASIS. Di certo non era stato un santo...anche prima del Mirakuru. Poi fece delle ricerche riguardante il figlio. Stranamente non c'era nessun riferimento alla madre, ma scoprì che il figlio stava frequentando la scuola con ottimi risultati.
-evidentemente avrà preso dalla madre.-commentò.
-chi.-
Era entrato Ray Palmer.
-come?-fece la donna.
-che cosa stavi guardando.-chiese l'uomo.
-no niente-e chiuse il tutto.-un favore che mi a chiesto un amico...cioè non prioprio un amico, lo consoco...non come un conoscente...c'è qualche problema?-chiese la donna per sviare da quella situazione.
-no...-disse Ray.-deve essere un amico molto speciale.-
-cosa?-esclamò.-non è un amico speciale...insomma...è una storia complicata.-
-d'accordo...ehm...ci sarebbe una cosa che dovresti vedere.-disse l'uomo.
-si..arrivo subito.-
Dopo quel lavoro, ritornò alla scrivania. Ritrovò facilmente il tutto. Da quello che sapeva, non erano sfuggiti dei nomi riguardante l'assedio, fece un sorriso malinconico. Gli faceva una tenerezza per non parlare del padre che si trovava. Un pò si sentiva nella sua stessa situazione, con la differenza che lei aveva sua madre...e per quanto fossero diverse, lei c'era sempre. Lui invece non aveva nessuno. Gli venne su una grande rabbia che suo figlio pagasse per la sua stupida vendetta.
Fu un pensiero fisso che l'accompagnò.
Quei uomini parevano come spariti nel nulla, ma non demorsero le loro ricerche nel trovarli. In un attimo di "tranquillità", Felicity ripensò al figlio di Slade.
-tutto bene.-chiese Diggle.
-si...tutto bene...-rispose la donna.
Ebbe un momento di esitazione.
-Diggle...-fece la donna richiamandolo.-ti posso farti una domanda...tu...insomma...come fai.-
-come faccio cosa?-chiese l'uomo.
-insomma...a fare quello che fai-rispose.-non...hai paura...di prendere una via sbagliata e scegliare quella via invece della tua famiglia.-
Diggle la guardò.
-riguarda la situazione di un mio amico...cioè non esattamente un amico...uno che conosco... non tanto un conoscente...nè una persona speciale o qualcuno che mi sta a cuore...non mi sta a cuore.-la cosa la stava letteralmente mettendola in imbarazzo.
-sono proprio loro a farmi ricordare perché lo faccio e di non prendere delle strade "sbagliate".-rispose Diggle.
-e che...questa persona...ha già preso una via sbagliata...non così complicata-di certo non poteva dirgli che si trattava di Slade Wilson.-e che...vorrei trovare un modo...-
-per fargli capire che ha sbagliato.-completò l'uomo.
-più o meno.-disse la donna.
-non sempre è facile, non cadere in scelte sbagliate-disse l'uomo.-in quello che mi è successo...se non avessi iniziato ad aiutare Oliver nella sua campagna, non saprei dove sarei finito e forse non avrei nè Sara e nè Lyla-fece una pausa.-di al tuo amico...se davvero vuole cambiare per essere una persona migliore la prima cosa da fare è non isolarsi. Un giorno che so...potresti farcelo conoscere.-
-si...ehm...vediamo.-fece la donna.
-qualche altra domanda.-
-no...grazie.-fece Felicity.
Diggle sorrise per poi andarsene.

Mentre Felicity era via, Slade estrasse dai vestiti la foto. Gli era preso un colpo quando lei gliela mostrò. Lo voleva motivarlo a prendergli quel maledetto hard disk. Aveva capito che la cosa non era come la donna gli aveva raccontato, lei lo aveva intuito e se si sarebbe tirato indietro Laser avrebbe avuto un bersaglio su cui testare le sue armi. Lo aveva motivato, ma questo non significava che si fidasse di lei. Così, quando scambiarono l'hard disk con la foto e andarono in quel maledetto magazzino, riuscì a rubare l'hard disk e scappare. Aveva combattuto e di certo non aveva timore di quei dieci sfigati che Laser si portava appresso. Poi, a tradimento, lei gli inniettò quella droga. Vedeva tutto confuso e ad un tratto lo vide. Era lui, ne era certo, ma aveva qualche cosa di se stesso. Ecco...la sua paura di essere come lui si era materializzata...e di certo gli ultimi avvenimenti andavano per quella via. Oltre alla Vertigo gli doveva avergli inniettato anche qualcos'altro visto che non si sentiva bene. Aveva dei ricordi confusi. Si ricordò soltanto che aveva iniziato a correre fino a quando gli sparò per poi perdere conoscenza.
Scosse la testa.
Era davvero come lui? Se lo era ripetuto molte volte e trovava sempre la stessa risposta. In quel momento avrebbe voluto morire. Aveva superato il limite che si era prefissato e di certo non se ne era accorto. Era talmente concentrato sulla sua vendetta che non si era posto nessuna domanda al riguardo. Di certo anche le due settimane passate a Lian Yu non aveva giovato. Poi tutto d'un tratto si era svegliato in un hotel di Macawi. Fu in quella stanza che la vide. Iniziò con la consueta frase "non ci potrai credere che mi hanno dato propria la nostra camera". La prima cosa che fece fu di guardarla di sbieco. Capì subito che lo aveva drogato mentre dormiva e fatto evadere...e di certo non per fargli un favore. Gli aveva proposto uno strano affare, aveva quattro mesi di tempo per rimettersi in sesto, e che poi aveva bisogno del suo aiuto. Quando le chiese il perché, lei ridette "perché so che tu hai certe qualità che nessun altro possiede...e non solo per il sesso". Già dall'inizio doveva capire, ma prese la cosa come una sorta di preparazione prima di concedersi alla sua vendetta. Seguirono poi due mesi che lei gli dava ordini e lui eseguiva. A Macawi aveva qualche contatto e di certo non mancaro di dirgli di non fidarsi di quella donna...come dargli torto. Furono in quei due mesi che ebbe modo di riflettere e ciò che venne fuori non andava a suo favore, nè come uomo e nè come padre. E quando non voleva più saperne...lei lo ricattò mettendo in mezzo la vita del figlio, fino a ritrovarsi a casa di Felicity. Anche se era al sicuro, non era una bella situazione.
Il rumore della porta che si apriva lo riportò alla realtà.
Nascose la foto.
Felicity entrò, non pareva che avesse una bella cera.
Quella sicurezza di poco tempo fa di fargli la ramanzina era come sparita, ma non proprio tutto. Si trovava sempre davanti a Slade Wilson...e di certo non aveva una siringa per difendersi.
Chiuse la porta e si diresse verso il computer. Stava ancora lavorando. Qualunque cosa volessero nascondere doveva essere importante...e allo stesso tempo pericoloso.
Dette una breve occhiata all'uomo.
-mi vuoi dire qualcosa.-chiese l'uomo guardandola.
Felicity distolse lo sguardo.
Slade ritornò a guardare in avanti.
-senti...lo so che non sono affari miei...ma te lo devo dirtelo...-disse Felicity.
Slade la guardò in maniera interrogativa.
-ieri...quando ho preso l'hard disk...è caduta una foto...-disse la donna.-posso immaginare la risposta, ma hai lasciato tuo figlio per la tua vendetta personale contro Oliver.-
-non sono affari tuoi.-fece l'uomo tagliando corto.
Se avesse seguito il suo buon senso avrebbe lasicato stare, ma...
-no che non lo sono...-fece la donna.-è una cosa sensata abbandonare un figlio e una moglie.-
-quello che faccio non lo devo dire a te-disse Slade.-e poi...non sono sposato. Padre single, lei...è una lunga strana storia.-
-ah!-esclamò Felicity.-però questo non giustifica che lo hai lasciato da solo. Come se ti sentiressi che se ti dicessi che frequenta persone sbagliate e che si cacciasse nei guai.-
L'espressione di Slade non fu rassicurante.
-non è successo niente...è solo un esempio-precisò Felicity.-ma che razza di uomo sei.-
-è meglio chiudere il discorso qui.-fece lui voltandosi.
-dimmi in tutto questo tempo eri talmente rincretinito che non ti importava nulla-disse la donna.-di come stesse, se soffrisse...oppure ti eri fumato il cervello visto che il Mirakuru ti ha fatto dimenticare tuo figlio.-
-non puoi sparare sentenze...-fece Slade alzandosi e avvicinandosi a lei.-tu non sai niente... niente.-
-so abbastanza che tu hai preferito la tua stupida vendetta a tuo figlio.-continuò la donna.
In un certo senso la sua presenza gli faceva senso, ma aveva dentro di sé una grande rabbia. Non era tanto verso di lui, quanto quella situazione avesse scoperchiato ciò che avrebbe voluto dire all'uomo che aveva abbandonato lei e sua madre.
Slade non disse nulla.
-che diavolo gli raccontavi quanto te ne andavi-continuò al donna.-la verità è che tu non ti importa niente. Che razza di persona sei che abbandona un figlio...per cosa...per vendicarsi di un figlio di papà. Lei non ti aveva nemmeno scelto! Che cosa poteva pensare tuo figlio...se avesse saputo quello che avevi fatto...non ti sei...fermato minimamente a pensare come si potesse sentire al riguardo! Io invece si, queste cose dovrebbe dirle sua madre, ma...-
-appunto non sei sua madre-fece Slade spazientito.-non sei niente...e parli soltanto perchè non sai a monte tutta la storia. E sinceramente non lo capiresti...e lo sai perché...perché posso scommettere qualsiasi cosa che sei cresciuta essendo la cocca del papà con la mammina che ti faceva trovare tutto pronto facendoti crescere altezzosa e presuntuosa!-
Felicity gli tirò uno schiaffo, poi un altro e un altro ancora.
Al quarto però, Slade gli prese il braccio, ma ricevette un altro schiaffo con l'altra mano. Ne ricevette altri tre prima che gli prese anche l'altro bracciò. Fu in quell'atto che scoppiò a piangere. Slade non si aspettava una reazione del genere e allentò le prese. Inaspettatamente, Felicity andò verso di lui e appoggiò il viso contro il suo petto.
Slade si trovò per un certo senso fuori luogo e non aveva la minima idea di come comportarsi.
Quando pose una mano sulla sua schiena, Felicity si distanziò bruscamente.
-scusami...-disse lei per poi correre in camera sua.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Slade rimase per una manciata di minuti a fissarla da dietro alla porta. Gli dava le spalle e stava piangendo. Aveva gli occhiali in mano e si puliva frequentemente il viso.
-evidentemente...nessuno dei due ha avuto una buona esperienza-disse Slade.-mi meritavo quegli schiaffi.-e si avvicinò.
Felicity pose lo sguardo nella parte opposta dov'era lui.
-hai ragione...su tutto-disse Slade.-mi...mi dispiace per quello che ti ho detto...qualunque sia la tua situazione familiare.-
-ascolta...è una situazione forzata...-fece la donna pur di levarselo dai piedi.-ti chiedo solo di non mettere in mezzo la mia famiglia...io mi occupo solo di quel maledetto hard disk e che tu sparisca.-
-d'accordo...-fece l'uomo.
Slade si avviò così alla porta, ma alla soglia si voltò e la guardò un attimo per poi lasciare la sua camera.
Il giorno successivo, meno lo avrebbe visto e meno avrebbe avuto la brillante idea di arrabbiarsi. Fu così che si concentrò interamente sul suo lavoro alle Palmer Technologies  e al rifugio. L'unica sua "distrazione" fu quella di essere presente quando il dottor Else andò a dare un'occhiata a Slade a casa della donna e successivamente quando lei andò allo studio del dottore.
Li incontrò Roy per caso.
-che ci fa qui.-chiese Roy.
-è una domanda che ti potrei fare anch'io.-rispose la donna.
-solo a contrallare se un amico di Sin si trova qui...e tu, stai male?-vedendo delle cartelle.
-cosa? no no...è per un mio amico...ciò è non proprio amico...insomma...uno che conosco...non è stato poco bene.-spiegò la donna.
-niente di grave spero?-chiese Roy.
-no no...-rispose.-ehm...adesso ho un pò di cose da fare...ci vediamo dopo.-
Era sempre difficile mentire ai suoi amici. Sarebbe stato facile dire la verità e levarselo dai piedi, ma oltre a preoccuparsi per lui era curiosa di sapere che diavolo ci fosse in quel maledetto hard disk.
Quando ritornò, non degnò di uno sguardo Slade e se ne ripartì senza dire niente.
Era evidente che fosse arrabbiata con lui per la discussione che avevano avuto. Cercò in un primo momento di fregarsene e interessandosi solamente dell'hard disk da decriptare, ma non ci riuscì. Capì che aveva veramente esagerato, quando non rincasò al solito orario si preoccupò e la volle cercare, ma aperto la porta, trovò una spiacevole sorpresa.

