il modo oltre lo specchio

di Astrid4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


~~Mi chiamo Astrid Hofferson, ho diciannove anni e vivo in un paesino piuttosto piccolo, tanto che non lo conoscono neppure i suoi abitanti. Pochi anni fa i miei genitori sono morti in un incidente d’auto ed io fui adottata dai miei zii. I miei mi mancano tantissimo, nonostante ormai mi sia abituata a non vederli più.
Non mi piace molto andare a scuola, mi diverto di più stando sola a leggere un libro o ad ascoltare la musica. E poi certe persone nella mia scuola non aiutano di certo la mia vita, come ad esempio Moccicoso che cerca in tutti i modi di diventare il mio fidanzato, ma per nulla al mondo mi metterei con uno come lui! Oppure Heather e le sue amiche Merida e Testabruta: vogliono rovinarmi in tutti i modi possibili.
Ma le mie migliori amiche sono Elsa ed Anna, se non fosse per loro non ci andrei neppure a scuola! Sono simpaticissime e gentili, se hai un problema loro ti aiutano volentieri a risolverlo. Sono delle amiche fantastiche!
Poi ci sono Kristoff, Gambedipesce, Testaditufo e Jack. Gambe e Kristoff stanno sempre per conto loro in biblioteca, mentre Jack e Tufo formano un trio con Moccicoso.

Comunque, qualche giorno fa stavo facendo i compiti di matematica (appena scopro chi l’ha inventata…), quando mia zia entrò in camera mia dicendo che aveva una sorpresa per me. Io la seguii e finimmo in soffitta, dove mi mostrò uno specchio dall’aria piuttosto antica e spiegò che me l’avevano lasciato i miei genitori. Io rimasi molto affascinata da quell’oggetto, così domandai a mia zia di poterlo portare in camera mia. Cinque minuti dopo lo specchio era nella mia stanza.
Ancora non lo sapevo, ma quell’inaspettata eredità sarebbe stata l’origine dell’avventura più grande della mia vita…


ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti, sono tornata! Spero che il prologo vi sia piaciuto, dal primo capitolo si inizierà a fare sul serio.
Una piccola parentesi: Heather è la “cattiva” perché non mi veniva in mente nessun altro e Hiccup… beh dovrò vedere se includere anche lui! No, dai, prima o poi arriverà anche lui.
La richiesta (sempre la stessa, purtroppo non sono particolarmente innovativa. E chi lo è con questo caldo assurdo?) è di recensire. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Avevo deciso di prendere un animaletto domestico, almeno non sarei stata così “sola” come diceva sempre la zia. La mattinata non era andata particolarmente bene per via di Heather e le sue amiche, che mi avevano nascosto i libri di testo, e così mi sono beccata una nota e un brutto voto. A volte mi chiedo perché ce l’abbiano tanto con me. Poi ho accompagnato Anna in biblioteca, ma si sa che a lei non interessano i libri: a lei interessa Kristoff, che sta sempre insieme a Gambedipesce in quell’aula. Peccato che quel ragazzo non la noti neppure. Infine ci siamo avviate alla pista di pattinaggio per andare a prendere Elsa. Non so se l’ho già detto, ma Elsa è una campionessa nel pattinaggio artistico. Ha già vinto un sacco di gare e diventa ogni giorno più brava. Però l’abbiamo incontrata piuttosto arrabbiata e lei ci ha spiegato il motivo: “Tutta colpa di Jack Frost! Ha rubato il palaghiaccio per allenarsi con la squadra di hockey! State sicure che se lo prendo…”. Abbiamo cercato di calmarla in tantissimi modi perché, se Elsa si arrabbia, potresti trovarti all’ospedale con qualche osso rotto. Quando la rabbia le fu passata, le mie amiche si avviarono verso casa loro, mentre io andavo al negozio di animali per prendere un cucciolo. I soldi non bastavano per un cne o un gatto, così ho comprato una pappagallina azzurra e gialla, che ho chiamato Tempestosa. Appena tornata a casa, mi buttai sul letto e fissai il soffitto, pensando a tutti i guai che avevo: i genitori morti, cattiverie da parte delle mie compagne di classe, andamento scolastico che non era esattamente dei migliori… nessuno di cui innamorarmi. Anna ama Kristoff, Elsa (anche se non lo vuole ammettere) è innamorata di Jack, ed io? Rivolsi il mio sguardo allo specchio. Una volta mia mamma mi aveva raccontato una strana leggenda, che parlava di uno specchio come questo ed aveva il potere di trasportare le persone in altri mondi. Ma sapevo bene che era solo una storia, così mi alzai e cominciai a fare i compiti, decisa a non pensarci più. ANGOLO AUTRICE Ecco a voi il primo capitolo! Spero non sia stato troppo noioso, ma la storia si farà più interessante man mano che andrà avanti. Ho messo un po’ di Jelsa, anche se non è che la shippi proprio (un po’ si, però) e la Kristanna. Beh, ora vi saluto! Recensite per favore! Scusate per il testo attaccato, ma non riesco proprio a separarlo bene.

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Mi svegliai con la testa su un libro, senza capire come mai per dormire fossi seduta alla scrivania. Poi realizzai che mi ero addormentata mentre facevo i compiti e che era domenica.
Scesi di sotto, feci colazione e poi mi preparai per andare ad incontrare Elsa ed Anna al parco. Però, strano, le mie amiche erano in ritardo. Mi sedetti su una panchina ad aspettarle e sentii una voce familiare (purtroppo). Mi nascosi dietro un albero e vidi Heather e le sue amiche che chiacchieravano mentre passeggiavano.
 Heather stava dicendo di aver trovato un fidanzato, ma per me erano tutte bugie: lo capivo dallo sguardo che aveva, lo sguardo di chi sta dicendo una bugia colossale. Ma Bruta e Merida non sembravano essersene accorte, troppo impegnate ad ascltare la descrizione del tipo. Il presunto fidanzato avrebbe gli occhi verdi, i capelli castani e un fisico stupendo.Verrebe da un posto lontano e dovrebbe essere un tipo gentile ed educato, che per giunta è un principe o chessoio. Sì, certo! Magari  esistesse un ragazzo così!
In quel momento arrivarono Elsa e Anna a distogliermi dai miei... ehm... spionaggi da 007. Andammo in giro per il paese tutta la mattina e, a mezzogiorno, andammo a pranzare in un locale che conosceva Anna.
 Nel pomeriggio, alla pista di pattinaggio, Elsa ci insegnò a pattinare. Anna era brava, mentre io... diciamo che mi ci volle un po' per trovare l'equilibrio, poi però riuscii a stare in piedi. Fu un pomeriggio fantastico.
Appena tornai a casa cenai e, dato che i compiti li avevo già fatti, mi misi a leggere un libro intolato "How to train your dragon".
 Un bel libro e il protagonista è simpatico, nonostante sia un piccoletto di cui nessuno tiene conto. Inoltre è anche molto intelligente ed è molto determinato. Un ragazzo con difetti, ma sono difetti che hanno un po' tutti e ciò lo rende realistico e assolutamente fantastico.
Tempestosa dormiva nella sua gabbia e, ad essere sincera, anche a me era venuto sonno. Così mi infilai sotto le coperte e mi addormentai felice.

ANGOLO AUTRICE

 Ecco il secondo capitolo! Spero non sia stato troppo noioso, ma sarà importante per il resto della storia. Se avete qualcosa da dire sulla descrizione di Hiccup nel libro, fatelo nelle recensioni, perchè... in effetti... il libro non l'ho letto. Voi vi direte " Una fan di dragon trainer che non legge il libro, che cosa strana". In effetti è stranissimo, ma prima o poi lo prenderò in biblioteca e lo leggerò.  Grazie a chi mi ha dato dei suggerimenti per l' HTML e al prossimo capitolo!
p.s. Voi lo avete letto il libro di dragon trainer?

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Oggi, a scuola, Heather continuava la recita del falso fidanzato. Ho sentito Merida dire che si era messa con qualcuno, solo che era vero!
Mi pare che il tipo si chiami Hans e dovrebbe essere di un anno più grande di noi. Pure Testabruta si è innamorata di qualcuno: ha confessato di
avere una cotta per Eret, l'aiutante del bidello. Io, in pratica, sono l'unica a non essere fidanzata in tutta la scuola (a parte Elsa, Anna e, ovviamente, Heather).
E, oltre al danno, anche la beffa: in classe abbiamo letto Romeo e Giulietta e tutti quanti sono rimasti affascinati da questa storia.
Io, per quanto fossi interessata, ero distratta. Continuavo a pensare al tipo inventato da Heather e a quanto sarebbe stato bello se fosse stato reale, ma
sapevo bene che era finto. E poi, dov'è che lo trovi un ragazzo bello che sia anche modesto e gentile? Di solito i bei ragazzi sono egocentrici e vanitosi.
Appena suonò la campanella mi avviai verso la casa di Elsa e Anna per fare una ricerca di gruppo sulle leggende popolari.
Avevo fatto appena due passi, che sentii qualcuno chiamarmi. Heather mi raggiunse e mi chiese:" Ehi tu, l'hai sentita la novità?". Io feci la finta tonta:" No, cos'è successo?".
"Ho trovato un fidanzato! Sei invidiosa, ammettilo!" mi stuzzicò lei. Ricorsi a tutta la sportività che avevo per dirle: "No, non sono affatto invidiosa. Anzi, sono felice per te.Ora devo andare. Ciao".
E la lasciai lì a bocca aperta. Appena arrivai dalle mie amiche, suonai il campanello ed Anna mi venne ad aprire.
Olaf, il cagnolino bianco di Elsa, si mise a saltellare e a farmi le feste.
Io gli feci qualche carezza, poi mi avviai nella camera delle mie amiche. Elsa era già lì: "Ciao Astrid, ben arrivata! Ho trovato una cosa molto interessante riguardo ad un antica leggenda.".
Io guardai la foto e sbiancai: era l'immagine di uno specchio uguale identico a quello che avevo in camera mia.

ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi il terzo capitolo! Vi dico subito che la leggenda me la sono inventata io e che non shippo Merida ed Hans, ma non
avevo idee per un altro fidanzato! Da adesso mi impegno a fare un capitolo al giorno, per voi va bene? Almeno spero di riuscirci...
Ora vi saluto e a (forse) domani!

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


"Non è uno specchio bellissimo?" commentò Elsa "La leggenda dice che sia capace di trasportare le persone in altri mondi".
"Davvero?" chiesi preoccupata, ma anche incuriosita. "Si. Guarda qui." mi disse Anna, mostrandomi la pagina di un libro. C'erano delle immagini che la facevano sembrare un libretto di istruzioni.
Nella prima si vedeva una persona in piedi davanti allo specchio. Sotto, una scritta: "1- esprimi un desiderio".
Nella seconda foto c'era la stessa persona che camminava e la descrizione diceva: "2-  corri verso lo specchio"
L'ultima immagine faceva vedere la gamba di qualcuno che spuntava dal vetro e la didascalia recitava:"3- attraversa il portale e ti troverai nel tuo mondo ideale. Potrai tornarci quando vorrai"
In fondo alla pagina c'era una gigantesca scritta: ATTENZIONE! NON SOLO TU POTRAI PASSARE, MA ANCHE LE CREATURE DELL'ALTRO MONDO POTRANNO FARLO.
"Molto strano, eh?" fece Anna "Si dice anche che lo specchio appartenga ad una famiglia che se lo passa di generazione in generazione, ma nessuno ha ancora capito di che famigia si tratti".
"Beh, ora basta chiacchierare. Mettiamoci al lavoro." ci disse Elsa. "Ok. Vi faccio vedere quello che ho trovato" feci io, tirando fuori dei fogli dal mio zaino.
Ero preoccupata, ma cercavo di non darlo a vedere. Continuavo a farmi domande: quale era la famiglia che possedeva lo specchio?
                                                                                                                              era per caso la mia?
                                                                                                                              se sì, perchè gli zii non me l'avevano detto prima?
                                                                                                                              che mondo c'era oltre lo specchio?
                                                                                                                               poteva davvero realizzare ogni desiderio?
 
 Quando andai a casa, pensai molto a cosa potevo fare. Alla fine decisi: mi posizionai davanti allo specchio, fissandolo. Ero pronta.


ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! Spero che da qui la storia si faccia più interessante di prima, dato che ho visto che il mio ultimo capitolo non ha avuto recensioni.
Ora vi faccio un indovinello: secondo voi cosa succederà dopo?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e recensite numerosi!

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


All'improvviso mi venne in mente un pensiero orribile: e se poi non fossi più riuscita a tornare indietro?
Scacciai subito questo presentimento e mi concentrai su quello che dovevo fare. Ricordai che il primo passaggio era esprimere un desiderio, fatto.
Il secondo era andare verso lo specchio. Mentre lo facevo, pensai al terzo passo: attraversare il portale. Appena lo feci mi ritrovai in una foresta su un'isola in mezzo al mare.
"Dove cavolo sono finita?" mi chiesi "Avevo espresso il desiderio di sapere se il tipo inventato da Heather era vero, invece finisco in un posto sperduto chissadove e... come sono vestita?".
Mi specchiai nell'acqua di un laghetto: i miei capelli, che prima erano sciolti, ora erano raccolti in una treccia laterale e sulla fronte avevo una fascia marrone.
Anche la pelpa rossa e i jeans non c'erano più: al loro posto portavo una maglia rossa a maniche corte con le spalliere di ferro e un cappuccio di pelliccia, una gonna marrone con le borchie e dei leggins blu.
Ai piedi portavo degli stivali marroni con il pelo. La mia collana con il pendaglio a forma di ascia era sparita. Al suo posto avevo....
"Un'ascia vera!" esclamai, guardando l'arma che avevo in mano.
Mi voltai e, inaspettatamente, mi ritrovai faccia a faccia con un qualcosa di gigantesco: un drago azzurro e giallo con le spine sulla coda.
Ero terrorizzata, però l'essere si avvicinò e mi diede dei leggeri colpetti con la testa, come a far capire che voleva essere accarezzato.
Lo guardai meglio. "Tempestosa?" dissi "Sei tu?". In risposta, il drago fece una faccia felice (o così mi sembrava).
All'improvviso sentii un rumore provenire dalla foresta: sembrava il ruggito di un animale.
Io rimasi lì impietrita, mentre un drago si avvicinava ringhiando.
Il bestione si ricoprì di fuoco, sembrava una torcia vivente.
Capii che era arrivata la mia ora.


ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi il quinto capitolo! Spero vi sia piaciuto. Se è stato noioso ditemelo, please.
Il drago che ha attaccato Astrid è un Incubo Orrendo (come se non lo sapeste già, ma volevo dirlo).
Qui da me fa un caldo da uccidere, ma tra poco potebbe piovere, quindi si dovrebbe rinfrescare un po'.
Ora vi saluto, recensite numerosi!

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Stranamente non successe nulla, ma non avevo il coraggio di aprire gli occhi. Sentivo ancora il ruggito del drago infuocato, un altro verso (probabilmente di un altro bestione) e una voce sconosciuta.
All'improvviso, silenzio. Riaprii gli occhi e vidi una mano tesa verso di me, realizzai che ero inciampata da qualche parte.
La voce misteriosa mi chiese: "Stai bene? Niente di rotto, vero?". Alzai lo sguardo e ciò che vidi mi lasciò senza parole: un ragazzo uguale a quello descritto da Heather era in piedi di fronte a me.
Solo che vederlo davvero era ancora più bello: indossava una tuta di pelle nera e marrone con dei pantaloni verdi. Notai che aveva una gamba di ferro, chissà perchè.
I capelli castani erano spettinati e gli occhi... non c'erano parole per descriverli! Se prendete la parola "stupendi" e la moltiplicate per mille siete ancora molto lontani dal risultato. Erano verdi come il prato e mi perdevo dentro di loro, come se stessi annegando. Ma non era una brutta sensazione, anzi.
Mi riscossi, diventando rossa come un pomodoro e dissi: "Grazie, tutto a posto.". Il ragazzo mi prese la mano e mi aiutò ad alzarmi da terra. Poi mi chiese: "Chi sei, non ti ho mai vista da queste parti.".
"Mi chiamo Astrid Hofferson" risposi "E tu sei...". "Hiccup, ma se vuoi chiamami pure Hic" si presentò lui. " Grazie dell'aiuto Hiccup. Potresti dirmi dove mi trovo?" gli domandai.
"Sei a Berk, un'isola vichinga. Noi addestriamo i draghi" mi disse lui. Io: "I draghi... sono, come dire... vostri amici?".  "Sì"  mi rispose Hiccup. "Ma se li addestrate... perchè quello mi ha attaccato?" chiesi. "Quello era un drago selvatico, non è stato addomesticato." mi spiegò.
"Ah, ok. Senti, posso farti una domanda?" gli domandai. "Chiedimi pure tutto quello che vuoi." mi rispose lui. "Per caso conosci qualcuno di nome Heather?" gli chiesi, imbarazzata. "No, non conosco nessuno con quel nome. Perchè?" mi domandò perplesso Hiccup. "No, niente" risposi "Ehm... io vado. Ti saluto Hiccup, grazie ancora per l'aiuto". "Ciao... ci vediamo!" mi salutò lui.
Trovai il portale al limitare della foresta, lo oltrepassai e mi ritrovai in camera mia, insieme a Tempestosa. Ora ero certa che Heather mentiva.
In più mi sentivo strana, come se potessi volare e toccare il cielo con un dito. Avevo addiritura le farfalle nello stomaco e il cuore mi batteva fortissimo.
Forse... mi ero innamorata!

