Not a monster di Saralasse (/viewuser.php?uid=32399)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***
Capitolo 28: *** Epilogo dell'epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Il mio nome
è Lucy Heartfilia. Ho
un piccolo negozio di libri nella ridente cittadina di Magnolia, del
regno di
Fiore, ed è tutto quello che mi è rimasto dei
miei genitori[1].
Oggi
è una ridente cittadina
ma fino a dieci anni fa la situazione era molto
diversa: la guerra contro i Draghi ci aveva spossati, sfiduciati,
privati di
tutto. Dovunque si posasse lo sguardo si scorgevano i segni della loro
devastazione, campi distrutti, interi villaggi ridotti in cenere, pochi
sopravvissuti che si aggiravano come fantasmi fra le macerie.
Io ero una di
loro, non così i miei
genitori. Mi hanno fatto scudo con il loro corpo quando
l’ennesimo attacco ha
sfondato il tetto della nostra casa, al piano superiore del negozio. Di
quel
momento ricordo il frastuono, le urla di mia madre e il suo sorriso
quando ha
capito di essere riuscita a salvarmi; ma ricordo anche il sangue che le
sporcava il viso e la smorfia di dolore di mio padre che aveva tentato
di
proteggerci entrambe.
Eppure non
riesco a odiare i
Draghi. Non sono stati loro a provocare la guerra ma la pazzia del
nostro Re,
il cui intento era quello di appropriarsi delle ricche miniere nel loro
territorio. Avrebbe dovuto sapere che contro di loro non aveva
possibilità di
vittoria, il loro potere è troppo grande e prescinde dalle
armi.
Mia madre non
faceva che
raccontarmi della loro saggezza e di come questa li avesse condotti a
essere un
popolo estremamente pacifico. Pacifico, non inerme: quando i ripetuti
attacchi
di Fiore hanno cominciato a mietere vittime fra loro, hanno deciso di
reagire,
con tutta la loro forza, forse nella speranza di mettere fine il prima
possibile a una guerra insensata. Per noi, ha significato
l’inizio di un
periodo lungo e tormentato, un tempo di perdita e disperazione.
Poi un giorno,
improvvisamente, gli
attacchi sono cessati. Ho potuto rivedere l’azzurro del
cielo, finalmente
sgombro del fumo degli incendi e nonostante tutto, sono riuscita a
sorridere di
nuovo. Da quel giorno non ho più smesso di farlo
perché sono sopravvissuta: ho
visto gli orrori della guerra, li ho pagati sulla mia pelle ma sono
viva e ho
capito che non esiste dono più prezioso.
Fiore ha
ricominciato a vivere come
me, le case sono state ricostruite, i campi seminati di nuove messi. La
gente
del regno è laboriosa e nonostante le perdite è
riuscita in breve tempo a
rimettere in sesto il paese che oggi è uno dei
più floridi del continente.
Oggi la mia
presenza è richiesta al
castello. Non so bene il perché, dopotutto non ho
particolare importanza nella
mia città, eppure non posso e non voglio rifiutare, la
curiosità è sempre stato
uno dei miei peggiori difetti.
Sarà
meglio che vada.
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Buonasera :D
Allora…
è minuscolo, lo so, ma è
soltanto il prologo, giusto per farvi capire di che tipo di AU si
tratterà:
niente magia, o almeno non per come la vediamo in Fairy Tail,
ambientazione
simil-medievale, personaggi… OOC ma questa non è
una sorpresa trattandosi di me
XD
[1] qui ho
pensato: cosa piace a
Lucy? Le sue chiavi! Sì ma non posso fare di lei un fabbro,
diventerebbe una
She-Hulk senza colore verde! Allora ho optato per i libri che sono
un’altra
cosa che lei ama alla follia (naturalmente non parliamo di persone
sennò al
primo posto c’è Natsu ovviamente u.ù).
Soprattutto Lucy
nei primi capitoli
sarà molto diversa da quella che conoscete ma fidatevi di
me, tutto ha una
ragione e avrà una spiegazione ;)
Come sempre,
grazie se avete anche
solo letto questo minuscolo prologo, grazie se deciderete di lasciarmi
un
commentino e grazie se deciderete di seguirmi in questa nuova avventura
:)
Gli
aggiornamenti non saranno super
veloci anche se cerco di portarmi avanti con la scrittura appena ho un
po’ di
tempo, siate pazienti!
A presto cheries
:*
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Lucy
osservò la sua immagine
riflessa, chiedendosi se non fosse il caso per una volta di indossare
abiti più
femminili. Quando era rimasta sola, aveva imparato presto che
nascondersi e
celarsi era più sicuro nel mondo morente in cui viveva e
aveva preso l’abitudine
di indossare calzoni maschili.
L’unico
vezzo che si concedeva
erano le fini e delicate camicie femminili, ornate di trine, che
lasciavano
intravedere le sue forme generose.
“Oh
insomma!”, esclamò rivolta alla
sua stessa immagine. “Tu sei così, se ti vogliono
che ti prendano come sei!”.
Si
voltò verso il letto dove
giaceva abbandonata la pesante cappa di lana e la indossò,
uscendo dalla camera
per raggiungere il piano inferiore.
“Levy”,
disse, rivolta alla ragazza
che la attendeva di sotto. “Ti affido il negozio durante la
mia assenza. Non ho
idea di cosa vogliano da me, perciò non so quanto
resterò lontana. Ti
dispiace?”.
“Non
preoccuparti Lucy”, rispose Levy.
“Prenditi tutto il tempo, ci penso io qui”.
Lucy sorrise a
quella ragazza
timida e gentile che da qualche mese le teneva compagnia. Era orfana
come lei,
così le aveva dato un lavoro e l’aveva aiutata a
trovare una casa: la sua era
abbastanza grande ma preferiva restare sola. Stando per conto suo, non
doveva
rispondere di nulla a nessuno.
“Grazie”,
disse tirandosi il
cappuccio sulla testa mentre varcava la soglia di casa.
L’inverno
era inoltrato e il freddo
pungente aveva fatto sì che gli abitanti della
città si rintanassero dietro i
loro usci. Lucy si strinse nel mantello aumentando il passo per
giungere il
prima possibile al castello.
Non riusciva
proprio a capire cosa
potesse volere da lei il signore locale. Non aveva una grossa
attività
commerciale, né capacità fisiche o mentali
straordinarie. La sola cosa che la
distingueva dalla massa era la sua conoscenza del regno e della cultura
dei
Draghi.
Quel pensiero le
fece correre un
brivido gelato lungo la schiena: che intendessero riaccendere le
ostilità?
Sarebbe stata una follia, i Draghi avevano già insegnato a
Fiore quanto fosse
inutile tentare di sottometterli con la forza.
E se invece
avessero deciso di
utilizzare le sue conoscenze per giocar loro un brutto tiro e renderli
schiavi
con l’inganno? Non si sarebbe mai prestata a niente del
genere!
Lucy scosse la
testa decisa, stanca
di tutto quel rimuginare: ormai il castello era in vista, di
lì a poco avrebbe
saputo come stavano le cose.
Quando si
presentò al cancello,
spiegando chi fosse, fu lasciata attendere per qualche minuto, fin
quando non
fu lo stesso capitano delle guardie, Erza Scarlet, a pararsi di fronte
a lei.
“Tu
sei Lucy Heartfilia?”, la
apostrofò con un tono gentile ma autoritario.
Dopo
l’iniziale smarrimento, Lucy
riuscì ad annuire. “S-sì, sono io,
capitano. C’è qualche problema?”.
“Niente
che ti riguardi
personalmente, non preoccuparti. Seguimi”, disse
incamminandosi lungo i
corridoi del castello.
Le
possibilità nella mente della
giovane libraia cominciarono a moltiplicarsi, vagliando tutte le
ipotesi più
terribili su cosa sarebbe potuto accaderle una volta giunti a
destinazione. Il
capitano Scarlet aveva fama di essere irreprensibile ma anche e
soprattutto inflessibile.
Ciò che la preoccupava maggiormente era come avrebbero
reagito al suo rifiuto
di aiutarli ad abbattere i Draghi; perché ormai ne era quasi
certa, era quello
che volevano da lei, ma non avrebbe mai collaborato a trascinare il
regno in
una nuova guerra.
Così
presa dai suoi pensieri quasi
non si accorse di essere stata condotta niente meno che nella sala del
trono
del piccolo castello di Magnolia; la fortezza era la sede di un
funzionario del
Regno, il Re, infatti, risiedeva a Crocus.
Lord Fullbuster
si alzò in piedi al
loro ingresso nella sala e si fece loro incontro. “Voi dovete
essere lady
Heartfilia, l’esperta di Draghi”, disse, sorridendo
a Lucy.
La ragazza
inarcò un sopracciglio,
sentendosi attribuire quel titolo onorifico che non le spettava: si
aspettavano
di comprarla adulandola, forse? “Sono io”, disse
soltanto.
L’uomo
tossicchiò, in evidente
disagio per la freddezza della sua ospite. “Bene…
non volete tenermi
compagnia?”, chiese indicando con il braccio teso delle
poltrone sistemate di
fronte al camino acceso.
“No.
Preferisco che mi diciate
subito cosa volete da me. Io devo lavorare se voglio
mangiare”.
“E va
bene, milady”, acconsentì
lord Fullbuster. “Voi sapete come abbiamo potuto far cessare
gli attacchi dei
Draghi?”.
Lucy
incrociò le braccia al petto,
aspettando che proseguisse nella sua spiegazione.
“Ebbene,
dieci anni fa compimmo un’impresa
a dir poco eccezionale. Il sovrano di Draconia aveva un figlio, un
bambino di
pochi anni se fosse stato umano: approfittando di un suo spostamento
verso zone
più sicure, riuscimmo ad assaltare il convoglio e a rapirlo,
e questo ha
immediatamente fatto cessare le ostilità da parte dei
Draghi. Inoltre, ci
assicura una parte dell’oro e dell’argento estratto
dalle loro ricche miniere”.
“Che
cosa?!”. Lucy era a dir poco
scioccata: nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe pensato che il Re
giungesse
a tanto. “Questo è… è
mostruoso!”.
“Andiamo
milady! La popolazione di
Fiore è laboriosa ma davvero questa ripresa così
veloce non vi ha insospettita
neanche un po’? Eppure mi dicono di voi che siate molto
intelligente”.
La libraia
digrignò i denti,
mordendosi la lingua per non esprimere la risposta che avrebbe voluto
dare a
quello spocchioso. “Che ne è stato di quel
bambino?”.
“E’
nostro ospite naturalmente ma
non è più un bambino”, disse lord
Fullbuster come se spiegasse la cosa più
ovvia del mondo. “Pare che fuori dai confini di Draconia il
loro ciclo vitale
non sia poi così diverso dal nostro… e neanche la
loro salute”.
“Cosa
intendete dire?”.
“E’
malato”, intervenne Erza
Scarlet. “Sono giorni che rifiuta cibo e acqua, e durante la
notte non fa che
urlare e lamentarsi”.
“La
mia giovane sposa è molto
turbata da quegli strepiti che le disturbano il sonno”,
riprese parola l’uomo.
“E considerate le vostre conoscenze sui Draghi, speriamo che
possiate aiutarci
a guarire il ragazzo”.
Lucy si
tormentava le mani, furiosa
per ciò che aveva appena sentito: sapeva che non poteva
trattarsi di un
miracolo se improvvisamente la guerra era finita ma scoprire che la sua
tranquillità era stata ottenuta in maniera tanto vile la
faceva fremere di
rabbia. Ancor più sapere che la decisione di curare una
persona derivava solo
dall’assicurare notti tranquille alla delicata lady Juvia.
“Portatemi
da lui”.
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Buonasera
^^
Per prima
cosa voglio ringraziare voi tutte per l’accoglienza a dir
poco calorosa che
avete riservato già al solo prologo, grazie mille!
Passando al
primo capitolo, direi che finalmente si intuisce qualcosa e la
situazione si
delinea meglio, che ne dite? Penso abbiate anche capito
perché dicevo che Lucy
sarebbe stata molto diversa da quella che conosciamo; e penso anche che
al
momento odiate Gray ed Erza XD
Come
sempre, grazie se avete letto e se vi va lasciatemi un commentino per
dirmi
cosa ne pensate ^^
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Lord Fullbuster
ed Erza Scarlet si
scambiarono uno sguardo compiaciuto e la donna si avvicinò
di nuovo a Lucy che
li guardava ansiosa.
“Seguimi”.
Fece laconica
imboccando una porta
laterale. Percorse per alcuni metri il corridoio prima di infilare una
scalinata che si apriva alla fine dell’andito. Lucy si
affrettò a seguirla e
sulla soglia si fermò per qualche momento, disgustata dal
tanfo che giungeva
sino a lì. Il capitano continuava ad avanzare e lei si
costrinse a seguirla,
tentando di ignorare il puzzo che diventava sempre più forte
e le stringeva la
gola. Era un sentore umido di muffa e di sporco. Olezzo di morte.
A Lucy
sembrò di scendere
all’inferno tanto la scalinata era lunga e il calore sempre
più opprimente;
quando finalmente ebbe percorso l’ultimo gradino, dovette
appoggiarsi per
qualche minuto alla parete e riprendere fiato. Sperava che reimmettere
aria nei
polmoni servisse anche a farle riprendere quel coraggio e quella
spavalderia
che aveva perso non appena aveva iniziato a percorrere le scale.
Il capitano
Scarlet la osservava
con un’espressione mista tra pietà e dispiacere;
lord Fullbuster avrebbe dovuto
avvertire la libraia di dove fosse ospitato il Drago. “Ti
senti bene?”.
“Benissimo”,
rispose Lucy quando
ebbe riacquistato il suo autocontrollo. “Allora,
dov’è il ragazzo?”.
La donna
indicò con un cenno del
capo la cella alle proprie spalle e Lucy si avvicinò per
poter guardare
all’interno. L’ambiente era quasi del tutto buio,
fatta eccezione un’unica
finestra che consentiva alla luce solare di illuminarlo: in un primo
momento
non vide nessuno, fin quando aguzzando la vista potè
scorgere una sagoma
nascosta nell’angolo più buio. Poteva sentire
anche un debole lamento.
“Fatemi
entrare”.
“Temo
che non sia possibile”.
“Non
posso capire cos’ha se non mi
lasciate avvicinare a lui!”, esclamò Lucy che
cominciava a perdere la pazienza:
non solo le facevano vedere una persona ridotta a un relitto umano ma
le impedivano
addirittura di aiutarla!
“E va
bene. Hai solo il tempo di
visitarlo, non un minuto di più”.
La libraia
sbuffò sonoramente
mentre le sentinelle aprivano la cella. “Io non sono un
medico, questo non
dovreste dimenticarlo. Non è detto che possa
aiutarlo”, disse spostando uno
degli uomini per poter entrare. “Ha un nome,
immagino”.
“Si
chiama Natsu”.
Lucy si
avvicinò al ragazzo e si
inginocchiò davanti a lui, tentando di distinguere il suo
viso nella penombra.
“Ciao Natsu”, disse stendendo una mano per
scostargli i capelli dagli occhi ma
lui la colpì, allontanandola. Non le fece male, era troppo
debole. “Natsu io
voglio aiutarti, mi hanno chiamata per cercare di capire cosa ti fa
star male…
non vuoi venire un po’ qui alla luce?”.
Così
dicendo era arretrata verso il
cono di luce proiettato dalla finestra, nella speranza che lui si
avvicinasse
quel tanto che bastava da essere illuminato decentemente. Natsu la
guardava,
sentiva il suo sguardo su di sé: a quel pensiero un brivido
le attraversò il
corpo quando le sovvennero le leggende narrate a Fiore secondo cui un
Drago
poteva, solo con i suoi occhi, incatenare a sé un essere
umano.
Dal canto suo,
il Drago non
distoglieva lo sguardo da lei temendo si trattasse di un inganno: mai
nessuno
era stato gentile con lui da quando era stato trascinato in catene in
quel
regno di Uomini, perché lei avrebbe dovuto? Forse tentavano
di rabbonirlo prima
di ucciderlo? ‘Meglio’, si ritrovò a
pensare, ‘almeno la farò finita con
questa… vita’. La ragazza però
continuava a fissarlo con quello sguardo
implorante e suo malgrado si ritrovò a muoversi verso di
lei, esponendosi alla
luce.
“Coraggio
Natsu… lascia che ti aiuti”, sussurrò
Lucy avvicinandosi di nuovo a lui. Si
lasciò cadere sulle ginocchia per poterlo guardare in viso e
non potè non
notare quanto fosse pallido e magro: le sue mani si mossero
più veloci del
pensiero e si posarono sul volto di Natsu. “Almeno lo avete
fatto mangiare?!”, sbraitò
voltandosi a guardare Erza che la fissava dalla soglia. “Come
pretendete che
stia bene se non è nemmeno nutrito come si deve?
È una persona, questo lo
capite? Fate chiamare lord Fullbuster, lo voglio qui”.
“Non
credo
sia possibile”, ribattè Erza, le sopracciglia
aggrottate.
“Lord
Fullbuster deve venire qui e rendersi conto di quello che ha fatto.
Questo
ragazzo non guarirà mai se non lo tirate fuori da qui, si
sta lasciando morire”,
disse mentre tornava a guardare Natsu. Le faceva tenerezza
così lacero e sporco
ma anche e soprattutto tanta rabbia verso il suo signore; era una
persona
magnanima e reggeva Magnolia in maniera giusta ed equilibrata,
perché mai
avrebbe dovuto comportarsi in maniera tanto perfida con quel ragazzo?
Erza
sbuffò, girando i tacchi per tornare nella sala principale e
conferire con lord
Fullbuster.
Non appena
il capitano si fu allontanata, Lucy prese la borraccia che portava alla
cintola
e la avvicinò alle labbra di Natsu che ostinatamente
voltò il capo di lato. La
ragazza gli afferrò il viso costringendolo a voltarsi e si
avvicinò per poter
parlare a bassa voce.
“Ti
tirerò
fuori da qui, è una promessa”, disse fissandolo
dritto negli occhi. “E farò
tutto il possibile perché tu possa tornare da tuo
padre”. Lo scintillio che
vide passare per un istante nello sguardo spento di Natsu le
confermò di aver
colto nel segno. “Però devi essere paziente e
lasciare che ti aiuti. Bevi
adesso”.
Natsu
esitò
ancora per qualche istante prima di convincersi ma quando ebbe portato
la
borraccia alle labbra, bevve avidamente come un assetato nel deserto.
Le parole
di quella ragazza che non conosceva gli avevano ridato la speranza e
anche se
sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi, qualcosa dentro di lui gli
diceva che
lei non lo avrebbe tradito. I suoi occhi castani erano limpidi e
sinceri e il
suo sorriso rassicurante; non aveva molti termini di paragone ma
avrebbe detto
che era bella, come le principesse dei Draghi che vivevano nel castello
con
lui, uno dei pochi ricordi della sua vita precedente che non aveva
perduto.
“Come…
come
ti chiami?”, riuscì a dire dopo averle restituito
il contenitore.
Lucy gli rivolse
un sorriso radioso sentendolo finalmente parlare. “Lucy. Il
mio nome è Lucy”.
Natsu
rispose con un lieve stirarsi delle labbra prima di lasciar andare un
sospiro.
“Non puoi fare quello che hai detto, Lucy. Rischieresti la
vita”.
“Non
è
giusto che ti tengano qui”.
“Mi
conosci
appena, non puoi azzardare tanto”.
“Non
mi
interessa, Natsu! Ti ho fatto una promessa e la manterrò,
costi quel che costi.
Devi solo fidarti di me!”, esclamò, quando il
rumore di passi nel corridoio la
fece voltare.
Lord
Fullbuster si avvicinò alla cella, guardandola con aria
seccata. “Allora
milady, cosa c’è di tanto urgente da farmi correre
qui?”.
Lucy si
rialzò, avvicinandosi a lui per poterlo fronteggiare.
“Il ragazzo non può stare
qui, questo posto lo ha fatto ammalare e non guarirà mai se
non lo sposterete
altrove. Lasciate che lo porti a casa mia”.
“Non
se ne
parla nemmeno”, intervenne Erza. “Potrebbe
fuggire”.
“E’
talmente debole e stanco che dovrà essere assistito anche
per camminare”,
spiegò Lucy, calma. “E se non vi fidate potete far
sorvegliare la mia casa, non
è un problema per me”. In realtà,
sperava vivamente che la sorveglianza non
fosse troppo stretta: era sicura che qualcuno l’avrebbe
tenuta d’occhio ma
aveva fatto una promessa e doveva aiutare Natsu a tornare a casa non
appena fosse
stato abbastanza forte da reggere la fuga.
Lord
Fullbuster fece cenno a Erza e uscì dalla cella con lei per
poterle parlare in
privato.
“Gray
non
puoi lasciare che lo porti con sé, quella ragazza
è troppo ingenua, lo farebbe
fuggire”.
“Se il
Drago muore Fiore perde le miniere e noi faremmo in breve la stessa
fine del
ragazzo”, ribattè lord Fullbuster. “E
poi l’hai sentita, non è un problema far
sorvegliare la sua casa; potremmo impiegare delle spie oltre che le
sentinelle,
così da scoprire eventuali piani di fuga”.
Erza
sospirò appena. “Ti stai assumendo una grossa
responsabilità. Se lui fuggisse
tu saresti giustiziato”.
“Dannazione
Erza! Noi non siamo così, non lasciamo morire un altro
essere vivente solo
perché non è un abitante di Fiore!”,
esclamò fra i denti. “Ormai ho deciso. Il
Drago andrà a casa di lady Heartfilia perché sia
curato”.
Il capitano
scosse la testa rientrando nella cella. “Accordato. Lo porti
con te e sarà
sotto la tua responsabilità”.
***********************************************************************************************************
Buonasera ^^
Allora,
come avevate già capito benissimo – non sono brava
a creare misteri XD – il Drago
prigioniero era proprio il nostro caro Natsu; a Lucy l’arduo
compito di
rimetterlo in sesto e poi in libertà. Riuscirà la
nostra eroina nel suo
intento?! Lo scoprirete nelle prossime puntate XD
P.S.:
siccome più di una me l’ha scritto nelle
recensioni, una piccola precisazione,
forse non sono stata molto chiara: Gray non è il Re di Fiore
ma un funzionario
di Magnolia, un governatore si potrebbe dire. Vive nel castello solo
perché è l’edificio
di rappresentanza, tutto qui :D
Mi ripeto
ma non posso farne a meno, grazie a tutti voi che mi seguite, grazie a
tutti
voi che mi recensite e grazie a tutti voi che mi leggete soltanto ;)
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Lucy si
voltò subito a guardare
Natsu e gli sorrise, sorreggendolo perché potesse alzarsi.
“Non fare cose
stupide”, gli bisbigliò all’orecchio
mentre tornava a posare lo sguardo su lord
Fullbuster. “Vi ringrazio. Sono certa che guarirà
perfettamente entro pochi
mesi”.
“Mesi?!”,
esclamò Erza Scarlet
perdendo il suo solito autocontrollo. “Non può
stare fuori da qui per così
tanto te…”.
“Invece
può”, la bloccò lord
Fullbuster. “E’ importante che si rimetta in sesto,
sai che probabilmente a
Draconia già sanno che è malato”.
Il capitano
strinse i pugni e si
rivolse a una delle sentinelle. “Trovategli un mantello, non
può uscire così”.
Lucy condusse
Natsu fuori dalla
cella e si fermò davanti a lord Fullbuster.
“Grazie”, disse soltanto prima di
imboccare la scalinata.
Quando
finalmente guadagnarono
l’uscita, Natsu fu percorso da un brivido, sentendo sulla
pelle l’aria fresca
che circolava nel castello. Lucy lo guardò, preoccupata che
quel cambiamento
nuocesse alla salute già compromessa del Drago.
“Sto
bene”, la rassicurò Natsu.
“Solo… faceva così caldo
laggiù”.
Lucy fece un
sorrisino guardandolo
e lo aiutò a coprirsi con il mantello che una guardia le
stava porgendo.
“Vedrai che fra poche ore non sentirai più questa
differenza. Andiamo adesso”.
Così
dicendo, condusse Natsu lungo
i corridoi di pietra del castello e poi fuori, per le vie deserte di
Magnolia;
nonostante non si vedesse nessuno a causa del freddo intenso, la
cittadina
manteneva intatto tutto il suo fascino e il ragazzo si guardava attorno
con
curiosità crescente. Più volte Lucy dovette
trascinarlo perché riprendesse a
camminare.
“Capisco
che tu non veda il mondo
da anni ma così non arriveremo mai a casa!”.
“Scusa
Lucy”, disse Natsu con un’aria
talmente contrita che la libraia si sentì in colpa per
averlo sgridato.
“Non
fa niente, Natsu… guarda,
quella è casa mia!”, esclamò indicando
la casetta piccola ma curata a pochi
metri da loro.
“E’…
bella, penso”.
Lucy
ridacchiò dell’espressione
perplessa del Drago mentre entrava in casa con lui. Levy le corse
incontro e si
bloccò quando vide il ragazzo che si portava appresso.
“Lucy, sei torna… e lui
chi è?”.
“Ciao
Levy! Lui si chiama Natsu,
starà con me per un po’, anzi… ti
dispiace preparare il pranzo?”.
Lo stomaco di
Natsu confermò
rumorosamente quanto avesse fame e il Drago ridacchiò
imbarazzato, suscitando
l’ilarità delle ragazze. Levy scosse la testa
sorridendo e gli strinse la mano.
“E’ un piacere conoscerti, io sono Levy! Ci penso
io al pranzo, tu va’ pure di
sopra con Lucy”.
Lucy
soffocò le risate per non
offendere Natsu mentre lo guidava al piano superiore. “Devo
dire che stai molto
meglio, non mi spiego come sia possibile”, disse notando
quanto camminasse
molto meglio sebbene fosse ancora debilitato.
“Sono
sempre guarito molto in
fretta, credo di essere nato così”,
spiegò Natsu con noncuranza, come se la
cosa fosse semplicemente ovvia. “Ricordo che anche mio padre
guariva molto in
fretta, tutti a Draconia sono come me. E’ qui che sono un
mostro”, aggiunse fra
i denti.
“Non
sei un mostro! E la gente di
qui lo capirebbe se non fosse guidata dal nostro stupido Re che pensa
solo a
riempir loro la testa di fandonie”.
“Non
sembri amarlo molto”.
“E non
sono l’unica”.
“Che
intendi dire?”.
“Nulla.
Dimentica ciò che ho
detto”, disse Lucy entrando in una stanza. “Vieni,
questa sarà la tua camera
fintanto che resterai qui”.
Natsu
seguì la ragazza e sulla
soglia si fermò per qualche momento, intento ad osservare
l’ambiente:
sicuramente non era la stanza di una reggia ma lo diventava se
confrontata alla
fredda cella in cui aveva trascorso gli ultimi anni.
“Al
castello avevo una stanza
così”, disse sorridendo a Lucy.
“A
Draconia?”.
“No,
qui a Magnolia. Non mi hanno
tenuto sempre in cella, mi hanno rinchiuso quando sono diventato
abbastanza
grande da poter fuggire. Prima mi tenevano assieme alla
servitù e giocavo con
Gra… con lord Fullbuster.
Eravamo
bambini entrambi e anche se veniva sgridato per questo, veniva sempre
da me”.
“Lord
Fullbuster?!”, esclamò Lucy sorpresa
da quella rivelazione. “Proprio lui, quel pezzo di
ghiaccio?”.
Natsu strinse i
pugni e distolse lo
sguardo. “Non ha più scelta”, disse
laconico.
Lucy decise di
non indagare oltre, imbarazzata
dall’improvviso mutismo di Natsu e nel tentativo di togliersi
dall’impaccio
aprì il grande armadio che occupava una delle pareti
laterali. “Allora… non
vuoi fare un bagno prima di pranzare?”.
Il Drago si
riscosse dai suoi
pensieri e le rivolse un sorriso soddisfatto; quel gesto
scoprì i canini puntuti
tipici della sua razza e Lucy si avvicinò per osservarli
meglio. “Hai davvero i
canini affilati!”.
“Si,
li abbiamo tutti così!”, rise
Natsu, vedendo la sua espressione curiosa. Lucy sembrava
improvvisamente molto
più giovane della sua età. “Mi fai fare
questo bagno adesso o vogliamo restare
qui a parlare dei miei denti?”.
Anche Lucy rise
della sua stessa
reazione. “Hai ragione Natsu”, disse aprendo una
porta laterale. “Qui c’è la
stanza da bagno, vado a mettere l’acqua a scaldare”.
Quando Lucy fu
uscita, Natsu si
avvicinò alla finestra, osservando di nuovo dopo anni il
mondo all’esterno. Le
sentinelle avevano già preso posizione ma erano talmente
visibili che avrebbero
potuto eluderle facilmente se avessero voluto; era evidente che Gray
stava
facendo di tutto per lasciarlo fuggire evitando possibilmente
conseguenze per
se stesso.
Gray era stato
il suo solo amico in
tutti quegli anni di solitudine. Non si era lasciato fermare dalla
consapevolezza che appartenessero a due razze diverse, né
dalle punizioni che
riceveva ogni volta che veniva sorpreso nella stanza del piccolo Drago.
La sua
amicizia aveva resa meno amara la prigionia e, Natsu ne era certo, se
mai fosse
riuscito a fuggire sarebbe stata la sola persona di Fiore di cui
avrebbe
sentito la mancanza.
A parte Lucy. La
conosceva da poche
ore soltanto ma sentiva qualcosa che lo spingeva verso di lei; suo
padre gli
raccontava sempre che i Draghi entravano in sintonia con
l’anima della persona
con cui avrebbero diviso la vita, possibile che nel suo caso fosse
proprio
quella ragazza decisa che aveva tanto preso a cuore la sua sorte? Di
certo, non
sbagliava sull’anima di Lucy: era pura e forte,
com’era lei stessa, e muoveva
ogni suo gesto con i medesimi sentimenti.
Quasi senza
rendersene conto, Natsu
si ritrovò a sorridere al proprio riflesso e si
voltò quando vide la porta
aprirsi e l’oggetto dei suoi pensieri reggere una grossa
pentola piena di acqua
bollente.
“Sbrighiamoci
Natsu, altrimenti
diventa troppo fredda!”, esclamò entrando nella
stanza da bagno e cominciando a
riempire la tinozza di legno che vi si trovava. “Per fortuna
Levy è previdente,
aveva già messo l’acqua sul fuoco”.
Non appena ebbe
finito si avvicinò
a Natsu per aiutarlo a raggiungere la piccola stanza e lui la
lasciò fare,
docile, accontentandosi per il momento di respirare il profumo dei
capelli di
lei. Lucy era speciale. E l’avrebbe portata con sé
a Draconia.
***********************************************************************************************************
Buonasera ^^
Scusate per il
ritardo dell’aggiornamento
ma come avevo anticipato a molte di voi, dipende tutto dal tempo che
rimane a
mia disposizione dopo il lavoro :P
Tornando al
capitolo, Natsu è
arrivato a casa di Lucy e penso di aver chiarito perché Gray
non abbia opposto
molte resistenze ;) So bene che anche Natsu risulta molto OOC, forse
più di
Lucy, ma ho cercato – evidentemente con scarso successo XD
– di rifarmi al
Natsu bambino appena abbandonato da Igneel, rapportando il tutto a una
persona
ormai adulta… dategli tempo, si riprenderà XD
E’
ancora un capitolo di
transizione, penso che nel prossimo entreremo nel vivo
dell’azione :D
Tante grazie a
tutte voi che mi
seguite, leggete, recensite, siete splendide *-*
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Appena furono
entrati nella piccola
stanza, Lucy alzò lo sguardo verso Natsu, leggermente
arrossita sulle gote.
“Ecco… mi stavo chiedendo se avessi bisogno
d’aiuto… per il bagno insomma”. Avrebbe
preferito che il pavimento la inghiottisse ma doveva prendersi cura di
lui ed
era ancora debole perché potesse pensare di lasciarlo solo
in qualsiasi
momento: era talmente in ansia e le sembrava talmente sbadato che
temeva
sarebbe annegato nella vasca.
Dal canto suo,
Natsu la osservava
perplesso, non capendo il perché della sua domanda.
“Non capisco perché tu me
lo chieda, certo che devi aiutarmi”, disse con schiettezza.
“E’ sempre stato
così da che ho memoria”.
Il viso di Lucy
assunse tutte le
tonalità di rosso prima che riuscisse a trovare la forza di
rispondere. “V-va
bene, allora… togliti i vestiti, io intanto te ne prendo di
puliti”, disse
tornando nella camera da letto e infilando letteralmente la testa
nell’armadio.
‘Maledizione! Stupida, stupida, stupida Lucy! E adesso come
ne esci, eh?!’.
“Lucy!”,
la richiamò la voce del
Drago. “Io sono pronto!”.
Lucy prese un
grande respiro e
afferrò degli indumenti puliti, tentando di ignorare il
tamburellare violento
del suo cuore. Quello che vide quando fu di nuovo nella stanza da bagno
la fece
rilassare un poco: Natsu era già immerso
nell’acqua e le dava le spalle,
aspettando che lei lo aiutasse a lavarle. Aggrottò le
sopracciglia pensando che
dopotutto lui era un principe; sebbene fossero passati molti anni era
normale
che fosse abituato ad essere servito.
“Va
tutto bene?”, le chiese
voltando appena la testa per sbirciarla.
“Sì!
Tutto bene, benissimo!”, si
affrettò a rispondere Lucy prima che si voltasse
completamente. “Resta pure
comodo!”.
Seppur ancora
titubante, Lucy
afferrò la pezzuola che penzolava dal bordo della vasca e
cominciò a passarla
delicatamente sulle spalle di Natsu. Suo malgrado, notò che
sebbene fosse molto
magro, la muscolatura appariva ancora tonica; sicuramente sarebbe
diventato
statuario non appena avesse ricominciato a mangiare decentemente.
Scosse la
testa, stupita dei suoi stessi pensieri, quando dei tonfi leggeri
attirarono la
sua attenzione e sporgendosi oltre la schiena del Drago
individuò la fonte:
Natsu stava giocando con il sapone.
“Scusa
Natsu, cosa stai facendo?”,
chiese tentando di mantenere la calma. La costringeva ad aiutarlo e poi
si
metteva a giocare invece di lavarsi da solo dove avrebbe potuto?!
“Sto
giocando. Perché?”.
Lucy strinse la
pezzuolina in un
pugno e afferrò il secchio ai piedi della tinozza,
vuotandone il contenuto sulla
testa di Natsu.
“Lucy!”,
sbottò lui tra un colpo di
tosse e l’altro. “Ma sei impazzita?!”.
“Sta’
zitto!”, ruggì la ragazza
afferrando il sapone e cominciando a sfregargli energicamente la testa.
“Ehi
calmati!”, piagnucolò Natsu
tentando di scansarsi. “Mi stai tirando i capelli!”.
Lucy si
fermò, rendendosi conto di
aver avuto una reazione del tutto fuori luogo e assolutamente non da
lei; quel
ragazzo la destabilizzava in una maniera che non avrebbe creduto
possibile.
