Save Regina....and New Dark one

di ale_lu_maguire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


“Questa è la prima FanFiction che sto facendo
Con una persona fantastica di nome Vale.
La mia EvilRegals numero uno in assoluto, grazie sis,
di tutto.
Non so che fai a sopportarmi ti voglio bene”





Regina era lì ferma davanti la porta della Chiesa dove Robin si stava per sposare. Non sapeva se interrompere quel maledetto matrimonio oppure continuare a fissare quei meravigliosi occhi castani di quello che fino a poche ore fa le aveva salvato la vita. Robin Hood un uomo che le aveva fatto battere di nuovo, un uomo che le aveva dato una speranza. Gli occhi di Robin erano eviti verso di lei, i loro sguardi erano unici. Regina stava per entrare quando senti la voce di un ragazzo. Quel ragazzo che le aveva dato una speranza anche se lei era convinta che non avrebbe mai avuto un lieto fine.
-Mamma entra in Chiesa!- le disse il ragazzo impugnando la spada. Il giovane ragazzo stava cercando di prendere tempo, in modo che Regina entrasse in quella Chiesa per far sì che interrompesse il matrimonio in modo da ricevere il bacio del vero amore per tornare a Storybrooke.  Gold o per meglio dire Tremotino il cacciatore di orchi con un unico colpo riuscì a disarmare il ragazzo.
-Vai interrompi il matrimonio!- le urlò il ragazzo, Regina guardava ancora gli occhi di Robin quando senti Henry parlare.
-Non puoi uccidermi qui sei un eroe- disse Henry guardando Tremotino alzare la spada.
-Ed è per questo che devo ucciderti- gli rispose Tremotino. Henry chiuse gli occhi pronto a ricevere il colpo. Un colpo che non avrebbe mai ricevuto. Henry aprì gli occhi e non poteva credere a quello che aveva davanti.
-Ah!- gemette Regina portando le mani poco sopra il ventre. La mora dai capelli lungi raccolti in una fantastica treccia, appoggiata sulla sua spalla destra, era li che aveva appena salvato un ragazzo che non conosceva, che le aveva ripetuto piú volte di essere suo figlio. La mora cadde a terra, continuando a tenere entrambe le mani sulla ferita, iniziando a guardare quel ragazzino che si inginocchiò subito vicino a lei.
-E’ finita- disse Rumple prima di sparire nel nulla.
-MAMMA!- urlò il ragazzino. La sua mamma, la donna che amava più di tutto al mondo stava morendo.
-REGINA!- urlò Emma avvicinandosi alla mora.
-MAMMA! Perchè non sei entrata in chiesa!?- le chiese il ragazzino iniziando a piangere.
-N-non potevo lasciarti morire- gli rispose la mora. Le sue piccole mani femminili, che poco prima erano pulite, si riempirono di sangue. Il suo sangue.
Le campane della chiesa iniziarono a suonare, era la fine.
La fine di Regina.
la fine di tutto.
-Siamo alla fine del libro non potremo cambiare più niente ora- disse Emma non appena sentì il suono delle campane.
"Non potevo lasciarti morire"  queste parole risuonavano ogni secondo nella mente di Henry. Lei, sua madre che in quello stupido reame che aveva creato Isaac non sapeva chi fosse e che fosse realmente suo figlio. Lei che lo aveva cresciuto e amato più della sua vita si era sacrifica per lui, un ragazzino che ultimamente aveva fatto solo casini.
Robin uscì dalla chiesa tenendo sotto braccio Zelena, quella maledettissima donna che aveva rovinato la vita di Regina sia a Storybrooke sia nella Foresta Incantata.
-Regina?- disse Robin guardando in lontananza quel corpo che giaceva al suolo.
-REGINA!- urlò l'uomo correndo verso di lei per poi inginocchiarsi accanto alla mora. Zelena si avvicinò sporcando intenzionalmente in vestito di sangue.
-Guarda il mio vestito è sporco di sangue adesso!- disse la donna vestita di bianco.
-Ma non vedi che è ferita!?- la rimproverò Robin tornando a guardare la mora che giaceva a terra.
-Questo doveva essere il mio giorno! E lei lo ha rovinato!- urlò Zelena, la sua mano diventò verde, segno che era invidiosa. Verde d'invidia. La donna scappò via senza farsi vedere da nessuno.
-Andrà tutto bene vedrai- le disse Robin accarezzandole i capelli mori per poi sollevarle leggermente la testa.
-No. Non è vero- rispose la mora. Robin mise le mani su quelle di Regina continuando a guardarla negli occhi. Il loro sguardo era quello di due innamorati. Da quello sguardo si capivano i sentimenti che provavano l'una per l'altra.
-Ma ti posso promettere che non morirai da sola- le disse Robin con un piccolo seppur malinconico sorriso. Isaac si avvicinò a loro sorridendo a quella visione.
-Poco, è troppo tardi- disse l’uomo poco prima che Emma gli desse un pugno in pieno volto facendogli cadere la borsa che conteneva la penna dell’autore e un taccuino.
-Allora cambierai le cose. Facci tornare come prima. Riporta in vita Hook, salva Regina- gli ordinò la bionda.
-Non posso, non sono più l’autore, non posso cambiare un bel niente- rispose l’uomo. Henry si alzò dirigendosi verso quella che era la penna dell’autore. Forse poteva salvare sua madre usando quella penna.
Forse sarebbe tornato tutto come prima. Henry sfiorò la penna con la mano destra e con la mano sinistra prese il taccuino. Quella stupida penna che aveva rovinato la vita a tutti si mise a brillare di una luce bianca celeste.
-Ragazzino che cavolo…- disse sorpresa la bionda guardando Henry impugnare quella penna.
-No!- disse Isaac rimanendo a bocca aperta.
-Che succede?-chiese la bionda.
-E’ il prossimo autore- rispose Isaac guardando Henry tenere in mano la penna. Il ragazzino guardava quella penna brillare, era confuso. Come poteva essere lui il prossimo autore? Beh dopotutto lui aveva il cuore del vero credente.
-Lo…lo sento- disse il ragazzino quando la penna smise di brillare.
-Henry…sistema tutto. Riscrivi tutto com’era prima- gli disse la Savior.
-Senza inchiostro non scriverà un bel niente- disse l’ex autore guardandoli ancora con mezzo sorriso. Emma prese la spada che era poco lontana da Regina e Robin. Era pronta a usare il suo sangue per aggiustare tutto.
-Il mio sangue, ha funzionato l’ultima volta- disse Emma mettendo la spada sulla mano pronta a tagliarsi.
-Si, quando è mischiato con l’oscurità…ma non sei la salvatrice qui per causa sua- le disse Henry guardando l’ex autore che sorrideva.
-Ma non è detto che non ne troveremo una. In questo mondo non serve una salvatrice oscura…serve una buona- disse Henry avvicinandosi a Regina che aveva appena rivolto lo sguardo verso di lui.
-Resisti, mamma- le disse il ragazzino.
-Non lo fare!- urlò Isaac che venne bloccato subito da Emma.
-Henry fallo!- le ordinò la bionda. Il ragazzino bagnò la punta della penna nel sangue che si trovava sulle mani di Regina e iniziò a scrivere sul taccuino. “Grazie all’eroina Regina, al suo sacrificio il lavoro del cattivo Isaac fu annullato”  queste furono le parole scritte da Henry prima che Regina chiudesse gli occhi. Il ragazzino fece un unico movimento con la penna e tutto in torno a lui si avvolse in una luce bianca.
Riaprì gli occhi e si ritrovò in piedi a Strorybrooke. Rivolse lo sguardo verso il basso e vide Regina con le mani messe poco sopra il ventre, proprio nella stessa posizione in cui era messa pochi secondi prima nella foresta incantata. Il suo volto bianco, il suo corpo ancora immobile fecero temere il peggio al ragazzo. Ad un tratto Regina aprì gli occhi lo guardò per un istante per poi sbattere le palpebre.
-Henry?- sussurrò la mora per poi guardarsi le mani. Non indossava più gli abiti della foresta incantata, beh si era perfetta da “Regina la fuorilegge”  ma Henry la preferiva mille volte nei suoi abiti firmati. Quel vestito viola che le arrivava poco giù le ginocchia, accompagnati dagli stivali neri erano un incanto per la vista del ragazzo. Il ragazzo fece un sospiro di sollievo. Sua madre era viva, e non aveva neanche un graffio. La mora si alzò per poi avvolgere il ragazzo in un abbraccio materno.
-Ce l’hai fatta- gli sussurrò la mora continuando ad abbracciarlo.
-No mamma…ce l’abbiamo fatta- le disse il ragazzo sorridendole e staccandosi dall’abbraccio. Si sentiva qualcuno correre dietro Regina, era Robin che la stava cercando. La mora si voltò verso Emma che si stava per rimettere in piedi. Emma fu avvolta da un abbraccio di Henry. E Regina, beh Regina fu avvolta a sorpresa da un abbraccio di Robin. Finalmente erano insieme, e speravano che niente e nessuno li avrebbe separati ancora.
-Uncino!- disse Emma staccandosi dall’abbraccio del ragazzino per poi correre verso casa Charmings. Henry ritornò da Regina, e il ragazzo fu avvolto dal braccio di Robin. Tutto era tornato al suo posto, o almeno così sembrava.
-Dov’è!? Dov’è Uncino!?- urlò Emma entrando a casa Charmings.
-Era là proprio prima di essere portati via- disse David indicando con la mano il bancone da cucina.
-Tutti sono riapparsi dove erano prima che tutto questo casino partisse- disse Emma guardandosi intorno. I suoi pensieri le fecero credere che Uncino era morto.
-No- sussurrò Emma con le lacrime agli occhi.
-Si, scusami per il casino. Avevo proprio bisogno di trovare quel libro e di solito sono un po’ più ordinato- le disse una voce che proveniva dalla stanza del piano di sopra. Emma alzò lo sguardo e notò Uncino che la guardava sorridendo. La bionda in pochi secondi salì al piano di sopra e lo avvolse in un abbraccio.
-Killian!- sussurrò abbracciandolo per poi cadere entrambi sul letto.
-Quante volte devo dirtelo Tesoro?  Sono un osso duro! Senti non volevo causare panico, mi sono svegliato prima dei tuoi e sono salito a cercare tuo figlio- le disse Uncino.
-Lui sta bene. Henry sta bene. Sono solo felice che anche tu stia bene-
-Che c’è?- le chiese Killian guardandola negli occhi.
-Quando io ti ho visto morire temevo che non avrei mai avuto la possibilità di dirti una cosa- disse la bionda mettendosi seduta.
-Dirmi cosa?- chiese Uncino alzando appena un sopraciglio e sorridendo.
-Che io…voglio ringraziarti per il tuo sacrificio. Io e Henry no ce l’avremmo mai fatta senza di te- disse la bionda.
-Di niente, tesoro. Ordinaria amministrazione per un eroe- le rispose Killian. Emma sorrise e appoggiò la fronte su quella di Killian.
Regina era seduta accanto ad Henry da Granny, stavano sfogliando il libro “Once Upon A Time” quando sentì una voce familiare, mentre aveva lo sguardo basso verso il libro.
-Salve- le disse Robin. La mora alzò subito lo sguardo non appena sentì la sua voce, e si ritrovò le labbra di lui sulle proprie. Un bacio. Il loro bacio.
-Allora, non per rovinare la festa, ma…hai incontrato Zelena?- le chiese il fuorilegge sedendosi di fronte a lei per poi incrociare le mani sul tavolo.
-Ancora sottochiave. Ancora incinta- Robin non appena sentì quelle parole abbassò lo sguardo, in modo da non incontrare quella della mora.
-Ma è qualcosa che riusciremo a superare- disse la mora sorridendo. Un sorriso fantastico e messo in evidenza dal rossetto rosso.
-Insieme- le disse Robin prendendole la mano per poi stringerla delicatamente.
-Quindi, Will sta cercando Roland, potrei forse rapirti per una passeggiata al chiaro di luna?- le chiese il fuorilegge sorridendo continuando a tenerle la mano.
-Forse- rispose la mora sorridendo. Robin accarezzò la mano di Henry sorridendo per poi alzarsi continuando a tenere quella di Regina che si era alzata pochi secondi prima di lui. I due innamorati uscirono dal locale mano nella mano. Un pò più in là nel locale c'erano i Charming insieme a Hook.
-Non avevo intenzione di ucciderti.....anche se ad essere onesti, non avevo un cuore- disse David
-Quindi è colpa mia? Quello che pensavo volesse dire è.....che ci dispiace- si scusò Snow
-Non dovete dispiacervi, anche perchè ho tutta l'intenzione di farvelo pesare per molto, molto tempo> rispose Hook sorridendo e alzando il suo sopraciglio
-Penso che entrambi sappiamo che quello che è successo in quel mondo non era reale, in ogni caso vedervi come veri cattivi, mi ha fatto sentire in colpa per avercela avuto con voi cosi a lungo- aggiunse Emma per poi sorridere per poi avvicinarsi e abbracciare Mary Margaret, la Savior si accorse di Lily seduta accanto al bancone immersa nella sua solitudine.
-Dammi un momento-  disse a sua madre, avvicinandosi all'amica.
-Ehy...che succede? Qualcosa non va?- chiese Emma, Lily abbassò lo sguardo sulla collana che portava a collo e le mostrò il ciondolo.
-Questo te lo ricordi?- chiese la mora.
-Si, mi sono quasi beccata l'epatite per riprendertelo dalla topaia del tuo ragazzo- rispose la bionda osservandolo.
-E' un pezzo dell'uovo da cui sono nata ed è anche l'unico indizio su chi sia mia padre-  rispose Lily
-Hai chiesto a tua madre?- continuò Emma
-Ne anche lei lo sa- rispose Lily con mezzo sorriso.
-Come scusa?- chiese confusa
-Cose da draghi, si beh....è successo sotto forma di drago- rispose Lily sorridendole lievemente
-Vuoi ritrovarlo> disse Emma guardando la sua amica.
-Ti dispiace se resto un pò a Storybrooke a cercare in giro- rispose Lily
-Penso che sarebbe bellissimo> rispose Emma, in quel momento Belle entro in preda al panico nel locale
-Rumple........il suo cuore ha detto che è quasi scomparso e.....ha detto che siamo in pericolo> disse la povera Belle terrorizzata. Si ritrovarono tutti al negozio di Gold con l'apprendista
-Ha cercato di usalo per liberasi dal pugnale- disse Hook, vedendo L'apprendista posare a terra la scatola contenente il cappello.
-Questo non è diverso, estrapoliamo l'oscurità da lui e la mettiamo sotto chiave- spiegò l'uomo.
-E questo farà guarire il suo cuore?- chiese Belle
-Forse.....se reggerà è la più grande dose di potere oscuro che li sia mai stato chiesto di contenere. rispose l'apprendista per poi affondare la mano nel petto di Tremotino e tir via il suo cuore.
-Fai quello che devi- disse Emma, l'uomo iniziò a recitare un incantesimo, attivò il cappello e dopo aver finito di pronunciare le ultime parole, tutta l'oscurità fu risucchiata all'interno del cappello, dal pugnale scomparve il nome di Tremotino, il cuore purificato gli fu rimesso nel petto.
-Respira a malapena- esclamò Belle.
-Tremotino è stato l'oscuro per secoli, il suo ritorno all'uomo che era non sarà facile- rispose l'apprendista, passò la mano sul corpo di Gold.
-Questo lo preserverà, finchè non capiremo se potremo aiutarlo- concluse l'uomo.
-Se?- disse tristemente Belle, in quel momento l'oscurità si liberò.
-Fate tutti un passo indietro- disse Emma, guardando la scatola brillare, l'oscurità ormai senza più un padrone si liberò, attaccando l'apprendista, Emma usando i suoi poteri liberò l'uomo che cadde a terrà, mentre quella nube oscura usciva dal negozio
-Mamma! Papà! Insegui telo presto! Arrivo subito! Aiutatemi a stenderlo- Disse Emma
L'apprendista venne adagiato su un letto
-Cos'era quello?- chiese Emma, l'uomo molto debolmente rispose
-Molto prima che la tua storia cominciasse, lo stregone ha combattuto l'oscurità e stato in grado di impedirgli di distruggere i regni, l'ha collegata ha un'anima umana che potesse controllarla, attraverso un pugnale-le rispose.
-L'oscuro- disse la Savior mentre osservava il pugnale del signore oscuro, l'uomo annui.
-Lo stregone è l'unico che abbia il potere di distruggere l'oscurità una volta per tutte, prima che distrugga
ogni cosa- continuò.
-Come lo troviamo? chi è?. chiese Emma
-Lui è molto, molto lontano da qui, trovatelo, il suo nome è...Merlino...dovete....fermare..l'oscurità...trovate Merlino- rispose prima di esalare l'ultimo respiro.
-Dov'è andata- chiese Emma correndo verso Mary Margaret e David
-Non lo sappiamo- rispose David
-E' scomparsa così nel nulla?- disse Mary Margaret
-Ehi che succede> chiese Regina avvicinandosi a loro tenendo per mano Robin
-L'oscuro, non è più legato al coccodrillo- rispose Hook
-Che cosa?- esclamò Regina lasciando la mano di Robin.
-Dove diavolo è?- chiese la mora dai capelli lunghi.
-Può essere ovunque, l'oscurità ci circonda- rispose Emma, guardandosi in torno.
Stavano ancora osservando la strada buia, quando Regina alzò lo sguardo verso il cielo, non ebbe il tempo di dire una parola che  l'oscuro l'attacco facendola allontanare dal gruppo di circa cinque metri.
-REGINA- urlò Robin osservando la forza che attaccava la donna.
-Che sta facendo?- chiese Robin urlando a Emma.
-Quello che fa l'oscurità, annienta la luce- rispose la bionda.
-Non glielo permetterò- disse il Ladro, per poi correre verso Regina, ma venne respinto via dalla forza oscura facendolo sobbalzare.
-Non funzionerà su quella cosa, L'apprendista ha detto che dobbiamo fare quello che ha fatto lo stregone dobbiamo legarlo a una persona per poterlo contenere- esclamò Emma, per poi correre verso Regina.
-NO!!- urlò Regina mentre si contorceva dentro quella cosa oscura che la avvolgeva.
 -Deve esserci un altro modo- disse a stento guardando la bionda.
-Non c'è...non hai lavorato cosi tanto per vedere distrutta la tua felicità- rispose, stava per alzare il pugnale quando sentì la voce di suo padre.
-NO!!- urlò David
-Siete riusciti a liberarmi dall'oscurità una volta, Dovrete farlo di nuovo da eroi- rispose spaventata e con gli occhi pieni di Lacrime
-EMMA!! EMMA!! TI PREGO!!- urlò Hook avvicinandosi a lei prima che potesse alzare di nuovo il pugnale.
-No....non farlo- le disse il pirata guardandola negli occhi.
-Ti amo- disse lei, le loro fronti si incontrarono, poi Emma lo spinse via e alzò il pugnale, l'oscurità lasciò andare Regin, che rimase a fissarla sconvolta per qualche secondo poi corse fra le braccia di Robin, l'oscurità scomparve insieme a Emma poco dopo, quello che rimase di tutto quel casino fu il pugnale con il nome del nuovo oscuro.
“Emma Swan”
 
