Hammer Of The Slytherins

di firewalkwithme_2_53
(/viewuser.php?uid=79920)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi non ha passato non ha più neanche un avvenire, ti pare? ***
Capitolo 2: *** Niente è più pericoloso di un nemico che non ha nulla da perdere ***
Capitolo 3: *** Attenti a ciò che desiderate perché potreste ottenerlo ***
Capitolo 4: *** Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire ***
Capitolo 5: *** Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee ***
Capitolo 6: *** Eppure, si nascondeva nella sua mente confusa la convinzione di poter superare tutti quegli ostacoli apparentemente insormontabili ***
Capitolo 7: *** Lo scoiattolo non ha ancora trovato la ghianda che darà vita alla quercia dalla quale nascerà la culla del bebè che crescerà e mi ucciderà ***
Capitolo 8: *** Non possono mentire, ma adorano giocare a dire la verità in maniera creativa ***
Capitolo 9: *** Corri da sconsiderato e caschi in un buco ***



Capitolo 1
*** Chi non ha passato non ha più neanche un avvenire, ti pare? ***


1. Chi non ha passato non ha più neanche un avvenire, ti pare? (La storia infinita - Michael Ende)

I passi dei quattro maghi risuonavano con tremenda decisione nei corridoi spaziosi e poco illuminati del secondo livello del Ministero della Magia e chiunque si imbattesse nella loro strada trovava del tutto istintivo spostarsi per lasciarli passare, abbassando persino gli occhi come se anche solo azzardandosi a guardarli si rischiasse seriamente per la propria incolumità.

La cosa aveva fatto sorridere di boria il capofila di quella processione, così inusuale per quei luoghi, che si era fermato solo quando era stato raggiunto da un mago diversi anni più giovane di lui, tarchiato e con il collo taurino che non rendeva affatto giustizia alla camicia bianca e costosissima che indossava.

“Finalmente siete arrivati! Tuo padre ti sta aspettando nel suo ufficio ed è piuttosto impaziente.”

“Abbiamo fatto il prima possibile.” Draco Malfoy aveva già ripreso a muoversi a passo svelto, salutando il ragazzo con uno scattoso e poco garbato cenno del capo. “Piuttosto dimmi, Lionel, sei riuscito a capire il perché di questa improvvisa convocazione così urgente?”

“No. Il signore tuo padre ha espressamente detto che avrebbe parlato solo con te.” Il giovane mago aveva cominciato ad avere un po’ di fiatone ed era inciampato nei suoi stessi piedi nella sua foga di seguire Malfoy.

“Attento Tiger: se cadi rischi di bucare il pavimento e ritrovarti direttamente nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani che sta proprio sotto di noi.”

“Beh, almeno riuscirebbe finalmente a sverginare qualcosa che non sia la sua mano!”

“Su, non siate così cattivi con il povero Lionel.” Draco aveva sorriso, riprendendo senza convinzione Goyle mentre gli altri compagni, Nott e Zabini, si limitavano a sghignazzare sonoramente per la battuta poco carina propinata al giovane fratello del defunto Vincent Tiger, che ora aveva il viso rosso e imbronciato.

Nel momento in cui i cinque maghi si erano arrestati davanti all’imponente porta di noce su cui erano incisi due grandi serpenti in posizione di attacco, però, le loro espressioni erano completamente cambiate e un silenzio pesante era improvvisamente calato a placare qualsiasi barlume di possibile buonumore o disappunto.

Malfoy aveva bussato tre volte, poi altre tre, ed era rimasto in attesa. Soltanto nel momento in cui la porta si era aperta, apparentemente da sola, aveva lanciato un’occhiata alle sue spalle ed era entrato nell’ufficio di suo padre. Da solo.

Lucius era seduto dietro la sua grande scrivania e sembrava così concentrato a firmare una serie di pergamene da non essersi neanche accorto della sua presenza. Ovviamente non era così.

“Alla buon ora.” Ecco che, infatti, il mago riprendeva il giovane figlio con tono glaciale.

Draco, a quelle parole di rimprovero, si era mosso all’interno della stanza. “Novità sull’antidoto?”

Lucius aveva finalmente alzato gli occhi dalle carte davanti a lui e li aveva fissati in quelli grigi di suo figlio. Così simili ai miei eppure così diversi, aveva pensato all’istante. Le dita sottili avevano lasciato la piuma verde-oro, utilizzata fino a quel momento, e si erano intrecciate a quelle della mano opposta mentre la schiena si poggiava con tutta lentezza all’alto schienale della seduta.

“Vedo che vai subito al nocciolo. Come sempre ormai.” Un ghigno lieve, velato di soddisfazione, si era disegnato sul volto di Lucius ma solo per un attimo, poi pensieri più urgenti si erano affollati nella sua mente e il viso era tornato una maschera senza emozioni. “Dopo tante fatiche, sono felice di informarti di essere riuscito a scoprire CHI ha creato il Virus e, di conseguenza, ha il suo antidoto.”

Il Virus.

Draco ricordava come se fossero passati pochi giorni, invece di anni, il momento in cui aveva sentito parlarne per la prima volta: stava mangiando in silenzio, come ogni sera, al lungo tavolo dei suoi genitori, quando urla e pugni che battevano pesantemente contro la porta principale li avevano messi in allarme. Lucius, deciso a vedere chi osasse disturbarli, si era avviato per primo, bacchetta sguainata nella mano e sguardo di chi fosse già pronto a scagliare una Maledizione Senza Perdono; Narcissa, invece, spaventata dal baccano aveva trattenuto suo figlio qualche passo indietro. Appena la porta era stata aperta il vecchio Mulciber era entrato nel Manor come un ciclone e si era attaccato all’abito nero del padrone di casa, pregandolo di aiutarlo e vaneggiando (o quanto meno farfugliando) riguardo ad una strana malattia che aveva colpito la sua amata figlia trasformandola in un’orrenda Magonò. Un’onta per qualsiasi famiglia Purosangue per bene, ovviamente.

Da allora molti erano stati colpiti da quella stessa malattia, soprannominata ormai da tempo il Virus, dato che l’unica cosa certa che si era scoperta al suo riguardo era che si trattava di un virus appunto, un parassita capace di infettare i maghi e le streghe che vi entravano in contatto con un’incidenza i cui numeri avevano cominciato ad essere da subito allarmanti. Da quel momento in poi era scoppiata una sorta di psicosi, per cui chiunque si pensava fosse stato contagiato dal parassita veniva messo in quarantena, bandito dal Mondo Magico e, spesso, abbandonato al proprio destino di Magonò per evitare che infettasse altri.

Solo grazie a questa linea durissima di espulsioni, proposta e caldeggiata da Lucius Malfoy stesso presso il Ministro, il Virus aveva rallentato il terribile contagio. Ed era stata poi la paura di essere completamente sterminati, dal punto di vista magico quantomeno, che non aveva fatto abbandonare la tremenda strategia neanche quando alcuni tra i più famosi Pozionisti viventi avevano cominciato a pubblicare pergamene su pergamene per dimostrare che, dopo un ragionevole periodo di tempo, il passaggio dell’infezione non era più possibile.

“Mi sembrava di aver capito che le ultime fonti del Ministero avessero confermato il fatto che si tratta di un parassita ‘naturale’.” Draco si era seduto con il viso contratto dai ragionamenti che si rincorrevano nella sua testa.

“Le ultime fonti ufficiali.” Lucius aveva sottolineato la parola quasi con un sibilo divertito. “Sono solo notizie che si danno in pasto ai giornalisti e ai maghi comuni per farli stare tranquilli. ‘Il Virus è del tutto naturale’. ‘I nostri Pozionisti hanno già trovato un modo per isolare il parassita’. ‘Pochi mesi e le ricerche ci daranno il modo di porre finalmente fine all’epidemia’.” Il mago aveva ripetuto solennemente alcune tra le informazioni che venivano ripetute continuamente sulle riviste magiche, scuotendo il capo. “Semplici placebo per sciocchi creduloni!”

“Allora, secondo te, chi c’è dietro questo massacro magico? E tu come fai ad essere così sicuro di averlo capito?”

“Perché è un sospetto che avevo da tempo, ma solo oggi ho avuto le prove che quello che pensavo fosse esatto.” Lucius Malfoy si era sollevato in tutta la sua statura e si era voltato verso il quadro alle sue spalle. Il giovane dai capelli albini e lo sguardo fiero lì ritratto aveva storto il naso in chiaro segno di sdegno e poi si era spostato oltre la cornice, scomparendo alla loro vista per lasciare che il mago sussurrasse parole incomprensibili e la tela lasciasse trasparire una fenditura dietro di essa, abbastanza grande da contenere decine di rotoli di pergamena e di boccette dal dubbio contenuto. “Ho qui la confessione rilasciata questa mattina stessa da una mia vecchia compagna, di cui sicuramente ricorderai qualcosa essendo anche stata una tua insegnante: Alecto Carrow.”

Draco prese i fogli che gli passava suo padre da oltre la scrivania senza nascondere una certa contrarietà. “Ma la Carrow è rinchiusa ad Azkaban da anni.”

“Esattamente.” Lucius aveva annuito mentre tornava comodamente seduto e il quadro alle sue spalle accoglieva nuovamente il bel giovane elegante e corrucciato.

“Ma allora come hai fatto a…”

“Non fare domande a cui non posso rispondere, Draco.” I due si erano scambiati un lungo sguardo. “La cosa importante è quello che c’è scritto in quelle confessioni: la Carrow era molto apprezzata dal Signore Oscuro ed era a conoscenza, insieme a pochi altri eletti, di molte cose che lo riguardavano. Compresa l’idea di diffondere un virus micidiale per la magia che gli desse ancora più potere su quelle povere menti indifese dei piccoli maghi che si fossero ostinati a non seguire subito la sua grandezza.”

“Ma il Signore Oscuro è stato sconfitto. Ed è morto.” Il giovane Malfoy si era azzardato di ricordare a suo padre, lanciato evidentemente in una delle sue nostalgiche (e privatissime) riflessioni.

“Ovvio.” Lucius aveva annuito dopo un istante. “Ma non le sue idee. Alecto è, o per meglio dire era, che Salazar la abbia in gloria, più che certa che qualcuno avesse ricevuto dal Signore Oscuro la formula per la realizzazione del terribile virus.”

“Qualcuno…chi?” Aveva chiesto di nuovo Draco, lasciando sul piano della scrivania quelle pergamene che tanto non si sarebbe sforzato a leggere.

Lucius aveva visibilmente goduto nel tenere suo figlio sulle spine per qualche istante, poi aveva fatto il nome che tanto aveva faticato ad ottenere. “Antonin Doholov.”

Il giovane Malfoy conosceva bene il mago appena nominato e il suo volto si era tramutato in una muta maschera di orrore per quello che gli ricordava. “Pensavo fosse morto nella Battaglia Finale.” Così come veniva ormai chiamata la disfatta totale del Signore Oscuro.

“In molti lo pensavano e lo pensano ancora.” Lucius si era sporto un po’ in avanti. “Nessuno ha mai visto il suo cadavere però. Il che fa ben credere che non ci sia, un cadavere.”

Draco aveva osservato suo padre e scosso il capo. “Se pure ammettessimo che Doholov è vivo e che c’è lui dietro la realizzazione e la propagazione del Virus…come possono aiutarci queste informazioni? Non sappiamo dove si trovi, il che equivale comunque a non avere niente in mano.”

“E’ per questo che ti ho fatto venire qui con tanta urgenza.” Lucius era tornato ad accomodarsi poggiando la schiena senza smettere di fissare suo figlio neanche per un attimo.

“Impossibile.” Il giovane Malfoy aveva di nuovo scosso il capo, alzandosi con impeto dalla sedia.

“Niente è impossibile.”

“Sì, se mi chiedi di trovare un mago scomparso anni fa! Un pazzo assassino che, stando a quello che dici, sta decimando coscientemente il nostro Mondo, come se non bastasse il resto dei crimini di cui si era già macchiato prima.”

“Abbiamo bisogno di quel virus, Draco. E dell’antidoto ad esso collegato. Lo sai bene quanto me.” Il tono perentorio e calmo del genitore aveva ancora un grande potere sul ragazzo, e Lucius lo sapeva bene. “Non solo per i motivi personali che conosci. Se otterremmo la formula del Virus, il Mondo Magico sarà finalmente ai nostri piedi.”

Di nuovo le sue manie di grandezza che tornano a galla pronte a distruggere tutto quello che abbiamo, aveva pensato il giovane mago. “Godiamo già di una buona posizione. Abbiamo potere, denaro, tutto quello che…”

“Sciocchezze!” Lucius era scattato in piedi, il viso livido. “I veri Malfoy non si accontentano di avere una buona posizione. Noi vogliamo la migliore possibile. Vogliamo governare e depurare questo Mondo malato, ormai sopraffatto dal nauseabondo olezzo di quei Mezzosangue che imputridiscono qualsiasi cosa tocchino. Indegni persino di servirci!” Dopo lo sfogo, il mago aveva preso un profondo respiro e raddrizzato la schiena. “Trova Doholov. Trova la formula di quel Virus PRIMA che lo faccia qualcun altro. Ritorna con un antidoto che possa salvarci e ricoprirci del potere necessario a rendere la nostra famiglia Purosangue la più grande di tutte. Fallo per te. Per me. Per tua madre.”

Evidentemente il padre sapeva bene quali tasti premere per convincere suo figlio e Draco era rimasto immobile solo pochi istanti, prima di annuire con un solo cenno del capo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!

E’ appena andato il primo capitolo di questa mia ff e spero proprio vi abbia incuriosito :) Ovviamente siamo ancora praticamente al prologo, ma ho voluto che riflettesse diversi aspetti che poi saranno un po’ il filo conduttore di tutto il racconto.

Una precisazione dovuta è che questa è una storia che vuole avere la modest(issim)a pretesa di essere concepita seguendo tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un fantasy, non tanto per l’ambientazione (ovviamente il Mondo Magico creato dalla cara zia Rowling) quanto per tutto il resto. Punto centrale è, infatti, il viaggio che intraprenderanno i nostri ‘eroi’, poi ci saranno anche la ricerca, la magia, la lotta per il potere e, dulcis in fundo, la narrazione in terza persona. Insomma, se anche manca qualcosa (in realtà qui sarà un po’ indefinito stabilire chi sia il Bene e chi il Male, come per ogni giusta storia che coinvolga dei Serpeverde in fondo) ce la metterò tutto per restare fedele il più possibile al genere primario, sicura che mi perdonerete eventuali carenze.
Questo spiega anche, naturalmente, il perché ogni capitolo inizierà (e si intitolerà) con una citazione presa da un libro fantasy.

Due avvertimenti: 1) all’inizio la ff sarà molto Dracocentrica (si dice così? Boh io l’ho scritto comunque ;) ) e 2) il mio Malfoy è un po’ più coraggioso di quello che ci ha presentato la Rowling nei suoi libri. Ammetto di essere stata molto indecisa se inserire addirittura la nota OOC per questo, ma poi ho pensato di non farlo perché il racconto si sviluppa a qualche anno di distanza dalla guerra, Draco è cresciuto e le altre caratteristiche del suo carattere sono sostanzialmente immutate, quindi…una crescita che vada verso un adulto più maturo e sicuro di sé, alla fin fine, non mi sembra per niente out of character.
Stesso discorso vale per gli altri ‘amici’ di Draco: vorrei si tenesse sempre a mente che non hanno più diciassette anni, quindi anche i loro discorsi, le battute, i comportamenti sono più adulti, nonostante io cercherò di mantenerli per come ce li ha fatti conoscere (comunque molto superficialmente, non essendo loro i protagonisti dei suoi libri) la Rowling.

