Internet Café

di DoctoRose91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Internet Café- prima parte ***
Capitolo 2: *** Internet Café-seconda parte ***



Capitolo 1
*** Internet Café- prima parte ***


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Internet Café
 

-Tutto ebbe inizio in una normalissima giornata di fine Febbraio…-
 
Belle era una giovane ragazza che amava i libri e la cultura, e da qualche mese aveva preso a lavorare per la biblioteca della città, infatti era stato questo il motivo che l’aveva spinta a trasferirsi nella piccola e normale Storybrooke.
Per sua fortuna aveva già degli amici in quella città, quindi per lei non fu troppo dura venirci a vivere.
Suo padre fu quello che prese con più difficoltà quella separazione. Sua figlia si era da poco laureata e non se la sentiva di lasciarla ad un mondo che era troppo crudele per una bellissima e gentile ragazza dal cuore tenero. Ma grazie alla sua tenacia e alla sua forza alla fine riuscì a vincere contro le insistenze del padre.


 
Ed ora eccola lì che sistemava alcuni volumi nella sezione Storia dell’arte.
Era in attesa di una telefonata molto importate, quella del tecnico dei computer. Per sua sfortuna si era rotto il pc o per meglio dire un bel  giorno aveva smesso di accendersi e tutto ciò che aveva archiviato era andato perduto, o almeno era quello che pensava fino a quando il tecnico le disse che forse una parte dei dati si poteva recuperare. Ma non era solo questo il motivo per cui era in agitazione, da qualche giorno stava seguendo su internet l’inaugurazione della vendita all’asta di una interessante tazza da tè, e se non aveva il suo computer entro la giornata avrebbe potuto dire addio all’iscrizione all’asta.
Ci teneva moltissimo a quel pezzo di antiquariato poiché le richiamava un set di tazze molto antico che possedeva sua madre.
A causa di alcuni problemi economici che subirono dopo la morte di sua madre, lei e il padre dovettero vendere tutto ciò che avevano di più caro e prezioso per andare avanti, e quel set di tazze ne faceva parte. Ma ora che aveva un lavoro fisso ed anche ben redditizio aveva intenzione di ricomprarselo, e grazie ad internet trovò un set identico a quello che aveva sua madre e quindi decise di comprarlo, solo che le mancava l’ultimo pezzo. Girando tra vari siti d’aste per fare delle ricerche per alcuni volumi antichi che la biblioteca voleva acquistare, aveva trovato quel pezzo: l’ultima tazzina del set. Ma il suo computer aveva deciso di abbandonarla proprio nel momento del bisogno, quindi per lei era di vitale importanza riaverlo.


 
Il cellulare le vibrò e rispose subito sperando in una buona notizia che purtroppo non arrivò.
Il tecnico le aveva detto che il computer ormai era morto, ma comunque era riuscito a recuperare i dati salvati nella memoria. Anche se non poteva cantare vittoria, almeno aveva riavuto il suo archivio. Salutò il tecnico ringraziandolo del lavoro e si mise poi d’accordo che sarebbe passata al negozio per saldare il conto e ritirare il vecchio Pc.
 
Ora il problema era un altro, come risolvere la situazione? Non poteva di certo permettersi di compare un nuovo computer, stava risparmiando tutto per l’acquisto di quella tazzina e non poteva sprecare soldi in quel modo. E non se la sentiva di chiedere agli amici di prestargli il loro, era una questione che si sarebbe prolungata nel tempo e quindi non poteva tenersi il computer per molto, anche perché la maggior parte di loro lavoravano con esso e quindi anche volendo non avrebbero potuto.
Doveva trovare una nuova soluzione.
 
Finì il turno alla biblioteca e si diresse al negozio del tecnico. Ringraziò il ragazzo e prese tutto ciò che era suo. Nel mentre saldò il pagamento il ragazzo le informò che in città vi era un internet café in cui le persone trascorrevano del tempo chattando con altre o per lavorare. A Belle sembrava una cosa bizzarra per quei tempi, ma il ragazzo spigò che era una strategia di marketing.
 
-Ultimamente le persone trascorrono troppo tempo davanti al monitor del proprio Pc ed escono raramente e non hanno troppa vita sociale, quindi qualcuno ha voluto riprendere lo stile dei vecchi internet/café per unire l’utile al dilettevole. Ora si può stare comodamente davanti al Pc ed anche uscire e prendersi una bella tazza di caffè!-
 
Belle sorrise all’idea, forse non era poi così male, almeno così aveva trovato un modo per risolvere il suo problema senza disturbare nessuno.
Ringraziò nuovamente il ragazzo ed uscì alla ricerca di quel locale.
 
Non fu troppo difficile trovarlo; sorrise non appena vide l’insegna Il Cappellaio Matto, beh effettivamente non poteva esserci nome più riuscito di quello.
Spinse la porta e si trovò in un locale molto ampio, coloratissimo ed anche attrezzato. Non poté non trovare molte similitudini con la favola di Carroll.
Si avvicinò al bancone principale per ordinare una tazza di tè e prendere informazioni su come funzionava la faccenda.
Le si avvicinò un ragazzo molto bello ed affascinate di nome Jefferson; le preparò l’infuso e le prenotò una postazione dandole il numero corrispondente. Belle pagò sia il tè sia il servizio del Pc e se ne andò a sedere.
 
Per sua fortuna l’asta era da poco iniziata e riuscì ad inscrivere all’ultimo minuto. Le regole per partecipare erano molte, ma solo una interessò Belle, il tempo, ovvero quanto tempo sarebbe durata. Per sua fortuna durava intorno ai due mesi quindi aveva tutto il tempo per poter accumulare una somma abbastanza alta per poter acquistarla.
I partecipanti a quell’asta non erano poi molti, ma leggendo i loro nickname non sembravano persone che avrebbero rinunciato molto facilmente a quella tazza. Non poté sfuggirle un sorriso divertito alla lettura di quei nomi, vi era una che si chiamava EvilQueen, uno Glass, un altro ancora Game of the Throne, ma fu l’ultimo che la fece ridere più degli altri, il suo nome era DarkOne. Sembrava un nome così altezzoso e sicuramente apparteneva ad una persona che se la tirava e si sentiva il padrone del mondo.


 
Portò una mano alla bocca rendendosi conto che aveva disturbato. Si vergognò tantissimo, ancora non si era abituata a quella nuova situazione.
Quando il sito le chiese di inserire il suo nickname, in modo tale da farle mantenere la privacy per quella trattativa,  Belle alzò la testa e guardandosi intorno e riflettendo sui nomi appena letti decise di chiamarsi anche lei con un nome fantasioso che rispecchiasse la sua personalità e che richiamasse qualche favola. Digitò velocemente il nome e premette Invio. Ora non poteva più cambiare, quello sarebbe stato il suo nickname fino alla fine dell’asta. Lo rilesse auto-convincendosi che non era poi così male, anche se forse poteva inserirci dell’altro, ma ormai il danno era fatto e andava bene così, d’ora in poi si sarebbe chiamata MissBook. Visto che il suo nome era già legato al personaggio della favola della Bella e la Bestia (favola che lei adorava tantissimo) decise di chiamarsi con il nomignolo che spesso sua madre usava quando lei era molto, molto piccola.
E poi  rispecchiava anche il personaggio della bella di quella famosa favola, quindi poteva ritenersi soddisfatta.
Ripensandoci forse nemmeno suo padre sapeva dell’esistenza di quel nomignolo.
 
Il suono della notifica da parte del sito attirò la sua attenzione. Digitò alcuni dati ed accettò alcune richieste del sito e dopo aver cliccato sull’ultimo Accetto si poté dichiarare aperta ufficialmente quell’asta.


 
Belle era in fibrillazione, non era più nella pelle, sperava tanto di riuscire ad acquistare quell’oggetto, lo doveva a lei, lo doveva a suo padre e soprattutto lo doveva a sua madre.
 
 
 
Tutto sommato poté ritenersi soddisfatta, non vi erano state sparate somme esorbitanti quindi per una buona parte delle due ore di trattativa era riuscita a cavarsela. Trovò comunque  tutti  abbastanza agguerriti, chissà qual era la loro motivazione nell’acquistare quell’oggetto.
Prima che l’asta sospendesse le trattative rinviandole al pomeriggio del giorno seguente, DarkOne rilanciò una somma abbastanza alta che la fece sobbalzare dalla sedia. Non si aspettava una somma tale già nella prima volta, se l’aspettava dopo molto tempo. Comunque non era una cifra che lei non poteva rilanciare solo che per sua sfortuna l’asta aveva sospeso il tutto e quindi avrebbe dovuto attendere il giorno successivo per fare la sua mossa.
 
Chiuse il computer salutando il ragazzo dietro il bancone, e si diresse a casa con il desiderio di farsi una bella doccia e rilassarsi davanti alla tv.
 
