Bloody Water

di DARKOS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La paladina dell'Oscurità, Bloody Water! ***
Capitolo 2: *** Bloody Water 2 - La Vendemmia ***
Capitolo 3: *** Bloody in Wonderland ***
Capitolo 4: *** Tiptoe Through the Bloodys ***
Capitolo 5: *** Io, Me & Bloody ***
Capitolo 6: *** Bloody Water - Col 50% di Nessuna Pietà ***



Capitolo 1
*** La paladina dell'Oscurità, Bloody Water! ***


La paladina dell'Oscurità, Bloody Water!

“Sora, sei pronto?” chiese Riku, al suo fianco. “Abbiamo solo una possibilità. Dobbiamo farcela.”
“Lo so.” Rispose l’altro. “Stando a Yen Sid, lei è la chiave che conduce agli altri due, in più si rivelerà un alleato potente.”
Davanti a loro, la piazza di Radiant Garden era deserta, Leon e gli altri avevano tenuto gli abitanti in casa. Ora non rimaneva  che evocare il portale per il Regno dell’Oscurità e salvare la Maestra Aqua.
Sora e Riku puntarono i Keyblade dritti davanti a loro, e convogliarono le energie come gli era stato insegnato. Subito, uno squarcio di luce si materializzò al centro della piazza, dal quale fuoriuscì un miasma oscuro.
“Ce l’abbiamo fatta, Riku! Ce l’abbiamo fatta!” Il ragazzo abbandonò la sua postazione. “Sora! Aspetta!”
Sora, euforico, scattò in avanti verso il portale..
… e si ritrovò un tacco di quattro centimetri in faccia.
Il ragazzo cascò a terra, battendo la nuca. Quando si riebbe, osservò la giovane donna dai capelli cerulei che lo fissava con tale intensità da volerlo incenerire con lo sguardo.
“Ah! Vanitas! Sei ancora vivo!” urlò la ragazza, estraendo un Keyblade e puntandoglielo addosso.
Sora fece appena in tempo a rotolare via ed evitare il fendente diretto alla sua fronte. “U-Un attimo! Ci deve essere un equivoco!”
“Non tentare di ingannarmi! Non casco nei tuoi tranelli! Ora ti eliminerò!” La ragazza colpiva con una furia omicida. Riku si era ormai ripreso dallo stupore, ed era giunto in aiuto del suo amico.
“Quindi vuoi attaccarci. E va bene.” Il ragazzo si mise in guardia, serio e pacato come sempre. “Non so perché siamo arrivati a questo, ma non ti permetterò-“
“MA LEVATI!” con un singolo gesto, la maestra evocò una colonna di fuoco sotto ai piedi del ragazzo, che ora volava nel cielo notturno con un grido che poco si abbinava al suo fare calmo e dignitoso di poco fa.
L’urlo del Custode del Keyblade ormai promosso a fuoco d’artificio novello aveva attirato Lea e Topolino, che stavano monitorando la situazione in città.
Videro una ragazza inferocita che sparava dardi magici a Sora, mentre quest’ultimo li schivava in un modo che ricordava quello dei vecchi cartoni animati.
“Aqua!” Il Re andò a fermare i due. “Aqua! Ferma! Lui non è… aspetta. Vanitas? Tu che ne sai di che aspetto abbia Vanitas? Noi non l’abbiamo visto in faccia.”
“Io so tutto!” La ragazza sembrò dimenticarsi di dare la caccia a Sora e si voltò, come se parlasse a un pubblico su un palcoscenico. “Io sono l’urlo di speranza di tutti gli esseri viventi! Sono l’alfa e l’omega! La paladina dei Keyblade e il terrore degli Heartless! Io sono Bloody Water!”
I tre spettatori rabbrividirono, sia per la brezza serale che per lo scarso talento della giovane per i soprannomi.
Lea mise una mano sulla spalla della medesima, ancora ferma in una strana posa da supereroe. “Uhm… Aqua, giusto? Forse vuoi un attimo sederti, e fare dei bei respiri… credo tu abbia bisogno di-“
“Levami. Quella. Mano. Di. Dosso.” Con un movimento fluido, la guerriera si girò verso Lea e gli sparò contro dei proiettili ghiacciati. Ma lui balzò all’indietro e li deviò col suo Keyblade. “Ah! Tutto qua? Dovrai fare molto meglio di  cos-” Un gigantesco blocco di ghiaccio seppellì il rosso e le sue ultime parole con lui. Ma non il gemito che seguì.
Topolino non sapeva se ridere o piangere delle prodezze dei suoi alleati, gli stessi che –teoricamente- avrebbero dovuto aiutarlo a battere Xehanort. Decise comunque che ci avrebbe pensato dopo. Ora doveva fermare Aqua, era ovvio che la permanenza nell’Oscurità le aveva danneggiato il cervello.
“Sora! Preparati dobbiamo aiutare Aqua a… Sora?” Ma guardandosi attorno, il topo constatò che il ragazzo non era più nella piazza. E purtroppo, nemmeno lei.
“MUHAHAHAHAH! IO SONO BLOODY WATER!”
Il grido rimbombava nelle vie della città, mentre il Re si guardava attorno con aria sconsolata e Bloody Water si dirigeva verso nuove avventure.
Un Riku brillava nel cielo notturno.  

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Capitolo 2
*** Bloody Water 2 - La Vendemmia ***


BLOODY WATER 2 – LA VENDEMMIA

Bloody Water sfrecciava per le strade a tutta velocità, ridendo pazzamente. Improvvisamente, si fermò di scatto.
“Ehiiii, io conosco questo posto, ci sono già stata. Vediamo: case piuttosto moderne, pavimenti lastricati, fontane… ma certo! Sono all’Olimpo!” Iniziò a lanciare dischi inesistenti per l’aria.
“N-No” una flebile voce si udì dietro di lei. Bloody Water si girò e vide che con una mano aveva trascinato Sora per tutto il tempo.
“Vanitas! Perché mi segui?”
“Sei tu che mi hai trascinato! E io non sono Vanitas!” Il ragazzo si alzò, gemendo per gli abusi subìti.
“Ancora con questa storia? Ma chi pensi di imbrogliare? Solo Vanitas ha quei capelli così stupidi! E farti la tinta di certo non aiuta!”
“Capelli stupidi? I miei? Ahh, lasciamo perdere! Io non sono Vanitas, sono Sora! Ci siamo già incontrati, tanti anni fa! Ero il bambino sull’Isola, ricordi?”
Bloody Water mutò espressione e si avvicino al ragazzo, prendendogli il volto tra le mani. Sora la guardò, speranzoso. C’e l’aveva fatta. Era riuscito a fare breccia nel suo cuore e nei suoi ricordi. Ancora una volta, la Chiave che collega tutti aveva-
“Pffft! Vanitas, sciocco killer a sangue freddo che non sei altro! Tu non sei un’altra persona!”
Sora cadde letteralmente a terra. Il suo cervello e il suo corpo avevano smesso di funzionare per la disperazione.
Bloody Water l’aveva già dimenticato, e salita su un tetto, scrutava la città.
“Hahah! La città sembra tranquilla, ma il crimine non dorme mai! E se il crimine non dorme, Bloody Water consegnerà lo straccio imbevuto di cloroformio della giustizia! E poi lo porterà nel covo della verità! Dove provvederà a… uhm… TRIPLA FIRAGA!”
Tre sfere di fuoco incendiarono altrettante case, spargendo detriti ovunque.
“Guarda come brucia! E guarda come si agitano! WIIII!” La ragazza continuò a sparare proiettili di fuoco, finché Leon e Yuffie non la raggiunsero sui tetti.

