K RETURN OF KINGS - la Principessa bianca e il Re rosso

di stardust94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rosso cremisi e Bianca purezza ***
Capitolo 2: *** il potere risvegliato: la fiamma di Mikoto ***
Capitolo 3: *** la canzone di Alice ***
Capitolo 4: *** ricordi e legami ***
Capitolo 5: *** cicatrici del passato ***
Capitolo 6: *** i giochi sono fatti: (parte 1) la notte di capodanno ***
Capitolo 7: *** i giochi sono fatti: (parte 2) la Regina dei fiori d'arancio e il guerriero dalla maschera spezzata ***
Capitolo 8: *** cuori vicini anime eterne ***
Capitolo 9: *** Kimi e Alice ***
Capitolo 10: *** fiamme impazzite e fulmini di ciliegio ***
Capitolo 11: *** Blu come il ghiaccio rosso come la passione ***
Capitolo 12: *** L'olandese e la principessa ***
Capitolo 13: *** un appuntamento e una verità finalmente svelata ***
Capitolo 14: *** ricordi di un passato dimenticato (parte 1) un bacio destinato ***
Capitolo 15: *** ricordi di un passato dimenticato (parte 2) no blood, no Bone no Ash ***
Capitolo 16: *** verso la fine del sogno ***
Capitolo 17: *** nuovi e vecchi volti ***



Capitolo 1
*** Rosso cremisi e Bianca purezza ***


cap. 1 Rosso cremisi e Bianca purezza

 

I veri angeli sono le persone che in certi momenti compaiono all’improvviso a dare luce alla vita.

 

Mikoto


Morto.
Senza una meta, senza un domani. Allora che senso avrebbe avuto la tua esistenza? E i tuoi compagni? Cosa faranno senza di te...Senza il loro Re?
-Non lo so -
Risposi gelido, ma i miei occhi d'ambra tradivano ciò che pensavo realmente.
Il fuoco che divampava dentro di me, la rabbia, l'odio e il rancore che serbavo in quel momento, esplosero tutti in un ultimo disperato attacco.
In un istante il tempo si fermò in quella landa di neve e ghiaccio, mentre le mie fiamme lentamente venivano risucchiate dal gelo.
Neve. Pura e semplice…
Tanto semplice da macchiare, con il mio odiato colore rosso.
Sentii solo la spada affondarmi nel petto, e vidi le gocce di sangue scivolare e cadere a terra macchiando il terreno con una pozza di sangue.
Plic, plic.
Uno scroscio di cremisi, che mi macchiava i vestiti e i capelli.
Sorrisi mentre Munakata affondava nella carne viva la lama della sua spada.
E poi il buio.
...
Plic, plic. qualcosa colava dal soffitto, acqua forse. Picchiettava insistentemente sul mio viso.
Aprii gli occhi, ma nonostante guardassi il soffitto il mio campo visivo era parecchio limitato. Probabilmente ero sdraiato sulla nuda terra. Cercai di alzarmi, ma fu uno sforzo immane.
Alla fine con molta fatica riuscii a sedermi. Avevo una grande confusione in testa. Cosa era successo? Non ricordavo nulla…
Avevo perso la battaglia contro Munakata e mi ero fatto trafiggere dalla sua spada, pur di non perdere il controllo dei miei poteri… e poi? Cosa era successo veramente? Ero morto…?
No, non lo ero. Socchiusi gli occhi. Dalle labbra uscì uno strato di respiro congelato come la neve a terra sporca di rosso.
"Ma..Dove sono?"
Mi alzai, anche se avevo la nausea e freddo. Chiudendo la mano a pugno tentai di sprigionare qualche fiamma, ma non accadde nulla.
Sospirai e spazzando via la neve dai pantaloni neri mi incamminai verso una direzione qualsiasi. Dovevo scoprire dove mi trovassi.
Camminai per ore. Avevo una strana sensazione, come di essere seguito da qualcuno.
Quel che era peggio? Più camminavo più mi domandavo un sacco di cose.

 


Tanto per cominciare, come potevo essere vivo? Sospirai, quando una voce alle mie spalle mi fece voltare.
Col senno di poi mi domando cosa sarebbe accaduto se non mi fossi voltato o se non avessi incontrato i suoi occhi.
Forse sarei morto davvero. Dicono che la morte si presenti davanti a noi in diversi modi… Forse vale lo stesso per la vita.
Due occhi blu mi fissavano.

 


Erano di un intenso e penetrante blu, e appartenevano ad una ragazza, appoggiata ad un albero. La carnagione color pesca rendeva il blu elettrico dei suoi occhi ancora più intenso.
I capelli erano biondi e lunghi fino alle spalle, e ricadevano su di esse in modo scomposto.
Indossava abiti semplicissimi: un paio di jeans attillati di colore blu con una cintura rossa, una maglia a maniche lunghe a righe nera e bianca e una giacca di pelle nera.
Mi guardò sorridendo calma e si avvicinò, con le mani nelle tasche dei pantaloni.
Non era molto alta e mi arrivava appena al petto. Sarà stata un metro e sessantasette al massimo.
Le sorrisi calmo osservandola.
-Ciao Mikoto-sama -
Disse lei con la voce gentile e uno strano luccichio negli occhi.
Io mi passai una mano dietro alla nuca abbassando lo sguardo che rialzai subito dopo.
-Come sai il mio nome? E chi sei?-
Mi limitai a chiederle sfidandola con lo sguardo. Lei alzò le spalle sorridendo dopo di che si voltò e mi fece un cenno rapido, come se mi stesse dicendo di seguirla.
Sentivo che quella ragazza era a conoscenza di qualcosa che non sapevo ancora. Così, sospirando, la segui a passo calmo e lento.
***
Guardavo la ragazza davanti a me. Semplicemente si limitava a camminare.
Ad un certo punto si fermò voltandosi verso di me, e mostrandomi un largo sorriso mi indicò un piccolo edificio.
Io la guardai inclinando leggermente di lato la testa. Sorrise di nuovo, ed entrò.
La seguii a ruota varcando la porta. Quello che da fuori mi era sembrato grande era in realtà un appartamento abbastanza spazioso per al massimo due persone.
Il pavimento era in legno e scricchiolava ad ogni mio passo. Le pareti, erano tinteggiate con un color ocra chiaro, accanto ad una libreria c’era il divano in stoffa rossa, e una porta comunicante dava sbocco sulla cucina.
Notai una scala e capii subito che l'appartamento aveva due piani. ipotizzai che di sopra ci fossero le camere.
-Uhm… Un posto accogliente.-
Mi limitai a dire sedendomi scompostamente sul divano.
La ragazza sorrise leggermente per poi recarsi in cucina e tornare subito dopo con un piatto di carne.
-Sarai affamato, immagino-
Disse porgendomi il piatto con la bistecca. Io socchiusi gli occhi e lo appoggiai con calma sul tavolo, tornano a guardare lei.
-No grazie.-
Dissi freddo senza perderla di vista nemmeno un secondo.
-Piuttosto, chi sei e come fai a conoscermi?- incrociai le braccia al petto guardandola serio.
Volevo risposte alle mie domande e non mi sarei arreso facilmente.
-Va bene - 
Disse lei sospirando, per poi sorridermi con gentilezza.
-Ma sappi che sarà un trauma.- aggiunse poi giocherellando nervosa con una ciocca di capelli.

 


Io annuii calmo. Non era da me agitarmi per un nonnulla, e sopratutto non era da me tirarmi indietro se era qualcosa pericoloso.
La ragazza prese un respiro profondo chiudendo gli occhi, poi mi guardò intensamente e cominciò a parlare.-Da dove comincio?-

 

Chiese spostandosi alla mia destra e appoggiandosi poi con la schiena al muro e una gamba piegata in modo da far aderire il piede ad esso.
-Ok… Tu… Beh… come spiegarlo?-
Sospirò, per poi guardarmi in maniera più decisa. Ammetto che guardandola mi sentivo stranamente calmo, della serie da lei non sentivo provenire niente, né istinto approffittatorio né omicida. Forse per questo le concessi un mezzo sorriso.
-Vai avanti.-
Dissi appoggiando la testa al indietro. Lei annui. Notai subito che si era completamente trasformata perché sorrise calma e allegra.
-Cominciamo dal principio - fece un respiro alzando il capo. -Tu sei morto, ma…- Ci fu un attimo di silenzio poi riprese a parlare.
-…"Qualcuno"… Ti ha dato un altra possibilità.-
Restai paralizzato da quelle parole.
Ero morto e tornato in vita… E tutto per volere di qualcuno?. Sospirai guardandola.
 -Qualcuno… Chi?- le domandai spiazzandola completamente.
Lei non rispose, voltando lo sguardo. Pareva nervosa. Sospirai di nuovo, mi alzai e rimanendo dì fronte a lei appoggiai una mano sul muro vicino al suo braccio, l' altra sopra in modo che disegnasse un arco. Abbassai il viso guardandola dritta negli occhi.
-Stai esitando.- Le dissi freddo. Lei appoggiò entrambe le mani dietro di sé come se cercasse di schiacciarsi il più possibile contro il muro.
-Non è vero…- La voce le uscì timida e impacciata. Cosa che mi fece scappare un sorriso.
Continuai a guardarla. Lei era davanti a me e cercava di non incontrare il mio sguardo.

 


Non avevo alcuna intenzione di cedere. I motivi erano due ed erano semplicissimi da immaginare.
Numero uno: non sono il tipo di persona che ama i misteri o le cose incomplete.
Numero due: ero parecchio arrabbiato, e inspiegabilmente non riuscivo ad emanare le mie fiamme.
Cosa che mi rendeva nervoso e agitato come non mai.
Sfortunatamente per me, non ebbi il tempo di dire o fare nulla: in un istante mi ritrovai a terra, davanti a me la ragazza bionda con le braccia incrociate al petto.
-Magari…-
Fece un rapido gesto con la mano evocando una sorta di falce.
La lama era di cristallo rosso, il manico nero. La fece roteare per poi piantarla nel pavimento e fulminarmi con uno sguardo abbastanza seccato.
-…Se avresti ascoltato in silenzio…-
Disse sospirando, dopo di che scattò contro di me che mi ero rialzato e mi fece cadere con un calcio.
Io le afferrai il braccio rotolando e cercai di farle perdere l'equilibrio, ma lei, più agile, riuscì a schivare e mi spedì contro una parete con un altro calcio.
-…Forse ti avrei spiegato la situazione!-
Disse sbuffando. I suoi occhi blu incontrarono i miei d'ambra.
Mi rialzai ringhiando un freddo -Stronza.-
Mentre con un balzò le bloccavo una mano dietro alla schiena facendole uscire un gemito di dolore.
-Come… Ahia!- Più si dimenava inutilmente, più io le serravo la presa in modo da non farla scappare.
-Ora… Mi dirai quello che sai.- dissi guardandola. Ormai la distanza dai nostri visi era pari a zero
-Tanto per cominciare… Che ne dici di dirmi il tuo nome?-
Lei sbuffò qualcosa di simile a un "perchè dovrei?!" ringhiando e gemendo ancora per il dolore che le stavo infliggendo.
Le mollai il braccio lasciandola libera. Lei mi fulminò con lo sguardo.

 


-Che modi! e io che ti sto anche aiutando!- Gonfiò le guance come una bambina massaggiandosi il polso rosso a causa della mia stretta. La falce alle sue spalle scomparve di colpo.
Sbuffai e feci per andarmene ma al ultimo momento ci ripensai.
Non lo avrei mai ammesso ma quella ragazza mi serviva.

 


Sospirai guardandola e bazzicai qualcosa di molto simile ad un "mi spiace", ovviamente a bassa voce. Lei alzò il capo e sospirò a sua volta scrollando le spalle
-Va bene…- Disse gonfiando ancora le guance.
-Piuttosto… in che città siamo?- chiesi cercando di cambiare argomento.
Lei un po’ sorpresa dalla mia domanda si affacciò alla finestra.

 

-Siamo nella città di Shizume-
-Shizume?!- domandai alla ragazza un po’ agitato.
Lo so non è da me perdere il controllo, ma capitemi: mi ero appena risvegliato, scoprendo che qualcuno mi aveva riportato in vita.
Perfino uno calmo e serio come me si sarebbe sorpreso.
-Uhm… Comincio a non capirci più nulla…- Dissi sospirando.
Lei sorrise socchiudendo gli occhi.
-È normale Mikoto-sama.- pareva diversa, più calma e rilassata, e lo ero anche io.
-Tu conosci il mio nome... Ma io non conosco il tuo- dissi sorridendole.
Lei rise poi si avvicinò a me e spostandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio piegò il bacino in avanti finendo con il viso a dieci centimetri dal mio.
-Alice - Disse rimettendosi dritta e sorridendo decisa. -Il mio nome è Alice Kurenai- Mi porse la mano amichevolmente.
Io le scoccai un occhiata calma ridendo appena.
-Sai già chi sono, no?- dissi alzando le spalle.
Lei arrossì di colpo distogliendo lo sguardo. Risi.

 

Mi divertiva prenderla in giro, anche se era chiaro non lo facessi per cattiveria. Più che altro la trovavo piacevole come divertimento passeggero.
-Sei il Re Rosso di Homra.-
La sua voce si era fatta incredibilmente fredda. Io mi limitai a confermare la sua dichiarazione.
 Improvvisamente sentii squillare un telefono. Kurenai rispose girandosi e dandomi le spalle.

 


-Si, ho capito… Ok lo porto da… Ehi, aspetta! Ah, ok, ok.-
La bionda riattaccò e mi guardò sospirando.
Da quel poco che sapevo di lei non sembrava una tipa molto paziente. Come me del resto.
Teneva una mano premuta contro la fronte.
-Le cose si fanno più complicate.-
Sbuffai guardandola torvo e alzai appena un sopraciglio.
-Che intendi?-
Lei incontrò il mio sguardo poi restò per un attimo in silenzio, prima di incrociare le braccia al petto.
-Vieni con me.-
Annuii seguendola fuori dall' appartamento. Uno strano presentimento mi diceva due cose…
Il nostro non era stato un incontro casuale, e quella ragazza non era una persona qualsiasi.

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Capitolo 2
*** il potere risvegliato: la fiamma di Mikoto ***


cap. 2 il potere risvegliato: la fiamma di Mikoto
 

Mikoto

Correvamo lungo la via principale. Alice era poco distante davanti a me.
I suoi occhi furono subito attirati da qualcosa: un’altissima colonna di ghiaccio si estendeva nei pressi di una casa.
Aveva quasi completamente squarciato il tetto e alcune tegole erano saltate via. Sopra la colonna, due figure lottavano.
Uno era il Re Blu, divisa impeccabile "come sempre"

 

Occhi di ghiaccio, occhiali dalla montatura fine e nera e capelli blu scuro leggermente scomposti per il forte vento.
L'altra figura era un po’più bassa di lui. Si muoveva agilmente incrociando la lama della sua katana con quella di Munakata.
Improvvisamente Alice sorrise, era un sorriso sicuro e determinato, scattò in avanti con un balzo e atterrò due guardie.
Io schivai più di un attacco. Pur non controllando le fiamme, riuscivo a difendermi bene nel corpo a corpo. Sferrai calci e pugni a raffica, ero esausto ma non ero il solo.
Anche la bionda pareva stanca. Schivando l'ennesimo colpo mi ritrovai con la schiena contro la sua.
Alice mi guardò per un istante
-Mikoto-sama così non riusciremo ad avanzare!- ringhiò schivando un pugno e spedendo a terra l'ennesimo "pesce piccolo".
Io feci un cenno con il capo.
-Cosa proponi?- le domandai continuando a combattere.
Lei schivò con una capovolta l'ennesimo avversario. Ansimavamo tutti e due per la fatica.
"Di questo passo…" Pensai "…Non reggeremo molto"
Come se mi avesse letto nel pensiero Alice mi scoccò un occhiata di assenso.
-Devi risvegliare il tuo potere!-
Disse un minuto prima di venire colpita alla gamba. Un taglio piuttosto profondo le solcava la pelle lacerandola. Gemette ringhiando, e io le corsi subito accanto.
-Ce la fai ad alzarti?-
Le chiesi dando un calcio ad un nemico che si era avvicinato troppo.
Lei tentò con uno sforzo immane di rimettersi in piedi, e io la sostenni per evitare che cadesse di nuovo.
Non lo avrei mai ammesso ma la sua grinta e il suo non volersi arrendere mi piacevano: era determinata, una cosa che al giorno d' oggi poche persone sono veramente.
La guardai, mi bastò un istante per comprendere le sue parole di poco prima.
-Come faccio?- le chiesi calmo. Lei ricambiò con uno sguardo fugace. Mentre strappandosi un lembo della giacca fasciava la ferita alla gamba.

 

-Devi risvegliare la tua forza.- disse finendo di fasciare la gamba stretta in modo che il sangue si fermasse naturalmente.
-Concentrati e visualizza la fiamma, poi rilasciala.- Furono queste le parole di Alice.

 


Avevo la mente carica di pensieri e dubbi, ma se volevo risvegliare le fiamme e combattere al meglio cera un solo modo: dovevo svuotarla da qualsiasi pensiero.
Chiusi gli occhi. Intorno a me sentivo il rumore della battaglia, il vento che soffiava implacabile. il suono del battito del mio cuore.

 


Avvertii qualcuno dirigersi contro di me. Tenevo le mani nelle tasche dei pantaloni. Proprio in quel momento riaprii gli occhi accorgendomi del aura rossa che mi stava ricoprendo.
Sentivo una grande forza esplodere dentro di me. Gli occhi solitamente d'ambra avevano delle sfumature rosse. Sentivo caldo, un calore cocente ma al tempo stesso piacevole.

 


Mi voltai sferrando un potente calcio ricoperto dall’aura di fiamme. Il mio avversario bruciò al istante venendo spedito contro una parete, che per la forza del impatto si sgretolò quasi completamente.
Alice fece un fischio stupita, pareva contenta della mia mossa. Sorrisi alzando il capo, anche se a fatica lei mi raggiunse zoppicando.
-Sei grandioso come dicevano!- disse entusiasta.
Io mi lasciai scappare una risata, tanto più per la sorpresa che per il complimento in se.
Alice ridacchiò guardando verso la casa.
Renshi Munakata se ne era andato e con lui anche i suoi guerrieri.
Mi lasciai cadere sedendomi, e lei si diresse verso una ragazza arrivata in quel momento.
Voltai lo sguardo osservandole: l' altra ragazza aveva lunghi capelli neri, gli occhi erano rossi come le rose e il sangue.
Indossava una divisa militare nera con i risvolti dorati. Sotto una camicia bianca con una cravatta rossa. Al fianco teneva una katana con il fodero nero. Il manico della spada era blu con alcuni rombi neri.
La ragazza ripose la spada slegandosi i capelli, che poco prima erano legati in una coda sottile, e lasciando libera la fluente chioma color alabastro.
-Perché sei venuta!? lo sai che è pericoloso!-
La voce della ragazza mora era severa e parecchio preoccupata. Alice la abbracciò di colpo sorridendole per poi alzare le spalle.
-Dai, Aka-chan! Non arrabbiarti!- disse ridacchiando. Per poi aggiungere -Dopo ti vengono le rughe -
La mora si lasciò scappare un mezzo sorriso guardando poi verso di me.
-Uhm… Tu chi…? - Mi scrutava con occhio indagatore, cercando probabilmente di capire se ero o meno un nemico.

 


Io mi limitai a sospirare,e alzatomi presi dalla tasca un pacchetto di sigarette, dopo di che ne portai una alla bocca.
La tenevo tra i denti mentre la accendevo con l'accendino d'argento, uno dei tanti regali di compleanno che avevo ricevuto da quelli di Homra.

 


 Proprio in quel momento la voce di una mia vecchia conoscenza mi venne all’orecchio, facendomi alzare il capo.
-Mikoto!-
Era una voce che conoscevo benissimo. Ciò nonostante quando lo vidi di fianco alla mora restai di sasso.
Era alto e magro, gli occhi scuri erano celati dagli occhiali da sole viola. I capelli erano biondi.
Fui completamente travolto dal suo abbraccio.
-Mio Re, allora è vero! Sei vivo!-
Aveva le lacrime agli occhi e mi stringeva. La ragazza mora si concesse un sorriso gentile, prima di avvicinarsi appoggiando la mano sul braccio di Izumo che si staccò asciugandosi rapido gli occhi umidi.
-R-Re…- Un’altra voce, che in quel momento mi sembrò fin troppo famigliare attirò la mia attenzione.
Un ragazzino dai capelli rossi nascosti da un berretto nero di lana mi corse incontro. Indossava una larga maglia bianca e un paio di pantaloncini verde scuro.
Affiancò Izumo tenendo nella mano destra uno skateboard.

 


Lo guardai, mentre le mie labbra si incresparono in un calmo sorriso. Con il ragazzo, c’era una bambina. Aveva i capelli argentati e gli occhi di un rosso intenso come il vestito da lolita che portava.
-Anna...Yata.- dissi cercando di mostrare per lo meno un minimo di gentilezza, cosa che non mi riusciva molto bene.
Non perché fossi freddo, tutt'altro! semplicemente non trovavo le parole giuste… Sempre che ve ne fossero da dire in quel momento.
-Mikoto-sama!- urlarono i due ragazzini correndo ad abbracciarmi.
Ero sorpreso ma restai calmo appoggiando una mano sulla schiena di Anna, che per la felicità continuava a piangere, e una su quella di Yata, che distolse imbarazzato lo sguardo.

 

Dietro di loro la notai.
Kurenai era seduta in un angolo da sola, e gli occhi blu erano attraversati da lampi di dolore mentre si guardava la gamba ancora fasciata.
Mi avvicinai guardandola.

 

-Non così.- dissi prima di inginocchiarmi di fronte a lei.
Sospirai e cominciai a slegare delicatamente il nodo sul pezzo di stoffa che cadde a terra, impregnato di sangue.
La gamba di kurenai presentava due tagli e la pelle era lacerata, lei strinse i pugni gemendo per il dolore.

 

Sospirai e alzai il capo. Per un istante solo mi domandai se avesse sopportato davvero tutto quel dolore in silenzio per tutto questo tempo.
-Izumo. Portami delle bende- dissi freddo. Il biondo fece un rapido cenno e scomparve dentro la casa con Anna e Yata.
Mi voltai verso la ragazza, che da quello che avevo capito si chiamava Akane, dopo di che la guardai freddo. -Lasciaci soli- dissi.
Lei fece un cenno di assenso e si allontanò verso la casa.

 

 
Alice

 


"Ecco fantastico!" pensai.
Ero nella merda fino al collo! Cercai di lamentarmi il meno possibile mentre Mikoto mi fasciava con delle vere bende la ferita.
Speravo con tutta me stessa che non lo notasse, che non mi guardasse in faccia. Perché se lo avesse fatto... 
Sarei di certo sprofondata per la vergogna!

 


Le sue dita sfioravano delicatamente la mia pelle mentre fasciava la ferita che aveva precedentemente disinfettato.
Aveva un tocco calmo e gentile, decisamente in netto contrasto con il calore che emanava e la sua voce fredda e controllata.
Finì di sistemare la benda, dopo di che fissò il suo sguardo d'ambra nel mio blu elettrico.

 


-Sei bravo con stecche e bende.- Dissi ridacchiando.

 

Lui si concesse un calmo sorriso, dopo di che si alzò tenendo una mano dietro la nuca e una in tasca.
-Me la cavo…- Disse lui, alzando lo sguardo verso il cielo.
Sorrisi e provai ad alzarmi. Tenevo comunque la gamba sollevata in modo da non provare dolore appoggiandola.
-Che palle… E non ho nemmeno le stampelle!- sbuffai, quando Mikoto ridendo mi attirò a se prendendomi per il polso.

 


Feci tre saltelli ritrovandomi accanto a lui. Eravamo davvero vicini… Molto, troppo vicini!

 


-Ehm… che c’e?- domandai senza alzare lo sguardo.
 Sapevo che se lo avessi fatto beh… Non sarebbe bastato tuto l'oro del mondo per spegnere l'imbarazzo che provavo o il tremare incessante della mia voce.
-Sei davvero buffa.- commentò lui tenendo una mano sulla bocca e bloccando una risata.
Io sbuffai gonfiando le guance ma sorrisi.
-Senti chi parla.- Dissi ridendo a mia volta.
In un attimo, la tensione e l'imbarazzo erano completamente scomparsi. Ci sorridemmo, poi lui appoggiò una mano sulla mia testa e mi scompigliò i capelli
-Se non cela fai puoi appoggiarti a me.- disse tendendomi il braccio. Lo guardai e socchiusi gli occhi.

Mikoto

Aprì gli occhi e sorrise. Un caldo e luminoso sorriso. Il vento le disordinava i capelli biondi.
Ma quel sorriso… Era sincero… Era vero. Uno di quei sorrisi capaci perfino di sciogliere un cuore di ghiaccio. O almeno era quello che pensai.

 


Per un istante solo davanti a quella ragazza non seppi che dire, e fu il mio corpo a parlare per me, così la abbracciai senza pensarci.
Non me ne ero accorto ma il mio cuore stava battendo come un treno in corsa e il mio viso era sferzato da quello che pareva imbarazzo allo stato puro e che cercai di controllare staccandomi di colpo.
-Scusa… Ho agito in modo impulsivo…-
Dissi cercando con un colpo di tosse di sembrare calmo.

 


Lei si avvicinò saltellando. Peccato solo che mi travolse facendomi perdere l'equilibrio e mi fece cadere con la schiena sul erba.
-Ohi!... Kurenai stai bene?!-
Ero visibilmente preoccupato. Quando mi accorsi di avere la testa della bionda sopra al mio petto, notai che stava sorridendo.
-Sto bene… Grazie a te. -
Quel commento, che a lei pareva decisamente innocente mi fece avvampare per un istante.
-Uhm… Ora però alzati.- le dissi.
Lei scosse appena il capo, stringendosi di più a me.

 

-Ma si sta così bene! se mi alzò fa freddo.- disse ridacchiando.
Io sospirai e mi passai imbarazzato una mano tra i capelli. Ero rassegnato alla sua completa ingenuità.
 -Va bene, ma solo per poco -
Dissi voltando lo sguardo, sentivo il respiro di Kurenai appena percettibile.
Non ero scomodo ma nemmeno al massimo della comodità. Alla fine, forse contagiato dal suo sonno tranquillo mi addormentai anche io.

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Capitolo 3
*** la canzone di Alice ***


cap. 3 la canzone di Alice
 


Mikoto


-Uhm..fa caldo.-

Aprii lentamente gli occhi. Kurenai era sdraiata con la testa contro il mio petto. Avevo terribilmente caldo ma non era lei la ragione. Improvvisamente qualcosa mi rimbombò nella mente. Era una voce forte e possente, che pareva parlare direttamente al mio cuore.

Cominciò a farmi male la testa, e soffocando a stento il dolore svenni.
"Suoh! Suoh Mikoto!"

La voce era cavernosa, tanto che mi dovetti coprire le orecchie per non rimanere assordato. Il dolore alla testa mi costrinse a piegarmi in ginocchio, mentre quello che vedevo intorno a me era soltanto un mare di fiamme incandescenti come lava.
Mi sforzai, per quanto possibile, di restare cosciente, e così anche se ansimavo per il dolore mi voltai nella direzione dalla quale proveniva il rumore, o meglio, la "voce". Ciò che vidi in quel momento mi paralizzò al istante.


Le fiamme si erano raggruppate e ora proteggevano come uno scudo qualcosa che brillava emettendo una luce rossa ad intermittenza.
Era un cristallo: una sorta di enorme rubino scintillante, che come un guscio esterno proteggeva qualcosa.

Lo sfiorai con una mano e la luce si fece più forte cosi come il dolore.

-ma cosa..sta..!-

Una fiamma partì dal cristallo poi un altra e un altra ancora, si raggrupparono formando un anello che avvolse il cristallo, e con un sinistro crepitio cominciarono a formarsi alcune crepe sulla superficie della pietra che a poco a poco cominciò a sgretolarsi.

Sotto di essa si intravedeva prendere forma una figura. Era alta e pareva anche grande. Dal cristallo che si stava sgretolando pezzo per pezzo si levò un ringhio selvatico, come quello di una bestia feroce.

Feci alcuni passi indietro, mentre la luce si dileguava mostrando l'avanzare di una vera e propria "creatura infernale": era un essere formato da lava. Sembrava prendere vita dalle fiamme che lo circondavano… un animale a quattro zampe, un leone per l'esatezza.


-Ti stavo aspettando, Suoh Mikoto.-

La voce proveniva direttamente dall’enorme bestia di fuoco. Era rauca e bassa e incredibilmente simile alla mia. Sbuffai incrociando le braccia al petto e alzai un sopracciglio osservando la creatura.

Il leone che viceversa osservava me era piuttosto calmo. Sbuffai ancora socchiudendo appena gli occhi, quando sentii la risata della creatura diffondersi ovunque. Era così potente da spazzare via in un solo colpo le fiamme.

Il leone mi girò attorno per un po’ fermandosi e sedendosi di fronte a me.

-Sarai un allucinazione?- domandai freddo. L'enorme animale avvicinò il muso al mio viso inclinando il capo di lato e guardandomi con gli occhi di brace

-Ti sembro una allucinazione?- chiese sbuffandomi il suo fiato cuocente sugli occhi. Sospirai scuotendo il capo.

L'enorme animale di fuoco e lava fece un ghigno facendo vibrare l'aria satura dall' fumo e dalle scintille delle fiamme.

-Ok non sei un allucinazione-

Cominciai a dire incrociando le braccia al petto. -Allora cosa sei?- domandai freddo.
-Io sono fuoco e lava. Sono forza e determinazione- ruggì verso il cielo il leone.

Restai in silenzio… Avevo una strana sensazione, come se quelle parole risuonassero nel mio cuore. Improvvisamente l'animale tornò a guardare verso di me.

-Io sono E-Flame lo spirito aureo del fuoco- disse ringhiando leggermente.

Restai colpito. Più che altro dal fatto che non solo aveva un nome ma si atteggiava pure cercando di sembrare più pericoloso, cosa che mi fece scappare un ghigno divertito.
-Ragazzo, non sottovalutare il fuoco.-

Disse come se avesse intuito il mio tono divertito. Io scrollai le spalle, in un attimo la risata del leone di fuoco mi investì spedendomi al indietro contro la parete.
Battei la schiena ma mi rialzai quasi subito, guardando deciso l'animale fiammeggiante.

-Niente… Male- dissi facendo perno sulla gamba per alzarmi del tutto da terra. La bestia inclinò di lato il muso osservandomi divertita.


-In questo mondo,- disse ringhiando -ci sono solo due tipi di persone che odio. - affermò poi mentre con un balzo fulmineo tornava di fronte a me.
-Gli indecisi e i vigliacchi.- disse gelido ruggendo.

Io annui appena, mi sentivo paralizzato, come se l'aria stessa intorno a me vibrasse.
-E questo cosa ha a che fare con me?- domandai calmo.

Lui ringhiò dimenando la coda. Pareva più arrabbiato, o almeno questo traspariva dal suo ghigno gelido.
-Suoh Mikoto. Tu sei il tipo di persona che mi piace di meno.- disse poi sorprendendomi.

Restai in silenzio. Ero stupito e in un certo senso anche seccato dalle sue parole, tanto che sbuffai incrociando le braccia al petto.
-Fammi capire…- cominciai a dire

-Tu mi hai fatto venire qui soltanto per questo?- Lo guardai fulminandolo. Lui annuì calmo mentre tornava a farmi male la testa.

-Qualcuno sta interferendo… Parleremo di nuovo... Suoh Mikoto…- Disse prima di scomparire avvolto dalle fiamme.
****
Aprii di colpo gli occhi. Non faceva più caldo e non provavo più dolore. Ero al chiuso. Lasciai scivolare una mano, che tenevo premuta contro la fronte colpendo qualcosa di morbido al lato del materasso bianco.
Una voce flebile e un mugolio sommesso attirarono la mia attenzione.


Guardai alla mia destra. La bionda era tranquillamente sdraiata su un fianco e dormiva tranquilla della serie che nulla sembrava in grado di svegliarla.
Vestiva con una maglia di due taglie più grande di colore viola chiaro che arrivava appena fino alle ginocchia. i capelli lunghi e biondi, erano sciolti sulle spalle esili.


-Ohi…- Cercai di svegliarla, scuotendola leggermente, ma a nulla valevano i tentativi: Alice continuava comunque a dormire.

Così sospirando mi alzai. Ero in una stanza molto grande e fuori dalla porta sentivo delle voci. Uscii e mi ritrovai davanti Izumo.


-Buongiorno.- disse sorridendo calmo il biondo. Io ricambiai il sorriso, passandomi poi la mano tra i capelli.
-Dove siamo?- Domandai cercando di non sembrare impaziente, cosa che però ero.

Lui si sistemò con un gesto rapido gli occhiali e sorrise.
-Homra- disse aprendo una porta e svelando la sala principale della nostra ex base.

Tutto era rimasto esattamente come prima. Dai divanetti al bancone in legno di prugno, il preferito da Izumo. Perfino il calcetto e la libreria. Tutto era uguale a come lo ricordavo. Per un attimo, una sensazione di smarrimento e di nostalgia mi avvolse, i miei occhi diventarono più lucidi mentre trattenevo le lacrime.

Non avevo più pianto dalla morte dei miei genitori, il giorno prima di diventare il nuovo Re rosso. Improvvisamente trasalii, non era da me pensare al passato. Sospirai scuotendo il capo con decisione.
-Quella ragazza, Kurenai-san… Chi è?- domandai con fare calmo.

Izumo si avvicinò al bancone poi mi guardò. -Alice e Akane Kurenai- disse prendendo in mano un bicchiere e cominciando a pulirlo.
-Uhm..sono sorelle quindi. - Dissi ricevendo subito un segno di assenso da Izumo.

Socchiusi gli occhi poi tornai a guardare verso la stanza, dove probabilmente Alice stava ancora dormendo.


 Izumo


Era strano… Certo Mikoto a volte riusciva a sorprendermi, ma mai come in quel momento. Pareva curioso di sapere qualcosa di quelle due ragazze.

Sorrisi e venni richiamato subito da un suo sbuffo, che ovviamente mi fece scappare una risata.
–Suvvia, Mikoto, sei troppo nervoso.-

Dissi cercando di calmare il mio Re. Lui sospirò e posò i suoi occhi d'ambra direttamente nei miei.
-Ci sono un po’ di cose che devi spiegarmi.- disse portandosi una sigaretta tra i denti, sigaretta che accese poi con una fiammella.

Io sorrisi, era bello e quasi rassicurante rivedere in azione il suo potere. Mi limitai a prendere un altro bicchiere lucidandolo.

-Lo so, ma ti chiedo di avere un po’ di pazienza.-
-Pazienza? E per cosa?- domandò lui aggrottando un sopracciglio.

Sospirai appena e lo guardai sorridendo. Ero a conoscenza di quello che era accaduto e sapevo anche cosa avesse passato. Continuammo a parlare per un po’ quando improvvisamente una voce mi arrivò alle orecchie facendomi sorridere.

Mikoto


Era una voce incantevole e cristallina. La seguii camminando fino al giardino, per poi entrare nel roseto.

Ero incuriosito e volevo a tutti i costi scoprire chi fosse il proprietario di una voce tanto bella.


Il vento di inizio estate muoveva le fronde degli alberi, mentre il profumo delle rose rosse si diffondeva per il roseto.
Fu allora che la notai.

In mezzo al giardino stava una ragazza, era Kurenai-san, indossava un abito bianco lungo fino alle ginocchia.

Stava cantando e non si era accorta della mia presenza. La voce era limpida ma anche gentile e decisamente seducente,oltre che precisa.