Non poté non pensare a DarkOne e alla sua sfacciataggine, era veramente una persona insopportabile, anche se non la conosceva personalmente già gli era risultato antipatico. Era sicuramente un uomo, chi si sarebbe chiamato con quell’orribile nomignolo, solo un uomo che si sentiva chissà chi. Già gli stava sui nervi e sicuramente non sarebbe stato facile batterlo, ma se la sua esperienza le aveva insegnato qualcosa era che con costanza e tenacia si poteva ottenere tutto, e lei possedeva queste qualità quindi poteva ritenersi ben soddisfatta.
Non sfoggiava  soldi qua e là, ma era sicura di potergli tenere testa, e l’indomani gliel’avrebbe dimostrato.        
 
 
 
 
L’asta proseguiva con molta difficoltà, EvilQueen e Glass si contendevano quell’oggetto come se fosse l’unica cosa importante della loro vita. Quello che rimaneva più in silenzio era Game of the Throne che partecipava una volta sì e una no, mentre DarkOne rimaneva in disparte per poi rilanciare cifre esagerate prima che la sessione venisse sospesa. Ormai aveva capito come funzionava e sapeva che se andavano così le cose avrebbe resistito solo qualche altro giorno poi non avrebbe più potuto rilanciare. Doveva trovare una soluzione, non poteva farsi gettare fuori dall’asta subito dopo qualche giorno che era iniziata. Doveva trovare un lavoro extra per poter accumulare più denaro e possibile per proseguire.
 
Chiese a Jefferson, che ormai era diventato un amico, se avesse bisogno di una cameriera o di una semplice aiutante, ma purtroppo il ragazzo stava a posto e non gli servivano altri aiuti; lo stesso fu la risposta di Ruby, sua nonna aveva fin troppe ragazze che lavoravano al locale e non poteva permettersene un’altra. Vagando dunque disperata per la città, notò fuori ad un negozio di antiquariato un cartello non troppo grande su cui vi era iscritto Cercasi aiutante. Sorrise dalla gioia battendo le mani come una ragazzina. Si avvicinò alla porta per presentarsi, ma la trovò chiusa. Beh a giudicare dalla tarda sera era anche normale che il negozio fosse chiuso. Si avviò verso la tavola calda di Granny per aggiornare la sua cara amica della scoperta fatta.
 
Appena Ruby capì di cosa e soprattutto di chi si stava parlando strabuzzò gli occhi spalancando la bocca. Non era affatto d’accordo a saperla lavorare per quello . Belle non capiva il motivo, visto che abitava da poco in città non conosceva tutti gli abitanti come invece poteva essere per Ruby. La bruna quindi iniziò a raccontarle delle storie legate a quell’uomo oscuro che lavorava in quel negozio. Gli raccontò che aveva avuto una moglie che poi l’aveva lasciato per un altro e che si era portata via anche il figlio. Aveva avuto una travagliata storia “d’amore”con la madre del sindaco che poi era andata a finire male, molto male che addirittura la donna si era trasferita in un’altra città per non rivederlo mai più. Quindi non era una persona molto simpatica e piacevole con cui starci.
 
-Ecco perché nessuno vuole andare a lavorare per lui, pensa che nemmeno suo figlio lo sopporta, come potrebbe farlo una persona estranea?-
 
Quella domanda la fece destare dai suoi pensieri. Beh effettivamente non aveva tutti i torti, dopo quello che aveva sentito questo Gold non sembrava proprio un angioletto, ma chi lo era infondo?
 
-Senti Ruby avrai anche ragione, e forse questo Gold sarà anche come lo hai descritto, ma io ho bisogno di un lavoro extra che mi dia la possibilità di poter acquistare quella tazza, e poi non sarà per molto, presto ritornerò alla mia vecchia e felice routine!- sorrise poggiando una mano su quella della ragazza per tranquillizzarla.
 
-E va bene se questa tazza è così importante allora ok…ma se vedi che non stai bene e che ti tratta male vattene subito e piantalo su due piedi!- apprensiva fu la brunetta.
 
-Ma certo non preoccuparti! Ora però ti saluto, domani sarà una giornata molto stressante!-le fece l’occhiolino mentre prese ad indossare il suo cappotto blu.
 
-In bocca a lupo per domani!- le augurò la ragazza vedendola dirigersi verso l’uscita.
 
-Crepi!!- la salutò e uscì indossando il cappello.
 
 
 
 
La mattina seguente Belle si presentò di buon ora al negozio per poter parlare con il proprietario. Per sua fortuna aveva il turno pomeridiano quindi poteva perdere il  tempo a trattare con il suo nuovo e futuro capo.
Prese un respiro profondo cercando di non cadere nella preoccupazione che le era venuta nel ricordarsi il discorso dell’amica fatto la sera prima. Mise la mano sulla maniglia e il suono del campanellino sulla porta le fece capire che ormai non poteva più tirarsi indietro.
Si addentrò nel particolare quanto sinistro negozio osservando con molta curiosità i troppi oggetti che affollavano banconi, mensole e vetrinette. Si respirava aria di antico con piccole sfumature di vecchio e di datato.
Sorrise, era lo stesso ed identico odore della biblioteca.
Osservò meglio, ma del proprietario non vi era traccia, ma a giudicare da dei rumori provenienti dal retrobottega poté immaginare che forse si trovava lì dentro. Fece per avvicinarsi quando vide la tenda muoversi e mostrare un uomo con i capelli lunghi fino alle spalle vestito con un abito nero e con un bastone dal manico d’oro. Appena vide l’intera figura ripensò alle parole di Ruby, la ragazza lo aveva descritto troppo vecchio per i suoi gusti.
Anzi per lei era fin troppo affascinante e di bell’aspetto.
Quando incrociò i suoi occhi marroni il cuore perse un battito, sembrava che in una vita passata avesse già visto quegli occhi, che avesse già amato quello sguardo duro che nascondeva della malinconia. 
Una parte di lei si risvegliò, mai in vita sua si era sentita agitata ed in imbarazzo come in quel momento. Quell’uomo la metteva in suggestione anche con un solo sguardo.
In quel momento ripensò a Ruby, forse non era stata una buona idea presentarsi da lui.
 
-Desidera?-
 
Quella voce la fece ritornare alla realtà. Aveva un tono così caldo ed accogliente anche se all’apparenza poteva sembrare aspro e pungente, ma lei era brava a leggere fra le righe.
 
-Sono venuta per quella inserzione fuori al negozio!- indicò dietro di sé il cartello che aveva letto la sera prima.
 
L’uomo guardò in direzione del cartello capendo a cosa si stesse riferendo.
 
-Dunque è qui per il lavoro?!-chiese, ma più che una domanda a Belle sembrò una affermazione, comunque nel dubbio annuì per confermare le sue parole.
 
Lo vide avvicinarsi a lei mettendosi dietro il bancone. Belle era troppo agitata per poter mantenere ancora la lucidità adatta per poter discutere di lavoro, ma cercò di appellarsi a tutto il suo buon senso per andare avanti. Prese un respiro profondo ed appoggiò sul bancone le mani ricoperte da dei vellutati e neri guanti cercando di rilassarsi. Doveva mostrarsi sicura di sé e forte, non poteva di certo sembrare una ragazzina, anche se a giudicare dallo sguardo scrutatore dell’uomo forse già lo era apparsa.
 
 
-Mi domandavo se fosse ancora libero…sa ho bisogno di un lavoro extra e se per lei va bene vorrei venire a lavorare qui!-continuò fissandolo diritto negli occhi.
 
Lui non si mosse di una virgola, poggiò il bastone contro il bancone ed annuì con il capo.
 
-Per quale motivo ha bisogno di un lavoro extra?-
 
Quella domanda sembrava troppo intima da fare ad una persona che si era incontrata poco prima.
Beh era un tipo molto perspicace, e nonostante sentì invadere la sua privacy, non poté che ammirarlo in questo. Era di sicuro un uomo che ci sapeva fare con le parole.
 
-Motivi personali che non credo la riguardino!- rispose secca mantenendo lo sguardo su di lui.
 
Lo vide fare un piccolo ghigno sulle labbra, era bellissimo, era un gesto che fin poco tempo prima non avrebbe considerato affascinante e seducente.
 
-Mi dica…ha mai avuto a che fare con oggetti rari ed antichi?-chiese.
 
Belle annuì sorridendo.
 
-Sì…lavoro alla biblioteca della città e poi all’università ho avuto modo di toccare oggetti fragili!- ammise poi indicando le varie cianfrusaglie che le erano intorno.
 
-Università dice! Beh mia cara qui non ci troviamo tra vecchi e polverosi libri. Qui ci sono particolari e rarissimi oggetti che se toccano terra potrebbero rompersi distruggendo tutto il valore di cui sono rivestiti. Non sono come i suoi amati libri che se cadono si possono tranquillamente riprende e posarli su uno scaffale in cui l’unico problema è che si sono privati della polvere. E a giudicare  dalle sue piccole e delicate mani non credo siano adatte per toccare queste reliquie senza rischiare di incontrare il pavimento!-
 
Ecco che il tono aspro e pungente usciva fuori, proprio come Ruby le aveva detto. Sorrise. Era una persona difficile con cui avere a che fare, ma non impossibile, almeno per lei.
 
