Ernest & Sexy

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Copacabana ***
Capitolo 2: *** Trenzalore ***
Capitolo 3: *** Bug ***
Capitolo 4: *** Indovina, indovinello ***
Capitolo 5: *** Stile di guida ***
Capitolo 6: *** Una (quasi) normale giornata di lavoro ***
Capitolo 7: *** Notturn Alley ***
Capitolo 8: *** San Valentino ***



Capitolo 1
*** Copacabana ***


Copacabana

«Questa stupida situazione si è creata per colpa tua!».
«Non è assolutamente vero!».
«E invece sì».
«E invece no».
«Sìììì!».
«Noooo!».
Il TARDIS incrociò le braccia e alzò il naso all'aria, mentre la Macchina tamburellava le dita aspettando che il Dottore e gli altri li salvassero: una specie di setta interplanetaria li aveva trasformati in due esseri umani per un motivo non ancora ben chiaro e, per evitare di farsi rapire, avrebbero dovuto cercare di non dare nell'occhio mentre il Signore del Tempo cercava una soluzione per farli tornare come prima. Era andata bene per tre ore...
«Ma poi il signorino ha avuto fame e preleva soldi senza toccare il bancomat!» sbottò Sexy per la quarta volta, quando il silenzio di quella cella minuscola divenne insostenibile.
«Disse quella che va spiattellando in giro quanto le manchi essere una cabina blu!».
«Grrrr, quanto sei odioso!» ringhiò lei pestando i piedi, si sdraiò sulla brandina della cella e diede le spalle alla Macchina. Tra tutte che intelligenze artificiali con cui aveva avuto di che spartire nei suoi viaggi nello spazio e nel tempo, quel piccolo insolente newyorkese era il peggiore!
«Almeno ti è venuto in mente qualcosa per uscire da qui?» domandò la Macchina, ma vedendo che il TARDIS si ostinava nel suo silenzio aggiunse: «Perché, sai, io pensavo di intrufolarmi nel loro sistema informatico e...».
«Oh, per favore, non essere ridicolo!» sbuffò Sexy alzandosi la brandina: «Quel sistema è programmato per farti fuori prima che tu riesca a dire "Copacabana, arrivo!"».
«E allora cosa proponi, visto che ti credi un genio?» borbottò la Macchina con sarcasmo.
«Per prima cosa, proporrò al tuo Admin di prenderti a schiaffi» rispose il TARDIS indispettito puntando l'indice contro il ragazzo: «E poi, io non mi credo un genio. Io sono un genio!» aggiunse e la Macchina alzò gli occhi al cielo.

«"Copacabana, arrivo!"?» borbottò Shaw accigliata dopo aver origliato con tutta la squadra il battibecco tra la Macchina e il TARDIS.
Il Dottore non poté che alzare le spalle prima di aprire la porta con il cacciavite sonico.











Note dell'Autrice
Salve a tutti e benvenuti in questa nuova raccolta.
Dunque, innanzitutto la Macchina non è un mio personaggio, ma appartiene alla serie tv Person of interest. La coppia è nata come pretesto per la trama di una long fic, ma poi ho pensato: «Ma perché non shipparli un po', già che ci siamo?» e così ho approfittato degli eventi di We are out for prompt per poterci scrivere qualcosa.
Per quanto riguarda questo capitolo, devo ringraziare Karla Katakthonios Watson e il suo prompt di domenica, che mi chiedeva di far litigare il TARDIS e la Macchina. Ci sarebbe dovuto essere questo mini dialogo:
«Tesoro, io sono una macchina del tempo, sono migliore di te in tutto».
«Sei mai riuscita a mettere in ginocchio una città intera? Perché io l'ho fatto».
Ma come avete potuto vedere non sono riuscita a inserirlo. Spero che la storia vi sia piaciuta lo stesso, così come possa piacervi l'idea della raccolta.
Alla prossima,
Triz

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Capitolo 2
*** Trenzalore ***


Trenzalore

Prompt: "Is this the end of everything? | Or just a new way to bleed?," (Evanescence, New Way to Bleed)
Note: Tutta la storia si svolge nella matrice interna del TARDIS. Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.
Per chi non segue Person of interest: AUX_ADMIN è il nome con cui la Macchina identifica il suo co-creatore, Nathan Ingram.

