Har94

di 5inque
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holmes e Watson ***
Capitolo 2: *** Conosciamoci ***
Capitolo 3: *** Santi o diavoli? ***
Capitolo 4: *** Non è il mio genere ***
Capitolo 5: *** Colori scuri, colori chiari, colori dorati ***
Capitolo 6: *** Non capisco perché ***
Capitolo 7: *** Che mi sta succedendo? ***
Capitolo 8: *** Niente coinvolgimenti ***
Capitolo 9: *** Londra, arriviamo! ***
Capitolo 10: *** Occhi familiari ***
Capitolo 11: *** Puoi chiamarmi Styles ***
Capitolo 12: *** Il subconscio ha sempre ragione ***
Capitolo 13: *** Coincidenze, somiglianze e dubbi ***
Capitolo 14: *** Facciamo un patto ***
Capitolo 15: *** Odi et amo ***
Capitolo 16: *** Ultime confidenze ***
Capitolo 17: *** Gli indizi del Capitano ***
Capitolo 18: *** Sempre più distanti ***
Capitolo 19: *** Caro Louis... ***
Capitolo 20: *** Come ti chiami? ***



Capitolo 1
*** Holmes e Watson ***


Holmes e Watson

 
Oh, fanculo Liam!, pensai mentre aspettavo impazientemente una sua risposta.
 
Un po' me lo immaginavo, ad essere sincero: molto probabilmente era con la sua ragazza e non aveva fisicamente tempo per rispondermi al messaggio.
 
Sogghignai alla mia pessima battuta, ma dopo pochi secondi persi la pazienza e lo chiamai. Avevo assolutamente bisogno di parlare con qualcuno. Non che avessi chissà quale problema, ma odiavo la solitudine e preferivo piuttosto chiaccherare di inutilità con persone a caso che restare solo con me stesso.
 
Liam non rispose. Guarda un po' che novità. Deluso chiusi la chiamata e provai a contattare El, la mia ex. Nonostante ci fossimo lasciati mesi fa eravamo ancora in ottimi rapporti e, diciamocela tutta, eravamo una sorta di "amici con benefici". Il motivo? Non lo sapevo nemmeno io.
 
Tutto iniziò in modo strano e non proprio convenzionale: ci conoscemmo in una chat, diventammo prima amici e poi, si sa, da cosa nasce cosa e quindi alla fine ci accordammo per uscire insieme. Il caso ha voluto che abitassimo abbastanza vicini e quindi incontrarsi anche più volte alla settimana non fu mai un problema. Poi ogni cosa cominciò a peggiorare quando capii che lei era molto presa da me, forse un po' troppo, per i miei gusti. Capiamoci, lei era stupenda e veramente sexy, ma non volevo assolutamente una relazione seria. Quando glielo feci capire, un po' ci rimase male, ma volle comunque mantenere i contatti con me ed eccoci qua, a fare sesso quando ci sentiamo soli e a parlare del più e del meno quando siamo annoiati. Senza implicazioni sentimentali di mezzo.
 
Aspettai qualche minuto, sperando che rispondesse alla mia chiamata, ma niente da fare, il telefono continuava a squillare a vuoto. Che noia. Presi il computer e andai su facebook, per vedere se ci fosse qualcuno in linea. Nessuno. Sbuffando in preda alla disperazione mi ricordai di quel sito dove avevo conosciuto El. Era da una vita che non ci entravo.
 
Con mia grande sorpresa mi ricordavo sia il nickname che la password e completai l'accesso. Strabuzzai gli occhi nel vedere quanti messaggi avevo ricevuto in tutti questi mesi di assenza. Controllai i mittenti: tutte ragazze che sembravano modelle con le tette in mostra. Chiaramente non mi avevano contattato per fare solo amicizia. Fui quasi tentato di rispondere ad alcune, ma in quel momento non ero alla ricerca di ragazze da rimorchiare, volevo solo fare una semplice chiacchierata per passare il tempo. Mentre stavo pensando al da farsi, ecco una nuova notifica:
 
*Har94* ha iniziato una conversazione con te
 
Curioso, aprii il messaggio.
 
[Har94] Hey
 
Wow, si è proprio impegnata, pensai tra me e me. Diedi una rapida occhiata alla foto profilo e rimasi un attimo incantato a guardare i due occhi più belli che avessi mai visto. Verdi, a prima vista, ma con mille sfumature. Peccato non abbia messo una foto completa del suo viso, scommetto che è bellissima. Gliela chiederò.
 
[tu] Hey occhi verdi
[tu] Come va?
 
[Har94] Tutto bene dai. Tu?
 
[tu] Mi annoio e non ho nessuno con cui parlare
 
[Har94] Bè, ora hai me :D
[Har94] Sempre se ti va
[Har94] Nel senso, capisco se non te la senti. Davvero
 
Ero confuso. Probabilmente era una di quelle ragazze con mille paranoie e logorroiche. Che bel mix, pensai sarcasticamente.
 
[tu] No, ma tranquilla. Perché non dovrei sentirmela di parlare con te?
 
[Har94] ...
 
[tu] Ti abbiamo persa?
 
[Har94] Ehm. No.
[Har94] No, no, ci sono
 
[tu] Sei strana. Lo sai, vero?
 
[Har94] Uhm.. sì. Me lo dicono in molti
 
[tu] Chissà perché, ma me lo immaginavo ahah
 
Aspettai, ma la sua risposta non arrivava. Che l'abbia offesa? Paranoica, logorroica e permalosa, ottimo.
 
[tu] Hey, ma ti sei offesa?
 
[Har94] No no, scusa. Stavo rispondendo ad un amico
 
[tu] "Amico", sì come no ;)
 
[Har94] Sì, idiota, solo amico ahah!
 
[tu] Ci conosciamo da tre minuti sì e no e già mi dai dell'idiota, sono lusingato 
[tu] (e non so nemmeno il tuo nome)
 
[Har94] Ehi ma pensavo l'avessi già capito dal nick!
[Har94] Har, comunque. Har è il mio nome.
 
[tu] Har? Bè immagino sia un diminutivo, giusto?
 
[Har94] Sì...
 
[tu] Mi passi dall'essere logorroica al rispondere con monosillabi, mi confondi
[tu] Vuol dire che andrò a intuito. Ti chiami Harriet, scommetto!
 
[Har94] Ah, guarda, fai proprio invidia a Sherlock Holmes.
[Har94] Tu come ti chiami?
 
[tu] Louis, piacere.
 
[Har94] Louis Holmes.
 
[tu] Harriet Watson.

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Capitolo 2
*** Conosciamoci ***


Conosciamoci

 
Quella Harriet non mi stava per niente simpatica, aveva troppi sbalzi d'umore per i miei gusti. Dopo la battuta in cui mi paragonò ironicamente a Sherlock Holmes perse ogni mio interesse: mi aveva praticamente dato dello stupido in modo indiretto. Così le risposi a tono e troncai lì la conversazione spegnendo il computer. Per fortuna in quel momento sentii il telefono squillare e senza nemmeno guardare chi fosse, risposi.
 
"Pronto?"

"Ehi piccolo, mi hai chiamata?"

"Ah, ciao El. Sì, avevo voglia di parlare un po'."

"Di cosa?"

"Sapessi", scherzai con tono malizioso.

"Allora cosa stai aspettando? Vieni subito a casa mia", rispose seria lei.

Non me lo feci ripetere due volte. 
__

La mattina dopo, mi svegliai come rinvigorito grazie alla nottata passata con El. Era una bomba a letto, ci sapeva davvero fare. Cercando di non svegliarla, mi sfilai dal letto e mi rivestii. Niente può rovinarmi l'umore, oggi!, pensai convinto mentre uscivo dalla casa della mia ex ragazza. Decisi di bere un tè in un bar lì vicino prima di mettermi in auto per raggiungere il mio paese. Mentre mi incamminai sentii squillare il cellulare. Lo guardai e vidi 3 notifiche provenienti dall'app della chat. Sbuffai. Chi è che rompe di prima mattina?

*Har94* ti ha scritto tre nuovi messaggi

Ci mancava solo questa, pensai arrabbiato. Credevo che l'antipatia fosse reciproca, ma evidentemente non era così.
 
[Har94] Hey Sherlock ;)
[Har94] Buongioooorno! 
[Har94] Ieri non ti ho più visto in linea, tutto bene?

[tu] Non rompermi i coglioni
[tu] Hey ciao. Tutto bene, ho solo una vita sociale. Sai com'è.


Speravo davvero che la tipa capisse che non era più il caso di scrivermi.

[Har94] Ahia, sei incazzato?

Piano fallito.

[tu] Wow. Da cosa lo hai dedotto, Watson?

[Har94] Eh, sapessi. Ho solo imparato dal migliore, elementare. ;)


Stava cominciando a darmi veramente sui nervi quella ragazza. Però non volevo essere maleducato e quindi, piuttosto che risponderle male, non le risposi affatto.

[Har94] Comunque, a parte gli scherzi, se vuoi sfogarti sentiti libero di farlo
[Har94] Voglio dire, che c'è di meglio dello sfogarsi con un completo sconosciuto?
[Har94] E poi c'è di buono che so ascoltare gli altri e dare buoni consigli, quuuuindi
[Har94] Luis? Ci sei ancora?

[tu] LOUIS
[tu] E' Louis, non Luis. Che cazzo di nome è Luis? Non so nemmeno se esiste
[tu] E poi quanto cavolo parli? Non hai niente di meglio da fare che rompermi alle 8 di mattina?

[Har94] Wow...
[Har94] Scommetto che se avessi come foto profilo delle tette in bella vista non mi scriveresti mai così
[Har94] O sbaglio, signor Senonscriviilmionomecorrettamentetiammazzo?
[Har94] E comunque scusa. Scusa se provavo a essere gentile.
[Har94] Tolgo il disturbo.


Finalmente l'aveva capito. Arrivai al bar e bevvi un tè, sentendomi subito meglio. Mentre stavo tornando alla mia auto, ripensai a come avevo tratto Harriet e mi sentii leggermente in colpa. Non sarà stata la persona più simpatica del mondo, anzi, era appiccicosa e lunatica, tendeva a parlare troppo e aveva un senso dell'umorismo veramente pessimo, ma risponderle così forse era stato esagerato. E poi io non tratto male le ragazze. Sospirai.

[tu] Hey Har, scusami. 
[tu] Non avevo ancora fatto colazione e quando non mangio sono uno stronzo totale.
[tu] Davvero, scusa.

[Har94] Non mi hai ancora risposto

[tu] ...a cosa?

[Har94] Alla domanda che ti ho fatto. Se nella foto, al posto di due occhi ci fossero due tette, saresti completamente diverso nei miei confronti, o sbaglio?


Forse sì, ma non era il caso di risponderle così dopo averci quasi litigato.

[tu] E tu che ne sai? Non mi conosci.

[Har94] Allora conosciamoci.

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Capitolo 3
*** Santi o diavoli? ***


Santi o diavoli?
 
[Har94] Allora conosciamoci.
 
Rilessi l'ultimo messaggio che Harriet mi aveva mandato non appena tornai a casa. Un po' mi aveva stupito con quella risposta: non sembrava arrabbiata per come l'avevo trattata, anzi. Sembrava veramente interessata a conoscermi meglio, il che era strano per una ragazza conosciuta in chat. Di solito l'unico scopo delle persone iscritte a siti simili era flirtare come se non ci fosse un domani, senza però mai scoprire veramente chi c'è dietro lo schermo.

[tu] Perché vuoi conoscermi? Non ne vale la pena, hai visto come ti ho trattata

[Har94] Dai, non fare la vittima, LOUIS (visto che l'ho imparato bene il tuo nome?)
[Har94] Può capitare a tutti un momento no
[Har94] E comunque dove cazzo sei stato che per rispondere ci hai impiegato un'ora?

[tu] Storia lunga
[tu] E modera i termini che non sei mia madre, signorina

[Har94] Ahahah ok, questa è la prima volta che mi chiamano così

[tu] C'è sempre una prima volta ;)

[Har94] Ommioddio Louis, stai flirtando con me?
[Har94] Non ci provare, sai?

[tu] Perché? Hai già un ragazzo?

[Har94] No, e anche se fosse non sono affari tuoi.
[Har94] E smettila di cambiare argomento, mio caro
[Har94] Raccontami qualcosa di te

[tu] Uhm, ok, vediamo. 
[tu] Ho 23 anni e lavoro in un negozio di musica. Amo giocare a calcio e stare in compagnia. Da solo proprio non riesco a starci.
[tu] Ti va bene come risposta? Sei soddisfatta?

[Har94] Ahah per il momento può bastare, ma non pensare di cavartela così

[tu] Aiuto, non vedo l'ora :(
[tu] Di te invece cosa mi dici?

[Har94] Dipende. Cosa vuoi sapere?

[tu] Non so, qualsiasi cosa. So solo il tuo nome e la tua età... Sempre che il numero nel nick sia il tuo anno di nascita

[Har94] Wow, una volta tanto ci hai preso. Sì, ho 21 anni, studio al college e nel tempo libero lavoro nella panetteria di famiglia. E amo cantare.


Non capii cosa intendeva con "una volta tanto ci hai preso". Decisi comunque di lasciar perdere.

[tu] Wow, che vita interessante ahah
[tu] (prima che tu possa prendertela, stavo scherzando)

[Har94] Mai detto che la mia vita sia interessante, infatti. Anzi, definirla uno schifo è riduttivo

[tu] Dai, non fare così. Scommetto che è molto più interessante di quanto tu pensi
[tu] Il segreto è non pensare ai problemi e cogliere l'attimo :)

[Har94] La fai facile, tu. Non sai quello che sto passando in questo paesino pieno di gente bigotta.

[tu] Oddio, ma perché? Che reputazione hai, scusa??

[Har94] Preferisco non dirtelo

Rimasi sbigottito nel leggere quello che la dolce e innocente Harriet mi stava scrivendo. È proprio vero che internet fa sembrare santi i diavoli e diavoli i santi, pensai. Stavo morendo dalla curiosità, volevo sapere tutto. Sei un pettegolo, Louis, mi rimproverai.

[tu] Hey, di me puoi fidarti. Non è che ti giudico o cosa...
[tu] Non so nemmeno che faccia hai, non so niente di te

[Har94] Bè, sai come sono i miei occhi... ;)

[tu] Non fare la furba e non cambiare argomento
[tu] (i tuoi occhi comunque sono bellissimi, davvero)

[Har94] Aw, grazie!
[Har94] Anche tu non sei niente male, ma dalla foto sembri un nano ahah
[Har94] Senza offesa


La mandai a fanculo mentalmente: l'altezza era il mio punto debole. 

[tu] Che simpaticona
[tu] Dai Harry, raccontami tutto

[Har94] ...come mi hai chiamato?

[tu] Harry
[tu] Harriet è troppo lungo lol
[tu] Cos'è? Non ti piace?

[Har94] No, no, mi piace molto. I miei amici mi chiamano tutti così, quindi... :)

[tu] Ok, allora da ora in poi sarai Harry.
[tu] Nome non molto femminile, ma vabbè, dettagli

[Har94] Chissene

[tu] Appunto. Dai dai ora dimmi tutto che sono troppo curioso

[Har94] Prometti che non mi giudicherai?

[tu] Prometto.

[Har94] Uhm... ok... allora vediamo, come posso dire
[Har94] Diciamo che all'inizio non avevo le idee molto chiare sulle... ehm... sulle mie preferenze sessuali, ecco
[Har94] Prima mi piacevano le ragazze, o almeno così credevo. Poi col tempo ho capito che mi attraevano di più i ragazzi
[Har94] E questa cosa mi ha segnato. Nel senso, ora tutti mi prendono in giro insultandomi in ogni modo possibile
[Har94] La mia vita è un inferno...


Ero confuso, ma provai comunque a mettermi nei suoi panni e a consolarla.

[tu] Allora sono delle teste di cazzo, scusa la volgarità
[tu] Pensavo, che ne so, che fossi andata a letto con tutti quelli del paese
[tu] Ma prendere in giro una persona per la sua sessualità è un'assurdità
[tu] Piuttosto potrei capirli se non ti sopportassero per il tuo carattere, perchè diciamocelo, a volte sei insopportabile ;)

[Har94] Ahahah ma smettila, che in realtà mi vuoi già bene
[Har94] E grazie. Grazie per non giudicare. :)

[tu] Non è nel mio stile giudicare le persone

[Har94] A te è mai capitato?

[tu] Cosa?

[Har94] Di avere dubbi sui tuoi gusti sessuali?

[tu] No ahahah
[tu] Non riesco nemmeno a immaginare di baciare un ragazzo, figurati fare altro
[tu] No no

[Har94] Ah
[Har94] Bè, mai dire mai. Non puoi saperlo finchè non provi.
[Har94] Scusa ma ora devo andare.

[tu] Va bene, ci si sente Harry!

[Har94] *sta digitando...*


*Har94* non è più in linea

Ah, donne. Valle a capire, pensai prima di buttarmi sul letto e dormire ancora un po'. 

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Capitolo 4
*** Non è il mio genere ***


Non è il mio genere

 
Il weekend passò molto velocemente. Dopo aver trascorso il sabato con El, la domenica andai da Liam a giocare alla play.  Gli parlai della ragazza conosciuta in chat, di come l'avevo trattata e dei suoi sbalzi d'umore continui e lui non sembrò convinto: temeva che fosse una Eleanor 2.0 e mi consigliò di stare attento a non far soffrire nessuno. Io però non lo ascoltai, non ero intenzionato ad avere una storia e nemmeno Harriet sembrava volerlo, anzi: mi aveva quasi proibito di flirtare con lei, quindi non ci sarebbero stati problemi. 
 
Lunedì quindi mi alzai riposato e andai al lavoro di buonumore, trascorrendo la mattinata a consigliare quale marca di chitarra fosse la più conveniente o quale cd di un cantante fosse il più raro. Amavo il mio lavoro e amavo stare a contatto con gente che viveva di musica, perché segretamente quello era il mio sogno: vivere di musica. Avevo scritto anche un paio di pezzi che riproducevo suonando il piano e cantando, ma nessuno li aveva mai sentiti, anche perché nessuno sapeva di questa mia passione. Una volta accennai a Liam che sarebbe stato bello formare una band o qualcosa di simile, ma non fece altro che prendermi in giro dicendo che soltanto gli sfigati facevano cose del genere e il discorso terminò subito.  
 
A mezzogiorno feci la pausa pranzo e come al solito andai al McDonald che si trovava a pochi metri dal mio negozio. Controllai il mio cellulare e notai con un po' di sorpresa che non avevo notifiche dalla chat. Strano. 
Entrai nell'applicazione e vidi che Harriet aveva cambiato la foto profilo. Era la foto di un ragazzo. Che sia il suo fidanzato?, mi domandai pieno di dubbi. Senza pensarci troppo, glielo chiesi.
 
[tu] Hey Harry
[tu] Chi è il tipo nella foto??
[tu] Avevi detto di non avere il ragazzo ;)
 
[Har94] Infatti non è il mio ragazzo...

[tu] E chi è allora? ;)

[Har94] Louis, smettila di usare quella faccina, è inquietante

[tu] Se continui a non rispondermi, io continuerò ad usarla ;)

[Har94] SMETTILAA
[Har94] Ma perché ti interessa tanto, scusa?
[Har94] Cos'è? Ti piace, per caso? ;)

[tu] Ahahahah tranquilla, lo lascio volentieri a te se è questo che temi
[tu] Non è il mio genere, diciamo

[Har94] Che ne sai?

[tu] Lo so, lo so. Fidati! 
[tu] Se vuoi te lo dimostro che il mio genere è un altro....
[tu] ;)

[Har94] Che idiota

[tu] Ti voglio bene anch'io.

[Har94] Dai, seriamente. Cosa ne pensi del tipo in foto? Secondo te è carino?

[tu] Perché mi fai queste domande? Non ti capisco a volte, davvero.

[Har94] Poi ti spiegherò. Adesso rispondi

[tu] Mha, oddio, non è che si veda molto bene
[tu] È di profilo e mezzo sfocato... che razza di foto hai messo?
[tu] Omioddio non dirmi che gliel'hai fatta di nascosto
[tu] STALKER

[Har94] Ahahah ma la smetti? Non gliel'ho fatta di nascosto, è solo una foto artistica!

[tu] L'importante è crederci, Harry.

[Har94] Sei solo invidioso.

[tu] Ma di chi? Di te e delle tue "doti artistiche"? Lol

[Har94] Anche, ma non solo. Sei invidioso perché conosco un figo del genere... ammettilo

[tu] Sapevo di essere carino, ma figo... wow, addirittura?
[tu] Mi fai arrossire così

[Har94] Sì sì, fai pur finta di non capire... ;)
 
Non capii dove voleva arrivare Harriet continuando a chiedermi se trovassi carino il tipo nella foto. Annoiato, chiusi l'applicazione e finii il mio pranzo in solitudine, riflettendo su quella strana ragazza.

Harriet alla fine non era così male, l'avevo giudicata troppo presto. Era bello poter parlare con qualcuno senza che ci fossero implicazioni: io non pretendevo niente da lei e lei non pretendeva niente da me. Non eravamo amici e non sapevamo niente l'uno dell'altra e forse questo ci permetteva di parlare liberamente. Mi dava la sensazione di potermi fidare di lei.

Sorrisi tra me e me e, mentre mi alzai per ritornare in negozio, un ragazzo mi guardò e mi sorrise a sua volta. Distolsi subito lo sguardo, imbarazzato. Ero talmente preso dai miei pensieri che mi ero fermato a fissare e a sorridere a un ragazzo senza accorgermene. Chissà cosa avrà pensato, mi rimproverai mentalmente mentre correvo via.

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Capitolo 5
*** Colori scuri, colori chiari, colori dorati ***


Colori scuri, colori chiari, colori dorati

 
Non riuscivo a capire come mai quella situazione mi avesse messo così in imbarazzo. Forse il motivo era proprio il sorriso un po' troppo complice di quel ragazzo, un sorriso che fin'ora non avevo mai ricevuto da nessuno, forse solo da El. Dopo averci riflettuto, mi sembrò esagerata una reazione simile: d'altronde cos'era successo di male? Niente. Mi ero solo incantato a fissare una persona a caso mentre ero immerso nei miei pensieri, e quella persona ha ricambiato il sorriso per gentilezza, tutto qua. 
 
A pensarci bene, non sapevo nemmeno chi fosse quel ragazzo. Era basso, con capelli lisci e castani, gli occhi probabilmente erano scuri. Se fossero stati azzurri o verdi, infatti, li avrei notati subito, pensai constatando la mia fissazione per gli occhi chiari. Ricordai all'improvviso di averlo già visto in giro, ma ne ignoravo il nome. Decisi di lasciar perdere e di non pensarci più. 
 
Terminai il mio turno verso le quattro del pomeriggio e finalmente tornai a casa. Quella sera avrei avuto una partita di calcio con alcuni amici e volevo essere riposato e in forma per stracciare gli avversari. Amavo giocare a calcio. Insieme alla musica, quella era l'altra mia grande passione: era un modo per sfogarmi e divertirmi allo stesso tempo. E poi ero davvero bravo. 
Dopo essermi fatto una rapida doccia, mi coricai ancora umido sul letto, intenzionato a chiamare Liam o El. Presi il cellulare e notai che mi era arrivata una notifica da facebook: un certo Stanley Lucas mi aveva mandato una richiesta d'amicizia. Il nome non mi diceva niente, così sbirciai tra le sue foto e dopo un momento di smarrimento capii che era il ragazzo del McDonald, il ragazzo del sorriso. Come diavolo ha fatto a scoprire chi sono? Un po' incerto, accettai la richiesta, dopotutto non volevo sembrare scortese con uno che abitava nel mio stesso paese. 
Subito dopo, mi arrivò una nuova notifica. 
 
*Stanley Lucas* ti ha scritto un messaggio privato
 
[Stanley Lucas] Ciao Louis. Grazie per aver accettato l'amicizia. Sono Stanley, ma tutti mi chiamano Stan. Ci siamo visti oggi al Mc, ma ti conosco di vista già da un po'. Scusa per il disturbo, ci si vede in giro!
 
Ma questo che vuole da me?, pensai indeciso se rispondergli o meno. Optai per il silenzio, in fondo non ero obbligato a essere sempre gentile con tutti. Il mio atto di gentilezza giornaliero l'avevo già compiuto accettando l'amicizia. Che si ritenga fortunato.
Sovrappensiero, mi ricordai che non avevo più risposto ad Harry, così le scrissi subito.
 
[tu] Haaaaar
[tu] Ci sei ancora?
 
Notai immediatamente che aveva - di nuovo - cambiato l'immagine del profilo. Questa volta si vedevano solo i suoi piedi, o meglio, degli stivali dorati con un accenno di tacco. Che diva, constatai con un sorriso sulle labbra.
 
[Har94] Louuu
[Har94] Certo che ci sono ancora, sei tu che sei sparito per evitare di rispondermi

[tu] Scusa, ma avevo da fare.
[tu] Cambiato foto, eh?

[Har94] Oh yes. La preferisci rispetto a quella di prima?

[tu] Sì, almeno sei tu. O comunque è una parte di te, ecco
[tu] Anche se il colore delle scarpe... mha
[tu] Scelta azzardata, direi! Lol

[Har94] Non osare criticare il colore dei miei stivali, Lou Lou.

[tu] Ahh capito, ti piace attirare l'attenzione, non è così? ;)

[Har94] Io prima o poi faccio fuori te e la tua faccina ammiccante
[Har94] Con affetto, ovviamente.

[tu] Daai, chi porterebbe mai degli stivali dorati??

[Har94] Solo le persone particolarmente belle

[tu] Ti dici tutto da sola

[Har94] In ogni caso è la verità! :D

[tu] Vorrei poterti dire che hai ragione, ma purtroppo non posso
[tu] Non fai altro che mettere delle parti di te, prima gli occhi, poi i piedi... 
[tu] Metterai mai una foto decente e intera?

[Har94] Allora. Prima di tutto le mie foto sono artistiche e se non le capisci.. bè, peggio per te :P
[Har94] Secondo, se avrai pazienza un giorno metterai insieme le parti e capirai come sono

[tu] Sei ingiusta

[Har94] Tanto love per te

[tu] Fanculo

[Har94] ...
[Har94] Eh
[Har94] Vorrei risponderti a tono e dirti quello che sto pensando, ma... no, meglio di no

[tu] Sai che quando rispondi in modo così vago io vado sempre a pensare alle cose più perverse?

[Har94] Forse ti rispondo così proprio perchè voglio che tu pensi a quelle cose...

[tu] OMIODDIO, HARRIET NONSOILCOGNOME
[tu] Proprio tu, tu che continui a vietarmi di provarci con te, stai facendo battute maliziose?!?
[tu] Ti sei drogata pesantemente in queste ore?

[Har94] Ahahahah no no tranquillo, volevo solo vedere come reagivi
[Har94] Piccolo nano perverso <3

[tu] Dopo questa non meriti più nessuna mia risposta
[tu] Addio, Harry
[tu] (stasera ho una partita, augurami buona fortuna)

[Har94] Ci sentiamo presto, Lou
[Har94] (in bocca al lupo per la partita, fai il culo a tutti)
[Har94] ((cioè... fagli il culo in senso metaforico, intendevo eh... insomma, hai capito))
[Har94] (((oddio, se poi gli vuoi anche fare il culo in senso non metaforico fai pure, non mi lamento)))
[Har94] ((((va bene, finiamola qua. Ciao Loueh))))
 
Scoppiai a ridere. E poi sarei io quello perverso?


***

Ringrazio tutti i nuovi e i vecchi (?) lettori, ma soprattutto a massive thank you a Ninicatcake, che ha lasciato la prima recensione, yee! *lancia cuori a tutti*
A presto,
-G

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Capitolo 6
*** Non capisco perché ***


Non capisco perché
 
Tornai a casa, sfinito per la partita appena giocata. Ero contento, la mia squadra aveva vinto, ma una strana sensazione continuava a invadermi corpo e mente. Non riuscivo a capire il motivo.

