Perchè non ti innamori di me?

di Rimiesse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assolutamente, totalmente impossibile ***
Capitolo 2: *** Perché mi sento tanto triste? ***
Capitolo 3: *** Cosa dovrei nascondere? ***
Capitolo 4: *** Ti sono mancato? ***
Capitolo 5: *** Gelosa, io? ***
Capitolo 6: *** Chi stai aspettando? ***
Capitolo 7: *** Già, perchè? ***
Capitolo 8: *** Essere sincera con lui? ***
Capitolo 9: *** Perché non ti innamori di me? (CAPITOLO FINALE) ***



Capitolo 1
*** Assolutamente, totalmente impossibile ***


I- Assolutamente, totalmente impossibile

Sakura tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla sedia.
Si stiracchiò le braccia e si massaggiò il collo.
Quella era stata una giornata particolarmente pesante.
«Sakura-sama!» la chiamarono a gran voce.
Per un attimo temette in un'emergenza ma poi si accorse che a chiamarla era stata uno dei giovani apprendisti che avevano appena concluso il turno con lei.
«Shinta, quante volte devo dirti di chiamarmi solo Sakura?» disse al giovane ragazzo.
Non si era ancora abituata ad essere considerata una sensei dai ragazzi più giovani.
E se una parte di lei apprezzava il modo in cui essi la guardavano con tanta ammirazione dall'altra rappresentava una grossa responsabilità che temeva di non essere capace di gestire.
«Shinta, devi per caso dirmi qualcosa?» chiese al ragazzo, notando che stava sull'uscio, intento a fissarla senza dir nulla.
Lui abbassò lo sguardo, i riccioli biondi li caddero sul volto.
Sakura cominciò a preoccuparsi seriamente, era forse accaduto qualcosa che lui temeva di dirle. Per quello il suo volto era diventato tanto rosso?
Shinta prese un grosso respiro e poi esclamò, tutto d'un fiato:
«Sakura-sama, io mi chiedevo se volessi venire con me a mangiare qualcosa!»
Sakura sospirò di sollievo.
Si trattava solo di questo, allora.
«Scusa Shinta ma non sono in vena di uscire.» gli rispose: «Sono stanca morta, non vedo l'ora di andarmene a casa.»
Gli occhi castani del ragazzino si fecero lucidi.
«Ho sentito che gli altri ragazzi stavano organizzando un'uscita in comune, puoi unirti a loro, così non sarai solo.» commentò Sakura passandogli accanto per uscire dalla stanza e dandogli una piccola pacca sulla spalla, prima di salutarlo.
«Sakura-sama, grazie!» esclamò lui, prima di scappare via.
Sakura lo fissò allontanarsi, confusa.
Tra tutti i ragazzi che aveva ora sotto la sua ala, Shinta era quello che lei trovava più determinato ma anche più strano.
Sapeva entusiasmarsi per poco ma al tempo stesso, tanto era facile per lui abbattersi.
Si riavviò, immaginandosi il bagno caldo che l'aspettava a casa. Non vedeva l'ora di immergersi nell'acqua calda, tra le bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia.
Salutò le ragazze della reception ed uscì dall'ospedale.
C'era un leggero venticello primaverile, Sakura si strinse un po' più forte nello spolverino rosso che indossava.
Mentre si avviava verso casa sua, però notò una figura familiare che sonnecchiava su una panchina.
Se ne stava seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a lui e la bocca semi-aperta.
Lei gli si avvicinò, pronta a rimproverarlo.
Come poteva il futuro hokage, dormire a quella maniera, all'aria aperta, davanti a tutti!
«Naruto!» gridò quando gli fu dinnanzi.
Il ragazzo però non accennò ad aprire gli occhi, anzi si voltò sul dorso e mormorò:
«Sakura-chan, perché non ti innamori di me?»
Sakura lo fissò confusa.
Doveva aver capito male. Doveva aver assolutamente capito male.
Le sue guance si infiammarono.
«Baka!» esclamò scuotendolo così forte da farlo svegliare.
Naruto si stropicciò gli occhi.
«Oh Sakura-chan, sei tu.» disse poi, quando la notò.
Sakura gli tirò un pugno sulla testa.
Come poteva essere tanto tranquillo dopo aver detto una cosa del genere!
Naruto si massaggiò la testa chiedendole cosa avesse fatto.
«Fa freddo e tu ti metti a dormire su una panchina!» lo rimproverò lei, mentendo sul vero motivo del suo pugno.
«Mi devo essere addormentato mentre ti aspettavo.» rispose lui.
«Ti ho già detto che non c'è bisogno che mi accompagni a casa tutte le sere!» gli fece notare Sakura.
«Ma ultimamente ci vediamo sempre così poco,» sbuffò Naruto: «Questa è l'unica occasione che ho per passare un po' di tempo con te.»
Era vero. In quel periodo Tsunade stava sempre più lasciando il lavoro in ospedale a Sakura ed al tempo stesso erano sempre più i compiti da hokage che affidava a Naruto; le uscite pomeridiane e gli allenamenti quotidiani del team 7, ormai erano solo un ricordo lontano.
Sakura sospirò ma si avviò, permettendo al ragazzo di seguirla.
Lo osservò di sottecchi, in quegli ultimi anni era cresciuto di qualche centimetro e si era fatto più muscoloso. I capelli biondi erano un po' più lunghi di prima e i lineamenti paffuti avevano lasciato il posto ad un viso più smagrito e fine.
Non c'era da stupirsi se ultimamente diverse ragazzine avevano cominciato a ronzargli intorno.
Perfino lei doveva ammettere che si fosse fatto un bel ragazzo. Anche se purtroppo rimaneva sempre il solito baka.
Perchè non ti innamori di me?
Quella frase le rimbombò nella testa. Un brivido le scese lungo la schiena.
Già perché? Si ritrovò a chiedersi.
Perchè non è per niente il mio tipo. Si disse.
«Sakura-chan, lo sai che la mia raganella è quasi piena, presto potrò offrirti una porzione doppia di ramen all'ichiruki!» gli disse lui, affiancandola, ignaro dei pensieri che ora le affollavano la testa.
E perché non ha alcun senso del romanticismo. Continuò.
«Sakura-chan, stai bene? Hai tutto il volto rosso!» le chiese lui.
E perché non capisce affatto i sentimenti di una donna. Aggiunse lei alla lista.
«Sto benissimo,» sbuffò: «E' solo che fa freddo...»
«Ehi potremmo stringerci l'un l'altro, così ci scalderemo a vicenda!» propose l'altro fiducioso.
Ed è stupido. Assolutamente, totalmente stupido. Concluse Sakura.
«Mai!» esclamò ed allungò il passo.
No, non c'era nessuna possibilità che lei potesse innamorarsi di Naruto.
E' impossibile. Assolutamente, totalmente impossibile. Pensò.

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Buonasera! :3
Come vedete ho deciso di cimentarmi in qualcosa di nuovo, una fanfiction a capitoli! :D
Questo primo capitolo è una sorta di introduzione. La storia è ambientata qualche anno dopo la guerra. Mi piace l'idea di  un Naruto e soprattutto una Sakura più matura, anche se come avete potuto notare non sono poi cambiati molto da come erano in passato :p

Altra nota, nella ff l'hokage in carica è sempre Tsunade, per cui non è stata sostiuita da Kakashi al termine della guerra (non che io ce l'abbia con lui ma non capisco proprio il motivo di questa scelta di Kishimoto, quel posto spettava a Naruto!)

Grazie della lettura :3

Rimi

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Capitolo 2
*** Perché mi sento tanto triste? ***


II- Perchè mi sento tanto triste?






Tenendo in bilico su una mano sola i numerosi fascicoli, con l'altra Sakura bussò sul legno del portone che le stava davanti.
Da dentro sentì una voce familiare esclamare avanti.
Fece leva con il braccio sulla maniglia ed entrò nella stanza dell'hokage.
«Oh Sakura sei tu!» esclamò allegramente Tsunade quando la vide ma il suo sorriso svanì non appena riconobbe i fascicoli rosa che lei teneva tra le braccia.
«A forza di rimandare, hai accumulato parecchi arretrati di cartelle cliniche da firmare,» spiegò Sakura avanzando e sperando che i documenti non scivolassero a terra: «Così ho pensato di portarti qui almeno quelle meno recenti, per farteli firmare.»
Adagiò i fascicoli sulla scrivania e Tsunade li fissò minacciosa.
Era evidente che quelli fossero l'esatto motivo per cui nelle ultime visite all'ospedale, era sempre di fretta e non poteva mai fermarsi a lungo.
«Odio la burocrazia!» sbuffò la donna.
«Su, su!» le disse comprensiva Sakura: «Prima cominci, prima finisci!»
«Immagino che non mi lascerai in pace finché non avrò terminato.» mugugnò l'altra.
Sakura le fece presente che portarli fin lì non era stara certo una passeggiata e che quindi era ovvio che non avesse alcuna intenzione di tornare indietro a mani vuote.
«Mi sembri tanto Shizune.» sbuffò Tsunade ma poi le diede ascolto, raccolse la penna e cominciò a firmare il primo fascicolo.
Solo allora Sakura si accorse che sulla scrivania c'erano altre carte sparse e che il cuscinetto della sedia degli ospiti era ancora piegato verso l'interno, segno che qualcuno vi si era alzato da poco.
«Ma ho interrotto qualcosa?» chiese.
«Naaahh.» rispose Tsunade con un'alzata di spalle.
«Menoma...» Sakura non fece nemmeno in tempo a finire la parola che qualcuno alle sue spalle esclamò:
«Sakura-chan!»
Sentì un brivido lungo la schiena.
Questo non ci voleva. Pensò.
Naruto si precipitò verso di lei.
«Sakura-chan, sei venuta a trovarmi?» le chiese con il suo solito sorriso sul volto.
«No, sono qui per Tsunade.» rispose secca lei.
«E' un pò di giorni che non ti vedo!» continuò l'altro.
«In questi ultimi giorni ho fatto il turno di notte.» gli spiegò.
Naruto si accasciò sulla sedia.
«Ed io che ti ho aspettato a lungo fuori dall'ospedale!» sbuffò sconsolato.
«Bè mica te l'ho prescritto io!» rispose repentina Sakura.
Notò che Naruto la stava guardando ma lei si mise a fissare la scrivania, fingendo un avido interesse per una macchia di sakè che vi stava sopra.
Per un momento l'unico rumore che si sentì nella stanza fu il gracchiare della penna di Tsunade sulla carta.
«Tsunade-sama, scusa ma non è che potresti fare un pò più veloce?» le chiese Sakura dopo un po': «Vorrei riuscire a risistemarle entro stasera.»
Non voleva essere sgarbata ma le dava leggermente sui nervi, il modo in cui lei firmava, scrivendo lentamente ogni lettera.
Lo sguardo di Tsunade si rialzò dal foglio, per un momento si soffermò su di lei, poi su Naruto ed infine tornò sui fascicoli.
«Va bene.» disse, prendendo a scrivere più velocemente.
«Ah, Sakura-chan!» le disse in quel momento Naruto, con l'aria di chi si era appena ricordato di qualcosa di fondamentale: «Domani gli altri hanno organizzato una serata tra solo ragazzi, ti piacerebbe venire anche tu?»
Sakura avvertì la vena sulla fronte cominciarle a pulsarle.
«Naruto, ti sembro un ragazzo?» gli chiese, indicandosi.
Naruto la osservò, soffermandosi soprattutto sul suo petto.
«No, per niente.» rispose.
«Baka!» tuonò Sakura tirandogli un pugno sulla testa.
Invitarla ad un'uscita tra solo uomini, ma quanto era idiota!
Come può davvero pensare che io possa inna...
«Ecco fatto!» esclamò Tsunade, terminando di firmare l'ultimo fascicolo.
«Grazie, Tsunade-sama!» disse Sakura con fin troppa enfasi.
Raccolse tutti i documenti, salutò frettolosamente ed uscì dalla stanza.
Ma che mi salta in mente di ritirar fuori quella storia? Si chiese, vergognandosi dei suoi stessi pensieri.
«Sakura-chan!» si sentì chiamare.
«Naruto, sono di fretta» esclamò, affrettando il passo: «Parleremo un'altra volta, ok?»
Naruto però non demorse, la superò, costringendola a fermarsi.
«Sakura-chan, posso aiutarti io a portarli.» le disse, indicando i pesanti fascicoli.
«Nahh, me la cavo da sola.» rispose lei, cercando di superarlo.
«Sakura-chan, perché mi stai ignorando?»
Sakura si fermò, come se quella domanda fosse stato del veleno, capace di paralizzarla.
«Io...» mormorò.
«L'altra mattina ti ho vista al villaggio, ti ho anche chiamato ma tu ti sei voltata e sei entrata in un negozio...» le fece notare Naruto.
«Sarò stata sovrappensiero. Ho lavorato di notte, non puoi pretendere che sia stata tanto lucida di mattina.» mentì lei, perché in realtà Naruto aveva urlato così forte il suo nome che di sicuro dovevano averlo sentito anche al villaggio della sabbia.
«Sakura-chan, ho fatto qualcosa che ti ha offeso?» le chiese Naruto, ignorando le sue parole.
Il suo tono era pacato ma era evidente dal suo sguardo, quanto fosse teso e preoccupato.
Sakura non riuscì a rispondergli.
Già, perché lo ignoro? E perché mi sento così strana quando sono con lui? si chiese.
«Bè, tu fai continuamente cose che mi offendono.» sbuffò infine per colmare il silenzio sceso tra di loro.
Poi però fece il grande errore di guardarlo negli occhi.
Sakura-chan, perché non ti innamori di me?”
Quella domanda rimbombò nella sua testa come se fosse ciò che ora leggeva nelle iride azzurre del ragazzo.
Le mani le tremarono leggermente ma tanto bastò per farle perdere la presa intorno ai fascicoli.
In un attimo i documenti scivolarono dalle sue braccia e caddero a terra.
Sakura fissò inorridita quei fogli che giacevano ai suoi piedi.
«E' tutta colpa tua, Naruto!» esclamò, inginocchiandosi per raccoglierli.
«Scusa, Sakura-chan!» mormorò mortificato lui, mettendosi a fare lo stesso mestiere.
«Ci metterò ore a risistemarli come si deve» sbuffò Sakura.
«Posso venire con te all'ospedale per aiutarti» propose Naruto.
«No, faresti solo più danni!» rispose lei cingendosi a raccogliere l'ultimo foglio ancora a terra. Naruto fece lo stesso e le loro mani si sfiorarono.
Lei ritrasse subito la sua.
«E ti prego, non c'è bisogno che ti presenti ogni sera fuori dall'ospedale ad aspettarmi,» lo esortò: «Alla lunga si fa fastidioso...»
Naruto si limitò ad annuire, lei prese dalle sue mani l'ultimo foglio caduto e poi si allontanò.



L'orologio suonò le nove di sera quando Sakura ebbe riposto l'ultimo foglio nel giusto fascicolo.
Alla fine ci aveva messo meno tempo di quanto avesse temuto.
«Shinta ti ringrazio tantissimo!» disse al ragazzino che l'aveva aiutata in quel delicato compito.
Lui sorrise.
«Quel disastro di Naruto, tutta colpa sua!» sbuffò Sakura chiudendo a chiave l'armadio in cui i fascicoli erano riposti.
«Sono sempre più stupito,» commentò Shinta: «Non posso crederci che quel biondino che ti gironzola sempre intorno sia proprio l'eroe di Konoha.»
Sakura sorrise.
Nemmeno lei se lo sarebbe mai immaginato ma invece era successo tutto proprio davanti ai suoi occhi: quel fastidioso ragazzino idiota ed attaccabrighe era diventato una grande eroe.
«Ti sta aspettando fuori, vero?» le chiese Shinta, strappandola dai suoi pensieri.
«N-no, stasera no» rispose mentre infilava la giacca: «Gli ho fatto capire che non ho mica bisogno della balia per tornare a casa.»
Il sorrisino appena accennato sul volto del ragazzino, svanì di colpo.
«Ah.» commentò.
Certe volte Shinta è proprio strano. Pensò Sakura mentre lo salutava e si avviava verso l'uscita.
Chissà se quell'idiota mi ha davvero dato ascolto? Si chiese scendendo a due a due gli scalini dell'ospedale.
Lanciò un'occhiata verso la panchina.
Sopra non vi era seduto nessuno.
Finalmente, per una volta tanto, Naruto aveva fatto ciò che lei gli aveva chiesto.
Avrebbe dovuto sorridere ed esserne felice ed invece mentre fissava quella panchina solitaria, sentì un groppo salirle in gola.
Perché mi sento tanto triste? Si chiese.

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Sera :D
Eccoci al secondo capitolo. Come potete notare la domanda che Naruto nel sonno le ha fatto, ha parecchio scombussolato la nostra Sakura :p
E lei naturalmente piuttosto che ammetterlo, ha preferito allontanare Naruto, salvo poi pentirsene D:
Vedo guai grossi per il nostro Naruto!! :p
Colgo l'occasione per ringraziare chi ha messo le storie nelle seguite o ha recensito lo scorso capitolo. Spero che vi piacerà come si evolveranno le cose.
Grazie di aver letto ed alla prossima!

Rimi



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Capitolo 3
*** Cosa dovrei nascondere? ***


III- Cosa dovrei nascondere?







