I don't wanna be like them

di Lotr87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


11 gennaio 1985

Era un giorno come gli altri alla fine di tutto ma in quella casa era l'unica cosa che risvegliava gli animi.

Faith era cresciuta in una villa troopo grande per parlare con i genitori anche quando erano in casa e se non lo erano, non rientravano per un bel po'. Quel giorno però, guai a chi osava mancare. Il compleanno di Faith era una delle poche occasioni per cui neanche la più importante delle riunioni era una scusante per non stare in famiglia. Padre, madre e figlia passavano un'intera giornata insieme senza poter ribattere. All'inizio a Faith piaceva, è sempre difficile avere due genitori in cariera quindi averli entrambi tutti per se la faceva sentire importante, ma ora, a diciottanni, la disgustava. Cosa importava se per un giorno c'era una torta gigante, se si stava in famiglia e a volte ci si divertiva, se gli altri 364 guorni era poco più di una presenza?Tanto anche quel giorno gli avrebbero solamente ripetuto fino alla nausea tutte le cose che non poteva fare, per i suoi era troppo piccola anche per camminare!

Bisogna precisare però che non è una di quelle ragazze sempre sole che non escono mai. Col tempo aveva iniziato ad uscire di nascosto ed era anche in qualche giro di amicizie, non tra i più raccomandabili, ma erano pur sempre amici no?

Quel giorno aveva deciso di mettere fine a tutto quel circolo di ipocrisia, rancore e maschere per vivere senza filtri anche davanti ai genitori e il coraggio non le mancava era solo che aspettava il momento giusto. Carpe diem, cogli l'attimo diceva Orazio* e lei lo avrebbe fatto.

Era ormai finito il pranzo e a quel punto solitamente iniziavano a parlare e Faith non aspettava altro.

-Allora tesoro, hai deciso che università frequentare?- chiese suo padre che non sapeva pensare ad altro.

-No io… Penso che non farò l'università-

-Non dire stupidaggini tu l'università la farai eccome! Non pensare che ti basti finire il liceo per riuscire a mantenere dei figli un giorno. O scegli te o vai a fare medicina, non ce ne sono di storie- Faith sbuffò per l'ennesima volta in quella giornata. Proprio non voleva capire che a lei della scuola non gliene fregava? Non era stupida anizi, acculturata, intelligente, perfetta in poche parole ma sapeva già tutto quello che gli serviva non aveva bisogno di sapere come trapiantare un rene.

-No! Io all'università non ci vado!- ripetè autoritaria.

-Invece ci vai e anche di corsa!-

-Sei sicuro? Università vuol dire vivere fuori casa, la notte essere vicino a dei ragazzi, che ci provano e ti guardano…- disse prima con innocenza poi con malizia colpendo il punto debole del padre. -Smettila!- urlò l'uomo facendo calare un silenzio di tomba.

-Tu andrai a studiare ad un' università e non ti avvicineri ad alcun ragazzo finché non sarà il momento a costo di monitorarti 24 ore su 24 mi sono spiegato?!-

-Dai James non essere così duro, sono sicura che si riferiva a qualcos'altro e poi è normale che abbia questi ripensamenti, sta crescendo ma vedrai che troverà qualcosa. Vero amore?- ci mancava solo la madre che si cimentava nella psicologia.

-No vero un corno! Io devo parlarvi! Prima cosa: non voglio andare all'università, non voglio studiare per il resto della mi vita fatevene una ragione! Seconda cosa: non voglio più sentirmi dire cosa posso o non posso fare, ho diciottanni non sono una bambina che non sa badare a se stessa. Ultima cosa e più importante: sono stanca di queste idiozie, mi ignorate praticamente sempre e all'improvviso il giorno del mio compleanno esisto solo io? Non mi interessa festeggiare con voi, mai pensato che voglia festeggiare con i miei amici?!-

-Che amici?! Se scopro che sono dei ragazzi giuro che non esci più di casa!-

-Ah si? Guardami!- e detto questo si alzò lasciando li i suoi genitori.

*È il nome del poeta che scrisse carpe diem

Ciao a tutti! Avevo voglia di mettere qualcosa di nuovo e quindi ecco qua. È un capitolo introduttivo. Descrizioni dettagliate e caratteristiche fisiche arriveranno nel prossimo capitolo. Spero comunque che questo vi sia piaciuto. Al prossimo capitolo!

Lotr87

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Capitolo 2
*** 2 ***


Faith camminava da ore per le vie della città senza una meta, senza pensare che ormai era passato il pomeriggio e mancava poco alle 9. Era finita nella zona malfamata dove le era capitato più volte di essere derubata ma ormai era abitudine. Li vivevano dei suoi amici, tutti giovani che seguivano le passioni, scappati di casa, che lei ammirava molto e che a volte aveva anche tentato di imitare. Nonostante questo nessuno l'avrebbe mai ricondotta a loro o a quei posti, era sempre curata, vestita con cose tutto sommato costose e con i capelli neri lunghissimi che anche se non era una fanatica di capelli riusciva a tenere sempre in ordine quasi per magia.

Era assorta nei suoi mille pensieri quando sentì dei passi seguirla e una voce che ben conosceva che la chiamava:

-Ehi tesoro!- si girò e incrociò gli occhi del ragazzo che l'aveva chiamata e che ora la guardava.

-Ciao Dylan che ci fai qui?-

-Io ci vivo! Piuttosto tu, non dovevi passare il compleanno con i tuoi?-

-Cambio di programma, non è andato tutto come ci si aspettava ma forse è meglio così…-

-Quindi stasera posso chiederti di uscire per festeggiare?-

-Dipende, lo sai che da sola con te non ci esco- rispose facendo sbuffare il ragazzo. Non è che lo odiava anzi, era uno dei suoi migliori amici ma da quando le aveva confessato di provare qualcosa non la smetteva di provarci. Era anche un bel ragazzo, alto, abbastanza muscoloso e aveva i capelli lunghi che sugli uomini facevano impazzire Faith, ma non riusciva a vederlo come qualcosa in più di un amico.

-Ok, ci ho provato… Comunque possiamo andare al Rainbow tutti insieme e ubriacarci fino a quando non vomiteremo!-

-Hai sempre una prospettiva felice delle cose- disse ironica dando un leggero pugno sul braccio a Dylan.

-Dai… Smettila di rompere e dimmi se ci sei o no!-

-Io… Sono praticamente scappata di casa non possotornare indietro per prendere qualcosa da mettermi e tornare la mattina con l'emicrania non è una bella prospettiva…-

-Dai vieni a casa mia e rubi qualcosa a Becky!-

-Ti salva che non ho niente di meglio da fare e che io e lei abbiamo la stessa taglia!- disse infine e con il ragazzo si diresse verso quella discarica che chiamavano casa. C'erano due stanze minuscole e una cucina/soggiorno in cui a malapena riuscivi a muoverti ma ci vivevano in tre e senza troppe lamentele. Becky viveva proprio lì, aveva il suo stesso fisico ma aveva il corpo pieno di tatuaggi e piercing di cui andava molto fiera, era mora e con due occhi intensi del medesimo colore. Era la sua migliore amica ed era fidanzata con Jake il terzo inquilino, un tizio strano di cui Faith non riusciva proprio a parlare bene.

In poco tempo arrivarono e una volta aperta la porta l'odore di fumo e alcool e la coppia che pomiciava tranquillamente sul divano li accorsero.

-Cavolo ragazzi un minimo di pudore no?-

-Faith tesoro! Pensavo che oggi giocassi a fare la principessa con i tuoi!- disse la ragazza lasciamdo Jake sul divano e andando ad abbracciare l'amica appena entrata.

-Diciamo che ho perso la scarpetta…- rispose Faith ricambiando la stretta.

-Allora Becky le cose stanno così…-iniziò Dylan interrompendo un momento di silenzio.

-…Stasera usciamo tutti insieme e tu presterai qualcosa a Faith in modo che possa uscire senza troppe scuse!-

-Certo Dylan non potrei mai rifiutare se me lo chiedi in questo modo così dolce- rispose Becky prendendo la mano dell'amica e trascinandola nella sua stanza con lei.

-Diciamo che dato che è il tuo compleanno questo sarà il mio regalo ergo, decido io come ti vestirai!-

-Penso di potercela fare benissimo da sola-

-Non importa, tra poco usciamo e tu metti questi- rispose a tono lanciandole addosso un paio di jeans attillati e una magliatta bianca con maniche a tre quarti che lasciava scoperta la schiena.

-Ai piedi gli anfibi vanno bene e anche il chiodo è perfetto quindi va di la truccati e poi andiamo a divertirci!-

salve a tutti! Premetto che il capitolo doveva essere più lungo ma volevo pubblicare qualcosa e non ho tempo per aggiungere tutto quello che ho in testa. Nel prossimo capitolo vi prometto i guns state tranquille. Un bacio

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Capitolo 3
*** 3 ***


Arrivarono al rainbow in poco tempo e fortunantamente non c'era ancora tanta gente così che poterono trovare un tavolo senza troppe difficoltà. Ordinarono quattro birre e quando arrivarono avviarono le solite conversazioni.

-Faith mi ha detto Becky che oggi compi gli anni, auguri!-

-Grazie Jake-

-A proposito di compleanno ti avevamo comprato un regalo ma me lo sono dimenticata a casa…-

-Non fa niente me lo darete domani e poi avevo detto che non ne volevo!-

-E dai Faith che cosa triste è un colpeanno senza regali?-

-Senza regali?! Dylan devi fare un salto a casa mia, ci sono talmente tanti regali che ci avrò messo un'ora buona a scartarli tutti!-

-Sempre a cercare il pelo nell'uovo tu? Non puoi accontentarti e stare zitta!- dopo questa frase tutti si erano girati verso Jake che aveva confermato, se non amplificato, l'odio che Faith provava per lui.

-E tu non puoi semplicemente cucirti la bocca?!- replicò la ragazza prima di alzarsi. Uscì dal locale che anche se in poco tempo si stava già riempiendo e si accese una sigaretta. Quel ragazzo riusciva a farsi odiare in una maniera allucinante e rovinava qualsiasi giornata e se le cose partivano anche male, lui era la goccia che faceva traboccare il vaso. Rimase per un po' a fumarsi una sigaretta dopo l'altra sul retro del locale, lontano dal casino che ubriachi, fumati e dorgati provocavano fino a quando dalla porta mezza rotta posta su quel lato non uscirono ragazzi con sguardi tra loro non molto amichevoli.

-Cazzo amico non sapevo fosse la tua ragazza se no mica ci provavo!- disse un ragazzo alto e magro con i capelli ricci tenendo una certa calma difronte a tre ragazzi che lo superavano in quanto a muscoli.

-Non me ne frega un cazzo delle tue scuse! Dovevi lasciarla stare! Bevi, fumi e fai il figo e pensi che il mondo sia tuo, beh le cose non stanno così e ora tu dovrai pagare!- rispose il ragazzo al centro dandogli uno spintone.

-E se pagassi sul serio? Cioè ti do 100$ e siamo a posto no?- cercò di difendersi ma subito lo stesso che prima aveva parlato sollevò un pugno in aria e lo diresse verso la sua faccia facendogli sanguinare il naso. Faith assisteva a tutto quello in silenzio, terrorizzata, avrebbe voluto aiutare il moro ma aveva paura che le potesse succedere qualcosa. Intanto l'altro si apprestava a tirare un secondo pugno e Faith non potè resistere.

-Basta!- urlò quasi di riflesso facendo cadere l'attenzione su di lei.

-E tu chi sei? Conosci questo qua?- chiese il carnefice mentre la ragazza si avvicinava.

-No… Cioè si… Si ineffetti è il mio ragazzo! Si e… Ho sentito tutto e sono davvero incazzata!- rispose cercando di inventarsi qualcosa.

-Ah si?! Perciò non solo ci provi con le ragazze altrui ma tradisci anche la tua?! Bene!- disse apprestandosi a continuare il suo lavoro.

-No! Ehm voglio dire… Io penso che noi due dovremmo sbrigare le nostre faccende in privato se non vi dispiace e tu dovresti andare dalla tua ragazza e scusarti con lei da parte nostra e anche controllare che non le si avvicini nessun altro. Sempre se per te va bene…-

-Ok… Ritieniti fortunato perché se ti becco di nuovo intorno alla mia ragazza non ci sarà più scusa che tenga!- disse minaccioso lasciando il moro e scomparendo nel locale con i suoi amici.

-Oh cavolo stai bene? Ti fa tanto male?- chiese poi Faith allo sventurato.

-No va tutto bene grazie non mi ha colpito tanto forte…-

-Ma si può sapere perché ci hai provato con quella tipa?-

-A parte che non ha scritto in fronte “FIDANZATA” ci ha provato lei poi io ci sono stata perché è figa!-

-E si può sapere perché non glielo hai detto questo al tipo?-

-Per esperienza è peggio dare la colpa alla ragazza, ti accusano di darle della troia… Comunque non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato il culo! Io sono Slash e la bellissima ragazza con cui parlo è…-

-Faith, ma cosa ti dice che non sia fidanzata con uno molto geloso che te la farà pagare per il complimento?-

-Lo sei?-

-È il tuo giorno fortunato! Al 100% single!-

-Bene Faith, posso avere l'onore di offrirti una birra?-

-Accordato!- rispose infine la ragazza prima di dirigersi all'interni del locale. I due si sedettero al bancone ordinando da bere e dopo un attimo iniziarono a parlare del più e del meno o meglio, Slash iniziò a parlare facendo qualche volta una domanda a cui non lasciava il tempo di rispondere. Faith però fu felice di questo perché le piaceva sapere con che persona aveva a che fare ma soprattutto, non doveva fare altro che ascoltare senza rispondere a domande spesso troppo invadenti. Scoprì che Slash aveva 20 anni e ne avrebbe dovuti compiere 21, viveva con i suoi amici che erano anche la sua band di cui lui era chitarrista, andava spesso a trovare sua nonna Ola che l'aveva cresciuto e il suo sogno era quello di sfondare nel mondo della musica ed era anche molto determinato.

-Comunque a proposito del gruppo tra una settimana suoniamo al roxy vieni a sentirci vero?-

-Certo! Se potrò venire è ok!-

-Io non so a che ora devi andartene tu ma sono le 2 e per me è tempo di dedicarmi ad altro e… Mi dispiace salutarti ma, vedi… È imbarazzante ma sono un po' a secco ultimamente quindi… Sempre che non voglia essere tu la ragazza io penso che è tempo di andare ognuno per la propria strada-

-Non penso sia il caso e poi ho degli amici quà ed è meglio che li vada a cercare, quindi ciao Slash… Ci si vede!-

-Ci si vede!- rispose lui dandole un bacio sulla guancia e scomparendo nel locale.

-Chi era quello?- esordì Dylan che aveva guardato la scena da lontanto.

-Un amico sta tranquillo-

-Si certo… Un amico!-

-Te l'ho già detto milioni di volte non ti devo giustificazioni su niente!-

-Qualche giustificazione però non farebbe male!-

-Vaffanculo Dylan come se questa giornata non avesse fatto già abbastanza schifo- e per la seconda volta Faith uscì incazzata dal locale. Si ritrovò sola in mezzo ad ubriachi e drogati che arrancavano per le strade. Andò a cercare un posto dove dormire per strada, non avendo soldi e neanche la voglia di vedere qualcuno. Si sedette in un vicolo e dopo che la sua mente fu troppo stanca per continuare a pensare alle cazzate si addormentò.

Salve a tutti. Vi ricordate di me? Forse no anche perchè è da mesi che non scrivo… Fatto sta che potrei spiegarvi tutta la storia ma non ho voglia quindi vi basti sapere che ora che la voglia di scrivere è tornata ricomincerò a pubblicare! (Sperando che le mie storie piacciano ancora!)

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Capitolo 4
*** 4 ***


Faith si risvegliò infastidita dal vociare di due ragazzi. Pensava di essere ancora in quel vicolo mal ridotto ma si sbagliava. Con non poca sorpresa si ritrovò in un letto che, anche se sporco e mezzo rotto, era sempre più invitante della strada. L'unica cosa che la turbava era che non sapeva di chi fosse il letto e come ci fosse arrivata. Si alzò dal letto notando che fortunatamente aveva ancora i vestiti, aprì piano la porta della camera e si sporse un po' fuori per capire dove era finita.

-Mi sipieghi che altro avrei potuto fare?- chiese un ragazzo con un famigliare cespuglio sulla testa.

-Lasciarla sulla strada!- rispose un altro ragazzo con i capelli rossi che però non aveva sicuramente mai conosciuto, facendole intuire che stavano discutendo di lei.

-Te l'ho già detto, non sono il tipo e poi mi ha salvato il culo! Ma poi che te ne frega, mica ti dovrebbe dare fastidio. Fa finta che me la sia scopata e ti sembrerà come tutte le altre no?- qualla frase aprì uno spiraglio nella mente di Faith che si ricordò di Slash, il ragazzo che aveva aiutato la sera prima. Era stato davvero carino a portarsela con se quando, probabilmente, l'aveva vista sdraiata per terra. La ragazza aprì dunque la porta con più decisione e fece il nome del riccio che subito, insieme all'amico si girò.

-Ei tesoro! Finalmente sveglia- disse con la stessa vitalità della sera precedente -spero che non ti abbia dato fastidio risvegliarti qui, solo che ieri ti avevo visto addormentata per strada non avrei potuto mollarti li…-

-Certo che non mi da fastidio anzi, grazie mille per avermi portato qui-

-Di niente piccola! E già che ci siamo, lui è Axl il cantante del mio gruppo- disse indicando il rosso con cui prima discuteva.

-Piacere Faith- disse allungandogli una mano.

-Piacere-rispose lui con un sospiro che suonava come se stesse facendo qualcosa forzatamente (o che finalmente aveva accettato la scelta dell'amico) per poi stringergli la mano.

-Bene, ora è meglio che me ne vada. È stato un piacere rivederti Slash e grazie dell'ospitalità- disse facendo per tornare in camera a prendere le sue cose.

-Ei abiti lontano? Vuoi un passaggio in auto?- Faith sussultò per un attimo. A piedi ci avrebbe messo un'eternità ma non voleva neanche passare per la riccona viziata di turno. Alla fine però, che gliene importava? Probabilmente non avrebbe più rivisto quel ragazzo così stranamente gentile e camminare per chilometri e chilometri non l'allettava, così alla fine accettò senza pensarci su.

-Allora tesoro dove abiti?- disse Slash mentre metteva in moto la macchina.

-A Bel Air arrivati li vado pure a piedi-rispose facendo finta che fosse normale per una che dorme per strada vivere in quella zona.

-Cosa?! E che diavolo ci facevi qua?!-

-Niente, un po' di gente che conosco vive qua compresa la mia migliore amica. Ci vengo spesso…-

-Scusa, ricapitoliamo un attimo. Tu vieni qui, i tuoi amici stanno qui, dormi per strada e vivi a Bel Air? Tu sei strana ragazza- e dopo quest ultima affermazione partì verso quella zona dove non avrebbe mai immaginato di andare. Non parlarono molto durante il tragitto. Forse perché Slash era troppo intento a bestemmiare contro gli altri autisti, ma soprattutto la colpa del silenzio era dovuta a Faith, stava pensando ai suoi genitori, non sapeva cosa aspettarsi una volta arrivata a casa, rabbia, preoccupazione… I suoi genitori vivevano nella monotonia più assoluta, non era mai successo che lei se ne andasse di casa in quel modo, per lo più il giorno del suo compleanno. Era sempre stata vista come la figlia perfetta, mille impegni tra quelli più ben visti, voti alti, aveva persino finito la scuola due anni prima del normale ed era il motivo per cui si era potuta prendere un anno di pausa prima di ricominciare a studiare in qualche prestigiosa università. Il suo unico modo di uscire di casa era quello di andare in biblioteca (o almeno fare finta di andarci) ed era così che nonostante tutto si era fatta degli amici. Faith si riprende dalle varie riflessioni non appena sente l'auto bloccarsi in una via che conosceva troppo bene.

-Eccoci qui- annunciò Slash mentre tirava il freno a mano.

-Grazie mille del passaggio e per stanotte, ci si vede- disse Faith prima di aprire la portiera.

-Sei sicura che non vuoi che ti accompagni a casa?- chiese il riccio trattenendola per un polso.

-Sicura grazie- rispose accennando un sorriso, per poi tentare di uscire dall'auto. Tentare perché il riccio non le lasciava il braccio e quando tornò seduta sul sedile si ritrovò le labbra del moro appiccicate alle sue. Non che non avesse mai baciato nessuno anzi, non era neanche vergine ma in quel momento proprio non se lo aspettava. Durò poco e non si tramutò in niente di più e non appena finì la ragazza scese dall'auto e dopo un affrettato saluto sbattè la portiera dietro di se.

Camminò per qualche isolato per poi ritrovarsi velocemente davanti alla porta di casa. Non voleva entrare, aveva paura, una fottutissima paura. Le tremavano le gambe e stava iniziando a sudare freddo. Prese coraggio e suonò al campanello. In un tempo record le venne aperta la porta e quando entrò il maggiordomo le prese la giacca informandola che i suoi genitori erano a lavorare ma che per il momento non poteva uscire di casa. “Wow” pensò Faith che se da un lato era sollevata, dall'altro era quasi offesa che non fossero rimasti a casa ad aspettarla oppure andati a cercarla, ma che si aspettava, sempre prima il lavoro, ormai lo sapeva…

Salve a tutti. Capitolo di passaggio ma allo stesso tempo importante. Avevo intenzione di farlo più lungo ma non mi veniva la seconda parte così ho deciso di pubblicarlo comunque così. Spero vi piaccia. Al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Purtroppo per Faith passò poco tempo prima che i suoi tornassero. Il padre era freddo e gelido come al solito ma la madre, nonostante cercasse di mantenere la sua solita compostezza, era visibilmente turbata da migliaia di pensieri indecifrabili. Nulla però sembro mutare dalla solita routine quotidiana. Faith rimase a guardare quella scena sbirciando dalla porta aperta della sala stando attenta a non fare alcun rumore. Era indecisa se annunciare la sua presenza o starsene indisparte aspettando un cambiamento delle cose anche se sapeva essere impossibile. Quando decise di farsi avanti il campanello suonò e la ragazza si ritrasse colta alla sprovvista. Il padre spense il computer e la madre risistemò le scartoffie che stava firmando mentre il maggiordomo andò ad aprire la porta per poi far entrare due poliziotti.