“Ehi, Leon, dunque è lei quella di cui ci parlava il Re? Che ha ridotto Sora a un vegetale mentre passavamo?”
“Prudenza, Yuffie. Non sappiamo ancora come agisce. Dobbiamo rimanere calmi-“
“Ehi, Squall?” Bloody si era avvicinata ”Squall? Tu sei Squall, vero? Eh, Squall? Perché sei qui all’Olimpo, Squall? Ti ricordi quando non sei riuscito a salvare il tuo mondo Squall? Ti ricordi? Il tuo mondo? Che non hai protetto? Squall? Squally Squally Squall Squall? S-Q-U-A-L-L?”
Leon, senza proferire parola, si lanciò all’attacco col Gunblade caricato al massimo. Bloody Water lo attese, per poi scartare all’ultimo e farlo cadere con uno sgambetto. Yuffie era piegata in due, cercando con tutte le sue forze di non ridere. Se fosse rimasta calma, avrebbe forse notato la mano che la afferrava. E forse avrebbe potuto impedire che la scagliasse di sotto. Avrebbe forse anche notato che sotto c’erano più di venti mine magiche pronte a esplodere. Ma ormai era inutile soffermarsi su cosa sarebbe potuto accadere.
Bloody Water, osservando compiaciuta l’inferno divampare sotto di lei, si avviò di balzo in balzo verso le mura esterne della città.
Intanto, Leon trascinava una carbonizzata Yuffie verso la casa di Merlino. Sulla strada, si ricongiunse al Re, che andò loro incontro. “Anche voi avete fallito, eh?”
“Ci… ci ha colto alla sprovvista.” Leon ringraziò silenziosamente ogni divinità esistente che Yuffie fosse priva di sensi e non potesse raccontare la sua figuraccia. “Maestà, ma chi…?”
“Dopo.” Topolino anticipò le ovvie domande del giovane uomo. “Ora torniamo da Merlino, si sta occupando di Lea e Riku, mentre Sora si riprende. Poi andremo da Yen Sid a decidere il da farsi.”

Intanto, Bloody Water aveva ormai superato le pareti di cristallo e il crepaccio, fino a giungere al dirupo che si affacciava sulla Valle dei Malvagi. Lì si fermò, osservando la costruzione che si ergeva.
“Ehi, questo è un ottimo posto dove insediarmi e porre le basi per il mio futuro Impero del Male!”
Con un gesto improvviso, Bloody mise la mano destra a “becco d’anatra”, mimando il gesto di farla parlare, e disse con voce profonda: “Ma Bloody Water, tu non eri la paladina dei Keyblade? Perché ora fai la cattiva?”
“Silenzio, Terra! Non voglio sentire obiezioni, specialmente da parte tua! Bloody Water fa quello che le pare, mangia quello che le pare, mette in un frullatore quello che le pare e all’interrogazione parla di quello che le pare! E viene comunque promossa, mister Non-sono-un-Maestro!”
Il monologo fu interrotto da uno squarcio luminoso nel cielo, seguito da un rumore assordante. Quando tutto si calmò, c’erano due nuovi guerrieri assieme alla ragazza.
“Vedo che ancora non ti arrendi. Quanto ancora dobbiamo andare avanti?” Sephiroth puntò la spada verso il suo rivale di una vita.
Cloud non si fece intimorire. “Silenzio! Ho giurato che ti avrei eliminato, ed è quello che farò! Io... io…” Il biondo si interruppe, e fissò Bloody, che li stava fissando come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Beh? Perché ti sei fermato? Coraggio, rispondigli a tono! Altrimenti gli dai ragione, e allora è come se avesse già vinto!” La ragazza faceva il tifo e seguiva il tutto con passione.
Mentre Cloud rimaneva interdetto e decideva se ignorare o meno il terzo incomodo, Sephiroth prese l’iniziativa. “Sei di troppo qui. Vattene.”
“Tu osi dirmi cosa fare, dove andare e di quanto sono? Ma tu… aspetta! Capelli argentei, sguardo malvagio, vestiti scollati che lasciano poco all’immaginazione, addominali dove potresti cuocerci la carne… tu sei Sephiroth! Ma se sei al Monte Olimpo, allora questa è la Coppa di Platino! E io partecipo! In guardia!”
Detto questo, iniziò ad attaccare con foga. Il guerriero monoalato si ritrovò sulla difensiva, sorpreso dalla ferocia dell’assalto. Lo scontro raggiunse ben presto livelli di potenza eccelsi, mentre i due si scambiavano colpi sempre più letali. Ad un certo punto, Cloud notò Sephiroth preparare un affondo di spada dall’altro che conosceva fin troppo bene. “Attenta!” Gridò.
 BW interruppe il combattimento e si girò “Cloud, cosa diamine ho detto riguardo al non dirmi cosa far-“
La spada la trapassò da parte a parte. Sephiroth la estrasse dal corpo senza vita ormai accasciatosi a terra.
“Povera pazza. Sii più assennata nella prossima vita. Ora, Cloud, proseguiamo il nostro scontro.. sempre che tu non voglia fare subito la sua stessa fine.”
Cloud non rispose. E non perché fosse spaventato. Ma perché dietro a Sephiroth, vedeva il corpo della giovane rialzarsi, un fumo nero che rigenerava la ferita sull’addome come se non ci fosse mai stata. Bloody Water si avvicinò in punta di piedi al guerriero di spalle e urlò “PENA CAPITALE!” sferrando al contempo un poderoso calcio tra le gambe del suo avversario, che si accasciò a terra come aveva fatto lei poco fa, ma con qualche gemito poco mascolino in più.
“Tch. Guerriero perfetto un paio di… ah, ora nemmeno quelle.” Si girò, aspettandosi un applauso per la battuta. Cloud non era mai stato così in silenzio in tutta la sua vita.
Bloody girò sul proprio asse un paio di volte, fino a fermarsi in una posa da ballerina. “Questo posto inizia ad annoiarmi! In più, ora che ho ottenuto la Coppa di Platino non ho più nulla da fare qui all’Olimpo! Sarà meglio trovare nuovi posti. So cosa stai pensando, biondino :’Mia Lady Bloody Water, ma noi abbiamo bisogno di te!’ Mi spiace, ma sono chiamata altrove. Lì, dove si necessita un piccolo aiuto, lì dove il crimine è all’opera, lì dove semplicemente non accade nulla di eccitante, lì troverete la vostra amichevole paladina di quartiere, la salsa sul panino della verità eccetera eccetera. Vieni mio destriero!”
Finito l’annuncio alla platea inesistente, BW evocò il suo Keyblade in forma di velivolo, e si diresse verso il cielo mentre imitava con la bocca il rumore di una moto da corsa.
Cloud rimase lì, accanto alla sua nemesi che si contorceva afferrandosi i genitali, a fissare il vuoto.
“…questo non è l’Olimpo” fu tutto ciò che riuscì a dire.

