Burning passion

di ladyzaphira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo noi due ***
Capitolo 2: *** Crostata di mele ***
Capitolo 3: *** Io ti amerò ***
Capitolo 4: *** Gli opposti si attraggono ***
Capitolo 5: *** Brividi di piacere ***
Capitolo 6: *** Ritorno anticipato ***
Capitolo 7: *** Ferita al cuore ***
Capitolo 8: *** Frammenti di ricordi ***
Capitolo 9: *** Segreto rivelato ***
Capitolo 10: *** Delusione e fallimento ***
Capitolo 11: *** Perdonatemi ***
Capitolo 12: *** Vieni via con me ***
Capitolo 13: *** Violet Stealfire ***
Capitolo 14: *** Destinazione: Amazzonia!! ***
Capitolo 15: *** Problemi di cuore ***
Capitolo 16: *** Serenità e tempesta ***
Capitolo 17: *** Lacrime amare ***
Capitolo 18: *** I due volti dell'amore ***
Capitolo 19: *** La verità 1° parte ***
Capitolo 20: *** La verità 2° parte ***
Capitolo 21: *** Incubi ***
Capitolo 22: *** The ghost of jungle in me ***
Capitolo 23: *** Il rapimento di Mikey ***
Capitolo 24: *** Mikey, dove sei? ***
Capitolo 25: *** Nei sotteranei del tempio ***
Capitolo 26: *** L'errore ***
Capitolo 27: *** Agguato tra le rovine ***
Capitolo 28: *** Il piano di Savanti ***
Capitolo 29: *** Luce nelle tenebre ***
Capitolo 30: *** Il sacrificio 1° parte ***
Capitolo 31: *** Il sacrificio 2° parte ***
Capitolo 32: *** Il sacrificio 3° parte ***
Capitolo 33: *** Discendenza 1° parte ***
Capitolo 34: *** Discendenza 2° parte ***



Capitolo 1
*** Solo noi due ***


"Avresti dovuto dirmelo che volevi farti una doccia …" sussurrò ad un tratto una voce alle sue spalle. 

Gli occhi di Leonardo si aprirono di scatto a sentirla accanto a lui, seguita da un leggero sbuffo di aria calda alla base del suo collo.

"Eh ...?"

Abbassò istintivamente lo sguardo a terra, accorgendosi di due muscolose braccia color verde smeraldo improvvisamente strette attorno alla sua vita; dovette mordersi il labbro per non strillare alla sorpresa. 
Possibile che fosse stato talmente preso dai suoi pensieri da non accorgersi nemmeno che Raphael, suo fratello, lo avesse appena raggiunto sotto la doccia!!??

Alla faccia dell'istinto ninja!!

Solo spostandosi leggermente di lato, però, Leo diventò pienamente consapevole di quanto gli fosse vicino il fratello, specialmente quando avvertì la parte inferiore di Raph sfiorargli le cosce.
Oh merda ...

"N-Non … non volevo s-svegliarti" balbettò cercando di non arrossire.

La peggiore bugia della storia di tutte le bugie, o forse la più sincera verità? Leo non sapeva dirlo, quel che certo era che si trattava della prima scusa che ebbe il coraggio di dire.

Il leader era sgusciato fuori dal letto, ma soprattutto dall'abbraccio di Raph, a fatica, cercando di non svegliarlo, ma se lo aveva fatto non era certo perché preoccupato della qualità del suo sonno. 
In fin dei conti lui stesso non era riuscito a prendere sonno per più di due ore, dopo ... ciò che avevano fatto. 

Dannazione!! Il solo pensiero bastava a farlo morire di vergogna, perciò non c'era da sorprendersi che fosse rimasto semplicemente sveglio a fissare il soffitto, così, a sentirsi rimproverare dalla sua coscienza per aver permesso DI NUOVO a Raph di fargli quella … questa … diciamo, cosa …?

Tsk!! Non aveva nemmeno il coraggio di chiamarla con il suo nome.
Ma, d'altronde, ciò che era comunemente noto come "Sesso" era sempre stato un Tabù per un carattere candido come il suo.

Per questo non aveva voluto rischiare di svegliare Raphael. Era certo che il suo focoso (E in questo caso nel VERO senso del termine) fratellino non lo avrebbe mai lasciato andare, non senza aver ... 

"Se ti preoccupava il benessere del mio sonno …" disse ad un tratto Raph, alzando la voce quel tanto che bastava perché non venisse coperta dal rumore dell’acqua “... guarda che potevi stare tranquillo, non mi avrebbe dato fastidio svegliarmi con te, ancora nudo e caldo tra le mie braccia …"

Le guance di Leo assunsero una tonalità molto simile a quella dei pomodori maturi.

"R-Raph non ..."

"Ehi, non dirmi che provi ancora imbarazzo" lo prese in giro l'altro "Dopo tutto siamo soli ..."

-Già- pensò l’azzurro amaramente -Siamo soli- 

Che avrebbe dato affinché il resto della loro famiglia fosse lì, a casa. Il maestro Splinter, Mikey, Donnie, April ... perfino la presenza di Casey non gli sarebbe affatto dispiaciuta in quel contesto. 

E invece era solo, solo e in balia dei focosi istinti del Raph, testa-calda.
Da quasi una settimana.

-Il maestro non poteva scegliere un momento peggiore per andare a far visita al Daimio del Battle Nexus- pensò l’azzurro -E Donnie e Mik non potevano scegliere un momento peggiore per accompagnarlo-.

"… Soli, soli nella doccia” constatò il rosso sorridendo maliziosamente, mentre iniziava a far scendere una mano verso l'inguine di Leo "Avevi bisogno di sciacquare via le prove del "Crimine" vero, fearless?” chiese appoggiandosi con il mento sulla spalla dell’altro.

Le mani di Leo tremarono leggermente come sentì che quella del fratello avvicinarsi un po’ troppo alla sua zona intima.

"N-No … certo c-che no” rispose l’azzurro, la respirazione sempre più rasa.
Senza neanche guardare in basso, Leo provò a spostare via la mano dell’altro dal suo inguine.

Le prove del crimine ...
... Leo si rammaricò nell'accorgersi che il rosso non era poi così fuori strada. 

Quella mossa, causò una piccola risatina in Raphael, la quale, per quanto leggera, sembrò rimbombare all'interno della doccia, con tutto lo scrosciare dell’acqua. 

Le braccia smeraldo strinsero maggiormente la presa attorno all'azzurro, come se stessero tenendo un oggetto prezioso.

"Davvero?" chiese il ninja dei Sai spostando la mano lungo la coscia di Leonardo; cominciò ad accarezzarla su e giù, molto, troppo lentamente. 
"Mi sembri piuttosto nervoso …" continuò sfiorando con le labbra un lato del collo dell’azzurro "Stavi pensando alla notte scorsa?" chiese.

Leo arrossì ancora di più all'ultima frase, cercando quindi di spostare la testa il più lontano possibile dalla bocca di Raph ma senza staccare gli occhi dalle piastrelle bianco latte del muro del bagno.

Adesso si sarebbe vergognato perfino a guardarlo.

Intanto la mano birichina del rosso si era di nuovo avvicinata alle sue parti basse; e ora si era soffermata stabilmente a strisciare tra le sue gambe!!

Leo si lasciò sfuggire un guaito "No! N-non è v-vero, R-Raph piantala!!” 

"… Bugiardo" sussurrò Raph, ignorando l'ordine "C'è qualcosa qui che non mi sembra della tua stessa opinione"

Leo non aveva bisogno di girarsi per essere sicuro che l’altro stesse sorridendo, e sicuramente era molto meglio così, probabilmente se lo avesse fatto la situazione sarebbe potuta anche precipitare.

Senza contare che il tono casto e tranquillo di lui lo aveva già messo sul chi va là; da quasi un mese a quella parte quel tono aveva preso a innervosirlo persino più di quanto avrebbe potuto fare la mano tra le gambe.

Perché era un tono che usava solo con lui, e solo quando erano soli. 

"Allora perché avresti mormorato il mio nome prima?" riprese Raph prendendo a lasciare una serie di piccoli baci lungo il collo fin giù la clavicola del fratello.

“I-Io … io … cosa? Cosa avrei fatto?” balbettò l’azzurro stordito, da tutte quelle attenzioni.

Ormai nelle sue orecchie la voce di Hot-head aveva assunto un non so che di ipnotico, o almeno l’aveva quando usava quel tono tranquillo, e al tempo stesso terribilmente sexy. 

Una voce che da sola riusciva a fargli contrarre il basso ventre dal desiderio.

"Hai sussurrato il mio nome” ripeté di nuovo il rosso paziente "Quando sono venuto qui a cercarti, ti ho sentito pronunciare il mio nome …" Raph ridacchio di nuovo “… Sai … avevi lo stesso tono di ieri sera"

Leo sentì il battito cardiaco accelerare in maniera incontrollata, lo aveva fatto davvero? Quando?! 
Non si ricordava di aver detto niente!!

"… Per questo credevo che stessi pensando a stanotte”

Raph tolse la mano dalla zona sensibile del leader solo per spostarla dietro, facendo scorrere un dito lungo la sua piccola coda, pizzicandola con delicatezza.

Ok doveva ammetterlo, non si aspettava un tatto del genere da parte di Raph; di nuovo dalla sua bocca uscì un debole gemito, che suonò tanto patetico alle sue orecchie, quanto eccitante a quelle di Raph.

A quel punto non poteva più restare passivo, restare lì immobile sarebbe stato come dargli un consenso silenzioso, provò a fare un passo avanti nel disperato tentativo di tirarsi via dal braccio di Raph senza però il benché minimo risultato.

-A livello di forza puramente fisica è sempre stato lui il migliore- pensò con amarezza lo spadaccino.

Vista, finalmente, una reazione da parte del fratello, Raphael sogghignò e decise di girarlo bruscamente, ma non abbastanza da fargli male, verso di lui.

Ora erano faccia a faccia … o quasi. 

Il movimento era stato così forte e improvviso che Leo era scivolato sul pavimento bagnato della doccia tanto che fu costretto ad aggrapparsi alle braccia di Raph per non cadere, con il risultato che adesso si trovava con il viso schiacciato contro petto del rosso.

Raph ridacchiò.

Leo dovette ricorrere a tutta la forza di volontà per risollevare il capo e guardare finalmente negli occhi dorati di Raph, i quali lo stavano squadrando divertiti ma anche pieni di desiderio.

"Devo prenderlo per un si?" chiese divertito Hot-head spingendo con lentezza il fratello indietro, fino a quando il suo guscio non rimase premuto contro le piastrelle "Mi hai voluto ieri notte … mi vuoi anche adesso …"

La distanza tra le due tartarughe si stava riducendo un po’ troppo per i gusti del leader, ma per qualche strana ragione non riuscì a trovare la forza di sottrarsi mentre il rosso gli afferrava entrambi i polsi e li premeva contro il muro, proprio ai lati della sua testa.

Raph ghignò vittorioso, avanzando leggermente per spingere i loro corpi insieme.

Leo rabbrividì, specie a causa dal netto contrasto che c’era tra il freddo dell’acqua che scorreva sulla pelle e il calore emanato dal corpo di Raph.

"No, non è così …" tentò di negare il ninja delle doppie katana.

"… Bugiardo" disse un’altra volta il rosso, senza smettere di sorridergli.

"Non sono un bugiardo” ribatté l’altro a bassa voce, non troppo sicuro che l’altro abbia sentito.

"Non la pensavi in questo modo, ieri notte” gli sussurrò allora all’orecchio Raph, stuzzicandogli il collo. La presa sui polsi si strinse leggermente. 

"Ieri notte è stato uno sbaglio!!” replicò Leo a voce poco più alta, più per convincere se stesso che per farsi sentire in realtà.

“Uhm … dove ho già sentito questa frase?” ironizzò la testa calda "Ah, si … è la stessa che hai detto anche la notte prima … e la notte prima ancora …”

Un bacio.

"... E ancora ..."

Un succhiotto.
Leo piagnucolò.

"... Fino ad adesso"

"R-Raph ..." Leonardo cominciò a contorcersi nel tentativo di liberarsi, distogliendo lo sguardo da quello magnetico di Raph. 
“H-Ho … ho commesso molti sbagli … ultimamente” ammise poi dopo un sospiro quasi di rassegnazione.

“E chi ti dice che si sia trattato di sbagli?” considerò il focoso prima di riprendere a baciargli il collo, stavolta con maggiore impeto rispetto a prima.

"R-Raph …" ansimò l’azzurro chiudendo gli occhi, mordicchiandosi il labbro per trattenere i gemiti “Raph … ti prego, s-smettila …”

"Smettila? Ho appena cominciato Fearless” replicò il rosso mentre i baci andavano a via via trasformarsi il leggeri morsi e succhiotti.

"N-no ..." piagnucolò Leo, dibattendosi più forte “No, p-per favore, l-lasciami andare … ti p-prego ..."

Raphael ritiro la bocca dal collo di Leo, senza però lasciargli andare i polsi.
Sospirò "Tu non hai ancora capito cosa vuoi Fearless" lo rimproverò dolcemente “Ma io si, so cosa voglio io e so cosa vuoi tu” continuò liberandogli uno dei polsi solo per prendergli il mento e costringerlo a guardarlo. 

“Leo … guardami” ordinò piano.

Il maggiore aprì gli occhi dando al fratello uno sguardo malinconico, quasi implorante nelle sfumature ramate.

“Ti voglio Leo … e so che tu vuoi me, e credo che sia ora che la smetti di negarlo a te stesso” disse “E' passato più o meno un mese ormai, anche se abbiamo cominciato a fare sul serio solo negli ultimi cinque giorni … è un po’ tardi per i ripensamenti non credi?”

In cuor suo Leonardo sapeva che Raph aveva ragione, avrebbe dovuto troncare quella cosa sul nascere e non permetterle di crescere! Ormai era troppo tardi.

Era dal momento in cui lo aveva bloccato contro il muro che tremava, tremava come una foglia, completamente in balia della tempesta di emozioni che aveva nel petto. Un mix di confusione, impeto, passione, e desiderio, tutto inglobato da una pesante sfera di tristezza e soprattutto … paura, paura di aver sbagliato tutto quanto sin dall'inizio.

"Comunque, se vuoi davvero che me ne vada … non devi fare altro che dirlo” disse Raph liberando finalmente il fratello.
“Ti lascerò da solo ... se sarai TU a chiedermelo”

Leo aspettò diversi secondi prima di rispondere, il che era notevole, considerando il completo caos che aveva nella testa e nel petto “… E’ questo il problema Raph” sussurrò scuotendo di poco la testa “Lo hai detto tu: Non so cosa voglio, no so cosa chiederti … non so nemmeno cosa pensare”

“Vuoi che me ne vada?” richiese Raphael senza battere ciglio.

Leo sospirò tremando per ciò che sarebbe avvenuto dopo, anche se sapeva che lo avrebbe accettato comunque. 

"N-No ..."

.....................

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Capitolo 2
*** Crostata di mele ***


Stavolta fu Raphael a svegliarsi per primo, mugugnando come un orso bruno appena uscito dal letargo.
 
Il rosso schiuse le palpebre lentamente, cercando di combattere l’impulso di riaddormentarsi di nuovo; sbadigliò piano, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Leo dormiva ancora a giudicare dal respiro lento e regolare, rannicchiato contro il suo petto con il viso semi-nascosto nell’incavo del suo collo e un braccio poggiato sul suo petto.
 
Raph sorrise leggermente soddisfatto nel vedere l’espressione serena dell’azzurro e cominciò a muoversi piano, piano con la massima attenzione per non svegliarlo, spostandosi delicatamente fuori dalla sua stretta.
 
Quando lo aveva trovato sotto la doccia, aveva intuito che gli mancasse qualche ora di sonno, per questo motivo preferì lasciarlo nel mondo dei sogni ancora per un po’. 
 
Senza fare rumore si mise a sedere, concedendosi un paio di minuti per assicurarsi che il leader stesse effettivamente dormendo; nel frattempo lasciò vagare lo sguardo nella stanza alla ricerca della sua maschera.
 
Si lasciò sfuggire uno sbuffo annoiato non trovandola, ma infondo non c’era da sorprendersi considerando il disordine che regnava lì dentro.
E pensare che solitamente la stanza di Leo era molto ordinata!! Raramente si poteva trovare qualcosa fuori posto ma da quando Raph aveva cominciato a frequentarla … beh, diciamo che l'azzurro ormai non aveva più molto tempo da dedicare all'ordine.
 
"Uff, dovrò dare a Leo una mano a sistemare" si ripromise il focoso intravedendo finalmente, sotto tre CD musicali buttati in un angolo, un lembo di stoffa rossa.
 
“Uhm … Raph” mormorò Leonardo nel sonno, strofinando inconsciamente le mani sulla parte di materasso dove pochi secondi fa vi era sdraiato il fratello.
 
Il padrone dei Sai si voltò, guardando intenerito la scena e silenziosamente si chinò vicino al viso dell’altro.
 
“Dormi un altro po’ Leo …” sussurrò dandogli un bacio sulla fronte “Ne hai bisogno”
 
Leo si rannicchiò quasi a pallina e smise di muoversi premendo un po’ più la testa sul cuscino.
 
Raph si alzò dal letto, stando attento a non fare troppo baccano, ritrovò tutta la sua roba e si vestì.
 
Una volta pronto, silenzioso come uno spiffero uscì dalla camera socchiudendo la porta dietro di se.
Si diresse in cucina, probabilmente era tardi per fare colazione visto che quando si erano rimessi al letto erano all’incirca le 10:28, ma Raphael non gli diede molta importanza.
 
Non c’era nessuno alla tana a parte loro due che potesse sgridarli e al momento l’unica cosa che gli importava era riempire lo stomaco con qualcosa di buono.
 
Non vi era orologio migliore di quello interno!!
 
Difatti appena entrò in cucina si mise subito a rovistare nel frigo e nelle credenze …  peccato però che non riuscì a trovarvi alcun che di adatto per la prima colazione.
“Accidenti!!” imprecò il rosso “Non c’è niente per fare colazione, anche i cereali sono finiti” borbottò infastidito “… Adesso mi toccherà andare al supermercato, Leo me lo aveva anche detto che ci conveniva fare la spesa ieri. Perché non gli do mai retta?”
 
Perché se lo facessi non saresti il Raph di cui fearless è innamorato perso!! Gli bisbigliò una vocina maliziosa nella testa.
 
Senza perdere tempo andò a cercarsi degli abiti per camuffarsi in mezzo agli umani: Prese un paio di pantaloni color terra di Siena, larghi e pieni di tasche, un giubbotto di pelle nera senza borchie, liscio con giusto una cintura e una tasca sul lato destro del petto e infine un paio di scarpe da ginnastica nere con i lacci rossi. 
 
“Spero di tornare prima che Leo si svegli” disse sistemandosi un berretto rosso con visiera, tirato verso il basso.
 
Servendosi dell'ascensore Raphael arrivò rapidamente al loro garage "privato", Raph prese le chiavi del Battleshell e vi salì a bordo.
 
Aveva deciso di non prendere la moto perché non sapeva con esattezza cosa avrebbe preso, ne QUANTO avrebbe preso, perciò era meglio essere previdenti e non rischiare di caricare tutto in bilico su una moto lanciata 300 km orari.
Fortunatamente vi erano ancora poche auto in giro, nonostante l’ora era pur sempre domenica, e Raph poté frecciare sulla strada senza preoccuparsi di finire incastrato in qualche coda kilometrica.
 
Mentre guidava non poté fare a meno di pensare a Leonardo, che aveva lasciato dormiente a casa.
 
“E’ così dannatamente carino quando dorme, quand'è così potrebbe fare concorrenza addirittura a Mikey" si ritrovò a dire il rosso stirando le labbra in un lieve sorriso “E’ buffo, pensare che fino a poco tempo fa vedevo Leo solo come un fratello o un amico”
 
-E talvolta pure come un nemico- terminò con il pensiero.
 
“Bah …” sospirò.
 
Nemmeno Raphael sapeva dire come fosse nata quella … chiamiamola, relazione clandestina?
 
Beh, si, più o meno poteva dire che era da quasi un mese che andava avanti, ma non era in grado di inquadrare con esattezza la scintilla che fece infiammare tutto.
 
Era nato tutto quasi come un incidente in realtà, uno scherzo del destino o magari dalla semplice voglia di sperimentare qualcosa di diverso, nuovo … proibito.
Dal desiderio di alimentare quel fuoco, finché non si è trasformato in un incendio.
 
Comunque l’unica cosa certa era che all’improvviso si era ritrovato a guardare Fearless con occhi diversi … moooolto diversi.
 
Forse l’inizio ufficiale fu il bacio, si, perché no? … il suo … il LORO primo bacio.
Fu improvviso per entrambi, ma se lo ricordava come se fosse stato ieri, anche perché c’era mancato poco che Mikey li sgamasse.

 
.................
 
Si trovavano tutti e quattro nel dojo, ad allenarsi come sempre sotto lo sguardo vigile del maestro Splinter.
 
Passò un po’, Mikey e Donnie avevano già smesso da qualche minuto, inoltre era quasi ora di cena e sia Mikey che il maestro si erano diretti in cucina a preparare da mangiare mentre Don era andato nel suo laboratorio a fare non si sa cosa.
 
Solo lui e Leo avevano seguitato ad allenarsi, o meglio, a “combattersi” è il termine più adatto spinti dallo spirito di competizione, finché …
 
Accadde tutto molto, troppo, in fretta.
 
Raphael si era letteralmente catapultato sull’altro con il risultato che entrambi ruzzolarono sul tatami che ricopriva il pavimento, rotolarono fino a schiantarsi sul tronco dell’albero che si innalzava al centro del dojo.
L’albero era da poco in fiore, piccoli boccioli di un tenero color rosato, i quali a causa dell’urto persero qualche petalo che cadde volteggiando su di loro.
 
Loro intanto erano finiti l’uno sopra l’altro, Raph sopra, Leo sotto sdraiato sotto di lui.
 
Fu una specie di fulmine a ciel sereno, senza conoscerne la ragione i due rimasero fermi così, ansimando per la caduta …
Leo non provò ad alzarsi e rimase a fissarlo con quei suoi grandi occhioni color castano ramato, e Raph ... beh, ne rimase completamente stregato e si rese conto che, infondo, gli erano sempre piaciuti quegli occhi.
 
Occhi belli, intelligenti … dolci, in quell’istante poi gli erano sembrati ancora più belli, brillanti di una scintilla diversa da quella con cui lo guardava di solito … 
 
Probabilmente quel luccichio che Raph credette di aver visto era tutto un effetto ottico delle luci al neon o un’allucinazione data dalla stanchezza; fatto sta però, che, quasi senza accorgersene, si chinò su Leonardo e schiacciò le sue labbra su quelle di lui ...

 
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Il sorriso di si allargò al ricordo, non avrebbe mai dimenticato la reazione di Leo.
 
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Con sua grande sorpresa e anche sollievo, il leader non cercò di staccarselo di dosso o peggio, di mollargli un ceffone in faccia, bensì ricambiò avvolgendo le braccia intorno al suo collo per tirarlo più vicino.
 
Cavolo!! Una reazione più che gradita!!
 
Ovviamente il momento “magico”, di cui era complice anche la caduta di quei piccoli petali, non durò troppo a lungo.
Figurarsi!! Bastò un piccolo cigolio dalla porta del dojo per farli staccare immediatamente e ... dolorosamente, perché Leo lo spinse via così violentemente da farlo finire a gambe all'aria.
 
Era appena entrato Mikey, venuto a chiamarli per la cena.

 
.................
 
“Dio … C’era mancato davvero poco” sospirò il ninja dei Sai guardandosi intorno per trovare un buon vicolo dove parcheggiare il tarta-corazzato. Era arrivato.
 
Prima di entrare nel supermercato si mise un paio di grossi occhiali scuri a fascia e dei guanti da motociclista. Più camuffato di così. Pensò.
 
Non perse troppo tempo a guardarsi in giro, in realtà andò dritto filato verso l’entrata per poi imboccare il corridoio ove vi era il cartello con su scritto a caratteri verde evidenziatore “Colazione”.
 
Si fermò davanti agli scaffali dei cerali cercando con gli occhi quelli al cioccolato, i suoi preferiti. Individuò subito una scatola in buono stato e la afferrò.
 
“Questa almeno per oggi dovrebbe andare bene” si disse “… Forse è meglio se non mi carico troppo, prenderò giusto qualcosa per la colazione e basta … al limite tornerò qui nel tardo-pomeriggio insieme con Leo”   
 
Soddisfatto, Raph, incominciò a dirigersi verso le casse per pagare, si fermò giusto un attimo davanti al banco frigo per prendere una bottiglia da un litro e mezzo di latte intero e poi proseguì, tagliando per il settore panificio-pasticceria.
 
Nel passare vicino a quegli scaffali il suo stomaco brontolò rumorosamente dato il via vai di dolci di ogni tipo, riposti sugli scaffali o sui banchi frigo.
 
Arrivò addirittura a pizzicarsi il braccio per resistere alla tentazione di prendere qualcos'altro, e c'era quasi riuscito. Aveva appena raggiunto la fila delle casse quando il suo sguardo si posò sull’ultimo dei dolci presenti sul banco … una crostata.
Un’invitante crostata di mele.
 
Appena la vide Raph si fermò di colpo, proprio davanti ad essa, mentre il filo dei suoi pensieri ritornò inevitabilmente al SUO spadaccino.               
 
Già, gli piaceva usare quell'aggettivo "SUO", si! Perché Leonardo era SUO e di nessun'altro.
 
“Leo va matto per la crostata” si ricordò il rosso “A maggior ragione se si tratta di una crostata di mele”
 
Le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto malizioso, avendo un carattere ribelle, focoso (E volte un po’ oscuro) Raph non era pratico di gesti romantici, però ... “Magari una fetta di crostata riuscirà a farlo rilassare un po’” disse Raphael afferrando il dolce e mettendolo in cima alla piccola pila che si era creato tra le braccia.
 
Non era la prima volta, in quel mese, che Leo rischiava di avere dei ripensamenti, infatti, giusto ieri sera, lo aveva visto di nuovo un po’ ansioso e vagamente malinconico.
 
Perciò non c’era da sorprendersi che alla fine fossero ritornati a discutere ancora una volta sul fastidioso argomento del: “Cosa è giusto e cosa è sbagliato”.
 
La più grande paura di Raph infatti era che alla fine Leo finisse davvero col convincersi che la loro relazione (Ormai si poteva definire tale a tutti gli effetti, lo stesso Hot-head si rifiutava di considerarlo ancora come un di gioco) fosse il più grande dei peccati e che lui stesso fosse una specie di traditore della famiglia.
 
Il senso di colpa era sempre stato uno dei suoi peggior difetti, purtroppo.
 
“Ma non è così Leo” mormorò Raph mentre si metteva in coda alla cassa.
 
No!! Non c’è niente di sbagliato in ciò che stiamo facendo, ci amiamo, tutto qui. Pensò il rosso. Viviamo in un paese libero dannazione!! Solo che per il momento è meglio tenere tutto nascosto … e poi si vedrà …
 
In tutta onestà Raph non poteva prevedere come avrebbe reagito il maestro Splinter o i suoi fratellini, certo, doveva dire che Mikey e Don non lo preoccupavano più di tanto, visto che entrambi avevano una mentalità piuttosto aperta (Nel caso di Mik, anche troppo) o almeno ci sperava.
 
Ma il Sensei ... non era troppo sicuro che avrebbe acconsentito alla loro relazione considerando che era un maestro di ninjtsu tradizionalista convinto, avrebbe anche potuto esiliarli dalla famiglia, o peggio, poteva spedire uno dei due via da New York! Magari per una DECINA d’anni di addestramento.
 
Raph quasi rabbrividì al pensiero di quanto avesse sofferto quando Leo era stato mandato in Sud America per allenarsi … un intero anno era passato! UN ANNO!! E anche quel fastidiosissimo periodo trascorso dall’antico non era stato affatto facile.    
 
E allora non era nemmeno consapevole dei suoi veri sentimenti!!
 
Però era anche vero che non potevano nascondersi per sempre, Leo in particolare (Che dopo Donatello era il più sincero del gruppo) stava male per questo, ma almeno per ora era più saggio lasciare inalterata la situazione e poi al resto ci avrebbe pensato il destino.


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Capitolo 3
*** Io ti amerò ***


Quando anche Leo si svegliò, Raph se ne era già andato da almeno un quarto d’ora o giù di lì.
 
Il leader sbatté le palpebre più volte, per scacciare la sonnolenza che vi era rimasta. Da bravo ninja che era i suoi occhi si abituarono in fretta all’oscurità, ma rimase un po’ deluso quando notò l’assenza del rosso.
 
“… Raph …?” mormorò accarezzando con una mano la parte del letto dove ricordava fosse sdraiato il fratello, prima che uscisse “Raph … dove sei?”
 
Pigramente si raddrizzò sul letto, perplesso, dove cavolo era finito Raph?
 
“Forse sta facendo colazione …” ipotizzò l’azzurro stropicciandosi gli occhi malinconico.
 
Dio, gli dispiaceva molto per quanto era successo qualche ora fa, non voleva dire quelle cose, e meno che mai voleva dare l’impressione di volersi tirare indietro.
 
“Non voglio tornare indietro … io ti amo Raph” sussurrò sorridendo leggermente al disordine che regnava nella sua stanza (Tutta opera di Hot-head ovviamente).
“Ma allora che ti è saltato in mente fearless?” si rimproverò "Non essere codardo!! Hai iniziato questa cosa è devi andare fino infondo!!"
 
E già, ormai non poteva più vedere Raph semplicemente come un fratello, non dopo tutto quello che era successo; non dopo tutto quello che era successo QUELLA settimana!! Adesso voleva con tutto se stesso trasformare quella relazione in qualcosa di serio … di molto serio e speciale.
 
... Però non poteva fare a meno di temerne le conseguenze.
 
Ciò che lo preoccupava maggiormente era il rischio di causare divisioni all’interno della famiglia e questo Leo non voleva ASSOLUTAMENTE che accadesse.
 
Leonardo sospirò e si alzò dal letto per cercare la sua roba, non ci impiegò molto a trovarla; a differenza del rosso lui erano anni che dormiva in quella stanza e, disordine o no, sapeva dove cercare le cose.
 
… Tre minuti dopo era già in cucina … ma Raph non c’era.
 
Leo si guardò intorno un po’ tentennante, quasi ... spaesato, se non era in cucina dove poteva essere? Era forse uscito? E perché mai?
La risposta gli fu chiara quando aprì la credenza in cerca di qualcosa da mangiare, dentro non c’era niente a parte qualche barattolo di alimenti vari, due scatole di spaghetti e una di riso.
 
Ci mancavano solo le ragnatele.
 
“…Ora si spiegano molte cose” disse l'azzurro ridacchiando tra se e se.
Raph doveva essere quasi svenuto quando non ha trovato i suoi preziosissimi cereali “Mi sa che dovrò aspettare finché non torna …”
 
Aveva appena chiuso gli sportelli quando notò un piccolo foglietto di carta svolazzargli accanto fino a cadere per terra, a causa dell’aria che aveva spostato nel chiudere le ante.
 
“Uh? E questo?” fece il leader chinandosi a raccogliere il pezzetto di carta.
 
Era … un messaggio, un messaggio di Raph!!
 
Scusa Baby, ma come avrai visto la credenza è più vuota di una caverna di alta montagna, per non parlare del frigo. Perciò sono andato a fare la spesa non ci metterò molto e spero di essere già tornato per il tuo risveglio.
 
Raphael.
 
Leo posò il biglietto sul tavolo inarcando un sopracciglio infastidito.
“Quante volte gli avrò detto di non chiamarmi Baby?!” borbottò imbronciato incrociando le braccia sul petto “Chi si crede di essere?! Solo perché in termini di coppia si crede la parte “dominante” non vuol dire che può affibbiarmi nomignoli!!” sbuffò.
 
Eh si, purtroppo il leader aveva dovuto ammettere quasi subito che la parte dominante (O maschio alfa detto alla "Raphaellese") era la sua amata testa-calda, difatti nella loro neo-relazione era lui che dirigeva i giochi … specialmente al letto.
 
Era … strano, anche un po’ irritante in effetti, insomma, fino a prova contraria era lui il capo del gruppo no? Anche se sinceramente a Leonardo non era mai importato molto chi avesse il controllo.
Detto fra noi, lui non aveva mai scelto lui di essere il leader, ne lo aveva mai voluto, anzi avrebbe di gran lunga preferito che quel peso andasse a qualcun altro: Ma forse fu proprio per quella consapevolezza che il maestro Splinter scelse lui; perché era l’unico che si era reso effettivamente conto della gravità di quel ruolo e delle responsabilità che avrebbe portato a chi ne avesse retto il peso.
 
Per questo motivo a Leo, infondo, non dispiaceva che fosse Raph a comandare in quel rapporto, perché non era solo una questione di controllo ma anche di responsabilità.
 
… Raph si era preso la responsabilità di amarlo.
E questo era una cosa molto importate per l'azzurro.
 
Leonardo sospirò, piacevolmente perso nei suoi pensieri; sin da bambini si era sempre sentito protetto vicino a Raph.
Era una bella sensazione, calda, morbida, che gli riempiva il cuore.
 
Era piacevole … piacevole e bello, almeno per una volta, trovarsi nel ruolo del protetto anziché del protettore.
 
Però evidentemente tutto quel “potere” stava dando un po' troppo alla testa al caro maestro dei Sai.
 
“… Uff, io e te dovremmo fare due chiacchiere su questo argomento, caro il mio -maschio alfa- ” sibilò l’azzurro un po' imbronciato.
 
“Da come mi stavi abbracciato prima, non direi che ti scoccino poi così tanto i nostri ruoli … Baby” sussurrò una voce maliziosa dietro di lui.
 
Leo si voltò di scatto sobbalzando.
 
“Raph!!” esclamò lo spadaccino sorpreso e ... felice.
 
“Proprio io, piccolo leader” ghignò il rosso posando la busta della spesa sul tavolo “Ti sei svegliato solo adesso vedo, di un po’ ti sono mancato?” chiese cingendogli subito la vita con le braccia e tirandolo vicino a lui.
 
Non perdeva tempo il signorino!!
 
Leo sbuffò “Neanche un po’!!”  
Inarcò un sopracciglio cercando di sembrare serio in quella risposta, peccato che il sorrisetto che capeggiava sulle sue labbra rovinò l’effetto.
“… Ok, molto”
 
Raph sorrise vittorioso “Non avevo dubbi”
 
“Sei in ritardo” aggiunse poi pacatamente il leader appoggiando le mani sulle sue spalle e la testa sul suo petto “Sul biglietto c’è scritto che speravi di tornare prima del mio risveglio … hai tardato di cinque minuti”
 
“Ah si?” disse Raph strofinando amorevolmente il mento sulla testa dell’altro “Chiedo umilmente perdono allora”
 
Leonardo era leggermente più basso di Raph, un centimetro e mezzo forse, non di più, ed era anche più magro e sottile quasi come Donnie, che comunque restava il più slanciato della squadra.
 
Ah!! Ironico, considerando che era lui il maggiore dei quattro.
Ma Mikey e Raph però erano sempre stati più … massicci, rispetto a lui e Don.
 
“Sono io quello che dovrebbe chiedere perdono” sospirò l’azzurro “… Per prima, mi dispiace …”
 
“Ssssh” fece l’altro mettendogli un dito sulle labbra “Non fa niente fearless, so che tenere nascosta questa cosa non è facile per te, e che non ti piace mentire”
 
“Non è solo questo” replicò Leo alzando il viso verso di lui “Cioè si, è ANCHE questo  …  non vorrei essere costretto a nascondere tutto questo” ammise “Però tutti questi giorni, trascorsi da solo con te sono stati i più belli che abbia mai vissuto negli ultimi 17 anni”
 
“Lo stesso vale per me Leo”
 
Restarono in silenziò per qualche istante.
“… Ma adesso sono giunti al termine” disse poi Leo “Tra quattro giorni il maestro Splinter, Donnie e Mikey torneranno e …”
 
Al pensiero, Leo scosse la testa sentendo le spalle tremare leggermente e Raph lo strinse a se ancora più forte.
 
“Ehi, ehi, tranquillo andrà tutto a meraviglia, ne sono sicuro” provò Raphael mentre spazzava via con il pollice una sola lacrima, che era sfuggita al controllo di Leo, colando lungo la guancia.
 
L’azzurro sospirò, scuotendo la testa “Come fai a dirlo? Io non sono mai stato bravo a mentire Raph!! E su questo io … non posso … non posso più” dichiarò Leo “Tu poi riesci a malapena a trattenerti!!"
 
“Ehm …” Raph tossì, arrossendo un poco “E’ più forte di me lo ammetto, questo mese poi starti lontano è stata davvero una sofferenza. Ma alla fine mi sono trattenuto no?”
 
“Si, ma  riuscirai a farlo anche quando torneranno?”
 
“Ho capito cosa vuoi dire” disse il focoso “Ma ci inventeremo qualcosa … e poi non sarà così per sempre stiamo solo aspettando il momento giusto per dirlo agli altri, lo sai”
 
“E se il maestro Splinter non lo accetta?” chiese Leo accoccolandosi più stretto nel calore della giacca di pelle indossata dal rosso.
 
“Prima o poi se ne farà una ragione, e se non se la farà … beh, poco male” affermò Raph sicuro “E’ un problema suo e poi noi non abbiamo più cinque anni. Possiamo fare quello che vogliamo”
 
Leo annuì, non molto convinto a dire il vero asciugandosi gli occhi con il braccio.
 
“ … Giurami che mi resterai sempre vicino” mormorò l’azzurro dopo un po’ staccandosi dall’abbraccio ma mantenendo sempre lo sguardo basso, come se si vergognasse “So già che lo farai ma … ho bisogno di sentirmelo dire”
 
“… Te lo giuro sulla mia vita Leo” lo accontentò Raph alzandogli il mento verso di lui “Giuro che ti resterò sempre accanto qualunque cosa accada, giuro che ti amerò qualunque cosa accada, capito? Anche se la nostra famiglia non lo accetterà, anche se il maestro ci considererà traditori, anche se Mikey e Donnie non vorranno più vederci …”
 
 
“Raph …”
 
“Tutto ciò non importa, io ti amerò!! Sempre e comunque, giuro che finché avrò fiato in corpo … io ti amerò”
 
Il leader sorrise angelicamente sentendo quelle parole, e si riappoggiò sulla spalla del fratello/amante, rincuorato “Anche io te lo giuro Raph, anche io ti amerò. Sempre” sussurrò.
 
Raphael sorrise mentre lo guardava dritto negli occhi, poco lucidi per via delle lacrime che si rifiutavano di uscire, ma restavano sempre gli stessi … brillanti e fieri.
“… Lo so” disse semplicemente prima di premere le sue labbra su quelle dello spadaccino in un leggero ma profondo bacio appassionato.
 
Leo chiuse gli occhi e rispose subito mettendo le braccia attorno al collo dell’altro per tirarlo più vicino possibile.
 
Si staccarono solo dopo qualche secondo, e solo per la “fastidiosa” necessità di respirare.
 
"Lo sai che sei adorabile quando fai il cavaliere?" disse Leo strofinando affettuosamente il viso contro il suo collo "Il mio cavaliere oscuro" mormorò.
 
Raph arrossì vistosamente “Oh, beh … Non abbiamo ancora fatto colazione” disse cambiando argomento.
 
“Oh, è vero” confermò l’azzurro, se ne are completamente dimenticato “Che cosa hai comprato?” domandò lanciando un’occhiata alla busta che Raph aveva abbandonato sul tavolo.
 
“Una sorpresa …” rispose Hot-head semplicemente “Guarda”
 
Leo lo guardò perplesso, poi andò a frugare nella busta “Cereali, latte … una crostata!!” esclamò piacevolmente sorpreso “Hai comprato una crostata!!” esultò.
 
“L’avevo vista sullo scaffale e ti ho pensato” disse Raph alzando le spalle “Mangiamo?”
 
“Grazie …” mormorò l’azzurro.


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Ehilà gente non c'è due senza tre eh? Beh vi dirò una cosa NON E' ANCORA FINITA!!!
Anche perchè molto presto arrivveranno un sacco di guai, ma non anticipo nulla!! A presto carissimi tarta-fan e grazie mille a chi commenta o chi legge soltanto!!
Questo capitolo mi è venuto un pò sdolcinato mi sa, ma pazienza infondo siamo tutti un pò romantici nel profondo (Io giusto, giusto un filino, ma non troppo ^_-)

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Capitolo 4
*** Gli opposti si attraggono ***


Ma che cosa stava facendo il resto della famiglia Hamato?

Donnie si lasciò sfuggire uno sbuffo annoiato, mentre Mikey gli raccontava per l’ennesima volta di quanto era stato stupefacente nella rivincita contro Kluk, Kla o come diavolo si chiamasse quella specie di montagna viola che era quasi riuscito a sgusciarlo vivo.

Lui e il suo fratellino stavano facendo una passeggiata nella galleria degli eroi del Battle Netxus. 
Trattasi di un lungo corridoio con il pavimento rivestito di un lucente marmo ramato e circondato da imponenti mura di pietra grigio chiaro, sulle quali si trovavano addossate le gigantesche statue di bronzo di tutti i vincitori di tutti i tornei del Battle Nexus. 

Incluse, perciò, anche quelle del maestro Yoshi, del maestro Splinter e … si!! Anche di Michelangelo!!

“… Ah, che bei momenti” affermò Mikey con sguardo sognante, probabilmente immaginandosi l’intera folla dell’arena che esultava il suo nome “Adoro venire in questo posto!! Perché mi ricorda quanto sono figo!!”

“Eh già, quali altri posti potrebbero soddisfare in questo modo la tua voglia di metterti in mostra?” ironizzò il viola.

Per quanto i racconti del fratellino fossero fantastici, a Donnie non era mai piaciuto venire nel Battle Netxus, per niente. 
Innanzitutto perché per arrivarci bisognava sempre attraversare quella specie di super-mega scivolo d’acqua magico, anziché attraverso un comodo viaggio a bordo del tarta-corazzato (Trattasi di luoghi terrestri) o di una navicella spaziale (Trattasi di galassie).

E poi perché lì, per qualche ragione sconosciuta, la tecnologia non funzionava!! 

Un modo senza tecnologia? Bbrr!! Il solo pensiero gli metteva i brividi.

Ma allora perché era venuto?

Semplice, per tenere d’occhio il suo fratellino combina-guai!! Si, perché per qualche ragione imprecisata Leo e Raph erano rimasti a casa, lasciando A LUI l’arduo compito di evitare che l’arancione si cacciasse nei guai.

“Non vedo l’ora di tornare a casa” sospirò Don pensando a tutti i suoi marchingegni, i suoi adorati "bambini", che aveva lasciato a casa.

“Rilassati Donnie, vedrai che tre giorni passano in un lampo” cercò di consolarlo l’arancione dandogli qualche pacca sulla spalla.

“... Chissà come se la staranno cavando Leo e Raph a casa” disse Don cambiando argomento “Sperò di non trovarli a litigare quando torneremo”

“Ah, sono certo che stanno benone, Raph starà certamente pestando qualcuno e Leo si sarà messo a meditare in camera sua come sempre” fece Mikey bonario “Ehi! Perché non andiamo a vedere se il maestro ha finito?” propose e senza nemmeno aspettare la risposta del fratello, scattò subito a correre verso il palazzo del Daimyo.

“… Ehi! Aspettami!!” esclamò il viola inseguendolo.

Grazie al cielo non fu necessario entrare, perché nell'esatto momento in cui Mikey aveva cominciato a correre il maestro Splinter e il suo amico Daimyo stavano uscendo dall’imponente e sontuosa porta del palazzo.

“Ti ringrazio di avermi fatto questo favore, caro amico” disse il padrone del Battle Nextus con voce profonda e saggia.

“E stato un piacere Daimyo, sai che poi sempre contare su di me” rispose il vecchio topo.

“Perciò potrò contare sul tuo pieno appoggio?” chiese l’uomo.

“Assolutamente” disse Splinter “Solo ... preferirei tenere i miei ragazzi fuori da questa vicenda se non ti dispiace” continuò notando Mikey e Don che si stavano per avvicinare “Sono ancora giovani … dubito che possano capire”

“Comprendo perfettamente” assentì il Daimyo “Non temere non sarà necessario coinvolgere l’intera famiglia, sono certo che tu sarai sufficente”

“Ottimo” annuì il mutante poco prima che i suoi figli si fermassero innanzi a lui e al suo caro amico.

“Maestro” esclamò Mikey allegramente “Allora come è andata la riunione?”

“Tutto bene figlioli, ho una buona notizia possiamo già tornare a casa” annunciò il sensei sorridendo.

Donnie granò gli occhi piacevolmente sorpreso nel sentirlo “Sul serio!?” esclamò felice “Ma è fantastico!! Cominciavo davvero a stufarmi di stare qui … ehm … senza offesa ovviamente signore” continuò strofinandosi la nuca imbarazzato. 

“Non preoccuparti Donatello, capisco perfettamente che non vi sia posto migliore di casa propria” replicò il Daimyo ridacchiando, facendo un cenno d'assenso con il capo.

“Allora si torna già a casa?” chiese Mik “Chissà che faccia faranno Leo e Raph!!”

“A proposito i loro, Splinter-san” cominciò il signore del Battle Nextus “Dove sono?” domandò incuriosito “Hai lasciato Leonardo e Raphael a casa?”

Splinter annuì “Si, ho preferito non lasciare la mia casa incustodita, e poi credevo che passare del tempo da soli potesse aiutarli a rafforzare il loro rapporto, Raphael stesso mi ha chiesto di lasciarlo a casa con Leonardo”

Donnie inarcò un sopracciglio, perplesso da quanto il sensei aveva appena detto “Aspetta un momento maestro … Raph ti HA CHIESTO di restare a casa CON Leo?”

“Si, figlio mio” rispose il vecchio topo “Tuo fratello mi ha chiesto di restare a casa per aver modo di chiarirsi con Leonardo”

“Perché? Avevano litigato?” borbottò il genio.

“Sembrerebbe di si, e anche in maniera pesante” confermò il maestro “Ma sono certo che abbiano già risolto ogni cosa”

“Si sensei” concordò Donnie, mantenendo però la sua espressione perplessa.

Ok, questo era davvero strano.

In 17 anni Raph non aveva MAI cercato di restare solo con Leo per chiarire un litigio (Per quanto grave potesse essere), o almeno, non se ne era mai preoccupato direttamente. 
Quel testone aspettava sempre che fosse Leo a farsi avanti per cercare di risolvere, che fosse da soli o in loro presenza (Perché la maggior parte delle volte Raph riteneva di essere nel giusto).
Ma comunque sia a Raph non era mai importato, e al massimo ci si poteva aspettare una mossa del genere da parte di Leo, non di Raph.

E poi ... quando avrebbero litigato di grazia!!??? Nelle ultime settimane gli erano sembrati così … tranquilli.

“Beh, speriamo di non trovarli a picchiarsi nel bel mezzo della tana, quando torneremo” commentò Mikey.

“Sono certo che i vostri fratelli stanno bene, anzi credo che le cose siano anche migliorate” disse Splinter.

“Ah, i figli …” disse il Daimio scuotendo la testa “Bisogna sempre stare attenti con loro ed evitare che si caccino nei guai” continuò pensando dolcemente alla sua piccola canaglia dai capelli rossi, il figlio che aveva perduto e che poi aveva ritrovato grazie al potere dello scettro del tempo di Lord Simultenius.

Donnie non fece più caso alla conversazione degli altri, troppo perso nei suoi pensieri, non sapeva spiegarsi il perché ma aveva una strana sensazione ultimamente.

Era come se nelle ultime settimane nella tana stesse accadendo qualcosa di strano, qualcosa che però, ormai ne era sicuro … riguardava Raph e Leo.

“Bah, sicuramente è solo una mia impressione” si disse incrociando le braccia sul petto “Andiamo, che cosa potrà mai essere successo?” mormorò “Leo e Raph sono sempre gli stessi, litigano, si azzuffano e poi fanno pace ... il loro rapporto è sempre stato così”

Il rapporto che vi era tra Leo e Raph era un tipo di rapporto d'amore/odio, che avevano solo loro ... piuttosto difficile da capire in effetti. Certo, si volevano un bene dell’anima, vero, ma non avrebbero esitato a massacrarsi a vicenda se convinti di avere la ragione dalla loro.
Comunque, in famiglia questo genere di rapporto lo avevano solo loro due, probabilmente per il fatto stesso di avere due personalità completamente diverse e anche troppo forti.

Un po’ come il sole e la luna, sono due cose differenti ma galleggiavano nello stesso spazio … con la stessa forza e carattere indomito, proprio come i due fratelli maggiori.

Tuttavia, ed era questo che Don stava andando via, via a notare, ultimamente quei due gli sembravano … diversi, più uniti del normale e anche i litigi erano diminuiti di molto … era … curioso.

-Bah … Avranno finalmente capito che litigare non serve a risolvere le cose- Pensò Donnie.

“Ehi Donnie?! Ci sei?!” lo chiamò il piccolo Mikey sventolandogli una mano vicino alla faccia.

“Eh? Oh scusa Mikey ero sovrappensiero” si giustificò il genio.

“A che stavi pensando?” domandò il maestro dei nunchaku.

“Beh, sai …” cominciò Don sorridendo “ Pensavo … noi quattro abbiamo un rapporto davvero speciale, siamo tutti diversi ma ci intendiamo
bene“

Mikey si illuminò a quel discorso “Si è vero, hai ragione Donnie” concordò “Guarda noi due ad esempio …”

“Noi ... noi due?" chiese il viola avvertendo un'improvviso, strano calore alle gote.

Mikey lo aveva appena preso affettuosamente per mano. 
“Si, noi due. Siamo molto diversi e non è neanche a causa dell’età, anche perché, insomma voglio dire, due anni di differenza non sono poi così tanti” spiegò “Tu sei un cervellone studioso, tutto lavoro qui, e lavoro là … io sono un burlone a cui piace far baldoria e coinvolgere anche voi se ci riesco però anche così ..." 

Sorrise in un modo talmente dolce e innocente che Donnie si sentì avvampare ancora di più.

"... Non mi sgridi se combino qualche guaio (Almeno non pesantemente), cerchi sempre di farmi capire le cose che mi sfuggono, e fai tante altre cose fantastiche di cui a volte neanche ti ringrazio … scusa”

“Ehi!! Anche tu fai tante cose fantastiche per me” si affrettò a far notare il viola non volendo che l'altro si rattristasse così all'improvviso. 
“Per esempio se non venissi a rompermi le scatole ogni tanto finirei per diventare un asociale scorbutico che lavora e basta” disse infatti ridacchiando 

"Credi davvero?"

“Ma certo Mikey, io ti voglio bene proprio perché sei diverso da me, che gusto ci sarebbe se andassimo sempre d’accordo o avessimo tutti le stesse idee?”

“Già” gioì Mikey abbracciando il fratello al collo, con un piccolo salterello (Visto che era molto più basso).

Don quasi sussultò per la sorpresa.

“Non ci sarebbe alcun divertimento, ti voglio bene anch’io Donnie ... più di quanto immagini, non cambiare mai” mormorò il minore.

“Certo che no, non potrei mai cambiare il mio genio” replicò Don ricambiando l’abbraccio.

Gli strani presentimenti che aveva avuto erano completamente spariti ora, grazie al suo fratellino.

“Bene figlioli, faremo meglio a prepararci” disse il maestro Splinter felice per aver visto quanto amore fraterno scorresse tra i suoi due figli più giovani “Allora ci rivediamo presto vecchio mio”

“Certo, alla prossima Splinter-san” confermò il Daimyo. 


..............................

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Capitolo 5
*** Brividi di piacere ***


Leo strinse convulsamente la presa attorno alla vita di Raph mentre sfrecciavano per le strade di New York in sella alla moto.
Non si era mai sentito troppo tranquillo su quel bolide e raramente vi ci era salito sopra, la stragrande maggioranza delle volte  con Raph, ma mai da solo, anche perché ... non sapeva guidarla!!

Però, viaggiare con Hot-head voleva dire anche sopportare le sue brusche virate e curve ad alta velocità … per non parlare poi dell’impennate!!

A quanto pare Raph si divertiva un sacco a farlo morire di paura con tutte quelle mosse spericolate e improvvise; difatti il rosso ridacchiò malignamente quando Leo si schiacciò più forte contro il suo guscio e per tutta risposta pensò bene di spingere ulteriormente sull'acceleratore.

“AH!!” Leonardo si lasciò sfuggire un piccolo urlo come di punto in bianco la ruota anteriore della moto si sollevò in aria mentre lui e Raph si impennavano verso il basso, l’azzurro chiuse gli occhi terrorizzato; pregando affinché Raph non fosse così spericolato e incosciente da far schizzare i loro cervelli sull’asfalto, cosa che in quel momento era tremendamente possibile considerando il buio, la velocità, e la momentanea posizione assunta dalla moto.

Alla fine, come se qualcuno avesse ascoltato le preghiere mentali del leader, Raph riabbassò la moto nella sua posizione naturale e cominciò a rallentare, un pochino.

“Raph!” esclamò Leo.

“Siiii?” chiese innocentemente l’altro, non riuscendo a non sghignazzare.

“Rallentaaaa!!!!” strillò lo spadaccino “Vuoi farci ammazzare?!”

“Come dici? Non sento, il rumore del motore è troppo forte!!” replicò Raph.

Leo si imbronciò sotto il casco -Mi ha sentito eccome invece!! Il bastardo!!- Pensò.

Fortunatamente la moto prese a rallentare dopo qualche altro metro fino a raggiungere una piacevole velocità di 60 miglia all'ora lungo la Main Street.

A quel punto Leo, non poté fare a meno di chiedersi dove stessero andando, dopo che Raph lo aveva convinto ad uscire in moto (Come aveva fatto a convincerlo era ancora un mistero) aveva provato a chiederglielo ma lui non aveva voluto dirgli niente.
Passò altro tempo, e presto gli edifici della grande mela divennero più piccoli e radi agli occhi del leader, man mano che vennero sostituiti da alberi e campagna.

