Nuova vita

di asjarosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente tornerai tra le mie braccia ***
Capitolo 2: *** Sentimenti ***
Capitolo 3: *** Scelte difficili ***



Capitolo 1
*** Finalmente tornerai tra le mie braccia ***


< Hope ti do dieci minuti per alzarti da quel letto > Odio la mia vita anche se sono un ibrido non è per niente semplice. Che senso ha alzarsi così presto la mattina per andare a scuola e poi tutte queste urla non migliorano la situazione. Di malavoglia mi alzo dal letto e scendo a fare colazione. < Finalmente la bella addormentata ci degna della sua presenza! > Mia zia Rebekah entrò velocemente in cucina e mi disse che Eric mi stava aspettando fuori per andare a scuola insieme. < Si vado zia a dopo > La salutai con un bacio sulla guancia e uscii. < Hey bella lupetta finalmente sei uscita, andiamo? > Ah quanto gli piaceva punzecchiarmi... Passammo tutta la giornata così ma d'altronde lui era il mio migliore amico l'unico che poteva starmi così vicino quasi anche quanto mia zia. Dopo scuola andammo a casa mia è appena entrai vidi delle persone che parlavano con mia zia. < Ah Hope, tesoro finalmente sei a casa vieni vorrei farti conoscere delle persone > Mentre avanzavo li scrutai uno ad uno ma solo quando posai lo sguardo su un uomo apparentemente giovane e ben piazzato mi fermai. I suoi occhi erano identici hai miei, blu scuro misto all'azzurro come il mare e il cielo. Ne rimasi affascinata erano stupendi come i miei. < Hope loro sono i tuoi genitori > Guardai mia zia come per dire " Stai scherzando?! " Avevo trascorso gli ultimi 16 anni ha immaginarmi come sarebbero stati i miei genitori, cosa gli avrei detto una volta incontrati ma l'unica cosa che riuscii a fare in quel momento fu solo uscire dalla porta a velocità supersonica. Andai nella foresta più lontano possibile dalla mia bella casa correvo così veloce che non mi accorsi nemmeno di essere arrivata vicino alla strada. All'improvviso sentii delle braccia prendermi per le spalle e girarmi. < Che succede tesoro? Stavi correndo come se ti stessero inseguendo mille vampiri > Non so perché ma mi scostai bruscamente da lui e senza dargli una riposta mi diressi verso il mio branco. < Dai perché fai così adesso se mi dici cosa ti è successo potrei provare ad aiutarti ma se continui così... > Non gli lasciai finire la frase che gli raccontai tutto. < Ma allora tu sei davvero un'idiota! Da quando ti conosco non fai altro che parlare su cosa faresti se incontrassi i tuoi genitori e adesso invece scappi, non me l'aspettavo da te Hope non è per niente un comportamento maturo e pensa poi a come li hai fatti rimanere male > Invece di consolarmi quell'idiota mi insulta. < Grazie per la tua comprensione eh Eric! Davvero ti sei dimostrato un grande amico > La sua fronte corrucciata si rilassò leggermente e in quel momento capii di aver esagerato perché alla fine stava dicendo solo cose giuste, ma io con la mia solita testardaggine ignoravo le sue parole. < Scusa, mi dispiace e solo