The Beginning - Tutto ha inizio

di WriteMyLife53
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


CAPITOLO I

La sveglia trillò rumorosamente, rompendo la quiete presente nella mia camera. La stanza era immensa nel buio, rischiarato da qualche gioco che il sole creava sul soffitto passando attraverso le persiane.
Lentamente portai una mano fuori dal sicuro riparo del mio piumone e mi scontrai con la fredda -letteralmente- realtà invernale. Spensi la sveglia e nella stanza tornò il silenzio.
Mi alzai piano: poco importava l'interesse per le materie della giornata, ancora meno il socializzare con i miei compagni.. la sveglia era sempre un avvenimento traumatico.
Mi recai al bagno, sempre molto lentamente. Lì mi lavai e vestii per la colazione. Nel frattempo, i miei due comagni di stanza si alzarono. Il baccano nella stanza aumentò inverosimilmente: sentii qualcosa sbattere, qualcuno imprecare e capii che era il caso di andarmene di lì il prima possibile. Uscii dal piccolo e asfissiante bagno, mentre la scena che mi si presentava davanti era esilarate: Emmett era steso a terra, la sedia della scrivania sopra di lui, mentre Jasper cercava di aiutarlo spingendo la sedia in avanti, senza accorgersi -probabilmente mosso dal sonno- che lo schienale di quella andava a conficcarsi nella nuca del malcapitato.
Mosso da un impeto di pietà verso il mio amico sfortunato, mi avvicinai ai due e spostai la sedia in un posto più consono. I due ragazzi si sistemarono e dopo qualche nuova imprecazione e qualche spinta reciproca mi rivolsero la loro attenzione.
- Che animo, Edward - disse Jasper, sotto la sua cascata di capelli biondi e mossi; le spesse lenti degli occhiali facevano sembrare i suoi occhi immensi e il suo naso minuscolo a confronto col resto del viso, ma nel complesso era un bel ragazzo. Nulla a confronto dell'altro però: Emmett aveva il sorriso più allegro ed invidiabile del mondo; amavo il mio amico per questo motivo, era una persona estremamente solare, felice in ogni istante dal momento in cui l'avevo conosciuto. Aveva capito - fin da bambino - che la felicità la stringiamo noi nelle nostre stesse mani e che, anche se non sembra, rimane sempre lì a portata di mano.
- Il mio animo sta ancora dormendo, Ja - risposi precipitoso.
Senza attendere alcuna risposta, uscii da quel buco di stanza trovandomi in un angusto corridoio grigio che puzzava di fumo e muffa.
Girai due volte a destra, un a sinistra e poi proseguii dritto, passando accanto ad alcune porte aperte, altre chiuse, certe addirittura lucchettate. Chi è così problematico da porre un lucchetto sulla propria porta in un convitto? Sorvolai sugli incogniti pensieri del mio cervello, troppo stanco per impegnarmi anche in un solo ragionamento.
Nel mentre ero arrivato in caffetteria, dove - dopo aver preso il mio solito caffè molto zuccherato - mi sedetti all'angolo più lontano dall'ingresso. Osservai la gente che entrava in quella coloratissima stanza e ammirai come le diversità valorizzassero le persone; una ragazza bassina, dalle forme abbondanti e i rasta in testa era seduta al tavolo con un ragazzo vestito in giacca e camicia, posto in evidenza rispetto agli altri ragazzi dal suo portamento elegante. Poco più in là una ragazza dai lunghissimi capelli biondi fissava sorridendo il suo telefono, con un sorriso molto simile a quello del mio amico Jasper. Questo posto era l'emblema dell'accettazione delle differenze altrui, così come della comprensione reciproca; forse per questo mi sentivo così a casa quì, nessuno prestava attenzione a ciò che eri, com'eri o come ti vestivi, piuttosto chi eri faceva la differenza.
Finitò il mio caffè, mi preparai alla lezione.
La facoltà di Sociologia di Trento era sempre stata il mio sogno, fin quando -da ragazzo- avevo scoperto di essere mosso da una profonda curiosità riguardo ciò che univa le persone, ciò che creava relazioni interpersonali, decisamente più profonde di una semplice conoscenza.
Da quel momento mi ero perso a studiare ed analizzare nel profondo le persone, le loro carenze e i caratteri per cui spiccavano, le caratteristiche comuni e divergenti, quelle che potevano rendere i loro legami indissolubili.
Tutto si era svolto nel migliore dei modi, sempre. La mia famiglia mi aveva sostenuto, mia madre soprattutto... mio padre un po' meno. Le mie sorelle erano orgogliose di me, gli amici non mancavano, le capacità ancora meno. Solo una cosa era carente nella mia vita: l'avventura. Tutto procedeva in modo monotono, tra lezioni, incontri, uscite tra amici e famiglia. Tutto monotonamente perfetto.... e questo era il problema.
 