Fuori dall’inquinamento luminoso della città, si poteva ammirare chiaramente la luna piena nel bel mezzo del cielo con la sua corte di stelle, la sua luce lattea illuminava debolmente i campi erbosi e gli alberi tingendoli però di un velo argenteo e luccicante.
Inserite nel quadro del paesaggio alla fine vi erano delle piccole casette o fattorie, un po’ come quelle della nonna di Casey, molto graziose.

Dopo quella che sembrò un'eternità, Raph si infilò in una strada sterrata che lo costrinse a rallentare ulteriormente, fino a quando non arrivò nei pressi di un vecchio fienile, arrivato lì spense il motore.

Leo sospirò di sollievo quando sentì il motore spegnersi, e si slacciò il casco.

Si guardò intorno perplesso cercando di capire per quale motivo Raph lo avesse trascinato fin laggiù "Raph, che ci facciamo qui?" domandò.

Raph tirò giù il cavalletto e scese della moto, non si tolse nemmeno il casco e tirò solo su la visiera, per vedere meglio il fratello. "Impari a guidare la moto" dichiarò senza troppi giri di parole battendo la mano suo cruscotto.

"Cosa vuoi che faccia!?” chiese Leo perplesso e sorpreso da quella richiesta.

Come si era già detto Leo non era esattamente un amante delle due ruote, anzi a esseri sinceri aveva sempre odiato la moto di Raph, e di conseguenza non si era mai preso la briga di imparare a guidarla.

"Senti …" sospirò Raph "Donnie, io, e perfino quella testone di Mikey sappiamo guidare questa bellezza, possibile che solo tu non abbia il coraggio di salirci sopra? Insomma non ha senso!! E’ come una bicicletta infondo!! Di che cosa hai paura?"

“Non ho paura” protestò l’azzurro scendendo dalla moto.

“Si certo, come no” ribatté l’altro.

“E che non me ne importa niente di questo … coso!!" sostenne il leader "E poi da quando in qua ti importa che IO sappia guidare la TUA moto?”

Raph si passò una mano sul viso,frustrato, doveva ammetterlo, quando voleva Leo sapeva essere perfino più testardo di lui!!

"Leo …" borbottò avvicinandosi e prendendolo per mano "Questa cosa non riguarda me, ma te” continuò “E’ a te che sto pensando, il punto è che voglio che tu sia in grado di utilizzarla in caso di emergenza, non potrai sempre affidarti al tarta-corazzato. Fidati, non devi avere paura"

"Io non ho paura" ripeté Leo storcendo la bocca mentre fissava la moto "E poi che emergenza vuoi che capiti?" 

"Qualunque cosa"

Leo sospirò nervosamente "No ma non ...  non mi piace!! Mi sento così … così, vulnerabile e impacciato li sopra” provò a spiegare “E poi ci sono forme di trasporto molto più sicure tipo … le gambe!!"

"Piccolo, abbi fiducia in me, ok?” disse Raph “Parli così perché non hai mai provato a guidarla con le tue mani, sei sempre stato sul sedile del passeggero e poi … chissà, magari potrebbe piacerti” continuò sussurrandogli le ultime parole all’orecchio.

"Ah, se ci provo, poi mi riporti a casa?" domandò guardingo l’azzurro.

“Assolutamente” promise Hot-head “Ma devi provarci davvero”

Leo annuì, rimettendosi il casco "Va bene”

"Questo è lo spirito giusto" esultò il rosso spingendo delicatamente il fratello verso la moto.

Leo lanciò un’occhiata perplessa alla moto, senza la più pallida idea di come comportarsi e aspettò qualche momento prima di montarvi sopra … seguito subito da Raph.

"Ehi che fai?” esclamò Leo sentendo le braccio dell’altro avvolgerlo “Raph seriamente, ti consiglio di scendere da dietro se non vuoi finire schiantato con me” disse girando la testa.

"E’ bello vedere che nutri tutta questa fiducia in te stesso" ironizzò il rosso riabbassando la visiera “Tranquillo non ci schianteremo, confido nella tua capacità di imparare"

Lo spadaccino sospirò "Bene … Okay, allora, ehm … come faccio a far partire questo coso?"

"Innanzitutto assicurati che l'alimentazione del carburante sia ai livelli normali"

Leo aggrottò la fronte "Il che!?"

Raph ridacchiò e da dietro con una mano indicò sul cruscotto della moto quella specie di cronometro con l’ago rosso "Assicurati che l'ago della benzina sia sulla parte verde" rettificò "Andiamo Leo impegnati!! So che le puoi capire queste cose” rimproverò.

Per tutta risposta l’altro sbuffò "Ok, ok, poi che devo fare?" domandò, felice che il casco nascondesse il rossore che andava lentamente a sfumare le sue gote.

"Tira la manopola dell'aria, proprio lì …" involontariamente (O forse no) nell’indicare la manopola posta nella parte bassa della moto, Raph fece strusciare la sua mano lungo tutta la coscia dell’azzurro.

Leo rabbrividì, sentendosi avvampare ma fece finta di niente e si chinò per estrarre la manopola.

"Ora la chiave" mormorò Raph schiacciandosi più forte contro il guscio del fratello "E accendi il motore"

Leonardo annuì, facendo un respiro profondo.

Ok, posso farcela. Pensò l’azzurro. Non è niente, è come il tarta-corazzato … si beh, solo senza corazza.

Girò la chiave di accensione … non accadde nulla!!

Leo si lasciò sfuggire un sbuffo che appannò per qualche secondo la visiera " … Non è successo niente!" esclamò.

"Beh, che ti aspettavi?!" domandò Raph perfettamente tranquillo e soprattutto divertito "Ha girato quella chiave a meta e troppo delicatamente” spiegò “E’ come se avessi paura di farla saltare in aria!!"

Lo spadaccino non disse niente, e imbronciato, aspettò che Raph la smettesse di ridere.

“Se lor signore ha finito di prendermi in giro, potrebbe dirmi cosa devo fare adesso?!” sibilò il leader.

Raphael si calmò, seppur sghignazzando legermente, e si strinse ulteriormente al suo guscio. Mise una mano su quella di Leo che teneva ancora in mano la chiave.

“Segui me” mormorò sensuale.

Il rosso strinse la mano su quella del leader, guidandola e girarono la chiave insieme, accendendo finalmente il motore.

Il motore ruggì alla grande, mentre Raph gli mostrava come si cambiava marcia. Leo avvertì un brivido corrergli lungo il guscio … un brivido piacevole.

Il rombo del motore, la vibrazione del manubrio, il metallo che andava piano piano a riscaldarsi, era una sensazione magnifica … potente.
“Lo senti?” domandò Raph avvertendo in qualche modo l’eccitazione dell’altro “Senti il rombo del motore? La potenza contenuta in esso?” mormorò stringendogli la vita con più forza.

La visiera del leader si stava appannando di nuovo, senza nemmeno rendersene conto stava praticamente ansimando per l'eccitazione!!
Con fermezza iniziò girare le manopole del manubrio; il motore rispose subito con un rombo e seguendo i suggerimenti di Raph, Leo camminò lentamente sul sentiero sterrato, ancora impostato sulla prima marcia.

“Bene, bene piano … così” disse il rosso guidando nuovamente la mano dell’altro per spostare la marcia e mettere la seconda, quando cominciarono a prendere velocità mollò la presa se si tenne forte al fratello.

Ora il suo Fearless doveva cavarsela da solo.

Leo prese a ridere, mentre guadagnavano velocità.

“WOW!!” esultò l’azzurro come spostò la moto sull’ultima marcia e premette con forza l'acceleratore.
Dio, gli piaceva!! Il rombo del motore, il vento che sferzava sulla pelle, l’attrito delle gomme sul suolo …

E pensare che aveva sempre rimproverato Raph per le sue escursioni solitarie, e ora? Ora lo invidiava!! Cavalcare la moto … la SUA moto, era a dir poco meraviglioso, ti dava un senso di libertà … emozione, brivido … tutto mischiato al calore della braccia di Raph avvolte strettamente attorno alla sua vita. Alla fine dopo un breve giretto ad alta velocità, Leo cambiò direzione e si diresse di nuovo verso il fienile, rallentando, a malincuore, man mano che si avvicinavano.

Parcheggiò la moto direttamente dentro il fienile, una volta entrati, spense il motore, tirò giù il cavalletto e si tolse il casco.
Anche Raphael si tolse il casco.

"Beh, non è andata poi così male alla fi-whooo … !!" iniziò per poi essere interrotto bruscamente da un Leo che gli saltò letteralmente addosso, atterrando a cavalcioni su di lui sul sottile tappeto di paglia presente nel fienile.

Hot-head non fece nemmeno in tempo a capire che diavolo fosse successo che senti le labbra di Leo baciare le sue e la sua lingua invadergli la bocca.

Ma reagì immediatamente, alzando la testa e mettendo una mano sulla nuca dell’altro per premergli contro ancora più forte, le loro lingue si incontrarono intrecciandosi tra loro in una piccola lotta per il predominio.
Lotta che ovviamente vinse Raphael.

Si staccarono di poco per respirare, e Raph ne approfittò per ribaltare le posizioni. Leo non si oppose quando si sentì schiacciare contro il giaciglio di paglia; i fili giallastri gli solleticarono la pelle tanto da farlo ridacchiare. 
Lasciandosi guidare dall’istinto e l'eccitazione del momento Leonardo allargò le gambe e agganciò i piedi dietro al guscio di Raph, intrappolandogli la vita tra le cosce per tirarlo più giù verso di lui.

“… Wow, che entusiasmo” commentò il rosso soddisfatto abbassandosi per baciargli il collo “Potrei anche abituarmici” disse sensuale “Dovresti lasciarti andare più spesso"

Leo sorrise, assaporando le lente ondate di calore provenienti da Hot-head che gli scorrevano lungo tutto il corpo “… Già, non immaginavo che la tua moto mi avrebbe eccitato tanto” ansimò.

“Allora approfittiamo” sfidò il maestro dei Sai incombendo su di lui, leccando e mordendo la pelle morbida del suo collo, dopo la bocca era il suo punto preferito.

Lo spadaccino sussultò quando l’altro strofinò i loro inguini insieme. Si lasciò sfuggire un risolino mentre avvertiva il membro del rosso sgusciare fuori dai piastroni dell’inguine e indurirsi nel processo.

“Guarda, guarda, chi c'è qui" fece l'azzurro, sexy, strusciandosi contro Raph "Ti lasci infiammare troppo facilmente” notò alzando una mano fin dietro la nuca dell’altro e intrecciando le dita con un lembo della sua maschera, tenendogli il viso vicino al suo; al contrario l’altra mano prese a raspare il terreno serrando le dita sui ciuffi di paglia.

Raph grugnì, sentento gli ormoni galoppare, imbizzarriti, completamente in balia dell'istinto “Vorrei farti notare che mi sei saltato TU addosso, e poi …” continuò afferrandogli le gambe per allargarle ulteriormente e mettersi più comodo “ … Non mi sembra ti dispiaccia”
Presto le parole lasciarono il posto ai fatti.

Leo incominciò a gemere di piacere sempre più forte, il miscuglio di desiderio e adrenalina quasi lo soffocava …

Ma anche Raph non si sarebbe mai immaginato di assaporare un piacere simile, era da quando era entrato nel periodo della pubertà che si era rassegnato all’idea che non poteva esserci amore per lui o i suoi simili, eppure mai come quella notte si rese conto di quanto si era sbagliato.

Quella notte fu intensa e estremamente piacevole ... per entrambi, una notte di sesso, puro e semplice ... semplicemente amore naturale e istintivo che diventava più forte, più intenso …

… per tutta quella notte.


.........................................

AAAAAHHHH!!!!!!!!!!!! Adesso mi ucciderete tutti perchè non fatto una descrizione decente!! ç_ç
Ok, d'altronde è la mia prima t-cest perciò siate buoni!! Direi che per ora ci sono andata abbastanza leggera credo, specie se mi metto a confronto con altre t-cest moooolto più ben fatte, non odiatemi per favore!!
Devo ancora imparare!!! >_< Spero di riuscire a descrivere una bella scena erotica un giorno ...
Vabbè che altro dire? Alla prossima.

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Capitolo 6
*** Ritorno anticipato ***


Erano rimasti a dormire nel fienile quella notte, abbracciati l’un l’altro: Non avrebbero mai dimenticato quella notte.
Così serena, in pace con il mondo; non gli importava che il sottile tappeto di fieno, dove si erano assopiti, fosse scomodo e freddo.
Erano esausti e il calore e la morbidezza dei loro corpi premuti insieme gli bastava.

Raph fu nuovamente il primo a svegliarsi ed ad avere, l'incarico di svegliare l’altro che gli dormiva ancora abbracciato.

“Ehi Leo …” lo chiamò scuotendolo dolcemente “Leo, svegliati”

“Uhm, eh? Cosa c’è? … Karai sta distruggendo di nuovo la tana?” borbottò l’azzurro senza nemmeno aprire gli occhi e stringendosi a Raph.

Raph ridacchiò “No, Karai non c’è, ma ti devi comunque svegliare”

Leo aprì solo un occhio, sbadigliando “Che ore sono?”

“Non ne ho la più pallida idea, ma è ora che torniamo alla casa” disse Raphael.

“… Ma io voglio dormire!” protestò l’altro rannicchiandosi di nuovo.

“Ehi! Che fine a fatto il Leo perfettino che si sveglia sempre presto?” schernì il rosso mettendosi a sedere.

“E’ andato in vacanza, e non tornerà per un bel po’ di tempo” replicò Leonardo.

“Oh, ma non mi dire!! Beh, lo sai che dovresti essere tu quello che dovrebbe convincermi a svegliarmi e non il contrario?”

Leo sbuffo “Ah si? Beh, è colpa tua, mi hai sfinito stanotte!!” brontolò il leader.

“Fatto di cui vado fiero” ghignò Raph malizioso “Dai alzati …” aggiunse poi con tono più dolce.

“Ti eri trattenuto fino ad ora …” realizzò l’azzurro all’improvviso accarezzandogli un braccio “Perché nelle volte precedenti in cui l’abbiamo fatto … non ricordo di essermi mai sentito il fondoschiena così indolenzito”

“Ti fa tanto male?” chiese Raph inarcando un sopracciglio preoccupato
Leo sorrise “No, no, non preoccuparti è solo … che devo abituarmi”

“… Mi sono trattenuto perché erano le prime volte” spiegò Raph con un mezzo sorriso “Avrei voluto farlo anche adesso, ma …” si abbassò baciandogli le labbra con leggerezza “Scusa, eri troppo eccitante tutto accaldato sotto di me circondato dai ciuffi di paglia … non sono riuscito a resistere”

Leonardo arrossì un po’ ma poi sorrise “Non importa … anzi, ormai credo che non ne avrò più abbastanza di questo, mi è piaciuto troppo”

Raph sorrise maliziosamente, poi aiutò il compagno ad alzarsi.

Ci impiegarono poco a tornare a casa, anche perché fu Raph a guidare, dopo la nottata di baldoria era meglio non far guidare Leo.
Hot-head si era divertito molto a fargli da insegnante, almeno per una volta.
Ancora una volta fecero colazione tardi. Erano quasi le undici!! Ma non gli importava, a casa non c’era nessuno tanto, perciò …

“Sai una cosa?” fece Raph all’improvviso mentre camminavano verso il divano tenendosi per mano.

“Che cosa?” domandò Leo curioso.

“Dovremmo festeggiare” affermò l’altro.

L’azzurro gli lanciò un’occhiata perplessa “Festeggiare? E perché?”

“Perché ci restano ancora un paio di giorni … da soli” ghignò alzando il braccio per accarezzargli la nuca “E tu ti sei finalmente convinto a lasciarti andare”

Leo ridacchiò “E che avresti in mente fare? … Niente giri in moto!!” escluse subito.

“Certo che no” ribatté Hot-head “Quelli li teniamo per le occasioni speciali” disse maliziosamente.

“Wow! Frena i motori testa-calda!!” esclamò Leo staccandosi un po’ (Ma non troppo) da Raph. Avendo riconosciuto una qualche sfumatura erotica nella voce del fratello “Direi che ieri hai già fatto abbastanza, e se noleggiassimo semplicemente un film?”
Raphael inizialmente corrucciò la fronte deluso poi però gli venne in mente un’idea diabolica.

“Ok, vada per il film” acconsentì il rosso “Però scelgo io il titolo”

“E ti pareva” sospirò Leo pregando in cuor suo che Raph non prendesse un Horror splatter di quelli pieni di sangue e sbudellamenti vari.

.....................

Verso il tardo pomeriggio Leo si rese conto che le sue preghiere non erano state minimamente ascoltate, infatti Hot-head era appena ritornato con in mano un DVD dalla copertina sbiadita con sopra il titolo: Nightmare on Elm Street.

“Come volevasi dimostrare ...” disse Leo imbronciato, incrociando le braccia sul petto.

“C’era poca scelta” si difese Raph mentendo palesemente.

L’azzurro sospirò “… Va bene vada per l’Horror” acconsentì.

“Andiamo non fare quella faccia” ridacchiò il rosso cingendogli le spalle con un braccio “Non dirmi che hai paura”

“Non ho paura, semplicemente non mi piacciono gli Horror” replicò Leo.

“Certo e io ti credo” schernì l’altro.

“Dico sul serio, come fanno a piacerti?” esclamò lo spadaccino “Sono tutti uguali!! C’è sempre uno stupidissimo killer (Quasi sempre un pazzo maniaco) che si diverte a sbudellare la prima scema di turno, e paio di ragazzi altrettanto scemi che non riescono a scappare perché sono troppo stupidi da capire che L’ARMADIO non è esattamente il nascondiglio migliore del mondo!!”

“Beh, se tutti riuscissero a scappare non sarebbe un Horror no?” disse Raph accendendo il lettore DVD “Pop-Corn?” chiese innocentemente.

Era strano pensare che un ninja preparato, coraggioso e abile come Leonardo si lasciasse impressionare da un tipo con un maglione a strisce verdi e rosse, il cappello logoro e un guanto provvisto di lame su una mano (Sarà perché le lame ricordavano vagamente Shredder). Ma infondo era questo il piano di Raph: Trovare qualcosa che riuscisse a spaventare il suo Fearless abbastanza da indurlo a stringersi al lui anziché ad un stupido cuscino (Leo tendeva troppo spesso ad abbracciare uno dei cuscini del divano per scaricare la tensione da film).
Ebbene, il piano era riuscito alla perfezione.

“AH!” esclamò l’azzurro nascondendo il viso nell’incavo del collo di Raph, più per evitare di vedere l’esplosione di sangue della scena che per la paura a dir la verità.

Stomaco, pop-corn e sbudellamenti non erano  una combinazione vincente.

Raph non poté fare a meno di ridacchiare, ah, grazie buon vecchio Freddy krueger!! Quel film lo aveva visto un miliardo di volte, una volta era addirittura riuscito a convincere Mikey a vederlo con lui. Raphael si oscurò al ricordo, povero Mikey, aveva 13 anni!! Il poveretto si era talmente spaventato che non aveva chiuso occhio per tre giorni di seguito (Convinto che Freddy potesse fargli visita nei suoi sogni).
Cavoli Raph aveva dovuto fare i salti mortali per convincerlo che era solo un film e che quindi non aveva nulla da temere e Il maestro lo aveva messo in punizione per quasi due settimane per questo.

“Quello è tutto matto” commentò Leo, la voce soffocata contro la spalla dell’altro.

“C’è un motivo se è lui il killer” rispose Raph.

Leo si staccò un pochino da lui, ma non troppo, fissando la protagonista con gli occhi sgranati “Ma che fai!!?? Scappa da lì!!” sbottò contro l’attrice, allibito “Visto? Che ti dicevo? I protagonisti degli Horror sono tutti cretini!!”

“Eh, già” concordò Raph nuovamente allegro “Bisogna dire che alcune vittime se la vanno proprio a cercare” continuo cingendo le spalle del leader con un braccio.

“Comunque sai che ti dico?” fece Leo.

“Cosa?”

“La prossima volta scelgo IO cosa guardare”

Raph rise, una risata bella, cristallina, così rara nella sua bocca. Leo sorrise appoggiando la testa sulla sua spalla e lasciando che l’altro lo stringesse maggiormente a se.

“... Ehi secondo te, se fossimo in un film Horror tu che parte avresti?” domandò Raphael così, tanto per parlare.

“Quella della vittima probabilmente” disse Leo “E credo che sarei anche uno dei primi a morire”

Raph inarcò un sopracciglio perplesso “Davvero? E perché?”

“Perché tu saresti il killer” ridacchiò l’azzurro.

Raph sorrise divertito “Ah, tu dici?” fece con tono malizioso “Uhm … se tutte le vittime fossero come te” continuò togliendo il braccio da dietro le spalle dell’altro “Non mi dispiacerebbe affatto”

Con una mossa fulminea, il rosso afferrò Leo per i polsi e lo spinse giù, bloccandolo sotto di lui sul divano.

“Ehi!” esclamò il leader mentre Raph gli montava sopra a cavalcioni “Ma che fai?” chiese con un’espressione più divertita che contrariata.

“Decido il modo migliore per ucciderti” ironizzò il ninja dei Sai.

“Tsk!! Ma tu sentilo, e se opponessi resistenza?"

"Se non ti dessi motivo per farlo?” replicò Hot-head cominciando a leccargli il collo.

Leo si morse il labbro, cercando di non gemere dal piacere e fece del suo meglio per fingersi serio “Però così sei sleale!” protestò “Almeno conta fino a cinque, e dammi un po' di vantaggio per filarmela!!”

“Oh, ma i killer non concedono vantaggi alle loro vittime” replicò il rosso sensuale.

“… Ma tu non sei un killer qualunque” sussurrò l’altro muovendosi sinuosamente sotto lui e facendo strusciare le sue gambe tra la pelle del divano e quelle di Raph, in un movimento più che provocatorio.

Raph si lasciò sfuggire una risatina “Ora sei tu lo scorretto!!” lo rimproverò “Cerchi di distrarmi per liberarti per caso?”

“E se la risposta fosse si?”

La presa sui polsi si strinse “Sarebbe del tutto inutile” mormorò Raph prima di coprire la bocca di Leo con la sua, soffocando, così, gli ultimi segni di resistenza.

Probabilmente, anzi, sicuramente, i due sarebbero andati avanti, cambiando all’occorrenza scenario, spostandosi dal divano al letto di Leonardo (L’amaca di Raph non sarebbe stata altrettanto comoda, ne altrettanto RESISTENTE); completamente incuranti delle urla agonizzanti che risuonavano dal televisore. Ma non ne ebbero l’opportunità.
Difatti la tana venne improvvisamente illuminata la un lambo accecante, una luce che però, purtroppo, conoscevano entrambi troppo bene.

Proprio verso il centro della stana si stava formando un portale!!

Leo e Raph si staccarono immediatamente, vedendo di mettere abbastanza distanza fra loro, Raph si alzò direttamente in piedi mentre l’altro si mise seduto sul divano.

... La loro famiglia era appena tornata.

“Di già?” borbottò Raph ringhiando mentalmente “Ma non dovevano restare via almeno altri due giorni?”

“Ah, casa dolce casa” commentò una delle figure uscenti dal portale, ossia Michelangelo “Quanto mi sei mancata!!”

“Leo? Raph!? Ci siete?” chiese la seconda alias Donnie.

“Figli miei siamo tornati” fece l’ultima che si rivelò essere, ovviamente, il maestro Splinter.

“Siamo qui” disse Leo alzandosi visto che Hot-head, sembrava essere paralizzato sul posto “Raph …” mormorò poi accarezzandogli leggermente il braccio, non visto dagli altri, per farlo smuovere.

“Eh? Oh si, Siamo qua!!” esclamò palesemente controvoglia.
Proprio oggi dovevano tornare? E proprio in QUEL momento? Quando la situazione stava prendendo tutte le pieghe giuste!!!??

“Ehi ciao!! Fratelloni come è andata?” fece Mikey correndo verso i due allegramente “Non vi siete massacrati di botte durante questi giorni, vero?” domandò scherzosamente.

“No, tranquillo, niente risse” rispose Leonardo.

“Sicuri?” disse Don avvicinandosi “Ne sono contento allora”

“Già, già” fece Raph ancora infastidito per essere stato interrotto poco prima.

“Quindi dobbiamo dedurre che tu e Leonardo vi siate chiariti” disse Splinter sorridendo “Ne sono felice”

“Chiariti?” mormorò Leo, che ovviamente non sapeva nulla delle balle raccontate da Raph per fare in modo che potessero stare soli

“Chiariti su che cosa?” domandò al focoso.

“… Ma come su che cosa!? Sul nostro ultimo diverbio Fearless” gli rispose Raph nervosamente facendo spostare lo sguardo da lui a Splinter.

Leo, vedendo tale reazione, intuì subito che c’era sotto qualcosa “Eh? Oh Giuuuuusto, il litigio su QUELLA COSA” annuì l’azzurro “Che scemo che sono, me lo ero dimenticato … ma non preoccupatevi ora è tutto a posto, vero Raph?”

“Verissimo, io e Leo ci siamo chiariti” concordò Raph.

“E’ stata una discussione … illuminante” seguì Leo “Abbiamo capito parecchie cose negli ultimi tre-quattro giorni eheheh”

“Come è andata dal Daimio?” iniziò il rosso cambiando argomento “Siete tornati in anticipo quindi, immagino che sia andato tutto alla grande”

“Certo, Raphael” sorrise il maestro.

“Ne sono (Grrrr)... davvero felice” disse, facendo del suo meglio per non sembrare scocciato.


................................

Ah rieccomi!! Accidentacci la famiglia è tornata e adesso?!!
Che faranno i nostri amanti!!?? ... BOOOOHHH!!! Lo sapremo nel prossimo capitolo (Spero) Ciao a tutti ragazzi!! E grazie mille a chi legge e alle recenzioni buone o cattive che siano, CIAO!!!

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Capitolo 7
*** Ferita al cuore ***


Le due settimane che seguirono il ritorno anticipato di Mikey, Don e sensei furono incredibilmente difficili per i due amanti. Raphael, in particolare, stava per impazzire. Erano due settimane che lui e Leo non trascorrevano un po’ di tempo … in intimità.
Più che altro fino a quel momento vi era stato solo uno scambio di sguardi pieni di desiderio e sofferenza tra i due, specie nei momenti in cui Raph prendeva a pugni il suo sacco da box e Leo restava fermo a guardarlo, tutto il tempo, mentre fingeva di leggere un libro seduto in poltrona.

Nessuno si era, però, accorto di nulla.

“Ok, sono stanco di questa situazione” sbottò il rosso frustrato mollando un potente destro al suo povero sacco.Leo alzò leggermente gli occhi dal libro che stava (Apparentemente) leggendo, preoccupato da quello scatto d’ira.

“Raph …” mormorò muovendo appena le labbra senza che vi uscisse alcun suono.

Erano soli, nel salotto della tana; ma c’erano sempre gli altri nelle altre stanze: Donnie nel suo laboratorio, Mikey in cucina e il maestro nella sua stanza.

Raphael voltò il capo verso il fratello “Leo” sussurrò lanciando all’altro un sguardo malinconico, aprì di nuovo la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse subito e se ne andò, dirigendosi in bagno per farsi una doccia.

Leonardo chiuse il libro sospirando “… Anch’io sono stanco Raph”

Passò un po’, dopo di che arrivò il momento per la famiglia Hamato di andare tutti a nanna.

Raph non vi andò ... doveva assolutamente parlare con il leader.

Lo aspettò davanti alla porta della sua stanza a braccia conserte, pensieroso, si, dovevano parlare … ma di che cosa esattamente?
Del fatto che negli ultimi 14 giorni si erano a malapena rivolti due parole? O del fatto che stavano deliberatamente permettendo a loro stessi di auto-affliggersi perché nessuno dei due aveva il coraggio di dire la verità alla loro famiglia?

… Già, ne avevano di cose di cui discutere.

Non dovette aspettare a lungo, infatti l’espressione seria e corrucciata di Hot-head si addolcì quando vide la figura slanciata dell’azzurro avvicinarsi a lui.

“Raph” fece Leo sorpreso di trovarlo li davanti “Che fai qui?”

“ … Dobbiamo parlare” disse semplicemente l’altro.

Il leader annuì “Non qui però” mormorò piano per essere certo che nessuno lo sentisse “Ti va di uscire?”

“Scherzi?” replicò Raph accennando a un sorriso “E troppo tempo che non metto piede fuori di qui” continuò guardandosi intorno con attenzione “Andiamo, la via è libera”

Raph prese Leo per mano e, stando ben attenti a non fare rumore, uscirono insieme raggiungendo il garage.

“Prendiamo la moto?” chiese Hot-head.

Leo sorrise “Cominciava a mancarmi”

Non avevano un’idea esatta di dove andare, perciò si limitarono ad allontanarsi dalla tana il tanto che bastava per essere certi di poter stare tranquilli.

Fu Raph a guidare e non si preoccuparono neanche di mettersi qualche cosa addosso per mimetizzarsi con gli umani, il buio della notte unito all’alta velocità del loro mezzo di trasporto bastava a renderli invisibili.
Hot-head parcheggiò la moto in un vicolo buio, ben lontano da casa, smontarono e si tolsero il casco.
Raph fece un grande respiro profondo, perfino l’aria inquinata di New York era preferibile a quella chiusa e pesante che si era creata nella tana in quei giorni.

“Avremmo dovuto farlo prima” constatò il padrone dei Sai.

“Già”

“… Stai bene?” domandò Raph preoccupato avvicinandosi al fratello.

Leo scosse la testa lentamente “No Raph, non sto bene” ammise “Mi manchi tanto … e sono stanco di fingere”

“Lo so, ed è proprio di questo che volevo parlarti” disse l’altro accarezzandogli la guancia “Credo sia arrivato il momento di affrontarli”

“E se non lo accettano?” piagnucolò l’azzurro prendendogli la mano e allontanarla delicatamente dal suo viso, troppo preoccupato per goderne il tocco.

“… Andrà come andrà” disse Raphael “Ma qualunque cosa accada, la affronteremo insieme”

"I-Io non sono sicuro"

"Andrà tutto bene Leo!!" insistette il rosso abbracciandolo stretto "... Fidati di me"

Leo prese un gran respiro e, seppur titubante, annuì “Ok, come … quando vogliamo farlo?”

“Anche domani, se per te va bene”

“Va bene io … io, devo pensare a come dirglielo però”

“Glielo diremo tutti e due” lo rassicurò Raphael "Te l'ho promesso no? Sempre al tuo fianco, qualunque cosa accada"

Stettero in silenzio per qualche secondo guardandosi negli occhi, poi Raph prese l’iniziativa e lo baciò.
Leonardo rispose immediatamente, spinto da improvviso bisogno; quanto gli era mancata la bocca di suo fratello sulla sua, le sue braccia intorno alla sua vita, il suo respiro caldo sul viso. Si staccarono dopo quella che sembrò un’eternità, espirando ognuno il profumo dell’altro.

Sarebbero stati capaci di restare lì fermi a guardarsi per chissà quanto tempo se non avessero sentito un rumore improvviso, poco lontano dal vicolo dove si erano fermati.

“Hai sentito?” disse Raph mettendosi in allerta.

“Che cos’era?” chiese Leo guardandosi intorno sospettoso.

“Aiuto!” esclamò debolmente una voce femminile poco lontano, confusa e spaventata "Aiutatemi!!"

I due ninja si diressero immediatamente verso il vicolo accanto vicino al loro dove proveniva la voce, stando ben attenti a restare nell’ombra. In quel vicolo, intrappolata con le spalle al muro vi era una ragazza, sui 26-27 anni; circondata da cinque Purple Dragons armati di spranghe di ferro e mazze da basseball con dei ghigni malefici che non promettevano nulla di buono.

“Salve signorina” sibilò uno dei cinque, con i capelli lunghi tinti verdi e gli occhi marrone scuro “Come mai sola, soletta? Dovrebbe fare attenzione le strade sono pericolose di notte”

“Si, mooolto pericolose” fece eco un altro teppista ridacchiando. Questo aveva i capelli a spazzola castani e gli occhi blu.

“Vi faccio vedere io QUANTO sono pericolose” ringhiò Raphael.

“Sono con te Raph” concordò il leader.

“V-Vi prego lasciatemi s-stare” balbettò la ragazza terrorizzata.

Era molto carina; era piuttosto bassa per la sua età quasi minuta, però aveva un viso dai lineamenti dolci e delicati incorniciato da una folta chioma di capelli mossi color cioccolato e occhi verde bosco.
Indossava una maglietta di lana azzurra, jeans neri con su cuciti lungo il fianco dei fiori stilizzati rossi e un berretto (Sempre di lana) rosso con un fiocchetto celeste.

Non aveva nient’altro con se.

“Non preoccuparti tappetta dacci un po’ di grana e ti lasciamo stare” disse il tizio con i capelli a spazzola “Potremmo anche farti da scorta fino a casa eheheh!!”

“Ma … Ma i-io non ho n-niente con me” cercò di spiegare la giovane.

“Allora dobbiamo proprio riaccompagnarti a casa” ghignò un altro purple dragons “Così potrai pagarci là”

I malviventi iniziarono ad avvicinarsi alla ragazza, minacciosi.

“Adesso Raph!” esclamò Leo tirando fuori una sola katana.

Raphael annuì sguainando i suoi Sai e insieme al compagno si gettarono proprio nel mezzo tra la ragazza e i teppisti.

“Ehi! Ma che diavolo …?”

“Guardate, sono le rane che fanno Kung-fu!!”

Tutti i ragazzi presero ad indietreggiare spaventati.

“Rane?!” fece Raph offesissimo “Possibile che questi idioti non capiscano una buona volta che siamo tartarughe!!”

"Raph ti ricordo che è dei Purple Dragons che stiamo parlando" ironizzò Leo.

"Oh, è vero hai ragione!!" concordò l'altro ghignando "Che ne dici se gli diamo una bella lezione così la prossima volta se lo ricorderanno
bene chi siamo?"

"Dico che una fantastica idea!!"

“Stupidi sgorbi!! Ragazzi addosso!!” ruggì il dragone con i capelli verdi.

Come era prevedibile, superato il primo momento di incredulità e sorpresa, i delinquenti si scagliarono contro i due ninja i quali, non ebbero alcun problema a stenderli uno ad uno, non ci fu nemmeno bisogno di usare le armi: Un colpetto alla testa o allo stomaco e quei balordi si piegavano come degli origami. La ragazza, incredula, per ciò che stava vedendo non fece nulla, nemmeno gridò, bensì se resto ferma guardando affascinata i suoi strani salvatori.

Solo uno rimase ancora in piedi, proprio quello con i capelli verdi, che si era furbamente tenuto fuori dalla mischia.

Quello appena si ritrovò solo, gettò la sua spranga di ferro per terra (Essendo inutile) e tirò fuori una revolver già carica …

“RAPH SPOSTATI!!”

… Accadde tutto troppo in fretta, il giovane alzò la pistola puntandola contro la tartaruga con la benda rossa, Raph ebbe giusto il tempo di voltarsi prima che facesse fuoco.

Hot-head chiuse gli occhi, aspettandosi chissà quale dolore … invece non sentì nulla, tranne un lamento soffocato.

Cosa era successo?

Quando aprì gli occhi il suo cuore quasi si arrestò.

Leo era davanti a lui, una smorfia di dolore gli percorreva il volto, la katana che aveva in mano gli sfuggì e cadde con un tonfo metallico sull’asfalto.

Se prima il tempo era sembrato accelerare, ora sembrò quasi fermarsi mentre Leo abbassava lentamente lo sguardo sul un fianco. Proprio là, il proiettile aveva creato un foro dalla quale sgorgava copioso il suo sangue.

“LEOOO!!!” urlò Raph mentre vedeva il suo amato compagno accasciarsi fra le sue braccia.

………………………………

“R-Raph, ti prego … l-lasciami, per favore … PER FAVORE!!!” gridò il leader cercando di sgusciare fuori dalla presa di Hot-head "Che ti ho fatto questa volta!!??"

“Se pensi che sopporterò il tuo silenzio anche solo per un altro secondo ti sbagli di grosso” sibilò il rosso sbattendo con prepotenza l’altro contro il muro della sua stanza.

Leo rimase senza fiato per la botta e soprattutto lo shock, non era una novità che lui e Raph litigassero, ma non avevano mai litigato in modo così violento ... ne così all'improvviso.

“Ma … ma di che parli!?” sbottò l’azzurro ansimando, gli facevano male i polsi e le braccia. Raph lo aveva strattonato da una parte all'altra neanche fosse un pupazzo

Nervosamente guardò la porta della sua stanza, chiusa a chiave.

“Sai benissimo di che parlo” ringhiò Raph “E’ da quando ci siamo baciati in quello stramaledetto Dojo che mi eviti!!”

Leo sgranò gli occhi, colpito da quella frase e arrossì al ricordo di ciò che era successo pochi giorni prima “Quello!? M-Ma, non … non era niente …” balbettò improvvisamente insicuro e tremante “ … E’... è stato uno sbaglio”

“UNO SBAGLIO!!??” ruggì Raph stringendogli i polsi con maggior foga. Tanto da lasciare i lividi.

“R-Raph, mollami …”

"Costringimi" sibilò il rosso "Non sei tu quello che sostiene il dialogo? Bene, allora parliamo!!" ruggì "Credevi davvero che avrei lasciato passare questa cosa, così, come se nulla fosse? Mi credi davvero così stupido?!"

"Ma io non ho mai ..."

"Credi di poter giocare con i sentimenti delle persone Leo!!??" lo interruppe l'altro "Con i MIEI sentimenti!!"

Condizionato da quelle accuse, Leo cominciò a singhiozzare sentendosi in colpa.

Inoltre non gli piaceva affatto come lo guardava il fratello, con una luce possessiva e furente negli occhi dorati.

“L-Lasciami andare, per favore …”

Ora gli occhi ramati dello spadaccino erano velati di lacrime e tremendamente impauriti, quasi si faceva fatica a riconoscerlo come il leader delle ninja turtles "H-Ho sbagliato ... quel bacio ... Non e-era niente"

“Non ti azzardare a dirmi che non era niente!!” sibilò Raphael “… E’ piaciuto anche a te, SO che è piaciuto anche a te!! Non puoi negarlo, eppure non hai fatto altro che ignorarmi da quel giorno!!”

Leonardo non seppe che rispondere.

Da una parte Raph aveva ragione, lo aveva deliberatamente ignorato negli ultimi tempi per ciò che era successo.
Il bacio gli era piaciuto, vero, ma era stato uno sbaglio!! Un dannato sbaglio!!

Ma preferì non dirglielo e si limitò a scuotere lentamente la testa.

Raph ringhiò esasperato, ancora silenzio!!

Bene, benissimo!! Se Leo non voleva spiegarsi allora ci avrebbe pensato da solo a trovare le risposte che cercava!!

Senza dire nulla, il rosso staccò rapidamente il leader dal muro, e iniziò a trascinarlo di peso verso il letto.

Leonardo ebbe l’impressione di avere quasi un arresto cardiaco quando intuì che cosa volesse fare il focoso ninja dei Sai.

“NO!! Raph!! T-Ti prego, no!!” strillò l’azzurro cercando di opporre resistenza, ma inutilmente "Lasciami!!"

Era Raph il più forte, lo sapevano entrambi.

“No, Leo” ringhiò Raph spingendolo con violenza sul letto “Voglio delle risposte e le voglio ADESSO!!” continuò montandogli sopra e inchiodandolo sotto di lui.

"R-Raph"

Ora si che il leader cadde in preda al panico!!

Alcune lacrime gli scesero lungo le guance mentre Raph gli bloccava i polsi sopra la testa con una mano sola (Possibile che fosse davvero tanto forte?) e faceva scorrere l’altra sotto una delle sue cosce.
Leonardo era troppo sconvolto per fermarlo.

“R-Raph per favore …” supplicò chiudendo gli occhi ormai divenuti rossi “N-No-Ummphhhh!!”

Raph lo stava baciando.

Un bacio forte, possessivo … quasi famelico, completamente diverso dal primo che aveva sperimentato.

Leo riaprì gli occhi di scatto cominciando finalmente a reagire, specie per la mancanza d’ossigeno: Raph lo stava letteralmente soffocando tra il bacio e la pressione sul suo corpo schiacciato contro il materasso.

Allungò le gambe cercando di calciarlo via, senza però riuscirci.

Fortunatamente il bisogno di ossigeno arrivò anche a Raph, obbligandolo a staccarsi un pochino dall’altro.

Ma la pausa non durò a lungo …

Leo guaì come il rosso lo costrinse ad allargare le gambe e scese giù su di lui posizionandosi tra esse.
“No, R-Raph, no, nonononono!!!!” squittì lo spadaccino girando la testa da una parte all’altra velocemente, terrorizzato “Non farmi questo!! Ti prego no… non f-farlo, ti scongiuro!!”

Raph quando sentì la sua voce incrinata dai singhiozzi, esitò. E restò a fissarlo immobile, vederlo in quello stato, così implorate, piangente … fragile, lo aveva improvvisamente scosso; in 17 anni non lo aveva mai visto ridotto così. Davvero lo aveva ridotto lui così? Cosa diavolo gli era preso!? Stava davvero cercando di VIOLENTARE suo fratello!!??? Perché!!??

“Mi dispiace  Raph, ti prego …!!” sussurrò Leonardo.


………………………………

Questa volta era Raph che lo stava implorando, e sperava con tutto il cuore che Leo lo ascoltasse, proprio come lui aveva lo aveva ascoltato quel giorno “Leo … ti prego non morire” mormorò Raph con voce rotta dal pianto “Ti supplico!! Non morire … non morire, CAZZO LEO NON LASCIARMI!!!!”

Quel giorno il rosso si era sentito un verme per quello che aveva cercato di fargli. Leo lo aveva perdonato, ma dovette passare un’intera settimana prima che l’azzurro tornasse a guardarlo senza tremare o serrare le cosce per nascondere le parti intime.
Raph non si sarebbe mai perdonato per questo. Quel giorno aveva cercato di possederlo con la forza e chissà quale miracolo gli aveva impedito di non farlo.

Il flashback di quei momenti gli aveva attraversato la mente come un lambo improvviso ora che lo vedeva lì, forse in punto di morte, tra le sue braccia.

Fu allora che Raphael si rese conto di quanto avesse davvero sbagliato quel giorno.

… Del ragazzo con i capelli verdi non c’era traccia, era scappato.

“Maledetto figlio di puttana” imprecò il focoso fissando con odio il punto dove poco prima c’era il delinquente, il suo sguardo tornò subito da Leo “Oddio, ti prego no, Dio non farlo morire … Leo non lasciarmi ti scongiuro”

Leonardo respirava ancora, ma debolmente, stava perdendo litri di sangue e Raph non sapeva cosa fare, era entrato completamente nel pallone.

La ragazza che avevano salvato non se ne era andata, era rimasta lì, in un primo momento senza fare nulla, scioccata. Ma poi vedendo con quanta disperazione quella strana creatura stringesse il suo amico ferito, decise di avvicinarsi, spinta da grande determinazione.

“… Spostati” ordino la giovane abbassandosi accanto ai due.

Raph la guardò sconvolto, talmente disorientato e spaventato che obbedì e si spostò leggermente di lato tenendo il fratello tra le braccia.

“Non temere sono un’infermiera” spiegò quella brevemente togliendosi il berretto e premendone la stoffa contro la ferita dell’azzurro
“Ora ascoltami bene, e necessario che applichi una pressione costante sulla ferita altrimenti il tuo amico morirà dissanguato”

“S-Si …” rispose Raph respirando a fatica.

“Dovremmo portarlo all’ospedale” disse ingenuamente la ragazza “O morirà sicuramente”

“NO!! L’ospedale no!!” replicò “Dico, ci hai visti bene!!?? Ti sembra che possiamo andare all’ospedale!!???” disse istericamente.

La giovane si spaventò a quella reazione “V-Va bene … ma allora cosa possiamo fare?”

“Tu non puoi fare nulla di più di quello che hai già fatto e … ti ringrazio per questo” fece Raph leggermente più lucido, prendendo in braccio il compagno in stile sposa “Ma ora devo riportarlo a casa”

Non aspettò nemmeno che la giovane rispondesse e corse verso il punto dove avevano lasciato la moto, dovevano tornare alla tana il più presto possibile!!

 
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Capitolo 8
*** Frammenti di ricordi ***


Fearless non si era mai sentito così nervoso in vita sua. Per quale motivo? Un missione di salvataggio? No. Uno scontro con Shredder? No. Un’ apocalisse totale? … Uhm, inquietante, ma no, neanche quella.
Tutto ciò che aveva affrontato, tutte le avventure che aveva passato, erano niente in confronto a ciò che sarebbe accaduto di li a pochi momenti e stringere le lenzuola tra le mani non lo aiutava purtroppo.

Quella sera sarebbe stata la sera (Notte a dire il vero) della verità, la sera in cui avrebbe scoperto se i sentimenti che provava per Raph erano QUEL tipo di sentimenti che credeva provasse. Quella sera era solo la prima delle cinque che avrebbero passato da soli alla tana e la sveglia accanto al letto segnava le 00:24.

Era notte fonda. 

Leo sospirò e rilassò leggermente le mani sul materasso, accarezzando la stoffa pieghettata delle lenzuola, tra lì a poco Raph sarebbe arrivato. 

"Si, e a quel punto finirà ciò che aveva iniziato l’altra volta” sibilò una vocina fredda nella parte più buia e profonda della mente dell’azzurro “Ti violenterà caro fearless. E tu non potrai fare niente perché sai benissimo di essere debole con lui” dichiarò “Tutto ciò che potrai fare sarà solo sdraiarti e pregarlo di non farti troppo male”

"No, non è vero!!” ribatté Leo cercando di scacciare via quei pensieri “… Raph non mi farebbe mai del male”

Si ritrovò a massaggiarsi i polsi, non gli facevano più male … ma era come se la pelle di avesse conservato comunque il ricordo delle mani di Raphael stringersi dolorosamente intorno ad essi.

“Si certo, continua a crederci” replicò la vocina “Andiamo amico!! Credi veramente che si sia fermato per amor tuo? Si è fermato solo perché si era ricordato che non eravate soli a casa ed ha avuto il buon senso di non fare casini … questa volta non accadrà, Raphael sarà libero di farti tutto quello che vuole perché siete soli e soprattutto sa che tu non ti azzarderai ad aprire bocca con nessuno!!!!”

“NO!!!” ruggì Leo stringendo i pugni, scacciando definitivamente quella vocina maligna “… Non accadrà, io mi fido di lui” disse poi, sentendosi molto più sereno dopo quel piccolo sfogo.
 

……………………………
 
“AIUTATEMI!!!” fu questa la prima cosa che Raph disse, o meglio urlò, appena mise piede dentro la tana.

“Raph!!!!” esclamò Donnie, che fu il primo ad accorrere “Cosa è successo?” domandò scioccato alla vista delle condizioni in cui versava il loro leader, quasi in fin di vita tra le braccia del fratello.

“Te lo spiego dopo!! Ha perso un sacco di sangue!!” mitragliò il rosso correndo verso il laboratorio del fratellino, ove sapeva che vi erano le loro attrezzature mediche.

Don non disse più nulla e lo seguì a ruota.

Mikey e il maestro arrivarono subito dopo, quando Raph aveva già disteso Leo sul lettino del laboratorio.

Donnie gli prese il polso per sentirne i battiti e si sollevò non poco quando avvertì che vi era ancora un leggero pulsare di vita in quelle vene … seppur sempre più debole. 

Dovevano fare in fretta.
 
………………………………
 
Un leggero bussare distolse il leader da quegli orribili pensieri “Avanti” disse Leo abbassando di nuovo le mani sul letto.
Raph entrò nella stanza, sorridendo leggermente. Chiuse la porta dietro di lui prima di avvicinarsi all'altro sul letto. Aveva un’espressione abbastanza serena, ma il resto del corpo tradiva il suo nervosismo, avendo la maggior parte dei muscoli tesi.

Hot-head si sedette sul letto accanto al compagno e si schiarì la gola con fare ansioso.

“Allora … vogliamo provarci?” chiese Raph. 

Leonardo fece un respiro profondo prima di rispondere “S-Si”

“Leo, se non te la senti …”

“Va tutto bene” lo tranquillizzò l’azzurro accennando a un sorriso “Non preoccuparti”

Le spalle dello spadaccino tremavano leggermente, mentre i ricordi di ciò che era quasi accaduto poco tempo fa tornarono ad aggredirlo.
Raph alzò una mano, accarezzandogli una guancia per tranquillizzarlo. Peccato che Leo, al contrario, si tese come una corda di violino sotto quel tocco gentile, anche se cercò di non darlo a vedere. 

Raph sospirò colpevole, allontanandosi un po' dall'altro. L'ultima cosa che voleva era farlo sentire a disagio, specie dopo ciò che era QUASI accaduto. 

“Perdonami per ciò che è successo … non cercherò mai più di obbligarti a fare qualcosa contro la tua volontà” lo rassicurò Raph con fermezza, vergognandosi ancora per ciò che aveva cercato di fare “L’amore lo si fa insieme, altrimenti non è amore”

Leo annuì “... Ti ho promesso che ci avremmo provato” replicò lo spadaccino “E poi … non sei l’unico che ha bisogno di risposte sai? Questa potrebbe essere l’unica occasione che abbiamo” 

Il rosso annuì.


………………………………
 
“Raphael che cosa è accaduto?” chiese il maestro Splinter guardando con amarezza la porta chiusa del laboratorio di Don.

All’interno vi erano lui, Mikey e ovviamente Leo, che lottava tra la vita e la morte con gli altri due che stavano facendo del loro meglio per salvarlo.

“I-Io mi dispiace, m-maestro” balbettò Raph ancora un po’ scosso dagli ultimi avvenimenti “Io … ecco, ero u-uscito di nascosto” inventò, ora più che mai non poteva lasciare che scoprissero la verità, non con Leo ridotto in fin di vita che non poteva difendersi “… L-Leo immagino, mi abbia seguito per tenermi lontano dai guai” spiegò ricominciando a piangere.

“Per quale motivo sei uscito?” sospirò il topo evidentemente deluso dal comportamento del suo secondo figlio.

“Avevo bisogno di una boccata d’aria, credo” singhiozzò “Oddio, mi dispiace così tanto!!”
 
………………………………
 
 “... Mi fido di te” 

Poche, semplici, parole che ebbero il potere di rassicurare Raph.

Raphael si inumidì le labbra, sentendosi improvvisamente eccitato, oltre che nervoso, mentre scioglieva il nodo della cintura marrone dell’altro.
Erano praticamente già nudi la maggior parte del tempo se si escludeva l’attrezzatura ninja, ma al rosso piacque la sensazione che provò a
“spogliare” il compagno. 

“Sei sicuro?” domandò Raph un’ultima volta “Voglio essere sincero con te Leo … la prima volta fa un po' male”

“Mi fido di te” ripeté l’azzurro con un timido sorriso “E Raph?”

“Si?”

"Come fai a sapere come si fa o non si fa questa cosa? E quanto può far male?" domandò inarcando un sopracciglio.

Raph ridacchiò leggermente "Meglio che tu non lo sappia"

Leo ridacchiò scuotendo la testa e provò a rilassarsi "Raph ..."

"Uh?"

“… Baciami” mormorò Leo.

Raph fu più che felice di accontentarlo. Lo baciò dolcemente, con un tatto completamente diverso da quel bacio divorante che Leo aveva malauguratamente sperimentato durante l’attacco di collera violenta del focoso.
L'azzurrò chiuse gli occhi e avvolse le braccia intorno al collo dell'altro tirandolo ancora più vicino a lui mentre Raph continuò a spogliarlo, gettando le ginocchiere, i para-gomiti, la fascia da leader e infine la maschera per terra, accanto al letto.

Poi fece lo stesso con la sua attrezzatura.

Si staccarono per pochi secondi, respirando pesantemente. Le mani di Raph serpeggiavano delicatamente dai fianchi fin lungo le cosce del leader.
Spinse entrambi contro il materasso.

Leonardo lo lasciò fare, incurante del fatto che il fratellino avesse preso il dominio come maschio Alpha su di lui. Raph ricominciò a baciarlo e spostò le mani sotto le piegature delle ginocchia dell'altro, sollevandogli le gambe in modo di strusciare i loro inguini insieme.

Raph cominciò a prepararlo al rapporto che avrebbero avuto da lì a pochi minuti. Lo preparò a lungo, cercando di non fargli male.

“Raph …” gemette l’azzurro chiudendo gli occhi e sforzandosi di rilassare i muscoli.

“Dimmelo se ti faccio male e mi fermerò subito, ok?” avvertì il rosso.

“T-Tranquillo, va bene” replicò l’altro allargando ulteriormente le gambe per facilitare l’accesso al compagno.

Raphael lo penetrò lentamente, con delicatezza, anche se purtroppo il dolore iniziale fu inevitabile, dopo tutto era la prima volta. Leonardo serrò maggiormente le palpebre e inarcò la schiena, tentando di assorbire l’impatto della prima penetrazione, del dolore e … del piacere che ne seguì.
Emise un forte gemito mentre stringeva con forza il lenzuolo tra le mani, diverse scariche di pura estasi gli attraversavano il corpo. Raph dal canto suo si abbassò per baciargli e leccargli il collo, pensando di distrarlo così dal dolore e allo stesso tempo incominciò a dare morbide e profonde spinte che aumentarono man, mano di velocità rendendo il ritmo sempre più rapido e incalzante fin tanto che lo spadaccino si abituava.

Raph aveva ragione, all’inizio fu piuttosto doloroso, ma fu una sensazione che passo in fretta, sostituita dal piacere.

“Ummmpphh, Raphael …” sussurrò Leonardo quando avvertì le labbra dell’altro uovamente vicino alle sue sue “Oh Dio …!!” gemette sentendosi le
guance, il petto e le parti intime come in fiamme. 

“Sssssh, rilassati piccolo” ansimò Raphael “Segui me ... lasciati andare”

“AH!!” fece l’altro avvolgendo, istintivamente, le gambe attorno al guscio del fratello, volendo approfondire ulteriormente “Raphie … più, p-più veloce” piagnucolò completamente sopraffatto dal desiderio.

