Noi siamo la nostra casa

di strongenough
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Noi siamo la nostra casa! ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***



Capitolo 1
*** Noi siamo la nostra casa! ***


-Dobbiamo per forza tornarci?-. La voce di Oliver le arriva cristallina e straordinariamente serena. Oserebbe dire felice se non avesse il terrore che tutto possa svanire da un momento all'altro. Felicity si dirige verso la camera da letto di quella casa sulla spiaggia, diventata ormai il loro covo da più di due mesi. Si ferma all'istante ad osservarlo,come se stesse osservando il più bello degli spettacoli. Uno di quegli spettacoli che ti resta incollato addosso, ti sciocca e ti lascia senza respiro. Lui. Sdraiato sul loro letto enorme, coperto a malapena dal lenzuolo bianco impregnato ancora del suo profumo. -Si,mister Queen,dobbiamo tornarci!-
-E se ti dicessi che ho intenzione di restare in questa casa,con te,per il resto della mia vita?-. E la fa sorridere,e sono quei sorrisi che appartengono solo a loro, e sono straordinari. Poi lentamente sale sul letto, e gattona sensuale verso di lui,che è come paralizzato da tanta perfezione. 
-Io ti direi che i tuoi rapporti con John già fanno schifo,per via del tuo doppio o triplo gioco e non presentarsi al battesimo di sua figlia non sarebbe di grande aiuto,lo sai?-. E ora è ad un passo dal viso di lui, e strofina delicatamente il suo naso contro quello di lui,come due bambini semplicemente felici. -Credevo non mi avrebbe invitato in realtà!-
-Sei il mio più uno...in realtà!-. Dice divertita, per poi mordere il labbro di lui,con tutta la tenerezza capace di avere solo lei. -Sono seria, Oliver...dobbiamo esserci!-. Sussurra sulle sue labbra, seria.
-Lo so e una parte di me non vede l'ora di vedere tutti,soprattutto John e Thea,ma una parte di me vorrebbe semplicemente restare qui con te...-. Dice,afferrandola tra le braccia e stringendo più forte. -È tutto perfetto qui con te!-
-Quando arriveremo a Starling City e sentirai la mancanza di questo posto,di casa nostra, ti basterà voltarti e io sarò li.-
-Lo sai che una volta ritornati non torneremo più qui?-. Lei resta in silenzio, poi respira a fondo e si volta verso di lui per fissare i suoi occhi profondi km l'oceano. Sorride. Lo fa spesso ormai. È la sua abitudine preferita. -Credo che Starling City sia la nostra casa, Oliver. È stato bello,  anzi straordinario, rifugiarci qui, lontano dal mondo,ma non possiamo fingere che tutto il resto non esista più. Siamo venuti qui perché avevi bisogno di riscoprire qualcosa in più del nuovo te e credo che tu ci sia riuscito. Io ho sempre saputo chi fossi e credo che lo sappia anche tu adesso.-
-Grazie a te!-. Si tuffa sulle labbra di lei, e se ne impossessa con una foga ormai conosciuta ad entrambi. -Ho solo paura che tornare li rovinerà tutto!-
-Ehi...-. Felicity afferra il viso di Oliver tra le mani, con una dolcezza disarmante. -Ho lottato per tre anni per avere questo...io e te, un'unica cosa,quindi non permetterò a niente e nessuno di distruggerci. Mai!-. Oliver la osserva affascinato,come se stesse osservando una specie rara. 
-Promettimi che non smetteremo di farlo?-. Lei resta muta a fissarlo, senza capire.
-Cosa?-
-Non smetterai di mugolare la mattina quando allungò il mio braccio e ti tiro a me...-. Lei sorride, divertita. -Il tuo braccio è pesante!-. Dice, sorridendo.
-Non smetteremo di fare la doccia insieme al risveglio, non smetterai di fissarmi mentre mi alleno al mattino...non passeremo una notte lontani! Puoi promettermelo?-
-Oliver Jonas Queen,io prometto di fissarti come una stalker ogni volta che contrai i tuoi muscoli, sudato e straordinariamente sexy, prometto di non farti aspettare da solo in doccia al risveglio...prometto che ti aspetterò ogni notte,tra le coperte, nuda!-. E le ultime parole fuoriescono dalle sue labbra con un suono così sensuale che Oliver non riesce a trattenere un gemito. Dio quanto la ama. -Cosa mi ha fatto, signorina Smoak?-
-L'ho fatta innamorare, signor Queen!-. E lo bacia, e lui la ama ancora di più quando lo fa all'improvviso. Ha quel sapore di mare e di gelsomino. È il sapore più buono del mondo.
-C'è un piccolo problema però...-. Mormora lei sulle sue labbra.
-Quale?-
-Il tramonto... Dio quello è il momento migliore della giornata, Oliver! Vederti seduto su quella sedia a dondolo con il tuo bicchiere di vino, con il sole che ti illumina il viso e l'odore dell'oceano, quella è la parte migliore della giornata. Non posso perdere questo!-. E lei non glielo aveva mai detto, e a lui fa un effetto strano sentirlo. È lei. Lo è sempre stata. La sua anima gemella, e lui è la sua. Adesso lo sa, non è mai stato certo di nient'altro come di questo in realtà.
-Ho dato una caparra al signor Gordon, questa casa è nostra, Felicity!-. 
-Tu...cosa?-. Felicity si muove agitata per sistemarsi meglio al fianco di lui. -Hai fatto questo per me?-. E non riesce a crederlo. Lui annuisce e sposta una ciocca ribelle dal viso di lei.
-Sono disposto a fare qualsiasi cosa per te!-. Dice, sfiorando le labbra di lei con le sue. -Questa è diventata la nostra casa, le nostre doccie al mattino e i nostri caffè...i nostri tramonti! Non ho intenzione di perdere tutto. Sto vivendo il periodo migliore della mia vita...con te!-
-Come hai fatto con i soldi?-
-Avevo dei risparmi...e non dimenticarti che ho una sorella milionaria!-. Sorride, afferrando il viso di Felicity e baciandola con trasporto. Lei sorride sulla sua bocca. -Come è possibile che ti amo ogni giorno di più, mister Queen?-. Mormora lei, lasciando piccoli baci umidi sulle labbra di lui.
-Adesso riesco solo a pensare che stavo per rinunciare a tutto questo!-
-Grazie...-. Sussurra lei, e quelle lacrime che le pizzicano agli angoli degli occhi sono così dannatamente prepotenti. -Per non aver rinunciato!-
-Come avrei potuto? Io ti amo, Felicity Megan Smoak!-
-Allora posso convincerti ad alzarti da questo letto e fare le valige?-. Ride di gusto lei, baciandolo piano. Lui scuote il capo in segno di resa, poi la afferra tra le braccia e si dirige verso il bagno.
-Prima però abbiamo una doccia in sospeso!-. E non esiste niente di più perfetto di questo.
Loro due. Finalmente. Indissolubilmente uniti. 
Ed ha un sapore buonissimo la felicità. 


Salve a tutti! La fine di questa stagione di arrow è stata perfetta e l'inizio della quarta è davvero, davvero troppo lontano, quindi ho deciso di ingannare il tempo immaginando piccoli momenti della loro vita insieme. Spero vi sia piaciuta questa one shot e spero di avervi trasmesso quello che sento io ogni volta che scrivo! E spero di non essere stata smielata o banale!
Fatemi sapere cosa ne pensate! 😉

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Capitolo 2
*** 2. ***


-Starling City...-. Sussurra Felicity tra se, mentre Oliver trattiene il respiro nervoso e lei se ne accorge. Si accorge di tutto ormai,in realtà lo ha sempre fatto con lui. -Stai bene?-. Domanda lei, ma già conosce la risposta. -Sono successe così tante cose qui...-
-Già!-. Ed è delusa. Non vorrebbe esserlo ma non riesce a non farlo. Non riesce a non pensare a come ogni cosa di questo posto rappresenti per lui un dolore indescrivibile e si, è delusa perché Starling City non è solo quello. Non lo è mai stato.
-A cosa pensi?-. E anche lui nota tutto di lei.
-Tornare qui ti fa male e io non permetterò mai più a niente e nessuno di farti male!-. Dice, respirando piano. Lui si volta verso di lei, e non riesce a non amarla. -È solo che per me è diverso, Oliver. Quella mattina di tre anni fa sei entrato nel mio ufficio, con quella ridicola scusa, e io ho iniziato a farfugliare qualcosa di insensato e tu hai inclinato la testa e hai sorriso. Lo fai spesso, lo sai? Inclini la testa e sorridi quando inizio a balbettare come un idiota!-. E quasi se ne vergogna, ma non lui. Lui la ama di più per questo. -Quella mattina è stata la prima volta in cui mi sono sentita a casa. Starling City è diventata la mia casa perché era anche la tua!-. E lui non riesce neanche a parlare. Nessuno gli aveva mai detto nulla del genere, lui non era mai stato così importante per qualcuno. Afferra la mano di lei e se la porta alle labbra lentamente,per poi lasciarle un tenero bacio sulle nocche quasi bianche per come stringono la mano di lui.
-Non me lo avevi mai detto!-. Dice lui, alzando gli occhi su di lei.
-Crede di sapere tutto di me, signor Queen?-. Chiede lei, maliziosa, mentre si spinge verso di lui ammiccando. Oliver afferra i suoi fianchi con forza e la trascina a se. Ama sentire quel contatto, in realtà lo manda in estasi quel contatto. 
-Vuoi sapere cos'è che so?-. Sussurra mentre le bacia il collo con un ritmo dannatamente lento, e  straordinario erotico. -So che ho un maledetto bisogno di fare l'amore con te! Adesso!-
-Dio, credevo fossi l'unica a morire dalla voglia!-. È il suo tono liberatorio lo fa scoppiare in una risata così cristallina e pulita che a lei vengono i brividi.
-Ecco!-. Continua lei, accarezzando il viso di Oliver. -È questo che Starling City ha bisogno di sentire. La tua risata, Oliver!- 
-Ci sei tu per questo...ci sei sempre stata tu per questo!-. E non riesce a non abbracciarla, e la stringe così forte che quasi teme di spezzarla. Se solo sapesse che è l'unico modo per tenere insieme tutti i pezzi invece. -Adesso però scendiamo da questa macchina ed entriamo nel tuo appartamento! Credo di aver superato il tempo massimo senza toccarti!-
-Mi stai toccando ora!-
-Non è questo che intendo!-. E lei non gli lascia dire nient'altro.

Neanche si ricorda come ha aperto la porta Felicity. Sente solo le mani di Oliver sul suo corpo, e il freddo cotone delle lenzuola contro la sua schiena. Non sa il momento preciso in cui i suoi vestiti hanno trovato asilo sul pavimento, sa solo che il sapore di Oliver sulla sua bocca è il gusto più afrodisiaco che esista. Sente la lingua di lui muoversi sul suo ventre e scivolare più giù. Piccoli morsi sulle sue cosce fino ad arrivare al frutto proibito. E Oliver ama quel frutto, ne è quasi ossessionato in realtà. Da quando hanno iniziato a dormire insieme, lui non riesce a farne a meno. 
La sua lingua non riesce a farne a meno. Mentre il corpo di lei si muove sotto la sua presa in preda ad un piacere troppo intenso per persone comuni. Ma non per loro. Gli spasmi del suo corpo la fanno implorare il nome di lui. Una, due, tre volte. Fino a quando le labbra di lui abbandonano la sua intimità e raggiungono quelle di lei. Un bacio al sapore di lei, dolce e intenso. Straordinariamente buono. -Sto diventato dipendente a questo!-. Mormora ora lui sulle labbra di lei, che sorride e cerca di calmare il suo corpo ancora in preda al piacere.
-Questo è un problema?-. Domanda fissando gli occhi di lui, che scuote la testa divertito. Poi in un solo istante è dentro di lei, e dannazione ne è davvero dipendente. Sente le pareti di lei stringersi intorno alla sua intimità, ormai irrimediabilmente tesa e forte. Prima lenti stoccate, poi sempre più veloci e violente. E non esiste niente di più perfetto. Ad ogni colpo, suoni gutturali fuoriescono dalle labbra di Oliver, che ha preso il viso di lei tra le mani e continua a spingere con più vigore, mentre lei non ha mai smesso di guardarlo. È sempre stata abituata a tenere gli occhi chiusi quando faceva l'amore con un uomo, ma non con lui. Con lui è tutto diverso. Ha bisogno di guardarlo, di osservare ogni movimento del suo petto che si rigonfia, o delle sue labbra che si contraggono ad ogni colpo. Ha bisogno di sentire tutto e lui le fa sentire tutto. Dannazione se lo fa!
-Oliver...-. Mormora lei e sa benissimo che effetto ha su di lui. Sentire il suo nome soffiato appena lo manda in estasi. -Sei con me?-. Le domanda lei e la sua voce non gli permette neanche di pensare. E lei lo sa, conosce tutto di lui, a memoria ormai. Oliver continua a spingersi dentro di lei come se nient'altro avesse importanza e non ce l'ha. Non ora.
-Fel...-. E non riesce a finire il suo nome, il piacere di entrambi esplode e li trascina in un vortice dal quale non sono neanche sicuri di poter uscire, non che lo vogliano.
È il momento migliore quello. Quando sentono il loro piacere scorrere attraverso il loro corpo, quando il seme di lui la riempie, caldo e invadente, mentre il piacere di lei ancora le scuote il corpo.
Non esiste niente di più perfetto. No.

-Dicevi riguardo alla dipendenza?-. Domanda lei, accoccolata tra le sue braccia.
-Non riesco a farne a meno. Come faccio se non riesco a farne a meno adesso?-. La stringe più forte, e ci sta pensando davvero. -Questo posto ci ha allontanato troppe volte!-
-La prima cosa che faremo sarà andare al loft di tua sorella, prendere tutta la tua roba e portarla da me.-. Ed è straordinariamente serena mentre lo dice.
-Stai dicendo che dovremmo vivere insieme?-. È quasi non gli sembra possibile.
-Abbiamo vissuto insieme per tutti questi mesi, cosa ti fa pensare che sia possibile smettere?-
-Non l'ho mai pensato!-
-Perfetto!-. Sorride lei, accarezzando le sue braccia avvolte intorno al suo ventre. -Perché la prossima cosa che faremo sarà fare una sorpresa agli altri al loro covo!-
-Di quale covo stai parlando? Il nostro covo non esiste più...-
-Sto parlando del loro covo, Oliver...non quello di arrow.-
-Come pensi di trovarlo?-. Le domanda e se ne pente l'istante stesso, lei si volta verso di lui, con un'espressione infastidita. -Continuo a domandarmi cosa devo fare per farti capire di cosa sono capace!-. Alza le sopracciglia, e lui sorride. Ed è inevitabile.
-O forse dimentichi che sono io che ha installato ogni tipo di software per aiutare ogni tipo di eroe in città?-. Chiede lei, senza smettere di stringere le braccia di lui.
-Credevo fossi interessata ad un solo eroe in città!-
-E io credevo di avertelo dimostrato, ogni notte...-
-E ogni risveglio, per non parlare dei tramonti o delle sere!-
-Smettila...-. Mormora lei, imbarazzata, come se qualcuno potesse ascoltarli. -Sai che dobbiamo farlo, Oliver?-. Lui affonda il viso tra i suoi capelli e mugola qualcosa di incomprensibile, poi sorride. -Lo so!-
-Quando saremo li, potresti pentirti della decisione che hai preso.-
-Ehi...-. Oliver si posiziona meglio per guardare il viso di lei, poi lo afferra con una dolcezza disarmante. -Io non mi pentirò mai della mia decisione! Ho scelto te e non me ne pentirò mai!-
-Vorrei solo che facessi quello che ti rende felice, Oliver.-
-Ancora non lo capisci?-. Domanda lui, poi posa le sue labbra si quelle di lei, e lascia che la sua lingua si insinui nella bocca di lei e danzi con la sua, come se non avessero fatto altro per tutta la vita. -Tu mi rendi felice!-. E non c'è nient'altro da dire. 

