Non può essere vero.

di fly90
(/viewuser.php?uid=491013)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NON PUO' ESSERE VERO.



CAPITOLO 1.



Che palle raga! Mi sto annoiando!!!” Si lamentò Brianna tirando per la manica della giacca Serena che quasi cadde dal gradino sul quale era seduta.

Ma la vuoi piantare di scassare scimmietta?” Le urlò Ryan prendendola per la collottola e schiacciandole il collo con le lunghe dita.

Se non la smetti di chiamarmi scimmietta passerai un brutto quarto d'ora!” Lo minacciò lei facendo una boccaccia.

Serena scosse la testa alzando gli occhi al cielo.

Ryan e Brianna erano da sempre i suoi migliori amici ma, purtroppo, non erano mai andati d'accordo tra loro nonostante adorassero Serena.

Alla fine avevano deciso di sopportarsi per il suo bene ma non rinunciavano a pizzicarsi ogni qualvolta ne avevano l'occasione.

In fondo Serena si divertiva come una matta a vederli litigare anche se alla fine doveva fare da paciere.

Una ragazza molto carina passò davanti a loro sfoggiando uno sorriso smagliante indirizzato a Ryan senza, ovviamente, degnare le ragazze di un occhiata.

Non capisco proprio cosa ci trovino in te!” Borbottò Brianna guardandolo truce.

Loro si che ne capiscono qualcosa di ragazzi, mica come te che hai baciato quel ranocchio di Joe!” Contrattaccò lui dando di gomito a Serena che rise sotto i baffi.

In effetti Joe era praticamente il più brutto della classe...

Fatti gli affari tuoi arrogante e pallone gonfiato che non sei altro! Almeno lui è simpatico!” Urlò Brianna incrociando le braccia innervosita.

Ok, ok. Adesso basta! Che ne dite di un giro al centro commerciale? Devo comprare un regalo per la mamma.” Propose Serena nella speranza di smorzare la rissa.

Ancora immusoniti i due annuirono alzandosi.


Il centro commerciale era ancora pieno nonostante fosse ormai tardo pomeriggio.

La gente si affrettava tra le corsie sospirando e sbuffando nel scegliere i prodotti.

Mamma mia che ressa, ma la gente non va mai a casa?” Brontolò Ryan guardandosi attorno in cerca del reparto dei videogiochi.

Beh, si presume che alcuni stiano proprio comprando la cena Ryan, mica sono tutti fortunati come te che hai la mammina che ti cucina la pappa.” Lo rimbeccò Brianna prendendo a braccetto Serena e tirandola verso il reparto delle scarpe di cui andava pazza.

Parla quella che manderebbe a fuoco la casa cercando di cuocere un uovo.” Rilanciò Ryan prima di allontanarsi in tutta fretta e incollarsi all'enorme TV che trasmetteva uno dei nuovi film di fantascienza che andavano per la maggiore in quel periodo.

Seriamente Sere, non so perché ti ostini a portarti dietro quel cretino!” Brontolò Brianna inarcando un affusolato sopracciglio.

Bri ti prego, dovete smetterla di litigare sempre. Siete i miei migliori amici cavolo!” Si lamentò Serena fermandosi per guardare l'amica negli occhi azzurri come il mare.

Ok, ci proverò ma sai che lo detesto.” Sospirò Brianna.

Grazie.” Le sorrise Serena di rimando.

Mi consolerò comprando un bel paio di scarpe.” E detto ciò si diresse a passo svelto nel reparto scarpe dove, Serena ci avrebbe scommesso, avrebbe passato almeno un ora indecisa su quale paio portarsi a casa.

Scuotendo la testa Serena prese a girare per vari reparti in cerca del regalo giusto per la madre.

Mmh... gialla o rosa? Mamma mia quant'è difficile scegliere i regali!” Borbottò soppesando le due magliette che aveva in mano.

Fu allora che percepì un lieve tremore sotto ai piedi.

Dapprima fu un leggero brontolio ma rapidamente diventò sempre più forte.

Il cuore di Serena partì al galoppo mentre si reggeva allo scaffale per non cadere.

Un torpore le invase il corpo e la vista si fece appannata.

L'ultima cosa che sentì fu il tonfo del suo corpo mentre cadeva a terra.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti, sono tornata.

Sono mancata per molto tempo causa poco tempo e mancanza di idee nuove ma ora sono tornata e intendo buttare giù qualche storiella delle mie...chi mi segue ha capito di che tipo di storie si tratta :-)

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi anticipo che non sarà una storia lunghissima ma mi sto comunque impegnando per renderla piacevole.

Un bacione dalla vostra Fly90.








Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 2.



Serena non seppe dire da quanto tempo fosse stesa a terra e nemmeno ricordava come ci fosse finita in quella situazione.

Sollevò la testa e si guardò intorno senza scorgere nulla di particolare.

Con cautela si mise a carponi quindi, reggendosi allo scaffale accanto a sé, si tirò in piedi ma dovette appoggiarsi un momento prima che la sua testa smettesse di girare.

Più ci pensava e più rimaneva un mistero cosa fosse successo prima di ritrovarsi a terra.

Forse era svenuta?

Forse era caduta dopo aver preso una testata in qualche modo?

Si tastò il capo non trovando nessuna ferita.

Ancora confusa raccolse la maglietta per la mamma da terra e si diresse nel reparto scarpe in cerca di Brianna.

Girò il reparto in lungo e in largo ma dell'amica nessuna traccia.

Chissà dove diavolo si era cacciata quella piccola peste!

Ok, non era una piccola peste ma in certi casi Brianna sapeva essere davvero insopportabile.

Ma dove si sarà cacciata adesso?” Borbottò scrutando corsia per corsia.

Dopo averle girate tutte si arrese all'evidenza: nessuna traccia dei suoi amici.

Velocemente scrisse un messaggio a Ryan e uno a Brianna nella speranza che le rispondessero.

Erano già le sette passate ed il centro commerciale non sarebbe rimasto aperto ancora per molto.

Decise di comprare una confezione di patatine da sgranocchiare tornando a casa.

Stava scegliendo fra le varie tipologie quando si accorse di una cosa piuttosto strana.

