-Same love-

di Newtmas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Appena metto i piedi giù dal letto so già che questa è una giornata no. Lo capisco dal cielo grigio che promette pioggia e dal freddo che mi investe una volta tolte le coperte. Chuck,mio fratello minore, dorme ancora. Oddio,come lo invidio. Mi passo una mano sulla faccia e inizio a dirigermi verso il bagno. Odio il lunedì. Odio i professori che ci sono al lunedì. Odio i miei compagni di classe. L'unico che si salva è Minho. Minho! Oggi dovevo svegliarmi all'alba per andare a correre con lui! Mi vesto velocemente e contemporaneamente mi maledico mentalmente. Una volta uscito un Minho furibondo mi afferra il polso.
"Ma è così difficile per te svegliarsi presto?! Faccia di caspio! Ora non abbiamo più tempo per andare a correrre e questo perchè?!PERCHE' UNA SPLOF COME TE NON RIESCE A CAPIRE COSA VUOL DIRE SVEGLIARSI IN ORARIO!" Se un estraneo ci sentisse ci darebbe sicuramente dei fuori di testa. E nemmeno avrebbe tutti i torti. Da piccoli io e Minho inventammo dei termini tutti nostri e tutt'ora li usiamo. All'inizio suona strano ma dopo un po' ci fai l'abitudine.
"Scusa,okay? La sveglia non ha suonato e io ho dormito!" Mi libero dalla sua presa sbuffando.
"Oh,ma davvero? Ero convinto ti fossi perso per camera tua!" Dice sarcastico.
"Dai ora andiamo a scuola prima che..." non mi da il tempo per finire la frase.
"Eh no. Sai cosa significa non andare a correrre alla mattina? Che questa sarà una giornata di merda. Non ci penso proprio ad andare in quel posto" poi aggiunge risoluto " in più oggi  c'è  pure la Hilton e sai che quella ci odia."
"Ti odia vorrai dire."
"Colpa mia se sei il cocco di tutti i professori?" Poi improvvisamente inizia a correre dalla parte opposta da quella che prendiamo di solito. Prendo lo slancio e lo seguo promettendomi che questa è l'ultima volta che salto la scuola.
                                                                                              ***
"Hai capito Tom?" Mi sforzo di annuire. Quanto odio questo soprannome. La ragazza davanti a me mi rivolge un sorriso e mi prende a braccetto. Ci dirigiamo verso il cancello della scuola. Io e Minho eravamo riusciti a correrre per due isolati quando sul nostro cammino si era parataTeresa. Ci aveva rivolto un' occhiataccia e mi aveva preso per il braccio trascinandomi verso la   WICKED SCHOOL. Minho l'aveva lasciato andare in quanto "una causa persa" come lo aveva definito lei. Pur di arrivare in orario mi ha letteralmente trascinato verso questo grigio edificio che ora si staglia davanti a me. Sbuffo. Minho aveva ragione. Che giornata di merda. Quando entro nella classe di matematica mi ricordo magicamente dei compiti assegnati per oggi. Compiti che io, naturalmente, non ho fatto. Prego non lo venga a sapere Teresa che nel frattempo ha biologia. Mi siedo,passandomi una mano sulla faccia.
"Sembri abbastanza afflitto" dice una voce abbastanza divertita affianco a me. Tolgo la mano dal viso e mi ritrovo difronte ad un ragazzo. E' alto un po' meno di me, i capelli biondi spettinati gli ricadono sugli occhi marroni scuro. Un sorriso tra l'imbarazzato ed il curioso gli illumina il viso. 
"Posso sedermi?" Solo ora mi accorgo che è in piedi e guarda con titubanza il banco vuoto vicino a me. Annuisco non riuscendo a dire altro. Affogo nei suoi occhi e non riesco a capire il perchè sia così imbambolato. Un' imbarazzante silenzio cade su noi due,subito interrotto - grazie al cielo - dalla professoressa. Mentre l'insegnante parla convinta che tuitti la stiano ascoltando, penso a qualcosa di sensato da dire. Qualsiasi cosa pur di non rimanere inchiodato lì come una statua. 
"Come ti chiami?" Nell'esatto istante in cui pronuncio questa frase vorrei non averlo mai fatto. Ma non perchè la professoressa mi lancia uno sguardo assassino . Non solo per quello. Ma anche per il fatto che la mia voce è uscita orribilmente roca,timida ed imbarazzata al tempo stesso. E, cosa che mi ha tolto difinitivamente il fiato, per il fatto che il biondino si è voltato verso di me sopreso,con quei suoi occhi che sono come calamite. Sento il sangue affluire al viso. Io in imbarazzo? Ma che caspio sta succedendo?
"Newt" risponde con un sorriso"tu?" Deglutisco a fatica e prego perchè smetta di sorridere. Se possibile sono ancora più rosso di prima.
"Ehm..si...io...Thomas" biascico. Distolgo lo sguardo improvvisamente attratto dal banco. Passano le due ore di matematica più lunghe della mia vita. Sono così intento a fissare il mio astuccio che non mi accorgo della campanella che suona. E nemmeno che il biondino mi sta scrutando stranito. Alzo lo sguardo e sobbalzo nel vederlo reprire una risata. Ma ride sempre? Se va avanti così credo che morirò entro le prossime due ore. 
"Ma ti faccio così tanta paura?" Chiede divertito. Mi alzo  -non so come dato che sento le gambe tremare- e cerco di riprendere un po' il controllo di me stesso.
"Paura? No. Ho solo sonno." E da quando uno che ha sonno balbetta e sembra un drogato? Dio,Thomas ma che ti succede? Il ragazzo fa spalluce.
"Capisco. Beh, mi chiedevo se potevi indicarmi dov'è l'aula di letteratura inglese, sono nuovo di qui." No. Non ci penso nemmeno. Non ci tengo ad avere altri infarti per via del tuo fottuto sorriso.
"Certo,seguimi" non so come ma riesco a formulare una frase di senso compiuto. Vai, Thomas,è già qualcosa. Cammino velocemente attraverso i corridoi immerso come sono nei miei pensieri pregando di non inciampare come mi è solito fare, quando mi accorgo che dietro di me non c'è più nessuno. Ecchecaspio dove è andato il ragazzo dannatamente carino? Un minuto. Dannatamente carino? No, ma sul serio? Bene, riformulo. Dove è andato il ragazzo? Cos ì  va meglio. Ritorno correndo sui miei passi finchè non vado a sbattere contro qualcuno.
"Ma che...ma sei tu! Mi spieghi quale umano sarebbe riuscito a starti dietro?!" Sbraita  Newt.
"Minho." Rispondo senza riflettere. Era una domanda retorica, idiota."Scusa, sono abituato ad andare veloce e..."
"Minho? Stiamo parlando dello stesso Minho?" Sul volto del ragazzo si apre un'epressione sbalordita.
" Ossessionato per la corsa,molto sicuro di sè e pessimo a scuola?"
"Lui!" Scoppia in una sonora risata e il mio cuore fa una capriola.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Sono sul letto immerso nei miei pensieri quando sento la suoneria del mio cellulare prorrompere a tutto volume per la stanza. Sobbalzo per lo spavento  e mi manca poco dal cadere dal materasso. Riprendo l'equilibrio e agguanto il telefono dalla tasca dei jeans.
"Hey, Tom!"  Dice la voce di Minho in tono seducente dall'altra parte del telefono. Faccio una smorfia.
"Non chiamarmi così, testa di caspio. Quando la smetterai di imitare Teresa? " 
"Quando lei ti inizierà a chiamare in modo umano" Minho continua sbuffando " e poi ci prova con te 24 ore su 24! Come fai a sopportarla?"
" Siamo amici da una vita, è come una sorella per me. Tu invece, come hai potuto lasciare che mi portasse a scuola? Te la sei svignata lasciandomi tra le sue grinfie! Per poco la professoressa di matematica non mi dava una nota!" Mi appoggio al muro che è dietro al letto. Mi giunge una risata sommessa dall'altro capo della linea telefonica.
"Su, che sarà mai...un momento...quasi dimenticavo! Ho sentito che hai fatto nuove conoscenze!" Preso alla sprovvista il fiato mi si mozza in gola. Non mi ero scordato del ragazzo biondo,anzi, non facevo altro che pensare a lui,era come se si fosse intrufolato nella mia mente per non lasciarmi andare. Il silenzio cade tra di noi ed io non riesco a proferire parola. Sto pensando a quei suoi occhi così limpidi e profondi, così...
"Hey, ci sei? Comunque Newt mi ha parlato di te! Da quando sei così timido con le persone?" Quasi non sento le risa del ragazzo. Mi sono perso alla frase:"Comunque Newt  mi ha parlato di te!" La sola idea mi fa girare la testa. Continuo a stare in silenzio. Accidenti, che mi succede? Riprenditi,Thomas.
"Pronto? Vabbè sei partito come tuo solito. Ah! Domani tu vieni con me e Newt al cinema,chiaro?" La chiamata si chiude ed io rimango allibito. Cosa cavolo significa? Non ce la faccio a stare per due ore vicino a lui senza andare in tilt, e non oso nemmeno immaginare cosa farò se ci esco insieme. Chuck entra nella stanza e mi guarda interdetto.
"Perchè cavolo sei tutto rosso? No aspetta ora stai sbiancando! Ma ti senti bene?"Scuoto la testa in un gesto di incerta negazione e mi dirigo verso il calendario attaccato alla parete. Prendo il pennarello dalla mia scrivania e cerchio il giorno seguente come data della mia morte.
                                                                                  ****
"Tu sei completamente andato!" Lancio un cuscino a Minho il quale lo schiva con un sorriso beffardo in volto.
"Ma che sarà mai! Un' uscita tra amici nulla di più!"
"Come vi conoscete...?" Ero così preso da quello che stava per succedere che non mi ero posto questa domanda, il giorno prima. L'amico fa spallucce.
"Vecchi compagni delle medie. Dovrebbe arrivare a momenti..." 
"COSA?!" Mi alzo in piedi di scatto dal letto di Minho. Il ragazzo sta per rispondere con un mezzo sorriso sulle labbra quando la porta di camera sua si apre. Prima ancora di vedere  chi è il mio cuore ha già fatto un paio di salti  mortali e il respiro si è ferma di colpo. 
 "Ma guarda chi si vede!" Minho lancia un cuscino in direzione del nuovo arrivato. Ovviamente il mio corpo è totalmente immobilizzato. Non riesco a girarmi,non posso. 
"Thomas, fai poco il timido. Oddio ma sei rossissimo!" Urla il mio amico guardandomi.
"Piantala..." riesco a sussurrare coprendomi la faccia con le mani.
"Tommy?" E' la sua voce. Aspetta...Tommy? Oddio. Ora sono quasi sicuro che tra poco svengo. Non so come, forse per la sorpresa, ma mi volto e incontro i suoi occhi curiosi.