“Con calma fearless” ridacchiò Raphael, catturando le labbra dell’azzurro in un altro bacio.

Leo aprì la bocca permettendo alla lingua di Raph di esplorarla e si aggrappò alle sue spalle tirandolo più vicino.

Ora entrambi avevano ottenuto le risposte che cercavano … adesso sapevano di amarsi.

Man mano che il ritmo aumentava quel poco di lucidità che Leo era riuscito a preservare andò a farsi benedire, insieme ai sensi di colpa (Peccato che poi anche quelli sarebbero tornati più tardi), era tutto appannato dal piacere sensuale che stavano sperimentando per la prima volta. 

La nebbia più dolce e piacevole che avessero mai provato ...
 

………………………………… 
 
Leo si svegliò all’improvviso, sudato e accaldato, un lieve rossore gli sfumava le gote mentre ricordava ogni singolo particolare della prima volta che aveva fatto l’amore con Raph.

“Era un sogno …?” disse confuso guardandosi intorno, si trovava sul lettino del laboratorio di Donnie, come ci era finito lì?

Trovò la risposta guardandosi il fianco, avvolto in un candido bendaggio e all’improvviso ricordò, l’uscita in moto, l’aggressione alla ragazza … e lo sparo.

“Ahi!” gemette l’azzurro senza accorgersi di essersi mosso troppo rudemente, il fianco pulsava ancora, quanto tempo era passato? Ma soprattutto DOVE era Raph!!??

Un gemito basso attirò la sua attenzione, l’azzurro abbassò lo sguardo su un lato del lettino e, nonostante il buio della stanza, riuscì a riconoscere la benda arancione di Mikey.

“Fratellino” mormorò Leo guardando con tenerezza la figura addormentata su una sedia con la testa e le braccia appoggiate sul lettino.

Il leader gli accarezzò la testa leggermente rassicurato dal respiro lento e regolare del minore, non doveva preoccuparsi … se lui era lì doveva per forza avercelo portato Raph!!

L’indomani lo avrebbe rivisto, ed era questo che contava.

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Oooook, eccoci finalmente all'ottavo capitolo, ora sono finalmente pronta ad affrontare la folla inferocita dei fans che vorranno uccidermi a causa della mia incapacita a descrivere le scene hot!! ç_ç
Beh, che posso dire? Spero che il risultato sia quanto meno sufficente. Un rigraziamento come al solito a tutti coloro che hanno commentato o anche solo letto, mi ha fatto piacere venire al mondo e ora vi lascio (Me va ad affrontare la folla inferocita!!) Ciaooooo!! ^^

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Capitolo 9
*** Segreto rivelato ***


“Violet Stealfire” mormorò Leo ad un tratto.

“Come scusa?” domandò Raph perplesso.

“La ragazza che abbiamo salvato” spiegò l’azzurro “Si chiama Violet Stealfire, il nome è cucito all’interno del berretto” continuò guardando con gratitudine quel capello di lana rossa, orami diventato rosso bordò perché intriso del suo sangue “Dopo quello che ha fatto, il minimo che dovremmo fare è comprargliene uno nuovo, questo è tutto rovinato”

I due fratelli (E amanti) si trovavano nel laboratorio di Donnie, Leo era ancora bloccato sul lettino per ordine dell'inflessibile Dr. Donnie e Raph gli stava facendo compagnia.

“Come vuoi, se ci tieni così tanto allora lo faremo” promise Raph sorridendo “Ma non prima che tu ti sia ripreso del tutto”

Leonardo annuì appoggiando il berretto su un lato del letto.

“Come ti senti?” domandò Raph.
Le parole umane non sarebbero mai bastate per descrivere il sollievo che egli aveva provato quando Don era uscito dal laboratorio stanco ma sorridente per dirgli che il pericolo era passato, che Leo ce l’avrebbe fatta.

“Raph sarà la ventesima volta che me lo chiedi in due ore, sto bene ok? Sono sopravvissuto a molto peggio” cercò di rassicuralo il leader.

Erano passati nove giorni dall’incidente, tre dei quali Leo lì aveva passati privo di coscienza a dormire. Raphael non lo aveva abbandonato un solo istante, eccetto i momento in cui si era sorbito i rimproveri di Splinter, in quel caso ci avevano pensato Mikey e Don a controllarlo.

“Si, ma non ti sei mai beccato un proiettile in un fianco” fece notare l’altro.

“Che cosa hai raccontato esattamente a Splinter?” chiese Leo sottovoce, visto che non si era più informato su quel argomento.

“Mi sono preso la colpa” disse il rosso alzando le spalle con noncuranza “Ho detto che me l’ero filata nel cuore della notte, tu te ne sei accorto mi hai seguito per tenermi lontano dai guai ... in un certo senso si può dire che sia andata così, mi hai salvato”

“Non è giusto che ti sia preso tutta la colpa di ciò che è successo” fece l’altro dispiaciuto, accarezzandosi le bende bianche che gli fasciavano il fianco.

“Invece si” replicò Raph sfiorandogli la mano appoggiata sul fianco con leggerezza “… Non sono riuscito a proteggerti come avrei dovuto” fece amaramente guardando la fasciatura.

“Oh, Raph …” Leo scosse la testa sospirando contrariato “Sono io il maggiore, toccava a me proteggerti e così ho fatto, perciò smettila di sentirti in colpa ti prego”

Raph gli prese entrambe le mani nelle sue e lo guardò dritto negli occhi “Leo forse non ti è ancora chiaro perché sono la tartaruga meno romantica del mondo e a volte ho difficoltà ad esprimere le miei emozioni (Rabbia e furore a parte) ma io TI AMO!! Ok? E se ti avessi perso …” prese un profondo respiro “ … Non so cosa avrei fatto”

“Raph …”

“Hai passato tutta la tua vita cercando di proteggerci Leo” lo interruppe il rosso “Perciò almeno per una volta …" seguitò stringendo le sue mani con forza "Lasciati proteggere da qualcun altro, uh?”

L’azzurro fece per rispondere ma un cigolio proveniente dalla porta li costrinse a rimandare il discorso. Sull’uscio fece capolino la benda arancione di Mikey seguita da un sorriso e un vassoio con sopra una scodella fumante di brodo (Sicuramente un regalino da parte di Splinter) e un bicchiere d’acqua.

“Ehilà!!” salutò allegramente il fratellino “Chi ha fame? Io e il maestro abbiamo fatto faville in cucina” offrì avvicinandosi agli altri due.

“Non ne avevo dubbi” sorrise Raph “Il profumo di quel brodo ci è arrivato con tutta la porta chiusa”

“E’ vero” concordò Leonardo prendendo più che volentieri il vassoio portogli da Mik.

“Allora come ti senti fratellone?” chiese l’arancione prendendo uno sgabello e sedendosi vicino a Raph.

“Molto meglio, grazie” disse il leader “Donnie dice che entro questa settimana potrei anche tornare a correre sui tetti, il proiettile non ha danneggiato gli organi interni, ciò di cui avevo bisogno era una trasfusione di sangue urgente tutto qua”

“Da come lo dici sembra che non sia accaduto nulla” commentò Raph abbassando lo sguardo imbarazzato.

“Te l’ho già detto Raph, sto bene” fece Leo dolcemente “Io e Donnie abbiamo lo stesso gruppo sanguigno, perciò non ci sono state complicazioni”

“Già, Donnie” mormorò Mikey a bassa voce, sospirando.

Leo guardò il fratellino per un momento, incuriosito dal tono che aveva appena usato nel pronunciare il nome del viola, sbattendo gli occhi.
L’espressione del fratellino era sognante, ma al tempo stesso curiosamente malinconica.
Perché quell'improvviso cambio di umore ...?

“E’ il migliore, non so cosa faremmo senza di lui” concluse l’arancione cerando di sorridere “… Ehi Leo, stai bene?” domandò poi notando come lo fissava il leader.

“Eh?” fece lo spadaccino uscendo dallo stato di torpore “Oh, si davvero non sapremmo che fare senza Don” seguitò.

Restarono a parlare un altro po’ mentre l’azzurro ingurgitava a grandi sorsate tutto brodo nella scodella, negli ultimi giorni aveva una fame da lupi (Sicuramente a causa di quei tre passati a dormire).

Mikey si alzò dallo sgabello sbadigliando “YAAAAHHH!!! Cavolicchio, che sonno” disse “Credo che andrò a dormire, tu Raph?”

“Io resto qui un altro po’” annunciò Hot-head guardando il compagno con affetto “Notte Mik”

“Notte Raph!! Notte Leo!!” disse Mikey prendendo il vassoio e dirigendosi verso la porta.

“Buonanotte Mikey” salutò lo spadaccino.

Quando la porta del laboratorio si fu richiusa Raph lanciò un’occhiata perplessa al leader “Che ti è preso prima?” chiese.

“Quando?”

“Prima, ti eri come incantato, che è successo?”

“Oh, beh …” cominciò Leo “Probabilmente è solo una sensazione ma … hai visto l’espressione che ha fatto Mikey mentre parlavamo di Donnie?” fece notare.

“Non proprio, che espressione?”

“Beh, non saprei” ammise Leonardo “Anche il tono che ha usato per parlare di lui, mi è sembrato così … triste”

"Triste?! E perché mai?"

"Triste e ... amorevole" completò il leader.

Raph alzò le spalle “Beh, non dimenticare che è di Mik che stiamo parlando” sottolineò il padrone dei Sai “Lui è sempre amorevole, quanto alla tristezza magari sarà stata solo una tua impressione”

“Si, può darsi …” annuì Leo non troppo convinto “Solo un’impressione”

“… Di un po’, perché non mi mostri quanto TU sei amorevole?” ghignò Raph prendendogli delicatamente il mento tra le dita e voltandolo verso di lui.

Leo sorrise, arrossendo leggermente “Raph … non ti sembra leggermente fuori luogo?”

“E perché?” chiese il focoso innocentemente “Dormono tutti”

“Mi fa male il fianco” protestò lo spadaccino.

Raph inarcò un sopracciglio “Ho davvero la faccia di uno che pensa solo a QUEL tipo di cose per te?”

“Solo nel 70% dei casi” ridacchiò l’azzurro.

Raph sorrise e gli baciò la guancia “Beh, adesso non è a quello che stavo pensando …” mormorò dolcemente “Per staserà mi accontento di sentirti vicino”

Leo gli mise un braccio dietro al collo accarezzandogli la nuca “Quanto vicino?” chiese.

“Molto vicino”

Raphael premette le sue labbra su quelle del compagno con passione tenendogli il viso fra le mani, morbidamente ma al tempo stesso con forza.

Chiusero entrambi gli occhi durante il bacio, in modo di acuire gli altri sensi, soprattutto il gusto e il tatto. La bocca dell’azzurro sapeva di un piacevole aroma fresco al thè verde e menta, mentre quella di Raph era più calda e sapeva di cioccolato con miele; un miscuglio di sapori interessante e inebriante, che mandava il cervello di entrambi in “black-out”.
I due erano talmente presi dal loro momento che non si accorsero nemmeno del lieve spiraglio che si era aperto sull’uscio del laboratorio, in quello stesso istante, mentre si stavano baciando Donnie era rimasto completamente paralizzato sulla porta, incredulo.

“Leo … Raph …” balbettò piano scioccato da ciò che stava vedendo.

I due non se ne erano affatto accorti di essere spiati, ma si staccarono comunque dopo un po’ per riprendere fiato, sorridendosi a vicenda.

Don dal canto suo dovette dar fondo a tutta la sua calma e lucidità per non far cadere la cartellina che teneva in mano, si sentiva come se il suo cervello si fosse improvvisamente impallato o inceppato, come una stampante che non riesce a terminare una copiatura; l’immagine del bacio tra i due fratelli maggiori era impressa nella sua mente senza che questa riuscisse però ad elaborarla.

Era rimasto scioccato.

“… B-Bacio” borbottò incoerentemente sbattendo le palpebre.

Ma non fu tanto il bacio sconvolgerlo, tanto il modo in cui quei due si guardavano … e toccavano, era strano, diverso.

… Proibito.

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Capitolo 10
*** Delusione e fallimento ***


“Da quanto tempo va avanti questa storia?” domandò Il maestro Splinter squadrando con rammarico i suoi due figli maggiori, inginocchiati di fronte a lui.

“Ecco … noi” cominciò Raph un po’ scosso.

Era incredibile come di punto in bianco le cose fossero precipitate. Cinque secondi fa lui e Leo erano nel laboratorio di Donnie e poi, POOF!! Erano davanti al Sensei, che non si sa come, aveva scoperto tutto.
I due ninja erano stati colti proprio alla sprovvista, erano tutti e due scioccati da quell’improvvisa piega degli eventi. Ovviamente quello più sconvolto era Leonardo.

Vedere l’espressione delusa e, forse, vagamente disgustata del maestro era più di quanto l’azzurro avrebbe mai potuto sopportare.

“Da quanto!?” ripeté Splinter quasi ringhiando, aveva le mani dietro la schiena e stava camminando avanti e indietro, la lunga coda si muoveva a scatti sul pavimento.

“Da … d-da un mese ormai” rispose alla fine Leo senza riuscire ad alzare lo sguardo, con la coda dell’occhio voleva solo guardare Raph.

Che avrebbe dato per poterlo tenere per mano in quel momento!! Condividerne la forza. Ma non poteva, non poteva!! Non davanti al
maestro.


“Un mese” disse Splinter fermandosi un momento “… I miei due figli maggiori hanno disonorato loro stessi, questa famiglia e il loro maestro … per un mese”

C’era puro veleno nella sua voce in quel momento, talmente tanto, che i due credettero di trovarsi davanti ad un persona (Mutante) completamente diversa da quella che conoscevano.

Le mani di Raph, appoggiate sulle cosce, si contrassero leggermente alla parola “Disonorato”, mentre Leo abbassò ulteriormente gli occhi.

“Maestro …” provò il rosso.

“Spero vi rendiate conto di ciò che avete fatto” lo interruppe il roditore fissandoli truce “… Soprattutto tu Leonardo”
Raph lanciò un’occhiata preoccupata allo spadaccino, probabilmente era una sua impressione data dal nervosismo, ma gli sembrava che il leader si stesse facendo sempre più piccolo sul tatami. Tale era la sua tristezza e disperazione.

“Come hai potuto permettere una cosa del genere?!” lo attaccò apertamente il maestro, nonostante si stesse sforzando di mantenere un tono pacato “Sei il maggiore dei tuoi fratelli, il leader della tua squadra” continuò.

“M-Ma io …” tentò Leo cercando di trattenere le lacrime “Io … v-volevo … volevo solo”

“Volevi COSA!!??” ruggì Splinter facendo sussultare entrambi “Non esistono scuse quando si è un leader!! Hai disonorato questa famiglia
con il tuo comportamento!!”


“… Mi dispiace” mormorò lo spadaccino affranto “... Mi dispiace”

Tutto questo era un incubo!! Si, doveva esserlo per forza!! L’azzurro non voleva crederci. Eppure era tutto vero, dolorosamente vero. Suo padre gli aveva appena detto (O meglio urlato) le stesse parole che gli aveva gli detto quando era appena tornato dell’addestramento in Amazzonia, quando aveva fallito nel guidare i suoi fratelli alla loro prima uscita.
Solo Leo sapeva quanto quelle parole lo avessero ferito allora … e anche adesso, se non in maniera peggiore.

Incredibilmente anche Raph, sentendo quella frase, ricordò quel giorno. Era stato proprio lui a metterli nei pasticci in realtà, istigando tutti a gettarsi nella mischia, a combattere uno di quelli che poi si rilevò uno dei 13 mostri cercati dal signor. Winters.

Anche quella volta il maestro se l’era presa soltanto con Leonardo con tutto che lui, in fin dei conti, non c’entrasse niente: Come se loro altri non fossero abbastanza grandi da decidere da soli.

Raph ringhiò, improvvisamente consapevole, non era giusto!!

“Non è solo colpa di Leo sensei!!” esclamò Raph attirando l’attenzione di tutti e due “Anzi, in verità lui non c’entra affatto, sono io che ho dato il via a questa storia” disse.

“Raph …” balbettò Leo guardandolo.

Hot-head ricambiò lo sguardo e si rattristò ulteriormente, gli occhi dell’altro erano completamente lucidi, ancora un po’ e il suo equilibrio emotivo sarebbe crollato.

Era pazzesco di come in quel mese la sensibilità di Leonardo avesse raggiunto i massimi storici.

“Già, è evidente che avete entrambi una parte di colpa” concordò il maestro dopo una lunga pausa “… Ad ogni modo, è ovvio che questa cosa adesso finirà all’istante” continuò.

Raphael sgranò gli occhi e Leo quasi smise di respirare. In pratica loro padre gli stava ordinando di lasciarsi!! No, non potevano!! Non potevano lasciarsi!! Ne smettere di amarsi, dopo tutto quello che era accaduto!!

“Ma … maestro” tentò Raph stringendo i pugni.

“E’ la mia ultima parola in merito Raphael” ammonì il roditore.

“Io lo amo!!” affermò Raph senza mezzi termini “E Leo ama me!! Non puoi chiederci di far finta di niente!!”

Lo sguardo di Splinter si indurì ulteriormente dopodiché lanciò un’occhiata truce all’azzurro “E’ vero Leonardo?” sibilò freddamente.

“S-Si sensei” confermò Leo prendendo un grosso respiro “Ormai, è … è da un po’ di tempo c-che ho … ho capito che i miei sentimenti per Raphael vanno oltre al semplice amore tra fratelli”

“Idem per me” disse Raph.

Splinter girò la testa di scatto verso il focoso “Raphael, ti rendi conto che è di tuo fratello maggiore che stiamo parlando!!??” ringhiò.

“Non mi importa!!” replicò il rosso prezzante, dopo le ultime tre frasi del Sensei il rispetto che Raph provava per suo padre era stato sostituito da una rabbia che presto lo avrebbe fatto parlare troppo a sproposito “E poi noi NON siamo fratelli” precisò “ ... Cioè si, d’accordo, siamo cresciuti insieme come tali, ma chi ti dice che proveniamo dalla stessa mamma tartaruga!!??"

Stavolta fu Splinter a sgranare gli occhi, scioccato da quell’arrogante discorso senza fondamenta ragionevoli “ ... A quanto pare la situazione è più grave di quanto pensassi” disse piano il topo, con un tono che non prometteva nulla di buono “A questo punto, mi vedo costretto a prendere misure drastiche …”

Leo e Raph si scambiarono un sguardo ansioso, che intendeva fare il maestro?

“Leonardo voglio che tu vada di nuovo dall’Antico” decise alla fine Splinter.

“COSAA!!??” gridò il rosso, sorpreso e furente “Stai scherzando!!??”

“Mai stato più serio in vita mia Raphael” ribatté il sensei “Temo che sia necessario che tu e Leonardo non vi vediate più per un bel po’ di tempo”

Raph sbatté le palpebre incredulo, restando bocca aperta. Non poteva dire sul serio!!

Leonardo non disse nulla al momento, bensì abbassò il capo, fissandosi le mani con occhi spenti; le spalle gli tremavano leggermente.

“ … Oh no, assolutamente no!!!” ringhiò Raphael “Leo non andrà proprio da nessuna parte!!”

“La mia decisione è irrevocabile” tagliò corto il roditore.

“E da quando in qua siamo costretti a fare tutto quello che vuoi? Abbiamo 17 anni sai?” sibilò Hot-head “ Non permetterò che il mio compagno …”

“E’ tuo FRATELLO!!” sbottò Splinter.

“Il mio COMPAGNO!!” sbottò Raph “Venga spedito dall’altra parte del mondo per chissà quanto tempo!!”

“Come osi …?”

“Come oso IO??!! Come osi TU!!!??”

La discussione stava letteralmente degenerando, Raph e il maestro si fissavano in un modo che non piacque affatto al leader, sembravano pronti a massacrarsi a vicenda!! I suoi nervi non potevano più reggere.

“BASTA!!!” strillò zittendo padre e fratello, poi girò i tacchi è usci fuori dal dojo correndo.
Percorse tutta la tana come un fulmine sperando di riuscire a trattenere i singhiozzi fino alla sua stanza, era talmente scosso da ciò che era successo che non riuscì nemmeno ad aprire la porta all'inizio, e quasi incespicò sull’uscio.

Si fissò le mani e i piedi disgustato, Come aveva fatto a ridursi così? Piangere come una ragazzina e scappare? Non era da lui, non lo era mai stato. Possibile che la storia con Raph lo avesse cambiato a tal punto?
Si lasciò cadere a peso morto sul suo letto, affondando il viso nel cuscino e solo allora permise alle lacrime di uscire, rendendo la stoffa azzurra della sua maschera un po’ più scura, quasi blu, ove veniva bagnata da queste.
Nulla avrebbe potuto descrivere quanto si sentisse disperato. Come se non bastasse il fianco gli doleva ancora, anche se in quel momento non gliene fregava nulla. Anche se il proiettile lo avesse centrato in pieno petto sarebbe stato comunque l’ultimo dei suoi problemi.
In pochi secondi il leader del clan Hamato aveva visto il suo mondo cadere a pezzi.

Restò lì sdraiato a piangere per poco tempo, quando i suoi sensi ninja avvertirono la presenza di qualcuno vicino alla porta della sua stanza.

“… Leo” mormorò una voce gentile e solare, seguita dalla presenza di una familiare sfumatura arancione.

“M-Mikey …?” mormorò Leo alzando un poco il viso dal cuscino, umido delle sue lacrime.

L’arancione entrò con cautela, avvicinandosi al fratellone con un sorriso rassicurante e malinconico al tempo stesso “Perdonami, non volevo origliare ma …” cominciò il minore “Ho sentito tutto”

Leo si mise seduto sul bordo del letto, stringendo con forza il cuscino tra le braccia (Come faceva sempre quando era stressato) “… H-Hai sentito?” chiese.

Michelangelo annuì.

“Fantastico!!” singhiozzò l’azzurro “Bene!! Se sei venuto qui per infierire ulteriormente allora fai pure!! Puoi stare qui a disprezzarmi quanto vuoi, tanto so già che sono un fallimento!!” aggiunse poi istericamente affondando nuovamente la faccia nel cuscino.

Mikey si morse il labbro senza disse nulla, Leonardo tremava da capo a piedi in completo Shock. Il ninja dei nunchaku si avvicinò al letto e si sedette accanto a Leo con cautela, appoggiandogli una mano sulla spalla “… Ma io, io non è per questo che sono qui” disse morbidamente.

Leonardo sollevò la testa dal cuscino, guardando il fratellino perplesso.

“Insomma, tu e Raph …”

Leo respirò profondamente nel tentativo di calmare il battito cardiaco, salito alle stelle, e cercò di asciugarsi via le lacrime con una mano “… S-Si” confessò “Sembra c-che il nostro rapporto a-abbia subito una svolta inaspettata … n-noi volevamo … ti assicuro che ve l’avremmo d-detto, aspettavamo solo il m-momento adatto” balbettò tremante.

“Ehi, tranquillo!! Non mi importa che tipo di rapporto ci sia tra voi due” disse Mik sorridendo angelicamente “Per me sarete sempre i miei fratelloni, e poi per me ci siete sempre stati, ora tocca a me” continuò abbracciandolo.

Leo lo lasciò fare, felicemente sorpreso.

Non si era mai sentito così fragile in vita sua, e proprio lui, che doveva essere il pilastro principale su cui doveva reggere tutta la famiglia, ora aveva proprio bisogno di qualcuno che gli stesse vicino, lo capisse e lo consolasse. E nessuno poteva farlo meglio di Mikey.

“Mikey io …” sussurrò lo spadaccino dopo essersi staccato dal fratellino “Perdonami, ho rovinato tutto”

“Non dire così” fece l’arancione negando con il capo “Non è vero, non hai fatto niente di male”

“Ma è colpa mia se ora Raph è nel dojo a litigare con nostro padre” ansimò l’azzurro “Si sta rompendo Mikey … la famiglia che ho sempre cercato di proteggere, tenere unita … s-si sta r-rompendo, ed è tutta colpa m-mia”

“Non è colpa tua” ribatté Mikey cercando di risollevarlo “Lo sai come è fatto Raphie-boy se crede di avere ragione è disposto ad andare contro tutti, anche papà” continuò “E poi credo che questa volta … abbia anche ragione di farlo, non può mandarti dall’Antico”

“Hai sentito proprio tutto eh?” fece Leo riprovando a calmarsi.

“Anche volendo non avrei potuto farne a meno” si giustificò il minore “Il Sensei e Raph hanno alzato di parecchio i toni” continuò stringendogli una mano “Ti va di venire a dormire in camera mia per stanotte?” propose “Non mi va di lasciarti qui da solo”

Leo annuì appoggiando il suo cuscino sul letto “Grazie per essermi vicino Mikey” disse “Mi fa bene …”

Nel frattempo, Raph e il maestro, salvo il breve momento di stordimento dato dalla “fuga” di Leo, avevano continuato a litigare.
Raphael in particolare, fu incredibilmente pesante.

“Sei soltanto un’egoista!!” ringhiò il rosso già in piedi.

“Come ti permetti di dire una cosa del genere!!??” ribatté il Sensei “Io ho sempre e solo pensato al vostro bene!!”

“Ah si? Beh, se fosse davvero così allora non avresti portato tuo figlio maggiore sull'orlo di UN ESAURIMENTO NERVOSO!!! Ti rendi conto!!?? Eppure lo sai quanto Leonardo tenga alla tua approvazione, molto più di noi altri”

“Gli ho soltanto fatto capire i suoi errori” replicò il roditore duramente.

“No!! Tu lo hai ferito, ecco che cosa hai fatto!!” ruggì Hot-head “… Comunque adesso non importa, devo andare da lui” continuò girando i tacchi per uscire.

“Dove pensi di andare Raphael!!??” gridò il vecchio topo, stringendo il bastone tra le mani, frustrato “Non abbiamo ancora finito!!”

“Oh si che abbiamo finito” sibilò Raph, già sulla soglia della porta “Però lascia che ti dica una cosa … padre” seguitò sottolineando con odio l’ultima parola “Leo NON andrà dall’Antico, e NON ci lasceremo, continueremo a stare insieme con o senza la tua approvazione!!”

Splinter si irrigidì e fece per replicare, ma venne di nuovo interrotto da Raphael.

“Ah, quasi dimenticavo” fece il rosso torvo “Tanto per la cronaca Leo non è più VERGINE da circa tre settimane!!”

E detto questo se ne andò, lasciando un padre furioso e distrutto dal dolore.

..................................


Eccomi!!! Con un nuovo capitolo, poveri ragazzi Splinter ha dato di matto e ora la famiglia rischia di restare irrimediabilmente divisa. Che succederà?! Boh!! Alla prossima gente e buone feste!!
 

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Capitolo 11
*** Perdonatemi ***


Dopo aver dato l'ultimo colpo di grazia (Verbale ovviamente) a loro padre, Raphael andò subito a cercare il suo fearless, era certo di trovarlo in camera sua ma non c’era nessuno dentro.

“E adesso dove è andato?” si chiese il rosso frustrato massaggiandosi le tempie, tutta quella dannata situazione gli aveva fatto venire una dolorosa emicrania.

“Se stai cercando Leo, è nella mia stanza” rispose la voce gioviale di Mikey alle sue spalle.
Raph si voltò di scatto, sbattendo le palpebre perplesso “Mikey!!” esclamò sorpreso “Leo è nella … nella TUA stanza?! E perché?” chiese confuso.

“Non me la sono sentita di lasciarlo da solo” rispose l’arancione “Dopo tutto quello che ha dovuto sopportare …”

"Ah, ecco ..." mormorò Hot-head, per poi bloccarsi e fissarlo stupito “Aspetta un attimo ... allora tu …”

“Ho sentito tutto, specialmente tu e il maestro Splinter” spiegò il minore “Le vostre voci rimbombavano peggio di un concerto Rock, ho ascoltato fino a quando Leo è uscito dal dojo, era … cavolo …” sospirò “Non lo avevo mai visto così sconvolto, ho lasciato che si sfogasse un pochino e poi gli ho proposto di passare il resto della notte in camera mia, (Lo dicevo che era utile avere un letto a castello!!) aveva bisogno di compagnia”

“Mikey io …”

“Va da lui” lo interruppe Michelangelo “Per me potreste anche SPOSARVI per quel che mi riguarda non cambierebbe nulla” affermò

“Come ho già detto a Leo, siete i miei fratelloni e vi vorrò sempre bene, ma ora vai, ha bisogno di te e …”

Non riuscì a terminare la frase perché Raph lo stava soffocando con un abbraccio “Grazie Mikey” gli disse grato “Grazie per aver capito, e soprattutto grazie per essere il nostro fratellino”

"Un fratellino morto se non mi lasci” protestò l’arancione sorridendo “Mi stai soffocando!!”

Raph lo lasciò sorridendo stancamente “Davvero non … non sei sconvolto, contrario o altro?” chiese.

“Beh, devo ammettere che i primi trenta secondi li ho passati lì fermo come un baccalà davanti alla porta del dojo per la sorpresa … insomma è che non me l’aspettavo!! Specie tra voi due, poi però ho pensato: “Beh, almeno non li vedrò più fare quegli stupidi litigi assurdi” Infondo è una cosa più o meno naturale … femmine della nostra specie non ce ne sono ... ” si interruppe guardando come Raph lo fissava meravigliato.

Raph lo fissò con occhi sgranati “E’ … E’ il discorso più intelligente che abbia mai sentito uscire dalla tua bocca …” fece sorpreso.

“Ehi, grazie mille eh?” replicò Mik fingendosi offeso “Ad ogni modo se Leo non se la sente di tornare in camera sua, tu e lui potete dormire nella mia … sempre se sei disposto a cedermi la tua l’amaca ovviamente” propose Mik.

“Va bene, grazie ancora”

“A che servono i fratelli?” replicò l’altro “Comunque prima andrò da Donnie, probabilmente sarà sconvolto quando gli racconterò cosa è successo”

“Lo siamo tutti” sospirò Raph dirigendosi verso la stanza del fratellino.

Proprio come aveva detto, Mikey invece andò verso il laboratorio di Donnie (Dormiva più lì dentro che nella sua stanza) e bussò alla porta chiusa.

“Ehi! Donnie aprì!!” chiamò l’arancione “Sono io, Mikey”

Da alcuni rumori provenienti dal laboratorio l’arancione intuì che il suo ultimo fratellone era sveglio, ma stranamente ci mise un po’ a venire ad aprire e quando lo fece …

“Donnie!!” esclamò Mikey preoccupato “Che ti è successo?”
Il viola infatti aveva gli occhi rossi e gonfi, segno di molte lacrime versate, il tutto accentuato da degli anelli viola scuro sulla maschera bagnata sotto gli occhi, era un po’ pallido, e l’espressione che aveva indicava una grande sofferenza.

“Oh, sei tu Mikey” sussurrò il genio passandosi una mano sul viso “Ciao, che succede?”

“Beh, ecco …” vedendolo in quello stato Mikey si chiese se non fosse il caso di rimandare il racconto delle ultime “News” di casa Hamato

“… Vedi è successa una cosa, piuttosto … strana, e ora è tutto un casino …”

Don trattenne il respiro per un attimo “Che cosa?” chiese.

“Ecco come posso spiegarlo …” fece Mik massaggiandosi la testa “… Ok, te lo dico” decise “Leo e Raph si amano … ma NON in senso fraterno bensì nell’ALTRO senso …”

“… Lo so” ammise Don dopo un lungo silenzio.

“COSA!!!???” esclamò Mikey stupito “Tu lo … lo sai già? Ma come …?”

“Li ho visti mentre si baciavano” affermò il viola amaramente “Ma che intendi per casino? Che è successo?”

“Il maestro Splinter a scoperto tutto” spiegò Mikey “Non si sa come, ma ha scoperto tutto e … diciamo che non ha fatto i salti di gioia”

“Lo immaginavo” sospirò Donnie, mentre i suoi occhi tornavano nuovamente lucidi “Oh, Mikey!! Che cosa ho combinato?!” fece prendendosi la testa tra le mani.

L’arancione lo guardò perplesso “Che vuoi dire?”

“… Il maestro sa tutto p-perché … s-sono stato io a dirglielo” confessò il maestro del Bo ricominciando a piangere.

………………………………

Donnie era ancora sconvolto quando fece dietro front dal suo laboratorio e camminò via con passo rigido e meccanico  intenzionato a raggiungere la sua stanza.

“Leo … e Raph” borbottò scioccato “I-Insieme?”

Neanche a volerlo il genio passò davanti all’entrata della stanza di Splinter. Si fermò proprio li sulla soglia. Doveva dirglielo? Avrebbe dovuto farlo? Forse era meglio tornare indietro e parlarne con Leo e Raph … o forse no. Ma, ma come è potuta nascere quella cosa? Non era incesto o roba del genere? Potevano farla una cosa così?
Donnie non sapeva cosa pensare “Forse dovrei dirlo al maestro …” mormorò fissandola porta della stanza del Sensei, era davvero indeciso se bussare o meno.

La mano già chiusa a pugno, gli si era bloccata a mezz'aria.

“Forze non dovrei …” continuò confuso “Forse dovrei aspettare che siano Leo e Raph stessi a vuotare il sacco … però …”
Non era permessa una cosa del genere!! Era incesto!!! Insomma va bene che ormai avevano tutti raggiunto l’età in cui ogni essere vivente desidera naturalmente un compagno ma … loro erano FRATELLI!!!

“Probabilmente è solo una questione di ormoni” rifletté il genio “Probabilmente quello che Leo e Raph provano l’uno per l’altro è solo un attrazione fisica data dal fatto che non ci sono tartarughe mutanti femmina con cui accoppiarsi … si, deve essere così”

E ne fu realmente convinto, almeno fino a dopo averne parlato con il Sensei e averlo visto alzarsi come una furia dal tatami, strillando i nomi dei suoi fratelli.


…………………………………..

Mikey rimase gelato dalla confessione del genio “Donnie” fu tutto quello che riuscì a dire sbattendo le palpebre “Che cosa hai fatto?”

“SEI STATO TU!!!???” ruggì poi una voce poco lontano da loro.

I due fratelli minori si voltarono e quel che videro li fece tremare (Più Don che Mikey) dalla paura: Davanti a loro c’era un Raphael non arrabbiato … incazzato nero!! E come se non bastasse accanto a lui vi era Leonardo che fissava Don con un’espressione addolorata e tradita.

“Donnie …” fece Leo così piano che solo Raph riuscì a sentirlo “ … Come hai potuto?”

Si sentiva tradito, tutti e due si sentivano enormemente traditi da ciò che il viola aveva fatto.

“Maledetto bastardo!!” imprecò il rosso ignorando le occhiate ansiose datagli da Leo e Mikey “Come hai potuto farci una cosa del genere!!???” gridò.

Don si ritrasse spaventato “I-Io mi dispiace …”

“TI DISPIACE!!!??” replicò Raph “Non ci facciamo un cazzo con le tue scuse!!”

“Ma … m-ma io credevo … credevo d-di fare la c-cosa giusta” balbettò Don scuotendo la testa “Non credevo che … che il maestro Splinter a-avrebbe reagito così … così m-male”

Raphael ringhiò, aveva i pugni chiusi lungo i fianchi stretti così forte da farsi sbiancare le nocche, il suo corpo tremava tutto; sembrava un toro furioso rinchiuso in una sala completamente rossa, pronto a caricare il primo poveraccio che gli fosse capitato davanti.

E ci provò infatti …

“RAPH!! No, fermati!!” esclamò l’azzurro trattenendo il compagno per un braccio con entrambe le mani, nonostante questo cercasse in tutti i modi di scagliarsi contro Donatello.

Mikey gli si parò davanti quasi istintivamente, per proteggerlo dalla furia del secondo fratellone “Raph non è così che risolveremo il problema!!” lo ammonì “Per favore!! Non fare niente di stupido”

“Tu stanne fuori Mikey!!” urlò quello senza smettere di provare a scrollarsi Leo di dosso “E tu lasciami Leonardo, non vorrei farti del male” ringhiò contro il leader.

“No Raph, per favore calmati!! Mikey ha ragione” cercò di farlo ragionare Leo “… Non ha senso prendersela con Don” disse abbassando lo sguardo “Da come sono andate le cose, credo che se anche glielo avessimo detto noi al maestro non sarebbe cambiato nulla”

“L-Leo io …” tentò Donnie beccandosi solo un’altra occhiataccia da parte di Raph.

“Zitto!!” sibilò Raph infuriato “Tu stai zitto!!!”

Leonardo fece correre lo sguardo da Raph a Donnie con occhi carichi di sofferenza “Non … non importa Donnie” disse sentendo il braccio di Raph rilassarsi un pochino sotto la sua presa “Quel che è fatto è fatto, non si può fare più niente ormai” aggiunse cercando di tranquillizzare il fratellino.

Raph ringhiò un’ultima volta guardando truce il fratello genio, poi prese un profondo respiro e si rilassò completamente sotto la presa dell'azzurro “… Ok, per questa volta passi” disse rivolto a Donatello “Ti conviene ringraziare Mikey e Leo se sei ancora intero”

“Ragazzi i-io, mi dispiace così tanto” fece Don cominciando a piangere per il terribile sbaglio commesso.

“Va tutto bene Donnie” disse Mikey dolcemente prendendolo per mano.

“No, non va tutto bene per niente!!” sibilò Raph “E’ tutto un casino!! Un assoluto, fottutissimo casino!!!”

“Raph …” mormorò Leo stringendosi a lui “Ti prego basta, sono stanco di sentire urla e odio” continuò tristemente "D'accordo Donnie ha sbagliato e il maestro non capisce, ma sono la nostra famiglia"

“Già, faresti meglio ad ascoltarlo, Raph!! E datti una calmata cavolo!!” concordò Mikey “Non puoi semplicemente condannare Don per un errore di giudizio del Sensei!!” continuò serio “E poi penso che al suo posto avremmo finito per fare tutti la stessa cosa, è la prima volta che affrontiamo … questo tipo di situazione”

Raphael ci pensò su “… Sarà” commentò, non riuscendo a sbarazzarsi completamente della sua rabbia però.

Leo gli diede una leggera gomitata “Dai Raph, credo che dovresti chiedere scusa a Donnie” disse in un soffio “Stavi per sgusciarlo vivo”

Raph fece per replicare ma il viola lo precedette “Non importa Leo … Raph ha ragione ho sbagliato” sospirò ancora un po’ scosso “Avrei dovuto parlarne con voi prima di andare a spifferare tutto al maestro, spero che potrete perdonarmi”

Raph e Leo si scambiarono una lunga occhiata, poi si voltarono verso gli altri due, Leo annuì, mentre Raph continuava a tenere il broncio.

“Scusa Don” sbuffò Raph “Ho sbagliato ad aggredirti … evidentemente le cose non erano destinate ad andare come programmato”

“Beh, abbiamo tutti le nostre giornate “No”.” sorrise Mikey, cercando di alleggerire l’atmosfera “Ma ora tutti a nanna, domani è un altro giorno e voi due non preoccupatevi …” continuò rivolto a Leo e Raph “Sono certo che si sistemerà tutto”

Leo scosse la testa sforzandosi di sorridere per non far preoccupare ancora di più gli altri, ma ormai sapeva che le cose, al contrario di come la pensava Mikey, non sarebbero più tornate come prima. Era troppo tardi.


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Dopo un'intera vita, ecco il nuovo capitolo, mi sto facendo desiderare eh?! O più probabbilmente non vi fa ne caldo ne freddo ahaha!!
Scherzo ... Comuuuuunque, spero vi sia piaciuto questo capitolo, e già il spione è stato proprio Donnie, ma non prendetevela troppo con lui infondo non era in mala fede.
Vabbò, ciao a tutti ragà e alla prossima!!

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Capitolo 12
*** Vieni via con me ***


Contrariamente alle speranze di Mikey, i tre giorni che seguirono l’incredibile scoperta furono tremendamente difficili per i due amanti. 
Leo in particolare aveva i nervi a fior di pelle poiché Il maestro aveva cercato più volte di convincerlo ad andare dall’Antico, provando a farlo ragionare su quanto fossero “Irrazionali" le sue ragioni o sul fatto che fosse “Solo confuso” o che era “Un momento passeggero” etc, etc …
Ovviamente nessuna di queste ragioni riuscì a convincere lo spadaccino, che ormai risultava irremovibile, anche grazie all’appoggio di Raph che ormai si era trasferito stabilmente nella stanza dell’azzurro. 

Un po’ per dare il giusto sostegno al compagno e un po’ per provocare ulteriormente il maestro.

Per la nostra testa calda, infatti, ogni cosa diveniva un litigio continuo con loro padre, e se lui e Leo non si fossero sostenuti a vicenda probabilmente sarebbero crollati entrambi per la frustrazione.

Mikey e Don fecero del loro meglio per aiutarli, specialmente quest'ultimo che non si era ancora perdonato di aver fatto la “spia”; entrambi si scontrarono perfino due volte con il maestro ma con scarsi risultati. 

Splinter non voleva proprio saperne di cambiare idea.

Così divenne presto evidente che la situazione non poteva andare avanti in quel modo. 

Il primo ad accettarlo fu Raphael, il quale si sentiva il più offeso, dai pregiudizi del Sensei sul loro rapporto. 
Doveva fare qualcosa!! E l’unica idea che gli venne in mente, nella notte della terza giornata, fu che dovevano andarsene … lui e Leo.

Non era esattamente un piano geniale, però il rosso non vedeva altre alternative.

“Leo …” chiamò il ninja dei Sai scuotendolo piano, piano “Ehi!! Svegliati”

“Uhm … eh? Che c’è Raph?” borbottò l’azzurro con voce impastata dal sonno, schiudendo di poco le palpebre.

“Alzati, dobbiamo andare” ordinò morbidamente scansando le coperte da entrambi.

Leonardo corrucciò la fronte confuso “Andare …?” fece perplesso “Andare dove?”

“Ancora non lo so” disse Raph sinceramente “Ma ovunque è meglio di qui”

“Vuoi … vuoi c-che ce ne andiamo?” realizzò il leader costernato “Ma … ma non possiamo, e poi che faranno Mikey e Donnie …?” provò a dire ma la voce gli morì in gola a vedere come fosse deciso lo sguardo del fratello.

“Se la caveranno bene anche senza di noi” affermò Raphael convinto “Non sono più dei ragazzini” continuò “Ora ascolta: Credo di aver ancora qualche spicciolo da parte nella mia stanza, perciò adesso vado a prenderli insieme a qualche altra cosa che potrebbe servirci, tu nel frattempo preparati non so … una sacca, uno zaino, insomma qualcosa che puoi portarti dietro sulla moto …”

“Ma Raph …”

“Ti prego non discutere Leo” lo interruppe l'altro “Seguiamo i miei piani una volta tanto, ok?”

“Ma questo non è un piano!!” protestò l’azzurro.

Raph gli bacio la fronte “Lo so” ammise tristemente “Ma almeno per adesso è meglio cambiare aria … e tu lo sai che ho ragione”

Leonardo ci pensò un momento, poi annuì titubante.

Sistemarono tutto in gran fretta e il più silenziosamente possibile. 
La cosa più difficile fu sgattaiolare in cucina per prendere qualcosa da mangiare dato che era vicina al laboratorio di Don (Il loro genio aveva il sonno più leggero di tutti), non presero nulla di complicato o ingombrante due bottiglie d’acqua e qualche panino tanto per non uscire senza nulla sul guscio; del resto se ne sarebbero occupati dopo. 

Raph nella sua stanza aveva trovato una quarantina di dollari scarsi.

“Accidenti e io che speravo in qualcosa di più” sbuffò infastidito “Fa niente ce li faremo bastare” disse ficcandosi i soldi in una delle tasche del suo giaccone di pelle nera.

Leo d’altro canto si era sistemato uno zaino a sacco celestino con dentro una specie di kit di sopravvivenza.

“Ehm baby, non ti sembra esagerato?” fece Raph perplesso, fissando la torcia, il coltellino mille usi, la bussola, la lunga corda arrotolata, il kit del pronto-soccorso, qualche stella ninja e shuriken, i due fumogeni, e ovviamente, il da mangiare che Leo era riuscito (Non si sa come) a ficcare in una sola sacca.

“A differenza di te io sono previdente” replicò l’azzurro chiudendo la sacca “Potrebbero esserci utili"

“Oh si, molto, in una giungla selvaggia” commentò Raph sarcasticamente, non sapendo che molto presto quelle cose gli sarebbero state fondamentali.

Leo alzò le spalle "Beh, tanto non pesano molto ... e ti ho già detto di non chiamarmi baby!!” protestò pacatamente.

“Eheheh!! ... Dai tieni, questa l’ho presa per te” sorrise Raphael divertito, porgendo al fratello una giacca di pelle uguale alla sua ma con delle linee azzurre lungo le spalle e le maniche.

“Oh …” fece Leo meravigliato "Bella” constatò accarezzandone il bordo della manica “Grazie Raph”

“E soprattutto calda, all’interno è imbottita” spiegò il rosso.

Si prepararono e uscirono subito in garage, Leo sperava almeno di poter lasciare un qualche biglietto, ma Raph lo prese per mano le lo guidò verso la moto senza dargli modo di proferire parola.

“Almeno hai una vaga idea di dove andare?” chiese l’azzurro cingendogli la vita con le braccia appena l’altro montò con lui sul veicolo, la testa appoggiata stancamente sul suo guscio.

“Si, ci ho pensato” rilevò alla fine “E credo di avere una qualche idea”

“… Ok” acconsentì lo spadaccino, era troppo stanco per cominciare eventuali discussioni.

“Allora andiamo” disse Raph.

Il ninja dei Sai stava quasi per girare la chiave della moto, quando una voce li paralizzò sul posto.

“Non si saluta più adesso?” fece una vocina ironica ma allo stesso tempo triste.

I due smontarono e si tolsero i caschi riconoscendo il timbro di Mikey, difatti il loro fratellino era entrato nel garage seguito da Donnie, avevano entrambi un espressione cupa e un sorriso malinconico stampato sulle loro facce.

“… Ragazzi non … non è come sembra” tentò goffamente Leo.

“Invece è proprio come sembra” lo interruppe Donnie “Saremo anche i minori, ma non siamo stupidi” continuò poi rivolgendosi a Raph “E tu dovresti sapere che ho un sonno leggerissimo cerca di aver più tatto la prossima volta, hai fatto un baccano!!”

“Ops” fece semplicemente Hot-head alzando le spalle “Scusa, non ricordavo che i traditori avessero il sonno leggero”

Don abbassò lo sguardo angosciato, mordendosi il labbro.

"Raph ..." riprese Leo amareggiato.
Tra Raph e Don si era creata una brutta atmosfera, e questo non gli piaceva.

“Non fa niente Leo” lo rassicurò il viola “Se non altro almeno avremo modo di salutarci, per questo ho svegliato anche Mikey”

Il nominato sorrise leggermente “ ... E’ davvero necessario?” domandò.

“Mikey, non abbiamo altra scelta” disse Raph.

“Dove andrete?”

“Non ne siamo ancora molto sicuri … ” disse Raph “Però abbiamo con noi i nostri T-phone, perciò se vorrete rintracciarci potrete farlo in qualunque momento solo …” esitò un momento, ma fortunatamente fu Leo a continuare per lui.

“Promettete di non dire al maestro dove andremo?” chiese l’azzurro preoccupato.

“Assolutamente” disse l’arancione convinto.

“Promesso” aggiunse Don.

"Voglio sperare" commentò acido Raph rivolto al viola il quale distolse nuovamente lo sguardo “Comunque, il punto è che dobbiamo fargli capire, o almeno sperare che lo capisca da solo, che le cose sono cambiate” spiegò Raph “Non staremo via per sempre ma solo il tempo necessario affinché Splinter capisca”

“Sei davvero sicuro che andarvene sia l’unico modo?” provò nuovamente Mikey.

“… No, ma è l’unico modo che abbiamo” replicò l’azzurro.

“Capisco” annuì Donnie.

“… Allora buona fortuna” mormorò Mik tristemente “Ci mancherete”

Vedendo il fratellino tanto angosciato Don gli cinse le spalle con un braccio, con l’intento di fargli sentire che non era solo. 
Peccato che, stranamente, Mikey si irrigidì quando lo fece, e arrossì anche, leggermente; una cosa di cui però, a quanto pare, solo Leo si accorse.

difatti Leo squadrò l’arancione per un breve istante, per poi appoggiare il suo casco sulla moto e avvicinarsi ai fratellini minori “Don, Raph vi dispiace se io e Mikey andiamo a parlare un attimino in privato?” domandò.

Raph inarcò un sopracciglio perplesso “In privato? E che gli devi dire?”

“Niente di che, noi due dobbiamo solo scambiarci due parole” rispose Leo “Ti spiace venire qui un momento Mik?”

“N-No fratello, arrivo subito” rispose il minore ben felice di avere una scusa per staccarsi da Don, anche se non capiva dove volesse andare a parare il fratello maggiore.

“Aspettateci qui, non ci metteremo molto” li tranquillizzò il leader, facendo strada al fratellino fin dentro il loro speciale ascensore ovale. 
Appena entrò anche Mikey, Leo fece chiudere la porta e lo guardò negli occhi.

“Che cosa volevi dirmi Leo?” domandò Mikey confuso “E perché Don e Raph non possono sentire?”

“Beh … ecco, non vorrei saltare a conclusioni affrettate, ne sembrare un impiccione..."cominciò l'altro “Specie in un momento come questo ma … Mikey ho una domanda che mi gira nella testa da qualche giorno che ti riguarda molto … da vicino”

“Ok, dimmi”

"Mikey, per caso tu provi … dei sentimenti per Don?” domandò a bruciapelo il maggiore.

Mikey spalancò gli occhi stupito e arrossì di colpo, talmente tanto che la bandana di Raph al confronto poteva sembrare rosa.

“I-Io, ecco …” fece Mik mordendosi il labbro, suo fratello lo aveva preso proprio alla provvista “N-No, certo che no!!” replicò sempre più in imbarazzo “Ti pare?”

Leonardo lo guardò severamente per un breve momento “Voglio la verità Mikey” tagliò corto incrociando le braccia sul petto.
Non poteva più dargliela a bere ormai, negli ultimi tempi Mikey si comportava in modo troppo strano quando stava con Donnie o si parlava anche solo di lui.

Vedendosi messo alle strette il minore sospirò, sempre rosso “… S-Si" ammise alla fine "Lo ammetto, hai visto giusto Leo io ... i-io credo proprio di p-provare qualcosa per Donnie” affermò “ … Non ti si può nascondere niente eh?”

Leo scosse dolcemente la testa, sorridendo “Ovvio che no” disse "Ma dimmi: Da quanto ...?”

“Più o meno lo stesso periodo tuo e di Raph credo” ammise il maestro dei nunchaku “Non so come mi sia successo però, insomma, come hai potuto vedere non ho il coraggio di dirglielo quindi ...”

“... Quindi dovresti dirglielo invece” replicò Leonardo.

“Per te è facile dirlo!!” sbottò Mikey imbronciato “Tu avevi già la conferma che Raph ti amava!! Io invece …”

“Ti sbagli” rispose il maggiore morbidamente “Io ho avuto la conferma dei sentimenti di Raph solo tre settimane fa, e non è stato affatto semplice capirlo” raccontò “Specie dopo …”

L’azzurro si interruppe, ricordando l’attacco di collera avuto da Raph e tutte le paure che ne sono seguite. 
Preferì non dire più nulla.

“ … Dopo? …” fece Mikey sbattendo le palpebre.

“Non importa” sospirò Leo, non volendo angustiare, o peggio, spaventare il fratellino “Comunque quello che ti volevo dire è che dovrai provare a dirglielo prima o poi”

“Ma io non … non posso, insomma hai visto la sua reazione iniziale quando vi a scoperti? Se io ora vado là e gli dico che mi sono preso una cotta per lui gli farò prendere un colpo e … non vorrà più vedermi” replicò il piccolo ninja sconsolato “Cavolo, sono persino arrivato a fargli i ritratti di nascosto a matita, pensa che roba mi sono cacciato" confessò.

“CI siamo cacciati” corresse Leo “E per quanto riguarda Don, fatti coraggio!!” lo rincuorò “In fondo non hai nulla da perdere, siamo tutti fratelli, magari non ti amerà come vorresti tu … ma almeno sarete insieme. In fondo, ricevere una delusione è sempre meglio che essere infelici per il rimorso di non averci provato”

Mikey annuì un po’ sollevato da quel discorso “Forse hai ragione, ma ancora non me la sento”

“Allora fallo solo quando ti sentirai pronto” sorrise Leo “Ma fallo, altrimenti te ne pentirai per tutta la vita, io me ne sono convinto fin troppo tardi”

“Grazie fratellone”

“Di niente Mikey, e  mi raccomando" riprese Leo abbracciandolo "Anche se lontano, ricordati che su di me potrai sempre contare”


....................

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Capitolo 13
*** Violet Stealfire ***


“Ma quanto ci mette Raph?” brontolò Leo a braccia conserte appoggiato sulla moto. Erano quasi dieci minuti che si erano fermati a poca distanza da una cabina telefonica e il rosso non accennava ad uscirne.
                                                      
Che diavolo stava combinando? 

L’azzurro sbadigliò, era ancora un po’ stanco per quella sua improvvisa fuga "Romantica", e come dargli torto? Negli ultimi giorni il suo sonno aveva raggiunto i minimi storici. 

Aveva dormito poco e male.  

Senza contare che la ferita al fianco non era del tutto guarita e doleva ancora, e vogliamo parlare anche di tutto lo stress che aveva accumulato? Seriamente, come si poteva dormire decentemente in quelle condizioni? Ed era già una fortuna che ci fosse anche Raph con lui, altrimenti non sarebbe riuscito a farsi neanche quelle poche orette di dolce incoscienza che aveva fatto.

Comunque per fortuna l’attesa non durò ancora a lungo e Leo vide Raph uscire dalla cabina telefonica tutto contento, o quantomeno più rilassato di prima, con un foglietto di carta in mano.

“Che hai combinato lì dentro?” domandò il leader perplesso appena gli fu vicino.