Una donna era ferma al centro della corsia e guardava a terra come se volesse memorizzare ogni dettaglio della piastrella su cui aveva concentrato l'attenzione.

Serena non poté fare a meno di scrutarla per un momento, sembrava sperduta.

Cercò di lasciar perdere, doveva avere qualche problema.

Riportò l'attenzione sulle patatine optando per due sacchetti alla paprika quindi si allontanò velocemente, quella donna era sicuramente svitata.

Indispettita per essere stata ignorata provò a chiamare Brianna ma stranamente il numero risultava inesistente.

Ma che diavolo...?” Era così nervosa che si sarebbe mangiata il telefono.

Maledetti aggeggi! Quando ti servono veramente non funzionano mai.

Guardò il display: 19.30.

Si stava facendo tardi e la mamma avrebbe fatto una scenata se fosse rincasata tardi un altra volta.

Ok, proviamo con Ryan.” e si attaccò al telefono sperando in una risposta almeno dall'amico.

Al decimo squillo dovette arrendersi, probabilmente aveva impostato la modalità silenziosa e non lo sentiva come al solito visto che riceveva mille messaggi al minuto e la suoneria lo urtava.

Uffa! Ma dove cazzo sono??” Si lasciò sfuggire frustrata.

Non restava altro da fare che pagare e uscire, magari la stavano aspettando all'esterno o almeno se lo augurava.

Scusa? Ehi tu!”

Serena si fermò e vide un uomo corrergli incontro.

Sembrava un barbone con la camicia sgualcita e una barba folta così come i capelli.

Posso fare qualcosa per lei?” Gli chiese titubante.

Io...ecco credo di essermi perso...” Disse debolmente l'uomo guardandola affranto.

Ok, oggi capitano tutte a me!”Pensò guardando l'uomo con una certa apprensione.

Ehm...come sarebbe a dire che si è perso? Sta cercando qualche corsia specifica?” Tentò di capire.

L'uomo rimase in silenzio per qualche istante prima di ripetere che si era perso.

Forse soffre di qualche disturbo della memoria.” Pensò sospirando.

Cerca l'uscita?” Chiese facendo un debole sorriso come per incoraggiarlo.

Gli sarei grato se me la mostrasse. Voglio solo andare a casa, sono molto stanco.” Ammise guardandosi le scarpe come se si vergognasse di qualcosa.

Ok, mi segua la porterò all'uscita.” Lo rassicurò.

In fondo non sembrava una persona pericolosa, era solo un pover'uomo confuso e stanco che probabilmente aveva solo bevuto un po' troppo.

Con l'uomo alle calcagna pagò alla cassa e stava attraversando il corridoio verso l'uscita quando questo la fermò prendendola per una spalla.

Io mi sono perso...la prego mi porti via da qui.” Piagnucolò quasi il signore guardandola tristemente.

Si calmi, tra un paio di passi saremo fuori da qui e lei potrà tornare a casa o quanto meno telefonare alla sua famiglia cosicché qualcuno la venga a prendere.” Cercò di spiegargli dolcemente.

Sembrava un bambino mentre la guardava titubante.

Io non... non credo che questa sia la via giusta.” Balbettò lui scuotendo il capo.

Si fidi di me vedrà che tra poco tornerà a casa dove potrà riposare.” Dicendo ciò allungò una mano invitandolo a prenderla e seguirla ma l'uomo non fece un solo passo.

Immobile continuava a scuotere la testa guardando un punto dietro di lei.

Nei suoi occhi apparì un ombra di paura, disperazione.

No! No!” Urlò prima di allontanarsi di corsa nuovamente verso l'interno dell'edificio.

Di scatto si girò verso la porta automatica ma non vide altro se non il suo riflesso sfocato nel vetro.

A quel punto anche Serena si sentiva in ansia, un senso di disagio le oppresse il cuore stringendolo in una morsa fredda.

Qualcosa non andava se lo sentiva nel profondo.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ehilà ragazzi! Come va?

Ecco il secondo capitolo della storia... non è venuto come avrei voluto ma spero che i capitoli a venire siano più interessanti.

Mi piacerebbe sapere che idea vi siete fatti della trama.

Cosa ne pensate dell'uomo e della donna che si comportano in modo “strano”.

Dove possano essere Ryan e Brianna.

E come mai Serena si sente gelare il sangue nelle vene d'improvviso.

Se vi va ditemi la vostra.

Un bacione da Fly90.




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 3.


Nonostante l'ansia le stesse comprimendo il cuore, Serena, superò le porte automatiche.

L'aria era fresca, quasi gelida, nonostante fosse già giugno inoltrato.

Strano, qualche ora fa non faceva così freddo.” Borbottò stringendosi addosso la maglietta e desiderando fosse una bella maglia calda di lana.

Si diresse a passi veloci verso il parcheggio sperando di intravedere gli amici che l'aspettavano già in auto.

Dopo alcuni istanti localizzò la Matiz blu di Brianna ma purtroppo di loro nessuna traccia.

Cazzo! Ma dove sono finiti?” Brontolò innervosita.

Aveva tanto sperato che fossero già lì.

Guardandosi ancora attorno si rese conto che il parcheggio era deserto, sembrava che tutte le persone che di solito affollavano il centro commerciale fossero sparite nel nulla.

Un senso di disagio le serpeggiò sotto la pelle.

Qualcosa non andava.

Ripescò il telefono nella tasca e chiamò Brianna.

Ma che diavolo succede a sti telefoni??” Urlò al silenzio all'altro capo del telefono.

Non restava che tornare all'interno e cercarli nuovamente.

Stava facendo dietrofront incazzata come una iena quando notò un uomo appoggiato al muro che la osservava e che prima, ne era certa, non c'era.

Cercò di far finta di nulla procedendo a testa bassa per sfuggire al suo sguardo fisso e indagatore.

La gente che la fissava le aveva sempre dato fastidio rendendola aggressiva tanto che era spesso tentata di attaccar briga con chiunque la osservasse più del dovuto.

Ma probabilmente era una cosa portata dalla sua sfiducia in se stessa.