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


-Quindi il loro nuovo covo è in realtà la mia seconda base?-. Domanda Oliver, mentre si fa largo nel vicolo che porta alla nuova base. Lei scuote il capo, divertita.
-Il tuo è un modo per dire che i nostri amici sono poco originali?-
-È solo che credevo avessero cancellato ogni traccia di me.-. E  il solo dirlo lo fa sentire strano, stranamente inquieto in realtà. Lei si ferma di scatto, poi afferra il suo braccio e lo tira a sé, piano.
-Nessuno ha mai voluto cancellarti, Oliver! Non lo faranno mai. Hai fatto degli errori, hai ferito delle persone...beh, hai ferito John e so che è a lui che stai pensando in questo momento. Ma sei stato importante nelle vite di tutti per così tanto tempo e non si cancella chi é stato importante!-
-Ho messo in pericolo sua moglie e sua figlia, Felicity! E adesso capisco quanto sia stata azzardata e sbagliata quella mossa. Come potrà mai perdonarmi? Se ti succedesse qualcosa, io non perdonerei nessuno, neanche lui!-. E lo sa. Lui non potrebbe vivere senza di lei.
-Non avresti mai permesso che succedesse qualcosa a Lyla e questo John lo sa.-
-Come fai ad esserne così sicura?-. Felicity sorride, poi avvicina le labbra all'orecchio di lui e sussurra delicatamente. -Potrei avere una spia tra loro!-. Poi si avvicina alle sue labbra e lo bacia così dolcemente che un brivido percorre la schiena di lui, che resta immobile a fissare il viso di lei che si è allontanato piano. -Sei pronto per urlare "sorpresa"?-. Sussurra, serena. E non gli lascia il tempo di rispondere. Lo trascina con forza, e apre la porta del nuovo covo. Lo stesso codice. Niente è cambiato davvero, e Oliver ne è stupito.
Il rumore dei loro passi attira l'attenzione di tutti, che si voltano d'istinto. E  Oliver è capace di leggere gli sguardi di ogni singola persona in quella stanza. La serenità di Laurel. Il risentimento di John. E poi c'è lei, la sua sorellina. Ed è così diverso il suo sguardo, sembra quasi felice. E lui non fa in tempo a dire una parola, che Thea gli si fionda al collo e gli sussurra all'orecchio. 
-Ce l'avete fatta!-. Oliver la stringe con forza, poi si volta verso Felicity e in un istante è tutto chiaro.
-Tu sei la sua spia!-. Dice, allontanando di poco sua sorella per guardarla negli occhi.
-Io preferisco definirmi cognata in realtà...ma anche spia non è male.-. Dice Thea, divertita, per poi afferrare Felicity tra le braccia e stringerla più forte.
-Voi vi siete tenute in contatto per tutto il tempo?-. Domanda un Oliver incredulo.
-È iniziato tutto quando l'ho chiamata per ringraziarla...per averti reso felice e da quella volta non è passato un giorno senza che ci sentissimo!-. Racconta Thea, straordinariamente tranquilla. Oliver si volta verso Felicity con aria interrogativa.
-Io sono stato con te tutto il tempo...come ho fatto a non accorgermene?-
-Ho i miei trucchi, mister Queen!-. Lo prende in giro lei. Poi si volta verso Laurel e le sorride, tranquilla. -Sono felice di vedervi ragazzi!-. E il tono di Laurel è sincero. Lei lo è mentre abbraccia Felicity e Oliver, e sembra non esserci stato nessun passato. Come se ci fossero stati sempre solo loro due e Laurel lo ha capito adesso. Sorride di più, ed è bellissima quando sorride.
-Siete tornati per restare?-. La voce fredda di John interrompe quel momento di apparente calma.
Felicity si volta verso di lui e respira lentamente. Ecco. Questa è la parte più difficile. E non c'è bisogno di dire nulla, Thea e Laurel si allontanano in silenzio, uscendo dal covo e restano solo loro tre. Esattamente come tutto è iniziato.
-Siamo tornati per il battesimo di Sara...-. Cerca di parlare Felicity.
-E siamo tornati per restare.-. Continua Oliver, cercando lo sguardo dell'amico.
-Potevate mandare un biglietto di auguri come tutti gli altri!-. Dannazione John, è davvero difficile con te. È questo che continua a pensare Felicity, mentre osserva il nervosismo di Oliver imperlarli la fronte. -Sul serio John?-. E lo fa. Si arrabbia. Lo sfida. Come è capace di fare solo lei.
-È davvero così che andrà tra di noi adesso?-. Domanda, esausta.
-Felicity...io sono felice per voi, sul serio...-
-Si già, questo lo hai già detto, ma hai deciso di evitarci per tutti questi mesi comunque!-. Ed è arrabbiata. Oliver si avvicina a lei, e le afferra la mano, con una dolcezza che non sapeva di avere. John osserva quel gesto, e osserva lui, così diverso.
-Siamo tornati adesso...e uno dei motivi per cui abbiamo preso questa decisione sei tu!-. Mormora Oliver, cercando di calmare la furia della sua donna.
-Credi che questo cambi qualcosa? Credi che presentarsi al battesimo di mia figlia e abbandonare la vostra vita da sogno cambi qualcosa?-
-Credo sia il mio primo tentativo per farmi perdonare da te! Lasciami provare...-. E le sue parole zittiscono John, e Dio solo sa quanto è difficile a volte farlo tacere. Ma Oliver lo stupisce. Beh, il nuovo Oliver lo fa. Scuote la testa poi fa pochi passi verso Oliver e gli tende la mano, e fa una fatica assurda. Ma l'amico non aspettava altro, l'afferra con forza e per ora gli basta.
-Potrei lasciarti provare!-. E già, fa una fatica assurda. Poi si avvicina a lei e la stringe tra le braccia, le è mancato così tanto quello scricciolo biondo.
-Siete abbronzati! Quella casa al mare vi fa bene...-. Lei resta in silenzio ad osservarlo, poi scuote il capo. -Thea...non è vero?-
-Il fatto che fossi arrabbiato non mi impediva di chiedere km ve la stesse passando!-. E riesce a sorridere. Quanto ha desiderato Oliver rivedere quel sorriso. Poi il cellulare di Felicity squilla e interrompe quel l'atmosfera surrealmente tranquilla.
-Pronto?... Si, sono io! Come? No, non è possibile! Ok, sarò li a minuti!-. Oliver di avvicina a lei, con aria interrogativa. -Che succede?-
-Mi hanno chiamato dalla Palmer Technologie. C'è stato un incidente, credo un'enorme esplosione negli uffici di Ray e non mi hanno voluto dire il motivo per il quale stanno convocando me!-. Dice, nervosa, poi si volta verso John. -Come facevo a non sapere dell'incidente? È successo qualcosa a Ray? John?-
-Ecco...è proprio di questo che volevo parlarvi!-. E quel tono non le è mai piaciuto. -C'è stata un'esplosione il giorno in cui siete partiti. È stato Ray a provocarla mente stava ultimando alcune modifiche alla sua tuta. È esploso l'intero piano dell'edificio.-
-Ray? Era lì dentro? Lui è...-
-No! No, Felicity...Ray sta bene, per quanto possa stare bene un uomo ormai geneticamente modificato!-. Felicity continua a fissarlo, sconvolta.
-Come scusa?-. Domanda, incredula.
-Quell'esplosione non lo ha ucciso...i naniti che conteneva la sua tuta lo hanno protetto e gli hanno donato anche un potere, non so bene se chiamarlo super potere in realtà...-
-John! Arriva al punto!-
-È in grado di rimpicciolirsi!-. E lo dice tutto d'un fiato, così magari sembra più credibile.
-È in grado di fare cosa?!-. Credibile un corno.
-Si, letteralmente rimpicciolirsi! Diventa minuscolo, Felicity! Davvero molto piccolo!-. Oliver non riesce a trattenere una risata, e credo che la felicità lo faccia risultare a volte inopportuno. Ma non riesce a non ridere mentre osserva Diggle cercare di sembrare credibile.
-E tu lo trovi divertente?-. Le domanda lei, e sa bene che un po' lo è.
-Beh...tralasciando la questione dell'incidente e del fatto che ha rischiato di morire, si, lo trovo divertente! Insomma il fatto che il tuo ex si rimpicciolisca aiuta non di poco il mio ego!-. John si volta verso di lui, con aria perplessa. -Sei davvero tu? Oliver?-. Oliver lo osserva immobile senza capire. -Era davvero una battuta quella? E una risata?-. Il ragazzo lancia uno sguardo perplesso a John, poi sorride. -Tu non eri arrabbiato con me?-
-Stiamo facendo dell'ironia su quello che è successo tra noi? Siamo a questo punto?-
-Ehi!-. Felicity richiama l'attenzione dei due ragazzi, con quel tono autoritario che ha sempre fatto eccitare Oliver, ma questo non è il momento giusto. -Possiamo ritornare al mio ex coinvolto in un'esplosione e diventato... Dio, non riesco a dirlo...minuscolo?!-
-Immagina me quando l'ho visto! Stavo per abituarmi alla super velocità di Barry e ora questo!-
-Perché nessuno me l'ha detto? Perché Ray non me l'ha detto?-
-Non voleva rovinarvi il viaggio. Sapeva che saresti tornata per assicurarti che stesse bene e non voleva che tu lo facessi. Mi ha detto di dirti che sta bene e che si è unito ad una nuova lega di supereroi, roba forte. E mi ha detto di dirti che ha trovato il suo posto!-
-Perfetto!-. Mormora lei, più a se stessa che ai due. -Faccio davvero quest'effetto? Tutti gli uomini che si sono interessati a me, finiscono per essere colpiti da un incidente mortale e sviluppare super poteri?-. Oliver si guarda intorno, poi si gratta il capo, nervoso.
-Devo considerarmi l'eccezione?-. Domanda, perplesso.
-Io ti amo e credo che questo ti abbia preservato da questo destino!-. E John é sconvolto dalla naturalezza con cui lei lo dice. È straordinaria.
-Già! Anche a me fa ancora quell'effetto!-. Sussurra Oliver a John, mentre lei continua a camminare per la stanza, agitata.
Non smetterà mai di fargli quell'effetto.  

-Ehi.-. Oliver è seduto sul divano di casa di Felicity e la osserva varcare la porta. Come fa ad essere così bella anche dopo una giornata come quella? -Allora perché ti hanno convocato alla Palmer Technologie?-. Domanda, curioso. Ma lei non ha intenzione di rispondere, non ora.
Si spoglia del cappotto e di quelle chanel infernali e si pone a cavalcioni su di lui.
-Solo...baciami!-. Mormora sulle labbra di lui, che non se lo fa ripetere due volte. Si impossessa della sua bocca, della sua lingua, dei suoi respiri. Hanno aspettato una giornata intera per questo.
-Thea ci ha invitato a cena nel suo loft!-. Cerca di parlare lui, mentre continua ad avere il corpo di Felicity incollato addosso. È davvero difficile concentrarsi.
-Ho bisogno di fare l'amore con te adesso!-. E non le importa di nient'altro, e lei non è mai stata così. Con nessuno. Oliver afferra il suo viso tra le mani e la bacia fino a toglierle il respiro. Sente il corpo di lei agitarsi, mentre le loro intimità si toccano ed è la fine. Lui muove il braccio per cercare il telefono, lo afferra e compone il numero di Thea, senza pensarci troppo.
-Thea?-. Mentre Felicity lascia folli baci sul suo collo. -Abbiamo avuto un problema...-. Dannazione, è così difficile parlare in questo stato. -Arriveremo in ritardo...mezz'ora più o meno!-. Felicity si blocca di scatto e lo fissa maliziosa, poi si inumidisce le labbra con la lingua e non ha bisogno di dire nient'altro. -Un'ora, Thea...a dopo!-. E non sa neanche dove ha lanciato il telefono, sa solo che  ha bisogno di disfarsi dei suoi vestiti. E di spogliare lei, ora.
E lo fa. Mentre adagia il corpo della sua donna sul divano, le toglie tutto quello che ha addosso con una foga frenetica. E lei lo asseconda. Non ha mai desiderato così tanto di fare l'amore con qualcuno. E Oliver sa che deve esserci qualcosa di più grande sotto, ma adesso non gli importa. In un istante, è dentro di lei ed è la sensazione migliore del mondo.
Maledizione, si amano davvero quei due. Forse troppo. Quel tipo di amore che ti lacera la carne e ti toglie il respiro, lo stesso che ti permette di vivere nonostante tutto.
La schiena di Felicity si inarca sotto il corpo di lui, e le basta poco per raggiungere il suo apice e lui con lei. Osservarla godere è il modo perfetto per godere.

-Wow!-. Sono le prime parole che riesce a dire Oliver, dopo aver ripreso fiato. E la sente ridere di gusto. -Dovresti tornare a casa così più spesso!-
-È stata una giornata pesante e non abbiamo mai trascorso così tante ore senza fare l'amore!-
-È strano, lo sai? Ma mi sento a casa come non mi sono mai sentito davvero a Starling City, non dopo essere tornato dall'isola. Qui, a casa tua io mi sento a casa.-
-A casa nostra!-. Dice lei, per poi baciarlo delicatamente. -Ma siamo in ritardo!-
-Non credo di avere molta voglia di uscire adesso!-. Sussurra lui tra i suoi capelli. Lei si muove veloce, alzandosi dal divano e afferra dalla valigia il primo abito che trova. Si dirige in bagno e si sistema i boccoli biondi alla meglio, mette un filo di rossetto e di blush e torna da lui.
-Sei ancora così? Dai, sbrigati! Thea ci sta aspettando!-
-Voglio ricordati che sei stata tu a farci fare ritardo!-. E il solo ricordo di quei minuti fa lo elettrizza.
-Oliver!-. Lo ammonisce lei, e lui non può far altro che afferrare i suoi vestiti e sistemarsi un po'.
-Non mi hai più detto perché ti hanno convocato negli uffici!-. Lei spalanca gli occhi e quasi lo aveva dimenticato. Il motivo per cui è tornata a casa con quella voglia di lui assurda. Come poteva dimenticarlo? Si volta verso di lui e sorride. -Te ne parlerò quando saremo da Thea!-. Lui resta in silenzio senza capire, ma decide di aspettare. 

Salve a tutti! Questa storia è stata pensata come una singola one shot ma poi l'ispirazione ha preso il sopravvento ed é diventata una storia aperta con più capitoli. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Cosa dovrà dire Felicity a Oliver e Thea? 
E la naturalezza con cui Felicity dice ad Oliver che lo ama? 
Fatemi sapere cosa ne pensate! Al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 4
*** 4. ***


-Ehi voi due!-. Thea accoglie Oliver e Felicity nel suo loft. -Non ci speravo più ormai!-
-Noi...in realtà...-. Farfuglia Oliver, imbarazzato e Felicity si trova a domandarsi quando è diventato incapace a mentire. -Abbiamo avuto dei problemi con le valigie! C'è un disordine nella mia casa in questo momento!-. Dice sicura lei, per poi guardare Oliver e sorridere maliziosa.
Thea scrolla le spalle, poi si dirige verso la cucina.
-Disordine eh?-. Domanda lui, baciando il collo di Felicity, che lo allontana, timida.
-Smettila!-. Mormora, cercando di liberarsi dalla sua presa.
-Ho cucinato tutto con le mie mani!-. Urla Thea, avvicinandosi alla tavola carica di portate.
-Lascia che ti aiuti.-. Dice Felicity, avvicinandosi a lei.
-No! Siete miei ospiti stasera. Niente lavoro per gli ospiti!-. E riesce a far sorridere entrambi, all'unisono. Come se tutto di loro si fosse sincronizzato. 
-Allora raccontatemi tutto! Dove siete stati in questi mesi?-
-Stai sul serio fingendo di non saperlo?-. Domanda Oliver, assaggiando il primo morso di lasagna. Ed è straordinariamente buona. -A quanto pare esattamente come hai finto di aver cucinato tu!-. Continua lui, trattenendo una risata. -Credevi ci fossimo dimenticati della lasagna del Mario's?-
-Dio ti ringrazio! Non hai idea di quanto avevo voglia di mangiarla!-. Sorride Felicity, senza dare importanza alle parole del suo uomo, che la guarda perplesso.
-Il vostro primo appuntamento, no? John me lo ha detto!-. E come potevano dimenticarlo. Oliver non avrebbe mai potuto. La sera migliore della sua vita, con lo spettacolo più affascinante che avesse mai visto. Lei. -Volevo vedere se ve ne sareste ricordati?-. Cerca di giustificarsi Thea.
-Oh credimi Thea, non me lo dimenticherò mai! È stato un appuntamento piuttosto...esplosivo direi?-. Domanda Felicity guardando Oliver, che sorride anche se il solo ricordo lo terrorizza.
-E tu come te la sei passata qui? Speedy?-. E il volto di Thea cambia, come se stesse lasciando il posto a Speedy, ma non è affatto inquieto o spaventato. Straordinariamente tranquillo.
-Alla grande! Dovresti vedermi in azione.-
-Non credo di essere ancora pronto a quel genere di cose!-
-Sono in gamba, Ollie...devi credermi!-. Sorride lei, cercando di tranquillizzarlo.
-Ti credo!-. Ed è sincero. Niente più paura o preoccupazione per la sua sorellina. È forte adesso, ed è cresciuta così tanto. Ha subito tutto quel male e ne è uscita dignitosamente. La sua Thea.
-Io devo dirvi una cosa!-. Felicity interrompe quegli sguardi complici, e il suo tono nervoso preoccupa Oliver, che le afferra la mano e la stringe con forza. 
-Che succede?-
-Devo ancora dirti perché mi hanno convocato alla Palmer Technologies.-
-Cos'ha a che fare con Thea?-
-Ecco, ha a che fare con entrambi e mi sembrava giusto dirlo ad entrambi!-. Inizia lei, passandosi freneticamente le mani tra i capelli. -Hanno convocato me perché sono il nuovo CEO della Palmer Technologies! Ray mi ha ceduto l'azienda!-. Lo dice tutto d'un fiato. Continua a suonarle assurdo. 
-È fantastico, Felicity!-. L'euforia di Thea coinvolge anche lei, ma quell'espressione perplessa sul viso di Oliver, la riporta alla realtà. -Che c'è, Ollie? Non sei felice per lei?-
-Ray ha fatto una cosa davvero importante...-. E adesso capisce. Lui è geloso. Come può essere ancora geloso? E lei come può sentirsi così dannatamente intenerita da quel lato di lui?
-È un bene che credi che sia una cosa importante perché non è tutto quello che devo dirvi!-. Lui si volta verso di lei e questa volta la osserva con più attenzione. -Cederò a voi l'azienda!-
-Tu cosa?!-. Domanda incredulo Oliver.
-È sempre stata vostra, io ve la sto solo restituendo in realtà!-
-Tu non puoi farlo!-. E non riesce a capirlo davvero.
-Oliver...-. E non le lascia dire nient'altro, Oliver si allontana dalla tavola e lascia un leggero bacio sulla fronte di sua sorella. -Ci vediamo domani!-. E va via, e Felicity non riesce a smettere di fissare la sua schiena. E odia farlo. Ha fissato troppe schiene nella sua vita, e lo odia così tanto. 
Thea si avvicina a lei e la stringe, con una delicatezza sconosciuta. -Grazie!-. Sussurra tra i suoi capelli, e Felicity si sente bene. -È solo che non è abituato ad essere amato così!- .
Già non lo è mai stato.

Il viaggio in macchina è trascorso in un silenzio surreale, come non è mai stato tra di loro. E Felicity non riesce davvero a capirlo. Apre la porta di casa in silenzio, e lo osserva entrare e camminare nervoso, consumando la moquette.
-Hai intenzione di parlarmi?-. Domanda lei, esasperata.
-Tu non puoi farlo!-
-Si, questo lo hai già detto! Ma perché?-. Ma non riceve risposta, è troppo nervoso per riuscire anche solo ad articolare una frase di senso compiuto e lei se ne accorge. Si avvicina a lui e accarezza il suo braccio dolcemente. Lui si blocca di scatto, e afferra la mano di lei che giace sul suo braccio, e la accarezza piano. -Io ti amo!-. Mormora lui, per poi voltarsi verso di lei e incollare i suoi occhi in quelli della donna. Lei afferra il viso di lui tra le mani e si tuffa nelle sue labbra. Perché non può essere tutto semplice con lui? Perché probabilmente non lo amerebbe così.
-Allora perché non puoi accettare la mia offerta?-
-Perché tu meriti tutto e quell'azienda è il tuo futuro e non ho intenzione di privartene!-. Lei resta ferma a guardarlo, poi sorride ed è così dolce. -Allora non lo capisci?-.
Lui la guarda imbambolato. -Sei tu il mio futuro, Oliver!-
-E se non fossi all'altezza di questo? Di te...dell'azienda. Di tutto.-
-Questo non mi preoccupa affatto perché io so chi sei. E so che sei all'altezza di tutto questo!-. Felicity lo abbraccia e lo fa in un modo così naturale, che lui ha bisogno di stringerla più forte per assicurarsi che sia reale. -Non accetterò un no come risposta! Quell'azienda è sempre stata parte della tua famiglia e lo sarà di nuovo!-
-Tu sei la mia famiglia adesso!-
-Perfetto perché anche tu sei la mia!-. Dice, divertita e lo sente sorridere. È bellissimo quando sorride.
-Dovremmo andare a dormire adesso...-. Gli dice lei, trascinandolo verso la camera da letto.
-Domani c'è il battesimo della piccola Sara!-. Oliver sorride, poi la tira a se e si getta sul letto. Inizia a baciarle il collo e lei inizia a pensare a fatica. -Oliver...-. Mormora, mentre fatica a respirare.
-Ho detto che dovremmo dormire!-. Continua, ma non riesce a trattenere una risata.
-Ma noi non amiamo dormire, no?-. E già. Non è quello che fanno di solito.