“Ho trovato la soluzione hai nostri problemi” affermò il focoso “… Si, beh, almeno ci spero”

“E allora?”

“E allora monta su” disse Raph salendo sulla moto “Andiamo a trovare una persona”

“Si può sapere che hai in mente?” replicò l’altro imbronciandosi per essere ancora all’oscuro del “Grande piano” di Raph “E chi sarebbe questa persona?”

“… Ok, che ti ricorda questo?” si arrese il ninja dei Sai tirando fuori un vecchio cappellino di lana rosso scuro.

Leonardo sgranò gli occhi “Violet?” esclamò “Stai scherzando?”

“Mai stato più serio in vita mia”

“Ma non ci conosce nemmeno!!” replicò l’azzurro “Perché invece non andiamo da Casey o April o …?”

“Perché sarebbero i primi posti dove il Sensei andrebbe a controllare” lo interruppe Raph “Andiamo Leo fidati, so cosa faccio”

Lo spadaccino storse la bocca poco convinto ma poi montò sulla moto insieme a Raph “Mi fido di te Raph è solo che … non so”

“E’ in debito con noi” disse Raphael semplicemente.

“Non vorrai mica ricattarla per questo?” ribatté l’altro severamente.

“Certo che no!! Non sarà necessario, tu non te lo ricordi perché sei svenuto ma mi era sembrata davvero riconoscente, ti ha pure salvato ritardando la fuoriuscita di sangue”

“Appunto” notò Leo “Non credi che si sia già sdebitata?”

“… Dobbiamo riportargli il berretto” si giustificò il rosso.

Leonardo alzò gli occhi al cielo “Uff … e va bene hai vinto” si arrese “Però se non può aiutarci ce ne andiamo, l’ultima cosa che voglio è darle fastidio”

“Come vuoi fearless” sbuffò Raph tirando su il cavalletto per partire.

“… Non ti azzardare a tirare fuori quel pasticcio di lana” disse l’azzurro riferendosi all’ex-berretto della ragazza “Evitiamo di fare figure di merda”

Raph si girò con un espressione tra lo sconvolto e il divertito “Ehi, che linguaggio!! Vedi di moderare i termini signorino” lo rimproverò ridacchiando.

“Non è colpa mia se ho imparato dal migliore!!” ironizzò Leo abbracciandolo stretto.

...............

   
Violet viveva in un condominio, più precisamente in un microscopico appartamento dotato solo di angolo cottura con piccolo soggiorno, bagno e camera da letto singola, il cui affitto sarebbe scaduto esattamente tra una settimana.

Violet uscì da bagno con ancora lo spazzolino in bocca, erano le 4:30!! Ah, orario insolito per lavarsi i denti vero? Beh, non si poteva certo biasimarla, era rientrata da poco dal suo turno all’ospedale. 

Si era già detto che era un’infermiera, vero? Peccato che lavorasse in nero visto che non poteva nemmeno permettersi le spese dell’università, non più al MOMENTO almeno. 

Un anno, porcamiseria!! Un solo fotuttissimo anno la separava dalla laurea; un anno che però non poteva permettersi, roba da non credersi.

La giovane si avvicinò al letto, fissando con rabbia la valigia aperta che vi era sopra “Non gli darò la soddisfazione di mettermi alla porta” borbottò con la bocca occupata ancora dallo spazzolino “Me ne andrò da sola domani …”

Si sedette sul bordo del letto pensando a come sarebbe cambiata la sua vita da lì a poche ore: Presto avrebbe preso l’aereo … diretta in Amazzonia!!

Violet sorrise al pensiero, sua nonna sarebbe stata felice di rivederla e poi laggiù avrebbe potuto continuare i suoi studi senza sganciare troppi soldi. 

Data la sua innata praticità avrebbe avuto modo di imparare direttamente sul campo: Un giorno avrebbe lavorato come volontaria con i medici militari presenti nei villaggi, e l'altro avrebbe studiato botanica e erboristica con sua nonna e le sciamane della giungla … o almeno questa era l’idea.

“Non per niente la foresta Amazzonica è considerata la più grande farmacia naturale del mondo” sorrise la ragazza “Lì potrò ottenere finalmente quel benedetto pezzo di carta, così indispensabile per lavorare”

Certo gli sarebbe mancata New York, ma infondo nulla è per sempre. 
E poi ... non le rimaneva niente lì. I suoi genitori erano già morti da diversi anni in un incidente stradale e il suo ragazzo, o meglio, il suo EX ragazzo non voleva più vederla, ne tanto meno lei voleva vedere lui perciò ...

Scacciando quei pensieri, tornò in bagno per finire di lavarsi i denti dopo di che si spogliò, vogliosa di farsi una bella doccia rigenerante.

Nel frattempo Leo e Raph avevano già raggiunto il suo indirizzo, l’appartamento di Violet si trovava al quarto piano della vecchia palazzina dai muri giallastri mezzi rovinati dagli anni, con l’intonaco crepato su più punti. 

Piuttosto bruttino a vedersi ma era l’ideale per chi viveva solo e non poteva pagare troppo di affitto.

Ed è proprio li davanti che si fermò la moto rossa e nera.

Rapidamente, i due adocchiarono una vecchia scala anti-incendio, mezza nascosta dalla penombra del vicolo accostato al palazzo, e vi si arrampicarono sopra fino a raggiungere il piano interessato e … fu una fortuna che l’appartamento dell’infermiera si affacciasse direttamente sulla scala anti-incendio.

Ancora più eclatante fu la fortuna di trovare la finestra dell’appartamento semi-aperta!!

-Questa ragazza non ha la minima idea di cosa sia la sicurezza- pensò Leo “Raph!!” esclamò poi contrariato.

“Che c’è?” fece Raph che aveva messo già un piede dentro l’appartamento.

“Non dovresti prima, che so’? Bussare magari?” brontolò l’azzurro “Già siamo due tartarughe mutanti venute nel bel mezzo della notte, almeno sii educato”

“Troppo tardi” ridacchiò Raph entrando.

Leo sospirò ma alla fine lo seguì dentro l’appartamento, la luce della camera da letto era accesa e la porta del bagno ovviamente chiusa. 
Eppure era tutto stranamente silenzioso tranne che per uno lieve rumore sibilante, tipo di acqua.

“Non c’è nessuno? Strano” affermò Raph guardandosi intorno con le mani sui fianchi.

“Eppure è tutto acceso” seguì Leo.

“Lo senti anche tu questo rumore?” chiese Raph riferendosi allo scrosciare dell’acqua della doccia.

Leo annuì perplesso guardando in giro per la stanza mentre Raph, beh, ebbe la brutta idea di avvicinarsi alla porta del bagno!! Leo lasciò cadere lo sguardo per terra e vide che proprio accanto ai piedi di Raph vi era un malloppo informe di vestiti, vestiti da ragazza.

-Aspetta un secondo!!!. pensò il leader irrigidendosi. 
… Vestiti per terra, bagno chiuso, rumore d’acqua uguale ... “RAPH!! ASPETTA NON ENTRARE, STA …!!!” 
 
Troppo tardi, il rosso aveva appena spalancato la porta del bagno e … si era beccato una bacinella di plastica in faccia!! Seguita da un sonoro “AAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!”

Leonardo restò a guardare la scena basito e anche un po' imbarazzato.

Raph atterrò di sedere per terra “AHIAA!!” si lamentò massaggiandosi il naso (Fortunatamente non rotto) “Ehi ma dico sei mat… oh cavoli” fece spiazzato.
 
Violet (Che fortunatamente era già coperta) si era stretta meglio la cintura dell’accappatoio e ora gli stava davanti con uno scopettone in mano, furente “Razza di mostriciattolo pervertito, ora ti insegno io le buone maniere!!!” strillò inviperita sollevando la scopa con tutte e due le mani sopra la testa.

Il povero Raph avrebbe di certo visto le stelle se il suo compagno non fosse subito intervenuto “Ehi!! Piano, aspetta un secondo!!” esclamò infatti, bloccandola prima che potesse abbassare “l’arma” sulla testa dell'altra tartaruga “Non vogliamo farti del male”

“… Eh?” fece quella fissando il leader sbattendo gli occhi.

“Scusa per l’intrusione non volevamo spaventarti” si affrettò a dire Leo sorridendo affabile mentre la obbligava delicatamente ad abbassare la scopa.

“… Ehi aspetta un attimo” esclamò allora la castana stupita “Ma io ti conosco!! Sei uno di quei cosi verdi che mi ha salvata e che poi stava morendo dissanguato!!” realizzò indicandolo con un dito.

“Veramente siamo tartarughe” sbuffò Raph rimettendosi in piedi.

La ragazza si voltò a guardarlo “Oh, c’è pure quello isterico” commentò.

“ISTERICO A CHIII!!!???” ruggì il rosso balzando in piedi “Ma ti sei vista pochi secondi faa!!!!???”

“Oh-oh” fece Leo trovandosi improvvisamente tra due fuochi in procinto di causare un incendio.

“SEI ENTRATO IN CASA MIA NEL CUORE DELLA NOTTE, E SOPRATTUTTO NEL MIO BAGNOOO!!!!” strillò lei giustamente “Come avrei dovuto reagire secondo te!!??”

“Ehm … ragazzi” provò Leo.

“Stavi per spaccarmi la testa!!!” 

“Ah!! Scommetto che avrei fatto un favore all’umanità se l’avessi fatto!!”

“Ragazzi …”

“TU SEI MATTA!!!”

“E TU SEI UN MOSTRICIATTOLO CAFONE E ANTIPATICO!!!”

“RAGAZZIIII!!!” urlò Leo zittendoli entrambi all’istante “… Ok, questa è senza dubbio la situazione più strana e ridicola in cui sia mai capitato ma …” sospirò “Violet io e il mio … compagno, avremo bisogno di una mano e se vorresti essere così gentile da offrircela te ne saremmo grati, anche se in un certo senso lo hai già fatto”

Rimasero tutti e tre in silenzio per pochi secondi.

Poi la ragazza si diresse verso il bagno “Ok non so cosa vogliate da me, però se siete disposti ad aspettare allora vi ascolterò … dopo che mi sarò resa presentabile!!”


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Yeeeeaaaahhh!!! 13° capitolo, accipicchia!! Sono contenta!!  Beh possiamo dire che il distacco momentaneo dalla famiglia (E soprattutto dal maestro Splinter) sia ufficiale.
Che ve ne pare la nostra infermiera? Bella tosta eh? E adesso? E adesso boooooooh!! Vedremo cosa accadrà nel prossimo cappy!! XD Grazie sempre a chi mi segue e baci!!

PS
Ehi!! Sapete una cosa? Siccome ho un ego smisurato (Scherzo!! XD) già che ci sono mi faccio publicità. Perchè non andate a dare un'occhiata alla mia nuova storia? "Una nuova vita"? E una t-cest pure quella,  e già che ci stiamo lasciate pure un commentino se avete tempo, buono o brutto che sia. Ciao!!!                                                                                                          

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Capitolo 14
*** Destinazione: Amazzonia!! ***


“Wow!! Beh, che posso dire … caspita” commentò Violet a fine racconto.

Leo e Raph avevano passato quasi due ore a spiegarle in maniera più o meno sintetica la loro storia. Inclusi gli ultimi avvenimenti della loro vita (Tralasciando i particolari ovviamente)

“E’ stato davvero tuo fratello a sistemarti il fianco?” domandò la castana.

Leonardo annuì “Si, lui è il nostro … diciamo, medico di famiglia”

“Mi piacerebbe conoscerlo” disse Violet “E’ stato bravo, all’ospedale dove lavoro parecchi medici fanno pena, dei raccomandati del cazzo che si trovano lì solo grazie al loro paparino pieno di soldi e poi sono io quella che lavora in nero”

Raph ghignò al linguaggio duro e schietto della giovane “Anche lei ci va pesante con le parole eh?” mormorò al fratello. 

L'azzurro roteò gli occhi al cielo sospirando -Già, proprio quello che ci voleva, una Raph al FEMMINILE- pensò “Si ehm, comunque tu non … non sei disgustata o altro vero?” domandò poi titubante.

“Certo che no!!” esclamò lei “Ho per caso la faccia di una principessina schizzinosa che si impressiona di tutto?!” domandò infervorandosi.

“Ok, ok, calma” fece Raph alzando le mani "Non c'è bisogno di incazzarsi"

“Si, beh comunque sia, per quanto mi dispiaccia ... temo di non potervi aiutare ragazzi” disse Violet rattristandosi “Vi ospiterei volentieri ma, proprio domani devo partire”

“Partire? E per dove?” domandò il rosso curioso.

“Vado in Amazzonia e ... temo che ci resterò per un bel po’” sospirò la giovane.

Alla menzione di quel luogo magico a Leo gli si illuminò lo sguardo “… Amazzonia!!??” esclamò infatti, felicemente sorpreso “Sul serio? E’ li che vuoi andare?”

La castana corrucciò la fronte “Beh, si … perché?”

Passarono pochi istanti in cui allo spadaccino venne un'idea assolutamente inaspettata “E’ fantastico!!” esultò lasciando gli altri due un po’ perplessi “... Veniamo con te!!”

“Che cosa?” fece lei.

“CHE COSAAA!!??” strillò Raph.

“Oh andiamo, non fare quella faccia Raph” sorrise l'altro tutto contento “Accidenti parchè non ci ho pensato prima? Credimi Raphie l’Amazzonia ti piacerà da morire è così grande!! Colorata, viva e … !!”

Raph sbatté le palpebre un po’ scosso, Leo aveva completamente cambiato espressione alla parola Amazzonia, roba: Era proprio su di giri, addirittura gesticolava per l’entusiasmo!! 

-Mai visto così- Raphael sorrise leggermente però non poté fare a meno di conservare un’espressione scettica.
“Ok, ok, calmati però” disse bloccandolo per le braccia, stringendolo a se “Non ti sembra un po’ troppo … lontano?” chiese tornando serio “Insomma è della giungla che stiamo parlando”

"Oh ..." Leo si rattristò un po’ “Si lo so, ma …” cominciò “Avevamo messo in conto la probabilità di lasciare New York no?”

“Beh …” mormorò Raph abbassando lo sguardo.

Non sapeva come rispondergli, probabilmente, anzi, sicuramente lasciare New York per un po’ gli avrebbe fatto bene. Ma ... andiamo, spingersi così lontano!!?? Non era sicuro fosse una buona idea, e poi Leonardo era appena uscito da una convalescenza travagliata (Soprattutto dal punto di vista emotivo) come poteva portarlo fin laggiù a cuor leggero?

“Da come ne parli sembra che tu ci sia già stato” notò Violet.

“Infatti è così” rispose prontamente Leonardo “La foresta Amazzonica è stata la mia casa per un anno, fu il maestro Splinter a mandarmi lì per un periodo di addestramento”

“Uhm … beh, se volete aggregarvi a me non ci sono problemi” affermò Violet tranquilla “Sono sicura che potrò trovare una baracca isolata da qualche parte grande abbastanza per tutti e tre” disse alzando le spalle “Tanto come potete vedere … non sono una tipa abituata alla vita agiata”

“… E’ davvero questo che vuoi?” domandò Raph guardando il suo compagno dritto negli occhi.

"Non, non sarà per molto tempo” cominciò l’azzurro “Il giorno in cui ho fatto ritorno a casa mi ero ripromesso che sarei ritornato in Amazzonia un giorno, lì era tutto così … libero, … avevo pensato di tornarci con tutti quanti voi, magari in vacanza” continuò tristemente “Ma a quanto pare le cose andranno diversamente, e ad ogni modo ti ripeto: Non sarà per molto; non voglio lasciare Mikey e Don da soli per troppo tempo” 

Raph annuì "Si, ma ..."

“… Siamo i loro fratelli maggiori dopo tutto” confermò il compagno.

“E va bene” concordò il focoso sospirando, dopo un momento di silenzio “… Allora, immagino che tutta quella roba che hai portato ci servirà” disse sorridendo.

Lo spadaccino si illuminò di nuovo, felice, Raph era d’accordo!! 
Sarebbero andati in Amazzonia!!

“Potete vederla come una sorta di … luna di miele” stuzzicò la ragazza dando uno sguardo malizioso ai due amanti.

I due arrossirono allo stesso istante, eheh!! Certo più Leo che Raph, visto che il secondo già si immaginava una carrellata di notti di fuoco.
-… In effetti, pensandoci non è una brutta idea- pensò appunto con un sorrisetto -Quale luogo migliore per tirare fuori l'animale che è in noi?-

“Eheheh!! Comunque sono felice di aiutarvi per ricambiare il favore che mi avete fatto con quei quattro stronzi … perché gli Stealfire ricambiano SEMPRE i favori”

“Hai già ricambiato” sottolineò Leo “Mi hai salvato, ricordi?”

Lei alzò le spalle “E capirai!!” esclamò “Un berretto di lana non basta a ricambiare il vostro aiuto, sarò felice di partire con voi”

“Va bene allora” annuì Raphael “Si parte domani”

Il leader sorrise guardando prima Violet poi Raph “Non vedo l’ora!!” affermò eccitato.

“Si vede” ridacchiò il rosso.

Violet sbadigliò “Bene, visto che siamo tutti d’accordo … io me ne vado a dormire” disse stiracchiandosi “Se volete fermarvi qui per questa notte ci sarebbe un divano nel “salotto” bah!!” disse facendo le virgolette con le mani all’ultima parola. 

“Buonanotte gente”
La ragazza si rinchiuse nella sua stanza da letto lasciando i due mutanti da soli.

“…Più che un divano pare una poltrona allungata, è microscopico” brontolò Raphie.

“E’ perfetto” sussurrò l’azzurro troppo entusiasta per la partenza per criticare l’appartamento della loro ospite “E noi non siamo poi tanto alti”

“Vero” ammise il maestro dei Sai buttandocisi di peso sdraiato, le mani incrociate dietro la nuca “A quanto pare dovremmo accontentarci”

“Ehi, fammi spazio!!” esclamò l’azzurro montandogli sopra.

Il divano cigolo leggermente in segno di protesta per il peso eccessivo ma resistette, e le labbra di Raph si stirarono in un sorriso diabolico.

“Uhm, forse hai ragione, da QUESTA prospettiva il divano è davvero … perfetto” ridacchiò afferrando una delle braccia di Leonardo per tirarlo giù con lui “Vieni qui, ho sofferto fin troppo di astinenza negli ultimi giorni”

Leo sbuffò contrariato, capendo al volo a cosa alludesse la sua testa calda “Non pensarci nemmeno signor "Non-so-tenere-a-bada-i-miei-istinti, non siamo a casa nostra” mormorò arrossendo leggermente “E fatti più in là”

“Posso essere molto silenzioso quando voglio … e anche tu” sussurrò Raphael malizioso pizzicandogli con delicatezza una coscia. 

“Raph!!” protestò Leo cercando di mettersi in una posizione più comoda “… Non qui” dichiarò mordicchiandosi il labbro.

“Davvero non ne hai voglia?” domandò Raph ghignando.

“Ma che razza di domanda stupida è!? E’ ovvio che voglio!!” ammise l’azzurro “… Però qui non è abbastanza … intimo, ecco” continuò esausto accoccolandosi sul petto del rosso “E poi sono stanco perciò … buonanotte” mormorò chiudendo gli occhi.

Raphael sbuffò deluso ma poi sorrise “Vabbè, vorrà dire che aspetterò qualche giorno …” disse accarezzando la nuca del compagno affettuosamente “Notte Leo” 

..................

Nel frattempo alla tana, Mikey non era ancora riuscito a riprendere sonno. Non faceva altro che rigirarsi e muoversi nel suo lettino nervosamente. Non poteva fare a meno di pensare alle parole di Leo circa la sua cotta per Donnie.
Sbuffando l’arancione si mise seduto sul bordo del letto, lanciò un’occhiata al comodino lì accanto e ne aprì il primo cassetto. 

All’interno vi erano diversi fogli, tutti disegnati a matita … erano tutti ritratti di Don che gli aveva fatto di nascosto. 

Mikey scosse la testa sforzandosi di sorridere.

“Così sembro quasi uno stalker” schernì richiudendo subito il cassetto “… Leo non ha tutti i torti, io vorrei dirglielo ma non posso farci niente se mi manca il coraggio” mormorò tristemente “E poi a lui piace April”

“Ma che diavolo via blaterando?” ruggì una vocina sulla sua spalla.

Mikey girò la testa e vide una specie di “mini se stesso” con le corna e le alucce da diavolo.

Il maestro dei nunchaku sbatté le palpebre, poi sospiro.

“Fantastico” disse “Devo essere ridotto peggio di quanto pensassi, ora mi sogno anche i diavoletti e gli angioletti neanche fossi il protagonista di un fumetto”

“Sta zitto e ascoltami!!” replicò il diavoletto “A Don piace April” disse imitando la voce di Michelangelo (Anche se non ce n’era bisogno visto che sono uguali) “E un bel “CHISSENEFREGA!!” non ce lo metti? Vedi di svegliarti cocco: Fuori la rossa e dentro Mikey!!” lo incitò.

“Ma che cavolo dici?” ribatté un’altra vocina uguale alla sua.

“Mi sembrava strano che quell’altro non fosse ancora arrivato” disse Mik guardando un altro mini se stesso per con l’aureola e le ali d’angioletto.

“So cosa provi per lui” disse difatti l’angioletto “Ma non puoi obbligare Donnie a ricambiare i tuoi sentimenti, sai che lui ha ancora un debole per April”

“Ma sta zitto tu!! Chi cavolo ti ha chiamato!!??” ringhiò il diavoletto “Dammi retta Mikey, buttati!! E poi April si è messa con quel rombi-coglioni di Casey no? Hai campo libero, quindi datti una mossa prima che arrivi un’altra rossa a rompere le palle!!” continuò “Dai retta a me, se dai ragione a questo qui morirai vergine!!”

“Dovresti rispettare i tempi di Donnie e non approfittare della sua delusione” ammonì l’angioletto, fissando truce l’altro mini-Mikey.

“Ma che? Approfitta!! Approfitta!!” disse invece l’altro “La ferita con la rossa è ancora aperta vero, ma chi meglio di te può guarirla!!??”

“Egoista insensibile!!” sibilò l’angelo.

“Rombi-palle ipocrita!!” replicò il diavolo.

“BASTAA!!” esclamò Mikey tappandosi le orecchie “Sparite, tutti e due!! ORA!”

I due spiritelli scomparirono all’istante lasciandolo di nuovo solo. Ancora più frustato e confuso di prima.


“Ho bisogno di una bella dormita tutto qua” si disse sospirando. L’arancione si distese di nuovo e chiuse gli occhi “Cosa posso fare?” domandò prima di lasciarsi andare nel mondo dei sogni.

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Capitolo 15
*** Problemi di cuore ***


Passarono tre giorni dalla fuga amorosa di Leo e Raph e le cose alla tana non erano delle migliori, soprattutto per il maestro Splinter.      
L’anziano roditore infatti non aveva preso affatto bene la scomparsa dei suoi due figli maggiori; aveva provato a chiedere a Mikey e Donnie ma questi avevano risposto sempre allo stesso modo. 

“Non ne sappiamo niente …”

"Non abbiamo visto niente ..."

"Torneranno presto, non bisogna preoccuparsi"

Mentivano. Sapeva che mentivano. 
E più il tempo passava, più il maestro soffriva.

Come se non bastasse, poi, le cose al Battle Nexus non erano delle migliori. 

“E’ terribile Splinter-san” fece il Diamyo preoccupato.
Lui e Splinter erano soliti comunicare attraverso uno speciale portale, molto simile a quello utilizzato come accesso al Battle Nexus, solo che i simboli e il tipo di preghiera da fare per attivarlo erano diversi. 
In questo era come se stessero comunicando attraverso uno specchio d'acqua.
“La tribù di Tlalok si sta muovendo più velocemente del previsto”

“Che cosa avete scoperto amico mio?” domandò il maestro angosciato.

“Non molto purtroppo, ma per quel che ne sappiamo la ferita naturale tra gli universi, quella che collega il tuo mondo a quello di Usagi-san si aprirà tra pochi giorni”

Splinter alzò le orecchie e sgranò gli occhi sconvolto per la notizia “… Dove si aprirà la ferita Daimyo?”

“In un luogo che gli abitanti del tuo mondo e quelli del mondo di Usagi-san chiamano … Amazzonia”

Splinter annuì pensieroso e sorpreso allo stesso tempo -E’ proprio laggiù che mandai Leonardo in addestramento- ricordò amareggiato “… Fra quanto si aprirà questo collegamento?”

“Due o tre giorni, non di più” spiegò il Daimio “E quando accadrà la tribù invaderà l’Amazzonia del tuo mondo per cercare una persona chiamata ... Sapphire”

“Sapphire? Chi è?” chiese Splinter corrucciando la fronte.

“Magari lo sapessimo” sospirò il Daimyo “Quel che è certo è che i Tlalok sono l’ultima tribù indigena nel mondo di Usagi-san e che non hanno mai accettato l’avvento del ninjtsu e delle leggi civili … se riusciranno a trovare questo Sapphire … sarà la fine di tutti i mondi, non solo quello di Usagi”

“Usagi e i clan Ghechù che cosa ne pensano?”

“Non sanno cosa pensare, quando sei venuto da me la situazione sembrava molto meno grave di quanto fosse in realtà: Loro non possono aiutarci amico mio, sono impegnati in una rivolta di traditori capeggiati da Hebi nelle loro terre. Non me la sono sentita di chiedergli più aiuto di quanto non ce ne abbiano già dato”

“Usagi ha il suo mondo e suoi cari da difendere” concordò il maestro “E’ giusto che dia importanza prima ad essi che ai Tlalok, anche se sono originari del suo mondo”

“Non credi che forse …” il Daimyo esitò.

“Che cosa?”

“Forse è il caso di coinvolgere anche i tuoi figli in questa storia?” domandò cautamente il signore del Battle Nextus “Insomma dopo tutte le avventure che hanno passato potrebbero essere di fondamentale aiuto, ne ho parlato anche con Lord Semultenius e concorda con me”

Splinter scosse la testa addolorato “Mi dispiace amico mio ma … ultimamente nella mia famiglia sono cambiate MOLTE cose che ... temo possano averla divisa per sempre, e questa faccenda dei Tlalok” Splinter sospirò “Peggiorerebbe soltanto le cose”

“Cosa hai deciso di fare allora Splinter-san?” domandò il Daimio.

“Credo di non avere altra scelta di tornare al Battle Nextus domani stesso … da solo” decise Splinter “E quando questa storia sarà finita, spero che avrò ancora la possibilità di riunire la mia famiglia”   

..................

Nel frattempo Mikey in cucina era del tutto intento a preparare qualcosa da mangiare per Donnie. Era tutto il giorno che il suo genio si era rintanato nel garage sopra la tana per apportare delle nuove modifiche per il Battle-shell.

“Non mi piace” borbottò l’arancione terminando di farcire un’invitante sandwich ripieno a tre strati “Se passa ancora anche un solo minuto da solo lì dentro, giuro che vado lì e lo trascino fuori con le mie mani” continuò prendendo un piccolo vassoio “Tutta quell’aria chiusa non può che fargli male”

Sistemò il sandwich sul vassoio, coprendolo con un tovagliolo e aggiungendoci anche un bicchiere di succo di frutta dopo di che si diresse verso l’ascensore, armato delle migliori intenzioni. 

Tuttavia, quando arrivò in garage per poco non gli cadde il vassoio dalle mani.

-E quella che ci fa qui??!!- pensò quasi involontariamente il ninja dei nunchaku vedendo la loro cara amica: April!! Che rideva e scherzava con il SUO Donnie.

Donatello stava cercando qualcosa nel suo borsone degli attrezzi sorridente, mentre April era inginocchiata a terra vicino ad una delle ruote del Battle-shell, in tuta da meccanico e il viso sporco di olio per motori.

“Ecco l’ho trovato!!” esclamò Don tirando fuori un mini-set di piccoli cacciaviti sistemati in ordine di grandezza.

“Meno male, per un momento ho pensato che avremmo dovuto mettere a soqquadro il garage” sorrise la rossa sistemandosi meglio la crocchia sopra la testa.

Mik storse la bocca, un po’ infastidito dalla presenza dell’amica ma cercò comunque di far finta di niente e tossì due volte per attirare l’attenzione degli altri “Ehm … Ehi ragazzi!!” salutò.

“Uh? Ciao Mikey!!” esclamò il viola avvicinandosi “Come mai qua?”

“…Disturbo forse?” domandò il minore con leggera stizza, inarcando un sopracciglio “Non sapevo che ci fosse anche April, se me lo avessi detto ne avrei preparati due di sandwich” fece notare scontroso.

Per fortuna il genio sembrò non accorgersi delle note di fastidio che suonavano nel tono di Mikey “Oh, quindi quello …” disse indicando il vassoio “E’ per me?”

“Certo!! E chi se no!!” brontolò l’arancione.

“Grazie” fece Don sorridendo dolcemente “… Sei stato molto carino” aggiunse alla fine un po’ imbarazzato “Non c’era bisogno che ti disturbassi per me”

Le guance di Mik si sfumarono lievemente di una tonalità rosata, tanto che fu costretto ad abbassare lo sguardo.

“F-Figurati” disse porgendogli il vassoio senza alzare la testa “Non c’è problema” 

“Quanto al sandwich per April non preoccuparti, lei ha già mangiato ma se ha ancora fame potremmo sempre dividerlo” disse Don tranquillamente.
 
Mikey si irrigidì -Dividerlo??!! Ma io l’ho fatto per TE!! NON per lei!!!-
Inspiegabilmente nella testa dell’arancione si fece strada la scena della cena tra i due cani del “Lili e il vagabondo” mentre questi si dividevano un piatto di spaghetti e alla fine … si baciavano.

-Nonononononono!!!-
Mikey scosse la testa scacciando via quei pensieri.

“Mikey?” fece Don preoccupato.

“Eh?"

“Stai bene?” chiese Donnie “Ti sei zittito di colpo”

“Oh, ehm … si, si, sto bene” replicò l’altro per poi rivolgersi ad April “Comunque sia. April come mai sei qui?” domandò.

La rossa sembrò perplessa a quella domanda “Avevo la giornata libera al negozio quindi Don mi ha chiesto se potevo dargli una mano con il Battle-shell.

“Ah, capisco” mormorò Mik. 
-Lo ha chiesto a TE e non a ME!!??- pensò sconvolto “E Casey?”

“Beh, Casey è dovuto andare fuori città per dei suoi affari di famiglia” rispose April.

“Ah, beh, comunque sia io giù ho finito e posso darti-ehm … darVI una mano se volete” si corresse subito Mik sperando che il viola non facesse caso al rossore che gli colorava le guance “Datemi giusto il tempo di sistemare e torno subito da voi”

“Per me va bene” disse April sorridendo.

“Idem” fece Donnie.

“Ok allora, allora vado e torno”

L’arancione scappò velocemente dentro l’ascensore e una volta che le porte si furono richiuse si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione “Ci mancava solo April a complicare tutto” borbottò “E ora che faccio?”

Era talmente frustrato che si fermò a sistemare la cucina più del tempo realmente necessario ma quando ritornò in garage ciò che vide lo fece pentire amaramente di non esserci rimasto.

Le porte dell’ascensore si aprirono lentamente su una scena che forse poteva risultare anche tenera agli occhi di qualcun altro ma che per Mikey fu tragica. Una scena che il ninja dei nunchaku aveva pregato di non dover mai vedere, nemmeno nei suoi incubi: Donatello e April erano sdraiati l’uno sopra l’altra e … si stavano BACIANDO!!??

“… D-Donnie” fu tutto quello che Mikey riuscì a balbettare sbattendo più volte le palpebre in stato di shock.

April e Don ancora non lo avevano notato però si staccarono comunque ansimanti. Anche loro sembravano sconvolti.

“A-April” fece Don arrossendo imbarazzato.

“Don io …”

“... Non posso crederci” disse Mikey attirando l’attenzione di entrambi, i quali appena lo videro si alzarono velocemente in piedi affannati.

“Mikey” affermò la donna agitata “Ti assicuro che non è come sembra!!”

Michelangelo si trattenne a stento ad avvicinarsi e prenderla a schiaffi, lei stava insieme a Casey!!! “Scusate l’interruzione” disse sforzandosi di trattenere le lacrime. 

Mikey si voltò di nuovo verso l’ascensore.

“Mikey aspetta!! N-Non è come pensi!!” esclamò Donnie correndo verso di lui, inutilmente … le porte si erano già chiuse. 


........................................

Eccomi con un nuovo cappy!! Vi piace? Povero Mikey, il suo sogno d'amore infranto prima ancora che potesse nascere!! ç_ç ... Ma sarà davvero così?!
Come al solito ringrazio di cuore tutte le persone che mi seguono, che hanno commentato o anche solo letto!! In particolare ringrazio Leader96 e ka93 per il loro supporto, negli ultimi capitoli!! Grazieeee!! ^^ 
Ciao!!

 

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Capitolo 16
*** Serenità e tempesta ***


“Ehm … questa secondo te è una casa?” domandò Raph fissando un po’ spaesato la piccola casa di legno, anche detta "Baracca", con il tetto di paglia che avevano davanti.

“Io la trovo molto carina invece” ribatté Violet “ … Appartata, e soprattutto ECONOMICA mia nonna me la consigliata; ma certo, se tu vuoi dormire fuori per terra per me non ci sono problemi, eh!!” fece alzando le mani.

“Secondo me Violet ha ragione, non possiamo lamentarci visto le nostre finanze non ci permettono niente di meglio” le diede man forte Leonardo.

“Oh!! Finalmente qualcuno che ragiona” concordò la ragazza spazzandosi via lo strato di polvere terrosa che gli copriva i jeans neri “Due contro uno brontolone, domani darò l’anticipo al proprietario per le prime due settimane”

“Cercheremo di restituirti la nostra metà dell’affitto il prima possibile” disse Leo un po’ in colpa per aver dovuto lasciare tutte le spese sulle spalle della giovane.

“Ehi con calma benda blu, non preoccuparti tanto almeno per i primi mesi non dovrei avere problemi di soldi e poi comincerò a lavorare nel centro ospedaliero del villaggio già da domani” lo rassicurò lei facendo l'occhiolino.

Già, era stata una vera fortuna per il trio trovare una casetta appartata ai margini della giungla ma al tempo stesso non troppo lontana dalla piccola serie di villaggi sparsi da quelle parti.
Leo e Violet erano davvero entusiasti, certo Raph ... ecco, un po’ meno invece. 

Ma in fin dei conti c’era anche d’aspettarselo. 
Infatti la cara testa calda non era mai stata un tipo, diciamo, “Selvatico” e da perfetto New-Yorkese qual era avrebbe avuto bisogno di tempo per abituarsi.

Però a Raph non importava.

-Per Leo questo ed altro- pensò il rosso sorridendo all'espressione serena dell’azzurro -Tutto ciò che voglio è poter vivere insieme, sereni e felici, non importa dove-

Per quanto riguardava fearless, beh, lo stress delle ultime settimane era quasi del tutto scomparso in quei pochi giorni. 
Tanto che a Raph sembrò perfino ringiovanito, non solo nell’espressione ma anche negli atteggiamenti … ora sembrava avesse DAVVERO 17 anni. 

Da quando era stato nominato leader Leonardo si era sempre sforzato di essere serio e maturo sotto tutti gli aspetti, era dovuto crescere in fretta per diventare un buon capo, senza essere mai riuscito a godersi a pieno la sua età come invece avevano sempre fatto Raph, Mikey e Don. 
Eppure anche lui aveva diritto a gustarsi i suoi anni di adolescente, no?

“Va bene” fece Raph alzando le spalle “Se a Leo sta bene questa catapecchia, allora sta bene anche a me”

“Ehi, non chiamarla catapecchia!!” lo rimproverò l’azzurro sorridendo dolcemente “Infondo non è poi così male, c’è persino un larga amaca per te sulla veranda”

“Ok, ok, è la nostra casetta dei sogni” replicò Raphael alzando le mani.

Tutti e tre scoppiarono a ridere.

“Sono contenta che vi piaccia” sorrise Violet “Ci sono due camere per dormire, un largo soggiorno con piano cottura e un bagno. Non è molto ma possiamo farcelo bastare” disse “Inoltre io personalmente non passerò troppo tempo in casa tra lavoro e studio, quindi per la maggior parte della giornata avrete la casa tutta per voi”

“Beh, infondo come inizio non è poi così male” ammise Raph soddisfatto.

“Già, ora mentre voi due piccioncini vi ambientate io vedo giù al villaggio a comprare qualcosa per da mettere in frigo e in dispensa” affermò la ragazza cominciando già ad avviarsi.

“Ehi! Aspetta, hai davvero intensione di fare tutto quel tragitto a piedi?” domandò Leo preoccupato.

“Beh, si” fece lei tranquilla “Mi terrò in esercizio”

“E dovrai farlo tutti i giorni?”

“… Ehm” fece lei sorridendo nervosamente.

“Non se ne parla proprio” affermò l’azzurro “Per spostarti prenderai la nostra moto” decise convinto "E' il minimo che possiamo fare per l'aiuto che ci stai dando in questo momento"

“Davvero??!!” disse Violet, con occhi luccicanti, emozionata di poter prendere in prestito il bolide di Raph. 
Leo e Raph non lo sapevano ancora ma Violet impazziva per le moto e il giorno in cui si diressero all’aeroporto tutti in sella a quella di Raph, la ragazza quasi sveni per l’emozione “Oh, non sai quanto mi farebbe comodo”

“Cosa!!?? Scherzi??!!” esclamò Raphael sbattendo gli occhi “Non ho la minima intenzione di affidare la mia bambina a questa svitata!!” protestò “E’ la mia gioia più grande”

Leonardo inarcò un sopracciglio infastidito all'ultima frase “… La tua gioia più grande?!!” ripeté irritato fissandolo truce.

“Ehm … ovviamente, la mia gioia più grande DOPO TE, tesoro” si affrettò a rettificare il rosso intimorito dallo sguardo penetrante dell’altro. 

“OVVIAMENTE” fece Leo sottolineando la parola prendendolo per mano.

Violet ridacchiò a quella scena, i suoi nuovi amici sembravano proprio degli sposini novelli, assolutamente adorabili.

“Dagli le chiavi Raphie” chiese, o forse sarebbe meglio dire "Ordinò", Leo.

“… Va bene” sbuffò Raphael porgendo alla ragazza le chiavi della moto.

Se la erano fatta spedire via nave sotto il nome Stealfire, ed era un miracolo che fosse arrivata. C’era mancato poco che Raph facesse i salti di gioia quando la nave sbarcò sulle coste di Manaus, la capitale e principale città dell’amazzonia. 
Era da lì che partivano i rifornimenti alimentari e medicinali spediti ai numerosi villaggi e tribù indigene interni alla foresta Amazzonica.

“Non temere brontolone” sorrise Violet allegra “Mi prenderò cura io di questo gioiello” 

...................

Una volta rimasti soli Leo e Raph presero ad esplorare la casa, era piccolina ma accogliente: La stanza più grande era il soggiorno con piano cottura e piano lavoro a L “Open-space” in pratica era come avere la cucina e il soggiorno nella stessa stanza; Vi erano un tavolo di legno al centro con quattro sedie, una poltrona e un paio di appendi abiti, in più in un angolo vi era una piccola branda bianca con accanto un mobile fatto con canne di Bambù adibito alle medicine (Si vedeva che l’aveva scelta Violet). 
Il bagno era più piccolo, dentro c’era un mobile lavandino con specchio e una doccia. 

Infine le due camere da letto, una singola e una … matrimoniale!!??

Leonardo sgranò gli occhi appena entrò nella stanza, specialmente vedendo il grande letto a due posti.

“… Caspita” disse stringendo involontariamente la mano del compagno.

“Bella” commentò Raph altrettanto sorpreso, sorridendo leggermente.

A parte il letto, la stanza era povera di mobili quindi risultava ancora più spaziosa di quanto non fosse in realtà. 
Vi erano solo un grosso armadio e un solo comodino sul lato destro del letto con sopra appoggiata una lampada di vetro con all’interno una candela spenta.

“Già” fece l’azzurro al settimo cielo, sganciandosi le katana dal guscio per appoggiarle vicino all’armadio, insieme alla sua sacca. 
Raph fece la stessa cosa con i Sai e il suo zaino.

“Ok, lo devo ammettere, Violet non ha poi un gusto così pessimo in fatto di catapecchie” gli sussurrò Raph nell’orecchio “… di un po', ti va di provare il nostro letto?”

“Uhm ma sono appena le 16.10” replicò lo spadaccino ingenuamente, sbattendo le palpebre “ Non credi sia presto per una pennichella?”

“Infatti io non ho detto che voglio DORMIRE” ghignò il focoso spostandogli dolcemente all’indietro una delle estremità della bandana, che gli era finita sul pettorale sinistro. 

Gli baciò delicatamente il collo, facendo scorrere la lingua fin giù la clavicola.

Le guance di Leonardo si sfumarono di un leggero rossore "Uhm Raph ..." mormorò timidamente mentre il rosso lo spingeva con delicatezza verso il letto, ma non lo fermò. 
Nemmeno quando avvertì una delle sue mani accarezzargli il fondo schiena mentre le dita giocherellavano scherzosamente con la sua coda. 

Raphael lo spinse fino a quando le gambe dell'altro non inciamparono sul bordo del letto facendoli cadere giù sul materasso.

Iniziarono letteralmente a "Mangiarsi" di baci; Raph gli stuzzicava le labbra tenendogli il viso con entrambe le mani mentre l'altro allargava un poco le cosce solo per poi stringergliele a tenaglia intorno alla vita.

“Uhm, ah!! ... D-Dovevo immaginarlo che non ce l’avresti f-fatta a resistere a-ancora a lungo” ansimò leggermente l’azzurro vedendo come l’altro avesse già messo mano sulla sua cintura “… Comunque, solo perché tu lo sappia, mi ricordo ancora come si fa a spogliarsi”

“Può darsi” disse Raph accarezzandogli l’interno coscia, proprio vicino all’inguine “Ma io so farlo molto meglio” concluse baciandolo.

Leo fece le fusa, rilassando le braccia lungo i fianchi “Si, è vero” ammise.

Raph tornò ad aggredirgli il collo con baci e succhiotti continuando a spogliarlo fino a quando non notò una sottile linea in rilievo poco al di sotto della sua gola. 

-Una vecchia cicatrice?- Raphael si fermò, aggrottando la fronte.

“… Cosa c’è Raph?” sospirò il leader, seppur approfittando della pausa per riprendere fiato “Stai bene? Come mai ti sei fermato?” domandò poi, perplesso.

“Come te la sei procurata questa cicatrice?” notò il rosso facendo correre un dito lungo questa “E’ la prima volta che la noto”

“… Oh, questa?” fece l’azzurro poggiando una mano su quella di Raph che gli stava accarezzando la gola.

“Come te la sei fatta?”

“Beh, credo ... un’anno e mezzo fa, più o meno” rispose Leo “Un fendente di naginata da parte di una delle guardie scelte di Shredder, il giorno in cui …” si interruppe ricordando il giorno dell’imboscata da parte di quelle guardie scelte, quando lo avevano sorpreso da solo a correre sui tetti “… Mi, mi ero abbassato appena in tempo”

“Due secondi più tardi e ti avrebbe squarciato la gola” ringhiò Raphael “Ecco un altro bastardo che intendo aggiungere alla mia lista nera, insieme a quello stronzetto che ti ha sparato” continuò con rabbia.

“E’ tutto passato Raph” sussurrò dolcemente lo spadaccino stringendogli una mano “Non permetterò mai a nessuno di portarmi via da te”

“Devono solo provarci” minacciò Raphael “E gliela farò pagare cara, molto cara”

Leo gli baciò una guancia “Grazie Raphie, mi sento protetto quando sono con te”

“E’ il mio mestiere” affermò orgoglioso l’altro “… Dunque dove eravamo?” si chiese ironico “Ah si, stavamo per testare il nostro nuovo letto …”

Il focoso si chinò nuovamente sul compagno per riprendere i giochi quando improvvisamente si udì lo squillare di uno dei loro T-phone lo fermò.
“E ora cosa c’è?” sbuffò infastidito.

“Questa è la mia suoneria” notò Leo sorpreso mentre si alzavano entrambi dal letto.

Leonardo si affrettò ad andare a frugare nella sua sacca (Ove proveniva il suono) e recuperò il suo tarta-cellulare. 
Stava per vedere chi fosse alla chiamata quando sentì le braccia di Raph avvolgergli la vita da dietro.

“Ehi, Raph!!” protestò il leader divincolandosi debolmente, ma senza riuscire a nascondere una risatina “E dai!! Lasciami, devo rispondere”

“E tu rispondi” replicò Hot-Head con un ghigno senza mollarlo “Intanto io resto qui, e poi voglio proprio vedere chi ha interrotto il nostro momento (Momento che aspettavo da un sacco di tempo!!) ” mormorò strofinandogli affettuosamente il naso contro un lato del collo.

L’azzurro alzò gli occhi al cielo, poi guardò lo schermo del suo T-phone scurendosi in viso “… Mikey?” disse leggendo il nome sul display, accettando subito la chiamata “Pronto?”

“L-Leo …” singhiozzò la voce del minore dall’altra parte.

“Mikey” esclamò l’altro preoccupato a quel tono piangente “Mikey va tutto bene? Che è successo? Ti sento disturbato, dove sei?”

Mikey si trovava in un vicolo in quel momento, nascosto sotto una scala anti-incendio nel bel mezzo di un violento acquazzone che si era scatenato su tutta New-York e dintorni (Questo spiegava lo scroscio di sottofondo che disturbava il leader) … in lacrime.

“Mikey!!” fece Leo in ansia non sentendolo rispondere.

“D-Donnie, lui … A-April … bacio” ansimò l’arancione tremante, per il freddo e la pioggia “STANNO INSIEME LEO, SI AMANO!!!” sbottò poi piangendo piumi di lacrime.

“M-Mikey calmati, non ci sto capendo nulla” replicò l’azzurro “Che è successo?”

“Donnie ed April!! Li ho visti baciarsi Leo!!! BACIARSI!!” mitragliò l’altro disperato “Loro si amano, Donnie la ama e io non potrò essere altro che un fratello per lui … niente di più, è finita. N-Non c’è posto per me nel suo cuore”

"C-Cosa ha fatto Donnie?" fece Leo scioccato da quello sfogo.

“Leo, che succede?” domandò Raph confuso per l’improvviso cambiamento di espressione del leader, il quale stava ascoltando con pazienza e tristezza il racconto del fratellino.

“Oh, Mikey” mormorò Leonardo tristemente “… Io … io, mi dispiace così tanto”

Ci fu un lungo silenzio carico di tensione, da parte di tutti, fino a quando Mikey riprese a parlare con voce bassa e rotta “Tu e Raph … d-dove siete?”

“Come?” chiese Leo, aveva parlato talmente a bassa voce che non lo aveva sentito.

“Dove siete!!??” ripeté a voce più altra Michelangelo, frustrato.

“… N-Noi adesso siamo in Amazzonia” rilevò l’azzurro con un sospiro malinconico.


“… Bene allora aspettatemi, perché sto arrivando” disse Mikey ringhiando.

..................................

Ciao ragà, vi sono mancata? CERTO CHE SI!! Lo pretendo!! XD
Beh, che dire? Leo e Raph sono finalmente arrivati in Amazzonia!! Certo Leo ... non dirmi che sei geloso di una MOTO, per favore??!! Lo sai che Raph a occhi solo per te.
Leo: Infatti Raph DEVE avere occhi solo per me!! ù_ù
Raph: Esagerato ... -_-'
Leo: A parlato quello che quando mi vede lucidare le katana si arrabbia perchè pensa che io lo trascuri!!
Raph: Ehm ...
Io: Ok, ok piantate adesso!!
Evviva l'Amazzonia!! C'è un piccolo problema però ... ora anche MIKEY sta arrivando!!?? O_O E mo? Che succederà?!
Vedremò al prossimo capitolo!! Ciao tarta-fan e alla prossima!!  

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Capitolo 17
*** Lacrime amare ***


*Poco prima*

“Non è giusto!!! NON E’ GIUSTO!!!” strillò Mikey mentre correva a perdifiato sopra i tetti piangente.
Michelangelo aveva perso il senso del tempo da quando era sgattaiolato fuori dalla tana. Nonostante tutto quel moto aveva freddo, molto freddo. La temperatura si era abbassata, possibile? Fino a tre secondi fa non gli aveva dato affatto peso. Gli facevano male i piedi, i polmoni gli bruciavano dolorosamente  e il cuore gli batteva a mille nel petto.                           
Arrivò al punto in cui quasi non riusciva più a controllare il respiro, tanto che fu per forza costretto a fermarsi, ansimante. Mikey si lasciò cadere in ginocchio, i muscoli delle gambe tremavano violentemente per lo sforzo e per l’acido lattico che le attraversava su e giù come delle piccole scosse elettriche.
“N-Non è giusto” ripeté con voce rotta l’arancione.
Rimase lì, inginocchiato pericolosamente in bilico sul bordo del tetto, per non si sa quanto tempo a piangere. Davanti agli occhi gli scorrevano continuamente le immagini del bacio tra Donnie e April.
“… Perché?” singhiozzò il ninja dei nunchaku scuotendo la testa “Perché s-sono l’unico d-destinato a restare solo??!!” pianse “Leo e Raph stanno insieme, Donnie non si sa come è finito con April, perché io non posso avere nessuno??!! PERCHE’!!!!???”
Il suo sfogo venne interrotto dall’improvviso fragore di un tuono in lontananza. Presto avrebbe cominciato a piovere.
“Chissenefrega!!” sbottò Mik fissando quasi con sfida i nuvoloni scuri che andavano a coprire il cielo “A casa non ci torno!! Anzi sono contento che piova così prima mi prendo una bella polmonite poi schiatto, e tutti felici e contenti!!” urlò istericamente.
L’arancione si portò una mano alla bocca cercando di placare i singhiozzi.
“… Eppure sapevo che sarebbe finita così” mormorò il minore riuscendo finalmente a calmarsi un pochino “M-Ma allora perché m-mi fa così m-male?”
Si alzò in piedi, tremando leggermente.
Mikey sentì un altro tuono seguito dal ticchettio delle prime gocce di pioggia infrangersi sul suo corpo. Dopo qualche momento di esitazione, alla fine decise di non sfidare madre natura restando incautamente sul tetto e decise di calarsi giù avvalendosi di una scala anti-incendio issata fra i due edifici.
Si nascose nel vicolo riparandosi alla ben-meglio sotto la scala nonostante non lo proteggesse più di tanto dalla pioggia.
Improvvisamente l’arancione avvertì una leggera vibrazione dalla sua cintura e abbassò lo sguardo verso il suo t-phone.
“ … Ah, sei tu Don” commentò amaramente la tartaruga appena vide il nome del fratello lampeggiare sul display. Senza pensarci due volte premette il pollice sul pulsante di rifiuto chiamata e il cellulare smise di vibrare “Non ho alcuna voglia di affrontarlo adesso”
“Ma affrontare che?!” replicò con stizza una vocina nella sua testa “Guarda bello che fino a prova contraria tu e Don NON siete mai stati una coppia, quindi non c’è un bel niente da affrontare!! Donatello sta semplicemente vivendo la sua vita ed è preoccupato solo perché ti ha visto scappare via piangete come una dannata ragazzina senza un apparente motivo”
 Mikey non ebbe modo di ribattere a quel ragionamento. Era tutto vero.
Il cellulare vibrò di nuovo (Era sempre Donnie), e ancora una volta lui lo rifiutò.
Il piccolo Hamato restò in silenzio per un po’, lasciando che la pioggia (Divenuta ormai un violento acquazzone) lo inzuppasse per bene. Lo sguardo era perso a fissare il muro del vicolo di fronte a lui, poi, finalmente prese una decisione … una dolorosa decisione.
Mikey guardò il suo T-phone e rapidamente compose il numero di Leonardo.
“… Pronto?” fece la voce dolce e rassicurante del maggiore.
L’arancione rilassò un poco le spalle sentendola “L-Leo” rispose incominciando a tremare per il freddo.
“Mikey?” esclamò l’altro preoccupato nel sentirlo così “Va tutto bene? Che è successo? Ti sento disturbato, dove sei?”

*Adesso*

“… Bene allora aspettatemi, perché sto arrivando” disse senza troppi giri di parole il minore.
“C-Cosa?” balbettò Leo incredulo “… M-Ma non puoi, c-cioè non avrai m-mica intenzione di venire qui DA SOLO!? Vero?”
“Voi ditemi che aereo o nave avete preso e la prendo anch’io!!” ribatté Mikey.
“Ma Mikey hai solo 15 anni!!” replicò l’altro sinceramente preoccupato “Non …”
Vi fu una pausa improvvisa in cui Mikey sentì alcuni rumori ovattati e la voce di Leo che protestava con qualcuno.
“… Ok, che cazzo sta succedendo??!!” imprecò la voce dura e schietta di Raphael.
Il rosso aveva appena fregato il cellulare al compagno, volendo capire il motivo dell’improvviso cambio di espressione del leader e quando Mikey gli disse di volerli raggiungere in Amazzonia …
“Mikey ... ti rendi conto che questa è una gigantesca stronzata?!!” esclamò Raph furente.
“Tu non puoi capire” replicò l’arancione “Io DEVO andarmene perché …” si interruppe, non avendo il coraggio di rivelare il motivo di tutta quella disperazione “Se resto qui rischio di impazzire!!”
“Ma si può sapere che è successo?” ruggì Raphael “Se è per noi …”
“No, non è per voi” sospirò Mikey.

“Raph, passamelo” disse l’azzurro cercando di farsi restituire il t-phone.