Sakura stava passeggiando per le vie di Konoha accompagnata da un forte senso di spossatezza.
Quella notte aveva dormito male, tormentata da incubi e pensieri. Per questo aveva deciso di uscire presto di casa e concedersi una passeggiata mattutina.
La cosa però non stava portando gli effetti sperati, anzi si sentiva ancora più stanca e pensierosa di prima.
Senza neanche accorgersene si trovò a passare proprio davanti al palazzo dell'hokage. Lanciò un'occhiata verso le finestre dell'edificio ma non notò alcuna zazzera bionda.
C'era anche fin troppo silenzio.
A quanto pare non è nemmeno qui. Pensò.
Poco prima si era trovata, per puro caso, a passare anche davanti alla casa di Naruto ma anche lì non aveva trovato alcuna traccia del ragazzo.
Ormai erano tre giorni che Sakura non lo vedeva, tre sere passate senza che lui si fosse fermato ad aspettarla all'uscita dall'ospedale.
Bè non è quello che volevi? Pensò con una punta di rimprovero.
«Sakura!» si sentì chiamare.
«Tsunade-sama!» esclamò notando la donna venirle incontro.
«Spero tu non stia aspettando Naruto!» le disse la donna.
«Certo che no» si affrettò a rispondere lei.
Konoha era pur sempre un villaggio non molto grande, non c'era quindi da stupirsi se per pura coincidenza si fosse trovata a passare davanti alla casa di Naruto, all'Ichiraku ed infine lì.
«Meglio così,» continuò Tsunade: «Tanto non l'avresti trovato, l'ho spedito tre giorni fa al villaggio della sabbia, insieme a Shikamaru.»
«Ah.» mormorò Sakura.
Dunque era per quello che il ragazzo non si trovava da nessuna parte.
Inspiegabilmente le sue labbra si alzarono verso l'alto.
«Che ne dici di andarci a bere qualcosa?» propose la sua sensei.
Sakura accettò volentieri.
Un bel caffè e quattro chiacchiere con la donna l'avrebbe aiutata di certo ad affrontare quella mattinata.
Le due si diressero verso il bar.
Mentre sedevano al tavoli Tsunade le chiese notizie sui nuovi allievi e Sakura fu contenta di poter darle buone notizie. Le nuove leve si stavano mostrando volenterose e capaci, Sakura era orgogliosa di loro.
«Misa nonostante i suoi modi un po' bruschi sta imparando a trattare i pazienti più come persone che come manichini su cui fare esperimenti. Leina invece sta cominciando a superare la sua fobia per le dita dei piedi mentre Shinta si sta mostrando sempre tanto disponibile che in questi giorni che è via in missione, ne sento quasi la mancanza.» spiegò mentre venivano servite.
Un caffè macchiato per lei ed uno molto corretto per Tsunade.
La donna la fissò intensamente:
«E pensare che mi sembra ieri quando tu eri solo una ragazzina ed io la tua rigida sensei.» le disse: «Eri solo un ammasso di ossicini ed invece guardati ora: una donna con i muscoli e le pal...»
«Tsunade-sama!» esclamò Sakura per interromperla.
«Si, si. Hai capito insomma!»
Tsunade bevve il suo caffè tutto d'un fiato e poi, indicandola con la tazzina, continuò:
«Sei diventata la mia degna erede, Sakura Haruno!»
Sakura arrossì. Non era la prima volta che le veniva detto ma sentirselo dire proprio da lei, restava sempre il più grande onore.
Non poteva negarselo ma a volte faticava lei stessa a riconoscersi in quella donna che era diventata, capace di affrontare con sicurezza anche le situazioni più disperate. Proprio lei che un tempo non sapeva far altro che piangersi addosso.
«Grazie Tsunade-sama!» le disse.
Una coppietta, seduta a qualche tavolo dopo il loro, prese a scambiarsi effusioni.
Magari avessi una tale sicurezza anche su quel piano. Pensò Sakura osservandoli di sottecchi.
In fatto d'amore non si sentiva invece tanto diversa da quando era solo una ragazzina.
Spostò lo sguardo dalla coppia ai fondi di zucchero nella sua tazza di caffè.
Sono ancora qui che lo sto ancora aspettando. Pensò ma non provò più quel senso di vuoto che sentiva all'inizio. Quasi se ne stupì ma in fondo era la verità.
Lui non era tornato ma lei era andata avanti. Era diventata sempre più forte e sicura di sé ed anche se non aveva ancora ottenuto ciò che desiderava fin da quando era più giovane, era orgogliosa della sua vita.
Forse tutto sommato era un po' cresciuta anche sotto quell'aspetto.
Un ciuffo le cadde davanti agli occhi, lo riportò dietro le orecchie.
Aveva da poco cambiato pettinatura ma ancora i capelli si dovevano abituare al nuovo taglio con la riga a lato.
Naruto, quando l'aveva vista, le aveva detto che somigliava sempre più a sua mamma.
Tsunade le aveva ancora parlato di Kushina Uzumaki e le aveva raccontato che era una ragazza molto bella ma con un carattere da maschiaccio.
Doveva quindi ancora capire se effettivamente quello fosse stato un complimento o meno.
«Chissà che sta combinando Naruto?» si chiese.
Tsunade smise di agitarsi per attirare l'attenzione della barista per chiederle un altro caffè corretto e tornò a fissarla.
«L'altra volta, quando sei stata nel mio ufficio ho notato che tra di voi aleggiava un certo nervosismo.» commentò.
Sakura si mordicchiò il labbro, era vero ma come poteva spiegarle il motivo?
Già si vergognava di aver sentito quella domanda, figuriamoci di ripeterla.
«Troverai la risposta in fondo al tuo cuore.»
Sakura sussultò nel sentir quella frase uscire dalla bocca di Tsunade. Sembrava quasi le avesse letto nella mente ma, per quanto quella donna fosse capace di tutto, perfino quello doveva essere impossibile per lei!
La guardò spaesata ma Tsunade si limitò a ridere.
«Mi sembrava una frase d'effetto adatta al tuo sguardo pensieroso".»si limitò a dirle ma c'era qualcosa nel suo sguardo che non la convinceva.
Sembrava come se lei sapesse qualcosa che a Sakura sfuggiva. E non sapere qualcosa che sembrava tanto ovvia a qualcun altro era una cosa che le dava davvero sui nervi.
Prima però che potesse chiederle ulteriori spiegazioni, Shizune si presentò al loro tavolo, fissando Tsunade con uno sguardo minaccioso.
«Tsunade-sama!» tuonò infatti: «Mi avevi promesso che ti saresti comportata come si deve in mia assenza ed invece ti trovo alle dieci ancora in giro a gingillare!»
«Nelle tue condizioni non dovresti agitarti tanto.» le fece presente Tsunade con voce tranquilla.
Shizune non prese per nulla bene la sua sfrontatezza e Sakura decise che fosse meglio intervenire.
«Shizune-san, il piccolo come sta?» le chiese.
Gli occhi di Shizune smisero di emettere fiamme, poggiò la mano sul pancione e sorridendo le disse:
«Lui sta bene. E' il padre che è difficile da controllare»
«Immagino» commentò Sakura, anche se faticava ancora a vederlo versione padre: «Ormai mancherà poco al lieto evento!»
Il pancione di Shizune era infatti molto pronunciato.
«Tre settimane e mezzo,» rispose lei: «Ma se ha preso da suo padre, di sicuro nascerà in ritardo!»
«Lo spero proprio,» si intromise Tsunade: «Ho scommesso su questa cosa!»
«Hai scommesso sulla nascita di mio figlio?!?» tuonò Shizune.
Sakura provò a calmarla ma non ci fu verso ed alla fine dovette assistere inerme alla scena di Shizune che trascinava con sé una contraria Tsunade per riportarla ai suoi doveri.
«Il tempo passa ma certe cose non cambiano mai.» si trovò a pensare, sorridendo.



Sakura stava tornando a casa dopo il turno pomeridiano quando sulla strada di casa incontrò Ino.
«Visto che Shikamaru è via ho deciso di passare una serata rilassante alle terme.» le spiegò quella indicando la cesta che teneva tra le mani. «Ti va di unirti a me, Fronte Spaziosa?»
«Non lo so, pensavo...» cominciò lei ma Ino non la lasciò nemmeno finire, la prese sotto braccio e la trascinò con sé.
«Non ho nemmeno il sapone o una salvietta!» si lamentò Sakura.
Ino le fece l'occhiolino.
«Sei fortunata, ho giusto qui con me un accappatoio di riserva.»
«Avevi progettato tutto fin dall'inizio, vero?» sbuffò contrariata Sakura.
«Oh dai. Una volta tanto che abbiamo la serata libera!» esclamò allegra Ino.
Sakura mugugnò ma in fondo l'idea di un bel bagno alle terme non le dispiaceva.
Infatti come si lasciò cadere nell'acqua calda, sentì tutti i muscoli rilassarsi.
«Lo vedi fronte spaziosa, che ne avevi bisogno?» le disse Ino notando la sua espressione serena.
«Non gongolare troppo, Ino-pig.» sbuffò lei mentre l'amica si lasciava a sua volta scivolare nell'acqua.
Ino non era molto cambiata in quegli ultimi anni anche se aveva lasciato crescere molto i capelli, tanto che, quando li lasciava sciolti, le accarezzavano tutta la schiena.
Per quell'occasione, invece, li aveva raccolti in un ampio chignon che ondeggiava pericolosamente sulla sua testa mentre lei nuotava nell'acqua.
A guardarla in quel momento sembrava più una bambina che una giovane donna che stava per diventare un capitano ninja.
«Oggi sono passata all'accademia,» le raccontò: «Ho visto un po' delle nuove leve ma non puoi nemmeno immaginare quante ne abbiano combinate. Quasi quasi mi han fatto cambiare idea! Sarebbe pessimo se i miei primi sottoposti fossero delle frane totali, ne andrebbe della mia reputazione!»
Non era la prima volta che Ino si lamentava ma Sakura sapeva che in realtà era molto eccitata dall'idea di cosa l'aspettasse a breve.
«Oh se fossi in te non me ne preoccuperei,» le disse per consolarla: «Tanto peggio di così la tua reputazione non può essere, Ino-pig!»
«Grazie dell'aiuto fronte spaziosa!» sbuffò Ino lanciandole un pò d'acqua addosso.
Sakura le fece una pernacchia.
«Chissà se la tua fronte galleggia da sola?» esclamò Ino, gettandosi su di lei. Sakura però seppe difendersi ed evitare che la ragazza potesse annegarla.
«Accidenti, Sakura!» borbottò delusa Ino: «Sei diventata decisamente troppo forte per i miei gusti. Hai più muscoli tu che Shikamaru!»
Già perché Ino, con gran stupore di tutti, si era già sistemata anche sotto quell'aspetto.
«Ino, come hai capito di essere innamorata?» le chiese Sakura, trasportata da quei pensieri.
Ino smise di sguazzare e la guardò stupita.
Sakura si morse la lingua.
Che razza di domande mi metto a fare? Si chiese, pentendosene.
Ino invece assunse una posa pensierosa.
«In realtà non lo so bene nemmeno io,» commentò: «Insomma, certo lui mi ha aiutato molto ad affrontare la morte di mio padre ma beh, pensavo che ciò che provassi per lui fosse solo gratitudine ed invece poi quando gli fu chiesto di andare al villaggio della sabbia per diversi mesi, ho cominciato a rendermi conto che mi sarebbe mancato ed ero anche preoccupata perché là c'era lei e... si dai, lo sai come è andata dopo, c'eravate lì anche tu e Naruto quando l'ho baciato!»
Già Sakura se lo ricordava bene quel momento. All'inizio era stato uno shock ma poi si era resa conto che non c'era niente di cui stupirsi, le era sembrato qualcosa che si aspettasse da tempo, un destino che si compiva.
Sul volto di Ino comparve un largo sorriso.
«Ma perché me l'hai chiesto?» le chiese curiosa.
«N-nessun motivo in particolare...» mormorò Sakura.
«Stai ancora nascondendo i tuoi veri sentimenti, vero Sakura?» commentò l'altra con uno sguardo che le ricordava molto quello di Tsunade. Di nuovo ebbe la sensazione che le stesse sfuggendo qualcosa.
Si lasciò scivolare ancora più nell'acqua, fino a che questa non le sfiorò il naso e cominciò a creare delle bollicine con la bocca, indispettita.
Che cosa dovrei mai nascondere? Si chiese. Lo sanno tutti ormai che a me piace Sasuke-kun.
Alle loro spalle la tendina della stanza venne spostata in malo modo ed uno dei giovani ninja medici entrò con fare agitato.
In molte gridarono per quell'inattesa visita ma il ragazzino non se ne preoccupò e si avvicinò al punto dove stavano loro due.
«Sakura-sama, scusate se vengo a disturbarla ma mi han detto che vi avevano visto entrare qui e così mi sono precipitato subito qui...» esclamò.
«Nagisa, vuoi dirmi cosa è successo?» chiese Sakura.
«Un'emergenza all'ospedale!» rispose quello: «Un ragazzo è rimasto gravemente ferito durante una missione!»
Sakura uscì dalla vasca con il cuore in gola.
Se erano arrivati fin lì per cercarla, non era assolutamente un buon segno.
Doveva arrivare al più presto all'ospedale.



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Ciaooo :D
Incredibile ero tanto preoccupata di non trovare cosa scrivere in questo capitolo ed invece alla fine mi è uscito più lungo dei precedenti xD
Mi scuso per chi non shippa la Shikaino ma mi piaceva che Sakura ed Ino scambiassero questo discorso ed accanto a lei non riesco ad immaginarmi nessuno se non Shikamaru. (Per chi invece li shippa, credo proprio che nascerà una ff spin-off da questa ff :P )
Questa volta ho voluto dedicare un pò di spazio ai rapporti tra Sakura e le donne che più la conoscono, la sua sensei e l'eterna rivale nonchè migliore amica Ino :3
Shizune l'ho introdotta per spiegare il motivo per cui ultimente Tsunade fa tanto affidamento su Naruto. Riguardo al padre del futuro nascituro invece, Tsunade mi ha detto di riferirvi che sono aperte le scommesse! xD
Nel prossimo capitolo la storia comincerà ad entrare più nel vivo e penso che lo pubblicherò presto perchè è uno dei miei preferiti :P
A presto!
~Rimi



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Capitolo 4
*** Ti sono mancato? ***


IV - Ti sono mancato?