"Nah, lui odia i soprannomi." Ridacchia quella faccia di splof. Gli costa tanto stare zitto? Newt si avvicina a me con un sorriso. Il mondo si ferma e, insieme a lui, molto probabilmente,anche il mio cuore.Vedo il suo braccio allungarsi verso di me e non so come faccio a rimanere in piedi. Sento solo le sue dita affusolate scompigliarmi i capelli. Arrossisco violentemente non riuscendo a distogliere gli occhi dai suoi. Poi ritrae la mano,facendo un passo indietro e il tempo continua scorrerre normalmente. Deglutisco a fatica.
"Questo gli piacerà. Sono bravissimo con queste cose!" Mi rivolge un sorriso divertito.
"A me non hai ancora dato un soprannome!" Ribatte Minho facendo il finto offeso. Newt scuote la testa con fare risoluto.
"Vuol dire che non sei abbastanza speciale per meritarne." Ride ed io devo ancora assimilare tutto ciò che ha detto e fatto che Minho mi tira un braccio facendomi cadere sul letto. Si butta sopra di me e mette il suo viso a due centimentri dal mio.
"Riprenditi,sembri un morto!" Sussurra in modo inquietante. Non riesco a trattenere una risata.
"Sei pesante!" Riesco a dire tra una risata e l'altra. Newt nel frattempo ha preso il posto di Minho,andandosi a sedere sul cuscino del letto e guarda la scenetta ridacchiando. All'improvviso il mio migliore amico si alza ed io lo imito.
"Eh no,tu stai qui" dice spingendomi nuovamente sul letto" vado a cambiarmi!" Urla uscendo dalla stanza. Silenzio. Orribile ed imbarazzante. Decido di buttarmi.
"Allora... ehm...hai un hobby?" Cerco di guardarlo negli occhi senza annegarmici dentro. Siamo uno difronte all'altro,seduti sul materasso.Newt si illumina in un sorriso.
"Adoro leggere!" 
"Davvero? Anche a me! Amo Harry Potter,Hunger games...uh,anche Shadowhunters! Hai mai letto un libro che si intitola:" La Dichiarazione"? E' stupendo e..." le parole mi vengono fuori così velocemente che incespiacano tra loro.
"Sì! Letti tutti e li amo! Tu  hai letto pure Divergent?" Chiede Newt avvicinandosi un poco.
"Ho appena iniziato Allegiant! " Inizio a parlare dei miei fandom così velocemente e senza tregua che ad un certo punto mi perdo pure io. Non so nemmeno cosa sto dicendo, ma sono quasi sicura di star parlando delle mie ship preferite. L'imbarazzo di prima è quasi del tutto sparito,è incredibile come i libri mi trasportino in un mondo tutto mio,dal modo in cui riesca ad essere veramente me stesso parlandone. Anche Newt parla insieme a me, o meglio, sopra di me. Mentre lui gesticola parlando a raffica non posso fare a meno di sorridere. E' così bello immerso nei suoi pensieri contorti da fanboy. E' bello e non lo nego. Non significa nulla se lo penso,no? Qualcuno dietro di me si schiarisce la voce. Mi volto di scatto e vedo un Minho sconcertato sulla soglia della porta.
"Oddio,sapete che fate paura quando parlate di libri? Mi sono fermato un attimo ad ascoltare e ho colto solo la parola "Malec". Che caspio vuol dire?... Anzi,no! Non ditemelo... mi mandereste in confusione ancora di più!" Newt ride incontrollabililmente ed è così contagioso che lo faccio pure io.
"Su,pive! Si va al cinema!" Grida correndo giù dalle scale. Newt si alza e mi porge la mano. Gliela stringo con il cuore in gola e la uso per aiutarmi ad alzarmi.
"Andiamo,Tommy!"  Mi afferra per il polso e mi trascina con lui nella direzione presa da Minho. E non provo panico o imbarazzo, ma solo una sensazione di calore e benessere percorrermi il corpo. Sento le sue calde dita toccarmi la pelle e mi lascio scaldare da quel buffo nomignolo capace  rendermi luminosa anche la giornata più buia.
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Nota autrice:
Ciao a tutti! E' la mia prima ff perciò mi farebbero davvero piacere delle recensioni,anche critiche costruttive! Mi scuso per eventuali errori grammaticali ma, essendo stata impegnata tutto il giorno, l'ho dovuto fare alla sera :) spero che la storia vi piaccia,al prossimo capitolo!   * sparisce in una nube di glitter stile Magnus Bane*

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


"Che film si guarda?" Minho fa finta di non sentirmi e continua a camminare. Rivolgo lo sguardo verso il biondo ma questo lo evita.
"Oh,su! Cosa caspio andiamo a vedere?"
"Sorpresa!" Urla Minho spingendomi dentro la sala del cinema. Inciampo sui miei stessi piedi e mi manca poco dal cadere,se non fosse per Newt che prontalmente mi afferra la maglietta. Gli rivolgo un sorriso riconoscente che però lui non ricambia. E' rimasto pensieroso per tutto il tragitto. Le luci si spengono.
"Muovetevi! E' già finita la pubblicità!" Sbraita il ragazzo moro.Così dicendo inizia a correre fin quando non trova i nostri posti. Prego che Newt si sieda vicino a me. Il ragazzo si avvicina e guarda titubante la poltrona affianco alla mia,poi si va a sedere accanto a Minho. Cosa gli prende? Quasi non mi accorgo che è iniziato il film e che un inquietante casa diroccata si staglia sullo schermo. Un lungo grido mi fa percorrere il corpo da freddi brividi.
"Un horror?! Cosa ti dice la testa? Eh?! Sai bene che io non li sopporto! " Dico balbettando e dando una spinta al moro.
"Tanto è tutto finto. Non devi avere paura,caro." Mi prende in giro lui lanciandomi un poc-corn.
"Non ho paura! Mi urta semplicemente vedere certe cose,okay?"
"Ah,davvero?" Sorride beffardo e si stravacca sulla poltrona blu.
"Giuro che ti ammazzo." Riesco a sussurrare un minuto prima che una bambina posseduta  si arrampichi sul soffitto di quella abitazione che il protagnista ha avuto la brillante idea di visitare. I minuti successivi passano lenti tra uccisioni e qualche commento di Minho del tipo:" Secondo me ci voleva più sangue" o " Seriamente è morto in questo modo? Mi aspettavo una fine molto più lenta e dolorosa! Che film scadente."  Io sto facendo di tutto per non gridare. Credo di essere arrivato circa a metà film quando non riesco a trattenere un urlo. Tutta la sala si volta verso di me con fare assassino e io mi nascondo dietro la spalla del mio amico. 
"Thomas,smettila di gridare come una ragazzina mestruata!" Sibila quest'ultimo. Non posso fare a meno di sprofondare con la faccia dietro il suo braccio fino alla fine del film.
"E' finito? E' tutto finito?" Sussurro ancora nascosto da Minho. 
"E' finito." Dice una voce piatta. Newt è in piedi che mi guarda. Non riesco a definire cosa ci sia nei suoi occhi. Sembra solo molto scocciato,probabilmente il film non gli è piaciuto. Tiro un sospiro di sollievo e mi lascio scivolare sul sedile.
"Seriamente ti ha fatto paura? Seriamente?" Dice Minho scoppiando a ridere. Gli do un pungno sulla spalla e mi alzo.  Pure lui fa lo stesso.
"Comunque, mi sa che voi due dobbiate andare a casa da soli. Io prendo un'altra strada." Da solo con Newt? Già sembra arrabbiato di suo... e se invece ce l'ha con me? Se gli sto antipatico? Se...
"Okay." Dice la fonte di tutti i miei pensieri facendo spallucce. Una volta fuori dal cinema la luna splende in cielo lanciando strani bagliori argentei su di noi. Minho ci saluta con un cenno della testa e ci ritoviamo a camminare,in silenzio. Mi schiarisco la voce.
"Ti è piaciuto il film?" Chiedo cercando di apparire disinvolto.
"Non proprio." Dice lui. Sembra non voglia parlare, perciò mi limito a guardare l'asfalto. Sicuramente non mi sopporta. Oddio, sono un disastro.
"Newt?"
"Cosa?"
"C'è qualcosa... sì,insomma... tu sei...arrabbiato?" Ma che domanda idiota è? Lui si ferma e si volta sorridendo dolcemente. Non posso guardarlo negli occhi, dopo non capirei più nulla, perciò lascio vagare lo sguardo in un punto indefinito al di là del marciapiedie.
"Con te?" Sussurra. Annuisco con il cuore in gola.
"Oh, Tommy, perchè mai dovrei esserlo? Come farei?" Il tono basso della sua voce, le parole appena dette, la sua vicinanza. E' tutto così dannatamente bello. E non me lo lascierò sfuggire.
"Pensavo che..." Inizio ma accidentalmente i miei occhi cadono nei suoi e io continuo farfugliando cose senza senso.
"Hai dei begli occhi." Bisbiglio. Lo vedo sorridere un minuto prima che il suo viso si avvicini al mio. Si ferma a due centimentri dalle mie labbra. Sento che svenirò. Ne sono più che sicuro. Il suo respiro caldo mi scalda il viso. 
"Grazie, Tommy" se possibile il suo tono è diventato ancora più basso. Non riesco a far uscire le parole. Non riesco neppure a muovermi. La voglia di annullare quella minima distanza mi investe come un treno in corsa. Come posso volerlo? Cosa mi sta succedendo?
"Calmati." Sussurra mettendomi una mano sul petto. Il cuore batte così forte da far male.
"Non vedo come potrei farlo..." deglutisco. 
"Sai, io..." si ferma all'improvviso. Temo che si allonatani ma allo stesso tempo non so cosa farei se si avvicinasse.  Faccio un respiro profondo. Non so perchè, non so come, non so a cosa io stia pensando, ma mi avvicino. Ora le nostre labbra si sfiorano. 
"Vorrei baciarti." Quelle parole mi mozzano il fiato. E io? Io voglio baciarlo? Baciare un ragazzo? Un ragazzo che ha sconvolto la mia vita in due giorni? Ho paura. Ho paura di pensare che sì, lo voglio. La paura ha la meglio.
"Non posso" mi scosto balbettando. Già mi manca la sua vicinanza. Ha un'espressione stanca, come se lo avesse saputo fin dall'inizio. Voglio andarmene.
"Lo so. " Dice. Si volta e inizia a camminare senza più voltarsi indietro. Una volta che l'oscurità l'ha inghiottito mi prendo i capelli fra le mani. Devo stargli lontano. Devo assolutamente farlo. 
                                                                                       ******
La sveglia mi perfora i timpani. Il ricordo di due occhi marroni profondi quanto un burrone mi svegliano del tutto. Come posso anche solo andare a scuola? Non posso. Non posso rivederlo.  Mi ributto sotto le coperte. Chuck si avventa sopra di me senza pietà.
"Mamma ha detto che se non ti svegli subito diventa un demone e che, in quel caso, nemmeno Magnum Banana o qualcosa del genere ti potrà salvare."
"Magnus Bane, Chuck. Magnus Bane." Dico esasperato da sotto il mio fratellino.