-Buongiorno- disse il primo dei due uomini entrati alla coppia di genitori in piedi ad aspettarli.

-Buongiorno- rispose il padre di Faith con calma.

-Siamo venuti quà per indagare sulla scomparsa di vostra figlia-

-Lo sappiamo, appreziamo la puntualità è una cosa abbastanza importante- La mora non credeva alle sue orecchie. Avevano chiamato la polizia! Forse ci tenevano davvero… La conversazione tra i due uomini continuò con le consuete domande che poterono far capire alla mora quanto poco i suoi genitori sapessero di lei. Nonostante questo non poteva tenere bloccate le forze dell'ordine per colpa di genitori superficiali e decise di uscire alla scoperta.

-Bene signori, inizieremo immediatamente la ricerca…-

-Non ce ne sarà bisogno!- esordì la ragazza entrando con calma e braccia conserte nella sala -Sono qui ora potete andare- i poliziotti la guardarono stupita e i genitori ancora di più ma Faith non si scomponeva e reggeva benissimo agli sguardi dei presenti.

-Signori voi lo sapevate?- riuscì poi a domandare uno dei due poliziotti.

-C-certo che n-no… Noi non s-sapevamo niente…- rispose la madre con un filo di voce.

-Allora noi togliamo il disturbo ma accertatevi meglio di dove si trova la prossima volta…-rispose a sua volta l'uomo salutando e uscendo di casa seguito dal collega. Ci fu un attimo di silenzio in cui i genitori di Faith dovettero fare mente locale della situazione.

-Pensavate davvero di trovarmi in quel modo? Non sono 1.60 ma 1.70, ho gli occhi azzuri e non verdi e le “amiche” che avete elencato non le sento più da anni… Avrebbero trovato un'altra ragazza come minimo…- ruppe il ghiaccio la ragazza con tono aspro e di disgusto.

-Quindi eri li ad ascoltare? Hai fatto perdere tempo a tutti! A quegli uomini, a me, a tua madre, tempo e soldi buttati via per una ragazzina viziata!-le urlò addosso il padre ma la mora rimase impassibile.

-Ci hai fatto preoccupare per nulla! Ieri tuo padre voleva che andassi all'università, oggi io decido di rinchiuderti in un collegio o in convento! Oggi avevo un'importantissima riunione e l'ho saltata per venire qui perché tu eri sparita! Se pensi di passarla liscia hai proprio sbagliato…- aggiunse la madre dirigendosi minacciosamente verso la figlia per poi fermarsi accanto al marito.

-Bene… Ora sono viziata e valgo meno di una riunione… Sapete è bello avere certe conferme… Ma sapete cosa vi dico, mamma nessuno ti ha chiesto di venire a casa a fare questa stronzata se volevi tanto andare a quelle cazzo di riunioni dove vai ogni giorno al posto di stare con me! E poi viziata… Cos'ho ottenuto io in 18 se non un conto in banca?! La finizone della vita perfetta secondo i vostri parametri! Da voi non ho mai visto una parvenza di umanità, uno straccio di emozione… Mi avete riempito di cose che non mi sono mai piaciute invece di quelle che mi interessavano che mi sono sempre dovuta procurare da sola, non mi avete dato un cazzo! 18 anni ho sopportato in silenzio aspettando con ansia il giorno del mio compleanno per essere considerata ma ora non me ne importa più… Io me ne vado non chiamate la polizia ho 18 e scelgo cosa farene della mia vita! Addio…- disse asciugando le lacrime che erano scese sul suo viso per poi andare in camera sua a prendere le valigie già pronte e trascinandosele fino a fuori casa senza nemmeno voltarsi. Era un nuovo inizio, non sarebbe stato facile ma lo era…

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Capitolo 6
*** 6 ***


Prese un taxi e si fece portare davanti a casa di Becky. Arrivata sulla porta bussò, una volta, due volte, tre volte… Fino a perdere le speranze. “Cazzo! E ora che faccio?” Mentre se ne stava per andare la porta si aprò ma ne uscì un uomo che non aveva mai visto prima.

-Si?- chiese l'uomo guardandola perplesso.

-Sto cercando i tre ragazzi che vivono qui, sa dove sono?-

-No e non ne voglio più sapere! Li ho sbattuti fuori stamattina erano indietrissimo con l'affitto e quando ho saputo che uno di loro era finito dentro li ho cacciati definitivamente, ora se non le dispiace la saluto- rispose l'uomo prima di sbattergli la porta in faccia.

Faith si sentiva persa, non aveva nessuno da cui andare e poi chi era finito dentro?! Cominciò a vagare trascinandosi stancamente le valigie per la strada. Erano le 4:30 circa e dubitava che entro la fine della giornata avrebbe trovato un posto dove stare. “Ma brava Faith! Finalmente te ne vai di casa e vai subito a cercare altra gente che ti aiuti?! Forse è vero che sei viziata e che non sai badare a te stessa!” Pensò mentre si riavvicinava verso il cuore della città. Avrebbe dovuto cercare un appartamento, ma per la testa le giravano mille pensieri. Le parole di suo padre e di sua madre le tornavano prepotenti nel cervello ogni volta che tentava di liberarsene, il dolore le strinse il cuore e le lacrime finalmente le rigarono il viso, ma non erano lacrime di nostalgia di quello che era stata la sua vita fino ad allora ma lacrime di disprezzo per i suoi e un po' per se stessa, infondo era stata lei a permettere tutto ciò, che la sua gioventù venisse buttata in mezzo al falso perbenismo, ma era solo una bambina speranzosa… Non poteva sapere…

Si fermò e si appoggiò ad un muro. Si asciugò le lacrime e finalmente sentì nuovamente la forza che tornava in lei e le sgombrava la mente. “…uno di loro era finito dentro…” Ma chi? E perché? Pensò alle parole del propitario dell' ex appartamento dei suoi amici e finalmente capì. Alla centrale! Ecco dove doveva andare, era sicuramente un fatto fresco e se c'era un posto dove tutti e tre si trovavano allora e lì. Camminò il più velocemente possibile che le valigie le permettevano finchè ansimando non arrivò alla centrale della polizia. Salì i gradini e aprì la pesante porta di vetro all'ingresso e lì la vide. Becky era seduta su una delle scomode sedie della sala d'asptto con gli o chi arrossati e le guance bagnate, vicino Dylan che camminava avanti e indietro preoccupato. Avevano anche loro delle valigie contenenti ciò che erano riusciti a portarsi via dall'appartamento prima di essere cacciati fuori.

-Becky! Dylan! Finalmente vi ho trovato!- urlò Faith prima di corrergli incontro e abbracciarli entrambi.

-Faith che ci fai qui? E cosa sono quelle valigie?- chiese in risposta Dylan che sembrava essersi ripreso dal suo mondo.

-Sono andata via di casa definitivamante, allora sono venuta da voi ma il proprietario mi ha detto che vi aveva sbattuti fuori e che uni di voi era finito dentro così sono venuta qui sperando di trovarvi. Ma cos'è successo?-

-Jake è d-dentro- Cominció Backy tra i singhiozzi senza riuscire a guardare l'amica in faccia-Ieri s-sera mentre stavamo t-tornando a c-casa a piedi d-dei tizi e-e gli hanno c-chiesto della r-roba, io lo ho g-guardato p-per chiedere s-spiegazione e lui sb-sbuffando ha t-tirato fuori d-della cocaina d-dicendo il p-prezzo ma i due e-erano p-poliziotti e…e…- tentò di finire ma scoppiò a piangere nuovamente. L'odio che Faith provava per Jake si intensificò. Non le importava tanto del suo “lavoro” ma del fatto che avesse potuto tenerlo segreto a Backy senza pensare che prima o poi tutto viene a galla.

-Mi dispiace tesoro…-disse dolcemente abbracciandola.

-N-no non ti dispiacere. Tu me lo avevi detto che era un fallito avrei dovuto darti retta…-rispose asciugandosi le lacrime.-Ora abbiamo un problema più grande: nessuno di noi tre sa dove andare…-

-Io in verità si…-esordì Dylan tenendo la testa china.

-E dove? Perché non lo hai detto prima?- rispose Backy felice balzando in piedi.

-A dire il vero…ecco…voi non…- temporeggiava prima di dare una brutta notizia, Faith lo aveva capito ma era stanca e incazzata con tutti doveva sbrigarsi.

-Non girarci intorno e di dove cazzo intendi andare!- gli urlò contro.

-A casa dai miei. Avevano ragione il sogno del musicista è una cosa da bambini è ora di crescere, tornerò da loro sperando che mi rivogliano, andrò in una università e mi costruirò una vita seria sono stanco delle minchiate- disse velocemente col capo chino.

-Tu… Sei stanco… Ma non ti vergogni neanche un po' cazzo?! Abbandonerai così i tuoi amici? Senza un soldo ne una casa… Sei un lurido verme del cavolo! Che aspetti ad andartene, torna strisciando a Dallas dato che ci tieni tanto! Ti stai dimostrando un pisciasotto come al solito, se lo cose non vanno bene scappi a gambe levate e molli tutti nella merda che anche tu hai creato! Ma… Lasciamo stare… Vattene e facciamola finita- gli disse poche cose rispetto a tutto quello che voleva buttargli addosso ma voleva che se ne andasse al più presto. Nella testa di Faith la sua immagine era diventata fonte di disgusto e un senso di nausea la assalì, non mangiava da più di 24 ore ma se ne avesse avuto la forza avrebbe sicuramente vomitato qualcosa. Guardò Backy, la scintilla che aveva negli occhi si era spenra e aveva lasciato posto all'orrore e alla consapevolezza che la fine di quel tunnel di disgrazie era ancora lontano. Dylan le guardò, prese le sue cose e senza girarsi uscì dalla stazione di polizia scomparendo come un brutto sogno, o uno bello…

Backy e Faith erano in una stanza d'albergo ormai fatiscente. Faith aveva parecchi soldi in banca ma avevano deciso di comune accordo di non spenderli se non per i beni di prima necessità finché non si fossero trovate in una situazione migliore. Il silenzio regnava sovrano, anche il traffico non penetrava in quella camera e nessuna delle due ragazze accennava a voler iniziare una conversazione. Faith si era persa nella sua mente ripensando a come nel giro di 36 ore il mondo le fosse caduto addosso silenziosamente schiacciandola sotto i detriti di una vita. Ieri aveva dei genitori (se così si potevano chiamare), aveva la Backy felice con cui passava le giornate, aveva Dylan le cui avance non davano più tanto fastidio e aveva anche Jake che nel bene o nel male a volte le era stato vicino. Ora i suoi, Jake e Dylan erano usciti di scena come se fossero state comparse destinate a non lasciare tante tracce, poi anche l'allegra Backy insieme a lei era stata travolta da questo fiume in piena lascindo una ragazza senza più fiducia soprattutto negli uomini dato che i due a cui voleva più bene l'avevano abbandonata uno più spietatamente dell'altro. Ma lei non ne aveva colpa, Faith l'avrebbe aiutata a rialzarsi.

-Dobbiamo trovare un lavoro e un altro appartamento, non ce ne sono di storie…- disse la mora all'improvviso.

-Lo so ma che lavoro e dove un appartamento…- replicò l'altra guardandola tristemente con i suoi occhi azzurro ghiaccio. Sospirò, si tirò indietro i capelli corvini e mise la valigia sul letto.

-Penso di uscire stasera…-

-Cosa? Sei impazzita?! L'unica cosa che abbiamo deciso è stata di risparmiare e tu vuoi buttare anche questo a fanculo per bere?!- replicò stizzita la mora facendo salire la sua voce di qualche tonalità mentre l'altra continuava a rovistare nella valigia.

-Pensavo di andare al Roxy, oggi è lunedì le ragazze bevono gratis- replicò in tutta calma prendendo anche l'altra valigia.

-Non ha importanza! Domani dobbiamo essere lucide per poter trovare una sistemazione quindi tu stai qui con me!-

-Ascolta Backy sono stanca, voglio scollegare il cervelllo stasera. Ti prometto che domani farò tutto ciò che è in mio potere per sistemarci definitivamente ma non ce la posso fare stando qui. Mi sento oppressa da questo posto ho voglia di uscire a respirare qualcosa che non sia polvere, se vuoi venire anche tu bene se no pazienza- replicò con un minimo di isteria segno della sua pazienza che lentamente andava a farsi benedire.

-Ok vengo anche io… Però mi presti dei vestiti te non ho voglia di rovistare tra le mie cose…- Faith fece un cenno di consenso a Backy la quale si avvicinò alla valigia non appena la ragazza andò in bagno. Quando ne uscì indossava dei pantaloni in pelle aderenti sopra un maglietta larga bianca che le lasciava scoperto l'omblico con scritte e disegni molto punk. I capelli lasciati sciolti leggermente cotonati, del pesante trucco nero sugli occhi, un rossetto rosso acceso che s'intonava allo smalto e infine delle scarpe con tacco 10 che sembravano fatte di jeans coordinate alla giacca fhe avrebbe messo per uscire. L'amica invece aveva optato per una canottiera bianca, dei jeans attillati con delle bretelle, ai piedi i suoi adorati anfibi, i capelli naturali e del leggero trucco. Infondo era già abbastanza appariscente di suo, pensò Faith, con i piercing sul volto i tatuaggi sul collo ed era solo 5cm più bassa di lei, fortunata…

Salve a tutti!! Ok… So che non mi faccio viva da novembre ma l'altro giorno sono tornata su auesto sito e ho realizzato che infondo mi mancava scrivere e leggere le storie che ogni giorno vengono pubblicate così eccomi qua! Hi deciso di continuare questa storia dato che l'idea mi sfagiolava. Spero che qualcuno abbia la pazienza di andarsela a riprendere e magari recensire pure. Bye bye ci si sente al prossimo capitolo.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Le due ragazze presero un taxi e nel giro di un quarto d’ora si ritrovarono davanti al Roxy che, nonostante fosse Lunedì, era affollato di ragazzi che avevano voglia di bere, festeggiare e dimenticare. Riuscirono ad entrare facilmente dato che erano due belle ragazze e subito si fiondarono sul primo tavolo libero ordinando due birre medie bionde. Decisero di non parlare delle difficili ore che avevano dovuto affrontare ma di optare piuttosto per cose soft come film, libri, band… Così le ore passarono insieme alle birre e all’1 di notte si ritrovarono abbastanza ubriache a ridere e a scherzare come se fosse una giornata normale.

-Ei Faith anche te qui?- la ragazza si voltò per vedere il proprietario della voce che l’aveva chiamata. Ci mise un po’ a ricordarsi chi era ma infondo un cespuglio ambulante di ricci era difficile da dimenticare.

-Slash ciao!- rispose con più entusiasmo di quanto era abituata ad usare –Vieni siediti con noi, lei è Backy una mia amica e Backy lui è Slash un ragazzo che ho conosciuto ieri- aggiunse sorridendo guardando i due che si stringevano la mano.

-Allora sei qui a cercare un’altra ragazza per la serata?-

-Anche, perché no… la ragione principale era fare uscire un amico di casa. La “ragazza dei suoi sogni” lo ha appena scaricato e stava facendo di casa nostra il suo luogo di putrefazione personale, non si riusciva neanche più a respirare in camera sua!- rispose sproloquiando leggermente com’era solito fare.

-E voi care fanciulle invece uscite ogni sera?- il volto fi Faith si rabbuiò un attimo. Non si sarebbe certamente messa a raccontargli di tutti i loro problemi ma solo il fatto di pensarci non la rallegrava…

-No, avevamo solo bisogno di uscire oggi ma penso che i prossimi giorni ci daremo una calmata- rispose cercando i non far trasparire la leggera malinconia che si era impossessata di lei.

-Capisco… vi dispiace aspettare un attimo ho visto due del mio gruppo li vado a chiamare- rispose il riccio prima di alzarsi e scomparire tra la folla.

-Non mi avevi detto di aver conosciuto un ragazzo ieri- disse Backy con un po’ di malizia.

-Si… niente d’importante l’ho aiutato a tirarsi fuori da un casino ieri e in cambio lui mi ha fatto dormire da lui e poi mi ha riportato a casa. Comunque sta tornando- spiegò guardando l’amico tornare con due ragazzi. Uno era Axl il rosso che aveva conosciuto quella mattina l’altro era un ragazzo molto alto con i capelli ossigenati e al collo un lucchetto alla Sid Vicius. Li guardò tutti e tre insieme e dovette ammettere che erano tre ragazzi indubbiamente fighi, chissà magari era quello il requisito per entrare nel gruppo.

-Eccomi tornato! Loro sono Axl e Duff, e loro due ragazzi sono Faith e Backy. Tu Faith hai già conosciuto Axl stamattina ricordi?-

-Certo che mi ricordo, ero un po’ rincoglionita ma non abbastanza da rimuoverlo completamente!- Axl non commentò e si imitò a sedersi tra Slash e Duff che si erano rispettivamente seduti accanto a Faith e Backy.

-Scusate sapete dirmi che ore sono?- chiese cortesemente la mora non appena tutti si furono seduti.

-L'1:15, perché?- rispose Duff continuando a guardare la ragazza. Da quando era arrivato al tavolo non aveva smesso di fissarla un attimo, non tanto per i tatuaggi o i piercing ma perchè era bellissima. Abbastanza alta per essere una ragazza, magra ma non troppo, slanciata, con una pallida carnagione e con degli occhi di un marrone cioccolato tanto grandi che ci si poteva perdersi. Era molto diversa dalla sua ex Sophie, molto più alta, praticamente pelle e ossa, bionda, con una perenne tintarella e che non avrebbe mai sopportato l'idea di incidersi qualcosa sulla pelle. Sophie ispirava perfezione quasi ossessiva, lei tenerezza e trasgressione allo stesso tempo.

-Forse è meglio tornare in albergo Faith domani dobbiamo essere concentrate…-

-Assolutamente no! Prima ti avevo detto che il mio proposito per la serata era spappolarmi il cervello con l'alcool e non ci sono ancora riuscita quindi… Io resto qui tu fai quello che vuoi- rispose Faith. Era stata troppo dura ma non se ne rendeva conto. Il suo controllo e la sua pacatezza erano andati via insieme alle birre che aveva ordinato e ora non aveva quasi più filtri.

-Fottiti-rispose semplicemente Backy prima di prandere le sue cose e andarsene. Duff non seppe mai perché lo fece ma si alzò di scatto e la seguì quasi fosse lui quello che si doveva scusare. Corse fuori dal locale immaginando la ragazza già lontana per i marciapiedi della Sunset Boulevard invece si sorprese vedendola seduta in terra appoggiata al muro con il capo chino.

-Ei tesoro tutto ok?- chiese avvicinandosi e sedendosi imparte a Backy. La mora per risposta non parlò ma tirò su la testa mostrando il trucco sbavato dalle lacrime.

-Dai non piangere poteva essere più stronza la tua amica…-

-Vattene! So solo il tuo nome e probabilmente non ti rivedrò mai più, non ho bisogno della tua compassione-

-Non era compassione è che mi eri sembrata un po' agitata e la risposta che hai ricevuto è stata abbastanza dura quindi, dato che probabilmente non ci rivedremo più, se vuoi raccontarmi cosa succede posso starmene qui seduto ad ascoltare anche tutta la notte-

Backy lo guardò un po'. Perché era così gentile con lei? Sarebbe potuto andarsi a divertire e invece insisteva per sapere dettagli sulle sue ultime strazianti ore. Per la mora era la cosa più strana che le fosse mai accaduta. I suoi genitori la odiavano, suo padre le ripeteva che se non si fosse data una raddrizzata sarebbe finita a prostituirsi e la madre aggiungeva che non avrebbe fatto un granché neanche in quel modo perché i tatuaggi l'avrebbero trasfigurata e resa orribile, il fratello Daniel la picchiava e la trattava come schiava ma lei era troppo debole per ribellarsi, i compagni di scuola la prendevano in giro, la isolavano e le facevano passare casini di cui lei non sapeva niente e tutto ciò perché si vestiva diversamente e le piacevano i piercing e i tatuaggi. Poi scappò di casa e a Los Angeles incontrò Dylan che le era sembrato così gentile finché poche ore prima non l'aveva abbandonata e infine jake terribilmente maschilista con amanti ovunque che non le faceva mai un complimenti anzi spesso le diceva che era diventata più brutta di quanto ricordasse ma lei non riusciva a rispondergli. Si era sempre sentita il brutto antroccolo e l'unica persona di cui si fidava era Faith a cui voleva immensamente bene nonostante tutto.

-Prima racconta te… Dimmi, come vanno le cose ultimamente?- chiese infine e dopo aver sbuffato rumorosamente Duff rispose.

-Male, la ragazza che pensavo mi amasse se ne è andata dicendomi che stava con me solo perché era popolare e bravo a letto. Allora le ho chiesto da chi stesse andando e lei ha risposto che i motoley crue le avevano offerto di diventare una loro grupie e di andare in tour con loro. Se non altro adesso ha davvero quello che vuole, sarebbe semplicemente stato bello saperlo 7 mesi fa…-

-Che troia!-rispose Backy stizzita. Poi era ovvio che il maschilismo cresceva, neanche lei avrebbe voluto una così a votare!

-Già… Ma adesso tocca a te, racconta dai!-la esortò Duff.