UNA SETTIMANA DOPO

Per un motivo o per l'altro, in quella settimana non ero tornata nel mondo dello specchio. E poi continuavo a pensare a Hiccup, in ogni momento.
A scuola? Hiccup!
A casa? Hiccup!
Con le amiche? Hiccup!
Mentre facevo qualsiasi cosa? Hiccup, Hiccup e ancora Hiccup!
Spesso lo sognavo di notte.
Non riuscivo a togliermelo dalla testa, ma sapevo che dovevo dimenticarmi di lui. In fondo era probabile che si fosse già scordato di me!
Ignoravo perfino i crudeli scherzi di Heather e le sue amiche. Non mi importava più di nient'altro, tranne che di lui.
Così decisi di tornare nell'isola dell'altra volta per vederlo,anche se di nascosto.
Lo specchio mi trasportò davanti ad una casa di legno. Feci per andarmene, ma qualcuno mi fermò: era Hiccup.
Il mio cuore fece un triplo salto mortale mentre lui mi diceva: "Ciao, è da molto che non ti vedo! Quindi... tu non vivi qui a Berk, giusto?".
"No... in effetti vivo lontano... forse non conosci il posto." risposi io, cercando di non diventare rossa.
"Ok... ecco, io ti volevo chidere..." balbettò Hiccup, mettendosi una mano sulla nuca "Ti andrebbe... sì, insomma... di vederci più spesso? Tipo... tutti i giorni, alla stessa ora?".
Stavolta fu lui ad arrossire ed io risposi: "Certo che mi va. A che ora?". " Non so... alle sei di sera può andar bene?" mi chiese Hic.
"Perfetto" dissi io "Quindi...". "Quindi..." ripetè lui, incrociando il mio sguardo. Diventammo rossi come dei peperoni e abbassammo gli occhi.
"Io devo andare ora.... sai, mio padre mi aveva chiamato ed io sono già in ritardo. Ti saluto... a domani, allora" mi disse Hiccup e mi sorrise, il suo sorriso era bellissimo.
"A domani." lo salutai io. Appena tornai a casa ero sicura di una cosa: quel ragazzo era capace di farmi provare qualcosa che nessuno era mai riuscito a farmi sentire prima d'ora.

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti quanti! Questo capitolo è più lungo degli altri, e da adesso saranno tutti così. Visto che finalmente è arrivato Hiccup, da adesso i capitoli
(oltre che più lunghi) saranno più interessanti, o almeno spero. Lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate!

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Ero agitatissima! Erano quasi le sei di sera ed io avevo il mio pimo "appuntamento" con Hiccup.
Non sapevo cosa fare, come comportarmi, insomma, ero nervosa come non mai. Alla fine feci un respiro profondo ed attraversai il portale.
Mi ritrovai nella piazza di un villaggio, davanti ad un fabbro. Sentii qualcuno che mi chiamava ed io sapevo benissimo chi era. Il cuore mi cominciò a battere fortissimo ed  Hiccup arrivò davanti a me.
Io arrossii e lo salutai. "Come mai non c'è nessuno in giro?" gli domandai, guardandomi intorno. "Beh, sai, qui fa buoi molto presto e a quest'ora dovrei essere a casa. Per fortuna mio padre mi ha dato il permesso di uscire." mi rispose Hiccup "Bene, allora, che vuoi fare?". "Non so, cosa c'è da fare qui?" chiesi. "Ho trovato. Ti vorrei far vedere un paio di posti speciali, ti va?" mi disse Hic. "Certo che mi va" risposi, allegra.
Mi condusse al limitare del villaggio, dove c'era una specie di stadio con dei canestri inseriti in una trave di legno. "Qui è dove facciamo le gare dei draghi" mi spiegò Hiccup "In questo sport dobbiamo riuscire a prendere delle pecore e a fare canestro nel nostro cesto. Ogni pecora vale un punto,mentre la pecora nera vale dieci punti.". "Wow che forza!" esclamai, incantata.
Hiccup sorrise: "Sono contento che ti piaccia. Ora ti devo far vedere un posto veramente speciale, possiamo andare là con i drahi.". "C'è un piccolo problema: Tempestosa non è con me ed io non ho la minima idea di come si cavalchi un drago." dissi, imbarazzata. "Non c'è problema. Puoi venire con me su Sdentato." mi rassicurò Hic e chiamò il suo drago.
Sdentato era un drago nero con gli occhi verdi ed era simpaticissimo. Infatti, appena ci raggiunse, diede una bella leccata in faccia ad Hiccup, che gli disse: "No, Sdentato! Lo sai che poi non va più via, te l'ho detto mille volte!". In risposta, Sdentato emise un verso simile a una risata.
Hiccup si rialzò da terra, rosso come un peperone, e mi aiutò a salire sul drago. Si sedette di fronte a me, si girò e mi sussurrò in un orecchio: "Reggiti forte, Astrid". Poi spiccammo il volo.
Avevo una paura bestiale di cadere e mi strisi a Hic con tutta la forza che avevo. Lui si voltò e mi sorrise, questo bastò a farmi passare la paura.
Volare è semplicemente fantastico e farlo con il ragazzo per cui avevo una cotta era ancora meglio. Potevo toccare il cielo con un dito, nel vero senso della parola.
Dopo qualche minuto atterrammo e ciò che vidi mi lasciò senza parole: eravamo in una conca con al centro un piccolo laghetto ed intorno a noi, la foresta.
Hiccup mi chiese: "Ti piace?". "Ovviamente!" esclamai. "Questo è uno dei miei posti preferiti in assoluto" mi disse Hiccup "Qui ho conosciuto Sdentato". "E' un posto bellissimo" feci io.
Poi, non so come, trovai il coraggio di fargli una domanda molto strana: "Posso chiederti... cosa ti sei fatto alla... gamba?". "Cosa? Oh, già...." disse lui, fissandosi la protesi "Il fatto è che è una lunga storia, se vuoi te la racconto".
 Ci sedemmo sotto un albero e Hiccup cominciò a parlare: "Molto tempo fa noi vichinghi combattevamo i draghi. Io riuscii a colpire lui, però non riuscii ad ucciderlo. Quando andai nella foresta per finirlo, lo liberai. Non volevo fargli del male. Quando mio padre scoprì che mi ero fatto amico un drago, lo rapì e lo usò per arrivare al nido dei draghi. La regina, una Morte Rossa, ci attaccò ed io riuscii a riprendere Sdentato. L'abbiamo sconfitta, ma io sono caduto un mezzo alle fiamme ed ho perso la gamba".
"Cavolo, deve essere dura vivere con una protesi." dissi. "No, ora mi ci sono abituato e ci vivo bene" rispose lui "Tu, piuttosto, come fai a venire qui senza una barca? Non volerai di certo, dato che non sai cavalcare un drago. E perchè c'è sempre una strana luce dove compari?".
A quel punto non mi sentii più di nascondergli la verità. Gli raccontai tutto, a parte che ero innamorata di lui.
Appena finii di parlare, lui fece una faccia strana e poi sussultò. Mi guardò negli occhi e mi chiese: "Non sarai mica... la figlia di Ingrid Hofferson?"

ANGOLO AUTRICE

 Salve, spero che vi sia piaciuto. Come avete visto ho messo il primo volo di Astrid in dragon trainer (modificandolo, ovvio) perchè è stato quel momento a farmi innamorare della hiccstrid e mi sembrava giusto ricordarlo, nonostante io sia con la testa già a dragon trainer 3.
Non mi dilungo molto, vi chiedo solo di recensire e dirmi cosa ne pensate. A domani con il prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


"Co-come scusa?" balbettai, confusa. Come faceva Hiccup a sapere il nome di mia madre?
"Sì." gi risposi "Ma tu come fai a conoscerla? Mia madre è morta tanti anni fa.". "Mio padre una volta mi ha raccontato una leggenda che parlava di una ragazza bionda con gli occhi azzurri che veniva qui tramite un portale aperto da uno specchio magico" mi spiegò Hic. "Ma se è una leggenda come fa a sapere il suo nome?". "Questo non lo so" ammise Hic "Però sta di fatto che lo sa."
"Sai, questa storia della ragazza e dello specchio la conosco anche io!" dissi "Me la raccontava mia mamma quando ero piccola, solo che il protagonista era un ragazzo".
"Bisognerà fare qualche ricerca" fece Hiccup. "Giusto!" esclamai "Tu cercherai informazioni qui al villaggio, mentre io andrò in biblioteca". "Dov'è che andrai, scusa?" mi chiese Hic, facendo una faccia perplessa.
"In biblioteca. Non sai cos'è?" gli risposi. "No, non ho proprio idea di cosa sia una biblia...biblie.... biblioteca" disse lui, incespicando sull'ultima parola.
"A proposito! Io devo andare." feci io, alzandomi da terra. "Te ne vai di già?" mi chiese Hiccup, dispiaciuto. "Sì, a casa si staranno chiedendo che fine ho fatto" risposi "Ma domani tornrerò e ti porterò nel mio mondo. Ok?". "Ok" disse Hic "Allora... a domani". "A domani Hic!" lo salutai ed attraversai il portale che si era appena materializzato alle mie spalle.
Arrivata a casa, ero euforica perchè avevo passato un po' di tempo con il mio amore segreto, ma ero anche agitata: mi ricordavo che la mamma mi leggeva la leggenda da un libro, ma non sapevo dove era finito il libro in questione. Lo cercai dappertutto, ma non riuscii a trovarlo. "Pazienza" mi dissi "Lo cercherò domani".
Mi preparai per andare a dormire, ma non riuscivo a chiudere occhio: continuavo a pensare al volo che avevo fatto con Hiccup sul suo drago. Era stato magnifico, eravamo solo io e lui tra le nuvole.
Pensai anche alla sua voce: splendida e rassicurante. Dopo un po' mi addormentai.

Il mattino dopo mi svegliai con una strana sensazione, come se in camera mia ci fosse qualcosa di diverso. Mi stropicciai gli occhi e mi guardai in giro.
Sulla scrivania, niente.
Vicino all'armadio, niente.
Sul comodino, niente.
Sul mio letto c'ero solo io.
Accanto allo specchio...
Mi prese un colpo! Balzai fuori dalle coperte e mi inginocchiai a terra: Hiccup era sdraiato a pancia in giù davanti allo specchio, ad occhi chiusi. Non si muoveva. Mi affrettai ad appoggiare l'orecchio sul suo petto: il cuore batteva, per fortuna! Tirai un sorpirone di sollievo e lo scossi leggermente: "Hic... ehi Hic! Svegliati!".
Lui aprì lentamente gli occhi e sollevò la testa. Appena mi vide disse: "Astrid... dove sono?"
Gli risposi: "Sei nel mio mondo. Ma come ci sei arrivato qui?".
"Quando te ne sei andata mi sono messo a cercare qualcosa che potesse essere utile ed ho trovato uno specchio uguale al tuo. Poi quel coso mi ha risucchiato!".
"Mi dispiace. Non volevo crearti tutti questi problemi" dissi, sinceramente dispiaciuta. "Dai, non fa niente. E... senti.... come sono vestito?" fece lui.
Io lo guardai: aveva una maglia nera con il disegno di un teschio sulla spalla e un paio di jeans. "Sei vestito come una persona di questo mondo. Io invece... sono ancora in pigiama".
Hic mi sorrise e a quel punto arrossimo tutti e due e dissi: "Beh... io devo andare a scuola. Vuoi venire con me?". "Ok " mi rispose lui.
Mi preparai, feci uscire Hiccup dalla porta sul retro e poi uscii anche io. Ed insieme ci avviammo verso la scuola.

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi mi lascia delle recensioni in ogni capitolo.
Hiccup è arrivato nel mondo di Astrid, e adesso? Recensite per favore, così saprò cosa ne pensate.
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Appena arrivammo a scuola, notai che tutti sapevano del "fidanzato" di Heather. Sorrisi, pensando a che faccia avrebbero fatto quando sarebbero venuti a sapere la verità.
All'improvviso un orribile presentimento mi baenò nella mente. "Hiccup!" gli dissi. "Che succede? C'è qualche problema?" mi chiese lui. "Sì che c'è qualche problema!" risposi io "Non devi entrare a scuola!".
"Perchè? Non vedo che cosa ci sia di male nel voler andare a...". Non fece in tempo a finire la frase, che qualcuno lo arpionò ad un braccio. Era Heather.
Hic mi guardò come a dire: "Era per questo che eri così agitata?". Io annuii impercettibilmente.
"Ehi, tu che ci fai col mio fidanzato?" mi chiese Heather, arrabbiata. Recitava piuttosto bene, questo era ovvio.
"Nulla, ci siamo solo incrociati per strada. Non sapevo che fosse il tuo ragazzo" risposi, abbassanto gli occhi. Heather lo trascinò con sè ed io rimasi lì impalata, senza dire nulla.
Elsa ed Anna si materializzarono accanto a me e mi chiesero: "Astrid, chi era quel ragazzo?". "Era Hiccup, il... il fidanzato di Heather" risposi "Solo che non lo è davvero, cioè per sua scelta, insomma. Lei lo ha costretto".
"Ok, ma stai bene? Hai una faccia!" mi disse Elsa. "Giusto, che hai?" mi domandò Anna. "Beh, io... credo di essermi innamorata di Hiccup" ammisi, diventando rossa.
"E finalmente qualcuno è riuscito a sciolgliere il tuo cuore di ghiaccio!" esclamò Elsa "Ed ora che pensi di fare?". "A dire il vero non lo so..." dissi "Ma di certo non posso lascialo in mano ad Heather!".
"Mmm.. per me qui qualcuno è geloso..." commentò Anna, ridacchiando. "Non è vero, io non sono gelosa!" ribattei.
Ma il suono della campanella interruppe la nostra conversazione.
Per tutta la mattina Heather rimase appiccicata ad Hiccup, tranne durante le lezioni, dato che l'unico banco libero era quello vicino al mio.
Per fortuna i prof non notarono la sua presenza. Forse pensavano di averlo sempre avuto in classe.
In poco tempo arrivò la ricreazione e Heather, ovviamente, si tirò dietro Hiccup. In effetti ero veramente gelosa, lo ammetto.
Andai in bagno, ma feci appena in tempo a fare due passi oltre la porta, che questa si richiuse con uno scatto alle mie spalle. Mi voltai, allarmata, e vidi Heather con una chiave in mano.
Ero chiusa lì insieme a lei. Ero in trappola

"Bene, bene chi abbiamo qui? La ragazza che ruba i fidanzati alle altre?" fece Heather. "Cosa vuoi da me? Io non ti ho mai fatto nulla!" cercai di difendermi in qualche modo.
"Forse tu non te ne sei accorta, ma fin da quando eravamo piccole tutti i ragazzi erano letteralmente ai tuoi piedi. Però tu neanche li guardavi ed io mi sentivo superata da... TE!" fece Heather, con disprezzo "Ed ora voglio la mia rivincita!". "Ma non è stata colpa mia!" ribattei. "Ed ora stai pure tentando di rubarmi il fidanzato!" fece lei, arrabbiata.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e dissi: "Primo: perchè vuoi vendetta se io non ho colpa di nulla? E secondo: Hiccup non è il tuo fidanzato! Tu l'hai costretto!".
"Tu sai troppe cose... devo assicurarmi che nessuno sappia la verità..." mormorò Heather. Prima che potessi fare qualcosa, lei mi colpì con qualcosa, ma non so cosa.
Vidi che tutto diventava nero e sentii un dolore atroce alla testa, così svenni.
Quando mi ripresi, mi trovavo nello sgabuzzino delle scope. Passai circa due ore lì dentro, tentando di chiamare aiuto, senza risultati.
Quando stavo per perdere ogni speranza, sentii una chiave che girava nella toppa. Credendo che si trattasse di Heather, mi prese un colpo. Ma poi...
"Hiccup?" dissi, sorpresa. "Astrid, sei qui! Finalmente ti ho trovata!".
Hic aprì la porta e si inginocchiò davanti a me: "Stai bene, vero?". "Sì, sto bene. Ma tu come hai fatto a trovarmi?" risposi. "Ho rubato la chiave a Heather." spiegò lui "Perchè ti ha rinchiusa qui?".
Gli raccontai tutta la storia e poi Hiccup mi disse: "Dai, alzati da terra". Io ci provai, ma non ci riuscii: la caviglia mi faceva malissimo.
Hic mi disse: "Devi aver preso una storta. Vieni ti aiuto io". Mi aiutò ad alzarmi da terra e continuò: "Se non riesci a camminare appoggiati pure a me, ok? Ti accompagno a casa".
Lo abbracciai e gli dissi: "Grazie Hiccup, non so cosa avrei fatto senza di te". "Figurati, è stato un piacere per me aiutarti" mi rispose lui.
Lungo la strada di casa, io gli chiesi: "Hic... sei arrabbiato con me perchè ti ho lasciato con Heather?". "No, perchè dovrei esserlo? L'importante è che non ti sia successo nulla di grave." mi disse lui.
Stavo quasi per piangere: era un ragazzo veramente fantastico, nessuno era mai stato così gentile con me.
Hiccup rimase con me tutto il pomeriggio. Per fortuna gli zii non c'erano, così non sarebbe stato scoperto.
Venne la sera ed Hiccup doveva tornare a Berk. Ma, quando provò ad atraversare lo specchio...