-Le mie mani vanno benissimo non si preoccupi, ma vedo che non ha troppa voglia di assumere gente quindi tolgo il disturbo!-
 
Si voltò e si avviò alla porta, mise la mano sulla maniglia fermandosi.
Si rigirò e ritornò al bancone.
 
-Sa…io credo che lei ha molto bisogno di aiuto e lo sa come lo so? Quel cartello ha gli angoli ingialliti dal tempo e le lettere sbiadite. A giudicare dal suo stato significa che non ha trovato nessuno disposto a lavorare per lei, oppure non è riuscito a mantenersi il suo dipendente. Beh io sono determinata a raggiungere il mio obiettivo e non scappo davanti alle prime difficoltà, e lei ha bisogno che qualcuno la aiuti al negozio! Entrambi abbiamo bisogno dell’altro, ma vedo che lei desidera gettare all’aria questa possibilità! Beh questa è la sua decisione e che le piaccia o no la rimpiangerà!! Arrivederci!-
 
Questa volta si avviò più decisa alla porta, mise la mano sulla maniglia convinta che non avrebbe mai più messo piede in quel posto.
 
-Aspetti!-la voce del proprietario la fece fermare.
 
Si voltò rimanendo in quella posizione.
 
-Vedo che ha un bel caratterino signorina…?!-
 
-French…Belle French!-completò la frase dell’uomo notando la sua titubanza.
 
-French!- terminò la frase.
 
Prese il bastone  e si allontanò dal bancone.
 
-Comincia questa sera! E badi che non è una vittoria…sono sicuro che scapperà dopo le prime ore di duro lavoro che le sottoporrò…quindi aspetti prima di cantare vittoria!-
 
Si fermò poco distante da lei appoggiando entrambe le mani sul bastone.
 
Si sentiva fiero di sé ed il padrone della situazione.
Belle sorrise.
 
-Questo è tutto da vedere!-ammise poi aprendo la porta.
 
-A questa sera signor…?!-
 
Anche lei fece lo stesso, nonostante tutti in città conoscessero il suo nome (compresa lei), Belle non poteva prendersi certe libertà con una persona che conosceva appena. Ma a giudicare dallo sguardo scioccato dell’uomo capì che forse si aspettava che la sua fama lo precedesse. Lo aveva capito subito che era un uomo che viveva di queste cose e non gli volle dare la soddisfazione di aumentare il suo ego.
 
-Gold!-disse poi.
 
Sembrava  come se lo pronunciasse per la prima volta, questo avvalorava la sua ipotesi. Che presentarsi a fare se ormai tutti ti conoscono? pensò Belle prima di uscire dal negozio.
 
-Allora a questa sera signor Gold!- disse poi sorridendogli soddisfatta.
 
-A dopo signorina French!-
 
E detto ciò chiuse la porta avviandosi all’asta contenta di essere riuscita ad ottenere il lavoro.
 
 
Stranamente DarkOne aveva partecipato più attivamente a quell’asta di come aveva invece fatto durante quei giorni. Sembrava agguerrito, non dava nemmeno il tempo di rilanciare che subito dopo proponeva una nuova cifra. Sembrava irritato. Chissà per quale motivo.
Per sua fortuna furono tutte somme che ancora riusciva a permettersi quindi poté rilanciare, ma questo sarebbe durato ancora per poco, per fortuna ora aveva anche il lavoro di Gold. Se non l’avesse mai presa ora avrebbe dovuto rinunciare al suo obiettivo.
 
Concluse l’asta rinviata straordinariamente in serata, per sua fortuna a quell’ora l’internet café era ancora  aperto quindi avrebbe potuto partecipare, sperava soltanto che da Gold non ci avesse messo troppo tempo.
 
 
 
 
Dopo il suo turno alla biblioteca Belle si fece uno spuntino e poi si diresse al negozio di Gold, era sicura che l’uomo l’avrebbe messa ai lavori forzati quindi non avrebbe potuto cenare e di conseguenza si anticipò.
Puntuale raggiunse il negozio con un sorriso sulle labbra che scomparve non appena capì cosa l’uomo voleva che lei facesse quella sera. Doveva lucidare e spolverare tutti e tre i banconi del negozio.
Rinchiusi lì dentro vi erano una marea di oggetti, ci avrebbe messo tutta la notte.
 
Notò il sorriso soddisfatto dell’uomo non appena le aveva mostrato il lavoro che avrebbe dovuto svolgere, ma anche il suo svanì quasi subito non appena vide la ragazza alzare le maniche e prendere detersivi e stracci mettendosi subito all’opera. Si aspettava che gli avrebbe inveito contro lasciando il locale irritata, ed invece lo stupì. Ma non avrebbe durato ancora per molto sicuramente da lì a poco avrebbe gettato la spugna.


 
 
Ed invece le cose si prolungarono, Belle si presentava sempre più puntuale ogni sera pronta a lucidare, spazzare, sistemare, ordinare e spolverare ogni cosa che ci fosse in quel negozio. Ormai Gold aveva accettato la sconfitta, quella ragazza era veramente dura e determinata, e questo gli piaceva. Era una donna forte e sicura di sé che non scappava davanti alle difficoltà.
Ormai ci aveva fatto quasi l’abitudine ad averla al negozio da addirittura aspettare con impazienza la sera per vederla entrare da quella porta ed animare quel negozio di gioia e di felicità. Man mano si rese conto che quella ragazza dal cuore dolce e dall’animo gentile gli stava entrando dentro, gettando le radici nella parte più nascosta di lui, senza nemmeno fare sforzi.


 
Pian piano Gold si stava rendendo conto che Belle stava diventando importante, e lo capì soprattutto quella sera…
Erano trascorse  sei settimane e Gold già dalla prima aveva iniziato a contare i giorni che mancavano alla loro separazione. Non poteva sperare che le cose potevano durare all’infinito, infondo lo sapeva che a lei serviva solo un lavoro extra e che quindi appena avrebbe raggiunto il suo obiettivo avrebbe cessato ogni attività lavorativa con lui. Eppure una parte di lui sperava che quel giorno non arrivasse mai.
 
Belle era nel retrobottega, ormai aveva lucidato e sistemato tutto il negozio e già da qualche settimana si era dedicata al retrobottega. Doveva ammetterlo aveva veramente fatto un gran bel lavoro.
La ragazza era seduta sulla brandina e lucidava con tanta attenzione una piatto d’argento molto fragile su cui vi erano incisi delle immagini a bassorilievo.
Era così concentrata che si prese il privilegio di ammirarla mentre lavorava.
Era così bella e così affascinante, nonostante fosse avvolta da un semplice abito giallo chiaro con un piccolo fiocco bianco posto dietro alla schiena, e portava  capelli sciolti con qualche ciocca legata alla nuca.
Era una visione, se la perfezione avesse avuto un volto doveva essere quello di Belle.
 
La ragazza si sentì osservata, con la coda dell’occhio notò Gold che era appoggiato al tavolo davanti a lei che la guardava. Arrossì dolcemente, era da giorni che aveva notato questo suo comportamento e non poteva che sentirsi lusingata. Anzi era proprio per questo che aveva preso ad indossare abiti più carini del solito, proprio per attirare la sua attenzione. Non sapeva il motivo per cui quell’uomo le facesse sussultare il cuore, ma già dalla prima volta che l’aveva visto qualcosa in lei era cambiato e non sapeva spiegarsi cosa. Anche la sua amica Ruby aveva notato questo suo cambiamento ed a volte cercava anche di analizzare la fonte di tutto questo, ma mai era riuscita a trovare una soluzione. Ed invece lei sì, e l’aveva trovata già da tempo, era Gold che con il suo sguardo profondo, quella calda voce e quel ghigno che regalava solo a lei l’aveva rapito il cuore.
Ogni sera andava a dormire  con il desiderio di vederlo il giorno successivo e trascorrere con lui del tempo. Non poteva essere più felice di così.
Anche l’asta stava procedendo bene, Glass aveva addirittura abbandonato e a giudicare dalla situazione era stata EvilQueen a persuaderlo. Anche se non poteva esserne certa, nessuno le toglieva dalla testa che quella donna aveva fatto qualcosa per fargli abbandonare l’asta. Game of the Throne era diventato quello più agguerrito, invece DarkOne si era quasi ammorbidito. Questo suo cambiamento improvviso la incuriosì molto, infatti aveva deciso di contattarlo e chattare un po’ con lui per conoscerlo di più.
Quella sera infatti sarebbe stata la sera in cui l’avrebbe contattato.
 
