Login 'n Kill, versione seconda.

di Raeiki
(/viewuser.php?uid=769377)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seconda versione: Aggiornamento ***
Capitolo 2: *** La scelta di Michael ***
Capitolo 3: *** Ricercati ***
Capitolo 4: *** Addio ***
Capitolo 5: *** Scontro decisivo ***
Capitolo 6: *** Seconda nota del Creatore ***



Capitolo 1
*** Seconda versione: Aggiornamento ***


Pioveva. Albert odiava la pioggia, da sempre.
Ma quel giorno aveva bisogno di pensare, e decise di fare una camminata fuori, anche se pioveva. 
Gli erano successe parecchie cose. Innanzitutto dopo aver scoperto l'identità di Light, ovvero Edward Baine, aveva iniziato a farselo amico a scuola. Per lui non era semplicissimo, ma iniziò a parlargli ogni tanto, magari nella pausa pranzo. E il suo piano funzionò. Baine aveva molti più amici di Albert ed era decisamente più popolare, ma nonostante questo avevano molte cose in comune. Giocavano entrambi al computer per svariate ore del giorno, Albert iniziò a giocare agli stessi giochi di Edward e in poco tempo furono amici.
Durante questo periodo tuttavia non giocò a Login 'n Kill, salvo due o tre partite da solo giusto per fare un giro di ricognizione la sera, o per planare da un tetto all'altro. Adorava farlo, lo faceva sentire libero come nient'altro. 
Un altro fattore che lo tratteneva dal giocare era la polizia. Ogni tanto sentiva al telegiornale alcune notizie inerenti ad altre squadre che venivano sorprese a combattere, e quindi fermate dagli agenti. 
Alcune volte effettuò il login per nascondersi in un capanno degli attrezzi abbandonato nel bosco, poco lontano da casa sua, per allenarsi nel combattimento. Ne aveva bisogno, le abilità predefinite dell'avatar non sarebbero bastate per andare avanti in quel gioco. Gli serviva più addestramento, più forza. Doveva essere preparato a tutto.

Comunque, Albert camminava dritto, sotto la pioggia, con le auricolari nelle orecchie. La musica era altissima, il metal martellante nelle orecchie. Il metal gli dava una certa carica, quindi ascoltava principalmente quello. 
"Ti prego...basta...non ti ho fatto nulla... ti prego...". La persona giaceva per terra, pieno di lividi e ferite. Aveva provato a rubargli qualcosa dalla tasca. Albert se ne stava andando, contando di lasciarlo sotto la pioggia. Qualcuno lo avrebbe raccolto. "Aiuto...Aiuto! Qualcuno mi aiuti!". Albert si fermò, e si girò verso la sua vittima. Tremava. Perdeva molto sangue. Lo fissò da dietro gli occhiali neri, facendo oscillare il becco insanguinato dell'aquila d'argento contro la scarpa. Alzò il braccio, puntandolo con la pistola: "Non c'è bisogno di urlare, sto ascoltando la musica." Sparò un colpo nella fronte dell'uomo, che si accasciò a terra con un buco sanguinante in testa. Sentì avvicinarsi delle voci, che si trasformarono in urla. Spiegò le ali nere, e spiccò un salto altissimo grazie allo slancio. Arrivò in una stradina e uscì da Login 'n Kill, con tutta la calma del mondo.


Spalancò gli occhi, sentendo una voce rimbombante e poco chiara. Si strofinò le palpebre per qualche secondo, poi sua madre irruppe in camera sua: "Albert. E' come minimo la quarta volta che ti chiamo. E' pronta la cena, vedi di sbrigarti."
Albert si girò verso il monitor del computer, e spense Login 'n Kill. Sorrise, si passò una mano tra i capelli, pensando a quell'uomo di prima. Probabilmente avrebbe iniziato ad ascoltare la muscia mentre uccideva le persone, odiava le loro urla. Si stiracchiò, poi si alzò in piedi: "Arrivo, mamma."
Sarebbe stato un anno lungo e faticoso per lui. Ma forse ne sarebbe valsa la pena. Forse.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La scelta di Michael ***


"Me ne vado.". Tutti si voltarono verso Mich, sperando di aver capito male. "Ho deciso di andarmene dalla squadra. Esco dal progetto. Mi dissocio da tutto questo." Anthony ridacchiò, credendo si trattasse di uno scherzo. Ma vedendo Mich serio, si rabbuiò: "Mich, amico, non puoi andartene ora, siamo a metà strada!" Si avvicinò a lui, che era l'unico in piedi in mezzo al parco, mentre tutti gli altri erano seduti su una panchina. Michael lo fulminò con lo sguardo e gli spostò il braccio: "Lasciami. Lasciatemi tutti. Non... cioè, avete visto tutti cosa abbiamo...no, cosa AVETE fatto. Avete ucciso delle persone. E la polizia vi sta braccando tutti. Io non voglio più saperne." Crystal si alzò in piedi e gli si parò davanti. Era decisamente più bassa, ma era sempre meglio non essere contro di lei quando era arrabbiata. "Smettila di dire idiozie, scemo. Non fare cose avventate. Almeno pensaci." Mich chiuse gli occhi, come per pensare a cosa dire: "Credi che non sia una cosa premeditata? Era già da un po' che volevo andarmene. E ora lasciatemi, per favore." Crystal lo guardò ancora, poi si girò verso di noi. Sembrava volesse chiederci aiuto. Ma Mich se ne stava già andando. Albert rimase in silenzio. Era sempre stato amico di Mich, spesso collaboravano per hackerare dei siti più impegnativi. Ma adesso aveva paura che questa sua decisione potesse avere dei riscontri negativi nei confronti della squadra, o peggio, nei confronti di Mich stesso.
Quella sera Albert controllò gli aggiornamenti. Erano stati messi aggiornamenti nei poteri e nei vestiti per gli avatar, in più esisteva una nuova opzione: Base. Ma era apparentemente bloccata, perchè cliccandoci non succedeva nulla. Forse solo Mich poteva aprirla. 