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Capitolo 3
*** Bloody in Wonderland ***


BLOODY IN WONDERLAND

Nel Giardino del Tè, il Cappellaio Matto e il Leprotto Bisestile festeggiavano il loro non-compleanno con tanto tè e biscotti.
“Un buon non-compleanno!” fece il Leprotto.
“A me!” fece il Cappellaio Matto.
“A chi?” fece Bloody Water.
“A me!” fece il Leprotto.
“Oh, a te!” fecero il Cappellaio e Bloody.
Tutti si fermarono, e i due festaioli osservarono la nuova arrivata.
“Un intruso!” urlò il Cappellaio.
“Ahhhh! Dove?!” disse Bloody, guardandosi attorno.
Il Leprotto si mosse in fretta. “Deve essere andato per di là! Seguiamolo!”
Lui e il Cappellaio Matto corsero per tutta la zona, mentre Bloody Water rimase seduta dov’era, sebbene continuasse a gridare di tanto in tanto cose come: “Sì! Inseguiamolo! Non ci sfuggirà!”
Tornarono poco dopo, entrambi ansimanti. “Hai visto dov’è andato?”
“Sì! L’ho cercato dappertutto, ma alla fine mi è sfuggito, scaltro come un armadillo!”
“Accidenti! Beh, torniamo al tè, allora.”
La cerulea gesticolò frenetica. “Non c’è posto! Non c’è posto!”
Il Cappellaio Matto rimase scioccato. “Come? Cosa dici, bambina?”
“Tutti i posti sono occupati!”
Anche il Leprotto si disperò. “Oh, no! E ora, come ci siederemo?”
Bloody si alzò, si mise accanto a loro e fissò il tavolo e le sedie vuote. “Ahhhh! Anche il mio posto è stato preso! Ora come facciamo?”
“Feeeeeermi tutti!” gridò il Leprotto. “Qua ci serve uno stratagemma!”
“Sì, uno stratagemma!” seguitò l’amico.
“Sì, sì, una stranagemma!” applaudì BW. “Ma dove troviamo la stranagemma?”
“Di sicuro crescono nel bosco, sulla riva!”
“Ma certo! Allora io vado, e se non dovessi sopravvivere, non cercatemi, sarebbe inutile! Ma potrei perdermi, quindi se mi vedete, fatemelo sapere, che a cercarmi sono un disastro!”
E la ragazza schizzò con la sua solita corsa folle verso il bosco, mentre il Cappellaio e il Leprotto si erano messi seduti e avevano ricominciato a cantare.

Dentro al Bosco di Loto, BW correva all’impazzata, fermandosi ogni tanto per prendere qualche oggetto dai forzieri e spaccarlo a terra con violenza. Man mano, stava diventando quello il suo scopo principale, andando anche fuori strada per prendere gli oggetti da rompere.
“Neanche qui! Ma dove sarà? Senza la stranagemma non riuscirò più a tornare a casa!”
“Oh? Vuoi tornare a casa?”
Dal nulla si materializzò, linea dopo linea, un gatto dal sorriso ebete. Lo Stregatto  fissò Bloody, sorridendo ancora di più.
“Ma guarda, una come te non si vede tutti i giorni. Sei stata nell’Oscurità, eh?”
“Signorsì! Sono Bloody Water, eroina di giorno, lampione di notte! Come vedi aiuto sempre! In alcuni casi inverto anche i ruoli, ma allora aiuto meno gente.”
“La tua visione della vita è affascinante, come non mi capitava più da tanto d’incontrare. Hai raggiunto un livello di consapevolezza superiore… o inferiore! Giacché non esistono direzioni. E dimmi Bloody Water, cos’è che cerchi?”
“Sono lieta tu l’abbia chiesto! Dunque, ero al Cimitero dei Keyblade, lo ricordo come se fosse successo undici anni fa, badando ai fatti miei, poi è arrivato Terra, che mi ha parlato di… qualcosa riguardante Eraqus e il suo spazzolino, non so, non stavo ascoltando. Poi arriva Ventus, e ci porta dei biglietti per Disney Town, poi arriva Vanitas e ce li ruba, poi Xehanort e ce li restituisce. Mi sembra ovvio che lo scontro era diventato inevitabile. Eravamo io, Xehanort e Braig contro Terra, Ventus e Topolino. Vanitas guardava.
“Abbiamo iniziato a combattere, fu un duello epico, tragico e romantico allo stesso tempo. Braig stese Ventus con un calcio volante, Xehanort rifletté la luce di Kingdom Hearts con la sua pelata e abbagliò tutti. Terra volle prendere parte allo scontro, ma gli feci notare che era solo per i Maestri. Pianse come la ragazzina che è. Alla fine, decisi di porre fine allo scontro e vendicare tutte le anime innocenti perse finora; grazie alla forza del pianeta e di chi lo abita, sconfissi tutti quanti: Terra, Vanitas, Topolino, Terra, Braig, Xehanort, Terra di nuovo, Eraqus, Ventus, Terranort, Terraqus e Terrapolino. Poi… boh, inciampai e caddi in un portale che transitava da quelle parti. È tutto!”
Lo Stregatto annuiva, affascinato. Lui aveva per dono tutte le risposte, ma non poteva prevedere i ragionamenti illogici, ragione per cui non lasciava mai il Paese delle Meraviglie. Ma quella giovane superava ogni aspettativa, conquistandolo.
“Bene, bene! Ma non cercavi una stranagemma?”
“Chi? Io? No, ti devi essere confuso con qualcun altro. È normale, assomiglio a così tante persone qui.” Indicò i fiori.
“Va bene, allora. Ma se vuoi tonare a casa, forse dovresti andare dalla Regina di Cuori. Tutte le strade sono della Regina.”
“La Regina di Cuori? La moglie di Kingdom Hearts! Le leggende erano vere!”
E senza dire altro, BW andò dritta alla corte della Regina per ricevere udienza.