-Sei pronto?-. Urla Felicity, mentre saltella per il salotto cercando di infilare le chanel rosse. Mentre Oliver è fermo, poggiato allo stipite della porta, che la osserva estasiato.
-Sei stupenda!-. Lei riesce a infilare le scarpe e alza lo sguardo su di lui, poi scuote la testa, divertita. -Tu sei di parte!-. Gli fa una smorfia, poi si avvicina a lui e gli lascia un bacio leggero sulle labbra. E Oliver continua ad essere estasiato da lei. Non è capace di fare altro ormai.
-Adesso andiamo! Se facciamo tardi, John ci uccide!-
-Come se avesse bisogno di un motivo in più per farlo!-. Borbotta lui tra se e se.
-È il tuo tentativo per farti perdonare, ricordi? Andrà bene. E se non succederà, ti prometto che al ritorno a casa ti farò dimenticare tutto, ok?-. Ammicca lei, maliziosa.
-Non puoi farlo ogni volta! Non puoi dirmi queste cose quando siamo sul punto di uscire perché tutto quello che voglio adesso è chiudermi nella tua camera da letto!-. Lei si allontana da lui, divertita, afferra il cappotto e apre la porta, invitandolo ad uscire.
Lui le passa accanto, poi si ferma ad osservarla sott'occhio e lei sorride, poi si avvicina al suo orecchio e sussurra. -La nostra camera da letto!-. 

Il prato verde ospita un manto di sedie bianche e Diggle e Lyla stringono le mani degli ospiti, sereni, mentre la piccola Sara si dimena tra le braccia della mamma. John alza lo sguardo e li vede, i suoi migliori amici. Il suo team. La sua famiglia. E si sente strano, ma vederli lo fa stare bene. Non riesce a fingere, li sono mancati.
-Ehi...-. Felicity abbraccia John, poi si avvicina a Lyla e da un leggero bacio sulla guancia alla piccola. -Sono felice di vedervi!-. Dice Lyla, guardando anche Oliver, che resta sorpreso. Si aspettava altro, si aspettava il suo disprezzo.
-Lyla io...-. Biascica lui, fissando la piccola.
-Io ti ho perdonato, Oliver! A volte è necessario utilizzare misure estreme, lo so. Ma so anche che non avresti mai messo in pericolo la mia vita o quella di Sara.-. Il respiro di Oliver gli si blocca in gola. Tra tutte le cose che aveva immaginato, questa non l'aveva nemmeno sognata. Lei lo ha perdonato.-Mi dispiace così tanto!-
-Dai a John del tempo. Riuscirà a perdonarti.-. Dice, accarezzando leggera il viso di Oliver.
-Ho tutto il tempo del mondo!-. Sorride lui e si sente più leggero. Poi si avvicina a John e gli tende la mano, che l'amico afferra con forza. -La tua bambina è bellissima!-
-Già! Ha preso dalla mamma!-. Cerca di spezzare la tensione John.
-Forse non dovrei essere qui! Ho messo in pericolo la sua vita.-
-Sei qui perché io voglio che tu sia qui, Oliver!-. Ed è un piccolo passo. Forse minuscolo, ma pur sempre un passo. John sorride e Oliver lo fa di rimando, poi sente la piccola e leggera mano di Felicity stringere la sua. -Interrompo qualcosa?-
-Stavo dicendo ad Oliver che sono felice di avervi qui. Vi meritavate una vacanza e vi meritavate di stare finalmente insieme, ma mi siete mancati comunque!-. Felicity sorride, poi guarda John e forse non ha bisogno di dire altro, ma lo fa. -Ci sei mancato anche tu...tanto!-. E non esiste niente di più vero. -Adesso accomodatevi. La sorella di Lyla è appena arrivata, la cerimonia può iniziare!-.
I due annuiscono e si dirigono verso i loro posti, dove sono già sedute Thea e Laurel.
-Siete qui...-. Sorride Laurel, nel suo vestito blu cobalto. 
-Giusto in tempo!-. Risponde sbrigativo Oliver. Alcune cose non cambiano mai.
La cerimonia inizia. E negli occhi dei genitori non si legge nient'altro che non sia felicità.

-Tua figlia è una lottatrice, lo sai?-. Dice Felicity, divertita. -Non è stata ferma un secondo!-
-Questo lo ha preso da me!-. Borbotta John, orgoglioso.
-Non avrai intenzione di lasciarle la tua pistola un giorno?-. Domanda Lyla, lanciando uno sguardo preoccupato a suo marito, che scuote la testa, divertito.
-Mi è mancato tutto questo!-. È Oliver a parlare. Aveva bisogno di dirlo. Felicity stringe il suo braccio e lascia un piccolo bacio sulla sua spalla. 
-Siamo qui di nuovo, no?-. Afferma Lyla, guardando John che annuisce, ma stavolta non fa poi così tanta fatica. Probabilmente le cose stanno cambiando. O probabilmente anche lui è stanco di star male. A volte bisognerebbe semplicemente arrendersi. E John lo sa bene.
-Ollie, Felicity...posso rubarvi un minuto?-. Chiede Thea, raggiante. I due annuiscono e si lasciano guidare da lei in un angolo del giardino. -Allora ragazzi, ho pensato alla tua proposta, Felicity.-
-E?-. Domanda lei, curiosa.
-Non ho mai visto nessuno amare così. Tu ami davvero tanto mio fratello e non sarò mai capace di ringraziarti abbastanza, ma credo che questo sia un primo tentativo.-
-Di cosa stai parlando?-. Oliver si fa più nervoso.
-Io ho ereditato tutto il patrimonio di Malcom e ho il mio club, ed è questo il mio lavoro adesso. In più non sono una Queen, si insomma, non una vera Queen e credo che l'azienda di famiglia debba essere amministrata da un Queen e magari da una futura Queen. Ti cedo le mie quote, Felicity. Tu e Oliver siete una famiglia adesso ed è giusto che amministriate la Queen Consolidated insieme!-. Ed è davvero difficile zittire Felicity, o Oliver. Ma Thea ci è riuscita. Ci è riuscita alla grande invece.
-Tu non puoi farlo, Thea. Non puoi rinunciare al tuo futuro, e io non posso accettare!-
-Tu hai rinunciato all'azienda per prima e adesso devi lasciarmi fare questo per te, per voi. Ollie, tu hai sacrificato la tua stessa vita per me e Fel, tu hai sacrificato l'amore della tua vita per me. Lasciatemi rimediare.-. Sorride e cerca di essere convincente.
-Tu non hai bisogno di rimediare, Speedy.-. Dice Oliver, tirandola a se e stringendola tra le braccia. -Io rifarei tutto quanto per salvare la tua vita! E so che non c'è niente che possa farti cambiare idea e non credo di volerlo in realtà. Ho imparato a fidarmi di te e so che se hai preso questa decisione è perché ci credi davvero. E poi amo Felicity e non potrei desiderare nient'altro che non sia dividere l'azienda di famiglia con lei!-. Felicity resta immobile ad ascoltare le parole dell'uomo che ama e non pensava minimamente che lui avrebbe accettato così facilmente.
-E poi...-. Dice Thea, liberandosi dalla presa di suo fratello. -Se dovesse andare male con il club, potrete sempre assumermi come segretaria, no?-. Felicity si getta tra le braccia della ragazza e la stringe con forza. -Grazie! Ti voglio bene, lo sai?-
-Lo so!-. Mormora tra i boccoli biondi della ragazza, e sorride.
Tutto è al suo posto adesso. E Thea si sente straordinariamente bene. 

Salve! Spero che questo capitolo vi piaccia, ma soprattutto spero di non aver deluso le vostre aspettative. E adesso cosa succederà? Oliver e Felicity negli stessi uffici? Non promette niente di buono o forse qualcosa di buonissimo. Vedremo. 
Non è finita qui! Ditemi cosa ne pensate!
Un abbraccio!

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Capitolo 5
*** 5. ***


-Siamo in due a decidere le cose qui, ricordi?!-. Le urla di Felicity riempiono l'ufficio di Oliver e si incollano alle vetrate sottili. Lui scuote la testa e sa quanto è inutile discutere con lei alle volte.
-Se solo mi lasciassi parlare!-. Dice sommesso lui.
-Oh, no! So benissimo cosa mi dirai! E la mia risposta continua ad essere no!-. Oliver si avvicina a lei, e accarezza le sue braccia sottili. Lei respira piano, e lui ci riesce sempre. Riesce a calmarla.
-È qualificata abbastanza da occuparsi delle faccende dell'azienda.-
-Tu non avrai una segretaria personale!-. Mormora lei, ed è esausta di urlare. -Il caso è chiuso!-. Lui sorride e ama vederla così straordinariamente indifesa, e così follemente gelosa.
-Smettila di essere gelosa!-
-Io ti odio!-. Mormora, mentre lui sia avvicina con la sua bocca a quella di lei.
-No, non è vero!-. La bacia, prima piano e poi sempre con più foga. La spinge contro il muro e non esiste tempo per nient'altro. C'è solo la sua lingua sulla pelle di lei.
-Oliver...-. Mugola lei. -Siamo in ufficio.-
-È il nostro ufficio...-. Sorride lui, divertito, mentre continua a torturare il collo di lei. -Il che significa che possiamo fare quello che ci pare!-. Fa scivolare le sue mani lungo il corpo di lei per poi fermarsi sull'orlo della sua gonna. -Questo vestito è troppo corto, lo sai?-. La sente ridere di gusto, ed è probabilmente una delle cose che più lo eccita. La sua risata. Con un rapito scatto, le alza la gonna e si insinua tra le sue gambe. Afferra la mutandina e la sposta piano, quel po' che basta per insinuarsi in lei. Così calda e accogliente. La migliore sensazione del mondo. E lei ha smesso di opporsi, riesce a fatica a respirare. Il corpo di lui la inchioda al muro ed è la cosa più erotica che le sia mai successa. Il freddo della vetrata preme contro i suoi glutei, mentre ogni stoccata di Oliver la scuote di migliaia di brividi. E vorrebbe controllarsi, o fermarlo. Dannazione, non lo vorrebbe affatto. Si lascia sconvolgere da quel piacere, mentre le loro fronti si imperlano di sudore. Oliver incolla le sue labbra a quelle di lei ed è un ultimo colpo, ed è finita per entrambi.
E già pensano a quando sarà la prossima volta.

-Non possiamo passare le giornate così, lo sai? Dobbiamo lavorare!-. Lui mugola tra i suoi capelli, mentre la stringe più forte. Nascosti dietro la scrivania, avvinghiati l'uno all'altra. 
-È per questo che mia serve un segretaria! Per fare questo tipo di lavoro!-
-Io ero la tu segretaria.-. Dice lei, baciando il collo di Oliver. -E guardaci ora!-
-Tu eri tutto, tranne che la mia segretaria, Felicity!-. Lei sorride. E lo ama un po' di più quando dice queste cose. -Non avrai una segretaria!-
-Sarai tu la mia segretaria?-. Domanda lui, affondando il viso tra i suoi capelli. Lei spalanca gli occhi e non è mai un buon segno. -Jerry!-
-Come scusa?-
-Sarà lui il tuo nuovo assistente...anzi il nostro!-. Oliver la osserva con sguardo perplesso, poi abbassa il capo, sconfitto. -Questo significa che divideremo lo stesso ufficio?-
-Spero per te che questo...-. Si sporge verso di lui con aria maliziosa. -Non sia l'unico motivo per il quale insisti così tanto per avere lo stesso ufficio!-
-Signorina Smoak, sono il CEO di questa azienda...sono una persona seria!-. Lei gli lancia uno sguardo serio, e lui scoppia a ridere come un bambino.
-A proposito dell'azienda...tra un'ora arriverà l'impresa edile.-. Oliver la osserva con aria interrogativa. -Sostituiranno l'insegna di Ray, con quella della Queen Consolidated!-
-Li hai chiamati tu?-. E continua a stupirlo. Ogni singolo giorno.
-Ho pensato che dovesse essere la prima cosa a cambiare.-
-Come potrò mai ringraziarti?-. Lei si avvicina al suo viso e sfiora le labbra di lui con le sue e ogni volta è un'emozione diversa. -Conosco un modo perfetto per ringraziarmi, signor Queen!-. Lui le morde il labbro, ma lei si allontana da lui, divertita. -Ma non in quest'ufficio! Non oggi!-. Lui resta a mezz'aria, deluso. -Oliver! Abbiamo del lavoro da fare-
-D'accordo!-. Mormora lui tra se. -Capo!-.
Lei sorride. Sarà una collaborazione difficile, ma perfetta.

-Non dovremmo essere qui!-. Le sussurra Oliver all'orecchio, mentre lei è troppo impegnata a decriptare le telecamere di sicurezza di una banca. Già. Esattamente come se le cose non fossero mai cambiate. Aiutare il team a catturare quella banda di ladri esperti la fa sentire a casa, ma non Oliver. Tutto ciò lo fa sentire dannatamente fuori posto.
-Ehi...-. Felicity si volta verso il suo uomo e lo osserva attentamente. -Cosa c'è che non va?-
-È solo che vorrei tornare a casa! È stata una giornata lunga.-. Ma mente, e lei se ne accorge.
-Lo so che ti prende, Oliver. Non mentirmi.-
-Cosa vuoi che ti dica?-. Domanda lui, esasperato.
-Che vorresti essere nel campo anche tu insieme agli altri. Non c'è niente di male in questo!-
-Ho fatto la mia scelta, Felicity.-. Lei abbassa lo sguardo e si sente maledettamente in colpa per questo. -Hai scelto me.-. Mormora tra i denti. Lui si volta di scatto, quasi infastidito.
-Si! Ho scelto te e non ho intenzione di cambiare idea!-
-Non voglio che tu lo faccia. Dio, non è assolutamente quello che voglio,Oliver. Vorrei solo che facessi quello che ti fa sentire vivo e questo non significa necessariamente rinunciare a noi.-
-Tu credi? Ho passato gli ultimi anni della mia vita ad essere arrow e a starti lontano solo per proteggerti. Non ho intenzione di mettere in pericolo la tua vita...di nuovo!-
-È questo il problema?-. Chiede Felicity, afferrando le sue mani. -Hai paura per la mia vita?-. Lui resta in silenzio, poi alza gli occhi e li posa su di lei. -Io ho il terrore di perderti, Felicity!-.
E si sente una stupida per non averci mai creduto abbastanza. Ma quelle parole la sconvolgono e la fanno sentire stranamente bene allo stesso tempo. 
-Oliver...-. Sussurra, stringendo più forte le sue mani.
-Ho perso così tante persone nella mia vita, ma nonostante tutto io sono sopravvissuto. Ma perdere te...non sopravvivrei a questo.-. Ed è straordinariamente sincero, e vulnerabile. 
-Partecipare alla tu crociata è stata una mia scelta,Oliver...perché sapevo dall'inizio quanto speciale fossi. Sapevo che avevi un buon cuore e che meritavi il mio, non ho mai dubitato di questo, e mi sono innamorata di te dal primo momento. Ma l'ho scelto io! Ho scelto io di aiutare te e John...non incolparti anche di questo. Ho deciso di correre il rischio il giorno in cui sei entrato nella mia macchina sanguinante.-. Lui sorride a quel ricordo, e si domanda come ci riesca. Ricordare non gli è mai piaciuto. -Sono brava con i computer, Oliver. È quello che ho sempre fatto e ho avuto la possibilità di sfruttare questa mia capacità per aiutare le persone di questa città...grazie a te! Sarò sempre in pericolo, ma tu ci sarai ogni volta.- . E in un solo istante, il tempo si ferma. Congelato, totalmente assente. Solo loro due e probabilmente è sempre stato così dall'inizio. Ogni volta che lui le sfiorava una spalla, o le stringeva una mano. Ogni volta che lei gli sorrideva. Il tempo spariva in un secondo. Ogni respiro, ogni battito del cuore perdeva il suo ritmo nel tempo. Semplicemente esisteva, come esistevano loro. Come esistono loro adesso.
-Oliver!-. Una voce spaventata riavvia il tempo. È John. -Laurel è a terra, è fuori gioco. Abbiamo bisogno di te! Ora!-. Già. Il tempo ha proprio iniziato la sua corsa. Felicity fissa i suoi occhi in quelli di Oliver, ed è un solo istante. Annuisce e lui ha capito tutto.
-Sto arrivando!-. Si avvicina alla teca ma non c'è niente per lui. Niente più arrow, niente più vigilante. Lei afferra la felpa di Oliver nera, e gliela lancia.
-Credo che dovrai tornare alle vecchie abitudini!-. Dice, sorridendo. 
Lui resta in silenzio ad osservare quella felpa, poi senza pensarci di più la indossa e alza il cappuccio. E si sente bene. Deve ammetterlo, gli era mancato sentirsi così.
Si guarda intorno e il suo vecchio baule è ancora lì, come se non si fosse abbattuta nessuna catastrofe su di esso. Lo apre e afferra il suo arco, lo maneggia con calma, e non ha dimenticato neanche il suo odore. Sorride. Si avvicina a lei, e le lascia un bacio leggero sulle labbra.
-Tornerò da te!-. Ed è ancora incollato alle sue labbra mentre lo dice.
-Faresti meglio a farlo!-. Già. Perché lei non ha intenzione di perderlo. 
E neanche lui. Ha smesso di combattere per morire.


-Notte lunga?-. Felicity è sdraiata sul letto, mentre le leggere lenzuola di cotone lasciano scoperte le sue gambe perfette. Lui resta immobile a guardarla, totalmente estasiato. Poi si sfila la felpa e si avvicina a lei piano. -Credevo mi aspettassi al covo.-
-Avevo bisogno di una doccia e volevo aspettarti qui...a casa!-. Lui le afferra il viso tra le mani e la bacia e quasi le toglie il fiato per come la divora. 
-È bello tornare a casa da te...-. Mormora lui, e stavolta è lei a baciarlo. Intensamente. 
-È di questo che ti parlavo, Oliver. È giusto continuare a proteggere la tua città perché io sarò sempre a casa ad aspettarti.-. Già. Lei non ha intenzione di andare da nessuna parte.
-Io ti amo, lo sai?-. Le domanda lui e non ha davvero bisogno di una risposta. -Ma hai fatto la doccia da sola?!-. La guarda perplesso, poi scuote il capo, divertito.
-Gia! Ma la notte non è stata poi così lunga,no?-. Il corpo di lei scivola veloce sotto a quello di lui, che fa combaciare i loro corpi perfettamente. Le mani di Oliver scivolano sotto la maglia di lei, che trattiene un gemito. -Dio, quanto mi sei mancata!-. Mormora, poi afferra gli shorts di lei e quegli slip di pizzo e accarezza con una mano la sua intimità. Dannazione, ha sul serio intenzione di torturarla. Lei afferra il polso di lui e guida i suoi movimenti prima lenti poi sempre più veloci. -Oliver...-. Continua ad implorarlo e lui ama sentire il suo nome sulle le labbra di lei, che inarca la schiena e sa di non poter resistere a lungo. -Basta, ti prego...-. Gli dice, mordendogli il labbro inferiore. -Voglio te adesso!-. E lui non se lo fa ripetere due volte. Con un rapido scatto, si libera dei pantaloni e dei boxer e scivola in lei. Straordinariamente calda per lui.
Ha aspettato una giornata intera per questo e ha intenzione di godersi ogni minimo istante.
I colpi decisi mandano in estasi entrambi, ma non hanno intenzione di fermarsi. Hanno intenzione di prolungare il piacere più a lungo possibile perché si amano così tanto. E si desiderano così tanto. I respiri di lei si infrangono sulla pelle sudata di lui. I corpi scontrano tra loro violenti, una, due, infinite volte. Poi è un attimo. Un'onda di calore li avvolge e raggiungono il culmine insieme. Bocca su bocca. Le braccia di lui la stringono più forte per non farla fuggire via. Come fa a non averlo capito? Lei non ha intenzione di andare da nessuna parte.