Albert passò buona parte del sabato sera a cercare un nuovo hacker per la squadra, un degno sostituto di Mich. Trovato... o meglio, trovata. Si faceva chiamare Miku (il nome era anche simile a quello del vecchio hacker), nessuno sapeva il suo nome nè il suo preciso indirizzo. Si sapeva che era uno dei migliori hacker in giro, e Albert era già riuscito a contattarla più volte.
Si sarebbero visti il giorno dopo per parlare del sito, e infatti successe così. Si trovarono fuori nel viale vicino alla casa di Albert alle cinque del pomeriggio; Miku arrivò in moto a casa sua, scese e si tolse il casco.

Aveva i capelli lunghi e neri, gli occhi del medesimo colore. Guardava Albert quasi come per studiarlo, poi entrarono in casa. Gli faceva uno strano effetto avere un'hacker così importante così...vicino. 
"Allora, questo è il sito. Io e dei miei amici abbiamo una squadra, ma da poco se n'è andato il nostro hacker. Ci era utile perchè ci informava sulle postazioni delle squadre, e potevamo orientarci. Solo che ora che non c'è non ci è possibile accedere all'opzione crea base. Saresti disponibile come nuovo hacker della squadra?" Miku rise, e guardò Albert spostandosi i capelli che le corpivano gli occhi: "Io gioco già a Login 'n Kill, con il mio ragazzo. Non siamo in nessuna squadra, ci siamo aggiunti da poco. Mi va bene comunque." Sorrise, e Albert fece lo stesso. Miku era il nuovo hacker, solo che a differenza di Mich avrebbe partecipato alle partite insieme a loro. 

Il giorno seguente fecero una partita per provare la squadra aggiornata. Dark aveva cambiato leggermente il personaggio. Aveva aggiunto due orecchini neri e aveva allungato i capelli all'indietro. In più aveva cambiato l'impermeabile, ora aveva una giacca grigia con il colletto alto che copriva il volto fin sotto il naso e un cappuccio. Il personaggio di Miku era davvero tosto, come quello del suo ragazzo, Louis (nel gioco era noto come Xabb). Miku aveva una cinta di granate intorno alla vita, e due pistole. Dietro la schiena teneva uno zaino con un dispositivo di controllo remoto, praticamente un mini portatile su cui lavorare. Xabb era fatto apposta per proteggere Miku mentre sparava sui nemici o mentre lavorava sul mini computer; aveva un'armatura da Juggernaut, casco compreso, e la sua arma era una catena che finiva in una lama con cui teneva lontani i nemici. Erano una bella coppia a livello strategico. 

Si muovevano compatti, Death e Xabb davanti essendo i più spessi, e quindi fungevano da tank. Selen e J ai lati, Ocean  in mezzo copriva le spalle a Miku, e Dark stava sui tetti. Miku si fermò un secondo, indicando la via ai ragazzi. Trovarono un'altra squadra più avanti... si trattava della squadra Firebringers. Il loro capo era un personaggio strano. Indossava vestiti normalissimi e una maschera simile a quelle teatrali totalmente rossa, con dei fori per occhi naso e bocca. La sua arma era una lancia, anch'essa rossa.
Appena li vide, lanciò un'urlo, e il pavimento tremò. Tutti si guardavano intorno senza capire cosa stesse succedendo, poi videro Golem. Golem era un membro dei Firebringers che indossava una gigantesca armatura mecha. Un robot di quattro metri si avvicinava al loro team, e la formazione si sparpagliò. Il tizio con il giavellotto si fece avanti correndo, seguito dai suoi compagni. Secondo le schede della squadra, lui era Pax. Il vice della squadra era Mars, che come arma aveva un fioretto da scherma, ed era seguito da Caesar, che aveva come arma due daghe; Squib era un ragazzino molto più piccolo rispetto agli altri, e aveva ogni tipo di esplosivo addosso. Aabra, l'ultimo membro della squadra, aveva delle bombe fumogene e un'asta d'acciaio per difendersi ed era l'hacker del team. L'obbiettivo erano lui e Pax. Miku girava esclusivamente dietro Xabb, che faceva roteare la catena per non far avvicinare gli avversari. Dark si planò dal tetto atterrando su Golem, e iniziando a colpire il mecha ripetutamente sulla testa. Dopo cinque o sei colpi il mecha afferrò Dark e lo scaraventò a terra con violenza. Stava per calpestarlo, quando Death bloccò il braccio con la falce tagliandolo via. Si girò verso Dark con il solito sorriso da ebete, e gli tese la mano. I due in pochi minuti abbatterono il Golem, uccidendo il suo comandante. Se ne stavano andando, quando sentirono un ticchettìo veloce dietro di loro; non ebbero il tempo di girarsi che si ritrovarono per terra in seguito a un'esplosione. Squib ridacchiava e continuava a laciargli petardi e mini bombe, quando il suo petto fu trapassato da Selen, che si materializzò dietro di lui. La risata gli si smorzò in gola, e crollò esanime. Dark fece un segno a Selen per ringraziarla, e si avviarono verso Pax. Arrivarono tardi, perchè il leader dei Firebringers aveva già ordinato la ritirata.

I Firebringers non erano sconfitti, ma avevano ricevuto comunque un duro colpo. Ancora un round e sarebbero stati eliminati. Però dando un'occhiata alla classifica Miku fece notare che i Firebringers non esistevano più. Erano stati sbaragliati dai Creeps quello stesso pomeriggio, appena dopo la ritirata.
Albert sbattè un pugno sulla scrivania, infuriato. Di nuovo i Creeps li avevano umiliati sconfiggendo una squadra sotto il loro naso. Improvvisamente si ricordò di Edward.
Doveva passare all'azione e ucciderlo, o i Creeps avrebbero distrutto anche le ultime due squadre restanti. Intanto Crystal, Miku e Jane stavano dando inizio ai progetti per la base del team Selen. 