-Vediamo… Sentimentalmente parlando mi ero innamorata di uno stronzo che circa 24 ore fa è finito al fresco per spaccio, non che abbia qualcosa contro gli spacciatori ma anche a me questa informazione avrebbe fatto comodo prima. Poi… Il mio migliore amico mi ha abbandonato oggi pomeriggio perché ci hanno sbattuto fuori casa e così ha pensato che lui avrebbe potuto tornarsene dai suoi a Dallas. Quindi ricapitoliando: single da poco, senza una casa, senza un amico che reputavo importante, senza un soldo, poi tra l'altro mi hanno licenziata due giorni fa quindi anche senza lavoro… Beh mi rimangono solo Faith e i suoi soldi dato che lei oggi è scappata dalla suo altolocata famiglia portandosi con se il suo fruttuoso conto in banca. Che situazione di merda…- disse questo con distacco, quasi a prendersi gioco di se stessa perché aveva voglia di riderci su e alleviare le sofferenze.

-Dio…e io che pensavo di essere messo male… Non so quanto possa esserti utile ma grazie alla tua storia adesso sto meglio-

-Bene sono felice di averti tirato su il morale non c'è voluta poi tanta fatica-

-Comunque se c'è qualcosa che posso fare per te dimmelo e io vedo cosa riesco a fare- Backy guardò Duff un attimo. Lui era uno che la città doveva conoscerla, si sentiva che non era nato lì ma se c'era qualcuno che sapeva dove andare a cercare un lavoro e un appartamento beh, lui poteva essere utile.

-Non è che percaso sai se c'è da qualche parte in affitto un appartamento decente per me e per Faith? O almeno un posto dove trovare un imoiego…- chiese un po' timida pensando quasi di star chiedendo troppo.

-Vediamo… Un impiego è semplice, lavoro in un' edicola e il proprietario cerca qualcuno che lavori con me oppure al negozio di musica li vicino cercano qualcuno che aiuti Stradlin uno della mia band che tu non conosci. Di appartamenti poi non so che dirti, non mi sono mai guardato in giro per quelli perché mentre un lavoro di riserva può servire se mi licenziano nel magazzino in cui viviamo è tutto ok quindi non mi sono mai preoccupato però se vi serve noi abitiamo in questo posto enorme, abbastanza spartano abbiamo dovuto arredarlo tutto noi ma abbiamo 5 camere da letto se vi serve posso chieder agli altri se ci possiamo stringere un po' finché non trovate una vera e propria sistemazione…- Backy guardò Duff incredula. Ok aveva bevuto troppo!

-Sei serio? Cioè non solo sul lavoro a quello ci credo ma alla storia del magazzino, pensi che possiate farlo? sei sicuro, non lo fai solo per portarmi a letto giusto?- chiese la ragazza sbigottita da tutte quelle parole che sembravano la sistemazione di tutti i loro problemi. Duff scoppiò a ridere all'ultima domanda non gli era mai capitata una ragazza così sincera e diretta. Se l'avrebbe voluta portare a letto? Ovvio! Se si era offerto di aiutarla per quello? No, non avrebbe potuto.

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Capitolo 8
*** 8 ***


-Ei Duff dove vai? -urlò Slash vedendo l'amico andarsene ma evidentemente non l'aveva sentito perché era andato via senza neanche voltarsi.-Le ragazze lo uccideranno…-

-Ma lascialo stare è solo una checca che s'innamora della prima che passa, solo che…-disse Axl rivolgendosi poi a Faith-…se dopo la tua mica si comportad a puttana questa volta lo aiuti tu-finì usando un tono aspro e di disprezzo che fece incazzare la ragazza. Ma chi era lui per parlarle così e per chiamare Backy puttana?!

-Ascolta non so cosa tu abbia nel cervello, segatura penso, comunque mi sembra che Duff o come cavolo si chiama sia abbastanza grande da fare cosa cazzo gli pare e la prossima volta che chiami Backy puttana ti spacco la faccia ok?!-era palesemente ubriaca infatti il tono che doveva essere minaccioso era attenuato dallo strasciamento delle parole.

-Ascolta tesoro nessuno quà ha bisogno di te quindi perfavore o me lo succhi o puoi tenere la bocca chiusa-Axl rispose con talmente tanta calma che a Faith sarebbe piaciuto tirargli qualcosa addosso o piccchiarlo a sangue e sebbene si fosse immaginata la scena, optò per alzarsi e andare al bancone lontano da quella testa di cazzo. Come si permetteva di dire certe cose a una che neanche conosceva? Ora capiva tutte quelle che sognavano il principe azzurro. Rimase un po' li a bere guardando da lontano i due che aveva abbandonato litigare. Chissà magari anche Slash pensava che il rosso avesse esagerato oppure avevano visto una bella ragazza e stavano scegliendo chi dei due avrebbe dovuto provarci. Più ci pensava più capiva che la seconda opzione era la più probabile così con un sospiro decise di vedere se l'amica era ancora nelle vicinanze così magari avrebbe potuto scusarsi. Uscì traballando sui tacchi ed una volta fuori l'aria fresca le fece salire un brivido su per la schiena. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente per sbollentare un po' la rabbia che quel giorno aveva continuato ad accumulare. Si guardò intorno e non ci mise tanto a capire che Backy se n'era già andata. Chiamò un taxi e andò in albergo. Davanti alla porta dovette concentrarsi per far entrare la chieve nella toppa e quando ce la fece aprì la porta silenziosamente pensando che dall'altra parte ci fosse l'amica che dormiva. Invece no. Le valigie erano ancora sul letto dove le avevano lasciate, il bagno vuoto e della mora niente traccia. Guardò l'orologio scassato alla parete che stranamente funzionava e si rese conto che tra una cosa e l'altra si erano fatte le 2:45 ed era troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Cercò di tranquillizzarsi pensando che Backy fosse con Duff, infondo lui l'aveva seguita e lei non fa mai stronzate neanche da ubriaca quindi si calmó e cambiatasi si mise a letto dove cadde in un sonno irrequieto.

L'ultimo ricordo di Backy era quello di essersi appoggiata alla spalla di Duff quando ancora era seduta davanti al Roxy, poi più niente. Un raggio di sole dritto in faccia l'aveva fatta svegliare e adesso si rigirava nel letto in cerca di una posizione comoda. Aspetta un attimo, un letto?! Backy schizzo a sedere come una molla e ansimando si guardò intorno. Era in una stanza abbastanza piccola e vuota oltre, al letto dov'era sdraiata c'era infatti un armadio mezzo rotto e un basso un po' consumato ma tenuto con evidente cura. Poi lo vide in un angolo, Duff, con un viso rilassato e gli occhi chiusi segno che dormiva. Evidentemente ieri si era addormentata li in strada e lui l'aveva portata a casa sua non sapendo dove si trovava l'hotel dove aveva lasciato le sue cose. Si alzò e in punta di piedi uscì dalla stanza stando attenta a non fare rumore, cercò il bagno, cosa abbastanza difficile dato che si era ritrovata in un corridoio con 6 porte e uno sbocco su quella che probabilmente era la sala. Provò subito con quella infondo e fu fortunata così entrò e con l'acqua si lavò via il trucco della sera prima e preso un elastico che aveva al braccio si legò i capelli in una coda alta cercando di sistemarli. Quandò tornò indietro vide che il biondo si era svegliato e ora stava seduto sul letto con un aria confusa.

-Ei- disse semplicemente entrando nella stanza.

-Eccoti! Mi sono appena svegliato e pensavo che te ne fossi andata ma poi ho visto gli anfibi qua e non capivo…-

-Mi sono appena svegliata anche io, ho semplicemente fatto un salto in bagno-

-Bene sono felice che tu sia ancora qua-aggiunse Duff ossetvandolavda capo a piedi. I vestiti della sera prima erano leggermente stroppicciati ed ora che era senza trucco potè rendersi conto di quanto fosse bella anche acqua e sapone con i capelli un po' arruffati.

-Già…stavo pensando…la proposta di ieri è ancora valida? Cioè…va bene se io e Faith veniamo a stare qui per un po'?-chiese imbarazzata Backy, non tanto per il favore che gli aveva chiesto ma più per la profondità con cui Diff la fissava con i suoi occhi da gatto.

-Certo! Bisogna solo chiederlo agli altri ma vedrai che diranno di si! Più che altro sono le 10 e sicuramente staranno ancora dormendo oppure non saranno ancora rientrati. Che ne dici se usciamo a fare colazione e poi ti porto dal mio capo a vedere se ti assume? Sempre che tu non preferisca lavorare al negozio di musica…-

-No, certo che non in edicola va più che bene, grazie mille- in parte avrebbe preferito lavorare al negozio di musica ma l'idea che magari il suo amico fosse una testa di cazzo la spaventava a morte, se non altro con Duff andava sul sicuro.

Uscirono di casa non appena Duff si fu cambiato e andarono a piedi in un bar li vicino. Mangiando ebbero l'occasione di conoscersi meglio e con piacere di Backy il biondo parlò molto di se facendo si che lei non dovesse raccontare tanto sul suo conto. Scoprì che Duff era l'ultimo di sette fratelli ed era natio di Seattle. Adorava la musica rock ma soprattutto il punk ed era uno sfegatato fan dei Sex Pistols come si notava dal lucchetto che portava al collo. Sapeva un po' cantare e suonava la chitarra, il pianoforte e la batteria ma al momento suonava il basso, il suo strumento preferito, nei Guns n Roses il gruppo formato da lui e suoi conquilini. Poi la ragazza iniziò ad imparare un po' anche del resto del gruppo per esempio, ieri aveva conosciuto Axl, quello con i capelli rossi, che era il cantante, poteva essere un po' scontroso ed era di Lafayette come Izzy, il chitarrista ritmico e il più intelligente e silenzioso dei 5 che era poi quello che lavorava al negozio di musica. Poi aveva conosciuto Slash, il riccio e mulatto chitarrista solista simpatico ma un po' bambinesco come il suo amico d'infanzia Steven il batterista del gruppo. Quando toccò a Backy raccontare qualcosa sul proprio conto disse solo che era originaria di un paesino nello stato di New York e che era venuta a Los Angeles a 17 anni perché si era stancata dell'aria che girava da quelle parti. Poi aveva aggiunto solo del suo amore per la musica e per i tatuaggi e qualche dettaglio sulla gente che gli aveva nominato nel suo discorso della sera precedente. Insieme si diressero poi all'edicola dove Duff lavorava e non ci volle molta fatica perché Backy venisse assunta, anzi lei disse semplicemente che era interessata al posto e il proprietario rispose che avrebbe lavorato in turno con il biondo di farsi dare da lui l'orario.

In albergo invece il risveglio di Faith non fu così rose e fiori. Prima di tutto si tirò su dal letto alle 10 anche lei ma al contrario dell'amica non aveva chiuso occhio quasi tutta la notte rimanendo in pensiero per la mora che però non tornava. Si era fatta una doccia lunghissima per riuscire a calmarsi ma l'acqua continuava a mancare e alla fine era stata più tempo all'ascoutto che sotto il getto. I suoi capelli poi non ne volevano sapere di stare aposto e allora decise di raccogliergli in uno chignon ma anche così le spountavano ciocche da tutti i lati. Le occhiaie non erano copribili neanche col trucco che tra l'altro continuava a sbagliare mettendoselo così da doverselo togliere e rimettere ogni due secondi. Poi si erano aggiunti forti fitte allo stomaco che le davano nausea e il mal di testa dovuto all'alcool. Si mise su dei leggins neri e la sua vecchia felpa del liceo grigia che le stava enorme giusto per amplificare l'effetto barbona. Aspettò l'amica fino a mezzogiorno ma dopo dovette prendere su tutte le valigie e sgomberare la camera. Era agitata e non sapeva se Backy era davvero da Duff e più il tempo passava più si creavano nella sua testa immagini orribili di una Backy rapinata, stuprata o persino morta. Cercò di fare mente locale. Doveva andare dai ragazzi e aveva la fortuna di esserci già stata a casa loro avrebbe dovuto semplicemente pensare a dov'era. Chiamò un taxi e si fece portare alla fine della Sunset Boulvard da dove sperava di poter trovare la strada verso il magazzino dove vivevano. Si perse un paio di volte ma dagli edifici capiva di non essere lontana. Continuava a sufpdare perché si stava trascinando dietro 4 valigie stracolme cosa abbastanza difficile per una ragazza della sua stazza. Stava per perdere le speranze quando la riconobbe. Era la casa dei ragazzi, ce l'aveva fatta! Camminò il più velocemente possibile e dopo aver suonato il campanello aspettò con ansia crescente che qualcuno venisse ad aprirle. Appoggiò a terra le valigie e quando si tirò su noto che la porta era stata finalmente aperta ma sulla porta c'era Axl, l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.

-Tu…-iniziò rabbiosa spingendolo dentro casa con una mano-Adesso mi dirai dove cazzo è finita la mia amica capito?!- gli urlò contro, neanche lei sapeva perché infondo non aveva colpa della sparizione di Backy ma lei era agitata e lui era una testa di cazzo.

-Cosa?! Che cazzo ne dovrei sapere io?!-

-Ieri Duff l'ha inseguita voi DOVETE avere almeno un'idea di dove cavolo l'abbia portata!!-

-Mi sono svegliato poco fa e la camera del biondo era vuota io non ho la minima idea di dove si sia andata a ficcare la tua amichetta del cazzo ok?!- rispose a tomo Axl incazzato per colpa di quella mocciosa che si lamentava con lui di una di cui neanche ricordava il nome.

-Ei che cavolo sta succedendo qui?-chiese un assonnato Slash che sbucava dal corridoio insieme ad un altro ragazzo più magro e con i capelli corvini come quelli di Faith.

-Già sarebbe proprio bello saperlo…- aggiunse un terzo ragazzo con i capelli biondi cotonati e due occhi azzurrissimi appena sbucato dietro agli altri due.

-C'è che la tua nuova amica pretende di sapere da me che fine ha fatto l'altra ma francamente se Duff l'ha stuprata o abbandonata non sono cazzi miei…- rispose Axl con il suo tono scazzato facendo infuriare ancora di più la ragazza che ancora gli teneva una mano sul petto quasi a voler essere sicura che lui non si avvicinasse.

-Tu brutto figlio di puttana io ti ammazzo…- gli urlò e si apprestò a tirare un pugno bloccato però da Slash il quale l'aveva presa e ,senza badare a Faith che urlava e si dibatteva, la trascinava al divano per poter farla sedere.

-Ei Faith calmati un attimo dai e dimmi qual'è il problema- disse cortesemente il riccio mentre lei si zittiva e si sistemava sul divano.

-Backy, è scomparsa… Non è tornata in hotel e stamattina dovevamo sgomberarlo quindi ho preso su le nostre valigie e se ora lei non è con Duff non ho la minima idea di dove sia, per favore dimmi che tu sai dov'è…-

-Io… Hai lasciato fuori le valigie?- chiese tralasciando l'ultima parte del discorso ottenendo in cambio un cenno di conferma.

-Per favore ragazzi le portate dentro?-chiese poi rivolto agli altri che uscirono a prendere le cose -È probabile che siano fuori insieme, Duff non è il tipo da abbandonare una ragazza e poi cos'è questa storia delle valigie e dell'hotel, fino a ieri non eri una ricca ragazza dei quartieri alti?- Faith si guardò intorno, Axl e gli altri due la fissavano e sebbene si fidasse di Slash di loro assolutamente no così decise di abbreviare la storia.

-Io sono scappata di casa e lei è stata sbattuta fuori dall'appartamento, è una lunga storia…- rispose e nella stanza calò il silenzio. Vide i ragazzi scambiarsi occhiate preoccupate come se anche loro stessero pregando che Duff avesse delle risposte a tutto quel casino. Sentirono il rumore di una porta che si apriva e si girarono a guardare l'ingresso tirando un sospiro di sollievo quando videro il biondo che sorridente parlava con Backy. La loro conversazione però si bloccò immediatamente sentendosi gli sguardi di tutti addosso.

-Backy, o mio Dio stai bene?- urlò Faith correndo ad abbracciare l'amica. La mora si diede mentalmente dell'idiota non appena vide l'amica, con Duff era stata così bene che si era completamente dimenticata di avvertirla o di aiutarla con le valigie che ora vedeva lì in salotto.

-Si, si tranquilla. Ho dormito qua poi siamo andati a fare colazione fuori e infine mi ha portata all'edicola dove lavora perché avevano un posto anche per me, quindi ora ho un lavoro e mi ha parlato di un posto anche per te-

-Davvero? Cavolo mancherebbe solo un appartamento poi potrebbe essere il nostro salvatore!- aggiunse Faith scherzosa come se si fosse dimenticata di tutta la preocuppazione che aveva provato per la “sparizione” di Backy che però guardò Duff come a esortarlo a parlare.

-Già a proposito ragazzi avrei una cosa da chiedervi…- iniziò il bassista grattandosi la testa.

-No- rispose Axl che intanto si era sdraiato sul divano e si era messo a sfogliare una rivista di musica di quelle che a volte Duff portava a casa.

-Ma non sai neanche cos'è!-

-Ok lascia che mi spieghi meglio… No non verranno a vivere qua soprattutto quella pulce isterica di Faith, non me ne frega per quanto o se pagheranno l'affitto loro quà non ci stanno, punto- rispose Axl sempre più sicuro di se prevedendo la domanda dell'amico.

-Dai Axl non hanno un posto dove andare…-aggiunse questa volta Slash che era evidentemente interessato ad aiutarle.

-Già, io non le conosco ma non puoi essere così crudele da buttare per la strada!-aggiunse il biondo con gli occhi azzuri che si stava dimostrando simpatico.

-Concordo anche io, diamogli una mano dai…-aggiunse l'ultimo dei ragazzi che non aveva ancora parlato.

-Fate quel cazzo che vi pare ma io non condivido la mi stanza con nessuno!-a quell'affermazione gli altri quattro si guardarono. Steven non avrebbe voluto perché aveva una ragazza e aveva bisogno di un posto dove poter stare solo con lei e Izzy aveva più volte ribadito che voleva i suoi spazi, mancavano quindi Duff e Slash che si guardarono con un tono rassegnato.

-Va bene cedo io la camera però Duff ti avverto che il tuo finto letto matrimoniale lo facciamo ritornare ad essere due letti separati io nel tuo stesso letto non ci dormo!-

-Come se io volessi risvegliarmi con i tuoi capelli in faccia!

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Capitolo 9
*** 9 ***


ATTENZIONE! questo è il secondo capitolo oggi quindi se non avete letto quello precedente vi consiglio di tornare indietro.

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-Comunque piacere io sono Steven Adler, ma potete chiamarmi Steve come tutti- il biondo cotonato si avvicinò alle due ragazze e si presentò usando un sorriso smaliante che ispirava simpatia.

-Piacere Faith Campbell ma tutti mi chiamano solo Faith-rispose stringendo la mano che Steve le aveva allungato.

-E io sono Rebecca Willson ma tu chiamami Backy-disse a sua volta la mora stringendo la mano a quello che aveva capito essere il batterista di cui Duff le aveva parlato.

-Ed io sono Izzy Stradlin, piacere- si presentò a sua volta anche l'ultimo sconosciuto alle due ragazze che senza neanche aspettare risposta andò ad aiutare gli altri che, tranne Axl, stavano traslocando le cose di Slash nella stanza di Duff sotto l'attenta osservazione del riccio che considerava fragili persino i suoi boxer. Quando ebbero finito notoarno che era già l'1:30 e più o meno tutti erano affamati. Su consiglio del rosso, che finalmente aveva detto qualcosa di intelligente, andarono a mangiare alla tavola calda che avevano dietro l'angolo dove nonostante il cibo non fosse dei migliori, i prezzi erano abbastanza bassi e quindi a portata delle loro tasche.

-Allora parliamo di questo trasferimento…-disse Axl dopo aver ordinato interrompendo le altre conversazioni.

-Che vuoi sapere?-chiese in malomodo Faith già scocciata.

-Lo pagherete l'affitto vero? Io non ho abbastanza soldi per potervi mantenere e non ho neanche l'intenzione di farlo-

-Tu non hai mai l'intenzione di fare niente se non va a tuo favore questo è chiaro non serve che lo ribadisci. Comunque si, lo pagheremo non abbiamo bisogno della tua carità signor…-

-Rose- aggiunse Axl sollevato dal fatto di non dover litigare con quella ragazzina anche su quello. Eppure aveva tutte le carte in regola per non essere un peso, era una figa della madonna e quello a lui bastava perché doveva anche parlare? Se proprio voleva farlo poteva almeno sforzarsi di essere simpatica no? Anche Backy per lui non era male, troppi piercing per i suoi gusti ma almeno lei non gli rispondeva male e parlava poco. Finita quella breve interruzione tutti ricominciarono a parlare di cose poco importanti ma almeno le ragazze ebbero la possibilità di constatare che i membri di quel gruppo tranne Axl tendevano ad essere simpatici e sembravano una buona compagnia.

Arrivarono i piatti e a Faith tornò in mente una questione che avevano lasciato in sospeso in magazzino-Ei Duff mi stavo chiedendo…-disse dopo aver assaggiato il primo boccone della pasta che aveva ordinato-Qual'è il lavoro che avevi in mente per me?-

-Izzy aveva detto che cercavano qualcuno al negozio di musica dove lavora… Se ne vuoi sapere di più chiedi a lui- Faith si girò a guardare Izzy che nonostante si fosse seduto davanti a lei non le avesse detto ancora un granché.

-Si, stanno cercando qualcuno che faccia il turno con me perché il ragazzo che c'era prima se ne è andato. Se ti va come stipendio non è male-

-Un negozio di musica dici? E in cosa consisterebbe il lavoro, stare seduti pregando che qualcuno entri a comprare qualcosa?-chiese con tono ironico facendo ridere il ragazzo che era rimasto serio da quando lo aveva visto la prima volta.

