Soulbound

di xT Zealot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bonds - Legami ***
Capitolo 2: *** First Mornings - Prime Mattine ***



Capitolo 1
*** Bonds - Legami ***


NDT: Come già scritto anche nell'introduzione, questa storia è una versione romanzata della prima stagione di RWBY, cui l'autore ha apportato qualche modifica per renderla più interessante e coinvolgente. La storia verrà raccontata principalmente usando i punti di vista di Blake e Weiss, personaggi che qui hanno una caratterizzazione più profonda rispetto alla serie originale e un passato molto più dettagliato e credibile.
Questo primo capitolo è ambientato tra gli episodi 8 e 9 della prima stagione, subito dopo che i personaggi hanno superato la loro prova di iniziazione e sono ufficialmente stati ammessi alla Beacon. Le parti in corsivo sono invece flashback del passato di Blake, in gran parte ripresi dal "Black Trailer" di Rooster Teeth.

Link al "Black Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ImKCt7BD4U4

Link agli episodi della prima stagione di RWBY: https://www.youtube.com/playlist?list=PLUBVPK8x-XMhCW2fW7ZYlD9MHjvmT8IGK

Qualche nota di traduzione. Personalmente non amo molto la pratica - abbastanza diffusa in Italia - di voler tradurre nomi di luoghi, persone, personaggi a tutti i costi in italiano, pertanto ho cercato di ridurre le traduzioni al minimo: i White Fang sono sempre i White Fang, Forever Fall è sempre Forever Fall, ecc. ecc. Ho dovuto fare qualche eccezione in casi particolari: faunus è diventato fauno, per il semplice motivo che in italiano la parola esiste quindi non vedo perché non usarla. Poiché però non esiste il femminile (o meglio esiste, ma "fauna" ha tutto un altro significato!), in riferimento a Blake ho preferito usare sempre la frase "ragazza fauno" per evitare fraintendimenti. Allo stesso modo Semblance è diventato Sembianza, mentre Aura per fortuna non ha avuto bisogno di traduzioni.
Infine, quella che è probabilmente la parola più importante di tutta la fanfic e che da' il titolo alla storia. Ho scelto di tradurre "Bond" con "Legame", perché "Soulbound" nella mia testa è un "legame che unisce due anime". Legame e non vincolo, perché come racconta la fanfic legarsi è una libera scelta di ogni individuo, e non deve mai essere vista come una costrizione o un peso.

Detto questo, buona lettura!


Bonds - Legami

Era lì, come sempre. Perfino nel luogo isolato che aveva scelto tra le cime e gli alberi dalle foglie rosse di Forever Fall, Blake sapeva che non sarebbe mai stata davvero sola. Dal momento in cui si erano incontrati tanti anni fa, avevano fatto sì che una cosa simile non succedesse fino a quando entrambi avessero avuto vita.

Non aveva importanza la distanza che li separava - che fosse qualche metro o qualche miglia - c'era una piccola parte nel cuore e nell'anima di Blake che era completamente Adam. Spinta dalla disperazione e dal desiderio di non sentirsi mai sola in quel mondo così crudele, Blake aveva afferrato la mano che le veniva offerta e, con essa, l'Aura che lui aveva messo a nudo e il frammento che lei aveva preso per legarla alla propria.

Era diventato per lei un modello di forza. Vederlo affrontare l'odio che l'umanità riservava loro rinforzava la sua traballante fiducia nel loro obiettivo finale: l'uguaglianza per tutti.

Considerando il legame che aveva formato con lui, non capiva come mai non se ne fosse resa conto prima. Quel suo portamento incrollabile non derivava da una volontà di pace, ma da un odio profondo nei confronti della razza umana e il loro apparente godimento a prendersela con una minoranza più debole. La violenza e l'ipocrisia che l'umanità gettava loro addosso lui le trasformava e le utilizzava per rafforzare la sua determinazione. Aveva solo preso tempo, aspettando che arrivasse il momento per rispondere con una violenza tale che avrebbe eclissato qualsiasi cosa che gli esseri umani avessero mai fatto loro.

Adam avrebbe avuto la sua possibilità. A quell'enorme sfera di odio accumulato nel corso degli anni era stata offerta una valvola di sfogo quando i White Fang avevano deciso finalmente di combattere il fuoco con il fuoco. Se l'umanità voleva usare la paura per soggiogare una razza, avrebbero imparato a loro spese quando quella stessa paura sarebbe stata usata contro di loro.

In cima alla roccia sulla quale era seduta, Blake teneva lo sguardo puntato verso l'alto in lontananza ma sapeva che avrebbe potuto localizzarlo in un attimo se si fosse concentrata. Allargando la sua mente e la sua Aura, riuscì a vederlo muoversi di soppiatto nelle profondità della foresta; un essere pieno di aggressività trattenuta a stento che disturbava la naturale tranquillità del paesaggio.

Tanto tempo fa era il mondo che temevo e lui che mi dava pace, pensò tristemente. Adesso, è il contrario.

Si allontanò da lui per il momento, volendo riflettere su quegli ultimi pensieri che aveva avuto... e cosa potessero significare.

Forever Fall aveva sempre una brezza costante e piacevole. Il vento soffiò indietro i suoi lunghi capelli neri e le estremità del suo corpetto. Sopra di lei, i rami degli alberi circostanti si mossero e s'inclinarono, producendo un suono rilassante quando le foglie si agitarono nel vento. Molte di loro caddero, creando una spettacolo degno del nome della foresta quando danzarono nell'aria.

Un paio caddero tra i suoi capelli, le sue ciocche venivano guidate dal vento in modo casuale e così alcune di esse catturarono le gocce di quella pioggia terrena. Una nuova brezza liberò la maggior parte di loro e le fece cadere fino a terra. Osservando quello spettacolo, Blake non poté fare a meno di paragonare il viaggio di quelle foglie cadute a quello che lei doveva ancora intraprendere.

Tutto ciò che serve è un'opportunità - un'opportunità per separarsi da una casa che è diventata una prigione. Fuggire da essa significa lanciarsi in una corrente di infinite possibilità. Cosa troverai e dove cadrai è impossibile da determinare. L'unica cosa che puoi fare è lasciarti andare.

Blake fissò il terreno, osservando le foglie che continuavano a scivolare sull'erba anche dopo che erano cadute. E anche quando raggiungerai la tua destinazione, il viaggio non è finito. Ti troverai in una terra di possibilità che non ti terrà legata in un unico punto. Questa, pensò, è la libertà.

"Blake."

Si accorse del suo arrivo molto prima che parlasse. Era più facile sapere quando era nei paraggi perché anche se un tempo era stato una presenza di incrollabile fiducia, adesso era diventato un costrutto ambulante di rabbia che desiderava solo vendicarsi di tutte le persone che gli avevano fatto un torto.

Dentro di sé sentì la parte che era riservata ad Adam pulsare e allungare i malevoli tentacoli che erano legati alla sua Aura. Ogni volta che entravano in contatto sentiva quelle nere emozioni che avevano sopraffatto il suo compagno tentare di penetrare nel suo stesso essere, così che anche lei potesse un giorno abbracciare la carneficina che offriva un effimero, macabro sollievo.

"E' ora."

Blake gli tenne nascosti il suo viso e le sue emozioni. Il ragazzo non sapeva quanto la sua voglia di sangue la facesse tremare o come i tratti del suo viso si fossero trasformati in profondo rimpianto. Sfruttò la sua esitazione per costruire una maschera che, anche se invisibile, era efficace almeno quanto quella vera che indossava lui. Quando si voltò per osservarlo, qualsiasi segno dei suoi intenti fu invisibile agli occhi del suo compagno.

"Okay," rispose.


"Oh cavolo, non posso crederci!"

Blake sentì le sue orecchie da fauno agitarsi sotto il fiocco sentendo l'improvvisa, sonora esclamazione che ruppe il silenzio della stanza. Quella fu una delle rare volte in cui fu fu grata all'accessorio che le nascondeva perché offriva abbastanza protezione da impedire al neo-dichiarato leader del neo-dichiarato team JNPR di perforarle i suoi timpani più sensibili.

Fu parimenti riconoscente quando la leader del team RWBY - anch'esso appena formato - urlò con uguale volume. "Lo so, vero!?"

La quindicenne conosciuta come Ruby Rose era praticamente volata nella sala d'aspetto fuori dall'ufficio del Professor Ozpin dove i due team si erano diretti per vedersi assegnati i loro dormitori e le pergamente che sarebbero servite come chiavi d'accesso. Quando la porta si fu chiusa alle loro spalle Blake si era aspettata che l'adolescente sfogasse tutto il suo entusiasmo che era trattenuto a stento appena sopra la superficie.

No, quell'onore apparentemente andò a Jaune Arc. Era stata così concentrata sulla ragazza più giovane che Blake non si era accorta che il ragazzo tremava di altrettanta eccitazione finché non aveva deciso di esprimerla.

Vedendo un compagno di festeggiamenti, Ruby si girò verso Jaune sorridendo da un orecchio all'altro. "Siamo alla Beacon!"

"Abbiamo un team!" Aggiunse Jaune.

"Siamo team leader!"

Entrambi risero con allegria, si presero per mano e iniziarono a fare un girotondo nel mezzo della stanza. Blake dovette indietreggiare prima di essere investita, ma anche davanti a quello spettacolo da bambini non poté fare a meno di sorridere.

Sicuramente immaturo, pensò anche se gli angoli della sua bocca s'incresparono. Però è... piacevole.

Nonostante tutta la confusione, le sue orecchie umane riuscirono a sentire sbuffare alle sue spalle. Immaginando già cosa avrebbe visto, Blake si voltò per guardare sopra la sua spalla l'origine del rumore.

Non rimase delusa. Con le braccia incrociate sul petto e un'occhiataccia diretta al pavimento, Blake osservò un'irritata Weiss Schnee. L'erede della più grande compagnia di Dust al mondo aveva la mascella serrata e stava digrignando i denti, e la continua allegria che i due leader mostravano non faceva altro che irritarla ulteriormente.

Blake capiva il motivo della sua irritazione. Si era trovata di fianco alla ragazza dai capelli color neve durante la formazione del Team RWBY, e quando Ozpin aveva annunciato che la loro leader sarebbe stata Ruby Blake aveva sentito la coda di cavallo di Weiss quasi schiaffeggiarla dalla velocità con cui l'ereditiera aveva voltato la testa per fissare la ragazzina armata di falce sconvolta. Il fatto che fossero in un auditorium pieno di gente aveva costretto Weiss a trattenersi, tornando alla sua posizione precedente per sfoggiare un'immagine impeccabile adatta ad una Schnee.

Blake tuttavia aveva visto lo sguardo offeso e il rossore irato che era comparso sul suo viso normalmente pallido. Non le ci era voluto molto per intuire come mai l'ereditiera fosse così arrabbiata.

E' seccata perché non è lei ad avere il comando. Blake sentì il suo sorriso trasformarsi in un ghigno ironico. La ragazza fauno non poteva negarlo; provava una sorta di rivalsa davanti a quel colpo di scena.

Come percependo il suo sguardo su di sé Weiss alzò lo sguardo verso Blake che voltò nuovamente la testa. Rivalsa o no, era meglio evitare di scatenare una scenata per una semplice occhiata equivoca. Dopo tutto, stava cercando di tenere segreta la sua identità di fauno e scatenare un litigio con la figlia dell'attuale capo della Schnee non era certo il modo migliore per passare inosservati.

Inoltre, aveva deciso di abbandonare quella battaglia. Era una lotta che non le appparteneva più e, ripensandoci, Blake un po' si vergognò per avere provato anche una minima soddisfazione davanti alla miseria di Weiss. Pensieri simili non hanno mai portato a nulla di buono. D'altra parte, non sono qui per lei.

Eppure quando Blake si voltò verso gli altri componenti dei due team non sapeva se anche la scena di fronte a lei fosse ciò che stava cercando. Ruby al momento era in silenzio, vittima di un altro degli abbracci stritolanti di sua sorella che l'aveva alzata da terra, e la ragazzina stava calciando in aria mentre tentava di liberarsi o, per lo meno, allentare abbastanza la stretta di Yang per riuscire almeno a respirare.

"Aspetta di scrivere ai tuoi amici!" esclamò Yang, totalmente all'oscuro dell'espressione sofferente sul viso di Ruby. "Hai saltato due anni e sei stata scelta per essere a capo di un team! Saranno così orgogliosi di te!"

Ruby non disse niente ma la sua schiena produsse un paio di scricchiolii di protesta.

Il sorriso di Blake tornò, le buffonate delle due sorelle le fecero dimenticare la viziata ereditiera. Tra il primo incontro con Yang e Ruby nell'area di raccolta fino a quel momento, la ragazza più giovane era stata vittima degli abbracci di sua sorella quattro volte. E quelle erano solo le volte in cui Blake era stata presente. Affettuose era sicuramente la parola giusta per descrivere quelle due.

Jaune, dal canto suo, stava ancora parlando animatamente e decise di enfatizzare la cosa con gesti eclatanti. Da come teneva un braccio alzato a livello del torace e l'altro che si agitava furiosamente, Blake intuì che stava raccontando la battaglia del suo team con il Death Stalker. Il ragazzo trovò anche una nuova, perfino più entusiasta, amica.

"E abbiamo caricato urlando 'yaaah'!" Disse Jaune prima di alzare il suo scudo immaginario, anche se quello vero era ancora attaccato alla sua cintura. "E pow! Ho bloccato una delle tenaglie!"

"E io ho fatto 'boom, boom, boom'!" S'inserì Nora. Sfortunatamente, a differenza di Jaune, la ragazza tirò fuori davvero il suo lanciagranate e il leader si abbassò quando Nora lo agitò nella sua direzione.

Blake non si vergognò di fare lo stesso quando l'arma si avvicinò a lei. Si sentì sollevata quando tutti gli altri la imitarono, compresa Yang che lasciò andare Ruby prima di buttare sia se stessa che la sorella per terra. L'unico che non reagì fu Ren, che rimase impassibile anche quando Nora puntò Magnhild dritto contro di lui.

"Ren, anche tu eri figo finché non sei andato a sbattere contro la parete!" Nora simulò il contraccolpo con il lanciagranate ma il ragazzo vestito di verde non reagì minimamente. "Boop!"

"Puoi mettere via Magnhild, Nora," le consigliò imperturbabile.

"Okay!"

E io che pensavo che il mio team sarebbe stato interessante. Rimettendosi in piedi, Blake non poté fare a meno di ricordare quanto la guerriera con il martello fosse apparsa insolitamente allegra anche davanti alla minaccia di due giganteschi Grimm che avevano attaccato i team sia dall'alto che via terra. Ricordò anche di essere stata sbalzata via dal ponte di pietra da Nora dopo avere inutilmente tentato di distruggere il Death Stalker.

Passato il pericolo di una ragazza armata, troppo entusiasta e potenzialmente folle, tutti si rimisero in piedi e ripresero le loro conversazioni. Rimanendo una spettatrice silenziosa, Blake osservò i membri di entrambi i team parlare e ridere tra loro, con larghi sorrisi sui loro volti per avere passato con successo la loro iniziazione.

Non importa, pensò la ragazza fauno tra sé e sé. Libera dall'abbraccio stritolante di sua sorella, Ruby stava parlando con Yang a cento parole al secondo, saltellando su e giù come la ragazzina che era. Nora si era attaccata al collo di Ren, piroettando con lui mentre il ragazzo sfoggiava un piccolo, subdolo sorriso. Jaune stava parlando con Pyrrha, in tono ancora entusiasta ma a volume più basso, mentre la ragazza dai capelli rossi sorrideva con cortesia. Questo è ciò che stavo cercando.

Beh, forse non esattamente. Quando aveva lasciato i White Fang e si era chiesta cosa potesse fare quando il suo passato era stato completamente dedicato a quella setta, aveva deciso che una delle poche strade che poteva percorrere era diventare una Cacciatrice. Gli ultimi cinque anni di violenze le avevano fornito le abilità per combattere, e uno dei pochi posti dove poter sfruttare a pieno tali capacità era la carriera che poteva intraprendere studiando alla Beacon.

Naturalmente lo stile di vita di un Cacciatore le avrebbe aperto più di un'opportunità dove poter sfruttare le sue capacità. Ciò che voleva era un posto dove nero e bianco fossero ben definiti, e non mescolati da tante zone di grigio. I Grimm erano l'oscurità, i Cacciatori erano la luce. I primi volevano distruggere sia gli umani che i fauni, mentre i secondi avevano il compito di proteggerli: nero e bianco.

Grigio era ciò che succedeva quando le tattiche non violente di un gruppo non portavano ad alcun cambiamento. Quando i fauni diventavano talmente frustrati da giustificare l'idea che il nobile obiettivo di uguaglianza potesse essere ottenuto macchiandolo con la stessa violenza che l'umanità aveva rivolto loro ma ad un livello che non si era mai visto prima.

Grigio era usare il caos, non la pace, per raggiungere quell'uguaglianza.

Blake voleva che le cose tornassero ad essere semplici. Poteva fare ammenda per i crimini che aveva commesso partecipando a quel caos dedicando la sua vita a diventare una Cacciatrice.

Eppure, osservando gli altri studenti, Blake si chiese se non avesse inavvertitamente trovato qualcos'altro. Aveva indurito il suo cuore ed era giunta lì pronta ad affrontare qualsiasi prova e difficoltà fosse necessaria per diventare una Cacciatrice. Chiaramente una vita - per quanto semplice - dedicata a combattere mostri senz'anima sarebbe stata altrettanto crudele e spietata quanto quella che si era lasciata alle spalle.

Ma non c'era nulla del genere lì. Al posto di speranze che venivano deluse, di fiducia che veniva meno, e di spalle che iniziavano a cedere sotto il peso delle responsabilità poggiate su di esse, non c'era altro che... normalità. Lì, c'erano persone riunite insieme per compiere un sacro dovere. Lì, tutto sembrava così giusto.

"Cioè, mi sono sorpreso di me stesso!" Stava dicendo Jaune a Pyrrha. "Non pensavo di riuscire a fare tutte quelle cose! E con te! Ci siamo appena conosciuti ma era come se sapessi cosa stavi pensando!" Alzando il braccio per mimare nuovamente il suo scudo, il ragazzo lo spostò a sinistra. "Tu ti occupi della tenaglia sinistra," diresse il suo braccio a destra, "io prendo quella a destra! Ci scambiamo, e io taglio a sinistra e tu a destra!"

"Istinto combattivo," rispose Pyrrha, con un sorriso che si rifiutava di scomparire perché sembrava sinceramente felice dell'entusiasmo del ragazzo. "Sei un ottimo partner Jaune, e hai un buon team."

"Beh sì, lo so che sono bravo." Il tono arrogante e il sorriso compiaciuto apparirono per un attimo, rimpiazzati però quasi subito da un senso di meraviglia. "Però... sento che è stato qualcosa di più. Quando mi muovevo era come se tu mi stessi dicendo dove andare. Cioè, tu non hai detto niente, però sentivo come se tu volessi che io mi spostassi in un determinato punto."

Vicino a loro, Nora smise di saltellare di qua e di là, sembrando interessarsi improvvisamente alle parole del suo leader. Ren fece lo stesso, osservando gli altri due ragazzi e allo stesso tempo riuscendo incredibilmente a tenere la schiena dritta con Nora appesa alle sue spalle. I due compagni si scambiarono un'occhiata, un messaggio silenzioso passò tra di loro.

"Avete...?" Ren iniziò a chiedere, fissando Jaune e Pyrrha.

"Vi siete legati!" Esclamò Nora, non solo interrompendo la domanda di Ren ma facendogli ronzare l'orecchio nel quale aveva gridato.

"Aspetta." Jaune si voltò per guardare Nora sorpreso. "Cosa?"

Pyrrha sembrò ugualmente colta alla sprovvista da quella interruzione, la sua testa si girò per fissare una Nora meravigliata. Il suo sguardo però si spostò subito altrove, improvvisamente riluttante a fissare i suoi compagni di team mentre il suo sorriso si spense.

"Um... cosa?" Chiese di nuovo Jaune, spostando lo sguardo da Pyrrha a Nora. "Non ca-ack!"

Saltando giù dalla schiena di Ren, Nora si era precipitata verso di loro e aveva stretto le braccia intorno ai colli di Jaune e Pyrrha per avvicinare le loro orecchie a sé e bombardarli meglio di domande.

"Quando è successo? Eravate insieme prima di entrare alla Beacon? Cioè, non proprio insieme-insieme, ma va bene anche se lo siete; non volevo dire nulla di male! Ren e io però siamo solo insieme. Ma quando l'avete capito?"

"Io... Che... Tu... Huh?" Forse era per via della presa di Nora su di lui oppure di quanto si sentisse totalmente scombussolato, in ogni caso Jaune cercò invano di formare una risposta decente ad una qualunque delle domande che la sua compagna di team gli stava rivolgendo.

Per fortuna Ren arrivò a salvarli una volta che il suo udito fu tornato alla normalità. Strofinandosi un orecchio, disse con calma, "Nora, lascialo parlare."

"Okay!" Anche se la ragazza rimase in silenzio, le sue braccia restarono attaccate ai suoi compagni. Ren si rese conto del suo errore.

"... Puoi anche lasciarli andare."

"Non so nemmeno di cosa state parlando!" Protestò Jaune non appena fu libero.

Vedendo che il suo leader sembrava totalmente all'oscuro, Ren fissò Pyrrha con aria interrogativa. La Spartana sembrava avere capito dal modo in cui continuava a non voler incrociare lo sguardo di nessuno, mentre con una mano si strofinava la nuca con aria imbarazzata.

"Un... effetto collaterale." Disse finalmente. Si costrinse a guardare Ren negli occhi e abbassò la mano. "E' successo nella foresta. Ho usato la mia Aura per sbloccare la sua e... beh..."

Ren alzò un sopracciglio. "Perchè hai dovuto...?"