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti quanti. Scusate se ieri non ho pubblicato, ma non ero a casa e quindi non ho potuto fare nulla.
A proposito di questo, a voi va bene un capitolo al giorno oppure volete che pubblichi ad intervalli di tempo più lunghi?
Fatemi sapere questo e cosa pensate della storia lasciando una recensione!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** capitolo 9 ***


A circa venti centimetri dallo specchio, Hiccup venne spinto all'indietro da una forza invisibile. Provò e riprovò, ma veniva sempre respinto.
"Che succede?" chiesi "Perchè non riesci ad attraversare il portale?". "Non lo so! Ma io devo assolutamente tornare da mio padre!" esclamò Hic "Forse tu puoi ad attraversare il portale! Riusciristi a dire a mio padre di questo problema?". "Ok, va bene!" risposi io.
Hiccup mi fece uno schizzo della sua casa, così che io sapessi dove andare, poi me lo consegnò. "Promettimi che farai attenzione." mi disse, prima che partissi. "Te lo prometto" risposi io ed attraversai lo specchio.
Mi ritrovai su una collinetta poco lontano dal villaggio e corsi a perdifiato fino nella piazza centrale. Cercai la casa nel disegno: era piuttosto grande rispetto alle altre case del villaggio.
Bussai e mi venne ad aprire un uomo dalla lunga barba rossa. "Tu chi sei?" mi chiese. "Sono Astrid Hofferson" risposi. "Io sono Stoik, il capo di Berk. Non ti ho mai vista da queste parti, ti serve qualcosa?" "Devo dirle una cosa da parte di suo figlio Hiccup". "Entra pure" mi disse Stoik "Mi spiegherai tutto in casa".
Entrai e gli raccontai ciò che era successo. Quando finii, lui disse: "Capisco... era capitato anche ad un altro dei nostri. Un certo Hoffer, mi pare...".
Sussultai: "Lei come fa a sapere il nome di mio padre?". A Stoik cadde la mascella dallo stupore: "Tu sei... la figlia di Ingrid e Hoffer?". Annuii.
"Senti, non ti dispiace se Hic sta da te fino a che non riuscirà a tornare indietro, vero?" mi chiese. "No, per me non c'è problema. Ma se i miei zii lo scoprissero...".
"Ascolta bene, ora ti dirò il metodo che usava tuo padre..." disse Stoik.
Quando ritornai a casa, Hiccup mi chiese: "Allora? Gli hai detto tutto?". "Sì. Ma, Hiccup..." cominciai. "Che è successo?" si allarmò lui. Io conclusi: "Da oggi sarai il mio amico di penna".

"Cosa?" mi domandò Hiccup. "Dobbiamo far finta che tu sia il mio amico di penna, che è venuto a stare da me per una settimana. Il problema è che io poi dovrò venire con te a Berk perchè gli amici di penna...".
"Devono andare ognuno a casa dell'altro, lo so" finì Hiccup "Ma se lo specchio non mi fa passare, come facciamo?". "Non lo so, ma un modo lo troveremo" gli dissi io.
Così Hiccup rimase qui per la notte. Solo che in camera mia non ci sono due letti, quindi... abbiamo dovuto dormire assieme!
Per fortuna era buio, così lui non si è accorto che ero diventata più rossa del sole al tramonto. Quella notte faticai molto ad addormentarmi.
Mentre tutti dormivano già, Tempestosa inclusa, io continuavo a guardare Hiccup.
In quel momento volevo solo baciarlo fino a consumarlo, abbracciarlo fino a che lui non mi avesse implorato di lasciarlo andare.
Ma la stanchezza ebbe la meglio e così, cullata dal battito regolare del cuore di Hic, mi addormentai.
La mattina dopo lo presentai ai miei zii come in mio amico di penna e loro non fecero una piega. Tutto secondo i piani.
Dissero che poteva dormire nella stanza degli ospiti.
"Strano" pensai "Non mi ero mai accorta che ci fosse una stanza degli ospiti in questa casa...". Ma non era il momento di farsi domande.
Un po' mi dispiaceva perchè non avrei più potuto guardarlo mentre dormiva, ma almeno così evitavo di agitarmi ogni volta che mi svegliavo.
Hiccup, per fortuna, evitò di tornare a scuola, dove tutti si stavano chiedendo dove fosse finito il famoso fidanzato di Heather.
Però una settimana passa in fretta ed arrivò il momento in cui dovevamo andare a Berk.
Adesso come avremmo fatto?

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti voi! Spero che il capitolo non sia stato troppo noioso, ma era fondamentale per tutta la storia.
Il nome del padre di Astrid l'ho "inventato" io, dato che il cognome dei vichinghi si formava con il nome del padre (in questo caso Hoffer) e "son" oppure "dottir" a seconda che il figlio fosse maschio o femmina.
Infatti, il cognome di Astrid doverebbe essere "Hofferdottir", ma questo forse lo sapevate già.
Poi... non ho altro da dire (che strazio sono, eh?) e quindi vi saluto!

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Quando gli zii se ne andarono, io e Hiccup cercammo di farci venire in mente un modo per attraversare lo specchio.
Alla fine mi stufai di star ferma lì a pensare e basta. Presi Hiccup per una mano e lo trascinai nel portale insieme a me. Stavolta ci riuscimmo entrambi.
Il posto, stavolta, era diverso: ci trovavamo davanti alla casa di Hiccup. Entrammo e Stoik stritolò Hic in un abbraccio esclamando: "Figliolo, sei tornato!".
"Già, ma non tornerò più dal posto in cui mi manderai se continui a stringermi così!" fece Hiccup, senza fiato. Quando lo lasciò andare noi gli spiegammo tutta la faccenda.
Stoik disse: "Ok, va bene. Ma Hiccup, non è che...". Hic diventò tutto rosso e rispose: "No no, papà! Che vai a pensare?".
L'uomo fece una risatina sotto i baffi e suggerì: "Beh, è una bella giornata. Hiccup, perchè non fai vedere l'isola ad Astrid?". "Certamente!" rispose lui.
Andammo in giro per tutta Berk e ci fermammo al limitare di un bosco. Lo ricordavo bene: era lo stesso bosco della prima volta che ero venuta qui.
Hiccup all'improvviso arrossì senza un motivo apparente e disse: "Astrid..." . "Che succede?" chiesi io. "Ecco..." cominciò lui "Io... no, non posso farlo!".
E corse nel folto della foresta. Rimasi lì impalata senza dire nulla. Ma che diavolo gli era preso?
Sentii un verso familiare: Tempestosa. Mi aveva seguito, ma non era sola: la accompagnavano Sdentato, che corse subito nella direzione dove era andato Hic, ed un altro drago uguale a lei. L'unica differenza era il colore:Tempestosa era azzurra e gialla, mentre l'altro era viola e giallo.
Udii anche qualcuno che gridava: "Thor, vieni qua! In nome di tutti gli Dei di Asgard, perchè sei scappato?".
La persona misteriosa, appena mi vide, smise di correre e si bloccò accanto al suo drago, dicendomi: "E tu chi sei?".

Era una ragazzina sui tredici anni circa. Aveva i capelli castani lunghi con qualche ciocca bionda raccolti in una treccia e una fragia laterale le ricadeva sul'occhio destro.
Gli occhi erano color cioccolato e non era pallida come la maggior parte dei vichinghi, ma era piuttosto abbronzata.
 Indossava un vestito verde lungo fino alle ginocchia e degli stivali marrone chiaro.
Come me, anche lei aveva una fascia sulla fronte, solo che la mia era marrone, la sua era grigia. A quanto pareva, il suo drago si chiamava Thor.
"Io sono Astrid e tu chi sei?" chiesi. "Io sono Klar. Che ci facevi con Hiccup?" rispose lei.
"Lo conosci?" domandai io. "Ovvio che lo conosco! Lui è il mio insegnante all'Accademia!" disse Klar "Ad ogni modo, che ci facevi con lui? Non sarete per caso... fidanzati?".
Io arrossii un sacco e risposi: "No, non stiamo insieme. Mi ha solo accompagnato a fare un giro dell'isola perchè..."
"Perchè sei una ragazza di un altro mondo che arriva qui attraverso un portale aperto da uno specchio magico e, per giunta, innamorata del figlio del capo?".
Ero sbalordita: "E tu come fai a saperlo?". "Per la parte dell'innamorata ho solo tirato ad indovinare. Per il resto... ho i miei trucchi per scoprire vari segreti!".
"Beh, ora sono nei guai fino al collo, però!" escamai "Hiccup mi ha lasciato qui ed io non ho la minima idea di come si torna al villaggio".
Lei ci pensò un po' e poi disse al suo drago: "Thor, sai cosa fare!". Il drago si alzò in volo e sparì tra le nuvole.
"Bene, io devo andare!" disse Klar "Fammi sapere com'è andata. Ci vediamo, Astrid!".
E corse via, svanendo tra gli alberi.

ANGOLO AUTRICE

Ehilà gente! Scusate, lo so che sono due giorni che non pubblico capitoli, ma sabato sera c'era la festa del quartiere e quindi domenica ero stanchissima. E ieri ero in piscina alla festa di compleanno di una mia amica.
E ora... Hiccup se la svigna! Sono crudele certe volte, lo so! La ragazzina l'ho messa perchè serviva un altro personaggio, ma questo è molto particolare... vi dirò la sua particolarità nel prossimo angolo autrice.
Comunque se il capitolo vi è piaciuto lasciate una recensione. Se non l'avete ancora fatto, fatelo e noi ci rivediamo nel prossimo capitolo. Bella ragazzi!
Ok, basta fare Favij per oggi XD

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Non capivo più niente! Dopo il "Thor sai cosa fare" e "Fammi sapere com'è andata" avevo una tale confusione in testa che, in confronto, un uragano avrebbe messo in ordine!
All'improvviso sentii un drago che ruggiva e qualcuno che gridava: "Ma insomma! Klar non ti aveva insegnato a farti gli affari tuoi? E tu, Sdentato, potevi evitare di aiutarlo! Grazie tanto inutile rettile!".
Quella voce... l'avrei riconosciuta tra mille!
Thor e Sdentato scaricarono Hiccup a terra e, mentre Thor volava in direzione del villaggio, Sdentato aiutava Hiccup a rimettersi in piedi.
Lui, appena mi vide, diventò rosso su tutta la faccia ed io chiesi: "Hiccup, perchè sei scappato? Come mai diventi rosso e, soprattutto, cosa devi dirmi di così importante?".
"E' una cosa complicata, quasi un problema..." rispose Hic. "E qual'è questo problema? Se me lo dici, magari ti potrei aiutare".
"Ne dubito..." disse lui, abbassando lo sguardo. "Intanto dimmela questa cosa, poi vedrò che posso fare" insistetti io.
Hic alla fine cedette: "Ok, ma tu non dovrai arrabbiarti o avere reazioni simili, prometti?". "Prometto" risposi.
"Ecco... non è facile..." cominciò lui "Allora... Astrid, lo sai che ne abbiamo passate tante insieme ed io credo di provare qualcosa che non è proprio amicizia...". Arrossì e concluse: "Credo...di essermi innamorato di te".
Anche io diventai rossa come un pomodoro e dissi: "Anche tu mi piaci". "Sul-sul serio? Non mi stai prendendo in giro, vero?" chiese lui, incredulo. "Perchè dovrei? Sono davvero innamorata di te!" risposi.
Hic si avvicinò e mi posò una mano sulla guancia, domandandomi: "Posso?". "Ovvio che puoi" risposi io.
Lui avvicinò piano il suo viso al mio ed io lo guardai negli occhi: erano verdi come il prato, i miei erano azzurri come il cielo. Ci completiamo a vicenda.
Tutto intorno a me era sparito: eravamo solamente io e lui, lui ed io. Sembrava si fosse fermato il tempo.
Quello fu il mio primo bacio. Era una sensazione magnifica sentire le labbra del ragazzo che amavo sulle mie.
Ci dividemmo ed, insieme, pronunciammo le parole che volevo dire da una vita intera: "Ti amo".

"Dimmi che non è un sogno" feci io "E se lo è, ti prego, non svegliarmi".
"Non è un sogno, è la realtà" mi rispose Hic, accarezzandomi la guancia. Avrei voluto rimanere a guardarlo negli occhi in eterno, quegli occhi che mi avevano fatto innamorare per la prima volta.
"Astrid, vorresti essere la mia fidanzata?" mi chiese Hiccup, arrossendo come non mai. "Ti sembrano domande da fare queste?" feci io "Ovviamente sì!".
Non feci in tempo a capire che cosa gli prendeva, che Hiccup era svenuto. Mi inginocchiai vicino a lui e lo chiamai: "Hiccup, mi senti? Ehi, Hic!".
Sentii una voce alle mie spalle che commentò: "Bel colpo, Haddock!". Mi voltai e vidi Klar seduta su una roccia.
Mi fece l'occhiolino: "Deduco sia andata bene... come se non avessi visto nulla!".
"Sei rimasta lì tutto il tempo?" chiesi io, perplessa. "No" disse lei "Ma abbastanza da capire che state insieme".
Sorrisi: "In effetti sì. Grazie a te che hai mandato Thor a recuperare Hiccup. Grazie". "Non c'è di che!" esclamò allegramente Klar "Ma ora è meglio che vada sul serio!".
"Aspetta! Non mi dai una mano a farlo rinvenire?" le chiesi. "Beh, per quando sviene così c'è un solo rimedio!" mi disse lei "A presto!".
E corse verso il villaggio.
Capii subito cosa intendeva. Mi abbassai sul volto di Hiccup e gli diedi un bacio sulle labbra. Mi staccai solo quando vidi che riapriva gli occhi.
"Astrid" disse lui "Cos'è successo? Perchè mi stavi baciando?". "Sei svenuto dopo avermi chiesto di essere la tua fidanzata" spiegai, aiutandolo a rialzarsi.
"E allora?" mi chiese Hic. "E allora che cosa?" feci io. "Che mi avevi risposto?" domandò lui.
 Notai che stava tremando. "Avevo detto di sì" risposi. "Come scusa? Credo di non aver capito bene" disse Hiccup.
"SI!!" esclamai, saltandogli al collo. Finimmo tutti e due a terra, uno sopra l'altro. Ci sorridemmo a vicenda.
Hiccup mi disse: "Ti amo, Astrid". "Anche io ti amo" risposi. "Ma io di più!" fece Hic, per poi baciarmi dolcemente.

ANGOLO AUTRICE

E finalmente Hiccup si è dichiarato e si sono messi insieme! Era una vita che aspettavo di scrivere questo capitolo!
Spero tanto che vi sia piaciuto! Ricordate che vi dovevo dire qualcosa a proposito di Klar, il nuovo personaggio?
A proposito di lei, mi sono divertita molto a scrivere di lei che aiuta Astrid. Anche io l'avrei fatto.
E questo perchè Klar...sono io!
Mi sono voluta includere nella storia con la scusa che mi serviva un nuovo personaggio.
Tornando alla storia, vorrei ringraziare Heather Filcon, che mi recensisce praticamente sempre. Grazie!
Comunque ora vado, recensite numerosi!