Ray trovò Felicity addormentata nel suo ufficio. Aveva la testa appoggiata sulle sue braccia che fungevano da cuscino.
-Felicity...Felicity...-
-si si...-fece lei svegliandosi.
-hai passato la notte qui.-fece l'uomo.
-io...avevo delle cose da fare-disse lei.-insomma....sarei tornata a casa se...non avrei avuto da fare-fece una pausa.-credo di essermi addormentata.-
-credo proprio di si-fece lui senza rimprovero o altro.
Felicity era un pò stordita.
Pur di non vederlo era ritornata in ufficio. Aveva cercato di occupare la mente con qualcosa, ma alla fine si addormentò.
-perché non vai a casa...giusto il tempo di riprenderti un pò e torni.-propose Ray.
-sto bene...insomma...solo un pò acciaccata...ma sto bene.-fece la donna.
-ascoltami...le aziende saranno ancora qui-fece Ray.-vai a casa, rifrescati un pò e ritorna... penso di riuscire ad andare avanti anche senza di te.-
La donna sorrise e dopo averlo ringraziato se ne andò.
Nel frattempo, Slade si risvegliò.
La sua prima preoccupazione era l'hard disk. Fortunatamente lo aveva nascosto prima di andare a cercare Felicity, anche se non era uscito poiché si trovò davanti lei. Non sapeva come lo avesse trovato, ma gli disse che nessuno sapeva dove si trovasse. Avevano parlato del più e del meno, per poi passare all'hard disk. Slade gli disse che era andato distrutto a causa di uno degli uomini di Laser...e gli rinfacciò anche il fatto di averlo drogato con la nuova versione della Vertigo. Lei non si scompose. Cercò di sedurlo per capire se gli diceva la verità, ma con scarso risultato. L'ultima cosa che si ricordava fu che aveva bevuto qualcosa per poi perdere conoscenza.
Trovò l'hard disk dov'era e lo rimise al suo posto. Fortunatamente non lo aveva trovato. Lo aveva cercato, visto che la casa era sotto sopra, evidentemente gli aveva creduto che si era distrutto. Sperava solo che Felicity non tornasse e vedesse tutta la confusione che c'era. Dopo cercò i vestiti. Come al solito glieli aveva tolti, ma il fatto positivo fu che almeno non era in un locale pubblico e che non lo arrestassero.
In quel momento arrivò Felicity. La prima cosa che notò furono i vestiti di Slade accanto alla porta di casa.
-ma che...-e li prese.-se è uno scherzo è di cattivo gusto...e poi che cosa ti saresti mess...-aprì la porta e se lo ritrovò davanti completamente nudo.
Felicity rimase per una manciata di secondi con gli occhi sgranati e la bocca aperta per poi chiuedere la porta e fare delle ampie respirazioni.
-okay...d'accordo...-fece la donna.
-Felicity...Felicity...-fece l'uomo da dietro la porta.-i vestiti...Felicity...-
-si.-fece lei dall'altra parte.
-i vestiti.-
Felicity aprì uno spiraglio e li buttò dentro.
Ritornò in macchina e dopo delle profonde respirazioni partì di nuovo.
Fece dietro front e andò al lavoro.
Ray fu piuttosto sorpreso di vederla già di ritorno. La donna non gli dette nessuna spiegazione e si chiuse in ufficio.
Era letteralmente rossa, il cuore a mille, emotivamente scossa...e di certo non si sarebbe aspettata di vederlo in quello stato.
Il rumore del telefono la fece sobbalzare.
-pronto...-
-puoi parlare.-chiese Slade.
-che vuoi.-fece la donna.
-ti dovrei spiegare...del perché della casa sotto sopra.-
-cosa!?!-esclamò la donna.
-non è per questo che...-
-ascoltami...io ti ho dato un tetto, dei vestiti...e di certo non mi aspettavo di vederti...nudo-lo disse a bassa voce.-e adesso hai messo la casa sotto sopra.-
-è una cosa complicata...ma tutto è a posto-fece lui.
-si certo...sono emotivamente scossa e tu dici che va tutto bene.-fece lei cercando di mantenere un tono basso.
-non c'è niente di cui mi possa vergognare.-disse Slade.
Felicity gli chiuse il telefono in faccia.
Alla sera andò al rifugio. Aveva un diavolo per capello e se la prese con Oliver perché, localizzato Laser, aveva catturato solo i suoi uomini e non lui.
Fece una piccola sosta in rosticceria per poi ritornare a casa.
Esitò un pò prima di entrare.
Fece una profonda respirazione, per poi entrare.
La sua casa era in ordine, inoltre era stato apparecchiato tutto ben bene per uno e al lume di candela.
Era una cosa che non si sarebbe aspettata.
-ti piace?-
Felicity ebbe un sobbalzo quando vide l'uomo dietro di sé.
-quello...no altre cose.-fece lui.
-io...non me lo aspettavo.-ammise lei.
Gli prese il cartoccio e il cappotto.
-tu..insomma...-
-è un modo per scusarmi...per stamattina, per ieri...un pò tutto.-fece lui.
-ah!-esclamò.
-non devi prenderla come una cena per due...-disse Slade.
-oh...certo...-fece lei.
La fece accomodare, ma quando lo vide che stava allontanandosi, la donna lo richiamò e lo convinse a stare con lei.
Non avevano tanti argomenti per cui affrontare e detestava quel silenzio che si era creato, nonostante il gesto carino che le aveva fatto nei suoi confronti.
-per ieri...quelle cose...non le pensavo veramente-disse lei ad un tratto.-insomma...per un certo senso le pensavo e che...mi sono messa nei panni di tuo figlio e...ho avuto una reazione come se avessi davanti lui.-
-tuo padre.-chiese Slade.
-lui mi...ci ha abbandonate...me e mia madre.-rispose.
-mi dispiace...-disse l'uomo.-non avevi tutti i torti nel dirmi quelle cose.-
Felicity lo guardò.
-ci ha pensato a lui.-chiese lei.
-ultimamente si...-rispose e abbasò lo sguardo.-l'aspetto positivo è che lui non sa niente...e non lo saprà mai.-
Ci fu un momento di silenzio.
-non pensi...che sarebbe giusto che lui sappia che sei vivo.-disse Felicity.
Slade fece una smorfia.-lo faccio per il suo bene...voglio che abbia un buon ricordo di me...e non di come sono diventato.-
-non pensi...che lui abbia bisogno di te.-disse la donna.
-ascoltami...se davvero sarei stato un buon padre...non lo avrei abbandonato.-puntualizzò l'uomo.
-non è colpa tua...almeno in parte...-fece la donna.-insomma...il Mirakuru ti ha reso super forte e poco lucido...per niente lucido.-
-sarebbe stato lo stesso anche senza-ammise Slade.-l'odio che provo per Oliver non è a causa del Mirakuru.-
Felicity esitò.
-e adesso...lo odi ancora.-chiese.
Slade la guardò.
-una volta...mi promisi che non avrei mai superato un certo limite di una persona. E per quanto sia stato un killer...non ho mai superato quel limite...fino a sei mesi fa-rispose.-non voglio che tu comprenda o altro...solo che in questo momento io sono come questa persona...e la cosa mi fa talmente male...che non sento più niente.-
-davvero in tutto.-chiese la donna.
-si.-rispose lui.
-anche della faccenda di questo hard disk, di tuo figlio, della casa sotto sopra e di te nudo.-fu una domanda stupida.
Slade la guardò.-da questo punto di vista no.-
-oh...bè non sei proprio come lui.-fece Felicity.
Slade sorrise piuttosto divertito per quella affermazione.
Si creò un'atmosfera piuttosto piacevole fra i due.
Senza accorgersi stava giocherellano con le dita della donna, la quale non gli faceva più timore anzi...era quell'anzi che la metteva un pò a disagio.
In quel momento suonarono alla porta.
-scusami...-fece lei alzandosi.
Slade la seguì con lo sguardo.
Aprì la porta.
Appena vide Oliver, gli impedì di entrare e uscirono entrambi.
-che succede.-chiese la donna.
-è una cosa che ti volevo chiedere anch'io.-fece l'uomo.
-perché?-fece la donna timorosa che lo vedesse.
-Felicity...ti sei cacciata in qualche guaio.-chiese Oliver con tono calmo.
-cosa? perché io...no.-rispose la donna.
-Diggle mi hai detto del tuo amico...-fece l'uomo.
-cosa?-esclamò lei.
-l'ho collegata alla tua reazione quando Laser è riuscito a fuggire...il tuo amico ha qualche guaio con quell'uomo.-chiese Oliver.
-no no...e che...è complicato.-rispose lei.
-Felicity...lo sai che su di me puoi contare.-fece l'uomo.
-lo so e che...non è niente...io non c'è l'avevo con te e che...ero un pò nervosa e non volevo gettare le mie frustazioni su di te che...non c'entri nulla.-ammise la donna.
-sul serio?-fece l'uomo.
-si.-disse la donna.
-Felicity...ho notato che in questi giorni sei sfuggente e che c'è qualcosa che non va-disse Olliver.-come adesso.-
-come?-eslcamò lei.
-Felicity...c'è qualcosa che ti turba e...ti prego perdonami.-fece l'uomo.
Con un gesto veloce, aprì di scatto la porta ed entrò.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Oliver si guardò intorno, ma non c'era nessuno...solo un tavolo apparecchiato per due.
Felicity si era trovata in una brutta situazione e di certo non sapeva come avesse reagito se avesse trovato Slade.
Una volta constatato che non c'era nessuno guardò la donna.
-Felicity...-
-prima che tu possa dire qualcosa...lo so che ti preoccupi per me...come per il resto di salvare Starling City...ma quello che mi è capito...si è risolto, anche se me la sono presa con questa persona-iniziò la donna prima che l'altro potesse continuare.-in questo momento però è passato in secondo piano perché...mi troverei in una situazione piuttosto imbarazzante.-
-ho capito...-fece l'uomo.-non ti lascio perdere troppo tempo con il tuo ospite.-
Se l'aveva presa, anche se in quel momento non c'è l'aveva con lui e nemmeno c'è l'avrebbe avuta con Slade se sarebbe rimasto.
Oliver se ne andò.
Dopo una profonda respirazione, cercò Slade. Lo trovò fuori dietro alla sua abitazione.
-puoi entrare.-fece lei.
-non mi offendevo se rimaneva-fece Slade.-voi state insieme.-
-oh...e che...è complicato...insomma...un razzo ha distrutto il ristorante...è stata la più breve relazione che ho avuto...insomma...non è che ho avuto molte relazioni.-disse Felicity tralasciando che era tutto un inganno e che poi sinceramente ha provato qualcosa ma l'ha lasciata perché se no la metteva in pericolo.
-non ti devi giustificare.-fece lui.
-non mi sto giustificando-fece lei.-ti sto spiegando.-
-non sei costretta.-disse Slade.
Ci fu un silenzio piuttosto sforzato. Quella strana atmosfera che c'era prima scomparve...e per un certo senso fu una cosa che dispiacque ad entrambi.
Ad un tratto si levò una musica di tango.
-la mia vicina...insomma...la figliastra...gli piace il tango-disse Felicity tanto per togliersi da quella situazione che si era creata.-non è che la musica mi disturba...e che...non so come si balla.-fu un'affermazione piuttosto stupida, anche se era la verità.
Slade gli porse la mano.
Felicity lo guardò in maniera interrogativa.-che significa...-
-segui me-fece lui.-se vuoi.-
La donna fu piuttosto esistante, ma alla fine gliela prese e iniziarono a ballare.
Felicity non riusciva a togliere gli occhi dall'uomo. Era sempre la persona che aveva ucciso Moira, esplulso Oliver dalle Queen Consolideted (ora Palmer Techologist), iniettato il Mirakuru a Roy ed a un esercito di psicopatici, per non parlare che gli aveva puntato una lama contro alla sua gola. Anche se...aveva tutto questo...c'era qualcosa che andava oltre a ciò che sapeva. Per un certo senso, interpretando le sue parole, si era come svuotato dalla comprensione che era diventato come una persona che temeva e che non voleva essere. Oltre a questo vuoto, c'era un qualcosa che si era salvato e che la sua vendetta non aveva attaccato.
Quando la musica finì, Felicity aveva il cuore al mille.
-non sapevo che sapessi ballare...-fece lei come sorpresa.
Slade sorrise.
Nessuno dei due si sciolse da quella posizione o si distanziò. Rimasero sempre vicini, fino a quando eliminarono ogni distanza anche fra i loro visi e si baciarono.
-scusami...-fece Slade distanziandosi da lei.-io...io non volevo...scusami.-e ritornò dentro.
Quando ritornò dentro anche Felcity, trovò Slade riverso sul divano. L'uomo fece finta di dormire, sperando che non lo chiamasse. In un primo momento la donna lo volle svegliarlo, ma poi ritrasse la mano e se ne andò in camera.
L'indomani mattina, lo vide a torso nudo che stava facendo gli addominali.
-forse è meglio che non ti sforzi...lo sai che si può aprire.-disse Felicity.
-il dolore non è mai stato un problema...-fece Slade.-anche prima del Mirakuru.-
-Slade...forse dovremmo parlare.-disse la donna.
-io no...-fece lui.
-ascoltami...-
-senti...-e si fermò.-facciamo finta che non è successo nulla...va bene.-
Felicity non rispose.
-bene.-e continuò.
In ufficio Felicity fu piuttosto distratta. Non era solo per il bacio, ma per un momento lei è stata bene...come se non esistesse nient'altro al di fuori di loro. Tutto era come cancellato... c'erano solo loro due. Era da tanto tempo che non si sentiva così con un uomo.
-tutto bene.-chiese Ray vedendola pensierosa.
-come?-fece Felicity.
Ray sorrise.-c'è qualcosa che non va.-
-un pò di pensieri.-ammise la donna.
-negli ultimi tempi...sei pensierosa.-disse l'uomo.
-è una cosa che ultimamente mi dicono.-disse la donna.
-non era per rimproverarti-disse Ray.-posso esserti di aiuto in qualche modo.-
-è complicato.-disse la donna.
Ci fu un momento di silenzio.
-ieri sera...ero con una persona...un uomo...e...mi sono sentita molto bene con lui...non mi succedeva da tanto tempo...-disse la donna.-e che...tutto è complicato e apocalittico...non mi fraintendere e che...lui non è perfetto...però...-
-Felicity...-fece Ray interrompendola.-tu...sei felice con questa persona.-
-io mi sono trovata bene ma...-
-non pensare al resto.-e sorrise.
In quel momento entrò Oliver e Ray lo vide. Pensando che l'uomo in questione fosse lui si trovò un momento a disagio.
-adesso ho da fare...-fece Ray.-vi lascio soli.-e se ne andò.
-che...ci fai qui.-chiese Felicity una volta che Ray era andato via.
-mi volevo scusarmi per ieri sera.-rispose Oliver.
-oh-esclamò lei.-vedi Oliver...-
-non importa-disse l'uomo. Vedendola con Ray Palmer pensò che fosse lui l'uomo dell'altra sera.
-vorrei tanto che tu capisca...ma ho paura di una tua reazione e di essere...giudicata per questo.-ammise Felicity come se l'altra sera lo avesse visto.
-vorrei...vorrei solo dirti che se lo fai è per quello...-
-no.-disse lei interrompendolo.
Lui la guardò.-ti lascio al tuo lavoro.-
-Oliver...ti prego...ci conto che tu capisca.-disse la donna.
Oliver le dette un ultima occhiata per poi andarsene.
Quella sera ritornò al solito orario a casa.
-Slade...Slade...che cosa...-fece lei vedendolo che si stava preparando.
-me ne vado...così non ti disturbo più.-fece l'uomo.
-come? perché?-disse Felicity non aspettandosi una svolta del genere.
-non era quello che volevi.-fece l'uomo.
-si...no...e l'hard disk.-fece la donna.
-ti lascio il numero-e lasciò un foglietto accanto all'hard disk.-così non creiamo più situazioni come ieri.-
-incredibile...-fece lei.-fra te e Oliver non so chi è più vigliacco.-
Slade la guardò e non disse nulla.
-aspetta...-fece lei richiamandolo quando fu davanti alla porta.-ti prego...-
Slade si voltò.
-Felicity...-
-dimmi almeno il perché...e non usare discorsi facili o via dicendo.-fece la donna.
L'uomo si avvicinò.
-è meglio così.-disse l'uomo.
-per chi.-chiese lei.
-per tutti.-rispose lui.
Felicity lo guardò.
-potresti...pensare male-disse Slade.-tutto qui.-
La donna fu per un certo senso scossa.
Slade volse la mano verso il viso della donna, che esitante, le accarezzò il viso. Felicity gli prese la mano, come se non volesse che partisse. La distanza che c'era fra loro si riempì fino a baciarla.
Divenne sempre più intimo e passionale, i vestiti così fastidiosi e il letto sempre più vicino.

