Antologia Baustelle

di Val_Ser
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gomma ***
Capitolo 2: *** La canzone di Alain Delon ***
Capitolo 3: *** Mademoiselle Boyfriend ***
Capitolo 4: *** La moda del lento ***
Capitolo 5: *** La guerra é finita ***
Capitolo 6: *** I provinciali ***
Capitolo 7: *** A vita bassa ***
Capitolo 8: *** Il nulla ***
Capitolo 9: *** Charlie fa surf ***
Capitolo 10: *** Il liberalismo ha i giorni contati ***
Capitolo 11: *** L'aeroplano ***
Capitolo 12: *** Baudelaire ***
Capitolo 13: *** Le rane ***
Capitolo 14: *** La canzone della rivoluzione ***
Capitolo 15: *** L'ultima notte felice del mondo ***
Capitolo 16: *** Nessuno ***
Capitolo 17: *** La morte ***
Capitolo 18: *** Diorama ***
Capitolo 19: *** Il futuro ***
Capitolo 20: *** La natura ***



Capitolo 1
*** Gomma ***


Premessa: Questa raccolta è stata in cantiere per un po'. Considerando che è circa un anno che non aggiorno, avete un'idea di quanto sia "un po'" nella mia concezione temporale. Ho cancellato e ricominciato mille volte, fino ad arrivare a questo formato, cioé una raccolta di 20 drabble, ognuna ispirata ad una canzone dei Baustelle, da Gomma fino a Il futuro. Ho cercato in tutta la loro discografia le canzoni per me più significative e... ho fatto questo. Per certi versi, credo sia il mio lavoro più personale, qui dentro.
La raccolta è una vera e propria antologia di slices of life, mi piaceva così. Non c'è bisogno di essere fan dei Baustelle per leggere, ovviamente, anche se suggerisco di ascoltare qualche loro canzone per entrare nell'atmosfera.
Come al solito, grazie per essere arrivati fin qui, grazie a chi recensirà, grazie a chi ha perso tempo a leggere e grazie a chi mi sto scordando di ringraziare. Grazie anche ai Baustelle, magari, per farmi sempre uscire la quindicenne mai cresciuta dentro di me.
Ciriciao cari, buona lettura.




 
Antologia Baustelle


#1 — Gomma
«Che succede se un giorno ti dico che ti amo?»
Mugugna, affonda la testa nel cuscino. «Non lo so.»
Non lo dice con cattiveria. O forse è troppo cattivo per non essere così onesto.
«Ti dispiacerebbe?»
Mi lancia un’occhiata e un sorriso. Uno di quelli da repertorio, quando vuole prendermi in giro. «Non so nemmeno che succederà domani.»
Questa frase dovrebbe porre fine a tutto, invece no. Tremo un po’ quando si avvicina ancora, quando so che vuole altro, vuole di più. Le sue parole sono caramello caldo appiccicato sulle mie gengive. Domani sarà tardi per noi, domani saremo altri. 





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Capitolo 2
*** La canzone di Alain Delon ***




 
#2 — La canzone di Alain Delon
La musica jazz è tutta tua. Ma che ci fa della musica jazz nelle tue orecchie?
A tredici anni le sigarette che fumavi dietro la scuola, i reggiseni troppo imbottiti per il tuo corpo di cerbiatto, i capelli tinti e tuo padre che urlava; dieci anni dopo sei vestita come tua sorella più grande, e  fai l’aperitivo e ascolti jazz. Non capisco di cosa mi parli ma non puoi saperlo.
«Allora, come va?»
Un sorriso smaliziato che non hai mai avuto. Non posso pretendere che tu sia rimasta intatta ma eri tra le mie ultime speranze.
«Non c’è male» mento.






 

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Capitolo 3
*** Mademoiselle Boyfriend ***




 
#3 — Mademoiselle Boyfriend
Ansima, ansima, ansima.
La tua pelle si appiccica a me, i tuoi capelli mi finiscono sui denti e vorrei succhiarli come vorrei succhiare ogni cosa di te.  E le autoreggenti nere, e la collana di perle, e i muscoli tesi mentre mi stendi sul divano.
Mi inchiodi come un Cristo in croce, e la percezione che ho di te è cruda e nuda, sei tu. Cosa sono stata fino ad adesso?
«Fatti scopare» mi sussurri in un orecchio. «Ti prego.»
«Non supplicare» dico io.
I tuoi seni si adagiano sui miei e il mondo assume la sfumatura dei tuoi fianchi.