Mi ero sempre considerato una persona molto razionale, non permettevo alle emozioni di prendere il sopravvento su di me, e fino ad ora ci ero quasi sempre riuscito. Quasi, sottolineai tra me e me con fare ironico. A volte infatti non riuscivo proprio a mordermi la lingua e perdevo il controllo, agendo di puro istinto, soprattutto quando insultavano le persone a me care. Ma questa è solo l'eccezione che conferma la regola. 

Non volevo più pensarci, mi rifiutavo di riflettere su una cosa tanto stupida e insensata. 

Controllai il cellulare che avevo precedentemente dimenticato in camera: una chiamata persa da El e un messaggio sempre da parte sua:

[El] Heyy scusa se ti ho chiamato, non mi ricordavo che fosse stasera la partita. Volevo solo dirti che mi manchi, tutto qua. xx
 
Sospirai. Non ero dell'umore per risponderle con frasi smielate che la tenessero buona e disponibile per eventuali e future scopate. Forse dovrei smetterla di illuderla, pensai. Dopotutto ero ben consapevole che lei era ancora innamorata di me ed io non facevo altro che approfittare dei suoi sentimenti per divertirmi quando ero annoiato. E questo non è giusto nei suoi confronti, non se lo merita. 

Sentii uno squillo, segno di una nuova notifica.

[Har94] Allora? Finita la partita? Com'è andata?

[tu] Benee, abbiamo vinto!
[tu] E indovina chi ha segnato il goal decisivo?! :D

[Har94] Tiro a indovinare: il nano della squadra? :D

[tu] E pensare che fino a due secondi fa ero di buonumore. 
[tu] Mi ferisci quando mi parli così, Harry

[Har94] Scusa, scusa, scusa
[Har94] Sei bellissimo, lo sai.
[Har94] Hai degli occhi stupendi e un sorriso dolcissimo 
[Har94] E poi sei fatto da dio, lo ammetto. Chi se ne frega dell'altezza!

[tu] Mi fai arrossire così :)
[tu] (a parte che non sono così basso, sono alto almeno 1.75 m)


Bugia.

[Har94] Allora mi scusi, Sua Altezza Reale.

[tu] Che stronza ahah
[tu] Tu quanto sei alta?

[Har94] Ehm, 1.80 m

[tu] ...mi prendi in giro?

[Har94] No. Perchè dovrei?

[tu] Cazzo, ma sei altissima! Sei una modella?
[tu] O una giocatrice di pallavolo o basket?

[Har94] Lol, in realtà no. 

[tu] Sei sprecata allora

[Har94] Se lo dici te :)


Ricevetti un messaggio da Liam, ma non avevo voglia di leggerlo: ci eravamo salutati mezz'ora prima e non capivo cosa potesse scrivermi di tanto urgente, quindi lo ignorai.

[Har94] Ci sei ancora? Vuoi che parliamo d'altro?

[tu] Ci sono, ci sono. Di cosa vuoi parlare?

[Har94] Non saprei... Vediamo... Hai una cotta per qualcuno?

[tu] Uhm, e perchè ti interessa? Tu non mi dici mai niente di te, non vedo perchè io dovrei farlo

[Har94] Anche meno sulla difensiva, Lou, stavo solo chiedendo!
[Har94] Se non me ne vuoi parlare allora non fa niente, tranquillo.

[tu] Infatti non ne voglio parlare.
[tu] Adesso vado a dormire Harry, sono davvero stanco
[tu] Buona notte..

[Har94] Capito.. Notte.

 
Speravo davvero di non averla offesa, ma non ero proprio dell'umore per rispondere a quella domanda. Non quella sera. Ero ancora scosso da quello che era successo perchè, nonostante mi fossi imposto di non pensarci, il mio inconscio aveva deciso di ribellarsi.

Notai che non avevo ancora letto il messaggio di Liam e così rimediai subito.

[Liam] Ahahah guarda cosa mi ha mandato il tuo amico
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Aprii la foto e rimasi senza parole. Chi era questo mio "amico"? E perchè mi aveva fotografato in quella posizione? Gli risposi subito.

[tu] Di chi diavolo stai parlando? 

[Liam] Di quel tuo amico che viene ogni volta a vederti quando giochiamo...
[Liam] Non ricordo il nome, scusa
[Liam] Ma sembravate molto intimi stasera quindi immagino tu sappia di chi sto parlando
[Liam] L'ho salvato in rubrica come Tommo's bff, lol


Stavo sudando freddo. Porca puttana, ci ha visti. Decisi di chiamarlo.

"Ciao Tommo, dimmi"

"Ciao un cazzo, Payno. Perchè ti ha mandato una foto del genere? E come fai ad avere il suo numero?"

"Ehi, datti una calmata amico! Era una foto fatta così tanto per ridere! Perchè ti scaldi tanto?"

"Come fai ad avere il suo numero, rispondi"

"Okay, calmati però. Praticamente non appena ho visto che te ne sei andato via di corsa mi sono avvicinato a lui e gli ho chiesto chi fosse. Abbiamo cominciato a parlare e mi sembrava un tipo a posto, così gli ho chiesto il numero per informarlo sulle nostre prossime partite. Tutto qua"

Sospirai rumorosamente.

"Louis? Cosa c'è che non va? Sai che con me puoi parlarne"

"Lo so, Liam. Grazie. Ma va tutto bene, sono solo infastidito della foto che ti ha mandato"

"Sai perchè l'ha fatto? Perchè quando gli ho chiesto il numero avevo scherzato dicendo che se gli passavo le date delle nostre partite volevo qualcosa in cambio e lui mi aveva promesso una foto imbarazzante. E ha decisamente saldato il debito ahah! Comunque il vecchio Louis ci avrebbe riso su, perchè adesso ti da fastidio?"
 
Aveva ragione. Perchè stavo reagendo così? Era solo una stupida foto, e in giro ce n'erano ben di peggiori di me. Anzi, una volta sarei stato il primo a inviarla a tutti. Misi la chiamata in vivavoce e decisi di mandare la foto a Harry, per farla ridere e farmi così perdonare nel caso si fosse offesa.

[tu] Scusa per prima, rifatti gli occhi guardando il posteriore del tuo nano preferito ;)
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Non dovetti aspettare molto prima di ricevere la sua risposta.

[Har94] Scuse ASSOLUTAMENTE accettate. A domani, Lou. :)

Risi.

"Sarà la stanchezza, che vuoi che ti dica Payno"

"Allora va a dormire"

"Sì, mamma, subito"

"Ciao asino"

"Ciao mà"
 
Chiusi la chiamata leggermente più rilassato. Harry non era arrabbiata con me e Liam non sospettava nulla. Meglio così. Non che ci fosse da sospettare chissà che cosa: avevo solo accettato di andare a bere un caffè con Stan, dopodichè mi aveva dato un rapido bacio sulla guancia, probabilmente per sbaglio. Tutto qua. Ma più con la mente cercavo di tranquillizzarmi, più il mio cuore batteva all'impazzata. E non capivo perchè.



***


Buongiorno! Ieri non sono riuscita ad aggiornare perché non avevo capito come inserire le immagini nel testo, che in questo capitolo sono FONDAMENTALI. Adesso mi sono applicata e in teoria dovrei esserci riuscita. Speriamo bene!
A prestoo,
-G

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Capitolo 7
*** Che mi sta succedendo? ***


Che mi sta succedendo?

 
 
Passò una settimana da quella partita e al pensiero mi sentivo ancora scosso. 

Non successe niente di particolare da allora: lavorai come al solito, uscii con Liam e altri amici quasi ogni sera e mi incontrai con Eleanor nel weekend. Tutto normale, insomma.

Harry non mi aveva più scritto, nonostante ci fossimo salutati con un "a domani", nessuno dei due aveva poi ripreso la conversazione il giorno seguente, né quello dopo, né quello dopo ancora. Un po' mi mancava sentire le sue cavolate, così decisi di scriverle per primo. 

[tu] Harry, ma sei ancora viva? Non ti sei più fatta sentire...

Nessuna risposta. Strano, di solito risponde dopo due secondi. Mi stavo un po' preoccupando, ma la ragione prevalse sulle sensazioni negative e decisi di lasciar perdere: probabilmente aveva di meglio da fare che rispondere ad un tizio conosciuto in una chat. 

Mi misi al piano e suonai qualche accordo, cercando di sfogare le mie emozioni contrastanti e di trasformarle in musica. Il pensiero di Stan non mi abbandonava mai. Non capivo cosa volesse da me, perchè mi scattava foto di nascosto e mi venisse a vedere durante le partite nonostante non mi conoscesse affatto o perchè per salutarmi mi aveva dato un bacio sulla guancia pur non essendo per niente intimi. Ma più di ogni altra cosa mi chiedevo perchè tutto questo non mi desse più di tanto fastidio a livello personale. Non capivo cosa mi stesse succedendo, ma di una cosa ero sicuro: era la prima volta che provavo questi sentimenti - se così vogliamo chiamarli - per un ragazzo. 

Sto diventando gay?, mi misi a riflettere. Non essere sciocco, non è che lo si diventa, in un modo o nell'altro lo si è da sempre - o almeno così dicevano i giornali che da piccolo rubavo a mamma e leggevo di nascosto - e comunque non mi sono mai piaciuti i ragazzi, non in quel senso, almeno. Annuii, convinto: non avevo mai sentito il desiderio di baciarli o andare oltre e di questo ne ero certo al 100%. A volte però, quando incontravo ragazzi di bell'aspetto, mi capitava di pensare a quanto fossero carini, ma non sapevo se interpretare tutto questo come un segnale per capire se fossi gay o meno. I ragazzi normalmente pensano a cose del genere? 

Ricordai che la prima volta che avevo visto Liam mi ero incantato a guardarlo, forse invidioso del suo fisico, o forse semplicemente ammaliato dalla sua figura. Muscoloso, tonico e proporzionato, con due occhi color cioccolato dentro cui amavo perdermi, Liam è sempre stato il mio modello. Inizialmente desideravo essere come lui, ma per vari motivi - corporatura, mancanza di forza di volontà - sono sempre stato l'amico esile e basso con la voce molto acuta che per attirare comunque l'attenzione su di sé faceva il buffone di corte. Non cambiare discorso, Louis, mi rimproverai. 

Cosa era successo quindi con Stan? Mi piaceva esteticamente? La risposta fu abbastanza semplice da capire: no. Okay, la prossima. Mi piaceva caratterialmente? Anche in questo caso, no. Non lo conosco per niente. Allora cos'erano quelle vibrazioni che avevo sentito la settimana prima quando a fine partita mi aveva raggiunto, chiedendomi se mi andasse di conoscerci meglio e di andare a prendere un caffè nel tempo libero, lasciandomi poi un rapido bacio sulla guancia? Perchè sono scappato via e il mio cuore aveva cominciato a battere senza ritegno? 

Immerso nei miei pensieri, le mie mani stavano dado vita a una melodia nuova, assolutamente meravigliosa. Mi concentrai per ricordarmi gli accordi appena suonati e li trascrissi prima che fosse troppo tardi. Ero soddisfatto. Mi ero sfogato e avevo anche creato una musica davvero bella. Non vedevo l'ora di sciverci su un testo, ma non quella sera, ero troppo stanco per farlo.
Controllai il cellulare - nessuna nuova notifica - prima di scivolare nel mondo dei sogni.
___

Il giorno dopo mi alzai un po' in ritardo e dovetti correre per arrivare in tempo al lavoro. Non ero mai stato puntuale a dir la verità, evidentemente non era nella mia natura esserlo, quindi non ne fui sorpreso. La cosa che però mi meravigliò fu vedere una persona davanti al negozio che aspettava che qualcuno lo aprisse. Ottimo, pensai, gran bella figura.  Mi avvicinai e, senza degnare di uno sguardo il tizio che stava aspettando, aprii il portone e gli dissi un veloce e imbarazzato: "Puoi entrare adesso". Perchè in fondo sapevo chi era, lo avevo capito non appena mi ero avvicinato abbastanza da definirne i contorni: quel ragazzo era Stan.

Lui entrò dopo di me e si mise ad osservare in silenzio il locale, mentre io finsi di essere occupato a risistemare alcuni cd. 

"E' molto bello qui", disse ad un certo punto lui.

"Grazie, lo so", risposi acido. Perchè ero così sulla difensiva?

"Sai, in realtà sono venuto qui per parlare con te"

"Chissà perchè, ma la cosa non mi sorprende" dissi scocciato mentre mi girai a guardarlo finalmente negli occhi. Notai la sua reazione alle mie parole e mi sembrò quasi sul punto di piangere.

"Sei incazzato con me? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" balbettò dopo qualche secondo.

"Senti, Stanley, io non ti conosco. Non so cosa vuoi da me, non so perchè vieni a vedere le mie partite e perchè mandi foto del mio culo ai miei amici. Sono stato gentile ad accettare il tuo invito per prenderci un caffè insieme, ma non pensare che tra di noi ci possa essere qualcosa, perchè, al contrario tuo, io non sono frocio" sputai quell'ultima parola con tutto il disprezzo di cui ero capace. 

Mi pentii immediatamente delle mie parole. Ma che mi stava succedendo? Non ero il tipo che criticava gli omosessuali, non lo ero mai stato. Anzi. Avevo alcuni amici gay e per me non c'erano mai - e dico mai - stati problemi di alcun tipo. Allora perchè avevo detto quelle cose a Stan? Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e corse via dal negozio senza nemmeno rispondermi o lasciarmi il tempo per scusarmi. Sono una merda, constatai. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, non riuscivo più a tenermi tutto dentro. Ma a chi potevo parlare di cose simili? A Liam? No, lui non avrebbe capito. A El? Oddio no, non avevo quel tipo di confidenza con lei. Allora mi venne in mente Harry. Lei aveva avuto dubbi sulla sua sessualità e mi avrebbe di certo capito. Ne avrei parlato con lei, ormai avevo deciso. Provai a contattarla, sperando che almeno questa volta mi rispondesse.

[tu] Hey Har, ho davvero bisogno di parlare con te adesso...

Nessuna risposta. Ma che cavolo le prende? Notai che il suo ultimo accesso risaliva a una settimana prima. Forse aveva cancellato il suo profilo perchè c'erano troppi idioti che la importunavano, ma più ci pensavo più mi sembrava strano. Me l'avrebbe detto se aveva intenzione di cancellare l'app, vero? Dopotutto non eravamo così in confidenza e non sapevo niente di lei, però avevo sempre avuto la sensazione di potermi fidare di lei e speravo che la cosa fosse reciproca. 

*Har94* ha appena effettuato l'accesso. L'utente è ora in linea

Tutte le mie preoccupazioni svanirono non appena lessi quella notifica. Tirai un sospiro di sollievo e aspettai la sua risposta.

[Har94] E tu chi sei?

Okay, ero di nuovo confuso.

[tu] Ehm, Harry? Stai bene? Va bene che non ci sentiamo da una settimana ma non credevo che mi dimenticassi così in fretta

[Har94] Non sono Harry

[tu] E chi sei allora?

[Har94] Niall.

[tu] E chi è Niall?
[tu] E perchè stai scrivendo tu?

[Har94] Harry al momento non può

[tu] Spiegati

[Har94] Non sono affari tuoi. Non so nemmeno chi diavolo sei

[tu] Sono Louis. Ho conosciuto Harry su questa chat e siamo diventati una specie di amici
[tu] Non ci ho provato, se è questo che temi
[tu] So che ha un ragazzo, l'aveva messo come foto profilo una volta
[tu] Sei tu per caso?

[Har94] Ahahah no, per l'amor del cielo, siamo amici e bASTA
[Har94] E comunque non ha un ragazzo
[Har94] Quindi puoi provarci senza problemi amico

[tu] Sì ok, come no, ma mi dici che fine ha fatto?
[tu] E' da una settimana che non mi scrive nulla, e anche adesso non risponde
[tu] Sto incominciando a preoccuparmi

[Har94] Uhm... non so se dovrei dirtelo...

[tu] DIRMI COSA? 
[tu] Dimmi che cazzo sta succedendo, ti prego

[Har94] Mmh... sembri davvero preoccupato. Okay, ecco, vedi... Harry non sta passando un gran bel momento.. Qui in paese è vittima di bullismo da parte di.. sai, quelle solite teste di cazzo che non hanno ancora imparato a ragionare razionalmente. Ma insomma, per fortuna fino ad ora erano sempre stati insulti di tipo verbale


Tremai al pensiero di come avevo trattato Stan poco prima. Facevo parte anch'io di quella massa idiota che insultava a caso le persone senza nemmeno prima conoscerle?

[Har94] Martedì scorso invece, mentre stava andando a lezione, hanno incominciato a seguirlo e dopo l'hanno circondato e picchiato a sangue. Adesso sta meglio, ma ha passato due giorni in una camera d'ospedale a deprimersi e da quando l'hanno rilasciato è qui che non fa altro che dormire e non parlare con nessuno. Mangia pochissimo, è davvero giù di morale e io non so come comportarmi

Rimasi un attimo confuso leggendo quest'ultimo messaggio. Aveva parlato di Harry al maschile, ma era senza dubbio un errore di battitura. Avevo il cuore che batteva a mille, come era possibile che l'avessero picchiata? Era la persona più dolce e innocente che io avessi mai conosciuto, o almeno quella era l'impressione che avevo avuto. 

[Har94] Non si meritava tutto questo, davvero. A volte la vita è così ingiusta... se solo non abitasse in questo buco di paese ma che ne so, in una grande città tutto questo non sarebbe successo. 

[tu] Voglio parlare con Harry.

[Har94] Te l'ho detto, non è dell'umore


[tu] Fammici parlare, ti scongiuro...

[Har94] Aspetta, vedo cosa riesco a fare


Avevo le lacrime agli occhi. Dovevo parlare con lei, chiederle come stava, dovevo sapere.
E dovevo anche chiederle dove abitava così sarei andato io a spaccare la faccia a quegli stronzi. 

[Har94] Lou?

[tu] Harry, dimmi che sei te

[Har94] Sì, sono io... scusa se non ti ho risposto in questi giorni...

[tu] Harry, ma che cazzo dici? Sei stata picchiata! Sei stata rinchiusa in ospedale! Dove trovi il coraggio per scusarti per non
avermi risposto?

[tu] Scusa.. non volevo risponderti male. Dio, Harry, sono così preoccupato. 
[tu] Non sai quanto vorrei spaccare la faccia a quelli che hanno osato sfiorarti

[Har94] Mi sei mancato Lou

[tu] Anche tu, e non sai quanto. Come stai adesso?

[Har94] Adesso meglio, grazie a te.

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Capitolo 8
*** Niente coinvolgimenti ***


Niente coinvolgimenti



[Har94] Adesso meglio, grazie a te. 

Da quel messaggio non feci altro che scriverle per tutto il giorno, volevo assicurarmi che stesse meglio e che reagisse da quello stato di apatia in cui si trovava. Parlammo del più e del meno, cercai di farla sorridere, di spronarla ad alzarsi dal letto e di farle mangiare qualcosa e andammo avanti così fino a sera. 

[Har94] Lou? Posso chiederti una cosa? 

[tu] Dimmi tutto 

[Har94] Perché stai facendo tutto questo per me? 
[Har94] Voglio dire, non sai niente di me, potrei benissimo essere un maniaco di 50 anni 
[Har94] Sei sempre così gentile con tutti? 

[tu] Ahah no, in realtà non lo sono quasi con nessuno
 

Ripensai immediatamente a come avevo trattato Stan quella mattina in negozio. 

[tu] Ma non so perché con te ho sempre avuto la sensazione di potermi fidare 
[tu] E non credo che tu sia un cinquantenne con la pancia da bevitore di birra e la passione per i ragazzi molto più giovani 
[tu] Primo perché se lo fossi davvero non me l'avresti MAI detto 

[Har94] Magari sto facendo il doppio gioco, che ne sai? ;) 

[tu] Zitta che non ti crede nessuno 
[tu] Secondo perché se lo fossi davvero ci avresti provato con me tipo un miliardo di volte e questo non è mai successo. Anzi, mi hai anche proibito di flirtare, quindi... 

[Har94] Okay, ma non hai risposto alla prima domanda
 

La rilessi. "Perché stai facendo tutto questo per me?" Perché? Non lo sapevo, mi faceva sentire meglio, tutto qua. 

[tu] Credo che, in fondo in fondo, tu mi piaccia. Non nel senso romantico del termine, ma nel senso che mi piaci come persona e quindi voglio farti sentire bene, anche se ti conosco a mala pena e non so nemmeno com'è il tuo viso. 
[tu] Cosa che se ci pensi non è molto giusta visto che tu hai avuto anche il privilegio di una vista panoramica del mio fondoschiena, EH 

[Har94] Ahahah ma quella non è stata una mia idea, hai fatto tutto da solo! 
[Har94] E comunque in realtà sai com'è il mio viso... 

[tu] Uhm, no, non hai mai messo nessuna foto di te, a parte quella degli occhi 

[Har94] Allora non hai fatto abbastanza attenzione, piccolo Lou ;) 

Ripensai alle immagini del profilo di Harry e cercai di elencarle nella mia mente: occhi, foto di un ragazzo - a proposito, chi era? Niall ha detto che Harry è single - stivali d'oro e ora di nuovo i suoi occhi. Probabilmente mi ero perso l'attimo in cui aveva momentaneamente messo un'immagine di sé. 

[tu] Uff, ammetto le mie colpe, ma devi riconoscere che cambi foto un po' troppo spesso, la gente si confonde così 

[Har94] Solo te ti confondi Lou, tutti gli altri ragazzi non hanno mai avuto niente da dire 

[tu] Scusa eh, ma con quante altre persone stai chattando su questa app? 

[Har94] Geloso? 

[tu] Curioso. 

[Har94] Solo con te. Alcuni mi scrivono ma io non rispondo... 

[tu] Mi sento onorato 

[Har94] DEVI. 
[Har94] Tu invece? Con quante altre persone stai parlando? 

[tu] Con nessun'altra a parte te 

[Har94] Aww ma quanto siamo dolci?! 

[tu] Che asina, ahah 

[Har94] Ti voglio bene anch'io. 
[Har94] Senti, cambiando discorso... 
[Har94] Stamattina ho notato quello che mi hai scritto, prima che Niall mi fregasse il telefono dalle mani. Di cosa mi volevi parlare? Sembravi triste...
 

Ricordavo bene il messaggio a cui si stava riferendo: "Hey Har, ho davvero bisogno di parlare con te adesso...
Ripensai a Stan, ai miei dubbi e al fatto che sentivo il bisogno di sfogarmi con qualcuno e fui quasi tentato di spiegarle tutto, ma c'era qualcosa che mi tratteneva. Avevo paura: paura di essere giudicato, paura di ammettere davanti ad un'altra persona i miei sentimenti. 

[tu] In effetti non ho avuto una gran bella giornata, ma non so se me la sento di parlarne... 

[Har94] Sai che con me puoi parlare di tutto. E' il nostro accordo, no? :) 

[tu] Sì, ma... non lo so, è una cosa strana. Troppo complicato da scrivere 

[Har94] Daaai, adesso sono curioso 

Curiosa, la corressi mentalmente, ma comunque decisi di sorvolare sul suo errore di battitura. Può capitare. 

[tu] E va bene... Però mi prometti che non mi giudicherai o prenderai in giro? 

[Har94] Ovvio che non lo farò, per chi mi hai preso? 

[tu] Allora, da dove comincio? C'è un ragazzo che... ecco... credo di piacergli, insomma. 

[Har94] Un ragazzo?! 

[tu] Sì... 

[Har94] Continua! Perché dici che "credi" di piacergli? 

[tu] Perché boh, Harry, è un tipo strano 
[tu] Mi viene sempre a vedere durante le partite e gli allenamenti, ma fino alla settimana scorsa non ci avevo mai fatto caso 
[tu] Poi un giorno, mentre stavo pranzando al Mc, mi sorride... così a caso, capito? Senza un motivo! Un sorriso che, non so spiegarti, ma mi ha turbato dentro 
[tu] Sempre lo stesso giorno mi chiede l'amicizia su facebook, mi manda un messaggio privato dove si presenta e la sera STESSA lo vedo alla mia partita come spettatore 
[tu] Capisci? Mi stava tipo pedinando! 
[tu] E poi, HARRY, CAVOLO, E' STATO LUI A FARMI LA FOTO AL CULO 
[tu] Quella che ti ho mandato, hai presente? 
[tu] E me l'ha fatta di nascosto e non per prendermi in giro come avrebbero fatto i miei amici - anche perché lui non è mio amico-
quindi me l'ha fatta perché evidentemente gli piace il mio posteriore! 

[Har94] Come dargli torto 

[tu] Harry, sono serio adesso. 

[Har94] Ok ok, scusa. Vai avanti! 

[tu] Finita la partita sai poi cos'ha fatto?? Mi è venuto vicino, mi ha fatto i complimenti per la vittoria e mi ha chiesto di andare a prendere un caffè con lui, un giorno 

[Har94] E tu cosa gli hai risposto? 

[tu] Eh, è questo il problema Harry... gli ho detto di sì... ma non perché mi sentissi obbligato, ma perché mi andava per davvero! Lo avevo lì davanti a me e non facevo altro che pensare a quanto fosse carino, così timido e impacciato, quasi intimorito da me... ero ipnotizzato 
[tu] Adesso arriva il bello, sei pronta? 

[Har94] Spara 

[tu] Dopo avergli risposto che 
Sì, mi avrebbe fatto molto piacere rivederlo!, faccio per andarmene via e lui cosa fa? Si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia 
[tu] CAPISCI? SENZA NEMMENO CONOSCERMI 
[tu] Ero sconvolto, sono scappato via e da allora non l'ho più né visto né sentito fino ad oggi 
[tu] Così arriviamo a stamattina... praticamente era lì davanti al mio negozio, mentre aspettava che qualcuno lo aprisse, e niente... all'inizio l'ho ignorato, eravamo entrambi in imbarazzo e non sapevamo cosa dire 
[tu] Poi lui ha rotto il ghiaccio, ma a me non andava di parlare con lui. Così gli ho risposto male e alla fine gli ho dato del frocio, ma con un tono di disprezzo che mi sono fatto schifo da solo! Io non sono così Harry, non giudico le persone, non le bullizzo né verbalmente né fisicamente, ma oggi... non so cosa mi sia preso. Lui è scappato via in lacrime e io sto malissimo per come mi sono comportato 

[Har94] Avevi paura. 

[tu] No, non è che avevo paura, è complicato. Non so nemmeno io cosa ho provato a dir la verità

[Har94] Te lo dico per esperienza, Louis. All'inizio sei confuso, provi sentimenti che non hai mai provato prima e la cosa ti spaventa. Ti spaventa perché è tutto nuovo e perché secondo la società è 
sbagliato. Allora arriva la fase delle domande, dove ti chiedi: sono gay? Lo sto diventando? Più razionalizzi le tue emozioni e più ti rendi conto che ti stai facendo solo troppe paranoie mentali e così arriva la fase del rifiuto e della negazione. 
[Har94] E da quello che hai detto tu sei proprio in questa fase. Ti stai auto-convincendo che non senti niente per quel ragazzo, tanto che per difendere questa idea ti comporti da stronzo, anche se non lo sei e non hai mai avuto pregiudizi. 
[Har94] Quindi lascia che ti dica una cosa: essere gay non è un reato, non è sbagliato, non è contro natura. Se ti piace un ragazzo e prima d'ora non era mai successo, allora va bene! Probabilmente non sei nemmeno gay, forse sei bisessuale, o forse sei solo attratto da quel ragazzo in particolare e basta. Non abbiamo bisogno di etichette. 
[Har94] E comunque non è colpa tua se provi certi sentimenti, né tantomeno sua e non meritava di essere trattato male. Dovresti chiedergli scusa e parlargli da persona civile. 

Ero spiazzato dalle sue parole: era come se mi avesse messo in ordine i pensieri che fino al momento prima vorticavano nella mia mente senza trovare una direzione precisa. 

[tu] Wow... Harry, sei... sei fantastica, davvero. 
[tu] Grazie per ogni singola cosa che mi hai detto, adesso mi è tutto più chiaro 

[Har94] Figurati, sono qui per questo. Piuttosto adesso è a me non è ancora chiara una cosa... 

[tu] Sarebbe? 

[Har94] Questo tizio alla fine ti piace? 