"Sì beh, da come lo ha detto lei questo tizio sembra molto potente, perciò ti consiglio di alzarti." Non c'è verso di restare a letto. Mi alzo e per poco non faccio cadere quel piccolo mondano che era sopra di me un minuto fa. Mi vesto e  scendo le scale il più lentamente possibile.Passo dalla cucina per salutare mia madre. La donna dai lunghi capelli color mogano mi rivolge un dolce sorriso. Esco di casa,l'aria gelida di mi circonda. 
"Thomas! Thomas!" Mi giro e vorrei non averlo mai fatto. Minho corre verso di me e dietro di lui c'è Newt. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo. Ma dovrei,eccome che dovrei. Mi raggiungono e io mi obbligo a levare gli occhi dal ragazzino biondo. Camminiamo mentre Minho parla a raffica di cose che io non perdo tempo ad ascoltare. Percepisco solo il suono del respiro di Newt. 
"Siete molto silenziosi!" Grida Minho facendomi sobbalzare.
"No, sei tu che parli in modo spropositato." Lo prende in giro l'altro sorridendo. Sorridendo? Io riesco a malapena a respirare. Entriamo a scuola spinti dal fiume di ragazzi che urlano e schiamazzano. Vago cercando l'aula di scienze e ci entro. Sto naufragando nel mare in tempesta dei miei pensieri quando Newt si siede accanto a me.  Mi immobilizzo. Scopro che la sensazione che ho mi ha avvolto non è altro che felicità .Fortuna che dovrei stargli lontano eh.
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Angolo autrice:
Hey!
Aggiorno oggi perchè domani andrò ad un concerto e quindi sarò impegnata tutto il giorno! Ringrazio taaantissimo le persone che hanno recensito, mi avete migliorato le giornate c:
Grazie tantissime anche a chi segue! Sono davvero felice! Spero vi piaccia questo capitolo, l'ho dovuto scrivere due volte perchè l'altro non mi convinceva :3 
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


" Minho mi ha detto di dirti che oggi, dopo la scuola, ci troviamo a casa mia" dice  scarabocchiando degli appunti sul quaderno senza guardarmi.
"Cosa?" Mi lascio sfuggire. Mi sta prendendo in giro? Sicuramente. Dopo quello che è successo l'altra sera...il ricordo mi fa arrossire violentemente. Stavo per baciare un ragazzo. Stavo per baciare Newt.
"Hai capito." La campanella suona e lui inizia a prendere le sue cose. 
"Aspetta. Ti dovrei parlare..." Inconsapevolmente la mia mano ha afferrato il suo braccio,trattenendolo. La ritraggo.
"No." Dice secco e si dirige verso la porta a grandi passi. Agguanto il mio quaderno e decido di seguirlo. E colpa mia se ora è arrabbiato. E' colpa mia, caspio! E non so perchè ma non riesco a sopportare il fatto che lo sia. Scanso con spallate gli alunni che chiacchierano e ridono. Vedo una chioma bionda andare dritto nel bagno dei maschi e io faccio lo stesso. Newt è lì, appoggiato al muro con la schiena, che mi guarda.
"Mi hai seguito." Non è una domanda,ma una constatazione. Lascio che la porta si richiudi alle mie spalle.
"Pare di sì. Volevo scusarmi..." mormoro. Il suo sguardo è sarcastico e mi innervosisce.
"Ah. E per cosa?" Guardo a terra. Così non mi aiuta, e lo sa.
"Già, per cosa?" La voce di Minho mi interrompe. Un minuto...Minho? Mi volto e lo vedo uscire dalla porta del gabinetto. Fa passare velocemente lo sguardo da me e Newt. Dopo un'occhiata fulminante di quest'ultimo, capisco che tocca a me parlare. Oddio,io faccio pena a mentire. Mi schiarisco la voce.
"Parlavo del fatto che..." rivolgo uno sguardo implorante al biondo che però rimane a fissarmi impassibile "... gli ho fatto prende una nota... ma era colpa mia...cioè,non se la meritava ecco.." termino incerto. Newt si passa una mano sulla faccia,esasperato.
"Ah, okay... Capisco..." dice il moro anche se si vede lontano un miglio che non ci crede " comunque volevo avvertirvi che io oggi non riesco a venire." Mi volto di scatto verso Newt il cui ha gli occhi spalancati ed è sorpreso quanto me. Nessuno dei due dice nulla. Minho fa spallucce ed esce dal bagno. 
"Beh, allora ci vediamo dopo...noi due..." sussurra il ragazzo cercando di ricomporsi. L'unica cosa che mi viene in mente è che sono completamente fottuto.
La giornata scolastica passa così lenta da farmi impazzire. Io e Newt, da soli, in casa sua. E se succedesse ancora quello che è successo ieri? E se io questa  volta, lo baciassi? Mi prendo la testa fra le mani. No. E' impossibile, io sono etero. Etero,caspio! Sento il segnale che l'ultima ora è finita. E ora? Vado a casa sua insieme a lui? E se non vuole parlarmi? E se...
"Andiamo?" Alzo la testa di scatto e lo vedo guardarmi storto. Mi è venuto a prendere nella mia classe. Il  mio cuore batte all'impazzata.
"Uhm...sì" Mi alzo e usciamo dalla scuola. Il sole picchia sulle nostre teste. Durante la pausa pranzo non ho potuto vederlo e ora, la cosa che desidero più di tutte, è poter guardare quel suo bel viso. Il tragitto lo percorriamo in silezio. Si sente nell'aria l'imbarazzo. Un imbarazzo opprimente e snervante. Quando arriviamo davanti una casetta modesta e curata ci fermiamo. Entro seguendolo e mi guardo intorno.
"Non è un granchè...ma è casa." Mormora Newt togliendosi la giacca. Mi volto subito a guardarlo. 
"Sì,scusa, ho sempre desiderato poterlo dire. Vuoi da bere?" Si avvicina al frigo e afferra una bottiglietta d'acqua. Non riesco a fare a meno di sorridere. 
" Ehm...no va bene così,grazie." Continuo a sorridere come un ebete, guardandolo. Ma quanto è dolce? Quanto è dolce? Continuo a ripetermi questa frase in testa.
"Se ti va possiamo andare in camera mia" propone disinvolto. Annuisco velocemente. Lo seguo lungo una rampa di scale e arriviamo in una stanza. La sua stanza. Si butta sul letto e rimane a fissarmi. Io,  nel frattempo, sono rimasto sull'uscio della porta. 
"Vuoi venire dentro anche tu?" Chiede divertito. Faccio un passo e mi siedo su una sedia lì vicino, più per il fatto di essere quasi del tutto sicuro che le mie gambe non resisteranno ancora per molto tempo ,che per altro. Ancora quel silenzio. Dio,quanto è odioso. Newt tossisce piano.
"Puoi sederti sul letto vicino a me...se vuoi." Sussurra così piano che mi stupisco di essere riuscito a sentire. Vado? O non  vado? Cosa faccio? Cosa cavolo devo fare? Mi alzo e lentamente mi siedo difronte a lui. I nostri occhi, come sempre, si allacciano fra loro.
" Volevo scusarmi di quello che è successo ieri..." non so come io riesca a pronunciare una frase di senso compiuto guardandolo, ma ce la faccio.
" Non voglio le tue scuse. Voglio solo sapere perchè non hai voluto." Quella frase mi lascia senza fiato." Perchè sono etero" mi verrebbe da rispondere. Ma sto avendo i miei dubbi. Ogni volta che lo vedo o sento la sua voce, mi sembra di morire. Penso a lui costantemente, ho una voglia tremenda di poterlo abbracciare, o anche solo tenerlo per mano. Quando mi chiama con quel buffo nomignolo mi sento...speciale.
"Ho avuto paura..." dico. E forse è la cosa più vera che ho detto in questi giorni. Ho tanta paura di poter provare qualcosa per lui che vada oltre all'amicizia.
" Tommy, hai paura di volermi bene?" La sua voce è dolcissima,così pacata e carezzevole.
"Ho paura di amarti, Newt, ne ho tantissima." Chiudo gli occhi. La mia mente non ragiona più. Sento il ragazzo trattenere il respiro mentre dico questa frase. Succesivamente percepisco la sua mano sul mio viso. Mi accarezza la guancia e la sua pelle contro la mia mi fa rabbrividire. Li apro e lo vedo guardarmi. Quasi non sento la lacrima che mi scende giù per la guancia.
"Tommy..." si avvicina e mi circonda con le braccia. Mi abbandono al suo abbraccio e faccio sprofondare la faccia nella sua spalla. Rimaniamo per un tempo indefinito così, seduti sul letto, stretti l'uno all'altro. Dopo un po' lui si scosta e mi guarda negli occhi.
"Non devi aver paura, okay? Ci sono io qui con te. Ci sono io. E ti giuro che non ti lascerò andare...mai. Ti starò vicino per sempre." Appoggia la sua fronte sulla mia.
"Per sempre?" ripeto incerto "Sai, è un periodo di tempo piuttosto lungo...ne sei sicuro?" Ride piano e avvolge le braccia intorno al mio collo.
"Mai stato più sicuro." Avvicina le labbra alle mie e rimane lì,lasciando giusto quel minimo spazio. Le mani iniziano a sudare. Lo amo. Lo amo così tanto. E desidero così ardentemente un suo bacio.
"Quanto tempo ancora dovrò aspettare per un tuo bacio?" Sussurro incapace di trattenermi. Sorride dolcemente.
"Volevo vedere quanto resistevi..." mormora. Ed è troppo. Troppo. Annullo quella distanza e faccio incontrare le nostre labbra. Non so dove mettere le mani, mi sento così goffo. Gli circondo la vita mentre dentro di me un'esplosione di emozioni scoppia. Sono consapevole solo della sua presenza. Solo delle sue mani tra i miei capelli. Sono così felice. Così felice. Avrei voglia di rimanere così per sempre. Rido sulle sue labbra e lui mi tira verso di sè, sdraiandosi sul materasso. Non desidero altro,voglio solo lui e il suo profumo rassicurante. Mi stacco per riprendere fiato. Ha le labbra arrossate per i baci e il suo viso è bellissimo. Mi guarda come se fossi una cosa unica,fantastica. E solo ora capisco. Capisco che stare insieme a lui per sempre è anche fin troppo poco.
"Non credo ci siano abbastanza parole per descrivere quanto io ti ami" mi dice. E il mio cuore scoppia, salta,batte.
"Dovresti smetterla di dire certe cose, se non vuoi che io rischi un infarto" sussurro ridendo. Ride pure lui e mi prende la mano. Siamo sdraiati vicini e ci guardiamo negli occhi. Esiste veramente qualcosa di più bello?
"E se domani non andassimo a scuola?" Propongo quasi involontariamente.
"Che intendi?" Con la mano libera gli sposto una ciocca di capelli che gli è andata sul viso.
"Ho voglia di stare con te e... no fa nulla. Fa come se non ti avessi detto nulla." Ho detto una cosa terribilmente egoista. Come se lui saltasse la scuola per stare con me.