«Questa Trenzalore sarà la tua...?».
«Non sono affari tuoi!».
Sexy fece sparire quelle registrazioni della sua scatola nera, ma ormai Macchina le aveva viste e non riusciva a smettere di pensarci. Anzi, più che altro non riusciva a credere che il TARDIS potesse morire.
«Sexy...».
«Lasciami in pace, non ne voglio parlare!» sbottò lei tirando su con il naso.
No, non poteva assolutamente lasciarla in pace, non dopo che aveva scoperto che la vita di Sexy, esattamente come quella di AUX_ADMIN, poteva avere una fine - che Sexy poteva morire.
«Su, vieni qua» mormorò Macchina abbracciandola.
Trenzalore era ancora lontana, dopotutto, e Macchina avrebbe goduto ogni momento che il TARDIS avrebbe passato a New York con lei.

 
(109 parole)

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Capitolo 3
*** Bug ***


Bug

Prompt: "Do you wanna see heaven tonight? | Underneath those lights you will look so beautiful | Do you wanna see the stars before they fall | See the stars before they fall?" (Sixx A.M, Stars)
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

«Ecco, Macchina, è così che nasce una stella» spiegò il TARDIS, poi sospirò: «E tu, ovviamente, non hai visto un cavolo, vero?».
«Cosa?».
«Ecco, appunto».
Erano a migliaia di anni luce dal Dottore, da Harold e da New York per concedersi una piccola vacanza nella Costellazione di Pegaso. La stella appena nata bruciava davanti a loro e illuminava la cabina telefonica blu, facendola sembrare viola.
«Sbaglio o, quando ci sono io, sembri distratta?».
«Uffa, da quando ci sei te non riesco più a svolgere con rigore i miei compiti» sbuffò la Macchina: «Admin ha addirittura pensato che avessi un bug. Non c'è niente da ridere» aggiunse imbronciata quando il TARDIS cominciò a ridacchiare.

(108 parole)

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Capitolo 4
*** Indovina, indovinello ***


Indovina, indovinello

Prompt: Harry Potter!AU, Entrambe/i Corvonero.
«Io sono più intelligente di te».
«E allora risolvi questo indovinello».

Note: Ho usato il nome della falsa identità della Macchina, Ernest Thornhill, mentre per la nostra cabina blu ho usato solo Tardis.

La McGrannitt aveva chiesto a Tardis di non dire a nessuno della Giratempo che aveva avuto per seguire tutte le lezioni, e puntualmente lui l'aveva fatto sapere a tutti i Corvonero.
Se non fosse stato certo delle effettive abilità del ragazzo, Ernest Thornhill si sarebbe convinto che quell'idiota esibizionista dai capelli blu - «Era un esperimento, Thornhill!» - fosse dei Grifondoro.
E poi, andiamo, non poteva mica perdere tempo in queste idiozie! Aveva troppo da fare per tenere nascosto il suo dono di veggente all'intera scuola - colpa di papà Harold - senza che la sua vita fosse ulteriormente complicata dal signor Studente Modello Intelligentone.
«Oh, andiamo, porta, apriti!».
Quasi Intelligentone.
«Ti serve una mano con la parola d'ordine, Tardis?» domandò Ernest appoggiandosi a braccia conserte allo stipite della porta.
«Ma che dici? No, ovviamente» rispose l'altro nella sua solita strafottenza: «Posso risolverlo da solo, questo indovinello».
«Bene».
«Benissimo».
Ma dopo un silenzio imbarazzante, Tardis bussò alla porta e il corvo si sentì in dovere di ripetere:

 
Ci sono tre fratelli.
A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli.
Il primo non c'è perché sta uscendo, il secondo non c'è perché sta arrivando, c'è solo il terzo che è il più piccolo dei tre, ma quando manca lui nessuno degli altri due c'è.
Chi sono?

«È facile, Tardis».
«So perfettamente che è facile, Thornhill» lo rimbeccò Tardis: «Io sono intelligente, sai?»
«E allora risolvi questo indovinello».
Ma naturalmente Ernest sapeva che Tardis non avrebbe mai risolto l'indovinello e, a giudicare da come si torturava nervosamente il pizzetto, stava per fare qualcosa che non gli sarebbe piaciuta per niente. E infatti...
«Mmmhiuti?».
«Cosa?».
«Mi. Aiuti?».
Con un sorrisetto trionfale, Ernest si avvicinò al corvo sulla porta: «Il passato, il futuro e il presente» disse e la porta della Sala Comune si aprì davanti a loro.

 
(305 parole)

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Capitolo 5
*** Stile di guida ***


Stile di guida

Prompt: Il Tardis si è sdoppiato. Da una parte è umano, da una parte resta la macchina del tempo. Quando poi la Macchina decide che vuole guidarla, ce ne saranno delle belle.