Prima ancora di conoscerlo aveva sentito l’irresistibile
desiderio di aiutarlo
e da quando aveva posato lo sguardo su di lui non era più
riuscita a
distoglierlo.
“Scusami”,
disse aiutandolo a
sollevarsi nella vasca. “Andiamo, Levy ci starà
aspettando per pranzare con
noi”.
Natsu si
asciugò con il telo che Lucy
gli aveva passato e lo lasciò cadere per vestirsi,
strappando un urletto alla
libraia che si affrettò a voltarsi di spalle.
“Lucy
va tutto bene?”.
“Natsu…
capisco che la tua vita sia
stata complicata finora ma… non puoi spogliarti come se
niente fosse davanti a
una donna!”.
“E
perché? Mia cugina mi aiutava
sempre a fare il bagno e non mi ha mai detto niente del
genere”.
“Intendi
a Draconia?”.
“Ovviamente”.
“Eri
un bambino, Natsu! Un bambino
può farlo… un uomo adulto no!”.
Natsu
sbuffò leggermente,
mettendole una mano sulla spalla. “Sono vestito! Si
può sapere perché non
posso? E’ una cosa naturale”.
Lucy
tornò finalmente a guardarlo e
lo prese sottobraccio conducendolo fuori. “E’
naturale certo ma… ecco… esiste
una cosa chiamata decenza e… impone che un uomo o una donna
non si espongano
così liberamente agli sguardi l’uno
dell’altra… a meno che non siano sposati,
certo”.
Natsu si
fermò a metà scala e guardandolo
Lucy si sentì mozzare il fiato dal suo sorriso. Non si era
resa conto di quanto
fosse solare e spontaneo. E bello. “Cosa
c’è, perché ti sei fermato?”.
“Non
c’è problema, Lucy. Tu verrai
con me a Draconia e laggiù potremo sposarci”.
La libraia
piegò la testa di lato,
sorridendogli comprensiva; Natsu probabilmente non aveva idea di cosa
stesse dicendo,
era stato isolato dal mondo per troppo tempo. “Forse
verrò a Draconia con te,
per accompagnarti. Del resto ne discuteremo”, disse
facendogli scendere gli ultimi
gradini.
Levy li
aspettava con la tavola
imbandita di tutto punto. Evidentemente doveva aver intuito in qualche
modo
quanto fosse forte l’appetito di Natsu perché
quando lo videro mangiare, lei e
Lucy restarono a bocca aperta per lo stupore.
Non sapevano se
fosse per la fame
patita nell’ultimo periodo ma sembrava proprio un pozzo senza
fondo:
ingurgitava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro a una
velocità sovrumana, e
quando finalmente si dichiarò sazio, Lucy non
potè non notare quanto sembrasse
stare ancora meglio.
‘Penso
che alla fine non avrà
proprio bisogno di mesi per riprendersi’.
“Allora
Natsu, giusto?”, disse Levy
d’un tratto. “Si può sapere dove ti ha
trovato Lucy? Ha questa mania di aiutare
tutti ma tu sembri proprio messo male!”.
Lo sguardo di
Natsu si fece
improvvisamente cupo e la libraia temette che ricadesse in quello stato
di
apatia nel quale lo aveva visto quella mattina: la ripresa era stata
straordinaria ma immaginava che gli strascichi di quella brutta
esperienza sarebbero
rimasti ancora a lungo.
“Mi ha
tirato fuori dalle prigioni
del castello”, disse fra i denti. “E spero di non
tornarci. Voglio tornare a
casa mia”.
Levy continuava
a fissare Natsu, in
attesa che le dicesse dell’altro ma il Drago restava
ostinatamente muto; Lucy
stese la mano sotto il tavolo cercando e stringendo la sua e lui le
rivolse un
debole sorriso.
Lei era stata
così gentile e
premurosa. Non meritava la sua tristezza.
Dal canto suo,
la piccola Levy
aveva notato quanto fra i due corresse già
un’insolita sintonia. Lucy non era
una persona facile a concedere fiducia a chicchessia, lei stessa aveva
avuto
non poche difficoltà a farsi accettare come amica: la
libraia aiutava chiunque
ma si apriva a ben poche persone. Eppure, Natsu sembrava aver
già toccato le
corde giuste nel suo animo smarrito, provato da troppo dolore
già patito nella
sua giovane vita.
“Lucy
io torno a casa”, disse
alzandosi da tavola. “Ho il pomeriggio libero oggi,
ricordi?”.
Lucy la
guardò per qualche momento,
leggermente perplessa da quella decisione repentina ma non oppose
rifiuti. “Sì…
va bene Levy, ci vediamo domani allora”.
Levy
annuì sorridendole. “A domani
Lucy, a domani Natsu!”, esclamò uscendo. Lucy
alzò le spalle e si mise a lavoro
per rassettare la piccola cucina.
Natsu
seguì Levy con lo sguardo e
poi tornò a guardare Lucy. “Mi dispiace. Credo sia
andata via per colpa mia ma
io… voglio tornare a casa, Lucy”.
La libraia
lasciò ciò che stava
facendo e si avvicinò a lui, abbracciandolo; il ragazzo le
cinse la vita a sua
volta, tenendo la testa sul suo petto. “Ti
riporterò a Draconia, non esiste che
io manchi una promessa”, gli disse accarezzandogli la testa,
le dita
intrecciate in quegli insoliti capelli rosa.
Natsu
sollevò la testa per poterla
guardare negli occhi. E Lucy sentì che si sarebbe potuta
perdere in quello
sguardo ardente e non le sarebbe importato. “Voglio che tu
venga con me Lucy”.
A Lucy
sembrò quasi che la sua voce
provenisse da un altro mondo quando, prima ancora di avere il tempo di
pentirsene, acconsentì all’insolita richiesta.
“Sì”.
***********************************************************************************************************
Buonasera ^^
Sì,
è presto. Sì, Natsu sta
precipitando le cose. Ma sì, Natsu è tutto
istinto e prima o poi doveva tornare
a essere lui in questa fic. Per la faccenda del matrimonio,
è esattamente come
dice Lucy, non sa di cosa parla XD
Pensavo di
mettere più azione in
questo capitolo ma alla fine è stato solo un piccolo passo
avanti nel rapporto
tra Natsu e Lucy. L’azione ci sarà
però, non dubitate, altrimenti come fa il
caro Drago a tornare a Draconia?!
Come sempre,
grazie a chi legge,
grazie a chi mi segue, grazie a chi recensisce, senza di voi sarei
persa ^^
Alla prossima
ladies <3
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Lucy sapeva di
dover interrompere
subito quel momento. La vita per strada l’aveva resa troppo
smaliziata perché
non capisse come sarebbe finita se avesse permesso a quello strano
ragazzo di
esercitare su di lei tutto quel fascino.
Eppure, mentre
la sua testa
formulava sensatamente questi pensieri, le sue mani non volevano
saperne di
smetterla di accarezzare quella massa disordinata che erano i capelli
di Natsu;
e i suoi occhi non intendevano allontanarsi da quelli di lui. E di
certo il
Drago non le rendeva la vita facile: l’aveva stretta
spasmodicamente e aveva
socchiuso gli occhi, ma non smetteva di fissarla.
“Natsu”,
disse trovando da qualche
parte il coraggio di riscuotersi. “Forse dovresti riposare.
Da quello che mi
hanno raccontato non hai dormito molto e io non posso tenerti
compagnia, ho un
negozio da mandare avanti”.
Natsu la
lasciò andare a
malincuore, appoggiandosi allo schienale. “E va bene,
Lucy”.
Lucy gli sorrise
e si passò un suo
braccio sulle spalle per aiutarlo ad alzarsi e accompagnarlo nella sua
camera.
Non si dissero nulla e la libraia se ne sentì sollevata:
temeva che le
chiedesse di restare con lui ed era certa che non sarebbe riuscita a
dire di
no.
Sebbene non
fosse sembrato
entusiasta all’idea di dormire, Natsu crollò
letteralmente non appena ebbe
poggiato la testa sul cuscino. Lucy sorrise intenerita vedendolo
riposare
finalmente sereno e lasciò la stanza, tornando al piano di
sotto.
Sull’uscio
del negozio campeggiava
la scritta Chiuso
quando potè finalmente ritirarsi nella sua sezione
preferita, quella che conteneva i libri sui Draghi. La sua era per lo
più una
collezione privata, nessuno di quei libri, infatti, era destinato alla
vendita.
Quegli studi servivano a lei, erano l’unico legame rimasto
fra Lucy e sua madre,
che amava e rispettava Draconia e i suoi abitanti. Col tempo aveva
imparato a
fare lo stesso; man mano che ne apprendeva le usanze, i poteri e la
grande
saggezza aveva capito quanto Layla fosse rimasta affascinata da
quell’insolita
popolazione e ne aveva condiviso la passione.
Quei volumi
pesanti e polverosi le
tennero compagnia per tutto il pomeriggio mentre li spulciava alla
ricerca
spasmodica di una mappa, anche piccola, del territorio di Draconia;
nulla,
sulle carte che possedeva non era segnato nemmeno il confine tra i due
regni.
‘Come
faccio adesso?! Ho promesso a
Natsu che lo avrei riportato a casa ma non ho idea di dove sia casa
sua!’. Lucy
sospirò passandosi la mano sugli occhi. ‘Non ho
scelta. Mi rimane una sola
possibilità. Ma ho bisogno di tempo’.
Un movimento
vicino a una delle
finestre del negozio attirò la sua attenzione e senza darlo
a vedere si
avvicinò per controllare, fingendo di avvicinarsi per
chiudere le imposte;
aveva quasi dimenticato di essere sorvegliata ma lord Fullbuster doveva
aver
mandato delle reclute a svolgere quel lavoro. Persino un cieco si
sarebbe
accorto di loro.
Mentre
percorreva le scale per
andare a svegliare Natsu, le sovvenne alla mente quello che lui le
aveva detto
sul signore di Magnolia. Forse, alla fine, era davvero la persona
magnanima che
appariva e aveva deciso di aiutare il Drago suo amico a fuggire.
Natsu dormiva
ancora profondamente
e Lucy sedette sul letto a osservarlo: aveva le sopracciglia aggrottate
e
l’espressione serena di prima aveva lasciato il posto a un
volto contratto e
sofferente. “Natsu”, provò a chiamarlo,
scuotendolo leggermente. “Coraggio
svegliati, è ora di cena”.
Finalmente, dopo
diversi inutili
tentativi, riuscì a fargli aprire gli occhi e il ragazzo si
guardò attorno
smarrito per qualche momento prima di focalizzare la sua attenzione su
di lei.
“Lucy…”.
“Va
tutto bene, Natsu? Scusa se ti
ho svegliato ma eri agitato, forse stavi facendo un incubo”.
Natsu
sospirò lievemente stringendo
i pugni e lei gli coprì la mano con la propria.
“Più che un incubo”,
cominciò,
tenendo lo sguardo basso, “era un ricordo; ho sognato di
nuovo quella notte”.
“Intendi
quando ti hanno portato
via?”.
“Si…”.
Lucy lo
costrinse ad aprire la
mano, stringendola nella sua. “Ti va di
raccontarmi?”.
Natsu
annuì, ricambiando la
stretta.
La
carrozza viaggiava veloce nella notte, sfrecciando verso la propria
meta; la Rocca era ancora lontana e i suoi occupanti troppo preziosi
per
Draconia. Soprattutto per il suo Re.
“Gorgo
manca ancora molto per arrivare?”.
“Non
essere impaziente, saremo alla Rocca entro poche ore”. La
giovane
donna accarezzò la testolina del bambino seduto accanto a
lei e gli sorrise.
“Tra poco vedrai tuo padre, non ti preoccupare! Lo zio
sarà felice di vederci”.
Natsu
annuì, leggermente imbronciato. “Ne sei sicura?
È sempre così
impegnato per colpa degli Uomini di Fiore”.
“Dubitare
dell’affetto di tuo padre è ingiusto, Natsu. Lui
è il Re e come
tale ha dei doveri ma questo non gli ha mai impedito di essere un
genitore
amorevole e premuroso”.
“Lo
so, però mi manca passare del tempo con lui, mi manca quando
mi
istruiva sui miei futuri doveri, quando andavamo a caccia
insieme… mi manca
anche quando mi rimproverava”.
Gorgo
sollevò Natsu, mettendolo seduto sulle proprie gambe, e lo
abbracciò. “Questa stupida guerra
finirà, piccolo; e tuo padre potrà tornare a
occuparsi di te come faceva prima”.
Il
bambino annuì, lasciandosi cullare dall’abbraccio
di sua cugina e dal
dondolio della carrozza fino ad appisolarsi; Gorgo gli
sistemò il mantello
addosso per tenerlo caldo in quella rigida notte invernale e si
rilassò contro
il sedile, cadendo in un leggero dormiveglia.
L’arrestarsi
improvviso della carrozza la risvegliò bruscamente e prima
che avesse il tempo di chiedere spiegazioni al cocchiere, qualcuno
spalancò lo
sportello dell’abitacolo e le strappò dalle
braccia Natsu.
“Natsu!”,
strillò gettandosi giù dal veicolo nel tentativo
di riprendere
suo cugino che si dimenava fra le braccia del suo rapitore.
“Lascialo andare!”.
“Gorgo,
aiutami!”.
“Lascialo
ho detto!”, esclamò Gorgo sguainando il pugnale
che portava
alla cintola.
Aveva
quasi afferrato la mano di Natsu quando qualcuno la colpì
violentemente alla testa, facendola crollare al suolo; degli uomini
completamente celati che portavano via l’erede al trono di
Draconia fu l’ultima
cosa che vide prima di perdere i sensi.
“Natsu…”.
Lucy strinse
più forte la mano di
Natsu, tentando di rassicurarlo; se fosse dipeso solo dalla sua
volontà, non
l’avrebbe lasciata andare mai più.
“Chi
è Gorgo?”.
“Mia
cugina”, disse Natsu
ricambiando la stretta. “E’ stata come una sorella
maggiore. Sua madre era la
sorella del Re e quando è rimasta orfana mio padre
l’ha portata con sé a
palazzo. Non ricordo un solo momento della mia vita a Draconia senza la
sua
discreta presenza”.
Lucy sorrise
dolcemente posando la
mano sul viso del Drago. “Sono sicura che sarà
molto preoccupata per te.
Dobbiamo sbrigarci a farti tornare a casa”.
Natsu
rialzò immediatamente lo
sguardo. “Tu verrai con me, giusto?”.
“E’
complicato, Natsu”, sospirò
Lucy, lo sguardo basso per non incrociare quello irresistibile del
ragazzo. “Io
ho una vita qui, non posso lasciare tutto da un giorno
all’altro”.
“Avrai
una vita nuova alla Rocca!
Con gli onori che meriti e accanto a me, io non ti lascerò
qui da sola, Lucy”,
disse con voce roca.
Lucy non si
aspettava che fosse
tanto forte quando la afferrò per le braccia e la
trascinò sul letto accanto a
sé; non immaginava nemmeno che il suo cuore prendesse a
battere così forte
soltanto perchè la stava fissando con quegli occhi
così intensi.
“Tu
sei la persona con cui dividere
la vita. Il mio cuore di Drago lo sa”.
La libraia si
sorprese di vederlo
arrossire ma non immaginava che la baciasse; un bacio goffo
all’inizio, poi
sempre più dolce, passionale, esigente, cui non
potè impedirsi di rispondere.
Nonostante lo
conoscesse solo da
poche ore.
Nonostante la
mente le urlasse di
fermarsi.
Nonostante
tutto, anche il suo
cuore lo aveva riconosciuto.
***********************************************************************************************************
Buonasera *^*
Scusatemi tanto
per l’attesa ma
oltre al lavoro ho avuto da fare con un piccolo blocco dello scrittore
che mi
aveva presa e non voleva lasciarmi andare >.<
Forse
è per questo che il capitolo
in effetti non mi piace ç.ç
E continuo a
promettervi azione ma
poi ogni capitolo ne esce sempre senza, com’è
possibile >.
Beh, adesso la
smetto, lasciatemi
un commentino se vi va e come sempre grazie se mi seguite, se mi
leggete e se
mi recensite!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Natsu
lasciò andare di malavoglia
Lucy quando il bisogno d’aria divenne impellente. La giovane
libraia tenne gli
occhi chiusi ancora per qualche momento prima di spalancarli in quelli
di lui.
“Natsu…
sta andando tutto troppo
veloce, è… è sbagliato”,
balbettò tirandosi a sedere sul letto. Era imbarazzata
da ciò che era successo ma forse ancor di più
dall’averlo permesso nonostante i
buoni propositi di quella stessa giornata.
Natsu era un
Drago che lei voleva
salvare e rimandare a Draconia, non poteva seguirlo. Sapeva che niente
e
nessuno le avrebbe fatto dimenticare quel ragazzo così
strano ma affascinante a
modo suo eppure per loro non c’era futuro, inutile farsi
delle illusioni.
Lui si mise
seduto a sua volta,
stringendo le coperte nei pugni chiusi, tremanti di rabbia.
“Perché?! Perché è
sbagliato quello che senti?”.
Lucy
tentò di balbettare una
risposta, con scarso successo. “E’-è
perché io… tu… noi siamo…
diversi…”.
Natsu
sentì il cuore frantumarsi a
quelle parole: allora anche lei lo considerava un mostro soltanto
perché non
era un Uomo? I suoi sentimenti di Drago si prendevano davvero gioco di
lui se
gli avevano fatto credere che lei fosse quella giusta.
“Hai
ragione”, disse con amarezza,
“io sono un mostro dopotutto”.
La ragazza si
voltò di scatto,
mettendogli tutte e due le mani sul volto per poterlo guardare negli
occhi. “Tu
non sei un mostro, lo è chi lo pensa! E io non lo penso
affatto!”.
Natsu le
afferrò i polsi,
scostandole le mani dal proprio viso. “Non dire che non lo
pensi. Non vuoi
venire con me perché siamo diversi, lo hai appena
detto!”.
“Perché
non vuoi capire? Il fatto
che apparteniamo a due razze diverse non significa che io ti consideri
un
mostro, non è così!”.
“E
allora qual è il problema?!”.
“Natsu
tu sei immortale,
dannazione, sei un Drago! Mentre io fra qualche decennio non ci
sarò più, hai
capito adesso?!”, esclamò Lucy con voce strozzata.
L’ultima
cosa che desiderava era ferire
Natsu. Seguirlo a Draconia per poi lasciarlo in capo a pochi anni della
sua
lunghissima vita sarebbe stato egoista e crudele.
Il Drago la
guardò smarrito, come
se solo in quel momento avesse scoperto quel dettaglio della propria
stessa
natura. “Non è possibile, io… se io
fossi immortale, non sarei cresciuto così
velocemente!”.
“Sei
un Drago, quindi lo sei. Anche
se ti sembra impossibile”, ribadì lei alzandosi
dal letto. “Vado a preparare
qualcosa per la cena, vengo a prenderti più tardi”.
Stava per uscire
quando la voce di
Natsu la bloccò con la mano sulla maniglia.
“E’ solo per questo?”.
“Che
intendi dire?”.
“Solo
perché sono immortale
improvvisamente ti sembra tutto sbagliato?”.
Lucy
restò di spalle, fissando gli
intarsi del legno della porta. No, non era solo quello, Natsu stava
affrettando
troppo le cose: poteva capire che i sensi derivanti dalla sua natura
gli
dessero la certezza assoluta di cosa stesse facendo ma lei temeva di
essere più
affascinata dal fatto che fosse un Drago che da Natsu stesso. Si
voltò il
necessario per dargli uno sguardo.
“Stai
correndo troppo. Ci
conosciamo da poche ore e parli di sposarmi”, disse con una
bassa risata. “Non
sai cosa dici, Natsu. Ed è bene che tutto questo non capiti
più”.
Lucy
uscì dalla stanza di Natsu e
raggiunse velocemente il piano terra, entrando in cucina quasi a
volervisi
nascondere. Aveva bisogno di pensare lucidamente, non poteva
permettersi di
continuare a comportarsi come una stupida ragazzina alle prese con il
primo
amore. Lei aveva una missione da portare a termine, al di là
dei propri
sentimenti e degli interessi di Fiore.
Gli avvenimenti
delle ultime ore
continuavano a scorrerle davanti agli occhi e lei continuò a
darsi della
stupida mentre preparava la cena per il suo ospite. Era sempre stata
una
persona estremamente riflessiva, pacata e per niente incline a seguire
l’istinto. Natsu, però, aveva l’assurda
quanto unica abilità di mandare a farsi
benedire la sua razionalità fino al più piccolo
brandello e renderla come cera
fra le sue mani.
La sua stessa
immagine riflessa
attirò la sua attenzione e si fermò per qualche
istante, osservandosi. Era
sempre lei, di certo non era cambiata per un semplice bacio; ma non
vedeva la
giovane donna indifferente e quasi fredda che solitamente rimandava lo
specchio. Questa volta si vedeva rossa in volto e ancora scarmigliata
per quel
bacio inaspettato ma non per questo non voluto.
“Basta
Lucy!”, esclamò a se stessa
piantando il coltello nel tagliere.
“Accidenti,
sei davvero
arrabbiata!”.
Una voce alle
spalle la fece
sussultare e brandì la lama, pronta a difendersi da un
eventuale assalitore.
“Calmati
Lucy! Ma che diamine ti
prende?!”.
“Loki…
oh mi dispiace, non sapevo…
non mi ero resa conto che fossi tu”.
“Beh
me ne sono accorto direi”,
sorrise il nuovo venuto avvicinandosi a Lucy. “Eppure mi hai
fatto chiamare tu,
mi hai chiesto di raggiungerti. Cosa c’è di tanto
importante da impedirti di
venire alla riunione questa notte? Ha a che fare con il fatto che la
tua casa è
sorvegliata dalle guardie reali?”.
Lucy
sospirò pesantemente,
lasciandosi cadere sulla sedia e fece cenno a Loki di fare altrettanto.
“Questa
volta mi sono cacciata in una situazione più grande di me,
Loki”.
“Cosa
hai fatto?”.
“Mi
hanno fatta chiamare al
castello stamattina e quando ho visto che ad accogliermi era il
capitano
Scarlet… puoi immaginarlo, credo di aver perso diversi anni
della mia vita! Temevo
che avessero scoperto tutto e che avessero deciso di iniziare con me;
invece
l’argomento era tutt’altro. Tu sapevi che per
fermare la guerra hanno rapito
l’erede al trono di Draconia?”.
Loki
sbarrò gli occhi a quelle
parole, fissando Lucy come se avesse detto chissà quale
eresia. “Stai dicendo
che c’è un Drago nel nostro regno? E che
è il figlio di Igneel?!”.
“Veramente
si trova qui a casa
mia”, disse la ragazza ridacchiando nervosamente.
“Era per lui che mi hanno
fatta chiamare. A quanto pare sanno benissimo che mi interesso ai
Draghi e
volevano che io lo curassi perché ammalato; peccato che lui
stesse male perché
era tenuto nelle segrete del castello, mangiava poco e dormiva anche
meno. È
solo debilitato ma naturalmente a loro non l’ho detto. Voglio
riportarlo a casa
sua”.
“Tu
vaneggi”.
“Per
niente. È stato mostruoso
rapire un bambino, Loki! Dovresti vederlo, la sua vita è
rimasta ferma a dieci
anni fa, tutto questo è profondamente ingiusto”.
Loki
cominciò ad agitarsi sulla
sedia, preoccupato dalle intenzioni di Lucy. “Cosa vorresti
fare? Non esistono
mappe che conducano a Draconia, finiresti per perderti nel
Deserto”.
“Una
mappa c’è, lo sai bene”,
replicò Lucy, fissandolo negli occhi. “E tu sai
dove si trova e come
ottenerla”.
“Non
puoi chiedermelo, è troppo
rischioso”.
“Saresti
ricompensato”.
“Per
te farei qualsiasi cosa senza
alcuna ricompensa, lo sai bene Lucy. Qualsiasi cosa ma non questo. Se
anche
decidessi di ignorare il pericolo che corro io, metterei nei guai te e
questo
non posso accettarlo”.
Lucy
scattò in piedi, battendo la
mano sul tavolo. “Dannazione, Loki! Ho promesso che lo avrei
aiutato e lo farò,
con o senza di te! Andrò da sola a prendere quella
mappa!”. Non si era neanche
accorta di piangere fino a quando un singhiozzo non le aveva strozzato
la voce.
“Maledizione…”, disse tra i denti
tentando di asciugarsi le lacrime.
“Lucy”,
la chiamò Loki
avvicinandosi a lei per abbracciarla. “Stai calma, non puoi
reagire sempre
così. Prendi a cuore ogni situazione come se ti riguardasse
personalmente ma
non è sempre così che funziona; questa volta non
puoi fare nulla, lascia che
riportino il Drago al castello o pagherai con la tua vita”.
“Portami
quella mappa”, ripetè Lucy
alzando lo sguardo ancora umido di pianto. “Io devo
accompagnare Natsu a
Draconia. Non ci sono alternative”.
“Non
se rischi la vita”, la
interruppe una voce maschile dalla soglia.
“Natsu!”,
esclamò Lucy correndo a
sorreggerlo. “Non avresti dovuto scendere da solo, non sei
ancora in grado di
muoverti perfettamente”.
Natsu le rivolse
un sorriso ma era
diverso: sembrava frutto della pura cortesia. “Ti preoccupi
troppo per me, sto
meglio di quello che credi”, disse mentre lo faceva sedere a
tavola.
La ragazza fece
un passo indietro,
confusa dall’atteggiamento del Drago; perché mai
le chiedeva di non
preoccuparsi per lui, fino a quel momento aveva gradito per quel che le
era
sembrato.
Loki, accortosi
del suo disagio, si
avvicinò a Natsu, tendendogli la mano. “Io sono
Loki, un amico di Lucy. Tu sei
Natsu, giusto?”.
Si
sentì quasi trafiggere dallo
sguardo che ricevette come risposta prima che gli stringesse la mano a
sua
volta. “Sì”.
Natsu non
riusciva a capire. Si sforzava
ma la sua mente non riusciva proprio a venire a capo di
quell’enigma di nome
Lucy. Era stata gentile con lui, anche troppo, ed era certo che anche
lei
potesse avvertire quel legame ancora quasi impercettibile ma
già forte che
cresceva fra loro.
Se il problema
non era la loro
differente natura, possibile che fosse davvero la sua
immortalità? Perché Lucy
improvvisamente si ritraeva da lui, negando a entrambi la
possibilità di essere
felici, insieme? Lui sapeva bene che i suoi sensi di Drago non potevano
aver
sbagliato ma lei sembrava non fidarsi di ciò che le diceva;
sembrava non
fidarsi nemmeno del suo stesso cuore che Natsu sentiva battere in
sincrono col
proprio. Erano legati ormai eppure lei si ostinava a negarlo.
Aveva bisogno di
parlarle e così si
sforzò di mettersi in piedi: lentamente, mettendo un piede
davanti all’altro,
un passo per volta, riuscì a raggiungere e percorrere le
scale che conducevano
al piano inferiore, fino alla cucina nei cui pressi si
fermò, incuriosito da
una voce che non conosceva. Una voce maschile.
D’un
tratto, la possibilità che ci
fosse già qualcuno nella vita di Lucy lo colpì
come una secchiata d’acqua
gelida: c’era un sentimento innegabile a tenerli avvinti fra
le sue spire ma
sapeva che gli Uomini stringevano legami di altro genere, patti che a
volte
tenevano legate per sempre due persone. I Draghi sposavano soltanto
coloro che
riconoscevano come propri per la vita, loro non conoscevano questo tipo
di sintonia
se non quando a loro volta incontravano un abitante di Draconia.
Guardò
all’interno e li vide
abbracciati, lui che consolava Lucy
mentre questa continuava ad affermare tra le lacrime di doverlo aiutare
a
tornare al suo regno, sebbene rischiasse la vita per questo. Non poteva
permettere
che lui, chiunque egli fosse, perdesse la sua donna per salvare uno
sconosciuto. E in fondo, non desiderava tornare a Draconia senza di lei.
Lottando contro
la voglia di
scappare via da quella scena, entrò nella stanza, palesando
la sua presenza, e
Lucy non tardò a correre da lui; avrebbe voluto
abbracciarla, affidarsi a lei
come faceva da quando l’aveva vista entrare come un raggio di
sole in quella
maledetta cella, però non poteva: doveva distaccarsi da lei
il più possibile.
Anche se sapeva
che la sua anima lo
avrebbe condotto alla morte piuttosto che dimenticarla.
“Mio
signore, siamo pronti a
partire. Attendiamo che tu ci conceda il tuo consenso”.
“Siete
sicuri di quello che fate,
Gorgo?”.
“Mio
signore… zio, Natsu è stato
spostato, potrebbe trovarsi in un luogo in cui sia più
facile introdursi. Non possiamo
lasciare nulla di intentato per riaverlo fra noi”.
Igneel
sospirò pesantemente, alzando
lo sguardo a fissare le stelle dalla balconata su cui si trovava.
“Sono passati
dieci anni, Gorgo. Siamo certi che sia ancora vivo?”.
“Lo
siamo zio, lo sai. Natsu è vivo
e attende solo che lo riportiamo a casa”, disse Gorgo
avvicinandosi a lui. “Ho
scelto personalmente gli uomini da portare con me, Gajeel, Sting e
Rogue. Guerrieri
forti ma capaci di spostarsi velocemente; saremo a Fiore entro un mese
di
viaggio e fra due mesi al massimo riavrai tuo figlio. È una
promessa”.
Igneel si
voltò verso la giovane
Drago, stringendola a sé. “So cosa si agita nel
tuo cuore ma non è stata colpa
tua. Non potevi sapere cosa sarebbe successo”.
Gorgo
ricambiò l’abbraccio,
tuffando il viso nel torace di quello che più che uno zio,
era un padre per
lei. “So che non me ne fai una colpa zio, però io
non posso perdonarmi. Non posso
dimenticare l’espressione terrorizzata del mio piccolo Natsu
quando lo hanno
portato via, mi implorava di aiutarlo e io non l’ho fatto.
Non avrò pace fin
quando non sarà di nuovo qui con noi”, concluse
sciogliendosi dall’abbraccio. “Vado
a riprendermelo”.
***********************************************************************************************************
Buonasera ^^
Allora, allora,
allora… battuta d’arresto
per i nostri colombi innamorati, lo avevo già anticipato a
qualcuna di voi
nelle risposte alle recensioni :P
La storia al
contrario ha fatto
qualche passo avanti, non vi pare?
Sting e Rogue
sono due personaggi
spoiler per chi non segue le scan ma trattandosi un’AU non
penso di fare danni
anche citandoli :D
Grazie come
sempre a chi mi segue,
a chi mi legge e a chi mi recensisce, grazie, grazie!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Lucy spostava lo
sguardo ora su
Natsu ora su Loki, imbarazzata dalla tensione che avvertiva fra i due.
“Loki!”,
esclamò all’improvviso con
voce più alta di quanto avesse voluto. “Ti va di
restare a cena?”.
“No”,
fu la risposta secca del
ragazzo che le si avvicinò per salutarla. La libraia ebbe
l’impressione di aver
sentito un basso ringhio provenire dalla gola di Natsu già
al primo passo di
Loki. Ne fu sicura quando questi la abbracciò, chinandosi
per parlarle
all’orecchio. “Devi darmi qualche settimana se vuoi
la mappa; ma sarà tua, è
una promessa”.
Lucy sorrise al
ragazzo,
abbracciandolo a sua volta. “Grazie Loki”.
“Qualsiasi
cosa per te. Verrai alla
prossima riunione? È fra una settimana”.
“Non
lo so. Dipende tutto dalla
salute di Natsu, non posso lasciarlo solo a se stesso”.
Loki si sciolse
dall’abbraccio,
ravviando una ciocca di capelli scivolata sul viso di Lucy.
“Ti incontrerò lì,
altrimenti verrò a cercarti quando avrò quello
che desideri”.
Lucy
annuì, osservandolo fin quando
non fu uscito; solo allora sembrò ricordarsi che Natsu era
seduto a pochi
centimetri da lei e si voltò verso di lui. Affermare che la
stesse guardando
con astio sarebbe stato un semplice eufemismo.
“N-Natsu,
hai fame?”, gli chiese imbarazzata.
“Non
molta a dire la verità. Ma
devo mangiare se voglio tornare a casa, giusto?”, rispose lui
con una nota
sarcastica che non sfuggì alla diretta interessata.
“Sì,
esatto”, replicò senza polemica
lei. Servì la cena a tavola e sedette a sua volta,
cominciando a cenare in
silenzio. Da quando aveva conosciuto Natsu, era la prima volta che si
sentiva a
disagio in sua presenza. “Natsu”, gli chiese
d’un tratto, “tu ricordi come
arrivare a Draconia?”.
“No”.
“Neanche
in che direzione dovremmo
dirigerci?”.
“No”.
Lucy
inarcò un sopracciglio,
guardando Natsu che continuava a mangiare come se nulla fosse.
“Si può sapere
cosa c’è che non va?”.
Il Drago
alzò le spalle, come se
niente fosse. “Nulla, perché?”.
“Sei
arrabbiato”.
“Non
sono arrabbiato”.
“Lo
sei”.
“No”.
“Sì!”.
“Lucy!”,
esclamò d’un tratto. “Non
sono arrabbiato. Voglio solo sapere chi è quel tipo che ti
ronzava attorno poco
fa! È il tuo fidanzato?!”.
Il viso di Lucy
assunse per intero
una deliziosa tinta purpurea non appena il suo cervello ebbe recepito
la
domanda di Natsu. “C-che… ma che ti salta in
mente?!”, strillò esattamente
nell’orecchio del poverino che si scansò
dolorante. “Loki è… è
soltanto un caro
amico, tutto qui. E comunque non devo certamente dare spiegazioni a
te”.
Natsu strinse i
pugni a quella
verità. Non poteva pretendere che Lucy fosse sua solo
perché provava un
sentimento così intenso che lei forse non avrebbe ricambiato
mai. “Lo so che
non mi devi spiegazioni. Scusami”.
Il resto della
cena fu triste e
silenzioso come Lucy non avrebbe mai immaginato. Le faceva male vedere
la malinconia
di Natsu ma si era ripromessa di spezzare sul nascere qualsiasi cosa
fosse
quella che stava nascendo fra loro. Presto, Loki le avrebbe procurato
tutto ciò
che le serviva per riportarlo a casa e si sarebbero separati per
sempre;
inutile legarsi così tanto.
Natsu
restò zitto per tutto il
tempo, senza rivolgere una sola occhiata a Lucy; nemmeno quando lo
accompagnò
in camera sua trovò qualcosa da dirle. La libraia
tentò di spezzare quel
silenzio aprendo rumorosamente l’armadio.
“Allora!
Dovrei avere una camicia
da notte per te”
“Va
bene così”, disse finalmente
Natsu. Si era liberato della casacca e si era disteso sul letto con i
soli
pantaloni indosso. “Preferisco dormire
così”.
Lucy non
potè impedire a un diffuso
rossore di colorarle le guance ma si costrinse ad avvicinarsi a lui.