"E' fantastico!" Li interruppe di nuovo Nora, lanciando pugni in aria eccitata. "Ren e io siamo legati da tantiiiiiiiissimo tempo perché siamo super migliori amici!"

Pyrrha apparve interessata. "E' così che vuoi due siete riusciti a trovarvi?"

"Yep! Il nostro legame mi ha portata dritta da lui! Volevo avere un segnale segreto però, solo per essere sicura! Hey, un bradipo fa così?"

Mentre Nora faceva la sua imitazione di un bradipo con un paio di c-raaaws Ruby fissò Yang, evidentemente la ragazzina aveva prestato sufficiente attenzione alla discussione dell'altro team perché chiese, "Yang, cosa intendono con legati?"

Aveva probabilmente chiesto a lei nella speranza che sua sorella maggiore sapesse di cosa stavano parlando. Sfortunatamente anche Yang dovette scrollare le spalle ignara prima di rispondere, "non ne ho idea. Non mi hanno insegnato nulla del genere durante il mio ultimo anno a Signal. Forse è qualcosa di nuovo?"

"Di molto antico, in realtà." Le due sorelle voltarono la testa verso la nuova voce e Blake si irrigidì leggermente davanti alle occhiate che le rivolsero. Reprimendo l'impulso di bloccare i loro sguardi con un libro - che tra l'altro non aveva sotto mano - Blake riprese, "è una tradizione che risale ai primi giorni della lotta dell'umanità contro i Grimm."

"Huh." Yang si strofinò il mento, stringendo gli occhi mentre tentava di ricordare qualcosa. "E' così vecchia? Non ne ho mai sentito parlare però."

"Non ne sono sorpresa."

"Perché?"

Blake s'interruppe proprio mentre stava per iniziare a spiegare, trovando strane le proprie azioni. Dal suo arrivo alla Beacon aveva cercato di limitare le sue interazioni con gli altri studenti, preferendo restare in un angolo a leggere un libro. L'unica volta in cui aveva preso davvero l'iniziativa era stato in cortile quando il desiderio di fermare l'arrogante predica di Weiss nei confronti di una desolata Ruby l'aveva spinta ad intervenire con un commento che aveva spinto l'ereditiera ad allontanarsi seccata.

A proposito della ragazzina, Ruby si avvicinò a Blake con occhi scintillanti di interesse. "Riguarda i Cacciatori?"

C'era qualcosa in quella curiosità infantile che Blake trovava irresistibile. Non c'era altro modo per dirlo: Ruby le ricordava molto se stessa. Giovane, ottimista... ingenua. Ma quello era prima che la crudele realtà del mondo venisse svelata alla se stessa bambina, privandola del suo idealismo quando fu chiaro che una cosa simile poteva esistere solo nei libri che leggeva come conforto.

Per quanto fosse sbagliato, probabilmente era l'innocenza di Ruby che stava spingendo Blake a parlare. Inevitabilmente un giorno la ragazzina avrebbe capito quanto era orribile il mondo, ma forse la ragazza fauno poteva aiutarla ad evitare qualcuna delle trappole nelle quali era incautamente caduta lei.

"Dovete pensare," iniziò a dire Blake, rassegnandosi alla sua scelta, "che le precedenti scuole di combattimento erano completamente concentrate sulla forgiatura delle armi e sull'insegnamento alla lotta. Beacon è l'accademia dove coloro che dimostrano di avere più potenziale vengono ad apprendere lo stile di vita di Cacciatori e Cacciatrici, che comprende diversi segreti e molte sacre tradizioni. Per esempio, qualcuno di voi conosceva l'esistenza dei partner?"

"No," ammise Yang, scuotendo la testa. "Cioè, sapevamo tutti dell'esistenza dei team, ma non come sarebbero stati formati."

"Giusto, adesso sappiamo che è una pratica comune ma non finché non stavamo per essere lanciati dentro la Emerald Forest. Ciò sul quale forse non avete riflettuto è perché formano i team in questo modo."

Le due sorelle si guardarono, improvvisamente pensierose. D'istinto Blake fissò da sopra la sua spalla e vide che anche Weiss si stava interessando alla conversazione. Evidentemente era curiosa al pari delle sue compagne.

"Penso," iniziò a dire Ruby, con la fronte aggrottata, "che si sia trattato di un test per vedere come ci saremmo comportati in un ambiente sconosciuto. Lanciandoci in zone casuali in mezzo ad una foresta popolata di Grimm e costringendoci a lavorare insieme a chiunque avessimo incontrato è stato un modo per verificare le nostre capacità di adattamento."

Nonostante la sua indole, Blake le rivolse un piccolo sorriso. Per quanto fosse giovane, Ruby era in grado di analizzare situazioni eccezionali ed individuarne l'insegnamento dietro di essi. Tra questa sua capacità e la sua performance all'interno della foresta, il fauno non aveva dubbi che la ragazzina sarebbe diventata un ottimo leader.

"Credo che ci sia dell'altro," continuò a spiegare Blake. "Team di quattro persone divise in coppie, che lavorano e vivono insieme per molti anni, è una tradizione che risale ai primi giorni di vita dell'umanità. Prima dei nostri progressi tecnologici, prima del Dust, tutto ciò che avevamo per combattere i Grimm erano la nostra Aura e i nostri compagni."

"Immagino che sia qui che entra in scena la storia del legame," disse Yang.

"Ma che cos'è esattamente?" Chiese Weiss in tono impaziente.

Ignorando il tono dell'ereditiera, Blake le rivolse un'occhiata inespressiva. "E' ciò che rende Cacciatori e Cacciatrici dei combattenti migliori. Circondati dai Grimm, l'umanità ha dovuto collaborare, indipendentemente dalla provenienza dei suoi singoli membri." Mentalmente aggiunse, Cosa che comprende me e te.

Tornando a concentrarsi su Yang e Ruby, Blake proseguì, "una simile situazione può far nascere un profondo senso di fiducia e allo stesso tempo disperazione, al punto che due individui possono scegliere di condividere la loro Aura l'uno con l'altro. Così facendo, condividono anche i loro pensieri e la loro forza."

"Oh, wow!" Esclamò Ruby. Fissando Blake con i pugni stretti sotto il mento, aveva l'aria assolutamente entusiasta. "Quindi, come funziona? Yang può condividere la sua forza con me e io posso diventare ancora più forte? Per condivisione di pensieri intendi la telepatia? Sembra molto figo!"

Quell'espressione adorabile fece spuntare un altro breve sorriso a Blake, anche se allo stesso tempo provò un senso di disagio. Se non altro l'entusiasmo di Ruby giustificava la sua scelta di raccontare tutto questo adesso invece che più tardi. Come aveva detto la ragazzina vestita di rosso, sembrava 'figo' ma solo se non si rifletteva sulle conseguenze che ne derivavano.

"Niente di così diretto," rispose Blake scuotendo la testa. "Anche se, se legata per molto tempo, una coppia può arrivare ad una comprensione reciproca molto vicina alla telepatia, credo. La forza fisica non può essere condivisa ma immagino che gli incantesimi di Dust possano diventare più potenti quando vengono usate due Aure per potenziarli. I partner posso anche trasferire la propria Aura al compagno. Il vantaggio più grande del legame però, è che si è legati a qualcuno con un tale livello di fiducia che si diventa più attenti non solo al mondo circostante o ai propri nemici, ma anche a se stessi. Quando sembra che il mondo intero sia contro di te, il semplice fatto di condividere un legame simile con qualcun altro può darti la forza per affrontarlo."

Blake non si era resa conto del tono triste che aveva assunto la sua voce, o del fatto che non stesse più guardando Ruby. La ragazza fauno sembrava fissare un punto oltre la testa della ragazzina vicino al pavimento. Blake immaginò i suoi ricordi affacciarsi sulla liscia superficie delle piastrelle.

"... Sembra che tu abbia una certa esperienza in tutto questo."

Blake alzò di scatto la testa verso Yang. Gli occhi lilla che erano sempre stati così spensierati e rilassati la stavano osservando con una tale attenzione che si sentì leggermente a disagio. Forse era stato un errore parlarne. Stava cercando di nascondere i suoi precedenti legami con un'organizzazione terroristica, e invece stava già svelando troppi dettagli vicini al suo passato.

"Non io personalmente," rispose, mantenendo ferma la voce e lo sguardo per essere convincente. "Ma ho conosciuto una persona che un tempo era legata a qualcuno."


"Sembra proprio che dovremo farlo nel modo più difficile."

Li aveva visti anche lei. Non appena i due erano piombati nell'oscurità del vagone, i laser dei sensori di movimento avevano lampeggiato rapidamente quando il sistema di sicurezza aveva individuato la loro presenza e l'aveva segnalato alle guardie robotiche.

Blake riusciva anche a vederle: più di una dozzina di androidi AK-130 divisi in due linee, una per ogni fiancata del vagone. Ed erano piombati proprio in mezzo a loro.

Niente di sorprendente. Sempre più spesso le grosse compagnie come la SDC si rivolgevano a simili robot per garantire una miglior sicurezza ai loro trasporti in risposta agli attacchi dei White Fang. L'intrusione aveva attivato quel particolare gruppo, e luci rosse puntarono sulle loro teste e i loro petti mentre una serie di visori metallici si abbassarono di scatto al proprio posto.

In meccanico sincronismo gli androidi si voltarono verso la coppia prima di circondarli, stringendo a pugno le loro dita metalliche e alzando le braccia per imitare una posa di combattimento.

Il divertimento di Adam fu trasferito a lei e perfino Blake fu costretta a sorridere mentre si rialzava dalla sua posizione accucciata con un ironico, "non essere così melodrammatico."

Entrambi provavano gli stessi sentimenti nei riguardi di quei robot. Il loro aspetto umanoide, il loro atteggiamento, tutto serviva ad imitare un corpo di sicurezza in carne e ossa. Per loro però non erano altro che l'ennesimo simbolo di ciò contro cui lottavano: gli sforzi dell'umanità per risparmiare e mantenere la propria ricchezza. Invece di pagare per l'addestramento e l'esperienza di un soldato, preferivano questi droni che potevano essere comprati e messi da parte finché non fossero serviti.

Erano più economici... e sacrificabili.

"Intrusi," si sentì la voce profonda di uno degli androidi. A differenza degli altri, le dita grigio scuro delle sue mani erano tese in avanti mentre le punte si erano ritirate per estrarne delle mitragliatrici. Rivolgendo le sue armi e la sua attenzione ad Adam, ordinò, "Identificatevi."

Blake non ebbe bisogno di vedere i movimenti di Adam per sapere che avrebbe colpito per primo. Anche se tolse una mano dalla propria spada e la sua posa si rilassò, Blake si accorse dell'odio che trasudava da lui e che probabilmente era la causa del suo sorrisetto ironico.

Si sentì una forte esplosione provenire dal suo fodero quando il ragazzo premette il grilletto di Blush, lanciando la sua spada - Wilt - in avanti e colpendo con l'elsa la testa dell'androide, facendo perdere a lui e alle sue armi l'equilibrio. Adam sfruttò quel colpo a suo vantaggio per scattare in avanti in un lampo e afferrare Wilt in aria, tagliando il collo dell'AK e sparando alla sua testa con un altro colpo del suo fodero prima che un secondo taglio diagonale gli trapassasse il torace.

Ad una simile velocità il corpo senza testa dell'androide sembrò lento a rispondere all'attacco. Solo quando Adam rinfoderò la propria arma il robot si spaccò in due e cadde a terra.

Il resto delle guardie furono ancora più lente a rispondere. Continuando ad imitare il comportamento umano si guardarono l'un l'altro, dibattendo silenziosamente su come procedere prima di raggiungere la conclusione di rispondere con le armi. Ritraendo le braccia le loro mani furono sostituite da lame affilate prima che gli androidi iniziassero a caricare.

Un'occhiata da sopra la sua spalla fece vedere a Blake che la coppia più vicina si stava avvicinando dietro di lei, il leader già pronto con la lama alzata per tagliarla a metà. Come Adam aveva dimostrato, erano troppo lenti. Con la mano già stretta intorno a Gambol Shroud Blake piegò le ginocchia prima che un impulso della sua Aura creasse l'ombra di un clone di se stessa che usò per lanciarsi all'indietro. I suoi movimenti furono più veloci di quelli di Adam al punto che due fendenti sembrarono fondersi in uno solo che tagliò a metà i due 130 tanto facilmente quanto aveva fatto Wilt.

Blake era già atterrata quando gli androidi caddero sul pavimento in mille pezzi. Li oltrepassò per riunirsi con il proprio compagno.

Adam era rimasto impassibile al centro del cerchio di guardie che si stavano avvicinando inesorabilmente. Quando Blake si avvicinò, alzò la sua arma rinfoderata.

Abbassati.

Non fu una parola quanto piuttosto un suggerimento che Blake sentì in quella parte di lei che era Adam. Prestandogli ascolto, la ragazza chinò la testa non appena oltrepassò un 130, sentendo la lama di lui fendere l'aria sopra la sua testa quando girò su se stesso per aprire in due l'androide che aveva appena oltrepassato mentre la ragazza colpiva alle gambe un altro che era dietro di lui.

Le manovre acrobatiche e i larghi fendenti sarebbero potuti apparire azzardati in un ambiente così ristretto, ma i due White Fang danzarono intorno agli attacchi di uno portando contemporaneamente a segno i colpi dell'altro. Dopo avere calciato via i resti del 130, Blake roteò via in tempo per abbassarsi nuovamente sotto un altro fendente di Adam, che fece un giro completo distruggendo altri tre androidi che si stavano avvicinando.

Altri due arrivarono per prendere il loro posto, e Blake li affrontò. Schivò il primo, utilizzando la parte affilata del suo fodero per colpire la fonte di energia alle sue spalle, facendolo crollare a luci spente. Si voltò verso l'altro in tempo per tagliare il suo braccio alzato prima che un altro fendente al petto lo spedisse a terra. Alle sue spalle sentì il fragore di Wilt seguito dalle esplosioni di Blush quando Adam usò lo sfoderamento rapido della sua spada per mettere fuori combattimento un altro AK prima che una pallottola lo facesse crollare.

Blake vide un nuovo pericolo: un altro robot armato di mitra pronto a sparare. Mandò un avvertimento ad Adam un attimo prima che le mitragliatrici iniziassero a girare.

Arrivò un altro suggerimento dal suo compagno, che le diceva stavolta di indietreggiare. Lo fece mentre lui si voltò per affrontare la minaccia, facendo danzare Wilt nello spazio di fronte a lui per deviare la pioggia di proiettili in arrivo quando l'AK sparò.

Questa volta fu il turno di Blake. E' mio.

Adam rinfoderò Wilt in tempo perché Blake prendesse l'iniziativa scattando in avanti, tenendo Gambol Shroud di fronte a lei per deviare i proiettili dalla sua traiettoria mentre si avvicinava. Privo della paura e della cautela umane, il suo obiettivo si stava lentamente muovendo verso di lei, con le mitragliatrici che continuavano a sparare proiettili nella speranza di sopraffarla. Fu solo più facile per Blake avvicinarsi abbastanza per decapitarlo, zittendo i colpi di arma da fuoco.

Ce n'erano ancora molti altri e Blake saltò sopra la sua ultima vittima per attaccare l'androide subito dietro, roteando Gambol Shroud per trapassarlo dalla spalla fino alla gamba. Cadde in ginocchio, scivolando sul pavimento prima di tagliare le gambe di un altro.

La ragazza poteva provare una piccola nota di sollievo durante quel combattimento: poiché stava combattendo contro delle macchine non doveva preoccuparsi di uccidere esseri umani. Poteva sfogarsi liberamente con questi giocattoli che stava facilmente riducendo in mille pezzi di metallo.

Con questo pensiero in mente estrasse la lama della sua arma in tempo per squarciare la pancia metallica di un altro AK, distruggendo l'impianto idraulico e gli ingranaggi che lo fecero crollare su se stesso. Un balzo che terminò in un calcio all'indietro lo spedì là dove non si sarebbe più rialzato.

Non si trattenne. Con la lama in una mano e il fodero affilato nell'altro, passò attraverso il gruppo successivo. Fendette e squarciò, trasformandosi in un tornado in movimento che distrusse armature e tagliò arti robotici prima che un impulso della sua Aura e un clone la facessero schizzare in avanti dove poté continuare la seconda parte della sua danza.

Si stava divertendo. Non erano i suoi aguzzini, ma l'aspetto umanoide degli AK-130 era abbastanza simile da far provare a Blake un senso di soddisfazione ogni volta che percepiva quel breve attimo di resistenza prima che le sue armi penetrassero il metallo di bassa lega degli automi.

Quel sentimento la terrorizzava. Erano macchine certo, ma sapeva che era sbagliato provare divertimento - sentirsi soddisfatti immaginando il volto di uno dei tanti umani bigotti sovrapposto ai visori di quegli androidi prima di colpire. Ogni attacco portato a termine era come una vendetta nei confronti di tutti coloro che avevano oppresso lei e la sua razza, ogni grido che usciva dalle sue labbra tradiva il turbine di emozioni dentro di sé che desiderava uscire. Gli androidi che faceva a pezzi sarebbero stati messaggi all'umanità, un avvertimento che si erano spinti troppo lontano e adesso dovevano pagare per ciò che avevano provocato.

L'adrenalina e l'ardore della battaglia potevano esserne la causa, ma Blake sapeva che quei sentimenti non erano suoi. Non potevano essere suoi.

La loro vera fonte si stava avvicinando alle sue spalle. Piegando il proprio corpo in una torsione, Blake calciò l'ultimo androide in aria e lo seguì, menando fendenti con entrambe le parti di Gambol Shroud. Un altro uso della sua Sembianza Ombra la fece tornare per terra mentre la macchina rimase sospesa in aria e venne usata da Adam come un ariete improvvisato quando un devastante calcio in aria la spedì dritta contro la porta della carrozza del treno, spalancandola.

I due saltarono fuori, scambiando l'interno del vagone con un carro che li lasciò esposti al vento, tirando loro indietro i capelli e i vestiti in un turbine. A differenza del vagone che ospitava gli androidi, lo spazio aperto del carro era pieno di casse legate con delle reti protettive. Blake immaginò contenessero degli attrezzi da miniera o altri oggetti, non il Dust che stavano cercando. Un materiale di simile valore - tra l'altro così volatile - doveva essere nascosto in un altro vagone da qualche parte più avanti.

Altri 130 si stavano avvicinando per bloccare loro la strada. L'allarme doveva essere stato inviato per tutto il treno, perché un altro gruppo di androidi stava saltando in cima alle casse o correndo nello spazio scoperto del carro, sicuramente chiamate da altre zone di stoccaggio simili a quella dalla quale i due White Fang erano appena usciti.

"Andiamo."

Blake spostò lo sguardo sul proprio compagno in tempo per cogliere l'occhiata che le rivolse insieme a quella frase. La maschera che indossava gli celava lo sguardo ma Blake non aveva bisogno di vederlo, non quando aveva dentro di sé quella parte di lui che gioiva per essere stata finalmente, finalmente liberata per combattere i loro oppressori.

Non poteva fuggire, non ancora. Per quanto lo volesse, doveva aspettare l'occasione giusta e questa non lo era. La scelta era sua, ma doveva ad Adam almeno quello. Il ragazzo si fidava di lei proprio come lei un tempo si era fidata di lui, e per quanto le facesse paura rimanere al suo fianco non l'avrebbe abbandonato.

Perciò quando lui andò avanti, Blake non ebbe altra scelta che seguirlo.


"Ma se è questo gran segreto," intervenne Weiss indicando con la testa il team JNPR, "come mai loro ne sono a conoscenza?"

"C'è sempre la possibilità che qualcuno ne venga a conoscenza," rispose Blake. Anche lei stava osservando l'altro team, in particolare Jaune e Pyrrha. Il ragazzo stava parlando alla rossa in tono affrettato ma non sembrava arrabbiato; solo confuso. Pyrrha, con aria colpevole, stava facendo del suo meglio per rispondergli. "Ho conosciuto qualcuno e la stessa cosa può essere successa a Pyrrha. Il legame richiede la volontà di due persone, ma una può eseguire il rituale da sola se il partner glielo consente."

La ragazza fauno si voltò verso l'altra metà del team e vide Nora che li osservava divertita, mentre Ren sembrava preoccupato. "Per altri può stabilirsi in modo naturale. Legarsi significa condividere la propria Aura con un altro. Se due persone sono molto compatibili, si può stabilire un legambe quasi inconsciamente."

"Compatibili?" Le fece eco Yang. Stava osservando Ren e Nora con un sopracciglio alzato. "... Credo di capire. Opposti che si attraggono e cose così, giusto?" Rivolse al gruppo un sorrisetto.

Blake rispose al sorriso, divertita dalla descrizione che la sua partner aveva dato della coppia. Iperattiva era sembrato un modo diplomatico per descrivere la personalità di Nora quando l'aveva vista per la prima volta cavalcare sul dorso di un Ursa per raggiungere il Tempio della foresta. Una simile impresa non aveva diminuito per niente l'entusiasmo della ragazza a giudicare da quanto in fretta aveva afferrato la sua reliquia prima di iniziare a ballare e cantare una canzone sull'essere la regina del castello.

Dall'altra parte, Ren era abbastanza mite e sembrava avere difficoltà a tenere il passo della sua partner. Mentre Nora continuava a gridare e correre verso la prima cosa che catturava il suo interesse, Blake ricordava di avere visto il ragazzo piegato sulle ginocchia cercando di riprendere fiato. Eppure, Ren sembrava avere la capacità di trattenerla quando era necessario.

Mi chiedo se si siano legati perché così Nora può attaccarsi a lui come una sanguisuga, pensò divertita. Forse il motivo per cui Ren era fatto così era perché Nora usava tutta la loro energia condivisa lasciando a lui il minimo indispensabile per andare avanti.

"Allora perché è una cosa così segreta?" Chiese innocentemente Ruby, che non aveva ancora distolto lo sguardo da Blake.