che sono rimasta un po' scioccata tutto qui e in quel momento non sapevo proprio cosa fare. Oggi non torno a casa ho bisogno di pensare > Dopo varie resistente alla fine Eric cedette e andammo dal branco che ci accolse ovviamente calorosamente, non sapendo però il motivo del mio improvviso restare lì. Eravamo tutti giovanissimi e loro avevano scelto me come capo quando avevo 14 anni, non seppi rifiutare anche perché li aiutai fin da subito a controllare la trasformazione in lupo più che potevano, soprattutto senza uccidere gli esseri umani. Mi sarebbero stati riconoscenti a vita e lo stavano dimostrando anche da quando incominciarono ad arrivare i primi nemici. Ormai erano diventati la mia famiglia e io li avrei protetti anche a costo della mia stessa vita. La sera passò piuttosto allegramente ma lo sguardo di lui, mio padre, mi scorreva davanti agli occhi ogni dannato momento. Eric mi portò alla realtà dicendomi che avrebbero fatto una piccola festicciola per l'inizio dell'inverno ma sapevo che era tutta un'idea di Eric per farmi svagare un po'. Orami da qualche ora la musica era ad alto volume e bevevo come se non c'era un domani per levarmi dalla testa quegli occhi. Avrò baciato e ballato con almeno dieci ragazzi divesi quella sera compreso Eric. < Allora la mia piccola lupetta si sta divertendo? Sembri abbastanza ubriaca da poter concorrere con me tesoro ahahahha > Non so per quanto ballammo, so solo che mi sentivo così bene e tutti i problemi sembravano svaniti nel nulla. Quel bel momento fu interrotto da una persona che inzialmente non riconobbi, la vista era completamente sfocata. < Hope! ti chiedo gentilmente di tornare a casa, ora! > Ignorai bellamente mia zia ma fu solo peggio, mi sentii solo trascinare con un sacco fino alla porta di casa. Appena entrai in casa i miei genitori mi guardarono ma fu lo sguardo di mio padre a farmi capire che adesso le sgridate me le avrebbe fatte lui e non più zia Rebekah. Non aspettai un attimo e mi liberai con un strattone dal braccio di mia zia che mi teneva ferma, salii le scale lentamente ma verso la metà incominciai a correre perchè lo stomaco aveva deciso proprio in quel momento di ribellarsi a tutte quelle schifezze che avevo ingerito tutta la sera. Appena fui in bagno ci mancava poco che vomitassi anche l'anima. Quando tornai in camera c'era mio padre che mi aspettava appoggiato allo stipite della porta. Lo ignorai completamente, se avesse voluto farmi una bella sgridata l'avrebbe già fatto quindi che diavolo voleva? Mi cambiai tranquillamente, spensi la luce e sotto il suo sguardo vigile mi misi sotto le coperte e in poco tempo mi addormentai anche se continuavo a svegliarmi per le urla furiose credo di mia madre e mio padre. < Domani quella ragazza mi sente, come hai potuto permettere Rebekah che facesse parte di un branco lo sai benissimo che domani p... > Non riuscii a sentire la fine della frase che mi addormentai completamente, ma sapevo comunque che non voleva dire niente che mi sarebbero piaciuto.