“Sei
sicuro che va tutto bene?”. A quella domanda, le
sembrò che una scintilla di
panico attraversasse gli occhi di Natsu, troppo veloce
perché potesse esserne
certa.
“Ecco…
Lucy, per favore… resteresti
con me?”.
“Cosa?”.
“Ti
prego… Gorgo lo faceva sempre
per me”.
Lei
sospirò sconfitta e fece per
sedersi sulla poltrona posta accanto al letto quando vide che Natsu le
faceva
posto sul letto accanto a sé; e il suo sorriso disarmante
non le permise di
obiettare un rifiuto. Si distese sul fianco, voltandosi verso di lui
che non
perse tempo e le abbracciò la vita, posandole il capo sul
petto. Non c’era
malizia in quei gesti ma solo bisogno di conforto.
Lucy si chiese
inevitabilmente
quanto potessero essere state tristi e intrise di disperazione le
lunghe notti
che aveva trascorso da solo in quella cella, prigioniero di un mondo
che lo
considerava un mostro e lo aveva strappato alla sua vita. Lo
abbracciò, posando
la guancia sul suo capo e non trascorsero che pochi minuti prima che
sentisse
il suo respiro regolare appesantito dal sonno.
Un nuovo sospiro
le sfuggì dalle
labbra quando realizzò che non sarebbe stata facile la
convivenza con Natsu:
lui la coinvolgeva con facilità, facendo sembrare tutto
estremamente semplice,
facendole sognare che sì, fosse possibile vivere con lui a
Draconia. Eppure, la
sua parte razionale non tardava a rimbrottarla, sottolineando come non
potesse
condividere la sua vita immortale, neppure volendo.
Una lacrima
capricciosa le percorse
le gote prima ancora che si accorgesse di averla versata, finendo per
perdersi
nella chioma selvaggia di Natsu. Lui che era la causa ignara di quel
pianto ma anche
e soprattutto colui che era riuscito a farla sognare di nuovo.
Lucy aveva
smesso di sognare quando
quella guerra insensata aveva distrutto la sua famiglia e
l’aveva crudamente
messa di fronte alle bassezze dell’animo umano. Aveva
cancellato ogni sogno
custodito nel suo cuore di bambina. Aveva cominciato a vestire abiti
maschili
quando aveva scorto la lussuria negli occhi degli uomini che
osservavano il suo
corpo acerbo di ragazzina. E il suo cuore di donna aveva represso ogni
speranza
di una vita diversa dalla sua grigia quotidianità.
Però
poi era arrivato Natsu, col
suo sorriso ferino e la sua semplice sincerità, e
l’aveva trascinata nei suoi
di sogni, aveva reso vivo e tangibile il regno di Draconia che tanto
l’affascinava sin da quando era piccola. Aveva costruito per
loro una nuova
vita proprio in quel magico e agognato reame, aveva fatto sbocciare
qualcosa di
nuovo nel suo cuore, qualcosa che Lucy pensava di non meritare nella
vita.
Sorrise,
sentendo la sua stretta
farsi appena più forte, come in risposta a quei pensieri, e
lo guardò,
placidamente addormentato fra le sue braccia.
Non sapeva di
preciso cosa avrebbe
portato Natsu nella sua vita; eppure, qualsiasi cosa fosse, era certa
che l’avrebbe
cambiata irrimediabilmente.
***********************************************************************************************************
Buonasera
ragazze ^^
Finalmente sono
riuscita a scrivere
questo dannato capitolo, mi ha fatta penare tantissimo
>.< E anche
adesso, non sono comunque soddisfatta, non mi piace proprio
ç_ç
Però,
mi sono detta che non potevo
lasciarvi troppo tempo, non è giusto, e dal momento che la
settimana prossima
sarò in ferie, dovevo assolutamente postare prima di partire
:D
Approfitto per
chiedere scusa a
quelle di voi che seguo come autrici, vi prometto che arriveranno anche
le
recensioni, devo solo avere il tempo e la tranquillità di
scriverne di decenti
per voi che siete sempre tanto gentili con me ç_ç
Grazie, come
sempre, a chi legge, a
chi recensisce e a chi mi segue soltanto ^^
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Sebbene si fosse
ripromessa di
allontanarsi non appena Natsu si fosse calmato abbastanza da allentare
la
presa, Lucy aveva finito per cedere al sonno e restare con lui tutta la
notte.
Quando
aprì gli occhi, riposata
come non le capitava da tempo, si ritrovò a fissarli nello
sguardo scuro e
ardente del Drago e sbattè le palpebre più volte,
confusa da quella situazione.
“Buongiorno
Lucy”, le sorrise lui
come se niente fosse. Aveva trascorso una notte tranquilla, solo a
tratti
scossa da incubi o ricordi nefasti e la sua calma aveva rasserenato
anche lei
che si era permessa di abbandonarsi al sonno più profondo
che ricordasse.
“Buongiorno
Natsu…”, rispose
esitante, voltando la testa per guardarsi intorno.
“E’
ancora presto”, la anticipò
lui. “E’ appena l’alba”, disse
tornando ad abbracciarla stretta. Nel sonno
dovevano essersi mossi ed era lei ad aver riposato con la guancia sul
suo
petto.
Lucy
arrossì vistosamente sentendo
la pelle di lui a così stretto contatto con la propria e
istintivamente tentò
di scansarsi ma Natsu non glielo permise.
“Dove
vorresti andare, resta qui…
fra poche ore bisognerà alzarsi”.
“Non
è questo, io…”.
“Tu
scappi”, asserì perentorio il
Drago. “Scappi da me e da quello che senti fra noi ma io non
rinuncerò a te,
Lucy. Non adesso che ho la certezza non ci sia nessun altro nella tua
vita”.
La libraia si
sollevò sui gomiti
per poterlo guardare in viso e davanti al suo sguardo sentì
crollare ogni
barriera, ogni futile resistenza opposta dalla propria mente.
“Hai ragione,
Natsu”, disse prima di avere il tempo di pentirsene.
“Sto cercando di scappare
da te e da quello che sento. Ma non senza ragione: è
successo tutto troppo in
fretta e io… non sono sicura che il trasporto che sento per
te sia scindibile
dal fatto che sei un Drago”.
Contro ogni sua
aspettativa, Natsu
le sorrise, stendendo la mano ad accarezzarle il volto. “Se
solo mettessi a
tacere la mente e ascoltassi il tuo cuore, lui saprebbe dirtelo,
così come fa
il mio. Perché vuoi negarti la possibilità di
essere felice?”.
Lucy strinse i
pugni sul petto di
Natsu, chinando il capo per sfuggirne lo sguardo. Aveva ragione,
dannatamente
ragione; continuava a punirsi per essere sopravvissuta ai suoi
genitori, la
loro morte le aveva strappato tutto e credeva fosse giusto
così. Aveva vissuto
in base a questo principio fin quando lui non aveva fatto irruzione
nella sua
vita, scombussolandola con la sua allegra presenza. Le sue mani sulle
guance la
costrinsero a rialzare la testa prima che le sue labbra le sfiorassero
la bocca
in un bacio casto che tuttavia ebbe il potere di incendiarle il cuore
di quello
strano sentimento cui si rifiutava di dare un nome. Si
scostò da lei solo quel
tanto che bastava per sfiorarle il collo con la punta del naso,
respirando il
suo odore. “Il tuo profumo… sa di casa”,
le disse prima di deporvi un bacio.
“Natsu”,
sospirò Lucy sollevandogli
il viso. “E se… se io venissi con te, a Draconia e
poi scoprissi che il mio
timore è vero, che mi sento attratta da te solo
perché sei un Drago? Non pensi
che soffriremmo entrambi inutilmente?”.
“E se
invece scoprissi che ho
ragione e mi ami, e io fossi già andato via per sempre? Non
soffriremmo ancora
di più?”.
“Devo
esserne sicura, altrimenti
non verrò con te”, disse Lucy in un soffio,
mettendosi seduta sul letto. “Sei
la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, non
sopporterei di vedere
dolore nei tuoi occhi quando mi guardi”.
Natsu si
sollevò a sua volta,
prendendole una mano nella sua. “Abbiamo ancora tempo. Il tuo
amico deve
trovare la mappa, non ricordo dove sia Draconia”. Ignorando
la fitta di gelosia
che lo prese al ricordo di Loki, proseguì. “In
questo periodo potrai pensarci
bene e… non ti starò addosso, te lo prometto. Se
quando sarà il momento di
partire sarai dello stesso avviso, allora…
partirò da solo, non insisterò
più”.
Lucy sorrise,
grata di quella
premura e per una volta fu lei ad abbracciare il Drago, stringendogli
le
braccia al collo. “Grazie Natsu. Comunque finirà
questa storia, so già che
sarai qualcosa di buono per me”.
Il ragazzo la
strinse a sua volta,
affondando il naso nei suoi capelli biondi e respirandone a pieni
polmoni il
profumo. “Aspetterò, Lucy”.
Nei giorni
seguenti, Lucy ebbe modo
di sorprendersi ancora della velocità di guarigione di Natsu
e scoprì quanto
fosse sincero quando le aveva assicurato di lasciarle tempo per
pensare. Era
come sempre gentile e sorridente ma non aveva più tentato di
avvicinarsi a lei
oltre la pura e semplice cortesia.
E lei non poteva
che essergliene
grata ma si scoprì a sentirne la mancanza e a rimpiangere
quel suo continuo
proporle di seguirlo a Draconia; le mancava il Natsu che aveva
conosciuto
perché la sua cortesia aveva un fondo di freddezza che non
gli apparteneva e
che – ne era certa – gli serviva per mantenere fede
alla promessa.
Levy,
dall’esterno di quel marasma
di sentimenti, li osservava divertita, chiedendosi come facessero a non
notare
gli sguardi che si lanciavano a vicenda, o il tremore che li prendeva
se per
caso si sfioravano quando Natsu aiutava Lucy a sistemare i libri
più pesanti.
Ne erano inconsapevoli ma vivevano già una loro
quotidianità ammantata d’amore.
Non aveva mai visto la sua amica tanto turbata semplicemente dalla
vicinanza di
qualcuno, e sperava che capisse e superasse ciò che la
teneva lontana dal
Drago.
Fu proprio
quando Natsu sembrava essersi
completamente ristabilito che ricevettero le prime brutte notizie; il
capitano
Scarlet si presentò alla porta di Lucy chiedendo che il
Drago tornasse al
castello. La giovane libraia lo aveva sentito tremare al suo fianco e
aveva
dissentito con forza.
“Non
se ne parla!”.
“Lucy
Heartfilia, non ti sto
chiedendo il permesso. Ti sto soltanto mettendo al corrente di quello
che
accadrà”.
“Dovete
chiedere il mio parere
invece, capitano”, ribattè Lucy decisa.
“Lord Fullbuster si fida del mio
giudizio e questo significa che sta solo a me decidere quando Natsu
potrà
tornare al castello”.
Il capitano
Scarlet strinse i
denti, nell’evidente sforzo di non dire ciò che
avrebbe voluto. “Ti concedo una
settimana. Fra una settimana verrò a prenderlo e non
accetterò un no come
risposta”.
Lucy chiuse la
porta quando non
vide che la schiena del capitano, e vi si appoggiò, levando
lo sguardo a
incontrare quello di Natsu.
“Lascia
che facciano ciò che
vogliono, Lucy”, le disse d’un tratto.
“Ci hai provato ma il tuo amico non si è
più fatto vedere e non abbiamo quasi più
tempo”.
“Io
gli impedirò di riportarti
laggiù a costo di fermarli fisicamente
con le mie mani, Natsu”, disse lei avvicinandosi al Drago.
“Tu devi vivere
libero, è la cosa giusta”.
Natsu le sorrise
debolmente ma per
un istante Lucy rivide nei suoi occhi quell’ombra che li
spegneva quando si
trovava in cella e il cuore fu più convincente della mente
quando la spinse ad
abbracciarlo. “Abbiamo ancora del tempo, e io ho fiducia in
Loki. Ci porterà la
mappa e partiremo prima che quella donna possa fermarci”.
“Partiremo?”, le chiese lui,
stringendola a sua volta. “Verrai con
me?”. Le sorrise ancora, apertamente, felice di sentirle
finalmente pronunciare
quelle parole. Starle lontano era stata la tortura peggiore tra tutto
quello
che gli era capitato dal rapimento e solo ora che poteva tornare a
toccarla se
ne rendeva conto pienamente. Gli era mancata l’espressione
smarrita che le si
dipingeva in viso ogni volta che le chiedeva di seguirlo a Draconia,
quell’indecisione che le piegava le labbra in un leggero
broncio pensieroso. Lo
stesso che aveva anche in quel momento.
“Non
posso lasciarti partire da
solo Natsu”, disse Lucy, portando le mani a circondargli il
viso. “E non solo
perché sono preoccupata della tua salute,
io…”, tacque, esitò ma non distolse
lo sguardo dal suo. “Io voglio seguirti e vivere con te, non
c’è altro che
desideri”.
Natsu
l’abbracciò più stretta, il
viso contro il suo collo e gli occhi chiusi. Lucy aveva compreso alla
fine,
aveva lasciato cadere le barriere che la mente le metteva davanti ogni
volta
che stava per cedere e aveva scelto di essere felice. Sapeva che
probabilmente
ciò che lei diceva sul non essere immortale corrispondeva a
verità, come sapeva
che perderla avrebbe finito per ucciderlo, consumando anche la sua vita
di
Drago; tuttavia, vivere assieme a lei la sua vita mortale era la sola
cosa per
cui valesse la pena tornare a Draconia. Sentì le sue dita
affusolate nei
capelli e si permise un sospiro di sollievo, le braccia ancora a
circondarle l’esile
vita.
“Lo
sai, Natsu”, cominciò d’un
tratto Lucy, “è merito del capitano Scarlet se ho
capito; quando mi ha detto
che ti avrebbe portato via, io… mi sono sentita come se
volessero strapparmi il
cuore! Il solo pensiero che non saresti più stato qui, che
non mi avresti più
chiesto di venire con te, che ti avrebbero riportato laggiù!
Era intollerabile…
non posso più starti lontana”, concluse con un
sorriso voltandosi a posare un
bacio fra i capelli di Natsu. “Credo proprio che tu abbia
ragione, ci siamo
riconosciuti… e adesso lo so, ti amo”.
Natsu
tirò su la testa di scatto,
fissando Lucy con lo sguardo più bruciante che lei avesse
mai visto in quegli
occhi di pece. “Non ti lascerò mai più
andare via da me, Lu. Sei mia e lo sarai
per sempre”, disse con un tono di voce che la fece
rabbrividire nel profondo
prima di appropriarsi delle sue labbra con foga, con tanto amore quanto
Lucy
non credeva potesse esistere in una sola persona, tanto da strapparle
una
lacrima. “Ti amo Lucy”, disse poi. “Sarai
la mia regina a Draconia”.
***********************************************************************************************************
Buonasera
fanciulle *^*
Finalmente sono
rientrata – si fa
per dire – dalle ferie e questo
capitolo
ha deciso di lasciarsi scrivere XD
E’ un
passaggio fra diversi momenti
della storia, ci avviamo verso i momenti più intensi :)
Come sempre,
grazie mille a chi mi
segue, chi legge e chi recensisce, siete splendide.
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Gray
sollevò un sopracciglio
fissando Erza che passeggiava avanti e indietro senza sosta. Da quando
era
tornata da casa della libraia, tra loro aleggiava qualcosa di non detto
e ora
era stufo di aspettare.
“Si
può sapere cosa c’è?”.
“Sei
pazzo”.
“Dimmi
qualcosa che non so”.
Erza si
voltò di scatto, le braccia
incrociate al petto e un’espressione decisamente poco
raccomandabile. “Gray
devi abbandonare questa follia, non puoi farlo fuggire e pensare di
cavartela,
finiresti nei guai e Juvia con te”.
“Juvia
sarà presto al sicuro”,
disse Gray fissando le fiamme del camino accanto a lui.
“Intendo chiedergli di
portarla con sé”.
Erza
sbarrò gli occhi, le braccia
molli lungo i fianchi. “A Draconia? Cosa ti fa credere che lo
farà? E poi
perché?!”.
“Juvia
è malata, Erza. Il medico
reale è l’unico che conosca la medicina adatta e
me la forniscono solo in
cambio della mia fedeltà al sovrano ma a Draconia potrebbero
guarirla
definitivamente”.
“Non
puoi esporti così tanto”.
“Intendo
espormi molto di più,
Erza”, disse il ragazzo mentre una strana luce illuminava i
suoi occhi. “Quando
Juvia sarà lontana da chiunque possa farle del male per
ricattare me”.
Erza si
lasciò andare a una risata
nervosa. “Vorresti forse unirti ai ribelli? Sovvertire
l’ordine costituito non
è mai facile e non sempre saggio”.
“Non
sempre ma questa volta sì.
Erza non puoi continuare a far finta di non vedere, il nostro sovrano
non fa
nulla per aiutare il popolo, tutto quello che abbiamo lo dobbiamo alla
prigionia di Natsu e alle miniere di Draconia… davvero la
tua coscienza ti
lascia dormire tranquilla?”.
Il capitano
tacque, voltandosi a
guardare la finestra da cui si intravedevano le luci della
città. “No. Ma non
posso nemmeno affamare il mio popolo senza pensarci”.
Gray si
alzò e la raggiunse, le mani
sulle sue spalle mentre la faceva voltare. “Il nostro
popolo deve imparare a cavarsela da solo e questo non
avverrà mai se non lo liberiamo. Per quanto credi
potrà continuare questo stato
di cose? I Draghi non sono immortali lontani dalla loro terra, prima o
poi
Natsu morirà comunque e a quel punto cosa faremo?”.
“Non
succederà ancora, è giovane”,
disse Erza, gli occhi bassi come se si vergognasse persino di se stessa
mentre
pronunciava quelle parole.
“Che
stai dicendo?! È un essere
vivente, non è un Uomo ma non merita di essere usato come
merce di scambio per
poi essere gettato via dopo una vita di dolore! Dannazione Erza, apri
gli
occhi!”.
Lei si
divincolò con forza,
spingendo lontano da sé Gray. “I miei occhi sono
ben aperti! Sei tu che sogni
ancora, sei solo uno stupido visionario!”.
“Non
mi fermerai”, disse Gray tra i
denti. “Salverò Juvia e Natsu, dovesse costarmi la
vita. Non sarai tu a
impedirmelo”, disse uscendo dalla stanza.
“Gorgo
non credi sia il momento di
agire?”.
“Calma
Sting”, disse la donna
continuando a fissare la finestra illuminata al primo piano.
“Agire in maniera
avventata ci farebbe scoprire e non possiamo affrontare tutti i soldati
di
Magnolia”.
“Perché
no?!”, esclamò il ragazzo
biondo allargando le braccia spavaldo. “Possiamo sconfiggerli
tutti senza
difficoltà”.
“Adesso
basta, Sting”, intervenne
un’altra voce maschile. “Non possiamo lasciare
tracce di nessun tipo, cadaveri
compresi”.
Gorgo
scoccò un’occhiata al Drago
che aveva parlato, arretrando nuovamente
nell’oscurità. “Vale anche per te
Gajeel, ricordalo”, disse guardandosi attorno con fare
circospetto, studiando
la zona. “Andiamo adesso, e mi raccomando: cautela”.
“Tsk…”.
Gajeel la seguì, pur
contrariato dalla sua affermazione: Gorgo non era tipo con cui
scherzare se non
ci si voleva rimettere le scaglie.
Li conduceva
sicura attraverso il
dedalo di viuzze che circondava la casa, intenzionata a raggiungerla
dal retro
per dare meno nell’occhio. Tutto quello che intendeva fare
era riprendersi
Natsu e ripartire immediatamente per Draconia, lasciandosi alle spalle
il
marciume degli Uomini.
Aveva intravisto
suo cugino alla
finestra qualche momento prima e il cuore aveva mancato un battito
notando
quanto fosse cresciuto. Lontano dal suo regno e dal sigillo che lo
custodiva,
il suo tempo era trascorso uguale a quello degli Uomini e ora ritrovava
un
giovane uomo al posto del bambino che le avevano strappato via. E poi
c’era lei… lei
che si lasciava stringere,
baciare e accarezzare da lui, lei, una semplice donna degli Uomini; non
avrebbe
mai consentito a Natsu di portarla con sé, era impensabile
contaminare Draconia
con la presenza di un essere tanto inferiore e che, ne era certa, prima
o poi
avrebbe tradito, mostrando la sua vera natura.
Allontanò
quei pensieri quando
finalmente giunse alla meta: aveva bisogno di tutta la sua
lucidità per
arrampicarsi fino al balcone del primo piano senza che le guardie si
accorgessero di lei.
“Gorgo”,
la fermò Rogue, “non credi
dovremmo venire con te? Non sappiamo se ci siano soldati
all’interno”.
Gorgo
sembrò riflettere su quelle
parole per qualche secondo, dopodichè annuì.
“Hai ragione. Non fate rumore
però”, disse saltando agilmente per afferrare
l’asta di un’insegna che sporgeva
poco più avanti. Un colpo di reni e dondolò
leggermente fino a potersi spingere
e aggrapparsi alla ringhiera, issandosi facilmente fino alla passatoia.
Quando gli altri
Draghi la
raggiunsero, posò entrambe le mani sui vetri del finestrone;
esitò solo un
istante prima di spingere con decisione le ante e penetrare
all’interno.
***********************************************************************************************************
Buonasera
ragazze :D
Allora, questa
volta ci ho messo di
meno ad aggiornare, sono stata brava :P
Scherzi a parte,
niente Natsu e
Lucy in questo capitolo come potete vedere ma era necessario lasciarli
da parte
qualche tempo per andare avanti, sennò si appolipano
u.ù
So che
è breve come
capitolo ma le esigenze narrative volevano così, non me ne
vogliate ;)
Grazie come
sempre a chi mi segue,
a chi legge e a chi recensisce :*
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Natsu
alzò la testa di scatto,
voltandosi verso l’oscurità del corridoio; un
rumore insolito aveva attirato il
suo udito di Drago e il suo fine olfatto coglieva odori sconosciuti.
“Hai
sentito qualcosa, Lucy?”.
“Uhm?
No, niente, perché me lo
chiedi?”.
“Mi
era sembrato di sentire dei
passi…”.
“Non
preoccuparti, sarà Levy!”,
esclamò Lucy sorridendo. “Resterà qui a
dormire, starà preparandosi per la
notte”.
Natsu fece per
annuire quando
improvvisamente spalancò gli occhi, le iridi dilatate da
quella che
apparentemente era paura. “No, Lucy, non è Levy,
è…”.
“Gorgo”,
fece una voce femminile
mentre la sua proprietaria entrava nella piccola cucina col suo passo
felpato.
“E immagino che Levy sia lei”, disse indicando la
giovane donna che si
divincolava inutilmente fra le braccia
di
un altro individuo, la bocca tappata dalla mano dello stesso uomo.
“E voi
chi sareste?!”, esclamò Lucy,
scattando in piedi con tanta veemenza da rovesciare la sedia.
Gorgo non la
degnò di uno sguardo,
dirigendosi sicura verso Natsu che era rimasto imbambolato a fissarla.
“Natsu…
non ti ricordi di me?”, disse con insolita dolcezza.
“S-sì,
tu… tu sei mia cugina”,
disse lui con leggera esitazione. “Mi ricordo perfettamente
di te”, aggiunse
mentre si alzava, facendo sì che Gorgo potesse abbracciarlo.
“Mi
sei mancato così tanto!”, asserì
la donna stringendolo a sè. “Ma non devi
più preoccuparti, sono qui per
riportarti a casa. Il re ti aspetta con ansia”.
“Mio
padre?”.
“Sì”,
disse Gorgo, guardando negli
occhi il Drago. “Sicuramente sarà sorpreso che io
gli riporti un giovane uomo e
non il suo bambino ma sono gli effetti della lontananza da Draconia.
Una volta
a casa, riavrai la lunga vita che ti spetta di diritto”.
Natsu
annuì, un largo sorriso a
illuminargli il volto e leggermente arrossito per le continue
attenzioni di
Gorgo. Lucy, che aveva assistito a tutta la scena in silenzio,
chinò il capo,
fissandosi le mani, i pugni stretti sul tavolo: la realtà le
era ripiombata
addosso con tutta la violenza che sapeva avere, mostrandole uno
spaccato del
mondo al quale apparteneva Natsu e in cui lei sarebbe sempre risultata
estranea.
“Lucy!”,
la voce del Drago in
questione la riscosse. “Devi conoscere Gorgo, è
lei la cugina di cui ti ho
parlato!”, le disse avvicinandosi e prendendole la mano per
trascinarla davanti
alla donna. “Gorgo lei è Lucy, la mia
fidanzata”, esclamò senza pensarci.
Gorgo
assottigliò gli occhi,
fissandoli in quelli di Lucy che abbassò il capo, incapace
di sostenere quello
sguardo penetrante. “Natsu lei è una donna degli
Uomini, non puoi portarla a
Draconia”.
“Perché
no, non ci sono leggi che
lo impediscano”.
“Ci
sono, da quando gli Uomini sono
stati tanto vili da rapirti a noi”.
Natsu strinse
possessivamente Lucy,
fissando senza timore sua cugina. “Lucy verrà con
me, che tu lo voglia o no,
mio padre farà un’eccezione per lei”.
“E’
impossibile, Natsu. Non
insistere”, sibilò la donna,
un’espressione dura a contrarle i lineamenti.
“Natsu…
forse ha ragione lei”, intervenne
Lucy, sforzandosi di inghiottire le lacrime che premevano agli angoli
degli
occhi. “Io non sono un Drago”.
“Non
mi importa”, ribattè Natsu
intensificando la stretta. “Io non ti lascerò qui,
e nessuna legge potrà
impedirmi di portarti a Draconia. Piuttosto resterò con
te”.
Lucy scosse la
testa con vigore, il
viso ormai segnato di pianto. “Non puoi restare, ti
riporterebbero in prigione
ed è l’ultima cosa che desidero…
va’ con lei, Natsu, ti prego”.
Natsu
digrignò i denti, le mani a
stringerle le spalle. “Vieni con noi. Sono sicuro che mio
padre non opporrà
resistenze, ti lascerà stare con me per tutta
l’eternità… hai sentito, è a
Draconia il segreto della nostra lunga vita… non puoi
chiedermi di lasciarti
proprio ora!”, gemette abbracciando Lucy.
Lei
trovò da qualche parte la forza
di sorridergli mentre lo allontanava da sé. “Vai
prima tu. Parla con tuo padre
e se sarà d’accordo torna a prendermi. Non voglio
che la mia presenza possa in
qualsiasi maniera disturbare il vostro primo incontro dopo tanti
anni”.
Il Drago
chinò il capo fino a
sfiorarle la fronte con la propria e tacque per qualche momento,
combattuto fra
i suoi affetti; le mise le mani sul viso, gli occhi chiusi per non
vedere quel
momento. “Tornerò a prenderti Lucy. Fosse
l’ultima cosa che faccio nella vita,
non permetterò a niente e a nessuno di separarmi da
te”.
Lucy
annuì appena, sollevando il
viso quel tanto che bastava per sfiorargli le labbra con le proprie.
Sentiva un
dolore sordo in mezzo al petto, lì dove batteva furiosamente
il cuore, spezzato
all’idea di separarsi da Natsu; non poteva permettersi di
rovinare il
ricongiungimento del principe e di suo padre che di certo lo attendeva
trepidante ma soprattutto non avrebbe sopportato di giungere sino ai
confini di
Draconia per poi essere allontanata da lui. Se quello era il suo
destino,
preferiva non illudersi.
“Gorgo!”,
esclamò un giovane Drago
biondo raggiungendola velocemente. “E’ pieno di
soldati e c’è una specie di
picchetto d’onore che viene da questa parte”.
Gorgo
voltò il capo infuriata, trafiggendo
con lo sguardo Lucy. “Hai avvisato la Guardia
Reale?”.
“Cosa…
no!”, sbottò la libraia,
ancora fra le braccia del suo Drago. “Loro vogliono
rinchiudere Natsu, non li
farei mai venire qui di mia volontà!”.
“C’è
Gray con loro”, disse Natsu, insolitamente
tranquillo. “Il picchetto d’onore si muove soltanto
per il signore di Magnolia.
Non vorrà ancora riportarmi indietro ma voi dovete
nascondervi, Gorgo”.
La principessa
Drago annuì di
malavoglia, scoccando un’ultima occhiata furente
all’indirizzo di Lucy, e uscì
dalla stanza seguita dagli altri Draghi. “Lei viene con noi.
Per evitare che
pensi di giocarci qualche brutto tiro”, disse indicando Levy
ancora prigioniera
dell’uomo dai lunghi capelli corvini.
“Gorgo
sa essere davvero
irritante”, sbuffò Natsu carezzando i capelli di
Lucy. “Io… davvero non voglio
lasciarti, non devi sentirti condizionata da ciò che dice
lei. Puoi venire con
me, sono certo che mio padre ti accoglierà a braccia
aperte”.
Lucy chiuse gli
occhi godendosi
quelle attenzioni. “No. Devo essere sicura che la mia
presenza non lo faccia
arrabbiare. Meriti che tuo padre pensi solo a te quando vi
rivedrete”.
“Ma
io…”, cominciò Natsu, subito
interrotto da un deciso bussare alla porta.
La giovane donna
si sciolse
dall’abbraccio, dirigendosi spedita verso
l’ingresso. Se Natsu aveva ragione,
non avrebbe avuto da temere da lord Fullbuster; eppure, in lei
perdurava il
timore che si trattasse di null’altro che delle infantili
speranze del Drago.
Esattamente come aveva detto lui, si trovò davanti il
signore di Magnolia,
l’intero picchetto d’onore impalato alle sue spalle.
“Non
credo ci sia posto per tutti
in casa mia”, esordì con sfacciataggine.
“E’
sufficiente che entri io, lady
Heartfilia”, disse il giovane funzionario, apparentemente per
nulla turbato dai
suoi modi. “Credete ci sia spazio a sufficienza per
me?”.
Lucy si
trattenne dallo sbuffare,
facendosi da parte, e senza aspettarlo lo precedette in cucina,
raggiungendo
Natsu.
“Avevi
ragione”, gli disse un
attimo prima che Gray entrasse a sua volta.
“Natsu.
Ti trovo bene”, disse il
nuovo arrivato. Forse era suggestionata dai racconti del Drago ma Lucy
avrebbe
giurato che il suo sorriso fosse sincero e non dettato dalle
circostanze.
“Già”,
rispose Natsu, lo stesso
sorriso dell’amico. “Penso di doverti ringraziare
per questo. Se non avessi
consentito a Lucy di portarmi qui non credo me la sarei
cavata”.
“Sai
che non ti avrei lasciato
morire laggiù”. Gray accennò un ghigno
quando notò lo sguardo che i due ragazzi
si erano scambiati. “A questo proposito… ho un
favore da chiederti”.
Natsu strinse la
mano di Lucy sotto
il tavolo e prestò tutta la sua attenzione
all’amico, incuriosito da una
richiesta di quel tipo. “Che genere di favore?”.
“Juvia
è malata”, sospirò Gray
fissandosi le mani posate sul legno. “Molto malata. Non so
nemmeno di che razza
di infermità si tratti ma l’unico che possiede la
cura è il medico di corte e
mi fornisce regolarmente una quantità di medicina appena
sufficiente a tenerla
in vita. Naturalmente a patto che io resti fedele al
sovrano”. Tacque per
qualche momento, incrociando ancora lo sguardo di Natsu.
“Portala a Draconia.
Si dice che la tua gente possegga la cura per qualsiasi tipo di male,
io… non
posso pensare di perderla ma non guarirà mai se rimane
qui”.
Lucy
sussultò impercettibilmente;
come poteva il signore di Magnolia sapere che intendeva far fuggire
Natsu? Che
avessero catturato Loki?! In un primo momento, il terrore di essere
coinvolta e
dover lasciare prematuramente l’amore del suo Drago la
paralizzò, togliendole
quasi la facoltà di pensare; infine si decise a chiedere,
affranta all’idea di
aver causato l’arresto del suo migliore amico.
“Come
sapete?”.
“Non
siate ingenua milady”, disse
Gray con un sorrisino sprezzante. “Era naturale che tentaste
di far tornare
Natsu a Draconia, vi siete troppo indignata quando lo avete visto in
prigione
e… speravo foste tanto folle in realtà”.
La libraia
tirò un lieve sospiro di
sollievo, sapendo Loki ancora libero, e sollevò il mento,
decisa a ribattere a
quell’intrigante. “Non sono folle. Natsu merita di
tornare a Draconia”.
Il signore di
Magnolia la osservò
per qualche momento, scrutando ogni più piccolo dettaglio
che gli rivelasse
cosa si celava dietro tanto fervore. “Lo amate
milady?”, domandò a bruciapelo,
lasciando Lucy interdetta per un battito di ciglia, l’istante
brevissimo che le
servì per decidere di ammettere i propri sentimenti.
“Io…
sì. Sì, lo amo e voglio
saperlo libero”.
“Sarà
lontano, lo sapete? Voi non
potete partire se non volete suscitare sospetti e costringermi a
mettere i miei
uomini sulle vostre tracce”.
Natsu si
alzò con impeto, colpendo
violentemente il tavolo con i pugni. “Che stai dicendo Gray?!
Dovrei portarmi
dietro la tua preziosa mogliettina e lasciare qui Lucy?!”.
Gray
tornò a guardare il Drago, per
niente intimorito. “Sì. Perché se avrai
rapito mia moglie, nessuno si
meraviglierà dell’accanimento che
metterò nell’interrogare la tua complice e
farmi rivelare ogni più piccolo dettaglio prima di far
partire gli uomini…
quando ormai sarà tardi”.
“Conosco
i vostri metodi, la torturereste!”.
“Non
lo farei mai, Natsu. Devi
credermi, sarò presente ogni volta, così da
assicurarmi che nessuno osi
sfiorarla”.
“Va
bene”, intervenne Lucy, posando
una mano sul braccio di Natsu. “Faremo così, mi
sembra un ottimo piano”.
Lui
posò la mano su quella piccola
e delicata di lei e prima che avesse il tempo di rendersene conto, Lucy
si ritrovò
con la schiena contro il muro, le spalle strette sotto i palmi del
Drago, il
respiro affannato, segno della lotta che aveva ingaggiato contro se
stesso per
dominare la rabbia.
“Lu…
tu devi essere impazzita. Prima
mi chiedi di partire senza di te e adesso vorresti che acconsentissi a
una tale
pazzia! Qualsiasi cosa ne pensi Gray, i suoi uomini non sono
così ligi al
dovere quando si tratta di estorcere informazioni a un prigioniero, io
ero lì,
ho sentito le urla strazianti delle loro vittime… sono
carnefici terribili”.
Lucy sorrise
appena, le mani a
circondare il viso di Natsu, a rassicurare lui e se stessa.
“Non temo il dolore
che potrebbero procurarmi. Ho molta più paura che ti fermino
prima che tu
raggiunga Draconia e ti riportino laggiù per sempre. Se
succedesse, Natsu, lord
Fullbuster sarebbe scoperto e arrestato a sua volta e io non avrei
più speranze
di liberarti. Devo correre questo rischio”.