Sakura stava cambiando le bende del paziente.
I tagli che li squarciavano il petto erano ancora evidenti e gli ematomi erano violacei e gonfi.
Non aveva ancora ripreso conoscenza ed il suo volto era molto pallido.
Il battito del suo cuore si era però normalizzato e questo era da considerare un buon segno.
«L'operazione è andata bene.» disse Sakura ai colleghi che la stavano aiutando: «Ormai sono passate diverse ore e non sono risultate complicazioni. Direi che sia fuori pericolo.»
Gli altri sospirano di sollievo.
Anche Sakura si concesse un sorriso.
Quando la sera prima era arrivata all'ospedale, aveva trovato il ragazzino in condizioni critiche ed a lungo aveva temuto che non potesse sopravvivere.
Per fortuna non era stato così.
«Sakura-san, lasciate finire noi qua, sarete esausta!» le dissero ma Sakura non ascoltò il consiglio e preferì essere lei stessa a terminare di disinfettare le ferite.
Si era concessa poche ore di sonno al termine dell'operazione ma la preoccupazione le bastava a contrastare la stanchezza.
Accarezzò i capelli castani del ragazzino. Usi si chiamava ed erano un giovane genin, anche se a guardarlo in quel momento sembrava solo un bambino.
Piena di astio Sakura commentò:
«Non posso credere che ci siano in giro dei ninja capaci di attaccare a questa maniera dei ragazzini. Spero che siano arrivate notizie sulla loro cattura!»
«Purtroppo no. Sono partite diverse squadre di ricerca ma ancora non si sa nulla. Dicono che si siano nascosti nel cuore della foresta»
Sakura non poté fare a meno di pensare a Naruto che era ancora lontano dal villaggio, forse ignaro dei pericoli che avrebbe potuto trovare nel viaggio di ritorno.
No, di sicuro Tsunade-sama avrà trovato il modo di avvisarlo. Si disse.
Non poteva permettere a quel pensiero di farsi troppo largo nella sua mente.
In ospedale c'era bisogno di lei per cui non poteva lasciare che il desiderio di andare in missione per dare la caccia ai quei pericolosi assassini avesse la meglio.
E di sicuro non sarebbe mai riuscita a rimanere lì se avesse saputo che Naruto o uno degli altri suoi compagni fosse in pericolo.
Finì di bendare le ferite del ragazzo e poi diede le ultime indicazioni ai colleghi.
«Ha ancora la febbre alta per cui è da tenere costantemente sotto controllo,» disse: «E al minimo segnale di complicazione, voglio che veniate a chiamarmi!»
Gli altri annuirono e Sakura poté allontanarsi sapendo di lasciare il paziente in buone mani.
Le due giovani apprendiste che erano con lei, la seguirono.
«Non posso credere che tutto questo stia accadendo proprio ora che l'eroe di Konoha è lontano!» commentò concitata Leila.
Non c'era da stupirsi che la ragazzina dicesse così, aveva infatti fondato una specie di fanclub su Naruto e naturalmente aveva provato a strappare da Sakura ogni possibile segreto sul ragazzo. Lei l'aveva trovato divertente finché Leila non aveva cominciato a definirla la "fidanzata di Naruto".
«Se ci fossi stata io, avrei fatto il culo nero a quelli lì!» tuonò invece Misa.
Sakura stava per risponderle quando notò Shinta che se stava seduto su una delle sedie del corridoio.
Anche il ragazzino era stato in missione di recente per cui si tranquillizzò nel vederlo lì, in salvo.
Si accorse che però non aveva affatto una bella cera.
Sembrava pallido e teneva lo sguardo basso.
«Il ragazzo ferito è un suo compagno di squadra.» le spiegò Misa: «Shinta era con lui quando sono stati attaccati.»
Non c'era da stupirsi allora che avesse uno sguardo tanto preoccupato.
Sakura fece cenno alle altre di proseguire pure da sole e si avvicinò al ragazzino.
Lui sussultò quando si accorse di lei ma poi la fissò implorante.
«Ha ancora la febbre ma è fuori pericolo.» gli rispose Sakura.
Shinta si concesse un timido sorriso.
Sakura notò che si teneva il braccio al petto e preoccupata gli chiese se fosse anche lui ferito.
«Niente di che.» rispose Shinta abbassando di nuovo la testa: «Io non mi sono fatto niente. E' lui che è quasi morto... per colpa mia»
La sua voce si fece tremante a quelle ultime parole.
«Io... io ho consumato tutto il mio chakra nel combattere e così non ho potuto aiutarlo.» continuò: «Voglio diventare un ninja medico ma non sono stato nemmeno capace di aiutare un mio compagno. Sono davvero ridicolo!»
«Shinta...» mormorò Sakura.
Capiva come lui doveva sentirsi in quel momento, quei sentimenti le erano così familiari.
Shinta rialzò lo sguardo, le lacrime gli rigavano il volto.
«Io... io vorrei tanto essere come te, Sakura-sama!» esclamò: «Vorrei essere forte come lo sei tu, avere il tuo coraggio, la tua determinazione...»
Sakura si inginocchiò davanti a lui e poggiò la mano sui suoi riccioli biondi.
«Le tue parole mi rendono felice, Shinta.» gli disse: «Ma io sono molto più fragile di quanto tu creda ed anzi quando era più piccola, non facevo altro che piangere ed affidarmi agli altri.»
Shinta scosse la testa.
«Non ci credo, lo dici solo per consolarmi!» mormorò.
Sakura sapeva che quella confessione le sarebbe costata cara, non amava ricordare il percorso che l'aveva portata fino alla lì, dover ripensare ai suoi errori ed alle sue debolezze.
Più però in quel momento guardava Shinta, più le ricordava così tanto quella ragazzina dai lunghi capelli rosa che si sentiva sempre inutile e fuori posto.
«Sto parlando sul serio» continuò: «Quando avevo più o meno la tua età facevo tanto la sapientona ma sotto sotto non facevo altro che contare solo su Naruto e Sasuke-kun. Me ne vergognavo ma per quanto provassi a rendermi utile non facevo altro che commettere errori e peggiorare le cose, non riuscì nemmeno a fermare Sasuke-kun quandò scappò dal villaggio ed anzi finì per scaricare tutto il peso di ciò sulle spalle di Naruto, strappandoli quell'assurda promessa.."
Il suo tono sommesso bastò a far capire a Shinta che non stava affatto mentendo. Lui si asciugò le lacrime ed ora la fissava curioso ed impaziente di saperne di più.
«Credo che le cose siano cominciate a migliorare quando ho chiesto a Tsunade-sama di farmi da sensei...» continuò Sakura, sorridendo nel ricordare i primi giorni all'ospedale, le sue prime operazioni, i primi sorrisi fiduciosi dei suoi pazienti: «Lei mi aiutò non solo a tirar fuori le mie capacità ed a insegnarmi a dosare la mia forza ma mi permise anche di diventare più sicura di me e decisa. Le devo così tanto!»
Tornò a fissare Shinta negli occhi e concluse:
«Lo sai, ciò che io ho capito è che nella vita la forza e le capacità sono importanti ma ciò che più conta è la volontà. Se davvero desideri diventare un grande ninja medico, se davvero vuoi proteggere i tuoi amici, allora nessuno potrà mai impedirtelo!»
Shinta si fissò le scarpe, incapace di reggere il suo sguardo.
Sakura immaginava i suoi pensieri, le sue paure.
«Vieni con me.» gli disse, prendendolo per il braccio e portandolo con sé.
Lo trascinò fino al suo ufficio ed una volta lì, estrasse dalla tasca interna del suo giubbetto il suo kunai.
Lo strinse un attimo tra le mani. Quello era il pugnale con cui tanti anni prima aveva reciso i suoi lunghi capelli rosa; il primo gesto che l'aveva portata ad essere chi era ora.
«Tieni Shinta questo ora è tuo!» disse voltando l'impugnatura verso il ragazzo: «Vuole essere il mio regalo di incoraggiamento. Tu possiedi grandi capacità, per questo sono certa che tu sia destinato a fare grandi cose!»
Shinta fissò il pugnale come fosse una reliquia.
«Sono sicuro che abbia un gran valore per te,» mormorò: «Io non posso accettarlo!»
Sakura non volle sentir ragioni. Era vero provava un forte legame verso quell'oggetto e proprio per questo voleva donarlo a Shinta. Desiderava con tutto il cuore che anche il ragazzino potesse trovare la sua volontà del fuoco mentre stringeva tra le mani quello stesso kunai.
«Grazie Sakura-sama!» esclamò, prendendo l'oggetto con mani tremanti.
Sakura sorrise, finalmente orgogliosa di quell'appellativo che invece prima sembrava averle fatto tanta paura.
«Ti prometto che diventerò un grande ninja!» esclamò Shinta. Il suo sguardo deciso sembrò così familiare per Sakura.
Le sembrò di rivedere due occhi azzurri che la fissavano con altrettanta determinazione.
«Mi fido di te.» mormorò.
«Chissà Misa-chan cosa dirà quando vedrà il mio nuovo kunai!» esclamò poi il ragazzino eccitato: «Ora corro a dirlo anche a Usi, non vedo l'ora che torni a star bene così possiamo allenarci insieme!»
Detto questo il ragazzo uscì, sorridendo e stringendo il pugnale al petto.
Sakura invece si lasciò cadere sulla sedia mentre si ritrovava a pensare a Naruto.
Un po' se ne vergognò ma capì che fosse inevitabile. Era stato grazie a lui che era riuscita a non farsi battere da Ino durante il primo esame chunin ed era stato davanti al suo sguardo deciso mentre le ripeteva, nonostante le bende e le ferite, che avrebbe mantenuto la sua promessa ad ogni costo, che lei aveva sentito davvero il bisogno di fare qualcosa di più, di voler essere più forte.
Era così che aveva deciso di diventare l'allieva di Tsunade ed aveva fatto il primo passo che l'avrebbe portata fin lì.
E' vero, Naruto mi è sempre stato accanto quando ne ho avuto bisogno. Pensò. Devo tanto anche a lui.
Sentì un groppo in gola nel ripensare all'ultima volta che si erano visti, al modo in cui l'aveva allontanato con tanta durezza ed asprezza nella voce.
Come al solito era finita a trattarlo peggio di quanto meritasse.
Non ci sarà da biasimarlo se non vorrà più vedermi. Si disse.
Quel pensiero la rattristò.
Gli occhi le si fecero gonfi ma cercò di trattenersi, sentiva dei passi nel corridoio e non voleva farsi trovare in lacrime.
«C'è un gran trambusto nel villaggio, si vede proprio che Naruto è tornato.» sentì dire da uno dei due ninja medici che stavano passando davanti alla porta: «Dicono che abbia catturato pure alcuni di quei pericolosi ninja...»
Sakura scattò in piedi e corse fuori dall'ospedale.
Come mossa dall'istinto si diresse verso l'edifico dell'hokage.
Già da lontano scorse la sua inconfondibile zazzera bionda.
Le dava le spalle e stava parlando concitato ad una piccola folla composta da Tsunade, Shikamaru ed il resto del team 7.
I suoi passi si fecero più lenti e brevi mentre gli si avvicinava.
Già immaginava il suo sguardo farsi duro quando lei l'avrebbe chiamato.
Di sicuro avrebbe smesso di parlare così allegramente quando si sarebbe accorto di lei.
Di sicuro non gli avrebbe fatto piacere vederla.
Ancora una volta aveva finito per trattarlo male nonostante tutto quello che lui aveva fatto per lei, nonostante lui le fosse rimasto accanto quando non lo meritava affatto.
Aveva tirato troppo la corda ed era naturale che lui si fosse stancato di lei.
Era inevitabile che sarebbe successo.
Fece per aprire la bocca per chiamarlo ma prima che il suo nome uscisse dalle sue labbra, lui si voltò.
«Sakura-chan!» esclamò e le sorrise.
Come se non fosse successo nulla, come se lei non l'avesse mai allontanato, come se lui non avesse fatto altro che aspettare quel momento.
«Ti sono mancato, Sakura-chan?» le chiese.
Il groppo che lei aveva in gola si sciolse.
Ancora una volta quel baka, era lì accanto a lei.
Nonostante tutto, nonostante il suo pessimo carattere, nonostante lei non avesse la risposta alla sua domanda.
«Certo che no!» rispose e sorrise a sua volta.




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Ciaooo. :3

Devo ammettere di essere andata seriamente in crisi nello scrivere la parte centrale di questo capitolo, il fatto che Sakura sia diventata più forte grazie anche a Naruto è una cosa che io reputo molto importante per lo sviluppo del loro rapporto e per questo volevo cercare di renderla al meglio. >.<
So che molti avevano dato per spacciato Naruto ma beh ho intenzione di scrivere ancora diversi capitoli per cui non potevo rischiare che le cose andassero troppo velocemente xD
Sakura però in questo capitolo si è fatta un bel esame di coscienza, spero che la perdoniate per quello che ha combinato. Purtroppo ha questa tendenza di reagire in malo modo quando qualcosa la mette in ansia ed imbarazzo, salvo poi pentirsene successivamente.
Per sua fortuna però Naruto è uno che non se la prende tanto o perlomeno che non lo da tanto a vedere. :p
Dovrei riuscire ad aggiornare presto visto che mi manca solo il finale del prossimo capitolo, preparatevi quindi alla comparsa di qualcosa di odioso! >.>

Rimi



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Capitolo 5
*** Gelosa, io? ***


V- Gelosa, io?





Sakura si era presentata al negozio che vendeva armi all'orario di apertura.
Era felice di aver regalato il suo kunai a Shinta ma aveva voluto essere altrettanto certa di poter difendersi in caso d'emergenza e per questo si era affrettata ad andare a comprare un pugnale nuovo.
Stava giusto ammirando il suo nuovo acquisto quando uscendo dal negozio, incrociò Naruto.
«Buongiorno Sakura-chan!» la salutò allegramente lui quando la vide, salvo poi allarmarsi quando notò ciò che lei aveva tra le mani.
«Che fine ha fatto il tuo vecchio kunai?» le chiese preoccupato e, senza nemmeno aspettare che lei potesse rispondere, continuò: «Non mi dire che ti hanno attaccata mentre ero via dal villaggio? O è stato ieri sera, io l'avevo pensato che sarebbe stato meglio se ti avessi accompagnato a casa dopo la nostra cena all'Ichiraku!»
«Naruto, datti una calmata!» l'ammonì Sakura: «A parte che me la so cavare benissimo da sola e poi come avresti potuto mai accompagnarmi se ieri sera ti sei addormentato ed al capitano Kakashi è toccato portarti a casa in spalle!»
Naruto si grattò la testa, imbarazzato.
«E comunque non è successo nulla,» continuò Sakura: «Ho solo donato il mio kunai a Shinta.»
Naruto la fissò incredulo.
«Vuoi dire che hai dato il tuo kunai a quel bambinetto che ti gironzola sempre intorno, dattebayo?» le chiese contrariato.
«Si, l'ho fatto per incoraggiarlo.» rispose lei indispettita: «E smettila di chiamarlo bambinetto, ha pur sempre 14 anni e poi non è vero che mi gironzola sempre intorno..cioè insomma lo fa perché è un mio allievo!»
«Allievo? Pfuu...» sbuffò contrariato Naruto.
«Ma si può sapere cosa ti ha fatto di male quel povero ragazzo?» commentò Sakura. Ogni volta infatti che lei parlava di Shinta, Naruto assumeva quel comportamento ostile.
«Niente...» borbottò in risposta lui ma Sakura capì che nascondeva qualcosa visto che non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Insistette ed alla fine Naruto sbuffò:
«A me Sakura-chan non hai mai fatto un regalo del genere, dattebayo...»
«Ma se te ne ho sempre fatti un sacco al tuo compleanno!» lo rimproverò Sakura: «Te lo ricordi quel maglione con il disegno di una volpe o quel kit per pulire il proprio pugnale, per non parlare del buono per mangiare gratis dieci piatti di ramen!»
Sakura aveva sempre trovato piacevole fare regali a Naruto, a lui bastava infatti anche solo vedere il pacchetto per emozionarsi. Dava soddisfazione per il lungo tempo trascorso a pensare a trovare cosa comprargli quando lui iniziava ad esclamare gioioso “Sakura-chan, mi hai davvero fatto un regalo? cosa è forse un bacio? O un appuntamento?”.
«Oh si quello era stato davvero buono.» rispose Naruto, ricordando: «Poi c'era pure quel portachiavi a forma di naruto o quella sciarpa ross...»
«Io non ti ho mai regalato una sciarpa rossa!» esclamò repentina Sakura, certa delle sue parole.
Naruto si grattò la testa pensieroso.
«Ah si, forse è stata Hinata...» si limitò a commentare.
«Baka!» esclamò Sakura.
Come poteva essere tanto stupido da confondere i regali che lei le aveva fatto con quella di un'altra!
Per un secondo fu tentata di provare il suo nuovo kunai su di lui ma poi decise di lasciar perdere.
Si voltò sui tacchi e prese ad allontanarsi.
«Sakura-chan, aspetta!» esclamò Naruto inseguendola.
Sakura non si fermó.

Baka! Baka! Baka! ripeteva dentro di sè mentre uno strano senso di fastidio le ostruiva lo stomaco.
Naruto riuscì a raggiungerla ed affiancarla.

«Sakura-chan, non sarai mica gelosa?» le chiese, accennando un sorriso.
«Certo che no!» rispose repentina lei, non riuscendo ad evitare di arrossire.
Il sorriso sul volto di Naruto si fece più largo.
Gelosa, io?
Si disse Sakura. Ma è impossibile!
«
Piantala di dire idiozie!» esclamò, così forte da far voltare molti dei passanti: «Io non sono affatto gelosa solo che non sta bene che tu confonda i miei regali con quelli di un'altra. E' fastidioso notare che tu non abbia alcun rispetto verso ciò che gli altri facciano per te.»
Era una bugia, un'immensa bugia.
Se c'era una qualità che a Naruto certo non mancava era la riconoscenza ma ormai quelle parole erano uscite dalla sua bocca e non si potevano più ritrarre.
Perlomeno Naruto si tolse dal volto quel suo sorrisetto ebete, anzi le sue labbra si curvarono verso il basso.
«Scusa, Sakura-chan.» mormorò.
Sakura non riuscì a riguardarlo negli occhi.
«Ho altre commissioni da fare, ci vediamo in giro, Naruto.» gli disse prima di allontanarsi, tenendo lo sguardo basso.