[tu] Pettegola 

[Har94] Su, non puoi tenermi sulle spine così! 
[Har94] Lo sai che sono curioso :)

Era la seconda volta che si sbagliava a scrivere e, questa volta, non avevo intenzione di fargliela passare liscia. 

[tu] Ah sì? Adesso sei curiosO, eh? 
[tu] Non sai quanto lo sono io dopo questa notizia! 

[Har94] Uhm... stai cambiando argomento o sbaglio? 

[tu] Ahah dai dai non fare il timido, quanto ce l'hai lungo? 

Aspettai la sua risposta, mentre vedevo che digitava e poi cancellava, digitava e cancellava. 

[Har94] Sicuramente più del tuo. 
[Har94] E non sai quanto ti farei godere, alla faccia del tuo nuovo fidanzatino.
 

Finalmente stava al gioco. 

[Har94] Ma dato che non ci vedremo mai non potrò mai dimostrartelo. 

[tu] La mia piccola e innocente Harry che fa queste battute un po' mi spaventa, sono sincero ahah
[tu] Non ti facevo tipo da scrivere certe cose, nemmeno per scherzare. Mi hai sorpreso :) 

[Har94] Non sai niente di me, Lou :) Non oso immaginare quanto ti sorprenderesti se sapessi tutta la verità su di me 

[tu] Uhm... Dimmela allora 

[Har94] Non adesso, è troppo presto! 

[tu] Troppo presto per cosa? 

[Har94] Lascia perdere, quando ho sonno straparlo. Credo che andrò a dormire 
[Har94] Grazie per essermi stato vicino (in senso figurato) oggi! Mi sento molto meglio 

[tu] Grazie a te per avermi capito e ascoltato, Harry 
[tu] E comunque mai dire mai 

[Har94] Riguardo a cosa? 

[tu] Riguardo al fatto che non ci vedremo mai 

[Har94] Vai a dormire, straparli anche tu 

[tu] Sono serio, invece. Perché no? 

[Har94] No, Louis, niente coinvolgimenti. Sarebbe troppo strano e troppo complicato se ci vedessimo

[tu] Io non credo... 

[Har94] Fidati. 

[tu] Vabbè, come vuoi Haz. 

[Har94] Bene. 

[tu] Quindi non mi dirai mai dove abiti? 

[Har94] No... non intenzionalmente almeno. 
[Har94] Anche se in realtà ti ho dato un indizio il primo giorno che si siamo scritti 

[tu] Ah-ah! Questo non dovevi dirmelo! Analizzerò ogni parte delle nostre chiacchierate adesso 
[tu] E da bravo Louis Holmes quale sono, scoprirò dove abiti! :D 

Risi ripensando a quel nomignolo che Harry mi aveva affibbiato uno dei primi giorni e che inizialmente mi aveva dato così tanto fastidio. 

[Har94] Ecco. Non ho dubbi, guarda :) 

[tu] Dai, va a riposarti. Io incomincio la mia analisi 

[Har94] Divertiti. Notte Lou! xx 

[tu] Notte Haz
 

Mi misi comodo per rileggere la chat sin dall'inizio: sarebbe stata una lunga nottata. Prima, però, andai sui facebook e aprii la conversazione con Stan. 

[tu] Scusa per oggi, Stan, sono stato un cretino. Se vuoi potrei farmi perdonare offrendoti quel famoso caffè, domani... :) 

La risposta non tardò ad arrivare. 

[Stanley Lucas] Per essere perdonato completamente dovrai offrirmi anche un pranzo, mi sa 

Affare fatto, pensai sorridendo.  

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Capitolo 9
*** Londra, arriviamo! ***


Londra, arriviamo!
 
 
[Har94] Buongioooorno Louis! Scoperto qualcosa?

Non avevo tempo di risponderle: la notte prima ero rimasto sveglio per rileggere la chat sin dall'inizio e non avevo trovato nessun indizio su dove potesse abitare. In compenso avevo notato quanto fosse sempre vaga e non mi avesse mai detto qualcosa di concreto su di lei. Stava di fatto che avevo dormito poco e anche quella mattina ero in ritardo per andare al lavoro, così mi vestii con le prime cose che trovai, non feci nemmeno colazione e mi precipitai fuori di casa, sperando che non ci fosse nessun cliente fuori ad aspettare. 

La fortuna fu dalla mia parte, così ebbi il tempo per recuperare un po' di lavoro arretrato e organizzare la giornata con Stan.

Avevo infatti in programma di finire il mio turno del pomeriggio un po' prima del solito, per poter così portare il ragazzo fuori per un aperitivo e poi offrirgli una cena. Era il minimo, visto come lo avevo trattato il giorno precedente. Speravo che l'idea gli piacesse, ma allo stesso tempo avevo paura di cosa potesse significare per lui. Insomma, per me non era altro che un modo per scusarmi, ma per lui? Poteva forse pensare che fosse una specie di appuntamento? 

Decisi che dovevo subito mettere le cose in chiaro, ma stavolta in modo più civile. 

[tu] Hey Stan, che fai stasera? 

[Stanley Lucas] Niente di che... perchè? :) 

[tu] Volevo proporti di uscire... mangiamo qualcosa, mi scuso per ieri e ci conosciamo meglio. Che ne pensi? 

[Stanley Lucas] Penso che sia davvero una bella idea! 

[tu] Però non è un appuntamento... 

[Stanley Lucas] Mai pensato che lo fosse :) 

[tu] Perfetto. :) Allora fatti trovare pronto per le 18, vengo a prenderti io! A proposito... dove abiti? 

E fu così che, oltre a dirci gli indirizzi di casa, ci scambiammo anche i numeri di telefono, per metterci d'accordo meglio. 

Ero contento, non vedevo l'ora di poter passare un po' di tempo con quello strano ragazzo che, nonostante l'avessi trattato malissimo, voleva ancora conoscermi e diventarmi amico. Devo proprio piacergli, pensai compiaciuto. 

Aggiornai Liam, dicendogli che la sera sarei uscito con un amico e che avrei quindi saltato gli allenamenti. Liam rise a sentire quella notizia e si giustificò dicendo che non avevo mai saltato gli allenamenti prima d'ora e che quindi quella persona doveva essere davvero speciale per me. Lo ignorai e chiusi la chiamata senza nemmeno salutarlo. Non ero dell'umore per le sue frecciatine: la mia felicità di un momento prima si era infatti trasformata in agitazione, e non riuscivo a capirne il motivo. Fui distratto dal suono di un nuova notifica. 

[Har94] Louuuu, ma stai ancora dormendo? Sono le 10, non dovresti essere al lavoro a quest'ora?!

Risi pensando a quanto fosse tenera a preoccuparsi così per me.

[tu] Ciao bel maschione 

[Har94] *sta digitando* 
[Har94] *in linea* 
[Har94] *sta digitando* 
[Har94] *in linea* 
[Har94] *sta digitando* 
[Har94] *in linea* 

[tu] Omioddio Harry, deciditi! Stai scrivendo da mezz'oraaa 

[Har94] Hey 

Hey? HEY? Ma che le prende?

[tu] Non ti capisco, a volte. 

[Har94] Ehm... hai niente da dirmi? 

[tu] Riguardo a cosa? 

[Har94] Non so, qualsiasi cosa... Dimmi tu... 

[tu] Harry, se vuoi sapere qualcosa dimmelo chiaramente perchè quando sei così vaga non capisco

[Har94] Vaga? 

[tu] Sì. 

[Har94] Ah... capisco. Quindi mi hai scritto 'bel maschione' solo per la battuta di ieri sera, quella dove mi hai dato dell'uomo, giusto? Nessun altro motivo?

[tu] Certo Harry, mi sembrava ovvio. Ti sei offesa? Stavo scherzando, pensavo l'avessi capito ormai 

[Har94] Tutto a posto, non preoccuparti. Hai scoperto dove abito alla fine? 

[tu] No, sinceramente non credo nemmeno che tu me lo abbia dato, l'indizio... 

[Har94] Che delusione, Louis 
Holmes. Che delusione. 

[tu] Fanculo Harry. 

[Har94] Con piacere Lou. 

[tu] ......? 
[tu] Vabbè, ormai il tuo lato perverso non mi sorprende più 

[Har94] :) Però è un peccato, mi piaceva saperti sconvolto quando facevo battute del genere 

Entrarono dei clienti proprio in quel momento, quindi misi fine alla conversazione e fino alla pausa pranzo non le risposi. 

[tu] Cooomunque, vuoi sapere la novità? 

[Har94] Certo che sì! 

[tu] Stasera esco con Stan!! 

[Har94] In che senso ci esci? E' un appuntamento? 

[tu] No no, voglio solo scusarmi e conoscerlo meglio... Dici che ho fatto male? 

[Har94] Hai fatto bene, tranquillo. 

[tu] Bè..? Non hai nient'altro da dirmi? Qualche consiglio? Nulla? 

[Har94] Sinceramente no. 
[Har94] Divertiti. 
[Har94] Adesso scusami, ma sono a lezione e non posso distrarmi 

[tu] Va bene... Stasera ti aggiornerò allora! 

[Har94] Non vedo l'ora. 

Ero confuso dal quell'ultima frase, un po' troppo sarcastica per i miei gusti. Era forse arrabbiata con me? Per quale assurdo motivo? Avevo fatto esattamente quello che mi aveva consigliato e adesso faceva la gelosa? Probabilmente è solo concentrata sulla lezione, cercai di convincermi.

Le ore passarono molto velocemente e alle sei mi ritrovai sotto casa di Stan ad aspettarlo, come d'accordo. Ero agitato, ma allo stesso tempo felice e curioso. Non sapevo cosa aspettarmi da quell'uscita. Gli mandai un messaggio dicendogli che ero arrivato e aspettai che uscisse. Ero pronto, qualsiasi cosa fosse successa. 

____

[tu] Grazie per la bella serata, mi sono divertito molto. 

[Stan] Grazie a te, non vedo l'ora che sia sabato xx 

Sorrisi, mentre mi buttai sfinito sul letto. Ero stato davvero bene: Stan era un tipo a posto, simpatico, spiritoso e di buona compagnia. Avevamo passato la sera a mangiare e a parlare delle cose più disparate. Mi ero scusato tipo un milione di volte per come l'avevo trattato e mi aveva poi assicurato che non se l'era presa più di tanto e che aveva già dimenticato tutto. Lessi nei suoi occhi un po' di tristezza mentre ne parlava, ma speravo davvero che in qualche modo mi avesse perdonato. 

Ripensai poi alle sensazioni che avevo provato. Non avevo sentito quelle vibrazioni che mi avevano fatto dubitare della mia eterosessualità in precedenza, no. Questa volta era stato tutto diverso. Ero stato bene con lui, ma niente farfalle nello stomaco, niente pensieri poco casti nei suoi confronti, niente voglia che lui mi salutasse con un bacio come la prima volta che ci siamo visti. Niente di tutto questo era passato per la mia mente, forse perchè entrambi avevamo stabilito che non era assolutamente un appuntamento. Ammisi a me stesso che però, sì, mi sono soffermato più volte a pensare a quanto fosse carino vestito elegante, però niente a che vedere con quelle emozioni da ragazzina con gli ormoni a piede libero a cui mi ero già un po' abituato. Non sapevo se esserne sollevato o meno.  

Di una cosa però ero certo: volevo davvero esserci amico e quella non sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti, anzi. Mandai un messaggio vocale su whatsapp a Liam. 

"Payynooo, big news! Adesso sono troppo stanco per raccontarti, ma tu e Sophia tenetevi liberi questo weekend, vi voglio presentare un nuovo amico e ho già organizzato una bella uscita a quattro. Sono sicuro che vi piacerà" 

Ero davvero contento e volevo aggiornare Harry nonostante fossi stanchissimo. Dopotutto, lo avevo promesso.

[tu] Hey Har, ti devo raccontare tutto!!

Aspettai qualche minuto, ma non ricevetti nessuna risposta. Eppure era solo mezzanotte e a quell'ora di solito era sveglia.

[tu] Stai già dormendo? 
[tu] Guarda che non ti crede nessuno! 

[Har94] Che vuoi? 

[tu] Ciao anche a te. Ma che ti prende? 

[Har94] Senti, Louis, non sono dell'umore per scherzare o cose simili. Volevi dirmi che ti sei scopato il tuo adorabile fidanzatino? Bè, buon per te, sono felice che tu abbia risolto tutti i tuoi dubbi. Ora però lasciami in pace, stavo cercando di dormire. 

Ero senza parole. Perchè mi stava rispondendo così male?

[tu] Harry, non capisco.. stai bene? Perchè ti comporti così adesso?

Niente, continuava a non rispondermi. Stavo cominciando a perdere la pazienza. Prima mi consiglia di fare pace con lui, poi si comporta da ragazzina gelosa, ma che si decida.  

[tu] Sai, Harry, in effetti avevi ragione. Volevo proprio dirti che sesso fantastico ho fatto con il mio nuovo, bellissimo e sexy fidanzato. L'ho fatto mio e non sai quanto abbiamo urlato dal piacere. Grazie per avermi aperto gli occhi, è solo merito tuo se ora sono davvero felice. Buona notte. 

[Har94] Ma vaffanculo Louis. 
 

[tu] Già fatto per oggi, grazie per il pensiero. 

Non sapevo perchè le avevo detto quelle cose, ero arrabbiato. Arrabbiato e deluso. Pensavo che fossimo amici, che potessi raccontarle tutto, ma evidentemente mi sbagliavo. Voleva fare la stronza per motivi a me sconosciuti? Bene, non mi restava che giocare al suo stesso gioco. 

Cambiai la mia immagine di profilo, mettendo una foto scattata poco prima di me e Stan, e aggiornai il mio stato, sperando che Harry prima o poi lo notasse.

"Mi aspetta il weekend più bello e romantico di sempre: Londra, stiamo arrivando!"

 

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Capitolo 10
*** Occhi familiari ***


Occhi familiari

"Louis, se mi lanci ancora addosso l'acqua della tua bottiglietta, le prendi!" gridò Liam mentre mi inseguiva correndo. 
Gli feci una smorfia e mi fermai di scatto per farlo inciampare sui miei stessi piedi, cosa che però non mi riuscì: era troppo abituato ai miei scherzi. Ridemmo sonoramente e ci incamminammo per raggiungere Sophia, la ragazza di Liam, e Stan che erano rimasti indietro a guardarci con un sorriso stampato in faccia. 

Londra era fantastica, come sempre, ma il fatto di esserci andati anche con Stan - che non aveva fatto fatica a familiarizzare con i miei due amici - cambiava un po' le cose. Lui non c'era mai stato prima e così avevamo deciso di portarlo a visitare i posti fondamentali. In un certo senso fu come se la visitammo realmente e per la prima volta anche noi. 

La giornata di sabato, quindi, passò molto velocemente tra visite a monumenti e vie famose e il buon umore generale. Saranno state le cinque di pomeriggio quando decidemmo di andare in albergo per riposarci e vestirci adeguatamente per la serata. Non avevamo programmato niente di preciso, se non di divertirci il più possibile ed ero sicuro che saremmo riusciti nell'intento. 

Ci trovavamo in una zona universitaria e non sapevamo assolutamente da che parte andare per tornare in hotel - sinceramente non sapevo nemmeno come avessimo fatto ad arrivare fin lì, preso com'ero dalla conversazione con Stan. Era davvero un tipo intelligente e acuto, era stimolante parlare con lui. Durante la giornata, non potei fare a meno di notare più volte che si stava trattenendo dal guardarmi più del dovuto, spostando rapidamente gli occhi quando si accorgeva che lo fissavo a mia volta. Mi divertiva vederlo così a disagio nei miei confronti, mentre con gli altri due miei amici si comportava normalmente. Era tenero. 

"Louis, Stan, venite! Prendiamo la metro!" ci richiamò Sophia, distraendomi dai miei pensieri. 

Li raggiungemmo e scendemmo per le scale che ci avrebbero portato ai binari sotterranei. Timbrammo il biglietto e ci mischiammo tra la massa di persone che stavano aspettando. Fu così che, non appena arrivò il nostro treno e si aprirono le porte, il caos ebbe inizio. Tra la gente che spintonava per salire e quella che spingeva per scendere e andarsene, non ci capii più niente. Mi guardai intorno allarmato, avendo perso di vista i miei amici. Che siano già saliti?, pensai mentre spostavo di forza alcune persone che mi stavano impedendo di salire a bordo. 

Ero già dentro al vagone quando intravidi due ragazzi litigare mentre correvano verso l'uscita. Successe tutto velocemente: incuranti delle persone che li circondavano, i due individui si buttarono fuori dal treno trascinando con loro tutti quelli che si trovavano davanti alle porte, me compreso. Subito dopo la metro ripartì. E io l'avevo appena persa. 

Incredulo che una situazione del genere fosse capitata proprio a me, mi voltai a guardare furiosamente i due responsabili, che si stavano già scusando con gli altri malcapitati. 

"Oi! Voi due! Ma che vi è preso?" gli urlai contro. 

Due paia di occhi mi scrutarono con attenzione e quelli appartenenti al ragazzo più basso si piegarono in una espressione di scuse, mentre l'altro mi guardò quasi spaventato. Eppure non ero stato così aggressivo. 

"Niall, andiamo via. Immediatamente." sentii il più alto bisbigliare al suo amico, mentre continuava a guardarmi di sottecchi. 

Niall. Quel nome l'avevo già sentito, ma non riuscivo a ricordare dove. Ero troppo occupato a fissare con arroganza il ragazzo più alto, che era chiaramente intimidito da me e da una mia possibile reazione. Certo, non era la fine del mondo aver perso la metro, ma avrei dovuto comunque aspettare mezz'ora prima che ne arrivasse un'altra e chissà a che ora sarei effettivamente tornato in albergo. E tutto per colpa di due tizi a caso che mi avevano letteralmente trascinato giù dal vagone. 

"Pensate almeno di scusarvi?" chiesi spazientito prima di inviare un messaggio per rassicurare i miei amici. 

"Sì, io - uhm, noi... cioè, scusa" balbettò il più alto, senza degnarmi di uno sguardo. 

Che femminuccia, pensai facendo un mezzo sorriso sarcastico. Ad essere sincero, non so come feci a trattenermi dal ridere sonoramente. Tutta quella situazione era estremamente comica, per di più quel ragazzo così grande e grosso sembrava così intimorito da me e non aveva senso, perchè in confronto io ero un nano.  

Un nano. Harry di solito mi chiamava così. Scacciai velocemente dalla mia mente il pensiero della ragazza. Non la sentivo da quasi una settimana e non facevo altro che aggiornare i miei stati con frasi sdolcinate e allusive su quanto mi stessi divertendo con il mio nuovo ragazzo, sperando di attirare la sua attenzione in qualche modo e farla reagire. Ma niente di tutto questo era servito per farla di nuovo interagire con me. Mi stava ignorando e in un certo senso ero ferito dalla sua mancanza di interesse nei miei confronti, soprattutto perchè così improvvisa e immotivata. 

"Si può sapere perchè non siete scesi quando era il momento, invece di trascinare fuori con voi anche altre cinque persone? E se avessi avuto un appuntamento importante?" chiesi fissando insistentemente il ragazzo-gigante. 

"S-scusaci. Io, ehm, mi sono addormentato e lui non sapeva che questa fosse la nostra fermata, è la prima volta che prendiamo la metro, e... non abbiamo fatto apposta, ci dispiace." concluse infine l'oggetto delle mie attenzioni, con una voce bassa e a tratti roca, riservandomi una rapida occhiata piena di soggezione. 

Gli sorrisi, mi faceva troppa tenerezza. Dimostrava circa 25 anni, ma dal comportamento timido e dimesso avrei giurato che fosse più piccolo di me. Alto, slanciato, con un fisico da paura e un modo di vestire alquanto strambo, quel ragazzo dai capelli lunghi e ricci aveva decisamente attirato la mia attenzione, in tutti i sensi. Ritornai subito in me stesso e assicurai a entrambi che alla fine non era successo niente di che, salutandoli con il consiglio di fare più attenzione la prossima volta. Il ragazzo più basso, chiaramente di un biondo non naturale, prima di andarsene annuì e scoppiò in una sonora risata, decisamente contagiosa. Anche il suo amico si unì a lui e mi dedicò uno dei sorrisi più mozzafiato che avessi mai visto, con tanto di fossette. Quando sorrideva sembrava un'altra persona, era così luminoso, i suoi occhi chiari brillavano e mi soffermai a guardarli, incantato. Mi ricordavano qualcosa, anzi no, il suo intero viso mi ricordava qualcuno, ma la mia mente si rifiutava di collaborare. 

"Dai amico, andiamo, le visite per i futuri iscritti al college terminano tra un'ora" disse il biondo, mentre si incamminava verso l'uscita. 

Il più alto annuì silenziosamente e lo seguì, non prima però di avermi lanciato un'altra rapida occhiata, a cui rabbrividii. Non capivo cosa mi stesse succedendo, per la seconda volta in poche settimane stavo provando strane sensazioni in compagnia di ragazzi praticamente sconosciuti: prima con Stan - anche se adesso, conoscendolo, sembravano essere diminuite se non scomparse del tutto - e adesso con questo tizio, oggettivamente attraente, sì, ma pur sempre un ragazzo. Non che nella mia mente non avessi mai pensato all'ipotesi di essere gay: sapevo che non ci sarebbe stato niente di sbagliato, ma ero abbastanza sicuro di non esserlo. D'altronde ho avuto ben due ragazze nella mia vita e sono riuscito a farci sesso senza problemi, come posso essere gay? 

Tornato finalmente in albergo, trovai ad aspettarmi al bar del primo piano i miei amici - già lavati, vestiti e profumati. Li mandai a quel paese prima che potessero prendermi in giro per aver perso la metropolitana e andai in camera a sistemarmi a mia volta. 

Ero sotto la doccia quando sentii dei passi e una voce che mi chiamava. Non sentendo bene, chiusi il getto d'acqua e uscii dal bagno con un asciugamano legato in vita. Trovai in camera uno Stan letteralmente a bocca aperta per lo stupore e sorrisi involontariamente nel vedere quanto fosse sconvolto. 

"Ehi Stan, va tutto bene, respira. Non hai mai visto un ragazzo mezzo nudo prima d'ora?" scherzai.

Balbettò qualcosa imbarazzato come "Mi hanno mandato a controllare a che punto fossi" e corse fuori dalla stanza scusandosi.

Non potei fare a meno di ridere. 

Quando anch'io fui pronto, uscimmo tutti insieme alla ricerca di qualcosa da fare. Era presto per cenare o andare in qualche locale dove ballare, quindi puntammo un pub in centro e bevemmo due o tre drink tra discorsi poco seri e risate fragorose. Forse ne ordinai uno un po' troppo forte, dal nome un po' esotico e misterioso, perchè da quel momento in poi ebbi il corpo che non sempre rispondeva correttamente alla mia mente. O forse era il contrario. In ogni caso ero troppo brillo per capirlo. 

Mi appoggiai a Stan per uscire dal pub e lui mi cinse gentilmente la vita per sorreggermi. Era alto tanto quanto me, eppure aveva una costituzione più robusta rispetto alla mia ed era veramente forte. Lo guardai per ringraziarlo e lui arrossì. 

"Sai che sei veramente carino quando diventi tutto rosso?" gli dissi. 

"E tu sai che sei l'unica persona al mondo che si ubriaca a quest'ora della sera?" ribatté lui con dolcezza. 

"Ehi! Non sono ubriaco!" risposi convinto, facendo lo sguardo più serio che mi riuscì. 

Forse non ero riuscito nell'intento perchè sia lui che Liam e Sophia scoppiarono a ridere e a prendermi in giro. Sbuffai e mi appoggiai ancora alle spalle di Stan mentre ci incamminavamo verso il Tamigi. 

"Omioddio, sapete dove sono sempre voluta andare?" esclamò Sophia e tutti la guardammo con fare interrogativo. "Sul London Eye!!!" finì lei. 

"Nemmeno se mi pagan--" cominciai, ma fui interrotto da Stan. 

"Ci sto! Così almeno il nostro Louis prende un po' d'aria fresca e ritorna in sé!" 

Liam annuì e mi guardò divertito. Bastardo traditore. Sapeva benissimo che avevo paura dell'altezza, ma erano tre contro uno e così fui praticamente costretto ad accompagnarli. Piagnucolai qualche scusa, ma mi ignorarono e mi trascinarono letteralmente verso la ruota panoramica più famosa d'Inghilterra. Ci mettemmo in fila e mi spinsero davanti a loro, così non sarei potuto scappare. 

Quando fu il nostro turno salii sulla cabina insieme a circa altre venti persone. Mi voltai per afferrare qualcuno dei miei amici: già facevo fatica a stare in piedi, figuriamoci in una capsula dondolante che stava per salire a 130 metri da terra. Non potevo farcela, ero già pentito di aver acconsentito. 

Ma che cazz-?, mi ritrovai a pensare non appena mi accorsi che i miei amici erano saliti su un'altra cabina: quella su cui mi trovavo io era già piena. 

Oh no, oh Dio, no, ti prego.
 Non da solo. Non in questa situazione. 

Barcollai qualche istante, la mia testa girava, l'altezza stava aumentando e inoltre ero completamente da solo. Ero nel panico. Probabilmente stavo cadendo a terra, ma i sensi mi si erano offuscati e non capivo cosa stesse accadendo, se era tutto reale o se mi stavo immaginando tutto. Mi sentii afferrare per le spalle e invece del freddo del pavimento, sentii del calore umano. Guardai di sfuggita la persona che mi stava soccorrendo, ancora immerso nel mio mondo ovattato. Non riuscii a vedere nulla se non due occhi verdi, particolarmente familiari, che mi stavano fissando con preoccupazione. 

"Harry?" riuscii a sussurrare prima di svenire del tutto. 


 

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Capitolo 11
*** Puoi chiamarmi Styles ***


Puoi chiamarmi Styles

 

Ripresi i sensi di soprassalto, confuso e stordito. Cos'era successo? E soprattutto, era successo per davvero? Mi guardai intorno per capire dove mi trovassi e misi a fuoco una panchina, il Tamigi e tutti e tre i miei amici che mi stavano fissando con uno sguardo spaventato. Accennai un sorriso e vidi i loro volti rilassarsi.

"Dio, Louis, ci dispiace così tanto" disse Sophia.

"Non dovevamo trascinarti lassù in quelle condizioni" sussurrò invece Liam.

"E lasciarlo da solo..." lo riprese Stan.

"Quello è stato un incidente, avevano superato il limite di passeggeri!" si scusò quindi il mio migliore amico.

Allora era successo realmente: ero svenuto mezzo ubriaco sul London Eye. Che gran bella figura.

"Ragazzi, calma. Adesso va tutto bene" li rassicurai. 
"Ma come mi avete portato fin qui?" chiesi subito dopo notando che la ruota panoramica distava veramente parecchi metri dal punto in cui ci trovavamo. 

Insomma, sarò stato pur basso e minuto, ma né Liam né Stan avevano la forza sufficiente per portarmi in giro in braccio a peso morto.

"Oh, è stato il ragazzo che ti ha anche impedito di sbattere la testa a terra quando sei svenuto dentro la cabina. Ti ha tenuto d'occhio fino a che il giro non è finito e dopo ti ha portato da noi e pure fino a qui in braccio. E poi, diciamocelo, era anche davvero carino..." disse Sophia meritandosi un'occhiataccia da parte di Liam.

Volevo ringraziarlo, dopotutto era stato davvero gentile a occuparsi di un completo sconosciuto. Io al posto suo non l'avrei mai fatto, pensai cercando con lo sguardo il mio salvatore. Ma oltre ai miei amici e a qualche passante, non c'era nessuno nelle vicinanze.

"E dov'è andato? Avrei voluto ringraziarlo"

"Se ne è andato qualche minuto fa, sembrava quasi infastidito da me ad esser sincero" parlò finalmente Stan.

Infastidito? Perché mai un completo sconosciuto dovrebbe essere infastidito da un tipo a posto come Stan?

"Ti fai troppe paranoie, amico" lo rassicurai sorridendogli.

