Una scelta

di emily12_
(/viewuser.php?uid=660684)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I palmi delle mani e le ginocchia le si erano graffiati sbattendo sull'asfalto e le faceva male un polso, aprì piano gli occhi ispirando l'odore di gas di scarico, senza sapere cosa aspettarsi.

Due fari la abbagliarono, ma non fece in tempo a gridare che qualcosa la afferrò e la sollevò per poi farla di nuovo atterrare bruscamente a terra.

Stavolta non era poi così sicura di voler aprire di nuovo gli occhi, ma due mani la scossero per le spalle: “Ora mi spieghi perché te ne stavi di notte sdraiata per strada?”

A parlarle non era altro che un ragazzino dai capelli neri quasi quanto gli occhi, allo stesso tempo pallidissimo che avrebbe potuto diventare invisibile alla luce del sole.

“Non...non l'avevo programmato in realtà...” balbettò lei.

Lui alzò un sopracciglio.

“Vedi, in realtà è un po' complicato da spiegare...”

“Tranquilla, risparmia pure il fiato, tanto non mi interessa davvero.”

“Okay...”

“Ora vado, vedi di non fare altre cose idiote.” la salutò lui voltandosi.

“Aspetta!”

“Sì?”

“In...in...cioè...”

“Insomma vuoi sapere qualcosa o no?”

Lei indispettita strinse gli occhi: “In che città siamo?”

Lui strabuzzò gli occhi passandosi una mano tra i capelli: “New York...ovvio...”

Lei emise un gemito e inspirò profondamente subito dopo come a cercare di non piangere.

“Hai bisogno di aiuto?” chiese lui, quella ragazza stava cominciando a incuriosirlo: come si faceva a non sapere in che città erano?

“Forse sì.” rispose lei cercando di nascondere il tono implorante.

“Come ti chiami?” disse allora lui stringendole la mano come quando ci si presenta.

Lei sorrise: “Hermione.”

“Io Raphael, sono un vampiro.”

“Eh?..” la ragazza fece per allontanarsi ma inciampò nei suoi stessi piedi.

“S...scherzavo tranquilla.” non era il caso effettivamente.

“Okay, che sciocca che sono.”

Lui annuì vistosamente.

* * *


“Dove diamine ti è venuta in mente di lanciare quella dannata freccia?”

“Jace può succedere! Come te la prendi per niente!”

“Alec, sei tu quello con la mira pessima.”

“E questo cosa centra?”

“Tu hai lanciato la freccia chissà dove e io ti sto gentilmente accompagnando a riprenderla, non mi sembra di meritare i tuoi rimproveri.”

Alec alzò gli occhi al cielo e seguì Jace nel parco.

Stava guardando dietro alcuni cespugli quando strabuzzò gli occhi e chiamò il suo parabatai.

“Deve essere stato qualche demone...guarda come è ridotto...”

Si inginocchiarono accanto al ritrovamento, che non era una freccia, ma un ragazzo pallido dai capelli di un biondo chiarissimo.

Non mi sembra un Cacciatore...non ha nessuna runa...” fece notare Alec.

“Guarda questo disegno sul braccio sinistro...” indicò Jace.

Era un serpente con un teschio.

“Non mi sembra una runa, forse è solo un tatuaggio di cattivo gusto.” disse Alec.

“Dobbiamo portarlo da qualcuno.” disse Jace

“Da Magnus?” propose Alec.

“Sì, mi sembra l'unica.” alzò le spalle Jace.

* * *


“Cosa hai fatto??”

“Nulla di terribile. Staranno bene.”

“No, no...cos'hai fatto?...Dove sono?” il viso di Fred era segnato da lacrime che non riusciva più a trattenere.

La donna davanti a lui rise facendogli venire i brividi.

“Non puoi raggiungerli, mi dispiace.” quella voce carezzevole gli fece improvvisamente venire un'ondata di nausea.

Stavolta il ragazzo non disse nulla.

“Di' a Potter che questo era il primo avvertimento. Sapete cosa vuole il Signore Oscuro, non fateglielo ripetere due volte.” Bellatrix assaporò la minaccia appena detta, dopodiché rilanciò a Fred la sua bacchetta e si smaterializzò.

Fred cadde in ginocchio tremando: doveva andarsene da lì e informare l'Ordine di quanto era accaduto.

Doveva solo riuscire a stare in piedi.




Vi prego non pensiate che io sia pazza! Qualunque commento o consiglio vogliate fare lo accoglierò a braccia aperte, ma per favore non lanciatemi troppi pomodori ahah

Alla prossima, baci

emily

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2


Ora Lupin lo guardava passandosi l'indice e il pollice sul mento, mentre Harry e Ron continuavano a porgli domande che lui a malapena sentiva.

