A new dimension

di taisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai dire mai ***
Capitolo 2: *** Dal nulla ***
Capitolo 3: *** Un bel guaio ***
Capitolo 4: *** Più difficile di quanto pensi ***
Capitolo 5: *** Semplice spettatore ***
Capitolo 6: *** Ognuno ha il suo compito ***
Capitolo 7: *** La riscossa dei piccoli ***
Capitolo 8: *** Uno contro uno ***
Capitolo 9: *** Tutta una questione di diritti ***
Capitolo 10: *** Battaglia senza respiro ***
Capitolo 11: *** Ancora tutti insieme ***
Capitolo 12: *** Un colpo solo ***



Capitolo 1
*** Mai dire mai ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Mai dire mai

*

Era una bellissima mattinata di metà maggio, e il sole splendeva sulla periferia della città dell’Est, tra l’erba alta e i monti della prateria attorno all’immensa città.

Shion, come ogni giorno, si alzò presto al solo scopo di portare il proprio gregge a brucare nell’immenso manto erboso. Erano ore che camminava, accompagnato dal suo fedele cane e dalle innumerevoli pecore che con lui passeggiavano beate.

Fu uno strano rumore a distrarre il giovane pastore dell’adempimento del suo compito. Un sonoro boato lo costrinse a voltarsi, scoprendosi a osservare, ad alcuni metri di distanza, uno strano velivolo.

Shion, esterrefatto, fissò sgomento l’abitacolo; cercando alquanto inutilmente di scoprirne la provenienza. Il suo gregge di pecore era ormai diventato di secondo piano, poiché la sua mente era proiettata verso nuovi interrogativi.

Il solo indizio risultò essere la coltre di fumo che, in cielo, era ancora chiaramente visibile. Shion, titubante ma alquanto curioso, si avvicinò a quello strano oggetto; determinato più che mai a conoscerne l’origine.

Per puro scrupolo, tuttavia, si privò del proprio bastone da pascolo armandosi di un’arma ben più utile e funzionale, a suo dire. Il fucile, nascosto per ogni evenienza nella propria vettura, divenne la sua unica protezione contro gli eventuali pericoli che si sarebbe ritrovato ad affrontare. Almeno così credeva.

Apprensivo, corse velocemente verso lo strano mezzo; scoprendo essere non un’air jet, come pensava o sperava inizialmente. Anche un povero contadinotto ignorante e un po’ tonto come lui sarebbe riuscito a comprendere che quello non era un mezzo della più grande azienda mondiale di abitacoli sul genere, la Capsule Corporation. E forse nemmeno apparteneva alla Terra, un mezzo così strano.

Tuttavia, sempre più incuriosito dallo strano velivolo, Shion non poté fare a meno di avvicinarsi il più possibile; osservando il mezzo dal basso.

Al cospetto di tale struttura lui sembrava una formichina piccola e indifesa. Tanto era grande l’enorme astronave, perché di questo si trattava.

Il giovane pastore deglutì sonoramente e attese un segnale, sperando tuttavia che, di segnali, non ne arrivassero poi molti. Fu proprio quando pensò che da essa nessun essere vivente si sarebbe presentato, che l’astronave cominciò a dare dei cenni di vita.

Da prima furono luci e suoni abbaglianti a catturare la sua attenzione. E Shion sobbalzò, nascondendosi dietro una roccia; accompagnato dal cane e dalle altrettanto curiose pecorelle.

Il secondo segnale arrivò dall’altoparlante che annunciò l’atterraggio riuscito e l’apertura dei portelloni. Il contadino si tramutò in una parte della roccia, tanto era pietrificato.

Ci vollero ancora alcuni secondi, prima che il terzo e definitivo segno giunse dall’abitacolo alieno. Il portellone, come annunciato, si aprì provocando una notevole coltre di fumo. Eppure tra la nebbia erano già visibili diverse sagome che incedettero lungo la rampa che li separava dal suolo terrestre.

Le strane figure, che andavano via via delineandosi, non promettevano nulla di buono. I sorrisi degli individui e le loro risate nefaste contribuirono a far venire la pelle d’oca al povero spettatore; che ignaro delle loro intenzioni si limitò a celare la sua presenza, quanto più gli fosse possibile.

Gli alieni si scostarono, lasciando passare una figura decisamente più piccola rispetto agli altri. L’alieno, che sembrava essere il capo, additò l’orizzonte con un ghigno infausto e divertito al tempo stesso. “Sapete cosa dovete fare” annunciò ai suoi uomini che nel frattempo si erano inginocchiati tutti ai suoi piedi, “Voglio che questo Pianeta venga distrutto entro domani, ora andate” ordinò. Tutti i suoi tirapiedi, in un battito di ciglio, sparirono misteriosamente mentre risate ed esplosioni cominciarono a udirsi a grande distanza.

Il capo, che ancora non si era spostato, restò immobile per alcuni secondi riportando il braccio lungo il fianco. “Jiko, Amok, Neman e tu Koma. A voi affido tutto il resto” dispose, apparentemente al vento. Alle sue spalle quattro figure si mostrano al suo cospetto, producendosi in un servile inchino, “Sì, Nobile Kojin” asserirono in coro. Sparendo a loro volta senza lasciare traccia.

Kojin alzò gli occhi al cielo. Osservando le figure dei suoi quattro soldati migliori sparire nel nulla. Intanto la sua mano si rivolse senza fretta verso la roccia dietro la quale il malcapitato contadino si nascondeva. Fu troppo tardi quando Shion si accorse del pericolo.

Il piccolo dittatore, ormai in completa solitudine, si lasciò andare in una fragorosa risata. “Oggi sarà la Terra a soccombere ai miei piedi, domani l’universo intero!” parlottò tra sé, tornando sui suoi passi e richiudendo il portone alle sue spalle.

*

Sorvolò il cielo, lasciandosi accarezzare dalle soffici nuvole che di tanto in tanto macchiavano quello splendido azzurro. Gli occhi ben chiusi, lasciandosi cullare dal vento; assieme ad una respirazione chiaramente calma e rilassata.

“Sono quasi arrivato” annunciò a se stesso quando riconobbe le valli che stava sorvolando. Cominciò così una lenta discesa, fino a quando i suoi piedi si posarono sul manto verde che era la caratteristica del luogo.

Inspirò profondamente posandosi le mani ai fianchi, in seguito si guardò attorno. “Dove sarà andato?” continuò a parlare da solo, volgendo il capo prima da un lato, poi dall’altro.

Senza mai smettere di osservare l’ambente circostante iniziò a passeggiare lungo la sponda di un piccolo fiumiciattolo; posando lo sguardo, di tanto in tanto, anche alla superficie dell’acqua.

Una piccola cascata, nelle vicinanze, rompeva il silenzio della natura. Distogliendo il visitatore dai rumori di sottofondo. Forse fu proprio quello il motivo per il quale non si accorse subito dell’altra presenza.

Distratto, dunque, non si avvide di ascoltare altri rumori provenire dal fiume stesso. Fu troppo tardi quando uno scoscio d’acqua, preceduto da un sonoro grido, lo investi in pieno.

L’onda d’urto lo travolse facendo cadere il piccolo viaggiatore al suolo. Trovandosi non solo bagnato fradicio, ma anche seduto sull’erba; osservando il notevole spostamento dell’acqua.

Istintivamente provò a coprirsi il volto con un braccio. Ben presto scoprì che tale sforzo era inutile, ormai di asciutto non aveva già più nulla.

Serrò bene le palpebre per qualche istante, in attesa che la tempesta improvvisata si placasse. Quando riaprì gli occhi, osservò la figura di una persona ben conosciuta allegramente sguazzare nell’acqua del fiume e sparire sotto la superficie del torrente per alcuni istanti, per poi tornare a galla reggendo tra le mani un pesce dalle dimensioni abnormi.

“Goku!” esclamò il poveretto, osservando l’amico di sempre galleggiare, ora per aria, con l’espressione di un bambino appagato e del tutto tranquillo. Il Saiyan scostò lo sguardo sul terreno, guardando a sua volta la figura di una persona a lui conosciuta, “Ciao Crilin!” esclamò felice di vederlo.

Goku fluttuò per qualche istante nell’aria, infine posò i piedi al suolo appoggiandosi la sua preda su una spalla con la più totale naturalezza. Sembrava quasi stesse trasportando un sacco pieno di gommapiuma, piuttosto che un abbondante pesce. “Come mai da queste parti?” gli domandò avvicinandosi, posando la mano libera al fianco.

Crilin riuscì finalmente ad alzarsi. Si osservò da capo a piedi, pensando che sua moglie lo avrebbe ucciso se lo avesse visto rientrare inzuppato fino alle ossa. E questo lo sapeva per esperienza.

Con un sonoro sospiro si limitò a costatare mentalmente che non tutti sul Pianeta Terra potevano permettersi di comportarsi come bambini alla sua età. Con questo pensiero rivolse lo sguardo all’amico di sempre che, al contrario, di crescere non sembrava minimamente intenzionato.

“Ero solo di passaggio, così ho pensato di farti una visitina” spiegò strizzandosi la maglietta in un’insana speranza di asciugarsi. Quel tanto che bastava da risultare presentabile.

Dopo una ferrea lotta con i suoi indumenti, Crilin rivolse la sua attenzione al Saiyan. “Se continui così, non resterà un solo pesce in tutti i fiumi dei monti Paoz” scherzò, esibendosi in una delle sue facce buffe. Goku rise divertito, posò al suolo la bestia appena catturata e si riappropriò dei suoi vestiti abbandonati sotto un albero, “Ma no, che vuoi che sia, per un pesciolino ogni tanto” rise l’alieno accomodandosi sull’erba. L’altro gli rivolse uno sguardo scettico, “Certo” mormorò sarcastico, dopo aver appurato che quello che l’amico chiamava pesciolino sarebbe stato in gradi inghiottirlo in un sol boccone.

Crilin s’immaginò diventare il pasto completo di quello che, in teoria, doveva essere la sua preda. In quel caso lo stato dei suoi vestiti sarebbe stata l’ultima delle spiegazioni che avrebbe dovuto dare a 18; se mai fosse riuscito a tornarci a casa.

Gli occhi del piccolo terrestre si posarono sull’intrepido pescatore, rivestito e tornato a essere l’eroico guerriero che ben conosceva.

Senza esitare si accomodò al suo fianco, facendo attenzione a stare ben lontano dal pesciolino; tornando poi a osservare il cielo che aveva appena solcato. Anche Goku rivolse lo sguardo al manto azzurro sopra le loro teste, non prima di essersi infilato anche l’ultimo polsino. “E’ proprio una bella giornata, vero?” domandò quindi il Saiyan all’amico, sdraiandosi sull’erba e intrecciando le mani dietro la nuca. Crilin annuì. L’aveva pensato anche lui mentre leggiadro aveva viaggiato per raggiungere la dimora dell’amico. “Non può succedere nulla di male in un giorno così” assentì il terrestre.

Le ultime parole famose.

Una strana anomalia oscurò l’azzurro. Tutto improvvisamente sembrò annuvolarsi, mentre un’aria nefasta si diffuse sul globo.

Goku scattò in piedi come una molla, osservò il cielo e percepì in lontananza presenze negative. “Sta succedendo qualcosa di brutto da qualche parte sul Pianeta” annunciò l’eroe di sempre, già pronto a scattare in azione. “Ahhh… perché non imparo mai a starmene zitto!” si lagnò al suo fianco Crilin.

*

CONTINUA…

*

*

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Capitolo 2
*** Dal nulla ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Dal nulla

*

Crilin si guardò attorno nervosamente. “Che cosa credi stia succedendo?!” domandò all’indirizzo dell’amico, che nel contempo stava osservando il cielo. “Non ne ho idea” ammise Goku, “Ma sento delle strane presenze” annunciò in un secondo tempo l’eroe della Terra.

Il terrestre annuì “Sì le sento anch’io” asserì diventando improvvisamente più serio, scrutando a sua volta il cielo. L’aria tetra che si respirava sembrava presagire nuovi pericoli per il loro amato Pianeta. A cominciare da quel preciso istante.

Con un balzo rapido ed improvviso, i due guerrieri, si alzarono in volo. Evitando per un soffio una sfera di ki lanciata verso di loro. E mentre Crilin si soffermò a osservare il piccolo foro che si era formato nel punto esatto in cui sostava appena un secondo prima, Goku si preparò alla battaglia.

Con notevole freddezza, il Saiyan si precipitò vero un punto apparentemente vuoto, con l’intento di scagliare un pugno. Il colpo rivelò la presenza di un avversario, che fu costretto a fermare i suoi movimenti rapidi, colto di sorpresa.

Il misterioso guerriero sferrò una nuova sfera, che Goku evitò senza troppe preoccupazioni. Nel seguirne la scia con lo sguardo si accorse della sua pericolosa traiettoria, “Attento Crilin!” esclamò all’indirizzo dell’amico.

Il buffo ometto alzò gli occhi verso l’altro, accorgendosi del pericolo in vista. Grazie ai suoi notevoli riflessi fu in grado di sollevare le gambe, giusto in tempo per evitare il raggio che gli sfiorò l’orlo dei pantaloni. “Uff… per fortuna. G… grazie Goku!” farfugliò, osservando a sua volta la direzione del raggio.

Non tutto riuscì a sfuggire alla furia distruttrice dell’onda di ki. Sfortunatamente l’albero sotto il quale i due amici poltrivano appena un secondo prima finì in mille pezzi, accompagnato da un sonoro boato. Addio pesciolino.

Goku osservò esterrefatto la scena, senza proferire parola. Pochi secondi più tardi si rivolse al guerriero. Sul suo volto si dipinse una notevole rabbia, “Come hai osato! Quello era il mio pranzo!” esclamò spiazzando l’avversario, notevolmente disorientato.

Il Saiyan incrementò la sua aura, senza tuttavia trasformarsi, spingendo il guerriero ad alcuni metri di distanza. Anche Crilin si vide costretto ad arretrare, proteggendosi il volto con un braccio. Goku si lanciò all’assalto del suo avversario, esibendosi in una serie di calci e pugni che il misterioso guerriero sembrò non riuscire nemmeno a vedere.

Una nuova sfera di ki giunse da un altro punto del cielo, il suo bersaglio risultò essere il piccolo terrestre. Fortunatamente Crilin si accorse per tempo del pericolo, scansandosi all’ultimo ed evitando di essere colpito. “Ma insomma!” si lamentò al vuoto, fissando il punto esatto dal quale era scaturito il raggio. I suoi occhi tuttavia non si fermarono a osservare quella zona. In movimenti apparentemente senza senso, o casuali, Crilin scostò le pupille da un punto all’altro del cielo.