Sakura aveva approfittato delle ore libere per andare in palestra per allenarsi un pò con il suo kunai nuovo. Era molto più leggero e maneggevole del precedente, non vedeva l'ora di poterlo provare sul campo.
Cominciava a sentire la mancanza delle missioni con il team 7: la tranquillità di Sai, il buonismo del capitano Yamato, la risolutezza del capitano Kakashi e perfino l'irruenza di Naruto.
Già proprio di quel baka.
Sakura tirò così forte il suo pugnale che la lama affondò completamente nel legno del tiro a segno, crepandolo proprio nella zona centrale.
«Maledizione!» esclamò mentre strappava il pugnale dal buco creatosi.
Le sarebbe piaciuto poter far lo stesso con il senso di oppressione che ora sentiva dentro il suo cuore, strapparlo via alla stessa velocità con cui lei tradiva le sue stesse parole.
Solo la sera prima si era ripromessa di trattare meglio Naruto ed invece poi la mattina aveva fatto tutto il contrario.
Sakura sei una vera ipocrita. Si disse mentre passava l'asciugamano sulla fronte, per asciugarne il sudore.
Certo se solo Naruto non avesse tirato fuori quell'assurda storia che lei fosse gelosa, le cose non sarebbero finite a quel modo, pensò anche.
Al fine di evitare di uccidere qualche altro tiro al bersaglio decise che fosse il caso di interrompere gli allenamenti.
Si diede una rinfrescata al volto, raccolse le sue cose e si avviò verso l'uscita.
Proprio mentre svoltava l'angolo dell'atrio andò a sbattere contro la persona che involontariamente era stata all'origine di tutto.
Di male in peggio pensò Sakura mentre esclamava:
«Scusa, Hinata. Ero un pó sovrappensiero, spero tu non ti sia fatta nulla di male!»
«No, niente.» mormorò la ragazza mentre lanciava eloquenti sguardi oltre le sue spalle.
Era evidente che si aspettasse che Sakura non fosse lì sola.
«Naruto non c'è» le disse lei.
«Oh.» mormorò l'altra, evidentemente delusa per poi aggiungere: «Ho sentito che Naruto-kun ha catturato quei pericolosi ninja che si aggiravano per la foresta!»
«Si.» rispose Sakura. La sera prima, all'Ichiraku, Naruto le aveva raccontato ogni cosa del suo avventuroso viaggio di ritorno.
«Mentre tornava al villaggio ha incrociato la squadra di Rock Lee e così li ha aiutati a darli la caccia. Ne è sfuggito uno ma non dovrebbe andare molto lontano visto che Shikamaru l'ha ferito ad un fianco.» raccontò ad Hinata.
Era un grosso peso in meno sapere che quei pericolosi criminali fossero stati catturati anche se Usi, il ragazzo che avevano ferito mortalmente, non aveva ancora ripreso conoscenza e la sua situazione era ancora precaria. Era fuori pericolo ma Sakura era preoccupata che le ferite potessero lasciargli delle menomazioni.
«Menomale che Naruto-kun come al solito si trovava nel punto giusto al momento giusto.» commentò invece Hinata.
Nei suoi modi di parlare un po' le ricordava Leila, la ragazza a capo del fanclub di Naruto, anche se i sentimenti della Hyuga doveva essere molto più di una cotta da ragazzina.
«Già lui è davvero una calamita per i guai!» commentò Sakura sarcastica. Hinata però non capì la battuta e rimase a fissarla, mordicchiandosi le labbra.
Poco prima Sakura aveva intravisto Kiba e Shino per cui immaginò che lei fosse lì per loro ma non sembrava intenzionata a raggiungerli tanto presto.
«Devi dirmi qualcosa, Hinata?» le chiese.
Anche Hinata era cambiata in quegli ultimi anni, durante la guerra era sempre stata pronta a dare il suo sostegno o una parola buona a chi ne aveva bisogno e così si era fatta distinguere, tanto da arrivare a far ricredere anche suo padre che le aveva sempre dato della fallita. Alla fine era riuscita a farsi valere proprio grazie ai suoi modi dolci e gentili, tanto che, da quel che Sakura aveva sentito dire in giro, presto sarebbe diventata capoclan della sua casata.
«Io... io volevo chiederti una cosa, Sakura-san!» le disse infine.
«Spara.» commentò Sakura curiosa.
«Io... io ho intenzione di confessare ciò che provo a Naruto...» iniziò a dire Hinata arrossendo.
Sakura la fissò stupita. Certo sapeva che lei provava qualcosa per Naruto, l'aveva capito da tempo ma sentirselo dire così apertamente le fece uno strano effetto, un mormorio le uscì dalle labbra.
«So-solo che prima volevo essere certa che... che tra di voi non vi sia nulla.» concluse Hinata.
Una risata quasi isterica uscì dalle labbra di Sakura.
«Ma...ma che ti passa per la testa!» esclamò: «Ahaha, io e Naruto? No, no, assolutamente no!»
Hinata la guardò dubbiosa.
«Ti assicuro che tra di noi non c'è niente!» continuò Sakura: «Se passiamo molto tempo insieme è solo perché siamo compagni di squadra, poi bé lui fa sempre lo stupido ma non devi preoccuparti di ciò, io e lui siamo solo amici...»
«Quindi non c'è nessun problema se io dovessi confessarmi a lui?» insistette Hinata.
Il peso che Sakura sentiva all'altezza del petto si stava facendo sempre più opprimente.
Non riusciva più a sopportarlo come non riusciva più a sostenere lo sguardo dubbioso e malinconico di Hinata.
Tra di lei e Naruto non c'era nulla. Non avrebbe potuto mai esserci nulla.
Lui era un baka totale e lei era la ragazza che gli aveva sempre causati più guai, quale futuro avrebbero mai potuto avere insieme?
«N-no.» rispose. La sua voce tentennò ma Hinata non sembrò notarlo perché sospirò sollevata e poi sorrise dolcemente.
Deve amarlo davvero tanto. Pensò Sakura.
Lei era di sicuro la fidanzata che ogni ragazzo sognava. Quella sempre pronta a sostenerlo, sempre d'accordo con lui, sempre pronto a compiacerlo.
Di sicuro Hinata non avrebbe mai picchiato Naruto come faceva lei di tanto in tanto. Non l'avrebbe mai rimproverato ad alta voce, mettendolo in imbarazzo davanti a tutti. Non l'avrebbe mai trattato male quando invece gli doveva così tanto.
Hinata sarebbe stata la ragazza che Naruto meritava.
«Hinata senti,» prese a dire spinta da quel pensiero: «Potrei aiutarti io con Naruto, non sarà difficile per me organizzarvi un appuntamento e conoscendolo bene potrei darti qualche dritta su come comportarti con lui.»
Hinata si portò le mani al cuore:
«Davvero lo faresti, Sakura-san?»
Sapeva che quella decisione le sarebbe costata cara. Sapeva che se davvero Naruto avrebbe cominciato a frequentare Hinata si sarebbe allontanato da lei, sarebbe stata una cosa inevitabile; ma per quanto le dolesse, per quanto qualcosa dentro di lei le dicesse di non farlo, Sakura sapeva che quella sarebbe stata la decisione migliore per Naruto.
Lui meritava una ragazza che l'amasse davvero, una che non provasse alcun dubbio sui suoi sentimenti per lui, qualcuna pronta a far tutto per lui.
«Si!» rispose e questa volta non ci fu alcun tentennamento nella sua voce: «Lascia fare a me!»





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Ciaooo. :3

Come vi avevo anticipato in questo capitolo ho parlato di qualcosa che odio e non non parlo di Hinata ma della famigerata sciarpa rossa xD
Riguardo Hinata invece è un personaggio che mi ha sempte lasciato indifferente ma ho cercato di essere oggettiva, in fondo credo che anche lei avesse il suo potenziale tutto sommato, insomma vederla diventare capoclan grazie proprio al suo carattere tranquillo e gentile trovo che sarebbe stata una cosa che avrebbe lanciato un messaggio positivo.
Amo vedere Sakura imbarazzata ma spero che non l'abbiate odiata per la sua decisione finale, in fondo lo sta facendo per il bene di Naruto o almeno per quello lei creda sia il suo bene >.>
Ok lo ammetto un pò l'ho odiata anche io! Si è pentita fin troppo alla fine!! :P
So che il capitolo è un pò corto ma preferisco dedicare un capitolo unico all'"appuntamento" tra Naruto e Hinata, anche perchè nel prossimo capitolo arriverà invece un personaggio che io amo molto!! *-*
Approfitto anche per ringraziare chi ha letto gli scorsi capitoli e a chi li ha recensiti. Grazie mille a tutti! ♥.♥
A presto!

-Rimi



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Capitolo 6
*** Chi stai aspettando? ***


VI - Chi stai aspettando?


Sakura fece scivolare lo sguardo sulle parole che si susseguivano sul libro che aveva dinnanzi.
Si sentiva addosso lo sguardo di molti dei presenti. A quanto pareva la sua decisione di sedersi in quell'angolo laterale della biblioteca non era passata inosservata, d'altronde era suo solito sedersi invece nei tavoli centrali dell'edificio, più lontano possibile dal caos delle strade di Konoha.
Non c'è niente di cui vergognarti si disse In fondo hai diritto di assistere ai frutti dei suoi sforzi.
Si sporse un po' più dalla sedia per riuscire a guardare fuori dalla finestra.
Hinata era dall'altra parte della strada, seduta da sola ad uno dei tavoli esterni del bar.
Stava sorseggiando del tè ma a Sakura non sfuggì l'espressione malinconica che aveva sul volto.
L'aveva avvisata che Naruto non era un esempio di puntualità ma a quanto pare le sue parole non erano bastate a tranquillizzarla.
D'un tratto però sul suo volto pallido apparve un largo sorriso e poco dopo Naruto la raggiunse.
Sakura non poteva sentire cosa si dicessero ma visto come Naruto cominciò a guardarsi intorno era evidente che stesse cercando proprio lei.
Ora era il turno di Hinata di fare il primo passo.
Sakura era orgogliosa del suo piano per quanto fosse molto semplice: aveva chiesto a Naruto se volesse unirsi a lei ed Hinata nella loro uscita, dandogli appuntamento lì al bar fuori dalla biblioteca, salvo poi fingere un imprevisto e lasciare i due soli.
Certo se si fosse trovata lei, in quel momento nella stessa situazione, avrebbe tirato un bel pugno a Naruto per attirare la sua attenzione invece Hinata si limitò a mormorargli qualcosa.
Naruto sembrò calmarsi ed andò a sedersi al suo stesso tavolino.
E' un buon segno. Pensò Sakura, tornando a leggere il suo libro.
Nessuna di quelle parole voleva però rimanerle in testa. Abbassò di nuovo il tomo e tornò a guardare fuori.
Naruto stava parlando ad Hinata. Viste le sue espressioni ed il modo in cui agitava le braccia, le stava raccontando qualcosa sulla sua ultima missione.
Hinata lo ascoltava in silenzio, senza togliergli gli occhi di dosso. Pendeva completamente dalle sue labbra.
Certo che lei è molto più femminile di me. Si ritrovò a pensare Sakura. E' molto dolce, gentile e poi guarda che forme.
Fissò allora il suo di petto e le sue piccole protuberanze che nonostante la crescita rimanevano delle semi-pianure.
Provò un po' di invidia verso Hinata.
Quella indossava poi un bel vestitino lilla, che aveva comprato proprio il giorno prima quando si erano incontrate per organizzarsi.
Naturalmente Sakura le aveva fatto subito presente che Naruto neanche se ne sarebbe accorto ma Hinata aveva lo stesso voluto comprare qualcosa di carino.
In realtà, per la precisione, in un primo momento aveva puntato a dei vestiti particolarmente scollati, forse sperando che in quel modo Naruto avesse potuto notarla di più, ma Sakura si era affrettata a farle cambiare idea, non era certo il caso di assecondare la perversione dell'amico!
E poi Sakura era convinta che essere naturale e sentirsi a proprio agio fosse il primo passo per far andare le cose al meglio.
Mentre continuava ad osservarli ricordò le numerose domande che Hinata le aveva fatto su di lui: gli piacciono più i capelli corti o lunghi? Secondo te preferisce le ragazze acqua e sapone o chi si trucca il viso? Per te il fatto che io sappia cucinare bene, ai suoi occhi, sarà una grande qualità?
Sakura si era trovata in difficoltà a rispondere, conosceva molto bene Naruto, i suoi sogni e le sue paure ma in fatto di ragazze che potessero piacerle non sapeva proprio come rispondere.
In sua presenza Naruto non aveva mai fatto cenno di particolari interessi verso altre ragazze.
Perfino io posso dirti che lui ti ama sul serio!”
La voce di Sai le rimbombò violentemente nella testa, ricordandole l'esatto momento in cui si era resa conta dei sentimenti che Naruto provava per lei.
Scosse la testa. Non era il caso di rinvangare proprio in quel momento quella sua cotta per lei.
Era Hinata la ragazza giusta per stare al suo fianco e bisognava fare in modo che lui lo capisse.
Provò pure ad immaginarseli insieme nel futuro: lui che tornava a casa la sera e lei che l'aspettava con un piatto fumante tra le mani ed un sorriso dolce sul volto.
Proprio la famiglia perfetta.
Sentì lo stomaco stringersi in una strana morsa a quel pensiero.
«Sakura-san.» Una voce la richiamò alla realtà, facendola sussultare per lo spavento.
Si accorse di Sai, in piedi, accanto a lei.
«M-mi hai spaventata!» sbuffò.
«Ero così concentrata nella lettura che non ti ho sentito avvicinarti.» mentì poi notando che Sai la osservava con sguardo curioso.
Lui fissò il libro che aveva tra le mani.
«Non sapevo che ti interessassero queste cose.» commentò.
Sakura guardò a sua volta la copertina. In realtà aveva preso il primo libro che le era capitato dinanzi, per cui non sapeva di cosa trattasse.
"L'accoppiamento degli insetti" lesse.
Ora capiva perché le era parso che in molti la guardassero sorridendo sotto i baffi!
«Solo interesse scientifico!» esclamò a mo' di giustificazione, poggiando violentemente il libro a faccia in giù, sul tavolo.
«Tu Sai invece, che ci fai qui?» gli chiese poi, tanto per cambiare argomento.
Lo sguardo del ragazzo però andò dritto dove lei sperava con tutto il cuore non andasse: oltre la finestra, al tavolino dove stavano seduti Naruto e Hinata.
«Ah capisco...» commentò.
Sakura si affrettò a raccontargli del piano onde evitare che potesse fraintendere. Anche se effettivamente da fraintendere c'era poco, in fondo per quale altro motivo poteva essere lì, ad osservare i due, se non per pura curiosità?
«Non trovi anche tu che siano carini insieme?» gli chiese infine, fingendo indifferenza.
«No.» rispose secco Sai: «A me sembra invece che Naruto stia solo aspettando che tu li raggiunga.»
In effetti era vero, nonostante parlasse con Hinata, il suo sguardo continuava a vagare di qua e di là.
A quanto pare l'altra ragazza non era stata convincente nel dirgli che lei non sarebbe arrivata per via di un impegno.
«Quel baka!» sbuffò, indietreggiando leggermente per evitare che Naruto potesse scorgerla attraverso il vetro della finestra: «Non lo vede quanto Hinata sia cotta di lei...»
Il sopracciglio di Sai si inarcò leggermente.
«Dovrebbe ringraziare il cielo che ci sia una ragazza che lo apprezza tanto nonostante sia un baka ed un piantagrane!» continuò, avvertendo un brivido lungo la schiena.
Per quanto Sai affermasse sempre di non riuscire a comprendere fino in fondo i comportamenti degli altri, Sakura aveva sempre l'impressione che lui la capisse fin troppo bene.
E l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era proprio qualcuno che potesse costringerla a dare un nome a quel senso di oppressione che provava.
Sai si sedette dall'altro lato del tavolo, il suo sguardo si portò al suo stesso livello.
«Sakura-san, perché sembri tanto triste?» le chiese.
Lei non riuscì a sostenere il suo sguardo.
«Non mi dire che ora userai qualche citazione di uno dei tuoi libri!» commentò infastidita.
«No,» rispose lui: «Ormai ti conosco abbastanza bene, Sakura-san.»
Lei incrociò le braccia fingendo indifferenza.
Triste, perché dovrei essere triste! si disse. In fondo ho organizzato tutto io.
«Io...» cominciò mentre nella mente si formava l'immagine di un Naruto adulto che con Hinata rideva divertito ricordando la sua vecchia compagna di squadra per la quale un tempo aveva avuto un'ingenua cotta.
Strinse i pugni, non poteva permettere a quei sentimenti di uscire. Aveva preso quella decisione per il bene di Naruto, glielo doveva in fondo.
«E' normale che sia triste...» disse infine: «Li guardo là insieme e non posso fare a meno di pensare a Sasuke-kun, vorrei tanto che tornasse...»
Ecco, l'aveva fatto di nuovo. Come al solito aveva finito per mettere Sasuke di mezzo.
Per un secondo tra di loro calò il silenzio.
Sakura prese a giocherellare nervosamente con la cordicina che faceva da segnalibro al tomo sul tavolo. Lo sguardo di Sai invece si sporse di nuovo oltre la finestra.
«Oh sembra che si siano decisi ad andare.» commentò con voce piatta.
Cosa? Pensò Sakura scattando in piedi e poggiando le mani sul tavolo per riuscire a scorgere meglio fuori.
Naruto ed Hinata erano sempre nella stessa posizione, fermi al tavolino del bar.
Guardò Sai sorpresa, lui sorrise ma non lo fece con malizia, anzi lo fece con una dolcezza che di rado si vedeva sul suo volto.
Sakura si lasciò cadere di nuovo sulla sedia.
«Mi hai fregata!» commentò. L'imbarazzo per ciò che aveva appena fatto sconfisse perfino la sua voglia di prendere a pugni il ragazzo per lo scherzo giocatele.
Il suo sguardo tornò sul volto di Hinata, sul suo sorriso dolce, sui suoi occhi carichi di amore.
Strinse i pugni.
Provò invidia per la certezza dei suoi sentimenti ma al tempo stesso provò anche del risentimento.
«Certo Hinata non fa altro che parlare di lui ma io mi chiedo se abbia imparato davvero a conoscerlo,» disse infine spinta dai pensieri confusi che ora le affollavano la mente: «Lei lo sa quanto il suo sogno di diventare hokage sia importante per lui? Lei ha capito fino in fondo il legame profondo che c'è tra lui e Sasuke-kun? Sa quanto significato abbia quel braccio che lui ha sacrificato per salvare il ragazzo che considera suo fratello? E poi saprà badare alla sua irruenza, saprà capire quando sia il momento di fermarlo, saprà riconoscere il momento in cui le sue scelte saranno troppo pericolose? E poi saprà capire quando Naruto mente ed al posto di andare ad insegnare tecniche di difesa ai giovani ninja, perderà invece tempo con quelle tecniche erotiche che a suo parere gli sono state tanto fondamentali contro Kayuga? E poi riuscirà a tenerlo lontano dal suo adorato ramen, perché sarà pure nutriente ma Naruto non può vivere mangiando solo quello, ha bisogno anche di vitamine! Per non parlare poi della sua pessima abitudine di addormentarsi ovunque e di dimenticarsi le cose fondamentali! Lo capirà vero che se non si presenta in orario ad un appuntamento non c'è da aspettarlo ma bisogna andare a cercarlo e fargli una bella ramanzina, perché è importante che lui impari ad essere puntuale visto che un giorno sarà hokage e...»
Tacque di colpo, resosi conto di aver parlato fin troppo.
Come poteva giudicare Hinata a quel modo quando era lei stessa nella medesima situazione? Anche lei nonostante il tempo passato insieme, sapeva poco di Sasuke, lui non si era mai confidato con lei e c'era ancora tante cose che le sfuggivano su di lui. Però non era stata lei la prima a pensare che il suo amore per Sasuke sarebbe potuto bastare per colmare la distanza tra di loro.
Perché allora per Hinata non sarebbe potuto essere uguale?
Lanciò un'ultima occhiata verso i due poi si decise ad alzarsi.
«Andrò a dire io stessa a Naruto di andare da solo con Hinata, basterà insistere che lei ha bisogno dell'aiuto di qualcuno e lui non si tirerà certo indietro.» commentò senza riuscire a mettere alcun entusiasmo nella sua voce.
Quella era la scelta migliore per Naruto continuava a ripetersi ma questo non bastava a placare la sensazione di malinconia che avvertiva.
Sai la osservò in silenzio poi, proprio mentre lei gli passava accanto per uscire, commentò:
«Forse Sakura-san, basterebbe che tu capissi chi stai aspettando davvero...»
Sakura non si fermò, non ebbe il coraggio di chiedergli cosa intendesse o perché avesse tirato fuori quella frase.
Io sto aspettando Sasuke-kun. Si ripeté più volte per tranquillizzarsi.
Non poteva metterlo in dubbio. Era da quando aveva dodici anni che lo aspettava, era ormai parte di lei quel sentimento.
Mentre si chiudeva la porta della biblioteca alle spalle e si infilava tra la folla sulla strada, cominciò a dare un significato ai sentimenti che stava provando in quel momento.
Doveva essere tutto dovuto all'abitudine. Erano ormai anni che Naruto le stava accanto, lui era il suo migliore amico, era quindi plausibile che provasse un pò di gelosia al pensiero di vederlo con un'altra ragazza.
«Sakura-chan!» sentì gridare a gran voce, guardò in direzione di Naruto e lo vide in piedi sulle punte che agitava la mano per farsi notare da lei.
Sorrideva in quel suo modo tanto gioioso.
«Naruto...» mormorò lei nell'avvicinarsi.
«Sakura-chan menomale!» esclamò lui una volta che li ebbe raggiunti: «Stavo cominciando a preoccuparmi...»
Sakura lanciò un'occhiata verso Hinata.
«I-io ho provato a dirgli che forse potevi essere stata trattenuta da un impegno ma Naruto-kun non ha voluto darmi ascolto.» le spiegò lei.
La guardava come se da un lato fosse grata che fosse arrivata ma dall'altro l'accusasse di essere la causa di tutto.
«Comunque sono venuta a dirvi che non posso venire con voi, ho un impegno urgente...» si affrettò a dire.
Naruto mise il broncio:
«Ma Sakura-chan, il nostro appuntamento...»
«Non era un appuntamento!» puntualizzò subito Sakura: «Comunque ci puoi andare lo stesso con Hinata.»
«Bé si ma...» mormorò Naruto senza riuscire a concludere la frase.
Hinata si fissava i sandali senza dir nulla.
Naruto si stava mostrando un vero insensibile nei suoi riguardi, ma Sakura provò pure a mettersi nei suoi panni, per quanto quello fosse ciò che più desiderasse Hinata non stava mostrando molto entusiasmo. Se ne stava lì zitta ad aspettare che la situazione si risolvesse da sola.
Non c'era da biasimare quindi Naruto se non riuscisse a capirlo.
Un po' le dispiaceva, il giorno prima quando lei ed Hinata si erano incontrate per organizzarsi si era mostrata spensierata e determinata ed invece in quel momento, con Naruto accanto, appariva solo timida ed impaurita; era un peccato che non riuscisse a mostrare il suo vero carattere con lui.
Forse avrebbe dovuto prendere il ragazzo da parte e spiegargli la situazione.
In fondo per quanto baka fosse, Naruto aveva a cuore i sentimenti degli altri, lo aveva scoperto lei stessa quando lui le aveva fatto quella famosa promessa della vita.
«Naru...» fece per dire ma Hinata si alzò di colpo in piedi.
«Scusate ma mi sono appena ricordata di un impegno urgente!» esclamò: «Devo andare!»
Raccolse la sua borsetta e si avviò ma fece solo pochi passi prima che Sakura la raggiungesse e la fermasse.
«Questo incontro è stato un fallimento.» mormorò Hinata tra i denti: «Lui non ha fatto altro che preoccuparsi perché non arrivavi, glielo si leggeva negli occhi che non aspettava che te.»
Per un secondo Sakura avvertì il desiderio di farle presente che non è che lei si fosse gran tanto impegnata per evitarlo ma si trattenne. La situazione era già abbastanza imbarazzante senza che lei si mettesse ad infierire.
«Non preoccuparti, troveremo un'altra scusa.» le disse invece.
Hinata fece di no con la testa.
«E' inutile, per lui sono come trasparente» mormorò stringendo al petto la sua borsetta.
«Ma dovresti saperlo, Naruto non è proprio un genio, men che meno per quanto riguarda i sentimenti di una ragazza!» riprese Sakura: «Forse...»
«Forse la verità è semplicemente che nel suo cuore non c'è posto per nessun'altra!» commentò secca Hinata. Rialzò lo sguardo e nei suoi occhi Sakura lesse rammarico e risentimento ma prima che potesse risponderle, l'altra si voltò e scappò via.
«Mi dispiace...» mormorò Sakura al vento ma quelle parole suonarono false perfino alle sue stesse orecchie.
«Hinata, aspetta!» esclamò in quel momento Naruto alzandosi a sua volta dal tavolino.
Ha capito tutto. Pensò Sakura mentre il ragazzo le passava accanto. Vuole raggiungerla per scusarsi, per dirle che gli sta bene passare il pomeriggio con lei.
La sua mano si alzò di scatto e si strinse intorno al braccio di Naruto.
Lui si fermò, voltandosi sorpreso verso di lei.
«Sakura-chan!» mormorò.
Lei abbassò lo sguardo.
Non era così che doveva comportarsi, lei doveva spingere Naruto verso Hinata, non trattenerlo.
Lascialo subito! Si ordinò ma la sua mano non lasciò la presa.
Continuava a trattenerlo nonostante lui volesse raggiungere Hinata. Ancora una volta si stava comportando da egoista con lui. Ancora una volta stava facendo qualcosa che avrebbe potuto ferirlo.
Lentamente le sue dita affievolirono la presa intorno al braccio del ragazzo.
Lo lasciò andare ma lui non si mosse, continuò invece a fissarla confuso.
«Va da lei...» mormorò Sakura con un sussurro.
«E' inutile, ormai è lontana.» rispose Naruto.
Poi voltò il palmo per mostrarle cosa aveva tra le mani, era una caramella di quelle che al bar ti portano insieme al tè o al caffè.
«Ho visto che l'aveva dimenticata sul tavolo e così volevo chiederle se potessi mangiarla io.» le spiegò.
Sakura fissò lo zuccherino, era solo per quello che lui voleva fermarla, solo per quel futile motivo.
Sentì una grande voglia di ridere ma le passò subito quando Naruto le chiese:
«Sakura-chan, perché mi hai fermato?»
«E' che...che...» balbettò arrossendo.
«Volevo io quella caramella!» esclamò infine strappando il dolcetto dalla mano di Naruto, la scartò e se la mise in bocca.
Era di un gusto che neanche le piaceva ma finse di gustarsela.
Ma che mi sta succedendo? Si chiese intanto.
Il suo cuore sussultò come se sapesse la risposta ma non volesse svelarla.
Naruto continuava a fissarla, sorridendo.
«Bé?» gli chiese.
«Hai un cerchietto nuovo, ti sta bene!» le disse lui, accennando all'accessorio che aveva comprato il giorno prima.
Forse si era sbagliata nel dire ad Hinata che lui non badava mai a quelle cose.
In effetti Naruto si accorgeva sempre quando lei cambiava qualcosa nel suo look.
«Grazie.» disse, si sistemò un po' i capelli ed aggiunse: «Ora non potrai negare che sembro più femminile?»
«Non preoccuparti,» disse sorridendo Naruto: «Non sei cambiata affatto!»
«Baka!» esclamò Sakura incrociando le braccia, indispettita.
«Ma Sakura-chan, tu...»
Naruto non riuscì a terminare la frase perché da lontano si cominciarono a sentire delle grida.
«Sakura-sama! Sakura-sama!»
I due si accorsero di Shinta che correva trafelato nella loro direzione.
«Sakura-sama, Shizune-san sta partorendo!» gridò lui a gran voce.
D'improvviso nella mente di Sakura non vi fu spazio per null'altro, si voltò verso Naruto ma non ebbe bisogno di dirgli nulla, lui capì.
«Corro ad avvisare il capitano Kakashi.» disse serio: «Sua moglie e suo figlio hanno bisogno di lui, dattebayo!»