Ah, qui stava il problema e il motivo per cui Blake aveva scelto di rivelare tutto questo al suo team. Al tempo aveva pensato che essere legata a qualcuno fosse una cosa meravigliosa. I vari membri di JNPR avevano motivazioni che poteva solo immaginare ma, per quanto la riguardava, sapeva di avere stretto un legame per disperazione. Non conosceva la vera natura e le implicazioni di un simile gesto, e quando l'aveva scoperto era stato troppo tardi. Almeno in questo modo avrebbero potuto imparare e forse evitare gli errori che lei aveva commesso.

Perché è pericoloso essere legati ad un'altra persona ad un simile livello," rispose Blake. "I rischi non erano così evidenti nel passato quando, come sapete, i Grimm erano sul punto di spazzarci via completamente e fu la scoperta del Dust che lo impedì. Essere legati poteva rendere più forti due guerrieri ma, a quel tempo, il maggiore vantaggio era farli sopravvivere qualche giorno in più."

Non voleva suonare così tetra, ma non poté evitare il modo in cui il gruppo fu influenzato dalle sue parole, a partire da come gli occhi di Ruby si spensero leggermente pensando al terrore e alla miseria di quell'epoca. Tra il riverire Cacciatori e Cacciatrici e l'avere solo quindici anni, Blake sapeva che Ruby era suscettibile come qualsiasi altro ragazzino alla gloria di simili eroi. Ma le persone dimenticavano che, per esserci degli eroi, doveva esserci un'epoca di grande malvagità da cui loro erano nati. Anche così comunque, la gente tendeva a concentrarsi sulle loro vittorie e non sul sangue che era stato versato per ottenerle.

Né pensavano a come tempi così bui potessero creare altri mali.

Il sorriso allegro di Yang scomparve, dimostrando che la bionda capiva nonostante la sua personalità spensierata. Con sorpresa di Blake, vide Weiss farsi seria, abbassando la testa di fronte a ciò che voleva dire essere una Cacciatrice. Apparentemente la sua educazione privilegiata non l'aveva resa così insensibile al mondo reale come la ragazza fauno aveva inizialmente pensato.

"Quando la situazione smise di apparire così cupa," continuò Blake, "e le coppie legate iniziarono a durare anni invece che giorni o mesi, iniziarono a rendersi conto di cosa voleva dire essere connessi attraverso la propria Aura, specialmente per periodi così lunghi. E' più di una semplice condivisione di energia; è permettere al proprio partner di conoscere e imparare cose su di te ad un livello inimmaginabile. Concedendo una parte di te stesso all'altro e viceversa, gli dai accesso al tuo stesso essere. Dopo molti anni diventano una parte di te. A quel punto, quei pensieri e quelle emozioni che possono darti un vantaggio in battaglia possono influenzarti... in particolar modo, i sentimenti violenti."

Blake dovette trattenere l'impulso di stringere le proprie mani a pugno. Non era semplice amarezza davanti alla sua incoscienza quella che provava ogni volta che ripensava al suo passato. C'era rimpianto per non avere capito prima, per avere creduto che lui non sarebbe mai cambiato, che non importava quanto la loro causa scivolasse sempre di più verso la violenza, sarebbe andato tutto bene finché sarebbero stati insieme. Se non fosse stata così cieca davanti alle possibilità, per quanto potessero sembrare improbabili all'inizio, forse avrebbe potuto fermarlo.

"Per influenzarti intendi..." disse Yang, facendo tornare Blake alla realtà. L'attaccabrighe sembrava desolata perché era evidente che quello fosse un argomento delicato, ma voleva davvero saperne di più.

"E' quello che è successo alla mia amica," spiegò Blake. Sperò che non facessero ulteriori domande e fossero soddisfatti di quella risposta. "Era legata con una persona con cui lavorava da anni. Sfortunatamente lui iniziò a cambiare, e per via del legame temeva che la sua rabbia avrebbe cambiato anche lei."


La vettura successiva conteneva il loro obiettivo e, come Blake sospettava, era un altro vagone pieno di grandi casse rettangolari assemblate insieme. Ognuna di essere era marchiata con un fiocco di neve rosso o bianco: il simbolo della famiglia Schnee. Per quanto non fosse d'accordo con i cambiamenti che erano avvenuti all'interno dei White Fang, vedere quei simboli fece ricordare a Blake il motivo per cui si era unita a loro e li aveva seguiti per tutto quel tempo.

La Schnee Dust Company era conosciuta in tutto il mondo come uno dei più grandi produttori ed esportatori della fonte di energia conosciuta con il nome di Dust. Era utilizzata ovunque come una preziosa risorsa non solo per gli utilizzatori di Aura che potevano estrarne il potere conosciuto come Furia della Natura, ma come fonte di energia per quasi tutte le forme di tecnologia. Con essa l'umanità era riuscita non solo a combattere i Grimm ma anche a costruirsi il suo posto di diritto su Remnant.

Era parte della vita di tutti i giorni, e per questo le miniere Schnee avevano permesso alla compagnia di soddisfare il bisogno quotidiano della popolazione. Le miniere e la 'controversa' forza lavoro che lì lavorava.

Controversa!? Blake non poté fare a meno di sbuffare. Difficilmente.

Controversa implicava un dialogo tra le persone, che discutevano del problema e lavoravano insieme per trovare una soluzione. Decine di anni erano passati e non era cambiato nulla dai tempi della fondazione della compagnia, o in una qualunque delle altre compagnie di Dust che avevano scelto di usare i fauni come forza lavoro economica per lavorare nelle miniere e nel processo di raffinamento.

I White Fang non contestavano semplicemente quelle pratiche abominevoli; erano contro qualsiasi forma di discriminazione che gli umani riservavano ai fauni. Privati di qualsiasi diritto, trattati come esseri inferiori, schiacchiati dalla crudele, spietata legge umana. E nessuno faceva niente. L'uguaglianza che era stata loro promessa dopo la guerra era sempre stata una menzogna.

"Niente di tutto questo è colpa nostra," aveva detto lui, sembrando per una volta dispiaciuto. "Se la sono cercata."

Per quanto fosse disgustata dal ricorso ad attacchi premeditati, Blake capiva perché si era arrivati a questo. I White Fang erano stati creati all'inizio come un simbolo di unità tra umani e fauni. Quando quell'unità era stata loro negata, erano diventati la voce che la richiedeva. Quando quella voce si era rivelata troppo debole, era apparso chiaro che sarebbero dovuti passare all'azione. I risultati stavano dimostrando quanto quest'ultima cosa fosse vera.

Era proprio come aveva detto il loro attuale leader quando era salito al potere: dalle ombre nelle quali erano stati relegati sarebbero scesi sul mondo, si sarebbero ripresi ciò che l'umanità aveva rubato loro, avrebbero ripreso in mano le redini del loro destino e liberato il loro futuro. Oltre la vergogna, l'odio, la sofferenza, le catene del loro destino, si sarebbero elevati...

Blake temeva ciò che si sarebbero lasciati alle spalle.

Adam si avvicinò ad una delle casse, e la ragazza lo seguì con calma. Un rapido uso di Wilt distrusse le serrature, e il suo compagno alzò il coperchio per esaminare il contenuto. Fu con estrema soddisfazione che disse, "Perfetto."

Blake osservò i cristalli davanti a loro. Arancione, verde, rosso, blu scuro, azzurro, bianco; un arcobaleno di colori sparso lungo tutta la superficie ricoperta di gommapiuma. Non erano solo i colori, i cristalli erano stati tagliati in diverse forme da diverse angolature.

Strano come qualcosa di così piccolo e bello all'apparenza potesse portare al miglioramento di una razza e alla condanna di un'altra.

"Spostati sulla prossima vettura," ordinò Adam. Chiuse il coperchio in modo da poter rivolgere completamente la sua attenzione a Blake. "Io piazzerò le cariche."

Blake si costrinse a fissare la sua maschera e cercò invano di trovare i suoi occhi attraverso le quattro fessure che poteva vedere a stento sotto le decorazioni rosse. "E i membri dell'equipaggio?"

Non erano più stati attaccati da altri androidi, non da quando avevano distrutto l'ultimo gruppo. Probabilmente li avevano fatti fuori tutti. Gli unici ostacoli che potevano aspettarsi di incontrare da quel momento in poi sarebbero stati gli umani che lavoravano sul treno, ma non potevano certo definirsi una minaccia. Sarebbero stati indifesi, disarmati a parte qualche attrezzo che avrebbero potuto cercare di usare per proteggersi.

Ma avrebbero lottato per le loro vite. Umani o fauni, tutti avevano il diritto di conservare una cosa così preziosa. Tutto ciò che Blake desiderava era che la vita di un fauno fosse trattata allo stesso modo di quella di un umano. Non voleva cadere nella trappola-

"Cosa?"

-nella quale era caduto lui. Quel labbro arricciato espresse il disprezzo che Blake sentiva e sapeva essere fin troppo reale. Dentro Adam percepiva lo sdegno che provava per avergli rivolto una domanda simile.

Il ragazzo non lo disse, ma non aveva bisogno di farlo. Non vedeva nessuna differenza tra le macchine che erano state programmate per attaccarli e le persone che stavano solo facendo il loro lavoro. Stavano trasportando merce che era stata ottenuta con la fatica dei fauni, con il loro sudore e il loro sangue, e quindi erano tutti colpevoli.

Non disse che si aspettava che Blake li uccidesse, ma lei vide che nella sua mente non sentiva il bisogno di farlo.

Fu in quel momento che si rese conto di averlo perduto.

Era stata così brava nel celargli i suoi dubbi, ma adesso di fronte a quella rivelazione fece molta fatica a continuare a nasconderli. Distolse lo sguardo da lui, spostandolo di lato prima di chiudere gli occhi, concentrandosi a tenere le sue ragioni celate nell'ombra della sua mente.

Percepì l'attenzione di Adam spostarsi nello stesso momento in cui sentì il sibilo e il raschiare di ingranaggi che le fecero capire di essersi sbagliata nel pensare che avessero ripulito il treno da tutte le sentinelle robotiche. Quando guardò da dove erano entrati, vide il gigantesco androide cadere dal soffitto del vagone, atterrando sulle sue quattro gambe con un fragore metallico.

Aveva la stessa combinazione di colori rosso e grigio, ma le somiglianze con le altre sentinelle finivano lì. Più simile ad un ragno che ad un umanoide, le sue molteplici zampe lo fecero alzare di diversi metri. Il visore sulla sua faccia era rivolto ai due fauni insieme a tutti i suoi armamenti: due braccia terminavano in cannoni a doppia canna, mentre un'altra coppia a tripla canna spuntava dalle sue spalle.

Quello era un modello più pesante. Anche se quella era la prima volta che i White Fang osavano cercare di dirottare un treno, non si erano aspettati un simile livello di resistenza.

"Adam..." disse Blake come avvertimento, osservando il suo partner e suggerendo silenziosamente l'idea di ritirarsi.

Ignorandola, Adam avanzò e il droide lo prese come un segnale per attaccare. Con tutti e quattro i cannoni puntati su di lui, una sfera di energia blu e bianca si raccolse davanti alle canne prima che una serie di colpi venisse sparata verso il ragazzo. Adam si abbassò e rotolò via per evitarli, mentre Blake fu costretta a saltare sopra una delle sfere iniziando una carica contro il mostro meccanico.

Estraendo Gambol Shroud mentre i colpi impattavano il terreno tutt'intorno a lei, Blake fece un balzo mirando alla sua testa. Vista la sua mole, non si aspettava che rispondesse così rapidamente o con una tale violenza da picchiare la sua testa contro di lei. Carne e ossa si scontrarono con metallo solido ed ebbero la peggio, e Blake venne rispedita indietro a rotolare sul pavimento, con il doppio impatto che la lasciò stordita.

Il pavimento tremò sotto di lei quando il robot si avvicinò per finirla. Adam si mise subito in mezzo, lanciandosi contro di lui come aveva fatto Blake ma questa volta si sentì il clangore di metallo contro metallo perché Adam sfoderò Wilt e mandò a segno una serie di colpi contro il torso corazzato della macchina.

Quell'attacco selvaggio si rivelò inefficace. Blake alzò la testa in tempo per vedere il suo partner atterrare di fronte a lei prima che una delle zampe del robot lo colpisse, facendolo volare sopra Blake e verso l'altro lato del vagone. Il droide sparò alcuni colpi contro di lui e poi si concentrò sul suo obiettivo originale. Un rumore idraulico e l'ombra che calò sulla sua testa misero in guardia l'ancora convalescente Blake che la stessa zampa si era alzata, pronta questa volta a schiacchiare lei.

Proprio quando stava per colpire, Adam fu lì. La ragazza si accorse a stento della sua presenza nell'attimo che gli servì per prenderla in braccio e fuggire via dalla zona di pericolo.

Se non fosse stata così risoluta nel perseguire la strada che aveva scelto, quel gesto avrebbe potuto impedirle di perdere la speranza. In contrasto con la sua brutalità in combattimento, il modo in cui la teneva stretta a sé era - osava dirlo? - gentile. Con il cuore che le batteva così vicino al suo, sentì la compassione che era riservata solo a lei. Le ricordò i loro primi tempi.

Non si lasciò influenzare. Quei tempi erano passati, la compassione che sentiva un mero frammento. Non si faceva illusioni sulla possibilità che quel sentimento potesse diventare un'ancora per riportarlo indietro. Era solo un piccolo residuo che ben presto sarebbe stato inghiottito.

Blake stava cercando di evitare un destino simile. Non appena Adam la lasciò andare, cercò nuovamente di insistere, "Dobbiamo andarcene da qui!" Non erano costretti a continuare a combattere, e sperò di poter sfruttare quel momento per riuscire a convincerlo.

Sfortunatamente la compassione venne spazzata via da un'ondata di aggressività che prese il sopravvento. Adam aveva già una mano stretta intorno alla sua spada, con l'intenzione di riprendere i suoi sforzi e annientare il loro nemico.

Un nemico che stava puntando le armi contro di loro in una torsione letterale. I cannoni si fusero insieme, combinandosi in un'unica arma che iniziò a raccogliere energia. Un enorme ronzio risuonò all'interno del vagone, mentre le energie raccolte di fronte alle canne del robot facero rabbrividire Blake.

Non potevano schivare un colpo simile. Mentre Adam alzò di fronte a sé Wilt e Blush per difendersi, Blake afferrò il retro del suo soprabito. La sua Aura attraversò il loro legame per aumentare quella di lui, rafforzandola e spingendola verso l'esterno.

Capì che i cannoni avevano sparato quando un'esplosione di luce e calore per poco non accecarono la sua sensibile vista. Ben presto però dimenticò il bruciore agli occhi quando una fortissima pressione la alzò in aria e la lanciò indietro, verso la porta del vagone prima che anche quella venisse perforata dall'attacco.

Sia lei che Adam atterrarono pesantemente sulla carrozza successiva - un altro carro - e scivolarono per buona parte della sua lunghezza prima di fermarsi. Per quanto il suo corpo fosse dolorante, era quella sofferenza che le fece capire di essere ancora viva. Un attacco simile avrebbe potuto fare ben di peggio se non avessero reagito in tempo. Sollevata, riuscì a sentire che Adam era vivo e una conferma visiva di questo la tranquillizzò.

Anche con il rumore del vento, Blake sentì il clangore di zampe cibernetiche che anticipavano l'arrivo del robot-ragno. Era tutt'altro che finito e, come Blake avrebbe presto potuto constatare, non aveva quasi nessun segno addosso dei loro attacchi precedenti. Quella sentinella possedeva una potenza di fuoco tremenda e difese tali da far vergognare gli altri androidi.

"Fammi guadagnare un po' di tempo!"

Blake voltò la testa verso Adam, che era ben lontano dall'essere intimidito. Anzi, il prolungato combattimento non stava facendo altro che renderlo ancora più arrabbiato, e più determinato che mai nel vedere quella macchina distrutta.

Ultima possibilità. Con quel pensiero in mente, gridò, "Sei sicuro?"

"Fallo!" Ringhiò lui.

Ultima possibilità e ultima volta.

Blake si lanciò dal carro e corse verso l'inumano droide. I dolori del suo corpo avevano poca importanza, l'ineluttabilità della loro situazione nessuna. Probabilmente per come lei e Adam avevano tratto forza l'uno dall'altra, Blake sentì ciò che doveva essere la sua crescente ossessione nel vedere quel robot distrutto prendere il sopravvento anche su di lei. La sua vista si fece più chiara, il suo cuore palpitò e il sangue le ribollì nelle vene, ansiosa di vedere quel costrutto di metallo fatto a pezzi.

I colpi successivi sembrarono lenti, Blake li schivò facilmente a sinistra e a destra. Con un grido di sfida, la ragazza estrasse Gambol Shroud dal suo fodero, con la lama ripiegata per rivelare la pistola che faceva da elsa. Con la sua Sembianza, un clone la aiutò a catapultarsi verso il suo obiettivo. Blake infilò la punta della sua lama al centro del torace del droide prima di lasciarsi andare in modo da poter volare alle sue spalle.

Il nastro attaccato al grilletto della sua arma era ancora in mano sua. Un rapido strattone fece fare fuoco alla pistola, e il rinculo servì a strappare la lama dal droide e a riportarla in mano alla ragazza fauno.

Cadi!

Ruotò diverse volte in aria, tirando il nastro per rilasciare un crescendo di colpi da Gambol Shroud che la fece roteare per fendere la schiena del robot ragno che esitò in risposta ai ripetuti assalti.

CADI!

La sua Aura ricalcò il ritmo del suo cuore. Un'altra serie di rinculi le fece tornare Gambol Shroud in mano quando atterrò, la lama si raddrizzò mentre Blake infilò le dita nella fessura del suo fodero per poterli utilizzare entrambi. Ogni battito del cuore era seguito da un impulso della sua Aura mentre mirava alle gambe, un clone la fece scattare in avanti in modo da fendere un arto prima che un altro battito e un altro impulso la mandassero verso l'altra zampa per riservargli lo stesso trattamento.

Sopra di lei la macchina incespicò mentre cercava di tracciare i rapidi movimenti della ragazza. Le sue zampe sbatterono e scalciarono in un'inutile risposta, colpendo zone che Blake aveva già lasciato vacanti. Un colpo al petto fece registrare ai suoi processori che l'intrusa si stava librando di fronte alla sua faccia, e uno dei cannoni sulle sue spalle si abbassò per sparare un'onda di energia a distanza zero.

Quando capì di averla mancata il suo obiettivo era già atterrato, Blake puntò l'estremità di Gambol Shroud verso il suo mento, con le gambe piegate e tese.

CADI!

I muscoli delle sue gambe la spinsero in avanti e quelli delle sue braccia pugnalarono con Gambol Shroud la sua testa angolare da sotto. Questa volta fu il suo dito che premette il grilletto, e le grida infuriate di Blake ricalcarono il fuoco di ogni proiettile che penetrò la sua gola finché il click di un caricatore vuoto la costrinse ad allontanarsi con un calcio al suo torace.

Sapeva che a quel punto Adam era pronto. Un rapido salto sulle mani la riportò al suo fianco e lanciandogli un'occhiata vide come i suoi vestiti e i suoi capelli sventolassero nell'aria con tale violenza che doveva trattarsi di qualcosa di più del semplice vento. Eppure il resto di lui rimase immobile, a gambe divaricate mentre con le mani stringeva Wilt e Blush al suo fianco.

Ma il cuore di lui batteva ad un ritmo frenetico, il suo sangue ribolliva, la sua stessa anima risuonava dal desiderio, controllato a stento, di seminare distruzione. Trasudò nel loro legame, sfruttandolo come una valvola di sfogo per rilasciare parte di quelle emozioni represse che entrarono nell'anima di Blake, alimentando la sua aggressività... corrompendola.

Si voltò verso di lei. "Vai!"

Era l'ultima cosa che voleva fare. Voleva continuare, tornare indietro per finire ciò che aveva iniziato. Voleva vedere quella macchina cadere. Tagliare e squartare finché non fosse stata ridotta in mille pezzi. Voleva sterminarla, proprio come l'umanità aveva cercato-

La voce di lui e il suo senso di repulsione la fecero tornare in sé. Di colpo cercò di allontanarsi, con la speranza che mettendo un po' di distanza tra sé e quella battaglia avrebbe fermato il controllo sulla sua mente. Nel frattempo, il droide a forma di ragno aveva fuso insieme le sue armi per un altro potente assalto. Vedendo che lei stava uscendo dalla sua portata si concentrò su Adam, raccogliendo insieme le stesse energie bianche e blu per formare un altro raggio devastante che sparò per incenerire il fauno.

L'allontanamento di Blake e il suo distogliere lo sguardo dalla battaglia furono gesti inutili. Sentì l'esaltazione di Adam davanti alla vista di una morte certa e la consapevolezza che stava per ricevere il colpo migliore del suo avversario. E per lui non aveva importanza. Sentì la sua Aura schizzare ai massimi livelli nutrendosi dell'energia che doveva ucciderlo ma che al contrario servì solo a renderlo più potente.

La sua risata risuonò sia nelle sue orecchie che nella sua mente, un suono malvagio che istigava l'immaginazione di ciò che lui - loro, potevano compiere. Ciò che stava succedendo lì era solo l'inizio, la prova che non erano esseri inferiori ma superiori. Erano gli umani ad essere una razza inferiore. Erano bugiardi, ingannatori, viscidi codardi che cercavano di calmare le loro paure con catene pensate per imprigionare ciò che non capivano.

Avrebbero capito e avrebbero temuto. La cosiddetta prova della superiorità umana come questo giocattolo sarebbe caduta, svelando quanto fossero veramente deboli. Sarebbero stati messi in ginocchio, non dai mostri nati dall'oscurità ma da quelli che essi stessi avevano creato.

Quando sarebbero stati inevitabilmente costretti ad affrontare quella verità, l'umanità sarebbe crollata e sarebbe morta.

No! Blake si divincolò da quella manipolazione. Non è ciò che voglio!