Era così presa dal cantare che non mi aveva nemmeno notato. Sorrisi, e mi sedetti dietro di lei osservandola. Era davvero molto brava e si muoveva a passo di musica. Era agile e molto coordinata, tanto che mi fece scappare un sorriso.

Era divertente osservarla. Improvvisamente perse l'equilibrio, e io che ero dietro di lei le afferrai i fianchi impedendole di cadere indietro.
-Sei brava-

Dissi ridacchiando. Lei avvampò di imbarazzo distogliendo lo sguardo. -G-grazie.- sussurrò mordicchiandosi il labbro inferiore.

Sorrisi e le avvicinai il viso al collo ridendo.


Alice


Sentivo il suo respiro sulla pelle, mi solleticava con il suo fiato caldo, ero rossa come i suoi capelli… E cercavo inutilmente di distogliere lo sguardo da lui.


-Mikoto-sama c-che ci fai qui?!- domandai.

La voce mi usciva decisamente strozzata, e ansimai per la stanchezza: era da due ore che provavo quella canzone.

Lui sorrise e mi sussurrò al orecchio -Non stavi dormendo?- Aveva una voce calma e bassa decisamente affascinante.

Serrai gli occhi e scrollai le spalle. -Prima. Ma faceva un po’...Freddo.-
-Freddo?- domandò ridendo. Io annui, sentivo le sue dita accarezzarmi un po’ i fianchi, cosa che mi fece arrossire e staccare di colpo.

Voltandomi e incrociando le braccia al petto.

-C-che diavolo pensi di fare?!- lui socchiuse per un istante gli occhi, poi guardò verso di me deciso.
-Io?...Propio niente.- disse calmo.

Io sospirai e mi girai poi dopo aver spento la radio scossi la testa.

Improvvisamente qualcosa mi coprì il viso. Era un asciugamano bianco. Lo presi voltandomi verso il rosso.

Lui inclinò appena la testa sorridendo freddo.
-Fa caldo oggi. Non sforzarti troppo.- disse appoggiandomi una mano sulla testa, per poi oltrepassarmi con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri.

Io mi voltai di colpo mentre lui girava il capo guardandomi e sorridendo appena.


-Ehm… grazie del consiglio.- dissi sorridendo.

Lui ricambio e sussurrò un calmo -Figurati.- alzando le spalle.


Era di fronte a me, calmo come suo solito. Io sorrisi con la stessa calma.

-Ti va di bere qualcosa?- domandai. Lui annui e si avvicinò prendendomi la mano con la sua.

-Altrimenti ti perdo di vista.- disse ridendo e avviandosi, io mi lasciai trascinare arrossendo per il calore che emanava la sua mano.


Izumo era seduto al tavolo. Stava leggendo il giornale con accanto a lui mia sorella che sorrideva sorseggiando un Angelo Azzurro, il suo drink preferito.
-Ciao.-

Disse il biondo alzando lo sguardo dal giornale. Io ricambiai il saluto, quando Izumo notò che stringevo la mano di Mikoto rise.
-Siete davvero affiatati.-

Quel commento parzialmente innocente mi fece arrossire di colpo e sbuffare.

-Non è affatto vero!- dissi staccando la mano da quella del Re. Lui si limitò a ridere freddo appoggiandomi il gomito sulla testa.
-Esatto. siamo soltanto amici.- disse freddo accendendosi una sigaretta.

In quel momento mi sentii strana...Era come se quelle parole in qualche modo mi avessero ferita. Abbassai il capo mentre stringevo i pugni

-S-solo amici neh?- dissi mordendomi il labbro. Non riuscivo a spiegarmelo, ma c’era qualcosa in quel "solo amici" che mi dava fastidio e mi faceva stare male. Improvvisamente un commento di Mikoto mi fece alzare la testa e arrossire.
-Forse è meglio se non ti tolgo più gli occhi di dosso- disse ridendo.

-Altrimenti finisce che ti ammazzano.-

Arrossii di colpo, avevo gli occhi lucidi e le guance rosse. Insomma, non vi era stato nella mia vita momento meno imbarazzante.

Ma nonostante tutto ero stranamente felice.
***
(sede di Omega)


Un ragazzo, capelli blu scompigliati, occhi dorati, cammina per il corridoio della sede di un organizzazione misteriosa. Indossava un impermeabile bianco con i bordi dorati che gli arrivava fino ai piedi. Una fascia con un simbolo una O stile gotico capeggiava sulla manica. Scosse il capo mentre sbuffando entrava in una stanza.


Di fronte a lui un uomo, seduto dietro una scrivania in mogano nero. I capelli lunghi e bianchi, gli occhi rossi come fuoco. Lo sguardo calmo che nasconde in realtà intenti folli e una incredibile crudeltà.
-Allora? L’hai trovato? - chiese ghignando.

Il giovane che rispondeva al nome di Zero scosse il capo, dopo di che gettò sulla scrivania un plico sporco di sangue con una lista piena di nomi.

-Uhm… Molto bene. Ne hai ammazzati già due!- esultò l'argenteo ridendo sadicamente.
-Sì. Con permesso…- Disse Zero dandogli le spalle.

Si fermò con la mano sulla maniglia della porta.
-Mi aspetto grandi cose da te.- Disse il Re incolore ghignando, poco prima che il ragazzo turchino uscisse dalla porta.

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Capitolo 4
*** ricordi e legami ***


cap. 4 ricordi e legami
 

 

Raccolse lo striscione, era la quarta volta che cercava di fissarlo, al ingresso del locale. Cosa parecchio complicata visto la sua altezza, non propio vertiginosa.
Per fortuna che qualcuno la sollevò da terra prendendola per i fianchi, quel qualcuno, era il Re rosso di Homra. Mikoto sorrise apoggiandole una mano sulla schiena, l' altra era nella tasca dei pantaloni scuri.


Alice
Ero seduta sulla spalla di Mikoto-sama, stavo sistemando per bene lo striscione, cercando di non cadere.
Visto il suo ritorno Izumo e gli altri, avevano proposto di organizzare una piccola festa di bentornato per il Re rosso. Così ci eravamo divisi i compiti:
Yata e Anna avrebbero pensato al menù, per la grigliata di carne. Izumo ai drink da bere. Mikoto-sama e io invece alle decorazioni.

L'idea di essere in coppia con lui, mi metteva un po d'ansia. Ma allo stesso tempo, mi rendeva felice. Forse, perchè eravamo da soli...Solo noi due.


Arrossì di colpo, evitando il suo sguardo, lui continuava ad aspettare, qualcosa che gli facesse capire che avevo finito. Sorrisi guardando l' opera completa.
- Niente male - gli sentì dire, con il suo solito tono calmo.
- Già...è venuto bene -
Affermai guardandolo, poi appoggiai una mano alla sua spalla, lui mi mise delicatamente a terra assicurandosi che arrivassi sana e salva.

Poi disse - con l'allestimento abbiamo fatto? - io annui guardando la lista di cosa da fare.

- Dunque...- Cominciai ha dire, spuntando alcune cose dalla lista.


Mikoto


Tenevo una mano in tasca, mentre l' altra era tra i capelli, la guardavo incuriosito. Kurenai, stava dando un ultima controllata alle cose da fare. Presi una sigaretta accendendola con una fiammella, poi con tutta la calma di questo mondo cominciai ha fumare.


Prendevo tiri di fumo incurante del resto, la ragazza si voltò verso di me con un bel sorriso in volto e disse

- Facciamo una pausa? -
Io feci un semplice cenno di assenso, sdraiandomi con le braccia dietro al collo.
Lei si sedette un po distante da me, teneva le gambe ha contatto con il petto apoggiando i gomiti alle ginocchia e ascoltava il rumore del vento sorridendo.

Io la guardavo incuriosito. Improvvisamente si voltò verso di me

- Mikoto-sama... - Cominciò ha dire con la voce appena percettibile, ammetto che facevo fatica ha non sorriderle quando incontravo i suoi occhi, tuttavia cercai di stare calmo e di mostrarmi freddo

- Cosa ce? - lei arrosì sulle guance abbassando il capo, la frangia le copriva gli occhi, mentre timidamente cercava di formulare la frase.

- Ecco posso avvicinarmi? -
Restai di sasso.
Non tanto per la richiesta, ma tanto per la dolcezza della sua voce. Sembrava una pecorella al cospetto di un lupo.

Non era difficile intuire chi fosse il lupo in quel momento, comunque accennai un sorriso e prendendola per il polso la avvicinai a me.


Alice


Sentivo un piacevole calore, ero apoggiata con la testa contro la spalla di Mikoto, ovviamente avrei potuto benissimo fare il cosplay di un pomodoro per quanto fossi rossa.

- M-Mikoto-sama... - Sussurrai, mi mancavano le parole. O meglio le avevo ma non volevano saperne di uscire.
Lui si limitò ha stringermi di più, come se non notasse minimamente il mio imbarazzo.

Io degluti poi cercai di calmare il cuore che minacciava di esplodere da un momento al altro. Mi sentivo al sicuro, stretta al suo petto.

Improvvisamente alzando lo sguardo, incontrai i suoi occhi.
Due fulmini ambrati, tanto affascinanti quanto forti e seri. Scossi la testa, non dovevo pensarci, non dovevo lasciarmi prendere dal momento.

- M-Mikoto-sama... - Sussurai, lui mi lasciò alzandosi poi dopo essersi voltato verso di me fece un piccolo e freddo sorriso.


Yata


Sfrecciavo per le vie della città sul mio skate tutto soddisfatto. Avevo sconfitto la Scimmia per l'ennesima volta.

Ero contentissimo! Homra non era lontano da dove mi trovavo io. Fuori campeggiava uno striscione che mi fece sorridere.
-Izumo!- lo chiamai entrando in quel momento.
-Ciao Yata come è andata?- mi chiese il biondo mentre puliva un boccale vuoto.
-Bene ho sconfitto la scimmia-
-Di nuovo- sorrise il mio collega Io annuì sedendomi davanti al ragazzo.
-Ma Mikoto sama?- domandai notando solo in quel momento che non c'era il mio re.
-Non lo so-
-Allora lo chiamo- scesi dallo sgabello e urlai

-MIKOTO SAMA!-  Izumo scoppiò a ridere.


Mikoto

La voce di Yata mi fece sobbalzare e subito lo raggiunsi seguito da Alice.
-Yata cosa c'è? Ti sembrava il caso di urlare?- domandai con gli occhi un po' scocciati.
-No, ma volevo vedere se rispondevi-

Rispose il ragazzino sedendosi al bancone di Izumo e io lo raggiunsi.
-La missione?- fu la mia domanda.
-Tutto bene, la scimmia ha avuto il ben servito ed è tornato con la coda tra le gambe da Reisi- sorrise Yata tutto contento.

Sorrisi appena. Sapevo quanto Yata odiasse Saruhiko per quello che aveva fatto. Ci aveva traditi.

Sbuffai ricordando fin troppo bene il comportamento del ragazzo.
-Bene- dissi.


Izumo stava trafficando con qualcosa nel retro e si sentì il rumore di un crollo.
-Izumo kun!- Alice lo raggiunse sul retro.
-Tranquilla sto bene è solo caduto un po' di caffè- disse il biondo tornando al bancone.
-Stai bene Izumo?- domandai mentre il mio amico sorrideva
-Tranquillo Mikoto-
Sospirai mentre il mio sguardo si posava su Alice. Dovevo ammetterlo era davvero bella, ma Yata mi distrasse cadendo dallo sgabello e facendomi scoppiare a ridere.
-Non è divertente Mikoto sama!- dichiarò lui alzandosi.
Solo allora notai che anche Anna e Kanamoto erano tornati e si stavano avvicinando, lui con un sorriso cordiale chinò appena la testa.
Sorrisi anch'io salutandolo, mentre Izumo continuava a litigare con una macchinetta del caffè che stava facendo i capricci.
-Missione compiuta Mikoto sama- sorrise il biondo, che però abbassò lo sguardo.
-Cosa c'è?- domandai preoccupato.
-Ho scoperto una cosa, c'era dello strano movimento vicino alla base degli Scepter 4 Reishi sta macchiando qualcosa- disse il ragazzo.
-A cosa gli servirebbe macchinare qualcosa scusa? Lui crede che Mikoto -sama sia morto- disse Yata.
-è vero, ma le sentinelle erano molto numerose oggi, di solito ci sono soltanto quattro guardie ad ogni ingresso, oggi ce ne erano otto- affermò.
-Si aspetta un attacco- dichiarai.
-Già, ma da chi? - Scossi il capo. Non lo sapevo


Flavia

Volevo ammazzarlo era l'unica cosa che volevo fargli in quel momento.
Aveva ucciso mia madre in modo barbaro e ora meritava la stessa fine. Ma il problema era...Come potevo affrontarlo da sola?
Non avevo alleati, il re rosso era morto...Reisi non mi avrebbe mai dato una mano. Sospirai sedendomi su una poltrona pensierosa.
-Attaccare ora senza alleati non sarebbe una mossa saggia- affermò una voce alle mie spalle.
-Lo so, ma è l'unico modo - dichiarai
-No non è vero- affermò ancora la voce


Conoscevo quella voce e sapevo che voleva solo impedire che mi imbarcarsi in una guerra che sicuramente mi avrebbe portata alla rovina.
-Dovresti cercare degli alleati ora- sorrise Weismann entrando in quel momento con un sorriso cordiale in volto.
-Hai ragione zio- affermai invitandolo a sedersi al mio fianco. Lui mi guardò appoggiandosi allo schienale.
-Si ma chi potrebbe aiutarmi? -domandai
-Che ne dici degli Homra? -
-Ma Mikoto è morto .
-Ne sei certa?- mi chiese guardandomi con gli occhi che brillavano. Mi aveva spiazzata. Forse Mikoto non era davvero morto.


Isana

Era successo tutto di colpo mentre parlavo con Kuroh e Neko di quando ci eravamo conosciuti e mi venne da ridere...

Mi voltai verso la strada e intravidi due ragazzi che correvano dietro ad altri due in blu. Per me fu come se il tempo si fosse fermato! Ricordai quel giorno in cui quel ragazzo con lo skate mi attaccò. Il giorno in cui cambiò tutto.

per la cronaca, fino a quel momento la mia vita era stata tranquilla, eccetto che per Neko si intende, non potevo ancora sospettare, che tutto fosse in realtà un miraggio, il ricordo di una vita che avevo vissuto e che era solo un illusione.

Sospirai ricordavo gli occhi spenti, la paura e la spada di Kuroh che cozzava contro la mazza di Yata. Ricordavo le sue parole poco dopo, mentre mi accusava della morte di Tatara Totsuka, l' orrore di ritrovare la mia camicia sporca di sangue, e la paura di essere veramente un assassino.

Scossì appena il capo, poi sospirai. Guardai il panorama mozzafiato che si poteva scorgere dal vetro del mio dirigibile sospirando.

Il cielo era plumbeo e non dava segno di volersi rischiarare, sospirai mentre alcune gocce cadevano lentamente rigando il vetro.

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Capitolo 5
*** cicatrici del passato ***


cap. 5 cicatrici del passato
 

(anni prima)


 Mikoto

Era un incubo?! così continuavo a domandarmi ma pultroppo non lo era, lasciai cadere il telefono che scivolò con un rumore sordo sul pavimento, Anna si voltò guardandomi pareva confusa.
Io non riuscivo quasi a parlare, mi limitai a stringere i pugni correndo fuori, raggiunsi quel luogo e li notai. Izumo era inginocchiato accanto al cadavere e costatava le ferite, tra le mani teneva la videocamera di Totsuka, mentre accanto a lui Yata piangeva fredde lacrime.

Le stesse che io non riuscivo a tirar fuori in quel momento. Ricordavo solo di essere tornato ad Homra di aver preso la giacca ed essere uscito di nuovo, da solo....

Poi il vuoto completo...

Qualche giorno dopo ero intento ha bruciare il corpo di Totsuka con le mie fiamme, mentre l'intera Homra pronunciava il nostro giuramento.
" non resterà nulla di lui...Ne sangue ne ossa ne cenere"

 

***

Alice

Mi avvicinai alla porta. Izumo mi aveva chiesto di chiamare Mikoto, sentivo un nodo alla bocca dello stomaco, come se vi fosse qualcosa di sbagliato, apoggiai la mano sulla maniglia per poi bussare due volte.
- Mikoto-san? - domandai aspettando la sua risposta.
Sentì un leggero sbadiglio poi la voce bassa e roca del mio Re, che mi fece sussultare per la sorpresa.

- Che cosa ce? - domandò.
- Izumo-san dice che è pronta la cena. - Risposi io calma.

Non udì un suono poi rumore di passi e la porta che si apriva rivelando la sagoma del mio Re.
- Grazie. - Disse guardandomi dal alto verso il basso, in quel istante maledissi i miei 1,65 metri di altezza, mentre mi sforzavo di non arrossire.

- Ma non ho fame. - aggiunse poi freddo.

Io sospirai appena era da circa una settimana che Mikoto-san non toccava cibo, l' ultima missione aveva riaperto vecchie ferite, o almeno era questo che mi aveva detto Izumo in un sorriso freddo e triste.

Tuttavvia anche io mi rendevo conto che non poteva andare di certo avanti così, feci un profondo respiro voltandomi verso di lui e lo guardai.

- Mikoto-san...Vuoi parlarne? - domandai quasi sicura che mi avrebbe sbattuto la porta in faccia, cosa che non fece.
- Entra. - Disse entrando a sua volta nella stanza, io ubidì e mi sedetti sul letto, mentre il mio Re chiudeva la porta.


Mikoto

Mi avvicinai ad Alice, avevo la testa talmente vuota che mi faceva male solo pensare, lei era seduta sul letto sentivo la sua paura e la sua ansia.
Sapevo che era preoccupata, forse per questo l'avevo lasciata entrare. La guardai per un istante, così piccola e indifesa, mi ricordava una gattina per quanto era debole e ingenua, così diversa da me e dal resto di Homra.
- Alice... - Sussurrai appena il suo nome, cosa che la fece voltare subito verso di me, io sospirai appena avvicinandomi alla libreria, dopo di che presi un libro e lessì alcune righe.
Era un libro di poesie che mi aveva regalato lui.
-Vuoi la verità? - le domandai. Lei annui sicura ma anche un po spaventata, riposi il libro e mi sedetti sul letto, dopo di che cominciai a raccontare...


***
- Ohi Mikoto-kun!! -
La voce squillante di un ragazzo svegliò Suoh Mikoto, sdraiato sul erba dai riflessi verdi smeraldo.

Gli occhi color ambra erano leggermente socchiusi, mentre i capelli corti erano scompigliati come sempre, era un semplice studente universitario come tutti gli altri, ignaro del suo vero destino.
Anche se più che a studiare pensava a divertirsi e a dormire durante le lezioni, possibilmente in un posto riparato dal sole e isolato, per questo il suo posto preferito era il parco secondo solo alla terazza sul tetto della scuola.

Il ragazzo che si era avvicinato aveva la sua età, occhi grigi e capelli biondo-castano, indossava un paio di prantaloni scuri e una camicia bianca leggermente aperta ha mostrare sotto di essa una t-shirt bianca.
- Hei! -

Gli mostrò il suo solito sorriso cordiale e da bravo ragazzo, che ben cozzava con l'indole del rosso o con la natura casinista di Tatara.


Mikoto grugnì appena in risposta, tanto che più che un grgnito sembrava quasi un saluto.

- Cosa ce? - domandò il giovane chiudendo gli occhi ambrati, Totsuka si sedette a gambe incrociate senza perdere il suo bel sorriso.
- Oggi marini la scuola? - domandò ridendo, mentre prendeva un sottile libricino aprendolo e leggendo alcune frasi di una poesia.

Mikoto lo guardava con un leggero sorriso, chiuse gli occhi per poi addormentarsi, quando la voce di Totsuka attirò di nuovo la sua attenzione.

Il futuro Re rosso riaprì gli occhi ambrati, fissandolo freddamente.

- Se per questo... - Disse - lo stai facendo anche tu. - Aggiunse poi alzandosi e cominciando a camminare, subito lo segui anche Tatara

- Aspetta! - disse il biondo tentando di stargli dietro - dove andiamo? - domandò poi curioso, il Rosso rise e indicò un locale poco lontano da dove si trovavano loro.

La dicitura diceva "Homra" era un locale parecchio retro, i due entrarono subito sedendosi al bancone, Mikoto ordinò da bere mentre Totsuka, ancora sorpreso continuava a guardarsi in giro con gli occhi di un bambino entusiasta.
- Wow! che bel posto! - esclamò bevendo un po della birra, che un giovane dai capelli biondi e occhi scuri, gli aveva portato.

Izumo, questo il nome del ragazzo si mise a pulire un boccale di birra. Mentre Totsuka girava per il locale, ancora meravigliato da un luogo così particolare.

- è davvero un bel locale - disse mentre filmava tutto con una telecamera.

Mikoto, che nel frattempo si era acceso una sigaretta, lo osservava dal divano. Totsuka si voltò, facendo un primo piano del giovane

- Dai Mikoto-kun fai un sorriso - disse mentre riduceva ancora di più l'inquadratura, mettendo in evidenza solo gli occhi del rosso.

Due lampi d'ambra seri e freddi. Il ragazzino sorrise Suoh Mikoto, era davvero una persona interessante tanto quanto lo era l'aura di timore che emanava, ma che a Totsuka pareva rispetto.
****
( qualche anno dopo)

Yata Misaki, sfrecciava per le vie della città di Shizume, sul suo skate senza curarsi di altro. Aveva la testa da un altra parte, quel giorno Mikoto-sama, il suo Re non aveva voluto sentire ragioni, aveva mandato tutti in missione, a lui era stato assegnato il pattugliamento della città.

Non era solo, con lui erana venuti Rikio Kanamoto un ragazzo grosso e dal carattere ardente e Vento, ultimo aqquisto del clan.

Il giovane ragazzo-falco, atterrò poco distante da loro trasformandosi in un ragazzino di appena 16 anni,dai capelli castani con le ciocche verdi e gli occhi blu. Era un ragazzo molto gentile, che amava divertirsi.Yata si fermò, aveva avvertito una presenza,

In un attimo si ritrovò a fronteggiare un ragazzo, occhi neri,scurissimi e capelli blu dai riflessi neri scuro. Aveva un ghigno stronzo,dipinto sul bel viso dalla pelle chiara, vestiva completamente di blu e portava un paio di occhiali.

Era Saruhiko Fushimi, capo del reparto investigativo,della Secter 4, il clan blu, rivali da tempo del Clan rosso Homra, del quale faceva parte Yata.

Il ragazzo, combatteva alternando, mosse di lotta al uso delle fiamme con una maestria incredibile, alla fine il clan blu si ritirò lasciandoli soli.

- Yata! - urlò la voce di Izumo, era a pochi passi dal ragazzo, ma dalla sua espressione il rosso cappì subito che, qualcosa non andava.

- Kusanagi-san...? - Domandò,prima che abbassando la testa, il biondo non lo scortasse, sul tetto di un edificio.

A terra in una pozza di sangue stava un ragazzo.
Yata fece alcuni passi, ormai era la disperazione davanti a quello scempio, che lo guidava, si inginocchiò sollevando la testa di Tatara ed emise un sospiro gelido, dovuto al clima invernale.

- T-Totsuka-san... - Disse,cercando di trattenere le lacrime.

Il ragazzo biondo, ormai prossimo ad esalare l'ultimo respiro, sorrise appoggiando la mano contro la guancia del rosso.
- Y-Yata - san..Non p-piangere - disse mentre la mano scivolava, rigando di sangue il volto di Misaki, cadde sulle ginocchia a peso morto sul terreno, mentre Totsuka chiudeva gli occhi.

- Totsuka-san! - gridò il giovane stringendo il corpo del ragazzo,ormai morto.

- No maledizione! - gridò ancora più forte, mentre le lacrime scendevano coppiose a rigargli il volto.

Izumo, poco distante da loro, prese il telefono,mentre raccoglieva la telecamera di Totsuka sporca di sangue

- Mi dispiace - disse o meglio sussurrò al telefono, mentre si sforzava di non piangere.

Alcuni giorni dopo ci fu un funerale molto particolare, erano presenti tutti i membri di Homra, un velo bianco copriva il cadavere di Totsuka, mentre Mikoto gli dava fuoco.
Poco prima, parlando con Izumo aveva preso uella decisione.

Totsuka non aveva famiglia, per questo il Re rosso voleva rendere eterna la sua tragica fine, bruciando qualsiasi cosa potesse ricordarlo, il suo sorriso gentile, la sua eterna fedeltà e amicizia...La sua allegria e voglia di vivere, ogni ricordo ogni parola legata a lui.

Dopo la cerimonia tornarono ad Homra, la luce era ormai sbiadita dagli occhi di tutti, ma sopratutto la morte di Totsuka Tatara aveva lasciato una ferita, che mai si sarebbe rimarginata.
- Dove stai andando?! - domandò Izumo Kusanagi mentre raggiungeva il suo Re.

Questo voltandosi, aveva semplicemente risposto
- Fuori -
Per poi uscire dal locale e tornare solo a tarda notte.

- Dove diavolo sei stato?! - domandò allora Izumo decisamente infuriato.

Il rosso non diede alcuna risposta, mentre si sedeva al bancone sospirando, aveva lo sguardo assente e spento, come se, il calore avesse lasciato il posto al gelo.

Izumo strinse i pugni per poi porgere una birra al suo Re.
- Bevi - disse lapidario il biondo.
Mikoto scosse appena la testa, abbassando lo sguardo sul bicchiere

- Ho detto bevi! - urlò a quel punto il ragazzo, guardando l'amico, Mikoto lo guardò a sua volta poi si alzò.

Stavolta però restò semplicemente in piedi, appoggiando una mano sulla spalla del biondo.
- Sto bene - disse prima di lasciarlo da solo.

Izumo si voltò un ultima volta, mentre il Re rosso usciva dalla porta.
- No...Non stai bene - mormorò tra se e se.
 

***

Alice

- Ecco. Questo è tutto - disse Mikoto-sama guardandomi.
- Ora sai ogni cosa - aggiunse poi lasciandosi scappare un sospiro, io restai zitta, ero pietrificata, non tanto dal racconto ma più che altro dallo sguardo serio e freddo, che mi stava mostrando.

Parlarne lo avrebbe dovuto spingere a sfogarsi, invece sembrava quasi estraneo alla vicenda. Sospirai poi feci un gesto avventato, lo abbracciai.

- Sei davvero uno stupido - sussurrai stringendolo forte.
- Uno stupido idiota...- Dissi tremando, lui non parlò ma notai che non si distaccò nemmeno rimase abbracciato a me senza proferire parola.
Dopo alcuni minuti sentì la sua mano accarezzarmi la testa, non me ne ero resa conto, ma stavo piangendo.

Mi toccai gli occhi, pizzicavano tantissimo, sciolsi l'abbraccio, cercando di smettere di piangere. Lui mi guardò e mi domandò semplicemente perchè stessi piangendo, non seppi rispondere.

Degluti a forza, cercando di frenare le lacrime che tuttavia non volevano saperne di fermarsi.
Abbassai la testa stringendomi nelle spalle fu allora, che Mikoto mi sorprese di nuovo.
Con tutta la calma e la naturalezza, di questo mondo, mi attirò in un abbraccio facendomi posare la testa contro il suo petto.

Mentre mi accarezzava la schiena sussurrando pianissimo.
- calmati - mi disse, stringendomi tra le sue braccia.

Sentivo un calore molto dolce, un tepore che mi faceva sentire al sicuro, protetta.
Appoggiai una mano al suo braccio stringendo il tessuto della sua maglia, poi abbassai la testa appoggiando la fronte contro il suo petto. Sentivo caldo in tutto il corpo, ma non era soffocante.

Era piacevole, un calore in grado di farmi smettere di tremare.

Alzai la testa, lui sorrise, arrossì di colpo ritrovandomi a ricambiare quel fugace sorriso. Che mai avrei pensato di poter scorgere sul suo volto freddo.
Mi accarezzò dolcemente la guancia baciandomi appena la fronte.

Le sue labbra erano calde e mi invitarono a chiudere gli occhi, godendo del suo calore, di quella innaturale quanto sorprendente dolcezza. Se la voce di Izumo non mi avesse distratta, probabilmente sarei rimasta a bearmi di quell' piccolo miracolo ancora un po.

Mikoto sciolse delicatamente l'abbraccio alzandosi in piedi.

- Meglio andare. - Disse porgendomi la mano, io arrossì quando,vedendomi confusa prese la mia stringendola con la sua, era più grande e come il resto del suo corpo,emanava calore.
Sorrisi timidamente mentre uscivamo dalla stanza.

***

Per tutto il tempo, durante la cena, non ero riuscita ad alzare lo sguardo. Mi ero limitata a finire in fretta.
Sospirai, avevo una tale confusione in testa.

Alla fine decisi di farmi un bel bagno caldo.
Saltai nella vasca e appoggiai la testa al bordo,lasciando i pensieri al loro posto nella mia testa. Ero confusa, ma niente mi avrebbe impedito di fare un bel bagno o di godermi la quiete assoluta che regnava in quel momento.

Alla fine non pensai a nulla, nemmeno uscita dalla vasca.
Indossai il pigiama e andai in camera. Mi sedetti sul letto, cominciando poi a scrivere della mia giornata nel diario.

Gli ultimi giorni erano stati assurdi, avevo conosciuto il Re rosso, e passando del tempo con lui  mi ero accorta di quanto mi piacesse stargli accanto. Arrossì di colpo buttandomi con la testa a sprofondare nel cuscino. Sul mio diario cera un solo appunto.

 

" Caro diario...Perchè gli occhi di Mikoto sono così belli?
Sembrano dei lampi d' ambra...Cavolo mi basta guardarli e il mio cuore manca un battito.
Certo evito di dirglielo...Muoio già quando le nostre mani si sfiorano per sbaglio, o quando sento la sua voce...! Okey..Ho un gran bel problema... Credo..."

"Credo di amare il mio Re Suoh Mikoto"

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Capitolo 6
*** i giochi sono fatti: (parte 1) la notte di capodanno ***


Cap. 6 i giochi sono fatti: (parte 1) la notte di capodanno
 


La brezza marina accarezzava il porto dove uno strano veliero era ormeggiato, occhi azzurri come il ghiaccio fendevano le tenebre come se volessero tagliarle...

Il ragazzo scese a terra camminando veloce fino al bar deserto sorrise.

Pensò di entrare ma era inutile, sentì una presenza alle sue spalle e si voltò ma non vide nessuno doveva esserselo immaginato.
Il ragazzo scosse la testa per poi riprendere a camminare pensando alla sorella e al destino beffardo che li aveva portati sulla stessa strada.
-Capitano! - una voce che non conosceva lo stava chiamando.

Konradin alzò la testa e incrociò lo sguardo di un ragazzo dai capelli d'argento e un sorriso gentile

-Dite a me? - domandò il biondo

-L'unico capitano sei tu qui konradin di amsterdam -

Rispose il giovane, vestiva con un elegante abito bianco, konradin sgranò gli occhi incapace di parlare mentre, il giovane sorrideva gentile
-Tranquillo non sono io che devi temere- disse poi sorridendo.

Konradin lo guardò mentre il ragazzo gli faceva segno di seguirlo e lui nonostante i dubbi lo seguì sparendo su un dirigibile

-Ti starai chiedendo come faccio a conoscerti ragazzo -
Disse guardandolo, pareva essere più maturo, nonostante sembrasse avere la sua stessa età, cosa che lo innervòsì parecchio, continuava a sbuffare mentre il giovane si sedeva dietro ad una scrivania

-Siedi - ordinò ma con un tono calmo, konradin si sedette di fronte e lo guardò curioso

-Io sono adolf K. Weisman re d'argento - disse mentre sorseggiava una tazza di tè, porgendone una anche al biondo

- Conoscevo tuo padre Johannes e tua madre... Prima che tuo padre scomparisse in mare lei portò qui Alice, tua sorella – disse sospirando

- Non sa chi sei – aggiunse poi con aria affranta.

- C-come non sa chi sono?! - Konradin pareva confuso, ma al tempo stesso conscio delle parole del giovane uomo.

-Se è come dite...Dove si trova mia sorella? - domandò un po impaziente il biondo, Weisman sorrise calmo indicandogli l' oblò del dirigibile.

Il ragazzo confuso, si affacciò ad esso, per poi voltarsi di nuovo verso l'argentato.

-E allora?! - domandò ancora più impazziente di prima. Weiseman sospirò triste per poi spiegare


-La sua memoria è stata sigillata - disse,mentre sorseggiava il tè,per poi guardarlo nuovamente.
- Dovrai essere tu a dirglielo quando sarà il momento. -

Il ragazzo, si passò una mano tra i capelli sospirando

- Quando sarà il momento?- Domandò un po triste.
- Credimi lo saprai da solo - sorrise l'uomo, Konradin era sconvolto non sapeva come reagire ma doveva riflettere, se quello che gli aveva detto era vero Alice non sapeva nulla di lui, sospirò poi annuì

- Va bene - disse un attimo prima di venir raggiunto da Weisman. L'uomo sorrise cingendo le spalle del ragazzo con molta gentilezza.

Qualche anno dopo ad Homra...

Alice

Non mi sentivo bene, ma mi alzai comunque dal letto. Sentivo un nodo alla bocca dello stomaco, avevo una bruttissima sensazione come se stesse per accadere qualcosa.

Andai al pian terreno, era deserto

- Kusanagi-san! Mikoto-sama! - chiamai senza però ricevere risposta.

Decisi di uscire, ma sicome fuori imperversava un temporale, indossai la giacca con capuccio nera, per poi dirigermi in città.

Shizume era completamente deserta, mi strinsi nelle spalle continuando a cercare
- Mikoto- sama! - urlai chiamandolo...
Di nuovo nessun segno della sua presenza, in quel momento scorsi Yata venire in skate verso di me.

Sorrisi contenta di vederlo
- Yata-san! - esclamai abbracciandolo, lui arrossì di colpo sciogliendo al instante l'abbraccio e facendomi ridacchiare di conseguenza.

Yata mi guardò quasi contrariato per poi chiedere

-Cosa c'è Alice? -
Io sospirai

- Ero preoccupata - dissi, cercando di trattenere le lacrime.

- Preoccupata? - domandò lui di rimando, annuì abbassando la testa

- Non vi trovavo più...Credevo mi aveste lasciata sola - ammisi in fine vedendo avvicinarsi un ragazzo.

Aveva qualche anno in più di me, vestiva completamente di blu, gli occhi erano scuri come i capelli, portava un paio di occhiali da vista, notai subito un cambiamento nel atteggiamento di Yata
 Sembrava...Quasi furioso.
- Scimmia maledetta! - gridò prima di cominciare a combattere il misterioso ragazzo.

- Ho un nome Misaki ed è Saruhiko Fushimi - disse ridacchiando questo ultimo, mentre schivava le mosse di Yata.

Il rossino scattò verso di lui come una furia intenzionato a suonarle di santa ragione alla scimmia. Immediatamente l'altro sguainò la spada, mentre Yata gli lanciava addosso una raffica di fiamme.
Saruhiko le evitò tutte per poi contrattaccare, il colpo dell'avversario non era diretto a Yata ma a me.

Schivai appena in tempo, prima che il colpo mi raggiungesse, mentre alcuni individui mi circondavano anche loro vestivano di blu.
Mi alzai ma mentre cercavo una qualche via di fuga venni colpita in testa da qualcosa, un piccolo gattino bianco con due occhi di colore diverso saltò giù dalla testa di un ragazzo
Aveva i capelli neri e lunghi, gli occhi invece erano blu, vestiva completamente di nero e al fianco portava una katana.