Salve a tutti! Ci siamo! Oliver e Felicity nello stesso ufficio. Non è andata poi così male,no? A parte la gelosia di lei! E Oliver e i suoi primi passi come Green Arrow?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Ditemi cosa ne pensate! 

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Capitolo 6
*** 6. ***


-Lei è il Signor Queen?-. Oliver annuisce senza capire il reale motivo per cui si trova lì. È stato chiamato un'ora fa dall'ospedale di Central City per un'emergenza e si è precipitato lí senza pensarci troppo. Probabilmente la parola emergenza fa scattare l'eroe che è in lui. Ma non è il solo ad essere lì. Lei è lì. Oliver le ha implorato di seguirlo e neanche lui riusciva a capire il motivo per cui era così tanto nervoso. -Si, sono io!-. Dice all'infermiera, senza lasciare la mano di Felicity.
-Posso sapere perché mi avete convocato?-
-Abbiamo bisogno del suo sangue...-. Spiega l'infermiera con davvero poca delicatezza, ma non riesce a finire la frase che una figura esile appare dietro di lei.
-Oliver!-. Capelli lunghi, occhi color nocciola, pelle olivastra. Felicity non riesce a togliere gli occhi di dosso da quella donna. Così bella. Si sente intimidita e non sopporta sentirsi così. 
Oliver si avvicina a quella donna e la osserva attentamente.
-Che ci fai tu qui?-
-Ho bisogno di te. Lui ha bisogno di te!-. Oliver la fissa perplesso.
-Lui chi?-. Domanda ma conosce già la risposta. E non vorrebbe. Ma lo sa.
-Connor. Nostro figlio.-. E in un istante il mondo di Felicity si rompe in mille pezzi. Nostro figlio. Quelle due maledette parole non smettono di torturarle la testa. Come è possibile?
Si volta verso Oliver, che continua a fissare la donna, come se non esistesse nient'altro. E probabilmente è così. Felicity non esiste adesso, c'è qualcosa di più importante.
-Di che stai parlando? Tu mi avevi detto che...-
-Ho mentito!-
-Perché?-
-Non ha importanza adesso! Connor ha avuto un incidente e ha bisogno di una trasfusione. Avete lo stesso gruppo sanguigno. Ha bisogno di suo padre!-. E anche il mondo di Oliver crolla all'istante, ma è sempre stato forte lui. Il più forte. Cerca di respirare a fondo, poi chiude gli occhi ed è un secondo. -Dimmi cosa devo fare!-. Già. Non poteva fare nient'altro.
-Seguimi!-. Oliver si volta verso Felicity, che lo osserva sconvolta. E non serve dire nient'altro. Lui segue quella donna e sparisce dalla visuale di quella che ama. 
Dio, è devastante!

Lo sguardo di Oliver vaga per tutti gli angoli della stanza angusta mentre l'infermiera preleva un campione del suo sangue. Non riesce a crederci. Suo figlio. Quella donna lo osserva, poi si avvicina a lui e gli afferra le mani. Lui resta immobile, come fulminato da quel tocco.
-Perché?-. Le domanda, incredulo.
-Tua madre mi ha pagata per fingere di aver perso il bambino, Oliver. Lo ha fatto perché ti amava immensamente...-. E un altro pezzetto del mondo di Oliver scivola giù dal dirupo.
-E tu hai accettato i soldi?-
-Credevo che non lo volessi!-. Sussurra lei, mentre la sua piccola mano lascia quelle di lui e si posa sul suo viso. E quel gesto di tenerezza improvvisa lo lascia sorpreso. Oliver resta immobile a farsi toccare da lei per qualche istante, poi si scansa come scottato. O come se si fosse ricordato di tutto il resto. -Credevi non volessi vedere crescere mio figlio?-. E quasi urla adesso, mentre l'infermiera si allontana imbarazzata, lasciandoli li. Da soli. -Come hai potuto farlo?-
-Eri diverso, Oliver!-
-Tu non mi conosci!-
-No, hai ragione. Ma conosco il vecchio Oliver e non avrebbe voluto un figlio!-. E i ricordi di quella chiacchierata con sua madre affollano la mente di Oliver. E quel senso di tristezza quando ha saputo di aver perso quel bambino. No. Lei non lo conosceva. Nessuno lo ha mai fatto davvero, tranne una persona. La sua persona. E il suo pensiero va a lei. Deve essere sconvolta adesso. Distrutta e impaurita. La sua Felicity.
-Voglio vederlo!-. La donna sorride, poi apre la porta dello stanzino e gli fa strada.
E lui si sente strano. Sta per incontrare suo figlio. Suo figlio.

-Ha i tuoi occhi. Quando si sveglierà lo vedrai.-. Oliver continua a fissare quel piccolo corpo addormentato. Quel letto sembra enorme rispetto a quello scricciolo. Capelli biondi, e le sue stesse labbra. Riesce a riconoscerle. -Ti somiglia.-. Continua lei e lui vorrebbe solo che tacesse. E lo sa, è meschino e poco nobile, ma vorrebbe solo che tacesse.
-Signori...-. Il dottore entra nella stanza con aria sicura. -La trasfusione ha funzionato. Potrebbe svegliarsi a momenti.-. E con questo va via. È sorprendente quanto poche parole possano sconvolgerti la vita. Già. Il suo sangue ha funzionato. Ha salvato suo figlio.
-Mamma...-. E poco più di un sussurro ma Oliver lo ha sentito benissimo. La voce del suo bambino e gli fa strano anche solo pensare a quel bambino come al suo bambino, ma lo è. 
-Ehi amore...sei sveglio!-. La mamma accarezza il bambino, che si volta a guardare Oliver.
-Lui chi è?-. E adesso riesce a vederli quegli occhi. I suoi occhi.
-Lui...lui è Oliver. È tuo padre, Connor.-. Il bambino si posiziona meglio per fissarlo con attenzione, poi sorride. Ed è straordinariamente tranquillo.
-Sei alto.-. Mormora, e Oliver sorride. Non riesce ad evitarlo. 
-Sarai alto anche tu allora.-. Dice l'uomo, poi si avvicina al piccolo e quasi ha paura di toccarlo. Lacrime prepotenti pizzicano agli angoli degli occhi di Oliver, ma le ricaccia. Non può permettersi di piangere, non di fronte a lui. La sua mano possente si posa sul viso del bambino, che si adagia ad essa sereno. -Sono felice di conoscerti, Connor.-
-Adesso la mamma non sarà più sola? Tu starai con lei, non è vero?-. La donna abbassa lo sguardo imbarazzata, mentre Oliver non riesce a parlare. Vorrebbe che tutti i desideri di quel bambino si realizzassero, ma non quello. Quello va ben oltre. Lui non riesce neanche a pensarci.
-Sarò qui per tutti e due, va bene?-. Il bambino annuisce, poi socchiude gli occhi, esausto.
-Adesso devi riposare, amore. Noi siamo qui fuori.-. Sussurra la donna, lasciandogli un dolce bacio sulla fronte e il piccolo si lascia cullare da quel tocco, e si addormenta piano.

-Cosa gli hai raccontato di me?-. Domanda Oliver, fissando la donna.
-Solo che ti avrebbe incontrato prima o poi.- 
-Pensi che mi odi?-. La donna si avvicina a lui, e accarezza il suo viso. Ancora. Ma questa volta lui non si allontana. Perché diavolo non si allontana? -Lui non ti odia. E neanch'io!-. Ma di cosa sta parlando? Chi dovrebbe odiare chi? Ha privato Oliver di suo figlio per un maledetto assegno.
Allora perché Oliver non riesce a pensare a questo adesso? Perché resta immobile li?
Dannazione, fa qualcosa. È questo che vorrebbe urlare Felicity, che li osserva, quasi pietrificata.
E in un istante, ha tutto chiaro. Era troppo bello per durare tanto.
Oliver alza lo sguardo e la vede. E riesce a vedere tutto. Tutto il dolore, la rabbia. La delusione. Vede lei. Ci è sempre riuscito e ha sempre fatto male.
-Io...io devo andare, scusami!-. Mormora lui, inseguendo Felicity.

-Dove stai andando?-. Le urla, mentre la vede percorrere la strada quasi correndo. Ha iniziato a piovere e nessuno se ne è accorto. La pioggia si insinua tra il leggero abito color menta di lei e delinea ogni angolo del suo corpo. I passi veloci di lui fanno schizzare incuranti l'acqua violentemente. -Felicity!-. Urla ancora. E sa già cosa succederà.
-Cosa vuoi, Oliver?-. Le lacrime di lei si confondono con la pioggia, ma lui riesce a vederle benissimo. Le afferra il viso tra le mani, e resta immobile a fissarla.
-Hai un figlio, Oliver.-. E non riesce neanche a dirlo. È devastata.
-Non lo sapevo!-
-E adesso? Che intendi fare?-. E Oliver non se l'era ancora fatta quella domanda. Lo spaventa troppo quella domanda. -Non puoi abbandonarlo!-
-Non voglio farlo.-. Le sussurra lui, poggiando la sua fronte su quella di lei.
-Lo so. Oliver, io lo so.-. E non c'è bisogno di dire nient'altro. Lei si allontana piano, e va via. Via da quel l'ospedale soffocante. Via da Central City. Via da lui.
E Oliver non riesce neanche a pensarlo.
Lui non riesce neanche a pensare di averla persa per sempre.

Salve! Capitolo impegnativo eh? 😅 La scoperta del figlio doveva arrivare prima o poi e spero di non essere stata troppo banale nel raccontarlo.
E la misteriosa babymama? Credete provi ancora qualcosa per lui?
E il desiderio del piccolo Connor?
La reazione di Felicity è comprensibile e lo sarà di più quando leggerete il prossimo capitolo.
È davvero la fine per Oliver e Felicity? 
Ditemi cosa ne pensate! Un bacio!

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Capitolo 7
*** 7. ***


-Che ti succede?-. John osserva Felicity, ed è preoccupato. Il viso di lei, la sua espressione, il modo in cui le lacrime scivolano perfette sulle sue guance. Tutto lo preoccupa.
-Felicity, parlami!-
-Oliver ha un figlio!-. E lo dice tutto d'un fiato, ma fa male comunque.
-Cosa?-. E l'amico non riesce a crederci.
-A quanto pare la mamma glielo ha tenuto nascosto per tutto questo tempo! E il premio madre dell'anno va a...-. E non è mai un buon segno quando inizia a fare dell'ironia mentre le lacrime continuano a scendere dai suoi occhi. Non è mai un buon segno.
-Lui dov'è adesso?-
-A Central City.-. Non riesce a dire nient'altro. È troppo sconvolta per raccontare di più.
E lui lo sa. Il suo amico la conosce perfettamente. Si avvicina a lei e la stringe tra le braccia. E in quel momento preciso lei crolla. Tutto in lei crolla, ogni barriera, ogni preoccupazione o paura.
Crolla tutto. E crolla lei.
-Lo supererete insieme.-
-Non posso allontanarlo da suo figlio. O da lei...-. E lo dice. 
-Di che stai parlando, Felicity? Lui ama te!-
-Lo so! Dio, io lo so questo, ma è tutto diverso adesso! Ha un figlio!-
-E allora? Può crescere suo figlio e comunque stare con te!-
-No, non può. Ho sempre sognato che mio padre non ci avesse mai lasciato, che non avesse mai lasciato mia madre. Non permetterò che suo figlio provi quello che ho provato io. Amo troppo Oliver per fargli questo, John.-. E John lo sa. Non esiste modo per convincerla.
Deve aver sofferto l'inferno quella bambina.
Forse lo sta vivendo ancora oggi.

Dieci giorni dopo...
-Ti prego parlami! Ho bisogno che tu mi parli.-. E quella di Oliver arriva alle orecchie di Felicity come una pura supplica. Straziante e straordinaria supplica. Lei alza lo sguardo dai suoi computer e lo posa su di lui. Su quel cappuccio nero e quella goccia di sudore che gli imperla la fronte. Avrebbe giurato di aver visto una lacrima solcargli la guancia, ma le farebbe troppo male crederci.
-Sei stato bravo li fuori.-
-Dannazione, Felicity! Smettila di far finta di niente!-. E le sue parole intimidiscono tutti, tranne lei. Il team va via, lasciandoli soli. Ma nessuno di loro sa che lo erano già.
-Cosa vuoi che ti dica, Oliver?-
-Qualsiasi cosa, ma dì qualcosa. Sto impazzendo!-
-Mi manchi.-. E lo sconvolge. Ci riesce sempre. Una lacrima prepotente riga la guancia di lui, poi un'altra ancora. E un'altra ancora. Oliver si inginocchia davanti a lei, e afferra il suo viso tra le mani. Non si vergogna di quelle lacrime, per la prima volta.
-Io non posso lasciarti andare, lo sai questo?-. Poi avvicina le sue labbra a quelle di lei e le bacia. Lei oppone resistenza ma poi si arrende. Dischiude le labbra e lascia danzare le loro lingue. Sono sempre state brave in questo. Quanto le è mancato il suo sapore.
-Oliver...-. Ma non può farlo. -Io non posso.-
-Che dici?-. E il tono ancora affannato di Oliver riesce ad eccitarla e non vorrebbe.
-Io ti amo, Oliver. Io ti amo così tanto...-. E la sua voce spezzata dal pianto fa scendere altre lacrime sul viso di lui. -È per questo che non posso farti questo.-
-Di che stai parlando?-
-Hai un figlio adesso. È molto più importante di noi due.-
-No! Non posso perdere te!-. E questa volta è lei a baciare lui. E quel bacio ha un sapore strano, come se fosse l'ultimo. Non può essere l'ultimo.
-Tu non mi perderai mai.-. Lo dice sulle labbra di lui, poi si allontana di qualche centimetro.
-Ricordi le nostre promesse?-. Le domanda lui, e non avrebbe dovuto dirlo. La distrugge così. 
-Non sono più valide quelle promesse, Oliver.-. E continua a piangere. Non riesce a smettere.
-Come puoi dirlo? Come possono non essere valide?-
-Perché hai un figlio adesso. E lui ha bisogno di te.-
-Sono dieci giorni, Felicity! Dieci giorni! Continuo ad allungare il braccio ogni mattina ma tu non ci sei, non ti sento mugolare e non hai idea di quanto desideri sentirti mugolare.-
-Smettila, ti prego!-. Le lacrime continuano a rigare la pelle rosea di lei.
-No, non la smetto! Lo avevamo promesso!-
-Adesso hai Connor che ti aspetta quando torni a casa. E lei...Claire, giusto?-
-È questo il problema? Credi che io provi qualcosa per lei?-
-È la madre di tuo figlio, Oliver. Ed è giusto così.-
-Dannazione, Felicity, non è giusto così! Abbiamo una casa, ricordi? La nostra casa sulla spiaggia. Dobbiamo tornarci. Porteremo Connor con noi, sono sicuro che si innamorerà di te!-
-No, non lo farà. Ha bisogno dei suoi genitori. Entrambi i genitori.-
-Io non riesco a capirti.-. Felicity si alza dalla sua sedia, e afferra il cappotto tra le mani. Resta per qualche secondo ad osservarlo. Ad osservare l'amore della sua vita.
-Io devo andare!-. E va via. Mentre il suo cuore si spezza in mille pezzi.
E fa un rumore assordante.


 Il viso di Oliver è soffocato dalle sue stesse mani, mentre le lacrime continuano a scendere prepotenti. Piccoli singhiozzi ad un ritmo esasperato interrompono i suoi respiri.
È distrutto. -Oliver.-. La voce di John riempie il covo, e lui ne aveva così bisogno.
-Mi ha lasciato, Dig. L'unica donna che io abbia mai amato mi ha lasciato.-
-Credo che lei ti ami allo stesso modo.-
-E allora perché lo ha fatto? Io non capisco!-
-Cos'è che non capisci? Sul serio?-. Domanda, ma non è una vera domanda. Come può non capirlo? Oliver si volta verso di lui, con le guance bagnate di lacrime, ma non gli interessa. 
-John...-
-Felicity è cresciuta senza suo padre, Oliver. Ha sempre desiderato che i suoi fossero insieme, ed è esattamente quello che desidera Connor. Ti ama troppo per permettere a tuo figlio di soffrire così!-. Oliver non ci aveva pensato. Come ha fatto a non pensarci? Era troppo impegnato a desiderarla nella sua vita per vedere quanto fosse distrutta lei nel lasciarlo andare.
-Io non posso perderla, John!-
-L'anno scorso è toccato a te capire quanto fosse impossibile starle lontano, credo che adesso sia il suo turno, amico.-. Oliver si asciuga le lacrime, poi inchioda gli occhi a quelli dell'amico.
-Credevo di non essere più tuo amico.-. John sorride, poi si avvicina a lui e gli lascia una pacca sulla spalla. La solita rassicurante pacca sulla spalle, ed è tutto per Oliver. 
Poi va via. E lui resta da solo. Di nuovo.