“Io
non voglio”.
“Non
importa. Io lo farò comunque. Devo
farlo per noi, perché ci sia un noi. Mi capisci
Natsu?”.
Il Drago
annuì, abbracciandola e
nascondendo il viso contro il suo collo. “Sei così
coraggiosa come non credevo
Lu. Però devi promettermi che starai bene, io
tornerò il prima possibile a
prenderti”.
“Te lo
prometto amore mio”.
***********************************************************************************************************
Ehm…
buonasera ^^”
Lo so, lo so che
sono in ritardo
epico ma… purtroppo la vita non tiene conto del nostro
volere quando decide di
scombinarci i piani! Senza ammorbarvi con i miei problemi personali, vi
chiedo
scusa, davvero, per tutto il tempo che è passato. Spero
soltanto di riuscire a
scrivere con più regolarità da adesso in poi.
Grazie
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Gray
andò via dopo aver definito
con Lucy i dettagli del piano, il tutto sotto gli sguardi di
disapprovazione di
Natsu; lei lo aveva praticamente escluso, decidendo per conto suo, e
anche se
sapeva che il suo scopo era il bene di entrambi, ancora non accettava
quell’idea folle.
Non appena il
signore di Magnolia
si fu allontanato con il picchetto d’onore che lo
accompagnava, Gorgo riemerse
dalle ombre, fissando lo sguardo indagatore su Lucy. “Davvero
sei disposta a
correre un tale rischio?”.
La libraia la
fissò per qualche
momento: era evidente che doveva aver ascoltato tutta la conversazione
ma non
sembrava un tipo a cui poter rimproverare di aver origliato.
“Sì”, disse
infine, “sono disposta a tutto per Natsu e per avere anche
una sola possibilità
di stargli accanto”.
“Questo
ti fa onore”, disse la
principessa Drago sedendo di fronte a loro. “Però
sappi che ancora non mi fido
di te. L’animo degli Uomini è volubile e incerto,
non è saldo come il cuore dei
Draghi. Natsu ti amerà per tutta la sua lunga vita, questo
ormai è inevitabile;
ma non sono sicura che tu possa fare lo stesso”.
“Adesso
basta, Gorgo!”, sbraitò
Natsu battendo la mano sul tavolo. “Devi smetterla con questi
dubbi, Lucy non è
come pensi! Ha rischiato dal primo momento per me e il mio cuore di
Drago l’ha
riconosciuta, non smetterà di amarmi perché lo
credi tu!”.
“Sei
un povero ingenuo Natsu! Tu
credi di conoscere gli Uomini perché sei cresciuto fra loro
ma se rispondessero
alle tue alte attese questo non sarebbe mai accaduto, ti hanno rapito a
tuo
padre, lo capisci?! Ti hanno strappato dalle mie braccia, senza avere
la minima
esitazione nemmeno davanti al pianto di un bambino
spaventato!”.
Il Drago fece
per rispondere ma
Lucy lo placò posandogli una mano sul braccio e si rivolse
direttamente a
Gorgo. “Avete ragione su quasi tutti gli Uomini di Fiore,
principessa. Eppure,
posso garantirvi che non siamo tutti come il Re o i suoi tirapiedi.
Lord
Fullbuster ne è un esempio e io stessa, sì io che
tanto riesco ad attirare il
vostro odio, insieme ad altre valorose persone, non faccio che
contrastare il
potere di un vecchio pazzo che ci sta conducendo alla rovina e mantiene
in
piedi il suo regno tramite un vile ricatto. E lo so che non mi credete
ma io
amo Natsu e mai farei qualcosa che gli possa nuocere”.
Gorgo
ricambiò lo sguardo di Lucy,
scrutandola come se tentasse di leggerle l’anima con quei
suoi occhi così viola
da sembrare quelli di una bestia. Anche se non voleva darlo a vedere,
la
determinazione della ragazza l’aveva colpita, scalfendo la
corazza d’odio che
aveva eretto attorno a sé dalla notte del rapimento; forse,
amava davvero
Natsu, come solo un Drago avrebbe saputo fare. “La
sincerità delle tue parole
verrà messa alla prova molto presto. Domani ripartiamo e
Natsu verrà con noi”.
“Non
potete partire domani!”,
esclamò Lucy, una sfumatura di panico nella voce.
“Lord Fullbuster porterà qui
lady Juvia solo fra due giorni!”.
“Io
non intendo portare
nessun’umana con noi”.
“La
porteremo invece”, intervenne
Natsu. “Perché Gray sta rischiando molto per me ed
è un mio amico. Gli devo la
mia vita e ricambierò con la vita di Juvia, che ti piaccia o
no. Sono ancora il
principe ereditario e tu non puoi contravvenire in eterno ai miei
ordini solo
per la parentela che ci lega”.
Lo sguardo della
principessa Drago
si fece confuso e ferito ma non lo distolse; strinse i pugni fino a
farsi
sbiancare le nocche e annuì gravemente. “Come
desideri mio principe”, disse fra
i denti prima di lasciare la stanza.
“Forse
hai esagerato con Gorgo”,
disse Lucy mentre entrava con Natsu in quella che ormai era la sua
camera da
letto. “Le hai fatto pesare la tua autorità e non
è stato gentile”.
Lui per tutta
risposta si lasciò
cadere sul letto, sbuffando. “E’ esattamente il
contrario, Lucy. È lei che non
fa che imporre il suo volere da quando è qui ma io non sono
più un bambino.
Posso decidere con la mia testa e con il mio cuore
soprattutto”.
Lucy chiuse la
porta e si avvicinò,
sorridendogli dolcemente. “Non ti agitare adesso…
abbiamo poco tempo, vogliamo
passarlo arrabbiati con Gorgo?”.
Natsu si mise
seduto sul bordo del
letto, tendendo le mani per afferrare quelle di lei; un sospiro gli
sfuggì
dalle labbra quando le dita si intrecciarono tra loro, e lo sguardo
corse in
quello castano di lei. “Non voglio lasciarti qui”.
La libraia
sedette accanto a lui,
senza interrompere il contatto. “Ne abbiamo già
parlato, Natsu”.
“No,
tu ne hai parlato. Con Gray
esattamente, non con me. Hai deciso che la sua strategia è
quella giusta e che
avresti fatto come ci ha chiesto, nonostante io non fossi
d’accordo. È troppo
rischioso Lu, Gray ci mette tutta la buona volontà ma non
può garantire la tua
incolumità”.
Lucy si
spostò per potergli
stringere le braccia al collo, sedendosi sulle sue gambe.
“Ascoltami bene: noi
potremmo fuggire tutti insieme con Gorgo e i suoi Draghi ma ci
ritroveremmo in
men che non si dica l’intero esercito di Magnolia alle
spalle, e con me e lady
Juvia come peso non potreste andare troppo veloce. Invece, se io resto
e lord
Fullbuster riesce a prendere tempo, saremo sicuri che il vostro
vantaggio sia
troppo. Potrai tornare a prendermi in qualsiasi momento, mi troverai
sempre
qui”.
Natsu
ricambiò l’abbraccio,
cingendole la vita sottile, il viso a sfiorarle i capelli.
“So bene che tutto
quello che dici ha senso Lucy ma… non voglio lasciarti,
sarebbe una tortura
così lontano da te per troppo tempo… ti prego,
proviamoci almeno”.
Lei
voltò il capo quel tanto che
bastava per sfiorargli le labbra con le proprie.
“E’ la cosa giusta, lo sai
anche tu. Devi solo accettarlo”.
Il Drago le
trattenne il viso con
una mano, fissandola intensamente prima di unire nuovamente le loro
bocche,
esigendo un contatto più intimo e profondo, cui Lucy rispose
con tutta se
stessa; non volevano ammetterlo, preferendo rifugiarsi dietro la
convinzione
che sarebbero stati insieme, di nuovo, ma si stavano dicendo addio,
straziati
eppure consapevoli che la separazione non avrebbe minimamente diminuito
l’amore
tra loro.
Natsu si
voltò e la costrinse
gentilmente a stendersi, abbracciandola più forte che
potè, le labbra vicine al
suo orecchio. “Voglio che tu sia mia. In ogni fibra del mio
essere”.
Lucy
tremò impercettibilmente al
suono di quelle parole, per ciò che significavano e per il
medesimo desiderio
che sentiva nella voce di lui e l’aveva avvinta a sua volta.
Non gli rispose a
parole, preferendo baciarlo di nuovo, tenendogli il viso fra le mani
come se
temesse che scivolasse via dalle sue braccia.
Dopo un attimo
di incertezza, il
Drago rispose a quel bacio con foga, stringendo le braccia attorno al
corpo esile
di Lucy, e non avrebbe saputo dire se fosse la disperazione del
distacco a
muovere i suoi gesti quando cominciò a toglierle i vestiti,
dapprima con
esitazione, via via più sicuro quando sentì il
sorriso di lei contro le proprie
labbra.
“Se mi
fai questo dovrai sposarmi,
lo sai?”, ridacchiò Lucy mentre lo spogliava a sua
volta.
Natsu si mosse
fino a distendersi
sopra di lei, reggendosi sugli avambracci per non pesarle addosso e si
chinò a
baciarle il naso. “Penso che mi assumerò le mie
responsabilità”.
La libraia
arrossì, sentendo quella
piacevole presenza su di lei e sorrise al Drago, ricambiandone lo
sguardo.
“Credevo che fossi solo un bambino quando ti hanno portato
qui… come fai a…”.
“Libri”,
la interruppe lui. “Ce n’è
qualcuno particolare di
sotto”.
Il rossore sulle
gote di Lucy si
fece più acceso e istintivamente distolse lo sguardo.
“Ecco… me li hanno chiesti
alcuni clienti…”.
Natsu
sghignazzò baciandola,
soddisfatto dell’imbarazzo che le aveva provocato, le sue
mani di nuovo libere
di percorrere quel corpo amato e bellissimo. Lei tornò a
rilassarsi fra le sue
braccia, accarezzandolo a sua volta, facendosi audace, immobilizzandosi
di
dolore quando senza preavviso lui la penetrò, le labbra
incollate alle sue nel
tentativo di alleviare quella sofferenza.
Lucy non
riuscì a impedirsi di
lasciar scorrere una lacrima sul proprio viso e Natsu la strinse,
baciandole
delicatamente il viso. “Scusa”, mormorò
tra un bacio e l’altro, aspettando che
lei si abituasse a quell’intrusione. Soltanto quando la
sentì abbandonarsi
nuovamente al suo abbraccio e allacciare le gambe alle proprie
ricominciò a
muoversi, guidato dall’istinto e dal desiderio di unirsi a
lei in maniera
totale e perfetta, prima che la vita li separasse crudelmente.
***********************************************************************************************************
Buongiorno
ragazze/i :)
Dunque…
un capitolo di transizione
direi, prima di entrare nella parte più angst della storia
– ebbene sì, ci sarà
una parte angst u.ù
La scena finale
mi ha fatta
letteralmente dannare, non mi è proprio riuscita come volevo
tant’è che mi
sembra quasi fuori luogo :(
Come sempre,
ringrazio chi legge e
doppiamente chi recensisce e – permettetemi –
ringrazio una volta di più la mia
figlioccia Krizia che non mi fa mai mancare il suo appoggio, sei un
tesoro ♥
Alla
prossima
♥
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
Natsu si
svegliò quando il sole
andò a posarsi esattamente sui suoi occhi, strappandolo alla
serenità ovattata
del sonno. Fece per voltarsi quando un peso sulla spalla lo
riportò bruscamente
alla realtà.
Lucy. Nel suo
letto. E nuda,
costatò sollevando le lenzuola. ‘Allora non era un
sogno!’.
Un largo sorriso
gli illuminò il
volto e la abbracciò, posandole un bacio fra i capelli
biondi. Improvviso, il
pensiero di doverla lasciare di lì a poco meno di un giorno
lo investì con
tutta la sua crudezza, offuscandone la gioia. La osservò
dormire, tranquilla, i
sogni a farle da scudo contro la realtà e decise che niente
lo avrebbe separato
da lei. Juvia sarebbe partita con i Draghi ma lui sarebbe rimasto. A
costo di
farsi rinchiudere di nuovo nelle segrete del castello, almeno le
sarebbe
rimasto vicino.
Lucy
mugolò qualcosa di
incomprensibile quando la luce svegliò anche lei e si mise a
sedere sul letto
sfregandosi gli occhi mentre Natsu la osservava divertito.
“Buongiorno
Lu”, le disse
all’improvviso facendola sussultare.
“Natsu!
Cosa fai nel mio letto? Sei
nudo! Sono nuda!”, strillò coprendosi il seno con
le braccia e dando la schiena
al Drago.
“Veramente
sarebbe il mio letto”,
ridacchiò lui mettendosi
seduto a sua volta e afferrandola per la vita. “E non capisco
di cosa ti
vergogni”, disse trascinandola contro di sé.
Lucy si
lasciò andare docilmente
tra le sue braccia e sollevò il viso fino a puntare lo
sguardo nel suo.
“Scusa”, rise stringendogli le mani nelle sue.
“Ho avuto bisogno di qualche
minuto per… per realizzare che non fosse un
sogno!”.
“E’
stato lo stesso per me”, disse
il Drago chinandosi a baciarla. “Ascolta Lucy: ho deciso di
restare qui. Gorgo
e i suoi Draghi porteranno lady Juvia a Draconia, come ho promesso a
Gray, però
io resterò qui con te”.
“Non
se ne parla nemmeno”, sbottò
Lucy liberandosi del suo abbraccio e lasciando il letto. “Tu
partirai domattina
e smettila di ripensarci”, disse con durezza mentre si
rivestiva.
“Lucy
io posso ancora decidere per
me stesso, tu non puoi costringermi a partire”.
“Invece
posso. Non ti voglio qui,
men che meno rinchiuso in una cella”.
Natsu la
raggiunse velocemente,
afferrandola per le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi.
“Che vuol
dire che non mi vuoi qui?!”.
“Che
voglio tu raggiunga Draconia,
penso di essere stata molto chiara sin dall’inizio a
riguardo”.
“Stai
dicendo che non vuoi resti
con te, cosa c’è stato fra noi, nulla?”.
Lucy si
divincolò con forza dalla
sua stretta, i pugni stretti come a fronteggiarlo. “Che stai
dicendo, ti
ascolti quando parli? Credi davvero che per me tutto questo non conti
nulla, se
ti mando via è perché mi importa troppo invece,
stupido!”.
“Lu…
scusami”, disse il Drago,
abbracciandola nonostante tentasse di resistergli. “Non avrei
dovuto neanche
pensarlo, solo che… non voglio proprio andar via, non ci
riesco”.
La libraia
tornò a rilassarsi,
ricambiando l’abbraccio di Natsu e posandogli un bacio sulla
gola. “Devi andare
Natsu, non torniamo sull’argomento… ti
prego”.
“Solo
se mi prometti che starai
bene. Promettimi che non ti accadrà nulla e aspetterai che
venga a prenderti”.
“Te lo
prometto, Natsu”.
Lucy si
stupì non poco quando trovò
Levy, in cucina, intenta a chiacchierare tranquillamente proprio con il
Drago
che l’aveva tenuta prigioniera soltanto il giorno prima. Lui
ostentava
un’espressione infastidita ma la libraia notò
comunque il sorrisetto divertito
che gli increspava le labbra non appena Levy distoglieva lo sguardo.
“Lucy!
Vieni, lascia che ti
presenti Gajeel, è un Drago anche lui, sai?”,
esclamò la piccola donna non
appena si accorse dell’amica.
“Lo
so, Levy”, ridacchiò Lucy
avvicinandosi. “E’ uno dei Draghi di Gorgo, non
potevo non notarlo. Piacere di
conoscerti Gajeel, io sono Lucy”.
Il Drago le
rivolse un’occhiata
indecifrabile prima di scoprire i canini in un ghigno. “Lucy
eh? E così avremo
una Regina scelta fra gli Uomini un giorno… non che la cosa
mi importi, non la
penso come Gorgo”.
Lucy si permise
un sospiro di
sollievo. “Mi fa piacere saperlo”.
“Verrò
anch’io a Draconia con te!”,
esclamò d’un tratto Levy. “Gajeel me ne
ha parlato tanto e mi ha promesso che
mi ci porterà”.
“Ma
davvero?”, chiese la libraia,
un sorrisino malizioso sul viso.
Gajeel si
limitò a sbuffare e
distogliere lo sguardo, provocando l’ilarità delle
due donne. “A proposito”,
esordì lui. “Dov’è il nostro
beneamato principe?”.
“Sta
parlando con Gorgo”, rispose
Lucy preoccupata. “A quanto pare la vostra principessa ha
ancora qualcosa da
dirgli”.
Gorgo
passeggiava nervosamente
avanti e indietro nella stanza di Natsu, guardandolo di tanto in tanto
mentre
esponeva per l’ennesima volta le sue remore sul portare Juvia
a Draconia.
“Se
anche riuscissimo a portarla
con noi senza farci prendere, non puoi lasciare entrare una donna degli
Uomini
nel regno, non varcherebbe nemmeno i confini”.
“Per
quanto ricordi”, rispose Natsu
con calma, “la prima e inviolabile legge per un Drago
è il debito di
riconoscenza verso chiunque ci salvi la vita. Gray mi ha fatto uscire
dal
castello quando ha capito che stavo lasciandomi morire. Mi ha fatto
conoscere
Lucy e per questo non gli sarò mai abbastanza grato. Salvare
la sua sposa è il
minimo che io possa fare”.
La principessa
si avvicinò al
letto, sedendo accanto a Natsu. “Natsu, ti sei compromesso
troppo con la
ragazza, hai il suo odore addosso e hai lasciato il tuo su di
lei… e non è
detto che il piano del tuo amico riesca, lei corre un grave
pericolo”.
Il Drago strinse
i pugni, lo
sguardo basso. “Lo so, Gorgo. Però, Lucy mi ha
promesso che andrà tutto bene e
sono sicuro che sarà così. È una
persona di parola”.
“Non
dipende da lei, Natsu…”.
“Vuoi
che torni con te, o no? Se
continui ad alimentare tutti questi dubbi non mi muoverò di
qui senza Lucy!”.
Gorgo
lasciò andare un sospiro,
posando un bacio sulla guancia di Natsu. “E’ solo
che ti voglio bene. L’ultima
cosa che desidero è vederti soffrire”.
Natsu si
voltò a guardarla, un
lieve sorriso sulle labbra. “Starò bene. Non
appena Lucy sarà di nuovo con me,
starò bene”.
Loki
scivolò dalle coltri, dando le
spalle alla donna che riposava accanto a lui. Ottenere la mappa che
voleva Lucy
era stato impegnativo ma non poteva negare che avesse avuto un risvolto
in
qualche modo piacevole.
“Vuoi
già andar via?”, chiese
quella, suadente come una gatta. “Abbiamo tempo, lo
sai”.
Così
dicendo lo abbracciò alle
spalle, lasciando che le sue mani vagassero pericolosamente sul corpo
nudo
dell’uomo.
“No,
non abbiamo tempo Karen.
Presto il Re chiederà di te, lo sai. Ormai sono due
settimane che non ti
presenti a palazzo e devi tornarci. Oggi, altrimenti non ci
vorrà molto perché
colleghino la tua assenza alla sparizione della mappa”.
“Non
se ne sono ancora accorti”,
sussurrò la donna dandogli lievi baci sulle spalle.
Loki strinse i
denti, imponendosi
di ricorrere a tutto il suo autocontrollo. “Se ne
accorgeranno presto”.
“A
proposito… non mi hai ancora
detto cosa vuoi farci con quella mappa, intendi forse rivenderla a
qualche
pazzo che voglia intraprendere il viaggio?”.
Una scintilla di
panico attraversò
gli occhi dell’uomo che si voltò, abbracciando
Karen e costringendola a
stendersi. “Sicura di volerlo sapere?”, le chiese
mentre lei già si disponeva
ad accoglierlo.
“No”,
gli disse cingendogli la vita
con le lunghe gambe affusolate. “Non mi interessa
affatto”, mormorò chiudendogli
la bocca con la sua.
***********************************************************************************************************
Buonasera
ragazze ^^
Allora,
allora… un capitolo di
transizione, mi è servito più che altro per
raccogliere le fila della vicenda
prima che inizi la seconda parte.
Mi direte voi
che ne pensate ;)
Grazie come
sempre a chi mi segue,
recensisce o legge soltanto, grazie!
Alla prossima ♥
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 ***
L’ultimo
giorno insieme a Lucy
trascorse fin troppo velocemente per Natsu; prima che se ne rendesse
conto
appieno, era già calata la notte e si odiava
perché una parte di sé non
desiderava altro che l’alba per poter ripartire alla volta di
Draconia, raggiungere
la Rocca e riabbracciare suo padre. Le braccia di lei che gli cinsero
la vita
lo riportarono alla realtà del distacco e si
voltò, abbracciandola a sua volta.
“Non
mancherò per molto Lucy. Sono
sicuro che mio padre acconsentirà subito a farti venire a
Draconia e Gorgo dice
che non dista che un mese di viaggio da qui”.
Lucy
annuì, la guancia contro il
suo petto ad ascoltare i battiti furiosi del suo cuore.
“Draconia è più vicina
di quello che pensassi… questo mi conforta sai, davvero. Me
ne ricorderò quando
sentirò più forte la tua mancanza”.
Natsu
posò il mento sulla sua testa
bionda, lasciandosi sfuggire un sospiro. “Presto Lu. Presto
non saremo mai più
costretti a dividerci”.
Come da accordi,
all’alba lord
Fullbuster si presentò alla porta di Lucy portando con
sè l’amata Juvia; la
giovane donna sembrava molto debole, tanto da doversi appoggiare a lui
anche
per camminare.
A un cenno di
Gorgo, Sting si
avvicinò alla coppia e la sollevò fra le braccia.
“Salutala”, disse il Drago a
Gray. “Partiamo immediatamente”.
Gray
sussultò impercettibilmente,
sorpreso da quelle parole: non credeva stessero aspettando proprio lui
per
partire e pensava di non essere ancora pronto a separarsi da lei.
“Juvia”, le
disse, facendosi forza, “ti riporteranno a casa non appena
sarai guarita.
Questa volta davvero”.
Juvia
annuì, sorridendogli
fiduciosa, nonostante tutto, e gli accarezzò il viso quando
si chinò a baciarle
la fronte. “Stai attento”, disse in un soffio prima
che Sting si voltasse e
raggiungesse Gorgo.
La principessa
diede un rapido
sguardo a Gray per poi soffermarsi su Lucy e Levy.
“Gajeel”, disse
all’improvviso, “tu resterai qui. Ho bisogno di
sapere che le cose andranno
come lord Fullbuster ha promesso”.
Sul viso di
Natsu si dipinse
un’espressione di puro stupore, al contrario di Gajeel che si
limitò a una
scrollata di spalle prima di avvicinarsi alle due donne.
“Tiene a te molto più
di quanto riesca a esprimere a parole”, sussurrò
passando vicino al principe.
Questi strinse i
pugni,
costringendosi a rivolgere solo un ultimo sguardo a Lucy. Si erano
detti tutto
ciò che contava quell’ultima notte, ogni altra
parola sarebbe sembrata
superflua. Lei gli sorrise di rimando, e Natsu uscì assieme
a Gorgo e i suoi
Draghi, scomparendo nella nebbia provvidenziale che avvolgeva Magnolia.
Quando non vide
altro se non la
foschia che si era richiusa dietro i Draghi, dietro Natsu, Lucy
richiuse la
porta, lasciandosi scivolare contro di essa. Levy si
affrettò a raggiungerla,
inginocchiandosi accanto a lei, e le strinse le mani fra le sue.
“Lucy…
tornerà presto, vedrai”.
Lucy
sollevò il viso a guardare la
sua amica, sorridendo nonostante tutto. “Lo dice anche lui ma
io non credo sarà
così. Penso che non lo rivedrò più ma
sono felice che sia entrato nella mia
vita”.
“Non
dire così, tornerà invece!”,
esclamò Levy stringendole più forte le mani.
“Tu lo sai meglio di me, i Draghi
sono di parola!”.
“Lo so
Levy e sono sicura che anche
lui vorrebbe tornare da me, tuttavia… penso che suo padre
non gli consentirà
più di lasciare Draconia e non mi sento di biasimarlo per
questo”.
“Come
se a lui importasse qualcosa
delle regole!”, esclamò d’un tratto lord
Fullbuster. “Natsu infrangerebbe tutte
le leggi dei Draghi se servisse a farlo tornare. Forse non lo conosci
poi così
bene”.
“Non
ne ho avuto il tempo!”,
esclamò furente Lucy. “Se è dovuto
fuggire così presto è per evitare la
prigionia che tu gli avresti di
nuovo
inflitto!”.
Gray distolse lo
sguardo, incapace
di reggere quello di Lucy. “Hai ragione”, disse
infine. “Posso comprendere la
tua rabbia, io sono quello che ha tenuto Natsu prigioniero negli ultimi
anni.
Però, se la mia parola vale ancora qualcosa ai tuoi occhi,
ti giuro sul mio onore
che avrei fatto di tutto perché fuggisse. È un
mio amico e se anche non lo
fosse non tolleravo più che conducesse quella pallida
imitazione di vita”.
Levy
aiutò Lucy ad alzarsi mentre
quest’ultima teneva lo sguardo su Gray. “Io credo
alla sincerità della tua
amicizia. Ma credo anche che per amore di tua moglie lo avresti
rinchiuso di
nuovo senza pensarci troppo. È una situazione comoda per il
regno di Fiore,
nessuno voleva che cambiasse, tanto meno tu”.
Gray si
voltò improvvisamente a
guardarla, i pugni stretti per la rabbia. “Io non ti permetto
di…”.
“Di
cosa?! Di sbatterti in faccia
la verità?! Se davvero questa situazione non ti tornasse
utile, non
perseguiteresti i ‘ribelli’ torturandoli a morte
quando ti riesce di
catturarli!”.
“Adesso
basta”, interloquì Gajeel
frapponendosi fra i due. “E’ meglio che te ne vada
piccolo lord, è chiaro che
Lucy non gradisce oltre la tua presenza. Riesaminerete i vostri accordi
quando
entrambi sarete più calmi”.
Lord Fullbuster
sbuffò infastidito
ma non replicò. “Tornerò nel
pomeriggio. È ovvio che la ‘scomparsa’
di Juvia
non potrà passare inosservata”.
Lucy si
limitò ad annuire, pregando
di avere la forza di portare avanti la messinscena senza tradirsi. Ora
che
Natsu non era più con lei, sentiva improvvisamente venire
meno la propria
forza, quella che le sarebbe servita, fino all’ultima stilla,
per proteggere la
sua fuga. Alzò il mento, un’espressione fiera sul
bel viso, decisa a
sacrificare qualsiasi cosa per lui. “A più tardi
allora”, disse mentre Gray
guadagnava velocemente l’uscita.
Una volta nella
foresta, al riparo
da occhi e orecchie indiscrete, Natsu si avvicinò a Gorgo,
affiancandola lungo
il cammino. “Grazie per aver lasciato Gajeel con
Lucy”.
“Te lo
dovevo Natsu”, rispose la
principessa, senza guardarlo. “Tu la ami e anche se io non
approvo, non posso
permettere che le accada qualcosa, ne soffriresti troppo”.
Natsu si
chinò a baciarla sulla
guancia. “Ti voglio bene Gorgo. Scusami se ho dubitato di te
ma temevo che
l’odio per gli esseri umani ti avesse tanto accecata da non
riuscire a capire
quanto sia straordinaria Lucy”.
“E’
evidente che non è come tutti
gli altri. Vorrei che tu non ti fossi innamorato di lei ma ammiro
quella
ragazza e la sua determinazione. Ti ama sinceramente e io non posso
fare altro
che tentare di proteggerla. Per il tuo bene”, concluse
voltandosi finalmente a
guardare Natsu. “Sei come un fratello per me, da sempre. Il
pensiero che tu
soffra mi è intollerabile, Natsu”.
Il Drago
ricambiò lo sguardo, sorridendo
riconoscente a Gorgo, ed entrambi tornarono a prestare attenzione al
sentiero
che li avrebbe ricondotti a casa.
***********************************************************************************************************
Buonasera :)
Allora…
il viaggio di Natsu è
finalmente iniziato e la cara Lucy è rimasta a Magnolia da
sola: voi che dite,
riusciranno a tornare insieme?
Non ho molto da
dirvi se non
ringraziarvi per il vostro costante supporto, grazie, grazie, grazie (_
_)
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Proprio come
Gray aveva detto
quella stessa mattina, nel pomeriggio il capitano Scarlet e un manipolo
di
soldati si presentarono a casa di Lucy per prenderla in consegna e
accompagnarla al castello.
“L’hai
combinata grossa”, sibilò il
capitano afferrando Lucy per un braccio; tuttavia, la libraia non
potè non
notare che non sembrava molto convinta delle proprie parole.
Non fu gentile e
neanche i soldati
lo furono: per tutto il tempo non fecero che spintonarla
perché camminasse più
velocemente, e a Lucy non sfuggirono i commenti cattivi sussurrati a
mezza voce
alle sue spalle. Sapeva che, vista la mentalità ristretta
degli abitanti di
Magnolia, portare Natsu a casa sua avrebbe significato essere additata
per
sempre come la sua sgualdrina ma non le importava.
Una volta giunti
al palazzo, fu
accompagnata direttamente nella sala del trono, dove
l’aspettava lord
Fullbuster: lo sguardo truce che le rivolse la fece sobbalzare prima
ancora che
cominciasse a parlare.
“Allora
milady… la mia sposa è
scomparsa e, mi riferiscono i miei uomini, anche il Drago che era
affidato alle
vostre cure sembra svanito nel nulla. Volete dirmi cosa sta
succedendo?”.
“Perché
mai dovrei saperlo,
milord?”.
“Non
prendetevi gioco di me, Lucy
Heartfilia!”, esclamò Gray scattando in piedi.
“Non crederete che io sia tanto
sciocco da non aver capito che le due cose sono collegate e soprattutto
che voi
avete aiutato il Drago a fuggire!”.
“Non
ho nessun ruolo nella sua
fuga”, disse Lucy guardandolo dritto negli occhi. Sapeva che
si trattava di una
messinscena ma l’atteggiamento dell’uomo le stava
facendo paura comunque. E
cominciava a temere che le parole di Natsu si sarebbero rivelate
veritiere: non
aveva desiderio di visitare la stanza delle torture del palazzo.
“Se
anche fosse così”, intervenne
Erza facendosi più vicina, “dovresti comunque
risponderne. Ti sei assunta la
responsabilità di lui nel momento in cui hai chiesto di
portarlo a casa tua”.
“C’erano
delle guardie a
sorvegliare casa mia. Natsu è fuggito e loro non si sono
accorte di niente,
perché mai dovrei essere io a risponderne?!”.
“Perché
loro hanno già pagato il
loro errore”, rispose Erza, una calma innaturale nella voce.
Lucy
allargò impercettibilmente gli
occhi, mentre una goccia di sudore le percorse il viso. Sentiva il
terrore
afferrarle le viscere con dita di ghiaccio mentre fissava quella donna
spaventosa:
dai racconti dei pochi che erano sfuggiti alle sue grinfie, essere
interrogati
da lei o dai suoi uomini doveva essere un’esperienza
devastante. ‘Natsu… dammi
tu la forza di proteggerti’.
Gray si
lasciò sfuggire un sospiro
e scosse la testa. “Capitano Scarlet non dovreste alimentare
le falsità che
circolano sul vostro conto, lo sapete? Non davanti a lady Heartfilia,
non è
necessario spaventare così una onesta cittadina di
Magnolia”.
Lucy
guardò stupita Gray e poi Erza
che sbuffò infastidita.
“Falsità?”, riuscì a chiedere.
“Esatto
milady”, rispose l’uomo con
un sorriso. “Qualsiasi cosa possiate pensarne voi, siamo
persone civili, non
facciamo del male a nessuno se è evitabile”.
“Tranne
che a Natsu”, sibilò la
libraia. “Quello non era evitabile, vero?”.
“Abbiamo
avuto disposizioni
dall’alto”, intervenne Erza. “Non abbiamo
la facoltà di contravvenire agli
ordini diretti del Re”.
“Disposizioni
dall’alto?!”, esclamò
Lucy, una risata sprezzante a riempirle la gola. “Non credo
proprio che il Re
volesse quel trattamento per lui, gli serve vivo e vegeto se vuole
mantenere la
sua presa su Draconia! Io credo”, disse rivolgendosi a Gray,
“che qualcuno qui
tentasse di restituirgli la libertà in maniera un poco
contorta”.
“Non
siate ridicola milady”,
replicò con calma l’uomo. “Siamo stati
costretti a rinchiuderlo perché non
fuggisse. I Draghi non sono Uomini; la loro razza ha delle
capacità particolari
che avrebbero potuto aiutarlo a fuggire”.
“Che
tipo di capacità?”.
Gorgo
alzò il braccio di colpo,
fermando il piccolo gruppo di viaggiatori; zittendo con un gesto Natsu,
sollevò
leggermente il capo, fiutando l’aria.
Un’espressione preoccupata le incupì il
viso quando tornò a guardare la strada.
“Ci
stanno seguendo. Sono più
veloci di quello che pensassi”.
“Che
cosa?!”, esclamò Natsu
voltandosi indietro come se si aspettasse di vedere
l’esercito reale spuntare
da oltre il crinale. “E’ troppo presto!”.
“La
donna ci rallenta”, replicò
Gorgo, senza scomporsi. “Dobbiamo mettere più
strada possibile tra noi e loro.
Non abbiamo scelta”, concluse voltandosi verso Sting e Rogue.
I due annuirono,
scattando
velocissimi verso il bosco circostante, sotto gli occhi increduli del
principe
che immediatamente si voltò a guardare sua cugina.
“Dove li hai mandati?! Ho promesso
a Gray che Juvia sarebbe stata curata a Draconia!”
“Zitto”,
replicò Gorgo, una calma
imperturbabile sul volto bellissimo. “Ascolta”.
Natsu
obbedì concentrandosi sui
rumori che ora sentiva provenire dalla foresta: era il frastuono degli
alberi
schiantati e lacerati da qualcosa di enorme e più forte e
terribile di questo,
un cupo e basso ringhio che sembrava provenire dalle
profondità del sottosuolo.
Il suo istinto non tardò a identificarlo come il ruggito di
un drago e davanti
al suo sguardo ancora attonito, due imponenti bestie si allontanarono
in volo,
fendendo l’aria con le possenti ali.
“Quello
bianco è Sting e quello
nero è Rogue”, disse Gorgo facendoglisi
più vicina. “Non chiamano la nostra
gente ‘Draghi’ per nulla, Natsu. Dovresti
ricordarlo anche se eri solo un
bambino”.
“Sì…
qualcosa ricordo ma… posso
trasformarmi anch’io?”.
“Potrai.
E’ necessario molto
allenamento prima di padroneggiare la metamorfosi; quando saremo a casa
avrai
il tempo di imparare ma per adesso dovrai accontentarti di viaggiare
sulla mia
groppa”.