L'indomani mattina si trovò abbracciata all'uomo.
Sorrise...non era stato un sogno.
-così mi fai il solletico.-fece lei quando sentì la mano di lui che le accarezzava il collo.
Slade pensò che doveva essere ridotto proprio male a pensare di farle qualcosa di spiacevole.
Felicity si voltò per poi baciarlo.
In quel momento ci fu un terribile rumore.
-che razza di sveglia hai.-chiese Slade.
-non è la sveglia.-rispose.-anche perché sono in ritardo...che dico...dovevo essere da tre ore lì.-
Il rumore proveniva dall'hard disk.
Felicity si mise una vestaglia, mentre Slade si rimise i pantaloni.
-lo ha decriptato.-disse la donna andando al computer.
-ed è normale che faccia questo rumore.-chiese l'uomo.
-no...-poi guardò cosa fosse la causa.-non riconosce il computer.-
Slade non capì.
-l'hard disk è progettato di rilasciare dei dati a un particolare computer...-spiegò.-adesso avvisa solo che non è quello giusto.-
-sai come fallo smettere.-
Marchineggiò qualcosa e finì di suonare, ma segnalava che non era la struttura giusta.
-che cosa c'è dentro.-chiese Slade.
-pare...una mappa genetica...-rispose Felicity.-non mi intendo molto di queste cose...ma da quello che vedo, DNA, diverse tratti genetici e cose strane non umane...pare che vogliano creare qualcosa...e quel qualcosa non è amichevole.-
Slade incominciò a vestirsi del tutto.
Felicity marchineggiò ancora un pò per poi staccare l'hard disk.
-penso che...te ne vai...-fece la donna.-anche se...non ti sei ripreso del tutto.-
-tranquilla...prima scopro chi o cosa vogliono fare e poi gli do il ben servito.-disse Slade.
-se hai intenzione di distruggerlo...devi operare dal computer che lo riconosce...e non credo che un pestone possa risolvere la cosa.-disse Felicity.
Slade riprese l'hard disk e se lo mise in tasca.
-penso che dobbiamo parlare.-disse Slade.
Felicity lo guardò un momento.
Pareva ancora la stessa storia con Oliver e...si sentì ancora più ferita.
-almeno...almeno che non sia perché lo hai fatto per vendicarti di Oliver o che non mi ami...se no è meglio per tutti che tu stia zitto.-disse lei.
-Felicity...-
-sto bene...sto bene...-
Slade si avvicinò a lei e trasse qualcosa fuori dalla tasca e glielo porse.
Era un pezzo di pietra a forma di freccia.
Felicity non capì.
-tiello tu...così sei certa che ritorno e non sentirai troppo la mia mancanza.-disse Slade mettendolo fra le sue mani.
-che...che significa.-fece lei come se avesse capito male le sue intenzioni.
Slade la guardò.
-significa che non ho nessuna intenzione di rinunciare a te perché...ti amo.-disse l'uomo.
-anch'io...-fece la donna.-nel senso che ti amo e mi arrabbierei se ti perdo.-
Slade si avvicinò e le dette un bacio sulla fronte.
-ti aspetto...-fece lei.-non ti divertire troppo.-
L'uomo sorrise.
Le dette una carezza sul viso e guardandola per un ultima volta se ne andò.  
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Un mese dopo...
-se ti fai perdonare in questo modo potrei anche abituarmi-disse Felicity mentre conversava al telefono.-la solita cosa...no è in viaggio di ritorno e posso parlare liberamente...come?...oh!...si certo, ma non credo che sia una buona idea...mi piace e che...come divaolo fai a farcelo stare in soggiorno...poi metti tutto a posto tu...una versione tua che fa le faccende delle pulizie non me lo aspettavo-ridacchiò.-a parte gli scherzi, quando pensi di tornare...oh! si capisco...-sospirò.-no no e che...si ci tenevo-in quel momento ritornarono Oliver, Roy e Diggle.-ehm...adesso devo andare...si...va bene...ciao.-e chiuse la comunicazione.
Era chiaro che lei aveva una relazione con un uomo, e di certo questo fatto si faceva sentire all'interno del gruppo.
-io vado.-fece Felicity.
Oliver distolse un momento lo sguardo.
La donna rimase per un momento a guardarlo. In quei giorni aveva cercato di dirglielo, ma proprio non c'è la faceva. Per un certo senso, si sentiva come giudicata da lui. Non gli dava torto e di certo non dava ragione per ciò che Slade aveva fatto...e per questo temeva che Oliver non capisse. In un secondo luogo gli mandò una serie di messaggi, pensando che capisse chi fosse...non la prese così male come se l'era immaginata, anche se sperava che non avesse male interpretato le sue parole.
-tutto bene.-chiese Diggle quando la donna se ne andò e rimase da solo con lui.
-una favola.-rispose Oliver.
-non sembra...-
-e che...per un certo senso è colpa mia-ammise Oliver.-l'ho persa...e...la cosa che mi fa più male è che con Palmer lei sta bene.-
-però questo non ti fa sentire bene.-disse Diggle.
-no...per niente. Ho fatto la mia scelta e lei la sua.-disse l'arciere.
-ne parli come se fosse colpa tua se lei sia felice con un altro.-
Oliver non rispose.
-ascoltami...non male interpretare le mie parole...ma penso che questa situazione non giova nè a te e nemmeno a lei. Ci tiene a te, come amico, e nonostante questo lei ci tiene a fartelo sapere...tu pensaci.-disse Diggle per poi dargli una pacca sulla spalla e andarsene.
L'indomani mattina, suonarono alla porta della donna.
-si arrivo...-fece la donna.-se è per il gatto io non...-si bloccò quando vide che era Slade.
Lo fece entrare e poi lo baciò.
-se è questo l'effetto dovrò farti più spesso delle sorprese.-fece l'uomo.
Per la frenesia del momento, non chiuse completamente la porta, mentre si diressero nella camera da letto.
Con tutte le buone intenzioni del momento, Oliver era deciso di parlare con Felicity e chiarire la loro situzione. Non che era arrivato ad accettare la cosa, più complicata, quanto il loro rapporto di collaborazione. Aveva deciso di andare piuttosto presto, ma fra ripensamenti ed altro fu davanti alla sua casa in tarda mattinata.
Era deciso, quando incrociò Ray Palmer che si dirigeva nella stessa direzione. In un primo momento volle tornare indietro, ma sapeva che prima o poi doveva affrontare anche lui. Lo faceva per Felicity, anche perché se seguiva il suo istinto gli avrebbe tirato quel fantomatico pugno quando lo aveva incontrato la prima volta e preso la sua società...ora Palmer Techologies.
-Oliver.-fece Ray sorpreso di vederlo.
-signor Palmer...anche lei da queste parti.-disse Oliver.
-chiamami Ray-fece l'altro.-ehm...ero da queste parti per parlare a Felicity per una questione di lavoro.-
-si certo...-disse Oliver.
-bé io posso anche...-
-no no...-fece Oliver.-perché farla attendere.-
-detto così...suonerebbe come un qualcosa di sinistro.-fece Ray.
-niente di tutto questo-fece Oliver.-solo che...penso che sia una cosa che non si possa rimandare per sempre...non trovi.-
-già...-fece lui con un sorriso.
Mentre si incamminarono pensavano che fosse stato un motivo della donna per affrontare tutti assieme quella situazione che si era creata.
Una volta vicino alla porta fu Oliver ad accorgersi che la porta era socchiusa.
Ray guardò prima Oliver e poi la direzione in cui guardava, ovvero la porta.
-penso che sia meglio avvisare la polizia...Oliver...-
Oliver era entrato.
Nonostante la scelta che lei aveva fatto, sapeva che era l'unico, se era in pericolo, da poterla salvarla.
Pareva tutto in ordine.
-si sarà dimenticata...-disse Ray entrando anche lui e guardando in giro.
In quel momento arrivò Felicity.
Si era messa la maglia dell'uomo ed era uscita solo per avvisare che stava "poco bene" quando si trovò in soggiorno i due uomini. La sua prima reazione, oltre a un notevole spavento, fu quello di tirare ancora più giù la maglia.
-che cosa ci fate voi qui...-fece la donna sillabando ogni singola parole.
-non rispondevi ed ero venuto a vedere il motivo...e...ho incontrato Oliver...-disse Ray.
-oh...questo però non spiega del perché siete qui...dentro...in casa intendo...-fece lei gettando un'occhiata alla camera da letto.
-la porta era semi aperta...-disse Oliver.
-ah!-esclamò lei.
La donna venne pervarsa da un profondo imbarazzo. Più per Ray, temeva la reazione di Oliver se avesse scoperto in quel modo chi era l'uomo con cui stava.
-ecco...forse è meglio che...-fece la donna.
-si...certo.-fece Ray.
-grazie.-disse la donna.
Ray se ne andò per primo, Oliver le dette un'occhiata per poi uscire e chiudere la porta.
Mai come allora era così imbarazzata, più del carattere esuberante di sua madre.
In quel momento si affacciò Slade.
-penso...che dobbiamo parlare.-disse l'uomo.
-lo penso anch'io.-fece lei.
Ci fu un momento di silenzio.
-glielo devi dire.-disse l'uomo.
-non la prenderà bene...-fece Felicity.
-vuoi che lo faccia io...qualcosa mi inventerò per come...-
-no-disse lei decisa.-non mi fraintendere...ma è meglio che lo sappia da me.-
-d'accordo...-
-glielo dico stasera...Ray lo ha invitato a un ricevimento e...glielo dico.-disse la donna.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Nello stato in cui era aveva preferito non andarci, ma una telefonata di Felicity in cui lo supplicava di venire perché gli doveva parlare di una cosa urgente....era per questo che quella sera era andato a quel ricevimento. Ray Palmer esponeva un raro minerale che aveva trovato, dando una dimostrazione del suo utilizzo.
L'esperienza della mattina gli aveva fatto capire due cose: primo che sia lui che Ray era stati silurati, secondo anche se non si trattava di Ray gli fece per un certo senso male vederla felice con un uomo...potendo immaginare che cosa era successo nella camera da letto.
La prima cosa che Felicity fece quando fu lì, era di scusarsi con Ray per quello che era successo quella mattina, per poi andare da Oliver.
-ciao...-fece lei.
Oliver fece un cenno con il capo.
Gli pareva difficile. Mentre si dirigeva lì aveva provato e riprovato quel discorso mille volte, e adesso che se lo ritrovava davanti aveva un grande timore di rovinare tutto.
-penso che noi due dobbiamo parlare...e non solo per quello che è successo stamattina.-iniziò decisa la donna.
-Felicity...-
-scusami fammi continuare se no...perdo il filo-fece lei interrompendolo.-io...ti chiedo scusa...te lo dovevo dire subito...e che...ho avuto paura...di un tuo giudizio.-
-di un mio giudizio? perché.-fece l'uomo non capendo.
-e che...sappiamo come è andata...e...prima che ti arrabbi o altro...sappi che se è successo è perché...lo desideravo...non perché...tu hai fatto le tue scelte e mi sia consolata...non mi sono consolata...io...io lo amo...e lui ama me.-disse Felicity tutto d'un fiato con il cuore in gola.
-io...io non ho mai pensato questo...e mai lo penserò...-disse Oliver.-è difficile saperti felice con un altro uomo...e che questo non sia io.-
-lo so...-fece lei.-ma...non è un buon motivo per rovinare tutto.-
-si certo...ci sono state un pò di tensioni per questo...-fece Oliver.-ma non da rovinare tutto.-
-Oliver...non è facile-ammise la donna.-ma so anche che se non ti dico chi è...sarebbe come tradire la tua fiducia...e...non voglio farlo.-
-Felicity...chiunque sia....non importa.-disse l'uomo.
-importa per me-fece la donna.
Ci fu un momento di silenzio.
-vedi...l'uomo con cui ho una relazione è...-
In quel momento degli uomini armati irruppero nella struttura. Erano a tutti a volto coperto, cinque, solo uno si vedeva il volto, era Laser. Questi, dopo la retata da parte di Arrow, era come sparito nel nulla per poi ricomparire. Nemmeno da Slade seppe che fine aveva fatto.
Oliver trasse Felicity in salvo e la portò nel reparto informatico.
-io avverto gli altri e vi metto tutto sotto controllo.-fece la donna.
-bene...-fece l'uomo.
Avvertito Roy e Diggle, Oliver si assentò, solo nell'attendere gli amici e cambiantosi entrò in azione.
Sfondò al finestra assieme a Roy.
Laser aveva appena messo il minerale dentro alla pistola.
-proverò su di voi due l'efficacia di questo minerale prima di sperimentarlo su di lui se non me lo restituisce.-disse Laser.
Il criminale incominciò a sparare contro i due arcieri che evitarono il raggio. Questi era così potente, tanto che sfondò le pareti.
-questo si che è un vero potere.-fece Laser con un ghigno.
In quel momento ci fu un altro sfondamento di finestra. Entrò in scena un uomo con addosso un armatura rossa e una maschera del medesimo colore che gli copriva il volto lasciando libera la testa e la fronte.
Senza esitazione Laser gli sparò contro, ma l'altro lo evitò.
Anche lui pareva interessato al minerale.
Laser si trovò a combattere contro l'uomo con l'armatura rossa, mentre Arrow e Arsenal dovettero affrontare i suoi tirapiedi. Le intenzioni dell'ultimo arrivato era chiaro, voleva anche lui il minerale.
-finisco io qui.-fece Arsenal quando Laser e l'uomo con l'armatura rossa scappare, rivolto ad Arrow.
L'arciere verde si gettò all'inseguimento.
Laser e l'uomo con l'armatura rossa, stavano combattendo, quando con un gesto secco, tagliò in due l'arma di Laser e fece cadere il minerale. L'uomo con l'armatura rossa fu più veloce a prenderlo per poi colpire Laser.
-sei in difficoltà-fece l'uomo con l'armatura schernendolo.-pensavo che mi facessi divertire un pò.-
Laser estrasse due pistole laser da dietro la schiena e gli sparò.
L'altro evitò i raggi ed estrasse anche lui due pistole da dietro la schiena. In quel momento evitò una freccia truccata. Laser puntò l'arciere, ma questi lo disarmò colpendolo l'arma. Laser, in risposta, gli sparò comunque con l'altra per poi recupere quella che l'arciere aveva colpito.
L'uomo con l'armatura rossa, sparò sia ad Arrow che a Laser, per poi nascondersi. Ricaricò le pistole per poi uscure allo scoperto.
Aveva quello che voleva, ora doveva creare uno spazio e fuggire.
Il loro combattimentò si spostò in diversi piani, fino a quando non si trovarono sul tetto con l'uomo con l'armatura a puntare le pistole ad Arrow e Laser, questi a lui ed ad Arrow, e quest'ultimo a puntare prima l'uno e poi l'altro.
-sembrerebbe che tu sia in svantaggio-fece l'uomo con l'armatura rivolto ad Arrow.-me lo avevano detto che c'era qualcun altro interessato alla pietra e uno che mi avrebbe rotto le palle...sinceramente mi sarei aspettato qualcosa di meglio da entrambi.-
-ne parlerai con chi ti ha commissionato quando raggiungerai l'inferno.-disse Laser.
-ne avrete poi di tempo per cui parlare...in prigione.-fece Arrow.
-un uomo che sa tutto...-in quel momento l'uomo con l'armatura capì che era entrato in scena un quarto personaggio.-e io che pensavo che fosse una cosa noiosa-ridacchiò per poi voltarsi.-ciao Slade...sei felice di vedermi.-
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

