Stratford Depot

di insurgent
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quella mattina la sveglia era già suonata tre volte ma non avevo le forze per alzarmi. Restai sotto le coperte per circa mezz'ora con gli occhi chiusi ma li aprii non appena sentii dei passi.
Qualcuno aprii la porta della mia camera e non appena vidi una chioma bionda capii che era mio fratello, Jonah. Sapevo che il suo intento era quello di svegliarmi per farmi andare a scuola così gli lanciai un cuscino che lo colpì in pieno facendolo cadere all'indietro. Scoppiai in una fragorosa risata ma mi zittii quando mi accorsi che mi stava guardando male.
 
«Dovresti prepararti invece di fare la bambina» sbottò Jonah abbastanza irritato. Si alzò in piedi e mi tolse le coperte di dosso facendomi rabbrividire, buttai lo sguardo verso la finestra e notai che era aperta, il cielo era grigio e sembrava stesse per piovere. Era il primo giorno di scuola dopo tre mesi di vacanze e non riuscivo a far altro che lamentarmi. Durante le vacanze ero stata in California con mio padre e mio fratello, mentre mia madre era andata ai Caraibi con il suo compagno e il figlio. Avevo conosciuto molte persone e ogni sera andavo a una festa diversa con Jonah. Andare in California era sempre stato il mio sogno e tornare a casa mi aveva quasi traumatizzata.
Mi alzai dal letto controvoglia e sotto lo sguardo del mio fastidioso fratello presi alcuni vestiti dall'armadio. Dei jeans strappati e una semplice t-shirt. Andai in bagno e cominciai a prepararmi, quando uscii indossai le vans nere e poi tornai in bagno per pettinare i capelli che lasciai sciolti. Tornai nuovamente in camera e presi il cellulare dal comodino per controllare se avevo qualche notifica.
Notai che erano le 8:00 e quindi mancava mezz'ora all'inizio delle lezioni e che avevo un messaggio da parte della mia migliore amica, Caleigh.
 
"Non vedo l'ora di vederti, devo raccontarti un sacco di cose" diceva il messaggio. Sorrisi istintivamente e quando stavo per rispondere sentii Jonah sospirare.
 
«Hai finito?» chiese con un sorriso falso. Mi sorprendeva il fatto che non vedesse l'ora di andare a scuola dato che della scuola non gliene importava proprio niente. Nonostante il suo menefreghismo nei confronti della scuola, non era mai stato bocciato e ogni anno mi sorprendeva sempre di più.
Bloccai il cellulare senza rispondere al messaggio di Caleigh e cominciai a scendere le scale seguita da Jonah. Notai che nostro padre era ancora in cucina a mangiare pancakes ma poi ricordai che iniziava a lavorare il giorno dopo. Lo salutai con un bacio sulla guancia e uscii di casa dopo aver preso la borsa con i libri che avevo preparato e messo in soggiorno il giorno prima. La scuola non era molto distante da casa quindi io e Jonah ci andavamo a piedi. Guardai il cielo e notai che era diventato più chiaro il che mi mise allegria anche se non sapevo il perché.
Arrivammo a scuola dopo 10 minuti e dato che mancavano ancora circa 20 minuti all'inizio delle lezioni, mi appoggiai con le spalle a uno dei muretti laterali dell'edificio e notai che Jonah fece lo stesso.
 
«Hey, amico! Come butta?» vidi Justin, il figlio del compagno di mia madre, avvicinarsi a Jonah e si salutarono battendosi il pugno.
 
«Bene! Come è andata ai Caraibi? Ancora non ho avuto modo di parlare con mia madre» a dirla tutta, nostra madre non aveva più molto tempo per noi, ma a me bastava vederla felice, sapevo che ci voleva davvero bene e nonostante facessi la dura, la verità era che mi mancava non averla più a casa con noi, sentivo sempre il bisogno di avere una figura materna al mio fianco.
 