La gattina cambiò forma, diventando una bella ragazza, capelli rosa e occhi bicolore, saltellò verso il moro sorridendo

- Kurosuke! Nya Shiro non ce! - il ragazzo sbuffò un freddo

- Mi chiamo Kuroh - mentre stendeva un avversario con la katana.

In un attimo, aveva spazzato via i soldati, mentre Yata dava il ben servito al ragazzo con gli occhiali.
-Accidenti! Misaki me la pagherai! - disse mentre si ritirava assieme agli altri soldati, sorrisi guardando il mio amico

- Sei stato grande Yata-san! - dissi mentre correvo verso di lui

- Ai visto come scappavano? - dissi ridendo, Yata rise a sua volta per poi guardare i due ragazzi poco lontano da dove eravamo noi.

Improvvisamente qualcuno tentò di colpire Kuroh alle spalle.
In quel momento si sentì un colpo di pistola e il misterioso individuo che stava per attaccare Kuroh cadde a terra morto.

Non c'era traccia del cecchino, si vedeva solo il proiettile.

Chi aveva sparato? Perché mi aveva difesa?
A terra notai uno strano vessillo, una piccola bandiera era blu, bianca e rossa a bande orizzontali.

Era Europea... Si ma di quale stato?

- Ohi...Che guardi? - domandò il ragazzino con lo skate, quello dai capelli neri, stava guardando il cadavere del uomo ancora a terra

- Jungle - disse quasi ringhiando, la ragazza-gatto mi si avvicinò

- Cosè cosè? - domandò indicando la bandiera.
- Sembra una bandiera - affermò Kuroh osservandola meglio

- Beh cosa ci fa una bandiera qui?- Domandò Yata.

Ero certa di non aver mai visto quel vessillo prima di allora eppure quei colori mi erano famigliari....
-è un vessillo europeo.... Credo dell' Olanda - disse ancora Kuroh mentre Yata sbuffava.

- Olanda? - domandai per poi guardarli entrambi
- Ad ogni modo...Grazie per prima. - Dissi porgendo la mano verso di loro, la ragazza-gatto mi guardava con sospetto

- Kurosuke loro non sanno niente di Shiro! - sbuffò cacciandomi un occhiataccia, sospirai e guardai il moro, lui sembrò esaminarmi alcuni istanti poi mi fece una sola domanda

- Conoscete Yashiro Isana? -guardai Yata che scosse la testa

-No- risposi

-Forse il nostro misterioso cecchino lo conosce- azzardò Yata mettendosi lo skate sottobraccio.

Kuroh guardò Neko era impossibile non pensare chi fosse quello che aveva sparato, lo aveva fatto quando mi ero trovata in pericolo e poi quella bandiera non era un caso che fosse proprio lì.
Kuroh parve rattristarsi e sospirò

– Capisco... Allora non abbiamo altro da dirci - disse infine scomparendo con la ragazza-gatto.


Guardai Yata, il suo silenzio non mi piaceva

- Sai qualcosa vero? - domandai con sguardo deciso, lui sbuffò segno che evidentemente mi nascondeva davvero qualcosa.

- Yata-san! - lo chiamai tentando di convincerlo a parlare, lui si limitò, ad abbassare il berretto da baseball su gli occhi seccato

- Al diavolo non mi va di parlarne! - sbraitò cercando di andarsene, gli presi il polso guardandolo e lo feci voltare verso di me

- Ti prego Yata...Non voglio essere una estranea per voi... - Dissi abbassando lo sguardo, lui sembrò calmarsi poi sbuffò prendendo la mia mano e staccandosela dal polso

- Va bene...Ti racconterò tutto - disse infine alzai la testa lui annui e mi fece segno di seguirlo.

***

Raggiungemmo la parte più caotica della città poi un edificio con un tetto altissimo eravamo appoggiati alla ringhiera, Yata restava in silenzio e guardava la città dal alto.
I suoi occhi però, parevano guardare ben oltre, per un attimo non parlò poi cominciò a raccontare...

- è successo prima che tu entrassi in Homra - disse tenendo la testa appoggiata alla ringhiera, una mano era appoggiata sopra di essa, mentre il mento poggiava sul suo braccio.

- Tu conosci...Totsuka-san? - domandò mentre i suoi occhi si facevano lucidi non parlai mi limitai ad annuire

- L'assassino di totsuka-san... - A Yata sembrò mancare il coraggio abbassò il capello su gli occhi stringendo i denti

- è Yashiro Isana - disse poi quasi sibilando quel nome.

Restai di stucco avevo l'amaro in bocca per quella risposta,tuttavia annuì di nuovo, tenevo la testa appoggiata alla sua spalla e ascoltavo in silenzio le sue parole.

- Isana Yashiro è il responsabile della sua morte - disse deglutendo a vuoto il rosso, sospirai socchiudendo gli occhi non riuscivo a credere una cosa simile

- C-che ne è stato di lui? - domandai alla fine guardandolo di nuovo, Yata lasciò passare un po prima di rispondere con un freddo

- Non lo so è sparito dopo la m-morte di Mikoto-sama - sospirai di nuovo poi guardai il cielo staccando la testa dalla sua spalla, ero confusa a dire la verità anche spaventata.


Yata si staccò del tutto salendo sullo skateboard poi mi guardò - io torno indietro - disse prima di sfrecciare verso Homra.

Restai da sola a guardare il cielo stellato, mi tornò in mente la bandiera così la presi dalla tasca
- Olanda... -

Dissi fra me e me accarezzando il vessillo, improvvisamente udì il suono di uno sparo e mi voltai, mi ritrovai davanti un ragazzo: Capelli biondi e occhi ghiaccio, vestiva con un giubbotto lungo marrone scuro, camicia rossa e pantaloni neri stivali alti e cappello da capitano.
Aveva un nastro rosso intorno alla testa.

Lo guardai ringhiando, non potevo sapere se era un nemico o meno.
In quel momento apparvero dei tizi che indossavano delle maschere a coprire i loro visi erano in quattro, non sembravano per niente amichevoli, il ragazzo biondo sorrise appena e sparò alcuni colpi prendendo in pieno due di loro
Il terzo che sembrava il più sveglio schivò attaccandolo poi con una scintilla elettrica.

Mi precipitai in suo soccorso, eravamo schiena contro schiena mentre i tizi in verde aumentavano spuntando come funghi.

- Chi sono questi pagliacci?! - domandai schivando i fulmini il ragazzo biondo schivò un calcio atterrando un avversario

- Jungle il clan verde - disse sparando contro un altro nemico.

Io schivai un altro calcio guardandolo - clan verde? - domandai un po stupita, lui annuì

- Nagare sa fare bene il suo lavoro - disse mentre ansimava per la fatica

- Nagare...Sarebbe? - domandai ansimando anche io, lui scosse la testa attaccando un altro nemico, sparava i proiettili che fendevano l'aria colpendo i bersagli

-Il re verde - disse mentre i "tizi" si defilavano scappando come topi.

Ripresi fiato deglutendo a vuoto, lui si sedette a terra pareva stanco ed era ferito alla spalla mi avvicinai guardandolo

- Hei serve una mano? -

Domandai sorridendo, lui annui lasciandosi medicare come potevo la spalla, gli doleva molto perchè si lamentava soffocando alcuni gemiti.
- Senti...Io mi chiamo Alice e tu? - domandai per distrarlo dal dolore, lui mi guardò.
-Il mio nome è Konradin...Konradin Di Amsterdam figlio di Joannes- rispose il ragazzo passandosi una mano tra i capelli biondi.

L'accento olandese si sentiva abbastanza, mentre un odore di salsedine mi arrivava alle narici.

-Sono arrivato qui in cerca di una persona a me molto cara...Comunque come mai sei qui da sola? Dai colori che porti fai parte del clan rosso - disse lui guardandomi curioso
 - Homra...è un po nel caos di recente - risposi senza preoccuparmi della sua reazione

-E poi avevo bisogno di aria...Anche se forse non è stata una buona idea - ridacchiai, ero nervosa perchè mi trovavo lontano dagli altri
Quasi di istante presi il vessilo con la bandiera mostrandogliela
- Immagino sia tuo, sei stato tu a salvarmi prima no? - domandai curiosa.
Il ragazzo mi guardò annuendo

-Si è mia pensavo di averla persa- sorrise cordiale mentre una luce malinconica gli attraversava gli occhi.

-Sai ho lasciato l'olanda a bordo di un veliero la Neederland...Il mare è la mia vita e aria e acqua i miei elementi naturali. Tu invece sei sempre stata in giappone? -

Passò qualche minuto, prima che rispondessi alla sua domanda

- Si...Almeno credo - sospirai; non stavo mentendo ma i miei ricordi erano lontani e sfocati.

L'unica cosa che sapevo: Di appartenere ad Homra, ne era la prova il tatuaggio a forma di fiamma sul mio collo.
Konradin sorrise e si mise a cantare nella sua lingua un motivetto che sembrava una ninna nanna.

Quel ritmo lo avevo già sentito ma poi lui tacque guardandomi

-Se vuoi ti riporto a Homra – scossì la testa sospirando

-La verità...è che non mi va di tornarci - dissi abbassando la testa.


Konradin

Ero stupefatto
-Stai bene? - chiesi preoccupato.

Il suo atteggiamento era cambiato di colpo e mi sentivo responsabile.

-Se ho fatto qualcosa di male dimmelo - affermai e d'istinto le afferrai le mani.

- Hei! - esclamò lasciando le mie e lanciandomi un occhiata per niente allegra

-Se era solo un modo per provarci...Sei uno stupido! - disse cercando di allontanarsi io cercai di fermarla

- Aspetta! - le gridai ma era già scomparsa. Stavolta l'avevo combinata grossa.

- Quando avevo detto...Che avresti capito da solo non intendevo così - disse una voce dal proverbiale accento tedesco alle mie spalle.

Era un ragazzo occhi ghiaccio azzurri e capelli bianchi che parevano scintillare, vestiva un completo bianco e verde molto elegante.

- Cosa?! Weis cosa ci fai tu...! -
Non feci in tempo a finire la frase, perchè si avvicinò tenendo un dito sulle labbra e facedo l' occhiolino sorrise.
- Shh è un segreto - disse mentre la luna faceva brillare i suoi occhi, se il re d'argento si trovava a terra e non in cielo...Poteva voler dire una cosa soltanto.
Presto ci sarebbero stati guai per tutti.

Alice

Ero tornata da poco, Homra era pieno zeppo di persone, sospirai e mi chiusi nella mia stanza quando bussarono alla porta

- Oh..Mikoto-sama...? -

Domandai con un fil di voce, indossavo una maglia a maniche lunghe, faceva piuttosto freddo e un paio di pantaloncini bianchi, avevo tolto gli stivali ma le gambe erano comunque coperte dalle calze nere, sopra avevo una felpa rossa, sospirai sorridendo appena.
Il mio re ricambiò il sorriso

- Oggi è capodanno vieni a festeggiare - disse.

Abbassai la testa non mi andava di scendere. Mikoto mi guardò per poi chiedere

-Tutto ok Alice? Sembri pensierosa -

Non risposi quel ragazzo si era avvicinato troppo, sembrava conoscere molte cose di me

-Comunque...Dovresti lasciar perdere - disse dandomi le spalle
- Oggi bisogna solo festeggiare - aggiunse poi sorridendo.

Arrossì pensando che se avesse continuato a sorridermi in quel modo...Sarei stata costretta a rintanarmi in camera, sospirai

- Va bene vengo - dissi alzando le spalle per poi seguirlo.

Al pian terreno tutti si stavano divertendo, Yata giocava a calcetto con Vento,sbuffando per aver perso otto a zero contro il ragazzo-falco.

Izumo preparava una montagna di coktail e dispensava sorrisi e risate alle battute di Erik e Shusei.

Mi sedetti al bancone rigirandomi un bicchiere di Vodka, stranamente non avevo voglia di bere. Mikoto si avvicinò e mi guardò per qualche istante

- Vieni - disse prendendomi per il polso mentre mi tirava fuori dal locale.

Io sgranai gli occhi ma mi lasciai trascinare dietro di lui, raggiungemmo il parcheggio dietro il locale.

Mikoto indicò una moto e mi lanciò un casco facendomi segno di salire dietro di lui. Sbuffai e mi allacciai il casco poi salì anche io

- è una pessima idea lasciare Homra - dissi, lo sentì ridere e aggiungere poi

- Lo so. Tieniti forte o cadrai - aggiunse prima di abbassare la visiera, neanche il tempo di annuire che era già partito, mi attaccai con le mani al suo collo tremando lui rise

- Lo avevo detto io - gli dispensai un occhiataccia gelida mentre sfrecciavamo per le vie della città.
- Avanti aprì gli occhi - disse guardando avanti e continuando a guidare

- Facile per te! - risposi io completamente terrorizzata, mi aggrappai con le mani alle sue spalle e mi sforzai, per quanto fosse possibile di guardare avanti
Restai meravigliata guardando le luci della città - Wow! - esclamai rischiando per la troppa foga di cadere indietro.

***

Ci fermammo poco dopo nel parcheggio di un edificio, salimmò fino al tetto affaciandoci a guardare la città. 
Eravamo l'uno accanto al altra mentre guardavamo,lo svavillio delle luci dei vari edifici vi era uno strano silenzio nessuno dei due parlò.

Finchè Mikoto non mi fece una strana domanda

- Non ti piace Homra? -
Mi guardò con quei suoi occhi, occhi in grado di leggermi il cuore come un libro aperto, abbassai per un attimo lo sguardo poi alzai le spalle

- Perchè non dovrebbe? - domandai, lui sorrise calmo per poi prendere un pachetto di sigarette e portarne una alla bocca accendendola con un guizzò di fiamma.

- Non si risponde ad una domanda, con un altra domanda - disse respirando un po di fumo per poi sbuffarlo fuori.

- Allora? - domandò poi guardandomi, sospirai e distolsi lo sguardo, appoggiando i gomiti sulla ringhiera

- Si mi piace. Sono tutti gentili e mi vogliono bene...Contento ora?! - dissi cercando di controllare l'imbarazzo che mi stava lentamente colorando le guance di rosso.

Sorrise appena respirando altro fumo - si sono molto contento - disse poi andando verso la moto, lo segui senza perdere tempo anche se non capivo, la ragione che lo avesse spinto a farmi quella domanda.

- Mikoto-sama...A te piace Homra? - domandai infine.
Lui si voltò e mi porse il casco sorridendo poi salì in sella

- Dai andiamo -
Disse mentre spegneva la sigaretta e si sistemava il casco, sorrisi e salì dietro di lui aggrappandomi alle sue spalle per non cadere, partimmo quasi subito tornando verso Homra.

Mikoto non mi aveva risposto, ma in cuor mio sapevo già quale sarebbe stata la sua risposta.


Konradin

Stavo seduto e guardavo l'oceano, mi perdevo nella sua grandezza cercando di mettere insieme tutti i pensieri, che mi frullavano per la testa.

Avevo ritrovato mia sorella per poi perderla di nuovo.

Mi sentivo perso smarrito nei ricordi del mio passato, sospirai passandomi una mano tra i capelli per poi sbuffare scompigliandoli ancora di più.

Non riuscivo a pensare in modo lucido. Sentivo che presto sarebbe successo qualcosa.

-Ma bene cosa abbiamo qui? Un guardiano da solo!-
Mi voltai verso quella voce e vidi un uomo dagli occhi di cremisi fissarmi con fare provocatorio.

-è frustrante vero Konradin? Sapere che la tua sorellina è a pochi passi da te- rise sguaiatamente mentre mi alzavo pronto a combattere.

Lui scattò verso di me ma non mi toccoò la sua aura mi sbatte contro il muro rompendolo mi faceva male la testa, sentivo il sangue colare dalla ferita aperta, quando improvvisamente apparve una ragazza.
Occhi di cremisi e lunghi capelli scuri, vestiva con l'uniforme dei tizi in blu quelli del re Munakata Reishi.
La ragazza impugnava una strana spada e fronteggiava il nemico.

- Lascialo stare! - disse mentre sferrava un fendente di ghiaccio contro il losco individuo.

-Chi sei tu?- La domanda dell'uomo era la stessa che avrei posto io se la mia testa fosse stata sana.

Lei non rispose si limitò ad attaccare l'uomo che, preso alla sprovvista si ritrovò a doversi difendere.

La ragazza fece un balzo schivando alcuni coltelli poi si spostò i capelli dal viso e disse

- Akane Kurenai appartenente al clan blu la secpter 4 -
Fu allora che notai un tatuaggio sul polso destro era una sorta di fiamma azzurra, la ragazza rise appena non capivo perché mi stesse aiutando assomigliava tanto alla mia himoto, si stava rivelando una combattente molto abile.

Il re incolore e Akane si scambiarono ancora alcuni colpi ma poi Miwa scomparve. Akane fece appena in tempo a schivare un calcio diretto di un ragazzo alle sue spalle.

Portava una maschera spezzata i capelli erano rossi come il fuoco gli occhi, celati dalla maschera scintillavano di rosso e di blu.

Akane schivò un fendente diretto sorridendo e intercettando con la katana la spada del ragazzo. Erano faccia a faccia, mentre le spade facevano scintille cozzando l'una su l'altra.

- Chi sei? -
Domandò la ragazza, mentre sorridendo gelida tentava un affondo, liberando così la spada da quella del nemico ma ferendosi l'occhio - maledetto... - Disse ringhiando.

Mentre affondava la lama nella spalla del ragazzo questo, gemette soffocando un grido di dolore per poi saltare indietro.

- Sei brava - commentò mostrando un sorriso da sotto la maschera

- Ma non abbastanza -disse prima che una serie di granate cadessero ai suoi piedi emanando un denso fumo scuro, quando il fumo si diradò Akane si accorse che il ragazzo era scomparso.

Era in piedi e si tenenva la katana al fianco cercando con lo sguardo il nemico.
Mi rialzai un po dolorante per poi raggiungerla

- Grazie del aiuto - dissi togliendomi il capello lei sembrò non guardarmi nemmeno, troppo occupata a medicarsi l'occhio

-Accidenti mi è scappato - disse sospirando mentre mi avvicinavo

- Chi dei due? - domandai sorridendo. Ero chiaramente ironico lei si voltò quasi fulminandomi

- Entrambi - rispose fredda.

***
???

Quanto tempo era passato? Sentivo male alla testa pulsava incredibilmente, la ferita al fianco faceva malissimo e il sangue continuava ad uscire.

Tentai di alzarmi ma un improvviso capogiro me lo impedì.

- Resta sdraiata - disse qualcuno accanto a me

- Tra poco non sentirai più dolore -
La voce che parlava era lontana come del resto la sua immagine sfocata, cercai per quanto potessi di restare sveglia ma non riuscì a portare a termine i miei propositi. L'ultima cosa che vidi, prima di perdere i sensi fu un bagliore verde
Poi il buio...

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Capitolo 7
*** i giochi sono fatti: (parte 2) la Regina dei fiori d'arancio e il guerriero dalla maschera spezzata ***


Cap. 7 i giochi sono fatti: (parte 2) la Regina dei fiori d'arancio e il guerriero dalla maschera spezzata
 



Sakura

 
Il quarto giorno dopo il mio risveglio, mi condussero in un altra stanza mi fecero indossare una tunica bianca fermata in vita con una cintura nera, era lunga fino ai piedi non indossavo scarpe.

I capelli color pesca erano legati in una sottile coda a lato del viso continuavo a camminare, senza sapere dove mi stessero conducendo.


Ci fermammo davanti ad una porta, oltre a me nella sala erano presenti un dottore, probabilmente quello che mi aveva esaminata e un ragazzo di circa ventisei anni, gli occhi erano color blu-azzurro intenso uno di essi coperto dal ciuffo di capelli, aveva uno sguardo affascinante dovetti ammetterlo mentre si avvicinava lo guardai.


Hisui

Occhi verdi come luminosi smeraldi, diedi un semplice ordine e finalmente fummo soli osservai parecchio divertito quella ragazza dai lunghi capelli rosa.

Ero interessato molto se devo essere sincero. Quella ragazza aveva resistito ai miei numerosi "esperimenti" senza morire un risultato stupefacente, mi guardò per un istante e io ricambiai lo sguardo sorridendo, lei abbassò il volto nascondendo i bellissimi "smeraldi" che erano i suoi occhi.

- Non avere paura - sussurrai avvicinandomi lei indietreggiò era spaventata potevo sentirlo e vederlo con i miei occhi

- Non ti farò nulla - dissi avvicinandomi fino a poterle sfiorare il collo con una mano.

Lei tentò di ritrarsi da quel contatto mordendosi il labbro inferiore, sorrisi e scostai la mano guardandola

- Hai la mia parola - dissi
- Finche non proverai a scappare nessuno ti farà del male - aggiunsi poi, lei mi guardò stupefatta era naturale pensai.

In fondo ero seduto su una sedia a rotelle e indossavo una camicia di forza, chi mai avrebbe pensato fossi sano di mente? si avvicinò e sussurrò lievemente

- Scusate - restai di sasso.

Perchè si stava scusando? non ero io ad essere una "cavia da laboratorio" non ero io ad essere "prigioniero" ma bensì lei.
Allora perchè mi guardava in quel modo?
Come se si sentisse in colpa per la mia situazione. Scossì la testa e la fulminai con lo sguardo

- Smettila di guardarmi così. - Dissi mentre mi giravo dandole le spalle

- Guardarvi come? - domandò lei restando poi in silenzio il tono della voce era calmo per niente intimorito scattai voltandomi

- Come se ti facessi pena! - ringhiai fulminandola lei indietreggiò spaventata abbassando il capo.

- Non mi fate pena...Ma tenerezza - disse poi sorridendo, sgranai gli occhi stringendo i denti.

- Esci da quì...Ora! - gridai spaventandola lei corse fuori.

(Seconda divisione di Archen clan giallo qualche mese dopo la morte di Totsuka)

Un ragazzo capelli dorati occhi blu come il cielo, vestiva un uniforme da capitano del esercito.

Pinocchietti gialli e una maglia a maniche lunghe bianca sopra protezioni in pelle e degli stivali alti bianchi ai piedi. Al fianco portava due spade.

Si fermò sorridendo ad un uomo più grande di lui forse un generale, poi disse qualcosa in Finlandese ed entrò nella stanza.

Ad attenderlo o per meglio dire, a salutarlo abbracciandolo una bimba, lunghissimi capelli castani chiarissimi a sembrare quasi biondi e grandi e luminosi occhi arancioni dolci come quelli di un cerbiatto.

Non dimostrava più di otto, nove anni. Al massimo dieci Rami sorrise rimettendosi in piedi

- Ciao Tsuki - disse poi allegro accarezzandole la testa.

La bimba sorrise a sua volta

- aniki non è con te? - domandò con la vocina dolce e gentile.

Rami sgranò gli occhi la sua espressione si era fatta triste
- Tsuki... - Cominciò a dire guardandola. Per poi inginocchiarsi davanti a lei prendendole dolcemente le mani con le sue

- Ascoltami devi essere forte - disse per poi stringerla a se con forza.

Sapeva che quello che stava per comunicarle le avrebbe di certo spezzato il cuore.

***
Tsuki era seduta nel giardino della grande villa del clan arancione era da poco stata riportata lì, dopo aver appreso della morte del fratello non aveva rivolto la parola a nessuno.

Rami andava spesso a farle visita cercando di consolarla ma nemmeno la dolcezza del Re giallo riusciva a lenire il dolore della piccola.

Qualche anno prima aveva perso entrambi i genitori la madre morta di malattia e il padre scappato con la sua amante, lasciati soli Totsuka Tatara e Tsuki erano rimasti per un po alla sede del clan giallo dove avevano conosciuto Rami uno studente che veniva dalla Finlandia ma in realtà molto più di questo...

Rami infatti era un Re per l'esatezza il Re giallo.

A lui era stato dato il compito di creare un alleanza tra i vari clan, anche se non ne conosceva la ragione.

Qualcosa stava cambiando e loro i sette Re ne erano la prova vivente.

Tsuki la Regina arancione, soprannominata " la regina dei fiori d'arancio"
Rami detto " il guerriero della luce" il Re giallo.
Mikoto Suoh chiamato con timore e rispetto" demone delle fiamme" il Re rosso.
Reishi Munakata " il nobile di ghiaccio" il Re blu.
Eren Kurama " il folle Joker" il Re viola
Poi Husui Nagare detto " il visionario" come Re verde
 E infine la Regina Indaco di nome Luna detta " la chiarovegente"
i sette perennamente in guerra tra di loro.

Ai poli opposti ma comunque simili il Re d'oro il Re d'argento
E infine il Re incolore a simboleggiare lo spazio, il tempo e la materia.


Improvvisamente la porta si aprì svelando la figura di un ragazzo, aveva più o meno l'eta del Re giallo capelli d'argento e occhi color marrone chiaro.

Il giovane disse qualcosa in Tedesco e Rami annuì avvicinandosi alla bimba.

- Tsuki - la chiamò con la sua voce forte e a tratti impacciata, la bimba lo guardò tirando su con il naso per le lacrime.

Rami le accarezzò dolcemente la testa e le fece un piccolo sorriso

- Ora devi andare con quel ragazzo -
Disse prendendola in braccio e depositandola poi tra le braccia di una ragazza, aveva i capelli rosa e lunghi, gli occhi invece erano bicolore uno azzurro e uno rosa la ragazza sorrise allegra

- Nya! non preoccuparti! - disse guardando poi l'albino che annuì

- Con noi è al sicuro -
Aggiunse lui accarezzando la testa della bimba per poi andarsene con la ragazza e Tsuki.


***

Qualche anno dopo...

Ludovico camminava per le vie della città di Shizume.

Gli occhi erano scintillanti ma celati dalla maschera che portava in volto, teneva lo sguardo basso e le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni scuri.

Improvvisamente sentì un esplosione, rapido si diresse verso il sito del incidente.

Vide subito tre guardie erano del Clan blu al centro accerchiata una bimba, capelli castani chiarissimi e luminosi occhi arancioni.

Vestiva un abito giallo con sfumature dorate e cercava di scappare al assalto delle guardie.

Alla fine prima che una di loro la trafigesse con una spada, si gettò davanti proteggendola.

- Ora basta! - affermò gelido, vedendo o meglio sentendo tale tono, le guardie si defilarono scappando via.

Ludovico si avvicinò alla bimba teneva ancora la maschera ed era restio a toglierla. - Stai bene? - domandò guardandola.

Questa si avvicinò guardandolo a sua volta, per poi sorridere e dire con la sua vocina dolce e infantile

- Sei un angelo! - mentre lo abbracciava Ludovico era arrossito di colpo ritrovandosi ad amare quella maschera che gli nascondeva il bel volto e l'imbarazzo di quella situazione innattesa.

Prese la bimba in braccio, si era addormentata qusi subito dopo aver domandato ancora al giovane se fosse un angelo sceso dal cielo.

Lui che non sapeva cosa risponderle era rimasto zitto, accarezzandole la testa con la mano mentre si dirigeva al Q.G per fare rapporto al suo Re.

Inoltre voleva scoprire cosa centrasse Reishi con l'attacco di poco prima ai danni della bimba, che ora dormiva tranquilla tra le sue braccia.

Il guerriero saltò agilmente sulla finestra della sua stanza, poi si avvicinò al letto posandola delicatamente e le rimboccò le coperte, sedendosi poi al suo fianco.

La bimba dormiva tranquilla, mugulando di tanto in tanto. Non era ferita solo stanca...


Improvvisamente sentì un rumore voltandosi, si ritrovò davanti un uomo, occhi rosso sangue e capelli bianchi, in un attimo capì chi si trovava di fronte scartò un calcio e afferrò la spada con una mano, in un attimo ingaggiò battaglia con il Re incolore, finchè questo ridendo non scomparve.

Lasciando dietro di se solo sottile e impalppabile nebbiolina bianca.

Ludovico si lasciò cadere sul letto, guardando la bimba che dormiva ancora tranquilla. - Chi sei veramente? - si domandò mentre crollava dal sonno.

***
- Sveglia... - Disse una voce che Ludovico non volle ascoltare. 
- Dai! su svegliati... - Rispose ancora la voce più insistente.

Alla fine non si udì più alcun suono finchè...

- Sveglia signor angelo!!! - urlò alla fine.

In quel momento Ludovico sentì un peso sullo stomaco e aprì gli occhi, ritrovandosi a guardare quelli arancioni della bimba che il giorno prima aveva soccorso.

Era seduta a gattoni sulla sua pancia. Con il viso a dieci centimetri da quello del guerriero. Un luminoso sorriso mostrato al ragazzo lo fece arrossire si coprì il viso con il braccio cercando con l'altra mano di afferrare la maschera.

La bambina gli gettò le braccia al collo felice - ti sei svegliato!!! - disse ridendo.

Ludovico, che ovviamente ci aveva rinunciato a capirla fece un freddo sorriso, avvolgendo con una mano la schiena della bimba
Gli occhi bicolore del giovane sembravano scintillare mentre il rosso dei suoi capelli, si confondeva con il biondo ramato di lei.

- Chiamami Ludovico - disse spostandola delicatamente, mentre si metteva la maschera celando così il viso.

Era a torso nudo con solo un paio di pantaloni scuri, sul corpo si potevano notare molte cicatrici probabilmente ricordi delle battaglie passate.

Il giovane si alzò dal letto poi, dopo aver indossato l'uniforme e aver preso sulle spalle la piccola si era diretto in giardino.

Non aveva voglia di fare rapporto al suo superiore, ne tanto meno di sorbirsi Saruhiko e le sue lamentele. Aveva bisogno di starsene tranquillo, almeno un giorno senza combattere, o escogitare modi per sconfiggere Homra, voleva solo un po di pace e tranquillità...

Peccato che la bambina non concordava con l'idea di pace di Ludovico.

- Hei cosa fai?! - domandò un po preoccupato vedendola arrampicarsi su un albero, subito,per evitare che cadesse il ragazzo si era buttato prendendola al volo.

- Stai bene? - le aveva chiesto decisamente in ansia.

La ragazzina aveva sorriso - si fratellone! - aveva detto ridendo allegra.

- F-fratellone? - aveva domandato lui stupito.

La bimba si era limitata ad annuire con la testa, per poi inclinarla di lato e domandare, con un espressione dolce e molto ingenua

- Tsuki vuole tanto bene al fratellone... - L'espressione si era fatta un po triste, mentre fissava i suoi occhioni arancioni in quelli bicolore di Ludovico.

- Il fratellone no? - il ragazzo le accarezzò la testa con molta dolcezza alzandosi per poi prenderla sulle spalle.

- Certo. - Disse sorridendole con molta calma, tipica del suo carattere.

Raggiunsero un vecchio parco giochi e Ludovico, sempre tenendola d'occhio la lasciò giocare in giro.

- Hei Tsuki... - le si avvicinò, era intenta a fare coroncine, con i fiori di campo.

La bimba si voltò guardandolo, poi gli mise sulla testa una coroncina ridacchiando.

- Ti sta bene! - disse entusiasta sorridendo, il ragazzo, che ovviamente era arrossito sorrise.

Poi si tolse la maschera svelando il bel volto, gli occhi uno rosso e uno azzurro, brillavano come le stelle del cielo ormai scuro.

- è meglio tornare - disse il giovane prendendola in braccio, la bimba che si era da poco addormentata era tra le sue braccia.

Tornò verso la base e arrivato la mise nel letto sdraiandosi al suo fianco

- Buonanotte Tsuki-chan - aveva detto accarezzandole delicatamente i capelli, mentre la bimba si addormentava profondamente.

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Capitolo 8
*** cuori vicini anime eterne ***


Cap. 8  cuori vicini anime eterne

 


Alice

Non ero del umore per parlare quel giorno eppure Mikoto aveva insistito.

Lo avevo seguito fino al parco-giochi e mentre lui si era seduto sul altalena io ero rimasta in piedi. Pareva nervoso lo guardai sospirando

- Allora? qualè il problema? - domandai confusa.
Lui socchiuse appena gli occhi ambrati. Osservai quel giovane senza perderlo di vista dopo l'uscita a Capodanno non eravamo più rimasti da soli nemmeno un minuto.

Forse per questo mi sembrò strano che mi chiedesse di uscire noi due e basta.

Al inizio pensavo si trattasse di una missione ma ben presto capì che si trattava di ben altro.
- Alice...Ho bisogno di te -
Dire che il mio cuore mancò trenta battiti a quella dichiarazione sarebbe stato ancora poco.

Cercai di calmarmi anche se ormai ero arrossita. Dopo di che mi avvicinai appoggiando i gomiti sulla sua testa ridendo.

- Mi piace quando lo dici...Mio Re - dissi fingendo di svenire, quando sentì la sua di risata. Così forte,così decisa così profonda.

Resistere ad una simile risata o hai suoi occhi d'ambra era come condannarsi al eterna infelicità.

O almeno era questo che dicevano tutte le ragazze della mia scuola.
Da quando Mikoto era venuto a prendermi in moto le mie compagne non facevano che chiedermi di lui.

Io restavo sul vago dicendo che era un amico di mio padre. Padre inesistente visto  che ero orfana sia di padre che di madre la mia vita era Homra.

Non mi pentivo quando mentivo dicendo di vivere con dei genitori in una bella casa come una normale ragazza.

Il fatto che fossi un membro di Homra era un segreto, inoltre da qualche tempo ogni volta che vedevo una ragazza avvicinarsi troppo al mio Re diventavo gelosa.

Lui sembrava calmo, cioè calmo quanto lo può essere un ragazzo tornato dalla morte. Mi avvicinai appoggiadomi al altalena, rifiutavo di guardare di nuovo i suoi occhi d'ambra.

- Sei un componente prezzioso- disse passandosi una mano tra i capelli

- Ma negli ultimi tempi... - Si fermò poi prese un pachetto di sigarette portandone una alla bocca, stava fermo e guardava il cielo, io ero in parte a lui.

A volte, solo a volte cercavo nei suoi occhi una risposta. A quelle mille domande che mi affollavano la mente.
Perchè riuscivo a stare tranquilla, solo se cera lui? e sopratutto...
Perchè quando mi sfiorava, anche se solo un instante, Il mio cuore perdeva un battito?

- Ma...Negli ultimi tempi cosa? - domandai impaziente.

Lui mi guardò poi portò una mano alla mia guancia e mi fece sollevare il viso.

- Ma... Non riesco a pensarti come una mia sottoposta -
Quelle parole mi lasciarono allibita, cosa intendeva Mikoto sama? Anch'io provavo qualcosa per lui a dire la verità ero confusa, stupita e troppo felice.
Tutto insieme.

Mikoto si accese una sigaretta forse per nascondere quello che pensava, ma con me non funzionava feci un respiro profondo poi alzai un po il viso

- V-vai avanti...Come mi vedi davvero? - lo guardai e lui sostenne il mio sguardo.

Ancora due minuti e mi sarei arresa al suo fascino, al suo calore speciale e hai suoi occhi.

-Come mia compagna -
Lo disse così tutto d'un fiato senza pensare ed ecco che in un attimo divenni più rossa dei suoi capelli, cominciando a balbettare.

Lui non parlava forse non sapeva cosa dire o forse aspettava una mia risposta ero completamente paralizzata, cosa dovevo dire? mi sarei dovuta dichiarare...
Ma era la cosa giusta da fare?

Non lo sapevo...
Da una parte volevo dirgli cosa provavo, ma dall'altra... Lui era stato sincero avrei dovuto esserlo anch'io

 - M-Mikoto-sama -
La voce mi uscì di colpo molto lieve e insicura,lo amavo a tal punto? al punto da sprofondare nel più totale imbarazzo.

Lui mi guardò mordendosi un labbro d'istinto improvvisamente smisi di pensare,svuotai la testa e pensai solo a farmi guidare dal cuore.