Si alzò dalla brandina per posare il piatto, ma a causa di uno straccio sul pavimento fece un passo sbagliato e stava rischiando di cadere; per sua fortuna Gold l’afferrò per i fianchi impedendole di schiantarsi al suolo. In quell’istante i loro occhi si incrociarono e i respiri si bloccarono. Rimasero a fissarsi immobili senza emettere nessun suono e nessun respiro. Gold prese a stringere di più la presa sui suoi fianchi e Belle poggiò delicatamente la mano dietro la sua schiena avvicinandosi di più a lui. I loro visi erano vicinissimi e le loro bocche distanti pochi centimetri. Poterono assaporarsi quel momento di agitazione e di totale silenzio facendosi mangiare vivi dalla paura e dall’incertezza. E furono proprio queste sensazioni a vincerli.
 
-Tutto bene?-chiese staccandosi lentamente senza mai lasciare la presa sui fianchi della ragazza.
 
Belle cercò di riprendere nuovamente coscienza e ristabilirsi. Annuì per non preoccupare l’uomo.
 
-Sì…sì tutto bene! A causa di uno straccio che è caduto sul pavimento ho preso una storta…e…- alzò nuovamente lo sguardo su di lui non riuscendo a completare la frase.
 
Gold annuì capendo il discorso.
 
-E la caviglia?-chiese abbassando lo sguardo su di essa.
 
-Non credo che ci siano problemi è stata solo una leggera storta!-ammise muovendo leggermente il piede.
 
L’uomo la lasciò titubante, avrebbe preferito rimanere così per sempre, ma sapeva che era sbagliato.


 
Belle riprese stabilità e posò il piatto nel posto prestabilito.
Prese l’ultimo oggetto della giornata e se lo mise a pulire con tanta attenzione. Gold si sedette su una sedia lì vicino e prese a scrivere nell’inventario.
 
-Posso dirle una cosa signor Gold?- chiese educatamente cessando per un attimo il suo lavoro.
 
L’uomo alzò la testa verso di lei e posò la penna incuriosito.
Annuì invitandola a parlare.
 
-Avete veramente delle belle cose in questo negozio! Sono meravigliose, ogni giorno scopro delle piccole rarità. Siete una persona che ha davvero buon gusto!- sorrise prendendo ad ammirare la piccola lampada placcata d’oro che aveva in mano.
 
Gold sorrise, quella ragazza aveva la delicatezza di rendere tutto meraviglioso anche solo con uno sguardo.
Era felicissimo di averla conosciuta.
 
-Grazie!! Mi fa piacere che vi affascinano! Ci ho messo tutta la mia passione e la mia dedizione per averli. Pensi che a casa mia ci sono degli oggetti ancora più rari ed unici di questi!-ammise contentissimo di quel complimento.
 
In quel momento sorrise estasiata nel solo immaginare cosa conservasse.
 
-Beh saranno degli oggetti bellissimi suppongo!-
 
Prese nuovamente lo straccio e iniziò a strofinare su quella lampada.
 
-Attenta che potrebbe uscire un genio!- ironizzò  vedendola presa in quella mansione.
 
Belle si fermò guardandolo e solo dopo rise capendo la battuta. Era veramente un uomo dalle mille risorse.
 
-In questo caso inizierò a prepararmi i tre desideri!- rispose continuando a ridere.
 
-Le…le va un caffè?-
 
Belle vide l’ora e decise che un caffè l’avrebbe preso volentieri.
 
-Certo!- rispose mettendo a posto la lampada.
 
Gold sorrise ed insieme alla ragazza si avviò al locale Il Cappellaio Matto, suggerito da Belle.
 
Appena entrarono la ragazza venne accolta con tanto entusiasmo dal proprietario e dalle varie cameriere. Sicuramente era un posto che frequentava moltissimo.
In quel momento si sentì a disagio e non voleva che lo fosse anche Belle, ma stranamente la vide a suo agio quindi decise di gettare tutti quei brutti pensieri alle spalle e godersi quel momento con lei.
Si sedettero in un posto appartato, la bellezza di quel locale era che oltre ad avere postazioni dei computer aveva anche un posto dove poter sorseggiare con tranquillità un bella tazza di caffè.
 
Arrivarono subito dopo due tazze fumanti di quel meraviglioso infuso e dei piccoli pasticcini offerti dalla casa. 
Gold si sentiva sempre osservato, ma era normale, non spesso si faceva vedere in città e soprattutto con una bellissima ragazza che aveva la metà dei suoi anni. Sicuramente molti si stavano domandando cosa ci facevano insieme, ma gli occhi dolci e teneri della ragazza che osservavano con gioia quei dolcetti lo convinsero a non pensarci troppo e a godersi quel caldo infuso.
 
-Allora Belle che cosa desidera?-chiese con molta tranquillità.
 
Belle si bloccò fissandolo interrogativa. Che cosa intendeva con quella domanda?
 
-Prima mi ha detto che avrebbe pensato ai tre desideri…cosa desidera? Sono curioso di saperlo!- ammise poi capendo che la ragazza stava facendo fatica a comprendere la domanda.
 
Belle annuì arrossendosi, non se l’aspettava una domanda così intima da lui. Sorrise pensando che quella situazione poteva volgere a suo favore.
 
-Le dirò ciò che desidero se lei mi risponderà sinceramente ad una domanda!- prese un dolcetto portandoselo alla bocca.
 
Gold rimase colpito da quella risposta, ma annuì accettando la sua proposta.
 
-Abbiamo un accordo?-chiese conferma la ragazza.
 
-Certo!-
 
-Allora mi faccia pensare…beh da quando ero piccola mi sono sempre piaciuti i libri e ho sempre desiderato di aprire una libreria in cui far venire i bambini e leggere loro le varie favole! Pensi che talmente che amo i libri mia madre  da piccola mi chiamava Miss Book !- affermò.
 
Gold in quel momento si rese conto di quanto amore Belle provasse nei confronti della cultura e soprattutto dei bambini, era veramente di una dolcezza infinita.  Solo dopo pochi istanti focalizzò il nome che gli aveva detto. Belle si chiamava Miss Book? Poteva essere lei quella che partecipava all’asta? O era uno strano caso di omonimia? Come poteva essere?
 
-Prima di continuare mi risponda così saremo al pari!-
 
Gold si svegliò dai suoi pensieri e sorrise, decise di accantonare per ora il discorso  asta.
 
-Ditemi!- disse poi.
 
-Qual è il vostro nome?-
 
Gold rimase scioccato da quella domanda, di tutto ciò che gli poteva chiedere optò per quella domanda.
Sorrise abbassando il capo.
 
-Beh…mi sarei aspettato qualcosa di più tragico!-cercò di sviare dalla risposta.
 
-Se state perdendo tempo vuol dire che ho fatto la domanda giusta! Allora mi risponda!-
 
E sì Belle aveva un fiuto infallibile, e non poteva che apprezzarla per questo.
 
-Rumpelstiltskin!- ammise a bassa voce.
 
Belle lo fissò per un secondo poi scoppiò a ridere come non mai facendo voltare gli altri.
 
-Non ci credo…mi sta prendendo in giro…suvvia signor Gold mi dica il suo nome!-
 
Non poteva crederci, non era possibile che avesse un nome di un folletto delle favole.
 
-A dire il vero il mio nome per intero è Rumpelstiltskin Robert Gold! Ma perché poi si scandalizza tanto…anche lei ha un nome di un personaggio delle favole…perché io non dovrei?-si finse offeso continuando a bere il suo caffè.
 
E solo allora Belle capì che non l’aveva presa in giro, ma al contrario l’aveva fatto lei. In quel momento si sentì così in imbarazzo, non aveva nemmeno pensato per un secondo che quello che gli aveva detto fosse la verità.
 
-Oh! Beh un nome inusuale …come mai?-
 
-A.a…a…mia cara, l’accordo prevedeva solo una domanda al confronto dei suoi  desideri!- 
 
Belle sorrise, era in gamba.
 
 
-Beh mi piace tanto viaggiare, ma non ho mai avuto la possibilità di farlo…quindi mi piacerebbe visitare il mondo e conoscere tutte quelle tradizioni che ho letto solo nei miei libri!-
 
-Ed il terzo?-chiese incuriosendosi sempre più.
 
-Non le ho mai detto che le avrei confidato tutti e tre i miei desideri!-affermò ripagandolo con la sua stessa moneta.
 
Gold fece una faccia strana di chi era stato messo nel sacco senza rendersene  conto.
 
Ripensò all’accordo ed in effetti non erano mai stati menzionati i numeri dei desideri. Rise ammirato e anche profondamente colpito dalla scaltrezza della ragazza.
 
-Ha ragione signorina French…diciamo che siamo pari!- ammise poi finendo il suo caffè.
 
Avrebbe tanto voluto rimanere, ma doveva concludere un affare importante e non poteva trattenersi oltre.
Mentre Belle rimase ancora al locale per partecipare all’asta, quella sera sarebbe stata quella decisiva.
 