-Magari! Almeno avrei tempo di dormire! Comunque in verità consiste nel mettere a posto i vinili, pulire gli strumenti, sistemare gli arrivi, segare tutto ciò che c'è in magazzino… Di clienti ineffetti ce ne sono pochi ma qualcuno si vede, tranne il giovedì mattina-

-Beh sai che ti dico, dopo mi ci porti e mi faccio assumere. Ne ho bisogno e questo sembrerebbe abbastanza figo!-

Finirono di mangiare tra scherzi e chiacchierati e quando ebbero finito Slash, Duff e Backy tornarnono a casa per poter sistemare meglio le loro cose, Steven andò da Adriana, la sua ragazza, di cui aveva parlato molto durante il pranzo facendola sembrare simpatica, Axl optò per scomparire come spesso faceva ed infine Izzy accompagnò Faith al negozio di musica per vedere se poteva essere assunta.Avevano iniziato la camminata di mezz'ora verso il negozio ed era sceso un silenzio di tomba. Faith nei primi cinque minuti continuava a girarsi per controllare di non star seguendo un'ombra ma dopo si era trovata decisamente in imbarazzo e decise di tentare un approccio.

-Allora Izzy perché non mi dici qualcosa di te, sei così silenzioso…so solo il tuo nome e cognome!- usò un tono un po' più allegro del normale sperando che la prendesse in simpatia e iniziasse a parlare.

-Beh, è abbastanza… Comunque se c'è qualcosa che vuoi sapere chiedi- rispose lui pacamente continuando a guardare la strada

-Non lo so… Slash mi aveva detto che avete una band, perché non mi dai qualche dettaglio in più te dato che lui aveva solo accennatto- Per risposta Izzy prese una sigaretta e dopo aver aspirato una bella boccata di fumo finalmente iniziò a parlare.

-Siamo i Guns n Roses, non suoniamo insieme da tanto ma abbiamo già un bel po' di pezzi e la gente ci conosce abbastanza. I testi li scriviamo io e Rose mentre la parte musicale faccio io gran parte del lavoro ma in generale anche gli altri ci mettono del loro. Io suono la chitarra ritmica, Slash quella solista, Duff il basso, Steven la batteria e Axl, ovviamente, il cantante-

-Già cos'altro poteva fare pel di carota. Supponendo che sia bravo almeno apre la bocca e si mette in mostra utilmente!- a quell'affermazione vide Izzy che la guardò con uno sguardo che era un misto tra rimprovero e tristezza e subito le sparì il sorriso dal volto.

-Già… Dato che parliamo di lui posso chiederti un favore?-

-Dimmi pure- rispose Faith cercando di mascherare la preoccupazione che quella situazione le stava suscitando -Lo so che tu e lui non andate affatto daccordo però te ne sarei grato se tentassi di smussare la situazione. Vedi Axl non è una persona semplice, sa essere più gentile ma tende a esserlo solo con chi si fida. Non spetta a me raccontarti perché è così stronzo e acido però a te basta sapere che non è tutta colpa sua-fece varie pause. Non si era mai trovato in una situazione del genere ma sapeva che era la cosa più giusta da fare per rendere la convivenza più serena anche se non sarebbe stata comunque facile.

-Sai… Da quando vi ho visti nella stessa stanza ho pensato che foste grandi amici, ora me ne stai dando la conferma. Comunque mi sembri uno intelligente quindi se dici che quella di Rose è una questione complicata allora mi fido e lascio stare- rispose rassegnata. Per tutto il tempo che avrebbero dovuto passare insieme tra i vinili si poteva cancellare tutte le battute sul rosso ma sperava che Izzy potesse pensare a degli argomenti di conversazione se no sarebbe diventato difficile non sentirsi in imbarazzo ogni volta.

-Tu invece, sei di qua? Prima tu e Slash avete farfugliato qualcosa ma non ho sentito…- la ragazza non ci poteva credere, aveva avviato una conversazione di sua iniziativa! Quel momento per Faith sarebbe passato alla storia.

-Ineffetti si…-rispose semplicemente. Non era sicura di aver voglia di spiegare tutta la vicenda.

-E i tuoi?-

-Beh…ecco io…i miei sono a casa ma è una storia lunga…- era diventata rossa, un po' ,infondo si vergognava. La sua paura era quella di fare la figura della bambina viziata che era scappata di casa per un puro e semplice capriccio. Sicuramente avrebbe potuto capire ma per lei quel ragazzo era poco più che un estraneo e lei non si sentiva affatto pronta ad aprirsi così tanto con lui soprattutto per la diffidenza che emanava.

-Non ti preoccupare, ci sara tempo per certe cose. Ho come il presentimento che rimmarete con noi a lungo-

-Perché? È una situazione momentanea era già stato chiarito-

-Lo so ma… Chiamalo sesto senso ma c'è qualcosa in te e nella tua amica che mi suscita una strana sensazione-

-E questa sensazione è buona o brutta?-

-Da un lato mi sembra buona, mi ispirate novità e rinnovamento ma c'è una parte di me che quando ti ha visto mi ha urlato di scappare perché porterete solo guai-

-Spero nella novità e nel rinnovamento. Ho già i miei di guai, mi sembra inutile aggiungerne degli altri- rispose con un sorriso anche se non poteva nascondere di avuto anche lei una sensazione del genere, quella che le aveva fatto salvare Slash la prima volta che lo vide ma anche quella che la spingeva ad urlare addosso ad Axl. Chissà se significava davvero qualcosa…

Avevano camminato abbastanza velocemente quindi dopo solo 20 minuti sotto il tiepido sole della Los Angeles invernale erano arrivati a destinazione. L'insegna ingiallita e consumata lasciava intendere che non era un negozio di nuova generazione ma probabilmente ciò lo rendeva più carattersitico. I vetri erano un po' sporchi e ciò rendeva ancora più difficile vedere l'interno. Era ancora chiuso, avrebbe aperto solo dopo mezz'ora ma Izzy spinse sicuro la porta che infattì si aprì senza il minimo problema.

-John sono Izzy!- urlò il ragazzo chiamando quello che probabilmente era il proprietario. Si sentì un urlo di risposta inconprensibile poi da una porta infondo alla stanza sbucò un uomo, molto alto e ben piazzato, con baffi, barba e capelli bianche che non doveva avere più di sessant'anni.

-Caro ragazzo, la tua passione per il dovere è tanta da voler iniziare il turno prima o volevi semplicemente avere il tempo per presentarmi la tua nuova ragazza?- chiese l'uomo mentre sul suo volto compariva un sorriso che distendeva le profonde rughe del volte che erano segno di una vita vissuta.

-Ne una ne l'altra mi dispiace. Il motivo per cui sono qui è che tu mi avevi chiesto di trovare qualcuno a cui piacesse la musica, abbastanza responsabile e che mi stesse simpatico così ecco quà- concluse indicando Faith in parte a se. L'uomo la guardò un attimo con aria dubbiosa e poi finalmente parlò.

-Ti piacciono i Beatles e i Led Zeppelin?- chiese autoritario alla ragazza.

-Si signore- rispose d'istinto ma fortunatamente era stata sincera, sperava semplicemente di essere assunta e per farlo avrebbe giocato false carte.

-Bene. Nomi dei quattro Beatles-

-Vediamo… John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Star-

-Ok… Titolo del primo album dei Led Zeppelin e data di uscita-

-Led Zeppelin del… ‘69 mi pare-

-Giusto. Domanda a sorpresa: Nome del chitarrista dei Balck Sabbath-

-Beh è Tony Iommi-

-Maledettamente giusto! Non era molto difficile ma a me basta così. Inizi oggi con e lavorerai sempre con Stradlin, ricorda che sei qui perché mi serve qualcuno che lo sorvegli, non mi deludere! Ora però vi lascio devo andare a sbrigare qualche impegno ho lasciato la lista delle cose fissate per oggi vicino alla cassa. Buon lavoro ragazzi!- disse alla fine lanciando le chiavi al moro e scomparendo dalla porta d'ingresso.

-Scusate mi ero dimenticato di un dettaglio importante… Tesoro com'è che ti chiami?- chiese rientrando nel negozio dopo due secondi.

-Faith Campbell-

-Bene, me lo ricorderò! Arrivederci- disse infine uscendo nuovamente per l'ultima volta.

                 —•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•—•

Capitolo corto e di passaggio ma ce ne voleva almeno uno un po' più leggero. Comunque sia è bello vedere che c'è gente che segue questa storia, ti da un incentivo a non lasciarla li come avevo fatto un anno fa. Infine volevo chiedervi che ne pensate perché ho paura di fare una cosa lunghissima ed interminabile ma magari è una mia impressione

Bye bye al prossimo capitolo! Lotr87

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Capitolo 10
*** 10 ***


ATTENZIONE: questo capitolo contiene una scena ROSSA
 
Backy aveva deciso di tornare a casa con Duff e Slash in modo che quando Faith fosse tornata avrebbe trovato la camera in ordine. Ovviamente era impossibile. Slash e Duff continuavano a litigare "il mio basso resta lì!" "E io dove la metto la chitarra" oppure "io prendo i cassetti più alti" "no li ho già occupati io" e così via. Si sentiva un po' la Svizzera ma non poteva fare a meno di ridere la maggior parte delle volte, erano davvero degli idoti. Dopo due ore di riassettaggio erano ancora rutti e tre al punto di partenza anzi, sembrava solo che avessero fatto più casino!
 
-Ok basta, io cedo. È impossibile stare in due in una stanza!- esclamò Slash buttandosi sul letto che ora avrebbe dovuto cedere alle ragazze. Backy alzò gli occhi al cielo, possibile che a vent'anni fossero peggio dei bambini di due?!
 
-Ma smettila di lamentarti! Adesso te e Duff fate una cosa vi giocate tutto lanciando una monetina, se volete posso fare l'arbitro- propose, per fortuna ci sapeva fare con i bambini.
 
-Dici? Va bene dai... DUFF VIENI QUA BACKY HA TROVATO UNA SOLUZIONE!-
 
-Sono qua idiota non urlare!!- rispose il biondo entrando nella stanza-E ho anche sentito il "piano", a me va bene-
 
-Bene- disse la mora estraendo dalla tasca dei jeans una moneta-scegliete cosa vi giocate e poi scegliete testa o croce!- e fu così che iniziarono a lanciare la moneta centinaia di volte. Sarebbero anche riusciti a litigare se Backy non fosse rimasata li con loro. Alla fine con "solo" altre due ore riuscirono a riordidnare tutto, Backy si trovava ancora in alto mare ma lei senza distrazzioni avrebbe potuto farlo in poco tempo quando voleva. A lavoro compiuto Slash uscì per prendere una boccata d'aria e senza la preoccupazione che i due litigassero la ragazza decise di andare a fare una doccia mentre il biondo stava stravaccato sul divano guardando quella che loro chiamavano televisone.
La mora si era divertita alla fine, non capitava tutti i giorni di vedere due ragazzi comportarsi in un modo tanto infantile da sembrare tenero! Erano molto simpatici e questo la sollevò dalla paura di non riuscire a resistere li dentro neanche un giorno. Poi Duff era molto gentile con lei. Le era rimasta fissa nella memoria la serata prima, era stato li ad ascoltarla al posto di bere e divertirsi.
 
Anche Duff continuava a pensare alla mora. Non aveva mai conosciuto una come lei, bella, divertente ma allo stesso tempo... Normale! Una normale ragazza che sebbene ne aveva passate tante non aveva problemi di alcool o di droga come lui, come loro. Già, prima o poi avrebbero dovuto dirglielo, non sono cose che passano inosservate e se le scoprissero da sole sia Faith che Backy sarebbero scappate. No, forse Faith no. Sapeva poco di lei, aveva capito che era una ricca appena scappata di casa ma niente di più però qualcosa gli diceva che lei avrebbe potuto sopportarlo al contrario di Backy che sarebbe scappata sicuramente. Chissà dove stavano i suoi genitori, si chiese il biondo, infondo lui sapeva solo della sua vita a Los Angeles ma prima? Gli aveva detto di venire da un paesino di New York ma niente di più. Mentre ancora era assorto vide la ragazza fare il suo ingresso nella stanza struccata e con i capelli ancora umidi che lasciavano alle sue spalle un intenso prifumo di albicocche.
-Ei che c'è di ballo in TV?- chiese Backy sedendosi accanto a Duff sul divano.
-Niente, assolutamente nuente...- rispose il biondo spegnendo automaticamente l'apparecchio e girandosi a guardare la mora con aria assorta.
 
-Duff c'è qualcosa che non va?- "si sono sobrio" pensò il ragazzo di riflesso ma alla fine si focalizzò sulla persona che aveva davanti distogliendo i propri pensieri su come sarebbe stato parlare con una birra in mano.
 
-Si io... Stavo pensando a te, insomma... perché sei andata via di casa? Era tanto brutta casa tua? E perché non chiami mai i tuoi?-ok poteva usare più tatto ma almeno ci aveva provato. Backy abbassò lo sguardo con un'espressione triste.
 
-Se ora te lo racconto, mi prometti che non tirerai mai fuori l'argomento senza che sia io a volerlo fare?- chiese guardando il ragazzo che annuiva così con uno sforzo cercò di raccontare tutto nel modo migliore. Raccontò dell'odio che i suoi provavano per lei perché li faceva vergognare, del fratello violento e di tutte le cicatrici che le aveva lasciato, dei compagni di scuola che la deridevano e la isolavano e la mettevano nei guai. Ogni parola era come un pugno in pieno stomaco ma per Duff non fu diverso. Non la voleva vedere così triste, lei non se lo meritava, era una persona fantastica e quella gente avrebbe dovuto rimpiangere di non averla amata. Alla fine del discorso delle lacrime incominciarono a rigare il viso di Backy e a Duff venne naturale di abbracciarla. La ragazza rimase un attimo sorpresa ma poi si lasciò andare in quell'abbraccio caldo e dolce.
 
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Intanto Faith aveva iniziato a catalogare i vinili appena arrivati al negozio. Era lì da tre ore ma finora era entrato solo un gruppo di ragazzi senza un soldo in tasca. Parlavano del più e del meno e stranamente anche Izzy partecipava abbastanza loquacemente alla conversazione. Era affascinato dalla ragazza che si trovava davanti, ostentava ricchezza e raffinatezza ma in realtà era semplice, alla mano e straordinariamente intelligente. Non che fosse chissà che genio ma per Izzy chiunque avesse più o meno studiato qualcosa appariva acculturato.
 
-Stavo pensando… perché non mi racconti qualcosa di te?- le chiese dopo un momento di silenzio.
 
-Beh, che dire? La mia vita non è stata molto interessante fino a ieri…-rispose imbarazzata.
 
-Non importa, dimmi solo qualcosa che mi faccia capire chi sei-
 
-Mio padre è un’importante uomo d’affari, gestisce parecchie aziende e quando ha conosciuto mia madre lei gli è andata dietro così sono cresciuta in mezzo ai soldi. Ecco chi sono, la figlia ribelle di una stupida coppia di ricconi- concluse non nascondendo il disprezzo per la sua situazione famigliare. Izzy non rispose, la guardò un po’ male senza aggiungere una parola.
 
-C’è qualcosa che non va Stradlin?- chiese un po’ acida.
 
-No, niente…-Faith capiva che mentiva e lo spronò nuovamente a parlare.
 
-è solo che… quelle come te non le ho mai capite. Avete tutto e dovete per forza fare le diverse. Io sono cresciuto senza padre con una madre infermiera sempre impegnata e che guadagnava poco. A me mancava tutto, soldi, affetto, anche amici, ma a te? Che cosa avresti voluto di più?- le buttò tutto addosso. Solitamente sarebbe stato più gentile ma le “finte trasgressive” proprio non le digeriva. La ragazza lo guardò attentamente, prima con tristezza per la sua storia, poi con delusione ma infine con rabbia che in quel periodo sembrava sempre spingere per tornare.
 
-Dimmi che scherzi…- disse solo tentando di calmarsi ma visto che il moro sembrava non voler smentirsi si lasciò andare.
 
-Chi cazzo sei tu per criticare?! Per dirmi che avevo tutto?! Io avevo tutto è vero, ogni cosa che si potesse comprare ce l’avevo ma il resto?! I miei stanno ancora insieme è vero ma non si amano! Dormono persino in camere separate come se fossero due estranei del cazzo. Poi non erano mai a casa, sono stata cresciuta tra pidocchiosi maggiordomi e negli istituti femminili senza la possibilità di farmi mezza amica perché non potevo uscire o di poter sperimentare un minimo di fase adolescenziale perché fino a due anni fa gli unici ragazzi che avevo conosciuto erano gli idioti figli degli amici dei miei!! Capisci o no brutto idiota che dei miei 18 anni ne ho potuti vivere solo due scappando di casa e usando come scusa le biblioteche?! Almeno tu potevi fare quel cazzo che ti pareva. Tu non apprezzi la libertà che hai perché l’hai sempre avuta, io avrei dato via il culo per averne un po’!- gi urlò contro con tutta la frustrazione che si era accumulata. Le lacrime avevano iniziato a scendere e ora Izzy era lì seduto tra i vinili che la guardava allibito mentre la ragazza in piedi si asciugava le lacrime.
Non seppe mai perché lo fece ma si alzò e la baciò. Non era un bacio tenero e dolce ma uno forte e passionale che racchiudeva la frustrazione di entrambi i ragazzi che per motivi diversi avevano sofferto. Lei non fece opposizione anzi, gli mise le braccia intorno al collo e lo tirò verso di se. Izzy la spinse verso la porta del magazzino in modo da chiuderla. Continuavano a baciarsi facendo intrecciare le loro lingue in una danza passionale. Il moro le mise le mani sotto la maglietta facendole risalire fino ai seni che accarezzò facendo respirare la ragazza con più affanno. Andò poi dietro fino al gancio del reggiseno che slacciò e sfilò insieme alla maglia. Anche Faith fece lo stesso con la maglietta del chitarrista accarezzandogli il petto nudo così Izzy la prese e la fece sedere su un tavolo vuoto lì vicino. Le sfilò i leggings e lentamente portò le mani vicino alla sua intimità facendole risalire per l’interno coscia. La sfiorò leggermente da sopra il pezzo di stoffa ma la ragazza già si sentiva cedere. Le tolse anche l’unico indumento che portava e poi fece scivolare un dito dentro di lei facendola gemere. Poi ne mise anche un altro e Faith sentì il bisogno impellente di sentirlo dentro di se così con le mani andò a cercargli la patta dei pantaloni in pelle senza riuscirci. Così il moro fermò momentaneamente la sua dolce tortura per slacciarsi i pantaloni e liberare il suo membro per poi farlo entrare tra le pieghe della ragazza. Iniziò a spingere in maniera passionale facendo urlare Faith che si aggrappò alla sua schiena lasciandogli segni rossi. Alla fine Izzy uscì da lei appena in tempo e venne emettendo un suono gutturale. Si accasciò a terra stanco appoggiandosi alla fredda parete. Vide Faith che dopo essersi ripresa un attimo iniziò a rivestirsi velocemente avendo paura che il proprietario potesse tornare.
 
-Cazzo!- esclamò il moro ad un certo punto riallacciandosi i pantaloni e rinfilandosi la maglietta.
 
-Che succede?- chiese in risposta la ragazza allarmata dal tono del moro.
 
-Niente, ti chiedo solo di dimenticare tutto ciò ok? E per favore non farne parola con nessuno intesi?-
 
-Giusto… non vorrei mai che qualcuno sappia che ti sei scopato una viziata figlia di papà- rispose con un tono amaro.
 
-No, non è per quello anzi ti chiedo scusa, hai ragione non dovevo criticare senza sapere quello che c’era dietro ma vedi… ho fatto un casino-
 
-Che genere di casino?-
 
-Io sarei impegnato al momento, e la mia relazione sta andando anche piuttosto bene quindi ti prego, non raccontare a nessuno, neanche a Backy di oggi- Faith si sentiva uno schifo. Analizzando la situazione lei era la troia, anche se era stato Izzy a saltarle addosso questo non cambiava li situazione, aveva fatto sesso con un uomo impegnato e lei odiava sentirsi in colpa.
 
-Va bene- disse semplicemente alla fine guardando l’orologio e constatando che era ora di chiudere.
 
Salve a tutti. Per prima cosa mi scuso perché è da un po’ che non aggiorno. Poi, cosa più importante, volevo ringraziare chi legge questa storia perché sto notando che ad ogni capitolo c’è sempre qualcuno di nuovo che segue ed è una cosa fantastica. Spero che vi piaccia anche questo capitolo magari fatemi sapere che ne pensate.
Bye Bye al prossimo capitolo.  Lotr87

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Capitolo 11
*** 11 ***


IIzzy e Faith tornarono a casa in silenzio. Nessuno dei due aveva voglia di parlare probabilmente avrebbero creato solo più imbarazzo. Persino la gente che camminava di fretta per le strade di Los Angeles, abituata ai peggio spettacoli, li aggirava quasi fossero in una bolla di vergogna in cui nessuno voleva entrare. Faith invece voleva scappare. La vicinanza del moro la metteva in soggezione ma le provocava anche disgusto. Le aveva provocato una ferita nell’orgoglio che difficilmente avrebbe risanato. Non era una di quelle che si faceva troppo pregare ma non le era mai andata giù l’idea di essere la causa dei casini di coppia, chiamatela solidarietà femminile ma chiunque fosse l’altra ragazza non se lo meritava affatto. Ma chi c’era dall’altra parte questa volta? Izzy aveva detto che era una storia seria quindi vivendo con lui prima o poi l’avrebbe conosciuta, avrebbe voluto ammazzarsi solo al pensiero!
 
-Chi è?- chiese sovrappensiero quasi lasciando intendere che il moro stesse ascoltando i suoi pensieri.
 
-Chi è chi?!-
 
-La tua ragazza, chi è? Come si chiama?-
 
-Lavora come cameriera in un bar vicino al negozio e si chiama Daisy- rispose continuando a fissare la strada senza degnarla di uno sguardo.
 
-Da quant’è che state insieme?-
 
-Circa quattro mesi. Ma perché questo questionario?- chiese confuso dalla raffica di domande che gli stavano venendo poste.
 