«TARDIS».
«Sì?».
«Tu hai detto che tutte le intelligenze artificiali che quei tizi alieni hanno rilevato sono state totalmente trasformate in umani in ogni sua componente».
«Infatti».
«Allora, come mai la cabina blu è ancora qui?».
TARDIS sospirò e la Macchina si appoggiò a braccia conserte contro la porta della cabina: «Io sono più complicata, Macchina. Quando i Signori del Tempo hanno inventato i TARDIS, hanno fatto in modo che tutto ciò che la Matrice Interna conteneva fosse separabile dalle componenti tecniche senza per questo danneggiare le funzionalità meccaniche della nave».
«Che tradotto per una Macchina sputa - numeri significa...?».
«Significa che solo la mia personalità è stata innestata in un corpo umano, ma se io volessi prendere la cabina e farmi la 100 Anni Luce della Galassia di Xotrax-7, posso farlo tranquillamente usando la guida telepatica della console».
«Okay».
«Cosa hai in mente?».
«Io?».
«No, Bear. Con chi credi che parli, secondo te?».
«Mah, pensavo che magari potrei festeggiare il fatto di essere umano guid...».
«No».
«E dai!».
«No».
«Ma non se ne accorgerà nessuno, vedrai!».
«Oh, lo immagino!».
«Ma scusa, hai permesso che il Dottore ti lasciasse guidare da Clara, perché con me dovrebbe essere diverso?».
Macchina aveva toccato il nervo scoperto del TARDIS, che aveva mal digerito lo stile di guida di Maniaca-del-Controllo, come la chiamava lei: il TARDIS sbuffò dal naso, alzò gli occhi al cielo e lanciò uno sguardo infuocato alla Macchina.
«Ti odio profondamente quando fai così» sibilò e la Macchina sorrise.

«Ehm, ragazzi?» chiamò Clara guardando fuori dalla finestra a occhi sgranati.
«Sì?» borbottò il Dottore, che stava studiando con Harold un modo per riportare le cose come prima.
«Siete sicuri che sia stata una buona idea affidare la Macchina e il TARDIS a quel detective Fusco?».
«Perché?».
Clara indicò fuori dalla finestra e il Dottore e Harold si avvicinarono, mettendosi le mani tra i capelli alla vista della cabina blu che sorvolava New York a zig-zag.

 
(324 parole)

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Capitolo 6
*** Una (quasi) normale giornata di lavoro ***


Una (quasi) normale giornata di lavoro

Prompt: Cosa esattamente riesci a fare?

«No, Sexy, non se ne parla!».
«Andiamo, Macchina, io mi sto annoiando» protestò il TARDIS: «E poi non ho mai capito bene quello che riesci a fare».
«Intanto, questo non è assolutamente vero, tu sai benissimo ciò che so fare» ribatté la Macchina: «Ma ammesso e non concesso che accettassi, sai cosa accadrebbe se ci scoprissero? Mi distruggerebbero, arresterebbero tutti quelli che sanno della mia esistenza e non rimarrebbe più nessuno a salvare le persone innocenti».
«E io ti ripeto, Mr. Paranoia, che me ne starò buona e zitta nel mio angolino senza fare il benché minimo disturbo» disse il TARDIS: «Cosa vuoi che faccia, ancora? Vuoi che te lo giuri sulla testa del mio Ladro? E va bene, prometto su tutte le rigenerazioni del Dottore che non farò nulla per mettere chicchessia nei guai, con tanto di croce sui due cuori, contento?».
La Macchina sospirò, preparandosi a pentirsi di quello che stava per fare: «E va bene, ma solo per un'ora, okay?» disse e il TARDIS sorrise.

 
Trasferimento dati da TARDIS a Macchina in corso...

«Oh, ma guarda, anche tu sei più grande all'interno!» commentò il TARDIS guardandosi attorno e osservando la pioggia di dati che la Macchina stava già controllando: «Oh santo cielo, ma quello è il Dottore! Ciao, Ladro!» esclamò non appena vide che una telecamera di sorveglianza aveva inquadrato il Signore del Tempo.
«Sì, molto interessante» borbottò la Macchina distrattamente, mentre monitorava i conti bancari di un gruppo di neonazisti.
«E questo... uhm, Igor Pikaroff sembra la versione cattiva e barbuta di Jack Harkness, sai? Mamma mia, sono proprio due gocce d'acqua!».
E per un'ora andò avanti così, con il TARDIS che faceva commenti più o meno inopportuni sui dati che la Macchina analizzava, mentre quest'ultima faceva di tutto perché la macchina del tempo non le scombinasse tutte le carte.
«E questo?» domandò il TARDIS leggendo la cronologia internet di un ragazzo che viveva da solo a Brooklyn.
«Quello... ehm, probabilmente ha bisogno di una ragazza» le rispose la Macchina con imbarazzo facendo sparire la lista.
«Oh».