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Capitolo 4
*** Tiptoe Through the Bloodys ***


TIPTOE THROUGH THE BLOODYS

La corte della Regina era tutta riunita per il caso. Il Bianconiglio risalì in tutta fretta le scale della sua pedana e suonò la tromba, indicando che la seduta era aperta.
“Presentiamo ora un terribile, terribile caso! Aggressione ai danni delle Carte Soldato, infamia, vilipendio, turpiloquio, vandalismo e cosa peggiore, imbiancamento delle rose rosse della Regina!”
Tutta la corte rimase senza fiato di fronte a quest’offesa senza precedenti.
“Portate la colpevole!” ordinò la Regina.
Le Carte introdussero Bloody Water, che camminava tranquillamente. La ragazza prese posto sul podio assegnatole e si guardò attorno con interesse.
Il Bianconiglio apostrofò l’imputata. “Tu! Per i crimini da te commessi, verrai ora interrogata da questa corte.” La cerulea annuì eccitata.
“Nome!”
“Susan.”
“Professione!”
“Addestratrice di cespugli.”
“Cosa fai tu?”
“Bloody Water, paladina della giustizia e delle cause perse, nonché presidentessa e fondatrice del club ‘Terra è un bambinone’.”
“Ma ti avevo chiesto il nome e mi hai detto Susan!”
“E Susan è un nome. Non necessariamente il mio, ma lo è.”
“E l’addestratrice di cespugli è la tua professione?”
“Oh, no. Non più, almeno.”
“…non importa! Dinanzi ai crimini da te commessi, come ti dichiari?”
“Bella domanda. E lei, come si dichiara?”
“Io?”
“Sì, lei. Nome?”
“Bianconiglio, ma-“
“Professione?”
“Dirigo il processo…”
“Ah, dirige il processo! Non mi pare che il processo vada da nessuna parte, ergo non penso abbia bisogno di una direzione. Vuole forse negarlo?”
“No, certo...”
“Quindi ammette che il suo lavoro è inutile, eppure insiste. Molto sospetto. Bene, ho tratto le mie conclusioni, la ritengo colpevole.”
“C-Colpevole? Ma di cosa?”
“Dell’essere innocente. Lei è completamente privo di reati, e con un alibi inoppugnabile. La cosa è ovviamente sospetta. Portatelo via!”
E subito delle Carte Soldato trascinarono via il Bianconiglio, troppo esterrefatto per poter dire qualcosa.

Soddisfatta dell’aver reso quel Mondo un posto migliore, Bloody Water si mise comoda sulla pedana.
“Bene, questo è fatto. Che altri casi abbiamo oggi?”
“Il Paese delle Meraviglie contro Bloody Water.”
“Oh, perdinci, il mio processo, e sono in ritardo!” Si recò al banco degli imputati dove l’avevano originariamente portata.
Normalmente spettava al Bianconiglio interpellare gli imputati, ma visto che era stato portato via in quanto colpevole dell’essere troppo innocente, la Regina stessa si occupò del processo.
“Dunque ragazza, tu sei Bloody Water?”
“Così mi chiamano!”
“Uh-uh, devi rispondere ‘Sì, maestade’. Allora, sei stata anche tu a commettere tutti quei crimini nel mio regno?”
“Sì, maestade.”
“Ah! Lo sapevo!” La Regina batté con violenza il suo scettro sul podio. “Quindi sei colpevole! E, prima che ti decapiti, perché mai avresti fatto ciò?”
“Sì, maestade.”
“Come? Oseresti insinuare che te l’ho ordinato io?”
“Sì, maestade.”
“Mi stai prendendo in giro?”
“Sì, maestade.”
“Ti sembro forse una sciocca?”
“Ecco, così su due piedi, direi di sì. Anche su un piede solo direi di sì, in realtà.”
La Regina era ormai paonazza di rabbia. Tutti i presenti tremarono, ben sapendo che la sua furia sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro.
Ma Bloody Water fece una graziosa riverenza e proseguì in tono più conciliante: “Mi scuso se l’ho offesa, Maestà, non era mia intenzione. Ho solo eseguito alla lettera gli ordini di sua Maestà per volerla compiacere.”
Queste parole ebbero un effetto calmante sulla Regina, che si rimise a sedere serenamente e  sorrise.
“Ah, ecco, così va meglio. L’ho sempre detto che eri una ragazza perbene, sempre detto. Sembra che tu abbia capito cosa devi e non devi fare in mia presenza.”
“Ah, sì, certo.”
“Sì, maestade.”
“Nah, non c’è bisogno di chiamarmi maestade, la ringrazio. Oh, ma guarda, la bestiola!”
“Cooome? Bestiola a me?” La Regina era di nuovo pronta a perdere il controllo, quando si accorse che Bloody guardava non lei, ma un punto sopra a lei. E con suo sgomento, vide lo Stregatto appollaiato sulla sua corona, con fare sornione.
Il Gatto si stava divertendo un mondo, ma aveva deciso di dare una scossa agli eventi, giusto per il gusto di farlo. Prevedeva che l’esito sarebbe stato memorabile.
E in effetti si scatenò un putiferio, con la Regina di Cuori che urlava in preda al panico, le Carte che correvano senza una meta precisa, gli astanti che facevano sempre più chiasso, e Bloody che osservava tutto con gli occhi di un gufo stralunato. Poi schizzò in avanti, estraendo il Keyblade.
“Ci penso io, tranquilli!” E così dicendo, puntò l’arma verso la grassa sovrana e sprigionò una decina di laser, che la colpirono portandola in cielo ed esplodendo come fuochi d’artificio. Poi precipitò rumorosamente, tra una folla atterrita dalla paura e una ragazza dall’espressione soddisfatta sul volto.
Dalle macerie del podio reale emerse la colossale Regina, ormai paonazza e dall’ira incontenibile.
“TAGLIATELE IMMEDIATAMENTE LA TESTA!”
Le Carte Soldato si avventarono, ma la ragazza le bloccò. “Non azzardatevi! Ve lo proibisco!”
“Tu osi dare ordini ai miei soldati?”
“Certo! Perché in realtà Susan l’addestracespugli è solo una copertura! Io sono l’Imperatrice dei Semi!”
Gli occhi dei presenti si immobilizzarono su BW, e la Regina si fece piccola piccola, impaurita.
“L’Imperatrice?” chiese con voce tremante.
“Esatto, vengo dal lontano Regno di Sottosoprano, e secoli or sono donai queste terre al figlio del nonno di tuo nipote; il mio compito è sorvegliare i vostri reami e decidere le vostre leggi!”
“E allora dicci! Cosa dobbiamo fare, o potente Imperatrice?” Chiesero mille e più voci nella Sala delle Udienze.
“È semplice! D’ora in avanti, non ci saranno più regole o sovrani! Ho nascosto una stranagemma in giro per il Paese delle Meraviglie, e chi la trova sarà il nuovo sovrano, e farà quello che vuole! Pronti, via!”

