OutlawQueen Week

di Evil_Regal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il lago ***
Capitolo 2: *** Il matrimonio ***
Capitolo 3: *** Lost Together ***
Capitolo 4: *** Roland ***
Capitolo 5: *** Adoption Day ***
Capitolo 6: *** Teach me ***
Capitolo 7: *** Late night confessions ***



Capitolo 1
*** Il lago ***





OutlawQueen day 1: OutlawQueen Bandit AU

Quello era un periodo nero per Robin Hood e la sua banda. Pianificavano tutto e quando arrivavano nei castelli della ricca gente,non torvavano nulla. E Robin Hood era arrabbiato. Non riusciva a capire chi ci fosse dietro. Chi stette rubando tutto l’oro che loro dovevano rubare.

Era arrabbiato,ma anche demoralizzato. Stava deludendo la sua gente,li stava facendo morire di fame. Non riusciva a dar loro ciò di cui avevano bisogno. Stava fallendo.

E così,in quel pomeriggio caldo e afoso,decise di andare al lago. Per schiarirsi i pensieri. Per scrollarsi tutti i problemi di dosso. Aveva bisogno di una piccola pausa. Di un momento per se stesso.

Immeggersi nella natura era sempre la soluzione giusta per il grande Robin Hood. Lì non si sentiva l’eroe della gente,non sentiva tutte le responsabilità che aveva pesargli sulle spalle. Lì era Robin. Un uomo. Un padre. Una persona. Un umano.

Riuscì a rilassarsi. Fino a che non vide Little John correre verso di lui affannato “ROBIN! ROBIN!” esclamò. Robin si allarmò subito e in men che non si dica era in piedi,pronto ad affrontare qualsiasi cosa stesse accandendo.

“Little John? Che succede?” chiese e i suoi occhi blu erano preoccupati.

“Si tratta di Roland” e Robin impallidì al nome di suo figlio. Cosa era successo?

“L’ho perso di vista solo per un attimo mentre giocava e ora è scomparso”

“CHE COSA? DIAMINE LITTLE JOHN,E’ UNA FORESTA CHE NON CONOSCE QUESTA! TI AVEVO DETTO DI GUARDARLO!” ma decise che  agire era meglio di perdere tempo a parlare. Corsero di nuovo al campo dove Robin diede ordini per trovare suo figlio.

Si divisero per setacciare la foresta. Doveva trovarlo. Non c’era altra opzione.

Roland era solo un bambino. Aveva quattro anni e non sapeva badare a se stesso,tanto meno in una foresta che non conosceva. Robin era preoccupato. Voleva suo figlio.

Era un bambino curioso e nel suo cammino andò a scontrarsi contro una brunetta. Una bella drunetta dagli occhi color cioccolato e dal sorriso brillante.

Regina Mills.

Quando la bruna sentì qualcuno contro le sue gambe,abbassò lo sguardo e vide quel piccolo ometto con una matassa di ricci sulla testa. Regina lo guardò sorpresa e confusa quando lui la salutò mostrando le sue belle fossette.

“Ehm…ciao” disse Regina.

“Io mi chiamo Roland” Regina sorrise,era una situazione buffa. Trovava che il bambino fosse davvero dolce,ma  non aveva tempo da perdere. Aveva da fare.

“Ciao Roland” rispose la bruna e lui sorrise ancora “Sei molto carina. Sei bella come una principessa. Perché non sei una principessa?” chiese il bambino,con tutta l’innocenza del mondo.

Regina sorrise ma per un attimo i suoi occhi si rattristarono. Lei era stata una principessa ma aveva perso tutto.

Decise di non pensarci. Il bambino non ne aveva alcuna colpa. Non poteva sapere la sua storia “Bhe,ti ringrazio Roland. Ma sai che non dovresti essere qui da solo? E’ pericoloso. Dove sono i tuoi genitori?”

“Papà ha detto che la mia mamma è in cielo,come un angelo”

Regina rimase senza parole. Non aveva idea che non avesse la mamma “E il tuo papà dov’è?” il bambino fece spallucce. Allora Regina cominciò a capire.

“Roland,ti sei perso per caso?”

“Stavo giocando a rincorrere le farfalle e poi all’improvviso mi sono girato e il campo non c’era più. E nemmeno Will o Little John”

Regina intuì che dovessero essere persone a lui vicine o almeno vicine a suo padre.

Subito dopo vide che gli occhi del bambino si riempirono di lacrime. Si sentì male per lui “Ehy,ehy…tranquillo” si chinò per guardarlo negli occhi. Gli asciugò le lacrime e gli sorrise

“Senti,sono sicura che il tuo papà e i suoi amici ti stanno cercando ora. Vedrai che andrà tutto bene”

Roland annuì debolmente e si grattò l’occhio. Regina non ce la faceva a guardarlo così triste.

“Sai cosa ti potrebbe far sentire meglio?” il piccolo scosse la testa. “Un abbraccio” sorrise Regina e Roland scattò la testa in alto e Regina rivide quel suo bel sorriso con tanto di fossette. Lo abbracciò e non riuscì a ignorare la sensazione di gioia e pace che la invase nel momento in cui le braccia di Roland si strinse attorno al suo collo.

“Senti Roland,voglio aiutarti a tornare a casa. Ma ho bisogno del tuo aiuto” disse Regina e Rolan annuì

“Sai descrivermi com’è il tuo campo?”

“E’ vicino a un graaaaaaande lago blu,dove ci sono tante lucciole la sera. Non stiamo qui da tanto tempo ma papà qualche volta mi porta a vederle e io ci gioco”

Le lucciolo accesero una lampadina nel cervello di Regina. Sapeva che lago era. Era un lago famoso proprio per le lucciole.

Regina le sorrise “Bhe Roland,sei il più bravo aiutante che potesse capitarmi! Su andiamo,ti porto dal tuo papà” tese la mano e lui la guardò con gli occhi che gli brillavano “Davvero?”

“Mhmh” annuì. Roland saltò dalla felicità e poi le prese la mano. Regina sorrise. Si era completamente dimenticata di tutte le cose che doveva fare.

La compagnia di Roland era veramente piacevole. Era un bambino molto solare e gioioso e le trasmetteva tanta di quella gioia che Regina si sentì sopraffatta. Non si sentiva così da tanto tempo. Era bello.

La camminata fu piuttosto lunga e intanto si fece buio. Ad un certo punto Regina sentì Roland stringerle la mano.

“Roland,tutto okay?” gli chiese e lui scosse la testa. Lei si chinò e lo guardò “Vuoi venire in braccio?” sapeva che camminare con un bambino in braccio non era la migliore delle cose da fare,ma non voleva farlo morire di paura. Lo vide annuire e lei lo prese in braccio. Roland subito si incollò a lei e nascose il viso nel suo collo e tra i suoi capelli. Non voleva vedere tutto ciò che lo circondava.

Alla fine Regina e Roland arrivarono al lago e Roland alzò subito la testa quando vide una figura a lui familiare. Suo padre. Erano tornati al campo perché avevano cercato invano e lui si era ritirato accanto al lago,per tranqullizzarsi. Quella volta non aveva funzionato.

“PAPA’!” esclamò Roland. Regina lo mise giù e il bambino corse tra le braccia del padre.

“ROLAND!” esclamò Robin quando sentì la voce di suo figlio e lo afferrò al volo quando lui volò tra le sue braccia.

Regina li guardò da lontano con un sorriso.

“Oh Roland! Mi hai fatto preoccupare! Non farlo mai più” esclamò Robin con le lacrime agli occhi. Si era davvero preoccupato.

“Scusa papino” Robin gli diede un bacio e poi lo mise giù “Va’ a dire a Little John che sei qui!”

Roland annuì ma prima corse da Regina e le diede una bacio sulla guancia “Grazie Gina” .
Regina sorrise e gli fece una carezza. Roland poi corse via.

Robin si avvicinò e Regina per un attimo tentò di non guardarlo. Si concentrò sulle lucciole che volavano attorno a loro e sulla superfice dell’acqua.

“I-io non so davvero come ringraziarti” disse Robin guardandola. Quella delle lucciole era l’unica luce che aveano,ma erano così tante che era abbastanza prchè loro due riuscissero a guardarsi negli occhi.

Ed entrambi per un attimo si persero. Regina si perse in quegli occhi profondi e blu e Robin si perse negli occhi scuri di Regina. Occhi che,secondo lui,avevano una storia interessante dietro.

“Non c’è problema. E’ un bambino simpatico,è stata una passeggiata piacevole” sorrise e Robin rise

“Ha straparlato non è vero? E’ un gran chiacchierone”

“Mi ha raccontato qualche storia. E’ un piacere incontrarti finalmente,Robin Hood” disse Regina inarcando un sopracciglio.