Natsu
annuì, lievemente deluso da
quella risposta. “Torneremo fino a Draconia
così?”.
“No.
Sarebbe troppo rischioso
sorvolare i centri abitati, è meglio non farci notare; non
vogliamo uccidere
nessuno a meno che non sia assolutamente necessario. Allontanati
adesso”.
Il giovane Drago
annuì, arretrando
di qualche passo mentre il sembiante di sua cugina lasciava il posto a
quello
di un grosso drago, smeraldino come i suoi occhi. La bestia si
accosciò,
invitandolo con un cenno della testa a salirle sul dorso e Natsu si
avvicinò,
passando la mano sulle dure scaglie. Uno sbuffo d’impazienza
lo riscosse,
spingendolo a raggiungere la sua posizione con un unico balzo
nell’istante in
cui le forti zampe del drago si piegavano, dandole la spinta necessaria
a
spiccare il volo.
Il poderoso
animale raggiunse in
breve tempo i suoi compagni, riprendendo il suo posto alla guida del
gruppo,
divertita dagli schiamazzi d’esultanza di Natsu.
“E’ meraviglioso quassù
Gorgo!”,
esclamò il giovane principe guardandosi intorno.
“Vorrei che Lucy potesse
vederlo”.
“Lo
vedrà. Quando sarai in grado di
tornare in volo a riprenderla”.
“Possono
trasformarsi in veri draghi?!”.
Lucy era sconvolta da quello che aveva appena saputo da Gray.
“Credevo fossero
solo leggende quelle contenute nei libri”.
“Non
sono leggende milady. Dovreste
dare maggior credito ai libri che tanto amate”.
La giovane
libraia scoccò un’occhiata
poco amichevole al signore di Magnolia. “Voi avreste pensato
che una cosa del
genere fosse possibile, milord? Non ho mai visto utilizzare la magia di cui tanto si favoleggia, e sono
abituata a credere a ciò che posso toccare con
mano”.
“Ne
sei certa?”, intervenne Erza,
senza guardarla. “Non ti sei chiesta come abbia potuto il tuo
amico Drago
guarire tanto in fretta? La gente di Draconia ha sensi più
sviluppati dei
nostri, capacità di guarigione accelerata, può
trasformarsi in draghi e domina
gli elementi, tutto grazie alla magia che controllano”.
Lucy
esitò, incerta su cosa dire;
ovviamente aveva notato quanto velocemente si fosse ripreso Natsu ma la
sua
parte razionale continuava ad opporsi all’esistenza di
qualcosa che non aveva
mai potuto sperimentare di persona.
“Comunque
la pensi”, continuò Erza.
“Lui tenterà di venire a prenderti, forse da
drago, forse da ‘umano’; ed è in
quel momento che noi riprenderemo lui”.
“Cosa?!”.
“Sei
in arresto Lucy Heartfilia. Spero
che gli alloggi che ti abbiamo riservato saranno di tuo
gradimento”.
Mentre Erza
l’afferrava per un
braccio, Lucy rivolse uno sguardo preoccupato a Gray che
però le sorrise
rassicurante: il famigerato piano era appena entrato in azione.
***********************************************************************************************************
Ehm…
buonasera ^^”
Sono viva, anche
se la mia assenza
avrebbe potuto far pensare il contrario; non voglio giustificarmi ma a
quanto
pare la cattiva sorte ha preso di mira la mia famiglia e mi ha portato
via un’altra
persona cara.
Mi spiace ma non
sono proprio
riuscita a scrivere prima, complice un colossale blocco dello scrittore
forse
dovuto al mio stato d’animo non proprio felice.
Tornando alla
storia… non ho nulla
da dire, mi direte voi cosa pensate di questo capitolo :)
Grazie se mi
avete aspettata
nonostante tutto, se mi leggete per la prima volta, se recensite,
insomma…
grazie.
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Le giornate in
cella trascorrevano
tutte uguali per Lucy, settimana dopo settimana, tra il timore che Gray
venisse
meno all’accordo e la bruciante mancanza di Natsu. Dopo
l’iniziale smarrimento
aveva realizzato che quella in cui si trovava era esattamente la stessa
stanza
che aveva visto prigioniero il Drago e questo rendeva se non altro
l’attesa più
sopportabile.
Erza tornava
tutti i giorni a
chiederle di confessare che accordi avesse preso con lui, promettendole
in
cambio la libertà. Lucy si limitava a sorridere e voltarsi
verso l’oscurità.
Anche se avesse voluto, non avrebbe mai potuto dirle dove fosse Natsu;
Loki non
era più tornato con la mappa e a lei non restava che sperare
che re Igneel
consentisse a suo figlio di tornare a prenderla.
‘Prima
che sia troppo tardi per
me’.
Temeva
moltissimo il capitano
Scarlet, certa che se solo Gray avesse accennato un assenso,
l’avrebbe lasciata
fra le mani dei torturatori perché le facessero confessare
ciò che lei voleva
sentire; non aveva idea di quanto quello che davvero Lucy sapeva avesse
bisogno
di ancora più protezione.
Loki era
riuscito a entrare in casa
di Lucy soltanto diversi giorni dopo la sua cattura: le guardie
continuavano a
sorvegliarla e nessuno doveva sospettare che lui avesse il minimo
rapporto con
la giovane libraia. Quando finalmente era riuscito a introdursi
all’interno, vi
aveva trovato solo una spaventata Levy e Gajeel intento a rassicurarla.
“Levy!
Che diavolo succede, è pieno
di guardie qui fuori! E Lucy dov’è?”.
“Una
domanda alla volta damerino”, ringhiò
il Drago guardandolo storto.
“Smettila
Gajeel”. Lo zittì Levy.
“Loki, Lucy è… in prigione”.
“Che
cosa?! Hai voglia di
scherzare?”.
“Per
niente. Altri Draghi sono
venuti qui a riprendere Natsu e hanno portato con loro anche lady
Juvia, su
richiesta di suo marito, che a quanto pare non aspettava altro.
È molto malata
e la scienza medica di Draconia è la più avanzata
che esista”, disse la ragazza
tenendo lo sguardo basso. “Però per rendere il
tutto più credibile ed evitare
che ricadessero sospetti su lord Fullbuster, Lucy si è fatta
arrestare come
complice nel rapimento della nostra giovane signora e nella fuga del
Drago. Lei
e lord Fullbuster sono d’accordo ma temo comunque per lei, il
capitano Scarlet
non è una persona a cui piaccia essere ingannata”.
Loki
sospirò passandosi la mano
sugli occhi. “Sapevo che quel Drago l’avrebbe messa
nei guai prima o poi”,
disse ignorando l’occhiataccia di Gajeel. “Possiamo
aiutarla in qualche modo?”.
“Solo
se potessimo raggiungere
Draconia e chiedere a Natsu di tornare a prenderla il prima possibile.
Ormai è
prigioniera da più di un mese”.
“Sua
maestà Igneel non lascerà che
il principe riparta così presto, soprattutto se la
destinazione è il regno
degli Uomini”, intervenne Gajeel. “La sola speranza
per la tua amica è che la
principessa Gorgo riesca a convincerlo. Ha un grande ascendente sul re,
si fida
di lei”.
Levy
annuì alle parole di Gajeel e
tornò a guardare Loki. “Avevi trovato la
mappa?”.
Il ragazzo
annuì, porgendole un
involto. “Non è stato semplice e presto a Crocus
si accorgeranno che è sparita,
se vogliamo partire dobbiamo farlo subito”.
“Non
possiamo”, sospirò Levy
stringendosi al petto la mappa. “Non ci permetterebbero mai
di entrare a
Draconia, neanche se Gajeel garantisse per noi”.
“E
cosa facciamo allora, aspettiamo
che Lucy marcisca in quella cella?”.
“Non
ho detto questo ma non
possiamo fare nulla, Loki! Gajeel non può mettere il naso
fuori di qui se non
vuole essere scoperto e catturato perché prenda il posto di
Natsu, e io e te
cosa possiamo fare, assaltare le prigioni del palazzo?”.
Loki strinse i
pugni, sentendo la
verità di quelle considerazioni stringergli lo stomaco in
una morsa. “Non posso
permettere che lei resti lì, ne morirebbe… e non
posso concepire nemmeno
l’idea”.
“Loki,
tu…”, fece per dire Levy ma
Gajeel la interruppe, fissando lo sguardo cremisi dritto in quello del
ragazzo.
“Devi
toglierti dalla testa che la
principessa possa essere tua”, disse con un tono che non
ammetteva repliche.
“Principessa?!”.
“Il
principe Natsu l’ha scelta per
sé. Questo ne fa la nostra principessa, salvo che il cuore
del principe cambi
repentinamente inclinazione. Il che è assolutamente
impossibile trattandosi di
un Drago”.
Loki
abbassò lo sguardo, un sorriso
amaro dipinto sul viso. “Ah è così
allora. Alla fine Natsu ha ottenuto quello
che voleva”.
Levy lo
fissò preoccupata. “Tu… ci
aiuterai lo stesso, vero Loki?”.
Il ragazzo la
guardò,
apparentemente stupito di quella domanda. “Certamente. Lucy
può amare Natsu ma
ciò non muta quello che provo per lei. Io
non la abbandonerò mai”.
Draconia si
avvicinava sempre di
più con il passare dei giorni e Natsu divenne impaziente.
Continuava a chiedere
a Gorgo perché non potessero raggiungere il loro regno sulle
ali dei draghi,
ignaro della pericolosità di quell’ultima tappa.
“Natsu”,
sospirò Gorgo all’ennesima
volta. “Siamo quasi arrivati ma ci aspettano due giorni allo
scoperto nel
deserto prima di varcare i confini di Draconia. Questa è la
zona che gli Uomini
sorvegliano maggiormente, è naturale; non possiamo farci
notare, non devono
sapere che le nostre spie si introducono a Fiore. Se accadesse
metteremmo in
pericolo tutti loro e anche Gajeel che sta sorvegliando Lucy.
È questo che
vuoi?”.
Natsu strinse i
pugni fino a farsi
sbiancare le nocche. “Certo che no, rischiare la vita di
chiunque di loro, la
vita di Lucy, è l’ultima cosa che voglio; ma
più tempo ci vuole per raggiungere
la Rocca, più ce ne vorrà per tornare a prenderla
e… non ne posso più Gorgo, la
rivoglio con me. Neanche l’idea di rivedere mio padre, la mia
famiglia, basta a
farmi sentire meno la sua mancanza”.
Gorgo tacque,
preferendo non
incrinare l’entusiasmo di suo cugino con le sue
considerazioni: aveva motivo di
credere che Igneel non gli avrebbe mai permesso di ripartire, pur
sapendolo
distrutto all’idea di perdere la donna che amava. Sarebbe
toccato a lei aiutare
Natsu a tornare da Lucy, e lo avrebbe fatto; perché in fondo
tutto quello che
desiderava era saperlo felice.
“Proseguiamo”,
disse trattenendo un
sospiro. “Viaggeremo tutta la notte fino a raggiungere il
limitare del deserto.
Laggiù si viaggia di notte”.
“Gorgo”,
la bloccò Natsu
afferrandole un braccio. “Tu mi aiuterai vero? Convincerai
mio padre a
lasciarmi portare Lucy?”.
“Farò
tutto quello che è in mio
potere, Natsu, te lo giuro”.
***********************************************************************************************************
Buonasera
ragazze ^^
Bene,
bene… non succede niente in
questo capitolo e per lo più è breve, ne sono consapevole ç_ç
Però devo pur spiegare qualcosa mentre
i nostri beniamini sono separati, no?
Per farmi
perdonare cercherò di
aggiornare il prima possibile >.<
Grazie a tutte
voi che mi seguite e
recensite, siete impagabili :*
Alla prossima
<3
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Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
La Rocca si
ergeva maestosa al di
sopra di uno sperone roccioso, svettando contro il sole infuocato del
tramonto.
Tutto era rimasto esattamente come Natsu ricordava, sembrava solo
più piccolo;
non ci volle molto perché realizzasse che in
realtà era lui a essere cresciuto.
Le strade non sembravano più infinite e non aveva
l’impressione che gli edifici
si chiudessero su di lui, schiacciandolo. Sentiva solo la rassicurante
familiarità dell’essere finalmente a casa.
Gorgo lo guidava
sicura attraverso
le vie cittadine verso il palazzo, che sovrastava con la sua mole il
resto del centro
abitato. Nessuna città degli Uomini avrebbe potuto competere
con la bellezza e
l’opulenza della Rocca: ogni costruzione era perfetta, senza
che i segni del
tempo intaccassero i marmi policromi che le decoravano, declinati in
ogni
sfumatura, dal bianco abbacinante al rosso sangue del porfido, il marmo
degli
Imperatori.
I Draghi che
incontravano per
strada si fermavano attoniti quando riconoscevano la persona che la
principessa
Gorgo portava con sé; Natsu li vedeva bisbigliare tra loro,
sorpresi di
rivedere quel principe che ormai ritenevano perduto per sempre.
Il percorso era
tanto più
sorvegliato tanto più si avvicinavano al palazzo e Natsu
chiese spiegazioni a
sua cugina. “Non c’erano tutti questi soldati
l’ultima volta che sono stato
qui. Cos’è successo?”.
“Sei
stato rapito all’interno del
nostro regno. Proprio dove credevamo non potesse toccarci niente e
nessuno”.
L’espressione
di Gorgo si fece tesa
e Natsu le posò una mano sulla spalla, sorridendole.
“Non è stata colpa tua.
Hai fatto il possibile per impedire che mi prendessero, me lo
ricordo!”.
“Sai,
anche tuo padre non fa che
dirmi che non è stata colpa mia. Eppure non riesco a non
pensarlo”, disse la
principessa abbassando lo sguardo.
Natsu
alzò lo sguardo al rosso del
cielo, sorridendo. “Io sono contento che mi abbiano portato a
Magnolia”.
“Cosa?!”.
“Hai
capito bene. Se non l’avessero
fatto, non avrei mai conosciuto la mia Lucy”.
Gorgo scosse la
testa, spingendolo
leggermente perché riprendesse a camminare. “Forse
è meglio che la dimentichi”.
Questa volta fu
Natsu a voltarsi
sorpreso. “Perché dovrei?!”.
“Lascia
perdere”, disse la
principessa precedendolo sulla strada.
Igneel
passeggiava nervosamente
avanti e indietro nella sala del trono quando Gorgo e Natsu fecero il
loro
ingresso, scortati dalle guardie reali. Il re si voltò
immediatamente e restò
impietrito a fissare suo figlio: proprio come la principessa aveva
immaginato,
era stupito dal trovarsi davanti un giovane uomo e non il suo bambino
ma
nonostante ciò lo strinse calorosamente fra le braccia non
appena l’ebbe
raggiunto.
“Natsu…
non riesco ancora a
crederci, dopo tutto questo tempo… ho sentito
così tanto la tua mancanza che
credevo di impazzire”.
“Anche
tu mi sei mancato. Sono
tornato, padre”, sorrise Natsu ricambiando la stretta, gli
occhi lievemente
velati da un’ombra di dolore. Nel
momento in cui aveva sentito le braccia di suo padre cingerlo, ne aveva
avuto
la certezza, non lo avrebbe più lasciato ripartire.
“Temevo
che Gorgo fallisse… eppure
la mia fiducia in lei non avrebbe mai dovuto vacillare, sapevo quanto
fosse
determinata a salvarti”.
Il giovane
principe annuì,
voltandosi a guardare l’amata cugina. “Nessuno
può mettersi tra Gorgo e il suo
obiettivo”.
Igneel sorrise
compiaciuto,
lasciando andare Natsu. “Molto bene, direi che è
il caso di festeggiare! Non
meno di un mese di celebrazioni per il ritorno di mio
figlio!”.
“Padre
non esagerare, la
popolazione potrebbe…”.
“Natsu!”,
lo interruppe la voce
squillante di una bambina.
“Wendy?!”.
Una piccola
Drago si avvicinò
cautamente a loro, continuando a fissare Natsu. “Sei
tu… sei proprio mio
fratello?”.
Natsu sorrise
inginocchiandosi alla
sua altezza. “Sì, sono io, Wendy. Sono un
po’ cresciuto, vero?”.
Wendy tenne lo
sguardo nel suo
ancora per qualche secondo fin quando gli gettò le braccia
al collo, ridendo.
“Sì, sei tu!”.
Il principe rise
con lei,
abbracciandola e alzandosi con lei fra le braccia. “Tu non
sei cambiata invece.
A dire il vero nessuno di voi lo è!”.
“E’
il potere di Draconia che ci
impedisce di invecchiare. Se tu non fossi stato portato via tanto a
lungo
saresti ancora un bambino, come tua sorella”, disse Igneel,
l’espressione
grave.
“Non
angustiarti padre. Io sono
felice lo stesso”. Lo sguardo di Natsu si adombrò
per qualche momento. ‘Non
avrei potuto amare Lucy se fossi stato un bambino’.
Wendy
notò il dolore soffocato
negli occhi dell’amato fratello ma decise di tacere,
preferendo che fosse lui a
parlarne qualora ne avesse sentito la necessità. Si
limitò a stringerlo più
forte, sorridendogli quando lui si voltò a guardarla.
“Bene!”,
tuonò Igneel. “Va’ pure a
riposare, stasera ti aspetta un banchetto per cominciare degnamente i
festeggiamenti”.
Natsu
annuì e rimise Wendy coi piedi
per terra, tenendole la mano che lei non accennava a lasciare.
“Ti accompagno
io, Natsu”, gli sorrise trascinandolo fuori dalla sala.
Quando furono
soli, al sicuro negli
appartamenti di Natsu, Wendy chiuse la porta e vi si
appoggiò, fissandosi i
piedi.
“Perché
vuoi andartene di nuovo?”.
Quella domanda
spiazzò
completamente il principe che per qualche momento non seppe cosa
rispondere.
“Non voglio andarmene”, riuscì a dire,
senza troppa convinzione.
“Invece
lo vuoi, lo vedo nei tuoi
occhi. C’è dolore dentro e la voglia di riaprirli
su un paesaggio che non è la
Rocca”.
Natsu strinse i
pugni fino a farsi
sbiancare le nocche. “Non voglio andare via”,
ripeté. “Ma c’è una persona
che
mi aspetta a Fiore e voglio riprendermela”.
“Una
persona… una fidanzata?”, chiese
Wendy, improvvisamente più curiosa che arrabbiata.
“Sì”.
“Ma tu
hai già una fidanzata”.
“Che
cosa stai dicendo, Wendy?!”,
esclamò Natsu avvicinandosi a lei. “Io non ho
nessuna fidanzata qui”.
“Certo
che è così, come tutti i
Draghi di stirpe reale ti è stata promessa una giovane della
nobiltà di
Draconia, già molto tempo fa”.
“Io…
io non sposerò nessuna che non
sia la mia Lucy!”, sbottò il Drago colpendo il
muro accanto a sé. “Stasera ne
parlerò con nostro padre. Non mi costringerà a
sposare una donna che non amo,
anche se lei è un Drago e Lucy una donna degli Uomini. Io
amo Lucy”.
Inaspettatamente,
Wendy sorrise,
abbracciandolo. “Hai tutto il mio sostegno, fratellone.
Voglio che torni felice
come quando eri bambino!”.
Natsu la strinse
a sua volta,
posandole una mano fra i capelli scuri. “Grazie sorellina.
Saperlo è importante
per me, anche Gorgo dice che mi aiuterà. Lei ha conosciuto
Lucy e l’ammira
molto anche se non sopporta che sia della razza degli Uomini”.
“Anche
la mamma ti aiuterà, ne sono
certa! Lei non ha mai approvato la pratica dei matrimoni
combinati”.
“La
mamma… dov’è adesso?”.
“In
viaggio dalla nostra residenza
a Lacrima del Drago. I nobili laggiù avevano qualche
rimostranza e non potevano
aspettare, ma nostro padre non ne ha voluto saperne di lasciare la
Rocca fin
quando tu non fossi tornato”.
Natsu
ridacchiò divertito,
scuotendo la testa. “E’ sempre il
solito!”.
Wendy rise a sua
volta per poi
spingere il fratello verso il letto. “Andiamo, devi dormire
adesso! Il
banchetto si protrarrà fino a tarda notte, devi essere
riposato se non vuoi
addormentarti a tavola!”.
“Va
bene, va bene!”, disse il
principe lasciandosi cadere sul letto. Mentre sua sorella lasciava la
stanza,
si voltò su un fianco, fissando la porzione di cielo che
poteva vedere
attraverso il balcone aperto. Per un attimo gli sembrò che
Lucy si stagliasse
contro il vespro, in volto quel sorriso particolare riservato a lui.
‘Tornerò
a prenderti, Lucy.
Manterrò la promessa’.
Proprio come
aveva detto Wendy, i
festeggiamenti non accennarono a terminare neanche quando furono
trascorse
molte ore e i commensali ormai sazi si abbandonarono a chiacchiere
leggere. Natsu
scrutava Igneel, in attesa del momento adatto per chiedergli di
lasciarlo
ripartire. Sapeva che forse era ancora presto, dopotutto aveva appena
fatto
ritorno; ma aveva promesso a Lucy di tornare a prenderla subito e non
poteva
pensare di vivere troppo a lungo lontano da lei.
“Padre”,
doveva tentare. “Devi
permettermi di ripartire, ho lasciato una persona a Magnolia. E lei
avrà
bisogno di me”.
Igneel si fece
improvvisamente
furioso e afferrò suo figlio per le spalle così
da poterlo guardare negli
occhi. “Lei?! Nonostante
quello che
ti hanno fatto ti sei legato a una donna degli Uomini? Come hai potuto
lasciarti ingannare così, eppure l’istinto
dovrebbe guidarti!”.
Natsu si
divincolò dalla stretta, i
pugni chiusi sollevati davanti a sé. “E’
l’istinto che mi ha detto che è Lucy
la donna con cui dividere la mia vita! Tu non la conosci, non puoi
odiarla
soltanto perché appartiene agli Uomini! Gorgo, diglielo
anche tu, parlagli di
Lucy!”, esclamò voltandosi verso sua cugina che
però fissava la tavola davanti
a sè. “Gorgo…”.
“Adesso
basta Natsu. Sei stato
lontano molto tempo e sicuramente sarai stanco dopo un viaggio
così lungo. Fra
qualche giorno non penserai più a quella donna”.
Natsu
abbassò lo sguardo, sconfitto
dall’atteggiamento di Gorgo. Gli aveva garantito di aiutarlo
e invece nel
momento in cui avrebbe dovuto sostenerlo aveva taciuto, mancando di
esprimere
quel rispetto che diceva di provare per Lucy.
Lucy.
Doveva trovare
il modo di fuggire
da Draconia, non avrebbe sopportato di vivere senza di lei, lei che lo
amava
con tutta se stessa e in quel momento stava rischiando la vita per
proteggerlo
e garantirgli di ricongiungersi a suo padre.
“Io
non la dimenticherò mai”, disse
fra i denti. “Lucy mi appartiene e io appartengo a lei,
questo non cambierà
soltanto perché sono di nuovo a Draconia. Dovrai
rinchiudermi per impedirmi di
tornare da lei. E assicurati di incatenarmi, altrimenti
demolirò questo posto
pietra dopo pietra pur di scappare”.
Igneel
sussultò, colpito da quella
determinazione: Natsu era un uomo ormai, nel corpo ma soprattutto nel
cuore. Eppure,
non poteva permettere che il suo amato figlio rischiasse di finire
nuovamente
prigioniero.
“Manderò
qualcuno a riprenderla dal
momento che è così importante per te”.
“Voglio
andare di persona”.
“Non
tirare troppo la corda, Natsu”,
disse Igneel, lo sguardo severo. “Concederti di portarla qui
è già più di
quello che vorrei. Gorgo conosce questa donna ed è
già stata a Magnolia, sarà
lei a partire, portando con sé tanti Draghi quanti ne
riterrà necessario”.
“Padre,
te ne prego…”, tentò ancora
Natsu, lo sguardo implorante; doveva partire, non poteva aspettare
ancora due
mesi con le mani in mano.
“Ho
già
detto che tu non partirai. È la mia ultima parola,
Natsu”.
***********************************************************************************************************
Buonasera
ragazze :3
Ebbene,
dopo un’eternità mi rifaccio viva –
giuro che non vi prometterò più di
aggiornare presto, ogni volta che lo faccio poi non ci riesco ._.
– e con un
capitolo che non è nemmeno dei migliori ma faccio quel che
posso per portare
avanti la storia.
Direi che
è
servito soprattutto a scoprire qualche cosuccia di Draconia e della
famiglia di
Natsu che per una volta non è orfano.
Come
sempre, grazie se leggete, se recensite e soprattutto se avete ancora
la
pazienza di seguirmi!
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
Gorgo si agitava
sulla sedia,
curiosa e allo stesso tempo intimorita dalla richiesta di Igneel di
parlare in
privato. Suo zio non era il tipo da perdersi in chiacchiere inutili,
eppure
continuava a fissarla dall’altra parte del tavolo, senza
proferire verbo.
“Zio”,
soffiò esasperata la
principessa, “vuoi dirmi perché mi hai fatto
chiamare?”.
“In
realtà vorrei che mi dicessi
che hai fatto il possibile perché Natsu si togliesse dalla
testa quell’umana”.
Un lampo di
panico attraversò gli
occhi di Gorgo, che sopra ogni cosa temeva l’aver deluso suo
zio. “Sì”,
rispose. “Ci ho provato. Ho tentato di imporre a Natsu il
divieto di portare
Uomini a Draconia, ho tentato di convincerlo sfruttando il mio
ascendente su di
lui ma pur di tenerla con sé è arrivato al punto
di ordinarmi di tacere”.
“Natsu
ti ha dato degli ordini?!”.
“Lo ha
fatto. E sai bene quanto disdegni
il potere sin da quando era bambino eppure mi ha imposto di non
infastidire
oltre il principe ereditario”.
Igneel scosse la
testa, posando la
fronte contro le mani intrecciate, i gomiti sul piano davanti a
sé. “Natsu… non
credevo potesse essere tanto testardo”.
“Però
zio, lei…”.
“Lei cosa, Gorgo? Cosa cerchi di dirmi, ha
irretito anche te?”.
Gorgo
deglutì a vuoto,
costringendosi a parlare. “Ho promesso a Natsu che lo avrei
aiutato
convincendoti a lasciarla venire a Draconia. E’ una brava
persona, lei… Lucy,
ama sinceramente tuo figlio. Ed è ricambiata con tanta forza
quanta non potevo
immaginare, Natsu si dice sicuro che il suo cuore di Drago
l’abbia
riconosciuta! Sai bene che se così fosse si lascerebbe
morire piuttosto che
amare qualcun’altra”.
“E se
fosse un’infatuazione quella
di questa Lucy?”.
“In
questo momento, mentre noi
festeggiamo, lei è prigioniera della sua stessa gente,
pagando l’aver lasciato
fuggire Natsu. La credi davvero un’infatuazione? Sta
rischiando la sua stessa
vita pur di garantire la nostra felicità. Le dobbiamo almeno
un tentativo”.
Igneel tacque,
gli occhi chiusi,
come se stesse soppesando le parole di Gorgo. “Va bene. Parti
immediatamente,
porta con te Rogue, Sting e chiunque ritieni necessario ma assicurati
che lei
giunga sana e salva a Draconia. Ora che Natsu è al sicuro,
sono pronto a scatenare
una guerra per saperlo felice”.
Gorgo fece per
alzarsi quando un
dubbio la colse. “C’è un’altra
cosa. Gajeel è rimasto a Magnolia per proteggere
lei ma credo voglia condurre con sé un’altra
donna”.
Il re
sbuffò, abbandonandosi
scomposto sulla sedia. “Cos’è, sta
diventando una moda innamorarsi delle donne
di quella razza? E sia, in fondo dopo tanti anni di fedeltà
assoluta non posso
vietare nulla a Gajeel. E cosa mi dici di quella donna che avete
portato con
voi?”.
La principessa
tornò a sedersi al
suo posto, fissando lo sguardo in quello di Igneel. “Suo
marito ha salvato la
vita di Natsu, agevolando la sua fuga. Sai bene che abbiamo il sacro
dovere di
ripagare chiunque faccia questo per uno di noi ma lui ha preferito la
vita di
sua moglie alla sua. Curala e la riporteremo a Magnolia, non
resterà qui”.
“I
medici dicono che ci vorrà
qualche giorno. A quanto pare non era malata, la stavano lentamente
avvelenando”.
Gorgo
sgranò gli occhi. “Questo
vuol dire che lord Fullbuster è in pericolo! E se accadesse
qualcosa a lui per
Lucy sarebbe la fine, è l’unico che la
può proteggere!”.
Igneel
sbattè la mano sul tavolo,
con fare esasperato. “Dannazione… Gorgo, scegli il
tuo esercito. Attaccate
Magnolia e salvate la donna e gli amici di Natsu, demolite ogni
edificio se
necessario ma portateli qui. Non intendo veder soffrire mio figlio dopo
tutto
il tempo in cui siamo stati lontani”.
“Non
possiamo scatenare una guerra,
sicuramente sanno qual è il nostro obiettivo e Lucy sarebbe
morta prima ancora
che arriviamo alle porte di Magnolia”.
“Cosa
suggerisci allora?”.
“Aspetterò
che lady Juvia stia bene
e poi tornerò indietro con Sting e Rogue, e questa volta
porterò anche Cobra e
Luxus. Ci assicureremo di riportarla sana e salva a suo marito e in
cambio mi
farò consegnare Lucy”.
Igneel rivolse
uno sguardo
perplesso a Gorgo. “Se intendi essere furtiva
perché mai portare con te anche
Cobra e Luxus?”.
Gorgo sorrise,
sicura di sé.
“Perché riprendere Lucy non basterà,
dobbiamo proteggerla fin quando non sarà
al sicuro a Draconia”.
“Sia”,
acconsentì il re, congedando
Gorgo con un cenno del capo. “Un’ultima
cosa”.
“Sì,
zio?”.
“Natsu
non deve sapere che
partirai, sicuramente vorrebbe venire con voi e non posso permettere
che rischi
la sua vita”.
“Sei
sicuro che sia giusto non
lasciarlo venire?”.
“Non
discuteremo oltre su questo.
Natsu deve restare al sicuro”.
Gorgo
annuì e si inchinò prima di
uscire dalla stanza. ‘Perdonami zio. Ho già
sbagliato abbastanza con Natsu’.
Lucy si
rannicchiò nell’angolo più
buio della cella, stringendosi addosso la coperta che le avevano dato
per
proteggersi dal freddo; era calda all’inizio ma
l’aria era talmente satura di
umidità da renderla del tutto inutile ormai. Si
voltò fino a posare la guancia
contro il gelo della pietra, traendo sollievo dal calore che la stava
bruciando. Doveva avere la febbre molto alta ma lamentarsi sarebbe
stato uno
spreco di tempo: il capitano Scarlet e lord Fullbuster non si facevano
vedere
da qualche giorno, e i soldati che la sorvegliavano non nutrivano
simpatia per
lei.
Si chiese cosa
stesse facendo
Natsu, se fosse già ripartito per tornare da lei o se
piuttosto avesse capito
di non amarla e avesse deciso di restare al sicuro a Draconia,
lasciando lei al
suo destino. Lo avrebbe capito: era stato portato via quando era ancora
un
bambino e aveva vissuto nell’isolamento di una cella, non
poteva sapere cosa
fosse l’amore. Una lacrima le percorse il viso
perché lei, al contrario, era sicura
di quello che sentiva per il giovane Drago.
“Natsu…”,
gemette prima che i
singhiozzi le scuotessero le spalle, l’angoscia di non
rivederlo mai più a
opprimerle il cuore.
Gorgo
bussò alla porta di Natsu,
sperando in cuor suo che suo cugino non la scacciasse. Sapeva di averlo
deluso
ma sperava che le desse la possibilità di spiegarsi e di
riscattarsi
soprattutto.
L’espressione
di Natsu quando se la
ritrovò davanti non lasciava spazio a molti dubbi, era a dir
poco furibondo.
“Che cosa vuoi?”, l’apostrofò
duramente.
“Mi
lasci entrare?”.
“Ti ho
chiesto che cosa vuoi”.
La principessa
sospirò appena,
costatando quanto fosse arrabbiato Natsu: era solo colpa sua, non
poteva
biasimarlo. “Non possiamo parlare qui, questa conversazione
non dovrebbe
nemmeno aver luogo. Se tuo padre mi scoprisse, Lucy resterebbe a
Magnolia per
sempre”.
Natsu la
scrutò in viso ancora per
qualche momento ma alla fine la lasciò entrare.
“Parla adesso”, disse chiudendo
la porta.
“Tuo
padre vuole che vada a
riprendere Lucy. Mi ha concesso addirittura un esercito”.
“Davvero?!”,
esclamò il principe,
cambiando repentinamente espressione. Era assurdamente felice.
“Torneremo da
lei?”.
Gorgo si
avvicinò a Natsu,
posandogli le mani sul viso. “E’ questo il
problema. Lui non vuole che tu venga
con me, non vuole metterti in pericolo. Non dovresti nemmeno sapere di
questa
spedizione. E tradire la sua fiducia mi costa moltissimo, Natsu.
È per timore
di deluderlo che ho taciuto la sera del nostro arrivo, se per qualche
ragione
lo zio non dovesse più fidarsi di me… sarebbe
troppo per me, lo capisci?”.
Natsu
annuì, sorridendo appena. “Lo
capisco. E capisco anche che è solo per l’affetto
che hai per me che stai
rischiando tanto. Grazie Gorgo”, disse abbracciandola.
“E scusami se ho
dubitato di te”.
“E’
tutto dimenticato. Adesso
dobbiamo pensare a un modo per lasciarti venire con noi senza che tuo
padre se
ne accorga. E devo almeno provare a insegnarti la trasformazione prima
della
partenza”.
“Credi
che possa riuscirci?”.
“Abbiamo
solo pochi giorni,
dipenderà tutto da te e dalla tua determinazione”.
Natsu
ghignò soddisfatto. “Ce la
farò, Gorgo. Devo tornare a prendere Lucy”.
Gorgo si sciolse
dall’abbraccio e
percorse qualche passo nella stanza, dando le spalle al cugino.
“Natsu… è bene
che tu sia consapevole che potrebbe esserle accaduto il
peggio”.
“No!
Gray la proteggerà, me l’ha
promesso! Impedirà a chiunque di farle del male”.
“Lady
Juvia non è malata”, disse la
principessa voltandosi. “La stavano lentamente avvelenando.
Lord Fullbuster è
in pericolo, potrebbero aver già scoperto che ha tradito il
regno. Se così
fosse, nessuno garantirebbe per la vita di Lucy”.
Natsu si
lasciò cadere su una
sedia, lo sguardo vacuo. “Morta? Potrebbe essere
morta?”.
“Non
è detto che lo sia!”, esclamò
Gorgo avvicinandosi. “E per questo dobbiamo partire il prima
possibile. I
medici stanno facendo di tutto per rimettere in sesto lady Juvia il
prima
possibile e tu devi imparare a trasformarti, non hai scelta
Natsu!”.