Appena prima che le porte automatiche si aprissero la voce dell'uomo le giunse come un eco lontana.

Lì dentro non troverai ciò che cerchi.”

Serena fu tentata di far finta di non aver sentito e proseguire ma qualcosa la fece desistere.

Come prego?” Chiese a muso duro per mostrarsi spavalda.

Non troverai chi cerchi.” Rispose lentamente l'uomo guardando il cielo scuro.

Cosa le fa pensare che io stia cercando qualcuno?” Ringhiò a denti stretti lei.

Le toccava pure discutere con uno sconosciuto.

Lo so e basta.” Fu la risposta enigmatica che ricevette.

Mi ascolti bene, io non so chi sia lei ne cosa vuole da me ma le assicuro che ha sbagliato sia persona che momento per rompere le scatole!” Urlò facendo un passo in avanti come per affrontarlo.

L'uomo rimase fermo immobile con lo sguardo sempre puntato verso il cielo.

Per un attimo non disse nulla emettendo solo un profondo sospiro.

Non ci sarà più un momento giusto per te. E ti assicuro che tu sei la persona a cui io dovrò aprire gli occhi.”

Serena rimase allibita e confusa.

Che cosa intendeva dire quell'uomo così strano?

Si disse che era meglio non saperlo quindi si voltò mandandolo al diavolo e fece per entrare quando l'uomo disse una cosa che la fece bloccare seduta stante.

Tu non potrai vedere Ryan e Brianna finché non avrai aperto gli occhi.”

Come cazzo fai a conoscere i loro nomi? Chi sei?” Sbraitò Serena senza accorgersi di aver preso a tremare.

Io so molte cose Serena. Cose che tu ancora non sai.”

Dimmi come fai a sapere i nomi dei miei amici!” Urlò ancora lei in preda al panico.

Era chiaro che quell'uomo li stesse seguendo da un po'.

Te l'ho detto, io so cose che tu ancora non capisci perché non sei pronta.” Rispose l'uomo guardandola finalmente negli occhi.

E, quando i loro sguardi si incrociarono nuovamente lei ebbe la sensazione di guardare un uomo vissuto millenni.

Nel suo sguardo azzurro ghiaccio vi erano una saggezza e una pace capaci di ammutolire il mondo intero.

Serena, tu ora non puoi capire, sei ancora troppo attaccata alla vita per renderti conto di ciò che è successo.” Proseguì con voce calma e velata di tristezza.

Capire cosa?” Chiese lei nuovamente colpita dal fatto che conoscesse il suo nome.

Serena, tu sei morta.”

Morta.

Quella parola riecheggiò nella sua mente infinite volte prima che prendesse significato.

M-morta?”


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Eccomi con un nuovo capitolo.

Non so ancora quanto sarà lunga questa storia ma vi prometto che cercherò di aggiornarla almeno una volta a settimana per non lasciarvi troppo sulle spine (cosa che io odio!!!)

Che dire?

Che ne pensate del capitolo?

Secondo voi chi è quell'uomo e sta dicendo la verità oppure è un pazzo visionario?

Ne saprete di più nel prossimo capitolo.

Un bacione dalla vostra Fly90






Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 4.



Si Serena, sei morta.” Disse l'uomo guardandola intensamente.

Ok, tu sei pazzo è evidente. Lasciami stare, sei svitato!” Urlò Serena cercando di allontanarsi da quell'uomo strano da cui voleva fuggire e allo stesso tempo voleva ascoltare.

Non si era mai fidata di nessuno eppure c'era qualcosa in lui che la colpiva in modo particolare.

Ma non poteva essere vero, non poteva essere morta.

Mentre correva, nemmeno lei sapeva dove, l'uomo la seguiva con passi lenti e stanchi.

Mi vuoi lasciare in pace? Giuro che chiamo la polizia!” Inveì lei invertendo il senso di marcia per affrontarlo faccia a faccia.

L'uomo non parve turbato.

La guardò con aria triste senza mai abbassare lo sguardo.

So che è difficile da credere ma tu sei morta Serena. Devi solo capirlo e vedrai che tutto si farà chiaro.”

Ma se parlo con te come posso essere morta?!” Sbraitò Serena al colmo della rabbia scatenata dalla paura che sentiva crescerle dentro.

Ricordi quando hai sentito il pavimento tremare?” Le chiese a bruciapelo.

Si, credo sia stato un terremoto, una piccola scossa che però mi ha fatto cadere a terra.” Rispose Serena con il groppo in gola.

Aveva quasi rimosso l'accaduto.

Non era una piccola scossa. In realtà era un vero e proprio terremoto che ha fatto crollare una parte dell'edificio.” Continuò lui sospirando.

N-non è possibile. I-io credo di aver battuto la testa o forse è stato un capogiro e sono svenuta. Ma ora sono qui davanti a te.” Controbatté Serena disperatamente.

In realtà non ricordava cosa fosse successo fatto sta che si era risvegliata sul pavimento apparentemente a posto.

Non sei svenuta. Sei morta. Il soffitto ti è crollato addosso...mi dispiace.” Concluse tristemente.

Ma non può essere. L'edificio è integro non vedi? Se fossi davvero morta come avrei potuto rialzarmi e uscire?”

Serena scosse la testa con fermezza ma il dubbio ormai l'aveva assaltata.

Tu puoi vedere solo ciò che vuoi vedere.” Fu la risposta criptica che ricevette.

Se io sono morta...che ci faccio qui? Perché posso ancora respirare e vedere ciò che mi circonda, pensare? Insomma non dovrei essere...scomparsa?”

Ci fu un lungo silenzio interrotto solo dal gracchiare di un corvo prima che l'uomo rispondesse.

Respiri per abitudine, il tuo corpo non capisce che non ne hai più la necessità. Prova a trattenere il respiro.”

Così Serena trattenne il respiro.

I secondi passarono diventando minuti e i polmoni non presero a bruciarle come avrebbero dovuto, non sentì nulla.

Vedi? Non ne hai bisogno. Ora mi credi?” Le chiese scrutandola a fondo.

Non riuscì a proferire parola quindi si limitò ad annuire debolmente.