Oliver sbiancò alla vista dell'uomo.
Era lui ne era certo.
La prima domanda che gli venne in mente fu come diavolo era riuscito a fuggire da Lian Yu. Di certo con lui era tutto possibile. Pareva un incubo. Non aveva più il Mirakuru, ma sapeva che era pericoloso anche senza.
-solo una domanda...hai pensato come uccidermi.-chiese l'uomo con l'armatura destando Oliver dai suoi pensieri.
-ti taglierò a pezzi...-rispose Slade.-così vediamo se riesci a sopravvivere.-
L'altro ridacchiò.
Laser lo aveva riconosciuto subito. Ora che non c'era quella donna, poteva fare a modo suo. Non aveva la Vertigo, ma era in grado di ucciderlo se non gli ridava l'hard disk.
L'uomo con l'armatura esplose alcuni colpi contro i due per poi sfoderare la spada contro Slade. Questi lo schivò, e passato da dietro la schiena, gli sfilò una seconda lama e iniziò a combattere contro l'uomo.
Anche Laser parve interessato a Slade, ma venne intercettato da Arrow e iniziarono a combattere. In questo momento Slade teneva a bada l'uomo con l'armatura, di certo Laser non era di meno. Poteva sotterrare l'ascia da guerra...ma non significava che non gli doveva delle spiegazioni.
Ad un tratto spuntò un elicottero.
Sparò contro i quattro.
Si sporse dal retro una donna con lunghi capelli rossi, con un vestito tutto rosso.
-se non sapessi che c'è solo sesso fra voi due l'avrei già uccisa.-disse l'uomo con l'armatura rossa rivolto a Slade.
Laser sparò contro alcuni colpi e salì sull'elicottero.
-adesso devo andare anch'io...ma ci rivedremo presto.-disse l'uomo con l'armatura per poi buttarsi.
La donna, prima di allontanarsi, dette un bacio aereo a Slade per poi partire.
Arrow non riuscì a fermarlo, anche perché l'elicottero non finiva di sparare.
Quando si allontanò, volse l'attenzione verso Slade, ma era sparito.

