You're not a villain, you're my mom

di ale_lu_maguire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


CAPITOLO   I
Erano passate sei settimane dalla partenza di Robin, Regina era distrutta non voleva vedere nessuno neanche suo figlio Henry.  Regina voleva rimanere sola, usciva di casa solo quando non ne poteva fare a meno.
Henry un giorno decise di andare da sua madre perché non la vedeva dalla partenza di Robin, ed era stufo, stufo di non vedere sua madre, la madre che lo ha cresciuto per 10 anni e che lo ha voluto bene più di ogni altra cosa al mondo. Stava per uscire da casa di Emma, quando le lo fermò.
-Ei ragazzino dove credi di andare? Non avrai in mete di marinare la scuola!?- gli disse con un tono seccato. -No mamma, sto andando da mia madre, voglio vederla, mi manca- rispose guardandola negli occhi.
-E va bene ragazzino per oggi non vai a scuola, cerca di convincere Regina a uscire un po’ di casa, e da 6 settimane che sta rinchiusa in quella quattro mura.- disse sorridendo a suo figlio.
 -Grazie mamma, ci proverò non andrò via finchè non aprirà la porta!- detto questo abbracciò sua madre e scappò a casa di Regina. Arrivato davanti la porta iniziò a bussare.
-Lo so che sei li dentro! Io non andrò via finche tu non aprirai la porta, mi manchi cavolo sono sei settimane che stai rinchiusa qui dentro, sono stufo di starti lontano, io ti voglio bene più della mia vita e non voglio perderti in questo modo!- Henry appoggiò la testa contro la porta e iniziò a piangere. Regina sentì tutto, era appoggiata alla porta con le lacrime agli occhi.
-Mamma ti ricordi quando mi hai detto che i cattivi non hanno un lieto fine? Io non ci credo, tu non sei cattiva, sei la mia mamma! Non posso perderti, non voglio! Troveremo l’autore fosse l’ultima cosa che faccio! Non andrò via di qui finch...-  non fece in tempo di finire la frase che sua madre aprì la porta e lo avvolse in un abbraccio.
-Oh Henry, ti voglio bene! Ti prometto che non ti lascerò mai!- disse accarezzandogli i capelli.
-Mamma andiamo a prendere un gelato, o a fare una passeggiata, voglio fare qualcosa con te, scegli tu a me non importa voglio solo passare un po’ di tempo con la mia mamma- Regina lo guardava, non era ancora pronta, aveva paura che i luoghi che aveva frequentato con Robin gli provochino ancora più dolore di quanto non ne abbia già.
-No Henry non sono ancora pronta- non riusciva a guardarlo negli occhi, aveva rifiutato la sua richiesta -Mamma ti fidi di me?- Regina si commosse sentendo quelle parole.
-Si, io mi fido di te, ti voglio bene Henry non dimenticarlo mai- si chinò leggermente verso di lui e lo guardò negli occhi e appoggiò le sue mani sulle sue spalle e gli fece un sorriso.
-Va bene Henry andiamo a fare una passeggiata al parco allora e poi facciamo un salto da Granny- Henry era così felice che abbracciò sua madre piangendo.
-Mamma posso rimanere a dormire qui stasera?- chiese a sua madre.
-Ma certo mio piccolo principe, tutto quello che vuoi- detto questo prese il suo lungo cappotto nero e andarono a fare una passeggiata.
Appena tornati a casa Regina appese il suo cappotto e quello di Henry e poi si recarono in cucina.
-Allora cosa vuoi per cena? Pollo e patatine?- Henry appena sentì pollo e patatine iniziò a lusingare sua madre.
-Oh mamma sei la migliore! E’ da tanto che non mangio il pollo con le patatine!- mentì, lo aveva mangiato la sera prima, ma si sa che Henry è un golosone. Regina iniziò a preparare la cena.
-Henry è pronto posa quell’arnese e vieni a mangiare!- Regina prese la salsa rosa la preferita di Henry immerse il dito e appena Henry arrivò con la PSP in mano intento a giocare, gli si avvicinò e gli sporcò il naso -HEI! Mamma che fai!?- disse lasciando la PSP sul tavolo per poi prendere anche lui la salsa e stavolta la prese con il cucchiaio quindi Regina non aveva scampo. Regina capì subito cosa voleva fare Henry.
-NO, NO, Henry...non ci provare, Henry ti avverto.- disse iniziando a correre in giro per la casa con Henry al suo seguito con il cucchiaio in mano pieno di salsa. Henry riuscì a bloccarla e a farla cadere sul divano e in quel momento successe il fini mondo.
-Adesso è la tua fine mammina!- gli sporcò non solo la faccia ma anche la maglietta e i capelli.
-Henry! Adesso tocca a me!- si alzo corse verso il tavolo e prese la cioccolata che aveva fatto e sporcò Henry  per tutto il viso.
-MAMMA! È sleale!- disse mettendosi a braccia conserte davanti a lei.
-NO non lo è, occhio per occhio dente per dente- disse scherzando, si avvicinò a lui e iniziò a fargli il solletico.
-Mamma ferma! No mamma dai- disse iniziando a ridere fin quando non gli vennero le lacrime agli occhi
-Ok adesso basta faccio la seria, andiamo a mangiare su- disse sorridendo al figlio, gli voltò le spalle quando si stava per avviare in cucina lui la fermo .
-Mamma!- Regina si girò guardandolo e sorrise.
-Si?- Henry la guardò per un secondo.
-Non avrei mai creduto di vedere di nuovo quello sguardo, lo sguardo della mia mamma, non avrei mai creduto di vedere quel sorriso che mi fa star bene ogni volta che lo vedo, Mamma hai sofferto abbastanza, io sarò sempre qui a consolarti, a ridere con te, a litigare, non ti lascerò mai mamma non dimenticarlo mai- disse guardandola con le lacrime agli occhi.
-Oh Henry, Ti voglio bene anche io mio piccolo principe, adesso andiamo a mangiare che si è fatto tardi- gli diede un bacio sulla fronte e si mise a tavola.
-Mamma ti sei superata con questo pollo!- la lodò il ragazzino.
-Grazie piccolo principe, adesso corri a mettere il pigiama , così andiamo a metterci al calduccio- disse sorridendo a suo figlio.
-Okey mamma vado a mettere il pigiama, vuoi una mano?- chiese il ragazzo alzandosi dalla sedia.
-No tranquillo vai pure- disse sorridendo.  Non appena Henry andò in camera Regina iniziò a pulire il tavolo, mise i piatti nel lavandino e aprì l’acqua. Non appena iniziò a lavare i piatti avvertì un giramento di testa molto forte che gli cadde un piatto a terra che la fece sobbalzare.
-MAMMA! CHE COSA E’ SUCCESSO!?- domandò Henry piombando in cucina
-Niente Henry mi sono distratta e mi è caduto un piatto a terra, scusa se ti ho fatto spaventare- si giustificò la donna. Regina era bianca in volto, segno evidente che non stava bene Henry si preoccupò e le si avvicinò in un batter d’occhio.
-Mamma tu non stai bene, vieni a sederti sul divano, finisco io qui- disse sorridendo a sua madre.
-No Henry tranquillo, faccio io- cercò di rassicurare il ragazzo.
-Mamma non farmi arrabbiare e vai a sederti un po’!- disse seccato Henry.
-Eh va bene, stai attento a non rompere anche tu un altro piatto- disse scherzando. Non appena si mise nel divano Regina si sentì un po’ meglio ma gli salì un senso di nausea molto forte che dovette correre in bagno. Chiuse la porta e iniziò a vomitare.
-Che diavolo mi succede?- pensò fra se e se. Sentì bussare alla porta.
-Mamma tutto bene?- non appena sentì il tono preoccupato di Henry si sedette sul bordo della vasca da bagno.
-Si, Henry non ti preoccup...- non fece in tempo di finire la frase e vomitò di nuovo.
-Mamma! MAMMA!!- Henry fu un fulmine ad entrare.
-Tu non stai bene! Mamma che ti succede?? È da un po’ che ti vedo strana!- domandò avvicinandosi a sua madre.
-No tranquillo, è stato il pollo, si vede che non sono un’ottima cuoca- disse rassicurando il figlio.
-Sei sicura? Se vuoi chiamo Emma e gli dico di portarti dal dottor Whaile- propose il ragazzino
-No Henry sta tranquillo, io sto bene, è stato il pollo, dai su andiamo a letto fammi lavare la faccia e i denti gioca un po’ con la PSP io arrivo subito-
 -Okey mamma, ma stanotte dormo con te, non ti lascio sola- disse il ragazzo.
 -Okey mio piccolo principe- detto questo aspettò che Henry fosse uscito per iniziare a lavare i denti. Appena finì di lavare i denti, si lavò il viso e iniziò a spogliarsi per mettere il pigiama. Henry nell’aspettare sua madre si addormentò sul divano.
-Oh il mio piccolo principe- mentre lo guardava decise di prendere il telefono e chiamare il dottor Whaile, andò in cucina per evitare di svegliare Henry.
-Pronto Whaile, sono Regina, scusa tanto se ti disturbo a quest’ora- si scusò la donna.
-Ei Regina, non c’è problema dimmi cosa posso fare per te- domandò l'uomo.
-Non so cosa mi stia succedendo, ho forti giramenti di testa, pensa che poco fa mi è venuto un attacco di nausea improvvisamente- spiegò Regina.
-Mm...domani alle 10 vieni qui allo studio faremo degli accertamenti, tu sta tranquilla ci vediamo domani-
-Grazie Whaile, ti chiedo solo un favore, sii discreto non dire niente a nessuno finche non sapremo che mi sta succedendo, non vorrei far preoccupare inutilmente Henry- aggiunse.
-Tranquilla Regina, allora a domani buona notte- detto questo si saltarono, Regina tornò nel salone prese Henry in braccio e lo portò con se nel letto. Lo adagiò dolcemente sul letto per poi mettersi accanto a lui.
-Buonanotte mio piccolo principe, ti voglio bene- detto questo appoggiò la testa sul cuscino e si addormentò con suo figlio tra le braccia.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo II
Quella mattina Regina si alzò presto per accompagnare Henry a scuola, non appena si alzò dal letto gli venne un giramento di testa così forte che dovette sedersi per evitare di perdere l’equilibrio.
 –Mamma tutto bene?- chiese Henry non appena vide sua madre sedersi nel letto.
 –Si, Henry sto bene sono solo un po’ stordita dal sonno- disse voltandosi verso suo figlio per poi sorridergli rassicurandolo.
 –Dai alzati e vai a prepararti altrimenti fai tardi a scuola-
 -Devo proprio mamma?-  Regina non appena sentì quelle parole si alzò dal letto, andò dal lato opposto per poi togliergli  le coperte di dosso.
–Forza alzati subito!- disse guardandolo impassibile.
–NO non mi alzo- disse Henry guardandola .
–Ah no? Tu stai dicendo no a tua madre? Adesso vedrai se non ti alzi,che ne dici di divertirci un po’ prima che tu vada a scuola? Una battaglia … di cuscini!- prese il cuscino e si avvicinò ancora un po’ a Henry.
 –A te la scelta, o ti alzi o inizio a prenderti a colpi di cuscino- disse scoppiando a ridere .
 –Sei seria? Non mi arrendo così facilmente- afferrò un cuscino anche lui e iniziò a colpire sua madre.
 –Henry, credevo che preferissi andare a scuola piuttosto che prendermi a colpi di cuscino- disse ricambiando i colpi .
–No, non rinuncerei mai a passare del tempo con te, credimi preferisco giocare con te che andare a scuola, sono stato lontano da te per  sei settimane e adesso voglio recuperare tutto il tempo che abbiamo perso- volavano piume ovunque, tutta la stana era piena di piume, Regina si fermò un istante avvicinandosi ad Henry .
–Lo so Henry, mi dispiace non esserti stata accanto in queste sei settimane, devi capire che non è stato facile per me il mio cuore è spezzato, forse solo tu riuscirai a ripararlo se andrai a scuola- disse guardandolo negli occhi .
–E va bene mamma, vado a scuola se mi prometti che non appena torno andiamo a prendere una cioccolata calda da Granny-                                       
 -Andata, adesso sbrigati mio piccolo principe altrimenti faremo tardi- gli toccò il naso e gli diede un bacio.
 –Mamma sono pronto-  -Henry non posso accompagnarti alla fermata, ma ti verrò a prendere alle 14 in punto- 
-Ok mamma non preoccuparti io vado altrimenti farò tardi- si avvicinò a sua madre gli diede un bacio e scappò via. Non appena Henry se ne fu andato Regina entrò in camera e si lasciò cadere sul letto.
 –Vorrei tanto sapere cosa mi sta succedendo- si mise a riflettere un secondo .
–No, non può essere!- si rese conto di avere un ritardo, sin dalla più giovane età non aveva mai avuto un ciclo regolare, ma in quel momento gli fece pensare che tutti quei sintomi che aveva poteva significare solo una cosa, era incinta. Non era del tutto sicura della sua teoria ma fortunatamente aveva un appuntamento con il dottor Whaile per scoprire cosa le stava succedendo. Si alzò dal letto e andò in bagno, si mise davanti allo specchio e iniziò a lavarsi i denti. Non appena finì si recò davanti all’armadio per scegliere cosa mettersi e in quel preciso istante fece il percorso al contrario, tornò in bagno e iniziò a vomitare peggio della sera prima.
 –Oddio è tardissimo devo sbrigarmi- si lavò velocemente la bocca e corse a vestirsi. Si mise un una maglietta blu, dei pantaloni neri e infine si mise i suoi stivali con il tacco neri preferiti. Non appena fù pronta scese al piano inferiore prese le chiavi della macchina e si mise il suo lungo cappotto nero. Stava per salire in macchina quando sentì una voce chiamarla.
 -Ei Regina, buongiorno!- disse Emma con un sorriso stampato in faccia quando vide la sua amica finalmente fuori di casa.
 -Swan mi hai fatto prendere un colpo, comunque buongiorno anche a te- si avvicinó e la salutó con un sorriso -Regina, dove vai cosí presto?- chiese Swan curiosa
-Questi non sono affari tuoi Swan- rispose irritata.
 -Ok,ok non volevo essere impertinente. Hai una brutta cera Regina che ti succede? Henry mi ha chiamata e mi ha avvertita di quello che è successo ieri sera, sei sicura che vada tutto bene?- chiese Emma preoccupata.
 -Henry? Dovevo immaginare che ci fosse il suo zampino, ecco il motivo per cui sei da queste parti non saresti mai venuta a trovarmi se non fosse stato Henry a chiedertelo- Rispose fulminandola con lo sguardo.
 -Ti sbagli sarei venuta anche se Henry non mi avesse chiesto nulla, che tu ci creda o no sono preoccupata per te, sei l'unica amica che mi è rimasta e voglio tenermela stretta, dimmi cosa ti tormenta Regina, davvero non hai una bella cera, sai che di me ti puoi fidare- disse Emma avvicinandosi a Regina per poi fare un sorriso rassicurante
-E va bene Swan, che ore sono? Ho un appuntamento importante e non vorrei fare tardi- disse guardando l'orologio che teneva al polso
-Credo che siano le 10-
 -COSA? Swan ci vediamo verso le 12:30 qui, devo scappare, davvero- detto questo salì in macchina e andó dal dottor Whaile.
-Va piano Regina!- urló Emma.
 
-Maestro allora quando entriamo in azione? Voglio la mia vendetta adesso! Non ne posso piú di aspettare!-
 -Tutto ha il suo tempo mio caro, dobbiamo solo aspettare l' occasione  perfetta, abbi un pò di pazienza.-
-Ne ho avuta abbastanza! Voglio la mia vendetta contro colei che da bambino mi cacció via, cancellando ogni ricordo, la voglio vedere morta!-
-Oh no mio caro tu avrai la tua vendetta, ma non ti permetteró di ucciderla, mi serve viva! Non le torcerai neanche un capello altrimenti te la vedrai con me!-
 
-Whaile scusa il ritardo ho avuto un imprevisto con la signorina Swan.- disse non appena entró di corsa nello studio del dottor Whaile -Buongiorno Regina, accomodati pure- disse attendendo che Regina si accomodasse
-Allora dimmi quello che ti tormenta mia cara- si accomodò  di fronte a Regina.
 -Non lo so Whaile è da un paio di giorni che ho nausea e giramenti di testa molto forti ma fino a ieri non ci ho fatto caso, ieri i sintomi sono diventati piú intensi e insopportabili.-
 -Bene allora facciamo delle analisi, ti prelevo un pó di sangue- disse Whaile prendendo tutto l'occorrente. Regina sussultó non appena sentí  l'ago della siringa dentro la sua pelle .
-Ah vacci piano Whaile!-
 -Non credevo che fossi cosí sensibile-  disse scherzando.
-Tappati la bocca e sbrigati! Per quando saranno pronte le analisi?- chiese seccata.
-Non saprei, forse stasera saranno pronte, ti chiamo io non appena ho i risultati- Detto questo Whaile accompagnó Regina alla porta quando ad un tratto alla donna gli cedettero le gambe e si dovette aggrappare alla spalla del dottore.
-Regina tutto bene? Non hai una bel aspetto- disse aiutandola a sostenersi.
 -Si, tutto bene, scusa un giramento di testa molto forte, adesso sto meglio-  -Sei sicura? Se vuoi puoi rimanere qui per un po’- disse Whaile preoccupato.
 -No…ce la faccio tranquillo, adesso vado ho da fare-
 -Ok Regina, ricorda che puoi chiamarmi in qualsiasi momento e se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere-
 -Grazie Whaile, prima che lo dimentichi, non dire a nessuno che oggi sono stata qui non voglio far preoccupare Henry-
-Ok, ci aggiorniamo più tardi allora- detto questo Regina uscì dall’ufficio  di Whaile e tornò a casa.
-Davvero Mary Margaret non capisco cosa stia succedendo a Regina, non ha un bel colore in faccia, è molto strana mi ha detto che mi avrebbe spiegato tutto alle 12:30 a casa sua- 
-Emma stai tranquilla Regina è una donna forte la conosco bene, e poi ti ha detto lei stessa che ti avrebbe spiegato tutto fra poco quindi va da lei su- disse Mary Margaret con un sorriso.
–Ok, vado subito da lei, quest’attesa mi sta uccidendo sono davvero preoccupata per Regina-  detto questo Emma si alzò e si avviò verso la porta
–Emma! Non dire nulla a Henry, sai può darsi che inizi a marinare la scuola per stare con Regina, e spero che tu non voglia farlo preoccupare- 
-Non sarò di certo io a dirgli queste cose, se lo deve sapere preferisco che sia Regina a dirgli tutto, adesso vado non vorrei fa arrabbiare Regina per il ritardo-  
Finalmente a casa Regina si lasciò cadere sul divano.
–Speriamo che non si avveri la mia teoria- pensò, quando sentì bussare alla porta –Regina sono Emma-
-Ed ecco la Savior- disse mentre andava ad aprire la porta.
-Che ci fai qui Swan?- 
-Come che ci faccio qui, mi hai detto tu stessa di venire perché dovevamo parlare-
-Oh scusami me ne sono completamente dimenticata, entra pure abbiamo poco tempo fra poco Henry uscirà da scuola e gli ho promesso che sarei andata a prenderlo- 
-Ok, se vuoi dopo vengo con te e ti tengo un po’ compagnia-
  -Accomodati pure sul divano Swan, comunque a Henry farebbe piacere vederci insieme senza litigare- disse scherzando
 -Ok, allora mi dici che ti succede? Henry mi ha detto che ieri hai rotto un piatto e ai anche vomitato per un bel po’-
 -Credimi Swan se lo sapessi saresti la prima a saperlo, oggi sono andata dal dottor Whaile a fare delle analisi ma ancora non si sa nulla, mi raccomando non dire nulla a Henry non voglio farlo preoccupare finchè non so cosa mi sta succedendo- 
-Tranquilla ci avevo pensato anche io e sinceramente credo che sia meglio che glielo dica tu- 
-Grazie Swan- 
-Sai all’inizio di tutta questa storia non avrei mai creduto di diventare tua amica-
 -Perché tu mi reputi tua amica? Dopo tutto quello che vi ho fatto tu vuoi essere mia amica?- 
-Regina il passato è passato se continuiamo a guardare indietro non riusciremo a concentrarci sul presente, anche se tu sei stata cattiva in passato adesso sei cambiata, Henry ti ama più della sua vita, io ti voglio bene come una sorella perché infondo siamo uguali, Mary Margaret e David ti hanno perdonata tutti a Storybrooke ti hanno perdonata, e ti vogliamo tutti bene, e scommetto che presto avrai il tuo lieto fine-  Nell’ascoltare quelle parole Regina si commosse e alcune lacrime scesero lungo il suo volto.
 –Credi davvero che possa avere il mio lieto fine? Insomma in passato ho fatto più male che bene e non posso biasimare l’autore se decida di farmi soffrire-
  -Regina! Tu avrai il tuo lieto fine, fosse l’ultima cosa che faccio- 
-Grazie Swan! Non ho mai avuto un’amica come te-
  -Allora adesso siamo amiche? Chi lo avrebbe mai detto- disse sorridendo .
 -Eh già chi lo avrebbe mai detto che noi dopo tanti litigi alla fine siamo diventate amiche- 
-Allora andiamo a prendere Henry? Credo sia giunta l’ora- 
-Si arriveremo giusto in orario, andiamo su- Appena le due si alzarono Regina fu attraversata da un senso di nausea molto forte che il suo volto sbiancò in un secondo 
-Regina tutto bene?-
 -Io..NO-n-  non fece in tempo di finire la frase che dovette scappare in bagno
–Regina!!-  Emma si precipitò in bagno con lei. Regina iniziò a vomitare con più intensità, Emma per aiutarla gli diede qualche colpetto sulle spalle per evitare di farla strozzare. Dopo un bel po’ Regina smise di vomitare.
-Adesso va meglio?-  chiese Emma preoccupata.
–Si, grazie Emma, adesso andiamo a prendere Henry- 
-NO! Mi dispiace ma tu non esci di qui, andrò io a prendere Henry e verremo subito qui-
 -Ma Emma ho promesso ad Henry che sarei andata a prenderlo!- 
-Capirà, gli dirò che non ti sentivi bene e sei rimasta a letto- 
-Eh va bene, anche se ti dicessi di no, per te non fa nessuna differenza fai sempre di testa tua-
  -Ecco visto? Lo hai detto tu stessa faccio sempre di testa mia, quindi adesso tu vai di sopra e ti metti a dormire!-  detto questo Emma uscì e andò alla fermata dove trovò Henry che aspettava Regina.
–Hei ragazzino!-  -Mamma, stavo aspettando….No aspetta non è mica successo qualcosa vero?- chiese con un tono preoccupato
–No Henry, non stava tanto bene ed è rimasta a letto- 
-Che cosa aveva? È da ieri che non sta bene!-
  -Cose da donne Henry, adesso andiamo ti porto da lei- Henry non se lo fece ripetere due volte e in un batter d’occhio era già dentro il maggiolino giallo.
–Mamma, dimmi che sta bene e che non gli è successo niente di brutto- disse Henry con le lacrime agli occhi
–HENRY! Non fare così! Lei sta bene, è solo un po’… stanca tutto qui-  disse la Savior mentre guidava –Sbrigati mamma, voglio vederla- 
-Ok Ragazzino-
-Finalmente un po’ di riposo, anche se non ho fatto un gran che oggi- disse Regina mentre si stendeva sul letto. Dopo un po’ sentì bussare
–Sarà Henry e Swan, meglio andare a vedere- si alzò di corsa e scese le scale
–Henry!-
 -Mi  dispiace mia cara ma non sono il tuo amato Henry-  disse un uomo un po’ più alto di lei
–E tu chi saresti?- chiese Regina indietreggiando di un passo
 –Sono il tuo incubo peggiore mia cara- detto questo si avvicinò ancora di più alla donna, Regina provò a creare una sfera di fuoco ma non ci riuscì
–Ma vorrai scherzare?- pensò, in quel preciso istante capì che non aveva più il controllo dei suoi poteri e l’unica cosa che poteva fare era scappare al piano di sopra.
–Perché scappano tutte?- in un batter d’occhio l’uomo apparve davanti a Regina che nel fra tempo era al piano di sopra davanti alle scale
–Credi sia così semplice sbarazzarsi di me- disse l’uomo afferrandola per il collo
 –Vorrei tanto sapere chi sei!- disse con un tono strozzato
 –Davvero non ti ricordi di me? Beh ragione in più per sbarazzarmi di te adesso- disse gettandola giù per le scale. Regina provò ad alzarsi ma cadde a terra, in quel momento era inerme, senza la sua magia non aveva scampo, in quel momento vide l’uomo avvicinarsi sempre di più finchè non la raggiunse dicendo
 –E’ giunta la tua fine, mia cara- appena finì di dire quelle parole, apparve un uomo che lei conosceva ma in quel momento era confusa che non riusciva a distinguere i due uomini
–Ti avevo detto che ci serviva viva! Adesso andiamo via! Si uno stupido, lei sa chi sei, ti ha visto!-  Regina non sentì e non vide più nulla aveva sbattuto la testa molto forte e in quel preciso istante svenne.
-Fermati mamma!- 
 -Che succede Henry?-  chiese Swan a suo figlio
 –Qui c’è qualcosa che non va- disse Henry voltandosi verso la porta di casa sua
–MAMMA! Guarda la porta è aperta corri!!- Henry iniziò a correre verso la porta di casa e quando entrò vide una scena orribile, sua madre era ai piedi delle scale
–Oh mio dio, REGINA!- Emma corse subito verso di lei
–MAMMA!!- urlò Henry scoppiando in lacrime
–Henry! Chiama subito Mary Margaret e David!- disse Emma iniziando a scuotere Regina per fargli prendere conoscenza
–REGINA! REGINA  MI SENTI? Avanti,  svegliati!-
 -Mamma! Non rispondono! Che facciamo?-
  -Accidenti a loro! Quando servono non ci sono mai!- Emma era arrabbiata che se avrebbe preso suo padre lo avrebbe fritto in una pentola di olio bollente
  -SWAN! Che è successo?- disse Regina svegliandosi di colpo
 –MAMMA!-  -Sto bene non preoccupatevi- disse tentando di mettersi in piedi, ma il tentativo fu vano –Regina che diamine è successo qui? Sembra scoppiata la terza guerra mondiale!-
 -Io..io non lo so, ricordo solo un uomo che mi ha scaraventata giù per le scale, poi apparve un altro uomo, ma non lo vidi in volto- 
-Mamma! Stai sanguinando!-  disse Henry togliendo la sciarpa per passarla sopra la ferita di sua madre
  -Oh grazie Henry-  disse Regina facendo a suo figlio un sorriso per rassicurarlo
–Mamma ti fa male? È una bella ferita quella che hai qui sulla fronte- disse Henry esaminando la ferita
 -No non fa male, st.. Ahi- 
-Mamma! Perché non ti sei difesa con la tua magia?- chiese Henry
–Già, Regina perché?- chiese Emma 
-Non sono riuscita ad usare la magia, ma adesso non pensiamoci più, Swan ti dispiace aiutarmi vorrei medicare la ferita- 
-Si, dai aggrappati pure, ti do una mano a medicarla-
 -Mamma mi hai fatto prendere uno spavento bello e buono- disse Henry abbracciandola
–Mio piccolo principe non è niente, questo graffio passa subito- disse rassicurando il figlio
–Su corri di sopra a giocare con i tuoi aggeggi, oggi ti concedo un’ora in più-
 -Grazie mamma!, se hai bisogno chiamami pure- detto questo Henry scappò nella sua stanza.
-Fa male Regina?-
 -Un po’ Swan, ma passerà, grazie stai facendo molto per me e io non lo merito- distolse lo sguardo
–Regina! Non dirlo neanche per scherzo, non ti avrei lasciata morire per nulla al mondo, è questo che fanno gli eroi- disse Emma facendo un sorriso che fece star meglio Regina.  In quel preciso istante suonò il cellulare di Regina.
–Emma ti spiace prenderlo è nella borsa sul divano-  Emma corse a prendere il cellulare e lo diede a Regina
 –Pronto?!- Rispose con un tono calmo e sicuro di se.
 –Regina sono Whaile, le analisi sono pronte, se vuoi ci vediamo fra una mezzora-
 -Perfetto, arrivo subito- 
-Tutto bene?- chiese Emma non appena vide Regina posare il cellulare.
–Sì era Whaile, mi ha detto che le analisi sono pronte, devo andare- disse alzandosi dalla sedia.
 -No, no mia cara vengo con te, non vorrei che qualcuno ti assalga di nuovo- 
-SWAN! Ed Henry che facciamo? Lo trasformiamo in una lucertola così non scopre niente?- disse seccata Regina.
–Lo lasciamo da mia madre, anzi gli chiamo subito e gli dico di venire a dare una sistemata- 
-Ok Swan, tanto fai sempre di testa tua-
 –Arriva subito, possiamo andare-  -Henry! Noi torniamo fra un po’ sta arrivando Mary Margaret, a dopo ragazzino- -Ok mamma!- detto questo le due uscirono di casa e andarono dal dotto Whaile.
-Allora?- chiese Regina con un tono preoccupato guardando Emma .
 -Regina vado a prendere le analisi e torno- detto questo il dottore uscì dalla stanza lasciando sole le due donne.
 –Credi che abbia qualche malattia? Sono davvero preoccupata Swan-  chiese Regina con la voce tremante 
-Su dai Regina non essere così pessimista!-
 -La vita non ha fatto che insegnarmi questo- si guardarono per un momento, quando alcuni secondi dopo riapparve Whaile con un foglio in mano.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