Ultima cosa (poi, giuro, mollo la tastiera) riguarda il titolo. La ff prende spunto da un film sui vichinghi (sì proprio loro, ma non ho bevuto!) che magari qualcuno di voi ha anche visto: Hammer of the Gods. Dunque NON si tratta di un capolavoro, lo ammetto subitissimo però, non so perché, mi ha colpito. Sarà stata l’ambientazione e i paesaggi meravigliosi, la crudità di certe scene, la mancanza di ogni minimo tentativo di indorare la pillola o di far sembrare i protagonisti dei supereroi meravigliosi, grossi e sempre giusti…non so, però mi ha ispirato. OVVIAMENTE non significa che ne seguirò la trama :) Si tratta pur sempre di un film che racconta di vichinghi in un mondo senza magia (ripeto: non ho bevuto!). Solo che alcune idee e qualche dialogo l’ho assorbito, modificato, rimescolato, ripensato, riadattato e revisionato per inserirlo nella ff perché mi piaceva tantissimo. Insomma, ci ho preso ispirazione (appunto) per iniziare e poi ho lasciato che la ‘creatura’ avanzasse con le sue gambe…

Mi auguro che vi appassionerete a leggere questa storia almeno tanto quanto io mi sono appassionata a pensarla e scriverla.
A presto,
B.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Niente è più pericoloso di un nemico che non ha nulla da perdere ***


2. Niente è più pericoloso di un nemico che non ha nulla da perdere. (Eragon – Christopher Paolini)

 

“Ma sei diventato pazzo?” Blaise aveva espresso, senza girarci intorno, il pensiero dei quattro maghi che seguivano la camminata svelta con cui il giovane Malfoy si stava allontanando il più velocemente possibile dall’ufficio di suo padre.

“Me l’ha ordinato.”

“Un ordine assurdo! QUEL mago è probabilmente già morto e se anche non lo fosse…” Draco aveva rallentato svoltando in uno dei corridoi più frequentati e Zabini aveva abbassato la voce “…era già un pazzo sanguinario quando è stato costretto a fuggire, pensa adesso. E comunque…come facciamo a sapere dov’è?”

“Lo sai.” Malfoy aveva risposto a mezza bocca esattamente nel momento in cui sterzava ancora, in uno dei corridoi laterali questa volta, e si fermava a fissare l’amico.

Di certo non poteva immaginare che quel piccolo corteo non era sfuggito all’occhio attento di una delle streghe più brillanti del Mondo Magico. Hermione Granger era, infatti, uscita per puro caso da uno degli uffici-archivi del Wizengamot proprio nell’istante in cui Blaise approntava la sua protesta e l’attenzione della strega era stata attirata immediatamente da tre cose: l’assembramento di Serpeverde, il tono concitato delle loro voci e il fatto che fossero talmente impegnati nei loro discorsi da non registrare neanche la sua presenza. Non appena li aveva visti dirigersi in uno dei corridoi più isolati, aveva quindi deciso che era il caso di seguirli e si era avvicinata il più possibile all’angolo del muro, cercando di captare ogni parola di quello che dicevano senza essere vista.

“E’ troppo pericoloso.” Zabini aveva scosso il capo dopo un attimo di silenzio, indietreggiando di un passo.

“Pericoloso, vero? Per dirlo hai già capito dove sono diretto dunque.”

“Possiamo sapere anche noi di che Bubotubero state parlando?” Il tono di Goyle era stato, come al solito, secco e spazientito.

Blaise aveva fissato un istante il mago biondo, poi aveva deciso di rispondere agli interrogativi dei suoi compagni. “Andiamo alle Montagne Nere.”

“E si può sapere, per le sette barbe di Merlino, che cavolo ci andiamo a fare in quel postaccio infestato dai Troll della Foresta?”

“…Troll della Foresta?” Il giovane Tiger aveva deglutito sonoramente e Gregory l’aveva guardato storto.

“Non preoccuparti, Lionel, quei Troll hanno buoni gusti in fatto di cibo. In genere mangiano solo giovani maghi impettiti, grassottelli e vergini. Ops…beh, porteremo un po’ di sale per non farti sembrare troppo insipido.”

“Non avete risposto alla domanda. Perché proprio le Montagne Nere?” Theodore aveva ripreso il bandolo del discorso, tornando alla domanda importante di quella discussione. E di certo non era stato rasserenato dallo sguardo ansioso che si erano passati Blaise e Draco prima che quest’ultimo rispondesse.

“Per cercare Fenrir Greyback.”

“Cosa?!” Nott aveva sgranato gli occhi esattamente come aveva fatto Hermione, nascosta dietro lo spigolo con la mano premuta sulla bocca per non urlare lo stesso terribile quesito. “Vi rendete conto di chi stiamo parlando, vero?”

“Ovviamente.”

“Quello è il peggio del peggio.” Persino Goyle si era messo improvvisamente in allarme, tanto che neanche gli era venuto in mente di prendere in giro l’espressione completamente terrorizzata del giovane Tiger accanto a lui. “E’ peggio anche dei Troll. E’ così peggio che neanche gli Auror hanno fatto niente per imprigionarlo perché non lo vogliono neanche ad Azkaban. Non lo vogliono neanche…”

“Abbiamo capito tutti il punto, Gregory.” Theodore aveva bruscamente interrotto lo sproloquio del suo compagno per poi tornare a rivolgersi a Draco. “Perché proprio Greyback?”

“E’ l’unico che può sapere dove si trova Doholov.” Malfoy aveva preso un profondo respiro, spostando lo sguardo da Blaise agli altri maghi. “Voglio che sappiate che nessuno di voi è obbligato a venire con me.”

“Ah, questa è bella!” Goyle aveva sorriso ironico. “E quanto pensi di arrivare lontano da solo?”

“Gregory ha ragione.” Nott aveva deglutito e fatto un cenno di assenso, racchiudendo in quattro parole l’idea comune. “Noi veniamo con te.”

Malfoy aveva preso di nuovo un respiro profondo ed aveva finito per seguire quel cenno. “Tu no però, Lionel.” Aveva comunque specificato.

“…e perché io no?!” Il ragazzo si era subito imbronciato nel sentirsi escluso.

“Perché usi la bacchetta come un folletto con l’artrite!” Di nuovo Goyle aveva parlato, questa volta spezzando la tensione che si respirava nell’aria e strappando un sorriso agli altri.

“Draco, fammi venire.” Il tono lamentoso del giovane mago aveva fatto di nuovo sorridere il gruppo.

O almeno tutti tranne Malfoy, che aveva poggiato la mano sulla spalla di Tiger e, per un lungo momento, aveva provato la stretta allo stomaco classica di quando lo colpiva il rimorso per le azioni sbagliate del suo passato. “Ho bisogno di una persona fidata che rimanga qui. Sai quanto me che al Ministero non tutti sono quello che sembrano e mio padre si fida troppo della propria astuzia per accorgersi che alcuni di quelli che ha intorno sono meno ingenui di quello che pensa. Tu devi controllare la situazione e poi riferirmi quando torno, va bene?”

Dopo un lungo istante Lionel aveva finalmente ceduto, anche se sembrava ancora arrabbiato per quella decisione che, di fatto, lo lasciava a casa.

“Bene. Siamo pronti dunque?”

Gli altri maghi avevano annuito e si erano disposti in semicerchio attorno a Malfoy, ognuno con la mano destra allungata verso il centro di quel circolo già collaudato. Draco aveva afferrato il dente di licantropo che suo padre gli aveva dato pochi minuti prima e lo aveva stretto nella mano. Nell’arco di qualche battito, la sensazione conosciuta di sentirsi trascinato via da una grande forza lo aveva afferrato all’ombelico e lui aveva avuto solo il tempo di sentire un urlo alle sue spalle, poi il vortice lo aveva completamente avvolto ed era stato soltanto quando i sensi erano tornati vigili e il respiro regolare che aveva percepito appieno il peso che gli si premeva addosso.

Con un balzo all’indietro si era preparato a sgridare a gran voce Lionel, ma le parole erano rimaste nella bocca, come gelate dalla sorpresa.

“…tu?...cosa ci fai TU QUI?!” L’espressione era passata dallo stupore all’orrore mentre fissava il volto turbato di Hermione.

La strega, dopo il lieve disorientamento dovuto al viaggio fuori programma, aveva riacquistato la propria sicurezza e si era messa subito in posizione di attacco, provocando la reazione degli altri maghi, che avevano sfoderato la bacchetta facendo muro al fianco di Draco.

“Vi ho sentito parlare ed ho deciso di seguirvi. Che cosa state combinando tu e i tuoi amichetti, eh Malfoy?”

“Non sono affari che ti riguardano, Granger!”

“Ci ha spiati!” Goyle era quasi esterrefatto dalla considerazione a cui era giunto un secondo dopo tutti gli altri. “Ma voi Grifondoro non dovreste essere tutti lealtà e nobiltà d’animo? Non mi sembra molto nobile spiare!” Aveva aggiunto il mago, sottolineando quasi con ripugnanza quelle parole che per molti avrebbero dovuto essere positive.

“Purtroppo a volte bisogna abbassarsi al livello delle serpi striscianti se si vuole proteggere gli innocenti ed evitare disastri.” Aveva ribattuto la strega, corrosiva.

“La sua presenza non è affatto un buon segno.” Si era apprestato a sottolineare invece Nott ai suoi compagni, scuotendo il capo ed ignorando, in buona sostanza, le parole della strega. “Dobbiamo riportarla indietro.”

“Non prima di aver capito quanto sa di questa storia.” Zabini, logico come sempre, aveva ragionato in modo freddo e distaccato, senza lasciarsi prendere dagli eventi.

Draco aveva ascoltato quelle parole sagge e si era mosso di un passo verso quella strega che all’epoca della scuola non era riuscito a sopportare mai più di tanto. “Allora, parla! Che cosa hai sentito esattamente?!”

“Non ti hanno proprio insegnato a chiedere per favore, Malfoy?”

“Basta con queste idiozie Granger!” Con rabbia il mago l’aveva travolta fisicamente, facendole cadere di mano la bacchetta e spingendola contro il primo albero ai margini della foresta in cui erano stati trasportati dalla Passaporta.

Con il viso a pochi centimetri da quello di lei e gli occhi grigi ad inchiodarsi in quelli dorati, Malfoy aveva bloccato ogni tentativo di ribellione di Hermione che, dal canto suo, non si era aspettata di certo una reazione così materiale del mago. Da quello che ricordava lei, infatti, il ragazzino biondino che la insultava ad Hogwarts era esile e gracile, mentre ora il ragazzo che la teneva con la schiena schiacciata contro la ruvida corteccia dimostrava una forza e una prestanza fisica per molti versi sorprendente.

“Draco.” La voce di Blaise era giunta all’improvviso più vicina, con una nota preoccupata nel tono. “Farle del male non ci aiuterà a portare a termine la nostra missione. Guarda il cielo.” Il suo amico aveva invitato il mago biondo a sollevare lo sguardo spostandolo dalla strega, senza ottenere però l’effetto voluto. “E’ pomeriggio e noi dobbiamo rintracciare il soggetto prima che sia notte.”

Quelle parole sì che avevano finalmente provocato una reazione in Draco, che aveva lievemente allentato la presa su Hermione.

“Vuoi dire Greyback?” La voce della strega aveva fugato ogni dubbio che i quattro maghi potessero avere su quanto della loro conversazione avesse ascoltato.

“Brutta…”

“E’ chiaro che non possiamo neanche rispedirla indietro a questo punto!” Nott aveva interrotto il possibile (e probabile) sproloquio di Goyle e aveva rinfoderato la sua bacchetta, raccogliendo da terra anche quella di Hermione.

“Lasciamola qui allora. La leghiamo all’albero e poi…”

“E poi il primo Troll che passa da queste parti la vede e la divora. Così, quando cominceranno a chiedersi dove è finita Hermione Granger, quanto credi ci metteranno i suoi amichetti Auror a trovare qualcuno a cui verrà in mente di averla vista al Ministero e a collegare la sua scomparsa con un gruppo di ‘vecchi’ Serpeverde che passava di fretta proprio in quei corridoi, eh Gregory?” Aveva chiesto retorico Zabini. “Non c’è alternativa: dobbiamo portarla con noi.”

“MALEDETTO GODRIC E TUTTI I DANNATI GRIFONDORO DI QUESTO MONDO!” L’urlo di Draco era riecheggiato per l’intera vallata sottostante e lui aveva dovuto allontanarsi dalla strega per evitare di lanciarle contro una Maledizione Senza Perdono e al diavolo i Troll o le bestie feroci che avrebbero potuto sbranarla.

Gli altri tre maghi si erano scambiati uno sguardo eloquente e avevano lasciato che Malfoy sfogasse in quel modo la tensione. Il primo a muoversi, poi, era stato Blaise, che si era avvicinato ad Hermione e le aveva velocemente agganciato uno strano braccialetto al polso.

“Che stai facendo?!” La strega aveva spostato indietro il braccio troppo tardi e stava già tentando, senza successo, di liberarsi del monile.

“E’ un semplice Bracciale Antimaterializzazione. Una piccola precauzione per evitare che tu decida di lasciarci prima della fine della missione.” Aveva spiegato caustico il mago di colore mentre la oltrepassava per cominciare a spingersi nel bosco, preceduto da un Malfoy ancora livido di rabbia.

“Non puoi farlo. Questo si chiama sequestro!”

“E tu ti chiami ficcanaso che se l’è andata a cercare.” Aveva borbottato Goyle passandole davanti per seguire Blaise.

“Almeno restituitemi la bacchetta.” Si era lamentata Hermione rivolgendosi a Nott, che aveva preso a camminare senza neanche degnarla di una risposta e aveva dato la sua verga di legno di vite direttamente a Malfoy.

La strega aveva sbuffato, passando lo sguardo dalle belle colline selvagge alle sue spalle, classificandole mentalmente come parte del territorio scozzese, alla buia e silenziosa foresta che circondava come un muro di protezione la base delle Montagne Nere in cui si erano appena addentrati i quattro maghi. Con un sospiro si era quindi decisa a seguirli e aveva dovuto quasi correre per raggiungerli, tanto procedevano spediti in mezzo a quella fitta boscaglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Il viaggio alla ricerca dell’antidoto è, come avete appena letto, ormai iniziato! E al nostro bel gruppetto di serpi si è unita la strega per eccellenza: Hermione Granger. Beh, non che sia decisamente…desiderata ecco ;)
Mi piacerebbe sapere quale dei personaggi vi sta piacendo di più, sebbene siano ancora poche righe quelle postate, perché io lo ammetto subito: impazzisco ad imbastire Gregory Goyle :D
Nei libri non mi stava granché simpatico e poi era piuttosto sciocco, ma adesso che non è più un ragazzino me lo immagino un filino più intelligente (in fondo anche lui è stato messo nei Serpeverde dal Cappello Parlante no???) anche se rimane in fondo un ingenuo che agisce di pancia, senza usare troppo le rotelle ingolfate del cervello. E poi è sboccato e i pg sboccati sono divertenti da scrivere.

Dopo avervi annoiato con le mie considerazioni assolutamente personali, ringrazio calorosamente chi sta leggendo la mia storia, chi l’ha messa tra le preferite\seguite e chi vorrà farmi sapere (in qualunque modo) come vede questa ff.

A presto, baci baci

B.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Attenti a ciò che desiderate perché potreste ottenerlo ***


3. Attenti a ciò che desiderate perché potreste ottenerlo. (Le nebbie di Avalon – Marion Zimmer Bradley)

 

Dopo più di due ore che camminavano, i componenti di quella strana compagnia avevano finalmente oltrepassato il fitto groviglio della foresta con la cruda e sicura sensazione di essere stati costantemente spiati da qualcuno, o qualcosa, di tremendamente silenzioso. Solo il fatto di essere in cinque e che quattro di loro tenevano minacciosamente dritte davanti a sé le proprie bacchette, li aveva probabilmente salvati dall’essere brutalmente attaccati e trucidati.

Raggiunto il limitare opposto del bosco, senza neanche il bisogno di scambiarsi una parola in tutto quel tempo, i maghi avevano quindi cominciato a scalare il sentiero roccioso e scosceso che conduceva alla cima delle Montagne Nere.

La strega seguiva la coda del gruppo senza rimanere mai troppo indietro, anche se ogni tanto rallentava il passo per cercare di liberarsi da quella orrenda costrizione che Blaise Zabini le aveva legato al polso. Dopo l’ennesimo tentativo fallimentare, Hermione aveva deciso momentaneamente di arrendersi e che, comunque, il ruolo di gregario non faceva sicuramente per lei. Per questo aveva aumentato l’andatura in modo da superare tutti e portarsi alla testa del gruppo.

“Sapete dove stiamo andando o procediamo a caso?” Aveva quindi chiesto a Malfoy, che per tutta risposta l’aveva bellamente ignorata. “Ti rendi conto che il sole sta quasi per tramontare? Se mi ricordo bene gli ultimi calcoli astronomici che erano sulla Gazzetta del Profeta di oggi, la luna piena sorgerà questa notte poco dopo le ventidue. Ti rendi conto di cosa succederà se dovessimo trovare Greyback troppo tardi?” Un altro tentativo andato a vuoto che l’aveva fatta sbuffare. “Posso almeno sapere se ci fermeremo per riposare qualche minuto, prima o poi?”