Note Autore:
Buongiorno/Buonasera a tutti! 
Sono qui dopo tantissimo tempo a pubblicare una storia! 
Avevo scritto i primi capitoli (tra cui questo ovviamente) parecchi mesi fa, e oggi ho deciso di riprenderli in mano. Sinceramente, inizialmente la trama originale della storia non era assolutamente questa, ma rileggendo questo capitolo ho avuto l'illuminazione ed eccomi qui: ad immaginare la vita di Edward se egli esistesse ai nostri tempi. 
Spero sinceramente che questo vi possa incuriosire, tanto quanto sta incuriosendo me! 
Detto questo, un piccolo disclaimer:
Questa storia è frutto della mia fantasia. I fatti descritti non devono essere intesi come reali. I personaggi già esistenti non appartengono a me, ma al loro proprietario. I personaggi originali appartengono solo a me e ne è vietato l'utilizzo. Questa storia non è scritta a fini di lucro. E' vietata la riproduzione - anche parziale - di miei testi o frasi, senza previo permesso e senza citazione.
 
Grazie a chi è arivato fin qui. A presto.
Writemylife53
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Sociologia della religione

  • Chiesa ≠ culto ≠ setta.
     
  • Ottocento - Novecento.
     
  • Karl Marx: adotta i metodi moralmente neutrali della sociologia e dell’economia allo scopo di migliorare lo sviluppo umano - gli uomini fanno scelte migliori se si lasciano guidare dalla ragione - la religione rappresenta un intralcio per la ragione e un ostacolo per la verità e quindi non era una buona guida per chi la segue..
     
  • Émile Durkheim: la religione è un mezzo importante di coesione sociale - è l’espressione della società stessa e non esiste società che non abbia una forma di religione
     
  • Max Weber: le idee religiose e i vari gruppi interagiscono con altri aspetti della vita sociale, in modo particolare con l’economia - la religione plasma la visione che una persona si fa del mondo, e questa prospettiva influenza la sua scala di valori e infine le sue scelte più importanti