In posizione di difesa attese alcuni secondi, poi con un gesto improvviso sferrò una gomitata alla sua destra. Ed ecco apparire un nuovo avversario, che non colse di sorpresa il piccolo guerriero.

“Chi siete? Cosa volete da noi?” domandò l’ometto parando uno dopo l’altro tutti gli attacchi del guerriero che, anziché rispondere alla domanda, ghignò divertito continuando a colpirlo. Purtroppo Crilin non riuscì a fermare un pugno che lo prese in pieno volto, facendolo quindi precipitare al suolo ed alzando un notevole polverone.

“Crilin! Tutto bene?!” s’informò l’amico alle prese con la propria battaglia.

Il fumo causato dall’impatto si diradò lentamente, lasciando intravedere un malconcio Crilin. Dolorante, il piccoletto, si afferrò il capo, alzandosi sulle proprie gambe un secondo dopo. “Sì, sto bene” rassicurò l’amico massaggiandosi la parte lesa.

L’ennesimo raggio di energia gli fu diretto contro, Crilin alzò il piede giusto in tempo per veder formarsi un buco sotto di sé. “Ehi, tu!” si lamentò serrando un pugno e alzandosi di nuovo in cielo; all’assalto.

Goku, distratto dalle condizioni dell’amico, ricevette a sua volta un pugno in pieno viso che tuttavia non fu sufficiente a spostare l’invincibile Saiyan. Il misterioso guerriero indietreggiò sgomento, osservando l’avversario sbigottito dalla sua invulnerabilità.

“Ahia!” si lamentò invece Goku, non troppo contento di aver ricevuto un pugno da quello strano essere. Tornò dunque a riempirlo di colpi, eliminandolo pochi istanti dopo con una sfera di energia non eccessivamente potente.

Non ebbe nemmeno il tempo di costatare il suo operato. Senza esitare un secondo di più si voltò verso la sua sinistra, scagliando un’altra sfera. Il corpo senza vita di un nuovo avversario cadde al suolo, comparendo dal nulla. “Stai attento Crilin, ce ne sono altri” avvertì l’amico.

“Grazie tante Goku ma credo di essermene già accorto” brontolò sarcastico parando contemporaneamente gli attacchi di quelli che erano diventati ben due avversari. Goku osservò la scena per un attimo, poi scomparve nel nulla.

Quando riapparve, agli occhi di tutti, riuscì a liberare l’amico della presenza di uno dei suoi avversari, colpendolo il guerriero sul capo e facendolo cadere.

Questa volta, tuttavia, fu Goku a subire il colpo di un nuovo nemico. Prendendo in pieno il pugno di un nuovo combattente giunto apparentemente dal nulla. “Maledizione, ma quanti sono?” domandò il Saiyan evitando il successivo attacco del suo avversario. “Anche troppi se vuoi sentire la mia opinione” si lamentò il piccoletto sferrando un pugno in pieno al misterioso guerriero, subendo tuttavia l’attacco di un nuovo nemico apparso come gli altri dal nulla.

“Scendiamo a terra” suggerì Goku lasciandosi cadere al suolo; fino ad atterrare elegantemente. Una volta giunto sul terreno alzò nuovamente lo sguardo, assumendo una posizione di difesa in attesa di essere raggiunto anche dal guerriero con il quale stava combattendo.

Crilin osservò i movimenti dell’altro. “D’accordo” acconsentì un secondo più tardi, imitando l’amico e precipitandosi al suolo.

Come se quello fosse un segnale per tutti, nel cielo apparvero numerosi altri guerrieri. “Hiiii! Sono tantissimi!” si lamentò Crilin agitando le braccia. Goku, al contrario, restò in silenzio, per nulla preoccupato dell’apparizione di tutti i suoi avversari. “Almeno adesso sappiamo quanti sono” precisò il Saiyan limitandosi a osservare il cielo. Crilin si esibì in una smorfia afflitta, “Molto incoraggiante” si lagnò sbuffando sonoramente chinando il capo.

“Attento Crilin, arrivano!” lo riportò alla realtà l’altro preparandosi a ricevere il nuovo attacco da parte dei suoi avversari. Crilin, con meno sicurezza, ne seguì l’esempio. Non prima di aver pregato mentalmente di cavarsela solo con qualche livido e ferita.

Quel che seguì fu una lotta tra due guerrieri contro tutti. Calci e pugni si susseguirono ad un ritmo incessante. E mentre Goku riusciva a gestire perfettamente la situazione, il povero terrestre finì per procurarsi qualche bernoccolo e un paio di graffi.

Infine, un raggio di luce accecante che costrinse, non solo i due lottatori ma anche tutti i presenti a chiudere gli occhi, spazzò via gran parte dei guerrieri che svanirono nel nulla.

Goku e Crilin alzarono gli occhi al cielo simultaneamente. Il primo a riacquistare la vista fu il Saiyan. L’amico terrestre invece impiegò ancora diversi istanti prima di riuscire a vedere a un palmo da naso; sì beh presumendo che lo avesse davvero un naso. Crilin strizzò gli occhi per alcuni istanti, poi in alto nel cielo intravide una sagoma che non poté fare a meno di riconoscere.

Erano arrivati i rinforzi.

*

CONTINUA…

*

*

cri92: Come dici tu gli errori capitano, quindi ti ringrazio per avermi fatto notare il mio. Tuttavia mi trovo costretta a smentirti, Sayan è solo la “traduzione” Mediaset, di cui io non faccio affidamento. Ritengo più corretto l’utilizzo di Saiyan che è quello originale.

*

lilac: Sì, nuovo oav! Ah, non quello? XD Ehm, tornando seri. Ti ringrazio per i tuoi complimenti, sono contenta che i personaggi sembrano uscire direttamente dall’anime/manga. E chissà perché non avevo dubbi che ti saresti accorta del “mese delle sciagure dragonballiane”.

 

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Capitolo 3
*** Un bel guaio ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Un bel guaio

*

Elegante come sempre, Piccolo, atterrò sul manto erboso di fronte agli amici. Le braccia intersecate tra loro, nella sua tipica posa. Severa, ma garbata al tempo stesso. Una specie di contraddizione con il suo aspetto, per nulla umano.

“Piccolo!” esclamò per primo Crilin, correndogli in contro, “Cosa ci fai qui?” gli domando in seguito una volta raggiunto. Il namecciano regalò una specie di sorriso al terrestre. Allo scopo di salutarlo in maniera silenziosa.

Anche Goku raggiunse i due amici, volgendo a sua volta lo sguardo all’alieno dalla particolare colorazione verde. “Sei venuto a darci una mano?” chiese il Saiyan, mostrando all’altro una mano stretta a pugno, in maniera amichevole.

Piccolo osservò l’altro, assumendo infine un’espressione alquanto seria, “Goku, la Terra è nuovamente minacciata” annunciò in tono solenne, ottenendo uno sguardo altrettanto grave e un cenno affermativo del capo da parte del Saiyan. “Lo so, c’è qualcosa che sta modificando l’atmosfera terrestre già da qualche minuto, ma non riesco a capire cosa sia” convalidò Goku, osservando il cielo.

“Ehi, fatemi capire bene. State dicendo che c’è un nuovo simpaticone che ha deciso di far saltare in aria il nostro Pianeta?” volle sapere preoccupato il terrestre, cominciando a saltare prima su un piede, poi sull’altro. Goku annuì “Infatti” confermò. “Ahhh… questa non ci voleva. Perché dobbiamo sempre subire attacchi da parte di esseri spaventosi?!” si lagnò l’umano, scompigliando la chioma nera sulla sua testa.

Piccolo spostò la sua attenzione sul più basso dei due amici, intento a esibirsi in uno strano balletto causato dal nervosismo. “Comunque sia” riprese, riconquistando le redini del discorso, “Questa volta la questione è seria. Qualcuno sta aprendo un varco nella parete dimensionale. Se non lo fermiamo subito, rischiamo che la Terra venga schiacciata da un’altra dimensione” spiegò, guardando ora l’altro uomo. “Un’altra dimensione?!” non poté fare a meno di esclamare, Goku. Colto alla sprovvista. Aveva intuito il grave pericolo, ma senza immaginare che il problema coinvolgesse addirittura lo spazio tra le varie dimensioni. “Accidenti, questa non ci voleva” parlottò tra sé incrociando le braccia e abbassando il capo; osservando le sue scarpe.

“A… aspettate un attimo, non ho capito bene. Cosa succederà alla Terra se venisse schiacciata da questa nuova dimensione?” s’informò Crilin, volgendo lo sguardo prima su uno, poi sull’altro amico. Entrambi con espressioni estremamente serie. “Per farla breve” cominciò Piccolo, “E’ come se la stanza dello Spirito e del Tempo diventasse una dimensione unica con quella terrestre. Il tempo e lo spazio andrebbero incontro a uno sfasamento e questo comporta solo una cosa, il caos” spiegò il namecciano. Crilin ci pensò un attimo. “In altre parole mi stai dicendo che se in questo luogo stiamo vivendo in un determinato tempo, in un altro luogo del Pianeta il tempo sarebbe completamente diverso?” ipotizzò il piccoletto. Il namecciano annuì “Per dirla in modo molto semplice… sì è quello che accadrebbe” confermò.

“Il problema è…” intervenne Goku “…che gli esseri umani, le piante e tutti gli esseri viventi non sono in grado di sopravvivere a uno sfasamento così drastico. In altre parole il Pianeta Terra morirebbe” concluse serrando un pugno. “E… ehi! Non ditelo neanche per scherzo!” si agitò Crilin “Ci deve essere una soluzione, no? Basterà scoprire chi è il colpevole e sistemarlo, non può essere così difficile” minimizzò, sperando di intravedere una via di salvezza. “Non è così facile” lo corresse Piccolo, “Purtroppo il varco dimensionale è già stato aperto. Allo stato attuale sarebbe impossibile richiuderlo. Anche se riuscissimo a trovare il colpevole, la nuova dimensione schiaccerà comunque la Terra” annunciò sbalordendo entrambi i suoi interlocutori che si esibirono in un corale “Cosa?!”.

“Che guaio! Abbiamo le mani legate” ammise rammaricato Goku. “Non è detto. Forse c’è una soluzione” rivelò il namecciano, alimentando le speranze degli altri due. “Cosa?! E perché non ce lo hai detto subito? Avanti Piccolo, parla! Di che soluzione si tratta? Non tenerci sulle spine” lo esortò nervoso il terrestre.

Piccolo rivolse lo sguardo verso il Saiyan, prima di cominciare a parlare. “Prima che Dio e il Grande Mago Piccolo si separassero ho generato un bastone in grado di dominare le dimensioni. Questo è l’unico sistema per chiudere le pareti dimensionali che sono già state aperte” spiegò, lasciando di stucco persino l’altro alieno. “Non ne sapevo nulla” ammise Goku, mentre Crilin si limitò a fissare il namecciano a bocca spalancata. “Tuttavia il bastone si rivelò inutile, così fui costretto ad abbandonarlo sulle alture di Yunzabit” continuò Piccolo, “Dopo la divisione delle due entità, il Grande Mago Piccolo volle utilizzare il bastone per i suoi scopi malvagi. Per impedirglielo, Dio eresse una barriera affinché il Grande Mago non potesse avvicinarsi. L’unico a poter sciogliere quel sigillo è lo stesso Dio ma ora io non sono né lui né il Grande Mago Piccolo, come ben sapete” concluse il suo racconto.

Seguì un secondo di silenzio, “Dici che utilizzando quel bastone si potrà chiudere il varco?” volle sapere Goku, il primo dei due a riprendere la facoltà di parola. Piccolo annuì, “Credo di sì, ma purtroppo io non posso avvicinarmi a quella barriera. Così come non posso scioglierla non posso nemmeno attraversarla, in pratica deve essere uno di voi a impadronirsene e a utilizzare il bastone” rivelò.

Crilin guardò l’amico al suo fianco, poi tornò a volgere la sua attenzione al namecciano, “E se chiedessimo a Dende di rimuovere quella barriera?” ipotizzò, ma Piccolo scosse il capo, “Dende non ha ancora sufficiente esperienza per rimuovere quel sigillo. E comunque non sarà necessario, basterà impossessarsi del bastone, la barriera si rimuoverà automaticamente” lo tranquillizzò.

Goku sembrò pensare attentamente alle parole dell’amico dalla pelle verde, “Va bene allora. Andremo sulle alture di Yunzabit a recuperare quel bastone” annunciò “Dico bene Crilin?” chiese conferma al terrestre che lo guardò terrorizzato. “Ehhh… perché dobbiamo essere proprio noi a farlo?!” si allarmò agitando le braccia. “Non ci sono alternative. Hai sentito quello che ha detto Piccolo, tocca a noi recuperare quel bastone” gli ricordò, suscitando un sonoro sbuffo da parte del piccoletto. “D’accordo, visto che non ci sono altre soluzioni” acconsentì di malavoglia, sospirando pesantemente. Goku gli sorrise, “Grazie Crilin” disse.

Poi un nuovo raggio distrusse il terreno ai loro piedi.

I tre guerrieri fecero giusto in tempo a sollevarsi in aria. L’erba, che fino a pochi attimi prima era ai loro piedi, scomparve completamente. Solo il vuoto era ora sotto di loro.

Goku sollevò il capo, osservando il nuovo avversario che si presentò ai suoi occhi, “Maledizione, questi sono molto peggio dei precedenti!” intuì subito, mentre altri guerrieri continuarono a comparire davanti a loro.

Piccolo si liberò del mantello e del turbante, che fluttuarono nel cielo per un tempo che sembrò interminabile. “Crilin” attirò la sua attenzione il namecciano, “Io e Goku li terremo occupati, tu vai a Yunzabit a recuperare il bastone” ordinò. E Crilin annuì deciso.

Con un tonfo sordo, le vesti di cui Piccolo si era liberato, toccarono il terreno sottostante; quello fu il segnale d’inizio scontro. E mentre Goku e il guerriero verde cominciarono la loro battaglia, Crilin scattò in direzione delle alture.

*

CONTINUA…

*

*

Un piccolissimo appunto sulle alture di Yunzabit. Per chi non lo sapesse, o non se lo ricordasse; è il luogo dove viene rinvenuta la nave spaziale di Dio.

*

lilac: Mi fa sempre piacere sapere che ritrovi similitudini con l’originali, come appunto i diversi modi di combattere e di porsi dei due protagonisti. Il fatto che si noti anche lo stato d’animo con la quale entrambi affrontano la situazione mi fa molto piacere ^^. Oltre a questo non posso che ringraziarti.