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Buonaseraaa!! :3

Purtroppo (ma anche no) l'appuntamento è andato male, alla fine pure Hinata è dovuta rassegnarsi all'amore che Naruto prova per Sakura!! xD
Invece la nostra cara ninja ha avuto parecchio da pensare in questo capitolo, spero che la confusione che lei ha in testa non vi abbia scombussolato troppo. Scrivere solo dal suo punto di vista ogni tanto è una vera faticaccia :P
Ed ecco pure uno dei miei personaggi preferiti, Sai *_____*
Non si può certo parlare dei sentimenti di Sakura, senza mettere in mezzo lui! xD
Ed ora: bebè in arrivo. Sinceramente non ho idea da dove la ShizunexKakashi sia saltata fuori, lui è stato semplicemente il primo nome che mi è venuto in mente quando mi sono trovata a spedire Shizune in maternità per dare un senso ai lavori che Tsunade continuava ad affibbiare a Naruto xD
Alla prossima e grazie mille per essere arrivati fin qui a leggere!! :3

~Rimi




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Capitolo 7
*** Già, perchè? ***


VII - Già, perchè?



Shizune si lasciò cadere sul cuscino. Il suo volto era impregnato di sudore ed il suo respiro era irregolare.
«Basta!» mormorò disperata.
L'ostetrica la rimproverò:
«Questo bambino deve pur nascere! Forza ancora una bella spinta! Le lo dica anche lei, Kakashi-kun!»
La donna, vedendo che Shizune non reagiva, cercò l'appoggio dell'uomo ma Kakashi era pallido quanto la moglie.
Sakura si avvicinò a Shizune e le poggiò una pezza bagnata sulla fronte.
Non se intendeva di parti ma aveva imparato a conoscere le reazioni dei pazienti e sapeva che ciò di cui aveva bisogno Shizune in quel momento era solo di un po' di pace.
«Allora Shizune-san ora me lo puoi svelare che nome avete scelto per il bambino?» le chiese, sperando di poterla tranquillizzarla un po'.
Shizune abbozzò un sorriso, scambiò un'occhiata con Kakashi e poi le rispose.
«Si chiamerà Obidan, sarà un omaggio per Obito e per mio zio Dan.»
Poi si lasciò sfuggire un sospiro.
«Avrei voluto tanto che Tsunade-sama fosse qui con me.» mormorò.
Anche Sakura l'avrebbe tanto voluto.
Certo, si sentiva orgogliosa che Shizune avesse minacciato di non partorire se lei non ci fosse stata, costringendo Shinta a correre per tutta Konoha a cercarla, ma in quel momento si sentiva tutt'altro che utile.
Definivano il parto come una cosa naturale ma lei avrebbe preferito di gran lunga cucire un arto amputato che risentire Shizune gridare a quel modo.
Come era stato possibile che il figlio dell'uomo più ritardatario di Konoha stesse per nascere in anticipo, scegliendo proprio i giorni dove Tsunade era lontana dal villaggio?
«Ahhh.» gridò Shizune colpita da una nuova contrazione.
Strinse più forte la mano di Kakashi, affondando le unghie nella sua carne.
«Ecco finalmente la testa!» esclamò l'ostetrica.
Sakura faticò a notarlo tra tutto quel sangue ma non era il momento di fare la schizzinosa.
«Forza, Shizune-san! Un ultimo sforzo!» esclamò, fiduciosa, alla donna mentre con il suo chakra aiutava il neonato ad uscire.
A spese del povero Kakashi, che ormai non sentiva neppure più la sua mano, Shizune diede un'ultima spinta e finalmente il bimbo venne al mondo.
Shizune si lasciò cadere sul letto ansimante. Kakashi invece sembrò riprendere fiato dopo una lunga apnea.
«E' nato!» mormorò.
Sakura fissò con gli occhi lucidi quel fagotto tra le braccia dell'ostetrica.
Era un esserino minuscolo con già una massa di capelli neri arruffati sulla testa.
«Oh.» mormorò poi rendendosi conto di ciò che le mancava. A quanto pare c'era stato un piccolo errore di valutazione nelle ecografie.
Stava per dare la lieta notizia ai neo genitori quando si accorse che l'ostetrica la stava fissando con gli occhi malinconici.
Capì subito cosa la preoccupava: la neonata non stava piangendo come faceva ogni bebè alla sua venuta al mondo.
Il suo cuore perse parecchi battiti.
E se il parto fosse durato troppo?
Richiamò del chakra tra le mani pronta ad un'operazione d'emergenza ma Shizune doveva aver notato i loro scambi di sguardi, perché si issò sul letto ed esclamò:
«Che succede? Fatemi subito vedere il mio bambino!»
«Shizune-san...» Sakura cercò di fermarla ma Shizune non volle sentire ragione, prese la bimba dalle mani della dottoressa e cominciò a cullarla.
«Ehi ma che bella signorina abbiamo qui!» mormorò con le lacrime agli occhi.
Kakashi guardò implorante Sakura.
Lei si sentì inutile come non mai.
«Ehi!» esclamò però d'un tratto Shizune.
Sakura abbassò lo sguardo ed il suo cuore esplose di gioia.
La bimba aveva aperto gli occhi, due profondi specchi come quelli del padre.
«Bensvegliata piccola...» mormorò Kakashi con voce rotta mentre Shizune sfiorò la guancia della bimba con la sua.
Sakura si lasciò cadere sul letto, le sue gambe tremavano per la paura provata.
La bimba sorrise e Sakura si ritrovò a fare lo stesso.
Era così graziosa.
Notò che aveva un piccolo neo poco sotto il labbro inferiore e si ritrovò a chiedersi se non fosse questo ciò che Kakashi celava sotto la sua maschera.
«Benvenuta tra noi, Rin!» la salutò la madre.
Kakashi sussultò.
«Ebbene, non penserai che il nome che avevamo scelto possa andarle ancora bene!» lo schernì Shizune.
«Si...ma... tu magari...» borbottò l'uomo.
Shizune sorrise alla figlia.
«Va benissimo per questa bimba dal sorriso tanto dolce e gentile.» disse: «E poi mi auguro che sia di buon auspicio perché lei segua le orme di sua madre ed un giorno sogni di diventare un medico.»
Kakashi annuì ed abbracciò la moglie.
Sakura capì che fosse arrivato il momento di lasciare un po' la famigliola da sola. E poi, doveva essere sincera, non era ancora pronta per vedere il suo capitano fare smorfie e moine alla nascitura.
«E' proprio un bellissimo nome.» disse ai due, rialzandosi dal letto.
Shizune la ringraziò per esserle stata accanto in quel momento tanto delicato.
«E' stato davvero un piacere.» commentò Sakura, anche se in realtà, era certa che le sue urla l'avrebbero tormentata per diverse notti.
Raccomandò a Shizune di riposarsi e poi uscì dalla stanza lasciando agli altri inservienti, che erano nella stanza, il compito di fare il primo bagnetto alla bimba.
Si chiuse la porta alle spalle e trasse un respiro di sollievo, certo era abituata a cose ben peggiori ma per quanto fosse una cosa naturale, un parto non era per nulla semplice da gestire.
«Sakura-chan!!» si sentì chiamare.
Guardò verso la sala d'aspetto. 
Sai ed il capitano Yamato erano seduti sulle poltroncine mentre Naruto stava invece in piedi, davanti a loro.
Tutti tre avevano delle espressioni gravi ed erano pallidi in volto.
L'attesa dovevi averli provati parecchio.
Nonostante la stanchezza, sorrise.
«E' andata tutto bene,» disse: «Shizune-san e Rin stanno bene!»
«Menomale!» esclamò il capitano Yamato dando una sonora pacca sulla spalla di Sai. Quello si limitò a sorridere.
Naruto invece gridò di gioia e poi in piena euforia, fece una cosa davvero stupida .
Si gettò verso Sakura e l'abbracciò. Così forte da alzarla addirittura da terra.
«Sei stata troppo grande, Sakura-chan!» esclamò felice.
Sakura fu così sorpresa da quel suo gesto tanto inatteso che non riuscì nemmeno a reagire.
Avvertì il calore del corpo di Naruto contro il suo e nella sua mente si affacciò una tenera immagine: lei che stringeva a sé un bimbo con arruffati capelli biondi e vivaci occhi verdi mentre Naruto le poggiava delicatamente la mano sulla spalla sorridendole.
Il suo cuore cominciò a battere più forte e le sue guance si fecero calde.
Sentì anche il cuore di Naruto battere più forte contro il suo petto.
Lo guardò, anche il suo volto si era fatto rosso.
Si fissarono in silenzio per qualche secondo con il suono dei battiti dei loro cuori a farli da sottofondo.
Le sue labbra sembravano attirare Sakura quasi quanto il suo letto dopo una dura giornata di lavoro.
Non può essere. Pensò.
Il volto di Naruto si avvicinò un po' di più.
Oltre la spalla del ragazzo Sakura notò Yamato e Sai che si guardavano sorridendo.
«Ora puoi pure mettermi giù!» tuonò, riacquistando lucidità.
Naruto la riposò a terra.
Il corpo di Sakura era un ribollire di emozioni: calore, imbarazzo, stupore.
Naruto mormorò qualcosa, delle scuse forse, ma Sakura era ancora troppo sottosopra per badarci.
Non può essere. Si ripeté. Non può assolutamente essere così.
«Sono davvero contento che sia andato tutto bene!»
La voce allegra di Yamato riuscì a distoglierla dai suoi pensieri.

«Ma sbaglio o hai parlato di Rin?»
Sakura annuì.
Naruto si grattò il mento, pensieroso.
«Non posso crederci che l'abbiano chiamato come una femmina.» commentò.
«Forse l'hanno fatto perché in realtà è una femmina, baka!» tuonò Sakura, ben felice di avere una scusa per poterlo rimproverare. Quella fu infatti una perfetta valvola di sfogo per appianare tutto il ribollire di sentimenti che stava provando.
Il cuore smise di batterle così forte e lei poté trarre un respiro di sollievo.
Devo essermi semplicemente lasciata sopraffare un po' troppo dall'atmosfera. Si disse riacquistando completamente lucidità.
Già, non poteva esserci altra spiegazione altrimenti per quel suo strano comportamento.