Ansimando per lo sforzo, il sudore freddo del suo corpo combinato con le raffiche di vento la fecero rabbrividire, aiutandola a tornare alla realtà. Invece di perdere se stessa in quella visione di un futuro tetro, Blake fu sollevata di ritrovarsi sul treno.

La battaglia era finita. Dietro di sé, non riusciva più a sentire i passi pesanti del droide o qualsiasi altro rumore di lotta. Ciò che poteva sentire però, era Adam. Si stava avvicinando, con l'intenzione di ricongiungersi a lei. Rinvigorito dalla sua vittoria, percepì il suo desiderio di terminare il lavoro. Non avevano ancora finito.

Sì, invece.

Il pensiero uscì insieme a tutti i sentimenti che gli aveva tenuto nascosti. Non poteva andare avanti così. Lui era caduto, e temeva che l'avrebbe trascinata a fondo con sé. La loro causa era diventata orribilmente distorta, le loro convinzioni non erano più le stesse. Non poteva più seguirlo.

Quando si voltò per affrontarlo, lo vide esitare nella sua camminata prima di fermarsi del tutto. Percepì l'incertezza che la sua sincerità aveva provocato in lui. La confusione, derivata dal fatto che non capiva da dove venissero quei sentimenti.

Blake sfoderò Gambol Shroud dalla sua schiena. Non ce l'ho con te. Ma non posso più restarti accanto.

Adam forse non aveva sentito quelle esatte parole, ma capì subito il loro significato. Allungò un braccio verso di lei. Aspetta!

L'aveva già fatto. "Addio."

Menò un fendente verso il basso, tagliando il collegamento tra i loro rispettivi vagoni.

E dentro di sé, tagliò il suo legame con lui.


"Ozpin ha detto che chiunque avremmo incontrato sarebbe stato il nostro partner per tutto il nostro periodo qui alla Beacon," ricordò Yang, ripensando a quel momento sul ciglio della montagna. "Immagino che in questo tempo dobbiamo imparare a lavorare insieme e vedere se siamo disposti a formare un legame."

Blake annuì. "Vale è ad appena un viaggio di dirigibile da Beacon ma, a parte questo, siamo tagliati fuori dal resto della popolazione."

"A Signal era lo stesso," aggiunse Ruby. "Si trova su Patch, al largo della costa di Vale." Afferrando un altro concetto disse, "stanno cercando di simulare come doveva essere in passato!"

Blake non aveva frequentato Signal ma sapeva che l'isola sulla quale si trovava la scuola non ospitava nessun tipo di Grimm. Era troppo piccola e, anche se ce ne fossero stati, sarebbero stati sterminati facilmente per fare posto ad una scuola di addestramento. Gli studenti lì potevano allenarsi insieme e perfezionare i loro stili di combattimento in tranquillità ma a Signal mancava qualcosa che Beacon aveva. E sembrava che non fosse l'unica a saperlo.

"Forse l'isolamento," intervenne Weiss, che sembrava avere perso qualsiasi accenno di irritazione per il momento. Sembrava interessata all'argomento quanto gli altri, ma capiva meglio la loro situazione. "Beacon è circondata da luoghi come la Emerald Forest e Forever Fall che sono pieni di Grimm, fatta eccezione per le montagne alle nostre spalle."

"Favorisce il lavoro di squadra di fronte ad una minaccia incombente." Sì, la vita alla Beacon era molto simile a quella del passato, osservò Blake. "Per quattro anni saremo circondati dai Grimm, e i nostri professori ci ricorderanno del presente e del passato. Tutto ciò che avremo saremo noi stessi per superare qualsiasi ostacolo ci si presenti davanti. Avremo meno possibilità di fare gli errori che altri hanno fatto."

"A proposito di errori." L'espressione analitica sul viso dell'ereditiera si trasformò in un'occhiata diffidente. "Questo legame... non è permanente, vero? Può essere rotto se lo si desidera, giusto? Nel caso in cui si commetta un errore." Era evidente che si sentisse a disagio con quel particolare argomento.

"La morte è un modo per romperlo, anche se non è l'unico," rispose Blake. "Se le persone legate lo desiderano, possono annullarlo. Sarà reciproco e, soprattutto, indolore."

"Er... indolore?" Domandò Ruby confusa. "Può fare male se non è reciproco?"

La risposta arrivò con qualche esitazione. "... Sì, in particolar modo quelli profondi." Blake inspirò profondamente. "E' molto simile al perdere il tuo partner in battaglia. Una malattia o un qualche tipo di morbo che causa una morte lenta ti darebbero il tempo di accettare e prepararti a ciò che succederà. Se un partner viene abbattuto o si allontana da te senza preavviso, la perdita può essere molto traumatica."

Passarono diversi istanti di silenzio prima che Yang prendesse la parola. "La tua amica ha rotto il legame senza consenso, non è così?"

Un altro silenzio calò su Blake e sull'intero spazio occupato dal team RWBY.

"... Quanto è stato doloroso?"

Era troppo tardi per tirarsi indietro adesso. La ragazza fauno si era spinta fino a quel punto, non c'era modo di fermarsi proprio quando stava per arrivare alla fine. Aspettò qualche secondo per trascinare il momento ancora di più finché non vide Ruby iniziare ad agitarsi, evidentemente dispiaciuta di avere fatto quella domanda così personale.

"Non ero presente," disse finalmente Blake, "ma l'Aura è una manifestazione dell'anima. Avere un partner così in sintonia con te e poi perderlo improvvisamente, posso solo immaginare che sia come sentirsi strappare via un pezzo di se stessi."


Blake aspettò che la distanza tra lei e Adam aumentasse. Mentre il treno continuava a dare slancio al suo vagone, quello di Adam stava rallentando ad un ritmo impressionante. Dopo avere rimesso Gambol Shroud al suo posto si alzò e, senza distogliere lo sguardo, osservò Adam diventare sempre più piccolo. Ben presto anche la sua vista acuta non riuscì più a distinguerlo quando divenne un punto in lontananza.

Con nient'altro da vedere a parte un carro vuoto, Blake si voltò e inizò a camminare, triste ma determinata. Era stato il momento migliore e il modo migliore per farla finita. Quella missione doveva essere la loro iniziazione. Era rimasta affiliata ai White Fang per cinque anni dopo la loro trasformazione, ma la maggior parte di quel tempo l'aveva passato ad addestrarsi. Il fatto di essere praticamente nata all'interno del gruppo e di essere legata ad Adam aveva rassicurato i suoi superiori sul fatto che potesse venire addestrata senza il rischio che si rivoltasse contro di loro.

Con questo non voleva dire di essere completamente innocente. Aveva fatto atti minori a confronto con le uccisioni che altri membri aveva commesso, ma questo non diminuiva di molto il suo senso di colpa perché aveva contribuito alla violenza per la quale i White Fang stavano diventando sempre più famosi. Qui era lo stesso: aveva potenzialmente salvato le vite dei membri dell'equipaggio, ma aveva lasciato dietro di sé una scia di distruzione e aveva aiutato a rubare un grosso carico di Dust.

Per l'ultima volta, disse Blake tra sé e sé. E non verranno a cercarmi. Se ne stava andando proprio quando stavano discutendo se darle maggiori responsabilità. Era a conoscenza dei loro peggiori atti di violenza, ma non sapeva le spefiche sul chi o come. Possedeva il livello di informazioni di qualsiasi nuova recluta. Di certo i Fang non le avrebbero dato la caccia quando avevano cose più importanti di cui preoccuparsi.

Aveva pianificato tutto. La missione le avrebbe permesso di infiltrarsi sul treno e di raggiungere una nuova città. Lì poteva farsi una nuova vita e percorrere una strada che sarebbe stata solo sua, non una decisa da altre persone. Sarebbe stata libera di fare le sue scelte.

Fu in quel momento che iniziò a vedere doppio e le gambe le cedettero. Blake allungò le braccia in tempo per attutire il colpo, atterrando su mani e ginocchia.

Cosa-? Non ebbe il tempo di pensare che un'altra ondata di vertigini la colpì. La vista le si annebbiò e la ragazza fauno si abbassò ulteriormente, appoggiandosi sui gomiti al posto delle mani per appoggiare la fronte contro il freddo metallo del carro. Strinse gli occhi con forza, cercando di controllare quell'attacco di nausea che le aveva fatto irrigidire le spalle dall'ansia.

Si costrinse a prendere profondi respiri nel tentativo di reprimere l'impulso di vomitare. Cercò di concentrarsi sul vento freddo e sulla superficie sotto di lei, il loro freddo contatto cercava di contrastare il calore che si stava impossessando del suo corpo.

Per quanto quella reazione fu intensa e immediata, svanì un po' troppo facilmente. Blake rimase dov'era, aspettandosi successivi attacchi. Non accadde nulla, e la ragazza osò aprire gli occhi e alzare la testa dal pavimento. Le vertigini erano scomparse e la nausea era passata.

Era stato... strano. Che il combattimento le avesse fatto consumare così tante energie? Era stata dura, e lei si era affaticata più di quanto si aspettasse. Forse ora quella stanchezza si stava facendo sentire.

Si tirò su con cautela e seguì attentamente l'azione con un respiro tremante quando si mise sulle ginocchia. Qualsiasi cosa fosse stata, sembrava essere passata. Iniziò a rialzarsi in piedi.

Non fu semplice debolezza a farla collassare nuovamente, ma anche agonia.

F-fa male. Uno spasmo partito dal suo petto le fece sentire un dolore lancinante per tutto il suo corpo, che fu preso in risposta dalle convulsioni. Non pensavo che avrebbe fatto così male.

Non aveva riflettuto su cosa sarebbe successo quando avesse spezzato il legame. Ad essere sinceri, non aveva pensato proprio alle conseguenze. Quando aveva capito cosa stava succedendo, quando si era resa conto dell'abisso nel quale stava venendo trascinata, il terrore di essere divorata dall'oscurità l'aveva spinta a liberarsi.

La sua paura l'aveva legata ad Adam, e quella stessa paura l'aveva separata da lui. E adesso veniva torturata per entrambi quegli sbagli.

Un urlo le sfuggì quando la sua schiena si inarcò da terra prima di ricadere con una tale violenza che di sicuro le sarebbe comparso un livido al centro. Gli spasmi si fecero strada dal torace fino ai suoi arti, scuotendoli incessantemente mentre la sua testa scattava da una parte all'altra e la ragazza fauno ansimava. Blake si rannicchiò come un feto nel tentativo di controllare i movimenti violenti del suo corpo.

Non poteva rimanere in quello stato. Per quanto si sentisse menomata, doveva alzarsi. Presto o tardi l'equipaggio del treno sarebbe giunto ad investigare e in quello stato patetico non avrebbe potuto difendersi. Poteva anche averli salvati ma l'esperienza le diceva che non avrebbe ricevuto nessun aiuto da loro. Al contrario: sapendo di essere stati attacati, trovare una ragazza fauno paralizzata dal dolore li avrebbe spinti a metterla sotto chiave... nel migliore dei casi.

Devo alzarmi... I brividi continuavano imperterriti, ma Blake ordinò al suo corpo di obbedirle. Rotolò in posizione prona, abbandonando gradualmente quella fetale. Le mani premute contro il pavimento stavano ancora tremando, le gambe che posizionò sotto di sé erano ancora deboli. Ma nonostante questo, il destino che l'attendeva se fosse stata scoperta e il suo incoraggiamento mentale la fecero lottare contro il dolore alla schiena mentre si costringeva a rialzarsi.

Devo trovare un posto dove nascondermi. Devo muo-

Blake fu scagliata in avanti, ansimando quando andò a sbattere contro un pila di merce legata con una rete. Iniziò a scivolare contro di essa finché non ne afferrò i nodi, utilizzandoli come appoggio per tenersi in piedi. Voltò la testa per guardare sopra la sua spalla e vedere cosa l'avesse colpita, e i suoi occhi si spalancarono davanti a ciò che vide.

Di solito i suoi cloni non duravano così a lungo. Li utilizzava per darsi una spinta extra per evitare attacchi o distrarre i suoi avversari con un'immagine residua mentre lei attaccava da una diversa angolatura. Esistevano per un attimo prima di scomparire come le ombre che erano.

Quel clone era rimasto. Peggio, i tratti del suo viso erano chiaramente visibili. Un paio di occhi dorati dilatati incrociarono un altro paio di occhi dorati e Blake vide l'angoscia dipinta su quel - sul suo stesso viso. Come guardando in uno specchio, Blake vide il suo riflesso che la guardava.

Ciò che vide ne era la prova. Ho fatto uno sbaglio!

Il clone tremolò e scomparve, lasciandola sola. Per qualche ragione quello spettacolo la fece cadere nel panico e spinse Blake a muoversi in modo da appoggiare la schiena contro il suo supporto. Con il fiato corto fissò il punto in cui la sua immagine residua era rimasta rannicchiata su se stessa, indifesa e impaurita. Non sapeva quanto tempo avesse passato a fissare quello spazio vuoto finché non si piegò in due in risposta ad un'altra ondata di dolore che le attraversò il corpo.

Fu in quel momento che se ne accorse. Abbassando lo sguardo su se stessa, Blake vide la sua Aura risplendere intorno al suo corpo. Ma invece di un contorno stabile, la vide fluttuare e schizzare in picchi improvvisi seguendo il ritmo delle sue convulsioni.

Non l'aveva tagliato fuori. Aveva strappato Adam dal suo cuore e dalla sua anima, senza preoccuparsi delle conseguenze che adesso stava sperimentando. La sua assenza era devastante, il vuoto che un tempo era occupato da lui sconcertante.

Dio, le persone sono davvero così sole?

Come la sua anima, il suo cuore si contorse in risposta a quel dolore autoinflitto. Lasciando andare la rete per stringersi il petto, Blake cadde in ginocchio. Era straziante. Adam stava provando le stesse cose? Per colpa sua? Non voleva che succedesse questo! Era solo... voleva solo... lui...

ADAM TORNA INDIETRO!

La fronte di Blake colpì il freddo metallo. L'impatto non riuscì a distrarla mentre urlava e si dibatteva, supplicando Adam di tornare da lei. Lacrime le colarono dalle guance, i singhiozzi si mescolarono con le grida.

Adam non c'era più. Le sue urla mentali eccheggiavano negli spazi vuoti dentro di lei mentre quelli veri venivano portati via dal vento e dalla distanza.

Non sarebbe tornato; lei aveva fatto in modo che non succedesse. Cosa ho fatto!?

Il treno stava mettendo miglia di distanza tra loro due. L'aveva fatto per impedire ad Adam di raggiungerla, così avrebbe ottenuto la sua libertà. Che idea stupida e idiota! Se quella era la libertà, se quella solitudine era ciò che l'aspettava, allora non la voleva!

Il treno la stava portando via da Adam. La consapevolezza che ogni secondo passato lì erano altre centinaia di metri di distanza che si aggiungevano spinse Blake a muoversi. Si rimise in piedi, incespicando sulle proprie gambe. Come sarebbe riuscita a scendere dal treno, come avrebbe trovato Adam, niente di tutto ciò aveva importanza. Doveva semplicemente andarsene!

Si fece strada fino al bordo del vagone dove aveva visto il ragazzo per l'ultima volta. Ogni passo era seguito da un inciampo o da una spinta che mandavano Blake a sbattere contro il carico che si trovava lungo la sua strada. Ad ogni movimento barcollante, un clone si manifestava proprio come prima alle sue spalle, tutti immobilizzati in un'espressione di agonia.

Il fiocco sulla sua testa iniziò a sciogliersi. Sotto il tessuto le sue orecchie da gatto si girarono e rabbrividirono, fino a schiacchiarsi in cima alla sua testa come a voler aggiungere un'altra visibile indicazione della sua paura.

Quando la volta successiva un clone la spinse di lato non ci fu nulla per rallentare la sua caduta, la balaustra ai bordi del vagone arrivava alle caviglie e servì solo a farla inciampare e a farla precipitare oltre il ciglio nelle profondità di Forever Fall.


Blake venne riportata alla realtà quando sentì una stretta gentile sul suo braccio. Abbassò lo sguardo per incrociare un paio di occhi argentei pieni di compassione.

"Mi dispiace per la tua amica." Ruby aggiunse una stretta confortevole alle sue parole. "Spero che adesso stia bene."

La sua giovane leader non poteva saperlo, ma quel gesto fece capire a Blake quanto davvero adesso fosse a posto. "Sì. Per un po' si è persa, ma alla fine ha ottenuto ciò che voleva."

"Beh, non ti preoccupare!" Ruby lasciò Blake per indicare se stessa con il pollice della mano. "Starò super attenta! Aspetterò e mi assicurerò che io e Weiss siamo perfettamente compatibili prima di decidere di legarci!"

L'ereditiera in questione incrociò le braccia e fissò Ruby. "Puoi risparmiarti la fatica: non lo siamo e non lo saremo mai." Considerando apparentemente la discussione chiusa, la ragazza si allontanò in un angolo della stanza a rimuginare, se Blake doveva tirare a indovinare.

Ruby fu presa alla sprovvista dal tono ostile di Weiss, e fissò con aria abbattuta la sua partner. "Immagino di essere solo 'una tipa a posto' per lei."

Yang si avvicinò alle spalle della sorella per arruffarle i capelli. "Eh, non farti demolarizzare dalla Principessa di Ghiaccio! Ieri sera sei stata un pericolo per la sua salute, quindi direi che questo è già un miglioramento! Quattro anni dovrebbero essere un tempo sufficiente per farsi accettare da lei."

Ruby sospirò, ancora un po' abbattuta. "Credo di sì." Rivolse a Yang un'occhiata speranzosa. "Però nel caso in cui non funzionasse, tu e io possiamo sempre legarci. Voglio dire, siamo sorelle! Sicuramente siamo abbastanza compatibili!"

Sua sorella usò la mano che teneva sulla sua testa per afferrare il cappuccio e tirarlo sulla testa di Ruby. "Mi spiace sorellina, ma tutto ciò che avrai da me è essere un membro del tuo team. Se vuoi un partner con cui legarti dovrai uscire da quel tuo guscio e iniziare a conoscere meglio Weiss."

"Non ho bisogno di uscire dal mio guscio!" Protestò Ruby. Cercò di togliersi il cappuccio dalla testa ma Yang era insistente. La ragazzina colpì alla cieca le braccia della sorella. "Lasciami andare!"

Blake alzò una mano per nascondere il sorriso che gli scherzi delle due sorelle le suscitavano. Beh, almeno le cose non saranno noiose.

Quello spettacolo la rincuorò. Anche se aveva mentito sul suo passato, era stata sincera quando aveva detto di avere trovato ciò che cercava. Lì alla Beacon, sembrava avere trovato la vita cui sperava di fare ritorno: combattere per ciò che era giusto e rendere il mondo un posto migliore.

Ipocrita. L'insulto servì ad allargare il suo sorriso. Ruby aveva pronunciato parole simili quando si erano formalmente incontrate, eppure Blake le aveva respinte. Cos'era cambiato?

Tutto. Aveva sperato, ma non si era permessa di credere fino in fondo che potesse succedere. Il giorno prima si era trovata in un ambiente sconosciuto circondata da persone di cui non sapeva nulla. Sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, e avendo sperimentato in prima persona come le cose potessero andare male si era aspettata il peggio. Sarebbe potuta facilmente finire in un team altrettanto violento e implacabile quanto la sua vecchia causa.

Invece era finita nel team RWBY. Un team guidato da un'innocente ragazzina di quindici anni e da sua sorella che la prendeva in giro e la adorava come qualsiasi fratello maggiore. Entrambi erano spiriti onesti guidati dal loro sogno di aiutare le persone.

"Inoltre, ho anch'io la mia partner da conoscere meglio." Lasciando andare Ruby, Yang rivolse un sorriso amichevole a Blake. "Che ne dici? Ti va di vedere quanto possiamo essere compatibili?" Agitò le sopracciglia in una scherzosa forma di suggerimento.

Blake fu grata di non avere rimosso la mano dalla sua bocca, perché così la sua partner non avrebbe visto gli angoli delle sue labbra cambiare improvvisamente direzione. Quello poteva essere ciò che voleva, avrebbe potuto fare del bene e provare soddisfazione nel farlo, ma era comunque il mondo reale. Due delle sue compagne di team potevano essere più di quanto si era aspettata ma un'occhiata alla numero tre le fece ricordare i pericoli che potevano rovinare tutto.

La posizione di Weiss mostrava perfettamente il simbolo sulla sua giacca. Per un attimo Blake si ritrovò su quel treno, circondata da casse marchiate con la stessa insegna a forma di fiocco di neve. Ricordò l'avversione che aveva provato nel vedere quel marchio e come fossero le azioni di famiglie come la Schnee la causa delle continue discriminazioni dei fauni.

Si stava perdendo in una fantasia egoista, per niente diversa dalle storie dei suoi libri. Si stava nascondendo dal mondo reale e costruendo visioni fasulle. Weiss, le orecchie che teneva nascoste sotto il suo nastro, il passato che nascondeva con le bugie, erano tutti intorno a lei: catalizzatori che potevano ribaltare tutto se fossero stati mescolati insieme.

Sentì un colpetto sulla sua spalla. "Hey, Remnant a Blake!" La ragazza sbatté le palpebre e si rese conto della presenza di Yang di fronte a lei, che la stava osservando con aria preoccupata. "Stai bene, partner?"

"Scusami, mi chiedevo perché Ozpin ci stesse mettendo tanto. E' da un po' che stiamo aspettando."

Un'altra bugia creata per mantenere quell'illusione. Era decisa a diventare una Cacciatrice e a dedicare la propria vita ad una carriera che le avrebbe permesso di espiare i suoi crimini. Lo scenario migliore sarebbe stato superare i prossimi quattro anni senza complicazioni e diplomarsi come un uccisore ufficiale delle creature di Grimm.

Aveva commesso degli errori, aveva imparato da essi, non li avrebbe rifatti. E questo includeva la fiducia. Mai più l'avrebbe concessa così facilmente. Poteva godersi il tempo passato con Ruby e Yang ma non poteva permettere loro di avvicinarsi troppo. Il suo passato la rendeva una cosa impossibile.