Quindi se non ho capito male, tutto è cominciato quando tu hai seguito Hermione.” disse il signor Weasley.

Fred annuì.

George esclamò scioccato: “Sei andato senza di me!”

Il gemello borbottò qualcosa come: “Ti è andata bene così, credimi.”

E l'hai seguita perché avevi notato che tutti i martedì e i giovedì andava sempre in città con una scusa diversa.” continuò suo padre.

Il figlio non obbiettò.

E hai scoperto che stava spiando Malfoy, così hai deciso di spiarla a tua volta per vedere cosa stesse succedendo.”

Fred annuì ancora.

Poi è arrivata Bellatrix.” sibilò tra i denti Harry stringendo i pugni: nella sua mente c'era ancora impressa la risata di quella donna appena dopo aver ucciso il suo padrino.

Malfoy le ha detto di no per qualcosa e lei ha cominciato a usare la maledizione cruciatus su di lui. A questo punto Hermione è intervenuta, anche perché il Furetto non si difendeva.” continuò Fred.

Così invece che chiamare noi hai pensato bene di fare l'eroe a tua volta.” concluse il padre con voce quasi sconsolata.

Non c'era tempo...e poi li stava praticamente ammazzando...” Fred rabbrividendo.

E come sono scomparsi?” chiese Harry.

Non saprei come definirlo..era una luce viola molto forte, così ho chiuso gli occhi, e quando li ho riaperti era rimasta solo Bellatrix. Ma attorno a lei erano comparsi dei mostri orribili...”

Dissennatori?” propose Ron.

No...non so cosa fossero: avevano una forma strana con tante sporgenze dal corpo come braccia o artigli, con un odore nauseabondo...”

Va bene, basta così.” disse la signora Weasley venendo in soccorso del figlio.

Cercheremo di scoprire e fare qualcosa al più presto.” concluse Silente perforando Fred con i suoi occhi azzurri, come cercando di capire se avesse mentito su qualcosa.

Arrivati nella loro camera, George afferrò Fred per le spalle e disse: “Perché l'hai seguita? Sapevi già qualcosa vero?”

Il gemello scosse la testa.

Fred, perché devi mentire a me?”

Il ragazzo non rispose.

Ti sei preso una bella sbandata per la Granger, vero?” chiese allora George.

Ma certo che no...sono solo preoccupato.” borbottò Fred sedendosi sul materasso che scricchiolò sotto il suo peso.


* * *


Spero che questo posto ti vada bene.”

Grazie mille, va benissimo. Ho intenzione di andarmene il prima possibile.”

Ancora non mi vuoi dire come sei arrivata?”

Non c'è molto da dire.” tagliò corto lei.

Rafael la osservò di sottecchi mentre si guardava intorno cercando di sembrare riconoscente ed entusiasta, mentre si vedeva bene che quel posto non la convinceva affatto.

Dunque Hermione, hai già mangiato?”

No, ma sono a posto, grazie. Stasera non mi va di mangiare nulla.”

Non sei conciata affatto bene.” notò lui osservando i suoi capelli scompigliati, il taglio sulla guancia e la pelle del viso troppo pallida.

Sto bene.” sorrise lei.

Centrano dei demoni?” chiese lui preoccupato.

Che?” chiese lei senza capire.

Mondana fino in fondo a quanto vedo.” commentò lui.

Scusa, ma io non ...”

Non capisci, ovvio.” poi sospirò “Domani se non avrai ancora trovato un modo per tornare a casa, ho un amico che potrebbe aiutarti. E' un po' eccentrico, ma non farci troppo caso.”

Te..te ne vai ora?” chiese lei con le dita strette attorno allo schienale della sedia e le labbra tirate.

Devo andare a casa.”

Pensavo fosse questa.”

No, sai...non potevo certo portarti nella casa dove effettivamente vivo, ma...” Rafael si fermò vedendo il suo sguardo spaventato e quanto sembrasse stanca.

Ma abito qui, hai ragione.” concluse “Ringrazia il cielo di avere trovato me e non qualcun altro.”

Provvederò.” sorrise lei senza chiedere spiegazioni sul suo discorso senza senso.

Rafael non poté fare a meno di pensare a quanto quel sorriso rendesse migliori anche i muri scrostati dietro di lei.


* * *


Quindi tu sei Jack Nelson, giusto?”

Draco annuì: aveva pensato che nella situazione in cui si trovava non era il caso di rivelare al primo biondino pieno di tatuaggi la sua vera identità.