La pioggia inizió a battere contro le finestre, il vento si fece più forte segno evidente che quel giorno non era uno dei migliori che Regina avesse passato, le due donne aspettavano che Whaile parlasse, ma lui ancora non apriva bocca. Regina stava sudando freddo, aveva pura che la sua teoria si fosse avverata, e se fosse incinta? Come avrebbe cresciuto il bambino da sola, senza suo padre, senza Robin come avrebbe fatto? -Allora Whaile! Mi sta facendo preoccupare! Sputa il rospo adesso!- disse Regina con un tomo seccato, quando Whaile azló la testa con un sorriso stampato sul volto -WHAILE! PIANTALA DI SORRIDERE PRIMA CHE TI INCENERISCO!- urló seccata -Whaile stai facendo preoccupare anche me!- aggiunse la Savior -Allora...- disse Whaile sorridendo -Congratulazioni mia cara- -O mio dio, no, non puó essere, non saró mica...- le lacrime iniziarono a solcare il suo volto -Si sei incinta di 6 settimane e mezzo, Regina non sei felice?- chiese stupito dalla reazione della donna -Io..io non lo so, COME POTREI ESSERLO! SUO PADRE NON LA CONOSCERÁ MAI!- disse disperata -Regina calmati, troveremo una soluzione, ma per adesso è importante che tu stia calma, non devi agitarti non fa bene ne a te ne al bambino- disse Swan prendendole le mani -Swan! Come credi di trovare una soluzione!Robin non potrá mai conoscerla!- disse guardandola negli occhi -Regina troveremo una soluzione fosse l'ultima cosa che faccio!- disse l Savior tentando di rassicurare la sua amica -Regina se non sei sicura di volerlo tenere puoi sempre....- non fini la frase che Emma si alzó in un batter d'occhio e lo fulminó con lo sguardo - WHAILE! SEI IMPAZZITO?- -Non ho detto nulla di male, se lei non se la sente c'è sempre una soluzione, deve solo pensarci un pó- disse Whaile tranquillo -Si devo solo pensarci- disse Regina abbassando lo sguardo sul suo ventre -Regina sei seria?- -Emma, ho detto che ci penseró, non ho detto che lo faró!- disse per poi alzarsi -Emma andiamo a casa devo riposare non mi sento molto bene- aveva il volto bianco, non aveva un ottimo colorito -Regina che hai qui sulla fronte?- chiese Whaile preoccupato -Non è niente mi sono distratta un attimo e ho sbattuto la testa contro la mensola della cucina- mentí -Posso dare un'occhiata?- chiese Whaile avvicinandosi alla donna -Se ci tieni tanro fai pure, tu come la signorina Swan,fai di testa tua- detto questo si mise comoda sulla sedia e non appena Whaile tolse il cerotto dalla sua fronte sussultó dal dolore -Whaile, vacci piano fa male!- disse irritata -Scusa Regina, ma qui la ferita non va molto bene, è piena di sangue se non intervengo si infetterà- -Cosa? Ma io l'avevo pulita benissimo- disse la Savior -Emma non è colpa tua tranquilla- aggiunse Regina con un sorriso. Whaile inizió a disinfettare la ferita quando notó che era troppo profonda -Regina devo darti dei punti, è troppo profonda non smetterá di sanguinare se non intervengo- detto questo Whaile diede tre punti alla ferita, che cessó subito di sanguinare -Facciamo cosí, toglieremo i punti quando verrai a dirmi cosa intendi fare con il bambino- -Ok Whaile, Emma adesso andiamo Henry sarà in pensiero per noi- disse Regina chiedendole aiuto con lo sguardo –Ok Regina andiamo- le due salutarono il dottor Whaile e uscirono dal suo ufficio. Il silenzio regnava sovrano, ma ad un tratto Emma decise di rompere il ghiaccio –Regina cosa hai intenzione di fare? Cioè, terrai il bambino vero?- chiese Emma guardandola –Non lo so Swan, io...- si interruppe per poi guardare Emma –Tu non vuoi tenerlo vero?- non appena finì quella frase si fermò e la guardò –Emma io non lo so..- rispose Regina abbassando lo sguardo –Regina, lo so, quando sono rimasta incinta di Henry, avevo paura di non essere una buona madre, e avevo intenzione di abortire, ma poi ci ho ripensato non appena ho visto la prima ecografia, ma sapevo che non sarei stata un’ottima madre e allora ho deciso di darlo in adozione, per dargli un’opportunità migliore, non fare il mio stesso errore, tieni questo bambino, crescilo, amalo, vizialo litiga con lui quando sarà grande, ma ricorda che niente è più bello di un figlio, che quando crescerà ti dirà “Mamma ti voglio bene, mamma mi sono innamorata” Regina credimi sarebbe l’errore più grande della tua vita se abortissi- Regina sentendo quelle parole si avvicinò a Emma –Io ho paura!, paura che quando un giorno crescerà mi chiederà di suo padre, e cosa dovrei dirgli? Tuo padre è dovuto andare via per colpa di una donna che per lui non contava più nulla ma era sempre la madre di suo figlio e doveva rimanere al suo fianco? Swan dimmi che devo fare perché io non lo so proprio credimi!- Emma si avvicinò a Regina e la strinse in un abbraccio per consolarla –Regina, noi saremo sempre al tuo fianco, te lo prometto, io, Henry, Mary Margaret che ti vuole un mondo di bene ed è disposta a tutto pur di aiutarti- -Grazie Swan- disse Regina mentre asciugava le lacrime dal proprio volto –Ti prometto che troveremo un modo per far tornare Robin qui da te, o per meglio dire da voi- disse guardando il ventre della sua amica –Emma chi lo avrebbe mai detto, noi che diventiamo amiche- disse scoppiando a ridere –Eh già chi lo avrebbe mai detto, Regina- -Dai su andiamo a casa che Henry ci aspetta- detto questo le due donne salirono sul maggiolino giallo e tornarono a casa. -Maestro cosa dobbiamo fare con questo arciere da quattro soldi?- -Fammi pensare un momento… ci sono- si avvicinò all’uomo incatenato inginocchiandosi davanti ad esso –Non ti permetterò di toccare Regina, lurido verme schifoso!- -Oh ma io non voglio farle del male, voglio solo una mano a trovare l’autore, e tu sarai mio complice- in un istante affondò la mano nel suo petto,e tirò fuori un cuore grande e forte degno di un cacciatore come lui –Mio caro.. Robin non credo che Regina ti perdonerà tanto facilmente, per quello che starai per fargli, adesso va dalla tua amata…Ah ricorda che io ti controllo, ogni cosa che farai sarà decisa dal sottoscritto, anche quando sarai vicino a Regina, potrò decidere di fargli del male con le tue mai, quindi stai attento a ciò che fai, perché sarà Regina a pagarne i prezzo- -GOLD! RICORDA CHE SE A REGINA ACCADRA’ QUALCOSA LA PAGHERAI CARA, DAVVERO CARA!- -Mio caro Robin, ricorda anche che ho tuo figlio Roland.. beh anche se volessi ucciderlo non importerebbe un gran che, e un bambino inutile.- disse con una risatina che fece andare su tutte le furie Robin –Ah riferisci a Regina che Alexander sta per tornare a prenderci ciò che lei le ha tolto da piccolo, la felicità- Robin non ebbe il tempo di saltargli addosso che sparì in una nuvola color porpora –Maestro adesso lui sai chi siete, potrebbe dirlo a Regina e compromettere i nostri piani- disse un uomo misterioso –Alexander non appena Regina saprà che il signore oscuro sta tornando, si darà da fare per trovare l’autore prima di noi, ma lei non sa che così ci condurrà direttamente da esso, il mio scopo è di trovare l’autore, non di ucciderla, e guai a te se le torci un capello e se lo fai… beh non vedrai la luce del giorno che verrà!- -Regina tutto bene? Non hai un bell’aspetto- chiese Emma avvicinandosi alla donna –Si, tutto bene, non è nulla tranquilla- disse rassicurando la bionda –Ok, chiamo Mary Margaret e David, spero non ti dispiace se li invito qui a cena- -No, no al contrario, mi fa bene un po’ di compagnia- sorrise per poi avviarsi in cucina Regina inizió a cucinare, quando ad un tratto sentí delle voci provenire dal salotto -Regina! Che stai facendo?- chiese Emma -Emm...Cucino?- disse Regina alzando un sopraciglio -Dammi qua continuo io, vai in salotto c'è Mary Margaret credo che a lei dovresti dirlo- disse Emma continuando a fare quello che stava svolgendo poco prima Regina. Erano tutti in salotto, tutti a casa di quella che un tempo fu la Regina Cattiva, la donna che aveva fatto del male a quelle persone che adesso volevano aiutarla, proteggerla e amarla, in quella stanza non mancava nessuno, c'era Mary Margaret con suo marito David, il famoso charming, il piccolo Neal con i suoi occhioni castani e il suo sorrisetto e infine il suo piccolo principe, il suo Henry. Mancava solo una persona, l'uomo che amava, il suo amato Robin, e fu in quel preciso istante che Regina decise di riflettere, senza farsi vedere salí in camera sua e chiuse la porta per poi lasciarsi cadere sul suo grande letto. Inizió a riflettere sul da farsi,era disposta a crescere un bambino tutto da sola? Era capacie di uccidere una creatura senza avergli dato la sua occasione? Fu in quel momento che ricordó quella sera alla cripta, la sera in cui quel piccolo essere che stava crescendo piano piano nel suo grembo fu concepito. Quella sera la cripta era illuminata da delle candele profumate, quando arrivó Robin lei stava sfogliando quello stupido libro che decideva in tutto e per tutto la sua vita, seduta su un baule in legno davanti a uno specchio appeso dietro di lei. -Cosa ci fai qui?- non era arrabbiata con lui ma bensì con la Savior, per aver portato in vita Marian e aver rovinato il suo, o per meglio dire il loro lieto fine -Io a dire il vero, sono venuto per parlarti- -Dimmi cosa vuoi, avevamo detto di stare lontani per il bene di Marian, sempre se vuoi ancora salvarla- -Ho vissuto per anni seguendo un codice d'onore, rubare ai ricchi per dare ai poveri, lo seguivo tutti i giorni, o per meglio dire lo seguo ancora tutti i giorni- -E allora che ci fai qui? Non dovresti essere in giro a rubare ai ricchi? ricordava ancora le parole dette da Robin quella sera -No, perchè oggi è un giorno diverso- non riusciva a dimenticare quel bacio pieno di passione e amore, si avvicinó in un batter d'occhio per baciarla di sorpresa, fu un bacio lungo e pieno di passione ricambiato da entrambi. Robin prese Regina in braccio continuando a baciare le sue dolci labbra, amava quelle labbra, amava i loro sguardi incrociarsi, ma soprattutto amava la sua Regina, la donna che gli aveva dato una seconda occasione, e lui aveva fatto lo stesso con lei, il loro passato e tutto il resto non contavano più nulla, in quella cripta erano soli, liberi di amarsi, liberi di essere se stessi. Quello specchio appeso dietro di loro non faceva altro che riflettere il loro amore e la loro passione, Regina diede uno sguardo a quello specchio che rifletteva tutto ciò, era felice, si sentiva amata per quello che era non per il mostro che tutti dicono che sia, e quello specchio ne era il testimone, testimone del loro amore, che forse con un po’ di fortuna sarebbe stato eterno. Ogni bacio, ogni abbraccio, ogni parola, erano in sintonia fra di loro. Le carezze di Robin erano uniche, mentre Regina pensava al suo amato, alle sue mani che sfioravano la sua pelle, alcune lacrime iniziarono a solcare il suo volto, era confusa non sapeva cosa fare con quel piccolo essere che cresceva nel suo ventre, non sapeva se era disposta a crescere un figlio che non conoscerà mai suo padre, ma in fondo lei sapeva che poteva farcela, lo ha fatto 13 anni prima, con il suo piccolo principe, l’unico che all’epoca anche se era solo un neonato gli diede un’opportunità, che lei non sprecò. Dopo alcuni minuti prese una decisione, e quando finalmente dopo una bella mezzora passata in camera a piangere e a pensare a suo amato, arrivò Emma che bussò alla porta –Regina, sei qui dentro?- chiese la savior bussando sonoramente, per poi provare ad aprire la porta che nel frattempo era chiusa a chiave. –Lasciami sola Swan!- -O apri questa porta o la butto giù a calci! Regina ancora non hai capito che di me ti puoi fidare! Apri questa porta, adesso!- Regina si decise ad aprire la porta per parlare con la Savior –Emma, ho preso una decisione- disse Regina facendole cenno di entrare in camera –Regina non avrai mica intenzione di….abortire- disse la Savior avvicinandosi alla mora –Emma, ho deciso di fare la cosa giusta, ho riflettuto molto a lungo sul da farsi, ho ripensato a quando ho adottato Henry, all’epoca ero sola, non mi ha aiutata nessuna a crescere quel ragazzo e sinceramente guarda che cosa ne è venuto fuori, un ragazzo forte, con un cuore d’oro che non perde mai ne la speranza e ne la fede, e io ho deciso, di dare una opportunità a questo bambino, ho fede nel ritorno di Robin,io credo che posso farcela a crescere questo bambino con o senza Robin, anche se il suo ricordo mi strazia il cuore, non posso uccidere il frutto del nostro amore. Quindi ho deciso di tenere questo piccolino- si fermò un istante per abbassare lo sguardo verso il suo ventre, Emma non appena sentì quelle parole avvolse in un caldo abbraccio la sua amica –Regina non sai quanto mi rende felice sentire queste parole, sono felicissima per te e per il piccolino, ma come intendi dirlo a Henry?- chiese la Savior per poi staccarsi dalla sua amica –Io, io non so come dirglielo, vorrei aspettare un po’ prima di dirgli la verità, non voglio farlo soffrire e spero tanto che quando gli dirò tutto lui non si arrabbi, per questo piccolo miracolo- disse toccandosi la pancia –Sono sicura che Henry sarà felicissimo, su adesso scendiamo ci aspettano tutti- detto questo le due scesero al piano di sotto dagli altri. –Mamma!- disse Henry non appena vide sua madre scendere le scale per poi correrle incontro –Mamma tutto bene? Hai gli occhi lucidi e gonfi- chiese preoccupato non appena l’ abbracciò –Sta tranquillo mio piccolo principe non è niente, ho solo mal di testa- rispose mentendo –Allora ceniamo? Ho una fame da lupi!- disse Henry per poi trascinare sua madre per un braccio verso la cucina –Fa piano Henry!- lo rimproverò la Savior che fu fulminata con lo sguardo da Regina –Emma, siediti vicino a Regina e Henry noi ci mettiamo qui- disse Mary Margaret –Ok, mamma- -Emma!- disse Mary Margaret guardandola a occhi aperti –Che c’è? Che ho fatto adesso!?- rispose la Savior allarmata –Niente, ma tu, tu mi hai chiamata….- -Si ti ho chiamata mamma, mi sono pentita di non averlo fato fino ad adesso, perché ho pensato che un giorno, non so, forse per qualche scherzo del destino, ti succedesse qualcosa, non voglio chiamarti Mary Margaret al tuo ultimo respiro, si, ti voglio bene mamma- disse la Savior avvicinandosi a lei e a suo padre –Si, papà, voglio bene anche te- disse abbracciando i suoi genitori -Che scenetta sdolcinata, adesso possiamo mangiare?! Che ho fame anche io- disse Regina con un sorriso sdegnato –Sempre la solita Regina, non cambi mai con le tue battutine- disse Emma prendendo posto a fianco a suo figlio. -Ahh che mangiata ragazzi!- disse David per poi fare un piccolo rutto –Oh sei disgustoso Charming! Mi fai venire da vomitare- disse Regina portandosi la mano davanti la bocca –Su dai Regina, è naturale- aggiunse il principe azzurro -David è disgustoso veramente!- disse Mary Margaret –Mamma ha ragione, papà! Smettila di fare il maleducato- disse la savior ridendo –Regina tutto bene?- chiese Emma voltandosi verso di lei –Si, si tutto bene, iniziamo a sparecchiare altrimenti faremo tardi, e tu giovanotto domani hai scuola- disse rivolgendosi ad Henry –Mamma, devo proprio andare a scuola domani?- -HENRY!- dissero le due in coro –Va bene, va bene ho capito, domani vado a scuola, è meglio che inizi ad andare di sopra a mettere il pigiama- disse alzandosi dalla sedia –Henry, hai fatto i compiti?- chiese Regina al figlio –Ehm, si, si li ho fatti- disse quasi balbettando –Henry! Non prendermi in giro! Li hai fatti o no?- disse Regina seccata –No, non li ho fatti- disse Henry abbassando lo sguardo per non incrociare quello di sua madre –Perchè non li hai fatti!? Henry, appena in pagella trovo un voto negativo ti chiudo in casa a studiare, e starai senza videogiochi per 1mese! Adesso Sali sopra e vai a fare i compiti!- disse seccata –Regina, non ti agitare non ti fa bene- disse Emma –Swan, tappati la bocca!- rispose in un batter d’occhio –Mamma, scusami se ti ho fatto innervosire, non volevo, ma sappi che non li ho fatti perché ero preoccupato per te, e non riuscivo a concentrarmi- disse Henry con lo sguardo rivolto verso il basso –E va bene Henry, per domani non vai a scuola, ma che sia l’ultima volta che non fai i compiti, domani ti metti a studiare d’accordo?- sul volto di Henry apparve un sorriso di felicità –Ok mamma, adesso vado a mettere il pigiama- detto questo le diede un bacio per poi salire in camera sua –Noi andiamo, devo cambiare Neal- disse Mary Margaret per poi avvicinarsi a Regina –Ok, ci vediamo domani da Granny, devo parlarti- aggiunse Regina per poi salutarla abbracciandola –Non credevo che la Regina avesse un cuore- disse David scherzando –Pastore, piantala di fare il cretino e vedi di aiutare tua moglie- disse seccata –Emma tu ti fermi per un po’ vero?- chiese Regina alla bionda –Si, rimango un po’ per darti una mano qui- rispose la Savior con unsorriso –Da quando in qua siete amiche voi due?- chiese Charming –Papà, vedi di andare a casa, stasera hai bevuto troppo, secondo me stai sparando troppe cavolate- disse Emma accompagnandoli alla porta. -Maestro, perché non comandate al nostro nuovo giocattolo di andare da Regina, e torturarla un po’?- chiese Alexander a Gold –Ottima idea, ma prima dobbiamo farlo entrare a Storybrooke, dobbiamo aspettare un po’- rispose Gold tenendo in mano il cuore del ladro –Maestro, sono stufo di aspettare! Non ne posso più!- -Devi avere pazienza! Voglio prima vedere come scorre la gravidanza di Regina, e se dovesse andare tutto bene, durante i primi tre mesi, non sarà un problema farle una piccola visita dove tu, o il nostro ladruncolo, le faccia perdere la creatura- -In questo caso, sarò paziente, mi piace la vostra idea- rispose Alexander con un sorriso compiaciuto sulle labbra. –Ma per adesso ci limiteremo a osservare ogni suo movimento- Regina iniziò a lavare i piatti, quando Emma le si avvicinò toccandole il braccio, che fece sobbalzare la donna facendole cadere un piatto per terra –Swan! Mi hai fatto prendere un colpo! Guarda che mi hai fatto fare!- urlò Regina –Scusami Regina, pulisco subito, scusami tanto davvero, calmati per favore,non vorrei che ti sentissi male adesso- disse la Savior iniziando a pulire –Scusami Swan, ultimamente sono sempre più sensibile e mi innervosisco facilmente- disse Regina mentre si sedeva sullo sgabello vicino al lavello –Ti capisco, quando aspettavo Henry non facevo altro che aggredire la mia compagna di cella, è normale, gli ormoni impazziscono e sono tutti per i fatti propri- disse Svan sorridendo alla mora –Emma, come posso dire ad Henry che ho passato la notte con Robin Hood e per puro caso mi ritrovo incinta? Credimi non so come dirglielo, non so come reagirà, credi che debba dirglielo adesso?- chiese preoccupata per la reazione di suo figlio –Beh la scelta è solo tua, secondo me dovresti dirglielo adesso, prima che le nausee si intensifichino insieme ai giramenti di testa, perché poi lui inizierà a preoccuparsi e a marinare la scuola per iniziare una delle sue operazioni, e credo che questa potrebbe chiamarla “operazione, scopriamo che ha mia madre”- disse sorridendo –Hai ragione Emma, devo dirgli la verità, ma non adesso, so che è una cosa stupida mentire a mio figlio, ma per adesso preferirei non dirgli nulla, ancora non si vede che sono incinta, promettimi che non dirai niente a nessuno, a tua madre lo devo dire io- disse Regina avvicinandosi a Emma -Prometto di non dire nulla, e tu adesso corri di sopra a chiedere scusa a Henry per il comportamento di prima- disse scherzando -Hai ragione devo chiedergli scusa- disse per poi avviarsi verso la camera di Henry –Ah dimenticavo, Swan se vuoi rimanere per la notte puoi dormire sul divano, non vorrei che quei due tornassero durante la notte per far del male a Henry- -Ok, rimarrò qui stanotte ma devi prestarmi un tuo pigiama- -Appena scendo te ne porto uno- detto questo salì le scale e si diresse verso la camera del figlio –Henry posso entrare?- chiese con un filo di voce –Fai come vuoi- rispose una voce da dietro la porta, non appena Regina entrò vide Henry davanti la finestra, e si diresse da lui –Henry, io, io devo chiederti scusa per il mio comportamento, non volevo aggredirti in quel modo, ultimamente sono nervosa, non badare molto a quello che ti dico- disse avvicinandosi a suo figlio per poi toccargli una spalla –Mamma, non sono arrabbiato per quello! Sono stufo di vederti soffrire! Sono stufo della gente che viene solo per farti del male, non ne posso più! Non posso neanche proteggerti perché non ho un filo di magia dentro di me, sono un ragazzo inutile!- disse piangendo –No, tu non sei inutile, tu ci hai riuniti tutti, tu mi hai dato un’occasione, un’occasione per diventare quella che sono adesso, adesso so, che noi siamo una grande famiglia, anche se non ho il mio lieto fine, non mi importa un accidenti, mi basta avere te, mi basta sapere che tu mi vuoi bene e che hai fiducia in me- disse avvolgendo il figlio in un caldo abbraccio pieno d’amore materno –E poi tu sei il mio piccolo principe, il principe che mi ama- disse sorridendo –Mamma io, io ti voglio bene più della mia vita! Non sarei qui oggi se tu tanti anni fa non mi avessi adottato, non sarei così forte se non fosse per te- -Oh Henry, ti prometto che domani passeremo molto tempo insieme, ma prima devo fare un po’ di cose in ufficio, e tu rimarrai qui a studiare intesi?- -Intesi! Ci sto!- disse staccandosi da sua madre per poi sorriderle –Dai adesso mettiti al letto è tardi- -Posso dormire con te stanotte?- chiese sorridendo –Henry hai la tua camera, e poi ancora devo finire di pulire la cucina, facciamo domani sera ok?- -Uff e va bene- disse per poi saltare sotto le coperte –Buonanotte mio piccolo principe, ti voglio bene- gli diede un bacio sulla fronte, spense la luce e schiuse la porta. -Swan ecco a te il pigiama, vado a preparare il divano- disse porgendole un pigiama color argento -Regina se vuoi ti do una mano- chiese la bionda non appena finì di pulire il lavello della cucina –Come vuoi Swan- disse per poi avviarsi in salotto. –Ecco fatto, abbiamo finito, io salgo su a fare u bagno caldo e poi vado a letto sono stanchissima- disse Regina guardando Emma –Se ti devi cambiare Sali in camera mia oppure vai in bagno- -No non c’è bisogno, siamo donne non mi vergogno- -Fai come vuoi Swan, io salgo su scendo fra un po’- detto questo Regina salì al piano di sopra e si diresse in bagno. Si mise davanti allo specchio aspettando che la vasca si riempisse e iniziò a guardare il suo ventre –Ti prometto che farò di tutto per far tornare il tuo papà, ma per adesso cerca di non farmi stare male in continuazione- disse toccandosi la pancia con un sorrisino triste, e fu in quel preciso istante che provò una sensazione strana, una sensazione che non aveva mai provato prima. Il piccolo cercava di comunicare con lei, per tirarle un po’ su il morale, Regina vide Robin che teneva in braccio un piccolo fagotto o per meglio dire un neonato, non sapeva se fosse maschio o femmina, ma in quel momento non le importava perché sapeva che quello era il suo bambino, il loro bambino. –Ei tu, tu sai che il tuo papà tornerà?- disse mentre alcune lacrime di commozione scesero lungo il suo volto, quando Emma bussò alla porta –Regina tutto bene li dentro?- chiese la Savior -Swan, entra sbrigati!- Emma non perse tempo ed entrò in un batter d’occhio –Che succede Regina?- chiese preoccupata –Avvicinati svelta- non appena Emma si avvicinò, Regina gli toccò il braccio e in quel momento Emma vide la stessa cosa che vide Regina –Regina! Ma è fantastico! Come hai fatto, che cos’è?- chiese Emma sbalordita –Emma non sono io! Non so come abbia fatto, ma è il piccolino- disse toccandosi la pancia –Non so come abbia fatto davvero, gli avevo promesso che avrei trovato un modo per far tornare il suo papà, e in quel momento vidi Robin che teneva in braccio un neonato- -Oh Regina, ma è fantastico! Vuol dire che Robin tornerà, finalmente sarai felice- Disse Emma con un sorriso stampato sul volto –Emma, questo bambino è speciale, non permetterò a nessuno di fargli del male, tu starai al mio fianco? Se non lo fai per me fallo per Henry- Emma appena sentì quelle parole prese la sua mano e le disse –Ho promesso ad Henry che tutti avrebbero avuto un lieto fine, e sono disposta a morire pur di vederti felice, hai sofferto abbastanza è giunta l’ora di trovare quel maledetto autore e farci due chiacchiere. Ti starò addosso ogni minuto lo prometto al piccolino che cresce dentro di te- disse abbracciando la Regina che una volta aveva il cuore di pietra –Grazie Emma, che tu ci creda o no ti voglio bene un pochino- disse Regina scoppiando a ridere –Già chi lo avrebbe mai detto che la ex Regina cattiva mi volesse bene un pochino- rise anche lei per poi voltarsi verso la vasca che era quasi piena –Regina! La vasca è quasi piena!- -Oh che sbadata ho dimenticato l’acqua aperta- disse scoppiando a ridere per poi chiudere l’acqua –Beh ti lascio fare il bagno io scendo giù se hai bisogno chiama- -Grazie Emma, a dopo- non appena la bionda uscì dal bagno Regina si spogliò e entrò nella vasca. Non appena si fu rilassata abbastanza uscì dalla vasca si mise il suo accappatoio grigio e si diresse in camera da letto. Aprì il cassetto dove teneva l’intimo e prese degli slip neri particolarmente ricamati, e lo stesso fece con il reggiseno. Appena si mise l’intimo e il pigiama scese al piano di sotto dalla Savior, che a sua volta nell’aspettare Regina si era addormentata sul divano. Regina si avvicinò a lei e le mise la coperta che le aveva preso prima –Swan, non cambi mai- disse sussurrando con un piccolo sorrisetto stampato sul volto –Chi lo avrebbe mai detto, noi che diventiamo amiche, non lo avrei mai immaginato, in fondo Swan io, io ti voglio bene, sei stata l’unica dopo Henry che ha creduto in me, nella mia innocenza quando mia madre ha ucciso il grillo con le mie sembianze, ti voglio bene anche se hai riportato indietro Marian e sappi che ti ho perdonata- disse con le lacrime agli occhi –Buonanotte Savior- detto questo salì in camera sua per poi mettersi nel letto, ripensando al piccolino che una mezzora prima le aveva fatto vedere il futuro, Regina si addormentò con quel pensiero, il suo piccolo e il suo unico e grande amore che insieme formavano una famiglia. Emma non stava dormendo, aveva sentito tutto quello che Regina le aveva detto e non appena se ne fu andata aprì gli occhi –Sapevo che in fondo c’è del buono in te- Emma si addormentò pensando alle parole che le disse Regina –In fondo dietro un cattivo c’è una storia, e tu hai sofferto abbastanza, giuro che troverò quel maledetto autore e ti farò avere il tuo lieto fine, tu non sei cattiva io lo so, Henry lo sa- -Mamma, mamma svegliati- era Henry che arrivò in camera di Regina con un vassoio pieno di cibo -Mmm, Henry fammi dormire ancora un po’- disse Regina senza aprire gli occhi –Mamma dai apri gli occhi dai!- disse Henry avvicinandosi a sua madre con il vassoio in mano –OH Henry, che bella sorpresa, grazie mio piccolo principe- Henry appoggiò il vassoio sul letto per poi dare un bacio a sua madre. I polmoni di Regina si riempirono del dolce profumo del caffè che Henry le aveva portato –Ei siediti qui con me, non riuscirò mai a mangiare tutto questo, dammi una mano principino- -No mamma, ho fatto tutto questo per te- disse Henry uscendo dalla stanza per alcuni secondi per poi ritornare con un mazzo di fiori –Questi sono per te, mamma. È un modo per dirti grazie, grazie per quello che fai per me, per tutto quello che fai per Storybrooke, ma quando tocca a te essere felice rinunci sempre per la vita di qualcun altro, adesso è giunta l’ora che tu sia felice, mamma puoi entrare- disse Henry facendo segno verso la porta, dalla quale entrò Emma con Robin, non appena Regina lo vide si alzò dal letto e corse verso di lui –R-Robin, tu, tu sei qui, ma come?- disse balbettando. –Niente è per sempre mia cara- disse una voce maschile che attirò l’attenzione della donna, la sua stanza scomparve e divenne tutto nero –ROBIN! HENRY! SWAN!- erano scomparsi nel nulla, quell’uomo si avvicinò a lei e le sfiorò il viso dicendole –Ti poterò via tutto ciò che hai di più caro compreso il bambino che cresce dentro di te- Robin apparve dal nulla, quell’uomo si avvicinò a lui e con un colpo secco uscì il suo cuore –Regina, ti amo non smetterò mai di far…- il suo grande amore, il padre di suo figlio morì –Robin, Robin no!- Regina si avvicinò al corpo senza vita del suo amato, iniziò a piangere disperatamente, era un incubo, dal quale non riusciva a svegliarsi –Amore mio, è tutta colpa mia, avrei dovuto difenderti, ma ho esitato- disse fra le lacrime poco dopo accadde lo stesso a Emma, tutte le persone che amava stavano morendo uno dopo l’altro e lei non poteva far nulla – quell’uomo di avvicinò a lei e affondò la mano nel suo ventre facendola urlare dal dolore, per poi uscire una piccola creatura –Lo vedi questo? Questo è tuo figlio e adesso morirà!- stritolò quel piccolo essere, riducendolo in polvere –NOO!- -E adesso tocca al tuo piccolo principe, Henry- Henry comparve dal nulla e quell’uomo affondò la mano nel suo petto e tirò fuori il cuore del vero credente –Mamma, ti voglio bene qualunque cosa accada, non dim….- non riuscì a finire la frase che il suo corpo senza vita cadde al suolo. Regina si svegliò urlando –HENRY! NOO!- era sudata, il suo respiro era affannato,era confusa, non riusciva a capire che stesse succedendo quando in quel preciso istante Henry entrò nella sua stanza seguito da Emma –Mamma che succede!- chiese Henry preoccupato –Regina tutto bene?- chiese la Savior –Henry tu eri... eri morto- istintivamente si portò le mani sulla pancia, Emma guardando quel gesto capì che Henry doveva lasciarle sole –Ragazzino va a dormire ci penso io qui- disse la Savior –Mamma, se hai bisogno chiamami verrò a dormire qui con te se è necessario- detto questo il ragazzino uscì dalla camera. –Regina che diamine è successo? Hai fatto un incubo vero?- chiese avvicinandosi a lei per poi sedersi sul letto –Emma, era così reale,quell’uomo che mi ha attaccata, mi è apparso in sogno, ha ucciso Henry, ha ucciso te e Robin- abbassò lo sguardo – e infine ha ucciso anche lui, il mio bambino- disse fra le lacrime –Regina, ma come diamine ha fatto a uccidere il piccolo che ancora non è nato?- -Lo ha tirato fuori, e poi, poi lo ha polverizzato, Emma ho paura, paura di perdere tutto ciò che amo!- disse disperata –Regina non succederà, te lo prometto, adesso dormi non ti fa bene preoccuparti, e in questo momento lo sei troppo,, ti stai agitando troppo, prova a dormire faccio dormire Henry qui con te e io dormo in camera sua così se hai bisogno non dovrò attraversare mezza casa per venire- disse sorridendo –Va bene, Swan grazie- -Credo che questa frase stasera tu l’abbia detta più di una volta- detto questo la bionda uscì dalla camera di Regina, e dopo alcuni secondi entrò Henry che si mise a fianco a sua madre, per poi mettersi fra le sue braccia e addormentarsi in un secondo –Non permetterò a nessuno di farti del male, ti voglio bene- gli diede un bacio sulla testa e si addormentò insieme a lui. Quella mattina la pioggia batteva forte contro le finestre, la sveglia suonó alle 7:00 in punto, ma Regina era sveglia giá da un'ora, non aveva dormito bene, quella notte era tormentata da incubi spaventosi -Herny, svegliati- disse scuotendo suo figlio -Si, mamma, adesso mi alzo- disse ancora con gli occhi chiusi -Io scendo a preparare la colazione, se non scendi fra mezzora tisogni la cioccolata con la cannella- Regina uscí dalla stanza, e quando arrivó davanti al tavolo dove teneva il telefono, un vaso con dei fiori finti, che si trovava vicino la stanza di Henry decise di svegliare anche Swan. -Emma, sveglia, ti va di aiutarmi con la colazione?- chiese aprendo la porta -Awh, certo che oggi 3 una bella giornata, c'è un sole che spacca le pietre- disse guardando fuori -Swan, allora ti va o no di aiutarmi?- chiese seccata -Si scendo subito- disse chiudendo gli occhi -Ho capito, ci penso io, sei peggio di tuo figlio Henry la mattina prima di andare a scuola- uscí dalla stanza e andó in cucina. Preparó una colazione con i fiocchi, cioccolata calda con la cannella, pankakes e una tazza di caffè. -Henry, Swan! La colazione è pronta! Scendete!- in cinque secondi i due erano seduti a tavola -Mi prendete in giro vero?- chiese sedendosi di fronte a Henry -No mamma perchè?- rispose Henry con la bocca piena -Henry è disgustoso! Non parlare con la bocca piena, è rivoltante!- lo rimproveró Regina -Ragazzino Regina ha ragione!- disse la Savior guardando il ragazzo -Ok, ok scusate- -Allora sbrigatevi io vado a vestirmi ho da fare in ufficio- disse Regina alzandosi -Ah Swan, appena finisci pulisci tutto, io ho cucinato e tu pulisci- disse scherzando -Ok Regina, prometto di non rompere neanche un piatto- rispose la Savior ironica -Scendo fra un pò- Regina salì al piano di sopra andó in bagno con la solita nausea mattutina, si lavó i denti, tutto era normale, almeno credeva che fosse così. Non appena fu pronta scese al piano inferiore e trovó Emma vestita con il suo odioso giubotto di pelle rosso, Henry pronto con il suo zaino pieno di libri -Swan hai pulito la cucina?- chiese guardandola negli occhi -Si, pulita come l'oro- rispose la Savior -Mi posso fidare o devo andare a controllare?- -Mamma ti puoi fidare ho aiutato io Emma a pulire- rispose Henry -Bene allora Henry rimarrai con Emma per tutta la mattina, io devo andare in ufficio ho tante cose da fare, Emma ti dispiace portarlo verso le 11:30 in ufficio? Cosí andiamo tutti insieme a prendere una cioccolata da Granny- disse la mora -Ok mamma, se vuoi ti facciamo compagnia fino al comune- chiese Henry per non lasciarla sola, ultimamente secondo il ragazzino era molto strana -No tranquillo, andró da sola non succederá nulla, te lo prometto piccolo principe- gi diede un bacio sulla fronte e poi uscirono di casa tutti insieme ma presero direzioni diverse. -Mamma, ma secondo te non si comporta in modo strano?- chiese Henry alla bionda che camminava alla sua destra -Beh non saprei, tu la conosci meglio di me, sei tu l'esperto su Regina- rispose la bionda con un tono calmo e deciso -Secondo me c'è qualcosa che non vuole dirmi. Tu ne sai qualcosa?- si fermó davanti alla biblioteca, non c'era anima viva in giro, forse solo Liroy a brontolare al suo solito -Ragazzino, se Regina nascondesse qualcosa, non credi che sarei l'ultima persona a cui lo direbbe? E poi se nascondesse qualcosa e io sapessi cosa, di certo non direi nulla perchè deve essere lei a parlarti-Hai ragione, beh adesso che facciamo qui dai nonni?- chiese il ragazzo -Tu corri di sopra e inizi a studiare, se hai bisogno di una mano io sono qui sotto- Quella mattina l’ufficio profumava di rose, rose rosse che trovò sulla sua scrivania con un bigliettino allegato, iniziò a leggere quel biglietto che profumava di rose “Mamma queste sono per te, scusami tanto se ieri ti ho fatta innervosire, non era mia intenzione. Ti voglio bene, e spero che potrai perdonare ogni mio errore futuro. Il tuo piccolo principe Henry” Lo lesse con le lacrime agli occhi, voleva bene quella piccola peste più della sua stessa vita, ma qualcosa in quel momento non andava, sentiva la presenza di qualcuno, e in un istante si trovò sospesa in aria con una stretta insopportabile intorno al collo –L’amore è debolezza- disse un uomo vestito di nero e con il volto nascosto da un cappuccio –Chi diamine sei! Fatti guardare in faccia!- urlò con fatica la mora –Sei sicura di voler vedere il mio volto mia cara Regina? Ti accontento subito mia cara- Si tolse il cappuccio e guardò dritto negli occhi Regina. –Non posso crederci! Che diamine vuoi da me?- “ho paura, paura per mio figlio” pensò in quell’istante, un Regina come lei, non aveva mai avuto paura di nulla, ma quello, quello era un essere spaventoso, era capace di tutto. In quel momento capì il perché del suo incubo, quello era un avvertimento, ma lei era inerme non poteva usare la magia. Regina ruppe il silenzio che regnava sovrano in quell’ufficio –Beh nessuno te lo ha detto? Il nero è il mio colore. E adesso ti spiace dirmi cosa vuoi da me Alexander?- disse con tono di sfida, era un vizio che non si toglieva mai, parlare con un tono di sfida era davvero stupido in quel momento. –Mia cara Regina, sai benissimo cosa voglio! Voglio vederti morta ai miei piedi, mi hai tolto tutto! Una casa, una famiglia, perché!? Non ero il genere di mostro perfetto per stare con te?- disse l’uomo stringendo ancora di più la mano. Regina non riusciva bene a respirare ma riuscì a dire qualche parola –Vuoi sapere la verità? Eccoti servito, ti ho cacciato via perché i tuoi poteri erano fuori controllo, ho tentato di aiutarti, ma tu, tu non mi davi ascol….- non riuscì più a parlare, Alexander strinse ancora di più la presa –Perché non reagisci? Usa i tuoi poteri avanti!- la donna continuava a non reagire, fino a quando una luce bianca invase tutta la stanza facendo cadere la donna di peso. Alexander capì tutto, “bene, bene mi sorprende sempre di più questa donna” pensò fra se e se. –Tornerò a prendermi tuo figlio, e finalmente avrò la mia vendetta. Vedrai morire tuo figlio, avrai un posto in prima fila anche per la morte di Henry e tutti quelli che ami!- sparì in una nuvola verde. –Ti troverò fosse l’unica cosa che faccio! Non toccherai le persone che amo!- Si guardò la pancia e disse rivolgendosi alla piccola creatura che cresceva dentro di lei –Hai difeso la tua mamma? Tu sei speciale, e non permetterò a nessuno di farti del male, grazie piccolo.- Una strana sensazione invase il suo corpo, e la sua mente fu invasa da delle visioni simili a quelle che aveva avuto la sera prima, ma stavolta erano diverse. –Regina, guarda come è bella la nostra piccola principessa- quello che vide fu Robin che le stava per mostrare un neonato, ma qualcosa le impedì di vederlo, la visione non era chiara. –REGINA! Tutto bene?- era Emma che piombò in ufficio –Sembra scoppiata la terza guerra mondiale- aggiunse la bionda –Si, sto bene. Swan! Che diamine ci fai qui? Dov’è Henry! Non devi lasciarlo solo per nulla al mondo!- aggiunse la mora sbiancando in volto –Regina ma mi dici che diamine succede!- disse alzando la voce –Emma! Quell’uomo è venuto qui! Mi ha detto di voler uccidere Henry e la mia bambini, ha detto di voler uccidere tutti quelli che amo- -Regina non lo permetterò, andiamo a casa devi riposare hai un aspetto orribile- disse la bionda porgendole la mano –Parla per te Swan! Andiamo svelta- disse per poi avviarsi al maggiolino giallo. –HENRY!- urlò Regina non appena entrò a casa dei Charming –MAMMA! Che succede? Sei sporca di sangue! Mam..- non fece in tempo a finire la frase che Regina cadde a terra incosciente. –Regina! Regina!- urlò Mary Margaret avvicinandosi a lei –Henry dove diavolo è Emma!- aggiunse la donna –Eccomi! Ma che diamine succede!?- aggiunse la bionda correndo verso Regina –Emma e piena di sangue! Svelta portala all’ospedale!- gli disse sua madre –Oddio, la bambina! Regina tieni duro, non perdere la piccola!- disse per poi prenderla in braccio –Mamma ma di cosa stai parlando?- Disse Henry –HENRY! Non c’è tempo da perdere!- Erano all’spedale da più di 4 ore e aspettavano notizie di Regina, ma ancora il dottor Whaile non si faceva vedere. In quel preciso istante Emma sentì Henry piangere, non lo aveva mai fatto fino ad allora, ma il ragazzo non poteva tenersi tutto dentro. –Ragazzino che cosa hai?- chiese la bionda –Ho paura di perderla! È la donna che mi ha cresciuto per 13 anni, che mi ha amato come un figlio, che mi ha protetto come non mai, io la voglio bene più della mi vita e non voglio perderla- disse singhiozzando –Henry, andrà tutto bene te lo prometto.- disse la bionda. In quel preciso istante, finalmente dopo 4 che non avevano notizie, Whaile arrivò, e Emma si diresse da lui senza perdere tempo. –Allora?- -Siamo riusciti a salvare il piccolo, ma ho una brutta notizia- disse Whaile abbassando lo sguardo –Ha perso molto sangue ed è entrata in coma, anche se si svegliasse, le probabilità che il bambino si salvi sono poche, già è rischioso spostarla da una stanza all’altra, se si muove troppo la placenta potrebbe staccarsi. Emma porta Henry da lei forse le sarà d’aiuto per risvegliarsi- disse Wahile –Cosa? Come diamine lo dico ad Henry che sua madre è in coma!- In quel momento si sentì una voce lungo i corridoi, era una voce conosciuta, Emma non poteva fare a meno di commentare –Robin?- disse la bionda –REGINA! DOVE SEI!- disse quella voce il lontananza –MAMMA! È Robin Hood!- disse Henry vedendo il fuorilegge arrivare velocemente –Robin!- disse Emma trascinandolo vicino al dottor Whaile –Dove è Regina!? Devo vederla!- disse il fuorilegge –Robin, ho una brutta notizia…. Regina è in coma, oggi in ufficio è successo un macello e lei era da sola, non ha il controllo dei suoi poteri, e non ha potuto difendersi- Emma poteva vedere negli occhi di Robin, il dolore che stesse provando in quel minuto. –Alexander la pagherai cara! Sia tu che Gold!- disse Robin –Fammi vedere Regina, adesso!- aggiunse qualche secondo dopo –Vieni con me- disse Whaile –Emma tu spiega tutto ad Henry- -Ok, Whaile- disse Emma avvicinandosi a Henry. –Ragazzino, devo dirti una cosa su Regina- disse la bionda –Ho sentito tutto! Perché non mi ha detto nulla! Ecco il perché delle sue nausee e dei giramenti di testa! Perché non mi avete detto nulla!- Henry era arrabbiato, ma non con sua madre perché non gli aveva detto nulla, ma perché non ha potuto proteggerla. –Henry non ti ha detto niente perché temeva la tua reazione, io ho solo rispettato quello che mi ha detto, cioè che te ne avrebbe parlato quando fosse stato il momento- Henry non disse più nulla, il silenzio invase i due. -ALEXANDER! CHE CAZZO HAI FATTO A REGINA! TI AVEVO CHIARAMENTE DETTO DI NON TOCCARLA!- disse Gold urlando –Che diamine urli? Non gli ho fatto nulla perché la creatura che aspetta l’ha protetta! È solo caduta a terra! Tutto qua!- disse Alexander tranquillo –TUTTO QUA! MA HAI LA MINIMA IDEA DI COSA HAI FATTO?! QUELLA BAMBINA SARA’ LA CHIAVE PER OTTENERE DA LEI TUTTO QUELLO CHE VOGLIAMO! E ADESSO SE LEI NON SI RISVEGLIA DAL COME QUELLA CREATURA MORIA’!- disse più seccato –AHH E USA LA TUA MAGIA, E NON ROMPERE LE SCATOLE A ME!- Erano passate 2 settimane da quando Regina era entrata in coma, Robin, Emma e Henry non la lasciavano neanche un momento. Robin era sempre seduto in stanza al suo fianco aspettano il suo risveglio. Il silenzio regnava su tutta la stanza, Robin era seduto accanto a Regina, le teneva la mano tra le lacrime –Se io non fossi andato via, tutto questo non sarebbe successo, Perdonami amore mio, ti vendicherò! Sei tutto ciò che mi rimane, tu e Roland, ti prego torna da me, non posso vederti li ferma, bianca come la cera, voglio rivedere il tuo sorriso, voglio sentire la tua voce, le tue battutine sciocche che mi fanno sempre ridere- Gold arriva nella stanza e blocca il tempo, in modo che Robin non possa accorgersi di lui –Mia cara, che cosa ti ha fatto? Non permetterò che ti faccia ancora del male, fosse l’ultima cosa che faccio.- passò le mani su di lei, per poi tirare fuori una piccola nuvola color porpora –Quando lui ti bacerà tu ti sveglierai, giuro che appena Alexander ti tocca con un dito lo ammazzo. Ciao mia Regina.- detto questo Gold sparì nello steso modo in cui apparve. Il tempo ritornò a scorrere e Robin si alzò da quella sedia, si avvicinò lentamente al viso di Regina –Ti amo, ritorna da me ti prego!- alcune lacrime le bagnarono il viso, lui la baciò intensamente per alcuni secondi, poi si staccò e le accarezzò il viso prima di avviarsi verso la porta. Regina aprì gli occhi, e subito voltò lo sguardo verso quella figura maschile –R..Robin? Robin!- il fuorilegge si voltò di scatto non appena sentì quella voce chiamarlo, era lei, era sveglia. Si avvicinò in un lampo a lei solo per guardarla negli occhi –Robin, da quanto tempo sono qui? Che cosa è successo?- chiese confusa e spaesata –Sei qui, quasi da 2 settimane, non so cosa è successo quello lo devi chiedere alla signorina Swan- disse accarezzandole il viso –E tu come sei arrivato qui? Come sei tornato a Storybrooke!?- chiese affaticandosi a parlare –Gold e Alexander hanno ucciso Marian e non so dove sia finito Roland. Quando torneremo a casa ti racconterò tutto ma adesso devo chiamare Henry, non ti ha lasciato neanche un secondo- disse alzandosi di nuovo dalla sedia per poi uscire. Dopo alcuni secondi il primo ad entrare fu Henry accompagnato da Emma e Robin –MAMMA! Come stai?- disse abbracciandola –Ragazzino vacci piano!- disse Emma –Allora Regina ti sei svegliata!- disse Whaile entrando dobbiamo controllare il….- Whaile non finì la frase non appena vide Henry –Henry devo parlarti- disse Regina prendendogli una mano. –Mamma so tutto, tranquilla non sono arrabbiato con te, anzi sono felicissimo!- in quel preciso istante la creatura che cresceva dentro Regina, mandò delle visioni sia a Henry che alla sua mamma. Henry vide una bambina, una bambina bellissima come la madre, la vide leggere il libro “ONCE UPON A TIME”. Henry notò una cosa strana, vide Robin, Roland, e la bambina, ma non c’era nessuna traccia di sua madre. –Mamma che cosa era?- chiese il ragazzo –E’ tua sorella, lei si fa vedere così, cerca di comunicare in questo modo.- rispose alla domanda del figlio –Mamma, io ho visto lei, Roland, Robin e me, ma tu non eri con noi. Sai il perché?- Regina non sapeva cosa rispondere, era la seconda volta che lei non era nelle visioni, forse era un segno che non avrebbe visto crescere sua figlia, infatti la visione precedente era strana, ricordò che quando Robin le stava per mostrare il piccolo corpicino della piccola appena nata, lei non vide più nulla. –Henry le visioni non sono sempre perfette, lei cerca di comunicare dicendo che è una femminuccia, ma non rivela il futuro, non preoccuparti io rimarrò sempre al tuo fianco- Decise di mentire a tutti su quelle visioni per non farli preoccupare, ma un giorno prima che la piccola fosse nata avrebbe detto la verità. Ma una cosa la sapeva, Robin era li con lei, e la piccola aveva mostrato lei qualcosa che Henry non aveva visto. Che il suo papà sarebbe stato al fianco della sua mamma fino alla fine, fino alla sua nascita.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