“E se
lo fosse?”.
“Se lo
fosse… se Lucy fosse morta
ti lascerò piangere per lei. Ma non te lo
permetterò adesso, coraggio alzati!”.
Afferrò Natsu per le braccia e lo rimise in piedi, dandogli
un buffetto sul
viso. “Mio cugino non si arrende mai”.
Natsu sorrise e
strinse i pugni,
pronto a mettersi in gioco. “Hai ragione! Se Lucy fosse morta
lo sentirei, sono
certo che mi sta ancora aspettando! Andiamo ad allenarci,
Gorgo!”.
Loki si
introdusse furtivamente in
casa di Lucy, come di consueto, e raggiunse Levy e Gajeel, nascosti in
una
piccola stanza sul retro della libreria.
“Levy!”.
“Loki,
finalmente!”, esclamò la
ragazza vedendolo entrare. “Allora?”.
“Lord
Fullbuster è tenuto in
custodia nei suoi stessi appartamenti, il capitano Scarlet con lui. A
quanto
pare il re ha sempre sospettato un suo tradimento e ora crede di averne
avuto
la certezza. Dobbiamo tirar fuori di lì Lucy o non
vivrà a lungo. Ci
organizzeremo per farlo stanotte”.
“Voglio
venire con voi”, intervenne
Gajeel. “Sono rimasto qui per proteggere la principessa ma
finora non sono
stato esattamente affidabile”.
“Ehi!
Non potete escludermi!”,
strepitò Levy, tentando di attirare l’attenzione
dei due uomini.
“Tu
non vai da nessuna parte,
gamberetto”, disse il Drago. “Te ne starai qui
buona e al sicuro e farai in
modo che in questa stanza ci sia l’occorrente per curare un
ferito”.
“Gajeel…
credi che Lucy sia
ferita?!”.
“Non
lo so, Levy. Ma è possibile, è
tenuta prigioniera e vogliono delle risposte da lei. Il principe Natsu
temeva
che la torturassero, lo sai”.
Loki strinse i
pugni lungo i
fianchi. “Non avrebbe mai dovuto lasciarla qui”,
disse tra i denti. “Sapeva sin
dall’inizio quanto fosse pericoloso per Lucy”.
“Non
è che avesse molta scelta”,
replicò duramente Gajeel. “Il principe ha dovuto
fuggire, era l’unico modo per
garantirsi una possibilità con lei”.
“Non
mi interessa”, disse il
ragazzo. “Stanotte tirerò fuori Lucy dalla
prigione e la porterò dove sarà davvero
al sicuro. Al sicuro da chiunque”.
“Se
credi che te lo permetterò…”.
“Vuoi
impedirmi di metterla in
salvo? Questo è il primo posto dove la cercheranno, credevo
dovessi proteggerla,
Gajeel”.
“Posso
proteggerla qui”.
“No,
non puoi. Sei forte ma non
puoi combattere un intero esercito da solo”.
“Mettimi
alla prova, Loki”.
“Adesso
basta!”, intervenne Levy. “Loki,
lasceremo che tiri fuori Lucy dalla prigione ma in quanto a portarla
via ne
riparleremo. E tu Gajeel, aiutalo senza litigare, per
favore!”.
Gajeel
incrociò le braccia al
petto, sbuffando. “E va bene!”.
Loki si
limitò ad annuire,
rifiutandosi di esprimere a voce alta una bugia. Qualunque cosa ne
pensasse
Levy, avrebbe portato la donna che amava al sicuro, lontana dal Regno e
lontana
soprattutto da Natsu.
***********************************************************************************************************
Buongiorno!
Lo so, non ci
credete ma sono
riuscita ad aggiornare in pochi giorni e spero di mantenere il ritmo :D
Allora,
allora… qualcosa si muove
ma la felicità sembra ancora lontana per i nostri beniamini.
Staremo a vedere
quanto li torturerò ancora *ghigna*.
Io vi ringrazio
per la costanza con
cui mi seguite e recensite – capisco che non me lo merito
però non lo fate più
come prima, why ç_ç? – e vi saluto,
spero a presto!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
Lucy socchiuse
gli occhi sentendosi
sollevare delicatamente dal sudiciume della sua cella: tutto quello che
riuscì
a distinguere in quella penombra fu una chioma spettinata e sorrise
pensando
che finalmente Natsu era tornata a prenderla.
“Il
mio Drago… sei tornato…”,
sussurrò prima di perdere di nuovo i sensi, la testa
appoggiata alla spalla del
suo salvatore.
“Come
sta la principessa?”.
“Male,
Gajeel”, rispose Loki
varcando la soglia. “Ma adesso dobbiamo sbrigarci, quella
droga non li terrà
addormentati ancora per molto”.
Indicò
con un cenno della testa le
guardie accasciate sul pavimento in maniera scomposta, come fossero
state
colpite da un sonno istantaneo e il Drago annuì,
togliendogli Lucy dalle
braccia. “E’ la mia principessa”, disse
vedendo l’espressione contrariata di
Loki. “Il mio compito è proteggerla”.
“Lo
so, non fai che ripeterlo”,
disse Loki fra i denti mentre si incamminava facendogli strada.
Quando le torce
li illuminarono,
Gajeel si lasciò sfuggire un basso ringhio, alla vista del
corpo martoriato di
Lucy. “Che diavolo le hanno fatto?!”.
L’altro
si costrinse a non
voltarsi, proseguendo lungo quei labirintici corridoi e facendo
attenzione a
non perdersi. “Credevi forse che l’avrebbero
trattata come si conviene alla tua
futura regina? Per loro non è altro che spazzatura, la
sgualdrina di un
mostro”.
“Loki”,
chiamò a un certo punto una
voce amica, “da questa parte!”.
“Fried,
finalmente! Stavo per
imboccare il corridoio sbagliato!”.
Il nuovo
arrivato sorrise
divertito, aprendo con facilità una porta nascosta nella
parete. “Sono sicuro
che nemmeno lord Fullbuster conosce questi passaggi. E dire che
prendendo la
direzione giusta si può anche arrivare ai suoi
appartamenti”.
“Davvero?”,
chiese Gajeel,
improvvisamente interessato.
“Certamente.
Queste sono
soprattutto vie di fuga in caso di assedio del castello e il primo a
venire
salvato è ovviamente il signore del maniero”,
spiegò Fried, come fosse la cosa
più ovvia del mondo.
“Allora
è il caso che tu trovi
quella direzione giusta”.
“Che
stai dicendo?!”, esclamò Loki.
“Non possiamo perdere tempo con lui, Lucy ha bisogno di
cure”.
“E le
avrà ma è nostro dovere
permettere a lord Fullbuster di salvarsi”.
“Perché?!”.
“Devo
forse ricordarti che è grazie
a lui se abbiamo potuto salvare il nostro principe? Aspettavamo questa
occasione da dieci anni e se lui non avesse fatto uscire Natsu dalle
prigioni,
non avremmo mai potuto”, disse Gajeel entrando nello stretto
passaggio.
“Gajeel
fermo! Io non ti permetterò
di…”.
“Di
fare cosa?”, chiese il Drago
voltandosi, gli occhi che mandavano bagliori sinistri nella penombra.
“Sono io
quello che non ti permetterà di portar via la principessa e
non ti permetterà
di lasciare lord Fullbuster al suo destino. A meno che tu non voglia
affrontarmi, ti conviene stare zitto. E tu fa’
strada”, intimò a Fried che si
affrettò a ubbidire, per niente desideroso di mettere alla
prova le leggende sulla
smisurata forza dei Draghi.
Gray fissava le
fiamme nel camino
senza vederle davvero. Si sentiva sconfitto, inesorabilmente sconfitto
e solo;
perché immaginava che avrebbe avuto Juvia accanto a
sé qualsiasi cosa fosse
accaduta mentre ora si ritrovava a rimpiangere di averla allontanata.
Certo, lo
aveva fatto per salvarle la vita ma dubitava che l’avrebbe
mai rivista e
avrebbe desiderato morire con la sua immagine negli occhi piuttosto che
con
quel rimpianto.
“A
cosa stai pensando?”. La voce di
Erza lo riscosse da quei pensieri tristi, riportandolo coi piedi per
terra.
“Che
mi sarebbe piaciuto rivedere
Juvia”.
“La
rivedrai, Gray”.
“No, e
lo sai bene”, disse il
ragazzo voltandosi finalmente a guardare la sua amica. “Ci
uccideranno Erza.
Saremo giustiziati come traditori e la cosa peggiore di tutto questo
è che ti
ho trascinato con me. Avevi ragione sin
dall’inizio”.
Erza sorrise
tristemente, sedendo
accanto a lui. “Non è vero. Sono sempre stata
cieca, troppo presa dal mio senso
del dovere per rendermi conto quanto quello che facevo fosse ingiusto.
Quanti
ribelli ho arrestato e mandato a Crocus senza esitazioni, senza
preoccuparmi di
cosa sarebbe successo una volta giunti a destinazione, senza chiedermi
cosa li
spingesse a mettersi contro un sovrano che apparentemente sta facendo
di tutto
per la sua gente? Non me ne sono resa conto nemmeno quando Gerard si
è
schierato con loro”.
Gray si permise
di sorridere a sua
volta. “Il tuo predecessore. Lo amavi vero?”.
La donna non
rispose, distogliendo
lo sguardo da lui. “Se mai dovessimo uscirne vivi…
andrò a cercarlo”.
“Mettetevi
pure in cammino allora,
capitano Scarlet”, si intromise Loki raggiungendoli dalla
stanza accanto, una
delle due che componevano gli appartamenti. “Non abbiamo
molto tempo prima che
si accorgano che non ci siete”.
“E tu
chi saresti?!”, esclamò Erza,
scattando in piedi. Mai come in quei giorni aveva rimpianto di non
avere armi
con sé.
“Rimandiamo
le spiegazioni a dopo,
volete milady? Stiamo cercando di salvarvi senza rimetterci la nostra
di
pelle”.
Gray prese per
un braccio Erza,
spingendola perché camminasse. “Andiamo Erza, non
avremo un’altra occasione
come questa. Non vogliamo avere rimpianti, vero?”, le chiese
con un sorriso,
alludendo a ciò che si erano detti.
Erza
annuì e velocemente seguì Loki
che afferrò una torcia e si affrettò a richiudere
bene il passaggio una volta
che furono tutti dentro.
“Possiamo
sapere almeno come ti
chiami?”, chiese Gray mentre si allontanavano lungo quel
pertugio.
“Sono
un amico di Lucy Heartfilia,
questo vi basti”.
Il ragazzo si
trattenne dallo
sbuffare in risposta e continuò a seguire lo sconosciuto fin
quando sbucarono
all’aperto, diverse miglia lontani dal castello. Il mastio
svettava in
lontananza, sormontato dai vessilli del regno di Fiore.
Gajeel e Fried
si fecero loro
incontro, uscendo improvvisamente dal folto del bosco; il Drago teneva
ancora
Lucy svenuta fra le braccia e non sembrava intenzionato a lasciarla
tanto
facilmente.
“E’
il caso di andare”, disse. “Lucy
ha bisogno di cure e subito”.
Gray si
avvicinò subito al Drago
per sincerarsi delle condizioni della ragazza mentre Erza restava
rigida al suo
posto; nessuno dei due avrebbe mai voluto farle del male e di sicuro
nessuno
dei due aveva dato quel tipo di ordini. Gli emissari del Re erano
evidentemente
del parere che l’essenziale fosse strapparle una qualsiasi
confessione per
avere un colpevole da condannare e giustiziare.
“Io
non… avevo assicurato a Natsu
che non le sarebbe accaduto nulla”, sospirò lord
Fullbuster.
“C’ero
anch’io”, rispose duramente
Gajeel, la rabbia a malapena contenuta che gli ricopriva le braccia di
scaglie
metalliche. “Eppure come vedi è stata malmenata e
frustata e spero per voi,
nient’altro. Non posso garantire la vostra
incolumità se la storia della
sgualdrina fosse andata troppo oltre”.
L’ormai
ex capitano delle guardie
scosse la testa come un automa, gli occhi sbarrati. “No, loro
non… i miei
uomini non farebbero mai nulla del genere, sono soldati non
bestie”.
“Sono
molto peggio delle bestie,
come si può fare una cosa del genere a una donna
indifesa?!”, ringhiò Gajeel,
sputandole contro tutto il suo disprezzo. “E adesso
muoviamoci”.
Fried non
osò contraddirlo e si
incamminò in silenzio assieme a Loki, seguito dagli altri.
Dovevano raggiungere
in fretta la Casa delle Fate.
Natsu ricadde
sulle ginocchia,
esausto, sotto lo sguardo severo di Gorgo. Lo aveva condotto in una
sala
particolare del castello, le cui pavimentazioni erano percorse da
quelle che
sembravano venature di pura energia. Il Salone di Gaia lo aveva
chiamato, sostenendo
che quello fosse il posto del mondo più vicino al cuore
della Madre Terra.
“Allora?
Sei già stanco?”.
“Gorgo,
dammi tregua…”, ansimò il
giovane Drago. “Non riesco a sentire nulla, neanche un
palpito di questa
misteriosa energia di cui parli”.
La principessa
incrociò le braccia
al petto, guardandolo in tralice. “Sai che se fosse realmente
così
significherebbe che non sei più in grado di metterti in
contatto con la Madre? E
senza di lei non ti trasformerai mai in un drago completo, non potrai
mai
tornare a salvare Lucy, dovrai rassegnarti all’idea che lo
faccia qualcun altro
per te”.
“Qualcuno
come te?!”, esclamò
Natsu, livido di rabbia. Era frustrato dall’insuccesso e le
parole di Gorgo non
facevano che acuire il suo disagio. “E’ questo che
vuoi dire, perché tu puoi
trasformarti e io no?”.
“E’
così Natsu, che ti piaccia o no.
Abbiamo bisogno di raggiungere il più in fretta possibile la
tua donna e la
forma di drago è quella che ci consente di essere
più veloci. Se non sei in
grado di trasformarti non possiamo portarti con noi”.
Natsu si
rialzò, i pugni stretti
lungo i fianchi. “Non permetterò che qualcun altro
vada a prendere Lucy. Non me
ne starò buono e tranquillo qui aspettando che me la
riportiate, le ho fatto
una promessa”.
“E
allora vedi di mantenerla”,
sibilò Gorgo afferrandogli il viso e sbattendolo a terra
senza alcun preavviso.
“Resteremo qui fin quando sarai di nuovo in grado di sentire
la sua voce. Solo quando
la Madre ti avrà parlato sarai un vero drago”,
concluse lasciandolo per
rimettersi in piedi.
Il principe si
passò il dorso della
mano sulla bocca, asciugando un rivoletto di sangue che gli colava dal
labbro
spaccato. “D’accordo”.
Gorgo sorrise
soddisfatta, tornando
a fissarlo mentre sedeva sul pavimento, le mani posate sulle venature
mistiche
in attesa di sentire il solo richiamo che avrebbe liberato la bestia
dentro di
lui. Era suo compito addestrare coloro che erano in grado di
trasformarsi in
draghi completi e non ci era mai andata leggera: non avrebbe cominciato
con
Natsu, aveva bisogno che fosse anche più dura del solito se
voleva bruciare i
tempi.
***********************************************************************************************************
Buonasera!
Non ci posso
credere nemmeno io ma
eccovi un altro aggiornamento :D
Dunque,
dunque… la nostra Lucy non
sta affatto bene, riusciranno a salvarla o quello che ha passato
sarà stato
troppo per lei? E Loki si sarà davvero rassegnato a
lasciarla andare con
Gajeel? Natsu ce la farà a trasformarsi finalmente in Drago?
Non so!
Un piccolo
appunto: il come siano riusciti a
introdursi nel
castello è stato volutamente lasciato da parte per adesso ;)
Grazie come
sempre a tutti quelli
che mi seguono, leggono e recensiscono, siete davvero impagabili.
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 19 ***
Gorgo scosse la
testa esausta,
sedendo sul pavimento del salone. Sembrava impossibile ma era evidente
che
Natsu non sarebbe mai riuscito a trasformarsi; non percepiva nemmeno un
ansito
di quelle pulsazioni che a lei giungevano con chiarezza, facendo
ribollire il
suo sangue di drago.
Suo cugino era
crollato in
ginocchio, reggendosi sulle braccia e il viso rivolto verso il basso
non le
consentiva di scorgere la sua espressione ma era certa che fosse
tremendamente
abbattuto. Entrambi avevano iniziato l’addestramento sicuri
che in poche ore
avrebbe imparato ad assumere le fattezze di un drago completo, non si
aspettavano quel totale fallimento.
“Gorgo”,
la richiamò Natsu, la voce
incrinata. “Va’ tu a prendere Lucy, io…
io non ne sono in grado”.
“Riprovaci!”,
disse Gorgo a denti
stretti. “Sei l’erede del Regno, non è
possibile che tu non possa trasformarti,
il sangue della casa reale di Draconia è il più
puro di tutti!”.
Il dolore che
scorse sul viso di
Natsu quando la guardò, le strinse il cuore. Soffriva del
non poter mantenere
la promessa fatta a Lucy, ma lei sapeva che era anche la consapevolezza
che
avrebbe deluso suo padre a ferirlo a quel modo. Tirò fuori
un cristallo dalla
sacca che portava alla cintura e lo mostrò a Natsu; si
sarebbe fatta uccidere piuttosto
che dare quel dolore al suo amato cugino ma doveva scuoterlo in qualche
modo.
“Ricordi
cosa sono questi?”.
“Cristalli
di Lachryma”.
“Esatto”,
annuì Gorgo. “Questo
serve a trasmettere informazioni, Gajeel ne ha uno identico. La loro
magia però
è facilmente individuabile, per questo gli ho ordinato di
utilizzarla solo in
caso di estrema necessità”.
Natsu strinse
gli occhi, tentando
di leggere la verità tra quelle parole. “Dove vuoi
arrivare?”.
“Lucy
è gravemente ferita”, disse
in un soffio la principessa. “Lord Fullbuster è
stato messo agli arresti e così
non ha potuto mantenere la sua parte dell’accordo. Gajeel
dice che è stata
sicuramente frustata e picchiata, e…”.
“E
cosa? Che altro c’è, Gorgo?!”,
urlò il Drago, furioso.
“Non
si è ancora svegliata, quindi
ignora se le guardie abbiano approfittato di lei. Viene additata come
la tua
sgualdrina a Magnolia”.
Natsu tremava da
capo a piedi per
la rabbia, lo sguardo ancora fisso in quello di Gorgo. Non riusciva
ancora a
credere a ciò che aveva sentito e per un attimo,
irrazionalmente, pensò che sua
cugina dovesse avergli mentito perché… Lucy aveva
promesso che sarebbe stata
bene e lei manteneva sempre la sua parola.
“P-posso
vederla…?”, riuscì a
chiedere. “Puoi farmela vedere con quel cristallo?”.
Gorgo
allungò la mano a stringere
la sua. “Posso. Ma non farti questo”.
“Dopo
quello che mi hai detto?!”.
Touchè.
Abbassò lo sguardo, consapevole che ciò che aveva
detto
Natsu non era niente di meno della verità. Aveva pensato che
bastasse metterlo
a parte di ciò che era successo per scatenarne la rabbia e
aiutarlo a
trasformarsi ma avrebbe dovuto mettere in conto l’idea che
lui volesse vederla.
In fondo, era a conoscenza di quanto profondo fosse l’amore
che Natsu nutriva
per Lucy e, forse, una parte di lui sperava ancora che le sue parole
fossero
bugie.
“Va
bene”, acconsentì con un
sospiro. “Non dire che non ti avevo avvisato”.
Chiuse gli occhi per qualche
momento, concentrandosi per stabilire il contatto magico e quando li
riaprì si
trovò a fissare quelli cremisi di Gajeel.
“Mostramela”.
L’immagine
del Drago d’acciaio si
dissolse, sostituita da quella di Lucy distesa su un letto e Gorgo
sentì le
lacrime pungerle gli occhi quando udì Natsu soffocare un
grido mentre stendeva
la mano ad accarezzare la superficie liscia della pietra, come se quel
contatto
potesse giungere alla donna che amava.
Lucy giaceva
immobile e Natsu la
osservò con attenzione, imprimendosi nella mente ogni
livido, ogni taglio che
deturpava quel viso perfetto; da quello che riusciva a vedere, non
c’era parte
del suo corpo che non avesse riportato ferite e sentì la
rabbia montargli
dentro come un’ondata di alta marea. Lucy doveva aver
sofferto moltissimo, per
proteggere lui; aveva subito quei maltrattamenti perché non
lo riteneva un
mostro come tutta la sua gente. Stava rischiando la sua vita solo
perché si
amavano troppo.
Un ruggito
furioso gli esplose
dentro prima di risuonare fra le pareti della sala, sotto lo sguardo
compiaciuto di Gorgo. Scaglie di drago gli ricoprirono le braccia e le
spalle,
arrivando a lambire il viso, i cui tratti andavano diventando quelli di
una
belva e la principessa si allontanò cautamente prima di
ritrovarsi schiacciata
sotto le possenti zampe di un dragone rosso, più ardente
delle fiamme stesse.
Gajeel e gli
altri avevano portato
Lucy alla cosiddetta Casa delle Fate, un dedalo di caverne sotterranee
che si
snodavano nel sottosuolo della foresta e costituiva la base della
resistenza di
Fiore. Loki aveva costretto Gray ed Erza a camminare bendati,
sostenendo di non
fidarsi di loro; avrebbe voluto impedire anche a Gajeel di vedere la
strada ma
un’occhiataccia del Drago era stata sufficiente a farlo
desistere.
All’interno
delle grotte naturali,
i ribelli avevano costruito delle vere e proprie piccole case,
così da potervi
vivere senza problemi; nell’ambiente più grande si
trovava la struttura dove si
riunivano ma anche dove furono ricevuti Gajeel e gli altri, portati al
cospetto
del loro leader.
“Vedo
che avete portato degli
ospiti Loki, Fried”.
“Non
abbiamo potuto farne a meno”,
disse Loki, tenendo il capo chino. Aveva fretta di sbrigare quelle
stupide
formalità e portare Lucy in infermeria. Prima fosse guarita,
prima avrebbe
potuto portarla lontano.
“Va
bene, ti credo. Togliete la
benda a quei due e portate Lucy dai guaritori, subito”.
Gajeel si
allontanò seguendo Loki
mentre Gray ed Erza, finalmente liberi dalle fasce, si guardarono
intorno
spaesati per qualche momento, in attesa che la vista si riabituasse
alla luce;
quando poterono finalmente vedere chi li avesse accolti, la donna
trattenne il
respiro mentre i suoi occhi studiavano freneticamente un volto noto.
“Gerard…”,
sussurrò, più rivolta a
se stessa che ad altri.
“Erza.
Ti trovo bene”, sorrise
l’uomo avvicinandosi ai due. “Lord Fullbuster, non
credevo che sareste mai
stato mio ospite. Perdonatemi se la mia casa non è adeguata
per l’occasione”.
“Puoi
anche smetterla Gerard”,
disse duramente Gray. “Sei fuggito come un ladro per unirti
ai ribelli, non
credi che avresti potuto parlarmene?”.
“Parlartene?!”.
Gerard scoppiò a
ridere, apparentemente molto divertito. “Ho provato
innumerevoli volte a farti
capire come stanno le cose in realtà! Te ne sei accorto solo
adesso che la cosa
ti ha toccato personalmente”.
Il suo sguardo
si addolcì quando si
posò su Erza e le si fece più vicino, sfiorandola
col suo corpo. “Neanche tu
avevi capito… quanti di noi hai arrestato, implacabile come
solo tu sai
essere?”, disse sfiorandole il viso col dorso della mano.
“Ma da oggi sarete
additati come fuggiaschi e traditori del Regno, non potete lasciare
questo
posto. Mi assicurerò che restiate al sicuro”.
“Prigionieri
vorrai dire”, disse
Erza fra i denti. “Temi che appena usciti di qui torneremo a
palazzo per
denunciarti, vero? Magari per rientrare nelle grazie del Re!”.
Gerard la
afferrò per le spalle,
costringendola a guardarlo negli occhi. “Non temo niente del
genere da una
persona come te. È dalla mia gente che devo proteggervi
innanzitutto, non vi
vedranno di buon’occhio”.
Erza
abbassò lo sguardo, conscia
che quel malanimo fosse innanzitutto colpa sua. Aveva arrestato
– e
praticamente mandato a morte – decine di ribelli negli ultimi
due anni, senza
sapere se quelle persone avessero famiglia o amici, evitando anche solo
di
chiederselo.
Gerard la
guardò intenerito,
immaginando già quale tormento la stesse scuotendo.
Conosceva quella donna
meglio di quanto lei stessa potesse e sapeva quale nobiltà
albergava nel suo
animo. “Non pensiamoci adesso”, disse,
riscuotendola dai suoi pensieri. “Venite
con me, vi troverò un alloggio”.
I guaritori si
erano subito
assiepati attorno a Lucy per curarla, buttando letteralmente fuori Loki
e
Gajeel che continuava a protestare, sostenendo di doverla scortare.
“Non
le accadrà nulla, dobbiamo
solo curarla!”, sbottò una di loro, una donna
piuttosto anziana. “Ma non è il
caso che resti esposta a degli sguardi maschili più del
necessario”.
Così
dicendo aveva sbattuto la
porta in faccia al Drago che continuava imperterrito a borbottare.
“Questi
stupidi Uomini mi metteranno nei guai!”, sbottò
incrociando le braccia al
petto, atterrito all’idea che Gorgo potesse scoprire quanto
era stato
negligente; conoscendola, lo avrebbe incenerito sul posto.
“Vado a prendere
Levy”, disse infine a Loki, allontanando quei pensieri,
“ma ti avverto: sarò
qui entro poche ore, non pensare minimamente di portar via la
principessa.
Conosco il tuo odore, ti troverei anche in capo al mondo”.
“Tsk,
dove vuoi che la porti in
quelle condizioni”, sbuffò il ragazzo,
appoggiandosi al muro dietro di sé. “Va’
pure a prendere la tua donna”.
Gajeel
assottigliò gli occhi,
studiandolo per qualche momento. “Bada”,
ringhiò allontanandosi.
***********************************************************************************************************
Et
voilà, eccomi anche stasera uwu
Mi sto facendo
perdonare per le
attese bibliche a cui vi ho costretti? Ditemi di sì
ç_ç
Vabbè,
adesso la smetto, grazie se mi
seguite e commentate, grazie anche se leggete soltanto!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 20 ***
Lucy socchiuse
lentamente gli
occhi, lottando contro le palpebre ancora affaticate; ricordava di aver
visto
Natsu prima di addormentarsi e aveva bisogno di vederlo di nuovo, di
riabbracciarlo, di stringerlo e non lasciarlo andare più.
“Lucy?”,
la chiamò una voce
gentile, una che conosceva: Levy.
“Levy…
che fai qui…?”, riuscì a
chiedere, una sfumatura di panico nel tono.
La ragazza
sorrise, stringendo la
mano di Lucy nella sua. “Stai tranquilla Lucy. Loki e Gajeel
ti hanno portata
via, adesso siamo alla Casa delle Fate”. Vedendo lo sguardo
interrogativo
dell’amica, decise di proseguire. “Evergreen
è scesa nelle prigioni e ha usato
quella sua terribile polvere soporifera sulle guardie, non si sono
accorte di
nulla! E Fried per fortuna aveva già trovato e studiato i
passaggi nascosti
nelle mura, non è stato poi così difficile
tirarti fuori!”.
“Oh…
quindi Natsu…”. Lucy si
interruppe, un nodo a serrarle la gola. Non era tornato a prenderla,
era stato
solo uno stupido sogno.
La stretta di
Levy si fece più
forte. “Tornerà, Lucy. Gajeel ha contattato Gorgo,
stanno venendo a prenderti.
Non dovrai aspettare molto”.
“Ma
io… avevo bisogno di lui adesso”,
sussurrò lei, in lacrime. “E’
stato orribile, Levy… mi hanno fatto tanto male ma pensavo
sempre a lui per
farmi forza e… ero sicura che mi avrebbe tirata fuori di
lì, che ci sarebbe
stato lui a rassicurarmi…”.
I singhiozzi le
impedirono di
proseguire e si raggomitolò su se stessa, coprendosi il viso
con le mani;
sapeva che Natsu doveva essere all’oscuro di quello che le
era accaduto ma la
sua razionalità non riusciva a soffocare il dolore e la
paura che aveva sentito
in quella cella.
“Adesso
smettila, Lucy!”, esclamò
all’improvviso Levy. “Sei ingiusta, Natsu sta
facendo di tutto per tornare da
te da quando ha saputo cosa ti era successo ma tu continui a
recriminare sul
fatto che non sia qui adesso! Ci sarà fra qualche giorno e
non ti lascerà mai
più, dovresti saperlo”.
“Qualche
giorno?”, riuscì a
chiedere la libraia. “Ci vuole un mese per tornare da
Draconia, lo sai”.
“Un
mese di cammino, è vero. Ma
Gajeel dice che i Draghi hanno un altro modo, più veloce;
saranno qui in poco
meno di dieci giorni”.
“Che
modo?”.
Levy
alzò gli occhi al cielo,
sorridendo. “Non lo so ma basta con le domande adesso! Tu
devi riposare, non
vuoi che Natsu trovi una specie di fantasmino al posto della sua bella
Lucy,
vero?”, rise tirandole su le coperte mentre Lucy scuoteva
piano la testa.
“No…
voglio solo che mi porti con
sé”.
“Lo
farà”, disse soltanto mentre si
alzava, ed uscì dalla stanza, raggiungendo Gajeel.
“Come
sta?”.
“Molto
meglio direi”, disse Levy
aggrappandosi a un braccio del Drago. “Se penso che fino a
una settimana fa non
sapevamo nemmeno se sarebbe sopravvissuta!”.
Gajeel le
strinse entrambe le
braccia attorno alla vita, sollevandola alla sua altezza.
“Non eri tu quella
che diceva che non sarebbe morta senza aver rivisto Natsu?”.
“Sì…
ma la mia era solo una
speranza Gajeel”, disse Levy. “Noi non siamo
Draghi, non siamo forti come voi.
Ucciderci è tremendamente facile”.
“Ucciderti
sarebbe tremendamente
facile se io non fossi qui con te”, ribattè il
Drago. “Sfido chiunque a provare
a farti del male in mia presenza, gamberetto”.
Levy rise
intenerita mettendo le
mani sul viso di Gajeel. “Sei così
dolce!”, esclamò, compiaciuta di vederlo
arrossire d’imbarazzo.
“Non
è questo”, borbottò lui
voltandosi dall’altra parte. “Nessuno
può avvicinarsi a te senza il mio
permesso”.
La ragazza
sorrise, costringendolo
gentilmente a guardarla. “Sei tenero lo stesso”,
sussurrò baciandolo.
Gorgo
entrò nella stanza di Natsu,
assicurandosi prima di non essere vista; portare Natsu con
sé avrebbe richiesto
tutto il suo sangue freddo e la sua astuzia. Suo cugino si
voltò immediatamente
sentendola entrare e la raggiunse.
“Gorgo,
allora? Quando possiamo
andare?”.
“E’
sorto un problema”, disse
Gorgo. “Tuo padre vuole che tu stia con lui quando noi
partiremo. Credo voglia
essere sicuro che non ci seguirai”.
“Maledizione!”,
sbuffò Natsu,
passandosi nervosamente la mano fra i capelli. “Devi
aiutarmi, non posso
restare con lui, altrimenti come potrei poi ritrovarvi? Non conosco la
strada
per Magnolia”.
“Lo so
Natsu ma devo pensarci, va
bene?”, rispose la principessa. “Non ho idea di
come farti scappare per
adesso”.
“Anche
se non trovi il modo io vi
seguirò comunque. Posso trasformarmi, mio padre non mi
fermerà”.
Gorgo si
lasciò sfuggire un
sospiro. “Tuo padre è il drago più
possente del regno. Ti fermerebbe con una
sola zampata se volesse”.
“Beh,
non mi interessa! Non gli
permetterò di fermarmi, non lo permetterò a
nessuno! Lucy ha bisogno di me e io
devo raggiungerla il prima possibile, non aspetterò un
giorno di più! Stasera
quando partirai, io verrò con te”.
La porta della
stanza si aprì e si
richiuse all’improvviso, in un frusciare di vesti.
“E quando pensavi di
dirmelo, di grazia? Prima o dopo esserti ricordato di
salutarmi?”.
“M-madre…”,
balbettò Natsu
impallidendo. Ricordava fin troppo bene quanto sua madre potesse essere
severa.
Ben più di Gorgo.
“Zia
non è come credi, lui…”.
“Silenzio,
Gorgo. È esattamente
come credo, mio figlio vuole ripartire immediatamente per riprendersi
questa
donna di cui è follemente innamorato. Wendy mi ha detto
tutto”, disse
avvicinandosi a Natsu fino ad abbracciarlo. “E tu credevi
veramente che tua
madre non ti avrebbe aiutato?”, sorrise stringendolo forte.
“Ti hanno strappato
da me che eri solo un bambino e solo la Madre può sapere
quanto questo mi abbia
portato dolore; ma non voglio certo che tu resti qui a soffrire se il
tuo cuore
è altrove”.
Natsu
ricambiò l’abbraccio,
esitante: non sapeva ancora se poteva fidarsi o meno, temeva che sua
madre finisse
per esercitare a sua volta la sua autorità di genitore.
“Natsu”,
disse ancora la regina,
“non ti fermerò, te lo assicuro, e
impedirò a tuo padre di cercarti. Non ero
favorevole quando ha stipulato l’accordo per il tuo
matrimonio e sono felice
che tu abbia trovato la persona con cui intendi dividere la vita. Non
mi
interessa se è una donna degli Uomini, il cuore dei Draghi
non sbaglia: se
l’hai scelta allora dev’essere sincera e onesta.
Preparati a partire stasera e
non farla aspettare troppo!”, concluse sorridendo.
“Zia
Grandine sei sicura di quello
che fai?”, interloquì Gorgo. “Lo zio
potrebbe non essere d’accordo, lo sai
bene”.
“Non
curarti di questo Gorgo,
quello sarà affar mio. Tu pensa a preparare i tuoi Draghi e
tuo cugino alla
partenza, e mi raccomando: conducili sulle correnti più
favorevoli, non
impiegateci troppo”.
Gorgo
annuì e Grandine le sorrise,
sciogliendo l’abbraccio con Natsu. “Buon viaggio
figlio mio”, disse la regina
baciandolo sulla fronte, e dopo avergli rivolto un ultimo sguardo
commosso,
uscì dalla stanza, silenziosa com’era entrata.
Quella stessa
sera, Igneel uscì nel
cortile del palazzo per salutare Gorgo, accompagnato da Grandine e
Wendy. Come
da tradizione, la famiglia reale doveva porgere i suoi saluti a un
membro della
stessa in partenza.
“Dov’è
Natsu?”, chiese il re,
guardandosi attorno sospettoso. “Dovrebbe essere stato
avvertito del fatto che
lo voglio qui”.