Non c'erano parole che avrei potuto dire per esprimere i miei sentimenti e lo baciai ovviamente non avevo mai veramente baciato qualcuno, era strano sentivo le sue labbra sulle mie.

Lui ricambiò il bacio stringendomi forte come se non aspettasse altro se non stringermi tra le braccia. In un attimo, tutta la tensione scomparve.

Sentì la sua lingua chiedere accesso alla mia bocca, arrossì da quel gesto inaspettato Socchiusi appena le labbra lasciando che la lingua di Mikoto entrasse nella mia bocca arrossendo perché era la prima volta che mi capitava una cosa simile.

Lo strinsi a me senza pensare ricambiando il bacio.
Fu quasi come svegliarsi da un sogno ad occhi aperti, sentì la sua mano accarezzarmi delicatamente il fianco.

Sorrisi e mi lasciai avvolgere dal suo calore.

***
Akane era fuori ad allenarsi, sentiva il vento scompigliarle i capelli neri e lunghi. Gli occhi rossi erano seri e concentrati

La ragazza si accorse di uno strano movimento delle sentinelle, parevano inquiete.

Era strano di solito le sentinelle non si scomponevano mai, ma in quel momento lo erano.
-Chi è là?-
A rispondere fu una voce maschile con un accento strano, forse di una lingua dell'est Europa.

-Il mio nome non conta, sto cercando Munakata Reishi- le parole erano secche tipiche di chi è abituato a dare ordini e che non è abituato a farsi contraddire.

Akane si avvicinò al punto in cui si trovava il nuovo venuto e subito notò che c'era qualcosa che non andava.

Il volto del giovane era nascosto da una maschera integrale che non lasciava vedere nessun particolare del suo viso.

I capelli erano rossi, il corpo fasciato da una tunica nera, fermata ai fianchi da una cintura da cui pendeva una lunga spada dal fodero nero e oro, pantaloni neri, stivali alti fino al ginocchio adatti ai movimenti, le mani erano coperte da guanti senza dita.

La cosa che stupì Akane fu il tono freddo con cui il giovane aveva parlato. Il suo corpo rivelava un'età compresa tra i diciannove e i vent'anni.
-Dicci chi sei o non ti lasceremo passare!- minacciò una sentinella.
Il ragazzo a quel punto spiccò un salto catapultandosi sulle mura proprio di fronte alla sentinella.

L'uomo sguainò la spada e attivò l'aura blu, ma il ragazzo lo colpì in faccia evitando che usasse l'aura. Le altre lo guardarono terrorizzate.
-Conducetemi dal re-

  A quelle parole alcune sentinelle lo condussero fino dentro la QG con Akane che li seguiva da lontano.

Reishi era sveglio come se si aspettasse che quel misterioso ragazzo sarebbe giunto da chissà quale parte del mondo.
Appena lo videro in piedi le sentinelle si spostarono facendo passare il guerriero.

Reishi lo osservò da dietro gli occhiali, come se lo stesse studiando.

Ma l'analisi del re blu non poteva essere completa perché il ragazzo celava il suo volto e il re aveva capito che per nessuna ragione si sarebbe tolto quella maschera.
-Chi sei?- domandò allora Reishi.
-L'ho già detto prima che il mio nome non conta- rispose il giovane per niente intimorito.
-Beh io VOGLIO una risposta-
Rieshi non poteva vederlo ma il ragazzo aveva sorriso.
-Va bene Munakata sama, il mio nome è Ludovico e vengo da Praga- finalmente tutti compresero il nome del nuovo venuto.
Reishi lo fissò.

Ludovico. Non era un nome tipico di Praga, tuttavia il suo accento, il modo di parlare tipicamente occidentale., la spada tutto nell'abbigliamento dava indizi sulle origini del ragazzo.
-Perché sei qui?-
-Voglio unirmi alla Scepter 4- ecco la risposta che il re voleva sentire, o meglio se lo aspettava.
-Mostrami il tuo volto- ordinò poi il blu.

Ma il ragazzo non accennò niente che facesse capire che avrebbe eseguito.
-No, Munakata sama per ora non rivelerò il mio volto, ti chiedo solo un briciolo di fiducia. -
Reishi rimase interdetto.
-Va bene-  fece segno a uno dei suoi di condurre il ragazzo in una delle stanze della QG non molto lontano dalle sue per tenerlo d'occhio.

Akane era tornata da poco e così volle andare a cercarla. La giovane stava guardando fuori dalla finestra.

-Ehi sei tornata- La richiamò il re.

Lei lo guardò di sbieco senza dire nulla, il negoziato era andato bene, ma il fatto che Ludovico fosse il terzo europeo che giungeva in Giappone non poteva essere un caso.
-Come è andata? -
-Bene, ma sai meglio di me come sono i rossi, non si lasciano condizionare da nessuno- affermò Akane.
-Sembri preoccupata però-
-Non è niente, solo brutti pensieri- Akane non voleva certo dar voce ai suoi pensieri davanti a Reishi.

Il re la abbracciò da dietro, ma lei subito si distaccò

-Sono stanca di fare il doppio gioco Reishi, stavo pensando di lasciare entrambi i clan - affermò la ragazza. Reishi la guardò spiazzato.
-Fallo pure così ti sarai macchiata di tradimento per ben due volte -

La voce non era quella di Reishi, ma di Ludovico. Il re lo guardò. Era ancora vestito di nero e nascondeva ancora il viso.

-Cosa ne sai tu?- gli domandò la ragazza mentre il re se ne andava.
Ludovico non rispose e questo la fece innervosire.
-Rispondimi -
-Vediamo se mi conviene... No -
Akane si avvicinò e lo spinse via ma il ragazzo non fece una piega.

-Ascolta Akane non è scappando che otterrai qualcosa. Scegli o rosso o blu ma non lasciare nessun clan perché te ne pentiresti -
-Tu non capisci niente di me quindi Taci!- La ragazza era furiosa e lo spinse via.

La rabbia faceva ardere gli occhi cremisi della giovane ma Ludovico non aveva paura.

Lo colpì sul petto con un pugno scandito dalla rabbia. Ludovico alzò la maschera abbastanza da mostrare le labbra e la baciò di slancio lasciandola spiazzata.

Akane si trovò contro il vetro della finestra mentre il ragazzo, la baciava con forza.

C'era passione in quel bacio. Lui le prese i polsi impedendole di muoversi approfondendo quel contatto.
Era spiazzata non riusciva più a pensare.

La ragione era stata del tutto obliata da quel bacio così appassionato. La maschera del ragazzo cadde a terra rivelando il suo volto giovane e anche affascinante.
Akane iniziò a ricambiare mentre la lingua di lui chiedeva accesso alla sua bocca.

La guerriera dischiuse le labbra mentre le loro lingue si legavano in una danza sensuale completamente priva di ragione.

Ludovico si staccò guardandola. Lei ansimava.
-Perchè? -
-Perchè si- fu la risposta di lui
-Tu- Akane fece per dire qualcosa ma Ludovico le lasciò un rapido bacio sulle labbra e poi recuperò la maschera celando ancora il viso.
Ma Akane lo aveva notato.

Era davvero bello. Scosse la testa. Non doveva pensare una cosa del genere.

Però quei baci erano stati fantastici. Nessuno l'aveva fatta tremare così, non sicuramente Reishi.

Da quella sera erano passati alcuni mesi e Akane era ritornata alla QG dopo aver parlato con Alice.

Non aveva più avuto occasione di parlare con Ludovico anche perché non lo aveva più rivisto. Era come se il ragazzo la evitasse, ma sicuramente non era così.

Ancora nessuno aveva potuto vedere il suo viso nemmeno Reishi che si chiedeva come mai si nascondesse dietro la maschera.

La ragazza si fermò davanti ad una finestra notando una figura di giovane uomo nel parco della base.

Non seppe mai cosa la spinse a scendere fino a trovarsi dietro il ragazzo.

Ludovico non indossava ancora l'uniforme della Scepter , Reishi non si fidava ancora abbastanza di lui per ammetterlo nel clan.

-Sapevo che prima o poi ci saremmo incontrati di nuovo - la voce di lui tradiva un sorriso.
-Mi sembrava di capire che mi evitassi -
-Beh non è così - il ragazzo si girò verso di lei avvicinandosi.

Lei non lo allontanò quando la strinse a sè. -alla fine mi hai ascoltato -
Akane annuì.
Non voleva dare il merito a Ludovico però Doveva ammettere che quando c'era lui il suo cervello non rispondeva più ed era solo il cuore a comandare.

Ma alla fine la ragione tornò e Akane si staccò da lui.

Lo guardò. La maschera non poteva rimandare le emozioni che sicuramente stava provando in quel momento. Lei però voleva toglierlela.

La sollevò e lui non fece niente per impedirglielo.

Gliela tolse completamente e poi lo baciò spingendolo contro un albero senza staccarsi nemmeno per riprendere fiato.

Le braccia di lui le cinsero i fianchi mentre lei continuava a baciarlo affondando le mani nei capelli rossi del ragazzo.

Ludovico ricambiò ogni bacio finché fu lui a staccarsi.

-Cosa c'è? - domandò la ragazza
-Mi piaci Akane - le parole gli uscirono dalle labbra sottili sincere e senza filtri.

Lei lo guardò sorridendo appena mentre lo baciava ancora. I loro cuori battevano all'unisono come Uniti da qualcosa.

Forse era amore?
No non poteva essere amore. Però lei non sopportava quando altre ragazze gli si avvicinavano si sentiva un po gelosa. Non sapeva cosa provasse Ludovico, però lei lo amava.

Non voleva perderlo per colpa della guerra che stava per scoppiare.
Ludovico si staccò.
-Akane ferma. se no non riuscirò a fermarmi -
-Tu vuoi fermarti? - domandò leccandogli piano l'orecchio.
-No- affermò il ragazzo ma in quel momento la voce stizzita di Saruhiko li interruppe.
-Il re vi cerca muovetevi! -
Sbuffando i ragazzi si avviarono fino allo studio di Reishi che stava inveendo contro un ragazzo vestito di rosso con un bavero sul viso.

Quando entrarono Reishi congedò il giovane che se ne andò Reishi li guardò un secondo pii sospirò.

Quei due si amavano. Ma lui non poteva permetterlo. Guardò il guerriero davanti a lui e decise che dovevano combattere.
-il re sono io Ludovico, ti sfido -
-La posta?- Ludovico lo guardò serio
-Akane - la risposta del re lasciò spiazzati entrambi.

Ad Akane l'idea non piaceva molto, anche perché non era giusto. Ma Reishi era il re e quindi non Poteva contraddirlo.
-E sia! - Ludovico sguainò la spada. Stessa cosa fece Reishi.

Reishi scattò verso il ragazzo che parò il colpo con la spada. Ludovico diede un calcio al re che fu costretto ad allontanarsi. Questa volta fu l'europeo ad attaccare.
Le spade cozzarono producendo un suono cristallino, gli occhi di ghiaccio del re si riflessero in quelli bicolore dell'ex assassino che non diede segno di timore.
Ludovico diede due colpi di spada e disarmò il re

-Hai vinto - fu l'unica cosa che disse il re blu.

Akane guardò prima Reishi poi Ludovico che teneva ancora in mano la spada. La ragazza abbracciò l'europeo e guardò Reishi che si tirò in piedi.

I segni della battaglia e dell'orgoglio ferito si leggevano ancora sul suo viso. Si mise a posto gli occhiali e prese fiato.

-Ludovico di Praga, voglio che tu prenda il mio posto come nuovo re blu in caso io muoia in battaglia - Quelle parole lasciarono i ragazzi senza parole
-Reishi sama- Ludovico iniziò a dire qualcosa ma il re scosse il capo.
-Così è deciso - lo sguardo di Reishi era serio e risoluto e si capiva che non avrebbe accettato proteste.
Akane guardò i due uomini e comprese che Ludovico si era guadagnato il rispetto e la stima di Reishi, cosa molto difficile da ottenere ma lui ci era riuscito.
-Potete andare -
Si congedarono in fretta e si diressero nella stanza di Akane eludendo la sorveglianza.

Quando la porta si fu chiusa alle loro spalle iniziarono a baciarsi con passione e trasporto senza temere di essere scoperti
Nessuno entrava in una stanza se non era necessario e loro erano chiusi a chiave.
Ludovico le baciò il collo mordicchiando mentre Akane gemeva di piacere strofinando il corpo su quello del ragazzo che gemette appena senza riuscire a controllarsi.

Le tolse la giacca facendola sdraiare sul letto senza smettere di baciarla ma in quel momento bussarono.
-Dobbiamo fermarci - sbuffò Ludovico allontanandosi da lei.
-I Jungle -
Akane guardò il ragazzo che annuì serio.

-Siamo sotto attacco - la voce era quella di Saruhiko
Ludovico e Akane corsero fuori dalla Camera e si trovarono di fronte Saruhiko con un ghigno poco rassicurante sul viso.

Il ragazzo gli tirò un pugno sullo stomaco svuotandogli i polmoni.
-Fushimi cosa fai? - domandò Akane
-Volevo vedere se era forte come affermava essere - Ludovico fece lo sgambetto al rivale che si ritrovò a gambe all'aria.

-Impara il rispetto Saruhiko - lo minacciò il ragazzo mentre l'altro se ne andava.
Akane gli si avvicinò mentre il ragazzo si alzava in piedi ansimando per il pugno di Saruhiko.
Sputò del sangue a terra ma poi sorrise alla ragazza.
Akane lo abbracciò forte. Baciandolo con forza mentre lui ricambiava finendo di nuovo dentro la stanza della giovane.
Il sole era tramontato da tempo e ora solo la luna e le stelle erano testimoni di quei baci strappati di fretta da labbra pure e sporche di sangue.

***

Kimi camminava lungo le strade di Shizume con aria corrucciata.

Trovare il re rosso era più difficile del previsto più perché non sapeva dove fosse.

Suo padre non gli aveva dato molti indizi solo che l'uomo in questione aveva una chioma rosso fuoco.

Non che ci fossero molte persone con i capelli rossi in Giappone, ma il ragazzo era più confuso che mai.

-Ok ci rinuncio - affermò Kimi passandosi una mano tra i capelli biondi madidi di sudore.

Si era perso e non sapeva dove andare. Decise di fermarsi. Era inutile girare a vuoto.
In quel momento una ragazza bionda gli venne addosso.

-Oh scusami - la ragazza si tirò in piedi sorridendo appena e rassicurandola.
-Sono Kimi e mi sono perso - Si presentò lui
-Alice. Chi cerchi?- domandò lei guardandolo curiosa.

Non era sicuramente giapponese. L'accento era diverso straniero, gli occhi di lui erano azzurri e i capelli biondissimi.
-Sto cercando il re rosso - a quelle parole la ragazza sgranò gli occhi.
-Chi ti ha parlato di Suoh?
-Mio padre Rami - il nome del padre di Kimi sorprese la giovane come se non credesse alle sue orecchie.
-Allora ti accompagno da lui -

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Capitolo 9
*** Kimi e Alice ***


Cap. 9 Kimi e Alice
 


Kimi

 
Scesi dall'aereo con uno strano senso di nausea, ma non avevo tempo da perdere avevo una missione è dovevo portarla a termine. Ero giunto alla conclusione che mi ero perso.
Sbuffai ricordando le parole di mio padre.

Dovevo trovare quel suo amico in fretta. Strinsi i pugni mordendo appena io bavero azzurro davanti alle mie labbra.
Papà non mi aveva dato indizi, solo il colore dei capelli di quel suo amico.

Ma era come cercare un ago in un pagliaio. Mi rimisi in marcia nonostante non sapessi dove andare quando sbattei contro qualcuno che proveniva dal lato opposto.

-Oh mio dio scusa - affermai tendendo la mano ad una giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri vestita di rosso
Era davvero bella, gli occhi erano luminosi e devo dire che sentivo il cuore che batteva all'impazzata, temevo mi sfasciasse la cassa toracica.
Non ne avevo viste di ragazze così in Finlandia.

-Ops scusa - sorrisi aiutandola ad alzarsi.
-Niente, oh ciao - lei mi guardò interessata come se fosse la prima volta che vedeva uno straniero.
-Sono Alice e tu? -
-Kimi - risposi con un leggero inchino
-Sembri sconvolto - affermò lei mentre si avvicinava.

Io scossi le spalle mentre mi passavo una mano tra i capelli madidi di sudore. Ammetto che la corsa mi aveva sfiancato faceva troppo caldo per me.
-Mi sono perso - affermai poi
-Chi cerchi? - domando avvicinando il viso al mio sorridendo.
-Il re rosso - dissi io sospirando
- Ti porto da lui -  rispose lei mentre mi faceva segno di seguirla.

Mi condusse davanti ad un bar dall'aria vecchia, che però ricordavo di aver visto in uno dei disegni di papà.

"Homra" fu l'insegna che lessi.
Quel nome! La ragazza mi guardò e io sorrisi appena.

Entrammo a Homra e vidi un uomo dai capelli biondi dietro il bancone.
-Ciao Izumo - sorrise Alice.

Il ragazzo la salutò poi quando mi vide sgranò gli occhi come se avesse visto un fantasma.
-N-Non è possibile! - affermò lui avvicinandosi e togliendosi gli occhiali scuri.
-Izumo kun?- Alice lo guardò stranita
-Rami? Sei tu? - domandò il biondo guardandomi
-No sono suo figlio Kimi - risposi.

Izumo parve guardarmi ancora come se mi avesse riconosciuto quest' uomo sapeva molto di me.
-Mikoto sama non c'è - disse poi Izumo con un leggero sorriso.
Alice gonfiò le guance
-È andato via prima che tornassi? - domandò la ragazza.

Izumo annuì. In quel momento un uomo dai capelli rossi e gli occhi ambra entrò dalla porta con una sigaretta in bocca e L'aria annoiata.
-Izumo cosa succede? - domandò il rosso.
-Te ne vai e non mi dici niente? - Alice intervenne in quel momento avvicinandosi all'uomo.
Il rosso parve sorriderle appena e poi l'abbracciò facendola arrossire, dovevano essere parecchio in confidenza.

Izumo rise facendomi segno con un dito sulle labbra di non dire nulla.

-Scusami ma ho avuto un problema - affermò il Re con un sorriso.
-Sono arrabbiata comunque - disse la ragazza.
Lui a quel punto si girò dalla mia parte e mi guardò anche lui sgranò gli occhi.
-R-Rami kun?- la voce era spezzata dall'emozione.
-l'ho detto anch'io ma non è lui è suo figlio -

Rispose Izumo, mentre cercava di far alzare Alice, che si era tranquillamente seduta sul bancone, facendo penzolare i piedi.
-Kimi - disse il rosso

Il Re rosso aveva detto il mio nome? Si mi aveva chiamato per nome.
-Mikoto Suoh - affermai mentre lui annuiva
-Vi conoscete? - Chiese la ragazza a quel punto.

Da come guardava Mikoto-sama sembrava un pò gelosa

-Suoh!- la ragazza abbracciò il rosso con aria infantile e io sorrisi.

Mikoto sama sorrise mentre mi fissava scrollando le spalle, per poi soffiarle sul naso un po di fumo.
-La somiglianza è incredibile - affermò mentre mi squadrava dalla testa ai piedi.

-Immagino tu abbia molto da raccontare - disse poi.

Io annuii serio Alice scese con un balzo e sbuffò andandosene offesa.
Ci sedemmo ad un tavolino e Mikoto si accese una sigaretta.

- Mio padre mi ha tirato su da solo, mi ha mandato qui per cercare te- dissi sedendomi davanti a lui.
-Cercare me?- il rosso mi guardò serio come se non se lo aspettasse.
-Mi ha detto di trovare il re rosso - dissi serio
Mikoto mi guardò e poi si alzò  -Avremmo tempo di parlare ma ora...- Mikoto mi guardò e fece per uscire.

Io non lo fermai, non dovevo. Lui uscì cercando Alice, notai che aveva l'aria preoccupata e tesa.

Mikoto-sama e Alice-chan dovevano avere un rapporto diverso, da quello che cera tra un Re e la sua sottoposta.


Mikoto


Ero uscito da Homra cercando Alice. Probabilmente era offesa. Non era comunque mia intenzione. Kimi... L'ultima volta che l'avevo visto non camminava nemmeno.

-AIUTO! -

La voce di Alice mi fece sobbalzare. Feci appena in tempo prima che cadesse nel fiume in piena.

Mi tuffai La corrente era davvero forte non sapevo se sarei riuscito a resistere. Ma dovevo Afferrai Alice che stava per affogare.
-Mikoto sama! -mi chiamò.

Io annuii mentre nuotavo velocemente verso la riva, La corrente rischiava di strappare Alice dalle mie braccia.

Ma alla fine con uno sforzo enorme riuscimmo a uscire. Alice tremava dal freddo e io la strinsi, La strinsi forte mentre lei continuava a tremare.
-Scusami per prima - dissi

Lei non rispose batteva troppo i denti sapevo che era stanca e molto spaventata.

Non sapevo cosa sarebbe successo ma il ritorno di Kimi era coincidente con la profezia di Rami.

Tornammo a Homra bagnati fradici e subito sparimmo di sopra senza che Izumo e gli altri ci vedessero.

Quando uscii dalla mia stanza passai davanti a quella di Kimi che aveva lasciato la porta leggermente aperta lo sentii sussurrare

-Papà c'è l'ho fatta l'ho trovato -
Bussai alla porta e entrai. Stava piangendo. Appena mi vide si asciugò le lacrime e mi sorrise.

Proprio come Rami a suo tempo, anche Kimi cercava di reprimere il dolore e la sofferenza. Era uno scemo ma uno scemo sincero.

-Ti manca? - Chiesi. Lui annuì ma poi tornò serio
-Anche a me sai. Era un fratello per me- sorrisi sincero
-Cosa c'è tra te e Alice Mikoto sama? - Disse lui e potei notare un sorriso sotto il bavero cremisi.
-Diciamo che stiamo insieme - risposi guardandolo.

Lui annuì come se lo avesse sospettato. feci un colpo di tosse guardandolo serio

- Devo chiederti un favore - lui mi guardò annuendo.
-Dimmi - la voce di Kimi era fredda, ma tradiva l'incoscenza che un tempo avevo anche io.
-Se dovessi morire prenditi cura di lei- era una richiesta sconvolgente lo so ma lui annuì.
-Conta su di me-
Uscii dalla stanza di Kimi con un sorriso Sentii un aura forte. Ma senza colore.

Ichigen Miwa! Corsi verso la stanza di Alice ma lei dormiva Miwa non era lì allora perché io lo sentivo?
Sentii una risata folle e vidi comparire uno spirito di volpe che mi guardò ghignando.

Attivai L'aura rossa mentre la volpe cercava di colpirmi. Lo evitai ma non mi accorsi che c'è né era un altro alle mie spalle.

In quel momento sentii il rumore dei denti del mostro sull'acciaio mi girai e vidi Kimi che brandiva una spada, Aveva protetto la mia schiena.

Le volpi lo guardavano in modo strano come se lo conoscessero e tornarono all attacco ancora più furiose.

Riuscimmo a metterle in fuga solo unendo l'abilità di spadaccino di Kimi, alla potenza delle mie fiamme.

Guardai il Finlandese che ansimava bocheggiando per lo sforzo. Le volpi erano sconfitte ma Alice aveva rischiato di essere ferita.

La guardai. Non poteva rischiare la vita, non poteva morire...
Non lei non come Totsuka.

Il ricordo del mio amico, della sua morte ad opera della stessa persona, che ora metteva in pericolo la ragazza che amavo. mi lasciò l'amaro in bocca.


"Ho rischiato di perderti stasera, ti devo allontanare da me. Ferirò me stesso e anche te, sto male al solo pensiero, ma devo"

La guardai come se fosse l'ultima volta che la vedevo.
Probabilmente lo era perché se davvero l'avessi ferita lei mi avrebbe odiato. Nel peggiore dei casi sarebbe andata via da Homra.

Guardai Kimi che stava rinfoderando la spada. Scambiammo un rapido sguardo. Lui fece un cenno di saluto e usci

***
Erano passati alcuni giorni e Alice sembrava stare molto bene a differenza mia che proprio non riuscivo a guardarla in faccia.

Ogni volta, mi tornava in mente quella scena. E al volto sorridente di lei si sovrapponeva quello di Tatara.

Strinsi i pugni vedendola accanto ad  Izumo. Si girò prndendomi il braccio e apoggiò la testa alla mia spalla.

-Senti usciamo? - Mi chiese allegra. Temevo quel momento perché l'avrei ferita

- Voglio stare con te tutto il giorno! - affermò strofinando la testa alla mia spalla.
-No - i miei occhi erano freddi scrollai le spalle liberandomi da lei e la guardai

- Non ho tempo per correrti dietro ragazzina - dissi guardandola severo.
-M-ma...Suoh...- non riuscì a finire la frase perché corse via in lacrime.

Io mi sforzai di rimanere freddo ma dentro stavo malissimo. Guardai Kimi appoggiato ad una parete mi guardò e scosse la testa.

A differenza di Rami che mi capiva ad uno sguardo, Kimi non mi conosceva così bene e non sapeva che l'avevo fatto solo per proteggere Alice.

La seguì sapendo che sarebbe stato cacciato via.

Kimi

Non capivo perché Mikoto sama avesse mandato via così Alice.
Lei era corsa via. Lontano da Homra e questo poteva essere un problema perché era pericoloso.

Correvo per le vie della città non sapevo dove fosse ma dovevo trovarla.

In quel momento vidi una scia azzurra. La Scepter 4!
E Alice era là da sola. Corsi ancora più forte. Quando arrivai al punto la vidi combattere contro Saruhiko

La scimmia scattò verso di lei e la ragazza parò a mala pena il colpo con l'aura rossa.

Poi fui io a scattare verso di lei Saruhiko mi vide e ghgnò facendo per colpire me,ma io parai il colpo con la spada.

Alice attaccò con una fiammata,scaturita da un potentissimo calcio e Saruhiko fu costretto a svignarsela.

-Cosa ci fai qui? - Mi chiese arrabbiata ansimando per lo sforzo,del combattimento.
-Ti cercavo - risposi.

Lei mi guardò seria cercando di trattenere le lacrime. Le parole di Mikoto sama l'avevano ferita nel profondo

-Ti ha mandato lui? - domandò fredda porgendomi la spada,che mi era scivolata, nel combattimento con Saruhiko
Scossi il capo. Lei sembrò delusa, mentre le lacrime venivano mandate indietro.
Mi guardò seria cercando di sembrare forte, ma sapevo che stava male.

-Perchè ha detto quelle cose? andava tutto bene...- Scossi la testa non potevo saperlo.

Tuttavia potevo immaginare che centrasse con il pericolo del Re incolore.

-Sono certo che ci sarà un motivo se ti ha trattata così - tentai di dire ma lei scosse il capo.

-Il motivo è semplice: Lui non mi ama ha solo giocato - strinse i pugni e io l'abbracciai.

Lei mi strinse forte iniziando a piangere. Non sapevo cosa fare né cosa dire. Qualunque mia parola sarebbe stata inutile. Mi limitai ad accarezzarle i capelli.

-Io lo amo Kimi! Non so se riuscirò a sopportare una simile delusione - affermò Alice stringendo il tessuto della maglietta In quel momento la sentii irrigidrisi.
Davanti ai nostri occhi si materializzò una visione, forse del futuro.

Mikoto-sama ha terra immerso in una pozza di sangue. Probabilmente il suo.
Ero incredulo, davanti al Re rosso un uomo dai capelli ordinati blu scuro e occhiali.

Teneva in mano una spada, che scintillava del sangue rosso del Re.

Lei si staccò di colpo tremando, come se quella scena l'avesse riportata indietro nel tempo.
-Io conosco Suoh da molto tempo Kimi, ho conosciuto anche tuo padre- disse la ragazza.

Questo mi lasciò spiazzato.
Lei dimostrava la mia età ma in realtà era molto più grande di me.
-Come il re d'argento io non invecchio - affermò, conoscevo bene la leggenda dei Re.

E sopratutto del Re d'argento. Mio padre mene aveva parlato. Il Re immortale che non poteva invecchiare ne muorire...

In quel momento un colpo ci costrinse a separarci. Dei tizi in verde ci furono subito addosso. Io ne affrontai due con la spada quando vidi una strana aura bianca alzarsi da Alice.

Mi girai e vidi una guardia a terra che in un attimo divenne polvere Alice era a terra scioccata che guardava.
Le guardie la guardarono a loro volta terrorizzate e batterono in ritirata.

Mentre io mi avvicinavo ma lei allungava la mano come per fermarmi.

-Aspetta non avvicinarti non voglio farti del male - disse lei ancora scioccata.
-Non lo farai tranquilla - le sorrisi mentre lei si calmava appena, Vidi alle sue spalle librarsi una meravigliosa fenice bianca.

Era qualcosa che c'entrava con il suo potere ne ero certo.
-Non dire nulla agli altri Kimi - disse lei quasi ordinandolo.

Io annuii. Si stava facendo tardi era meglio rientrare. Lei parve leggermi il pensiero e affermò

-Torniamo a Homra gli altri saranno preoccupati -
-Certo - annuii io mentre tornavamo al bar di Izumo


Mikoto

Ero ancora fermo su uno dei divanetti del bar quando vidi Kimi e Alice tornare.

Lei sembrava stare meglio, mi scoprii un pò geloso del fatto che parlava tranquillamente con Kimi e lui non sembrava provare imbarazzo.
Uffa! Mi aveva già dimenticato?
Sperai con tutto me stesso che non fosse così. Ne ebbi la conferma quando gli occhi di Alice si posarono su di me.

Era ancora ferita dal mio comportamento eppure sembrava dolce come sempre,nonostante evitasse il mio sguardo.
Aveva trovato appoggio nel finlandese. Sbuffai

-Posso parlarti? - Le domandai mentre lei annuiva appena. Kimi ci lasciò soli, capiva che dovevamo parlare.

- Cosa devi dirmi? Mi pare che sei stato molto...Convincente mio Re - disse lei incrociando le braccia sul petto.
-Alice io ti amo non ti ho allontanato perché non provo più niente, ma per proteggerti! - affermai tutto d'un fiato.
-Cosa?- Lei era sbalordita ma non le detti il tempo di parlare che la baciai.

Lei ricambiò il bacio mentre io la stringevo forte rendendo ancora più profondo quel contatto tra di noi. Non volevo perderla.

La amavo e niente me la avrebbe portata via.

Lei mi accarezzò il viso quando fummo costretti a staccarci perché Izumo aveva finto di starnutire.
-Izumo?- domandai cercando di riprendere il controllo di me stesso.

Il barista sospirò e poi mi spiegò che Kimi era uscito da solo e fuori il sole era tramontato.
Alice sembrò rabbuiarsi e uscì di corsa.
Io la seguii. Eravamo preoccupati, sapevo che Kimi era abituato a cavarsela da solo ma non volevo che gli accadesse qualcosa di brutto.

Lo incrociammo a metà strada Kimi stava tornando indietro e io lo afferrai per un braccio

-Cosa ti è saltato in mente? - domandai leggermente arrabbiato.
-Scusami - furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca.
Tornammo indietro e vidi Reishi e Saruhiko che combattevano contro Izumo davanti alla stazione, il nostro compagno si muoveva bene, dopo tutto era uno dei miei vasalli più forti. Ma nemmeno lui reggeva il confronto con un Re.
Kimi sguainò la spada e colpì alle spalle Saruhiko. Sapevo benissimo che non avrebbe dovuto farlo ma stavolta aveva avuto ragione.

A Reishi ci avrei pensato io come al solito.

Scattai verso di lui mentre le nostre aure si attivavano. Inutile dirsi che tra noi c'era parità assoluta. In quel momento sentii un urlo.
ALICE!

Mi girai e vidi un ragazzo con una maschera afferrarla.

Kimi scattò cercando di liberare Alice ma fu inutile il ragazzo era già scomparso e con lui il resto Della Scepter.

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Capitolo 10
*** fiamme impazzite e fulmini di ciliegio ***


Cap. 10 fiamme impazzite e fulmini di ciliegio

 


Ludovico

Va bene va bene lo ammetto sono stato un po scorretto. Però dovevo Il fine giustifica i mezzi no?

La guardavo abbastanza incuriosito, era molto diversa da qualsiasi altra ragazza che avessi visto nei miei diciannove anni.

Che ci dovevo fare?
Boh come sempre Reishi-sama non mi aveva detto niente Forse potevo divertirmi un po.

Tirare fuori la mia parte maliziosa fu un problema mica da poco, anche perché l'avevo seppellita per bene.
Sorrisi avvicinandomi.

Lei mi guardò furiosa mentre io le alzavo il mento costringendola a guardarmi.

Alice mi diede un calcio allontanandomi.
Voleva giocare pesante eh? Bene giochiamo pensante.
Sorrisi ancora da sotto la maschera mentre me la toglievo avvicinandomi di nuovo. La baciai con violenza, mentre lei tentava di staccarmi senza riuscirci.

Non mi sarei fatto scappare un occasione del genere era troppo importante. L'aura rossa di lei si attivò ma lei era debole, e io ero nel pieno delle forze.
-Lasciami!- ringhiò la ragazza mentre io le liberavo le spalle.

Ok lo ammetto era davvero bella, se mi fossi divertito un po Mikoto avrebbe trovato pane per i suoi denti Dovetti far ritornare a galla la mia parte razionale, se continuavo non mi sarei fermato.

Lei mi tirò un pugno nello stomaco e io gemetti di dolore, ci ero andato un po pesante, tentò di liberarsi dalla mia stretta ferrea e io le strappai la maglia.

 Mi guardò atterrita e io risi gelido.
attivò l'aura rossa di nuovo ma io la neutralizzai senza nemmeno impegnarmi molto.

La baciai ancora affondando le unghie nella sua carne lasciandole due graffi che sanguinano Il dolore che le provocai mi fece quasi ridere.

Ammetto che questo mio lato è terribile Il sangue colava dalla spalla mentre io la guardavo soffrire cercando di farle ancora del male, ma poi mi staccai. 
In quel momento un colpo tremendo mi sbattè contro una parete facendomi sbattere la testa.

Riuscii a rimanere sveglio per miracolo e quando la nebbia davanti ai miei occhi si diradò lo vidi, Suoh Mikoto.

Mi guardò furioso poi guardò Alice e comprese tutto.

-TU!- ruggì.

Ovviamente non sapevo che ero io il ragazzo con la maschera ma subito mi fu addosso. La sua aura era potente e fuori controllo.
Le fiamme erano terribili fui costretto a dare forfait anche perché svenni.

I poteri di Mikoto erano enormi e ora che non si controllava era ancora peggio.

Alice

Suoh era fuori di sé e di sicuro si sarebbe fatto male.
-S-Suoh - mi avvicinai zoppicando Lui mi guardò mi riconobbe e mi fece segno di stargli lontano.

La sua aura era fuori controllo non sarebbe riuscito a tornare in sé in tempo prima che il suo potere lo consumasse. Non potevo permettergli di farsi del male.

Mi avvicinai a quel nugolo di fiamme e fuoco che sembravano uscire dalla terra stessa come se l'inferno avesse deciso di dare sfogo sulla terra delle sue fiamme.

-Alice sta lontana- Suoh mi ammoni di nuovo ma io gli sorrisi dolce iniziando a cantare, dovevo calmarlo o sarebbe stata la fine.

Continuai ad avvicinarmi cantando mentre lui mi guardava senza riuscire a fermare le fiamme.
Entrai nel fuoco.