E se fosse successo il peggio? Per quanto pregasse che non succedesse, ciò che aveva vissuto dimostrava che tutto era possibile. Non aveva un piano, non in quel momento, e non sapeva cosa avrebbe potuto fare se la situazione fosse precipitata. Dove sarebbe potuta andare?

Sperò che le venisse presto un'idea. Se necessario, era pronta ad abbandonare un'altra causa e allontanarsi dai suoi compagni.

Se c'era una cosa che aveva imparato, era che essere soli non era la cosa peggiore che potesse capitare. Era dare il tempo a tutto ciò cui tenevi di tradirti.

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Capitolo 2
*** First Mornings - Prime Mattine ***


NDT: Questo secondo capitolo riprende i fatti dell'episodio 9 della prima stagione.

Link agli episodi della prima stagione di RWBY: https://www.youtube.com/playlist?list=PLUBVPK8x-XMhCW2fW7ZYlD9MHjvmT8IGK


First Mornings - Prime Mattine

Il rumore era quasi impercettibile ma, anche così, fu sufficiente affinché le sensibili orecchie di Blake lo captassero facendola svegliare. Anche il fatto di avere il sonno leggero le fu di aiuto; una conseguenza del tempo passato con i White Fang prima e dopo il loro cambiamento. Dormi quando puoi ma sii sempre pronta ad uscire per il prossimo assalto o la prossima missione.

"Può lasciarlo lì, ci penso io," sentì delle rassicurazioni sussurrate.

Era difficile però uscire da un letto perfettamente morbido e caldo. Per via dei prolungati boicottaggi e delle proteste i membri dei White Fang si trovavano spesso a dormire per strada e Blake, naturalmente, all'epoca non aveva fatto eccezione. Le vere basi e i rifugi che costruivano per loro stessi erano migliori ma non di molto, perché un buon numero degli edifici era stato riconvertito sul momento. Tendevano ad essere sovraffollati, con materassi duri e coperte sudicie che dovevano essere condivise con altri.

E anche se doveva condividere la stanza con le sue tre compagne, la prima impressione di Blake del loro dormitorio era stata positiva perché era evidente che la camera era stata progettata per ospitare quattro persone. A parte lo stesso numero di letti allineati lungo una parete della stanza, c'erano quattro scrivanie dall'altra parte comprese di mensole sopra ciascuna di esse attaccate al muro. Con una libreria situata sotto l'alta finestra, Blake avrebbe avuto diversi posti dove mettere la sua collezione di romanzi oltre che i loro libri di testo. Beacon era una scuola di combattimento, ma era pur sempre una scuola.

Lottando contro la pigrizia Blake si mise seduta sul letto e si strofinò gli occhi, cercando di svegliarsi. Uno sguardo verso la porta d'ingresso le fece notare che era socchiusa, e che una serie di valigie e altri bagagli erano impilati proprio di fianco ad essa.

Entrando, Yang trasportò in ciascuna mano una valigia che pareva sul punto di scoppiare dalla quantità di oggetti che conteneva. La bionda non sembrava risentire del loro evidente peso dal modo in cui le aggiunse al mucchio senza apparentemente fare il minimo sforzo. Stava per tornare indietro a prendere il resto quando vide che Blake era sveglia.

"Buongiorno, Blake!" La salutò con un cenno della mano e un sorriso amichevole.

"Buongiorno, Yang." La sua voce era un po' roca e non sembrava essere ancora del tutto sveglia perché alzò una mano per nascondere uno sbadiglio. "Che stai facendo?"

"Recupero le nostre cose. Le hanno portate qui giusto un minuto fa."

Blake avrebbe dovuto intuirlo. La gigantesca nave volante che li aveva portati lì non aveva trasportato solo gli studenti. Anche se la Beacon offriva loro un alloggio e altre comodità, gli studenti dovevano provvedere ai propri vestiti e agli altri effetti personali che erano stati etichettati e immagazzinati nella stiva. Quando avevano ricevuto le loro chiavi e le loro stanze il giorno prima, era stato detto loro che le loro valigie sarebbero arrivate prima dell'inizio delle lezioni.

La ragazza fauno diede un'occhiata all'orologio e vide che erano le sei e cinque. Beh, le loro cose erano arrivate come promesso ma Blake avrebbe preferito avere un giorno intero per potersi sistemare come si deve; le lezioni iniziavano quel giorno. Non che a qualcuno fosse venuto in mente di obiettare il giorno prima, perché gli sforzi compiuti durante la loro iniziazione si erano fatti sentire e tutti non avevano desiderato altro che crollare sui propri letti subito dopo averli ricevuti.

L'orario mattiniero non aveva per niente smorzato l'entusiasmo di Yang, la ragazza stava mormorando un motivetto che Blake non riconobbe mentre andava a recuperare il resto dei loro bagagli. Quando uscì dal letto, Blake vide che Ruby e Weiss stavano ancora dormendo. Ai piedi del letto dell'ereditiera c'erano delle valigie bianche accuratamente impilate.

Ah, giusto. Non tutti avevano dovuto aspettare perché Weiss aveva contattato il suo fattorino personale che aveva portato le sue cose nella loro stanza.

"Vuoi una mano, Yang?"

La ragazza era già scomparsa in corridoio, ma aveva sentito la domanda di Blake. "Eh, se vuoi. Non c'è rimasto molto-" Si sentì un'esclamazione e un tonfo.

"Yang?" I rumori spinsero Blake ad affrettarsi a raggiungere la porta aperta. Ad accoglierla fu la vista della bionda piegata per controllare l'etichetta di un borsone nero di cui teneva le cinghie ma che non stava sollevando. Blake non ebbe bisogno di vedere il suo nome sull'etichetta per riconoscere il suo bagaglio.

"Cos'hai qui dentro?" Chiese Yang. "Mattoni?"

Blake sorrise divertita. "Libri."

La sua partner le rivolse una rapida occhiata prima che il suo piede nudo toccasse il borsone, seguito poi da uno scossone di prova per sentire il rumore di carta sfogliata. "... Quella era la mia seconda ipotesi."

"Lo prendo io."

Yang ignorò la mano protesa. "Nah, ci penso io." A differenza del suo precedente tentativo, questa volta alzò il borsone con la stessa facilità degli altri. "Dovevo solo compensare il peso."

Blake non ne dubitava. Il giorno prima aveva visto l'attaccabrighe picchiare un Ursa a forma di orso spedendolo contro diversi alberi della Emerald Forest, seguito dall'incredibile spettacolo del tenere aperto il becco di un Nevermore con un braccio mentre l'altro gli sparava pallottole giù in gola. Non sarebbe stata messa in difficoltà così facilmente da un paio di libri, indipendentemente che fossero con la copertina rigida o morbida.

Se Blake non l'avesse visto prima avrebbe faticato a credere che la prosperosa bionda che girava in canottiera e pantaloncini corti riprendendo a canticchiare il suo motivetto fosse la stessa persona che aveva compiuto quelle imprese. A confronto con l'infantile innocenza e la timidezza di sua sorella, Yang era molto più spensierata e sicura di sé, come aveva chiaramente dimostrato dal modo entusiasta in cui aveva salutato Blake durante il loro primo incontro trascinandosi dietro una timida Ruby.

Alla ragazza fauno piaceva, ed era quel carattere che l'aveva convinta a sceglierla come partner. Anche la facilità con cui l'aveva trovata aveva aiutato molto, perché la bionda stava urlando a nessuno in particolare durante la sua 'noiosa' passeggiata in mezzo al territorio infestato dai Grimm. Blake aveva osservato lo scontro di Yang con gli Ursa dalle ombre e visto con i propri occhi la sua incrollabile fiducia di fronte al pericolo... seguita da un'esplosione di potere e di rabbia quando una ciocca di capelli biondi aveva portato alla morte di uno dei mostri.

Stranamente, Blake aveva trovato la sua rabbia quasi comica considerando il motivo per cui era scoppiata, ed era intervenuta per occuparsi del secondo Ursa. Di fronte al corpo del mostro che crollava, un paio di occhi lilla avevano incrociato i suoi ambrati e Blake le aveva rivolto un sorriso che Yang aveva ricambiato, con una battuta di spirito ad indicare un cambio nelle sue emozioni. Erano seguite molte altre battute che avevano fatto alzare gli occhi al cielo a Blake oppure l'avevano fatta sorridere, ma ogni azione era accompagnata da un'aria divertita e dalla certezza di poter sopportare tutto questo per i prossimi quattro anni.

C'erano ancora altre valigie, e Blake salutò Ren che stava svolgendo il loro stesso compito - con l'aria per niente felice - prima di cercare le etichette con il nome Belladonna scritto sopra. Sorpresa, Blake ne trovò solo una - le altre tre erano etichettate Xiao Long. Il fatto che Yang aveva tenuto i propri bagagli per ultimi colpì la ragazza fauno, che prese una delle tre valigie per portarla dentro con la propria.

"A proposito," disse Yang quando le passò di fianco, "sono arrivate anche le nostre uniformi. Le ho messe sulla scrivania. Puoi andare a fare una doccia e cambiarti per prima."

"Tu hai portato la maggior parte delle valigie," protestò Blake, che non voleva accettare una simile gentilezza senza discutere. "Dovresti andare tu per prima."

"Ti stancheresti di aspettare, fidati." Poiché aveva nuovamente le mani occupate, Yang dovette scuotere la testa con decisione per attirare l'attenzione di Blake verso la sua lunga chioma di capelli disordinati. "Questi piccoli necessitano di attenzioni speciali." Usò un piede per chiudere la porta con un calcio. "Inoltre, devo trovare il mio asciugacapelli."

Beh, su questo non poteva discutere. "Grazie."

Le uniformi erano appoggiate su una scrivania proprio come Yang aveva detto, accuratamente piegate e protette dalla plastica. Con esse c'erano quattro tazze che avevano il simbolo della Beacon stampato su di esse, cosa che divertì Blake come non mai quando ricordò che il preside ne aveva sempre una in mano. Lei preferiva il the al caffé ma, per quel che ne sapeva, quella che Ozpin beveva sempre poteva essere qualsiasi cosa. Prese la sua uniforme e l'attacapanni che era stato fornito ma lasciò le tazze per dopo.

Se c'era una cosa di cui Blake poteva lamentarsi riguardo ai dormitori era che la porta a sinistra ospitava un solo bagno mentre quella a destra era un armadio dove riporre i vestiti. In un gruppo di quattro persone pensava che sarebbe stato più efficiente avere due bagni per stanza in modo da non rallentare troppo le cose, ma ritenne che i bagni e le docce pubbliche potessero compensare se gli studenti erano disposti a fare il tragitto per raggiungerle, cosa che loro, dopo le avventure nella Emerald Forest, avevano fatto.

Scacciò quella preoccupazione non appena entrò in bagno e chiuse la porta a chiave dietro di sé. Ora che aveva la sua privacy...

Le sue orecchie ricoperte di pelo viola approfittarono della loro libertà non appena Blake sciolse il fiocco, flettendosi e muovendosi in modo da allentare l'indolenzitura. Anche se era stata attenta a scegliere una copertura che fosse comoda, tenerle legate tutta notte e limitate al minimo dei movimenti le aveva causato qualche disagio che doveva essere alleviato. Un piccolo prezzo da pagare.

Fece scorrere l'acqua prima di togliersi il pigiama, ed era abbastanza calda dopo che Blake ebbe tirato fuori la sua uniforme appendendola alla porta. Questa non volta non riuscì a sopprimere le fusa sapendo che le sue compagne non potevano sentirla, mentre il calore dell'acqua impregnava e rilassava il suo corpo. Poteva fare i tipici rumori che la gente pensava potesse fare un fauno felino come lei, ma le piaceva fare una doccia calda esattamente come qualsiasi umano.

Questo era uno dei motivi per cui la teoria che certa gente sosteneva - che fosse uno scherzo crudele o pensata in tutta serietà non aveva importanza - che i fauni si leccassero l'un l'altro per pulirsi la faceva così tanto agitare. Le sue orecchie feline si appiattirono contro la sua testa per fare in modo che nei suoi sensibili canali uditivi entrasse meno acqua possibile.

Rimase solo il tempo necessario, consapevole della presenza delle altre. Uscì dalla doccia e usò gli asciugamani forniti per asciugarsi. Poi, con lo stomaco contratto per l'eccitazione, Blake indossò la sua uniforme.

Scelse di non indossare i calzini e anche se aveva qualche riserva nel portare la gonna, alla fine lasciò perdere. Le avevano preso le misure in precedenza, ma rimase comunque leggermente impressionata nel notare quanto la camicia, il gilet e la giacca le calzassero alla perfezione. Le gentili e naturali tonalità di marrone erano gradevoli alla vista. Lo specchio le permise di vedersi e Blake non fu in grado di reprimere il sorriso che si allargò sul suo volto.

Eccoci qui, disse mentalmente rivolta al suo riflesso. Blake Belladonna: studentessa di Beacon e futura Cacciatrice. Pronta ad iniziare la nostra nuova vita?

Sentì le proprie orecchie agitarsi per l'eccitazione che quei pensieri le avevano provocato, e lo specchio le permise di vedere il movimento.

Oh... giusto. L'entusiasmo diminuì, come pure il suo sorriso. Sospirando, il fauno prese il frontino e lo indossò prima di legare nuovamente il fiocco per nascondere alla vista le sue orecchie.

Forse per merito di Yang o di sua spontanea volontà, Ruby si era svegliata e, curiosamente, stava ammirando la propria uniforme. Sentendo Blake arrivare, la giovane leader si voltò e la ragazza fauno dovette reprimere l'impulso di agitarsi nervosamente di fronte a quello sguardo intenso e argenteo che la stava esaminando così attentamente.

"Fantastica," disse Ruby con un sospiro.

Blake non ebbe finito di sentire il comrplimento che già sentì le sue guance arrossire. Non sapeva come rispondere, ma venne risparmiata quando Ruby afferrò il suo mantello e scomparve in una cascata di petali rosa. Blake percepì una folata di vento e sentì un rapido "Buongiorno Blake!" al suo fianco che terminò con una porta chiusa alle sue spalle.

L'imbarazzo fu momentaneamente sostituito dallo stupore mentre Blake girò la testa. Non aveva mai visto Ruby muoversi così velocemente prima di quel momento.

"E' la sua Sembianza."

Blake si voltò e vide Yang seduta di fronte ad una valigia aperta, con una serie di oggetti - compreso un asciugacapelli giallo - sparsi intorno a lei. "La velocità?"

Yang annuì. "A-yup."

"Impressionante." Il commento fu sincero. Da una ragazzina che maneggiava una falce gigantesca, Blake non si aspettava una simile abilità. Lei stessa era veloce, ma quando Ruby si era mossa non era riuscita neppure a seguirla. "Credo di immaginare quale sia la tua."

"Appariscente, lo so," ammise Yang con aria orgogliosa. La ragazza raccolse una serie di bottiglie di shampoo e balsamo dalla valigia e le lasciò vicino all'asciugacapelli. "Anche la tua è molto figa. Non sono riuscita a vederla bene ma sei in grado di creare cloni di te stessa?"

"Copie temporanee," spiegò Blake, con espressione ugualmente orgogliosa. "Riesco a usarle solo come distrazioni e potenziamenti però."

"Davvero?" Yang aggrottò la fronte in modo esagerato. "Quindi immagino tu non possa usarle per qualcosa di utile come ad esempio mandarle a lezione? Fare i compiti al posto tuo? Pettinarti i capelli?"

Il tono della sua partner era scherzoso ma non impedì ad un cipiglio - per niente esagerato - di comparire sul viso di Blake, mentre la ragazza si irrigidiva rispondendo in tono difensivo. "No."

"Woah calma." Yang alzò le mani in segno di resa, con un'espressione dispiaciuta. "Era solo uno scherzo, ma mi dispiace se ti ho offesa. Non fraintendermi; quella roba ninja è davvero figa."

Le scuse sincere e il pensiero che scherzare era una cosa che la sua partner amava fare apparentemente rilassarono la sua postura. Il complimento servì a spazzare via tutta la sua irritazione. Blake sapeva che la sua reazione non era del tutto colpa di Yang. Come fauno aveva imparato ad aspettarsi insulti e commenti degradanti da un umano e lo scherzo, anche se innocente, aveva risvegliato una reazione istintiva.

Sarebbe stato uno scherzo se avesse saputo? Si chiese Blake. Yang e Ruby erano entrambe ragazze gentili, ma la cosa si estendeva anche ai fauni? Gli umani potevano essere i migliori degli amici tra di loro, e i peggiori dei nemici con un'altra razza. Da Weiss si aspettava un atteggiamento ostile, ma le interazioni tra gli altri due membri del gruppo e i fauni erano ancora un'incognita.

Blake esitava a chiedere, ma aveva visto altri della sua razza essere accettati alla Beacon. La cosa migliore da fare era aspettare e osservare, anche se non sapeva che benefici ne avrebbe tratto alla fine. Pregiudizi o no, Blake non aveva intenzione in nessun caso di rivelare loro la sua identità. Non tanto perché era una ragazza fauno, ma perché alla fine la cosa avrebbe fatto emergere i suoi legami con i White Fang e questo avrebbe causato un danno irreparabile, soprattutto con l'ereditiera Schnee.

La stanza si era fatta silenziosa, se si escludeva il rumore dell'acqua corrente. Blake scelse volontariamente di non rompere quel silenzio, e sperò che Yang tornasse a riordinare le sue cose. Con sua sorpresa, la ragazza dai capelli corvini vide la compagna osservarla proprio come Ruby aveva fatto prima. Gli angoli della bocca le si incresparono.

"Stai proprio bene con quella per essere una ninja."

Il complimento provocò lo stesso rossore di prima. Abbassando lo sguardo per nascondere le guance, Blake giocherellò con l'orlo della gonna. "Non sono un'amante di questo tipo di tenuta."

"Sembri invece essere un'amante di quel fiocco," ribattè Yang. "Non credo di averti mai vista senza."

Blake continuò a giocherellare con il tessuto ma la sue guance arrossirono ancora di più. Yang aveva fatto cenno al fiocco in precedenza, ma era successo prima che diventassero partner e Blake riuscì a rispondere con noncuranza. "E' un oggetto importante per me."

"Oh." Non stava guardando Yang, ma Blake sentì il suo tono abbassarsi. Poi riprese con un allegro, "Beh, ti posso capire! Ruby indossa sempre quel suo mantello a meno che non stia dormendo. E ti ho già detto che il fiocco mi piace. Ti dona."

Il sollievo di come una scusa così semplice l'avesse salvata incoraggiò Blake ad incrociare lo sguardo caloroso di Yang. "Grazie."

Yang annuì con un sorriso smagliante prima di tornare a rovistare tra la sue cose, felice che qualsiasi incomprensione fosse stata risolta. Blake si trovò a camminare con passo quasi allegro verso la pila di valigie, individuando le proprie cose da mettere in ordine.

Il rumore della doccia che veniva chiusa fu fin troppo evidente vista la tranquilla atmosfera che si era creata. Un minuto dopo la porta si spalancò e uscì la leader del team RWBY, con indosso la sua uniforme scolastica. A differenza di Blake aveva indossato i calzini, e la ragazza fauno notò che Yang aveva detto la verità riguardo al mantello, perché Ruby lo stava portando sulle spalle.

Il mantello si alzò seguendo la piroetta che la ragazzina fece per mostrare il suo completo. Quando si fermò, osservò le sue compagne con la chiara aspettativa di sentirsi fare dei complimenti. Le sue braccia rimasero allargate, come pure le sue labbra.

Blake continuò a trovare impossibile resistere a Ruby quando la sua bolla di entusiasmo la trascinava dentro di sé. Si sentiva contagiata da quell'energica allegria che non era soddisfatta di restare intrappolata in un corpo così piccolo. Quindi quando la sua leader la guardò con un sorriso smagliante, Blake dovette sorridere a sua volta e rispondere con un cordiale, "Magnifica."

Soddisfatta dell'approvazione di una delle sue compagne, Ruby si voltò verso l'altra... e impallidì considerevolmente.

Blake vide la fonte del suo terrore. Alzandosi dal pavimento con movimenti lenti, Yang si rimise in piedi in tutta la sua altezza. Qualsiasi espressione ci fosse sul suo viso fece scuotere la testa a Ruby in segno di diniego.

Yang per tutta risposta annuì.

La testa di Ruby si mosse ancora più freneticamente.

Yang annuì più rapidamente e fece un passo verso la sorella.

Ruby indietreggiò e lanciò un'occhiata da sopra la sua spalla verso il bagno che pareva adesso così lontano.

Yang sfruttò quell'attimo di distrazione per andare alla carica.

Ruby lanciò un "Eeped!" e fuggì precipitosamente, afferrando la porta con tutta l'intenzione di sbatterla in faccia alla bionda. Per una che aveva la velocità come sua Sembianza, fu troppo lenta. Non appena la sua mano afferrò la maniglia fu costretta a lasciarla andare perché Yang le saltò addosso.

Dalla sua posizione seduta Blake non poteva vedere cosa, esattamente, stesse succedendo quando le sorelle sparirono e subito dopo si sentì il rumore di entrambe che cadevano per terra. A chiunque non fosse abituato ai loro siparietti sarebbe potuto sembrare che una delle due stesse venendo strangolata... cosa che perfino Blake doveva ammettere stava probabilmente succedendo.

"Troppo carinaaaaaaaaaaaaa!" Si sentì Yang esclamare.

Blake dovette appoggiare la testa contro una pila di valigie, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere.

Nell'unico letto ancora occupato, Weiss si girò per dare meglio loro la schiena.