 
***
 
Regina e Robin erano ancora abbracciati, lo stesso Snow e Charming. Hook continuava a risentire le ultime parole di Emma “Ti Amo”. Quelle uniche due parole che rivolse al pirata continuavano a risuonare nella mente di quest’ultimo. “Dov'era finita” questo era ciò che tutti si chiedevano. Mille domande e nessuna risposta. Solo Uncino sapeva chi dovevano cercare”Merlino”.  Regina rivolse lo sguardo al suo fuorilegge che la guardò negli occhi per alcuni minuti, capendo quanto stesse soffrendo in quel momento.
-E'....tutta colpa mia....- disse la mora staccandosi dall’abbraccio del suo uomo e andando a raccogliere il pugnale. Un pugnale, era tutto ciò che era rimasto dopo tutto quel casino.
-Non è colpa tua Regina, Emma ti ha salvata di sua spontanea volontà, saresti morta se lei non lo avesse fatto- le disse Robin
-David…Emma…l’avevamo o per meglio dire ci aveva ritrovati e adesso l’abbiamo persa di nuovo- disse piangendo Mary Margaret. Lui non rispose, si limitò a stringerla a se ancora di più. Hook esplose in un urlo pieno di dolore, disperazione per la donna che aveva perso.
-EMMAAAAAAA!- urlò il capitano che spesso e volentieri ripeteva di essere un osso duro, ma in quel momento era più distrutto che mai. Regina si rigirava il pugnale fra le mani, un pugnale che fino a poche ore prima portava la scritta “Rumplestilkin”. La mora si accorse solo dopo alcuni minuti che la scritta era cambiata "Emma Swan" era questo il nome del nuovo Signore Oscuro.
-R..Robin...guarda- disse la mora mostrandogli il pugnale non appena il fuorilegge si fu avvicinato.
-Potrebbe…- disse lui prendendo il pugnale e esaminando la escitta.
-Forse è viva- esclamò Regina, avvicinandosi a Mary Margaret, che ancora piangeva la perdita della figlia.
-Regina cosa fai- le chiese Robin.
-Evochiamo Emma, se è davvero diventata il nuovo oscuro si mostrerà- rispose impugnando per bene il pugnale.
-Aspetta...voglio farlo io- disse Hook. Regina passò il pugnale al pirata sperando che questo funzionasse.
-Regina la verità  è che Emma è morta ed è tutta colpa tua! Se lei non ti avesse salvata io non l’avrei persa!-  disse Mary Margaret assumendo un’espressione decisamente arrabbiata con la mora che aveva datanti.
-C-colpa mia.....non ho chiesto io di essere salva Mary Margaret, le avevo detto di NO!! Se tua figlia ha la testa dura come quella tua la colpa non è mia!- rispose mentre una lacrima le rigava il viso, si sentiva in colpa. Forse era davvero colpa sua, se solo Emma avesse obbedito a quello che lei le aveva detto forse non sarebbe scomparsa. Il senso di colpa la stava torturando ogni secondo che passava.
-Vostra figlia ha fatto il suo compito, “Essere la salvatrice!” ha salvato Regina e non e detto che sia morta, finiamola adesso e smettetela di comportarvi da idioti-  gli rispose poi Robin, mentre stringeva Regina a se. Hook fissava il pugnale, portò la mano in avanti stringendo l'arma per poi prendere un respiro profondo
-Emma Swan mostrati- disse Hook mentre tutti si guardavano in torno, ma non apparve nessuno.
-Visto è morta- disse ancora Snow guardando con disprezzo Regina. L’ex Regina Cattiva si staccò dall’abbraccio di Robin, riprese il pugnale e urlò come non aveva mai fatto in vita sua.
-SWAN...TI ORDINO DI MOSTRARTI!!- urlò, ma non accadde nulla, di Emma ne anche l'ombra
-Non capisco- disse Regina osservando il pugnale.
-Milady, magari...- disse Robin avvicinandosi alla mora.
-NO!! NON E' MORTA!! NO!!- urlò disperata Regina, non poteva accettare ciò era successo a Emma, aveva sacrificato la sua bontà, la sua felicità, il suo essere " La Salvatrice " , tutto per permettere a lei di essere finalmente felice, solo per vederla finalmente ottenere il suo lieto fine. La  promessa che le aveva fatto tempo prima, quella di aiutarla ad ottenere il lieto fine, l'aveva mantenuta, sacrificando la sua vita. Era sparita nel nulla, Regina continuava a pensare se fosse davvero morta. Mary Margaret continuava ad incolparla di tutto, Robin la difendeva, ma lei in quel momento era talmente distrutta che non aveva nemmeno voglia di discutere, non apriva nemmeno bocca. Il suo sguardo continuava a vagare nel nulla, immersa nei suoi pensieri “Tutto questo, non è giusto, non doveva andare così. sarei dovuta morire io non Emma” pensò Regina.
-Basta!....Emma non è morta, dobbiamo solo scoprire come riportarla indietro- disse alla fine Regina, quelle parole erano come coltelli. E se alla fine si fosse sbagliata? E se Emma fosse davvero morta? Aveva dato a tutti una speranza. Una falsa speranza. La mora prese per mano Robin per poi tornare a casa. Lo stesso fecero Snow, Charming e Hook. Il pirata non riusciva ad accettare che Emma non ci fosse più, non poteva essere scomparsa cosi, quel " Ti amo " gli risuonava nella mente ogni singolo secondo, perchè non l'aveva fermata? si chiedeva seduto a fissare il mare sul ponte della sua Jolly Rogers, perchè era la cosa giusta da fare, che gli aveva lasciato un vuoto, lo stesso vuoto che provò quando perse Mila a causa del coccodrillo, lo stesso coccodrillo che sarebbe probabilmente morto.
-Oh Emma....come farò senza di te-  sussurrò fissando quel mare nero come la notte.
Mary Margaret fissava il soffitto, si rigirava e rigirava nel letto e in fine si mise seduta ad osservare suo marito, che dormiva. Come riusciva a dormire dopo l'accaduto, girò la testa e posò lo sguardo sul comodino, prese la cornice dove c'era la foto di Lei con Emma da Granny.
-Emma- sussurrò poggiando la mano sulla foto, una lacrima le rigò il viso, si alzò, si avvicinò alla culla dove dormiva beatamente il piccolo Neal, lo prese in braccio dolcemente.
-Mi sei rimasto solo tu- disse cullandolo fra le sue braccia.
 