Non sembrava comunque convinto. Sorvolai sulla questione: avevo qualcosa in mente - un pensiero?, un'immagine? - che non riuscivo proprio a focalizzare. Eppure mi sembrava così importante e così imprevista da non poterla trascurare. Cercai di rivivere mentalmente la scena del mio svenimento per ricordare quel dettaglio che mi stava sfuggendo.
Sono entrato nella cabina, mi girava la testa, i miei amici non c'erano, mi sono spaventato, la ruota stava salendo sempre di più, sono caduto a terra... anzi no. Non sono caduto a terra. 
Ricordai improvvisamente di aver sentito un paio di mani afferrarmi prima che toccassi il pavimento. Ma c'era di più. Un'immagine cominciò a riempirmi i pensieri, un'immagine che mi sconvolse tanto quanto la prima volta che la vidi.

Avevo visto degli occhi prima di svenire, e potevo giurare sulle mie sorelle che quegli occhi erano assolutamente e senza dubbio quelli di Harry: verdi a prima vista ma con mille sfumature, molto grandi ed espressivi, con quel taglio particolare su cui mi ero perso molte volte quando io e la ragazza chattavamo. Non potevo esserne più certo.

"C'era anche una ragazza nella mia cabina?"

"Louis, c'erano decine di ragazze, certo. Perchè ce lo chiedi?" rispose un po' confuso Liam.

"No, no. Intendo: c'era una ragazza che sembrava particolarmente preoccupata per me? Molto alta, con occhi verdi e - uhm - magari stivali d'oro?" dissi cercando di ricordare tutte le cose che sapevo di Harry, che a quanto pareva non erano così tante.

"Oddio Tommo, non saprei, non ci abbiamo fatto molto caso, eravamo troppo occupati a cercare di farti rinvenire, sai com'è" scherzò il mio migliore amico.

Annuii, un po' deluso. Forse Stan notò il mio umore perchè all'improvviso aggiunse: "Bè, qualcuno di alto, con gli occhi verdi e degli strani stivali in effetti c'era, ma non era una ragazza, bensì il tipo che ti ha tenuto d'occhio sulla ruota e portato fin qui. Forse mentre stavi svenendo l'hai visto e hai pensato che fosse una ragazza per via dei capelli lunghi, non saprei..."

Lo guardai sovrappensiero. Non sapevo più a cosa credere, valutai anche l'opzione che la mia mente mi avesse giocato un brutto scherzo. O forse il tizio che mi ha salvato è il fratello di Harry e questo spiegherebbe gli occhi identici, anche se sarebbe una coincidenza troppo strana... e poi non so nemmeno se Harry ha fratelli o meno. 
Senza pensarci troppo, presi il cellulare ed effettuai l'accesso all'applicazione per le chat.

[tu] Hai per caso un fratello?

[Har94] ...scusami?

[tu] Dai, rispondi, per favore

[Har94] No. Solo una sorella.
[Har94] Perchè? Non ti fai sentire per una settimana e all'improvviso mi chiedi se ho fratelli?!

Era ancora arrabbiata con me, ma me l'ero cercata.

[tu] Hai ragione, scusa. Sai, sono a Londra e avrei giurato di aver visto i tuoi occhi... ma dato che appartenevano ad un ragazzo mi sono chiesto se avessi un fratello. Tutto qua.
[tu] Adesso non ti rompo più, promesso. Scusa se ti ho disturbato

Misi via il telefono e mi unii alla conversazione dei miei amici, mentre ci incamminavamo verso il centro della città. Ormai stavo bene, la testa non mi girava più e mi sentivo pieno di forze per affrontare la serata.

Dopo aver mangiato qualcosa, decidemmo di andare in un locale abbastanza rinomato. Non appena entrai, la musica mi riempì le orecchie e fui completamente rapito da quel ritmo. Ci dividemmo, Liam e Sophia si appartarono come era giusto che fosse, mentre io e Stan eravamo ancora indecisi sul da farsi. 
Non avevo intenzione di bere, ero già stato male e non ero così stupido da fare lo stesso errore. Decisi che mi sarei semplicemente goduto la musica ballando, cantando e provandoci con le ragazze più ubriache, giusto per divertirmi un po'. Proposi a Stan di ballare, ma lui declinò l'offerta e andò verso il bancone del bar.

Cominciai la mia "caccia" e individuai una ragazza particolarmente brilla e mi avvicinai sfoderando il mio sorriso migliore. Era da molto che non facevo sesso occasionale con tipe sconosciute e quella sera ne sentivo il bisogno, sentivo che dovevo sfogarmi e liberarmi da quella tensione sessuale repressa che mi stava opprimendo in quelle settimane. Inoltre volevo dimostrare a me stesso che sarei stato ancora in grado di concludere con delle donne e che la cotta passeggera per Stan e quell'attrazione anormale per quel bellissimo ragazzo della metro non fossero nient'altro che dei capricci momentanei.

La ragazza non ci impiegò molto a ficcare la sua lingua nella mia bocca e, dopo un momento di smarrimento, ricambiai il bacio mettendo tutta la passione di cui ero capace. Da quando mi devo sforzare così tanto per baciare decentemente?, pensai mentre sentivo le mani di lei scivolare sotto la mia maglietta. Audace la ragazza. 

Mi concentrai su immagini e sensazioni che potevano favorire la mia eccitazione, ma tutta quella situazione era così improvvisa e poco sensuale che fu tutto inutile. Oltretutto, vedevo al bancone del bar uno Stan triste e quasi deluso che mi fissava con sguardo accusatore mentre beveva un drink, cosa che mi fece sentire inspiegabilmente in colpa.
Il colpo di grazia arrivò quando la ragazza infilò una mano nei miei pantaloni e mi guardò con fare malizioso: ero talmente preso dai miei pensieri che il gesto mi diede quasi fastidio, tanto che la guardai sconvolto e le afferrai il polso per spostarla lontano da me.

"Oh-mio-Dio!" scandì lei urlando sia per farsi sentire al di sopra della musica sia perchè era troppo ubriaca per dosare i toni della voce.

"Non avevo capito che fossi gay! Scusa tesoro!" detto questo, mi rivolse un ultimo sguardo - ancora più malizioso se possibile - e se ne andò alla ricerca di qualche altro ragazzo con cui divertirsi.

Ancora confuso per quanto era appena accaduto, sentii all'improvviso un dolore lancinante ad un piede. Maledissi mentalmente l'oca idiota che mi aveva pestato con i suoi con i tacchi quaranta e mi voltai per vederla in faccia.

Oddio, no, anche qui.

Non trovai nessuna oca di genere femminile di fronte a me, no. C'era solo un altissimo ragazzo dai capelli lunghi e degli imbarazzantissimi stivali con tacco che mi guardava desolato. Lo riconobbi subito: era il tipo che mi aveva trascinato giù dalla metro.

"S-scusa, il mio amico mi ha spinto e ti sono finito addosso, ma per sbaglio. Io non volevo, davvero, e ---"

Lo interruppi subito. Ma quanto parla?

"Sai, dovremmo smetterla di incontrarci così" dissi guardandolo fisso negli occhi. Dio, quanto è bello.

Mi regalò un sorriso con tanto di fossette e lo vidi rilassarsi.

"Allora? Come mai sei qui?" gli chiesi osservando ogni suo movimento. Ero ipnotizzato.

Spostò la sua mano tra i capelli, portando il ciuffo lontano dagli occhi.

"Uhm, perchè... sì insomma sai, è un bel posto. Così dicono. E poi si dice anche che è frequentato da bella gente, quindi..." disse accennando un timido sorriso.

Era forse un modo indiretto per farmi un complimento?

"E sei d'accordo con quello che si dice in giro?"

"Riguardo alla bella gente, sì, decisamente" il suo sorriso si aprì del tutto questa volta, c'era addirittura traccia di un tono allusivo.

Stava prendendo confidenza, il ragazzo, e la cosa mi stava piacendo parecchio. Indugiai sulla sua camicia bianca, aperta fino a metà torso. Intravidi dei tatuaggi, molti tatuaggi, e dei muscoli scolpiti. Era praticamente perfetto.

Ritornai in me e mi imposi di non flirtare con lui: il mio intento, quella sera, era di dimostrare a me stesso di non essere attratto dai ragazzi e, per colpa sua, al momento stavo fallendo miseramente.

"Loueeeeeh, con chi stai parrrlando?" una voce alle mie spalle mi portò alla realtà.

"Stan? Ma come ti sei ridotto?!" urlai al mio amico notando in che stato fosse.

"Forrrrrse ho bhevuto un po' troppo. Ehi!! Ma io quello lo conoscooo!" disse indicando il ragazzo porto-stivali-da-donna-ma-sono-figo-lo-stesso. Louis, contieniti, devi aiutare Stan adesso.

"Sì, sì, amico, come no. Dai, appoggiati a me e andiamo a cercare i due piccioncini così mi aiutano a portarti in hotel. Sei ubriaco fradicio"

Guardai il mio uomo - il mio uomo? Davvero Louis? Da quando è diventato il tuo uomo? - e mi scusai: "Devo proprio andare, come vedi il mio amico sta male. E' stato bello rivederti, comunque."

Mi incamminai con Stan appoggiato di peso alle mie spalle quando sentii: "Hai bisogno di una mano?"

Sorriso-con-fossette mi guardava speranzoso. Oddio, basta dargli nomignoli.

"No, grazie, ce la faccio"

O almeno lo speravo. Volevo dimostrarmi forte e non una checca in cerca dell'aiuto del principe-dai-capelli-lunghi. Adesso mi stai stufando.

Mi voltai un'ultima volta e urlai per farmi sentire attraverso la musica: "Non so nemmeno come ti chiami!"

Mi guardò e sorrise: "Forse è meglio così"

Feci il broncio e gli strappai una risata. "E va bene. Puoi chiamarmi Styles"

Sorrisi a mia volta, soddisfatto della mia piccola vittoria. Sapevo il suo cognome, era meglio di niente.

Intravidi in un angolino Liam e Sophia intenti a baciarsi con passione, quasi mi dispiaceva interromperli. Decisi che potevo farcela anche da solo, d'altronde Stan non pesava un'esagerazione e finchè restava sveglio e collaborava ci sarei riuscito senza problemi: l'avrei portato io fino in albergo. Lo trascinai fino all'uscita del locale e fermai un taxi. Lo spinsi dentro di forza e dopo essermi seduto vicino a lui e aver comunicato l'indirizzo al conducente finalmente mi rilassai sul sedile. Che serata.

Controllai il cellulare, ricordando di non averlo più accesso dopo aver scritto a Harry. Una notifica di un messaggio. Guardai il mittente. Parli del diavolo...

[Har94] Tu non disturbi mai...

Sorrisi nel pensare che forse, in fondo in fondo, mi stava perdonando nonostante l'avessi trattata malissimo. Era davvero una bella persona, non meritava di avere un amico stronzo come me. Diedi un'occhiata al suo stato.

"Non preoccuparti, Occhi Blu, ci scontreremo ancora" 

Non feci in tempo ad analizzare la frase che sentii un alito che puzzava di alcool un po' troppo vicino a me e improvvisamente un paio di labbra calde e umide sulle mie.

 

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Capitolo 12
*** Il subconscio ha sempre ragione ***


Il subconscio ha sempre ragione
 

"Stan, ma che cazzo ti è saltato in mente?" gli urlai contro non appena mi resi conto che si era letteralmente lanciato su di me per baciarmi.

E che bacio, pensai nonostante fossi incazzato nero con lui.

Lo fulminai con lo sguardo e lo allontanai da me. Non volevo che mi baciasse, non volevo piacergli, non in quel senso almeno. Sì, gli volevo bene e lo trovavo carino, ma era fuori discussione fare certe cose con lui. Perchè non poteva semplicemente vedermi come un amico?

"Scusa"

Un bisbiglio appena udibile dopo ben dieci minuti di silenzio pieno di tensione. Mi voltai verso di lui, e lo vidi osservare distrattamente il paesaggio che cambiava attraverso il finestrino del taxi. Sembrava mortificato.

Non riuscivo ancora a capirne il motivo, ma il suo volto triste aveva il potere di far cambiare il mio umore: la rabbia cedette il posto alla comprensione. Gli presi una mano per consolarlo.

"Non ti preoccupare, sei ubriaco. So che altrimenti non l'avresti mai fatto, non è da te"

Mi guardò male. Oddio, sì, baciare ragazzi in effetti era da lui - dopo aver fatto alcune ricerche, infatti, in quei giorni scoprii con certezza che a Doncaster era cosa risaputa che fosse gay - ma quello che intendevo era che caratterialmente non era così impulsivo e sfacciato da baciare il primo che capitava, ecco. Forse aveva frainteso.

Il taxi si fermò davanti all'albergo e dopo aver pagato, aiutai Stan a scendere dall'auto e lo portai dentro fino in camera. Camera che ovviamente condividevamo. Avendo prenotato all'ultimo secondo, infatti, non riuscii a trovare altro che un'unica grande stanza con due letti matrimoniali. In quel momento avrei preferito seppellirmi piuttosto che condividere anche il letto con lui.

Decisi di perdere tempo: non sarei andato a dormire, non finchè lui fosse rimasto sveglio. Lo aiutai a infilarsi sotto le coperte e andai a farmi una doccia. Ne avevo bisogno, avevo bisogno di sciacquare via tutti quei pensieri che mi stavano assalendo. Aprii il getto d'acqua e mi rilassai immediatamente.

Era stata una serata intensa. Prima lo svenimento sulla ruota panoramica, poi avevo finalmente riscritto a Harry dopo una settimana di silenziose frecciatine. Avevo evitato di fare sesso con una ragazza - cosa mai successa prima - e, come se non bastasse, avevo anche incontrato nuovamente il ragazzo della metropolitana, provando cose per lui che al momento preferivo ignorare, altrimenti il mio corpo mi avrebbe dimostrato ciò che la mente non era ancora pronta ad accettare. Ultimo, ma non ultimo per importanza, Stan mi aveva baciato. Un bacio vero, non a stampo, un bacio cercato e voluto. Almeno da lui. Mi era piaciuto e non potevo negarlo, ma non significava assolutamente niente e soprattutto non era Stan la persona da cui volevo ricevere baci del genere. 
Mi rimproverai per aver pensato di nuovo a sorriso-con-fossette. Quello Styles si stava insinuando troppo prepotentemente nei miei pensieri e tutto ciò cominciava a infastidirmi. Non era normale desiderare di rivederlo, non era normale voler sapere tutto di lui, non era normale pensare ai suoi muscoli a contatto con il mio corpo, ai suoi tatuaggi da scoprire lentamente e da studiare fino a impararne a memoria i contorni. Non era normale che una fottutissima erezione mi stesse crescendo proprio in quel preciso istante.

Adesso stiamo esagerando.

Finii di lavarmi con dell'acqua gelida per frenare gli ormoni impazziti e per fortuna funzionò. Quando ritornai in camera, ringraziai il cielo nello scoprire che Stan si era già addormentato e che quindi non avrei dovuto affrontarlo. Mi stesi dalla mia parte del letto e presi il cellulare, ricordandomi che non avevo avvertito Liam e Sophia e che potevano essersi preoccupati per la nostra assenza. Nessuna notifica. Come non detto, non si sono accorti di niente, pensai mentre scrivevo al mio migliore amico e lo informavo che io e Stan eravamo già tornati in hotel.

Entrai nell'applicazione per le chat e osservai la foto profilo di Harry. Quegli occhi. Avrei giurato di averli visti sul London Eye prima di svenire, ma era impossibile. Sarà stato senz'altro frutto della mia immaginazione. Forse era un modo della mia mente per comunicarmi che mi era mancata. Controllai ancora il suo stato, ricordandomi che, prima che Stan mi baciasse, avevo letto una frase che riguardava degli occhi blu e degli scontri - o qualcosa del genere - ma l'aveva già nuovamente cambiato.

"I know I'm not your only, but at least I'm one" lessi ad alta voce.

So di non essere l'unica per te, ma almeno sono qualcuno. A chi si stava riferendo? In una settimana mi erano successe così tante cose e probabilmente anche lei aveva novità. Presi coraggio e le scrissi.

[tu] Mi manchi...

Sapevo che non ci avrebbe messo molto per rispondere.

[Har94] Anche tu, e non sai quanto. Non faccio altro che pensare a te

Per l'appunto.

[tu] Addirittura ahah? Cos'è, una dichiarazione d'amore?

[Har94] Non ricominciare subito a fare lo stronzo, adesso eh

[tu] No, giusto, scusa. Anzi, volevo chiarire un paio di cose...

[Har94] Tipo?

[tu] Volevo scusarmi. Scusa per come mi sono comportato in questa settimana e scusa per averti mentito.

[Har94] Mentito su cosa?

[tu] Ecco, vedi, l'ultima volta che ci siamo scritti ti ho detto di essere andato a letto con Stan e che era il mio fidanzato... Bè, era tutto falso.

[Har94] Fammi capire, non state insieme?

[tu] No, siamo solo amici.

Che poi lui avesse una cotta per me era un'altra storia.

[Har94] E tutte quelle foto che mettevi sul tuo profilo? Tutti quegli stati romantici su te e lui?

[tu] Tutta una bugia. Volevo attirare la tua attenzione, volevo ricominciare a parlare con te e suscitare la tua curiosità in quel modo mi sembrava l'unica opzione

[Har94] Ma che bisogno c'era di mentire?

[tu] Non lo so Harry! Mi aveva dato fastidio la tua gelosia immotivata, mi sono sentito offeso e ho fatto lo stronzo, non ho scuse, lo so...

[Har94] Guarda che nessuno era geloso, Louis. Forse quel giorno ti ho risposto in modo freddo perchè avevo dei problemi per conto mio, tu non c'entravi nulla!

[tu] Che problemi avevi, scusa? E perchè non me ne hai parlato?

[Har94] Perchè tu non me lo hai chiesto! Non mi chiedi mai niente, non sai mai niente di me. E' sempre tutto incentrato su di te, sui tuoi dubbi, sui tuoi problemi. E a me fa piacere ascoltarti e consigliarti, davvero, ma di solito gli amici si raccontano le cose e si supportano a vicenda... e vorrei tanto che fosse così anche per noi.

Ero senza parole. Ero davvero così egocentrico da parlare solo ed esclusivamente dei miei problemi senza mai chiedere niente agli altri? Ci pensai un attimo e, in effetti, cosa sapevo di Harry? Pochissimo, praticamente nulla. Oh cazzo, ha ragione.

[tu] Mi sono appena accorto di essere una persona orribile.

[Har94] No, non sei orribile, Lou. Sei solo pieno di dubbi e hai bisogno di essere ascoltato... devi solo ricordarti che anche gli altri hanno dei problemi e hanno bisogno di un amico che li ascolti, a volte. :)

[tu] Come fai a trovare sempre le parole giuste al momento giusto, Harry?

[Har94] E' l'effetto della scrittura.

[tu] ??

[tu] Non capisco

[Har94] Quando scrivo riesco a esprimere concetti e pensieri che altrimenti parlando non riuscirei mai a dire. Tipo che se ti incontrassi dal vivo non riuscirei a fare un discorso di senso compiuto, anzi, balbetterei e sarei in super imbarazzo :D

Risi piano per non svegliare Stan. Harry, con quella frase, mi aveva ricordato in qualche modo colui-a-cui-non-dovevo-pensare, ovvero Senzanome Styles: ogni volta che lo incontravo non faceva altro che borbottare frasi senza senso, scusandosi e guardandomi con un sorriso imbarazzato. E che sorriso.

[tu] Allora sono fortunato a parlarti solo per messaggi. ;)

[Har94] Sempre simpatico, mi raccomando

[tu] Ovvio!!

[Har94] Vado a dormire, Lou. Oggi è stata una giornata, come dire... impegnativa, ecco. E domani non sarà da meno, quindi mi devo riposare.

[tu] Uffa. Facciamo una cosa: io ti lascio dormire in pace se prometti che mi perdonerai e mi racconterai tutto quello che mi sono perso in questa settimana. Affare fatto?

[Har94] Okay, a patto che anche tu mi racconti com'è andato il tuo weekend a Londra. NEI MINIMI DETTAGLI.

[tu] Ci sto! Ho un sacco di cose da dirti allora...

[Har94] Uuh, non vedo l'oraa :D

[tu] Dai, vai a dormire, piccolo ghiro. Ci sentiamo domani :)

[Har94] Notte Lou, ti voglio bene.

Rilessi, per sicurezza: volevo essere sicuro che me lo avesse scritto davvero. L'avevo trattata male, l'avevo ignorata, le avevo mentito e lei, nonostante tutto, mi voleva bene. Sorrisi.

[Har94] E comunque ti avevo già perdonato da un po'

La cosa si stava facendo un po' troppo sdolcinata per i miei gusti. Mi faceva piacere sentirmi dire certe cose, ma era difficile per me aprirmi con gli altri, quindi anche in quel caso preferii sdrammatizzare un po'. Mi scattai una foto in cui facevo una faccia buffa e gliela inviai scrivendo:

[tu] Con un visino così, era inevitabile che mi perdonassi. Come avresti potuto resistere al mio fascino?

[Har94] Hai proprio ragione. Sei veramente bellissimo, Lou

Come no. Ricordai che mi aveva detto di straparlare quando era stanca e in quel momento ne ebbi la dimostrazione. La ignorai e appoggiai il telefono sul comodino e spensi le luci, cercando di addormentarmi. Era stata una giornata intensa e avevo davvero bisogno di rilassarmi.

___

Mi svegliai nel bel mezzo della notte, sentendo un braccio attorno alla mia vita. Feci per voltarmi, ma chi mi stava abbracciando da dietro me lo stava impedendo. Percepii un membro eretto appoggiato sul mio sedere ancora coperto dai pantaloni del pigiama. Quando capì che ero sveglio, la persona dietro di me cominciò a muoversi, strofinandosi addosso al mio corpo. Mi sentii voltare, ma al buio non riuscivo a distinguere i contorni della figura che mi stava sovrastando. Non stavo capendo molto, ero ancora troppo addormentato per rendermi conto di quello che stava succedendo, quindi non protestai né dissi niente. Mi lasciai trasportare, accettando volentieri i baci bagnati che il ragazzo sopra di me mi stava lasciando prima sull'incavo del collo, poi sul petto e poi sempre più giù. Mi sentii sfilare lentamente prima i pantaloni e poi i boxer e la situazione, seppur confusa, mi stava eccitando parecchio. Lo lasciai fare, quando sentii la sua lingua sfiorare la mia erezione. Lo lasciai fare, quando sentii la sua bocca accogliermi in tutta la mia lunghezza e lo lasciai fare quando con le dita lo sentii cercare di farsi spazio dentro di me. Stava procedendo con troppa lentezza, sentivo il bisogno di averne di più e di averne subito. Lo afferrai per i capelli e lo trascinai di nuovo su di me, questa volta ero io a prendere l'iniziativa. Lo baciai mentre mi aggrappai alla sua schiena muscolosa, annusando il suo odore dolce-amaro. Non ne potevo più. Rivoltai le posizioni e mi misi sopra di lui, continuando a baciarlo e a lasciargli morsi sul collo. Lo sentii ansimare e sussurrare parole che non riuscivo a capire mentre continuava a chiamarmi Lou. La sua voce roca e bassa era estremamente sexy. Mi fermai a guardarlo, ne avevo bisogno. Era bellissimo, i lunghi capelli ricci sparsi disordinatamente sul cuscino, il sorriso aperto mostrava le sue fossette, il suo corpo sudato e scolpito era pieno di tatuaggi e i suoi occhi... Aveva degli occhi stupendi, verdi, a prima vista, ma con mille sfumature. Dove li avevo già visti?

Aprii gli occhi, sudato e ansimante. Mi sedetti velocemente sul letto e mi guardai intorno. Fuori era già spuntato il sole, Stan stava dormendo tranquillo dalla sua parte del letto, anche Liam e Sophia erano ancora nel mondo dei sogni nell'altro letto, abbracciati. Io ero vestito, Stan era vestito, tutto era al suo posto.

Era solo un sogno.

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Capitolo 13
*** Coincidenze, somiglianze e dubbi ***


Coincidenze, somiglianze e dubbi

 

"Louis, stai bene? Hai una faccia..." mi richiamò all'attenzione Liam.

"Infatti. E poi è da quando ci siamo alzati che non hai aperto bocca, si può sapere che ti prende?" gli andò dietro Sophia.

Li fulminai con lo sguardo. Non erano i miei genitori, non ero obbligato a dirgli un bel niente, né tanto meno ad ascoltare la loro ramanzina. Tornai a fissare il vuoto mentre ci stavamo incamminando verso un bar in cui fare colazione. Stan mi stava a debita distanza, silenzioso pure lui. Forse si era ricordato del bacio che mi aveva dato la sera prima e aveva paura che io lo odiassi. Non era così, non ero arrabbiato con lui: avevo ben altri pensieri per la mente.

"È successo qualcosa tra voi due, forse? È per questo che siete diventati tutti e due muti stamattina?" ruppe il silenzio ancora una volta la ragazza.

Vidi Stan andare nel panico e arrossire senza ritegno. Sbuffai. Un po' di self control, ragazzino.

"Pensate di risponderci? Avete litigato?" continuò il mio migliore amico.

Non ne potevo più. Senza proferire una parola, puntai il primo bar aperto e mi ci fiondai dentro, ordinando un tè caldo ed una brioche. Mi sedetti e aspettai che i miei amici mi raggiungessero.

[tu] Ti prego, salvami.

[Har94] Buongiorno anche a te, LouLou! Dormito bene?

Ugh. Doveva proprio farmi quella domanda? Se fare un sogno erotico a tema omosessuale era considerato dormire bene, allora sì. 
Anzi no. 

Non importa. Non ci devo più pensare, non significava niente.

[tu] Ehm, passo. Prossima domanda?

[Har94] Da cosa dovrei salvarti?

[tu] Dall'interrogatorio dei miei amici pettegoli. Non li sopporto più

[Har94] Cosa ti stanno chiedendo?

[tu] Storia lunga, ti racconterò tutto quando avrò più tempo

[Har94] Ah, ok, scusa! Siete in giro?

[tu] No no, stiamo per fare colazione!

[Har94] Capito! In che bar siete? :)

[tu] Non ne ho idea, ahah! E' l'unico aperto, appena prima dell'entrata del St James Park... Perché, scusa?

[Har94] Ma così, Lou, per fare conversazione :) Adesso perdonami, ma devo correre per andare in un posto. Ci sentiamo più tardi!

Lou. Scacciai dalla mente la voce roca e ansimante che, nel sogno della notte precedente, mi aveva chiamato esattamente in quel modo.

[tu] Dove devi andare??

[Har94] Uhm, a lezione. Scusa ma davvero non riesco a scrivere mentre corro, ti devo proprio lasciare!

A lezione? Posai il telefono, confuso: c'era qualcosa che non andava. Era domenica.

Non ci sono lezioni di domenica.

Mi stava mentendo? Perché mai? Decisi di lasciar perdere, gliel'avrei comunque chiesto in un secondo momento.

"A chi stavi scrivendo?" mi chiese Liam mentre si sedeva vicino a me con un vassoio con dentro la nostra colazione.

"Non sono affari tuoi" risposi tentando di assumere un tono arrogante, senza però riuscirci. 

Era impossibile rimanere arrabbiati per più di un minuto con uno come Liam. Gli sorrisi, guardando i suoi occhi da cucciolo bastonato, e aggiunsi: "Solo un'amica. Harriet della chat, hai presente?"

Annuì in silenzio e mi guardò attentamente, come per studiarmi, e poi cominciò a bere il suo caffè. Anche Stan e Sophia si sedettero e cominciarono a parlare del più e del meno, ma non mi andava di ascoltarli, non mi andava di fingere di star bene e di essere a mio agio. 
Non lo ero per niente: oddio, come potevo? La notte prima avevo praticamente sognato di fare sesso con quel ragazzo, quello Styles. Dovevo proprio essere impazzito per fare un sogno del genere, non trovavo altra spiegazione. Basta pensarci, mi ripetei mentalmente. I miei dialoghi interiori furono interrotti dal rumore assordante della porta del bar che era stata chiusa con forza e da una voce affaticata che, alle mie spalle, chiedeva al proprietario dove fosse il bagno. Dopo lo spavento iniziale, però, non ci feci troppo caso: ormai ero completamente immerso in immagini e sensazioni che, nonostante mi imponessi di ignorare, non facevano altro che ripresentarsi e provocarmi strane reazioni in ogni parte del corpo. Cominciai a sentire le farfalle nello stomaco. Okay, calmati, va tutto bene. E' solo una fase di confusione, niente di cui preoccuparsi.