Si guardarono e Robin vide qualcosa negli occhi di Regina. E così capì.

“Tu sei quella che sta mandando a monte tuti i miei piani?!” esclamò Robin. Regina rise.

“Non li mando a monte. E’ solo che sono più brava”

“Ah,davvero?”

“Non hai la minima idea di quanto sia brava” che cosa? Stavano per caso filrando? Non si conoscevano nemmeno.

“Bhe,smetti di rubare”

“Smetti tu”

“Mai”

“Nemmeno io”

“Allora immagino che sarà una competizione. Uno vince,l’altro perde” disse Regina. “Ci si vede,Robin Hood” si girò e fece per andarsene ma Robin le afferrò il braccio tirandola indietro “Perché non ti fermi? Scommetto che Robin ti ha fatto saltare la maggior parte della giornata. Starai morendo di fame e probabilmente il viaggio di ritorno è lungo”

Era bella. Era incredibilmente bella. Era un capolavoro. E Robin non poteva smettere di guardarla. Era tutto così bello.

Regina si morse il labbro e lo guardò. Si guardarono. A lungo. Così a lungo che si persero nel tempo e non si resero conto di quanto a lungo si fossero guardati negli occhi.

“Suppongo che non sia una brutta idea” disse Regina e Robin sorrise. “Bene” sembrò un po’ più felice di quanto avesse voluto mostrare. Regina si imbarazzò e abbassò lo sguardo. Uno sguardo che stava ora sorridendo.

Dopo cena tutti si ritirarono a letto,tranne Robin. E Regina.


A Regina non piaceva la notte.

“Sei stato molto gentile,ma è meglio che vada” sussurrò Regina e Robin la guardò confuso “Non penso sia una grande idea. Potrebbe essere pericoloso”

Regina rise “So badare a me stessa”

“Lo so. Ma credo comunque che restare sia la cosa migliore da fare” si avvicinò a lei e ancora una volta si persero uno negli occhi dell’altro.

Regina deglutì “Ti sto rubando tutto il denaro,perché ti interessa così tanto la mia incolumità?”

Robin le spostò una ciocca di capelli che le era caduta sul viso,dietro l’orecchio

“Perché mi sentirei in colpa se succedesse qualcosa alla donna che ha salvato la vita a mio figlio” sussurrò e Regina deglutì . Regina si obbligò a prendere in mano la situazione e controllarla.

“Ti immaginavo diverso,Robin Hood” lui rise “Ah,si? E come mi immaginavi,Regina Mills?” rispose

“….più sporco” Robin rise

“E io credevo che tu fossi un uomo…in realtà un gruppo di uomini. Non mi capacito di come tu possa fare tutto da sola. Potresti unirti a noi,sai?”

Regina scosse la testa “Lavoro da sola” e poi fece un sorriso triste “Addio,Robin Hood”

“Aspetta Regina!” la fermò e lei si voltò verso di lui “Veramente,resta”

Lei voleva restare. Ma non poteva. Davvero non poteva. “Non posso” mormorò.

Non poteva affezionarsi. Non poteva avvicinarsi. C’erano troppi segreti e troppi scheletri,troppi fantasmi del passato che glielo impedivano. Regina era troppo tormentata per poter essere parte di una cosa bella e pura come questa. Come la vita di Robin e quella della sua famiglia.

La bruna si avvicinò a Robin. Gli sorrise. Appoggiò le mani al suo petto e si alzò sulle punte.

Un semplice e uno bacio,un “Addio” e poi scomparve.

Ma Regina Mills quella sera non avrebbe potuto immaginare che in seguito Robin Hood l’avrebbe cercata e trovata.

Robin Hood l’aveva cercata ovunque e quando la trovò,le confessò che in un solo attimo lei gli aveva cambiato la vita e che non poteva vivere senza di lei.

Regina si lasciò avvolgere dalle sue braccia forti e sicure e lasciò che le sue parole la rassicurassero.

Quella sera,Regina Mills non avrebbe potuto prevedere che due anni dopo,lei sarebbe diventata la Signora Hood e di certo non avrebbe potuto prevedere che al suo matrimonio ci sarebbe andata con un bambino in grembo. Il loro bambino.

E ancora oggi Regina sorride,perché non riuscirà mai a non sorridere al ricordo delle mani di Robin che le accarezzavano dolcemente il pancione mentre si scambiavano il primo bacio da marito e moglie.

E ancora oggi Regina sorride,perché non riuscirà mai a non sorridere al momento in cui sua figlia prende sonno tra le sue braccia dopo che lei l’ha allattata. Ai momenti in cui Roland la chiama “Mamma” . Ai momenti in cui Robin la tiene tra le braccia ricordandole quanto la ami,a quelli in cui la guarda come se fosse la cosa più preziosa al mondo. A quelli in cui le sorride e le accarezza il viso e i capelli. Ai momenti in cui lo guarda giocare con Roland o cullare la piccola Ella. Ai momenti in cui fanno l’amore e lui la fa sentire come se oltre a loro due non ci fosse più nulla. Ai momenti in cui le sussurra “Ti amo” prima che si addormentino,uno tra le braccia dell’altro.

Regina Mills semplicemente sorride. E sa. Sa che Robin Hood è il suo vero amore. La sua anima gemella.

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Capitolo 2
*** Il matrimonio ***



Day 2: Fake Relationship

Robin e Regina si conoscevano da un paio di anni. Erano grandi amici.

Si conoscevano. Si volevano bene. Si trattavano come fratelli e tutti si chiedevano come era possibile che non stessero insieme.  Erano spesso affettuosi ma litigavano anche. Insomma erano la coppia perfetta. Ma loro non si erano mai visti in quel modo. Non ci avevano nemmeno mai pensato.

E se non l’avevano mai fatto,ora si trovavano in una situazione che li avrebbe portati a farlo.

“Ti prego Regina! E’ solo per un giorno!”

“Robin no!”

“Ti preeeegoo. Fallo per me. E’ un giorno e poi basta. Poi inventerò qualcosa tipo che ci abbiamo provato,non ha funzionato e quindi ci siamo lasciati. Ti prego!”

Regina sbuffò “Va bene” avrebbe finto di essere la sua fidanzata per il matrimonio della sorella di Robin,Marian.

Regina non conosceva la famiglia di Robin e Robin non conosceva la famiglia di Regina. Si erano entrambi trasferiti a New York per inseguire i loro sogni e le loro famiglia di certo non erano di New York. Regina veniva da Boston,Robin da Los Angeles.

“Grazie” esclamò Robin dandole un grosso bacio sulla guancia “Sei fantastica! La migliore! Ti adoro” si incamminò per uscire e andare nel suo appartamento,di fronte.

“Vediamo se penserai lo stesso quando mi accompagnerai a comprare un vestito”

“Che cosa?”

“Si,devi accompagnarmi. Ora zitto e vattene. Non ti sopporto” ma la tradì la risata.

Il giorno dopo Robin si trovò a fare shopping con Regina. Aveva provato mille abiti e nessuno andava bene. Nessuno. Nemmeno uno. E Robin era esausto.

Si era praticamente sdraiato su una poltrona dell’ennesimo negozio ed era pronto a sentire di nuovo Regina dire “No,mi fa sembrare grassa” “Non sta bene con la mia carnagione” “Non mi piace” “E’ orrendo” “Dio,nemmeno per sogno” o qualcosa del genere. Era davvero pronto.

“Allora? Come sto?” sentì la voce di Regina che stava uscendo dal camerino. Robin era scoraggiato,perché sapeva che qualsiasi cosa avesse detto,non sarebbe stata la cosa giusta. Ma quando la vide rimase senza parole. Era uno spettacolo. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Era bellissima.

“Robin?” chiese Regina

“Wow!” esclamò

“Ti piace?” Regina sembrava insicura.

Robin la guardò. Guardò come il tessuto morbido avvolgeva la sua figura snella,come scorreva delicatamente fino al pavimento,nascondendole perfino i piedi.L’azzurro chiaro del tessuto leggero e fine le stava d’incanto. E Robin pensò che fosse una principessa.

“Sei bellissima” disse e Regina giurò che quella fosse la cosa più onesta e sincera che avesse mai sentito uscire dalla sua bocca.

“Quindi ti paice?” Robin annuì freneticamente “E’ perfetto. E’ bellissimo. E tu sei bellissima”

Regina arrossì. Non sapeva perché ma si sentiva un po’ in imbarazzo. Si morse il labbro e chiese “Quindi prendo questo?”