-Regina vieni a letto su- le disse il fuorilegge. La mora uscì dal bagno e si diresse verso la stanza di Henry.
-Arrivo vado da Henry- rispose.
-Henry...tesoro...- disse entrando in camera del ragazzino. Il piccolo principe le dava le spalle, la mora si avvicinò e si sedette accanto a lui e dolcemente gli posò la mano sulla spalla per confortarlo.
-Henry tesoro di qualcosa- gli disse la mora. Il ragazzino si voltò, il suo viso era completamente consumato dalla quantità di lacrime che aveva versato. Si mise a sedere e abbraccio la sua mamma, che lo stringeva a se per confortarlo, non poteva vederlo in quel modo.
-Henry, riporterò Emma, sta tranquillo, te lo prometto- gli disse tenendolo stretto a se quando una lacrima attraversò anche il suo viso.
-Mamma, sei sicura che sia ancora viva?- disse fra le lacrime, Regina gli sorrise e dolcemente gli accarezzò una guancia.
-Emma è forte ed è ancora viva me lo sento, la riporteremo indietro- rispose al ragazzo che le fece un piccolo seppur malinconico sorriso.
-Dobbiamo trovare Merlino mamma, l'apprendista ha detto che lui e solo lui può fermare l'oscurità una volta per tutte. Dobbiamo trovare Merlino- aggiunse il ragazzino asciugandosi due lacrime con la manica del pigiama.
-Troveremo Merlino, ma adesso tesoro, riposa va bene? Coraggio, se hai bisogno di me sono nella stanza accanto lo sai- lo salutò dandogli un tenero bacio sulla fronte, poi si avvicinò al piccolo lettino che Robin aveva portato per Roland, il piccolo dormiva già, lei sorrise a quella visione e delicatamente diede anche a lui un bacio sulla fronte, poi usci dalla stanza chiudendo la porta. Tornò nella sua camera, dove Robin la stava aspettando.
-Henry sta male, per ciò che è successo a Emma, ha detto che l'apprendista prima di morire gli ha detto che solo lo stregone è in grado di fermare l'oscurità una volta per tutte, il suo nome è Merlino- disse lei infilandosi sotto le coperte- in quel momento si ricordò una cosa. Abbassò lo sguardo iniziando a pensare a ciò che doveva fare il giorno dopo il suo fuorilegge.
-Domani.....devi....andare...-
-Si.....- rispose abbassando lo sguardo, l'indomani sarebbe dovuto andare alla prima ecografia di Zelena, Regina ci stava male, ma cercava di non farlo notare, quello che sua sorella aveva con Robin, lei non l'avrebbe mai avuto. Quella pozione che bevve tempo fa, solo per tener testa a sua madre e farle capire che lei non era il suo burattino e adesso ne stava pagando il prezzo. La consapevolezza che lei non avrebbe mai potuto avere un bimbo con l'uomo che amava fu un altro colpo duro. Voltò le spalle a Robin con un groppo alla gola. Il fuorilegge notandola così triste, si avvicinò a lei poggiandole la mano sulla spalla, la mora  continuava a restare sdraiata e dargli le spalle, stava male per tutto quello che era successo e quella situazione con sua sorella non l'aiutava per niente.
-Regina....cosa c'è?....è per Emma?- chiese il Ladro dolcemente. La mora non rispose restò in silenzio si limitava a pensare a tutta quella situazione, non gli aveva ancora detto della pozione che le impediva di restare incinta, quale sarebbe stata la sua reazione pensò, l'avrebbe lasciata e sarebbe cosi corso da Zelena? o sarebbe rimasto con lei nonostante tutto, aveva paura. Paura di perderlo. Robin continuava ad accarezzarle dolcemente il braccio, forse era per Emma pensò lui o forse e probabilmente era cosi, per Zelena, era stata la cosa più stupida che avesse mai fatto, si era rassegnato troppo in fretta, avrebbe potuto almeno provare a tornare da lei, ma invece decise di andare avanti con la consapevolezza che non l'avrebbe più rivista, andando cosi a letto con la donna che credeva sua moglie, ma che invece si era rivelata essere Zelena, ma ormai il danno era fatto, la strega portava ormai in grembo quel bambino, il suo bambino, Regina continuava a restare in silenzio, se solo se solo anni prima non avesse bevuto quella pozione, forse quella notte nella cripta, avrebbero concepito il loro bambino
-Regina......cos'hai puoi dirmi tutto- disse lui, forse doveva dirglielo , si girò verso di lui
-Robin non ti ho mai detto una cosa.......vedi.....si ti ho detto che avremmo superato questa storia di Zelena ma, io non ci riesco, ci sto provando ma tu e Zelena siete legati in un modo in cui noi non lo saremo mai.......- disse, Robin non capita, potevano avere un bambino, non c'era cosa più bella per lui che avere un figlio con la donna che amava
-Regina, possiamo avere un bimbo- disse lui guardandola, lei abbassò lo sguardo
-No.....non possiamo, ne ora, ne mai......io......io> non riusciva a dirlo, lo guardava, poi lui le strinse la mano
-Regina...- disse lui guardandola preoccupato, le lacrime iniziarono a rigarle il viso e fu in quel momento che Robin la strinse a se
-Io.......non....posso restare incinta.....tempo fa bevvi una pozione, solo per tener testa a mia madre e farle capire che non era il suo burattino, ma.....ma...subito dopo, me ne sono pentita, sono stata una stupida- disse piangendo, Robin la strinse più forte, quell'abbraccio diceva tutto, le diceva quanto l’amava, quanto tenesse a lei e che non l’avrebbe abbandonata per nulla al mondo.
-Regina ti prometto che troveremo un modo, c'e un rimedio a tutto, troverò un modo dovesse essere l'ultimo cosa che faccio- disse lui continuando a tenerla stretta a se, si addormentarono cosi, stretti l'un'altro.
 
***
 
Camminava in un corridoio buio lungo e stretto, non riusciva a capire dove si trovasse, camminava cercando una via d'uscita, quando sentì una voce pronunciare il suo nome.
-REGINA!! AIUTO!! AIUTO!! REGINA SONO QUI!!- la voce di Emma ruppe il silenzio di quel corridoio buio e stretto.
-Emma?....EMMA!! DOVE SEI!!!- urlò cominciando a correre lungo il corridoio buio.
Correva.
Correva.
E correva finche non si ritrovò davanti ad una porta strana, poi di nuovo la voce.
-REGINA!!! AIUTAMI TI PREGO!!- urlò di nuovo
-ARRIVO!!! NON TEMERE TI TIRERO' FUORI!!- disse appoggiando la mano sul pomello della porta, stava per girare il pomello quando, venne bloccata da un dolore allucinante al ventre. Era simile a quello che aveva provato quando bevve la pozione, ma era molto ma molto più forte.
-AAAAAAAAAAAH-  urlò cadendo a terrà, il dolore si faceva sempre più forte, non riusciva a tolleralo o tanto meno sopportarlo.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- urlò fino a perdere la voce
 
***
 
Apri gli occhi di colpo, il cuore le batteva cosi forte che le sembrava che stesse per esplodere, si guardò a torno, era nella sua camera da letto, si toccò la pancia, quel dolore, l'aveva sentito davvero e la voce di Emma che chiedeva il suo aiuto l'aveva terrorizzata, resto a fissare il buio. Quel dolore che aveva provato nel sogno, o per meglio dire non sapeva se lo aveva provato solo nel sogno. Si portò una mano sul ventre rimanendo ad osservare quell’oscurità che le faceva paura. Si le avrebbe fatto decisamente paura se fosse stata sola in quell’enorme casa. “Quello era stato solo un sogno o era Emma che in qualche modo cercava aiuto?”
 
 
 
 
 N.D.A.
Fan Fiction scritta con la mia amica ^^ se volete leggerla anche su Facebook ed essere sempre aggiornati sull’uscita dei prossimi capitolo vi lascio i link delle nostre pagina

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
“Grazie a tutti per il sostegno sul primo capitolo
E speriamo vivamente che anche questo secondo capitolo vi piaccia.
Buona lettura”


 
Era li, seduta nel letto che continuava a fissare il buio."Probabilmente Robin sta dormendo"  pensò la mora continuando a tenere lo sguardo verso l'oscurità e la mano sul ventre, quel dolore lo provava ancora era come se quel sogno non fosse tale ma fosse la realtà. Continuava a sentire quel dolore che non riuscì a trattenere un piccolo gemito di dolore.
-Ah- sussurrò appena la mora premendo la mano sul ventre. Qualcosa le sfiorò la spalla sinistra, essendo buia la stanza non riuscì a vedere nulla. Si stava spaventando come non aveva mai fatto in vita sua. La stessa cosa le sfiorò il viso stavolta e lei sussultò a quel contatto.
-Ei Milady che hai?- le chiese Robin mettendosi seduto anche lui. La mora non appena sentì la voce del fuorilegge fece un sospiro di sollievo, ma nonostante ciò continuava a tremare a provare quel dolore insopportabile.
-S-si credo di si- rispose la mora accendendo la piccola lampada che si trovava alla sua destra sul comò.
-Sei sicura? Perchè stai tremando?- le chiese nuovamente l'uomo spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Regina non sapeva se dirglielo o no dopotutto era solo un sogno che l'aveva spaventata a morte. Rimase un attimo in silenzio assaporandosi ogni carezza e ogni parola che le stava dicendo Robin. Erano stati lontani per più di un mese, ogni parola, ogni bacio, ogni sguardo e ogni gesto li se li assaporava come se fossero gli ultimi che avrebbe visto e ricevuto. Aveva il terrore di perderlo di nuovo, ma stavolta se lo avrebbe perso no lo avrebbe superato nuovamente. Non sarebbe stata abbastanza forte da riuscirci di nuovo. "Se ti dovessi perdere, io mi lascerò morire. Non sono abbastanza forte per perderti" pensò la mora e in quel momento Robin le sfiorò una guancia accennandole un piccolo sorriso.
-Ei che succede?- chiese nuovamente sfiorandole il labbro inferiore.
-Robin...- il sogno l'aveva terrorizzata a morte, e se Emma fosse intrappolata da qualche parte e stesse cercando aiuto? Se quello fosse un avvertimento? Il dolore continuava a tormentarla persino le parole di Robin non le fecero dimenticare il male che stava provando. Robin guardò la sua espressione terrorizzata e non le fece più domande ma si limitò a stringerla in un abbraccio infinito pieno di mille parole. Si era decisamente quello che aveva bisogno Regina in quel momento. Un abbraccio
Un bacio.
Una carezza.
Una parola del suo amato. Si Robin le aveva dato tutto in giro di pochi secondi. Le aveva dato ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Conforto.
Protezione.
Amore.
-…Grazie- aggiunse la mora accoccolandosi in quell’abbraccio dalla quale non voleva staccarsi per nulla al mondo.  La voce di Emma continuò a risuonarle nella mente come una canzone stupida e idiota, quelle parole e il tono di voce disperato che aveva sentito la stavano tormentando anche se un abbraccio di Robin la faceva stare meglio.
-E di cosa Milady? Per un abbraccio? Per uno sguardo? Anche solo per un bacio? Regina non riesco a vederti in questo stato che hai? Che ti sta succedendo sembri strana- disse il fuorilegge poggiando lo sguardo sui suoi occhi castani. La mora ammirava gli occhi chiari di lui, come se non avesse mai visto nulla di più bello e incantevole. Un’altra fitta al ventre le fece abbassare lo sguardo verso il basso, riportando nuovamente la mano sul ventre.
-Ah!- gemette nuovamente dal dolore. Una lacrima scese lungo il suo volto fermandosi per pochi secondi sulla sua favolosa guancia. Robin tolse quella lacrime con un dito poggiando la mano su quel favoloso viso che lo faceva sentire fortunato ad avere una donna così bella e che lo amasse nonostante la puzza di foresta.
-Ei ti senti bene?- la mora non rispondeva nemmeno a una domanda finche il dolore non aumentò nuovamente, facendola sussultare.
-Robin…ho avuto un incubo spaventoso- disse in fine la mora tornando a guardare quei bellissimi occhi chiari.
-Sh è tutto finito, non era reale. Tu sei qui con me e questo è reale- le disse il fuorilegge accarezzandole il viso.
-Robin…sembrava così reale- sussurrò la mora. Robin la guardò negli occhi e vide la sua paura. Una paura che non aveva mai visto in quella donna.
-Racconta, forse ti farà bene parlarne- Perché sta soffrendo? Non ha già pagato abbastanza? Non ha forse sofferto abbastanza?
-Ero in un corridoio oscuro, era stretto con le pareti ruvide...- la sua voce si spezzò non appena le venne un groppo alla gola. Si sentiva la gola in fiamme, non voleva piangere e mostrare la sua debolezza.
-…Emma. Sentì la voce di Emma che mi chiedeva aiuto. Mi faceva paura il suo tono di voce, era come se la stessero torturando, come se stesse soffrendo…- si interruppe di nuovo guardando gli occhi di Robin.
-Iniziai a correre lungo questo corridoio seguendo la voce di Emma. Corsi finche non arrivai davanti ad una porta, in quel momento sentì nuovamente la voce di Emma, stavo per aprire la porta quando caddi a terra immersa in un dolore allucinante al ventre…- si fermò di nuovo, le lacrime le solcarono il volto. Era terrorizzata.
-…Sembrava così reale, mi sono svegliata di colpo con lo stesso dolore del sogno- concluse massaggiandosi il ventre per alleviare il dolore. Il fuorilegge notò la mano sul ventre e mille domande gli passarono per la mente. Notò sul volto di Regina l’espressione di dolore, un dolore che non la lasciava quasi respirare.
-Regina? Tutto bene? Hai ancora quel dolore al ventre?- chiese preoccupato accarezzandole la mano.
-Ehm, si. Mi fa male da quando mi sono svegliata, anzi dall’incubo. Robin sono sempre più convinta che quello non fosse un sogno, ma Emma che cercasse aiuto. E se fosse rinchiusa da qualche parte? O se si trova in qualche mondo oscuro o in qualche dimensione? Dobbiamo aiutarla- disse la mora continuando a massaggiarsi il ventre, ma il dolore non spariva. Mille pensieri le passarono per la mente, uno di questi era molto strano e gli diede attenzione. Pensò a quando l’oscurità l’aveva attaccata, cioè non riusciva a capire il perché. “L’oscurità annienta la luce” furono queste le parole di Emma mentre Regina soffriva dentro quell’essere oscuro che l’aveva attaccata. Quelle parole vennero subito in mente alla mora che stava capendo sempre meno. Beh si lei era cambiata, ormai faceva parte degli eroi. Ma non riusciva a capire il perché di quella frase, cioè lei era cambiata sì, ma non credeva che il suo cuore fosse talmente puro, ci sarebbe voluto del tempo forse anche troppo. La mora continuava a pensare sotto lo sguardo preoccupato del fuorilegge, che la osservava massaggiarsi il ventre.
-Regina a cosa stai pensando?- chiese il fuorilegge abbracciandola di nuovo per consolarla. La mora rimase immersa in quell’abbraccio per alcuni minuti per poi staccarsi alzandosi dal letto.
-Quello non era un sogno, era Emma ne sono sicura. Dobbiamo aiutarla Robin- disse la mora quando le venne un mancamento e fece cadere la lampada. Il fuorilegge si alzò subito e l’aiutò a sostenersi.
-Regina! Tutto bene?- chiese nuovamente per poi farla sedere sul letto.
-Ah! Fa un po’ più male di prima, e adesso si è aggiunto anche un bellissimo giramento di testa. Sto bene non preoccuparti- disse facendogli un sorriso per rassicurarlo.
-Sei sicura?- le chiese il fuorilegge accarezzandole il viso. Regina non stava molto bene, il suo volto era pallido ed era anche sudata, molto sudata.
-Tu vai all’ecografia con Zelena io ho da fare non preoccuparti per me- gli disse la mora schioccando le dita per darsi un aspetto migliore.
-No, non posso andarci da solo. Ho bisogno di te ti prego vieni- le chiese il fuorilegge vestendosi.
-Perché dovrei venire? Per tenere la mano alla mia sorellina?- rispose la mora. Robin sapeva benissimo che quella non era una delle situazioni migliori in cui si era mai trovato.
-Regina so che questa non è una bella situazione, o per meglio dire è un completo casino. Ma io ho bisogno di te, vieni per favore- le chiese il fuorilegge abbassando lo sguardo. Non riusciva a guardarla in faccia. Dai suoi occhi si potevano vedere i sensi di colpa che lo tormentavano per ciò che aveva fatto. Si era arreso troppo presto o per lo meno doveva tentare di tornare da Regina. La mora prese un respiro profondo, non voleva andarci. Quella stupida ecografia le avrebbe ricordato quello che lei non avrebbe mai avuto.
Un bambino.
-Va bene, ti accompagno- rispose infine. In quell’arco di tempo il bruciore al ventre era sparito, e con esso anche il giramento di testa. “Forse era il nervoso e la preoccupazione” pensò fra se e se.
 