" Eh no, caro mio, le cose dette non vanno rimangiate. Nè oggi nè domani i miei saranno a casa, sono andati a fare una vacanza da qualche parte. Lasceresti il tuo ragazzo tutto solo?" Mi da un veloce bacio sulle labbra.
"Il mio ragazzo?" Solo pronunciarlo mi mette ansia.
"Sì,come tu sei il mio,di ragazzo." Ha un viso tanto innocente e curioso. Io sono il suo ragazzo. 
" Tu sei il mio ragazzo...sei proprio sicuro di voler stare con me?" Ma quanto devo sembrare idiota? Tanto,tantissimo.  Lui ride apertamente e mi circonda la vita con le braccia.
"Sono sicuro di voler stare con te, Tommy, come sono sicuro di respirare. Domani voglio stare con te, così come farò oggi pomeriggio e ogni giorno della mia esistenza."
"Beh, non potrei desiderare di meglio..." sorrido e sento la pioggia iniziare a picchiettare sul vetro della finestra.
"Vuoi dormire qui...?" Mi chiede all'improvviso. 
"Hey, come corri" rido e lo bacio piano. Ricambia e appoggia la fronte al mio petto.
"Scusa...è che non potrei sopportare il fatto di vederti andare via..." sento il suo fiato caldo trapassarmi la maglietta. Sarebbe fantastico poter restare a dormire da lui... mi basta un telefonata a mia mamma ed è fatta, no?
"E allora non me ne andrò" dico stringendolo a me. Lui alza di scatto la testa e mi guarda.
"Dici davvero?" Annuisco e lui mi tira verso di sè baciandomi. Ha una corporatura così esile che ho paura di fargli male, così lo sposto sul mio petto. Mi allontano un pochino.
"Devo andare ad avvisare mia mamma però" lui si mette seduto, scivolando via da sopra di me e  io mi alzo. Esco dalla camera e dopo aver assicurato a mia madre che sono vivo e vegeto,che mi divertirò e che in questa casa c'è abbastanza cibo per far in modo che io non muoia di fame, ritorno da Newt.
"Che si fa ora?" Chiedo sorridendo al biondo che è beatamente sdraiato sul letto. Alza lo sguardo e mi lancia un cuscino in faccia.
"Boh, non saprei." Dice saltando giù dal materasso. Rido e gli rilancio il cuscino.
"Cosa credi di fare andando giù da quel letto?" Gli vado incontro e lo sollevo buttandolo nuovamente su di esso. Lo sento ridere e vado sopra di lui.
"Tommy! Mi soffochi!" Cerca di dire tra una risata e l'altra. Mi sposto e mi sdraio accanto a lui non riuscendo di smettere di ridere. Lo vedo sedersi sopra il mio petto con un dolce sorriso.
"Ecco, mi sono vendicato." Dice in modo risoluto. Gli scompiglio i capelli da sotto di lui.
"Ti riesco a togliere da qui in un batter d'occhio se voglio" dichiaro con uno sguardo di sfida.
"Ma è proprio questo il punto..." mormora sdraiandosi completamente su di me e avvicinando il suo viso al mio "... tu non lo vuoi fare." Mi perdo in quegli occhi profondi. Tiro la sua faccia verso la mia e lo bacio circondandogli i fianchi con le braccia. Dio, quanto lo amo.
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Salve popolo di Panem! No,okay, ho sbagliato fandom u.u
Le vostre recensioni sono state completamente e semplicemente bbffbiufghuerbhkuj  e per questo ringrazio di cuore: colorful_bubble, Bata00,ImReadyToRun,Fangirl_G  e Frozensea! :3 (sicuramene ho sbagliato il nome di almeno una di voi, mi dispiacee)
Questo capitolo è completamente Newtmas *^* 
Mi piacerebbe un sacco, ma che dico un sacco, tantissimo (era di più un sacco?) sapere se vi è piaciuto questo capitolo * sparge polvere brillantinata*
Ho provato ha farlo più lungo spero vada bene!
Un abbraccio virtuale!

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Mi accoccolo contro il suo corpo ancora di più e il suo profumo mi circonda. Lui mi passa un braccio attorno le spalle.
"Hai sonno?" Mi sussurra all'orecchio. 
"Mmh... un po' " mormoro socchiudendo gli occhi. Siamo sdraiati sul divano di casa sua e stiamo guardando il film di Shadowhunters.
"Andiamo a letto?" La sua voce è dolce come sempre e diffonde una sensazione rassicurante.
"Non mi muovo da qui fin quando non vedo comparire su quello schermo Godfrey Gao" annuncio prendendo un popcorn. La coperta che ci avvolge si è ormai riempita di briciole. 
"Questo film è una delusione. Le uniche cose belle sono gli attori" commenta rubandomi il popcorn e mangiandoselo.
"Hey! Quello era mio!" Dico ridendo. Sposto lo sguardo sullo schermo e vedo l'attore che tanto aspettavo. Appoggio la testa sulla spalla di Newt. 
"Ora possiamo andare" spegne la tv e si alza ma io rimango sdraiato sul divano.
"Non ho voglia di camminare fino camera tua..." protesto passandomi una mano sulla faccia. 
"Tommy, andiamo!" Il biondino mi tira per la mano fino a farmi cadere per terra. Lo sento ridere e correre su per le scale.
"Questa me la paghi!" Grido alzandomi e seguendolo nella sua camera. Lo vedo sul materasso che mi guarda con un sorriso furbetto. Mi lascio cadere sul letto e vado sopra a Newt, atterrandolo. Il suo petto si abbassa e si alza contro il mio.
"Ma sai di essere bellissimo?" Questa frase mi esce spontanea e il mio viso diventa subito rosso. Lui ride sommessamente. Mi da un piccolo bacio e sorride.
"Adoro quando diventi tutto rosso" dice  guardandomi negli occhi  " ma, anche se mi scoccia rovinare questo momento, devo chiederti una cosa." Annuisco e mi metto seduto. Che vorrà dirmi? Il mio corpo è rigido dall'attesa.
" Non vorrai chiedermi di sposarti" scherzo ansioso.
"Rifiuteresti?" chiede facendomi l'occhiolino. Cerco di tenere a bada il deisderio che ho di baciarlo. "Comunque volevo chiederti... lo diciamo a Minho di noi due, vero?" Cosa? A Minho? No. Non possiamo, non posso. Poi provo ad immaginare. Andare a scuola e sapere di essere diverso. Una sensazione di pure terrore mi invade. Come potrò stare con Newt? E se la gente inizierà a odiarci per quello che siamo? E se faranno del male a Newt per questo? La testa inizia a girare.
"Newt non possiamo... " balbetto prendendomi la testa tra le mani.
"Lo sapevo, sapevo avresti detto così, ma lui è il mio migliore amico e..."
" No. Noi non possiamo stare insieme..." la mia mente è in sobbuglio. Devo allontanarlo da me. Cosa gli accadrà se continuamo a stare insieme? Non posso permettere che succeda  qualcosa a lui, è così bello e delicato... non posso...
"Cosa cazzo stai dicendo?" Newt mi guarda preoccupato. Inziano a tremarmi le mani. Come farò? Non potrò mai essere me stesso... 
"Tommy, guardami!" Sta urlando credo. Non lo so. Non ragiono più. Come farò? Come farò?
"Thomas!" La voce è supplichevole. Il mio nome pronunciato da lui in quel modo mi riporta  a galla. Lo guardo. Ho paura. Me la si legge negli occhi, lo so.
"Newt... mi dispiace..." le mani continuano a tremare, lui appoggia le sue sulle mie.
"Tommy, fermati. Stai avendo un attacco di panico, fermati! Respira. Stai tranquillo, ti prego..." la vista inizia ad appannarsi. Il mio cuore batte così forte da far male. Sento le sue braccia stringermi a sè. Il terrore se ne va lentamente, poco per volta. Ho il fiatone, come dopo le corse con Minho. Rimaniamo lì, abbracciati, senza far nulla. Credo siano passate ore quando mi stacco.
"Tommy... cosa intendevi?" I suoi occhi sono apprensivi, la sua voce spezzata dal dolore di vedermi in questo stato.
"Dobbiamo allontanarci. N-non possiamo più stare in-insieme... " balbetto guardandomi le mani e stringendole a pugno.
"Ma perchè? A che stai pensando?" Sono sicuro, assolutamente sicuro, che se gli dicessi che ho paura per lui, mi direbbe di fregarmene. Allontanerebbe un problema che poi ritornerà a galla troppo tardi per essere risolto.
"Ho bisogno di schiarirmi le idee" butto lì. Non mi viene in mente altra scusa.
"Hai paura di quello che penserà la gente su di te, non è vero? Hai paura di passare dalla parte degli sfigati solo per quello che sei." La sua voce è così piena di disgusto da farmi venir voglia di urlare. Ma non posso dire la verità, quindi annuisco mordendomi il labbro.
" Allora grazie di avermi detto chi sei veramente. Dormo sul divano." Si dirige verso la porta.
" Newt" lo chiamo. Lui si volta " dormo... dormo io sul divano" Mi alzo e mi avvicino all'uscio.
"Accomodati allora." Inutile dire che non sono riuscito a dormire nemmeno per un secondo.
                                                          ***********************************
Vedo l'alba dalla finestra. Finisco di mettermi le scarpe e esco, lasciando la casa di Newt. Ho bisogno di qualcuno con cui parlarne. Subito.  Inizio a correre verso casa di Teresa. Non ho nessun altro da cui andare. Minho non so come la prenderebbe e poi lui non sa dare dei bei consigli, anzi. Arrivato davanti alla casa mi ricordo magicamente che nessun essere sano di mente si sveglierebbe mai a quest'ora. Mi dirigo a passo sicuro sotto la finestra della camera della ragazza, e inizio a lanciare dei sassolini contro il vetro. Quando sto per perdere del tutto le speranze lei si affaccia con i capelli tutti arruffati e uno sguardo assassino.
"Ma sei cretino? Hai idea di che ore siano?" Mi sibila.
"Ho bisogno di parlarti. Ora." Non so perchè ma inizia a sorridere in modo strano.
"Arrivo!" Dice facendomi l'occhiolino. Faccio spallucce e mi siedo sul marciapiede davanti alla casa. Dopo alcuni minuti mi raggiunge e si siede accanto a me. Non posso fare  meno di notare che ora ha i capelli perfettamente lisci, rispetto a prima. Si sporge verso di me.
"Dimmi tutto!" Sembra emmozionata e non ne capisco il  motivo.
"Allora... ti sto per dire una cosa che... non so come la prenderai. So solo che tu sei la persona che è riuscita a capirmi, sempre, e spero che non mi vedrai con occhi diversi dopo questo..." Ora ha un'espressione preoccupata e confusa.
"Tom, che succede?"
"Non sono etero" trattengo il respiro e guardo a terra. Silenzio, orribile e opprimente. Vorrei rimangiarmi ogni singola lettera di ogni singola parola.