-che diavolo ti è saltato in mente eh?-fece Laser una volta che l'elicottero si allontanò.
-non mi dire che l'avevi in pugno.-fece la donna in maniera sarcastica.
Laser fece per rispondergli a tono che si accorse che c'era una donna bionda con gli occhiali svenuta e legata.
-quella chi è.-chiese Laser.
-il motivo per cui Slade ci darà l'hard disk, se vuole vederla viva.-rispose la donna.

Eclissato anche dalla polizia, Slade raggiunse l'abitazione di Felicity.
Aveva seguito la donna, non per mancanza di fiducia, ma perché le voleva restare vicino, quando entrarono quegli uomini.
Un gruppo rimase a sorvegliare l'entrata mentre altri presero l'ascensore.
Eliminò quelli rimasti di guardia per poi salire.
Sapeva che Oliver se la poteva cavarsela da solo, ma in quel momento aveva un'altra preoccupazione.
Un gruppetto era arrivato al reparto informatico, ma vennero intercettati da Slade ed eliminati. Rimase con la donna fino a quando non vide dalle telecamere che era entrato l'uomo con l'armatura rossa. Slade gli disse che doveva andare via. Per rispondere sul perché, gli disse che quell'uomo era molto pericoloso e le poteva fare del male...oltre ad essere quello che aveva visto quando gli avevano inettato la Vertigo. Si sarebbero trovati a casa della donna e dopo essersi separati, andò dall'uomo con l'armatura.
Quando ritornò all'abitazione, la porta era ancora chiusa.
La scassinò.
Appena accesa la luce, vide attaccati al muro una serie di foto che ritraevano lui e la donna in momenti piuttosto intimi, con sotto scritto "Sai quanto vale la sua vita".
Sbatté violentemente la porta e se ne andò.
Avevano due contatti a Starling City e pur di fare una strage si sarebbe fatto dire dove l'avevano portata. Il primo contatto, in un magazzino, non furono molto collaborativi e lasciò dietro si sé una striscia di sangue. Il secondo, al porto, ne sistemò cinque di loro e dopo aver fracassato la testa del sesto, il settimo, dopo un paio di colpi svuotò il sacco.