Nemmeno Hook chiuse occhio quella notte, la voce di Emma che gli diceva quelle parole, gli risuonava in mente ogni dannatissimo secondo. “Ti Amo”  furono quelle le due uniche parole che gli disse Emma prima di salvare Regina. Hook passò tutta la notte a osservare la luna, seduto sul ponte della Jolly Rogers. Si continuava a chiedere che fine avesse fatto Emma, e dove fosse finita quella donna dai capelli biondi che lo facevano impazzire. Il capitano  decise di andare da Regina, l’unica donna capace di trovare Emma, o per meglio dire, di aiutarlo a trovarla. Mary Margaret era immersa nei suoi pensieri, seduta su quello sgabello dove si sedeva sua figlia. Era li ad osservare da parecchie ore quella foto che avevano scattato da Granny. Si un momento felice.
Lei.
Emma.
Ed Henry.
“E’ tutta colpa di Regina, se l’avesse lasciata all’oscurità tutto questo non sarebbe successo. Io non l’avrei persa una seconda volta. Regina sta fingendo! Non c’è altra spiegazione! Se non fosse così allora perché l’oscurità l’ha attaccata? Doveva lasciarla all’oscurità! Adesso lei è morta e Regina che finge di essere un’eroina si gode il suo bel lieto fine con il ladruncolo del cavolo”  tutte cose che le ronzavano in testa. Ed ecco la Mary Margaret che conosciamo tutti. La solita stupida che non fa altro che dare la colpa agli altri. David si avvicinò a lei e le sfiorò una spalla facendole appena mezzo sorriso.
-Regina… lei è sempre è sempre la stessa. Lei sarà sempre la Regina Cattiva!- disse a David che si era appena seduto accanto a lei.
-Ma di cosa stai parlando?- chiese David accarezzandole il viso. La mora tolse la mano dal suo volto per poi guardarlo negli occhi.
-Regina è sempre la stessa! Chi diamine vuole prendere in giro!- disse Mary Margaret.
-Mary Margaret smettila di dire sciocchezze! Regina p cambiata sul serio e io l’ho capito subito, è cambiata moltissimo. Lei non voleva che Emma la salvasse! E poi l’oscurità distrugge la luce. Emma ha fatto la sua scelta, ha salvato una vita. Ed è questo quello che fanno gli eroi!-  le disse David. La mora infuriata per le parole del marito si alzò di scatto lasciando cadere la foto che avevano scattato da Granny.
-Mary Margaret! Dove vai?- le chiese David.
-Sta con Neal!- le rispose la mora afferrando il cappotto.
-Mi spieghi dove vai?- le chiese nuovamente.
-STA CON NEAL E BASTA!- urlò la mora per poi uscire di casa sbattendo la porta. David si immaginò subito dove stesse andando. Snow stava per commettere qualche cavolata contro Regina che alla fine non aveva nessuna colpa. “Sta andando all’ospedale!” pensò David prendendo il piccolo Neal per poi metterlo in quel passeggino che da aprire era talmente complicato.
 
Regina era li, seduta su quella sedia d’ospedale e con le gambe che tremavano. “Perché sto tremando? Dopotutto non sono io quella che deve fare un’ecografia del cavolo” penso fra se e se. Zelena era seduta in mezzo ai due, con quel solito sorriso che faceva venir voglia a Regina di prenderla a schiaffi. Ogni tanto la donna dai capelli lunghi, di color biondo ramato, rivolgeva uno sguardo alla mora seduta accanto a se. “Quanto godo in questo momento! Oh si se sto godendo a vederti soffrire mia cara sorellina” pensò Zelena mentre la guardava con un sorriso. La mora più la guardava e più le saliva una voglia matta di darle quattro sberle per fargliela pagare.
-Riportatemi in quella cella, mi annoio fare un’ecografia del cavolo- disse Zelena. Quelle parole risuonarono in un modo molto strano nella mente di Regina. Zelena continuava a guardarla con un sorriso che le stava facendo salire ancora di più la voglia di prenderla a schiaffi. “Oh si, sis. Per un anno ti farò soffrire come non mai!” pensò nuovamente nella sua mente mentre rideva. Zelena si alzò per scappare da quella sala d’attesa, ma Regina la prese per un braccio e lo stesso fece Robin.
-Cosa c’è sorellina? Hai forse paura del gel?- disse Regina, per poi farla sedere con la forza.
-Regina piano! È pur sempre una donna incinta- le disse Robin. Quelle parole la ferirono, e non appena distolse lo sguardo dal fuorilegge per rivolgerlo a sua sorella, questa fece un altro sorriso, e per poco Regina non stava per perdere il controllo. “Cosa? Adesso difendi lei?” pensò la mora. Stava per dire delle brutte parole, ma davvero brutte. Decise di contenersi, dopotutto era pur sempre una regina e doveva essere raffinata.
-Robin! Adesso la difendi?- gli disse la mora assumendo uno sguardo davvero arrabbiato. Lo guardò per un istante ma poi Whaile interruppe quella che si riteneva “Un’ottima conversazione”
-No lasciatemi!- disse Zelena mentre Robin e Regina la scortavano dentro lo studio del dottor Whaile per poi farla accomodare in quel lettino coperto dalla carta.
-Whaile finiamo in fretto, meno tempo passo con lei meglio è! Mi fa venire voglia di prenderla a schiaffi ogni dannatissima volta che fa quel sorrisetto da stronza- gli disse la mora mettendosi accanto a Robin che le prese una mano come per farle coraggio. I sue speravano che quella maledetta ecografia passasse in fretta. Whaile mise il gel sul ventre di Zelena che sussultò non appena sentì la sonda sulla sua pelle. Lo sguardo di Regina iniziava a spegnersi, qualcosa le diceva che quello che sua sorella avrebbe avuto con il suo principe dei ladri li avrebbe separati per la seconda volta. La voce di Whaile la riportò alla realtà facendole allontanare tutti quei pensieri che le ronzavano in testa.
-Ma che diamine..?!- disse Whaile muovendo la sonda sul ventre della donna. Il sorriso (sto distruggendo la tua felicità) che Zelina aveva fino a pochi minuti prima, stava svanendo.
-Whaile?- disse Robin stringendo la mano della sua Regina che continuava a guardare sua sorella distesa nel lettino con uno sguardo stranamente serio.
-Questa donna, se si può definire tale, non è incinta- disse Whaile guardando Zelena con disgusto.
-COSA?!- urlò Regina per poi osservare sua sorella alzarsi dal lettino. Robin rimase scioccato, e in quel momento mille domande gli girarono per la testa “Perché ho la strana sensazione che qualcosa non va? Che tutto questo non è una situazione normale, io ricordo perfettamente di essere andato a letto con lei, o per meglio dire con Marian” non riusciva a spiegarsi il motivo.
-TU! TU HAI ROVINATO LA MIA VITA! LA NOSTRA VITA!- urlò Regina più infuriata che mai. La mora si avvicinò a Zelena con uno sguardo “IO TI AMMAZZO!”
-Su dai sorellina era uno scherzetto innocente- disse la strega indietreggiando di qualche passo. La mora le mollo due ceffoni in pieno volto, lasciandole completamente la guancia rossa. Le stava per mollare un terzo schiaffo quando Robin le fermò la mano, stringendole il polso talmente forte da farle male.
-Ah! Robin mi fai male!!- gli disse la mora cercando di liberarsi dalla presa del fuorilegge. C’era qualcosa negli occhi di Robin che non andava. Il suo sguardo non era lo stesso che aveva pochi minuti fa.
-ROBIN! MI STAI FACENDO MALE!- urlò la mora. Regina si voltò verso Zelena che teneva in mano qualcosa di luminoso. “Un cuore?” pensò la mora cercando di capire che cosa fosse. Zelena lo avvicinò alle labbra con il solito sorrisetto da stronza.
-Stringi il polso ancora più forte- sussurrò la strega con un sorriso uguale a quello che aveva pochi minuti prima nella sala d’aspetto. La mora cercava di liberarsi dalla presa del suo stesso amato, non riusciva a capire come diamine aveva fatto a strappargli il cuore, lo aveva fatto prima di andare via da Storybrooke? Robin strinse ancora più forte il polso di Regina che si lasciò scappare un piccolo gemito di dolore.
-ADESSO BASTA! LASCIAMI ANDARE!- urlò la mora ma Robin lo strinse ancora più forte. Regina poteva sentire il suo polso farsi in mille pezzi. Ma non era il solo, quello che si stava spezzando era anche il cuore di Regina. Poterlo guardare negli occhi, quelli che fino a pochi minuti prima erano quelli che la faceva impazzire, ma adesso non erano più gli stessi. Erano vuoti, senza sentimenti, alla mora non le fregava un bel nulla del suo polso, si le faceva male, ma il suo cuore stava soffrendo di più di qualsiasi altra cosa al modo. La mora poggiò una mano sul viso di Robin portandolo verso di se in modo da guardarlo dritto negli occhi, occhi che non dimostravano nessun sentimento, nemmeno l’amore che provava fino a pochi minuti fa verso di lei. Eppure, si chiese se l’amore potesse spezzare anche il legame con il cuore.
-Robin, Robin guardami!- gli disse la mora non appena lui spostò nuovamente lo sguardo.
-Robin so che questo è un completo casino, una situazione del cavolo che è tutta colpa mia, dovevo stare più attenta. Dovevo proteggere ciò che amavo di più a mondo, anche se perderti era il prezzo da pagare. Dovevo proteggerti da lei, da Marian che in realtà si è dimostrata essere quella stronza di mia sorella…- un nodo le venne alla gola, non riusciva quasi a parlare, per anni aveva nascosto i suoi sentimenti, le sue paure, le sue preoccupazioni. E adesso non era più la solita donna forte, era fragile, aveva paura. Paura di perdere l’uomo che amava, perché bastava che Zelena stringesse anche solo un po’ la sua mano, per ridurre in polvere il cuore dell’uomo che amava.
Polvere non sarebbe rimasto nient’altro che polvere se lei avesse schiacciato il cuore di Robin.
-…Robin, io…io lo so che sei li dentro. Puoi combattere! Fallo per me, fallo per il nostro amore, fallo per il ostro futuro, un futuro dove siamo solo noi e nessun’altro che ci faccia del male…-  non voleva dirlo davanti a sua sorella, perché le avrebbe dato un altro motivo per farla soffrire ancora di più, ma lo fece lo stesso.