Prima di aprire la porta del loft di Thea, Oliver respira a fondo. Come se questo potesse aiutare a smettere di soffrire. A smettere di pensare a lei. 
È un secondo. Afferra la maniglia ed entra. Ed ogni passo fa così male.
-Ho preparato la cena.-. La voce di Claire rende ancora più pesante ogni suo singolo passo. La donna si avvicina a lui e gli sorride. Ma lui non ci riesce, è troppo devastato per farlo.
-Dov'è Thea?-
-Ha detto che si intratterrà al club per tutta la serata.-. Non erano mai restati soli loro tre. Come una famiglia. Non quella che lui avrebbe desiderato, e si odia per questo. Quel bambino non lo merita. Sta iniziando ad amare suo figlio. Ma è tutto così difficile.
-Oliver...-. La voce del piccolo si espande nella stanza. Non è ancora riuscito a chiamarlo papà e forse a Oliver sta bene così. Non è ancora pronto per quel passo.
-Ehi...ciao...-. Oliver si avvicina al piccolo, e lo abbraccia debolmente.
-La mamma ha fatto le lasagne.-. Connor è felice. Dannazione, lo è sul serio. Ed é bello vederlo così, Oliver lo sa. Ma non riesce ad essere felice per questo. Si guarda intorno e il suo sguardo si posa su quel tegame di lasagna sul tavolo. Lasagne. Il loro primo appuntamento. Lei ama le lasagne. È tutto quello a cui riesce a pensare. E si sente uno schifo per questo.
-Allora dovremmo assaggiarle.-. E inizia a fingere. Lo fa piuttosto bene ormai.
-Connor ha recuperato bene dopo l'incidente.-. Dice la mamma guardando Oliver.
-Già, lo vedo.-. L'uomo sorride a Connor, che sorride di ricambio. E vederlo sorridere lo fa stare bene, nonostante tutto. Credo che riesca a sentirlo adesso, quel legame che lega un padre e un figlio. Riesce a sentire l'amore. Ed è l'unica cosa che lo aiuta a sopravvivere.

-È crollato in pochi minuti...-. Mormora Oliver, avvicinandosi alla cucina.
-Ho pensato che sarebbe una buona idea organizzare una cena per presentarci ai tuoi amici. Non conosco nessuno di loro...-. E quelle parole lo colpiscono come un pugno in pieno stomaco.
-Li conoscerete. Ma non ci sarà nessuna cena.-
-Perché no? Siamo una famiglia ormai. E a proposito di questo dovremmo cercare una casa tutta per noi...-. Ma di che diavolo sta parlando? Oliver ha smesso di seguirla quando ha pronunciato la parola famiglia. Lui una famiglia ce l'ha già. È bionda e straordinaria.
-Claire...-. Inizia lui, mentre lei gli si avvicina e posa una mano sul volto di lui, che afferra il suo polso e la sposta delicatamente dal suo viso. -Io amo un'altra persona.-. E sgancia la bomba.
-Credi che non lo abbia capito?-. Domanda lei, arrabbiata. -Amerai anche me. Devi farlo per Connor. È quello che ha sempre desiderato!-
-Sono disposto a fare qualsiasi cosa per lui, ma non questo. Non puoi chiedermi questo!-
-È l'unica cosa che desidera, Oliver. Che i suoi genitori si amino!-
-Questo non succederà mai!-. E lo fa. La ferisce. Ma non gli importa davvero. Lei si avvicina di più, e accarezza di nuovo il viso di lui. Con un'insistenza estenuante.
-Riuscirai ad amare me, e la nostra famiglia, Oliver.-
-Mi dispiace ma io non posso farlo. Ho già trovato l'amore della mia vita.-
-E lei dov'è adesso?-. La voce della donna diventa più acuta, quasi meschina. -Ti ha abbandonato, non è vero? Solo perché hai un figlio! Che razza di persona farebbe questo!-. E in un secondo il viso di Oliver cambia. È nervoso, e agitato. In realtà è arrabbiato. Si, decisamente.
-Tu non la conosci! Lei è la persona migliore che conosca, la migliore. E io la amo come non potrei mai amare nessuno, soprattutto te! Hai preso i soldi di mia madre, Claire! E hai allontanato mio figlio da me. Come credi possa perdonarti per questo? Come credi possa amarti?-
-Se ami tuo figlio,dovrai farlo,Oliver.Non ci sei stato finora e adesso devi recuperare tutto il tempo!-
-Tempo che ho perso per colpa tua!-. Sta urlando. Se ne accorge. Deve smetterla. -Solo per colpa tua...-. Mormora adesso, e non potrà mai perdonarla. Mai. 
Resta immobile a fissarla, poi scuote il capo e si avvia verso l'uscita.
-Dove stai andando adesso?-. Domanda lei, nervosa.
-Ho bisogno di aria!-. E va via.
E no. Non ha bisogno di aria. Lui ha bisogno di lei.
Deve vederla. Ora.


Salve! Sono tornata e l'ho fatto abbastanza in fretta, ho visto che mi avete odiato per come ho chiuso il capitolo precedente e penso che mi odierete di più per come ho chiuso questo 😅
Il dolore di Oliver? Le sue lacrime? Non ha paura di mostrare la sua debolezza, è davvero cambiato. E Felicity? Cosa pensate del motivo per cui ha lasciato andare Oliver?
Credete che babymama(o Claire, nome che ho improvvisato io 😁)avesse pianificato tutto dall'inizio? Nessuno è mai del tutto buono o del tutto cattivo. Chi lo sa!
Ditemi cosa ne pensate e fatelo in tanti! Grazie a tutti quelli che recensiscono i miei capitoli e mi danno l'ispirazione giusta per continuare la storia!

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Capitolo 8
*** 8. ***


I colpi forti alla porta spaventano Felicity, ma non sul serio. Non in quel modo che ti lascia senza respiro. È una strana sensazione, ma sa già chi è. Riesce a sentirlo in ogni colpo.
-Oliver...-. Già. È lui. Oliver la fissa, ed è sconvolto. Distrutto. Completamente esausto.
-È ancora casa nostra questa?-. Mormora e riesce a malapena a parlare, deve aver corso e tanto. Lei abbassa lo sguardo e respira. Sarà sempre la loro casa.
Solleva lo sguardo e lo posa su di lui, ed è bellissimo anche quando è devastato. Allunga una mano verso di lui, e afferra la sua t-shirt con una delicatezza sorprendente. Lo tira a se e chiude la porta alle sue spalle. E Oliver lo sapeva. Sapeva perfettamente che nell'istante in cui sarebbe entrato in quella casa, niente avrebbe avuto più importanza.
Sono uno di fronte all'altro, così vicini da poter sentire sul viso l'uno il respiro dell'altro.
-Stai bene?-. Che domanda stupida.
-Abbracciami, ti prego!-. E lui non è mai stato abituato a supplicare. 
Felicity resta immobile per qualche secondo, come rapita da quella dolcezza straordinaria, poi lo afferra tra le braccia e lo stringe con tutta la forza che possiede. Non gli permetterà di supplicare. Non per il suo amore. Lei ci sarà sempre.
In quell'istante, tutto il mondo di Oliver riacquista equilibrio e vigore. Chiude gli occhi, e respira il suo profumo. Lo shampoo al miele, e la sua pelle. La sua pelle profuma di vaniglia e di mare, non ha mai capito bene come questo fosse possibile. Ma ha sempre amato quel profumo. 
-Io non ce la faccio senza di te!-
-Sono qui, Oliver!-. E vorrebbe urlargli che per lei è lo stesso. Che è diventata incapace anche solo di immaginare una vita senza di lui, e si odia per questo. Non è mai stata dipendente da qualcuno nella sua vita, poi è arrivato lui e il suo intero universo è cambiato.
Lui si allontana di qualche centimetro per guardarla meglio, sorride. Già. Perché niente ha più importanza adesso. Le accarezza una guancia, e le si adagia sulla sua mano come se fosse il gesto più naturale del mondo, e per loro lo è. Felicity sorride e il tempo si ferma.
Oliver riesce solo a pensare che non vorrebbe essere da nessun'altra parte. Con nessun altro.
La bacia. Lo fa d'istinto. La desidera così tanto, e Dio solo sa quanto lei desideri lui.
Felicity si lascia trasportare da quel bacio e dal sapore di lui, si aggrappa alle sue spalle con forza. 
E non si torna più indietro da lì.
Oliver tira giù la cerniera del vestito di lei, e resta incantato ad osservare la sua pelle nuda, o quasi. Lei si imbarazza un po',come se fosse la prima volta. La loro prima volta dopo tanto, troppo tempo. Lui la afferra tra le braccia e lei allaccia le gambe alla sua vita. 
Già. Non si torna indietro da lì.
Oliver lascia baci disperati sulla pelle di lei. Le è mancata così tanto.
Felicity sbottona il pantalone di lui, e sfiora con la mano la sua erezione. Un brivido percorre la schiena di Oliver. È quel brivido. Credeva di averlo perso per sempre.
Non riesce a pensare a nient'altro, in un secondo affonda in lei ed è la sensazione migliore del mondo. Felicity inarca la schiena e quasi fa fatica a restare tra le sue braccia per le scosse di piacere provocate da quell'unione. Lo ama così tanto.
Ogni colpo li trascina sempre più verso l'orlo di quel precipizio e vorrebbero solo scivolare giù,insieme. Niente ha più importanza ormai.
-Dio, mi manchi così tanto, Felicity.-. È giusto un soffio, ma alle orecchie di lei somiglia ad una tempesta. La eccita. Stringe di più le gambe intorno alla vita di lui e lo accoglie più in profondità. 
E sono li. Insieme. Il precipizio è li che li attende.
E hanno deciso di saltare.

-Hai intenzione di dirmi che succede adesso?-. Domanda lei, ancora stretta tra le braccia di lui. Coperti da una piccola coperta verde. Lui affonda il viso tra i suoi capelli, poi inspira piano.
-La mia vita, ecco cosa succede. È tutto sbagliato, Felicity.-
-Hai solo bisogno di tempo per abituarti al cambiamento.-
-Non ho mai voluto che niente cambiasse. Ho lottato così tanto per vivere e per trovare te. Io non posso neanche pensare di vivere senza di te.-. Sussurra incollato alla pelle di lei. -A quanto pare tu puoi invece...-. E non avrebbe dovuto dirlo. Non li. Non in quel momento. Non dopo aver fatto l'amore con lei. Felicity si volta verso di lui e la furia nei suoi occhi lo fulmina all'istante.
-È questo che credi?! Credi che io possa vivere senza di te?-. Ed è più lontana da lui, sempre un po' di più. Oliver allunga la mano per sfiorarla, ma lei si scosta come scottata.
-Allora perché mi hai lasciato?-. È questo il punto. Lui non lo accetterà mai.
-Perché tuo figlio ha bisogno di te!-
-Esattamente quanto io ne ho di te!-. E quasi urla lui adesso.
-Non è la stessa cosa e tu lo sai!-
-Perché? Avanti dimmelo! Io non riesco a respirare se tu non ci sei! Dimmi perché non è la stessa cosa?-. Ed è arrabbiato. Con tutti. Ma tranne che con lei.
-Perché Connor desidera fare colazione con i suoi genitori, e osservare suo padre che bacia le labbra di sua madre prima di andare a lavoro. Perché quando di notte, è in preda agli incubi, ha bisogno che suo padre controlli sotto il letto e sua madre gli rimbocchi le coperte. Perché ha bisogno che i suoi genitori si amino, Oliver! Dannazione!-. Lo dice tutto d'un fiato. 
-Tu avevi bisogno di questo, Felicity.-. E adesso se ne accorge anche lei. Già. Questo riguarda lei. Tutto quel dolore soffocato. Quel bisogno e quella mancanza. 
-Ho odiato mio padre per questo. Non permetterò che tuo figlio odi te.-
-Sono capace di amare entrambi, te e Connor. Posso stare vicino a lui, continuando a vivere con te. Devi lasciarmelo fare...-
-Io non posso lasciartelo fare! Perché se te lo lasciassi fare, non riuscirei più a tornare indietro. Non riuscirei a sopravvivere senza di te, Oliver.-
-Tu non dovrai mai stare senza di me.-. Lo dice sottovoce, ma lei lo ascolta benissimo.
Oliver si avvicina a lei, e la tira a se, tra le sue braccia.
-Lei non è d'accordo con te, non è vero?Claire...-. E Felicity lo sa già.
-Vuole che diventiamo una famiglia...per Connor.-. Lo sapeva già. Ma fa male lo stesso.
-Sai che è la cosa migliore per tuo figlio?-
-Felicity...-. Le sposta una ciocca di capelli dal viso, e incatena i suoi occhi in quelli di lei. -Ho passato gli ultimi tre anni della mia vita a sacrificarmi per le persone che amo, ho sacrificato noi due troppe volte. Non voglio più farlo...-
-Tuo figlio non può pagare le conseguenze di questo.-
-Riuscirò ad amarlo e ad amare te. Perché non mi dai un po' di fiducia?-
-Non dirlo più! Io mi fido di te, Oliver. Come non mi sono mai fidata di nessuno in tutta la mia vita. Ma hai bisogno di conoscere tuo figlio adesso. E lui ha bisogno di avere una famiglia.-. Oliver resta in silenzio, poi respira a fondo. La osserva per qualche secondo, e non vorrebbe più toglierle gli occhi di dosso. -Perché non posso fare entrambe le cose? Perché non posso conoscere mio figlio e stare con te?-
-Perché hai sette anni da recuperare. E tuo figlio merita tutta la tua attenzione.-
-Posso tornare qui ogni notte. Possiamo stare insieme comunque...-
-Oliver, ti prego. Non rendere tutto più difficile! Non rendermi tutto più insopportabile di quanto non sia già. Tu devi provare a vivere con la tua nuova famiglia, e anche provare a stare con lei se è questo ciò di cui tuo figlio ha bisogno.-
-Come puoi dirlo? Come puoi anche solo pensare che io possa amare un'altra persona?-
-Non dovrai amarla, Oliver...dovrai rendere felice tuo figlio.-. Lui abbassa lo sguardo e non riesce neanche a pensare di poter amare un'altra. O di poter smettere di amare lei.
-Perciò questo è tutto? Finisce così tra noi? Dopo tutto quello che abbiamo passato?-. E la vede. La osserva trattenere il respiro, e lasciare che le lacrime le righino il viso.
-Tuo figlio ha bisogno di te adesso...-. Cerca di parlare, ma la sua voce è così spezzata da far venire i brividi a lui. -Ma io non smetterò mai di amarti, Oliver.-. Mentre un'altra lacrima le solca il viso, lui la ferma,accarezzandole il viso. È straordinariamente belle anche con gli occhi gonfi e rossi. E lui la ama dannatamente.
Dei rumori strani interrompono i loro sguardi. Una chiave che gira nella serratura. E Felicity sa di che si tratta, va avanti da giorni ormai. Ma non lui. Oliver non ne ha idea.
-Niente commedie romantiche stasera! Horror e Big Belly Burger! Perfetto no?-.
Thea entra nell'appartamento di Felicity, e quasi non riesce a stare in equilibrio per le troppe buste del fast food. Oliver si sistema meglio sul divano e la fissa, perplesso.
-Thea?-
-Oh...Oliver! Oh! Oh voi due...io...-. Troppo imbarazzata per dire altro.
Felicity afferra la sua t-shirt poco lontana, e si avvicina a lei. Afferra le buste e la aiuta a sistemarsi.
-Horror e Big Belly Burger è perfetto!-. Le dice, sorridendo.
Sono giorni che va avanti così ormai. Thea si è praticamente trasferita da Felicity la sera in cui lei è tornata da Central City, tanto che Felicity le ha regalato un doppione delle chiavi del suo appartamento. Si sente stranamente bene con quella ragazza. La fa sentire a casa e ne ha bisogno più di qualsiasi altra cosa. Oliver si veste in fretta e si avvicina alla sorella.
-È qui che vieni tutte le sere?-. Lo capisce subito e vorrebbe stringerla. E ringraziarla. Semplicemente perché si prende cura di lei.
-Già.-. Riesce a dire solo questo. Mentre Felicity si allontana, lasciandoli soli.
-Perché?-. Mormora lui, per non farsi ascoltare.
-La prima volta ci siamo addormentate senza accorgermene e quando mi sono svegliata in piena notte, lei non c'era. Si era chiusa in bagno, e ha pianto per ore. Quel giorno ho capito che aveva bisogno di me. Nonostante cerchi di nasconderlo, è devastata, Ollie.-. Lui lo fa. La stringe a se, con tutta la sua forza. La sente respirare a fatica, ma non molla la presa.
-Grazie.-
-Anche se sta forzando se stessa a starti lontano, non è quello che vuole. Non rinunciare a lei. Metti ordine in quel casino che è la tua vita e torna qui!-. Lui sorride, poi si volta verso Felicity, e la vede armeggiare tra le buste. E ogni suo movimento sembra farle male.
-È quello che ho intenzione di fare, Thea.-
-E manda via quella donna dal mio loft, è inquietante. Ma non Connor, lui ti somiglia così tanto!-. Thea le lascia un bacio leggero sulla guancia, poi si dirige verso quella sua nuova stanza improvvisata. Restano solo loro due, di nuovo.

-Non sapevo che foste così legate voi due?-. Domanda Oliver avvicinandosi a lei, che continua a sistemare le buste, con un ritmo quasi folle. Lui le afferra un braccio e la costringe a guardarlo.
-Ehi...-. Le sussurra, allacciando la sua mano a quella di lei.
-Tua sorella è fantastica.-. Dice lei, con gli occhi bassi.
-Ehi.-. Lui lo fa ancora. Perché c'è qualcosa che non va. Perché la conosce.
-Sapevo che non avremmo dovuto farlo, Oliver.-
-Di cosa stai parlando?-
-Non avremmo dovuto fare l'amore...perché io non riesco a lasciarti andare adesso.-
-Fammi restare allora.-. Mormora lui, poggiando la sua fronte su quella di lei. Lei posa le sue labbra su quelle di lui ed è un tocco quasi impercettibile.
-Non farmi questo.-. Sussurra ancora sulle sue labbra, e lui la sta distruggendo e non avrebbe mai voluto farlo. Ma lo sa. Se ne accorge. E decide di andare via.
Decide di afferrare quella maledetta maniglia e chiudersi la porta alle spalle.
Dannazione, e già gli manca il fiato.
Già le manca lei.

Salve! Come promesso ho aggiornato abbastanza velocemente! Grazie alle vostre recensioni,l'ispirazione non mi manca. 
Che ne pensate dell'incontro tra Oliver e Felicity? 
Quanto è cucciolo lui? E innamorata lei?
E Thea? Ditemi cosa ne pensate!
Vi abbraccio! 