-Sto decidendo quanto sentirmi in colpa. Di dov’è e quanti anni ha?-
 
-è di Las Vegas e ha quasi 17 anni- Faith si fermò di colpo. Quasi 17 anni?! Quindi ne aveva teoricamente ancora 16, che cazzo ci faceva Izzy con una sedicienne?!
 
-C’è qualcosa che non va?-
 
-Quasi 17?! Dio e cosa cavolo ci fa qui con uno come te?-
 
-Uno come me l’ha salvata da uno stupro, poi so che è scappata di casa ma non mi ha mai voluto dire di più e comunque non te ne deve fregare di quanti anni abbia ok? È una brava ragazza, simpatica e sincera e questo a me basta non me ne frega niente dell’età!- rispose con rabbia, probabilmente l’età gliela avevano fatta notare in molti e lui cerca semplicemente di non pensarci. Nessuno disse più niente ma Faith si sentì ancora peggio, evidentemente questa Daisy era una a posto e decisamente poco troia, brutta storia dato che sperava il contrario. Arrivarono a casa e dopo i soliti saluti Faith si lanciò sotto la doccia per poter rilassarsi e cercare di dimenticare. Izzy invece andò in camera sua dove si chiuse senza più uscirne per il resto della giornata.
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Backy si svegliò finalmente riposata. Dopo tutta quella tensione accumulata si sentiva stranamente rilassata. Si ricordava che ieri aveva parlato con Duff della sua vita e si era abbastanza sfogata; si era poi chiusa in camera poco prima che Faith e Izzy tornassero. Non erano ancora le 11 quindi per la casa regnava ancora un silenzio sovrano diversamente a quanto avveniva solitamente in città: a quell'ora la gente era a metà del turno mattutino e stava aspettando ansiosamente la pausa pranzo per potersi rilassare.Decise di andare in bagno a prepararsi, prese su dei vestiti semplici e quando aprì la porta per poco non finiva addosso al bassista in piedi dinnanzi a lei con una mano alzata a pugno. Duff vedendola sorrise e abbassò la mano.
 
-Ciao Backy, ero passato a vedere come stai, ma dalla tua faccia sembrerebbe benone!-
 
-Già, ed è merito tuo. Grazie mille per ieri mi ha fatto bene sfogarmi un po'- gli sorrise arrossendo un po'. Davanti a lui si sentiva così piccola, forse un po' per l'altezza del ragazzo ma anche per il fatto che nel giro di meno di 24 ore quel ragazzo aveva scoperto tutto della sua vita e questo la faceva sentire impotente davanti a lui.
 
-Bene! Sai volevo offrirti una mattinata tipo quella di ieri solo che oggi ti faccio fare il giro dei miei posti preferiti della città anche se probabilmente già li conosci-
 
-Non fa niente, vengo volentieri lascia solo che mi prepari e usciamo!-
 
-Perfetto- rispose semplicemente il biondo sorridendo e andando a sedersi sul divano attendendo la ragazza.
 
Faith non si svegliò molto tempo dopo ma lei era tutt'altro che riposata e rilassata. Era ancora nervosa per l' "incidente" con Izzy che addizionato alla tensione dei giorni prima non poteva fare altro che renderla più scontrosa e scorbutica. Senza contare che per la seconda volta qualcuno aveva suonato il campanello e dal silenzio sembrava che nessuno fosse andato ad aprire. Si tirò su diretta verso la porta d'ingresso. Indossava una maglietta enorme che copriva i pantaloncini che indossava per dormire. Durante il tragitto si legò i capelli in una coda cercando di sembrare più umana e dopo la terza volta che suonavano finalmente aprì. Davanti a lei comparve una ragazza che sembrava avere 14 anni ma che molto probabilmente era più grande. Aveva la tipica faccia da innocente che lei odiava: occhi grandi e azzuri, i capelli castano chiari perfettamente legati in una coda e giusto un accenno di trucco per sembrare ancora più semplice di quanto già non fosse. Aveva un corpo esile ed era cinque centimetri più di Faith sembrava sperduta e preoccupata ed esitava a parlare.
 
-Chi sei?- chiese rudemente la mora mentre l'altra rimaneva li zitta sulla soglia.
 
-E-ecco io sto cercando Izzy Stradlin- rispose titubante a bassa voce.
 
-Ok, entra. Vado a vedere se è in camera- Faith la lasciò in salotto e si diresse verso la camera del chitarrista. Aveva una mezza idea su chi potesse essere ma pregava che si stesse sbagliando. Bussò alla porta della camera e senza aspettare neanche una risposta entrò. Izzy sul letto la guardava intontito e si chiedeva perché mai proprio lei lo avesse svegliato.
 
-C'è una di la, ti sta cercando. Sbrigati a venire non ho proprio voglia di fare accoglienza- disse acidamente al moro che subito si alzò in piedi e dopo essersi messo un paio di jeans andò a vedere chi lo cercasse. Quandò arrivò in sala vide Faith stravaccata su un divano (evidentemente si stava già ambientando) che fissava distrattamente un'altra giovane ragazza seduta da sola sul divano più grande. La riconobbe subito e tentò di sorridere nonostante la stanchezza glielo impedisse.
 
-Daisy tesoro, che ci fai quà?- chiese andando incontro a quella che era la sua ragazza.
Daisy scattò in piedi e Faith potè giurare di aver visto il volto della ragazza invecchiare improvvisamente ma forse era solo un impressione perché l'unico cambiamento era che, da quando Izzy era entrato, lo fissava contraendo i muscoli facciali e assumendo un'aria più dura.
 
-È da tre giorni che non ti fai sentire Izzy, volevo sapere se eri ancora vivo- quella vocina, la mora la detestava, troppo squillante, troppo adolescenziale.
 
-Si scusami se non ti ho chiamato avevo un po’ di cose nella testa…- come per esempio scoparti la ragazza che ti ha aperto la porta! Faith stava impazzendo ma che ci poteva fare se quella falsità le dava fastidio?!
 
-Non importa… però la prossima volta cerca di pensare anche a me!- rispose Daisy ignara dei pensieri del suo ragazzo. Izzy stava infatti pensando che avrebbe voluto morire. Non avrebbe mai detto la verità ma avere lì davanti Faith che li guardava abbastanza scocciata gli faceva venire dei sensi di colpa assurdi.
Daisy iniziò a parlare di alcuni fatti da fidanzatini e Faith, non avendo alcun interesse ad ascoltare tornò in camera sua a cambiarsi. Non riusciva a credere all’indifferenza che Izzy ostentava mentre parlava con Daisy, come poteva dire che gli piacesse se poi la tradiva come se niente fosse?!  Li aveva sempre odiati i ragazzi così, belli e maledettamente bugiardi. Non venivano mai smascherati poiché nessuno indagava su un bel faccino così loro si sentivano liberi di raccontare alla gente le peggio cazzate. Guardò l’ora, quasi ora di pranzo, tra poco si sarebbero alzati anche gli altri e avrebbero iniziato a lamentarsi che avevano fame. Per fortuna ieri Slash era tornato a casa con un sacchetto della spesa con dentro qualche cazzata così ora lei avrebbe potuto cucinare qualcosa per tutti. Quando tornò in camera cerano Izzy e Daisy che pomiciavano tranquillamente sul divano. E dopo averli squadrati aspettando di essere vista decise di renderli partecipi delle sue idee.
 
-Dio che hanno le camere da letto che non vanno?!- chiese retoricamente ai due che subito si scattarono e si giravano a guardarla. Vede la ragazza incerta sul risponderle o no e di conseguenza Faith aveva sbuffato consapevole di non poterle strappare i capelli.
 
-Lasciate stare… comunque pensate di pranzare qua o andare da qualche parte per un pranzetto romantico?- sempre più acida pensò Faith pensando a se stessa.
 
-Rimaniamo qui perché? Hai intenzione di cucinare qualcosa?-
 
-Già prima che i tuoi amico si alzino e inizino a rompere reclamando cibo come degli zombie- rispose Faith andando in cucina a trafficare con le pentole. Per sua fortuna non fece abbastanza casino con gli utensili da mascherare la conversazione che era partita quando aveva lasciato la stanza.
 
-Ma chi è quella li?!- “quella li” ma che gentile la ragazzina!
 
-è una nuova coinquilina, è venuta a vivere qua ieri con una sua amica…-
 
-Ascolta tesoro…- o dio mio lo chiama pure tesoro! -… non ho problemi se sono grupie, puoi dirmelo, abbiamo a che fare con quelle puttane ogni giorno! A me basta che tu non ci vada a letto- puttana… l’aveva chiamata puttana… era davvero tentata di rovesciarle l’acqua bollente addosso per vederla sciogliersi ma non lo fece. Fece un bel respiro e assunse un’espressione indecifrabile, sicura e calma ma allo stesso tempo incazzata ed arrogante. L’acqua bolliva così Faith buttò la pasta e andò a svegliare gli altri. Si accorse però che Duff e Backy non c’erano. Che strano! Sicuramente staranno già facendo i piccioncini innamorati da qualche parte. Pensò con un po’ di disgusto ma non poteva fingere a se stessa che ultimamente l’amore le facesse venire la nausea.
Tornò in cucina e ci trovò Izzy intento a controllare la pasta.
 
-Non è ancora pronta tranquillo- disse Faith cogliendolo di sorpresa.
 
-Si… scusa. È che l‘ultima volta che abbiamo cucinato è quasi andato a fuoco tutto il magazzino, volevo evitare di ripetere l’esperienza- disse lasciando perdere la pentola e dirigendosi verso la sala.
 
-Izzy un’ultima cosa- disse Faith afferrandolo per un braccio e portando la sua bocca vicino all’orecchio del moro.
 
-Tieni a freno la tua ragazza o la prossima volta che mi chiama puttana le faccio saltare tutti i denti con un pugno e le racconto pure di ieri se mi va. Capito?!- Izzy la guardò preoccupato ma decise di non rispondere e tronare da Daisy sperando che andasse tutto bene.
 
Mentre svogliatamente Duff e Steven apparecchiavano lei scolò la pasta e ci aggiunse del pomodoro per poi servirla agli altri che si erano già seduti.
 
-Sai Izzy mi ha detto che ora vivi qua ma non mi ha detto come ti chiami- disse Daisy seduta davanti a Faith con un sorriso fintissimo.
 
-Faith- rispose senza smettere di mangiare.
 
-Io Daisy piacere. Com’è che sei finita qua? Conoscevi altri musicisti che te li hanno presentati?- quella domanda poteva essere così innocente ma unita al discorso di prima assumeva tutt’un altro tono. Faith scattò in piedi guardandola con una faccia che avrebbe fatto paura a chiunque.
 
-Ascolta brutta puttanella 16enne da piano bar non so che cazzo di aria di merda giri per la tua testolina vuota ma se osi ancora chiamarmi puttana e/o grupie ti faccio rimpiangere di aver imparato a parlare ok?!-
 
-Ma datti una calmata cazzo! Non è mica colpa mia se ti comporti da puttana e ti vesti come tale!- Faith chiuse gli occhi. Le avevano insegnato a trattenersi ma in quel momento qualsiasi insegnamento era completamente inutile. Aggirò il tavolo dirigendosi verso una terrorizzata Daisy che tremava. La prese per i capelli e la scaraventò a terra senza che nessuno potesse impedirglielo. Iniziò a tirarle calci mentre l’altra la implorava di smetterla e i ragazzi si alzavano per fermarla. Axl fu il primo a tentare di fermarla ma si prese un pugno dritto in faccia. Anche Slash e Steven lo aiutarono e finalmente riuscirono a placare Faith che incazzata come una bestia continuava a inveire su Daisy che sputando sangue cercava di rialzarsi con l’aiuto di Izzy il quale preoccupato la fece sedere sul divano cercando il kit di pronto soccorso che avevano in bagno. Quando riuscì a calmarsi Faith guardò la ragazza un'altra volta però con una faccia diversa. Si sentiva una merda non aveva mai picchiato nessuno e si faceva paura da sola. Sapeva di essere molto forte nonostante il fisico ma non avrebbe mai pensato così tanto. Izzy tornò con il kit e aiutato da Axl cercava di capire cosa fare ma senza molti risultati. Daisy era lì svenuta sul divano e solo Faith sapeva cosa fare. Si alzò dalla sedia dov’era seduta e andò a prendere delle pomate e bende dal kit sperando che si fidassero di lei.
 
-Faith molla immediatamente quelle cose!- le urlò contro Izzy in preda alla rabbia.
 
-Zitto idiota!- rispose Faith avvicinandosi a Daisy. Le strappò la camicia per vedere da dove usciva sangue e iniziò ad avvolgerla con le bende disinfettate. I ragazzi la guardavano stupita mentre la curava e con una spugna le lavava via il sangue. Non capivano cosa le passasse per la testa ma poco importava. Quando finì Izzy prese la sua ragazza e la portò in camera sua aspettando che si risvegliasse.

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Capitolo 12
*** 12 ***


-Tesoro, la prossima volta che vuoi medicare qualcuno aspetta che si faccia male da solo- disse Axl sarcastico sedendosi accanto a Faith. Si teneva una bustina di ghiaccio sull’occhio che la ragazza gli aveva colpito sperando che ciò potesse aiutare a non far venire fuori un enorme livido violaceo.

-Mi dispiace è solo che… sono già abbastanza preoccupata di mio per un sacco di cose e quella li doveva tenere la bocca chiusa. Ma si può sapere come fate a sopportarla?!-

-Nessuno la sopporta ma sta con Izzy e per ciò la trattiamo come meglio possiamo- rispose Slash che stravaccato sul divano cercava di riprendersi dallo sforzo.

-Questo è comprensibile, ciò che non lo è, è perché Stradlin sta con una del genere!-

-Perché lei è una bambina che non sa badare a se stessa e a Stradlin piace sentirsi indispensabile quindi… ecco che si trova incastrato in una relazione di merda con quella mocciosa- dopo aver risposto Axl si diresse verso la camera del moro per controllare le cose.

-Allora, è viva o morta?- chiese a bassa voce quando vide la ragazza sul letto.

-Divertente Rosa… è viva per fortuna- rispose guardandola dormire con una smorfia dovuta al dolore –Se non l’avessimo fermata quella pazza l’avrebbe fatta fuori-

-Suvvia Jeff, sai benissimo cosa pensiamo di lei qua dentro, Faith ha solo fatto quello che tutti noi avremmo voluto fare. Non sa tenere quella sua fottutissima bocca chiusa, era palese che prima o poi ne avrebbe pagato le conseguenze!-

-Si ma non puoi ammazzare una perché ti ha chiamato puttana!- rispose Izzy indignato dal suo amico che proteggeva le azioni di Faith dandole anche ragione.

-Beh… se te lo dicono al momento sbagliato allora si. Mi dispiace che si sia fatta tanto male perché sta con te se no non mi dispiacerebbe affatto- detto ciò il rosso uscì dalla stanza per tornare dagl’altri.

-La ragazza è viva, fortunatamente non l’hai fatta fuori- annunciò ai compagni facendo il suo ingresso in sala.

-Sei simpatico come la merda sotto le scarpe Rose… comunque io esco a prendere una boccata d’aria e magari scopro puro dove cazzo sono andati Backy e Duff- annunciò la ragazza alzandosi dal divano e infilandosi il suo chiodo stando attenta a non usare troppo la mano fasciata che aveva usato a picchiare la ragazza.

-Aspettami vengo anche io, sempre che non mi picchi-

-Se non fai queste pessime battute posso anche farti passare indenne il resto della giornata, ma dipende tutto da te- Axl si alzò dal divano e dopo essersi messo le scarpe e il giubbotto di pelle uscì insieme alla ragazza che lo aspettava alla porta.

-È strano sai…- disse a Faith dopo essersi acceso una sigaretta. In cambio lei lo guardò con un'espressione che gli fece intendere che non aveva assolutamente colto il senso della frase.

-Si… Il fatto che hai tentato di uccidere lei e non me, pensavo di essere in cima alla lista!-Faith sbuffò, possibile che quell'uomo pensi sempre di essere il primo?!

-Ho parlato con Izzy ieri, mi ha detto di instaurare una specie di tregua con te. Non dico che mi sei diventato simpatico, sto solo reprimendo l'istinto di risponderti male- rispose con tutta calma. Axl la guardò senza rispondere e butto fuori il fumo della sigaretta che la fece tossire.

-Cavolo, se fai così sembra che tu non abbia mai fumato in vita tua!- era una cosa pronunciata con nonchalance quasi ovvia per lui ma quando vide la ragazza arrossire rimase non poco stupito.

-Dio ma non hai neanche mai provato?!- Faith lo guardò. Era indecisa se raccogliere o no la provocazione. In se non era nulla di particolarmente strano ma conoscendo il numero di informazioni limitate che Axl aveva su di lei probabilmente si aspettava una che fumava praticamente di tutto.

-No- rispose seccamente nascondendosi dietro ai lunghi capelli neri.

-Cazzo questo è ancora più strano! Si può sapere da quale fottutissimo posto ti ha tirato fuori Slash?! Una che va in giro a menare la gente che non ha mai toccato una sigaretta! Non ci posso credere…-

-Ascolta pel di carota mettiamo subito in chiaro due cose. Primo: non vado in giro a menare la gente è un brutto periodo e lei era la ragazza sbagliata nel momento sbagliato! Secondo: non tutti sono tossici come te, perdonami se non ho alle spalle secoli di “vita da strada”!- rispose bruscamente la mora. Si sentiva già abbastanza giù per quello che aveva fatto, lui doveva stare solo che zitto!

-Prima cosa: calmati e non chiamarmi per nessuna ragione al mondo pel di carota! Seconda cosa: non ho voglia di sapere la storia della tua vita, direi di passare direttamente al momento in cui ti porto sulla cattiva strada, vuoi?- le chiese infine porgendogli la sigaretta che stava fumando. Faith la fissò dubbiosa. Faceva correre lo sguardo dalla faccia del rosso alla sua mano che stringeva quella che poteva essere la sua prima (e forse ultima) sigaretta. Da una parte moriva dalla voglia di provare, era curiosa e non c'era nulla di male, dall'altra aveva paura che potesse piacerle. Non le era mai garbata più di tanto l'idea di essere dipendente da qualcosa ma allo stesso tempo era più che sicura che da quel giorno in poi era il guaio minore in cui si poteva cacciare. Alla fine si decise e prese la sigaretta dalle mani del rosso e se la portò alla bocca. Aspirò e come da copione tossì. Però non era male, era una bella sensazione e il sapore era gradevole. Avrebbe anche potuto cominciare a fumare tanto l'idea del cancro non l'aveva mai terrorizzata più di tanto.

-Allora?- le chiese Axl che si aspettava un qualche commento che tardava ad arrivare.

-Beh… Non è male- rispose lei timidamente.

-Bene però vedi di non ridurti troppo male per colpa del fumo, non vorrei averti sulla coscienza- disse e nel mentre la prese e la sbattè contro il muro. Fortunatamente la strada era piccola e pressochè deserta così l'azione non venne squadrata da nessun passante. Faith si trovo con la schiena al muro sovrastata da Axl che con il viso a due centimetri dal suo la teneva per i fianchi.

-Comunque più tardi se vuoi ti posso trasformare definitavamente in una cattiva ragazza-dopo un iniziale arrossimento la ragazza riprese sicurezza di se. Fissò Axl negl'occhi con altezzosità per un lungo istante prima di fare uno dei suoi sorrisi più ammalianti.

-Sai, non penso che tu possa essere al mio livello. Mi tocca declinare l'invito- rispose liberandosi e ricominciando a camminare. Axl rimase stupito per un momento ed immobile la guardava allontanarsi. Non capiva da dove venisse fuori tutta quella sicurezza. Quelka ragazza lo avrebbe fatto imoazzire ne era sicuro, troppo strana, troppo camaleontica… Una cosa era sicura però: sarebbe stata sua, lo sapeva.

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Ciao a tutti. Per prima cosa mi devo scusare per il tempo che ci ho messo a scrivere solo che ultimamente la salute vacilla e non sono stata proprio in grado di scrivere infatti questo capitolo è abbastanza bruttino… Corto e fatto tutto di conversazioni. So già come continuarlo infatti ho già iniziato a scrivere la parte seguente però non so quanto mi ci vorrà a scriverla così intanto ho deciso di pubblicare questo.

Al prossimo capitolo

Lotr87

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Capitolo 13
*** 13 ***


Il rosso la raggiunse con una breve corsetta e dopo averle camminato a fianco silenziosamente la salutò per andare a bere un po' nonostante l'ora.
Faith si ritrovò così da sola senza nessuno a distrarla dai suoi pensieri. che cosa aveva fatto? Come aveva potuto fare così tanto male ad una ragazza? Ok che quella ragazza era una stronza che non teneva la bocca chius ma aveva sicuramente esagerato. Non era giusto quello che aveva fatto e avrebbe certamente chiesto scusa ma non senza altre scuse in cambio. infondo Daisy l'aveva chiamata puttana senza neanche conoscerla, perchè mai non avrebbe dovuto scusarsi pure lei?! Poi è ovvio, c'è la questione Izzy… ma infondo doveva gestirsi lui il suo rapporto, se non si sentiva affatto in colpa lei non si sarebbe intromessa.
Arrivò ad un parco e si seddette su una panchina dove il sole le riscaldava debolmente il viso e la cullava tra i suoi pensieri. Si sentiva meglio, era finalmente riuscita a ragionare e questo le infuse un senso di calma. Sapeva di essere tornata in se ed ora era pronta ad affrontare la sua nuova vita a testa alta. Se c'erano delle cose che era stata felice di apprendere dall'alta società erano certamente l'eleganza e il controllo, cose che da qualche giorno in qua sentiva di aver completamente perso. Ma ora basta scenate o risse, avrebbe trovato una via di mezzo tra il mondo troppo perfetto e quello troppo degradato cercando di essere libera e menefreghista ma anche elegante e controllata. Si ce l'avrebbe fatta.