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Capitolo 2
*** Sentimenti ***


Mi svegliai con un gran mal di testa, sembrava che ogni piccolo rumore fosse amplificato in modo da rompermi i timpani. Appena mi alzai andai allo specchio e me ne pentii amaramente.
< Sono un mostro > Visto che era sabato mi feci la doccia tranquillamente. Quando ritornai in camera vidi il mio cellulare squillare incessantemente sul letto. C'erano almeno 20 chiamate perse di Eric e 30 di mia zia fatte la scorsa notte! Mandai un messaggio di scuse e rassicurazioni a Eric poi dopo essermi vestita e truccata scesi al piano di sotto per fare colazione. Purtroppo avevo ancora una faccia da morto tanto che mi facevo impressione da sola.
< Senti non voglio sapere perché non mi hai risposto al telefono ieri ma, Hope non va per niente bene così,chiaro?! > Ascoltai solo in parte la ramanzina di mia zia poi andai in cucina per preparami qualcosa da mangiare visto che ormai erano le 14 del pomeriggio. Per fortuna che i miei genitori non c'erano o almeno così credevo. Mio padre spuntò poco dopo dallo studio con una faccia a dir poco nera.
< Oggi partiamo per New Orleans prepara le tue cose > Ero rimasta con la bocca aperta per non so quanto tempo, non riuscivo proprio a metabolizzare quello che mi aveva detto.
" Hope calmati, non puoi azzannarlo perché alla fine è tuo padre quindi cerca di rispondere garbatamente, almeno un po' " Feci molti respiri profondi poi parlai:
< Mi dispiace ma non ho nessuna intenzione di venire con voi in quella città. Io ho un branco qui e non intendo lasciarlo > Vidi mia madre, che era appena entrata in cucina, guardarmi intensamente senza proferir parola.
< Hope non ti ho fatto una proposta, era un'affermazione e non intendo ripetertela > A quel punto la mia calma andò a farsi benedire. Avanzai verso di lui con lo stesso atteggiamento spavaldo che aveva utilizzato prima con me.
< Tu non puoi venire in casa mia imponendomi di venire con voi a New Orleans, non esiste che abbandoni tutto così, non posso farlo e mai lo farò > Senza aspettare una sua risposta uscì di casa e andai da Jackson. Lui mi avrebbe ascoltata di sicuro e poi ormai era diventato la mia figura paterna da quando avevo cinque anni. Era l'unico che conosceva mia madre ma non ho mai saputo il perché del suo allontanamento dal branco nel bayou. Mentre mi inoltravo sempre di più nel bosco la sensazione di essere seguita aumentò sempre di più. Feci finta di niente e quando arrivai alla casa di Jackson bussai subito. Mi venne ad aprire con un sorriso smagliante.
< Hope, era da tanto che non ci vedevamo > Gli sorrisi timidamente, entrai in casa e mi diressi subito in cucina dove presi una delle tante tazze che aveva e mi versai un po' di caffè.
< Già è da parecchio, ma > Non riuscii a finire la frase che la porta si spalancò all'improvviso e in un attimo riuscii a scostare Jackson da un paletto che stava per conficcarglisi nello stomaco. Una volta tanto i miei poteri da ibrido avevano servito a qualcosa.
< Grazie Hope > Jackson aveva una faccia a dir poco sconvolta, ma riuscii a mantenere la calma e ha voltarmi verso l'essere che stava quasi per ucciderlo. Mio padre stava tranquillamente fuori la porta con un ghigno stampato sulla faccia, senza batter ciglio. Presi il paletto da terra e andai verso la porta, piena di rabbia per quell'uomo che in due giorni ero riuscita ad odiare. Un record direi!
< Come hai osato, stavi per ucciderlo! >
< Veramente era mia intenzione, peccato, sarà per la prossima volta Jackson. Già che ci sei potresti invitarmi ad entrare? > Lo guardai come se fosse pazzo.
< Vai al diavolo! > Gli sbattei letteralmente la porta in faccia. Ero così furiosa che le mani mi tremavano e scommetto che ero tutta rossa.
< Come mai tuo padre è ritornato in città?Hayley non mi aveva avvisato che sarebbero tornati a prenderti >
< Quindi tu sapevi tutto, potrei sapere per quale motivo non mi hai mai detto che sarebbero venuti per portarmi in quella dannata città? > La faccia di Jackson mi diceva chiaramente che il mio viso stava assumendo le sembianze di un lupo e di un vampiro insieme.
< Scusa, sono troppo agitata, mi dispiace > Mi sedetti sulla sedia a dondolo e sentii mio padre urlarmi di uscire immediatamente.
< Non ci penso proprio Klaus > Dopo che lo chiamai per nome non sentii più la sua voce. Guardai Jackson ma lui parlò subito.
< Hope credo si sia offeso o che sia più incavolato di prima, senti ti va se andiamo insieme a casa tua così parlo un po' anche con tua madre, non la vedo da almeno 10 anni > Alla fine mi feci convincere e quando uscimmo di casa vidi mio padre poco lontano. Incominciammo a camminare in religioso silenzio manco stessimo andando a morire. In quel momento mi accorsi che la sensazione di essere seguita non era data da mio padre ma da qualcun'altro.

< C'è qualcuno che ci sta seguendo, da un po' anche > Nel giro di un secondo mi ritrovai per terra sotto il corpo di mio padre a farmi da scudo.

< Hope chiama gli altri! Siamo sotto attacco > Volavano frecce a bizzeffe quasi come nel film di Troy. Chiamai subito Eric.

< Eric avrei un grosso problema porta tutti gli altri nel bosco, velocemente! > Mi girai per vedere la faccia di Jackson abbastanza preoccupata.

< Vorrei tanto sapere come ci hanno trovato, pensavo di aver risolto il problema dopo l'incantesimo fatto l'anno scorso >

< Chi hai chiamato? > Devo dire che il mio carattere è uguale sicuramente a quello di mio padre, non c'è dubbio.