"Vado in bagno" dissi alzandomi rapidamente dalla sedia.

Dovevo ritornare in me, lavarmi la faccia con acqua fredda e calmarmi. Mi avvicinai alla porta del bagno comune di quel bar e feci per aprirla, ma era bloccata.

"Occupato!" sentii dire da una voce maschile ovattata all'interno di quella piccola stanza.

Mi appoggiai al muro e aspettai.

"And then I see you on the street,
in his arms, I get weak.
My body fails, I'm on my knees,
praying"

Rimasi un attimo senza parole. Quel tipo stava forse cantando? In un bagno pubblico? Mi avvicinai con tutto il corpo vicino alla porta per sentire meglio.

"When he opens his arms and holds you close tonight,
it just won't feel right,
'cause I can love you more than this, yeah"

Okay, stava decisamente cantando. Era davvero intonato e aveva una bellissima voce. Quella canzone, però, non l'avevo mai sentita. Da quel poco che avevo capito, parlava di gelosia e d'amore.

"When he lays you down,
I might just die inside.
It just don't feel right,
'cause I can love you more than... Sta--"

La porta si aprì proprio in quel momento e sbatté contro la mia testa, facendomi un male assurdo. Mandai a fanculo il tizio, senza nemmeno guardarlo negli occhi. Nell'arco di due giorni ero stato trascinato giù dalla metro, pestato in una discoteca e preso a porte in faccia. Tutte a me dovevano capitare?

"Oddio, non ci credo... Scusa, scusami tanto. Ti giuro che non lo faccio apposta."

Quella voce. Era mai possibile che fosse veramente lui? Lo guardai in faccia per la prima volta e quasi mi sentii male. Era un'ossessione, continuava a sbucare fuori ovunque.

"Styles," ebbi la forza di pronunciare "che sorpresa vederti anche qui. Che fai, mi segui per caso?"

Non rispose, l'unico suono che gli uscì fu una risata nervosa. Eravamo entrambi in imbarazzo, ma almeno io avevo una ragione per essere a disagio in sua presenza. Dopo quello che avevamo fatto - o meglio, avevo sognato di fare con lui - come potevo essere a mio agio?

"Si è ripreso il tuo amico? Ieri sembrava veramente ubriaco" tentò dopo qualche secondo di silenzio.

"Sì sì, tutto bene" tagliai corto. Non volevo più parlare con lui, non volevo più stargli così vicino o non avrei risposto delle mie azioni.

"E tu? Dormito bene?" mi chiese curioso.

Ancora quella domanda, la stessa che mi aveva posto qualche minuto prima Harry. E poi cos'era tutta quella confidenza? Lo ignorai, evitando il suo sguardo, ed entrai nel bagno chiudendo la porta a chiave.

Non ricordavo nemmeno il motivo per cui ci ero andato, la sola vista di Styles mi aveva completamente scombussolato. Non dovevo ritrovarmelo anche nei sogni, no, dovevo per forza vederlo almeno una volta al giorno. A pensarci bene, era una coincidenza veramente strana: Londra era enorme, come era possibile incontrare lo stesso ragazzo, per ben tre volte, in un giorno e mezzo? 
Uscii dal bagno praticamente subito e lo ritrovai lì, davanti alla porta, ad aspettarmi con un sorriso.

"Ti va di fare un giro?" mi propose.

Strabuzzai gli occhi. Mi stava veramente chiedendo di uscire, solo io e lui? No, no e assolutamente no.

"Dove vorresti andare?" mi feci invece scappare dalla bocca. Mi maledissi mentalmente.

"Sai, ho visto un bel negozio di musica qui vicino... volevo andare a farci un salto. Poi magari ci facciamo una passeggiata nel parco. Che ne dici?"

"Perché mi stai chiedendo di uscire?" chiesi in tono canzonatorio.

"Perché è la terza volta che ci incontriamo e forse il destino ci sta dicendo qualcosa. A questo punto tanto vale provare a conoscerci, no?" disse tutto d'un fiato, speranzoso.

"Nah, non credo nel destino e sciocchezze simili. E poi non posso lasciare i miei amici da soli..." tentai con l'unica scusa plausibile che mi era venuta in mente.

"Uh, okay. Come vuoi. Addio allora, non credo che ci rivedremo più, in futuro" fece un sorriso triste e uscì velocemente dal bar.

Provai un senso di vuoto, non appena se ne andò. Mi avvicinai piano, confuso sul da farsi, al tavolo in cui erano seduti Liam, Stan e Sophia. Mi odiavo per quello che stavo per fare, ma ormai non avevo più il controllo di me stesso. Avevo preso una decisione.

"Ragazzi, vado un attimo a vedere un negozio di musica qui vicino. Sapete... così posso prendere spunto e migliorare il mio. Ci vediamo dopo, okay?"

Mi guardarono sorpresi, ma poi annuirono e mi lasciarono andare. Sapevo che nessuno avrebbe insistito per accompagnarmi, non erano grandi fan della musica, al contrario di me. Uscii dal bar e vidi il mio uomo seduto su una panchina, con gli occhiali da sole e un sorriso di chi la sapeva lunga stampato sul volto. Aveva i capelli raccolti indietro con un elastico ed era ancora più bello, se possibile. Mi sentivo estremamente insignificante in confronto a lui.

Gli feci un cenno e mi corse incontro con la felicità di un bambino. Mi sciolsi, era dolcissimo. Non mi sembrava più sbagliato, non mi sembrava più strano, mi sembrava solamente giusto e mi rendeva felice anche solo stare vicino ad una creatura tanto perfetta e pura. Probabilmente lo stavo mangiando con gli occhi perché si mise a ridere imbarazzato prima di indicarmi la strada che portava al negozio.

"E così tu canti..?" cercai di rompere il ghiaccio.

Si illuminò e mi rivolse un sorriso enorme. "Sì, io amo cantare! Prima mi hai sentito, quindi?"

"Prima che mi sbattessi la porta in faccia, dici?" lo guardai male e lui abbassò lo sguardo sogghignando. "Sì, ti ho sentito. E sei anche molto bravo" ammisi alla fine.

"Grazie. E della canzone cosa ne pensi? Ti è piaciuta?"

"Sinceramente non l'ho mai sentita prima, ma sì, non è per niente male"

"L'ho scritta io, musica e testo" disse orgoglioso.

Lo guardai a bocca aperta. Era la prima persona, in ventitré anni di vita, che condivideva la mia passione per la musica. Mi ero sempre sentito solo e non capito, quando parlavo di comporre canzoni, cantare e suonare. Forse con lui potevo essere veramente me stesso. Lo invitai a raccontarmi qualcosa di più.

"Sai, io amo comporre nuove canzoni. E' l'unico modo che ho per esprimere quello che sento. Di solito non sono molto bravo a parlare, anzi, tendo a emozionarmi con la gente. Invece quando scrivo i testi, ecco, lì finalmente sono davvero io. Al 100%" mi confessò, parlando lentamente e scegliendo con cura ogni parola. Era rilassante ascoltarlo parlare.

Ebbi un déjà-vu. Quel discorso, infatti, mi ricordava tanto ciò che mi aveva scritto la sera precedente Harry. Anche lei riusciva a esprimere concetti e pensieri con la scrittura, concetti e pensieri che altrimenti, parlando, non sarebbe riuscita a comunicare. Quei due erano davvero simili per certi aspetti.

Entrammo nel negozio: era veramente enorme. Si sviluppava su due piani: il primo era colmo di cd, dischi, radio e casse musicali. Il secondo, invece, era il piano dedicato agli strumenti. C'era addirittura un'area in cui si poteva suonare liberamente, per provare le diverse marche e capirne le differenze. Ero estasiato, finalmente ero nel mio ambiente. Toccai il braccio del ragazzo accanto a me, anche lui meravigliato da quel posto, e gli feci cenno di seguirmi. Mi misi a sedere di fronte ad un pianoforte e suonai la canzone che avevo composto qualche settimana prima. 
Era la prima volta che facevo sentire qualcosa di mio a qualcuno che non fosse della mia famiglia: avevo la sensazione che con lui potevo condividere quel genere di cose e che non mi avrebbe preso in giro come tutti i miei amici avrebbero invece fatto. Lo vidi osservarmi sopreso, con un'aria sognante dipinta sul volto. Quando finii, mi regalò un applauso sincero.

"Oddio, sei stato fantastico! Non sapevo che suonassi il piano, Lou!" esclamò esaltatissimo.

"Come potevi saperlo?" risposi ridendo, "Non ci conosciamo minimam--"

Un attimo. Se c'era una cosa di cui ero certo era che non gli avevo mai detto, nemmeno per sbaglio o di sfuggita, il mio nome. Mai. Eppure lui mi aveva chiamato Lou. Non Louis. Lou.

Non ci credo, non è possibile.

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Capitolo 14
*** Facciamo un patto ***


Facciamo un patto

 


Guardai il ragazzo di fronte a me, sconvolto.

"C-come fai a sapere il mio soprannome? Io non ti ho mai detto nemmeno come mi chiamo" gli chiesi in preda al panico. Nella mia mente si stavano formando mille ipotesi, una meno plausibile dell'altra, una più inquietante dell'altra.

Vidi Styles sgranare gli occhi e passarsi una mano tra i capelli, sembrava nervoso.

"Uhm, vedi... semplice. Sai... il tuo amico... ieri sera, se non sbaglio ti aveva chiamato così, in discoteca" rispose lentamente, con un sorriso tirato, quasi finto.

Lo guardai di sbieco e ci pensai su. In effetti aveva ragione: Stan mi aveva chiamato così in sua presenza. Mi ero spaventato per niente. Avevo ipotizzato che fosse un maniaco, uno stalker, e per un attimo avevo addirittura pensato che fosse Harry o comunque un suo amico.
Che assurdità. Harry, un ragazzo? Davvero? Mi domandai come avessi potuto anche solo ipotizzare una cosa del genere.

"A cosa stai pensando?" sentii chiedermi timidamente.

"Che mi faccio troppi viaggi mentali" risposi sincero.

Mi guardò curioso e continuai.

"Per un momento ho creduto che tu fossi una specie di pervertito che mi pedinava o addirittura una persona che ho conosciuto su internet e di cui non conosco niente, nemmeno il viso" dissi tutto d'un fiato, arrossendo d'imbarazzo per la figura da cretino che stavo facendo.

Lo vidi irrigidirsi. Chissà che idea si stava facendo di me: probabilmente mi reputava paranoico, noioso e insignificante.

"Perché pensavi che io fossi quella persona?"

"Uhm, me la ricordi, per alcuni aspetti. E poi mi hai chiamato Lou, e in pochissimi mi chiamano così. Compresa lei"

Gli occhi del ragazzo di fronte a me, chiari ma di un colore che non riuscivo a identificare a causa della luce soffusa del negozio, si assottigliarono. Un velo di tristezza sembrava averli invasi.

"E sarebbe una cosa così brutta?" domandò tenendo lo sguardo basso.

Non capivo a cosa si stesse riferendo. "Di cosa parli?"

"Se, per assurdo, io fossi realmente quella persona... ecco... sarebbe così brutto?"

Ma cosa stava dicendo?

"Certo che sì! Styles, forse non hai capito che stiamo parlando di una ragazza. Se tu fossi lei, e quindi lei fosse te, mi incazzerei come poche volte nella mia vita" affermai ridendo.

"Perché? N-non ti piaccio?" mi chiese a voce bassa e spezzata.

"Ehi, ehi, certo che mi piaci" lo rassicurai notando la sua espressione triste.

"Non è quello il problema, tranquillo. Mi incazzerei perché significherebbe che mi sta - e mi stai - mentendo da sempre. Ma non è questo il caso, quindi cambiamo argomento, okay?" gli feci il mio sorriso migliore e gli accarezzai un braccio.

Avevo appena ammesso ad alta voce e di fronte a lui che mi piaceva. Un bel progresso, considerando che fino a pochi minuti prima lo negavo persino a me stesso. Eravamo entrambi imbarazzati, quindi continuammo il giro panoramico del negozio in assoluto silenzio.

Dopo un po', lo vidi scrivere un messaggio. Si voltò verso di me con una luce strana negli occhi.

"Seguimi" disse trascinandomi letteralmente fuori dal negozio. 

Quel ragazzo era fortissimo ed enorme, o almeno così sembrava ai miei occhi. Mi lasciai trasportare e guidare da lui, mentre cercavo allo stesso tempo di capire dove fossimo diretti: ci stavamo avvicinando al parco. Mi guardai intorno e proprio davanti al cancello dell'entrata, riconobbi una figura familiare. Era il suo amico - di cui al momento non ricordavo il nome: il biondino tinto dalla risata contagiosa. Aveva un borsone ai suoi piedi.

Ci avvicinammo a lui e lo salutai chiedendogli se si ricordasse di me.

"Come dimenticarti? È impossibile. Sento parlare di te ventiquattro ore su ventiquatt-" fu interrotto da una gomitata di Styles, che lo guardava serio e impacciato allo stesso tempo.

Mi feci scappare una risata, vedendo le guance del più alto diventare completamente paonazze.

"Sono Louis, comunque. Anche se alcuni mi chiamano Lou" lanciai un'occhiata d'intesa con il mio uomo, il quale ricambiò mostrandomi la lingua. "E tu sei..?" continuai sempre rivolgendomi al biondo dall'accento irlandese.

"Oh, lui è Horan. E' un mio grande amico, siamo praticamente inseparabili" lo anticipò Styles.

"Ti chiami Horan? Che razza di nome è?" chiesi perplesso.

"No, no. Quello è il mio cognome. È che al signorino qua presente va di fare l'alternativo e ha deciso di chiamarmi così" rispose lanciando un'occhiataccia all'altro ragazzo.

Alzai le spalle. "Piacere di conoscerti, Horan."

Mi strinse la mano e mi squadrò da capo a piedi.

"Sì, amico, avevi ragione. Credo che la mia taglia gli possa andare bene."

Mi ero perso qualcosa. "Scusami?"

"Ah, non te l'ha detto? Abbiamo organizzato una partita di calcio! Ti va di partecipare?"

Mi illuminai. "E me lo chiedi? Io amo giocare a calcio!" risposi esaltato.

Styles non pronunciò una parola, ma aveva un'espressione soddisfatta stampata sul viso.

"Quando giochiamo?"

"Anche adesso."

"Okay. E dove sono gli altri?"

"Gli altri chi?" risposero praticamente insieme i due.

Li guardai perplesso. "Gli altri giocatori."

"Oh, bè, ecco... Siamo solo noi" balbettò piano Styles.

Mi stavano forse prendendo in giro?

"Che razza di partita avete organizzato con due soli giocatori?" esclamai scoppiando in una risata.

"Vedi, noi non siamo molto esperti..." si scusò Horan.

"Non l'avevo capito, guarda" non riuscivo a smettere di ridere.

"Almeno sapete giocare? O comunque siete a conoscenza anche solo delle regole di base?" chiesi quando mi calmai un po'.

Si guardarono imbarazzati e non risposero. Aiuto, che gente mi è capitata?

"Va bene ragazzi, non preoccupatevi, mi è venuta un'idea. Adesso chiamo i miei amici e organizzo una partita per dopo. Prima però vi insegno a giocare, così non farete brutta figura, ci state?" proposi guardando sorriso-con-fossette. Maledetti occhiali da sole che mi impedivano di bearmi della vista dei suoi occhi.

Si illuminò e mi annuì scuotendo energicamente la testa, mentre Horan se ne uscì con: "Io però non gioco, mi sono fatto male ad una gamba ed è meglio che stia fermo... Posso fare il capitano?"

Lo guardai male, sperando che stesse scherzando.

"Il capitano della squadra di solito gioca, lo sai, vero?"

"No, ma io intendevo quello che dà ordini e sta a guardare! Come si chiama?"

Misi una mano davanti agli occhi, ridendo ancora una volta per quella situazione assurda.

"Si chiama allenatore, Horan, allenatore. Dio, lo sanno anche i bambini. Ma dove sei cresciuto?" gli chiesi, prendendolo in giro.

"Oh no, adesso comincia..." sentii dire da Styles dietro di me.

"In Irlanda!" rispose orgoglioso il biondo, "Sai in Irlanda facciamo --"

"Si si, okay, amico, come se l'avessi detto. Adesso tira fuori dalla borsa il pallone così io e Louis ci alleniamo" tagliò corto Styles.

Li guardai sorridendo: li conoscevo a malapena e solo da pochi minuti, ma già mi sentivo perfettamente a mio agio con loro. Erano davvero simpatici.

"Abbiamo anche delle divise... o almeno una cosa molto simile. In realtà sono solo due magliette identiche, ma se vuoi dopo, quando facciamo le squadre, Ni-, uhm, Horan ti presta la sua" mi propose Styles mostrandomi le due magliette sportive all'interno del borsone, in cui c'era dentro anche la palla da calcio. Organizzatissimi.

"Bè, dubito che quella maglia enorme possa stare a uno dei miei amici, quindi mi sa che dovremo stare in squadra insieme" constatai, guardando con la coda dell'occhio la sua reazione. Era radioso. Presi la sua espressione per una risposta positiva e, dopo aver trovato un pezzo di prato libero in cui poterci allenare, cominciai a insegnargli i fondamentali del gioco.

Passò quasi un'ora, ma niente da fare: "Sei un disastro!" gli dissi, mentre mi concentravo per non ridere o non prenderlo troppo in giro. Ce la stava mettendo tutta, ma quello sport non faceva proprio per lui.

In compenso, però, era sudatissimo ed era uno spettacolo per gli occhi. Non feci nemmeno in tempo a ragionare sulle mie azioni, che mi avvicinai a lui e gli presi delicatamente i fianchi, per spostarlo e mostragli il modo più corretto per calciare la palla. Lo sentii sussultare al mio tocco e subito dopo si immobilizzò. Non lo sentii nemmeno respirare.

"Ehi! Voi due! Cercate di contenervi, siamo in un luogo pubblico!" ci urlò da lontano Horan, che aveva passato tutto il tempo a guardarci e a fare battutine su di noi.

Invece di prendermela, risi e mi staccai da Styles per poi buttarmi sull'erba. Lui seguì il mio esempio subito dopo. Mi sentii osservato, quindi mi voltai verso di lui. Eravamo veramente vicini ed era ancora più bello da quell'angolazione.

"Hai una ragazza, Louis?" mi chiese serio.

Mi beai del suono del mio nome pronunciato dalla sua voce profonda, mentre pensavo alla risposta da dargli.

"No" risposi alla fine. D'altronde Eleanor non era nient'altro che uno sfogo nei momenti di bisogno fisico, e non la consideravo affatto la mia ragazza. Inoltre, da qualche giorno, stavo anche cercando di tagliare i ponti con lei: non volevo illuderla e farla soffrire.

"Tu invece? Scommetto che hai la fila di ragazze disposte a stare con te..." aggiunsi, con un tono più polemico di quanto mi aspettassi. Non sarai mica geloso?, mi rimproverai.

"Ragazze?" rise. "No, non è esattamente il mio genere..." aggiunse titubante.

Esultai internamente. Sì, l'avevo immaginato, ma non potevo saperlo con certezza.

"Allora, uhm, hai un ragazzo?" chiesi incerto.

Ti prego, ti prego, dì di no. Per favore.

"No."

Oddio, grazie.

"Strano" buttai lì con innocenza.

"Che vuoi dire?" mi chiese perplesso.

"Che è strano che un bel ragazzo come te sia ancora single. Sì, insomma, non sono gay ma so riconoscere la bellezza e tu... bè... sei proprio figo, lasciatelo dire"

Non credevo alle mie parole. Da dove avevo preso il coraggio e la sfacciataggine di dire quelle cose davanti a lui? Mi guardò con uno sguardo allucinato e poi si lasciò andare in un sorriso smagliante, mostrando le sue adorabili fossette.

"Tu sei molto più bello di me, Lou."

Arrossii e abbassai lo sguardo. Non era vero, lo stava dicendo solo perché si sentiva obbligato e ne ero consapevole: io non ero per niente bello, figuriamoci esserlo più di Mr. Perfezione.

"Ehi, Louis! C'è il tuo telefono che squilla! Che faccio, rispondo io?" mi gridò da lontano Horan, che aveva in mano il mio cellulare.

Mi alzai e lo raggiunsi di corsa, rispondendo alla chiamata che vidi essere da parte di Liam.

"Pronto?"

"Louis, dove diavolo sei finito? Ti abbiamo chiamato per un'ora e non ci hai risposto, ti abbiamo cercato nelle vicinanze di quel negozio di musica e non ti abbiamo trovato. Si può sapere che fine hai fatto? Ci siamo preoccupati, cazzo!"

Ops.

"Scusa Lee, stavo giocando a calcio con dei tipi che ho conosciuto qua nei dintorni"

Horan fece una smorfia di disapprovazione, ma lo ignorai.

"E' per quello che non rispondevo alle chiamate, mi dispiace non avervi avvertito e avervi fatto preoccupare per niente. Senti, vi andrebbe di raggiungerci qua nel parco così ci facciamo una partita due contro due? Soph potrebbe fare il portiere"

Sapevo che, proponendo una partita, Liam mi avrebbe perdonato subito.

"Che bastardo che sei, Louis. Sai proprio come sviare un discorso... ma sì, ovvio che ci va. Andiamo a cambiarci in albergo e poi vi raggiungiamo. Devo portare una maglietta anche per te?"

"No, tranquillo, ho già risolto. A fra poco!"

Chiusi la chiamata e mi tolsi la maglia bagnata di sudore, cercando quella asciutta nel borsone dell'irlandese. Notai che Styles, seduto ormai vicino al suo amico, mi stava fissando con insistenza. Cercai di mantenere la calma nonostante sentissi il suo sguardo studiare ogni centimetro del mio corpo, e gli lanciai la sua maglietta pulita. Non l'avessi mai fatto. Afferrò la maglia al volo e si tolse quella sudata, rimanendo anche lui a torso nudo. Rimasi imbambolato a guardarlo, non avevo mai visto un fisico maschile tanto bello. Muscoli scolpiti, ma non troppo esagerati, slanciato e con tatuaggi dappertutto, sui quali non potei fare a meno che indugiare più del normale. 
Ormai mi ero arreso all'evidenza: ero attratto da Styles, volente o nolente, quelli erano i fatti.

"Siete imbarazzanti."

Horan ci distolse dal nostro studio reciproco. Ci rivestimmo velocemente, sedendoci lontano l'uno dall'altro, e aspettammo l'arrivo dei miei amici parlando del più e del meno.

Un quarto d'ora dopo ci raggiunsero e feci le dovute presentazioni. Non potei fare a meno di notare il disagio di Styles nei loro confronti, soprattutto quando feci il nome di Stan. Anche loro tre, però, mi parvero sorpresi nel vedere chi fosse il mio nuovo amico. Non ne capii il motivo, quindi li ignorai e incitai il gruppo a cominciare la partita - io e Mr. Perfezione contro Liam e Stan - senza perdere ulteriore tempo: nel pomeriggio, infatti, avevamo a disposizione un unico treno per poter ritornare a casa, quindi non potevamo permetterci di perderlo.

___

Io e Styles vincemmo. Lui era addirittura riuscito a fare un paio di goal, complice anche il fatto che Sophia non fosse un granché come portiere. Ma in quel momento non era importante: la sua felicità e il suo entusiasmo erano così contagiosi che ci abbracciammo saltellando per la gioia.

"Siete così carini, ragazzi" Horan ci interruppe con un sorriso complice stampato in volto.

Ci staccammo ancora raggianti per il risultato ottenuto e presi il telefono per immortalare quel momento, scattandoci una foto. All'improvviso sentii Stan che, con un tono infastidito - forse era deluso per aver perso la partita - ci ricordava l'ora. Eravamo decisamente in ritardo e dovevamo partire immediatamente o avremmo perso il treno.

Feci per togliermi la maglietta sudata e restituirla al proprietario, ma questo mi guardò schifato e decise di regalarmela. Gli passai una mano tra i capelli e lo salutai ringraziandolo.

"Addio Horan, non mi mancherai" scherzai.

Scoppiò a ridere in una delle sue risate fragorose e lo lasciai per andare a salutare Styles, che nel frattempo si era isolato lontano dal gruppo con un'espressione triste.

Richiamai la sua attenzione accarezzandogli i riccioli leggermente bagnati che aveva liberato da quella specie di coda che si era fatto in precedenza. Bloccai la mia mano non appena mi accorsi di quello che stavo facendo.

"Ciao Lou..." pronunciò pianissimo dopo un po'.

"Non sarai mica triste?" sdrammatizzai, ma non ricevetti altro che un'occhiataccia.

"Sono stato bene oggi, sai?" riprovai facendomi serio.

"Anch'io. Molto."

Non sapevo cosa dirgli. La mia mente mi stava urlando di chiedergli il numero di telefono, di organizzare un altro incontro, di confessargli che avrei voluto conoscerlo meglio, ma... non avevo il coraggio di dire tutte quelle cose ad alta voce.

"Saprò mai il tuo nome?"

"Certo."

"E quando?" chiesi speranzoso.

"Non oggi. Quando sarai pronto." Sorrise tristemente e aggiunse: "Sempre che quel giorno tu lo voglia ancora sapere da me."

Non capivo cosa volesse dire. Perché tutte le persone un po' interessanti che conoscevo dovevano essere così misteriose?

"Senti, facciamo un patto" proposi dopo averci riflettuto un attimo.

Mi guardò curioso e mi fece cenno di proseguire.

"Sai che i calciatori, dopo aver finito una partita si scambiano le magliette?"

"Uhm, no... ma questo cosa c'entra adesso?" chiese lui, perplesso.

Mi tolsi la maglietta e gliela porsi, aspettando che lui facesse lo stesso con me. Dopo un attimo di smarrimento mi copiò e me la allungò a sua volta. Studiai per quella che pensavo fosse l'ultima volta il suo corpo, sperando così di potermi ricordare ogni minimo dettaglio anche in futuro, sapendo che lui stava facendo la stessa cosa con me.

"Non starete per fare sesso in un parco, vero, voi due? C'è pieno di gente!" disse la voce sconvolta di Horan, poco lontano da noi.

Lo fulminammo con lo sguardo e ci rivestimmo velocemente, l'uno con la maglia dell'altro. La sua era enorme su di me, ma mi piaceva. Profumava di lui. Risi nel vedere che la mia gli stava un po' troppo attillata, anche se in realtà era bellissimo lo stesso.

"Tutto questo a cosa è servito, se non a farci sembrare due idioti vestiti malissimo?" chiese Styles leggermente più di buonumore.

"Molto semplice. Vedi, quando ci incontreremo nuovamente, ce le restituiremo. Diciamo che questo è un prestito, una specie di promessa di rivederci, in futuro" annunciai sperando di non sembrare troppo sdolcinato ai suoi occhi. Non era da me tutta quella dolcezza, ma con Styles ero completamente senza controllo.

Si illuminò rivolgendomi uno di quei sorrisi che stavo cominciando ad amare sempre di più.

"Quindi significa che tu vuoi rivedermi? Tu, Louis, vuoi rivedere... me? Sicuro?" sembrava sorpreso nel sapere quella notizia. E io che pensavo fosse ovvio.

"Certo che sì. Sempre se tu lo vuoi..."

"Sì!!" esclamò un po' troppo forte. "Cioè, bella idea, sarebbe carino incontrarci di nuovo, qualche volta" aggiunse dopo cercando di darsi un tono.

"Okay. Quindi come ci organizziamo? Ci scambiamo i numeri di telefono?" proposi.

Lo vidi andare nel panico. E adesso che gli prende?

"Louis!! Andiamo, è tardissimo!" mi richiamarono i miei amici che già si stavamo incamminando verso l'uscita del parco.

Mi voltai di nuovo verso Styles, che non dava cenni di vita. Si era come bloccato. Abbandonai la speranza di avere il suo contatto: forse si era paralizzato perché stavo andando troppo velocemente, per lui. Gli accarezzai il palmo della mano.

"Scusa. Non volevo forzarti a darmi il tuo numero. So che ci conosciamo a malapena e hai tutte le ragioni per non volerti fidare di me."