«È andata alla grande! Lì le ragazze sono stupende» ovviamente un commento intelligente non poteva uscire dalla bocca di Justin. «Come te, bambolina» disse riferendosi a me, aggrottai le sopracciglia e scossi la testa lasciandomi scappare una piccola risata. Nonostante Justin fosse un idiota, come lo era a volte mio fratello, avevamo un buon rapporto. Non ci odiavamo ma nemmeno ci amavamo, però quando stavamo insieme sapevamo andare d'accordo, anche se due o tre volte era capitato che ci stavamo quasi per prendere a capelli.
Justin vedendo la mia reazione rise e mi salutò abbracciandomi, io non potei far altro che ricambiare. Prima di staccarsi mi baciò una guancia e mi accarezzò l'altra con la sua mano.
Justin era davvero un bel ragazzo e quando mi trattava così mi faceva pensare che la sua futura ragazza, se mai ne avesse avuta una, sarebbe stata davvero fortunata. Poi pensavo a quando faceva lo stronzo e ritiravo tutto.
 
«Abigail!» la voce squillante di Caleigh mi fece sussultare e non mi diede il tempo di dire qualcosa che mi saltò praticamente addosso. Per non perdere l'equilibrio afferrai il braccio di Jonah che insieme a Justin scoppiò a ridere.
 
«Lasciami subito» stavo quasi per soffocare e non appena Caleigh se ne accorse mi lasciò scusandosi e soffocando una risata. «Stronza, come va?» chiesi spintonandola e aggiustandomi i capelli che in quel momento mi facevano sembrare una pazza appena uscita dal manicomio.
 
«Benissimo! Non immagini cosa mi è successo quest'estate» rispose facendo salti di gioia, la guardai curiosa e sorrisi, era troppo buffa, sembrava una bambina.
 
«Qualcosa mi dice che c'entra un ragazzo» dissi punzecchiandole le guance. Lei arrossì e notai che Jonah e Justin ci guardavano con una faccia schifata ma allo stesso tempo divertita. Li ignorai e aspettai che Caleigh dicesse qualcosa. Volevo sapere di più.
 
«Sì! L'ho conosciuto ad una festa, si chiama Brandon ed è un figo da paura» i suoi occhi stavano per diventare a cuoricino e Caleigh innamorata era sempre uno spettacolo unico, l'amore spesso la rendeva isterica e schizofrenica. «Poi ti racconto meglio. Tu invece cosa hai fatto?» mi chiese con un sorriso a trentadue denti.
 
«A parte stare con un ragazzo diverso ogni sera? Niente!» si intromise Jonah. Caleigh e Justin rimasero a bocca aperta e io alzi gli occhi al cielo. Non ero una di quelle ragazze che si faceva un ragazzo diverso ogni giorno ma ero in vacanza e non volevo una storia seria.
 
«Che c'è? Sono andata a letto solo con uno di loro ed è successo perché ero ubriaca» dissi soffocando una risata a causa delle loro facce. 
 
«Tu hai fatto cosa?» avevo evitato di raccontare a Jonah di quel piccolo particolare, non mi sembrava molto importante a dire la verità, o forse non volevo che mettesse in mostra il suo lato da fratello protettivo. «Con chi?» chiese cercando di sembrare più rilassato.
 
«Il tuo amico, Evan» Jonah aveva conosciuto Evan il primo giorno e spesso lo sorprendevo a fissarmi, forse gli piacevo davvero ma le storie serie in vacanza non facevano per me. Dopo essere stati a letto insieme, sapevo che se avessi detto qualcosa a Jonah avrebbero litigato ma dato che avevano stretto una grande amicizia mi dispiaceva rovinarla, così avevo preferito non dire niente.
 
«Quel figlio di puttana! Dovevo immaginarlo, mi chiedeva sempre di te» disse stringendo i pugni e quella era proprio la reazione che mi aspettavo.
Cercai di cambiare discorso e restammo a chiacchierare finché non suonò la campanella.
L'inferno era appena cominciato.
 