“Certo.” Stavano giusto attraversando una stretta gola, quando Draco si era bruscamente arrestato e voltato verso di lei che, per poco, non l’aveva travolto. “Quando la signora sarà comoda faremo anche un spuntino e berremo del buon vino elfico magari.” Il tono era ovviamente sarcastico e la strega l’aveva fissato offesa.

“E’ proprio questo tuo atteggiamento a renderti tanto insopportabile, lo sai?”

“E tu lo sai che qui quella insopportabile sei tu e che almeno tre su quattro di noi vorrebbero chiuderti la bocca una volta per tutte?”

“Sicuro di saper contare fino a quattro, Malfoy?”

“Sicura di voler sopravvivere per scoprirlo, Granger?”

“Sicuro di…”

Hermione non aveva finito di scagliargli contro un altro insulto che uno strano rumore era giunto alle sue orecchie e l’aveva bloccata. La strega aveva atteso qualche istante, poi il suono si era ripetuto più forte, come se si trattasse del ringhio soffuso di un animale in avvicinamento. A quel punto anche Draco si era messo in allerta, così come gli altri maghi, ed era avanzato prudentemente e lentamente verso gli alti cespugli di more argentate ai lati della gola, quasi davanti a loro.

All’improvviso un ululato era esploso ed un uomo quasi completamente coperto da una pelle di lupo aveva assalito Malfoy, facendolo capitolare e bloccandolo con le spalle a terra. I suoi compagni erano immediatamente scattati in avanti, superando la strega con le bacchette sguainate, e stavano per intervenire con incantesimi non propriamente difensivi quando Blaise li aveva fermati allargando le braccia.

“Fenrir Greyback!” Il mago di colore aveva scandito bene quel nome, riconoscendo immediatamente l’ex Mangiamorte. “Io sono Blaise Zabini. Sono sicuro che ti ricordi di me. Conoscevi anche mia madre un tempo, mi sembra.”

“E chi non la conosceva?!”

Il ringhio odioso e volgare del licantropo aveva fatto correre un brivido lungo la schiena di Hermione. Anche perché Greyback non era certo migliorato nel tempo che era trascorso dall’ultima volta in cui l’aveva visto, durante la Battaglia Finale: sembrava ancora più lercio del solito e la barba cresciuta incolta in quegli anni di latitanza era sporca e posticcia quasi quanto i vestiti logori e strappati in più punti; gli occhi piccoli sprigionavano puro odio e disprezzo mentre teneva le sue lunghe unghie puntate direttamente contro il bulbo oculare destro del mago che teneva intrappolato sotto di sé.

“Io sono Malfoy, DRACO Malfoy!” Aveva soffiato il ragazzo a terra, schiacciato quasi completamente dal peso del corpo gravoso del lupo mannaro, il collo allungato all’indietro il più possibile per non essere accecato da quegli artigli giallastri.

“Malfoy…che ci sei venuto a fare qui?” Con un gesto repentino Greyback aveva estratto la sua bacchetta dalla tasca e l’aveva puntata direttamente contro il collo del giovane mago. “Sei qui per me? Ovviamente sì. Cosa vuoi? Dillo!”

“Greyback!” Di nuovo Blaise era intervenuto a bloccare qualsiasi mossa azzardata dei suoi amici e aveva cercato di parlare con calma per evitare che la situazione degenerasse. “Siamo stati mandati da Lucius. È lui che ci ha detto di venire a cercarti.”

“Lucius?” Quel nome doveva aver scosso qualcosa nella mente del licantropo, che per un attimo aveva allentato la sua stretta sulla bacchetta per poi tornare a premerla sul collo di Draco. “Quel traditore di Malfoy è ancora vivo dunque!”

“Non è un traditore!” Il giovane sotto Greyback aveva urlato tirando la testa ancora più indietro, cominciando seriamente a sudare freddo. “Quando ha capito che il Signore Oscuro sarebbe stato sconfitto, mio padre ha agito come avrebbe fatto chiunque con un po’ di cervello: ha finto di piegarsi ai vincitori!”

“Finto?” Il lupo mannaro aveva di nuovo vacillato.

“Esattamente.” Di nuovo era stato Zabini a prendere la parola, avvicinandosi prudentemente di un solo passo ai due a terra mentre gli altri, strega compresa, erano assolutamente immobili, assorbiti dalla tensione e dalle parole che i tre si stavano scambiando. “Lucius ha passato questi anni a conquistare la fiducia degli usurpatori mentre, nel frattempo, riorganizzava le forze per vendicarsi e tornare al potere. Ora è finalmente giunto il momento della rivalsa e ci ha mandato da te. Gli serve il tuo aiuto e sono sicuro che sarà pronto a ricompensarti lautamente se vorrai darcelo.”

“Non ho alcun bisogno dei vostri galeoni, maghi!”

“Non ho parlato di galeoni.”

Il licantropo aveva sollevato finalmente lo sguardo sul mago di colore, che aveva ricambiato con un gesto di intesa mentre un’espressione di volgare compiacimento si era disegnata sulle mascelle pelose di Fenrir.

“Che genere di aiuto vi serve?”

“Cerchiamo Doholov.” Draco si era azzardato a rispondere tirando fuori quel nome che poteva costargli la vita come la libertà, e aveva finalmente sentito la punta della bacchetta del lupo mannaro premere con sempre meno forza sul suo collo fino a che non si era definitivamente allontanata dal suo viso.

Sollevato dal peso di Greyback, il mago era stato aiutato dallo stesso Zabini ad alzarsi in piedi e sistemare di nuovo impeccabilmente sulle spalle il mantello, ora leggermente impolverato. Sembrava che la situazione fosse finalmente migliorata, quando un nuovo ululato lo aveva riportato in posizione difensiva con la bacchetta stretta in mano.

“Bugiardi! Avete mentito! Siete dei BUGIARDI TRADITORI!” Il licantropo si era alzato in tutta la sua statura e puntava con ferocia l’indice lurido contro Hermione, intrappolata inerme tra la roccia della montagna alle sue spalle e i vecchi Serpeverde davanti a lei.

“NO! Assolutamente no!” Malfoy aveva fatto un passo in avanti, lasciando gli altri suoi compagni a fare da scudo alla strega.

“E allora spiegami cosa ci fa qui quella sporca Mezzosangue!”

Draco aveva deglutito, cercando di muovere in fretta il cervello in cerca di qualcosa di convincente da dire. “E’ una lunga storia.” Temporeggiare era da sempre per lui la strategia migliore da seguire. “Ma non è importante. Quello che importa è che tu ci aiuti a…”

“Lascia decidere ME cosa è importante, figlio di Lucius!” Il ringhio di Fenrir aveva bruscamente interrotto il mago. “Avanti, PARLA!”

“La verità è che lei è l’alibi di Malfoy.” La voce chiara di Blaise aveva fatto voltare praticamente tutti verso il mago di colore, che stava mentalmente pregando Salazar affinché nessuno dei suoi compagni, il chiamato in causa per primo, lo smascherasse.

“Alibi?” La domanda di Greyback aveva tradito un leggera curiosità oltre ad un certo disappunto.

“Esatto.” Zabini aveva annuito dopo aver lanciato un’occhiata a Draco. “Lucius ha pensato che, per rendere ancora più credibile il proprio falso pentimento, dovesse ricorrere a qualcosa di forte e inattaccabile…per questo ha obbligato suo figlio a frequentare la Granger, la Grifondoro eroina del Mondo Magico.” Per fortuna Malfoy era voltato verso Blaise, perché l’orrore e lo sgomento disegnati sul suo volto avrebbero sicuramente tradito l’enorme menzogna che stava raccontando. “Anche questa è solo una farsa però. Inoltre non devi temere per lei: è sotto la Maledizione Imperius e fa tutto quello che le dice Draco.”

Onestamente Malfoy era sicuro che quella storia fosse davvero troppo idiota per essere credibile e si era già preparato a morire sotto i morsi atroci del lupo mannaro, quando aveva sentito Greyback quasi soffocare in un mezzo ringhio sguaiato.

“Quel Lucius…ne inventa sempre una più di Merlino!” Draco aveva alzato il sopracciglio, tornando a rivolgersi a Fenhir. “Perché cercate Antonin?”

“Sai dov’è?” Malfoy non aveva nascosto una smorfia di disprezzo, chiarendo con quella domanda che non avrebbe risposto a nessuno dei quesiti che il licantropo gli avrebbe rivolto al riguardo.

“E perché dovrei dirtelo?” Greyback aveva allargato un sorriso sghembo e cattivo sul viso. “Chi mi garantisce che avrò una ricompensa, dopo che vi avrò accontentato, maghi?”

Malfoy aveva espirato dal naso e allargato il mantello, indicandosi, quando il silenzio di nuovo improvviso delle Montagne Nere era stato spezzato dalla risata chiassosa del licantropo.

“Come osi ridere di me e della mia parola?” Draco era livido di rabbia mentre fissava con sdegno il lupo mannaro. “Devi portarmi rispetto!”

Fenrir aveva rallentato l’ilarità tenendo lo sguardo fisso sul giovane. “Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni di latitanza è che il rispetto non spetta per nascita, mago. Se vuoi il rispetto, te lo devi guadagnare.” Greyback aveva sputato a terra ed era tornato a fissare il giovane. “Tu vuoi il mio rispetto?”

Malfoy sentiva il fuoco della collera che gli stringeva le budella, ma sapeva che doveva gestirla se non voleva mandare all’aria la missione e fallire. Aveva quindi chiuso i pugni lungo i fianchi ed annuito con decisione.

“Allora spero proprio che tu sia più forte di quel che sembri.”

Con queste parole Greyback aveva dato la schiena al gruppo e si era diretto verso l’uscita della gola. I maghi si erano scambiati uno sguardo molto eloquente e poi avevano rinfoderato le bacchette, apprestandosi a seguire il licantropo.

“Occhio alla Granger.” Aveva ordinato Malfoy a bassa voce. “Non mi fido di quello.”

“Tranquillo Draco, ci occuperemo di lei come se fosse la tua fidanzata.” Goyle aveva sorriso divertito, incurante dell’occhiataccia che gli aveva lanciato il mago biondo. “A proposito, a quando le nozze?”

Draco aveva bloccato l’amico e, con uno sgambetto, l’aveva atterrato facendolo cadere direttamente sul fondoschiena.

“Beh, te la sei proprio cercata.” La sentenza tagliente di Nott aveva soffocato sul nascere le proteste di Gregory proprio mentre il gruppo cominciava a muoversi dietro il fetore lasciato da Greyback.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha lettori!
Ed ecco che il licantropo è stato trovato, probabilmente molto più velocemente e semplicemente di quello che si poteva sospettare, anche se adesso si pone un nuovo quesito: come farà Malfoy a conquistare abbastanza rispetto da ottenere l’informazione che tanto desidera?
L’idea di Blaise di far credere a Fenrir che Hermione sia una sorta di ‘ragazza’ sotto Imperius di Draco è un’emerita idiozia, come ho fatto riflettere a Draco, però mi è anche sembrata la cosa più immediata da far pensare al volo a Zabini. Cioè…è la prima cosa che ho pensato io per giustificare la sua presenza, quindi l’ho usata nello stesso modo nella ff :)

Vi lascio in attesa del prossimo capitolo ringraziando di cuore chi sta leggendo la mia storia, chi l’ha messa tra le preferite\seguite\ricordate e chi mi delizia con le proprie recensioni, che sono anche fonte ispirazione e di costante riflessione.
A presto, baci baci
B.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire ***


4. Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire. (La sfera del buio – Stephen King)

 

Il sole era tramontato dietro le alte cime delle Montagne Nere mentre Fenrir Greyback si trovava in piedi, poco distante dall’entrata di una grotta scarna, che utilizzava probabilmente come ‘casa’, e guardava il gruppo di maghi poco distante da lui con un sorriso che sapeva quasi osceno.

“Ci sarà un altro modo.” Zabini scuoteva piano il capo mentre Malfoy percorreva meno di un metro di terreno con grandi falcate, voltandosi ogni volta per tornare indietro neanche quello spazio fosse circoscritto da un confine invisibile.

“Non possiamo circondarlo e minacciare di lanciargli contro una Maledizione, perché quello sa resistere ad un Imperio e non ha la minima paura di soffrire. Del resto non possiamo neanche ucciderlo o non avremo mai le informazioni di cui è a conoscenza.” Aveva ribattuto il mago biondo fermandosi, la voce ferma nonostante potesse percepire viva la paura viscerale per quello che immaginava sarebbe successo di lì a poco. “L’unico modo per farci dire quello che vogliamo è che io mi sottoponga allo Scambio, come ha chiesto quel maledetto licantropo.”

“Scusate…non starete davvero parlando di quello Scambio?” Hermione aveva ritrovato la parola, e una certa sicurezza, dopo aver passato gli ultimi minuti a ripercorrere mentalmente gli avvenimenti e a fare mente locale su quello che aveva ascoltato da quando era uscita da quell’archivio del Ministero e aveva deciso di seguire i Serpeverde. Il fatto che nessuno avesse risposto al suo quesito, però, le aveva dato conferma di averci visto giusto. “Siete matti? Quella pratica barbara è stata dichiarata illegale ormai secoli fa!”

“Chiama i tuoi amichetti Grifondoro, vedi se vengono qui loro a spiegarlo a Greyback.” Goyle aveva sorriso sghembo e sprezzante, pungendola in un punto vivo, data la reazione piccata della strega.

“Il fatto che nessuno di loro sia qui a fermare questa idiozia, non la rende meno idiota.” Un sospiro stizzoso ed Hermione era tornata su quello che era dagli altri considerato il capo, per cercare di far ragionare almeno lui. “Lo stesso Salazar Serpeverde riteneva un duello così impostato un modo incivile di confrontarsi. Inoltre è pericoloso: chissà cosa può chiederti quel mostro se dovessi perdere.”

“Hai delle alternative fattibili da proporci?” L’aveva apertamente sfidata Malfoy.

“Certo.” Hermione Granger aveva sempre alternative, del resto. “Torniamo al Ministero, ci facciamo dare una squadra di rinforzo e torniamo a…”

La strega non aveva neanche finito di parlare che i maghi avevano mosso all’unisono il capo in un cenno negativo e Goyle aveva sorriso.

“Ce lo vedete il suo amichetto, Auror nuovo di zecca, lavorare spalla a spalla con Malfoy?” Aveva chiesto retoricamente Gregory alla generalità, lanciandosi poi in un finto dialogo in falsetto tra i due. “’Draco che ne dici se catturiamo quel cattivone di Greyback insieme?’ ‘Ma certo Harry-caro, mettiamo da parte le ostilità degli ultimi anni e collaboriamo.’ ‘Bene Dracuccio, tu attiralo in una trappola che io lo imprigiono con i miei grossi incantesimi famosi.’”

“Fenrir è furbo ed è sfuggito alla cattura tante volte.” Aveva aggiunto Zabini in modo decisamente più serio, sempre scuotendo il capo però. “Noi lo abbiamo trovato solo perché ha voluto farsi trovare. Se tornassimo di nuovo, con altri maghi per giunta, non sarebbe così facile.”

“Sentiamo cosa vuole.” Era intervenuto Nott a quel punto, lanciando anche un’occhiata eloquente al cielo, che si stava già riempiendo di stelle, e poi a Draco. “In fondo, fino a che non accetti le sue condizioni, puoi sempre ripensarci.”

“Giusto.” Malfoy aveva annuito e si era sganciato il mantello nero, facendolo finire con un gesto elegante tra le braccia di Hermione, che però era una strega dura ad arrendersi.

“Secondo me state sbagliando tutto. Non è questo il modo giusto di…”

Draco l’aveva bloccata stringendole il braccio all’altezza del gomito. “Ricorda che per Greyback sei sotto Imperio.” Le aveva quindi sussurrato, guardandola prima di sporgersi di più sul suo orecchio, il soffio leggero a sfiorare la pelle bianca del collo. “Non farmi pentire ulteriormente di non averti abbandonata al limitare della foresta e chiudi la bocca.”

Per un attimo il mago aveva inalato il profumo fresco ed inaspettatamente piacevole della strega, poi era tornato ai suoi gesti e l’aveva lasciata, visibilmente turbata, per raggiungere in pochi passi lo sguardo divertito e irritante del lupo mannaro.