CAPITOLO IV
-Avanti Regina, spingi!- disse il dottor Whaile, Regina stringeva sempre più forte la mano di Robin, non riusciva più a sopportare quel dolore che le stava lacerando il ventre  -AHHHHH, Whaile dannazione tirala fuori!- urlò con tutto il fiato che aveva. –Avanti! Spingi più forte!- Robin era accanto a Regina, che con la mano sinistra stringeva la sua mano, e con la mano destra le accarezzava i capelli –Avanti Regina manca poco.- disse baciandole la guancia. –E’ facile a dirsi ….AAAAAHHHH…… non sei mica tu quello che …. AAAAAAHHH…..deve partorire!-  rispose in mezzo alle urla –Avanti, vedo la testa, spingi Regina! Adesso!-  disse Whaile preparandosi a prendere la bambina –AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH- urlò Regina piegandosi in due dal dolore, continuando a stringere con molta più forza la mano di Robin. –Regina, avanti! Mettici più forza! Fallo e sarà l’ultima spinta! Avanti spingi più forte che puoi!- le ordinò Whaile –Whaile! Ti prego tirala fuori! AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!-  urlò Regina stringendo la mano di Robin finchè non diventò bianca.  Regina si piegò in due chiudendo gli occhi, continuando a urlare come non aveva mai fatto prima. Nel preciso istante in cui sentì il pianto di un neonato, Regina smise di urlare e si lasciò andare sul cuscino che si trovava dietro la sua schiena. –Regina, congratulazioni- disse il dottor Whaile porgendo la bambina a Robin –Amore è bellissima, proprio come la sua mamma.- Robin si avvicinò a Regina, che gli fece un lieve sorriso, e le porse la bambina avvolta il una copertina rosa. –Ei ciao piccola.- disse Regina con un piccolo sorriso stampato sulle labbra, per poi darle un bacino sulla sua piccola testolina. –Benvenuta, piccola  Jane- disse Robin, e non appena Regina si voltò verso di lui le diede un bacio dicendole –Grazie Regina, mi hai reso l’uomo più felice del mondo, ti amo. Regina ricambiò il bacio per poi dirgli –Jane? Hai scelto il nome e non mi hai detto nulla?- disse sorridendo alla scelta del nome –Beh si, non ho avuto occasione per dirtelo, spero solo che ti piaccia anche a te.- Regina guardò la piccola che teneva in braccio ripetendo –Jane, Jane Hood.- si voltò verso Robin –Si chiamerà Jane Hood,  adesso fuorilegge baciami.- Robin scoppiò in una fragorosa risata appena sentì quelle parole, si avvicino alla sua Regina e premette le labbra contro quelle della sua amata –Ti amo Regina, ora e per sempre.- le disse Robin baciandola nuovamente. Regina si staccò da quel bacio per osservare la piccola che nel frattempo si era addormentata beatamente fra le sue braccia. –Robin guardala, è così piccola e indifesa, dobbiamo proteggerla.- Regina si voltò verso Robin che era sparito nel nulla, si ritrovò sola in quella stanza che divenne oscura in giro di pochissimi secondi. –ROBIN! DOVE SEI!?- urlò Regina spaventata, e in quel preciso istante sentì delle risate provenire dall’oscurità che la circondava. –Chi sei!? Esci fuori! Non ho paura di te.- Regina mentì, era terrorizzata la paura si impadronì del suo corpo non appena vide una figura maschile farsi avanti. Strinse a se la piccola che pensava di tenere in braccio, ma che invece era sparita. Si guardò in torno per vedere dove era finita sua figlia, portò gli occhi su quella figura maschile e la vide nelle sue braccia. –Ridammi mia figlia!- urlò Regina cercando di alzarsi da quel letto, ma qualcuno la bloccava, era Robin che era apparso proprio come era sparito alcuni minuti prima. –Ahahahahah, inizierò la mia vendetta portandoti via tua figlia!- Regina in quell’istante capì che quella figura maschile era Alexander. La bambina iniziò a piangere e Regina non poteva più stare li ferma a sentire i suoi vagiti disperati –Robin dannazione lasciami andare, quella è anche tua figlia!- il pianto della bambina si fece più forte e intenso –NO! Ti prego prendi me, lasciala stare!- disse con le lacrime agli occhi. –Regina, Regina guardami!- la donna voltò il suo volto verso quello di Robin –È troppo tardi! Non possiamo fare nulla!- -Come puoi dire questo! Non eri tu che mi dicevi che c’è sempre speranza?- Regina si voltò verso sua figlia che piangeva sempre più forte, e a quella figura oscura se ne aggiunse un’altra –Hai ragione mia cara, era lui quello che diceva che bisogna credere sempre nella speranza. Lui non è più l’uomo che credevi di amare da quando gli ho strappato il cuore!- Robin continuava a stringerla con forza, il suo fuorilegge non provava emozioni, non provava nulla perché era manipolato da quell’essere celato dall’oscurità.  Alexander mise la mano intorno al piccolo collo della bambina, Regina non poteva fare nulla era immobilizzata da Robin, non riusciva a credere che il suo amato per tutto quel tempo non era l’uomo che amava, era solo un fantoccio mosso da quella figura oscura che teneva in mano un cuore. Ad un tratto il pianto della bambina cessò, Alexander aveva ucciso quella piccola bambina che era appena venuta al mondo. –Regina guarda tua figlia! È qui morta nelle mie braccia e tu, tu non puoi fare nulla! Ahahahahah!- disse Alexander in mezzo alle risate, sparendo insieme a Robin e l’uomo ancora nascosto nell’oscurità, lasciando Regina sola con il corpo della piccola.


-AAAAHHH!- Regina si svegliò urlando, portandosi istintivamente la mano sul grembo –Regina, che succede?- si svegliò anche Robin che si era addormentato nella sedia vicino al letto, e notò subito che la donna aveva un aspetto orribile, tremava come una foglia. –Regina che è successo? Va tutto bene?- chiese avvicinandosi a lei –Regina perché tremi? Hai un aspetto orribile- notò subito le lacrime che solcavano il volto della donna –Ei, ei amore che succede- chiese più preoccupato di prima,  e per cercare di tranquillizzarla le sfiora il viso asciugandole una lacrima –La bambina…Alexander, tu.- non riusciva a parlare dalla paura di quello che era successo in quell’orribile incubo. –Regina calmati, ci sono qui io, non succederà nulla. Dimmi che è successo ti farà bene parlarne- disse Robin afferrandole la mano stringendola lievemente. Regina prese un respiro profondo e poi parlò –Ero in una stanza oscura, ho provato il dolore del parto, sembrava tutto così reale. La bambina era nata, Alexander è riuscita a prenderla e….tu, tu non mi hai permesso di salvarla, perché eri controllato da un uomo di cui non conosco il volto ma che lavora con Alexander, Robin ho paura loro vogliono uccidere nostra figlia! Nel sogno era tutto così reale, sono rimasta sola nell’oscurità con il corpicino della bambina senza vita- non riusciva a fermare le lacrime, ma qualcosa le disse di controllare se il cuore del suo fuorilegge era dove doveva essere. –Regina è tutto ok , non toccheranno mai nostra figlia. È ancora li anzi è prestissimo per farle del male mancano ancora otto mesi. Stai tranquilla- disse sorridendole per poi accarezzarle nuovamente il viso –Robin, devo controllare una cosa, ma prima va a chiamare Emma- Robin annuì e uscì dalla stanza per poi ritornare con la Savior. –Regina che succede?- chiese la bionda –Emma tieni il più fermo possibile Robin- Emma annuì a quelle parole afferrando Robin alle spalle tenendolo vicino al letto di Regina –Regina, ma che succede!- chiese confuso il fuorilegge. La donna dai capelli scuri affondò la mani nel petto del fuorilegge, che gemette di dolore –AHH! Regina!- tutto era come nell’incubo di Regina, Robin non aveva il cuore  –Dannazione !- disse Regina –Regina che succede?- chiese la Savior –Emma, Robin non ha il cuore! Qualcuno lo ha strappato, e qualcosa mi dice che qui c’è lo zampino di Alexander. Robin dimmi la verità! Dimmi chi è stato che gli strappo il cuore con le mie stesse mani!- disse la mora appoggiandosi sui gomiti –Regina, io vorrei dirtelo ma non posso, ti prego, ucciderà Roland se dico qualcosa lui muore- disse il fuorilegge abbassando lo sguardo per evitare di incontrare gli occhi castani della mora. –Regina secondo me, qui c’è lo zampino di Gold, lui è capace di uccidere anche un bambino di 4 anni che non ha colpa di nulla- Regina guardava Robin senza dar conto a Emma –Robin, ti prometto che salveremo Roland- disse sfiorandogli il viso –Re..Regina  scusa, avrei dovuto dirtelo- disse il fuorilegge sfiorando la sua mano della sua amata. –Shh, va tutto bene, non è colpa tua, troverò il tuo cuore e lo rimetterò al suo posto, te lo prometto fosse l’ultima cosa che faccio- aggiunse Regina stringendo la sua mano con forza, socchiudendo gli occhi. Emma notò quel gesto e si preoccupò subito, si avvicinò a quel letto che si trovava accanto ad una finestra –Regina tutto bene? Non mi sembra che tu abbia un bell’aspetto- disse la Savior sfiorandole la mano destra.
 