Bruciava ma non mi importava. Lo abbracciai forte piangendo. Volevo tanto rivederlo, volevo che stesse con me.
Appoggiai la fronte alla sua schiena,mentre le fiamme mi lambivano la pelle crepitando. Lo strinsi di più tossendo ma senza staccarmi.
Improvvisamente le fiamme iniziarono a diminuire fino a spegnersi.

Lo baciai In un attimo la mia aura bianca si attivò senza preavviso Non sapevo cosa sarebbe successo ma mi sentivo troppo debole. Guardai in un angolo. Quel ragazzo che mi aveva torturata era a terra tramortito.

L'aura si spense e Mikoto mi strinse.

Mi strinse forte mentre dei passi provenivano dal corridoio. Vidi Suoh digrignare i denti. Ma poi la sua espressione si fece stupita.

-Weisman! - un uomo dai lunghi capelli d'argento era comparso sulla soglia della cella.

-Felice di rivederti Suoh - sorrise il re d'argento mentre si avvicinava e mi guardava.
-State bene? - Chiese Weisman mentre Suoh annuiva.

Vidi il re d'argento sorridere poi si avvicinò al ragazzo a terra e gli sfiorò la fronte.
-Tu sei tormentato vero?- domandò quasi a sé stesso visto che il ragazzo era privo di sensi.

Nessuno rispose ma Weisman sembrava soddisfatto
-Andiamocene di qua! Abbiamo molte cose di cui parlare-
Suoh mi prese in braccio e Uscimmo in fretta ma io persi i sensi quindi non so cosa si dissero i due re.

***
Sentivo una strana canzone cantata in una lingua che mi pareva familiare.

La voce era maschile di un ragazzo giovane. Sentivo qualcosa provenire da lui un'aura simile alla mia.

Aprii appena gli occhi e vidi un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi grigi come i miei, corpo atletico vestito con una Maglia rossa e pantaloni neri.
-Sei sveglia bene - mi sorrise gentile e la sua voce mi sembrò così familiare come il suo aspetto.
-Si dov'è Suoh? - chiesi
-È con Weisman di là. Antipatici non hanno voluto che ascoltassi- la faccia che fece era da bambino offeso e mi fece sorridere.
-Sono proprio maleducato non mi sono nemmeno presentato sono Konradin-
Konradin? Quel nome!
-Tu sei Alice giusto? - Mi ha chiamato per nome. Lui mi conosceva già. Sentivo la sua aura così uguale alla mia che mi venne spontaneo avvicinarmi.
-Chi sei davvero? - Gli chiesi
-Io...- abbassò lo sguardo ma poi continuò
-Sono tuo fratello! -
Quelle parole mi lasciarono basita ma sorrisi.

Lui era mio fratello. ecco perché mi somigliava ecco perché la sua voce era così familiare.

-Aniki -

Gli saltai al collo mentre mi Stringeva forte. Che bello. Ci stringemmo forte.

Mio fratello. Non lo ricordavo bene, anzi qualcosa mi diceva che la mia memoria era stata quasi sigillata.
-Cosa ti è successo? - domandai notando una fasciatura di fortuna sul braccio.
-Mi sono ferito combattendo contro i Jungle - rispose lui sorridendo.

Sono sicura che moriva dalla voglia di raccontarmi un sacco di cose ma non poté parlare perché Weisman e Suoh entrarono in quel momento.
-Bene ti sei svegliata.- sorrise il re d'argento.
Mentre Suoh si avvicinava e mi abbracciava.
-Tu chi sei? - domandò il rosso.
-Questo mascalzone qui è Konradin. Viene Dall'Olanda e...- Weisman venne interrotto da me

-Ed è il mio aniki -
-Tu hai un fratello? - Suoh sgranò gli occhi stupito. Io annuii mentre abbracciavo di nuovo Konradin.

Lui sorrise ancora ricambiando l'abbraccio. Ora che lo avevo ritrovato avevo tante cose da chiedergli e speravo che mi avrebbe raccontato tutto

-Non abbiamo tempo per le spiegazioni ora, ma avrete tempo per raccontarvi tutto. ora abbiamo dei problemi non indifferenti- iniziò Weisman.
-Lasciami indovinare, Miwa? - Konradin sembrava molto serio.

  -Vado!- si alzò come una molla ma Weisman lo fermò

-No Kor è quello che vuole se lo attacchi da solo sei morto. Kor siedi. -disse per poi guardare il Re rosso

-  Mikoto ascolta serve un alleanza tra noi. Tu, io e Munkata- affermò 
-Munakata?! Chi riesce a lavorare con Munakata?-

Suoh sembrava esasperato Weisman lo guardò annuendo mentre io li fissavo. Non sarebbe stato facile convincere Suoh a collaborare con Munakata, ma se era l'unico modo per impedire al re incolore di vincere bisognava che si facesse.
Guardai Konradin seduto vicino alle mie gambe. Sembrava pensieroso

-Forse dovresti provare a convincerlo tu Alice, sei una femmina sei l'unica- sorrise il mio aniki mentre copriva i capelli con uno strano cappello.

Io sorrisi un po imbarazzata. Forse aveva ragione.
Guardai Suoh che parve capire tanto che uscì dalla stanza e Konradin scoppiò a ridere mentre io lo seguii.

***
Suoh stava guardando fuori e io lo abbracciai da dietro.

-Suoh- gli sussurrai all'orecchio.

Lui non rispose mentre continuava a guardare il panorama sottostante.
-Dovrei vero?- la domanda era spontanea ma io gli baciai il collo mordicchiandolo appena.
-Si mio re dovresti-
Sorrisi maliziosa contro la sua pelle Lui invertì le posizioni e mi trovai contro il vetro, sorrise e io mi ritrovai senza più la grinta di prima.

Mi baciò con forza e io sorrisi. Lo sapevo cosa voleva fare. Ma volevo vedere se lo avrebbe fatto davvero.

Si staccò ridendo, mentre io ansimavo. Lui si era divertito io pure, ma non era questo il motivo per cui avevo tentato di prendere io in mano le redini della situazione.
Mikoto si allontanò e mi guardò ma poi sospirò.

- Ha ragione Weisman non possiamo combattere da soli - Io sorrisi mentre lo stringevo e lo baciavo.

Ci baciammo a lungo ma poi ci staccammo. Konradin stava arrivando e sembrava pensieroso.
-Dove vai?- chiesi.

Lui mi sorrise e rispose che doveva andare in missione Lo salutai e lui se ne andò.

Konradin

Missione al porto e porto sia!

Non avevo idea di cosa mi sarei trovato davanti. Adoravo il porto, forse perché il mare era la mia vita.

Mi guardai intorno ma non vidi nessuno. Nulla nemmeno un rumore: Si sentiva solo il suono delle onde sulla costa.

Mentre camminavo cercando di capire cosa dovessi fare sentii un canto leggero.

La voce era femminile, probabilmente di una ragazza giovane, mi avviai verso quella direzione nonostante tenessi la mano ben salda sulla pistola.

Non si poteva mai sapere cosa sarebbe potuto accadere se avessi abbassato la guardia.

Sbucai da un angolo e mi trovai di fronte una bella ragazza dai capelli verdi. Era una di Jungle ne ero certo e il mio istinto difficilmente sbaglia.
Lei si voltò verso di me e notò che ero del clan argento.

Scattò verso di me con un fioretto in mano e io mi ritrovai a dover parare i colpi con le mani. Era forte, si vedeva che era una combattente.
A questo punto decisi di contrattaccare. Sparai un colpo mirando alla spalla, lei indietreggiò furiosa e mi guardò.

-Tu ragazzino! Mi hai rovinato il vestito- ruggì lei e io ghignai.

Ecco la classica bambina viziata. Lo immaginavo.
-Peccato il rosso ti dona- risi.

Lei mi fu di nuovo addosso e io evitai il colpo. La spalla doveva farle molto male ma non potevo mostrare segni di cedimento. Lei tentò ancora di colpirmi ma io parai ogni colpo.
Non mi sarei fatto battere In quel momento un ragazzo più o meno della mia età si mise in mezzo.

Era vestito elegante di verde, sembrava quasi annoiato mentre io mi ritrovavo a dovermi difendere.
Imprecai in olandese mentre il ragazzo rideva per il mio nervosismo. Aveva i capelli lunghi e viola con due ciocche blu. dal aspetto pareva Giapponese.
-Cosa c'è? è facile prendersela con una donna- asserì sorridendo.
Io non colpisco una donna se non è lei ad attaccare per prima. Sono un gentil marinaio io! Ma quando ci vuole ci vuole.-

Sparai due colpi in aria e il ragazzo indietreggiò

-Chi sei?- mi chiese non risposi.
-Lascialo a me devo vendicarmi Yukari-

Uh uh la principessina voleva finire il lavoro eh? Molto bene. Risi mentre quei due battibeccavano.

La ragazza saltò verso di me e io la evitai. attaccò di nuovo e io sorrisi bloccandola.
-Principessa dobbiamo tornare, vostro fratello ha bisogno di noi per controllare la prigioniera-

affermò il ragazzo prendendola per la collottola,proprio come se fosse un gatto.
-Se vuoi andare vai, io devo finire questo qui- disse lei con disprezzo.

ma il ragazzo si era già incamminato tenendola sollevata con una mano.

Prigioniera eh? E così Nagare teneva prigioniera una ragazza. Molto interessante, avrei indagato sul caso.

Li seguii. Non avevo paura di essere scoperto, me la cavavo bene con i travestimenti. Mi avvicinai silenzioso come un gatto ad una guardia che ignara della mia presenza faceva il suo turno.
Mi avvicinai e gli diedi un colpo molto violento dietro la nuca facendolo svenire.

Lo trascinai in un angolo e mi misi la sua divisa, nascondendo bene la mia pistola e il medaglione con il simbolo dell'olanda. Entrai guardandomi intorno con lo sguardo serio.
-Ehi, hai finito il turno?-mi domandò una sentinella, io annuii senza però parlare.

Il mio giapponese ancora non era perfetto non potevo assolutamente tradirmi.
Usai l'istinto per arrivare alle prigioni. Non c'erano sentinelle lì sotto, come mai Nagare si sentiva così sicuro?
Forse perché era nella sua base? Ma nemmeno il più potente dei re può sentirsi totalmente al sicuro.

Questa è una lezione che noi europei non abbiamo ancora imparato nonostante siamo un continente di guerrieri.

Sospirai mentre mi appiattivo contro un muro. Vidi Nagare uscire da una cella visibilmente arrabbiato. Doveva essere la cella della "prigioniera" di cui parlava quel ragazzo e la principessa.
Bene l'avrei incontrata presto
Arrivai alla cella e aprii la porta e la ragazza mi guardò.

-Chi sei? Nagare ti ha mandato qui?- mi chiese.

Io non risposi mi limitai a guardarla per poi dire

-No, non mi manda Nagare, io sono Konradin e non faccio parte del clan verde-
La giovane sgranò gli occhi, come se non si aspettasse una rivelazione del genere.
-Io sono fedele al re d'argento Weisman- affermai serio.  
-Tu sei un fedele del re eterno?- mi domandò la ragazza dai capelli color pesca.

Io annuii e lei sorrise come se sapesse che sarei arrivato.
-Posso sapere il tuo nome?- chiesi con un leggero inchino.

Lei rise. Una risata cristallina che non avevo mai sentito per poi rispondermi

-Mi chiamo Sakura e sono una degli "esperimenti" di Nagare -

Esperimenti? Non sapevo che Nagare facesse esperimenti su esseri umani. Il solo pensiero mi fece venire i brividi. Tentai di non pensarci anche perché sentii dei passi
-Nasconditi presto! -  Le feci segno di tacere e, quando la guardia entrò la feci svenire.
-Scappiamo! - le afferrai la mano e Uscimmo in fretta dalla cella.

L'allarme ancora non era scattato con un po' di fortuna saremmo riusciti ad uscire senza combattere.

Mentre ci apprestavamo a uscire dalla base dei Verdi sentii un rumore.
-Cazzo! Hanno suonato l'allarme! - tuonai furioso.
-Seguimi!- Questa volta fu Sakura a farmi da guida.

Ci Trovammo davanti alcune guardie e io sparai alcuni colpi. Non volevo uccidere solo farli indietreggiare.

Sakura

Konradin correva e si faceva largo tra le guardie a suon di spallate. Ma una guardia lo colpì ferendolo.
-KONRADIN! - lo chiamai.
Lui riuscì a liberarsi mentre noi riuscivamo a uscire. Ma non era ancora finita. Il braccio di Konradin sanguinava copiosamente non sarebbe riuscito a combattere.
In un attimo ci ritrovammo accerchiati.
Una guardia tentò di colpirmi ma un fulmine lo colpì in pieno.
Un fulmine? Alzai lo sguardo e vidi la figura di un ragazzo vestito di verde e nero ma probabilmente non Faceva parte dei Verdi.
Potevo vedere i suoi capelli castani e gli occhi bruni, doveva essere straniero anche lui. Accidenti se era carino. Ma non sapevo come mai lo avesse fatto.
Lui saltò giù dal tetto e sbaragliò le guardie con un paio di colpi furono costrette a battere in ritirata.
-Sarà meglio che andiate torneranno - ci disse il ragazzo.
Konradin fu costretto a trascinarmi via perché io non riuscivo a staccare gli occhi da quel giovane.

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Capitolo 11
*** Blu come il ghiaccio rosso come la passione ***


Cap. 11 Blu come il ghiaccio rosso come la passione
 

Sakura


Qualche giorno dopo Weiseman aveva lasciato liberi sia me che Konradin e io mi stavo facendo un giro per Shizume.

Quando il mio sguardo venne catturato da uno strano luccichio. Mi avvicinai e vidi lo stesso ragazzo che mi aveva salvata qualche giorno prima.

Divenni tutta rossa. Oh cielo non sapevo cosa fare.
Era seduto su una panchina con un gelato in mano probabilmente quasi finito e il luccichio proveniva da uno strano medaglione che Portava al collo.
-Ehi ciao- mi salutò in quel momento con un sorriso simpatico.

Accidenti c'è l'aveva proprio con me.
-C-ciao- lo salutai a mia volta con timidezza.
Lui si alzò e mi si avvicinò.
-Sono Dario piacere - mi tese una mano sempre sorridente.

Dario....Non era un nome giapponese. E lui doveva essere italiano dal nome.

Si era sicuramente così. Il sorriso, il fatto che si fosse avvicinato subito senza pensare e il suo abbigliamento suggerivano chiaramente le sue origini.

Io continuavo a fissarlo imbambolata finché lui noni chiese quale fosse il mio nome.

Balbettai un "Sakura" e poi mi congedai.

Soltanto quando arrivai al dirigibile mi accorsi che mi aveva infilato il suo numero in tasca Sorrisi appena.

Non immaginavo tanta sfacciataggine però dovevo ammettere che mi fece molto piacere Sorrisi mentre memorizzavo il suo numero nel telefono e poi uscivo dalla mia stanza a cercare Kor.
Avevo assoluto bisogno di parlare con lui.
Come sempre Konradin stava parlando con Weisman e dalla faccia del ragazzo doveva essere molto scioccato.

Bussai alla porta e loro si alzarono salutandomi.
-Scusate non volevo interroppervi, torno dopo - dissi facendo per uscire.
-Aspetta Sakura, noi qui abbiamo finito - sorrise Weiseman congedando Konradin che uscì seguito da me.
Gli presi una mano tutta contenta e lui sorrise.
-Che succede? Vedo che sei di ottimo umore - rise lui mentre io sentivo le farfalle nello stomaco al pensiero di quel ragazzo.
-Ho conosciuto un ragazzo - sorrisi tutta rossa
-Ah lo sapevo! Chi è il fortunato? - domandò Konradin ridendo appena.
-Si chiama Dario - arrossii
-Dario eh? Lo conosco bene - questo mi fece sobbalzare ma lui mi sorrise come per rassicurarmi.

Io lo guardai e lo abbracciai ridendo mentre lui sembrava pensieroso

-Stai bene Konradin Chan?- domandai vedendo il suo sguardo farsi vacuo.

Lui si sforzò di sorridere ma si vedeva che pensava ad altro.

Konradin mi guardò e io arrossii appena. Mi aveva raccontato che Dario era un suo vecchio amico e che si conoscevano da molto tempo e, come lui era un guardiano.

Quello dell'Italia.
-Sono felice per te. Dario è un bravo ragazzo che però ha avuto parecchie delusioni d'amore - disse per poi affermare

- Quindi se riesci a conquistarlo hai tutto da guadagnarci- mi sorrise per poi uscire per una missione.

Anch'io uscii, volevo farmi un giro. Weisman non mi aveva dato ordini quindi ero libera di fare quello che volevo.

In città era tutto tranquillo come sempre e io stavo camminando per la strada senza una meta precisa.

In un attimo vidi Dario che affrontava delle guardie del clan verde. Probabilmente si volevano vendicare perché mi aveva aiutata.

Non potevo permettere loro di fargli del male. Scattai verso di lui.
Mi misi in mezzo prima che venisse colpito.
-Grazie- sorrise lui mentre lo aiutavo ad alzarsi Era ferito

-Grazie mi hai salvato- mi sorrise il ragazzo e io arrossii mentre gli fasciavo la ferita.
Lo medicai e poi passeggiammo un po' insieme e io gli chiesi un po' di lui anche se ero molto timida.

Così ho scoperto che lui non era legato ad alcun clan e che era davvero bello quando sorrideva.

Io lo guardavo senza riuscire a dire una parola mentre lui sembrava così disinvolto senza un minimo di timidezza o imbarazzo.
Come faceva a essere così allegro? Non lo so, ma mi piaceva tanto.

-Sai nonostante sia stato deluso in passato dalla mia ragazza sento che posso fidarmi comunque - per un attimo il suo sguardo si era velato di tristezza.
-Perché cosa ti ha fatto? - domandai.

Lui sospirò per poi rispondermi sinceramente -Dopo che abbiamo fatto il grande passo lei mi ha lasciato dicendomi che lei non mi Voleva più -
Ebbi una scossa al cuore.

La sua ragazza lo aveva lasciato per un motivo che nemmeno si poteva considerare tale.
Dario scosse la testa come se non volesse ricordare. Sospirò ma poi tornò a sorridermi e mi sentii sollevata.

Mi ero resa conto che mi ero innamorata di lui anche se ci avevo parlato poco.

-Sarà meglio che vada - Si congedò lui ma io volevo fermarlo ma inspiegabilmente non lo feci.
-Spero di rivederti domani - disse lui lasciandomi un bacino sulla guancia che mi fece arrossire.
Lo vidi allontanarsi nel tramonto e lo salutai con un semplice "Ciao" imbarazzato. Mi sentivo bene.

Però non sapevo dove stesse andando mi interessava molto quel ragazzo ma io non posso seguirlo.

Sorrisi pensando a lui, poi decisi di tornare da Weisman in fretta.

Reishi

Sapevo che il re verde aveva in mente qualcosa ma ovviamente non riuscivo a capire cosa.

E la cosa mi mandava in bestia. Guardai fuori avevo sentito che Fushimi si era preso un pugno da Ludovico.

Ignoravo il motivo ma Ludovico non era il tipo da tirare pugni a caso. Niente da fare. Risi. Dovevo parlare con Ludovico in fretta.
Ovviamente lui non era alla QG lo avevo mandato in missione.

Lui sapeva ne ero certo e poi quel sogno che avevo fatto giusto due giorni prima mi aveva fatto rendere conto che probabilmente non mi restava molto tempo da vivere. La mia spada di Damocle si,sarebbe consumata come la mia vita.

Ludovico mi aveva avvisato ma io non gli avevo dato molto retta pensavo che volesse spaventarmi invece ne ho avuto la conferma ieri notte.
Non era tornato e io non sapevo cosa fare.

Così chiamai Akane.
La ragazza arrivò visibilmente contrariata. Non sopportava che li separassi di continuo mandandoli sempre in missioni opposte.
-Mi avete fatto chiamare? - Mi chiese fermandosi davanti a me.

Era quasi arrabbiata forse perché l'avevo chiamata approfittando dell'assenza di Ludovico.
-Si devo parlarti - dissi io
-Vi ascolto - era rigida si sentiva a disagio.
-Ho fatto un sogno - iniziai e lei mi guardò interessata.

Avevo attirato la sua attenzione ma sapevo che non avrei ottenuto più di quello.
-Cosa avete visto? - domandò Akane
-La mia spada di Damocle si consumava e... Beh sai cosa succede se la spada di Damocle di un re si consuma - raccontai
Lei annuì.
-Avete predetto la vostra morte - affermò lei lapidaria
Questo mi fece rabbrividire.

Avevo intuito che il sogno significava questo solo che non volevo ammetterlo. Guardai Akane che era ferma davanti a me.

Accidenti come poteva amare Ludovico? Non lo sapevo ma non avevo diritti su di lei
-Quindi è questo che volevate dirmi - affermò lei un po' sgomenta non voleva dimostrare che le dispiaceva ma sapevo che la rivelazione l'aveva sconvolta. Scossi la testa.
Mi abbracciò forte di colpo e questo mi fece vacillare appena.

La strinsi lei piangeva disperata.
-Non accadrà ti proteggerò!- Sapevo che l'avrebbe detto ma se io dovevo morire lei no.

E nemmeno Ludovico. Perché so che si sacrificherebbero loro al posto mio.

-Non voglio che nessuno di voi muoia - la guardai serio.

Sapevo cosa aveva passato Mikoto quando era morto Totsuka non volevo che mi accadesse la stessa cosa.

Il mio destino era morire non importava come ma prima o poi sarebbe successo. Era solo questione di tempo, a parte Weiseman tutti avevamo quel destino.
La baciai lasciandola di stucco Lei ricambiò e io scesi sul collo ma all'ultimo mi fermai.

-Tu sei più di una pedina per me sei  la cosa più bella che abbia mai avuto - mi guardò e poi senza darmi alcun che per replicare appoggiò la fronte alla mia.

Akane, la sola cosa che contasse per me era lei.

La strinsi baciandole il collo, non mi sarei più fermato avrei lottato pur di tenerla sempre accanto a me.
Ma sapevo che non sarebbe stato semplice perché lei amava un'altro ma si sa...
In amore vince chi non si arrende.

E se per averla avrei dovuto mentire...lo avrei fatto.
Anche se non era da me.

Dovevo allontanarla da Ludovico assolutamente.
Ripresi a baciarla non sapevo cosa stesse pensando in quel momento. Io so solo che volevo lei e lei soltanto.

Ci baciammo ancora ma poi mi fermai lei dormiva. Non avevo fatto nulla anche se avrei voluto.

Ma non l'ho fatto non mi chiamano il "nobile di ghiaccio" per niente.

Akane

Mi svegliai e notai che ero completamente vestita.

Non avevo una virgola fuori posto. Si era fermato in tempo.

Guardai Reishi-sama che dormiva. Si era trattenuto e questo mi fece piacere. Sospirai appena mentre il re si svegliava.

Avevamo solo dormito ma sicuramente le voci si erano già sparse.
Mi alzai che il sole stava sorgendo. Non potevo abbandonare Reishi adesso che aveva bisogno di me.

Però il mio cuore batteva per un altro.
Anche a costo di farmi del male dovevo rompere con Ludovico.

Mi sentivo lacerata dentro. Da una parte c'era il mio senso del dovere verso Reishi e la Scepter 4 dall'altra il mio cuore che mi suggerire di non lasciare Ludovico perché l'avrei perso per sempre.

Reishi si svegliò in quel momento. E quando mi vide ancora lì sorrise appena ma non sapeva quale battaglia interiore stavo combattendo.

-Akane - mi chiamò e io mi girai verso di lui con un sorriso.

Si avvicinò e io non lo allontanai non potevo farlo e forse non volevo. Reishi era stato gentile e dolcissimo con me.

Mentre io, che dovevo proteggerlo non avevo fatto altro se non pensare a me stessa.

Mi baciò e il mio cuore si sciolse completamente.

lo guardai, senza occhiali non dava quel aria fredda e autoritaria, che aveva di solito.
Con me cambiava era diverso mi accarezzò la guancia con la mano e chiusi gli occhi. Poi mi feci indietro

- Aspetta io...Non ora - dissi - prima lascia che chiarisca con Ludovico - aggiunsi poi Reishi annuì.

Dovevo rompere con Ludovico anche se soffrivo al solo pensiero.

***

Ludovico stava parlando con due soldati e dal suo tono sembrava arrabbiato.

Era arrabbiato davvero forse era successo qualcosa di grave Congedò con un gesto gli altri e mi guardò come se avesse intuito tutto.
-Ludo voglio rompere con te -

Ecco l'avevo detto e potevo leggere il dolore nei suoi occhi.

-È per Reishi vero?- domandò lui come ad avere la conferma ad un sospetto.

Io annuii sentendomi malissimo. Lo amavo e stavo scegliendo un'altro uomo.

Ludovico strinse i pugni e mi voltò le spalle impedendomi di vedere le sue lacrime.
Anch'io gli nascosi le mie e mi limitai a dirgli che Reishi aveva bisogno di me e che non potevo abbandonarlo adesso
Lui annuì ma sapevo che non stava bene per niente.

Come me.
Fece per andarsene e io non lo fermai. Lo vidi uscire dalla QG e dalla mia vita.
Non aveva reagito quando gli avevo comunicato che lo lasciavo, ma io sapevo che quel volto di pietra era un suo modo per nascondere quello che stava provando.

La sua sofferenza grande quanto la mia.

-Che è successo?- Reishi mi raggiunse e non gli ci volle molto per capire il motivo della mia faccia. 
-Ludovico se n'è andato- mi limitai a dire.
-Tornerà vedrai- guardò la porta quasi preoccupato.

Forse perché non era da Ludo uscire senza dire nulla.

-Non tornerà almeno stanotte- affermai stringendo i pugni senza nemmeno accorgermene. Rieshi mi guardò e annuì.
Saruhiko comparve in quel momento e fece per uscire

-Fushimi dove vai?- lo regarduì ancora Reishi
-A cercare Ludovico gli avevo detto di non uscire!
-Lascialo stare se ci tieni alla pelle- affermò Reishi.

Ok devo ammettere che non sopportavo quando il re usava il passato, abbastanza discutibile di Ludo per far paura a Saruhiko.
Saruhiko se ne andò un po' sconcertato e Reishi mi guardò e affermò

-Lo so che il passato di Ludovico è un tabù e che non avrei dovuto- il re sembrava quasi dispiaciuto, sospirò e io sorrisi appena.

Lo guardai appena e lui fece per andarsene.

Uno dei soldati lo chiamò perché era successo qualcosa, e qualcosa di grave dalla faccia dell'interlocutore.
-Akane devo chiederti di andare in missione, temo che questa volta sia peggio delle altre- affermò lui quasi dispiaciuto Io annuii.

Non aspettavo altro, se si doveva combattere lo avrei fatto.

-Chi è l'avversario?- chiesi.
-è Misaki Yata- la risposta dovette dar fastidio a Saruhiko poiché contro l'avanguardia degli Homra voleva combattere sempre lui
-È nella foresta -
La foresta conoscevo bene quel posto. Presi la spada e uscii.

Arrivai nel punto ma di Yata non c'era traccia. Ma Yata non era il tipo da nascondersi e infatti sbucò dalla vegetazione e io evitai un colpo
Yata cercò di colpirmi mentre io con gli occhi chiusi evitai ogni colpo facendolo arrabbiare. Questa volta fui io ad attaccare. Yata cadde all'indietro.

Lui scattò di nuovo verso di me e io lo evitai Corsi di nuovo contro di lui ferendolo. Yata ringhiò mentre tentava ancora di colpirmi senza riuscirci

-Ti sei arrugginito Yata - risi e lui sbuffò

-Taci! - Ruggì il ragazzo mentre tentava di colpirmi.

Lui era furioso e io risi.
La mazza di Yata e la mia spada cozzarono ancora e noi tornammo a colpirci.
Lo calcai lontano e lui ruggì qualcosa e tornò all'attacco. Stavamo combattendo quando lui mi scaricò adosso le fiamme ma io le evitai.

Alla fine fu lui a dare forfait. Yata sfrecciò via furioso per la sconfitta subita e io risi. Forse mi ci voleva proprio quel combattimento.

In quel momento un qualcosa mi colpì. Sentii una risata folle che riconobbi.

Il re incolore se la stava ridendo e io ero a terra ferita. Fece per colpirmi di nuovo ma una spada lo evitò, alzai lo sguardo.
Ludovico!
Ludovico mi aveva salvata Lui corse contro il re e lo colpì.

Il re era rimasto un po folgorato dalla comparsa di Ludovico e adesso si ritrovava sulla difensiva Il re era furioso e Ludovico sembrava un Falco che scattava sulla preda.
Lo costrinse a terra e lui scomparve.

Io sorrisi e guardai la schiena di Ludovico.
Sorrisi ma ero ferita, gemetti di dolore mentre lui metteva sulle sue spalle io mi strinsi alla sua schiena sentendo il suo profumo e compresi quanto mi fosse mancato.
Non sapevo perché mi avesse salvato so solo che mi addormentai come rassicurata dalla sua sola presenza.

Ludovico

L'avevo salvata. Non m'importava se lei aveva scelto Reishi ma non potevo lasciarla nelle mani del re incolore.

Lei si era addormentata sulla mia schiena e io l'avrei riportata in spalla fino alla QG e poi se avrebbe voluto sarei scomparso dalla sua vita per sempre.

Ma ancora non sapevo, cosa pensava lei di me quindi avrei aspettato che si svegliasse.

Quando arrivai alla QG le sentinelle scattarono subito, ma riconoscendomi mi lasciarono in fretta passare La riportai nella sua stanza e feci per andarmene ma lei mi prese la mano fermandomi.
-Non andartene Ludo resta, resta con me - mi disse lei mentre io mi chinavo su di lei e mi baciava

Ricambiai il bacio stringendola forte mentre lei mi faceva sdraiare su di lei. Iniziammo a baciarci come non facevamo da tempo, staccandoci solo per respirare.

-Resta con me stanotte Ludovico, resta- mi sussurrò suadente mentre io la baciavo sul collo.

Lei gemette di piacere mentre mi toglieva la giubba e la camicia. Avrei voluto fermarla nessuno aveva mai visto il mio corpo che era coperto di cicatrici di qualsiasi tipo.

Parve accorgersene e mi baciò come a volermi rassicurare. Ci ritrovammo senza abiti senza che nemmeno c'è ne rendessimo conto.

Lei mi sfiorò le cicatrici e poi riprendemmo a baciarci.
-Sicura Akane? - le chiesi sapendo bene cosa significasse per lei un passo del genere.

Entrai in lei stando attento a non farle troppo male. Sentii la resistenza della sua verginità e la baciai cercando di farle dimenticare il dolore che stava provando. Lei gemette di dolore.
-Sarà il solo sangue che ti farò versare - le sussurrai baciandola.

Lei ricambiò il bacio mentre iniziavo a spingere. I gemiti di dolore divennero di piacere mentre ci donavamo uno all'altra senza temere di essere scoperti.
Lei aveva affondato le mani nei miei capelli rossi senza riuscire a staccare le labbra dalle mie. Alla fine io fui suo e lei mia.

Akane

Era mio. La mia prima volta con l'uomo che amavo e che avevo tentato di allontanare da me.

Ma non ci ero riuscita.
Mi era bastato sentire il suo profumo per desiderarlo ancora per me. Non avevo mai voluto altri se non lui e adesso mi ero data a lui con tutta me stessa senza pensare.

Era crollato tra le mie braccia e sorrisi stringendolo, Ludobico era Il mio angelo.
Sorrisi e lo strinsi forte.
Reishi non era riuscito a rimpiazzare Ludo nel mio cuore.

Non posso lasciare il re. Ma non posso continuare a mentire a me stessa La persona che amo è qui tra le mie braccia, e non voglio più vederlo soffrire per me o vederlo con un'altra che non sia io.

Lo strinsi ancora più forte mentre appoggiavo la testa al cuscino addormentandomi.

Il suo profumo mi inondava le narici ed era la cosa più dolce che poteva succedere
Non sapevo cosa sarebbe successo sapevo solo che per noi era solo l'inizio.

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Capitolo 12
*** L'olandese e la principessa ***


Cap. 12  L'olandese e la principessa
 

 

Flavia

Ero ancora arrabbiata con quel...
Beh non so come definirlo, energumero forse.
Mi aveva ferita e derisa, posso ammettere che non lo sopportavo Maledetto!
Mi stava antipatico ma era molto carino.
Mio fratello mi aveva lasciata libera quel giorno Senza scorta era molto facile muoversi e senza accorgermene vidi quel ragazzo.
Stava parlando in una strana lingua con una ragazza davanti ad un veliero.

Diciamo che la loro confidenza mi dette quasi fastidio. Lo guardai mentre si congedava dalla ragazza e si girava verso di me.
Lo guardai con superiorità e lui sorrise come se il mio sguardo non sancisse alcun effetto.
Feci per oltrepassarlo, lui non si mosse da dove era e mi seguì con lo sguardo senza dire una parola.
-Ci rincontriamo principessa - disse con la voce seria
-Si è allora? - chiesi acida.
Lui non rispose Io lo superai  -mi chiamo Flavia comunque è tu?-
-Konradin -
Non prolungai la conversazione mi sentivo a disagio Lo guardai mentre mi voltava le spalle.
-Mio fratello ha in mente qualcosa - affermai seria.
Lui si fermò di colpo guardandomi -Cosa vuoi dire? - domandò 
-Che ha un nuovo piano - risposi quasi maliziosa
-Su chi? -
-Vuole usare l'aura di Alice per aprire il sigillo della Tavola di Dresda - affermai
Lui mi guardò serio -Himoto no-

le sue parole mi fecero sorridere.
Così Alice era la sorella di questo olandese Si assomigliavano in effetti.
Però era molto diverso di carattere di lei. In un attimo, le guardie di mio fratello Nagare arrivarono e colpirono Konradin facendolo svenire.
-Lasciatelo a me lo terrò come mio prigioniero - affermai.
Mio fratello non mi avrebbe detto niente se avessi tenuto prigioniero Kor. Lo portai nella mia stanza e lo osservai.
Dormiva ma presto si sarebbe svegliato Lo guardai mentre tentava di svegliarsi senza riuscirci, mi avvicinai e lo legai al letto mentre il suo respiro tornava regolare svegliandosi
- Ma cosa? - domandò furioso mentre agitava le catene tentando di liberarsi.
-Se ti calmi ti spiego tutto - affermai guardandolo.
Ovviamente mi fulminò con lo sguardo.
A quanto avevo capito lui era uno spirito libero e legato in quel modo si sentiva in trappola
Lo guardai ancora mentre lui diceva qualcosa nella sua lingua.
Poi si calmò ma si vedeva che mi stava fulminando di nuovo.

***

Konradin

Legato come un cane! Se c'è una cosa che odio è essere legato.
Scossi le catene facendomi male e lei non sembrava molto contenta di vedere che mi ferivo da solo visto che qualche rivolo di sangue scendeva dal polso.
-Fermati! Non voglio sangue qui, ringraziami non sei nelle segrete- sorrise la principessa mentre io sbuffavo.
- Beh preferivo le segrete - risposi secco per niente contento.
Flavia sorrise appena come se si aspettasse la mia risposta.

Flavia
 -Oh Eddai ti ho evitato molte torture - Sbuffò.
Era abbastanza robusto da resistere a ogni genere di tortura ma probabilmente non ha quelle che mio fratello gli avrebbe inferto. Più psicologiche che fisiche.
Nemmeno una volontà di ferro come la sua sarebbe riuscita a resistere a Nagare e io, sotto sotto, volevo proteggerlo.
Alla fine dopo numerose battibecchi e ferite da parte sua, riuscii più o meno a calmarlo e a impedire che si consumasse la pelle dei polsi fino a far uscire le ossa. A forza di sfregare i polsi sulle catene nel vano tentativo di liberarsi.
-Sta fermo! - lo minacciai e lui come promesso non si mosse.
Gli bendai i polsi notando la pelle arrossata dal sole i segni che il mare aveva lasciato, si sentiva nell'odore di salsedine dei suoi vestiti.
Era un ragazzo muscoloso ma non troppo...
Rozzo. Forse troppo per una principessa come me.