“Assolutamente”

“Sei sicuro?”

“Assolutamente”

“Non è che lo dici solo perché sei stanco. Perché-“

“Regina” Robin si alzò e le prese le mani “Lo dico perché lo penso. Sei bellissima e ti sta d’incanto. E’ il vestito giusto” sorrise e lei annuì sorridendo. “Okay. Allora-allora vado a cambiarmi”

Lui annuì e la guardò allontanarsi. Era bellissima. E Robin non riusciva a pensare ad altro.

Tornarono a casa e Robin non faceva altro che fissarla e pensare a quanto fosse bella. Regina non faceva altro che pensare a quanto le avesse fatto piacere sentirsi dire da Robin che la trovava bella.

Entrambi erano in imbarazzo quindi quella sera decisero che era meglio starsene per conto proprio.

Due giorni più tardi  Robin bussò alla porta di Regina. Era il giorno del matrimonio ed era ora di andare.

Regina aprì la porta e i due si sorrisero.

Robin la guardò e pensò che fosse ancora più bella.

Aveva messo le scarpe col tacco,quindi era più alta,ma non più alta di lui. E aveva acconciato i capelli.

“Sei pronta?” chiese e lei annuì uscendo di casa. Lui le offrì il braccio e lei si agganciò al suo. Scesero le scale e si misero in viaggio.

“Stai molto bene” disse lui guardandola.

Lei sorrise “Anche tu non sei male”

Ma Robin non si era ancora accorto che stava cominciando a guardarla con occhi diversi. Stava cominciando a concentrarsi su punti di lei che prima non aveva mai notato.

Non riusciva a non guardare le sue labbra carnose e rosse. Lei parlava e lui le fissava le labbra. Non riusciva a non notare che le sue gambe erano slanciate,anche se lei non era molto alta. E ovviamente, e di questo si vergognava un po’, ogni tanto il suo occhi cadeva sulla scollatura del vestito,che non era pronunciata,ma era comunque una scollatura.

Il viaggio non fu molto lungo dato che Marian si sposava a New York (il suo fidanzato era di New York e si sarebbero trasferiti lì dopo il matrimonio)

“Sono nervosa” ammise Regina e lui la guardò “Andrà bene,vedrai” .

“Spero per te che sia così” lo minacciò ed entrambi risero.

Arrivarono alla cerimonia e subito dopo Robin presentò Regina alla sua famiglia,rivolgendosi a lei come la sua ragazza. E per rendere la cosa più credibile,si tenevano per mano e ogni tanto si scambiavano qualche sguardo.

Il ricevemento fu in un posto veramente grazioso e,per sfortuna di entrambi,la madre di Robin cominciò a fare domande. Erano al tavolo con molti dei parenti di Robin e questo rendeva Regina molto nervosa.

“Allora,raccontanteci un po’. Come vi siete conosciuti?” chiese la madre di Robin con un sorriso che andava da un orecchio all’altro,felice che suo figlio avesse trovato una compagna così bella.

Regina si schiarì la voce “Ehm-“ stava andando in panico e guardò Robin

“Il suo appartamento è di fronte al mio” Robin la guardò,correndo ad aiutarla. Lei sorrise per ringraziarlo. Aveva pensato a dire la vera storia,ma non sapeva se era una buona idea o meno.

“Io mi ero appena trasferito e lei mi ha portato dei muffins per darmi il benvenuto” disse prendendole la mano. Lei sorrise e si accorse che le stava accarezzando dolcemente il dorso della mano e molto probabilmente non se ne era neanche accorto.

“Ho aperto la porta e la prima cosa che ho pesanto fu “Wow,è bellissima”” Sorridevano tutti e tutti erano ansiosi di sapere il continuo della storia. Ma Robin guardava Regina. E Regina era imabarazzata. Arrossì e distolse lo sguardo mente si mordeva il labbro.

“Era appena tornata da lavoro” Regina aveva lo sguardo basso e ora ascoltava attentamente,perché nemmeno lei si ricordava questo dettaglio “E me lo ricordo dagli abiti. Aveva un vestito rosso,che è uno dei miei preferiti,e una giacca nera” Regina lo guardò con la fronte aggrottata. Come faceva a ricordarselo? “Il tipo di abiti che indossa per il lavoro”

“Già…” mormorò pensandoci e giungendo alla conclusione che aveva davvero ragione. Non avrebbe mai immaginato che Robin si ricordava di questi piccoli particolari.

“E ogni volta che indossa quel completo…penso sempre a quel giorno” si guardarono e per la prima volta entrami accolsero la consapevolezza che forse tra loro c’era qualcosa di più grande.

“E a quanto io sia fortunato ad averla nella mia vita” ancora una volta Regina potè toccare con mano la sincerità di quelle parole e Robin rise quando vide che Regina era commossa.

“L’hai fatta piangere Robin!” esclamò una donna che era probabilmente la zia di Robin. Regina scoppiò a ridere e si asciugò le lacrime mentre Robin la tirò a sé e le diede un bacio sulla fronte. Regina nascose il viso nel suo collo,lasciando che i capelli la coprissero,e si lasciò andare un attimo “Tutto okay?” sussurrò robin e lei annuì asciugandosi le lacrime “Si tutto okay” sorrise e gli diede un bacio sulla guancia.

“Suo figlio è un gran romanticone” disse Regina alla madre di Robin “E anche io mi sento molto fortunata ad averlo nella mia vita” e a quel punto sentì la mano di Robin posarsi sulla sua schiena.

Robin poi le sussurrò all’orecchio “Vuoi ballare?” lei sorrise e annuì. Lui le prese la mano e la aiutò ad alzarsi e andarono sulla pista da ballo dove tutti avevano appena cominciato a ballare un lento.

Regina avvolse le braccia attorno al collo di Robin e lui attorno alla vita di Regina e lentamente cominciarono a ballare.

“Sono sorpresa” confessò Regina

“Dalle mie doti da ballerino?”

Regina rise “Idiota” poi ritornò seria “No,dalla tua memoria. Non sapevo ti ricordassi anche come ero vestita…”

“Bhe..neanche io a dire la verità”

Regina fece un cenno con la testa e poi appoggiò la testa sulla spalla di Robin mentre con le dita gli accarezzava dolcemente i capelli.

Robin,senza nemmeno pensarci,le diede un bacio sulla spalla e poi le sussurrò “Perché hai pianto prima?”

Lei non rispose per lunghi attimi poi lui la sentì mormorare “Non lo so” ammise. E poi continuarono a ballare. In silenzio. Ma era un bel silenzio. Non uno di quelli imbarazzanti o pesanti. Era un silenzio dolce in cui pensavano solo a godersi il momento e non a perdersi nell’inutilità delle parole.

Alla fine della canzone si guardarono e lei gli sorrise mentre lui si perdeva nei suoi occhi e la teneva stretta a sé come se potesse scomparire.

“Ti-ti va di fare due passi in giardino?”

Regina annuì. Lui le prese la mano e uscirono. All’inizio nessuno dei duoi pronunciò parola,ma poi Regina decise di rompere il silenzio.

“Hai davvero una bella famiglia,e tua sorella è incantevole” disse Regina e lui le sorrise “Mia madre ti adora”  Regina sorrise guardandolo

“Ah si?”

“Si”

Regina rise “Bhe,allora peccato che sia tutto per finta”

“Già…peccato”

Ancora una volta in silenzio mentre passeggiavano per il grande giardino della location che Marian aveva sccelto per festeggiare le sue nozze.  Ormai era tardi e si era fatto buio.

“For-forse non deve essere per finta” questa volta fu Robin a rompere il silenzio. Si fermò e Regina si voltò guardandolo “Che vuoi dire?”

Lui la guardò e si avvicinò lentamente a lei,le accarezzò il viso e la guardò negli occhi. Poi la baciò.

Regina non se lo aspettava e quindi all’inizio non ricambiò il bacio ma poi fu più forte di lei. Le sensazioni che quel bacio le stava dando non potevano più essere combattute e semplicemente si lasciò andare. Lasciò che le braccia di Robin la sollevassero,che le sue di braccia si avvolgessero attorno al suo collo e che le sue mani si perdessero nei suoi capelli corti. Lasciò che la passione e la dolcezza la portassero via e lasciò che le labbra di Robin accarezzassero amorevolmente le sue e lasciò che le sue facessero lo stesso.

Robin la strinse a sé come fosse il tesoro più prezioso e lei si aggrappò a lui come se la sua vita dipendesse da quell’uomo che in quel momento la stava baciando come se non ci fosse un domani.