Raph storse la bocca e alzò il braccio per impedirgli di prenderlo “No Leo, non finché qualcuno non mi spiega che cazzo sta succedendo”
“Per favore!!” esclamò il leader “… Ok Raph, lo hai voluto tu!!” sbuffò.
Con uno scatto fulmineo Leo si abbassò ed eseguì un calcio a 180° rasoterra alle gambe di Raphael, facendolo cadere.
“Ehi!!” ringhiò Hot-head atterrando di sedere “... Questa me la paghi!!”
“Scusa Raphie” squittì Leonardo un po’ in colpa per la drastica manovra “Ma se aspetti un attimo, poi ti prometto che dopo ti spiegherò, va bene?”
Raph sbuffò, ma incredibilmente non disse nulla e si limitò ad incrociare le braccia sul petto.
“EHII!!! Ci siete ancora?” strillò la voce di Mikey, il quale nel frattempo non aveva la più pallida idea di che diavolo stessero facendo dall’altra parte.
“Sono io Mik” fece Leo “Sei … sei proprio sicuro di ciò che hai visto? Insomma, magari ti sei sbagliato, magari Donnie …”
“Nessuno sbaglio Leo” replicò freddamente il fratellino “Io SO che cosa ho visto”
“D’accordo, ma ciò non toglie che la tua sia comunque una decisione stupida e avventata!!” ribatté il leader “E poi il maestro Splinter …”
“Senza offesa per papà, ma adesso lui è l’ultimo dei miei problemi” replicò l’altro “E poi lui domani tornerà dal Daimio perciò …”
“Dal Daimio?” lo interruppe Leo “E per quale motivo?”
“Non lo so e sinceramente non mi importa” sbuffò il minore “Ad ogni modo, come vedi sono liberissimo di andarmene”
“Mikey per favore pensaci bene!!” supplicò l’azzurro.
 “Tu cosa faresti al mio posto?!” sbottò l’arancione “Che cosa faresti se avessi visto Raph e ... che so!! Joel ad esempio (Presente la  guerriera bionda del tribunale ninja? XD) baciarsi davanti ai tuoi occhi!!??"
Leo restò in silenzio, punto sul vivo da quella domanda: Si, doveva ammetterlo, sicuramente sarebbe impazzito anche lui. Il solo pensiero di vedere Raphael abbracciato a qualcun altro/a che non fosse lui era semplicemente inaccettabile!!
“Brutta immagine vero?” disse Mik.
“Mikey …”
“Che nave avete preso?”
“… Non … non siamo venuti con una nave ma con l’aereo” si arrese alla fine lo spadaccino “Un aereo per Manaus … poi da lì ci siamo spostati all’interno dell’Amazzonia, ci troviamo in una specie di oasi”
“Hai capito i piccioncini” commentò il minore ritrovando, per un momento, il sorriso “Com'è? Vi siete fatti il nido d’amore come le rondini?”
Leo arrossì, leggermente imbarazzato “Beh, s-si, una specie” borbottò “… Sei davvero sicuro di questo?”
“Più che sicuro” affermò Mikey “Vi raggiungo domani stesso”
Ci fu un lungo silenzio da parte di tutti e due, poi Leo sospirò “Va bene allora” disse “ ... Ti aspettiamo”
“Ci vediamo allora” esultò l’arancione soddisfatto.
“A presto”
Detto ciò l’azzurro interruppe la chiamata e si strofinò la nuca storcendo la bocca “Ma tu guarda che casino”
Era così preso dalla situazione ... che non si accorse nemmeno di un altro calcio rasoterra che lo fece finire a gambe all’aria.
“Ahio!!” guaì sbattendo il guscio per terrà "Ma che ...?"
“Questo è per prima!!” ringhiò Raph montandogli sopra “E questo …”
Raph si chinò su di lui e lo baciò con foga, premendosi con tutto il suo peso sul corpo dell'altro.
“Uuummpphh!!!” protestò l'azzurro ansimando nel bacio, completamente impreparato.
“… E’ per me” terminò il focoso staccandosi leggermente.
“R-Raph” ansimò Leo “Ma che diavolo …?”
Raph lo bloccò appoggiandogli un dito sulle labbra “Hai promesso che mi avresti spiegato ricordi? Bene!! Sono tutt’orecchi!!”
Leo sospirò tristemente “O-Ok …”

.........................

Mikey tornò a casa bagnato fradicio e completamente infreddolito, come un pulcino.
“Mikey” esclamò Don correndogli incontro appena lo vide varcare la soglia dell’ascensore “Si può sapere dove diavolo sei stato?!” strillò angosciato “Ti ho lasciato una marea di messaggi e chiamato chissà quante volte!!”
“Si, me ne sono accorto” replicò il minore freddamente senza nemmeno fermarsi davanti al fratello. Si diresse verso il bagno con l’intenzione di trovare un asciugamano.
“Dove credi di andare!!??” ringhiò Donnie venendogli dietro “Mikeyy!!!”
“Guarda che non c’è bisogno di strillare, ti sento benissimo!!” ribatté l’arancione frugando nel mobile del bagno per trovare questo benedetto asciugamano.
“Che ti è preso prima!!??” fece Don preoccupato ma anche arrabbiato per la strafottenza che sentiva nella voce del minore “Sei stato un incosciente!! Sei scappato via senza dire una parola e sei rimasto fuori con questo terribile temporale, perché hai fatto una cosa così stupida!!?? Eppure lo sai che non hai esattamente una salute di ferro!!” disse arrivando sulla soglia della porta del bagno.
“E se anche fosse, a te che cosa importa!!??” replicò Mik senza degnarlo di uno sguardo “Mi sembra che tu abbia altre cose per la testa al momento” disse acido.
Donnie si irrigidì un poco “Se ti riferisci a ciò che è successo con April …”
“Lascia perdere, la posizione in cui vi ho visti lì per terra parlava da sola” sbuffò Mikey addolorato, ma cercando comunque di mantenere un tono diffidente mentre afferrava un asciugamano arancio chiaro dal mobile “Anche se devo dire che mi fa comunque schifo”
Donnie all’ultima frase non ci vide più “MA CHI TI CREDI DI ESSERE!!??” strillò inviperito “Anche se tra me e April ci fosse qualcosa, tu chi sei per giudicare!? E poi mi spieghi che differenza ci sarebbe tra nostra situazione e quella di Leo e Raph? Mi sembra che quei due te li difendevi a spada tratta!!”
“Perché sono i nostri fratelli!!” ruggì l’altro “E anche tu avresti dovuto appoggiarli, anziché andare a spifferare tutto a papà!!”
Quell'affermazione fu peggio di una pugnalata in pieno stomaco.
“Ho già detto che mi dispiace!!” replicò il viola “Ho fatto del mio meglio per rimediare!!”
“Oh, si” fece Mikey sarcastico “Ho proprio visto come ti davi da fare sdraiato sotto la rossa, come hai potuto fare una cosa del genere in un momento così delicato??!!”
“La rossa ha un nome: APRIL!! E ti ripeto ancora una volta che non abbiamo fatto niente!!!”
“Perché sono entrato io per fortuna!!” sibilò Mikey “Altrimenti dubito che vi sareste fermati alla fase sbaciucchiamento” continuò “E’ disgustoso!! In un momento simile: Con  la nostra famiglia divisa e, peggio ancora alle spalle di CASEY!! Raph aveva proprio ragione, sei un TRADITORE!! … AH!!”
Lo sfogo del minore era stato appena interrotto da uno schiaffo in pieno viso. Donnie rimase fermo nella posizione in cui gliela aveva dato con un’espressione tra lo scioccato e il sofferente.
“… Come hai potuto dire questo?” mormorò Don piano abbassando lentamente lo sguardo “Se solo tu ti fossi fermato ad ascoltarmi sapresti che il bacio tra me ed April è stato …!!”
“E’ stato …” ripeté il genio con voce rotta.
Ma Mikey non volle più sentire nulla. Si girò e corse verso la sua stanza chiudendo la porta a chiave.
Senza sentire l’ultima e fondamentale parola che l’altro stava per pronunciare.
“… Accidentale” sussurrò Don prima di appoggiarsi al muro e lasciarsi scivolare seduto per terra. A piangere.



 

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Capitolo 18
*** I due volti dell'amore ***


Mikey preparò il suo borsone in fretta e furia, non che avesse chissà quali cose da portarsi dietro, però voleva andarsene dalla tana il più in fretta possibile. 

Prese solo il minimo indispensabile.

“Non vedo l’ora di sloggiare da qui” disse l’arancione chiudendo la cerniera del suo bagaglio.

Per Mikey fu una vera fortuna che Splinter fosse dovuto partire qualche ora in anticipo rispetto a ciò che aveva programmato, e proprio mentre lui cominciava a prepararsi. In questo modo anche lui avrebbe potuto anticipare i tempi. Mikey si caricò il borsone in spalla e uscì silenziosamente dalla sua stanza, muovendosi con cautela per evitare di fare rumore inciampando o urtando su qualche cosa. 

Erano da poco passate le 23:30 e Donnie probabilmente già dormiva da un pezzo.

Mikey si lasciò sfuggire un sospiro sommesso e prima di varcare la soglia dell’ascensore si voltò un ultima volta verso casa.

“Ciao casetta mia” mormorò tristemente “Mi mancherai e …” si interruppe un momento, fissando la porta del laboratorio di Donnie “… Mi mancherai anche tu Donnie, mi spiace per prima” aggiunse sentendosi in colpa per le parole dure che gli aveva rivolto in preda alla rabbia e alla gelosia.

Mikey se ne andò, determinato, verso la sua metà: L’Amazzonia!!

..................

“… E questo è tutto” terminò Leo, dopo aver spiegato la situazione di Mikey a Raph e Violet, che nel frattempo era appena tornata.

“Poverino” disse la ragazza sinceramente dispiaciuta.

“Non posso crederci” fece invece Raphael incredulo “E tu gli hai dato il permesso di venire qui!!?? Da solo!!??” sbottò “Come hai potuto permetterlo?!!”

L’azzurro gli lanciò un’occhiataccia “E che cosa avrei dovuto dirgli secondo te?!” replicò arrabbiato per quell’ingiusto rimprovero “Credi che non ci abbia provato a fargli cambiare idea??!! Eppure mi hai sentito!!”

“Avresti dovuto essere più convincente!!” ribatté l'altro “ A che ti serve essere il leader se poi non ti fai obbedire??!!” lo aggredì.

Leo si irrigidì all’ultima frase e strinse i pugni per trattenersi dal prendere il compagno a ceffoni “Non venirmi a dire che cosa DEVE o NON deve fare un leader!! E comunque sai come è testardo Mikey, non mi avrebbe mai dato retta!!”

“Sei tu quello responsabile no? La prossima volta imponiti o se no lascia parlare me che è meglio!!”

“TE???!! E che avresti risolto??!! Avresti solo peggiorato le cose zucca vuota!!”

“Può darsi, però intanto lo avrei convinto a restare a casa. Perché IO mi faccio rispettare!!!”

Leo abbassò lo sguardo, ferito da tutte quelle critiche. 
-E mai possibile che la tua stupidità debba sempre rovinare tutto Raph?- Pensò arrabbiato -Proprio come L’ALTRA VOLTA!!??-

“Ragazzi!! RAGAZZIII!!” strillò Violet mettendosi in mezzo ai due mutanti “Probabilmente non sono affari miei, ma sinceramente penso che adesso i litigi ci servano quanto ad un tricheco serva la geometria!! Cioè a UN CAZZO!!”

Leo e Raph si scambiarono una lunga occhiata corrucciata, poi annuirono.

“Questa storia sta diventando sempre più complicata, non credevo che anche le altre tartarughe fossero finite in love-mode” disse Violet.

“Love-che?” replicò Raph.

“Love-mode: Innamorati persi” spiegò la giovane semplicemente “Ehi, per essere New-Yorkesi dovreste dare una ripassatina al vostro gergo di strada”

“… Io esco un attimo” disse Leo ancora inviperito per la discussione di pochi istanti prima.

Appena l’azzurro uscì richiudendo la porta dietro di lui, Raph si lasciò sfuggire un ringhiò frustrato “E ti pareva che le cose dovessero continuare a peggiorare” commentò arrabbiato.

“Complimenti per l’auto-controllo” applaudì Violet ironica “Non posso credere che tu abbia trattato Leo in quel modo!!”

“E adesso che cosa vorresti dire!!??” sibilò Raphael.

“Voglio dire che il fatto che vostro fratello minore si sia incasinato con l’altro vostro fratello minore non costituisce una ragione sufficiente per prendersela con il tuo compagno!!” disse lei fieramente “Invece di aggredirvi a vicenda dovreste sostenervi!!”

“E quando me la sarei presa con lui?!!” ruggì il rosso furente.

“Appena cinque secondi fa!!”

“Ah si? Beh e anche se fosse, di che ti impicci??!! FATTI GLI AFFARI TUOI!!” ruggì il focoso "Decido io come trattare con il mio compagno, non una tizia strampalata come te!!"

“Bravo, continua pure a fare l’arrogante spocchioso” replicò la ragazza stranamente calma (Solitamente si sarebbe infuriata di brutto a quell'atteggiamento) “Però lascia che ti dica una cosa: Non ti conosco da molto tempo, ma credo di aver inquadrato a grandi linee quale tipo di carattere tu abbia e ti dirò … è molto simile a quello del mio Ex”

"Cosa?" Raph la guardò confuso. 
-E con questo dove vuole andare a parare?- pensò.

“… L’ho lasciato esattamente per questo motivo Raph” raccontò Violet ad occhi bassi, trattenendo le lacrime a quei ricordi “Perché non faceva altro che criticarmi, perché non controllava il suo carattere, perché … la SUA rabbia stava avvelenando la MIA vita”

Raph rimase completamente senza parole e limitò a fissarla, costernato “… Violet” mormorò poi.

“Lui mi amava” lo interruppe la castana “Avevamo anche progettato di ... di sposarci un giorno ma ..." la ragazza distolse un momento lo sguardo, per evitare che la tartaruga potesse vedervi le lacrime "Neanche l’amore può reggere un rapporto dove non esiste fiducia reciproca” terminò con un sospiro avvicinandosi all’entrata della sua stanza. 
Restarono entrambi in silenzio.
“Ascolta Raph, tu mi piaci credimi, ma il vostro litigio di prima mi ha ricordato proprio quelli che c’erano tra me e Rayan, e se ti dico queste cose è perché non voglio che facciate la nostra stessa fine …" sorrise amaramente "Leo ti ama Raph e tu ami lui, ma se continuerai su questa strada … finirai per perderlo per sempre”

Violet entrò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, lasciando la tartaruga da sola nel soggiorno.

... Aveva ragione, Raph sapeva cha aveva ragione!! Troppe volte il rosso tendeva a ferire, anche involontariamente, le persone che amava a causa dei suoi problemi di controllo della rabbia. 
Raph digrignò i denti a quel pensiero. Ma che poteva fare? In fin dei conti non aveva scelto lui di essere così!! 

... No, lui non aveva scelto niente. 
Era così punto e basta.

-Sono semplicemente fatto così- pensò amaramente il rosso -Violet ha ragione quando dice che non mi conosce bene. E’ vero ho un caratteraccio e tendo ad arrabbiarmi con facilità, ma Leo mi ama comunque … nonostante sappia che posso cambiare me stesso …-

……………………………… 

“Raph lasciami!!” protestò Leo cercando di scollarsi la testa calda di dosso.
Non aveva fatto in tempo a svegliarsi dalla sua prima ... meravigliosa, notte di sesso avuto con Raph, che già era stato assalito dai sensi di colpa. 

Il leader si mosse debolmente, scivolando con le gambe sul materasso senza riuscire ad alzarsi.

“Raph mollami!!!” piagnucolò l’azzurro.

“Non posso Leo” mormorò Raph stringendolo invece a se, con maggior forza “Non dopo ciò che ho capito stanotte”

“E’ stato uno sbaglio” sussurrò Leo affranto “Non avremmo dovuto farlo”

“Non tormentarti con i sensi di colpa adesso” replicò Raph morbidamente baciandolo dietro alla nuca “Ti farai solo del male”

“Come ho potuto farlo?” gemette l’altro rabbrividendo al contatto della sua bocca contro la pelle “Ho disonorato la famiglia … non merito il cognome che porto”

“... Leonardo” 

Raphael sospirò, strofinando il viso contro la spalla del compagno “Tu non hai disonorato proprio nessuno, quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto perché ci amiamo … perché io ti amo, tu mi ami” disse infine guadagnando un sussulto da parte dell’altro.

Il rosso gli poggiò una mano sulla spalla e lo girò verso di lui.

“Non prendermi in giro Raph” pigolò Leo affondando il viso sul suo petto “Ti prego non lo fare, non provare a farmi credere che questo sia normale!!”

Raph non rispose, lasciando che Leo continuasse a sfogarsi “Potremmo distruggere la famiglia per questo, e io non voglio che succeda!! Non voglio!!”

“Non accadrà infatti, andrà tutto bene”

“Ti ho già detto di non prendermi in giro!!” replicò Leo “… E poi, anche se questo sentimento fosse più forte di noi” aggiunse tristemente “Nel nostro caso, diventerebbe solo un’arma a doppio taglio che rischierebbe di dividerci tutti per sempre, riesci a capirlo Raph??!!” 

“Ho capito molte più cose di quanto tu creda” rispose Raph alzandogli il mento, costringendolo a guardarlo “So che è rischioso, ma ormai non posso più rinunciare a te Leo, non posso, e questa notte ne ho avuto la conferma”

“Ma Raph … è sbagliato”

“Prova a guardarmi negli occhi e a dirmi che ti sei pentito di questa notte” lo sfidò Hot-head “Prova a dirmi che non lo rifaresti una seconda volta, che ti disgusta averlo fatto … di aver fatto l’amore con me … di amarmi”

Leo scosse la testa frustrato “E come faccio a dirtelo?” sospirò “ … Io ti amo”


…………………………………

“ … Sembrano passati secoli da quei giorni” mormorò il leader seduto sull’amaca fuori dalla catapecchia “Anche volendo non potrei mai odiarti Raph, neanche quando la rabbia ti fa dire cose che normalmente non diresti”

Il suo sguardo vagava nel buio della sera, già piena di stelle, tra il cielo dell’Amazzonia e quello di New York non c’era davvero paragone. La tartaruga si portò le ginocchia al petto, raggomitolandosi, la sera faceva un po’ più freschetto per i rettili come lui. 
-Accidenti al sangue freddo!!- pensò. 
Si strusciò delicatamente i piedi, l’uno contro l’altro nella speranza di riscaldarli un pochino mentre lentamente ritrovava tutta la serenità persa poco prima.

“Vuoi una mano a scaldarti?” chiese una voce accanto a lui.

“… Ciao Raph” mormorò l’altro sorridendo e senza nemmeno voltarsi come lo sentì accomodarsi accanto a lui sulla larga amaca.

Raph gli cinse le spalle con un braccio, imbarazzato “Mi ... mi dispiace per prima, non volevo tirare fuori la storia del leader, etc, etc …” si scusò.

“Lo so”

“Mi spieghi come fai a non essere ancora arrabbiato?”

“Non lo so, sarà perché ti amo da impazzire nonostante tutti i tuoi difetti … oppure solo perché è una bella serata” disse sorridendo e alzando la testa verso il cielo.

“Grazie mille” replicò Raphael fingendosi offeso “Comunque, qualcosa mi dice che è la prima opzione quella più probabile”

“ … Hai mai visto tante stelle in vita tua?” sussurrò Leo assorto cambiando argomento a bruciapelo.

Raph seguì il suo sguardo verso il cielo e ridacchiò un po’ “… Sai, cominciò a capire perché non volevi andartene”

“Davvero?”

“E’ bellissimo qui, e soprattutto … qui non devi affrontare gli stessi problemi che noi affrontiamo abitualmente a New York, ad esempio: Nella giungla non c’è bisogno di nascondersi”

“Già, e non devi nemmeno preoccuparti degli umani di qui” aggiunse Leonardo “Quando vivevo qui, gli abitanti dei villaggi e delle tribù indigene mi credevano una specie di spirito della giungla … l’idea che fossi uno strano mostro mutato non lì ha mai sfiorati” raccontò “Ero conosciuto con nomi diversi sai? A seconda delle tribù o dei villaggi che incrociavo nelle miei esplorazioni”

“Wow!! Dici sul serio?” fece Raph meravigliato “Non immaginavo fossi diventato una celebrità!!”

Leo rise “Il mio nome preferito era: Fantasma della jungla” disse “Spagnolo, mi piaceva come suonava e poi visto come ero conciato allora, con un vecchio e logoro mantello attorcigliato addosso, mi calzava a pennello. Ma c’erano molti altri nomi …”

“Ah si? Del tipo?”

“Beh, ora non me li ricordo tutti, anche perché parecchi erano nomi provenienti da lingue e dialetti indigeni che non conosco, però me ne ricordo uno … non mi sembrava spagnolo a dire il vero, forse viene da un dialetto locale anche se questo … che mi faceva venire i brividi”

Raph inarcò un sopracciglio perplesso “Addirittura? Quale?”

“Sapphire” disse Leo rabbrividendo inconsciamente “Mi sembra che significhi Zaffiro, però … non saprei spiegarti il motivo, ma non mi è mai piaciuto”

“Magari è solo una tua impressione” lo tranquillizzò il rosso alzando le spalle “Voglio dire infondo è solo un nome, non è il caso che ci pensi ancora”

“Si, hai ragione”

Raphael sbadigliò assonato “Si è fatto tardi” disse “Violet è già andata al letto, andiamo anche noi?”


“Si, andiamo” sorrise l’altro.

.....................................
 

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Capitolo 19
*** La verità 1° parte ***


Mikey decise di raggiungere Manaus per via marittima anziché per via aerea come avevano fatto i suoi fratelli.
E ... sembrava proprio che l’universo approvasse la sua scelta e che lo stesse aiutando a raggiungere l’Amazzonia; offrendogli la gentile ospitalità di una grossa nave da carico d’acciaio.
“Ufffhhh” sbuffò Mikey stancamente sedendosi per terra, il guscio appoggiato contro una delle tante casse ammucchiate nella stiva.
L’arancione posò il suo bagaglio accanto a lui e rilassò la testa contro la parete di legno fornitagli dalla cassa.
“Mamma mia, che fatica imbucarsi in una nave” disse sorridendo per la riuscita del suo piano “Però alla fine ce l’ho fatta!! Alla faccia di chi mi crede ancora un moccioso incapace!! Ho raggiunto il porto a piedi (Saltando da un tetto all’altro), mi sono infiltrato qui dentro senza essere scoperto e tra breve raggiungerò i miei fratelloni … vittoria totale” si complimentò.
Certo che però ...
Come no!!  Pensò dopo qualche momento l’arancione sarcasticamente, rattristandosi Ma quale vittoria, sono scappato come un codardo lasciando Donnie completamente solo a casa.
Mikey scosse la testa ringhiando.                        
...Bah!! Ma infondo che me ne importa!!?? Tanto c’è April con lui a consolarlo no?
Mik si strinse le ginocchia al petto preso da un improvviso sconforto mentre cercava di concentrarsi sul rumore metallico dell’ancora, che veniva tirata in su per consentire alla nave di partire, e il suono dei motori entrati in funzione.
... Stava partendo …
“Arrivederci New York” mormorò tristemente Mikey.
Il giovane ninja stava quasi per chiudere gli occhi, sopraffatto dalla stanchezza, quando improvvisamente avvertì qualcuno inginocchiarsi accanto a lui … e un braccio cingergli le spalle. Alzò la testa di scatto e afferrò uno dei suo nunchaku al volo per farlo roteare proprio sulla testa del misterioso intruso.
Era forse un marinaio? Se fosse stato così, sarebbe stato un guaio!! Accidenti!!                                          
Anche mettendolo K.O avrebbe dovuto nasconderlo, e dopo un po' qualcuno sarebbe sicuramente venuto a cercarlo e poi ...
Il suo castello di pensieri crollò subito appena vide chi gli era, arrivato accanto.
“Ehi!! Ma che …?” Mikey si interruppe, sbattendo le palpebre.
Una mano a tre dita color verde oliva, stringeva il suo nunchaku, bloccandolo a pochi millimetri da una testa fasciata di viola.
“Cioè fammi capire ... credevi davvero che ti avrei lasciato scappare via in questo modo?” sussurrò Donnie abbassando l’arma del minore, il quale lo fissava boccheggiante come un pesce fuor d’acqua.
“D-Donnie …” balbettò L’arancione.
Ci fu un breve silenzio carico di tensione, nel quale nessuna delle due tartarughe osò staccare gli occhi l’uno dall’altro. Poi Mikey ritrovò l’uso della parola.
“Che ci fai qui!!??” esclamò arrabbiato (Nonostante una parte di lui fosse felice di rivedere il genio) “Non mi sembra di averti invitato!!”
“Sono qui perché non potevo permetterti di andartene senza chiarire le cose” replicò Don.
“Chiarire dici? E che c’è da chiarire?”
“… Tutto” disse piano il viola “A cominciare dalla fantomatico bacio con April, Mikey le cose non sono andate come credi tu … ”
“A davvero??!!” strillò l’altro alzandosi in piedi con impeto “E come sarebbero andate di grazia? Mi hai preso per un idiota per caso!!??” ruggì "Guarda che non bisogna essere dei geni come te per riconoscere un bacio!!"
“Mikey ascoltami!!” ringhiò Don afferrandogli il polso per costringerlo a tornare giù, inginocchiato davanti a lui “Almeno per qualche secondo, stai zitto e ascoltami dannazione!!” sibilò fissandolo truce.
Ma Michelangelo non voleva sentire altro “Lasciami!!” sbottò cercando di strattonarsi via.
“NO!!! Ora tu resti qui e mi ascolti!!” ruggì il genio, stringendo la presa tanto da strappare un piccolo “Ahio!!” al fratellino.
Mik storse la bocca e tacque.
“… Mikey ciò che è successo con April è stato tutto un malinteso!! UN FOTTUTISSIMO MALINTESO DEL CAZZO!!” strillò Don “Di cui tra l’altro sei TU il responsabile!!”
Mikey lo fissò a bocca aperta, LUI? E che avrebbe fatto lui!!?? L’arancione scosse la testa stranito, troppo scioccato per replicare.

…………………………………………

“Mi dispiace davvero tanto per Leo e Raph” disse April sinceramente dispiaciuta “La reazione del maestro è stata troppo pesante, voglio dire … infondo non fanno nulla di male, anzi io penso che quei due siano una bella coppia!!!”
 “Hai ragione April” concordò Don “E poi credo che i miei fratelli abbiano il diritto di stare con chi vogliono”
"Assolutamente” fece la rossa strofinandosi le mani con uno straccio per pulirsele (Un minimo) dall’olio per motori.
Alla tana si respirava un’aria pesantissima da quando Leo e Raph erano partiti, ma Donnie sapeva che April li avrebbe sostenuti comunque anche dopo averle raccontato il motivo di quella partenza improvvisa. Era di una mentalità aperta la ragazza e poi erano nel 2014!! Cazzo!! Era ora di buttarsi alle spalle certe vecchie tradizioni!!
“Vi hanno detto dove sarebbero andati?” domandò April  appoggiando lo straccio sul tavolo.
“No, perché non lo sapevano ancora” rispose Don “Ma grazie al segnale emesso dai loro T-phone ho scoperto che si sono rifugiati, indovina un po’? In Amazzonia!!”
“In amazzonia!!??” esclamò la giovane stupita “Si sono spinti davvero così lontano?”
“Sembrerebbe di si” disse il viola sorridendo leggermente “Ricorda che è laggiù che hai trovato Leo, nel periodo in cui era partito per l’addestramento"
"E' vero, hai ragione" assentì la ragazza, ricordandosi del suo incontro con l'azzurro in mezzo alla foresta.
"... Evidentemente Leo avrà voluto cogliere l’occasione della partenza per tornare lì, sai non lo biasimo, restare a New York …” disse Don sospirando “… Avrebbe potuto complicare ulteriormente le cose”
“Già, lo penso anch’io” disse April frugando dentro il borsone dell’amico “… Don dov’è il tuo set di cacciaviti? Non riesco a trovarlo!!”
“Lascia, lo cerco io” disse il genio venendole vicino “Potresti invece dare un’occhiata alla ruota sinistra anteriore del battle-shell  per favore?” chiese “Mi è sembrata un po’ sgonfia”
“Certo” sorrise la giovane.
“… Ecco l’ho trovato” disse dopo un po’ il viola tirando fuori dal borsone il fantomatico set di cacciaviti, esattamente nel momento in cui le porte dell’ascensore si aprirono rilevando la figura minuta di Mikey.
“Meno male, per un momento ho pensato che avremmo dovuto mettere a soqquadro il garage” sorrise la rossa sistemandosi meglio la crocchia sopra la testa, accorgendosi solo dopo della presenza del ninja dei nunchaku.
Donnie le sorrise poi volse lo sguardo verso Mikey. Corrucciò la fronte a vederlo storcere la bocca insolitamente infastidito.
“Ehm … Ehi ragazzi!!” salutò l’arancione.
“Mikey!!” esclamò il viola avvicinandosi “Come mai qua?”
“…Disturbo forse?” domandò il minore con leggera stizza, cosa che stupì ulteriormente  il fratello maggiore “ … Non sapevo che ci fosse anche April, se me lo avessi detto ne avrei preparati due di sandwich” fece notare scontrosamente.
“Oh ...  quindi quello …” disse Don indicando il vassoio “E’ per me?”
“Certo!! E chi se no!!” brontolò l’altro.
“Grazie” fece Donnie sorridendo dolcemente “… Sei stato … davvero molto carino” aggiunse alla fine un po’ imbarazzato, avvertendo uno strano calore alle guance “Non c’era bisogno che ti disturbassi per me”
Con gran sorpresa del genio,  anche le guance di Mik si sfumarono lievemente di una tonalità rosata, tanto da costringerlo ad abbassare lo sguardo.
“F-Figurati” disse ficcandogli sbrigativamente il vassoio tra le mani senza alzare la testa “Non c’è problema”
“Comunque per il sandwich per April non preoccuparti, lei ha già mangiato ma se ha ancora fame potremmo sempre dividerlo” disse Don tranquillamente, non volendo che il fratellino si rimettesse a lavorare di nuovo in cucina.
Mikey sembrò irrigidirsi a quella soluzione, poi scosse la testa … sembrava come sconvolto.
“Mikey?” fece Don preoccupato.
“Eh?"
“Stai bene?” chiese Donnie “Ti sei … ehm,  zittito di colpo”
“Oh, ehm … si, si, sto bene” replicò l’altro per poi rivolgersi ad April “Comunque sia. April come mai sei qui?” domandò.
April rimase perplessa a quella domanda “Beh, avevo la giornata libera al negozio quindi Don mi ha chiesto se potevo dargli una mano con il Battle-shell.
“Ah, capisco” mormorò Mik.
Don lo guardò stranito, Mikey sembrava come … infastidito? Perché?
“E Casey?” chiese ancora il minore.
“Beh, Casey è dovuto andare fuori città per dei suoi affari di famiglia” rispose April.
“Ah, beh, comunque sia io giù ho finito e posso darti-ehm … darVI una mano se volete” si corresse subito Mik arrossendo “Datemi giusto il tempo di sistemare alcune cose e torno subito da voi”
“Per me va bene” disse April sorridendo.
“… Idem” fece Donnie, ancora perplesso per il singolare comportamento del fratellino.
“Ok allora, allora vado e torno”
Appena la tartaruga se ne andò, April si avvicinò a Donatello confusa “E’ una mia impressione o Mikey era un po’ come dire … turbato?”
Ah, allora non me lo sono immaginato. Pensò il viola. Anche se, più che turbato, Mikey a me è sembrato quasi scocciato, ma per quale motivo?
Don alzò le spalle “Non ne ho idea April, magari è stata solo una tua impressione” mentì.
Passarono pochi minuti, nei quali i due discussero sul quale delle modifiche progettate da Don per il sistema computerizzato del Battle-shell fosse la migliore da apportare. April prese la cartellina contenete i progetti che avevano già scartato con l’intensione di portarla via … peccato che, come al solito, Donnie avesse cambiato idea.
“Ehi!! April aspetta, penso che con quei progetti potrei …WOOOHH!!!!”
Quasi senza rendersene conto, il genio di casa Hamato inciampò …
Inciampò su che cosa? Una chiave inglese? Rottami? Una delle sue invenzioni? No!!
Inciampò proprio sull’unica cosa che NON doveva esserci nella zona del garage dove trafficava con i veicoli delle turtles ossia … lo skateboard di Michelangelo!!
Conseguenza: Don cadde addosso ad April, facendo, così, rovinare entrambi per terra e … unire (In maniera anche dolorosa considerando che l loro fronti si scontrarono in maniera piuttosto violenta)  le loro bocche insieme, in un bacio.
Tutto questo proprio davanti agli occhi di un Mikey scandalizzato, arrivato per pura sventura esattamente in quell’istante.

Che figura di m****


.............................

“Si può sapere perché cazzo devi sempre lasciare la TUA roba in giro!!!???” sibilò Donnie “Ti ucciderebbe tenere le tue cose dove devono stare!!??”
Mikey si mise a boccheggiare incredulo. Allora, allora … Pensò sconvolto. Tutto ciò che è successo è stato …?
“… Un malinteso!!” terminò inconsapevolmente Don per lui “Ti prego dimmi che non sei salito su questa nave solo per uno stupido malinteso!!”
“I-Io …” balbettò Mik senza sapere cosa dire, e ora? Che doveva fare? Se tra April e Don non era successo effettivamente nulla voleva dire …!!
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dal viola, che lo abbracciò affondando il viso nell’incavo del suo collo
“… Andartene così, di soppiatto nel cuore della notte!! Mi hai fatto quasi venire un infarto lo sai? Stupido!!” disse cercando di trattenere un singhiozzo morbido “Non OSARE farlo mai più!!”
Ma Mikey non lo stava ascoltando O la va o la spacca. Pensò l'arancione. Se non lo faccio adesso ... non lo faro mai più.
“Donnie …” mormorò Mik staccando delicatamente l’altro da lui “… I-Io devo, devo chiederti una cosa”
L’altro lo guardo confuso “O-Ok, dimmi, cosa c’è?”
“D-Donnie …” pigolò l’arancione timidamente “Ascolta io è da un po’ di tempo che … che …” prese un grosso respiro prima di continuare “… Che sento … che provo, CERTI sentimenti nei tuoi confronti e … ecco io mi chiedevo …”
Don trattenne il respiro, dando al fratellino uno sguardo molto serio “Cosa Mikey?”
“I-Io, io ti … t-ti piaccio Donnie?” chiese finalmente il minore abbassando lo sguardo.
“Ma che domanda è? Certo che mi piac-“
“Non intendo dire come persona!!” lo interruppe Mikey esasperato “Ne in senso fraterno o in senso di amico … i-io i-intendo …”
Passarono pochi secondi di silenzio, che per Michelangelo sembrarono secoli poi … Donnie gli accarezzò la guancia mentre avvicinava il suo viso al suo e tutto diventò … diverso.
Con delicatezza il viola premette le sue labbra su quelle di Mikey, chiudendo gli occhi.
Mikey non ebbe altro tempo per pensare … e chiuse gli occhi anche lui, assaporando il calore della bocca dell’altro.

.............................


Ta-DAN!!! Il momento che tutti aspettavate gente!! Il momento della MXD!!!! YEAHHHHH!!!!!!!!!!!! Che ve ne pare!! Siete contenti io un sacco!! Il prossimo capitolo infatti sarà ... vi lascio immaginare XD
Ciao ragà, T.V.B a tutti quelli che mi seguono e magari lasciano pure i commenti!!! CIAAOOO!!! 
 

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Capitolo 20
*** La verità 2° parte ***


Mikey e Don si staccarono, ansimando leggermente bisognosi d’ossigeno.
“… Immagino, di doverti alcune spiegazioni Mikey” cominciò Don sedendosi a gambe incrociate in maniera più comoda, un po’ imbarazzato.
“Non alcune, parecchie!!” replicò Mikey ancora scosso per tutta la situazione "E la prossima volta che vuoi farmi venire un infarto avvertimi per favore!!"
“Beh, ecco … vedi Mikey, io …” iniziò l’altro dopo un sospiro “La verità è che, si, inizialmente, i primi tempi dopo che avevamo conosciuto April io … i-io mi ero preso una s-specie di c-cotta per lei … Ma non è mai stato nulla di serio!!” si affrettò ad aggiungere vedendo l’espressione di Mikey corrucciarsi.
L’arancione annuì leggermente, lasciandolo continuare.
“… Infatti, più il tempo passava, più mi rendevo conto che i sentimenti che provavo per lei non erano, insomma, veri” disse Donnie “E che per me non poteva essere nulla di più di una buona amica. Lo avevo capito e credevo che i miei problemi di “cuore” fossero finiti ma poi …”
Fece una lunga pausa abbassando lo sguardo, più rosso di un pomodoro.
“Ma poi …?” esclamò invece Mikey, ansioso di conoscere il seguito.
“T-Tu …” espirò il genio, quasi come se si fosse tolto un macigno dalla schiena “In q-quel periodo fosti tu quello ad essermi più vicino per via di April, e-eri sempre così d-dolce con me, tanto che alla fine mi … mi sono innamorato …” raccontò “All’inizio fu complicato per me, non riuscivo ad accettarlo”
“Accettarlo!!?” sbuffò il ninja dei nunchaku, incrociando le braccia offeso “In pratica mi stai dicendo che pensavi fosse un errore esserti innamorato di me?” chiese con una stizza che in realtà serviva soltanto a coprire la tristezza di aver aspettato tanto a lungo.
Sei davvero un disastro Donnie!! Commentò mentalmente il minore. Sarai pure un genio ma di sentimenti non ci hai mai capito una mazza!!  
Donnie sospirò frustrato “Il fatto è che …” esitò “… è c-che, all’inizio n-non capivo cosa d-diavolo mi stesse p-prendendo, ogni volta che mi trovavo vicino a te mi sentivo esplodere il cuore" confessò finalmente “C’erano troppe emozioni per me da gestire, i-io mi sentivo confuso Mikey, confuso e anche spaventato perché … perché avevo scoperto di AMARE il mio fratellino!!”
Mikey sussultò all'ultima frase, colpito nel profondo del cuore, allora lo amava davvero!! Perché diavolo non se ne era mai accorto?
Ah si. Pensò Mikey amaramente. Perché ero troppo occupato a essere geloso di April, ecco perché.
“Perché non me lo hai mai detto?” disse il ninja dei nunchaku piano, rilassando le braccia lungo i fianchi “Avrei … avrei tanto voluto saperlo”
“Potrei farti la stessa domanda” gli ricordò Donnie scuotendo la testa “Anziché farmi tutta quella scenata avresti dovuto dirmelo prima cosa sentivi, perché non …”
   “… P-Perché temevo c-che non avresti p-più v-voluto avere nulla a c-che fare con m-me” lo interruppe l’arancione sentendosi in colpa.
Passarono diversi secondi, in un silenzio spezzato soli dai rimbombi e gli sbuffi del motore della nave. Ormai doveva già essere uscita dal porto.
“Oh, Mikey” sussurrò avvicinando di nuovo il viso a quello del minore “… Anch’io avevo la tua stessa paura”
“S-Scusami” piagnucolò Mikey “Sono stato uno stupido”
Donnie sorrise leggermente, accarezzandogli la guancia. Si baciarono di nuovo, questa volta con molto più trasporto, ora che entrambi erano certi dei sentimenti l’uno dell’altro. Michelangelo si alzò leggermente dalla posizione inginocchiata che aveva assunto, mettendo le braccia intorno al collo del compagno (Si, ormai possiamo definirlo così!!) per approfondire il bacio.                                            
Donnie dal canto suo, preso da un improvviso bisogno di più, fece scorrere la mano lungo tutto il fianco di Mikey fin lungo coscia per poi metterla sotto la piegatura del ginocchio dell’altro.
Ok, geniaccio è ora di dimostrare a te stesso e a Mikey quanto lo ami. Pensò il viola convinto lasciando che la sua lingua giocasse con quella dell'altro, assaporandone il gusto.
 Senza nemmeno rompere il bacio, Donatello distese Mikey sul pavimento alzandogli la gamba quel tanto che bastava per fare leva e far cadere delicatamente il minore all’indietro, sdraiato sotto di lui.
“Uhmmm … Donnie sai di caffè” commentò Mikey a malapena due millimetri dalle labbra dell’altro.
“Beh, tu sai di camomilla eppure non mi sembra che io mi stia lamentando” replicò Don riportando entrambe le mani sul suo addome “Cavoli, se lo avessi saputo prima cosa provavi …”
“Meglio tardi che mai”
“Si, su questo hai ragione” sorrise il genio strofinando il viso contro il suo collo.
Mikey fece le fusa, aspirando l’aroma di caffè che emetteva l’altro, non ci aveva mia fatto caso prima, però non era affatto sgradevole. Lentamente fece scendere le mani lungo le braccia del maggiore, tastandone piano i muscoli tonici. Allo stesso tempo allungo le gambe facendole strusciare contro quelle del viola.
“… Mikey” disse Don alzando momentaneamente il capo “Tu sei … sei sicuro di voler, di voler fare questa cosa con me … ?” chiese, nonostante avvertisse il membro sgusciare fuori dai piastroni dell’inguine, incontrollato e già duro per l’eccitazione.
 “Non dirmi che vuoi tirarti indietro?” chiese Mikey maliziosamente gettando un’occhiata alla zona tabù del viola.
“Certo che no!!” ribatte Don rossissimo per l'imbarazzo. 
“Allora si, sono sicuro” disse Mikey “Donnie, tutto ciò che voglio sei TU, nient’altro” mormorò sottolineando la frase piegando di poco le gambe e allargandole per fargli spazio "Voglio stare con te ... in tutti i modi possibili"
Donatello sorrise delicatamente e iniziò a spogliarsi.
Buttò quasi con noncuranza la sua attrezzatura poco lì vicino e poi fece lo stesso con la roba di Mikey.
Lentamente strusciò il suo corpo contro quello della tartaruga più piccola verso il basso in modo che le loro zone intime corrispondessero.
Lo penetrò con dolcezza, scivolando dentro di lui. Donnie si lasciò sfuggire un lungo gemito di liberazione, mentre Mikey serrò appena le palpebre per il dolore. Gemettero piano all’unisono quando il viola incominciò a dare le spinte dopo aver atteso qualche momento per far abituare Mikey all'intrusione. Le cosce del minote tremarono leggermente, essedo il più piccolo e quindi meno preparato a questo tipo di rapporti era normale, ma non osò lamentarsi: In un certo senso erano secoli che lo voleva (Da quando si era effettivamente reso conto del suo amore per Don) e ora che finalmente era arrivato il momento aveva intenzione di godersi ogni singolo secondo.
Non essere codardo Mikey!! Si disse mentalmente mentre il dolore alla zona anale incominciava a sciamare fino a venir sostituito dal piacere sessuale.
Donnie stava aumentando il ritmo pian piano, tenendo sempre d’occhio ogni eventuale reazione negativa del suo piccolo ninja “… Ti amo Mikey” sussurrò baciandogli il collo “Mi dispiace di aver combinato questo casino”
In risposta l’altro gemette forte come le fitte di piacere gli mandavano una serie di brividi lungo tutta la corazza.
Donnie sorrise contento di star facendo godere anche il suo compagno, come godeva lui.

________________________________
   
Una volta terminato il rapporto, stanco, Don si sdraiò accanto a Mikey.
“… Wow!!” fece l’arancione ancora un po’ ansimante dopo “E’ s-stato beh … Wow!! Anche se mi fa un pò male il c....”
"L-Lo so Mik" lo interruppe Donnie ansimando "E' normale ... peccato averlo fatto nella stiva di una nave” commentò cercando di riprendere fiato.
Mikey lo guardò e sorrise “Ti amo tanto Donnie” disse lasciandogli un leggero bacio sulle labbra “… A quanto pare dovrò chiamare Leo per dirgli che avranno DUE ospiti, anziché uno, sarà felice di vedere anche te”
“ … Sempre che Raph non mi uccida prima” sbuffò Don a bassa voce.
Lentamente, stanchi ma felici, si addormentarono.                                        
Cullandosi a vicenda.

 
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Eccomi qua, è da parecchio che manco con questa storia vero? Beh, spero tanto che questo capitolo vi piaccia.
Ancora una volta ho faticato per scrivere la parte "lemon", ma non sono esperta!! BUUUUUHHHHHHH!!!! ç_ç Che pena che faccio, vabbè comunque da qui in avanti dovrei andare più veloce con i capitoli ... spero. A presto!!! ^^
Baci e abbracci!!

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Capitolo 21
*** Incubi ***


Leonardo stava correndo a perdifiato nella giungla, inseguito da qualcosa … o qualcuno. Non aveva idea di come fosse finito in quella situazione, in realtà gli sembrava di correre da un’eternità, ininterrottamente.

E aveva paura, molta paura.

La giungla aveva un aspetto molto diverso dal normale, ogni cosa era circondata da una profonda nebbia nivea e le piante, che di solito erano caratterizzate da  un colorito verde fresco e brillante, erano in parte appassite tinte di un verde acido o marrone.           
Non vi era alcun rumore familiare, che Leo conoscesse, appartenente alla giungla ... tranne un agghiacciante rimbombo di tamburi, tamburi indigeni; di quelli grandi dal ritmo lento e penetrante.

Il ninja si fermò un istante, ansimando,  vicino ad un albero. 
Si appoggiò ad esso guardandosi freneticamente attorno, non vedeva ne inseguitori ne tamburi ma nonostante ciò la sensazione di essere seguito crebbe insieme alla sua ansia e al suono dei tamburi, sempre più vicino.

Più vicino ...

Improvvisamente vide un leggero tremito tra le piante davanti a lui e intimorito riprese a correre, a occhi chiusi nel mezzo della giungla.

“Sapphire…” mormorarono delle voci tra la vegetazione, così profonde che sembravano uscire da una tomba “… Sapphire, Sapphire” ripeté.

Leo continuò a correre spinto da paura crescente, fino a quando non inciampò sulla radice di un albero cadendo per terra.

“Aahi …” si lamentò l’azzurro cercando di alzarsi il più rapidamente possibile, appoggiandosi  all’albero accanto a lui “Devo andarmene di qui …” ansimò spaventato.

“Tu non andrai da nessuna parte” sibilò una voce maligna alle sue spalle, diversa rispetto a quella di prima … questa era fin troppo viva “Noi abbiamo bisogno di te … la tribù ha bisogno di te … la pietra ti sta chiamando”

Il ninja si voltò di scatto e, sgranando gli occhi, vide una specie di Leopardo antropomorfo (Tipo gli abitanti del mondo di Usagi) in piedi a pochi passi di distanza davanti a lui.

“O-Oddio …” balbettò Leo indietreggiando inconsciamente contro l’albero alla vista di quel tizio.

Era proprio un leopardo … che però camminava su due zampe come un normale essere umano: Era alto e muscoloso. La pelliccia gialla maculata come tutti i felini della sua razza, ma era vestito e tatuato a tratti (Nella parte dove la pelliccia era bianca, quindi il petto e il ventre) come una sorta di indigeno o un indiano pellerossa.                    
Indossava una specie di gonnella marrone, corta e stracciata che copriva giusto le parti intime e dei para-avambracci di cuoio, le zampe erano scalze e infine sull'orecchio destro portava un orecchino d’oro e al collo ... uno strano ciondolo. 

Una pietra dalla forma ovale, azzurra e luminosissima, come se al suo interno ci fosse una piccola fiamma. 
Dietro la schiena portava una lunga lancia rudimentale e sulla vita teneva, allacciato ad una cintura marrone un pugnale con il manico d’osso e la lama completamente nera e lucida.

“C-Chi sei?” domandò Leo intimorito.

Il leopardo non rispose ma avanzò di qualche passo verso di lui, costringendolo ad indietreggiare, fino ad appiattirsi contro l’albero. 

I tamburi non avevano smesso nemmeno per un istante di suonare e anzi i loro battiti sembrava addirittura aumentare man mano che il felino avanzava verso di lui. 

“Finalmente, dopo secoli, il momento del rito si avvicina” disse il felino “Non puoi opporti al tuo destino Sapphire, ne evitarlo”

“M-Ma di che diavolo s-stai parlando?” replicò Leo “… Chi sei??!!”

L’altro lo ignorò di nuovo e si limitò a guardarlo mentre all'improvviso delle liane sbucate dal nulla si avvolsero attorno alla vita e ai polsi di Leonardo, quest’ultimi vennero legati sopra alla sua testa, bloccandolo all’albero.

“EHI!! Lasciami!!” protestò la tartaruga cercando di divincolarsi ma era legato troppo stretto, perché di punto in bianco si sentiva così debole? “Lasciami andare!!”

L’indigeno gli arrivò davanti.

Si tolse l’amuleto dal collo e lo sistemò attorno a quello di Leo.  
Appena la pietra gli ricadde  sul petto, questa brillò di una luce azzurra molto più forte rispetto a prima, lasciando la tartaruga senza parole.

Che razza di pietra era?!!

“Si, sei tu, chi l’avrebbe mai detto … un semplice terrestre della terza terra” mormorò tra se e se l'indigeno "Ma se lei ti ha scelto, un motivo deve esserci ..."

“Ma c-che stai dicendo?” fece lo spadaccino senza capire, troppo spaventato dalla situazione per ricordarsi che il suo pianeta (In base a quanto aveva appreso al Battle Nextus) era della terza dimensione.

-E poi chi sarebbe questa lei? La pietra?-

Il leopardo slacciò il pugnale legato alla sua cintura e glielo puntò sotto il mento, istintivamente Leo alzò la testa per evitare il contatto con la lama.  

Si morse il labbro chiudendo gli occhi.
-Adesso mi ammazza, adesso mi ammazza!!- pensò, quasi in lacrime -Raph, dove sei?-

“L’ora del tuo sacrificio di avvicina Sapphire, dovresti esserne contento, è un onore essere scelti” disse il felino.

“S-Sacrificio??” sussurrò l’azzurro tirando debolmente le liane.

L’indigeno fece scorrere piano la punta del pugnale lungo tutto il suo collo fin in giù per il petto, sfiorandone leggermente la superficie, senza ferirlo ... fino a fermarsi nel punto ove vi batteva il cuore.

Leo rabbrividì, sentendo il battito cardiaco accelerare in maniera incontrollata.

“Stanno arrivando Sapphire … stanno venendo a prenderti”

“Io non mi chiamo Sapphire!!!!” sbottò il leader fissandolo truce “Il mio nome è Leonardo!! Tu chi sei!!?? Cosa vuoi da me??!!” mitragliò.

“Presto” replicò semplicemente il felino “Arriveranno molto presto Sapphire, molto presto”
 
“Tu sei pazzo!! Smettila di chiamarmi Sapphire!!!” esclamò Leo dibattendosi di nuovo contro i legami  “Odio quel nome!! Lasciami andare!!”

“Il Gran Sacerdote avrà il sacrificio che merita” disse il leopardo alzando il pugnale “Il tuo giovane sangue donerà al nostro signore la sua antica forza” disse, conficcandoglielo dritto nel cuore.

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“YYYYYYYAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!”

Raph venne svegliato di colpo da un urlo accanto a lui, aprì subito gli occhi voltandosi verso Leonardo, il quale, nonostante tutto, sembrava ancora dormiente e si agitava girandosi e rigirandosi nella sua parte di letto. 

Gli occhi chiusi ermeticamente in un espressione terrorizzata.

“Leo!!” esclamò Raph perplesso alzandosi leggermente con il busto, appoggiandosi con il gomito “Leo!! Svegliati!!” continuò scuotendolo su una spalla “Svegliati!!”

L’altro aprì gli occhi di colpo, sbattendo più volte le palpebre e guardandosi freneticamente intorno spaventato.

“Leo” disse Raph “Cosa c’è? Hai avuto un incubo?” chiese preoccupato a vederlo così agitato.

L’azzurro lo guardò ansimando nervoso “Il sacrificio!! Raph, sta arrivando il momento del sacrificio!!” mitragliò di riflesso a ciò che ricordava del sogno  “Vogliono Sapphire!! La pietra vuole Sapphire!! Il leopardo, il Gran Sacerdote, tutta la tribù!!!” sparò a raffica terrorizzato.

“Ma di che diavolo stai parlando?” lo interruppe Raphael bloccandolo per le braccia, il nervosismo lo stava facendo gesticolare in maniera incontrollata “Leo, calmati!!!”

“Il sacrificio, Raph” piagnucolò Leo affondando la faccia sul petto del compagno, tremante “Sapphire, la tribù … stanno arrivando”

“Ehi, ehi!! Tranquillo!!” mormorò Raph accarezzandogli la nuca delicatamente “Va tutto bene, ci sono io qui” disse cercando di tranquillizzarlo “Era solo un incubo Leo … nient’altro, solo un brutto sogno” continuò, più a se stesso che a Leonardo in realtà, perché da come singhiozzava il fratello cominciava a non esserne più tanto sicuro "Non possono farti del male"

-I sogni, sono solo sogni- pensò il rosso, scuotendo il capo.
                  
“Ssssshhh” fece stringendo il compagno maggiormente a se “Ssssh, tranquillo, va tutto bene”

Rimasero in quella posizione per svariati minuti, il tempo sufficiente che Leo si calmasse.

“Che cosa hai sognato esattamente?” domandò poi Raphael incuriosito.

“… i-io non … non mi ricordo” disse l’altro alzando la testa, ora era calmo ma … confuso, non ricordava più quasi niente del sogno, forze dei frammenti ma era tutto avvolto da una specie nebbia “Non so, è tutto così confuso”

“Hai detto qualcosa su una pietra” provò Raph “Su una tribù, un sacrificio e quel nome che detestavi tanto: Sapphire”

“Davvero?” mormorò Leo perplesso “N-Non saprei, io … i-io so solo che mi sentivo così stanco e in trappola Raph, e … avevo paura” ammise.

“Mi dispiace” disse Raph baciandogli la fronte “Ma poi stare tranquillo ora, era solo un sogno”

Ci pensò la vibrazione del T-phone di Raph ad interromperli. Il rosso inarcò un sopracciglio un po’ infastidito, e adesso chi poteva essere? Con tutti i problemi che c’erano?

“Raph, dovresti rispondere” disse Leo nuovamente calmo, traendo un profondo respiro.

Pigramente, e senza nemmeno alzarsi dal letto il rosso allungo il braccio  fin giù allo zaino che aveva sistemato vicino al suo lato del mobile e prese il T-phone “Mikey?” disse accettando la chiamata.

“A quest’ora?” fece Leo perplesso.