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Passammo tutta la serata così, ad abbracciarci, baciarci e a dirci "Ti amo".
Era come stare in paradiso e le labbra di Hiccup erano la cosa più bella che avrei mai potuto baciare.
Quando tornammo a Berk era quasi notte e Hiccup mi fece vedere dove si trovava la vecchia casa dei miei genitori. "Potrai dormire qui mentre starai a Berk" mi disse.
"Hic..." feci io, aggrappandomi al suo braccio, come se non volessi lasciarlo andare "Non mi sento sicura a stare sola in casa dei miei...".
Lui sembrò capire e mi disse, carezzandomi una guancia: "Vuoi venire a stare da me? Devo chiedere il permesso a mio padre, ma sono sicuro che non dirà di no".
Io chiesi: "Posso? Davvero?". "Certo che puoi!" mi rispose lui. Lo abbracciai fortissimo: era il ragazzo più dolce e gentile che avessi mai conosciuto!
Ci avviammo verso casa sua e, mentre camminavamo, scoprii che avevo le dita intrecciate a quelle di Hiccup. Sorrisi e strinsi più forte la sua mano. Lui sorrise a sua volta, ricambiando la stretta.
Appena arrivammo a destinazione, Hic spiegò tutto a suo padre.
 L'uomo assestò una potentissima pacca sulla spalla a Hic, dicendo: "Ottimo! Sapevo che alla fine vi sareste fidanzati! Di sopra, però, c'è un solo letto. Fa lo stesso per voi?"
Hiccup barcollò sotto la pacca del padre e mi guardò, come se si aspettasse una risposta da me. "Ok, per me va bene" risposi, arrossendo.
Hic mi accompagnò nella sua stanza: era un soppalco con un letto, una scrivania ed una cuccia per Sdentato. Sulla scrivania erano ammassati i progetti di alcune invenzioni e alle pareti erano appese delle code per il drago. In quel momento Sdentato ne aveva una rossa, ma ce n'erano molte altre ed ognuna aveva caratteristiche diverse.
Ci infilammo sotto le coperte, ma nessuno dei due riusciva a prendere sonno. Ad un certo punto Hiccup ruppe il silenzio e mi disse: "Astrid...".
"Si che c'è?" gli domandai. "Non so se te l'ho già detto" proseguì lui "Ma... ti amo". Sorrisi: "Anche io ti amo".
Hic mi strinse a sè ed io lo baciai, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Infine mi accoccolai tra le sue braccia e mi addormentai, sentendomi per la prima volta al sicuro.

Mi svegliai circa alle nove ed Hiccup era sparito. Al suo posto c'era un biglietto:  Buongiorno Astrid!
                                                                                                                          Scusa se non mi hai trovato, ma dovevo andare a fare lezione ai ragazzini del villaggio.
                                                                                                                          Se vuoi per le dieci qui avrò finito, così potrò fare una lezione speciale solo per te. Ti va?
                                                                                                                          Ricordati che ti amo. Un bacio!
                                               

Alle dieci esatte mi presentai all'Accademia con Tempestosa.
Hiccup era davanti all'entrata. Gli corsi incontro e lui mi abbracciò, dicendo: "Allora, pronta per la tua lezione di volo?".
"Io sono nata pronta!" risposi, dandogli un bacio sul naso. Hic sorrise e fece: "Prima dobbiamo mettere la sella Tempestosa".
Io mi staccai da lui, che andò nell'Accademia, tornando poco dopo con una sella in mano, chiedendomi: "Questa va bene?".
"Va benissimo!" risposi. Hic la mise a Tempestosa, poi mi aiutò a salire e lui si sedette dietro di me.
Spiccammo il volo e Hiccup mise le sue mani sulle mie, per aiutarmi a guidare.
Io notai una cosa molto strana: le sue nocche erano bianche come la neve. Mi voltai: anche il suo viso era impallidito.
"Hiccup, sei pallido. Va tutto bene?" gli chiesi. "Non ho nulla, stai tranquilla. Ora pensa solo a guidare!" mi rispose.
Non ne ero completamente convinta, ma mi voltai comunque.
Pian piano Hiccup mi lasciò le mani, per farmi guidare da sola. E ce la feci. Ora sapevo cavalcare un drago!
Quando tornammo a Berk e scendemmo da Tempestosa, ebbi la conferma di ciò che pensavo: Hiccup era più pallido del solito!
"Hic!" gli dissi "Sul serio, stai bene?".  "Tranquilla, sto bene!" mi rispose lui.
Non gli credetti completamente, ma volli fidarmi lo stesso di lui. In fondo era una persona responsabile!
Quella sera Hic andò a letto presto. Mentre dormiva, gli diedi un bacio sulla fronte.
Sembrava tutto più o meno normale, ma non era così. Infatti...

ANGOLO AUTRICE

Ueilà gente! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ho voluto fare un po' la cattiva con Hiccup, ma per voi fa lo stesso, veeeroo??
Qui fa un caldo bestiale e mi farebbe comodo Elsa di Frozen che fa un po' di magie per casa, ma purtroppo non c'è XD!
Per fortuna dopo vado in piscina. Ieeeeee!!!!
Ora vado! Lasciate una recensione, please!

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


L'indomani Hiccup uscì per andare a fare lezione all'Accademia, come al solito. Ma stavolta era diverso.
Ad un certo punto sentii bussare furiosamente alla porta. Dato che anche Stoik era uscito, andai ad aprire io, chiedendomi chi stesse bussando così forte e per quale motivo.
Mi ritrovai davanti Klar e un altro ragazzino con i capelli neri. I due cominciarono a parlare insieme ed io dissi: "Ok, calmi! Uno alla volta!".
Klar cominciò: "Hiccup era venuto a farci lezione all'Accademia ed era un po' pallido, ma..."
"Pensavamo fosse solo stanco" proseguì il ragazzino "Però all'improvviso..."
"Si è appoggiato al muro, come se non riuscisse a stare in piedi, e si è accasciato a terra!" conclusero in coro.
"Lo sapevo che c'era qualcosa che non andava..." mormorai "Voi andate a cercare Stoik e Gothi, io vado all'Accademia!".
I due si avviarono in direzioni diverse, veloci come fulmini, ed io mi misi a correre per raggiungere Hiccup.
Mentre andavo una lacrima mi rigò la guancia, ma la asciugai con il dorso della mano e corsi più veloce di prima.
Quando arrivai a destinazione non trovai nessuno a parte Hiccup, che era a terra svenuto.
Mi avvicinai e provai a scuoterlo leggermente, ma lui non rispondeva. Respirava appena.
In quel momento arrivarono Stoik e Gothi e, mentre il capo prendeva in braccio Hiccup per portarlo a casa, io spiegai tutto ciò che era successo alla druida.
Lei visitò Hic, poi ci disse che cosa aveva: si era preso un tipo di influenza che aveva già ucciso molte persone a Berk. Ora c'era solo da sperare che riuscisse a guarire.
Io mi sentivo colpevole. "Avevo notato che stava male, ma non ho avvertito nessuno. Se l'avessi fatto prima, magari non sarebbe stato in pericolo di vita" pensai.
Quando gli altri due uscirono, io salii in camera di Hiccup. Lui stava sdraiato sul letto ed era ancora svenuto.
Vederlo in quello stato mi faceva male al cuore e non resistetti più.
Scoppiai a piangere perchè sapevo che, se moriva, era tutta colpa mia.

"Hic" gli dissi "Scusa, scusa per tutto quello che ti ho fatto. Non pensavo fossi così grave e quindi non ti ho fatto visitare in tempo. La colpa è solo mia, sbaglio sempre tutto. Ti prego, svegliati! Non posso vivere senza di te! Svegliati, guardami con i tuoi meravigliosi occhi, sorridimi ti prego! Tu mi hai fatto sentire come nessuno aveva mai fatto prima di adesso. So che sono parole sprecate perchè tu probabilmente non mi senti, ma io ti amo! Ti amo più della mia stessa vita, se muori tu morirò anche io. So che sono sbagliata, tutto in me è sbagliato, ma...".
"Tu non sei sbagliata, Astrid. Io ti amo così come sei". Hiccup riaprì lentamente gli occhi, sorridendomi.
Poi continuò: "Io ero inutile prima di incontrarti, tutta la mia vita era inutile. Poi sei arrivata tu e mi hai fatto sentire speciale per la prima volta nella mia esistenza. Non devi più dire che sei sbagliata, perchè non lo sei affatto. Per me tu sei perfetta, sono io quello con tutti i difetti del mondo e non sono degno di stare con una dea come te. Io ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia".
A quelle parole, il mio cuore si sciolse ed Hic mi fece abbassare su di lui, per poi baciarmi.
Era il bacio più dolce che ci fossimo mai scambiati.
Io stavo ancora piangendo e Hiccup si staccò leggermente da me per asciugarmi le lacrime con il suo pollice.
Io ripresi a baciarlo, cercando di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui.
Ci staccammo dopo vari minuti, con le guance rosse e gli occhi lucidi di lacrime.
"Ti amo più di ogni altra cosa" mi disse Hiccup, prendendomi la mano "Ora mi sento già meglio ed è solo grazie a te".
Era ormai sera ed io mi coricai accanto ad Hic, addormentandomi mentre lui mi baciava la fronte.

ANGOLO AUTRICE

Ed ecco a voi uno dei capitoli più dolci che potrei mai scrivere! Spero tanto vi sia piaciuto!
Oggi avrei dovuto andare a fare rafting, ma mio papà doveva andare dal dentista e così è saltato tutto! Che sfortuna!
Il ragazzino con i capelli neri, come avrete capito, è Gustav. Il mitico Gustav! Lo adoro!
E comunque... io vado! Alla prossima!
p.s. Qualcuno di voi mi potrebbe dire come si mette un'immagine nel profilo (quella che viene fuori quando recensisci, per capirci)?

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


La mattina dopo, quando riaprii gli occhi, Hiccup stava ancora dormendo.
La sera prima ci eravamo addormentati abbracciati ed i nostri nasi erano talmente vicini da sfiorarsi.
Notai che aveva ripreso un po' di colore in viso. Gli toccai la fronte con la mano: anche la febbre era scesa.
Ero felice che finalmente stesse meglio.
Dopo pochi secondi si svegliò anche lui, dicendomi: "Buongiorno mia signora" e mi baciò. "Buongiorno Hic" sussurrai sulle sue labbra.
"Come mai sveglia così presto?" mi chiese appena ci staccammo. "Volevo vedere se oggi il mio adorato Hiccup stava bene" risposi.
Intravidi un lieve rossore sulle sue guance. "Beh, sto decisamente meglio di ieri, tutto grazie a te!" mi disse lui.
"Grazie a me? E perchè, scusa?" domandai, confusa.
"Perchè le tue labbra sono la migliore medicina per me" mi rispose Hiccup, sorridendo "Posso avere ancora un po' di quella tua cura miracolosa?".
"Puoi averne quanta ne vuoi!" dissi io. Allora lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò di nuovo, a lungo.
Passammo una buona mezzora a coccolarci, poi io feci: "Hiccup, vado a chiamare Gothi, così sapremo se sei guarito, ok?".
"Va bene, ma torna presto. Ho ancora bisogno della medicina!" mi rispose lui, sorridendo.
Nel giro di dieci minuti fui di ritorno con Gothi, che visitò Hic e "disse" che ora non era più in pericolo di vita e non poteva contagiare nessuno, ma doveva stare a riposo un altro paio di giorni.
Quando fummo soli, Hiccup mi chiese: "Allora, che vuoi fare oggi?". "Oggi voglio passare tutto il tempo con te" risposi.
"Sei sicura? Passare un giorno intero insieme a me non è particolarmente interessante, specialmente ora che sono a riposo!" fece Hic.
"Non è vero! A me basta guardarti negli occhi e sentire la tua voce per trasformare una brutta giornata nel giorno perfetto" dissi io, abbraccia"ndolo.
Lui ricambiò subito l'abbraccio dicendomi: "Grazie. Non credevo di poter fare quest'effetto a qualcuno, specialmente a te".  "Ti sottovaluti sempre Hic" feci io.
"Tornando al discorso di prima..." fece Hiccup "Oggi ti volevo mostrare una cosa molto speciale per noi Berkiani. Avevo giurato di non mostrarlo a nessuno, ma con te farò un'eccezione".
Tirò fuori un gigantesco libro dalla scrivania.
"Questo" mi disse "E' il Libro dei draghi".

 (spazio autrice: ammettetelo, vi aspettavate qualcosa di più particolare. Il Libro dei draghi, mi direte, non è specialissimo. Ok ora torniamo alla storia che è meglio!)

"E' il custode di molti preziosi segreti" mi spiegò Hiccup "E tu sei la prima a cui lo mostro".
"Davvero?" chiesi "E' proprio un grande onore!".
Mentre lo leggevamo, Hiccup disse: "Gothi aveva detto che stavo bene, ma io credo di aver bisogno di altre medicine".
Risi: "Ok, quante ne vuoi?". Hic mi accarezzò la guancia: "Infinite".
Sorrisi e lo baciai ancora. Dei suoi baci non ne avevo mai abbastanza.
Quando le nostre labbra si univano era come stare in paradiso ed eravamo solo io e lui, nessun altro.

Purtroppo quella settimana passò molto in fretta. Io volevo restare a Berk, ma non potevo.
Sentivo nostalgia ancora prima di partire. Quell'ultimo giorno, però, volli andare a vedere la casa dei miei genitori.
Appena entrai, notai che tutto era perfettamente in ordine.
Il tavolo, le sedie e tutto il resto erano al loro posto come se nessuno li avesse mai mossi dall'ultima volta che erano stati usati.
Mi sentivo leggermente a disagio, ma proseguii al piano di sopra.
Lì trovai la camera dei miei. C'era anche una culla e da quella capii che quando ero piccola avevamo vissuto qui per un po'.
Sulla parete era appeso un ritratto dei miei genitori.
"Mamma, papà" dissi "Sono arrivata qui, nella nostra vecchia casa. Non ricordavo di aver vissuto qui, e per questo mi sento a disagio. Volevo anche dirvi che mi mancate tantissimo, ma ora sono cresciuta e me la so cavare da sola. E poi so che posso contare su i miei amici e Hiccup. Forse lo conoscete, forse no, ma è il miglior fidanzato del mondo! Ora, purtroppo, devo andare. Tornerò presto!".
Appena uscii dalla casa mi avviai verso la foresta: volevo ricordare il momento nel quale avevo conosciuto Hic.
All'improvviso un tipo mascherato ed avvolto in un mantello nero sbucò dagli alberi.
Io indietreggiai fino a finire con la schiena contro un tronco. Intanto il tizio misterioso si avvicinava sempre di più.
Quando fu a pochi millimetri da me, si levò la maschera e... mi baciò.
Io spalancai gli occhi, sorpresa, ma poi mi accorsi che era il mio Hic.

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! Scusate per la mia assenza, ma ieri e l'altro ieri mi sentivo poco bene e quindi ho passato la maggior parte del mio tempo a letto in pigiama.
Inoltre mi sono appena accorta che ho scritto sbagliato il titolo della storia: non è "il modo oltre lo specchio" è "il MONDO oltre lo specchio". Santo cielo che figura!
Poi vorrei ringraziare Heather Filcon e Skrill rider, che mi recensiscono ogni capitolo. Grazie!
E poi... basta! Che noia non aver niente da dire!
Ora vi saluto, recensite per favore!

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Chiusi gli occhi e ricambiai il bacio, gettandogli le braccia al collo, mentre lui mi stringeva a sè.
Quando ci dividemmo gli dissi: "Hic, mi hai fatto spaventare! Come mai sei vestito così?".
"Mio padre!" rispose lui "Ha voluto che mi mettessi questo mantello per provare a sentirmi un capo e invece la maschera è mia: me la metto sempre quando volo con Sdentato. Ti ho fatto prendere un bello spavento, eh?".
Io gli tirai un pugno sul braccio e feci l'offesa. Lui, però, non se ne accorse.
"Ti sei offesa?" mi chiese, preoccupato "Scusa, se posso fere qualcosa perchè tu mi perdoni...".
"Una cosa che puoi fare ci sarebbe" dissi io, continuando a recitare. "E qual'è" mi domandò Hic.
Io ripresi a baciarlo e lo sentii sorridere sotto le mie labbra.
"Ma quindi non eri davvero arrabbiata?" fece lui. "Ti pare che io mi potrei arrabbiare con il ragazzo più fantastico dell'universo?" risposi.
"Bene, milady, le andrebbe di concedermi l'immenso onore di venire con me a fare un volo su Sdentato?" mi chiese Hic, facendo un buffo inchino.
Risi: "Accetto l'invito con grande piacere, mio cavaliere".
Salimmo su Sdentato e volammo fino a toccare le nuvole, sofficissime e bianche.
Hiccup si voltò verso di me e mi disse: "Astrid, prima che tu parta volevo farti sapere quello che ho nel cuore".
Arrossii un poco mentre lui cominciava: "Quando mi guardo allo specchio, io vedo solo il tuo riflesso, i tuoi splendidi occhi. Come un fuoco d'inverno, tu dai luce e calore al mio universo".
Diventai sempre più rossa e Hic proseguì: "Sei riuscita a cambiare il mio mondo con un bacio, non so esprimere a parole ciò che provo quando ti guardo. Ti amo, Astrid. So che ora te ne devi andare, ma ti prego di ricordarti di me".
A me veniva quasi da piangere dalla commozione e dissi: "Ti penso in ogni momento della mia vita. La tua voce è pura armonia per me. Quando mi sei vicino io non ho paura di nulla e senza di te sarei icompleta. Per me il sole non splende se non ci sei tu con me".
Stavolta fu lui ad arrossire ed io conclusi: "Non preoccuparti, io non potrei mai scordarmi di te, perchè ti amo tantissimo. Tornerò presto, te lo prometto".
Per il resto del volo io rimasi stretta ad Hiccup, come se avessi paura che un solo soffio di vento avrebbe potuto portarmelo via.
Quando tornammo indietro, il portale era già aperto: era ora di andare.
Io e Hic ci lasciammo con un lungo bacio e dovettero passare un paio di minuti prima che ci staccassimo.
Appena attraversai il portale, sentii in lontananza Hiccup che gridava: "Ti amo, Astrid! Non scordartelo mai!".