Ad un certo punto entrambi avevano bisogno di aria nuova,così si staccarono quel poco che bastava per respirare e si guardarono. Gli occhi di entrambi furono i primi a sorridere e poi quello stesso sorriso raggiunse le loro labbra e Robin la baciò ancora. Cominciò a stamparle dolci baci sulle labbra e lei finì per ridere perché era una situazione assurda ma bellissima. La migliore in cui si fosse mai trovata. E baciare il sorriso di Regina fu la cosa più bella che Robin avesse mai fatto.

Robin la guardava e la fissava ancora e si perdeva nei suoi occhi e sorrideva “Quanto sei bella” disse accarezzandole i capelli e lei si imbarazzò ancora una volta. Appoggiò la testa sulla sua spalla,tenendo il viso lontano da lui,e si morse il labbro.

“Fai la timida?” rise Robin e Regina gli portò le mani al viso per stampargli un altro bacio,poi corse via “Addio” rise e Robin le afferrò il braccio ridendo “Dove credi di andare?”

“Lontano da te,perché sono a disagio” rise ma lui non rispose,avvolse le braccia attorno alla sua esile figura e lei si rilassò. Erano sensazioni nuove,qualcosa di assolutamente fresco e mai provato e che loro non si erano aspettati.

“E ora?” chiese lei,tenendo gli occhi chiusi,concendendosi ancora un attimo di paradiso tra le sue braccia

“E ora entriamo dentro e smettiamo di fingere” disse lui e la bella bruna sorrise. Robin le prese la mano e Regina intrecciò le loro dita insieme,si guardarono e sorrisero. Poi rientrarono.

Tutti notarono che erano più felici,che sorridevano di più e che nei loro occhi c’era una luce diversa e particolare. E tutti sorrisero alla cosa,perché sembravano così innamorati.

Alla fine della serata si salutarono e i genitori di Robin,soprattutto la madre,salutarono Regina così calorosamente che a lei sembrò di essere parte di quella famiglia da anni e anni.

Robin le aprì la porta della macchina e tenne la mano su ginocchio per tutto il tragitto verso casa mentre Regina gli accarezzava la nuca.

Arrivati al pianerottolo lei disse “Alloora…notte” sussurrò con un sorriso e lui la baciò “Notte.

Regina si voltò e entrò nel suo appartamento e prima che potesse chiudere la porta a chiave Robin decise che non voleva stare lontano da lei così si precipitò alla porta ed entrò.

“CHE DIAVOL-“ e prima che potesse finire la frase,la prese in braccio e lei si mise a ridere “Sei un idiota”

“Non un idiota qualunque. Sono il tuo idiota” e le diede un bacio sulla guancia. Lei lo baciò “Il mio idiota” appoggiò la fronte sulla sua e lo guardò con dolcezza.

Quella serata aveva cambiato le loro vite per sempre.


nota:
salve a tutti,spero che fino ad ora vi siano piaciute le os. Oggi ne pubblico due perché la settimana è cominciata ieri e quindi ero indietro di una OS.

Enjoy  xoxo

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Capitolo 3
*** Lost Together ***


Day 3: Lost Together

Henry,con l’aiuto di Emma,aveva organizzato una settimana di vacanza per sua madre e per Robin.

Era felice che sua madre fosse finalmente felice ma soprattutto  pensava che finalmente si meritasse un po’ di riposo. Regina si meritava un po’ di tempo da godersi con il suo vero amore. Un po’ di tempo per distrrsi e rilassarsi. Aveva affrontato e sofferto per così tante cose che ora aveva bisogno di staccare da tutti e tutti.

Ed Henry lo sapeva.

Henry,il suo piccolo principe,lo sapeva e sapeva che per un lungo periodo ti tempo,lui stesso era stato la causa della sua sofferenza. Quindi aveva deciso di porre rimedio alla cosa e di regalare a sua madre un po’ di più che meritato riposo.

“Non ignorare le mie chiamate e fa’ il bravo con Emma e i tuoi nonni! Mi raccomando” disse Regina abbracciando suo figlio.

“Starò bene e ti prometto che mi compoterò bene e che ci sentiremo ogni giorno. Ma tu..cerca di rilassarti un po’ okay? Non preoccuparti per me. Non devi. Non più”

Regina sorrise e gli diede un bacio sulla fronte e poi lo guardò negli occhi “Mi preoccuperò sempre per te”

Henry sospirò “E va bane. Ma divertitevi” Regina lo salutò un ultima volta e poi salì in macchina con Robin.

Roland era con Little John e Will ed erano andati a salutarlo prima di passare per casa di Mary Margaret per salutare tutti e soprattutto Henry.

“Divertitevi!” gridò Mary Margaret quando salirono in macchina. Regina ricambiò con un sorriso.

Emma aveva trovato su internet questo chalet romantico compreso di sauna e vasca idromassaggio e altre cose per rilassarsi e trascorrere una bella settimana. Era su una spiaggia cicondata da una vasta foresta. Era un luogo abbastanza isolato quindi aveva cosigliato loro di fermarsi da qualche parte per comprare l’essenziale. Ma con la macchina non era un lungo viaggio,quindi avrebbero potuto viaggiare in macchina,entrare in città per una passeggiata o per uscire a cena fuori.

Il luogo perfetto dove avrebbero avuto tutto ciò di cui avevano bisogno.

Arrivarono dopo qualche ora di viaggio ed entrambi rimasero a bocca aperta.

“WOW” esclamarono quando videro il bellissimo posto. L’acqua del mare era limpida e la sabbia era morbido e sottile. E non c’era assolutamente nessuno. Era così tranquillo. Immerso nella pace e nella quiete. Proprio ciò di cui Regina aveva bisogno dopo tutto quello stress che aveva caratterizzato la sua vita per tanto tanto tempo.

Regina non riusciva a credere che suo figlio aveva fatto tutto questo per lui e per questo sentì le lacrime agli occhi. Ma non avrebbe pianto. Non ora. Non qui. Non con Robin che aveva le loro valigie in mano e la guardava con un gran sorriso. Regina ingoiò le lacrime,lo guardò e gli sorrise. Si avvicinò e si alzò sulle punte per stampargli un bacio sulle labbra “Entriamo?” chiese

“Mhmh” annuì lui e tranquillamente la coppia innamorata entrò nella casetta sulla spiaggia.

Si sistemarono e trascorsero il resto della giornata semplicemente a coccolarsi e a baciarsi e parlare del più e del meno e di quanto fossero felici in quel momento,sdraiati su un’amaca. Lei avvolta tra le sue braccia.

Tra una cosa e l’altra si fece sera e si ritrovarono a guardare le stelle e Regina non si sarebbe mai mossa da là ma si rese conto che era ora di alzarsi quando sentì lo stomaco di Robin brontolare.

Regina rise e gli diede un bacio “Credo che sia ora di sfamare il mio uomo” lui le stava accarezzando assentemente la spalla e subitò gli mancò il contatto con lei quando lei si alzò. Ma mangiare era una buona idea.

Regina entrò nella piccola cucina e preparò la cena.

“Si cena fuori” disse Robin rientrando dalla spiaggia. Regina lo aveva sentito combinare qualcosa e lo aveva visto entrare e uscire portando delle cose per apparecchiare la tavola,quindi aveva intuito che avrebbero mangiato al chiaro di luna. Lei sorrise e preparò i piatti. Robin li prese dalle sue mani “Va’ a sederti. Hai cucinato. Ora me la vedo io” le diede un bacio sulla fronte e lei sorrise

“Oh,come desidera” sorrise e uscì fuori. Sgranò gli occhi quando vide cosa aveva preparato Robin.

Aveva spostato il tavolo sulla spiaggia. Lo aveva adornato con dei fiori e delle candele. C’era una bottiglia di vino e quando si avvicinò vide che c’era un bigliettino accanto ad uno dei bicchieri “Ti amo” c’era scritto.

Quando Robin la seguì fuori,poco dopo,lei sorrise e non appena lui ebbe posato i piatti sul tavolo lei lo abbracciò e lo baciò “Grazie” sussurrò. Un altro bacio. “Ti amo anche io” e poi si goderono la romantica cenetta sotto la luce delle stelle e delle due candele.

La mattina dopo si svegliarono senza fretta. Erano avvolti da un semplice e sottile lenzuolo. E nient’altro. Se non si consideravano le braccia dell’altro. 

Regina aveva dormito tutta la notte con la testa appoggiata sul petto di Robin mentre un braccio di avvolgeva la vita e l’altro e comodamente posizinato sotto la guancia. Robin aveva un braccio attorno alle spalle di Regina e l’altro appoggiato su quello di Regina. 

Robin fu il primo a svegliarsi. Le diede un bacio sulla fronte e sussurrò “Buongiorno” Lei mormorò qualcosa ma non si svegliò.