–Vai papà!- disse la piccola sulle spalle di suo padre –La mia principessa! Tieniti forte!- la piccola si divertiva un mondo sulle spalle di suo padre –Papà, tu sei il mio principe azzurro, lo eri anche per la mamma?- chiese la piccola, ad un tratto il sorriso sul volto dell’uomo svanì. –Si piccola, ero anche il principe della tua mamma, ma lei preferiva chiamarmi fuorilegge- aggiunse l’uomo prendendo la piccola e per poi metterla nel lettino –Papà, ma cosa è successo alla mamma?- era presto per spiegargli che la sua mamma era morta poco dopo la sua nascita. –Piccola, un giorno ti racconterò tutto, ma adesso devi dormire. Buonanotte principessa.- disse l’uomo dandole un bacio sulla sua testolina –Buonanotte papà- disse la piccola chiudendo gli occhi.
 
-Insomma Regina che succede!- disse la Savior appena notò che la mora non rispondeva –Regina, tutto bene?- disse Robin scuotendole la mano. –E? si, tutto bene tranquilli- disse sorridendo appena, Regina sapeva bene che sarebbe morta non appena la bambina fosse nata. –Regina io esco un attimo, prendo un caffè qui alla macchinetta e arrivo, vuoi qualcosa? Posso andarti a prendere qualcosa da Granny- chiese la Savior con un sorriso. –Mmm……beh si mi andrebbe una ciambella al cioccolato e una cioccolata col la cannella- disse la mora cercando di non pensare al futuro mostratole dalla bambina –Vado vostra maestà- disse Emma per sdrammatizzare un po’ la situazione per poi uscire dalla stanza lasciando i due  completamente soli. –Regina se ti va puoi dirmi cosa ti turba così tanto, prima hai stretto il mio braccio con forza, il tuo viso e la tua espressione sono cambiati da quel momento. Sei sicura di stare bene? –chiese il fuorilegge avvicinandosi  di più a lei. Regina non  voleva dirgli la verità, voleva solo passare i suoi ultimi mesi di vita con le persone che amava di più al mondo. Si mise a riflettere, e prese una decisione, avrebbe detto tutto non appena avesse compiuto l’ottavo mese di gravidanza, quindi Robin avrebbe dovuto aspettare parecchio visto che lei era appena entrata nel secondo mese. –Robin, se ti dicessi che per sapere tutto devi aspettare che io entri nell’ottavo mese di gravidanza? So che può sembrarti strano ma ti dirò tutto solo allora, dovrai aspettare- disse Regina, guardando dall’altro lato per evitare di incontrare lo sguardo di Robin. –Regina, io posso aspettare, ma se c’è qualcosa che non va, io voglio saperlo, ti amo più della mia vita non voglio perderti, non posso perderti. Ti prego se succede qualcosa dimmela adesso- disse il fuorilegge cercando di ricacciare le lacrime, ma non poteva fare nulla, ormai avevano solcato il suo viso. Regina cercava di non piangere al quelle parole, al solo pensiero di lasciarlo solo con una bambina da crescere le spezzava il cuore, la faceva morire dentro. Il suo viso era voltato al lato opposto da dove si trovava Robin, non sapeva cosa dire, non sapeva quale fosse stata la sua reazione. –Robin, posso solo dirti che questa bambina- si fermò un momento per poi voltarsi verso di lui, per poi prendere la sua mano e portarla sul suo grembo –Che questa bambina, mi mostra il futuro, mi ha mostrato te, mi ha mostrato che saresti tornato- si interruppe per poi guardarlo in quei fantastici occhi bagnati dalle lacrime, lo sguardo di Robin incontrò il suo, le loro mani si strinsero in una sola. –Regina, dimmi che la nostra bambina ti ha mostrat…- non fece in tempo a finire la frase che la piccola che cresceva dentro la sua amata mostrò nuovamente il futuro.

-Papà! Dov’è la mamma? Voglio conoscerla, non l’ho mai vista fino ad oggi, perché non parli mai di lei?- chiese la piccola dai capelli scuri, gli stessi  di sua madre. –Piccola, vieni qui sulle mie gambe- disse il papà della piccola. La bimba dai capelli scuri si sedette sulle ginocchia del suo papà –Devi sapere, che la tua mamma….- si fermò un momento…..
In quel preciso istante Regina tolse la mano di Robin dal suo grembo –No!- urlò la mora spostando bruscamente la sua mano. –Regina, che cosa era quello? Quella piccola era nostra figlia perché mi ha detto che non ti ha mai conosciuta? Regina cosa mi stai nascondendo!? Non vorrà dire che tu….- Regina si voltò dall’altro lato, si sentiva uno schifo dopo quello che gli aveva nascosto –Regina! No, non voglio che vada a finire così! Io ti voglio al mio fianco! Non voglio perderti, sei l’unica cosa che amo di più al mondo, ti prego non voglio che vada così, nostra figlia deve conoscere sua madre, deve conoscerti! NO! MI RIFIUTO DI CREDERCI!- disse fra le lacrime, Regina non riusciva a smettere di piangere, non riusciva a guardarlo, non voleva lasciarlo. –Robin, non è una mia scelta, ti amo più della mia vita e non ti lascerei mai! Le visioni che manda nostra figlia, possono cambiare, il futuro può cambiare, adesso può sembrare così, ma chi lo sa più avanti la piccola può mandare una visione dove siamo insieme come una famiglia, ti prego non rendermi le cose più difficili, voglio solo averti accanto fino alla fine. Questa bambina ci renderà felici, ne sono certa, non ti lascerò mai Robin, te lo prometto.- disse la mora girandosi verso di lui per poi sorridergli fra le lacrime. –Regina, ti prometto che quando nostra figlia nascerà, non permetterò che tu muoia…- in quel momento Emma piombò nella stanza –COSA! REGINA TU! TU NON PUOI MORIRE!- disse la Savior urlando –EMMA! – urlò a sua volta Regina, -Non urlare! Non voglio che Henry sappia questa storia!- aggiunse la mora –Regina, non puoi morire! Non devi, come faremo tutti senza di te! Tu sei come una sorella per me, tutti qui a Storybrooke ti vogliamo bene e non vogliamo perderti!- disse la Savior lasciando le ciambelle al cioccolato sul tavolinetto vicino al letto –Ti prometto che troverò una soluzione Regina! Henry a bisogno di te,ti prometto che finirà tutto per il meglio e se così non fosse che il cielo mi fulmini!- disse la Savior guardandola cercando di rassicurarla –Emma tutto questo non deve uscire da questa stanza, giura che non ne farai parola con nessuno!-  disse Regina affaticata, la vista iniziò ad annebbiarsi, dei piccoli dolori iniziavano a farsi sentire nel basso ventre, i muscoli iniziarono a contrarsi dal dolore si sentiva un po’ sporca e bagnata –Robin, Emma vorrei alzarmi da questo letto, mi dareste una mano?- chiese la mora, togliendo il lenzuolo, sperando che quei dolori passassero non appena si fosse alzata. Emma si mise alla sua destra e Robin alla sua sinistra pronti a sostenerla. –Grazie ragazzi- disse Regina alzandosi dal letto, ma non appena si alzò sentì colare qualcosa lungo le gambe, e queste cedettero tutto ad un tratto. –Regina!- disse Robin afferrandola al volo. La vistasi faceva sempre più sfocata, il respiro sempre più debole, le iniziarono a mancare le forze –Ro..Robin, non mi sent..- non riusciva nemmeno a parlare. Emma notò il sangue sul pavimento e sul letto, ed era abbondante –Robin! Che succede! Stava bene fino a pochi secondi fa! Corro a chiamare il dottor Whaile- Emma uscì di corsa dalla stanza, invece Robin prese in braccio Regina e la mise nel letto accanto a quello dove fino ad ora era stata. –CHE SUCCEDE!- disse Whaile entrando di corsa con le infermiere. Robin si spostò per far spazio al medico. –PRESTO IN SALA OPERATORIA ADESSO!- Robin sentendo quelle parole entrò nel panico assoluto –VENGO ANCHE IO!- aggiunse Emma, appena vide Whaile uscire dalla stanza –No Swan, in sala operatoria saremo troppi!- disse Whaile sparendo dietro una porta con le infermiere. Nessuno sapeva che quando Alexander era andato da Regina, l’aveva colpita con qualcosa, qualcosa che le stava provocando un emorragia interna, ma qualcosa sarebbe successo in quella sala operatoria nascosta da una grande porta color bianco sporco.
-Mamma, cosa succede! Dove portano mia madre!- urlò Henry in preda alla disperazione più totale. –Ragazzino guardami- disse la Savior dai capelli biondi. Il giovane viso di Henry era bagnato dalle lacrime, quelle lacrime erano colme di paura e disperazione, cosa avrebbe fatto se Regina fosse morta? Che ne sarebbe stato di lui? Beh c’era Emma, ma Henry dentro di se, sapeva benissimo che la persona che amava di più al mondo era Regina, e se l’avrebbe persa lui non sarebbe stato capace di andare avanti. Henry ignorava Emma, continuava a guardare quella porta bianca, dove avevano portato Regina. –Ragazzino guardami!- ripete Emma –Che diamine vuoi!- disse Henry in preda alla furia, alla paura e alla disperazione. –Mamma è tutta colpa tua! Se tu non fossi andata indietro nel tempo, se non avessi salvato Marian, Robin non sarebbe andato via! E mia madre non sarebbe dentro quella sala! Le cose potevano andare diversamente se tu non fossi andata nel passato, salvato quella donna che ha distrutto la felicità di mia madre e la mia! Finalmente era felice e indovina chi ha rovinato tutto!? Sempre tu Emma! Non meriti il nome di Savior. Eravamo felici insieme a Robin e Roland, e tu, beh tu hai rovinato tutto, la mia felicità la felicità di mia madre- Henry si fermò tra le lacrime per riprendere fiato, in fondo il ragazzo aveva ragione, se Emma non fosse andata nel passato finalmente Regina, Robin, Roland e Henry avrebbero avuto il loro lieto fine, la loro famiglia. Ma Emma ha rovinato tutto.  –Henry, io..- Emma stava per dire qualcosa ma Henry parlò per primo –STA ZITTA! Non ci sono scuse per quello che hai fatto! Adesso mia madre è la dentro, e solo dio sa se si salverà! Giuro su quanto amo mia madre, che se le succede qualcosa in quella maledettissima sala operatoria, tu la pagherai cara!- Henry ancora piangeva, non riusciva a fermare le lacrime, era disperato, impaurito, tutte le emozioni lo stavano controllando. Il cuore di Emma, sentendo quelle parole si spezzò in due. Emma si rese conto che Henry aveva ragione se non fosse stato per lei, Regina sarebbe felice con Robin, e adesso non sarebbe in quella stupida sala operatoria. –Henry, so che ho sbagliato, so che è colpa mia. Non volevo far soffrire tua madre per tutto questo tempo. Quella che dovrebbe pagarla sono io non lei.- disse la bionda guardandolo –Visto lo hai capito da sola! È tutta colpa tua!- ripete Henry crollando a terra con le lacrime agli occhi. Emma non poteva vederlo così, si avvicinò a lui e si inginocchiò mettendogli le mani sulle spalle –Henry ti prometto che non le succederà, niente- disse la bionda cercando di rassicurarlo, ma tutto fu inutile, Henry continuava a versare lacrime. Robin era seduto poco lontani da loro, iniziando a pensare che forse tutta quella brutta situazione era solo colpa sua, perché anche se aveva scelto lei, è andato via con Marian, se non lo avesse fatto, Regina non sarebbe li, sarebbe a casa seduta nel divano insieme a lui, accoccolati in una coperta davanti al camino.

Intanto nella sala operatoria...
Whaile non riusciva a capire cosa stesse succedendo, Regina urlava sempre di più dal dolore che sentiva dentro di se. Whaile decise di sedarla per non farle sentire dolore, o per meglio dire decise di fare una anestesia. L’infermiera notò che qualcosa non andava, il flusso del sangue era aumentato, i battiti del cuore di Regina rallentavano sempre di più –Dottore! Sospetta emorragia interna!- Whaile non perse tempo, era rischioso fare una anestesia ma non poteva più aspettare, se non avrebbe agito Regina rischiava di incontrare l’oscurità totale, la bambina stava rischiando i morire. Whaile stava facendo tutto il possibile, quando ad un tratto il cuore di Regina si fermò. –NO! PRESTO DEFIBRILLATORE!- urlò Whaile, il suono della macchina avvertiva che il suo cuore si era fermato, in quel momento Regina aveva smesso di vivere, il suo cuore aveva ceduto. –LIBERA!- disse Whaile –Niente!- disse l’infermiera –ANCORA!-  ripete Whiale. L’infermiera continuava a provare, ma Regina non dava segni di vita.

Fuori dalla sala operatoria
-NO! Non posso rimanere qui mentre Regina è tra la vita e la morte! Io entro non mi interessa cosa dice Whaile io entro!- disse la Savior, Robin si avvicinò a lei –Emma, se Whaile ha detto di non entrare ci sarà un motivo- disse Robin con il volto ancora bagnato dalle lacrime –Robin! Non posso aspettare, e se sta succedendo qualcosa? Sei libero di entrare con me, oppure aspettare qui- disse la bionda attraversando quella porta bianca che si trovava a pochi metri da Robin –Emma aspetta!- Robin entrò con lei, Henry era ancora inginocchiato a terra immerso nei suoi pensieri, continuando a versare lacrime e sperando che sua madre stesse bene. Gli altri  erano tutti seduti dietro di lui che aspettavano notizie.
 
Sala operatoria
Il cuore di Regina continuava a non battere, Whaile stava facendo di tutto –AVANTI! REGINA!- urlò Whaile, e in quell’istante Emma e Robin entrarono in quella sala che puzzava di alcol. Whaile prima che il cuore di Regina si fermasse, era riuscito a fermare l’emorragia interna, adesso quello che sperava era che il suo cuore iniziasse di nuovo a battere. –WHAILE!- urlò Emma avvicinandosi a lui –CHE CAZZO SUCCEDE!?- disse Robin guardando le infermiere. Emma e Robin notarono le macchine che segnalavano che il cuore di Regina si era fermato. –NO! NON PUO’ ESSERE! REGINA!- urlò Robin cercando di avvicinarsi il più possibile a lei, ma fu fermato da Whaile –Whaile che succede? Regina non sarà mica…- Emma non riuscì a finire la frase che un’infermiera si avvicinò a loro –Dottore, mi dispiace abbiamo fatto tutto il possibile- il volto di Robin fu bagnato dalle lacrime, lacrime di dolore, il suo cuore si era spezzato. –Whaile! No, non può essere ti prego!- disse Emma tra le lacrime –Emma sono riuscito a fermare l’emorragia ma appena l’ho fatto il suo cuore si è fermato, forse era troppo tardi- disse Whaile guardandola negli occhi, si sentiva in colpa, non era riuscito a salvare Regina ne la piccola creatura che cresceva dentro di lei. –NO! REGINA TI PREGO! SV-SVEGLIATI!- disse Robin avvicinandosi al corpo inerme di Regina, fu seguito anche da Emma. –Amore mio, ti prego perdonami! È stata tutta colpa mia, se non fossi andato via tutto questo non sarebbe successo. Se non fossi andato via noi due saremmo davanti a quel caminetto nel tuo ufficio, accoccolati in una coperta.- disse Robin tra le lacrime, sfiorando quel viso ancora caldo. –No! Non può finire così! Spostati devo provare una cosa!- disse la Savior portando le mani poco più alte dal petto di Regina, mettendole a forma di cucchiaio, dalla quale uscì una scintilla bianca –Avanti! Deve funzionare, e se così non fosse che il cielo mi fulmini adesso!- urlò la Savior sbattendo le mani sul petto della donna, che fu attraversata da luce bianca. Emma ci provò varie volte ma Regina continuava a non dare segni di vita –TI PREGO REGINA! HENRY HA BISOGNO DI TE! Svegliati ti prego- disse la Savior sbattendo per l’ultima volta le mani sul petto di Regina. Robin guardava Emma, il suo cuore era spezzato aveva appena perso la donna che amava, aveva perso la speranza di riaverla accanto, aveva perso sua figlia. Whaile si avvicinò ai due che guardavano in lacrime il corpo di Regina –Ragazzi usciamo, dobbiamo dirlo agli altri, non possiamo farli attendere ancora- disse Whaile avviandosi  verso la porta della sala operatoria. –Addio amore mio, ti amerò per sempre- disse Robin dandole un ultimo bacio per poi allontanarsi tra le lacrime. –Regina, non ho mantenuto la promessa, Henry ha ragione, è stata tutta colpa mia, mi dispiace avrei dovuto proteggerti, avrei dovuto stare più attenta. Sappi che io ho sempre creduto in te, anche quando eri cattiva, ti ho sempre voluta bene, addio amica mia- disse la Savior tra le lacrime per poi avvicinarsi a Robin. Fu in quel preciso istante, che qualcosa dentro il corpo di Regina riprese a battere, la macchina suonò, Whaile, Emma e Robin si voltarono in un secondò appena sentirono quel suono. Regina era viva, il suo cuore aveva ricominciato a battere. Whaile si avvicinò subito alla donna e per prima cosa controllò la piccola. –Come diamine può essere! Emma, la bambina è viva! Dovrebbe essere morta appena il cuore di Regina si fosse fermato!- Whaile non riusciva a crederci, quella piccola si era salvata. –Whaile, forse Emma con la magia di luce è riuscita a proteggere la piccola, o forse la piccola era ancora viva, Regina mi ha detto che quella bambina è speciale, non importa come si sia salvata, adesso importa che entrambe stiano bene!- disse Robin avvicinandosi a Regina e Whaile. Emma non riusciva a crederci, era riuscita a salvare la sua amica, si avvicinò a Whaile. –Whaile dimmi che Regina sta bene! Ti prego!- disse Emma sfiorando una mano della donna –Si sta bene, i valori sono nella norma dobbiamo solo aspettare che smaltisca la anestesia- disse Whaile dandole una pacca sulla spalla –Emma l’hai salvata!- disse Robin, ringraziandola con un sorriso. –È a questo che servono gli amici!- rispose sorridendo –Dobbiamo portarla nella sua stanza e attendere che tutto vada per il meglio- disse Whaile –Adesso andate ad avvertire gli altri che è andato tutto bene, spetta a voi dire la verità, se volete farlo- disse Whaile che aiutato dalle infermiere portò Regina nella sua stanza. –Robin diciamo loro la verità, anche se è doloroso- disse Emma uscendo insieme all’arciere dalla sala operatoria.  –Allora? Che è successo?- chiede Snow appena vede Emma e Robin uscire dalla sala operatoria –Che sono quelle facce!?- disse Henry preoccupato –Ragazzino, io e Robin dobbiamo dirvi una cosa, anche se è dolorosa da sopportare ma dovete saperlo- disse la Savior guardando Henry, per poi spostare il suo sguardo verso gli altri –Robin lo dici tu?- chiese al fuorilegge. –Emma- disse Henry –È morta vero? Dimmi la verità!- disse Henry guardandola con le lacrime agli occhi. Emma guardò il ragazzino negli occhi, vide tutto il suo dolore, tutte le sue emozioni che lo controllavano, la paura di perdere Regina, si leggeva perfettamente in quegli occhi scuri bagnati dalle lacrime. –Allora, Regina ha avuto un’ emorragia interna, Whaile ha fatto di tutto per salvarla, o meglio ci è riuscito ma il cuore di Regina ha ceduto- Emma non riuscì a finire di parlare, il pianto di Henry, Snow che veniva abbracciata da Charming, uncino che abbassava lo sguardo. –Henry, mamma, papà, Killian fatemi finire! Whaile ha provato in tutti i modi di far battere il suo cuore, ma ogni tentativo è stato vano. Decisi di provare con la mia magia, e dopo vari tentativi Regina continuava a non dare segni di vita e da li Whaile ha dichiarato il decesso. Robin gli ha dato un ultimo bacio, io le ho sfiorato la mano e le ho detto addio, ma quando arrivammo davanti alla porta, la macchina iniziò a suonare, Regina è viva e la piccola…beh la piccola è sana come un pesce- concluse Emma guardando Henry che si avvicinò a lei ancora piangendo –Grazie per averla salvata, ma non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto- detto questo Henry sparì dietro la porta che portava fuori, fu seguito da Snow, Killian e Charming. Robin che fino ad allora non aveva aperto bocca, stava guardando il vuoto immerso nei suoi pensieri. –Robin, tutto bene?- chiese la Savior avvicinandosi all’uomo. –Eh? Si tutto bene, ero solo immerso nei miei pensieri- rispose l’uomo guardandola –So cosa stai pensando, che è tutta colpa tua, ma non è così. La colpa è mia, Henry ha ragione- disse la bionda mettendogli una mano sulla spalla –Dai va da lei, scommetto che al suo risveglio voglia vedere te- gli fece un sorriso per poi avviarsi verso il distributore che si trovava poco più avanti.  Robin attendeva Whaile, che uscisse dalla stanza di Regina, infatti pochi minuti dopo egli uscì avvicinandosi a lui. –Allora? Come sta?- chiese Robin preoccupato –Sta bene, i valori vitali sono ottimi, dobbiamo solo aspettare che si risvegli, controlleremo la piccola ogni 2-3 ore dobbiamo tenerla sotto controllo per sapere se sta bene o se peggiora, se vuoi puoi andare da lei-disse Whaile facendogli segno con la mano verso la stanza –Ok, vado da lei- detto questo Robin entrò nella stanza di Regina. Il fuorilegge dalla giacca verde si accomodò sulla sedia vicino al letto di Regina, iniziando a fissare il vuoto. Fece un respiro profondo e poi parlò a quella che una volta era la Regina Cattiva, ma che adesso era la Regina del suo cuore. –Regina, è colpa mia, se io non avessi lasciato Storybrooke, tutto questo non sarebbe successo, forse saremmo in quel divano, davanti al caminetto a sorseggiare vino appoggiati l’uno sull’altra. Ti amo, sei l’amore della mia vita, l’unica che riesce a far battere il mio cuore dopo tanto tempo, non voglio perderti- si alzò dalla sedia avvicinandosi a lei, sfiorando i suoi fantastici capelli mori per poi darle un bacio sulla fronte. Robin stava per uscire da quella stanza quando sentì una voce dietro di se –N-on mi perderai mai, dimentichi con chi stai parlando? Sono un osso duro- disse ansimando la donna. Robin si voltò di scatto verso di lei, lacrime calde solcarono il suo volto, quella era la donna che amava e che presto avrebbe sposato. Si diresse verso di lei, e non appena arrivò al suo letto sorprese Regina con un bacio. Regina si ritrovò immersa in quella fantastica sensazione che riscaldava il suo petto, o per meglio dire riscaldava il suo cuore. Finalmente dopo 1 lunghissimo mese che sembrava non finire mai, Regina e Robin erano insieme, c’era solo un problema, Gold era tornato in città con Alexander, e aveva il cuore di Robin.