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Capitolo 4
*** Più difficile di quanto pensi ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Più difficile di quanto pensi

*

Il vento gli sferzò il viso a causa della velocità sostenuta con cui volava. La situazione era grave e a lui toccava il compito più importante. Suo malgrado, Crilin si riscoprì ben presto coinvolto in qualcosa di molto più grande di lui, ma d’altra parte era una vita che si cacciava in circostanze del genere. Di frangenti disastrosi, sull’orlo del cataclisma ne aveva visti tanti e teoricamente recuperare un bastone non doveva essere poi così difficile.

Si dice che l’esperienza insegna, ma Crilin non riusciva proprio ad abbandonare il suo modo positivo di pensare. Anche ritrovare le sfere del drago su Namecc doveva essere una cosa facile da compiere. Una passeggiata di salute, così credeva prima di partire. Peccato che la salute l’avesse persa per strada, su Namecc.

Crilin scosse violentemente il capo. Non era il momento di pensare a certe cose. Doveva solo recuperare quel bastone e riportarlo a Piccolo, del resto si sarebbe occupato il namecciano; lui non voleva più saperne nulla.

*

Un tremendo boato scosse la valle. Un secondo suono assordante sembrò sgretolare le montagne. Ancora svariati rimbombi giunsero dal cielo.

Goku si distanziò dal suo avversario, “Dannazione, questi sono parecchio resistenti” si lamentò. Anche Piccolo, alcuni metri di distanza, si liberò momentaneamente dell’avversario scagliandolo contro alcune rocce, “Non abbassare la guardia Goku. Questi tizi sono peggio del previsto” concordò il namecciano; raggiunto dal guerriero contro cui stava combattendo appena un secondo più tardi.

Il Saiyan schivò l’attacco del nemico, allontanandolo con un calcio. Nella sua mano si generò una sfera di energia pronta a colpire l’avversario, “Già, me ne sono accorto, grazie. Non capisco come facciano a essere diventati tanto forti. Prima non erano così” costatò lanciando il ki. A conferma delle sue teorie, la sfera lanciata contro l’avversario fu facilmente deviata dal guerriero. Goku lo guardò sbigottito.

Piccolo afferrò il braccio dell’antagonista, scagliandogli in pieno un raggio in grado di disintegrarlo. “Deve essere a causa del varco dimensionale. Più il passaggio si apre più questi ne traggono forza” suppose evitando per un soffio un pugno sferratogli alle spalle, rispondendo a sua volta con un calcio che colpì in pieno stomaco il nuovo nemico. Approfittando del momento d’indebolimento, il namecciano giunse le mani scagliando l’avversario al suolo, dopo averlo colpito sulla nuca.

Goku si distrasse, volgendo la sua attenzione verso l’amico, “Stai dicendo che più passa il tempo e più sarà difficile liberarci di questi tizi?” s’informò, molto più concentrato a guardare l’altro che a prestare attenzione alla sua battaglia. “Proprio così” confermò Piccolo, subendo un pugno in pieno volto. “Accidenti, questa non ci voleva” parlottò tra sé il Saiyan.

Una sfera di energia centrò in pieno l’alieno dalla folta chioma nera, costringendolo ad abbassare il capo per alcuni secondi. L’entità del danno di certo non poteva impensierirlo, tuttavia Goku si massaggiò il punto leso cominciando a sbraitare in direzione del guerriero che lo aveva appena colpito. “Ehi! Non è valido colpire così all’improvviso!” si lamentò additando la fonte della sua rimostranza.

L’altro sorrise divertito, osservando la buffa scenetta con il Saiyan come protagonista che, completamente distratto, si ricordò solo in quel momento di avere un secondo avversario da battere. Questi afferrò Goku alle spalle, stringendo le sue braccia attorno al collo del Saiyan con l’intenzione di soffocarlo.

L’uomo dalla tuta arancione si voltò con l’intento di scorgere il volto del suo aggressore, “Così non vale!” protestò nuovamente, per nulla preoccupato di un’eventuale morte per asfissia. Un altro assalitore si attacco alla gamba del Saiyan naturalizzato terrestre, che si limitò a guardarlo per un istante, cercando poi di liberarsene scalciando. “Lasciami!” urlò, prima che una nuova sanguisuga gli si appiccicasse addosso. Questa volta, l’avversario, si attaccò al suo braccio; e prima ancora che Goku potesse protestare altri guerrieri lo attaccarono da più parti. Ben presto di Son Goku non rimase nulla di visibile. Solo un mucchio di avversari che lo avevano afferrato al solo scopo di tenerlo prigioniero.

“Goku!” lo chiamò l’amico verde, dopo aver udito un urlo da parte del Saiyan. La distrazione costò a Piccolo un ennesimo pugno ricevuto in pieno viso, ma il namecciano si liberò ben presto del suo avversario. L’attacco successivo, infatti, fu brillantemente schivato; un secondo più tardi il nemico si ritrovò a sorvolare le montagne a causa del calcio a piedi giunti che gli fu riservato da parte del namecciano.

Piccolo accorse in aiuto del compagno d’avventura, ma ben prima che potesse giungere in suo soccorso, una luce filtrò tra il mucchio che si era creato in cielo. Accompagnato da un urlo, Goku riapparve alla luce del sole, dopo aver sbaragliato i suoi avversari, che volarono in tutte le direzioni. Piccolo chiuse gli occhi per alcuni istanti, complice il raggio scaturito dall’amico. Quando li riaprì, si vide pericolosamente avvicinare da uno dei malcapitati, ma con la più totale noncuranza se ne liberò con un solo gesto della mano, deviando il suo percorso.

“Stai bene?” gli domandò una volta raggiunto. Goku, con capelli ancora del suo colore naturale, si posò una mano alla gola, “Accidenti, me la sono vista brutta” si lamentò posandosi una mano al fianco e osservando il terreno sottostante.

Non vi fu modo di riprendere fiato, altri guerrieri tornarono nuovamente all’assalto dei due difensori del pianeta. “Ma non finiscono mai?!” brontolò un esasperato Goku, “Spero che Crilin recuperi in fretta quel bastone” continuò a farfugliare tra sé.

*

Crilin saettò tra le nuvole alte nel cielo. Totalmente diverse da quelle che aveva oltrepassato per giungere a casa dell’amico appena qualche ora prima, queste non erano bianche. Le dimensioni si stavano intersecando tra loro, era chiaro. Non aveva tempo da perdere.

Improvvisamente il piccolo terrestre frenò il suo viaggio. In silenzio scrutò con attenzione il panorama davanti a sé, in una strana contemplazione. Attese alcuni istanti ancora.

Accompagnato da un’espressione buffa, ma al contempo preoccupata, Crilin, si precipitò nella radura sottostante. “Accidenti!” mormorò a denti stretti guardandosi frettolosamente attorno in cerca di un rifugio. Era ancora troppo lontano dalle alture di Yunzabit per sperare di correre, così dovette accontentarsi di trattenere completamente la propria aura e di precipitarsi nel primo luogo sicuro che riuscì a trovare.

Per sua immensa fortuna nei paraggi riuscì a intravedere una piccola grotta. Veramente molto piccola, difatti il terrestre dovette ringraziare la sua bassa statura o non sarebbe mai riuscito a entrarvi. Altri quindici, venti centimetri in più sarebbero bastati a non permettergli di accedere a quella che risultò l’unica via di fuga.

Una volta assicuratosi di essere ben al sicuro e che la sua aura non risultasse percepibile in nessuna maniera restò in silenzio, il più immobile possibile.

I suoi occhi scrutarono attentamente il cielo, dove ben presto vide sfrecciare dei guerrieri. Ancor di più di quanti avessero attaccato lui e i suoi amici fino a quel momento. Dovette constatare, dunque, che i nemici erano davvero in molti.

Gli strani guerrieri sembrarono parlare tra loro e dopo pochi secondi si sparpagliarono in ogni direzione.

Crilin osservò la scena appoggiando la schiena alla parete della roccia, nella speranza di non essere visto. Passati alcuni istanti; sicuro di essere nuovamente solo, tirò un sospiro di sollievo. “C’è mancato poco” ammise lasciandosi scivolare lentamente al suolo. Improvvisamente una nuova aura attirò la sua attenzione, ma questa volta la provenienza era chiaramente all’interno della grotta.

*

CONTINUA…

*

*

lilac: Ogni tanto trovo giusto dare un po’ di spazio anche al povero Crilin, troppo spesso dimenticato XD. Sono sempre felice di constatare che il mio modo di raccontare ricalca fedelmente l’originale.

 

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Capitolo 5
*** Semplice spettatore ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Semplice spettatore

*

Goku fu colpito in pieno da un pugno. Si ritrovò a indietreggiare, osservando successivamente l’avversario. “Dannazione” brontolò “Stanno migliorando a vista d’occhio” non poté fare a meno di notare scagliandosi contro il guerriero che lo guardava soddisfatto.

Piccolo si distrasse un solo secondo a guardare l’amico, ma tanto bastò al suo nemico per colpirlo. Il namecciano fu costretto a incassare un pugno in pieno stomaco, ripiegandosi su se stesso. Il colpo successivo, portato alla sua nuca, lo fece precipitare al suolo.

Il boato con il quale in namecciano toccò il terreno causò un notevole smottamento. Pietre, macerie e pietrisco si riversarono sul suo corpo come se piovesse. In alto nel cielo intanto, il misterioso guerriero artefice della sua caduta rise compiaciuto.

Passarono alcuni secondi prima che l’alieno verde ricomparve, evidentemente contrariato. Osservò il suo avversario dal basso per alcuni secondi, poi con un gesto improvviso si alzò in volo, lasciando dietro di sé solo una cortina di fumo.

Nonostante lo stesse fissando, il rivale non riuscì a seguire i suoi movimenti. Fu quindi colto alla sprovvista quando l’originario del pianeta Namecc gli apparve a un palmo dal naso. Piccolo non gli diede nemmeno il tempo di urlare, il suo pugno lo colpì in pieno scagliandolo oltre le montagne che circondavano la zona. Ciò che rimase di lui fu solo un frastuono dovuto all’impatto con il suolo.

“Il varco si sta aprendo sempre più velocemente” affermò in direzione dell’amico, “Maledizione, di questo passo non riusciremo mai a fermarli!” parlottò ora tra sé.

Questa volta fu Goku a ricevere in pieno un colpo alla nuca, ma a differenza del compagno riuscì a non ricadere al solo. “Adesso basta!” sbottò infine disintegrando l’ennesimo scocciatore. Il Saiyan incrementò la sua aura che sotto gli occhi stupiti di tutti crebbe a dismisura; solo Piccolo non ne fu impressionato, approfittando della distrazione dei nemici per eliminarne qualcuno.

L’aura di Goku divenne ben presto dorata, così come il colore dei suoi capelli. Il Super Saiyan levò la mano a palmo aperto su un gruppo di avversari e, senza troppa fatica, se ne liberò con una sola sfera di ki. “Ah, era ora” commentò Piccolo incrementando a sua volta l’aura.

Dopo un primo momento di smarrimento, i guerrieri si precipitano contro il duo. “Piantatela razza d’imbecilli! Non vedere che questi sono troppo forti per voi?! Smettetela di perdere tempo e fate ciò che vi è stato orinato…” tuonò una voce, costringendo tutti ad alzare il capo. Un guerriero dalla notevole stazza si presentò ai loro occhi, lo sguardo deciso e le braccia incrociate. “… eliminate tutti gli abitanti di questo insignificante Pianeta!” ordinò ai suoi uomini. Goku e Piccolo sgranarono gli occhi, mentre l’intero esercito si esibì in un inchino “Sì, Grande Amok” acconsentirono tutti in coro. E uno dopo l’altro sparirono a gran velocità.

“Ehi! Aspettate, non vi permetterò di fare del male ai terrestri!” urlò Goku precipitandosi nella loro stessa direzione, nel tentativo di fermarli.

Il Saiyan fu improvvisamente colpito alla schiena da un calcio, precipitando violentemente al suolo. “Goku!” urlò Piccolo colto alla sprovvista a sua volta.

Il guerriero Amok osservò la nube di fumo che ora avvolgeva il colpo del Saiyan. Ci volle poco prima che la cortina fu spazzata via dall’aura dorata del biondino.

*

Crilin posò una mano sulla parete pietrosa della grotta. Si era addentrato un bel po’ in quella conformazione rocciosa, ma l’aura che aveva percepito sembrava provenire proprio dal fondo della caverna.

“Accidenti, ma quanto è profonda questa grotta?!” farfugliò parlando da solo. Fu proprio in quel momento che intravide una luce in fondo alla via che stava percorrendo.

Il terrestre inarcò un sopracciglio, pensieroso. Cercando di non fare rumore si avvicinò strisciando sui gomiti, fino a intravedere la parte più ampia della spelonca. Dovette però chiudere gli occhi per alcuni istanti a causa della luce e, quando finalmente li aprì, non riuscì a credere a ciò che si presentò dinnanzi a lui.

Quello che Piccolo aveva definito il varco dimensionale era proprio lì, in quella grotta. Non solo, al suo cospetto soldati con indosso divise simili a quelli che li avevano assaliti si prodigavano a lavorare attorno al sempre crescente buco.

“Accidenti!” si lasciò sfuggire il piccoletto, pentendosene un secondo più tardi; tappandosi la bocca con entrambe le mani si raggomitolò su se stesso, nella speranza di non essere visto. Per sua fortuna nessuno sentì la sua imprecazione, permettendo dunque a Crilin di tornare a osservare la scena che si era presentata.

Il terrestre dedusse, senza ombra di dubbio, che la spelonca doveva avere un altro accesso. Era, infatti, impossibile passare per la via che aveva percorso lui un attimo prima, soprattutto per certi energumeni alti due metri. Ad avvalorare la sua teoria fu l’entrata in scena di alcuni soldati.

Tra di essi un energumeno, possibilmente il capo, attirò la sua attenzione. Il colosso si avvicinò al varco, fermandosi a parlare con un ometto buffo e addirittura più basso del terrestre stesso.

Il gigante si chinò al cospetto del nanerottolo e attese alcuni istanti, “Nobile Kojin, l’apertura del varco è ormai completa, non ci resta che attendere la fusione tra le varie dimensioni” lo informò il colosso.

Lo strano ometto col capo coperto da un cappuccio annuì, “Molto bene Koma, stai svolgendo un ottimo lavoro” si congratulò. “Ascoltami bene ora. Voglio che apriate un altro varco” ordinò in seguito, sorprendendo il soldato stesso. “Cosa? Per quale motivo?” si permise di domandare Koma. “E’ semplice, mio sciocco amico, per creare un diversivo. Convoca Jiko e Neman, ordina loro di creare un varco esterno” spiegò facendo segno all’altro di muoversi. L’omone fece un cenno col capo uscendo da dove era entrato.

Crilin si allontanò dal buco che gli permetteva, inosservato, di scorgere la scena. Cercando di fare il minor rumore possibile si allontanò a sua volta dalla grotta, uscendo allo scoperto.

