La mia nuova vita (ma anche no)

di Arancino Spietato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Creepypasta... e che cosa sono? Si mangiano? ***
Capitolo 2: *** Ma questa è rincoglionita... ***



Capitolo 1
*** Creepypasta... e che cosa sono? Si mangiano? ***


Creepypasta... e che cosa sono? Si mangiano?


E mentre la diciassettenne Karla russava come una scrofa incinta ecco che suonò la sveglia, con il suo fastidiosissimo drin drin drin, che riusciva a far esplodere i timpani anche ai sonni più pesanti, tipo il suo.
Aprì lentamente gli occhi, nonostante sentisse dei mattoni al posto delle palpebre, e cercò con il braccio il cellulare, disattivando quell'aggeggio infernale.
Si vede che era troppo pigra per comprarsi una vera sveglia.
«Mmh... che palle» disse sbadigliando, mentre si metteva a sedere.
Bestemmiando in aramaico si alzò indossando le sue pantofole con i coniglietti e si diresse al bagno, con l'impellente bisogno di fare pipì.
Dopo aver fatto i suoi bisogni si guardò allo specchio.
I lunghi e ricci capelli color cioccolato fondente le si erano gonfiati fino a diventare una massa informe e crespa. Sospirò, anche se ormai era abituata a quella vista.
“Devo tagliarmeli un giorno” si annotò mentalmente.
Si lavò la faccia, e osservò il suo viso tondo e lentigginoso, con i grandi occhi marroni.
«Bah, ma cosa ci trova la gente negli occhi azzurri» disse lei specchiandosi, per autoconvincersi che i suoi occhi avessero qualcosa di speciale, anche se erano effettivamente speciali come la cacca di cane sul marciapiede.
Uscì dal bagno e andò in cucina per fare colazione, dato che il suo stomaco si era svegliato prima di lei, come sempre.
Era sempre stata una gran mangiona, lo testimoniavano le sue maniglie dell'amore e i salsicciotti sulla pancia.
Si preparò un grosso panino con burro e marmellata alla fragola e lo mangiò voracemente, mentre i genitori si preparavano un caffè.
Non avevano bisogno di dirsi “ciao”, loro parlavano a versi.
Si fece una veloce doccia (ma non perse comunque l'occasione di cantare nel mentre) si lavò i denti, non proprio bianchi e con l'apparecchio, si piastrò i capelli e si vestì con dei classici jeans, stivaletti e giacca di jeans.
Prendendo lo zaino, uscì in fretta da casa sua.
Camminava a passo veloce mentre masticava un chewingum alla fragola, e si sedette sul sedile della fermata dell'autobus.
Guardava come un'ebete il cielo azzurro con qualche nuvola bianca, dato che non aveva niente da fare e non aveva le cuffiette per ascoltare la musica.
Sbadigliò e girò la testa a sinistra, sentendo qualcuno arrivare.
Era la sua migliore amica Rosie, fortuna che fossero vicine di casa.
Si sedette accanto a lei sventolando i corti capelli castani, tutta entusiasta.
«Ehi Karla non sai cosa ho scoperto ieri!»
«Parla»
«Si chiamano Creepypasta!»
«... Si mangiano?»
«No scema! Sono delle storie horror con dei personaggi fighissimi! C'è tipo quella di Jeff the killer ed è troppo sexy!»
«Ah...» disse lei fingendosi interessata.
Non aveva mai amato l'horror, a differenza della sua amica; le piacevano di più le cose romantiche, come le fiction e le soap opere spagnole. E poi non le piaceva nemmeno, leggere.
«Devi leggerle, sono troppo belle!»
«Si, magari domani» disse disinteressata più che mai controllandosi le unghie azzurre.
Arrivò l'autobus, salirono e dopo qualche minuto arrivarono a scuola.
Era abbastanza grande e bella, ma mostrava i segni dell'età oltre a quelli del vandalismo.
Le lezioni passarono come al solito: lei che prendeva appunti che più che appunti assomigliavano a geroglifici alieni, ogni tanto parlava con le amiche, qualche due alle interrogazioni, insomma, tutto normale.
Devo parlare anche di cosa ha fatto in bagno dopo che è tornata a casa? Dai a nessuno interessa!... Come? Contribuisce a caratterizzare il personaggio? Ma chi se ne frega!... Ok, ok, vedrò cosa posso fare.
Non c'è molto da dire.
Dopo la scuola, a casa, dopo aver telefonato ad un paio di amiche per aiutarsi a vicenda con i compiti, si erano fatte ormai le nove di sera, era ora di cena.
Andò in cucina sedendosi al tavolo, con un piattone di pasta al ragù davanti. Si fiondò subito sul cibo, mentre il padre accendeva la televisione.
«Karla mangia più piano!»
Lei rispose con un mugolio, masticando, e diede un'occhiata alla vecchia tv: telegiornale, come sempre.
Odiava il telegiornale, non facevano altro che parlare di crisi, omicidi, rapine, stupri, omicidi, stupri... omicidi. Ormai era tutto così scontato e noioso, mai qualcosa di veramente interessante o diverso.
«È stato ritrovato il corpo del ventenne Owen Cruise nel proprio letto, con 36 coltellate all'addome, in un lago di sangue» disse lo speaker, leggendo le notizie con apparente indifferenza.
“E te pareva” pensò la diciassettenne mentre addentava la forchetta.
«Nel suo viso è stato inciso un sorriso, si deduce quindi che l'assassino sia il famigerato Jeff the Killer, una Creepypasta che però in questi ultimi tempi sembra sia diventato reale e sta spargendo il panico per tutta Cheeseecity e dintorni»
Karla, che stava tranquillamente sorseggiando della Coca Cola, per poco non si affogò, tossicchiando.
«Tutto bene?» chiese la madre.
«Sì...» rispose lei con gli occhi spalancati.
Finì la sua cena e posò il piatto nel lavandino, lavandolo.
Andò con passo svelto in camera sua, accendendo il pc.
Cercò su google la creepypasta di Jeff, e, anche se nolente perché troppo pigra, la lesse, guardando anche la sua immagine.
«Porca troia se è brutto» commentò lei, mangiando un biscotto dalla confezione che teneva sempre sulla sua scrivania.
«Shh, torna a dormire»
Sbiancò, sussultando, e lentamente si girò verso la fonte di quella fredda e roca voce...
“Che vita di merda”