“Tuo
figlio si trova esattamente
dove dovrebbe essere”, rispose Grandine, continuando a
guardare i Draghi
riuniti di fronte a loro. “Si sta comportando come conviene a
un futuro Re”.
Igneel le
rivolse uno sguardo
interrogativo al quale lei rispose con un cenno del capo che lo
invitava a
riportare la sua attenzione ai loro soldati: Natsu era fra loro,
accanto a
Gorgo.
“Natsu!
Che diamine credi di fa…”.
Il re fu zittito
dalla presa ferrea
della sua consorte sul braccio. “Lascialo stare Igneel.
È giusto che vada con
loro, questa volta non può accadergli nulla di male
così scortato. E quando
saranno di nuovo a casa, al sicuro”, disse incatenando i suoi
occhi di ghiaccio
a quelli del re, “distruggeremo Fiore per ciò che
ha osato fare a nostro figlio”.
***********************************************************************************************************
Buonasera!
Vi ho fatti
spaventare, pensavate
tornassi agli aggiornamenti sporadici, eh u.ù? Invece no :3
Allora…
ancora niente NaLu ma in
compenso un po’ di GaLe che non fa mai male, che ne pensate
<3?
Non ricordo chi
me lo aveva chiesto
in una recensione ma sì, la moglie del re è
Grandine; è scontata come scelta,
lo capisco ma se Natsu ha il suo papà non vedo
perché Wendy non dovrebbe avere
la sua mamma :)
E sì,
Grandine ha un caratteraccio
ma cavoli, voi avete presente Porlyusica, sì XD?
Basta
chiacchiere, grazie se mi
seguite, se mi leggete e se recensite, vi adoro :*
Alla prossima
<3
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Capitolo 22 *** Capitolo 21 ***
Erano trascorsi
alcuni giorni dal
risveglio di Lucy e la ragazza si era rimessa abbastanza da poter
gironzolare
tranquillamente per la Casa delle Fate e trascorrere del tempo con le
persone
che vi vivevano e che conosceva bene. O meglio, avrebbe potuto se non
avesse
avuto Gajeel costantemente alle calcagna a distribuire occhiatacce a
chiunque
osasse avvicinarsi troppo a quella che ormai considerava oltre ogni
ragionevole
dubbio la sua principessa.
“Gajeel!”,
sbottò Lucy
all’improvviso voltandosi. “Puoi lasciarmi sola
qualche minuto? Non può
accadermi nulla qui, è il posto più sicuro che ci
sia per me”.
“Il
posto più sicuro per te è
Draconia”, ribattè calmo il Drago. “Fin
quando il principe non sarà venuto a
prenderti è mio preciso compito quello di proteggerti ed
è quello che farò”.
“Non
ci sono pericoli qui!”.
“Non
ci sono i soldati del Re, te
lo concedo. Ma ci sono vari tipi di pericoli e spesso le minacce non
vengono da
chi desidera farci del male”.
Gajeel era il
solo oltre Levy a
conoscere le vere intenzioni di Loki nel momento in cui aveva liberato
Lucy;
eppure, era l’unico a considerarle ancora una minaccia, per
niente
tranquillizzato dall’apparente indifferenza
dell’Uomo. Era certo che i suoi
sentimenti fossero ancora molto forti, troppo perché gli
permettessero di
ignorare il fatto che Natsu li stesse per raggiungere allo scopo di
portare via
la donna che amava.
“Non
ti capisco Gajeel”, disse
Lucy, guardandolo confusa. “Sei forse a conoscenza di
qualcosa che dovrei
sapere anche io?”.
“Nulla
di importante. Devi solo
smetterla di lamentarti della mia presenza”.
“Ma…”.
“Lucy”.
“E va
bene!”, sospirò la ragazza
sconfitta. In fondo, non le dispiaceva avere accanto un Drago; anche se
non si
trattava di Natsu, tutti gli abitanti di Draconia le trasmettevano un
senso di
tranquillità mai provata prima. Forse era il rapporto
privilegiato che
intercorreva tra loro e la natura ma la facevano stare bene, persino
Gorgo che
non sembrava averla in simpatia. “Gajeel”, chiese
dopo qualche momento. “Quanto
tempo impiegheranno Natsu e Gorgo a raggiungerci?”.
“Domani
al massimo saranno qui”.
Lucy
allargò impercettibilmente gli
occhi a quelle parole, sfuggendo lo sguardo divertito di Gajeel.
Soltanto poche
ore e avrebbe finalmente rivisto Natsu, dopo tanto dolore patito e
l’insano
terrore di non rivederlo che aveva tormentato le notti in cella.
“Coraggio
andiamo”, riprese il
Drago. “Levy ci aspetta, dice di avere qualcosa per
te”.
Natsu riconobbe
subito l’odore
familiare di Magnolia non appena misero piede nella foresta che
circondava la
cittadina. Il suo intero corpo fremeva all’idea di rivedere
Lucy e rivalersi
sulle persone che avevano osato farle del male.
Ricordava ancora
con dolorosa
chiarezza l’immagine di Lucy ferita e priva di sensi,
abbandonata su quel letto
come se le rimasse appena la forza di respirare, pallida ed emaciata. E
ricordava perfettamente le insinuazioni di Gorgo su cosa potesse
esserle
realmente accaduto.
Istintivamente
strinse i pugni a
quel pensiero, i denti serrati nello sforzo di non spiccare
immediatamente il
volo e distruggere l’intero regno di Fiore per il trattamento
riservato alla
sua Lucy. La mano di Gorgo sulla spalla lo riscosse e si
voltò a guardare sua
cugina.
“Cosa
c’è?”.
“Siamo
quasi arrivati”, rispose
lei. “La Casa delle Fate dovrebbe essere non lontano da qui
ma abbiamo bisogno
di tempo per individuare il Lachryma di Gajeel in un’area
così ristretta”.
“Quanto
tempo?”.
“Non
lo so. Qualche ora, se tutto
va secondo i piani”.
“Qualche
ora?!”, sbottò Natsu.
Proprio ora che era così vicino a Lucy. “Va bene,
aspetterò”.
Gorgo sorrise
comprensiva. “Capisco
ciò che senti Natsu ma abbi fiducia, stanotte li
raggiungeremo. La
riabbraccerai”.
“Lo
sai Gorgo, è strano… ora che
siamo così vicini siamo costretti a restare ancora separati.
È come se il
destino fosse contro di noi”, disse il giovane Drago, un velo
di tristezza a
offuscargli lo sguardo.
“Sciocchezze!”,
replicò sua cugina.
“Hai fatto il possibile e anche di più per tornare
da lei, e Lucy non è stata
da meno, resistendo a tutto quello che ha subito. Niente e nessuno
potrà
tenervi separati, se proprio esiste il destino allora vi vuole
insieme”.
Natsu stava per
replicare quando la
voce di Rogue li interruppe. “Gorgo! Abbiamo individuato
Gajeel. È vicino”.
Levy si era
preoccupata di far
avere a Lucy dei vestiti puliti così che potesse disfarsi di
quelli ormai
laceri che aveva indosso quando era stata tirata fuori dalle prigioni e
aveva
fatto in modo che Gajeel l’accompagnasse a una delle sorgenti
calde che si
trovavano un po’ dappertutto nella Casa delle Fate,
scegliendo quella meno
frequentata di tutte: c’era ancora una cosa che non avevano
avuto il coraggio
di chiedere a Lucy e voleva che fossero al riparo da orecchie
indiscrete.
“Levy?”,
chiamò Lucy quando fu a
pochi passi da lei.
“Oh
Lucy! Vieni, vieni coraggio!
Guarda che meraviglia, è una sorgente caldissima!”.
Si compiacque di
vedere un sorriso
sincero illuminare il viso della ragazza che si avvicinò al
bordo della vasca
naturale immergendovi la mano. “E’ una bellissima
sorpresa Levy. Credo proprio
che ne approfitterò”.
“Fai
pure, ti aiuterò io così non
farai saltare i punti”, disse piano Levy, fissando un brutto
taglio sull’addome
di Lucy.
“Grazie”,
rispose la libraia
posando una mano sulla ferita. Si lasciò aiutare a togliere
i vestiti e ad
entrare in acqua, distendendosi contro il bordo mentre
l’amica le pettinava i
capelli bagnati.
“Ehi
Lucy… mi hai raccontato della
prigione ma c’è una cosa… una cosa che
non ho avuto il coraggio di chiederti
finora”. Sentì Lucy irrigidirsi ma si costrinse ad
andare avanti: doveva
sapere. “Sai che a Magnolia sei considerata la sgualdrina di
Natsu ormai, vero?
E anche i soldati lo pensavano, io… io ecco… mi
chiedevo…”.
“Vuoi
sapere se mi hanno stuprata,
Levy?”, la interruppe Lucy sollevandosi un poco. Raccolse le
ginocchia al
petto, per quanto la ferita le consentisse, e si strinse in se stessa.
“No, non
l’hanno fatto. E non perché siano troppo retti per
farlo… dicevano che gli
facevo schifo. Gli facevo schifo perché ero andata con un
Drago, con una
bestia”.
Levy si morse il
labbro, pentendosi
di averle fatto quella domanda. Forse, avrebbe preferito non sapere
quanto
davvero avesse sofferto la sua amica; temeva di non essere in grado di
lenire
in nessun modo quelle ferite.
“Però
sai perché mi hanno fatto
questa?”, continuò Lucy, sfiorandosi la ferita. La
sua voce si era fatta
neutra, distaccata, come se stesse parlando di qualcosa accaduto a
un’altra
persona. “I soldati di turno erano particolarmente ubriachi
quella sera. Hanno
spalancato la porta della cella urlando che se ero andata con il Drago
allora…
allora dovevo essere incinta di una qualche specie di mostro che mi
avrebbero
strappato dal ventre loro stessi… io… non potevo
fare niente e… mi hanno quasi
uccisa, Levy”, singhiozzò coprendosi gli occhi con
le mani mentre Levy
l’abbracciava da dietro, piangendo con lei.
“Sh…
basta Lucy… non succederà mai
più nulla di simile, te lo prometto”, disse la
ragazza cercando di soffocare il
pianto. “Quei mostri la pagheranno per ciò che ti
hanno fatto. Gajeel non
lascerà loro scampo”.
“No!
Levy non voglio che si
comportino così, non farebbero che confermare le voci su di
loro! I Draghi non
sono mostri, sono esseri nobili e gentili”.
Il suono della
roccia frantumata da
una zampa d’acciaio confermò loro che ormai Gajeel
conosceva la verità; il
successivo ruggito che fendette l’aria non lasciò
adito a dubbi.
“Oh
no, Gajeel!”.
“Levy
lo devi fermare! Se
attaccasse il castello rischierebbe la sua stessa vita!”.
Levy
annuì e scattò in piedi il più
velocemente possibile, correndo nella direzione in cui aveva sentito il
ruggito
del suo Drago.
“Gajeel!”,
strillò scorgendolo in
lontananza mentre imboccava il tunnel che portava all’esterno
del rifugio.
Il Drago si
voltò a guardarla,
mostrandole per la prima volta il suo corpo interamente ricoperto di
scaglie
d’acciaio ma lei non si lasciò intimorire e lo
raggiunse, aggrappandoglisi a un
braccio. “Fermati!”, esclamò stringendo
più forte che poté. “Non ti
lascerò
andare, quindi fermati o portami con te!”.
“Torna
indietro Levy!”.
“No!”.
“Levy!
Vuoi farmi arrabbiare sul
serio?!”, ruggì il Drago afferrandola per la vita
e sollevandola così da
poterla fissare negli occhi. Occhi che scoprì lucidi di
lacrime. “Levy… perché
stai piangendo?”.
“Stupido!”,
strillò la giovane
donna, la voce rotta dal pianto. “Vuoi farti ammazzare? Sei
potente ma c’è un
esercito là fuori! E mi hai promesso di portarmi con te a
Draconia, di tenermi
al sicuro! Chi penserà a me se tu non ci sarai
più?”.
Gajeel si
calmò, colpito da quelle
parole e dalla tenerezza dei gesti di Levy che gli prese il viso fra le
mani.
“Non voglio perderti, Gajeel, ti prego… ti prego,
fermati”.
Il Drago
tornò alla sua forma
consueta, abbracciando più forte possibile la sua donna; le
rivolgeva da sempre
una premura del tutto inusuale per un tipo come lui ma gli era
inevitabile.
“Scusami Levy. Non vado da nessuna parte ma tu smettila di
piangere”.
Levy
annuì, asciugandosi il viso
con il dorso delle mani. “So che sei arrabbiato, lo sono
anche io. Quello che è
successo a Lucy è… è mostruoso!
Però non è distruggendo Magnolia o facendoti
ammazzare che le porterai sollievo. Possiamo solo tenerla al sicuro
fino
all’arrivo di Natsu, è la sola cosa in nostro
potere”.
“Hai
vinto gamberetto”, disse
Gajeel sfiorandole il viso con le labbra.
“Aspetterò buono e tranquillo, va
bene?”.
Levy si
lasciò sfuggire una
risatina, baciando sul naso il Drago. “Va bene”.
Lucy era rimasta
immobile a
osservare il punto in cui era scomparsa Levy, sperando che riuscisse a
fermare
Gajeel prima che fosse troppo tardi. Non voleva che scoppiasse
un’altra guerra,
aveva visto e subito troppo dolore a causa della precedente; voleva
solo
lasciare per sempre Magnolia e stare con Natsu, in pace.
“Lucy!”,
la chiamò una voce
familiare.
“Loki!
Che fai qui, non sono in
condizioni presentabili!”, esclamò voltandosi di
spalle, le mani strette
attorno a sé a coprire il possibile.
“Scusa…
è che ti ho sentita parlare
e mi sono fermato ad ascoltare il tuo racconto”.
Lucy
spalancò gli occhi restando di
spalle, la posa rigida. “E?”.
“E non
mi faccio una ragione del
fatto che tu non capisca”, disse Loki a denti stretti.
“Non capisci che quel
Drago ti ha portato solo guai da quando lo conosci”.
La ragazza si
voltò finalmente,
restando coperta dall’acqua. “Che cosa stai
dicendo? Tu non lo conosci, non sai
niente di lui! Come osi dire una cosa del genere? Natsu mi ha fatto
provare l’amore
e la felicità più totale, questo nessun altro
potrà farlo… nemmeno tu, Loki”,
concluse fissandolo.
Loki si
avvicinò al bordo della
vasca, afferrandola per un polso. “Nemmeno tu dovresti dire
certe cose, non
puoi sapere quanto ti avrei resa felice. Io non sarei fuggito al
sicuro, mi
sarei fatto scuoiare vivo piuttosto che lasciarti da sola ad affrontare
le
prigioni reali”, disse guardandola dolcemente.
Lucy
voltò la testa, fissando la
superficie dell’acqua. “Natsu non aveva scelta. E
lasciami, mi fai male”.
“Ce
l’aveva una scelta ma ha
preferito quella più comoda per lui. E lo farà di
nuovo”.
“Ti ho
detto di lasciarmi, Loki!”.
“Credo
che faresti meglio a seguire
il suo consiglio prima che ci pensi io”.
Lucy
spalancò gli occhi al suono di
quella voce, tanto amata e che le era tanto mancata.
“N-Natsu…”.
***********************************************************************************************************
Gomeeeeen T__T
Non volevo
mancare così a lungo ma
mi si era fritto il computer ç_ç
Allora…
finalmente Natsu è
arrivato, prevedo almeno un prossimo capitolo fluffoloso al massimo *A*
Ah spero che il
racconto di Lucy
non vi abbia infastidito ^^”
Come sempre,
grazie a tutti quelli
che leggono, recensiscono o mi leggono soltanto!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 22 ***
Natsu distolse
la sua attenzione da
Loki per un momento, concedendosi di indugiare sulla figura di Lucy:
lei lo
fissava, gli occhi castani spalancati su di lui. Stava bene, sembrava
solo
stupita di vederlo, forse non si aspettava succedesse così
presto.
“Loki”,
disse tornando a guardare
l’uomo. “Lasciala. E vattene”.
Loki
lasciò il braccio di Lucy,
accarezzandole il viso. “Vorrei che ciò che ti ho
detto non fosse vero. Ti amo
così tanto che vorrei non ti accadesse mai nulla
ma…”, tacque, lasciando quella
frase in sospeso e si allontanò dalla vasca, incamminandosi.
Accanto a Natsu si
fermò, guardandolo di sbieco.
“Ha
sofferto tanto per te, troppo”,
sibilò prima di andarsene.
Natsu strinse i
pugni lungo i
fianchi, i denti digrignati dalla rabbia; sapeva quanto Lucy avesse
patito ma
sentirsi rinfacciare di esserne il responsabile lo uccideva un
po’ ogni volta.
“Natsu”.
Sollevò lo sguardo
sentendo la voce di Lucy chiamarlo e la vide sorridergli, in piedi
nella vasca
con le braccia tese verso di lui, in un tacito invito a raggiungerla.
Le
sorrise di rimando, gettandosi nella vasca con tutti i vestiti indosso,
e la
strinse a sé, sospirando di sollievo quando la
sentì di nuovo fra le proprie
braccia. “Mi dispiace Lu… mi dispiace, mi
dispiace, mi dispiace”, continuò a
dirle mentre le accarezzava i capelli umidi.
“Non
è colpa tua Natsu”, sorrise
Lucy posandogli le mani sul viso, gli occhi lucidi. “Mi sei
mancato tantissimo
lo sai?”.
Il Drago la
strinse appena un po’
di più, chinandosi a baciarla. “Mi sei mancata
anche tu, credevo di impazzire!
Ma tu stai tremando, stai bene?”.
Lucy
ridacchiò contro il suo petto.
“Sono nuda e bagnata fradicia. Ho solo freddo”.
Natsu rise con
lei e la sollevò fra
le braccia, uscendo dalla vasca. “Natsu, posso camminare da
sola!”.
“No,
non ti lascio mai più”.
La ragazza gli
rivolse il suo
sorriso più luminoso prima di stringergli le braccia al
collo e baciarlo,
intrecciando le dita nella sua chioma ribelle.
“Non
credete che dovremmo lasciarli
soli?”, sussurrò Gajeel rivolto a Levy e Gorgo che
sorridevano come ebeti
guardando i due innamorati finalmente riuniti. Sospirò
esasperato non ricevendo
risposta e le afferrò per le braccia, portandole via con la
forza. “Ma insomma,
la principessa non è nemmeno in condizioni presentabili e
poi vorranno stare un
po’ in privato!”, borbottò.
Natsu sedette
sul pavimento di
roccia tenendo Lucy su di sé e lei gli posò la
testa sulla spalla, beandosi di
quella tranquillità.
“Sei
così caldo Natsu”.
“A
Draconia sono riuscito a
liberare il mio potere latente e diventare un drago. Così
anche la mia magia è
libera di scorrermi dentro”.
“E la
tua magia ha a che fare col caldo?”,
chiese Lucy alzando un poco la testa.
Natsu le
sorrise, materializzando
una sfera di fuoco nel palmo della mano libera. “Tu che ne
dici?”.
“Dico
che è bellissima”, sorrise
Lucy stendendo la mano verso il fuoco. “E’
impetuosa e brucia ma è anche
confortevole e calda. È proprio come te”, disse
accoccolandosi di nuovo sul suo
torace. Si era rivestita e non sentiva più freddo ma non
intendeva separarsi da
lui.
Socchiuse gli
occhi quando sentì le
sue labbra fra i capelli e il suo petto sollevarsi per un respiro
più profondo.
“Natsu”, lo precedette, “ti prego,
parliamone domani. Non mi hanno fatto nulla
di irreparabile, niente di troppo grave… non roviniamo
questo momento, per
favore”.
Natsu
annuì e si rialzò, aiutando
lei a fare altrettanto. “Levy dice che hai ancora bisogno di
molto riposo”,
disse vedendo il suo sguardo interrogativo. “E queste rocce
sono scomode, che
ne dici di trovare un letto morbido?”.
Lucy sorrise
stringendogli la mano,
e aggrappandosi al suo braccio lo tirò leggermente.
“Andiamo da me, ho una
casetta anche quaggiù!”.
“Cosa?”.
“Natsu…
le Fate sono i ribelli di
Fiore e io sono una di loro. Avevo già molti motivi per
odiare il sovrano.
Adesso ne ho solo qualcuno in più”.
Il giovane Drago
sorrise
teneramente abbracciando la sua Lucy. In quel momento più
che mai si rendeva
conto di dover fermare la follia dei suoi genitori, non poteva
permettere che
degli innocenti cadessero sotto il potere di Draconia. Alla fine, si
sarebbero
dimostrati veramente dei mostri se avessero distrutto Fiore.
“Va
tutto bene, Natsu?”.
“Sì.
Sono solo felice di riaverti
finalmente con me, Lu”.
Lucy gli
accarezzò il viso e
riprese il cammino mentre lui le descriveva Draconia, parlandole di
quanto
l’avesse riscoperta diversa dopo tanti anni di lontananza,
amareggiato
dall’aver ritrovato una specie di fortezza al posto del
palazzo che ricordava.
“Mi
sembra naturale, Natsu”, disse
Lucy mentre entravano nella sua casa. “Sei stato rapito
all’interno del tuo
regno, i tuoi genitori avranno voluto proteggere tua sorella e gli
altri membri
della famiglia reale”.
Natsu
sospirò seguendola attraverso
i piccoli ambienti. “Forse ma non mi piace. Mi sono sentito
soffocare tutto il
tempo, non potevo fare un passo senza che un picchetto di guardie mi
comparisse
al fianco”.
“Conosco
la sensazione”, rise Lucy
entrando nella camera da letto. “Gajeel non mi ha consentito
nemmeno di pensare
di camminare senza di lui”.
Natsu sorrise
prendendole le mani e
si chinò a baciarle la fronte. “E’ un
grande guerriero e un soldato fedele, è
naturale che si comportasse così. E credo ti voglia
già molto bene”.
Lei chiuse gli
occhi sciogliendo il
contatto fra le loro dita per abbracciarlo ancora; da quando era
tornato non
riusciva a fare a meno di quella sensazione di protezione che le
trasmetteva
restare al sicuro fra quelle braccia forti che sapeva non
l’avrebbero
abbandonata mai più. E Natsu dal canto suo, temeva che
lasciarla andare
significasse separarsi di nuovo da lei, qualcosa che non avrebbe
sopportato. Se
gli avessero portato via Lucy avrebbe sicuramente distrutto
l’intero regno di
Fiore, senza preoccuparsi delle conseguenze.
La spinse
leggermente fino a
costringerla a sdraiarsi sul letto e si distese al suo fianco,
stringendola di
nuovo, una mano si insinuò sotto il vestito fino a
raggiungere le fasciature
sull’addome e la tenne poggiata lì.
“Questa”, disse, fremendo di rabbia,
“è
l’ultima volta che qualcuno ti fa del male Lucy, te lo
giuro”.
Lucy
sollevò il capo fino a
trovarsi di fronte lo sguardo ardente di Natsu e gli sorrise fiduciosa.
“Lo so.
Non temo niente ora che sei con me, so di essere al sicuro”,
disse posandogli entrambe
le mani sul petto. “Però voglio che tu sappia una
cosa: lo rifarei cento, mille
volte se servisse a proteggere te, a proteggere noi. Ora che siamo
insieme è
tutto passato, non mi interessa più. Ti amo Natsu”.
Natsu
l’abbracciò forte, posando la
fronte contro la sua. “Ti amo anch’io
Lucy”, sussurrò sulle sue labbra prima di
baciarla, dolcemente, senza brama. Perché desiderava Lucy da
far male ma non
sapeva cosa le fosse accaduto in quella cella e il solo pensiero di
vedere
paura sul suo volto mentre guardava lui, lo atterriva più di
qualsiasi altra
cosa al mondo.
Sorrise,
considerando che avrebbe
avuto tutto il tempo di amarla pienamente quando l’avesse
riportata a Draconia:
la magia della sua gente avrebbe concesso loro tutto il tempo fino alla
fine
del mondo. Continuò a coccolarla fin quando non
sentì il suo respiro
appesantito dal sonno e solo allora si concesse di dormire anche lui,
felice
finalmente, come non era stato da tempo.
Gorgo era stata
condotta da Gajeel
fino alla residenza di Gerard, quando aveva espresso il desiderio di
parlare
con il capo dei ribelli. Erza e Gray si trovavano anche loro assieme a
lui e la
principessa rivolse loro un’occhiata severa mentre si
avvicinava.
“Credevo
che ti fossi impegnato a
tenere Lucy al sicuro”, disse fissando quello che era stato
il conte di
Magnolia. “Invece scopro che c’è mancato
poco la uccidessero”.
“Mi
dispiace”, disse Gray
sostenendo il suo sguardo. “Non è dipeso da me e
se non sbaglio anche voi vi
eravate impegnati a fare qualcosa per me”.
Gorgo
aggrottò le sopracciglia, lo
sguardo improvvisamente irato. “Mio cugino si è
impegnato a salvare la tua
sposa per ripagarti della propria vita ed è quello che ha
fatto. La tua lady ti
aspetta agli alloggi che ci sono stati concessi, assieme al resto dei
miei
uomini. E sta benissimo. Ora, se hai finito con le pretese, puoi darmi
qualche
spiegazione”.
Gajeel scosse la
testa guardando
Gray. “Sei proprio un idiota”.
L’uomo
lo ignorò e fece un leggero
inchino. “Ti domando perdono mia signora. Ho tentato di
proteggere lady
Heartfilia con tutte le mie forze ma il mio continuo oppormi alla
tortura per
estorcerle informazioni alla fine ha spinto alcuni soldati a
denunciarmi al
sovrano. Sono stato messo agli arresti e il capitano Scarlet con me,
poichè
aveva tentato di prendere le mie difese. Da quel giorno non abbiamo
più potuto
far nulla per proteggere la vostra principessa. Sono
desolato”.
Gorgo lo
fissò intensamente per
qualche momento. “Ti credo”, disse alla fine.
“Va’ pure da tua moglie, ti
aspetta”.
Gray
accennò un sorriso e si
precipitò fuori dalla casetta, ansioso di rivedere Juvia,
mentre la principessa
Drago tornava a prestare la sua attenzione a Gerard.
“Andrò
subito al punto”, disse
senza diplomazia. “I miei sovrani intendono distruggere Fiore
e io non ho nulla
contro questo loro piano. Voglio ripagarti dell’aiuto che hai
prestato per la
liberazione di Lucy e perciò vi darò tempo e modo
di fuggire”.
“Distruggere
Fiore?!”, esclamò
Erza, pallida come un cencio. “Di cosa stai parlando, non
potete farlo”.
“Possiamo”,
ribattè Gorgo,
tranquilla. “E lo faremo se questo sarà il
desiderio di Re Igneel. Voi Uomini
avete osato troppo quando avete rapito Natsu e fare del male a colei
che sarà
sua moglie non ha certo migliorato la vostra situazione”.
“Ci
sono delle persone innocenti
che vivono sotto il giogo del sovrano”, intervenne Gerard.
“Vi conosco come un
popolo saggio e pacifico, perché dovreste uccidere anche
loro?”.
Gorgo
ridacchiò, apparentemente
divertita. “Persone innocenti dici? Le stesse che hanno messo
in giro quelle
voci infamanti su Lucy, che non hanno fatto niente per difendere una
persona
che, correggimi se sbaglio, ha sempre aiutato chiunque fosse in
difficoltà, che
non ha mai fatto del male a una mosca e poi perché?
Perché si è innamorata di
un mostro”.
“Capisco
che siate arrabbiati
principessa ma vi prego di riconsiderare la vostra
posizione”, insistette
l’uomo. “Una simile strage porterebbe
nient’altro che vergogna a Draconia”.
La giovane Drago
si ricompose,
puntando il dito contro Gerard e Erza. “Voi non avete nessun
diritto di
giudicare cosa sarebbe una vergogna per la nostra gente. Siamo sempre
stati
retti e ci avete ripagato rapendo il nostro amato principe solo per del
vile
oro. Qualunque sia la decisione del mio Re, lui avrà il mio
appoggio incondizionato.
Andiamocene Gajeel”, concluse uscendo dalla casa.
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Buonasera :D
Bene, bene, il
computer non si è
rotto quindi ho potuto aggiornare di nuovo XD
Capitolo diviso
in due, il fluff
NaLuoso (?) da una parte e la rabbia di Gorgo dall’altra. Che
ve ne pare?
Grazie, come
sempre, a chi legge e
recensisce e a chi mi segue soltanto!
Alla prossima
<3
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Capitolo 24 *** Capitolo 23 ***
Natsu stava
ancora dormendo
tranquillamente quando le sue narici catturarono un lieve odore di
fumo:
socchiuse gli occhi e sobbalzò notando il riverbero
aranciato delle fiamme
attraverso la piccola finestra della stanza.
“Lucy
svegliati!”, disse scuotendo
leggermente la ragazza che non sembrava intenzionata a muoversi.
“Lucy, è
scoppiato un incendio!”.
“Non
è un incendio Natsu”, mugugnò
lei in risposta. “Sono i fuochi che accendono qui nelle
grotte”.
Il Drago si
calmò e si rimise
disteso, abbracciandola. “E perché mai dovrebbero
farlo, sono troppo forti,
rischiano di scatenare davvero un incendio”.
Lucy
sospirò lievemente,
stringendolo a sua volta. “Sono controllati, Natsu. Servono a
illuminare
quaggiù quando fuori è giorno, altrimenti
vivremmo nel buio. È un azzardo perché
il fumo deve uscire ed è visibile ma ci sono dei condotti
appositi che sboccano
molto lontano da qui”.
Natsu
annuì, baciando sul naso
Lucy. “Sai sempre tutto tu”, sorrise facendole
qualche coccola. “Se è giorno
possiamo ripartire. Dobbiamo tornare a Draconia il prima possibile e
fermare i
miei genitori”.
“Che
vuol dire che dobbiamo
fermarli?”, chiese lei, ormai del tutto sveglia.
“E’ qualcosa di grave?”.
“Vogliono
distruggere Fiore”, disse
il Drago fissandola. “Per me, e anche per te”.
“Non
possono farlo, Natsu!”,
esclamò Lucy tirandosi su.
“C’è gente innocente che vive a Fiore,
ti prego!”
Natsu si mise
seduto a sua volta,
abbracciando la ragazza per tenerla ferma. “Ehi, ehi, non ti
agitare o farai
saltare i punti”, disse posandole una mano
sull’addome con fare protettivo. “Io
non voglio che diano inizio a un’altra guerra.
Però voglio prima sapere cosa ti
hanno fatto. Ogni cosa Lucy, o me lo farò riferire da
Gajeel”.
Lucy si mosse
nel suo abbraccio,
scostandosi leggermente da lui. “E se poi fossi
d’accordo con i tuoi genitori?
Io non sopporterei di essere la causa della guerra”.
“Non
posso prometterti che non mi
arrabbierò. Ma questo non mi farà cambiare idea,
te lo giuro; tu mi hai
dimostrato che gli Uomini non sono tutti uguali e che molte brave
persone
vivono ancora a Fiore, non lascerò che venga
distrutta”.
“D’accordo”,
acconsentì la ragazza
prendendo a raccontargli ciò che era accaduto negli ultimi
mesi.
Man mano che il
suo racconto
procedeva, potè vedere la rabbia sul viso di Natsu, fin
quando il Drago si alzò
di scatto dal letto, avvicinandosi alla finestra e stringendo con forza
le mani
attorno al davanzale di legno che prese a scricchiolare
minacciosamente. “Dimmi
una cosa”, riuscì a dire, continuando a fissare
l’esterno. “Era vero? Aspettavi
davvero un figlio mio?”.
Lucy scosse la
testa, anche se lui
non poteva vederla. “No, te lo giuro Natsu”, disse
raggiungendolo e
abbracciandolo alle spalle. “Se fosse stato così
li avrei uccisi piuttosto che
permettere loro di mettere a repentaglio la sua vita”.
Natsu si
rilassò leggermente ma
Lucy poteva sentirlo ancora fremere fra le sue braccia; conoscendo il
suo
temperamento, doveva fare davvero molta fatica per trattenere il suo
livore.
“Perché
non andiamo a cercare
Gorgo? Dobbiamo ripartire, no?”.
Il Drago si
voltò finalmente,
posando le mani sul suo viso. “Se solo sentissi del rancore
nella tua voce,
lascerei che Fiore fosse distrutta senza pietà. Se
intercederò per gli Uomini
sarà solo perché tu li hai già
perdonati”.
Lucy chiuse gli
occhi sentendo le
labbra di Natsu sulla fronte, un timido sorriso a incurvarle le labbra.
Nonostante l’ira lo stesse divorando, metteva sempre lei al
primo posto,
ignorando persino i propri istinti di Drago e questo bastava da solo a
dimostrarle tutto l’amore che sentiva. Si sollevò
sulle punte facendo
incontrare le loro labbra e gli strinse le braccia al collo mentre lui
le
cingeva la vita, sollevandola leggermente.
Gerard
passeggiava nervosamente
avanti e indietro, vagliando mentalmente tutto quello che avrebbe
potuto dire a
Gorgo per convincerla a fermare i Draghi. Sapeva bene che in caso di
guerra non
avrebbero avuto possibilità, infuriati com’erano i
soldati di Draconia non si
sarebbero fermati davanti a niente e a nessuno.
“Vuoi
stare un po’ fermo, mi fai
venire la nausea!”, sbuffò Gray seduto scomposto
su uno dei seggi della sala.
“Questo non ti aiuterà”.
“Beh
perché non mi aiuti tu allora?
Sei così bravo a trattare con loro!”.
Gray distolse lo
sguardo, accusando
il colpo. “Ero preoccupato per Juvia e le accuse di quel
Drago mi mettevano a
disagio”.
Erza
sospirò esasperata, volgendo
gli occhi al soffitto. “Finitela adesso, abbiamo ben altri
problemi che le
vostre scaramucce per dimostrare quanto siete uomini! I Draghi
ripartiranno
oggi, la nostra unica speranza è convincere i
principi”.
“Natsu
non è il tipo da voler
distruggere un regno”, rispose Gray. “Sicuramente
sarà arrabbiato, chi non lo
sarebbe sapendo cosa ha passato Lucy? Ma questo non basta a fare di lui
un
pazzo massacratore”.
“A
quanto pare è abbastanza però
perché l’intera famiglia reale di Draconia diventi
un branco di pazzi
massacratori”, sbuffò Gerard, sedendo vicino a
Erza. “La principessa è
infuriata e non oso pensare quale potrebbe essere la reazione del re
Igneel. Ci
deve essere un modo per calmarli”.
“Comincia
evitando di definirli
‘branco di pazzi massacratori’, potrebbe essere un
inizio, sai?”, disse con
fare sarcastico Gray. “Parlerò con Natsu,
è l’unico che conosco abbastanza
bene”.
Gerard
annuì soltanto, stringendo
la mano di Erza. “Fa’ del tuo meglio Gray,
è la nostra sola speranza”.
Gray si
alzò senza replicare e si
diresse a passo svelto fuori dalla sala, per cercare Natsu.
“Ci
riuscirà vedrai. Si vogliono
molto bene”.