“Pronto?” fece Raph mettendo in viva voce per fare in modo che potesse sentire anche Leo.

“Ehi!!! Raphieee!!!!” squillò la voce del loro fratellino, allegro e pimpante.

I due si scambiarono un’occhiata stranita. Come mai Mik sembrava così contento? Poche ore fa era sprofondato in un baratro di depressione.

“Non ci crederai mai a cosa mi è successo!!!” disse l’arancione al settimo cielo.
“Ehm … ok, se lo dici tu” disse Raph “Cosa è successo?”

“Io e Donnie stiamo insieme!!!” dichiarò senza troppe cerimonie il minore “E l’abbiamo anche fatto!!!!!”

“EEEHHH????!!!!” esclamarono Leo e Raph all’unisono.

“Ehi!! Un attimo, fatto COSA??!!” disse Leonardo.

“Mikey ti spiacerebbe spiegarti meglio?” aggiunse Raphie.

“Che c’è da spiegare??!! Io e Donnie stiamo insieme, sotto TUTTI gli aspetti!! L’abbiamo fatto!! E’ stata un esperienza epica!!! Certo all’inizio faceva un po’ male però poi …”

“MIKEYYY!!!” sbottò improvvisamente la voce di Donnie nel T-phone.

“Ma che …?” chiese Raphael guardando il leader.

“Non so che dirti Raph” rispose l’azzurro basito, alzando le mani e le spalle come se stesse a recitando il padre nostro “Ne so quanto te” 

“Ma non è che per “fatto” Mik alludeva a …”

“NON E’ COME SEMBRA!!” strillò Donnie nel cellulare “Cioè si, tecnicamente lo è ma … insomma ignorate ciò che ha detto!!”

“Donnie!!??” esclamò Raph “Ci sei anche tu con Mikey?”

“Eh già, sembra che torneremo presto ad essere in 4 eheheh!!” rise nervosamente il viola un po’ imbarazzato.

“… Ehm, ok, questa non me l’aspettavo proprio” replicò il maestro dei Sai “… Aspetta! Hai detto 4!!!??” aggiunse poi dopo una breve pausa in cui aveva appena elaborato le ultime parole del fratellino.

Ora veniva anche don? Ma dai!!??? E ora chi la sentiva Violet???!! 2 mutanti li poteva accettare, 3 anche pure, ma 4!! Il palcoscenico non si stava affollando un po’ troppo???!! 

“Proprio così!! Arriviamo Raphie!!” si sentì Mik (Che era riuscito a recuperare il suo cell nonostante le proteste del genio) “Allora ci si vede tra breve, salutami Leo!! E soprattutto digli che aveva ragione!! CIAOOO!!!”

La chiamata si interruppe lasciando solo il classico tu-tu con un Raph imbambolato con il cellulare in mano e gli occhi ridotti a due puntini.

“Toh! Sembra  che dovremo dividere la stanza con loro Raph … R-Raph?”

Leo quasi si spaventò trovandosi improvvisamente il volto di Raph vicinissimo al suo con un’espressione ringhiante.

“Loro-non-dormono-qui” sillabò il rosso “Chiaro?! Questa stanza è ASSOLUTAMENTE off-limits!!!”

“Oooookay” fece Leo alzando leggermente le mani, neanche Raph gli avesse puntato una pistola in faccia “Come vuoi, ma come facciamo con Violet? Non possiamo dar loro la sua camera”

“Vorrà dire che li sistemeremo in soggiorno con un sacco a pelo, un grosso sacco a pelo” rispose Raph “Nel pacchetto viaggio non erano previsti altri ospiti, anche se devo dire … che sono felice per loro” ammise alla fine.

Leo sorrise rincuorato, era davvero felice che insieme a Mikey stesse arrivando anche Don, e soprattutto era felice che anche quei due alla fine siano riusciti a dichiararsi. Presto sarebbero tornati ad essere in quattro.

“Anch’io sono felice per loro Raph” disse Leo “Sembra che finalmente le cose si stiano sistemando” continuò serenamente.

L'incubo di prima, completamente dimenticato.


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Fate attenzione a questo capitolo perché è uno di quelli chiave, infatti sarà molto importante per capire il resto della storia ^^
Alla prossima!!

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Capitolo 22
*** The ghost of jungle in me ***


“Piacere!!” esclamò Violet stringendo calorosamente la mano di Donatello “Io mi chiamo Violet Stealfire, la super-figa che i vostri fratelli hanno avuto L’ONORE di salvare!!” si presentò bonaria.

“Ma tu senti questa …” brontolò Raph a bassa voce, al fianco di Leonardo, sbuffando.

Beh, non si poteva certo dire che Violet fosse una asociale.
“Ehm … piacere” replicò Don sorridendo perplesso, seppur ricambiando la stretta.

“Quindi tu sei la ragazza che ha salvato Leo!!” esclamò Mikey, stringendole l’altra mano “Grazie mille!!”

“Figurati, ho solo ricambiato il favore a benda blu” disse Violet “Se non fosse intervenuto lui …”

“Ehi!!” ringhiò Raphael a braccia conserte, offeso per essere incluso nella storia.

“… Ok, lui E il suo isterico amato” si corresse allora Violet, ghignando alla vista di un Raph furente trattenuto da Leo (Altrimenti è sicuro che l’avrebbe uccisa) “Non so che avrei fatto”

Erano passate poche ore dallo sbarco di Mikey e Don a Manaus, Raph e Leo si erano fatti trovare lì, ad aspettarli, per poi accompagnarli alla “Catapecchia”, detto alla Raphaellese, dove avrebbero vissuto tutti e 4 fino a tempo indeterminato. 
Violet invece era rimasta a casa ad aspettarli, per fortuna era il suo giorno libero. Con gran sollievo di Leo e Raph la ragazza non sembrò affatto contrariata all’arrivo degli altri due Hamato anzi …

“Perché no? Più siamo meglio è!!” aveva detto “Ma se qualcuno osa entrare nella mia stanza ... lo faccio secco!!” aveva però aggiunto, un tono basso e profondo mentre agitava il coltello che stava usando per tagliarsi una fetta di pane. 

Da qui la felice rimpatriata.

“Sono contento che il viaggio sia andato bene” sorrise Leo abbracciando i suoi fratellini “E sono contento che ci sia anche tu Donnie”

“Grazie Leo” mormorò il genio sorridendo leggermente.

“Quindi … anche voi due eh?” fece Raph rivolgendo la sua attenzione ai due fratellini.

“Sisisisi!!” esultò Mikey tutto contento bracciando Don così forte da tagliargli fuori l’ossigeno dai polmoni.

“M-Mikey, m-mi stai s-soffocando” borbottò il viola cercando disperatamente di restare in equilibrio e non finire a gambe all'aria.

“Sono felice per voi!!” rise Violet intenerita dalla scena “Siete tutti molto simpatici perciò penso che non sarà un problema convivere per un po', e poi voi due siete così cariiiini!!!" aggiunse guardando la neo-coppietta con occhi luccicosi "Soprattutto tu!!" continuò indicando Mikey.

"Oooh!!! Lei mi è già simpatica!!" esclamò l'arancione. 

“… Beh, l’importante è che ora siete arrivati …” disse Leo cominciando a guardare distrattamente per aria “Quindi … Violet tu non dovevi andare al mercato del villaggio oggi?” chiese rivolto alla ragazza.

Violet, capì al volo le intenzioni dell’azzurro comprendendo il messaggio sottinteso della domanda (ossia: LASCIAMOLI UN PO’ DA SOLI!!!) e sorrise facendogli l’occhiolino, non vista da gli altri.

Raph fissò l’azzurro confuso da quell’improvviso cambio di discorso.

“E’ vero benda blu” sorrise la castana “Ho un sacco di cose da vedere da quelle parti, incluse alcune cose che a Mikey e Don potrebbero servire … potrei metterci un po’, però …”

“No problem, c’è la moto per questo no?” disse Leo tranquillamente, consegnandole il portachiavi di Raph.

"Ehii!!" protestò il ninja dei Sai.

“Grazie benda blu!! Ci vediamo tardi ragazzi!!” salutò, prima di scuotere apposta le chiavi della moto di Raph, proprio sotto il suo naso “Oh, grazie per la moto!!” sghignazzò correndo via.

“GGGRRRR!! Io quella prima o poi la uccido!!” sbottò Raph ringhiando, stringendo le mani a pugno lungo i fianchi.

Sorridendo divertito, Leo gli si avvicinò e gli prese una delle mani tra le sue, stringendosela al petto dolcemente “Andiamo Raph non arrabbiarti, Violet è un’ottima motociclista. Fino ad ora te l’ha riportata senza un graffio”

“Sarà, però …”

“Ehi!! Perché non andiamo a esplorare? E’ da tanto che non corro in mezzo alla giungla, ti va di accompagnarmi?” lo interruppe l’azzurro sempre sorridendo.

“Oh …” Raphael arrossì vistosamente a quell’improvviso atteggiamento angelico (Quasi degno di Mikey) e annuì nervosamente “C-Certo, se ci tieni”

“Si, ci tengo molto” confermò Leo “Voi due nel frattempo sistemate i bagagli e ambientatevi, staremo via per un po’” aggiunse rivolto agli altri.

“Ok!!” risposero all’unisono gli altri due.

………………………

Raphael ebbe non poche difficoltà a tenere il passo di Leo in mezzo alla vegetazione. 
Il leader, infatti, saltava da una parte all’altra, velocissimo, come una scheggia impazzita, su un albero all’altro, giù sui tronchi cavi e poi di nuovo su sui rami più alti (Neanche fosse uno yo-yo!!).
Era un’impresa stargli dietro!! 
Caspita!! Non mi ricordavo che Leo corresse così veloce … Pensò Raph impressionato atterrando di nuovamente sul terreno poco dietro il compagno, dopo essere scesi dall’ennesimo albero … Ne che saltasse da un ramo all’altro come una molla!!

“Già stanco!!??” domandò Leo fermandosi un momento (Con gran sollievo del rosso) vicino ad una grossa matassa di foglie e cespugli verde speranza.

“Certo che no!!” replicò Raph orgogliosamente, cercando di nascondere il fiatone “Anche se devo dire che non mi aspettavo tutta questa energia fearless” sorrise.

“Una delle prime regole da seguire se vuoi sopravvivere nella giungla è saper correre, DAVVERO correre” ridacchiò Leo avvicinandosi all’altro “E’ una delle tante cose che ho imparato durante il mio addestramento”

“Si vede” commentò Raph “E quali altre cose avresti imparato?”

“… Tu prova a prendermi" sussurrò Leo con un sorrisetto di sfida "... Se ci riesci, te lo dirò” continuò lo spadaccino riprendendo la corsa aggrappandosi ad un robusto ramo (Di quelli più bassi) , fino ad arrampicarsi su quelli più alti “Beh, sei ancora lì?” lo provocò ridendo alla faccia basita del compagno “Muoviti!!”

Leonardo saltò su un albero poco distante eseguendo una splendida ruota in aria e riprese a correre.

Il ninja dei Sai rimase momentaneamente stordito da quelli acrobazie, ma poi l’orgoglio lo fece riprendere. Questa è una provocazione bella e buona. Disse. Vai prenderlo!!
Le labbra di Raph si curvarono in un mezzo ghigno malizioso e cominciò subito a correre “Aspetta che ti metta le mani dove so io fearless ... e poi vedremo chi riderà, tu sarai anche il fantasma della giungla ma io sono NightWatcher!!” continuò "E NESSUNO sfugge al Nightwatcher"

Contrariamente a quanto sperava Raphie, la piccola gara andò avanti più del previsto.
Quasi mezz’ora di corsa e salti sfrenati nel bel mezzo della giungla, nessuno dei due intendeva cedere; ma alla fine furono entrambi costretti a fermarsi nello stesso punto per riprendere fiato.
Erano pari, o quasi, Leo era riuscito a mantenere costantemente un vantaggio di qualche metro da Raph …

“Tutta fortuna” ansimò Raph corrucciato.

“Certo, certo” fece Leo, un po’ stanco ma davvero felice.

Raph si appoggiò stancamente ad un albero, asciugandosi il sudore dalla fronte con il dorso della mano “Uff … ma tu dovevi correre sempre così?”

“Per forza, se si resta fermi in un punto della giungla troppo a lungo (Specie da soli) è pericoloso” spiegò Leonardo “Anche se non sembra la giungla è piena di animali e piante che, credimi, è meglio non trovare sulla propria strada”

“E se dovevi schiacciare un pisolino?”

“Dovevo necessariamente restare sveglio fino a quando non trovavo una grotta o un albero abbastanza alto dove dormire” rispose Leo alzando le spalle “I primi tempi è stato difficile abituarsi, ma alla fine mi sono trovato bene”

“Meglio di niente” annuì Raphie staccandosi dall’albero per avvicinandosi all’altro “Almeno sei sopravvissuto”

“Già, è andato tutto …”

L’azzurro si interruppe all’improvviso, fissando un punto al di sopra della spalla di Raph, proprio sulla dentellatura del suo guscio.
Raph lo guardo confuso “Beh? Che c’è? Come mai ti sei interrotto?”
“Non-muoverti …” sillabò il leader mentre gli andava vicino.
Raphael corrucciò la fronte ma ubbidì, chiedendosi che diavolo stesse accadendo, Leo gli andò dietro, appurando la presenza di una grossa TARANTOLA pelosa che camminava lentamente, attaccata sul guscio di Raph “Raph … non muoverti” ripeté lo spadaccino.

“Ma che …?”

Con cautela Leo staccò il ragno dal carapace del compagno, tenendoselo in mano accarezzandolo delicatamente con il dito “Ok” disse “Tutto a posto”

"Si può sapere che cos’era?" chiese Raphie voltandosi verso l’azzurro, per poi sbiancare di botto appena vide l’esserino che teneva in mano.

“Niente di che, avevi solo una tarantola velenosa sul guscio, piuttosto comune da queste parti deve essertisi attaccata addosso quando ti sei appoggiato all’albero” disse Leo tenendo con delicatezza l'aracnide.

Per tutta risposta Raph si guardò intorno orripilato, assicurandosi di non trovarsi troppo vicino ad altri alberi “A-Ah, e lo dici c-così?!!” balbettò quasi sul punto dello svenimento “T-Tutto t-tranquillo? Come s-se s-stessi accarezzando un g-gattino!!??”

Leo sorrise divertito e andò vicino all’albero dove si era appoggiato Raph prima.
Arrivato lì, adocchiò una grossa foglia verde oliva e vi fece cadere piano la tarantola, la quale zampettò tranquilla sulla superfice robusta e verdognola.

“Ma come, il grande ninja tenebroso si lascia impressionare da un ragnetto?” lo prese in giro Leonardo “Chi l’avrebbe mai detto?”

“Non era un ragnetto!!” sbottò Raph arrossendo di imbarazzo “Era enorme!! Ti copriva quasi tutta la mano!! E poi era pure velenoso, potevo restarci secco!!!"

“No, non credo” ridacchiò il leader passandogli accanto “Per farti fuori non basterebbe l’uomo ragno in persona” disse scoppiando a ridere per la faccia imbronciata di Raph “Ahahah!! Oh, Raphie vuoi sempre fare il duro ma alla fine anche tu hai le tue debolezze come tutti noi poveri mortali”

“Te la faccio vedere IO la debolezza!!” ringhiò Raph saltando addosso all’altro senza preavviso, facendo cadere entrambi per terra.

“Ahiii!!” si lamentò l’azzurro “Ehi!! Lasciami andare!!”

Raph gli si sistemò a cavalcioni con le braccia conserte e un ghigno malvagio sulle labbra, bloccandolo per terra. Si concesse qualche momento, a fissare il compagno con un’espressione di trionfo, poi si chinò verso di lui; afferrandogli i polsi e bloccandoglieli a terra lungo i fianchi.

L’altro sbuffò “Ehi, ho detto: Lasciami!!”

“Ah Leo” gli mormorò invece Raph all’orecchio “Quando imparerai che non ti conviene provocarmi?”

Per tutta risposta Leonardo gli fece la linguaccia, divincolandosi debolmente “Mamma mia, quanto la fai lunga!! Fammi alzare!!” ordinò.

Raph ridacchiò “Non finché non ammetti la mia indiscussa superiorità” lo sfidò.

“Io?! Non ci penso neanche!!”

“Allora restiamo qua”

Raph scosse la testa giocoso, guardandolo dritto negli occhi.
Leo stava cambiando; si ritrovò a pensare. Da quando tutta quella storia era cominciata, stava cambiando …
Il rosso sorrise e alla fine si alzò, costringendo l’altro a sedere accanto a lui.

Ridacchiò leggermente.

“E adesso che c’è?” brontolò l’azzurro “Perché ridi?”

Raph scosse la testa “Eheheh!! Niente Leo, è solo che …” si interruppe, fissandolo intensamente “… Ho rivisto un parte di te che non vedevo più da quando avevamo dieci anni” mormorò accarezzandogli una guancia.

Leo sbatté le palpebre confuso “Che vuoi dire?”

“Voglio dire, che in queste ultime settimane ho finalmente rivisto quel Leo che sorrideva sempre a prescindere da cosa succede, il Leo che non si preoccupava costantemente di essere perfetto o non fallire … il Leo che credevo scomparso quando sei stato nominato leader”

“Oh …”

Lo spadaccino non seppe come rispondere a quel discorso, effettivamente da quando tutta quella storia era iniziata si era sentito più … libero in un certo senso, però … “Ma io sono … sono sempre stato così” disse, più a se stesso che a Raph in realtà.

“Beh, dal tuo punto di vista la differenza potrebbe non essere evidente ma dal mio …” cominciò l’altro “C’è stato un periodo in cui mi era perfino sembrato di vivere con un Leo completamente diverso da quello che mi aveva salvato il guscio dall’alligatore albino delle fogne, certe volte eri sempre così … serio, duro con gli altri e soprattutto con te stesso”

“Può essere, ma …”

“Magari è solo una mia impressione” lo stoppò Raphael, alzando le spalle sorridendo dolcemente.
Lo baciò, prima di alzarsi insieme.

“Vieni, torniamo a casa” disse cingendogli le spalle con un braccio “Si è fatto tardi”

Leo no disse nulla, era rimasto davvero sorpreso da quel discorso, era diventato davvero così diverso rispetto a prima? Non ci aveva mai pensato …
Si appoggiò al compagno un po’ assonato, alzando gli occhi al cielo.
Le poche nuvole visibili tra il folto fogliame erano striate da un vivace arancione, sfumato qua e là da sottili aloni rossastri, molto bello, Con un effetto quasi calmante. 
Il sole stava tramontando, fra una cosa e l’altra i due non si erano accorti di quanti si fosse fatto tardi, il sole stava per tramontare e presto avrebbe fatto buio.

-Mikey e Donnie dovrebbero aver passato abbastanza tempo da soli- Pensò felicemente lo spadaccino -Fra me e Raph sembra che non ci siano più problemi … due piccioni con una fava-

Leo sorrise stringendosi al suo compagno mentre camminavano tranquilli nella vegetazione (Anche se presto avrebbero dovuto cominciare a correre, vista l’ora) socchiudendo gli occhi amorevolmente, del tutto inconsapevole che poco lontano, nascosti nell'ombra tre paia di occhi ...


… Stavano fissando malignamente lui e Raphael.

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Capitolo 23
*** Il rapimento di Mikey ***


Il giorno dopo i quattro fratelli e Violet si alzarono tutti di buon ora: Violet perché doveva andare a prestare servizio al centro ospedaliero lì vicino, i ragazzi perché … beh, dovevano decidere una volta per tutte che cosa fare.
“… Quel che è certo è che non possiamo restare qui per sempre” cominciò Donnie sospirando.

“Povero Papà” mormorò Mikey “Gli verrà un colpo quando non ci troverà a casa” disse guardando il viola.

Raph sbuffò “Tsk!! Il colpo gli verrà quando saprà che anche voi due …” puntualizzò.

“Si beh, quel che è certo è che non sarà affatto facile spiegarglielo” lo interruppe Leonardo scuotendo la testa.

“Cavoli che situazione” sbuffò Mik “Però … non mi importa!! Io voglio stare con Donnie!!” continuò avvicinandosi al suo compagno “E non mi interessa cosa dirà papà!!”

Don sorrise leggermente e se lo strinse al petto “Neanche a me Mikey, siamo grandi ormai possiamo fare come vogliamo”

“Giusto!!” concordo Raph.

Leo sospirò, anche lui la pensava come i suoi fratelli ma purtroppo c’era sempre un angolino del suo cuore che gli diceva che non potevano parlare così del maestro. Dopo tutto li aveva accolti e cresciuti come suoi figli ... avevano davvero il diritto di farlo soffrire così?

Raphael notando l’alone di tristezza che avvolgeva il leader lo afferrò delicatamente per un braccio, tirandolo vicino a se “Leo, ti ricordi che siamo NOI quelli ad essere nel giusto, vero?” si assicurò.

“Si, lo so” sopsirò l’azzurro “Ma non posso fare a meno di sentirmi in pena per il maestro Splinter, sarà un duro colpo ...”

“Anche noi proviamo la stessa cosa Leo” disse Donatello “Ma che altro possiamo fare?”

“Se non altro saremo tutti e quattro uniti” affermò Mikey “Ci sosterremo a vicenda”

“Come abbiamo sempre fatto fratellino” concordò Raph strofinando affettuosamente la testa al più piccolo.

“Quindi che vogliamo fare?” chiese Leo.

“E lo chiedi a noi? Guarda che sei tu il leader” replicò Raph sorridendo “Sei tu che dovresti decidere”

“Non finché sono qui” replicò Leo guardando tutti e tre gli altri “Finché mi trovo qui non sono il vostro leader, sono solo … Leo” continuò voltandosi verso Raph (Che lo fissava un pò perplesso in realtà, così come gli altri due) “Ehi!! Non guardatemi così, siamo in democrazia no!? Dobbiamo decidere tutti insieme su cosa fare”

“Beh, io a questo punto direi che la cosa migliore da fare sia tornare a New York e ... affrontare il sensei” propose Donnie.

“Già, peccato però, siamo appena arrivati!!” disse Mikey triste “Mi sarebbe piaciuto restare qui per un po’, non capita mica tutti i giorni di visitare l'Amazzonia!!”

“Eheh, coraggio Mikey, le occasioni per tornare non mancheranno” lo consolò Leo “Ansi quando tutta questa faccenda sarà finita, passeremo tutti una bella vacanza qui in Amazzonia, che ne pensi?”

Mikey si illuminò all’idea, saltellando sul posto “Siii!!! Tipo una luna di miele!!” disse aggrappandosi al collo di Don, quasi sbilanciandolo.

“Una specie” concordò l’azzurro.

“Allora faremo meglio a riunire quelle poche cose che ci siamo portati dietro” decise Raph “Se per voi va bene, io direi di partire già domani”

“Si, ma mi spiace anche per Violet però” notò l’arancione “Sembrava così simpatica”

“Io sono più che felice di mollarla qua” commentò invece Raph “Quella tipa è pazza”

Leo ridacchiò leggermente.
“Ti sbagli Raph, in realtà Violet ti somiglia più di quanto credi” disse tra se e se, stando ben attento a non farsi sentire.

“Ehi, prima di partire possiamo andare a fare un giro nella giungla?” domandò Mikey “Non mi va di partire senza aver visto almeno qualcosa”

“Per me va bene” sorrise Donnie.

“… Uhm, d’accordo” acconsentì Leo “Ma non ci andrete da soli, io e Raph verremo con voi ... sempre se te la senti” continuò poi ghignando verso il compagno “Visto come è andata L'ULTIMA volta”

Raph divenne più rosso di un pomodoro al ricordo, e socchiude le iridi dorate crucciato “Non-una-parola” sillabò, temendo che Leonardo potesse davvero lasciarsi scappare l’episodio della tarantola “Non ti azzardare a dire una sola parola!!”

“Che cosa?” fece Mik allegramente vedendo il lieve rossore d’imbarazzo che colorava le guance del fratello testa-calda “Eh Leo? Che è successo?”

"Beh noi ... Ahi!!" soffiò lo spadaccino sentendosi pizzicare la coscia. 
Si voltò, fissando storto il compagno.

"Non-una-fottutissima-parola" gli bisbigliò Raph all'orecchio "Altrimenti stanotte ti scoperò a tal punto che non riuscirai a tornare a casa, non con le TUE, di gambe"

Leo rabbrividì “Ehm nulla, nulla …” rispose quindi guardando Mikey, agitando una mano tra il nervoso (Per la minaccia) ma anche il divertito (Per l'espressione di Raph) “Sai com’è ... segreti di coppia” disse facendogli l’occhiolino.

Decisero di aspettare il pomeriggio per fare un giro nella giungla. Il resto della mattina lo dedicarono tutto ai preparativi per il ritorno a New York. 
In realtà non ci volle molto, considerando che le loro erano state tutte partenze improvvise, non si erano portati dietro niente di ingombrante o che non fosse di fondamentale importanza.

Leonardo era seduto al tavolo del “Soggiorno” con il registro di Violet in mano e una penna; Stava riordinando a modo suo (Ossia in modo perfettamente preciso) la lista delle erbe medicinali che aveva conosciuto nella sua precedente esperienza in Amazzonia: Dividendole per Specie e ordine alfabetico.
Non riusciva ad accettare l’idea di non poter ringraziare in qualche modo Violet per la sua disponibilità e a parte i soldi di Donatello, il quale era riuscito a risparmiare la bellezza di 1000 dollari, visto che era da un pò che se ne lamentava aveva deciso di facilitarle il lavoro.

“Non è molto, ma l'aiuterà” disse l’azzurro chiudendo il registro e andando a lasciarlo nel piccolo mobile di Bambù delle medicine.

“Ehi Leo!!” lo chiamo Raph con un piede già fuori dalla porta.

“Eh?!”

“Muoviti!! Mikey è già fuori con Don”

“Ecco arrivo, dammi un secondo” replicò Leo, richiudendo con cura gli sportelli del piccolo armadio.

E fu così che i quattro fratelli, per la gioia di Mikey, andarono a esplorare un po’ la giungla. 

Mikey si guardava intorno meravigliato, la giungla era così grande e colorata!! Faceva tutto un altro effetto vederla dal vivo anziché su delle foto, avrebbe voluto disegnarla tutta sul suo blocco da disegno!! 
Donnie, dal canto suo, era un po’ meno entusiasta di girovagare senza una metà precisa (Pignolo lui) tra la fitta vegetazione e inoltre non poteva fare a meno di preoccuparsi dell’incolumità del suo piccolo ninja.

“Non penso che la giungla sia un posto adatto a Mikey” mormorò tra se e se il viola “E poi ho uno strano presentimento ... Farò meglio a tenerlo d’occhio”

“Ehi guarda Don!! Un pappagallo!!” esultò il ninja dei nunchaku indicando l’animale, appollaiato su un albero li vicino.

“Ssssh!! Parla piano” lo rimprovero Leo dolcemente “O lo spaventerai”

“Strano che non si sia spaventato già semplicemente vedendolo arrivare” ironizzò Raphael, beccandosi nello stesso istante una gomitata sia da parte di Leo che di Donatello.

“Ahi!! Stavo solo scherzando” si difese il rosso mentre Mikey sghignazzava, con tanto di linguaccia.

Si inoltrarono ancora più tra la vegetazione divertendosi a correre sugli alberi e saltare tra le liane, tipo tarzan moderni; giocando a rincorrersi, respirando qualcosa che a New York era sempre stato difficile respirare … la libertà.
Fu bello ... certo, finché tutto non terminò di colpo nella maniera più brusca possibile.

Mikey si era portato leggermente più avanti rispetto ai fratelli e stava per saltare un un vecchio tronco dai rami spezzettati quando tutti udirono un sibilo sinistro fendere l’aria … proprio a pochi centimetri dalla testa del minore!! Si abbassò a terra appena in tempo, prima che potesse essere colpito in piena nuca da … un dardo?

“Ehi!! Ma cosa …?” borbottò Mik restando accucciato sbattendo le palpebre vedendo quella specie di freccetta conficcata nella corteccia del tronco che stava per saltare.

“Mikey!!” esclamò Donnie arrivando tempestivamente al fianco del compagno.

“Ragazzi?” chiese l’arancione stringendosi a Don “Che succede?”

“Occhi aperti!!” tagliò corto Leonardo sguainando le katana “Non siamo soli” disse seriamente.

“Neanche nella giungla si può stare in pace?” ringhiò Raph.

Cautamente i quattro si ritirarono guscio contro guscio, sistemandosi in cerchio per coprirsi le spalle a vicenda. Mik, Don e Raph presero anche loro le proprie armi. 
Passarono diversi secondi di pauroso silenzio. 
Fino a quando improvvisamente dalla vegetazione sbucarono fuori due strani esseri.

Sembravano fossero dei mutanti, proprio come loro, perché erano degli animali dalla forma antropomorfa che camminavano su due zampe: Si trattava di un leopardo e di una pantera!!
Non vi era molta differenza fra i due, entrambi sembravano due specie di indigeni da come erano conciati. 

Il giaguaro però era un maschio, mentre la pantera era una femmina.

Si fermarono davanti ai quattro fratelli, ringhiando.

“Ma che …?” imprecò Raph confuso da quello strano incontro “Chi cazzo siete voi?”

“Mutanti … in Amazzonia?” fece Donnie stupito.

Leo invece rabbrividì.
Li osservò attentamente scuotendo la testa “No ragazzi, questi non sono mutanti” disse constatando quanto il leopardo che avevano davanti assomigliasse terribilmente (Se non addirittura fosse UGUALE) a quello del sogno che aveva fatto due giorni fa, indossava perfino lo stesso ciondolo azzurro!!

Solo il tatuaggio sul pettorale era diverso: Una sorta di sole blu stilizzato. 

“E allora chi … ?” provò Mikey.

“Non lo so” disse Leo “Ma non sono troppo sicuro che vengano dalla nostra dimensione”

“… Finalmente lo abbiamo trovato” esclamò all’improvviso il leopardo, facendoli sussultare “Abbiamo trovato Sapphire!!” disse alla compare.

“Si, ma qual è dei quattro?” domandò lei fissando i fratelli ringhiante.

“Ma che cosa …?” mormorò Mikey perplesso dal dialogo dei due.

“Adesso lo vedremo” decise il leopardo.

Senza aggiungere altro i due felini si scagliarono contro i 4 fratelli, lui armato di lancia e lei con un paio di pugnali d’ossidiana. 
Fu un attacco completamente caotico, quei due non sembravano dei guerrieri provetti nonostante l’aspetto minaccioso, ma in un certo senso restavano comunque molto pericolosi proprio per l’andamento "zizzagante" delle loro mosse.

I ragazzi finirono col dividersi a coppie per combatterli, Leo e Mikey combatterono la pantera, mentre Raph e Don tenevano a bada l'altro.

“Chi diavolo siete voi due?!!” ringhiò Raph schivando un affondo dell’avversario “E che volete da noi?”

“Sapphire” disse quello senza smettere di accanirsi contro lui e Don.

“Noi non sappiamo nulla di questo Sapphire!!” replicò Donatello facendo roteare il suo Bo per colpirlo in testa. Il leopardo lo schivò con una capriola di lato.

“Bugiardi!! Il ciondolo non mente mai!! Uno di voi è Sapphire!!” ruggì l’indigeno.

Leo rimase gelato da quelle parole.
Sapphire? Stavano cercando Sapphire? Stavano cercando … Lui!?

“Leo attento!!” strillò Mikey destandolo dai suoi pensieri appena in tempo, prima di essere colpito da uno dei pugnali della guerriera.

La schivò e con pochi passi indietreggiò vicino al suo fratellino "Grazie Mikey" disse grato.

Era proprio una pantera, aveva la pelliccia nera (Anche questa tatuata a tratti, però con pitture bianche) e gli occhi color argento. 
Indossava una specie di mini-gonna stracciata blu cobalto e una fascia di simile per coprirsi il seno, aveva due orecchini a cerchio dorati, due braccialetti (Uno per braccio) e una cavigliera d’argento. La lunga coda frustava rabbiosa il terreno attorno a lei.

“Chi di voi è Sapphire!!?” ruggì quella “Parlate!!”

“Sorella, guarda che noi non abbiamo la più pallida idea di che cosa tu stia blaterando” esclamò Mikey senza smettere di far rotare i suoi nunchaku.

“Bugiardi!!”

La pantera si scagliò contro di loro, un attacco prevedibile che Leo e Mik evitarono con facilità. 
Leo le arrivò dietro e la colpì con un calcio alle gambe che la fecero cadere in ginocchio dopo di che Mikey terminò l’opera mettendola al tappeto con un colpo in testa della sua arma.

“PIOGGIA D’INVERNO!!” urlò il leopardo vedendo l’amica a terra.

La momentanea distrazione risultò utile a Don e Raph. Abbastanza da permettere a Donnie di colpirlo con il suo Bo e farlo cadere indietro, lontano da loro.

“Beccati questo, stronzo!!” ringhiò Raph.

“Maledetti, non credete che sia finita” sputò l’indigeno con rabbia.

Prima che potessero capire le sue intenzioni, il leopardo prese il corno che teneva allacciato dietro la schiena e lo suonò con forza, producendo un suono profondo, tipo quello di un trombone.

“Cosa sta facendo?” si chiese Donnie nervoso.

“… Ho paura … che abbia appena chiamato i rinforzi” rivelò Leo intravedendo una serie di ombre muoversi sugli alberi intorno a loro.

Davanti a loro atterrarono altri 3 strani esseri indigeni, un altro leopardo, un lupo e una … lucertola? Ma in che razza di strano film dell’orrore erano finiti??!! Questi indigeni si rivelarono più veloci degli altri due, ma soprattutto più furbi … senza dire nulla il lupo sollevò una cerbottana e scagliò una serie di dardi, uguali a quello che aveva quasi preso Mikey poco prima.

“Occhio ragazzi!!” esclamò Mikey schivandone tre con un salto mortale all’indietro.
Non tutti però ebbero la fortuna di evitarli.

“Ah!!”

“Raph!!” fece Leo spaventato vedendo come si reggeva la spalla appena colpita “Raph!!” richiamò.

“Ngnn…” gemette il rosso barcollando “D-Dardi s-soporiferi?” balbettò prima di accasciarsi accanto ad un tronco per terra.

“RAAAPH!!” 

“LEO ALLE TUE SPALLE!!”

L'avvertimento di Don arrivò troppo tardi, la lucertola aveva già raggiunto il leader e prima che questi potesse difendersi lo mise K.O con una mazzata in testa. Leo cadde a terra senza nemmeno un lamento, un rivolto di sangue gli colava giù dalla tempia fin giù a bagnare il terreno.

“Leo!!” squittì Mikey.

“Mikey spostati!!” fece Don spintonando via il suo compagno.

“AYYYYAAAHHAAAHH!!!” il leopardo (Quello che aveva suonato il corno) si era appena lanciato contro Mikey, troppo distratto per le condizioni dei due fratelli maggiori per reagire, ma al posto suo fu Don a incassare il colpo.

Lo centrò con una testata in pieno petto, mandandolo a sbattere contro il tronco vicino a Raphael.

“D-Donnie!!”

Mikey si ritrovò da solo, circondato da 5 indigeni assetati di sangue. Temendo per la sorte degli altri, l’arancione indietreggiò fin quasi ad inciampare su Leonardo, non troppo distante da Don e Raph.

“Non osate avvicinarvi a loro!!” minacciò roteando con forza i nunchaku, nonostante le gambe gli tremassero.

Il leopardo che aveva steso Donatello, si avvicinò a lui con un ciondolo azzurro in mano. Ad ogni passo che faceva verso lui e Leo, ancora svenuto a terra dietro di lui, la pietra prendeva a brillare sempre più forte.

“Allora sei tu Sapphire” ghignò l’indigeno.

“Non so di cosa stai parlando, chi siete??!! E Perché ci avete aggrediti!!??” ringhiò Mikey con Rabbia "Non stavamo facendo niente di male!!"

“Lo scoprirai presto”

“Ahio!!”

Con un semplice gesto della mano da parte del leopardo, il lupo scagliò un ultimo dardo che andò a conficcarsi proprio nel braccio sinistro del minore.

“C-Che roba … è … q-questa?” balbettò Mikey accasciandosi lentamente a terra, privo di sensi.

“Prendetelo” ordino l’altro leopardo.

“E degli altri che ne facciamo?” chiese il lupo indifferente, mentre si caricava la tartaruga sopra la spalla, senza il minimo sforzo.

“Lasciamoli pure qui” decise la lucertola “Tanto, non possono nuocerci in alcuno modo, ci penserà la giungla a inghiottirli ... per sempre”

Se ne andarono … portando con se il povero Mikey, svenuto e indifeso. Convinti di aver portato a termine la loro missione.

... Peccato che avessero appena preso la tartaruga SBAGLIATA.

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Ohi-ohi-ohi adesso tutti i fan di Mikey mi uccideranno!! O.O
Povero cucciolo e adesso? Boooohh!!!! Al prossimo cappy!! XD




 

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Capitolo 24
*** Mikey, dove sei? ***


Raph si svegliò con un tremendo mal di testa. Era talmente intontito che riuscì a malapena a rialzarsi in piedi, appoggiato al tronco. 
Si portò una mano alla testa strofinando piano, stordito: Che cazzo era successo?
“Ahh… Dio, mi è passato sul guscio un carro armato?” borbottò sforzandosi di tenere gli occhi aperti. Si guardò intorno serrando leggermente le palpebre per mettere a fuoco quello che alla sua vista inizialmente era uno strano ammasso verde e marrone.

“Ma cosa è successo? Leo, Don, Mikey …” fece girando la testa per cercare i nominati.
Inutile dire che appena vide il primo sdraiato poco lontano, con una scia di sangue rappreso lungo la tempia, quasi gli venne un infarto.

“LEO!!” esclamò accorrendo rapidamente (Quanto glielo potevano permettere le gambe tremolanti almeno) verso il compagno “Leo, amore svegliati!! Svegliati!!” disse alzandogli la testa e parte del busto tra le braccia, scuotendolo piano.

Nel frattempo anche qualcun altro si stava svegliando.

Raph udì un lieve gemito alle sue spalle, si voltò di poco senza lasciare Leonardo e con sollievo vide Donnie mettersi in ginocchio, dolorante ma intero.

“Donnie!!” chiamò.

“…Unh, R-Raph? Sei tu? …” balbettò massaggiandosi la nuca “Dove siamo? Cosa è successo?”

Raph non rispose subito, il caos che aveva in testa non glielo permise e inoltre era troppo preoccupato per pensarci “Leo svegliati!! Andiamo!!” ringhiò “Apri gli occhi!!”

Finalmente ci furono segni di reazione da parte dell’azzurro, il quale gemette muovendo di poco la testa “Nngh Raph, Mikey ...” mormorò confuso “Donnie”

“Coraggio Leo” lo incitò Raph accompagnandolo in posizione seduta.

Il leader si toccò cautamente la nuca, sibilando per le fitte alla testa “Raph, cosa …?”
Raph scosse subito la testa “Forse mi sbaglierò ma ho la netta impressione che siamo stati attaccati” disse cominciando a ricordare alcuni frammenti della lotta di poco prima con quegli strani indigeni.

“RAGAZZI!!” strillò Donatello arrivando vicino agli altri due in preda al panico “Non riesco a trovare Mikey!!! E’ SPARITO!!!”
 
………………………………………….

Nel frattempo, nella zona più profonda e oscura della giungla  dove la vegetazione diventava così fitta che i raggi del sole riuscivano a malapena a penetrala, il gruppo di selvaggi che aveva rapito Michelangelo era giunto presso le rovine di un antico tempio Azteco. Ovunque vi erano degli ammassi di pietre, muri mezzi demoliti e colonne (Sia intere che mezze distrutte) rovinati dal tempo e coperti a tratti da liane o altre piante rampicanti.

“Siamo quasi arrivati” disse la lucertola, in testa al gruppo.

“Era ora!! Questo qui pesa” si lamentò il lupo scuotendo leggermente Mikey, ancora svenuto sopra la sua spalla.

“Smettila di lamentarti Eclipse!!” lo rimproverò uno dei due giaguari. Il felino si voltò verso gli ultimi due compagni, l’altro giaguaro e Pioggia d’inverno (Detta anche solo, semplicemente, Pioggia; la pantera messa fuori gioco da Leo e Mikey poco prima), la quale si era appena ripresa.

“Ehi Sabora!! Come sta Pioggia?” domandò guardando preoccupato la bella pantera che camminava un po’ barcollante abbracciata all’altro giaguaro.

“Potrebbe andare meglio Juan” grugnì Sabora, fissando con odio il povero Mikey “Quei quattro combattono come demoni”

“Già, ma almeno … la nostra missione è riuscita” mormorò la pantera ancora un po’ malconcia “Abbiamo Sapphire”

“Bah, voi due siete davvero sicuri che questo cuccioletto sia Sapphire?” disse la lucertola “E’ così … così piccolo e magrolino, bah!! Da quello che dice la leggenda mi aspettavo qualcuno di più ... non so, imponente” continuò con un gesto di stizza, lasciando che la lunga coda frustasse il terreno.

“E’ lui Ozura, non ci sono dubbi” disse Sabora “Il ciondolo si è illuminato non appena gli sono andato vicino, deve essere lui”

“Sarà …”

“Ora basta chiacchiere” disse Juan “Siamo arrivati”

Gli indigeni si avvicinarono a quella che sembrava l’unica costruzione che, seppur danneggiata, era rimasta ancora in piedi nel bel mezzo di tutti quei mucchi di rovine.
Si trattava di un antico tempio azteco da cui si aveva accesso solo tramite una stretta porta che poteva benissimo essere scambiata per una comune breccia del muro talmente era crepata e friabile.                                                            
Subito, una volta entrati, si aprivano una serie di gallerie e cunicoli collegati fra loro da scalinate di pietra antiche ma ancora solide. Una specie di imponente e intricato labirinto che partiva da i sotterranei del tempio fin sopra ai vari piani. Tutto illuminato malamente da torce appese ai muri, perché a parte la grande apertura sul tetto dell’ultimo piano del tempio (Da cui entrava quel poco di luce naturale di cui potevano disporre) tutto il resto del tempio non aveva altre aperture e sprofondava nelle tenebre.

Fu nei suoi sotterranei che portarono Michelangelo.

………………………………

“E’ UN DISASTRO!! UN ASSOLUTO, FOTTUTO, MALEDETTO DISASTRO!!” urlò Donatello comminando a passo svelto avanti e indietro, nel “soggiorno” della baracca di Violet.                      
Sul viso un’espressione nervosa e disperata, quasi folle.

“Don calmati!!” gli ringhiò contro Raph, in piedi vicino alla piccola barella dove sedeva Leonardo.
Il quale aveva la testa fasciata lungo la zona delle tempie ed uno sguardo triste.

“IO!!?? CALMARMI!!??” strillò Don istericamente “E come faccio a calmarmi secondo te!? Mikey è scomparso!! SCOMPARSO!!”

“E credi che noi non ce ne siamo accorti?! Non sei l’unico ad essere preoccupato!!” replicò Raphael stringendo i pugni con rabbia.

Leo scosse la testa angosciato, palpandosi delicatamente le tempie che pulsavano ancora. Possibile che negli ultimi 20 giorni le cose stessero andando sempre peggio? S iritrovò a pensare. Dove poteva essere Mikey? E soprattutto … chi erano quei selvaggi?
Voleva pensare. Ma era difficile farlo con la sua emicrania e soprattutto quei due che non finivano più di urlarsi contro.

“BASTA!!” sbottò improvvisamente l’azzurro esasperato.

Sia Donnie che Raph si zittirono di colpo, fissandolo con stupore.

“Vi state comportando come due bambini!!” li rimproverò severamente “E questo è esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno al momento … Donnie” continuò guardando il fratellino “So che per te la situazione appare di gran lunga più grave di quanto potrebbe mai apparire a noi ma adesso devi cercare di calmarti e usare il cervello, non dico per me o per Raph ma per Mikey santo cielo!!”

Come finì la sua predica, Leo gemette, accarezzandosi la testa e chiudendo gli occhi.

Il viola sbatté le palpebre realizzando ciò che aveva appena detto suo fratello e annuì freneticamente “S-Si, hai ragione Leo” concordò “Adesso devo pensare, devo pensare a dove potrebbe essere finito il mio compagno”

“Ecco bravo” sospirò l’altro riaprendo gli occhi “Tanto per cominciare, dobbiamo cercare di capire che cosa è successo”

“Si e vero” annuì Raph incrociando le braccia sul petto “Allora cominciamo col chiederci: Chi diavolo erano quei tizi?”

“Bella domanda” sibilò Donnie “Sono pronto a scommettere che sono stati loro a prendere Mikey” disse con rabbia “Ci metterei la mano sul fuoco”

“Già” mormorò Leo ripensando alle parole di quel giaguaro. Finalmente abbiamo trovato Sapphire!! Aveva detto.

“Leo” disse piano Raph fissando il compagno.
Stava pensando la stessa cosa.

Leo lo guardò senza dire niente, e rimasero a fissarsi così intensamente da attirare la curiosità di Don.

“… Ok, perché ho l’impressione che voi due sappiate qualcosa che io non so!?” chiese all’improvviso inarcando un sopracciglio.

“Perché è così in un certo senso” ammise Leonardo passandosi entrambi le mani sul viso “Quei tipi hanno detto che cercavano qualcuno di nome ... Sapphire …” cominciò.

“Si, e allora?” lo interruppe bruscamente Don “Le farneticazioni di un branco di pazzi deliranti non ci riguardano!!”

“Donnie!! Io credo che … ” Leo si interruppe subito, non sicuro di ciò che sospettava e, sinceramente, pregava con tutto il cuore di sbagliarsi.

Don lo guardò con aria interrogativa “Credi cosa?” domandò.

“I-Io credo che … che loro in realtà v-volessero m-me”

COSA!!?? Come sarebbe che vogliano te!?" esclamò il genio.

Leo tacque e lasciò che fosse Raphael a raccontare al viola ciò che lui gli aveva già raccontato quella sera seduti sull’amaca fuori dalla baracca, e anche dello strano sogno che il leader aveva fatto poco tempo fa.              
A racconto terminato Donnie scosse la testa incredulo, la sua mente perfettamente razionale non riusciva ad accettare nemmeno una parola di ciò che gli era stato riferito.

Dopo qualche momento di silenzio Donnie sbuffò “… Ma andiamo!! Vi rendete conto di cosa state dicendo?” esclamò “Perché mai quei pazzi dovrebbero volerti dare la caccia, Leo?” chiese “Non ha senso!! Non li hai mai visti in vita tua, ne loro hanno mai visto te!!”

“Non so cosa pensare Don” sussurrò Leonardo “Ma il modo in cui ci guardavano, sembravano così sicuri …”

“E perché avrebbe preso Mikey allora?” replicò Donnie “Se volevano te …”

“Forse si sono sbagliati” aggiunse Raph “Però mi sembra di ricordare che avessero qualcosa che secondo loro li avrebbe portati dritti, dritti da noi … hanno fatto riferimento ad un ciondolo credo”

Alla parola ciondolo Leo sgranò gli occhi, rivivendo all’improvviso un Flashback del suo sogno: Il giaguaro che lo aveva attaccato gli aveva mostrato una strana pietra azzurra, che aveva cominciato a brillare come l’aveva avvicinata a lui.

… Poteva essere?

“Bah!! Scusate ma sinceramente non me ne frega un CAZZO di ciò che vogliono o non vogliono quei maledetti” ringhiò il genio, con una tale rabbia che impressionò perfino Raphael “Io voglio solo ritrovare Michelangelo!! Il solo pensiero che potrebbe essere solo o ferito, perso da qualche parte nella giungla … mi fa impazzire” mormorò mordendosi con forza il labbro, frustrato.

“Come facciamo allora?” domandò Raph.

“La cosa migliore credo che sia tornare nel luogo dove ci hanno aggrediti e sperare di trovare qualche traccia” decise Leonardo “Ma non ci andremo a mani vuote” disse alzandosi e dirigendosi in camera da letto.

Rapidamente tornò dagli altri con un mano il suo zaino a sacco, pieno di tutti gli accessori per esploratori che aveva voluto per forza portarsi dietro da New York.

“Donnie tu e Mikey vi siete portati nulla per stare qui?” domandò l’azzurro.

“Certo che si, non sono mica uno sprovveduto!!” replicò il viola “Sapendo che saremmo dovuti andare in una giungla selvaggia, mi sono portato dietro tutto l’occorrente per le esplorazioni” disse “… Inclusi alcuni piccoli gadget” terminò con un sorrisino malizioso.

“Ottimo” annuì Leo “Allora faremo meglio a prepararci”

“… Prepararvi a fare cosa?” domandò una voce femminile proveniente dall’ingresso.

I tre si voltarono verso la porta sorpresi …
Violet era appena tornata.


.................................

E andiamo tutti alla ricerca di Mikey, YUUUUUHHHH!! XD
 

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Capitolo 25
*** Nei sotteranei del tempio ***


La prima cosa che percepì Mikey quando cominciò a riprender coscienza fu una fredda sensazione di umidità lungo tutto il corpo. Gli ci volle un po’ prima di riuscire a riaprire gli occhi ma gli altri sensi si erano già quasi completamente svegliati: L’udito percepiva già ben bene il ticchettio di alcune gocce d’acqua cadere per terra e attraverso il tatto il ninja aveva colto perfettamente di essere rannicchiato su un pavimento di pietra freddo e ruvido.

Michelangelo gemette, cercando di muoversi “Ah, d-dove? …”

Puntò le braccia all’altezza delle spalle, come se dovesse fare delle flessioni e si tirò su con il busto aiutandosi anche con le gambe per mantenersi in equilibrio.

“M-Ma dove … d-dove s-sono?” balbettò tremando un po’ per il freddo che faceva dentro quella specie di cella “Dove s-sono gli altri? E D-Donnie?”

Si guardò intorno confuso. Si, era proprio una cella, priva di qualunque apertura che non fosse la spessa porta di legno che aveva davanti, o almeno pensava che fosse una porta; quella cella era illuminata a malapena da una piccola fiaccola appesa alla parete, e da quel che vedeva non sembrava nemmeno che quella porta avesse una maniglia.

Ma come ci era finito lì dentro?!

Cercò di alzarsi in piedi, nonostante le ginocchia gli tremassero, ma non ci riuscì.
“Ma che …?”

Abbassando lo sguardo, l’arancione vide con orrore che i suoi polsi erano bloccati da spesse e catene di ferro, agganciate ad un piolo piantato al pavimento. La lunghezza di queste era abbastanza da permettergli solo di stare il ginocchio o seduto ma erano troppo corte per potersi alzare.

Vedendosi in quello stato Mikey cadde nel panico e provò a tirare le catene urlando.
“EHI!!!” strillò cercando di avvicinarsi alla porta, senza troppo successo però “EHI!! CE NESSUNO LI’ FUORI!!??” continuò “FATEMI USCIRE!!”

Andò avanti così per pochi minuti, sperando che ci fosse qualcuno lì fuori che lo sentisse finché finalmente la porta si aprì, raschiando pesantemente sul pavimento si pietra.

Fu allora che fece il suo ingresso la stessa pantera che lì aveva attaccati: Pioggia.

“TU!!??” esclamò Mikey strisciando indietro fino a finire con il guscio contro il muro.

“Vedo che finalmente ti sei svegliato Sapphire” constatò la pantera indifferente avanzando verso di lui di qualche passo.

“Ancora con questo Sapphire!!??” ringhiò l’arancione tirando rabbiosamente contro le catene “Guarda sorella che io non so chi cavolo sia questo Sapphire ma di sicuro so che NON sono io!!” continuò con foga “Lasciami andare!!!”

Pioggia frustò il pavimento con la coda, visibilmente irritata da quelle parole “E’ inutile che cerchi di negare, tu SEI Sapphire!! Ne siamo assolutamente certi, e te resterai qui finché non sarà pronto il rito”

“Rito!! Che rito!!??” replicò la tartaruga “Io non voglio avere niente a che fare con nessun rito o altre stronzate!!”

La pantera ringhiò cupamente arrivandogli vicino, si inginocchiò accanto a lui e lo afferrò con forza per le fasce della maschera arancione, tirandogli dolorosamente la testa all’indietro.

“Ahi!!” guaì il ninja ritrovandosi con il muso di Pioggia a pochi centimetri dal suo.

“Ascoltami bene ragazzino!!” ruggì lei “Non ti azzardare mai più a usare quel tono insolente con me, capito?!” ringhiò tirandogli ancora più energicamente la testa “Se vuoi usalo pure con il Gran Sacerdote quando verrà qui per purificarti, ma di certo non con me!!” rivelò.

“G-Gran Sacerdote?!” grugnì la tartaruga, sentendosi il collo indolenzito per la posizione che lei lo stava costringendo a tenere.

“Si, questa notte verrà a farti visita per purificare il tuo spirito prima della cerimonia che verrà” spiegò il felino lasciandolo andare.

Pioggia si alzò in piedi.

“A-Ah …” piagnucolò l’arancione “… Gran Sacerdote?! Rito!!? Voi siete tutti matti!!” sibilò.

“Allora non sono stata ancora chiara?” domandò rabbiosamente l’altra mollando un calcio in pieno stomaco al povero Mikey.

“AAHEEII!!!!” strillò lui rannicchiandosi a pallina per il dolore, piccole lacrime gli si formarono negli angoli degli occhi.

“Che sta succedendo qui!!??” ruggì una voce fuori dalla cella.

Nella cella entrò Juan.
Neanche il giaguaro sembrava avere un umore rilassato a giudicare dall’espressione furente del muso.

“Pioggia d’inverno!!” cominciò Juan avvicinandosi “Che diavolo stai combinando!?” chiese guardando la figura dolorante dell’arancione “Sai benissimo che non bisogna danneggiare Sapphire in alcun modo prima del rito!!”