E tutti, dalla Regina al più piccolo essere, andarono in giro per la più colossale caccia al tesoro che si ricordi. Chi li vedeva passare non faceva domande, e si univa alla caccia senza nemmeno sapere cosa si cercasse. E in effetti nessuno lo sapeva, visto che la stranagemma non esisteva nemmeno. Per molto tempo, tutti gli abitanti vagarono per lo sconfinato regno alla ricerca del fantomatico oggetto, finché non si perse perfino la memoria di ciò che si stava cercando. Quando nemmeno più l’ultimo partecipante si ricordava perché stesse correndo, tutti abbandonarono la ricerca e tornarono alla consueta follia. Solo in seguito ci fu chi indagò sul mistero e ribattezzò la Caccia al Tesoro come Caccia degli Imbecilli, nome con il quale è tutt’ora nota.
Nel frattempo, Bloody aveva capito in qualche misterioso modo che il suo lavoro lì era finito, e si apprestava a partire.
Venne raggiunta dallo Stregatto, che sghignazzava come non mai.
“Davvero i miei complimenti, Imperatrice! In molti giungono qui, in pochi se ne vanno, ma nessuno è mai arrivato e ne è diventato il capo!”
“Grazie! Ma il dovere mi chiama, ci sono posti che richiedono il mio aiuto, oneste vecchiette che abbisognano della mia guida, onesti scippatori che necessitano del mio guidare le oneste vecchiette nelle loro grinfie!”
Lo Stregatto sapeva già che avrebbe sentito la mancanza di quel fenomeno ambulante.
“Davvero bello! Ma dove andrai, ora? Di certo non in un posto a caso.”
Bloody ci pensò un po’ su.
“Naturalmente no: Bloody Water non fa mai NULLA a caso. Beh, ora che ci penso, credo di aver lasciato qualcosa in sospeso, e sarà meglio andare a vedere! C’è una vecchia conoscenza che mi aspetta, e Bloody Water non fa mai attendere gli amici!”
E pronunciata questa terrificante promessa, la ragazza salì sul suo velivolo e aprì il Portale per l’Universo sconfinato.

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Capitolo 5
*** Io, Me & Bloody ***


Salve a tutti! Dopo parecchio tempo e alcune richieste, ho deciso di tentare di proseguire questa fic, sperando di non aver perso il filo e non aver deluso le aspettative. Non penso sarà aggiornata regolarmente, ma ci proverò ogni volta che mi sentirò in vena. Spero piaccia!

IO, ME & BLOODY

Topolino si grattava la testa perplesso. Il suo Maestro era famoso per i suoi giri di parole, ma stavolta trattava un argomento particolarmente complicato.
“Quindi, mi sta dicendo che non è un problema mentale? Che non è pazza?”
“Oh, è chiaramente ciò che io e te chiameremmo pazzia, Mickey. E di certo è un problema mentale, ma non nel modo che pensi tu. Questo è avvelenamento da Oscurità.”
“Ma, in che senso? Credevo l’Oscurità si limitasse a corrompere.”
“Normalmente è così. Qui nel Regno della Luce è troppo poca e può solo corrompere. E nel Reame Oscuro vi sono solo i cuori, quindi il risultato è grossomodo lo stesso. Ma Aqua vi è entrata anche con il corpo e la mente. La ragazza aveva un’enorme resistenza all’Oscurità, ma stavolta il suo dono le si è ritorto contro. Non riuscendo a distruggerla, l’Oscurità si è insediata in lei, prendendo possesso non solo del cuore ma di tutto ciò che vi era in mezzo. Aggiungici anni di solitudine e costanti nemici nel buio più profondo e beh, ecco il risultato.”
Il piccolo sovrano non afferrava completamente le proporzioni dell’accaduto, pur essendo stato nel Reame lui stesso. Ma capiva che ciò era peggio di una comune follia, e tanto gli bastava.
“Possiamo fare qualcosa? Se riuscissimo a condurla qui da lei…”
Yen Sid aveva l’abitudine lisciarsi la barba mentre rifletteva, più per impressionare il pubblico che per vera comodità. Al sentire questa proposta però, fece due azioni assieme: si alzò di scatto e allo stesso tempo strattonò la propria peluria facciale verso il basso. Il risultato fu che i piedi gli scivolarono per terra e cadde dalla sedia, il tutto condito da una poderosa facciata sulla scrivania.
Topolino non poté fare altro che osservare uno dei più potenti maghi di tutti i tempi finire gambe all’aria e sfoderare delle simpatiche babbucce a coniglietto, ma soprattutto delle striminzite gambette allampanate. Che erano stranamente e in modo assai sospetto perfettamente lisce e rasate, ma non volle investigare oltre.
Ripresosi dalla scivolata, yen guardò l’apprendista. “Portarla qui? E perché, per farci eliminare entrambi?”
“Ma se restringiamo i suoi movimenti-“
“E come? L’ultima volta eravate in quattro, e non mi pare sia stato d’aiuto. Vedi Mickey, credo ci sia dell’altro. Credo che i miasmi oscuri che Aqua ha assimilato abbiano una volontà propria, un concentrato di anime vecchissime e aliene che si fa ora chiamare Bloody Water.”
“E dice che ciò le ha dato più potere?”
“Non solo potere. Da quanto mi hai detto, Aqua conosceva cose che non avrebbe dovuto sapere, come l’aspetto di Vanitas e la sua somiglianza con Sora, o il nome di Leon. Credo che le entità che ora albergano in lei siano antiche e potenti, capaci persino di vedere oltre le barriere del tempo.”
Lo stregone (ancora barcollante per la botta di prima) si affacciò alla finestra.
“Potenza. Magia. Conoscenza. Preveggenza. Ora Aqua dispone di ciò in enormi quantità. Chissà cosa starà architettando.”