= Due Anni Prima =

Il cavaliere la stava aspettando in fondo alle scale. Con un ginocchio appoggiato a terra, la testa nascosta da un elmo e le nocche piegate avvolte nell'armatura appoggiate sul pavimento di marmo, sembrava un guardiano silente in attesa di ordini o, in questo caso, intento a sorvegliare finché la presenza di un intruso non l'avrebbe fatto alzare in tutta la sua considerevole altezza. Una colonna ospitava una spada lunga ugualmente gigante, abbastanza vicino da permettere al cavaliere di afferrarla e armarsi per annientare qualunque cosa potesse rivelarsi una minaccia.

Quando Weiss scese dalle scale e un tacco risuonò contro le bianche piastrelle, il cavaliere rimase al suo posto e non la degnò neppure di uno sguardo.

Per quanto la sua armatura fosse enorme, la sua stazza e la sua altezza apparivano quasi modesti a confronto con l'ingresso principale del palazzo Schnee. Le scale dalle quali era scesa l'ereditiera erano alte tre piani, e la sala si allungava in modo impressionante verso le massicce doppie porte dell'ingresso. Lungo i muri erano appesi ritratti di membri della famiglia e antenati Schnee, insieme a costose pitture ad olio e paesaggi meravigliosi, in particolare la Cava Schnee.

Per sfoggiare ancora di più la ricchezza della famiglia, un buon numero di statue, vasi, e perfino armi antiche con decorazioni e ricoperte di lucido per contrastare i segni del tempo erano in bella mostra. Appeso al soffitto c'era un lussuoso candelabro di cristallo. In risposta alla notte che stava calando, le candele erano accese per fornire un'illuminazione che faceva risplendere l'intera struttura.

Alcuni aspetti del palazzo potevano apparire medioevali, ma tutto era stato fatto per mostrare come la famiglia Schnee avesse raggiunto una tale importanza in una sola generazione, quando il nonno di Weiss aveva formato la SDC e aveva ottenuto grossi guadagni prima di lasciare le redini a suo figlio. Anche se la SDC era giovane a confronto con altre compagnie di Dust che erano arrivate prima di essa, nessuna si era ingrandita tanto o così velocemente. Le dimensioni del palazzo e le ricchezze che conteneva mostravano a tutta Remnant chi era più importante quando si trattava di fornire all'umanità la sua più grande scoperta e la chiave della sua civiltà.

Weiss si mosse lungo la sala, scomparendo in uno dei corridoi dove le piastrelle di marmo cedevano il passo a costosi tappeti. Ulteriori sfoggi di ricchezza materiale erano allineati in bella mostra da un lato, mentre l'altro aveva una serie di finestre che fornivano una vista limitata del buio cortile e dello sfarzoso giardino che i giardinieri avevano modellato con cura, domando la natura con contorni arrotondati e cespugli di rose. Il palazzo Schnee era un monumento che trasmetteva grandezza.

Quel luogo era anche una fortezza. Il palazzo aveva un'ampia serie di difese tecnologicamente avanzate, e sistemi di rilevazione in quelle vetrine vecchio stampo progettate per tenere lontani gli intrusi. Dietro i quadri c'erano telecamere di sicurezza. Fuori, c'era un'invisibile rete laser configurata per rispondere agli attacchi sia di umani che di non umani. Determinate piastrelle sul pavimento erano trappole a pressione che potevano scatenare armi biologiche o meccaniche. C'erano almeno due rifugi fortificati dove i membri della famiglia Schnee potevano rifugiarsi ed essere completamente al sicuro finchè il pericolo non fosse passato o non fosse stato eliminato.

Era una prigione. Tutto ciò che era progettato per tenere lontane le persone aveva anche lo scopo di tenere rinchiusa lei.

Un paio di servitori, a mani vuote e dal passo rilassato, parlavano di ritirarsi nei loro alloggi. Avevano comunque la schiena dritta e, non appena videro l'ereditiera, fecero presto ad inchinarsi. Weiss non rispose, oltrepassandoli con passo deciso con la pergamena stretta al suo fianco.

Il profumo residuo di una cena recentemente preparata aiutarono Weiss a localizzare il suo obiettivo, anche se sapeva dove trovarlo. Tutto lì si muoveva come gli ingranaggi di un orologio, incluse le abitudini. Una prolungata giornata di lavoro voleva dire un tardo rientro alla sera. Per fortuna, in quei casi ci sarebbe stato un pasto rilassante cucinato da un membro dello staff che sarebbe stato sul punto andare a letto, in modo da potersi poi alzare in tempo per la colazione. In seguito, un drink e una revisione dei dati finanziari sui guadagni del giorno per prepararsi a ciò che poteva succedere l'indomani.

Era una serata tranquilla. Ancora meglio, era una serata che era stata preceduta da altre molto simili. Niente porte sbattute, niente urla, nulla di rotto o di gettato a terra. Weiss si era preparata ad un momento simile ed era inconcepibile non sfruttare un'occasione così perfetta. L'umore era calmo e le sue argomentazioni non sarebbero state messe da parte così rapidamente.

Tutto ciò che serviva era una telefonata per rovinare tutto, una sola brutta notizia annunciata da un servitore per rovinare l'intera atmosfera. Per esperienza sapeva come le cose potessero precipitare in brevissimo tempo. Doveva agire in quel momento.

La sala da pranzo principale non era così imponente, ma era comunque troppo grande per le poche persone che effettivamente consumavano lì i loro pasti. Al centro c'era un lungo tavolo che aveva uno squisito panno di seta appoggiato sulla sua superficie. Sopra al profumo del cibo, Weiss poteva sentire l'odore del lucido lasciato dai pannelli sui muri; evidentemente lo staff delle pulizie era riuscito a passare prima dell'arrivo del padrone.

La figura solitaria era seduta ad un'estremità del tavolo, occupando una delle tante sedie che lo circondavano ma che venivano usate raramente. Come Weiss sospettava, si intravedeva l'illuminazione della pergamena che aveva in mano, con un dito sospeso a mezz'aria mentre lei faceva il suo ingresso. Poco distante notò un bicchiere che conteneva una generosità quantità di un liquido sconosciuto. Il colore rispecchiava ciò che c'era nella bottiglia di cristallo - vuota per un quarto.

Osservando la costosa bottiglia e come la luce del vicino focolare danzasse sulla sua superficie cristallina, Weiss si chiese se, come pensava, andasse a suo vantaggio il fatto che l'uomo avesse preso qualcosa dall'armadietto dei liquori - tenuto sotto chiave per evitare l'inserimento di veleni.

Per fortuna non era mai stato tipo da indugiare in un simile vizio, per quanto furioso diventasse. Se Weiss doveva conferirgli un merito, era la sua convinzione che una strada simile avrebbe solo peggiorato la situazione, sia in ufficio che a casa. Al contrario, si limitava a pochi sorsi per liberarsi abbastanza dello stress da facilitare il sonno. La ragazza sperava che il liquore la aiutasse a mantenere la discussione strettamente professionale.

Tuttavia, era pronta a metterla sul personale se fosse stata costretta.

Weiss prese una sedia dalla parte opposta del tavolo. Avvicinarsi di più non avrebbe giocato a suo favore, e sapeva che sarebbe stato un insulto per entrambi se ci avesse provato. Si sedette e presentò la sua pergamena.

Sentiva lo sguardo di lui su di sé, quegli occhi che aveva ereditato osservavano ogni suo movimento. Aveva messo da parte il bicchiere ma la pergamena era rimasta di fronte a lui, soprattutto quando aveva visto quella di lei. Lo sguardo non piegò la postura di Weiss, né fece esitare i movimenti delle sue dita mentre digitava sullo schermo.

Alla fine al rumore del fuoco scoppiettante si aggiunse un beep insistente e un segnale luminoso si accese. Durò solo un secondo, il tempo per lui di accettare il trasferimento che avrebbe caricato i file di Weiss sul proprio schermo. Il suo sguardo azzurro ghiaccio si spostò dalla ragazza, per poter esaminare le informazioni.

Quello di Weiss invece rimase concentrato su di lui. La ragazza appoggiò la pergamena sul tavolo ricoperto di seta, ma non rilassò la propria postura. Era qualcosa di più dei profili, degli schemi, e del resto dei dati che aveva raccolto; doveva fargli capire che il suo comportamento era serio, e non l'egoistica richiesta di una ragazzina di quindici anni che attraversava una fase di ribellione.

Attenta a possibili avvisaglie di pericolo, dovette assicurarsi di non lasciare trasparire il suo sollievo quando non ne vide. L'uomo era piegato leggermente in avanti, con una mano teneva la pergamena perfettamente dritta mentre con l'altra scorreva, con un lento e costante movimento del dito, le informazioni sullo schermo in sequenza, ma prendendosi il tempo di leggerle accuratamente. Non si fermò mai per prendere il bicchiere al suo fianco.

Sfortunatamente, la ragazza capì che non era arrivato molto lontano nella lettura quando disse, "pensavo ne avessimo già parlato."

Weiss dovette reprimere la propria irritazione, ricordando a se stessa che stava ancora osservando la pergamena. "Te ne ho accennato, ma la situazione al tempo non ha lasciato molto spazio per discuterne in modo soddisfacente."

Era successo un mese prima e due settimane dopo l'ennesimo funerale. Weiss in seguito avrebbe capito di avere agito troppo presto. Non tanto per via dell'elaborazione del lutto - entrambi ormai avevano passato quella fase - quanto piuttosto per il lavoro che doveva essere fatto per individuare un adeguato sostituto. Quello e le condoglianze ai familiari, la revisione delle misure di sicurezza, altre forme di contenimento dei danni gli avevano fatto scambiare appena due parole con lei sull'argomento prima di uscire di casa.

L'uomo fece un lieve cenno con la testa ma poco altro. Fu solo dopo un altro movimento delle dita e una lettura con lo sguardo che Weiss vide la mano che teneva la pergamena irrigidirsi solo per un istante. Aveva tenuto il conto del numero di movimenti delle dita e intuì che stesse leggendo abbastanza a lungo da notare le chiare somiglianze dei profili.

I loro nomi, la loro reputazione, e il loro prezzo sostenevano le loro raccomandazioni. Weiss aveva fatto molte ricerche per assicurarsi di scegliere non solo i migliori, ma anche i più compatibili con lo stile di combattimento che aveva scelto.

Quello, almeno, sembrò incontrare l'approvazione di suo padre. Dopo avere letto l'ultimo dei profili mormorò, "uno stile elegante."

L'unico degno di una Schnee. Una spada poteva apparire antiquata in un modo pieno di tecnologie avanzate, ma era un'arma che permetteva di apprendere più di un semplice stile di combattimento: aiutava a sviluppare disciplina, equilibrio, resistenza, grazia, velocità, e coordinazione. Quel particolare stile di spada sfruttava queste caratteristiche con stoccate rapide ed eleganti, con l'intento di uccidere il nemico con colpi puliti e accurati, non con i fendenti maldestri e selvaggi di un'arma più ingombrante.

Inoltre, la tecnologia poteva essere diventata l'elemento predominante della loro società ma gli elementi mistici che l'umanità aveva padroneggiato consentivano loro di superare quei limiti. Weiss aveva tenuto in considerazione le sue abilità nella costruzione della propria arma.

Quel particolare aspetto non passò inosservato. L'uomo girò la pergamena in modo da farle vedere il progetto prima di dire in tono di disapprovazione, "questo non l'hai fatto tu."

Mentirgli non sarebbe servito a nulla. Mantenendo un'espressione neutrale, Weiss ammise, "No. Ho convinto Fulgun ad aiutarmi con il design sulla base delle idee che gli ho fornito e le risorse che avremmo avuto a disposizione."

Un sopracciglio di lui si alzò, forse perché non si aspettava che lo ammettesse, o forse perché non si aspettava che lo facesse così facilmente. Girò nuovamente la pergamena verso di sé, "il design è unico così come le idee. Se le risorse saranno a disposizione o no, resta da vedere."

Weiss sentì le proprie sopracciglia abbassarsi, la propria pelle immacolata distendersi con essi, ma non disse nulla.

Il resto della lettura continuò in silenzio. Quando ebbe finito, l'uomo mise da parte la pergamena e prese finalmente in mano il bicchiere. Weiss interpretò quella mossa come un tentativo di prendere tempo per ripensare ai dettagli e decidere in che modo affrontare la questione. Era un modo diplomatico per dire che stava pensando a come continuare a tenerla rinchiusa lì.

"La mia prima domanda," iniziò, mettendo da parte il suo bicchiere vuoto, "è perché?"

"Non è ovvio?" Chiese Weiss nel tono più civile che riuscì ad esprimere. "Siamo in guerra padre, e preferisco non passarla come un obiettivo indifeso. Abbiamo le nostre risorse e i nostri uomini validi - i migliori che i soldi possono comprare - ma i nostri nemici si stanno dimostrando sempre più tenaci. Devono solo avere fortuna una volta, e allora cosa farò?"

"Una valida argomentazione, che condivido. Ciò che non condivido è il luogo in cui desideri ottenere tutto ciò. Come può una Schnee mescolarsi a simili bestie? Noi controlliamo la fornitura di armi, perciò lascia che siano i soldati a combattere. E' inutile e controproducente."

"Non voglio entrare nei loro ranghi. Non sono così stupida da abbassarmi a svolgere una simile occupazione quando c'è in gioco il destino della nostra famiglia. Intendo solo approfittre delle loro strutture per diventare più forte. Gli insegnanti che ho scelto mi raccomanderanno."

"Non vedo perché non puoi semplicemente addestrarti qui."

Quella era la parte più difficile della discussione, ma anche la più importante. Anche se Weiss avesse finito per ottenere tutto ciò che chiedeva, se non otteneva questo allora non sarebbe servito a niente. Beacon le offriva più della possibilità di diventare più forte: le offriva la libertà.

Ma non avrebbe lasciato trasparire la sua disperazione, o avrebbe rischiato di perdere tutto. "E' considerata la scuola di combattimento migliore dell'intero pianeta. I suoi professori sono tutti ex Cacciatori e Cacciatrici con anni di esperienza, e le sue biblioteche ospitano tutto il sapere esistente sull'arte della guerra. E' il posto migliore e più sicuro che esista."

"Sicuro?" Ribattè lui in tono scettico. "Ti mandano all'esterno a combattere mostri."

"Ecco perché accettano solo i migliori e i più brillanti per ucciderli. Dubiti forse delle mie abilità, padre?"

L'uomo fece un gesto noncurante con la mano. "No, certo che no. Non essere ridicola. Sei la ragazza più intelligente e dotata che ci sia ed io sono orgoglioso di te, Weiss. Qualsiasi cosa vuoi - qualsiasi cosa desideri - puoi ottenerla."

"Allora lasciami avere questo."

"Lo farò, potrai averlo qui."

Weiss aveva scelto di tenere le mani sotto il tavolo per nasconderle, in modo che suo padre non vedesse come si fossero strette a pugno. Anche alla giovane età di quindici anni, la ragazza aveva un'ottima padronanza delle sue emozioni durante simili discussioni. Le sue prime lezioni si erano concentrate proprio sul come lasciarsi andare ai propri sentimenti equivalesse a lasciarsi andare ai propri nemici, permettendo loro di vincere il dibattito.

Ma era comunque una ragazzina. Una ragazzina che si era stancata di stare rinchiusa e desiderava la libertà costi quel che costi. E se suo padre poteva permettersi di arrabbiarsi, perché lei no?

"Qui?" Le dita iniziarono ad affondare nei suoi palmi. "Qui non posso fare nulla."

Suo padre la guardò con aria incredula. "Questo è il tuo diritto di nascita. Tutto ciò sarà tuo un giorno."

"Ma non lo è!" Ribatté Weiss. "Non capisci!?" Fu solo vagamente consapevole del rumore della sedia che cadeva alle sue spalle o del modo con cui stesse afferrando il bordo del tavolo mentre scattava in piedi. Il suo sguardò tagliò la distanza che li separava. "Niente di tutto questo è mio!"

Indicò intorno a loro. "Questo è tuo! Tutto in questo palazzo è stato costruito da te e dal nonno! Quando hai preso in mano la compagnia, bastava solo un'occhiata ad un edificio simile per capire la tua grandezza! Ma io, padre? Io sono solo un altro ninnolo che tieni rinchiuso qui, lontano dal mondo! Nessuno sa niente di me!"

"Non essere ridicola!" Fu il turno di suo padre di alzarsi in piedi. Il suo tono di voce era più controllato, ma non poté reprimere l'espressione offesa sul suo volto o il colorito che stava assumendo. "Certo che lo sanno!"

"Oh, giusto," ribatté Weiss in tono sarcastico. "Non sono un ninnolo; sono un delicato uccellino che canta di fronte al pubblico in un altro dei tuoi monumenti. E in cosa mi aiuterebbe? In che modo questo mi rende una degna erede del nome Schnee? Perché i White Fang dovrebbero avere paura di me, padre?"

Quell'ultimo commento sembrò interrompere qualsiasi cosa l'uomo volesse controbattere. Incoraggiata, Weiss continuò, "Ecco cosa farà la Beacon per me. Lì posso diventare forte e la gente lo saprà! Mi riconosceranno come Cacciatrice, un uccisore di mostri, la migliore che ci sia! I Fang lo sapranno e mi temeranno! Mostrerò loro la futilità delle loro azioni contro di noi e dimostrerò a tutti che la nostra famiglia è potente!"

La sfuriata lasciò Weiss piegata sul tavolo, con le mani strette intorno alla tovaglia bianca e il respiro affannoso. Per una volta fu suo padre a sembrare stupito dalla sua rabbia e non viceversa. L'unico motivo per cui Weiss non sorrise soddisfatta era il timore di avere appena rovinato tutto.

Eppure suo padre non le urlò contro come si aspettava. Anzi, il colorito rabbioso sparì completamente dal suo viso e il suo cipiglio si distese di fronte a quello di lei. Era tornato a sedersi ma Weiss rimase in piedi, continuando a fissarlo per tutto il tempo.

Quando l'uomo allungò la mano per prendere la bottiglia, Weiss capì di avere vinto.

"D'accordo," disse l'uomo dopo essersi riempito nuovamente il bicchiere. La sua espressione tornò a farsi leggermente tagliente ma l'ereditiera intuì che era solo una finta. "Avrai i tuoi insegnanti, ma sarai tu che dovrai entrare alla Beacon."

La presa di Weiss sul tavolo si rilassò, ma invece di recuperare la sedia si raddrizzò. Sapeva di cosa stava parlando e se l'era aspettato. Per entrare alla Beacon doveva recuperare il tempo che non aveva trascorso in una normale scuola di combattimento nei prossimi due anni. Non sarebbe stato un problema, perché lei dopo tutto era Weiss Schnee: la più brillante e dotata figlia del capofamiglia Schnee. Avrebbe accettato qualsiasi sfida e l'avrebbe vinta.

"Allora non ho nulla di cui preoccuparmi," Weiss raccolse la sua pergamena ma, nuovamente, non si mosse per rimettere a posto la propria sedia, limitandosi a girarci intorno per raggiungere la porta.

"Puoi dire a Fulgun che avrà la sue risorse."

Fu perché gli stava dando le spalle che Weiss sorrise quando raggiunse la porta. "Lo farò."

"E dopo, credo che gli servirà un nuovo lavoro."

Il sorriso si spense e Weiss raggelò con la mano sulla maniglia. Voltò la testa in modo che il suo occhio sinistro tornasse a fissare suo padre. "Immagino di sì."

L'idea di avere appena rovinato la vita di qualcun altro per ottenere ciò che voleva la mise a disagio, ma represse quel sentimento di rimpianto. L'uomo poteva trovare lavoro presso un'altra compagnia. Era abile in ciò che faceva, per lui sarebbe stato facile.

Weiss, d'altro canto, non poteva contare su seconde possibilità. Aveva vinto la sua battaglia ma la guerra era ancora in corso, e a volte si dovevano fare sacrifici. Non avrebbe dimenticato le vittime, ma avrebbe usato i ricordi come incentivo per andare avanti, non per farsi trattenere nel passato.

E quella guerra aveva molte vittime. Dubitava che il loro numero si sarebbe annullato nel breve periodo.


= Presente =

Yang non aveva esagerato riguardo al tempo che dedicava ai propri capelli. Dopo la sua doccia si sentì il rumore dell'asciugacapelli all'interno del bagno che durò, secondo Blake, quasi quanto i venti minuti che erano serviti a lei per fare tutto dal modo in cui l'asciugacapelli si spegneva, c'era una pausa, e poi si riaccendeva quando la bionda trovava qualcosa che doveva essere sistemato. La ragazza fauno immaginava che ci volesse tempo per asciugare una simile massa di capelli, ma così era ridicolo.

Quando Yang finalmente uscì, stava ancora dando gli ultimi ritocchi. Con la sua lunga capigliatura appoggiata sopra una spalla, le sue dita passarono in mezzo alle ciocche per individuare qualsiasi nodo dell'ultimo minuto. Non ne trovò nessuno, per il sollievo di Blake.

E così le R, B, e Y del team RWBY erano pronte per iniziare la giornata. Per quanto riguarda W...

"Si è affaticata molto durante la prova di iniziazione," disse Yang in sua difesa e perfino Blake annuì a quel commento mentre osservavano la massa informe nascosta da una coperta. Per quanto fosse diffidente nei confronti dell'ereditiera, anche la ragazza fauno doveva ammettere che Weiss era abile non solo con la spada ma anche con i suoi incantesimi di Dust. Immaginò che la combinazione delle due tecniche fosse abbastanza spossante.

Anche se non c'è da sorprendersi di questa sua seconda abilità... Blake era perfettamente consapevole che la fiala di Dust rosso che aveva raccolto all'entrata della Beacon era solo una delle tante che la spadaccina aveva come scorta. Potenzialmente doveva averne dozzine sigillate in quelle valigette dal design apposito ai piedi del letto, da usare insieme alla sua Myrtenaster.

"Niente scuse!"

Blake non aveva idea di dove fosse finita la timida ragazzina di due giorni fa, ma poteva intuire perché fosse sparita. Come avevano discusso il giorno prima, affrontando un test che aveva richiesto loro di fronteggiare e superare un pericolo mortale con i propri compagni aveva fatto sì che si creasse un'unione non solo all'interno del team RWBY ma anche JNPR. E questo sembrava avere permesso a Ruby di trovare il suo posto all'interno della Beacon e tra le persone che la circondavano. Di certo spiegava tutto quell'entusiasmo.