< Quelli del mio branco che ci aiuteranno, oppure stai pensando di poterli sconfiggere tutti da solo? > Mio padre si alzò senza rispondermi e incominciò a staccare teste a destra e a sinistra. Ero devvero scioccata, ok sapevo che noi ibridi siamo forti ma non fino a questo punto. Anche io che non ero mai stata sconfitta da nessuno fin dai dieci anni pensavo che la mia forza fosse illimitata ma non sarei mai riuscita ad uccidere così tante persone nel giro di due minuti. Mi alzai da terra dopo che l'ultima testa dei tanti uomini cadde per terra. Mio padre era ricoperto da capo a piedi di sangue. Gli andai vicino, l'osservai poi gli dissi:

< Necessiti assolutamente di una doccia, puzzi terribilmente di sangue >

< Pensavo ti sconvolgesse più il fatto che ho ucciso una ventina di uomini armati fino ai denti, nel giro di pochi minuti, che il mio odore nauseante > Gli sorrisi timidamente.

< Comunque quello che è appena successo è uno dei tanti motivi per cui non rimarrai mai qui >  Lo guardai con un broncio, il più dolce possibile. Notai nei suoi occhi un qualcosa che forse gli avrebbe fatto cambiare idea.

< Scusate se vi interrompo ma è meglio se ce ne andiamo subito da qui >  Mio padre gli lanciò una sguardo infuocato ma riuscii a dissuadere entrambi da qualche azione stupida e insieme ci incamminammo verso casa mia. Improvvisamente sentii una strana sensazione alla testa come un leggero bruciore che arrivava alla spalla sinistra, dove c'era il segno della mezzaluna, simbolo del branco a cui appartenevo.

< Hope è tutto apposto li? Ti prego rispondimi, è successa una cosa terribile >  Mi bloccai in mezzo al bosco quando lo sentii nella mia mente. Ancora oggi mi risultava difficile pensare a quanto sia stato positivo aver creato il legame tra di noi, ci eravamo salvati la vita a vicenda innumerevoli volte.  Quello che mi disse fu la conferma di nemici in arrivo. Forse la proposta di Esther non era così male.

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Capitolo 3
*** Scelte difficili ***


Durante la mia prima trasformazione in lupo persi il controllo completamente, non ebbi nessun aiuto allora, stavo per uccidere una seconda volta quando apparve Eric. Lui mi salvò dallo sprofondare nel baratro che stavo creando con le mie stesse mani. Lui, il mio primo amore alla fine, anche se ancora oggi tento di nasconderlo. Purtroppo il suo aiuto fu la sua rovina così come quella del suo branco. All'epoca ero una ragazza come le altre, senza problemi, seppi fin dall'inizio che mia zia fosse una vampira originale ma non ci detti peso, così come le sue raccomandazioni sul non perdere mai il controllo. Fui una stupida a non ascoltarla e ancora oggi il mio branco ne sta pagando le conseguenze. Quei ricordi finirono con la voce di mio padre:

< Hope che cos'hai? Ti senti male? > Credo che in quel momento feci una faccia così dolce per la sua affermazione. Pochi mi avevano mai chiesto come mi sentivo ogni volta che succedeva qualcosa del genere e sembra che lui sia stato il primo a capire le difficoltà in cui incorrevo ogni giorno, dalle quali dovevo proteggere me stessa e tutti i membri del branco.

< Si, sto bene non è niente > Improvvisamente sentii un fruscio di foglie alle mie spalle. I sensi erano all'erta, ero pronta ad attaccare quando dopo essermi voltata vidi Eric con le mani alzate in segno di resa, e un ghigno sul viso.

< Sono io tesoro calma > Mi abbracciò, ma non ne capii il motivo, era da quando ci conosciavamo che affrontavamo un sacco di pericoli ogni giorno. Chiusii gli occhi, assaporaii quel contatto sapendo che molto probabilmente sarebbe stato l'ultimo. Vidi da lontano mio padre che lanciava uno sguardo di fuoco a Eric.