"Ti... ti piacciono i ragazzi?" Mi prendo la testa fra le mani. La sua voce è sorpresa e sono rassicurato di non sentirla anche disgustata. Deglutisce rumorosamente.
"Questo non cambierà nulla... sono solo sorpresa... credevo che io..." si blocca e mi mette una mano sulla spalla " non preoccuparti. Sarai sempre il mio Tom." Mi volto a guardarla. L'abbraccio forte e inizio a singhiozzare. Lo stress che ho accumulato in una sola notte, la tensione, il litigio con Newt, tutto riversato in queste lacrime.
"Grazie..." sussurro staccandomi " ma è successo un casino... Conosci Newt?" Pronunciare il suo nome mi provoca fitte al cuore.
"Il ragazzino nuovo?" Annuisco.
"Beh io... ci eravamo messi insieme" prendo un grosso respiro.
"E da quando? Perchè non me lo hai detto?"
"E' successo ieri! L' ho lasciato" dico tutto d'un fiato.
"E perchè?" La ragazza sembrava sempre più confusa.
"Non voglio gli facciano del male. So che...l'omosessualità non è ben accetta e che alcuni manifestano questo odio contro di noi con la violenza. Se succedesse qualcosa a Newt io smetterei di vivere! Ma lui non sa che io lo faccio solo per tenerlo al sicuro, lui crede che io abbia paura di essere emarginato dalla società e per questo lo sto allontanando! E ora mi odia! Mi odia, cazzo! E come farò a vivere una vita intera senza qualcuno al mio fianco? Se questo schifo di persone ci ritengono mostri, cose contro natura, come farò ad amare? Non potrò mai andare in giro mano nella mano con il mio ragazzo o baciarlo... Io non so più che fare, davvero..." le lacrime scendono calde, brucianti. Mi appannano la vista e pizzicano gli occhi.
"Thomas...odio vederti così. Io non so che dirti, non sono mai stata in questa situazione, ma posso giurarti che il fatto di averlo lasciato non giova a nessuno. Ti stai facendo del male da solo..." sussurra prendendomi la mano. Un vento freddo mi sfiora la guancia. 
" Ma non posso permettermi che gli succeda qualcosa di male. Forse hanno ragione loro... forse sono soltanto un' errore..." lei si alza con rabbia.
"Thomas, tu sei tutto tranne che un errore. Sei una persona stupenda, con un cuore grande, che farebbe di tutto per le persone che ama! Tu non sei nè un mostro nè uno sbaglio, tu sei una persona. Non dirlo mai più." La guardo. Non so come ringraziarla per questo.  Si inginocchia davanti a me. "Se hai bisogno, io sono qui." Sussurra. La stringo forte a me, ringraziandola. 
"E ora? Cosa posso fare, Teresa?"
" Vai a casa e riposati. Provo a pensare un modo per aiutarti..."  Annuisco.
                                                                   ***************************
Non so per quanto tempo ho pianto prima di addormentarmi. Per fortuna mia mamma è a lavoro e mio fratello a scuola. Mi sveglio verso le quattro del pomeriggio, con gli occhi appiccicosi e tanta voglia di ritornare a dormire. Sento bussare alla porta : mia mamma. Mi alzo e, strascicando i piedi per terra, raggiungo il salotto. Metto la mano sulla maniglia della porta e la apro. Il mio cuore fa un salto, credo potrebbe uscire dal petto. Sto per richiuderla  ma lui ci mette un piede in mezzo in modo da ostacolarmi.
"Sai di essere un grande idiota, si?" chiede Newt guardandomi negli occhi. "Un grande, un grandissimo idiota." E' serio e arrabbiato.
"Vai via... per favore" sussurro cercando nuovamente di chiudere la porta.
"Fammi entrare. Fammi entare o giuro che lo faccio da solo con la forza." Rimango a guardarlo. Sa tutto? Oppure crede ancora che io sia una persona spregevole? Scuoto lentamente la testa. Non posso... 
"Bene così" dice lui e fa un passo indietro. Colgo l'occasione per chiuderlo fuori e girare la chiave nella serratura. Ora non può entrare. Non...
"Sei consapevole di avere delle finestre?" Mi giro di scatto e lo vedo scavalcare con un balzo il davanzale, entrando in casa.
"Esci, ti prego." Sento le lacrime pizzicarmi ancora gli occhi ma cerco di ricacciarle indietro. E' una cosa orribile vederlo lì ma sapere di non poter averlo.
"No, ora noi parliamo." La sua voce è ferma e sicura, ma i suoi occhi sono pieni di dolore "So tutto." Sento le ginocchia cedere e mi ritrovo inginocchiato sul pavimento, sguardo fisso a terra.
"E' stata Teresa, Tommy, e va bene così. Davvero. Devi capire che non devi aver paura per me. La vita è troppo corta, okay? Potrei morire domani, fra tre giorni o tra anni, ma in questo tempo, in questo tempo in cui vivo, voglio stare con te. Io mi so difendere se tu sei con me, perchè il tuo amore mi riempie di un' energia così... bella, sana con mi sembra di poter far tutto. Tu sei la mia vita." Si è seduto davanti a me. C'è davvero bisogno di altre parole? Mi butto fra le sue braccia, stringendo a me il suo corpo. Le lacrime scendono così copiose che gli bagnano la maglietta. Incapace di trattenermi, singhiozzo rumorosamente contro il suo petto.
"E non provare a dire ancora che sei un errore, cacchio. Sei la cosa più bella che possa esistere." Mi sussurra accarezzandomi la schiena. Anche la sua voce è rotta dal pianto.
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Come vaa? Ho aggiornato prima perchè ne avevo voglia ( AHAHA ma che belle motivazioni)!  Eh si, sono riuscita a far litigare la Newtmas e farla riappacificare in un  solo capitolo ahaha! Ma ( c'è sempre un ma), non ho ancora finito di rendere un incubo la vita di questi baldi giovani! *risata malefica* posso solo dirvi che probabilmente inizierete ad odiarmi * fa una faccia innocente*. Questo capitolo non mi convince molto... voi che ne pensate? Grazie tantissime per tutte le bellissime persone che hanno recensito e che spero continueranno a farlo!                
Un abbraccio virtuale!                                                                        

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


Mi sveglio e rimango a fissare il soffitto. Oggi devo andare a scuola. L'idea che il fine settimana è sempre più vicino mi rallegra, ma non abbastanza. All'improvviso entra mia madre e mi guarda preoccupata. Mi chiede se va tutto bene ed io annuisco rimanendo a guardare in su. Dopo aver fatto una grosso respiro mi decido ad alzarmi, fare colazione e vestirmi. Una volta pronto guardo l'orologio e non mi stupisco di scoprire di essere in ritardo. Corro come un forsennato lungo le strade su cui ero solito giocare da piccolo. Cerco di scacciare il pensiero dei compiti destinati a oggi che, ovviamente, non ho svolto. Raggiungo il cancello d'entrata della scuola con il fiatone.
"Come va testa di caspio?" Minho è un po' dietro di me, e cammina tranquillamente anche se entrambi siamo arrivati con venti minuti di ritardo.
"Muoviti! Siamo in ritardo!" Gli sibilo aprendo il cancelletto ed entrando nel giardino. Il moro mi segue con andatura lenta e gongolante. Entriamo in fretta dentro la scuola e io trascino dalla mano Minho attraverso i corridoi. Arrivati davanti all'aula mi fermo, cercando di formulare una buona scusa. Minho non si fa certi problemi ovviamente, ed entra sbattendo la porta. Io lo seguo. Tutti gli occhi sono puntati su di noi e il professore ci guarda come se fossimo la peggior disgrazia a lui capitata.
" In ritardo. Di nuovo." Sbuffa scrivendo una cosa sul registro " state rischiando l'anno"
Sospiro e mi vado a sedere in un banco a caso, subito seguito dal moro. Appena si siede sulla sedia affianco alla mia accende il cellulare.
" Mettilo via testa di caspio!" Gli do uno spintone ma lui mi rivolge uno sguardo annoiato per poi ritornare a digitare sullo schermo. Sono tutto concentrato a far finta di ascoltare la lezione che, quando il mio telefono vibra per l'arrivo di un messagggio, sussulto. Lo prendo dalla tasca dei jeans e guardo. E' Newt. 
-Newt: Come va?
Controllo che l'insegnate non mi veda e digito velocemente una risposta.
-Tommy: Non molto bene sono arrivato in ritardo... tu?
La risposta arriva quasi subito.
- Newt: Va a finire che rischi l'anno! Io tutto bene, mi sono rintanato in bagno pur di non vedere una tipa che ha iniziato a fissarmi dal primo istante che ho messo piede in questa scuola.
-Tommy: Una tipa? Chi è? Chi?
Una tizia fissa Newt e io non ne sapevo nulla?! La risposta non arriva.
-Tommy: Newt parla! Come si chiama? Chi è?
"Da quando messaggi con Newt?!" Mi volto e vedo il moro sporto verso il mio cellulare. Mi affretto a spegnerlo terrorizzzato e rosso in viso.
"S-siamo amici" decreto insicuro "e fatti i fattacci tuoi, testapuzzona!" 
"Di solito a me non risponde ai  messaggi! Com'è che ai tuoi si?!" 
"Signor Lee vorrebbe renderci partecipi di quello che stava dicendo?" Minho ha praticamente urlato attirando l'attenzione del professore.
"Discutevamo soltanto di quanto fosse interessante la sua materia" rispode sicuro di sè.
"Vada a discuterne con il preside. Anche lei."Mi fa un cenno con il capo e io mi alzo sbuffando. Quando usciamo il mio amico non fa che parlare. Non lo ascolto e continuo a camminare spedito, quando mi arriva un messaggio. Prendo il cellulare.
-Newt: ahahah sei geloso Tommy?
-Tommy: No! Ovviamente no!
-Newt: No?
-Tommy: Okay forse si...
- Newt: AHAHAHAH
Nascondo il display prima che Minho possa leggere.
"Cos'è tutta questa segretezza?" Sbotta lui.
"Voglio solo un po' di privacy!" Velocizzo il passo. Siamo arrivati dal preside, così entraimo nella stanza.
"Ancora voi due?" L'uomo di mezza età ci guarda sconsolato. Il moro si accomoda su una poltrona e gli rivolge un sorriso furbo "che avete combinato ora?" Continuamo a parlare per forse un'ora prima che lui ci congedi dicendo:" E' la vostra ultima possibiltà!" Alzo gli occhi al cielo ed esco seguito da Minho. Sono sicuro di non passare l'anno. Il mio migliore amico non sembra preoccupato di ciò. Le ore passano tra una lezione e l'altra con una lentezza snervante. Finalmente arriva l'ora di pranzo. E non lo vedo. Non  vedo Newt da nessuna parte e non so quanti messaggi gli mando - che ovviamente non ottengono risposta - prima di gettarmi nel panico. Mi impongo di contare fino a quattro e respirare lentamente, per calmarmi. Ora che ci penso, potrebbe benissimo essere andato da qualche altra parte...tipo? Sono seduto al solito tavolo della mensa con Teresa e Minho e non faccio altro che guardarmi intorno. Mi alzo di scatto preso dall'agitazione, bisbiglio un "devo andare" e  mi precipito in giardino senza aver mangiato. Mi strofino le braccia dal freddo e corro sull'erba cercandolo con lo sguardo. Sto per buttarmi nello sconforto quando vedo una figura accartocciata sugli spalti del campo di atletica. Corro verso di lui più veloce che riesco, ma mi sembra comunque troppo il tempo che ci metto a raggiungerlo.