"Questo è il nostro primo giorno ufficiale come team RWBY!" esclamò la mora con i riflessi rossi mentre apriva una tasca laterale di una delle sue borse. Ci infilò dentro una mano e iniziò a cercare. "Bisogna fare dei preparativi, a partire dalla nostra base operativa! Non abbiamo tempo da perdere!"

Essere team leader probabilmente aiutava ma quando Ruby tirò fuori la mano, stringendo tra le dita l'inconfondibile forma di un fischietto, Blake iniziò a chiedersi se fosse stato saggio mettere a capo di un team di Cacciatori una ragazzina di quindici anni senza aspettarsi che la cosa le desse alla testa. Yang non sembrava condividere le sue paure, perché la bionda stava recuperando oggetti da una valigia non ancora svuotata, spinta dall'entusiasmo della sorella.

Forse furono le parole eccitate di Ruby a svegliare Weiss dal suo sonno. Le coperte si mossero e scivolarono via quando la ragazza si mise a sedere sul letto, con le gambe nude fuori dal bordo. Si stiracchiò le braccia sopra la testa e sbadigliò.

La cosa non impedì a Ruby di continuare con la linea d'azione che aveva scelto quando si mosse silenziosamente verso il letto della sua partner, sedendosi sulle proprie ginocchia e portando il fischietto alle labbra. Il debole spostamento del materasso allertò Weiss della presenza di Ruby, e un paio di occhi azzurri sbatterono debolmente per focalizzare la sua figura.

Blake era pronta, ma dovette comunque nascondere una smorfia quando lo squillo acuto del fischietto colpì le sue orecchie nascoste. Weiss non ebbe la stessa possibilità, e l'ereditiera esclamò un "Guh!" quando lo strumento la fece saltare da letto dimenando le braccia, scivolando e cadendo dal bordo prima di atterrare malamente per terra.

Ruby saltò giù dal letto e riuscì ad atterrare prontamente in piedi prima di urlare, "Buongiorno, Team RWBY!"

Weiss alzò la testa dal pavimento di legno e si girò in modo da poter rivolgere lo sguardo verso Ruby. L'occhiata che lanciò alla sua leader era un misto di perplessità e rabbia crescente. "Cosa diavolo c'è che non va in te?"

Ignara della rabbia rivolta verso di lei, Ruby sorrise allegramente alla sua subordinata. "Adesso che sei sveglia possiamo ufficialmente iniziare il nostro primo ordine del giorno!"

"Prego?" Chiese la spadaccina, la perplessità ebbe la meglio sulla rabbia mentre cercava di riprendersi. Si alzò in piedi, strofinandosi e riassettandosi la camicia da notte.

"Arredare!" s'inserì allegramente Yang. Era tornata al fianco di Blake con le braccia piene di una serie di oggetti che spaziavano da un cuscino a forma di cagnolino, cuffie, e altri prodotti per capelli come una spazzola e un'altra marca di shampoo - quest'ultima con un samurai stampato sulla confezione.

Weiss si voltò verso le altre due. "Come?"

Blake aveva sorriso davanti all'allegria della sua partner ma adesso tentò di mantenere un'espressione seria quando notò gli occhi dell'ereditiera Schnee su di sé. Alzò la sua valigia. "Dobbiamo ancora disfare le valigie." Quest'ultima era già strapiena, eppure nonostante la stesse tenendo in mano da diverso tempo quel leggero movimento sembrò essere la goccia che fece traboccare il vaso perché la valigia si spalancò, rovesciando per terra coperte, un libro - ovviamente - uno spazzolino, e un dentifricio. Osservando il casino, Blake aggiunse, "eeeeee pulire."

L'espressione di Weiss era ben lontana dall'essere divertita, e Ruby sfruttò quel momento per fischiarle in faccia una seconda volta. La spadaccina si trattenne dall'urlare questa volta, ma non riuscì a reprimere un secondo balzo di sorpresa che le fece perdere l'equilibrio cadendo nuovamente per terra.

"Okay!" Ruby si mise al centro della stanza, con un sorriso perennemente stampato sul viso. "Weiss, Blake, Yang, e la loro impavida leader Ruby hanno iniziato la loro prima missione!" Alzò un pugno al soffitto e terminò con un, "Banzai!"

"Banzai!" Non fu solo Yang a copiare le azioni della sorella perché Blake si ritrovò ad aggiungere la propria voce e pugno a quelli della bionda. Non riuscì a trattenere il sorriso questa volta e fu sorpresa di non volere nemmeno provarci.

Doveva ammettere che era tutto molto... divertente. Vedere i membri dei team JNPR e RWBY socializzare nell'ufficio del preside l'aveva fatta diventare vittima di quel calore palpitante dentro di sé che la metteva a suo agio, vedendo tanta allegria. Il giorno prima però c'era stata un'incertezza che l'aveva tenuta in disparte, rimanendo una spettatrice. Per quanto lo spettacolo fosse piacevole, era un qualcosa di così estraneo che Blake aveva esitato a farne parte finché non era sorto un argomento della sua precedente vita di sofferenze che l'aveva spinta ad intervenire.

Questa volta non era una spettatrice e il calore palpitante era diventato una forza inarrestabile alimentata dagli atteggiamenti spensierati di Ruby e Yang. Al punto che la stava travolgendo e spingendo sconsideratamente in avanti per far parte di quei comportamenti gioiosi. Era ancora un qualcosa di estraneo per lei, ma a Blake non importava.

Weiss non sembrò essere d'accordo. Con l'aria esasperata, l'ereditiera sospirò e appoggiò la fronte contro il pavimento, non volendo affrontare la risposta che aveva appena ricevuto. Alla fine mormorò, "... Prima faccio una doccia."

Mentre l'acqua scese per una quarta volta, si misero al lavoro. Blake aveva una questione importante che non poteva attendere e che coinvolgeva il borsone che aveva messo in difficoltà la sua partner. Lo trascinò verso la bassa libreria che prese subito per sé - Ruby avrebbe dovuto mettere la sua pila di riviste WEAPONS da un'altra parte - e si sedette.

Come aveva raccontato a Yang, la borsa era piena di libri; molti di loro erano grossi e pesanti, avrebbero richiesto ore se non giorni di tempo in un luogo tranquillo per poter essere letti mentre poteva portare con sé i più piccoli, a portata di mano ogni volta che avesse avuto tempo di leggere un breve capitolo o due.

I libri erano stati una fonte di conforto nella vita di Blake, insieme ad Adam. Anche se aveva dedicato la sua vita ad una causa che richiedeva impegno e azione in un vano tentativo di cambiare il mondo, la ragazza fauno trovava piacevole isolarsi da esso per un po' di tempo insieme a quei tomi di carta e inchiostro. Tutto ciò che ci voleva erano un angolo appartato, una debole luce, e il rumore delle pagine per trovarsi in un universo fittizio creato nella sua mente con l'aiuto della parola scritta.

Un luogo molto più piacevole e misericordioso della realtà. Tante volte aveva messo da parte un libro, dopo avere completato un'altra storia, riflettendo su quella diversità. I libri potevano essere di tanti generi, raccontare storie diverse per diverse persone in diversi luoghi con diversi conflitti, eppure c'era un filo comune tra gli autori. A parte ovvie eccezioni come le tragedie, la formula narrativa tendeva ad essere la stessa indipendentemente dal genere, sia che fossero storie d'amore, fantasy, avventure, o drammi: c'erano momenti di grande dolore e difficoltà per il protagonista, ma gli ostacoli venivano sempre superati e il lieto fine raggiunto.

Erano racconti di fantasia ma costruiti con gli ideali dell'autore, narrati senza mai dare per scontate cose come il trionfo del male. Blake non capiva come un'etica del genere fosse così normale nella dimensione letteraria quando nella realtà esistevano terribili immoralità.

Alla fine pensò che fosse proprio per ciò che erano: semplici storie. Non erano reali, ed era questo che attraeva sia l'autore che il lettore. Erano scritte e lette perché potevano essere manipolate per poter essere giuste e legittime. Una penna, un foglio di carta e l'immaginazione potevano riuscire dove il mondo reale e le sue imprevedibili variabili rimanevano in un perenne stato di caos. Erano una scappatoia, niente di più, ma non erano ingannevoli; non celavano ciò che erano.

Blake era talmente assorta che per poco non notò un certo libro, di natura tale che la ragazza fauno voleva tenerlo nascosto almeno quanto le sue orecchie. L'Aveva tenuto di fronte a sé, leggendo il titolo a chiare lettere rosse su copertina nera, e stava per infilarlo nella mensola con il resto degli altri prima che il suo cervello lo riconoscesse di colpo.

Subito lo riprese in mano, con gli occhi spalancati e osservando nervosamente le sue compagne che improvvisamente erano troppo vicine per i suoi gusti. Yang aveva spostato da una parte i loro letti in modo da decorare meglio la parete con un poster, mentre Ruby stava cercando di capire come attaccare un bastone e delle tende rosse ai ganci che si trovavano in cima alla loro alta finestra. Blake sfruttò la loro distrazione per infilare il libro in una tasca laterale del suo borsone. Avrebbe pensato più tardi ad un nascondiglio migliore.

Yang aveva finito di lisciare il poster terribilmente storto, e la curiosità di Blake la spinse ad osservarlo per capire un po' meglio i gusti della sua partner. Tentativo inutile, perché la ragazza fauno non riconobbe nessuno dei ragazzi del poster e il nome The Achieve Men non le diceva assolutamente nulla.

L'attaccabrighe le lanciò un'occhiata e notò la faccia confusa di Blake. Spostando lo sguardo dalla sua partner corvina al poster, Yang assunse un'espressione ugualmente perplessa prima di dire, "The Achieve Men."

Lo disse lentamente, come se stesse parlando ad un bambino, ma Blake non se la prese per qualcosa che si stava chiaramente rivelando colpa della sua ignoranza. Scrollò le spalle, ammettendo la sconfitta.

"The Achieve Men," disse nuovamente Yang, come se così facendo avesse potuto magicamente fornire a Blake la conoscenza che le mancava. Non vedendo cambiamenti provò a dire, "Geoff, Ray, Ryan, Michael, Jack, Gavin?"

Blake scrollò nuovamente le spalle con aria desolata.

"Mark Nutt è un fan di questi ragazzi! Hanno tenuto un concerto un paio di settimane fa per commemorare il loro ultimo album Tease It!"

Blake non aveva idea di chi fosse Mark Nutt ma pensò di ricordare che a Vale in quel periodo fosse successo qualcosa. In realtà, il motivetto che Yang stava mormorando poco prima le era sembrato vagamente simile a qualcosa che le sue orecchie feline avessero già sentito, prima di tapparsele in modo da non essere distratta durante la lettura.

Ma ancora non aveva idea di chi stesse parlando Yang. "Mi dispiace?"

"Dovresti esserlo!" esclamò Yang, alzando le mani in aria. "Tu leggi un sacco, no? Dovresti avere almeno letto i loro fumetti, giusto?" Senza aspettare una risposta - probabilmente perché non voleva sentire un'altra replica negativa da parte di Blake - Yang si voltò verso sua sorella. "Ruby, te li sei presa dietro?"

La loro leader era riuscita a sistemare il bastone e le tende con Crescent Rose e stava usando la parte non affilata della sua falce per chiuderle. Doveva però avere ascoltato la loro conversazione perché rispose, "X-Ray e Vav?" Si voltò verso Yang, tirandosi dietro la sua arma. "Certo! Sono i migliori!"

Blake stava per spiegare la sua preferenza nei confronti dei romanzi rispetto ai fumetti, ma venne interrotta quando mezza tenda per poco non le cadde addosso. Senza che Ruby se ne fosse resa conto, girandosi aveva voltato Crescent Rose e l'affilatissima lama aveva tagliato il tessuto a metà.

Ma qualcuno gliel'avrebbe fatto subito notare. "Imbranata!"

Tutti si voltarono per osservare Weiss, che era uscita con la camicia da notte accurattamente piegata tra le braccia e con indosso la sua uniforme scolastica.

Ruby fissò Weiss e poi la tenda decapitata. Rendendosi conto di ciò che era successo cercò di nascondere Crescent Rose in tutta la sua lunghezza dietro di sé quando si voltò verso la sua partner. "Weiss, è stato un incidente!"

"E con questo fanno quanti incidenti che hai provocato?" Chiese rabbiosamente Weiss.

"Um..." Ruby si chinò all'indietro, con aria pensosa mentre cercava di ricordare il numero esatto.

"Lascia perdere!" Weiss avanzò a grandi passi verso i suoi bagagli e ne prese uno dalla pila dopo avere messo da parte la sua camicia da notte. Dopo una rapida ricerca tirò fuori un ago e un piccolo gomitolo di cotone che si prese dietro. "Lo sistemerò, io come sempre!"

Ruby sembrò troppo sorpresa da ciò che Weiss aveva in mano per replicare. "Sai cucire?"

"Certo che so cucire!" Ribattè Weiss, evidentemente offesa all'idea che qualcuno non credesse che potesse fare una cosa che per lei doveva essere di poco conto. Lanciò la parte di tessuto lacerata a Ruby. "Non sarà perfetto, ma solo perché non intendo sprecare tutto il mio tempo a riparare qualcosa che hai rovinato tu!" Si mise in cima alla libreria. "Vieni qui e tienilo fermo!"

Ad essere sinceri Blake era sorpresa almeno quanto Ruby, perché pensava che Weiss avesse abbastanza servitori che potessero fare un lavoro simile senza che lei lo dovesse imparare. Guardò Yang, che scrollò le spalle.

"Ho imparato a farlo quando Ruby strappava i suoi vestiti," le disse l'attaccabrighe in privato. "Ma hey," scrollò le spalle e fissò le due ragazze che fianco a fianco in cima alla libreria maneggiavano le tende, "sono carine, no?"

Blake non pensava che quello fosse un termine appropriato per descrivere la scena, visto che Weiss occasionalmente sgridava Ruby e quest'ultima tentava subito di seguire le sue istruzioni, ma non replicò. L'espressione addolcita sul viso dell'attaccabrighe mentre osservava la scena fece capire alla ragazza fauno che, nonostante le apparenze, Yang sperava che le ragazze diventassero ottime compagne. Blake non sapeva se questo desiderio le veniva dall'essere la sorella maggiore, o se Yang stesse dando a Weiss una possibilità dopo che aveva salvato Ruby dall'essere impalata dal pungiglione di un gigantesco scorpione.

Il rattoppo di fortuna comunque non fu niente male; bisognava avvicinarsi per vedere la cucitura. Sistemato questo incidente, la missione del team RWBY di arredare la loro stanza riprese senza intoppi e le ragazze riempirono l'armadio, le mensole, le pareti, e le scrivanie con ogni sorta di gingillo personale che si erano portate dietro e facendo spazio quando c'era bisogno.

... E fu in quel momento che inevitabilmente incapparono nel loro successivo problema. Restando davanti all'ingresso con il resto del team, Blake fu costretta ad ammettere che la sua precedente idea che nella stanza ci fosse un sacco di spazio potesse essere stata un po' prematura, a giudicare dai letti accatastati alla buona nel centro della camera durante i loro tentativi di abbellirla.

"Non va bene," dichiarò Weiss.

"E' un po' stretto," ammise Blake.

"Forse dovremmo buttare via una parte delle nostre cose," suggerì Yang.

"Oppure," contemplò Ruby, percorrendo la stanza con lo sguardo prima di fermarsi nel centro. "Potremmo buttare via i letti..." Sussultando all'idea improvvisa, Ruby saltellò sul posto. "E sostituirli con letti a castello!"

"Mi sembra un'idea incredibilmente pericolosa," disse Weiss in tono apatico.

Blake poteva intuire il perché, visto che i letti non erano stati costruiti per essere disposti a castello. Non si trattava solo di mettere un letto sopra un altro; ci volevano dei supporti adeguati per fare in modo che non cadessero, e allo stesso tempo per alzarli in modo tale che chiunque usasse il letto in basso non picchiasse la testa contro quello sopra. Non aveva idea di come potessero riuscirci.

"E super fantastica!" Esclamò Yang.

... Ma questo non voleva dire che non volesse provarci. E se avessero avuto successo avrebbero guadagnato molto spazio. Guardò in fondo alla linea per rivolgersi meglio a Weiss e Ruby. "Sembra efficiente."

Weiss fissò le due con aria incredula. L'efficienza non sembrava essere il primo pensiero nella testa dell'ereditiera quando tornò a voltarsi verso i letti. La ragazza sembrò farsi sempre più nervosa mentre immagini terrificanti invadevano la sua mente. "Beh, dovremmo metterla ai voti..."

Era un maldestro tentativo di ritardare l'inevitabile e Ruby le fece osservare il suo grosso errore. "Direi che l'abbiamo appena fatto."

Blake alzò il pollice verso la sua leader e Yang la seguì subito con il suo gesto di assenso. Weiss si accigliò.

E dopo questa dimostrazione di assolutamente corretta e imparziale democrazia, il gruppo si divise nelle rispettive coppie per stabilire le loro zone.

"Dunque, come facciamo?" Chiese Yang mentre lei e Blake si trovavano di fianco ai letti che avevano recuperato dall'intricata matassa e messi uno di fianco all'altro. "Ne alziamo uno e lo mettiamo in cima all'altro?"

"Così non c'è abbastanza spazio per chi sta sotto," rispose Blake, convidendo le sue precedenti osservazioni. "Sono troppo bassi."

L'attaccabrighe mormorò e si grattò la testa con aria pensierosa. "Ciò significa che la cosa migliore sarebbe avere qualcosa impilato in mezzo a loro. Però non ho nulla che possa andare."

A Blake era venuta un'idea, ma era riluttante a rivelarla a Yang a meno che non avessero trovato qualcosa di meglio. Quando la sua partner non rispose, Blake si avvicinò alla libreria. "Possiamo usare questi."

L'espressione confusa che Yang le rivolse si trasformò in totale sconcerto vedendo la pila di libri che le stava venendo offerta. "Oh no, non i tuoi libri! Possiamo pensare a qualcosa più tardi se dobbiamo."

"Li ho già letti." Se non altro, la riluttanza di Yang stava convincendo Blake che l'idea era buona. La bionda aveva compreso la sua passione per la lettura e questo, unito ai piccoli gesti di gentilezza che le aveva rivolto quella mattina, spinsero Blake a voler restituire il favore.

I suoi libri le piacevano, era vero, ma pensò che potessero offrirle un'occasione di svago in altri modi. E non aveva mentito quando aveva detto di averli già letti.

Le perplessità di Yang non vennero cancellate quando la ragazza osservò la pila che Blake le aveva lasciato prima di andare a prenderne altri. "Posso vedere se Ruby ne ha qualcuno da prestarci. Probabilmente si rovineranno."

Blake aveva fiducia nei suoi romanzi e nelle loro solide copertine. "Non preoccuparti; ne ho tanti."

"Sei sicura?"

Per la ragazza fauno fu una fortunata coincidenza il fatto di dare le spalle a Yang quando rispose, perché così l'altra non poté vedere il suo sorriso. "Assolutamente."

Suddividere i libri in parti uguali tra le quattro gambe del letto si rivelò più difficile del mettere un letto sopra l'altro. La diversa altezza dei tomi dovuta al numero di pagine costrinse le ragazze a diversi rimescolamenti per evitare pericolose inclinazioni che potevano condurre al disastro. Quando finalmente furono soddisfatte, tutto ciò che servì fu una dimostrazione di forza bruta da parte di Yang e un attento riequilibrio di Blake per sistemare i loro letti a castello.

"Abbiamo fatto un buon lavoro," dichiarò Yang annuendo soddisfatta.

Se la sua partner intendeva costruire una struttura precaria che garantisse morte istantanea al primo movimento sbagliato dei suoi occupanti allora sì, avevano fatto 'un buon lavoro'. Era curioso che Blake si sentisse soddisfatta, se non altro perché già vedeva tutto lo spazio che erano riuscite a liberare.

"Chi sta in cima?"

"Io prendo il letto in basso," rispose Blake. "E' stata una mia idea."

"Aw, allora ti preoccupi per me!"

La ragazza fauno ammiccò a quelle parole e le ci volle un po' per capire che Yang aveva frainteso le sue intezioni. Voleva il letto in basso perché in questo modo avrebbe avuto a portata di mano i suoi libri anziché dovere sempre arrampicarsi su e giù. Il commento sul fatto che l'idea fosse stata sua serviva solo a ribattere contro qualsiasi protesta la bionda potesse avere, non dare l'impressione che lo stava facendo per accettare qualsiasi conseguenza potesse capitare se i suoi libri avessero ceduto e avessero schiacciato i due letti.

Il disagio che provò le impedì di correggere Yang. Tutto ciò che fece fu mormorare un imbarazzato, "non scuotere i letti." Sentendo il bisogno di fissare qualsiasi altra cosa che non fosse Yang, la ragazza osservò i progressi di Ruby e Weiss. E ammiccò di nuovo.

"Weiiisss, mi serve aiuto!" supplicò Ruby, con le braccia tese per lo sforzo.

La sua partner dai capelli color neve non mosse un dito per avvicinarsi. "Sei impazzita?"

Blake non sapeva dove Ruby avesse preso le funi per creare la sua puleggia, e una silenziosa occhiata a Yang le fece capire che nemmeno la sua partner lo sapeva. Non c'era modo tuttavia di negare la scena: Ruby, con le mani strette intorno a una fune per sollevare un letto che stava oscillando pericolosamente per via dei suoi sforzi. Il movimento non stava aiutando la ragazzina a tenerlo fermo, e Weiss si stava tenendo a distanza per garantire la propria incolumità.

"Sono carine?" Domandò Blake.

Yang scosse la testa. "No. Diamo loro una mano."