-Slade era lì.-disse Oliver quando arrivò al rifugio.
-cosa?-esclamò Roy.
-ne sei certo.-chiese Diggle.
-si è lui.-rispose l'arciere.
-come diavolo ha fatto a fuggire da Lian Yu.-gli chiese.
-non lo so...-rispose.-ma pare che anche Laser c'è l'aveva con lui.-
-pensi che sia lui la persona che voleva usare la Vertigo e che gli aveva rubato qualcosa.-chiese Diggle.
-credo di si...anche perché dallo sguardo che aveva quando lo ha visto non era dei migliori-rispose Oliver.-Felicity?-
-credo che sia tornata a casa...ha preso la macchina.-disse Diggle.
In quel momento venne contattato da Lance.
-non ci crederai...dopo che Laser ha fatto il guasta feste, qualcuno si è introdotto in due punti dove lui aveva le basi e ha fatto una carneficina...in senso letterale.-disse Lance.
-li ha uccisi tutti.-chiese Arrow con la voce camuffata.
-no...solo uno è sopravvissuto...credo che se sia vivo è perché chiunque sia gli ha detto quello che voleva.-disse Lance.
-ha detto chi è.-chiese Arrow.
-no...anche perché non è nelle condizioni per palare.-rispose Lance.
-lo terrò a mente.-e chiuse la comunicazione.
-pensi che sia stato Slade?-chiese Diggle.
-potrebbe...ma meglio essere sicuri.-rispose Oliver.-gli vado a parlare...intanto andate da Felicity...abbiamo bisogno del suo aiuto.-e se ne andò.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

-serata movimentata.-disse Arrow facendo notare la sua presenza all'uomo.
L'altro trasalì.-dimmi che non sei con quello psicopatico.-
-chi è che ha fatto tutto questo.-chiese Arrow capendo che avrebbe detto ogni cosa senza che sforzasse la mano
-un pazzo...un australino, con la benda sull'occhio...-rispose l'uomo.-e tutta colpa di quella Magda...Magda Else...la puttanella del capo...è stata lei ad assoldare quello psicopatico.-
-cosa? lavora per voi.-
-una volta...poi ha rubato l'hard disk e si è scavato la fossa da solo.-ribbatté l'altro.
-mi sembra che sia l'incontrario.-fece Arrow.-che cosa voleva.-
-ha chiesto di una donna che abbiamo rapito...ma noi non avevamo rapito nessuno...solo quella Magda...ha rapito una per riavere l'hard disk...si è incazzato e voleva sapere dove...io sapevo solo che ritornavano a Macawi...è tutto quello che so.-disse l'uomo.
-spero che sia vero.-e se ne andò.
Ritornò al rifugio.
-è stato Slade-disse Oliver quando trovò anche gli altri due.-l'ha assoldato una certa Magda Else...la "donna" del loro capo...pare che gli abbia rubato un hard disk. Inoltre questa Magda ha rapito una persona per riavere l'hard disk e Slade non ha gradito.-
-uno scambio.-disse Diggle.
-si...-fece Oliver.-Felicity dov'è.-
Diggle e Roy si dettero una breve occhiata.
-cosa le è successo...-chiese Oliver capendo che qualcosa non andava.
Diggle esitò.
Trasse fuori delle foto. Fu piuttosto esitante ma le porse all'amico.
-erano appese al muro...con una scritta "sai quanto vale la sua vita".-e gliele porse.
Oliver le prese.
Sentì una tremenda rabbia quando la vide in intimità con Slade.
Girò intorno per poi dare una serie di pugni contro la bambola da combattimento.
-Oliver...-
-sto bene...-e tirò un altro pugno.-andiamo...prendiamo le armi e andiamo a Macawi.-
-come pensi che ci faranno passare con le armi.-chiese Roy.
-una persona mi deve un favore...e per la sua salute deve essere collaborativo.-rispose Oliver.
-Oliver...-
-sto benissimo..-e uscì

Felicity si risvegliò piuttosto stordita.
Aveva dei ricordi confusi. Si ricordò che era in macchina e aveva raggiunto la sua abitazione, quando si sentì pizzicare il collo e perse conoscenza.
Si guardò intorno.
Pareva una camera d'albergo.
Si alzò.
Guardò fuori dalla finestra. Non era Starling City.
-ben svegliata...Felicity...-
Si voltò.
-non sei contenta di vedermi.-chiese la donna dai capelli rossi.
-Magda? che cosa...-
In quel momento entrò Laser.
-non ti preoccupare...lui lavora per me.-disse Magda.
-cosa?-esclamò Felicity.
-Slade non te la detto? ultimamente siete piuttosto intimi.-e la guardò.
-non...non mi dire...non dire che l'agente segreto è Slade...-
-lo sempre saputo che eri una donna intelligente-disse Magda.-non mi stupisce che Slade si sia innamorato di te.-
-dicevi che era solo sesso...e niente amore.-fece Felicity.
-non è per questo che ti ho rapita...lui ha qualcosa che ha e che era mio...ma che ho lasciato appositamente e fatto credere che avevo creduto alla sua bugia...solo per farlo decriptare... tu sei...piuttosto brava...non ti vantavi di aver creato un super virus.-disse Magda.
-Magda...quella cosa è pericolosa-disse Felicity.-non so perché lo fai...ma non andare fino in fondo.-
-non pensavo che ti intendesse di cose scientifiche.-fece l'altra.
-non me ne intendo...ma capisco che vuoi fare qualcosa di pericoloso.-ribatté Felicity.
-non faccio...lo clono-disse Magda.-è inutile spiegartelo, ma non ti preoccupare starai dal tuo Slade il più presto possibile.-
-pensavo che eravamo amiche.-fece Felicity.
-appunto eravamo...-disse Magda per poi lasciare la stanza assieme a Laser.

 A Starling City, Roy fece ragionare, per così dire, Oliver dicendoli del probablile rapporto di parenterla con il dottor Else e che aveva visto Felicity lì. Non avendo la donna, poteva essere un punto per capire più a fondo quella faccenda.
-sapevo che sarebbe venuto-fece il dottor Else, nel suo studio, voltandosi.-non mi fraintenda... non c'entro nulla...sa...pensavo che questo momento non venisse.-
-perché?-chiese Arrow.
-pensavo...pensavo che Magda avesse cambiato vita...che avesse lasciato quelle persone... invece no...si è messa con persone molto pericolose.-rispose il dottore.
-di che cosa sta parlando.-fece Arrow non capendo.
Gli lanciò un fascicolo.
-Billy Wintergreen...non so se sia il suo vero nome. Un'amica di mia figlia, Felicity Smoak, lo aveva tratto in salvo da delle persone. Era un pò ridotto male ma non in fin di vita-iniziò il dottore.-ad una mia visita a casa sua...ho notato un hard disk...il modello lo conobbi subito...e ho capito che quell'uomo, chiunque fosse, era quello che l'aveva tratto in salvo dieci anni fa.-
-che cosa è successo....dieci anni fa.-chiese Arrow cercando di nascondera la sua rabbia.
-quello che voleva fare allora...clonarlo.-rispose il dottore.
-chi?-
-una persona molto pericolosa...allora era un programma con il suo corredo genetico e altro...e sono pronto a scommettere che in quell'hard disk ci sia la stessa cosa-disse il dottor Else.-non ti posso spiegare...ma non lo deve fare. In parte è colpa mia...non gli doveva mai dire la verità.-
-su cosa?-chiese l'arciere non capendo.
-sul suo lignaggio...discendenza...chiamala come vuoi-rispose il dottore.-è diventata un ossessione non fa altro che cercare frammenti del suo DNA per clonarlo...se riuscisse...non oso nemmeno pensare.-
-Macawi...le dice qualcosa.-chiese Arrow.
Il dotter Else scosse la testa in senso negativo.
-un momento...-disse il dottore richimarlo.-l'ha ucciderai?-
-ho smesso di uccidere molto tempo fa...sarà la polizia ad arrestarla.-
-occupatene te...la polizia...chiamala solo per farla arrestare-disse.-nonostante tutto...sono suo padre...e lei mia figlia.-
Arrow le dette una breve occhiata per poi andarsene.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