-…Anche se in quel futuro non avremmo mai un bambino nostro a me non importa. Mi importa di te, mi importa averti accanto fino alla fine dei miei giorni!. Tu sei stato l’unico a cui non è importato il mio passato, l’unico a cui importa un futuro con me, con la Regina Cattiva…Io…io ti amo- disse mentre alcune lacrime le solcarono il volto. Abbassò lo sguardo e lasciò cadere la mano lungo il fianco, non sentiva nemmeno il dolore al polso, non le fregava nulla. La paura, l’ansia e un miliardo di sensazioni iniziarono a girarle in tutto il corpo, come una trottola che girava ripetutamente nello stesso punto, si erano così i suoi sentimenti tutti sul cuore, lo stavano torturando. Aveva una maledettissima paura di perderlo!.
-R-regina…Tu non sei Cattiva…Tu sei la donna che amo e che voglio amare per il resto della mia vita- DISSE Robin sbattendo le palpebre. “Eccolo. Ecco lo sguardo dell’uomo che amo più della mia vita” pensò la mora non appena alzò nuovamente lo sguardo verso gli occhi del suo amato. Robin era li che la guardava, i loro sguardi si incrociarono come sempre, esattamente come la prima volta. Ogni volta che incontrava il suo sguardo era esattamente come la prima volta. Il battito del cuore accelerava. Il respiro irregolare. Gli occhi lucidi e pieni di mille emozioni. Gli occhi di lui, azzurri come il mare che riflettevano gli occhi di lei, color nocciola. Un sorriso apparve sul volto di Regina non appena vide lo sguardo di Robin incontrare il suo. Il fuorilegge si accorse di stringere il polso della mora che ormai non sentiva più dolore, o per meglio dire non sentiva il polso.
-No…Tu…- disse Zelena guardando Regina con disprezzo.
-…Tu come diamine hai fatto! IO LO STAVO CONTROLLANDO!- urlò Zelena per poi afferrare un bisturi puntandolo verso Regina. La mora si avvicinò a lei con un sorriso, dio più Robin guardava quel sorriso più amava quella donna. Ad ogni passo che Regina faceva verso Zelena, il suo sorriso si spegneva. Il sorriso si Zelena si spegneva man mano che sua sorella si avvicinava a lei “Ho fallito” pensò fra se e se.
-V-voglio sapere come diamine hai fatto!- le urlò Zelena puntandole il bisturi appuntito facendo qualche passo indietro.
-L’Amore. Una cosa che tu non conoscerai mai! L’amore è la magia più potente di tutte- rispose la mora che con la forza del pensiero e un sorriso stampato in volto, fece riscaldare quel pezzo di metallo che Zelena teneva in mano. Lei gemette per la scottatura alle mani prima di far cadere quell’arnese per terra.
-Hai perso. È finita sorellina- le disse Regina mettendole una mano intorno al collo spingendola verso il muro. La mora stringeva sempre di più quel collo con la mano destra.
-E questo, questo è di Robin. E tu, tu adesso morirai!- le disse la mora mentre prendeva con l’altra mano il cuore di Robin, continuando a stringere il collo di sua sorella. La rabbia che aveva verso quella donna le fece perdere il controllo, continuava a stringere, stringere e stringere la presa. Quella non era solo rabbia, era anche paura, si era decisamente paura. La paura che continuava a provare nonostante fosse riuscita a prendere il cuore di Robin, era immensa. Una paura diversa dalle altre, diversa perché avrebbe potuto perdere il suo amato non appena lei avesse stretto il cuore di Robin. La guardava negli occhi mentre le strappava il respiro, mentre la stava uccidendo. Ma non appena sentì una mano sulla sua spalla, la mano di Robin, il suo viso che si avvicinava ogni secondo di più verso il suo orecchio le fece allentare di poco la presa lasciando prendere anche solo un piccolo ma breve respiro alla strega.
-Regina, tu non sei più quella persona. Non che io voglia difenderla ma abbiamo altri modi per sbarazzarci di chi ci ha fatto tanto male, lascia la presa Regina- le sussurrò il fuorilegge. La mora ascoltava quelle parole ma sua sorella le aveva fatto talmente tanto male che voleva vederla morta. Voleva Ucciderla. “No. Che sto facendo. Io…io non sono più quella persona, non posso farlo.” Pensò la mora, e fu in quel momento che sentì la mano di Robin sfiorare il suo braccio. Le sue mani erano calde, “Quanto mi fa impazzire. Oh si se mi fa impazzire.” pensò la mora a quel contatto. Regina lasciò il collo di sua sorella che finalmente riuscì a respirare normalmente.
-R-robin non so cosa mi sia preso io…io non volevo farlo. Avevo paura, paura di perderti…io non posso perderti ancora- disse la mora abbassando lo sguardo cercando di non incontrare gli occhi azzurri del fuorilegge. Robin le sollevò il viso per poi guardarla in quei fantastici occhi color nocciola che lo facevano impazzire ogni volta che ci guardava dentro, ogni volta che li guardava si perdeva in quello sguardo fantastico della donna che amava. I loro sguardi si incrociarono nello stesso modo in cui si sono incrociati pochi minuti prima.
-Regina è tutto passato… allora sbarazziamoci della ranocchia e torniamo a casa- le disse il ladro avvicinando il viso verso quello suo per poi premere leggermente le labbra sulle sue. Un piccolo ma tenero bacio. La mora si limitò ad annuire ed ammirare quegli occhi azzurri come il mare. Ma prima di avviarsi verso la porta Regina usò la magia per curare il polso che fino a prima era stretto in una maniera pazzesca dal fuorilegge.
-Mi dispiace Regina io non volevo farti male- le disse il fuorilegge sfiorandole il polso, la mora sussultò a quel contatto, non che le avesse fatta male ma era ancora un po’ indolenzito.
-T-tranquillo non fa più male- gli rispose con un sorriso. Uno dei suoi fantastici sorrisi che fecero scappare al fuorilegge un altro bacio. I due misero le manette a Zelena, e non appena si diressero verso la porta, alla mora cedettero le gambe. Fu costretta a lasciare sua sorella per sostenersi con il lettino che si trovava poco alla sua destra. “C’è qualcosa che non va” pensò la mora strizzando gli occhi per il dolore. Zelena rise a quella visione attirando l’attenzione di Robin che si voltò subito verso Regina non appena sentì quella risata compiaciuta.
-Regina!- disse il fuorilegge avvicinandosi a lei.
-Va tutto bene non ho nulla- rispose la mora voltandosi verso il fuorilegge che la guardava preoccupato. Regina strizzò gli occhi nuovamente cercando di trattenere un piccolo gemito di dolore. Le gambe le cedettero una seconda volta e stavolta sembrava quasi uno svenimento. Robin la prese subito non appena la vide nuovamente strizzare gli occhi.
-Ah!- gemette la donna sentendo un dolore nel basso ventre.
-Regina che hai?- le chiese il fuorilegge continuando a sostenerla.
-I-io non lo so…ah!- gemette di nuovo la donna piegandosi leggermente in due dal dolore.
-Mettila qui sul lettino scopriremo subito che cosa le succede- disse Whaile. Robin la fece distendere sul lettino e tornò a prendere Zelena che in tutta quella visione stava sorridendo.
-Tu vieni qui- disse Robin afferrandola per un braccio per poi ammanettare un lato della manetta in un tubo a bella vista nello studio di Whaile, per poi ritornare accanto alla mora che si contorceva leggermente dal dolore.
-Regina vedrai, starai bene- le disse Robin accarezzandole i capelli mentre una lacrima. Una singola lacrima scese lungo il viso di Regina.
-No, non lo so Robin…Ah!...Fa male- gemette di nuovo lasciando cadere altre lacrime.
-Scopri la pancia vediamo che hai- disse Whaile afferrando il gel sul piccolo tavolinetto incorporato all’ecografo. Robin scoprì la pancia alla sua amata, lei gli afferrò un polso e non appena lui le rivolse lo sguardo potette notare la paura della donna in quel momento. Per qualche strano motivo aveva paura di qualcosa  e lui non riusciva a capire cosa. La mora sussultò non appena Whaile le mise il gel freddo sul ventre, ebbe la stessa sensazione quando la sua pelle venne a contatto con la sonda dell’ecografo.
-R-robin e se…se qualcosa non va? E se sto per morire? Io non voglio lasciarti- disse la mora stringendo sempre più forte la mano del fuorilegge. Whaile continuava a muovere la sonda sul ventre della mora che strizzava gli occhi per trattenere qualche gemito di dolore.
-Non accadrà nulla di tutto questo sta tranquilla- le disse Whaile voltandosi verso di lei con un sorriso stampato sul volto.
-Che succede Whaile?- gli chiese il fuorilegge.
-Su dicci che succede a quella stupida di mia sorella mi sto annoiando- disse Zelena, Robin si voltò verso di lei fulminandola con lo sguardo.
-A-allora Whaile- disse a fatica la mora, asciugando il ventre con il pezzo di carta che le aveva dato il dottore.
-Congratulazioni mia cara aspetti un bambino- le disse Whaile. “Cosa? No. Non può essere, io…io non posso avere figli” pensò la mora. Mille domande le ronzavano in testa, non riusciva a capire come diamine fosse rimasta incinta dopo aver bevuto una pozione che le impediva di farlo.
-C-cosa? Ma io…io non posso avere figli- disse la mora con mezza voce.
-Beh, l’ecografo non sbaglia e qui dentro hai un bel bambino, sei incinta di qualche settimana, se non di più a giudicare dalla grandezza del feto- aggiunse Whaile. Regina si voltò verso Robin con le lacrime agli occhi, anche se non riusciva a spiegarsi il “Comefosse rimasta incinta, era felice. Felice di diventare madre, e di avere questo bambino con l’uomo che ama. Robin la guardò come non aveva mai fatto prima Diventerò padre. Padre del bambino che avrò con la donna che amo” pensò l’uomo avvicinando il viso verso Regina.
-Ti Amo!- le disse premendo le labbra su quelle di lei.
-A-anche io- sussurrò la mora perdendosi in quel fantastico e tenero bacio. Robin si staccò da quelle fantastiche labbra rosse per abbassansi un po’ più giù. Esattamente sul ventre della donna Robin appoggiò le labbra. Un bacio anche al suo bambino. A Regina scappò un sorriso di fronte a quel tenero gesto del suo amato principe dei ladri.
-Papà ti vuole bene- sussurrò il fuorilegge tornando a baciare la mora.
-Insieme- sussurrò lui premendo nuovamente le labbra su quelle di lei.
-Lo faremo insieme…lo cresceremo insieme- disse lei immergendosi in quel bellissimo bacio dalla quale non si sarebbe voluta mai staccare.
 