“Perdonami Juan, ho perso il controllo” si scusò la pantera senza cambiare troppo espressione “Ma lo sai che ormai non ne posso più di aspettare e l’arroganza di questo moccioso non mi aiuta”

“Il Gran Sacerdote è stato molto chiaro su questo, Sapphire non deve essere toccato fino al momento del sacrificio”

“Credo che il Gran Sacerdote dia un po’ troppi ordini per essere semplicemente un Gran Sacerdote” mormorò Pioggia digrignando i denti frustata “Se solo il mio promesso sposo fosse ancora qui quell’abominio non si darebbe tante arie …”

Juan scosse la testa sospirando “Un giorno questa tua testardaggine ti porterà alla morte”
 
“Quando il mio amato Tristan era al comando,  prima che arrivasse quel parassita, la nostra tribù aveva ancora qualche speranza” fece amareggiata Pioggia “Ora stiamo riponendo tutto ciò che ci resta nelle mani di quel maledetto e del suo “Rito” con … questo” terminò indicando Mikey.

“Neanch’io, ne Sabora e gli altri ci fidavamo di quel tizio all’inizio” ammise Juan calmo “Ma … se non fosse stato per lui il Daimio ci avrebbe distrutti da tempo”

“Se non fosse stato per LUI noi non saremmo MAI entrati in guerra con il Daimio!!” lo corresse lei.

“Era necessario farlo …” terminò il giaguaro senza mezzi termini “Ora vieni e non scaricare mai più la tua rabbia su questo cuccioletto … visto che la sua vita sta per giungere al termine”
 
Mikey aveva seguito poco o niente di quel discorso, troppo confuso, stressato e dolorante per farlo, ma aveva sentito chiaramente l’ultima frase di Juan. Quando i due uscirono dalla cella, chiudendo la porta dietro di loro, si mise finalmente seduto abbracciando le ginocchia al petto iniziò a singhiozzare silenziosamente.

“Perché sono sempre io quello che si caccia nei guai?” piagnucolò “Ragazzi? Donnie?! Dove siete!?”

……………………………

“Cioè aspettate un secondo, vediamo se ho capito …” cominciò Violet passandosi una mano tra i capelli, sbuffando “Mikey è stato rapito da degli indigeni ultra-dimensionali e portato chissà dove nella giungla!!??” esclamò sgranando gli occhi.

“Purtroppo è così” sospirò Donatello.

“Pazzesco!!” borbottò lei zoppicando fino al tavolo e sedendosi a fatica su una sedia.

Sfortunatamente durante il viaggio di ritorno si era ferita ad una gamba e le era difficile camminare dato che per ascoltare la loro storia si era completamente dimenticata di fasciarla.

“E adesso che avete intenzione di fare?”

“C’è da domandarlo?” replicò Raph “Lo andiamo a cercare!!”

“Ma dai!!” fece la ragazza incrociando le braccia sul petto “Non l’avrei mai detto!! Quello che intendevo è come intendevate muovervi zuccone!!” disse “Mica avrete intenzione di setacciare la giungla così a caso spero”

“No, quando sei arrivata volevamo andare nello stesso posto dove ci avevano aggredito per trovare eventuali tracce” disse Leo “Se ci sbrighiamo forse riusciremo a trovare ancora qualcosa”

“Perfetto!!” annuì Violet “Mi spiace solo di non potervi accompagnare, accidenti proprio oggi dovevo farmi male?!!” ringhiò.

“Sei sicura di potertela sistemare da sola?” domandò Leonardo.

“Certo, sono un’infermiera ricordi?” rispose Violet “Andate pure ragazzi, se avrete bisogno di qualunque aiuto vi possa dare anche da qui non esitate a chiamarmi”

“Grazie Violet” disse Donnie.

“Allora andiamo” affermò Raph prendendo il suo zaino in spalla.

…………………………………

Spinti dall’ansia di ritrovare l’amato fratellino i ragazzi impiegarono poco a tornare nel punto in cui avevano subito quel maledetto agguato. Appena arrivati si misero a setacciare ogni singolo centimetro di quella zona, nella speranza di trovare qualche traccia (Escludendo, ovviamente, i segni dello scontro ancora ben presenti).
Ci impiegarono molto tempo purtroppo e più i minuti passavano più il nervosismo cresceva, specialmente per Donnie.

“Possibile che dei selvaggi imbecilli non abbiano lasciato la benché minima traccia?!” sbottò il viola furente “Non possono essere svaniti nel nulla!!”

Leo sospirò scuotendo la testa, Donnie era talmente preoccupato per Mikey che non ragionava lucidamente e questo era un problema. Avevano bisogno del suo cervellone!!
“Donnie smettila di agitarti” ordinò morbidamente il leader “E continua a cercare, deve esserci qualcosa che non abbiamo notato”

“Già, è quello che spero” replicò l’altro “Stupida giungla!!”

Raphael sbuffò esasperato “Ascolta genio, se non la smetti subito di sbraitare e ti dai una calmata farò in modo di calmarti io!! Con un pugno in testa!!” ringhiò il rosso.

“Ah!! Ha parlato il santo!!” rispose il genio “Che c’è testa calda ti da fastidio che qualcuno ti rubi la scena?”

“No!! Mi da fastidio il tuo continuo lamentarti!!” sibilò l’altro stringendo i pugni “Perché non fai un favore a tutti e chiudi il becco?”

“Come ti permetti!!?? Guarda che non mi fai paura pallone gonfiato!!”

Ignorando lo scalpitare di quei due, Leonardo si allontanò verso un grosso ammasso di foglie per vedere vi fosse un segno qualunque del passaggio di qualcuno.
E lo trovò.    
Spostando, infatti, le foglie più basse con le mani, l’azzurro trovò l’impronta di una zampa, forse di un … felino!!

Leo sgranò gli occhi speranzoso e si inginocchiò a terra per osservarla meglio. Non sembrava l’orma di un felino normale, pantera o giaguaro che fosse, durante il suo periodo di addestramento aveva avuto modo di vederne molte (E aveva anche avuto la sfortuna di incontrarne i proprietari qualche volta).

“Uhm … non mi sembra l’impronta di un felino normale, la pianta della zampa è troppo lunga” commentò lo spadaccino, poi gli venne un’idea “Devo fare come avevo fatto quando Karai aveva attaccato e disperso i miei fratelli, come avevo fatto per trovarli …”

Chiuse gli occhi prendendo un bel respiro “Ok Leo, come ti diceva l’Antico? Rilassa la mente e lascia che i pensieri fluiscano, dentro e fuori … dentro e fuori”

Lentamente l’oscurità che lo aveva avvolto nel momento in cui aveva chiuso gli occhi venne sostituita da una visione chiara e distinta: Dal punto in cui era accovacciato vide passare il gruppo di selvaggi che li aveva attaccati, il lupo della cerbottana portava Mikey svenuto sulla sua spalla. Due di loro invece, la lucertola e uno dei due giaguari, avevano dei grossi rami in mano: Rami che stavano usando per cancellare o coprire le loro tracce!!

Ecco perché non avevo trovato nulla!!

La visione terminò appena li vide svanire nella massa di vegetazione poco lontano, proprio davanti a lui. Riaprì gli occhi.

“Non è molto” ammise sottovoce Leonardo rialzandosi “Ma almeno ora abbiamo una pista da seguire, verso Ovest” sorrise fra se e se “E a giudicare dallo sguardo infastidito della lucertola mentre nascondeva le impronte … qualcosa mi dice che più avanti ne troveremo molte altre”

Forte della nuova speranza, Leo corse a ad avvertire gli altri. Si spaventò molto quando li vide entrambi con le loro armi in mano, sul punto di saltarsi addosso.

“Ti sei sempre creduto il più forte di tutti, beh direi che è ora che qualcuno ti faccia abbassare la cresta!!” esclamò Don.
       
“Ah, è così? Allora fatti sotto!!”

“RAGAZZI!!” chiamò il leader, bloccandoli in tempo “Posate subito le armi!!” fece arrabbiato.

“Scusa Leo ma è meglio se questa volta ne stai fuori, il tuo fidanzato a bisogno di una bella lezione!!” sibilò Donnie facendo roteare il suo Bo.

“Ma, ma, io ho trovato …”

“Provaci pure idiota!! Non aspetto altro!!” aggiunse Raph.

Leo lo fissò contrariato “Raph non mi stai aiutando!! Piantala!!”

“Ma non lo senti come è diventato strafottente il nostro genietto?” replicò il rosso guardando in cagnesco Don “Non temere ora lo rimetto a posto io!!”

“Vieni qui e dimostralo se hai fegato!!” fece Donatello.

Visto che nulla di ciò che aveva detto era servito a fermarli Leo pensò di provare con un'altra tattica.                             
Si voltò, fingendosi stizzito “Bene, benissimo!! Se non volete ragionare allora vorrà dire che me ne andrò da solo a cercare Mikey seguendo LA TRACCIA che IO ho trovato mentre VOI DUE eravate troppo impegnati A FARE I BAMBINI!!” esclamò marcando l’ultima frase con forza.

La frase magica ebbe il suo effetto.

“Che cosa hai trovato!!??” esclamarono in coro i due combattenti abbassando le armi.
Leo ghignò, ora si che potevano muoversi.


………………..

Ciao!!
Scusate se vi ho fatto aspettare ma ultimamente sono occupata con un'altra storia in un'altro fandom!! ^^' Ma adesso intendo rimettermi in pista XD
Ringrazio fin da ora tutti quelli che mi hanno aspettato, chi legge e chi lascia commenti!!
A presto!!

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Capitolo 26
*** L'errore ***


“Ggnn … stupide catene!!” piagnucolò Mikey iniziando a sentire i polsi doloranti.
Non che la cosa lo sorprendesse più di tanto, non aveva smesso un solo istante cercare di tirare e forzare quei maledetti blocchi che lo tenevano ancorato a terra.
Quanto tempo era passato “dall’allegra visita” di quei due gattacci!? (Specie quella antipatica pantera) Da quanto tempo era rinchiuso là dentro? Un giorno? Due giorni? Che ore erano? Boh!!

Non lo sapeva, ma una cosa era sicura: Voleva uscire di lì, e voleva uscire subito!!
La piccola tartaruga navigava nello sconforto e come se non bastasse si era accorto di non stare troppo bene nemmeno fisicamente; la piccola tartaruga tremava, infatti, scossa da violenti brividi.

Fu questione di un attimo. Cominciò a tossire e nella testa si fece strada un doloroso calore che gli annebbiava il cervello a tal punto da rendergli difficile il più semplice pensiero.

Febbre …

“Grande …” commentò l’arancione passandosi una mano sulla fronte, rabbrividì al netto contrasto della mano gelida sulla fronte bollente “Proprio quello che mi serviva”

Sconsolato, si sdraiò per terra rannicchiandosi a pallina, il viso rivolto verso il soffitto a guardare distrattamente una crepa; ma i suoi pensieri erano da tutt’altra parte, erano dai suoi fratelli e, soprattutto, erano da Donnie.

“So che mi state cercando” mormorò cercando di farsi coraggio con quelle parole “Lo sento, ma vi prego … trovatemi presto”

Una piccola lacrima colò lungo la guancia pallida e tremante del ninja dei nunchaku.
Passò un poco tempo, Mikey cominciò a sentirsi stanco e stava quasi per abbandonarsi al sonno quando all’improvviso la porta della sua cella cominciò a scricchiolare, aprendosi.
Due, tre, quattro passi.
Qualcuno era entrato a passo pesante in quel maledetto buco, avvicinandosi alla tartaruga malata solo per arrestarsi di colpo a poca distanza.
 
“No …” cominciò una voce burbera, oscura e arrogante, ma vagamente familiare alle orecchie del piccolo ninja “E’ impossibile”

Mikey sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco il nuovo arrivato … sgranò definitivamente gli occhi quando riconobbe la figura che si era bloccata davanti a lui, con, paradossalmente la sua stessa espressione stupita.

“TU!!??” esclamarono in coro, sia Mikey che …

“S-Savanti Romero!?” balbettò l’arancione mettendosi rapidamente seduto, nonostante la debolezza.

Proprio così, Savanti Romero!! Lo stregone pazzo che aveva cercato più volte di rubare lo scettro del tempo, che aveva rapito Renee (L’apprendista sposta-tempo, allieva di Lord Simultenius, nonché una loro amica), che li aveva trascinati nel tardo giurassico …
Quella brutta specie di fusione tra un uomo e un caprone di montagna con le corna enormi!!
Era lì davanti a lui, a fissarlo con odio.

“Non è possibile” continuò lo stregone allibito “Non può essere, una … una tartaruga ninja!!??”

“Non ci credo” replicò Michelangelo “TU … QUI!?”

“Una tartaruga!? QUI!!??” ruggì Savanti sbattendo violentemente uno degli zoccoli per terra.

Mikey corrucciò la fronte “Già, è un mondo piccolo non è vero?” replicò.

Savanti ringhiò paurosamente e si voltò di scatto verso la porta della cella, rimasta ancora aperta “JUAN!! SABORA!!” gridò richiamando a se due volti che Mikey, ormai, conosceva bene.

Due giaguari, infatti, si presentarono al cospetto dello stregone. Perfettamente uguali, tranne per il fatto che Juan aveva qualche cicatrice in più rispetto a Sabora in quanto era il più anziano, e quindi, aveva affrontato più battaglie.

“Gran Sacerdote!!” esclamò Sabora, restando leggermente indietro rispetto a Juan.

Savanti non perse tempo e indicò Mikey, con un’espressione furante sul volto “E’ questo il prigioniero di cui mi avete parlato!!!???” domandò quasi urlando “Questo maledetto rettile!!??”

Sabora si ritrasse leggermente nel vedere Savanti così iracondo, mentre Juan, al contrario, inarcò semplicemente un sopracciglio, indifferente.

“Tu volevi che ti portassimo Sapphire, e noi ti abbiamo portato Sapphire” disse semplicemente.

Il caprone rimase momentaneamente interdetto, facendo scorrere lo sguardo da Michelangelo a Juan e viceversa. No!! Non poteva crederci!! Una tartaruga … Sapphire!?  Doveva assolutamente verificare.

“Non è possibile che lui … ma, ma avete usato il ciondolo?” domandò poi rivolto a Juan.
“Sabora e Pioggia lo hanno trovato” disse il giaguaro spostandosi poco di lato solo per mandare avanti Sabora, tirandolo per una spalla “Non è così Sabora?” chiese guardando seriamente l’altro indigeno.

Sabora annuì lentamente, un po’ in soggezione a causa degli sguardi indagatori di Savanti, e tirò fuori lo zaffiro per mostralo ad entrambi.

“S-Si signore, quando mi sono a-avvicinato a questa t-tartaruga, lo zaffiro si è illuminato” raccontò brevemente.

Savanti storse la bocca e si voltò nuovamente verso l’arancione “Ggrrr, immagino che tu non sia solo, vero rettile!? Scommetto che in giro, da qualche parte, ci sono anche i tuoi fratelli, non è vero?”

Mikey preferì non rispose e distolse lo sguardo, guardando un punto imprecisato del muro.

“Effettivamente con lui c’erano altre tre tartarughe, Gran Sacerdote” si intromise Juan “E devo ammettere che hanno opposto un’estrema resistenza quando li abbiamo attaccati per prendere Sapphire”

“Non può essere” ringhiò cupamente il caprone “Ehi tu!!” aggiunse rivolto al piccolo Sabora “Dammi lo zaffiro!!”

Sabora fece cenno di si con la testa e allungò la mano con cui stringeva la bellissima pietra ovale; Savanti gliela strappò via malamente, dopo di che rivolse la sua attenzione a Michelangelo, il quale vedendolo avvicinarsi a lui, si ritrasse.

“Non ti avvicinare!!” ringhiò l’arancione appiattendosi contro il muro.

Ovviamente fu come parlare al vento, lo stregone si inginocchiò davanti a lui e lo blobbò al muro tenendolo per la gola “Non sei nella posizione di dare ordini, specialmente a me” sibilò stringendo la presa.

Mikey si lasciò sfuggire un lamento strozzato come sentì le sue prese d’aria parzialmente bloccate dalla mano di quel megalomane. Cercò di divincolarsi ma era troppo debole.

“Ora vedremo se sei davvero quello che loro affermano che tu sia” disse Savanti lasciandolo giusto il tempo per sistemargli a forza il ciondolo attorno al collo.

La leggenda dice esattamente: … Lo zaffiro riconosce e avverte la presenza del suo padrone … Pensò il “Gran Sacerdote” … Una luce celeste avvolgerà la pietra quando essa verrà posta sul suo petto …

Tutti (Eccetto il povero Mikey, che li guardava come si poteva guardare un branco di pazzi deliranti) si aspettavano una reazione simile.
… Che però, alla fine, non avvenne.

Lo zaffiro anziché brillare divenne opaco, quasi blu notte.
Lo stregone sgranò gli occhi ringhiando.

Mikey NON ERA Sapphire!!! Quegli idioti si erano sbagliati!!!

“Lo sapevo!!” sbraitò Savanti, strappando violentemente via il ciondolo dal collo i Mik “NON E’ LUI SAPPHIRE!! Razza di idioti!! Vi siete sbagliati!! SBAGLIATI!!”

“Ve lo avevo detto io!!” confermò Mikey, contento quella cosa di Sapphire fosse finita “Ma non avete voluto darmi ascolto!!”

“Sapevo che non poteva essere possibile” ruggì lo stregone contro i due giaguari “Come avete potuto compiere un errore simile!?”

Il giaguaro più anziano (Cioè Juan) sembrò anche lui sorpreso da quell’improvvisa rivelazione. Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso. Non era lui Sapphire ma allora chi …?

“Sabora” disse Juan voltandosi di scatto verso il più piccolo “Tu sei assolutamente certo che lo zaffiro si sia illuminato quando ti sei avvicinato a quella tartaruga” continuò indicando Mikey.

Sabora, sconvolto per la scoperta, si sforzò di rispondere nonostante la voce gli tremasse poiché temeva di ricevere una qualche punizione per il suo fallimento “I-Io ti, ti g-giuro Juan” balbettò “Il c-ciondolo si è illuminato e a-anche in maniera p-piuttosto appariscente q-quando mi sono avvicinato a lui!! Ti prego c-credimi, è la verità”

Juan lo guardò attentamente, in silenzio, poi annuì “Ti credo Sabora” poggiandogli entrambe le mani sulle spalle per tranquillizzarlo.

“Sta mentendo!!” ringhiò invece Savanti “Sta mentendo per non ricevere la giusta punizione!!”

Juan rizzò il pelo, l’arroganza che percepiva nella voce di Savanti gli stava dando decisamente sui nervi. Inoltre che motivo c’era di dubitare delle parole di Sabora? Pensandoci bene, anche lui stesso aveva visto lo zaffiro illuminarsi quando … quando …

Aspetta un secondo. Pensò il giaguaro Ora che mi torna in mente, quella … si voltò verso Mikey (Che era rimasto a guardare la scena senza intervenire). … quella non era L’UNICA tartaruga presente davanti allo zaffiro, c’era anche …

Juan si concentrò, cercando di ricordare bene la scena. Quando Sabora aveva avvicinato il ciondolo a Mikey questo si era illuminato ma, dietro a Mikey c’era anche qualcun altro!! Qualcuno che era lì, proprio dietro di lui e pertanto vicino alla pietra, ignorato perché svenuto a terra …

“La tartaruga con la benda azzurra!!” affermò Juan.

…………………………

Ogni cazzata porta le sue conseguenze.

E questo significa che non soltanto Donnie e Raph dovettero venire appresso a Leo buoni e tranquilli come cagnolini, ma dovettero anche star zitti ad ascoltare le prediche del fratello maggiore, il quale, per loro sfortuna, aveva perfettamente ragione.

“Forse vi siete dimenticati che il nostro Mikey è stato rapito da un branco di pazzoidi?” disse Leo severamente mentre seguiva le tracce che aveva trovato grazie agli insegnamenti spirituali dell’Antico “Cosa diavolo vi è saltato in mente?!”

“Hai ragione” rispose in coro gli altri due.

“Ho ASSOLUTAMENTE ragione” precisò l’azzurro “Perciò cercate di non litigare, almeno finché non avremo trovato Mikey, intesi?” domandò guardandoli entrambi con un’espressione che diceva chiaramente: Fate altre cazzate come quella di prima e ve ne  farò pentire!!

“Va bene” risposero di nuovo all’unisono Raph e Don.

“Se non altro adesso sappiamo dove andare” borbottò Donnie, rosso di vergogna per aver ricevuto tutte quelle prediche (Proprio lui che era il più tranquillo del gruppo!!) insieme a Raph.

Le tracce sembrava condurre nella zona più fitta e oscura della giungla, e Leo socchiuse gli occhi preoccupato per questo. Cosa avevano intenzione di fare dei pazzi selvaggi con Mikey/Sapphire nel bel mezzo della giungla? E per di più in una zona nel quale perfino i nativi del luogo non osavano mettere piede.
Bah!! Proprio non riusciva a capire.

“A parte piante etc, qui poi non c’è niente …” pensò sottovoce il leader “Perché mai dovrebbero …?”

“RAGAZZI!!” esclamò all’improvviso Raphael, che si era portato più avanti rispetto agli altri (Più per non incrociare lo sguardo di Donnie che per cercare altre tracce in realtà)
Leo e Donnie si scambiarono un occhiata curiosa dopo di che aumentarono il passo per raggiungere l’altro, rimasto fermo esattamente tra due cespugli.

“Che succede Raph?” chiese Leo venendogli vicino.

Raphael non rispose e Leo non si preoccupò nemmeno di riformulare la domanda … visto che la risposta ce l’aveva davanti. Stessa cosa valeva per Don.
Laggiù, proprio davanti a loro cominciavano le rovine di un’antica città Azteca!! La stessa dove erano giunti i rapitori del povero Mikey.

Donnie sbatté le palpebre impressionato “Wow!!” fece stupito “… Non è possibile”

Raph guardò Leonardo “Tu sapevi che potevano esserci cose simili nella giungla?!”

“Beh si” ammise Leo sorpreso quanto loro “Ma non in questa zona!!” aggiunse “Durante il mio addestramento ho perlustrato questa posto migliaia di volte, e vi posso assicurare che non ho mai visto le rovine di UNA CITTA’ qui!!”

“Ne sei assolutamente certo?” domandò il viola incredulo. Delle rovine simili, seppur sperdute nella giungla, non passavano di certo inosservate!!

“Come hai fatto a non vederle?!” disse Raph.

“Non le ho mai viste perché NON C’ERANO!!” replicò l’azzurro indispettito, leggermente offeso per la mancanza di fiducia degli altri due.

Donnie alzò le mani in segno di pace, non volendo perdere altro tempo in inutili litigi “Ok, ok Leo, va bene” disse “Se dici che non c’erano, vuol dire che non c’erano ma …”

“Come hanno fatto delle rovine simili a uscire dal nulla?” terminò Raph per lui.

Leo scosse la testa “Non lo so ragazzi, ma forse …” continuò a bassa voce “Questi  selvaggi non sono poi così “Selvaggi” come sembrano”


 

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Capitolo 27
*** Agguato tra le rovine ***


“Caspita” mormorò Donnie facendo un piccolo giro su se stesso, lentamente, osservando le rovine intorno a loro meravigliato.

Leo, Raph e Don stavano camminando da un pezzo, circospetti, in mezzo a quella rovine. Pezzi di mura, mezze colonne, altari di pietra, resti di antiche strade coperte dal tempo e dalla vegetazione insidiosa della giungla, restavano a testimoniare il passaggio di antiche civiltà.

“Capirai, un paio di sassi in mezzo al nulla” commentò Raphael acidamente “Sbrighiamoci a trovare Mikey e andiamocene”

Leo non disse nulla, concentrato come era a cercare di percepire la presenza spirituale del loro fratellino. Pensieri e sensazioni diverse vorticavano furiosamente nella sua testa … erano vicini, lo sentiva, ma QUANTO vicini?

L’azzurro prese un profondo respiro “Occhi aperti” avvisò.

“Hai sentito qualcosa?” domandò subito Donnie speranzoso.

“No, ma c’è qualcosa di strano qui …” replicò Leo “Questo posto … a conosciuto la magia”

“Nooo, vuoi dire che incontreremo Harry Potter?” schernì Raph.

“Sono serio Raph!!” ribatté Leo “Non ne sono sicuro, ma percepisco delle presenze spirituali molto forti qui intorno”

“Parli come L’Antico”

“Mikey deve essere qui da qualche parte” continuò l’altro ignorandolo, portandosi una mano alla tempia, chiudendo gli occhi; corrucciò la fronte, assolutamente concentrato “Ma lo sento debole” constatò storcendo la bocca “Come se fosse … non so, tipo schermato!! E ciò vuol dire solo 2 cose: O Mikey è incosciente …”

“Incosciente?” fece Raph appoggiandosi le mani suoi fianchi, il sopracciglio inarcato.

“Vuol dire -Privo di sensi- Raph” puntualizzò Donnie, sbuffando.
Era ancora arrabbiato per la litigata di prima.
 
“LO SO CHE VUOL DIRE!!” ringhiò il rosso guardando in cagnesco il genio.

“… O che QUALCUNO sta cercando di nascondere la sua aurea” seguitò Leonardo.

“Ne sei davvero sicuro Leo?” chiese Donnie, timidamente, perché del tutto ignorante in materia spirituale.

Leo annuì convinto, riaprendo finalmente gli occhi ramati.

“Coraggio allora, diamoci una mossa!!” riprese Raph.

Proseguirono il cammino fino a raggiungere quello che ad occhio e croce sembrava essere il centro delle rovine … di quella città morta. Più avanzavano più Leo si innervosiva; la sensazione di essere spiati cresceva sempre di più nel suo animo.

“Beh, e adesso?” chiese Donatello guardandosi intorno “Che si fa?”

Leo scosse la testa mortificato “Non saprei, le tracce terminano qui dopo di che …”
inspirò profondamente, un'altra volta “… Non saprei … è come, come se si volatilizzassero nel nulla perché non riesco più a vederli, ho perso la connessione”

“E’ un bel problema” constato il focoso “Idee di riserva?”

Neanche il tempo di finire la frase che un improvviso fruscio tra la vegetazione attirò la loro.

“Ehi, ma che …?”

“Mikey!!??” esclamò felicemente Donnie quando individuò la sagoma scura di una tartaruga con una striscia arancione.
                                                             
Tuttavia , non appena il genio fece qualche passo in avanti la figura scappò subito via, nascondendosi tra le rovine.
“MIKEY!!!” gridò il viola lanciandosi, senza nemmeno pensare, all’inseguimento del compagno.

“Donnie aspettaci!!” gli urlò Leo correndogli dietro con Raph.

Lo rincorsero fino a raggiungere un punto delle rovine che un tempo, una specie di piazzetta, il luogo perfetto … per un agguato!! Infatti, troppo preoccupato di raggiungere Mikey, Donnie non si accorse di aver premuto accidentalmente su una piccola e, apparentemente, normale pietra rossastra da cui partì un meccanismo a trabocchetto …

“WWAAAAHHH!!!” strillò Donnie finendo intrappolato sotto ad una rete fatta di corda.

“DONNIE!!” fece Leo e Raph in coro.

Cercarono subito di raggiungerlo per liberarlo, ma vennero fermati dall’entrata in scena degli stessi indigeni che avevano rapito Mikey.

“Sorpresa stranieri!!” esclamò la vocetta, decisamente irritante, della lucertola.

“Taci Ozura!!” ringhiò Juan, il giaguaro “E non perdere tempo!!”

“Ma che cazzo …?!”                                                              
Raph non fece in tempo a finire la frase.

La lucertola sbuffò infastidita ma prese comunque una specie di piccola scodella, bianca, decorata con figure geometriche marroni, dalla quale usciva un’inquietante fumo verdastro.

“Eheh!! Buonanotte stranieri!!” ghignò lanciandola raso terra proprio ai piedi dei ragazzi, i quali presero istantaneamente a tossire.

“C-Che … che r-roba è …?!” tossì Raph sentendo la gola in fiamme.

“R-Ragazzi!!” strillò Donnie prima di cadere in un sonno profondo.

“G-Gas narcotico …” borbottò Leo prima di cadere a terra addormentato, subito seguito da Raphael.


.................

“Vieni con me” sussurrò il focoso; il tono di voce basso e sensuale.

Prese Leo per mano, conducendolo in bagno.

L’aria lì dentro era calda e pesante.                                                    
Raphael lo condusse davanti allo specchio, sistemandosi dietro di lui. Lentamente, il rosso cominciò a sciogliere prima la fascia da leader poi tutto il resto dell’attrezzatura di Leo, finché quest’ultimo non rimase completamente “Nudo” davanti a lui.

“Raph …” provò Leo arrossendo un po’, imbarazzato.

“Ssssh, rilassati Leo” confessò Raph.
Il ninja dei Sai iniziò a baciargli delicatamente il collo, portando Leo a piegare leggermente la testa da un lato per facilitargli l’accesso.                            
L’azzurro chiuse gli occhi, assaporando i brividi caldi che gli percorrevano la spina dorsale ogni volta che le labbra di Raph incontravano la sua pelle; gemette piano.
Sempre lentamente Raph si calò giù, seguendo la scia dei suoi baci: Dal collo, lungo la spalla, fin giù lungo il braccio … senza smettere di abbassarsi.

Leo sussultò di sorpresa quando sentì la bocca di Raph mordicchiargli una natica, fino a raggiungere la piegatura del ginocchio; poi risalì su, fissando l’immagine di Leo allo specchio.

“Guardati. Sei incredibile Leo” mormorò il focoso “Toccati”

Prima che Leonardo potesse articolare una qualsiasi risposta di senso compiuto, Raph gli prese le mani, coprendone i dorsi con i palmi delle sue, le dita intrecciate in modo da tenerle aperte.

Poi gliele posò sul ventre …

-Oh Dio …- pensò Leo sforzandosi di stare fermo.

“Senti come sei morbido qui?” domandò Raph facendogli muovere le mani a cerchio sui suoi piastroni, con delicatezza.                                                        

Poi spostò una delle mani più giù, di lato, lungo la coscia.
Su e giù, su e giù …

“E anche qui” gli sussurrò Raphael all’orecchio.

Leo gemette di nuovo, aveva le labbra socchiuse mentre inarcava la schiena a quel continuo massaggiare.

Raph continuò a guidargli le mani riportandole lungo i fianchi, poi alla vita, e infine nel suo spacco intimo. Leo si morse il labbro, nel debole tentativo di controllare le sue reazioni.    

“Stai arrossendo” gli fece notare scherzosamente il focoso; ritornò a baciargli e mordicchiargli la spalla, con maggiore insistenza rispetto a come aveva cominciato, poi … improvvisamente si interruppe.

Di punto in bianco Raph fece girare Leo verso di lui, poi gli intrappolò i polsi, bloccandoglieli dietro la schiena.
Risalendo con l’altra mano lungo il suo collo, Raphael accarezzò con le punte delle dita le code della sua bandana azzurra (L’unico indumento che gli aveva lasciato), dopo di che gliele afferrò e costrinse dolcemente la testa dell’altro all’indietro.

Tornò a baciargli il collo, dalla base per poi salire su, sempre più su, finché non raggiunse il mento … e poi la bocca.

Lo baciò con voracità, infilando la lingua in profondità nella sua bocca, esplorandola.
Il leader piagnucolò nel bacio, dispiaciuto di non poter toccare anche lui in quel momento il corpo dell’altro. Era immobilizzato e troppo perso nel piacere per cercare di sgusciare fuori dalla sua presa.

“Gli altri sono già al letto?” domandò ad un tratto Raph staccando di poco la bocca da quella dell’altro.

Leo socchiuse gli occhi, intontito “Uhm … s-si … ?!”

“Bene …” sorrise Raph soddisfatto dell’effetto che aveva ottenuto sul maggiore. Di colpo lo costrinse a sdraiarsi sul pavimento del bagno, e gli salì sopra bloccandolo sotto di lui.

“Uhm … Raph … Raph …”

“Oh Leo” mormorò Raphael leccandogli il collo “Leo … Leo … LEOO!! ...”

.................

“... LEO!! LEO SVEGLIATI!!” gridò Mikey spaventato.

“Raph … Raph …” borbottò Leo agitandosi sul pavimento umido della cella.
Il cigolii metallico delle catene risuonavano come un’eco lì dentro.

“Leo!! Fratellone!! Svegliati!!” sbottò l’arancione scuotendolo.

“Uhm … M-Mikey” mormorò Leo schiudendo lentamente le palpebre “Dove … Dove siamo?!”

"In una cella!! Ma non chiedermi dove perché non ne ho idea!!" replicò il fratellino "Stavi sognando?!"

Leo annuì "Un sogno bellissimo ..." disse arrossendo leggermente "Peccato che non fosse reale ... Mikey ..." aggiunse guardando prima l'altro poi le catene che gli tenevano insieme i polsi bloccandolo a terra "... Merda!! Dove sono Raph e Donnie?!"


.................

Piccolo sogno hot per Leo XD
Peccato sia arrivato al momento sbagliato, ma adesso?! Cosa faranno i nostri eroi?!
E Raph e Donnie dove saranno!?
 
Al prossimo cappy!!

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Capitolo 28
*** Il piano di Savanti ***


“Che cosa è successo!?” domandò Mikey agitato “Cacchio Leo, non hai idea della paura che ho provato quando hanno aperto la cella e ti ci hanno buttato dentro” sussurrò con gli occhi lucidi.

Leo diede al fratellino un’occhiata preoccupata, sbattendo le palpebre.                
L’ultima cosa che ricordava era la lucertola che lanciava contro di loro una scodella con dentro una qualche sostanza in combustione che emanava un fumo verdastro; li avevano stesi tutti.

Merda!!
Dove era Raph?! E Donnie!!??                                                      
Hanno preso anche loro?! E se è si, perché non c’erano anche loro?!
Qualcosa non quadrava.

Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da una serie di violenti colpi di tosse da parte di Mikey.      

“Ehi, ehi!! Mikey, piano!!” esclamò il maggiore avvicinandosi “Stai male?!”
Mikey tremava come una foglia, sudava e aveva le gote rosse … decisamente non era un buon segno. Ma soprattutto era spaventato a morte, glielo leggeva negli occhi, senza contare che era pieno di graffi e lividi.                                                        
– Che cosa ti hanno fatto Mikey!?- 
Avrebbe tanto voluto abbracciarlo in quel momento, ma le catene fissate a terra glielo impedivano, non poteva far altro che cercare di avvicinarsi il più possibile.

“Dove sono Donnie e Raph?!” domandò l’arancione in ansia “Perché non erano con te?! Che cosa è successo?!”

“Ci hanno teso un’imboscata” spiegò brevemente il leader.                              
–Evidentemente il Mikey che pensavamo di aver visto non era reale- pensò con rabbia –Era solo un esca per farci cadere in trappola!!-

“Oh Mikey, mi dispiace tanto!! Se solo fossimo arrivati prima …”

“E se gli hanno fatto del male!?” chiese Mikey.
Leo sorrise leggermente, cercando di rincuorarlo “Coraggio!! Sai che Raph è una roccia fratellino, e Donnie … beh, è più forte di quanto sembri, avresti dovuto vedere come ha tenuto testa a Raph mentre stavamo cercando le tue tracce”

“Davvero?!” domandò il minore sorpreso.

“Ah-ah, se non fossi intervenuto chissà che cosa avrebbero combinato …”
La loro discussione venne interrotta dal cigolio della porta della cella, qualcuno stava per entrare!!

Quando la porta si aprì, a Leo quasi venne un colpo.

“No, non può essere …” borbottò incredulo, lanciando a Mikey un’occhiata del tipo: -Lo vedi anche tu?!-

Mikey annuì “Anch’io non riuscivo a crederci eppure …”

Savanti Romero fece il suo ingresso nella cella con un ghigno sadico sulle labbra e … lo zaffiro stretto in pugno!! Leo scosse la testa non appena i suoi occhi incontrarono il lieve bagliore azzurro emanato dalla pietra.
Ad ogni passo che lo stregone faceva in avanti, la pietra brillava sempre più forte.

“Allora è vero” commentò Savanti guardando lo zaffiro “Sei TU Sapphire”

Leonardo si sentì invadere da un’improvvisa sensazione d’angoscia “Stammi lontano!! Tu e quel coso!!” ringhiò, mentre i ricordi dell’incubo che aveva fatto poco tempo prima riaffioravano.

Certo, Savanti era decisamente meno spaventoso di un giaguaro assassino, ma la sensazione fu la stessa.

Mikey guardò il fratello senza capire; era impallidito non appena aveva visto la pietra. Di che cosa aveva paura?

“Leo …” mormorò debolmente.
Savanti scoppiò in una grassa risata vedendo la tartaruga reagire in quel modo “Non è certo colpa mia se la pietra APPARTIENE a te” disse inginocchiandosi davanti ai due fratelli “Dovresti essermi grato, sono secoli che lo zaffiro ti sta cercando e io te lo sto restituendo!!”

“Non ho mai visto quell’affare in vita mia!!” replicò l’azzurro “Perciò perché non ci lasci andare e te ne torni a giocare con tuoi incantesimi da stregone fallito?! AAHH!!”
Savanti non gradì la sfuriata e ribatté con un sonoro schiaffo, sbattendo la testa del poveretto contro la parete di pietra della cella.

Leo gemette mentre Mikey tirava debolmente le catene nel tentativo di aiutarlo.

“Lascialo stare!!” esclamò cercando di sembrare minaccioso “Si può sapere che diavolo vuoi!?”

Inutile dire che lo stregone lo ignorò.                                                  
La sua attenzione era completamente rivolta a Leonardo; prese la pietra e gliela mise attorno al collo.                                                                    
Lo zaffiro brillò, brillò con talmente tanta forza da illuminare d’azzurro l’intera cella, Savanti sorrise.

“Bene” commentò “Anche se in ritardo, quei selvaggi sono davvero riusciti a portarmi Sapphire, e domani potrà avere luogo il tuo sacrificio”

“S-Sacrificio?!” gemette lo spadaccino sentendosi improvvisamente stanco, era come se la pietra lo stesse prosciugando si tutte le sue energie; non riusciva a tenere gli occhi aperti.

“Si, e una volta che ti avrò ucciso sulla tavola di pietra potrò finalmente abbandonare questi stupidi indigeni al loro destino e tornare da Lord Simultaneus per vendicarmi ahahah!!”

Mikey sgranò gli occhi a quelle parole.

“No!!” protestò cercando di liberarsi con più energia “Non puoi farlo!! Non te lo permetteremo!!”

“Ah si!? E come, sentiamo?!” ribatté lo stregone, che già assaporava l’idea della vittoria che avrebbe ottenuto l’indomani “Voi due siete bloccati qui e gli altri …”

“CHE COSA GLI HAI FATTO!!??” ruggì Mikey.

“Diciamo che i miei schiavetti se ne stanno prendendo CURA …”                    
Mikey rabbrividì, temendo di chiedere altro.                              

“Perché ti serve Leo!?” chiese cambiando argomento “Che cosa speri di ottenere dalla sua morte!?”

“Secondo un’antica leggenda di questo popolo, il sacrificio del custode dello zaffiro libererà il potere della pietra …” Savanti sorrise pensandoci “… un immenso potere!! Più grande perfino di quello dello scettro del tempo o dello scettro stellare”                

Mikey rimase in silenzio, sperando di ottenere più informazioni possibili dall’eccesso di troppa sicurezza del cattivo.                                                    
-Quando credono di avere la vittoria in pugno e ti raccontano il loro piano diabolico va a finire che si fregano da soli- pensò l’arancione, ricordando la miriade di fumetti che aveva letto della “Justice Force”

La musica era sempre quella.

“Nel momento in cui la vita abbandonerà Leonardo, lo zaffiro si spezzerà e io assorbirò il suo potere!!”

Savanti concluse il suo racconto con la classica risata diabolico/psicotica tipica dei cattivi e a Mikey si trattenne a stento dal vomitare.

“Quindi è per questo che gli indigeni ci hanno attaccati?!” sussurrò cercando sempre di non mostrarsi spaventato “Anche loro vogliono quel potere?!”

Per tutta risposta Savanti gli rise in faccia, di nuovo, battendosi pure una mano sulla fronte come se gli avessero appena raccontato una barzelletta “Ahahahahah!! Secondo te LORO vogliono il potere!!?? Ah!! Quegli sporchi selvaggi ignoranti non sanno nemmeno della sua ESISTENZA!!”

Mikey sbatté le palpebre stranito.                                                  
Come sarebbe a dire? Che loro NON sapevano … ma allora perché avevo aiutato Savanti?!

“Quei poveracci credono che con il sacrificio di tuo fratello otterranno nuovamente il favore dei loro Dei e di conseguenza la fine della guerra contro il Daimio” rivelò lo stregone “Stolti!! Non hanno mai capito che sono stato IO a far scoppiare la guerra e con la scusa di volerli aiutare, ho fatto in modo che facessero tutto quello che volevo!! AHAHAHAHAH!!!”

Michelangelo guardò Savanti a bocca aperta, sconvolto.

Non poteva crederci!!                                                            
Quel maledetto è stato disposto ad imbrogliare UN’INTERA tribù, condannandola all’estinzione (Perché è evidente che contro il Daimio non avevano alcuna possibilità), soltanto per obbligarli a cercare un tale Sapphire (Che incredibilmente si è poi rivelato essere Leo!!) per poi abbandonarli al momento opportuno.

Quel figlio di …

-Ecco perché Pioggia d’inverno parlava di lui con tanto astio ... forse sospetta qualcosa!!- pensò Mikey speranzoso -Se solo potessimo trovare il modo di parlargliene ... -

“Beh, adesso vi lasciò alle vostre ultime ore di vita tartarughe” ghignò Savanti alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta.

“Non la farai franca!!” strillò Mik con gli occhi lucidi “Diremo agli indigeni che li hai imbrogliati!!”

Sarebbe stata una bella minaccia se una nuova serie di colpi di tosse non avesse rovinato tutto.

“Eheheh!! Povero, piccolo illuso” canzonò lo stregone, già pronto a chiudere la porta “Ormai mi sono conquistato la loro fiducia” sibilò “Anche se dirai loro la verità, non ti crederanno mai!! Ahahah!!”

Detto questo chiuse la porta della loro cella a chiave.
Lasciando il povero Mikey da solo e al buio, con un Leo privo di sensi, in compagnia solo della tosse e della febbre.

………………  

“Gnn, t-tutto a posto da te Donnie?!” chiese Raph dando un ultimo calcio al torace all’ennesimo indigeno che avevano trovato in quel maledetto cunicolo.

Si erano svegliati da poco e già aveva gonfiato di botte un sacco di gente!!              
Per somma sfortuna degli indigeni che li avevano in custodia, l’effetto del gas era svanito prima che potessero incatenarli nella loro cella. Peccato che non avessero la più pallida idea di dove fossero.

“S-Si, più o meno …” fu la risposta del genio, ansimando mentre riprendeva possesso del suo Bo, sequestratogli da uno di quei selvaggi poco prima.

“Hai idea di dove siamo?!”

“Non ne sono sicuro ma …” Donnie deglutì, guardandosi intorno “… Temo che ci troviamo sono terra …”

“Sotto terra!!??” ringhiò Raph riponendo i Sai nella cintura “Oh, fantastico!!” sbuffò.

“Dobbiamo uscire da qui” disse il viola “Dobbiamo trovare Leo e Mikey!!”

“Perfettamente d’accordo” replicò Raph “Ma dove andiamo?! Potrebbero essere ovunque e ne tu, ne io siamo esperti di localizzazione spirituale” Disse facendo le virgolette con le mani.

Donnie si inginocchio accanto all’indigeno svenuto (Quello che sembrava il capo-fila, mentre li stavano trasportando li dentro) sperando di trovare qualcosa che tornasse utile tipo, che so, una mappa magari.

Manco a dirlo infatti Donnie esclamò “Ehi Raph!! Guarda che ho trovato!!”

“Cosa?!”

“Sembra una mappa dei cunicoli sotterranei del tempio” illustrò Donatello portandosi sotto la luce di una fiaccola per vedere meglio.

Anche Raph si avvicinò.                                                    
“Pozzo dei sacrifici?!” lesse inarcando un sopracciglio “Perché questo nome non mi suona bene?!”

L’altro sussultò “Avevano intenzione di …”

Donnie deglutì non avendo il coraggio di continuare.

“Buttarci in un pozzo profondo per chi sa quale Divinità del cazzo” disse Raph sibilando; era incazzato.
ECCOME SE LO ERA!!                    
“Ma non ci sono riusciti!!”

Donnie annuì, ma all’improvviso aveva cominciato a tremare tanto che Raph dovette poggiargli una mano sulla spalla per calmarlo.                                

“E’ colpa mia …” mormorò il genio appena.

“Donnie …”

“Il Mikey che ci ha attirati in trappola era falso!!” disse l’altro arrabbiato per la sua mancanza di giudizio “Se mi fossi messo a pensare prima di buttarmi a capofitto sulle cose, adesso non saremmo qui!! E invece siamo bloccati qua, Leo è rinchiuso non si sa dove!! E Mikey …”  

“Donnie!!”

Alcune lacrime caddero dagli occhi del viola “P-Potrebbe essere g-già morto … potrebbero a-averlo buttato i-in uno di quegli o-orribili pozzi …”

“DONNIE!!”

Raph lo afferrò per le spalle scuotendolo fortemente “Donnie, ascoltami!!” affermò “Mai perdere la speranza, ok!!?? Mikey è vivo, chiaro?! E VIVO!! E aspetta soltanto che noi lo tiriamo fuori da questo cazzo di casino!!” continuò “E poi prima di essere catturati, Leo aveva percepito la sua presenza quindi deve esserlo per forza!!”                    

Donnie lanciò a Raph un lunga occhiata piena di preoccupazione e angoscia, ma poi annuì, prendendo un profondo respiro “Ok, hai ragione Raph, non devo perdere la speranza”

“Ben detto” sorrise Raph “So cosa provi, anch’io sono preoccupato a morte per Leo così come tu lo sei per Mikey!! Ma dobbiamo andare avanti ok?! Per LORO!!”  

“Allora che stiamo aspettando!?” disse Donnie.

“Andiamo a prenderli e torniamocene a casa!!” sorrise Raphael.


.................

28esimo cappy!!! Siiii!!! ^^
Dopo tanto tempo, beh adesso si che ci vorrebbe un bel intervento da parte di Splinter ... ma arriverà, non arriverà, chi può dirlo!!?? Boh!! Al prossimo cappy gente!!
E grazie!! ^o^


 

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Capitolo 29
*** Luce nelle tenebre ***


Il maestro Splinter si guardò intorno, circospetto, poi, una volta sicuro che la via fosse libera fece cenno ai due guerrieri che erano poco distanti da lui, nascosti nella vegetazione.

Usagi Miyamoto e Tomohe Ame gli giunsero immediatamente accanto, accucciandosi vicino lui.
“Tutto tranquillo?” domandò il coniglio samurai.

Splinter annuì “Così sembra …” disse “Ma in questo luogo non bisogna mai abbassare la guardia, credimi Usagi-san” continuò scrutando nell’oscurità della giungla.

“Per via della tribù Tlaloc?” domandò Tomohe.

“Per via della giungla stessa” replicò l’anziano maestro “L’esperienza mi ha insegnato che a volte è più sensato temere madre natura e le sue creature che dei guerrieri indisciplinati”                                                                                      
E Splinter sapeva bene di che parlava, anche perché, in fin dei conti, lui in quella giungla c’era già stato!!

“Siete molto saggio Splinter-san” constatò Usagi.

A quelle parole Splinter sorrise amaramente, abbassando le orecchie “In verità Usagi-san ultimamente non lo sono stato molto” mormorò tristemente mentre pensava ai suoi figli maggiori e a come li aveva trattati “Spero solo che non sia ancora troppo tardi per rimediare …”

Il dolore di veder spariti i propri figli per colpa sua e del suo egoismo era stato devastante per il vecchio topo. Ma infondo è così che, purtroppo, ci si accorge dei proprio errori … soffrendo.                                                                
Poiché spesso e volentieri solo il dolore ti consente di vedere le cose sotto la prospettiva giusta.

“Ad ogni modo, non posso fare a meno di ringraziarvi ancora, tutti e due, per essere venuti fin qui” disse infine Splinter avanzando nella vegetazione con appresso i suoi due “Ospiti” che lo seguivano in fila indiana.

“Lo imponeva il nostro senso dell’onore Splinter-san” replicò gentilmente la bella Tomohe, guardandosi attentamente intorno “Non potevamo lasciare che degli innocenti soffrissero a causa di selvaggi provenienti dal nostro mondo”

“Tomohe ha ragione” aggiunse Usagi “La tribù Tlaloc appartiene al nostro mondo, saremmo stati spregevoli ad infischiarcene”

“Vi ringrazio comunque” sussurrò il maestro, anche le la sua testa era da un’altra parte già da alcuni minuti –Quando tutto questo sarà finito tornerò a New York e convincerò Donatello e Michelangelo a dirmi dove sono i loro fratelli, perché non voglio più far loro alcun male- pensò sospirando.                                                                 

"Siamo quasi arrivati” disse poi fermandosi.

Dietro a quell’ammasso verde e intricato si nascondevano i resti di un’antica città, a cui si stavano avvicinando sempre di più, man mano che la vegetazione veniva sostituita da cumoli di rovine e resti di antiche abitazioni.

Finché …
… Giunsero finalmente al tempio!!      

……………………

“Leo ho paura …” singhiozzò Mikey aggrappandosi con le braccia al collo del maggiore.

Quando Leo si era svegliato, il piccolo Hamato non aveva perso tempo a raccontargli il piano diabolico che Savanti, spinto dalla superbia, gli aveva spiattellato in faccia; ma alla fine, tra il delirio indottogli dalla febbre sempre più alta e lo sconforto nel sapere che fine spettasse al fratello maggiore, era scoppiato in lacrime.

“Sssh, fratellino” sussurrò piano Leonardo accarezzandogli il capo “Non preoccuparti andrà tutto bene, vedrai”                                    

“Ma Savanti ha detto che ti sacrificherà al levare del sole di domani!!” replicò l’arancione “Come faremo a impedirlo Leo?! COME FACCIAMO A CAVARCELA STA VOLTA!!??”

“Ehi!! Ehi!! Ehi!! Mikey guardami!!” gli chiese l’altro afferrandogli il viso con entrambe le mani “Ti ho detto che andrà tutto bene, ok?” mormorò sforzandosi di trovare lui stesso la fiducia per quelle parole “Ne abbiamo passate di peggio e ne siamo sempre usciti bene otouto, SEMPRE!! Fidati …”

Mikey lo guardò con i grandi occhioni azzurro cielo colmi di lacrime, tirò su il naso mentre Leo gli strofinava gentilmente le guance con i pollici.

“E poi ci sono ancora Raph e Donnie”

“Ma se non si liberano in tempo?!” domandò Mik tremante.

Leo inspirò profondamente, chiudendo gli occhi “Dobbiamo avere fede …” aggiunse poi dopo qualche istante “… Dobbiamo avere fede in loro Mikey, ci porteranno via di qui otouto vedrai”

Restarono in silenzio per un po’, cullandosi a vicenda per cercare conforto l’uno dall’altro.

Certo, Leo aveva fatto un bel discorso ma era evidente che le probabilità di uscire vivi da quell’avventura fossero molto poche.    
-Spero solo che almeno Raph e Donnie stiano bene …- pensò Leo stringendo il fratellino a se -… in questo momento è soprattutto per Mikey che sono preoccupato-                 
Il maggiore appoggiò una mano sulla fronte del fratellino; scottava, scottava molto.     
–La febbre non fa altro che peggiorare e io non so cosa fare-

“Trovateci ragazzi, vi prego trovateci presto …” mormorò scorfortato, mordicchiandosi le labbra.

Vinto da una nuova stanchezza, il leader chiuse gli occhi per un pò, nella speranza di far riposare mente e corpo, e allo stesso tempo di non pensare all’orribile prospettiva di essere “Sacrificato”.

Cercò di concentrarsi sul respiro ormai regolare di Mikey.
L’arancione infatti si era addormentato a un po’, appena aveva appoggiato la testa sul suo petto.

Leo riaprì gli occhi e, abbassando lo sguardo, si mise a contemplare il ciondolo che Savanti gli aveva dato.

Lo zaffiro splendeva di una dolce luce azzurrata che illuminava delicatamente quel l’antro scuro e pauroso dove erano stati rinchiusi.                                                    
La tartaruga socchiuse gli occhi; che razza di grande potere poteva avere quella piccola pietra?! Davvero avrebbe reso Savanti talmente potente da riuscire a sconfiggere e a vendicarsi del signore del tempo?!

“Peccato che non abbia il potere di farci uscire di qui” borbottò l’azzurro amaramente accarezzando la liscia pietra con le punte delle dita.

Sotto il suo tocco la pietra prese a splendere ancora di più.

“Beh, di certo come torcia è ottima … ehi!!”

Leonardo sussultò come il fratellino si strinse improvvisamente con più forza a lui, scosso da violenti brividi. Si preoccupò di vederlo mugugnare alla luce azzurra della pietra perciò gli posò una mano sul viso.

Sgranò gli occhi.

Fatta eccezione per la fronte bollente, il resto della piccola forma di Mikey era fredda, freddissima!! Stava congelando!?

“Oddio, Mikey!!” sussurrò Leo spaventato.

Seppur nel sonno, il ninja più piccolo iniziò a mugugnare, il viso contorto in una smorfia sofferente e sudore freddo colava lungo il collo.

“Mikey …”

Leo si morse le labbra terrorizzato, cosa poteva fare?                                                  
Non aveva degli impacchi di acqua fredda con cui cercare di fargli scendere la febbre, ne qualcosa con cui coprirlo per farlo smettere di rabbrividire.                         
Non sapeva cosa fare!!

Mikey rischiava seriamente di morire tra le sue braccia, e  lui non poteva aiutarlo!!

Istintivamente le sue dita si strinsero sullo zaffiro che riprese a splendere con più energia, diventando sempre più caldo.

Di quel che accadde dopo, in poco più di qualche istante, Leo non se ne rese nemmeno conto.

El zaffiro …  

Gli occhi di Leo cambiarono improvvisamente colore, passando da ramati a azzurro intenso, quasi celeste senza pupille. Prese il ciondolo, togliendoselo dal collo, e lo avvicinò al petto ansimante del fratello.