Mutatio.” Greyback aveva sussurrato l’incantesimo che aveva fatto apparire tre calici sulla superficie di una grossa roccia piana accanto alla caverna. “Tre coppe, tre possibilità. Se vinci, ti dirò quello che vuoi. Se vinco io, tu bevi. Ma, se le bevi tutte e tre, hai perso.” Il licantropo aveva fatto una pausa, gustando appieno l’aria di attesa che si respirava. “E resterai qui con me fino alla luna piena. Sai che significa vero?”

Dunque Greyback aveva svelato le sue carte, dimostrando ai maghi di essere davvero sicuro di sé e scaltro: se avesse vinto i tre duelli come credeva, infatti, non solo non avrebbe detto loro una sola parola di quello che volevano sapere, ma si sarebbe anche vendicato dell’abbandono di Lucius trasformando in una bestia proprio suo figlio.

Malfoy si era voltato a scrutare i volti dei suoi compagni, cercando in loro uno spunto per decidere cosa fare: mentre Theodore era la solita statua di pietra e Goyle aveva sollevato le sopracciglia a fargli intendere che la scelta spettava solo a lui, Zabini aveva scosso piano il capo e lo stesso aveva fatto anche la Granger, con un’espressione talmente spaventata disegnata sul viso che, in un’altra circostanza, di sicuro l’avrebbe fatto divertire.

Draco non voleva di certo diventare un lupo mannaro, ma sapeva bene che, comunque la si volesse rigirare, la verità l’aveva detta lui poco prima: non avrebbero potuto far parlare Greyback in nessun altro modo e non avrebbero potuto trovare Dolohov senza quelle informazioni. Per questo il mago aveva chiuso gli occhi raccogliendo tutta la sua determinazione, poi aveva estratto la bacchetta, provocando una lieve risata soddisfatta da parte del licantropo.

Blaise aveva alzato lo sguardo al cielo e si era adoperato per fare indietreggiare tutti, compresa una riluttante Hermione, a una distanza che aveva giudicato di sicurezza.

I duellanti si erano fissati sollevando ognuno la propria bacchetta davanti al viso, per poi stringerla saldamente mentre la mano tornava lungo il fianco e si davano le spalle contando gli otto passi richiesti come regola in quel tipo di sfida.

“Puntate.” La voce chiara di Zabini era risuonata in un silenzio innaturale e le bacchette dei due sfidanti si erano alzate una contro l’altra. “Uno, due…TRE!”

Uno scontro di luce quando Malfoy e Greyback avevano lanciato i loro incantesimi offensivi aveva illuminato la notte buia e un attimo dopo Draco era a terra, scaraventato sulla dura roccia da un Expelliarmus particolarmente efficace dell’altro.

Mentre i suoi compagni mormoravano imprecazioni irripetibili, Greyback sembrava felice come un bambino davanti ad un giocattolo nuovo e aveva passato a Malfoy il primo calice non appena questi si era rialzato.

“Bevi, mago!”

Draco aveva guardato per un attimo i suoi amici, poi aveva mandato giù tutto d’un sorso il contenuto della coppa. Il sapore acido del liquido gli aveva fatto venire un conato, a stento trattenuto dalla mano premuta sulle labbra, e un secondo dopo un lieve capogiro lo aveva destabilizzato tanto da fargli quasi perdere l’equilibrio.

“Questo ti farà crescere i peli sullo stomaco!” Aveva ululato sguaiatamente il licantropo, riportandosi immediatamente in posizione di attacco.

“Dimmi che hai un piano.” Il mormorio di Zabini era suonato quasi come una preghiera alle orecchie di Malfoy, che aveva annuito troppo velocemente per convincere il suo amico che fosse la verità, prima di tornare al suo posto con la bacchetta alzata contro lo sfidante.

“Puntate.” Di nuovo Blaise si era ritrovato, suo malgrado, a gestire il duello. “Uno, due…TRE!”

Questa volta Malfoy era riuscito a colpire il lupo mannaro con uno Diffindo che, però, aveva solo scalfito la sua bacchetta e lo aveva reso vulnerabile alla controffensiva di Greyback.

“NO!” L’urlo di Zabini aveva riempito lo spazio quando Draco era finito nuovamente a terra.

“La seconda coppa. Ne manca solo una: è fatta ormai, lupacchiotto!”

Di nuovo la risata chiassosa del licantropo aveva accompagnato la bevuta di Malfoy. Questa volta il contenuto era aspro e molto più forte del primo, tanto che Draco aveva vacillato con più evidenza e la sua mente si era completamente annebbiata per diversi secondi.

Mentre Blaise odorava il contenuto del calice e lo gettava rabbiosamente a terra, il mago biondo era riuscito a raggiungere un equilibrio più stabile e si era avvicinato a Nott, aggrappandosi alla sua spalla. “La cinta. La tua cintura, dammela.”

Theodore aveva immediatamente ubbidito a quella richiesta e si era slacciato la cinghia, che portava più come portafortuna che per sostegno, passandogliela senza incertezze. “Ecco Draco, tienila. Il serpente ti proteggerà.”

“Avanti Malfoy! Non vedo l’ora che tu sia finalmente il mio bel lupacchiotto”.

Malfoy aveva scambiato un cenno di assenso con il suo compagno, evitando di pensare seriamente alle parole urlate da Greyback già pronto nella sua posizione, ed aveva nascosto la cintura nella tasca dei pantaloni. Mentre si muoveva sbandando appena per tornare al suo posto di attacco, Zabini lo aveva fermato senza nascondere la propria preoccupazione.

“Noi ti proteggiamo, lo sai no? Anche se l’unico modo per fermarlo è ucciderlo. Draco…non fare idiozie. È arrivato il momento di pensare a te e al diavolo la missione.”

Il mago biondo aveva guardato il suo amico con gli occhi ancora appannati, ma gli aveva poggiato una mano sulla spalla facendogli intendere che non aveva nessuna intenzione di mollare. “Tranquillo.”

Blaise aveva scambiato un’occhiata ansiosa con Hermione, trattenuta indietro da Goyle, poi aveva ripetuto con maggiore riluttanza la formula del testimone del duello. “Puntate. Uno, due…”

Flipendo!”

Draco, per quanto confuso dai distillati che aveva bevuto, aveva compreso bene di non poter vincere onestamente, quindi senza aspettare la fine della conta aveva lanciato la cinta di Nott in aria e aveva proiettato la sua fibbia, a forma di testa di serpente, ad alta velocità contro Greyback. Il mago sapeva ovviamente di non poter fare del male al licantropo in quel modo, ma contava di distrarlo abbastanza per fargli avere il vantaggio del secondo incantesimo che aveva lanciato con tutta l’energia che ancora sentiva vibrare in corpo.

Stupeficium!”

Un raggio di luce rossa aveva investito in pieno Greyback sbalzandolo qualche metro indietro, quasi all’ingresso della sua caverna. Quando il licantropo si era rialzato aveva urlato di rabbia e bevuto l’ultimo calice prima di distruggere la pietra su cui era poggiato.

I maghi si erano sentiti tutti sollevati dalla vittoria di Malfoy e Gregory aveva finalmente mollato il braccio di Hermione, che era tornata a respirare anche se il cuore pompava ancora follemente nel suo petto.

Poi però Greyback si era rivolto a loro con la bacchetta alzata ed erano tornati tutti vigili e in posizione difensiva quando il lupo mannaro si era sollevato in tutta la sua statura alzando il viso al cielo e ululando a pieni polmoni. Nel giro di un attimo Greyback aveva cominciato a correre verso di loro e li aveva superati tutti e cinque con un balzo enorme che lo aveva fatto sparire dalla loro vista, nel buio della notte, proprio mentre iniziavano a percepirsi i primi segni della trasformazione.

Solo in quel momento Hermione aveva alzato lo sguardo al cielo e si era accorta del primo pezzetto della luna piena che stava sorgendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha a tutti! :)

Allora…come vi è sembrato il duello? Abbiamo visto che Draco è migliorato, dopo anni di allenamenti, ma la tensione di un Scambio (nella saga non c’è, naturalmente, ma l’ho inventato io per l’occasione, sempre prendendo spunto dal film) l’ha reso abbastanza…teso da non riuscire a dare il meglio di sé contro un licantropo esperto e senza scrupoli come Greyback.
Come nella migliore tradizione, Malfoy ha barato e, per fortuna, vinto. Certo…c’è il problema di capire quale sarà la reazione di Fenrir, ma per quella dovremo aspettare il tramonto della luna perché al momento lui si trova in una forma…meno umana del solito, ecco ;)

Un abbraccio ideale a tutti coloro che trovano il tempo di leggere le mie follie, a chi le ha ‘addirittura’ messe tra le seguite\ricordate\preferite e a coloro che gentilmente mi fanno sapere come la pensano sui vari passaggi della storia (e sopportano anche le mie risposte luuughissime!). E’ uno scambio che trovo divertente, oltre che stimolante, quindi vi ringrazio davvero di cuore.
Alla prossima,
B.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee ***


5. Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee. (Elianto – Stefano Benni)

 

Il fuoco scoppiettava con inconsapevole audacia in mezzo al gruppo di maghi radunati in un’attesa che consumava lentamente legna e ansia, mentre l’intenso silenzio notturno veniva spezzato solo da qualche ululato che si avvertiva troppo lontano per essere considerato come un reale pericolo da parte loro.

Dopo che Greyback era scomparso nell’oscurità, infatti, a Malfoy e gli altri non era rimasto altro da fare se non gioire della scaltrezza con cui lui aveva superato la prova con il licantropo e sistemare al volo un campo per passare la notte in attesa che la luna tramontasse.

L’unico ad entrare nella caverna del lupo mannaro, o meglio a trovare il coraggio e il pelo sullo stomaco per farlo, era stato Goyle. Il mago era tornato dai suoi compagni, appostati al lato di una grossa roccia per essere meglio riparati dal freddo e da possibili attacchi di chissà quali creature, mostrando con orgoglio alcune lepri uccise probabilmente poche ore prima del loro arrivo da Greyback stesso.

Così, dopo che Nott era arrivato con un bel fascio di legnetti tra le braccia, i maghi avevano acceso un piccolo falò su cui avevano arrostito i resti di quei poveri animali. Con una certa riluttanza, persino Hermione si era rassegnata a mangiare quella carne, più per la necessità di conservare e rimpinguare le energie che per una vera e propria fame. Il sonoro rotto finale con cui Goyle aveva terminato il pasto le aveva però fatto gettare l’ultimo osso nelle fiamme, anche se non era ancora del tutto spolpato.

“Sei un maiale Gregory.” L’aveva rimproverato Zabini, seduto accanto alla strega con la schiena poggiata alla roccia, il sorriso sghembo sulle labbra a chiarire quanto la sua disapprovazione fosse in fondo del tutto fine a se stessa.

“Meglio fuori che dentro.” Goyle alla sua sinistra aveva sorriso, per niente offeso, distendendo le gambe di lato fino a portarsi supino sulla terra praticamente brulla.

Accanto a lui, Malfoy sorrideva beffardo e Nott, poco più in là a chiudere il cerchio alla destra di Hermione, scuoteva il capo aggiungendo altra legna al fuoco.

“E’ stata una giornata intensa, non credo che riusciremo a chiudere occhio tanto facilmente.” Theodore non aveva neanche terminato la frase che Goyle aveva preso a ronfare indecentemente, provocando un’ondata di ilarità da parte dei maghi.

“E’ incredibile! Riesce a dormire ovunque.”

“Ti ricordi quando si è appisolato durante il discorso natalizio di tuo padre?” Zabini aveva quasi le lacrime agli occhi pensando a quella serata. “Avevo paura che Lucius lo cruciasse!”

“Ci è mancato veramente poco quella volta in effetti.” Lentamente, le risate erano scemate e Malfoy aveva sospirato, indirizzando lo sguardo vero Hermione. “Qualcuno non ci trova affatto divertenti.” Aveva fatto notare con una decisa nota sarcastica.

La strega aveva sollevato gli occhi dal fuoco, sentendosi ovviamente chiamata in causa. “Solo perché ritengo che la situazione sia tutt’altro che divertente.” Aveva chiarito ferma, spiegandosi meglio un attimo dopo, anche se nessuno glielo aveva chiesto. “Stiamo aspettando che un Mangiamorte lupo mannaro finisca di sbranare chissà quale povera preda prima che la luna tramonti, sperando che torni qui e ci dica come trovare un altro Mangiamorte, pazzo-sanguinario e violento più di lui, scomparso anni fa. Tutto questo senza considerare che non so perché lo stiamo facendo, non ho la mia bacchetta e non posso smaterializzarmi per questo maledetto braccialetto che non riesco a togliere in alcun modo. E ho freddo.”

“E’ bello saper cogliere il lato positivo delle cose.” Nott aveva sganciato una delle sue ‘perle di saggezza’ ironiche facendo sorridere gli altri due Serpeverde ancora svegli, fingendo di non notare l’occhiata chiaramente omicida che lei gli aveva rivolto.

“Vorrei sapere perché perdiamo tanto tempo a cercare Dolohov, è chiedere troppo?”

“Visto che non dovresti neanche essere qui, direi che…sì, è decisamente troppo.” La risposta pacata di Malfoy aveva avuto l’enorme potere di darle ancora più sui nervi del normale.

“Ma proprio perché sono qui, forse è meglio se me lo dite invece. Potrei persino aiutarvi.” Aveva gettato là la strega, sperando di convincerlo a confidarsi.

“Piuttosto mi faccio mordere da Greyback.”

“Beh ci sei andato molto vicino, ti ricordo.”

“Ma ho superato la prova o sbaglio? Forse eri troppo concentrata a sperare che perdessi e non te ne sei accorta.”

“Come puoi credere che io sia così crudele, Malfoy!” Hermione era letteralmente scandalizzata. “Non augurerei del male neanche ad una serpe come te.”

“Ah scusa, dimenticavo che sto parlando con la più perfetta e intelligente delle streghe esistenti al Mondo. A questo punto però la domanda vera è: se sei davvero così intelligente, perché non hai ancora capito cosa vogliamo da Dolohov?”

Il sorriso beffardo di Draco, ricambiato da una eloquente alzata di spalle di Nott, l’aveva spinta a snocciolare apertamente quello che pensava. “Ha a che vedere con il Virus vero?” Nessuno le aveva risposto, ma l’attimo in cui Malfoy aveva trattenuto il respiro le era bastato per capire che aveva visto giusto anche su quello. “E’ stato Dolohov a diffonderlo? Come lo ha creato? Ha un antidoto? Come sai che c’entra proprio lui se anche gli Auror migliori vagano nel buio totale?”

“Meglio dormire.” Draco aveva cercato di troncare quella discussione che non stava andando per niente in un verso che gli aggradava e tutti, tranne la strega ovviamente, lo avevano imitato mentre si sistemava disteso.

“E’ inutile che eviti le mie domande. Ti ho già dimostrato di riuscire a capire le cose anche da sola, se rispondi sarebbe solo un risparmio di tempo per entramb…”

“Taci, strega.” Malfoy aveva sollevato il busto e lo sguardo nei suoi occhi, mentre la fissava, era reso ancora più terrificante dalle fiamme che dividevano i due.

“Non mi fai paura.”

“E invece dovresti temermi.” Aveva specificato il mago, scandendo lentamente le parole. “Ricorda sempre chi sono io e che tu non hai una bacchetta.”

La minaccia, neanche tanto velata, aveva riacciuffato per i capelli il cuore impavido di Hermione che avrebbe voluto invece rispondere a tono. Del resto morire in quel momento non sarebbe stata una gran mossa, ragione per cui lei lo aveva fissato con puro odio e si era distesa con la testa puntata di direzione di Zabini, il braccio sotto l’orecchio come fosse un cuscino e la certezza enorme che non sarebbe mai e poi mai riuscita a dormire.

A dimostrazione che non si dovrebbe essere certi in modo così assoluto di nulla, la strega si era invece addormentata profondamente e nel giro di pochi minuti. Complici la stanchezza, il viaggio, le mille scoperte della giornata, Hermione Granger era crollata e nella sua bella testa sempre in movimento si erano sovrapposte immagini terrificanti di squartamenti, lampi di luce rossa e unghie gialle minacciose.