Presi tutto il coraggio che mi era rimasto, gli stampai un leggero bacio sulla guancia e me ne andai.

Avevo quasi raggiunto i miei amici che lo sentii richiamarmi.

"Loueh!"

Mi voltai. "Oi oi!"

"Non mi hai nemmeno detto addio!"

"Ma questo non lo è, Styles."

"Come fai a sapere che ci rivedremo?"

"Non lo so, infatti. Diciamo che ci spero" dissi prima di correre via.



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Capitolo 15
*** Odi et amo ***


Odi et amo

 

Eravamo in treno ormai da un'ora e un senso di vuoto e di tristezza non dava cenno di volersene andare. Tutta colpa di quello Styles. Ci eravamo salutati con la promessa di rivederci, ma non sapevo niente di lui: non solo come contattarlo o dove trovarlo, ma nemmeno cose banali come il nome o la sua età. 

In quel momento lo odiavo. Oltre ad avermi fatto provare cose che non avrei dovuto provare in presenza di un ragazzo, faceva anche il misterioso pronunciando frasi senza senso come "Ti dirò il mio nome quando sarai pronto, sempre che allora tu lo voglia ancora sapere da me".

Che razza di frase era?

Forse non gli piacevo: quella era l'unica soluzione che mi sembrava avere un senso. Per quale altro assurdo motivo non dirmi niente di lui, altrimenti?

Dovevo assolutamente parlare con qualcuno di tutta quella situazione, non potevo più tenermi tutto dentro e, inoltre, avevo bisogno di sentire un parere oggettivo provenire da qualcuno che non fosse coinvolto emotivamente.

Non sapevo, però, cosa avrebbero pensato di me i miei amici. Mi avrebbero insultato o giudicato? Schifato? Oppure, ancora peggio, trattato diversamente dal solito? Come potevo pensare di parlare di una cosa tanto delicata con loro se io ero il primo ad avere paura ad ammettere a me stesso quello che provavo?

Guardai sovrappensiero Liam e Sophia di fronte a me, che dormivano con un'espressione rilassata stampata sul volto. Mi voltai alla mia sinistra, dove era seduto Stan che, immerso nel suo mondo, stava guardando fuori dal finestrino del treno ascoltando la musica. Non mi aveva rivolto la parola da quando ci eravamo svegliati.

Tutto questo malinteso del bacio deve finire.

"Stan, possiamo parlare?" gli dissi sfiorandolo per attirare la sua attenzione.

Si tolse l'auricolare e mi guardò con fare interrogativo.

"Senti, so che sei a disagio per quel bacio che mi hai dato ieri sera, ma davvero... è tutto a posto. Come se non fosse mai successo" tentai di tranquillizzarlo.

Silenzio assoluto.

"Per favore, puoi ritornare a parlarmi normalmente adesso? Non sono incazzato con te, fidati" continuai con un sorriso rassicurante.

Fece un'espressione sconvolta. "Sei serio, Louis?"

Lo guardai confuso, così aggiunse: "Tu pensi davvero che io abbia paura che te la sia presa per uno stupidissimo bacio che ti ho dato da ubriaco?"

Annuii senza proferire parola: forse quel suo strano comportamento era dovuto ad un altro motivo, ma ancora non capivo quale fosse.

"Dio, Louis, sei così cieco..." sospirò con un'espressione sempre più triste in volto.

Stavo perdendo la pazienza: ero stufo di essere circondato da persone che dicevano una cosa sì e cento no, o parlavano chiaramente o potevano anche andare a farsi fottere.

"Stan, non ho la più pallida idea di quello che stai dicendo. Spiegati e dimmi le cose come stanno, almeno te" dissi costringendolo a guardarmi negli occhi.

Lo vidi farsi cupo, mentre cercava le parole giuste da dirmi.

"Non credo sia un segreto il fatto che tu mi piaci... Voglio dire, sono venuto a vedere le tue partite e i tuoi allenamenti per mesi, sperando di farmi notare da te, eppure niente da fare" mi guardò con la coda dell'occhio per vedere la mia reazione, ma io non mossi un muscolo, così continuò.

"Mi ero quasi arreso all'evidenza, quando quel giorno ti ho visto sorridermi al McDonald. Da allora non ci ho capito più niente. Ti ho mandato l'amicizia su facebook, ti sono venuto a vedere alla partita e mi sembrava che ci fosse un bel feeling tra noi, così ho osato e ti ho invitato a bere un caffè. Tu hai accettato e sei scappato via senza farti più sentire per una settimana. Sai, ho addirittura pensato: ehi!, magari gli interesso per davvero e si fa desiderare. Ti sono venuto a trovare nel tuo negozio e mi hai trattato di merda, rinfacciandomi la tua presunta eterosessualità e comportandoti da cafone, ma ci sono passato sopra quando mi hai chiamato per farti perdonare, anche se non facevi altro che ripetere che non ti interessavo in quel modo e che non era un appuntamento. Potevo capire, magari eri nella fase della negazione - ci siamo passati tutti - o magari eri davvero etero. Comunque, mi ero arreso all'idea che non potevamo essere qualcosa più di amici e che in ogni caso non eri pronto per me ed ero davvero disposto a starti accanto mettendo da parte i miei sentimenti."

Abbassai lo sguardo, sentendomi un po' in colpa.

"Poi ti vedo a sbavare dietro a quello spilungone, ti vedo abbracciarlo e baciarlo sulla guancia con una dolcezza che non si vede neanche nei film più romantici e mi sono sentito morire dentro. E tu ovviamente non ti sei accorto di niente, sempre così preso da te stesso da non accorgerti di quello che ti succede intorno. Non sei tu quello che dovrebbe essere incazzato, ma io. Io che ti ho perdonato per le tue offese e che sono stato rifiutato per il primo tizio inquietante che passava."

Pronunciò quelle ultime parole con la voce spezzata e gli occhi lucidi. Non sapevo cosa dire, ero spiazzato dalla sua confessione. Ero consapevole di piacergli, quello era vero, ma non così tanto. Che bel casino.

"Non è come pensi, Stan... Styles... Sì, insomma, lo spilungone - come lo chiami tu - non è che mi piace o robe simili..." tentai di giustificarmi.

"Ma per favore, era così evidente. Se non vuoi ammetterlo con me, almeno ammettilo a te stesso e apri gli occhi sulla realtà, Louis."

Spostai lo sguardo da lui, non riuscivo più a reggere la sua espressione ferita.

"Capisco che sei arrabbiato, geloso e tutto quello che vuoi, ma Styles non c'entra niente in questa storia. Se te la devi prendere con qualcuno, quello sono io. Dire che è inquietante è decisamente troppo."

"Ma... non l'hai capito? Oddio, ma dove vivi?" disse sconvolto lui.

"Pensi che sia solo tutta una straordinaria coincidenza che il tizio che prima ti aiuta sulla ruota panoramica poi te lo ritrovi anche in discoteca e al parco dove, guarda caso, ti invita a giocare a calcio che, sempre per pura casualità, è il tuo sport preferito? Sul serio?"

Mi sentii mancare il respiro. Dovevo aver capito male. Styles non poteva essere il tipo che mi aveva salvato quando ero svenuto sul London Eye.

"Ti sbagli, lui non è anche il ragazzo della ruota" cercai di convincerlo, o forse di convincere me stesso.

"No, non mi sbaglio. Anzi, ne sono sicuro al 100%. Anche Liam e Sophia l'hanno riconosciuto" disse quasi soddisfatto, notando che mi ero incupito.

Mi alzai velocemente e mi misi a camminare per i vagoni del treno, in cerca di un po' di solitudine. Se Stan aveva ragione, allora tutta quella storia stava seriamente cominciando a diventare inquietante. Va bene la coincidenza, il caso o il destino, ma incontrare la stessa persona per ben quattro volte nell'arco di due giorni in una città enorme come Londra era alquanto improbabile, se non impossibile. Prima sulla metro, poi sulla ruota, dopo i discoteca e infine nel bar. Era decisamente troppo.

Mi stava pedinando? Forse era per quel motivo che non voleva dirmi il suo nome, anche se il cognome era già un buon indizio. Ma, se così fosse stato, come faceva a sapere che amavo la musica e giocare a calcio? Era a conoscenza dei miei interessi più personali, quindi forse abitava nel mio stesso paese. Possibile che però non l'avessi mai visto prima?

Avevo il cuore che batteva a mille, mentre con la mente cercavo di tranquillizzarmi e ragionare razionalmente.

Se fosse stato davvero uno stalker o un qualcosa di simile, mi avrebbe di certo chiesto il numero, o no?, pensai dopo un po'. Lui, invece, non solo non me l'aveva chiesto, ma si era rifiutato di darmi il suo. Un motivo ci sarà pur stato.

Arrivai ad un vagone vuoto e mi sedetti, arrabbiato e frustrato allo stesso tempo. Tirai fuori il cellulare e guardai la foto che ci eravamo scattati poco prima io e lui.

"Chi diavolo sei?" sussurrai piano, fissando il suo volto felice.

Presi una decisione, forse non la più saggia in assoluto, ma in quel momento non trovavo un'alternativa. Volevo rivederlo. Non solo per la - uhm - cotta che mi ero preso per lui, ma anche per prenderlo a pugni in faccia e sapere perché mai mi avesse pedinato. In quel momento non potei essere più d'accordo con un verso di Catullo, il famoso 'odi et amo': quello stato d'animo mi stava diventando sempre più facile da comprendere.

Farò di tutto per scoprire qualcosa in più su di lui, costi quel che costi.

Misi la foto come profilo in ogni social network a mia disposizione, nella speranza che qualcuno riconoscesse il ragazzo. Subito dopo, una notifica.

[Har94] Heyyy, chi è quel bel ragazzo vicino a te?

Ah, Harry. Con tutto quel casino, quasi mi ero dimenticato di lei. Ricordai che in mattinata mi aveva mentito dicendo di star andando ad una lezione, quando invece sanno tutti che di domenica ogni tipo di scuola è chiusa. Ricordai anche i suoi stati, dove sembrava dedicare frasi sdolcinate a una misteriosa persona dagli occhi blu e feci due più due: stava sicuramente frequentando un ragazzo, e aveva paura che io potessi essere geloso.

In realtà, non me ne poteva importare di meno: era libera di frequentare chi meglio credeva.

Ma chi voglio prendere in giro? 

Ero deluso, deluso dal fatto che non me l'avesse nemmeno accennato. Io le raccontavo sempre tutto della mia vita, mentre lei non si esponeva mai.

Con tutto quel pensare, non ero molto dell'umore per risponderle in maniera carina. Perché tutti quelli che conoscevo dovevano dirmi il falso?

[tu] Harry, guarda che ho capito tutto, non sono stupido. So che mi hai mentito.

Dovetti aspettare un po' per ricevere una risposta, non faceva altro che digitare e cancellare senza sosta.

[Har94] Tu... oddio... tu hai capito tutto? Davvero, tutto quanto?

[tu] Sì, e sono anche abbastanza incazzato. Io mi sono sempre fidato di te, mentre tu... bè, lasciamo stare. Non ho molta voglia di parlare con te, adesso.

[Har94] Lou, no! Per favore, lasciami spiegare... ti dirò tutto dall'inizio, così capirai che non l'ho fatto intenzionalmente! Non potevo sapere che saremmo arrivati a questo punto, davvero.

[tu] Ti ascolto.

[Har94] *sta digitando*

 

 

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Capitolo 16
*** Ultime confidenze ***


Ultime confidenze



[Har94] *sta digitando*

Passarono cinque minuti, ma niente da fare: stava ancora scrivendo. Cominciai a perdere la pazienza.

[tu] Senti Harry, non mi importa se stai uscendo con uno. Non è per quello che sono arrabbiato: sono arrabbiato perché hai preferito mentirmi piuttosto che affrontare l'argomento.

[tu] Capisci quello che voglio dirti?

[tu] Io ti ho raccontato tutto di me, mentre tu... Bè, non fai altro che nasconderti. Ieri sera hai fatto tutto quel bel discorso - dicendo che i veri amici condividono le esperienze tra di loro - quando invece tu sei la prima a non esporti mai.

Smise di digitare e dovetti aspettare qualche altro minuto prima di ricevere una risposta.

[Har94] Ah.

Sbuffai. Era sempre la solita: o scriveva dei papiri o rispondeva a monosillabi. Non c'erano vie di mezzo con lei.

[Har94] Capisco, hai ragione. Hai ragione su tutto, anche sul fatto che mi piace un ragazzo. Scusa se non te ne ho parlato prima, ma fino a qualche giorno fa non pensavo che mi piacesse così tanto... Sai, non ci sto proprio uscendo, ma ho completamente perso la testa per lui... Vuoi che te ne parli? Ti farebbe piacere?

[tu] Vai, dimmi tutto!

[Har94] Okay... allora, da dove cominciare? Oddio, Lou! E' così bello e simpatico e perfetto... è il mio ragazzo ideale! E' divertente, solare e fa il duro ma so per certo che sotto sotto è la persona più dolce del mondo. Ci ho parlato dal vivo sì e no tre volte in tutto, ma... hai presente quella sensazione di estrema felicità che ti invade corpo e mente quando incontri la persona giusta? Bè io l'ho provata per la prima volta proprio con lui, ti giuro.

Sorrisi nel constatare che era veramente cotta di quel tipo.

[tu] Sembra uno a posto. :) Certo, è un po' strano provare già tutte quelle cose dopo tre volte che ci parli, ma avrai le tue ragioni. Come l'hai conosciuto?

[Har94] Uhm, vedi... l'ho conosciuto su questa chat, quindi alla fine ci ho parlato molte volte, anche se non dal vivo... voglio dire, non è che mi innamoro del primo che capita, non pensare male!

[tu] Uh, wow, addirittura innamorata?

[Har94] Ehmmm, è un modo di dire. Sì, insomma, hai capito.

[tu] Sì, sì, come no ;)

[Har94] Okay, adesso basta, Lou. PARLIAMO D'ALTRO

[tu] Ahahah cos'è, sei in imbarazzo?

[Har94] Stronzo. Una volta tanto che mi apro con te, mi prendi in giro. Prima e ultima volta.

[tu] No no no, eddai, stavo scherzando!

[tu] Senti, piuttosto, tempo fa mi avevi detto che su questa chat ti stavi sentendo solo con me. Mi hai mentito anche in quel caso?

[Har94] No...

[tu] Ah, capito

[tu] Quindi è una storia molto recente, wow. Bè, Haz, se sei contenta allora lo sono anch'io per te, davvero!

[Har94] Grazie Lou, ti voglio bene.

Anche io, digitai prima di rendermi conto che non era da me tutta quella dolcezza. Colpa di Styles, ovvio: da quando l'avevo conosciuto non facevo altro che comportarmi come una ragazzina con tutti.

[tu] Anche io ho novità, sai?

[Har94] Ah sì? Adesso voglio sapere tutto, allora! Riguarda il weekend a Londra?

[tu] Sì :)

[tu] Però, oddio, è una storia talmente lunga e complicata da scrivere... adesso sinceramente non mi va, sarebbe più facile da raccontare a voce.

[Har94] Uhm. Sai che, con l'ultimo aggiornamento, l'applicazione ha aggiunto le video-chiamate, o comunque qualcosa di molto simile? Possiamo provare, se ti va, così me ne parli...

Rimasi sorpreso nel sentire che Harry, sempre così riservata e attenta a non svelarmi troppo su di sé, fosse disposta a rivelarsi così all'improvviso.

[tu] Si può fare! Finalmente ti vedrò e sentirò la tua voce, era oraaa :D

Due secondi dopo mi arrivò la notifica di una video-chiamata in arrivo da parte di Harry. Un po' agitato, ma allo stesso tempo curioso, accettai e vidi lo schermo del telefono dividersi a metà: nella parte inferiore era ancora aperta la chat, mentre nella parte superiore, dove in teoria avrei dovuto vedere la ragazza, lo schermo era completamente nero.

"Harry?" pronunciai piano, ero confuso.

Nella parte con la chat, vidi comparire un nuovo messaggio.

[Har94] Scusa, Loueh. Io ti vedo e ti sento, ma ho il telefono impallato e non funziona né la fotocamera interna né il microfono. Non so il perché... Credo che dovrò continuare a scriverti

Chissà perché, ma la cosa non mi sorprendeva.

"Non importa, dai, vuol dire che sarà una chiamata a senso unico" dissi con una punta di delusione nella voce, mentre continuavo a fissare lo schermo scuro di fronte a me.

[Har94] Mi dispiace... Sarà per la prossima volta, dai. Ora racconta!

"Okay. Ma prima dimmi una cosa: che effetto ti fa vedermi così? Voglio dire, per ora mi hai visto solo in foto, non ti sembra strano che stiamo, bè... stai avendo quasi un vero contatto con me?"

[Har94] No, non mi sembra strano, mi sembra giusto. E poi sei ancora più bello, così.

Arrossii e mi maledissi mentalmente perché in quel momento Harry poteva vedermi. Avevo ricevuto troppi complimenti non veritieri - prima da Styles e poi da Harry - in un solo giorno, per i miei gusti.

"Sì, sì, come no. Va bene, dai, te la faccio breve. Ho conosciuto un ragazzo."

[Har94] Okay, continua.

"Non so il suo nome, né la sua età e nemmeno dove abita. Non so niente di niente di lui, a parte il cognome, però..." mi fermai, cercando di trovare le parole giuste per descrivere i miei pensieri.

[Har94] ...però? Lou, ti sei bloccato anche tu? Non bastava il mio telefono?

Guardai male lo schermo di fronte a me, sperando che la ragazza cogliesse il mio disappunto.

"Facciamo le spiritose, uh?"

[Har94] Non fare il broncio, Mr. Brontolone. Stavo scherzando, continua!

Sorrisi e feci una linguaccia. Mi sentivo un po' stupido a interagire con uno schermo nero, ma non me ne importava più di tanto.

"Il fatto è che credo che mi abbia pedinato. Sai, l'ho visto tipo quattro volte in due giorni, il che è stranissimo in una città enorme come Londra."

[Har94] Magari è stata solo una coincidenza

Scossi energicamente la testa. "No, no. Non può essere, Harry, fidati. Anche perché conosceva cose di me - cose private, per intenderci - di cui soltanto poche persone sono a conoscenza. Ho quasi il dubbio che sia di Doncaster, anche se è strano che non l'abbia mai visto prima."

Ero così preso dal discorso, che non mi ero reso conto che avevo appena detto dove abitavo a Harry. Ecco un'altra cosa in più che lei adesso sapeva di me.

Sentii un rumore di una penna caduta sul pavimento e mi voltai per vedere se fosse entrato qualcuno nel mio vagone. Nessuno, vuoto totale. Allora cos'era stato quel suono? Alzai il volume del telefono e sentii un fruscio leggero e un respiro in sottofondo. Il microfono di Harry funzionava.

"Harry? Ci sei? Credo di poterti sentire..."

[Har94] Ci sono, ci sono, stavo aspettando che tu continuassi a parlare. Adoro la tua voce, sai?

Aveva cambiato argomento, quindi sapeva. Sapeva che poteva essere sentita e stava evitando il discorso. O mi stavo facendo troppe paranoie come al solito?

[Har94] A cosa stai pensando? Ti vedo... triste.

Non le risposi, volevo stare in silenzio e accertarmi di non essere impazzito e che potevo davvero sentirla. Sentii un sospiro pesante provenire dal telefono. Non avevo più dubbi, il suo microfono funzionava alla grande.

[Har94] Okay, come vuoi, parliamo d'altro. Dimmi qualcosa in più del ragazzo misterioso... E' quello con cui ti sei fatto la foto che hai messo come profilo?

Alzai gli occhi al cielo. Per quanto fossi infastidito dal suo comportamento, decisi di sfogarmi e incominciai a parlare senza nemmeno prendere fiato. Dovevo pur farlo con qualcuno.

"Sì, è lui. Non ho niente da dire, se non che ne sono affascinato e allo stesso tempo terrorizzato. Terrorizzato perché non so chi diavolo sia, come faccia a sapere tante cose su di me e come abbia fatto a seguirmi per la città. Affascinato, invece, perché... cazzo, è la persona più bella e dolce che abbia mai conosciuto. Mi ha fatto provare sensazioni sconosciute fino ad'ora, sai? Io mi sono sempre vantato della mia capacità di sapere controllare le mie emozioni e poi arriva lui e manda tutto all'aria: divento improvvisamente romantico e carino e tutto questo mi spaventa perché non so come gestirlo. E' una novità in tutti i sensi e non ho nessuno con cui parlarne, non mi capirebbero e mi prenderebbero per pazzo."

[Har94] Hai pur sempre me.

"Sì, ma non so più se fidarmi ancora di te, Harry. Non fai altro che mentirmi, persino adesso. So che il tuo microfono funziona, eppure stai facendo di tutto per non farti sentire. Non mi sorprenderebbe sapere che hai anche manipolato la fotocamera per fare in modo di non farti vedere... Di cosa hai paura, posso saperlo? Perché non vuoi farti conoscere da me?"

[Har94] Ah, Lou... Non ci arrivi proprio, vero? Sei dolcissimo, bellissimo, e ti voglio un bene che non ti immagini, ma a volte sei talmente... ottuso.

Sgranai gli occhi. "Ottuso?"

[Har94] Per non dire stupido, ma non volevo che ci rimanessi troppo male.

"Cosa dovrei capire, sentiamo?" dissi infastidito.

[Har94] Lasciamo perdere, non credo sia il momento più adatto per dirtelo...

"Dirmi cosa? Harry, ti prego, parlami. Prendi quel cazzo di telefono, fammi sentire la tua voce e dimmi le cose come stanno. O altrimenti la chiudiamo qua."

*Har94 ha interrotto la video-chiamata*

[Har94] Scusami, tutto questo non è giusto nei tuoi confronti. Meglio finirla qua adesso, prima che uno dei due si faccia troppo male.

Cosa sta dicendo adesso?

Aspettai qualche minuto per calmarmi e per poi risponderle.

[tu] Harry, ti prego. Oggi è stata una giornata intensa, non peggiorare le cose...

*Attenzione! Il tuo ultimo messaggio non è stato inviato*

Riprovai a mandarglielo, ma quella notifica di errore continuava a ricomparire.

Confuso, riavviai l'applicazione e andai sul profilo di Harry. Rimasi bloccato per qualche minuto prima di rendermi conto di quello che aveva fatto.

*L'utente Har94 ha cancellato il suo profilo, ci spiace. Da ora in poi non potrai più contattarlo*

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Capitolo 17
*** Gli indizi del Capitano ***


Gli indizi del Capitano


Passarono tre settimane da quella famosa domenica in cui ero ritornato da Londra e avevo 'perso' due persone a cui mi ero inspiegabilmente legato. Tre infinite, noiose e insignificanti settimane.

Non successe niente di particolare: tutto era ritornato alla normalità, a com'era prima che conoscessi Harry o quello stalker dannatamente sexy, noto anche come Styles. Peccato che ormai la solita routine mi avesse dato la nausea. Ero stufo. Stufo della stessa monotona vita e delle solite monotone persone.

Eleanor infatti aveva ricominciato a cercarmi e io, pur di non rimanere da solo, all'inizio avevo acconsentito a quel ricongiungimento - anche se, di fatto, non riuscivo più a farci sesso. Volevo, ma non riuscivo. Da quando, poi, cominciò ad avere molti e fondati dubbi su di me, decisi di ignorarla e di allontanarmi seriamente da lei per evitare di farla soffrire ulteriormente.

Per quanto riguardava Stan, invece, era da una vita che non lo sentivo più: aveva riprovato a baciarmi durante una festa che si era tenuta il weekend successivo al nostro ritorno a Doncaster, ma visto il mio secco rifiuto, aveva velocemente preso le distanze da me. Potevo accettare di fare certi pensieri solo su un ragazzo, e quel ragazzo non era di certo Stan.

L'unico vero amico che era rimasto al mio fianco nonostante i miei sbalzi d'umore continui, era Liam. Passavamo il tempo libero ad allenarci a calcio o a giocare alla PlayStation - come al solito, insomma - anche se di recente mi capitava spesso di insultarlo non appena dava segno di voler intraprendere una conversazione seria con me su quanto sembrassi strano e infelice in quei giorni. Sì, mi mancavano due individui pressoché sconosciuti che, nel bene o nel male, erano entrati prepotentemente nella mia vita, ma non avevo intenzione di parlarne con lui né con nessun altro. 

Non avevo ancora digerito il fatto che Harry si fosse cancellata dal sito senza nemmeno darmi un motivo serio, dirmi chi fosse realmente o anche solo dirmi addio. 
Nonostante avessi passato la maggior parte del tempo a litigare con lei - e anche per motivi futili - mi ero davvero affezionato alla sua presenza, alle chiacchierate sincere che facevamo nel bel mezzo della notte in cui le raccontavo i miei segreti più profondi e anche - perché no - al suo piccolo e ben nascosto lato perverso che ogni tanto si manifestava e mi lasciava allo stesso tempo spiazzato e divertito.
La consideravo un'amica, anche se non sapevo niente di lei, e avevo questa assurda convinzione che anche lei mi considerasse tale, eppure... era andata così. Non potevo sentirla mai più e ancora non riuscivo a capacitarmene.

Ero al parco del paese, seduto da solo su una panchina e immerso in questi pensieri semi-depressi, quando sentii il cellulare squillare. Guardai la notifica e quasi mi prese un colpo nel vedere che avevo un nuovo messaggio proveniente dalla quella chat. 

La aprii subito e rimasi deluso, scoprendo che il mittente era uno sconosciuto, un certo CaptaiNH. Lessi velocemente ciò che mi aveva appena scritto.

[CaptaiNH] Ciao amico, come stai?

Quanta confidenza.

[tu] Che vuoi?

[CaptaiNH] Non fare l'antipatico, so che non lo sei. Sono qui per aiutarvi!

Non ero dell'umore giusto per stare al gioco. Decisamente no.

[tu] Tu non sai un bel niente di me, e se quello era un modo patetico per provarci con me sappi che hai sbagliato tutto

[CaptaiNH] AHAHAH omioddio, Louis, sei serio? Davvero non hai capito chi sono?

Calma. E questo come faceva a sapere il mio nome? Nel nickname avevo scritto tutt'altra cosa.

[tu] ...dovrei?

[CaptaiNH] Quando dice che a volte sei stupido, bè... ha davvero ragione, mi dispiace

[tu] Chi è che dice che sono stupido? E tu chi diavolo sei?

D'altronde non l'avevo mai sentito prima e non aveva nessuna foto nel profilo, come potevo riconoscerlo, sempre ammesso che fosse realmente una persona di mia conoscenza?

[CaptaiNH] Uh uh, mi piace questo alone di mistero! Credo che non ti rivelerò chi sono, è troppo divertente!

[CaptaiNH] Certo, il mio piano era diverso. Speravo che capissi subito chi fossi e quindi capissi anche TUTTO il resto, ma così almeno mi faccio un paio di risate

[tu] Scusa, ma non ho tempo da perdere. Addio.

[CaptaiNH] Daaai Louis, se ti dico che abbiamo un'amicizia in comune, a chi pensi?

[tu] Ma stai parlando sul serio o questa è solo una presa in giro?

[CaptaiNH] Non potrei essere più serio. Posso dirti il paese in cui abiti, posso dirti i tuoi hobby preferiti e le tue passioni più segrete e nascoste, so tutto di te. E anche tu conosci me. Arrivaci, ti prego.

Ci pensai su. CaptaiNH. Captain H. Capitano H. La mia mente, ovviamente fissata e paranoica, andò subito a pensare a Horan, l'amico di Styles che quella famosa domenica aveva proposto di essere il capitano della "squadra di calcio" formata da me e lo spilungone. Ma, se fosse stato davvero lui, come aveva fatto a trovarmi su una chat sconosciuta di cui, tra le altre cose, non avevo mai accennato né a lui né a Styles? E come poteva sapere il mio paese? Va bene che aveva preso in mano il mio telefono, una volta, ma se avesse curiosato me ne sarei accorto. Scartai quella ipotesi.