Evidentemente, della seconda entrata nascosta, quei tizi non erano a conoscenza, ma lui sì. Crilin decise di coprire l’ingresso con un masso, sperando che non si venisse a scoprire.

Una volta assicuratosi che l’apertura non era visibile scrutò il cielo per alcuni secondi, poi si alzò in volo. “Devo sbrigarmi!” ricordò a se stesso sfrecciando nuovamente il più velocemente possibile.

*

I pugni che Amok stava sferrando a Goku colpirono il suo obbiettivo uno dopo l’altro, senza lasciare il tempo al Super Saiyan di contrattaccare. Tuttavia, Piccolo, non sembrò intenzionato a intervenire. Restò a osservare la scena in silenzio, con le braccia intersecate e lo sguardo severo e pensieroso che lo contraddistingueva. Immobile nel punto in cui si trovava all’inizio della battaglia tra i due.

“Non ne hai ancora avuto abbastanza?” domandò Amok senza smettere di colpire il difensore del Pianta. Goku fermò il suo ultimo attacco con una mano, l’altra la avvicinò al viso del guerriero colpendolo in pieno con una sfera.

Una volta prese le distanze dal nemico, Goku giunse i polsi; “Ka… Me” cominciò, mentre una luce azzurra s’illuminò tra le sue dita, “Ha… Me” continuò prendendo una specie di pausa e osservando il nemico.

Amok si alzò in quell’istante, costretto al suolo dopo l’ultimo colpo subito. Quando il Saiyan lo rivide mettersi in piedi pronunciò l’ultima sillaba, “Haaaaaaaaa!” urlò scagliando all’avversario il suo colpo migliore. Amok fu travolto dall’onda energetica di Goku.

L’ennesimo polverone si alzò coprendo la visuale di tutti, celando agli occhi la presenza del guerriero. Il Saiyan restò immobile ad aspettare, e ben prima che le nubi si diradassero Amok riapparve davanti a lui. Goku fece in tempo solo a sgranare gli occhi prima di venir colpito in pieno dal pugno dell’avversario. “Come vedi… non è servito” annunciò Amok, evidentemente a corto di fiato.

Piccolo distolse lo sguardo dal combattimento per un secondo.

Goku rimase sdraiato al suolo per un istante, prima di sollevare il capo. In seguito l’altro guerriero si avvicinò, afferrandogli il collo con entrambe le mani. “Morirai soffocato!” annunciò stringendo la presa.

La scena durò ancora per qualche attimo, poi Amok fu scaraventato lontano...

*

CONTINUA…

*

*

lilac: Un mistero misterioso è stato risolto, ma visto che mi diverto non potevo avere un finale “normale” XD. Comunque sia, sono felice di sapere che i vari “stili” vengono a galla, soprattutto perché, come dici tu, questo è pur sempre un fandom shonen. Come sempre, non mi resta che ringraziarti.

 

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Capitolo 6
*** Ognuno ha il suo compito ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Ognuno ha il suo compito

*

Amok scomparve tra i detriti ad alcuni metri di distanza. Goku invece, ancora steso al suolo, restò immobile per alcuni istanti a occhi chiusi. Accanto a lui un piede atterrò con eleganza e precisione. Successivamente anche l’altra scarpa si posò sul terreno, “Finiscila di scherzare, Kakaroth” gli ordinò una voce che il Saiyan non fece fatica a riconoscere.

Goku aprì un solo occhio, osservando la sagoma che accanto a lui lo guardava dall’alto a braccia conserte. Anche Piccolo appoggiò i piedi al suolo, osservando l’amico con la stessa inflessibilità del nuovo venuto. “Vegeta ha ragione Goku. Non abbiamo tempo da perdere” lo rimproverò a sua volta. Il Saiyan dall’aura dorata aprì anche l’altro occhio tirandosi su anche col busto. Scostò lo sguardo prima su uno poi sull’altro amico e sorrise. Con un colpo di reni fu nuovamente in piedi e com’era solito fare si grattò la nuca, dispiaciuto di essere stato scoperto. D’altro canto non era così facile imbrogliare gli amici di mille battaglie. “Avete ragione, ora lo sistemo” annunciò, trattenendo a stento una risata. “Idiota” commentò Vegeta a denti stretti, mentre Piccolo si limitò a sbuffare.

Amok ricomparve in quel momento dalle macerie. I vestiti strappati e un rivolo di sangue proveniente da una ferita sulla tempia che fu il risultato del colpo subito. “Tu” pronunciò in modo grave, deciso a farla pagare al colpevole di tale affronto. La sola reazione che ottenne dal diretto interessato, tuttavia, fu un semplice ghigno, per nulla preoccupato di eventuali minacce.

Goku si frappose tra i suoi amici e il suo avversario, diventando improvvisamente la persona più seria dell’intero universo. “Mi spiace, ma a quanto pare non ho più tempo di giocare con te” proclamò espandendo maggiormente la propria aura. Lasciando di stucco l’altro guerriero.

Il Saiyan sparì, in seguito un boato scosse le montagne.

*

Le alture di Yunzabit sono note per la loro temperatura artica. Crilin, infatti, si afferrò le spalle tramando come una foglia, appena giunse sul posto. “Qu… qui… si gela!” si lamentò battendo i denti, cominciando ad assumere una colorazione bluastra in volto. Era anche a maniche corte!

“Devo sbrigarmi a trovare quel bastone, o finirò ibernato prima di riuscirci” commentò volgendo il capo da una parte all’altra della vallata, alla ricerca di ciò per la quale era venuto. “Accidenti, dove sarà?! Queste alture sono piene di sporgenze” si lamentò in seguito.

Lentamente sorvolò tutta la zona, scrutando con attenzione ogni centimetro che riusciva a scorgere. Infine, quando pensava di dover ricominciare a cercare da capo, scorse un bastone conficcato nel terreno. “Eccolo! Deve essere quello!” esclamò di gioia, cominciando la discesa che lo avrebbe portato verso il suo obbiettivo. Appena le sue scarpe toccarono il suolo non perse tempo correndo velocemente verso l’oggetto. Titubò un po’ tuttavia, prima di afferrarlo. Infine posò entrambe le mani su ciò che sembrava essere la salvezza del Pianeta.

*

Una piccola nube di fumo si diradò in cielo. Accanto ad essa la figura di Goku rimase immobile, una mano tesa verso quello che era, fino a un attimo prima, Amok. Lo sguardo serio si tramutò in un sospiro soddisfatto, riportando nuovamente la sua chioma del colore della notte.

Fu raggiunto ben presto dagli altri due, spettatori di un combattimento con un vincitore scontato. “Ce ne hai messo di tempo” brontolò il Principe dei Saiyan, suscitando nell’amico rivale la medesima risata con la quale l’aveva accolto un paio di minuti prima. “Speravo valesse molto di più” ammise, forse un po’ deluso dall’esito, troppo ovvio, della battaglia. Vegeta si limitò a scostare lo sguardo, “Tsk” aggiunse successivamente, accompagnato da un leggero sorriso. “Ora basta. Abbiamo perso fin troppo tempo. Goku, dobbiamo cercare di raggiungere Crilin il prima possibile” ribadì il terzo del gruppo.

Goku annuì al suggerimento del compagno. Piccolo fu il primo a sparire, sfrecciando nel cielo. A seguirlo fu Vegeta, e infine anche l’altro Saiyan svanì dal campo di battaglia.

*

Crilin sorvolò le stesse terre che aveva sfrecciato qualche ora prima, intenzionato a tornare dai suoi amici. Stretto tra le mani, che reggeva davanti al volto, il bastone il quale era stato incaricato di trovare. “Speriamo che questo serva davvero a chiudere il varco” si augurò osservando attentamente l’oggetto che stava trasportando. A prima vista sembrava un bastone come tutti gli altri, non aveva nulla di speciale.

Improvvisamente qualcosa lo distolse dai suoi pensieri. Rapidamente frenò la sua andatura, scrutando il cielo in un’altra direzione. Diversamente da come aveva fatto all’andata però, non si nascose quando si accorse della presenza che volava nel senso opposto.

Sul suo buffo volto si accese un sorriso, non appena riconobbe le tre grandi aure che volavano a gran velocità. Senza pensarci un secondo di più cambiò la sua rotta andando incontro a quelli che riconobbe essere i propri amici.

Non impiegò molto prima di poterli intravedere sfrecciare tra le nuvole. “Goku! Ehi ragazzi! Sono qui!” urlò per farsi notare, sventolando il bastone.

Il diretto interessato si voltò immediatamente quando si sentì chiamare, “E’ Crilin!” esclamò a sua volta, frenando. Anche gli altri due si fermarono, scostando lo sguardo sul piccoletto che si avvicinò loro a gran velocità.

Una volta raggiunto il terzetto, Crilin volse la sua attenzione verso il guerriero verde, mostrandogli con orgoglio l’oggetto che reggeva tra le dita. “E’ questo il bastone?” domandò speranzoso di aver svolto diligentemente il proprio dovere. Piccolo osservò quello che appariva come un normalissimo pezzo di legno, annuì. “Sì, è lui” confermò mostrandosi un po’ più rilassato. “Ah ah! Ottimo lavoro amico” si congratulò Goku, posandogli una mano sulla spalla; Crilin gli sorrise lievemente imbarazzato, “Grazie” disse ridendo.

“Ora dobbiamo solo scoprire dove si trova il varco e chiuderlo definitivamente” spiegò Piccolo ai suoi compagni. Cadde il silenzio. Come fare a trovare uno strano buco per le dimensioni?

“Io forse so dov’è” annunciò Crilin, spiazzando i compagni di viaggio che lo guardarono sgomenti.

*

Pochi minuti più tardi, i quattro guerrieri si ritrovarono davanti all’apertura della grotta saggiamente nascosta dal più basso del gruppo. “E’ dietro questo masso” annunciò Crilin additando l’enorme roccia che lui stesso aveva spostato.

“Ottimo lavoro, Crilin” si congratulò il namecciano. Goku, nel frattempo osservò la pietra, e senza alcuno sforzo la spostò mostrando a tutti l’entrata.

Il Saiyan fu però costretto ad abbassarsi molto affinché potesse osservare l’entrata della grotta, per lui decisamente troppo bassa. “Accidenti, io non l’avrei mai vista una grotta così” ammise subito.

“Ascoltami Crilin” debuttò nuovamente Piccolo, “Devi entrare in quella grotta e chiudere il varco. Questo è un compito che spetta solamente a te” gli comunicò. Crilin gesticolò nervosamente, “Ehhh, si può sapere perché devo andarci proprio io?!” si lamentò, accompagnato da una buffa smorfia.

Piccolo incrociò le braccia, inflessibile. “Per due ragioni” esordì, “La prima, tu hai rotto il sigillo del bastone, di conseguenza è compito tuo usarlo” spiegò, e Crilin osservò l’oggetto che ancora reggeva saldamente tra le dita. “Come seconda cosa. Tu stesso ci hai detto che, chi ha aperto questo varco, mira ad aprirne uno fasullo allo scoperto. Hanno buone ragioni per farlo, oltre ad essere un diversivo. Per creare un buco dimensionale hanno bisogno di due cose, un varco reale ossia quello che è lì dentro. E un conduttore, ossia qualcosa che faccia da tramite tra questo e il mondo che stanno aprendo” spiegò attirando l’attenzione di tutti.

Gli occhi degli altri si soffermarono sul namecciano, “Ehm, scusami Piccolo. Che cos’è un conduttore esattamente?” domandò Goku. Piccolo gli rivolse la sua attenzione continuando la spiegazione. “E’ un oggetto, una persona o qualunque altra cosa che da l’energia sufficiente al varco di generarsi e svilupparsi” chiarificò, e Goku annuì comprendendo la situazione.

“Ma a questo punto non si può semplicemente trovare questo conduttore?!” volle sapere Crilin, ma Piccolo fece un cenno di dissenso col capo, “No purtroppo. Eliminare il conduttore basterebbe a non far aprire ulteriormente il varco originale, ma esso rimarrà aperto fino a quando non sarà sigillato, col bastone” concluse.

Ancora una volta restarono tutti in silenzio. “Va bene, ho capito” mormorò rassegnato Crilin, “Ma non credo di farcela da solo” s’impose successivamente, sperando nella clemenza del namecciano. “Posso anche andare laggiù, ma come faccio a battermi contro tutto quell’esercito? Io non ce la farò mai” fece presente, segnalando agli altri i suoi limiti. Goku e Piccolo sembrarono pensarci un po’ su.

Intanto qualcosa attirò l’attenzione di Vegeta.

“Crilin ha ragione, non ce la farà mai da solo” gli diede man forte Goku, scrutando attentamente i lineamenti dell’alieno verde. Piccolo alzò lo sguardo osservando l’entrata della grotta, “D’accordo, però…” farfugliò lasciando cadere a metà la frase.

Tuttavia, Crilin comprese le preoccupazioni dell’ex Dio. Ora la odiava la sua altezza!

Una piccola esplosione si verificò a pochi passi da loro. Vegeta abbassò il braccio dopo aver lanciato un ki blast. “Qualunque cosa dobbiate decidere sbrigatevi o rischiamo di farci scoprire” ricordò loro il Principe, voltandosi lentamente verso il trio; mentre il corpo di un guerriero cadde privo di vita al suolo.

Sei occhi lo fissarono per alcuni secondi. Sui volti di tre persone lo stesso pensiero.

“C… cos’avete da fissare in quel modo?!” sbottò l’ignara vittima di un inghippo.

*

CONTINUA…

*

*

lilac: La teoria di Bulma potrebbe non essere totalmente da scartare XD. Riguardo a Crilin, invece, non è più in pericolo, o quasi. Ad ogni modo spero che la suspense continui ad essere giustamente dosata ^^. Infine, banalità per banalità, mi sa che devo ringraziarti un’altra volta. ^_*

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Capitolo 7
*** La riscossa dei piccoli ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

La riscossa dei piccoli

*

Crilin percorreva per primo la strada nella grotta. Un po’ perché conosceva già la via, un po’ perché, il suo compagno di viaggio, non sembrava essere molto felice di trovarsi nelle viscere della Terra. Il piccolo terrestre volse la sua attenzione al Principe dei Saiyan che, imbronciato, si trascinava alle sue spalle.

Evidentemente le parole che Goku aveva usato per convincerlo a entrare nella caverna gli frullavano ancora nella testa. “Sei l’unico che può farlo, Vegeta. Tra noi sei il più basso… e poi io e Piccolo non entreremo mai in una grotta così piccola” gli aveva fatto notare l’altro Saiyan, mandando l’orgoglioso Vegeta su tutte le furie. Essere chiamato basso non era piacevole per sua altezza reale.