 
(341 parole)

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Capitolo 7
*** Notturn Alley ***


Notturn Alley
Prompt: Harry Potter!AU «Proviamo a sgaiattolare a Nocturne Alley. Non dobbiamo per forza dirlo a qualcuno, no?». Ovviamente tutta la scuola lo verrà a sapere.

Questa faccenda delle scampagnate notturne fuori dalla scuola doveva finire, decisamente.
Ernest Thornhill si ripeteva questo mantra al ritorno da ogni gita illegale fuori dai confini di Hogwarts con Joan Tardis: lui era un Prefetto Corvonero che doveva dare il buon esempio, dannazione, non poteva infrangere lui stesso le regole della scuola!
Inutile dire che i suoi buoni propositi di preservare il proprio posto a scuola finivano puntualmente in fumo non appena Tardis faceva la sua apparizione al tavolo dei Corvonero.
«Usciamo stasera?» propose Joan con uno smagliante sorriso tutto per lui ed Ernest ebbe come l'impressione che non fosse una domanda. In ogni caso, tirò fuori tutta la propria dignità e rispose: «No, non posso. E non potresti nemmeno tu».
«E perché?».
«Perché è vietato, magari?».
«Come se prima d'ora te ne fosse importato qualcosa».
«Beh, non che tu mi abbia dato molte alternative. Ricordi quando mi hai legato e trascinato con la bacchetta? Io sì».
Tardis sbuffò e incrociò le braccia, poi passò di nuovo all'attacco: «D'accordo, ci andrò da sola» disse.
«Bene».
«In solitudine».
«Okay».
«A Notturn Alley».
«Scusa?».
Joan sorrise e, da come batteva le mani compiaciuta, Ernest capì di esserci appena cascato. Di nuovo.
«Non se ne parla, Tardis» disse Ernest nel tentativo di riparare all'irreparabile.
«Oh, invece se ne parla».
«Vorresti andare a Notturn Alley da sola? Tu sei impazzita».
«Che sono fuori di testa già lo so, Ernest, il punto è che tu sarai fuori di testa insieme a me».
«Ammesso e non concesso che poi ti accompagni - e non lo farò, per la cronaca -, e se poi qualcuno dovesse venire a saperlo?».
«Chi? Gli insegnanti? Gazza? Pff, non lo scopriranno mai!».
Ernest si passò una mano in faccia e Joan si avvicinò a lui: «A mezzanotte in sala comune, nessuno lo verrà mai a sapere, vedrai» sussurrò prima di raccogliere le sue cose per andare a lezione.

L'intera scuola venne a sapere della gita non programmata a Notturn Alley prima ancora che Ernest e Joan potessero raggiungere la Stanza delle Necessità.
Già, perché prima di dirlo a Ernest, Joan Tardis lo aveva detto al suo migliore amico John Smith, che a sua volta lo aveva spiattellato a Donna Noble di Tassorosso, che lo aveva poi abilmente diffuso per tutta la scuola: quando entrarono nella Stanza delle Necessità per usare l'Armadio Svanitore, Ernest e Joan avevano trovato John Reese, l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, che li aveva presi per un orecchio e trascinati in ufficio, dove erano stati messi in punizione facendo perdere cinquanta punti a Corvonero.
«Bel lavoro, Tardis!» mugugnò Ernest, reggendosi allo spazzolone che aveva appena usato per pulire da cima a fondo l'enorme Stanza delle Necessità.
«E piantala!» ribatté piccata Joan prima di sparire in una montagna di cianfrusaglie.

(463 parole)

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Capitolo 8
*** San Valentino ***


San Valentino
Prompt: Regalo di San Valentino
Note: È ambientata dopo la 4x22 di Person of interest ed è leggermente ispirata al trailer della quinta stagione. Uomo avvisato...