Valutai l'opzione numero due: era forse l'amico di Harry, di cui al momento non ricordavo il nome? Quel tizio che mi aveva detto che lei era stata picchiata da un gruppo di bulli circa due mesi prima? Questo avrebbe spiegato tutto: probabilmente lei gli aveva raccontato ogni cosa su di me e quindi eccolo qua, a rompermi le scatole. Inoltre mi aveva anche dato dello stupido, proprio come aveva fatto Harry il giorno in cui cancellò il suo profilo. Bingo.

[tu] Per caso l'amicizia in comune è una persona stronza che non si è fatta più sentire senza un valido motivo?

[CaptaiNH] Anche, ma se la mettiamo così pure tu hai le tue colpe.

[tu] Che colpe avrei, sentiamo?

[CaptaiNH] Avevi promesso di farti vivo, ma qui nessuno ti ha visto

[CaptaiNH] In pratica siete due stupidi.

[tu] Io non avevo promesso un bel niente! Come posso farmi vivo se non so nemmeno dove abita?

[CaptaiNH] Sei un caso perso, e io che pensavo avessi capito... piango.

[tu] Hai detto che sei qui per aiutare e allora fallo, altrimenti te ne puoi anche andare.

[CaptaiNH] Va bene che io non sono interessato al genere, ma mi domando cosa ci abbia trovato di affascinante in te. Sei scontroso, lunatico e stupido, non ti facevo così

[tu] Hai finito di insultarmi? E comunque ho i miei motivi per essere così.

[CaptaiNH] Sì, e i tuoi motivi sono due persone che ti mancano, ovvero una -ehm- ragazza e un ragazzo... dico bene?

Pettegola Harry e pettegolo il suo amico. Gli era andata a raccontare proprio tutto, non ci credevo.

[CaptaiNH] Puoi anche non rispondere, ma tanto sappiamo entrambi che ho detto la verità. Allora ascoltami bene, ti do il primo grande indizio, sei pronto?

[tu] Tanto ormai siamo qui. Chi ti ferma più a questo punto?

[CaptaiNH] Indizio n.1 = "lei" non è ciò che credi che sia. Devi prestare mooolta attenzione a quello che ti ha scritto e a come lo ha scritto, niente è stato lasciato al caso nei messaggi, né da "lei" né da me in questo momento. Solo due volte ha "sbagliato" e tu solo una volta lo hai notato!

[CaptaiNH] (Dio, che figata scrivere così! Mi sento tanto in un film thriller, waaa)

[tu] Ma che problemi ti affliggono?

[CaptaiNH] Indizio n.2 = ricorda tutte le foto che hai guardato e tutti gli stati/domande strane che hai letto: le prime le hai viste con i tuoi occhi dal vivo, i secondi ti aiuteranno a capire che buona parte di ciò che ti è successo non è stata solo una pura coincidenza.

[tu] ...dirmi le cose come stanno senza giri di parole, no, eh?

[CaptaiNH] Il piano iniziale era quello, ma dove sarebbe tutto il divertimento? :D

[tu] No comment.

[CaptaiNH] Indizio n.3 = io sono la chiave. Se capisci realmente chi sono, facendo attenzione al mio nickname, per esempio, allora capirai anche tutto il resto.

[CaptaiNH] Questo è tutto! Spero davvero che tu ci arrivi, dato che l'altra persona si è messa in testa che non dovrete mai più sentirvi o vedervi per il vostro bene. Come ho già detto, siete stupidi entrambi.

[CaptaiNH] Adesso cancello il mio profilo, tanto in teoria dovrebbe rimanerti salvata lo stesso la conversazione. Non perderai i miei indizi :)

[tu] Addio, non mi mancherai.

[CaptaiNH] Aw, che dolce, me l'hai detto anche l'altra volta.

[CaptaiNH] Ah, ultimissima cosa! Quando (e se) scoprirai la verità, non arrabbiarti. So che probabilmente ti incazzerai lo stesso, ma ti chiedo di pensare razionalmente e di capire che non l'ha fatto con cattive intenzioni (anche perché in realtà hai fatto tutto da solo) e che a te ci tiene per davvero! Per favore...

[tu] Tutta questa cosa è abbastanza inquietante, ma okay, ci proverò. Dimmi solo come mai cancelli il profilo

[CaptaiNH] Eh, perché non sa che ti sto dicendo tutto e voglio evitare di essere scoperto, potrebbe ammazzarmi se lo sapesse.

[tu] Ceeerto, e perché allora hai rischiato e mi hai scritto lo stesso?

[CaptaiNH] Il Capitano deve sacrificarsi per la propria nave, o no? :)

 


 

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Capitolo 18
*** Sempre più distanti ***


Sempre più distanti

 

 

Stavo odiando tutti, in quel momento: Harry, il 'capitano' che mi aveva dato quegli stupidi indizi senza senso, ma soprattutto me stesso. Mi stavo odiando per non capire cosa stesse succedendo.

Misi in tasca il telefono e decisi di fare una passeggiata nel parco, per chiarirmi le idee. 

Qual era il primo indizio? 

"Lei" non è ciò che credi che sia. 

Perché aveva messo lei tra virgolette? Un dubbio pesante si fece spazio tra i miei pensieri, ma preferii analizzare le altre parti dell'indizio prima di arrivare a conclusioni affrettate. 

Devi prestare molta attenzione a quello che ti ha scritto e a come lo ha scritto, niente è stato lasciato al caso nei messaggi, né da "lei" né da me in questo momento. 

Ancora lei tra virgolette e, evidentemente, non era affatto un caso. Stavo tremando. 

Solo due volte ha "sbagliato" e tu solo una volta lo hai notato!

Cosa e quando avrebbe sbagliato? E cosa avrei notato? Ero troppo confuso e arrabbiato in quel momento per poter pensare razionalmente, quindi passai al secondo indizio.

Ricorda tutte le foto che hai guardato e tutti gli stati/domande strane che hai letto: le prime le hai viste con i tuoi occhi dal vivo, i secondi ti aiuteranno a capire che buona parte di ciò che ti è successo non è stata solo una pura coincidenza. 

Sbuffai e pensai alle foto che aveva messo come profilo, ormai le sapevo a memoria: occhi verdi, ragazzo misterioso, stivali dorati, ancora occ- 

No. No, no e ancora no. Il dubbio di prima si stava facendo enorme e stava quasi diventando una certezza. Mi rifiutavo di accettare una cosa del genere, non poteva avermi fatto davvero tutto questo. 

Eppure, la mia voce interiore continuava a urlarmi che avevo sbagliato a fidarmi, avevo sbagliato ad affezionarmi, avevo sbagliato a dire tutte quelle cose su di me, così private e personali, ad uno sconosciuto. Sconosciuto che ometteva continuamente dettagli su di sé, che non pubblicava mai sue foto intere, che non parlava mai di sé stesso né al femminile né al maschile, ma che cercava di rimanere sempre neutro (tranne due volte, quando aveva scritto "sono curioso" e io lo avevo preso in giro chiedendogli quanto ce l'avesse lungo - quanto posso essere cretino e ingenuo?) e che, ormai ne ero sicuro al 100%, mi aveva pedinato per Londra cercando di essermi amico.

Tutto improvvisamente trovò una spiegazione, ogni cosa mi stava diventando sempre più chiara. 

Le iniziali prese in giro nei miei confronti, quando, nell'indovinare il suo nome, mi aveva paragonato ironicamente a Sherlock Holmes.
Il divieto di flirtare con lei - o meglio, con lui.
Il continuo chiedermi cosa ne pensassi del ragazzo che aveva come foto del profilo - che stupido ero stato a non riconoscerlo?
Il fatto che prima pensava gli piacessero le ragazze e che poi si era resa - uhm, reso - conto che preferiva i ragazzi, venendo addirittura picchiato dai soliti bulli stronzi e omofobi.
Per non parlare poi degli stivali che avevo visto in foto. Nonostante mi fossi accorto che Styles portasse stivali decisamente femminili, non mi era nemmeno passato per la mente che potessero essere simili a quelli della foto di Harry. 
Avevo ignorato che aveva scritto uno stato in cui diceva "Non preoccuparti, Occhi Blu, ci scontreremo ancora" e che il giorno successivo, dopo avermi chiesto in che bar mi trovassi, ero andato letteralmente a sbattere contro Styles.
Avevo notato le loro somiglianze nel modo di fare e di pensare,  ci ero già praticamente arrivato, ma avevo preferito credere alle menzogne piuttosto che accettare la verità.
Avevo persino dimenticato il fatto che Styles avesse gli occhi identici a quelli di Harry.

Forse aveva ragione Stan nel dire che ero troppo egocentrico. Ero sempre così concentrato su me stesso e sui miei problemi che avevo ignorato la verità che era praticamente sotto i miei occhi.

Il terzo indizio non avevo nemmeno più bisogno di analizzarlo, avevo già capito tutto.

Harry era Styles, Styles era Harry. Harry Styles, ragazzo di 21 anni, gay, single, occhi verdi stupendi, modo di vestire stravagante, cantante e autore di canzoni, lavorava in una panetteria e studiava al college, bullizzato dai suoi compaesani per la sua sessualità, con una cotta per me ed un'accentuata indole da stalker e con un amico, il 'capitano' Niall Horan, che non si faceva gli affari propri nemmeno sotto tortura. Questo era il suo identikit, decisamente più completo di quanto fosse quello singolo di Harry o quello singolo di Styles. Tutto tornava, tutto aveva senso, tutto era incredibilmente sbagliato.

Mi sedetti sul prato umido, prendendomi la testa tra le mani. Ero deluso, triste e arrabbiato con tutti - con lui, con "lei" e soprattutto con me stesso. Come potevo essere stato così stupido? E con che cazzo di coraggio Horan mi aveva chiesto di non arrabbiarmi e di perdonare Harry? Mi sentii come tradito, ma forse me lo ero meritato. 
Liam mi aveva avvertito sin dall'inizio: mi aveva detto di far attenzione, perché altrimenti poi qualcuno ne sarebbe rimasto ferito, ma non pensavo che quella persona potessi proprio essere io.

Io, Louis Tomlinson, solitamente immune ai sentimentalismi, ero stato fregato - e da un ragazzo, tra le altre cose.

Non avevo assolutamente intenzione di perdonarlo, per quanto potessi tenere a lui e lui potesse tenere a me, mi aveva mentito sin dall'inizio, fingendosi un'altra persona e ingannandomi. Se i presupposti erano questi, come potevo anche solo sperare di avere una relazione - che fosse d’amicizia o altro - sincera con lui? E, in ogni caso, non avrei comunque saputo come contattarlo, dato che ormai era sparito dalla chat e non avevo il suo numero né sapevo dove abitasse.

Mi ripromisi di non pensarci mai più, per nessun motivo al mondo. Fine della storia, Harry Styles era definitivamente e assolutamente un capitolo chiuso della mia vita.

___

Dieci giorni. Passarono dieci giorni da quando feci la promessa di non pensare più a Harry Styles e fino a quel mattino grigio e nuvoloso ci ero riuscito senza problemi, accecato dall'ira e dal risentimento verso quel bastardo.

Poi, tutto ad un tratto, mi ritrovai Eleanor nel negozio. Era da qualche settimana che non la vedevo né la sentivo, quindi fu una sorpresa trovarla nuovamente di fronte a me.

"Uhm... ciao?" le dissi titubante.

Mi fece un sorriso rassicurante. "Non ti preoccupare tesoro, non sono venuta qui per riconquistarti, ho voltato pagina... come te, a quanto pare" rispose con un filo di malizia nella voce.

A cosa si stava riferendo?

"Non ti seguo. Hai bisogno di qualcosa? Perché sei qui?" chiesi scocciato. 

Non mi andava di parlare con lei, non mi andava di parlare con nessuno, a dir la verità. In quei giorni mi ero isolato dal mondo e trattavo tutti malissimo, come se non mi fidassi più delle persone. E in parte era davvero così, per colpa di Harry Styles, ovviamente.

"No, grazie, non ho bisogno di niente. Sono venuta qui soltanto perché ho incontrato questo ragazzo molto carino in centro che mi ha chiesto di te. Non sapeva dove poterti trovare, così l'ho accompagnato fin qua" disse lei sempre con quel tono che insinuava cose di cui non ero però al corrente.

"L'avrai perso per strada, allora, perché io qui non vedo nessuno a parte te" la presi in giro.

Mi lanciò un'occhiataccia e continuò. "Non aveva il coraggio di entrare, così mi ha lasciato questa lettera. E' per te" disse frugando nella borsa, porgendomi poi una busta stropicciata.

Guardai il mittente e quasi mi sentii male.

Per Lou, da H.S.

"Lou, eh? Nemmeno io ti chiamavo così, all'epoca..." scherzò ancora Eleanor.

Non feci nemmeno in tempo a pensare che mi fiondai verso la porta del negozio. Avevo il cuore a mille.

"Ehi, Louis! Dove stai andando?" chiese la ragazza, sconvolta.

"Devo parlarci. Da che parte è andato?" le domandai velocemente.

"Verso la stazione, se non sbaglio. Ma - ehi! - non puoi lasciare il negozio vuoto!" protestò, per farmi ragionare.

Le sorrisi angelicamente. "Non sarà vuoto, se ci rimani tu. Divertiti" detto questo misi in tasca la lettera e corsi il più velocemente possibile verso la stazione, maledicendomi per non essere andato al lavoro in auto.

Non sapevo cosa stavo facendo e soprattutto perché lo stavo facendo, sapevo soltanto che dovevo rivederlo, almeno un'ultima volta. Che poi fosse per picchiarlo o per perdonarlo, ancora non l'avevo deciso.

Mi fermai un attimo a pochi metri dall'entrata per prendere fiato, quando da lontano vidi una chioma di capelli familiare su una figura longilinea che non pensavo di poter più rivedere. Il cuore, se possibile, cominciò a battere ancora più forte. La mia parte razionale mi stava suggerendo di lasciar perdere, di non raggiungerlo e di strappare la lettera che mi aveva scritto, per dimenticare del tutto lui e tutte le sue bugie. Il mio istinto, però, non voleva darle ascolto. 

Sospirai rassegnato e ricominciai a correre. Ma dov'era finito? L'avevo perso di vista per mezzo secondo ed era già sparito. Controllai i treni in partenza e constatai che ce n’erano soltanto due che sarebbero partiti da lì a pochi minuti. Potevo ancora fare in tempo a rivederlo per un’ultima volta, dovevo solo essere veloce e, soprattutto, fortunato.

Raggiunsi il primo binario, dove c’era il treno diretto a Leeds. Guardai dentro ogni finestrino, mentre camminavo di passo spedito, ma non vidi nessuno che potesse anche solo minimamente ricordarmelo.

Porca puttana.

Ritornai indietro, per recarmi al quarto binario, dove c’era l’altro treno in partenza. Col fiato rotto e i battiti a mille per l’agitazione e la fatica, arrivai vicino al primo vagone appena in tempo per vederlo. Era lì dentro, di fronte a me che fissava il vuoto, seduto vicino al finestrino con un’aria pensierosa e triste.

Mi bloccai, non sapendo più cosa fare. Avrei dovuto urlargli contro, chiedergli spiegazioni, ma ora che l’avevo ad un passo da me, non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo.

Ad un certo punto, mi vide anche lui. Il suo sguardo prese improvvisamente vita, la sua espressione era sorpresa e felice, le fossette - quelle adorabili fossette che tanto avevo osservato in quel famoso weekend - si erano formate prepotentemente sul suo volto. Si alzò di scatto e fece per raggiungere le porte del treno, quando questo partì.

Feci in tempo a vedere la sua rabbia e la sua delusione, mentre pian piano veniva portato sempre più lontano da me. Fece un cenno con la mano, al quale risposi con un mezzo sorriso che sicuramente non poté vedere, ormai troppo distante.

L’avevo incontrato per la prima volta in una stazione e lo stavo vedendo per l’ultima volta sempre in una stazione, con zero risposte e una lettera in mano.

Che fosse quello il nostro destino?

 

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Capitolo 19
*** Caro Louis... ***


Caro Louis...

Uhm, troppo formale come inizio, vero? Okay, ricominciamo.

Ciao Lou,
forse ti starai chiedendo il perché di questa lettera. Bè, ho molte cose da dirti e, come sai, mi esprimo decisamente meglio attraverso la scrittura. In realtà non ci voglio nemmeno provare a parlarti dal vivo, so già che mi perderei nei tuoi occhi troppo azzurri e che ne rimarrei incantato. Non riuscirei proprio a fare un discorso di senso compiuto, credimi. 

Quindi eccomi qui, seduto in camera mia a scriverti una lettera che non so neanche se leggerai.

La colpa ovviamente è di quel pettegolo di Niall che, oltre a non farsi mai gli affari suoi, non riesce neppure a tenere un segreto: due giorni fa mi ha confessato che ti ha contattato per darti degli “indizi” su di me e a quest’ora, a meno che tu non sia completamente stupido, dovresti già aver capito tutto.

No, oddio, scusa. Non posso insultarti in una lettera in cui voglio farmi perdonare. 
O meglio, non pretendo che tu mi perdoni, ma voglio almeno spiegarti ogni minimo particolare di quello che è successo, per colmare eventuali dubbi. So che mi odierai e non vorrai avere più a che fare con me, lo capisco - al posto tuo forse anch'io reagirei così - ma desidero che tu sappia tutto prima di dimenticarmi completamente.

Ti racconterò chi sono e dopo starà solo a te decidere se credermi e accettare le mie scuse o no. Questa è la mia versione della nostra storia, e spero che tu decida di leggerla.

Allora, devi sapere una cosa fondamentale di me, che è anche il motivo per cui tutto questo è iniziato: da quando ho fatto coming out nel mio paese, non ho molti amici, anzi. Diciamo pure che ho solo Niall, quel ragazzo è la mia vita. 
No, Lou, non è la mia vita nel senso che ci amiamo o cose simili: è il fratello che non ho mai avuto e gli voglio un bene dell’anima. Lui mi è sempre rimasto vicino nonostante tutto, mentre le altre persone si sono pian piano allontanate da me, trattandomi come se fossi un rifiuto umano. 
Non sai quante volte mi sono sentito solo, in questi anni. Certo, ho la mia famiglia che mi ama e mi supporta, ma non è lo stessa cosa dell’avere degli amici veri con cui uscire, parlare e divertirsi, non credi?

Così, un giorno in cui ero particolarmente depresso, ho scaricato un'applicazione per chattare con degli sconosciuti. D'altronde, se non potevo avere amicizie nella vita reale, potevo sempre provare ad averne di virtuali. Sì, hai capito bene, non l’avevo affatto installata per flirtare, anche se può sembrare strano. Sai, questo non te l’ho mai detto, ma io credo al vero Amore, quello con la A maiuscola, puro e infinito, quindi anche solo l'idea di incontrarlo tramite una chat dove in generale le persone cercano solo sesso occasionale la escludevo a priori. Che poi mi sia dovuto ricredere è un'altra storia.

Perdonami, non volevo spaventarti, ignora l'ultima cosa che ho scritto. 

Sta di fatto che, fino a quando non ho visto in linea questo ragazzo bellissimo dal sorriso talmente dolce da sciogliersi, con occhi azzurri e capelli spettinati in tutte le direzioni - sto parlando di te, nel caso in cui non l’avessi capito - a cui ho scritto senza nemmeno pensarci un attimo, non avevo ancora trovato qualcuno di minimamente interessante con cui scambiare qualche parola.

Con te, per evitare spiacevoli inconvenienti, ho subito messo le mani avanti, non sapendo se fossi gay o meno. Ti ho anche detto che se non ti andava di parlare con me l’avrei capito, sapendo molto bene che ad alcune persone dà fastidio avere a che fare con gente come me.

Ora arriva il bello. Tu hai incominciato a parlarmi come se fossi una ragazza e ci sono letteralmente rimasto di merda. Scusa il termine, ma è così. Dimmi come diavolo è possibile scambiarmi per una femmina? Davvero, sono passati mesi ma ancora non capisco. Va bene che avevo solo una foto dei miei occhi, ma... seriamente?

Comunque ero talmente sconcertato da quella situazione che nei primi minuti mi sono anche divertito a prenderti in giro, ma giuro che avevo tutte le intenzioni di dirti poi subito la verità e riderci sopra insieme. Il problema era che più ti scrivevo, più mi sembravi un tipo a posto. Ti spiego: non mi avevi approcciato con fare malizioso come tutti gli altri, anzi, sembravi anche tu alla ricerca di una persona con cui parlare e basta.

Quando mi sarebbe potuta ricapitare una situazione simile? Avevo la possibilità di avere un altro amico all'infuori di Niall e tu eri perfetto, in tutti i sensi, e se per averti dovevo fingermi un’altra persona l’avrei fatto. Non credevo di star facendo niente di male nell'omettere il fatto che fossi un maschio: d'altronde su internet mentono tutti e comunque non pensavo che ci saremmo mai realmente incontrati o ci legassimo l’uno all'altro così tanto - almeno nel mio caso.

Per sentirmi meno in colpa ho anche cercato di mantenermi sul neutro e di non parlare mai di me né al maschile né al femminile, in modo tale da non mentirti del tutto. Ad un certo punto ho persino messo una mia foto per confessarti ogni cosa in maniera - come dire? - carina, prima che fosse troppo tardi, ma... anche in quel caso non hai capito. Quindi in un certo senso la colpa è anche un po’ tua.

Aspetta, con questo non voglio incolparti, eh. Sia chiaro: sono io che ho sbagliato a non dirti subito la verità - e adesso non sai quanto me ne pento - però ti chiedo di metterti nei miei panni e di cercare di capirmi. Io non ti mai ho mentito su chi sono io, ti ho solo lasciato credere che fossi una ragazza, tutto qua (anche se in realtà il malinteso è partito da te). Forse adesso ti senti come 'tradito' da me, ma sappi che la persona con cui scrivevi ero davvero io, al 100%, e che ci tengo ancora tantissimo a te. Ti prego, Lou, credimi.

Più ci scrivevamo e più mi piacevi: mi piacevano persino i tuoi sbalzi d’umore, i tuoi improvvisi dubbi su Stan e sui tuoi gusti - finalmente avevo trovato qualcuno che mi capiva -, le foto a sorpresa del tuo fantastico fondoschiena, ma soprattutto mi piaceva il tuo modo di fare fondamentalmente dolce e protettivo (mi sei sei stato vicino e mi hai tirato su di morale quando quei bulli omofobi mi hanno picchiato, e non è cosa da tutti). Sì, insomma, stava cominciando a piacermi tutto di te, e non in modo platonico, ecco. Stavo proprio cominciando a prendermi una cotta per te. 

Lo so che è assurdo, ma cosa potevo farci?

Ho provato ad allontanarmi non appena ho saputo che volevi frequentare un po’ Stan, ma abbiamo finito per litigare e ne sono uscito a pezzi.
Sai, ho anche avuto dei problemi al college a causa tua: siccome sono stupido, ho rifiutato di uscire con un mio compagno di corso perché altrimenti mi sarei sentito in colpa nei tuoi confronti. Già. Da allora ha cominciato a insultarmi e a fare lo stronzo e io purtroppo io non ho mai avuto il carattere per rispondere a tono o difendermi. Ero arrivato al limite, stufo di subire e basta, così ho convinto Niall ad accompagnarmi a Londra per vedere altri college in cui essere più tranquillo e per cambiare aria.

E, casualmente, nella metro di quel quartiere universitario c'eri anche te. Quella è stata la più grande coincidenza che ci potesse mai capitare, ti rendi conto? Stessa zona, stesso momento. Incredibile. Ti giuro che quando ti ho riconosciuto mi sono sentito male. Stavo letteralmente tremando, non riuscivo a credere che fossi proprio te. Sì, sapevo che in quel weekend ti trovavi a Londra (l'avrai scritto un milione di volte in quegli stati sdolcinati su te e Stan, e sappi che ti odio ancora per questo, da quando ho saputo che era tutto falso), ma mai e poi mai avrei pensato davvero di imbattermi in te. 

Dal vivo eri - e sei - così bello, Lou... Da lasciare senza fiato, sul serio. Quando ti ho visto lì, di fronte a me, non ci ho capito più niente, quasi non riuscivo a parlarti. Chissà se hai notato quanto fossi agitato e intimorito da te. Non intimorito dal tuo modo di fare (sei adorabile anche quando sei arrabbiato) ma dalla possibilità che mi riconoscessi. E invece no, non hai capito nemmeno in quel caso.

Ho costretto Niall a pedinarti insieme a me, perché non potevo sopportare l’idea di trovarci nella stessa città e di non poterci più rivedere. Il caso era già stato gentile con noi una volta e, se volevo rincontrarti, dovevo collaborare anch'io. Tutto questo discorso può sembrarti quello di un pazzo psicopatico e maniaco, ma credo che, se provassi le stesse cose che provo io per te, lo avresti fatto anche tu al mio posto.

E poi avevo la possibilità di farmi piacere da te per come ero veramente, come potevo resistere? Ti abbiamo seguito fino al vostro hotel, poi al pub dove ti sei mezzo ubriacato (sul serio, Louis? Di solito ti ubriachi alle 7 di sera?) e quando abbiamo visto che vi stavate dirigendo verso il London Eye, siamo corsi per arrivare lì prima di voi e non fare la figura degli stalker. Dal momento in cui ti ho visto abbracciare Stan, poi, sono diventato ancora più geloso e intenzionato a completare la mia ‘missione’: avrei fatto di tutto pur di conquistarti.

Poi, vabbè, il fatto che sei svenuto e che non avevi i tuoi amici al tuo fianco non era stato previsto. Non sai che colpo mi è venuto quando mi hai guardato fisso negli occhi e hai sussurrato ‘Harry’ prima di perdere del tutto i sensi. Ci eri già arrivato, Lou, eppure hai continuato a chiedermi di eventuali fratelli e a parlare di coincidenze e robe simili. 
Persino quando la mattina dopo ti ho chiesto in che bar fossi e poi sono comparso io non ti è venuto nessun dubbio? E quando ti ho portato in un negozio di musica e ho organizzato la partita a calcio? Niente di niente?

Quella mattina, comunque, ho passato i momenti più belli della mia vita: mi sono divertito tantissimo e sono stato davvero bene con te. Sai? Quando alla fine mi hai proposto quel patto di scambiarci le magliette per poi restituircele in futuro, non puoi immaginare quanto mi sia dovuto trattenere dal baciarti. Sei stato così dolce e tenero e mi piaci così tanto, Louis. Non so più come dirtelo.

Mi piaci.

Mi piaci, mi piaci, mi piaci.

E so che, in fondo in fondo, un po’ ti piaccio anch'io. Forse non lo vorrai ammettere, ma è così, l’ho sentito.

Probabilmente l’ultima cosa che ti starai chiedendo adesso è: “Perché se ti piaccio così tanto ti sei cancellato dalla chat?”. Bè, arrivaci. Non potevamo andare avanti così, non mentendo, ed ero convinto che non sentirci più e dimenticarci pian piano l’uno dell’altro fosse la cosa più giusta da fare per non soffrire ulteriormente.

Ti chiedo scusa. Scusa per tutto. Pensi ancora che sia uno stronzo? Mi perdonerai mai? Credo che non riceverò una risposta da parte tua a queste domande, anche perché non ho di certo intenzione di venire a Doncaster per poi magari prendermi un pugno in faccia. Decisamente no.

Forse questa sarà la nostra ultima “conversazione”, ma come mi avevi detto tu qualche minuto prima di andartene, non ti dirò addio perché in fondo ci spero ancora. Spero ancora in un futuro che comprenda me e te, insieme.
Troppo romantico per i tuoi gusti, vero? Bè, non mi importa. Ci completiamo a vicenda e non sai quanto mi piace che sia così.

Alla prossima, Louis Holmes.

Ti voglio bene, e tanto.

H.S.

 

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Capitolo 20
*** Come ti chiami? ***


Cosa ci faccio in questo posto sconosciuto al mondo?

Ma, soprattutto, perché vago senza meta per le vie di questo paese con una maglia sportiva enorme in mano nella speranza di rivedere quella persona?

Dovevo essere completamente impazzito la sera precedente per decidere di intraprendere quel ‘viaggio’. O forse Liam mi aveva semplicemente drogato di nascosto, non vedevo altra soluzione.

*

“Pizzaaa!” urlai davanti alla porta ancora chiusa della casa di Liam.