Angolo dell'arancino autrice:
Salve :)
A dire il vero non ero molto convinta di pubblicarla, ho paura che la mia idea non funzioni, ma comunque!
Sì, Jeff che l'attacca è un cliché, ma non fatevi ingannare!
Per favore, datemi un vostro parere, mi farebbe molto piacere ^^
Ah, un'ultima cosa...
Molti (?) mi hanno chiesto che fine abbia fatto “Vita da proxy”.
Beh, non la continuo, mi dispiace.
Mi sarebbe piaciuto continuarla, perché la storia si sarebbe sviluppata molto, ma non mi piaceva come scrivevo e ci avrei messo troppo, e io sono pigra x_x
Perdonatemi.
Ciao <3

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Capitolo 2
*** Ma questa è rincoglionita... ***


Ma questa è rincoglionita...


Le sue pupille erano ridotte a due puntini, una goccia di sudore le gocciolava sulla tempia, il suo cuore sembrava voler uscire dal petto, mentre guardava il malintenzionato che si ritrovava davanti: capelli lunghi e lisci che cadevano lungo le spalle di un color carbone, pelle bianco latte e screpolata, come se cadesse a pezzi, occhi a palla con la sclera arrossata e un'iride azzurro ghiaccio che la guardavano e penetravano con lo sguardo all'interno della sua anima.
La ragazza ansimava, era caduta dalla sedia dallo spavento ed era lì, seduta  all'angolo di quella fredda e buia stanza che fino a quel momento non le era mai sembrata così spaventosa, a fissarlo.
Nessuno dei due sembrava voler fare la prima mossa, finché il killer non tirò fuori dalla tasca della felpa il suo fedele coltello da cucina incrostato di sangue:
«Ti farò bellissima-»
Non ebbe tempo di finire la frase che Karla cominciò ad urlare come una gallina che viene strozzata.
E mentre lei urlava e correva per la stanza e come una ritardata inciampava  sui suoi stessi calzini, Jeff la guardava leggermente attonito; era abituato a urla sì, ma mica a pagliacciate del genere.
Strinse il manico del coltello, pregustando il dolce sapore del sangue sulle sue dita ormai insensibili.
«TI PREGO NON MI UCCIDERE TI PREGO!» gridava lei mentre cercava di rialzarsi.
«Sta zi-»
«AIUTO! AIUTOOO-»
«Sta un po' zitta stupida puttana!» esclamò lui tappandole la bocca.
La prese per i capelli e la lanciò all'angolo, ed ella iniziò a piangere.
«Ti prego ti prego ho ancora tanto da vivere, ti prego sono vergine!»
Cioè ma questa pensa davvero alla sua verginità nonostante stia per essere uccisa? Che personaggio di merda...
«Torna a dormire, lurida troietta»
Ma proprio quando il coltello si alzò, pronto a macellare la sua carne, la diciassettenne si rese conto del piccolo barattolino rosso sulla scrivania, sì, l'aveva lasciato lì mentre riordinava la stanza. Era uno spray fatto in casa di cipolla e peperoncino, preparato dalla sua amorevole ma paranoica madre.
«Tienilo sempre sotto il cuscino, mi raccomando!»
In quel momento sembrava essere uscito da un raggio di luce divina, pronto ad essere il suo deus ex machina.
Si allungò e lo afferrò, puntandolo contro di lui.
«Ha ha!» disse lei, fiera e sicura, con un ghigno in volto.
«Cos...»
La ragazza premette il pulsante, ma dato che il buco era rivolto verso di lei, se lo spruzzò negli occhi.
«AHIA PORCATROIA» gridò lei mettendosi le mani agli occhi.
“Ma è rincoglionita...” pensò il moro, leggermente confuso.