Apparve in quella stanza d’ospedale mentre Regina dormiva. Si avvicinò a lei scuotendola leggermente –Eh? Che cosa succede?- disse la donna aprendo gli occhi, trovandosi davanti il Signore Oscuro –Sta calma mia cara, non sono venuto per farti del male- disse Gold sedendosi accanto a lei –Che diamine vuoi!? Dammi il cuore di Robin adesso!- urlò Regina agitandosi più del dovuto –Sta calma mia cara, non fa bene ne a te ne alla piccola Jane- disse l’uomo vestito di nero –Come fai a sapere…Aspetta, tu, tu sapevi del mio sogno!?- chiese impaurita –Sono stato io a mandarti quel sogno, tutto quello che è successo oggi è opera mia, anche la tua morte mia cara, speravo che non sopravvivessi, ma poi ho capito che mi servite vive- si fermò indicando il suo ventre. La donna si portò le mani sulla pancia con fare protettivo verso la bambina –A cosa ti serviamo brutto verme schifoso!?- lo guardava con disprezzo –Tu mi servi per darla alla luce, lei mi serve per assorbire tutti i suoi poteri magici e diventare il Signore Oscuro più potente di tutti!- disse con un sorrisetto, che al parere di Regina era al quanto fastidioso. Gold mise una mano sul suo ventre guardandola negli occhi –Ti darò il cuore del tuo fuorilegge, lo faccio solo per farti godere questi ultimi mesi di felicità con le persone che ami, perché al tuo nono mese verrò a prenderti e la bambina sarà mia, ti lascerò forse darle un bacio prima di strapparti il cuore e ridurlo in cenere- detto questo l’uomo sparì proprio come apparve, lasciando la donna nuovamente sola in quella stanza dai muri bianchi. Regina si accorse che Gold aveva lasciato il cuore di Robin dentro un sacchetto di cuoio proprio vicino alla sua mano. Robin entrò con una busta firmata Granny –Regina, ecco la colazione, una bella ciambella al cioccolato per la mia Regina- disse sorridendo. La donna decise di non dire nulla di quella visita fino a quando non sarebbe arrivata Emma e ne avrebbero discusso tutti insieme. –Mmm, grazie amore mio- disse con un sorriso. Robin guardò l’orologio che segnava le 8:30 –Come mai già sveglia così presto? Devi riposare- disse posando il sacchetto sul tavolo vicino al letto. –Beh non riuscivo a dormire- rispose mentendo –Regina non mentirmi, stavi dormendo beatamente quando sono andato via- disse guardandola sicuro di se –Ho sentito un rumore e mi sono spaventata, tutto qui stai tranquillo. E adesso dammi quella ciambella altrimenti mangio anche te- disse ridendo –Mm ok vostra Maestà- disse con un sorriso per poi porgerle il sacchetto con la ciambella. Robin le rubò un bacio pieno d’amore e sentimento, Regina avrebbe voluto che non finisse mai, voleva che il tempo si bloccasse per continuare a baciare quel fantastico uomo che la faceva sentire una donna completa e felice. In quel preciso istante Regina spinse il cuore dentro il petto di Robin, lasciandolo un po’ intontito. –Regina che cosa hai fatto? Dove lo hai preso quello?- chiese Robin sfiorandole il viso. Regina lo guardò negli occhi, non poteva aspettare Emma per dirgli cosa era successo, ecco perché gli aveva ridato il cuore. Lo guardò per un istante e poi prese la sua mano –Gold, è venuto a farmi visita- 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ehm, beh non l’ho fatto nel primo capitolo,
lo faccio adesso, beh questa Fan Fiction è dedicata
a tutti coloro che amano Regina e Robin.
Vorrei ringraziare il pesciolino del nostro gruppo Once,
Aurora è stata lei ad aiutarmi, beh anche Mireya mi ha
aiutata con le sue battute che mi hanno fatto morire dalle risate.
Grazie Mireya.
Regina era tornata a casa da tre mesi, Gold non si era fatto vedere da quando le aveva ridato il cuore di Robin. Regina aveva un bel pancione, la donna era appena entrata nel quinto mese di gravidanza.
-Buongiorno mia Regina- sussurrò il fuorilegge sdraiato accanto alla donna dai capelli scuri. Le accarezzo quel viso roseo fino ad arrivare alle sue labbra per poi prenderle il mento delicatamente e darle un bacio.
-Mm Buongiorno ladro- bisbigliò la donna aprendo appena un occhio, guardando quell'uomo davanti a se.
-Come stai mia Regina- chiese l'uomo baciandola nuovamente con dolcezza, accarezzandole il ventre sentendo appena un calcetto.
-Non ho dormito molto questa notte, tua figlia mi fa impazzire la notte- sospirò la donna mettendo una mano su quella del suo uomo.
-Che ne dici di andare da Whaile e scoprire se è una principessa ho un principino?- propose il fuorilegge baciandole il collo.
-Mm ottima idea- rispose la donna spostandogli il capo per poi baciarlo con passione. -Ti amo mio fuorilegge- sussurrò sulle sue labbra.
Robin le sfiorò i capelli continuando a baciare la sua donna.
-Ti amo mia Regina, vestiti ho una sorpresa per te- sorrise l'uomo alzandosi dal letto per poi infilarsi i pantaloni.
-Mm ti dispiacerebbe aiutarmi ad alzarmi? Ogni giorno diventa sempre più difficile con questa pancia- chiese Regina togliendosi di dosso il lenzuolo argentato.
Robin sorrise alla Regina e le si avvicinò sorridendo, per poi metterla seduta sul letto.
-Dolcezza se vuoi ti porto fino in bagno- scherzò l'uomo.
Regina lo guardò sorridendo.
-Mm mi piace quando fai il gentiluomo- disse guardandolo negli occhi sorridendo. Amava quegli occhi, ogni volta che li guardava si perdeva nel suo sguardo.
Il fuorilegge si avvicinò alla sua donna prendendola in braccio.
-Milady siete diventata pesante- scherzò l'uomo baciandole il collo con foga.
-Grazie! Non sei mica tu quello che tiene dentro un bambino!- rispose la donna mettendo il broncio per quello che le aveva detto l’uomo.
Il fuorilegge la adagiò sul letto facendo attenzione a non farle male. Si mise sulla donna dai capelli scuri, fece attenzione a non schiacciare la pancia, iniziò a toglierle delicatamente quel pigiama color argento, lasciando la donna con quel reggiseno nero ricamato in pizzo, l'azione fu accompagnata da dei baci sul collo.
-Robin...- l'uomo la zitti dandole un bacio pieno di passione e foga. Il suo respiro iniziò ad accelerare , il fuorilegge morse delicatamente il collo della donna, appoggiando una mano sulla sua coscia accarezzandola fino ad arrivare ai glutei.
Regina si lasciò spogliare mettendogli le mani sul collo, iniziando a farle scorrere dentro la camicia, sfiorando la sua pelle per poi strappare quella stoffa bianca che nascondeva quei fantastici pettorali.
 –Come è aggressiva la Regina!- sussurrò scherzando il fuorilegge, sfiorando con due dita il suo mento, spingendole lungo il collo per poi arrivare in mezzo ai suoi seni. La donna rabbrividì a quel contatto, gli appoggiò una mano sulla nuca per poi premere le sue labbra contro quelle del suo uomo.
Robin le tolse delicatamente il sotto del pigiama lasciandola con i suoi slip ricamati nello stesso modo del reggiseno. I suoi baci erano sempre più frequenti, il suo respiro sempre più veloce. Era davvero pazzesco il modo in cui desiderava quella donna, il modo in cui l'amava gli faceva saltare il cuore fuori dal petto. Le sue mani sfioravano la pelle di Regina. Robin mise una mano sulla sua gamba portandola dietro la sua schiena continuando a baciarle il collo, per poi farle un piccolo succhiotto lasciandole un segno rossastro.
-Questo è per dire a tutti che sei mia- scherzò l'uomo baciandole il collo per poi con un unico e rapido movimento le slacciò quel fantastico reggiseno ricamato, lasciando uscire i suoi seni duri e sodi. La guardò un istante negli occhi per poi abbassare il suo viso verso il capezzolo destro della donna. Robin iniziò a sfiorare con la lingua il capezzolo di Regina, che poco dopo gemette appoggiando una mano sulla sua testa, giocando con quei capelli mori quasi simili ai propri. L'uomo continuò pizzicando il capezzolo con i denti, facendo gemere nuovamente la donna. Regina con un solo movimento gli tolse i pantaloni, lasciandolo con i box scuri come la notte.
Robin mise una mano sul suo seno destro iniziando a fare dei piccoli movimenti circolari, mentre con l'altra mano scese lungo la sua gamba, iniziando ad accarezzare quella fantastica pelle, mentre faceva ciò il fuorilegge baciava il suo fantastico collo per poi spostarsi sulle sue splendide labbra rosate -Ti amo Regina- sussurrò l'uomo per poi scendere verso la sua parte intima. Robin mise le mani su quei slip ben ricamati, iniziando a farli scivolare lungo le sue gambe per poi toglierli definitivamente lasciando la donna nella sua nudità, una nudità che a suo parere era perfetta anche con quel piccolo pancino di quasi cinque mesi. Robin le allargò delicatamente le cosce iniziando a baciare la sua parte intima, per poi leccarle con la punta della lingua il clitoride. In quell'istante, per darle più piacere inserii due dita, iniziando a muoverle lentamente.
Regina era li, immersa in quella sensazione, una sensazione di piacere. Era pazzesco come desiderava quell'uomo, come lo amava. Sentiva quella lingua muoversi nella sua intimità, tutto intorno a se era sparito. Erano solo loro. Il loro amore. Robin continuava a muovere le dita, ma con più velocità. Il respiro di Regina era sempre più affannato, come se le mancasse l'aria. I suoi muscoli stavano per tendersi come corde di un violino. La sua mente stava impazzendo, per via di tutte quelle emozioni che stava provando. Il suo cuore stava saltando fuori dal petto. Tutti i rumori al di fuori di quella casa sparirono del tutto. Erano rimasti soltanto loro insieme al loro amore. Non riusciva a pensare, a capire o a fare qualcosa. Ma una cosa la sapeva. Voleva di più. Non era abbastanza. Il desiderio e la voglia di sentirlo dentro di se, di essere una sola cosa con lui, saliva sempre di più. Sentiva quelle dita e quella lingua muoversi sempre più velocemente, Regina sapeva che a breve sarebbe esplosa riempiendo quella stanza di gemiti e urla di piacere.
 -Robin....- sussurrò socchiudendo appena le cosce, non riusciva neanche a parlare. Ad un tratto esplose. Riempì di gemiti quella stanza dalle pareti scure. Un gemito. Un'altro. Un'altro. Un'altro ancora.
Robin smise non appena vide l'intimità di Regina completamente bagnata. Era pronta. La voglia che aveva di sentire i loro corpi l'uno contro l'altra era pazzesca. Amava quella donna. Il fuorilegge si tolse quei box scuri come la notte e si avvicinò a quella donna che aveva completamente invaso la sua mente. Voleva sentirla con sè. Voleva sentire la loro pelle toccarsi e unirsi in una persona sola.
Regina restò in mobile a guardare quell'uomo che rischiava di farla impazzire. Quel corpo, nudo, che continuava a farla sognare tutte le volte che lo vedeva. Fremeva dalla voglia di sentirlo dentro di lei. Di sentire che potevano essere una persona sola ed essere così vicini da confondersi uno nel corpo dell'altra. Nel momento in cui si sentì riempirsi dal suo amato ebbe un sussulto. Pensò che non si sarebbe mai abituata a quella sensazione. Non con lui. Non con il suo vero amore.  Lo sentì muoversi dentro di lei mentre le loro labbra stavano una sull'altra e le loro lingue si intrecciavano in una sorta di danza. Ad ogni movimento di Robin il suo respiro si affannava diventando sempre meno regolare. Il suo cuore batteva così forte che sarebbe potuto esploderle da un momento all'altro. I movimenti di lui si fecero sempre più veloci e lei continuava ad ansimargli sulle labbra in cerca di quell'aria che sentiva mancarle sempre di più. Il fuorilegge le mise un dito sul clitoride iniziando a stimolarglielo. Non riusciva più a tenersi. Sentiva che sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro. Robin le morse il labbro inferiore tirandoglielo un po', ma senza farle male. Regina si sentì percorrere come da delle scosse così potenti da farla fremere. Il suo corpo si mosse quasi impercettibilmente mentre smise per un secondo di respirare e il suo cuore perse un battito. Gemette così forte da sembrare quasi un urlo.
- Ti amo...- disse lui tra un sospiro e l'altro poco prima di venire e accasciarsi accanto al corpo di lei.
-Ti amo anche io Robin…- sussurrò ansimando vicino al suo amato. Regina si avvicinò al suo fuorilegge appoggiando la testa sul suo petto –Sai pomeriggio abbiamo la visita per vedere di che sesso è il bambino- disse con un piccolo sorriso. Il fuorilegge iniziò ad accarezzare la testa della sua Regina.
 -Mm me lo ero dimenticato- sussurrò dandole un bacio sulla testa.
 –Amore metti la mano qui- disse Regina prendendogli la mano e appoggiandola sul suo pancino di quasi cinque mesi. Il fuorilegge sentì appena un calcetto della piccola.
 –Mm quanto è forte questa principessina- accennò con un sorriso. La piccola diede un altro calcetto che fece sussultare Regina.
 –Mm e se fosse un maschietto?- chiese guardandolo negli occhi castani.
–Beh se fosse un maschietto, ma non credo proprio, sarebbe bello come la mamma- disse sorridendo e accarezzandole il viso.
–Ma cosa dici, guardami sono orribile- accennò sospirando.
–Ma che dici Regina, tu sei perfetta- le prese il viso tra le mani per guardarla in quei fantastici occhi color nocciola.
 –Ti amo così come sei, non mi importa nulla se hai qualche occhiaia perché non hai dormito- Regina fece un piccolo sorriso, sussultando appena, non appena sentì un altro calcetto della piccola.
–Prima di andare da Whaile vorrei fare una doccia- propose la donna per poi spostarsi dal suo uomo.
 –Vostra maestà volete una mano ad alzarvi?- chiese scherzoso il fuorilegge alzandosi dal letto per poi avvicinarsi alla sua amata aiutandola ad alzarsi da quell’enorme letto dove fino a pochi minuti prima erano stati una cosa sola. Non appena Regina si alzò dal letto aiutata dal suo uomo, si diresse verso il bagno. Aprì l’acqua calda e entrò nella doccia, seguita da Robin.
 –La mia Regina vuole strofinate le spalle?- chiese scherzando, per poi prendere la spugna che profumava di lavanda iniziando a strofinare le spalle della sua donna, scostando i suoi capelli castani. –Mm si grazie… Robin, non avrei mai pensato di dirlo ma ho paura.- sussurrò appena la donna.
 –E normale che tu abbia paura del parto, ma io sarò li con te amore mio- disse l’uomo continuando a strofinale delicatamente le spalle della donna.
–No, non di quello Robin.- disse alzando lo sguardo, iniziando a guardare il muro.
 –Regina che succede?- chiese l'uomo preoccupato, stringendo la donna in un abbraccio, chiudendo le braccia sul pancino.
-Allora vuoi dirmi che succede?- ripetè l'uomo sentendo l'acqua scorrere la sua schiena.
-Ho paura! E se quella visione del futuro si avverasse? E se io dovessi morire, come farai tu a crescere la piccola? Robin ho paura!- disse la mora, alcune lacrime solcarono il suo volto.
-Non accadrà te lo prometto! Io non lo permetterò- disse baciandole il collo.
-È incredibile come tu riesca a rassicurarmi sempre- sussurrò la bruna alzando leggermente il collo lasciandosi baciare da quelle labbra.
-Sai che ti amo? Sei la mia vita- bisbigliò sul suo collo continuando a baciare la sua fantastica pelle.
–Ti amo anche io ladro!- disse con scherzando la mora, che si voltò verso il suo uomo baciandolo con passione e foga.
–La Regina non ne ha avuto abbastanza prima?- sussurrò sulle sue labbra.
–E’ la Regina che dice quando ne ha abbastanza- disse la bruna circondando il suo collo con le braccia. Più lo baciava, più saliva la sua voglia di essere nuovamente una cosa sola con il suo uomo.
–Robin fa di me la tua Regina- sussurrò la mora continuando a baciare il suo amato ma con la lingua. I loro baci erano sempre più frequenti, il respiro di lei sempre più irregolare, lo stesso quello di lui. Robin girò Regina vero quel vetro della doccia che a causa dell’acqua calda si era appannato. Regina si sentì riempire dal suo amato, ogni movimento era sempre più veloce, il respiro di Robin era sempre più affannato. L’uomo iniziò a baciarle il collo mentre i suoi movimenti continuavano ad essere frequenti. Le loro mani si incontrarono su quel vetro completamente appannato lasciando le loro impronte. A ogni movimento di Robin, il suo respiro diventava sempre più irregolare, quell’uomo la stava facendo impazzire. Il suo cuore stava per esplodere una seconda volta, lei stava per esplodere una seconda volta. Ad un tratto sentì gemere il suo uomo, che ancora le stava baciando il collo, Regina non riuscì più a trattenersi e gemette come non aveva mai fatto prima. Quello non sembrava affatto un gemito, anzi sembrava un urlo di piacere. Robin strinse la sua mano ancora più forte, continuando a muoversi in lei sempre più velocemente. Un gemito. Un altro. Un altro ancora. I loro respiri erano una cosa sola, il loro gemiti erano in sintonia. Robin la strinse a se più forte che mai facendo attenzione a non farle del male.
–Ti amo, vostra maestà…- sussurrò appena con le labbra appoggiate sul suo collo. Regina sentiva il suo respiro sul collo, un respiro delicato e affannato.
–Ti amo ladro del mio cuore…-  sussurrò voltandosi verso di lui per poi dargli un bacio, ma stavolta era un bacio pieno d’amore e passione, per nulla pretenzioso.
–Vostra maestà che ne dite di andare da Whaile?- propose il ladro.
–Dio me ne ero completamente dimenticata- disse uscendo dalla doccia per poi correre in camera a vestirsi.
–Regina, fa piano potresti scivolare!- disse Robin seguendola in camera. Appena arrivò in camera la vide già vestita.
–Ma come diamine fai ad essere così veloce a vestirti?- chiese sbalordito. Regina schioccò le mani e anche Robin si ritrovò vestito.
–Bene quando mi annoia vestirmi so già come fare- disse ridendo.
–Allora andiamo?- chiese la donna uscendo di fretta dalla stanza.
–Milady! Quanta fretta!- disse seguendola al piano di sotto.
–Uhm un secondo amore devo fare una cosa aspettami in macchina, anche se guidi tu io non ho ancora la patente- disse scherzando.
–Ok ti aspetto in macchina- si avvicinò a lui e gli stampò un bacio per poi uscire di casa. Robin prese il telefono e chiamò Henry, avevano in mente qualcosa di veramente speciale per Regina.
–Pronto, Henry?...ok allora è tutto pronto?- chiese il fuorilegge al ragazzino.
–Si tutto pronto, siamo tutti pronti, a che ora venite?- rispose il ragazzino.
–Beh credo che verremo dopo aver finito dal dottor Whaile, ma prima la farò cambiare ok?- disse Robin iniziando a fare avanti e indietro per il salone.
–Ok va bene allora a più tardi!- disse Henry.
–Ok ciao Henry a più tardi- disse Robin lasciando il telefono sul tavolo per poi raggiungere Regina.
–Che cosa hai fatto in questi 10 minuti che mi hai fatta aspettare?- chiese la donna mettendo in moto la macchina.
–Nulla, Emma mi aveva mandato un messaggio voleva solo sapere se andava tutto bene e io le ho chiamato prima di uscire- rispose Robin mentendo.
–Ok, Swan che rompe le scatole mi mancava- disse ridendo.
–Su dai Regina è solo preoccupata per te e per la nostra piccola- disse Robin guardando il paesaggio in torno a se mentre andavano da Whaile.
 –Lo so, chi lo avrebbe mai detto io e lei amiche, è l’unica che ha creduto in me dopo tantissimo tempo- disse cercando un parcheggio.
–Ah e io non esisto?- scherzò il fuorilegge.
–Tu sei il primo della lista- rise per poi scendere dalla macchina che lasciò non poco lontana dall’entrata.
–Bene, allora pronta a scoprire se è una principessina o un principe?- chiese Robin cingendo il suo fianco con un braccio.
-Beh sono emozionata, e sono prontissima- rispose la bruna con un sorriso pieno d’emozione. Robin bussò alla porta del dottor Whaile.
-Avanti- disse una voce all'interno della stanza. I due entrarono nello studio del dottore.
-Regina mia cara, come procede la gravidanza?- chiese l'uomo dal camice bianco un pò stropicciato.
-Beh bene ma la notte non dormo molto, scalcia parecchio e non trovo mai una posizione comoda la notte per dormire- sospirò la donna.
-È normale Regina- disse Robin accarezzandole il viso.
-Mm ha ragione Robin è normale, più passa il tempo più la pancia diventa ingombrante e la notte da fastidio. Mm allora vogliamo scoprire di che sesso è questo piccolino?- chiese Whaile preparando l'ecografo.
-Oh si sono pronta!- disse Regina entusiasta e emozionata.
-Mettiti qui sul lettino mia cara, e sdraiati- disse indicando il lettino al suo fianco.
-Regina vuoi una mano?- chiese Robin avvicinandosi al lei.
-No tranquillo, dovrai aiutarmi a mettermi in piedi dopo- sorrise sdraiandosi sul lettino.
-Bene scopri pure la pancia Regina- disse Whaile preparando il gel. Regina annuì e si scopri quel pancino di quasi cinque mesi.
-Ti avverto sen...- non finì la frase che Regina lo precedette.
-Sentirò freddo, lo so non fai altro che ripetermi la stessa frase tutte le volte che facciamo la visita- disse ridendo la Regina.
-Bene iniziamo?- chiese il dottore mettendo il gel sulla pancia di Regina. La donna strinse la mano di Robin che era emozionato quanto lei. Regina sussultò appena sentì la sonda venire a contatto con la sua pancia.
-Tesoro tutto bene?- chiese Robin guardandola e accarezzandole i capelli.
-Si tutto bene- rispose sorridendo. Whaile iniziò a muovere la sonda calcandola sempre di più.
-Whaile vacci piano- disse Regina.
-Scusami Regina, non riuscivo a vedere dove si nascondesse questa meraviglia- rispose l'uomo.
-Guardate il monitor...ecco questi sono i piedini...questa è la testolina adesso vediamo se è femminuccia o maschietto- disse continuando a muovere la sonda ma con molta delicatezza.
-Ecco! È una femminuccia- affermò Whaile stampando l'ecografia.
-Amore è una principessa!- disse Regina stringendo la sua mano.
-Una principessa, sarà bellissima come sua madre- disse Robin dandole un bacio.
-E forte come suo padre, saprà usare l'arco e tu glielo insegnerai, se non avrà la magia dovrà pur difendersi in qualche modo- disse la donna guardando nuovamente il monitor.
-Sarà una piccola fuorilegge- continuò la donna.
-Le mie due donne! Tu la mia Regina e lei la mia principessa, siete la mia vita!- disse il fuorilegge baciandola nuovamente.
-Bene Regina adesso puoi ricoprirti, tieni questo asciugati e abbassa pure la maglietta- disse Whaile sorridendo a quella scena. Regina si asciugò la pancia con la carta che le diede Whaile, per poi abbassarsi la maglietta.
-Fuorilegge dovresti aiutarmi ad alzarmi- disse la donna sorridendo.
-Ma certo milady- rispose Robin aiutandola ad alzarsi.
-Come ti senti? Fa piano mi raccomando- disse Whaile sorridendo alla donna.
-Bene, mi gira un pò la testa, forse perchè mi sono alzata troppo in fretta- sorrise la donna cercando di rassicurare Whaile e Robin.
-Mm vieni qui misuriamo la pressione- disse aiutando Regina a mettersi comoda.
-Amore sei sicura che va tutto bene?- chiese il fuorilegge accarezzandole la testa dolcemente.
-Sì va tutto bene, è solo un giramento di testa passeggero- concluse la donna con un sorriso.
-Regina hai la pressione bassa, a mio parere un calo di zuccheri improvviso. Devi solo prendere queste e non avrai più problemi- disse Whaile scrivendo la ricetta medica per poi porgerla a Robin.
-Bene andremo subito a prenderle- annunciò il fuorilegge.
-Robin possiamo prenderle anche domani, sta tranquillo- disse la donna voltandosi verso di lui.
-No non vorrei che dovessi svenirmi mentre camminiamo- borbottò.
-Ha ragione lui, devi iniziarle, uno svenimento improvviso potrebbe essere pericoloso per te ma soprattutto per la piccola. In caso di caduta c'è rischio che la placenta si stacchi, e da li ti lascio immaginare cosa succederebbe- spiegò Whaile.
-Avete ragione, scusate ho la testa altrove- si giustificò Regina.
-A cosa pensi? Se posso chiedere- chiese Whaile.
-Avanti Regina non tenerti nulla dentro non fa bene- disse Robin guardandola negli occhi.
-Io...io ho paura- Robin capì subito cosa intendesse con quella frase, le si avvicinò istintivamente e la strinse in un caldo abbraccio.
-Regina ne abbiamo già parlato, non ti succederà nulla- sussurrò l'uomo.
-Regina ti prometto che quando sarà il momento, in qualsiasi momento e luogo io ci sarò. Ti aiuterò a far nascere la bambina- concluse Whaile sorridendo, sperando di averla fatta calmare un pò.
-Grazie Whaile- disse la donna abbracciando Robin per poi alzarsi dalla poltroncina rossa come le sue mele.
-Uhm scusate, prima che me ne dimentichi ecco a voi, immagino vogliate guardare vostra figlia- disse Whaile porgendole la foto dell'ecografia e anche un DVD.
-Ti ringrazio Whaile- disse Robin stringendo la sua mano.
-Ma figurati è stato un piacere, e poi non vedo l'ora di vedere questa piccola. Ci vediamo il prossimo mese ragazzi, passate una buona giornata- concluse Whaile accompagnandoli alla porta.
-Grazie Whaile- disse Regina con un sorriso per poi uscire dalla porta accompagnata da Robin.
-Milady adesso andiamo a prendere queste vitamine e poi dovrai cambiarti stasera dobbiamo andare da Granny- disse Robin aprendole la portiera dell'auto.
-Ok... Oh grazie oggi sei un cavaliere- scherzò la donna salendo in auto.
-Milady lo sono sempre, ma solo per te- aggiunse Robin non appena salì il macchina. Regina mise in moto l'auto per andare a prendere le vitamine in Farmacia.
-Se vuoi guido io- disse Robin sorridendo.
-Chi tu? Da quando in qua guidi?-scherzò la donna.
-Da qualche giorno, David mi ha dato lezioni di guida è alquanto semplice guidare- aggiunse l'uomo osservando la donna.
-Potevi dirmelo prima. Beh sta tranquillo riesco ancora a guidare, nonostante questa pancia- disse indicando il piccolo pancino.
-Bene però dopo guido io, non voglio farti affaticare vostra maestà- scherzò di nuovo l'uomo accarezzando il viso della donna che presto sarebbe diventata sua moglie.
-Bene allora andiamo altrimenti faremo tardi e rischieremo di trovare la Farmacia chiusa- concluse Regina dirigendosi verso la Farmacia.
-Mm ti ho già detto quanto ti amo?- chiese il fuorilegge dandole un bacio sulla guancia.
-Credo di no- scherzò la donna sorridendo al bacio.
-Anche se il ladro sono io tu mi hai rubato il cuore, ti amo più della mia vita- disse con uno sguardo pieno d'amore. Regina sorrise a quelle parole continuando a guidare.
-Ti ricordi cosa ti ho detto la prima volta? Non puoi rubare una cosa che ti è stata donata, io ti ho donato il mio cuore in quel momento- disse con una voce ridotta quasi ad un sussurro per l'emozione.
-Quando ho tenuto il tuo cuore in mano ho pensato davvero che tu fossi la mia seconda occasione, e che io fossi la tua- sorrise l'uomo.
-Robin, mi stai facendo emozionare molto. Ti amo fuorilegge- disse la donna parcheggiando l'auto vicino alla Farmacia. Robin scese dall'auto e le aprì la portiera dell'auto per la seconda volta.
-Allora entriamo?- chiese la donna chiudendo l'auto.
-Si ma prima devo fare una cosa- disse aspettando che Regina si girasse verso di lui.
-Cosa devi fa...- non finì la frase che si ritrovò le labbra contro le sue, immerse in un bacio pieno d'amore, completamente uguale al bacio che le diede in quella cripta polverosa. "Cosa ci vedi in me? Spero la stessa cosa che tu vedi in me, una seconda occasione" quelle parole gli rivennero in mente non appena Robin la baciò così intensamente.
-Tu sei la mia seconda occasione, la mia vita- sussurrò la donna continuando a baciarlo mettendo le braccia intorno al suo collo. Rimasero per un paio di minuti davanti l'auto continuando a scambiarsi quel bacio pieno d'amore, fino a quando Robin appoggiò la mano sul pancino di Regina e sentì un calcetto della piccola.
–Oh senti la principessa come scalcia!- esultò Robin abbassandosi al livello della pancia di Regina.
–Ei piccola! Qui è il tuo papà che parla!- Regina in quel momento diventò rossa dall’imbarazzo e sorrise teneramente a quella scena appoggiando una mano sulla tenta del fuorilegge.
–Non vedo l’ora che tu nasca, voglio tenerti tra le mie braccia e coccolarti. Il tuo papà ti vuole tanto bene e ci sarà sempre. Ti proteggerà da qualsiasi cosa, proteggerà te e tua madre da tutto e da tutti…- disse alzandosi guardando Regina negli occhi.
–…Vi amo più della mia vita, siete la cosa più importante che ho in questa vita che fino a poco tempo fa mi ha dato solo tristezza, finchè non è arrivata tua madre, che quel giorno mi ha detto "Non puoi rubare una cose che ti è stata donata" e li, in quell'istante ho capito. Ho capito che amavo quella donna dai capelli scuri, dalle labbra rosse e dagli occhi meravigliosi nel quale mi perdo ogni qual volta incrocio il suo sguardo...- Regina sorrise a quelle parole, ma non era un sorriso normale. Era un sorriso per dire "Grazie per aver scelto me. Grazie per avermi dato una seconda occasione. Grazie per amarmi sempre anche nelle situazioni più assurde".
-...Eccolo! Il sorriso a cui penso ogni giorno prima di chiudere gli occhi. Ecco la donna che amo che amerò per sempre fino alla fine dei miei giorni- concluse Robin continuando a guardarla negli occhi per poi stringerla in un abbraccio pieno d'amore.
-Ti prometto che non ti accadrà niente, se tu muori muoio anche io, senza di te io non so come andare avanti- disse Robin staccandosi dall'abbraccio per poi notare alcune lacrime di commozione sul viso di Regina.
-Regina io...- non concluse la frase che Regina lo precedette.
-Lo so. Ti amo anche io- sussurrò dolcemente per poi asciugarsi quelle lacrime. Robin le prese la mano e le sfiorò il viso.
-Allora entriamo?- chiese tenendole la mano.
-Si certo- rispose sorridendo. Entrambi entrarono in Farmacia mano nella mano come due ragazzini innamorati, forse loro lo erano si amavano a tal punto di morire l'uno per l'altra.
 