Solo che non aveva avuto il tempo di pensare ad un nome migliore e ora se ne trovava uno banale e che su di lui risultava ridicolo.

Nel frattempo un uomo di poche parole con troppi brillantini nei capelli e dei pantaloni tigrati di cattivo gusto si stava affaccendando aprendo e chiudendo cassetti per preparargli un qualche intruglio che avrebbe dovuto aiutarlo a ritornare in forze, dato che al momento era costretto su un divano giallo evidenziatore da mal di testa.

Quel tipo eccentrico continuava a chiedere aiuto ad un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri chiamandolo Fiorellino.

Draco aveva storto il naso non appena aveva sentito quel soprannome: secondo lui l'uomo con il glitter nei capelli non aveva bisogno di nessun aiuto, ma si divertiva semplicemente a chiamarlo, comportamento che a lui risultava assolutamente incomprensibile.

Potresti chiamarlo aiutante, oppure Alec, che a quanto ho capito è il suo nome. Lo dico per te: Fiorellino è a dir poco imbarazzante, come il colore di questo divano, del resto.” disse Draco ad un certo punto senza riuscire a trattenersi.

Alec arrossì voltandosi di scatto verso di lui, mentre Magnus si girò lentamente alzando un sopracciglio.

Se sei invidioso di non avere alcun soprannome potevi dirlo subito. Lasciami qualche minuto e te ne troverò uno ideale per il tuo aspetto cadaverico e il tuo amabile comportamento.”

Draco squadrò l'uomo quasi sdegnato, e non poté fare a meno che peggiorare il suo giudizio su di lui, quando, subito dopo, quello scoppiò a ridere e scoccò un bacio sulla guancia al ragazzo dagli occhi azzurri.

Draco chiuse gli occhi sospirando: ma dove era capitato?

Improvvisamente un pensiero gli attraversò la mente e si alzò di scatto a sedere senza curarsi delle fitte alla testa: “Lei può rintracciare con i suoi incantesimi chiunque sia appena arrivato in questa dannata città?”

Incantesimi?” chiese Magnus facendo finta di non capire.

So che lei è un mago, non sono così ritardato.” rispose Draco maledendo tutti quelli lì attorno che gli sembravano solo capaci di dire battute oscene.

Sì, posso.”

Draco non rispose e aspettò che fosse l'altro ad aggiungere qualcosa.

Chi dovrei cercare?” gli chiese infatti Magnus dopo poco, anche se di malavoglia.

Hermione Granger.” disse con voce ferma scandendo ogni lettera.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



CAPITOLO 3


Draco si sollevò di scatto a sedere con il fiato corto sbattendo più volte gli occhi nel buio della stanza.

Non voleva tornare a dormire: ogni volta che ci provava gli tornavano alla mente gli ultimi giorni che avrebbe solo voluto dimenticare.

Erano soprattutto le voci che ancora lo inseguivano negli incubi: le sentiva distintamente.

Il pavimento di marmo premeva ancora sulle sue ginocchia mentre il Signore oscuro sibilava e lui non poteva fare altro che annuire; la risatina di Bellatrix quando lui le chiedeva qualcosa; poi la voce di Hermione, ed era quella che lo faceva soffrire di più: non pretendeva nulla, era solo così piena di quella fiducia che lui non meritava...


Erano i primi giorni di Aprile e gli insegnanti stavano già cominciando a parlare dei soliti esami di fine anno.

Draco se ne stava a gambe incrociate sotto una quercia del parco della scuola leggendo un libro invece che studiare: gli sarebbero bastati pochi minuti prima di andare a dormire, con quello che stava succedendo nel mondo là fuori, le verifiche erano il suo ultimo problema.

Leggere rimaneva una delle ultime cose in grado di distrarlo e farlo sentire un normale adolescente.

Ormai aveva smesso anche di ubriacarsi con gli altri suoi amici, lo trovava quasi inutile quanto piangere: per un po' ci si sente meglio, si ha la sensazione che la vita sia più familiare e meno fredda, ma poi tutto si sgretola e i cocci feriscono ancora di più.

Sapevo che saresti stato qui.”

Draco si voltò verso destra e alzò un sopracciglio: “Mi conosci proprio bene, Mezzosangue.”

La tua ironia è assolutamente inutile, Furetto.” rispose ridendo Hermione sedendosi accanto a lui.

Pensavo stessi studiando.” disse lui.

Non riuscivo a concentrarmi.”

Rimasero qualche secondo in silenzio, poi Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla ed esclamò: “Non è bellissimo il sole?”

Draco si irrigidì e guardò in un punto indistinto del prato: “Si sta annuvolando.” bofonchiò.