Una settimana dopo, Dark provò a cliccare sull'opzione Base. Questa volta si aprì, teletrasportandolo non in città, ma nella base Selen. Dark vide intorno a sè un campo sconfinato, con un sentiero che portava fino a un castello. Per qualche secondo, però vide un glitch grafico davanti ai suoi occhi. Il castello, che sembrava una grande roccaforte medievale, bruciò davanti ai suoi occhi. Le grandi porte che congiungevano le mura crollavano, tutto era in fiamme e una figura sinistra aleggiava sul castello: due grandi con le iridi bianche e le pupille simili a quelle dei serpenti, aleggiavano in mezzo al cielo, e poi il gioco gli materializzò davanti la scritta "Inchinati davanti al tuo Dio", prima di crashare. Appena riaccese Login 'n Kill e rientrò nella base, il glitch grafico non si fece rivedere. Arrivato alla rocca trovò Selen e i suoi compagni intorno a un grande tavolo, seduti, insieme a un altro avatar che aveva già visto. Greed, il ragazzo armato di taser nella squadra Creeps.

Greed si girò verso di lui, con uno sguardo che aveva qualcosa di triste, e gli disse: "So che non mi vuoi qui. Ma ho già parlato con Selen, e... beh, ecco, ora sono nel vostro team anche io. Light mi ha cacciato." Dark interrogò Greed sull'accaduto, e lui rispose quasi a fatica: "Avevamo appena ucciso i Firebringer, e l'ho ripreso sul suo modo di fare. Non era leale, era davvero da bastardi. Lui ha borbottato qualcosa, poi di colpo è scattato in avanti e mi ha fatto una ferita abbastanza profonda sul petto con quelle cesoie del cavolo. Mi ha lasciato lì, in mezzo alla strada, sanguinante. Fortuna che avevo il telefono e sono riuscito a disconnettermi in tempo. Probabilmente pensa che io sia morto." Dark lo guardò, e per un attimo gli sembrò di potersi fidare: "Con noi sei al sicuro. In più... conosco la vera identità di Light. Ora, non mi importa se sei un traditore o meno..." si avvicinò a lui abbassandosi gli occhiali "...ma io ucciderò Light. Diglielo se vuoi, magari inizia a scavarsi la tomba senza darmi troppa fatica. Ma ti basti sapere questo. I Creeps non esisteranno più, e Light sarà il primo di loro a morire." Greed sostenne lo sguardo, senza sembrare timoroso. "Allora spero che le tue non siano parole dette a caso. Ti prego, se credi davvero in ciò che dici... allora uccidi Light, e fallo in fretta; sta progettando di uccidere voi." 
Dark stava per replicare qualcosa, quando Ocean entrò in fretta spalancando il portone del salone centrale e ansimando: "Ragazzi, dobbiamo uscire. Adesso. Mich sta facendo un casino."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ricercati ***


Ocean aveva ragione. Mich aveva fornito gli identikit degli avatar dei vari team alla polizia, senza rivelarne la vera identità. Cosa sperava di ottenere con questo? Idiota, stava rovinando tutto.
 Albert sbattè un pugno sulla scrivania quando vide sullo schermo della sua TV le immagini di Dark e del resto del team. C'erano anche Light e alcuni membri dei Creeps. Albert pensò di fare una partita da solo, per sfogarsi.
Entrò nel gioco, si alzò il cappuccio e infilò la mano con la pistola in tasca. Cercò di non farsi vedere in faccia, visto che era stato fornito un suo identikit ed era diventato famigerato. Continuava a camminare, quando arrivò in una via meno abitata rispetto alle altre. C'erano dei ragazzini, sembravano più piccoli di lui, e urlarono con tono canzonatorio: "Oh guarda, c'è un tipo incappucciato, non è che sei uno di quelli della TV? Ahahah!". Si avvicinarono e iniziarono a seguirlo cercando di guardare sotto il cappuccio e ridacchiando, quando Dark si fermò di scatto e colpì uno di loro in piena faccia con il bastone. Gli altri si avventarono su di lui, e lui spiegò le ali. I ragazzi vennero sbalzati indietro, e Dark sparò a uno di loro in testa. Mentre caricava il secondo proiettile, gli altri scapparono. Il killer si lanciò all'inseguimento, e appena fu carico un proiettile sparò nelle gambe di uno di loro. Gli altri continuarono a correre, ma a Dark non importava. Il tizio strisciava aiutandosi con le braccia cercando di sfuggire al suo aggressore, ma Dark gli assestò una bastonata sulla schiena, gettandolo di nuovo a terra. Il colpo fu seguito da altri, e da un ultimo alla testa, che uccise la vittima. 
Dopodichè Albert uscì dalla partita, e si mise tranquillamente a dormire, come se non fosse successo nulla. Si stava adattando alla sua nuova vita, e non gli dispiaceva per niente.

"Abbiamo altre richieste". La voce di Crystal riscosse Albert dal torpore mattutino sul bus per la scuola: "Che richieste?" "Per unirsi alla squadra, sveglia." "...altra gente? Ma non siamo già abbastanza?" "Senti, vuoi vincere si o no?" Quella frase fece pensare Albert. Si, voleva vincere, ma così sarebbe stato...troppo facile? No, non gli interessava. "Si, voglio vincere. E comunque venerdì ucciderò Baine." "Perchè non oggi o domani?" "Ha allenamento di Football. Quindi approfitterò dell'unico giorno libero che ha per ucciderlo." "Non lo so, non fare cose avventate." "Tranquilla, lasciami fare." Crystal lo squadrò con l'aria poco convinta. "Mh. Oggi pomeriggio fatti trovare libero, incontreremo i nuovi alleati." "Va bene."