Alzò un po’ la testa e sorrise. Aveva il broncio e così Robin decise di lasciarla dormire ancora. Si alzò lentamente per cercare di  non svegliarla e andò in cucina a preparare la colazione.

Poco dopo,mentre lui cucinava delle uova,Regina sbucò in cucina allacciandosi la cintura della sua vestaglia alla vita. Il petto ancora un po’ esposto. Ma non ci aveva fatto caso. E nemmeno Robin a dire la verità.

“Buongiorno” mormorò lei avvicinandosi a lui e abbracciandolo da dietro,avvolgendo le braccia sul suo torace e appoggiando la testa sulla sua schiena dopo avergli dat un bacio sulla spalla.

Lui si girò e la baciò dolcemente “Guarda chi si è svegliata!” rise e lei appoggiò il mento sul suo petto,per guardalo negli occhi ma continuare a tenere un contatto con lui “Mi hai lasciata sola” finse un broncio e lui rise,accarezzandole delicatamente le braccia.

“Ho pensato che magari volessi dormire un po’ di più” le baciò la punta del naso e lei lo arricciò rispondendo con un “Grazie”

Lei poi si allontanò e si piombò sulla macchinetta del caffè,versandosene un po’ nella tazza “Ho pensato che potremmo andare a fare una passeggiata stamattina” disse Robin guarandola allontanarsi verso il tavolo.

“Mmmm” annuì Regina sorseggiando il suo caffè “Dove?”

“Magari nei boschi?”

“Mmm” Robin vide il sorriso di lei da dietro la tazza “Penso che questo sia il piccolo prezzo da pagare quando stai con Robin Hood”

“Se non vuoi possiamo fare qualcos’altro”

“La passeggiata nel bosco va benissimo. Così magari puoi insegnarmi a riconoscere quali painte,nel caso in cui mi perdessi in un bosco per chi sa quale motivo,potrebbero uccidermi e quali salvarmi”

Lui rise e portò a tavola la loro colazione. Lei si protese in avanti e avvolse entrame le braccia attorno al suo bicipite. Lui si voltò leggermente e la baciò


Trenta minuti dopo Robin stava gridando a Regina dalla cucina “MI RACCOMANDO! QUALCOSA DI COMODO,NON PRESENTARTI IN VESTITO E TACCHI”. Regina,dal bagno rise e gridò “SI,PAPA’” e lui rise. Era già pronto. Regina per prepararsi ci metteva mooolto più tempo e così si mise a guardare della televisione mentre lei finiva di prepararsi.


Quindici minuti dopo Regina apparve in pantacollant fino al ginocchio neri,canottaa bianca,scarpe da ginnastica e i capelli legati in una coda di cavallo bassa.

“WOW” Robin rimase sopreso “Hai davvero quella roba nel tuo armadio?”

“Ah.Ah” lo prese in giro lei “Fai pure il simpaticone Robin Hood,ma sappi che io prima che Storybrooke diventasse un pozzo di pazzi,mi allenavo ogni giorno”

“Davvero? Regina Mills in palestra?”

“Andavo a correre”

“DAVVERO?”

“Sta’ zitto” lei rise dandole uno schiaffo sul braccio “Muoviti. Usciamo prima che cambi idea”

Uscirono di casa e Regina notò che Robin non aveva niente in mano

“Ehm,non credi sia meglio non so..una mappa?” aveva visto che c’erano delle mappe sul tavolino in salotto. E Regina pensò che se c’erano,doveva esserci un motivo.

“PF! Regina,io sono nato e cresciuto nei boschi. Non ho bisogno di una mappa per una passeggiata”

Regina lo guardò “Sei nato e cresciuto in uno bosco che non è questo,Robin”

“Fa lo stesso” la zittì con un bacio. Le prese la mano “Andiamo” . Lei sospirò e si incamminarono.

Ben presto si dimenticò che stavano andando chi sa dove senza sapere come andare ,come tornare e dove andare.

Ma Robin sembrava sicuro di già che faceva,quindi Regina decise di fidarsi di lui e smettere di dubitare “Quindi davvero sei un figlio della natura,Hood”

“Te l’avevo detto,vostra altezza. I boschi sono casa mia” disse fiero e orgoglioso.

Ma,intenti a parlare,prendersi in giro flirtrare e ridere,nessuno dei due fece caso a che percorso avevano fatto e ben presto persero tutta la loro concentrazione.

“C’è un lago” disse Robin indicando dietro di lei. Lei si girò e sorrise “WOW”

Quando Regina si girò Robin si stava togliendo la maglia “Che diavolo stai facendo?” esclamò Regina

“Non biasimarmi. Adoro il mare…ma il lago è tutta un’altra cosa” Un attimo dopo stava correndo in acqua con addosso solo i suoi boxer.

Regina lo guardò sconvolto “Vieni o no?”

“No grazie. Sono una Regina. E sono più raffinata di così”

Robin decise di giocarsi la sua arma segreta. Uscì dall’acqua e Regina non riuscì a non essere distratta dal suo fisico perfettamente scopito e..bagnato.

“Andiamo,vieni” le avvolse le braccia attorno alla vita e cominciò a giocare con l’orlo della maglia.

“N-non voglio” disse lei con un tono più instabile di quanto volesse. Saltò leggermente quando,abbracciandola,sentì l’acqua fredda bagnarle la pelle nonostante i vestiti

“Si,vuoi” cominciò a baciarle il collo e un attimo dopo Regina,senza nemmeno accorgersene,non aveva più la sua canottiera addosso.

E un attimo dopo si rese conto che era in acqua tra le braccia di Robin. Si guardò attorno e notò che i suoi vestiti erano tutti a terra. Quando si era tolta i pantaloni?

Insomma. Erano in acqua con addosso solo la loro biancheria intima. Ma Regina doveva ammetterlo,era così piacevole.

I baci di Robin sulla sua pelle bagnata erano ancora più piacevoli. Ma ben presto il romanticismo venne dimenticato e stavano facendo la lotta e si stavano schizzando l’acqua. Le loro risate riempivano il bosco silenzioso e deserto.

Ad un certo punto Robin sentì Regina tremare. Le died eun bacio sulla guancia e disse “Penso che sia meglio andare. Non vorrei far congelare la mia regina” lei rise e annuì. Salirono e si rivestirono e Robin avvolse un braccio attorno all’esile figura di Regina per darle un po’ di calore.

Ma il sole era alto e forte quindi ben presto non aveva più freddo e continuarono la loro camminata tenendosi semplicemente per caso.

Per i primim venti minuti,camminarono tranquillamente ma poi il posto cominciò ad essere sempre più familiare.

“Robin?” chiese Regina “Non credi che siamo già stati qui?”

Robin si guardò attorno e si grattò la nuca. Con uno sguardo colpevole sul viso. Regina sgranò gli occhi e esclamò “AHHH” e poi gli diede uno schiaffo sulla spalla

“ROBIN NON CI POSSO CREDERE! CI SIAMO PERSI! E LO SAPEVI ANCHE” cominciò a picchiarlo.

“Regiiina!” esclamò tentando di difendersi dalle delicate mani della fidanzata,che non gli facevano affatto del male.

“NON CI POSSO CREDERE! MI HAI FATTO CAMMINARE A VUOTO PER TUTTO QUESTO TEMPO SPERANDO CHE NON ME NE ACCORGESSI E CHE CHI SA QUALE FORZA SUPERIORE TI ILLUMINASSE LA VIA DEL RITORNO!?” Robin sapeva che in realtà Regina era molto meno arrabbiata di quel che sembrasse.

“Scusa?” tentò lui e lei sbuffò “Figlio della natura eh? Dimmi signor “i boschi sono la mia casa”,cosa si fa ora?”

“Si cammina?”

“Si cammina dove?”

Robin si grattò di nuovo la nuca,non sapendo davvero cosa fare. Dove dovevano andare?


“Avresti dovuto ascoltarmi e prendere la cartina. Ma sei troppo orgoglioso” disse Regina mentre lui si sedeva su una roccia accanto alla sua.

Robin sospirò pensando a cosa fare,tenendo lo sguardo basso quando notò un fiorellino. Lo prese e lo rigirò tra le dita. Poi si voltò verso Regina e glielo mise tra i capelli. Lei sorrise e si alzò. Gli prese le mani e lo tirò su “Dai,andiamo”

“Dove?”

“Camminiamo”

“Per andare?”

“Non so,da qualche parte dovremmo pure spuntare no?”