Nel frattempo nel locale sul mare “Under the Sea”...
-Deve essere tutto perfetto!- disse Henry sistemando insieme a Killian un tavolo in mezzo alla sala.
-Ragazzi avete bisogno di una mano?- chiese Trilli sorridendo al ragazzino.
-Trilli!- esultò il ragazzo andando ad abbracciare la fata.
-Trilli vorrei che fosse tutto perfetto, mia madre deve passare una bellissima serata, la migliore che abbia mai passato!- disse Henry ammirando il disastro intorno a se.
-Henry ci penso io! Non preoccuparti!- disse Trilli agitando la bacchetta e trasformando quel locale, in un ristorantino romantico tutto per Regina e Robin. I tavoli erano spariti, ne era rimasto solo uno non al centro della sala, ma situato un pò verso il muro, in modo da lasciare la sala vuota per un ballo. Il tavolo con la tovaglia rossa, le posate in argento e i piatti ben decorati erano accompagnati dalle candele bianche situate proprio al centro.
-Allora Henry che te ne pare?- chiese la fata abbassando la bacchetta e con essa si abbassarono le luci, lasciando entrare quell'atmosfera romantica che sicuramente a Regina sarebbe piaciuta.
-Ma Trilli è perfetto!- esultò Henry abbracciando nuovamente la fata.
-Scommetto che piacerà moltissimo alla mamma!- disse Henry guardando di nuovo lo splendido lavoro che aveva appena fatto Trilli.
-Regina sarà sorpresa!! Questa cena sarà perfetta- disse la fata aiutando Henry e tutti gli altri a sistemare i fiori per tutta la sala.
-Credo che con questo abbiamo finito- disse Henry soddisfatto del lavoro svolto con la fata.
-Bene a che ora arrivano?- chiese Trilli.
-Uhm, non saprei. Manderò subito un messaggio a Robin- rispose Henry prendendo il cellulare dalla tasca.
-No, non c'è bisogno, possiamo vedere da questa!- disse tirando fuori una palla di vetro simile a quella di Tremotino.
-Allora controlliamo che stanno facendo?- chiese la fata.
-Si! Dai procedi- rispose subito Henry avvicinandosi ancora di più a Trilli, iniziando a sbirciare nella sfera. La fata appoggiò le mani sulla sfera di vetro che iniziò a brillare di luce per poi dissolversi dopo qualche secondo.
–Guardali! Che sono dolci- disse Trilli guardando la sfera.
–Aww che dolci!- aggiunse Henry guardando sua madre che in quel momento era mano nella mano con Robin dentro quell’enorme Farmacia.
–Verranno più tardi, adesso mando un messaggio a Robin- disse Henry prendendo il cellulare dalla tasca e iniziando a digitare il messaggio per il fuorilegge. “Qui è tutto pronto quando vuoi puoi portare la mamma. Henry”. Appena finì di digitare il messaggio lo inviò al destinatario e posò il cellulare in tasca.
-Ecco fatto!- disse Henry sorridendo a Trilli.
-Vorrei tanto essere una mosca per vedere la faccia di mia madre non appena entrerà qui stasera- aggiunse il ragazzino guardandosi intorno.
-Henry andiamo a prendere un gelato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, ci meritiamo un gelato al cioccolato- disse Trilli battendo una mano sulla spalla del ragazzo.
-Abbiamo? Trilli hai fatto tutto tu! Sei stata fantastica!- esultò Henry sorridendole.
-Grazie Henry ma ti meriti lo stesso un bel gelato su andiamo- concluse la fata uscendo dal locale seguita da Henry e Killian.
 
Mentre in Farmacia…
Regina guardava nel reparto dedicato ai bambini, dove trovò una tutina rosa con un orsacchiotto disegnato sopra.
-Robin guarda che carina!- disse la mora guardando il fuorilegge dirigersi verso di lei con il bacchettino delle medicine in mano.
-Ma che dici! È stupenda!- sorrise il fuorilegge, guardando la tutina.
-Se ti piace la prendiamo- propose l’uomo accarezzandole il viso, facendole un tenero sorriso.
-Davvero?- chiese la donna sorridendo.
-Certo, tutto quello che ti piace per la piccola possiamo prenderlo- disse il fuorilegge sorridendo.
-Prendila pure amore, mi piace un sacco e secondo me sarà la prima tutina che le metterai quando nascerà- disse l’uomo sorridendo prendendo la tutina confezionata. Ad un tratto Regina scoppiò a ridere, Robin si voltò verso di lei confuso.
-Regina che ti prende?- chiese confuso il ladro.
-Amore non credo che la bambina sarà così enorme quando nascerà- disse Regina indicando la taglia della tutina. Robin guardò la taglia e scoppiò a ridere anche lui.
-Che sono stupido, ho preso la taglia 6-12 mesi- ammise portandosi una mano sulla testa ridendo.
-Devi prende la 0-3 mesi- disse Regina che ancora stava ridendo.
-Bene mi sa che è meglio che ci pensi tu perché io di taglie non ci capisco una mazza- ammise nuovamente l’uomo posando la tutina sullo scaffale.
-Beh devi imparare perché sarà il papà ad andare a compare i vestitini mentre la mamma sarà a casa a riposare dopo il parto- disse avvicinandosi a lui per poi prendere la tutina della taglia giusta.
-Mi sa che manderò Emma a comprarle- rispose il fuorilegge mettendosi dietro di lei per poi metterle la braccia attorno al corpo abbracciandola.
-Mm e t credi che io ti permetterò di mandare Swan a compare i vestitini per nostra figlia?- scherzò la donna, dandogli un bacio sulla guancia.
-Bene possiamo andare?- chiese la donna girandosi verso di lui sorridendo.
-Ma certo milady, dammi pure la tutina vado io a pagarla- propose l’uomo.
-Ok ti aspetto qui allora- rispose sorridendo porgendogli la tutina rosa racchiusa dentro un pacchetto di plastica.
-Mentre che sono alla cassa puoi sempre dare un’occhiata e se ti piace qualcosa portalo pure- disse il fuorilegge per poi allontanarsi da lei e andare verso la cassa. Regina non faceva altro che guardare il suo uomo, e quanto fosse dolce con lei, spesso si chiedeva come un uomo come lui potesse amare una donna come lei. Una donna che un tempo aveva fatto solo del male. Regina era immersa nei suoi pensieri quando Robin si avvicinò a lei con i due pacchettini in mano.
-Regina tutto bene?- domandò l’uomo preoccupandosi.
-E? Si si, scusami ero immersa nei miei pensieri- rispose sorridendo, guardandolo negli occhi.
-Spero solo che non stavi pensando qualcosa di negativo- la prese per mano per poi uscire dalla Farmacia. Ad un tratto il telefono di Robin squillò. “Nuovo messaggio” lesse il fuorilegge appena prese il cellulare.
-Tesoro chi è?- domandò Regina salendo in macchina.
-Emma, vuole sapere se va tutto bene- mentì nuovamente, per poi salire anche lui in macchina.
-Swan sta rompendo leggermente le scatole!- brontolò la donna allacciandosi la cintura.
-Su dai Regina è solo preoccupata per te e per la piccola- le fece notare alla donna.
-Lo so ma sono quattro mesi che rompe le scatole- ripete la mora ridendo.
-Su dai milady! Siete come due sorelle e ti lamenti che si preoccupa per te- rise l’uomo mettendo in moto la macchina.
-Ma lo sai che sto scherzando ladruncolo mio. Voglio bene a Emma come una sorella e poi mi fa piacere quando si preoccupa per me e per la piccola- rispose sorridendo per poi mettere una mano sul pancione.
-Allora adesso che facciamo?- domandò la donna ammirando la città che in quel momento era stranamente deserta ma decise di non farci caso.
-Andiamo a casa che devi cambiarti, non ti offendere vostra maestà ma fai leggermente puzza di ospedale- disse ridendo continuando a guidare verso casa Mills.
-Che sei gentile! Non ti do tutti i torti faccio puzza di ospedale. Andiamo a casa voglio cambiarmi- ammise la donna sorridendo.
-Bene perché stasera ti voglio bellissima- disse l’uomo parcheggiando l’auto davanti la villa di Regina.
-Robin sai guidare benissimo- ammise la donna scendendo dall’auto.
-Grazie mille milady, ma me lo dici solo ora che siamo arrivati a casa?- rise l’uomo andando verso la porta di casa.
-Beh eravamo impegnati a fare altri discorsi fuorilegge- disse entrando in casa. Robin mise le mani sui suoi fianchi e l’abbracciò con amore.
-Si può sapere che ti prende oggi Robin?- chiese ridendo la donna dai capelli mori.
-Non posso essere romantico con la mia Regina?- chiese spostandole una ciocca di capelli dal viso.
-Voglio solo essere quello che meriti- concluse l’uomo accarezzandole la guancia, incontrando la mano di Regina su di essa.
-Scusa lo sai che ti amo. Non devi cambiare per me, devi essere te stesso. Io ti amo così come sei- sorrise la donna continuando a tenere la mano sulla sua.
-Cosa ci vedi in me?- chiese l’uomo guardandola negli occhi, ricordando quando lei gli chiese la stessa cosa un po’ di tempo prima.
-Spero la stessa cosa che tu vedi in me. Una seconda occasione- Regina rispose nello stesso modo in cui le rispose Robin quando lei gli fece questa domanda. Robin la baciò intensamente, premendo le labbra sulle sue. Amava quella donna. Non gli importava se lei in passato era la Regina Cattiva.
-Sei l’unico che mi ama per come sono. L’unico che crede in me e a cui non importa il mio passato- sussurrò sulle sue labbra.
-Se si guarda il passato non si vive a pieno il futuro. A me non importa cosa hai fatto in passato, io so che tu sei cambiata e sei una donna favolosa. La mia donna- concluse continuando ad assaporare le sue fantastiche labbra rosse.
-Allora vai a cambiarti, dobbiamo andare in un posto- le disse sorridendo. Regina annuì e gli diede un ultimo bacio prima di avviarsi in camera per cambiarsi.
-Ah dimenticavo! Ti voglio bellissima stasera- sorrise ammirando la sua donna salire le scale.
-Ok fuorilegge. Tu non ti cambi?- chiese arrivando in cima alle scale.
-Certo- sorrise l’uomo dirigendosi in uno stanzino che Regina ignorava da chissà quanto tempo. Entrò in quello stanzino polveroso, dove nascose il suo smoking che aveva acquistato in occasione della serata. “Dove diamine l’ho messo?” si chiese fra se e se. Iniziò a cercare nelle tasche dello smoking, ad un tratto trovò una scatolina in nella tasca destra e la prese. Una scatolina alquanto raffinata. Rossa come a volte erano le labbra di Regina. Aprì quella scatolina rossa e controllò se era ancora all'interno. Un fantastico anello con un diamante sopra. Tutto era accompagnato dalle loro iniziali incise sull'anello.
-Robin sei pronto?- chiese la donna. L'uomo dai capelli ancora arruffati, nascose subito l'anello dentro lo smoking non appena sentì la voce di Regina.
-Non ancora amore- rispose afferrando lo smoking per poi sparire dietro la porta del secondo bagno che aveva l'enorme casa di Regina.
 
Robin osservava Regina scendere quelle scale. Era meravigliosa. Quel vestito le stava una favola. Un vestito Blu, che la rispecchiava completamente. Le arrivava oltre le ginocchia. Le stava a pennello e metteva in risalto quel pancino di cinque mesi che ormai era più che evidente. La scollatura era perfetta. Una scollatura a cuore accompagnata da delle fantastiche maniche che le arrivavano fino al gomito. La stoffa era molto particolare, ovunque spostasse lo sguardo non facevi altro che notare delle fantastiche perline che rendevano l’abito ancora più fantastico. Quella stoffa seguiva ogni suo movimento sicuro ed equilibrato, insomma un abito degno di quella donna. I suoi capelli erano fantastici. La ciocca destra era tenuta dietro da un fermaglio perlato, mentre il resto dei capelli erano sciolti. Una pettinatura semplice che le donava molto. Non appena Regina scese tutte le scale fece una piccola piroetta davanti al suo fuorilegge che la guardava sbalordito che nel mentre era rimasto letteralmente a bocca aperta d'avanti a quello splendore di donna che presto sarebbe diventata sua moglie. Robin non riuscì a non notare la fantastica scollatura sulla schiena. Era perfetta anche quella. Non era il vestito ad essere perfetto, ma era lei a rendere tutto così bello e singolare. A parere di Robin, quel vestito era solo un pezzo di stoffa che non era nulla in confronto alla bellezza di Regina.
-Robin?- lo richiamò Regina passandogli una mano davanti agli occhi.
-ROBIN!- ripete la donna, mettendo le mani sui fianchi con fare serio.
-Eh? Scusa ma sei wow!- rimase esterrefatto dalla visione di quella donna. Regina arrossì appena facendogli un lieve sorriso spostando lo sguardo su tutto il corpo di Robin, ammirando quel fantastico smoking che indossava.
-Robin mi fai arrossire. Ma quando lo hai comprato lo smoking? Ti sta una favola, sei molto carino vestito così- disse avvicinandosi a lui sfiorandole il viso.
-Dolcezza andiamo? Si è fatto tardi ho un appuntamento di lavoro e mi hanno detto di portare anche la mia donna- disse l’uomo prendendola delicatamente per mano.
-Perché non me lo hai detto che questa sera avevi un appuntamento di lavoro? Mi sarei organizzata e non avremmo fatto così tardi- domandò la donna cercando di trattenere una smorfia.
-Scusami se non ti ho detto nulla ma ho avuto un sacco da fare- mentì aprendo la porta.
-Allora andiamo, oppure devo spiegare alla mia Regina perché hanno organizzato questa cena?- domandò l’uomo ironicamente.
-No no altrimenti dalla noia rischi di farmi partorire prima del previsto- rise uscendo dalla villa seguita da Robin.
-Prego milady- disse Robin aprendole la portiera dell’auto.
-Allora dove andiamo?- chiese la donna sorridendo.
-Da Granny ma prima facciamo un giro- rispose il fuorilegge mettendo in moto la macchina uscendo dal vialetto di casa Mills.
 
Regina non riusciva a capire dove la stesse portando, era più di mezzora che facevano il giro della città. La donna notò subito che Robin non stava andando da Granny, aveva preso una strada completamente diversa. La donna osservava il paesaggio attorno a se,continuando a chiedersi dove la stesse portando il fuorilegge. Si voltò verso di lui osservando il profilo dell'uomo che amava. Lui fece la stessa cosa per pochissimi secondi, incrociando lo sguardo di lei che, anche se per qualche secondo, già si era perso in quei occhi castano - dorato.
 
-Robin posso chiederti una cosa?- domandò la mora accarezzandosi il grembo con una mano.
-Certo. Chiedi pure- rispose il fuorilegge guardando la strada di fronte a se.
-Mi chiedevo...- sospirò un secondo appena sentì un calcetto della piccola, ma stavolta era davvero forte e la mora non potè fare a meno di sorridere.
-...mi chiedevo, adesso che sappiamo il sesso di questa meraviglia che cresce dentro di me, non sia ora di scegliere il nome- concluse la donna continuando ad accarezzare il ventre percependo appena un calcetto della piccola.
-Non hai tutti i torti Milady. Dobbiamo decidere il nome della principessa- rispose sorridendo, continuando a guidare la mercedes di Regina.
-Allora che ne dici di Snow?-
-Robin! Nom voglio chiamare mia figlia come quell'idiota di Mary Margaret!- esclamò la donna agitandosi un po.
-Scherzavo, scherzavo. Allora fammi pensare...- Regina rimase in silenzio finchè non le venne un nome in mente. Da quando era a Storybrooke aveva avuto modo di ascoltare anche la musica, la sua cantante preferita si chiamava Lana. A lei non importava della cantante, ma le piaceva il nome.
Anche a Robin venne in mente un nome per la piccola. Si guardarono un istante e dissero insieme i nomi. Nessuno dei due capì una sola parola e scoppiarono a ridere come due bambini.
-Milady hai pensato ad un nome?- domandò.
-Si non so se ti piacerá. Tu ne hai qualcuno in mente?- chiese la donna.
- Si ne ho appena ricordato uno- sorrise continuando a guidare in una stradina che portava lungo la costa, dove si trovava il ristorante che Robin aveva preso tutto per loro quella sera.
-Su dai dimmelo- sorrise abbassando lo sguardo sul pancione.
-Allora avevo pensato Katy...Katy Hood- rispose.
Regina alzò lo sguardo vero Robin sorridendogli. Quel nome era perfetto le piaceva molto. Anzi era totalmente diverso dal nome che le avevano dato in sogno, forse un segno che sarebbe cambiato tutto. Era immersa nei suoi pensieri quando venne riportata indietro da una voce maschile
-Milady? Tutto bene?- domandò Robin accarezzandole la mano.
-Eh? Si, scusa appena mi hai detto il nome non fatto altro che immaginare la piccola-
-Allora dimmi quello che hai pensato tu- disse guardando la strada, erano quasi arrivati e sperava che tutto fosse andato per il meglio.
-Io avevo pensato Lana- sorrise pronunciando quel nome che le piaceva molto.
-Bellissimo! Degno di una principessa. La chiameremo così.- rispose l'uomo sentendo quel nome.
-Mm...che ne dici di "Katy Lana Hood"?- domandò, mentre Robin parcheggiava la mercedes nera di Regina, un po distante dall'entrata del locale, in modo che entrambi avrebbero potuto parlare ancora.
-Milady se non ti piace non siamo costretti a chiamarla così- le disse Robin aprendo la portiera dell'auto per poi scendere e andare dal lato opposto.
-A me piace molto, mi piacerebbe chiamarla Katy Lana Hood- ammise la donna appena Robin le aprì la portiera dell'uto, per poi scendere e attendere che il fuorilegge chiudesse l'auto.
-Mi piace questa idea sapete vostra maestà?- disse avvicinandosi a lei per poi darle un bacio sulla guancia.
-Bene allora è deciso...- si fermò un attimo mettendole una mano sul ventre.
-...Ciao piccola Katy- disse sorridendo a Regina per poi sentire un calcetto della piccola.
-Credo che ti stesse salutando- disse la mora. Robin sorrise alle parole della mora, prendendo la sua mano iniziando a fare il cavaliere. Iniziarono a camminare verso l'entrata del locale. Regina notò un insegna in legno, molto raffinata e particolare. Si poteva leggere una scritta in rilievo "Under the sea".
-Robin dove stiamo andando? Dovevamo andare da Granny- domandò la mora entrando nel locale.
-Aspetta e vedrai- rispose prendendo la giacca di lei per poi porgerla ad un cameriere.
Robin fece strada alla donna tenendola sempre per mano, ogni tanto le faceva un sorriso.
-Regina chiudi gli occhi- disse l'uomo con lo smoking nero.
-Perchè?- domandò la mora.
-Fallo- rispose, mettendosi dietro di lei per poi tapparle gli occhi con le mani.
-Robin che diamine vuoi fare?- domandò la mora.
-Hai chiuso gli occhi o li hai ancora aperti?-
-Li ho chiusi!- rispose seccata. Robin prese una benda e la mise delicatamente sui suoi occhi.
-E adesso che fai?- chiese la donna toccando la benda nera che le aveva messo Robin sugli occhi.
-Aspetta fra poco lo scoprirai- rispose prendendole la mano per poi farle strada.
-Robin siamo arrivati? Quanto manca ancora?- domandò la mora tenendo stretta la mano del fuorilegge.
-Siamo arrivati adesso fai silenzio e siediti qui- disse mettendole una sedia dietro per poi farla sedere.
-Robin posso togliere la benda?- domandò la mora.
-No! Stai ferma li. Non parlare. Non togliere la benda. Non fare nulla- Robin era talmente emozionato che non riusciva a parlare. Il suo cuore stava per balzargli fuori dal petto. Per via dell’emozione  stava sudando e non se ne era accorto.
Robin si allontanò da Regina per prendere la chitarra che si trovava quasi vicino al tavolo e si sistemò su una sedia un po’ più lontano da Regina.
-Robin si può sapere che stai facendo?- ripete la donna iniziando a perdere la pazienza. Gli ormoni non la aiutavano molto, in quel periodo perdeva spesso la pazienza anche per cose inutili.
Il fuorilegge prese coraggio e iniziò a suonare dolcemente la chitarra, accompagnandola con una canzone.
Ad un tratto Regina sentì una voce accompagnata dalle note di una chitarra. Era lui che cantava. Robin. La sua voce era così dolce. Unica. La più bella che avesse mai sentito in vita sua.

-A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro…- 


Regina non appena sentì la sua voce, immersa in quelle fantastiche note, si tolse la benda nera che le copriva gli occhi. “Stupidi Ormoni” pensò non appena per quelle parole pronunciate ed accompagnate insieme a quelle note, le scese una lacrima lungo il viso.
Una lacrima di felicità.
La felicità che si meritava.
La felicità che di meritavano entrambi.

-…A te io canto una canzone 
Perchè non ho altro 
Niente di meglio da offrirti 
Di tutto quello che ho 
Prendi il mio tempo 
E la magia 
Che con un solo salto 
Ci fa volare dentro all’aria 
Come bollicine 

A te che sei 
Semplicemente sei 
Sostanza dei giorni miei 
Sostanza dei giorni miei 

A te che sei il mio grande amore 
Ed il mio amore grande 
A te che hai preso la mia vita 
E ne hai fatto molto di più 
A te che hai dato senso al tempo 
Senza misurarlo 
A te che sei il mio amore grande 
Ed il mio grande amore…-
 

Robin cantava dolcemente, guardava Regina negli occhi.
Gli occhi della donna che amava.
Quegli occhi di un castano fantastico.
Si perdeva ogni volta che incrociava il suo sguardo. La mora ricambiò quello sguardo, iniziano ad emozionarsi. “Ti amo!” pensò la mora mentre l’uomo le dedicava quella canzone che la faceva sentire speciale.
 
-..A te che sei l’unica amica 
Che io posso avere 
L’unico amore che vorrei 
Se io non ti avessi con me 
A te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere, 
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, 
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più, 
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo, 
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

 
A te che sei, 
Semplicemente sei, 
Sostanza dei giorni miei, 
Sostanza dei sogni miei... 
A te che sei, 
Semplicemente sei, 
Compagna dei giorni miei... 
Sostanza dei sogni-

 
Le ultime parole della canzone Robin le pronunciò quasi con un filo di voce. Era emozionato, voleva solo alzarsi ed andare da lei per darle un bacio.
Per dirle quanto l’amava.
Per abbracciarla e stringerla forte a se.
Ma soprattutto per chiederle di diventare sua moglie.
Si alzò da quella sedia e si diresse verso Regina, che nel frattempo si era alzata anche lei e gli andò incontro.
 
-Robin…- sussurrò appena la mora quando il fuorilegge si avvicinò a lei. Robin le prese la mano destra e si inginocchiò.
-Regina, lo sai che non sono bravo con le parole. Tu sapresti fare di meglio…- iniziò con un piccolo sorriso.
-…Beh eccoci qua. Io, te, la nostra piccola Kate e il nostro amore. Non so come chiedertelo o come farlo, sono qui inginocchiato davanti a te, con uno smoking che non ricordo quanto tempo fa ho comprato, senza la “Puzza di Foresta”. Ti parlo con il cuore in mano, anche se fisicamente eè impossibile perché è nel mio petto. Io vorrei chiederti una cosa, è da tantissimo tempo che programmo questo giorno, le parole che dovevo dirti le ho dimenticate tutte. Mi ero preparato una specie di discorso…- fece un sospiro per prendere coraggio per poi mettere una mano nella tasca estraendo la scatolina con l’anello all’interno.
-…Regina quello che voglio chiederti è “Vuoi sposarmi?” Vuoi passare il resto della tua vita con me? Con un uomo che puzza di foresta?- chiese aprendo la scatolina rossa facendole vedere l’anello con il diamante. Le mani di Robin tremavano. Il suo cuore stava per esplodere. Guardava quei fantastici occhi nocciola della sua donna al quale era riuscito finalmente a farle la proposta di matrimonio.
Regina guardava Robin negli occhi, il loro sguardo si era incrociato qualche secondo prima e non si era più separato.
Era sorpresa.
Era emozionata. Non sapeva cosa dire, non riusciva a parlare. Respirò per un secondo e poi finalmente parlò.
-Robin tu... Tu hai fatto tutto questo per me?...- disse guardandosi intorno. Non riusciva a crederci. Il suo uomo, il suo fuorilegge che puzzava di foresta le aveva chiesto di sposarlo.
-...I-io non so cosa dire. Sono sorpresa. Tutto questo, mi fa sentire speciale, mi fa sentire amata da qualcuno, e quel qualcuno sei tu. Il mio fuorilegge che puzza di foresta, quella puzza che io amo perchè fa parte di te. Fa parte dell'uomo che amo. Quindi la mia risposta è...- lo fece alzare per poi afferrarlo per la giacca premendo le labbra sulle sue. Non c'erano bisogno di parole. La risposta la sapeva già. Quel bacio era un “Si”.
-...Robin- sussurrò appena staccandosi dalle sue labbra.
-Lo so- rispose sorridendole per poi baciarla di nuovo appoggiandole una mano sul grembo avvertendo un calcetto della piccola.
-Anche la piccola è d'accordo con la mamma- sorrise a quel calcetto baciando il fuorilegge.
Quel bacio fu pieno d'amore, erano ormai una cosa sola.
Una famiglia.
Una seconda occasione.
Regina in quell'istante pensò al giorno in cui avevano sconfitto Zelena. Ricordò le parole che le disse Robin prima di salutarla in quel piccolo corridoio nascosto del piccolo locale di Granny. Si staccò dalle sue labbra e gli prese la mano.
-Cosa ci vedi in me?- gli chiese sorridendo appena.
-Spero la stessa cosa che tu vedi in me... Una seconda occasione- Robin rispose nello stesso modo della prima volta.
-Tu sei la mia seconda occasione. L'unica persona che vede il buono che c'è in me e che non si sofferma sul mio passato- sussurrò la donna mentre i suoi occhi diventavano sempre più lucidi finche una lacrima scese lungo il suo bellissimo viso. Robin appoggiò la fronte sulla sua e le mise una mano sulla guancia. Lei non era cattiva. Era una donna che si era rinchiusa in se stessa.
Una donna fragile.
Una donna che aveva bisogno di protezione. La sua donna che avrebbe protetto fino alla morte. Avrebbe fatto di tutto pur di vederla finalmente felice.
-Non lo avrei mai detto- disse la mora accarezzando la mano di Robin che ancora era sul suo viso.
-Cosa milady?- chiese il fuorilegge baciandole la fronte.
-Chi lo avrebbe mai detto che la "Regina Cattiva" finalmente avrebbe assaggiato la felicità- sussurrò la mora.
-Non sarà l'unica volta. Ti faccio una promessa. Ti prometto che finchè avrò vita tu non smetterai mai di sorridere. Non smetterai di essere felice nemmeno per un secondo, anche se ci saranno momenti bui io sarò li al tuo fianco per consolarti, per asciugare le tue lacrime, per riempirti di baci. Sappi che io ti sosterrò sempre ti amo alla follia e non smetterò mai di farlo- disse il fuorilegge prendendole la mano per poi metterle l'anello al dito. Regina gli mise le braccia attorno al collo, lui le mise le mani sui fianchi e come per magia si sentì una dolce canzone di sottofondo.
-Sad Song- disse il fuorilegge ballando dolcemente con la mora.
-Sad Song? Di che parli?- domandò la mora.
-La canzone, si chiama Sad Song- rispose il fuorilegge continuando a ballare dolcemente con “La Regina”. Quelle parole di sottofondo erano perfette.
Era la loro serata.
 
( link https://www.youtube.com/watch?v=5L40D77iLzc&feature=youtu.be )
-You and I, we're like fireworks and symphonies exploding in the sky. 
With you, I'm alive 
Like all the missing pieces of my heart, they finally collide. 

So stop time right here in the moonlight, 
Cause I don't ever wanna close my eyes…-

Regina appoggiò la testa sulla spalla di Robin continuando a ballare con il suo uomo. Era tutto perfetto.
La musica.
Il locale.
Il profumo del mare.
 
-..You're the perfect melody, 
The only harmony I wanna to hear. 
You're my favorite part of me, 
With you standing next to me, 
I've got nothing to fear. 

Without you, I feel broken. 
Like I'm half of a whole. 
Without you, I've got no hand to hold. 
Without you, I feel torn. 
Like a sail In a storm. 
Without you, I'm just a sad song..-

 
Ma quello che rendeva quella serata speciale, era quell’uomo che la teneva tra le sue braccia continuando a ballare come due ragazzini al ballo di fine anno. “Ti amo. Non ho il coraggio di dirtelo, io ti amo più della mia vita. Fino ad adesso sei tu a dirmi sempre quelle due parole, io invece mi limito a rispondere. Regina! Che diamine dillo! Digli quanto lo ami! Sei così stupida da tenertelo dentro per tutto questo tempo! Mi rimprovero io stessa perché non ho il coraggio di dire due parole che rispecchiano tutto quello che provo per lui.
Due dannatissime parole che mi scaldano il cuore quando lui le pronuncia al mio orecchio” pensò la mora mentre ballava con il fuorilegge.
-Robin devo dirti una cosa..- disse la mora alzando appena la testa dalla spalla del fuorilegge.
-Tutto bene milady?- domandò il fuorilegge accarezzandole il viso.
-S-si volevo solo dirti una cosa…- disse mentre la sua voce iniziò a tremare.
-Regina sai che puoi dirmi tutto- le disse l’uomo postandole una ciocca di capelli che si era staccata dal piccolo fermaglio.
-Robin i-io volevo solo dirti…- “Avanti di quelle dannate parole!”  pensò la mora incrociando lo sguardo del fuorilegge.
-…Ok Regina, calmati e parla. Robin non so come dirtelo, so che sono una stupida perché non riesco a dirti due dannatissime parole. Due parole che mi ripeti sempre per farmi sentire amata, per farmi capire quanto mi ami. Ecco io voglio dirti questo, voglio dirti che “Ti amo” …- gli fece un piccolo sorriso per poi stringergli la mano.
-…Ti amo più della mia vita.-  sussurrò abbassando lo sguardo. Robin sorrise a quelle parole accarezzandole il viso.
-Ti amo Regina, non devi aver paura di dirmi quello che provi. Ti amo. Ti amo. E ti amo! Lo urlerei al mondo intero- disse il fuorilegge continuando a ballare con la mora che gli sorrideva.
-Mm Robin,credo che la bimba abbia fame- disse sorridendo sfiorandosi il pancione di cinque mesi.
Robin si mise al livello del pancione dandogli un bacino proprio al centro.
-Adesso la mamma mangia per bene così tu cresce sana e forte- disse dando un altro bacio sul pancione.
-Sana e forte come il papà- aggiunse la mora.
-Sarà una principessa bellissima e un po’ raffinata come la mamma- disse facendola sedere.
La serata passò così tra risate, battutine di Robin, i calcetti della piccola che strappavano sempre un sorriso alla mamma e al papà e in fine arrivò il momento più bello della serata.
-Milady adesso ho un’altra sorpresa per te- disse Robin facendola uscire sulla terrazza scoperta che dava sulla spiaggia. La luna era favolosa quella sera, si rispecchiava perfettamente nell’acqua.
-Guarda il cielo…- le sussurrò Robin. Lei alzò lo sguardo verso quel cielo limpido e pieno di stelle che brillavano magnificamente.
-…You are the beautifull stars of the sky- le sussurrò all’orecchio.
-Robin Hood traduci quella frase perché io di inglese o qualsiasi altra lingua sia non ne capisco una mazza- disse ridendo.
-Tu sei la stella più bella del cielo- disse sorridendo alla Regina. La mora arrossì a quelle parole tornando a guardare il cielo che in quel preciso istante si riempì di fuochi d’artificio colorati.
-Robin con tutte queste sorprese mi fai partorire prima del previsto- scherzò la mora appoggiando la testa sulla spalla di Robin.
-Milady non è finita qui- disse sorridendo.
-Davvero?- sorrise la donna.
-Davvero, manca solo un’ultima cosa- disse l’uomo alzandosi dalla piccola panchina prendendo una coperta e accendendo la radiolina che si trovava dietro di loro. Si sedette coprendo la mora accoccolandola a se.
-Questa canzone la dedico a te, amore mio- disse l’uomo dandole un bacio sulla testa.
 