Quando misi piede in camera mia sentii subito una grande nostalgia di Berk e di Hiccup. Soprattutto di Hiccup.
Era come se fossi legata a quel posto più che alla mia stessa casa e sembrava quasi che un pezzo di me si fosse rotto in mille pezzi.
Appena tornarono a casa, gli zii mi investirono di domande alle quali io risposi a testa bassa, fissando il pavimento.
Ovviamente mi chiesero anche: "Come mai sei così triste? E' successo qualcosa?". Io dissi: "No, sono solo un po' stanca dal viaggio. Ora è meglio che vada a dormire".
Insomma, mica potevo dir loro che mi ero fidanzata con quello che credevano il mio amico di penna!
In camera mia piansi, piansi e piansi fino a che mi addormentai, esausta. Non fu una gran bella notte.
Sognai di camminare lungo un sentiero grigio ed intorno a me c'era solo la nebbia.
Ad un certo punto Hiccup si materializzò da chissadove.
Io gli corsi incontro ma, ad appena un millimetro di distanza tra le nostre labbra, lui si dissolse in una nebbiolina grigia e degli occhi dallo sguardo malvagio apparvero intorno a me.
Sussurravano qualcosa, ma non capivo cosa: le orecchie, infatti, mi facevano malissimo.
A quel punto io mi risvegliai di sprassalto. Ero sudata ad avevo il fiatone.
Rimasi sveglia a lungo prima di riuscire a riaddormentarmi.
Il mattino dopo, a scuola, c'erano un sacco di novità: Merida aveva mollato Hans, Moccicoso si era fidanzato con Testabruta e...
"Ehi Astrid" mi chiamò qualcuno. Mi voltai e ci rimasi di sasso: era Heather.
"Senti, mi dispiace di averti trattato male. Tu non avevi fatto nulla di male" mi disse "Spero mi vorrai perdonare".
"Certo che ti perdono!" risposi "Ricominciamo da capo e stavolta proviamo ad essere amiche".
Ci strinsimo la mano. Avevo guadagnato una nuova amica.
Anche Anna ed Elsa avevano delle novità per me.
"Astrid è successa una cosa incredibile!" esclamò Anna, saltellando dalla gioia "Kristoff mi ha invitato ad uscire!". "Ed io ho smesso di litigare con Jack" annunciò Elsa.
"Sono contenta per voi ragazze" risposi, ma a tutto questo parlare di ragazzi non mi trattenni e versai qualche lacrima.
"Che hai?" mi chiesero loro. Ormai non potevo più mentire a tutti.
Raccontai tutto anche a loro due.

ANGOLO AUTRICE

-Quanto amore nell'aria, rimani con me e fidati del mio cuore. Quanto amore nell'aria, se sono con te non contano più le ore... -
Ehm *si ricompone* scusate, stavo ascoltando la musica (violetta) e allora... è successo questo.
Ah a proposito di Violetta ho inserito le parole di una canzone nel testo (Hiccup e Astrid nella prima parte del capitolo) perchè mi sembravano adatte. Ho fatto bene?
Vi avviso che giovedì parto per le vacanze ed andrò in Friuli e probabilmente (anzi, certamente) non pubblicherò fino a martedì circa.
Quindi domani sarà come la "fine della prima parte" poi intervallo e la "seconda parte" inizierà quando ritornerò.
E poi... buon onomastico a me! (ok, forse questo non centrava niente).
Vado, a domani per la fine prima parte! Recensite please! Bye!

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


"Quindi, fammi capire bene..." disse Elsa, dopo che ebbi finito di raccontare "Hiccup non è un ragazzo normale, ma proviene da un altro mondo. Voi vi siete fidanzati, ma ora siete stati costretti a separarvi perchè hai fatto finta che fosse il tuo amico di penna ed hai paura che i tuoi zii lo scoprano?".
"Esattamente" risposi "Ed ora ho paura di non poterlo più rivedere!". "E allora cosa aspetti?" fece Anna "Prova a riattraversare il portale, no?".
"Non è così semplice" dissi "Gli zii mi tengono costantemente d'occhio e non capisco il perchè. E se poi mi beccassero?".
La nostra conversazione terminò con il suono della campanella.
Dopo quell'episodio passarono settimane ed io mi sentivo sempre peggio.
Gli zii mi portarono da dottori, psicologi e quant'altro, ma nessuno risolveva il mio problema.
Arrivai al punto di smettere di andare a scuola ed evitavo persino di mettere il naso fuori casa. Rimanevo sempre in camera mia sdraiata sul letto, a fissare il soffitto e piangere.
Un giorno gli zii uscirono e decisi che avevo aspettato abbastanza.
Attesi di sentire la porta d'ingresso chiudersi, poi mi alzai dal letto, mi vestii ed attraversai il portale, felice al pensiero che avrei finalmente rivisto Hic.
Capitai davanti alla capanna di Gothi. 
Non feci in tempo a chiedermi cosa ci facessi proprio lì, che sentii la porta della casa aprirsi.
Ne uscì Hiccup, ricoperto di tagli e ferite sul viso e sulle mani.  
Appena mi vide fece una faccia stranissima, come se non credesse ai suoi occhi.
"Astrid!" disse. "Hiccup!" esclamai io, volandogli addosso ed abbracciandolo fortissimo.
Lui ricambiò l'abbraccio ed io cominciai a piangere. Ma non di tristezza, io piangevo di gioia!
Hiccup mi accarezzò la testa, sussurrandomi: "Shh... è tutto a posto, è tutto a posto. Ci sono io con te".
"Hi-hiccup" singhiozzai "M-mi sei m-mancato tantissimo". "Anche tu mi sei mancata, Astrid" rispose lui.
Sentii che anche lui aveva la voce un po' rotta dal pianto.
Mentre io stavo ancora piangendo disperata, Hic mi sollevò il mento e mi asciugò le lacrime.
Lo guardai negli occhi, notando che erano lucidi, come i miei.
Avvicinammo i nostri volti e ad ogni centimetro in meno il mio cuore batteva più forte e più velocemente.
Chiusi gli occhi. Quello fu il bacio più atteso della mia vita.

Continuammo a baciarci a lungo, fino a quando non mancò l'aria ad entrambi.
Gli accarezzai il viso che, seppur coperto da quelle ferite, restava sempre splendido. Mi fermai appena sopra un taglio più profondo degli altri.
"Come te li sei fatti questi?" gli domandai. "Ah, una caduta da Sdentato. Nulla di grave" mi rispose lui.
"Hic" dissi, mettendo le mani sui fianchi "La verità!".
"Non posso nasconderti proprio niente, eh?" fece Hiccup "Da quando sei andata via ho cominciato a cadere di proposito dal drago e a farmi male da solo. Volevo solo distrarmi dal dolore che provavo senza di te. Alla fine mio padre mi ha costretto a venire da Gothi".
"Anche io ti avrei mandato da lei!" sbottai "Non dovevi ridurti così per me!". "Anche tu non sembri messa benissimo, però!" osservò lui.
"In effetti da quando sono tornata nell'altro mondo ho smesso di mangiare ed ero depressa. Mi mancavi tu, Hic" ho risposto.
"Beh, ora puoi stare tranquilla, ora sei qui con me" mi rassicurò Hiccup, stringendomi a sè "Una curiosità: perchè hai chiamato casa tua l'altro mondo?".
"Perchè la mia casa è dove ci sei tu" risposi. Lui sorrise e mi baciò ancora.
Non potevo chiedere di meglio.
Decidemmo di fare una passeggiata e capitammo in una spiaggia ad ovest di Berk.
Ci sedemmo sulla sabbia bianca, con le onde che ci lambivano i piedi.
Appoggiai la testa sulla spalla di Hiccup, fissando l'orizzonte. Lui mi passò un braccio attorno alle spalle ed io mi accoccolai più vicina a lui.
Inaspettatamente lui mi alzò il viso, in modo che potessimo guardarci negli occhi.
Io sorrisi e lo baciai, dicendogli: "Non so come ho fatto a resistere così tanto senza di te". "Io pensavo che sarei morto dal dolore prima di rivederti" sussurrò lui.
Ci staccammo. "Penso che tu ora debba andare" disse Hic, indicando il portale alle sue spalle.
Io annuii e ci salutammo con un altro bacio.
Però, appena arrivata a casa, mi aspettava una brutta, bruttissima sorpresa: "E voi cosa ci fate qui?".

ANGOLO AUTRICE
Tan-ta-tan! E io concludo la prima parte con un po' di suspence!
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto! Domani parto, quindi (come vi ho già detto ieri) non pubblicherò per un po'.
Però continuerò a scrivere i capitoli sul mio quaderno delle fanfiction, quindi preparatevi: farò un ritorno col botto!
Ora vi saluto, recensite per favore!
A presto!

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Capitolo 19
*** capitolo 18 ***


Gli zii... in camera mia... proprio quando tornavo a casa... non era possibile! Non poteva essere vero! Mi avevano scoperto!
"Lo sapevo!" gridò la zia "Lo sapevo! Ed ora ne ho le prove! Tu sapevi come funzionava quello specchio, eh? E grazie a te ora potrò vendicarmi!".
"Vendicarti di che cosa?" chiesi io, spaventata.
"Vendicarmi di quel maledetto mondo ideale!" ringhiò lei.
"Vedi, Astrid, tuo padre non era di questo mondo" spiegò zio Finn, ghignando "Proveniva da uno dei mondi dello specchio. Tua madre se ne era innamorata e così si sposarono. Poi sei nata tu".
"Ovviamente tutta la famiglia approvava il matrimonio, ma io no!" proseguì la zia "Così decisi che dovevo fare qualcosa".
Io rimasi lì impalata ad ascoltarla, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare.
"I tuoi non sono morti in un incidente d'auto..."
Ci misi meno di un secondo a capire tutto.
"Li hai uccisi tu!" sbottai, diventando rossa per la rabbia. "Esattamente!" rispose lei "Non sei stupida a quanto pare, ragazzina!".
"Perchè?" le chiesi io, con le lacrime agli occhi.
"Non volevo che quello là stesse nella nostra famiglia, così ti abbiamo raccontato la storia dell'incidente" spiegò lei "Io provai molte volte a raggiungere il mondo da dove veniva tuo padre, ma non ci riuscii. Così compresi che solo tu potevi riaprire il varco tra i due mondi. Così ho aspettato che fossi abbastanza grande e poi ti ho dato lo specchio. Tutto è andato secondo i piani ed adesso potrò avere la mia vendetta!".
"Scommetto che il tipo che era venuto qui non è veramente il tuo amico di penna!" disse lo zio.
Mi prese per il colletto della maglia, gridando: "Confessa!".
"No, non ti dirò nulla!" gli urlai io, mentre lui serrava sempre di più la presa.
Mi sentivo strangolare, ma per fortuna Tempestosa era riuscita ad uscire dalla gabbia ed aveva beccato la mano dello zio, facendogli mollare la presa.
Lui si massaggiò la mano dolorante e tutti e due se ne andarono. Sentii la porta chiudersi con una chiave.
Non ebbi un attimo di esitazione. Tornai subito indietro per avvertire tutti del pericolo.
Capitai su un sentiero molto accidentato, tra l'altro in salita. Persi l'equilibrio e caddi all'indietro.
Mi aspettavo una botta da manuale, con annesse ossa rotte.
Ma non fu così. Sentii un paio braccia prendermi al volo, impedendomi di farmi del male cadendo per terra.
Alzai lo sguardo per guardare in faccia chi mi aveva salvato: Hiccup.
Gli sorrisi, ma subito tornai seria: "Hic, c'è un problema".

"Che genere di problema?" mi domandò lui.
Gli raccontai tutto per filo e per segno, senza tralasciare nessun particolare.
Vedevo Hiccup assumere un'espressione preoccupata man mano che andavo avanti.
Appena terminai il racconto, lui esclamò: "Non c'è tempo da perdere! Dobbiamo avvertire tutti gli abitanti di Berk!".
Dato che ero ancora tra le sue braccia, Hic mi aiutò a mettermi in piedi e ci mettemmo a correre verso l'Accademia.
I ragazzi, appena saputa la notizia, sbiancarono. Poi cominciarono a parlare tutti insieme, facendo un baccano tremendo. Si distinguevano frasi come:
"Per il martello di Thor, che si fa ora?!"
"Ma io non voglio combattere!"
"E se qualcosa va storto e poi perdiamo la guerra?"
Hiccup tentò di sovrastare il rumore, gridando: "Ok, non facciamoci prendere dal panico!".
"Già, per te è facile parlare!" esclamò qualcuno.
"So che è difficile accettare una guerra" proseguì Hiccup "Ma noi possiamo sempre contare su qualcosa che loro non hanno!".
"E cioè?" chiesero in coro tutti i ragazzi.
"Noi abbiamo i nostri draghi" disse Hic "Ora ho bisogno del vostro aiuto per avvertire tutti i berkiani. Gustav e Klar,andate a nord. Adrian e Sverre, voi a sud! Geirny ed Helga ad est, Kadlin ed Alexander ad ovest!"
I ragazzi si avviarono a coppie nelle direzioni indicate.
Mentre si allontanavano mi avvicinai ad Hiccup e gli dissi: "Scusa, l'ultima cosa che volevo era crearvi dei problemi. Mi dispiace, è tutta colpa mia".
"Astrid, non è colpa tua" mi rassicurò lui "Se hai bisogno di aiuto o di qualunque altra cosa io sono qui per te".
"L'unica cosa di cui ho bisogno in questo momento è un tuo abbraccio" gli dissi.
In men che non si dica mi ritrovai tra le sue braccia. Mi strinsi più forte a lui.
Non volevo lasciarlo andare, non volevo che una stupida guerra me lo portasse via.

ANGOLO AUTRICE

Ueilà gente, sono tornata dal mondo dei morti!
A parte gli scherzi, scusatemi se non ho più pubblicato, ma da quando sono tornata dal Friuli sarò stata a casa 4 giorni ed ero sempre impegnata.
Poi sono andata in Tentino e sono tornata ieri.
Quindi... eccomi qua!
Sapete, da poco ho scoperto che il Kendall dei Big time rush è doppiato da Flavio Aquilone.
E voi mi direte: "Ma chi è sto Flavio Aquilone? E perchè lo hai messo nel tuo angolo autrice?".
Semplicemente, Flavio Aquilone è il tizio che doppia anche... Hiccup!
Mia mamma aveva girato canale ed io stavo leggendo, quindi non vedevo lo schermo.
Ho sentito qualcuno che parlava ed ho detto:"Hiccup?".
Così ho alzato gli occhi ed ho visto che non c'era dragon trainer, ma c'erano i Big time rush.
Proprio una bella sorpresa!
Oggi mi stanno riverniciando casa e quindi vi saluto: devo svuotare le stanze.
Recensite per favore!

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


Rimasi a Berk tutta la notte ed il giorno dopo tornai a casa mia, portando via quasi tutto dalla mia camera.
Avrei abitato a Berk, nella vecchia casa dei miei genitori.
Poi, dato che la porta della mia camera era ancora chiusa a chiave, uscii dalla finestra per andare a trovare i miei amici.
Lo scopo? Trovare possibili alleati.
Così, circa un'ora dopo, un curioso gruppetto di persone arrivò a Berk.
Si trattava di Elsa, Anna, Kristoff, Heather, Gambedipesce, Testabruta, Testaditufo, Moccicoso, Jack e Merida.
Appena ci trovammo di fronte all'Accademia, io dissi: "Ragazzi, grazie mille. Non so cosa farei senza di voi".
"Per noi è un piacere aiutarti, Astrid!" esclamarono in coro, per poi coinvolgermi in un gigantesco abbraccio di gruppo.
Non sapevo davvero cosa dire, sapevo solo che erano gli amici più speciali del mondo!
Li accompagnai a scegliere un drago per la battaglia.
Elsa e Jack presero una Paura Volante a testa, Tufo e Bruta condivisero un Bizzippo, Moccicoso scelse un Incubo Orrendo, mentre Gambedipesce preferì un Gronkio.
Heather volle cavalcare un Rubaspade, Merida prese un Tagliaboschi, Kristoff scelse un Corno Tonante ed Anna si innamorò del Canino Affilato.
In poco tempo tutti i Berkiani ci raggiunsero, armati fino ai denti. C'erano anche i ragazzi dell'Accademia a cavallo dei loro draghi.
Io presi la mia ascia e andai, con Tempestosa, nel luogo dove sentivo che sarebbero arrivati i nemici: la foresta.
Non so perchè proprio lì, ma era una sensazione strana, che mi conveniva seguire.
Chi a terra, chi sui draghi eravamo tutti pronti.
Quelli senza draghi si nascosero tra gli alberi, mentre gli altri rimasero sospesi in volo sopra le loro teste.
In poco tempo arrivò anche Hiccup e si mise di fianco a me.
"Hic" gli sussurrai "Ho paura". "Astrid" mi disse lui "Non devi aver paura".
"Invece ho paura!" risposi io "Ho paura per i miei amici, per i Berkiani, per i ragazzi dell'Accademia, per me, per te... per noi. Temo di non poterti più rivedere".
"Non succederà nulla a nessuno, tranquilla" fece Hic, avvicinandosi a me per potermi abbracciare.
Mentre ero tra le sue braccia gli dissi: "Promettimi che tornerai vivo".
"Te lo prometto sul mio onore" mi rispose Hiccup.
Io lo feci abbassare su di me per baciarlo. Non volevo perderlo, quello poteva essere il nostro ultimo bacio.
Continuammo a baciarci fino a che un portale si aprì con il solito bagliore azzurrino.
Per un momento desiderai che tutto quello che era successo non fosse mai accaduto. Desiderai non aver mai ricevuto quel maledetto specchio!
Mi riscossi da quegli stupidi pensieri. Io ero Astrid Hofferson, quella battaglia l'avrei combattuta.
E vinta.