“Sssh, està bien  …” mormorò l’azzurro … ma con una voce non sua!! Più intonata, profonda …                      

“L-Leo …?!” si lamentò Mikey agitandosi debolmente quando l’altro gli poggiò la pietra sul petto, proprio all’altezza del cuore.               

Leo chiuse gli occhi sussurrando qualcosa, come alcune parole in una lingua che sembrava vagamente spagnolo, o tipo un dialetto locale: Mikey non ne era sicuro, era troppo stanco e debole per farci caso e ansi la voce di suo fratello nelle sue orecchie ormai sembrava quasi aver assunto il tono di una dolce ninnananna.

Lo zaffiro intanto brillava, lampeggiando a ritmo con ninnananna di Leo.

Mikey riaprì lentamente gli occhi come il dolore alla testa e al petto incominciarono magicamente a sciamare fino a sparire del tutto.                
Il senso di nausea, quell’insopportabile calore alla testa, tutto sparì, così, inghiottito dalla luce e dal suono della mistica pietra.

Quando ebbe terminato il suo lavoro, Leo riaprì gli occhi per un momento, ma poi li richiuse di nuovo mentre toglieva lo zaffiro dal petto del fratellino e lo risistemava al suo posto, intorno al collo.   

Mikey riprese piena coscienza pochi momenti dopo.
“L-Leo …?! Cosa … C-Cosa è successo?!” domandò stropicciandosi gli occhi, confuso “... Leo?” seguitò non sentendosi rispondere.

Il fratello non gli rispose, continuò a restare in silenzio con gli occhi chiusi e la testa abbassata, come se stesse meditando.

“Leo? Ehi!! Fratellone mi senti?” domandò Michelangelo innervosendosi.

“Ahora escúchame …" sussurrò Leo, senza ancora guardarlo.

“C-cosa?!” replicò Mikey.                                                                        
–Ma che lingua è?!- pensò, troppo inquieto per la strana situazione da ricordarsi di aver già sentito parole simili.

Nelle avventure che Leo gli aveva raccontato, del periodo in cui era in Amazzonia!!

"Escúchame!!" ringhiò il leader.

Mikey tacque, spaventato dal tono del maggiore.   

Leo tacque per un momento, pensieroso, come se stesse cercando il modo migliore per comunicare con lui.
"Io sono il guardiano dello zaffiro" disse lentamente, marcando, quasi con fatica, ogni parola. 

Mikey annuì, intimorito.

"... Sono conosciuto con molti nomi, ma dalla foresta da cui provengo ... mi chiamano Sapphire. Escùcha lo que te digo ..." 

"O-Ok ...?"

"... Presto sangre inocente macchierà el vector de piedra, ma tu recuerda al tuo hermano …” riprese il guardiano "Che lei sarà con lui ... anche quando la disperazione stringerà il suo cuore"

-Eh?! Ma, m-ma che significa? Non ho nemmeno capito metà del suo discorso- pensò il piccolino, ma non fece in tempo a richiederlo; lo zaffiro si scurì nuovamente e Leo cadde piano tra le sue braccia.

Vinto da un sonno profondo … e mistico ...

...........................

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Capitolo 30
*** Il sacrificio 1° parte ***


Era tutto pronto, TUTTO.                                                                      
Savanti ghignò: Era tutto pronto per la cerimonia, nella piazza, davanti alle rovine del tempio principale di quella città morta. 

Al centro esatto si trovava innalzata una lunga e pesante lapide, antica, incisa con simboli mistici … che presto sarebbero stati macchiati di sangue. 

“Gran sacerdote …”

“Cosa vuoi?!” ringhiò lo stregone, pericolosamente irritato per essere stato distolto dai suoi pensieri.

L’indigeno deglutì nervosamente “S-Siamo p-pronti” 

“Bene …” Savanti fece un sorriso macabro “… Molto bene”
Lo stregone era così eccitato che poteva quasi sentirlo, si, poteva già sentire tutto quel potere dentro di se, il potere più grande di tutti … 

Intanto nella giungla, ben nascosti tra la vegetazione, tre intrusi stavano scrutando con sospetto tutto quello strano movimento, al centro preciso delle rovine. Era strano.  

“Cosa diavolo stanno facendo?” domandò Usagi socchiudendo gli occhi confuso.

“Non ne ho idea” ammise Splinter “Ma non può essere niente di buono” affermò.
Infatti al vecchio maestro non era sfuggita la figura di quella strana creatura, simile ad un caprone antropomorfo.

Gli ricordava qualcosa, possibile che …? 

“Un momento …!!” esclamò all’improvviso il topo.

“Cosa c’è Splinter-san?” domandò Tomohe.

“Temo di sapere chi è quell’individuo laggiù” confessò indicando con la punta del bastone il profilo di Savanti, il quale aveva cominciato a dare le ultime direttive per il rito mistico. “I miei figli me ne hanno parlato diverse volte” raccontò “Il suo nome è Savanti Romero, ed è un potente stregone … la sua presenza qui non può aver nulla di buono”

“Savanti uh?” sibilò il coniglio samurai socchiudendo gli occhi color notte “Lo ricorderò”

“Ma non ha senso” replicò la bella Tomohe “Cosa c’entra uno stregone con la tribù Tlaloc? Se c’è una cosa che quegli indigeni non capiscono è la magia”

“Evidentemente la vicenda in cui abbiamo deciso di immischiarci è più intricata di quanto immaginassimo …” sospirò Splinter.

“… E non potete immaginare quanto!!” esclamò ad un tratto una voce alle loro spalle, una voce … familiare.

Usagi e Tomohe si voltarono subito, con in mano le armi già sguainate ma Splinter … restò semplicemente immobile, sgranando gli occhi.                                           
–Non è possibile …- pensò il vecchio maestro. 

“Raphael-san!!” sorrise Tomohe.

“Donatello-san!!” seguì Usagi riponendo nuovamente la katana nel fodero; sorrise “Che sorpresa trovarvi qui” affermò.

“Già …” sibilò il focoso il quale, insieme a Donnie che tuttavia decise comunque di stare in disparte, non staccava gli occhi dalle spalle del “Padre”.

Splinter si voltò verso i suoi figli, sbattendo le palpebre sorpreso.

“Splinter-san” cominciò la leoncina “Non ci avevate detto che anche i suoi figli sarebbero venuti”

“Non … non lo sapevo” sussurrò il maestro timidamente.

“Chissà perché …” commentò acidamente Raph “Comunque adesso non ho tempo da perdere” continuò appostandosi vicino ad Usagi per spiare anche lui le mosse di Savanti. –Allora non avevamo sentito male- pensò il rosso ringhiando –Il bastardo è ancora vivo!! Ed è a causa sua se abbiamo perso Leo e Mikey-
Dio!! Quanto avrebbe voluto saltargli addosso e smembrarlo pezzo per pezzo a colpi di sai!!
-Pagherà per questo!!-

Intanto il povero Splinter si portò una mano alla testa, barcollando un po’ all’indietro; troppo lo scombussolamento “R-Raphael, Donatello … c-cosa …?” cominciò “Cosa ci fate qui? E d-dove sono g-gli altri?”

Donnie sospirò “Sarebbe troppo lungo da spiegare sensei” 

“E perdere tempo è un lusso che NON possiamo permetterci” sbottò Raphael.

“Ma Raphael-san, cosa …?”

“Sono accadute molte cose Tomohe” spiegò sbrigativamente il viola “Ma per adesso posso solo dirvi che DAVVERO non abbiamo tempo da perdere” continuò “Leo e Mikey sono stati rapiti, e noi …”

Splinter sgranò di nuovo gli occhi.                                                       
“SONO STATI COSA?!”  

………………….......

Leonardo si guardava intorno un po’ spaesato.
-Ma … dove sono?- pensava infatti muovendosi però con una certa disinvoltura tra le  liane e le grandi foglie verde speranza –Questa è la giungla ma …-

“E un sogno …?” mormorò.

Era tutto così luminoso … così diverso dall’altra volta.

“Finalmente ci incontriamo Leonardo” annunciò una voce gentile tra il fogliame.

“Uh?”

Davanti all’azzurro avanzò un altro indigeno … lo stesso dell’incubo!?                             
Leo sgranò gli occhi spaventato “T-Tu? Di nuovo? Ma t-tu chi sei?” domandò indietreggiando davanti all’arrivato.

Ma il leopardo sorrise, cercando di sembrare il più tranquillo possibile “Non devi avere paura di me Leonardo” lo rassicurò “Perché non intendo farti alcun male, e poi …” continuò “Anche nel caso in cui volessi fartene, non potrei … sono morto da tempo”

All’inizio Leo lo guardò, sbattendo le palpebre perplesso; quello era indubbiamente il leopardo del suo sogno!! “Ma tu sei …” mormorò, finché, ad un tratto, lo zaffiro si illuminò ad intermittenza e …                                               
“Tu sei … TRISTAN!! Il compagno di Pioggia?” 

“Vedo che hai finalmente cominciato ad avere una connessione psichica con lo zaffiro … è lo spirito che vi è al suo interno” commentò l’indigeno soddisfatto “Non ci vorrà molto prima che LEI condivida con te il resto della memoria”

“Ehi, aspetta un attimo!!” lo fermò Leo interdetto “Non … non capisco, di cosa stai parlando? Chi è “Lei”? E la memoria di cosa?”

“Non temere presto tutte le tue domande otterranno risposta” replicò il leopardo “Io lo so, perché …”

Lo zaffiro si illuminò di nuovo, con luce più forte.

Leonardo sgranò gli occhi “Perché tu eri Sapphire!!” affermò.

L’altro esibì un sorriso amaro “ … Si”

“Ma allora …” cominciò l’azzurro guardandosi intorno “Se tu … tu sei Sapphire!!” disse “Non io, Savanti si è sbagliato” provò speranzoso.

“Temo che le cose non stiano esattamente così amico mio” replicò il felino “Come tu stesso hai affermato io ERO Sapphire ma adesso … tu lo SEI”

“M-Ma …”

“Savanti bramava a tal punto il potere di lei che mi ha ucciso senza meditare bene sulle parole della profezia” spiegò Tristan “Se fosse stato più attento a quest’ora lo avrebbe già ottenuto, sacrificandomi secondo il rito, ma grazie al cielo ciò non è accaduto e …”

“E a-adesso accadrà c-con me” sussurrò Leo.

La tartaruga iniziò a tremare leggermente.

Tristan gli si avvicinò e … lo abbracciò.                                                
Leonardo sbatté gli occhi, non aspettandosi un gesto del genere da parte di quello che, in fin dei conti, restava pur sempre uno sconosciuto ma non protestò e lo accolse di buon cuore, calmandosi un poco.

Restarono così in silenzio per qualche istante finché …

“Comunque ancora non riesco a capire” mormorò poco dopo separandosi dal felino “Perché la prima volta che ti ho visto … t-tu mi hai … ?” rabbrividì ricordando le circostanze della prima apparizione di Tristan.

-Quell'orribile incubo …- pensò la tartaruga.

“Essendo a conoscenza della presenza di Savanti nella giungla avevo cercato di mettermi in contatto con te, per avvertirti ma …” fece un breve pausa “La sua magia oscura aveva già contaminato le sacre rovine di conseguenza la mia apparizione nei tuoi sogni è stata … distorta”  

“MOLTO distorta io direi” sospirò Leo scuotendo il capo, affranto.

“Capisco che tu abbia paura” replicò il giaguaro, il quale per un momento si scurì in volto come … come se SAPESSE.                                                                            
“Ma non temere, non sarà il tuo sangue a macchiare la stele di pietra”

“Cosa …? Che vuoi dire?”

Non fece in tempo a terminare la frase che una strana quanto potente raffica di vento lo strappò violentemente via dal leopardo.                                      

“WOAAHHH!!!”

“Sii forte Sapphire, qualunque cosa accada, perché non sarai da solo”

……………………

“TRISTAN!!” 

“Leo!!” esclamò Mikey.
L’azzurro si guardò freneticamente attorno “M-Mikey …?”

“Fratellone!!” disse l’arancione sollevato nel vederlo di nuovo sveglio, finché la felicità non venne sostituita dalla perplessità “… Chi sarebbe Tristan?”

Leonardo prese un bel respiro prima di raccontare a Mikey del suo sogno.             
Dopo un po’ che ebbe finito di raccontare tutto, Michelangelo sbatté le palpebre stupito “Wow, ma allora …”

“I discorsi di quei tipi non erano così infondati” annuì Leo.                         
Osservò con attenzione il ciondolo ottenuto da Savanti, girandolo e rigirandolo tra le dita “Sono davvero io Sapphire” 

Beh, bisognava ammettere che era una bella pietra; perfettamente ovale, di un azzurro limpido e splendente mentre brillava di una tenue luce, abbastanza forte da illuminare tenuemente la loro cella.
-Possibile che la maggior parte dei nemici che affrontiamo abbiano sempre qualcosa di personale contro di me?!- pensò la tartaruga sbuffando mentre con l’altra mano accarezzava la spalla del suo fratellino.                                                        –Anche se preferisco di gran lunga che se la prendano con me, piuttosto che con i miei fratelli e poi essere il leader porta anche queste responsabilità … immagino- 

E che responsabilità poi.

“Secondo te che tipo di poteri possiede la pietra?” domandò Mikey curioso.

“Non lo so Mikey ma …” cominciò Leo “Qualunque cosa sia è abbastanza potente da aver destato l’interesse di Savanti, e … da averti salvato la vita” mormorò.

Cosa sarebbe accaduto ora? 
Che tipo di poteri possedeva la pietra? E ... chi era questa fantomatica “LEI”!?  

C'erano ancora troppe domande e nessuna risposta ...
... E ormai non avevano più tanto tempo. 
 
............................

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Capitolo 31
*** Il sacrificio 2° parte ***


“Pioggia, Juan, Sabora e tutto il resto della gente di Tlalok sono innocenti” confermò Michelangelo non appena lui e suo fratello, concessasi una breve dormita, ebbero riordinato le idee “Savanti li ha ingannati”

“Quel maledetto …” ringhiò Leo corrucciando la fronte accarezzando lo zaffiro con le dita.

“Ti prego dimmi che hai un piano Leo” sussurrò Mikey accoccolandosi più vicino al maggiore, in cerca di conforto.

Leonardo prese un profondo respiro, chiuse per un momento gli occhi e cercò di concentrarsi sul da farsi: Ok, senza dubbio dovevano trovare il modo di scappare da quel buco e trovare Raph e Donnie, o, quantomeno, cercare di convincere qualcuno degli indigeni ad aiutarli tipo … 

Lo zaffiro si illuminò per un breve istante per poi tornare scuro.                             

-Pioggia d’inverno!!- 

“Mikey dobbiamo trovare il modo di parlare con Pioggia” disse improvvisamente l’azzurro “Tristan, il precedente Sapphire, era il suo compagno!! Forse possiamo convincerla ad aiutarci”

“ … In effetti, credo che sospetti qualcosa” rifletté l’arancione “Da quel poco che sono riuscito a capire, Savanti non le va molto a genio” 

“Perfetto” confermò allora Leo, iniziando a stringere inconsciamente lo zaffiro nella mano destra “Allora dobbiamo alimentare quei sospetti, come si alimenta un fuoco buttandoci sopra della benzina” 

Mikey corrucciò la fronte; da quando Leo parlava per metafore?                               
Di nuovo, per un momento, la pietra azzurra brillò debolmente, spegnendosi in seguito, quasi del tutto. Leonardo ebbe un come un fremito e chiuse gli occhi.                                                 

Ma Mikey non gli diede troppo peso “Ehm si, però come facciamo a …”
Non terminò nemmeno la frase che la porta della cella si aprì, cigolando in maniera sinistra. Nella cella fece il suo ingresso niente di meno che Pioggia d’inverno!! La bella pantera guerriera.

“I preparativi sono terminati” disse semplicemente, socchiudendo le iridi smeraldo “Mi hanno incaricata di prelevarti”

“Che?! NO!!” Mikey prese a stringere convulsamente il braccio di Leonardo a tal punto che il poveretto quasi non riusciva più a sentirlo.                                                
“No!! Ti prego aspetta!!” pregò fissando la guerriera indigena tremante “Non portarlo via!!”

“Abbiamo bisogno di parlarti” disse Leo ad un tratto, fermamente, gli occhi ancora chiusi mentre si sistemava seduto sulle ginocchia.

“E io voglio finire questa storia il prima possibile” replicò indifferente la pantera avvicinandosi di qualche passo “Non ho alcuna intenzione di perdere tempo ad ascoltare le vostre patetiche suppliche”

“Non voglio supplicarti, solo parlarti se me lo concedi, in fin dei conti … un minuto prima o un minuto dopo non cambierà le circostanze” replicò l’azzurro tranquillo … anche TROPPO tranquillo.

“L-Leo …?” mormorò Mikey perplesso, guardandolo.                                 
L’espressione di Leonardo era improvvisamente cambiata; sembrava diventato impassibile, freddo, completamente indifferente alla situazione in cui si trovavano.

Cioè, va bene essere “Fearless”, ma anche Leo aveva i suoi limiti.

Nel guardare il fratellone, lo sguardo di Mikey cadde sullo zaffiro; la mistica pietra ora era completamente scura, quasi blu, quando aveva smesso di brillare? Non se ne era nemmeno accorto.
Pioggia dal canto suo inarcò un sopracciglio, altrettanto spaesata da un atteggiamento così calmo da parte di un condannato a morte.

“Beh … visto che sono le tue ultime parole …” mormorò la giovane “Parla”

Leo riaprì gli occhi, fissandola intensamente, e a Mikey mancò un battito. 
Le iridi castane avevano cambiato di nuovo colore, proprio come era accaduto prima quando aveva usato lo zaffiro per curarlo; solo che, anziché essere azzurro chiaro, gli occhi del maggiore erano blu scuro, come il mare. 

“Tu non ti fidi di colui che chiami tuo sacerdote, non è vero?” decretò senza mezzi termini, con un tono talmente fermo da sembrare una sentenza “Fai bene”

Pioggia D’inverno sbatté le palpebre, sorpresa “C-Cosa?”

“Scommetto che non sapete nemmeno il suo vero nome, vero? Beh suo nome è Savanti Romeno” continuò l’azzurro “E’ un potente stregone, ma è un malvagio e di certo non degno di portare il titolo di sacerdote; se all’improvviso è comparso nelle vostre vite non è stato per fare del bene”

“Ma cosa diavolo stai farneticando?!” ringhiò la pantera indispettita da quel discorso, mentre si abbassava davanti alla tartaruga. 

“Se anche solo una parola di quelle che vi ha detto fosse vera …” disse Leo “Io non sarei sul punto di lasciare questo mondo e voi non sareste sul punto di macchiarvi le mani con sangue innocente”                                                                       

Leonardo fece una breve pausa, in cui ne Pioggia, ne Mikey osarono spiccar parola.       

“Ma soprattutto … Tristan non sarebbe morto”

A sentire quel nome Pioggia sgranò gli occhi e ringhiò cupamente.                           

“Non so cosa tu abbia sentito da quegli idioti, ubriaconi, che di solito vengono a fare la guardia ma …” sibilò sguainando uno dei suoi due pugnali e puntandoglielo alla gola “Non osare mai più pronunciare il suo nome!!” 

“Devi averlo amato molto” 

“Tieni a freno la lingua ho detto!! Questi giochetti non funzionano con me!!”

“Definisci “Giochetti” le parole della verità?” ribatté Leonardo implacabile, ignorando completamente il fatto che la pantera stesse quasi sul punto di sgozzarlo mentre aveva già cominciato a liberarlo dalle catene per condurlo verso la morte.                           

“Sta zitto” sbraitò l’indigena dopo aver sganciato una delle manette che imprigionavano i suoi polsi. 

“Tristan …” andò avanti l’azzurro “E’ morto per mano di Savanti, anche questo è un “Giochetto” per te?”
Pioggia si irrigidì di colpo, sbattendo le palpebre in stato di shock “C-Cosa … Cosa h-hai detto?!” ringhiò alzando la testa di scatto verso la tartaruga.

“Mi hai capito benissimo”

La pantera ebbe bisogno di diversi momenti di raccoglimento per assorbire la botta … no!! Non poteva essere!!

“… Tu menti” sibilò lei furiosa “Diresti qualunque cosa pur di salvarti il guscio!!” gridò.

“Non è vero!!” si intromise allora Mikey non riuscendo più a trattenersi “Ti sta dicendo la verità!! Tristan era il precedente Sapphire e …”

“Cosa?! Sapphire!!??” ruggì Pioggia “Con che coraggio blateri tali menzogne?! Tristan non era Sapphire!! Io lo so!! Lo conoscevo meglio di chiunque altro, me lo avrebbe detto!!”

“Beh se non lo ha fatto doveva aver avuto i suoi motivi …” provò a replicare l’arancione.

“TACI!!”

“Ah!!”

Accecata dall’ira e dal dolore, la pantera alzò il pugnale contro Mikey, il quale chiuse gli occhi, squittendo terrorizzato ma …

La mano bloccò fermamente il polso della guerriera prima che potesse macchiarsi di un orrendo delitto … era quella di Leonardo, appena liberata dalle catene.   

“Cos- …!?”

“Poiché è evidente che niente di quel che dirò riuscirà a convincerti” disse piano la tartaruga “A questo punto non mi lasci altra scelta” continuò “Se non crederai a me, allora crederai a TE STESSA”

Detto ciò la tirò con forza verso di lui, abbassandola quel tanto che bastava da far si che l’altra mano, quella ancora incatenata potesse sfiorarle la fronte con le dita.
“Non posso farti credere, ma posso farti VEDERE”

Lo zaffiro di illuminò, inondando completamente la cella con la sua luce azzurrata. 

Nella mente di Pioggia si fecero largo una serie di immagini, suoni, parole … ricordi. Un dolore lancinante le attraverso la testa, che iniziò a sentir pulsare come se potesse esploderle da un momento all’altro. 

Urlò, urlò più forte che poté.

“L-Leo …?!” sussurrò Mikey spaventato da quella scena.

Ma Leonardo sembrò non sentirlo.                                                            
“…”

La porta della cella si spalancò con un boato.  

“COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI DENTRO?!”                                         

………………………………

“Ok, facciamo il punto della situazione” iniziò Raphael dopo essersi assicurato di avere l’attenzione di tutti “Di certo Leo e Mikey sono tenuti prigionieri da qualche parte all’interno del tempio”

“Tempio che è strettamente sorvegliato dalla bellezza di 20 guardie divise a gruppi di quattro all’esterno” fece notare Usagi “Avevamo appena finito di contarli”

“Se all’esterno ce ne sono così tante non oso immaginare all’interno” sospirò Donnie.

“E inoltre, più di metà tribù si trova ammassata vicino alla così detta stele di pietra” considerò Splinter “A non meno di due passi da tempio”

“Nemmeno una mosca passerebbe inosservata” mormorò Tohmoe Ame sconsolata.

“Non avremmo bisogno di essere mosche” affermò però Raph con sguardo determinato “Basterebbe … un diversivo” propose “Qualcosa che distragga se non tutti, la maggior parte degli indigeni, abbastanza a lungo per permetterci di entrare nel tempio”

“Semplice ma geniale” assentì il viola accarezzandosi il mento.

“Si, ma se anche alcuni di noi facessero da esca saremmo comunque in inferiorità numerica” disse giustamente Splinter “Non riusciremmo a distrarli a lungo, se poi venissimo catturati anche noi? Torneremmo al punto di partenza, e gli altri una volta entrati non riuscirebbero più ad uscire” 

Raph storse la bocca a quel discorso, dovendo annuire forzatamente.                 
Anche se era ancora arrabbiato con Splinter, non poteva negare che il discorso del suo vecchio maestro fosse corretto.

“Allora che cosa proponiamo di fare?” domandò.

Sorprendendo tutti, Donnie iniziò di punto in bianco a ridacchiare attirando l’attenzione su di se.

“Che c’è di così divertente Einstein?” ringhiò Raphael incrociando le braccia sul petto.

“C’è che credo di avere avuto un idea a dir poco … esplosiva” disse il genio con  espressione maliziosa.  


...................................

Cavoli ragazzi, siamo quasi alla fine finalmente!! Almeno spero O.o Chi l'avrebbe mai detto!!??
Spero vi piacciano questi ultimi capitoli e se vi interessa ho disegnato una cover proprio per questa occasione <3 la trovate qui!! 
http://elegirl.deviantart.com/art/Tmnt-Burning-passion-cover-The-sacrifice-523063342
Alla prossima!!

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Capitolo 32
*** Il sacrificio 3° parte ***


“NO!! NO!! BASTA!! BASTAA!!” strillò Pioggia stringendosi con forza la testa tra le mani, rotolandosi sul pavimento della cella come in preda ad un dolore atroce.

Sabora e Juan sbatterono entrambi le palpebre, inizialmente spaesati da quella scena ma cercarono di riprendersi subito. “Che cosa le avete fatto maledetti?!” ringhiò il leopardo più giovane inginocchiandosi accanto all’amica, prendendola tra le braccia.

Mikey scosse la testa, altrettanto sconvolto “M-Ma noi …” sussurrò “Non abbiamo fatto niente” 

“Ah davvero?” ringhiò Juan adirato, fissandoli “E cosa sarebbe successo allora?!”  

“La verità è un fardello pesante, difficile da portare …” mormorò invece Leonardo “… Ma Pioggia deve sopportarlo, per il bene di tutti”                                          
Tacque, chiudendo gli occhi mentre lo zaffiro riprese a brillare un poco, riprendendo il suo colore naturale; riaprì gli occhi … erano di nuovo castani, ma soprattutto pieni di confusione.

“Leo …?” disse Mikey.

“C-Cosa … Cosa è successo?” sibilò l’azzurro portandosi la mano libera alla testa, perplesso.

“Sabora” sibilò Juan abbassandosi accanto alla tartaruga “Occupati di Pioggia!!” ordinò “Io porterò Sapphire dal Gran Sacerdote, non c’è più tempo”

“No!!” squittì Mikey assistendo impotente mentre il fratello veniva liberato dall’ultima catena e trascinato via.

……………………

“Fatto?” domandò Donnie.

“Fatto, esattamente come mi hai spiegato” sorrise Usagi facendogli il segno dell’ok.

Donatello ghignò “Perfetto”                                                                 
Prese il suo t-phone e selezionò il numero di Raphael “Ci sei?” chiese semplicemente, una volta che quello ebbe risposto.

“Tutto a posto” disse il focoso scambiandosi uno sguardo d’intesa con Tohmoe Ame “Questi ragazzi avranno una bella sorpresa”

“Eccome se ce l’avranno” ridacchiò Donnie osservando il piccolo telecomando con su installato il classico bottone rosso “Se non è un diversivo questo … vi siete già allontanati?”

“Noi siamo al sicuro!! Falle saltare in aria Donnie, non aspetto altro” replicò semplicemente il focoso.

Il viola guardò un’ultima volta il telecomando, poi Usagi e il maestro Splinter che annuirono. 
Schiacciò il pulsante.

Ma nello stesso momento ...

“N-No!! Lasciatemi!!”
Leo gemette pateticamente mentre lo sbattevano contro ad una specie di stele di pietra.          
Si trattava di una vecchia, GIGANTESCA lastra di pietra; sulla quale vi erano incisi diversi strani caratteri in un lingua antica che non sembrava nemmeno spagnolo o qualsivoglia altro dialetto di quei luoghi.                                                                

Presto si ritrovò malamente seduto in terra con il guscio schiacciato contro la roccia; i polsi trattenuti uno a uno agli angoli della stele da spesse e corte catene che gli raschiavano dolorosamente la pelle, magari erano pure arrugginite!!

“N-No!!”

Leo si dibatté ferocemente nel inutile tentativo di liberarsi; le catene, fissate su quella strana stele, tintinnarono sonoramente. 

Tra l’altro era ancora intontito per la botta in testa che Azula, quella maledetta lucertola chiacchierona, gli aveva dato per farlo stare buono mentre Eclipse (Il lupo con i cerbottana e dardi) e Juan lo legano; gli faceva male la testa.

Gli sembrava quasi assurda la velocità con cui dalla cella si era ritrovato legato lì sopra, uno strano vuoto di memoria occupava i momenti prima che lo portassero via da Mikey.  

Provò a piegare le braccia senza riuscirci, neanche stesse in croce!! Le catene erano troppo corte. 
Si guardò intorno, era praticamente circondato dall’intera tribù!! Che esultava … impaziente di vederlo morire. 

Rabbrividì, lo stomaco stretto in una morsa di terrore, disgusto e freddo. 

Tutti quegli occhi che lo fissavano ... l'odiava!! E il fatto che poi lo avessero anche spogliato della sua attrezzatura prima di attaccarlo lì non lo aiutava per niente.

-Raph, Donnie dove siete?- pensò inquieto –Dov’è Pioggia? Se solo potessi parlare con lei!!-

“Bene, bene …” ridacchiò una voce mentre una mano scura e robusta gli afferrava dolorosamente il mento per alzargli la testa.

“Savanti …” sibilò il leader cercando di divincolarsi, ma lo stregone non glielo permise.

“Vedi questo pugnale?” domandò ghignando, mostrandogli un pugnale dalla lama ondulata e nera … ossidiana.

Leonardo deglutì.

“Quando la sfera dorata del sole sarà sorta per metà all’orizzonte …” continuò Savanti facendo scorrere la punta della lama lungo il collo della tartaruga che rabbrividì di riflesso “… Te lo pianterò nel petto”

E mancava poco a tale momento, MOLTO poco.

Leo si morse piano il labbro, per la prima volta in vita sua aveva davvero paura, paura della morte, dopo tutti quegli anni di combattimenti in cui lui e gli altri l’avevano costantemente sfiorata. 

Buffo, vero?

Non voleva morire.
Sapeva che era codardo, e egoista. Sapeva che avrebbe dovuto mostrarsi forte e non tremare come una foglia al tocco freddo di quella lama sulla sua pelle … ma non ci riusciva.

“Non dici niente Leonardo?” sorrise Savanti “Nemmeno una parola? Una patetica richiesta di pietà?”

-Gli piacerebbe …- pensò lo spadaccino ringhiando mentalmente -… Vedermi supplicare-

Ma non gli avrebbe dato una tale soddisfazione.

“… Anche se io muoio, ti giuro …” iniziò infatti dopo un breve momento di silenzio, sbattendo gli occhi nel debole tentativo di cancellare le lacrime che vi si stavano formando “Anche se io muoio: Non la farai franca” disse “Raphael non ti lascerà impunito, ti darà la caccia e non si darà pace finché non avrai pagato; stessa cosa varrà per gli altri”

“Dubito che riusciranno mai a -Farmela pagare-” replicò lo stregone ridendo delle sue minacce “Dopo che avrò preso il potere della tua preziosa pietra …”

Intanto, poco lontano dalla stele di pietra, semi-nascosta dalla natura selvaggia, una familiare figura esile dai lunghi ricci castani osservava impietrita la scena.

-Lo sapevo che avrei fatto bene a venirgli dietro- pensò Violet muovendosi lentamente, un po’ a fatica a causa della storta alla caviglia, ma senza farsi notare.                   
“Benda blu, cosa hanno intenzione di farti?” mormorò la giovane preoccupata, la mano scese con cautela verso la tasca posteriore dei jeans; le dita si strinsero su una pistola, modello base con pochi colpi in canna.

Certo non era granché considerando il numero esorbitante di brutti ceffi che gironzolavano lì intorno ma sempre meglio di niente.

“Se solo la caviglia non mi facesse così male” sibilò la ragazza.

“Fratelli miei!!” annunciò Solennemente Savanti “Dopo tanto tempo il momento della liberazione è arrivato!!” affermò guardando vittorioso il sole che giungeva nell’esatta posizione.

Era giunto il momento.

“Dopo oggi, nessuno!! NESSUNO!! Nemmeno il Daymio del temuto Battle Nexus, ne il padrone del tempo Lord Simultaneus minaccerà la nostra gente” continuò alzando il pugnale per enfatizzare ulteriormente gli animi.

Un coro di “Si!!”, “Viva la liberazione” o “A morte Sapphire” si levò tra gli indigeni.

L'azzurro si rannicchiò contro la stele, chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo a terra, rassegnato.

“Addio, tartaruga” rise lo stregone, pronto a trafiggerlo.

“Ti amo tanto Raph …” sussurrò Leo, una sola lacrima gli sfuggì lungo la guancia “… Ragazzi perdonatemi per essere stato così debole”

“AHAHAHAH!!!”

"…"

“NOOO!!” 

BOOOM!!!!


........................

Due capitoli!! ^^ Due capitoli ed è fatta!!!
Ragazzi non sto più nella pelle!! 

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Capitolo 33
*** Discendenza 1° parte ***


Un terrificante boato si levò nella giungla e fece tramare il pavimento di pietra sotto i loro piedi. 

Mikey si appoggiò alla parete, spaventato, mentre Sabora strinse le braccia con maggior forza intorno a Pioggia.                                                     
La pantera aveva smesso di agitarsi già da un po’,  ma sembrava svenuta. 

“Cosa diavolo sta succedendo lassù?!” ruggì il leopardo osservando con timore la polvere e i piccoli frammenti di roccia scendere dal soffitto.

“N-Non … non lo so” ammise Mikey.

Pioggia gemette all’improvviso, muovendo un poco il capo “Cosa … Cosa è successo?!” domandò aprendo gli occhi smeraldini.

“Pioggia!!” esclamò Sabora felice vedendola “Stai bene?!” 

“S-Sabora?” mormorò la guerriera confusa “Ma dove …? TRISTAN!!” urlò ad un tratto, agitandosi tra le braccia dell’amico, il quale fu preso alla sprovvista.

“Pioggia, ma cosa …?”

“Ho visto Tristan!!” continuò lei imperterrita, scattando in piedi agitata, come in preda ad un delirio 

“Ho visto … ho visto la verità!!” continuò barcollando, tanto da doversi reggere al muro con una mano per non cadere “Non posso crederci!! Lo ha ucciso!! LO HA UCCISO!!”

“Ma di che diavolo stai parlando?!” replicò il povero Sabora cercando di calmarla.
Ma la pantera sembrò ignorarlo, bensì iniziò a guardarsi intorno come ha cercare qualcosa “Dov’è la tartaruga con la benda azzurra?”

“Pioggia …?”

“DOV’E’!?” 

“Lo hanno portato via!!” intervenne Michelangelo in lacrime “Lo hanno portato via per ucciderlo!!” 

Un silenzio agghiacciante riempì la cella per pochi istanti.

Pioggia fissava Mikey con gli occhi sgranati “No … no …” sussurrò.                                                 
Rapidamente, si avvicinò alla tartaruga con la benda arancione e cominciò a liberarlo dalle catene.

“Pioggia!!” esclamò Sabora scioccato “Ma cosa stai facendo?!”

“Non c’è tempo per spiegare!!” ringhiò l’altra tirando su a forza il povero Mikey, che a stento si reggeva sulle gambe addormentate e formicolanti a causa di tutto quel tempo passato in inattività 

“Dobbiamo fermare il rito Sabora, dobbiamo fermarlo prima che sia troppo tardi!! E …”

E …

……………………

“E poi? E POI!?”

“E poi direi che abbiamo passato di molto l’ora della nanna” replicò giocosamente Violet, spingendo con delicatezza sulle spalle del cucciolo di tartaruga, nel tentativo di farlo sdraiare sotto le coperte del suo lettino “Ora date la buonanotte, tutti e due”

“Ma non è giusto!!” protestò il piccoletto “Non è ancora finita la storia!!”

“E’ vero!!” piagnucolò un’altra vocina.                                                           

Infatti una testolina verde foglia con grandi occhioni color bronzo, con sfumature rossastre, fece capolino dal bordo del lettino di sopra, ad impalcatura a castello.         
“E poi vogliamo sapere che fine fanno quegli stronzi!!” ringhiò il piccoletto.

Violet guardò il secondo cucciolo con un espressione sconvolta “Tiziano!!” esclamò “Ma da chi hai imparato certe parole?” 

“Uh? Ma papà le dice spesso” mormorò il cuccioletto portando un ditino sotto al mento con espressione pensierosa.

“Ah si?!” sospirò la bruna.                                                                          

–Raphael, perché la cosa non mi sorprende?- pensò “Tiziano, per quanto possa … darti ragione, dubito che il tuo papì voglia sentirti dire certe parole, sono stata chiara?” fece guardandolo severamente.

“Non si dicono le parolacce” confermò l’altro cucciolo.

“Proprio così Antonio” annuì lei.

Tiziano sbuffò, mettendo il broncio.                                                            
“Io però voglio sapere come va a finire la storia di papì e papà!!”

Violet scosse la testa sorridendo “Finirò di raccontarvela domani, promesso” disse “Se voi mi promettete di mettervi buoni a dormire”

“Va bene zia!!” rispose subito Antonio ubbidiente mentre Tiziano rispose con un grugnito arrabbiato.

“Domani però voglio sapere come va a finire …” borbottò infatti quest’ultimo, infilandosi sotto le coperte, accanto a lui il suo giocattolo preferito: Un vecchio yo-yo rosso con una spirale gialla in mezzo. 

“Buonanotte ragazzi” augurò la giovane spegnendo le luci.

“Buonanotte zia!!” replicarono in coro i due gemellini.

Violet sorrise tra se e se mentre socchiudeva la porta della cameretta alle sue spalle.

Cinque anni, erano già passati cinque anni da quell’avventura.                                
Le dita della corsero istintivamente alla lunga cicatrice che gli percorreva petto, poco al di sotto del seno.  

………………………

“NOOO!!”

BOOM!!!

“Ma che diavolo …?!” 

BANG!!

“RAAARRRGHHH!!”

Savanti non fece in tempo a terminare la domanda che un dolore atroce schizzò dalla sua spalla fino al cervello. Vi poggiò una mano solo per ritrovarla sporca del suo sangue, che colava a fiotti lungo il braccio.

Violet soffiò sulla canna della pistola, ancora fumante per il colpo “Ok ragazzi, vi consiglio vivamente di lasciarmi passare prima che mi arrabbi sul serio”

“V-Violet …?” sussurrò Leo sbalordito.

Subito nella tribù vi fu uno scompiglio generale.                                               
Per quanto particolare gli indigeni restava sempre indigeni, e un’arma come quella di Violet non l’avevano mai vista, inoltre la ragazza aveva ben fatto ad approfittare del boato delle esplosioni per effettuare un entrata ad effetto. 

“Che succede?” domandò qualcuno 

“Chi è quella ragazza?!” 

“Che cosa ha fatto??!!” gridò qualcun altro.

“Ha ferito il gran Sacerdote con un arma che sputa fuoco e tuono!! E’ una strega!!”

Violet decise di aggiungere benzina al fuoco “Proprio così!! Sono una strega e molto potente per giunta: Visto come ho ridotto il vostro amico? Perciò vi consiglio di lasciarmi passare!!” affermò sicura di se, cercando di nascondere il dolore che provava mentre si sforzava di camminare rapidamente con la caviglia malmessa. 

Per fortuna, la gran parte dei selvaggi erano troppo spaventati dalla bruna per impedirle di raggiungere Leonardo ma …

“Che diavolo vi prende?!” 

… Non tutti lo erano. 

Juan si mise davanti a Leo bloccandole il passaggio “Magia o no, questa ragazza ha aggredito il gran Sacerdote e interferito con il rito!! Dobbiamo fermarla!!” ringhiò  estraendo una sciabola.

“No!! Violet scappa!!” provò a convincerla Leo.

“E lasciarti qui? Scordatelo benda blu” replicò la ragazza con un espressione fredda e seria sul viso 

“In un modo o nell’altro, oggi finirà tutto”

“Pagherai per aver interferito” ringhiò il leopardo avanzando minacciosamente.
Violet fece per alzare la pistola ma …

“Ah si? Intanto beccati questo gattaccio!!” ringhiò una voce calda e familiare.        

Prima che Juan potesse reagire un calcio in pieno volto lo fece crollare a terra e rotolare, ironicamente, giù per la piccola scalinata di pietra.

“RAPH!!” esultarono Leo e Violet all’unisono.

Il focoso ghignò  facendo roteare i Sai “Perdona il ritardo Baby” disse guardando l’amato “Ci hanno trattenuti”

Leonardo scosse il capo “Non importa … sono così felice di rivederti” mormorò con gli occhi lucidi, ma questa volta di gioia.

“Già e pensa che le sorprese non finiscono qui” 

“ …Figlio mio”

“Maestro Splinter!?” esclamò lo spadaccino incredulo, sbattendo gli occhi alla vista del padre chino accanto a lui, già impegnato a liberarlo dalle catene.

“Un sorcio gigante!?” constatò invece Violet chinando la testa da un lato “Sarebbe questo il vostro maestro?”

“Ma … come …?” 

“Avremo tutto il tempo per le spiegazioni e … per farti le mie scuse più tardi, figliolo” sospirò il maestro riuscendo a sganciare una delle catene.

“Ehm ooookay, ma benda viola? Dov’è?” domandò la ragazza accucciandosi accanto a Leo.

“E dove vuoi che sia? A liberare Mikey mi sembra ovvio!!” replicò Raphael parando l’improvviso affondo di una lancia per poi mollare una ginocchiata al proprietario “Ma ora non c’è tempo per le spiegazioni”
Nonostante il breve momento di esitazione causato da tutto quel putiferio gli indigeni stavano iniziando ad imbracciare le armi, spronati da Azula e Eclipse che intanto stavano aiutando Juan a rialzarsi.

“Per una volta di do ragione” mormorò Violet.

“Maestro Splinter porta via Leonardo” ordinò seccamente il focoso incrociando le lame dei sai di fronte al viso “Io penso a rompere un po’ di teste!!”

Detto questo, la tartaruga dalla benda rossa si lanciò nella mischia lasciando Splinter e Violet ad aiutare Leo ma …

… La storia non era ancora finita.

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Capitolo 34
*** Discendenza 2° parte ***


Non si aspettava di trovare qualcuno ancora in piedi a quell’ora, ma sorrise quando vide la tartaruga più matura seduta al tavolo della cucina; la solita tazza fumante tra le mani che profumava l’atmosfera con una delicata fragranza di thè verde.

Non si curò nemmeno di alzare la testa, sapeva già chi era “I cuccioli sono al letto?” domandò soffiando delicatamente sul liquido ambrato.

“Come angioletti caduti dal cielo”

Leo sorrise “Ti ringrazio … Fenix”

…………………………

E’ strano come un solo, piccolo, istante possa cambiare tutto.                          
Come si possa improvvisamente violare il confine tra vita e morte, così, con semplicità … 
… La stessa semplicità con cui quel coltello nero penetrò nel ventre di Violet. 

Il tempo sembrò fermarsi in quel momento.

Leonardo era ancora incatenato per un braccio a quella maledetta pietra; Splinter non aveva fatto in tempo a liberarlo prima che Savanti, con un incantesimo, lo scaraventasse via, addosso a Raph.

“LEOOO!!”

“FIGLIO!!”

Le loro grida gli sembravano echi lontani, quasi impercettibili.                              

Sgranò gli occhi in quelli dello stregone che lo fissavano rabbiosi, quasi a volergli perforare l’anima mentre, con un braccio a reggersi la ferita causata da Violet, alzava il pugnale contro di lui.

La lama affonda nella carne, ma non nella sua …                                              
… Schizza il sangue, ma non il suo …

Una vita si spezza … ma non la sua.

“V-Vio-let …?” sussurrò l’azzurro a mezza voce.
Violet si accasciò inerme su di lui, la testa reclinata sulle sue gambe con i capelli che gli solleticavano la pelle. 

“Non può essere” mormorò un Raph scioccato. 

“No …” singhiozzò un Mikey appena uscito dalle segrete, sorretto da un Donatello altrettanto sconvolto.

Un silenzio mortale coinvolse tutti coloro che si trovavano lì intorno, che in verità non erano poi molti, poiché grazie all’esplosione di Donnie gran parte degli indigeni era scappata, solo i più forti erano rimasti.                                                                
Solo il ringhio frustrato di Savanti ruppe il silenzio “Stupida mocciosa!!” ruggì “Non ti permetterò di rovinare tutto!!” continuò alzando nuovamente il pugnale, ora grondante del sangue della ragazza.

“Oh no!! Non lo farai!!” ringhiò Splinter rimessosi immediatamente in piedi nonostante lo shock; lo bloccò con il suo bastone prima che potesse accanirsi contro suo figlio.

Il maestro spinse violentemente Savanti all’indietro e con una spazzata lo fece finire a terra, giusto in tempo perché potesse essere bloccato da Usagi e Thomoe Ame arrivati di lì a poco.

“V-Violet …?” mormorò Leo guardando intensamente l’amica, gli occhi colmi di lacrime.

La castana sussultò muovendosi un poco ma la ferita era profonda e sanguinava, sanguinava troppo, copiosamente … sarebbe morta.

“Perché?” domandò Leonardo scuotendo il capo “Perché lo hai fatto? Sei stata una stupida!!” sbottò addolorato.

“N-Non … non t-ti avrei mai …” ansimò lei sforzandosi di tenere almeno un poco gli occhi aperti “… mai, l-lasciato morire …”

“Ci conosciamo appena” replicò Leo “Eppure hai fatto così tanto quando non ne eri affatto tenuta, non eri obbligata …”

La ragazza sorrise.

“Violet?” 

“Mikey?”

L’arancione accorse accanto ai due, insieme a Raph e Donnie mentre il resto aveva deciso, delicatamente, di non interferire.
“Benda arancione” tossì la giovane scuotendo la testa, nel tentativo di scacciare la nebbia che le si stava formando davanti agli occhi.

“V-Violet!! Ti prego n-no!!” singhiozzò il piccolo “Non p–puoi morire!! Non adesso che è finita …”

“Vi avevo già detto che …” replicò l’altra sospirando “… in un modo o nell’altro sarebbe finita”

“Ma non così!!” sbottò l’arancione “Insomma … ci deve essere qualcosa che possiamo fare!! Tu, Donnie!!?? Sei un medico, fai qualcosa!! Aiutala!!” seguitò guardando il compagno, implorante.

Ma Donnie abbassò il capo afflitto “Mi dispiace Mikey …”

“M-Ma, Donnie …”

“Sta morendo” lo interruppe il viola “Non posso fare nulla, mi dispiace …”

Mikey fece per replicare ma il tocco leggero di Violet sulla sua mano lo fece voltare di nuovo verso di lei.

“Ha ragione lui scricciolo” disse la bruna “Non può fare nulla, non può salvarmi anche perché … in effetti non c’è nulla da salvare”

“Violet …”

“RAAARRGGHHH!!”

Improvvisamente i quattro girarono lo sguardo altrove, alle loro spalle: Con le ultime forze rimaste … Savanti si era liberato!!

“Niente da fare …”

“V-Violet?” 

“… Speravo di avere più tempo” proseguì la ragazza ignorando gli sguardi preoccupati delle tartarughe.                                                                                 

“Ma è evidente che ora è tempo di porre fine a questa follia ... a modo mio”

…………………………

“Quale è stata la storia stasera?” domandò Leo.

La ragazza dai capelli bruni sorrise “La tua”

La tartaruga sbatté gli occhi “Davvero?” disse “Ma sei sicura? Non sono certo sia una storia adatta alla loro età”

“Tiziano ha voluto che la raccontassi” si giustificò lei prendendo posto davanti al rettile.

“Ah, avrei dovuto immaginarlo: Tutto suo padre”

“Così come Antonio è tutto sua -Madre-“ replicò Fenix facendo le virgolette con le mani ma sempre conservando il sorriso dolce sulle labbra “Per questo so già che sarà lui ad ereditare lo zaffiro … quando sarà il momento” rivelò guardando il collo dello spadaccino.

“Già …” sorrise anche Leo accarezzando la pietra azzurra con la punta delle dita.

“Comunque non preoccuparti ho omesso i particolari più “disturbanti” e poi non l’ho nemmeno terminata” 
proseguì Fenix vagamente “Si stava facendo troppo tardi”

“E dove sei arrivata?”

La ragazza sorrise e Leonardo vide, per un solo istante gli occhi verde bosco cambiare, tingendosi di azzurro.                                                                            

“… Al momento in cui mi sono rivelata per ciò che ero realmente” 

……………………………

All’improvviso l’intero corpo di Violet venne avvolto da una luce cerulea fortissima, a tal punto da accecare momentaneamente tutti i presenti.

“Ehi!! Ma che caz- …?!” fece Raph proteggendosi gli occhi con un braccio.

Un verso potente, un po’ stridulo, simile a quello di un’aquila fece tremare la giungla.
“Violet …?” mormorarono Leo e Mikey nello stesso momento.

“Che succede?!” squittì Donnie.

La luce che prima li aveva accecati iniziò velocemente a sciamare, finché …

Il corpo moribondo di Violet Stealfire era sparito!!                                           
Al suo posto, una splendida fenice, volteggiava sopra le loro teste: Era grande, maestosa, con le penne primarie blu intenso che si alternavano con quelle più piccole azzurre; la coda sfumava dal blu al verde era lunga, piatta, aperta a ventaglio.

Portava una sorta di collare d’argento, con su incastonata una pietra molto simile allo …

“Zaffiro …” disse d’un tratto Leonardo accorgendosi che il suo aveva iniziato a brillare con forza.

“Cosa?!” sbottò Mikey “Che … che è successo?! Cos’è quella cosa?!”

“E’ …”

“Ma non temere, non sarà il tuo sangue a macchiare la stele di pietra”                               
“Cosa …? Che vuoi dire?”                                                                                                      
Non fece in tempo a terminare la frase che una strana quanto potente raffica di vento lo strappò violentemente via dal leopardo.
“WOAAHHH!!!”                                                                                                                    
“Sii forte Sapphire, qualunque cosa accada, perché non sarai da solo … lei ti aiuterà, SEMPRE”    


“… Lei” mormorò Leo.

“Che diavolo sta … ?!”

“Adesso basta!! Savanti Romero!!”
Una voce femminile, dolce e delicata, ma allo stesso tempo forte e profonda provenne del maestoso volatile, il quale scese dolcemente in terra, accanto alle tartarughe e soprattutto accanto a Leo e Raph.                                                              

“Cosa?!” fece lo stregone bloccandosi davanti al gruppo, impaurito da quella strana creatura.

“Volevi il mio potere?!” domandò la fenice spalancando le ali rabbiosamente “E sia” affermò “Prendilo …”

……………………

“Non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che hai fatto per me e la mia famiglia” mormorò Leo “Non solo hai salvato le nostre vite ma ci hai reso più uniti e ci anche donato quei due angeli dei miei cuccioli”

La dea scosse la testa giocosamente.                                                         
“Sai bene che i miei sacerdoti devono necessariamente possedere una discendenza” replicò Fenix scuotendo la testa mentre la sua figura cominciava lentamente a trasfigurare accanto all’azzurro “Lo avrei fatto comunque. Anche Tristan lo avrebbe fatto con Pioggia se non ...”

Si interruppe ripensando al suo povero figlio.
Perché si, Fenix considerava i prescelti dalla zaffiro come fossero suoi figli. 

Era la vicinanza con la luce dello zaffiro, che Leonardo, ormai, da quel giorno in Amazzonia portava sempre al collo, a svelare la vera forma di Violet: Difatti i capelli divennero più lunghi, intrecciati con piccole foglie appena nate; gli occhi da verdi divennero azzurri; maglietta e jeans sparirono solo per lasciare il posto ad un lungo vestito blu scuro con sfumature verdi verso l’orlo.

Grandi ali dalle piume cerulee ricaddero lungo la schiena della dea, come un mantello morbido e caldo.

“Può darsi ma …” Leo scosse il capo sorridendo pensando ai suoi gemellini “In cuor mio avevo sempre desiderato essere padre” rivelò il leader “Solo che beh, non sarebbe mai stato possibile con Raph, non senza di te”

“Savanti ha fatto un terribile errore quando uccise Tristan” ringhiò Fenix.

“Ha pagato a caro prezzo quell’errore” mormorò Leo non potendo evitare di rabbrividire al ricordo di Savanti che si trasformava (Letteralmente) in una statua di pietra, per poi disintegrarsi.

Fenix non aveva avuto pietà. 

“Il suo animo era maligno” disse grave l’altra “E come tale non poteva essere in grado di trattenere un tale potere senza … conseguenze, è stato distrutto dalla sua stessa malvagità” 

“Si”

Fenix sospirò. 
“La famiglia di Tristan era sotto la mia protezione da secoli, li amavo come mie creature” disse lei “Allo stesso modo di come ora amo te, il tuo compagno e le VOSTRE creature” continuò “Non permetterò mai più che ciò che è accaduto a Tristan accada anche a voi”

“Grazie” sorrise Leo.

“I bambini non sono gli unici che sarebbero dovuti stare già al letto” disse Fenix volendo cambiare argomento, prendendo una mano di Leo tra le sue “Perché non vai da Raphael? Scommetto che ti sta aspettando”

Leo ridacchiò “Più che scommettere credo che tu lo SAPPIA già”   

“Beh, sono una dea inter-dimensionale, no?” 

“Buonanotte Fenix” salutò la tartaruga avviandosi.

“Buonanotte Leonardo”                                                                           
-E sappi che proteggerò sempre la vostra famiglia … sempre- Fenix sorrise tra se e se tornando alla forma di Violet.

FINE …?

...

"Non vedo l'ora che nasca!!" esclamò Mikey accarezzandosi il ventre, bello rotondo , nei suoi sette mesi di gravidanza.

"Anch'io amore" sorrise Donnie baciandogli la nuca "Ora è il nostro turno"

-Proprio così- ridacchiò Fenix.

FINE!!

...................


Ultimo capitolo!!! ^^
E così abbiamo svelato l'arcano di Violet!! Che ve ne pare?! Alla fine è finito tutto bene: Violet-Fenix ora vive con la nostra famigliola mutante in veste di "Tutrice" dei gemellini.
Savanti Romero è morto!! Splinter si è riappacificato con i suoi figli e a distanza di qualche anno vivono tutti felici e contenti, con anche Donnie e Mikey che ora aspettano la loro bambina!! XD
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Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno seguito questa LENTISSIMA storia (Seriamente tre anni!! O.o), per i vostri commenti, complimenti e soprattutto la pazienza!! 
Alla prossima!! ^^

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