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Capitolo 9
*** 9. ***


-Lei è la signorina Smoak?-. Un piccolo scricciolo avanza verso di lei, e la osserva con aria interrogativa. Felicity sorride, si inginocchia davanti a quel bambino e lo riconosce. I suoi occhi e quel sorriso stupendo. Oliver. -Si, sono io! E tu chi sei?-. Domanda, divertita. 
-Io sono Connor, e Oliver mi ha detto di chiedere da te,se mi fossi perso negli uffici.-.
Felicity lo osserva perplessa, e non riesce a fare a meno di pensare a quanto sia difficile per quel bambino chiamare Oliver papà. -E Oliver chi è?-
-Lui...lui è...-. E non riesce a dirlo. Probabilmente ha paura che quella parola abbia un suono troppo strano dalla sua bocca. -Mio padre.-. Ma lo fa. E si stupisce di se stesso. Forse è lei che lo fa sentire così stranamente a suo agio, quasi a casa.
-Il mio nome è Felicity.-. Lei gli porge la mano, e lui la afferra con forza e sorride. E ogni volta che lo fa, gli fa male di più il cuore.
-Sapevo che eri tu quando ti ho vista alla scrivania.-
-E come facevi a saperlo?-. Domanda lei, curiosa.
-Oliver ti ha descritto alla perfezione...-
-Ah davvero? E cosa ti ha detto, sentiamo?-. E non riesce a smettere di sorride con quel bambino. È straordinario. Proprio come lui. Lui che è proprio lì, sul ciglio della porta ad osservare i due, seduti sul divano a chiacchierare. È uno spettacolo perfetto. E non riesce a interromperlo, è come paralizzato. Non riesce a fare un passo. 
-Mi ha detto che sei bionda...-
-E fin qui ci siamo.-. E lo sente ridere di gusto. E Oliver non lo aveva ancora mai visto così.
-Poi mi ha detto che quando sei al computer, hai quella strana espressione concentrata e ti gratti la fronte con la penna. A lui fa molto ridere.-
-Quindi io faccio ridere al tuo papà?-
-Eh già...-. Oliver sorride, divertito. -Il mio papà...-. E si blocca. È riuscito a dirlo, ed è strano, ma non suona così assurdo. Oliver trattiene il respiro per qualche secondo. Non lo aveva mai chiamato così. È straordinario sentirsi chiamare così per la prima volta. 
Il piccolo Connor sorride, poi continua. -Lui ha detto anche che sei bellissima, e io grazie a questo ho capito chi eri!-. E somiglia a suo padre più di quanto lei si aspettasse.
-Oh, grazie!-. Dice, stupita. Lui ha parlato a suo figlio di lei. 
Che diavolo le sta succedendo? Perché improvvisamente la sua scelta di lasciarlo andare sembra la peggiore che potesse prendere? 
Un colpo di tosse interrompe i due, Oliver entra nell'ufficio e ha un luce negli occhi particolare. Come se avesse rimesso a posto tutti i pezzi della sua vita, e adesso il puzzle fosse completo, proprio lì, davanti ai suoi occhi. E lui non riesce a crederci.
-Oliver...-. Lo chiama il piccolo, divertito. Poi guarda Felicity e sorride. 
-Di cosa stavate parlando voi due?-. Connor gli fa cenno di avvicinarsi e di sedersi con loro. E Oliver non se lo lascia ripetere due volte, e si siede proprio lì, accanto a lei. Il suo petto sfiora la schiena di Felicity, che socchiude gli occhi, cercando di mantenere il controllo.
-Allora, io le stavo raccontando come tu me l'hai descritta.-
-Già.-. Mormora Felicity, per poi guardare sott'occhio Oliver. -Quindi ti faccio ridere,ah?-. Domanda, fingendosi infastidita. Connor scoppia in una fragorosa risata e i due non riescono a trattenere un sorriso. Oliver allunga il braccio intorno alle spalle di lei, e la sente accucciarsi tra le sue braccia, mentre restano immobile ad ascoltare la risata di quel bambino.
In un secondo si sentono a casa. Tutti e tre.
È davvero strano come un solo istante possa rimettere insieme i pezzi di un'intera vita.
Connor si sente diverso. Diverso da come si è sentito in tutta la sua vita. Per la prima volta, si sente bambino davvero. -Ti ho messo nei guai?-. Domanda, ancora ridendo.
-Bisognerebbe chiederlo a lei.-. Dice Oliver, guardando Felicity.
-Dovrete farvi perdonare, e sarà molto difficile!-. Sorride, divertita.
-Io sono bravo a farmi perdonare. Faccio sempre un sacco di casini e la mamma finisce sempre per perdonarmi!-.
-Dimmi come ci riesci.-. Gli domanda Oliver, quasi supplicando.
-Le dico che le voglio bene e le do un bacio. Funziona sempre.- . Oliver sorride, poi accarezza la spalla di Felicity di nascosto, e non capisce perché lo fa. Connor sembra così a suo agio. Se solo riuscisse ad innamorarsi di lei, come lo è lui.
-Ho un'idea...-. Connor si alza in piedi sul divano, e richiama l'attenzione dei due. -Per farti perdonare potresti cucinare stasera per tutti e tre!-
-Adesso sono io l'unico che deve farsi perdonare?-. Domanda Oliver, divertito. Connor ride, poi si avvicina a Felicity.
-Verrai stasera?-. Lei gli sorride, poi guarda Oliver, e quella sua espressione imbambolata la intenerisce. -E la tua mamma?-
-Mia mamma non c'è. È a Central City!-. E non è poi così infastidito. Felicity sembra piacergli e davvero. Come può essere? Claire avrebbe fatto di tutto per rendere felice suo figlio, ma se l'unica cosa che desidera in realtà è rendere felice se stessa? Oliver continua a domandarselo incostantemente. Potrebbe impazzire per questo. 
Felicity sorride a Connor, poi respirata a fondo.
-Ci sarò, promesso.-.

   
-Sono le otto! Dovrebbe già essere qui...-. Oliver cammina su e giù per il loft, mentre Connor lo osserva tranquillo. -Sono ancora le otto.-. Dice, senza capire quella sua agitazione.
-Felicity non fa mai ritardo.-
-Ma non è in ritardo.-. Osserva il piccolo, poi scuote il capo, e continua a guardare la tv.
-È solo che...sono nervoso!-. Straparla Oliver, ma si accorge presto che il figlio non lo sta neanche ascoltando. E forse è meglio così. Si sente ridicolo.
Poi bussano alla porta. Finalmente.
Oliver corre da lei e la vede. I suoi boccoli biondi sono sparpagliati sulle sue spalle e fanno da contrasto al suo abito rosso. È straordinaria. E lui si ritrova a pensare che non ha mai visto niente di più bello. Felicity lo osserva per qualche istante, poi gli sorride. E sembra diversa dalla notte precedente. O almeno lui vorrebbe crederlo.
-Sono in ritardo?-. Domanda, sbirciando verso Connor.
-Otto in punto!-. Urla il piccolo, e la tv nn lo attira più poi tanto. -Oliver era nervoso!-
-Credevo che non stessi ascoltando!-. Lo ammonisce lui, mentre Felicity lo guarda, curiosa.
-Nervoso, eh?-. Bisbiglia, divertita.
-Sei bellissima!-. E sente quel vuoto nello stomaco, come se fosse la prima volta.
-Non è il nostro appuntamento, ricordi?-. Gli fa un occhiolino, poi lascia la borsa sul divano e si dirige verso Connor. -Allora...cosa avete cucinato per farvi perdonare?-
-Lasagne!-
-Sul serio? Voi due?-. Connor guarda suo padre, nervoso. Oliver sorride, poi si dirige in cucina e porta i piatti in tavola. È sorprendentemente sereno. 
I tre si siedono alla tavola, e somigliano così tanto ad una famiglia da meravigliarsi sul serio.
Felicity affonda la forchetta nella lasagna e se la porta alla bocca, è già sapeva cosa sarebbe successo. -Mario's?-. E Oliver non ha mai pensato di poterla ingannare.
-So che ti piacciono tanto.-. Afferma Oliver, agitato.
-Ci perdoni lo stesso?-. Chiede Connor, guardando lei.
-Solo se per dolce c'è il gelato.-. Ride, tranquilla.
-Un sacco di gelato!-. E il sorriso di Connor è di quelli capace di farti dimenticare tutto.
E ci riesce davvero. 

-Felicity è rimasta di sotto?-. Domanda Connor a Oliver, che gli rimbocca le coperte.
-Si, tra poco tornerà a casa.-. E il solo pensare che la serata è finita non lo fa respirare.
-Tu sei innamorato di lei.-. Non è una domanda. Lui lo sa, e Oliver ne è sconvolto. Come ci è riuscito? È davvero così evidente?
-Come lo hai capito?-. Ed è stanco di fingere.
-L'hai guardata per tutto il tempo e sembravi...felice.-
-Sono felice anche quando sono con te, lo sai?-
-Oggi eri super felice allora perché eri con me e con Felicity!-. Sorride, ed è stranamente tranquillo a riguardo. Oliver gli accarezza il viso, con una tenerezza sorprendente.
-Credi che possa amare Felicity?-. E non ha mai chiesto il permesso, ma adesso lo fa.
-So che non ami la mamma, perché ami lei.-
-Cos'è che vorresti tu, invece?-. Connor resta perplesso. Nessuno glielo aveva mai chiesto davvero. Si, sua madre lo amava tantissimo. E lui amava lei. Ma non glielo aveva mai chiesto.
-È stato bello stasera. Tu hai sorriso tutto il tempo, e con la mamma non lo fai.-
-Connor...-. Lo richiama Oliver. -Tu cos'è che desideri?-
-Un papà. Ma adesso ce l'ho, anche se lui non ama la mia mamma. Non importa.-. Non esiste niente di meglio. Oliver non si é mai sentito meglio. Avrebbe solo bisogno di lei, li al suo fianco. Ma non è ancora finita. Non lo sarà mai. Perché Connor ha ragione. Non importa. Lui ama Felicity, e il resto non importa. Lui è un padre adesso, e il resto non importa.


-Connor è straordinario.-. Felicity guarda Oliver, che la sorride, ed è bellissimo. E lei potrebbe vivere di quel sorriso. 
-Anche tu gli piaci.-. Lei sorride e lo fa in un modo così naturale da stupire se stessa. Lei gli piace. Non ha mai avuto bisogno di piacere a qualcuno nella vita perché non le è mai interessato, ma il giudizio di quel bambino è diventato così importante. Quasi fondamentale.
-Io devo andare...-. Mormora, per poi avvicinarsi al divano per afferrare la sua borsa. Oliver,con un rapido scatto, è ad un centimetro da lei, le afferra il polso e inchioda i suoi occhi in quelli di lei.
-Resta.-. Sorride. Di nuovo. E lei è così stanca di resistere. Oliver afferra due bicchieri di vino e la invita a sedersi sul divano, al suo fianco.
-Connor lo sa. Lo ha capito.-
-Cosa?-
-Che ti amo.-. Ogni volta che lo dice, il cuore di lei perde un battito, o forse due. O infiniti battiti. Non riesce a dire nient'altro, solo a sorridere come un idiota. -A lui sta bene.-
-Davvero?-. Continua a bramare l'approvazione di quel piccolo ometto.
-Non riuscivo a crederci neanch'io.-. Oliver si avvicina al collo di lei, e le lascia piccoli e umidi baci sulla pelle. Leggeri brividi le percorrono la schiena. -Possiamo stare insieme, amore mio.-
-Oliver...-. Lui non l'aveva mai chiamata così. Quel tono così intenso, come se non esistesse nient'altro al mondo più importante di lei. -Non voglio ferirlo.-.
Oliver si blocca in un istante, e indietreggia per guardare il viso di lei. Le scosta una ciocca davanti agli occhi, e le sfiora le labbra con il pollici. Felicity chiude gli occhi, e trattiene il respiro.
-Ti amo di più per questo.-. Mormora ed è totalmente sopraffatto dall'amore che prova. -Ti importa di lui. A te importa delle persone, è questo il motivo per cui mi sono innamorato di te!-
-A me importa di te, Oliver. Non sono così perfetta come pensi. Ho anche considerato di chiudere quella Claire da qualche parte...tipo per sempre!-. Oliver scoppia in una risata genuina, ed era da troppo tempo che non lo sentiva ridere così.
-Quindi non hai mai pensato di lasciarmi andare davvero?-
-Credi che sarei qui se lo avessi pensato davvero?-. E adesso sorride lei. Bellissima. Oliver si tuffa di nuovo sul suo collo, e lo mordicchia delicatamente.
-Parlerò con Claire...e sarò con te ogni notte!-
-Nella nostra casa.-. Mormora lei, respirando a fatica.
-Mi sei mancata così tanto.-. E non esiste niente di più vero. Oliver lascia scivolare una mano sulla coscia di lei, che resiste a fatica.
-Connor è di sopra!-. Lo ammonisce lei, ma è così difficile resistere. Lui si scosta di poco per fissarla con quel sorriso imbambolato sul volto.
-Che c'è?-. Domanda lei, confusa.
-Sembri una mamma!-. E adesso lo sa. Oliver sa perfettamente che direzione vuole che prenda la sua vita. È tutto chiaro adesso. -Ci pensi mai?-. Felicity resta in silenzio per qualche secondo, poi lo capisce anche lei. In realtà lo ha sempre capito.
-A noi due come una famiglia?-
-Al nostro futuro.-
-Io ci ho pensato dalla prima volta che ti ho visto, Oliver!-. E non c'è bisogno di dire nient'altro.
Lui non ha bisogno di sentire nient'altro.


Salve! Cosa ne pensate di questo capitolo?
Finalmente Connor e Felicity si sono conosciuti, e forse babymama non conosce davvero suo figlio, cosa ne pensate?
Oliver e Felicity? Credete che si sono ritrovati davvero?
Ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 10
*** 10. ***


-Quindi stiamo insieme?-. Domanda nervoso Oliver, mentre abbraccia Felicity alle spalle. Lei sorride silenziosa, poi scuote la testa e l'agitazione di lui la diverte.
-Ho bisogno di tempo per pensarci.-. Mormora, ma non esiste niente di più falso.
-Ti ho dato tutto il tempo del mondo.-
-Sono passati solo venti giorni da quando hai scoperto di essere padre, non è tutto il tempo del mondo, Oliver!-. Eh già. Ma è come se per loro fosse un'eternità.
-Non dirai sul serio?-. Domanda lui, affondando il naso tra i suoi capelli. E quel profumo buonissimo gli fa quasi girare la testa. Lei si volta di scatto e si ritrova ad un centimetro da lui, i loro nasi si sfiorano e lei non riesce a trattenere una risata.
-Ti sembra divertente?-. La guarda, infastidito.
-Volevo davvero lasciarti andare.-. E smette di ridere adesso. È incredibilmente seria. 
-Ma non l'hai fatto.-. Lui la stringe più forte, e lei si sente nel posto più sicuro del mondo.
-Perché io ti amo così tanto, Oliver!-. E a lui fa un certo effetto sentirglielo dire. Come se fosse sempre la prima volta. Quella notte a Nanda Parbat, con il calore delle candele. Era tutto perfetto.
-Grazie per non avermi lasciato andare!-. È quasi un sussurro, ma è il più rumoroso del mondo.
-Io ho paura.-. Lo confessa prima a se stessa, e poi a lui.
-Di cosa?-
-Sento una sensazione strana, non so spiegarla. Ho solo paura di perderti!-. Non è mai stata così sincera con nessuno in tutta la sua vita. Ma ha bisogno di dirlo e ha bisogno che lui lo sappia. Lei è terrorizzata, tanto da non riuscire a respirare. E fa dannatamente male.
-Tu non mi perderai mai, ricordi?-. Come potrebbe dimenticarlo? Felicity si sporge verso di lui e intrappola le labbra di Oliver alle sue. È l'unico modo per calmarsi, e ci riesce sempre. Lo sente rilassarsi contro il suo petto, e riesce a sentire le sue labbra muoversi in un sorriso, e non sa come ci riescano. Sono ancora incollate alle sue. È tutto perfetto.
-Signor Queen...-. Jerry entra di soppiatto nell'ufficio, e il suo imbarazzo riesce a fare imbarazzare anche loro. -Scusate, io non volevo...-
-Stavo solo baciando la mia donna, Jerry...non scusarti per questo!-. Felicity si volta verso di Oliver, stupita. Non aveva mai parlato di lei in quei termini, non così esplicitamente.
-Hai bisogno di qualcosa?-. Domanda Oliver, e sta solo pensando alla voglia che ha di restare in quell'ufficio da solo con la sua donna. Non riesce a pensare ad altro.
-È tutto pronto per la conferenza stampa.-. Oliver e Felicity si guardano, confusi.
-Di quale conferenza stampa stai parlando?-. Domanda Felicity, curiosa.
-Quella indetta dalla futura signora Queen...parole sue.-. Sussurra Jerry, e adesso ha più senso il suo imbarazzo. Oliver si volta verso Felicity, sempre più confuso.
-Hai indetto una conferenza stampa?-. Le domanda, e lei resta sconvolta dalla sua deduzione. È lei la futura signora Queen e Oliver non ha alcun dubbio a riguardo.
-Io? No! Aspetta tu hai pensato...-
-Non esiste nessun'altra futura signora Queen!-. Afferma lui, serio.
-È una certa Claire!-. La voce di Jerry immobilizza entrambi.
-Come scusa?-. E adesso lui è furioso.
-Non avete parlato con l'avvocato Nelson, non è vero?-
-L'avvocato è a Central City per affari personali.-. Dice Felicity, nervosa.
-E Claire era a Central City in questi giorni!-. Mormora Oliver ed è tutto chiaro adesso.
-Credo che dovreste correre all'entrata dell'edificio. Deve aver iniziato ormai!-.
Oliver e Felicity incrociano gli sguardi e la paura di lei è talmente visibile adesso che spaventa lui. Ed è difficile spaventarlo, lo è sempre stato.

 -Credevo di poter attendere l'arrivo del signor Queen, ma quello che ho da dire a voi presenti e a tutti i cittadini di Starling City è che il nuovo CEO della Queen Consolidated, nonché proprietario originario dell'azienda, Oliver Queen ha un figlio. Mio figlio, Connor. È proprio lì, accanto a voi.-. Claire indica il bambino, che si guarda intorno ed è spaventato. Lo è davvero.
-Siamo una famiglia adesso. E io diventerò presto la nuova signora Queen e l'industria Queen sarà l'eredità di mio figlio! Mi sembrava giusto annunciarlo pubblicamente a tutta la stampa di Starling City. Ormai Oliver Queen è di nuovo un personaggio importante per questa città!-.
Le parole della donna sconvolgono Oliver, ma di più distruggono Felicity. Come si torna indietro da questo? Come può tornare lei indietro da questo?
Oliver si volta verso Connor, e la sua rabbia gli esplode nel petto. Lo vede li, così piccolo e così indifeso, tra una folla di mangia uomini senza scrupoli. Il suo bambino.
Deve essere impazzita per aver fatto una cosa del genere. 
Corre verso suo figlio e lo afferra tra le braccia, con forza.
-Signor Queen, è tutto vero?-
-Ci dica, signor Queen!-
-Cosa ne sarà della sua segretaria diventata sua socia, la signorina Smoak?-.
Già. La signorina Smoak. Lei è proprio lì, dannazione! Dovrebbero smetterla tutti.
-Stiamo pensando a come risolvere la situazione!-. Interviene ancora Claire, e quella fame di potere la sta divorando così profondamente che persino suo figlio stenta a riconoscerla.
-È e sarà sempre solo la sua segretaria, e l'impero Queen può avere un solo erede!-.
Ed è tutto. Felicity non ha bisogno di sentire nient'altro, è già abbastanza distrutta così. Non ci riesce. Guarda Oliver e lo fa intensamente, e non esistono parole che possano spiegarlo. Che possano avvicinarli ancora. Lei fugge via. Ed è solo stanca di sentire il suo cuore spezzarsi.