“Occheeeei, tutti ai propri posti? Ciascuno ha il suo panino? A scuola tutto bene? Allora diamo il via alla decennale corsa di lumache del Paese!”
Bloody aveva allestito un piccolo recinto dove far correre i suoi prigionieri, che però non ne avevano intenzione. Prima di tutto, perché il tracciato era un semplice cerchio senza inizio o arrivo; e poi perché erano Heartless e non lumache.
Un piccolo Shadow si avvicinò a lei e mosse le antenne.
“Come sarebbe a dire, non potete correre qui? Sigismundo, questa corsa è una tradizione millenaria, e non permetterò venga rovinata dal tuo pessimismo… che significa che vi hanno ordinato di raccogliere cuori? Beh, io ve lo disordino! Vi ordino di disordinare quell’ordine! E a proposito di disordine, che fanno quelli là? Tancrezio! Amaganda! Piantatela, o al limite trovatevi una stanza!”
 “Uhm, ehi.”
Ienzo non era proprio sicuro sul da farsi. Quella pazza era comparsa improvvisamente nello studio e aveva evocato degli Heartless, solo per mettersi a fare quel teatrino. Ora aveva deciso di attirare la sua attenzione, sebbene non era certo di aver avuto l’idea migliore del mondo. Difatti Bloody Water girò la sua testa (ad un’angolazione che il giovane scienziato non reputava anatomicamente possibile) e lo squadrò, gli occhi stralunati.
“È mai possibile? Un pigmeo!”
“Ehh… sì. Ok, senti, non so chi tu sia, ma ti pregherei cortesemente di-“
“E parla pure! Che strano essere. Incredibile che un sostegno così piccolo possa incamerare così tanta aria. La voce non è delle più profonde, ma non potevo aspettarmi altrimenti.”
Ienzo era da tempo abituato alla gente che si prendeva gioco della sua statura, quindi non ci fece caso. La ragazza sembrava una vera e propria seccatura: meglio sbarazzarsene il più in fretta possibile, e infischiarsene di ciò che diceva.
“Ahahah già, sono basso, da scompisciarsi. Bene, perché allora non vai da altri della tua taglia e mi lasci vivere in pace?”
“Mh? Scusa Grande Puffo, non ti stavo ascoltando. Vorrei poterti ascoltare solo per ignorare ciò che hai da dire, ma sono troppo presa da… cioè, com’è possibile? Non pensavo che un altro essere umano potesse avere…!”
“Sì, sì, va bene! È vero, la mia statura non è un granché, ma non mi pare così scioccante! C’è gente più bassa di me, sai?” La pazienza di Ienzo iniziava ad esaurirsi.
“Eh? Statura? E chi guardava quella? Certo che c’è gente più bassa di te, gnomo.”
“Cosa? Allora cosa c’è che non va in me?”
“Beh, vedi… i tuoi capelli! Voglio dire, sono blu. BLU! Ma che colore è? È assurdo e innaturale! Ma per caso li tingi?”
“Ma, io… tu hai… i tuoi capelli sono blu, molto più dei miei!”
Bloody lo guardò con estrema compassione, come si guardano i poveri mentecatti.
“Poverino. Ha le visioni. Visioni daltoniche, per giunta.”
“Ok, questo è troppo.” Ienzo estrasse il suo fedele tomo Lexicon, pronto allo scontro. “Ti farò vedere io come-“
“BWAHAHAHAHAHAHAH!!! Un libro! Hai davvero estratto un libro come arma? Che fai, mi racconti una storia? Ahh, voi hobbit mi fate scompisciare. Va bene, facciamo i seri e mostriamo ai lettori VERE armi, va.”
 
 Dilan pattugliava sbadigliando i corridoi del castello. Lea aveva frugato quel posto da cima a fondo, ma i suoi compagni insistevano che se le tenebre avevano conquistato il mondo in passato potevano farlo di nuovo. Stava per concludere la ronda quando un tonfo immane proveniente dallo studio lo fece sobbalzare.
Il nerboruto guardiano accorse per vedere l’origine del rumore… e si trovò davanti una ragazza che seduta sulla scrivania fissava pensosa un armadio rovesciato sul pavimento.
“Quindi nonostante abbia la statura di una formica, non riesce a sollevare cinquanta volte il proprio peso. Interessante. Bene Ienzolo, è stato divertente ma credo gli altri nani ti vogliano in miniera.”
“Ienzo? Ma sei là sotto?” Dilan puntò l’arma verso l’intrusa. “Tu chi sei?”
“Io sono la verdeggiante custode dei segreti dinastici! Portatrice dei sacri emblemi gemelli “Terra” e “Escemo”, figlia dell’oscuro signore del sonnambulismo Nosvegliatu! Colei che alle slot machine ha battuto ogni record perché ha legato il gettone a un filo e quindi lo può tirare fuori! Io sono Wloody Bater!”
Dilan non era in vena di scherzi, e se davvero quella svitata aveva battuto Ienzo era meglio non fermarsi a restare sconcertato. Colpire prima e interrogare dopo: quello era il suo stile preferito.
Il colosso portò indietro il braccio armato come per tentare un affondo, ma poi all’ultimo scattò ed eseguì un ampio fendente. Una tattica diversiva che se ben pianificata poteva far cessare subito le ostilità… ma che trovò la mano di Bloody a intercettarla. Il Lanciere rimase senza fiato, un po’ per la rapidità della risposta della cerulea, un po’ perché con una mano gli stava stritolando il polso mentre con l’altra gli aveva afferrato la gola e lo aveva sollevato a mezzo piede da terra.
“Affascinante. Il volto animalesco sembra quasi umano, anche se ricoperto da una fine peluria a mò di orribili basette. Deduco di stare osservando una sorta di gorilla.”
“Io… Io… Io…”
“Senti pure che versi gutturali che fa! Prima il lillipuziano, ora lui. A giudicare dagli abitanti, mi trovo in una sorta di giardino zoologico. Me l’aspettavo più… qual è la parola?”
“Radioso, forse.”
“Giusto,inzuppato! Grazie, voce misteriosa. Che ora si è trasformata in un vecchio coi capelli lunghi. Ciao.”
Bloody lasciò cadere a terra il suo prigioniero per confrontarsi col nuovo arrivato. Even era accorso appena aveva sentito il rumore e le urla, ma aveva deciso di restare in disparte per osservare il comportamento della ragazza.
Dilan si rialzò di scatto e si frappose fra i due, con sommo sconcerto di BW.
“Ehi, Bob Marley! Stavo parlando con la parrucca, e in misura minore con l’umano che c’è sotto!”
“Even, meno male sei qui! C’è stata una-“
“Ne sono consapevole Dilan. Vergognati, venire sopraffatto così facilmente.”
“Insomma! Prestatemi attenzione! Vi avverto, ho messo scorpioni nelle mutande e ho dato loro fuoco per molto meno! Anche senza motivo! In realtà sarebbe più corretto dire anche a persone che mi avevano fatto dei favori, ma sono dettagli!”
“Tu eri qui? Perché non sei intervenuto? Ah, non importa. Procederò immediatamente a scortare questa matta fuori di qui.”
“Scortarla fuori di qui? E perché mai, folle?”
“Ah! Misericordia, la gara centenaria di corsa delle lumache! …Beh, pare che ormai Tancrezio e Amaganda abbiano consumato. Che carino, appena nato tenta già di cavarmi gli occhi!”
“Ahh, fatti da parte, scimmione!”

Even scostò Dilan e si avvicinò a Bloody Water, che stava allegramente lanciando gli Heartless contro il muro a tutta potenza.
“Dunque, tu sei Bloody water, se ho inteso bene?”
“Chi? Io? No, io sono Dilan. Forse cerchi il microscopico essere sotto l’armadio, l’idiota che combatte con un libro. Anche se in effetti esistono armi peggiori. Pensa se usasse un mazzo di carte!”
“Non ne dubito. Dunque, ti spiacerebbe venire con me per una chiacchierata?”
“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhh... sì, mi spiacerebbe eccome. Ma la vita è fatta di gioie e dolori, latte e sapori, rose a cavolfiori, donne e motori, quindi va bene. Solo se ti metti in ginocchio!”
Even era disposto a umiliarsi un poco pur di mettere le mani su quel prodigio cerebrale.
“Così va bene?”
“Ora metti le mani sulla testa tipo orecchie da coniglio.”
“Fatto. Altro?”
“Ora dì ‘Ti prego, lord Xemnas.’”
“Perché dovrei pregare Lord Xemnas?”
“E che ne so io? Sei tu quello che sta in ginocchio con le mani sulla testa a fare orecchie da coniglio, manco fosse martedì. Andiamo? Vado avanti io, che tu la strada già la conosci quindi mi darai un piccolo vantaggio.”
Even si rialzò e seguì la giovane ospite, deliziato all’idea degli esperimenti che avrebbe potuto condurre su una psiche tanto instabile.