"Newt!" E' seduto e si tiene le gambe con le braccia, appoggiando la fronte sulle ginocchia. Ho un tuffo al cuore. Mi siedo vicino a lui e gli accarezzo piano una mano.
"Hey, che succede?" Sussurro terrorizzato. Ci mette un po' ad alzare lo sguardo e quando vedo quegli occhi, un tempo tanto limpidi, ora rabbuiati dalla tristezza, una morsa mi stringe il petto.
"Hey..." la sua voce trema, come se avesse paura di qualcosa "tutto okay." Ma non va tutto okay. Un vento freddo ci investe e lui si stringe ancora di più le ginocchia al petto. Da l'aria di essere così fragile, come un vaso di porcellana sul punto di infrangersi al suolo. Non mi guarda, si fissa le mani.
"Newt, dimmi che è successo." Cerco di avere una voce ferma ma dentro di me una battaglia di sentimenti sta scoppiando. Solo ora mi accorgo del livido sulla sua guancia.
"Problemi...famigliari" una lacrima scappa al suo controllo. La fermo con il pollice accarezzandogli dolcemente il livido.
" Come te lo sei fatto questo, Newt?" mormoro continuando ad accarezzargli la pelle gonfia.
"Sono caduto..." altre lacrime gli bagnano il viso e con lui il mio palmo. Ho un impulso fortissimo di abbracciarlo, dirgli che andrà tutto bene, ma non lo faccio. Il dolore che provo nel vederlo così mi blocca, mi sembra di morire. Intreccio la mano alla sua e rimaniamo lì, in silenzio.
"Vuoi parlarne?" Dico passandogli una mano intorno alla vita e avvicinandolo a me. Scuote la testa vigorosamente, poi si stringe a me come per scusarsi, silenziosamente.
"Va tutto bene. Vuoi venire da me dopo la scuola?" Dopo la scuola  ci sono a casa sia mia mamma che mio fratello ma non è un problema, non mi importa. Mio papà è sparito quando avevo circa cinque anni con una tizia spagnola, e non l'ho più rivisto. Meglio così. Non so cosa darei pur di rendere felice il mio ragazzo, non importa cos'abbia, so che sta male e questo basta perchè stia male anche io. Newt acconsente con un gesto del capo, incapace di parlare. Inizia a singhiozzare piano, come per non disturbare, e affonda il viso nella mia maglietta.
"Newt, basta" gli prendo la faccia tra le mani, costringendolo a guardarmi " andiamo via di qua va bene? Andiamo adesso a casa mia."
"No..." sussurra con voce roca.
"Non puoi andare a lezione così... andiamo via di qui. Andiamo in un parco, in un bar, ovunque tu voglia."
"Okay, Tommy..." Ci alziamo lentamente e io lo sorreggo tenendogli un braccio intorno alle spalle, con la sua testa sulla mia spalla. Facciamo un piccolo tratto di giardino quando vedo Minho e Teresa arrancare verso di noi. Non mi allontano da lui anzi, lo avvicino ancora di più come per proteggerlo.
"Che caspio è successo?" Lo sguardo del moro passa alla mia faccia distrutta dall'angoscia a quella del mio ragazzo rigata di lacrime.
"Non si sente molto bene. Dobbiamo andare" dico sbrigativo, sentendo Newt tremare " da soli. " aggiungo precedendo il moro. Ci dirigiamo al cancello senza aspettare risposta  e camminiamo per un po' fino ad arrivare ad una panchina. Ci sediamo vicini ma lui continua a tremare, così mi tolgo la giacca e lo copro.
"Grazie, Tommy"
"Sono o no il tuo ragazzo?" Gli scappa una piccola risatina che mi riscalda il cuore.
"Ti  farebbe meglio parlarne... davvero" Rimane in silenzio e capisco che no, non gli farebbe bene. Farebbe bene solo a me, per capirci qualcosa.
"Sto bene così" riesce a dire. 
"Il livido?"
"Caduto."
"Sulla guancia?" Silenzio. Ho esagerato, sono solo uno stupido. Stupido stupido stupido. La panchina su cui siamo seduti si trova in un parco molto distante dalla scuola, vicino a casa mia. Saranno le tre di pomeriggio e tra un'ora dovrei essere di ritorno.
"Scusa...non volevo esagerare" mormoro. Le sue labbra mi scoccano un leggero bacio sulla guancia e sospiro. Dopo un po' andiamo a casa.
"Già di ritorno?" Urla mia mamma dalla cucina . Mi invento una veloce scusa e vado in camera mia con Newt.
"Meglio?" Chiedo sedendomi sul letto e spostando un cuscino. Il biondino si sdraia sul materasso con la testa sulle mie gambe.
"Meglio." Prendo a giocherellare con i suoi capelli, attorcigliandomeli tra le dita e lisciandoli. Lo vedo chiudere gli occhi e mi chino per baciarlo piano. Le sue mani però scivolano sul mio collo e mi attraggono verso le sue labbra ancora. Sono consapevole solo delle sue labbra, il mondo che mi circonda inizia a sfocare lentamente, e io mi ritrovo completamente rapito dal bacio. Succede ogni volta, e ogni volta è più sorprendente della precendente. Mi sussurra sulle labbra parole dolci che mi fanno sorridere. Qualcuno bussa alla porta e il rumore mi fa subito ritrarre, alzando lo sguardo. Mia madre entra - ovviamente senza aver avuto il permesso di farlo - e chiede con un sorriso se Newt vuole stare anche a cena. Rispondo io di sì per lui, a disagio per la sua testa sulle mie ginocchia, desiderando con tutto me stesso che quella donna se ne vada. Quando lo fa tiro un sospiro di sollievo.
"Peccato tu non abbia un letto grande, in questo qui mica ci stiamo in due" riflette Newt guardandomi. Faccio spallucce e gli faccio alzare la testa in modo che io possa sdraiarmi, poi lo tiro per una mano e lo faccio stendere su di me.
"Ecco fatto" dico baciandogli la nuca. Mette il viso nell'incavo del mio collo e sento il suo fiato caldo sulla pelle. All'improvviso mi ricordo del suo livido.
"Vuoi un po' di ghiaccio per il livido?" sussurro iniziando a disegnare cerchi immaginari sulla  sua schiena, con l'indice.
"Non mi muoverei da qui nemmeno se mi pagassi" dichiara con la voce resa soffocata. Rido e lo stringo a me, assaporando il suo odore.
"Ti amo"
"Lo so" dice semplicemente e mi da un bacio.
"Cosa faremo questo fine settimana?" Tira su la faccia puntando i gomiti sul materasso, sorpreso.
"Vuoi passarlo con me?" Il suo viso innocente ed entusiasta mi smuove qualcosa nel petto. Mi metto a ridere.
"Certo, faccia di caspio! Che proponi?"
"Montagna! Montagna! Montagna!" Grida come un bambino. Faccio una smorfia contrariata.
"O in alternativa?" Chiedo scompigliandogli i capelli.
"Montagna!" ripete con enfasi, lasciando che ciocche dorate gli ricadano sugli occhi. Le  scosto decretando:" E che montagna sia!" Lui mi butta le braccia al collo e mi bacia felice. Non sembra il ragazzo di poco prima, quello che mi piangeva sulla spalla. Il solo ricordo è come un pugno in pieno stomaco. 
"Oddio, ci divertiremo un sacco!" Sprizza gioia da tutti i pori e di riflesso sono felicissimo anche io.
"Sì!" Esulto.
Io odio andare in montagna.
                            ************************************************
Durante la cena avverto che starò via sia il sabato che la domenica e che andrò in montagna.
"Da solo?!" Esclama mia mamma prendendo un sorso d'acqua.
"No, andrò con il mio..." mi blocco prima di dire la parola "fidanzato" e cerco di nascondere l'interruzione schiarendomi la gola "amico. " 
"Hai detto amico in uno strano modo, come se ti stessi strozzando" ride Chuck facendo il rompiscatole.
"L'ho detto in  modo perfettamente normale invece!" Ribatto lanciandogli un pezzo di carota che avevo nel piatto. Newt scoppia a ridere e sorrido anche io.
"Thomas, non si lancia il cibo!" Mi riprende mia mamma "E dovrai fare la valigia... e io non ti posso aiutare a farla perchè ho tantissimo lavoro da fare sta sera!"
"Posso farla da solo!" Protesto alzando le mani al cielo.
"Sei troppo imbranato, Thomas..." Newt ride ancora più forte e io gli lancio un occhiataccia.
"Lo aiuto io! Dai, Tommy! Andiamo!" Si alza, ringrazia per la cena e si fionda in camera mia. Sto per uscire dalla cucina pure io quando mia madre fa con voce confusa:" Tommy?" Divento di tutte le tonalità del rosso esistenti e corro via, seguendo Newt. Lo trovo letteralmente dentro il mio armadio.
"Ma che stai facendo?" Chiedo cercando di non ridere.
"Mi sono incastrato da qualche parte e non riesco più a uscire!" Scoppio in una sonora risata e mi avvicino. Quando lo vedo, sommerso da una montagna di vestiti e con alcuni attaccapanni in testa, mi fa male la pancia dal ridere.
"Smettila di ridere e aiutami!" Sbraita irritato.
"Ma che ci fai dentro il mio armadio?" Ho le lacrime agli occhi e mi viene ancora da ridere.
"Volevo saltarti addosso!" Esclama lui, per poi tapparsi la bocca con una mano e arrossire.
"Saltarmi addosso eh?" Faccio l'espressione più maliziosa che mi riesce per farlo imbarazzare ancora di più.
"Non intendevo quello!" Si affretta a dire.
"Mi stai dicendo che quindi non mi salteresti addosso?"
"Sì! Cioè no...cioè... Piantala, Tommy!" E' così rosso che quasi si mimetizza con un maglione lì vicino del medesimo colore. 
"Cioè cosa?" Insisto afferrandogli la mano e tirando, facendolo finalmente uscire. Prima di rispondere si prende un attimo e assume un aria pensierosa.
"Cioè... lo farei, ma non qui, a casa tua, con tua mamma che potrebbe entrare da un momento all'altro. E volevo solo saltarti addosso per spaventarti, cacchio!"
"Ma non mi dire!" Dico ironicamente dandogli una spintarella.
"Sei impossibile!" Sbuffa mettendo su il broncio e incrociando le braccia.
"E tu adorabile!" Gli lascio un bacio sulle labbra e prendo una vecchia valigia da un angolo della stanza.