Mentre camminavo, rileggevo velocemente gli appunti presi nell'ora di lezione. Il professor Volturi - insegnante di sociologia della religione - era uno degli accademici che più preferivo all'interno della mia facoltà. Era un uomo imponente, sia fisicamente che caratterialmente e soprattutto intellettualmente; era alto, con lunghi capelli nero corvino e occhi grigi. Tutte le mie compagne ne erano affascinate: persino le mie sorelle Alice e Rosalie, una volta in cui mi erano venute a trovare, se ne erano infatuate. Io nei confronti di quell'uomo provavo un grande rispetto e - sinceramente - anche un po' di timore.
Le scale del convitto erano affollate quel giorno, mentre tutti si dirigevano alla mensa comune: era il giorno della pizza! In quel momento della settimana, ci riscoprivamo tutti bambini qui dentro. Feci qualche altro passo, quando intravidi Emmett che chiacchierava con una ragazza all'angolo del corridoio. Quando li raggiunsi, dopo aver salutato il mio amico con una pacca sulla spalla, venni presentato alla ragazza.
<< Questo bel ragazzone è Edward, mio migliore amico e compagno di stanza, mentre lei è Tanya, una nuova ragazza di Sociologia della comunicazione. >> Em indicò rispettivamente me e lei.
Era una ragazza di rara bellezza: lunghissimi capelli biondi, grandi occhi blu intenso, nasino elegante alla francese, labbra carnose e fisico magro e ben proporzionato.
Le strinsi educatamente la mano, riservandole un sorriso sbilenco, senza prendere troppa confidenza. Lei ricambiò, mettendo in mostra una dentatura perfetta, con l'aggiunta di quel piercing Smile che mi faceva impazzire. << Piacere >> sussurrò.
Dopo qualche altro secondo di presentazioni, ci recammo tutti assieme in refrettorio, dove trovammo Jasper già seduto con accanto a se due vassoi.
Il ragazzo rimase molto sorpreso alla vista di Tanya.
<< Manca un vassoio.. >> disse con astio. Potevo comprendere lo stato d'animo del mio amico: il mercoledì era il nostro giorno, in cui ignoravamo il mondo esterno e passavamo da mangiare la pizza a pranzo a fumare sigarette in camera, per poi cantare qualche canzone con la chitarra.
Scoccai una breve occhiata alla ragazza, che - con grande intesa - decise di defilarsi.
<< Ragazzi, devo ripassare una lezione >> affermò con carisma, già con un piede proteso verso la porta.
Ci scambiammo un saluto con la mano e la vedemmo sparire velocemente, portandosi dietro il rumore dei propri passi.
Mi sedetti con agilità sopra lo sgabello della mensa, mentre anche i miei amici tornavano ad accomodarsi, il biondo molto più rilassato di prima.
<< Chi era quella? >> chiese lo stesso, trattenendosi dal mandarci a quel paese << non vi aspettavate mica che si sedesse con noi, vero? >>.
Mi scappò una breve risata e << Penso di essermi innamorato >> aggiunsi, sapendo di dar fastidio a Jasper.
Questo, infatti, mi sguardò e - dopo aver emesso un breve sbuffo - mi chiese cosa ne avessi fatto del nostro " solo nei tre e niente ragazze per almeno un anno".
Era una promessa che ci eravamo fatti all'inizio dell'anno,esattamente tre mesi prima, quando ci eravamo ripromessi di non avere più relazioni per almeno un anno, memori di brutte esperienze passate.
Jasper ed Emmet erano rimasti molto scottati da due storie passate, terminate a breve tempo l'una dall'altra. Leah e Emily erano due ragazze molto simpatiche, e mi erano sembrate entrambe le ragazze perfette per i miei amici. La mia impressione si rivelò sbagliata, ovviamente, quando li trovai entrambi depressi, chiusi in camera per giorni.
Fu in quel periodo che il nostro rapporto si intensificò e il nostro legame diventò ancora più solido di come era in precedenza.
Capimmo di essere troppo uguali per non essere amici e troppo diversi per non essere migliori amici.
Creavamo il trio perfetto, i tre punti di un triangolo, i tre moschettieri, i tre luppoli per la birra... . Nulla ci descriveva a pieno.
Più semplicemente, eravamo ciò di cui avevamo bisogno.

 

Spazio Autore:
Buonasera!
Mi scuso per il ritardo con cui pubblico, ma la scuola mi uccide e questo è proprio il periodo peggiore per noi studenti!

Comunque ringrazio chi sta seguendo la mia storia, e chi ha anche solo deciso di dare una possibilità a questi primi due capitoli. 

Spero possiate farvi un'idea più chiara riguardo questa fanfiction e scrivermi che ne pensate in una piccola recensione.

Ultima aggiunta: tutti i dati, le infomazioni teoriche e tecniche che trovate nei miei scritti sono risultati da SUPERFICIALI ricerche in internet. Perciò, non mi assumo la responabilità di ciò che scrivo e divulgo, invitandovi a prendere tutte queste informazioni come incerte e essenzialmente false. Infine, non intendo danneggiare nessuno con ciò che scrivo. I dati e le affermaIoni riguardanti la religione sono elaborate al solo fine narrativo.