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Capitolo 6
*** Bloody Water - Col 50% di Nessuna Pietà ***


BLOODY WATER – COL 50% DI NESSUNA PIETÀ

Bloody Water avanzava a fatica nei corridoi del laboratorio. Minuscole gocce di sudore si formavano sulla sua fronte contratta per lo sforzo di quell’affannoso procedere. Ma non voleva dargliela vinta. Non avrebbe mai permesso che…
“Si può sapere perché cammini sulla punta delle dita?”
Even, camminando normalmente, la seguiva a due passi di distanza con tanto d’occhi.
“Perché il pavimento è lava. Tu stai bene solo perché hai il potere del ghiaccio.”
“Capisco. E in che modo camminare sulle dita ti aiuterebbe?”
“Beh, mi pare OVVIO, no? Perché la magia si usa dalle mani, quindi la lava non mi farà del male! O hai mai visto qualcuno evocare il fuoco dai piedi?”
“Ah, certo, certo. Bene, siamo arrivati.”
Even e Bloody, entrambi camminando sui piedi, entrarono nella sala del computer. Lo scienziato adocchiò famelico il cd a cui stava lavorando Xehanort: se avesse potuto incrociare quelle ricerche con la pazzia di questa giovane! Già pregustava le scoperte e gli utilizzi, ma doveva andarci cauto. Quindi decise di cominciare instaurando un legame col soggetto.
“Mi dica signorina Bloody, le è piaciuto lo zoo di poco fa?”
“Divertente quasi quanto quella volta dove ho visto i magnifici pidocchi che… eh…. Facevano… senti, facciamo che ho detto qualcosa di improbabile e per nulla divertente, va bene? Sono stanca. Non dormo da undici anni.”
“Oh? Non esiste riposo nel Regno dell’Oscurità?” Even era già pronto a prendere appunti, ma si chiese se non stesse attuando un approccio troppo diretto.
Difatti Bloody strabuzzò gli occhi per un istante e rispose: “Riposo? Nah, nell’Oscurità tutto fluttua e perfino posare gli oggetti diventa difficile, figuriamoci ri-posarli. Per rimanere a terra devi costantemente trattenere il fiato, e questo spiega come mai gli Heartless non volano. Non hanno polmoni.”
Even si ripromise di tenere a freno l’impazienza e procedere con calma: si disse tra sé e sé che ogni fesseria sarebbe stata un’altra occasione per capire come si comportava il soggetto. ‘Anche la pazzia può essere tracciata, se uno non si fa scoraggiare.’
“Ohohoh, niente polmoni, certo. Ha senso.” Si accorse la ragazza lo stava fissando ancora, stavolta con un’espressione quasi irata. “C’è… c’è qualcosa che non va, lady Bloody Water?”
“Tu mi stai solo dando ragione. Fingi di ridere alle mie strepitose battute, ma il tuo cuore è fragile quanto l’ego di Terra, che è una delle cose più fragili che esistano! Io la sfido a duello, messere!”
E BW iniziò a lanciarsi a tutta forza contro le pareti, senza nemmeno provare a centrare Even: in compenso, fece a pezzi un buon numero di dispositivi e provette.
“Basta, basta! Va bene, glielo confesso, ho mentito: ma è solo perché voglio conoscerla meglio, in tutta la sua, ehm, prodezza!”
Bloody si fermò, saltò sulla tastiera del computer centrale e guardò Even accovacciata. “Quindi ammetti di avermi dato ragione a prescindere?”
“Sì!”
“Ora mi stai dando ragione a prescindere?”
“No, no!”
“Quindi mi dai lasagnone a pescivendole?”
“Cosa?”
“Vabbè, facciamo che mi dai un quarto di centesimo e non si ripeta. In contanti però! La mia banca potrebbe non accettare un assegno, forse anche perché è gestita da api in pensione ed è grande quanto un posacenere con problemi di autostima.”

Even iniziava a temere di essersi spinto troppo in là. La creatura sembrava alternare pura pazzia a lampi di comprensione… folli anche quelli. Magari mandarla via era la cosa migliore.
“Dunque, signorina Bloody Water-“
“Ti prego, ci conosciamo da così tanto tempo ormai! Abbiamo condiviso epiche avventure in terre lontane, abbiamo diviso vitto e alloggio durante i tempi grami, abbiamo preso vitti e alloggi di altre persone, abbiamo diviso anche quelli e allora sì che i tempi sono diventati grami un po’ per tutti… insomma, chiamami pure Petruccio!”
“N-No… io, mi chiedevo solo se ormai lei non si fosse stancata di essere qui, e non volesse cercare avventure altrove.”
“Mhhhhh… mi chiedi di andarmene?”
“Se non è troppo disturbo.”
“Rinunci quindi a tutti i segreti oscuri? Alla tua rivincita contro Xehanort?”
“Cosa?”
“Tutto ciò che potevi imparare, tutto quello che potevo dirti, rivelarti il fine ultimo di Kingdom Hearts…”
“Sì! Cioè no, non rinuncio! Mi interessa!” Even decise che tutta quella sofferenza mentale doveva far fruttare qualcosa.
“Oh, cosìcche siccheccosì saresti anzidunque anche tu un Cercatore?”
“Sì!”
“Uno dei Magnifici Insommergibili Cercatori della Lega di Stanley?”
“Eh… certo!”
Bloody inspirò rumorosamente. Si strozzò, e passò trenta secondi a tossire. Una volta ripresasi, afferrò Even per il colletto del camice. “Come hai fatto? Sono anni che provo ad entrare in quel club esclusivo!”
Ora era la fronte di Even ad essere imperlata di sudore. Quella pazza avrebbe potuto far saltare tutto al minimo sgarbo…
“Ah-ah! Devi essere andato al famoso raduno dove elargivano lo status di membro, il ventun Gennaio scorso!”
“S-Sì, esatto!”
“Ma ciò non è possibile, perché io ci sono andata il venti e li avevano già finiti.”
“No, infatti mi sono sbagliato, io… ci sono andato il giorno prima!”
Lo scienziato sentì di aver commesso il passo falso ancora prima che si verificassero le conseguenze. Bloody Water strinse ancora di più la morsa attorno al suo collo, fissandolo con occhi iniettati di sangue.
“Come può un membro onorario dei Munifici Insommergibili Cercatori della Lega di Stanley affermare di essere andato ad un raduno il giorno prima… quando tutti i fan di Stanley sanno che il diciannove è giorno sacro, in quanto segna la maturazione dello stracchino, e quindi non si lavora? Di che colore è l’orso?”
La cerulea lo strattonò a tutta forza. “Parla! Di che colore è il dannatissimo orso?”
“Non lo so!” Even era ormai sull’orlo delle lacrime, il cervello in corto circuito.
“La tua ignoranza in materia di cromatismo plantigrado è oltremodo sospetta per uno scienziato. Ma in onore della compagnia dei Magnifici eccetera leggi sopra per il nome anzi leggi ancora più su che mi sa la seconda volta ho sbagliato aggettivo di Stanley, ti fornisco un’ulteriore prova. Mostrami la famosissima stretta di mano con cui placare un trachiosauro.”
Silenzio. L’uomo si era rassegnato, e pregava solo che la sua fine non fosse troppo dolorosa. Mai avrebbe dovuto accogliere quel tornado nel laboratorio…
Il tornado lo lasciò andare e batté le mani. “Esatto! Non c’è nessuna stretta per placare un trachiosauro, perché come tutti sanno le strette di mano non esistono. Ti sei guadagnato il mio aiuto!”