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Come va? Mi sembrano secoli che non scrivo, cacchio! ( aww Newt mi ha influenzata)
Ho aggiornato stra tardi! Per farmi perdonare ( da chi poi non lo so ) ho fatto il capitolo più lungo! :3
Grazie mille a tutti quelli che commentano! Vi amo! *^*
Non chiedetemi perchè ma scrivendo questo capitolo mi sono sentita tanto sola (quei due sono dolci anche se non fanno nulla u.u) e stavo tipo per piangere mentre facevo piangere Newt(?). Cioè, sono messa male.
Comunque.
Come si sarà fatto male Newt? Sarà vera la storiella sui problemi famigliari? Forse sì, forse no, lo scoprirete nel prossimo capitolo, yep!
Buon continuo delle vacanze(?)
Un abbraccio virtuale!

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Non mi ero mai svegliato insieme a lui, sentendo come prima cosa della giornata il suo profumo, e successivamente i suoi capelli dorati che mi solleticano la faccia. E' semplicemente stupendo. Il suo corpo è stretto al mio, il suo fiato caldo mi sfiora la pelle. Le mie braccia sono come quando mi sono addormentato: lo circondano. E com'è bello mentre dorme beato, sembra un angelo. Mia mamma ci aveva dato un materasso gonfiabile su cui uno dei due avrebbe dovuto dormire ma, non si sa come - ora che ci penso bene so alla perfezione com'è successo - lui è finito nel mio piccolo letto. E non si sta male. Vorrei stare così per sempre. Ho una mano sul suo petto e sento il suo cuore battere, rassicurante. Nel sonno sposta una mano sul mio viso e l'adagia sulle mie labbra. Bacio le sue dita affusolate e lui sospira.
"Tommy..." mormora ancora addormentato. Sorrido e gli do dei piccoli baci sulla guancia.
"Dormi" sussurro al suo orecchio. Il livido è ancora vistoso sulla sua bella faccia angelica. Come se lo sarà mai procurato? Un vortice di pensieri mi inghiotte. Potrebbe aver sbattuto da qualche parte oppure protrebbe averlo colpito qualcuno... ma perchè non vuole dirmelo? Il pensiero di lui che viene picchiato da una persona qualsiasi mi procura una fitta di atroce dolore al cuore. Devo scoprirlo, sembrava aver paura sugli spalti del campo di atletica ieri. Mi ricordo in un attimo i messaggi che ci siamo mandati durante la mattinata. Sembrava tranquillo, non afflitto da problemi famigliari o altro...
"A che pensi?" Mi sta guardando con la bocca leggermente inclinata in un sorriso. Non mi ero accorto che si fosse svegliato.
"A questo" dico sfiorando la ferita. Si scansa un po', evita il mio sguardo e diventa serio in un colpo .
"Non è nulla, Tommy" allunga una mano e traccia il contorno delle mie labbra con l'indice, prima di catturarle con le proprie. Mi riprometto di scoprire la verità, mentre mi stacco. E' ancora vestito come ieri sera, così come me, e la borsa con dentro un po' di miei vestiti - che ho deciso di prestargli per andare in montagna - aspetta ai piedi del letto. Un clacson inizia a suonare ripetutamente seguito da piccoli sassolini che colpiscono la mia finestra. Mi alzo di scatto e dallo spavento inciampo in qualcosa di indefinito mentre Newt ride come un matto, sorpassandomi e andando ad aprire la finestra. Riesce a schivare due o tre sassolini prima di emettere un'espresssione di sorpresa.
"Ma che cavolo ci fate qui?!" urla con i capelli tutti arruffati. Dal mio posto sul pavimento riconosco la voce di Minho.
"Andiamo in montagna! Credavate di poter partire senza di noi?!"
"Illusi traditori!" Aggiunge Teresa dal giardino "Abbiamo chiamato la madre di Tom e ha detto tutto!"Mi alzo velocemente e raggiungo il mio ragazzo.
"Voi non verrete con..." inizio ma vengo subito interrotto da un sassolino che mi arriva in fronte. Faccio un verso esasperato e trascino dentro Newt che ridacchia. 
"Preparati, amore" mi lascio sfuggire distrattamente. Amore? Amore?! Sento il viso diventare bollente e la mano del biondino che mi afferra un polso. Si butta su di me abbracciandomi forte e lasciandomi baci sul collo. Barcollo ma poi la mia schiena trova appoggio al muro della stanza e mi abbandono all'abbraccio. Quando si stacca mi sembra di vedere i suoi occhi lucidi, ma sono sicuro sia una mia impressione. Dopo esserci lavati usciamo - ancora vestiti come il giorno prima - dalla casa. Saranno le sei del mattino e c'è un leggero freddo. Vediamo Minho al posto del guidatore munito di occhiali e sigaretta che ci scruta con un mezzo sorriso.
"Spero tu non ti senta figo solo così" dice Newt lanciando la sua borsa che viene prontamente lasciata cadere dal moro.
"No, infatti non mi sento figo. Io sono figo" tira una boccata alla sigaretta e la butta per terra, schiacciandola con il piede "oh, lo sono terribilmente." Tutti lo guardiamo con espressione piuttosto schifata per una manciata di secondi prima di salire in macchina. Io mi son messo dietro insieme al biondino mentre li altri due davanti.
"Di chi è questa macchina?" Chiedo allarmato. Conoscendo Minho potrebbe averla tranquillamente rubata al primo passante che gli capitava a tiro.
"Di mio padre. Non lo scoprirà mai." E questa è la tipica frase che dicono nei film un minuto prima che il padre o chichessia li scopri. Fantastico. Sono piuttosto scorbutico e deluso, già immaginavo le giornate passate con Newt circondati da montagne innevate, le sere passate sul letto a guardarci negli occhi. Ma non succederà nulla perchè, ovviamente, il mio migliore amico non sa ancora che a me piacciono i ragazzi. Sospiro sconfortato ed inizio a disegnare cose a caso sul finestrino appannato. La mano di Newt si intreccia alla mia abbandonata sul sedile. Dura solo un paio di secondi prima che lui la tolga e si giri, ma vedo chiaramente Minho che ci guarda dallo specchietto. Mi viene un groppo in gola e la respirazione si fa difficile. Lui sa, ha visto. Il fiato si fa sempre più grosso.
"Tutto bene?" Teresa si gira e mi sorride. Annuisco e chiudo gli occhi. La macchina emette un rombo sommesso e avanza lungo la stradina. C'è così silenzio che lo si potrebbe toccare solo allungando una mano. Il mio ragazzo si sfrega le mani.
"Che è un mortorio? Stiamo andando in montagna! Allegria! Facciamo un gioco" propone. Mi viene da sorridere vedendo come vuole sempre mettere a suo agio chiunque.
"Spara" dice Teresa battendo le mani. Minho sta muto.
"Non saprei che fare sinceramente... io ho proposto di giocare, voi proponete il gioco" inizia una discussione su chi deve dire cosa  tra i due. Stanno andando avanti tipo da venti minuti quando il moro alla giuda li zittisce con un'espressione piuttosto colorita.
"Ho io un gioco, okay?" aspetta un momento in modo che ci sia silenzio "ognuno deve dire un proprio segreto" Mi sembra che il cuore mi scoppi. L'ha fatto apposta?
"Ci sto! Inizio io!" Grida entusiasta la ragazza. Fa una faccia pensierosa poi rivela:" l'ultimo ragazzo che ho avuto è stato quattro anni fa." Tutti ci rimangono di sasso.
"Quattro?!" esclamano in coro.
"Sì, lo so! Lo so!" alza in aria le mani come per arrendersi e poi mi fa un cenno con la testa. Tutta l'attenzione è rivolta a me. Sposto lo sguardo su Newt. E' nervoso pure lui e scuote la testa non sapendo che fare.
"Una volta ecco... uhm..." cerco di elaborare qualcosa velocemente. Faccio schifo in questo "ho mangiato qualcosa per i cani"
"Qualcosa per i cani?" Si lascia sfuggire Newt sconfortato dalla mia pessima recitazione.
"Sì... insomma, cibo" Sono sicuro che nessuno mi abbia  creduto ma non mi chiedono altro, e va bene così. Il viaggio continua per un'ora abbondante, e finalmente arriviamo a destinazione.  Ci troviamo in un paesino sperduto, circondato da montagne e casette in legno. Vaghiamo in cerca di un hotel con i nostri bagagli fin quando non ne troviamo uno piuttosto accogliente. L'aria è calda e confortante dentro ad esso. Prendiamo due stanze vicine e saliamo una scala a chiocciola che ci porterà alle nostre camere.
"Okay, io con chi sto?" Ci ferma la ragazza con le mani sui fianchi. Nessuno dice nulla e ci limitiamo a guardarla. Stai con Minho! Stai con M...
"E va bene! Vieni con me!" dice esasperato il moro. Avrei voglia di applaudire o abbracciarlo. Posso stare in camera con Newt! Non tutto è rovinato! Minho la trascina per il polso dentro una stanza e io faccio la stessa cosa con il mio ragazzo, che nel frattempo ridacchia. La camera è modesta e carina, con un grande letto matrimoniale.
"Io non dormo con te in un letto!" Grida Teresa dall'altra stanza. Soffoco una risata e mi tolgo la giacca.
"Ci divertiremo comunque, sai?" mormora il biondino sedendosi sul letto e sfilandosi le scarpe "Sono nostri amici, non fare quella faccia afflitta" faccio una smorfia e lo raggiungo.
"Non ho una faccia afflitta!" Ribatto forse un tantino ad alta voce.
"Oh, no. Sembra solo che ti sia morto il cane" Sbuffo e mi lascio cadere sul morbido materasso.
"Ho solo voglia di dormire" mi lamento chiudendo gli occhi. Newt si sdraia accanto a me e mi prende la mano.
"Dovremmo dirglielo" sussurra con lo sguardo fisso al soffitto.
"Quando sarà il momento..." gli stringo  forte la mano e apro gli occhi. Sappiamo entrambi che non ci sarà mai " il momento" ma è solo un modo per temporeggiare. Dopo aver pranzato usciamo dall'hotel e veniamo investiti dall'aria fredda. Devo dire tutto a Minho, sempre che non lo abbia scoperto da solo... ma quando dirglielo? E come? "Hey, Minho, sono gay ma non te l'ho mai detto perchè avevo paura che dopo tu non mi avresti guardato più in faccia. Che si mangia per cena?" ? Faccio letteralmente schifo a fare discorsi. Mi servirà l'aiuto di Newt, sicuramente. Passiamo tutta la giornata a bere cioccolata calda nei bar e a camminare lungo le stradine innevate. Sarebbe tutto estremamente romantico se non ci fosse un Minho che si lamenta di aver pestato un escremento di qualche animale, Teresa che si lamenta di Minho che si lamenta, Newt che si lamenta di quei due che si lamentano a vicenda e la mia testa che sta per esplodere. Ma va tutto bene, mi ripeto, siamo in montagna e andrà tutto benissimo. Davvero.