Lo vide indossare il cappotto prendendo il bastone.
 
-La ringrazio per il caffè signor Gold!-
 
-E’ stato un piacere! Ah Belle…- ritornò da lei.
 
 
-Diamoci del tu! Visto questa interessante chiacchierata che abbiamo fatto mi sembra inutile proseguire con questi sciocchi formalismi!-
 
-Ma certo volentieri!! Allora a domani!-ammise sorridendo felicissima.
 
-A domani Belle!-
 
Uscì in fretta da quel locale, quella chiacchierata era stata veramente interessante. Belle senza volerlo gli aveva confessato quel soprannome, e a lui gli era venuto in mente quella MissBook  che partecipava all’asta.
Non sarebbe riuscito a resistere oltre doveva scappare e rifletterci su.
 

 
 
 
Fine prima parte


 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Salve a tutti cari! :D
Eccomi nuovamente qui con una nuova storia, questa volta una AU. E’ la mia prima AU Rumbelle che scrivo e sono emozionatissima, ho le lacrime agli occhi. E’ la mia piccolina (so che ovviamente ogni propria creazione è la propria bambina, ma a questa storia ci tengo particolarmente :D )
Questa storia nasce dopo aver rivisto il film C’è posta per te con Tom Hanks e Meg Ryan. Mi divertiva scrivere questo strano incontro tra due perfetti sconosciuti che si sono conosciuti per caso su internet e che poi guarda caso il destino si sono incontrati veramente ignorando chi fossero in realtà ;) Ma a differenza del film in cui i due personaggi si sono conosciuti tramite chat, qui è tramite un’asta on-line. Ma vedrete che nel prossimo capitolo (che chiude la storia) si avvicinerà di più alla trama del film ;)


 
Ho assistito un paio di volte a delle aste su internet e so che non funziona proprio come ho descritto in questa storia, ma ho un po’ stravolto la cosa (chi mi ha seguito in Ricordati di Me sa già che faccio di questi cambiamenti ;) ), quindi scusatemi per questi stravolgimenti ! :D
 
Volevo motivare la scelta del titolo e del perché in questo caso mi sono allontanata dal film. Volevo che fosse qualcosa di diverso dalla solita ragazza che in camera sua chatta con un persona e poi se ne innamora. Volevo che Belle fosse immersa nella gente, che incontrasse persone, che non si trovasse da sola nella sua casa davanti al pc. So che ovviamente in questi tempi il cellulare può sostituire il computer, ma ho voluto dare per scontato che Belle non sia una persona tecnologica e quindi che non possegga quei telefonini ultramoderni (qui mi sono ispirata un po’ allo stile di OUAT ;) ). Insomma cari volevo creare un ambiente che difficilmente viene trattato, tanto per divertirci e viaggiare con la mente, tutto qui  ;)


 
Volevo precisare due cosette:
 
1: Ho deciso che i due si incontrassero attraverso un’asta on-line perché volevo che la tazzina fosse l’oggetto che li portasse a conoscere. Volevo rimanere vicina alla favola che viene raccontata in OUAT :D
 
2: Beh credo che tutti voi pensavate che il nome di Gold fosse almeno Robert (come spesso vedo nelle AU su di loro) ed infatti lo è, solo che ne esiste anche un altro ;)  So che è surreale chiamare un figlio Rumple, ma visto che Belle ha un nome di un personaggio delle favole volevo che ce lo avesse anche Gold ;) E credo che nessun nome fiabesco sarebbe stato adatto a lui se non Rumpelstiltskin ;) Ovviamente Belle poteva chiedere tutto a Gold, ma ho voluto che facesse questa domanda tanto per avvicinarmi di poco alla favola “La figlia del mugnaio” in cui il nome del folletto era una cosa di vitale importanza ;)
 
Spero di avervi incuriosito ;)
 
Tra qualche giorno ci sarà la chiusura di questa storiella, poi partirò con la nuova long Ricordati di Lei che segue Ricordati di Me. :D
 
Ps: Spero che vi piaccia la foto che ho realizzato come copertina tanto per avvicinarci al tema della long ;) 

Voglio veramente ringraziare con tutto il cuore libellula.s che quando lesse questa storia rimase veramente colpita da addirittura andare a vedere il film ;) Ricordo ancora i complimenti dolcissimi che mi fece quando la finì di leggere, e come allora anche adesso sono diventata un pomodoro :D Grazie veramente cara per il tuo sostegno e le tue bellissime parole! tvb sis <3
 
Un grazie veramente grande va anche a libellula. a che adora ogni cosa scrivo e che ha sempre parole dolci nei miei confronti!! Sei un tesoro <3 tvb sis :D
 
À bientôt!! :)
DR

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Capitolo 2
*** Internet Café-seconda parte ***


Internet Café
 
Talmente dallo shock della scoperta non partecipò nemmeno all’asta finale, si era completamente dimenticato. Non fece altro che pensare a Belle e a cercare di collegarla a quel nickname, addirittura dallo stress si addormentò sul divano del salotto.
 
 
 
Belle intanto aveva partecipato all’asta e per tutta la durata aveva tenuto testa a tutti i partecipanti, ma all’ultimo a tutto prima che questa venisse chiusa Game of the Throne aveva fatto una offerta che nemmeno lei e tutti i suoi stipendi avrebbero potuto competere. A malincuore dovette desistere insieme a EvilQueen.  Ormai aveva perso e con lei era svanito anche il suo sogno di completare il set di tazze.
In preda alla scontentezza contattò DarkOne per fargli sapere che ormai l’asta si era conclusa.
 
 
 
 
 
La mattina seguente Gold accese il  pc e andò a guardare chi avesse vinto. Si era ricordato troppo tardi dell’asta ed oramai era fatta. Vide l’icona dei messaggi lampeggiare, aprì il file e rimase scioccato dal nome del mittente, era MissBook.
 
“Ciao DarkOne volevo informarti che ha vinto Game of the Throne con una somma stratosferica! A dire la verità avrei tanto voluto vincere io, ma se devo essere sincera se non fossi stata io avrei preferito che fossi stato tu!
Sei stato un valido avversario e avrei tanto voluto scontrarmi con te fino alla fine…. Ma pazienza sarà per la prossima!



A presto MB!”
 
Sorrise. Dopo aver letto quel messaggio non aveva nessun dubbio, in quelle parole vi era iscritto il nome di Belle ovunque. Mai nessuno aveva una grazia e una grinta come lei, lo avrebbe dovuto subito immaginare che Belle era MissBook.
Sorrise digitando la risposta, non poteva finire così.
 
“Vorrà dire che non era nel nostro destino, ma sono sicuro che tu hai lottato fino alla fine per ottenere quello che volevi quindi non darti per vinta! Prima o poi raggiungerai il tuo scopo, cosa che non posso dire di me!
Sì non vedo l’ora di competere nuovamente con te e di vincere! 
A presto DarkOne!”

 
Premette il tasto Invio e si preparò per una nuova giornata di lavoro. Non vedeva l’ora di incontrare Belle, sicuramente era delusa e rammaricata per come erano andate le cose. Chissà come avrebbe reagito se avesse scoperto chi lui fosse.
Per il momento decise di non confessarglielo, avrebbe atteso che le acque si fossero calmate e poi le avrebbe fatto quella sorpresa. Voleva proseguire quel rapporto o qualunque cosa esso sia, prima di rivelargli quel suo lato “oscuro”, non voleva allontanarla prima di essersi conosciuti meglio.
 
Prima di uscire notò che la ragazza l’aveva risposto. Sorrise contento.
 
“Perché dici una cosa simile?
Vedrai che anche tu riuscirai ad ottenere quello che vuoi!
Sono sicura che non ti interessava solo quella tazzina, mi sembri un tipo che ama tante cose e sono sicura che questa piccola sconfitta non potrà nuocerti più di tanto!
Avrai sicuramente un nuovo obiettivo in testa! Dico bene?!”

 
Infondeva gioia e calore anche con un semplice messaggio, come poteva essere così coinvolgente?
 
“Per ora non ho ancora pensato, ma ti ringrazio per la fiducia!
Mi guarderò in giro e ti farò sapere se ho trovato qualcosa di interessante!
Ci teniamo in contatto?”

 
Attese pochi istanti e subito ebbe la risposta.
 
“Ma certo…volentieri! Mi fa piacere discutere di queste cose! Allora ci sentiamo presto!!
MB”

 
“A presto!” chiuse la conversazione avviandosi al negozio.
 
 
 
 
 
Si sentirono molto spesso in quell’ultima settimana quasi da diventare amici. Belle gli confidava tantissime cose  e molte di queste erano fuori dai classici argomenti di oggetti antichi e preziosi. Ormai stavano anche entrando nel personale e questo non poteva che renderlo felice.
Anche  al negozio le cose procedevano bene, ma sentiva sempre che nella ragazza c’era qualcosa che  non andava e non capiva il motivo. Cercò anche di indagare con quelle chat, ma non ci era riuscito. Chissà cosa aveva?
 