Non devo pensare che questo ragazzo possa essere affascinante anche perché non potremmo mai stare insieme.
Lui non è un nobile. È un semplice marinaio nulla di più. Un marinaio incredibilmente bello però. Forte e....Basta non devo pensarci!
Lo guardai mentre fissava il soffitto con quei suoi occhi azzurri limpidi come il ghiaccio, abituati alle insidie del mare e alla vita da marinaio.
Era coraggioso pochi nobili erano come lui. Sentii le catene cedere.

La sua aura si era attivata al improvviso, mi ritrovai le sue labbra incollate alle mie.
Dovevo ammettere che baciava molto bene. Non era un bacio languido,ma piuttosto semplice e rozzo...Rozzo come lui del resto.
Mi staccai e lo guardai furente.
Come aveva osato?!

Lui mi baciò di nuovo e questa volta non riuscii proprio a resistergli.
Era troppo bello.
Sentii le sue labbra sulle mie le schiusi appena lasciando che la sua lingua entrasse nella mia bocca misi le mani sulle sue spalle robuste senza staccarmi nemmeno per respirare.
Mi ritrovai sdraiata sul letto con lui sopra ma prima che potessi fare qualcosa si staccò.

-Perché ti sei fermato?- gli chiesi quasi arrabbiata 

-Perché non è quello che vuoi - fu La sua risposta Lo guardai senza capire.

Lo volevo davvero.
Lo afferrai e lo sbattei sul letto iniziando a baciarlo con foga, sentendo i nostri corpi cozzare l'uno su l'altro. 
Lui ricambiò ogni bacio stringendomi forte
Gli tolsi la maglia ammirando il suo fisico scolpito, mentre lui mi toglieva il vestito con le mani temanti come se temesse di farmi male.
Ricomimciai a baciarlo con foga affondando le unghie nelle sue spalle

In un attimo ci ritrovammo nudi. Sentivo che non potevo fermarmi in quel momento che volevo assaporarlo fino all'ultimo momento
Mi ritrovai a essere baciata da lui.
Ricambiai ogni bacio finchè lui non si mise tra le mie gambe. 

Io le aprii leggermente un po' timorosa, ma sentivo che anche lui era un po' nervoso.
-Ti farà male- mi avvertì lui con voce leggermente tremante.
-Lo so, ma non m'importa. Fallo Konradin. Ti voglio adesso-  affermai con la voce carica di desiderio

Non resistevo più.
Lui entrò dentro di me con un po' di forza e ammetto che mi fece un po' male, ma il dolore scomparve quasi subito.
Il piacere aveva annebbiato completamente il dolore e quello che provavo in quel momento era soltanto amore e passione
Verso quel ragazzo che mi stava donando tutto di lui e io gli stavo dando tutto di me

Ci baciammo ancora finchè non giungemmo entrambi al culmine.
I nostri corpi sudati giacevano sulle lenzuola del mio letto. Lo guardavo mentre ansimava e non potevo negare che fosse terribilmente sexy in quel momento.
Avevo fatto l'amore per la prima volta e ne ero felicissima.

-Credo di amarti principessina-
Disse lui guardandomi con quei suoi occhi di ghiaccio Io sorrisi mentre mi avvicinavo baciandolo. Lo amavo anch'io ne ero sicura
Lo feci di nuovo sdraiare sul letto mentre lui mi abbracciava con le sue braccia muscolose
-Flavia! -
La voce di mio fratello proveniva da fuori.
Oh no! Non poteva trovarci insieme in quel momento
-È mio fratello! Devi andartene o ti prenderà e io non voglio -
Fu un fulmine a rivestirsi. Mi avvicinai allo specchio e feci scattare un passaggio segreto
-Questo ti condurrà fuori - lo baciai lentamente mentre lui ricambiava
-Forse dovrei restare - tentò di dire lui
-No vai! non voglio che ti faccia del male -
Gli accarezzai il viso e lui entrò nel passaggio che si chiuse alle sue spalle.
Mi rivestii in fretta. Non volevo che Nagare capisse qualcosa, aprì la porta e io gli sorrisi.

-Tutto bene sorella? Sei stranamente allegra -
Mi chiese con fare sospettoso guardandomi da sotto il ciuffo verde
-Tutto bene tranquillo - risposi.
Temevo che il mio comportamento o qualcosa nella mia stanza mi tradisse.
Nagare mi esaminò serio ma non mi disse altro e fece per uscire
- Ascolta quell'olandese che avevate catturato dov'è?- mi chiese quasi a sfidarmi a mentirgli
-È fuggito -
Lui strinse i pugni arrabbiato e uscì sbattendo la porta.
Sospirai rumorosamente quando Nagare mi lasciò sola.

Mi lasciai cadere sul letto e mi sdraiai tra le lenzuola. Potevo ancora sentire l'odore di Konradin e sorrisi cullandomi in quel pensiero.
Quando vidi qualcosa brillare vicino al cuscino.
Mi avvicinai e lo presi in mano.
Era un medaglione con raffigurato un veliero su sfondo blu e sotto la nave vi era un mare in tempesta.
Era attaccato ad una semplice catenina d'oro. Come mai Konradin aveva un oggetto così prezioso?
Me lo allacciai al collo nascondendolo nel vestito.
L'avrei reso a Konradin quando l'avessi rivisto, se l"avessi mai rivisto

Alice

Mi rigiravo nel letto, stavo sognando...
Mi ritrovai in un attimo sulla cima di un grattacelo, faceva freddo e nevicava.
Vidi un ragazzo dai capelli chiari e gli occhi color nocciola vestito in modo abbastanza normale, con una telecamera in mano.
-Non pensavo di vederti qui, alla fine ci sono riuscito -
Mi sorrise lui con fare tranquillo mentre si avvicinava.
Lo riconobbi subito Totsuka Tatara
Sorrisi come se me lo aspettassi
-Totsuka -
Iniziai a dire ma le parole mi morirono in gola. Non era facile parlare con lui aveva lasciato un vuoto enorme a Homra
-Tranquilla, come sta il re?- mi domandò sorridendo, appoggiando una mano sulla mia spalla
-S-sta bene - sorrisi, lui parve rilassarsi
-So che vedermi ti sconvolge, ma sei l'unica a cui posso parlare di quello che sta per accedere - 
Affermò Totsuka prendendomi le mani che stranamente non erano fredde ma calde
-Cosa accadrà? - Domandai titubante.
Lui sospirò ma mi sorrise dolce senza lasciarmi le mani
-Tenete d'occhio il re verde -
-Husui Nagare - Il nome mi venne spontaneo e lui annuì
Ebbi un brivido.
Nagare aveva in mente qualcosa ma nemmeno Totsuka sapeva cosa. Totsuka mi abbracciò forte e io lo lasciai fare
-Salutami il re- sorrise lui mentre stava per scomparire
-Un'altra cosa, quando Mikoto perderà il controllo dovrai calmarlo tu- 
Affermò il ragazzo.
Avevo paura tremavo da capo a piedi. Totsuka sorrise ancora.
-Coraggio non devi avere paura -
-Ci manchi lo sai?- dissi sospirando triste, stringendo la sua camicia
-Anche a me mancate tanto. Ma adesso devi avere coraggio sei una ragazza molto forte. -
Lui mi sorrise ancora tranquillo e poi iniziò a scomparire

***

-TOTSUKA! -
Urlai e in quel momento mi svegliai.
Suoh entrò nella stanza, doveva avermi sentita, perche il suo sguardo si fece serio e preoccupato mi strinse forte, mentre continuavo a tremare.
-Cosa è successo? - domandò il re senza lasciarmi.
-Solo un brutto sogno tranquillo - cercai di dire ma Mikoto non mi credeva.
Lui mi strinse forte mentre notavo un fruscio dalla porta.
Non ci detti molto peso, sentire il mio Re così vicino mi faceva passare lo spavento per aver visto Totsuka.
-Hai visto Totsuka vero?- domandò come avesse avuto anche lui sogni simili ai miei prima di allora.
-Anch'io -
Mi stupì mentre mi baciava, passando la lingua sul collo quello che era un gesto eccittante,fatto da Mikoto aqquisiva quasi uno sfondo di dolcezza, che riusciva a calmarmi.
-Ho paura - dissi affondando la testa nel suo petto.
Il suo calore era dolcissimo e io avevo bisogno di lui. Ricambiai il bacio stringendolo.
-Tranquilla Alice non accadrà niente, lo impediremo - sorrise  -Forza andiamo-
Mi fece alzare dal letto e mi trascinò fuori. Mi fece salire sulla moto e diede gas.
Non sapevo dove voleva portarmi ma sicuramente lontano da Homra
Mi accorsi solo in quel momento di essere in pigiama e arrossii vistosamente. Probabilmente Mikoto l'aveva fatto apposta. 
Anche perché stava ridacchiando sotto il casco, io sbuffando avevo cominciato a pizzicagli una spalla.
-Ehi lo sai che non si tocca il pilota?- affermò lui ridendo
-E dov'è io non lo vedo- risi.
Non rispose ma scoppiò a ridere
-Ma posso almeno sapere dove mi porti?- gli chiesi
-No, altrimenti non mi diverto- 
Notai subito che aveva evitato la foresta e stava andando al porto. La foresta gli evocava troppi ricordi di Rami.
Sapevo che soffriva per la mancanza di Rami e la morte di Totsuka.
Ma non lo dava a vedere e adesso voleva solo che io stessi bene.

Arrivammo al porto e scesi dalla moto.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti agli occhi fu fantastico. La luna lanciava sulla superficie dell'acqua i suoi raggi tingendo il mare d'argento
Mikoto sorrise mentre mi stringeva.
Sorrisi mentre gli afferravo una ciocca rossa
-Ecco la mia sorpresa - disse stringendomi per i fianchi, mentre io lo stringevo al altezza del collo.
-Volevi distrarmi? Beh ci sei riuscito -
Lui mi baciò con passione e io ricambiai.
Mikoto sorrise mentre guardava il mare. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma sentivo che l'avremmo superata insieme
Ero preoccupata per lui.
Ovviamente non diceva nulla per non farmi stare in pensiero cosa che però non gli riusciva molto bene
-Senti Alice, ti va di uscire con me domani? - Mi chiese Mikoto sama e io gli saltai al collo annuendo,poi lo baciai e lui ricambiò stringendomi.
Potevo sentire il suo calore, era la sensazione più bella stare tra le braccia di chi amavo.

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Capitolo 13
*** un appuntamento e una verità finalmente svelata ***


Cap. 13 un appuntamento e una verità finalmente svelata
 

Alice aprì di corsa l'armadio mentre cercava di abbinare i suoi abiti. Quella sera avrebbe avuto un appuntamento, il primo da quando era la ragazza di Mikoto.

Scostò alcuni abiti da giorno, poi prese un bellissimo vestito che indossò subito.
La parte superiore dalle leggere maniche a sbuffo,presentava una fascia che impreziosiva la parte del seno.
Sotto scivolava delicato, esaltando il punto vita e fianchi della ragazza. Dietro, presentava un lungo strascico a coda di sirena.
Insomma un abito da sogno, perfetto per un appuntamento con un ragazzo da sogno.
Se, non fosse stata così nervosa forse si sarebbe lasciata sfuggire un sorriso luminoso. Se non fosse stata nervosa ovviamente.
Scese le scale, raggiungendo Izumo, che stava dando una pulita la bancone.
Quando la videro tutti i maschi di Homra restarono stupiti.

Subito partì una serie di fischi di approvazzione per il look della bionda.
Kanamoto le sorrise languido arrossendo, Shusei si portò il capellino su gli occhi esclamando un semplice
" che bambola"
Yata guardò Alice e per poco non divenne paonazzo.
La ragazza gli fece un lieve sorriso, poi si avvicinò ad Anna, che le porse una rosa da mettere tra i capelli.
- Grazie -
Disse la bionda, accarezzando la testa alla ragazzina.
- Kurenai-chan sei molto elegante -
Disse a quel punto Izumo, mentre pizzicava Kimi sulla spalla.
Il ragazzo non parlava, nascondendo ancora il volto con il bavero cremisi.

In effetti Alice era davvero elegante, più del solito. Non era solo l'abito però ha darle un aspetto fantastico.
Kimi impotizzò, che fosse l'amore ha donarle quel aria un po impacciata ma dolce.
Improvvisamente apparve Mikoto.
Il Re rosso sgranò appena gli occhi e la raggiunse
- Sei uno schianto - sussurò
La ragazza arrossì vistosamente e balbettò un "grazie" un po' impacciato
Mikoto sorrise mentre Izumo afferrava il braccio di Kimi e lo metteva dietro il bancone
-Cosa state combinando voi due?- domandò il re
-Niente - rise il biondo mentre Mikoto si avvicinava ad Alice sorridendo
-Non combinate Nulla ok?- sorrise Alice mentre usciva con il re

***

Uscire con Mikoto era strano per lei, ma anche molto bello, sopratutto perchè lui era il suo ragazzo. Ancora non riusciva a crederci era frastornata e felice.
-Ehi tutto bene? - chiese Mikoto notando il silenzio della ragazza
In quel momento si alzò un vento gelido che Mikoto riconobbe subito. Il re si irrigidì e Alice non mancò di Notarlo
-Cosa c'è? -  domandò la ragazza, accarezzandogli la spalla.
Sentiva che Mikoto era molto nervoso, tutti i suoi muscoli erano contratti e i suoi occhi, solitamente calmi avevano un fremito di attenzione.

-Ho un brutto presentimento - rispose lui sempre più rigido.
In quel momento il re evitò una sferzata di vento dura come una lama
-Speravo proprio di riuscire a colpirti-  rise una voce gelida che al re rosso suonò famigliare

-Chi è là?-
Alice si guardava intorno spaesata mentre Mikoto aveva già individuato dove era il mago
-Sei tu Kares?- ringhiò il re rosso, mentre un ragazzo vestito completamente di nero gli appariva di fronte
-In persona- rise il ragazzo mentre Alice ringhiava.
 Non sapeva chi fosse ma conosceva Suoh e non era un buon segno visto come si guardavano

-Vedo che hai una ragazza con te, quel vigliacco del tuo amico non si è presentato?- domandò con tono di scherno l'altro
-Non osare parlare così di Rami! - Mikoto attivò l'aura rossa ma la ragazza lo fermò, stava osservando il ragazzo misterioso

Qualcosa nel suo sguardo, le metteva addosso brividi gelidi.
Come se le stessero passando un coltello sulla pelle nuda, era una sensazione che non le piaceva affatto.
Kares mormorò qualcosa in una lingua arcana e Mikoto creò uno scudo di fiamma evitando di finire colpito, proteggendo anche Alice mettendola poi dietro di se.
-Sarey non ti ha mai perdonato per averlo ferito sai? e io sono qui per vendicarmi- il ragazzo lanciò un altro colpo
Mikoto rispose con una fiammata molto alta mentre Alice non sapeva cosa fare
-Andiamo via- il re rosso afferrò la ragazza e corsero via mentre il mago ringhiava tutta la sua rabbia

***
-Chi era quel tipo?- domandò Alice ancora spaventata,mentre si sedeva su un muretto,accanto al rosso.
-Si chiama Kares è un mago europeo, insieme al fratello cerca vendetta su di me, ma anche su Rami- rispose il re
-Su di te? - Il giovane annuì
-Io e Rami li affrontammo tempo fa, avevo diciotto anni, non conosco il motivo per cui ci attaccarono, ma finimmo per difenderci- spiegò Mikoto serio
- in quella occasione feriì in fratello di Kares e lui ora vuole uccidermi, probabilmente per vendicare Serey -
Alice lo guardava sbalordita senza capire.
Mikoto non le aveva raccontato molto su Rami anche perché soffriva ancora per la sua scomparsa, ma non pensava che avessero dovuto combattere contro degli avversari così forti

-Adiamo al Luna park su- rise lei contagiando anche il re. Aveva bisogno di distrarsi

Il Luna park non era lontano ed era di una lucentezza incredibile, Mikoto ci era andato poche volte ma si era sempre divertito un sacco.
Sorrise il re rosso, mentre Alice lo trascinava in mezzo alla gente canticchiando, aveva una voce dolce e delicata ma in un attimo diventava forte e gioiosa.
Alice, questo pensava il Re: era nata per cantare

La bionda si guardava intorno ridendo sembrava così bella, avvolta in quello spettacolo di luci
Non c'era traccia dei maghi e la cosa faceva rilassare il re rosso che si era concesso un sorriso o due.
Salirono sulla ruota panoramica.
Da lassù si vedeva un panorama fantastico.
Shizume illuminata.

-è bellissima- affermò la ragazza con il viso schiacciato contro il vetro della cabina e gli occhi luminosi
Il re sorrise.
A dire la verità lui stava osservando solo lei e la trovava davvero bellissima, il modo in cui il suo volto dai tratti delicati si armonizzava, con la lucentezza di quei capelli.
La sua risata cristallina, perfino quando si arrabbiava gli piaceva.
La prima volta l'aveva sul serio scambiata per un angelo, un angelo che si era rivelato una guerriera.
E ora...Ora la sua luce al di là di quel tunell di battaglie e antichi ricordi.

Il re si avvicinò al vetro e sorrise notando lo spettacolo della città, Alice si girò a guardarlo e lui ne approfittò per baciarla con passione.
La ragazza ricambiò il bacio stringendolo forte, fece appoggiare la schiena al vetro senza riuscire a staccarsi da lui, mentre Mikoto le accarezzava i fianchi e lasciava che lei portasse le dita tra i suoi capelli
Allungando ancora quel bacio, accorciando la distanza.
Fino a sentire l'uno il respiro del altro.
Il re la strinse forte e le lasciò un bacio rovente sul collo, per poi staccarsi e guardarla.

-Mikoto sama- fece per dire lei, un po ansimante per la forza e la passione di quei baci.
Ma il re non la fece finire baciandola ancora
Alice ricambiò quel bacio come se non aspettasse altro. Si staccò solo, quando entrambi finirono senza fiato. Appoggiando la testa al petto di lui ansimando
Sorrise appena mentre Mikoto la stringeva forte non voleva perdere anche lei.
le accarezzò i capelli, senza però parlare.
Perso nella dolcezza di quel momento.

-Mikoto sama? - la voce di lei gli arrivò dolcemente alle orecchie, la sentiva ovattata forse perchè era stretta a lui.
-Uhm - rimase un po intontito e sospirò lungamente
-Stavi pensando a Rami vero? - domandò lei, convinta che per l'ennesima volta lui non le avrebbe risposto.
-Si sono preoccupato per lui ma non è di lui che voglio parlare - affermò il re guardandola e sorprendendola.
-Lo so che ti manca - continuò lei accarezzandogli la schiena, il suo tocco era gentile, in qualche modo lo rendeva tranquillo.
Capace di parlare anche delle cose più tristi e sofferenti.
Mikoto annuì senza proferire parola, la sua mente vene trasportata a quei ricordi lontani che credeva di aver dimenticato.
Guardò Alice e le acarezzò il viso.
- Noi...Noi ci conoscevamo già non è vero? - Domandò serio, ma con una dolcezza accennata negli occhi d'ambra.
- Si...Ci siamo conosciuti tempo fa - rispose Alice

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Capitolo 14
*** ricordi di un passato dimenticato (parte 1) un bacio destinato ***


Cap. 14 ricordi di un passato dimenticato (parte 1) un bacio destinato
 


Mikoto aveva inseguito Rami fino all'università ma ovviamente non era entrato.
Aveva deciso che avrebbe aspettato fuori.

Il finlandese infatti non gli aveva detto nulla e il principe rosso sapeva che lo aveva fatto per non farlo andare a scuola per niente.
Rami uscì in quel momento con una faccia da funerale. L'esame doveva essere andato male
Mikoto non chiese il motivo di quel broncio probabilmente non ne voleva parlare
-Eddai andrà meglio la prossima volta - sorrise il rosso abbracciandolo, ridendo e strappando un sorriso anche al finlandese
-Alice ci aspetta a Homra quindi togliti quel broncio ok? - Lo minacciò il rosso mentre Rami annuiva
-Tranquillo sarò sorridente - rise lui mentre il rosso lo trascinava a Homra

***
Alice stava scherzando con Izumo mentre i due ragazzi entravano.
Indossava un completo gonna nera e felpa bianca, come sempre era allegra.
E come sempre il cuore di Mikoto mancò un battito quando incontrò gli occhi della bionda.

-Ehi era ora- rise il barista,notando che Alice e Mikoto non perdevano l'uno lo sguardo del altro.

Rami era silenzioso come sempre.
Alice si sedette di fianco ai ragazzi e Mikoto sorrise
-Su con la vita Rami kun- rise abbracciandolo mentre il finlandese, sorrideva arrossendo un po.
Izumo offrì da bere a tutti, anche se cercava di capire cosa avesse in testa Rami, cosa difficile.
Rami preferiva tenersi i suoi pensieri di solito.
E se ne parlava, era solo con Alice e Mikoto.
Il finlandese sembrava perso nei suoi pensieri e nemmeno Mikoto riusciva a distrarlo

-Tutto bene? - chiese Izumo
-Si non preoccuparti - sorrise lui, Alice sbuffò e lo abbracciò forte
-Sorridi un po' - la ragazza gli tirò le guance facendo scoppiare a ridere tutti. Rami compreso che rise di gusto mentre Mikoto gli tirava una pacca sulle spalle
-Un esame non è andato come doveva -rispose il ragazzo sospirando, mentre Izumo guardava Alice
-Coraggio biondina è tardi - affermò il barista
-Ah già - sbuffò la ragazza mentre Mikoto si offriva di accompagnarla a casa

***

-Non ho voglia di tornare alla villa - affermò lei attaccata alla schiena di Mikoto, mentre sfrecciavano per le vie di Shizume in moto
-Lo so ma ti tocca -rise il rosso
Alice sbuffò mentre Mikoto svoltava lungo la via dei quartieri ricchi.
Era un po' scocciata, questo era più che ovvio.
Il ragazzo si fermò davanti ad una villa molto grande e Alice sbuffò rumorosamente
Smontò dalla moto restituendo il casco al rosso con malavoglia, pareva più offesa che seccata.

-Domani torno ad Homra e non ci penso nemmeno di tornare qui- sbuffò la ragazza mentre Mikoto sorrideva
-Non c'è niente da ridere Suoh!- disse fredda mentre il giovane la abbracciava, facendola diventare rossa quasi quanto i suoi capelli
-Lo so scusa, beh sai dove trovarmi se hai bisogno di me e Rami- dichiarò lui mentre dava gas e se ne andava

Alice sospirò guardando la villa lussuosa alle sue spalle.
Era bellissima vista da fuori e anche dentro, ma la ragazza, la trovava vuota e fredda tutto il contrario di Homra.
Il bar di Izumo era piccolo ma era divertente entrare lì, ogni giorno era un giorno pieno di divertimento risate e avventure.
La ragazza entrò nella villa e si diresse verso la sua stanza senza degnare nessuno di uno sguardo
Aveva un sacco di pensieri per la testa i più riguardavano Mikoto e il suo amico
Ma soprattutto il primo
Era ribelle e forte come il fuoco Mikoto Suoh, Rami invece era il suo contrario molto più calmo e riflessivo.
Insieme quei due facevano faville, ma sapevano anche rispettare gli altri.
Rami non era il tipo da intromettersi tra lei e Suoh, intromettersi in cosa poi?
Alice ricordò il loro primo incontro e conseguente, suo primo bacio.

***
La festa per l'incoronazione del Re rosso era appena cominciata.
La sala gremita da un sacco di gente.
Tra di loro una ragazza spiccava nella folla: doveva aver compiuto da poco i diciotto.
Occhi blu come il cielo in quel momento puntavano verso il terazzo. Aveva lunghi capelli biondi e lisci un viso candido e dai lineamenti delicati, La carnagione chiara
Pareva annoiata e in mezzo a tutti quegli adulti si sentiva fuori posto.

Indossava un elegante abito rosso, lasciava scoperte le gambe avvolte nelle calze bianche leggere.
Stivali in finto camoscio e sopra, visto che non faceva molto caldo una giacca di peliccia nera ovviamente sintetica.
Si morse appena il labbro per non lamentarsi di nuovo.
L'idea di partecipare a quella festa era nata dal padre, un magnate di industria.
Lei ovviamente era stata costretta a seguirlo.
Sospirò e congedandosi dal padre, raggiunse la terazza. Si affacciò guardando le stelle cercando per quanto le fosse possibile di non sospirare

***
Mikoto Suoh, si sentiva un pesce fuor d'acqua.
Non era abituato a quel genere di feste.
Si passò una mano tra i capelli rossi riuscendo solo a scompigliarseli ancora di più.
Maledetta l'idea di Izumo di socializzare come impegno quotidiano. Ovvero di " partecipare" alla festa per la sua incoronazione come nuovo Re rosso
Sbuffò mentre si levava la cravatta nera infilandosela in tasca, lasciando così più libero il collo.
Vestiva con una camicia bianca aperta fino al secondo bottone sul collo. Pantaloni neri e poi la sua inseparabile giacca di pelle.
Mentre il suo biondo amico intratteneva le ragazze nella sala, Lui ne aproffittava uscendo sulla terazza per fumare.
Quando la vide rimase come folgorato, una ragazza dai capelli biondi e occhi blu.
"Blu e rosso?"
- Bel accostamento di colori - disse prendendo il posacenere e avvicinandosi alla giovane.
Questa spostò una ciocca di capelli dal volto e lo guardò
- Potrei dire lo stesso di te - disse sprezzante senza curarsi troppo del espressione basita di Mikoto.
- Non ti piace la festa eh? - domandò calmo accendendo la sigaretta, usava l'accendino per non dare troppo nel occhio.
La ragazza scrollò le spalle ridacchiando
- Può darsi. Sono tutti troppo seri - disse - Ma se sei quì. Nemmeno a te deve piacere- aggiunse poi guardandolo
Lui rise appena facendo un tiro di sigaretta
- La odio. è stata un idea di un amico - disse guardando il cielo che brillava pieno di stelle.
Sentì la risata di cristallo della bionda e la guardò
- Scommetto che lui rimorchia più di te - rise la giovane.
Ma sembrava dire "scommetto che non sei quel tipo di ragazzo" o almeno era questo che pensò Mikoto Suoh.
Forse per questo sorrise appena
 - Forse - disse  - O forse... - fu un instante e le si avvicinò baciandola lentamente.
Teneva una mano premuta dietro la sua nuca spingendola in avanti e allungando quel bacio fino a lasciarla senza fiato.
Quando la ragazza si staccò, Suoh rimase folgorato dallo sguardo che ella gli stava regalando.
- Okey, me la sono cercata - ridacchiò la bionda
- Un po si - rispose il giovane, portando poi una mano dietro la nuca della ragazza - Ancora? - domandò poi sulle labbra di lei con un tono e uno sguardo, parecchio beffardi
- Ancora cosa? - rispose la ragazza sussurrando direttamente nell' orecchio del rosso.
- Ancora...Questo - disse il giovane Re afferradole il volto per poi baciarla con passione, esplorando ogni centimetro della sua bocca con la lingua.
Alice, questo il nome della ragazza rise stringendolo.
Portando le mani tra i suoi capelli, mentre legava le loro lingue.

Si staccarono solo quando finirono il fiato, appoggiando la fronte l'una contro quella del altro.
- Sei strana - disse Mikoto accarezzandole piano la guancia.
- Sei strano pure tu - rispose la ragazza ridendo.
Il Re scosse la testa poi la baciò di nuovo e le sorrise
- Mi chiamo Mikoto Suoh - disse il giovane, era certo che lei avrebbe cambiato atteggiamento. Invece la ragazza si limitò a sorridere.
- Il Re rosso eh? - domandò ridendo, come se lo avesse già capito.
Mikoto si chinò in avanti dopo di che le baciò l'orecchio
- Si sono il Re rosso - disse risoluto, mentre la ragazza si passava una mano tra i capelli sorridendo
- Bhe, io sono Alice - disse lei sorridendo decisa ma dolce.
Mikoto annuì e si staccò dalla ringhiera
- Devo tornare dentro, Izumo mi starà cercando - disse il giovane
- Già...Pure io devo tornare - aggiunse Alice sospirando.
Non voleva congedarsi così presto.
Tuttavia doveva tornare, o suo padre sarebbe stato capace di andarla a cercare personalmente.

Vedendo l'espressione della giovane, Mikoto si fece scappare un sorriso.
Prese un biglietto dalla tasca porgendolo alla bionda
- Se mi vuoi vedere ancora - disse - mi trovi quì - aggiunse poi entrando e lasciandola sola.

Alice guardò un attimo il biglietto,sul quale capeggiava una scritta in caratteri eleganti e gotici

"Homra"

***
Il giorno seguente,seminati i "cani" del padre, Alice si recò al indirizzo scritto sul biglietto.
- Quindi è questo...Homra... -

Il vento le scompigliò i capelli, mentre guardava l'edificio dai toni sul rosso scuro.
Fece alcuni passi e aprì la porta
Alice non sapeva ancora che da quel momento sarebbe cambiato tutto.

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Capitolo 15
*** ricordi di un passato dimenticato (parte 2) no blood, no Bone no Ash ***


Cap. 15 ricordi di un passato dimenticato (parte 2) no blood, no Bone no Ash 
 


Arrivare a Homra fu per Alice un " impresa abbastanza difficile"
Anche perché aveva dovuto, eludere la sorveglianza dei "cani" di suo padre

Ma alla fine ci riuscì sorrise, vedendo l'insegna rossa del bar e si infilò dentro
Izumo era dietro al bancone come sempre e stava mettendo a posto un boccale
Oltre a lui vi era un ragazzo dai capelli rossi con delle cuffie intorno al collo, uno skate giaceva a terra e stava parlando animamente con il barista

-Ehm - balbettò la ragazza attirando l'attenzione dei due ragazzi
-Ciao chi sei?- domandò il biondo
-Ecco io- cercò di dire la ragazza, ma a dire la verità non sapeva cosa dire
Perché non aveva idea di come affrontare quei due

Il ragazzo dai capelli rossi la stava squadrando con aria corrucciata
-Cosa ci fai qui?- chiese 
-Non spaventarla Yata- san- dichiarò il biondo
-Sono Alice Kurenai - dichiarò la giovane un po' intimorita
-Io sono Izumo Kusangi e lui è Misaki Yata - presentò Izumo con un sorriso cordiale
-Solo Yata - affermò il ragazzo con le cuffie
-P-piacere - balbettò la ragazza, mentre Izumo la invitava a sedersi.

A parte loro tre nel bar non c'era nessuno. Era strano vedere un bar così vuoto
-Gli altri dove sono? - Domandò Yata guardando Izumo
-In missione dovresti saperlo Yata- san non ho notizie per il momento - rispose il barista
Yata sbuffò animatamente e visibilmente irritato dalla mancanza di notizie
-Ma almeno sai dove sono i blu?? - chiese ancora il ragazzo riprendendo in mano lo skate mentre Izumo sorrideva
-Io vado -
Yata prese lo skate e uscì in fretta mentre Izumo sorrideva

-Scusalo Alice. Yata non è il tipo che parla molto con le ragazze - affermò il barista
Alice bevve il bicchiere di vodka alla fragola che il barista, le tendeva e si mise a guardarsi intorno.


Era tutto molto diverso rispetto ai luoghi ai quali era abituata, ma la cosa non le dispiaceva affatto
Alice non parlò per molto tempo

C'era odore di legno, vodka, un calore strano che non aveva mai sentito in casa sua
Lo stesso sorriso di Izumo, era diverso da quello di tutte le persona che si avvicinavano a lei e a suo padre.
I sorrisi di quelle persone erano freddi, controllati, falsi.

Mentre quello del ragazzo davanti a lei era molto più aperto, tipico di chi è abituato a stare in mezzo alla gente

-Tutto bene?- chiese il ragazzo mentre lei si svegliava dal suo torpore
-Sto bene tranquillo- sorrise la ragazza, mentre i campanelli sulla porta del bar suonavano, annunciando l'arrivo di qualcuno

-Re! ciao- lo salutò Izumo mentre il rosso si avvicinava al bancone
-Sei venuta alla fine-  sorrise lui, mentre Alice lo guardava un po' rossa in viso
-Vi conoscete?- domandò Izumo
-Ci siamo incontrati alla mia incoronazione- rispose Mikoto guardando il biondo dietro il bancone
Izumo sorrise appena mentre si chinava a prendere qualcosa sotto il bancone

Alice sentì che tutto il disagio che aveva provato, si stava dissolvendo come bolle di sapone
Era strano, vedere tutti quei ragazzi così Uniti. Come una famiglia, ma senza avere legami di sangue

-Re, sei tornato prima - affermò un ragazzo dai ridenti occhi castani
-Ciao Tatara- san- sorrise Izumo, mentre il ragazzo si avvicinava

Non era solo con lui c'era una bambina dai capelli bianchi
Il ragazzo si avvicinò.
Doveva avere si e no la stessa età di Mikoto e Izumo gli occhi castani e i capelli biondi, con un sorriso cordiale.
Al lobo dell'orecchio portava un orecchino.
La bambina aveva i capelli bianchi e gli occhi argento, vestiva un abito rosso e nero, con un cappellino sulla testa ed era semi nascosta dalla sagoma del ragazzo
-Sono Totsuka Tatara piacere- sorrise lui mentre Alice si avvicinava
-Alice Kurenai-  Si presentò lei, mentre il ragazzo si sedeva vicino a Mikoto e la bambina la guardava curiosa
-Lei è Anna ed è anche l'unica ragazza qui dentro- affermò sorridendo ancora
Anna fece un cenno con la mano. Alice le sorrise mentre la bambina si sedeva di fianco a Mikoto
-Tutto a posto?- domandò il re
-Le missioni sono andate bene- affermò Totsuka
-I blu hanno battuto in ritirata- sorrise izumo mentre il re annuiva serio
Alice notò che Mikoto era diventato serio quando avevano parlato delle missioni, come se avesse in mente chissà cosa
-Ehi Re non preoccuparti- Gli sorrise Totsuka, mentre Mikoto lo ignorava tornando a guardare Alice
-Cosa c'è?-  Gli chiese la ragazza, capendo di essere osservata.
Lui scosse il capo color delle fiamme senza rispondere. Prese una sigaretta e uscì dal bar con sguardo serio
Alice si alzò dallo sgabello e lo seguì fuori.