Un esercito armato uscì dal portale.
Non sapevo come avessero fatto gli zii a convincere tutte quelle persone a combattere, ma se centrava il mazzo di banconote che zio Finn teneva nascosto sotto il materasso, non era poi questo gran mistero.
"Astrid" mi gridò lo zio "Te lo dirò una volta sola! Torna con noi e risparmieremo Berk. In caso contrario...".
In quel momento non sapevo cosa fare.
Mi nauseava l'idea di tornare a vivere con loro, ma volevo che Berk, i miei amici e Hiccup fossero salvi.
Poi pensai: "E se stessero mentendo? Loro non rinuncerebbero mai ad uccidere tutti i Berkiani. D'altra parte...".
"Non lo farò!" gridai "Il mio posto è qui, non con voi!".
"Testarda come la madre, eh?" ghignò la zia "Come vuoi, allora".
In meno di un secondo la battaglia era cominciata.
I miei amici e i ragazzi dell'Accademia combattevano a cavallo dei draghi, mentre quelli sprovvisti di cavalcatura combattevano a terra, con le spade che luccicavano alla luce del sole.
Io ed Hiccup eravamo ancora fermi.
Non restittetti. Mi avvicinai a lui e lo baciai, cercando di trasmettergli tutto l'amore che sentivo per lui.
Lui ricambiò subito, posandomi una mano dietro la schiena.
Fu un bacio abbastanza veloce, poi ci gettammo nella mischia.
Cercavo di fare del mio meglio, ma a quanto pare non ero abbastanza esperta per guidare un drago in battaglia.
Precipitai di sotto, finendo ai piedi della zia. Lei aveva una spada in mano ed era pronta a colpirmi.
Era la fine.

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti, sono qui!
La sto tirando veramente per le lunghe con questa storia, eh? Spero che vi piaccia. Se no, ditemelo pure,cercherò di migliorare.
Tra l'altro, quando stavo parlando dei draghi degli amici di Astrid mi è venuta in mente una domanda: ma Tempestosa è un Uncinato mortale o un Incubo mortale?
Perchè nel secondo film dicono Incubo mortale, ma nel primo dicono Uncinato.
Ed io non so più come chiamarla! Secondo voi qual'è il nome giusto?
Bene ora devo andare: tra poco arriva una mia amica.
Per favore recensite!

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


Improvvisamente una pioggia di spine mi circondò e fece arretrare la zia di qualche passo, impedendole di colpirmi.
Tempestosa, dopo avermi salvato, tornò a terra e mi fece risalire sulla sua schiena.
"Grazie, non so cosa avrei fatto senza di te!" le dissi e lei, in risposta, fece un verso contento.
Io cercai i miei amici con lo sguardo. Vidi che se la stavano cavando piuttosto bene, nonostante la loro poca esperienza in battaglia.
Chi era veramente bravo, invece, erano i ragazzi dell'Accademia. Li vedevo combattere con molto coraggio ed aiutare chi aveva bisogno.
Tra la folla scorsi anche Hiccup. Era sceso da Sdentato e stava lottando contro un tizio tre volte più grosso di lui, armato solamente di un pugnale mentre il tizio aveva una spada gigantesca.
Dato che con la sua gamba era poco stabile, cadde a terra e perse il pugnale. Il tipo stava per colpirlo, ma lui tirò fuori una spada e le diede fuoco, disorientando il suo avversario e dandogli il tempo di risalire su Sdentato.
Quando fu più o meno vicino a me gli dissi: "Hic, mi hai fatto spaventare! Non farlo mai più, ok?".
"Tranquilla, starò attento! Ma fai attenzione anche tu, va bene?" mi rispose lui.
"Certo!" gli risposi io, prendendogli la mano.
Hic sorrise e mi diede un bacio sulla guancia. Pochi secondi dopo eravamo di nuovo in mezzo alla battaglia.
Cercavo di fare attenzione, come avevo promesso a Hiccup, ma purtroppo non fui abbastanza veloce per schivare del tutto una freccia.
La ferita al braccio mi impediva di tenermi attaccata saldamente a Tempestosa e così caddi di nuovo.
"Fantastico" pensai "Perchè capitano tutte a me?".
Per fortuna Hiccup mi prese al volo appena un secondo prima che toccassi terra.
Mentre ero tra le sue braccia, lui mi guardò il braccio, dicendo: "Astrid... ma sei ferita!".
"No, non è niente!" gli dissi io, tentando di mascherare l'espressione dolorante che avevo in faccia.
"Come sarebbe a dire? Ti porto subito da Gothi!" insistè lui.
"Ma... la battaglia?" chiesi io, perplessa.
"Tu sei più importante di una stupida battaglia, Astrid" mi disse Hic, posandomi un bacio sulla fronte.
E così volammo verso la capanna di Gothi, con Tempestosa al seguito.

Nella capanna, Gothi disinfettò e fasciò il mio braccio e diede un'occhiata anche a Hiccup.
Per fortuna lui era a posto, tranne un piccolo taglio sul collo, che venne fatto subito cicatrizzare.
Appena tornammo al luogo dello scontro vidi che i due schieramenti si erano notevolmente ridotti.
Rabbrividii. Qualcuno era morto... per causa mia.
Abbassai lo sguardo, demoralizzata.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Hiccup mi si avvicinò e mi sussurrò nell'orecchio: "Non è colpa tua, Astrid".
"Ma... ma il motivo di questa battaglia sono io" dissi, lasciando che una lacrima mi solcasse la guancia "Manca poco e poi saremo morti tutti..."
Hic mi sollevò il viso, mi asciugò le lacrime con la mano e fece: "Basta piangere, mi fa male vederti così. Non ti devi preoccupare, io ti proteggerò anche a costo della mia vita".
"Sei uno stupido Hic" gli dissi, versando altre lacrime "Non capisci? Io mi preoccupo per te... non lasciarmi ti prego".
Hiccup mi abbracciò ed io appoggiai il viso sulla sua spalla, mentre lui mi sussurrava: "Non ti lascerò mai.Tu sei la ragione della mia vita, Astrid!".
Io mi staccai leggermente da lui e lo baciai, dimenticandomi di tutto e di tutti, concentrandomi solo su Hiccup e sulle sue labbra sulle mie.
Ci baciammo per qualche minuto, rimanendo sempre abbracciati.
Quando ci staccammo presimo la decisione di tornare a combattere.
Ma successe una cosa terribile, una cosa che non mi sarei mai aspettata in tutta la mia vita.
Una freccia lanciata da chissà chi volò dritta verso mio zio e lo colpì in pieno. Quasi nello stesso momento un pugnale trafisse mia zia.
Fu come se si fosse sbriciolato qualcosa dentro di me.
Nonostante quello che mi avevano fatto, volevo loro molto bene.
Mi rifugiai tra le braccia di Hiccup, disperata.
Gli zii, anche se malvagi, erano tra le persone più care che avevo. Erano la mia famiglia.
Ora mi rimaneva solo Hiccup.

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti! Oggi mi sento malvagia, quindi ho deciso di far morire qualcuno!
No, a parte gli scherzi, dovevo davvero farli morire, altrimenti non andavo avanti.
E questo capitolo l'ho scritto usando due mani per premere i tasti della tastiera! Sì, perchè io di solito scrivo con una mano sola.
Sono strana, lo so.
Tra poco inizia la scuola, ieee : (
Ma perchè cavolo l'hanno inventata? E poi quest'anno farò la terza media e ho paura degli esami! Help!
Sono davvero così difficili gli esami?
Bene io vado ora, recensite numerosi!

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Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


Avevamo vinto.
Nell'esercito nemico erano rimasti in pochi e quei pochi si arresero e portarono via i loro morti.
Appena se ne furono andati, i feriti vennero portati da Gothi per far medicare loro le ferite e gli altri berkiani cercavano i loro parenti e amici tra la folla.
Ma non tutti ebbero fortuna.
Infatti Klar aveva perso i genitori. Io ed Hiccup la consolammo fino a che ne ebbe bisogno.
Dopo questo, i caduti vennero portati sulla spiaggia per il loro funerale.
Tutti i morti dell'altro esercito erano già stati portati via tutti, tranne i miei zii.
Sapevo che i funerali vichinghi venivano fatti mettendo il defunto su una barca, alla quale poi veniva dato fuoco.
Però, data la mia poca esperienza con le armi, non avevo idea di come usare l'arco che mi sarebbe servito per dare fuoco alla barca.
Proprio quando pensavo che non sarei neppure riuscita ad incoccare la freccia, sentii la mano di qualcuno che mi sfiorava il polso.
Hiccup mi aiutò ad incoccare la freccia e, insieme, presimo la corda e sollevammo l'arco.
Credevo che tirare in due con un arco solo non fosse praticamente possibile, ma mi sbagliavo.
Come se avessimo avuto le menti collegate, lasciammo la corda nello stesso istante e la nostra freccia volò verso il suo bersaglio e lo centrò in pieno.
Uno dopo l'altro anche gli altri lanciarono le loro frecce e nel mare si potevano scorgere molte barche che bruciavano in lontananza, simili a torce accese.
Mi sentii di nuovo tristissima, quindi appoggiai la testa sulla spalla di Hiccup, che mi abbracciava e mi accarezzava la treccia leggermente sfatta.
Penserete che sia la fine, ma non è così.
La vita continua e anche la mia storia continua.
La battaglia era finita, io e Hiccup potevamo stare insieme senza più ostacoli e tutti sarebbero riusciti a vivere in pace e tranquillità.

Cosa avevo detto sulla vita tranquilla?
Klar e la sua migliore amica, Kadlin, sono sparite.
Io, Hiccup e gli altri ragazzi dell'Accademia le abbiamo cercate dappertutto, ma non siamo riusciti a trovarle.
Chiesi anche ai miei amici se le avessero viste nel loro mondo, ma la risposta fu negativa.
Un giorno, però, Elsa arrivò a Berk con delle novità.
"Astrid!" mi chiamò "Credo di aver visto Klar e Kadlin!".
"Davvero?" le domandai, entusiasta.
"Sì. Klar è quella castana con la frangia laterale sull'occhio destro e Kadlin è quella con i capelli castani tendenti al nero e lunghi fino alle spalle, giusto?".
"Esatto! Dove le hai viste?" le domandai.
"Dalle parti della scuola, proprio stamattina" mi rispose Elsa.
"Ok, vado a chiamare Hiccup e spieghiamo tutto anche a lui, va bene?" dissi.
Appena anche lui venne a sapere tutto, ipotizzò: "Forse hanno trovato un portale in giro e lo hanno attraversato".
"Molto probabilmente hai ragione" dissi io "Ma che possiamo fare?".
"Dobbiamo andare a cercarle, ovviamente!" fece Hiccup "Andiamo!".
Attraversammo un portale e ci trovammo davanti a casa mia.
"Forza" ci disse Hiccup "Cominciamo le ricerche!".

ANGOLO AUTRICE

Ciao!
Non la finisco più con questa storia, chissà quanti capitoli farò ancora!
A parte che, non so perchè, sono convinta che la storia non sia interessante.
A voi piace? Volete che la continui?
Volevo raccontarvi una cosa che ho fatto l'altro ieri: mia mamma si è messa in testa che devo imparare a cucinare da sola e così mi ha dato una di quelle torte che si comprano al supermercato, quelle con tutti i preparati per crema, base, glassa eccetera e ha detto che dovevo farla da sola.
Quando dovevo usare le fruste elettriche, non capisco perchè, ma mi sono ritrovata con un braccio schizzato di crema.
Mi sa che, se mai mi mettessi in testa di andare a Masterchef (cosa che non voglio fare), Bastianich mi butterebbe fuori a calci nel sedere. XD
E, visto che valgo poco anche come lavapiatti, ho deciso di lasciar perdere la cucina per un po'.
Mi accontenterò dei toast.
Ok, io adesso devo andare dal parrucchiere, dato che la frangia mi va continuamente sugli occhi e devo sistemarmela.
Lasciate una recensione, per favore!


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Capitolo 23
*** capitolo 22 ***


Ci avviammo fuori casa e cominciammo a cercare Klar e Kadlin dappertutto.
Le cercammo a scuola, nel mio quartiere, alla pista di pattinaggio e nelle vicinanze delle case dei miei amici, ma nulla.
Stavamo quasi per arrenderci e tornare a Berk, ma poi decidemmo di tentare l'indomani mattina con più calma.
Infatti si stava facendo buio e non ci sembrava il caso di continuare a cercarle di notte.
Mentre Elsa tornava a casa sua, io ed Hiccup restammo a casa mia per la notte.
Mi addormentai abbracciata a lui, ma mi svegliai nel bel mezzo della notte.
Hic era più lontano da me, così potei alzarmi dal letto senza svegliarlo.
Andai fuori sul balcone, in pigiama a fissare le stelle.
All'improvviso sentii un qualcosa posarsi sulla mia spalla. Sobbalzai dallo spavento, voltandomi di scatto, ma mi accorsi che era Hiccup.
"Hic, sei tu!" esclamai "Scusa se ti ho svegliato".
"No, scusami tu. Ti sei spaventata?" mi chiese.
"Sì, un po', ma è tutto a posto" risposi io, rabbrividendo. In effetti si gelava a stare lì fuori in pigiama.
Hiccup se ne accorse e mi strinse a sè, in modo da poterci riscaldare a vicenda.
Lo guardai in faccia. Non aveva una bella espressione, sembrava...
"Preoccupato?" gli domandai, accarezzandogli una guancia.
Lui annuì: "Naturale che lo sia. Klar e Kadlin sono come delle sorelle per me. Temo di non poterle più trovare".
"Ti capisco" feci io "Anch'io sono in pensiero per loro".
Restammo lì ancora per un po', a fissare il cielo, come se ci aspettassimo un indizio, un indicazione su dove andare.
Poi, dato che stavamo gelando, tornammo dentro.
Prima di addormentarci, io dissi: "Hic, non ti preoccupare. Le troveremo".
Hiccup mi sorrise e fece: "Grazie Astrid, sei l'unica che riesce a tranquillizzarmi!".
Ci augurammo la buonanotte con un bacio, poi chiusi gli occhi e tornai nel mondo dei sogni.

La mattina dopo incontrammo Elsa e gli altri davanti alla scuola.
Visto che il nostro paese, anche se piccolo, non può essere esplorato per bene in un solo giorno, ci dividemmo a coppie.
Elsa e Anna andarono alla pista di pattinaggio, Jack e Kristoff si diressero in periferia, Moccicoso e Merida optarono per il quartiere della scuola.
Testaditufo e Testabruta vollero cercarle in centro, mentre Gambedipesce e Heather controllavano la zona est. Io e Hiccup pensammo alla zona ovest.
Purtroppo, però, a fine giornata nessuno aveva trovato Klar o Kadlin. Ad un certo punto...
"Ehi, che ci fate tutti qui?".
Ci voltammo di scatto: Kadlin!
"Dove sei stata?" le chiese Hiccup, arrabbiato "E dov'è Klar?".
Allora Kadlin ci raccontò che erano arrivate in quel mondo attraversando un portale che si era aperto per caso nell'Accademia.
Erano state sempre insieme, ma ad un certo punto si erano perse di vista in mezzo alla folla in piazza.
"In conclusione, non so dove sia Klar" disse.
Hiccup sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia, ma lo bloccai afferrandolo per un braccio ed esclamando: "Aspetta, c'è ancora un posto in cui dobbiamo controllare!".
E me lo trascinai dietro, verso il fiume.
Il fiume era un piccolo torrente che scorreva fuori dal paese e l'unico ponte per poterlo attraversare era da tutt'altra parte da dove ci stavamo dirigendo noi.
In quel periodo era in secca, quindi non c'era una goccia d'acqua.
Appena giunsimo sul posto, notammo qualcuno sdraiato sui massi nel letto del fiume.
Qualcuno che conoscevamo bene: Klar.