E così, dopo la scuola, Albert si fiondò sul computer. I suoi genitori non lo avrebbero stressato per un po', usava la scusa del "progetto di Inglese". Si ritrovarono tutti nel Castello Selen: Dark era incredulo. C'era tutto il team Selen e Greed (che tra l'altro teneva per mano J. Si era perso qualcosa?), e l'intero team dei Goth Nemesis. Il loro capo, il dottor Iggs, si fece avanti per stringere la mano a Dark. Iggs era un tipo alto, robusto e un po' sgangherato. Inutile dire che indossava un camice da dottore grigio, una mascherina dello stesso colore, e una cintura di bisturi. Portava degli occhiali da vista sporchi e aveva i capelli neri spettinati. Teneva fisso lo sguardo su Dark, senza un apparente motivo.
C'erano altre cinque persone: Kenji, capelli bianchi antigravitazionali, metà faccia coperta da una maschera che ricordava quella di Jason Voorhees, una giacca nera e dei pantaloni dello stesso colore, teneva due pesanti sciabole incrociate dietro la schiena; Roger, che sembrava il più grande del gruppo, era vestito come un cavaliere medievale, con un elmo, armatura, gambali e guanti, teneva un'ascia bipenne appoggiata al terreno; Enea, che nonostante il nome era una ragazza, indossava un completo nero con placche in kevlar, tipo agente speciale, un casco nero e una balestra. L'ultima, Haru, era vestita come la classica Yandere giapponese: divisa scolastica, i capelli di un verde misto al blu, in parole povere lo stesso colore dei capelli di Dark un po' più chiari, e una mannaia in mano. 

Iggs iniziò a parlare: "Il nostro obbiettivo è chiaro. Vogliamo i Creeps fuori da questa gara. Perchè allearci a voi? Evitiamo una carneficina, uccidiamo i Creeps che sono il nostro nemico comune e viviamo felici nel regno virtuale. Semplice.". Selen ascoltò tutto, poi pensò un attimo e gli rispose: "Dimentichi i Bunny Killers. Saranno gli ultimi nella classifica, ma sono sempre una squadra." Iggs sorrise sotto la maschera: "Li abbiamo già annessi parzialmente. Il resto del team si è ritirato." "Capisco. Perchè non sono venuti?" "Dovevano discutere con l'ex capo. Ex perchè si è rifiutata di collaborare, e si è ritirata." Death ridacchiò: "Perfetto! Allora dobbiamo solo trovare i Creeps e sfidarli tutti insieme! Tanto a Light ci pensa Dark. Vero?" Tutti si voltarono verso Dark, e lui si sentì un po' a disagio. Non era abituato ad avere un ruolo... importante, quindi non sapeva come reagire. "...si, me ne occuperò io. Tranquilli." 

Venerdì pomeriggio Albert stava accompagnando Edward a casa, appena usciti da scuola. Quando arrivarono davanti all'uscio, Albert disse a Edward: "Ed, io torno a casa. Ci vediamo domani in giornata?" Edward lo fissò, sembrava esitante. "Si, ok. A domani, Al." Albert aspettò che Edward entrasse dentro casa, poi chiamò Miku: "Miku, ascolta. Sono davanti a casa di Light. Devi spawnarmi in Byron Street, numero 7." Miku obbedì, e pochi secondi dopo Dark si trovò davanti al corpo di Albert. La cosa gli fece uno strano effetto, ma non gli importava molto. Portò il corpo di Albert dietro la casa, così nessuno lo avrebbe visto. Il killer si avvicinò alla porta e le diede un calcio, sfondandola. Entrò dentro puntando la pistola davanti a sè, ma non fece in tempo ad avere una visione periferica della stanza che si trovò due cesoie puntate alla gola, e una voce metallica che diceva: "Prevedibile. Fin troppo." Light lo aveva scoperto. Ma come? "Una persona sconosciuta che è nota per odiare quelli come me non fa improvvisamente amicizia con te, senza contare che la sera prima mi hai visto in faccia. Era un bel piano, Dark, ma non ha retto più di tanto. Mi dispiace. Ma posso concederti una cosa." Dark stava bruciando dalla rabbia, ma le cesoie puntate al collo alleviavano la sua furia. "Che cosa?" "Una rivincita. Tra una settimana, nel parcheggio centrale della città. Di notte. Ci troveremo lì, e ci scontreremo. Questa volta però uno dei due morirà." Dark aspettò prima di rispondere. Si sarebbe dovuto fidare? Non lo sapeva, ma la sua risposta fu positiva: "Accetto. Tra una settimana, parcheggio centrale. Non mancherò." Light rise, e sparì. A quanto pare si era disconnesso. Dark si disconnesse a sua volta, e tornò a casa. 

"Non lo hai ucciso." Selen aveva la voce più stanca che arrabbiata, a quanto pare la spiegazione di Albert non era piaciuta a lei e nemmeno al resto del team. Iggs appoggiò Selen: "In effetti ha ragione, questa decisione non ha risolto nulla." Dark fissò tutti, e ribattè: "Per ora. Aspettate una settimana, e risolverò tutto." "Lo avevi già detto. Dark, dobbiamo fidarci?" Dark aveva di nuovo tutti gli occhi addosso. Infuriato per la sfiducia dei suoi compagni, si alzò dal tavolo della sala del trono e se ne andò dal castello. Prima di andarsene fece caso a delle nuove persone, che prima non aveva notato: PizzaJoe, della squadra dei Creeps, si era unito a loro. Insieme a lui c'erano due ragazzini che sembravano stare insieme, Chris e Gegg. Gegg aveva un bo da combattimento in ferro, e Chris due spade che assomigliavano a katane. Dark non gli diede molto peso, e si disconnesse. Si prese un attimo per ragionare, e decise che la scelta migliore era aspettare e vedere come si sarebbero evolute le cose. Nei giorni seguenti fece molte partite da solo, dove uccise molti passanti tra cui ragazzini, uomini, vecchi. Li uccise un po' per sfogare la rabbia, un po' per sadismo. Quel gioco lo stava cambiando in peggio, ma lui sembrava non accorgersene.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Addio ***


Il giorno dello scontro finale con Light si avvicinava, ma non era l'unica cosa di cui si doveva preoccupare il team Selen. La polizia era sulle loro tracce, Mich era una mina vagante, avrebbe potuto smascherarli tutti all'istante, e i Creeps raccoglievano membri a una velocità preoccupante. Come se non bastasse, Dark sembrava non voler collaborare con loro, tendeva a fare tutto di testa sua. Ma a lui non importava, lui sapeva che avrebbe vinto quella guerra e sapeva che il regno sarebbe stato suo. Era solo questione di tempo. 