Anche lui però non stava molto bene,  da giorni ormai si sentiva un peso nel petto e non fu difficile capire il motivo, era Belle. Non riusciva più a mantenere quel segreto e spesso aveva avuto anche l’intenzione di confessarglielo, ma non ci era mai riuscito. Non sapeva cosa fare e quindi aveva deciso di rimandare fino all’ultimo, fino alla sera prima della fine della loro collaborazione.
Tra una chat ed un’altra aveva confessato alla ragazza che viveva nella sua stessa città cercando di capire se lei era propensa a volerlo conoscere, ed infatti fu così. Decisero dunque di prendere appuntamento e di incontrarsi, forse quella sarebbe stata la volta giusta per confessargli la sua identità.
 
 
 
Da qualche giorno Belle era triste, non si sentiva molto bene, aveva il morale a terra e questo stato d’animo era iniziato da quando aveva perso quella tazzina. Per lei era diventata importante e pensare che non l’avrebbe mai avuta le dispiaceva, ma la cosa che le dispiaceva ancora di più era che non avrebbe più lavorato per Gold. Ormai ci andava con il sorriso sulle labbra e non vedeva l’ora di prendere servizio, ma adesso con il contratto concluso sarebbe stato difficile vedersi tutti i giorni. Ma non era solo questo quello che la turbava, da un po’ di tempo stava chattando con DarkOne e man mano stava iniziando a provare qualcosa per lui, lo stesso qualcosa che stava provando per Gold. Era confusa e non sapeva veramente cosa pensare. Da quando aveva scoperto che DarkOne viveva nella sua stessa città aveva deciso di combinare un incontro, e l’aveva organizzato nell’internet café che l’aveva accolta in un momento di crisi della sua vita. 
 
Quella sera aveva chiesto la possibilità a Gold di poter evitare di venire al negozio promettendogli che avrebbe recuperato le ore perse la giornata seguente. Sembrò che per il proprietario non ci fossero problemi e quindi poté andare più tranquillamente a quell’incontro.
 
“Ci vediamo al Cappellaio Matto verso le 22:00 e ci prendiamo un caffè!
Avrò una rosa in un libro!
A presto MB!”

 
“Perfetto! Io invece un fazzoletto da taschino blu decorato con delle piccole camelie bianche!
A domani
DarkOne!”

 
Ripensò all’ultima conversazione avuta con lui, era così agitata. Chissà come era, che aspetto aveva e come era la sua voce. Per un istante mentre se lo immaginava  focalizzò l’immagine di Gold. Avevano molto in comune quei due. Sorrise arrossendo le gote per l’imbarazzo. Stava troppo fantasticando con la mente.
 
Mentre attendeva si era presa una bella tazza di caffè per ammazzare il tempo, anche se quell’infuso non era esattamente quello indicato per calmare la sua agitazione, ma ormai quella bibita nera l’aveva rapito l’anima, esattamente come Gold.
 
Dopo qualche minuto vide Gold entrare nel locale sorridendole. Aveva ancora il cappotto addosso e camminava con molta eleganza poggiandosi al bastone.
In quel momento il cuore fece un piccolo sussulto. Era lui? No, non poteva essere.
 
-Ciao!- disse rimanendo in piedi davanti a lei.
 
-Posso?-chiese poi indicando la sedia.
 
Belle era ancora soprappensiero per potergli rispondere quindi optò per un gesto, annuì indicandogli la sedia.
 
Appena lo vide sbottonarsi il cappotto iniziò a sudare freddo.
E se era lui come doveva comportarsi? E poi lo sapeva o era stato uno shock anche per lui?
A giudicare dal suo comportamento sembrava molto tranquillo come tutti i giorni.
 
Appena si tolse il cappotto subito puntò gli occhi sul taschino e per sua meraviglia indossava un fazzoletto rosso ben piegato al suo interno.
Riprese a respirare.
In quell’istante di attesa aveva sofferto così tanto.
Sorrise ristabilendosi.
 
-Come mai qui …non puoi fare a meno del caffè di Jefferson?-disse poi per rompere il ghiaccio.
 
-Beh a dire il vero…sì!-ammise chiamando il cameriere.
 
-Allora Belle la persona che aspettavi è in ritardo oppure sei tu in anticipo?- chiese l’uomo dopo che aveva fatto la sua ordinazione.
 
Belle spostò lo sguardo dall’ingresso al suo interlocutore rimanendo di stucco.
 
-Beh immagino che tu abbia un appuntamento, perché se così non fosse ci rimarrei male scoprendo che non volevi venire a lavorare questa sera!- continuò notando il volto interrogativo della ragazza.
 
Sorrise prendendo a bere il suo caffè.
 
-Sì sto aspettando una persona e non è in ritardo!-
 
Lui annuì mentre prese a girare il caffè.
 
-Lo conosci già?-
 
-No…beh sì…diciamo che è una via di mezzo!- era difficile rispondere a quella domanda.
 
-Vedo che hai le idee ben chiare!-
 
-Ci siamo conosciuti in un’asta su internet e abbiamo stretto amicizia. Poi abbiamo scoperto che abitavamo nella stessa città e abbiamo deciso di incontrarci! Sono molto nervosa perché spero di fare una bella impressione, sai non vorrei che si immagini una persona e poi ne vede completamente un’altra!-si confidò, era talmente ansiosa che si lasciò andare.
 
-Sei proprio come ti immaginerà! Non deluderai le sue aspettative!-
 
Quella frase colpì particolarmente la ragazza. Gold era serissimo. Quanto era bello ed affascinante, come poteva essere così attraente?
Distolse lo sguardo da lui non riuscendo a resistere oltre. Si sentiva sempre a disagio quando si fissavano intensamente negli occhi; in quei momenti a Belle sembrava che le stesse leggendo dentro e probabilmente era così. Erano troppe le emozioni che Gold le suscitava e non riusciva a controllarle tutte.
 
-Grazie! Lo spero!-
 
Rimasero a chiacchierare tutta la serata ma di DarkOne non vi fu traccia. Sembrava che ci avesse rinunciato a presentarsi e Belle, anche se non dava a vederlo, ci rimase davvero male per quella azione.
Per quale motivo non era venuto? Forse gli era successo qualcosa, oppure non voleva vederla? Per fortuna che rimase a farle compagnia Gold.
 
Purtroppo Jefferson doveva chiudere e Gold e Belle furono gli ultimi a lasciare il locale. Si incamminarono per le strade di Storybrooke continuando a parlare di tantissime cose. Grazie alla sua presenza Belle si sentì meno sola quella sera, soprattutto quella sera.
 
Arrivarono davanti al portone della casa di lei.
 
-Grazie per avermi fatto compagnia spero di non averti scombussolato i piani della serata!- si sentiva in colpa per averlo legato a sé, forse aveva altri programmi.
 
-Non ti preoccupare, mi ha fatto piacere trascorrere del tempo in tua compagnia!-
 
Belle sorrise imbarazzata, abbassò lo sguardo ripensando a DarkOne.
 
Gold notò un velo di tristezza sul suo viso e capì a cosa stesse pensando. Per tutta la serata aveva voluto dirle la verità, stringeva ossessivamente quel fazzoletto da taschino blu nella sua tasca con il desiderio di estrarlo e dirgli tutto, ma la codardia fu più forte di lui. Non poteva, non doveva legare a sé quella dolce fanciulla. Era troppo bella per stare con lui, non poteva rovinarle la sua gioventù e la sua vita. Ed anche se era dura ammetterlo lui non era la persona giusta per lei. Fu questo il reale motivo che fermò Gold più volte da dirle la verità.
Aveva deciso di tenersi per lui questo amore anche perché non sapeva cosa la ragazza provasse nei suoi confronti, quindi sarebbe stato solo un rischio inutile confessargli i suoi sentimenti. Dovevano separarsi. Era arrivato il tempo esatto per cui le loro vite dovevano prendere strade diverse.
 
-Senti Belle non…ecco…non rimanerci troppo male per il tuo amico. Forse non era la persona adatta a te!- ruppe quel momento di silenzio.
 
-Forse hai ragione, mi sono solo illusa. Pensavo che per lui fossi un’amica ed invece mi ha solo…beh basta non voglio parlare di lui! Va bene così! Grazie di tutto Rumple!- disse per poi gettarsi tra le sue braccia.
 
In quel momento Gold spalancò gli occhi emozionandosi nel aver sentito il suo nome pronunciato per la prima volta dalla ragazza. La strinse a sé nascondendo il viso nei suoi capelli ispirando quel dolce profumo di lavanda. Era bellissimo stringerla a sé, in quel momento Gold si sentì l’uomo più felice del mondo.
 
Si distaccarono lentamente guardandosi negli occhi.
 
-Buonanotte Belle!- disse poi lasciando completamente la presa.
 