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Intanto Duff e Backy avevano vistato mezza Los Angeles. La ragazza non riusciva a tenere il calcolo di tutti i posti che il biondo amava di quella città. Luui continuava a farla ridere raccontandole storie divertenti che lo collegavao ai vari luoghi. Anche lei faceva lo stesso quando passavano davanti a qualche cosa che le ricordava momenti particolarmente divertenti. Era strano per lei avre così poche cose da dire rispetto a Duff, aveva sempre pensato di avrne viste tante ma evidentemente non aveva mai conosciuto uno come lui. Si erano fermati a mangiare nel locale preferito del bassista che fortunatamente era anche abbastanza economico. all'inizio lui la voleva portare nel primo bar dove aveva mangiato a Los Angeles ma ripensando allo schifoso panino che aveva mangiato capì che non era affatto una buona idea e cambiò programmi. Dopo pranzo fecero ancora parecchi giri fino a che Duff non esaurì i posti. erano indecisi se tornare a casa o stare ancora fuori. Nessuno dei due voleva mettere fine a quella splendida serata ma d'altro canto non avevano la minima idea di cosa fare in giro. Decisero così di tornare dagli altri per non destare sospetti ma a metà strada Backy s'illuminò. Avevano visto la Los Angeles di Duff, perchè non veder anche la sua versione? Così si ritrovarono nuovamente a fare mille giri complicati attraversò la città passandola in lungo e in largo pur di farsi altre risate.
Alla fine di questo secondo e più breve tour a duff venne un'ultima idea per completare la giornata riuscendo a tornare a casa prima che facesse sera. Prese la bandana che aveva attaccata ai pantaloni e la usò per bendare Backy e dopodichè la condusse almisterioso luogo aiutandola per far si che non andasse a sbattere da nessuna parte.

-Togliti pure la benda!- disse Duff allegro guardando la ragazza che si slegava la bandana e apriva gli occhi. Si trovavano sulla famosa collina dove si erigeva la scritta Hollywood. C'era una vista mozzafiato ed era ormai il tramonto. La città colorata dal cielo arancio-rosso appariva magica e per un attimo sembrò ad entrambi che quella fosse veramente la città degl'angeli.

-Sai- disse Duff sedendosi con la schiena appoggiatta ad una lettera invitando Backy a fare lo stesso -Questo è il primo posto dove sono venuto una volta arrivato. Avevo l'impressione che venendo qua avrei dato un senso a tutto questo, pensavo che in un qualche modo avrei visto meglio la strada… ovviamente non fu proprio così ma è indiscutibile che in questa zona ci sia una certa aria quasi… magica-

-Hai ragione… c'è gente che qui c'è nata e cresciuta che non si è mai disturbata a venire a vedere questo posto ma non sa che si perde!-

-Te c'eri già stata?-

-Si…ma non per motivi felici. Io ero qua da si e no un mese e avevo appena avuto la peggiore litigata con il mio ex-amico Dylan ed era una settimana che non mi parlava. Ero triste, terribilmente sola dato che cooscevo solo lui e anche un po' depressa perchè niente stava andando per il verso giusto, così comprai un paccco di birre e venni qui, mi sedetti sulla seconda o e iniziai a bere. Ero alla penultima quando…- un brivido la scosse. Quel momento che era stato impresso nella sua mente era sempre apparso così felice ed or era vuoto, nenache la tristezza o la rabbia a riempirlo solamente… niente -quando arrivò Jake il mio ex… ti ho già parlato di lui- finì il discorso con una lacrima che le rigava il volto. Guarda fissa la città mentre il sole scendeva sempre più giù dietro agli alti grattacieli di Los Angeles e l'arancione del cielo lasciava lo spazio al blu sempre più intenso.

-Non ci pensare dai… tutti prima o poi hanno una storia seria finita male. Consolati che tu l'hai già vissuta, adesso potrà solo andare meglio- disse Duff stringendola a se. Voleva baciarla ma sapeva benissimo di non potere. Aveva gli occhi lucidi, le guance rosse e i capelli scombinati per colpa della giornata piena che aveva passato, per molti non poteva essere messa peggio, per lui era perfetta.-Dai andiamo…- disse infine distogliendosi dai suoi pensieri e alzandosi seguita da lei. Non parlarono molto durante il tragitto ma Backy si era appoggiata sulla spalla del ragazzo aggrappandosi al suo braccio e questo lo fece inevitabilmente felice.

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-Ciao tesoro come stai?- chiese gentilmente Izzy dopo aver aspettato 5 ore che Daisy si svegliasse.

-Secondo te?!- rispose la ragazza acidamente cercando invano di mettersi a sedere. -Che ore sono?-

-Le 5:30 penso… hai dormito un po'…-

-E quella pazza furiosa è ancora in casa?-

-No è uscita ma non chiamarla pazza furiosa, è solo un po' stressata tutto qua-

-Non prendere le sue difese Stradlin! Non ci provare neanche per scherzo!- disse in tono minaccioso scattando in su come una molla. Le doleva tutto il corpo e non era sicura di riuscire a camminare.

-Non sto prendendo le sue difese ma tu hai esagerato Daisy. Te l'avevo detto di comportarti bene con lei e di non fare strani ragionamenti, è una normalissima ragazza e ora insieme alla sua amica vive qua con noi ma nessuno ci va a letto ok? Perlomeno non sono obbligate a farlo…-

-Ma sentilo! Quanto volte tra ieri e oggi quella li ti è saltata addosso? Sii sincero Stradlin e non dirmi cazzate!- quello che Daisy non aveva calcolato era che anche il moro era parecchio stressato. Izzy sentiva dentro di se la rabbia che saliva. Era sempre così calmo e paato e riusciva a ragionare con tutti ma con la ragazza che aveva avanti proprio non c'era vero. Aveva aspetto chiuso in quella stanza 5 fottutissime ore e adesso lo trattava così?! Avrebbe svuotato il sacco e si sarebbe sfogato da un momento all'altro lo sentiva. -Non stare zitto, risponde! Tanto sarebbe solo colpa sua basta che tu mi dica la verità!- ok basta… era troppo.

-Zero volte cazzo! Lei non mi è mai saltata addosso ok? Sono stato io ieri a farmela va bene? Sei contenta? Non so perchè l'ho fatto però l'ho fatto! Avevo voglia di scoparmela e non mi sono trattenuto fattene una cazzo di ragione io non sono perfetto e neanche tu lo sei quindi quello che farai quando lei metterà piede in questa casa sarà scusarti per come le hai parlato e vedrai che anche lei si scusera non è un'idiota quanto te!- Izzy era rosso in faccia e dentro provava un mix tra soddisfazione, per averle detto quello che pensava, e senso di colpa perchè si rendeva conto di essere stato davvero stronzo con lei questa volta, sperava solamente di non aver combinato un casino troppo grande. Daisy dal letto lo fissava con gli occhi spalancati per la sorpresa. Non si aspettava che reagisse così, aveva sempre incassato le provocazioni in silenzio ma stavolta non era stato così e per questo lei si sentiva un po' una merda.
Si girarono tutti e due verso la porta quando la sentirono aprire. Da sietro sbucò Faith che timidamente entrava nella stanzza con gli occhi di entrambi puntati addosso.

-Hai sentito tutto vero?- chiese Izzy sospirando. Lei non disse niente e annuì con la testa.

-Mi dispiace volevo solo scusarmi, non volevo ascoltare… comunque mi dispiace di averti aggredito Daisy ho esagerato…- disse poi torturandosi le mani. Non si aspettava certo di arrivare in un momento del genere. L'altra non la degnò di una risposta, la guardava semplicemente con gli occhi infuocati quasi tentasse di incenerirla.

-Ti fanno male le bende? Vuoi che le…- si sforzò di essere carina avvicinandosi al letto pronta a rimedicarla ma venne interrotto bruscamente.

-STAMMI LONTANA!- Faith fece un passo indietro, non che non se lo aspettasse ma era davvero spaventata dalla furia di quella ragazzina davanti a lei. Si girò a guardare Izzy quasi a domandare cosa doveva fare ma negli occhi del moro lesse solo tristezza dovuta alla rassegnazione di non aver la minima idea di cosa fare. Si rigirò e guardò la ragazza negli occhi. Sapeva che in quella storia lei aveva fatto il solo errore di aver reagito male ma non poteva lasciare la situazione così in sosopeso. Perché quei due dovevano lascirsi? Tanto Daisy già l'odiava, non poteva peggiorare le cose…

-È colpa mia- disse trattenendo il fiato.

-Cosa…?- Izzy la guardava spaesato. Lui sapeva come stavano le cose e non capiva cosa cercava di dire Faith.

-Si Izzy, è colpa mia- disse secca al chitarrista per poi riprendere il discorso con la sua ragazza -Vedi Daisy… non dovevo aggredirti, tu non hai fatto nulla di male e poi sono stata io a saltare addosso a Izzy. Ecco lui era un po' ubriaco ed è un bel ragazzo e avevo voglia di divertirmi… non sapevo fosse fidanzato! Senza aggiungere poi che io vivo qui al momento ma lui insieme ad Axl aveva detto di no a questa idea sapeva che non sarebbe stata una cosa che tu avresti apprezzato e aveva detto no… Ha mentito ora perché sai meglio di me com'è fatto, non scarica mai la colpa sugli altri! Te lo sei scelto bene…- mentre parlava la sua voce era incerta e sentiva un senso di tristezza che continuava a salire sempre più costringendola anche ad abbassare lo sguardo. Non era stato facile per lei dire tutte quelle cose ma non voleva avere il rimorso di una relazione chiusa prematuramente anche se ormai lo aveva capito, il moro un po' le piaceva… lo conosceva da così poco però nonostante i silenzi imbarazzanti era una persona molto piacevole ma probabilmente era una cotta, una di quelle cose che passano tanto velocemente quanto velocemente sono arrivate.
Si voltò nuovamente verso Izzy e gli fece un piccolo e veloce sorriso poi uscì dalla stanza. Si sentiva male. Le ginocchia non reggevano e in più aveva una nausea pazzesca. Corse in camera sua e si buttò sul letto dove pianse, non sapeva di preciso per cosa, forse un po' per tutto forse per niente… però lo fece. Infondo però… domani è un nuovo giorno, giusto?

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Salve a tutti! Che conclusione triste… Ormai ogni volta che scrivo mi sento tipo: "ma no... non è abbastanza complicato perchè non ci metto qualcosa che incasini ancora di più le cose per fare una cosa peggio di Beautiful?" vi dico solo una cosa: non ho la minima idea di come tirarmi fuori da tutto questo casino. Poi ultimamente sto anche pensando a Duff e Backy che la cosa non può andare avanti così come se niente fosse quindi... *SPOILER* non so quando non so come ma aspettatevi una batosta!
Volevo farvia anche partecipi della mia felicità perché, dato che io scrivo e pubblico tutto da iPad, ci metto sempre tantissimo a scrivere perché ODIO scrivere con la tastiera touch ma ora ho comprato finalmente una cavolo di tastiera Apple quindi a chi piace questa fan's fiction sarà contento di sapere che d'ora in poi dovrei metterci un po' di meno (penso)
Terza e ultima cosa poi giuro che vi saluto, è un ringraziamento speciale a The_winter_honey che oltre ad aver trovato il tmpo di leggere ha anche trovate il tempo di recensire ogni capitolo quindi un grazie è più che dovuto!
Al prossimo capitolo.

Bye bye

Lotr87

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Capitolo 14
*** 14 ***


Quando Backy e Duff arrivarono a casa essa era avvolta da una strana aria di tensione. Sul divano c'era Axl che cercava di rilassarsi facendo zapping ma poiché riuscivano a prendere solo quattro canali la cosa era abbastanza inutile. Sseduto vicino a lui c'era Izzy con una faccia indecifrabile. Il moro aveva confessato tutto al suo amico che, nonostante non fosse ferrato in quelle cose, era almeno riuscito a calmarlo. Dopo che Faith li aveva nuovamente lasciati soli la cosa non era finita e Daisy era scoppiata a piangere accusandolo di cose che non avevano un senso e urlandogli di riportarla a casa. In macchina Izzy aveva poi tentato di capire cosa la ragazza intendesse fare ma non era sicuro al 100% della risposta che aveva ottenuto. Pausa di riflessione. Lui non credeva a quella cosa l'aveva sempre vista come un modo di definirsi single ma non troppo oppure fidanzato ma libero di vedere chiunque purché l'altra non lo becchi ed ora non aveva la minima idea di cosa fare o di come comportarsi. Era sempre stato sicuro della relazione con Daisy nonostnte gli alti e bassi ma ora il confronto, che lui stesso aveva fatto, tra lei e Faith lo rendeva meno certo di quello che volesse Voleva davvero una sedicenne con milioni di problemi? Una che gli sarebbe stata addosso? E che stava anche antipatica a tutti quelli che conosceva? In quel momento tutti i pregi che aveva pensato che Daisy avesse erano spariti, vedeva solo i difetti e nella sua testa si creava quasi il volto di un mostro. nn

-Che è successo qui?- chiese Duff avendo percepito l'atmosfera cupa che aleggiava in quella casa.

-Ma niente di che… Izzy ieri ha scopato con Faith nel magazzino, oggi la ragazza ha picchiato Daisy perché la “indirettamente” chiamata puttana così lei e Izzy hanno litigato, Faith ha tentato di risolvere ma senza risultato e per non farsi mancare niente ora Izzy e Daisy si trovano in quell'inferno senza senso chiamato pausa di riflessione… oh e poi oggi ci ho procurato una serata al Roxy tra una settimana!- rispose Axl con nonchalnce spegnendo la tele.

-Cosa?! Faith ha fatto sesso con… e ha… si può sapere chi cazzo è questa Daisy e perché cazzo ha chiamato Faith puttana?!- chiese Backy palesemente confusa dal discorso del rosso.

-Daisy è la fidanzata di izzy, una sedicenne che sta sul cazzo a tutti però… Stradlin si può sapere che cazzo girava nella tua testa mentre ti sbattevi Faith ieri?!- rispose Duff per poi rivolgersi direttamente al moro.

-Non lo so… è una bella ragazza- rispose il chitarrista continuando a fissare lo schermo spento del televisore. Quella situazione non era strana solo per lui ma per tutti, non si era mai trovato in quella posizione prima, di solito era lui a sgridare gli altri.

-Wow… sono felice di sapere che ammiri le mie numerose qualità!- Si girarono tutti verso l'entrata dal corridoio dal quale era sbucata una Faith palesemente turbata dalla giornata che per lei era stata un'altalena di emozioni. -Lascia stare…- disse poi distogliendo lo sguardo dal moro che la fissava in silenzio.

-Tu appari sempre nel mezzo delle conversazioni? Non puoi, che ne so, partecipare ad una dall'inizio alla fine?- chiese Axl dimostrando ancora una volta di aver uno splendido carattere.

-Zitto! Ero venuta di qua per bere siete voi che stavate parlando di me! Comunque sia… Izzy che ne dici di dimenticarci di tutto quello che è successo tra ieri e oggi e di ricominciare da capo?-

-Dico che mi toglieresti un problema!-

-Aspettate un attimo voi due!- disse Backy interrompendo la riappacificazione -Faith sto via un giorno e scopro cose scioccanti così da un momento all'altro e ancora prima di potermele spiegare le hai già risolte? Si può sapere dove sono finite le amicizie in cui si parla e si chiedono consigli?- Faith scoppiò a ridere mentre si sedeva tra Izzy e Axl sul divano appoggiando i piedi a quella specie di tavolino che avevano.

-Dai Backy non è colpa mia se sparisci 24 ore per fare la piccioncina innamorata con Duff! La prossima volta ci penserai di più prima di uscire con il primo bel ragazzo che te lo chiede- Backy la guaardò male mentre gli altri si buttavano giù a ridere per la risposta, anche Duff non era riuscito a trattenersi.

-Parla quella che con quel bel ragazzo ci ha scopato!- rispose scherzosamente la bruna suscitando nuove risate che alleggerirono l'aria.

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La mattina seguente Izzy e Faith andarono a lavorare al negozio. Passarono tutta la mattina a parlare del più o del meno, raccontandosi storie e vecchi fatti che ancora li facevano ridere. La ragazza si stupì di quanto il moro potesse lasciarsi andare. Sin dal primo giorno sembrava voler mantenere un po' le distanze e “l'incidente” sembrava averlo allontanato ulteriormente, ma quel giorno no, rideva pure! Raccontava di tutte le cazzate fatte con Axl e mostrava un sorriso che faceva sciogliere Faith come gelato al sole. Aveva un sorriso ipnotico, felice ma sempre misterioso, come se sotto a quel semplice gesto si racchiudesse il bisogno viscerale di provare ad essere contenti della vita ma senza riuscirci del tutto. Nonostante questo ogni volta che gli angoli della sua bocca sottile si piegavano verso l'alto il suo volto risplendeva di una luce nuova e lui era semplicemente più bello di prima. Mentre faceva questi pensieri la ragazza si dava della sciocca, lo aveva già messo nei guai con la sua relazione non doveva peggiorare le cose! Se lo ripeteva come un mantra mentre parlavano ma per tutta la mattina sentiva chiaramente le farfalle nello stomaco che continuavano a svolazzare mentre il moro la guardava e parlava. “Sei un'idiota! Adesso cosa pensi di fare?! Non potevi scegliere, che ne so, Slash o persiono Axl ma Izzy è una causa persa lascia stare!” si disse durante un momento di silenzio ed era più che sicura che quella fastidiosa versione di se avesse più che ragione. Perché non Slash ineffetti era una bella domanda, era stato dolce fin dal primo giorno ma per qualche strana ragione il suo sentimento verso il riccio non era arrivato fino a quel punto. Con Axl invece c'era da lavorare… un bel ragazzo lo ammetteva ma non si sentiva così sadica da stare con uno come lui che l'avrebbe tradita un giorno si e il secondo pure! Ma come faceva ad essere oggettiva con la sua più grande cotta nei paraggi con cui rideva e scherzava? Perché doveva dirlo quel ragazzo era l'unico per cui lei avesse mai provato una cosa del genere, fidanzati ne aveva avuti ma… niente in confronto ad Izzy! “Smettila di pensarci idiota” ancora quella vocina, questa volta doveva ascoltarla.

-Allora?- le chiese Izzy chiudendo a chiave il negozio.

-Cosa scusa?- chiese Faith riprendendosi improvvisamente dai suoi pensieri. Il moro scosse la testa e sorrise per poi rispondre.

-Ti ho chiesto se ti va di stare fuori a pranzo. Sei sicura che vada tutto bene, è da quando siamo usciti di casa che hai la testa chissà dove- sentenziò infine e Faith si maledisse mentalmente. Sentiva la voce che le continuava a dire di smettere di pensare prendere un auto e scappare come per dirle: “Basta… sono inutile! La cazzata l'hai fatta tu e la risolvi tu!”

-Si va tutto benissimo tranquillo! Comunque va bene dove vuoi andare?- rispose senza guardarlo in faccia sperando di poter nascondere il rossore.

-Conosco un posto qui vicino dove si mangia bene e costa poco, fanno panini, hamburger, zuppe… un po' di tutto diciamo. Ti va?-

-Va bene, basta che non ci perdiamo nell'andarci perché sto morendo di fame!-

Il bar si trovava a 5 minuti di distanza dal negozio e quando entrarono furono accolti dall'aria casalinga che aleggiava in quel locale. Si sedettero ad un tavolo vicino all'ingresso e dopo aver letto il menù diedero le ordinazioni ad una signora cicciottella che con la sua faccia sorrdiente portava un po' di allegria tra i tavoli.

-Sei sicura che sia tutto ok?- chiese Izzy dopo un momento di silenzio. La ragazza gli sorrise cercando di nascondere il suo disagio e rispose tentando di essere il più convincente possibile.

-Certo, me lo hai già chiesto prima! Sto benissimo!-

-Faith…- le disse con tono di ammonizione. In effetti la mora aveva fatto uno dei sorrisi più falsi che il chitarrsista avesse mai visto quindi non gli fu difficile capire che mentiva. C'è che mi piaci da impazzire e non faccio altro che pensarci stamattina! Però non te lo posso dire perché ti ho già messo nei casini abbastanza con Daisy e non mi sembra il caso di peggiorare la situazione!

-Davvero non ho niente anzi, mi sento meglio del solito oggi- rispose questa volta con più convinzione riuscendo definitivamente a convincere il moro. Ci fu un altro momento di silenzio che si prolungò fino a quando arrivarono i piatti che avevano ordinato.

-Sai Izzy, mi dispiace per come si sono messe le cose tra te e Daisy sul serio… Ho fatto una cazzata forse più di una quindi spero che le cose possano migliorare un po'- il moro continuò a mangiare svogliatamente il piatto riflettendo sulle parole della ragazza. Le cose non si sarebbero messe meglio ed era anche colpa sua. Faith era gentile, forse troppo, ma era inutile che si prendesse tutte le sue colpe, si era messo lui in quel casino e ora avrebbe pagato.

-Non devi prenderti tutte le responsabilità. Sia io che te che Daisy siamo colpevoli di qualcosa quindi ammettiamolo. Poi penso che finirà… con Daisy intendo, è inutile tirarla ancora per le lunghe…-

-Perché? Pensavo aveste parlato, che aveste trovato una soluzione!-

-Una pausa di riflessione non è una soluzione è un modo meno netto di lasciarsi! Ma non è un problema tranquilla. Quella ragazza la odiano tutti e tutti mi dicono che dovrei lasciarla, ultimamente penso spesso che abbiano ragione- le rispose Izzy abbassando lo sguardo.

-Non dire così… Sono successe tante cose in poco tempo, probabilmente prendervi del tempo vi farà bene- “EGOISTA” le urlò la sua vocina interiore e lei sapeva benissimo il perché. Lei era interessata al moro ma non poteva reggere l'idea che mollasse Daisy, perlomeno non in quel momento, dandole anche una parte della responsabilità… No, non poteva lasciarla.