Vieni tesoro.” Così dicendo le mise una mano sulla spalla portandola fino al marciapiede dove le fece cenno di sedersi accanto a lui.

Vedi, quando le persone muoiono non spariscono ne cessano di esistere. C'è chi si rende conto di ciò che è successo e chi, come te, rimuove l'accaduto convincendosi di essere ancora vivo e costruendosi una sorta di bolla in cui tutto appare immutato.”

Quindi io sto fantasticando? È questo che mi stai dicendo?” Chiese confusa e impaurita.

In un certo senso si. Tu sei convinta di essere ancora viva e perciò non vedi il reale aspetto delle cose. Dove tu vedi il centro commerciale com'è sempre stato gli altri vedono un edificio semi distrutto.” Le spiegò l'uomo a voce bassa quasi sussurrando.

Serena fece per girarsi a guardare ma lui glielo impedì con un gesto lieve della mano.

Io devo cercare i miei amici! Potrebbero essere morti anche loro! Dobbiamo cercarli!” Urlò Serena mentre tentava di alzarsi.

Verrò con te.” Si limitò a dire l'uomo stringendole dolcemente la spalla come per darle la forza di girarsi e vedere la realtà.

Davanti ai suoi occhi c'era solo distruzione, l'edificio era crollato quasi interamente su se stesso.

La parete di destra era completamente crollato aprendo un grosso squarcio.

Le macerie erano ovunque, vetri rotti affollavano l'asfalto.

Dalle labbra di Serena sfuggì un gemito disperato.

N-non può essere vero. Dio no!”

Mi dispiace Serena. Mi dispiace tanto.” Le sussurrò l'uomo mentre l'abbracciava carezzandole la testa.

E Serena pianse per quello che le sembrò un tempo infinito.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Il capitolo non mi convince molto, mi spiace ma, non ho saputo far di meglio.

Spero che vi piaccia.

Ormai mancano pochi capitoli alla fine di questa storia assurda e spero che il risultato finale sia discreto.

Alla prossima un bacione da Fly90.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 5.



Dopo quello che le parve un tempo lunghissimo Serena riuscì a staccarsi dall'uomo.

Gli occhi gonfi e le lacrime secche sul volto.

Prese un grosso respiro tremante prima di guardare l'edificio cadente.

Prenditi il tempo necessario. Entra solo quando ti senti pronta.” le sussurrò l'uomo arretrando di un passo per guardarla in viso.

Serena non riuscì a replicare per paura che la voce non le sarebbe mai uscita dalla gola dove si era incastrata forse per sempre così, annuì lentamente convincendosi a muovere un passo dopo l'altro verso l'entrata.

Non appena superò quel che rimaneva della porta a vetri fu investita da una folata di aria gelida e dall'odore metallico del sangue.

L'accolse una vista orrenda.

La cassiera che l'aveva servita solo pochi minuti prima si aggirava attorno al nastro smarrita.

Apparentemente sembrava la stessa di prima ma ad un occhiata più attenta Serena vide che la gamba destra della giovane era dilaniata in più punti dove l'osso fuoriusciva completamente dalla carne martoriata.

Intorno a lei un fiume di sangue.

Eppure la giovane pareva non rendersene conto, non soffriva alcun dolore e sembrava

solo confusa.

Non si è ancora resa conto di quel che è successo.” la voce dell'uomo le arrivò da dietro.

M-ma come è possibile? Come...come può essere?” balbettò frastornata.

Ma non ci fu bisogno di aggiungere altro perché, appena qualche passo più avanti appena dietro la cassa, vide il corpo senza vita della ragazza semisepolto dai detriti caduti dal soffitto.

Vedi, lei come te non vede ciò che tu ora puoi vedere. Non sa di essere un anima senza corpo. Non vede le condizioni della propria gamba, non può farlo.” le spiegò con delicatezza cercando di non ferirla più del dovuto.

Serena si limitò ad annuire procedendo lentamente.

Le sembrava di essere piombata in un incubo o in uno di quei film dell'orrore che tanto le piacevano.

Peccato che ora non le sembrava più tanto divertente la “vita” di un fantasma o anima senza un corpo come la chiamava l'uomo.

Si costrinse ad andare avanti solo perché doveva trovare Ryan e Brianna anche se, d'istinto sarebbe solo voluta fuggire lontano da tutto quel orrore, da tutto quel sangue che sembrava traspirare dai muri stessi e ricoprire il pavimento lucido.

Altri corpi giacevano incastrati tra le macerie dilaniati e orrendamente sfigurati.

Fu costretta a fermarsi davanti ad una donna anziana che gridava aiuto in modo disperato cercando di sollevare una grossa pietra che le schiacciava il braccio destro.

La donna piangeva e urlava per il gran dolore ma per quanto ci provasse non riusciva minimamente a spostare la grossa pietra.

Dobbiamo aiutarla!” urlò Serena correndo verso la vecchina e cercando di far leva a vuoto.

Non puoi far nulla per lei.” le intimò l'uomo fermo davanti a lei con lo sguardo avvilito puntato sulla donna che ormai si stava indebolendo.

Ma non possiamo lasciarla morire così!” insistette tentando nuovamente.

Per quanto si sforzasse, le mani non riuscivano a far presa sulla pietra, come se fosse ricoperta di sapone.

Aiutami!” tentò ancora guardandolo arrabbiata.

Serena ti prego lascia stare. Non puoi farci nulla. Non possiamo cambiare il destino delle persone.” sembrò costargli un immensa fatica ammetterlo.

E solo allora Serena capì davvero.

Se non posso salvarla almeno le eviterò di morire da sola.” sussurrò sedendosi accanto alla donna che a poco a poco si stava spegnendo.

Non sapeva se l'anziana potesse in qualche modo sentirla ma sembrò calmarsi prima di prendere l'ultimo respiro e morire.

Fu difficile vederla morire, lei che si era rifiutata di entrare nella camera della nonna morente appena cinque mesi fa, eppure si sentì meglio al pensiero che la donna non fosse stata sola.

Chiamò tutto il coraggio che aveva dentro per alzarsi e procedere oltre in cerca degli amici.