A Crilin scappò una risata, causata dai suoi pensieri; catturando l’attenzione del Saiyan. “Che cos’hai da ridere, piccoletto?!” ringhiò contrariato il Principe, mostrando al buffo ometto un pugno ben serrato e decisamente nervoso. Crilin si affrettò a liquidare il suo divertimento, nonostante fosse ancora evidente. Scosse le mani nel tentativo di placare l’altro, “Niente, niente… stai tranquillo Vegeta, non stavo ridendo di te, giuro” gli rispose un po’ frettolosamente. Ma Crilin non era per nulla un buon attore, tuttavia l’altro sembrava troppo nervoso e contrariato per prendersela con una persona che non considerava nemmeno più del necessario.

Quando Vegeta ringhiò sommessamente fu il segnale per il terrestre di averla scampata; decidendo così di riprendere il cammino. Si accorse, più tardi, che stava per essere ucciso dalla sua stessa guardia del corpo. Ironico, no?

In silenzio proseguì il suo viaggio; stringendo saldamente la mano attorno al prezioso bastone, posando l’altra sulla parete per farsi strada. Nel frattempo i suoi pensieri vagabondarono per conto loro, fuori dalla caverna; vagando tra il tempo e lo spazio.

Crilin si rese conto che quella era probabilmente la prima volta che si trovava da solo con Vegeta per così tanto tempo. Per anni lo aveva evitato, o quantomeno si era sottratto dall’avvicinarsi a lui da solo. Semplicemente non gli era mai piaciuto. E in passato ne era terrorizzato, doveva ammetterlo.

Lo aveva odiato per una serie di motivi, gli aveva portato rancore ancora per molto tempo, anche dopo che i suddetti incentivi erano svaniti o superati. Ora, per la prima volta, Crilin si sentì essere, dei due, quello cattivo. Per una ragione insensata tra l’altro, poiché in passato le ragioni per disprezzarlo le aveva tutte.

“Ehi, senti Vegeta…” cominciò a parlare il terrestre fermandosi all’improvviso. Il Saiyan si fermò a sua volta; incrociò le braccia, arcuando un sopracciglio in maniera piuttosto sospettosa, “Che diavolo vuoi?” lo esortò a continuare con una tonalità che tradì un leggero fastidio. Crilin deglutì un po’ indeciso, preferendo osservare la punta delle sue scarpe, “Ecco, non credo di averti mai ringraziato, per aver aiutato Goku, contro Majin-Bu” esordì decisamente a disagio.

Vegeta fissò la sua schiena per alcuni istanti, tornando ad aggrottare le sopracciglia com’era solito fare. “Beh? Ti aspetti un applauso per averlo fatto?” commentò tagliente, per nulla ammorbidito dalle parole dell’altro. Il terrestre scosse il capo, “No, ma…” provò a giustificare i propri pensieri, ma fu il Principe stesso a decretare la fine della conversazione.

Non attese una parola di più, si portò le mani lungo ai fianchi e riprese il suo cammino senza voltarsi indietro, “Se hai finito con queste idiozie, datti una mossa. Voglio andarmene di qui” stabilì irremovibile, evidentemente non intenzionato ad ascoltare altre spiegazioni, qualsiasi esse fossero. Crilin indugiò ancora per un istante, infine gli corse incontro riprendendo la strada che avevano interrotto, “Ehi aspetta!” urlò prima di raggiungerlo.

*

“Uffa” si lamentò Goku, “Sono ore che giriamo attorno alla Terra, si può sapere dove diavolo hanno aperto l’altro varco?!” brontolò girando su se stesso in volo, attirando l’attenzione del compagno di viaggio. Piccolo abbassò il capo, rivolgendo lo sguardo all’altro che volava poco più sotto di lui, “Abbi pazienza Goku, evidentemente ci stanno ancora lavorando” ipotizzò.

Il Saiyan mise il broncio, come un bambino piccolo senza il suo giocattolo; successivamente volteggiò ancora nell’aria, per poi osservare il terreno sotto di sé. “Già, ma non ci conviene trovarli prima che aprano il secondo varco?” domandò nuovamente, intersecando le braccia tra loro. Il namecciano osservò l’orizzonte che lo precedeva, “Ovviamente, ma non credo si faranno localizzare così facilmente, fino a quando non lo avranno aperto” gli fece presente, in modo pacato e razionale.

Goku si posò una mano sul mento, assumendo un atteggiamento pensieroso, “Accidenti, come facciamo a localizzarli se…” la frase cadde a metà. Entrambi, in simultanea, frenarono il loro volo voltandosi velocemente nella direzione in cui erano venuti. Seguì un secondo di silenzio. “Li abbiamo trovati!” esultò Goku, forse un po’ troppo entusiasta.

Veloci come delle saette i due sfrecciarono verso l’obbiettivo, lasciando dietro di loro solo una scia in alto nel cielo.

*

Accucciato, sbirciò l’intera sala naturale a qualche metro sotto di lui, dove i misteriosi guerrieri continuavano a darsi daffare  per organizzare la loro marcia di conquista. Restò a fissarli ben nascosto per diversi minuti, al contrario del compagno di viaggio.

A Vegeta l’idea di essere scoperto non sembrava creare nessun problema. Infatti, restava lì, in piedi a braccia conserte, osservando la scena nell’enorme androne, senza proferire parola. Rendendo Crilin molto nervoso, peraltro. Il piccoletto non era certo un Saiyan, a lui di celare la propria presenza importava eccome.

“Piccolo ha detto che dobbiamo essere vicini al varco perché il bastone funzioni correttamente” ribadì a se stesso e al compagno, che tuttavia non mostrò alcun interesse. Crilin scrutò l’espressione del Principe ancora una volta, con l’intento di conoscere i suoi pensieri.

Nulla, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a comprendere cosa gli frullasse per la testa. Per lui, la mente di Vegeta era davvero un mistero.

Esasperato, e un po’ affranto, tornò a volgere la sua attenzione ai futuri nemici, domandandosi come poter far fronte al problema. “Che stai aspettando? Piantala di rimuginarci sopra, usa questo bastone così ce ne andiamo da qui” ordinò Vegeta, stufo di attendere una qualsiasi mossa del piccolo terrestre.

Crilin sobbalzò, scosso violentemente dai suoi pensieri e soprattutto preoccupato che il nascondiglio venisse scoperto. Con l’intento di rispondere alla disposizione del Saiyan si voltò bruscamente verso di lui, purtroppo il gesto fu troppo improvviso. La roccia sulla quale aveva posato la mano fino a quel momento si rivelò molto più instabile del previsto; il movimento di Crilin bastò, dunque, a farla precipitare verso il basso. Trovandosi senza un appoggio, l’umano si sbilanciò notevolmente, scivolando su tutta la superficie rocciosa, fino a trovarsi nella tana del leone.

“Tsk, che idiota” commentò Vegeta senza tuttavia muovere un solo muscolo allo scopo di trarre in salvo il malcapitato compagno.

Crilin serrò gli occhi per tutta la caduta. Il mento fu il primo a sentire il suolo sotto di sé. Per altri secondi il terrestre restò immobile, nella speranza di fingersi morto o per una futile speranza di non essere stato scoperto.

Inutile dire che tutti, all’interno della grotta, gli rivolsero l’attenzione, in un silenzio che divenne pesante e surreale.

Quando finalmente ebbe il coraggio di sollevare le palpebre quel che vide fu anche peggio del previsto. Non solo attorno a lui si erano radunati tutti i soldati presenti, ma il colosso che aveva visto appena qualche ora prima era lì, in prima fila davanti a tutti. “S… Salve” farfugliò impacciato l’ometto, piuttosto terrorizzato.

“Guarda guarda, qui c’è un moscerino” si divertì Koma, sfoggiando un sorriso nefasto, che costrinse Crilin a deglutire sonoramente. Si metteva male.

Avrebbe di gran lunga preferito scomparire in quel preciso istante. Improvvisamente, davanti ai suoi occhi, si materializzò uno stivaletto che riconobbe all'istante. Leggermente sorpreso alzò lo sguardo sulla figura del Principe dei Saiyan, che si era appena frapposto tra lui e l’intero esercito. “Guarda guarda…” lo scimmiottò Vegeta esibendo uno strano ghigno, “… una massa di buoni a nulla” aggiunse un secondo dopo. Suscitando l’ira di Koma, che lo fissò ringhiando.

Crilin scrutò di sottecchi l’espressione del Saiyan; per la prima volta riuscì a comprenderne il significato. Vegeta si stava divertendo.

*

Goku sgranò gli occhi, appena intravide un’enorme voragine nera a diversi metri da lui. “Deve essere quella” annunciò all’amico, che annuì aumentando la velocità.

Piccolo si fermò poco prima di giungere nei pressi del varco, “Aspetta Goku, sta arrivando qualcuno di molto forte” proclamò facendo frenare anche l’altro. I due attesero per qualche secondo, entrambi con un’espressione seria e nervosa.

Infine, come se giungessero dal nulla, due guerrieri si fermarono davanti a loro, decisamente sicuri delle loro capacità. “Dove pensate di andare, ragazzi?” domandò il primo dei due. Goku li guardò con attenzione, diventando improvvisamente biondo. “Stiamo qui per fermarvi” rivelò senza indugio.

*

CONTINUA…

*

*

lilac: Come vedi qualche temerario c’è sempre, Kakaroth è andato vicino al massacro, e non solo lui XD. Riguardo alla collaborazione dei “piccoli”, come vedi, non si è fatta attendere. Spero sia stata all’altezza (oh… ma che spiritosa >.<’) delle atmosfere appartenenti al manga.

 

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Capitolo 8
*** Uno contro uno ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Uno contro uno

*

Il Pianeta tremò quando Piccolo colpì in pieno volto il suo avversario. Neman, tuttavia non sembrò curarsene. Si separò dal suo rivale con un ghigno stampato in volto, recriminando la propria superiorità.

Eppure Piccolo rimase assolutamente disteso e concentrato sul suo combattimento, senza troppo badare a evidenti manie di grandezza del suo antagonista. “Cos’hai da ridere?” domandò infine osservando l’espressione dell’altro. Neman rise, “Questo scontro è stato deciso in partenza… tu non sei alla mia altezza!” lo denigrò, sicuro delle sue parole; ma Piccolo non si scompose. “Ah, a parole sei bravo, vediamo come te la cavi anche in una vera battaglia” lo istigò il namecciano, tornando alla ribalta, costringendo l’altro a parare tutti i suoi attacchi.

Goku scansò tutti gli assalti di Jiko. Senza troppa fatica evitò un paio di pugni e i due calci a seguire. “Tu sei un po’ meglio del tizio che ho incontrato prima” ammise il Saiyan dalla bionda capigliatura, pur non impegnandosi affondo.

Jiko sembrò sorpreso dalle parole dell’avversario, fermando l’attacco prima di sferrare l’ennesimo pugno. “Il tizio che hai incontrato prima? Non starai parlando di Amok?” domandò, evidentemente piuttosto nervoso. Goku alzò le spalle in segno di noncuranza. “Non ricordo il suo nome, ma ci ho messo un attimo a toglierlo di torno” dichiarò fermandosi a sua volta. L’alieno aggrottò le sopracciglia, “Dannato! Ecco perché non percepivo più la sua aura. Te la farò pagare! Amok era mio fratello!” esclamò tornando all’assalto.

Sfortunatamente per Goku, il pugno giunse inaspettato e improvviso cogliendolo di sorpresa. Il Saiyan precipitò al suolo dopo essere stato colpito in pieno volto; creando una profonda crepa nel terreno sottostante.

Polvere e pietrisco coprirono la visuale del suo avversario; poi, come se stesse recitando una formula che sapeva a memoria, la voce del difensore terrestre giunse chiara e limpida. “Kame… hame… haaaaaa” urlò scagliando la sua onda energetica contro l’avversario che lo stava guardando in alto nel cielo.

Fu di nuovo tutto visibile, illuminato dalla luce azzurrognola scaturita dalla sfera lanciata dal Super Saiyan.

“Dove stai mirando?! Io sono qui!” esclamò Jiko dopo aver evitato il raggio, ma Goku restò immobile e sorrise. Con le mani ancora giunte spostò le braccia e con esse anche la sfera. Jiko si accorse troppo tardi che la Kamehameha, ora, era proprio sopra la sua testa.

Il successivo boato lasciò intuire a Goku di aver centrato il suo avversario.

*

Crilin restò a osservare la scena con il naso, per modo di dire, all’insù. Scrutando la furiosa battaglia che imperversava sopra la sua testa, all’interno della grossa spelonca.

Impiegò diversi minuti prima di ricordarsi che il ruolo a lui affidato non era quello di fare solo da spettatore. Doveva dunque agire, chiudere quel varco che stava creando a tutti tanti grattacapi.

Per farlo doveva usare il bastone che gli era stato affidato. Forte di una nuova energia si guardò le mani, pronto ad agire e… ehi, niente bastone!

Crilin urlò terrorizzato, dov’era finito quel pezzo di legno? E soprattutto, come diamine aveva fatto a perderlo?!?

Guardò il suolo a destra, poi a sinistra e poi ancora il terreno sotto di sé. Niente, da nessuna parte, che fine poteva aver fatto? Lo aveva in mano un attimo prima; di questo era dannatamente sicuro. Lo reggeva tra le dita fino… alla caduta.

Morale della favola poteva essere ovunque in quella grotta. Doveva solo trovarlo. Facile a dirsi, ma a farsi era tutto un altro paio di maniche. Primo, perché il suo collega lassù non si stava certo risparmiando, Vegeta stava scatenando un vero putiferio. Secondo, perché l’intero esercito non si era certo dimenticato della sua presenza.

Un raggio lo sfiorò appena e Crilin ringraziò mentalmente di averlo visto arrivare giusto in tempo. Si rimise in piedi, volgendo lo sguardo nella direzione da qui il raggio stesso era partito. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi fu quello di una schiera di soldati che lo avevano chiaramente preso di mira. “Oh mammina!” esclamò preoccupato, a dir poco. Evitando un paio di ki blast, lanciati a tradimento, si precipitò alla ricerca di quel dannato bastone.

Il pugno di Vegeta colpì in pieno viso il suo avversario. E le labbra del Principe dei Saiyan si piegarono in un sorriso più che divertito. Koma si vide costretto a indietreggiare notevolmente. “Chi diavolo sei tu?” si ritrovò a domandare l’alieno appena giunto sulla Terra. “Mpf, non ha importanza saperlo dove stai andando… all’inferno” gli rispose enigmatico il Saiyan, costringendo nuovamente l’altro a scansare i suoi calci e i suoi pugni.