Never stop  (link  https://www.youtube.com/watch?v=iGdDC8y6Q4k&feature=youtu.be )

- This is my love song to you 
Let every woman know I’m yours 
So you can fall asleep each night, babe 
And know I’m dreaming of you more 

You’re always hoping that we make it 
You always want to keep my gaze 
Well you’re the only one I see 
And that’s the one thing that won’t change 

I’ll never stop trying 
I’ll never stop watching as you leave 
I’ll never stop losing my breath 
Every time I see you looking back at me 
I’ll never stop holding your hand 
I’ll never stop opening your door 
I’ll never stop choosing you babe 
I’ll never get used to you 

And with this love song to you 
It’s not a momentary phase 
You are my life, I don’t deserve you 
But you love me just the same 
And as the mirror says we’re older 
I will not look the other way 
You are my life, my love, my only 
And that’s the one thing that won’t change 

I’ll never stop trying 
I’ll never stop watching as you leave 
I’ll never stop losing my breath 
Every time I see you looking back at me 
I’ll never stop holding your hand 
I’ll never stop opening your door 
I’ll never stop choosing you babe 
I’ll never get used to you 

Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you) 
Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you) 

I’ll never stop trying 
I’ll never stop watching as you leave 
I’ll never stop losing my breath 
Every time I see you looking back at me 
I’ll never stop holding your hand 
I’ll never stop opening your door 
I’ll never stop choosing you babe 
I’ll never get used to you 

Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you) 
Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you) 

Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you) 
Still get my heart racing (you) 
Still get my heart racing (for you)…-

 
Regina si addormentò tra le braccia di Robin con quella melodia che le risuonava in mente. Amava quell’uomo che puzzava di foresta. Robin amava quella donna che era anche un po’ raffinata. Che cosa c’era di sbagliato nel loro amore? Non potevano essere finalmente felici senza un “Cattivo” da sconfiggere?
 
-Ti prometto che niente e nessuno ti farà del male, ti amo Regina..-







 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 
Capitolo VI

Il pancione di Regina si faceva sempre più grande man mano che passavano i mesi. La mora era seduta li, in quel divano argentato che si accarezzava il pancione ormai settimino. Mentre accarezzava quel pancione settimino sentiva dei piccoli calcetti della piccola Katy, non faceva altro che pensare a quei ultimi mesi che era stati i più intensi e i più belli della sua vita. “Vuoi sposarmi? Vuoi sposare un uomo che puzza di foresta?” quelle parole le risuonavano ancora in testa. Quella sera, quel ballo e tutto il resto le passava per la mente ogni momento. Quei due mesi erano passati come l’acqua, la maggior parte del tempo lo avevano passato nella stanza della piccola, da quando avevano scoperto che era una principessa, Robin voleva fare una stanza perfetta e degna di ospitare la figlia della Regina.
 
Flashback
-Regina, per favore mi passeresti quel pennello li?- chiese il fuorilegge aprendo il secchiello con il colore.
-Quale questo?- rispose la mora agitando un pennello. L’uomo di fronte a lei annuì sorridendo per poi avvicinarsi a lei premendo le labbra sulle sue.
-Mm era una scusa allora- disse la mora ridendo.
-Credo di sì milady, allora a vostra Maestà piace la stanza della principessa?- chiese guardandosi intono. Regina scoppiò in una fragorosa risata che contagiò anche il fuorilegge che per sbaglio la sporcò con la pittura rosa.
-Robin! Guarda che hai fatto!- lo rimproverò la mora smettendo di ridere assumendo un’espressione seria.
-Oops mi scuso con vostra maestà per la piccola macchia sulla maglietta- scherzò l’uomo facendo un piccolo inchino. La mora approfittò di quel momento prendendo anche lei un pennello sporco di colore, e non appena il fuorilegge si alzò, gli dipinse tutto il volto.
-Maestà è sleale!- disse l’uomo sporcando anche lei di colore. Regina scoppiò a ridere appena le venne in mente una cosa davvero buffa.
-Fuorilegge ho un’idea- disse la mora alzandosi la maglietta mostrando il pancione all’uomo.
-Che vuoi fare?- domandò confuso il fuorilegge.
-Bagna la mano nel colore…- disse indicando il secchio pieno di vernice rosa. L’uomo obbedì subito senza pensarci due volte.
-…Adesso vieni qui…- disse afferrando la mano del fuorilegge non appena fu vicino a lei per poi appoggiarla sul lato sinistro del pancione. Dopo alcuni secondi Robin staccò la mano lasciando un’impronta bella grande.
-…E adesso tocca alla mamma della piccola- disse orgogliosa bagnando la mano anche lei nel colore per poi stampare la propria impronta nel lato opposto del pancione.
-Adesso che la mia Regina ha fatto questa bellissima cosa posso fare anche io una cosa alla mia principessa?- chiese il futuro papà.
-Mm certo fuorilegge- rispose sorridendo. Robin prese un pennello e dipinse sul pancione un bellissimo sorriso.
-Mm ecco fatto adesso è più bello- disse il fuorilegge dando un bacio alla mora.
-Adesso ci vuole solo una foto ricordo- disse Robin prendendo la macchina fotografica sul tavolinetto che era messo poco lontano da loro.
-Davvero? Vuoi fare una foto? Ma guardami sono orribile- disse la donna nascondendo il viso fra le mani.
-Mm hai ragione. Sei una donna orribilmente bellissima. Non dire sciocchezze e mettiti in posa- le ordinò il fuorilegge preparando la macchina fotografica.
-Forza sorridi- disse il fuorilegge e non appena la mora sorrise scattò una bellissima foto.
-Adesso che ti ho fatto felice, fai contenta anche la tua Regina- disse la mora che con un gesto della mano fece sollevare la macchina fotografica.
-Ma certo- rispose l’uomo mettendosi dietro di lei, che aveva appena appoggiato le mani sul pancione. Lui fece lo stesso, mise le mani un po’ più in basso a quelle di Regina. Le mani della donna erano più piccole delle sue e non voleva farle sparire sotto le sue mani enormi. La macchina fotografica scattò la foto, la mora mosse la mano e apparve la loro foto in una bellissima cornice.
-Wow! Sei fantastica con la magia- ammise il  fuorilegge premendo le labbra sulle sue.
-Mm grazie- sussurrò sulle sue labbra. La mora continuava ad assaporare quelle fantastiche labbra mettendo le braccia attorno al suo collo. Non riusciva a crederci finalmente dopo ventotto lunghissimi anni era felice.
Con l’uomo che amava.
Con la loro bambina.
Con la loro principessa.
Era buffo come per ventotto anni voleva solo vendetta contro Snow e Charming ma poi è arrivato lui.
Henry.
Che fu l’unico a credere davvero in lei e a darle la forza per lasciarsi tutto indietro e ricominciare da zero. Il suo piccolo principe.
Colui che ama di più al mondo.
Poi è arrivato Robin che è stato capace di farle battere di nuovo il cuore. Un cuore che fino a poco tempo fa era oscuro. Ricorda ancora le parole che disse ad Henry “Figliolo sento il desiderio di redimermi”.
 
Qualcuno la riportò alla realtà. Sentì una voce pronunciare il suo nome, scosse leggermente la testa e si voltò verso la figura maschile che era poco lontana da se.
-Ei milady tutto bene?- chiese il fuorilegge avvicinandosi sedendosi accanto alla mora che stava tremando.
-Si tutto bene tranquillo ero solo… immersa nei miei pensieri tutto qui- rispose sorridendo appena al fuorilegge.
-Regina perché tremi? Senti freddo?- si preoccupò l’uomo alzandosi dal divano per prendere la coperta grigia sulla sedia vicino alle scale.
-Stenditi un po’- le disse mettendole la coperta addosso.
-Grazie Robin, sono solo un po’ preoccupata tutto qui- aggiunse la mora accovacciandosi sotto la coperta.
 -Preoccupata per cosa?- chiese Robin e in quel momento qualcuno suonò ininterrottamente il campanello.
-Chi diamine è adesso!?- disse seccata la mora che stava per alzarsi dal divano per andare ad aprire la porta.
-Dove credi di andare! Sta ferma li secondo me hai la febbre, non ti muovere vado a vedere io chi è- concluse l’uomo dandole un bacio sulla fronte. La donna appoggiò la testa sul cuscino aspettando che Robin ritornasse.
-Togliti di mezzo tu!- disse una voce che la mora conosceva bene. Emma piombò nel salotto di casa Mills come un uragano.
-Che succede Swan!? E poi che modi sono di rispondere così a Robin!. Disse la mora alzando appena il capo dal cuscino.
-Senti non ti ci mettere anche tu! Adesso tappati la bocca e ascoltami!- disse la savior.
-Swan stai esagerando!- ribatte la mora mettendosi seduta sul divano, ancora accoccolata dentro la coperta.
-Abbiamo un problema con Gold! Adesso tu verrai con me alzati da li e andiamo!- disse la savior infuriata. Robin si mise davanti a Regina come per impedirle di obbedire alla savior.
-Lei non va da nessuna parte!- disse il fuorilegge infuriato. Emma si avvicinò a lui, chiudendo un pugno.
-Togliti di mezzo ladro! Questi non sono affari che ti riguardano!- urlò la savior.
-Robin ti prego lasciala stare non so che le prende devo andare con lei- disse la mora bianca come la cera in volto.
-No Regina non ti lascio andare guardati hai un aspetto orribile, hai la febbre non fa bene ne a te ne alla piccola. Ti prego non andare- la supplicò l’uomo.
-Ancora non hai capito! Non sono affari che ti riguardano ladro! Togliti di mezzo o uso la forza- ripete la bionda preparandosi ad attaccare il ladro.
-Robin ti prego lasciami andare con lei non capisco che diamine le prende, l’unica cosa che possiamo fare è obbedirle- disse la mora alzandosi con fatica dal divano.
-NO! TU NON ANDARI DA NESSUNA PARTE!-  ripete l’uomo mettendosi davanti a lei per non farla andare con la savior.
-Senti ladro non ho tempo da perdere o la lasci venire o non vedrai la luce del nuovo giorno!-
-Non ho paura di te “Salvatrice” non sei degna di portare quel nome! Fino ad adesso hai fatto solo casini e nient’altro- disse il fuorilegge cercando di trattenere parole che non doveva dire.
-Robin…- lo afferrò per una manica la mora.
-…Sta tranquillo so badare a me stessa, non preoccuparti- gli disse con un piccolo sorriso.
-Regina no. Stai male uscendo di casa peggiori solo la situazione!-
-Fuorilegge hai sentito la Regina!? Ha detto che vuole venire quindi lasciala fare!- disse la savior. Emma non era la solita, c’era qualcosa che non andava in lei. Robin sapeva benissimo che la bionda non avrebbe mai messo in pericolo la vita di Regina, ma il suo comportamento lo turbava.
-Regina…- abbassò lo sguardo.
-Tranquillo tornerò a casa sana e salva- gli disse la mora, dandogli un bacio. Regina si diresse vero la porta quando la salvatrice urlò nuovamente conto il fuorilegge.
-DAMMI LE CHIAVI LADRO!- urlò la bionda contro Robin.
-Ma di che diamine stai parlando?- disse l’uomo confuso.
-Robin so che non vuoi che io vada, ma dammi le chiavi della macchina ti prego- gli disse la mora.
-Regina io non ho nessuna chiave! Non so di che diamine sta parlando Swan!- si difese il fuorilegge che stava dicendo la verità.
-LADRO DAMMI QUELLE DANNATE CHIAVI O TI AMMAZZO!- disse la bionda avvicinandosi a lui.
-ROBIN ADESSO BASTA CON QUESTA STORIA DAMMI QUELLE CHIAVI E FACCIAMOLA FINITA!- disse la mora alzando la voce.
-Regina calmati! Sto dicendo la verità!- ripete il fuorilegge.
-Regina se non ti da quelle dannatissime chiavi giuro che quella creatura che porti in grembo crescerà senza padre!- disse la savior.
-Emma! Che diamine hai oggi! Smettila! So che abbiamo un problema ma non tollero il tuo comportamento!- la rimproverò la mora. In quel momento qualcosa dentro di lei stava cambiando. Sentì un dolore nel basso ventre come se la piccola volesse uscire fuori. Ma quello non era proprio il momento, tra Emma che era così “Cattiva”. Regina cercò di mantenere la calma e cercava in tutto i modi di non far capire nulla a Robin e a Emma.
-EMMA ADESSO BASTA- la rimproverò il fuorilegge.
-LADRO DAMMI QUELLE DANNATISSIME CHIAVI ADESSO!- urlò la bionda. Regina si avvicinò a Emma e le mollò uno schiaffo lasciandole il viso rosso. Robin rimase a bocca aperta del comportamento di Regina e provò a parlarle.
-Regi…- la mora non gli diede il tempo di parlare che mollò uno schiaffo anche a lui. L’uomo rimase di stucco non riusciva a capire il perché di quello schiaffo.
-Regina ma…- la donna lo azzittì con lo sguardo.
-VI STATE COMPORTANDO DA BAMBINI! SOPRATTUTTO TU SWAN! NON TI PERMETTO DI URLARE IN CASA MIA E TANTO MENO DI TRATTARE COSI’ ROBIN! ADESSO FUO…- la donna non pote finire la frase che lanciò un urlo spaventoso. Robin le si avvicinò in un batter d’occhio aiutandola a sostenersi.
-REGINA! CHE DIAMINE SUCCEDE!- disse il fuorilegge prendendola in braccio per poi adagiarla nel divano.
-Emma aiutami! Che diamine fai li impalata dobbiamo aiutarla!- Regina lanciò un altro urlo mettendo una mano sul ventre. E fu li che Robin capì che qualcosa non andava. Che stava succedendo qualcosa all’interno del pancione settimino della donna.
-ROBIN!- urlò la mora sfiorando appena i pantaloni scuri che aveva indosso. L’uomo guardò la mora stranito dal suo gesto ma poi capì subito cosa stava succedendo.
-ROBIN DANNAZIONE E’ PRESTO! NO. NON PUO’ ESSERE!- aveva le mani bagnate, la paura prese il controllo sul suo corpo.
Aveva paura di perderla.
Aveva paura che non sarebbe sopravvissuta.
Regina era allo stremo, gli ultimi due mesi li aveva passati a prendere medicine.
Vitamine.
Protezioni.
Aveva paura che Whaile sapesse cosa le sarebbe successo ma non le avesse detto nulla solo per non complicare le cose.
-ROBIN! AHHHHH! FA MALE! AIUTAMI TI PREGO!- disse la mora afferrando il suo braccio.
-Regina non dirmi che si sono rotte le acque!- le disse il ladro accarezzandole il viso.
-SI DANNAZZIONE! È PRESTO!- disse la mora guardando Emma sorridere. La savior scoppiò a ridere, una risata inquietante, faceva paura a sentirla.
-Emma che diamine ti prende!?- disse il fuorilegge che in un batter d’occhio si ritrovò lontano dalla mora.
-REGINA!- urlò l’uomo cercando di muoversi, ma ogni tentavi fu vano.
-R-robin!- disse a fatica la mora. La bionda si avvicinò a Regina, che si contorceva dal dolore, e le appoggiò una mano sul braccio scomparendo entrambe in una nube di fumo dorata.
-NOOOOOOOO! REGINA!- urlò Robin. Il fuorilegge cose subito da Henry. Correva il più velocemente possibile, non capiva come diamine Emma potesse essere diventata oscura.
-HENRY!- urlò il fuorilegge piombando in casa dei Charming.
-Robin che modi sono!?- lo richiamò Snow avvicinandosi a lui.
-Non ho tempo ho bisogno di Henry adesso!- tagliò corto il ladro.
-Regina dov’è?- chiese David.
-Robin che succede!?- disse Henry piombando al piano di sotto non appena sentì tutto quel trambusto.
-Emma ha preso Regina!- disse subito il fuorilegge.
-Non ci credo. È impossibile!- disse Snow.
-E’ arrivata a casa di Regina, era strana ha alzato la voce più di una volta. Non ho tempo di parlare e di raccontare tutto Regina è in pericolo! Si sono rotte le acque e non credo che senza l’aiuto di Whaile riesca a far nascere la piccola- disse l’uomo entrando in panico.
-COSA!? MA ROBIN E’ TROPPO PRESTO!- disse il ragazzino.
-Lo so dobbiamo trovarla! Non è abbastanza forte, ha la febbre e ultimamente non stava molto bene!- concluse il fuorilegge.
-Robin andiamo so io come trovarla!- disse subito Henry.
-Andremo da Trilli lei ha una pozione localizzatrice, la ritroveremo con quella- concluse il ragazzino prendendo il cappotto e uscendo di casa.
-Aspetta un momento! Che diamine è quella cosa sul tavolo!?- chiese l’uomo avvicinandosi al tavolo di casa Charming.
-Un momento! Siete stati voi!? Perché fare questo a Emma e a Regina!- Robin prese quel cuore che si trovava sul tavolo e lo mostrò ai Charming.
-Non siamo stati noi! Quello poco fa non c’era!- si difese Snow, rimanendo scioccata alla vista del cuore di sua figlia.
-Non ci credo! Siete sempre stati due idioti e stavolta avete superato ogni limite!- disse l’uomo uscendo da quella casa sbattendo la porta.
 
Da Trilli.
-Ei che succede Henry!?- chiese la fata guardando il ragazzino entrare di fretta.
-Trilli dammi subito una pozione localizzatrice!- disse Henry tremante al pensiero di cosa potesse succedere a sua madre.
-Calmati Henry dimmi che succede ti aiuterò per qualsiasi cosa!- gli disse la fata prendendo una boccettina dentro il cassetto.
-La mamma è stata rapita e Robin non ha potuto fare nulla. E io? Io sono uno stupido ragazzino che non le è stato accanto per nulla negli ultimi tempi- disse il ragazzino scoppiando in lacrime.
-Henry non fare così!- disse la fata. Robin entrò pochi secondi dopo e notò subito Henry fra le lacrime. Lo avvolse in un abbraccio  paterno. Anche se il ragazzo non era suo figlio lo voleva bene come se lo fosse.
-Henry la troveremo- gli disse il fuorilegge stringendolo più forte arruffandogli i capelli.
-Dobbiamo sbrigarci!- disse il ragazzino.
-Tieni ecco la pozione, è inutile che ti spiego come funziona sai benissimo come fare. Se volete vengo con voi e vi aiuto a cercarla- propose verdolina con un piccolo seppur malinconico sorriso.
-Ti prego Trilli con te forse avremo qualche speranza in più!- parlò il ragazzino fra le lacrime.
-Allora? Che stiamo aspettando andiamo!- disse la fata per poi uscire di casa seguita da Henry e Robin. La situazione era sempre più difficile, Robin era entrato quasi in panico, aveva paura.
Paura di perderla.
Paura di perdere la bambina.
Paura di non passare tutta la vita con la donna che amava.
Paura di ritornare a soffrire per colpa del fottutissimo destino che manda tutto a puttane.
Robin versò il contenuto azzurrastro della boccettina su un indumento di Regina questo iniziò a sollevarsi in aria come una piuma.
-Seguiamolo!- disse Henry correndo dietro all’indumento che iniziò a fare strada verso, o per meglio dire dove si trovava la mora in quel momento.
-Andiamo!- Robin seguì Henry e la stessa cosa fece Trilli. Il gruppo sparì dietro un angolo, continuando a seguire quell’indumento che doveva condurli da Regina.
 
Da Gold.
-Hai fatto un ottimo lavoro mia cara- la lodò Gold sorridendo.
-Bravo il signore oscuro! E adesso che abbiamo Regina tutto ciò che ama svanirà come una bolla di sapone- disse Alexander guardando la mora che si contorceva dal dolore in un angolo di quella stanza piena di polvere.
-Adesso che facciamo?- chiese Alexander al signore oscuro che rideva guardando la Ex Regina Cattiva soffrire.
-Adesso dobbiamo solo aspettare che la dilatazione arriva a buon punto e tireremo fuori quella bambina, e finalmente il suo potere sarà mio!- rispose il signore oscuro avvicinandosi a Regina,  inziand a toglierle i vestiti.
-G-gold! L-lo sapevo che die-dietro tutto questo c’era il tuo zam-zampino- disse la donna mettendo le mani sul ventre, quasi con istinto protettivo verso la piccola.
-Mia cara è inutile che cerchi di proteggerti, o per meglio dire di proteggere questa creatura, quando sarà il momento a tirarla fuori ci penserò io e tu, beh e tu non saprai nemmeno come sarà il volto di quella che sarà solo una bambina morta, e forse lo sarai anche tu- disse fra le risate, tenendole le gambe aperte per controllare la dilatazione.
-Alexander ci stiamo quasi!-  disse avvertendo l’altro uomo che si trovava poco dietro di lui. Regina cercava in tutti i modi di ribellarsi, ma le forze la stavano abbandonando. Adesso aveva capito il perché della difficoltà degli ultimi mesi.
Il perché delle vitamine.
Il perché di tutte quelle dannatissime medicine che le prescriveva Whaile ogni volta che andava a fare il controllo. Sapeva che se voleva dare una possibilità alla piccola doveva tenere duro, doveva tenere le forze per aiutarla a venire al mondo e forse se Robin fosse arrivato in tempo la piccola si sarebbe salvata.
Le contrazioni erano sempre più forti, non riusciva più a tollerare, o per meglio dire a sopportare quel dolore allucinante che le stava lacerando il ventre. Le sue urla erano sempre più forti. La quantità di lacrime che stava versando per la preoccupazione di cosa fosse successo a sua figlia, era pazzesca. Sperava solo una cosa.
Sperava che Robin fosse arrivato in tempo.
Sperava che la piccola si fosse salvata.
Non le importava nulla se sarebbe morta perché già sapeva che la piccola sarebbe cresciuta in mezzo a delle persone che l’avrebbero voluta bene.
 
“Non vedo l’ora che tu nasca, voglio tenerti tra le mie braccia e coccolarti. Il tuo papà ti vuole tanto bene e ci sarà sempre. Ti proteggerà da qualsiasi cosa, proteggerà te e tua madre da tutto e da tutti
Vi amo più della mia vita, siete la cosa più importante che ho in questa vita che fino a poco tempo fa mi ha dato solo tristezza, finchè non è arrivata tua madre, che quel giorno mi ha detto "Non puoi rubare una cose che ti è stata donata" e li, in quell'istante ho capito. Ho capito che amavo quella donna dai capelli scuri, dalle labbra rosse e dagli occhi meravigliosi nel quale mi perdo ogni qual volta incrocio il suo sguardo..”
 
Quelle parole le risuonavano in testa ogni dannatissimo minuto. Quello era stato il giorno più felice della sua vita. Una contrazione la riportò alla realtà. Doveva pensare a far nascere la piccola, non poteva pensare ad altro. Doveva pensare a lei.
-Spingi forza!- le ordinò Alexander. Regina cercò di chiudere le gambe, non voleva farla venire al mondo per mano di quei due mostri. Ma Gold era più forte di lei, teneva aperte quelle piccole gambe che nell’ultimo periodo erano diventate ancora più piccoline.
-DANNAZZIONE SPINGI!- urlò Alexander. Regina era consapevole che se non lo avesse fatto la piccola sarebbe morta.
-Regina obbedisci!- disse Gold continuando a tenerle le gambe aperte. Regina spinse lanciando un urlo spaventoso, come se qualcosa dentro di lei si stesse strappando. Gold sapeva perfettamente cosa stesse succedendo dentro il corpo della donna ma non gli importava nulla voleva solo prendere quella bambina e concludere la storia in fretta.
-ANCORA!- ordinò Alexander. Regina spinse di nuovo, la vista iniziò ad annebbiarsi, le forze erano allo stremo. Cercava di resistere a ogni spinta e contrazione ma sembrava impossibile.
-FALLO DI NUOVO!- le ordinò nuovamente Alexander. L’uomo si voltò verso Gold che aveva un sorriso compiaciuto.
-Maestro è quasi fatta, manca pochissimo- lo avvertì l’uomo tornando a guardare la mora. Regina spinse un’ultima volta. Fu proprio l’ultima spinta quella che diede quando sentì il pianto di un neonato.
Era il pianto di sua figlia.
Era la sua bambina che la stava avvertendo.
Le stava dicendo “Grazie mamma, mi hai dato la mia occasione”. La mora si lasciò cadere contro il muro senza forse, osservando il signore oscuro sparire con in braccio un piccolo fagotto.
Era sparito dietro una porta portando con se sua figlia.
-Addio Regina- disse ridendo Alexander. Il parto della mora non era stato facile, infatti lui sapeva che sarebbe morta in giro di pochi minuti. Sparì anche egli, lasciando la mora al suo destino.
Regina era lì, appoggiata a quel muro freddo.
Senza forze.
Senza magia.
Sola verso il suo destino.
Sentiva tutto il dolore che le stava lacerando il ventre.
Stava morendo. La mora si spostò a fatica per sdraiarsi su quel pavimento freddo, e quando lo fece il dolore aumentò a dismisura, riuscì a non urlare, ma sapeva benissimo che presto quella tortura sarebbe finita. Chiuse gli occhi cercando di sopportare quel dolore lacerante. All’interno del suo corpo era scoppiata un’emorragia magica, che nemmeno lei al pieno delle sue forze sarebbe riuscita a fermare. Era senza speranza o per meglio dire senza “Hope for the future”
 
“-Regina scendi!-  la chiamò Robin preparando il divano con un sacco di cuscini. “spero solo che la mia Regina stia comoda e…” non riuscì a finire il suo pensiero che si ritrovò davanti la sua amata.
-Dimmi amore mio- gli disse la mora sorridendo, accarezzando il pancione quasi settimino.
-Come sta la mia principessa?- chiese l’uomo accarezzandole il ventre.
-Ah dove sono finite le buone maniere ladruncolo! Non chiedi come sta la tua futura sposa?- disse la donna incrociando le braccia e assumendo un’espressione offesa. Robin scoppiò in una fragorosa risata e si inchinò per chiedere perdono alla Regina.
-Chiedo umilmente perdono vostra maestà, correggo la frase di prima- si schiarì la gola e poi riprese.
-Come stanno le mie due Regine?- disse alzandosi per poi dare un bacio alla mora.
-Adulatore. Stiamo bene stai tranquillo- gli rispose la mora.
-Bene allora guardiamo un film stasera se ti va. Che ne dici di Lilly e il vagabondo? Henry mi ha detto che glielo facevi vedere spesso quando era piccolo perché ti piaceva una scena in particolare- le disse il fuorilegge.
-Mm va bene. Ma Roland? Dove si è cacciato quella piccola scimmietta?- domandò al fuorilegge.
-Scimmietta? Beh volevo passare una serata solo io e te e allora l’ho affidato ad Henry- rispose aiutandola a sedersi sul divano.
-Beh si scimmietta. Gli ho dato quel soprannome perché fu la pria cosa che gli regalai quando ci siamo conosciuti-
-Adesso ricordo. Quando fù attaccato dalla scimmia volate e tu lo salvasti trasformando quell’essere in un peluche- sorrise a quel ricordo avviando il film.
-Esattamente- sussurrò la mora guardando il film.
-Eccola, è questa la scena che amo- disse la mora quando vide i due cagnolini mangiare gli spaghetti.
-Si è decisamente la scena più romantica che abbia mai visto- ammise il ladro alzandosi dal divano per poi tornare con un piatto di spaghetti al sugo.
-Mm buoni!- disse la mora assaggiandoli.
-Mm già, modestamente sono un bravo cuoco- scherzò il fuorilegge. Per sbaglio di due si ritrovarono con uno spaghetto da condividere. Successe come nel film. I due si baciarono per via di quello spaghetto. Fu un bacio lungo e pieno d’amore.”