Non sapeva cosa avesse in mente Mikoto, ma temeva che potesse succedergli qualcosa
-Non dovevi seguirmi è pericoloso- affermò il rosso appena vide la ragazza
-Ma dove vai?- Gli domandò la ragazza, ma lui non si fermò per risponderle

In quel momento Alice vide due uomini di suo padre e impallidì.
La stavano cercando e non aveva vie di fuga, si sentì afferrare per un braccio e vide Mikoto trascinarla dietro ad un muro
-Sono gli uomini di tuo padre vero?- domandò il rosso mentre lei annuiva
Mikoto guardò oltre non potevano muoversi
Rimasero nascosti lì per molto tempo, Alice non avrebbe saputo quantificare quanto, ma si sentiva bene tra le braccia del re
Sorrise mentre Mikoto si sporgeva verso la strada constatando che gli uomini in nero se ne erano andati
-Ehm se ne sono andati?- chiese Alice mentre il re annuiva
La ragazza, tirò un sospiro di sollievo
-Non mi cercheranno per un po'- sorrise, mentre il re annuiva
-è meglio se torno però- affermò la ragazza staccandosi di malavoglia dal re
-Perché?- domandò il rosso un po' contrariato
-Devo o quegli uomini setacceranno la città palmo a palmo fino a trovarmi -
-Lascia almeno che ti accompagni a casa- insistette il re

Alice non ebbe il coraggio di rifiutare così decise di farsi accompagnare a casa, ma disse al re di non farsi vedere
Sulla seconda parte Mikoto non era molto d'accordo ma alla fine aveva annuito
Si misero in marcia e si fermarono davanti ad una villa gigantesca

Solo allora, Mikoto comprese il motivo del fatto che Alice non volesse che lo vedessero.
Visto il suo look da ragazzaccio lo avrebbero cacciato o peggio

Alice lo abbracciò e Mikoto sorrise, non doveva stare così bene in quella immensa villa.
-Domani vengo di nuovo a Homra ci vediamo lì- sorrise la ragazza per poi sparire oltre il grande cancello

***
In quel momento in camera sua entrò sua madre con un sorriso a trentadue denti e Alice fiutò guai.
 - Ho una notizia fantastica- esordì la donna e la ragazza si irrigidì.
-Cosa succede mamma? - domandò preoccupata
-Abbiamo deciso chi sposerai-
La notizia destabilizzò la ragazza che non ebbe il coraggio di chiederle chi fosse

-Si chiama Rami Lingstrom!-
Alice sentiva quasi male. Non che avesse qualcosa contro Rami.
Era un bravissimo ragazzo, ma non riuscivo proprio a vederlo come marito
La donna uscì dalla stanza della figlia, lasciandola basita.

Doveva parlare con Rami in fretta, aveva bisogno di un colloquio diretto con lui.
In quel momento le squillò il telefono e sorrise appena, quando vide che era il numero di Rami
-Pronto?- rispose la giovane
-Alice sono io. Mi dispiace non ho avuto voce in capitolo io...-  Iniziò a dire Rami a raffica con la voce rotta dall'ansia.
Alice sorrise appena, voleva tranquillizzarlo, sapeva bene che lui si era ritrovato nella sua stessa situazione.
-Tranquillo, non ti do una colpa- rispose la ragazza mentre Rami sospirava di sollievo
-Non voglio costringerti a sposarmi cercherò un modo per impedirlo-

Affermò il giovane dall'altra parte del telefono, ma Alice sapeva che sarebbe stato inutile provare a far cambiare idea ai loro genitori, almeno ai suoi.
Se Rami avesse rifiutato il matrimonio l'avrebbero promessa a qualcun altro che lei non conosceva e magari sarebbe stato peggiore, no preferiva sposare Rami

-No sarebbe inutile Rami- kun, i miei non cambieranno mai idea -disse

- mi troveranno un altro marito e credimi preferisco avere te come sposo invece di un altro- affermò Alice.

Lei voleva molto bene al finlandese e magari avrebbero potuto innamorarsi.
-Hai ragione, se è questo che vuoi- rispose Rami.
-Tu non vuoi sposarmi?- quella domanda sorprese il finlandese che cercò di stare calmo.
-Io ti voglio bene Alice, molto bene. Non possiamo evitare questo matrimonio, proverò a renderti felice- disse il ragazzo e lei sorrise.
Avrebbe voluto abbracciarlo
-Dove sei adesso?- domandò la ragazza.
-Sono in giro perché?-
-Vieni a casa mia, preferisco parlarti di persona- rispose lei.

In pochi minuti qualcuno suonò alla porta e la madre di Alice, andò ad aprire
accolse subito Rami, con un sorriso luminoso e gli indicò la camera della figlia al piano di sopra

Rami bussò alla porta della stanza di Alice che appena aprì, saltò letteralmente al collo del ragazzo che la strinse forte.
Si chiusero la porta alle spalle e Alice tornò a sdraiarsi sul letto.
Rami invece, si sedette a terra.

-Come facciamo con Suoh?- ecco la domanda che Rami temeva.

Nessuno dei due voleva che il rosso si sentisse tradito, proprio da loro che erano le persone di cui si fidava di più. 
Entrambi tuttavia sapevano di non aver scelto loro quel destino.

-Ma non abbiamo scelto noi questo Rami- kun- Alice abbassò lo sguardo.
Doveva soffocare quel sentimento che stava nascendo verso il re rosso, per far spazio a qualcosa per Rami.
-Io non voglio farti soffrire Alice- dichiarò il giovane.

La ragazza alzò immediatamente lo sguardo notando gli occhi di Rami, leggermente offuscati dalla tristezza.
Il giovane probabilmente si riteneva responsabile della sofferenza di Alice.

-Non è colpa tua. Tu non mi fai soffrire- dichiarò la ragazza abbracciandolo forte
-Io...- cercò di dire lui, ma la ragazza gli poggiò un dito sulle labbra zittendolo.
-Ssh non dire niente va bene? Tu non c'entri. Io provo qualcosa per te, ti voglio bene-
gli sfiorò le labbra con le proprie per poi accarezzargli la guancia

-Non sentirti in colpa capito, ne parleremo con Suoh, cerchermo di fargli capire che nessuno di noi sapeva di queste nozze- disse la giovane
Rami annuì abbracciando la ragazza e appoggiando la testa alla sua spalla
Alice sorrise.
Si sentiva al sicuro con Rami e lo considerava un buon amico, era un passo breve da amico a marito ma non sapeva cosa sarebbe successo dopo
Gli voleva bene ed era un bravo ragazzo

-Io voglio proteggerti Ali- affermò il ragazzo mentre lei gli accarezzava una guancia.
-Dobbiamo proteggerci a vicenda Rami- kun perché ci faremo molti nemici con questo matrimonio- affermò la ragazza, facendo dondolare i piedi 
- I miei genitori, avevano una rosa molto ampia di ragazzi da promettermi in sposa, e loro hanno scelto te, nel male ci è andata bene-  aggiunse lei con un sorriso
-Cercherò di parlare con Suoh e spero che non mi riduca a carboncino prima che finisca di parlare.- dichiarò il finlandese
-Ci ascolterà vedrai, noi non abbiamo voce in capitolo, e io non voglio perderlo- disse la ragazza pentendosi subito dopo di aver parlato. 
Temeva di aver ferito Rami, ma il ragazzo le aveva sorriso.
-Nemmeno io voglio perderlo è il mio migliore amico- dichiarò il giovane
Rami sospirò appena.
Erano spalle al muro. Entrambi
-Devo andare - affermò il ragazzo alzandosi in piedi
-No resta, non penso di riuscire ad affrontare i miei genitori da sola - dichiarò la ragazza
-Va bene resto -

***
Per i due ragazzi riuscire a sopportare i genitori di Alice, fu la sfida più difficile della loro vita.
Quei due erano entusiasti delle nozze imminenti e non ascoltavano una sola parola dei due diretti interessati

Rami stringeva i pugni furioso odiava non essere ascoltato. Alice gli poggiò una mano sulle sue per calmarlo
Alla fine vennero congedati entrambi, Rami non poté evitare di sfogare i suoi poteri facendo cadere un po' di neve a terra
-Risolveremo tutto vedrai - disse Alice
Rami abbracciò Alice e si diresse in una stanza per gli ospiti, molto lontana da quella della ragazza

Quella notte non riuscì proprio a chiudere occhio, nonostante fosse stanco morto, ma aveva paura di perdere tutto quello che aveva costruito, con tanta fatica
Si alzò quando sentì una voce melodiosa, Rami la riconobbe subito era Alice.

La ragazza, stava da sola in terazza indossava il pigiama, una lunga veste di flanella bianca con attorno alla vita, un fiocco nero
-Sei brava sai?- questo invece era Suoh
-Devo dirti una cosa - Iniziò Alice guardando il giovane.

Suoh era in piedi, la guardava dal basso nel giardino della villa.
-Mi stai facendo preoccupare - il rosso la guardò molto preoccupato
-I miei genitori vogliono che sposi Rami - alla fine, Alice vuotò il sacco abbassando la testa
-COSA??? e perché Rami non mi ha detto niente??? Quando lo trovo lo carbonizzo!- dichiarò Mikoto
-No Suoh ti prego non farlo, non lo sapeva nemmeno lui -
-Non potete opporvi?- domandò il rosso tornando calmo
-Ci abbiamo provato - rispose Alice, mordendosi il labbro inferiore cercando di scacciare le lacrime, ormai imminenti
-Aspetta vengo li - Mikoto salì sul balcone e si trovò di fronte alla ragazza.

-Ma almeno lo ami?- domandò il rosso.

Voleva molto bene a entrambi e il fatto che si dovessero sposare per forza, gli dava quasi fastidio. Per Alice lui provava qualcosa di più della semplice amicizia.

Ma non voleva far soffrire né lei né Rami

-Non posso dire di amarlo, gli voglio bene, ma non è quell'amore che dovrebbe esserci tra due fidanzati - rispose la ragazza sincera
Mikoto la baciò stringendola forte, al improvviso senza parlare, senza spiegazioni. La ragazza si ritrovò a ricambiare, con la stessa passione che le trasmetteva il rosso.
Mikoto la baciò stringendola con passione e lei ricambiò ogni bacio mentre si sdraiavano sul letto senza riuscire a staccarsi.

Si amavano molto e non volevano lasciarsi, ma non si erano resi conto che Rami li aveva visti e si era chiuso in un silenzio pieno di dolore
L'europeo sapeva che Alice non lo amava, non osava chiedere così tanto non era così presuntuoso.
Era a conoscenza dei sentimenti che provava per Mikoto, si amavano.

Ma ora stava male, forse perché li aveva visti baciarsi sul letto. Forse doveva andarsene e fare finta di non essere mai esistito

***
Il mattino dopo sia Rami che Mikoto si ritrovarono uno di fronte all'altro.
-Sei arrabbiato lo so, ma non puoi biasimarla- iniziò il rosso
-Non la biasimo infatti non pretendevo che si innamorasse di me, lo sapevo che amava te - fu la risposta di Rami
-E allora perché non hai rinunciato a sposarla? - Mikoto lo osservò con aria di sfida
-Per proteggerla Suoh! Non volevo che le appioppassero un marito peggiore - rispose l'altro
-Rami tu ami Alice! dimmi la verità, mi hai solo usato, per avvicinarti a lei?! -
-No non è vero -
Mikoto gli tirò un pugno, facendogli sanguinare il naso. Ma subito si pentì di averlo fatto, perché il suo amico lo fissava atterrito
-Che cosa avete fatto?- Domandò Alice arrivando in quel momento e notando il naso sanguinante di Rami.
Mikoto stava aiutando l'amico ad alzarsi, Rami lo aveva guardato ma non aveva detto niente.

-Siete peggio di due bambini! Non voglio perdere nessuno di voi due va bene! - disse -Non voglio che litighiate per me chiaro?- la ragazza li osservò entrambi.
Non voleva che quei due amici per la pelle litigassero per lei.

-Non stavamo litigando- affermò Rami mentre tentava di fermare il sangue che gli colava dal naso.
-Ah no e il naso chi te lo ha quasi rotto?- domandò la ragazza mente Rami arrossiva
-In quanto a te Suoh...Io ti amo ma....- Alice non sapeva cosa dire
-Non serve che vi separiate posso mettermi da parte- intervenne Rami
-Rami- kun- Alice fissò il biondo che sorrise.

Non era il tipo da portare rancore Rami di Helsinki.
Alice abbracciò il rosso ma la loro felicità durò poco perché irruppero i genitori della ragazza infuriati.

 

-Stalle lontano Suoh Mikoto!- il padre di lei lo spinse via facendolo quasi cadere
-In quanto a te ti è proibito rivedere quel teppista, non è degno di te. Stasera partirai per Tokyo-

Dichiarò l'uomo trascinando via la figlia

La ragazza sbuffò tentando di liberarsi dalla stretta del padre. Era stufa di dover sottostare alle regole dei suoi. Ma non ebbe il tempo di protestare perché i due la chiusero in camera

***
Alice sbuffò doveva trovare un modo per dare ai ragazzi un modo per trovarla
Si sedette a terra pensando a come fare.
-Forse - Si mise a scrivere delle piccole rime su un vecchio foglio
Prese gli indizi e decise di andare in città.

Uscì dalla finestra e lasciò un foglietto sotto la porta chiusa di Homra, poi lasciò un altro foglio vicino all'armadietto di Rami all'università.
Andò verso il parco, Incise su un albero un fiocco di neve insieme al simbolo di Homra.
Sorrise, voleva trovare il modo perchè i ragazzi la ritrovassero, a qualsiasi costo doveva credere, aver fiducia in loro
***
Il giorno dopo, il primo che la ragazza rivide fu proprio il finlandese.
Rami l'aveva perdonata, anche se lui affermava che non c'era nulla da perdonare.
Appena lo vide lo abbracciò forte
-Devo rivedere Suoh ma non so come fare- affermò disperata lei
-Non preoccuparti ci penso io - disse il ragazzo sorridendole
-Come? - domandò lei
-Vai a Homra stasera sul tardi io porterò lì Suoh,  fidati di me Alice vi rivedete - sorrise sincero il ragazzo
La ragazza quasi soffocò Rami.
Era davvero un ragazzo fantastico

Qualcuno però li stava guardando ed era una ragazza dai lunghi capelli indaco e gli occhi dello stesso colore
Indossava l'uniforme della scuola più prestigiosa della città la stessa che indossava Alice.

Luna sorrise.
Non pensava che lui, che Rami, fosse così diverso dagli altri
-Grazie Rami- kun - sorrise Alice mentre Rami si congedava con un sorriso
Luna si avvicinò all'amica mentre Alice sorrideva vedendola
-Ehi Luna - la salutò l'amica
-Chi era quel tipo? - domandò la principessa indaco
-Un amico - rispose la bionda, prendendo i libri dall'armadietto
Luna sorrise un po' imbarazzata.
Quel ragazzo era davvero bello però...
-Devo partire Luna -Chan - affermò infine Alice, era davvero triste
-Cosa? -
Luna non riusciva a credere a quelle parole
-Mi dispiace Alice, ma dove vai?- chiese Luna preoccupata
Le due ragazze si abbracciarono forte, Luna non sapeva cosa dire o fare
- Tokyo, starò da un amico di papà... -
- Capisco, adesso ti tiro un po su di morale! -
La principessa indaco decise che avrebbero passato insieme il pomeriggio e infatti, condusse la ragazza in giro per negozi

Le due ragazze camminavano lungo le vie di Shizume, sperando di dimenticare il fatto che Alice se ne sarebbe andata presto
Volevano stare insieme il più possibile, Luna sapeva che la ragazza non aveva molto tempo da passare con lei
Si separarono poco dopo, e Luna le augurò buon viaggio

****
Andò in giro per la città da sola aspettando l'ora di andare a Homra e vedere Mikoto.
Rami era un ragazzo di parola sapeva che avrebbe mantenuto la promessa


Rami

Non lo vedevo, né sentivo la sua presenza. Ero preoccupato che gli fosse accaduto qualcosa
Avevo la testa pesante, i miei poteri di Guardiano si erano quasi esauriti.
Avevo dato fondo ad ogni energia era un miracolo che riuscissi a stare in piedi

-Suoh! - Lo chiamai ma non udii alcuna risposta. Mi trascinai fino ad un albero e crollai
-Rami- una voce femminile mi stava chiamando ma non vedevo nessuno
-Chi è là? - domandai con un filo di voce afferrando la spada di diamante che brillava ancora di luce gialla.
-Fermo non voglio combattere - ancora quella voce.
Davanti a me era comparsa una ragazza dai lunghi capelli corvini e occhi rossi, assomigliava ad Alice ma non era lei
-Chi sei? - chiesi, lei non mi rispose, mi guardava e sospirò
-Ho un messaggio per te -
Non ero pronto a sopportare il peso di una rivelazione

-Alice cadrà - Ecco l'affermazione che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire.
Non volevo ulteriori dettagli, guardai quella ragazza e compresi che era inevitabile

-Non puoi impedirlo Rami di Helsinki, e non puoi morire tu al posto suo- affermò la ragazza capendo subito i miei pensieri
Strinsi i pugni, non potevo proprio fare nulla
-Mi dispiace - affermò lei
Odiavo il fatto di dover stare a guardare,strinsi i denti e guardai di nuovo la giovane.
Lei scosse la testa
- Non lo hanno fatto, non ci saranno ancora ripercussioni - disse la ragazza
Ripercussioni?
Allora Suoh non era stato con Alice la notte scorsa? perchè?
Avrebbe potuto ma non lo aveva fatto. Domande e solo domande, nessuna risposta
-Mikoto Suoh non voleva farla sua nonostante avesse potuto per non fare un torto a te. Prendere lei significava perdere te e lui non voleva e non vuole tutt'ora-
Affermò ancora la ragazza davanti a me.

Strinsi l'elsa della spada di diamante come se potesse darmi forza. Ma non la trovai nemmeno dentro di me, non vi era forza
-Il tuo potere è al limite non dovresti sforzarti troppo-
Affermò la ragazza, notando che avevo ancora i miei poteri attivi nell'estremo sforzo di curare almeno le mie ferite più gravi
-Dov' è Suoh?- domandai a quel punto esausto
-Non lo so, dovrai cercarlo- dichiarò la ragazza scomparendo.

Presi in mano la mia spada e iniziai a vagare nel vano tentativo di cercarlo
-Rami!- la voce di Suoh mi raggiunse alle spalle e quando mi girai lo vidi
Era ferito ad un braccio ma nel complesso stava bene a differenza mia che ero a dir poco esausto
Feci mezzo passo verso di lui ma le gambe mi cedettero e Suoh mi dovette sorreggere
-Rami- 
Suoh mi sorresse mentre sentivo un potere enorme vicino a noi.
Non era un re, ma peggio erano maghi oscuri

Un fulmine nero partì da chissà dove diretto a Suoh ero troppo debole per proteggerlo...
Ma non feci in tempo a fare niente...

Perché Alice si mise in mezzo prendendo il colpo al posto del re rosso,si sentì un esplosione poi Alice sorrise
Gli occhi erano carichi di dolcezza, mentre una lama nera affondava nella sua carne, al altezza del cuore.
Un rivolo di sangue scintillò ai bordi della bocca mentre intontita la ragazza ci guardava
-ALICE!- urlò Suoh
La ragazza rantolò. Un rivolo di sangue scivolava giù dalla bocca di lei mentre Suoh la sorreggeva
Alice lo guardava ma i suoi occhi erano ormai vitrei la morte, stava già stendendo la mano su di lei
-Non piangere capito?- iniziò a dire lei
-Risparmia le forze Alice -  rispose il Re rosso.
Aveva le mani macchiate del sangue di lei. mentre togliendosi la giacca che butto a terra in malo modo fece appoggiare distesa la ragazza
-Ti amo Suoh - sussurrò lei, mentre gli passava le dita tra i capelli
- Non...Non arrenderti. Alice guardami, guardami! - strinse gli occhi mentre lei gli scacciava una lacrima sorridendo
Mi inginocchiai di fianco ai due ragazzi, essendo muto spettatore di un dramma che mai avrei dimenticato
- H-hei...Non...Non mi dimenticare...Promettilo Suoh -
Sorrise dolcemente la bionda, mentre dagli occhi disperati del Re rosso cominciavano a scendere le lacrime gelide
-Non puoi...Non mi lasciare! -
Improvvisamente,al seguito di un urlo di dolore che pareva il verso di una fiera sconfitta, le fiamme cominciarono ad avvolgere Mikoto
Subito scattai in piedi tentando di avvicinarmi, ma l'aura di fuoco me lo impedì.
In un attimo Mikoto fù ingerito dalle fiamme

***
Non sentiva nulla, non provava nulla.
Il crepitio delle fiamme e le lacrime che sgorgavano rigandogli le guance.
Lo sguardo fisso al volto della sua amata.
Alice respirava appena, stretta tra le sue braccia. Così fragile, che temeva si infrangesse come vetro
- A-Alice - sussurrò, mentre portava una mano ad accarezzarle il viso.
Lei lentamente si stava spegnendo e lui, non poteva fare nulla.
Solo guardarla morire lentamente, solo questo e mentre lo faceva si sentiva ancora più impotente e debole
- Non mi lasciare amore - disse con la voce che tremava e gli occhi inumiditi dalle lacrime dalla rabbia, che crescendo alimentava le fiamme intorno a lui.
Improvvisamente,sentì una piccola mano, accarezzargli dolcemente una guancia.
Era la mano di Alice!
Ora lei lo stava guardando con quella dolcezza, la stessa che lo aveva conquistato.
Con quella forza...
La forza di chi sa, che nonostante la crudeltà della vita bisogna sempre rialzarsi

- Non mi lasciare... - deglutì a vuoto il rosso
Mentre Alice lo abbracciava, lasciandosi avvolgere dalle fiamme esse però non la bruciavano.
Come se la forte volontà di Mikoto, la stesse in qualche modo proteggendo

- Ti amo...Ti amo Suoh se dovessi perderti...Questo...Il salvarti, ogni cosa...Non posso accettare che non abbia avuto senso - disse la bionda, mentre le lacrime le inumidivano gli occhi
Si sentiva a pezzi, stava lì tra le braccia del Re rosso avvolta dal dolce tepore della sua aura
Ma la sola cosa che poteva fare era vederlo in lacrime

- Non ti lascio, Alice non me lo chiedere -rispose lui serio, ma con un alone di disperazione che lo pervadeva
- Non te lo sto chiedendo Suoh, ma te lo sto ordinando -  Disse la ragazza
Portando le mani tra i suoi capelli, voleva percepire più intensamente quel calore.
Sapendo che non lo avrebbe mai più sentito

Sentiva le energie prosciugarsi, mentre gli baciava lentamente le labbra così da percepirne il sapore, da imprimere ogni istante del loro amore
- Devi vivere, vivi per me...Vivi Mikoto Suoh - sussurrò quelle ultime parole, mentre una lacrima solitaria le rigava la guancia.
Quando la testa di Alice ciondolò indietro e la sua mano, lasciò quella del ragazzo scivolando esamine a terra.
Il cuore di Mikoto si svuotò completamente e le fiamme esplosero
***
( Un mese dopo la morte di Alice)

Mikoto Suoh si accese una sigaretta, guardava la tomba con uno sguardo malinconico
Su essa capeggiava la foto, di una bella ragazza sorridente che mostrava il segno della vittoria
Il rosso si inginocchiò, sfiorando delicatamente la foto
Strinse gli occhi, emettendo un lieve ringhio
- Mi dispiace. Non sono riuscito a fare niente - disse, mentre stringendo i denti tirava un pugno al terreno
Una figura era dietro di lui, teneva accanto a se una valigia.

Si fermò a pochi passi, dal Re rosso, poi sospirando appoggiò una rosa bianca alla tomba.
- Il simbolo della tua purezza e bontà d'animo - sussurrò Rami passandosi la mano, tra i capelli biondi come grano.
- Rami...Sei in partenza? - domandò Mikoto alzandosi poi da terra e portando, lo sguardo su quello del amico
Il biondo annuì, quando una voce li fece voltare entrambi.

Luna era in piedi, teneva tra le braccia un fagottino il suo sguardo seppur carico di dolcezza era velato da tristezza e nostalgia
Rami, si avvicinò alla donna i due si scambiarono un bacio dolcissimo poi Luna gli porse il panno, nel quale era stato avvolto un neonato
- Ma cosa...? - Domandò Mikoto avvicinandosi
Il neonato, che stringeva con le sue piccole manine il lenzuolo era piccolo e delicato, dalla pelle chiara e con due grandi occhi azzurri.
- è mio figlio Suoh -  affermò Rami, con una sorta di orgoglio paterno.
Mentre il piccolo lo guardava, quasi non comprendesse il peso del suo destino
- Mio e di Luna - disse poi, stringendo delicatamente la mano della famciulla
Mikoto, guardò il bambino poi gli accarezzò piano la testolina. Un lievissimo e impercettibile sorriso sfuggì al Re
- Come si chiama? - domandò il rosso
Rami e Luna, si guardarono qualche istante poi il biondo si rivolse al altro ragazzo
- Kimi...Kimi di Helsinki-


***

Mikoto era sconvolto, la ruota panoramica stava compiendo l'ultimo giro.
- Stai bene? - 
Gli domandò Alice,preoccupata dal suo silenzio, appoggiandogli una mano sulla guancia
In un attimo,venne travolta dal abbraccio del Re.

Presa in contropiede la ragazza lo strinse dolcemente, mentre gli accarezzava la schiena.
Sentendo la mano di lui sfiorarle i capelli con carezze delicate e dolci
Sorrise
- ora si, torniamo a casa - disse lui  molto sbrigativo, mentre uscivano mano nella mano dalla ruota panoramica

Tornati ad Homra i due si separarono.
Alice si diresse a fare un bagno caldo, mentre Mikoto rimasto solo, si sedette al bancone con lo sguardo basso
- Tutto bene Re? - domandò Izumo
Il rosso alzò lo sguardo e annuì appena, accendendosi poi una sigaretta. Il suo sguardo si concentrò fuori, stava piovendo...

nel frattempo...

Kares era tornato dal Re incolore quando camminando, si accorse di una presenza.
due ragazzi stavano chiacchierando tra di loro, molto animatamente
il primo aveva circa diciassette anni, alto e con dei muscoli non troppo evidenti, ma che gli davano comunque un aspetto allenato e combattivo
Aveva i capelli castani, un po scompigliati e gli occhi di un intenso e innaturale viola, ed era vestito con un’armatura di maglia con sopra una corazza d’acciaio, e dei guanti di ferro gli coprivano le mani.
Ai piedi, calzava un paio di stivali neri di cuoio.
Portava, una faretra sulle spalle e un arco a tracolla che completavano il suo equipaggiamento.
L' altro ragazzo, anchesso castano aveva i capelli più lunghi e leggermente meno scompigliati. Portava un paio di cuffie attorno al collo.
Vestiva abiti piuttosto normali, una maglia a maniche corte rossa e un paio di semplici jeans. Sopra una giacca marrone
I suoi occhi, erano marroni e molto intensi tanto che molte giovani lo trovavano attraente
Kares, li guardò un attimo, poi si diresse nella prigione.

- Alzati! - ringhiò, dando un calcio ad un ragazzo
Era alto nella media, in quel momento però era ricoperto da tagli e ferite che lo facevano sanguinare
I capelli castano intenso, sporchi e incrostati di sangue i vestiti lacerati sulla schiena, a causa delle miriade di frustate
Il ragazzo si alzò lentamente,ma venne spedito contro un muro da Kares.
- C-che cosa vuoi? - domandò il prigioniero, tossendo un po di sangue
- Oh cosa voglio? solo questo! -
Ringhiò il mago, colpendo il giovane con un calcio nello stomaco, che lo fece tossire altro sangue
- Basta così! -
Una voce, forte e decisa lo richiamò subito al ordine.
era la voce di Konnor
Il ragazzo dagli occhi viola, era in piedi con le braccia incrociate al petto, guardava con freddezza Kares
- Tu che vuoi?! - ringhiò il mago scattando verso il ragazzo
Questo, rotolò di lato schivando il colpo, poi con un calcio alla schiena riuscì a sbilanciare Kares, mentre Sam gli puntava una spada al collo tenendolo fermo
- Scappa - disse il giovane sorridendo appena, mostrando così i canini appuntiti
- Che aspetti? devi andare da "lei" - disse poi Sam, mentre teneva fermo Kares, che dimenandosi ringhiava
- L-lei? - domandò a quel punto, mentre si alzava il prigioniero
Konnor annuì mentre aiutava il giovane a stare in piedi.
Questo lo guardò e decise di assecondare la sua richiesta. Afferrò una spada e corse via, allontanandosi dalla fortezza.

note del autrice
Hola gente! inanzitutto, questo capitolo è molto lungo ma mollllto lungo
Quindi, veniamo a conoscenza del passato di Mikoto e Alice.
Scoprendo la morte di quest'ultima.
Poi ecco apparire Kares!
Kares e il fratello ( che vedrete prossimamente) appartengono a Giulia-dragon, la ringrazio per il prestito
Poi per finire, appaiono tre nuovi personaggi che appartengono al bravissimo AndreMCPro
Si tratta di Samuel, Konnor ( attenzione loro sono mooolto importanti) e di questo misterioso prigioniero
Cosa accadrà? come influiranno da ora in avanti, nella vita di Mikoto e co?
Ma sopratutto...
Riuscirò a non scrivere più,capitoli così lunghi? XD
ahah. Vi lascio e ci si vede prossimamente.

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Capitolo 16
*** verso la fine del sogno ***


Cap. 16 verso la fine del sogno



Kares

Stavo camminando verso la stanza di mio fratello, da quando era caduto in coma quel pellegrinaggio era

tutto per me.
Se ci pensavo, avevo solo voglia di vendicarmi di coloro che avevano ridotto così il mio fratellino
La stanza era molto elegante, non sapevo perché il re incolore avesse voluto che Sarey fosse messo lì ma la cosa mi faceva piacere.
Mio fratello era immobile nel letto come tutti i giorni e io gli accarezzai appena i capelli, era l'unico a cui facevo vedere il mio lato tenero
In quel momento sentii un suono, un coltello lanciato in aria, alzai una mano e il coltello si distrusse a contatto con la barriera.
-Pensavo di riuscire a sorprenderti - affermò una voce femminile.
Vicino alla porta vi era una ragazza dai capelli viola lunghi con una ciocca nera e gli occhi viola, aveva ancora in mano altri coltelli pronti a essere lanciati
-Yuka- dissi con tono freddo
-Ciao Kares -
La sua voce era sensuale e bellissima ma io sapevo quanto ingannevole poteva essere quella ragazza.
Tanto bella quanto letale
-Ancora qui? - Domandò lei indicando la sagoma di Sarey e io annuì.
Il mio posto era lì
-Nessun miglioramento? -
Scossi la testa mentre la rabbia montava dentro di me.
Volevo vendetta, vendetta per mio fratello

-Devo andare adesso - mi alzai e feci per andarmene ma Yuka mi fermò
Sapevo che il figlio di Rami era tornato in Giappone, ma non sapeva nulla di sé. Nemmeno degli immensi poteri che pareva possedere.
-Kares- la voce era quella del re incolore e Yuka sbuffò
-Ditemi, mio signore- risposi.
Non ero un tipo da inutili servilismi, ma il re era potente e non potevo certo inimicarmelo.
-Rapisci Luna, la regina indaco, portala qui- Era un ordine e io sorrisi freddo
-Sarà fatto -
Dissi, con gli occhi che fremevano, al idea di uccidere. Anche se non era esattamente questa la mia missione
Yuka guardò il re come a protestare ma lui la ignorò. Voleva quella donna e io gliel'avrei portata

La donna in questione non era molto lontana dal palazzo del re incolore.
Fu facile trovarla, almeno per me.
Aveva lunghi capelli indaco e occhi chiari, e cominciai a capire perché il re incolore la volesse. Era davvero bella, con quella pelle di porcellana e i capelli che le ricadevano su un vestito violetto.
Mi avvicinai di soppiatto senza che lei mi sentisse, e le tappai la bocca impedendole di urlare.
Si dimenò per qualche secondo, tentando di liberarsi... Ma orami era tardi, era mia
La sbattei su un letto dove delle catene subito la bloccarono.
-Chi sei?- mi domandò un po' spaventata
-Non ti deve importare regina indaco io eseguo solo degli ordini- ridacchiai e uscii dalla stanza
La sentii dimenarsi ancora un po' ma fu un nome che mi saltò all'orecchio
"Rami"
Seguito da un altro nome che però non conoscevo
In effetti sapevo che la donna, era stata la compagna del Re incolore, Ecco perché la rivoleva.

Probabilmente lei aveva dato alla luce il figlio di qualcun'altro, forse dello stesso Rami. Si vociferava, che i due avessero avuto una relazione segreta.
Aprii appena la porta e la fissai.
I capelli le ricadevano davanti alla faccia, impedendo a chiunque di vederle il viso e davanti a lei c'era il re incolore che le stava inveendo contro
-Lui dov'è??- stava chiedendo il re furioso
-Non te lo dirò mai- rispose lei con forza mentre lui le tirava un sonoro schiaffone
-Dimmelo se ci tieni alla vita -
-Non mi fai paura maledetto! Non ti dirò mai dove è mio figlio. Non lo avrai mai- ruggì la regina con coraggio.

Suo figlio. Quindi aveva avuto un maschio, un erede.
 Erede che il re incolore bramava

Aspettai che sene fosse andato, poi mi avvicinai alla donna. Era coperta di ferite eppure era ancora bellissima
- Dove si trova il principe? - domandai gelido
Lei rise, quasi ostentando l'audacia e il coraggio che non aveva.
Sbuffai ringhiando e le tirai uno schiaffo sulla guancia lei però, non sembrò soffrire troppo, oppure tentava di nasconderlo bene
- Non lo ripeterò ancora, dove si trova? - domandai quasi furioso
Ma le labbra della regina rimasero sigillate. Feci per colpirla ma era inutile non avrebbe mai parlato
Furioso come non mai uscii dal castello e andai verso la città

La città brulicava di vita e trovare il principe era molto difficile, praticamente impossibile
Vidi un ragazzo biondo in mezzo alla folla che riconobbi subito.

Era Rami ne ero assolutamente certo

Evocai un fulmine nero che lui evitò per un soffio, rotolando di lato
-Cosa succede Rami? Sei arrugginito?- domandai rabbioso, lui mi guardò confuso ma non parlò si limitò a scattare in avanti tentando di colpirmi, ma senza riuscirci.
Era fin troppo prevedibile
Mi scagliò contro del ghiaccio e io ne fui colpito solo di striscio
Sapevo che Rami non era un tipo di molte parole, ma che non parlasse proprio non me lo aspettavo.
Feci per colpirlo di nuovo quando una freccia bianca mi ferì alla spalla, mi voltai e vidi un uomo, della stessa età del re rosso Mikoto Suoh, identico al ragazzo che stavo attaccando
-Kares! Lascia stare mio figlio!-
Risi sadico, avevo trovato il principe e il mio nemico numero uno

-Bene, ho trovato te e anche il principino, sarà un piacere uccidervi entrambi- risi ma Rami non pareva del mi stesso avviso
-Kimi và via ora!- ordinò l'uomo e il ragazzo corse via.

Per ora lo avrei lasciato andare, ma sarei tornato all'attacco e avrei portato al re incolore la sua testa
Volevo vendetta. Vendetta per il mio fratellino, in coma per colpa sua.
Non m'importava di morire provando

Rami era ancora più potente dell'ultima volta che lo avevo incontrato, ma anche i miei poteri erano aumentati notelvomente
Il ghiaccio che mi scagliò contro mi congelò le braccia e mi trovai quasi del tutto paralizzato
-Perché non mi uccidi?- lo provocai
-Lo farei tanto volentieri, ma così sarei come te e io non voglio esserlo- rispose serio.
La voce era priva di sfumature, niente faceva presagire un'emozione. Scagliò un altro dardo di ghiaccio ma qualcuno lo bloccò a mezz'aria
Yuka era apparsa dal nulla e aveva infranto la freccia prima che mi uccidesse
Scattò verso di lui ferendolo ad un braccio, lo avrebbe ucciso se il re incolore non ci avesse richiamato indietro

Ero arrabbiato perché non ero riuscito a vendicarmi e il principino, mi era scappato da sotto il naso senza che avessi potuto impedirlo.
Adesso cosa gli raccontavo al re?