-Adesso basta!-. La voce di Oliver sembra più in ruggito. Vederla fuggire via, e sentire tremare suo figlio tra le braccia, lo ha condotto lí. Fino a quel punto di non ritorno, tutta quella rabbia repressa. È sempre stato così bravo a controllarsi, ma non ora.
-Io e la signorina Smoak siamo i soli e unici proprietari di quest'azienda e nessuno al di fuori di noi può indire una conferenza stampa! Felicity non è solo la mia segretaria, ma è la persona più in gamba che conosca e merita il ruolo che riveste!-
-E cosa ci dice del suo imminente matrimonio?-
-Non ci sarà nessun matrimonio! Non ho intenzione di dire nient'altro!-. Stringe Connor più forte e entra negli uffici, come una furia. Non si è mai sentito così.

-Ti va se resti un po' con Jerry e io parlo con la mamma?-. Domanda Oliver al piccolo, cercando di sembrare il più calmo possibile.
-Voglio vedere Felicity! Deve essere così triste adesso.-. E lo sorprende. Sempre.
-Felicity è...lei è dovuta scappare a casa, ma Jerry ti farà vedere tutti gli uffici! Vedrai sarà divertente!-. Connor lo guarda scettico, poi annuisce e raggiunge Jerry, che sorride, per poi uscire dall'ufficio. Oliver si volta verso Claire, e riesce a fatica a respirare per la sua rabbia.
-Che diavolo significava?!-
-Era l'unico modo per dare a Connor una famiglia! A volte sono necessarie misure drastiche!-
-Connor non la vuole questa famiglia!-. E sta urlando davvero adesso. -Lui vuole solo essere felice, e dannazione neanche te ne accorgi!-
-Non osare dire a me quello di cui ha bisogno mio figlio!-
-Perché?! Perché sei sua madre?! La stessa che gli ha privato del padre solo per denaro?-
-L'ho fatto per assicurargli un futuro!-. E ci crede davvero.
-Non è di questo che ha bisogno. Non di due genitori che si fanno la guerra!-
-Non ho intenzione di rinunciare a tutto questo! Sono sua madre e questo impero è il suo quanto il mio che l'ho cresciuto!-
-Niente di tutto questo è tuo, Claire!-
-Dopo questa conferenza stampa sarà davvero difficile convincere tutti del contrario! E se dovessi riuscirci, come credi di sollevare l'azienda da tutto questo?-. Aveva centrato il punto. La Queen Consolidated è sempre stata coinvolta in questi scandali, e lui lo ha sempre odiato. E adesso sta succedendo di nuovo, e lui lo odia maledettamente.
-Come ho fatto in tutti questi anni!-. E adesso ha smesso di urlare. È stanco anche lui. -Prendi tutta la tua roba e vai via dal loft di mia sorella. Pagherò un albergo per il periodo in cui resterai a Starling City. Connor resterà con me, potrai vederlo quando vuoi!-
-Cosa stai cercando di fare, Oliver?-
-Sto salvando mio figlio!-.

 
Oliver afferra tra le mani le chiavi dell'appartamento di Felicity, ed è maledettamente nervoso. Avrebbe dovuto bussare, ma adesso è lui quello ad essere terrorizzato. L'aveva appena riavuta indietro. Che cosa diavolo c'è che non va in lui?
Inserisce le chiavi nella toppa, e apre la porta, lentamente.
Buio. Solo buio. E Oliver ha una sensazione terribile.
Accende l'interruttore e lo vede. Un piccolo bigliettino sul tavolo della cucina. Lo afferra tra le mani e quasi non ha il coraggio di leggerlo. Ma lo fa.
"Credo di non riuscirci più, Oliver. Ho solo bisogno di andare via per un po' e tu hai bisogno di stare con tuo figlio e sistemare le cose in azienda. Ricorda sempre che io ti amo come non mi è mai capitato nella vita. Ho solo bisogno di riprendere a respirare.
Con amore, la tua Felicity.".
E un un secondo il mondo di Oliver si sgretola per la seconda volta, o forse è la terza o la quarta. Dovrebbe essere abituato a questo ormai. Ma il pensiero di perderla lo devasta. 
Già, il suo mondo è a pezzi adesso. 
Ma non ha intenzione di arrendersi. Riuscirà a mettere insieme tutti i pezzi.
Riuscirà a tornare da lei.


Salveee!! Mi state odiando? Non mi state odiando, non è vero?
Vi avevo detto che Claire non se ne sarebbe stata con le mani in mano, cosa ne pensate?
La Queen Consolidated non è mai uscita benissimo da scandali come questi, cosa credete che farà Oliver?
E Felicity? Dove è scappata? Credete abbia fatto bene?
Ditemi cosa ne pensate! Vi abbraccio! 

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Capitolo 11
*** 11. ***


-Quindi spiegami bene, siete scappati insieme, poi siete tornati a Starling City, lui ha scoperto di avere un figlio e tu lo hai lasciato?!-. Detta così sembra banale. Una di quelle storie che non hanno sapore. Raccontata così non rende l'idea di tutto il dolore e di quanto quel dolore la stia consumando. Ed è semplicemente inevitabile.
-Non è così semplice, mamma!-. Già. Dove altro poteva andare? Scappare a Las Vegas le è sembrata l'idea migliore, anche se adesso lo straparlare di sua madre glielo fa dubitare. A volte si somigliano così tanto. E non la infastidisce più.
-Amore mio...perché diavolo hai rinunciato a lui?-. E probabilmente aveva solo bisogno di lei. Aveva bisogno che sua madre glielo sbattesse in faccia quanto stupida lei fosse stata.
-Io...io non ho rinunciato a lui.-
-Tu lo ami, Felicity! I problemi si risolvono...-
-Credi che io abbia risolto il "problema" papà?-. E lo dice, enfatizzando le virgolette, come se niente fosse cambiato da quando era bambina. E Donna lo sa. 
-Questo è diverso.-
-Ah si? Un bambino cresciuto senza il padre, che desidera solo che i suoi genitori stiamo insieme. Quanto è diverso, mamma?-. Donna resta in silenzio, e forse non lo ha mai capito davvero. Tutto quel dolore e quella solitudine che attanagliava il petto della figlia. Lei è sempre rimasta inerme ad osservare, e si odia dannatamente per questo. 
-A proposito di questo...-. La donna trattiene il respiro, poi socchiude gli occhi. Ed è nervosa.
-Ray?-. Felicity interrompe sua madre, per fissare confusa il suo ex. Donna si volta verso di lui, poi alza gli occhi al cielo, e sussurra all'orecchio della figlia.
-Non vorrai fuggire con lui?-. Felicity le lancia uno sguardo di disapprovazione, mente Ray si avvicina sempre più veloce, e saluta con un gesto della mano Donna, che ricambia con uno dei suoi sorrisi maliziosi. Ma bellissimi.
-Ray? Che ci fai qui?-. Domanda Felicity, andandogli incontro e allontanandosi da sua madre.
-È un piacere rivederti anche per me!-. Sorride, sarcastico lui.
-Oh, si è un piacere vederti. Ma che diavolo ci fai qui?-
-Potrei aver rintracciato il tuo telefono.-
-Tu cosa? Perché?-
-È complicato...-. Farfuglia lui, nervoso. Lei respira a fondo, poi fa segno a Ray di aspettare e si avvicina a Donna. -Mamma, ti dispiace se finiamo la nostra conversazione a cena?-
-Ma io dovevo dirti una cosa importante.-
-Me la dirai stasera...promesso!-. Felicity le lascia un leggero bacio sulla guancia e si allontana con Ray. Già. Sua madre doveva dirle qualcosa di importante. E Felicity dovrebbe smettere di sottovalutarla. Sempre. 

-Spiegami tutto!-
-Beh...è piuttosto complicato.-
-Ray!-. Lo richiama lei, infastidita. Lui abbassa lo sguardo come un bambino in punizione, poi scuote il capo e sorride. Certe cose non cambiano mai.
-Dal momento in cui Oliver ha smesso di essere Arrow ed è fuggito con te, non sapevamo a chi rivolgerci, e abbiamo deciso di agire.-
-Abbiamo chi? Tu e?-
-Ecco...questo è ancora più complicato, Felicity! Ho bisogno di mostrartelo.-. Ray fa cenno alla sua moto e le porge il un casco. E lei non riesce a pensare a nessun altro che non sia Oliver, mentre fissa quella moto. Sale su di essa e si aggrappa forte all'uomo. Ha sempre avuto paura delle moto. Ma probabilmente dovrebbe essere spaventata per qualcos'altro adesso.

La porta di un grande magazzino si apre e Ray avanza, facendole strada. Felicity si guarda intorno, confusa. Poi la vede. Non è sola. Un'altra donna di colore la osserva perplessa, e poi quel professore di Central City. Ha sentito parlare di lui. Ma Felicity riesce a vedere solo lei.
-Sara?-. Non riesce a dire nient'altro, sente il cuore che le pompa nel petto e il respiro che si fa più corto. Quella non può essere Sara. Ha pulito il suo corpo, lo ha bagnato con le sue lacrime. Non può essere Sara.
-Mi aspettavo un "sono felice che tu non sia morta"...di nuovo.-. Dice la bionda, sorridendo. E l'unica cosa che Felicity riesce a fare è correre verso di lei e stringerla tra le braccia, e Sara non è abituata. Non lo è più. Non la persona che è diventata. Se solo Felicity la conoscesse ora, probabilmente ne sarebbe terrorizzata.
-Tu eri morta...noi ti abbiamo seppellito.-. Mormora tra i capelli di Sara.
-A quanto pare è davvero difficile farmi fuori!-. E quella sua ironia stupisce Felicity, che si allontana per osservarla meglio. È ancora più bella, in quella tutta color ghiaccio. Studia ogni angolo del suo viso e non riesce a crederci. Lei è lì. È viva. Dannazione, Sara è viva. Tutto può cambiare adesso. Il dolore soffocante di Laurel, il senso di colpa di Thea. E la negazione di Oliver. Tutto può cambiare adesso.
-Devo chiamare Oliver...e Laurel!-
-Non c'è tempo per questo, Felicity. C'è un motivo se sei qui.-. Afferma Ray, avvicinandosi a lei.
-Di cosa stai parlando?-
-Ras al-Ghul è diventato il capo della lega degli assassini dopo aver combattuto con un uomo!-
-Cos'ha a che fare con me, Ray? Mi stai preoccupando!-
-Quell'uomo è il capo di una pericolosissima associazione criminale, l'H.I.V.E., la stessa che ha commissionato l'uccisione di Andy Diggle.-. Felicity spalanca gli occhi, ed inizia ad essere spaventata davvero. Il suo pensiero va a John, ed è inevitabile.
-Il fratello di John...-. Mormora, nervosa. -Lui cos'ha fatto?-. Già. Perché conosce il suo amico. John non può esserci passato sopra. Semplicemente non è da lui.
-È questo il punto. John non ha mai smesso di indagare su di loro, e il capo dell' H.I.V.E. è una persona estremamente intelligente ed esperta con i computer. Non ci ha messo molto a rintracciare chi lo stesse cercando, e tutte le persone intorno a lui.-
-Gli è successo qualcosa? John è in pericolo?-. E il terrore ormai si è impossessato di lei. 
-Non è il solo ad essere in pericolo, Felicity!-. Dice Sara, avvicinandosi di più.
-Oliver? È successo qualcosa ad Oliver?-. E adesso quasi urla, e neanche se ne accorge.
-Noi siamo qui per te!-. Felicity si volta verso la bionda, senza capire. Ray le afferra una spalla, cercando di rassicurarla. Poi respira a fondo, e cerca di trovare il coraggio per dirlo.
-Il capo dell'H.I.V.E. è Damien Dark.-. Non esiste nient'altro in lei adesso. 
Probabilmente non riesce neanche ad essere sconvolta. Come se un peso le si fosse accovacciato sullo stomaco e le impedisse di respirare. Quel nome. Dannazione, quel nome! Il suo mondo continua a sgretolarsi, come se stesse scivolando giù da una rupe e lei non riuscisse a fermarne la corsa, per quanto ci provi. Lei non ci riesce.
-È venuto a fare visita a tua madre.-. Avrebbe dovuto ascoltarla. 
-Cosa le ha fatto? Io...io devo andare da lei! Potrebbe essere in pericolo!-
-Non è stata una visita amichevole, Donna ha creduto di potergli mentire. In realtà sapeva già che tu fossi diretta a Las Vegas, e credo che sia ancora in città!-
-Cosa vuole da me?-. E davvero non lo capisce.
-Ha scoperto che eri la partner di Arrow, nonché la donna che Oliver Queen ama, lo stesso che ha rubato il  posto di Ras Al-Ghul e lo ha ceduto a Merlyn. Quel posto spettava a lui...o almeno è quello che ha sempre creduto tuo padre.-
-Ti prego, non chiamarlo così!-. È quello che è. Lei lo ha sempre desiderato,e ora ne è terrorizzata.
-Sei in pericolo, Felicity! Stavamo arrivando a Starling City quando tu sei scappata qui.-
-Cos'ha a che fare questo con voi? Si, insomma siete dei supereroi, quel genere di supereroi con super poteri...perché vi occupate di questo?-. Ray scuote il capo, poi inchioda i suoi occhi a quelli di Felicity. E in un istante le è tutto chiaro.
-Si tratta di te.-. Mormora lui, e quasi si sente stupido perché ci pensa ancora. Lei resta in silenzio, e abbassa lo sguardo, imbarazzata. -Oliver non è più Arrow, ma credo che questo sia il motivo valido per rimettere il costume di pelle.-. Afferma lui, fissando i suoi occhi.
-Ho rischiato di perderlo troppe volte nell'ultimo anno, non lo permetterò di nuovo.-
-Credi che lui possa starsene con le mani in mano mentre tu rischi la tua vita?-
-No! So che non lo farebbe mai, questo è il motivo per il quale non dovrete dirglielo!-. Sara si volta di scatto, e non riesce a credere alle sue orecchie.
-Stai vaneggiando, Felicity!-
-Dio solo sa quello che ho passato quando ho creduto di perderlo! Lui era morto, Sara. L'amore della mia vita era morto. Ma è tornato da me e ha scelto me! Non lo costringerò a tornare la persona che odia. Non posso fargli questo!-
-Ma sei scappata?-. È Ray a parlare adesso, senza smettere di fissarla.
-È complicato!-. Ormai tutto lo è.
-Felicity, noi siamo qui perché sei scappata da Starling City, ma non possiamo proteggerti. Abbiamo altre faccende di cui occuparci. Oliver è l'unico che può farlo.-. Felicity resta in silenzio, ma lo sa. Sa che l'unico in grado di proteggerla é lui. L'unico con il quale lei si sente al sicuro. Davvero. È ironico. Ha amato il vigilante, poi Arrow, ma prima di tutti lei ha amato Oliver Queen. E sa bene che il vigilante, o Arrow, loro non sono mai stati gli eroi. Lui lo è.
-Ho bisogno d'aria!-
-Felicity...-. La ferma Ray, afferrandole il polso, lei fissa i suoi occhi per qualche istante, poi si libera dalla presa, e si avvicina all'uscita.
-Starò bene, Ray. Ho solo bisogno di pensare.-. 

L'aria fresca di Las Vegas le si incolla addosso, ed è stranamente piacevole. Niente dovrebbe essere piacevole per lei adesso. Suo padre, John. Sua madre. E lui.
In realtà é a lui che sta pensando adesso. Ad Oliver.
Non può nascondergli una cosa del genere, lui non glielo perdonerebbe mai. E lei non si sentirebbe mai al sicuro con nessun altro. Già. Lui non è più Arrow.
Ma se l'amore l'avesse cambiato? Se lei l'avesse cambiato?
Se fosse diventato qualcos'altro? Se fosse diventato qualcun altro?
Poi più niente.
Solo un colpo. Odore di polvere da sparo e sangue. Il suo sangue. 
Non sarebbe dovuta uscire. Ray lo sapeva. Lei lo sapeva.
Sente il sangue scorrere giù per il ventre e bagnarle il cotone dell'abito abito chiaro. 
Non riesce a respirare. Gli occhi si fanno pesanti. 
Ha solo voglia di dormire. E di smettere di resistere.
Poi vede lui. 
Oliver. 
Le sue labbra sulle sue. 
Le sue mani che scivolano sulla sua schiena.
E non può smettere di resistere.


Ehiii! Che ne pensate di questo capitolo? La storia si sta facendo più intricata. La nostra Felicity è stata ferita? Credete che suo padre abbia qualcosa a che fare con questo? 
Cosa farà Oliver? Ditemi cosa ne pensate! 
Alla prossima!  

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Capitolo 12
*** 12. ***


-Oliver?-. Oliver non riesce a capire perché si sente stranamente agitato stanotte. Ha afferrato il suo telefono senza farlo squillare troppo. Nervoso. Maledettamente spaventato.
-Ray?-. Già. Ray. E lui inizia a preoccuparsi di più. -Che succede?-
-È Felicity!-. Oliver chiude gli occhi ed è rapido, troppo rapido. Come se se lo sentisse. Come se quel peso sul petto che lo stava tormentando non potesse riguardare nessun altro.
-Dove?-. Riesce a chiedere solo questo, non vuole sapere nient'altro. Ha solo intenzione di guidare la sua porche fino a lei. Non può sapere nient'altro. Lo ucciderebbe.
-Las Vegas...al Valley Hospital!-. In realtà, lo sta già uccidendo.

-Ollie...-. Thea osserva l'espressione sconvolta del fratello, e sa che non esiste nessun altro motivo che non sia lei. -Che succede?-
-Felicity...lei...-. E non riesce neanche a dirlo. -Lei è in ospedale!-
-In ospedale? Che diavolo è successo?-. Domanda preoccupata la ragazza, ma è come se lui avesse smesso di ascoltarla. -È grave? Ollie?-
-Non lo so, Thea! Io non lo so!-. La stava ascoltando invece e faceva male ogni parola.
-Resterò qui con Connor. Tu va!-. Oliver fissa gli occhi nocciola di quella giovane donna, poi annuisce. E non riesce a fare nient'altro, afferra il suo giubbotto di pelle e le chiavi dell'auto e fugge via. E non si è mai sentito così. 
La lama nel petto, il gelo della neve. La caduta. 
Niente di tutto questo lo ha fatto sentire così, neanche una volta.
Solo adesso, riesce a sentire il sapore della morte.
Solo senza di lei, riesce a sentire quel dannato sapore.