Per adesso c'è ancora il sole.”

Involontariamente Draco si lasciò sfuggire una risata amara.

Tutto bene?” chiese lei corrugando la fronte.

Dovresti tornare dai tuoi amichetti Grifondoro, sai?”

E perché mai?” chiese lei sorridendo divertita.

Draco sospirò e alzò gli occhi al cielo con un'espressione tragicamente sconfitta.

Dopo un po' propose con fare pomposo alzandosi: “Ti va una tazza di cioccolata sgraffignata dalle cucine?”

Ma non è più inverno.” gli fece notare lei perplessa.

E pensi forse che questo piccolo imprevisto mi possa fermare?” rise il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.

Oh assolutamente no!” fece Hermione ironica alzandosi a sua volta.

Mentre camminavano uno accanto all'altro verso il castello, Draco disse: “E se facessi un terribile casino?”

Che intendi?”

Mah..non saprei...non sono proprio la persona su cui riporre la propria fiducia...e quindi, ecco...potrebbe succedere qualunque cosa...”

Draco, se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo, okay? Fidati di me, non dirò nulla a nessuno, io di te mi fido.”


Poi i ricordi si confondevano e apparivano gli ultimi giorni in cui erano a scuola, appena prima che tutto quel disastro avesse inizio.


Draco si asciugò una lacrima che gli era sfuggita lungo la guancia e inspirò più aria che poté mentre le nocche delle dita diventavano bianche strette al davanzale della finestra.

Draco...” la voce di Hermione lo fece sobbalzare, perché l'ultima cosa che voleva era farsi trovare in quello stato.

Lei gli si avvicinò lentamente, come se temesse una sua reazione, poi vedendo che lui neanche si voltava a guardarla, lo abbracciò lasciando il ragazzo che non se lo aspettava ancor più senza parole.

Scusa...” balbettò Draco, cercando di riacquistare un aspetto normale.

E per cosa?” sdrammatizzò Hermione sorridendo, poi il suo volto si oscurò nuovamente: “Sta succedendo qualcosa, vero? Sei sicuro che vada tutto bene?”

Tutto bene, non sta succedendo nulla tranquilla.”

Se ci fosse qualcosa, se fossi nei guai, me lo dirai, vero?”

Ma certo.” sorrise Draco a sua volta mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchia.

Hermione arrossì e disse: “Promettimelo.”

Il ragazzo sentì il sangue gelarsi nelle vene, ma la parte marcia di sé, che lui sapeva di avere, fremette per il brivido di questa nuova bugia: una carta si aggiungeva alle altre sul tavolo, e tutto cambiava di nuovo.

Te lo prometto.”


Ora nella casa di quel mago pieno di glitter, Draco non sapeva dove sbattere la testa, gli sembrava che quel buio gli penetrasse l'anima e si sentiva soffocare.

L'aveva promesso. Se ci ripensava si sentiva morire: era uno stronzo patentato senza amici, avrebbe dovuto accettarlo.

Ad un tratto si alzò in piedi e si diresse in cucina a prendere un bicchiere d'acqua: non ce la faceva più a stare nel letto a rigirarsi.

Si accorse troppo tardi che in cucina c'era già qualcuno, ormai non poteva più tornare indietro senza sembrare scortese, e non era il caso dato che queste persone lo stavano ospitando.

Ohilà pallido biondino. Che cercavi?”

Draco borbottò: “Jack Nelson, in realtà.” forse dare quel falso nome non era stata una gran idea...

Jace lo squadrò ghignando: “Lo so il tuo nome, volevo solo vedere cosa si provava a dare del biondino a qualcuno. Sai, di solito è Magnus a chiamarmi così.”

Ah...okay...” tentò di dire Draco con poca convinzione, senza capire se l'altro si aspettava che ridesse “Non accendi la luce?” chiese cambiando argomento.

Mah...ci vedo anche al buio, e poi volevo evitare che Magnus si lamentasse con me per le bollette o cose simili...Vuoi un bicchiere d'acqua?”

Draco annuì e provò senza saperne il motivo una certa simpatia per quel ragazzo che saltellava da uno sportello all'altro della credenza per cercare dei bicchieri.

Trovati!” infine bisbigliò trionfante per non svegliare nessuno.



Alla fine sono riuscita ad aggiornare, scusate se ci metto sempre tanto! :)

Ci tenevo moltissimo a ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, ricordate o preferite, e anche tutti i lettori silenziosi.

Questa storia va avanti solo grazie a voi che non mi state tirando addosso pomodori marci anche se sono preoccupantemente pazza ;)

a presto,

emily

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3184619