Appena raggiunto Macawi, tramite un contatto sicuro, Slade si diresse all'albergo.
Entrò dentro la stanza.
C'era solo Magda, intenta a leggere.
-lei dov'è.-chiese Slade.
-lei chi?-disse Magda facendo la finta tonta.
-non farmi questi giochetti...lei dov'è.-ripetè l'uomo.
-tranquillo...è viva.-rispose Magda guardandolo brevemente.
-non hai risposto alla mia domanda.-fece Slade.
-sai che cosa voglio.-disse la donna.
-prima lei.-fece Slade.
-sei piuttosto affettuoso con la tua Felicity.-disse Magda.
-come fai a sapere il suo nome.-fece Slade.
-eravamo amiche...la ragazza in stile dark...la chiamavi così non ricordi.-disse Magda.
-ah!-esclamò l'uomo.
Magda sorrise per poi rialzarsi.-stasera...all'acquedotto sotterraneo...e niente tuoi amici...sai che cosa le può accadere.-
Slade la guardò male.
-adesso devo andare...-fece Magda sorpassandolo.-ti lascio la camera, in caso che la natura chiama. Dimenticavo...anche l'arciere verde è qui...inoltre lo ha saputo nella maniera più indelicata...anche tu hai saputo la morte di quella Shado in un modo piuttosto brusco.-
-tu come...-
-come so? so tutto...tutto.-fece un sorriso beffardo per poi andarsene.
Slade uscì da quell'albergo e si diresse verso la zona del mercato. Lì prese una seria di vicoletti per poi sbucare in una piazza secondaria ed entrò dentro ad una casa in pietra.
L'interno era piuttosto ampio con diversi arazzi.
Salutò con un cenno le persone che era sedute, per poi dirigersi verso una sala delle armi. Lì c'era un uomo, piuttosto robusto, con i capelli un pò ricchi castani e la barba con una bandana sulla fronte. Aveva una serie di coltelli su tutto il corpo e stava parlando con una donna, con i capelli marroni scuri e raccolti da una coda e vestiva con abiti arabi.
-Slade...-fece l'uomo.-non pensavo di vederti così presto. Io e Tayna stavano proprio parlando di te...è successo qualcosa.-
-Yusuf...ho bisogno del tuo aiuto.-disse Slade.
-detto così sembra che ti sia cacciata in chissà quale guaio.-fece Yusuf.
Slade rimase a guardarlo.
-dimmi solo che non si tratta di quella donna.-disse Yusuf.
-ha rapito una persona...per me importante.-disse Slade.
Tayna lo guardò come per dire "te lo avevo detto".
-che cosa possiamo fare.-chiese Yusuf.
-mi vuole all'acquedetto sotterraneo da solo.-rispose Slade.
-ma pensi che non sia sincera.-disse Tayna.
-non vuole nessuno...ma ho bisogno che voi controllate le uscite...non deve andare via con quella cosa.-disse Slade.
-d'accordo...ma siamo in pochi...dovrai cavartela da solo.-spiegò Yusuf
-ho in mente una persona...ma mi serve il tuo aiuto per fargli recapitare una cosa.-disse Slade.
Anche Oliver, con Diggle e Roy, erano giunti a Macawi. Non aveva ancora digerito che avesse una relazione con Slade e che lui la avesse messa in pericolo.
Non aveva la minima idea di dove lei, lui e Laser fossero andati a finire, e di certo nello stato in cui era non riusciva a ragionare. Se la stava persino per prenderla con uno che si era scontrato per sbaglio.
-forse dobbiamo fare una pausa-disse Diggle.-e ne hai bisogno se la vogliamo ritrovare.-
In quel momento gli squillò il cellulare. Era una musica rock e di certo si guardarono per sapere di chi fosse.
-è il tuo.-fece Roy.
-cosa?-esclamò Oliver.-di certo non ho una suoneria del genere...-ma tastando trovò il cellulare.
Dette un'occhiata hai tre per poi rispondere.
-Macawi è una delle poche città in cui preferivo non tornare...troppi sbagli anche se ho degli alleati.-
Oliver sbiancò nel sentire la voce di Slade.
-ho bisogno del tuo aiuto.-disse Slade.
-perché dovrei.-fece Oliver.
-so perché sei qui-disse Slade.-desideriamo che lei sia fuori da quella gente il più presto possibile.-
-sei tu che l'hai messa in questa situazione...è colpa tua.-fece Oliver.
-ne parli come se l'avessi costretta.-disse Slade.
Oliver non disse nulla, ma dal viso era molto arrabbiato.
-non lo costretta.-affermò Slade.
-perché dovrei fidarmi di te...dopo tutto quello che è successo a causa tua.-fece Oliver.
-non le avrei mai fatto correre dei pericoli...-disse Slade.-stasera...ci sarà uno scambio, ma conoscendo sia Magda che Laser non credo che lascerò vivo quel posto. Delle persone controllano le uscite quando scapperanno, ma non c'è la faccio ad affrontarli da solo.-
Ci fu un momento di silenzio.
-dove li devi incontrare.-chiese Oliver cercando di mettere da parte il tutto.
-in un acquedetto sotterraneo-rispose.-da dove sei...prendi la seconda a destra e per due volte sinistra...troverai una piazza e una costruzione con le grate...al tramondo c'é delle gente... mischiatevi fra loro ed entrate. L'odore non è dei migliori ma è la strada più breve...sbucherete in uno spazio sorretto da palafitte...nascondetevi lì e aspettate...non scendete per il ponte. Io prenderò un'altra via...avvenuto lo scambio tenteranno di ucciderci...intervenite solo in questo momento.-
-ho capito.-disse Oliver.
-bene.-
-Slade...se le succede qualcosa ti terrò responsabile.-precisò Oliver.
Slade non disse nulla, riattaccò soltanto.

-sei sicuro che accetterà.-chiese Yusuf qualche ora prima del tramonto.
-si..-rispose Slade.-voi pensate a fermarli se escono.-
-faremo del nostro meglio.-disse Yusuf.
In quel momento entrò Tayna con sei uomini tutti con il volto coperto.
-siamo pronti.-fece la donna.
-bene...-disse Slade.-sapete quello che dovete fare...al resto ci penso io.-
-Slade-fece Tayna richiamandolo.-la salverai.-
L'uomo fece un cenno con il capo e se ne andò.
Anche Oliver e gli altri si avviarono veso l'acquedotto. Seguirono le istruzioni di Slade e si trovarono dove lui aveva detto. Era letteralmente sospesi in aria. Oliver dette un'occhiata in basso. Scorreva una forte acqua sotto di loro e inoltre c'erano degli spuntoni rocciosi.
-non siamo nelle condizioni favorevoli.-disse Diggle.
-nemmeno loro-fece Oliver.-e Slade lo sa.-
In quel momento sentirono delle voci.
I tre si abbassarono.
I primi ad arrivare furono Laser, con alcuni uomini e Madga, con Felicity come priginiera. Non parve che le avevano fatto del male o altro.
-arriva...-fece Laser.
Slade si fece vedere.
Sbucò nella stessa piattaforma dov'erano i criminali, ma da una entrata di destra. Quando Oliver vide lo sguardo della donna alla vista di Slade, si sentì male.
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

-se avessi saputo che rapendo la tua donna avresti accettato...avrei fatto questo molto tempo fa-disse Laser alla vista dell'uomo.-sarei curioso di sapere quante persone posso mettere a rischio.-
Slade lo guardò male.
-non fai tanto lo sbruffone adesso eh?-fece Laser.
-hai quello che ci interessa.-chiese Magda.
Slade gli mostrò l'hard disk.-prima liberala.-
-prima l'hard disk.-e puntò l'arma contro Felicity.
-pensalo solo e ti ritroverai sotto terra prima di quanto tu possa immaginare.-disse Salde con un tono per niente rassicurante.
Fu Madga a liberare Felicity e spingerla verso Slade.
Laser guardò in maniera interrogativa Magda, ma questa lo fulminò all'istante.
-stai bene...sei ferita...-chiese Slade quando lei gli fu accanto
-no...-rispose lei e lo abbracciò.-sapevo che saresti venuto.-
Slade fu piuttosto esitante nel ricambiare quell'abbraccio. Se non avesse saputo che Oliver era lì la avrebbe baciata. Gli sussurrò all'orecchio di iniziare a scappare verso il ponte quando li avrebbero attaccati.
-molto romantico...ma di certo non è il momento di sformare la tua progenia-fece Laser.-l'hard disk...subito.-
Slade trasse la donna dietro di sé per poi lanciare l'hard disk.
Laser lo prese al volo.
Magda glielo strappò dalle mani.
-grazie...-fece Magda.-sai...pensavo che alla fine di questa storia potessi veramente portarti a casa la pelle-sia Laser che gli altri gli puntarono addosso le armi.-ognuno ha la sua natura... la tua però...non ho mai capito cosa sei veramente. Scusami...ma odio il sangue.-e si avviò verso l'uscita.
-sai...non pensavo che alla fine Magda ti addomesticasse.-fece Slade stanno davanti a Felicity, dopo che la donna se ne era andata.
-tranquillo...dopo tocca anche a quella donna.-disse Laser.
Velocemente Slade estrasse due pistole da dietro la schiena e sparò dei colpi prendendo alcuni di loro.
-il ponte.-
Intervenne anche Oliver con gli altri.
Per un certo senso Felicity rimase piuttosto sorpresa della sua presenza.
-te lo spiego dopo.-fece Slade.
Si era aperto un vero conflitto a fuoco.
Laser inseguì i due.
-vai...-fece Slade dopo aver portato Felicity dall'altro lato, dove vennero raggiunti da Oliver.
-Slade no.-esclamò Felicity quando lo vide tornare indietro.
-portala via.-gridò.
Con forza, Oliver portò lontano la donna.
Slade atterrò Laser e ingaggiò un combattimento vincendo.
-se pensi di aver vinto...ti sbagli...-fece Laser dandosi un colpo deciso all'altezza del petto.
Aveva posizionato in precedenza delle cariche esplosive e non perse occasione di usarle.
Ci fu una tremenda esplosione nella zona in cui si era svolto lo scambio e dall'alto incominciarono a cadere delle pietre.
Alcuni di quella gente fuggirono, mentre altri vennero coinvolti chi nell'esplosione chi per le frane. Una di queste colpì in pieno il ponte.
Oliver e gli altri fuggirono, non prima di aver visto Slade cadere nel vuoto.
Fu una reazione a catena, e quell'effetto venne sentito anche in superficie, ma venne scambiato per un tremendo terremoto.
Quando cessarono Oliver e gli altri avevano scampato per un pelo di essere colpiti.
-tutto bene...-chiese Oliver quando furono usciti.
-tutto a posto...-e tossi.-ma non lo facciamo mai più.-disse Roy.
-ci è mancato veramente poco.-fece Diggle.
-Felicity...tutto bene...-
-Slade...-fece lei.-lui lui...-
Oliver non fece in tempo a dirle qualcosa che vennero circondati da della gente con il volto coperto.
-fermi...-disse Tayna avanzando.-mi fa piacere che siete stati di parola...Slade dov'è.-
Oliver esitò, ma di certo l'aspetto di Felicity gli fece capire che era morto.