"Tutto il team Selen è richiesto al Castello." Il messaggio in centro alla pagina di Login 'n Kill lasciò sorpreso Albert. Altra gente? Non erano ancora finite le richieste? No, non era ciò di cui si trattava. Selen aveva un'aria preoccupata. "I Creeps ci hanno sfidati. Oggi." Le sfide tra team, a quel punto, consistevano in invasioni alle basi nemiche, che sarebbero andate al vincitore. Questo significava che i Creeps avrebbero invaso quello stesso giorno il Castello. Dark non sapeva se esserne felice o no: e se Light fosse morto quel giorno? Tutto il lavoro di Dark sarebbe stato reso vano, e in fondo sperava di poterlo uccidere con le sue mani, in uno scontro tra loro due soli. Ma a quanto pareva, o Light era fermamente convinto di sconfiggere definitivamente i Selen, o sperava di uccidere Dark in quell'occasione, senza dover arrivare direttamente alla settimana successiva. 

I Creeps arrivarono nel tardo pomeriggio. Erano cresciuti di numero, c'erano moltissimi killer. Carne da macello, pensò Dark; buona parte (se non tutta) la prima linea sarebbe stata massacrata da tutte le armi da fuoco prima di arrivare alla base. Guardando meglio, la prima fila di nemici era costituita da... Light. O meglio, cloni di Light. Il loro hacker era riuscito a copiare nel sistema sessanta cloni di Light, tutti uguali all'originale. Era rischiosissimo, avrebbe rischiato di causare un crash nel sistema, secondo Miku. Tutti coloro che avevano armi da fuoco si schierarono in fila, le armi puntate verso gli avversari. Uno dei Light, presumibilmente il capo, fece un segnale e l'esercito avanzò. Selen, appena vide i nemici muoversi, ordinò: "Fuoco! Ora!" Si sentiva solo il rimbombo delle armi da fuoco che sparavano insieme: pistole, balestre, Miku lanciò le sue granate. Come immaginato da Dark, quasi tutta la prima fila fu abbattuta prima di raggiungere gli schieramenti dei Selen, e fu sostituita da un'altra fila di cloni. Continuarono a fare fuoco sui nemici, finchè non furono troppo vicini. La prima linea dei Selen corse in avanti. Death, Xabb e Roger, che erano i più grossi e resistenti, si gettarono in avanti. Miku stava sulle spalle di Xabb, sparando a vista a tutti i nemici, Death roteava la falce talmente veloce che quasi non si riusciva a vedere, Roger mieteva vittime con l'ascia. Dark atterrò in mezzo planando, colpendo tutti i cloni sperando di trovare quello vero. Erano tantissimi. Selen spariva e riappariva a intervalli, senza essere mai colpita, J e Greed combattevano insieme, lui li shockava con il taser e lei li decapitava; era lo stesso con Gegg e Chris, che insieme erano una macchina da guerra. Kenji era velocissimo, e cercava di coprire le spalle ad Haru. I nemici che non uccideva Kenji venivano ammazzati da Iggs, che gli scagliava contro i suoi bisturi. Enea ne abbatteva a decine con la balestra, e quelli che si avvicinavano troppo venivano accoltellati. Ocean ne colpiva in testa quanti più ne poteva con la vanga, aiutato ogni tanto da un colpo a distanza dalla catena di Xabb. L'intero team Selen era davvero devastante, e davano parecchio filo da torcere ai Creeps. Rimasero parecchio tempo a combattere, quando a un certo punto la persona da cui nessuno si era aspettato niente di speciale cambiò le sorti della battaglia: Death. Venne sovrastato da sette cloni, che lo stavano pestando, quando esplose, letteralmente. Urlava con una voce che di umano aveva poco, la sua pelle fumava e i suoi occhi erano di un bianco luminescente. Scattò verso il cuore del team avversario mietendo qualsiasi cosa si trovava sulla sua strada, sotto lo sguardo incredulo dei Selen. Quando arrivò al fondo balzò in avanti, ma fu bruscamente bloccato da una specie di titano. Aveva un casco d'acciaio con due fori da cui si scorgevano due occhi gialli fiammeggianti, e sui lati c'erano incisi un 6 e un 1. Skydrops guardò Death stritolato dal gigante: "Signor Death, hai appena avuto il piacere di conoscere il mio progetto, il sessantunesimo clone. Ma puoi chiamarlo 61." 61 ruggì da dietro l'elmo, scagliando Death indietro verso i suoi alleati. Light fermò l'avanzata, urlando ai suoi avversari: "Ci ritiriamo, per adesso. Ah, Dark" Tutti si voltarono verso di lui. Stava diventando una cosa abituale ormai... "Ci vediamo la settimana prossima." 