 
[N/A]
Questa è tipo la millesima volta che scrivo una fanfiction su Justin e mi piacerebbe molto finirla e non cancellarla come ho fatto con le altre. Questo solo se voi mi darete la possibilità, quindi apprezzerei ricevere qualche commento per sapere cosa ne pensate in modo che io possa continuarla. See you soon!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


«Quando finirà questa tortura?» erano passate solo due ore e non facevo altro che lamentarmi. Stavo praticamente dormendo con gli occhi aperti e il professore di matematica sembrava essersene accorto dato che mi aveva guardata male già quattro volte.
Arrivò l'ora del pranzo e andai in mensa seguita da Caleigh, guardai cosa c'era da mangiare e quasi mi salì il vomito. Di solito non mangiavo nulla ma mi portavo sempre qualcosa da casa, ad esempio una busta di patatine o una barretta di cioccolato.
Quel giorno non avevo portato nulla ma notando che servivano le patatine fritte decisi di prenderne un po'.
Caleigh e io ci sedemmo a un tavolo e aspettammo che Jonah e Justin arrivassero.
Dopo circa dieci minuti li vidi avvicinarsi e cominciammo a mangiare senza dire una parola.
Appena finii di mangiare le patatine presi il cellulare e notai che avevo un messaggio. 
 
“Ciao piccola, sono Evan. 
Mi manchi tanto!” Le domande che mi ronzavano in testa in quel momento erano due. Cosa voleva? E chi diavolo gli aveva dato il mio numero?
 
«Jonah» dissi per attirare la sua attenzione. Lui mi guardò e il suo sguardo mi incitava a continuare. «Per caso hai dato il mio numero a Evan?» chiesi.
 
«No, perché?» chiese curioso. Se non era stato lui allora dovevo averglielo dato io quando ero ubriaca. Strano che mi ricordassi il mio numero di cellulare.
 
«Nulla» risposi. Caleigh mi guardò con un sopracciglio alzato e le feci segno che le avrei spiegato tutto dopo.
Stavo per posare il cellulare quando mi arrivò un altro messaggio. Guardai lo schermo ed era ancora lui.
 
“Non vedo l'ora di vederti!” Ma cosa?
 
«Ab, vieni con me» disse Caleigh tirandomi per un braccio. Quando fummo fuori dalla mensa iniziò a fissarmi insistentemente. «Sta succedendo qualcosa?» chiese con le braccia conserte.
Le passai il cellulare e fece un sorriso malizioso.
 
«No, aspetta! A me non piace quel tipo» dissi scuotendo la testa. Lei rise e alzò le mani.
 
Quando finirono le lezioni tornai a casa con Jonah. Andai in soggiorno e trovai mia madre seduta sul divano a parlare con mio padre.
 
«Mamma? Che ci fai qui?» chiesi correndo ad abbracciarla.
 
«Ero venuta a salutarvi» disse per poi salutare Jonah.
 
«Justin mi ha detto che la vostra vacanza è andata molto bene» disse Jonah.
 
«Si, ci siamo divertiti molto» aveva il sorriso stampato in faccia il che mi rese molto felice per lei. 
Dopo averla salutata di nuovo, salii di sopra e cominciai a fare i compiti. Quando ebbi finito notai che erano le 19:35, così scesi di sotto, andai in soggiorno e mi buttai sul divano, accesi la TV e cercai qualcosa di decente. Nulla.
 
«Hey, che fai?» Jonah era appena tornato da casa di un suo amico supponevo. Mi misi composta e gli feci segno di sedersi accanto a me.
 
«Cerco qualcosa di carino in TV» risposi.
 
«Che ne dici di guardare un film e ordinare una pizza?» propose. Accettai subito e passammo la serata a ridere e scherzare.
 
Il giorno dopo mi svegliai abbastanza presto e dopo essermi preparata scesi al piano inferiore per aspettare Jonah. Mio padre era già uscito e aveva lasciato un biglietto con scritto che sarebbe tornato tardi.
Dopo qualche minuto vidi Jonah scendere le scale e ci incamminammo verso la scuola.
Dopo alcune ore finalmente andammo in mensa ma io non presi nulla, avrei mangiato qualcosa quando sarei tornata a casa. 
Eravamo seduti al tavolo, Jonah e Justin erano intenti a parlare, Caleigh fissava lo schermo del suo cellulare e io mi guardavo le unghie.
 
«Abigail!» Quella voce la conoscevo. Alzai lo sguardo e vidi… Evan? Cosa ci faceva lui a Stratford? E soprattutto cosa ci faceva nella mia scuola?
Era in piedi alle spalle di Jonah che non appena vide la mia faccia si girò e rimase a bocca aperta. 
 