Quando si era risvegliata con il respiro affannato, la prima cosa che aveva notato nel leggero chiarore del cielo mattutino che precede l’alba, era il mantello nero che la copriva. Era più che sicura, infatti, di essersi addormentata intirizzita dal freddo nonostante il fuoco acceso davanti a lei, con le braccia a stringersi tra di loro per trattenere il calore del suo corpo. Ora, invece, il tepore del mantello la teneva ad una temperatura piacevole nonostante il falò fosse praticamente ridotto ad un cumulo di cenere incandescente.

Hermione si era quindi raddrizzata, trattenendo a stento una smorfia per un dolore alla schiena, obbligata nella notte ad una posizione alquanto scomoda, guardandosi attorno: Nott e Goyle, oscenamente avvinghiato a se stesso, ancora dormivano ma degli altri due maghi non c’era traccia.

Lentamente, senza fare rumore, la strega si era quindi sollevata in piedi e si era guardata intorno. L’unica possibilità sensata era che gli assenti avessero seguito un piccolo sentiero che scendeva tra le rocce alla sua sinistra e, senza starci troppo a pensare su, aveva deciso di andare a controllare.

Già dopo pochi metri Hermione aveva avvertito un suono dolce e una strana nebbiolina nell’aria, ma solo alla fine del sentiero si era ritrovata davanti ad una piscina naturale immersa in uno spettacolo meraviglioso: il bacino era infatti contornato per tre lati da roccia, mentre quello opposto rispetto a lei era aperto a strapiombo verso le vette delle montagne accanto; l’acqua era evidentemente molto calda e mandava sbuffi di vapore che rendevano tutto appannato come se ci si trovasse in un sogno.

Proprio da questo paesaggio fiabesco due figure maschili, perfette e completamente nude, erano emerse quasi all’improvviso dall’acqua. Solo dopo diversi istanti la strega si era resa conto che si trattava esattamente dei maghi che stava cercando e si era addossata con la schiena contro la grossa roccia ai lati del sentiero da cui era arrivata, per evitare che la notassero.

Excicco.” Malfoy aveva sfilato la bacchetta dai vestiti lasciati a terra e aveva invocato l’incantesimo che gli aveva permesso di asciugarsi completamente nel giro di una manciata di secondi. “Quindi, secondo te, non ci sono altre alternative: dobbiamo tenerci la piattola attaccata alle calcagna e farcene una ragione?”

Zabini, che stava imitando i gesti dell’altro rivestendosi lentamente, aveva annuito. “Ti ripeto che è la cosa migliore. Se dovessimo trovare Doholov e il resto, torneremo nel Mondo Magico con un potere incommensurabile e potremo decidere di metterla in un angolo o addirittura farla rinchiudere ad Azkaban.” La strega aveva trattenuto il respiro a sentire nominare quell’orribile prigione. “Se invece fallissimo, potremmo sempre dire di aver tentato in ogni modo di portare a termine una missione che sarebbe stata la salvezza per tutti e di essere stati costretti a portarci dietro la strega per non rischiare che rovinasse tutto, proteggendola comunque nel frattempo. In qualunque caso saremmo degli eroi.”

Malfoy stava riallacciando la camicia, pensieroso, continuando a fare dei cenni poco convinti di assenso con la nuca, quando aveva notato il primo raggio di sole sollevarsi oltre l’orizzonte e aveva sospirato. “Ok, facciamo come dici tu. Sperando di non dovercene pentire amaramente.”

Hermione aveva realizzato a quel punto che i due dovevano aver praticamente finito di sistemarsi ed era tornata sui suoi passi lungo il sentiero il più velocemente possibile, bloccandosi solo nel momento in cui aveva scorto una nuova figura al centro della radura in cui si erano accampati per la notte.

“MALFOY!”

Greyback aveva ripreso il suo aspetto (quasi) umano ed era fronteggiato dai maghi che Hermione aveva lasciato addormentati pochi minuti prima, mentre Draco e Blaise arrivavano di corsa dalle spalle della strega per unirsi ai loro compagni, tutti con le bacchette sguainate e troppo impegnati ad osservare le mosse del lupo mannaro per domandarsi cosa stesse facendo lei così distante dal fuoco.

“Sei un bastardo Malfoy!” Fenrir aveva fissato il mago con una smorfia di disgusto, poi aveva disteso il braccio lungo il fianco. “Io adoro i bastardi.”

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Benvenuti alla fine del quinto capitolo di questa avventura, nostra e dei nostri eroi (?)
:)
So che non c’è stata molta azione nel presente, ma ogni tanto occorre anche riprendere respiro e parlare ;) E così Draco ed Hermione hanno ‘parlato’, si sono riposati e lei ha sentito chiaramente che non è protetta dal gruppo perché sono dei gentiluomini educati, ma solo perché vedono del potenziale guadagno nella sua salvaguardia.
Certo, creare fiducia con queste premesse non è poi così semplice non credete? ;) Eppure sono convinta che ce la faremo!

Tra l’altro Fenrir è tornato e, almeno al momento, non ha fini bellicosi (sembra). La domanda successiva rimane quindi: riuscirà Draco a convincerlo a dirgli dove si trova Doholov?

Ringrazio vivamente chiunque sia arrivato a leggere fino a qui (e magari vorrà proseguire), coloro che hanno messo la storia tra le preferite\ricordate\seguite e i gentili lettori che mi hanno fatto sapere come la pensano sugli avvenimenti attraverso i loro commenti.
Alla prossima,
B.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Eppure, si nascondeva nella sua mente confusa la convinzione di poter superare tutti quegli ostacoli apparentemente insormontabili ***


6. Eppure, si nascondeva nella sua mente confusa la convinzione di poter superare tutti quegli ostacoli apparentemente insormontabili. (La spada di Shannara – Terry Brooks)

 

Il licantropo si era seduto accanto al fuoco rinvigorito da Nott e aveva afferrato uno dei resti degli animali della sera precedente, mordendolo con così poca grazia che Hermione aveva dovuto voltare il viso per cercare di nascondere il più possibile la sua espressione disgustata.

“Che c’è, strega, sono troppo volgare per un bocconcino come te? Di sicuro gli altri Mangiamorte sono più eleganti e nobili di me. Come il mago al tuo fianco per esempio.” Fenrir aveva sorriso in modo pacchiano indicando Malfoy con il mento. “Eppure alla fine abbiamo avuto quasi tutti un destino simile: morti o braccati come bestie.” Il licantropo aveva sputato un osso per terra, nauseando anche Draco. “A parte i pochi che hanno avuto la prontezza di tradire in tempo.”

“Come mai voi fuggitivi vi siete separati?” Aveva chiesto cauto Zabini, anticipando Malfoy dallo spiegare, nuovamente e in modo tutt’altro che garbato probabilmente, come erano andate veramente le cose per la sua famiglia. “Non ti conveniva rimanere con Doholov, per esempio?”

Il licantropo aveva sgranocchiato un pezzo di nervo, calmo. “La verità è che se uccidi maghi in battaglia o trasformi quelli che ti indicano va tutto bene, ma se ne mordi per sbaglio qualcuno di loro, ti trattano come un lebbroso.”

Gli altri presenti si erano scambiati un’occhiata molto eloquente senza commentare.

“Però siete rimasti in contatto, giusto?”

Greyback aveva sbuffato appena, agitando la mano nell’aria. “Tu credi davvero che ti darà quello che cerchi, Malfoy? Sei convinto che ubbidirà a chi si è unito con coloro che l’hanno cacciato? Potrebbe persino non guardarti o neanche rivolgerti la parola.” Il licantropo aveva sorriso ammiccante. “Doholov è diventato potente in questi anni. Più potente di quello che pensate voi. Ha spie ovunque e potrebbe persino sapere già che stai arrivando. Magari si sta preparando a riceverti degnamente proprio in questo momento.”

Draco aveva deglutito senza mostrare il brivido che aveva percorso la sua schiena a quel pensiero. “Allora non gli importerà se ci dici dove si trova.”

“Ma se lo faccio probabilmente tu morirai.” Fenrir aveva gettato nel fuoco l’ultimo pezzo di osso.

“Tutti devono morire.” Gli occhi grigi del mago erano piantati in quelli blu del licantropo e quasi sembravano esserci solo loro due in quel momento nella radura, tanto erano concentrati a studiarsi.

Dopo qualche istante Greyback aveva riso, mostrando i resti del pasto ancora impigliati tra i denti. “Fa come ti pare, mago, adesso ti dico dov’è. Anzi…ti ci porto io stesso. In fondo perché no? Perché non dovrei accompagnarti e godermi lo spettacolo.”

Detto questo il lupo mannaro si era sollevato, stirando la schiena mentre si avviava lentamente verso l’imbocco della caverna-tana. I maghi si erano guardati l’un l’altro poi, come se avessero ubbidito ad un ordine non detto, Blaise aveva seguito Fenrir mentre Goyle e Nott si erano diretti verso il sentiero che conduceva al laghetto naturale, per rinfrescarsi un po’ anche loro prima della nuova partenza.

Hermione era rimasta immobile invece, ad osservare Malfoy che spegneva silenziosamente il fuoco gettandoci sopra del terriccio. Proprio seguendo i movimenti del Serpeverde, la strega era stata attirata da uno strano ciondolo che pendeva, dondolando, dal collo del giovane.

“Quella è una pietra sacra.” Aveva detto piano, gli occhi fissi alla collana.

Draco aveva seguito il suo sguardo e la mano era corsa immediatamente a raggiungere il ciondolo, a difenderlo quasi che il solo averlo lasciato scoperto avesse potuto in qualche modo scalfirlo. Non c’era stato niente di rabbioso in quel movimento, ma la pretesa di una protezione totale dal mondo esterno. E questo non era ovviamente sfuggito alla strega.

“E’ davvero bellissimo.” Aveva infatti aggiunto Hermione, con calma.

“Grazie.” La parola era sfuggita alle labbra di Malfoy prima che potesse far qualcosa per fermarla e, a quel punto, provare a rimangiarsela sarebbe stato del tutto controproducente.

La strega aveva portato le dita sulla chiusura del mantello nero che ancora indossava, spostando lo sguardo sul rivolo di fumo che usciva ora, solitario, dal falò spento. “Anche questo…credo sia tuo.”

Draco aveva annuito, lentamente, riportando il medaglione sotto la camicia. “Tienilo pure.” Quell’offerta era sembrata stranamente gentile alle orecchie della strega, che infatti aveva sgranato un po’ gli occhi. “Sia mai che dovessimo portarci dietro un peso malaticcio, oltre che inutile.”

“Ah ecco.” Hermione aveva annuito, sorridendo quando Malfoy l’aveva guardata con un’aria spaventosamente perplessa. Ma dopo un secondo la pesantezza della situazione aveva riportato anche lei ad un’espressione greve. “Tu credi che Greyback sarà davvero in grado di condurci dal suo compare?”

“Lo spero.” Aveva risposto il mago dopo un profondo sospiro, con l’incredibile consapevolezza che preferiva di gran lunga rischiare la vita nel portare a termine la missione che tornare a casa a mani vuote.

Zabini era riemerso dalla caverna del licantropo stringendosi nelle braccia, rallentando lievemente i passi quando aveva visto i due parlare, per una volta, senza azzannarsi. Il rumore delle sue scarpe sulla ghiaia della radura, però, aveva palesato la sua presenza e Malfoy si era voltato verso di lui, sollevandosi in piedi con uno sguardo indagatore.

“C’è una pietra runica. A una giornata da qui, vicino alla foresta, ai piedi delle Montagne ad ovest. Greyback dice che ci porterà lì e che poi saranno le rune a condurci da Dolohov.”

“Ti fidi di lui?” Draco aveva rigirato al suo compagno lo stesso interrogativo che gli aveva rivolto la Granger, anche lei ora in piedi poco distante da loro, attenta a non perdersi neanche una parola di quello che si dicevano.

“Perché no?” Blaise aveva fatto spallucce.

“Perché è un pazzo.” Aveva riassunto con evidente efficacia l’altro.

“Sì hai ragione.” Il mago di colore non aveva di certo potuto negare quella che appariva come una delle poche certezze di tutta quella storia. “Ma il pazzo è con noi adesso.”

I due si erano guardati, poi avevano sorriso nel sentire la voce stonata di Goyle che tornava dalla conca d’acqua cantando una famosa canzoncina di loro invenzione che risaliva ai ‘bei vecchi tempi’.

“...è il nostro RE! Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre; Weasley è nato in un bidon, ha la testa nel pallon; così noi cantiamo perché, PERCHE’ Weasley è il nostro RE! Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre; Weasley è nato in un bidon, ha la testa nel pallon…”

Hermione aveva scosso il capo storcendo il naso fino a quando la voce di Gregory si era improvvisamente spenta. Pochi istanti dopo lui e Nott erano riemersi dal sentiero e, mentre il secondo camminava tranquillo seguendo i suoi passi decisi e lenti, il primo gli saltellava intorno tenendosi la mano sulla gola, con la bocca si muoveva a sputare evidenti imprecazioni senza suono.

Appena Goyle aveva raggiunto gli altri suoi compari aveva iniziato il suo teatrino anche con loro, che però sembravano intenzionati solo a ridere e a schernirlo.

“Come? Non capisco quello che dici. Parla più forte.” Gli aveva infatti chiesto Malfoy, strappando un sorriso a Theodore che era stato immediatamente indicato dal dito grassoccio di Goyle.

“Io glielo avevo detto di piantarla. Le mie orecchie stavano per sanguinare a forza di sentire i suoi orribili gorgheggi.” Il mago accusato si era giustificato quasi candidamente, alzando gli occhi al cielo nel momento in cui puntava la bacchetta su Gregory e mormorava l’incantesimo contrario davanti alle nuove proteste di questo.

“…o giuro sulla bacchetta di Salazar…” Nel momento in cui aveva ritrovato la voce, Goyle si era ammutolito spontaneamente, incrociando le braccia sotto il petto a dimostrare il suo astio.

Era stato Blaise ad evitare che la lite continuasse, poggiando una mano sulla spalla di Gregory in modo quasi fraterno. “Quando torneremo a casa ti aiuterò a legarlo e lo terrai almeno un’ora a sentirti cantare ok?”

“Due.” Aveva rilanciato Goyle, facendo sorridere Draco mentre Zabini annuiva.

“Due.”

Il fatto che Nott non sembrasse affatto preoccupato di una simile prospettiva faceva capire quanto, alla fine, fosse improbabile che si svolgesse una scena del genere. Purtroppo l’aria rilassata che si era venuta a creare in quel momento era stata subito spazzata via dall’arrivo di Greyback, che era uscito dalla sua tana con indosso la pelle di lupo con cui aveva aggredito Malfoy la sera precedente.

“Andiamo, maghi?”

La compagnia finse di non sentire il brivido che percorreva la schiena di ognuno di loro tutte le volte in cui il licantropo pronunciava quella parola, con un misto di frustrazione e disgusto. Si mossero invece uno dopo l’altro, seguendolo nella discesa che li avrebbe condotti per un bel pezzo a ritroso, verso il limitare della foresta alla base delle Montagne Nere.

Proprio nel punto della biforcazione del sentiero che dovevano seguire per voltare verso il lato ovest della catena montuosa, era stata con estrema sorpresa che avevano visto venire loro incontro il giovane Tiger.

“Lionel?!” Draco aveva accelerato il passo per raggiungerlo più in fretta superando anche Greyback. “Perché sei qui? È successo qualcosa a mio padre o a mia madre?”

“No.” Il nuovo arrivato, affannato dalla salita che stava compiendo per raggiungerli, aveva scosso il capo. “Loro stanno bene.”

“E allora…perché sei qui?” Aveva chiesto di nuovo Zabini, confuso quanto gli altri.

“Ero preoccupato per voi.” Lo sguardo di Tiger si era posato sul lupo mannaro, che ora chiudeva la fila dietro Nott, e il ragazzo aveva deglutito sonoramente prima di tornare in fretta a fissare Malfoy. “Quando siete stati trasportati dalla Passaporta, ho notato che c’era anche lei.” Un cenno del capo rivolto alla Granger aveva fatto scambiare un’occhiata ansiosa agli altri maghi su quello che il nuovo arrivato avrebbe potuto dire sulla strega, sbugiardandoli agli occhi di Fenrir. “Allora…”

“Non devi preoccuparti di questo. È tutto sotto controllo.”

“Come ci hai trovati?” Gregory aveva fissato il giovane mago e neanche si era reso davvero conto di aver detto esattamente la cosa giusta per distogliere l’attenzione dalla Granger.