Tastava con la mano il pavimento, in cerca del barattolino.
Lo trovò in pochi secondi, e stavolta riuscì a spruzzarlo in faccia all'assassino.
«AAH! Puttana!» urlò Jeff, indietreggiando e coprendosi gli occhi.
«Fottiti brutto bastardo!»
Il killer, esasperato, uscì goffamente da dove era entrato, ovvero dalla finestra, ma prima di andarsene, le disse, freddo:
«Tieni la bocca chiusa, o ti manderò a dormire»
Lei tacque, e lui se ne andò.
Era così confusa, la vita le era passata davanti agli occhi.
Giaceva lì, sul parquet, con gli occhi irritati e infiammati.
Aveva evitato la morte per un pelo, e cosa fare adesso?
Certo! Scriverlo su Facebook! Niente di più intelligente!
Prima però si mise un po' di collirio.
E mentre si sedeva sulla sua poltrona girevole, pensò “Ma dove cavolo erano i miei?!” poi si ricordò che suo padre russava peggio di lei.
Entrò velocemente su Fb e scrisse uno stato:
“OMFG ragazze nn ptt crdre a qll ke m e succss!!1 Jeff de killer e entrato in camera mia e a prvt a uccdrm!1!”
Si rilassò, fiera, sullo schienale. Tutti le avrebbero sicuramente creduto.
Spense il computer, si cambiò e andò a letto.
Nel frattempo, nella profonda foresta alla periferia di Cheeseecity...
Jeff camminava a passo spedito verso la Slenderhouse, voleva solo un po' di riposo, era da due giorni consecutivi che non faceva altro che uccidere.
Calpestava con rabbia l'erba alta, seccato, e le mani nelle tasche dei pantaloni neri.
«Allora killer, com'è andata? Sembri incazzato, è successo qualcosa?» disse una voce femminile carica di malizia.
«Non mi rompere Jane, o faccio un fiocco con le tue budella» rispose il moro, continuando a guardare in avanti.
Da dietro di lui spuntò una giovane ragazza dalla pelle bianca, proprio come la sua, vestito nero succinto, collana bianca di perle, una maschera bianca che copriva completamente il suo volto, dandole un tocco di mistero, tacchi alti e neri e lunghi capelli nero pece e ondulati che, seppur belli, non le appartenevano, appunto Jane the killer.
«Sei il solito stronzo»
«E tu la solita puttana»
«Lo dici a tutte»
«Beh» disse calmo, girandosi verso di lei «tu lo sei particolarmente»
«Hmf, brutto bastardo» sussurrò lei, ghignando.
«Come? Non ho sentito...» chiese il ragazzo con un tono provocatorio, avvicinandosi lentamente.
«Ho detto che sei un brutto bastardo»
«Sei ripetitiva, troia»
Si avvicinò ancora, ormai era a una decina di centimetri da lei.
Jane poteva sentire il suo alito caldo e nauseante, nonostante la maschera.
«Sta lontano» gli ordinò, cercando di non far vedere la sua preoccupazione.
«Sarai anche una puttana, ma sei la mia puttana preferita»
«Vattene, sei ubriaco»
Lui, senza nemmeno risponderle, le alzò la maschera, mostrando le sue labbra inesistenti, bruciate.
«Che cazzo stai facendo?»
Con violenza infilò la lingua nella bocca di lei, a bruciapelo, afferrandole i polsi e aggiungendo un tocco di passione a quel bacio così rude.
Lei sgranò gli occhi, mentre il suo cuore batteva forte.
«Mmmh, lasciami stronzo!»
 «Sta zitta»
Le tappò la bocca con un altro bacio.
Per un secondo, ma solo per un secondo, Jane pensò di lasciarsi andare a quel bacio, di dimenticare tutte le sofferenze passate a causa sua, di perdonarlo...
Nah.