"Questo fine settimana farà schifo" brontola Teresa incrociando le braccia al petto, e una grande parte di me non può far altro che darle ragione.
 "Un momento!" Ci ferma Newt guardando per terra " C'è la neve e noi non stiamo ancora giocando alla battaglia di palle di neve come dei poveri idioti?" Questa domanda viene subito interrotta da una pallina binca che gli si spiaccica in faccia. E sì, sono stato io. Si china ridendo e tira a destra e a manca a sua volta. Presto sembriamo una banda di bambini di cinque anni che si rincorrono, e ridono, e schiamazzano, disturbando la quiete pubblica. Riesco a schivare una palla rifugiandomi dietro l'angolo di una casa, ma vengo colpito sulla nuca da un'altra lanciata dal mio ragazzo. Inizio a scagliargli una grandissima quantità di neve addosso fin quando se la ritrova anche dentro i vestiti.
"Basta!Chiedo pace... tregua!" biascica con il fiato mozzato sia dalle risate che dall'affanno. Passiamo la giornata così, rincorrendoci -  Newt zoppicando e incespicando -. E' davvero bello ritornare bambini. Ritorniamo alle nostre stanze infreddoliti e bagnati.
"Tu, Minho, starai in camera con Newt e Tom mentre io mi farò la doccia. E non ti azzardare ad entrare in bagno!" Urla lei dirigendosi  verso la sua meta. 
"Sono così prevedibile?" Chiede Minho con un sorrisetto varcando la porta di camera nostra.
"Assolutamente" dichiara il biondino sedendosi distrutto su una sedia. Il moro si fa serio tutto d'un colpo spostando lo sguardo su di me. Non lo distoglie e io cerco di non incontrare i suoi occhi mentre mi sdraio sul letto.
"Tommy! Così bagnerai tutto! Scendi subito da lì!" Sbraita Newt allarmato.
"Fa come ti dice la mamma" lo prende in giro Minho. Scendo dal materasso sorridendo e mi siedo sul pavimento, subito seguito dagli altri due. E' il momento, devo dirglielo.
"Minho devo... dobbiamo..." prendo un grosso respiro.
"...dirmi una cosa" finisce il moro per me con sguardo tagliente "vi ascolto" 
" Bene" mormoro con gli occhi fissi a terra. Come glielo dico?! E se dopo non vuole più saperne di me? Inizio a sudare freddo.
"Stiamo insieme" dice semplicemente il biondo. Il mio cuore ha ufficialmente smesso di battere. Ora c'è un silenzio peggiore di quello che ci fu tra me e Teresa. Questo dura tanto, troppo. Non oso guardarlo. Mi odio, mi odio con tutto me stesso. E' colpa mia se non vuole più essere mio amico. Colpa mia. Pure Newt trattiene il fiato, e questo non vuol dire nulla di buono.
"E' vero Thomas?" La sua voce è fradicia di rabbia. Annuisco piano. "E perchè non me lo hai detto prima? Eh? Perchè non ti sei fidato di me?!" Alzo velocemente lo sguardo.
"Io pensavo..." ma lui mi interrompe con un gesto della mano.
" Sono il tuo migliore amico, caspio! Non avevi  bisogno di tenerlo nascosto!" La sua reazione mi lascia spiazzato. Non è disgustato, non è scioccato, è arrabbiato. Mi limito a guardarlo con un'espressione da ebete per un po' senza riuscire a dire nulla. 
"Si capiva così tanto?" Riesco a sussurrare. Non mi risponde ma il suo sguardo si addolcisce - o almeno per quanto si può addolcire lo sguardo di Minho -.
" Ma sai qual è la cosa che più mi lascia di sploff?" Continua alzando gli occhi al cielo "Che tu ti sia innamorato di Newt al posto che di me! Cioè, hai visto come sono figo o no?!" E  nonostante tutto riesco a scoppiare a ridere. Solo ora mi accorgo di che grandi amici ho. Lo abbraccio ridendo mentre lui mi da pacche sulla schiena. E' tutto stranamente perfetto. A cena - in un pub non lontano da dove alloggiamo - decidiamo di vedere un film in camera mia e del mio ragazzo. Non posso fare a meno di notare che il livido sta via via svanendo e domandarmi - per quella che sarà la trecentonovantaquattresima volta - come se lo sia fatto. Ho già provato innumerevoli volte a domandarglielo ma lui cambia sempre argomento e il suo bel viso si rabbuia, quindi ho deciso di lasciar stare. Per ora. Andiamo a comprare un film di fantascienza e ci buttiamo tutti sul grande letto matrimoniale. Tutti tranne Newt, ovviamente, che ci guarda tra il disgustato e lo sconcertato.
"Ma vi sembra il modo?! Avete ancora i giubotti e le scarpe e siete sul mio letto!" Urla afferrando un piede di Minho e tirandolo nel vano tentativo di farlo scendere, ma il moro si attacca alle coperte gridando.
"Tecnicamente è anche il mio, di letto" preciso seduto sulla schiena di Teresa che si dibatte cercando di liberarsi. Il biondo mi lancia uno sguardo di fuoco e io chiudo la bocca.
"Ci serve ordine!" Ci alziamo e lo guardiamo scocciati "Toglietevi le scarpe e il giubbino, dopo di che Teresa farà i poc corn che ho previdibilmente rubato dalla credenza in casa di Tommy, il quale provvederà a cercare una coperta calda e abbastanza larga per tutti e quattro, mentre io andrò a chiedere altri cuscini" dice tutto d'un fiato.
"E io?" Chiede Minho.
"Tu proverai a stare fermo seduto su una sedia in modo da non intralciarci" spiega con fare pratico avvicinando una vecchia sedia in legno in un angolo. Il moro sbuffa ma alla fine fa come gli è stato detto.
"Dove li cucino i poc corn?" Domanda Teresa tirando fuori una busta dalla borsa del biondo.
"Dietro quella porta ho scoperto che c'è una specie di piccola cucina" indica una porta che prima non avevamo notato. Si asciuga la fronte con il dorso della mano e esce dalla stanza. Dopo circa venti minuti trovo una coperta gigantesca da dentro un vecchio baule, il profumo dei poc corn ha iniziato già da tanto a diffondersi nella stanza e Newt torna con dieci o venti cuscini che gli coprono la faccia. Li butta sul letto e si guarda intorno soddisfatto.
"Vedete? Basta solo un po' di collaborazione!" Ha un sorriso da orecchio a orecchio e il mio cuore fa un piccolo salto. E' così orgoglioso e dolce che mi fa sorridere. Finalmente - rigorosamente scalzi e coperti - possiamo premere 'play' e goderci il film. Io sono vicino al mio ragazzo che gurda lo schermo facendo buffissimi versi di sorpresa quando c'è un colpo di scena o un' esplosione, Teresa è affianco a lui, subito seguita da Minho che emette imprecazioni ogni due o tre secondi, commentando il film. Per fortuna viene quasi subito zittito da una gomitata nello stomaco da parte della ragazza. Afferro la mano di Newt da sotto la coperta e lui appoggia la testa sulla mia spalla. 
"No! No! Non spararle! No!" Grida Teresa allo schermo che trasmette l'immagine del protagonista che sta per uccidere la sua amata. Quando però poi l'ammazza, Teresa si rifugia nelle braccia di Minho, coprendosi gli occhi. E vedo una cosa che non credevo possbile: il moro arrossisce. Inizia ad accarezzarle la schiena incerto sempre più rosso. Gli rivolgo un sorrisetto malizioso e lui alza gli occhi al cielo. Lei si stacca, visibilmente imbarazzata e continua a guardare lo schermo. Bacio distrattamente la testa del biondo mentre continuo a guardare il film e lui alza lo sguardo. Mi prende il viso tra le mani e improvvisamente mi bacia, non un bacio a stampo, ma profondo. Non sono abituato a baciarlo davanti ai miei amici, sento il sangue fluire al viso. Dopo un po' però gli passo una mano sulle spalle e lo avvicino a me, chiudendo gli occhi e continuando a premere le sue labbra sulle mie. Uno schiarimento di voce ci fa staccare. Minho ci guarda con un sopracciglio alzato e il suo solito sorrisetto.
"Mi state facendo venire il diabete" annuncia e per tutta risposta noi continuamo a baciarci ridendo. La serata passa velocissima e  circa all'una di notte io e il biondo ci mettiamo a dormire l'uno avvolto nella braccia dell'altro. Credo siano le tre di mattina quando sento un rumore. Socchiudo gli occhi ancora mezzo addormentato. Il letto oltre a me è vuoto e quando me ne accorgo mi alzo di scatto dal materasso. Sento ansimare, poi una porta che sbatte.
"Newt?" L'oscurità è così spessa da non farmi vedere nulla. Seguo il respiro e mi ritrovo nella piccola cucina. Vedo una figura accasciata in un angolo che geme piano. Mi avvicino di corsa con il cuore che mi scoppia. E' Newt, rannicchiato su se stesso.
"Newt! Cosa è successo?! Newt!" Inizio a urlare cercando di prendenderlo in braccio, ma ogni volta che provo a toccarlo emette un urlo di dolore.
"Oddio! Vado a chiamare aiuto! Arrivo subito!" Grido facendo per alzarmi.
"No... stai qui... ti...pre..pre..." la voce gli si smorza in  gola con un'altra ondata di dolore. Una lacrima mi solca il viso e io la scaccio via con rabbia.
"Chiamo Minho e Teresa, ti portiamo all'ospedale!" Ignoro con uno sforzo immane le sue grida di dolore e lo prendo in braccio. Afferro la sua giacca ed esco velocemente dalla camera andando a bussare ripetutamente in quella accanto. Spunta fuori un Minho trafelato e in vestaglia.
"Sta male! Bisogna portarlo in ospedale! Sta male! Sta male!" Terrorizzati i due escono e ci fiondiamo  in strada. 
"La macchina non è lontana andiamo!" Urla il moro iniziando a correre in ciabatte sulla neve gelida. Io non ho nulla ai piedi e mi stringo forte Newt al petto che continua ad ansimare ed a tremare. Quando arriviamo apro la portiera dell'auto e lo faccio sdraiare sui sedili, mettendo la sua testa sulle mie gambe. Inizio ad accarezzargli la nuca e a piangere silenziosamente.
"Andrà bene... andrà tutto bene..." sussurro abbracciando il suo corpo scosso da spasmi.
"Non è vero..." mormora tra un fremito e l'altro "...non... non andrà bene..."
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BOOM! NEWT E' KO! 
No okay, chiedo scusa u.u In questo capitolo ho deciso di mettere anche Minho e Teresa perchè boh, se lo meritavano :3 Quindi niente fine settimana romantico, e vabbè.
Newt sta male (ma dai!?) e Tommy è distrutto ( che poi non so nemmeno io perchè faccio il riassunto del capitolo ma okay). 
Grazie tantissime per quelle bellissime recensioni! Mi rendete le giornate più belle!
Un abbraccio virtuale!


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