Albert si sentiva galvanizzato da quella che poteva sembrare una piccola vittoria, ma per lui era una grande conquista sulla sua odiata nemesi. A quanto pare era lo stesso anche per i suoi compagni, infatti quella sera si trovarono al Castello per festeggiare. Per guastare la festa, Miku urlò: "Non posso crederci, venite a vedere!" Tutti si avvicinarono a lei, e il terrore si dipinse sulle loro facce. Bisogna sapere che Miku era riuscita ad hackerare il computer di Mich, e riusciva a controllarlo. Ed era un grosso vantaggio, considerando che in quel preciso istante Mich aveva mandato una mail al capo della polizia dove diceva "Posso inviarle delle schede dettagliate dei killer con le prove della loro colpevolezza questa sera.", seguita da un'approvazione del capitano Stevens in persona. Mich li stava definitivamente consegnando nelle mani della polizia, e questo aveva una gravità enorme. Dark era fuori di sè dalla rabbia: tutto il suo lavoro distrutto da quell'idiota di Mich. No. Non sarebbe finita così. Miku cercò di annullare la mail, ma le crashò il computer: Mich l'aveva scoperta, e aveva installato delle protezioni per cui Miku non poteva interagire con il suo sistema. Quest'ultima promise di sbrigarsi a rientrare nel pc dell'hacker, ma Dark non aveva tempo da perdere, ed era troppo rischioso. Senza farsi notare si disconnesse, uscì di casa con la scusa che andava da un suo amico e corse a casa di Miku, non troppo lontana dalla sua. Viveva da sola, quindi i suoi genitori non sarebbero stati un problema. Sfondò una finestra ed entrò in casa, salendo al piano di sopra. Trovò Miku senza sensi sulla sedia davanti al computer, che era fermo sulla pagina di Login 'n Kill. Dark smanettò tra le impostazioni del sito dall'account di Miku fino a riuscire a impostare come punto di spawn il condominio dove viveva Mich. Dopodichè si connesse dal telefono, e si ritrovò sul marciapiede davanti al palazzo. Era il momento di agire. 

Senza importarsi di essere visto si tirò su il cappuccio e spiegò le ali, facendo un salto altissimo verso il secondo piano. Mich viveva al quarto, quindi doveva solo saltare da un balcone all'altro con le ali. 
Una volta arrivato al quarto piano, irruppe nell'appartamento dalla finestra. Non era l'appartamento di Mich, si ricordò solo in quel momento che era al lato opposto. Non avendo tempo di fare tutto il giro, uccise i presenti e sparò alla porta, aprendola. La rabbia stava prendendo il sopravvento sulle sue azioni, che erano dettate ormai dall'odio accecante. Percorse il corridoio, ricaricando la pistola. Buttò giù la porta e vide davanti a sè, al centro del salotto, Mich che lo guardava come se fosse un fantasma: "A-Albert?" Dark sparò un proiettile contro il computer distruggendo il monitor, e Mich urlò. Il killer si avvicinò tempestosamente, carico di adrenalina, buttò a terra il portatile rotto e colpì Mich in piena faccia con il becco in ferro dell'aquila, gettandolo a terra. I genitori della vittima uscirono dalle loro stanze urlando, ma Dark uccise entrambi, sparando a lei e colpendo in testa lui, uccidendolo sul colpo. Mich rantolava, e Dark lo colpì con violenza inaudita, ripetutamente, fino fargli un buco sulla schiena. Sanguinava molto, ma prese un vaso e lo lanciò contro Dark. Si alzò a fatica e scappò verso la porta, per uscire a chiamare aiuto. L'assassino si voltò e gli sparò a una gamba, atterrandolo. Lo prese e lo trascinò verso la finestra, deciso a finirla in fretta, poichè sentiva delle voci e dei passi avvicinarsi. Mich provò a formulare una frase, mentre lacrimava: "Albert... t-ti prego... siamo amici..." "Un amico ti consegna alla polizia? Eh?" "L'ho fatto per te... stai prendendo la strada sbagliata... il... il gioco... il gioco ti sta manipolando... ti prego, pensa... ti prego..." "SMETTILA DI PREGARMI, VERME!" Dark buttò con potenza Mich contro la finestra, rompendola, e lo trascinò in balcone, sporgendolo nel vuoto. Mich piangeva, e provò di nuovo a formulare una frase, ma Dark lo fermò: "Hai scelto la parte sbagliata, Michael. Hai provato a togliermi la gloria, ma hai fallito, e ti tolgo la vita. Occhio per occhio, Michael." Dark spinse Mich giù dal balcone, guardando il suo vecchio amico cadere urlante, per poi schiantarsi in mezzo alla strada. Sentì delle urla, si tirò su il cappuccio e si buttò dal tetto, aprendo le ali per planare. Una volta atterrato lontano da lì sentì delle sirene della polizia arrivare, ma ormai non gli importava. Aveva fatto ciò che andava fatto, aveva un problema in meno. Ora mancava solo un ostacolo, ma in una settimana si sarebbe occupato anche di quello.

Ma non sarebbe stato così facile. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Scontro decisivo ***


"Che vuol dire che sono fuori?" Dark si trovava in una situazione tanto scomoda quanto fatale per i suoi piani. "Vuol dire vattene. Hai fatto troppi casini. Stai facendo tutto di testa tua. Sei troppo... pericoloso, ecco. Non puoi rimanere." Selen era serissima, quindi Dark escluse la possibilità di uno scherzo. Non voleva crederci. Rimase per qualche secondo senza dire nulla, e rimase per l'ultima volta sotto lo sguardo del team, che era un misto di delusione e tristezza. Dark si voltò e si avvicinò verso l'uscita. Prima di andarsene, si voltò verso il team Selen, squadrandoli tutti per poi posare lo sguardo sul capo della squadra: "Non mi darò pace finchè non vi avrò massacrati. Tutti." Si girò di nuovo e si disconnesse.