-dannata-fece Yusuf quando ritornò alla base.-quella strega era tornata indietro...e chi se lo aspettava che crollasse tutto...solo alcuni di noi sono riusciti a scappare...quella compresa.-
Tayna lo guardò.
-so come la pensa Slade, ma ha superato il limite-disse Yusuf.-piuttosto...quelle persone si sono presentate.-
Con il dito le indicò.
Erano seduti attorno a un tavolo ed erano piuttosto distanti.
-lei invece...dorme-disse Tayna.-era sconvolta.-
-non mi dire che...-
Tayna lo guardò soltanto.
-dannazione...-esclamò.
Guardò i tre.
Fece per andare che Tayna lo richiamò.-non è la loro battaglia.-
Nonostante l'ospitalità che la donna gli aveva dato, venivano tenuti d'occhio in lontananza, pareva che solo Felicity non avesse lo stesso loro trattamento, almeno che non fosse Tayna a tenerla d'occhio.
Oliver aveva cercato di parlarle, ma Tayna glielo impediva ogni volta.
Non aveva la minima idea di che cosa fare. Erano venuti lì per salvare Felicity non per risolvere i problemi di Slade.
-non penso che loro si preoccuperanno se non ci vedranno più in giro-disse Diggle.-almeno che...non decidiamo di restare.-
-perché mai dovremmo.-fece Oliver.
Diggle non disse nulla.
-vedi...mi ha fatto male sapere che era Slade...tanto da pensare che...lo facesse per la sua vendetta-iniziò Oliver.-ma quando l'ho...li ho visti...avrei tanto desiderato che non mi sbagliassi-fece una pausa.-adesso però...lei sta male e...ho paura che pensi che se mi veda la possa giudicare.-
-ed è così?-chiese Diggle.
-no-rispose Oliver.-è stato difficile da ammetterlo. Adesso, se vado da lei...rovinerei tutto.-
-io penso che lei gli farebbe piacere sapere che nonostante tutto non è cambiato niente.-disse Diggle.
Oliver lo guardò e non disse nulla.
In quel momento arrivò Tayna.
-se vuoi parlarle vai...ma non affaticarla troppo.-disse la donna per poi andarsene.
Oliver dette un'occhiata all'amico per poi alzarsi e andare da Felicity.
Quando arrivò nella sua stanza, era in piedi e stava guardando fuori dalla finestra. Lei si accorse della presenza di Oliver dal suo riflesso sulla finestra. Nascose fra le mani la punta di freccia e fece una profonda respirazione.
-lui a...veva un figlio-disse ad un tratto.-lo sapevi.-
-si-disse Oliver.-me ne aveva parlato sull'isola.-
-pensi che sia giusto che sappia...la verità.-disse Felicity.
-io...io penso che Slade...non gli abbia detto nulla al riguardo-fece Oliver.-forse non lo avrà nemmeno visto. Non era tanto in sè...dopo quello che è successo.-
Oliver fece alcuni passi verso la donna.
-Oliver...mi dispiace-disse Felicity voltandosi.-io...io te lo dovevo dire...o meglio te lo stavo dicendo...-
-Felicity...non importa-fece l'uomo.-non c'è l'ho con te.-
La donna rimase piuttosto esitante, ma l'uomo si avvicinò e l'abbracciò.
-non so in che guaio si è cacciato Slade-gli disse Oliver.-ma ti prometto che la sua morte non sarà vana.-
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

Fu abbastanza facile sapere dove si trovasse la donna. Avendo l'hard disk un gps, fu piuttosto facile per Felicity rintracciarla (nonostante che il computer in questione era piuttosto vecchio). Magda si trovava in un reparto scientifico che avevano aperto da qualche mese.
-l'avevo detto che quella struttura avrebbe portato solo guai.-disse Yusuf.
-sai che cosa fanno.-chiese Oliver.
-non lo so-fece Yusuf.-ma non mi stupirei che hanno costruito quella struttura per creare chissà che cosa.-
-clonare-disse Oliver.-il dottor Else ha detto che in quell'hard disk serve per clonare qualcosa di pericoloso.-
-cosa di preciso.-chiese Yusuf.
-l'unica cosa che mi ha detto che riguarda la sua discendenza...-rispose Oliver.-tu ne sai qualcosa al riguardo.-
-l'unica cosa che ti posso dire...che Madga è ossessionata dall'antico Egitto.-disse Felicity.
-questo spiegherebbe i suoi atteggiamenti altezzosi.-commentò Yusuf.
-cosa mi sai dire di quell'hard disk.-chiese Oliver rivolgendosi all'informatica.
-ha bisogno di un particolare computer che riconosca...se voglio distruggere quei dati...devo operare su quel computer.-disse Felcity.
-sei sicura di farcela.-chiese Oliver.
-si...-rispose Felicity.
-bene...allora andiamo.-disse Yusuf.
Era una struttura che era molto sorvegliata. Magda sapeva delle capacità di Felicity e aveva raddoppiato la sorveglianza. Sapeva che se i suoi amici e Yusuf avrebbero unite le forze, sarebbe stato facile per loro penetrare nella struttura. Loro dovevano solo rallentarli, giusto il tempo che il processo di clonazione fosse terminato.
Quando le telecamere si oscurarono fu il segnale che erano arrivati.
Yusuf e i suoi si occuparono della sorveglianza esterna.
-bene...Tayna e alcuni di noi verranno con voi-disse Yusuf.-noi faremo in modo che i rinforzi non vengano.-
Era un vero labirinto e più di una volta dovettero cambiare strada per evitare delle guardie.
Stavano camminando, quando si azionarono una serie di trappole.
Gli costrinsero a separarsi, e una parete dividette Felcity dagli altri.
Due uomini avevano ricevuto l'ordine di ucciderla.
-Felicity.-gridò Oliver quando sentì due spari.
Ci fu un lungo silenzio.
-tutto a posto ragazzo.-fece la voce di Slade dall'altra parte.

Era stato un vero colpo di fortuna. Quando cadde, riuscì ad aggrapparsi su alcune vecchie corde che sporgevano e cadde in una piattaforma scavata nella roccia. Rotolò giù in un cunicolo e sbucò dove l'acqua si univa alle fognature. Dovette percorrere tutte le fognatura fino a quando non raggiunse un tombino da cui uscire. Da lì si diresse al rifugio di Yusuf. Furono alcuni dei loro uomini che erano rimasti lì a dirgli dove erano e che intenzioni avevano.
Saputo il punto, arrivò appena in tempo a salvare Felicity.
-tutto bene...-chiese Slade rivolto alla donna.
Senza dire niente la donna lo abbracciò, nonostante l'odore.-non farmi prendere più uno spavento del genere.-
Slade sorrise.
Dovettero prendere due strade diverse, ma alla fine si ritrovarono con il resto del gruppo.
Nel frattempo, il processo di clonazione era iniziato.
Magda aveva inserito l'hard disk nell'apposito computer e chiuso la porta della stanza. Seppure brava, non sarebbe mai riuscita a decriptare il codice della porta in tempo per fermare il tutto.
Inserita la password e fatti alcuni passaggi, la macchina incominciò ad elaborare i dati raccolti e il DNA.
Fra un paio di minuti lui sarebbe rinato.
Il segnale del processo venne segnalato da una serie di allarmi che si riperquotevano per tutto l'edificio.
-questo non mi piace.-disse Tayna.
Arrivarono alla porta, ma era chiusa.
-la puoi aprire.-chiese Tayna.
-ha lo stesso processo di decriptazione dell'hard disk...ci vuole tempo.-disse Felicity.
-quello non c'è l'abbiamo.-fece l'altra donna.
Felicity controllò il tablet in cui aveva scaricato la piantina dell'edificio.
-un momento...c'è un'altra sala...posso collegarmi da lì.-disse Felicity.
-sei sicura che funzionerà.-
-è segnalato come secondo laboratorio...quindi il computer deve essere lo stesso.-disse l'informatica.
Si diressero verso l'altro laboratorio, fra guardie ed altro, lo raggiunsero.
Era piuttosto piccolo e pareva un magazzino. Mentre Felicity azionò il computer e tutti i monitor, gli altri tenevano a bada le guardie.
In quel momento, la macchina aveva estratto il DNA e le tracce genetiche necessarie, e le stavano immettendo quelle informazioni a una capsula.
Magda guardò soddisfatta l'opera che si stava compiendo.
Ad un tratto però ci fu un insolita anomalia. Gli schermi che le stavano dicendo i vari avanzamenti e completamenti dell'opera, divennero ad un tratto tutto rosso e piano piano si stava disintegrando.
Felicity aveva immesso nel sistema il suo super virus, un pò modificato e piuttosto nocivo per un computer.
Tutto era in tilt. Le porte si aprirono e i sistemi di difesa furono disabilitati.
Magda scappò via da una uscita segreta per non essere presa.

Felicity rimase per un paio di minuti da sola ad aspettare all'aereoporto.
Lo stava aspettando.
Si era trattenuto solo per parlare con Oliver e chiarire alcune cose.
Seppure era chiaro, almeno da parte sua, non poteva non essere nervosa e agitata, in un certo senso.
-sicura di non trattenerti per un pò-chiese Slade quando si sedette accanto a lei.-non è poi così male.-
-diciamo che...ne ho avuta abbastanza...-rispose Felicity.-non mi fraintendere...per essere bella è bella...ma non è un posto che rimpiangerò.-
Slade sorrise.
-allora...come è andata.-chiese la donna.
-diciamo che...invece di un padre che non gli sono simpatico ho un amico che ha preso il suo posto.-rispose Slade.
-oh...-
-ma con la differenza che accetta la cosa nonostante tutto.-concluse.
-bene...insomma...lo possiamo dire.-chiese la donna.
Come risposta l'uomo la baciò.
-ritorni subito alle vecchie abitudini.-chiese Slade.
-lo sai che ho...avevo promesso a mia madre di andare da lei.-rispose Felicity.
-e...dove abita tua madre.-
La donna sorrise e lo baciò.

Dopo la fuga, Magda venne raggiunta da una macchina. Ci salì sopra e dopo qualche minuto raggiunse una villa.
Lì c'era anche l'uomo con l'armatura rossa.
-mi dispiace...ma questa volta ho io il pezzo giusto-disse l'uomo.-in quel minerale è rinchiusa la sua stessa essenza...sai...dovevamo lavorare insieme e non stare in fronti diversi.-
-gliela hai data.-chiese Madga.
-ha incominciato a lavorare dopo aver saputo il tuo fallimento.-rispose l'uomo con l'armatura.
Magda dette un'occhiata alla libreria, dove conduceva al laboratorio segreto, ma non ci entrò. Si diresse verso le scale.
-dimenticavo...dubito che dopo questo fallimento sia ancora la sua preferita-disse l'uomo con l'armatura.-ricordatelo.-
-vedremo.-disse la donna per poi completare le scale e raggiungere le sue stanze.  
 

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