 

Baci 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Ero disteso sul letto, le coperte stropicciare sotto il mio stomaco e i libri davanti a me. La mia lampada da scrivania poggiava malamente sul cuscino, in un precario equilibrio. Erano tante ore che studiavo per l'esame che avrei avuto la settimana successiva, talmente tante che non volevo nemmeno davvero sapere quante.
Stiracchiai la schiena, e un inquietante rumore ebbe origine dalle ossa del mio collo. "La scuola ti rovina" pensai tristemente. " Tanti anni a studiare, e ben che vada ti trovi con una scogliosi da curare."
Le pagine da studiare sembravano aumentare man mano che passava il tempo, e io non ne potevo più.
La mia voglia di fare terminò, così mi alzai velocemente da quello che, più che un letto, ora mi sembrava una vera e propria prigione. 
I miei amici erano ancora fuori a divertirsi, prolungando la pause pranzo, che orami era diventata una pausa merenda.
Uscii dalla porta della mia camera e percorsi il corridoio. Intravidi una testa biondo platino pochi passi più avanti a me e, come mi avvicinai, riconobbi Tanya. 
La ragazza, come se avesse già percepito la mia presenza, si girò e mi scoccò un sorriso brillante. Io continuai nella mia direzione e mi fermai a pochi centimetri da lei. 
Ci abbracciammo, come se ci conoscessimo da molto più tempo di quanto effettivamente fosse, e il suo profumo invase le mie narici. 
Aveva un odore davvero particolare, di quelli che non ti riempiono le narici e ti arrivano alla testa.
Le diedi un'ultima stretta alla vita con la mano e mi scostai.
<< Ciao Tanya! >> le dissi calorosamente << che ci fai qui? >>.
La ragazza mi sorrise e - indicando il ragazzo alla sua sinistra disse - << questo è Eleazar! È mio fratello. >>.
Io strinsi la mano al ragazzo e mi presentai.
I due non erano per niente simili nell'aspetto fisico, eppure avevano lo stesso atteggiamento, lo stesso portamento austero e la stessa grandissima bellezza.
Chiacchierammo due minuti del più e del meno, fino a quando non mi congedai e andai alla ricerca dei miei amici.
Li trovai in caffetteria, seduti ad un tavolino a sorseggiare del caffè. Mi sedetti con loro e - facendo un cenno alla giovane cameriera, nonché mia compagna di corso - comincia la conversazione. 
<< Ho conosciuto il fratello di Tanya >> sbottai, senza nemmeno salutare. Ed ecco appunto che Emmet mi rimbeccò << Ciao anche a te Ed, che piacere averti qui con noi. >>. Gli strizzai l'occhio e riportai la conversazione sul tema iniziale. 
<< è un tipo stranissimo, giuro. Ha lo stesso atteggiamento di Tanya, ma molto più glaciale >> affermai, e ricevetti la glaciale risposta di Jasper << sarà perché lui non vuole entrare nel tuo letto >>. 
Il mio amico cominciava a scaldarsi, ed era meglio non esagerare. 
Lasciamo cadere il discorso, e cominciammo a parlare d'altro. 
In particolare, dibattemmo sul fatto che il professor Volturi ultimamente sembrava diverso: più attento nei miei confronti e meno in quello degli altri allievi al corso. Infatti, egli aveva cominciato a farmi domande durante le lezioni, soprattutto per ciò che riguardava la religione.
Non capivo bene il suo comportamento, ma ero convinto fosse solo un suo modo di accertarsi che io stessi studiando e quindi di aiutarmi negli studi. 

Note Autore:
Salve a tutti!
Innanzitutto ringrazio chiunque sia arrivato fin qui a leggere!
Inoltre, ci tengo a scusarmi per il lunghissimo tempo d'attesa: giuro, con l'estate migliorerò.
Spero che il capitolo vi piaccia, anche se non ha un gran contenuto.
Mancano ancora un paio di capitoli e le cose diventeranno davvero movimentate! 
Ringrazio chiunque voglia ( se lo vorrà ) recensire questo capitolo e darmi una personale opinione.
Un abbraccio
Writemylife53
 

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