ANGOLO AUTRICE

Ciao! Oggi sarò più breve del solito, dato che devo andare a preparare il cartellone per il concerto di Violetta (ieeeeeeee).
Pensate che... domenica è il mio compleanno! Spero di ricevere qualche regalo a tema Dragon trainer (ma probabilmente mi regaleranno solo vestiti, uff!).
Ora devo andare, sono tenuta a fare un gran figurone con Jorge Blanco (il mio cartellone è per lui).
Quindi... recensite per favore!

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Capitolo 24
*** capitolo 23 ***


Io e Hiccup ci precipitammo verso Klar e, quando fummo abbastanza vicini, notammo che aveva gli occhi chiusi e che non si muoveva.
Respirava ancora, per fortuna.
Hiccup la scosse leggermente, chiamandola.
Lei aprì lentamente gli occhi, tentando di alzarsi in piedi, ma invano.
Le dissi: "Ok, Klar, resta seduta. Che ti è successo?".
"A dire il vero non ricordo molto" rispose lei "So che, dopo essermi persa di vista con Kadin, sono venuta a cercarla qui. Poi... non so. Forse sono inciampata, forse qualcosa mi ha urtato e mi ha fatto cadere...".
"Beh, l'importante è che tu stia bene" le disse Hiccup "Non hai ferite o cose del genere, vero?".
"Non mi pare" rispose Klar "Ma il braccio sinistro mi fa un male cane!".
"Riesci a muoverlo?" le domandai io.
Lei ci provò, ma dovette bloccarsi a metà del movimento, con una smorfia di dolore sul viso.
"Dev'essersi rotto" borbottò Klar, fissandosi il braccio in questione.
"Non ti preoccupare, adesso portiamo te e Kadlin a Berk e tu andrai da Gothi appena arriviamo" disse Hic "Ce le fai ad alzarti?"
"Sì, credo di potercela fare" fece lei, mettendosi in piedi.
Tornammo tutti e tre dagli altri, che erano rimasti ad aspettarci dove li avevamo lasciati.
Klar e Kadlin erano contentissime di rivedersi sane e salve (braccio rotto a parte).
Siccome si era fatto tardi, tutti gli altri tornarono a casa loro.
Anche io, Hiccup, Klar e Kadlin ci avviammo verso casa mia per tornare a Berk.
Era molto tardi, probabilmente al villaggio stavano già dormendo tutti, ma noi non ci preoccupammo tanto dell'orario.
Buttammo Gothi giù dal letto per farle dare un'occhiata al braccio di Klar.
Seppure assonnata e arrabbiatissima nei nostri confronti, la druida decise comunque di visitare la nostra amica.
Come sospettavamo, era rotto. Glielo steccò e le raccomandò di tenerlo fermo per almeno un mese.
Per fortuna era finito tutto per il meglio.

A Klar ovviamente dispiaceva di non poter usare il braccio.
Infatti non poteva partecipare alle lezioni all'Accademia fino a che il suo braccio non fosse guarito.
La incontravo spesso in giro per Berk in compagnia del suo drago.
Nonostante fosse limitata nei movimenti e tutto il resto, non aveva perso la sua solita allegria.
Però avevo altri problemi.
Hiccup si era dimenticato di avvisare suo padre del nostro viaggio nell'altro mondo.
Probabilmente Stoik l'aveva scoperto solo quando Skarakkio era andato da lui a chiedergli dove fosse finito Hic.
Quindi immaginate la sua felicità quando Hiccup era tornato alle undici di sera senza neppure dire: "Scusa se non ti ho avvisato del mio viaggio, puoi perdonarmi?".
Insomma, per farla breve, l'ha sbattuto fuori di casa, per punizione.
Perciò mi sono decisamente sorpresa quando, in una serata piovosa, sentii bussare alla porta.
Pensai: "Chi cavolo è così pazzo da uscire di casa con questo tempaccio?".
Aprendo la porta, mi trovai davanti Hiccup, bagnato fradicio.
L'ho fatto entrare e gli ho dato un asciugamano per asciugarsi un po', mentre lui mi raccontava ciò che gli era capitato.
Decisi di farlo restare da me fino a che suo padre non lo avesse perdonato.
Problema: lui aveva solo due possibilità di sistemazione per la notte.
Poteva dormire per terra in salotto, oppure poteva dormire con me nel mio letto.
Optammo per la seconda soluzione.
Fortunatamente era un letto matrimoniale, così c'era abbastanza spazio per tutti e due.
Ci augurammo la buonanotte con un dolce bacio ed io mi addormentai tra le braccia di Hiccup, cullata dal battito del suo cuore.

ANGOLO AUTRICE

Salve! Sono tornata, ma volevo avvertirvi subito che gli aggiornamenti non saranno regolari, dato che ho iniziato la scuola.
Quel carcere deve esplodereeee!!!!
E poi ho perso il mio prof preferito e al suo posto c'è una brutta tizia che mi sta antipatica da morire!
Infine, come se non fosse abbastanza, la mia cosidetta migliore amica non mi parla quasi più perchè ora sta sempre con un altra tipa.
Forse è perchè sono strana, forse è perchè non mi piace la pallavolo, forse è perchè non ascolto Stah, o magari è perchè non ho il diario della smemoranda, ma quello di Violetta.
Sono l'unica della classe ad avere un diario anormale. Mi ha abbandonato...
Gran bella roba. Ora di veri amici ne avrò 3, massimo 4.
Ora vi lascio, recensite per favore.
p.s. Sapete, parlando di amici... voi mi state simpatici. A quanto pare siete quasi gli unici a voler sentir parlare (o scrivere) una sfigata come me.
      Possiamo... essere amici, vi va?

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Capitolo 25
*** capitolo 24 ***


La mattina dopo mi svegliai presto, molto presto: era appena l'alba ed Hiccup stava ancora dormendo. Quella notte avevamo dormito insieme (solo dormito, non fatevi strane idee).
Rimasi a guardarlo per un po', ammirando i suoi perfetti lineamenti, e gli posai un bacio sulla guancia.
In quel momento anche lui si svegliò. "Buongiorno Hic" gli dissi.
"Buongiorno..." mi rispose lui, ancora assonnato.
Non gli lasciai il tempo di dire altro e lo coinvolsi in un lungo e dolce bacio.
Appena ci staccammo lui commentò: "Wow, certo che sai proprio come darmi energia, milady."
Gli sorrisi e lui mi fece una carezza sul viso.
"Oggi mi aspetta una gran bella giornata" aggiunse, sarcastico "Arriva Dagur...".
"Dagur?" gli chiesi io "Chi è Dagur?".
"Dagur è il capo di una tribù, la tribù degli Abili guerrieri, ed ogni anno viene qui a firmare un trattato di pace con noi berkiani" mi spiegò Hiccup.
"Scusa Hic, non capisco dove sia il problema" gli dissi.
"Il problema è che Dagur è imprevedibile. Un semplice incontro per la firma di un trattato di pace può trasformarsi in una guerra se c'è di mezzo lui. Non per niente lo chiamano Dagur lo Squilibrato".
"Fatti coraggio" gli dissi "Adesso alziamoci, devi preparati se devi incontrare questo tipo".
Mangiammo la nostra colazione e poi Hiccup si preparò per andare.
Quando si accorse che io avevo intenzione di seguirlo, mi bloccò: "Astrid no, mi spiace ma non puoi venire"
"Pensavo solo che ti sarebbe servito un po' d'aiuto, se Dagur è terribile come l'hai descritto" mi giustificai io.
Hic ci pensò su, poi si arrese: "Ok, vieni pure, ma stai all'erta. Non voglio che ti faccia del male".
Lo presi per mano e dissi: "Non accadrà nulla, te lo prometto".
Ci avviammo verso il porto e proprio in quel momento la nave di Dagur attraccò.

Appena vidi Dagur in lontananza, capii subito che di lui non c'era da fidarsi.
Aveva una faccia decisamente poco raccomandabile, con capelli e barba scompigliati, i vestiti strappati e dei segni blu che gli tagliavano l'occhio sinistro.
Appena scese dalla nave, esclamò: "Hiccup, ma che piacere vederti!".
Nonostante fosse una frase apparentemente amichevole, c'era qualcosa di strano. Qualcosa di sinistro.
Qualcosa che non mi piacque per nulla.
"Dov'è tuo padre?" domandò, sempre rivolto ad Hiccup.
"Arriverà tra poco" gli disse Hic "Se intanto vuoi seguirmi nella Sala del consiglio...".
Mentre camminavamo non potei fare a meno di notare che Dagur mi lanciava strane occhiate.
Feci finta di niente e continuai per la mia strada.
Non mi piaceva per nulla quel tizio, sembrava che mi stesse studiando da capo a piedi per chissà quale oscuro motivo...
La firma del trattato filò liscia e senza intoppi.
Dagur rimase calmo per tutto il tempo, ma Hiccup mi raccomandò comunque di fare attenzione mentre lui passava un attimo alla fucina di Skarakkio per terminare un lavoro.
Dopo che Hic se ne fu andato, io presi Tempestosa per andare un po' a volare con lei.
Ci fermammo in una radura con alcuni alberi e un laghetto per riposare.
All'improvviso sentii un fruscio alle mie spalle.
Mi voltai e...

ANGOLO AUTRICE

Salve! Eccomi, dopo diversi secoli, tornare ad aggiornare.
Se questa storia vi sta annoiando, non preoccupatevi. Siamo vicini alla conclusione.
Dopo questo, vorrei avvertirvi di una cosa: se mai vi saltasse in mente di leggere i libri di dragon trainer, fate mooolta attenzione.
Sarà perchè ho visto prima il film, sarà che sulla copertina c'è scritto "dai 9 anni"ed io ne ho 13, ma non mi piacciono molto. Soprattutto il dragonese. Che cosa brutta che è!
Stanotte ho fatto un sogno: ho sognato che lavoravo alla Dreamworks. Sogni, nulla da dire...
In più mi sento veramente uno schifo.
Invidio i miei compagni di classe. Loro hanno tanti amici.
Invidio la mia ex amica: lei è andata avanti e si è trovata nuove amiche. Io no, ho pochissimi amici veri, così pochi se si possono contare sulle dita di una mano.
Invidio i miei cugini più piccoli: loro vivono ancora in un mondo fantastico. Io devo guardare in faccia la realtà
Invidio voi, siete come dei miti per me. Io non sono capace di scrivere come voi.
Siete gli unici a sapere queste cose, non le ho dette a nessun altro, forse perchè dire le cose alle persone mentre ti fissano negli occhi è più difficile.
Forse è perchè mi fido più di voi, che non mi avete mai visto in faccia, che dei miei compagni di classe e dei miei genitori.
Ora mi sento un po' meglio, ma non del tutto. Mi sento più sicura di me dietro ad uno schermo del computer che nella vita reale.
Vado, vi chiedo come al solito di recensire.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti.


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Capitolo 26
*** capitolo 25 ***


Mi trovai davanti proprio lui, Dagur lo Squilibrato.
"Buonasera, signorina." mi disse "Come va oggi? L'ho già vista stamattina o sbaglio?".
"No, non sbagli" risposi. Come aveva fatto a trovarmi? Mi aveva pedinato forse?
"Sì, ti ho seguito. E anche per una buona ragione, aggiungerei" fece Dagur.
Magnifico. Cos'è, Dagur sa leggere pure nel pensiero adesso?!
"E sentiamo, qual'è questa buona ragione?" dissi. Non aveva ancora parlato, ma avevo già un brutto presentimento...
"Alvin, il mio alleato, cerca moglie".
"Scusa?" domandai, facendo finta di non aver sentito "Credo di non aver capito bene quello che hai detto".
"Il mio alleato Alvin cerca una moglie e tu saresti perfetta per lui" ripetè lui, spazientito.
"Ah, no! Mi spiace per te, ma io sono già fidanzata con qualcun'altro. Cerca qualcun'altra" ribattei.
"Va bene... tanto per curiosità, chi sarebbe il tuo fidanzato?" domandò Dagur gentilmente, anche troppo a dire il vero.
"Hiccup" risposi io.
Improvvisamente Dagur scoppiò a ridere.
Io mi sentivo decisamente offesa. Come osava quel pazzo ridere di Hic?!
Dagur interruppe bruscamente la sua risata e ordinò: "Poche storie, tu vieni con me e basta!".
Schioccò le dita e due guerrieri armati mi legarono e mi portarono verso la loro nave, che era attraccata poco lontano da lì.
Tentai di scappare, ma mi avevano legato molto stretta e non riuscivo a liberare le mani.
All'improvviso mi venne un'idea: feci un cenno a Tempestosa che doveva significare una cosa tipo: "Vai a chiamare qualcuno!"
Purtroppo lei sembrò non capire.
Mi slegarono e mi sbatterono nella stiva della nave. A quel punto salpammo verso l'Isola degli Esiliati.

Rimasi su quella nave per molto, molto tempo.
Non sapevo se fosse giorno o notte, nella stiva non entrava un raggio di luce.
Cominciavo a preoccuparmi di non riuscire a scappare da lì e quindi provai in tutti i modi possibili ad uscire, ma inutilmente.
Mi sedetti a terra con la schiena appoggiata a una parete e pensai a quello che mi sarebbe successo una vota arrivati a destinazione.
Non volevo sposare quel tipo, non lo conoscevo nemmeno!
E, soprattutto, non lo amavo. Il mio cuore apparteneva solo ad una persona: Hiccup.
Pensando a lui mi venne da piangere. Potevo non rivederlo più per colpa di quel... di quel.. non ci sono parole per definirlo!
Dagur me l'avrebbe pagata cara, molto cara!
Mentre meditavo vendetta, notai qualcosa a terra. Erano due pietre preziose.
Forse qualcuno le aveva perse mentre era nella stiva.
Le raccolsi. Erano una blu e una verde.
Stavo pensando a cosa farmene, quando i guerrieri gettarono un altro prigioniero nella stiva.
Non riuscii a vederlo in faccia, dato che indossava una maschera, comunque non sembrava molto socievole e andò a sedersi dall'altro lato della stanza.
Io non dissi nulla e tornai a fissare le due pietre che tenevo in mano.
All'improvviso mi venne un'idea: le avrei intagliate a forma di cuore e ne avrei data una ad Hiccup una volta tornata a Berk.
E se per caso non fossi riuscita a rivederlo... avrei almeno avuto qualcosa per ricordarmi di lui.
Presi il coltellino che ero riuscita a nascondere nel sacchetto appeso alla mia cintura e cominciai a lavorare.
Ad un certo punto l'altro prigioniero mi chiese: "Che stai facendo?".
"Intaglio delle pietre preziose" risposi "Una la vorrei regalare al mio fidanzato, ma non so se lo rivedrò".
Trascorse un po' di tempo, durante il quale nessuno parlò.
"Se posso chiederti, come si chiama il tuo fidanzato?" fece lui.
"Hiccup, Hiccup Horrendus Haddock terzo" risposi.
Inaspettatamente il tizio si irrigidì e mormorò: "Hiccup...".
Si tolse la maschera dal viso e, vedendolo in faccia, rimasi senza parole.

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti.
Oggi sono proprio rilassata e tranquilla: i miei sono al lavoro ed io sono a casa da sola.
Probabilmente pensano che io stia facendo i compiti, ma non è così. Che bello, posso fare quello che voglio!!!
Prima di tutto vi vorrei dire una cosa: ancora 3 capitoli e l'epilogo e la storia è finita.
Se vi annoia, ditemelo e scriverò qualcos'altro, ok?
Secondo me l'avete già capito chi è il tizio mascherato. Sono un po' troppo prevedibile, lo so.
Sapete che voglio aprire una pagina Instagram a tema Hiccstrid, e ho pensato di aprirla con l'anno nuovo. Resta il problema del nome, però...
Vabbè, ora vado a guardare Dragon trainer 2 in DVD (ho anche il primo e il cortometraggio "il dono del drago", più un DVD con gli episodi della prima serie di cartoni. Che bel bottino natalizio!).
Lasciate una recensione, please!
Goodbye!