Con furia sferrò una ginocchiata dritta nel ventre di Jeff, che gli fece emettere un gemito di dolore.
In uno scatto afferrò il suo coltello e lo accoltellò alla schiena.
Lui si inginocchiò, per poi accasciarsi a terra, mentre la sua felpa si tingeva di rosso.
«Troia...»
«Tsk, brutta mossa, Jeffrey»
Soddisfatta del suo lavoro, la diciottenne si passò una mano sulla bocca, schifata, si sistemò la maschera e si diresse in città.
Dopo l'omicidio dei suoi genitori, anche lei aveva cominciato a dare di matto.
All'inizio aveva intenzione di uccidere solo Jeff, poi una strana sete di sangue aveva cominciato ad invaderla, nascondendosi sotto finta e irrazionale giustizia. Diceva di uccidere per salvare le vittime da Jeff, la verità è che tutto quello la eccitava: le ossa che si rompono, la carne che si squarcia, il sangue caldo che scorre sulle sue mani e sul suo corpo, ormai insensibili come quelli del suo peggior nemico.
Anche se cercava di non darlo a vedere, essere una serial killer la divertiva.
In quel momento aveva proprio voglia di “salvare” qualcuno...
Sul marciapiede di una strada deserta, illuminata solo dalla calda luce di qualche lampione qua e là, adocchiò una casa, una finestra aperta, per essere precisi.
Dato che la casa aveva solo un piano, per lei fu un gioco da ragazzi entrare.
Indovinate di chi fosse quella casa.
Già, a quell'idiota non era saltato nemmeno per l'anticamera del cervello di serrare la finestra prima di andare a dormire.
Con passo felpato camminò verso la ragazza dormiente, che russava in maniera esagerata, prendendo dalla tasca il suo coltello.
Karla le dava le spalle, dormiva beata, con profondi e lenti respiri, sotto le coperte di Winnie the Pooh.
La mora ghignò, ma poi cercò di tornare seria, pensando che lo stava facendo solo per salvarla.
“Solo per salvarla...”
Le tappò in fretta la bocca. Sentì quel contatto, quelle sensazioni così contrastanti.
La sua fredda e secca mano contro il calore e la morbidezza delle sue labbra.
Quelle labbra così carnose e rosee, così belle, così irresistibili...
Vedendo che la diciassettenne non si svegliava, tolse la mano, tremante.
I suoi occhi verdi erano spalancati, fissavano con desiderio le labbra di Karla.
“No, devo salvarla...”
Il desiderio era troppo grande.
Accarezzò una sua guancia, sembrava una pesca.
Lei tutto questo poteva sentirlo appena. Ma le bastava.
Qualcosa nella sua testa era scattato.
La voleva, voleva possederla...
“Solo un bacio... solo uno”
Si alzò la maschera e lentamente si abbassò, posando con delicatezza le “labbra” sulle sue.
Chiuse gli occhi, abbandonandosi al piacere di quel dolce gesto.
Da quanto tempo non riceveva o faceva un gesto dolce? Troppo.
Quello fu il suo primo, segreto e azzardato bacio.
Era così entusiasta che non si accorse nemmeno che Karla si era svegliata da un bel po'.
Si staccò da lei, notando i suoi occhi marroni spalancati.
“Oh merda...”


Angolo dell'arancino autrice:

Hey nerducci ricoperti di glassa al caramello (?)
Ok no, scusate XD
Spero che questo capitolo sia migliore del precedente.
Forse ho fatto una cazzata con la scena del bacio tra Karla e Jane, troppo forzata, scusate >_<
Però, la trama doveva andare avanti, quindi...
Vabbeh. (non mi linciate nei commenti)
Ciau.

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