Dopo qualche giorno di preoccupazioni Sakura finalmente poteva trarre un respiro di sollievo.
Shizune e la piccola Rin stavano bene ed erano già state dimesse dall'ospedale. Anche Tsunade, tornata al villaggio, aveva conosciuto la nuova venuta e ne era rimasta talmente incantata da non prendersela nemmeno di aver perso dei soldi con Yamato. La donna infatti aveva scommesso che la bimba avrebbe seguito le orme paterne e sarebbe nata in ritardo.
Anche Usi, il ragazzino che aveva operato dopo che era stato brutalmente ferito durante un agguato, si stava riprendendo. Era uscito dal coma e già chiedeva quando avrebbe potuto riprendere i suoi allenamenti da ninja.
«Direi che qui ci sta proprio un bel brindisi!» disse, battendo il bicchiere pieno di succo contro quello di Shinta.
Non era suo solito uscire a bere qualcosa con i suoi assistenti ma era così felice che, dopo giorni, dal volto di Shinta fosse svanita la ruga di preoccupazione per le sorti del compagno di squadra, che era stata lei stessa a proporgli un brindisi al bar, vicino all'ospedale.
Shinta aveva accettato molto volentieri e da quando erano arrivati lì, non faceva che sorridere e parlare interrottamente.
«Sono così felice che Usi sia fuori pericolo,» stava giusto dicendo tra un sorso di succo e l'altro: «Oggi è riuscito anche ad alzarsi dal letto. Certo è ancora un pò titubante ma è un buon risultato, vero? E questo nonostante Mika-chan continuasse a ripetermi che lo fasciavo troppo stretto. Secondo lei lo facevo sembrare ad un salame.»
Shinta aveva l'abitudine di muovere molto le mani mentre parlava e così Sakura si accorse che la sua mano destra era molto arrossata, le nocche sembravano coperte da piccoli graffi.
Anche Shinta durante la missione era rimasto ferito ad un braccio e a quanto sembrava ne portava ancora i segni.
Quello non era stato il mese più fortunato per i suoi apprendisti, visto che anche Nagisa, un altro giovane ninja medico, in quei giorni si era ferito ad un braccio. Sakura non aveva ancora ben capito come si fosse fatto male per cui decise di investigare chiedendo proprio a Shinta.
"Io-io non lo so..." Fu la risposta repentina del ragazzino.
Sakura aveva abbastanza esperienza con Naruto per capire che Shinta le stesse mentendo.
«Proprio come sospettavo..." sbottò: «La ferita non mi sembrava causata da una caduta come Nagisa ripeteva. E' stata Misa a picchiarlo, vero?»
«No!» esclamò Shinta: «Misa-chan non farebbe mai una cosa del genere...O forse si...ma non lo ha fatto!»
Questa volta sembrava sincero.
«Allora è stata Leila...» continuò Sakura: «Nagisa avrà detto qualcosa di male su Naruto e lei se la sarà presa.»
Leila non sembrava una tipa da fare una cosa del genere ma non era così sicura su come avrebbe potuto reagire se qualcuno avrebbe osato dir qualcosa di male sul suo idolo.
Shinta negò anche che fosse stata lei.
«Io sono sicurissima che qualcosa sia successo tra voi apprendisti,» commentò secca Sakura: «E in quanto tua sensei ho il diritto di sapere!»
Gli occhi di Shinta sembrarono riempirsi di lacrime.
«E va bene, lo ammetto!» esclamò: «Sono stato io a picchiarlo!»
«Tu?» ripeté Sakura sorpresa.
Shinta abbassò lo sguardo e si sfiorò le nocche arrossate.
«Non posso crederci...» disse Sakura: «Da te non me lo sarei mai aspettato. Si può sapere che cosa ti sia passato per la testa?»
«Lui...lui...» balbettò Shinta: «Lui ha detto... ha detto una cosa brutta...»
«Cosa puoi averti mai detto di così offensivo da spingerti ad un gesto tanto brutto?» gli chiese Sakura, molto delusa da lui.
«Lui ha detto che Sakura-sama è piatta come una tavola!» esclamò infine Shinta.
Sakura ci mise un attimo ad accostare quelle parole.
Sakura-sama era lei.
Quella piatta era lei!
Scattò in piedi di getto, facendo cadere lo sgabello su cui poco prima era seduta.
«Cosa ha osato dire!» esclamò furiosa sotto lo sguardo atterrito del suo allievo.
«Sakura-sama...» mormorò Shinta, cercando di calmarla.
«Altro che rompergli il braccio, io gli rompo la testa a quello!» Minacciò Sakura e forse lo avrebbe anche fatto se proprio in quel momento qualcuno non avesse spalancato così di colpo la porta da far sobbalzare tutti e riuscire perfino a strappare Sakura dalle sue intenzioni omicide.
Sulla soglia comparì Naruto, con il fiatone e la fronte sudata.
Il suo sguardo vagò per la stanza, finché non si soffermò su di lei.
«Sakura-chan!» esclamò, correndole incontro.
«Si può sapere il motivo di tutto questo chiasso?» le chiese lei, seccata. Li stavano fissando tutti.
In realtà lo stavano facendo da prima, quando lei si era alzata di colpo dallo sgabello ma lei era stata così intenta a fumare di rabbia da non accorgersene.
«Sakura-chan, diventerò Hokage!» esclamò Naruto: «La nonna ha detto che tra due settimane ci sarà la mia elezione!»
Per un secondo nel locale scese il silenzio, lentamente nella testa di tutti quella frase prendeva forma.
Naruto sarebbe diventato hokage a breve.
Il suo più grande sogno, quello che lui si portava dietro fin da bambino, presto sarebbe diventato realtà.
Lui sorrideva come se fosse la persona più felice del mondo ma al tempo stesso non riusciva ancora a realizzare fino in fondo che tutto quello stesse accadendo davvero.
Sakura gli si avvicinò.
Ce l'aveva fatta.
Naruto ce l'aveva fatta.
Dopo tutta la sofferenza e tutta la sua determinazione aveva ottenuto ciò che più desiderava.
La folla scoppiò in un boato di approvazione mentre lei scivolava in avanti. Allargò le braccia e si gettò su di Naruto.
Lo abbracciò e lo strinse forte a sé.
«Complimenti, Naruto!» gli disse.
«Sakura-chan...» mormorò Naruto sorpreso.
Sakura sentì gli occhi pizzicarle. Il cuore le scoppiava di gioia come non avrebbe mai immaginato.
Lei aveva visto cosa Naruto aveva dovuto passare per realizzare quel suo sogno, aveva visto la sua sofferenza ma anche la determinazione che non lo aveva mai abbandonato.

«Il tuo sogno ora è davanti a te.» gli disse scostandosi leggermente per tornare a fissarlo negli occhi.
Lui annuì.
Erano così vicini che quasi i loro nasi si sfioravano.
Le labbra di Naruto erano alzate in un dolce sorriso. Nel fissarle Sakura si accorse che sembravano chiamarla.
Per un secondo, proprio come era successo solo qualche giorno prima, fu tentata di unire il proprio sorriso al suo.
«Forza brindiamo al nostro futuro hokage!» esclamò il barista alle loro spalle. La folla cominciò ad avvicinarsi.
Naruto era rimasto così sorpreso dal suo abbraccio che non l'aveva nemmeno ricambiato ma come Sakura cominciò ad indietreggiare, lui la prese per il braccio.
La fissava.
«Che cosa sta succedendo?» sembrava chiederle i suoi occhi. Ma anche se Sakura avrebbe voluto rispondergli, la sua voce non sarebbe mai riuscita a contrastare la grida della gente.
Tutti si avvicinarono e cominciarono a dare pacche sulla schiena di Naruto.
«Complimenti! Complimenti!» continuavano a ripetere.
Lui fu costretto a lasciare andare Sakura che si allontanò per lasciare spazio agli altri.
Era scombussolata.
Cercò di dare la colpa di quei sentimenti all'euforia ma era già la seconda volta che le accadeva una cosa del genere e ciò cominciava seriamente a preoccuparla.
Così non va affatto bene. Si disse mentre tornava a sedersi sullo sgabello.
Solo allora si accorse che Shinta non era più lì seduto. Pensò fosse andato anche lui ad unirsi ai festeggiamenti per Naruto ed invece lo vide uscire dal bar, sbattendo forte la porta.




La notizia che Naruto presto sarebbe diventato hokage aveva fatto in fretta a girare per tutta Konoha ed aveva trovato il favore di tutti.
«Ecco il ringraziamento dovutomi dopo tanti anni di servizio.» si era lamentata Tsunade quando Sakura l'aveva incontrata: «Ora non vedono tutti l'ora che io me ne vada.»
Per quanto però sbuffasse era evidente che fosse orgogliosa del suo successore e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, Sakura provava lo stesso sentimento.
Domani, a quest'ora, Naruto sarà hokage. Si disse mentre attraversava il corridoio dell'ospedale dopo che il suo turno pomeridiano si era concluso.
I preparativi per quell'evento avevano tenuto talmente occupato Naruto che lei, dal giorno in cui lui le aveva dato la notizia, non l'aveva più visto.
Ed anzi lei stessa dopo che era uscita di soppiatto da quel bar, era stata ben attenta ad evitare il rischio di doverlo incontrare.
Sakura smetti di pensare a quella storia. Si rimproverò per l'ennesima volta. E' stato solo per la troppa euforia del momento, nulla di più.
Per questo quando le sembrò di sentire proprio la voce dell'amico, si maledisse.
Di sicuro Naruto doveva essere ovunque tranne che lì, in ospedale.  
«Maleeee...»
Sakura si bloccò. Quelli però sembravano proprio i lamenti di Naruto.
Si avvicinò alla stanza da cui la voce sembrava provenire.
«Shinta mi stai facendo male, dattebayo!»
Sakura non ebbe più alcun dubbio. Quello era davvero Naruto!
«Comunque ti ringrazio, se Sakura-chan mi avesse visto in questo stato mi avrebbe picchiato di sicuro.»
Sakura strinse i pugni a sentire quelle parole. Se Naruto sperava di poterla fare franca si sbagliava di grosso.
Fece per sporsi dalla porta per mostrarsi.
«Shinta lo sai, io posso capire ciò che tu stai provando...»
Sakura si fermò, il tono della voce di Naruto era diventato così lieve da averla stupita.
«...In fondo sono anni che io sono innamorato di lei...» continuò a dire lui, ignaro che lei stesse ascoltando: «Chi meglio di me può quindi comprendere i tuoi sentimenti?»
Sakura sentì il rumore delle pinze d'acciaio che venivano posate e poi la voce di Shinta mormorare:
«Lei è così... così...»
«Stupenda,» continuò per lui, Naruto: «E bella, cavoli se è bella. E poi è testardissima e forte, dannazione se è forte. I suoi pugni sono così micidiali, dattebayo!»
C'era dolcezza nella sua voce, constatò Sakura, ma anche qualcos'altro. Qualcosa che avvertì anche Shinta visto che commentò:
«Bé ma tu non hai nulla di cui preoccuparti. Ho visto come lei ti guarda, ho visto come ti ha abbracciato...»
Dall'altra parte della parete Sakura sentì il sospiro di Naruto.
«Ti ringrazio Shinta per queste parole,» disse lui: «E sai alle volte penso anche io che lei cominci a vedermi come qualcosa di più di un amico...ma anche se fosse solo una mia illusione, anche se lei amerà per sempre solo Sasuke, per me non cambia nulla. Finché sentirò che ha bisogno di me, io sarò lì per lei. In fondo tutto ciò che io desidero è che Sakura-chan sia felice...»
Sakura si appoggiò al muro con il fiato corto. Solo quando sentì pronunciare il suo nome si accorse che il suo cuore stava battendo all'impazzata.
Sapeva da tempo che Naruto provava qualcosa per lei ma sentirlo dire proprio da lui e con un tale dolcezza nella voce, rese quel pensiero molto più vero e limpido.
Ora capiva davvero la profondità dei sentimenti di Naruto per lei.
Sentì un forte calore all'altezza del petto e si trovò a sorridere.
Senza volerlo, senza quasi sapere perché.
Sakura-chan, perché non ti innamori di me? Quella domanda tornò ad affacciarsi nella sua mente.
Già, perchè? Si chiese.
Sentì il gracchiare di una sedia, Naruto si stava per alzare. 
Presto si sarebbe accorto che lei era lì, che lei aveva sentito tutto, che lei ora sapeva.
Indietreggiò.
Le sue gambe si mossero veloci. Uscì da una porta secondaria e corse il più lontano possibile.
Non posso. Si ripeteva. Non posso rispondere.
Quando si fermò, il suo fiato era corto ed il cuore le batteva ancora irregolare.
D'un tratto si sentì osservata. Lentamente, rialzò lo sguardo.
Seminascosto tra le ombre degli alberi, poco davanti a dove si trovava lei, c'era una figura che la fissava.
Sakura deglutì riconoscendolo.
«Sasuke-kun...» commentò in un mormorio.











_________________________________________________



Ciaoooo :3

Non so se c'è ancora qualcuno che si ricorda di questa fanfiction ed ammetto che quando ho aperto la bozza del capitolo e ho visto che era datata agosto me ne sono vergognata.. >.<
Purtroppo la mia ispirazione ha una vita a sè ed ogni tanto se ne va per i fatti suoi lasciandomi sommersa da fogli vuoti.. xD
Allora riguardo al capitolo: e' arrivata la piccola Rin ed io devo ammetterla mi sono divertita a mostrare Sakura un po' inorridita dal parto (Ultimamente molte persone che conosco stanno figliando ed ogni volta che mi raccontano qualche particolare di troppo mi fanno del tutto eclissare l'idea di avere mai un figlio) xD
E poi soprattutto, abbiamo ben due abbracci ♥
Come si vede però Sakura è ancora sommersa dai dubbi, ma in fondo credo che sia naturale che dopo tanto tempo passato a considerare Naruto come solo un amico non sia facile per lei far fronte a certi sentimenti e poi, dai, la conosciamo certe cose fa davvero fatica ad ammetterle, pure a se stessa!!
Purtroppo però ora è pure tornato Sasuke dai suoi giri per i boschi, a complicare il tutto! >.<
Il prossimo capitolo sarà il penultimo. Spero di riuscire a concluderlo presto! :P
Grazie di aver letto!! ^^ 

Rimi







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Capitolo 8
*** Essere sincera con lui? ***


VIII -Essere sincera con lui?



Sakura sbatté le palpebre più volte per assicurarsi che quello che stava vedendo fosse reale.
Sasuke era lì.
A Konoha.
A pochi passi da lei.
«Sasuke-kun...» ripeté ma ancora non successe nulla.
Il suo cuore non batteva all'impazzata.
Le mani non le prudevano per il nervosismo.
Le sue labbra non si erano alzate in un largo sorriso.
Non sentiva gli occhi farsi lucidi per la gioia.
«Sakura ti stavo giusto cercando.» le disse Sasuke.
«Che cosa devi dirmi?» chiese lei, quasi seccata.
Aspettavi da tempo questo momento. Si rimproverò. Perché ora ti comporti così?
Sasuke le fece cenno di raggiungerla tra la boscaglia. A quanto sembrava non voleva farsi notare.
Un tempo Sakura avrebbe fatto i salti di gioia al pensiero di stare da sola con lui, in quel momento invece avanzò con una certa titubanza.
Quando lì fu dinnanzi, si accorse di quanto in quegli anni fosse cambiato. Il suo volto si era fatto più spigoloso ed i capelli erano un po' più lunghi, un ciuffo poi gli cadeva sulla fronte, coprendogli parzialmente l'occhio destro.
«Sakura io...» cominciò Sasuke, ma non riuscì a terminare la frase. Sembrava a corto di parole, quasi imbarazzato.
Per un secondo Sakura pensò che volesse confessarsi, che volesse dirgli che fosse tornato per lei e quel pensiero le mise paura.
L'idea che dopo tanto tempo lui potesse provare qualcosa per lei, per la prima volta in tutta la sua vita, la terrorizzò.
E' sempre stato il tuo sogno. Si disse ma questo non bastò a ricolorare quel pensiero di gioia.
Forse Sakura-san, basterebbe che tu capissi chi stai aspettando davvero...” Quel commento che Sai le aveva fatto qualche settimana prima si affacciò nella sua mente. Al tempo lei si era risposta che non aveva dubbi che fosse Sasuke l'uomo che lei stava aspettando ma ora che lui eri lì, finalmente davanti a lei, si rese conto che forse non era così.
Fissò Sasuke negli occhi e lui ricambiò lo sguardo.
Quel che Sakura lesse nella sua iride scura fu rammarico, pentimento, malinconia, ma non amore. Non c'era alcuna traccia di quel sentimento che un tempo lei aveva tanto sperato di trovare in lui così come, in quel momento, non vi era traccia di delusione in lei.
«Scusa Sakura per averti detto che sarei tornato e poi non averlo fatto.» le disse infine Sasuke.
Come sentì quelle parole Sakura provò l'impulso di prenderlo a pugni.
Come aveva potuto illuderla tanto?
Mentre lo fissava, però, capì la verità: Sasuke non l'aveva mai vista come qualcosa di più che una compagna di squadra, era stata sempre solo lei ad illudersi.
Sciolse il pugno e mentre distendeva le dita lasciò andare del tutto i suoi sentimenti per lui.
Un tempo l'aveva amato, non poteva negarlo, ma ora aveva voltato pagina, quel sentimento era diventato solo un ricordo. Non sapeva quando esattamente fosse successo ma ad un certo punto, pur non accorgendosene, lei aveva smesso di aspettare Sasuke.
«Te ne c'è voluto di tempo per venire a scusarti.» commentò.
«Sono stato parecchio impegnato.» sbuffò lui, scostandosi i capelli dagli occhi.
Fu evidentemente un gesto involontario visto cosa nascondeva sotto.
L'occhio destro di Sasuke era semichiuso e violaceo.
«Ma sei ferito?» esclamò allarmata Sakura, maledicendosi per non essersene accorta prima. In quanto ninja medico avrebbe dovuto rendersene subito conto.
«Non è niente...» borbottò Sasuke, indietreggiando.
Sakura non volle sentir ragioni e per quanto lui tentasse di respingerla, riuscì a placcarlo e richiamato un po' di chakra, prese a curargli l'occhio.
«Sakura io...» tentò di dire Sasuke ma lei lo interruppe.
«Non importa più,» gli disse: «Sono grata che tu stia bene e spero con tutto il cuore che tu abbia trovato le risposte che cercavi, ma lo sono in quanto tua amica e non più come tua innamorata.»
Sasuke la fissò come se non la riconoscesse e forse era davvero così. Perfino lei faticava a credere che stesse davvero dicendo quelle parole.
Si sentiva strana perché mai nella vita si sarebbe aspettata che un giorno avrebbe potuto dire quelle parole a Sasuke, mai avrebbe creduto che quell'amore, che a dodici anni pensava fosse tutto per lei, un giorno sarebbe potuto sfiorire.
Al tempo stesso però si sentiva sollevata, le sembrava di essersi appena liberata di un macigno che a lungo le aveva schiacciato il cuore.
Aveva smesso di aspettare Sasuke, era vero, ma la sua vita non era finita, anzi tutt'altro.
«Dovresti andare a cercare Naruto,» disse d'un tratto. Se ne stupì, perché mai le era uscita quell'affermazione mentre stava pensando ad altro? Ormai però aveva cominciato a parlare e così continuò:
«Ancora si preoccupa per te per cui sono certa che li farà piacere rivederti.»
«L'ho già incontrato...» ammise Sasuke dopo qualche secondo di silenzio.
«Ah.» sfuggì a Sakura anche se, doveva ammetterlo, non era poi così strano che Sasuke avesse cercato Naruto prima di lei.
In fondo era all'eroe di Konhoa che l'Uchiha doveva la vita.
«Ora scusa ma devo proprio andarmene...» disse infine Sasuke, sottraendosi dalle sue cure.
Sakura non insisté oltre, il suo occhio, infatti, aveva già preso un colorito più naturale.
Sasuke sistemò lo zaino che teneva sulle spalle e la salutò, avviandosi per andarsene.
«Sasuke-kun!» lo richiamò però Sakura prima che il ragazzo potesse gettarsi nell'oscurità e sparire dalla sua vista.
Lui si fermò, guardandola sorpreso.
«Lo sai, domani Naruto diventerà Hokage.» gli disse lei: «Finalmente il suo sogno si realizzerà e sarebbe bello se tu ci fossi. Sono sicura che li farebbe molto piacere.»
Sasuke aggrottò la fronte.
«Se lo voleva davvero avrebbe potuto dirmelo!» disse secco.
Sakura non si stupì che Naruto gli avesse nascosto la cosa.
«Lo conosci meglio di me.» commentò infatti: «Non te l'ha detto perché temeva di ferirti: visto che una volta hai sostenuto anche tu di voler diventare hokage, avrà temuto di farti un torto.»
Sasuke fece l'ultima cosa che lei si sarebbe aspettata: rise, proprio in quel modo che un tempo avrebbe fatto battere forte il suo cuore.
«Naruto è troppo un'idiota per fare l'hokage!» affermò.
Le mani di Sakura si strinsero a pugno.
«Naruto ha dimostrato di essere un degno hokage! Durante la guerra ha dato tutto sé stesso ed ha sacrificato un braccio per salvare te dall'oscurità in cui stavi precipitando!» esclamò decisa, salvo poi capire dal sorriso ironico del ragazzo che stava scherzando.
Arrossì per il modo in cui le si era rivolta, di rado le era successo di alzare la voce con Sasuke.
«So benissimo che quel ruolo se lo merita e nel mio poco, sarò felice di aiutarlo.» commentò lui.
Si voltò pronto ad andarsene ma prima di avviarsi aggiunse:
«E comunque l'occhio nero è stato lui a farmelo, ha detto che me lo meritavo per averti costretto ad aspettarmi a lungo senza darti mai una vera risposta. Forse è arrivato anche il momento per te di essere sincera con lui...»
Poi scappò via, prima ancora che Sakura potesse capire il significato di quelle parole.
Lei rimase a fissare le foglie che svolazzavano nel vento.
Essere sincera con lui? si chiese.
E a quel pensiero il suo cuore prese a battere più forte.