Sperò con tutto il cuore di non dover assistere nuovamente ad una scena simile ma più procedeva e più la morte la circondava.

Le grida dei sopravvissuti la straziavano ma dovette farsi forza e seguire l'uomo che con passo lento procedeva alla cieca.

Presto arriveranno i soccorsi. Non è troppo tardi per qualcuno.” si limitò a dirle mentre osservava un bimbo raggomitolato contro la pancia del padre ormai morto.

E fu in quel momento che, sollevando lo sguardo dal bimbo, Serena sentì un senso di gioia nel petto ormai immobile.

Davanti a sé, ne era certa nonostante il ragazzo fosse di schiena, c'era Ryan.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti, eccomi col nuovo capitolo.

Vi dico che non so di preciso quanto sarà lunga la storia perché più scrivo e più mi vengono in mente altre cose quindi abbiate pazienza ve ne prego.

Secondo voi è davvero Ryan?

Serena troverà i suoi amici?

E cosa ne sarà di lei?

Al prossimo capitolo.

Un bacione dalla vostra Fly90.




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 6.



Serena ne era certa, quello era Ryan, glielo disse il cuore.

Le labbra si aprirono in un luminoso sorriso e d'istinto prese a muoversi verso di lui con passi veloci che diventarono ben presto una corsa.

L'uomo non riuscì ad afferrarla in tempo per bloccarla.

Ryan!!” lo chiamò mentre correva.

Ryan!” lo richiamò ma quello non diede segno di averla sentita.

Ryan!” lo chiamò per l'ennesima volta allungando la mano per afferrargli la spalla ma lui non si mosse nemmeno.

Era solido come una roccia e pareva ignorarla.

Tentò di farlo girare imprimendo un po' di forza nella mano ma per quanto tirasse il ragazzo sembrava piantato a terra da un forza misteriosa.

Ryan?” Balbettò con ansia.

Non ottenendo risultati si mosse lentamente affiancandolo.

Il profilo del ragazzo la colpì con la solita bellezza a cui non si sarebbe mai abituata.

Qualcosa di doloroso però cominciò a comprimerle il cuore, una sensazione strana.

Lo sguardo del ragazzo era puntato all'insù come attratto da qualcosa di irresistibile.

I muscoli tesi e il respiro pesante spezzato di tanto in tanto da un gemito.

Ryan ti prego così mi spaventi. Che ti succede?” chiese Serena avvicinandosi ulteriormente e allungando la mano per carezzargli il braccio.

Eppure lui ancora non si mosse, sembrava che non si fosse minimamente accorto di lei.

Confusa si girò a guardare l'uomo che nel frattempo l'aveva raggiunta e ora si trovava qualche passo dietro al ragazzo.

Lui non può vedermi vero?” chiese addolorata.

Al momento no Serena. Non è in grado di sentire nulla.” rispose enigmatico abbassando lo sguardo triste.

Non poteva essere, non lo avrebbe accettato, non si sarebbe arresa fino a quando Ryan non l'avesse sentita in un modo o nell'altro.

Doveva essere sotto shock.

Sistemandosi davanti a lui lo scosse violentemente e stavolta riuscì a muoverlo leggermente nonostante i muscoli fossero tesi e solidi sotto la sua stretta.

Ryan ti prego ascoltami, sono io, sono Serena. Ti prego Ryan devi sentirmi!” urlò con quanto fiato aveva in gola.

Ma ancora lui non si mosse tenendo lo sguardo fisso su un punto sopra alla sua testa.

Serena lo seguì notando un pannello, l'unico che aveva retto al crollo.

Era di plastica lucida ma pur sempre un normale pannello.

Confusa tornò a guardare l'amico poi riportò nuovamente lo sguardo al pannello e aguzzò la vista.

Fu allora che distinse la figura di Ryan riflessa sul pannello.

La parte destra del suo viso era perfetta ma la parte sinistra era disastrosamente mutilata.

Un profondo squarcio si apriva appena più su del naso e si allargava prendendo tutta la parte sinistra fino alla cima del capo dove un grosso buco lasciava intravedere l'interno del cranio.

Dove una volta vi era l'occhio del ragazzo ora si vedeva solo un orbita vuota.

Serena urlò, un urlo straziante e disperato che la costrinse a lasciarsi scivolare a terra.

Dio no ti prego!” gridò mentre l'uomo l'aiutava a rialzarsi e le faceva poggiare il capo sul suo petto.

Le carezzò la testa mentre piangeva disperata.

Mi dispiace tesoro. Ryan è come te, è rimasto bloccato qui e non capisce cosa stia succedendo.” le spiegò.

Lentamente lei si scostò puntandogli gli occhi arrossati nei suoi.

Io lo devo aiutare. Lui è una delle persone più importanti della mia vita.” lo guardò con sguardo supplice asciugandosi le lacrime.

L'uomo annuì debolmente stringendole una spalla.

Serena si riavvicinò a Ryan e lo prese per mano.

Ryan ti prego ascoltami. Concentrati su di me. Sulla mia voce. Sono Serena.” gli parlò dolcemente senza arrendersi davanti alla sua indifferenza.

Disperata gli prese la testa tra le mani e lo costrinse a guardarla.

Solo allora il ragazzo si riscosse.

Serena... io sono confuso...mi sento strano...” sussurrò piano puntandogli addosso l'unico occhio rimastogli.

Guardando il suo viso devastato a Serena si strinse il cuore nel petto.

Lo carezzò delicatamente sulla guancia destra.

Andrà tutto bene Ryan, io non ti lascerò mai.”

Il ragazzo l'abbracciò stretta quasi con disperazione.

Lei ricambiò la stretta sentendo tutto l'affetto che da sempre provava per lui esploderle nel petto.

Sollevò lo sguardo a incontrare quello dell'uomo che, commosso dal momento, annuì solennemente.

Quando si staccarono lei strinse forte la mano di Ryan intenzionata a non lasciarlo per nessuna ragione al mondo.

Andiamo. Dobbiamo cercare Brianna.”

Chi li avesse visti avrebbe trovato alquanto bizzarro quel trio che vagava per un centro commerciale distrutto e pieno di macerie ma nessuno poteva vederli.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Come state?