BW evocò parecchi fiori magici che spruzzarono confetti viola ed emisero pernacchie per la sala, in quello che probabilmente riteneva un momento di celebrazione.
La speranza si riaccese in Even, seppur fiocamente. In altre circostanze avrebbe provato a riprendere il controllo, ma non ne aveva più la forza. “Rivelami il segreto di Kingdom Hearts!”
“Oh, quello? Mh, è una cosa grossa… molto grossa, grossa e grassa direi. Ma in virtù dell’amicizia che legava me e il tuo gatto, te lo dirò. Ma dovrai eliminare questo!”
Even fissò ciò che la ragazza teneva in mano. “Il cd di Xemnas? Ma è la banca dati più preziosa che abbiamo, impossibile da replicare senza la password!”
“Tranquillo capellone, è tutto sbagliato! Quello Xemnas non aveva capito niente. Non mi sorprende poi, guardandolo ho sempre percepito in lui… come dire? Come una sorta di barlume di tontaggine, in un oceano di infinita stupidità. Sì, un accenno caratteriale che definirei quasi Terroso. Io ti fornirò la vera verità, suggeritami dalle forze oscure in bilico nell’Oltremondo!”
Lo scienziato esitò. Quel disco era davvero prezioso, il risultato di una vita di ricerche. Forse perfino più di una, se conosceva Xehanort. Ma d’altronde, chi poteva dire Xehanort fosse davvero il massimo esperto? Sia lui che Xemnas avevano commesso errori. Sviste. Se ci fosse stato un modo per ottenere una conoscenza pura, filtrata da simili imperfezioni, non era forse suo ruolo coglierla? Non era forse lui, Even Venerem, lo scienziato vincitore per ben tre volte dell’ambito premio Chioma Intellettuale, colui che avrebbe usato quella conoscenza per rendere la gente libera, i ristoranti pieni e gli scoiattoli infinitamente sexy? L’unico che…
“Ma la vuoi finire?”
Bloody mise via il megafono e si allontanò dal suo orecchio. “Ehi, scusa tanto se provavo a rendere il tuo personaggio più interessante. Allora, la distruggi quella frittella o no?”
Un’ultima occhiata. Un ultimo rimorso. Poi, Even prese il disco tra le mani e lo spezzò in due, provando anche una sorprendente gioia nel farlo.
“Bravo! Non ti senti meglio ora?”
“In effetti… non è male!”
“Ancora! Rompilo di nuovo!”
Prese una delle estremità del disco e la lanciò contro un muro; poi si mise a saltare sul posto, frantumando i pezzi rimanenti con le suole delle scarpe. Intanto Bloody lo incitava.
“Sì, così! Continua! Al confronto Xion sembrerà viva e vegeta e priva di ferite emotive!”
Alla fine, non rimase altro che finissima polvere. Even, ansimante e con un sorriso ebete in faccia, si voltò verso BW. “L’ho rotto!”
“Ho visto! Devi essere fiero di te. Chissà quante menzogne c’erano lì dentro, frutto della bacata mente di Terra!”
“Xemnas.”
“E io che ho detto? Ora sei pronto per la verità. Il segreto di Kingdom Hearts.”
L’atmosfera si fece solenne. Perfino Bloody appariva regale, sebbene avesse un bastoncino di gelato -recuperato da chissà dove- che le usciva da un orecchio. Lei si avvicinò, ed Even attese pendendo dalle sue labbra.
“Kingdom Hearts, come può aiutarti il suo nome, è un regno composto da molti cuori.”
“E?”
“E cosa?”
“Composto da molti cuori, come dice il suo nome. E poi?” Dopo quell’inizio sensato e promettente, lo scienziato era ancora speranzoso.
“Beh, questo è quanto. Ti ho detto ciò che mi ha detto l’Oscurità, per filo e per segno. Le voci oscure non vanno tanto per il sottile. Ma se vuoi farti una cultura sulle rape, ah, allora sì che ne avrei di cose da dirti!”
Le sottili mura del raziocinio della mente di Even stavano per cedere sotto il peso della più cupa disperazione. “Ma ci deve essere dell’altro! Come lo si apre! Cosa effettivamente sia! Che poteri può donare! La ricerca di Xemnas era piena zeppa di teorie al riguardo!”
“Wow, siete andati così a fondo?” Bloody sembrava genuinamente sorpresa. “Ma pensa, sai che non me lo sono mai chiesto? Allora mi sa Xemnas ci aveva visto giusto! Io pensavo che il suo cd fosse pieno di roba inutile tipo cosa aveva mangiato quale giorno, invece… mi sa che non hai fatto bene a distruggerlo!”
Le mura cedettero.

Even fu scoperto parecchi giorni dopo, quando Aeleus e Dilan passarono a controllare che tutto fosse sicuro. Lo trovarono raggomitolato su se stesso, e successive analisi indicarono quasi impossibile il suo pieno ricovero. Trascorse il resto dei suoi giorni nell’ospedale psichiatrico di Radiant Garden, e fino alla fine insistette nel farsi chiamare “Stanley” e a parlare solo con chi sapesse di che colore era l’orso.
Pochi attimi dopo il crollo invece, Bloody Water uscì fischiettando dalla finestra, precipitando per parecchi metri e atterrando di faccia sull’asfalto. Rialzandosi come se nulla fosse, vide un comitato d’accoglienza pronto apposta per lei. Topolino, Leon, Sora, e due rattoppati Riku e Lea la fissavano con le armi in pugno.
“Che bello.” La ragazza sorrise folle e mise le braccia in avanti come per farsi ammanettare. “Altri amici.”

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