“Ho…rubato un dente di lupo dal cassetto del signor Malfoy.” Lionel aveva abbassato gli occhi, come se si vergognasse di quello che aveva fatto.

“Magnifico!” Zabini aveva scosso il capo con forza.

“Come hai fatto ad attraversare la foresta senza che i Troll ti attaccassero?” Aveva chiesto Nott, con cautela, fissando il ragazzo.

“Non lo so…io ho semplicemente seguito il sentiero e sono arrivato fino a qui.” Tiger era quasi sbiancato di colpo. “Ci sono davvero i Troll là dentro? Erano loro che sentivo tra gli alberi?”

“Perché, chi pensavi fossero? Fatine colorate con cui passare un bel pomeriggio rilassante?” Aveva domandato Goyle, facendo sghignazzare pesantemente Greyback.

“N…no…pensavo fosse solo il vento.”

“Certo, un vento di Troll pronti ad assalirti ed estrarti le budella dal ventre prima di…”

“Basta Gregory.” Malfoy aveva poggiato una mano sulla spalla del mago più giovane. “Ti rendi conto del pericolo che hai corso a raggiungerci? Io ti avevo chiesto di restare a casa per controllare la situazione.”

“E l’ho fatto! Ti ho obbedito: ho tenuto gli occhi aperti e sono stato attento. Sembrava tutto tranquillo e per questo volevo raggiungervi, poi mentre stavo rubando il dente di licantropo dalla scrivania di tuo padre ho sentito un rumore e mi sono nascosto dietro il pesante drappeggio verde che nasconde la ‘finestra’. Da lì ho visto chiaramente Ludovic Bagman introdursi nell’ufficio e rovistare tra le carte che il signor Malfoy tiene sulla scrivania.”

“Credi abbia trovato qualcosa di importante?”

“Sicuramente sì, perché l’ho visto portare via una pergamena e dirigersi direttamente alla Guferia del Ministero per spedirla chissà a chi.”

“Maledizione!” L’urlo di rabbia di Goyle era riecheggiato nella gola.

“A quel punto venirvi a cercare per informarvi è diventato sempre più importante.”

Malfoy aveva mantenuto gli occhi fissi in quelli imploranti di Tiger, arrendendosi alla fine ad assecondarlo. “Va bene, hai fatto bene Lionel e verrai con noi. Ma devi giurarmi che farai esattamente tutto quello che ti diciamo, senza obiezioni o discussioni sterili.”

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Chi si aspettava che il licantropo si unisse alla compagnia nel viaggio? Spero non in troppi, visto che le sorprese riservate dalla storia sono una delle cose che mi piacciono di più quando leggo un fantasy :)
Comunque Hermione finge di non sapere nulla delle intenzioni non proprio ‘simpatiche’ che i Serpeverde hanno nei suoi confronti ed è miracolosamente riuscita a parlare con Malfoy senza scannarsi!
E che dire di Gregory silenziato (poveretto) per il modo stonato in cui cantava quella ‘vecchia’ canzoncina…me lo sono proprio immaginato a zompettare nervosamente intorno a Nott che, invece, lo precede calmissimo ;)
Purtroppo l’atmosfera viene rovinata dalla presenza di Greyback e dall’arrivo (anche questo un po’ a sorpresa spero) del giovane Tiger, che porta notizie quantomeno inquietanti.

Sperando che il capitolo sia stato di vostro gradimento e ringraziando vivamente chi legge questa mia storia e chi mi onora del suo commento, vi auguro un buon proseguimento di settimana. :)
Alla prossima,
B.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Lo scoiattolo non ha ancora trovato la ghianda che darà vita alla quercia dalla quale nascerà la culla del bebè che crescerà e mi ucciderà ***


7. Lo scoiattolo non ha ancora trovato la ghianda che darà vita alla quercia dalla quale nascerà la culla del bebè che crescerà e mi ucciderà. (Stardust – Neil Gaiman)

 

Ovviamente Lionel Tiger avrebbe promesso qualsiasi cosa gli fosse richiesto pur di unirsi alla compagnia di maghi che aveva fatto di tutto per seguire. E infatti aveva finito per giurare a Malfoy di non interferire, non fare danni, non muoversi e non respirare neanche, se non gli fosse stato ordinato da qualcuno di loro.

“Io continuo a dire che è un errore! A noi non serve il suo aiuto e tenercelo sul groppone non fa che metterci ancora di più in pericolo!”

“Non riusciremo a proteggere noi stessi, la Granger e ora anche Tiger con la stessa efficacia.” Zabini aveva dato man forte a Goyle, pur essendo molto più conciliante nei toni, nel contrastare la decisione presa da Draco di lasciarsi accompagnare dal giovane mago.

“Dovremmo rimandarlo indietro, a rimettere a posto quel dente di licantropo prima che tuo padre si accorga della sua scomparsa anche.” Aveva chiarito Nott.

“Non ce l’ho più…l’ho perso mentre attraversavo la foresta.” Tiger aveva abbassato di nuovo lo sguardo, imbarazzato.

“Ho detto che Lionel viene con noi. Punto.”

Malfoy era così fermo nella sua posizione che, dopo averli guardati in faccia uno per uno, aveva ripreso il cammino sul sentiero che li avrebbe guidati lungo la parte occidentale delle Montagne Nere anche se gli altri restavano immobili ai loro posti.

“Preferisce portarsi dietro questo peso morto e rischiare le nostre vite invece di…”

“Noi siamo MOLTO più FORTI e TEMIBILI di chiunque altro potremmo incontrare lungo il cammino!” Draco era tornato sui suoi passi, urlando letteralmente in faccia al mago che, di nuovo, lo stava contrariando. “Gregory! Non sei obbligato a venire. Nessuno ti forza a restare.”

I due si erano fissati per diversi istanti, intensamente, poi Goyle aveva annuito e la lite era fortunatamente finita senza ulteriori danni.

Malfoy aveva lanciato un’occhiata a Greyback, evidentemente preso dallo studiare con molta attenzione la situazione, il quale aveva finito per sorridere silenziosamente superando di nuovo tutti per incamminarsi lungo la via da percorrere. Nott aveva battuto un paio di volte la mano sulla spalla di Goyle, a definire il suo pensiero, e tutti avevano seguito il licantropo in un nuovo, profondo silenzio.

Hermione era rimasta un po’ indietro, rispetto al gruppo, affrontando una nuova leggera salita con gli occhi puntati sempre e solo su Draco, qualche passo avanti a lei.

“Hai qualcosa da dire?” Il mago si era quasi fermato accanto ad uno dei pochi alberi che crescevano nella leggera macchia che stavano attraversando, sfidandola con uno sguardo truce dopo due ore di quella tortura dorata inchiodata alla sua schiena.

Anche la strega aveva rallentato il ritmo, affiancandolo. “Sei una specie di capo per loro.”

Malfoy aveva assunto la solita espressione boriosa. “Non ne dovresti essere poi molto stupita.”

“Non lo sono.” Si era infatti affrettata a chiarire lei. “Solo che un capo non si limita a dare ordini, ascolta anche i suoi uomini.”

Quel rimprovero, neanche tanto velato, aveva suscitato un moto di irritazione in Draco che era pari a quello che provava anni addietro verso quella piccola so-tutto-io che lo sfidava continuamente con la sua sola presenza. Qualcosa che aveva sentito nell’aria lo aveva però distratto dal risponderle malamente e l’aveva invece fatto fermare quasi all’unisono con Zabini, che si era voltato verso di lui a chiedere conferma di quella sensazione con lo sguardo.

“Lionel.” Malfoy, senza più alcun dubbio, aveva estratto la bacchetta. “Tu e la Granger, restate qui.” Aveva ordinato a voce bassissima puntando il dito dietro un albero più grosso degli altri.

Nessuno dei due a cui era rivolto il comando aveva osato ribellarsi e Tiger aveva afferrato con abbastanza delicatezza la strega, consapevole del fatto che senza bacchetta aveva la probabilità di cavarsela in un duello praticamente pari a zero, per portarla a nascondere oltre il tronco indicatogli.

Gli altri maghi, Greyback compreso, avevano invece proceduto lungo gli arbusti più fini, cautamente e con le bacchette sollevate davanti a sé. Qualche metro dopo, il primo incantesimo offensivo li aveva sfiorati andando a colpire e disintegrare un alberello proprio accanto a Malfoy. I cinque si erano guardati intorno, ma a parte qualche fruscìo ora più accentuato, i loro occhi non vedevano che foglie e ombre muoversi veloci.

“Finiamola. Ahhhh!” Stanco di aspettare che fossero attaccati di nuovo, Goyle si era scagliato in direzione di un brusio più distinto, rompendo il cerchio che stavano istintivamente tenendo i suoi compagni per proteggersi, e si era ritrovato circondato da tre maghi vestiti completamente di rosso, con il cappuccio e una maschera bianca a coprirne interamente i lineamenti del viso.

Senza avere troppo tempo per pensare, Gregory aveva cominciato a scagliare incantesimi offensivi, difendendosi nel contempo da quelli che gli stavano lanciando contro, urlando quando un Diffindo lo aveva colpito al braccio destro facendogli quasi volare via la bacchetta. Per fortuna era intervenuto in suo aiuto Nott, che aveva lanciato un Expelliarmus molto ben assestato che aveva sbalzato in avanti due degli avversari.

Intorno a loro anche gli altri compagni stavano lottando con energia contro maghi che indossavano le stessi veste rosse e la stessa maschera cadaverica, senza risparmiarsi in colpi che avrebbero potuto essere mortali. Malfoy in particolare, sembrava essere il bersaglio maggiormente ambito, e tra un Protego e uno Stupeficium combatteva con tutte le sue forze riuscendo, miracolosamente, ogni volta a ferire il nemico e ad uscire indenne dall’attacco.

Le urla della battaglia giungevano attutite nel nascondiglio in cui erano relegati Hermione e il giovane Tiger. Soprattutto quest’ultimo scalpitava visibilmente a dover restarsene al margine, di nuovo in disparte rispetto al centro in cui stavano succedendosi gli eventi più importanti. Per questo ad un certo punto si era sollevato in piedi slacciando il mantello e, senza dire una parola in risposta alle proteste della strega, aveva preso a correre verso il luogo in cui si sentiva più forte lo scontro. Impegnandosi anche lui subito a difesa degli altri e di se stesso, Lionel si era ritrovato davanti due avversari che lo avevano colpito ad un fianco, riuscendo per pura fortuna a schivare un colpo che poteva essere l’ultimo della sua vita e a lanciare una Bombarda che aveva scosso il terreno sotto i piedi dei nemici, facendo perdere loro equilibrio e visibilità.

Dopo minuti che erano sembrati interminabili, gli assalitori avevano cominciato a capire che la loro maggioranza numerica non era sufficiente a sconfiggere i sei maghi e avevano cominciato una sorta di ritirata quasi simultanea oltre gli alberi della piccola macchia.

“Inseguiamoli subito e finiamoli!” La proposta gridata con rabbia da Zabini lo aveva visto muoversi contemporaneamente verso il punto di fuga degli avversari, bloccato da un altrettanto deciso Malfoy che era evidentemente di opinione contraria.

“Proseguiamo per la nostra strada.” Il mago biondo teneva la bacchetta ben salda in mano e si era immediatamente fatto sotto a Lionel, non appena lo aveva visto sul campo di battaglia. “Ti avevo detto di aspettare!”

“Non sono un ragazzino, Draco.”

“Porta qui la strega. VAI!” Aveva urlato Malfoy, poco propenso ad accettare una nuova ribellione da parte del giovane mago.

“DRACO!” Mentre Tiger finalmente ubbidiva ai suoi comandi, Nott lo richiamava da poco lontano tenendo sollevato Goyle praticamente di peso. “Un colpo alla schiena e uno al fianco.” Aveva quindi spiegato al mago biondo non appena li aveva raggiunti.

“Quanto credi sia grave?”

“E’ solo un graffio.” Aveva sbuffato Gregory, minimizzando nonostante il fiato fosse appesantito dall’affanno e dovesse reggersi al suo compagno per non crollare a terra. “Con un paio di Epismendo tornerò come nuovo, pronto per quella mora che mi hai presentato l’altra sera.”

“Probabilmente ha ragione.” Nott aveva annuito, confermando. “Ma abbiamo bisogno di riposarci qualche minuto in un posto tranquillo e, magari, trovare dell’acqua.”

“Certo.”

Malfoy si era sentito profondamente sollevato e aveva aiutato Theodore, personalmente, a sostenere Gregory per rimettersi in marcia fino a raggiungere una sorta di piccola valle naturale in cui scorreva lento un torrente.

Tutti avevano quindi trovato il modo di ritemprarsi con l’acqua fresca che fluiva continua e limpida, Greyback più distante dagli altri, mentre Nott sistemava le profonde lacerazioni subite da Goyle nello scontro.  Solo Draco sentiva addosso un’irrequietezza tale per cui non riusciva a stare fermo un istante ed aveva passato tutto il tempo a controllare il territorio intorno a loro, arrivando sulla cima della collinetta a ridosso del fiume e riscendendone dopo qualche minuto.

“Dalla collina c’è una buona visuale. Lionel! Vai lassù e grida se vedi qualcosa.” Aveva ordinato il mago, passando accanto a Zabini e fermandosi a guardare gli altri. “Come sta Gregory?”

“Quasi bene.” Blaise aveva fatto vagare lo sguardo sul paesaggio, passando una mano sulla fronte calda.

“Cerchiamo di muoverci presto. Dobbiamo raggiungere Doholov il prima possibile.” Considerò Malfoy con il suo compagno, apprestandosi ad andare a verificare di persona la salute di Goyle proprio mentre Tiger seguiva i suoi ordini e si preparava ad incamminarsi sulla collinetta.

Zabini non aveva tolto gli occhi di dosso al giovane mago ed era stato per questo motivo che aveva notato qualcosa di strano cadere dal suo mantello nel momento in cui lo aveva indossato. Senza smettere di osservare Lionel, il mago di colore aveva aspettato che si allontanasse prima di chinarsi a raccogliere ciò che aveva perso e che, una volta nella sua mano, risultò essere l’affilato canino di un licantropo.

Blaise aveva stretto il dente tra le dita, lanciando un nuova brutta occhiata alle spalle di Tiger, ormai seduto su uno scomodo masso in cima alla collina, prima di avvicinarsi a Draco che, pensieroso, sembrava cercare risposte nelle cime delle montagne intorno a loro.

Non appena aveva sentito dei passi dietro di sé, Malfoy si era voltato ma Zabini era stato preceduto da una battagliera Granger.

“Chi erano quei tizi?” Aveva chiesto la strega, senza nessuna intenzione di girare intorno alla domanda o di accettare come risposta meno della verità.

“Non lo sappiamo.” Draco l’aveva guardata di sottecchi, mostrandosi poi impegnato a sciacquare mani e viso nell’acqua del ruscello.

“Non ti credo.”

“Problemi tuoi Granger.” Una risposta a mezza bocca che, Blaise se ne rendeva perfettamente conto, poteva precedere una possibile esplosione.

“Di sicuro non erano dei comuni maghi. Troppo ben addestrati.” La strega aveva scosso il capo e spostato lo sguardo proprio su Zabini, che aveva trovato naturale annuire alle sue affermazioni. “E non ci hanno incontrato per caso.”

“Qualcuno ci dà la caccia?” Aveva quindi domandato con cautela il mago di colore mentre Draco si sollevava di nuovo in posizione eretta e tornava a studiare i monti.

“Se ci fosse qualcuno che trama per impossessarsi dell’antidoto per quel maledetto Virus…” Malfoy aveva annuito lentamente “…utilizzarci per trovare Doholov è il primo punto del loro piano.”

“Dovrebbero sapere dove cercarti.” Aveva fatto notare Hermione, subito sostenuta dall’altro mago.

“Forse qualcuno li aiuta, no?” Pochi passi e Zabini aveva allungato il braccio con il dente di licantropo verso il suo compagno. “Tieni, è caduto a Lionel. Sbaglio o aveva detto di averlo perso nel bosco prima di trovarci?”

Il momento dello scambio era stato denso di incredulità. “Credi che Lionel serva il nostro nemico?” Aveva chiesto quindi Draco, sconvolto e stizzito. “Lo insinui solo per questo stupido dente? Ti rendi conto che stiamo parlando di Tiger, per Salazar e Merlino messi insieme!”