Spero bene... altro capitolo e altro risvolto...

che ne pensate?

Lo so, sono una stronza ma le mie storie vanno così lo sapete.

Cosa ne sarà di Brianna?

La troveranno? E come?

Può essere l'unica superstite oppure sarà morta in modo orribile anche lei?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Ciao a tutti e un bacione dalla vostra Fly90.




Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 7.



Serena non sentiva più la mano ma nonostante questo continuava a stringere quella di Ryan nella sua.

L'uomo le aveva spiegato che col tempo le funzioni del suo corpo sarebbero mano a mano scemate.

Di tanto in tanto continuava a respirare pur potendone fare a meno, le sembrava ancora di avere un cuore pulsante e vivo, sentiva ancora le sensazioni che un corpo vivo prova pur essendo ormai un involucro vuoto, una cosa ormai distrutta.

Gettò un occhiata di striscio all'amico.

Aveva preso meglio di lei il fatto di essere morto.

Sembrava che lo avesse già capito nonostante le fosse apparso confuso e incredulo in un primo momento.

Aveva smesso di respirare.

Aveva qualche incertezza solo quando si specchiava e vedeva il suo viso deturpato.

Doveva essere difficile per lui che era sempre stato dedito al suo aspetto, ammirato da ogni ragazza lo incontrasse.

Ma del resto ora nessuno l'avrebbe più visto, o almeno nessuno di vivo.

Dovevano essere forti e andare avanti.

Dovevano trovare Brianna.

Ad ogni rumore i due sussultavano, ogni urlo o pianto era una stilettata quando si accorgevano che non proveniva dalla loro amica.

L'uomo li guidava per le corsie guardando i defunti tristemente e i moribondi con speranza.

Qualcuno doveva salvarsi, non poteva essere un massacro, non del tutto.

Ogni strage ha i suoi sopravvissuti e sperava che la ragazza fosse una di quelli.

Di tanto in tanto lanciava occhiate dietro di se e un moto di pena gli stringeva la gola.

Quei ragazzi erano così giovani per morire eppure insieme sembravano più forti.

Si augurò che insieme avrebbero trovato la via verso la luce dove sarebbero stati finalmente in pace.

Avrebbe fatto di tutto perché ciò si realizzasse.

Un pianto sommesso lo riscosse dai pensieri.

In un lampo i due ragazzi lo raggiunsero tendendo le orecchie pronte a catturare ogni più flebile rumore.

Il pianto si spezzò in un gemito pietoso.

Sembrava provenire da ogni punto confondendo i tre.

Aiuto...qualcuno mi aiuti...” La voce roca e flebile dopo aver gridato tanto.

Sembrava una voce femminile ma era così fievole che non si sarebbe mai potuto dire se fosse di un bambino o di una donna.

Dov'è?” chiese Serena nervosa e ansiosa allo stesso tempo.

Non capisco. Sembrava che ne venisse da destra ma ora la voce proveniva da dietro di noi.” concluse Ryan guardando attorno a se.

No ragazzi, da dietro di noi è impossibile, siamo arrivati da lì e abbiamo visto solo morti...i pochi vivi rimasti non li avete riconosciuti per cui direi che la vostra amica non si trova lì” l'uomo captò un altro lamento stavolta a sinistra ne era certo.

Dobbiamo trovarla!” si agitò Serena.

L'unica soluzione è dividerci e cercarla singolarmente.” propose Ryan.

No! Io non ti lascio!” scosse la testa lei con veemenza.

Tesoro, siamo già morti...non può succederci nulla di più terribile.” disse il ragazzo mentre la bocca si piegava in un sorrisetto sbilenco.

Era incredibile, nonostante la situazione cercava ancora di farla ridere com'era solito fare ogni volta che lei era preoccupata o arrabbiata.

Il suo Ryan non l'avrebbe mai lasciata sola.

Con la voce rotta dalle lacrime gli sussurrò un “Ti voglio bene” prima di abbracciarlo forte.

L'uomo rassicurò entrambi quindi si fece consegnare una foto della ragazza e partì in direzione delle corsie di sinistra.

Fra i due amici ci fu un ultimo lungo sguardo poi Ryan si diresse verso destra mentre Serena sceglieva di proseguire dritta davanti a se.

Mentre procedeva pensava a tutti i momenti passati con Brianna, alle risate, alle litigate, alle lacrime.

Era la sua migliore amica da sempre, erano cresciute assieme e mai avrebbe pensato di trovarsi in un momento simile.

Doveva essere viva!


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Lo so, lo so. Sono una perfida scrittrice.

Vi ho lasciato ancora sulle spine.

Ma abbiate fede che nel prossimo capitolo (promesso) saprete che fine ha fatto Brianna.

Un bacione dalla vostra Fly90.


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 8.


Brianna doveva essere viva!

Non c'era altra soluzione, se anche lei fosse stata morta non sarebbe stato giusto.

Non si meritavano una cosa simile, erano giovani.

Avevano una vita intera davanti.

Serena pensò a tutte le volte che si era immaginata il proprio futuro.

Si vedeva laureata in medicina, una donna in carriera, un eroina che aveva donato la sua vita per la salvezza del prossimo.

A differenza sua invece Brianna aveva sempre sognato una bella famiglia con un marito fedele e speciale e tanti piccoli pargoletti a coronare il suo sogno d'amore.

La possibilità che questo sogno fosse stato spezzato la faceva sentire male.

Inspirando profondamente tentò di concentrarsi e proseguì.


Ryan ancora non capiva come fosse potuto succedere.

Come poteva essere morto senza accorgersi di nulla?

Ricordava lo scaffale che gli precipitava addosso, la lama della motosega in esposizione che gli piombava sull'occhio e un dolore lancinante alla testa seguito da un rumore insopportabile, uno schiocco bagnato.

Deglutì a fatica in preda ai conati mentre l'immagine riflessa sul pannello gli tornava alla mente mostrandogli la sua faccia devastata.

Non doveva pensarci ora.

Non doveva importargliene adesso aveva una cosa più importante da fare.

Doveva trovarla viva.

Lo doveva a se stesso e a Serena.