-Non la conosci e non conosci me… Evidentemente sono l'unico a cui non sta sul cazzo e se non la reggo più nemmeno io, che dovrei fare? Ci ho provato sul serio, ripetendomi che l'età non contava, il che è anche vero, però se la tua relazione si trasforma nel dover far da padre allora è palese che c'è qualcosa che non va!- sentiva quei profondi occhi marroni puntati su di se. Perché le diceva tutto questo? Che avesse capito cosa realmente lei pensasse? Che voleva convincere più se stesso che lei? Fatto sta che le faceva paura quel ragazzo così terribilmente serio che la guardava quasi volesse farla morire.

Izzy del canto suo si sentiva un idiota. Non parlava mai con nessuno di certe cose e soprattutto si controllava sempre, invece con quella ragazza era stato tutto terribilmente semplice e naturale, quasi stesse parlando con se stesso. Smise di pensarci e continuò a mangiare in silenzio. Sapeva che dopo sarebbe servito altro per spegnere il cervello ma per il momento, con Faith davanti, non c'era niente di più che potesse fare.

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Avete il diritto di odiarmi! Non so se c'è qualcuno molto interessato ma se esiste basta che mi scriva ed io gli do il mio indirizzo in moda che possa picchiarmi fino a farmi sputare sangue GIURO.
Seriamente mi dispiace anche perché questo capitoletto è corto e stupido però spero possiate prenderlo come un buon augurio per quando tornerò dalle vacanze trauna settimana.

Lotr87

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Capitolo 15
*** 15 ***


Dopo aver finito di mangiare in silenzio Faith e Izzy uscirono dal locale. Si fermarono sulla strada, imbarazzati e senza la minima idea di cosa dire o fare.
-Beh...io torno a casa, te che fai?- chiese alla fine la ragazza prendendo coraggio.
-No io, ecco... ho da fare- rispose il ragazzo salutandola con un veloce gesto della mano per poi allontanarsi il più velocemente possibile.
Non si sentiva affatto bene, la testa gli girava, le gambe tremavano, il cuore aveva un battito irregolare e respirava sempre più affannosamente. "Dio, come ho fatto a ridurmi così male?" Aveva bisogno di farsi, inutile nasconderlo. Non era da poi tanto che quella storia andava avanti ma, da un po' di tempo ne era rimasto completamente fottuto. Si guardò intorno controllando che non ci fossero sbirri e si ritirò nel primo vicoletto che vide. Mise una mano in tasca per estrarre un po' di cocaina. Prese un pezzo di cartone li a terra e ci mise sopra la striscia di droga. La guardò un attimo prima di tirare cercando di resistere ma alla fine niente da fare. Si gettò a terra sfinito appoggindosi ad un muro. La testa iniziava già a diventare leggera ma fisicamente si sentiva sfinito come se avesse trainato un camion per miglia e miglia. Chiuse gli occhi e cercò di lasciarsi andare. La coca in circolo stava avendo effetto ma ormai lui aveva bisogno d'altro: l'eroina, quella lo mandava davvero fuori, così forte, così pericolosa... troppo ingombranti le siringhe per potersele portare in giro. Riaprì gli occhi e si alzò barcollando. Il cervello era andata e continuava a produrre pensieri su pensieri che nessuno avrebbe potuto capire. Alla fine due si distinsero. Daisy, Rabbia, Daisy, Rabbia, Daisy, Rabbia. Si alternavano all'infinito mescolandosi e fancendolo impazzire. Urlò, diede un calcio ad un bidone della spazzatura ma la rabbia non faceva che crescere. Aveva deciso, avrebbe lasciato quella ragazzina quel giorno stesso e al diavolo il resto.
Iniziò a camminare verso la casa di quella che era la sua ragazza. Pensava ad un modo veloce di farla finita. Non voleva ne pianti, ne scuse o altro. Suonò il campanello sperando che fosse la ragazza ad andare ad aprirgli. Fortunatamente così fu e Daisy sbucò da dietro la porta.
-Izzy... che ci fai quà?- chiese la ragazza senza guardarlo in faccia.
-Io...beh ecco...devo parlarti-
-Ok, entra ma fai velocemente-
-No, preferisco stare qui- non era affatto lucido e doveva fare in fretta.
-Ok. Che vuoi?- cosa voleva... il piano perfetto che si era progammato era andato a farsi fottere nelmomento stesso in cui l'aveva vista, con quella faccia così innocente che stonava con i suoi occhi così seri e intensi contornati da ciuffi ribelli che le sfuggivano dalla coda approssimativa. Era stronza se voleva e a volte una vera e propria bambina ma a lui piaceva. In due secondi mollarla gli sembrò la cosa più sbagliata da fare, aveva bisogno di lei, di stringerla e di baciarla.
-Allora?-richiese lei ormai spazientita.
-Scusa- una sola parola, non avrebbe saputo dire altro.
-Scusa?! Ti scopi un'altra e l'unica cosa che mi sai dire è scusa?! Fottiti Stradlin!- gli urlò contro lei tentando di richiudergli la porta in faccia.
-Aspetta! Io ho fatto una grande cazzata lo so e le scuse non servono certamente a molto però, ti prego, ricomincimo un'altra volta?- disse tutto con spontaneità dimenticandosi della rabbia che la droga gli aveva fatto provare. Daisy lo guardava scrutandolo con i suoi grandi occhi azzurri indecisa se credergli o no, facendolo morire ogni secondo di silenzio.
-Va bene...- rispose alla fine rassegnata ma felice -Ok- preso da un moto di felicità il ragazzo gli si buttò addosso baciandola fino a quando lei non lo allontanò.
-Ho detto che va bene ma finché non mi passeragno i segni di ieri, non ho la minima idea di andare oltre a dei baci- Izzy sorrise guardandosi in basso, scosse la testa e la baciò di nuovo. Aspettare non gli costava niente infondo con lei aveva già atteso molto.
 
 
Tornando a casa Faith sentiva la testa pesante. Non riusciva a non pensare ai suoi genitori, a Dylan, a Backy e anche a Izzy. Si sentiva stressata. La giornata era iniziata sorprendentemente bene ma l’ultimo sbotto di Izzy l’aveva fatta rabbuiare. Possibile che le cose potessero andare così male con un ragazzo che conosceva da così poco? Improvvisamente si sentì una stupida per tutto quello che era successo. Sentiva la colpa su di se, come se da un momento all’altro avesse perso la consapevolezza di se, del suo cuore, del suo cervello e anche del suo corpo.
Eppure non è così che aveva immaginato la fuga dai genitori. Nella sua testa c’erano i sogni di libertà che le si erano insinuate nella mente sin da quando ascoltò per la prima volta Janis Joplin. Era solo una bambina ma già sognava di vivere senza regole, lontano dalla famiglia, insieme a ragazzi e ragazze cordiali che non aveva mai visto prima. Forse la fantasia le aveva offuscato a tal punto la mente che non vedeva un’ovvia realtà fatta di difficoltà e possibile dolore.
Dylan le aveva sempre detto che passava una vita da favola e che non sarebbe mai tornato a casa. Diceva di amare la vita seminomade e alla deriva in cui si era ritrovato. Lei ci aveva creduto, non aveva mai pensato che sarebbe stata una delle più grandi balle mai dette dal ragazzo. Al primo ostacolo era scomparso ed era corso indietro per assicurarsi la protezione materna, forse non era molto gentile ma in quel momento Faith gli augurava di passare la vita mediocre che si meritava. Una cosa curiosa però quel ragazzo la diceva, Faith aveva sempre sorriso a quell’affermazione senza mai rifletterci veramente ma in quel momento sembrò potesse esserle d’aiuto: “Ci sono due tipi di problemi nella vita: i primi sono quelli stupidi, su cui ti ubriachi in modo da essertene già dimenticato a mattina dopo, poi ci sono quelli troppo importanti per essere dimenticati ma farci comunque un goccio sopra non ti può fare male”. Guardò l’ora, erano solo le 3 di pomeriggio e non poteva fermarsi in un bar a bere come se niente fosse. Scoraggiata continuò a camminare cercando di svuotare la testa, di non pensare. Era tutto inutile. A un certo punto ebbe un lampo, c’era un posto in cui si beveva a qualsiasi ora per qualsiasi motivo e fortunatamente ci stava già andando.
Affrettò il passo verso quella che era da poco diventata anche casa sua e quando si ritrovò davanti all’ingresso aprì la porta senza esitare.
Trovò Axl seduto sul divano mentre guardava un vecchio film in bianco e nero e beveva una lattina di birra. Da i sorsi che faceva sembrava quasi acqua ma sapeva che quell’atteggiamento era frutto di anni di pratica, anni che lei aveva passato facendo finta di essere la figlia perfetta e solo sporadicamente aveva potuto avvicinarsi all’alcool.
-Ma tu passi le giornate a guardare la televisione?- chiese al rosso con tono un po’ acido.
-La cosa ti causa qualche problema?- rispose il ragazzo senza togliere lo sguardo dallo schermo.
-No…- rispose Faith sospirando per poi togliersi la giacca e buttarsi sul divano sperando che il rosso le avrebbe donato una delle tante lattine piene che teneva accanto a se.
-Cosa stai guardando?-
-Non lo so… credo che sia una specie di poliziesco…-
-L’unica cosa che fai è stare qua a guardare film e non sai neanche di cosa stanno parlando?-
-Nel frattempo bevo anche, è difficile seguire dopo un po’- rispose indicando il mucchio di lattine che si era formato accanto a quelle piene.
-Dato che parliamo di birra, perché non me ne passi un po’?-
-Perché poi tu ti ubriachi e vomiti per casa-
-Smettila di dire stronzate e passami una lattina!- Axl sbuffò ma non poté che obbedire all’ordine.
-Non ti facevo così dedita all’alcool, insomma, combini già abbastanza danni senza…- Faith lo guardò con un malcelato disprezzo. Era per dimenticare i suoi casini che voleva bere e Axl non era d’aiuto.
-Sai com’è Rose… a stare tutto il giorno seduti su un divano è ovvio che non si può sbagliare!-
-Guarda che sei tu che pensi che io stia sempre così, sei qui da quanto? Tre giorni? Sono solo annoiato, quando troverò qualcosa da fare mi alzerò ma per ora…- passarono alcuni minuti in cui l’unico rumore proveniva dalla televisione a finì non appena la ragazza necessitò di altra birra.
-Rose, passamene un’altra!- disse lanciando la sua prima lattina nel mucchio insieme a quelle del rosso.
-Va bene…- era dubbioso ma eseguì ancora una volta l’ordine.
Questi scambi si susseguirono fino alla fino alla fine del film quando Axl, dopo l’ennesimo passaggio che effettuava si voltò a guardare la ragazza. Era intenta ad aprire la lattina ma ormai faceva fatica per tutto l’alcool che aveva ingerito. Cercava di dimostrarsi sobria ma ormai era ubriaca persa e i goffi tentativi di stare seduta in modo naturale non potevano che fare ridere.
Ad Axl però non venne proprio da ridere. Neanche lui era immune dall’alcool e anche se era un po’ più lucido, avrebbe avuto una scusa per provare a farsela senza dover sentirla rompere la mattina dopo. Era qualcosa che voleva fare dal primo giorno ma non aveva ancora trovato il momento adatto. Sentiva che non sarebbe stato difficile. Izzy se l’era scopata senza troppe cerimonie nel magazzino di un negozio, almeno lui l’avrebbe portata in un vero letto.
-Ei tesoro ti avevo detto di non bere, adesso sei completamente andata!- le disse avvicinandosele.
-Non è vero… io… io sono… sto bene- rispose sbiascicando quelle poche parole.
-Io penso di no- le rispose avvicinandosi ancora di più per poi metterle una mano su una gamba. Le scostò una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso e avvicinò le labbra al suo orecchio.
-Forse dovresti tentare di riprenderti… con un po’ di movimento magari…- la sua voce era solo un sussurro, sensuale come solo lui sapeva fare, tante ragazze crollavano dopo questo e sentiva che Faith non era da meno. La sua mano si spostò più in alto e vide la ragazza avvampare. Le gote già colorate dall’alcool divennero ancora più rosse e il respiro affannato. Avrebbe continuato ma a un certo punto quell’energia si spezzò.
La mora sarebbe stata volentieri ferma a godersi il tocco del rosso ma un’improvvisa consapevolezza che fosse una cazzata le passò per la testa e la fece balzare in piedi.
-Devo andare in camera- disse dopo aver ripreso l’equilibrio e subito scappò sotto lo sguardo sorpreso del rosso.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Axl rimase fermo sul divano per un po'. Non aveva capito bene cosa fosse successo; Faith stava cadendo ai suoi piedi, lo sentiva, però un attimo dopo era scomparsa. Si era alzata di scatto ed era corsa in camera farfugliando due parole che non era riuscito a capire. Nessuna ragazza lo aveva mai rifiutato in quel modo, scappando da lui come se fosse un mostro, in più c'era da contare che era ben la seconda volta che la mora declinava un più che esplicito invito a divertirsi un po' con lui. Quando si riprese dal momentaneo stato di confusione capì che non era momento di farsi troppe domande, l'unica cosa di cui era certo era che non erano neanche le 5 ed era già piuttosto alticcio. Prese le birre rimaste e si chiuse in camera. Avrebbe concluso la giornata ubriaco sul suo letto ad ascoltare musica, poco importava di che ore erano.


Quella stessa mattina anche Backy si era alzata presto per andare al suo primo giorno di lavoro all'edicola insieme a Duff. Si preparò e dato che non avrebbe fatto molto oltre a stare in piedi dietro ad un bancone aspettando i clienti che dovevano comprare il giornale optò per un look molto sobrio e comodo. Quando andò in sala vide Steven e Slash seduti sul divano a litigare per il programma da guardare. Sapeva che Faith ed Izzy erano già andati a lavorare ma non potè non chiedersi che fine avesse fatto Duff.

-Ei Backy buongiorno!- la salutò Slash distraendosi dalla momentanea faida con il biondo.

-Ei Slash! Non è che sai dov'è Duff, dovevamo andare a fare colazione insieme per poi andare all'edicola…-

-Beh tesoro i piani sono un po' cambiati, quell'idiota ossigenato stamattina ha deciso che non gli bastava dover alzarsi alle 9 per andare a lavoro, così è uscito prima pregando il sottoscritto di accompagnarti in questo giretto mattutino-

-Ah… e cosa è andato a fare in giro stamattina?- chiese Backy tra il deluso e il curioso.

-Ma che ne so io di cosa frulla nella testa di quello là! Devi abituarti tesoro… Per tua fortuna però che c'è lo zio Slash quà per te, quindi divertimento assicurato tesoro fidati!- Backy si rassenerò un po' facendosi contagiare leggermente dall'euforia del riccio chitarrista che nonostante l'ora non faceva che sorridere.

-E tu Steven? sei un mattiniero?- chiese poi rivolgendosi al biondo sedendosi accanto a lui sul divano.

-No… io volevo solo dormire, sono solo un uomo che chiedeva riposo… sono stato barbaramente svegliato da questa scimmia al mio fianco perché: “scortare una damigella in giro per la città è troppo pericoloso per una personoa sola”- spiegò Steven per poi appoggiarsi alla spalla della ragazza la quale non poté che mettersi a ridere per l'espressione da vittima che Steve aveva assunto.

-Mi spiace Steve ma almeno così mangerai qualcosa di buono stamattina!-

-Mmm… sarà!- rispose il batterista con aria poco convinta.

-A che ora si esce?- chiese quindi la ragazza dopo un momento di silenzio generale.

-Ma anche ora piccola! Ti porterò ad un bar talmente buono che mi vorrai ancora più bene di quanto già tu non me ne voglia!- rispose Slash alzandosi dal divano.

-Va bene, mi fido…-

Uscirono senza aspettare oltre e si diressero verso il bar che i ragazzi erano soliti frequentare. Lì ci lavorava John, un uomo sulla cinquantina che aveva passato i suoi anni migliori a fare l'hippie in giro per l'america e per questo capiva tuta quella massa di ragazzi che girava per Los Angeles in cerca di un po' di divertimento. Soprattutto aveva a cuore Slash perchè era amico di lunga data del padre e ogni volta che lo vedeva gli offriva la migliore colazione che il ragazzo potesse mai desiderare.

-Ei John! Vecchio idiota, come va?- urlò il riccio appena mise piede nel locale facendo girare qualche cliente indignato.

-Ma che cosa urli a fare cavolo?! Vieni qua e non urlare!-

-Scusa… volevo solo essere gentile…- ribattè il ragazzo facendo quasi sentire in colpa il barista.

-Lasciamo perdere che forse è meglio. Comunque va sempre tutto bene, a te? Come va il gruppo? Lo senti più tuo papà?- Slash buttò lo sguardo verso il bancone intristendosi un po'.

-Si, io sto bene, il gruppo va… mio padre… si… qualche volta… dipende- rispose incespicando.

-Sciagurato! Quell'uomo ti ama, dovresti almeno chiamarlo! Però non importa, almeno stai bene- rispose John rassicurando un po' il chitarrista. -Tra tutte queste chiacchiere non ti ho ancora salutato Steven! Ti chiederei come va ma so già che sei fuori di testa tu, mi diresti di si anche dopo un incidente stradale!- il biondo sorrise orgogliosamente, ci aveva messo anni a farsi quella reputazione e vedere riconosciuti i suoi sforzi lo rendeva fiero di se. -E invece temo di non conoscere questa bella giovane tatuata, piacere io sono John!- disse mentre le allungava la mano.

-Io sono Backy!- rispose la ragazza stringendogli la mano.

-Allora ragazzi, cosa volete? Offre la casa!- senza farselo ripetere i ragazzi ordinarono tutto ciò che il loro stomaco reclamava mentre Backy, un po' più pacata, prese solo un caffè ed una brioches.

-Raccontami un po' tesoro, tu sembri una ragazza così dolce e azzarderi anche normale, come ci sei finita in giro con questi due?-

-Dovrei segnarmela questa frase, è da più o meno sempre che non mi definiscono “normale”! Comunque stanno ospitando me e una mia amica finché non riusciamo a sistemarci da un'altra parte, abbiamo avuto un po' di casini in questa ultima settimana…-

-Capisco… però ascoltami bene, adesso che sei giovane, goditi anche i casini, ti fanno crescere, arricchiscono l'anima e in più hai la forza per affronatrli a testa alta! Non lasciare che ti portino a fondo- Backy guardò quell'uomo negli occhi. Tutto quello che aveva detto le aveva tirato su il morale infinitamente. Passando del tempo con Duff si era distratta da tutti quei problemi che erano nati in un giorno senza una ragione ma qualcosa dentro lei aveva continuato a sanguinare, ora sentiva che le cose sarebbero davvero migliorate.

-Si, penso tu abbia ragione…- rispose infine con la voce un po' tremante.

-Cavolo!- urlò Slash interrompendo quel momento così dolce che si era creato -Siamo in ritardo! Se non muoviamo il culo non arriveremo mai in tempo all'edicola!- la ragazza si riconesse immediatamente con la realtà e si alzò di scatto dallo sgabello su cui era seduta.

-Allora andiamo presto! E' il mio primo giorno di lavoro e non intendo arrivare in ritardo!- si alzarono anche i suoi accompagnatori e salutato John il più velocemente possibile corsero fuori dal bar fino all'edicola. Quando arrivarono videro Duff davanti che li aspettava fumandosi una sigaretta con tutta calma.

-Cazzo…Duff…dimm che… dimmi che non sono in ritardo…- disse Backy cercando di riprendere fiato.

-Tranquilla, sei 5 minuti in anticipo e forse è meglio perché penso tu ti debba riprendere dalla corsa- il biondo la guardò intensamente, era bellissima. Aveva le gote arrossate e sul viso un sorriso dolce che la rendevano ancora più attraente di quanto non fosse grazie al contrasto che davano con la durezza dei tatuaggi e dei piercing.

-Comunque grazie ragazzi per averla portata qui-

-Ma figurati! E' sempre bello sapere che c'è gente in debito con te!-

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Capitolo 17
*** 17 ***


Una volta che Backy si fu ripresa dalla corsa, lei e Duff entrarono nell'edicola pronti a iniziare il turno di lavoro. Il proprietario faceva il turno di lavoro prima del loro e quando li vide entrare non perse tempo a mollare tutto ed andarsene lasciando i due ragazzi a lavorare senza fare troppi complimenti.

-Ma fa sempre così?- chiese la ragazza stupita dal comportamento menefreghista dell'uomo.

-Si, lui non lo ammetterà mai ma odia questo lavoro più di tutti quelli che lavorano quà dentro. Comunque tranquilla, hai il miglior insegnante del mondo al tuo fianco!-

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Nello stesso momento Faith stava già lavorando da un po'. Izzy quella mattina aveva deciso di non parlare e questo la faceva sentire terribilmente a disagio. Non capiva come quel ragazzo potesse essere tanto diverso ogni giorno ma dopotutto neanche lei aveva dato molti segni di coerenza. Era sicura che il pomeriggio precedente era successo qualcosa di cui lei non sapeva niente. La cosa più terribile però e che avrebbe davvero voluto chiederglielo. Non riusciva a pensare ad altro anche perché, non avendo alcun inventario da fare, si erano seduti alla cassa ad aspettare che qualcosa succedesse, cosiì Faith era costretta a fare i conti con la presenza di Izzy accanto a lei.

-Allora Izzy…- disse sospirando per la fatica che aveva fatto per aprire bocca -Come va?-

-Bene grazie, te?- il moro era stato colto alla sprovvista, si era trovato bene in quel silenzio e non era sicuro di volerlo rompere.

-Bene ma… ecco io mi chiedevo… si insomma…perché sei così strano oggi?- non riusciva a trovare le parole giuste e la frase le era venuta fuori un po' sconnessa.