Avevo le mani occupate dai cartoni e non potevo suonare il campanello, quindi gridare per farmi notare mi sembrò la soluzione più adatta.

Il mio migliore amico aprì la porta con uno sguardo severo: “Sono le dieci di sera, Tommo, che cavolo ti prende? I vicini si potrebbero svegliare, hanno tutti una certa età...” cominciò a sgridarmi, ma prontamente lo scansai e mi intrufolai nel salotto, ignorando ogni singola parola che stava uscendo dalla sua bocca.

Mi accomodai sul divano più vicino alla televisione e cominciai a mangiare la mia pizza, guardando Liam con un sorriso di sfida. Sapevo che mi voleva troppo bene per arrabbiarsi seriamente con me e, se potevo, ne approfittavo sempre nei modi più diversi. Anche in quel caso mi perdonò subito e sbuffando si accomodò vicino a me portando anche un paio di lattine di birra.

“Sembri di buon umore, oggi” osservò.

Feci finta di niente e continuai a fissare lo schermo della tv, sperando di non ritornare sull'argomento per l’ennesima volta.

Da quando infatti qualche giorno prima, ormai in preda al bisogno di sfogarmi con qualcuno, gli avevo rivelato di Harry Styles, della sua lettera e dei miei - come chiamarli? - sentimenti confusi per lui, non la smetteva un secondo di chiedermi chiarimenti su ogni singola cosa. Per fortuna si era dimostrato la persona saggia e comprensiva che avevo sempre pensato che fosse e quindi alla fine il fatto che avessi una specie di cotta per un altro ragazzo non lo sconvolse, anzi. Mi aveva addirittura confessato che un po’ lo aveva immaginato, dal momento che non avevo mai cercato un legame serio e duraturo con le ragazze, ma solo semplice sesso occasionale senza sentimenti di mezzo. In ogni caso, da allora, non mi trattò diversamente dal solito come invece temevo: era solo preoccupato per me e non voleva che soffrissi. 

Questo ragazzo ha un cuore d’oro, pensai mentre mi sporsi in avanti per prendere la mia lattina di birra sul tavolino di fronte a me.

“Oggi ho fatto leggere la lettera a Sophia, sai?” buttò lì con finta naturalezza Liam, sbirciando con la coda dell’occhio la mia reazione.

Arricciai le labbra e sbuffai un “E quindi?”, evitando il suo sguardo. Avevo dimenticato di avergliela lasciata per fargli studiare le parole di Harry e decidere per me se stesse mentendo o se fosse il caso di dargli una seconda possibilità.

“E quindi mi ha raccontato una cosa, uhm, interessante, non appena ha letto il nomignolo con cui Styles ti chiama… Louis Holmes” disse piano, ma con uno sguardo luminoso.

Mi voltai a fissarlo, spazientito. “Entro l’alba, Payno.”

Rise per la mia reazione e continuò: “Va bene, va bene. Hai presente quando Sophia è andata a quel colloquio di lavoro nel Cheshire, qualche mese fa?”

Annuii, già annoiato dal discorso. Non volevo sentire parlare della sua ragazza e delle sue infinite doti, non in quel momento almeno.

“Bè, mi ha raccontato che per raggiungere quel posto si era persa per stradine di campagna, finendo in un paese che si chiamava... oddio, Louis, sei pronto?” chiese non riuscendo più a trattenere l’entusiasmo.

Lo guardai come se fosse impazzito. Ma che gli prendeva?

“Spara” gli dissi, ormai troppo curioso.

“Holmes Chapel! Holmes, capisci? Potrebbe essere la parola chiave!” esclamò euforico.

Oddio.

Presi subito il telefono per controllare che non mi stesse prendendo in giro e che quel paese esistesse sul serio prima di elaborare un pensiero di senso compiuto. Digitai ‘Holmes Chapel’ su google e sì, Liam mi aveva davvero detto la verità.

“E’ a nemmeno a un paio di ore da Doncaster, tanto vale tentare… no?” sussurrò il mio amico vedendo la mia espressione diventare sempre più seria.

Sospirai, fissando lo schermo del telefono come in trance.

“Io… io non so cosa fare, Liam. Mi ha mentito, si è preso gioco di me per tutto questo tempo… Dici che dovrei perdonarlo lo stesso?” chiesi esitante.

“Tommo, quello sta solo a te deciderlo, ma... secondo me almeno un tentativo dovresti farlo. Sembrava sincero nella lettera e, se proprio vuoi non pensarci più e chiuderla qui, il modo migliore è affrontarlo per un’ultima volta” disse appoggiando gentilmente una mano sulla mia spalla.

Tutto sommato aveva ragione. Lo guardai con un mezzo sorriso per ringraziarlo e continuai a mangiare la mia pizza, fissando la televisione senza nemmeno concentrarmi su quello che veniva trasmesso, ormai perso nei miei pensieri.

Nemmeno due ore dopo tornai a casa con la scusa di avere mal di testa: ormai avevo deciso - forse anche complice la troppa birra bevuta - ma dovevo assolutamente fare ricerche per trovare la strada più corta per arrivare a Holmes Chapel.

Holmes Chapel. Sbuffai. Chiamarmi Louis Holmes era stato davvero un pessimo indizio: come pensava che ci potessi arrivare? Era un paese pressoché sconosciuto e circondato dalla campagna, era stato quasi un mezzo miracolo averlo scoperto, sempre ammesso che fosse davvero Holmes la parola chiave.

Stampai la cartina e mi sdraiai sul letto soddisfatto: sarei partito l’indomani e lo avrei cercato dappertutto e, se la fortuna fosse stata dalla mia parte, l’avrei anche trovato. In realtà non sapevo se perdonarlo, se insultarlo o cos'altro fare con lui, ma sentivo il bisogno di rivederlo e chiarirmi una volta per tutte le idee sui miei sentimenti.

Mi addormentai sollevato e allo stesso tempo agitato, forse avrei rivisto Harry Styles e sapevo perfettamente che, in sua presenza, non rispondevo delle mie azioni. Poteva succedere di tutto e non ero mai stato tanto spaventato.

*

Forse stavo sbagliando ogni cosa, forse lui non abitava nemmeno lì, ma in fin dei conti non potevo andarmene proprio in quel momento, non dopo aver fatto due ore di auto ed essermi perso svariate volte.

Dopo un giro panoramico del paese ed un pranzo veloce in un piccolo bar, decisi di chiedere aiuto a qualche passante, sperando di trovarne uno che conoscesse Harry e che sapesse indicarmi la sua casa. Mi guardai intorno, ma non vidi nessun suo coetaneo: quel posto era popolato da vecchi. Per fortuna mi ricordai improvvisamente che la sua famiglia gestiva una panetteria e, date le scarse dimensioni del paese, era probabile che fosse anche l’unica. Adesso trovarlo sarà molto più semplice, mi convinsi facendo un respiro profondo e imponendomi di rimanere calmo. 

Mi avvicinai ad un signore anziano e, dopo avergli chiesto informazioni, mi indicò subito la strada da seguire per arrivare a destinazione. Non ci volle molto per raggiungerla, ma quello che mi stava aspettando non era decisamente a mio favore: una targhetta attaccata alla porta del negozio informava che questo sarebbe rimasto chiuso per tutto il weekend. Dovevo aver sicuramente fatto qualcosa di molto brutto in una vita passata per meritarmi tutta quella sfiga, non c’era altra spiegazione.

Non seppi più cosa fare, stavo quasi per arrendermi. Mi sedetti sconsolato su una panchina lì vicino e aspettai che mi venisse un’idea geniale su come risolvere quella situazione di stallo, incantandomi a guardare un cartellone pubblicitario. La scritta al suo fianco, chiaramente opera di qualche ragazzino che si riteneva trasgressivo, catturò subito la mia attenzione:

“Il finocchio canterino si esibirà al pub del centro questo sabato pome! Andiamo là in molti e tiriamogli addosso qualke schifezza!”

Il mio cuore perse un battito alla consapevolezza che, forse, il ‘finocchio canterino’ in questione era proprio il mio Harry. Sentii la rabbia crescere sempre di più dentro di me: com'era possibile che esistesse ancora gente tanto limitata mentalmente? Che la loro vittima fosse Styles o un altro ragazzo, non mi importava: sarei andato lì e avrei evitato che succedesse qualcosa di brutto, con le buone o con le cattive. Era una questione di principio.

Cominciai a correre verso il centro di quel minuscolo paese e vidi l’unico pub esistente a pochi metri da me, una voce melodiosa si sentiva a malapena provenire dall'interno del locale. Mi fiondai dentro senza nemmeno pensarci, pregando una qualche divinità di non cacciarmi troppo nei guai.

La luce all'interno era debole e mi guardai intorno cercando di non dare troppo nell'occhio: persone di ogni genere e età erano sedute al bancone o ai tavoli, un palco improvvisato si trovava dall'altra parte della stanza e una persona particolarmente familiare dai capelli lunghi e ricci stava accordando una chitarra e nel frattempo scherzando con una testa bionda di spalle.

Il mio cuore impazzì nel momento esatto in cui capii che era proprio lui: Harry Styles viveva davvero a Holmes Chapel e io l'avevo appena trovato. 

Come l'ultima volta in cui lo vidi alla stazione, mi bloccai, preso dal panico. Non sapevo cosa fare. Dovevo forse raggiungerlo e vedere chi riusciva a parlare per primo? E se mi avesse chiesto del perché mi trovassi lì? Come gli avrei potuto rispondere? La paura prese del tutto il sopravvento e mi nascosi sedendomi ad un tavolino che si trovava in un angolo poco illuminato del locale, ordinando una birra e continuando a sbirciare Harry con la coda dell'occhio. Diventava ogni volta più bello, com'era possibile? Appoggiai distrattamente la maglia che ci eravamo scambiati e che avevo promesso di restituirgli sulla sedia di fianco a me. Nel frattempo il ragazzo aveva ricominciato a cantare già da qualche minuto, ma preso com'ero dai miei pensieri, persi quasi metà canzone.

“Seems like these days I watch you from afar,
just trying to make you understand:
I'll keep my eyes wide open,
I'll keep my arms wide open.”

Dio, che voce meravigliosa, pensai incantato a fissarlo e ad ascoltarlo. Quella canzone aveva una melodia dolcissima ed ero pronto a scommettere tutto che fosse anch'essa una sua creazione.

“Don't let me...
Don't let me...
Don't let me go,
'cause I'm tired of feeling alone.”

Forse era a causa delle mie manie di protagonismo, ma in quel momento ero davvero convinto che quella canzone fosse stata scritta per noi due - mi ricordava troppo alcune parti della lettera che mi aveva scritto - e la consapevolezza mi rese gli occhi lucidi. 

Sul serio, Louis?, mi sgridai mentalmente. Da quando ero diventato così sensibile?

Ero così assorto dalla canzone che solo dopo un po’ mi accorsi del branco di ragazzini rumorosi che era appena entrato nel pub. Li osservai bene e non mi sembrarono particolarmente minacciosi. Forse non sono nemmeno loro i bulletti della scritta sul cartellone, pensai finché non li vidi ridere tra di loro e indicare con uno sguardo di disgusto Harry. Senza nemmeno riflettere, mi alzai per raggiungerli, cercando di rimanere di spalle rispetto al palco per evitare di farmi riconoscere.

“Hey ragazzi, che si dice?” mi rivolsi a loro cercando di sembrare disinvolto.

Mi squadrarono da capo a piedi e assunsero un’espressione di scherno. “E tu che cazzo vuoi? Non ti abbiamo mai visto da queste parti” disse quello che sembrava il più grande del gruppo.

Mi stavano già dando sui nervi, con quel loro atteggiamento da immaturi. “Infatti non vivo qua. Sono solo venuto a trovare Harry, è un mio caro amico. Voi invece che ci fate in un pub? Non dovrebbe essere vietato far entrare i bambini?” dissi serio, fissandoli uno per uno negli occhi.

Si guardarono tra di loro, per poi scoppiare in una risata canzonatoria. “Omioddio, non ci credo, un altro frocio come lui! Non pensavo ce ne fossero così tanti al mondo, è un’invasione!” disse sempre il solito, avvicinandosi sempre di più a me con l'intenzione di intimidirmi. Come se mi potessi spaventare di fronte ad un ragazzino.

Lo spinsi lontano, non con troppa forza, ma con abbastanza da fargli capire che non era il caso di scherzare con me.

“Adesso uscite e ve ne andate a casa vostra a prendere la poppata del pomeriggio. Quando sarete cresciuti fatemelo sapere” dissi a metà tra il sarcastico e il severo.

“Altrimenti che ci fai, finocchio? Ci tiri addosso dei coriandoli arcobaleno? Sai che paura…” rise un altro alzando la mano per ricevere il cinque dai suoi compari, convinto di aver appena fatto la battuta del secolo.

Contai mentalmente fino a dieci per calmarmi ed evitare di prenderli a pugni in faccia, non era il caso di abbassarmi al loro livello: non volevano altro che una rissa e non li avrei di certo accontentati. Decisi anzi di prenderli in giro: se volevano usare i soliti stupidi luoghi comuni sui gay, allora perché non assecondarli?

“No, meglio ancora” dissi assumendo una posa e un tono leggermente effeminati. “Siete davvero molto carini e il vostro culo è così invitante, ragazzi” affermai gesticolando in maniera esagerata e sorridendo nel vedere i loro sguardi diventare sempre più terrorizzati, “e giuro che se osate fare qualcosa di brutto o anche solo parlare male di Harry Styles ve la dovrete vedere con me e guardarvi alle spalle. Letteralmente” aggiunsi con malizia per poi terminare vittorioso con “Ma non temete, forse vi piacerà anche.”

Risi tra me e me perché tra un “Che depravato!” e un “Che schifo!” uscirono tutti di corsa per poi scappare lontano dal pub: li avevo cacciati via senza nemmeno sfiorarli, non poteva andarmi meglio di così.

“Bella mossa, Louis! Non li ho mai visti così spaventati” si congratulò con me una voce allegra alle mie spalle.

Mi voltai di scatto e mi rilassai non appena vidi Horan davanti a me, con un’espressione meravigliata stampata sul volto.

Capitano” lo salutai scherzosamente, dandogli un leggero pugno sul braccio.

Mi sorrise con fare complice e cominciò a tempestarmi di domande. “Vedo che alla fine hai scoperto dove abita! Dio, era ora. Sono troppo contento! L’hai perdonato, vero? Non sai che sorpresa, quando ti ho riconosciuto! Harry lo sa che sei qua?”

Lo interruppi prima che potesse dirmi qualcos'altro. “Ehi, ehi, calma, prendi fiato. No, non lo sa che sono qua e vorrei che, una volta tanto, tu tenessi la bocca chiusa” lo minacciai fulminandolo con gli occhi, sapendo ormai che razza di pettegolo fosse.

“Ma perché? Non sai quanto sarebbe felice di vederti, non fa altro che parlare di te, scrivere canzoni su di te, è ossessionato! Fa quasi paura!” disse guardandomi fisso con occhi sgranati.

Gli risi in faccia, aveva un’espressione troppo comica. “Tu fai quasi paura, Horan! Prenditi una camomilla e rilassati. Sono già in ansia per conto mio e non mi stai aiutando a farmela passare” scherzai, andando a sedermi di nuovo al mio tavolino.

Mi raggiunse di corsa, sedendosi di fronte a me e ostacolando la mia visuale di Harry. “Se non sei qua per perdonarlo, allora che sei venuto a fare?”

Presi un respiro profondo, decidendo le parole più adatte da usare. “Senti, Niall, non lo so nemmeno io, okay? Non è semplice per me ammettere quello che provo per lui come se niente fosse, ma non pretendo che tu mi capisca. Ti chiedo solo di non fare la spia e di lasciarmi il mio tempo. Sono qui, è già qualcosa. Adesso è il mio turno, sta a me fare la seconda mossa e se ricevo pressioni - come ora, con te che mi guardi con quegli occhi imploranti - non se ne fa niente.”

Sbuffò e annuì in silenzio, voltandosi a guardare il suo amico. Dopo qualche secondo, però, ricominciò a parlare: “Anche questa canzone l’ha scritta pensando a te, sai?”

Lo ignorai e prestai attenzione al testo, imponendomi di non commuovermi come avevo fatto prima.

“My heart, your heart,
sit tight like book ends.
Pages between us
written with no end.
So many words we’re not saying.
Don’t wanna wait till it’s gone,
you make me strong.”

Che esagerato, pensai mentre un sorriso mi si stava involontariamente formando sul volto.

“I’m sorry if I say, I need you,
but I don’t care, I’m not scared of love.
‘Cause when I’m not with you I’m weaker,
is that so wrong? Is it so wrong?
That you make me strong.”

Finì in quell'istante di cantare, comunicando al ‘pubblico’ che la sua esibizione era finita e che era il turno di un altro esordiente. Io e le poche persone all'interno del locale gli applaudimmo sinceramente: era stato davvero bravo e con quell'ultima strofa mi aveva fatto diventare gli occhi lucidi, di nuovo. Io, Louis Tomlinson, lo rendevo forte.

Lo vidi alzarsi dalla sua postazione e cercare con lo sguardo il suo amico.

Merda.

Presi il biondo per la manica del suo maglione e lo trascinai con me fuori dal pub, obbligandolo a coprirmi per quel breve tragitto.

“Che stai facendo, sei impazzito?” mi chiese una volta fuori, notando il panico che si era impossessato di me.

“Me ne devo andare. Non dirgli niente, per favore” lo supplicai prima di allontanarmi verso una stradina secondaria e lasciarmi quel posto alle spalle.

Mi fermai all'improvviso, sentendo una voce - la sua voce - che chiamava preoccupata Niall. Ritornai velocemente sui miei passi, sbirciando da lontano quel meraviglioso ragazzo. Mi sembrava ancora impossibile che uno come lui si fosse preso una cotta per uno come me. Che senso aveva? Non ero particolarmente bello, né affascinante e non riuscivo proprio a capire cosa ci trovasse di interessante in me.

Dell’irlandese, comunque, nessuna traccia. Sembrava sparito. Ma dov’è andato?, mi domandai seguendo Harry di nascosto. Era il mio turno, questa volta sarei stato io a pedinarlo. Lo vidi scrivere distrattamente un messaggio e continuare per la sua strada, guardando a destra e a sinistra in cerca del suo amico, quando sentii qualcuno afferrarmi il polso.

Mi voltai e mi resi conto che era Niall. “Si può sapere che stai facendo? L’hai lasciato da solo, ti sta cercando!” lo sgridai.

“Hai dimenticato la sua maglietta dentro! Tieni” disse porgendomela.

Rimasi fermo, notando il suo sguardo diventare sempre più spazientito. “Non capisci proprio niente, Louis. Cosa ci fai ancora qua? Vai a parlarci!” disse spintonandomi in avanti.

Lo guardai male, non riusciva proprio a farsi gli affari propri. Dopo tutto, però, forse aveva ragione. Cosa stavo facendo? Mi stavo nascondendo e stavo pedinando una persona come una ragazzina alle prese con la sua prima cotta. Dovevo comportarmi da adulto, una volta tanto. Mandai via Horan, pregandolo di lasciarci soli e lui ubbidì contento, salutandomi con un sorriso a trentadue denti.

Ora o mai più, pensai mentre mi avvicinavo sempre di più a Harry.

Gli passai di fianco, prendendoci incontro e dandogli una spallata così forte da fargli quasi perdere l’equilibrio. Si voltò spaventato, per poi diventare sorpreso e incredulo non appena si rese conto di chi gli si trovava di fronte.

“Oops” dissi fingendomi dispiaciuto, fissandolo bene negli occhi per la prima volta. 

Ah, quegli occhi, avrei potuto perdermici dentro.

Si rilassò leggermente, sussurrando un impercettibile e timido “Ciao”, mentre nel frattempo continuava a passarsi la mano tra i capelli e ad abbassare lo sguardo a terra.

“Ovviamente non ho fatto apposta, credo sia stato il destino a farmi sbattere contro di te” lo presi in giro, ricordando che lui aveva proprio parlato di ‘destino’ una delle volte precedenti in cui ci eravamo scontrati.

Riuscii a strappargli una risata e finalmente ritornò a guardarmi negli occhi, ma ancora niente: nessuna parola uscì dalla sua bocca.

Non mi stava facilitando le cose. Voleva che fossi io a parlare, voleva sapere il motivo per cui mi trovavo lì, di fronte a lui e con la sua maglietta sportiva in mano. Gliela porsi, facendo finta che non fosse importante. “Avevo promesso che te l’avrei restituita un giorno o l’altro, quindi… eccola qui. Io mantengo sempre le mie promesse.”

La prese piano, guardandola con una strana luce degli occhi e poi indossandola, con un accenno di sorriso, sopra al maglione. Era adorabile, buffo, ma adorabile. Però perché continuava a non parlarmi? Avevo bisogno di sapere a quello che stava pensando: era felice di vedermi? Voleva che restassi con lui ancora qualche minuto, o qualche ora, o anche tutto il giorno o voleva che me ne andassi?

All'improvviso mi venne in mente quello che mi aveva detto tempo prima, ovvero la famosa frase enigmatica “Non ti dirò oggi il mio nome, ma quando sarai pronto. Sempre che quel giorno tu lo voglia ancora sapere da me” e decisi di giocare al suo gioco.

“Come ti chiami?” dissi, soddisfatto nel vedere la sua reazione. Era confuso.

“Come, scusa?” mi chiese finalmente. Ero riuscito a farlo parlare, era già qualcosa.

“Io ho mantenuto la mia parola, ora tocca a te. Mi avevi promesso che mi avresti detto il tuo nome, e io adesso lo voglio sapere ufficialmente da te... Lo voglio sentir dire da te” precisai, "Sono pronto" dissi infine notando il cambio d’espressione sul suo viso. Aveva capito a cosa mi stavo riferendo.

Sorrise, facendo spuntare le sue bellissime fossette, e arrossì leggermente. “Perché sei qui, Louis?” mi domandò a sua volta, senza rispondermi.

Sbuffai. “Ma come? Non lo hai capito? Pensavo che quello sveglio e intelligente della coppia fossi tu, Styles, o sbaglio?” lo presi ulteriormente in giro alludendo alla sua mania di chiamarmi ‘stupido’.

Strabuzzò gli occhi, incredulo. Non capii subito il perché di quella reazione, ma poi me ne resi conto: avevo parlato di coppia riferendomi a noi due. Oh no.

Andai nel panico per l’ennesima volta: non volevo fraintendimenti, non volevo accelerare i tempi. Era tutto così nuovo per me. Forse arrossii prepotentemente, perché mi guardò con dolcezza e cambiò subito argomento.

“Harry. Mi chiamo Harry. Piacere” disse infine allungando la sua mano verso di me.

La strinsi alla mia e gli sorrisi. “Piacere mio, Harry.”

Rimanemmo in quella posizione per alcuni secondi - o forse minuti? - perdendo del tutto la cognizione del tempo, fermi a fissarci a vicenda come se fosse la prima volta, le mani ancora strette in una solida presa.

“Oh! Baciami, stupido!” sbottò improvvisamente, tirandomi verso di sé.

Rimasi un attimo sconcertato, ma mi lasciai comunque trasportare dall'istinto, sapendo che, sotto sotto, in realtà lo desideravo anch'io più di ogni altra cosa al mondo, anche se facevo ancora un po’ fatica ad ammetterlo e ad accettarlo.

Affondai le mani tra i suoi capelli e afferrai qualche riccio per avvicinare il suo viso al mio, sorridendo involontariamente nel vederlo sorpreso e allo stesso tempo affascinato dalla mia reazione positiva.

Mi prese titubante i fianchi, come chiedendomi il permesso, e io non potei sentirmi più a mio agio di così: eravamo fatti per combaciare perfettamente l’uno all'altro. Posai le mie labbra sulle sue, dopo quelli che sembrarono secoli ma che in realtà furono solo pochi secondi, e mi abbandonai completamente alle sensazioni, non capendo più quello che stava accadendo. Ignorai anche il fatto che ci trovavamo in mezzo alla strada e che chiunque poteva vederci. 

Eravamo solo noi due, intrecciati e vicini come non mai, il resto non esisteva. I nostri due cuori battevano velocemente e all'unisono, i nostri corpi fremevano ogni volta che si avvicinavano di più. Le nostre bocche si cercarono e si scambiarono un lungo e desiderato bacio, prima dolce, innocente e timido, poi sempre più intenso, violento e passionale. Quando ci staccammo per riprendere fiato, ci guardammo felici negli occhi, sorridendo come due sciocchi. 

Dio, non mi ero mai sentito così bene e così completo prima di allora. Non avevo mai sentito le farfalle nello stomaco con le mie precedenti ragazze; non ero mai stato tanto coinvolto - anche emotivamente e non solo fisicamente - da loro. Non sapevo cosa sarebbe successo con Harry, non sapevo se ci sarebbe stato un futuro per noi due, ma in quel momento, mentre lo guardavo negli occhi e mi ci perdevo sempre di più dentro, ebbi la consapevolezza che era lui quello con cui volevo stare, che non mi importava del giudizio della gente, che volevo provarci sul serio ed essere felice con lui.

“Mi piaci, Harry. Ricominciamo da capo, io e te. Ci stai?” gli sussurrai, arrossendo.

Non mi rispose - non era di molte parole quel giorno - ma mi riservò uno dei sorrisi più dolci ed entusiasti del mondo, per poi ricominciare a baciarmi subito dopo. Lo presi come un sì.

__

Amore.

Alcune persone non capiscono il potere di queste cinque lettere disposte a formare una semplice parola.

A volte è perché sono rimaste scottate e, dopo aver provato così tanto dolore, sono incapaci di credere che la felicità esista ancora.

A volte, invece, è perché non l’hanno sperimentato in prima persona, oppure perché gli è stato insegnato che l’amore deve adattarsi ad un certo stampo, rispettare certe regole e, quando le loro certezze vengono meno, non riescono ad accettarlo.

Persone come il sottoscritto, incapaci di ammettere i propri sentimenti persino di fronte all'evidenza solo perché per la società non è ancora del tutto normale.

Ma poi ci sono i sognatori, coloro che ci credono ancora.

Sono persone che hanno visto fiorire l'amore e che non possono rinunciarci. Non vogliono rinunciarci.

Sono persone che credono nelle favole, che vedono il colore nel mondo quando la maggior parte vede solo in bianco e nero. 

Sono persone che credono nella magia anche se gli è stato detto che esiste solo nei libri di storie per bambini.

Queste sono le persone che mantengono in vita l’amore, coloro che rendono bello il mondo senza nemmeno accorgersene.

Queste sono le persone che fanno cambiare idea agli altri, ai timorosi e agli scettici come me.

E una di queste persone è Harry Styles, il mio Har94.

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Ed eccoci qua, alla fine della storia. Sembra incredibile, vero? Questa è stata la mia prima ff in assoluto e, quando l'ho iniziata, non avrei mai e poi mai pensato che sarei arrivata fino a questo punto o che qualcuno la potesse seguire con così tanto interesse. 
Quindi GRAZIE MILLE. Grazie ad ognuno di voi: ai lettori silenziosi, a chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate, e un grazie speciale a chi ha recensito riempendomi di belle parole. Siete fantastici e se sono andata avanti con questa storia è stato solo grazie a voi.
Okaay, perdonate questo momento di dolcezza, io di solito non sono così, davvero. Sono tipo il Louis della ff, immune ai sentimentalismi, ma... voi siete il mio Harry e con voi non riesco a trattenermi. Che posso farci? 

Adesso avrò più tempo per dedicarmi alle altre mie storie Larry (si chiamano Spoiler, sweetie e Exploring Canada, se volete darci un'occhiata, mi farebbe mooolto piacere, anche se sono di un genere decisamente diverso!) quindi spero davvero di risentirvi, ma in ogni caso grazie per aver seguito e letto Har94. Spero di non avervi deluso con il finale, ma nella mia testa doveva finire così da sempre.
Ah, ultimissima cosa: alcune mi hanno chiesto un sequel e, sinceramente, non so se lo scriverò. Sono legata a questa storia e in fondo mi piacerebbe scriverne un seguito, ma prima deve venirmi un'idea originale (non voglio che sia uguale a tutte le altre storie!).
Abbraccione virtuale a tutti! Ciaooo.
-Greta

 

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