 
N.D.A
Allora che dire…Io e la mia amica speriamo che questo secondo capitolo vi sia piaciuto *-* lasciate una recensione se vi va, anche un piccolo pensiero xD alla prossima Ragazzi *-*




 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo III
 
“Ringraziamo tutti voi per il sostegno che ci date in ogni capitolo
Speriamo che anche questo terzo capitolo vi piaccia. Buona lettura a tutti”
 



Regina era li che si assaporava ogni momento, ma soprattutto ogni bacio che Robin le dava, la facevano sentire bene, nonostante il dolore al basso ventre ogni bacio che dava a Robin riusciva a farle dimenticare tale dolore. Mentre continuava a baciare il suo fantastico fuorilegge dalla quale non voleva separarsi per nulla al mondo, non faceva altro che pensare, pensare e pensare. “Vorrei tanto sapere come diamine sono rimasta incinta. Era impossibile rimanere incinta dopo quella pozione.” Si chiese mentre le sue labbra continuavano ad incontrare quelle di Robin come se non lo avesse mai baciato prima d’ora.
- Robin...io....io...- il suo voltò fu rigato dalle lacrime, lacrime che esprimevano tutta la sua gioia, Robin la strinse a se in uno dei suoi fantastici abbracci, non aveva mai provato tanta felicità come in quel momento, qualcosa aveva spezzato l'incantesimo, avrebbe avuto un bimbo tutto suo con l'uomo che amava
- Regina tutto bene ?- le disse poi il fuorilegge notando il suo cambiamento d'espressione, qualcosa la turbava.
- Si h..ho paura..- disse perdendosi in quei occhi color del mare, aveva paura, che qualcosa potesse andare storto, Robin le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise, poi dolcemente le mise una mano sul quel piccolo pancino che ancora non si vedeva e cominciò ad accarezzarglielo dolcemente.
- Non devi avere paura Regina, perche finche io starò al tuo fiancò…- rise continuando ad accarezzarle il grembo e a perdersi nei suoi occhi castani
- …Anzi finche sarò al vostro fianco, non devi temere nulla - le disse teneramente, era tutto perfetto troppo perfetto pensò Regina, Zelena era ancora ammanettata nella stanza, aveva fallito anche questa volta e la cosa che odiava di più che ad essere incinta davvero era sua sorella “Bene e per l’ennesima volta lei ha tutto e io niente” pensò la strega osservando quella scena tenera.
- Allora Milady riportiamo questa strega in cella e andiamo a prendere un bel gelato, la principessa avrà fame - le disse sorridendo, lei rise sentendo quelle parole
- Robin potrebbe essere anche un maschietto - rispose mentre Whaile le passava la cartella con l'ecografia.
- No sento che sarà una bimba - rispose mentre Zelena si disgustava ad ogni parola e sguardo che i due si scambiavano.
- Oh per favore mi state facendo venire la nausea - disse la strega osservandoli con un’espressione disgustata. Robin si avvicinò a lei, dio quanto poteva odiare quella donna gli aveva rovinato la vita, l’aveva allontanato dalla donna che amava usando uno stratagemma davvero stronzo come lei. Si avvicinò a lei prendendola per il polso, stringendolo decisamente un po’ troppo forte e la donna gemette un po’ per il dolore.
-Chiudi quella boccaccia strega! Meriti di marcire da sola in una cella- le disse Robin agitandosi, ma qualcuno con un semplice tocco lo fece calmare un po’. “Ed ecco la sua fantastica mano che sfiora la mia spalla. Dio quanto ti amo Regina!” pensò il fuorilegge non appena la sua donna gli sfiorò la spalla.
-Robin, non starla a sentire l’unica cosa che fa quando apre quella fogna che ha come bocca è infastidire le persone- gli disse Regina per poi posare lo sguardo su sua sorella.
-Come dico sempre, essere soli è la maledizione peggiore. E tu mia cara marcirai in una cella, da sola- le disse con un sorrisetto. Stavano per arrivare nei sotterranei dell’ospedale dove tenevano rinchiusa Zelena quando si sentì una donna pronunciare il nome di Regina. “Sbaglio o quella è Mary Margaret?” pensò Regina tenendo per un braccio sua sorella.
-REGINA!- si sentì di nuovo, ma stavolta la voce era più vicina e ad un tratto una figura femminile sbucò da dietro l’angolo del corridoio. “Si è decisamente Mary Margaret” pensò sospirando.
-Vai porta lei in cella, penso io a Mary Margaret- ordinò a Robin.
-No, non ti lascio sola con lei. È accecata dal dolore potrebbe farti del male- le rispose il fuorilegge guardando Mary Margaret avvicinarsi sempre di più.
-Robin, vai. Io sto bene e poi Mary Margaret è stupida come al suo solito so io come farla ragionare- il ladro le sorrise appena “Farò il più presto possibile non posso permettere che ti faccia del male” pensò Robin scendendo le scale con Zelena. Regina rimase sola, ad attendere l’arrivo di Mary Margaret e voleva scoprire che diamine avesse di così importante da urlarle in faccia.
-HO PERSO MIA FIGLIA PER COLPA TUA!- le urlò Mary Margaret avvicinandosi a lei per poi trovarsi faccia a faccia lontane di qualche metro. “Ci risiamo. Dio ma sei più dura di un tronco del cavolo mia cara!” pensò la mora dai capelli lunghi. Regina cercò di mantenere la calma altrimenti stavolta le avrebbe strappato veramente il cuore.
-Allora sei di coccio eh? Come diamine ti devo dire che non è colpa mia?- disse sospirando.
-ZITTA! NON PARLARE! L’OSCURITA’ AVEVA SCELTO TE NON EMMA! E SAI PERCHE? PERCHE TU SEI E RIMARRAI SEMPRE LA REGINA CATTIVA- le disse fra le lacrime. Mary Margaret si avvicinò a Regina talmente tanto che la donna poteva sentire il suo respiro affannato. Regina si distrasse per un unico maledettissimo momento, che Snow colse e senza pensarci due volte scagliò la donna per terra facendola cadere di peso sul braccio.
-Ah- gemette la donna sfiorandosi il braccio indolenzito.
-Che c’è ti sei fatta male? Povera! E questo, questo è solo l’inizio- disse Snow guardandola con uno sguardo che Regina non aveva mai visto prima.
-ADESSO BASTA BIANCANEVE! NE HO DAVVERO ABBASTANZA! NON OSARE MAI PIU TOCCARMI!- urlò Regina mettendosi in piedi.
-Altrimenti? Che fai mi strappi il cuore? Vero sei sempre la Regina Cat…- in quel preciso istante Regina non riuscì più a trattenersi e non le permise di completare quella maledetta parola che la faceva sentire uno straccio “Regina Cattiva. Ecco cosa voleva dirmi. Voleva ferirmi per l’ennesima volta.” Pensò fra se e se, mollandole uno schiaffo in pieno volto. Questo non fece altro che far innervosire sempre di più Mary Margaret, che in un primo momento rimase stupita dallo schiaffo e poi ci rise sopra.
-NON AVREBBE DOVUTO SACRIFICARE LA SUA VITA! AVREBBE DOVUTO LASCIARTI CREPARE QUANDO L’OSCURITA’ TI AVEVA ATTACCATA! L’HO PERSA PER SEMPRE ED E’ TUTTA COLPA TUA!- urlò Snow spingendola nuovamente. Robin dopo aver messo sottochiave la strega, stava risalendo le scale per ritornare da Regina, quando sentì le loro urla. David era appena arrivato in ospedale e già sentiva sua moglie urlare come non aveva mai fatto in vita sua, tutti gli abitanti di Storybrooke guardavano quell’uomo che vagava in cerca di sua moglie che in quel momento era decisamente un’idiota.
-TU HAI ROVINATO LA MIA VITA!- urlò Mary Margaret spingendo nuovamente Regina, che ricambiò anche lei spingendola a sua volta.
-IO HO RIVINATO LA TUA VITA? DANNAZIONE SEI STATA TU A DARE INIZIO A TUTTO QUESTO! SEI STATA TU AD APRIRE LA TUA STUPIDA BOCCA RENDENDO ME SCHIAVA DI VENDETTA FINCHE NON HO INCONTRATO ROBIN! L’UNICO CHE A DIFFERENZA TUA CREDE IN ME! DANNAZIONE MARY MARGARET BASTA! DEVI FINIRLA DI INCOLPARE SEMPRE GLI ALTRI PER CIO CHE SUCCEDE A TE O A TUA FIGLIA!- le urlò la mora poco prima che una fitta al ventre la fece piegare in due dal dolore. “Dannazione a lei! Dannazione a me che non riesco a mantenere la calma! Dannazione a tutta questa situazione del cavolo!” pensò Regina sollevando appena lo sguardo verso Mary Margaret che sorrideva avvicinandosi sempre di più a lei.
-Ah!- gemette di dolore “Che diamine mi sta succedendo?!” pensò la donna quando una strana forza fece sobbalzare Mary Margaret dall’altro lato del corridoio. Il dolore al ventre sparì dopo pochi secondi e Regina potette ritornare a respirare dal sollievo.
-MARY MARGARET!- urlò David apparendo dal nulla per poi aiutare sua moglie. Robin arrivò pochi secondi prima dell’accaduto, e vide tutta la scena. E Regina piegata in due dal dolore non fece altro che farlo preoccupare. “Diamine! Maledetta Mary Margaret” pensò in quel momento avvicinandosi a Regina che ansimava.
-Milady…Regina? Ti senti bene?- le chiese il fuorilegge osservando la mora con lo sguardo rivolto verso il basso e la mano sul ventre. Era confusa, non sapeva spiegarsi come diamine fosse successo tutto quel caos.
-Regina! Potevi farle male!- la rimproverò il principe aiutando sua moglie a rimettersi in piedi.
-N-non sono stata io- rispose confusa guardando Robin. Mary Margaret si avvicinò a lei mollandole uno schiaffo in pieno volto, non le importava se ad assistere a quella scena ci fossero Robin e David, doveva darle uno schiaffo. Regina si portò istintivamente una mano sul volto, cercando di alleviare il bruciore.
-Ma dico ma sei matta!?- le disse Robin stringendo forte a se Regina.
-Giuro che vendicherò Emma. E tu Regina, tu la pagherai cara- le disse Snow. Regina non riusciva a rimanere con le mani in mano, si staccò da quel fantastico abbraccio e ricambio lo schiaffo con la stessa forza che aveva usato Snow. David prese per un braccio Mary Margaret allontanandola da Regina in modo da non poterla più toccare. Regina si avvicinò a Robin, aveva la manica della maglietta strappata, dalla quale si potevano ben vedere dei bellissimi graffi accompagnati dai lividi che le aveva procurato Snow pochi minuti prima. David portò via sa moglie in modo da far finire tutta quella storia, prima di uscire rivolse un breve sguardo a Robin che capì tutto.
-Regina. Regina calmati, non ti fa bene essere così agitata- le disse Robin guardandola tremare per l’agitazione.
-S-sto bene non è nulla mi passerà- gli rispose toccandosi il braccio. Robin le sfiorò il viso dove Snow le aveva mollato lo schiaffo, Regina non fece altro che sobbalzare a quel contatto. Le faceva ancora male, diamine eccome se le faceva male. “Dannazione a lei! Ha rovinato l’unico momento felice che ho avuto dopo tutto questo casino!” pensò continuando a tremare.
-Regina, è tutto apposto. Si Mary Margaret e fuori controllo ma si sistemerà tutto. David è dalla tua parte, tutti siamo dalla tua parte. Calmati, su vieni qui- le disse il fuorilegge stringendola in un fantastico abbraccio. Si era decisamente quello di cui aveva bisogno per sentirsi di nuovo al sicuro, un puro e semplice abbraccio dall’uomo che ama.
-R-robin…non sono stata io a scaraventarla contro il muro- gli rispose la donna immergendosi in quel fantastico abbraccio.
-Shh…è tutto finito adesso. Ti credo, io crederò sempre in te e adesso Milady torniamo a casa, non ti fa bene tutta questa maledetta situazione. Devi riposare- le disse premendo le labbra contro le sue, ed entrambi si immersero in un tenero bacio pieno di mille parole. Un bacio che dimostrava che si fidavano l’uno dell’altra.
 
 
-Dove sono?- si chiese la donna dai lunghi capelli biondi.
-DOVE DIAMINE MI TROVO!?- urlò cercando di capire dove si trovasse. Tutto intorno a se era come l’inferno, era in fiamme. Ovunque rivolgesse il suo sguardo c’erano fiamme, e strane ombre che volavano proprio sulla sua testa.
-AIUTO!- urlò Emma impaurita.
-Devo rimettermi in contatto con Regina- disse ad alta voce ma una voce, o per meglio dire un verso spettrale le fece gelare il sangue.
-Oh…mio…DIO!- disse iniziando a correre. Non sapeva nemmeno dove stesse andando, e non osava immaginare che diamine fosse quella creatura che la stesse seguendo. “Dove diamine mi nascondo!? Qui non c’è nulla!” pensò.
Correva.
Correva, e continuava a correre come non aveva mai fatto in vita sua. Ad un tratto notò una fessura nella pietra, girò l'angolo e si buttò al suo interno, tremava dalla paura, lo sentì allontanarsi " Emma sta calma sta calma " pensò riprendendo fiato, si appoggiò alla parete e si lasciò scivolare a terra "dove cavolo sono finita" pensò fissando la parete opposta.
 
 
Hook raggiunse l’enorme casa bianca di Regina, entrò il più velocemente possibile nel piccolo vialetto che portava verso l’enorme porta di casa Mills. Arrivò alla porta e cominciò a battere qualche colpo.
-REGINA! APRI!- urlò il capitano continuando a battere pugni nella porta .
-Si può sapere perché stai urlando!?- disse Regina arrivando anche lei mano nella mano con Robin.
-Sento che Emma è viva, non può essere morta- rispose Hook.
-Si lo credo anche io, vieni entra ne parliamo tutti insieme- ripose Robin invitando Uncino ad entrare dopo aver aperto la porta. Entrarono tutti a casa Mills, accomodandosi nell’enorme salone dove si trovavano due comodissimi divani. Robin prese per mano Regina, accompagnandola per farla sedere.
-Robin, sto bene non preoccuparti- disse la donna.
-Milady, che ti costa sederti? Devi riposare dopo quello che è successo- le disse Robin accarezzandole il viso per poi farle un dolce sorriso.
-Eh va bene- si lasciò convincere tanto facilmente, ma non era per farlo felice, era davvero esausta. Voleva solo riposare, o per lo meno farsi una bella dormita. Uncino li guardava confuso, come se non avesse mai visto una scena del genere.
-Ehm, noi aspettiamo un bambino- disse Robin sorridendo pronunciando quelle parole.
-Congratulazioni- disse Hook sorridendo mettendosi comodo sulla poltrona.
-Allora- disse poi.
Si, riguardo Emma ho una cosa da dirti. Stanotte ho avuto un incubo dove lei mi chiedeva disperatamente aiuto. Non era un sogno, secondo me è viva- le disse la donna appoggiando la schiena contro il divano mentre venne attaccato da un leggero senso di nausea.
-Tutto bene?- chiese Hook mentre Regina  storceva il naso.
-Si…si tutto bene- rispose. Robin le mise una mano sulla spalla facendole appoggiare la testa su di se.
-Ehi amore sei sicura che vada tutto bene?- le chiese il fuorilegge cingendola con un braccio.
-Io…c-credo di…- si portò velocemente la mano sulla bocca e si staccò dall’abbraccio di Robin scappando in bagno.
-Regina!- la chiamò il ladro seguendola in bagno.
-Regina tutto bene? Apri la porta- le disse il fuorilegge bussando alla porta.
-No, s-sto be…- non finì di pronunciare la frase che vomitò di nuovo. Non appena finì si sciacquò il viso con dell’acqua fredda per poi mettersi davanti allo specchio. Sollevò la maglietta e accarezzo dolcemente il grembo “Dio non posso crederci, non posso credere di essere davvero incinta” pensò sorridendo, era li immersa nei suoi pensieri che si era dimenticata anche di Emma, la voce dell’uomo che amava la fece tornare alla realtà.
-Regina apri la porta- disse il ladro, e fu il quel momento che la donna aprì la porta e gli sorrise.
-Ehi, sto bene, nausee è normale nel mio stato- sorrise per poi dargli un bacio e tornare nella stanza accanto.
-Scusa Hook se sono andata via in quel modo- si giustificò la mora toccandosi appena la pancia.
-Tranquilla, tornando al discorso di Emma, che dobbiamo fare?- chiese il capitano.
-Ah non lo s-so- rispose appena Regina lasciandosi cadere sul divano, senza sensi.
-REGINA!- urlò il ladro avvicinandosi a lei.
-Ma che succede?- chiese il pirata.
-REGINA SVEGLIATI!- disse Robin preoccupato come non mai.
 
Intanto nell’altra dimensione.
-Dio Regina! Ce l’ho fatta!- esclamò la bionda avvicinandosi alla donna.
-Emma?  Sto sognando di nuovo- le disse Regina guardandola.
-No, non stai sognando, ti prego sei l’unica che può aiutar…- in quell’istante si sentì un verso spettrale.
-E quello che diamine era?- chiese Regina spaventata da quel suono.
-E’ uno spettro risucchia anime- rispose la Savior.
-COSA! Dobbiamo nasconderci e anche subito!- si agitò Regina portandosi istintivamente la mano sul ventre, Emma notò subito quel gesto e la guardò negli occhi.
-Tu, tu sei…- le stava per chiedere ma Regina anticipò la risposta.
-Si…- rispose Regina, in quel momento si sentì ancora più forte il verso dello spettro ma stavolta era molto vicino. Regina si guardò a torno terrorizzata più che mai.
-REGINA SEGUIMI, CORRI, CORRI SVELTA!- le urlò la bionda iniziando a correre. Erano nello stesso corridoio del sogno di Regina quando si fermarono.
-Regina aiutami ti prego- le disse di nuovo la Savior mentre riprendeva fiato.
-Vorrei tanto aiutarti, ma…non so come- rispose con il fiatone per poi mettere la mano sul grembo, Emma sorrise a quel gesto.
-Quando lo hai, scoperto?- chiese Emma.
-Oggi, e la ranocchia non è incinta- disse con un sorrisetto.
-Bene mi perdo parecchie cose eh?- disse la Savior ridendo.
-Si e tua madre continua a darmi la colpa di tutto- le disse sospirando.
-Mia madre esagera troppo a volte bah, dille che sto bene e che sono viva- le chiese.
-Perché non le parli tu? Io non ne ho voglia- disse lei sbuffando.
-Perché posso parlare solo con te- Regina avrebbe voluto salvarla in quel preciso istante ma, una fitta al grembo la fece cadere a terra urlante.
-REGINA! CHE TI SUCCEDE!- le chiese la Savior prima che la mora sparisse del tutto.
-Amore svegliati ti prego- disse ancora il ladro prendendole la mano, ad un certo punto aprì gli occhi e il dolore al ventre sparì, ed era finalmente a casa.