“Suppongo di si” rispose lui “Mi dispaice,non volevo che ci perdessimo”

Regina rise e gli diede un bacio “Robin,non tormentarti. Probabilmente ci saremmo persi anche con la mappa. Non preoccuparti. Non moriremo qui” gli strinse la mano e si incamminarono di nuovo.

Si resero conto che per circa un’ora andarono più o meno avanti e indietro o in cerchio ma ad un erto punto Regina gridò “SABBIA!” indicando davanti a lei,verso un punto in cui sulla terra c’era della sabbia.

Corsero e poco dopo arrivarono in spiaggia.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Regina alzando la mano per un cinque.  “Signore della natura,la prossima volta non fare tanto il talento okay?” Regina lo prese in giro e lui rise abbracciandola

“E va bene e va bene…ho capito .Ti ho fatta perdere. Felice che l’abbia ammesso?”

“Se ci fosse stato qualche animale mostruoso pronto a mangiarmi?”

“Non glielo avrei mai permesso”

“Ah si?” chiese lei inarcando un sopracciglio.

“Sarebbe dovuto passare sul mio cadavere”

Regina rise “Scusami tanto Robin,ma non credo che ucciderti gli sarebbe riuscito tanto difficile,se parliamo di un orso o qualcosa di simile”

“Uh-uh. Nessuno può mangiare la mia Regina” le mani che prima accarezzavano la schiena di Regina,erano scivolate un po’ più giù. La voce di Robin si era fatta un po’ più profonda e i suoi occhi si erano riempiti di desiderio.

“Ah si? Nessuno?” Regina allungò il collo verso un lato quando Robin cominciò a baciarglielo,così da dargli più spazio.

“Mmm” annuì  “Tranne me” e in un attimo Robin la prese in baccio e lei rise,sorpresa.Regina avvolse le gambe attorno alla sua vita mentre lui la portava dentro.

Si erano persi e avevano trovato la strada verso casa.

….dovevano festeggiare.

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Capitolo 4
*** Roland ***


Day 4: The Nanny

“Grazie Regina. Davvero. Grazie. Non so davvero come avrei fatto se tu non mi avessi aiutato”

Robin era sul pianerottolo di Regina mentre lei era appoggiata alla porta. Roland era tra i due e guardava in alto seguendo la convesazione.

“Non preoccuparti” disse Regina “Per me è un piacere trascorrere un po’ di tempo con quest’ometto” sorrise Regina scompigliando i pazzi ricci di Roland che arricciò il naso. Sia Regina che Robin risero.

“E va bene” disse Robin chinandosi di fronte a suo figlio. “Mi raccomando Roland. Fai il bravo con Regina,ascoltala e fa’ ciò che ti dice. Non farmi sentire che sei stato un monello quando torno. Va bene?”  lui annuì

“Si papà!” esclamò con un piccolo saltello e poi guardò Regina.

Regina sorrise e gli fece la linguaccia alla quale lui rispose con un’altra linguaccia. Robin rise “Allora ci si vede tra un paio d’ore”

“A dopo” sorrise Regina prendendo la mano di Roland “Andiamo Roland. Abbiamo un bel pomeriggio che ci aspetta” disse entrando in casa mentre Robin si allontanava.

Era il periodo natalizio quindi Storybrooke era sommersa dalla neve e faceva freddo. Ma la stazione della polizia,Robin e il suo gruppo di uomini si stavano attivando per rendere la piccola cittadina sicura,in modo da trascorrere delle vacanze lontano dalle preoccupazioni e dai pericoli che spesso opprimevano Storybrooke e i suoi cittadini.

“Regina?” chiese Roland con i suoi occhioni dolci e Regina gli sorrise “Dimmi Roland”

“Posso chiederti una cosa?”

“Certo che puoi” disse Regina aiutandolo a togliersi il capello e il cappotto che era così piccolo che Regina sentì un’ondata di nostalgia ma cercò di non farci troppo caso.

“Possiamo fare i biscotti?”

“Certo che possiamo fare i biscotti! Sai,li faccio sempre con Henry e sono contenta che quest’anno anche tu mi aiuterai” gli sorrise e lui esclamò “SIIIII” e poi si precipitò ad abbracciare le gambe di Regina che si morse il labbro,perché era una bella sensazione e lo abbracciò.

“Su andiamo! Abbiamo dei biscotti da fare” esclamò prendendolo in braccio e incamminandosi in cucina.

Regina fecec sedere Roland sul marmo e poi glie prese un grembiule e glielo mise arrotolandoglielo alla vita,così che non fosse troppo lungo. Roland era troppo carino con quel grembiule e Regina non riuscì a non tirare il suo telefono dalla tasca “Roland sorridi!” e così gli fece una foto che magari poi avrebbe mostrato a Robin…magari.

“Allora Roland ora ho bisogno che mi aiuti okay?”

Lui annuì freneticamente,felice di poter aiutarla a fare i biscotti “ Quando te lo dico,tu mi passi le cose che ti dico,okay?” disse dopo aver disposto tutti gli ingredienti sul marmo accanto a lui,così che potesse vederli e riconoscerli senza problemi. Lui annuì “Si Gina! SONO IL MIGLIOR AIUTANTE DI TUTTI”

“Si che lo sei” esclamò Regina dandogli un colpetto sulla punta del naso con l’indice.

Regina voleva renderlo partecipe,quindi lei riempiva i misurini e poi lasciava che Roland li versasse e ben presto il baambino aveva le mani coperte di farina. Mani con cui aveva toccato tutto e quindi il piano di lavoro di Regina era coperto da farina così come la faccia di Roland. Regina rise e continuò a lavorare all’impasto .

Lo aiutò a rompere le uova e Roland esclamò un disgustato “Ewwwww” quando,rompendosi,le uova gli sporcarono le dita. Regina rise e gliele pulì con un fazzoletto. L’impasto era denso e da stendere quindi Regina lo lavorò un po’ prima di prendere una sedia per Roland così che potesse mettersi in ginocchio e arrivare bene al bancone. Dopo di che,staccò un pezzo di impasto più piccolo così che anche lui potesse lavorarlo.

“E’ come la plastichina!” esclamò “Si,solo che la plastichina non si mangia. Questo si” rise Regina.

Una volta pronta Regina lasciò che Roland premesse le formine a forma di albero di natale e di omino di marzapane e di pallina di natale e altre forme tipicamente natalizie sull’impasto e ogni volta che la figura si staccava dal resto dell’impasto Roland sorrideva orgoglioso ed eccitato. Regina non poteva fare a meno di guardarlo e sorridere perché gli ricordava esattamente Henry quando aveva la sua stessa etè. Si sentiva così orgoglioso quando faceva i biscotti,perché Regina lo lasciava partecipare molto e quindi lui si sentiva come se i biscotti li avesse fatti lui. A Regina vennero quasi le lacrime agli occhi nel vedere il grande sorriso di Roland.

“Okay,ora che ne dici se guardiamo un po’ di cartoni mente i  biscotti sono in forno?” chiese Regina e lui annuì “Ma prima dobbiamo lavarci questo faccino pieni di farina e cacao” esclamò e Roland rise quando Regina,con un panno bagnato,gli tolse la polvere dal viso e anche dai capelli.

“Questo lo mettiamo via” gli tolse il grembiule e poi lo prese in braccio per farlo scendere. Roland corse in salotto e si fermò davanti alla televisione. Non sapendo come accenderla.

Ma quando Regina entrò vide che Roland si era distratto a giocare con le palline di Natale.

Lo guardò da lontano.

Vide come le sue manine ancora paffute accarezzavano delicatamente quelle palline,con la paura di poterle rompere.
Vide come i suoi occhi si illuminavano nel vedere tutte quelle decorazioni speciali e luccicanti.
Vide come le lucine di natale si riflettevano nei suoi occhi sgranati e pieni e sopresa.

E per un attimo si perse in quella visione. Pensò che potrebbe avere tutto questo. Con Robin. Potrebbero trascorrere le vacanze insieme e fare l’albero insieme e lasciare che Robin prenda in braccio Roland per fargli mettere la stella sulla punta dell’albero. Potrebbero avere tutto questo. Porebbero. Ma poteva davvero andare oltre il fatto che lui l’aveva “tradita” con sua moglie che si era rivelata Zelena? Regina non lo sapeva.


Passarono venti minuti e senza che lei neanche se ne accorgesse,suonò il timer del forno “Roland!” esclamò sorridendo “I biscotti sono pronti!” Roland la guardò con un sorriso che raggiungeva i suoi occhi “SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” esclamò correndo in cucina. Regina rise e lo seguì pensando che si sarebbe davvero potuta abituare ad avere Roland che correva per casa. Ma no. Non poteva pensarci. Non doveva.