Non si connesse a Login 'n Kill per tutta la settimana. Si dedicò alla scuola, parlò con i suoi genitori, per una settimana condusse la vita che aveva parzialmente abbandonato. Si mostrava impassibile, anche se dentro era quasi più infuriato di prima. In più era scosso emotivamente per il fatto di aver ucciso quello che era il suo migliore amico. Ma la rabbia aveva guidato le sue azioni, e la sensazione di preoccupazione di Albert non arrivava mai a diventare rimorso. Non era pentito di ciò che aveva fatto. Però ad aggravare la sua costante ansia non solo c'era l'avvicinamento del duello con Light, ma anche il fatto che per eliminare un nemico se n'era creati tanti altri. Adesso aveva un team intero da debellare, ma non l'avrebbe fatto da solo. 
Due giorni prima della sfida decise di fare una partita, e si connesse in una delle solite zone isolate della città. Cercava l'ennesimo idiota o il ladruncolo di strada da fare fuori, ma trovò qualcos'altro; sentì un rumore, come due oggetti di ferro che cozzano con violenza tra loro, seguiti da delle voci: "Ma porc-" "Devi sempre fare tutto questo casino?" "Shhhh! Zitte!". Dark si avviò accigliato verso quel vicolo, pistola puntata in avanti, quando sbucarono tre ragazze davanti a lui, probabilmente giocatrici. Istantaneamente, Dark si ritrovò con puntati addosso un arco compound nero, una scure vichinga con la lama scheggiata e due fucili d'assalto terminanti in una baionetta. Il killer puntava la pistola contro la testa dell'arciera, che stava nel mezzo. Indossava una tuta nera con placche in kevlar, simile a quella da agente speciale di Enea, aveva dei lunghi capelli neri e blu raccolti in una coda, e degli occhi di un verde perforante. Studiando le altre due, notò che una era vestita come una Valchiria, le classiche dee della guerra vichinghe, e in una mano teneva un pesante scudo. L'ultima, che sembrava la più piccola, aveva i capelli corti e due grandi occhi color nocciola, ed era vestita come le ragazzine ribelli, giacchetta in jeans senza maniche, pantaloni verdi ridotti piuttosto male e anfibi neri. Portava due grossi occhiali Steampunk sulla testa. La domanda sorse spontanea a Dark: "Siete giocatrici?" Quella centrale rispose: "Si, ma non siamo in nessun team. Giochiamo per conto nostro. Ora zitto o ti facciamo fuori." Dark ridacchiò: "Fino a prova contraria tu hai una pistola puntata alla fronte, e non so quanto valga la tua vita, ma non sono sicuro che le tue amiche lì vogliano una morta nell'allegro trio." La ragazza stette in silenzio, poi abbassò l'arma e le altre fecero lo stesso. "Non sembri una minaccia, ci avresti già uccise probabilmente. Sono Juliet. La Valchiria è Katrine e lei è Majora." "Come Majora's Mask? Conosco una persona con cui andresti d'accordo..." Dark sorrise, ma la ragazzina non fece lo stesso. Juliet squadrò il ragazzo, poi confabulò per un attimo con le sue compagne, per poi giungere a una conclusione: "Ora ci dileguiamo, torniamo allo stato di fantasmi. Tu non ci hai mai viste e noi non abbiamo mai visto te, bla bla, ci vediamo. Forse." Fecero per andarsene quando Dark la fermò: "Aspetta. Non ho più un team, e ho bisogno di aiuto per vincere. Non batterò i Selen da solo.". Juliet non sembrava interessata, ma quando sentì quel nome si illuminò. "Beh, da quando siamo entrate qui, abbiamo sempre odiato sia i Selen che i Creeps. Indifferenza totale verso gli altri team, ma quei due non li reggevamo, e non li reggiamo neanche adesso. Com'è che non sei più con loro?". Dark fece per chiedere come lo sapeva, ma si rispose da solo. Se conoscevano così tante cose sui team come potevano non aver visto almeno una volta i membri. "Al capo non piacciono i miei modi di fare. Mi ha sbattuto fuori." Juliet soffocò una risatina, poi gli disse: "Va bene, Dark Mind, proveremo ad aiutarti nel tuo intento. Ma sarà difficile, sono in tanti." "Il mio obbiettivo è il capo, agli altri posso pensarci più avanti. Per adesso però ho un impegno.". Si girò e se ne andò, quando la voce di Juliet lo chiamò: "Che cosa?" "Uccidere il capo dei Creeps. Ci ritroviamo qui domani per parlarne." Juliet guardò quello strano tipo andarsene. Non sapeva cosa pensare, e non sapeva se buttarsi in quel folle piano. Ma c'era qualcosa in Dark che la trascinava al suo seguito. Si girò verso le sue amiche, che la stavano guardando con un'espressione strana. "Che c'è? Non pensate male, non mi interessa di quello. Aiutiamolo a sconfiggere i Selen e spariamo."

L'indomani come promesso Juliet si fece trovare nello stesso posto del giorno prima, da sola. Lei e Dark si scambiarono i numeri di telefono così da potersi tenere in contatto. "Allora. Se non siete in nessun team, perchè vi siete iscritte al gioco?" Juliet sembrò afflitta da quella domanda, ma rispose comunque: "Io e Katrine siamo sorelle, Majora è un'amica di famiglia. Nostro padre è morto, ucciso da dei criminali con cui aveva dei debiti. Il padre di Majora lo conosceva bene, per questo sua figlia ci è rimasta così male. Ci ha aiutate a trovare i suoi assassini e li abbiamo uccisi. Tutti. Da quel momento non siamo più tornate a casa, girovaghiamo senza un motivo, senza farci vedere." Dark fu scosso da quella risposta: "Mi... mi dispiace, non volevo farti ricordare..." "Non fa niente, non potevi saperlo. Tranquillo. Adesso dimmi, come pensi di uccidere Light? Ha l'aria di essere uno che sa il fatto suo." "Mi ha sfidato a un duello alla pari. Stasera, al parcheggio centrale." Fece una pausa, guardando il cielo: "...e sembra che ci sarà un brutto tempo.". Juliet lo guardò a lungo. Cosa le aveva fatto quel ragazzo? Tenne lo sguardo fisso, finchè non incrociò il suo, attraverso gli occhiali da sole; in quel momento si girò, imbarazzata: "Cerca... di non morire.". Dark alzò un sopracciglio: "...oh. Ehm... si, ci proverò, promesso.". Lei si voltò, e gli sorrise. Dark sentì qualcosa dentro al suo cuore che non sentiva più da tanto tempo. Gli... piaceva quella ragazza? L'aveva appena conosciuta, eppure gli sembrava di conoscerla da una vita, ed era così bella... Smise di pensarci per un attimo. 