NDA. Lasciate un commento se vi va. =) 



 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo IV
 
“E dopo una lunghissima attesa siamo tornate con il vostro attesissimo
IV capitolo. Allora speriamo che vi piaccia come gli altri,
e che dire, grazie a tutti coloro che lasciano un pensierino, e che leggono
nostra FF. grazie davvero a tutti. Un bacio da:
Lana_Parrilla e EvilRegal”

 
 
Era passata più o meno mezzora da quando Emma era riuscita a contattare Regina e la donna si era ripresa, ma la cosa che le faceva paura, la cosa che temeva era per il suo bambino. La cosa che la faceva preoccupare era quel dolore assurdo ed insopportabile al ventre che aveva provato mentre era con Emma. Robin era li seduto al suo fianco che continuava a chiamarla, a scuoterla cercando di ottenere anche solo una risposta, ma lei era come se fosse con il corpo li e con la mente altrove. Uncino osservava Regina immersa in quella situazione davvero spaventosa, e a dire il vero lui la conosceva da molto più tempo di Robin e a giudicare da quella situazione, non aveva mai visto tanta paura nei suoi occhi.
-Regina! Regina ti prego rispondi!- disse ancora una volta il fuorilegge accarezzandole teneramente il viso, ma anche il più tenero dei gesti  può essere colmo di preoccupazione verso la persona amata. Regina continuava ad essere li immobile a vagare nei suoi pensieri, e sì non riusciva a credere che Emma fosse ancora viva e che l’aveva cercata, ma aveva anche paura ad aiutarla, la magia ha sempre un prezzo e non voleva che quel prezzo lo pagasse il figlio che aspettava o che lo pagasse Robin. Robin era li, più disperato che mai, cercava di farla tornare alla realtà ma sembrava tutto inutile, Killian si avvicinò a entrambi e iniziò a scuotere Regina bruscamente.
-Regina dannazione riprenditi!- urlò il pirata ma Robin lo staccò da lei.
-Killian non farlo mai più! È incinta diamine!- disse il fuorilegge tornando a concentrarsi sulla mora.
-E’ viva- sussurrò Regina con un filo di voce.
-Chi?- chiese Killian mentre Robin le accarezzava il viso.
-E-Emma. Emma è viva- disse la donna mettendosi seduta sul divano, mentre Robin la stringeva a se in un modo semplicemente unico che la fece smettere di tremare. I due uomini erano increduli alle parole della donna, credevano che forse era solo un sogno, un’allucinazione creata dallo svenimento.
-Ma che stai dicendo?- chiese Hook incredulo.
-Si. Non so come ma è riuscita a mettersi in contatto con me nonostante fossi sveglia- spiegò la donna.
-Ecco perché sei svenuta prima- aggiunse il fuorilegge accarezzandole il viso ancora preoccupato per lo stato della sua donna.
-Eravamo in un posto infernale, dio era bruttissimo…- al solo pensiero iniziò di nuovo a tremare come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
-Non parlarne se non vuoi- disse Hook guardandola e comprese il suo stato in quel momento.
-No devo dirvi tutto. Eravamo in un luogo infernale e una strana creatura ci ha attaccate. Iniziammo a correre e ci siamo nascoste e abbiamo iniziato a parlare ma…- si interruppe portando la mano sul ventre quasi istintivamente per proteggere il suo bambino.
-Ma?- chiese Killian mentre Robin la guardava e la stringeva cercando di farla sentire al sicuro.
-Ma un dolore qui, nel bassoventre mi ha fatta cadere a terra, un dolore allucinante ed insopportabile, poi sono svenuta e mi sono risvegliata qui. Ho paura Robin e se il prezzo da pagare per salvare Emma fosse il nostro bambino? Io non voglio perdere ne te ne nostro figlio, non voglio che il prezzo da pagare sia ciò che amo- disse lei più terrorizzata che mai.
-Sshh, andrà tutto bene te lo prometto. E ascoltami, adesso sei qui ed è reale, non pensare a ciò che è successo in quella dimensione, pensaci solo il minimo indispensabile. Amore andrà bene e questo bambino, non pagherà gli errori di Rumple, gli errori degli altri non li pagherà nostro figlio- disse il fuorilegge stringendola a se e forse in quel momento si sentiva al sicuro fra quelle braccia stupende.
-Adesso vai  su, devi riposare tutta questa situazione del cavolo ti sta facendo agitare troppo. Penseremo a qualcosa ma adesso devi riposare amore- le disse il fuorilegge accarezzandole teneramente il viso.
-No, dobbiamo aiutarla! Dobbiamo riportarla qui adesso!- disse Killian, Regina stava per rispondere al pirata quando Robin la precedette.
-No Killian. Deve riposare o sia lei che il bambino ne risentono. Emma è forte può resistere ancora un altro giorno in quel posto- disse il fuorilegge accompagnando Regina vicino la scale.
-Dobbiamo riportarla qui! Adesso! Regina fa qualcosa adesso!- urlò il pirata terrorizzato al solo pensiero di non rivedere Emma.
-Non so proprio come aiutarla Killian, devo studiare la situazione capire dove diavolo si trova esattamente e capire come diamine tirarla fuori da quel luogo- rispose la mora voltandosi verso di lui.
-Dobbiamo trovare Merlino, Regina. L’apprendista lo aveva detto a Emma prima di morire- disse il pirata avvicinandosi a lei.
-Lo so, ma in questo momento ci conviene andare a riposare. Anzi dovrei anche rilassarmi dieci minuti ma in questa città sembra maledettamente impossibile- disse lei. Qualcosa, c’era qualcosa che non andava, in quel momento si fermò davanti alle scale, voleva essere certamente sicura che tutto stesse andando bene ma, si ci fu un maledettissimo ma, il dolore, quel maledetto dolore che aveva provato circa un quarto d’ora prima in quel posto infernale, era ritornato a tormentarla facendola crollare sul pavimento con entrambe le mani sul grembo.
-Dio fa male!!- disse la mora in mezzo alle urla, le lacrime le rigavano dal dolore, non sapeva nemmeno lei quante ne stesse versando in quel momento che sembrava non finire mai. Robin si avvicinò a lei insieme a Hook, cercavano di farla riprende, o per lo meno di farla calmare un po’, ma ad un tratto, ad un tratto una forza strana scagliò via Hook, si lo scagliò via come se fosse una piuma trasportata dal vento. Regina tornò a respirare nel momento in cui Hook fu scagliato fuori dalla porta, come se qualcosa volesse proteggerla, ma non era qualcosa, era qualcuno.
-Killian non sono stata io- disse lei ansimando per poi toccarsi la pancia con una mano, una mano che venne accarezzata anche da Robin.
-Regina ma che diamine fai! Non ti ho fatto nulla!- urlò il pirata, forse non doveva aprire nemmeno la bocca infatti dopo alcuni secondi si ritrovò imbavagliato e legato su una sedia.
-Ah! R-robin fa male- disse lei strizzando gli occhi, il fuorilegge le osservava la pancia come se non avesse mai visto una donna in gravidanza ma poi dopo alcuni minuti lui capì cosa stava succedendo.
-E’ il bambino- spiegò lui guardandola negli occhi color nocciola.
-Robin smetti di dire cavolate- disse lei in preda al dolore ma stavolta non era della stessa intensità di prima.
-Si . ti ricordi quando Snow fu scagliata contro il muro?- chiese lui.
-Certo che lo ricordo la colpa me la sono beccata io senza che avevo usato la magia- disse lei sbuffando.
-Bene, non sei stata tu è stato il bambino, come se volesse proteggere la madre, anzi ogni volta che se in pericolo o agitata lui ti protegge, ecco spiegato il motivo per cui Hook è legato e imbavagliato su una sedia a pochi metri da noi- continuò a spiegare il fuorilegge. Regina lo guardava confusa, non ci stava capendo letteralmente una beata mazza e lui continuava a spiegare.
-Hook è stato aggressivo nei tuoi confronti pochi minuti fa e allora il bambino gli ha dato una bella lezione del tipo “Tocca mia madre e ti uccido”- disse lui con un po’ di ironia e Regina non fece altro che sorridere a quella piccola battutina.
-Quando usa la magia, ti provoca dolore ed questo spiega tutto il resto- concluse lui.
-Vuoi dire che nostro figlio usa la magia? Ma che, beh non è impossibile ma è strano- disse lei guardandolo negli occhi.
-Evidentemente questo splendore di bambino sa che deve proteggere la sua mamma- sorrise lui accarezzandole il ventre per poi essere interrotto dai lamenti di Uncino.
-Oh giusto il pirata, liberiamolo- disse il fuorilegge dirigendosi verso il pirata.
-Modestamente, iniziamo ad apprezzare questo silenzio- disse lei ridendo.
-Maledizione Regina! Tieni a bada il piccoletto!- disse Uncino non appena Robin gli tolse il bavaglio.
-Beh ti conviene tapparti la bocca se non vuoi ritrovarti a testa sotto- una battuta che fece scoppiare a ridere tutti quanti.
-Ci vediamo domani allora- disse il pirata uscendo dalla grande villa di Regina.
-Milady cosa c’è? Qualcosa non va?- chiese Robin osservando quel mezzo sorriso e lo sguardo di lei rivolto verso il vuoto.
-Eh? No pensavo al nostro bambino, cioè avrà la magia come me- disse lei continuando ad accarezzare la pancia ancora non visibile, per poi sfoderare un sorriso, uno di quei sorrisi che facevano impazzire quell’uomo che aveva davanti. Le afferrò il viso come quel giorno nella cripta, come quel bacio che le aveva regalato quel giorno in quella cripta illuminata da candele, in quella cripta polverosa che aveva portato dalla foresta incantata, e le regalò il più bel bacio che le avesse mai dato, e fu in quell’istante che promise a se stesso che quello non fosse stato l’unico che le avrebbe regalato.
-Beh mio dolce amore, avrò pure la tua magia ma ricorda che un Hood che si rispetti deve saper tirare con l’arco- disse lui sorridendo alla sua donna, per poi prenderla in braccio, lei era li, fra le sue forti e immense braccia, e fu grazie a quelle parole che dimenticò ogni paura, ogni afflizione. In quel momento c’erano solo lei, Robin, il piccolo che come per miracolo cresceva dentro di lei, e il loro amore, un amore che nonostante tutte le difficoltà era ancora più forte di prima.
-Si beh, hai ragione ma aspetta che sia abbastanza grande- disse lei ridendo per poi baciarlo mentre lui la appoggiava sul letto come se fosse la cosa più delicata di questo mondo.
 
 
 
 
Il giorno dopo Robin, Charming e Hook riunirono tutti da Granny, anche se la nonnina non era entusiasta all’idea di dover tenere chiuso il locale e smettere di preparare lasagne. Regina invece stava passando tutta la prima mattina dentro il bagno.
-Mamma che hai! Apri la porta adesso!- disse il ragazzino continuando a bussare alla porta del bagno, si ancora Henry non sapeva nulla delle condizioni di sua madre.
-Henry s-sto bene- disse lei aprendo la porta del bagno che era rimasta chiusa per circa quindici minuti.
-Mamma tutto bene?- chiese Henry guardandola negli occhi. Ebbene si era giunto il momento di dirgli la verità.
-Beh ecco Henry devo dirti una cosa- disse lei sorridendo.
-Adesso che diamine ridi? Mi prendo un colpo e tu ridi- disse lui guardandola.
-Beh ecco non so come sia possibile ma- non ebbe il tempo di finire la frase, o di dirgli la tipica frase che dice una mamma al figlio “Beh ecco arai presto un fratellino o una sorellina” che si ritrovò avvolta dalle braccia del suo piccolo principe.
-Avrò una sorellina! È fantastico mamma!- disse Henry sorridendole.
-Bene adesso che sai tutto, è ora di andare a scuola forza- disse lei afferrando lo zaino e la giacca di Henry.
-No mamma, voglio venire con te da Granny- disse lui afferrando solo la giacca.
-Henry…- sospirò lei riprendendolo appena, beh non poteva dire di no al suo piccolo principe soprattutto adesso che era così felice come diamine le seguiva le lezioni?
-Va bene forza- disse lei con un tenero sorriso, per poi uscire dall’enorme casa e andare nel piccolo locale di Granny.
-Dov’è tuo marito?- chiese Snow a Belle entrando nel negozio di Rumple.
-Rumple è privo di coscienza, senza Merlino ho paura che non si riprenderà più- rispose Belle con tono triste.
-Bene, allora dammi tu qualcosa per uccidere Regina- disse con tono sicuro e cattivo.
-Ma non ci penso nemmeno Mary Margaret! Sei confusa ti consiglio di andare a casa- disse Belle. Snow si stava comportando da vera idiota, e infatti scaraventò tutto ciò che si trovava sul bancone per terra per poi uscire dal negozio lasciando Belle senza parole.
 
