In tutti i sensi:problemi di cuore.

di gs240899
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensi che questo sia gratificante per te? ***
Capitolo 2: *** Peggioramenti. ***



Capitolo 1
*** Pensi che questo sia gratificante per te? ***


“Karen, io devo andare, ho gli allenamenti del club! Sei sicura che non ti serva una mano per scendere al campetto?’’. (Breve pausa. A parlare è Risa, una vecchia amica di Karen, protagonista femminile della storia.) “Sì..stai tranquilla Risa, ce la farò da sola” disse Karen, appoggiata al suo banco, mentre si sistemava sulle spalle un maglione rosso, regalatole dalla nonna, affinché non prendesse mai freddo. ‘’Va bene..ci crederò, ciao, ci vediamo all’uscita!’’ Risa lasciò la classe e, dopo pochi minuti, anche Karen. Si avviò verso il campetto per  la sua passeggiata quotidiana, che il dottore le aveva raccomandato di fare durante la ricreazione: non aveva mai capito perché dovesse farla proprio a quell’ora, ma ubbidì senza fare troppe domande.  Era apparentemente tranquilla, fissava il vuoto.
“Sembri una vecchiaccia con quel maglioncino rosso nelle spalle…e sei pure lenta. L’ospizio è il posto giusto per te.’’ Era Kenta Akito, considerato il ragazzo più popolare della scuola, sia per la sua  bellezza sia perché era figlio di uno degli avvocati più ricchi di Tokyo, col suo gruppo di ‘’amici’’, se così potevano essere chiamati, anche se era evidente che fosse solo un’ amicizia fittizia di cui ne era sicuramente consapevole Kenta stesso, e con due ragazze, che gli stavano sempre dietro, come se ormai fosse il loro compito. Karen lo lasciò parlare: ormai era abituata agli insulti, sin dall’asilo. Era sempre pallida, quasi come un fantasma, portava sempre i capelli raccolti in due trecce, indossava una divisa scolastica che prevedeva una gonna lunga sino alle caviglie, diversa da quelle che avevano le sue compagne, per non prendere freddo, poiché non poteva permettersi di ammalarsi. Mai un filo di trucco, niente. Non uscivai mai di sera, solamente per frequentare le lezioni. Era sempre stata diversa: non sembrava che ciò le importasse più di tanto. In realtà quella totale indifferenza nei confronti della sua diversità era rassegnazione e lei lo sapeva bene.
‘’Pensi  che questo sia gratificante per te?” Karen disse, con voce priva di qualsiasi emozione, fissandolo con quei suoi occhi penetranti che l’avevano caratterizzata sin da piccola. Si voltò e continuò la sua passeggiata, forzatamente lenta, a causa della sua malattia. Kenta si sentì un verme: nessuno era mai riuscito a farlo sentire tale. “Ahahahahahah, che ragazza noiosa..hai fatto bene!” disse Tusui, un membro del gruppo, nonché uno dei ragazzi più stupidi esistenti nell’Universo. “ Certo..ah ah ah..” rispose Kenta. Non riusciva a pensare ad altro. Le parole di quella ragazza tanto insignificante e invisibile gli rimbombavano nella testa. L’avevano distrutto.
Suonò la campanella che annunciava la fine della ricreazione. Le due ore per Kenta servirono solo per rimuginare su quelle parole tanto gelide, non che avesse mai seguito un nanosecondo di lezione! Arrivata la quinta ora, decise di tornare subito a casa, scordandosi completamente del suo gruppo che lo aspettava all’uscita. Squillò il cellulare: ‘’MA DOVE DIAVOLO SEI?’’ gli dissero in coro i suoi amici. “ Ragazzi mi dispiace, non mi sento tanto bene..andate al bar senza di me.’’ “Ok..che palle..ciao.” Mise il cellulare in tasca, e mentre aprì la porta della sua classe si accorse che nel corridoio stava passando proprio la ragazza insignificante di stamattina, le cui parole erano state come delle pugnalate. Chiuse di scatto la porta. Non aveva il coraggio di farsi vedere da lei. Non sapeva se fosse paura o solo vergogna, sensazioni per lui sconosciute, poiché nessuno era mai riuscito a fargliele provare. Ma, in cuor suo, sapeva che avrebbe avuto nuovamente a che fare con lei.

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Capitolo 2
*** Peggioramenti. ***