-A domani!-rispose lei rincasando.
 
Avrebbe voluto baciarlo, ma forse sarebbe stato troppo avventato. E poi non sapeva nemmeno cosa provasse nei suoi confronti, non poteva esporsi così tanto, nonostante stesse diventando un amico lui rimaneva pur sempre il suo datore di lavoro.
 
 
 
 
L’indomani Belle si presentò di buon ora al negozio. Gold l’accolse con tanta dolcezza elencandogli le sue mansioni. Per tutta la giornata Belle e Gold non parlarono molto, erano molto indaffarati che non ebbero nemmeno il tempo di fermarsi un attimo e chiacchierare.
Belle si sentiva un po’ giù di corda, non solo per la buca di DarkOne, ma anche perché quella giornata sarebbe stata l’ultima con Gold. Doveva farsi forza, ormai erano diventati amici e forse potevano anche prendere a frequentarsi come tali e chissà forse un giorno sarebbero diventati più che amici. Ma Belle non doveva farsi troppe illusioni, quelle stesse illusioni le avevano dato molti dispiaceri, un esempio era proprio  DarkOne. Non poteva cadere nuovamente nella stessa trappola, se il destino voleva le cose sarebbero venute da sé.
 
Si fece tarda sera e ormai era arrivato il tempo dei saluti. Belle aveva sperato con tutta sé stessa che quella giornata non si concludesse mai ed invece era giunta l’ora di chiudere quel rapporto di lavoro. Appena posò l’ultimo oggetto si recò dal proprietario che era nel negozio a finire di aggiornare l’inventario.
 
Nel momento che varcò la soglia lo vide firmare un assegno.
 
-Io ho finito!-lo distolse dai suoi affari.
 
-Perfetto!-staccò l’assegno e glielo consegnò.
 
Belle lo prese tremando leggermente appena vide la somma che gli aveva dato.
 
-Ma…ma è di più di quanto avessimo pattuito!-ammise poi.
 
-Sì è vero, ma hai fatto uno splendido lavoro qui e nel retro, e quella paga era miserabile! Questa è degna di tutto il lavoro faticoso che ti ho costretta a fare!-confessò chiudendo l’inventario.
 
-Ma l’ho fatto con molto piacere!-
 
-Sono contento di sentirtelo dire!-
 
-Ti va se prendessimo un caffè o una bella tazza di tè da Jefferson?-chiese indicando la porta.
 
-Mi piacerebbe, ma domani devo partire per un viaggio di lavoro e vorrei riposare!-
 
-Ah…e quando torni?-chiese rimanendo sbalordita da quella notizia, non gli aveva mai parlato di un viaggio di lavoro.
 
-Non so dirti quando…ma  appena torno ti passo a trovare alla biblioteca!- sorrise.
 
Belle in quel momento si sentì sola, anche Gold la stava lasciando esattamente come aveva fatto DarkOne.
Non dissero più nulla, anzi Belle non chiese più nulla e Gold non proseguì oltre il suo discorso. Si salutarono da buoni amici promettendosi di rimanere in contatto.
 
 
 
Trascorsero quasi due settimane e di Gold nessuna notizia. Ogni giorno passava davanti al negozio nella speranza di vederlo aperto ed invece puntualmente rimaneva delusa. Era scomparso nell’ombra esattamente come DarkOne. Perché tutte a lei? Che cosa aveva fatto di male nel meritarsi di incontrare gente così? Eppure non riusciva ad avercela né con DarkOne né con Gold.
Anche  Ruby e Jefferson notarono il suo stato d’animo triste e malinconico, ma nessuno dei due sapeva darsi una spiegazione. Belle aveva tenuto gelosamente nascosto la sua cotta per Gold, aveva preferito vivere in solitudine quel sentimento che giorno dopo giorno aumentava sempre di più.


I suoi amici non avrebbero capito, nessuno avrebbe capito quello che provava per lui.
 
I giorni passavano e Belle si rassegnò all’idea di non vederlo così presto, ma un giorno, mentre passeggiava con Ruby, vide il negozio di Gold aperto. Liquidò la ragazza con una scusa inventata sul momento e si precipitò nella bottega.
 
Spalancò la porta sorridendo felice. Non c’era nessuno. Sentì dei rumori nel retro e le sembrò di vivere esattamente la prima volta che ci mise piede. Spostò la tenda e fu lì che lo vide. Dava le spalle all’entrata ed era in piedi vicino alla tavola che svuotava uno scatolone pieno di oggetti.
 
-Ciao!-
 
Quella frase fece bloccare Gold, non si voltò subito convinto che era stato uno dei suoi soliti giochi mentali, ma quel profumo di lavanda rese tutto più reale. Si voltò verso di lei scioccato di vederla nel suo negozio dopo tutto quel tempo. Non si aspettava di incontrarla il giorno stesso che aveva riaperto il negozio.
 
-Ciao Belle…come…come mai qui?- chiese poi posando l’oggetto che aveva in mano voltandosi completamente dalla sua parte.
 
Belle sorrise avvicinandosi.
 
-Beh ecco io…-
 
Abbassò lo sguardo verso il petto di lui arrossendo. Solo in quel momento focalizzò il fazzoletto che aveva nel taschino. Era lo stesso che gli aveva descritto DarkOne per farsi riconoscere all’appuntamento.
 
Non poteva essere, non lui. Perché le aveva fatto una cosa simile? Perché non gliel’aveva detto?
 
Indietreggiò rimanendo lo sguardo sul fazzoletto. In quel momento Gold abbassò gli occhi e notò il fazzoletto nella tasca e capì cosa stesse pensando Belle.
 
-Belle aspetta!-
 
-No!-
 
Corse via senza dargli il tempo di spiegare.
Le corse dietro facendo molta fatica, era troppo veloce per lui. La vide imbucarsi in una strada e capì dove era diretta. Quella via portava solo ad un posto: alla spiaggia.
 
La raggiunse poco dopo e la vide seduta su un grande tronco a piangere disperata. L’aveva ferita, l’aveva delusa ed erano le cose che lui aveva deciso di non farle vivere, ed invece aveva nuovamente commesso un errore. Era stato per questo che non l’aveva cercata per tutto quel tempo. Era partito per quelle due settimane nella speranza di dimenticarsela e di allontanarla da lui ed invece era stato tutto vano. Non era passato giorno che non la pensasse, che non la desiderasse, che non l’amasse.



Le si avvicinò facendosi coraggio.
 
-Belle!-
 
Lei sollevò lo sguardo su di lui fermando le lacrime, si alzò con l’intenzione di andarsene, ma non lo fece.
 
-Perché? Perché non me l’hai detto? Perché hai mandato avanti quella farsa? Immagino che per te era diventato un gioco. Quante risate ti sei fatto alle mie spalle?- iniziò ad inveire contro di lui.
 
Se lo aspettava una reazione del genere, dopotutto era anche normale.
 
-No…non ti ho mai presa in giro! Tutto quello che ti ho scritto era vero, Belle credimi non sei mai stata un gioco per me. Non volevo ferirti!-
 
-Allora perché non me lo hai detto?-
 
-Ho…ho avuto paura! Temevo che nel rivelandoti chi ero non mi avresti accettato!-
 
-Accettato? E adesso invece pensi che le cose sono messe in un modo migliore?!-
 
-Ho pensato che fosse meglio chiudere lì quell’amicizia!-
 
-E perché mai? Che cosa non ti andava di me che hai preferito scaricarmi per ben due volte!-
 
-Perché…perché…- era agitato e nervoso, Belle meritava di sapere la verità, ma era troppo difficile ammetterla.
 
-Cosa? Cosa? Voglio sentirmelo dire in faccia che non mi consideri un’amica, ma solo una semplice ragazzina! Dimmelo…dimmelo!-lo incitò  animandosi.
 
Era furiosa, era ferita, si sentiva tradita per ben due volte.
 
-Perché TI AMO…perché ti amo Belle!-
 
Quella frase bloccò il respiro di entrambi. La leggera brezza fu l’unica cosa che si mosse in quel momento, anche il mare aveva cessato il suo scorrere non appena il vento aveva preso con sé quelle profonde parole.
 
-Non…non volevo e non voglio che tu ti senta legata a me perché io provo questo sentimento nei tuoi confronti. Ti volevo risparmiare questa imbarazzante situazione! Ecco tutto!- abbassò lo sguardo, non riusciva più a reggere quegli occhi così chiari e così limpidi.
 
-Sei stato uno sciocco!-ammise la ragazza.
 
-Hai ragione…non…non dovevo dirtelo! Scusami!- teneva ancora lo sguardo abbassato.
 
Gli aveva confessato i suoi sentimenti ed aveva sbagliato, di nuovo.
 
-No…sei stato uno sciocco a non pensare che forse anche io provo lo stesso per te!-
 
Quella frase gli fece spalancare gli occhi, li alzò su di lei rimanendo sbalordito per ciò che aveva detto.
 