 

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Capitolo 4
*** La moda del lento ***




 
#4 — La moda del lento
Sembra lei in mezzo alla folla. C’è tanta gente, è vero, ma solo lei ha quei capelli e quel modo di ridere. O forse sono io che vedo, in altri, cose che li rendono idea e teoria di quello che ricordo.
Fossi stata qui, mi avresti detto “Andiamo”. Non casa mia, non casa tua, ma da qualche parte. A mangiare qualcosa, a ridere su una scemenza, a parlare di cose che non interessano a nessuno dei due.
Ma non sei qui. O forse…
Si gira.
È solo una che ti somiglia.
Le andrei accanto comunque, le direi che mi manchi.

 



 

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Capitolo 5
*** La guerra é finita ***




 
#5 — La guerra è finita
Vi ritrovate in un lasso di tempo sfuggito alle vostre abitudini, un momento in cui non dovreste incrociarvi lungo il corso, perché ora avete entrambi un lavoro, altri amici, altre vite, altri altrove.
Eravate diversi. Avevate i capelli rasati, tinti, i chiodi con le toppe dei Sex Pistols e dei Motörhead, cinque grammi d’erba nascosti negli slip neri e una bottiglia di vino rubata sottobraccio.
Guardandola ora, prima che lei possa riconoscerti, non ci pensi due volte: era assurda, nei suoi 16 anni, ma non più di adesso. A 16 anni alcune assurdità sono solo reali. Reali e basta, no?


 



 

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Capitolo 6
*** I provinciali ***




 
#6 — I provinciali
Potrei rimanere appiccicata a questa finestra per mesi, se il caldo di luglio durasse per sempre. La domenica è morta, in questo posto sperduto. L’ho scelto io.
Il trambusto della chiesa è finito da ore, persino i vecchi nella piazza sotto il mio appartamento hanno lasciato i loro tavoli appiccicati per vedere i programmi sul calcio in tv.
Sarebbe meglio se fossi sola, a guardare il ciottolato bianco sotto il sole, ma c’è una coppia sotto l’albero che si bacia, tra un motorino e il bidone dei rifiuti organici. Li sento fin qui nel loro silenzio. C’è consapevolezza nella complicità.


 



 

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Capitolo 7
*** A vita bassa ***




 
#7 — A vita bassa
«Lo capisci che rischi di perdere l’anno, Monica?»
«Professore…» Che parole devo biascicarti per convincerti? Sfilo la gomma dalle labbra, succhiando le dita insalivate. L’appiccico sotto il banco sul quale sono seduta, aprendo le gambe. «Tanto è inutile sforzarsi, no?»
Distoglie lo sguardo. Guardami, coglione.
«Monica, per favore, non fare…»
«Non sto facendo niente. Che le frega? Volete solo togliermi di torno e avete ragione. Lei lo sa che è sempre la stessa storia, ma non lo dice. La spaventa perché vorrebbe che sperassi che non sia così. Lei che ci fa qua?»
Oh, sì, lui sa cosa vorrebbe fare.


 



 

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Capitolo 8
*** Il nulla ***




 
#8 — Il nulla
Presentazione del nuovo libro di Tizio Qualunque.
Basta dargli solo una mezza occhiata per capire quanto sia indifferente alle cose vere. Che ne sappiamo di cose vere? Forse niente, ma niente è più di quanto sa di Tizio Qualunque. Sorridere e piacere alla gente sono due arti sociali, saperlo fare apparendo intelligenti è un talento.
Ma noi di talenti non ne abbiamo. Ci basta essere qui, dondolarci tra quello che vediamo e facciamo e sentiamo e respiriamo. Quando tu scrivi del sole, noi siamo già ubriachi di luce. Quando tu parli di vita, noi abbiamo già scambiato respiri di saliva.


 



 

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Capitolo 9
*** Charlie fa surf ***




 
#9 — Charlie fa surf
7.30 login su Facebook, Twitter, Ask –anonimo di merda, ignorare, lavarsi, vestirsi, due cambi, mp3, bustina magica, autobus. 
11.35 Facebook update: selfie, selfie, selfie, Twitter: check, Instagram: feed vuoto, messaggio a Claudia, messaggio a Martina, Claudia risponde.
15.20 MacDonald, Facebook: check, 139 messaggi non letti su Whatsapp, vedere Claudia in piazza, “Mi fai provare lo skate?”, sapere che i preservativi sono in tasca, sfiorarle il culo, skinny jeans.
15.55 rap, hip hop, un paio di cuffiette per due persone, bacio con la lingua, viene duro, bacio più forte,  cristalli, va tutto bene, Claudia, Claudia, Martina ha commentato il tuo stato: “Ahahahaha xD”.