 
 
Robin e Charming erano da Granny  che aspettavano l’arrivo di tutti, ci volle un’ora prima che tutti fossero presenti . Robin prese una sedia per la sua compagna in modo che non si affaticasse molto.
-Bene siamo tutti- disse il principe a tutti i presenti.
-No manca sua maestà- disse Mary Margaret con tono da smorfiosa.
-Regina e Henry stanno arrivando e ti consiglio di tenere la bocca chiusa- disse Robin innervosendosi, in quell’istante la porta del locale si aprì, Henry e Regina entrarono per poi chiudere di nuovo la porta che era da più di un’ora che cigolava per via di tutte le persone che entravano e uscivano.
-Scusate siamo in ritardo- disse Regina dirigendosi insieme a Henry da Robin.
-Si sei in ritardo di ben 5 minuti- disse Snow non riuscendo a trattenersi e quel comportamento da vera stronza stava facendo innervosire anche Robin.
-Beh scusa tanto se sono incinta e ho le nausee- disse la mora dai capelli lunghi sedendosi vicino a Robin.
-Eh certo goditi la felicità altrui anzi mi correggo, goditi la felicità a spese di mia figlia- disse Snow.
-Come prego?- disse Regina guardandola e cercando di contenere il nervoso che le stava facendo salire.
-Hai sentito bene Regina. La tua felicità è costata la vita a Emma, non meriti nulla, ne il fuorilegge che ti gira dietro come n cagnolino, ne quel mostriciattolo che ti ritrovi a portare in grembo- le disse Snow guardandola con un sorrisetto compiaciuto per via del nervoso che le stava facendo salire. Quelle furono le parole che fecero scatenare Regina, la goccia che fece traboccare il vaso. Regina si alzò di scatto avvicinandosi a Mary Margaret per poi afferrarla per il collo e sbatterla al muro.
-Regina!- urlò David.
-Non osare mai più dire una cosa del genere hai capito?! Sei solo una bambina viziata! E per la cronaca tua figlia è viva e vegeta idiota! E…- urlò Regina innervosendosi ancora di più per poi mollare uno schiaffo sul viso di Mary Margaret talmente forte da lasciarle il segno sulla guancia.
-Non osare mai più dire una cosa contro il mio bambino o giuro che ti strappo il cuore- disse lei in preda al nervoso, Robin capì che doveva intervenire per farla calmare. Il fuorilegge separò le due donne portando Regina sulla sedia per poi inchinarsi davanti a lei.
-Ehi, calmati. Sai bene che non fa bene ne al bambino ne a te. Lasciala parlare è solo un’idiota a lo sai benissimo- sussurrò lui accarezzandole il viso mentre Leroy borbottava qualcosa fra se e se.
-E tu che hai da borbottare mostriciattolo- disse Regina cercando di calmarsi.
-Sono un nano- rispose Leroy a bassa voce.
-E’ lei che non vuole capire!- disse lei innervosendosi di nuovo.
-Regina calmati. Guardami- le disse Robin accarezzandole la mano mentre lei lo guardava negli occhi.
-Prima iniziamo e prima ti porto lontano da lei. Calmati amore- le sussurrò lui baciandola teneramente.
-Calmiamoci tutti- disse Charming fulminando su moglie con lo sguardo.
-Allora per prima cosa dobbiamo capire come riportare Emma qui a Storybrooke- disse Robin, per poi raccontare per filo e per segno cosa era successo a Regina il giorno prima.
-Allora è viva ma è intrappolata in un luogo infernale?- chiese Granny.
-Perché te e non me- disse Mary Margaret guardando la sua vecchia rivale.
-Perché tu sei troppo testarda e con te non si può ragionare- disse Regina senza pensarci due volte.
-Sappiamo che dobbiamo cercare Merlino per salvarla, lui è l’unico che può distruggere per sempre l’oscurio, qualche idea? Regina?- disse il principe.
-Se sapessi dove si trova credi che sarei qui a bere con voi?- rispose la donna.
-Non puoi provare a tornare da Emma?- chiese il pirata, ma lo sguardo di Regina si riempì della stessa paura che provò il giorno mio.
-E mettere a rischio il mio bambino? non ci penso proprio e poi se anche volessi non potrei non so nemmeno dove cavolo si trovi quel luogo infernale- concluse la donna mentre Henry si alzava per andare al centro del locale.
-Iniziamo a cercare Merlino se troviamo lui possiamo porre fine a questa storia il più velocemente possibile- disse il ragazzino per poi osservare sua madre.
-Perché non riscrivi il suo finale, sei il nuovo autore puoi farlo no? Beh allora prendi quella penna e fallo- ordinò Mary Margaret.
-Lui non farà niente del genere non hai imparato nulla dopo tutto quel casino, salveremo Emma ma in un altro modo- rispose Robin.
-Non c’è un altro modo- continuò Mary Margaret,Regina stava ricominciando ad innervosirsi che dovette prendere un lunghissimo Respiro prima di aprire la bocca.
-Tappati la bocca Snow, Henry non farà nulla che abbia a che fare con quel dannato libro chiusa discussione- concluse Regina cercando di mantenere la calma.
-E poi non potrei ho spezzato la penna prima che Emma diventasse oscura- aggiunse il ragazzo rivolgendo un sorriso a sua madre che ricambiò con il più dolce dei modi.
-Mm questa la chiameremo Operation…..- Henry iniziò a strofinarsi il mento e Regina non fece altro che sorridere alla vista del suo giovane ragazzo preso con la scelta del nome dell’operazione.
-Operation Save the Savior- disse Regina sperando che l’idea piacesse, ma tutti scoppiarono a ridere e lei non fece altro che assecondare quella risata.
-Ti piace prendere in giro, vero Regina?- le disse Mary Margaret alzandosi.
-Mary Margaret calmati ora, Regina stava solo sdrammatizzando- disse David, Snow si alzò e uscì dal locale sbattendo la porta lasciando tutti senza parole.
-Avrei dovuto ucciderla tanto tempo fa- esclamò Regina innervosendosi.
-Mamma!- la riprese il ragazzino afferrando la sua ciambella glassata al cioccolato, ne prese anche un’altra per lei e gliela porse.
-Tieni mamma avrai fame e la sorellina deve crescere- disse il ragazzino.
-Grazie tesoro- disse Regina alzandosi e uscendo insieme a Robin e Charming.
-Scusa Robin ma Mary Margaret è uscita fuori di se- disse Charming fermando Robin.
-Scusa amico, ma quindi che si fa?- chiese il pirata.
-Al negozio di Gold fra un ora iniziamo da li e Robin…- disse David per poi guardare Robin.
-Regina, si cercherò di tenerla a riposo- disse Robin per poi separarsi dai due che presero strade diverse dalla sua.
 
 
 
Non sapeva da quanto tempo fosse nascosta in quel piccolo buco nella pietra. Tutto era piombato nel silenzio quando Emma si ritrovò tutto ad un tratto davanti ad un albero di mele Rosse. Mele rosse, rosse come il sangue.
- Ma cosa - esclamò Emma.
- No maledizione - disse quando si accorse che la porta non c'era più, il suo respiro affannato per la paura, iniziò a camminare lungo questo sentiero, si guardava intorno, era tutto troppo calmo, camminava
camminava
e camminava fino a quando un rumore sospetto provenne dal un cespuglio
- Che cavolo era - disse girandosi in direzione del cespuglio, rimase immobile cercando di capire cose fosse stato quando, uno spettro sbucò fuori da dietro un albero cogliendola di sorpresa, inizio a succhiare via la sua anima, sarebbe morta sicuro, era li che sentiva le sue forze abbandonarla quando, quasi come se fosse comandata da qualcuno, sollevò la mano distruggendo quell'essere spettrale e tornando a respirare, rimase immobile con la bocca aperta, l'aveva disintegrato com'era possibile "non si può uccidere qualcosa che è già morto" penso, si rimise in piedi, non ebbe il tempo di riprendesi che fu circondata da altri esseri spettrali, iniziò a correre, quando senti di nuovo come se qualcuno la controllasse, si fermò si voltò e nel girò di pochi secondi tutti quegli esseri furono spazzati via, rimase immobile, lo sentiva, sentiva il potere scorrere nelle sue vene, quel potere che fino a due giorni prima apparteneva a Tremotino, sentiva di poter far tutto, che niente e nessuno l'avrebbe potuta fermare, provò a smaterializzarsi, svanì e riapparve mezzo metro più avanti, sorrise, le piaceva, le piaceva sentire quel potere dentro di se, si avvicinò a un albero dove colse una mela, la fissò e sorrise.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Scusate per il ritardo di questo capitolo.
chiediamo scusa xD ci vediamo al prossimo capitolo
EvilRegal-Lana Parrilla & EvilRegal"

 







-Belle hai trovato qualcosa?- chiese David sorseggiando il suo caffè, rendendosi perfettamente inutile nelle ricerche. Robin era alquanto strano, o per meglio dire il suo comportamento era strano, era da più di mezzora che guardava l’orologio nell’attesa che Regina lo chiamasse.
-Robin tutto bene?- chiese Belle notando il suo comportamento davvero strano. L’uomo non rispose, anzi continuava a guardare l’orologio. Regina era andata a controllare Zelena, e nonostante le proprie condizioni aveva la testa dura ed era andata dalla sorellastra verde quando Robin le aveva espressamente detto di no.
-Robin mi ascolto? Non sei tu. Ehi riprenditi!- ripete Belle avvicinandosi a lui.
-Le ho dato un’ora e lei non è ancora tornata e non mi ha nemmeno chiamato. Sono preoccupato- rispose lui.
-Ma di chi stai parlando?- chiese Belle.
-Regina è andata da Zelena e ancora non ho sue notizie, se quella strega perfida le ha fatto qualcosa, la uccido con le mie mani- rispose Robin.
-Ehi calmati!- disse David.
-Concordo con il principe- aggiunse il pirata che in quel momento sembra più la mascotte del gruppo.
-Poi ricorda che Regina sa badare a se stessa, quindi stai tranquillo- disse Belle continuando a cercare.
-Di lei mi fido, è della perfida strega che non mi fido!- aggiunse il ladro prima che la porta della biblioteca si aprisse per far entrare una Regina mezza scocciata.
-Scusate il ritardo- disse Regina.
-Regina ma che è successo!? Perché non mi hai chiamato?- chiese il ladro avvicinandosi a lei preoccupato, ma al tempo stesso un po’ tranquillizzato.
-Sto bene avevo il telefono scarico, questo coso che mi ha dato Swan non tiene la carica nemmeno per tre ore- rispose la donna.
-Robin ma che?- sussurrò appena la donna guardandolo, non lo aveva mai visto arrabbiato, soprattutto con lei.
-Non mi hai chiamato credevo che Zelena ti avesse fatto qualcosa, anzi che vi avesse fatto del male!- disse alzando un po’ la voce.
-Regina che facciamo?- chiese David interrompendo quella bellissima conversazione.
-Semplice, faremo un bellissimo viaggetto nella Foresta Incantata e cercheremo quell’essere barbuto. Belle procurati un fagiolo magico o qualsiasi cosa che possa aprire un portale per la foresta incantata- rispose sbuffando e irritata per essere stata interrotta mentre parlava con Robin.
-Milady non è un’ottima idea, il bambino ricordi?- disse Robin interrompendola.
-Robin sto bene, il bambino mi protegge stai tranquillo e poi per qualsiasi cosa ci sarai tu e Whaile- disse Regina con molta calma.
-Bene Uncino avverti tutti- disse David.
-Consideralo fato amico- rispose Hook uscendo dal locale. David osservava Regina da un bel pezzo e non faceva altro che notare il suo sguardo, uno sguardo che indicava qualcosa che non va.
-Regina tutto bene?- chiese David osservandole il braccio.
-Milady? Che hai qui?- chiese il ladro cercando di guardare il braccio mentre Regina lo copriva.
-Nulla un taglio non è niente di grave- rispose la donna.
-E’ stata Zelena vero?- chiese il suo ladro.
-Si ha cercato di attaccarmi ma sono riuscita a tenerla a bada, Robin sto bene sul serio- rispose lei.
-Regina noi andremo nella Foresta Incantata, tu rimarrai qui- disse David.
- - BASTA ADESSO HAI DIMENTICATO CHI SONO!  TU PRINCIPE O DOVREI DIRE PASTORELLO! POSSO FARE CIO CHE FACCIO SEMPRE VA BENE ORA PIANTATELA E MUOVETI O VUOI CHE TUA FIGLIA RESTI IMPRIGIONATA ALL'INFERNO PER L'ETERNITA - urlo lasciando i due senza parole.
 
 
 
-Eccolo Regina- disse Belle passandole un fagiolo magico, erano tutti pronti per la partenza verso la Foresta Incantata.
- Mamma ma ne abbiamo uno solo come torniamo? - disse il piccolo principe.
- Quando troveremo Merlino saprà come fare non temere Henry- rispose per poi alzare il braccio per lanciare il fagiolo ma venne interrotta di nuovo da Robin questa volta.
- Non credo sia una buona idea Milady e se questo mago non esistesse ? - disse
- Ha ragione Robin se fosse solo una leggenda e l'apprendista era solo un mago così - aggiunse Belle
- Ades....- Regina non fini la frase, il cielo iniziò a ingrigirsi, una nebbia fitta stava avvolgendo la città e i nostri eroi, tutti si guardavano in torno, Snow si strinse a David e Regina a Robin
- Dannazione che succede adesso! - esclamò il pirata mentre cercava di vedere oltre la fitta nebbia che gli aveva avvolti, rimasto fermi senza muoversi Henry si strinse a Regina e Robin.
- REGINA!! CHE STA SUCCEDENDO - urlò il principe, Regina non si mosse.
- CREDI CHE SE LO SAPESSI STAREI QUI FERMA A FISSARE QUESTA NUOVOLA DI NEBBIA - urlò in per dal panico, tutti si guardarono in torno, Regina si volto verso destra poi verso sinistra non vedeva nulla, per istinto si porto la mano sul ventre come per proteggere il suo bambino da qualunque cosa stava per attaccarli, non ebbe il tempo di guardare Robin che una figura le salto addosso.
-EMMA!!!- urlò Regina riconoscendola.

 

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