Le due donne più importanti della sua vita dopo sua madre.

Il pensiero della mamma lo rattristò nuovamente.

Come avrebbe sofferto quella povera donna alla notizia della morte di suo figlio.

Non poteva nemmeno immaginare cos'avrebbe provato.

Non doveva succedere anche alla madre di Brianna.

Si mise la mano in tasca e strinse la piccola spilla che portava sempre con se, quella che avevano comprato come pegno della loro amicizia.

La sua aveva una stella disegnata, quella di Serena un cuore mentre quella di Brianna un teschio.

Sperò che almeno per una volta il teschio non fosse un brutto auspicio.


L'uomo vagava per le corsie addolorato.

Doveva essere abituato a vedere gente morta.

Era il suo lavoro dopotutto, eppure pensò che non si sarebbe mai abituato davvero a fare i conti con la morte.

I vivi lo chiamavano angelo custode ma in realtà lui era più una guida, un po' come Caronte che traghettava le anime, anche lui in un certo senso portava le anime nell'aldilà.

Attorno a se vi erano altre guide che aiutavano i defunti a passare oltre.

Ogni guida poteva essere vista soltanto dalle anime assegnate a lui.

Sperò di non dover aiutare tre ragazzi a passare oltre.

Era già orribile dover vedere andare via due ragazzini pieni di sogni e di speranze.

Sospirò profondamente carezzando la foto della ragazza.


Serena sentì un singhiozzo provenire da una pila di scaffali che le oscuravano la visuale.

Piena di speranze si arrampicò a fatica sulle impalcature,sopra di se solo il cielo quasi nero della sera.

Una grossa porzione di soffitto era crollato.

Ancora un singhiozzo provenne da un punto imprecisato oltre la struttura di metallo.

Perché?” Una voce sussurrò disperata al cielo.

L'odore di sangue impregnava l'aria del suo sapore metallico.

Finalmente arrivò alla cima e vide oltre.

Un sorriso le si dipinse sul viso e si lanciò di slancio a terra per correre verso la ragazza inginocchiata a terra con le mani insanguinate sul viso.

L'aveva trovata.

Brianna era miracolosamente viva!

Brianna!” la chiamò felice ma fu evidente che non poteva sentirla.

Questo la riempì di gioia perché se l'avesse vista avrebbe significato la sua morte.

Quasi come se potesse vederla Brianna alzò lentamente la testa scoprendo una leggera ferita alla fronte.

Per il resto pareva stare bene.

Riavuta dal primo momento di gioia Serena girò lo sguardo attorno.

Accanto all'amica sepolto dalle macerie vi era il corpo di una ragazza.

Una pozza di sangue si allargava sotto essa tingendo tutto di rosso.

Si concentrò sui capelli, il colore della pelle, persino la corporatura sembrava appartenere a qualcuno di famigliare.

Poi i suoi occhi catturarono un particolare: il vestiario.

Una maglietta nera con lo stemma di un gruppo rock faceva capolino tra le macerie.

Serena si sentì svenire e urlò con tutta la voce che aveva.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Allora, che ne pensate del capitolo?

Visto che sorpresa vi ho riservato?

Spero di aver accontentato qualcuno :-)

Perché secondo voi Serena urla in quel modo?

A chi appartiene quel corpo senza vita?

Cosa aspetta ai nostri protagonisti?

Ne saprete di più nel prossimo capitolo.

Un bacione da Fly90.




Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


NON PUO' ESSERE VERO.


CAPITOLO 9.



Serena urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Non poteva essere vero!

Più guardava quel corpo e più i pezzi del puzzle tornavano al loro posto, ogni singolo pezzo si incastrava alla perfezione.

Guardò Brianna che carezzava la testa dai serici capelli bruni piangendo disperata e le si strinse il cuore nel petto.

Perché?” ripeteva la ragazza di tanto in tanto fra le lacrime.

Perché mi hai lasciata?”

Gli occhi di Serena si velarono di lacrime.

Una grossa goccia rotolò giù per la guancia, si affrettò ad asciugarla con la mano.

Appena le dita vennero in contatto con la lacrima le ritrasse di scatto: era fredda, gelata.

Si stupì della novità.

Quindi poteva ancora piangere ma le sue lacrime non avevano più ne lo stesso sapore ne lo stesso calore di quando era ancora in vita.

Col respiro tremante mosse qualche passo verso il corpo senza vita della ragazza.

Il cuore le prese a battere all'impazzata mentre lentamente allungava una mano per scostare i capelli dal viso e poter finalmente vederne i lineamenti.

Si ricordò solo dopo del fatto che non poteva in alcun modo toccare nulla di materiale senza passarci attraverso.

Ora che ci pensava nemmeno il cuore le batteva più, erano solo la sua testa e la sua convinzione a farle credere di poterlo ancora sentire sotto le costole.

In realtà sapeva a chi apparteneva quel corpo riverso a terra ma doveva vederlo a tutti i costi per convincersene.

Ma come?

Come poteva vederne il volto se non la poteva toccare?

Guardò Brianna che continuava ad accarezzare la testa alla ragazza e si chiese se poteva in qualche modo comunicare con lei, farle sentire la sua presenza.

Si avvicinò cautamente e titubante le toccò la spalla lasciata scoperta dalla maglietta lacerata.

Purtroppo non successe nulla.

In preda all'angoscia si lasciò cadere di fianco della giovane prendendosi la testa tra le mani.


Stava svoltando l'angolo della corsia quando Ryan sentì un urlo agghiacciante provenire dal fondo del edificio.

Era Serena.

Si lanciò in una folle corsa saltando ostacoli e scansando corpi e persone ancora vive anche se non era necessario.

All'ultimo però andò a sbattere contro un uomo che si era appena alzato in piedi attraversandolo senza sforzo.

Una sensazione di disagio gli prese lo stomaco facendolo bloccare all'istante.

Si voltò verso l'uomo in tempo per vederlo rabbrividire e vedere il suo respiro condensarsi nell'aria proprio come quando si respira all'esterno in pieno inverno.

L'uomo si massaggiò gli arti tentando di scaldarsi e prese a trascinarsi con passo malfermo in cerca di una via di fuga.