“All’inferno? Ah, non farmi ridere, ci andrai tu all’inferno!” gli urlò contro Koma, cercando disperatamente di colpirlo. Vegeta afferrò prima un pugno, poi l’altro guardando l’avversario dritto negli occhi. “Sono spiacente, ma io ci sono già stato” rimbeccò incrementando la propria aura, costringendo il suo avversario a fare altrettanto.

Crilin stava quasi per raggiungere il bastone, quando la grotta tremò. Le sue dita stavano per sfiorare l’oggetto magico, ma prima che potesse afferrarlo saldamente si vide costretto ad alzare il capo verso l’alto. Giusto in tempo per vedere una caduta di massi che sembravano essere diretti verso la sua persona.

Sfortunatamente non fu abbastanza lesto da scansarli tutti e uno di questi lo colpì sulla testa, facendogli vedere letteralmente le stelline.

*

Jiko riapparve dalle nuvole causate dall’esplosione che lo aveva appena coinvolto. Al suolo il suo avversario lo scrutò soddisfatto; denotando lo stato dei suoi abiti, ora ridotti a stracci. Goku restò immobile, in attesa che l’invasore tornasse a posare i piedi al suolo. Jiko colse l’invito.

Piccolo fermò il pugno diretto al suo stomaco. Osservò il suo avversario, che ora non aveva più tanta voglia di ridere, e aumentò la sua aura.

Non riuscendo a liberarsi dalla presa del nemico, Neman fu costretto a subire l’attacco. L’unico modo che gli consentì di difendersi dall’incremento improvviso d’energia fu quello di pararsi il viso con una mano.

Tutto inutile tuttavia, l’alieno fu scaraventato lontano diversi metri creando un nuovo cratere sulla superficie della martoriata Terra.

Piccolo non attese che Neman si facesse rivedere nuovamente. Volò veloce verso di lui cominciando a scagliargli contro una serie di ki a distanza ravvicinata.

Nella speranza di sfuggire al serrato attacco del nemico, Neman si alzò in volo velocemente, augurandosi di non essere visto, o quantomeno di fermare l’attacco.

Sfortunatamente per lui agli occhi del namecciano non sfuggì. Piccolo alzò lo sguardo, seguendo i suoi movimenti e un secondo dopo lo aveva già raggiunto nuovamente.

“Allora? Questo scontro non doveva essere già deciso in partenza?” lo derise, l’alieno dalla carnagione verde. Neman ringhiò “Me la pagherai caraaaaaa” gridò gettandosi contro l’antagonista, nella speranza di fargli qualche danno.

Il ki blast scagliato da Jiko colpì in pieno il suo avversario. Goku scivolò sul terreno per diversi metri prima di riuscire a fermarsi.

Riapparve poco dopo, preceduto da alcuni sonori colpi di tosse causati dalla polvere che si era insinuata nella sua gola. Con il dorso della mano si ripulì un rivolo di sangue che gli fuoriuscì da un labbro spaccato. “Niente male, niente male davvero” ammise alzando lo sguardo sul nemico; che nel frattempo si era portato a pochi passi da lui.

Il Saiyan si alzò, spolverandosi gli abiti con un leggero gesto della mano; poi fissò l’alieno con sguardo di sfida. “La cosa si fa interessante” stabilì l’uomo dalla tuta arancione, seriamente divertito. “Hn, graz…” il dialogo finì così. Jiko fu preso in pieno da un raggio luminoso che lo trafisse.

Esanime cadde ai piedi del Saiyan che, nonostante lo stesse fronteggiando fino a un attimo prima, si chinò su di lui per constatare le sue condizioni. “E… ehi?” gli domandò scuotendolo leggermente.

Una risata giunse nefasta dal cielo e Goku si vide costretto ad alzare il capo.

*

CONTINUA…

*

*

A causa delle imminenti festività natalizie questo sarà l’ultimo aggiornamento per il momento. La storia tornerò regolarmente all’inizio del nuovo anno.

*

lilac: Mi fa davvero piacere sapere che la scena tra Crilin e Vegeta ti sia risultata plausibile. Insomma, anche il terrestre inizia, quasi, ad avere in simpatia il Principe XD. Più di ogni altra cosa sono contenta che la similitudine tra Goku e Vegeta sia venuta fuori dal punto di vista di Crilin. Per il resto, come tradizione vuole… battaglia sia!

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Capitolo 9
*** Tutta una questione di diritti ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Tutta una questione di diritti

*

Agli occhi del Saiyan e dei due guerrieri che a qualche metro di distanza si stavano combattendo, si presentò la buffa figura di uno strano ometto. Il goffo individuo si esibì in una risata rozza e sguaiata.

“Nobile Kojin!” esclamò per primo Neman, che parve riconoscere subito il nuovo arrivato. Piccolo gli rivolse lo sguardo. Non gli fu difficile cogliere quel leggero tremolio che colpì l’avversario. Tremolio di chi sa riconoscere il pericolo.

Dopo aver guardato attentamente il guerriero contro cui stava combattendo, il namecciano tornò a volgere la sua attenzione all’individuo ancora intento a ridere.

“Tu…” iniziò a parlare Goku, serrando un pugno in segno di rabbia, “… come hai osato? Il nostro era un incontro leale, non avevi il diritto di intrometterti!” sbraitò compiendo un passo in avanti. “Non avevo il diritto?!” ripeté Kojin, incrociando le braccia e ghignando in maniera infausta. “Io ho il dritto di governare questa e altre dimensioni. Inoltre posso imporre la mia volontà su tutto ciò che mi appartiene; e Jiko mi appartiene!” esclamò, lanciando un’occhiata all’altro guerriero. Neman deglutì sonoramente. Lo scambio di sguardi non sfuggì all’attento osservatore alla carnagione verde.

“Tu… tu stai farneticando!” gli inveì contro il Super Saiyan, che non contento della sua capigliatura dorata incrementò ulteriormente l’aura. Ora i suoi capelli erano decisamente più lunghi.

“Ti farò pentire per ciò che hai fatto!” urlò Goku prima di alzarsi in cielo e fissare il suo nuovo avversario negli occhi, assumendo successivamente una posa di difesa. “Povero stolto” parlottò tra sé Kojin, cogliendo l’invito del guerriero dalla chioma d’oro; lanciandosi all’attacco.

*

Il colpo di Koma centrò in pieno il suo avversario. Vegeta precipitò al suolo coinvolgendo diversi soldati nei paraggi e salvando, piuttosto involontariamente, la vita a Crilin. Il terrestre, infatti, fu liberato dall’accerchiamento proprio grazie al volo del Saiyan.

Saldamente abbracciato al ritrovato bastone, osservò il compagno alzarsi nuovamente in volo, restituendo il colpo appena subito.

Koma tuttavia riuscì a frenare la caduta, ma ciò non gli bastò per salvarsi. Ai suoi occhi apparve il palmo di una mano che non gli diede nemmeno il tempo di proferire parola. Una luce scaturì da essa e, con un boato spaventoso, la sfera di ki lanciata a così breve distanza fece sfracellare il malcapitato guerriero contro la parete di rocce.

Ancora una volta la caverna tremò.

“Ehi, Vegeta! Se continui così ci crolla tutto sulla testa!” lo ammonì il terrestre, evitando nel frattempo un pugno scagliatogli da uno dei nemici rimasti.

Per tutta risposta, il Principe dei Saiyan, restò a fissare la frana che aveva provocato in un angolo della costruzione naturale. “Perché no” annunciò a se stesso, dopo una valutazione misteriosa avvenuta nella sua mente.

Sul suo viso apparve nuovamente un ghigno divertito e senza nessuna apparente spiegazione posò i piedi al suolo; a pochi passi da Crilin che si limitò a guardarlo sgomento e disorientato.

Vegeta incrementò la sua aura e la grotta cominciò a tremare.

*

“Cos’è? Sei nervoso adesso?” lo provocò Piccolo scansando con anche troppa facilità una serie di pugni. “Sta zitto!” gli ordinò Neman, diventando nel frattanto molto più rigido nei movimenti.

E Piccolo sorrise.

“Sembra che la presenza di quel Kojin t’impedisca di combattere come vuoi. O forse mi sbaglio?” continuò il namecciano, afferrando per un polso il suo avversario. Neman ritirò il braccio, liberandosi della presa dell’altro, “Ti sbagli, io non temo il Nobile Kojin. Lui sconfiggerà te e tutti i tuoi amici” lo minacciò colpendolo in pieno volto con un calcio.

Piccolo sorrise un’altra volta. “Non ho parlato di temere il tuo capo, tutt’altro. Ho come l’impressione che tu abbia qualcosa da nascondere” puntualizzò, cogliendo l’alieno di sorpresa. Fu in quell’attimo che il namecciano trionfò.

La distrazione del suo avversario gli bastò per coglierlo di sorpresa. Generò una sfera di energia sufficientemente grande da disintegrarlo, e Neman divenne solo un ricordo.

A causa dell’esplosione Goku e Kojin volsero la loro attenzione in direzione del namecciano.

Alle spalle dell’alieno originario del Pianeta verde l’enorme varco subì un brusco calo di tensione. Mentre sul suo volto si dipinse un sorriso soddisfatto. “Sei finito Kojin. Ho scoperto il tuo trucco” annunciò incrociando le braccia.

Kojin sembrò seriemente colpito dagli avvenimenti accaduti a pochi passi da lui. Ringhiò osservando nervosamente l’ex Dio terrestre, “Come hai fatto?!” domandò rabbioso.

Goku guardò prima uno poi l’altro, senza capire.

“E’ stato semplice. Hai eliminato il tuo guerriero perché era in netta difficoltà contro Goku, ma hai lasciato in vita quello che combatteva contro di me pur essendo altrettanto in svantaggio. Hai dichiarato di avere diritto d’imporre la tua volontà su ciò che ti appartiene, ma non puoi eliminare ciò che ti serve, in altre parole… il conduttore!” spiegò Piccolo. Goku sgranò gli occhi, volgendo successivamente la sua attenzione allo strano individuo. La sua espressione fu una conferma alle dichiarazioni dell’amico.

“Ho distrutto il tuo conduttore, quindi il varco non si aprirà più di così. Ci basterà richiudere quello originale ed eliminarti per sempre” fu la sentenza finale del namecciano. Kojin tuttavia rise, “Illusi, credete davvero che io lasci il varco incustodito?” dichiarò, ma nessuno dei suoi avversari sembrò scomporsi.

“Sei tu l’illuso” attirò la sua attenzione il Saiyan, “Pensi davvero che un guerriero dalla tua potenza possa impensierire i nostri amici?” gli domandò di rimando, sicuro delle sue parole. “Idiota!” lo incalzò Kojin, “I miei guerrieri sono tutti ottimi combattenti” dichiarò, ma Goku rise nuovamente. “Lo spero bene o la persona che sta combattendo laggiù se la prenderà con me… se si annoia” concluse, colpendo di sorpresa il suo avversario.

Piccolo concordò col suo silenzio.

*

Crilin aprì lentamente un occhio, osservando l’aura dorata che circondava il guerriero di fronte a lui. Aprì completamente anche il secondo, quando si accorse di non avere più un muro di rocce sopra il capo. Attorno a lui, inoltre, non c’era più nessun guerriero a impensierirlo.

“Ehi, nanerottolo. Vedi di chiudere in fretta quel buco” lo riscosse la voce di Vegeta che in un battito di ciglia si scagliò nuovamente contro l’avversario. Il terrestre osservò la scia d’oro che l’altro guerriero si era lasciato alle spalle. Poi si guardò attorno.

Quando si alzò in piedi si accorse che a una certa distanza dal punto in cui Vegeta sostava fino a un secondo prima non vi erano rocce, al contrario di tutta la zona circostante. I detriti non erano entrati nel suo raggio d’azione, raggio dentro la quale Crilin stesso si trovava, e finalmente comprese l’intenzione del Principe.

Ora, toccava a lui agire.

Davanti a sé solo il varco; la distanza era minima, doveva solo sbrigarsi. Saltò sul primo detrito e un salto dopo l’altro si avvicinò sempre di più al buco.

Vegeta colpì in pieno il volto di Koma che, preso alla sprovvista, chiuse gli occhi indietreggiando. Quando riaprì le palpebre, tuttavia, non trovò nessuno dinanzi a sé.

Nervoso si guardò attorno, senza vedere nessuno. Solo in un secondo momento si rese conto che l’avversario era ora sopra la sua testa.

Vegeta, infatti, fluttuò nell’aria, roteando su se stesso con eleganza e ricomparendo alle spalle del nemico. Senza dargli il tempo di pensare a nulla gli sferrò un calcio sulla nuca, scagliandolo lontano.

Non contento roteò nuovamente, questa volta sul posto, poi partì all’inseguimento. Koma non fece in tempo a sfiorare il terreno. Il Saiyan comparve poco prima che potesse farlo; frapponendosi tra l’avversario e il suolo gli sferrò un calcio a piedi giunti costringendo l’altro a tornare in cielo.

Rimessosi in piedi, Vegeta si lanciò ancora una volta verso la sua preda, superandolo in velocità. Quando Koma gli arrivò a tiro, il Principe unì le mani colpendolo in pieno stomaco facendolo piombare finalmente sul terreno.

Senza esitare un secondo di più, allungò un braccio verso di lui, le dita saldamente unite tra loro. “Sparisci… Big Bang Attaaaack!” annunciò, disintegrando infine il malcapitato avversario.

Soddisfatto, osservò i detriti piovere al suolo. Il guerriero dagli occhi di ghiaccio scostò lo sguardo verso il piccolo terrestre, che proprio in quel momento conficcò il bastone nei pressi del varco, chiudendolo.

*

Il cielo tornò quello di sempre e i tre guardarono simultaneamente l’azzurro che regnò nuovamente sopra le loro teste.

“Il varco è stato chiuso. Ora sei davvero rimasto solo” proclamò Piccolo, sorridendo soddisfatto. Goku fece altrettanto, “Ottimo lavoro ragazzi” si congratulò verso le due persone non presenti. “Dannati” mugugnò Kojin, conscio che la faccenda si stava mettendo male per lui.

Tuttavia, dopo un primo istante di apparente preoccupazione, sembrò riacquistare la sua sicurezza. Si allontanò dall’antagonista, sospirando pesantemente. “E va bene, non mi lasciate altra scelta. Sembra che dovrò conquistare questo insignificante Pianeta con i vecchi metodi” dichiarò cominciando a incrementare la sua aura.

Il cielo divenne nuovamente scuro, ma questa volta non a causa dei varchi. La forza del loro avversario stava decisamente aumentando.

*

CONTINUA…

*

*

Come promesso la storia riprenderà il suo normale svolgimento.