Gli si avvicinò lentamente poggiando una mano sul suo petto ed accarezzò quel fazzoletto. Senza di esso non avrebbe mai scoperto chi fosse DarkOne.
 
-Ti amo Rumple!-
 
-Ma…-
 
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Belle gli catturò le labbra trascinandolo in un passionale ed intenso bacio.
La strinse a sé approfondendo quel dolce momento. Belle lo amava e non poteva desiderare di meglio. Ogni cosa in quel momento acquistò colore, valore. Con Belle era tutto meraviglioso perché era lei a renderlo tale.
 
-Ho desiderato così tanto che lui fosse te!-
 
-Davvero?-
 
-Amo tutto di te…anche il tuo lato oscuro!-
 
Sorrisero e ripresero da dove avevano interrotto. Si baciarono con tutto il desiderio e la passione che avevano in corpo. Avevano scoperto l’amore e d’ora in poi non ci avrebbero mai più rinunciato.
 
 
 
 
 
 
 
-E vissero felici e contenti…-
 
-Mamma e la tazza che fine ha fatto?- chiese una piccola voce.
 
-Beh… vieni con me!-le disse la donna prendendola per mano.
 
La piccolina si alzò dal letto, indossò le pantofole e la vestaglia e seguì la madre giù per il salotto.
 
Seduto sul divano c’era Gold che stava leggendo un libro con in mano un bicchiere di vino rosso.
 
Appena vide le due chiuse il volume e poggiò il bicchiere sul tavolino davanti.
 
-Hey ma tu non dovresti essere a letto?!-disse poi aprendo le braccia invitando la piccolina ad avvicinarsi.
 
Corse contro di lui sedendosi sulle gambe.
 
-Allora principessa come mai ancora alzata?- chiese poi.
 
-Mamma…mamma mi ha raccontato una bella favola e volevo…volevo sapere della tazzina!-
 
Gold incuriosito guardò verso Belle che era vicino alla vetrinetta della stanza. Appena la vide prendere l’oggetto in questione sorrise capendo a quale favola si riferisse la bambina.
 
-Eccola qui!-disse la donna avvicinandosi alla bambina.
Si sedette al fianco del marito dandole la tazzina.
 
-Ma…ma come ce l’hai tu?-chiese la piccolina non capendo.
 
-Beh vedi scoprimmo che quel Game of the Throne era il nonno che aveva vinto una gran bella somma di denaro ed aveva deciso di comprare questa tazzina in onore della nonna Colette!- spiegò la donna.
 
-Poi appena venne a sapere che anche io e papà la volevamo acquistare ce la regalò come dono di nozze!- continuò accarezzando la bruna chioma della bambina.
 
Gold poggiò la bocca sulla testa della piccolina baciandola dolcemente. Quella bambina era stata la sua gioia più grande, gli aveva insegnato che nella vita c’era sempre speranza anche quando si crede di averla persa.
 
-Mamma qual era il tuo terzo desiderio?- domandò incuriosita rigirandosi tra le mani la delicata tazzina.
 
-Era proprio questa tazzina! Alla mamma le richiamava la sua cara madre e voleva avere qualcosa che la ricordasse!-questa volta fu Gold a rispondere.
 
La piccolina sorrise osservando con entusiasmo quell’oggetto.
 
-E a te papà quali sono i tuoi tre desideri?-
 
-Sei tu, tua madre e tuo fratello Neal!- ammise l’uomo stringendola di più a sé.
 
La piccolina si voltò di scatto verso di lui abbracciandolo forte a sé, ma talmente fu veloce che le scappò dalle piccole mani la tazzina facendola precipitare sul pavimento.
 
Tutti abbassarono lo sguardo per terra, Belle si alzò preoccupata. La piccolina portò una mano alla bocca profondamente dispiaciuta per quello che aveva fatto.
 
-Mi…mi dispiace non…non volevo farlo!- disse poi stringendosi a suo padre.
 
Belle prese l’oggetto sorridendole.
 
-Hey tesoro è solo una tazza!- disse Gold rassicurando la figlia.
 
-E poi si è solo scheggiata sul bordo…non si vede nemmeno!-  continuò Belle.
 
-Dai su, ora va a dormire che è tardi, domani andrai a fare visita alla mamma nel suo negozio con tutti i tuoi amici, e mica vuoi addormentarti mentre vi leggerà una favola?- la poggiò a terra sorridendole.
 
-NOOOO!! Io adoro il Miss Book della mamma…corro subito a letto!-disse la piccolina.
 
Baciò suo padre e poi la madre.
 
-Buonanotte principessa!-
 
-Buonanotte!-rispose la bambina avviandosi in camera.
 
Belle prese la tazzina e la posò nuovamente nella vetrinetta vicino ai mille souvenirs che si era comprata durante i viaggi che avevano fatto insieme.


 
Gold trovò per terra il pezzettino mancante della tazza, lo raccolse e si avvicinò alla moglie.
 
-Tale madre…tale figlia!-disse poi sventolandole il pezzettino di ceramica davanti al naso.
 
Belle accigliò fingendosi offesa.
 
-Ti ricordo che caddi per causa dello straccio a terra!- affermò la bruna.
 
-Beh eri stata tu però a farlo cadere per terra e poi ad inciamparci!-precisò l’uomo.
 
-Quanto ti odio quando fai così!-ammise la donna picchiettando contro il suo petto.
 
Gold l’afferrò per i fianchi avvicinandola a sé.
 
-Se vuoi puoi sempre riattaccarlo!-
 
-No…mi piace così! Ora in lei si è aggiunto un nuovo ricordo, quello più importante, quello più raro!-
 
-Nostra figlia!- affermò lui avvicinando il volto al suo.
 
-Esattamente….la nostra dolcissima Angelica!-
 
Si baciarono dolcemente assaporandosi quell’intimo incontro proprio come fu la prima volta.
Belle non poté mai ringraziare abbastanza quell’internet café che le aveva dato la possibilità di conoscere il suo amore. E non poteva non essere grata a quella tazzina che aveva reso tutto quello possibile. Senza di lei non sarebbe mai iniziata tutta questa storia.
 
Ogni cosa nella vita è importante, una persona, una esperienza, ed anche un semplice oggetto come quello. Quando diamo loro dei significati, questi ci suscitano immense sensazioni e ci regalano momenti che porteremo sempre nel cuore e nei nostri ricordi.
Nella vita ci saranno sempre dei momenti bui, ma è proprio grazie ai ricordi dei momenti belli che quelle tenebre si potranno distruggere. E se non si perde la speranza tutto  potrà andare per il meglio, perché finché c’è vita c’è speranza, e questo Belle e soprattutto Gold lo avevano imparato.

 
 
 
Fine     
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
E come promesso ecco la seconda ed ultima parte di questa AU Rumbelle!  :D
Non avete idea di quanto sia felice per aver scritto questa piccola storia, vedere Belle e Gold in nuovi panni fuori dal “magico”mondo di OUAT mi fa sempre uno strano effetto, ma mi piace!! ;)
 
Ebbene sì questa storia presentava anche un altro personaggio, ma ho deciso di non inserirlo nell’introduzione proprio per lasciarvi il colpo di scena finale.
Tutta questa storia è un racconto di Belle a sua figlia (come si può capire dalla prima frase del primo capitolo scritto in corsivo ;) ). Ho sempre pensato che un giorno Belle avrebbe raccontato a sua figlia (sì spero che sia una figlia, visto che Rumple ha già avuto un maschio e nessuno può sostituire Bae ;) ) come aveva conosciuto Rumple e ho voluto trasportare questo pensiero in questa AU! Spero che l’esperimento sia piaciuto ;)
 
E sì non è stata Belle a rompere la tazzina bensì sua figlia, volevo riportare questo momento simbolico in quella quotidianità Rumbelle.
 
Spero che sia stato un bel colpo di scena aver scoperto che Belle non si era aggiudicata la tazzina all’asta e che invece l’aveva comprata suo padre che poi gliel’ha regalata come dono di nozze! ;)
 
Spero che la storia  sia piaciuta!! :D
 
Non ho altro da dire se non grazie a tutti coloro che hanno letto la mia storia e chi l’ha inserita tra le preferite e seguite, e a chi ha commentato!  <3
Grazie a tutti coloro che hanno messo “Mi Piace”sotto il link che ho postato nella mia pagina facebook I will see you again Rumbelle !! Lo apprezzo molto :D
 
E un grazie speciale va a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di All crazy for Rumbelle; I will see you again Rumbelle) che seguono con affetto ogni cosa scrivo!! Vi voglio bene raga <3 <3
 
Ci rivediamo tra qualche giorno con la long Ricordati di Lei (che segue Ricordati di Me).
Ci saranno tante belle sorprese in serbo per voi, ma anche delle tragedie.
Non vi preoccupate i nostri Rumbelle supereranno tutto…come sempre!! ;)
 
À bientôt!! :)
DR

 

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