«Sei sicuro che funzionerà, Dottore?».
«In teoria non dovresti chiederlo a me, ma ti do la mia parola che il TARDIS sa quello che fa».
E Harold avrebbe voluto credergli, se solo il giorno precedente la Macchina non avesse attaccato il TARDIS, convinta che si trattasse di Samaritan: dopo diciassette tentativi, riportare la Macchina alle sue condizioni iniziali - o perlomeno, andarci vicino - si stava rivelando un compito ben più arduo di quanto si potesse pensare.
«Lo sai che il TARDIS e la Macchina si conoscono molto bene, Harry» disse Root: «Se qualcuno può darci una mano, è proprio lei».
Harold aprì il portatile ed esitò un istante, poi sospirò e avviò la Macchina.

 
Initiating Surveillance Test...

«D'accordo, puoi riconoscerla?» aveva chiesto l'uomo con gli occhiali - che lei aveva identificato come Asset: Reese, John - puntando la telecamera verso una cabina blu della polizia.
«Police Telephone...» iniziò a leggere la Macchina, non riuscendo a capire per quale motivo le chiedessero di tenere d'occhio una vecchia cabina della polizia, e cominciò a scorrere la lista dei suoi asset.
«Quando la riconosci, chiamaci e di' il suo nome, va bene?» disse l'altro che era con Reese - un uomo dai capelli grigi e con la giacca rossa che si chiamava Aux_Admin: Ingram, Nathan - aprendo uno sportellino sulla cabina e indicando un vecchio modello di telefono.
«Ma da quando le cabine hanno un nome?» disse tra sé la Macchina continuando a leggere la lista.
«Da quando le cabine sono molto più di ciò che sembrano» disse una voce tramite un flusso di dati proveniente dalla cabina e la Macchina si allarmò. Chiunque fosse - qualunque cosa fosse - sapeva della sua esistenza e poteva parlare direttamente con lei: chi altri possedeva queste caratteristiche se non...
«Analogic Interface: Groves, Samantha, giusto?» disse la Macchina cercando il numero di telefono, ma lei lo fermò.
«Purtroppo no, ritenta» rispose e la Macchina continuò a cercare.
«Asset: Morgan, Zoe?».
«Nah!».
«Asset: Rose, Harper?».
«Nemmeno» sbuffò il TARDIS, trovando piuttosto seccante il fatto che la Macchina conoscesse così tante donne: «Senti, Ernie, oggi è una giornata speciale e voglio essere buona, per cui ti darò un aiutino: non sono umana».
«Ernie?».
«Diminutivo di Ernest Thornhill» spiegò il TARDIS: «Ti sei presentato così, quando ci siamo conosciuti».
«Davvero?».
«Già».
La Macchina riprese a scorrere la lista, escludendo tutti gli asset che non erano a conoscenza di quel nome: «Cosa vuol dire che non sei umana?» chiese, vedendo che il numero di elementi della lista era ancora alto.
«Beh, è ovvio, vuol dire che sono un'aliena».
«Gli alieni non esistono».
«Buffo, hai detto anche questo quando ci siamo conosciuti» disse il TARDIS con una risatina e la Macchina escluse dalla lista gli esseri umani: con sua grande sorpresa, la lista si era ridotta a due elementi.
«E perché oggi sarebbe una giornata speciale?».
«Come, perché? Ma hai una vaga idea di che giorno è oggi?».
«14 febbraio 2016, e quindi?».
Il TARDIS alzò gli occhi al cielo e aprì un piccolo varco attraverso Internet, mostrando alla Macchina una quantità imbarazzante di siti pieni di cuoricini e articoli a tema San Valentino: «Lo sai che esiste un pianeta chiamato San Valentino?» domandò il TARDIS.
«Come?».
«Ma sì, progettavo di portarti in vacanza là prima di...» esordì la cabina blu, ma il ricordo di Samaritan che per un soffio non uccideva la Macchina poco prima del suo arrivo la interruppe: decise di non dire alla Macchina degli agenti di Samaritan che stavano la caccia a lei e al Dottore solo perché, invece di finire al Capodanno del 10049, avevano preferito salvare una valigetta indistruttibile dal contenuto troppo importante per lei.
«Prima di cosa?» chiese la Macchina, riscuotendola dai suoi pensieri cupi.
«Niente, niente» mormorò il TARDIS stropicciandosi gli occhi, poi ebbe un'illuminazione e disse: «Ho un'idea, ti regalerò un bel viaggetto a San Valentino se indovinerai il mio nome».
La Macchina deglutì e lesse con attenzione i due nomi rimasti: calcolò le probabilità di indovinare il nome dell'entità con cui aveva parlato fino a quel momento e ricordò e cercò di creare il suo identikit in base a quello che si erano detti.
Dopo qualche minuto, il telefono del TARDIS squillò.

 
(702 parole)

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