Il giorno era arrivato. Per la gioia di tutta Konoha Naruto era diventato hokage.
A Sakura era sembrato di vivere un sogno mentre fissava l'amico che emozionato e gioioso riceveva il mantello ed il cappello da hokage.
Naturalmente Naruto non si era smentito con il suo primo discorso.
«Sono davvero felicissimo di essere qui!» aveva esclamato: «Io giuro che proteggerò il villaggio a qualunque costo. Questa e' una promessa ed io non mi rimangio mai la parola data!»
Ed in quel momento gli occhi di Sakura si erano fatti lucidi. Chi meglio di lei poteva sapere quanto valesse una sua promessa?
«...Ed ora direi che sia il momento di festeggiare! Io sto proprio morendo di fame!» Questo era quello che aveva aggiunto poi Naruto, trovando il consenso di molti e facendo esasperare Sakura.
Poteva essere pure un hokage ma Naruto rimaneva sempre il solito baka!
Ben presto la festa si era quindi trasferita al parco di Konoha, dove, per l'occasione, erano state allestite alcune bancarelle che distribuivano bibite e vivande e soprattutto, per gran gioia del nuovo hokage, tanto, tantissimo ramen.
Sakura non aveva avuto ancora occasione di parlare con lui. Certo nei giorni scorsi era stata lei stessa a volerlo evitare ed il fatto di avere origliato il discorso tra lui e Shinta non l'aiutava di sicuro a sentirsi a suo agio nei suoi confronti. Per quel giorno di festa aveva però deciso di accantonare quei pensieri (Anche perché le avevano già fatto abbastanza compagnia quella notte) e non vedeva loro di congratularsi con lui e magari farli anche una bella ramanzina sul fatto che avesse sbagliato ad abbottonarsi la giacca che ora indossava sotto al mantello da hokage.
Ogni volta, però, che lo intravedeva e faceva per avvicinarsi, immancabilmente qualcuno lo fermava di nuovo per congratularsi con lui.
Probabilmente da ora in avanti sarà sempre così: lui sarà così impegnato che faticheremo ad incontrarci. Si era detta con una punta di rammarico ed era buffo perché un tempo, al contrario, avrebbe desiderato solo non sentir quel “Sakura-chan!” ogni volta che metteva un piede fuori casa.
Era riuscita però a consolarsi coccolando la piccola Rin e questo grazie a Yamato che aveva preso Kakashi di peso per portarlo a bere un po' di sakè. Il capitano infatti si stava già mostrando un padre premuroso ma anche fin troppo geloso visto che fulminava con lo sguardo chiunque osasse avvicinarsi troppo alla figlia.
«Tuo padre invece era tutto il contrario!» le stava giusto dicendo sua madre quando Sakura l'aveva raggiunta dopo aver lasciato la piccola alle cure della nonna Tsunade: «Lui non faceva che portarti in giro a presentarti a chiunque!»
«Era così carina!» si giustificò il padre: «E poi trovo che sia giusto che un uomo si vanti della propria eredità!»
Sakura ringraziò che non ci fosse nessuno a sentire i loro discorsi, suo padre riusciva sempre a trovare qualche aneddoto imbarazzante su di lei da raccontare.
La madre di Sakura invece sospirò.
«Non ti dico la vergogna di quando abbiamo incontrato l'hokage.» disse alla figlia «Tuo padre ebbe infatti la malaugurata idea di presentarti anche a lui ed alla moglie...»
«Ma quale vergogna!» la interruppe il marito: «Anzi Kushina-san si mostrò entusiasta di Sakura, tanto che rise di gusto quando lei le prese una delle sue lunghe ciocche di capelli rossi e se le mise in bocca!»
Nel sentir parlare dei genitori di Naruto, Sakura non poté fare a meno di alzare lo sguardo verso il volto di pietra di Minato che dall'alto osservava il villaggio per cui, lui e la moglie, avevano dato la vita.
«Sono certa che ora loro lo staranno osservando pieni d'orgoglio.» disse.
«Sakura-chan!» esclamò qualcuno alle sue spalle.
Sakura non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire che Naruto l'aveva raggiunta.
«Sakura-chan finalmente ti ho trovata, dattebayo!» le disse sorridendo.
«Ti sei vestita così bene per me?» aggiunse poi, riferendosi al vestito rosso che indossava e che lei aveva scelto apposta per l'occasione.
«Certo che no!» si affrettò a dire: «Visto che sono stata allieva di Tsunade e tua compagna di squadra, avevo il diritto di poter assistere in prima fila alla tua elezione e così non volevo rischiare di sfigurare.»
Stupenda...E bella, cavoli se è bella.” Le parole che il giorno prima Sakura aveva sentito pronunciare da Naruto, si ripeterono nella sua mente, mentre vedeva lo sguardo del ragazzo posarsi sulle sue forme.
Possibile che potesse trovarla bella anche in quel momento, con il vestito stropicciato, un po' di saliva di Rin sulla spallina che la bimba aveva cucciato e gli occhi segnati dal fatto che quella notte non fosse riuscita a chiudere occhio?
«Naruto!» esclamò il signor Haruno, prima che Sakura potesse aggiungere altro. Diede una sonora pacca sulle spalle del ragazzo e disse: «Non sai quale onore sia per me avere per genero un hokage!»
Quello di prenderli per fidanzati doveva essere proprio un vizio dei padri, pensò Sakura, visto che anche Minato la prima volta che l'aveva vista le aveva chiesto se fosse la sua ragazza.
Fece per ribattere ma Naruto fu più veloce di lei. Poggiò la mano sulla spalla di Kizashi e con voce ferma e decisa disse:
«Non si preoccupi mi prenderò cura di suo figlia!»
Come finì di parlare Naruto prese il suo primo pugno in vesti di hokage.
«Ma che ti metti a dire!» tuonò Sakura: «Io me la so cavare benissimo da sola ormai!»
Lo sguardo di Naruto tornò su di lei.
«Quanto è vero.» le disse.
E poi è testardissima e forte, dannazione se è forte. I suoi pugni sono così micidiali, dattebayo!” Solo in quel momento, ripetendosi quelle parole nella mente, Sakura si rese conto che quello fosse uno dei più bei complimenti che avesse mai sentito.
Sua madre si voltò verso il marito e commentò:
«Si comportano proprio una coppia già sposata, non trovi caro?»
«Pure tu, mamma ti ci si metti!» sbuffò indispettita Sakura, non riuscendo a trattenersi.
La situazione era già abbastanza imbarazzante senza che ci si mettessero anche i suoi genitori.
Dal canto suo Naruto si mise a ridacchiare impacciato.
«Forza!» disse, a quel punto, la signora Haruno al marito: «Andiamo a vedere se è avanzata ancora qualche tartina.»
«Aspetta cara,» le rispose Kizashi : «Ci sono alcune cose con cui vorrei discutere con l'hokage...»
La moglie non lo lasciò aggiungere altro, lo prese sottobraccio e lo trascinò con sé.
«Ne avrei di tempo per parlare con lui, ora andiamo ad abbuffarci, così stasera non dovrò cucinare!» gli disse.
A Sakura venne il dubbio che la madre avesse preso quella scusa solo per lasciare soli lei e Naruto ma non le fu altrettanto chiaro se esserle grata di ciò.
Come però si furono allontanati, si concesse un sorriso.
A volte erano dei genitori difficili da gestire ma li voleva bene e non avrebbe mai dimenticato i loro volti preoccupati e l'amore che aveva avvertito nei loro abbracci quando era tornata dalla guerra. Essere genitori di un ninja non doveva essere un mestiere affatto semplice.
«Sono simpatici i tuoi genitori.» commentò Naruto.
«Si,» rispose lei: «Ma a volte si fanno un po' troppo gli affari miei!»
«Eheh, credo che sia una cosa che fanno tutti i genitori.» le disse Naruto: «Pensa che anche mia mamma si è raccomandata fin da subito di trovarmi una ragazza come lei...»
Dette quelle parole, Naruto tacque di colpo ed arrossì.
Notandolo Sakura pensò che si vergognasse di parlare di Kushina ma mentre si sistemava un ciuffo sfuggito dietro l'orecchio, ricordò ciò che Naruto le aveva detto una volta sulla somiglianza tra lei e sua mamma.
Di colpo arrossì anche lei.
E sai alle volte penso anche io che lei cominci a vedermi come qualcosa di più di un amico...” Ripensare proprio a quella frase non l'aiutò certo a tranquillizzarsi. Possibile che quel baka di Naruto avesse potuto capire come stavano le cose, ancora prima che potesse farlo lei?
Naruto d'un tratto si grattò la testa, in quel modo che faceva sempre quando era imbarazzato.
«Sa-Sakura-chan, c'è una cosa che vorrei dirti...» disse.
Il cuore di Sakura perse qualche battito.
Vuole dichiararsi? Pensò.
Certo l'atmosfera era ideale: c'era una festa, lui aveva appena realizzato il suo più grande sogno, era felice come non mai...
«Naruto...» mormorò.
No, non ancora era pronta. Non aveva ancora quella risposta.
Ti prego non dirlo. Pensò, incapace di fissarlo negli occhi.
«Sakura-chan tu...» mormorò il ragazzo.
Non dirlo, non dirlo, non dirlo. Continuò a pensare Sakura ma intanto il suo cuore restava in attesa di quelle parole.
«Tu devi andartene, ora, subito!» riuscì a dire infine Naruto: «Devi raggiungere la foresta... Devi andare da lui!»
Cosa? Si chiese Sakura.
Rimase in silenzio mentre le parole che Naruto aveva detto in una sorta di timida cantilena prendevano forma nella sua mente.
Devi andare da lui?
«Insomma...» riprese Naruto: «Mentre parlavo alla folla io... io ho visto Sasuke. Se ne stava nascosto ma sono certo che fosse lui. Per questo tu ora devi raggiungere la foresta, perché sono sicuro che lui non si sia ancora allontanato troppo, tu puoi ancora raggiungerlo...»
«E poi?» sbuffò Sakura, stringendo i pugni.
«E poi... poi potrai dirgli ciò che provi per lui, potrai chiedergli di restare, potrai...»
Sakura si sentì addosso il suo sguardo ma non riuscì a ricambiarlo. L'unica cosa che desiderava fare in quel momento era prenderlo a pugni.
Possibile che proprio lui ora stesse per rovinare tutto?
«Sakura-chan tu non devi arrenderti!» continuò Naruto allarmato dal suo silenzio: «Tu lo ami e l'amore trova sempre il modo di raggiungere il cuore!»
E' una bugia. Avrebbe voluto dire Sakura ma non era affatto così. Naruto aveva ragione, la verità era lì che batteva nel suo petto.
Un amore era stato davvero capace di arrivare dritto nel cuore.
Alzò la testa.
«Ti assicuro che sarà così!» concluse Naruto sorridendole e mostrandole il pollice alzato in segno di vittoria.
Questa volta però Sakura non si fermò davanti al suo sorriso. Andò oltre e vide che le sue labbra tremavano leggermente, vide la ruga di preoccupazione sulla sua fronte, vide l'angoscia nei suoi occhi azzurri.
“...Anche se fosse solo una mia illusione, anche se lei amerà per sempre solo Sasuke, per me non cambia nulla. Finché sentirò che ha bisogno di me, io sarò lì per lei. In fondo tutto ciò che io desidero è che Sakura-chan sia felice...”
Ora capiva fino in fondo il significato di quelle parole.
Lui era disposto a lasciarla andare nonostante questo gli avrebbe spezzato il cuore.
«Naruto io ho già incontrato Sasuke-kun...» gli spiegò mentre osservava i segni dei graffi che lui aveva sulle dita della mano sinistra. Quelli che si era procurato picchiando proprio Sasuke e che Shinta li aveva curato.
«Ah.» mormorò in risposta Naruto, indietreggiando leggermente, come se temesse il resto di quella frase.
Perchè ancora non riusciva a capire?
«…e gli ho detto la verità,» continuò Sakura facendo un passo avanti per colmare quella distanza: «Gli ho detto che non lo sto più aspettando.»
«Cosa?» esclamò Naruto incredulo: «Ma, ma tu Sakura-chan... tu... tu... tu sei innamorata di lui!»
«Lo sono stata ma ormai è una cosa che appartiene al passato.» rispose lei, ora incapace di togliere lo sguardo da quello di Naruto.
Ti prego trova quella risposta. Lo scongiurò. Trovala tu in questa marea confusa che riempe il mio cuore.
«Sakura-chan...» cominciò Naruto.
«Narutoooo!!»
Konohamaru si precipitò verso di loro, gridando il nome dell'amico.
«Allora vuoi venire? Ti stiamo aspettando per il brindisi!»
Ed era così. Il team 7, Tsunade e tutti gli altri loro amici li stavano aspettando poco più avanti, con i bicchieri già tra le mani.
Naruto tornò a fissare Sakura.
Lei, però, capì che non fosse il momento giusto per parlare di loro. 
Quello era il tempo per Naruto di festeggiare con tutte le persone che avevano creduto in lui. Se lo meritava!
«Sono davvero orgogliosa di te...» ammise infine, dando voce ai sentimenti che aveva provato mentre lui veniva eletto hokage.
Un largo sorriso comparve sul volto di Naruto.
«Grazie Sakura-chan!» esclamò prima che Konohamaru potesse trascinarlo con sé.
«Grazie a te, Naruto.» mormorò lei avviandosi a sua volta per unirsi al gruppo.
Ino le venne incontro per porgerle il bicchiere per il brindisi.
«Sembri proprio felice questa sera.» commentò, osservandola.
«Lo so.» ammise lei mentre guardava Naruto che alzava i pugni al cielo in segno di vittoria.












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Ciaooooo :3

Ed ecco che finalmente ci avviciniamo al finale, questo infatti che avete appena letto era il penultimo capitolo ed ebbene sì: non c'è stato nessun abbraccio, nessuna confessione, nessun bacio! E, cosa ancora più incredibile, nonostante questo finalmente la nostra cara Sakura ha cominciato ad aprire gli occhi. xD
Ci tengo a fare una precisazione sul personaggio di Sasuke. Ammetto che se Naruto non gli avesse tirato un bel pugno dritto in faccia forse non gli sarebbe passato per la testa di andare a scusarsi con Sakura ma poi ho pensato che in fondo nemmeno fare lo stronzo che continua ad ignorarla e trattarla come una pezza (cosa che a quanto mi risulta stia facendo adesso negli spin-off di Kishimoney) sia giusto dopo tutto quello che gli sia successo, per questo ho voluto mostrarlo un po' titubante nel parlare con Sakura, per dimostrare che anche lui nel tempo sia maturato e si senta un po' in colpa per tutto quello che ha fatto passare ai suoi compagni di squadra.
In questo capitolo ho voluto introdurre anche i genitori di Sakura, io quei due ce li vedo troppo a tifare per Naruto! xD
Ed ora con una Sakura sincera che finalmente smette di chiedersi il perché di tutto, vi saluto in attesa del gran finale!!
Baci :*

Rimi









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Capitolo 9
*** Perché non ti innamori di me? (CAPITOLO FINALE) ***


IX - Perchè non ti innamori di me?