“Esatto! E sappiamo tutti quello che è successo a suo fratello Vincent, giusto?”

I toni si erano animati in un escalation che aveva visto i due maghi fronteggiarsi più duramente. “Questo non c’entra!”

“Ehi, non credo sia il caso di…”

“Zitta Granger!” Malfoy le aveva urlato contro senza neanche degnarla di uno sguardo, le iridi grigie puntate su quelle scure del suo compagno.

“Dici sempre di credere nella furbizia, nell’intraprendenza ma quando ce le hai davanti chiudi gli occhi!” L’affermazione di Zabini era stata pesante e Draco aveva storto il naso nervosamente.

“Furbizia e intraprendenza…in che modo le tradisco secondo te, dimmi?”

“Ti fai ancora sottomettere da tuo padre, hai iniziato questa missione senza senso invece di pensare a te stesso e in più ti porti dietro un piccolo bastardo traditore che non vede l’ora di cruciare te o un tuo amico alle spalle.”

“E che dovrei fare eh? Torturarlo finché non confessa?”

“Sì, dovresti farlo.”

La calma con cui Zabini aveva risposto a quella domanda che voleva essere retorica, aveva provocato nel mago un moto di nausea che gli aveva sformato i lineamenti. “È solo un ragazzino, l’hai dimenticato?”

“Oscuri tempi, oscure azioni Draco.”

“L’oscuro vuole la luce.”

A pronunciare queste parole spezzando la tensione del momento era stata Hermione, disposta a fiancheggiare il mago biondo per quella volta, poi Lionel aveva cominciato a correre verso di loro, fermandosi a metà collina per indirizzare la bacchetta verso se stesso e far arrivare il suo grido fino agli altri con un incantesimo Sonorus.

“DRACO!”

 

 

 

 

 

Aloha!
Spero per voi che siate al mare, sdraiati panciolle e cullati dal rumore delle onde e dal dolce far niente!
:) Io purtroppo ancora sono al chiodo, ma prevedo presto giornate di completo relax e riposo che mi porteranno, ahimè, anche lontano dal mio tenero e vecchio (ma non diteglielo mai o si offende) pc.

Al momento vi lascio però questo capitolo, sperando che vi piaccia. Sono un po’ una frana nel descrivere battaglie, lo so…è uno dei miei punti deboli e probabilmente deriva dal fatto di essere profondamente pacifista magari (o forse sono solo incapace di farlo e punto ;) ) però qui ci ho provato, perché non esiste nessuna storia fantasy in cui non ci sia sempre e comunque anche un po’ di guerra, no?
Certo la cosa solleva nuovi interrogativi: chi sono gli uomini in rosso? Che vogliono dai nostri ‘eroi’? Perché Tiger aveva detto di aver perso il dente di licantropo se poi lo aveva in tasca?
Una precisazione che mi preme fare: le ultime battute (“Oscuri tempi, oscure azioni” e “L’oscuro vuol la luce”) sono citazioni dirette del film originale che ho semplicemente adorato non appena le ho sentite pronunciare. Mi sembrava giusto dare al film quello che è del film ;)

In tutto questo, ringrazio con un profondo inchino chi sta seguendo questa storia, chi l’ha messa tra le preferite\ricordate e chi mi sta semplicemente onorando di leggerla.
Alla prossima,
B.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Non possono mentire, ma adorano giocare a dire la verità in maniera creativa ***


8. Non possono mentire, ma adorano giocare a dire la verità in maniera creativa. Scopriranno ciò che vuoi più di ogni altra cosa al mondo e te lo offriranno... nascondendoci dentro un'insidia che ti farà rimpiangere di averlo mai desiderato. (Città di cenere – Cassandra Clare)

 

“DRACO!” Il grido di pericolo lanciato da Lionel dalla sua postazione di guardia aveva immediatamente messo in allerta i suoi compagni.

“Muovetevi!” Malfoy aveva dato l’ordine nel momento stesso in cui estraeva nuovamente la bacchetta e gli altri maghi lo imitavano, correndo tutti a perdifiato su per la collina scoscesa, disperatamente alla cerca di un posto che non li lasciasse completamente esposti come la piccola valle in cui avevano cercato ristoro.

Quando Zabini si era voltato aveva riconosciuto le vesti rosse e le maschere cadaveriche degli stessi maghi che li avevano già attaccati, per di più ora in sella a delle scope che li facevano avvicinare velocemente a loro.

“Non riusciremo a seminarli!” Aveva quindi urlato il mago di colore, rallentando la corsa mentre Hermione raggiungeva la cima e, per la seconda volta in quella giornata, era costretta dalla propria debolezza a rifugiarsi dietro qualcosa che la celasse ai nemici.

Sicura, accucciata oltre una grossa roccia, la strega aveva ripreso fiato, azzardandosi solo con estrema cautela a sporgersi quel tanto che le bastava per controllare come evolveva la situazione.

“Li tratterrò io!” Greyback, ferito nel precedente scontro e lievemente claudicante, era rimasto indietro rispetto agli altri e si era voltato completamente contro gli avversari. “Stupeficium!”

Il licantropo aveva riso quando aveva fatto cadere uno di quei maghi rossi di sella, urlando poi di dolore nel momento in cui era rimasto però lui stesso vittima di un incantesimo offensivo, così come aveva fatto pochi istanti dopo Zabini, privato addirittura della bacchetta volata a qualche metro di distanza da lui.

Il solo che sembrava avere ancora abbastanza energie per sfidare gli avversari era Draco, il quale aveva comunque dovuto cedere quando, guardandosi intorno, si era reso conto non soltanto che erano ormai completamente circondati, ma anche che i suoi compagni erano stati feriti e disarmati. Con l’affanno provocato dall’intensa attività fisica aveva fatto un giro su se stesso, poi aveva urlato di rabbia e lasciato che anche la sua verga cadesse a terra, sconfitto.

Né lui né gli altri avevano fiatato mentre i loro polsi venivano serrati da corde magiche e i nemici li strattonavano con malagrazia riportandoli sui loro passi, verso lo stesso boschetto in cui li avevano attaccati la prima volta. Lì erano stati divisi e Draco era stato incatenato con quella stessa fune magica ad uno degli alberi più grossi prima di essere lasciato da solo, con uno dei maghi con le vesti rosse come secondino personale.

Dopo pochi minuti, finalmente, qualcosa si era mosso e un altro mago li aveva raggiunti, un pezzo grosso a giudicare da come la sentinella si era alzata immediatamente vedendolo arrivare. Il nuovo venuto aveva fissato Draco negli occhi, poi lentamente si era tolto la maschera bianca, mostrando una mascella dura e lunghi capelli corvini.

“Qual è il tuo nome?” Alla domanda che gli era stata rivolta Malfoy aveva sorriso, un ghigno sprezzante che aveva accompagnato il leggero scuotimento del capo dell’altro. “Avanti. Ce l’avrai un nom…”

“Chiudi quella bocca.”

Di nuovo i due si erano fissati intensamente e il mago vestito di rosso aveva umettato le labbra con la lingua, rivelando quello che l’altro sospettava già, ovvero che conosceva benissimo il nome e le origini del prigioniero. “Sei deludente. Mi aspettavo altro da un Purosangue.”

“Ti avviso: se hai fatto un patto con Bagman, non durerà.”

“Bagman.” Il mago in rosso si era lasciato andare ad un sorriso odioso e si era chinato in avanti, verso Draco. “Sai come la vedo io? Ora siamo in una posizione di aiuto reciproco. Insieme potremmo trovare Doholov e costringerlo a darci quello che vogliamo.”

“E poi?”

“Poi io potrei aiutarti a ricoprire una posizione di grande prestigio per governare sull’intero Mondo Magico. Potrei formare con te una vera alleanza che potrebbe durare per generazioni.”

“Come no, sotto il segno di un mantello rosso.” Draco, sprezzante, aveva storto il naso.

“Sotto la protezione di un generoso potere superiore che incoraggi la prosperità e la crescita del Mondo Magico.” Aveva precisato l’altro, con fare convinto.

“Vedo i benefici nella prosperità e nel resto.” Aveva commentato Malfoy, sporgendosi fin quanto gli permetteva la corda magica verso il suo avversario, che sembrava sollevato dal sentirlo pronunciare quelle parole. “Il problema è quando inizi a parlare di sottomissione, perché allora del generoso potere altrui non so che farmene.”

Un nuovo silenzio aveva riempito lo spazio tra i due maghi fino a che quello vestito di rosso era tornato eretto e aveva lanciato uno sguardo attorno a loro, a voler indicare all’altro di considerare bene la posizione in cui si trovava. “Tu pensaci.” Aveva quindi concluso, allontanandosi con un ghigno spavaldo disegnato sulle labbra mentre lasciava nuovamente Draco da solo con il proprio carceriere.

Malfoy non aveva aggiunto una parola e, solo dopo un tempo che gli era sembrato infinito, si era deciso a poggiare la nuca al tronco e a chiudere gli occhi, cercando nella mente la possibilità di una fuga che gli appariva quasi impossibile. Quando li aveva riaperti aveva notato che il sole cominciava la fase calante del suo percorso e che il secondino si era seduto poco distante da lui, senza smettere di fissarlo ostinatamente.

Il mago stava proprio per osservare ad alta voce quanto ridicola fosse la maschera cadaverica che il carceriere ancora indossava, quando si era zittito nel notare un movimento oltre le spalle dell’altro. Lo sguardo si era fatto più attento e lui era quasi trasalito quando aveva visto la Granger muoversi acquattata tra i radi alberelli, avvicinandosi a loro senza fare rumore.

Per quanto l’idea di essere salvato da quella strega gli facesse torcere le budella nello stomaco, neanche l’ipotesi di rimanere legato in balia dei suoi nemici gli sembrava una prospettiva allettante. Per questo Draco aveva rivolto nuovamente lo sguardo al secondino, schioccando con la lingua sul palato.

“Ho sete.”

Esattamente come il mago si era aspettato che facesse, l’altro l’aveva fissato un istante poi si era alzato avvicinandosi a lui con una sorta di borraccia tra le mani, salvo poi che l’uomo mascherato si era fermato a pochi passi e l’aveva svuotata completamente sulle foglie secche.

Il gesto aveva irritato oltremodo Malfoy, ma aveva dato la possibilità ad Hermione di raccogliere da terra una pesante pietra prima di avvicinarsi di più a loro e colpire con tutte le sue forze il secondino sulla nuca, facendolo cadere a terra prima che si accorgesse della sua presenza.

“Attenta. Prendigli la bacchetta, libera le mie corde.” Aveva chiesto\ordinato Draco, contorcendosi quasi a voler partecipare all’azione, pur nella consapevolezza di non poterlo fare, mentre il mago mascherato recuperava un minimo di lucidità e sollevava il busto con le mani puntellate sul terreno. “Attenta! Colpiscilo ancora…continua, dai…ancora!”

La strega aveva sollevato di nuovo la grossa pietra al di sopra della propria testa e l’aveva fatta ricadere su quella dell’altro, imprimendo più potenza al gesto, e quello era definitivamente crollato a faccia in giù privo di sensi.

Hermione si era immobilizzata ad osservare la schiena ricoperta dal mantello, il rosso della stoffa che si mescolava con quello leggermente più carminio del sangue che aveva cominciato a fluire dalla ferita che lei stessa aveva causato con i suoi colpi, il respiro affannato neanche avesse corso mille miglia. Poi gli occhi dorati erano stati richiamati da quelli grigi, aperti e attenti come mai li aveva visti, e i due erano rimasti a fissarsi per qualche istante.

“Va tutto bene. Prendigli la bacchetta e libera le mie corde.”

Questa volta le parole di Draco erano state una semplice richiesta ed erano state dette con calma, in modo da tranquillizzare anche lei. La strega aveva quindi annuito e seguito le indicazioni sfilando la verga, che il mago vestito di rosso ancora teneva al suo posto sotto il largo mantello, prima di voltarsi verso Malfoy e puntargliela direttamente contro.

“Ehi…che fai? Sei forse impazzita?” Il ragazzo si era irrigidito di colpo trovandosi scoperto e sotto minaccia da chi, aveva pensato fino a quel momento, avrebbe dovuto salvarlo. “Devi liberarmi prima che qualcun…”

“Lo farò.” Aveva assicurato Hermione fissandolo, con la mano che tremava leggermente per la tensione e l’attività. “Ma prima voglio risposte.”

“Non è questo il momento Granger!” Quello di Draco era stato un grido sussurrato. “Liberiamo gli altri e poi, ti prometto, che non appena saremo al sicuro risponderò a tutte le tue domande.”

Un sorriso amaro si era disegnato sul volto teso della strega. “Sappiamo entrambi che dopo non lo farai.”

“Sì che lo farò.” Aveva annuito lui, gli occhi di ghiaccio fissi nei suoi. “Ormai ci siamo dentro entrambi, in questa storia. Ti dirò tutto quello che so ma prima dobbiamo portarci in salvo.” Hermione aveva studiato a fondo il viso di Malfoy e, seppure nella consapevolezza che un Serpeverde è sempre piuttosto bravo a mentire, la sua sicurezza aveva vacillato; Draco, dal canto suo, si era ben accorto di quella piccola incertezza e vi aveva affondato la lama. “Fidati di me per una volta. Non perché io sia diverso da quello che pensi, ma perché potremmo non avere un’altra occasione come questa. Se qualcuno venisse a controllare la situazione…saremmo spacciati. Quindi, liberami se vuoi trovare Doholov e l’antidoto al Virus.”

Quell’ultima frase, che aveva per la prima volta reso palese di fronte a lei l’intento della missione, aveva evidentemente colpito nel segno e la strega aveva drizzato la schiena prima di aggirare il tronco a cui Draco era legato e puntare la verga direttamente sulle corde magiche.

Diffindo.” Hermione aveva mormorato l’incantesimo mordendosi il labbro per il dolore acuto che l’utilizzo di una bacchetta non sua provocava, oltre al fatto che la formula non funzionava con molta efficacia e, invece di recidere la corda di netto, era riuscita solo a sfilacciarla.

“Maledizione.” La lieve imprecazione di Draco nel rendersi conto che non sarebbe stata una cosa veloce, era seguita allo strattone che aveva dato nel tentativo di liberarsi più in fretta di quella insopportabile costrizione.

Diffindo.” Un nuovo tentativo aveva fatto stringere i denti alla strega, ma non era bastato ed erano stati necessari ben altri due incantesimi per riuscire ad indebolire quella fune magica talmente tanto perché Malfoy riuscisse a romperla finalmente con uno strappo secco.

Non appena era riuscito a sollevarsi di nuovo in piedi, il mago si era immediatamente guardato intorno cercando qualcosa, un indizio che gli indicasse dove fossero i suoi compagni.

“Hai visto dove hanno portato Blaise e gli altri?” Non ottenendo risposta, Malfoy aveva abbassato lo sguardo, notando in quel momento che la strega si era chinata sul mago a terra. “Hermione.” Un tono leggermente spazientito l’aveva fatta trasalire e tornare in piedi. “Hai visto dove hanno portato gli altri?”

La strega aveva annuito piano ed era finalmente riuscita a distogliere lo sguardo da quel corpo immobile. “Oltre quel dosso laggiù, dietro il boschetto. Hanno preparato una specie di…accampamento.”

“Benissimo.” Un respiro profondo aveva preparato Draco a muoversi, poi il mago sembrava averci ripensato ed era andato verso di lei. “Ho detto che ti dirò tutto quello che so e lo farò, ma ora ho bisogno che tu rimanga lucida...e mi dia quella bacchetta.” Hermione era quasi incredula e aveva stretto la verga tra le dita, come se fosse l’unica cosa al mondo che la tenesse ancora in vita. “Dobbiamo liberare gli altri se vogliamo sperare di farcela.”

“Posso liberarli io.” La strega aveva sollevato il mento con orgoglio e inghiottito lo sguardo evidentemente perplesso di Malfoy.

“Davvero? Stai tremando e le ferite alla tua mano mi dicono che non sei tanto abituata a maneggiare bacchette altrui.”

“Perché tu sì?”

“Decisamente, da quando per colpa del tuo caro amichetto non ne ho più avuta una veramente mia.” Aveva fatto presente Draco, con un tono decisamente spazientito, allungando la mano verso di lei. “Non puoi affrontare un combattimento in queste condizioni. Quindi, DI NUOVO, ragiona e dammi quella bacchetta.”