*

lilac: Terminate le festività si torna a dar mazzate XD. Sono molto contenta di sapere che i diversi metodi di combattimento si notino dalle piccole cose. E visto che siamo in vena di “tradizioni” ecco che parte la battaglia delle battaglie XD.

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Capitolo 10
*** Battaglia senza respiro ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Battaglia senza respiro

*

“La sua aura sta aumentando in maniera vertiginosa!” esclamò Goku osservando il suo avversario alle prese con un’evidente trasformazione. “Già, se usasse solo la metà di questa potenza per colpire la Terra sarebbe la fine” concordò al suo fianco Piccolo, altrettanto allarmato per l’incombente situazione.

“Maledizione! Se continua di questo passo distruggerà l’intero Pianeta ancora prima di concludere la sua trasformazione” costatò nuovamente il Saiyan, trovando il consenso dell’altro che annuì preoccupato. Piccolo cercò di valutare attentamente la situazione, doveva esserci una soluzione, un altro modo per fermarlo.

Le sue elucubrazioni, tuttavia furono interrotte da un vento infausto che investì in pieno lui e l’amico. “E’… è arrivato alla sua massima potenza!” affermò il namecciano, costretto a riparare il viso con entrambe le braccia.

Goku strinse i denti, anch’egli usando le braccia come scudo; in attesa che la folata cessasse definitivamente.

Quando infine sembrò tornare la quiete, il Saiyan, scostò le sue difese da davanti al volto, scrutando l’essere che gli sostava davanti. Goku fece in tempo solo a vedere un sorriso maligno sul volto dell’altro, poi sentì una ginocchiata in pieno volto che lo fece precipitare rovinosamente al suolo. In un solo istante Kojin aveva annullato la distanza tra sé e il suo avversario senza dargli il tempo di vedere il suo spostamento.

“Goku!” urlò l’amico; avendo, solo in un secondo momento, visto il colpo inferto all’altro alieno. “Non temere, ne ho anche per te” attirò la sua attenzione l’invasore, ora divenuto un colosso. Piccolo scostò lo sguardo su di lui, ma i suoi occhi videro solo il gomito del mostro colpirlo in pieno facendolo cadere al suolo, così com’era capitato all’amico appena qualche istante prima.

Il primo a dare segnali di vita fu Goku, il Saiyan scostò le rocce e i detriti che lo avevano seppellito, tornando così a respirare dopo lo spaventoso impatto. “Accidenti, è peggio del previsto” appurò suo malgrado.

Le rocce al suo fianco si mossero, e anche il namecciano riapparve alla luce del sole. “Impossibile! È un mostro, non ce la faremo mai così” stabilì a sua volta, attirando l’attenzione dell’altro. Goku si voltò a scrutare i lineamenti dell’amico verde, “Allora cosa facciamo?!” gli domandò altrettanto preoccupato, nella speranza che il namecciano potesse farsi venire qualche idea. Piccolo sembrò rifletterci per alcuni secondi.

“Se volete riposarvi, vi accontento io. Vi condurrò al sonno eterno!” attirò la loro attenzione Kojin, alzando le mani verso il cielo. Non appena Goku e Piccolo alzarono gli occhi verso di lui, l’invasore generò una sfera di energia gigantesca, talmente grande da oscurare il sole.

“No fermo! Se lanci una sfera di quella potenza distruggerai l’intero Pianeta! Morirai anche tu!” lo ammonì il biondo alzandosi in piedi. Kojin rise sguaiatamente, “Ti sbagli! Io posso vivere nello spazio aperto, morirete soltanto voi!” esclamò lanciando la potente palla energetica. “Maledizione!” urlò il Saiyan, preparandosi ad accogliere il pericolo, nella speranza di riuscire a respingerla.

Un raggio improvviso colpì in pieno la nuova minaccia, deviandone la traiettoria, che esplose successivamente nello spazio. I tre guerrieri volsero lo sguardo nella direzione in cui il previdenziale raggio era scaturito.

Ai loro occhi si presentarono due figure. A lanciare la sfera di ki della salvezza fu evidentemente il Principe dei Saiyan. Vegeta, infatti, aveva ancora una mano aperta di fronte a sé, l’altra a reggerne il polso; tuttavia l’evidente respirazione affannata indicava chiaramente che l’energia utilizzata lo aveva stremato.

Al suo fianco Crilin restò a guardare qualche metro più indietro, osservando terrorizzato il nuovo nemico. In mano reggeva ancora saldamene il bastone.

“Grr… altri moscerini!” ringhiò Kojin serrando saldamente un pugno, “Ve la farò pagare!” urlò in seguito ripetendo l’operazione di pochi istanti prima. Sollevò le braccia al cielo e una nuova sfera era già pronta per essere lanciata.

Crilin si coprì il capo con le braccia, come se questo potesse salvargli la vita. Vegeta invece rialzò lo sguardo verso il nuovo pericolo. Decisamente non sembrava in grado di generare un ki blast potente come quello di prima.

Questa volta fu dunque Goku a risolvere la situazione. Sparì dal terreno, riapparendo un secondo più tardi accanto a Kojin, colpendolo in pieno volto con un pugno. Ciò bastò perché l’alieno invasore perdesse il controllo della sua sfera, che come la precedente finì per dissolversi nello spazio aperto.

La mossa del Saiyan però, contribuì a peggiorare lo stato emotivo del suo avversario. La sua collera era dunque a livelli inimmaginabili. “Come hai osato!” pronunciò con una calma che era solo apparenza.

Veloce come un fulmine sferrò un calcio al Super Saiyan, che però riuscì ad scansare. Tuttavia il pugno che Kojin gli assestò in seguito non riuscì a evitarlo. Goku precipitò nuovamente al suolo, roteando vorticosamente su se stesso fino a schiantarsi al suolo, sotto gli occhi di tutti.

“Maledetto!” esclamò Vegeta, scagliandosi a sua volta contro l’avversario. Purtroppo lui non ebbe maggiore fortuna del compagno. Kojin scansò il primo pugno e anche il secondo, ma quando il Principe provò a colpirlo con un calcio, l’alieno lo fermò afferrandolo per un piede.

Il colosso roteò per diversi secondi, prima di lasciare il tallone dell’avversario che, come il precedente Saiyan, riuscì solo a perforare il terreno.

Il terzo a entrare in azione fu quindi Piccolo, che al contrario dei suoi compagni attaccò con un ki blast che centrò in pieno il bersaglio. Il colpo risultò inutile, poiché il mostro riapparve dalla polvere come se nulla fosse, rispondendo a sua volta con una sfera di ki che colpì il namecciano.

Piccolo volò per alcuni metri, sparendo anch’egli in una nube di fumo.

Ora a fissare l’avversario era rimasto solo Crilin, che tuttavia non aveva né la voglia né la forza per poter contrastare un avversario del genere. Kojin non sembrò dell’idea di risparmiarlo e senza indugi saettò nel cielo fino a raggiungere il piccolo terrestre che precipitò al suolo perdendo conoscenza.

Goku ricomparve nuovamente, poi fu il turno di Vegeta, infine anche Piccolo riemerse dai detriti. “Siete degli ossi duri eh?!” costatò Kojin, incrociando le braccia con un’espressione più divertita che preoccupata. “E va bene, giocherò con vuoi fino a quando non morirete” stabilì lanciandosi velocemente verso Goku.

Il Saiyan si mise in posizione, in attesa di fronteggiare il nuovo attacco. Tuttavia l’invasore decise di cambiare il suo obbiettivo senza preavviso. Sparì dalla visuale dal guerriero dai lunghi capelli biondi.

L’urlo di Piccolo lasciò intuire ai due Saiyan che Kojin aveva preso di mira e colpito lui. Il namecciano si scontrò contro una montagna, disintegrandola completamente. Purtroppo, l’alieno originario di Namecc non sembrò più dare segni di vita, restando sotterrato dalle pietre.

Kojin poggiò i piedi al suolo, dopo il calcio sferrato. Volse la sua attenzione verso i restanti due e ghignò, “Chi di voi vuole essere il prossimo?” domandò scostando lo sguardo prima su uno poi sull’altro.

Sfortunatamente la pazienza non è una virtù del Principe. Vegeta ringhiò sommessamente, innervosito dalle provocazioni, prese il volo alzandosi in cielo.

Comprendendo le sue intenzioni Goku lo guardò preoccupato, “No, aspetta un momento, Vegeta!” cercò di fermarlo, inutilmente. Una serie di ki blast colpì rapidamente il terreno sotto di sé, nel punto esatto dove Kojin era atterrato.

Goku raggiunse l’amico e osservò la sua opera di distruzione. Infine tornò a guardare il Principe, “Non servirà a nulla! Stai soltanto sprecando energia” lo ammonì, ma Vegeta sembrò fare orecchie da mercante, senza dargli retta.

L’avvertimento di Goku si rivelò ben presto una realtà. Kojin comparve all’improvviso e repentinamente dalla polvere alzata dall’attacco di Vegeta e senza che quest’ultimo potesse far nulla per difendersi fu colpito in pieno stomaco da un pugno.

Il colore dei suoi capelli divenne quello della notte in un istante, segno che il Super Saiyan aveva appena perso conoscenza. A Kojin non restò che scagliarlo lontano.

Il Saiyan guardò l’ultimo dei suoi amici sparire. Rimasto solo non poté far altro che osservare l’avversario in attesa del suo prossimo attacco. Con rabbia incrementò ulteriormente l’aura d’orata attorno a sé, facendo brillare l’intera volta celeste.

“Tu sei l’ultimo” gli ricordò Kojin, per nulla impressionato dalla potenza del nemico.

Goku si scagliò contro di lui intraprendendo una sequela di calci e pugni, parate e attacchi che durò per diversi secondi.

Stufo di quell’inutile scambio reciproco di colpi, Kojin decise di metter fine alla partita. Improvvisamente sparì dalla vista dei Saiyan che fece in tempo solo ad alzare lo sguardo; prima di vedere la sfera che gli fu scagliata a pochi centimetri di distanza.

Anche Goku precipitò al suolo rovinosamente. E infine, il Super Saiyan di terzo livello cambiò definitivamente la sua capigliatura.

*

CONTINUA…

*

*

lilac: Il Nobile Kojin è si è rivelato molto forte, come puoi vedere, quindi chissà se useranno la fusione o no XD. In ogni caso, sono davvero molto felice di sapere che la storia sia di tuo gradimento, nonostante la prevalenza di mazzate XD (giusto perché un Dragon Ball fan ama vedere i suoi personaggi preferiti che si massacrano. Sadici o masochisti?!). Se Akira Toriyama dovesse avere la bizzarra idea di disegnare certe scene credo che morirei sul colpo XD. Ti ringrazio come sempre!

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Capitolo 11
*** Ancora tutti insieme ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Ancora tutti insieme

*

“Oh, mi spiace moscerini, non sono riuscito a trattenere la mia potenza. Vi ho schiacciato troppo in fretta” si congratulò con se stesso Kojin, osservando le vittime al suolo. “Ehi! Siete ancora vivi! Non c’è che dire, siete molto più resistenti di quanto immaginassi” constatò, notando dei leggeri movimenti causati dai quattro guerrieri. Kojin rise sguaiatamente, “Beh, non ha importanza, morirete insieme al vostro Pianeta!” annunciò alzando le mani al cielo.

Goku sollevò lo sguardo, nella speranza di trovare la forza sufficiente per fermare quel mostro. Con enorme fatica riuscì infine a rimettersi in piedi, ma non a trasformarsi in Super Saiyan di terzo livello. Dovette dunque accontentarsi di superare solo un limite, mentre le scariche elettriche circondarono il suo corpo.

Accanto a lui le rocce si mossero, e anche Vegeta tornò a osservare il nemico senza esitazione. Attese pochi istanti prima di superare a sua volta lo stesso limite. Circondandosi anch’egli dell’aura dorata e da scariche elettriche.

E mentre i due Super Saiyan di secondo livello mostravano le loro aure gialle, anche il namecciano riemerse dalla polvere accodandosi al grido dei suoi compagni d’avventura.

Crilin, che sfortunatamente non era in grado di muovere un solo muscolo, si limitò a guardare il terzetto a denti stretti. “Forza ragazzi” mormorò flebile.

Uno dopo l’altro, i tre guerrieri, si precipitarono contro l’avversario comune. Il primo a colpirlo fu Goku, centrando in pieno lo stomaco di Kojin con un pugno. Poi fu la volta di Piccolo, il suo calcio non mancò il viso dell’avversario. Infine, Vegeta allontanò definitivamente il pericoloso alieno con un potente ki blast.

Kojin finì per stramazzare al suolo, ma la sua permanenza non durò che pochi istanti. Non permise nemmeno il tempo di riprendere fiato, ai salvatori dei Pianeta; tornando alla carica più arrabbiato di prima. “Me la pagherete caraaaaaaaaa!” urlò incollerito come non mai.

Sfrecciò veloce nell’aria fino a raggiungere i suoi assalitori. E se Vegeta riuscì ad evitare il suo pugno, a Piccolo non andò altrettanto bene. Riuscì comunque a frenare la sua caduta, questa volta.

Goku fu subito addosso al colosso, nel tentativo di sferrargli qualche calcio o qualche pugno. Vegeta fece altrettanto, ma nella frenesia di colpirlo i due Saiyan non fecero troppa attenzione ai suoi gesti. Kojin afferrò la nuca del Saiyan più giovane, facendo altrettanto con il Principe. Pochi istanti dopo le loro zucche sbatterono l’una contro l’altra producendo il rimbombo più rumoroso udito fino a quel momento.

“Ahia che male! Vegeta, ho sempre detto che hai la testa dura!” si lamentò Goku massaggiando con entrambe le mani il punto leso e dolente. “Senti chi parla!” esclamò l’altro, a sua volta intento a farsi passare il dolore stropicciando il punto dove, con ogni probabilità, si sarebbe ritrovato un bel bernoccolo.

Kojin rise attirando l’attenzione dei due Saiyan, che però non fecero in tempo a scansare quelle sfere di ki lanciate loro dal gigante.

E mentre i due esponenti della razza guerriera segnarono un nuovo solco sul Pianeta che dovevano difendere, Piccolo tornò all’assalto a suon di calci e pugni.

Il suo attacco finì in un buco nell’acqua e anche al guerriero verde toccò la stessa sorte dei suoi compagni.

Goku riapparve dai detriti, per l’ennesima volta, vedendosi costretto a tossire per liberare i polmoni dalla polvere che aveva respirato. “Accidenti, di questo passo non lo sconfiggeremo mai” ansimò allo stremo delle forze, il Saiyan dai capelli ormai permanentemente neri.

Anche il Principe dei Saiyan riaffiorò dalle macerie, anch’egli dalla capigliatura corvina. Non proferì parola, si limitò ad alzare lo sguardo scrutando sovrappensiero il suo avversario.