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Capitolo 27
*** capitolo 26 ***


Il tipo misterioso... non era esattamente un tipo.
Era una donna magrolina, con lunghi capelli castani e gli occhi verdi.
Mi ricordava qualcuno...
"Io sono Valka" mi disse "La mamma di Hiccup".
Rimasi a bocca aperta. Hic mi aveva detto che sua madre era morta molti anni prima. Com'era possibile?
Valka, notando la mia faccia stupita, aggiunse: "Probabilmente ti avranno raccontato che io sono stata uccisa da un drago diciott'anni fa, vero?".
Annuii e lei spiegò: "Il drago che mi ha portato via da Berk non mi ha affatto ucciso. In quel momento ho avuto la conferma che i draghi non sono bestie  pericolose, ma sono creature sensibili e gentili".
Rimasi affascinata dal suo racconto e Valka mi domandò: "Tu come ti chiami, cara?".
"Io mi chiamo Astrid, Astrid Hofferson" le risposi.
Valka sorrise: "Astrid Hofferson... mi ricordo di te. Tu e i tuoi genitori avete vissuto a Berk per due anni, poi vi siete trasferiti nel mondo di tua madre".
"Davvero?" feci io "Non ricordo nulla di quel periodo".
"Già, eri molto piccola" disse Valka "Mi è appena venuto in mente un episodio che è accaduto quando vivevi a Berk".
"Sono tutta orecchi" risposi io e Valka iniziò a raccontare...
"Un giorno i tuoi genitori dovevano andare nel mondo di tua madre, ma tu eri troppo piccola per andare con loro. Avrai avuto circa un anno e mezzo, quasi due, così io e Stoik ci eravamo offerti di tenerti con noi fino al loro ritorno a Berk. Ed è stato quel giorno che hai conosciuto Hiccup...".
Io, incuriosita, la pregai di continuare il racconto.
Valka allora proseguì: "Appena ti ha visto, Hic è rimasto a bocca aperta e tu l'hai fissato incuriosita. Ad un certo punto tu ti sei avvicinata un po' di più a lui e l'hai preso per mano. Hiccup si era paralizzato e tu gli hai dato un bacio su una guancia. Lui era diventato rosso come un pomodoro".
Sorrisi, immaginando un Hiccup in miniatura che arrossiva perchè io lo stavo baciando, mettendosi una mano sulla nuca, come fa sempre quand'è imbarazzato.
Passò un minuto e Valka disse: "Sono felice di averti rivista, Astrid. Sei la ragazza perfetta per mio figlio".
Arrossii un po': "La ringrazio, Valka".
"Oh e, ti prego, dammi del tu".

Passò molto tempo ed il ponte della nave si fece silenzioso: era notte.
Valka stava già dormendo da un po', mentre io continuavo ad intagliare le pietre. Avevano già tutte e due la vaga forma di un cuore.
Stavo per addormentarmi anch'io, dato che la stanchezza cominciava a farsi sentire, ma mi imposi di restare sveglia per terminare il lavoro.
Ripensai a tutti i momenti che avevo passato con Hiccup: il nostro primo incontro, il periodo in cui avevamo finto di essere amici di penna, il nostro primo bacio...
Desiderai ardentemente poter riavvolgere il tempo e tornare alla notte prima del mio rapimento, stretta tra le braccia di Hiccup.
Mi mancava moltissimo, chissà se l'avrei mai rivisto...
Immersa in tutti quei pensieri, completai il lavoro senza accorgermene.
Guardai le due pietre perfettamente sagomate e, soddisfatta, se misi all'interno del sacchetto che avevo appeso alla cintura.
Mi coricai a terra, continuando a pensare: Dagur mi aveva rapita e mi stava portando sulla sua isola per farmi sposare con questo Alvin, portando mi via da Hiccup.
La rabbia che provavo mi fece venir voglia di eliminare Dagur in quell'esatto momento.
La stanchezza, però, ebbe la meglio.
Mi addormentai, cullata dal dondolio della barca, sognando di poter riabbracciare il mio amato Hiccup.

ANGOLO AUTRICE

Ciao, come vedete ho accelerato la scrittura di questa storia perchè ho abbastanza fretta di finirla, così potrò iniziarne un'altra.
Ho anche visto che non recensite più tanto, il che mi fa intuire che la storia vi abbia stancato.
Tranquilli che tra poco è finita!
C'è un'altra cosa che vorrei dirvi: ho aperto la pagina Instagram.
Lo so, avevo detto che l'avrei fatta con l'inizio dell'anno nuovo ma non ce la facevo più ad aspettare.
Dato che stamattina avevo tempo, ho deciso di mettermi all'opera.
La pagina si chiama Astrid4ever_   Ringrazio chi mi ha fatto pubblicità (cricrina).
Ora scappo, recensite per favore.

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Capitolo 28
*** capitolo 27 ***


Uno scossone della barca mi fece svegliare di soprassalto.
Valka era già in piedi e mi disse: "Astrid, siamo arrivate all'isola degli esiliati!".
"Oh, no!" esclamai "Mi toccherà sposare Alvin!".
Valka mi guardò interrogativa. "Come?" chiese "Spiegati meglio".
Le stavo per raccontare tutto, ma una guardia ci prese e ci portò fuori dalla stiva. Così vidi per la prima volta l'isola degli esiliati.
Era molto grande, composta principalmente di scogliere, monti e caverne di roccia.
Queste ultime conducevano a delle prigioni nascoste. E fu proprio lì che ci condusse la guardia.
Ci sbattè dentro senza tanti complimenti e si richiuse la porta alle spalle.
Appena se ne fu andato, Valka mi chiese: "Allora, cos'è questa storia del matrimonio con Alvin?".
Sospirai e poi mi decisi a parlare: "Dagur mi ha rapito per farmi sposare questo suo alleato, Alvin, che cerca una moglie...".
"Dagur ha davvero esagerato stavolta!" esclamò Valka "Quando usciremo di qui, vedrà quel furfante e... ma stai bene Astrid?".
No, non stavo bene. Mi mancava Berk, mi mancavano i miei amici e mi mancava Hiccup.
Mentre lasciavo che le lacrime mi scorressero sulle guance, Valka mi posò una mano sulla spalla e mi lasciò sfogare.
Quando mi calmai, lei mi disse: "Astrid, va tutto bene. Usciremo da qui e torneremo a Berk!".
"Mi... mi manca Hiccup" confessai, sedendomi per terra.
"Sì, ti capisco" mi consolò Valka "Non ti preoccupare, presto lo rivedrai".
Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano. "Lo spero tanto" dissi.
Valka mi sorrise.

Durante la notte faticai a prendere sonno: ero nervosa per il matrimonio.
Circa alle due di notte la terra tremò. Ci mancava solo il terremoto!
Le scosse erano molto forti, ma dopo poco cessarono.
Controllai se le pietre erano ancora intatte, ma appena tastai il contenuto del sacchetto dove le avevo messe mi prese un colpo.
Si vede che le scosse erano troppo forti e le pietre non erano riuscite a reggerle, almeno non del tutto.
Infatti la metà destra del cuore verde e quella sinistra dell'altro cuore erano rotte, sbriciolate.
Pensai immediatamente che i cuori rotti fossero un segno: non avrei mai potuto rivedere Hiccup.
La mattina arrivò presto.
Il matrimonio era nel primo pomeriggio, quindi avevo ancora una mattinata libera.
Non feci nulla di particolare, a parte fissare le due metà ancora integre delle pietre preziose, desiderando di poter riavvolgere il tempo e fare in modo che tutto quel disastro non fosse mai avvenuto.
All'improvviso mi accorsi di una cosa molto particolare: avvicinai i due pezzi dei cuori tra loro, fino a farli toccare.
Da non crederci: combaciavano perfettamente!
In quel momento capii che non dovevo arrendermi, dovevo combattere per tornare da Hiccup, la perfetta metà del mio cuore.
Ma le ore passarono in fretta ed arrivò il momento del matrimonio.
Valka venne con me, per non lasciarmi da sola in quel momento difficile. Era veramente una donna fantastica.
Diciamo che la mia prima impressione riguardo ad Alvin non fu delle migliori.
Era un uomo gigantesco, con una lunga barba castana e due occhi malvagi. Sulla guancia aveva un taglio apparentemente profondo, provocato forse da un drago.
Dagur sorrideva, compiaciuto della buona riuscita del suo piano.
Oh, quanto avrei voluto farlo a pezzi!
Ma, appena prima dell'inizio della cerimonia...

ANGOLO AUTRICE

Ehilà gente! Come va la vita?
Da me ieri ha nevicato, ma non per molto. Quindi, per divertirmi con la neve, sono andata fuori in giardino alle 7.15 di mattina, quando era ancora buio.
Avrete capito che adoro la neve.
Poi la mia collezione di dvd di Dragon trainer si è arricchita con due nuovi pezzi: Dragons i paladini di Berk volume 1 e 2.
Ho scoperto, però, che mi manca un dvd tra "i paladini Berk 1" e "i cavalieri di Berk". Dovrò mettermi a cercarlo.
Ok, adesso è meglio che vada.
Ho promesso ai miei che avrei studiato storia mentre loro erano al lavoro ed invece sono qui a scrivere...
Vabbè, ciao. (recensione per favore).

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Capitolo 29
*** capitolo 28 ***


Un drago bianco che non avevo mai visto prima emerse dalle profondità del mare.
Lo accompagnavano molti altri draghi, troppi per elencarli tutti. Uno di loro si avvicinò a Valka: un Tagliatempeste.
Valka mi invitò a salire con lei sul suo dorso e, mentre il gigantesco drago bianco sputava del ghiaccio che congelò in pochi secondi tutta l'isola, volammo in direzione di Berk.
Valka si rivolse al Tagliatempeste: "Ben fatto, Saltanuvole!". Poi mi chiese: "Tu stai bene Astrid?".
"Sì" le risposi "Che drago era quello grande e bianco che sputava ghiaccio?".
"Era una Bestia Selvaggia" mi spiegò Valka "L'alfa di tutti i draghi che hai visto. Lui mi ha protetto per vent'anni, ora però non lo dovrà più fare: torno a Berk. Spero che mi perdonino...".
"Chi?" feci io.
"Hiccup e Stoik. Sono stata lontana da loro per molto tempo senza dare mie notizie, se saranno arrabbiati con me avranno perfettamente ragione".
Il viaggio proseguì in silenzio.
Appena atterrammo a Berk corsi subito da Tempestosa, che cominciò a farmi le feste.
Appena smise di leccarmi la faccia,le dissi: "Portami da Hiccup".
Dopo un breve volo atterrammo in una radura erbosa e lì, con la schiena appoggiata al tronco di un albero, c'era Hiccup.
Scrutava l'orizzonte, sembrava fosse in attesa di qualcosa.
Stracolma di felicità, lo chiamai: "Hiccup!".
Lui si voltò di scatto e il suo viso si illuminò: "Astrid!"

Hic mi corse incontro e mi abbracciò.
Io ricambiai l'abbraccio, tenendomi stretta a lui.
"Astrid, dov'eri finita?" mi sussurrò all'orecchio "Ti ho cercato dappertutto... mi hai fatto preoccupare".
"Dagur... mi ha rapita e mi ha portata sull'isola degli esiliati. Voleva farmi sposare Alvin" gli risposi.
Hiccup sciolse il nostro abbraccio ed esclamò: "Ha davvero passato il limite! Adesso..."
"Adesso rimani qui con me, ok?" gli dissi. "Non posso certo dirti di no, milady" acconsentì lui, accarezzandomi una guancia.
"Mentre ero prigioniera ho... ho fatto una cosa per te, ma...non so se fartela vedere" ammisi io, abbassando la testa.
"Non ti preoccupare. Qualunque cosa sia, so che sarà splendida come la sua creatrice" mi rassicurò Hiccup.
Tirai fuori i pezzi rimanenti delle pietre e dissi: "In verità avrebbero dovuto essere due cuori, uno verde ed uno blu. Si sono rotti, ma...".
Gli mostrai che le metà dei cuori spezzati si riunivano perfettamente, come se fossero sempre stati un'unica pietra.
Hiccup non disse nulla, ma il bacio che ci scambiammo poco dopo valeva più di mille parole.
Stavolta, però, era diverso dal solito. Era... non so come spiegarlo. Era più...più passionale, più possessivo.
Differente dai baci precedenti.
Quando ci dividemmo appoggiai la testa sul petto di Hiccup, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Passò qualche minuto, poi Hic ruppe il silenzio canticchiando dolcemente una canzone:
"I'll swim and sail on savage seas
 with ne'er a fear of drowning
and gladly ride the waves of life
 if you will marry me..."

Rimasi a bocca aperta, mentre lui mi prendeva per mano e mi guardava dritto negli occhi e proseguiva con la canzone:
 "No schorching sun, nor freezing cold
 will stop on my journey
 if you will promise me your heart..."
"And love me for eternity.." intonai.
"My dearest one, my darling dear your mighty words astound me
but i've no need of mighty deeds when I feel your arms aroud me..".

Hic sorrise:
"But I would bring you rings of gold and even sing you poetry
and I would keep you from all harm
if you would stay beside me..."
"I'll have no use for rings of gold
I care not for your poetry
I only want your hand to hold.."
"I only want you near me".
 
Proseguimmo insieme:
"To love and kiss
to sweetly hold
for the dancing and the dreaming
trough all life's sorrows and delights
I'll keep your love inside me.
I'll swim and sail on savage seas
with ne'er a fear of drowning
and gladly ride the waves of life
if you will marry me..."

Hiccup si inginocchiò, tenendomi la mano, e ripetè: "If you will marry me..."


ANGOLO AUTRICE

Dan-da-daaaan!!!!!  E adesso?
Ve lo dirò la prossima volta, cioè nell'epilogo... eh già, un solo piccolo capitolino e poi fine!
Ok, adesso sono in uno dei momenti "guarda di studiare che poi ti interrogo" da parte dei miei e devo andare a ripassare Giolitti   -.-   (che poi non capisco perchè ce lo facciano studiare, non serve a niente!)
Ma prima vi vorrei chiedere di lasciare una recensione, anche piccola, a questo penultimo capitolo.
Scappo ciaooooooo

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Capitolo 30
*** epilogo ***


Mi chiamo Astrid Hofferson, ho ventidue anni e vivo a Berk.
Sono passati tre anni ormai e nell'altro mondo,cioè dove vivevo una volta, ci sono molte novità.
Jack e Elsa si sono messi insieme e tra qualche anno si sposeranno, così come Anna e Kristoff.
Si sono formate anche nuove coppie: Moccicoso e Testabruta, per esempio, oppure Gambedipesce e Heather.
Non l'avreste mai detto, eh?
Testaditufo e Merida hanno deciso di rimanere soli per il momento, ma chissà, forse un giorno troveranno la persona giusta per loro.
Anche qui a Berk le cose sono cambiate.
Dopo il mio ritorno, ho raccontato a Stoik del mio rapimento da parte di Dagur.
A causa di questo c'è stato uno scontro tra berkiani e Abili guerrieri, che si è concluso con la nostra vittoria.
Valka ora è tornata a far parte di Berk come una volta, con grande felicità di tutti.
I ragazzi dell'accademia (Klar, Gustav, Kadlin, Adrian, Sverre, Geirny, Alexander e Helga) ora sono Cavalieri a tutti gli effetti ed ogni giorno pattugliano Berk, scoprendo nuove isole come faceva anche Hiccup.
Adesso però non lo fa più. Volete sapere perchè?
E' molto semplice: Stoik ha deciso di ritirarsi dalla carica di Capo e ha lasciato il posto ad Hic, nonostante lui non si sentisse affatto pronto.
I primi tempi, infatti, era molto insicuro e titubante, poi ha preso coraggio e posso affermare con certezza che sarà uno dei migliori Capi che Berk possa mai avere.
A proposito di Hiccup, volete sapere com'è andata a finire?
Ho accettato con gioia la sua proposta di matrimonio e ci siamo sposati circa un'anno fa
I suoi impegni non ci permettono di stare tanto insieme, ma so che il suo è un mestiere molto complicato e che un Capo deve pensare prima di tutto alla sua gente.
C'è anche un'ultima, importantissima novità.
Da otto mesi sono incinta del nostro primo figlio e Hiccup non potrebbe essere più felice.
Ma questa è un'altra storia...

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti.
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma la scuola mi massacra di compiti.
Sarà mica perchè "mancano due mesi agli esami, dovete studiare, capre che non siete altro!" (dovrebbe essere uno dei pensieri dei nostri prof).
Come ci sono novità per Astrid in questo capitolo (che è venuto un po' corto, scusatemi) anche io ho un po' di cose da raccontarvi.
Ultimamente mi sono appassionata ai giochi horror RPG, tipo Ib e Mad father, non so se li conoscete.
Ho guardato un cartone che quasi sicuramente conoscete (Miraculous Ladybug) e ho scoperto che Chat noir nella versione italiana è doppiato da Flavio Aquilone e Ladybug da Letizia Scifoni (rispettivamente Hiccup e Astrid). Sono ossessionata dai doppiatori, lo so.
E in più... FANNO RACE TO THE EDGE SU BOING!!!!!
E' alle 18.10  GUARDATELO!
Hiccstrid moments in italiano evviva!
Mi scuso per tutta la pubblicità che ho fatto in questo angolo autrice.
Ora scappo, tornerò presto con una nuova storia!

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