“MA CHE PENSIERI MI GIRANO PER LA MIA MENTE?! IO,PAURA?! COME POTREBBE INTIMORIRMI UNO ZOMBIE COME LEI?! Ah ah..certe volte mi stupisco di te Kenta..” Dopo che disse ciò, con tutta la fierezza di questo mondo, entrò a casa e, senza salutare nemmeno il padre che come sempre era nel suo studio con dei clienti, andò in cucina per prendere il piatto del pranzo, lasciato dalla cameriera sul tavolo. Finito il pasto, si distese nel divano e dormì. Kenta non aveva mai avuto nessun rapporto col padre, poiché era sempre impegnato per questioni lavorative. Da quanto sua madre era morta, quando aveva solamente 7 anni, il suo animo si era inaridito: si ricordava bene il vecchio lui, ma non era disposto a ritornare come era prima. Sapeva che quel suo atteggiamento era solo una corazza per ‘’proteggersi’’, perché, fondamentalmente si sentiva solo, anche se non voleva ammetterlo a se stesso. Il giorno trascorse in fretta e arrivarono le otto del mattino. “Ciao vecchiaccia, hai già il fiatone?” Karen non riuscì a rispondere. Aveva camminato troppo velocemente. “Non mi rispondi?” “Aa..le donne hanno una minore resistenza rispetto agli uomini, sai?” Karen disse. Riuscì a trovare una scusa, come sempre. “Tsk..” Suonò la campanella e ognuno andò nella propria classe. “Ciao Karen, stai bene?” disse Risa, col volto preoccupato. “Sì Risa..sto bene, puoi prestarmi il libro di biologia? Vorrei ripassare.” “Certo.” Cominciò a pensare a quel ragazzo. “Uf..quel Kenta mi dà davvero troppo fastidio! Ma chi si crede di essere. Che idiota.” Suonò la campanella della ricreazione e come tutti i giorni, Risa e Karen si divisero. Karen andò in campetto e iniziò la sua passeggiata, ma, la sua quiete venne interrotta. “Sei ancora qui? Mamma mia! Questa è scuola, non l’ospizio!” Disse Kenta, con un tono fastidioso e arrogante. “Ma come mai ti sei fossilizzato su di me? Sono così importante al punto tale da dedicarmi parte della giornata?” “No, io voglio solo fare ordine: vecchi con i vecchi, giovani con i giovani.” Disse Kenta, pensando di averla vinta. “Io penserei a fare ordine nel tuo cervello..mi pare che ce ne sia ben poco.” “E tu come lo sai?” “Guarda la tua camicia totalmente aperta..o la tua cravatta storta..questo non è sintomo di benessere psicologico..! E ora vado, non voglio sprecarmi la ricreazione con te, Kenta.” Karen si voltò e abbozzò un sorriso. Non voleva ammetterlo, ma quel battibecco l’aveva divertita. Al contrario, Kenta era furibondo, l’aveva nuovamente zittito. La ricreazione era finita e così anche la giornata di scuola. Karen scese agli armadietti, dove avrebbe dovuto aspettare Risa. ‘’Oh Cristo, Kenta no…” Era lì, che metteva apposto dei libri. “Addirittura si preoccupa dei suoi libri? Non è da lui!” Pensò Karen. Stranamente non le rivolse la parola e, dopo, prese il cellulare e iniziò a giocare. Certamente non lo fece a caso. Non volle affrontarla dinuovo, doveva preparasi bene per farlo. ‘’Karen, eccomi! Stai bene? Mi sembri un po’ pallida!” Disse Risa, mentre le accarezzava dolcemente il viso. “Sì, sto bene’’ “Hai preso la pastigl-…’’ “SU ANDIAMO RISA,E’ TARDI!” Karen non voleva che nessuno venisse a conoscenza della sua malattia, e, soprattutto, non voleva che venisse a saperlo Kenta. Non voleva averci niente a che fare con un ragazzo idiota come lui. “Sicura di stare bene? Puoi dirmelo…!” Karen sorrise ‘’Stai tranquilla, te l’avrei detto!” Risa non si prendeva cura di lei per pietà o compassione, ma perché le voleva davvero bene. A Karen faceva piacere , sì, ma alcune volte non sopportava i suoi atteggiamenti da ‘’balia’’ nei suoi confronti. “Ciao mamma!” “Oh, Karen, tesoro, sei arrivata! Sei stanca?” “Un po’..” “Domani entrerai alla seconda ora a scuola” “Perché..?” Karen sapeva già la motivazione, eccome se la sapeva. ‘’Domani devi fare un elettrocardiogramma, però c’è un altro cardiologo, il dottor Koizumi è in ferie” ‘’Ma mamma..sto bene! L’ultima visita l’ho fatta solo due settimane fa!” “No, Karen! I problemi di cuore vanno tenuti sotto controllo! Anzi, secondo me dovresti fare anche dei controlli più frequenti, quindi non si discute!” “Mamma mia..va bene..” “Tesoro, da brava. E ora vai a pranzare! Ho preparato i ravioli italiani! Quelli che avevi mangiato a Roma e ti erano piaciuti tanto!” ‘’Grazie mamma! Ti voglio bene..” Karen la abbracciò. Andò in cucina. Non aveva fame, ma, per non arrecare dispiacere alla madre decise di mangiarli tutti: non avrebbe mai voluto che pensasse che non le piacessero. E, soprattutto, li aveva preparati col cuore. Nessuno, oltre sua mamma, suo padre e Risa, faceva qualcosa per lei. Dopo aver pranzato, decise di andare in camera sua. Non lo dava a vedere, ma era davvero terrorizzata. Aveva paura che il suo cuore avesse fatto ancor di più lo stronzo. Il troppo pensare, però, la fece addormentare così che non andò nemmeno a cenare. “Tesoro mio, sono le 07.30, preparati velocemente, alle 8 hai la visita.’’ “Mm..sì mamma..’’ ‘’Oddio..sembro un mostro..’’ Disse Karen guardandosi allo specchio e massaggiandosi le guance.”Sembro davvero una vecchia…’’ “KAREEEN, SU!” ‘’Arrivo!’’ Si infilò la divisa scolastica e raggiunse la madre in macchina. Pochi dopo arrivarono dal medico. ‘’Buongiorno dottor Yujii’’ disse la madre, sorridente. ‘’Buongiorno signore, entrate.’’ “Karen..si saluta’’ disse la madre sottovoce. Karen era troppo nervosa. ‘’Per favore, si sdrai sul lettino e si sbottoni il maglione, devo applicare gli elettrodi.’’ “Oh..certo.’’ Ad ogni bottone slacciato l’ansia aumentava sempre di più. Vedeva dappertutto le parole ‘’La situazione e peggiorata’’. Lei chiuse gli occhi, non voleva pensare a niente. Dopo mezz’ora il sentì il medico dire ‘’Signora, venga con me nel mio studio..’’ ‘’C-Certo.’’ Dal tono di voce del dottore non si evinceva niente di buono. Karen sentì solo ‘’La situazione sta peggiorando’’. ‘’Me lo sentivo lo sapevo…’’ Disse a bassa voce Karen. Ormai si era rassegnata, ormai sentiva che non sarebbe arrivata alla fine del liceo. Si accorse che la madre aveva la voce di una persona disperata. “Arrivederci Signora..si faccia forza e, soprattutto, faccia prendere da oggi in poi una pastiglia e mezza.’’ “V-Va bene dottore, arrivederci.’’ Stava uscendo e cercò di fare l’indifferente. ‘’Su andiamo tesoro, andiamo!’’ Lo disse sorridente. Karen fece la fatidica domanda: ‘’Mamma, che ti ha detto il dottore?” La madre esitò, aveva lo sguardo perso nel vuoto. ‘’Mamma?” “Oh, certo..il dottore..ma, niente, la situazione è stabile amore, niente di preoccupante, però devi prendere un’altra mezza pastiglia per sicurezza.’’ La conosceva troppo bene, mentiva. Se ne sarebbe accorta che se non avesse sentito il verdetto del dottore. ‘’Menomale..’’ “Eccoci arrivati, ciao tesoro, ci vediamo dopo e cammina piano!!’’ Le diede un bacio dolce e poi si dileguò. Karen non aveva voglia di sorbirsi la lezione di fisica e decise di passare nella panchina del campetto la seconda ora. ‘’Una vecchiaccia ribelle quindi?” Era Kenta, anche lui, come ogni giorno, aveva deciso di non seguire la lezione. ‘’E tu? Sei qui ad annaffiare le aiuole del campetto?” Kenta rise di gusto ‘’Ahahah questa era carina dai, te la concedo, qualche soddisfazione durante la vecchiaia si deve avere qualche soddisfazione’’ Non rispose, anche se le fece piacere che Kenta avesse riso. Si sedette vicino a lei. ‘’Come mai oggi sei entrata alla seconda ora? E perché non sei in classe?” “Quante domande fai, nemmeno mia madre” ‘’Dai, mi preoccupo per te..e mi rispondi così?” “Certo..ti preoccupi per me ah ah, questa è bella..’’ “Non ci credi?” ‘’Non ti occupi nemmeno di te..come posso credere che tu possa preoccuparmi per me?” ‘’Sei fastidiosa, sai?” Disse sorridendo Kenta. Si divertiva a discutere con lei, gli teneva testa. ‘’Mai quanto te, e ora, spazio vitale grazie.’’ Si spostò al polo opposto della panchina. ‘’Quanto sei scorbutica..non sei per niente socievole..non ridi mai..’’ Kenta decise di avvicinarsi e cominciò a farle il solletico. ‘’Vediamo se così inizierai a ridere’’ ‘’NO..NO..IL SOLLETICO NOOO AHAHAHAHHAA SMETTILA TI PREGO NON POSSO PERMETTERMELO AHAHAHAHAHAAHAAHA KENT-AHAHAHH’’ Kenta la vide. Era piacevole vederla ridere. ‘’BASTAAAAA BASTAAAAAAAAAAA!’’ Karen gli tirò uno schiaffo, aveva il fiatone. Subito si portò la mano sulla guancia. ‘’T-Ti ho detto che dovevi smetterla, perché hai continuato..’’ Lei aveva lo sguardo chinato, lui la guardava con gli occhi sbarrati, ci era rimasto davvero male. ‘’Ora vado’’ Karen girò le spalle e se ne andò. Lo stesso fece Kenta: ‘’Che ragazza disturbata, se ne vada a fanculo! Tsk..spero che venga internata in qualche clinica...ragazza di merda!” (Ciao ragazzi! Spero che vi stia piacendo la mia ff, anche se è la prima seria che faccio. Lasciate le vostre recensioni, vorrei sapere se vi piace o cosa ne pensate. Aggiornerò l'ultimo capitolo entro la prossima settimana, non temete ahahaha. Ciao! (: )

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