Si stava facendo tardi, così le chiese: "Ti fidi abbastanza di me?" "Ehm... dipende, per cosa?". Dark l'abbracciò, spiegò le ali e le disse: "Tieniti." Spiccò un salto, accompagnato dalle urla di Juliet. La portò su un tetto non troppo alto, ma con una vista sul centro della città illuminato. Era bellissimo. Juliet si sedette vicino a lui, con le gambe che pendevano dal tetto: "E' fantastico qui... davvero, grazie!". Dark sorrise, e lei fece lo stesso. Si sentivano entrambi felici, dopo tanto tempo passato a odiare. Si guardarono per un attimo, e i loro visi si avvicinarono piano. Furono bruscamente interrotti da un tuono, e Juliet sobbalzò: "Sta arrivando un temporale, meglio andare. Mi accompagni al rifugio?" "Certo.". L'accompagnò planando da un edificio all'altro fino al rifugio, un capannone abbandonato dove viveva con le sue compagne. Una volta arrivati, prima di entrare, Juliet si voltò verso Dark: "Stasera voglio esserci." "Assolutamente no, è pericoloso, e non potresti aiutarmi. Non sarebbe uno scontro alla pari, e mi ferirebbe nell'orgoglio." "...allora non ti aiuterò, ma voglio essere presente. Ti prego.". Dark era spaventato dall'idea, ma accettò. Juliet lo ringraziò, ed entrò nel capannone salutandolo. 

La sera arrivò presto. Quando Dark arrivò Light era già li che lo aspettava: "Ehilà. Ci hai messo un po'." "Già. Finiamo in fretta, se possibile.". Juliet si era appostata dietro una macchina, pronta a togliersi in caso di emergenza. 
La battaglia iniziò contemporaneamente con la pioggia. Dopo pochi minuti pioveva a dirotto, e questo metteva in difficoltà la vista di Dark che buttò via gli occhiali da sole. Scattò avanti, fingendo di colpire dall'alto e portando in quella direzione la guardia di Light, ma all'ultimo secondo cambiò tirandogli un calcio nello stomaco. Light fu preso alla sprovvista e arretrò, iniziando a roteare le lame. Iniziò a bersagliare Dark senza risultato, poichè il suo avversario parava quasi tutti gli attacchi con il bastone. Dark aspettò il momento giusto e incastrò una lama di Light nel bracciale pistola, tirandolo indietro e colpendo il nemico con una ginocchiata allo sterno. Light cadde a terra, nell'acqua. La pioggia rimbalzava sulla maschera, producendo un rumore tintinnante. Light si rialzò, infuriato; sembrava essere sempre più veloce a ogni colpo ricevuto. Finalmente fu il turno del capo dei Creeps a colpire Dark, causandogli una ferita sul petto. Dark colpì in piena faccia Light con un pugno, dolorante a causa della maschera, per poi colpire a bastonate le gambe dell'avversario. Light si rialzò ringhiando e incominciò a deviare tutti i colpi di Dark, tagliandolo di nuovo e tirandogli un calcio sulla ferita. Dark urlò e cadde; Light approfittò di quel momento per calpestare la schiena dell'avversario, trattenendolo a terra. Roteò le lame in modo da tenerle come un coltello, e disse con la voce smorzata dal fiatone e alta per coprire la pioggia: "Game over, Dark Mind.". Ma non era destinata a finire così. Dark spalancò le ali, facendo perdere l'equilibrio a Light, che cadde a sua volta. Dark si alzò, lo prese per il collo e lo sollevò. Spiccò un salto continuando a tenere il collo dell'avversario stretto e atterrò poco più avanti facendo sbattere violentemente Light per terra. A quel punto lo prese per i capelli e lo alzò in piedi, assestandogli un pugno che lo fece sbattere contro una macchina. Come ultima mossa, Dark sfruttò lo slancio delle ali per volare contro Light talmente forte da fargli spaccare la portiera della macchina, il cui allarme iniziò a suonare. Il killer, vedendo che l'avversario non si alzava, gli tolse la maschera vedendo la faccia di Edward Baine distrutta dagli impatti, dalle botte e dai lividi. Sanguinava dalla bocca e dal naso, e sembrava voler dire qualcosa: rantolò qualcosa, appoggiandosi un dito contro la fronte. Dark gli puntò la pistola contro la faccia: "Ti sbagliavi. Questo è il tuo game over, Light.". Dark sparò un proiettile che andò a conficcarsi nella testa dell'avversario, uccidendolo sul colpo. Aveva vinto. Il suo desiderio di vendetta verso il suo odiato nemico era stato finalmente saziato. Light era morto, davanti ai suoi occhi. 

Juliet corse incontro a Dark, e prima che il ragazzo potesse parlare lei strinse le braccia intorno al suo collo e posò le labbra su quelle del killer.
Quest'ultimo rimase stupito da quell'azione, ma ricambiò, sentendosi davvero felice. Rimasero abbracciati sotto la pioggia per un po', senza staccarsi, in silenzio. Erano fradici per la pioggia, ma a loro non importava. 

Albert si sentì realizzato: era riuscito a compiere la sua missione, anche se parzialmente: i Creeps erano ancora una mina vagante sotto il comando di Pasey e grazie all'esercito di cloni di Light creato da Skydrops, in più doveva sconfiggere il suo vecchio team, i Selen.

Quello, per Albert, era l'inizio della fine.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Seconda nota del Creatore ***


I test vanno alla perfezione, il sito è una meraviglia. Il trasporto da virtuale a reale e viceversa sarà l'innovazione, il passaggio verso un futuro scientificamente avanzato. Magari inizierò a introdurre il sito ad A(3', sarà un segreto tra noi due...almeno finchè non arriverà il momento di farlo scoprire da tutto il mondo. Diventerò il più grande scienziato della storia, di certo. E chissà, magari questo diario un giorno verrà trovato e rivenduto alle aste... ma adesso basta sognare, torniamo sulla Terra. Domani ho una conferenza e sarà presente il signor #3@(8^&5, e non voglio deluderlo. 

6/05/2015

Fine seconda stagione.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3060413