«Evan, amico!» si alzò in piedi e lo abbracciò. Okay, il giorno prima voleva ammazzarlo e adesso faceva l'amico? Beato chi lo capiva.
Fortunatamente suonò la campanella, così presi Caleigh per un braccio e corsi in classe. Non c'era ancora nessuno e ne approfittammo per parlare.
 
«Lui era quell'Evan?» chiese quasi sconvolta quanto me.
 
«Sì! Ma non capisco perché è qui» risposi facendo le spallucce.
 
Fortunatamente le ore terminarono e quando uscimmo decisi di parlare con Evan.
Lo vidi parlare con Justin da lontano. Justin stava gesticolando e dalla faccia sembrava arrabbiato.
Mi avvicinai e lo sentii dire «Spero di essere stato chiaro!» dopo di che se ne andò dalla parte opposta alla mia quindi non mi vide.
 
«Evan» dissi avvicinandomi, lui mi guardò e prima di parlare sospirò.
 
«Tranquilla, lo so che quello che è successo è stato uno sbaglio. Ci si vede» okay, era stato troppo facile. Non me lo aspettavo.
Se ne andò e aggrottai le sopracciglia.
 
«Tutto bene?» chiese Caleigh vedendo la mia faccia. Annuii.
Mi girai verso Jonah e notai stava battendo il cinque con Justin mentre rideva. Non capivo nulla in quel momento. 
I miei pensieri vennero interrotti dal mio cellulare che squillava, guardai lo schermo e vidi che era mia madre.
 
“Mamma! Dimmi tutto” dissi.
 
“Vi va di venire a cena da noi stasera? Puoi portare anche Caleigh con te”
 
“Va bene” accettai senza pensarci due volte.
Aspettai una risposta ma staccò.
 
«Stasera vieni con me a cena da mia madre» dissi a Caleigh.
 
«Va bene, Ab. Grazie per avermelo chiesto» disse sarcastica. Risi e insieme ci avvicinammo a Jonah e Justin.
 
~
 
«Jonah, muovi il culo» urlai dal piano di sotto. Era ancora in bagno e se non si fosse mosso saremmo arrivati in ritardo per la cena. 
 
«Se magari non mi avessi avvisato mezz'ora fa adesso saremmo già lì» urlò a sua volta. Beh, forse era colpa mia. 
Qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire e trovai Caleigh.
 
«Andiamo?» chiese lei.
 
«Jonah è ancora in bagno» risposi sbuffando.
 
«Eccomi, sono pronto» disse Jonah prendendo le chiavi della macchina.
Arrivammo dopo cinque minuti, salutammo Jeremy, ovvero il compagno di mia madre, poi mia madre e infine Justin.
 
«Ragazzi, non è ancora pronta la cena. Justin perché non andate in camera tua?» disse Jeremy. Justin annuì e salimmo tutti e quattro al piano superiore.
 
«Allora? Come è andata con Evan?» chiese Jonah sedendosi sul letto di Justin e trattenendo una risata. Guardai Justin e stava sorridendo guardandosi le scarpe.
Quei due non me la raccontavano giusta.
 
«Cosa intendi? E perché hai fatto l'amico?» chiesi guardandolo male.
 
«Stavo solo scherzando, in quel momento volevo strozzarlo. Ma non ci darà più fastidio» disse.
 
«Cosa gli hai fatto?» mi avvicinai a lui piuttosto preoccupata.
 
«Nulla. Ho solo chiesto a Justin di dirgli qualcosa» pensai a quando avevo visto Justin parlare con Evan e a quanto era stato strano Evan con me.
 
«Cosa gli hai detto?» chiesi a Justin alzando un sopracciglio.
 
«Forse potrei avergli detto che sono il tuo ragazzo e che deve starti lontano» rispose grattandosi la nuca.
In quel momento sentii solo Caleigh scoppiare in una fragorosa risata.
 
 
[N/A]
Eccomi qui con il secondo capitolo! Mi ha fatto davvero piacere ricevere belle recensioni per il primo capitolo quindi vi ringrazio molto. Spero di riceverne alcune anche qui.
Ps. La storia è anche su wattpad!

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