Sfornarono i biscotti e lasciarono che si raffreddassero. Regina rise quando vide il modo in cui Roland li guardava “Gina?” chiese e Regina annuì sapendo già cosa voleva chiederle

“Posso averne uno?” chiese con gli occhi da cucciolo e con il labbro tremolante

“Roland,sono troppo caldi e potrebbero farti male al pancino” disse facendogli il solletico. La risata di Roland riempì l’intera casa e lei rise con lui “Aspettiamo che si fanno freddi,poi li decoriamo e poi puoi mangiarne due,insieme ad un bicchiere di latte. Ti piace come idea?”

Lui annuì freneticamente “Bene” disse e Roland cominciò a soffiare sui biscotti. Regina rise “Cosa stai facendo?”

“Così si fanno freddi più in fretta” poi aggrottò la fronte e questo diceva a Regina che era concentrato. Lo guardò e pensò che era identico a suo padre quando ponderava e pensava “E SE LI METTIAMO FUORI? NELLA NEVE?”

Regina scoppiò a ridere “Tesoro,non possiamo metterli nella neve. Poi non potremmo più mangiarli” Roland sembrò contento e soddisfatto della risposta.

Trascorsero il resto del pomeriggio a decorare i biscotti e Regina non trascorreva una giornata così bella da tanto tempo. Ovviamente Henry la rendeva felice e riusciva a trasformare una brutta giornata,nella più bella del mondo. Ma quello…quello era qualcosa che Henry non poteva più dalre. Era qualcosa che le aveva dato ma che ormai era nel passato. Era qualcosa che a lei piaceva.

Le piaceva come Roland la guarava come se lei avesse tutte le risposte e come se fosse la persona più talentuosa al mondo. Le piaceva vedere i suoi occhi illuminarsi ogni volta che lei gli spiegava qualcosa. Il modo in cui,quando lo prendeva il braccio,lui appoggiava la testa sulla spalla. Il fatto stesso che lui era così piccolo,da poter stare sul fuo fianco.

Regina aveva un cuore materno e nessuna Regina Cattiva avrebbe mai potuto nasconderlo o toglierlo.

Robin aveva chiamato scusandosi e dicendo che ci avrebbe messo più di quanto aveva pensato. Regina lo rassicurò dicendogli che non c’era problema. Poteva passare a prendere Roland quando poteva.

Si era fatta tarda sera e Regina aveva chiamato Robin per chiedergli se pensava fosse una buona idea lasciare che Roland cenasse lì. Robin aveva detto di si. Così ora,dopo cena,Regina era sul divano con Roland che dopo poco prese sonno.

Aveva la testa appoggiata sulle gambe di Regina mentre lei gli accarezzava i ricci castani con una mano e con l’altra la schiena. Gli aveva messo una coperta così che non avesse freddo.

Aveva il viso rivolto verso di lei così Regina riusciva a guardarlo e perdersi nel suo bel faccino angelico e schiacciato sulle sue gambe. Regina sorrise accarezzandogli la guancia e poi di nuovo i capelli. Regina si chinò e gli diede un bacio sulla fronte e poco dopo suonò il campanello.

Regina controllò Roland pensando che si fosse svegliato,ma il bambino continuava a dormire serenamente. Così,molto attentamente e lentamente si alzò facendo attenzione che Roland non si svegliasse. Poi andò ad aprire.

Robin era lì,coperto di neve. Con un gran sorriso sul viso.

“Ehy” sorrise Regina e lui le fece un cenno dolce “Entra” spostò la porta e lo fece entrare. Fuori faceva freddo e probabilmente Robin aveva fame.

“Roland si è addormentato..quindi se vuoi fermarti posso prepararti qualcosa intanto. Sei stato fuori tutto il giorno,sarai affamato” la situazione era un po’ imbarazzata e Regina non sapeva se avrebbe dovuto farlo,ma in quel momento voleva trascorrere un po’ di tempo con lui.

“Non vorrei disturbare più di quanto non ho già fatto” disse lui e lei precipitosamente rispose “Nessun disturbo. Mi fa..ehm mi fa piacere se ti fermi” e lui sorrise.

Si guardarono un attimo e gli occhi di Robin sorrisero a quelli di Regina. Era un sorriso innamorato ma anche triste. Triste perché lui sapeva che Regina era l’amore della sua vita,ma non poteva averla. Era lì,così vicina,eppure così lontana.

“Suppongo che qualcosa da mangiare non sia una brutta idea” Regina sorrise dolcemente “Io e Roland abbiamo fatto i biscotti” disse e lui sembrò sorpreso “Più Roland che io. Ma io ho partecipato” entrambi risero. Regina lo fece accomodare e gli preparò qualcosa di veloce ma che potesse comunque saziarlo. Portò poi a tavola due bicchieri di vino. Uno per lei e uno per lui.

Sapeva che era un po’ inquietante,ma lo guardò mentre mangiava e sorrise quando rivide tutte quelle piccole cose che aveva notato quando erano stati insieme. Sorrise al ricordo e poi si rattristò quando la consapevolezza che si trattasse di soli ricordi,la colpì.
Sospirò e dopo che lui ebbe cenato rimasero a chiacchierare per un po’. Ma non troppo. Regina poteva dire che Robin era stanco e non voleva trattenerlo ancora,magari facendolo sentire in dovere di rimanere.

“Meglio che porti Roland a casa” disse Robin,ma in realtà non voleva andarsene. Regina si alzò e lo seguì in salotto.

“Tieni la coperta. Fa freddo fuori ed è stato al caldo tutto il tempo. Prenderà un raffreddore” lui sorrise dicendole che gliel’avrebbe restituita il giorno dopo.

Lo prese in braccio e una volta che ebbe stabilito che dormiva ancora si incamminò verso l’uscita,accompagnato da Regina.

“Grazie mille Regina”

“Non c’è problema. Mi piace trascorrere del tempo con Roland. E’ un bambino adorabile”

“Lui ti adora. Sei..la figura più vicina ad una madre che ha” e lei si sentì un po’ in imbarazzo perché non pensava che quella fosse la situazione ideale per dire una cosa del genere. Ma sorrise. Sorrise e ancora una volta si perse nei suoi occhi. Si morse il labbro e senza pensarci gli diede un bacio.

Un bacio semplice e innocente. Ma pur sempre un bacio.

Entrambi non dissero nulla quando lei si allontanò ma lei si sentì in dovere di spiegare,di trovare una scusa

“Siamo-ehm. Siamo sotto il vischio” disse indicando la corona natalizia sopra di loro.

Lui non alzò lo sguardo come fece Regina. Continuò semplicemente a guardarla,con un sorriso. E se non avesse avuto Roland in braccio,l’avrebbe baciata ancora una volta.

L’avrebbe baciata con tutto ciò che aveva perché l’amava da morire e la voleva. La voleva per sé e con sé.

“Allora…buonanotte” continuò lei quando vide che lui non disse nulla. Non riusciva a leggere l’espressione di Robin e questo la fece sentire incredibilmente stupida. Come aveva potuto pensare di baciarlo? Come aveva potuto pensare che lui l’avrebbe rivoluta dopo che lei l’aveva allontanato e rifiutato.

Robin si morse il labbro e Regina notò che aveva le lacrime agli occhi. Deglutì “S-stai bene?” chiese e lui annuì sorridendo e guardandola negli occhi,aveva capito che non tutto era perduto. Che aveva ancora speranza. Che sarebbe  potuto tornare con lei.

“Ehm,mi stavo chiedendo se-se ti andrebbe di andare a cena,qualche volta” la voce di Robin era bassa e dolce,appagante.

Regina si morse il labbro per nascondere un sorriso poi annuì “Si. Mi farebbe piacere” lui sorrise e lei lo guardò allontanarsi con suo figlio tra le braccia.

Regina sorrise.

Forse sarebbe stato un bel Natale quello. 

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Capitolo 5
*** Adoption Day ***


Day 5: Adoption Day

Robin era a letto. Le coperte fino al busto,gli occhiali sul naso e un libro tra le mano. Regina entrò nel suo pigiama di seta blu poco dopo,con una lozione tra le mani.

Prima di sedersi sul letto,si avvicinò a Robin,gli diede un bacio e poi andò dall’altro lato. Si sedette con una gamba incrociata sotto all’altra e si mise della crema sulle mani. Si tolse l’orologio e gli orecchini e li mise sul comodino. L’unica cosa che teneva quando dormiva era la fede nuziale e l’anello di fidanzamento. Quelli non li toglieva mai.

Regina era silenziosa e questo lanciò un allarme nella testolina di Robin. C’era qualcosa che non andava. La guardò e quando lei se ne accorse sorrise. Lui continuò a guardarla attentamente.