Hermione lo aveva fissato negli occhi e aveva ceduto poggiando la verga leggera sul palmo del mago. “Prova solo a cercare di fregarmi e…”

Malfoy aveva sorriso. “Non lo farei mai.” Dopo aver pronunciato queste parole, aveva stretto in mano il bastoncino magico ed era tornato estremamente serio. “Andiamo. Dobbiamo avvicinarci con cautela.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha a tutti!
Se state squagliando anche voi dal caldo…benvenuti nel club!
L Veramente si fatica a stare anche con il computer acceso, soprattutto se siete delle bacchettone come me e rifiutate qualsiasi impianto della dannata aria condizionata che consuma energia e impoverisce e scalda ancora di più il nostro bellissimo pianeta.

Ok…dopo il (non richiesto) polpettone ecologista, veniamo a noi.
Ci tengo a precisare: Draco Malfoy non è diventato coraggioso tutto d’un colpo e in altre circostanze di sicuro l’offerta del ‘capo’ degli uomini in rosso lo alletterebbe molto e non risponderebbe in modo tanto odioso ad un’offerta di potere. MA…vedremo poi perché si è invece rifiutato di contrattare. Insomma so che potrebbe sembrare OOC, ma secondo me non lo è…e spero che mi darete il beneficio del dubbio.
Altra cosa: non è che Hermione è diventata pappamolla anche lei tutto d’un colpo, solo che la guerra è finita da un po’, ha visto morire tante persone a cui voleva bene, poi è arrivato un virus e altre sono state allontanate…insomma diciamo che l’idea di un nuovo conflitto non è proprio quello che aveva in mente e la cosa l’ha destabilizzata non poco.
Ultima cosa (giuro): l’idea che Draco non abbia più avuto una bacchetta che ha sentito come VERAMENTE sua (non più la prima e unica almeno) è un’idea completamente mia. Magari porterete tomi di prove a sfavore di questa ipotesi, ma la mia idea romantica è che funzioni un po’ come con il primo amore: ne puoi avere dopo quanti ne vuoi, ma gli altri non saranno mai come quello.

 
Deliri a parte, ringrazio profondamente tutti coloro che stanno leggendo\seguendo questa storia e a coloro che hanno persino avuto la possibilità e la benevolenza di commentare invio un bel pezzetto di ghiaccio fresco fresco ;)

Purtroppo con il presente annuncio che vi lascerò per un po’ causa vacanze (e finalmente!) che mi terranno abbastanza lontano dal pc e dalla mia amata rete (qualcuno a casa commenta: era ora!). Poi però tornerò con il nuovo capitolo che è già in fase revisione….baci baci,
B.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Corri da sconsiderato e caschi in un buco ***


9. Corri da sconsiderato e caschi in un buco. (La sfera del buio – Stephen King)

 

Dopo aver strisciato sulla pancia per ultima parte di salita del dosso indicato dalla strega, Draco ed Hermione erano riusciti a scorgere gli altri compagni di quella strana spedizione, ancora prigionieri, senza venire scoperti e il mago aveva fatto mentalmente il punto della situazione: non vedeva tutti ma Nott, Goyle e Zabini sembravano legati così come lo era stato lui fino a pochi attimi prima, mentre a fare loro da sentinella c’erano solo due dei maghi in rosso, in piedi ai due lati del campo improvvisato. Il ‘capo’, con cui aveva parlato lui, e gli altri seguaci sembravano scomparsi nel nulla.

Dopo aver atteso qualche minuto, tanto per essere sicuro che la situazione fosse precisamente quella che vedeva, Malfoy aveva fatto un lieve cenno a Hermione, il dito puntato a terra per farle intendere che non doveva muoversi da quel punto, poi si era spinto indietro, strisciando sui gomiti ed imbarcando inesorabilmente foglie secche e terriccio sotto la giacca. Solo quando era stato certo che fosse impossibile per gli altri vederlo, era tornato in piedi e si era chinato in avanti, spingendosi con una corsa veloce e silenziosa verso una delle due sentinelle.

La cosa sicura era che non doveva fare troppa confusione per evitare di mettere in allarme l’altra, per questo il mago si era fermato dietro un cespuglio ed aveva preso una pietra, scagliandola poco oltre la sua destra. La guardia aveva sentito quel rumore e lo aveva seguito lentamente, bacchetta alla mano. Pochi passi nella boscaglia e Malfoy gli era saltato sopra con uno scatto agile.

Silencio.” L’incantesimo appena sussurrato aveva provocato una leggera fitta alla mano di Draco, ma aveva funzionato perfettamente e il mago in rosso non aveva potuto chiedere aiuto né evocarne uno per toglierselo da sopra. “Petrificus Totalus.” Solo quando aveva sentito la sentinella sotto il suo corpo dura come il marmo, Malfoy aveva allentato la presa e si era sollevato prendendo aria a pieni polmoni, promettendo a se stesso giorni di puro relax non appena fosse riuscito ad uscire da quella situazione del cavolo in cui suo padre lo aveva (di nuovo) invischiato.

In quel momento, però, non aveva di certo tempo da perdere, quindi il mago aveva voltato le spalle a quella che sarebbe stata una statua per qualche ora e si era mosso, di nuovo silenziosamente e velocemente, verso l’altra guardia. Questa volta non era stato necessario agire con cautela e Draco si era portato allo scoperto non appena era stato a pochi passi dall’altro.

Expelliarmus!”

Il fascio di luce rossa era deflagrato dalla bacchetta con forza e la sentinella era stata sbalzata contro l’albero vicino a Blaise, perdendo i sensi.

“Tutto bene?” Aveva chiesto Draco al suo compagno, concitato mentre non smetteva un attimo di guardarsi intorno.

“Siamo ancora interi, quindi direi di sì.”

“Mai stati così contenti di vederti comunque.” Aveva ammesso Goyle roco.

“E lui?” Draco aveva rivolto un cenno del capo verso Greyback, che giaceva svenuto con la testa penzoloni.

“Non gli piaceva essere legato: ha quasi staccato un orecchio ad una guardia con un morso e lo hanno Cruciato.” Aveva risposto Nott lanciando uno sguardo alla strega che, nel frattempo, li aveva raggiunti mentre Draco si portava alle spalle di Zabini.

“E dov’è Lionel?” Hermione aveva notato l’assenza del più giovane e la domanda gli era salita spontanea dalle corde vocali.

I tre maghi ancora legati si erano lanciati un’occhiata senza che nessuno si decidesse a rispondere e Draco si era evidentemente innervosito.

“Allora? Ha chiesto dov’è Lionel. Siete diventati d’improvviso tutti sordi?”

“E’ andato con loro.” Goyle aveva sputato per terra. “Hanno detto per interrogarlo.”

Malfoy aveva stretto la verga tra le dita qualche istante, inspirando profondamente. “Appena vi avrò liberati, andremo a cercarlo.” Aveva deciso, apprestandosi quindi a tagliare la corda magica del compagno più vicino a lui. “Diffindo.”

“Aspetta.” Zabini si era mosso per quanto poteva, facendo fallire l’incantesimo, che aveva finito per colpire il tronco dell’albero.

“Ma che ti prende Blaise!”

“Aspetta Draco, ragiona: siamo in minoranza e senza le nostre bacchette. Sai bene che non abbiamo speranza di poterli battere in questo modo.”

“Ha ragione.” Theodore aveva annuito con calma mentre l’unico in pieno panico sembrava essere rimasto Goyle.

“E quindi la soluzione sarebbe quella di restare qui, legati come salami, aspettando che Crucino anche noi?!” Aveva infatti domandato Gregory, agitando i piedi sul terriccio.

“Guardate il cielo.” Blaise aveva sollevato lo sguardo e tutti lo avevano imitato. “Fra poco sarà il tramonto.” Il mago era tornato a rivolgersi a Draco, spostando indietro il viso per poterlo guardare negli occhi. “Quello che devi fare è sfilacciare le nostre corde senza reciderle. Soprattutto quella di Greyback.”

“Quando sorgerà la luna sicuramente riprenderà i sensi e sarà arrabbiatissimo, così…” Malfoy aveva cominciato a seguire il ragionamento dell’amico, annuendo piano.

“…penserà lui a farli fuori per noi.” Blaise aveva sorriso furbo. “Poi recupereremo le bacchette e ci ritroveremo tutti dove ha indicato Fenrir. Ti ricordo, del resto, che solo io, tu, lui e la strega sappiamo con esattezza dove siamo diretti.”

“E’ una follia.” Hermione sembrava la sola a non essere d’accordo. “Questo piano fa buchi da tutte la parti! Se si accorgessero che le vostre corde sono sfilacciate e le sostituissero con altre?”

“Non succederà.” Blaise aveva risposto con tranquilla sicurezza mentre Draco cominciava a lanciare dei leggeri Diffindo sulla fune che gli legava i polsi.

“Come fai a saperlo?”

“Perché saranno troppo occupati a cercare voi per preoccuparsi di controllare le nostre corde.”

“E se non fossero abbastanza sfilacciate da permettervi di liberarvi? Se Greyback perdesse completamente la testa e attaccasse anche voi?”

“Ehi, su questo la Grifondoro potrebbe avere ragione!” Gregory aveva assunto una posa preoccupata mentre Draco passava alle sue spalle.

“Avrà di che divertirsi cacciando chi gli ha fatto del male, non perderà tempo con noi.” Aveva cercato di tranquillizzarlo Nott.

“Non potete saperlo.” Hermione non voleva cedere assolutamente. “I lupi mannari possono essere imprevedibili, ecco perché Greyback è stato esiliato dai suoi compari o sbaglio?” Aveva domandato retorica. “Se invece tornassimo indietro, al Ministero, ora che abbiamo l’indizio di un posto in cui cercare, e chiedessimo aiuto…”

“No.” Malfoy aveva risposto per tutti, secco, portandosi alle spalle di Nott e continuando poi con i suoi Diffindo.

“Ma perché no?” Hermione si era avvicinata di più a lui, esasperata. “Possibile che tu preferisca mettere in pericolo i tuoi compagni e te stesso piuttosto che condividere le tue informazioni con altri che potrebbero aiutarti?”

“Wow, sei davvero molto intuitiva come si dice.” Nott aveva sorriso ironico e la strega aveva stretto i pugni lungo i fianchi.

“Davvero trovi tutto questo divertente? Potresti perdere la vita. Tutti noi potremmo.”

“Sul serio: tutta questa positività te l’hanno insegnata nella vostra Sala Comune o è proprio una delle caratteristiche richieste per entrare nella vostra Casa?”

“E’ una delle cose che serve per essere un Grifondoro e si chiama intelligenza, Nott.”

Diffindo. Ora che siamo tutti d’accordo su come procedere…” Draco stava armeggiando con le corde di Fenrir, ancora svenuto, e aveva posto fine alla discussione con Hermione ignorando sostanzialmente ogni sua parola “…Diffindo…se tutto va bene ci ritroveremo al luogo dell’appuntamento al massimo per mezzogiorno di domani.” Soddisfatto del risultato, si era quindi sollevato. “Se invece ci fossero problemi…”

“Non ce ne saranno.” Blaise aveva annuito e poggiato la nuca la tronco. “Ma se ce ne fossero, chiunque sarà lì dovrà procedere senza guardarsi indietro.” Prima Malfoy poi tutti gli altri, tranne la strega ovviamente, avevano fatto un cenno di assenso.

“Prigionieri in fuga!” In quell’esatto momento uno dei maghi in rosso, probabilmente mandato a controllare la situazione, si era parato poco distante e aveva dato l’allarme puntando la bacchetta contro di loro. “Expelliarmus!”

Per fortuna Draco era stato più veloce dell’incantesimo ed era riuscito ad evitarlo scartando verso destra, contrattaccando e sbalzando l’avversario, mettendolo fuori gioco almeno per un po’. Tornato eretto il mago aveva notato le scope delle due sentinelle che aveva atterrato inizialmente poggiate da una parte.

“Non saranno l’ultimo modello ma ci permetteranno di andare più veloci dei piedi. Spero solo che tu saprai starmi dietro Granger.”

“Attenti!” L’urlo di Goyle non aveva fatto in tempo ad avvisarli del pericolo e un incantesimo aveva praticamente fatto a pezzi una delle due scope che Malfoy aveva già preso in mano, rischiando seriamente di fargli saltare anche l’arto.

“Per il mantello verde di Salazar!” Aveva quindi urlato il mago, schiantando il nuovo avversario giusto in tempo per notare che ormai tutti i nemici in rosso erano stati richiamati dalla loro fuga e si precipitavano verso di loro. “A questo punto conviene che tu rimanga qui!” Aveva dunque ordinato ad Hermione salendo in sella alla scopa ancora sana.

“Non credo proprio!” La strega non ci aveva pensato due volte e si era aggrappata a lui, imitando il suo gesto.

“Ma…” Le proteste di Draco erano passate in secondo piano quando un paio di incantesimi offensivi gli erano sibilati davvero troppo vicini alle orecchie, facendogli capire che non avrebbe avuto tempo per litigare con lei. “Giuro che se ci fai ammazzare, Granger, PRIMA ti uccido io con le mie mani!” Aveva quindi urlato lanciando la scopa in fuga.

Dopo aver sfiorato gli arbusti del boschetto, Malfoy aveva puntato verso l’alto, evitando ogni volta per un soffio i rami che trovava sulla sua strada, fino a raggiungere le cime degli alberi e ritrovarsi ad imprimere al mezzo maggiore velocità nell’orizzonte libero da ostacoli.

Hermione aveva sentito quasi all’improvviso il vento freddo sferzarle il viso e aveva stretto a sé il mantello nero, che ancora aveva lei, in modo che svolazzando non facesse attrito, voltando poi la nuca leggermente indietro. “Ci stanno inseguendo!” Aveva quindi urlato per farsi sentire dal pilota.

Naturalmente Draco sapeva di avere i suoi nemici alle calcagna, ma l’avviso e un incantesimo rotolato a pochi centimetri da loro, lo avevano indotto ad accucciarsi ancora di più sul manico della scopa, aumentandone la velocità mentre la strega si stringeva con maggiore forza ai suoi fianchi per non cadere.

“Ci stanno raggiungendo!”

Di nuovo Hermione si era guardata indietro e questa volta i maghi in rosso erano talmente vicini da poter distinguere chiaramente le loro maschere. Poi li aveva persi completamente, risucchiata a sorpresa verso il basso da una manovra di Malfoy che era sceso in picchiata dritto dritto verso una gola tra le montagne.

La strega aveva urlato e serrato gli occhi mentre lui risollevata il manico a pochi metri dal suolo e percorreva la stretta gola zigzagando nel tentativo arduo di tenere sotto controllo la scopa. Con la spalla il mago aveva strusciato un paio di volte contro le pareti di roccia, rischiando di rovinare a terra, ma era riuscito a riprendere in mano la situazione ed era volato di nuovo in alto, voltandosi di poco giusto per notare che il numero degli inseguitori era diminuito ma non si era di certo azzerato. Anzi, quelli che erano rimasti sembravano incredibilmente veloci e guadagnavano terreno.

Con un altro movimento improvviso, Draco aveva sterzato verso sinistra e si era di nuovo tuffato in picchiata provocando un nuovo urlo da parte del suo passeggero. Questa volta sotto di loro scorreva veloce un torrente e arrivarono talmente vicini all’acqua da bagnarsi i piedi.

“Allenta la presa, Granger, o finirai per togliermi il respiro!”

“Non ci penso proprio!”

“Non avrai paura di un po’ di azione vero?”

Non arrivò nessuna risposta perché un incantesimo colpì la coda della scopa, distruggendo la parte che serviva per mantenerla in equilibrio e facendo perdere ad entrambi la presa proprio nel momento in cui erano arrivati a sorvolare la cascata in cui si tuffava il torrente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Ed eccomi qui, dopo quello che sembra un secolo, a postare un nuovo capitolo di questa mia piccola fatica.
Spero che vi siate emozionati voi a leggerlo come io a scriverlo, perché è stato divertente immaginare Draco ed Hermione a cavallo di una scopa in una corsa folle tra le vette delle montagne. Per non parlare poi della caduta inevitabile e, diciamolo, decisamente poco elegante.
Ah, come sempre Goyle ha espresso al massimo le mie perplessità, oltre alle sue ;) 

Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le seguite\ricordate\preferite e le anime gentili che mi hanno lasciato una recensione su come la pensano sulla storia.
Un grosso abbraccio (finalmente con il fresco),
B.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3130824