 



 

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Capitolo 10
*** Il liberalismo ha i giorni contati ***




 
#10 — Il liberalismo ha i giorni contati
I writer taggano sulle mattonelle bianche e blu, se sai fare gli stencil farai carriera.
I dottorandi salgono nei primi vagoni, se scendi per primo dai appuntamento per un aperitivo.
Gli scrittori si guardano intorno, se hai la Moleskine vai ancora di moda, non preoccuparti.
Le prostitute non le vedrai fino alle sette, gli adolescenti torneranno a mezzanotte, ubriachi per finta, e si terranno lontano dagli ubriachi veri. Se ti senti sola, non farlo. Questa metropolitana sa che tutte le solitudini sono profondi legami con estranei a cui non abbiamo mai parlato. Le solitudini sono amicizie senza nome, lo sai.


 



 

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Capitolo 11
*** L'aeroplano ***




 
#11 — L'aeroplano
Non posso lasciarti andare. Sembra tutto più pesante, visto dal basso. Potrei urlarlo ma non lo sentiresti. Mi sento pesante. Quando tornerai, non saprò cosa dirti però sapresti immaginarlo, senza dirlo, perché sei troppo intelligente. Fuori dalla mia Volkswagen l’erba è secca. Avevo delle cose da dirti o erano solo “ti ricordi”? Come posso tornare a casa, ora, se non è più la tua casa, anche con tutti i tuoi libri, gli album, i dvd a prezzo scontato? Fai esplodere il cielo, che tutto esploda e tu sia il superstite del miracolo. Se sopravvivevi a noi, puoi sopravvivere a tutto.
 


 



 

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Capitolo 12
*** Baudelaire ***




 
#12 — Baudelaire
Leggere di spleen, di ciel bas et lourd, di simbolismi e analogie sotto la tettoia rotta di una fermata dell’autobus di una città di provincia fa sentire soli. Nei momenti di massima vita, il libro in borsa è come un’ancora: è difficile parlare con la gente, ridere con loro per motivi non chiari quando una poesia spiega più cose di quanto pensavi di avere il desiderio di sapere.
E adesso anche il nero appare trasparente. Non ci sono mai state tutte queste possibilità, queste diversità da voler conoscere, voler esplorare. Il mondo non sta più tutto sotto una tettoia rotta. 


 

 


 

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Capitolo 13
*** Le rane ***




 
#13 — Le rane
Quindi come ti trovi lì.
Ma sai, il solito, tutto a posto.
Ci pensi quando…
Non me ne parlare.
Dicevo per dire.
Eh, lo so.
Ho rivisto un paio di loro, l’altra sera.
Ah sì?
Sono cambiati.
Non si può rimanere sempre bambini.
No certo.
Anch'io ci pensavo che le cose sarebbero potute andare diversamente.
Tipo.
Ma che ne so, le cose che vanno diversamente sono sempre quelle, sai.
Che ci aspettavamo, poi.
Le solite cose da adolescenti.
Sembra passato un secolo.
Anche una vita o due.
Già senti ormai si è fatto tardi…
No figurati certo.
Ci sentiamo.
Sì.


 

 


 

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Capitolo 14
*** La canzone della rivoluzione ***




 
#14 — La canzone della rivoluzione
«Parlando delle ultime manifestazioni degli studenti, Professore: cosa pensa del fatto che alcuni la chiamino “rivoluzione”?»
«Prendendo l’etimologia del termine, deriva dal latino revolutio, cioè rivolgimento, rovesciamento. Quello che mi chiedo è: questi ragazzi cosa vogliono rovesciare? Alla loro età non si è abbastanza maturi, e dovrete perdonarmi, per capire cosa funziona o meno. Le manifestazioni le feci anche io ai miei tempi, ma per questi ragazzi è solo un pretesto per fare caciara. I loro slogan sono parole rubate ai libri e ai testi musicali. Urlano, gridano, si baciano davanti le forze dell’ordine… dico, le sembra una rivoluzione questa?»