“Che c’è?” chiese lei,mettendosi sotto le coperte.

“Che c’è? Sono io a chiederti che c’è” disse allargando un braccio,mentre lei si appoggiava al suo petto.

“Nulla” mentì lei.

“Mmm? Devo ricordarti forse che sei mia moglie e che ti conosco come le mie tasche?” Regina sorrise. Non poteva non sorridere quando lui la chiamava ‘mia moglie’.

“Bhe…forse qualcosa c’è” disse Regina alzando lo sguardo verso il suo. Robina aveva cominciato ad accarezzarle la spalla e il braccio.

“Sono tutto orecchie”

Regina si sedette e lo guardò. Poi gli prese una mano,e senza nemmeno rendersene conto cominciò ad accarezzare il suo tatuaggio. Quello che simboleggiava che erano fatti per stare insieme.

“Io mi arrendo” disse con le lacrime agli occhi e non appena Robin le vide si allarmò. “Che cosa? Che intendi? “

“Abbiamo provato in tutti i modi a rompere la mia maledizione. Ma non funziona nulla. Niente Robin,niente. E continuare a provare e sperare che qualcosa possa funzionare,mi sta solo distruggendo. Quindi mi arrendo” si asciugò le lacrime “Voglio adottare un bambino Robin” decise che strappare il cerotto tutto in un botto,sarebbe stato meno doloroso.

Lui la guardò. La guardò come se fosse la cosa più bella al mondo,quella più preziosa e importante. E lo era davvero. Le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente.

“Okay” le accarezzò le guance “Okay” sussurrò sorridendo e annuendo “Hai ragione”

Il sorriso di Regina si allargò notevolmente e in un attimo le sue braccia erano avvolta attorno al collo di Robin e stava piagendo. Per la gioia.
Anche se in realtà infondo il fatto che non potesse avere bambini,le faceva male da morire.

Un anno dopo

Le pratiche per l’adozione avevano richiesto molto più tempo di quanto a Regina sarebbe piaciuto. Ma finalmente era arrivato il momento.

Erano lì. In quell’ufficio. Aspettando che l’assistente sociale portasse tra le loro braccia,la loro bambina.

Regina era nervosa. Robin di meno. Ma lo era comunque. Prese la mano di Regina e la strinse nella sua e poi le diede un bacio sulla tempia.

A Regina tremava la mano e aveva la fronte aggrottata  ma tutto scomparve quando dal vetro di quell’ufficio vide arrivare una signora che aveva tra le sue braccia una bambina così piccola che sembrava potersi rompere.

Regina la guardò e i suoi occhi si illuminarono. E lo stesso fece Robin. Lo vide allungare il collo per vedere meglio,per vedere di più e d’istinto lei strinse la sua mano. Si guardarono e sorrisero e un attimo dopo la donna entrò

“Eccoci qui!” sussurrò perché la piccola dormiva. Si avvicinò ai due genitori e Robin fece segno di lasciare che Regina la prendesse. Dopotutto…la mamma è sempre la mamma.

Regina la prese tra le sue braccia e sussurrò “Ciao” e con una mano si asciugò il viso quando vide una lacrime cadere sulla copertina che avvolgeva la loro bambina.

Robin avvolse un braccio attorno alle spalle di Regina e,delicatamente,con la mano,accarezzò la testa piena di capelli neri della bambina. Anche lui era in lacrime. Regina si appoggiò a lui,perché voleva sentirlo,in quel momento,più vicino che mai.

“E’ perfetta” sussurò Robin guardandola e poi guardò Regina e sentì il bisogno di baciarla.

Fu un bacio veloce e sfuggente,ma allo stesso tempo dolce.

“Sono pronto a portare la mia principessa e la mia regina a casa” Robin le sussurrò sulle labbra e lei sorrise. Poi prese il seggiolino per la loro bambina,Naomi,per far si che Regina ce la mettesse così che stesse più comoda.

Ma Regina scosse la testa. Strinse la bambina al petto e sorrise. Robin sorrise diicendo “Sai che non potrai tenerla in braccio in macchina,vero?”

“Si,ma ora posso” e si incamminò con Robin che le teneva il braccio attorno alla vita dopo aver salutato e completato tutto ciò che c’era da fare.

Il viaggio in macchina Regina lo fece dietro,accanto alla bambina. Non poteva staccarle gli occhi di dosso.
E arrivati a casa,dove Emma,Mary Margaret,David e Neal stavano facendo compagnia a Henry e Roland,tutti si accalcarono accanto a lei. Per darle il benvenuto nella famiglia.

Alla fine Regina era stanchissima e aveva deciso di farsi una doccia,dopo aver messo Roland a letto e aver detto a Henry di non fare troppo tardi.

Uscì dal bagno come rinata,era stata una giornata stancante e piena di emozioni. Bellissima.

Stava per rientrare ma la voce di Robin la fermò. Si appoggiò allo stipite della porta e lo ascoltò.

Era steso sul letto,con la schiena appoggiata alla spalliera del letto e la bambina al petto. Sapeva che la bambina era sveglia,sentiva i suoi “versi”

“Siamo tutti così felici di averti a casa Naomi. Sai,tu sei la mia principessa e ti proteggerò ogni giorno della mia vita. Instancabilmente. Sei la mia bambina e sei così bella. Scommetto che i tuoi fratelli vorranno proteggerti tanto quanto lo voglio fare io. Non ci posso credere,sei nella nostra vita solo da qualche ora eppure mi hai già stretto attorno al tuo ditino. Il tuo papà è tanto,tanto fortunato ad avere te,i tuoi fratelli…e la tua mamma. Hai la mamma migliore del mondo-“ e prima che potesse dire altro le braccia di Regina erano attorno al suo collo e la guancia di Regina sulla sua testa “e il padre migliore del mondo” gli diede un bacio sulla fronte e poi lui alzò lo sguardo e vide che Regina aveva le lacrime agli occhi.

“Ti amo Robin” sussurrò guardandolo negli occhi e Robin sorrise “Ti amo che io” Regina si chinò e gli diede un bacio. Poi si concentrò sulla bambina. Prese la sua manina stretta in un piccolo pugno nella sua e le accarezzò la pelle soffice con il pollice e per un attimo la sua bambina la guardò negli occhi. Si guardarono negli occhi e Regina si chinò sulla ginocchia per stare vicino a lei.

Sfregò il naso contro la sua guancia e chiuse gli occhi prima di darle un bacio sulla tempia.

E fu lì che sentì qualcosa cambiare dentro di sé. Si sentì attraversare da un calore che le pervase tutto il corpo e le riempì il cuore e l’anima. Si sentì bruciare da un fuoco. Ma non un fuoco ostile. Uno caldo. Uno sicuro. Uno che le dva gioia.

Guardò Robin. Era confusa. Sembrava confusa. Ma sapeva cosa era successo. Lei lo sapeva e Robin confermò il suo sospetto quando le disse che per un attimo aveva brillato. Era stata illuminata da lue bianca e abbagliante che proveniva da dentro di lei. Regina sapeva.

“Robin?!” esclamò e Robin non capiva. Aveva baciato la sua bambina. Aveva dato un bacio a Naomi e la sua maledizione era stata spezzata. Era stato un bacio del vero amore che l’aveva liberata dalla sua maledizione.

“Regina?”

Robin lo guardò e sorrise e poi il suo sorriso si trasformò in una risata. In una risata piena di gioia.

Fu tutto più chiaro quando poco più di un anno dopo Regina diede alla luce la loro seconda bambina,Anne.

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Capitolo 6
*** Teach me ***


Day 6: Teach me

“No Robin! E’ stupido e non voglio farlo. Non ha senso”

“Andiamo Regina! Solo un’altra volta. E’ divertente”

“NO! Non lo è. E’ frustrante e inutile! Che senso ha lanciare freccette se ho la magia? Voglio dire,il fuoco è più potente degli stecchini” disse gettando a terra l’arco che Robin le aveva costretto ad usare per più di un’ora e mezza,senza risultati perché aveva deciso che doveva insegnarle a tirare con l’arco.

“Si,poi magari ti mettono un polsino che ti blocca i poteri e tu che fai? Rimani lì a morire” Robin era appoggiato,con aria sicura,ad un troco. Di fianco al bersaglio che aveva messo perché Regina potesse imparare.

“E come me lo procuro un arco se non ce l’ho quando vengo attaccata? Voglio dire…prego che ne scenda uno dal cielo?”

“Sei impossibile certe volte,lo sai?”

“Bhe,si…me l’hanno detto un paio di volte” