l'ultima regina

di angelique white
(/viewuser.php?uid=854277)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


''Ella tesoro svegliati stiamo facendo tardi dobbiamo partire '' mi disse mia madre mentre mi svegliava delicatamente .

Mi preparai più in fretta che potevo , stavamo partendo per l'ovest per andare dai miei nonni ci sarebbe stata una festa in maschera ,dove presenziavano le più importanti famiglie del paese .oltre alle famiglie reali dei regni confinanti .

La festa del ballo del Crisantemo era molto rinomata, la mia famiglia la organizza da diversi millenni anche per tenere buoni i rapporti con gli altri ,che non so per quale motivo non ci sopportavano molto specialmente gli ospiti d'onore di quest'anno, i  Serafinos i quali volevano in tutti i modi appropriarsi del nostro regno.

''Ella hai fatto su scendi '' gridò mio padre dalle scale che portavano ai nostri alloggi.

''Si padre, ho finito sto per scendere '' era proprio frustante certe volte, stavamo in perfetto orario e si lamentava come al suo solito.

Saliamo tutti sulla carrozza e ci prepariamo per lasciare il castello per due settimane.

Arrivati dai nonni ci accolse calorosamente mia nonna col suo solito splendore.

Si vedeva che era davvero molto contenta di vederci.

''Benvenuti cari , Ella quanto sei cresciuta bambina mia'' mi disse stringendomi in un forte abbraccio per poi salutare i miei genitori.

''Ciao nonna, ma il nonno dov'è?'' chiesi guardandomi in giro

'' E' sempre il solito , ieri è andato a qualche battuta di caccia, ha strafatto ed ora sta ancora riposando '' rispose tutta esasperata , non che abbia torto ,il nonno tanto non cambierà mai fa sempre così .

'' tra poco saranno qui anche gli ospiti d'onore andate tutti a prepararvi , non voglio fare brutte figure, forza andate !'' ecco la nonna che si mette ad impartire i suoi ordini '' ma il nonno...'' cercai di ribattere ma senza risultati.

''al nonno ci penso io , Ella vai a prepararti devi essere stupenda nipote mia'' disse dandomi un altro caloroso abbraccio e un bacio sulla guancia , dopo di che scomparve tra le mura del castello sul lago.

Per la serata , con gli ospiti d'onore , scelsi un vestito lungo a cuore di un colore azzurro oceano con dei tacchi verd'acqua brillanti , capelli sciolti, fluidi che ricadono sulle spalle ed un trucco abbastanza leggero.

''Ella scendi gli ospiti sono al cancello ,vieni subito nel salone'' urla ancora mia nonna ha questo ballo ci tiene molto d'altronde come dargli torto è famosissima per questo ed è una delle feste più rinomate dell'alta società.

Faccio come dice in un brevissimo tempo sono nel salone da ballo del castello, che è semplicemente stupendo. Addobbato di Crisantemi gialli, rossi ,bianchi , fucsia . I miei genitori erano già lì insiemi ad alcuni ospiti.

Gli ospiti d'onore arrivarono qualche minuto dopo di me.

Avevano delle facce molto serie per essere ad un ballo ma dopo pochi secondi si sciolsero , ci dirigemmo verso la loro direzione per accoglierli come si deve

''Salve spero sia andato bene il viaggio signor Rondi''dice mio padre al Re di Serafinos.

''grazie a voi per essere state così gentili da ospitarci qui da voi... Grazie davvero Arnold''si rivolse l'uomo a mio padre.

''Salve io sono Anna e lui è mio figlio Roberth'' disse la donna con eleganza.

''Salve , io sono Ella loro sono mia madre Rose ed i miei nonni Massimiliano e Cecilia'' gli risposi con un sorriso raggiante anche se sono nostri rivali, in onore di questa festa i dispiaceri , rivalità eccetera viene tutto accantonato.

Roberth mi guarda con una aria strana che non comprendo mi si avvicina sempre di più non posso non pensare che è bello ha un' aria famigliare con tutto che è la prima volta che lo vedo .

''Siete bellissima se mi permettete di dirvelo''disse accarezzandomi la guancia , aveva un tocco così gentile.

''Grazie '' dissi in un sussurro , sentivo le mie guance colorarsi di un rosso intenso sotto il suo sguardo .

''Non siete per nulla cambiata'' la sua voce era flebile, come una fiammella che si vede da molto lontano.

''Scusate cosa avete detto?'' forse era stata solo la mia immaginazione.

''Nulla'' disse in un tono che non ammetteva repliche per poi lasciarmi sola lì. Si diresse da un gruppetto di oche , le quali avevano una risata che richiama proprio lo starnazzare delle oche.

Non so perché ma la cosa mi diede molto fastidio, strinsi i pugni e me ne andai sbuffando urtando un cameriere che portava dei bicchieri pieni .

Mi macchiai tutto il vestito.

''Mi scusi signorina mi scusi davvero'' disse il cameriere sull'orlo di un pianto..

''Non si preoccupi è colpa mia , almeno avrò una scusa migliore per abbandonare la festa '' gli dissi con un sorriso sincero, mi rimase a guardare ma poi annui sorridendo anche lui.

Lasciai la festa per andare nella mi stanza a cambiarmi per poi mettermi a dormire .

La mattina seguente fu terribile.

''No lei lasciala ! puo' essere molto utile per appropriarci del paese , pensa agli altri vai !''

Mi svegliai di soprassalto ed impaurita al suono di quella voce, sentivo dei passi sconosciuti presi la sopraveste e di nascosto uscii dalla mia stanza .

Il corridoio era quasi deserto andai nelle stanze dei miei cari e lo spettacolo che mi si parò davanti fu orribile , non sapevo come descriverlo , erano tutti morti , uccisi nel sonno , avevano tutti delle spade che affondavano nei loro cuori , le spade raffiguravano lo stemma dei Serafinos . Il sangue ricopriva tutto l'orrore era l'unica emozione che riuscivo a trasmettere.

Arrivai alle scuderie, prendendo un cavallo e scappando il più velocemente possibile da lì mi preparai mentalmente per una riunione straordinaria con il consiglio.

Entrai nella sala del consiglio e mi sedetti dove una volta sedeva mio padre , dopo alcuni minuti dopo entrano anche gli altri membri del consiglio.

''Bene signori è notte fonda quindi sarò breve i Serafinos questa notte hanno attaccato al castello al lago'' non riuscivo a parlare avevo la voce impasta dal sonno appena alzai lo sguardo tutti si dipinsero il volto di dolore. Poi uno di loro , forse il più coraggioso prese la parola.

''Scusi principessa dove sono gli altri membri della sua famiglia''

''Morti'' dissi in un sussurro stavo per scoppiare a piangere ma non potevo dovevo essere forte, si alzarono diversi brusii .

''Signorina Ella , da questo momento non è più una principessa ma bensì una regina. Deve sposarsi però per essere incoronata come tale'' disse un altro uomo cercando di cambiare argomentazione..

''Non intendo sposarmi signori , governerò da sola dopo ciò che è successo non saprei da quale famiglia farmi appoggiare, il discorso è rimandato a domani , buonanotte a tutti , ora se volete scusarmi io vado'' dissi mentre mi alzavo dalla poltrona per dirigermi all'ingesso della sala, le parole che ho detto sono la verità non intendo sposarmi almeno non ora . Dopo l'orrore che ho visto non mi sento pronta , non sono pronta più a nulla le lacrime trattenute fino a quel momento scesero da sole come scende la pioggia e bagna tutto ciò che incontra sul suo cammino .

-

Da quando nel regno si sparse la voce che sono l'ultima sopravvissuta dei Forneria ed unica erede al trono , continuavano ad arrivare varie proposte di matrimonio , in quanto la legge vieta ad una donna non sposata di governare , cosa al di poco ingiusta a parer mio .

'' Signorina una lettera per lei , ecco prenda'' dice un cameriere porgendomela, riscuotendomi dai miei pensieri.

''Grazie joseph puoi andare '' lo congedo cordialmente .

La busta presenta il timbro dei Serafinos , ci mancavano solo loro .

Dopo qualche secondo di esitazione la apro , cominciando a leggerla.

-Cara regina Ella ,

forse ho sbagliato a darle della regina visto che non lo è ancora volevo farvi una proposta , voi vi sposerete con me , in modo tale che possiamo governare sul vostro paese per sempre oppure il vostro amato regno sprofonderà a voi la scelta avete una settimana per pensarci e venire da noi a comunicarci la vostra scelta , dovrete venire personalmente o ci saranno delle conseguenze .

Cordiali saluti Roberth-

Dopo neanche una settimana alla morte della mia famiglia per mano loro si presentano con una lettera ... pensavo di poter gestire la cosa ma mi sbagliavo il consiglio purtroppo non vuole fare nulla ed io mi trovo con le mani legate , devo far presente questa nuova loro uscita , ma mi daranno retta?

Non mi resta che parlagli anche di questo fatto. Non pensavo che Roberth potesse essere così stronzo , non mi sembrava il ragazzo conosciuto al ballo , ma cosa aspettarsi da uno che ti lascia lì come uno stoccafisso per parlare con delle cortigiane? Nulla , proprio nulla e pure la cosa mi faceva un male atroce nel cuore.

Radunai di nuovo il consiglio per dare la nuova notizia.

''Signorina Ella siamo tutti presenti, prego spieghi il motivo di questa convocazione '' annuncia il portavoce del consiglio , un uomo basso traccagnotto un po' vecchio , ma in compenso sa fare bene il suo lavoro.

''Certo signor Tuffi , il motivo è questa lettera mi è stata recapitata ieri pomeriggio è da parte dei Serafinos'' dico porgendo la lettera a Tuffi , la apra e la legge ad alta voce e di nuovo altri brusii , in questo consiglio non sanno fare altro che bisbigliare .dopo alcuni minuti decisero di parlare dando il loro giudizzio in merito ed in quanto donna qualsiasi cosa decidano non potrò rifiutarmi.

'' Signorina abbiamo deciso che sia meglio se sposi il principe Roberth e per ragioni di sicurezza che viva lì nel castello insieme a loro , se le vogliono fare un tiro mancino così lo saprà molto prima , logicamente avrà due suoi camerieri di fiducia e la sua guardia personale al completo ... partirà domani mattina per la capitale di Serafinos , Ariangh .. non puo' rifiutarsi o altro la decisione è presa il consiglio per oggi è concluso buona giornata ''

Come pretendeva l'intero consiglio che sposassi un buono a nulla, senza cuore , arrogante , che ha ucciso i miei genitori i miei nonni e mi ha lasciata in vita solo per i suoi scopi , per il piacere di vedere una persona distrutta... potrei scappare assumere una nuova identità ma sarebbe inutile mi troverebbero subito .. l'unica cosa che mi resta da fare è accettare di sposare Roberth la cosa alla fin fine non mi dispiace è bello e da quel che ho visto sa essere anche un po' gentile.

''Signori accetto andrò alla loro capitale , porterò con me una scorta ristretta di uomini fidati'' ormai la decisione è presa.

''Scelta molto saggia , signorina. Sarà una grande regina'' disse il signor Tuffi , ottima scelta ma se mi avevano quasi obbligata a prenderla bah.

''Grazie signor Tuffi'' tutti i membri del consiglio fecero un piccolo inchino ed uscirono uno alla volta dalla sala.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La carrozza percorreva le varie strade con passo costante.

Le guardie stavano tutte in posizione di addenti. Non fiatavano, osservano tutti i movimenti dalle foglie degli alberi ai comuni passanti.

Ella dormiva nella sua carrozza con accanto Anie la sua balia fin da quando era una bambina , per lei era come una seconda madre, le aveva insegnato molte cose.

Per Anie , Ella era come una figlia , non era sposata e tanto meno aveva avuto dei figli ed Ella , era la figlia che non aveva avuto.

La guarda accarezzandole la lunga treccia rossiccia , che richiamava i tramonti.

Notava benissimo che la sua piccolina stava facendo un altro incubo , aveva la fronte sudata e farfugliava dei ' No, Lasciateli!' cominciava sempre di più a dimenarsi nel sonno.

Qualche minuto dopo arrivarono alla residenza dei Serafinos sul mare e Anie non poté che non tirare un sospiro di sollievo.

''Ella mia cara svegliati siamo arrivati'' la ragazza aprì i suoi occhi ambrati, sfregandosi le piccole mani sugli occhi per mettere a fuoco meglio.

''Grazie Anie per avermi svegliata'' la voce impasticciata dal sonno ed un debole sorriso di chi si è appena svegliato.

Scesero dalla carrozza , faceva caldo ma non troppo il castello sorgeva vicino ad una scogliera, il vento sprizzava felice, aria fresca ,che rinfrescava tutto.

Ad accoglierli c'erano il Re , la Regina ed il loro unico figlio che non smetteva di vedere la bellissima creatura che sembrava spaesata, impaurita da loro ma d'altronde come biasimarla.

I suoi occhi vivevano per lei . Anie sapeva ,si ricordava ,del giovane del molo che aveva scambiato una promessa con la sua bambina, ricordava i sorrisi , le risate , quell'amore che da bambini provavano e per Roberth non era cambiato , cresceva sempre di più , ogni tanto scriveva alla balia, all'insaputa della regina del suo cuore, per sapere come stava. Odiava il fatto di essere nato in quella famiglia, mascherava bene i suoi sentimenti era cambiato e fin troppo.

Si stavano avvicinando per salutarli.

Ella era proprio lì in tutto il suo splendore davanti a lui, si guardarono assorti per alcuni secondi , il resto scomparve , allungò una mano per toccarla ma la voce stridula della madre lo risvegliò ritirandola come se si fosse scottato.

''Ella com'è andato il viaggio?'' chiese Antion Rondi , con un sorriso falso.

''bene tutto molto tranquillo'' rispose Ella con il suo stesso sorriso.

Percorsero l'ingresso contornato di affreschi fino ad arrivare all'ala ovest disegnata appositamente per gli ospiti , con tutto che era bello magnifico, il palazzo sembrava freddo come se non ci vivesse nessuno era triste , malinconico . Ad Ella gli viene un nodo al cuore.

''Bene queste sono le vostre stanze prima a destra per te mia cara Ella mentre per le tue guardie e Anie ci sono delle stanze ai piani inferiori per andarci seguirete Lisa'' disse la Regina indicando la giovane cameriera.

''Bene vi lasciamo prendere confidenza con le vostre stanze'' disse il RE.

Ella farfugliò un grazie e rimase lì alcuni secondi pensando se anche la sua stanza fosse stata così triste, si sentiva degli occhi a dosso alzò lo sguardo ed incontrò quegli azzurri di Roberth. La voleva mangiare viva , indietreggiò di alcuni passi finendo con le spalle al muro, lui posò una mano un po' più su della sua spalla appoggiando il palmo al muro.

Le guance di lei si colorarono di un leggero rosso, mentre lui seguiva tutti i suoi movimenti , si fermò ad osservare il petto che si alzava e abbassava ad un battito irregolare.

''tu seriamente non ti ricordi di me ?'' le chiese, la sua voce era dura fredda i suoi occhi guardavano altrove avevano paura della sua risposta.

''Ovvio che mi ricordo di te . Hai ordinato l'assassinio della mia famiglia'' sputò fuori le parole come se fossero veleno, cercò di allontanarsi da lui ma la attirò a se , erano petto contro petto , lui la sovrastava di qualche centimetro le accarezzò la treccia sentendo il profumo del suo shampoo , era bella, lo era sempre stata le lentiggini le donavano qualcosa di magico. Cercò di avvicinare il suo viso per baciarla ma la voce di Lisa lo richiamò.

Ella ne approfittò barricandosi fino all'ora di cena nella sua stanza.

Lisa per tutto il palazzo era la giovane nuova cameriera ma per Roberth una delle tante ragazze con cui sfogarsi nel letto.

''Quale giochetto vuoi fare oggi?'' chiese con tanta malizia. Roberth non la guardava pensava al profumo di Ella era come una dolce rosa appena sbocciata o che stava per farlo.

''Non voglio fare nulla oggi. Vai a fare le tue faccende domestiche e sopratutto rivestiti se ne ho voglia ti chiamo io'' era freddo , rigido. La ragazza quasi si mise a piangere per essere stata rifiutata.

''Farò come vuole vostra eminenza, me ne vado a pulire i pavimenti. Vi ho visto . Oh eccome se vi ho visto con quella principessina viziata. Come potete solo preferirla a questo'' disse indicando il suo corpo ancora nudo , si avvicinò velocemente a lei dandole un forte schiaffo sulla guancia, che per quanto era forte cadde a terra, lasciandole ben stampato l'importa della sua mano, in modo che potesse ricordarsi di stare bene al suo posto , era una domestica nulla di più.

''Non osare più dire nulla del genere. Sono stato chiaro?'' stava quasi per urlare , era accecato dalla rabbia e aveva ben due ragioni per esserlo in entrambe centrava la principessa , la prima che si era scordata di lui ,la seconda che la sgualdrina davanti a lui aveva dato della principessina viziata, alla creatura più incantevole e dolce di tutto il mondo anche se non lo dimostrava.

La domestica andava piangendo per tutto il palazzo come una forsennata , inciampava ogni venti passi andando a sbattere contro la povera Anie che non riusciva molto bene a tenersi in piedi aveva anche la sua età che avanza , non era più giovane come prima.

Vedendo la ragazza piangere e l'impronta adesso diventata violacea le chiese cosa avesse fatto e sopratutto chi era stato.

''Sto bene signora,è stato per una cosa non bella che ho detto non posso proprio dire chi è stato'' da fuori sembrava fragile , spaventata ma dentro godeva a farsi vedere in quello stato.

'' Tesoro per favore dimmi chi è stato posso parlarci io'' insistette la balia.

''E' stato... E' stato Roberth'' la balia perse un colpo a quel nome , si stava ponendo mille domande.

La ragazza nel frattempo era corsa di nuovo via Anie si diresse agli appartamenti reali dopo una manciata di minuti trovò la stanza di Roberth , bussò svariate volte ma nessuno rispose.

''Roberth aprimi sono Anie'' in quello stesso istante aprì la porta aveva la faccia assonnata triste.

''accomodati '' disse solamente facendola entrare.

''Roberth che è successo? E poi con Lisa ?'' chiese, si irrigidì subito non voleva parlarne ma sapeva che quando Anie voleva delle spiegazioni era solo una l'opzione, non vi erano altre scelte, dovevi sputare il rospo.

'' Ella non si ricorda di me e Lisa, che dire ha detto che la mia principessa è una principessina viziata che non ha il corpo di una donna lo ha addiruttara paragonato al suo capisci? E così beh le ho mollato una schiaffo'' era serio e un po' dispiaciuto ma ciò non toglieva che quella ragazza deve imparare a stare al suo posto.

''Roberth , sei ancora innamorato di lei e i tuoi sentimenti per lei crescono sempre a dismisura, dalle tempo e si ricorderà fidati , non ti è indifferente neanche adesso che sembra non conoscerti'' la balia era sicurissima di ciò che diceva , abbracciò il giovane dandole tutto il suo affetto voleva che la sua piccolina sposasse un uomo, un cavaliera e per lei Roberth era l'unico che potesse far felice Ella.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


La cena era un vero e proprio disastro, il Re non smetteva di parlare del uovo maneggio aperto per i cavalli reali come se erano differenti da quelli normali , la regina con la sua voce non faceva altro che adulare il Re , Anie preferiva starsene in disparte finse di stare male e andò nella sua stanza , lasciando Ella in balia degli sguardi di Roberth che cercava continuamente di evitare aveva saputo da alcune cameriere che Lisa era stata trattata male dal principe dopo aver fatto quello. Ed era uscita dalla stanza indignata come non mai.

''Vuoi che ti passi qualcosa?'' chiese con molta cautela , visto le brutte occhiataccia che gli lanciava chiedendosi cosa aveva fatto ora, quel pomeriggio è vero l'aveva quasi aggredita ed ora ne era pienamente pentito.

''No grazie, sono a posto così'' rispose acida.

''Su via Ella , godevi la cena e lasciatevi viziare'' disse il re divertito da tutto ciò .

''Vostra Maestà se non vi dispiace preferirei andare nella mia stanza il viaggio è stato stancante '' stava lì in piedi ad aspettare che l'uomo le desse il permesso.

''No mia cara mi dispiace ma aspetti la fine della cena e non voglio sentire altro'' era glaciale e la stava torturando cercò di ribattere ma la zittì al volo, così sconfitta si risiedette ed aspettò che quell'orribile cena finisse.

Appena finita camminò a passo molto veloce nella sua stanza.

Alla porta bussò Lisa.

''Posso entrare vostra grazia'' chiese con tremore come se avesse paura.

''Prego , dimmi pure cosa ti serve'' rispose Ella ingenuamente.

''Da te ? Nulla, cosa vuoi che me ne faccia di qualcosa offerto da una viziata senza tette! Lascia in pace Roberth lui è mio ! E' mio hai capito'' estrasse il coltello che teneva nascosto nella tasca del vestito ''Mi ha addirittura fatto questo !'' indicò il segno rosso dato quel pomeriggio ''Perché ho detto che sei una stupida principessina viziata'' era fuori di testa, con una forza quasi di una bestia rigirò Ella sovrastandola con il suo corpo, facendola cadere sul letto , per metterle il coltello sotto la gola.

Cercava di divincolarsi di fuggire da lì ma non ci riusciva , non riusciva a parlare era bloccata dalla paura.

All'improvviso qualcuno sfondò la porta era il capo delle guardie Joseph che sentendo degli strani rumori si era insospettito , levò subito la donna sopra di Ella quasi lanciandola contro il muro . Ella proruppe nel suo pianto si paura e disperazione, Joseph di rimando l'abbracciò forte scortandola in giardino mentre altre guardie si occupavano della donna, portandola in una cella angusta sotto il palazzo.

''Come avete potuto rinchiudere una mia domestica nelle segrete?'' il Re era furibondo , con Lisa anche lui aveva trascorso diverse notti sapeva al di scapito del figlio delle loro nottate ,era stato proprio lui a dare quell'incarico tutto pur di controllare quel figlio che considerava come un bastardo.

''Come ho potuto ? Semplice seguendo la legge, quella donna ha osato far del male alla mia sovrana'' rispose il capo delle guardie, anche lui incazzato per l'accaduto e l'incolumità di Ella , aveva promesso al padre della ragazza di proteggerla sempre e di trattarla come una figlia sopratutto nel caso che lui non ci fosse stato più. Aveva dato la sua parola e la manteneva tutti i giorni a tutte le ore del giorno.

''Ma questo non giustifica il fatto che abbiate potuto metterla nelle segrete ! Dovevate prima parlarne con me !'' tuonò il Re.

''Come desiderate la prossima volta faremo come dite e sperate che non vi sia una prossima volta'' rispose ancora la guardia.

''osate forse minacciarmi?''

''no non mi permetterei mai di abbassarmi a certi livelli ora vogliate scusarmi ma accompagno la principessa nelle sue stanze , vado a compiere i miei doveri'' detto questo rientrarono nel palazzo.

Il re rimase a fissare dove prima c'erano le loro sagome si chiedeva entro quanto tempo la ragazza ci mettesse a rinunciare al trono che le aspettava per diritto. Se lei non rinunciava dovevano loro farle cambiare idee tutto questo per quel figlio, ritenuto bastardo, che l'aveva lasciata vivere.

Lui e i suoi sentimentalismi, non sarebbe stato mai un buon re doveva provvedere anche a questo, o gli faceva cambiare modo di comportarsi o l'avrebbe diseredato erano le uniche due soluzioni possibili.

Era convinto che per forgiare un buon re l'amore ,la pietà , la solidarietà, il pensare agli altri erano sentimenti che non bisognava provare, per tenere nel proprio pugno il reame servisse il terrore , la paura che i sovrani potevano indurre con un solo sguardo , bisognava che il popolo supplicasse per essere calcolato.

Il padre non gli aveva mai donato amore , così scelse una moglie frivola che era brava solo a spendere ed al suo unico figlio faceva la stessa cosa che suo padre aveva fatto con lui.

Anie entrò di corsa nella stanza abbracciando forte quella creaturina spaventata. Poco dopo saputo dell'accaduto entrò un Roberth dispiaciuto non sembrava nemmeno lui .

''Vi lascio soli '' disse la balia stampando un caloroso bacio sulla fronte di Ella ,facendo salire un po' di gelosia al principe che per svariati motivi non voleva, si chiuse la porta alle su spalle.

''che vuoi?'' chiese acida, non voleva alzare lo sguardo per incontrare gli occhi di lui , ma lui con un tocco delicato per alzargli la testa sotto il mento la obbligò a farlo.

''Non voglio nulla, solo vedere come stai'' la sua voce era dolce preoccupata.

''sto bene quindi ora puoi andare'' era ancora spaventata in breve tempo le avevano ucciso la famiglia, obbligata a sposare Roberth ed infimi aggredita da un esaltata sgualdrina , era quasi al limite della sopportazione e stava di nuovo per piangere aveva gli occhi lucidi.

''io non me ne vado'' scandì molto bene la frase '' non voglio lasciarti sola Ella cavolo possibile che tu sia così ottusa da non capire che sei importante per me ?!'' ora stava per avere un altro esaurimento nervoso.

''importante per te ? Ma chi ti credi di essere'' stava scoppiando non ne poteva più di Roberth che la trattava prima di voglio o poi ti getto.

Lui fece un gesto inaspettato sia per lei che per se stesso , l'abbracciò forte come dal volerla proteggere anche da lui stesso. Lei si sciolse pianse tutte le sue lacrime rimanendo accoccolata tra le braccia , forti, della persona che le faceva vibrare il cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


La Regina Anna era euforica per la festa che si sarebbe tenuta tra meno di un mese, era sua consona abitudine ogni tre mesi dare , secondo lei , una piccola festa modesta per far risalire l'animo gioioso della nobiltà.

Il re per non sentirla le faceva fare tutto ciò che più le aggradava.

''Mio Re secondo voi quale colore si s'addice meglio all'evento ?'' chiese la regina voltandosi, notava che il re era molto pensieroso , fin troppo, ultimamente le cose non andava molto bene. Non le diede molto ascolto, con il dissenso della regina .''Ella te quale preferisci tra l'avorio ed il bianco?'', la ragazza si voltò di scatto verso l'uomo e pochi secondi dopo si girò verso la regina.

''Se mi è consentito rispondere mia regina , penso che per l'evento sia meglio utilizzare l'avorio vi dona molto di più'' la regina arrossì a quel complimento.

''Oh grazie cara ''la sua voce era falsa, ma pur sempre felice per il complimento ottenuto .

''Che avorio sia allora, vado a parlare con i sarti, vogliate perdonarmi'' fece un piccolino inchino davanti al re ed uscì sbuffando dal grande salone.

Il re fece alcuni passi , andando verso la finestra a pezzi di mosaico colorato, guardava il vuoto i suoi pensieri lo tenevano molto legato , era come se delle corde lo intrappolavano.

''Vedi cara, ho notato come mio figlio di guarda, so bene che lo devi sposare per il tuo popolo ma ecco un consiglio: lascia che diventi un buon Re. Non gli serve l'amore né tanto meno tutte quelle stronzate . Spero che hai capito il mio discorso'' i suoi occhi esprimevano bene il concetto di stai lontana da mio figlio , voglio che lo sposi solo per mettere le mani su Forneria.

Raggelò al suo sguardo, ma non le importava lei non provava nulla per il figlio del re.

''Si ho ben compreso vostra Maestà , penso che dovrei andare, vogliate scusarmi'' si inchinò mantenendo gli occhi fissi su quelli del re come a volerlo sfidare. Il re mosse la mano in segno di approvazione.

''Anie ! Anie!'' urlava , era nell'ala adibita alla servitù dove vi era anche la stanza della balia.

''Ella cosa c'è?'' chiese facendola entrare nella sua stanza.

''Voglio andare al mare , non voglio stare qui durante il ballo, pensi che me lo lasceranno fare?'' i suoi occhi brillavano per eccitazione , il mare non lo aveva mai visto e da quel che aveva letto doveva essere di una meraviglia incantevole.

''Mi spiace deluderti ma non penso che te lo lascino fare , vai al ballo e non dire nulla su questa faccenda '' le disse la balia , prendendole una mano tra le sue ed accarezzandogliela.

Rientrò sconsolata nella sua stanza , sul letto trovò un enorme scatola con sopra un bigliettino.

Lo aprì e lesse il suo contenuto.

'Alla più bella Regina che mai potesse esistere su questo mondo.

Alla creatura più luminosa che mi rallegra il cuore.

Mi chiedo se chi sta leggendo questo bigliettino , voglia farmi l'onore di presenziare al ballo con me .Il colore dell'abito è il vostro preferito. Vi supplico concedetemi l'onore di riavere il mio cuore.

Vostro Roberth , solo ed unicamente vostro'

Rientrò sconsolata nella sua stanza , sul letto trovò un enorme scatola con sopra un bigliettino.

Lo aprì e lesse il suo contenuto.

'Alla più bella Regina che mai potesse esistere su questo mondo.

Alla creatura più luminosa che mi rallegra il cuore.

Mi chiedo se chi sta leggendo questo bigliettino , voglia farmi l'onore di presenziare al ballo con me .Il colore dell'abito è il vostro preferito. Vi supplico concedetemi l'onore di riavere il mio cuore.

Vostro Roberth , solo ed unicamente vostro'

Non era bravo a scrivere lettere d'amore o altro ma era il pensiero che contava per questo Ella la strinse forte sul suo cuore con un enorme sorriso aprì la scatola.

L'abito era il più bello che mai potesse esistere, era di un blu chiaro contornato sul corpetto da piccole gemme acquatiche.

Bussarono alla sua stanza , era il mandante di quel bel regalo.

Aveva l'aria spaesata, ma sembrava preoccupato. E la cosa non era un buon segno.

''Ciao '' le disse

''Ciao , prego accomodati'' si sedettero uno di fronte all'altro. Ella sulla poltroncina mentre Roberth sul divanetto.

''cosa c'è?'' chiese cauta e curiosa.

''Ho sentito, da una delle cameriere, che mio padre ti ha parlato''guardava il caminetto, non la voleva vedere in faccia , la cameriera gli aveva riferito che il re ed ella avevano stipulato un accordo strano e lei aveva accettato e l'accordo era al discapito suo.

''Oh'' rispose solamente , quella breve chiacchierata voleva dimenticarla , aveva causato qualche strana reazione in lei che non le era piaciuta.

''Solo 'Oh ' hai da dire?'' stavano alle solite si sta di nuovo alterando.

''cosa vuoi che ti dica? Non mi è piaciuto per niente parlare con tuo padre. E' un uomo orribile! scusa per la franchezza, non vuole che mi avvicini a te , vuole che tu governi portando disperazione ed odio'' stava di nuovo per piangere, le faceva male tutto questo . Non voleva separarsi da Roberth aveva appena cominciato a conoscerlo ed a capire che non era uno stronzo ma si comportava così per via dei suoi genitori.

Aveva ascoltato attentamente le sue parole , la serva si era sbagliata aveva capito tutto male ed Ella aveva appena ammesso che non voleva separarsi da lui che voleva stargli vicina.

''Puoi ripetere l'ultima parte?'' le ci rifletté un attimo diventando rossa per ciò che inconsciamente aveva detto.

''No'' disse solamente.

''Dai Ella'' fece una faccia da cucciolo ma le si girò , con il viso dall'altra parte . ''No'' ripeté di nuovo molto decisa.

''Almeno verrai al ballo?'' si alzò per sfiorarle la guancia e raccogliere una piccola lacrima.

''Si'' rispose in un flebile sussurro che riscaldò il cuore del giovane principe .

''Io vado ti lascio riposare'' le baciò le guancia e si voltò per andarsene ma lo trattenne per la mano.

''No, resta '' si girò di scatto verso di lei incontrando i suoi occhi ambrati che quasi brillavano. Si sedette accanto a lei senza lasciare la sua mano che era calda.

Il suo calore e gli occhi luccicanti gli fecero venire un presentimento si avvicinò verso di lei e le toccò la fronte con le labbra constatando che aveva la febbre.

'Ecco perché non mi ha trattato poi così male' pensò.

Ogni camera aveva un campanello per suonare in caso di necessità.

Tirò forte la cordicina in modo che giù nelle sale della servitù capissero al volo che era un'emergenza.

La prese in braccio adagiandola sul letto mentre aspettava che qualcuno arrivasse.

''Signorina Ella cosa le serve?'' domandò una giovane domestica bionda, appena vide la scena disse 'Oh'' diventando rossa e paonazza.

Roberth si era sdraiato anche lui sul letto mentre accarezzava la fronte ormai sudata della sua dama.

''presto vai a chiamare Anie ed il medico di corte. Muoviti !'' tuonò era preoccupato.

Si dimenava nel sonno si era addormenta subito dopo che l'aveva presa in braccio. Stava facendo un altro incubo , forse su i suoi genitori pensò Roberth, Anie gli aveva detto che Ella faceva ancora degli incubi su sui genitori e la loro morte.

Tirò fuori dalla tasca un fazzoletto e cominciò ad asciugarle il sudore sulle tempie , per poi passare a tutta la sua faccia.

Anie entrò nella stanza correndo , quasi, verso il letto della sua piccolina '' Che ha ?' chiese avvicinandosi.

''Penso abbia la febbre ho fatto chiamare un medico , sta facendo un altro dei suoi incubi'' rispose Roberth senza staccare gli occhi dal viso di Ella.

La balia le toccò la fronte e notò che aveva veramente la febbre. Dopo alcuni istanti entrò anche il medico che fece uscire tutti tranne la balia.

Visitò la ragazza, aiutò Anie a metterle addosso una vestaglia leggera.

Ella si lamentava , si sentiva debole stanca , il medico per fortuna l'aveva svegliata delicatamente.

''Allora deve prendere queste gocce due, due volte al dì , due dopo pranzo e due dopo cena'' poi abbassando la voce disse alla balia '' invece le dia queste gocce prima di andare a dormire la aiuteranno con i suoi incubi è valeriana'' strinse la mano ad Anie e dopo uscì .

Roberth fece di nuovo capitolino nella stanza .

''Come sta?'' ''Sta bene, è solo febbre lasciamola riposare, vuoi rimanere un po' qui da solo con lei?'' gli chiese la balia già sapendo la risposta.

''Si'' disse lui in un sussurro , la balia gli diede un bacio sulla guancia ad entrambi e dopo uscì lasciandoli soli.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Era rimasto lì. Tutta la notte, si era messo sul divanetto a vegliare su di lei. Ogni tanto durante la notte si alzava, le dava dolci carezze e le parlava.

''Perché non ti ricordi di me?''

La guardava con occhi dolci ma pieni di tristezza, il suo cuore colmo d'amore soffriva, sapeva che lei ce l'aveva con lui per la morte della sua famiglia, ma pregava affinché si ricordasse del loro incontro per capire il suo gesto.

''Perché è così difficile? Guardami con gli stessi occhi in cui mi vedevi un tempo'' continuava a parlare, mentre lei  dormiva , ogni tanto si dimenava in preda ad un altro incubo.

Se solo suo padre lo lasciasse libero da quelle catene, se solo gli permettesse di amare, invece no l'odiava, l'aveva sempre odiato fin dal giorno della sua nascita. Voleva addirittura che fosse riconosciuto come un bastardo , uno dal sangue sporco e non puro come il sangue reale, ma se lo avrebbe fatto la regina ,frivola, veniva reputata come una delle tante cortigiane, allora per mantenere alto il suo nome decise di riconoscerlo.

Alla fine dopo aver chiacchierato con lei, si addormentò seduto per terra, vicino al letto, tenendo unita la sua mano con quella di Ella.

La mattina seguente quando Ella si svegliò, sentiva un calore provenire dalla sua mano che si espandeva ovunque e accarezzava il suo cuore, ma i sensi di colpa per ciò che provava la portarono a rompere subito quel contatto.

Svegliando bruscamente Roberth che la guardava con aria perplessa.

''Scusa se ti ho svegliato così '' cominciò a farfugliare ''ehm potresti uscire e chiamare Anie '' si era coperta il viso con entrambe le mani per non vederlo.

''Va bene'' rispose uscendo dalla stanza, senza sbattere la porta come temeva la principessa , per cercare Anie.

'Che cosa ho fatto?. Perché era qui?' pensò Ella.

Appena Anie entrò nella stanza si sentì sollevata.

''Come stai?''le aveva stampato un dolce bacio sulla fronte.

''Meglio la febbre è scesa un pochino, ma perché era qui?'' chiese riferendosi a Roberth.

''Voleva starti accanto mentre stavi male, che bel gesto vero?'' Commentò la balia felice.

''Si un bel gesto, ma balia perché ci tieni così tanto che noi leghiamo?'' Chiese come se nulla fosse , notava quanto la balia desiderasse che loro si mettessero insieme di propria volontà.

''Semplice bambina mia, perché vi vedo bene insieme e penso che potrebbe renderti felice'' rispose con sicurezza, un'altro sorriso e alcune rughe che segnavano l'età, era la mamma che aveva sempre voluto. ''Ora meglio che riposi, Joseph è qui fuori se ti serve qualcosa'' finì col dire , per poi lasciarla sola in quella grande stanza.

Il re aveva liberato Lisa, dalle segrete, e si stava intrattenendo con lei nella sua stanza privata. Lisa era la sua prima concubina, ne aveva anche delle altre ma lei lo sapeva soddisfare meglio, lei era quella segreta , nessuno altro sapeva ,oltre loro due, cosa facevano.

''Sei così bella'' le diceva mentre l'accarezzava.

''Oh mio re così mi fate arrossire''rispondeva lei  sorridendo con malizia.

''Quando vorrei che quella stupida Regina morisse e questa volta per davvero. Hai fallito il tuo compito l'altra volta, eri accecata dalla rabbia devi essere lucida quando tenti di farla fuori''.                 La rimproverava dandogli delle pizze sul fondo schiena. Lei gemette di dolore.

''Scusatemi'' disse solamente mettendosi davanti a lui con le ginocchia per terra e la testa piegata in segno di rispetto e devozione.

''Alzati'' le ordinò e così fece .

Bussavano alla porta, sicuramente era un'altra cameriera o la Regina pensò il Re, ma si  sbagliava quando aprì la porta si trovò davanti un Roberth furibondo.

''Perdonate Maestà ci ha obbligati  a lasciarlo passare ci ha puntato la spada contro'' disse una delle due guardie, erano sconvolti e preoccupati della reazione del Re.

''fa niente'' disse loro congedandoli  per poi rivolgersi al figlio ''entra cosa vuoi?'' la sua rabbia per quell'interruzione nel pieno della sua attività lo stava mandando fuori di testa, aborriva ancora di più per il fatto che fosse stato Roberth ad interrompere il suo incontro con la cortigiana, lasciando in modo che scoprisse il segreto.

Mentalmente pregava che quella stolta meretrice si fosse nascosta a dovere.

''Ho saputo di Lisa spero che l'hai punita al dovere'' rispondeva entrando tranquillamente anche se furioso nella stanza.

''Ah si si , certo che l'ho punita a dovere, non voglio che succeda qualcosa alla mia adorabile cognata'' mentiva ma male molto male. Venne sovrastato  dalla stazza del figlio e finì con le spalle al muro. Il quale accecato dalla follia diede un forte pugno sopra la spalle del padre. Le nocche gli duolevano molto e qualche goccia di sangue cadde a terra ma non gli importava. Ciò che contava era far capire al re da chi doveva stare alla larga .

''Ascoltami bene padre. Voi lascere in pace Ella altrimenti ve la vedrete con me'' tuonò , non era una frase per spaventarlo ma per avvertilo di ciò che avrebbe fatto nel caso avesse di nuovo osato far qualsiasi cosa alla sua amata.

''Cerchi forse di intimidirmi? Perchè se è così hai appena fallito'' rise . Risate amare , fasulle , beffarde ,si liberararono  rimbombando  per tutta la stanza , facevano venire i brividi . Roberth cercava in tutti i modi di controllarsi.

''No voglio avvertirti '' rispose sicuro di se traffiggendolo con il suo sguardo.

Tolse il pugno dal muro liberando il padre dalla sua presa, lasciando che le sue risate si attutissero.

L'aria era fredda , da brividi , la cortigiana si era nascosta bene dietro un mobilio. Roberth usciva dalla stanza guardandosi attorno  la riconobbe subito dalla  chioma. Ma non disse nulla, era meglio stare zitti in quell'istante e lasciare che le cose si calmavano. Aveva capito per quale motivo quella cortigiana quella volta voleva di più , voleva che le raccontasse tutto per il re. Non era stupido ma in quel momento si sentì più sciocco che mai, per essere caduto in quella trappola , per avergli fornito delle informazione che poteva benissimo usare contro di lui.

Tornò indietro si nascose dietro una colonna del corridoio che conduceva alle camere private del re aspettando che quella puttana di corte uscisse.

Appena fu uscita la prese per un braccio spingendola contro il muro, gli mise una mano sulla bocca in modo che non potesse parlare o gridare.

''Ascoltami bene, te non farai nulla di ciò che mio padre ti ha detto , te ne starai buona o puoi pregare tutti gli dei dell'universo che   ti lasci di rimanere qui  a servio  e non ti cacci via o peggio che non ti uccida cone le mie stesse mani''. Tremava sotto il suo corpo , non l'aveva mai visto così i suoi occhi erano pieni di paura non riusciva a muoversi era come se l'avevano anestetizzata.

Solo in quel momento si rese conto di ciò che aveva fatto a quell'uomo.

Cominciò a piangere sotto il suo sguardo ma lui  la lasciò fare , niente consolamenti nulla di nulla. Gli levò la mano dalla bocca e quando lo fece uno sputo gli arrivò nell'occhio.

Scaricò di nuovo la sua rabbia su qualcuno e questa volta la vittima predestinata era lei , un'altro schiaffo in pieno volto la colpì , questa volta più forte di quello  dato qualche giorno prima, era stato così forte da farle sputare sangue.

La guardava piangere ed inginocchiarsi, ma non mosse un muscolo , godeva quasi nel vederla soffrire in quel modo. Era stata umiliata. I singhiozzi di dolore e rammarico riecheggiavano nell'aria.

Passarono altre guardie, due di loro  si avvicinarono  chiedendo cosa fosse successo. Il principe , in tutta riposta , si voltò di scatto verso di loro ''Nulla che vi debba interessare , aiutatela e poi portatela fuori dal castello '' impietrirono al suo sguardo ma non aggiunsero altro e fecero come detto.

La donna lasciò prima quel corridoio e dopo il castello, oltrepassò le mura con quel vestito ormai sporco di sangue e la sua piccola valigia dove aveva quei pochi indumenti che non erano da cameriera.

Arrivata oltre il cancello d'ingresso fuori dal piccolo boschetto  urlò '' Che tu sia maledetto nel peggiore dei modi principe Roberth, insieme a quella sgualdrina di Ella'' ricominciò a riversare lacrime ma questa volta di  liberazione e dopo aver finito di urlare  si sentì anche sollevata, non si pentì di averli maledetti anzi dovevano esserle anche grati per ciò che aveva fatto.

Nel frattempo Roberth era tornato nella sua stanza, precisamente nel suo bagno privato dove si lavò le mani e la faccia per scacciare via i pensieri, per poi farsi un bagno rilassante ne aveva davvero bisogno.

Non sentì che avevano bussato alla porta e nemmeno si accorse che Ella era entrata nella stanza cercando qualcosa, si era ricordata di una lettera che una volta la balia aveva ricevuto e la calligrafia assomigliava a quella del principe. Così cominciò a frugare tra le sue cose , per poi trovare uno scompartimento segreto tra i libri , all'interno di un libro vecchio e logoro c'erano tantissime lettere indirizzate a lui ed anonime, dove ognuna di esse, conteneva la stesse identiche cose : notizie su di lei.

Roberth rientrò nella sua stanza con un solo asciugamano intorno alla vita e trovò Ella vicino allo scaffale dove erano custoditi i suoi tesori più grandi : le lettere.

Imprecò tutti gli dei affinchè non ne avesse visto il contenuto di un qualsiasi libro.

''Cosa fai?'' le disse facendola sobbalzare all'istante, le cadde il libro dalle mani facendo cadere anche il contenuto che si sparpagliò sul pavimento.

Roberth si maledisse da solo questa volta.

''Esci vai via di qui ora!'' urlò spaventantola ancora di più.

''Ma io..'' cercò di ribattere. Si sentiva abbandonare dalle forze per il terrore.

''Esci!'' urlò ancora più deciso di prima.

Lei corse fuori dalla stanza, spaventata e con il cuore che batteva a mille.

Aveva capito alcune cose , la balia parlava da sempre alle sue spalle con il mandante dell'assassinio dei suoi genitori . Corse fino alla sua camera chiudendosi dentro a chiave.

Per fortuna che in quel momento nessuna guardia faceva la sorveglianza , se no avrebbe dovuto dare anche delle spiegazioni e non sapeva proprio cosa dire , si lasciò cadere sul letto per poi chiudere gli occhi per smettere di pensare.

Roberth invece stava cercando di calmarsi ma era terrorizzato  all'idea che  lei  aveva potuto scoprire molto più di quanto aveva  constato  con i propri occhi, i sensi di colpa gli strinsero il cuore  per averla trattata in quel modo.

Si rivestì alla svelta, per poi anche lui fare come aveva fatto Ella nella sua stanza, lasciarsi cadere sul letto e chiudere gli occhi per non pensare

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Era passata una settimana da quando Ella e Roberth si erano parlati  per l'ultima volta , dopo l'accaduto nessuno dei due voleva proferir parola. Le parole sembravano così inutili, inadatte. Per questo motivo avevano scelto un silenzio accompagnato dal non vedersi, per non rischiare di sprofondare uno negli occhi dell'altro. Questa settimana era servita ad entrambi per fare chiarezza sui loro sentimenti.

Ella si era resa conto di provare qualcosa di vero verso quel principe dall'aria strana. 

Roberth dal canto suo aveva sempre saputo di amarla, doveva far luce sul perchè non si ricordava , la balia non gli aveva raccontato nulla, per questo motivo aveva proposto alla donna di fare una passeggiata per il bosco, aveva scelto quel luogo appositamente per la discretezza di cui tanto vantava.

'' Scusate Anie se vi ho portata in questo posto'' iniziò col dire, mentre cominciavano ad entrare nella parte più fitta. Indossavano abiti adatti per l'occasione, la gonna di Anie non toccava per terra era poco più alta di qualche centimetro , mentre Roberth si era voluto mettere i suoi abiti per cavalcare.

Il bosco aveva un aspetto quasi tetro ma non inquietava terrore , il vento tra gli alberi sembrava voler parlare dire la sua preziosissima opinione, gli uccelli canticchiavano dolci melodie  che solleticavano l'udito.

''Tranquillo caro , il bosco lo adoro'' rispose Anie guardando l'effetto che avevano i raggi sulle foglie verdi, le rendevano brillanti.

''Perchè Ella non si ricorda nulla di me?'' chiese con tristezza.

''Mi sembra giunto il momento che tu sappia'' iniziò col dire la balia, i suoi occhi si fecero seri e la mente vagò al ricordo di quel terribile giorno.

'' Il padre l'aveva portata, contro la sua volontà a cavalcare. La pioggia batteva forte ovunque, sembrava che doveva rompere ogni cosa che si trovava sulla sua strada. Presero un brutto sentiero di montagna, la strada non era battuta a dovere , era sconsigliato passarci quando il sole non lo illuminava figuriamoci se pioveva come quel dì. Successe tutto in una manciata di secondi , cadde dal cavallo , cominciando a perdere sangue. Il trauma di quel giorno fu troppo forte da supportare, insieme a tutto ciò che affliggeva la sua vita, per questo la sua mente cancellò ogni ricordo prima di quell'incidente. Ha perso completamente la memoria su i  suoi primi 15 anni di vita''.

 Concluso il suo racconto la balia crollò a terra ,liberandosi in un pianto senza eguali. I suoi singhiozzi si confondevano con l'aumentare del vociare del vento.

Roberth la aiutò a rialzarsi, porgendole delicatamente un fazzoletto di tessuto.

Adesso comprendeva appieno i motivi per cui lei non si ricordava di lui, comprendeva il suo modo di trattarlo. 

Ora capiva un po' di più la bufera che si scatenava  in lei.

''perdonatemi se vi ho costretta a ricordare deve essere stata molto dura per voi'' le disse in tutta onestà.

La balia si era asciugata  le lacrime ma i suoi occhi erano rossi e gonfi per il dolore. 

''Non dite ancora nulla alla mia bambina, principe. Lei ancora non puo' sapere è troppo presto, deve diventare più forte per accettare tutto ciò che la sua perdita comporta'' era una richiesta nobile e sincera la sua. Era una richiesta per  proteggere la giovane, non era pronta per  ricevere in una sola volta tutta quella sofferenza dimenticata, nell'oblio della sua mente.

''Non dirò nulla avete la mia parola, rientriamo prima che il vento ci cacci'' rispose il principe , prendendo la donna,visibilmente stanca e provata da tutto ciò ,a braccetto.

Rientrati nel castello si diressero ognuno nella propria stanza.

Mentre Roberth camminava nel corridoio , vide Ella , aveva riacquistato colore stava bene. Il cuore del principe si riprese dalle notizie ottenute dalla balia.

''Ella. Ella aspetta !'' la chiamava con voce insistente prima che potesse chiudersi nella sua stanza, le corse incontro.

Lei si era fermata ad aspettarlo, era girata verso la porta, una mano sulla maniglia , pronta a scappare in caso servisse.

Si avvicinò a lei delicatamente , allungando una mano per posarla sulla sua spalla, lei fissava assorta la porta, per non pensare al brivido che la sua mano era riuscita a procurarle.

Lentamente poi si voltò verso di lui, lo guardava dritto negli occhi, notava come brillavano sotto la luce ambrata dei suoi. Era tutto così perfetto magico.

Avvicinò delicatamente il suo volto al suo , prima la baciò sulla guancia per poi darle un tenero bacio carico d'amore come una promessa.

Lei non si oppose assaporò ogni attimo di quel gesto colmandosi di emozioni splendenti su di loro, erano avvolti da passione, non carnale ma una forza più profonda che riscaldava tutto. Ad Ella quel castello non sembrò più così freddo anzi era diventato caldo accogliente. Ma quando quel bacio finì la magia creata si ruppe.

Lui aveva fatto un passo indietro, pensando che tutto ciò era sbagliato ma si ricredette quando lei con le gote arrossate  si era avvicinata distruggendo una volta per tutte quella straziante distanza.

''Voglio conoscerti davvero'' gli sussurrò piano nell'orecchio, lui per risponderle l'abbracciò forte sentendo il suo cuore che batteva come il suo.

Sapevano entrambi di dover far chiarezza sugli avvenimenti recenti. L'ora della verità stava arrivando, non potevano scappare ma se erano insieme ce l'avrebbero senza altro fatta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


''Roberth voglio tornare a Forneria, mi accompagneresti?'' chiese al ragazzo davanti , con una tale sicurezza che sembrava non essere sua. Roberth dopo tanto tempo riconobbe la ragazza che aveva incontrato anni a dietro con un sorriso da far sciogliere le rispose ''Ovunque tu voglia andare ti accompagnerò''.

Aveva accettato senza pensarci, sapeva che ora dovevano vedersela con il re e la regina.

Ella sembrò per un attimo leggergli dentro.

''Tranquillo, parlerò io con entrambi basta che tu sia al mio fianco'' disse guardandolo negli occhi per fargli capire che era certa di quel che stava facendo.

Lui si tranquillizzò e le sorrise, anche se rimaneva un po' preoccupato.

Si diressero alla sala del trono, dove re e regina stava seduti , i volti seri ma annoiati.

Entrarono presentati da una guardia.

Ella camminava fiera a testa alta, non sembrava la ragazza che era arrivata lì, per la prima volta si stava dimostrando chi veramente era. Una regina pronta a tutto per ciò in cui crede.

Roberth camminava a pochi passi dietro di lei, aveva qualche timore ma non lo dava a vedere.

Si pararono davanti a loro , il re fece un piccolo gesto della mano guardando Ella per invitarla a fare due passi avanti, come lei fece.

''Cosa vi porta in questa sala mia dolce ospite?'' chiese il re.

''Voglio fare una richiesta al re di Serafinos come regina di Forneria'' le sue parole fecero strabuzzare gli occhi a tutti i presenti , la regina fece una piccola risata poi cercò di ribattere ma venne bloccata da un cenno del re, che non ammetteva repliche.

''Allora prego regina ci esponga la sua richiesta'' era preoccupato da ciò che quella stolta poteva pretendere, impugnò la spada al suo fianco, le nocche si colarono di bianco i suoi denti si stringevano in una morsa.

''Semplice, voi mi farete rientrare nel mio paese dove da lì potrò governare , accompagnata da Roberth in modo tale che il popolo possa vedere la vostra influenza'' la sua voce era autoritaria. Vide la tensione del re sciogliersi e la regina sbiancare, non rideva più i suoi occhi si erano svuotati.

Il re allentò la prese sulla spada per poi parlare

''bene la vostra richiesta è stata accolta. Quando vorreste partire?'' 

''Domani all'alba voglio tutto pronto , nessun ritardo ci deve essere!'' era sicura di se, fin troppo , il suo sangue ribolliva , ribolliva di giustizia, di lealtà , il suo sangue ricordava . Mille immagini e volti si accavallavano ma niente era quello che cercava.

Roberth sentiva l'ansia dei suoi genitori e per la prima volta si rese conto che potevano provare anche loro qualcosa oltre alla rabbia, per la prima volta provavano paura.

Si girarono per uscire dalla sala , ma vennero fermati dal rumore di una spade che veniva sfoderata.

Roberth posò istintivamente la mano sulla sua e poi si girò di colpo , vedendo il padre che correva verso Ella, la quale si era abbassata e toglieva dalla cavigliera il pugnale.

I volti erano fermi di rabbia, la regina si era posata entrambe la mani sulla bocca gli occhi spalancati per lo stupore, un grido le si bloccò in gola.

Cercò di correre verso la porta ma fu fermata da Ella che le si parò davanti con il pugnale. I suoi occhi non erano inietti di sangue, era lucida sapeva bene a cosa stava andando in contro.

''Siete solo un bastardo , levati dalle scatole ed uscite o assaggerete la mia spada'' urlò il re, sputando della saliva di troppo dalla bocca.

''Non credo che potrò lasciarvelo fare''rispose Roberth intimandolo

Le guardie entrarono nella stanza accompagnate dalle proprie spade.

''Che Dio possa girarsi dall'altro lato e coprire il volto davanti a codesto orrore'' disse una guardia facendosi il segno della croce con le mani intente a tenere la spada.

''Il Dio caro guerriero non esiste!'' disse il re voltandosi.

La regina prese un bastone nascosto dietro alla tenda e lo puntò contro Ella.

''Siete solo una ragazzina , non avete esperienza'' il dolore attanagliava tutto, il sangue bruciava.

''Sarò anche giovane senza esperienza, ma non governerò con odio e fama di potere. Governerò secondo dei valori ben precisi'' le rispose. Muovendosi in quella danza di morte. Si strappò la lunga gonna del vestito per muoversi meglio mentre la regina era inciampata nel suo, senza sbattere ciglio, le sii avventò contro un braccio sopra il collo mentre l'altro libero pronto per trafiggere il cuore. 'Non serve uccidere per mostrare la propria forza ma a volte un sacrifico va fatto per une bene più grande' pensò mentre affondava il pugnale. Sentì la carne squarciarsi e il suono di una costola che si ruppe sotto al peso di quella lama fina . Il sangue viscoso, liquido, rosso , cominciava a sgorgare dalla ferita appena fatta. Un lacrima le scese sul viso mentre chiudeva gli occhi spaventati e vuoti della persona morente sotto il suo peso.

Un nodo di tristezza si attanagliò addosso al suo cuore ma non lo represse , lo lasciò lì per ricordarsi, anche nei giorni futuri, cosa vuol dire uccidere a mente ferma.

Con il pezzo di stoffa tagliato si pulì le mani sporche di sangue .

Si diresse vicino alla sua metà .

''Stai indietro Ella è una cosa che debbo fare da solo'' urlò Roberth, carico di rancore represso verso l'uomo che davanti a se sghignazzava. Lei si allontanò di pochi passi ma venne bloccata da due guardie senza armatura. Assestò un colpo nello stomaco della guardia alla sua destra, che si piegò in due per il dolore, mentre la guardia alla sua sinistra la strattonò ,tirandola per il braccio che le cominciò a dolere per la troppa forza utilizzata.

La guardia le bloccò le braccia portandogliele dietro la testa.

Urlava per il dolore, vedeva che la guardia godeva nel modo in cui la trattava, le aprì le gambe ferme con una sua gamba , incitandola poi a chinarsi sulle ginocchia.

Con un altra mano le tirò i lunghi capelli, assaporando la loro morbidezza.

Roberth guardava la scena mentre combatteva con il padre ,le lame echeggiavano accompagnavano ogni loro movimento. Il suo sguardo era segnato oltre che dalla rabbia anche dai sensi di colpa per ciò che Ella stava subendo. Preso da una rabbia folle , assestò un unico colpo riuscendo così infine a tagliare la testa al padre.Il sangue ricoprì tutta l'ombra di quel corpo inerme.Il volto del re era segnato dal disprezzo e da un ghigno di vittoria che per lui non arriverà mai.

Inghiottì la sua saliva e si parò di colpo dietro la guardia che prima che potesse far altro male alla ragazza, gli conficcò la lunga lama nella spalla che uscì anche dall'altro lato del suo corpo, poi con forza la tirò a se, scansandosi per evitare che il corpo gli cadeva addosso. Alcune gocce di sangue erano ricadute sul viso di Ella pietrificata dalla vista di quella lama che le si era parata improvvisamente davanti.

Roberth la aiutava ad alzarsi, la guardava attentamente mentre le toglieva il sangue viscoso da tutto il viso, si fecero un debole sorriso prima di cadere uno tra le braccia dell'altro.

Ascoltando il battere della vita e cercando di dimenticare l'odore metallico del sangue intrinseco di morte e malvagità.

Il silenzio calava portando con se tutto ciò successo in quella manciata di secondi, fuori il sole era calato, nella stanza entrava la dolce luna che cercava di far risalire gli animi perduti.

''Scusami'' sussurrava Ella con la testa nell'incavo del collo di Roberth, non le rispose la strinse solamente più forte mentre le lasciava dolci carezze sul capo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Alcune ore prima dell'accaduto:

''Roberth ti prego non fare questa pazzia''diceva la balia, presa dal panico e dalla preoccupazione. Il suo piano era una follia, un suicidio puro. Vi era solo una minima parte di riuscita.

''No non lascerò perdere. Bisogna farlo, voi partirete questa sera noi vi raggiungeremo tra quattro giorni al castello dei Forneria'' era sicuro di sé ,  fin troppo. Sentiva il  sangue fluire per la brama di rivendicazione verso una vita da  sopruso.

''Ma sono i tuoi genitori! '' ribattè la balia cercando di fargli cambiare idea.

 

''Non m' interessa ,mi voglio liberare di tutto il male che ho subito a causa loro, senza di loro per Ella  sarà tutto più facile. '' Dichiarò, pensando bene alle conseguenze che tra poco si sarebbero verificate.

La balia comprendeva a fondo i suoi sentimenti e tutto ciò che stava succedendo. ''Va bene caro, partirò oggi stesso per preparare tutto per il vostro arrivo''disse infine, buttandosi all'indietro sullo schienale della comoda poltrona.

''Grazie'' rispose Roberth facendo un caloroso sorriso di gratitudine. La balia gli sorrise di rimando.

''Fai attenzione''  gli disse alzandosi dalla poltrona per abbracciarlo forte. Sentiva che le cose stavano migliorando ed  il suo tempo per stargli accanto si stava esaurendo.

''Lo farò non temete, vi lascio preparare i vostri bagagli'' disse il principe facendo un piccolo cenno con la mano per poi uscire dalla camerata della balia.

Dopo l'uccisione dei sovrani:

''Guardie cercate in ogni angolo. I traditori non devono essere fuggiti lontano'' disse il capo della guardia reale mentre correva con la squadra verso il trono.

Altre guardie invece percorrevano il perimetro del castello. 

Le spade ben salde alle vite degli uomini, erano pronti a sguainarle appena li avessero trovati. 

Altre guardie invece, fedeli solamente al principe, le avevano sguainate cercando di rallentare la loro caccia ai 'Traditori' per dargli maggior possibilità di scappare.

Tutti gli uomini nel cortile sguainarono le armi, la battaglia stava per iniziare.

I loro volti erano deformati dalla paura di morire.

''Per il vecchio e defunto Re'' molti gridarono alzando nell'aria il metallo tagliente, fecero un movimento come a volerla tagliare, stava per iniziar a piovere, l'umidità avvolgeva tutto.

Molte nubi rendevano quel teatrino molto più triste e sanguinolento.

''Per proteggere il giusto'' dissero gli uomini legati al principe.

Gli uomini correvano gli uni verso gli altri, le spade trafiggevano la carne, rompevano le ossa, il sangue imbrattava tutto .

I corpi delle guardie, ormai defunte, venivano calpestate o da altri corpi morenti o da corpi vivi che cercavano una via di fuga.

L'odore  metallico si mischiava a quello dell'erba , alcune gocce d'acqua caddero dal cielo trasportando con se il disappunto di tale gesto.

Se vi era, qualcuno da incolpare allora la colpa ricadeva tutta sui i sovrani dei due regni. Avevano stretto patti che non dovevano,la profezia si sarebbe comunque avverata. Il destino dei regni era segnato per sempre e la morte di tutte quegli uomini ne era la prova.

Il combattimento era finito, nessun sopravvissuto, tutti erano spariti, caduti nella terra dei non vivi.  Le loro anime vorticavano in quel vortice di solitudine e disperazione, si erano sacrificati per i loro obbiettivi.

Il destino ora era tutto in mano ai due giovani che scappavano , correvano in quel bosco tetro, pieno di trappole create dai cacciatori di bestiame.

La pioggia bagnava i  loro  volti tristi  accompagnati dai respiri affannati,  dal grande sforzo.

''fermiamoci'' disse Ella  ansimando, non riusciva a respirare, si appoggiò con la  schiena contro il tronco di un grande albero. Osservava quel paesaggio tristemente.

Stavano su una collina da lì si potevano vedere le cataste di corpi, un unica macchia rossa ricopriva tutto, i corvi con il loro becco strappavano la carne che non era ricoperta dalle armature, gracchiavano , erano un intero stormo affamato e quello era il pasto più buono.

Roberth a quella vista si portò le mani sulla bocca per fermare l'acido che stava salendo, la scena era stomachevole.

Ella non lo vide in volto, perchè era alle sue spalle, ma ebbe come la sensazione che fosse turbato e che qualcosa  gli dava fastidio, si girò di colpo staccandosi dall'albero per posare una sua mano sulla spalle di lui ma fu bloccata dalla visuale, un grido strozzato le si bloccò in gola.

Si parò gli occhi con le mani.

Roberth sentiva la sua presenza dietro di se, senza pensarci si girò verso di lei, la prese per il polso, facendola sobbalzare. Ella inciampò, facendo un passo in avanti, finendo in questo  modo con la faccia sul petto caldo di Roberth, sentiva il suo cuore agitato, come il suo.

I loro corpi erano appiccicosi a causa dell'acqua, che ancora scendeva.

''Tranquilla'' le sussurrò mentre abbassava la sua testa, il suo mento sul suo capo, le sue braccia la tenevano stretta a sé, non voleva lasciarla ,sentiva che voleva liberarsi ma la strinse ancora più forte.

''Roberth.. non .. respiro'' ansimò, il suo respiro riscaldava il cuore gelido del ragazzo.

Si staccò malamente da lei.

''Scusa'' farfugliò, girando il capo nella direzione opposta alla sua, si sentiva le guance arrossire. 

Ultimamente stava avendo molti contatti con lei e questo non poteva che rallegrarlo ma, il suo lato timido e nascosto con lei a volte prendeva il sopravvento soprattutto in queste situazioni.

Anche lei arrossì , non era indifferente almeno non come un tempo, qualcosa in lei all'altezza del cuore si stava smuovendo troppo velocemente, il suo cuore ricordava ma la sua mente era bloccata, dove un tempo vi erano le sue braccia forti ora sentiva solo il gelo.

Cominciava a tirare anche un vento freddo, oltre che la pioggia batteva sempre uguale.

Ripresero la loro corsa , i rami caduti per terra sotto il loro peso si spezzarono producendo un flebile suono, non diedero retta a ciò che intorno a loro succedeva, non diedero ascolto all'ululare in lontananza  dei lupi.

Roberth si fermò di colpo.

''Ella guarda un riparo per la notte''disse indicando una vecchia casa abbandonata, fecero gli ultimi passi più veloci che potettero. 

Entrarono  nel piccolo edificio abbandonato, non si vedeva molto ma sul tavolo c'erano ancora delle vecchie candele.

Roberth rovistava nei cassetti di un armadietto a pochi passi dal tavolo.

''Ho trovato dei fiammiferi!'' esclamò mentre andava ad accendere le candele impolverate.

Starnutì un paio di volte  per l'eccesso di polvere nell'abitacolo. Ella cominciava a tremare per il freddo, batteva ripetutamente i denti e si sfregava le mani sulle braccia. Il vestito era estivo a tre quarti di manica. 

''Ella mettiti vicino al tavolo cerco di trovare della legna per il cammino ed una coperta. Stai lì vicino'' disse il ragazzo preoccupandosi di lei, quest'ultima annuì solamente.

La pioggia era passata da fina-fina che non dava  nessun disturbo ad essere un temporale con i fiocchi. Alcuni alberi si piegarono per il vento mentre l'acqua si creava i suoi fiumi in quel bosco. 

Ella si avvicinò alla sorgente luminosa, mise le sue mani a qualche centimetro dalla fiammella.

Roberth intanto era riuscito a trovare della legna in uno sgabuzzino, ne prese alcuni ciocchi e li portò nella stanza dove stava la ragazza,mise la legna nel cammino e accese il fuoco con l'aiuto della candela e un pezzo di carta che era sulla sogliola del cammino.

La legna era vecchia ed asciutta per questo si accese subito dopo.

Presero due sedie e si sedettero lì davanti, il fuoco bruciava era una bella sensazione di calore. Le sue fiamme erano vita. Incantati lo fissavano bruciare.

''Ella dobbiamo parlare'' disse mentre la guardava negli occhi, notò subito la sua sorpresa a quelle parole.

''Riguarda il tuo passato, so che non ricordi ma ci sono molte cose che devi sapere'' continuò cauto, la ragazza era sorpresa di tutto ciò ma capiva qualcosa,si ricordò delle lettere trovate nella sua stanza e di tutto il resto e poi apprese che lui sapeva, come la balia , cose che fino a quel momento non le erano date da conoscere ma il colpo non fu  così facile da mandare giù, un nodo alla gola le si era bloccato.Si sentiva come se avesse vissuto in un'illusione fino a quel momento, i vetri che separavano il passato dal presente stavano per essere infranti.

''Va bene continua'' disse facendo scendere quel groppo.

La guardò negli occhi e lesse sicurezza era pronta ad ascoltare un passato che era tutt'altro che rose e fiori. Nulla era ciò che si prestava ad essere.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Le fiamme ardevano, volevano avere voce propria in ciò che tra pochi attimi sarebbe successo. L'odore del legno che bruciava solleticava il loro olfatto.

Era tutto così dannatamente tranquillo. Il freddo stava sparendo, lasciando il suo tenero posto a quel calduccio accogliente.

Come ogni volta, la calma precede sempre una tempesta turbolenta, che travolge ogni cosa che incontra.

Roberth guardava assorto le fiamme,come se potessero bruciare quei pensieri che tanto lo attanagliavano.

Si chiedeva se era il momento giusto,se poteva evitare di rivelarle tutto adesso, se lei non era pronta? Diciamoci la verità: quando lo sarebbe stata?

Nessuna persona era mai pronta: a sentirsi dire, cose che non sapeva del suo passato, che avevano la facoltà di distruggerla.

Ella prese una mano del ragazzo al suo fianco e la mise tra le sue.

Un tepore gentile ,sentì l'altro sulla sua mano. La mano di lei era ancora gelata .

Si girò nella sua direzione guardandola , in quegli occhi dove le fiamme si specchiavano, vi lesse solo tanta sicurezza e voglia di sapere.

Prese un respiro profondo.

''Ella ora chiudi gli occhi'' Disse calmo, tirando fuori una polverina  ,dalla tasca dei pantaloni ,che gli aveva dato tanto tempo fa la balia.

Sulla fronte di Ella disegnò un cerchio intrinseco di: quella sostanza solida frammentata in minuscoli pezzettini.  Poi fece lo stesso gesto anche su se stesso.

La polverina non aveva odore, era solamente bianca luccicante.

I due giovani caddero in uno di quei sonni profondi.

Le loro anime si staccarono dal loro corpo, volteggiavano nell'aria, sorridendosi , abbracciandosi. Fino a quando un leggero vortice comparve , trasportandoli in un tempo passato. Lì, erano solo degli spettatori a dei ricordi passati.

''Roberth dove siamo?''.Chiese la ragazza guardandosi intorno spaesata.

''Dovremmo essere alla cerimonia'' iniziò col dire mentre si massaggiava la testa, come per cercare di ricordare qualcosa di non suo. ''Qui compi quindici anni''finì col dire mentre si avvicinava al centro della sala,accompagnato da Ella che lo teneva per mano.

Due invitati trapassarono i loro corpi da spettri. Erano un uomo e una donna che si prestavano a ballare,sentirono freddo fin nelle ossa. Fecero una breve smorfia ma poi dipinsero i loro volti, come tutti quelli nella grande sala, di un sorriso ampio ma falso.

''E' una sensazione strana'' commentò Ella sovrappensiero.

''Hai ragione '' rispose Roberth, stringendo un po' più forte la mano ,da fantasma,della ragazza.

I lampadari di cristallo illuminavano tutto con una grande luce splendente, gli ospiti smisero di ballare, la musica cessò,un grande silenzio si udiva.

La cerimonia si prestava ad iniziare, Perchè la giovane Ella percorreva con passo costante ed un andatura fiduciosa , quel sentiero tra gli ospiti che si era aperto. Si posizionò al centro della sala, dove la lei del futuro la guardava: cercando di imprimere per sempre quel ricordo.

L'attesa le stava distruggendo, tutte e due, si torturavano le mani con fare disinvolto , per non dare nell'occhio, considerando che era una cosa poco regale, specialmente in pubblico.

I loro genitori percorrevano la sala molto felici di vedere il proprio futuro, tra le mani sorreggevano un cuscinetto, bordeaux con dei ricami in oro, con sopra una corona in cristalli.

La storia di questa casata racconta che: La corona di cristalli la più bella, sia anche la più pericolosa. Essa è in grado di molteplici cose , tra cui : riconosce una regina con valori giusti da una semplice o con valori del tutto sbagliati. 

Se da essa proviene una luce bianca la regina è giusta e grandi cose farà, se non risplende è una regina comune, ma se la luce è nera allora morte e distruzione saranno le uniche cose che si verificheranno.

La regina giusta si incarna solo quando le cose non procedono bene, il suo potere è strabiliante ma pauroso. 

La regina nera, per il momento è nata una sola volta, d'allora il suo spirito è sigillato da una guardiana.

La ragazza di quel passato, dopo l'arrivo dei suoi di fronte a lei, chinò il capo accogliendo così sulla sua testa la corona ed il suo destino.

La corona dopo essere stata posizionata cominciò a brillare di una luce bianca che accecò gli occhi di tutti.

Sussurri si innalzarono nell'aria, facce stupite, perplesse ma anche di pura paura.

''Roberth'' disse Ella flebilmente  notando quella scena, stava succedendo qualcosa di inspiegabile per lei.

''Non distogliere lo sguardo guarda, sei forte abbastanza per questo ed è molto importante questa cosa''disse poggiandole un braccio dietro le spalle stringendola a se.

La fanciulla, si tolse immediatamente la corona posandola sul cuscino per terra, che era caduto tra le mani dei suoi genitori. In quella stanza vi erano solo i nobili i servi non potevano starci durante quella cerimonia. 

Un nobile vecchio e baffuto urlò:'' Ella non deve governare!''.

Molte grida di consenso ed applausi rimbombarono nell'aria.

Lei si strinse le braccia, abbassò il capo.

I suoi non fecero nulla, osservavano solo. Le loro facce erano pietrificate in paura e sgomento.Sembra che non respiravano ma nessuno vi fece caso.

Alla Ella del presente scese un lacrima, fredda, che fu raccolta da un pollice dal tocco  gentile appartenente all'uomo accanto a lei. 

La corona iniziò nuovamente a brillare, ma questa volta la luce era soffusa e rossastra, uscì una signora anziana. 

Un volto gentile, dolce con le rughe dell'età, i suoi occhi erano opachi , indossava una semplice veste.

Alla vista di quella donna tutti nella sala indietreggiarono finendo contro i muri. Ella invece alzò lo sguardo , la guardava chiedendosi chi era, la cosa non la spaventava come al resto della folla.

''Chi siete?'' chiese il padre tuonando, puntando il dito contro la donna, la quale fece un piccolo inchino per poi parlare.

''Io sono lo spirito che protegge la corona, mantengo gli equilibri e rivelo le profezie'' cominciò a spiegare poi si volto verso la giovane che era spaesata.

''Voi cara, siete l'ultima regina, l'ultima di questo ciclo.In voi si sono incarnati i valori giusti, voi farete grandi cose, che la nobiltà non approverà mai. La vostra esistenza sarà una continua battaglia. Il vostro destino è questo. Con voi la nobiltà finirà'' disse infine la vecchia, la sua voce era stata soggiogante. 

''Roberth tutto questo è per caso un brutto sogno?''disse Ella dandosi un pizzicotto sul braccio, cercando di risvegliarsi da quella trance.

''No . Questa è la tua vecchia realtà e la tua profezia'' 

La se più giovane svenne di colpo a tali parole, sbattendo la testa contro quel pavimento freddo come l'atmosfera che c'era lì.

 I nobili uscirono anche indignati oltretutto. Non gli interessava delle sorti della ragazza, l'unica cosa ad interessargli era la  loro fine.

I genitori presero la figlia e la portarono nella sua stanza. Adagiandola sulla comoda stoffa le diedero una dolce carezza prima di varcare la soglia della stanze e fare il loro dovere verso i nobili.

Tutto, nella stanza dove la fanciulla dormiva,divenne: triste, freddo, solitario. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3157741