Era li stesa per terra, che ricordava quel momento.
Un momento felice.
Uno dei tanti momenti felici da quando Robin era entrato nella sua vita.
“REGINA!!” sentì una voce in lontananza, sembrava quasi quella di Robin.
Forse era lui.
Forse era venuto a salvare la bambina. Sentì sbattere una porta e aprì leggermente gli occhi, vedeva tre figuri ma non riusciva a distinguerle.
-NOOO! Regina no, ti prego!- Robin piombò subito vicino alla mora, sedendosi accanto a lei.
-R-robin?- sussurrò la mora. Robin la prese portandola sulle sue gambe appoggiandole la testa sulla sua spalla.
-Regina andrà tutto bene te lo prometto, non mollare!- disse l’uomo stringendola forte a se. Trilli era li che stringeva forte Henry che era appena entrato in una valle di lacrime.
-R-robin Gold ha preso la b-bambina, devi salvarla. Vai lasciami qui e salvala- disse a fatica la mora.
-No. No non ti lascerò mai!- disse l’uomo sentendo lacrime calde solcargli il viso.
-Robin non ho più s-speranze lei si, vai!- sussurrò la mora. Trilli stringeva Henry che aveva appena sentito tutto. Non voleva lasciar morire sua sorella per mano di Gold.
Non voleva.
Ma soprattutto non poteva.
Henry si staccò dall’abbraccio di Trilli e scappò via. Per sua fortuna aveva con se il pugnale di Tremotino, non si riusciva a spiegare perché non lo avessero usato prima per fermarlo.
Regina girò lievemente la testa verso Trilli e le fece un leggero sorriso.
-Trilli, vieni q-qui- le chiese la mora. La fata non poteva vederla così e con l’aiuto della magia decise di darle un aspetto migliore.
-Mi chiedo se posso usare la magia per aiutart…- la mora la interruppe con un gesto della mano.
-T-trilli non puoi fare nulla è tardi, è sempre stato tardi dal primo momento che Gold ha messo piede in quella stanza d’ospedale. È stato lui a farmi uscire dal coma…- Robin capì tutto in quel momento. È stato Gold a farle questo. È stato lui a rovinale la vita sin da l primo momento.
-Regina, ti prego…- disse il fuorilegge fra le lacrime e i singhiozzi.
-Robin, io sarò sempre con te…- gli prese la mano e la portò sul petto.
-Io sarò sempre qui. Ricordalo sempre, ricorda che ti amo. Ricorda quella notte nella cripta. Ricorda tutti i nostri momenti felici, ma soprattutto ricorda che quella sera ti ho detto “si”. Ti ho detto si, che sarei stata tua moglie fino alla fine dei nostri giorni. In quel momento mi ero promessa che sarei rimasta al tuo fianco per sempre. Mi ero promessa che…- Regina appoggiò una mano sul suo viso guardandolo negli occhi, con la consapevolezza che quella fosse stata l’ultima volta che li avrebbe visti.
-R-robin i-io…- in quel momento l’ex Regina Cattiva, la donna che Robin amava più della sua vita, la madre che Henry amava e che ringraziava ogni giorno per avergli dato una seconda occasione, esalò il suo ultimo respiro lasciando cadere la mano che si trovava sul volto del suo amato. Robin vide la vita della sua amata scivolargli dalle braccia, senza che lui potesse fare nulla. L’unica cosa che riuscì a fare in quel momento fu piangere.
Piangere.
E continuare a piangere sul corpo inerme della sua amata.
-NOOOOOOO!- Robin lanciò un urlo colmo di disperazione. L’aveva persa.
Aveva perso la sua amata.
Ogni possibilità di vivere con la donna che amava era svanita nel nulla.
 
Henry sentì quell’urlo anche se era ormai molto lontano da quella stanza dove aveva lasciato sua madre in fin di vita. Quell’urlo gli fece capire solo una cosa. Sua madre era morta. La donna che lo amava era morta per colpa di Emma e Gold. Henry voleva solo una cosa in quel momento.
Vendetta.
Vendetta contro colui che aveva fatto ciò.
Vendetta contro chi stava per uccidere anche sua sorella.
Henry entrò dentro quella stanza dove sentì il pianto di un neonato. La sua sorellina stava per andare incontro allo stesso destino della madre.  La piccola stava piangendo disperatamente, Henry non poteva più sopportare di vedere sua sorella così ma aspettò alcuni minuti per azzeccare il momento adatto per attaccare.
-Maestro adesso come posso aiutarvi?- chiese Alexander.
-Ah si mio caro, devi aiutarmi in questo modo- Gold strappò il cuore del mago riducendolo in cenere. Ecco cosa rimaneva di quel cuore inutile, cenere nient’altro che cenere.
-E adesso a noi due bestiolina- Henry prese in mano il pugnale e pronuncio solo due parole a bassa voce “Rumplestilkin fermo”
Il signore oscuro non riusciva a capire perché non riusciva a fare del male a quell’essere innocente.
-Che diamine succede!- urlò il signore oscuro spaventando ancora di più la piccola dai capelli scuri quasi uguali a quelli della madre.
-Ti ho ordinato di non farlo!- disse Henry uscendo allo scoperto con il pugnale in mano.
-Tu non farai del male a mia sorella, e adesso dammela- ordinò il ragazzo. Il signore oscuro si avvicinò con il piccolo fagotto in mano, consegnandolo al ragazzo, che non riuscì a capire come quella piccola potesse essere così uguale alla madre, e fu lì che lui decise di fare una cosa. Vendicare la morte di sua madre. Adagiò la piccola in un cesto che si trovava vicino a lui, per poi non riuscì a capire come, forse con l’intensità con qui lo stesse pensando,  impregnare quel cesto di magia per proteggere la piccola.
-Adesso a noi due Oscuro!- disse Henry avvicinandosi a lui tagliandogli la gola con il suo stesso pugnale. Sapeva bene che se lo avesse ucciso sarebbe diventato il nuovo signore oscuro, ma lo fece lo stesso, non gli importava nulla in quel momento di quello che fosse successo voleva solo vendetta.
Gold morì per mano di un ragazzino di quindici anni. Henry stava per trasformarsi nel signore oscuro ma, successe qualcosa che non fece permettere ciò. Il cuore del vero credente non poteva diventare il cuore del signore oscuro. Il ragazzino prese in braccio sua sorella che smise di piangere. Si diresse nella stanza dove avrebbe trovato il corpo di sua madre inerme.  Emma era ancora lì ferma in attesa di un nuovo ordine. Il ragazzino prese il cuore che poco prima gli aveva dato Robin e lo rimise nel petto della donna che ritornò a ragionare.
-Henry che diamine è successo?- chiese la bionda, ma capì tutto quando vide la bambina in braccio al ragazzino.
-Sta zitta è tutta colpa tua se adesso mia madre è morta adesso sparisci di qui prima che uccida anche te!- disse infuriato il ragazzino dirigendosi verso la stanza dove poco prima lasciò sua madre in fin di vita senza dirle nulla.
 
 
-Ti prego Regina torna da me! Ti prego!- disse il fuorilegge fra le lacrime continuando a stringere forse il corpo della mora.
Eppure, si chiese se, magari.. un bacio avesse potuto riportarla da lui.
E ci provo'.
Una.
 
-Ti p-prego... torna da me.- disse singhiozzando, sentendo la gola bruciare.
 
Due.
 
-Svegliat-ti.. amore mio. Non lasciarmi, non lasciarci! Noi abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno...di te- il fuorilegge appoggiò la fronte su quella della mora accarezzandole il viso. Ma lei era li.
Ferma.
 

Nda.
Mi odierete per il finale di questo capitolo, ma vi dico solo una cosa *-* non è finita qui, spero di caricare a breve il prossimo. Grazie per aver letto, e spero di non ritrovarmi sotto casa tutti gli OQ xD 

 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 
“Questo è l’ultimo capitolo di questa FanFiction
Grazie a tutti per averla seguita e questo lo dedico a Mireya & Noemi.
Grazie per sopportare i miei scleri da pazza da manicomio.
Vi voglio bene”
 


-Ti prego, torna da me- le sussurrò Robin, continuando a tenere il suo corpo fra le braccia. “No. Non può essere. Non posso perderti. Non voglio!” pensò il fuorilegge. Alcune lacrime caddero sul volto della mora, quasi come acqua che le sfiorava il viso. Robin tentò ancora.
Una.
Niente. Lei era li ferma, la sua pelle iniziava a diventare sempre più fredda. Non accadeva proprio nulla.
Due.
-Mamma!- esclamò Henry entrando con la piccola Katy in braccio. Il suo volto fu nuovamente bagnato dalle lacrime. L’aveva persa. Aveva perso la sua mamma. La donna che avrebbe dovuto proteggere più di chiunque altro. “Mamma, no… Non posso perderti. Tu sei la mia mamma!”  pensò il ragazzino porgendo la bimba a Trilli che la prese subito, per poi avvicinarsi a sua madre.
-Mamma, no… ti prego io non posso vivere senza di te, senza il tuo sorriso. Senza i tuoi consigli che mi spingono sempre a fare la cosa giusta…come farò senza di te m-mamma ti prego!- disse il ragazzino battendo due pugni sul pavimento gelido di quella stanza.
Robin provò per la terza e ultima volta, continuando a sperare che anche se pur essendo uno stupido bacio forse l’avrebbe riportata da lui. Le diede un ultimo bacio, “il bacio del vero amore spezza qualsiasi cosa” pensò il fuorilegge mentre appoggiava le sue labbra su quelle della mora. Teneva il suo piccolo corpo femminile sulle sua gambe, ogni singola parola, ogni singolo sguardo rivolto verso quel piccolo corpo inerme, non faceva altro che farlo sentire in colpa per non essere arrivato in tempo. Quello fu l’ultimo bacio. Il bacio più lungo. Un bacio in cui lui le dicesse o per meglio dire le dimostrasse quanto l’amasse, e quanto tenesse a lei e che non volesse perderla, voleva invecchiare con lei, veder crescere la loro piccola Katy insieme, ma tutto fu spazzato via di nuovo. La loro felicità era stata spazzata via per l’ennesima e ultima volta.
-Regina, ti prego torna da me…non posso perderti, non voglio- disse con la voce rotta dal pianto.
-E..tu non..m-mi perderai- disse la mora appoggiando una mano sulla guancia dell’uomo, per poi aprire leggermente le palpebre.
-Regina? Regina!- esclamò il fuorilegge alzando lo sguardo verso i suoi occhi color nocciola. Era tornata da lui, era li che lo guardava in quei fantastici occhi color oceano “Sei tornata da me” pensò il fuorilegge accarezzandole il viso.
-Mamma? Mamma!- disse il piccolo principe alzando lo sguardo che fino a pochissimi secondi prima era rivolto verso il pavimento bagnato dalle sue stesse lacrime.
-H-henry…piccolo principe- gli sussurrò la mora ancora indolenzita dal parto.
-Mamma, io…io per salvare Katy ho ucciso Tremotino con il suo pugnale- le disse il ragazzo abbassando nuovamente lo sguardo. In quella stanza fredda il silenzio regnò sovrano, la mora sollevò il viso di Henry in modo da guardarlo negli occhi.
-H-henry davvero h-hai fatto questo per tua sorella?- gli chiese con un piccolo sorriso. Era orgogliosa di lui, orgogliosa del suo piccolo principe che stava crescendo giorno dopo giorno più forte che mai.
-Si…non so come abbia fatto ma ho usato la magia, l’ho protetta con la magia- disse il ragazzo. La mora rimase sorpresa, beh non doveva esserlo anzi doveva aspettarselo “il cuore del vero credente non può essere macchiato dall’oscurità” pensò la mora, ma tutta quella situazione non le piaceva. “E se…se l’oscurità fosse di nuovo alla ricerca di un corpo da controllare?” mille domande le passarono per la mente, ma il pianto di un neonato la fece tornare alla realtà. “Katy!” pensò la mora, voleva prendere sua figlia, voleva stringerla come non aveva potuto fare quando la mise alla luce. Trilli capì dallo sguardo della mora che voleva prendere quel piccolo fagottino che teneva fra le braccia. La piccola Katy, la piccola principessa che non vedeva l’ora di stringere fra le sue braccia, piangeva in braccio alla fata che non riusciva a farla calmare.
-T-trilli…vorrei tenere mia figlia…ti spiace darmela un po?- chiese la mora alla fata. Trilli annuì e si avvicinò con la piccola in braccio, per poi porgerla alla sua mamma.
-Katy…R-robin guardala è bellissima- gli disse la mora guardando la piccola che si era appena calmata fra le sue braccia.
-E’ bellissima proprio come la sua mamma- le rispose Robin.
-Regina stai tremando, sei sicura che vada tutto bene?-  le chiese il fuorilegge accarezzando la testolina della bambina.
-S-si voglio solo tornare a casa- rispose la mora appoggiando le labbra sulla testolina della sua piccola principessa.
-Mamma ti vuole bene e non ti lascerà mai- sussurrò alla piccola dandole un tenero bacio.
-Milady andiamo a casa- disse il fuorilegge prendendola in braccio. La mora appoggiò la testa sulla sua spalla continuando a fissare la piccola Katy che teneva fra le sue braccia. Non riusciva a capire una cosa, dove fosse finita l’oscurità che si trovava in Rumple, e se l’oscurità fosse in giro a cercare qualcosa da divorare? E se avesse colpito Robin, Roland o peggio se avesse colpito sua figlia? “Devo proteggerli al costo della vita. Fosse anche perdere la mia felicità, ma lei, la mia dolce Katy Lana Hood, e suo padre devo stare al sicuro” pensò la mora chiudendo gli occhi, era stanca, stanca di tutta quella situazione. Stanca di non poter essere felice. Stanca di non poter crescere sua figlia senza dover combattere ogni giorno per tenerla al sicuro, stanca di avere ogni giorno paura di perdere le persone che ama. Ma qualcosa la convinceva che era finalmente tutto finito, che finalmente poteva godersi il suo lieto fine con l’uomo che amava. Sperava che quella sensazione fosse la realtà, sperava che era davvero tutto finito.
 
Erano quasi le dieci del mattino e Regina era tremendamente in ritardo. “Dannazione! È tardi!” pensò la donna dai capelli castani correndo al piano di sopra. Katy dormiva beatamente dentro il passeggino, aveva quasi un anno anzi lo avrebbe compiuto fra meno di un mese. La mora si era fermata ad osservare la sua piccola principessa che dormiva beatamente “Un anno. Un anno da quando tutto sembra essere finalmente finito. Un anno dalla sparizione dell’oscurità. Un bellissimo anno reso tale grazie a te piccola.” Pensò accarezzandole leggermente la piccola testolina.
-Regina! Sei pronta?- le chiese una voce femminile. “Dannazione devo infilarmi il vestito e fare i capelli!”
-Ancora no, Trilli ho bisogno di una mano aiutami!- rispose la donna aprendo la porta della camera da letto. La bionda entrò con un sorriso enorme stampato in volto. La sua migliore amica si stava per sposare con l’uomo che un tempo le aveva mostrato.
-Cosa? Non sei ancora pronta! È tardissimo Regina!- la rimproverò la fata, Regina non fece altro che uscire il lungo abito bianco dall’armadio.
-Trilli dammi una mano a metterlo, sbrigati avanti smetti di guardare la bambina e vieni qui ad aiutarmi!- le disse Regina togliendosi la lunga vestaglia grigia. Trilli aiutò la mora a indossare quel fantastico vestito bianco dalla scollatura a cuore. Da dietro era fantastico, valorizzava tutte le sue curve, aveva la schiena completamente scoperta fino ad un certo punto, la parte bassa del vestito era a sirena, un abito degno di una Regina.
-Ecco sei perfetta devi solo mettere il velo- disse Trilli mettendole il piccolo velo bianco. L’acconciatura era molto semplice, una ciocca di capelli, precisamente quella destra era portata indietro e tenuta ferma da un fermaglio semplice ma stupendo.
-Nervosa?- chiese Trilli sorridendole.
-Nervosa? Eh..io…- cercava di non mostrare le sue emozioni, come se avesse paura di farlo.
-Su dai puoi dirmelo! Di la verità sei nervosa vero?- le chiese nuovamente.
-Si sono terribilmente nervosa, e se qualcosa dovesse andare storto? E se qualcuno dovesse tornare?- chiese la mora.
-Andrà tutto bene vedrai! E poi se il male dovesse tornare voi siete gli eroi e gli eroi vincono sempre. Ricorda le mie parole Regina, tu, tuo marito e tua figlia siete la cosa più bella che io abbia mai visto, e poi se il male dovesse tornare saremo tutti uniti per fermarlo- disse la bionda.
-Hai ragione, devo solo essere un po’ più ottimista- disse sospirando.
-Allora andiamo? È tardissimo Regina!- gli disse Trilli avvicinandosi alla bambina che ancora stava dormendo.
-Vero! Andiamo- rispose Regina uscendo a gran velocità dalla stanza cercando di non inciampare nel suo stesso vestito. Trilli la seguiva con la piccola che dormiva beatamente nel passeggino.
-Pronta?- le chiese Trilli.
-Si. Ehm, non ho pensato a chi lasciare la piccola e a chi dovrebbe accompagnarmi- disse tristemente.
-Ehi, ehi va tutto bene- le disse Trilli, guardando alcune lacrime solcare il suo volto.
-Regina, perché quelle lacrime?- le chiese.
-P-perché se non fosse stata per la mia stupidità e sete di vendetta mio padre Henry sarebbe ancora qui con me- rispose abbassando lo sguardo.
-Io sarò sempre con te- sussurrò una voce maschile. Regina alzò lo sguardo e vide suo padre, il principe Henry.
-P-padre? Padre!- esclamò Regina.
-Ma…ma come…-
-Volevo farti una sorpresa Regina- rispose la fata avvicinandosi a Regina.
-C-cosa?- chiese Regina.
-Ho trovato un incantesimo per far venire tuo padre in un giorno speciale come questo. Può rimanere solo fino alla mezzanotte, avete tante cose da dirvi- rispose la fata.
-Allora mia Regina siete pronta?- chiese il principe sorridendo.
-Padre, non sono più la tua regina, adesso sono semplicemente Regina. Vostra figlia- rispose Regina con un piccolo sorriso.
-Tu sarai sempre la mia Regina. Ti voglio bene- rispose il principe Henry avvicinandosi a lei per prenderle la mano.
-Andiamo? Voglio conoscere il tuo futuro marito- le sussurrò il principe.
-S-si andiamo. Trilli la tieni tu la piccola?- chiese la donna vestita di bianco.
-Vai ci penso io a Katy- rispose la fata. Henry e Regina si avviarono verso il giardino di casa Mills, dove si sarebbe tenuta la cerimonia. Avanzavano sotto gli occhi di tutta Storybrooke, sotto lo sguardo di tutti i cittadini sorpresi a quella sorpresa, sorpresi di vedere il principe Henry.
-Padre- sussurrò appena la mora.
-Si?- rispose il principe sussurrando.
-Grazie- rispose Regina avanzando lentamente.
-E di cosa?- chiese l’uomo accarezzando la sua mano.
-In fondo è solo grazie a te se adesso sono finalmente felice. Grazie padre, se non fosse stato per voi sarei ancora infelice- lo ringraziò sorridendo.
-Ti voglio bene Regina e te ne vorrò per sempre- le sussurrò dandole un bacio sulla guancia per poi stringere la mano di Robin in segno di saluto.
-So che  renderai mia figlia la donna più felice del mondo- sussurrò al fuorilegge per poi andarsi a sedere al fianco di Trilli che teneva in braccio la piccola Katy che si era appena svegliata.
-Regina lui…lui è tuo padre?- chiese il ladro stringendo la mano di Regina.
-S-si rimarrà con noi fino alla mezzanotte- rispose la donna per poi mettersi al suo fianco.
-Bene- sorrise l’uomo. Il prete iniziò a parlare, stavano arrivando al momento delle promesse e sia Robin che Regina erano più emozionati che mai.
-Allora, non sono molto bravo con le parole e tu lo sai, volevo solo dirti Prima di te, Regina, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità… Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All’improvviso, tutto ha preso fuoco: c’era luce, e bellezza. C’eri tu, con tutta la tua bellezza e semplicità hai illuminato la mia vita. Mi hai insegnato una cosa che nessun ‘altro mi aveva insegnato fino ad adesso: C’è sempre un’altra scelta. C’è sempre una seconda occasione, tu sei la mia seconda occasione e io oggi davanti a tutti gli abitanti di Storybrooke ti prometto amore eterno, ti prometto di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita, ti prometto che ogni istante della mia vita non smetterò mai i amare quella donna dalle labbra rosse, dagli occhi color nocciola nella quale mi perdo ogni volta che li guardo. Ti prometto che non smetterò mai di amarti, non smetterò mai di amare te, la nostra piccola Katy Henry che per me è come un figlio e Roland che ti ama come se fossi sua madre. Ti Amo Regina ora e per sempre, e so per certo che tu, nonostante la puzza di foresta mi ami, e io non smetterò mai di farlo- disse Robin guardando la mora negli occhi per poi metterle l’anello.
-Robin…io…io non so cosa dire. Allora, devo ammettere che dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutto il male che ho causato, non credevo di poter essere di nuovo felice. Non credevo che mi avrebbero perdonata, e soprattutto non credevo che tu, tu che ogni giorno ti svegli al mio fianco, tu che ogni giorno mi dai la forza e l’amore di cui ho bisogno, non credevo che tu mi avresti amata dopo tutto quello che ho fatto. Tu sei stato l’unico dopo Henry, a credere veramente in me, a guardarmi per come sono e a cui non interessa il mio passato. Ricordo ancora le tue parole: “Se ti concentri sul passato non vivrai al meglio il presente e il futuro”. Mi hai accettata nonostante tutto quello che ho fatto in passato, e oggi sono qui a farti una promessa. Io ti prometto che nonostante la puzza di foresta, ti amerò fino ala fine dei tempi, ti amerò ogni secondo, ogni minuto, ogni ora ma soprattutto, ogni giorno della mia vita. Ti giuro amore eterno, ma non posso prometterti cosa succederà domani, o i giorni a seguire, non so cosa succederà domani, se sarò ancora un eroe o un cattivo. Ti posso solo promettere di amarti e onorarti ogni singolo giorno della mia vita finchè morte non ci separi, ma nemmeno la morte riuscirà a fermare il mio amore per te. Ti Amo e non smetterò mai di farlo- quelle parole le pronunciò con le lacrime agli occhi, con delle lacrime pronte a saltare fuori da quei occhi color nocciola. Era come essere soli, come se non ci fosse nessun’altro all’infuori di loro due. Non sentirono nemmeno le ultime parole del prete. Si avvicinarono l’un l’altra, i loro visi erano vicinissimi, le loro labbra erano vicinissime, si stavano quasi per sfiorare. Robin mise un braccio attorno alla vita della donna e la attrasse a se, premendo le labbra su quelle di lei. Regina circondò il collo del fuorilegge con le sue piccole braccia femminili, immergendosi in quel fantastico bacio. Le loro labbra,  i loro respiri, erano in sintonia.
-R-robin- sussurrò sulle sue labbra.
-Lo so…Ti amo anche io- rispose continuando a baciarla. Tutti gli invitati erano li a guardare quella scena tenera, erano li ad applaudire quel fantastico bacio che sembrava non finire mai. La cerimonia era finita, la loro felicità stava per iniziare.
-Regina, devo andare- disse suo padre avvicinandosi a lei.
-No. No padre vi prego non andate via- disse la mora avvicinandosi a lui, con gli occhi lucidi.
-Devo andare, potevo rimanere solo fino alla mezzanotte, non posso rimanere di più- rispose il principe.
-No, non voglio perdervi di nuovo, non posso- disse Regina con le lacrime agli occhi.
-Regina, io non ti lascerò mai, sarò sempre qui- prese la mano di sua figlia e la portò sul suo petto in direzione del cuore.
-NON POSSO PERDERVI ANCORA! HO TROPPE COSE DA DIRVI E DA RACCONTARVI. Ti prego padre. Resta- disse la mora abbassando lo sguardo per non far vedere quelle lacrime che solcarono il suo volto.
-Regina guardami…guardami… le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente. Io sarò sempre con te- rispose abbracciando sua figlia. Era mezzanotte, mezzanotte e cinque maledettissimi minuti, Regina ancora stava abbracciando suo padre, stava ancora piangendo sulla sua spalla tenendo gli occhi chiusi e immaginando di rimanere sola di novo.
-Regina- sussurrò Robin mettendole una mano sulla spalla.
-Robin…- rispose lei staccandosi da suo padre per non vederlo scomparire poco alla volta.
-Regina è mezzanotte e cinque minuti. E tuo padre è ancora qui- rispose Robin abbracciando sua moglie.
-C-cosa?- disse la mora staccandosi dall’abbraccio di suo marito per guardare l’ora.
-Regina sono ancora qui, come mai?- chiese il principe. In quell’istante arrivò Henry con una penna in mano.
-Mamma ho fatto una cosa, anche se so che è sbagliata ho cambiato solo una cosa del tuo passato. Ho cambiato la morte del nonno, lui non è mai morto tu hai usato un altro modo per scagliare il sortilegio, ma lui non è mai morto- disse Henry con un piccolo sorriso.
-Henry tu hai fatto questo? Dove hai preso quella penna?- chiese la madre del ragazzo.
-L’ho trovata a casa dell’autore e non potevo non far rimanere il nonno al tuo fianco- rispose con un sorriso più ampio.
-Grazie Henry- rispose lei abbracciando il figlio per poi abbracciare di nuovo suo padre.
-Robin, lui…lui è mio padre il principe Henry- disse Regina facendo avvicinare suo marito a suo padre.
-Si, è un piacere conoscervi- disse il ladro per fare un piccolo inchino.
-Il piacere è tutto mio Robin di Locksley- rispose sorridendo.
-Sono felce che mia figli abbia sposato voi. Avete l’aria di chi la renderà felice, anzi lo è già. L’ho capito dal modo in cui vi guardate- disse il principe.
-Grazie padre, grazie per non avermi lasciata sola in nessun momento, grazie per essermi stato accanto ogni istante della mia vita- gli diede un bacio sulla guancia per poi prendere per mano suo marito.
-Pixie dust never lies- disse la fata avvicinandosi a loro.
-Già. Hai sempre avuto ragione Trilli- le sorrise per poi allontanarsi mano nella mano con su omarito.
 
 
-Henry mostra tu al nonno dove dormirà- disse Regina prendendo la piccola dal passeggino.
-Va bene mamma- rispose dando un bacio alla sorellina e alla sua mamma. Non appena Henry e il principe Henry salirono al piano di sopra, Regina prese il libro di Henry, dove alla fine apparvero le ultime pagine della storia, una volta preso il libro si mise comoda sulla sua poltroncina con la piccola Katy in braccio e iniziò a sfogliare il libro fino ad arrivare alla fine della storia.
-Hei che fate aui?- chiese Robin avvicinandosi anche lui per sedersi nella poltrona accanto.
-Sto raccontando a nostra figlia la nostra storia- rispose lei toccando il nasino della piccola.
-M-mamma gliacconta, gliacconta- chiese la piccola battendo le manine.
-Certo piccola- rispose la mamma sorridendo. Robin prese alla sprovvista Regina e le regalò il più bel bacio oltre a quello delle nozze, che abbia mai ricevuto.
-Mm, bacio a sorpresa eh?- chiese la mora accarezzandogli il viso.
-Si, e ne avrai un sacco. In eterno- rispose lui guardando la piccola.
-Allora? Racconti il finale della storia alla bimba?- chiese il ladro.
-Certo- rispose lei sorridendo.
-E così, dopo un anno dalla nascita della piccola Katy, la Regina & il Ladro si sposarono davanti tutta Storybrooke, promettendosi amore eterno finchè morte non li avrebbe separati, ma entrambi sapevano che il loro amore era più forte della morte e che li avrebbe legati il eterno… E così la piccola Katy conobbe anche suo nonno Henry… Siamo arrivati alla fine della storia…E così la principessa Katy, la Regina & il ladro vissero per sempre felici & contenti- concluse la mora voltandosi verso suo marito, che le diede un altro tenero bacio, la piccola li osservava sorridendo e battendo le manine e i suoi genitori non fecero altro che sorridere a tutta quella tenerezza che li rendeva i genitori più felici del mondo.
 
“E così La Regina & Il Ladro vissero per sempre felici e contenti”
 
Fine.



 

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