Sakura tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla sedia. 
Si stiracchiò le braccia e si massaggiò il collo. 
Quella era stata una giornata particolarmente pesante ed ora era davvero esausta.
«Sakura-sama!» la chiamarono a gran voce.
Non ebbe neanche bisogno di voltarsi per capire chi l'avesse chiamata.
«Dimmi tutto, Shinta!» disse infatti al giovane apprendista che ora stava alla porta.
«Tsunade-sama ti sta cercando.» spiegò lui.
Sakura si allarmò. Nonostante non fosse più Hokage, era sempre poco il tempo che Tsunade passava all'ospedale ed ormai aveva lasciato la sua gestione quasi completamente nelle mani proprio di Sakura, preferendo passare il tempo con la piccola Rin o in qualche locale in compagnia del sakè.
Se la cercava voleva dire che doveva esserci qualcosa di davvero urgente di cui parlare.
Sospirò. Quella sera era particolarmente stanca e l'idea di una possibile discussione organizzativa con Tsunade non l'attirava per nulla.
Non poteva però certo sfuggire al suo destino, anche perché di sicuro sarebbe stato gran peggio dover poi affrontare una Tsunade infuriata.
Ringraziò Shinta e gli passò accanto pronta ad andare incontro alla sua sorte. Solo allora si accorse della camicia di raso che il ragazzino indossava sotto il camice e dell'olezzo di profumo che emanava.
«Ehi, non mi dire che stasera hai un appuntamento galante?» gli chiese con fare malizioso.
Shinta arrossì e cominciò a grattarsi la testa, arruffando i riccioli biondi che fino ad un attimo prima erano ben pettinati.
«No.» borbottò: «Cioè... niente di che... Misa-chan ha organizzato una cenetta per festeggiare i nostri primi sei mesi di apprendistato e così, per l'occasione, ho deciso di mettere qualcosa di elegante.»
Sakura sorrise, divertita dall'evidente motivo del rossore del ragazzo. Cosa che lo mise ancora più in imbarazzo.
«Cioè... non solo noi due!» si affrettò a precisare infatti il ragazzino: «Purtroppo ci saranno anche tutti gli altri. Anche se per la precisione Misa-chan nemmeno voleva invitarmi, per lei sarei dovuto andare al Tempio a ringraziare che mi abbiate tenuto per tutto questo tempo. In qualsiasi caso: perché poi non ci raggiungi anche tu, Sakura-sama?»
Sakura si era molto affezionata ai suoi apprendisti e le piaceva passare il tempo con loro. 
Declinò però l'invito. Se fosse sopravvissuta all'incontro con Tsunade sarebbe tornata al suo proposito iniziale per quella serata: un bel bagno caldo.
Si stava giusto già immaginando nell'acqua calda, tra le bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia, quando bussò alla porta dell'ufficio di Tsunade.
La donna stava seduta alla scrivania con il suo tipico cipiglio che ancora, nonostante gli anni passati, metteva un po' in soggezione Sakura.
«Mi hai fatto chiamare Tsunade-sama?» le chiese sedendosi dall'altra parte della scrivania.
«Problemi.» rispose l'altra. 
Risposta che fece sfumare del tutto l'immagine del bagno caldo dalla mente di Sakura.
«Non mi dire che ho sbagliato a compilare i moduli delle spese!» esclamò allarmata Sakura.
Lo sapeva che prima o poi avrebbe combinato qualcosa di grave. Ultimamente le capitava fin troppo spesso di perdersi nei suoi pensieri e di finire per fare pasticci, proprio come quando qualche giorno fa era arrivata al lavoro in ciabatte.
E tutto per colpa sua che si infila sempre nei miei pensieri e nei miei sogni. Pensò Sakura. 
Cosa che la portò ad arrossire e a scuotere la testa per cercare di evitare che lui potesse di nuovo intrufolarsi di nuovo nella sua mente.
«Perdonami Tsunade-sama!» disse dispiaciuta, inclinando la testa in segno di scuse.
«Moduli? Di che moduli parli?» domandò Tsunade, dando segno di non aver nemmeno visto i fascicoli che lei le aveva lasciato sulla scrivania e che ora, Sakura notò, stavano sotto la cornice della foto della piccola Rin che la donna aveva appena messo ad abbellire il suo ufficio.
«Comunque non è di inutili scartoffie che sto parlando.» continuò Tsunade: «Te li ricordi invece quel gruppo di malviventi che attaccarono un gruppo di genin qualche settimana fa?»
Sakura annuì. Se li ricordava bene visto che era stata lei stessa a salvare la vita a Usi, il compagno di squadra di Shinta, che era stato ferito mortalmente da quei tizi.
«Si.» rispose: «Era la banda che Naruto è riuscito a sgominare prima che potessero attaccare il villaggio.» 
«Giusto.» confermò Tsunade: «Uno solo riuscì a fuggire e mi è giunta voce che si sia organizzato per venire qui a vendicarsi del destino dei suoi compagni.»
«Vanno subito fermati!» esclamò Sakura concitata. 
«Ed infatti oggi ho incontrato il capitano Kakashi che mi ha chiesto di dirti che la missione per andarli a fermare è stata affidata proprio al Team 7.»
Sakura quasi saltò dalla sedia. 
Certo, era una situazione d'emergenza e non c'era da star felici al pensiero di un gruppo armato fino ai denti diretto verso Konoha, ma era da così tanto ormai che non andava in missione che il pensiero di uscire finalmente dal villaggio la elettrizzò.
Finalmente potrò provare sul campo il nuovo kunai che ho acquistato! Pensò, anche se subito dopo un altro pensiero le attraversò la mente rattristandola leggermente.
Stavolta Naruto non ci sarà. Si ritrovò d'un tratto a pensare.
Lui ormai era un hokage, la sua squadra ora non era più solo il team 7 ma l'intera Konoha.
Tanto meglio, così non finiremo nei guai a causa della sua imprudenza. Si disse ma il suo entusiasmo ormai si era smorzato.
«Una volta saputo ho insistito che sia il capitano Kakashi che il capitano Yamato vi accompagnino.» continuò intanto Tsunade: «Non che non mi fidi di te e Sai ma ho preferito comunque garantire una maggiore scorta.»
Sakura la guardò dubbiosa. 
Scorta? Quando mai dei ninja avevano bisogno della scorta?
«Bè non puoi certo aspettarti che io sia vogliosa di riprendermi il posto che ho appena lasciato.» commentò Tsunade rispondendo al suo sguardo.
Sakura ci mise qualche secondo a capire il senso di quella frase.
«Non vorrai dire che Naruto verrà con noi?» chiese sorpresa.
«Non vorrai credere che Naruto vi lascerà andare senza di lui!» sentenziò Tsunade.
Sakura era sbigottita.
«Ma il villaggio ora conta su Naruto!» esclamò: «Lui non può certo permettersi di andarsene così a zonzo alla prima occasione che gli capita! Ora deve...»
La frase le morì sulla punta della lingua perché perfino immaginarselo un Naruto che se ne stava solo dietro una scrivania a dettar ordini, le era impossibile.
Lui era prima di tutto un ninja pronto ad essere in prima linea a difendere il suo villaggio. 
Questo era il suo credo, il suo modo di essere.
Qualcosa che nemmeno il mantello che ora indossava ed il titolo che ora possedeva poteva cambiare.
«Quel baka!» sbuffò, lasciandosi sfuggire un sorriso che fu subito notato da Tsunade.
«Allora l'hai trovata quella risposta?» le chiese la donna a bruciapelo.
«Forse...» mormorò Sakura, salvo poi lasciarsi sfuggire un'esclamazione di stupore.
«Co-come fai a sapere di quella domanda?» chiese, imbarazzata.
Tsunade fece dondolare il bicchiere di sakè che teneva tra le mani.
«Semplice, perché ero con Naruto quando lui te l'ha fatta.» le spiegò: «Ci eravamo appena incontrati con te e tu come al solito gli avevi appena fatto una delle tue sonore raccomandazioni, come però tu ti sei voltata e ti sei incamminata per la tua strada lui ha mormorato: "Sakura-chan, perchè non ti innamori di me?". Immagino fosse un pensiero che gli è sfuggito, visto quanto poi è arrossito quando si è accorto di averlo detto ad alta voce. Fatto sta che non mi sono particolarmente stupita. Basta vedere come ti guarda per capire quanto ti ami.»
Sakura deglutì, era così strano sentir parlare così Tsunade.
«Quando ti ho visto tanto tesa nei suoi confronti ho capito che in qualche modo dovevi aver sentito anche tu quella domanda.» aggiunse Tsunade: «E che dovevi esserti messa alla ricerca della risposta.»
Sakura arrossì ma non riuscì a negarsi un sorriso.
«Chi se lo sarebbe mai immaginato, eh?» commentò.
Tsunade proruppe in una grossa risata.
«Questa è la mia ragazza!» esclamò: «Lo sapevo che a scommettere su di te, avrei vinto!»
«Si può sapere di che cosa stai parlando?» le chiese Sakura, infastidita da quel suo atteggiamento: «Scommessa? Non mi dire che c'entra Ino-pig, è da lei mettersi a fare questi giochetti alle mie spalle.»
«Nahh.» commentò Tsunade con una scrollata di spalle: «Nessuno che vi conosce abbastanza bene avrebbe mai scommesso contro di voi. E' solo una sorta di sfida che ho lanciato verso un disegnatore di fumetti ormai fallito che sosteneva che una donna si innamora solo una volta nella vita. Grazie a te posso dimostrargli che non è affatto così!»
Sakura si rialzò dalla sedia infuriata.
«Tsunade-sama sei incorreggibile!» esclamò: «Non posso credere che tu abbia osato usarmi per una tale cosa! Non hai idea di quante notti io abbia perso a causa di tutti i dubbi che ultimamente mi sono ronzati in testa!»
Tsunade smise di ridere, si lasciò cadere sulla poltrona e si mise a fissare il cielo fuori dalla finestra.
«Oh, ti posso capire benissimo.» le disse infine. Questa volta nel suo tono non c'era alcuna nota di scherno. «E sono contenta di pensare che tu avrai davvero il coraggio di dare voce a quella risposta.»
«Tsunade-sama...» mormorò Sakura, sorpresa da quel cambiamento così repentino e dagli occhi ora lucidi della donna.
«Dannazione!» sbottò Tsunade, asciugandoseli con la manica del maglione per poi bere, direttamente dalla bottiglia, un lungo sorso di sakè.
«Allora che ci fai ancora qui!» disse infine a Sakura, riappropriandosi del suo tono autoritario: «Hai una missione che ti aspetta! Su, su, vai...»
Sakura non se lo fece ripetere. Ormai sapeva riconoscere quando la sua Sensei aveva bisogno di stare un po' sola con i suoi pensieri e quello di sicuro era uno di quei momenti.
Le raccomandò di non esagerare con il sakè e poi la salutò, pronta per tornare a casa.
«Anche Jiraya ne sarebbe stato molto contento.» La sentì mormorare mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Sakura si avviò verso l'uscita dell'ospedale. 
Il pensiero di una missione con il team 7 l'aveva risollevata dalla stanchezza di quella giornata ma il discorso successivo con Tsunade le aveva messo addosso anche un po' di ansia.
Certo da un lato le cose non sembravano essere cambiate nonostante Naruto fosse diventato Hokage, ma dall'altro lato come poteva negare che fosse tutto uguale ora che si era resa conto della verità chiusa nel suo cuore?
"Cosa dovrei fare?" si chiese mentre usciva dall'edificio.
C'era un leggero venticello autunnale, Sakura si strinse un po' più forte nello spolverino rosso che indossava. 
Mentre si avviava verso casa sua però notò una figura familiare che sonnecchiava su una panchina. Se ne stava seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a lui e la bocca semi-aperta. 
Il suo primo pensiero fu quello di raggiungerlo e rimproverarlo.
Come poteva il neo hokage dormire a quella maniera, all'aria aperta, davanti a tutti! 
Poi però si rese conto che tutto quello era un deja-vu. Si rivide lei stessa, qualche mese prima, proprio davanti a quella panchina ad ascoltare quella domanda che tanto ultimamente l'aveva tormentata.
Perché non ti innamori di me?
Prese ad avvicinarsi a Naruto ripensando a tutti i motivi che mesi prima l'avevano portata a trovare tutto ciò impossibile.
"Non è per niente il mio tipo."
Ed era davvero così, bastava guardarlo in quel momento, spaparanzato su quella panchina a sonnecchiare con la bocca semi-aperta. Non aveva nulla del lato figo e misterioso che da sempre affascinava Sakura. 
Nonostante questo però più gli si avvicinava, più i battiti del suo cuore presero ad accelerare.
"E perchè non ha alcun senso del romanticismo"
Ed anche in questo non si era sbagliata, visto che il massimo di romanticismo per Naruto era andare a mangiare del ramen ad un chiosco. Però sarebbe stato anche disposto a rinunciare a lei pur di vederla felice e questo non era forse il gesto d'amore più grande che qualcuno potesse fare?
Lo raggiunse con le gambe che le tremavano e le mani che le prudevano.
Con uno sbuffo si lasciò cadere accanto a lui che nel frattempo continuava a sonnecchiare tranquillo.
"E perché non capisce affatto i sentimenti di una donna." 
Il ricordo dello sguardo profondo che Naruto aveva scambiato con lei alla sua cerimonia di elezione ad hokage e quel tremante "Sakura-chan" che lui aveva mormorato, le attraversò la mente, facendole scorrere un lungo brivido sulla schiena.
La testa di Naruto scivolò di lato, finendo ad appoggiarsi sulla sua spalla.
"Ed è stupido! Assolutamente totalmente stupido"
E su questo Sakura non aveva nessun dubbio. 
Naruto era davvero un baka ed infatti aveva finito per innamorarsi proprio di lei.
I suoi ciuffi biondi presero a solleticarle la fronte.
«Naruto, non lo faccio perchè sono già innamorata di te.» mormorò lei dando finalmente sfogo a quella voce che da tempo provava a gridare dal fondo del suo cuore.
In quel momento gli occhi di Naruto si spalancarono e lui rialzò la testa.
Per diversi secondi si fissarono. Sakura con le guance rosse e Naruto con lo sguardo pieno di stumore.
Poi lui allungò la mano e la posò sulla coscia di Sakura.
Lei non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo, la sua mano colpì la guancia di Naruto come se fosse un istinto naturale.
«Allora non sto sognando!» esclamò Naruto, massaggiandosi la guancia: «Sa-Sakura-chan mi ha davvero appena detto di essere innamorata di me!»
La fissò, lei abbassò lo sguardo e si morse le labbra.
Aveva voglia di gridare che si sbagliava, che non fosse così, ma si trattenne.
Non voleva più negarlo. 
Non poteva più farlo.
«Sakura-chan,» mormorò Naruto. 
Il suo tono allarmato la costrinse a rialzare lo sguardo, il volto del ragazzo aveva assunto un colorito violaceo e perfino le punte delle sue orecchie erano di una strana sfumatura di rosso.
«An-anche,» cominciò a balbettare lui. Prese un lungo respiro e poi esclamò tutto d'un fiato: «Anche io sono innamorato di te, Sakura-chan e lo sono dal primo momento che ho visto il tuo sorriso-dattebayo!»
Si stava confessando.
Come se tutto ciò che lui aveva fatto per lei non fosse stato già abbastanza per mostrarle il suo amore. Come se non fosse state le sue stesse parole, la sua stessa domanda, a portare Sakura a dare un nome a quel sentimento che provava per lui.
«Sakura-chan, tu sei la ragazza più bella e più forte che conosca.» continuò lui: «Io sono innamorato di te da prima ancora che potessi capire cosa significasse. Non te l'ho mai detto perché... come potevo sperare di poterti renderti felice? Come può uno come me essere abbastanza per te?»
I suoi occhi la fissavano imploranti. 
Ancora non credeva alle sue parole. Ancora non credeva che lei potesse ricambiarlo.
Lei sorrise.
«Baka!» gli disse e poi gli prese il volto tra le mani per poggiare le labbra sulle sue.
Quella era la sua risposta.
E' impossibile. Assolutamente, totalmente impossibile. Pensò. 
Ma era successo.
Lei si era innamorata di Naruto.




F
INE


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Ciaooo!! :3
Eh già finalmente, e sottolineo finalmente, sono riuscita a concludere questa fanfiction.!
Direi che arrivati a questo punto ci vogliono i dovuti ringraziamenti: due grazie enormi a Lory-chan e princess love per le apprezzatissime recensioni che mi hanno lasciato ad ogni capitolo e naturalmente grazie anche gli altri che hanno commentato, a chi mi ha scritto durante la mia imperdonabile assenza mostrando interesse verso la mia fanfiction e a chi ha letto e chi la leggerà. Ed insieme ai ringraziamenti porgo le scuse per averci messo tanto a far uscire questo ultimo capitolo, quando scrivo voglio sempre metterci cuore e testa ma purtroppo a volte la mia vita incasinata litiga con la mia ispirazione, chiudendola in qualche angolino della mia testa che poi ci metto secoli a ritrovare ^^'

Beh, spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto piacere leggerla. c:
Alla prossima, un grosso bacione e mi raccomando, continuate ad amare questa bellissima coppia! ♡
~Rimi


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