-Allora, so che l'hai trovato- affermò il re e per la prima volta ebbi un fremito di paura -Come hai fatto a fartelo scappare?- tuonò indicandomi con un dito rabbioso
-Ascolta non prendertela con lui è colpa mia io l'ho fatto scappare- intervenne Yuka
Il re spostò lo sguardo su di lei
-Comunque sia, resta il fatto che il ragazzo è vivo vi conviene trovarlo -
Non sapevo perché quel ragazzo fosse così importante per il re, ma comunque ero grato a Yuka
Ci congedó in fretta e io non sapevo più cosa fare

Sbuffai, la regina indaco era ancora rinchiusa ed ero certo che sapeva che suo figlio mi era scappato
Lei sapeva tutto ma aveva taciuto anche sotto tortura
Ringhiai qualcosa in lingua nera ma nessuno mi rispose, Yuka se ne era andata, ma avevo un idea su come vendicarmi di Luna

-Tu sapevi! - Urlai sbattendo la porta della cella, Luna non parlò mi guardò con occhi freddi
La colpì in faccia ma lei non fece una piega 
-Mikoto Suoh è vivo - le scappò assieme ad un sorisetto odioso
Questa si che era una storia interessante

****

Ero scappato adesso però ero nei guai. La verità era che non avevo idea di dove andare
Mi appoggiai ad un albero cercando di capire dove fossi
Avevo visto dei lampi neri non lontano da dove ero io e un ragazzo stava scappando
Ma cosa fosse successo non lo sapevo
Mi avvicinai ma non vidi nessuno, Quando giunsi sul posto vidi solo un uomo biondo che assomigliava molto al ragazzo che avevo visto scappare
L'uomo mi guardò un attimo per poi voltarmi le spalle senza dire nulla 
-Aspetta fermati! -
Tentai di fermarlo ma lui non mi degnó di uno sguardo, continuò a correre e basta

Rimasto solo crollai per le ferite e la stanchezza, quando avverì un piacevole calore
era calore ma di cosa? non era fuoco e nemmeno una coperta, era più simile a una piccola luce che mi riscaldava il corpo donandomi un leggero ma piacevole senso di tepore caldo, come una carezza

Le energie erano troppo poche per poter avere solo la forza per aprire gli occhi
Le mie ferite non mi davano tregua avevo bisogno di dormire

****
Quando mi ripresi ero in una stanza abbastanza grande ma non riuscivo a vedere nulla dovevo ancora mettere a fuoco tutto
-Si è svegliato Dario - la voce di una ragazza proveniva da una porta non lontano da me 
Nella stanza erano entrati un ragazzo e una ragazza.
Il ragazzo aveva i capelli castani e gli occhi bruni, vestiva di nero e verde, al fianco notai lo scintillio dell'elsa di un pugnale. La ragazza indossava un vestito rosa pallido e mi guardava curiosa

Rantolai e la giovane sorrise

-Non sforzarti, io sono Sakura e lui è Dario sei sul dirigibile del re d'argento, ti abbiamo trovato due giorni fa eri ferito e stanco ti abbiamo portato qui -
Non credevo alle mie orecchie... 
Ero davvero sul dirigibile del re d'argento? Ma quei ragazzi non portavano i colori del clan...
Dario mi guardò un attimo poi affermò
-Di sicuro ti starai chiedendo perché non indossiamo i colori del clan, beh la risposta è semplice io non sono ancora un membro effettivo -
Era un ragazzo strano quel giovane non lo capivo proprio
-Se ti stai chiedendo se sono giapponese non lo sono vengo dall'Italia, e ti abbiamo salvato perché non lascio chi è in difficoltà -
Sospirai appena, ero certo di essere al sicuro, ma non sapevo cosa volevano loro da me
-Tra poco conoscerai il nostro re e se vuoi sapere perché non riesci a parlare il motivo è semplice. Hai avuto la febbre per un sacco di tempo e la gola era talmente secca che è stato difficile farla tornare normale, dovresti riprendere a parlare tra un ora -

Ora capivo. Non potevo parlare per via di una specie di antidoto
Tossii appena e provai a dire qualcosa, ma non ci riuscii
-Sai come ti chiami? - Mi domandò Sakura
-Mi chiamo Andrea e vengo dall'Italia come te Dario -
-Ah è bello trovare un connazionale - affermò Dario e non potei non trovarlo simpatico 
-Sono arrivato qui come prigioniero del re incolore, che mi ha usato come cavia per i suoi esperimenti, ho qualche ricordo della mia infanzia riguardante una persona ma non ricordo molto -
Vidi Sakura cercare la mano di Dario e lui gliela strinse forte. Sorrisi a quel gesto, che seppure semplice mi riportava alla mente tanti ricordi
-E quando sei riuscito a scappare? So che ti sembrerà un interrogatorio- disse Dario, scompigliandosi con un gesto i capelli
-Non lo so, non so darti una risposta – affermai io sincero, non ricordavo nulla. Se non due ragazzi, uno dei quali, l’artefice della mia fuga
Raccolsi le gambe al petto mentre un brivido mi scuoteva sentivo che doveva trovare quella bambina che avevo conosciuto da piccolo. Dario scosse la testa come se sapesse qualcosa che io non sapevo 
***
Shizume: Enchart clan indaco ore xx giorno xx

Rami 

Avevo un brutto presentimento. Ero tornato a Shizune in fretta e furia e corsi alla sede del clan indaco 
Non ci misi molto ad arrivare ma stranamente la base era deserta, non c'era un anima 
-Sapevo che sareste tornato - la voce di una ragazza mi fece voltare nella sia direzione

 Era la seconda in comando di Luna e quindi sapeva sicuramente dove fosse, si chiamava Xion.
Una ragazza dai capelli azzurro intenso, occhi dorati e un corpo magro e snello. Vestiva un corto kimono color indaco con ricami bianchi
-Xion cosa è successo qui? - 
-La regina è scomparsa Rami, mi ha chiesto di proteggere il principe cosa che farò-
 -Come Luna è scomparsa?- domandai senza capire, forse le era successo qualcosa...Qualcosa di te

-Nemmeno io so come sia stato possibile Rami, ma è successo. - disse stringendo i denti 
- proteggere il principe, lui è il solo che può aiutarci anche se ancora non sa nulla delle sue origini o di sua madre -

Sapevo che Kimi non era a conoscenza di nulla, nemmeno io avevo voluto raccontargli tutto quando fosse stato abbastanza grande per comprendere. 
A dire il vero non volevo che pensasse che Luna lo avesse abbandonato, perché non era affatto così. Lo aveva amato tantissimo e lasciarlo era stata la cosa più difficile che avesse fatto

-Vai a Homra Rami credo che un tuo vecchio amico sia felice di rivederti - sorrise la ragazza, mentre passava una mano tra i capelli
- credo che lì troverai alcune delle risposte che cerchi  -
aggiunse poi, porgendomi qualcosa avvolto in una sorta di contenitore di stoffa

-Xion come sta mio figlio? -
domandai sospirando, accarezzando l'arco con una mano. lei sembrò sulla difensiva ma poi sorrise appena

-Il principe sta bene, su questo posso rassicurarti, ha molte domande alle quali il re rosso non può rispondere -
sospirò la ragazza passandosi una mano tra i capelli.
 Tu avresti dovuto dirgli la verità - decretò poi secca e con uno sguardo di ghiaccio
-Luna non ti ha detto nulla? - risposi io, senza farmi intimorire, ci fu un attimo di silenzio, poi Xion parlò di nuovo
-No, mi ha solo ordinato di proteggere suo figlio e basta. - rispose infine la turchina
la salutai, promettendo di contattarla presto. poi uscendo mi diressi ad Homra

angolo autrice
hey! eccomi con un nuovo emozionante capitolo, sempre per dire.
Abbiamo davvero tanta carne al fuoco!
Si comincia da Sarey e Kares, due gemelli dotati di uno strano potere. Kares in particolare, sembra odiare il padre del giovane Kimi, che scopriamo essere il figlio della Regina indaco
Luna viene portata al Re incolore, questo vuole, così sembra uccidere Kimi
Inoltre veniamo a conoscenza di un altro personaggio, decisamente importante
Andrea
Come influirà questo ragazzo nel seguito della storia?
Ma sopratutto, ora che i tasselli si stanno magicamente mettendo apposto, cosa accadrà? manca poco alla fine di questa " saga" spero Vi piaccia il capitolo

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Capitolo 17
*** nuovi e vecchi volti ***


Cap. 17 nuovi e vecchi volti



Xion entrò nella stanza, la sala del trono, dove era solita sedere la sua Regina.
Il clan Indaco aveva sede in una lussuosa villa antica, tutto al interno era carico di lusso e bellezza, i corridori con i tappeti e gli arazzi di broccato antico e perfino le stanze dei vari esponenti del clan.

Un moto di tristezza, si impadronì di lei, la ragazza si strinse nelle spalle.
Tentò di reprimere quella disperazione, quel senso di impotenza, quando qualcuno le poggiò una mano sulla testa
Era molto alto, dal fisico magro e slanciato e carnagione pallida, il viso era incorniciato da dei capelli neri con le punte che diventavano grigio chiaro. Lunghi fino al collo, occhi ambra con un'ombretto nero, labbra nere e delle unghie lunghe ed appuntite
Aveva quattro piercing sul naso due erano a lato di esso
Indossava una giacca lunga grigia con il cappuccio in pelliccia, sotto una canottiera aderente nera, jeans grigi, anfibi neri borchiati è un sacco di anelli raffigurati serpenti alle dita.
- Stai bene? - 
domandò con la voce bassa, sussurrando al orecchio della ragazza, ella scosse appena la testa
- Io...Mamba io non riesco ancora a...-
Le ultime parole, le morirono in gola, mentre voltandosi, finiva tra le braccia del ragazzo
- Lo so, lo so Xion- chan - le sussurrò piano lui, carezzandole i capelli, impossibile era farla smettere di singhiozzare.
Mamba era un ragazzo piuttosto silenzioso e freddo, che sembrava sempre pensare ai fatti suoi, non era una persona particolarmente loquace eppure...
Era incredibilmente legato alla Regina indaco ma sopratutto a Xion

Sebbene rispettasse gli ordini avvolte preferiva fare di testa sua ritenendosi uno spirito libero in quanto era uno Strain con doti particolari, ma teneva ai suoi amici molto più di quanto sembrasse a prima vista.
Era tremendamente geloso se qualche ragazzo si avvicinava a Xion
Riteneva "sua" la ragazza della quale, era perdutamente innamorato e ricambiato. Anche se Xion era restia a dimostrare i suoi sentimenti

Mamba era un ragazzo che capiva al volo le situazioni, sopratutto aveva passato la vita alla sede del clan indaco e a combattere al fianco di Xion
Per lui, lei era molto più di un capo.
Naturalmente stimava molto la sua Regina, essa lo aveva salvato togliendolo dalla strada.

Dopo che era giunto in Giappone per volere dei suoi genitori, il ragazzo non si era ambientato bene e allo studio, preferiva aggirarsi di notte e venire coinvolto in risse da strada

Al seguito di una di queste risse, il ragazzo era stato salvato dalla Regina indaco e su sua richiesta, il giovane era entrato nel clan
Inizialmente, il ragazzo voleva solo imparare a controllare il suo potere, ma qualcosa cominciò a cambiare in lui, alla fine cominciò a considerarsi parte integrante del clan, a considerare esso come la sua seconda casa.

E ora, era lì, con la sua superiore in lacrime, dopo aver saputo della scomparsa della loro Regina

Strinse a se Xion, accarezzandole i capelli, sentendo che era quello che doveva fare in quel' momento

***

Mikoto

Ero steso sul letto, con accanto a me Alice.
La bionda riposava tranquilla, senza nemmeno muoversi. Io la guardavo senza poter smettere di accarezzarle i capelli o il viso d'angelo.
Avevo da poco scoperto di averla già incontrata in passato...Di averla persa.
Quel' pensiero mi metteva un po di tristezza e di rabbia, eppure anche felicità. Se solo ripensavo che ci eravamo già amati in passato, tanto quanto ci amavamo ora...

Improvvisamente, sentì un vento freddo, un vento che avevo già sentito. Mi alzai coprendo Alice con una coperta, poi mi diressi al pian terreno
-Chi è là? - 
Domandai freddo, ma non ci fu bisogno che la figura mi rispondesse perché quando lo vidi comparire pensai di stare sognando
-Suoh - 
-Rami?-
Ci guardammo e ci studiammo finché io non lo abbracciai forte
-Sei tornato! Ma quanto ci hai messo?!- lo stavo rimproverando ma ero troppo felice
-Dannato! Mi hai fatto credere di essere morto per tutti questi anni! -
-Hai ragione sono uno stupido -
In quel momento bussarono alla porta e vidi entrare Kimi un po' frastornato. Appena vide Rami rimase basito 
-Ciao ragazzo mio -
Kimi rimase di pietra non sapeva cosa fare, sapeva solo che quel' uomo era suo padre. Ma credeva fosse morto, cosa ci faceva lì e sopratutto, perchè non era tornato prima?

-Cosa succede? - domandò serrando i pugni
-Ragazzo devo dirti una cosa  - iniziò Rami, stando attento a pesare qualsiasi parola
-La storia che ti devo raccontare è lunga ragazzo mio molto lunga e riguarda te -
Rami sospirò e mi guardò un secondo e io annuii.

Era il momento della verità non sapevo come quel ragazzo avrebbe reagito, ma ero sinceramente preoccupato
-Insomma cosa c'è? - sbuffò Kimi, sedendosi
Nonostante il suo volto fosse nascosto a metà potevo capire quanto si sentisse a disagio.
Rami non sapeva da dove cominciare e questo lo capivo da come si muoveva sulla sedia

Sospirò più volte il mio amico quasi fratello, per poi cominciare a raccontare tutta la storia.
Come ci eravamo conosciuti l'incontro con Luna, la scoperta che le fosse incinta, ad ogni parola che usciva dalla bocca di Rami vedevo Kimi cercare di mantenere la calma
Quando il racconto terminò Kimi batté un pugno sul tavolo furioso

-Quando aspettavi di raccontarmi tutto questo? - domandò il ragazzo con lo sguardo che mandava tuoni e fulmini 
-Non potevo dirti tutto - tentò di calmarlo Rami 
-Perché?! Mi hai tenuto nascosta la verità per anni!- sbottò infine alzandosi e ruggendo tutta la sua rabbia
- Ho pensato che mia madre fosse morta! ma non è così. Mi ha abbandonato - 
-Luna è stata costretta a farlo  - tentò di dire Rami
-Ma davvero?! - sbotto in quel' momento il ragazzo  -Quale madre abbandona il proprio figlio?! - Aggiunse poi quasi urlando
-Kimi... Tua madre non lo avrebbe mai fatto ma in gioco c"era la tua vita -  tentò di dire Rami, cercando di calmare la rabbia del figlio 
-... Ascoltami - il tono di Rami era come una supplica 
-No non voglio sentire un parola di più! - 
Kimi si alzò e scappò verso la sua camera al piano superiore del bar

Rami si lasciò cadere seduto sul divanetto e io mi sedetti al suo fianco, poggiandogli una mano sulla spalla 
-Sapevo che avrebbe reagito così. Forse ho sbagliato, avrei dovuto dirgli tutta la verità quando ne avevo avuto l'occasione - sospirò portandosi la testa tra le mani
-Lo hai fatto per proteggerlo, non volevi farlo soffrire come hai sofferto tu. - dissi io rassicurandolo
 Lascia che gli parli io. a me dà retta sono il suo re dopotutto  -
Aggiunsi poi, alzandomi e lo guardai, lui sospirando fece cenno di si con la testa
-Va bene, buona fortuna Suoh- 
disse infine, mentre io salivo al piano superiore per parlare, o almeno tentare di far ragionare Kimi
***
Salii in camera del ragazzo e lo trovai seduto sul letto con gli occhi rossi cerchiati dal pianto
-Ehi  - dissi solamente
-Mikoto- sama - Si alzò in piedi e io gli sorrisi appena
-Perché mi ha mentito? Perché non ha voluto che sapessi?! - 
Il ragazzo strinse il tessuto dei pantaloni abbassando di nuovo la testa, potevo leggere la sua rabbia, dal modo in cui stringeva i denti

-Voleva proteggerti, tu eri tutto per loro -  risposi io a quello sfogo
-Tu sapevi! -
 Si adirò di colpo il ragazzo, stringendo i pugni tanto forte da perforarsi i palmi delle mani
-Si, la prima volta che ti ho visto eri così piccolo, eri nato da pochissimo -

Pensare a quel' momento, mi riportò in mente la morte di Alice, quel' pensiero era sempre fisso nella mia memoria e sembrava non darmi tregua

-Ascolta non essere così severo con tuo padre, non voleva tenerti nascosto tutto- dissi
 - Voleva dirti la verità molto prima ma non ha potuto -

a quelle mie parole, sembrò riprendere la calma e si sedette di nuovo sul letto
-Forse hai ragione Mikoto-sama, dovrei ascoltarlo solo non ora non me la sento - 
Affermò il ragazzo, sospirando quasi triste asciugandosi le lacrime con il braccio
-Quando vorrai, tanto credo che non ripartirà -
Dissi io con un lieve sorriso, Rami era tornato ma il nostro nemico aveva in pugno Luna
***
Nel frattempo di sotto Alice si era svegliata e quando si accorse di Rami rimase un po stordita
-Rami- kun -
Sussurrò la bionda, avvolta nella coperta di lana che le trasmetteva un po di calore, in assenza del suo " calorifero umano"
-Ciao Alice - rispose in un sorriso lieve il Re giallo
La ragazza si avvicinò e guardò il ragazzo come se volesse riconoscerlo o studiarlo
Dopo alcuni interminabili minuti i due ragazzi si abbracciarono lieti di potersi rivedere dopo tutto quel' tempo
-Sono felice di vedere che stai bene -sorrise Alice -Accidenti sei diventato molto più alto -ridacchiò  notando la diversità di statura
Rami rise di gusto anche se la tristezza per la reazione del figlio lo aveva abbattuto
-Ancora una volta ci rivediamo e siamo in guerra - affermò la ragazza e Rami annuì 
-Ma questa sarà peggio della precedente -
Alice guardò Rami che sospirò

-Non sono tornato solo perché avevo voglia di rivedervi, ma anche perché ho avvertito un potere enorme che si fa ogni giorno più forte -
Rami fissò la ragazza che sgranò gli occhi spaventata.
Il loro nemico era davvero così potente?

-Rami-kun io e Kimi... - Per un attimo la ragazza non parlò, fece un semplice sospiro per poi continuare -  Abbiamo visto la morte di Suoh -
In quel momento squillò il telefono e Rami subito a rispose
-Pronto?  -
-Homra? Sono Munakata -
La voce del Re blu era spaventosamente agitata, doveva essere successo qualcosa, perchè Rami si voltò verso Alice, facendole poi segno di andare da lui
La bionda sbuffo un semplice, quanto glaciale
-Munakata del cavolo -
La voce di Rami era scioccata. 
Cosa voleva Reishi? 
-Si Rami, dovete venire subito è successa una cosa terribile- detto questo il re blu riagganciò, senza spiegare oltre
-Reishi! Pronto?-
Rami sospirò e abbassò la testa per un attimo, sospirando e guardando la bionda
-Cosa è successo Rami-kun?-
Domandò Alice guardando il ragazzo, che aveva ancora in mano la cornetta del telefono 
-Munakata dice che è successo qualcosa di terribile e dubito che fosse uno scherzo -

Mikoto

-Non lo è- affermai arrivando in quel momento
-Suoh- 
Entrambi mi guardarono e io annuì. Dovevamo andare alla QG e in fretta

Ci dirigemmo velocemente verso la QG e la trovammo data alla fiamme. Non le nostre ovviamente, per quando non corresse buon sangue tra i due clan, avevamo il massimo rispetto per loro

Munakata camminò verso di noi con un braccio sanguinante e una benda sull'occhio
-Munakata cosa è successo?-
-Sono arrivati come fantasmi nel cuore della notte e nulla abbiamo potuto -
-Quanti feriti? - 
-Tutti quelli che erano nella base-
-Morti?-
-Per ora nessuno-
La cosa fece piacere a tutti ma vi erano anche dei dispersi ed era troppo pericoloso cercarli di notte. Senza contare che quello che aveva attaccato sarebbe potuto tornare.
Avevo una mezza idea, su chi potesse essere il mandante dell'attentato ai danni della Scepter
-Pensi quello che penso io Rami kun?- domandai guardando il mio amico
-Kares? Si l'ho pensato anch'io -
-Di cosa stai parlando?- domandò Munakata ma io non risposi. 

Se davvero c'era Kares dietro a tutto questo dovevamo tenere gli occhi spalancati.

-Munakata, abbiamo trovato alcuni dispersi ma le ricerche saranno lunghe- affermò un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi di ghiaccio
-Grazie Jack- 
Doveva essere un nuovo membro perché non mi ricordavo di averlo mai visto

-Ho chiamato Konradin, il dirigibile del re d'argento sta arrivando- Alice ci guardò sorridendo.
Da quando aveva ritrovato suo fratello le veniva normale chiedergli aiuto quando avevamo bisogno

***
(qualche ora più tardi...)

Jack

-Ehi Luna smettila di seguirmi-
Mi ero voltato verso una ragazza che mio malgrado conoscevo bene

Non molto alta, dai lunghi capelli azzurri con un ciuffo più lungo a destra e gli occhi blu
- Ice boy sei una noia, volevo solo divertirmi un po'- sbuffò la ragazza avvicinandosi
-Beh vai da un'altra parte ho da fare- risposi gelido.
Avevo delle indagini da fare e lei non rientrava nella categoria di persone che volevo tra i piedi
-Uffa! Ti dispiace essere meno freddo qualche volta? -
Non mi degnai nemmeno di risponderle.
Luna mi seguiva da tempo ma sinceramente in quel' momento, poco m'importava
Avevo delle indagini da svolgere e lei mi era di impaccio
Sbuffai quando si avvicinò un po' troppo

- Insomma Ice boy mi dici cosa c'è -
-No - le dissi serio, cercando di continuare il mio lavoro
- Jack - mi chiamò qualcuno in quel' momento, il che mi fece voltare

la voce di Munakata-sama mi sorprese alle spalle ma restai tranquillo, notando invece Luna sobbalzare
-Dovete andare in missione conto su di voi -
Annuii serio era un ordine e lo avrei eseguito

Ci allontanammo in fretta da quel che restava della base del clan blu, inoltrandoci nella foresta che dava sul lato nord della città 

La pioggia cadeva copiosa inzuppandoci, ma non m'importava dovevo trovare i verdi
Luna mi seguiva, aveva sollevato il cappuccio della felpa, ora sembrava un coniglio.

Non sarebbe stato facile però, la scarsa visibilità e la lontananza dal Q.G, rendevano assai complicato muoversi, senza contare che eravamo in territorio nemico e da soli

-Ice boy dove andiamo?  - domandò lei, guardando con interesse, l'enorme costruzione davanti a noi
-Non sono affari tuoi  - sbuffai io
-Invece si. Siamo partner dopo tutto -
Ridacchiò lei, saltellando davanti a me, mentre abbassava il cappuccio rivelando un paio di corna ricurve tra i capelli, parevano corna da montone
-Ma guarda un po' due tizi in blu - ridacchiò una voce che conoscevo

Mi voltai e vidi un ragazzo che doveva avere si e no la mia età
"Wes Leonard"
I capelli erano leggermente disordinati, di colore biondo sabbia, gli occhi di un verde pungente, che sembravano scrutare la mia l'anima, cosa che mi infastidiva. 
Sulla faccia erano tatuate tre righe che cominciavano da sotto gli occhi e passavano per la base del naso.
Una nera, una rossa e una verde.
Mi domandai se avessero un significato, ma distolsi subito il pensiero, continuando ad osservarlo

Alto circa 1.90 e molto magro, portava una canottiera nera, sopra una giacca da aviatore blu opaco lasciata aperta, pantaloni neri e stivali neri.

Sulla testa portava anche degli occhialoni da aviatore, il suo sguardo era freddo. Non era solo però, perché con lui vi era una ragazza dai capelli verdi

La ragazza fu la prima a scendere dal tetto e a gettarsi su di noi. La sua aura era molto forte doveva essere imparentata con Nagare
Il ragazzo atterrò davanti a me brandendo dei coltelli, Scattò verso di me e fui costretto a stare sulla difensiva. I colpi che ci scambiammo erano violenti e precisi, lui sapeva bene dove colpire
Il duello si prospettava duro ma dovevo vincere

La mia katana tagliò l'aria mentre Wes parava il colpo con le due scimitarre
Avevo ferito il mio avversario ad una gamba, ma lui era freddo non sembrava preoccupato, ma sembrava studiarmi era riuscito a limitare i danni ma era quasi senza fiato.
Come me dovevo ammetterlo, era davvero forte
Non scambiammo una parola l'obbiettivo era far crollare l'altro
 
Riuscii a penetrare la sua difesa costringendolo al muro.
Lui accennò un sorriso freddo e, come un fulmine estrasse un coltello ferendomi al fianco.
Scattò di nuovo senza problemi e tentò di menare un fendente alla mia testa, mi abbassai e con un calcio, lui riuscì a colpirmi al fianco

Rotolai indietro battendo la testa, era ora di fare sul serio.
Mi rialzai scatenando la mia aura blu, tutto cominciò a congelare, era il clima ideale, non faceva più caldo ed ero in vantaggio
Wes Leonard però...Non stava facendo sul serio
Ero a conoscenza della sua vera forza, lui era stato a capo dello squadrone di Whalers più potente

Al suo comando, Wes aveva portato il terrore tra la popolazione, spietato e anche fortissimo
eppure se ne stava lì fermo, passando lo sguardo da me a Luna

La mia cosiddetta "sottoposta" se ne stava in piedi accanto a me, certo era stato facile per lei sconfiggere le guardie dei Verdi. Anche senza usare un briciolo del suo vero, spaventoso potere...
Era tremenda
- Ice boy che aspetti a finirlo? - 
Domandò con un ghigno, mentre la ragazza dai capelli verdi scattava verso di lei, trovandosi a fronteggiare l'abilità di spadaccina della mia compagna
- Non prendo ordini da te, comunque ci ritiriamo - 
Dissi afferrandola con una mano, per poi gettare delle sfere di ghiaccio, che esplodendo rilasciarono una sorta di fumogeno bianco, permettendoci di scappare
***
Wes

Flavia era furiosa. Come lo sapevo?
Mi stava fulminando letteralmente con lo sguardo. Si era alzata tenendosi un fianco sanguinante e si era avvicinata a me
- è tutta colpa tua! -
Stava per colpirmi con uno schiaffo, ma senza pochi problemi le fermai il polso portandoglielo dietro la schiena, con una lieve torsione. La sentii gemere di dolore mentre la immobilizzavo 
-Non osare mai più capito?-
La minacciai tranquillamente, ma lei non pareva spaventata voleva solo liberarsi e finire quello che aveva cominciato
Flavia si liberò dalla mia stretta voltandomi le spalle con aria snob, ma a me non importava. Non m'importava nemmeno di Jungle, li biasimavo da una parte.
Guardai la schiena di Flavia coperta dai capelli verdi e mi resi conto di aver visto qualcosa luccicare al suo collo, ma non gli diedi importanza, cominciavo ad accusare un po di stanchezza e sopratutto...
Ero affamato

Salutai la sorella di Nagare con un semplice cenno della mano, poi entrai nel palazzo

Oer essere un clan, composto principalmente da criminali ogni stanza era immersa nel più totale lusso.
Sbuffai pensando a quanto si tenessero bene questi aristocratici, poi mi diressi nella mia stanza
era una camera molto semplice
Un letto, una cassapanca che fungeva anche da armadio e una libreria. Ero stato io a volerla così, non amavo il lusso e gli eccessi, tranne quando si parlava di cibo, ma quella è un altra storia...

Piombai subito sul letto, con la testa premuta contro il cuscino. Volevo solo dormire, non mi medicai nemmeno la ferita e stavo per addormentarmi, quando...

- Se la lasciate così, si infetterà - una voce delicata
Un po troppo delicata, per essere quella di Flavia... Mi tirai seduto e la guardai, era una giovane donna non doveva avere più anni di quanti ne avessi io

Di corporatura esile ma slanciata, aveva i capelli biondissimi, quasi d'argento. Scivolavano ai lati di un volto dai tratti morbidi, di certo non aveva passato un bel tempo, i suoi vestiti o meglio, i suoi stracci erano inguardabili
Sporca di sangue e con parecchi graffi, si avvicinò lentamente al letto, notai che teneva in mano delle garze e solo dopo, notai che aveva delle catene hai polsi e alle caviglie

" Una schiava" dedussi senza dirlo.
Lo pensai solamente continuando ad osservarla e studiarne il comportamento
Volevo capire chi fosse ma sopratutto...Cosa ci facesse nella mia stanza

- Lord Nagare-sama mi manda da voi - disse
Le tremava la voce, terribilmente e questo non pote che innervosirmi. Non ero un tipo facile da comprendere ma, non pretendevo di essere compreso da nessuno. Tanto meno da qualcuno di così insignificante come una serva.
Sospirai appena guardandola, reprimendo un gemito di dolore, avevo la mano sporca di sangue ero ferito sia alla testa che al fianco
- vi prego non agitatevi - sussurrò la ragazza avvicinandosi, per poi sfiorarmi la testa con la mano aveva un tocco molto delicato, ma pensai dipendesse dal fatto che era una donna
Scostai la sua mano con un gesto deciso e la guardai, aveva gli occhi verdi...
Eppure si percepiva che erano occhi diversi, occhi che non avevano visto quello che io avevo visto
- faccio da solo -
Dissi, prendendole le garze di mano, per poi togliermi la cantoniera cominciando a fasciarmi il fianco mordendomi il labbro inferiore per il dolore di quella maledetta ferita
-State fermo- mi ordinò con una voce strana.
Mi voltai, avevo capito che non sarei riuscito a mandarla via così la lasciai fare.
Le mani della ragazza stavano attente a non toccare la pelle lacerata, e dovetti ammettere che era davvero abile.
-Come ti chiami?- le chiesi freddo.
Lei sobbalzò come se non si aspettasse quella domanda

-Elena, Wes-sama- rispose lei senza alzare lo sguardo dalle mie ferite
Non dissi nient'altro e nemmeno lei.

Era indaffarata nel curare i miei tagli e a quanto pareva, aveva ricevuto l'ordine di non parlarmi a meno che non fossi io a interpellarla.
Quando ebbe finito, si allontanò leggermente da me e si sedette in un angolo buio della stanza senza osare proferir parola, mentre io la osservavo leggermente interessato, ma solo leggermente e solo perchè ero curioso di sapere chi fosse
Guardai fuori dalla finestra.
il Q.G era stato distrutto, quindi i blu ora non erano più un problema, eppure avevo un tarlo che mi suggeriva che anche tra i verdi ci fosse un traditore, qualcuno di insospettabile.

Tutti avevamo notato che Flavia era strana da qualche giorno, da quando quell'olandese era fuggito, ma non potevo essere certo che , fosse lei la traditrice

In quel momento bussarono alla porta e io sbuffai un "è aperto". Vidi entrare Flavia che si era cambiata e ora mi guardava con aria corrucciata
-Mio fratello chiede di te- detto questo girò i tacchi e se ne andò con il suo solito fare odioso che io proprio non sopportavo.
Era la classica bambina viziata a cui è sempre stato dato tutto e non aveva mai dovuto lottare per ottenere niente.
***
Mi diressi verso lo studio di Nagare e subito notai dei fogli sparpagliati sul tavolo
-Cosa succede? -
-Stiamo preparando un assedio -
-Cosa?- 
Il re sembrò non notare la mia espressione
- Un assedio? Hai danni di chi?-
Ma Nagare non era intenzionato a rispondere alla mia domanda
-Dobbiamo essere pronti, tu più di tutti. Sei un ottimo elemento, e mi servi in forze-
Con un cenno della mano mi congedò e io tornai sui miei passi.
Quando rientrai nella mia stanza notai che Elena era dove l'avevo lasciata
-Vuole attaccare Tokyo- affermò lei con voce tremante
-Cosa? -
-Lord Nagare-sama vuole attaccare Tokio, l'ho sentito tempo fa, ma non so nulla di più- 
Portò le gambe al petto e appoggiò la testa su di esse senza dire più niente. L'istinto di cacciarla fuori era forte, ma decisi di non dire nulla.
L'avrei lasciata lì finché non si fosse stancata.

Così Nagare voleva attaccare la capitale, ma a quale scopo? 
Probabilmente lo avrei scoperto soltanto una volta che fossi stato sul campo di battaglia

???
La nave era attraccata al porto di Shizume e potevo dire che la mia missione poteva dirsi conclusa. Dovevo solo tornare a casa e fare rapporto come se fosse la cosa più logica che dovessi fare.
Misi lo zaino in spalla e iniziai a camminare lungo le vie della città che, come sempre, erano piene di gente intenta a correre di qua e di là sembrava di essere in un formicaio.
Homra.
Non era molto distante dal porto, ma dovevo stare attento a non infastidire Munakata e i suoi
altrimenti sai che noia? 
Non avevo voglia di combattere una battaglia noiosa
Scossi la testa e cominciai a correre. Dovevo arrivare a casa ormai non ne potevo più di stare fuori
Passai vicino alla Q.G e notai che era andata completamente distrutta.
Chi poteva essere stato? Non noi, anche perché me lo avrebbero detto.
E se fosse così?
Va beh comunque, avevo tre verdi davanti al naso e...
Beh potevo evitarli o bruciare qualcosa per farli spaventare a me la scelta, o meglio all'autrice la scelta
***
Dovevo ammettere che mi stavo annoiando parecchio, in città non c'era mai nulla da fare
Stavo calciando un sasso che finì in un tombino facendo un rumore metallico. Affondai le mani nelle tasche sbuffando
-Allora autrice che fai succedere adesso? Nemmeno un'anteprima? -
Nessuno mi rispose e ripresi a camminare
Quando... Una farfalla mi passò davanti al naso e io provai ad afferrarla, ma mi sfuggì. Così mi misi a rincorrerla
- Vieniii farfallina - la chiamai ma lei non ne voleva sapere di fermarsi
Mentre inseguivo la farfalla mi ritrovai addosso un grande lupo dal manto argento screziato di azzurro e occhi azzurri.
Sembrava affannato, come da una lunga corsa. Notai che aveva una cicatrice sul collo circolare sembrava il segno di una catena o un di un collare stretto. 
Dovevo fare qualcosa o lasciarlo perdere?
***
Il ragazzo si volta rivolgendosi al cielo e ride
- Volete sapere cosa succederà dopo? mi dispiace ma dovrete aspettare - dice per poi sospirare appena con una mano tra i capelli biondi
- L'autrice ancora non mi ha detto nulla. Quindi dobbiamo aspettare, ciao ciao -
Fa l'occhiolino quando vede passare la farfalla di prima
- Farfallinaaaa! -

Angolo autrice

Hey! eccomi con il cap 17, ormai ci avviciniamo al finale ed ecco, entrano in scena nuovi personaggi.
Il primo è Mamba, compagno della già citata Xion è un personaggio, che mi è stato prestato dal mitico Dragun
poi ecco un trio di mitici boyz
il primo è Jack e fa parte dei Blu è un abile spadaccino e nasconde molti segreti, il secondo è Wes. quello che nasconde lui è...bhe lo scoprirete, per ora vi dico che è molto fico, ma no?
Ultimo ecco Isaac, lui ha la brutta abitudine di parlare con me, e non scherzo XD
questi tre appartengono a ThedarkSora che me li ha gentilmente prestati
poi abbiamo le ragazze, Xion, Elena e Luna
anche loro nascondono un sacco di segreti
vi aspetto numerosi con il prossimo capitolo esso, sarà uno speciale tutto natalizio!
a presto e buone feste

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