Una volta che la sorella ebbe preso il suo posto, Ruby si arrampicò in cima al letto penzolante con diversi metri di corda. Con l'aiuto di Blake - e di una riluttante Weiss - le tre ragazze legarono le funi intorno al letto diverse volte prima di agganciarle al soffitto. La cosa sarebbe potuta finire lì, ma Ruby insistette ad avere una specie di tenda improvvisata per commemorare meglio quello che aveva chiamato il 'Forte Rose'. Ovviamente Weiss non era per niente contenta di quella frase, perché voleva dire che lei avrebbe preso il letto sotto la creazione della sua leader.

Abbassando lo sguardo dal suo trespolo, Ruby osservò i risultati del suo team prima di dichiarare con orgoglio, "Obiettivo completato! E adesso il nostro secondo ordine del giorno èèèèèè..." Fece un cenno a Yang che le porse subito un quaderno, "... le lezioni."

Rispetto all'energico inizio, quell'ultima parola era stata pronunciata quasi stancamente. Il momento durò fino a quando la ragazzina non aprì il quaderno in grembo, con una matita in mano, e poi il tono di voce tornò come prima. "Abbiamo alcune lezioni insieme oggi. Alle nove abbiamo-"

Weiss alzò la testa di scatto verso Ruby. "Cosa?! Hai detto le nove?"

"Um..."

"Sono le otto e cinquantacinque, stupida!" Girando i tacchi, Weiss corse fuori dalla porta.

Ruby fu colta alla sprovvista dall'esclamazione della sua partner e dalla sua uscita precipitosa. Ben presto però scese dal letto e seguì il suo esempio correndo fuori dalla stanza. "A lezione!"

Blake fu l'ultima ad uscire dopo Yang, e la ragazza fauno notò che la porta della stanza del team JNPR era aperta e tutti e quattro i suoi membri avevano tirato fuori la testa per vedere cosa stesse succedendo. Se la scena non avesse fatto capire a Blake che non erano le uniche ad essere nei guai, il titubante commento di Jaune "Lezione?" lo confermò. Aveva già raggiunto le scale quando sentì, "faremo tardi!"

Otto cacciatori e cacciatrici in addestramento saltarono fuori dal dormitorio e corsero per il cortile della Beacon. Nonostante il pericolo di arrivare in ritardo il loro primo giorno e la disperazione che incitava i due team a correre il più velocemente possibile, un solo pensiero dominava la mente di Blake.

Quella era la mattinata migliore che avesse mai vissuto.


Quello doveva essere il giorno peggiore che avesse mai vissuto.

Beh, non era del tutto vero. C'erano stati giorni molto molto peggiori di quello nella personale classifica di Weiss Schnee, ma la sua continua sofferenza nel presente le stava facendo momentaneamente dimenticare le sue esperienze del passato.

La vita alla Beacon si stava rivelando più di quanto avesse pianificato, cosa che era allo stesso tempo una benedizione e una maledizione. Quando aveva mosso i primi passi fuori dall'aeronave, Weiss era stata colpita dall'immagine di un'accademia che rappresentava chiaramente l'incerto inizio dell'umanità e i progressi che erano stati fatti da allora.

Similmente al palazzo Schnee, le torri, le strade acciottolate, le ampie arcate fornivano un aspetto medievale che nascondeva la tecnologia testimoniata dal gigantesco veicolo dal quale era appena uscita. Eppure Weiss trovò quella vista rinfrescante. Considerando che erano circondati da territori infestati dai Grimm, descrivere la Beacon come un luogo aperto e liberatorio non era la prima cosa che poteva venire in mente a qualcuno.

Weiss notò subito le differenze. Anche quando scoprì che l'avanzata tecnologia nata dall'ingenuità umana era ristretta a pergamene, schermi, proiettori olografici e armadietti azionati a razzo, Weiss non sentì l'aria asfissiante che solitamente la soffocava quando era a casa sua. A parte quell'ultimo dettaglio, tutto il resto era destinato a scopi accademici e nient'altro.

I grandi spazi aperti erano i benvenuti, anche esplorando più a fondo il campus: l'ampio cortile separava i dormitori, la libreria, le arene, e le aule che avrebbero potuto ispirare un senso di claustrofobia se fossero state ammassate tutte insieme. Non c'erano inganni lì. Quando il corpo docente era formato da ex Cacciatori e Cacciatrici, quando gli stessi studenti avevano già alle spalle diversi anni di addestramento nel combattimento, non c'era bisogno di sofisticati sistemi di sicurezza o di difese disposte come una soffocante coperta di sicurezza.

C'era un senso di vera libertà, e Weiss si permise di chiudere gli occhi e assaporare quella sensazione. Aveva davvero trovato la sua via di fuga, e l'ereditiera lasciò che un sorriso sincero apparisse sul suo viso. L'espressione sembrava fuori posto. Come se i suoi tratti faticassero ad accettare un movimento che non avevano fatto per quella che sembrava essere una vita intera.

Purtroppo, quella si sarebbe rivelata essere l'ultima occasione per sorridere, almeno per un po' di tempo. Il suono di quelle che dovevano essere le sue speranze e i suoi sogni disintegrarsi alle sue spalle lo cancellarono quando si girò per individuare la fonte del disturbo.

Solo più tardi avrebbe capito di trovarsi davanti un presagio dei tempi bui che la attendevano: una figura rossa e nera con un po' di bianco attorno. L'immagine perfetta di come tutti i suoi sforzi stavano per essere annullati con l'arrivo di un'infantile ragazzina.

Si trattava di un qualcosa al di là del suo controllo. Weiss aveva passato mesi a pianificare i suoi istruttori, la sua arma, il suo stile di combattimento, e due anni a prepararsi sia mentalmente che fisicamente a quel giorno (anche se per il primo requisito era più che qualificata). Qualsiasi cosa Beacon le avesse scagliato contro, sarebbe stata in grado di superarla. Ne era stata certa.

Ma il Destino, quello era tutto un altro genere di avversario. E poteva essere molto crudele.

Con perversa delizia l'aveva tormentata con quella sua ultima pedina. Quando Weiss si era trovata in mezzo ad una folla di studenti, le era servito un semplice cenno del capo per individuare i capelli nero rossicci di fianco a lei. Quando non stava riuscendo a dormire per le continue chiacchiere che sentiva, la fonte del rumore che aveva cercato di zittire non si era rivelata essere nient'altro che la stessa ragazzina quindicenne. Quando era stata catapultata in quello che aveva pensato essere un punto a caso in mezzo alla foresta, erano state le continue macchinazioni di quell'entità invisibile a farla girare e incrociare i suoi occhi azzurro ghiaccio con uno sguardo color argento.

E così, il suo destino era stato segnato.

Tuttavia, era disposta a compromessi. Era disposta a diventare la partner di quella ragazzina se questo voleva dire evitare qualcuno di più incompetente. Se lei doveva essere il suo galoppino per tutta la durata del suo soggiorno alla Beacon, poteva mettere da parte le loro precedenti dispute. E forse la ragazzina era un tipo 'a posto'.

Il Destino aveva riso e le aveva sputato in faccia.

Rovina: ecco tutto ciò che avrebbe ottenuto.

Svegliandosi quella mattina, Weiss si era concessa il beneficio del dubbio sul fatto che quello fosse stato semplicemente un piano ben elaborato. Una falsa iniziazione presentata come un monito di ciò che le sarebbe successo se non fosse rimasta vigile evitando quel demonio con il mantello. I suoi piani non dovevano cambiare.

Un cenno del capo più tardi ed eccola lì, allerta. Il suono di un fischietto si rivelò essere un campanello d'allarme in più di un senso.

E così era iniziato il primo giorno di Weiss Schnee come studentessa ufficiale della Beacon.

Non posso crederci! Si disperò mentalmente, non per la prima volta e decisamente non per l'ultima. Era diventato il suo mantra incessante man mano che la giornata andava avanti, e servì solo a far diventare ciò che prima aveva ammirato un luogo infernale.

Che libertà poteva avere se doveva essere costretta a piegarsi ai capricci di una ragazzina di due anni più giovane di lei? Che reputazione poteva mai farsi quando la sua leader non riusciva nemmeno ad occuparsi del suo programma perché era troppo impegnata ad arredare la loro stanza? Stava iniziando a rimpiangere di non essere rimasta a casa ad allenarsi.

No, non era vero. Quella era l'unica ragione per cui era disposta a sopportare tutto questo, pregando nel frattempo che le cose in qualche modo si sarebbero risolte.

"Weiss! Weiss!"

Entrando nell'aula riservata al suo corso sullo Studio dei Grimm, si domandò seriamente se una cosa simile potesse succedere. Correzione: il loro corso sullo Studio dei Grimm. L'ereditiera vide la mano alzata ancora prima di sentire l'irritante vocina. Serrando la mascella, Weiss rivolse un'occhiata gelida ala persona che cercava di attirare la sua attenzione.

Immune al calo di temperatura, Ruby indicò un posto tra lei e quel bruto di sua sorella. Blake era seduta dall'altra parte di Yang. Che carine; il suo team era al completo e la stava aspettando.

Weiss dovette fare un'ulteriore correzione. Quello non era il suo team; era quello di Ruby. RWBY come Ruby. L'ennesimo scherzo a spese di Weiss.

Aveva cercato di tenere le distanze durante il giorno. Come Ruby aveva detto, avevano alcune lezioni in comune e Weiss era riuscita a mantenere un accettabile livello di isolamento fino a quel momento. La fortuna era stata dalla sua parte inserendo altri studenti di fianco alla sua partner. Per buona parte del giorno, Weiss aveva potuto indugiare nella fantasia di essere una studentessa diligente senza restrizioni o distrazioni.

Non per questa lezione. Di sicuro Ruby voleva assicurarsi di vantarsi in sua presenza, stavolta. Preparandosi mentalmente, Weiss prese il posto riservato a lei e si costrinse a guardare davanti a sé per evitare di incrociare lo sguardo intenso che sentiva puntato su di lei.

E' solo una lezione per un giorno, l'ereditiera cercò di convincersi. Diventò una gara per vedere quanto a lungo Weiss potesse resistere e impedirsi di calcolare il numero di lezioni che c'erano in un giorno e quanti giorni c'erano in quattro anni. Perse la scommessa molto presto.

Le arrivò una gomitata ai fianchi un po' troppo forte. Reprimendo un gemito e la sua irritazione, la ragazza lanciò un'occhiata alla sua sinistra. "Cosa?"

"Com'è stata la tua giornata, Weiss?" Chiese Ruby con quel sorriso perennemente stampato in faccia che faceva venire voglia a Weiss di digrignare i denti ogni volta che lo vedeva.

Mantenne il suo sangue freddo. In passato aveva litigato con la sua partner in diverse occasioni, ma adesso la situazione era cambiata. Ruby aveva avuto il suo ruolo, ma lei avrebbe mantenuto il suo contegno in classe. "Bene."

La bocca di Ruby si contorse per mostrare la delusione di una risposta così secca. Peccato che non avesse colto l'antifona, come dimostrarono le sue successive parole. "Solo bene? Siamo alla Beacon, Weiss! La miglior scuola di combattimento di tutta Remnant! Voglio dire, la nostra iniziazione è stata fantastica, ma adesso siamo veri studenti! Diventeremo delle Cacciatrici!"

La ragazzina stava praticamente saltellando sul posto, cosa che contribuì ad irritare ancora di più l'ereditiera. Lei era stata scelta come team leader? Come aveva potuto pensare Ozpin che quella fosse una buona idea? Anche se aveva detto che erano stati tenuti sotto sorveglianza, Weiss stava iniziando a pensare che chiunque li avesse osservati si fosse perso qualche dettaglio.

Per poco non si è fatta ammazzare! Ricordò Weiss. Ed io con lei! Entrambi gli episodi erano accaduti nello spazio di pochi minuti: dal cadere da centinaia di metri di altezza dalla schiena di un Nevermore al precipitarsi contro il pungiglione di un Death Stalker che - puntualizzò - avrebbe fatto fuori Ruby se non ci fosse stata lei a salvarla.

L'impulsiva ragazzina stava ancora parlando. "Aspettavo da tanto questo momento! In teoria non potrei frequentare la Beacon prima di aver trascorso altri due anni a Signal!"

Hai saltato due anni mentre io mi sono spaccata la schiena durante i miei. Non poteva dire che si fosse trattato di tempo sprecato, l'aveva usato per leggere i volumi della libreria di suo padre mentre ordinava quelli che non aveva. Un po' di ristrutturazione aveva fatto nascere una stanza di addestramento dove Weiss aveva passato le sue giornate sotto lo sguardo di un insegnante privato che aveva raffinato la sua scherma, mentre un altro le aveva insegnato come manipolare il potere della Furia della Natura da una fornitura infinita di Dust che le era stata assegnata.

Era stata dura ma aveva fatto le cose per bene.

"Perché sei venuta alla Beacon, Weiss?" Chiese Ruby. "Volevo chiedertelo ma non ne ho mai avuto la possibilità."

La cicatrice sopra l'occhio sinistro di Weiss si contrasse. "Ruby?"

La sua parnter la guardò, in attesa. "Sì?"

"La lezione sta per cominciare. Stai attenta."

Ruby guardò davanti a sé e vide che il loro professore era arrivato. "Oh, scusa!"

Corpulento era sicuramente la parola giusta per descrivere il professor Peter Port, perché il vestito borgogna che indossava non riusciva ad impedire l'occasionale sobbalzo della sua pancia che minacciava di strappare i bottoni dorati che lo tenevano insieme. Weiss cercò di non farsi influenzare da quel rozzo spettacolo nel giudicare un uomo che dai capelli grigi e dai folti baffi e sopracciglia doveva essere in età avanzata. Alla spadaccina era stato spiegato che i professori che insegnavano alla Beacon era tutti Cacciatori che avevano scelto di dedicarsi all'insegnamento piuttosto che passare il loro tempo a caccia di Grimm, quindi vista l'età Port doveva essere un uomo di grande abilità ed esperienza.

Oppure solo molto fortunato, pensò con una punta d'ironia. Non aveva ancora escluso quella eventualità come possibile spiegazione per la presenza di Ruby. Sperò solo che le teste impagliate che decoravano le pareti fossero davvero trofei derivanti dalle uccisioni del loro professore.

Tuttavia, la sua attenzione fu attirata dai grafici e diagrammi che decoravano una sezione dietro alla scrivania dell'uomo che mostravano disegni fatti a mano di diversi tipi di Grimm, completi con annotazioni delle più importanti caratteristiche che ciascuno di loro possedeva. Anche se si trattava di informazioni utili, Weiss era più interessata alla gabbia che si trovava in un lato della stanza. Le ombre e gli spazi stretti in mezzo alle sbarre rendevano difficile vedere qualcosa, ma pensò di riuscire a cogliere un movimento dietro al grigio metallo del contenitore.

"Mostri!"

Weiss guardò di fronte a sé e vide che Port si era rivolto alla classe con un gran gesto del braccio e un urlo esuberante. La sua natura accademica prese il sopravvento, e recuperò un paio di fogli bianchi e una matita per prendere appunti.

"Demoni!" Continuò Port. "Predatori della notte! Sì, le creature di Grimm hanno molti nomi, ma io preferisco chiamarle semplicemente prede!" Il braccio teso si mosse a tempo con un fragoroso, "Ha-ha!"

Ah, un'introduzione inefficace con un maldestro tentativo di far salire la tensione sull'argomento combinato con uno scherzo mal eseguito per alleggerire l'atmosfera e apparire più amichevole nei confronti della platea. Il silenzio totale fu la prova del fallimento. Non sentendo nulla di interessante uscire dalle labbra del loro insegnante per il momento, Weiss si concentrò sui diagrammi. La sua matita si mosse, cercando di copiarli.

Era l'unica a farlo. Non si sentivano altri rumori di scrittura, e Weiss lanciò occhiate furtive alle sue compagne per vedere cosa stessero facendo. Avevano tirato fuori dei fogli ma nessuna di loro stava scrivendo qualcosa. Weiss provò un senso di frustrazione. Era vero che non c'era nulla da imparare da quel discorso introduttivo - Port era passato a parlare di Vale e degli altri tre regni - ma c'era del sapere da cogliere se avessero guardato attentamente.

Che importa. Che non si aspettino però che divida i miei appunti con loro. Tornando al proprio lavoro, Weiss ascoltò Port con un orecchio nel caso in cui iniziasse a parlare di qualcosa di più interessante.

"Questo è ciò che vi state addestrando a diventare!" L'uomo terminò con un inutile promemoria dei doveri di Cacciatori e Cacciatrici. "Ma prima, una storia. Un racconto di un giovane, affascinante uomo: me!"

Weiss abbassò leggermente le spalle e i suoi occhi minacciarono di chiudersi in risposta. Stava iniziando a capire che tipo di persona fosse il loro professore: gentile ma abbastanza pomposo quando si trattava di parlare dei suoi successi che diventavano piacevoli ricordi. Cionondimeno, non sarebbe stata sorpresa di trovare tali storie in un test, quindi avrebbe fatto bene ad ascoltare.

Stranamente, fu in quel momento che sentì scribacchiare alla sua sinistra. Sbattendo le palpebre, la spadaccina si voltò e vide Ruby chinata sulla sua parte di banco, con la matita che si muoveva furiosamente. L'ottimismo che provò all'idea che la sua leader stesse finalmente prendendo le cose sul serio e scrivendo appunti morì all'istante. La matita si muoveva per tutto il foglio bianco, al punto che sembrava che stesse tracciando un enorme cerchio.

Cosa sta...? Weiss cercò di vedere cosa stesse scrivendo, ma l'altro braccio di Ruby le impediva la visuale. Stava per spostarsi e chinare la testa per sbirciare sopra l'ostacolo quando il buonsenso ebbe il sopravvento e tornò a concentrarsi su Port. Non avrebbe permesso alle pagliacciate di Ruby di distrarla quando non erano affari suoi.

"Per quanto puzzasse di cavolo, mio nonno era un uomo saggio. 'Peter', mi disse-"

Sfortunatamente, le risatine soffocate di Ruby lo fecero diventare un affare personale di Weiss. Lanciò un'occhiataccia alla ragazzina.

Ruby rispose alzando il foglio verso di lei. Non era più immacolato. Insieme ad una nota Giorno di Studio dei Grimm e il suo nome, c'era un'orribile caricatura del Professor Port con un corpo più tondeggiante di quello vero e braccia e gambe rinsecchiti. Il viso però era abbastanza accurato.

Le linee di puzza in cima erano un indizio, ma Weiss non riuscì a capire cosa stesse intendendo Ruby finché non lesse il titolo in maiuscolo in fondo al disegno: PROFESSOR POOP.

... Quella era Ruby Rose. La ragazzina scelta come leader del Team RWBY. Che doveva guidare un gruppo di Cacciatrici in battaglia contro il nemico più grande dell'umanità, che era armato di denti, artigli, becchi, tenaglie, e furia crudele.

E Weiss Schnee, erede della Schnee Dust, doveva seguire quella bambina?

Si sentì una risata dall'altra parte di Weiss ma la ragazza non si voltò nemmeno, sapeva che si trattava di Yang e probabilmente era sempre lei che stava picchiando un pugno contro il legno. Oh, stava quasi per dimenticare; erano in due.

Inconcepibile!

Port si schiarì la gola rumorosamente, e le sue folte sopracciglia aggrottate riportarono ordine nel banco del Team RWBY. Il silenzioso rimprovero ferì Weiss nell'orgoglio, e la ragazza raddrizzò la schiena quasi istintivamente. Ancora una volta stava pagando per la stupidità di Ruby.

La colpevole era ben lontana dall'essere dissuasa. Quando lo sguardo di Port si spostò altrove, Weiss si voltò nuovamente verso Ruby e la vide giocherellare con il materiale scolastico: la ragazzina stava tenendo in equilibrio una matita sul suo dito, sopra alla quale c'era uno dei suoi libri di testo.

Di fronte alla classe, Port continuava a parlare. "La morale di questa storia? Un vero Cacciatore deve essere onorevole!"

Onore? Dov'era l'onore in tutto questo? Weiss digrignò i denti, e strinse a pugno le mani sotto il banco.

"Un vero Cacciatore deve essere affidabile!"

Fidarsi di Ruby per cosa? I suoi voti? La sua reputazione? La sua vita? La sua anima se quello era davvero ciò che si aspettavano che facesse? L'aveva già detto: lei e Ruby non sarebbero mai state compatibili.

"Un vero Cacciatore deve essere uno stratega, beneducato, e saggio!"

L'unico stratagemma che Ruby conosceva la ragazzina lo stava usando per mettersi un dito nel naso.

ORA. BASTA!

"Allora, chi di voi crede di possedere tutte queste caratteristiche?"

La sfida di Port aveva fatto notare a Weiss come il suo corpo stesse tremando dalla rabbia crescente che provava di fronte a quella grave ingiustizia, che era per lei così evidente e così invisibile a tutti gli altri. Ruby Rose non era una vera Cacciatrice. Lei lo era!

Forse era quello il problema. Senza esitare, la ragazza alzò la mano. "Io, signore!"

Le folte sopracciglia si alzarono, se per la sorpresa o per la gioia nel vedere con che entusiasmo Weiss aveva risposto non seppe dirlo. Ma subito tornarono al loro posto. "Bene allora, verifichiamolo!"

L'uomo anziano si era avvicinato alla gabbia che Weiss aveva notato prima. Non aveva dato segni di vita durante la lezione ma con l'avvicinarsi di Port improvvisamente iniziò ad agitarsi. Si sentirono sbuffi e ringhi provenire dall'interno. Un paio di scintillanti occhi rossi premettero contro le sbarre per fissare meglio il professore.

Incurante della bestia digrignante, Port fece cenno a Weiss. "Vieni avanti, e affronta il tuo avversario!"

Avrebbe fatto ben di più. Quando la ragazza si alzò in piedi, fu con l'intenzione di mettere ben in chiaro a tutti una cosa: lei era l'unica leader di cui il Team RWBY avesse bisogno.

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