 

 


 

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Capitolo 15
*** L'ultima notte felice del mondo ***




 
#15 — L'ultima notte felice del mondo
I film in bianco e nero hanno un fascino unico, è quello che dici sempre, quando buttiamo i cuscini sulle mattonelle di cotto e mettiamo su un dvd, immersi tra le candele alla citronella. Vediamo tutto quello che vuoi perché mi basta sapere che tu hai scelto, tu sai scegliere.
Quando scegli me, mi prendi e mi baci e ogni angolo della nostra casa al mare diventa un santuario d’amore, ritorno bambina sugli scogli, con le ginocchia sbucciate, e l’odore del mare è dentro di te e ti stringo più forte per sentirlo nei miei polmoni. Morissi adesso, morirei felice.


 

 


 

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Capitolo 16
*** Nessuno ***




 
#16 — Nessuno
Hanno la pioggia sulle dita delle mani, sotto la suola delle scarpe, fin dentro ai vestiti. Sono due figure che si smezzano una sigaretta su un balcone. I lampioni e le stelle stanno insieme come un’equivalenza algebrica. C’è una certa equivalenza anche in loro due.
Dai balconi intorno sentono di tutto.
«Stare insieme è una cosa violenta.»
«Forse.»
La capiscono, quella violenza. È un’orchestra che segue i loro gesti, una cornice di alloro e legno sotto le coperte, l’inchiostro nero dei giornali, ma come possono esserci la guerra e la fame e la morte quando tutto, forse, funziona?
«Vuoi sposarmi?»


 

 


 

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Capitolo 17
*** La morte ***




 
#17 — La morte
Segreteria telefonica, lasciare un messaggio.
«Ehi. Sono di nuovo io. Lo so che… questo non cambierà niente, però… Comunque. Dovevo dirtelo. È cambiato. È tutto cambiato da quando ci sei tu. Non è tanto per dire, è scattato davvero qualcosa dentro di me. Ho voglia di fare cose. Ho voglia di uscire, sai? Non era così scontato prima. Quando sono con te… è come se tutto tornasse al proprio posto.  Capisci che intendo? E se io posso migliorare, penso che forse noi due… Penso che dovremmo, o potremmo, se vuoi… Se vuoi noi due potremmo anche––»
Casella vocale piena.


 

 


 

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Capitolo 18
*** Diorama ***




 
#18 — Diorama
Si siede sulla panca accanto a te. Le allunghi la cartella clinica.
«Dovevamo proprio vederci qui?» sbuffa preoccupata, facendo scivolare la borsa dalla spalla.
Non le rispondi. La senti sussultare mentre legge i risultati della biopsia. Dice qualcosa, singhiozza, ti abbraccia. Non la senti davvero a contatto con il tuo cappotto. Il tuo sguardo è fisso su quella scena immobile nel tempo. Ci sei dentro con tutto te stesso, non sei più una bomba pronta a scoppiare, non hai più un limite di tempo. Più lei ti abbraccia, più sei una scenografia di cartapesta, una figura storica lucida di cera.


 

 


 

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Capitolo 19
*** Il futuro ***




 
#19 — Il futuro
Non c’è funerale dove non si rida, lo sappiamo tutti e quattro, quindi non ci sentiamo nemmeno appena in colpa a ridere così.
«È proprio una merda.» Il fumo delle sigarette è intrappolato nella macchina, appanna i finestrini anche col riscaldamento acceso.
«Oh, la sapete la storia di quei due dell’estate scorsa?»
«Sono ancora vivi?»
E ridiamo come cani sguaiati perché non c’è nulla di più divertente di questa assurdità. Non abbiamo mai avuto il controllo di niente, perché fare finta adesso? Non siamo diversi da quelli che ci facevano schifo. Noi stessi siamo rivoltanti. Siamo diventati troppo, troppo umani.

 

 


 

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Capitolo 20
*** La natura ***




 
#20 — La natura
Pedalare sempre più su, su, su, sotto i rami degli ulivi, sopra il terreno secco e accidentato.
Pedalare fino a che non si è in due sotto gli alberi, sotto la montagna, sotto un cielo caldo e sgombro da nuvole, sotto di te se vuoi stare su di me.
«Domani torna la mia ragazza.»
«Fregatene.»
Baciarsi fino a che tutto non sembri passeggero, e più veloce passa meglio è, così non avremo cose da ricordarci domani, cose a cui pensare, nulla di importante perché tutto è troppo importante e se siamo giovani tutto passa e io ti ricorderò per sempre.

 

 


 

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