“Potrebbe
non bastare, Erza. E io capisco
Natsu, se ti fosse accaduto quello che è accaduto a Lucy
distruggerei l’intero
regno senza nemmeno pensarci prima. Posso solo immaginare quanta rabbia
e
quanto dolore stia provando sapendo che lei ha passato tutto questo per
proteggerlo. Siamo noi che dovremmo proteggere voi, non il
contrario”.
Erza
accennò un sorriso, posando
una mano sul viso di Gerard. “Anche noi dobbiamo proteggervi,
amare non è
correre tutto il tempo a salvare la propria donzella in pericolo ma
sorreggersi
l’un l’altra”.
Lui per tutta
risposta l’abbracciò,
affondando il viso nei suoi capelli scarlatti. “Come ho anche
solo potuto
pensare di lasciarti e andar via”.
Erza lo strinse
a sua volta,
accostando le labbra al suo orecchio. “Sei uno sciocco
maschilista, pensavi di
dovermi tenere al sicuro”.
“Hai
ragione, avrei dovuto tenere
Magnolia al sicuro da te”, ridacchiò Gerard,
guadagnandosi un pizzicotto.
“Ehi!”,
protestò Erza prima di
venire zittita dalle sue labbra. Rimase immobile, arrossita
così tanto da avere
assunto lo stesso scarlatto della sua chioma.
“G-Gerard…”, balbettò quando
lui
la lasciò.
“Ti
amo Erza. Credo di averti
sempre amata ma non me ne sono reso conto fino a quando non sono andato
via,
lasciandoti indietro… potrai mai perdonarmi?”.
“Non
c’è niente da perdonare”.
Natsu sorrise
sornione facendo
scorrere la mano sul corpo di Lucy stretto al suo, accarezzandola con
più
delicatezza quando sentiva sotto le dita le cicatrici lasciate dalla
prigionia.
La ragazza sussultò quando le sue carezze finirono per
sfiorarle l’addome
ancora bendato.
“Scusa
Lucy”, sussurrò baciandole
la fronte ma lei sorrise allungandosi su di lui.
“Non
fa niente”, disse stampandogli
un bacio sulle labbra. “Sto bene”.
“Sei
sicura? Forse non dovevamo…”.
Lucy
ridacchiò tappandogli la
bocca. “Smettila Natsu! Dovevamo invece, siamo stati lontani
tanto”.
“Troppo”,
disse Natsu, liberandosi
senza troppe difficoltà della sua stretta.
“Però adesso dobbiamo proprio
andare, dobbiamo tornare a Draconia il prima possibile”.
Il giovane Drago
si alzò dal letto,
dando ampiamente visuale del suo corpo nudo a Lucy che sorrise
furbetta,
dedicandogli uno sguardo di pura adorazione. “Dobbiamo
proprio?”, gli chiese
mentre lui cercava i vestiti in giro per la stanza.
“Dobbiamo”,
rise Natsu,
intercettando i suoi occhi. “E faresti meglio a rivestirti
anc…”.
“Natsu!”,
esclamò Gray facendo
irruzione nella stanza e strappando un urlo a Lucy che si nascose
completamente
sotto le lenzuola.
“Esci
subito di qui!”, urlava senza
fare nemmeno capolino.
“Sc-scusate!”,
balbettò lui uscendo
veloce come era entrato.
“Ma
porc…”. Natsu sbuffò,
grattandosi furiosamente la testa; possibile che non avesse diritto a
qualche
momento in santa pace con la sua donna dopo tanto tempo?!
“Coraggio
Lucy, esci fuori di lì, è
andato via”, disse rivestendosi velocemente. “E
vestiti anche tu”, rise
lanciandole i vestiti sul letto mentre Lucy riemergeva con cautela dal
suo
nascondiglio.
“E’
stato incredibilmente
maleducato”, borbottò, ancora rossa. “Lo
sanno anche i muri che si bussa prima
di entrare”.
“Lo sa
anche Gray, per questo
dobbiamo sbrigarci a raggiungerlo; se è entrato in quel modo
deve avere un
ottimo motivo”.
Lucy
fissò Natsu negli occhi per
qualche momento e si alzò velocemente dal letto.
“Hai ragione. Andiamo da lui”.
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Buonasera
ragazzi ^^
Sono in ritardo
come al solito ma
questo capitolo è stato un vero e proprio parto, non ne
voleva sapere di essere
scritto -.-“ Non so più nemmeno io quante volte
l’ho cancellato e riscritto,
alla fine mi sono arresa: è un capitolo di transizione verso
il finale (due,
massimo tre capitoli e siamo alla fine), non mi piacerà mai
._.
Come sempre,
grazie se mi seguite,
se leggete e due volte se recensite!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 24 ***
Natsu e Lucy
uscirono dirigendosi spediti verso la casa
principale, quella dove si tenevano i consigli; la libraia si era detta
sicura
che Gray venisse da lì e ne ebbe conferma quando entrando lo
vide seduto con lo
sguardo basso, ancora arrossito per la scena di qualche minuto prima.
“Natsu”,
cominciò quando li vide, “mi dispiace, davvero.
Avrei dovuto bussare”, disse in evidente disagio.
Il Drago
ridacchiò a quella scena quanto meno insolita:
sapeva quanto Gray fosse senza vergogna per certe faccende.
“Sì avresti dovuto.
Ma se sei entrato in quel modo deve esserci qualcosa che non va,
perciò…
parlate”, disse rivolgendo il suo sguardo anche a Gerard e
Erza.
“Tua
cugina, la principessa Gorgo”, intervenne Gerard,
“ci ha
detto che i tuoi genitori intendono distruggere Fiore. Io ti prego di
parlare
con loro e fermarli, non puoi permettere che gente innocente paghi gli
errori
di pochi!”.
Lo sguardo di
Natsu si fece tagliente mentre sedeva attorno
al tavolo a sua volta. “Lo sai”, disse porgendo la
mano a Lucy perché lo
raggiungesse. “Una parte di me desidera ardentemente vedere
questo regno
ridotto in niente più che cenere. Gli Uomini mi hanno tenuto
prigioniero per
dieci lunghi anni, mi hanno quasi lasciato morire e come se questo non
bastasse
hanno fatto del male alla persona più importante per me.
Posso dimenticare i
torti subiti ma non posso perdonare il dolore che ha patito
Lucy”.
“Tu
non puoi…”.
“Posso
invece, Erza”, replicò Natsu interrompendo
l’appello
della donna. “Posso. Posso lasciare che i miei genitori
distruggano Fiore e
compiano così anche la mia vendetta. Però non
voglio. Lucy ha perdonato,
nonostante tutto e io mi rifiuto di diventare come voi altri. Non
cederò ai
miei più bassi istinti”.
I presenti
abbassarono lo sguardo, consapevoli di essere
tutti, anche se in minima parte, anche se indirettamente, responsabili
del
dolore e dell’astio che sentivano nella voce di Natsu.
Lucy strinse la
mano al suo Drago, intrecciando le dita alle
sue e avvicinandosi fino a posargli la testa sulla spalla.
“Sapevo che non mi
avresti delusa. Hai fatto la scelta giusta”.
“Lo
faccio per te, solo per te. Non voglio diventare simile a
chi ti ha fatto questo”, disse lui abbracciandola.
“Partiremo entro poche ore”,
disse, tornando a rivolgersi agli altri. “Lucy e Levy
verranno con noi ma
questo non dovrebbe rallentarci troppo, in pochi giorni saremo a
Draconia. Farò
il possibile perché sia in tempo”.
Gerard
annuì, consapevole di non poter chiedere di più a
Natsu. “Spero che basti”, disse soltanto.
“Lo
spero anche io”, ribattè il Drago alzandosi.
“Non posso
fare di più, fermare mio padre con le mie sole forze
è qualcosa che nemmeno io
posso”.
Strinse
più forte la mano di Lucy trascinandosela dietro e
lei rivolse un ultimo sguardo a Gerard, sperando che capisse: da parte
sua
avrebbe fatto il possibile per convincere il re Igneel, anche se
dubitava
fortemente di avere su di lui lo stesso ascendente che aveva su Natsu.
I Draghi furono
riuniti e pronti a partire nel giro di un’ora
appena, molto meno di quanto Natsu avesse stimato: Gorgo lo raggiunse
vicino
all’enorme falò che ardeva al centro della Casa
delle Fate.
“Siamo
pronti, Natsu. Possiamo partire in ogni momento”.
“Bene.
Andiamo adesso, subito”.
Luxus gli
scoccò un’occhiata annoiata, alzandosi di
malavoglia dal terreno sul quale era disteso.
“Perchè tutta questa fretta
principino?”, chiese incrociando le braccia al petto
possente. Lucy non potè
fare a meno di chiedersi quanto dovesse essere forte, massiccio
com’era. “Temi
che ci troveremo ancora qui quando sua maestà
deciderà di attaccare?”, riprese
il grosso Drago. “O forse c’è qualcosa
che non ci dici?”.
Natsu lo
fronteggiò senza timore, nonostante la differenza di
stazza. “Non sono tenuto a spiegarti ogni mia mossa
Luxus”.
“Vacci
piano bamboccio, faccio parte della famiglia reale
tanto quanto Gorgo, non puoi rivolgerti a me con quel tono”.
Il principe
Drago strinse i pugni, ricacciando in gola la
risposta sprezzante che avrebbe voluto sputare in faccia a Luxus; non
gli era
mai piaciuto troppo suo cugino, preferiva di gran lunga Gorgo.
“Adesso
smettila Luxus”, intervenne Gorgo. “Natsu ha
evidentemente i suoi motivi per questa urgenza e noi non possiamo
disobbedire a
un suo ordine diretto, anche se siamo parte della famiglia reale.
Perciò
muoviti”, chiosò gettandogli fra le braccia i suoi
stessi bagagli. “Andiamo di
fretta”.
Luxus,
apparentemente più divertito che infastidito, si
limitò a sogghignare prima di imboccare il condotto che
conduceva all’esterno,
dove Gajeel e gli altri lo stavano già aspettando.
“Avrei
potuto cavarmela da solo, Gorgo”.
“Certo,
Natsu”, rispose la principessa, “ma avreste finito
con il lottare e non abbiamo tempo di assistere alle vostre schermaglie
virili
se vuoi salvare questo stupido regno”, sbuffò, e
si allontanò senza dargli
tempo di rispondere.
“Coraggio,
andiamo”, disse Lucy afferrando e stringendo la
mano di Natsu che sembrava essere molto contrariato
dall’atteggiamento di
Gorgo.
“Gorgo
mi reputa ancora un bambino, Lucy”.
“Forse”,
disse dolcemente la ragazza, abbracciandolo stretto.
“Per questo devi dimostrarle che non lo sei
più”.
“E
come?”.
“Affronta
tuo padre e convincilo a fermare questa follia di
distruggere Fiore. Un bambino non può farlo ma un uomo
sì”.
Natsu sorrise,
rincuorato dalle parole di Lucy, e annuì
baciandole i capelli. Ogni momento in cui poteva stringerla fra le
braccia
sembrava un dono prezioso dopo quello che avevano passato lontani
l’uno
dall’altra, e si ripromise che non sarebbe mai più
accaduto che fossero
allontanati contro il loro volere.
“Natsu?”.
“Sì?”.
“Dobbiamo
andare”, disse la ragazza sciogliendosi
dall’abbraccio e portandolo verso l’ingresso della
galleria. “Pensi che tuo
padre si convincerebbe più facilmente se gli parlassi
anch’io?”.
“Temo
di no, Lucy… non so quanto gli faccia piacere parlare
con te. Ti considera la causa della mia
‘ribellione’”, confessò il
Drago,
l’imbarazzo a tingergli lievemente le guance.
“Sicuramente però dopo averti conosciuta
non potrà fare a meno di amarti anche lui!”.
Lucy gli
scoccò un’occhiata obliqua ma prima che avesse il
tempo di rispondere, l’enorme muso di un drago verde le si
parò davanti,
strappandole un urlo. “Ce ne avete messo di tempo”,
ringhiò la bestia.
“Da
quando sei così impaziente, Gorgo?”,
sbuffò Natsu
lasciando la mano di Lucy. Alla sua occhiata interrogativa si
affrettò a
spiegare. “Non posso tenerti troppo vicina mentre mi
trasformo, ti farei del
male. Va’ laggiù”.
La libraia si
portò a una distanza tale da non essere ferita
per sbaglio dai movimenti convulsi del Drago e rimase ad osservare
meravigliata
e atterrita al tempo stesso, le sembianze così amate di
Natsu cedere il posto a
quelle di un magnifico dragone rosso.
Solo quando la
trasformazione fu completa trovò il coraggio
di avvicinarsi e posare la fronte contro il muso del drago.
“Sei meraviglioso”,
disse con un sorriso, accarezzando lievemente le dure scaglie che lo
proteggevano. “Portami in alto!”.
Anche potendo
contare sulle poderose ali dei draghi, il
viaggio fino alla loro terra natia richiese un’intera
settimana: l’urgenza di
raggiungere il sovrano e parlargli rese Lucy oltremodo ansiosa,
preoccupata che
non riuscissero a fermarlo o che nel frattempo il pazzo re di Fiore
avesse
trovato le Fate.
“Lucy”,
la voce di Natsu la raggiunse prima che intrecciasse
la mano alla sua. “Stai tranquilla, ci siamo ormai, Draconia
è oltre quel
crinale”.
“E se
non riuscissimo, Natsu? Se tuo padre decidesse di
attaccare comunque Fiore?”.
“Allora
faremo il possibile per salvare quanta più gente
possibile. Non possiamo fare altro”.
Lucy
annuì mesta, voltandosi finalmente a guardare Natsu.
“Non
vedo l’ora di vedere Draconia, nonostante tutto”.
Il Drago
l’attirò a sé, baciandole la fronte e
strappandole
un sorriso. “Ti piacerà la Rocca, è una
città magnifica”, disse. “Coraggio,
rimettiamoci in cammino, non possiamo tardare troppo”.
Nonostante il
viaggio avesse richiesto non più di poche ore,
a Lucy sembrò di aver volato in groppa a Natsu per degli
interi, lunghissimi
giorni. Nemmeno la vista della magnifica città dei Draghi fu
sufficiente a
distrarla dai suoi cupi pensieri e il suo
Drago smise di provarci, guidandola velocemente all’interno
del castello.
Igneel si
trovava nella sala del trono, assieme alla regina
Grandine e diversi dignitari ma Natsu irruppe senza farsi annunciare,
avanzando
fino a fermarsi a pochi passi da lui.
“Natsu”.
“Padre”,
disse il principe accennando un inchino, subito
imitato da Lucy. “Lei è…”.
“Tu
sei la figlia di Layla”, intervenne Igneel,
un’espressione
sconvolta sul viso terreo. “Non è forse
così? Layla è tua madre?”.
Lucy si
irrigidì, ricambiando lo sguardo intenso del Re.
“S-si…
era quello il nome di mia madre”.
Grandine
portò una mano alle labbra, come a soffocare
un’esclamazione,
mentre un brusio concitato si levava nella sala e i presenti chinavano
o
distoglievano lo sguardo quando quello di Lucy si posava su di loro.
“Che
vuol dire tutto questo?!”, esclamò Natsu,
contenendo a
stento la rabbia. “Chi diavolo è questa
Layla?!”.
“Layla
è un Drago, come noi”, disse Grandine, posando una
mano su quella di Igneel. “E’ stata esiliata molto
tempo fa”.
***********************************************************************************************************
Ehm…
salve ragazze/i
Mi dispiace
moltissimo, non ho scusanti ç_ç Spero vogliate
ancora seguirmi per sapere come finisce questa storia.
Layla un Drago?
E perché no :D?
Grazie mille
come sempre a chi mi segue costantemente, a chi
recensisce e a chi legge soltanto!
Alla prossima
<3
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 25 ***
Lucy
sbarrò gli occhi a quelle
parole, guardandosi intorno come se si aspettasse di svegliarsi da un
momento
all’altro: non poteva essere vero, doveva trattarsi di un
errore, eppure… tutto
quello che lei sapeva sui Draghi,
l’ammirazione che aveva sempre provato per loro e per
Draconia, tutte quelle
informazioni che non aveva più ritrovato su nessun libro,
tutto combaciava. E
alla fine, un ricordo squarciò la nebbia che avvolgeva la
sua infanzia:
l’ultima immagine di sua madre, il suo sorriso… i
canini ferini, tipici dei
Draghi.
“Mia
madre era un Drago”, sussurrò,
più a se stessa che ad altri.
Igneel
annuì con aria grave,
alzandosi dal trono. “E’ così
Lucy”, disse avvicinandosi alla ragazza. “E se
avessimo saputo che sua figlia era viva avremmo smosso le fondamenta
della
terra pur di riportarti qui”.
Lucy
levò lo sguardo a incontrare
quello del re dei Draghi, ancora scossa. “Ma lei…
perché è stata esiliata?”.
“Siamo
stati ingiusti con lei,
Lucy. Tua madre non era felice della guerra tra noi e gli Uomini,
soprattutto
per via di Jude, io credo”.
“Mio
padre?”.
“Sì.
Tuo padre era un Uomo e prima
che scoppiasse la guerra la cosa non avrebbe fatto molta
differenza”,
interloquì Grandine, fissandosi le mani intrecciate in
grembo. “Durante il
conflitto invece, la loro relazione era considerata qualcosa di
inconcepibile.
Gli Uomini ci avevano attaccati ed erano causa di molte sofferenze per
la
nostra gente, non potevamo tollerare che lei sposasse uno di loro. Ma
Layla era
testarda”, sorrise la regina. “Piuttosto che
separarsi da Jude, preferì
rischiare tutto e tentare di negoziare segretamente la pace col regno
degli
Uomini: fallì e noi non potemmo far altro che condannarla.
Ciò che aveva fatto
è alto tradimento secondo le leggi di Draconia”.
“Tutto
quello che potei fare fu
concederle di scegliere tra la pena di morte e
l’esilio”, disse di nuovo
Igneel, posando una mano sul viso di Lucy con delicatezza. “E
anche se questo
la disonorava, decise per l’esilio pur di vivere con Jude,
perché portava te in
grembo. Non poteva lasciar morire anche te”.
Natsu, che aveva
ascoltato in
silenzio, strinse la mano di Lucy per darle conforto e la giovane
libraia tornò
bruscamente alla realtà: quello che aveva appena appreso sul
conto di sua madre
avrebbe potuto forse darle una carta in più da giocare per
convincere i Draghi
a non attaccare Fiore. “Se siete pentiti di ciò
che avete fatto a mia madre”,
disse fissando coraggiosamente Igneel, “se lo siete davvero,
allora fermate
questa guerra. Non attaccate Fiore, ci vive molta gente, brava gente,
come lo
era mio padre”.
Il re
sembrò colpito da quelle
parole e si voltò a guardare la sua consorte, altrettanto
stupita. “Lascia che
ci pensi, Lucy, d’accordo?”.
Lucy
dissimulò la delusione
accennando un sorriso. “Va bene”.
Grandine
osservò per qualche
istante Natsu che da parte sua non distoglieva lo sguardo da Lucy se
non per
rivolgerlo a Igneel, e sempre per brevissimi momenti; la figlia di
Layla doveva
essere davvero molto importante per lui e quel pensiero le
strappò un sorriso
compiaciuto: forse, finalmente, avrebbero trovato il modo di
riscattarsi di
fronte alla coraggiosa Drago che era stata sua madre.
“Natsu”,
esordì d’un tratto,
“perché non porti Lucy a visitare La Rocca? Nel
frattempo noi pondereremo con
attenzione le sue parole, è una promessa”.
Natsu
annuì e sorrise, stringendo
appena più forte la mano di Lucy perché lo
guardasse. “Andiamo. Sono certo che
ti piacerà Draconia, in fondo è la tua terra
e… un momento!”, esclamò guardando
i propri genitori. “Questo significa che Lucy è un
Drago per metà, vero?”.
“Lucy è un Drago”,
intervenne Gorgo che aveva taciuto fino a quel
momento. “Il nostro sangue non si mescola a quello delle
altre razze. I nostri
figli saranno sempre Draghi; è per questo motivo che
sopravviviamo ancora, pur
essendo un regno così piccolo e così
antico”.
“Ma…”,
fece il principe perplesso,
voltandosi e afferrando le guance di Lucy nel tentativo di scoprirle i
denti.
“Lei non ha i canini come noi!”.
“Natsu!”,
esclamò Lucy liberandosi
della sua stretta. “Ti ha dato di volta il
cervello?!”.
Gorgo scosse la
testa imbarazzata.
“Non cambierai mai… probabilmente Lucy non mostra
i caratteri della nostra
gente perché non è vissuta a Draconia. Fra
qualche mese sarà come noi in tutto
e per tutto”.
Il sorriso di
Natsu si fece più
largo e afferrò Lucy per la vita sollevandola leggermente
per poterla fissare
dritto negli occhi. “Questo significa che anche tu potrai
trasformarti in un
drago! Sarà fantastico poter volare assieme nei cieli di
Draconia!”, sussurrò
posando la fronte contro la sua.
Lucy rise
felice, sorridendo a sua
volta. “A proposito di questo, non vuoi farmi vedere il mio
paese?”.
Natsu
annuì vigorosamente e la
rimise coi piedi a terra, afferrandole la mano.
“Andiamo!”, esclamò portandola
via.
Natsu e Lucy
avevano appena
lasciato la sala che Grandine si alzò per avvicinarsi a
Igneel. “Non abbiamo
scelta, mio re”.
“Lo
so”.
“Di
cosa parlate?”, intervenne
Gorgo, guardandoli preoccupata. In fondo, non voleva davvero che Fiore
venisse
distrutta, non desiderava che la reputazione di mostri accompagnasse i
Draghi
più che nel passato.
“Fermeremo
l’attacco a Fiore”,
disse Igneel, fissandola intensamente. “Abbiamo fatto un
grave torto a lady
Layla, non possiamo ripetere lo sbaglio con sua figlia, tanto
più che Natsu ha
tutte le intenzioni di farne la principessa di Draconia”.
“A
proposito di questo”, mormorò
Grandine pensosa. “La famiglia Strauss non sarà
felice della rottura del
fidanzamento. Erano sicuri che una delle loro figlie sarebbe diventata
la
prossima regina”.
“Zia,
sai meglio di me che quando
Natsu si mette in testa qualcosa è impossibile fargli
cambiare idea”, disse
Gorgo ridacchiando. “Soprattutto se si parla dei suoi
sentimenti. E d’altra
parte non conosce affatto lady Lisanna, mentre Lucy… lei ha
fatto di tutto per
lui e Natsu la ama come non potrebbe amare nessuno”.
La regina
annuì, posando una mano
sulla spalla di Gorgo. “Hai ragione, come sempre quando si
tratta di Natsu! Non
avrebbe potuto desiderare di avere un’amica migliore di te,
Gorgo”, sorrise
accarezzando il viso della giovane Drago.
“E’
il caso di sciogliere il
consiglio di guerra”, disse pensosamente Igneel. “E
di organizzare una festa,
una vera festa, che coinvolga tutto
il reame, abbiamo molto da festeggiare! Natsu è tornato
ancora una volta e in
qualche modo è tornata anche Layla e poi…
c’è un matrimonio da organizzare”.
“E una
delle famiglie più potenti
del regno da addolcire”, borbottò Grandine.
“Forse potremmo proporre un
matrimonio tra mio nipote Luxus e una delle giovani Strauss”.
“Non
pensiamoci adesso, ce ne
preoccuperemo domani!”, esclamò Igneel
allontanandosi. “Abbiamo altro da fare
adesso!”.
Gorgo
ridacchiò guardandolo. “Non
te la prendere zia, lo sai com’è fatto”.
La regina
sospirò affranta. “Lo so
bene; in questo momento sarebbe inutile tentare di farlo giungere a
più miti
consigli, pensa solo a organizzare i festeggiamenti”.
Sorrise, felice. “E’
giusto così, finalmente Natsu è di nuovo con noi,
con il corpo e con lo spirito.
Gli affari di stato possono attendere”.
Natsu
portò Lucy a visitare ogni
più remoto angolo della Rocca, dopo essersi liberato della
scorta reale; non
sopportava di avere tutti quei soldati alle calcagna, tanto meno quando
era in
compagnia della sua fidanzata, così alla prima occasione era
fuggito via,
trascinandosela dietro attraverso vicoli affollati dove le guardie
avevano
facilmente perso le loro tracce.
“Natsu
non avremmo dovuto,
potrebbero passare dei guai per averci persi di vista!”,
protestò Lucy quando
finalmente le permise di fermarsi. Si trovavano su una terrazza in uno
dei
punti più alti della città, da cui si godeva la
visuale dell’intero centro.
“Mio
padre non è il tiranno che
vuole sembrare a volte, non farà niente”.
Lei sorrise e
annuì, stringendogli
le braccia al collo. “Sono così felice Natsu!
Finalmente siamo insieme, qui a
La Rocca, dove abbiamo sempre desiderato vivere e… sono come
te! Non è
meraviglioso?”.
Natsu
ricambiò l’abbraccio, posando
un bacio sulla spalla di Lucy. “Lo è. Ma sarebbe
stato meraviglioso anche se tu
fossi stata davvero una donna degli Uomini”, disse
intrecciando le dita nei
suoi capelli biondi.
“Soltanto…
Natsu… dobbiamo fermare
la guerra, ti prego! Anche se ho sofferto così tanto a
Fiore, non sopporterei
che venisse distrutta, per favore!”.
Il giovane Drago
sorrise sornione,
prendendole il viso fra le mani. “E pensi davvero che mio
padre andrebbe avanti
con quel folle progetto dopo essersi ritrovato davanti la figlia di
Layla? Per amore
di tua madre non attaccherebbe gli Uomini nemmeno se dovessero di nuovo
dichiararci
guerra”.
“Per
amore di mia madre?”.
“Lady
Layla è stata una presenza
costante nei racconti di mio padre, era la sua più cara
amica. Sono cresciuti
insieme e non si sono mai separati, nemmeno quando Igneel è
succeduto a suo
padre… almeno fino a quando lei non si è
innamorata di Jude. Forse, se non
avesse perso Layla, non avrebbe mai reagito in maniera tanto violenta
agli
attacchi di Fiore”.
Lucy
chinò il capo per nascondere
le lacrime. “Natsu, sono stati i Draghi di tuo padre a
uccidere i miei
genitori. Hanno colpito il tetto della nostra casa che ci è
crollata addosso e
loro sono morti per proteggere me. E’ stata la sua stessa
gente a uccidere mia
madre!”.
Natsu la strinse
più forte,
lasciando che sfogasse in quell’abbraccio tutto il dolore che
si era portata
dentro sin da quando era bambina. “Mi dispiace Lu. Te lo
giuro, farò di tutto
per impedire che altri bambini soffrano quello che hai subito tu. Non
ci sarà
nessuna guerra tra Draconia e Fiore”.
***********************************************************************************************************
Ci sono ancora
>.<
Dunque…
non ho resistito all’impulso
di fare di Lisanna la promessa sposa delusa, perdonatemi ma la NaLi non
la
sopporto proprio come coppia XD
E a proposito di
questo: magari
quel passaggio potrebbe farvi venire in mente GoT, me ne sono accorta
dopo
averlo scritto ma mi piaceva così e quindi l’ho
lasciato :P
Ultima cosa, poi
la smetto di
tediarvi: la storia è praticamente conclusa, manca solo
l’epilogo T_T
Grazie come
sempre a chi legge e
due volte a chi mi recensisce, siete davvero impagabili :*
Alla prossima
<3
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Capitolo 27 *** Epilogo ***
Il mio nome
è Natsu Dragneel. Sono
un Drago e non uno qualsiasi, sono il principe ereditario del potente
regno di
Magnolia.
Ma la mia storia
la conoscete già!
Quello che vorreste sapere è se davvero c'è stato
un lieto fine ed è così; ho
finalmente sposato la mia Lucy, poche settimane dopo averla riportata a
Draconia, alla sua vera casa.
Proprio come
aveva detto Gorgo, è
bastato poco tempo sotto l'influenza del nostro antico potere
perché mostrasse
i segni del suo essere Drago e ormai possiamo solcare assieme i cieli.
È
bellissima anche in forma animale, è dorata e non ce ne sono
altri come lei:
Wendy dice che insieme tingiamo l'aria del più bel tramonto
nella storia del
mondo.
Siamo sereni ma
non è stato sempre
così. La guerra ha distrutto Fiore, anche se noi Draghi vi
abbiamo rinunciato.
La confusione scatenata dalla mia fuga e dal tradimento di Gray
è stata il
pretesto che le Fate aspettavano per ribellarsi apertamente al Re e la
guerra
civile ha dilaniato il paese per dei lunghissimi, interminabili mesi.
Lucy era
molto preoccupata e per darle un po' di sollievo, Igneel ha aiutato
come ha
potuto i ribelli ma questo non ha impedito che molti fra loro
perdessero la
vita e alcuni erano cari amici della mia giovane sposa.
È
stato un periodo lungo e tormentato,
tuttavia non è stato inutile: il re di Fiore è
stato deposto e ora sul trono
siedono due sovrani, Gray e Gerard. Hanno chiesto il consiglio di mio
padre e
tutti hanno convenuto che due sovrani si controlleranno a vicenda,
impedendo
improvvise manie di grandezza, anche se non credo sarà
necessario: sono
entrambi ottime persone e non si lasceranno corrompere dal potere come
il loro
predecessore.
Oggi
porterò Lucy alla tomba che
mio padre ha voluto erigere per lady Layla e suo marito Jude, vuole
dare anche
a loro la bella notizia: presto saremo genitori di un principino -
principessina dice lei, ma sono sicuro di avere ragione, è
un maschietto - e vuole
che i suoi genitori lo sappiano da lei.
Sarà
meglio che vada.
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Salve ragazze/i
:D
Vi ho fatto
aspettare tantissimo
per un epilogo minuscolo, siete liberi di maledirmi T_T
Spero
apprezziate il lieto fine e
il “gemellaggio” che ho voluto fare tra prologo ed
epilogo (visto il tempo che
è passato probabilmente dovrete rileggerlo per capire, gomen
T_T).
Vi saluto
ringraziandovi caramente
per avermi seguita per così tanto tempo senza abbandonarmi
come avrei meritato
per i ritardi biblici e per avermi fatto sentire così
apprezzata, grazie,
grazie davvero!
Infine, penso
che prenderò una
pausa dallo scrivere; tornerò a inventare improbabili
avventure per i nostri
beniamini ma non tanto presto e soprattutto, mai più
pubblicherò senza avere
già tutta la storia scritta XD
Grazie mille di
nuovo.
Alla prossima
<3
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Capitolo 28 *** Epilogo dell'epilogo ***
Mi chiamo Levy
McGarden e sono un’umana che vive a Draconia.
Proprio
così. Natsu, preso com’è dalla sua
Lucy, non vi ha
raccontato poi molto di cosa è accaduto a noi altri ma le
nostre vite sono
cambiate radicalmente.
Io ho seguito
Gajeel nella sua terra, rassicurata dal fatto
che il potere di Draconia donerà anche a me una vita
immortale; non ci saremmo
mai separati in ogni caso ma il mio cuore piangeva all’idea
di doverlo lasciare
solo, un giorno. Io avrei vissuto una vita lunga e felice ma cosa
volete che
siano pochi decenni nell’arco di un’esistenza
eterna? Sento le lacrime pungermi
gli occhi al solo pensiero e le ricaccio indietro con un sorriso: non
accadrà e
ben presto saremo sposati e potremo farci una famiglia insieme. Io non
sono un
Drago ma lui mi ha spiegato che nonostante questo i nostri figli lo
saranno, in
tutto e per tutto, e dal momento che non possiedo i loro straordinari
poteri,
Gajeel mi ha assicurato che starà sempre al mio fianco per
proteggermi.
“Non
allontanarti mai da me”, mi ha detto una volta.
“Sei
così piccola che rischio di perderti nella folla. E io non
voglio proprio
perderti”.
L’ultima
frase l’ha detta a mezza voce, rosso come un
peperone e non ho potuto fare altro che abbracciarlo e rassicurarlo che
non mi
avrebbe persa; chi mai lascerebbe la persona che ama?
Abbiamo deciso
di restare a vivere alla Rocca, così che io e
Lucy non dobbiamo separarci e lei è riuscita a farmi
ottenere un incarico alla
biblioteca della reggia; in questo modo possiamo vederci quando
più ci piace e
io vengo a sapere fatti che dovrebbero restare segreti o quasi.
Per esempio, ho
saputo molto prima del resto del regno che
lady Lisanna Strauss avrebbe sposato il nipote della Regina, Luxus. A
quanto
pare, la sua famiglia ha accettato di buon grado, cogliendo comunque
l’occasione
di imparentarsi alla famiglia reale, per prestigio se non altro: Igneel
ha già
il suo erede, nella sfortunata eventualità che dovesse
accadergli qualcosa e
Natsu stesso sarà padre fra qualche tempo, di certo Luxus
non ascenderà mai al
trono di Draconia.
Ho anche avuto
modo di conoscere tutto della guerra che ha
scosso il nostro paese d’origine, Fiore. Ero lì
quando Lucy ha saputo che Loki
era stato ferito troppo gravemente per poter sopravvivere e
l’ho vista crollare
sotto il rimorso di averlo lasciato in termini non troppo amichevoli,
certa che
un giorno lo avrebbe rivisto e avrebbe trovato il modo di rimettere a
posto le
cose fra loro; anche Natsu era presente e piuttosto che vedere sua
moglie
consumarsi nel rimpianto, ha mandato immediatamente dei medici a
occuparsi di
lui, con l’ordine di portarlo a Draconia se e quando si fosse
ripreso. Incredibilmente,
Loki è riuscito a rimettersi abbastanza da poter essere
accompagnato qui e
credo che la gioia sul viso di Lucy quando ha potuto rivederlo, abbia
fatto
dimenticare a Natsu tutta la rabbia che ancora provava verso di lui.
Loki non
poteva rimanere dopo essersi rimesso del tutto ma almeno Lucy
è riuscita a
fargli capire quanto sia felice da quando assieme a Natsu è
tornata nel suo
paese d’origine e il suo vecchio amico è tornato a
Fiore lasciandola con un
sorriso.
Sapete
già com’è finito il conflitto
– almeno di questo Natsu
ne ha parlato – e ormai viviamo in una tale pace che sembra
quei fatti siano
accaduti in tempi così remoti da dover essere ricercati nei
libri di storia.
La mia mano
corre istintivamente a coprirmi il ventre quando
sento i passi pesanti di Gajeel risuonare fra le pareti di casa nostra.
Devo dargli
una notizia davvero importante ma quella è
un’altra storia.
È
proprio il caso che vada.
***********************************************************************************************************************************
Buongiorno ^-^
Non so quanti di
voi si ricordano ancora di me ma questo
epilogo dell’epilogo era una promessa fatta a qualcuno
– sto parlando di te,
Fin_Light, se ci sei ancora :D – e anche se è
passato tanto tempo, dovevo
proprio scriverlo.
Se qualcun altro
lo leggesse e avesse voglia di farmi sapere
cosa ne pensa, la cosa mi farebbe molto piacere.
Grazie!
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