-Lo so che non ci conosciamo da tanto, ma se chiedi in giro ti diranno che è perfettamente normale- rispose lui facendo sbuffare la ragazza.

-Scusami è che io davvero non capisco- ribattè Faith con un tono più acuto della voce -Prima fai il gentile, poi mi critichi, poi mi scopi, poi fai l'amicone e ora non mi guardi neanche in faccia, io non so come fare a distinguere ciò che è normale da ciò che non lo è, vorrei solo mettere tutto in chiaro prima di impazzire!- Izzy non si girò nemmeno a guardarla e scocciato si passò una mano tra i capelli.

-Ho bisogno di fumare- disse poi facendo per alzarsi. La ragazza però lo prese per un braccio e lo fece risedere immediatamente.

-No carino! Tu ora rimani qui e mettiamo a posto questo casino ok?-

-Ascolta, non so cosa dirti. Non ti conoscevo e volevo essere gentile poi mi hai parlato di te e la tua storia mi sembrava una gran cazzata però mi sono sentito attratto da te, comunque non ti incazzare per questo perché non sembrava dispiacerti, dopo di che ho tentato di recupere il recuperabile dato che avevi picchiato la mia ragazza ma dopo che ieri io e lei ci siamo riavvicinati non ho voglia di rischiare…- si erano riavvicinati. Per la mora fu quasi un colpo allo stomaco. Tutte le opportunità di avere anche una minima storia con lui erano sfumate. Mise in ordine le idee prima di rispondere. Lo conosceva da così poco che forse era meglio dimenticare quella storia platonica e andare avanti. Il suo viso si fece più dolce e dopo aver guardato Izzy negli occhi aprì di nuovo bocca.

-E se cercassimo veramente di risollevare la situazione? Io non ho alcuna intenzione di mettermi tra te e Daisy ma vorrei che tu mi trattassi come una persona se non vuoi considerarmi un'amica. Si insomma, lavoriamo insieme nello stesso posto e al momento viviamo anche sotto lo stesso tetto, non voglio che ci sia così tanta tensione. Anche io ho la mia parte di colpa, ultimamente ho perso la testa ma sto cercando di rimettermi a posto, quindi ti prometto che non farò più cazzate, tu prova solo a trattarmi bene per favore…- le era costato tanto dire tutto questo, non che non ci credesse o stesse mentendo però per quel ragazzo provava qualcosa che adesso doveva assolutamente reprimere. Izzy stette un po' a guardarla, sapeva che aveva ragione ma dentro di se aveva quella sensazione alla bocca dello stomaco che non sarebbe andato tutto così liscio quanto sperava.

-Va bene, però preparati, io non parlo molto- rispose infine uscendo a fumarsi quella dannatissima sigaretta. Una volta fuori dal negozio respirò profondamente, aveva bisogno di calmarsi e sapeva che la nicotina non sarebbe bastata. Non poteva andarsene però e sicuramente non avrebbe raccontato a Faith della sua dipendenza per farsi coprire. Se una cosa per lui era certa è che meno persone coinvolgeva in quel tipo di cose, più sarebbe stato trattato umanamente. Inoltre un po' se ne vergognava. Vedeva tutti questi ragazzi che spavaldi facevano della droga un vanto, una medaglia all'onore, ma lui non era così. Per lui la droga era quel fantasma che lo seguiva notte e giorno che cercava di farsi ascoltare e alla fine ci riusciva, era quell'amico che cerca solo di farti stare meglio velocemente senza pensare alle conseguenze. Era abbastanza intelligente da sapere che facendosi non avrebbe risolto niente ma quando aveva iniziato, in quel buco di mondo chiamato Lafayette gli sembrava l'unica cosa che poteva farlo stare meglio. Intanto Faith era rimasta al suo posto. Aveva capito che il ragazzo era intenzionato a ricominiare ma aveva bisogno di pensare un attimo. Alla fine lo capiva, anche lei aveva sempre odiato quel tipo di conversazioni in cui ci si fa promesse su promesse ma sapeva che in una condizione del genere era l'unica cosa che potesse fare per rimediare al casino. Mentre era assorta nei suoi pensieri entrò un cliente. Stava guardando delle riviste vicino all'ingresso e per questo non capì subito chi fosse ma quando si girò rimase impalata nel vedersi apparire davanti Nikki Sixx bassista dei Motley Crue. Il musicista le sorrise quando si accorse di lei e le si avvicinò.

-Salve tesoro, avrei bisogno di tutte e quattro le corde per il basso, non è che sai dove sono?-

-C-certo, sono… ecco… di là…penso- rispose impacciata per poi dirigersi verso lo scaffale con le corde. Non era la più grande fan dei Motley Crue al mondo però non li disprezzava e si può dire che in un certo senso erano stati loro a farle venir voglia di uscire di casa per buttarsi a capofitto in quel mondo fatto di musica e droga che aveva risucchiato la sua città. Prese l'articolo richiesto e si diresse nuovamente verso la cassa dove il ragazzo la aspettava.

-Grazie piccola, tu non lo sai ma mi stai salvando-

-Beh… ora si può dire che lo sappia. Ti serve altro?- era riuscita finalmente a gestire la voce e quando alzò la testa per guardarlo si rese conto che alla fine doveva solo trattarlo normalmente.

-No grazie, penso che sia più che sufficiente. C'è un' altra cosa però, ora che mi ci fai pensare, penso che potresti essermi più che utile-

-Certo, nessun problema!-

-Mi servirebbe sapere se sei libera stasera perché mi piacerebbe seriamente uscire con te angelo- Faith strabuzzò gli occhi. Non se l'aspettava proprio e non ne era nenache molto sicura ma più ci pensava più l'idea non le sembrava così male.

-Stasera sono liberissima- rispose guardandolo negli occhi cercando di essere seducente.

-E invece no! Col cazzo che sei libera e col cazzo che esci con lui!- Izzy era appena rientrato e aveva potuto ascoltare la parte finale della loro conversazione. Aveva intenzione di fumare un'altra sigartetta ma quando aveva visto entrare l'altro aveva subito deciso di rientrare a vedere cosa avesse intenzione di fare.

-Cosa?! Izzy sei impazzito tutto ad un tratto per caso?!- chiese la ragazza abbastanza confusa.

-Ecco chi si rivede! Il famoso Stradlin! Ovviamente famoso per modo di dire…- rispose invece Nikki con aria di superiorità.

-Sempre meglio sconosciuti che essere famosi per vestirsi come delle Drag Queen! Comunque Faith non scherzo, prima dicevamo che viviamo sotto lo stesso tetto solo che il tetto è mio e finchè ci sarai anche tu non ti azzardare ad uscire con lui. E tu idiota del cazzo stalle lontano hai capito?!- ribattè Izzy avvicinandosi al bassista con aria minacciosa.

-Pensi di farmi paura? Perché se lei vuole non sarà per colpa tua che non ci uscirò- rispose a tono Sixx -Comunque ragazza fattelo dire: non potevi scegliere di frequentare gente peggiore!- Faith era in grande confusione e non capiva per quale motivo i due si potessero odiare così tanto. Aveva capito però che non era un litigio insignificante e ora che aveva sistemato le cose con Izzy non voleva andargli contro.

-Perché scusa? E' stato gentile ad ospitarmi a casa sua e a trovarmi un lavoro quando ne avevo bisogno. Non lo conoscevo neanche e mi ha letteralmente salvato la vita, non mi sembra una brutta compagnia-

-Piccola è appunto perché non lo conosci che dici così! E' solo un'idiota senza talento che cerca di fare musica ma è palese che non ce la fa- Faith poteva vedere ogni muscolo del corpo di Izzy irrigidirsi e tremare per riuscire a controllare la rabbia.

-Sai una cosa Nikki Sixx o qualunque sia il tuo vero nome, non ti permetto di venire qua ad insultare i miei amici! Stradlin ha ragione, col cazzo che ci esco con te! Adesso prendi queste fottutissime corde ed esci da qui e mentre lo fai guarda attentamente Izzy perché lo rivedrai ovunque un giorno: in TV, sulle copertine delle riviste, sui cartelloni, sulle locandine dei concerti e sentirai la sua musica passata alla radio 24 ore su 24 quindi ricordati bene la sua faccia perché sarà maledettamente famoso un giorno!- detto questo gli buttò in mano le corde e lo cacciò dal negozio. Una volta che fu uscito Izzy si rilassò e tirò un sospiro di sollievo.

-Questa me la devi proprio spiegare!- sentenziò Faith tornando alla cassa dove il ragazzo era rimasto fermo immobile.

-Da ubriaco ci avevo provato con la sua ragazza e per sbaglio l'avevo spinta a terra, non volevo farle niente giuro ma lui mi ha accusato di averla molestata. Alla fine c'è stata un'enorme rissa di gruppo però penso che alla fine sapesse anche lui com'erano andate le cose solo che gli rodeva il culo perché la sua ragazza era una troia e c'era stata-

-Lasciamo stare che è megio… vorrei solo che questa cosa sancisse definitivamente una tregua-

-Penso che sia una cosa ragionevole- e appurato ciò entrambi si rimisero a fare niente come prima di inizare a parlare.

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Capitolo 18
*** 18 ***


Axl si era svegliato tardi quella mattina, erano le 11 passate ma non aveva alcuna voglia di fare nulla. Andò in cucina e prese dal frigo le poche birre rimaste e proprio come la sera prima si sdraiò sul divano ad aspettare ceh in tv passasse qualcosa di decente. Non era da lui questa inattività ma era da un po' di giorni che era fortunato se trovava la forza di alzarsi dal letto. Neanche la musica riusciva a tirarlo su e anche se sapeva di dover scrivere nuovo materiale l'ispirazione era lontana anni luce. La band era nata da poco e fin ora avevano suonato cover o pezzi composti durante precedenti esperienze ma di qualcosa firmato Guns N' Roses c'era ancora poco. Decise di non pensarci su troppo, se non aveva voglia di comporre nessuno avrebbe potuto obbligarlo. Continuò così a bere per un po', perdendo anche la cognizione del tempo fino a quando il rumore della porta che si apriva non lo distrasse dalla ritmicità delle sue azioni. Era Izzy che rientrava da un pranzo con Faith, la ragazza aveva voluto andare a vedere come stava la sua amica quindi lui era tornato a casa da solo deciso a riposarsi un po'.

-Ei Axl, giornata fioca?- chiese al rosso che aveva visto seduto sul divano a bere. Quello in cambiò grugnì una qualche forma di risposta che gli era arrivata indecifrabile alle orecchie. -Lo prendo come un si?- chiese nuovamente guardandolo ma in cambio ricevette solo una scrollata di spalle. -Che succede Rose?- ancora nessuna risposta. Decise che era davvero troppo e spegnendo la televisone si sedette sul tavolino davanti al divano guardando Axl dritto negli occhi in cerca di una risposta.

-Si può sapere che cazzo vuoi Stradlin?! Io la stavo guardando la Tv prima che tu entrassi a rompermi i coglioni!- rispose incazzato il rosso che aveva visto stravolgere quella dolce noia in cui era caduto da qualche ora.

-Voglio che tu mi risponda cazzo e voglio che muovi il tuo culo da lì a meno che non hai deciso di creare uno stampo delle tue fottutissime chiappe! Cazzo! Sei seduto lì da giorni e in più oggi hai deciso che anche parlare era facoltativo! Sappi che non lo è!-

-Mi puoi spiegare perché porcocane non mi puoi lasciare stare?! Uno non può neanche avere delle giornate vuote che subito ti trasformi in una sottospecie di mammina isterica!-

-No Rose mi dispiace ma tu non puoi! Abbiamo sperimentato entrambi come vanno a finire poi queste giornate vuote su di te e io non ho alcuna voglia di salvarti il culo!-

-Parla lo spacciatore fallito…- Axl si alzò dirigendosi verso camera sua, quel discorso gli aveva prosciugato anche quelle poche energie che pensava di avere ed ora si ritrovava distrutto a reclamare sonno. Izzy non rispose più. Non gli interesseva avere l'ultima parola e quello che l'altro gli aveva detto lo veva punto sul vivo.


Faith, dopo aver pranzato con Izzy, decise di andare a vedere come se la cavava Backy. Era una bella giornata e quella era una buona scusa per camminare un po' inspirando a pieni polmoni l'aria invernale di Los Angels. Era incredibilmente serena. Per la prima volta dopo anni non aveva alcun pensiero in testa, nessuna preoccupazione, in quel momento le sembrava davvero che ogni cosa potesse finire per il meglio. Sapeva che c'erano cose da sistemare e concetti da rifinire ma erano cose che avrebbero richiesto tempo, le cose dovevano seguire il loro corso e qualunque sarebbe stato Faith avrebbe provato ad esserne contenta fino alla fine. Arrivò all'edicola con un grande sorriso stampato in faccia e quando entrò vide che dietro alle riviste la sua amica non era da meno mentre parlava con Duff. Era felice per lei, sperava solo che lui fosse una persona migliore di Jack.

-Allora ragazzi! Che mi raccontate?-

-Oddio Faith, non ti aspettavo!- rispose Backy scavalcando bancone per poterla abbracciare.

-Non pensavo di venire stamattina ma poi ho visto il sole e la bella giornata e mi è venuta voglia di fare un giro-

-Hai fatto bene, noi siamo bloccati quà fino alle 5… odio i turni lunghi!- rispose l'amica disperatamente.

-Si… poverina!- ribattè l'altra sarcastica strizzandole l'occhio. Backy capì subito a cosa si riferiva e si mise a ridere provocando confusione in Duff che non aveva colto alcun riferimento.

-Sei un'idiota ragazza!-

-Questa sarà l'unica volta in cui ti dò ragione su questa cosa, quindi gioisci pure ma non ti abituare-

-Come se le altre volte in cui te lo dico non avessi ragione! Comunque sia… cosa fai adesso? Voglio sentire dei racconti dal mondo esterno!-

-Adesso non esagerare, sei appena rientrata dalla pausa pranzo, il mondo estreno è ancora quello. Lasciando stare le tue esagerazioni però, penso che andrò in spiaggia, a godermi un po' di questo minimo sole seduta sulla sabbia, niente di più-

-Niente di più?! Hai appena descritto una scena quasi cinematografica e ti lamenti… mah! Adesso vai che se no mi arrabbio! Su! Addio!- disse infine Backy conducendo Faith all'uscita del negozio. Quest'ultima non se lo fece ripetere e dopo aver salutato velocemente uscì diretta verso casa. Non era lontano da lì e prima di andare in spiaggia voleva passare a prendere le sue macchine fotografiche. Ne aveva due, una era una Polaroid instantanea che aveva comprato l'anno prima e l'altra una Canon non poco costosa che aveva da almeno tre anni. Le piaceva ricordarsi i suoi momenti felici con delle foto e aveva fatto sviluppare uno sproposito di fotografie da quando aveva iniziato a farne. Quando arrivò a casa non trovò nessuno in sala e non si mise a indagare se ci fosse qualcuno. Andò dritta in camera sua e prese i suoi due gioielli per poi uscire subito per andare in spiaggia. Non aveva fretta quindi, anche se non era molto vicina la meta, decise di andare a piedi godendosi lo spettacolo della città in pieno trambusto settimanale. Tirò fuori la Canon e si mise a scattare un po' di foto a quello che vedeva. Aveva un rullino di riserva e per questo non aveva paura di fare foto sfuocate o inutili. Attraversando quella prima zona intorno alla sua nuova abitazione era palpabile l'abbandono della gente che ci viveva, una specie di ghetto, forse non a quei livelli ma sentiva che ci sarebbe arrivato. Vide dei bambini che giocavano a pallone con una palla di fortuna, sorridevano, erano felici, non gli importava molto altro, fece una foto. Andando avanti vide un ragazzo, pobabilmente uno spacciatore, che fumando nascosto in un vicolo, aspettava dei ragazzi in lontananza perché sapeva bene cosa volevano, fece una foto. Più avanti usciti da quella parte della città si ritrovò in un quartiere residenziale. C'era una festa di compleanno in corso, una bambina compieva 5 anni e i genitori avevano chiamato dei clown per fare divertire lei e i suoi amichetti, indirizzò l'obbiettivo sui volti sorridenti e sorpresi dei bambini e scattò la foto. Finito quel quartiere si ritrovò in una via importante e trafficata. Lì i palazzi erano alti e ogni cosa puntava a stupire. Peccato che nessuno potesse goderselo perché chi lavorava da quelle parti era sempre in ritardo per qualche incontro e correva per le strade in abiti eleganti, fece una foto anche a questo. Scattando foto su foto arrivò finalmente in riva al mare. La spiaggia era deserta e lei ne approffitò per fotografare quello spettacolo così raro in una grande città. Si tolse le scarpe, ri risolvtò i pantaloni e andò a bagnare i piedi nel mare. Essendo Gennaio l'acqua era fredda ma non le dava fastidio, era una giornata particolarmente calda e sentiva che un po' di refrigerio le faceva bene. Camminò lungo la spiaggia per un po', aveva le scarpe in mano, la borsa su una spalla, una fotocamera al collo e con la mano libera si stringeva nel golf. Era tutto così rilassante. La testa vuota, il sole che riscalda le spalle e l'acqua che rinfresca i piedi. Un sogno che capita poche volte di vivere. Arrivò in una zona dove la spiaggia non era più visibile dalla strada e proprio lì dove si aspettava di non trovare nessuno vide un ragazzo seduto a guardare l'orizzonte. All'inizio pensò di tornare indietro per non disturbare la trance in cui il ragazzo era seduto ma poi lo riconobbe. Era iniscutibilmente Axl. Era diverso da come lo aveva visto fino a quel momento, aveva lo sguardo pensoso ed il suo viso aveva perso quell'arroganza che lo distingueva. Le braccia si sorreggevano l'un l'altra sulle ginocchia rialzate facendo assumera al suo corpo una posa per lui così naturale da far sembrare ogni muscolo rilassato. Non voleva disturbare ma qualcosa in quella nuova persona che si trovava davanti la attirava. Continò a camminare nell'acqua fino a quando non fu abbastanza vicino al rosso perché lui la notasse. Non appena la vide, Faith notò che si irrigidì riprndendo una certa compostezza. Deviò la sua rotta per avvicinarsi e quando gli fu abbastnza vicino decise di parlargli.

-Tranquillo, se vuoi me ne vado…-

-No… se vuoi rimanere rimani- le rispose lui rilassandosi un po'.

-E posso sedermi accanto a te?- gli chiese stando in piedi davanti a lui.

-Certo- Faith si sedettè, appoggiò le scarpe accanto a se insieme alla borsa e tenendo in grembo la macchina fotografica iniziò silenziosamenete a spostare la sabbia con i piedi nudi. Era una delle rare occasioni in cui nessuno parla ma si sta bene lo stesso e ognuno è assorto nei suoi pensieri. Quella era stata anche l'unica volta in cui tra i due non c'era stato nè sarcasmo nè malizia e questo perché non avevano voglia di scherzare. Anche se Faith stava bene non era allegra, era quasi malinconica. Ma era una malinconia così dolce che la ragazza ci si crogiolava senza farsi troppe domande. Diverso era invece Axl. In quel momento anche la sua testa era vuota ma lui pregava di riempirla con qualcosa ma niente lo ispirava. Era lì seduto da due ore e non aveva fatto altro che ascoltare il rumore ritmico delle onde finché anche questo non lo aveva stufato. Problemi su problemi si aggrovigliavano nel suo intestino ma non volevano arrivare fino al cervello per essere sbrogliati e così lui aspettava che quella sofferenza insensata passasse.

-Che si venuta a fare qui?- chiese improvvisamente Axl. La mora girò la testa di scattò sorpresa e dopo aver respirato tornò a fissare i suoi piedi che smuovevano la sabbia.

-Niente di che… avevo voglia di fare una passeggiata e mi sono trovata quì.

-Che racconto avvincente…-

-E tu? Cosa ci fai qui?-

-Penso… o almeno ci provo…- rispose sospirando.

-Dovresti provarci più spesso, diventi anche gradevole se ti ci impegni-

-Lascia stare, tu non mi conosci…-

-E tu non conosci me-

-So che fin'ora non hai fatto altro che giudicarmi, per me questo è abbastanza-

-Io non ti ho mai giudicato! Si è vero, trovo abbastanza strano che tu passi tutto il tuo tempo sul divano ma l'unica altra cosa che ti ho visto fare è stata provarci con me-

-Tranquilla, ora come ora sei l'ultima persona con cui vorrei andare a letto-

-Ma grazie, che gran complimento!-

-Non fare troppo la rompicoglioni adesso, se volevi scopare con me le opportunità le hai avute ma te ne sei andata sempre, come per esempio ieri, non ho neanche capito cosa cazzo è successo…-

-Ho solo pensato che il sesso mi aveva già messo nei casini con uno e non volevo altri casini con te-

-Ma lascia perdere Stradlin, si fa solo troppe domande, è un'idiota-

-Che genitle che sei con lui, wow!-

-Cosa vuoi sentirmi dire? Una dichiarazione d'amore fraterno dato che lui è il mio migliore amico? Beh, sappi che non sentirai nulla del genere provenire dalla mia bocca-

-Solo un po' di amore verso uno che ha tentato di giustificarti mi sembrava normale-

-Non ho bisogno che lui parli per me!-

-Fa quel cazzo che ti pare Rose- dopo questa discussione entrambi tornarono in silenzio a fissare il nulla fino a quando Axl non ricominciò a parlare.

-Vuoi fare sesso con me?- anche questa volta Faith si girò di scatto ma non per la sorpresa di sentirlo parlare ma più per il contenuto della frase.

-Cosa scusa?- chiese sperando di aver capito male.

-Hai capito bene. Non ho voglia di girarci intorno. Vuoi fare sesso con me?-

-Prima avevi detto che ero l'ultima persona con cui l'avresti fatto-

-Che cazzo te ne frega! Voglio solo sapere se è un si o un no- la ragazza sospirò e si prese un momento per riflettere.

-Va bene…-

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