< Eric, qual è il problema? > I suoi occhi mi guardarono profondamente, quasi come se avesse paura di una mia improvvisa reazione.

< Sono scomparsi altri bambini, il branco è nel caos più totale, per non parlare dei genitori addolorati della perdita dei loro figli. Non ho saputo aiutarli Hope, l'unica che potrebbe calmarli sei tu, ma da quando hanno scoperto che molto probabilmente te ne andrai non si fidano più. Non vogliono essere abbandonati, soprattutto adesso > Feci un sospiro di rassegnazione. Purtroppo le voci si spargono molto velocemente.

< Non me ne andrò via da qui, almeno fin quando non avremo trovato tutti i bambini scomparsi > Giurai che li avrei salvati anche a costo della mia stessa vita. I miei errori non potevano ricadere sulle spalle di innocenti.

< Di cosa state parlando? > Mi voltai e vidi lo sguardo di mio padre corrucciato nell'intento di capirci qualcosa nel nostro discorso.

< Andiamo a casa ne discuteremo lì > Dopo che ebbi detto questo ci incamminammo e con la nostra super velocità arrivammo in breve tempo a casa. Fummo accolti da mia madre zia e zio abbastanza preoccupati. Mi sedetti su uno dei divani in soggiorno e senza giri di parole feci accomodare gli altri.

< Bene, non è facile da dire ma cercherò di essere il più chiara possibile a raccontare quello che è successo a me e al mio branco > Avevo gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, tranne Eric che aveva un espressione alquanto contrariata per la mia scelta di raccontare tutto quello che per anni avevamo deciso di nascondere.

< Molti anni fa quando fu creato il branco di Eric, Red Moon, i lupi per un periodo relativamente lungo vissero in pace con le streghe, loro vicine, il problema si pose quando un lupo si innamorò di una strega. Sia le streghe che i lupi non poterono accettare quell'amore incondizionato tra i due giovani, anche perchè a detta di molti non lo comprendevano, così li uccisero entrambi > Quando sentii per la prima volta questa storia da uno degli anziani del branco ne rimasi affascinata. Come possono delle persone stroncare così facilmente un amore talmente forte? Eppure non credo che i due giovani non abbiano mai combattuto per far valere il loro amore. Ancora oggi mi chiedo quale sia stato il motivo reale della loro morte.

< Passarano dieci anni e all'inizio dell'inverno del decimo anno incominciarono a scomparire alcuni bambini. Inizialmente pensavano fosse dovuto al destino o che qualcuno li avesse presi ma inspiegabilmente non trovavamo tracce di rapimento o altro solo letti vuoti e freddi, come se i bambini si fossero fatti rapire senza neanche chiamare aiuto. Questo è tutto ciò che sappiamo, fatto stà che ancora oggi continuano a sparire, stiamo ormai sui 30 bambini scomparsi negli ultimi due mesi. Dobbiamo scoprire chi è il colpevole e riprendere quei poveri bambini, se ancora vivi > Zio Elijah si alzò dalla poltrona e parlò:

< Noi vi aiuteremo Hope, puoi starne certa. NicKlaus ti prego chiama Davina e chiedile di informarsi tra le streghe dell'accaduto, almeno potremmo sapere qualcosa in più e non camminare nel buio > Mio padre lo guardò con aria annoiata, poi si rivolse a me.

< No, non ho nessuna intenzione di scomodarmi per cercare questi bambini, e tu dovresti andare in camera tua a preparare i bagagli, tra poco partiremo per New Orleans > Dopo avermi guardato dritto negli occhi si alzò dal divano in pelle e si diresse all'entrata. Prima di uscire fu bloccato dalle mie parole.

< Se pensi che me ne andrò perchè questo è il tuo volere, allora non mi conosci, ma d'altronde tu non mi hai vista crescere, tu non sai niente di me, tu non sei mio padre.



Scusate per l'immenso ritardo, sono stata occupata con la scuola e solo con l'inizio delle vacanze estive posso riuscire a scrivere un capitolo decente ( credo )
Vorrei sapere cosa ne pensate della storia che troverete anche su wattpad. Il mio nome è night2001. A presto con il prossimo capitolo.

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