“Sentite, credo ci sia una sola cosa da fare” annunciò Piccolo, il primo dei tre ad alzarsi definitivamente in piedi. Si trascinò davanti a Goku, frapponendosi tra lui e il mostro che li osservava con baldanza.

Il Saiyan osservò la nuca dell’amico in attesa di ulteriori spiegazioni. Piccolo si limitò a squadrarlo con la coda dell’occhio. “Goku, la Genkidama” suggerì, suscitando un’espressione di sgomento sul volto del guerriero.

Vegeta osservò i compagni poco distanti. Rimase a fissarli per qualche secondo e infine decise a sua volta di alzarsi. Come Piccolo s’interpose tra l’amico e il loro avversario, senza proferire parola.

Goku guardò prima l’uno, poi l’altro. “La Genkidama?!” domandò un po’ sconvolto. “Ma certo! La Genkidama!” si rispose praticamente da solo, alzandosi anche lui dal suolo.

“Vedi di darti una mossa, questa volta. Non ho intenzione di aspettare in eterno” brontolò Vegeta, senza degnare l’altro Saiyan di uno sguardo. Detto ciò schizzò verso l’avversario, non attendendo nemmeno una risposta.

Piccolo annuì, “Lo terremo alla larga per tutto il tempo che ti serve, ma ti avverto che non sarà molto. Quel tizio è terribilmente forte” aggiunse guardando l’altro di sottecchi. Questa volta fu Goku ad annuire, “Ti ringrazio Piccolo” rispose, prima che il namecciano raggiungesse l’altro guerriero.

Goku rimase immobile per alcuni secondi, poi si alzò il più in alto possibile nella volta celeste, alzò le mani e socchiuse gli occhi in una profonda concentrazione.

Kojin sembrò non badare al Saiyan, troppo preso a scansare i vari attacchi degli altri due guerrieri.

“State cominciando a darmi sui nervi. Non lo capite? Sono io il più forte, mettetelo bene in testa!” sbraitò l’invasore, seriamente stufo dell’insistenza dei difensori terrestri.

“Mi spiace, non sono il tipo che si arrende tanto facilmente” dichiarò Piccolo, nonostante venne colpito in pieno da un pugno. “Mi secca ammetterlo, ma sono d’accordo col muso verde” gli fece eco Vegeta, serrando un pugno in pieno stomaco al colosso, che tuttavia rispose con un calcio che fece precipitare il Principe.

Un secondo più tardi il Saiyan fu nuovamente dinanzi al suo avversario, sulle sue labbra un ghigno divertito. “Cos’hai da ridere? Sei forse impazzito dal terrore?” lo provocò Kojin. “I tuoi colpi non sono più efficaci come prima, stai cominciando a stancarti anche tu” constatò l’orgoglioso guerriero.

Piccolo approfittò della sua distrazione, colpendolo sulla testa a mani giunte.

Kojin cadde al suolo, sparendo dietro una nube di polvere.

Restò a terra per alcuni secondi a occhi chiusi, prima di ripartire alla carica.

Vegeta aveva ragione.

Quando aprì nuovamente le palpebre, tuttavia, la prima cosa che vide fu una grossa sfera azzurra sopra la sua testa. “Maledizione, si è accorto” esclamò Vegeta, avendo notato la direzione dello sguardo di Kojin; volò quindi a gran velocità verso di lui.

“Goku, devi lanciare la sfera!” urlò Piccolo all’indirizzo dell’amico, ma il Saiyan gli fece un cenno di diniego col capo. “Non è possibile, la sfera non è ancora pronta!” rivelò.

Un successivo boato fece voltare i due guerrieri verso l’antagonista. Kojin era ancora lì, in piedi e con lo sguardo fisso verso il Saiyan. Di Vegeta, invece, era rimasta solo una scia di polvere.

Kojin si alzò in volo, diretto verso Goku; ma Piccolo s’inframmezzò tra i due. “Datti una mossa Goku!” lo incalzò lanciandosi all’attacco.

Goku strinse i denti, “Dannazione, e dire che ci vuole ancora così poco!” parlottò tra se.

Pensò di essere arrivato alla fine quando vide anche Piccolo crollare definitivamente sotto i colpi dell’avversario.

“Kakaroooth!” si sentì chiamare improvvisamente. Quando Goku si voltò, intravide la figura dell’amico appoggiato accanto ad una roccia, la mano aperta rivolta verso l’alto e il capo chino. “Kakaroth, se fallisci… ti ammazzo!” lo minaccio alzando la testa verso di lui, mentre una sfera di energia fluttuò nell’aria dirigendosi verso la Genkidama.

Vegeta, esausto, lasciò cadere il braccio al suolo, chinando stancamente il capo di lato.

“Goku, fai del tuo meglio!” lo incoraggiò a sua volta Piccolo che, sdraiato a pancia in su, compì lo stesso gesto del Principe. E altrettanto sfiancato lasciò cadere il braccio.

“Ci sono anch’io” cercò di aiutare Crilin, e nel suo piccolo anch’egli alzò la mano al cielo.

Goku guardò i suoi amici, sorrise. “Grazie ragazzi, siete fantastici” urlò. Proprio quando Kojin fu sul punto di colpirlo, la sfera decretò la sua completezza. Il Saiyan poté quindi lanciare la sua arma finale.

*

CONTINUA…

*

*

lilac: Come puoi vedere tu stessa la soluzione non sembra essere la fusione, spero che questo non implichi comunque la tua morte prematura XD. Sono contenta che la storia risulti inseribile nell’originale. Più di ogni altra cosa mi fa piacere che le entrate in scena di un certo Principe sortiscano un certo effetto ^_*.

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Capitolo 12
*** Un colpo solo ***


A NEW DIMENSION

A NEW DIMENSION

*

Un colpo solo

*

“Sparisci!” gridò Goku, mentre l’enorme sfera Genkidama si scagliò contro il suo avversario. “Non è così facile sconfiggermi!” urlò di rimando Kojin, estendendo le braccia davanti a sé, nel tentativo di fermare l’ultima salvezza dell’umanità.

La Genkidama toccò il terreno, producendo un enorme boato, facendo scuotere la Terra. Tuttavia, Kojin non sembrò preoccupato, e immobile restò in attesa che la sfera lo raggiungesse.

Sfortunatamente per lui la potenza della Genkidama risultò molto più distruttiva di quanto il mostro avesse preventivato.

Goku, in alto nel cielo, spinse la sfera con tutte le sue forze, fino a quando essa non si scagliò definitivamente sul suo avversario. Con un grido acuto, Kojin, finì in mille pezzi, disintegrato completamente.

Il Saiyan osservò l’opera di distruzione, e di salvezza al tempo stesso, che aveva compiuto la Genkidama. Sorrise, appena constatò che del suo avversario non era rimasta più nessuna traccia, “Ce l’ho fatta!” esultò, lasciandosi cadere al suolo.

Con un tonfo toccò il terreno, distruggendo parte delle rocce accanto a sé. Restò in mobile per alcuni secondi, con gli occhi chiusi ascoltando il ritmo del suo respiro affannoso.

Un rumore poco distante attirò la sua attenzione. Goku aprì lentamente gli occhi e al suo cospetto si riunirono le tre persone che lo avevano aiutato in quest’avventura.

Crilin e Piccolo lo guardarono dall’alto al basso, sorridendo. Chi più chi meno. Poco distante anche Vegeta lo aveva raggiunto, dandogli però solo le spalle.

“Sei stato straordinario Goku” si congratulò l’amico terrestre, posandosi le mani ai fianchi. Era sempre il migliore. E il Saiyan sorrise soddisfatto. “Ce la fai ad alzarti?” gli domandò apprensivo Piccolo, avvicinandosi di un altro passo.

Goku annuì e senza troppa fatica s’issò, sedendosi sul posto. “Ragazzi che faticaccia” si lamentò, nonostante la sua espressione raccontasse tutt’altro.

Vegeta gli rivolse le spalle, “Mpf, perdi sempre un sacco di tempo” brontolò. E mentre Crilin gli rivolse una smorfia confusa, Piccolo si limitò a guardare la sua nuca. La reazione di Goku fu una risata quasi divertita, “Hai ragione, dovrò escogitare un modo che mi consenta di essere più veloce” concordò.

Il terrestre guardò prima uno poi l’altro cercando inutilmente di comprendere il discorso. Anche al namecciano sfuggì qualcosa del vero significato, ma lui comprese parte dello strano dialogo criptato. Di conseguenza sorrise.

Goku si alzò in piedi, stiracchiandosi come se si fosse appena destato da un lungo sonno, “Allora? Che si fa adesso?” domandò con una naturalezza che aveva dello straordinario. Se qualcuno lo avesse guardato, in quel momento, avrebbe sicuramente creduto che aveva appena passato una giornata in un prato fiorito per una scampagnata, a discapito dei suoi abiti strappati e delle ferite su tutto il corpo.

“Io direi che possiamo andare al Santuario di Dio. Dende ci rimetterà in sesto in un attimo” suggerì Piccolo incrociando le braccia. Crilin annuì, “Sì, se torno a casa così sarà mia moglie a uccidermi!” asserì osservandosi da capo a piedi e appurando l’attuale stato dei suoi abiti. Goku non poté fare a meno di scoppiare in una sonora risata.

“Andiamo allora” stabilì il namecciano, ma a bloccarlo prima che potesse prendere il volo fu il piccoletto. “Ehi, aspetta Piccolo, cosa ne facciamo del bastone?” domandò mostrandogli l’oggetto che per tutto il tempo aveva tenuto saldamente in mano.

Piccolo osservò il pezzo di legno per alcuni istanti, “Lo porteremo a Dende. È giusto che lo conservi l’attuale Dio nel suo palazzo” rispose dopo attente valutazioni. Crilin annuì concorde. “Che state aspettando ancora, muovetevi!” sbottò il Principe, stufo di attendere. Vegeta fu il primo a prendere il volo, gli altri lo seguirono uno dopo l’altro.

*

“Ah! Perché siete conciati così?!” esclamò sbalordito il giovane Dio, osservando a occhi sgranati i quattro guerrieri che si erano presentati ai suoi occhi, uno più contuso dell’altro. Sembrava avessero fatto a gara su chi riuscisse a ferirsi maggiormente. Dura stabilire un vincitore.

A rispondere alla domanda del giovane namecciano fu Goku. Il Saiyan si grattò la nuca, ridendo un po’ nervosamente. “E’ una storia lunga” minimizzò.

Dende lo scrutò per alcuni istanti, infine sbuffò. “E va bene. Chi è il primo?” domandò avvicinandosi ai quattro.

*

Il primo a sparire fu, come da programma, Vegeta. Senza aggiungere una sola parola spiccò il volo stupendo tutti per il suo improvviso gesto. Sebbene nessuno si ponesse ulteriori domande sulle sue motivazioni.

Era fatto così e basta.

Piccolo rigenerò i suoi abiti, dopo essere stato guarito dal conterraneo. Incrociò le braccia e si allontanò a sua volta dal gruppo; pur restando sempre in loro compagnia.

“Grazie Dende, non so proprio come faremmo senza di te” lo ringraziò Goku, sentendosi come nuovo. Il piccolo namecciano si grattò la nuca con grande imbarazzo, “Oh beh, non faccio nulla di straordinario” mormorò decisamente a disagio.

“Bene” attirò l’attenzione di tutti Crilin, “Si sta facendo tardi, meglio che vada” stabilì. L’amico Saiyan annuì “Va bene, allora ci vediamo presto” lo salutò con il suo solito e immancabile sorriso. Il terrestre gli sorrise di rimando, poi porse il bastone al Dio del suo Pianeta. “Allora, Dende l’affido a te” disse porgendogli l’oggetto in questione.

Dende fece un cenno affermativo col capo, “Ok, non c’è problema” acconsentì afferrando il pezzo di lego. Successivamente si guardò attorno alla ricerca della persona di cui aveva bisogno. “Mr. Popo” disse solamente e il buffo assistente si avvicinò a lui comprendendo immediatamente il suo ordine. “Ci penso io” lo rassicurò prendendo in consegna l’oggetto magico.

Crilin compì un passo indietro facendo un cenno con la mano, “Ciao a tutti!” salutò prendendo il volo. Goku guardò l’amico svanire nel cielo, dopo averlo salutato a sua volta con un gesto della mano, “Sarà meglio che vada anch’io” annunciò in seguito.

*

Per la città dell’Ovest mancava poco. In volo, Vegeta osservò il paesaggio circostante, riconoscendo la strada che percorreva tutte le volte che tornava a casa dopo essere stato via per qualche ragione.

Istintivamente la sua mano si posò sulla fronte, assumendo un’espressione pensierosa.

*

“Sono a casa!” si annunciò Goku, varcando la soglia di quella piccola casetta ai piedi dei monti Paoz.

Il primo ad accoglierlo fu il primogenito, che si mostrò a lui con un libro in una mano. Evidentemente immerso nella sua lettura. Gohan scrutò con attenzione il genitore che entrò in salotto. Sembrò pensieroso nel guardarlo, come se Goku avesse qualcosa di strano. E sicuramente non erano i suoi abiti stracciati, quella non era di certo una novità.

“Ehm… p… papà. Posso farti una domanda?” gli domandò infine, cogliendo ciò che non andava nell’aspetto del padre. Goku si avvicinò al divano, dove il figlio era seduto, e annuì. “Certo dimmi tutto, cosa c’è?” lo esortò a parlare.

Gohan sembrò pensarci su ancora per pochi istanti, poi additò il volto del genitore, “Cos’hai fatto in fronte?” espose quindi il suo dubbio.

L’adulto lo guardò perplesso per un istante, successivamente si tastò il luogo indicato dal figlio comprendendo le sue parole, rise. “Oh nulla, ho preso una piccola botta” spiego, non convincendo affatto il ragazzo.

“Goku!” esordì severa la moglie del guerriero, che lo minaccio con uno straccio alla mano. “Si può sapere dov’eri finito? Che fine ha fatto il pesce che dovevi pescare?!” s’infurio.

Il Saiyan ci pensò per alcuni secondi, “Oh cavolo!” esclamò quando, infine, si ricordò di un piccolo dettaglio.

*

FINE

*

*

lilac: Innanzitutto ti ringrazio sentitamente per aver seguito fino a qui questa piccola storia che aveva l’unica pretesa di essere il più “dragonballiana” possibile. Lo scopo era appunto costruire una specie di puzzle prendendo in prestito pezzi del maestro. Spero sinceramente che anche l’ultimo tassello sia stato all’altezza. Andando oltre (ma forse è meglio di no XD), spero di non averti ucciso definitivamente! Grazie mille del sostegno (e della chiacchierata pubblicamente privata XD).

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