Il piede sinistro era irrimediabilmente rotto ma in qualche modo riusciva ad avanzare molto lentamente trascinandoselo dietro.

Quell'incontro aveva sconvolto Ryan ma ora non aveva tempo per perdersi in inutili pensieri, doveva trovare Serena.


La Guida lo sentì forte e chiaro, un urlo pieno di disperazione, di dolore, così puro che gli si spezzò il cuore.

Serena forse aveva trovato Brianna.

Con la testa piena di pensieri si diresse frettolosamente verso il luogo di provenienza della voce.

Odiava il suo dovere e lo amava allo stesso tempo.

A volte gli sembrava di fare una cosa giusta aiutando le anime a trovare la pace ma a volte si sentiva inutile, vile, sporco.

Non era giusto che le persone morissero, dovevano avere una seconda possibilità e invece tutto ciò era definitivo.

L'immagine che gli si parò davanti era in realtà molto diversa da quella che immaginava.

La ragazza della foto era accasciata di fianco ad un corpo mentre Serena, seduta immobile qualche passo più in là, guardava fisso tra le macerie sconsolata.

Non appena gli occhi dell'uomo incontrarono i suoi gli fu tutto chiaro.

Si accucciò di fronte alla ragazza e le prese il mento fra le dita guardandola con tutto il conforto che poteva darle.


Serena si perse in quello sguardo di ghiaccio, scavò nel profondo dell'animo dell'uomo fino a trovare la forza di accettare finalmente quel che le era accaduto.

Nonostante ciò lei doveva vedere.

Ryan arrivò di corsa bloccandosi di colpo.

Un sorriso gli si aprì sul volto non appena capì che Brianna era salva.

Era così felice che dai suoi occhi sgorgarono lacrime di gioia.

I-io devo vederlo capisci? Lo devo fare.” sussurrò Serena ancora immersa in quei pozzi azzurri.

L'uomo annuì dolcemente.

Capisco.”

Una voce calda li sorprese all'improvviso.

Qualcuno mi sente? Sono qui per aiutarvi. Se qualcuno mi sente per favore cerchi di urlare.”

Brianna si mise a piangere più forte e tentò di parlare con la poca voce che le era rimasta.

Sono qui! Aiuto!”

La voce era troppo flebile per essere sentita ma miracolosamente, dopo qualche minuto, videro la figura corpulenta di un uomo avanzare verso di loro.

Era un vigile del fuoco.

Tutti sorrisero di sollievo.

Brianna era finalmente salva.

L'uomo la prese tra le braccia sollevandola dolcemente.

Ora sei al sicuro.” le sussurrò con voce ferma.

L-la prego...” Balbettò la giovane con lo sguardo puntato sulle macerie.

L'uomo individuò il corpo della ragazza e annuì adagiandola a terra lentamente.

Si avvicinò al corpo della ragazza e scostò delicatamente i capelli dal viso portando le dita sulla carotide.

Si rialzò e guardò addolorato Brianna scuotendo il capo.

Mi dispiace piccola...non c'è più niente che posso fare per lei.”

Brianna chiuse gli occhi e si lasciò andare fra le forti braccia dell'uomo.


Serena mosse titubante qualche passo verso il corpo ma venne trattenuta da Ryan che le impediva di procedere.

Non andare.” le disse serio.

Lo devo fare, devo sapere, devo vedere con i miei occhi.” rispose lei alzando lo sguardo e incontrandone gli occhi dolci.

Ryan annuì e le prese la mano.

Lo faremo assieme allora.”

L'uomo rimase indietro escluso e pensieroso.

Era giusto così.

Fu difficile guardare e Serena si fece violenza ma alla fine riuscì.

Ciò che vide le diede il voltastomaco.

Sotto le macerie vi era il suo stesso corpo orrendamente schiacciato dai detriti.

La spalla destra era completamente uscita dalla carne e una grossa trave di metallo le entrava dalla schiena uscendo dal davanti.

Ryan le prese la testa e se la appoggiò di forza sul petto soffocando i gemiti della ragazza straziata dal dolore.

L'uomo seppe che ora erano entrambi pronti per andare.


Serena guardava Ryan con lo sguardo fisso sulla madre in lacrime.

Guardò la propria distrutta dal dolore.

Doveva lasciarla definitivamente.

Era stato difficile assistere alla propria sepoltura e a quella del amico ma sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi.

Tornò a guardare Ryan e lo trovò mentre la guardava deciso e dolce allo stesso tempo.

Insieme si avvicinarono all'uomo che li aspettava qualche passo più avanti.

Si vedeva chiaramente quanto fosse addolorato e Serena provò un moto d'affetto verso di lui che aveva fatto tanto per lei.

Li prese entrambi sotto ciascun braccio e si avviò.

Aspetta! Devo ancora fare una cosa.” sussurrò Serena allontanandosi lentamente.

Brianna giaceva accanto al padre, lo sguardo fisso sulle tombe degli amici e gli occhi ormai incapaci di versare altre lacrime.

Ti voglio bene Brie, sei stata e sempre sarai la mia migliore amica. Ti prego trova la forza di tornare a vivere. Fallo per noi.” le sussurrò all'orecchio prima di posarle un dolce bacio sulla guancia.


Brianna si portò una mano alla guancia dove sentiva un leggero prurito.

Guardò ancora per un secondo le foto sorridenti di Ryan e Serena quindi alzò lo sguardo cogliendo un luccichio all'orizzonte.

Fu solo un attimo ma i suoi occhi furono accecati da una luce intensa che sparì un istante dopo lasciando spazio al cielo azzurro di quella giornata.


FINE.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Anche questa storia è finita e lo ammetto che ogni volta che scrivo la parola fine mi sento un po' svuotata.

Come sempre mi affeziono ai personaggi delle mie storie...

Allora, che ne pensate?

Piaciuta?

Avreste voluto finisse diversamente?

Tranquilli perchè torno prestissimo con altre storie lo prometto.

Un bacione dalla vostra Fly90 e grazie di cuore a tutti quelli che hanno recensito, letto, che hanno apprezzato la storia insomma.

GRAZIE!!!




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3142493