-Lei dov'è?!-. Le urla di Oliver irrompono il silenzio di quell'ospedale. Ray fa fatica a guardare i suoi occhi, e Oliver non lo sopporta. -Dimmi dov'è?
-È appena uscita dalla sala operatoria.-
-È grave?-. E quelle parole fuoriescono tremanti dalla sua bocca, come se non riuscisse neanche a pronunciarle. Ray abbassa lo sguardo. Dannazione, deve smetterla!
-È in coma, Oliver!-. Una lacrima riga il viso di Oliver, e probabilmente era già lì pronta, agli angoli dei suoi occhi. Disperata. Poi un'altra e un'altra. Non riesce a respirare. Sta piangendo sul serio. Quel tipo di disperazione che non ti lascia vedere, nè ascoltare, nè pensare.
Non può essere vero. Niente di tutto questo può essere vero.
-Chiamava il tuo nome quando era agonizzante.-
-Ti prego, smettila.-. Non vuole ascoltare. Il senso di colpa lo sta distruggendo già abbastanza. Lui non era lì, e lei chiamava il suo nome. Lui non era lì, e lei è in coma adesso.
Lui non era lì.
-Mi dispiace...-. Mormora Ray, e sta soffrendo anche lui. -I dottori dicono che non è un coma irreversibile, potrebbe svegliarsi...-
-O non svegliarsi più!-. Sussurra Oliver, mentre affonda il viso tra le mani per nascondere tutto il suo dolore, non che se ne stia preoccupando davvero. 
-Oliver!-. Una voce familiare riesce a riscaldarlo, ed è strano. 
-Donna...-. Dice lui, con un filo di voce. La donna corre verso di lui, e lo stringe tra le braccia, e lo fa con una forza straordinaria. E le ricorda così tanto Felicity. E lui per un istante si sente a casa, come un bambino tra le braccia di sua madre. Si lascia cullare da quella presa, e forse non dovrebbe. Dovrebbe rispettare anche il suo dolore di madre, e non dovrebbe essere così egoista.
-Ha bisogno di te!-. A quelle parole lui si allontana di qualche centimetro e la osserva con gli occhi gonfi, e le guance umide. Poi annuisce, e corre da lei.
È tutto quello che desidera.

-Amore mio...-. È solo un soffio e si infrange sulla pelle pallida di lei. -Come è possibile che tu sia bellissima anche in un letto di ospedale?-. Ma non è davvero una domanda. Oliver si asciuga una lacrima, poi si siede su quella sedia di pelle rossa, e afferra la sua piccola mano tra le sue.
-Perché sei scappata via da me? Tu non dovevi farlo! Tu non puoi lasciarmi, Felicity.- . E le lacrime si fanno più prepotenti, e i singhiozzi gli impediscono quasi di parlare.
-Devi svegliarti, mi hai sentito?-. Mormora, mentre continua a fissare i suoi lineamenti perfetti.
-Io non posso vivere senza di te, mi hai capito? Io non posso.-. Già. Lui non può.
Aveva deciso di lottare per lei, per loro. 
Lui ha deciso di lottare. 
E lei non può arrendersi così facilmente.

-Signora Smoak.-. John entra nel corridoio dell'ospedale, e corre verso la donna.
-John, giusto?-. Lui annuisce, ed è sconvolto. Troppo. E Donna lo sa, lei riesce a vederlo. È così trasparente. -È in coma.-. E non ha bisogno che lui glielo chieda. -I medici dicono che potrebbe risvegliarsi, o non farlo mai più.-. Quelle parole riescono a distruggere ogni tipo di barriera che quel soldato era riuscito ad erigersi intorno. Tutte quelle barriere non ci sono più adesso.
-Cosa è successo?-
-È stata sparata.-. E adesso è lei che non riesce a parlare. È lei che sente quel maledetto senso di colpa premerle il petto. Avrebbe dovuto avvisarla. Avrebbe dovuto dirle che suo padre la stava cercando, e avrebbe dovuto proteggerla da lui. O dai suoi nemici.
-Da chi?-. Domanda John, ma Donna non riesce a rispondere. È troppo impegnata a maledirsi per dare spiegazioni. Ray si avvicina a John, e gli afferra una spalla, con forza.
-Ti spiegherò tutto. Ma adesso, dovresti andare da lei. Sono ormai più di dieci ore che Oliver è chiuso in quella stanza. Noi ci alterniamo, ma lui non si è mai mosso di lì.-
-Non lo farà!-. Ne è sicuro. Come niente nella sua vita.

John afferra la maniglia della stanza e cerca di farsi coraggio, ma é così difficile. Perché le sue gambe fanno così tanta fatica a muoversi? Perché non riesce ad entrare in quella maledetta stanza? Odia tutto. Odia quella dannata città, e quelle fottutissime luci abbaglianti. Odia l'odore di medicine che gli si è incollato addosso, e il rumore che fa quella porta.
Ma ci riesce. Continua ad odiare il mondo, ma riesce a non odiare lei. 
La osserva, e il suo cuore perde un battito. 
Ha passato gli ultimi anni della sua vita a proteggerla. Come ha fatto a non proteggerla da questo?
Non riesce neanche a guardarla. Il suo petto che si muove lento, e quei boccoli biondi sparsi sul cuscino. E quella mano. La sua piccola mano stretta in quella di lui.
Oliver. È lì, immobile. Devastato. 
-Dovresti riposare.-. John avanza lento, poi accarezza piano l'altra mano di Felicity. 
-Sto bene.-
-No, non è vero, Oliver!-
-Non puoi sapere come mi sento! Nessuno può saperlo!-. 
-Si riprenderà.-. E vorrebbe crederci davvero.
-E se non lo facesse? Io non so neanche cosa le è successo, John!-. Ed è disperato. Davvero.
-È stata sparata.-. Oliver continua a fissare la sua donna, mentre un'altra lacrima gli riga la guancia.
-Chi?-
-Ray ci spiegherà tutto. Ma adesso vorrei parlare un attimo con Felicity.-
-Io non mi muovo da qui!-. E non è mai stato così convinto di qualcosa.
-È importante anche per me, Oliver.-. Oliver non è mai stato così egoista. Mai.
-Qualche minuto!-. Dice, guardando John. Poi si avvicina all'orecchio di lei, e sussurra.-Torno tra poco, amore mio.-. Le lascia un leggero bacio sulle labbra, e si sofferma qualche istante in più. Come se non riuscisse ad allontanarsi da lei. Ma lo fa. Solo per il suo amico.

-Che mi combini, eh? Mi distraggo un attimo e ti fai sparare, di nuovo?-. Sorride e sa che è quello che lei vorrebbe. Ma ci riesce a malapena. -Lui non ce la fa senza di te, lo sai? Non puoi abbandonarlo adesso, e non puoi abbandonare neanche me. Sai, prima che tu entrassi nel team, io e Oliver non facevamo altro che acciuffare criminali e lamentarci per il resto del tempo, poi sei arrivata tu, e Oliver ha iniziato a sorridere. Ti guardava in quel modo speciale, inclinava la testa e restava a fissarti mentre eri impegnata a fare altro, e io lo beccavo ogni volta. Sapevo che si sarebbe innamorato di te dal primo momento che vi ho visti insieme. Tu sei la sua meta perfetta, Felicity. Hai dato senso alla sua crociata, e alla sua vita.-. Stringe più forte la mano di lei, poi ne accarezza il dorso ed è estremamente delicato. -Quindi devi svegliarti, intesi?-. E vorrebbe urlarglielo, ma resta in silenzio a fissarla. In attesa che lei si svegli, che gli sorrida e dica qualcosa di inopportuno. Balbetti, e si maledica. Potrebbe aspettare una vita per questo.
Lui potrebbe aspettarla una vita.

-Chi è stato?-. Oliver fissa gli occhi di Ray, e non ha intenzione di ottenere una risposta vaga.
-Io non lo so, Oliver.-
-Perché eri qui?-
-Felicity era in pericolo. Il capo dell'H.I.V.E. ha scoperto che John non ha mai smesso di indagare su di loro, e ha preso di mira tutte le persone che lo circondano.-
-Damien Dark?-
-Come lo conosci?-. Domanda Ray, confuso.
-Ras Al-Ghul mi ha parlato di lui. È pericoloso. Ma cosa vuole da Felicity?-. Ray resta in silenzio e ha paura di rispondere. Forse lei non vorrebbe. O forse non vorrebbe altro.
-È suo padre.-. La voce di Donna arriva ad Oliver come un pugno nello stomaco. Si volta verso di lei e la osserva, incredulo. -Ma non è stato lui a sparare!-. Dice lei, sicura.
-E allora chi? Damien Dark è a Las Vegas il giorno in cui anche Felicity è qui. Credi sia una coincidenza?-. Domanda Ray a Donna, che scuote il capo, esausta.
-È qui per proteggerla!-
-Di che stai parlando?-. Oliver continua a fissare la donna. -Quell'uomo è un assassino!-
-Ed è suo padre! Non è stato lui a sparare, io ne sono sicura!-
-Allora chi?-. Donna scrolla le spalle, e non riesce a spiegarselo neanche lei.
-Significa che dovrò fare due chiacchiere con il signor Dark!-.
E forse era meglio se fosse rimasto in quella stanza di ospedale, incollato alla sua mano.
È troppo arrabbiato per parlare con lui.
È troppo devastato per affrontare un pericolo così grande.
Ma è anche troppo testardo per non farlo. 




Ehiii!! Vi sto facendo soffrire troppo? Vi prometto che le cose miglioreranno presto o tardi!
Che ne pensate di questo capitolo? 
Il dolore di Oliver?
E chi credete abbia sparato a Felicity? Donna ha ragione?
Credete che si risveglierá?
Ditemi quello che pensate! 

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Capitolo 13
*** 13. ***


Non sa neanche dove stia andando Oliver. Sa soltanto che lo avrebbe trovato li, esattamente dove quel software sofisticato, utilizzato da Felicity, segnalava la sua presenza.
Damien Dark. Avrebbe dovuto esserne spaventato. Quasi terrorizzato. Niente di tutto ciò. Tutta quella rabbia e furia illumina gli occhi di Oliver. Non riesce a pensare a nient'altro, mentre guida veloce quella moto nera. Impossibile non notare l'enorme e luminoso albergo davanti ai suoi occhi.
Lo avrebbe trovato li. Già. L'uomo più pericoloso al mondo. Lui lo avrebbe trovato.

-Ti stavo aspettando, Oliver Queen.-. E Oliver non poteva immaginare che si sarebbe lasciato trovare così facilmente. Oliver fissa gli occhi blu dell'uomo, ed è un solo istante, e rivede quelli di lei. Dell'unica persona che conta nella sua vita. E non riesci a pensare a nient'altro che non sia la voglia che ha di rivedere quei bellissimi occhi.
-Sei stato tu a spararle?-. Domanda diretto Oliver, e il suo tono riesce quasi a mettere i brividi all'uomo. Oliver lo ha notato, ed è bravo in questo genere di cose.
-Credi che io abbia tentato di uccidere mia figlia?-. Invece il tono di Damien è spaventosamente calmo. Quasi surreale. Come se non stesse soffrendo, come se nulla lo sfiorasse.
-Non importa quello che credo io! Riformulo la domanda, hai quasi ucciso Felicity?-
-Non avrebbe dovuto unirsi a te, nella tua stupida e inutile crociata. E non avrebbe dovuto essere così esposta...-. Dice l'uomo, e il suo tono cambia. Stranamente agitato.
-Di che diavolo stai parlando?-
-Sono l'uomo che ha lottato contro Ras Al-Ghul!-
-E io sono quello che l'ha ucciso!-. Già. E non riesce a spaventarlo più niente.
-Credi di essere invincibile per questo? Sono riuscito a nascondermi per tutto questo tempo e ho costruito il mio impero. Ho tagliato tutti i legami che avevo. Mia moglie, mia figlia!-
-E adesso hai cercato di recidere definitivamente quel legame!-
-Io le ho protette per tutto questo tempo!-. E il tono della sua voce si alza di un'ottava, e non è più così tranquillo adesso. -Le ho abbandonate per diventare l'uomo che sono ora! L'uomo che ti ucciderà!-. Oliver spalanca gli occhi per un istante, e non se lo aspettava. Non si aspettava che giocasse a carte scoperte dall'inizio. Non lo aveva previsto.
-È difficile uccidermi!-
-Hai rubato quello che era mio! Il posto di Ras Al-Ghu, tutto quello per cui ho sempre lottato! E adesso mia figlia. Hai permesso che fosse esposta al pericolo!-
-Io la proteggerò sempre!-
-Tu la ami davvero tanto, non è vero?-. E non è una vera domanda, o quantomeno lui non attende una risposta. -Hai permesso ai miei nemici di trovarla!-
-È difficile anche ingannarmi, lo sai? Tu eri qui a Las Vegas il giorno in cui...-. E non riesce ancora a dirlo.-In cui le hanno sparato! Non può essere una coincidenza!-
-Ero qui per proteggerla perché tu hai rifiutato il posto di Ras Al-Ghul!-
-Di che stai parlando? Cos'ha a che fare questo con lei?-
-Ho tentato di riprendermi quello che mi spettava di diritto ma lui ha iniziato la guerra sparando sul bersaglio grosso! E io ho intenzione di ucciderlo e poi di uccidere te!-
-Malcom...-. Ed è quasi un sussurro, ma Oliver vorrebbe urlare. 
-Già! L'uomo a cui hai ceduto l'anello della testa del demone ha ucciso la donna che ami!-
-Lei non è morta!-. Adesso urla, e lo fa davvero.
-Potrebbe esserlo proprio adesso, mentre tu sei qui a parlare con me!-
-È tua figlia!-. Già. Come riesce ad essere così maledettamente freddo.
-No. Non lo è più da troppo tempo ormai!-. E non esiste nient'altro che valga la pena ascoltare. Non per Oliver. Lui non dovrebbe essere li. Dovrebbe essere con lei.
Deve correre da lei. Ha bisogno di sentire il profumo della sua pelle.
Adesso.


-Dove sei stato?-. John si avvicina a Oliver, che è appena arrivato in ospedale con il fiato corto.
-Non è stato lui a ucciderla...-. Oliver chiude gli occhi di scatto. Come ha potuto dirlo? Lei non è morta. Dannazione, lei non è morta. -A spararla!-. Si corregge, ed è esausto.
-Quando avevi intenzione di dirmi che il padre di Felicity è l'uomo che ha commissionato l'omicidio di mio fratello?-. John è arrabbiato, e non dovrebbe esserlo. Non ora.
-Quando si sarebbe svegliata!-
-E se...-
-No!-. Le urla di Oliver, non lasciando neanche parlare John. -Lei si sveglierà! Mi hai capito?-
-Io non volevo dire...-. Cerca di giustificarsi l'amico.
-Tornerà da me e affronteremo tutto, insieme.-. E John non riesce a dire nient'altro.
Non riesce neanche più ad essere arrabbiato. Sembra tutto così insignificante dinanzi al suo dolore. Così profondo e devastante. 

-Quando ti dicevo che avremmo dovuto recuperare il sonno che abbiamo perso in questo mesi, io non intendevo questo, lo sai?-. Mormora Oliver, posando le sue labbra su quelle di lei.
-Mi manchi.-. E non è mai stato così sincero nella sua vita. -Io...io non mi sono mai sentito così, Felicity. Sento che non posso farcela. Sono sopravvissuto a tutto, ma non posso sopravvivere a questo. Ed è colpa tua...-. Sussurra, ma non è affatto arrabbiato. -Mi hai fatto innamorare di te e adesso non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Non avresti dovuto innamorarti di me...-
-Credo che si arrabbierà molto quando si sveglierà.-. La voce di Connor arriva a Oliver, chiara e cristallina. L'uomo si volta verso il figlio, e lo osserva confuso.
-Che ci fai tu qui?-
-Sapevo che era successo qualcosa a Felicity, e ho implorato zia Thea di portarmi da lei.-. Oliver sorride. E si stupisce di come ci riesca ancora. È quello che Connor e Felicity hanno in comune. Loro lo rendono felice. -Non arrabbiarti con lei.-
-Non sono arrabbiato, Connor.- 
-Sei triste perché Felicity non si sveglia?-. Oliver annuisce, posando gli occhi su di lei.
-Perché credi che si arrabbierà quando si sveglierà?-
-Hai detto che non avrebbe dovuto innamorarsi di te. Lei mi ha detto che odia quando le dici cosa fare.-. E quel suo modo innocente di dire le cose lo fa sentire bene.
-Ti ha detto questo?-
-Mi ha anche detto che la maggior parte delle volte hai torto, anche se credi di aver ragione.-. Dice, divertito. E forse non dovrebbe dirgli queste cose, ma il sorriso di suo padre lo fa stare bene.
-Credevo sapessi mantenere i segreti.-. È solo un soffio. Il più dolce e delicato del mondo. La sua voce. La sua bellissima voce. E quel sospiro affannato. Il suo sorriso. Oliver si volta verso di lei, e la osserva quasi impietrito, per qualche istante. Poi accarezza il suo viso, e si avvicina posando le sue labbra su quelle di lei. -Non farlo mai più!-. Mormora lui sulle labbra di lei.
-Mi sei mancato anche tu.-. E riesce a malapena a parlare, ma ha bisogno di dirlo. Deve dirlo.
-Adesso puoi tornare a casa?-. Domanda Connor, salendo sul letto maldestramente.
-Non vedo l'ora di tornare a casa.-. Lo dice. E Oliver ancora non riesce a crederci. Ascolta la sua voce come se la stesse ascoltando per la prima volta. Dio, la ama così tanto.
-Allora dovremmo chiamare un dottore per assicurarci che Felicity stia bene, lo dici tu a John?-. Domanda Oliver al figlio, che annuisce sorridente, e va via in un lampo.
-Mi dispiace...-. Sussurra lei, cercando di stringere la sua mano.
-Non devi affaticarti.-
-Non scapperò mai più! Io non ti lascerò mai più.-. E solo lei sa che significa avvicinarsi così tanto alla morte da credere di non poter più tornare indietro. O forse anche lui conosce quella sensazione. Oliver sorride, non riesce a fare altro in realtà.
-Bene, perché stavo pensando di sequestrarti e non farti uscire da casa nostra.-. La fa sorride. In realtà, Felicity ride di gusto. E la sua risata è il suono migliore del mondo.
-Non mi sembra una cattiva idea...-
-Promettimi che affronteremo tutto insieme.-. Dice lui, stringendo più forte la sua mano. -Claire, i problemi con la stampa...Connor...-
-E Damien.-. L'espressione di lei cambia improvvisamente. Già. Tutto si è complicato adesso.
-Affronteremo tutto insieme.-
-Te lo prometto.-. E ci crede davvero.
Si fida davvero.
Lei lo ama così tanto.



Salveee!! E scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi personali e non avevo la mente libera per dedicarmi completamente a questo capitolo, ma adesso ci sono riuscita.
Ne è valsa la pena di attendere? Cosa ne pensate?
Di Damien? E del piccolo Connor?
È stato davvero Malcom a sparare a Felicity?
Ditemi cosa ne pensate!   

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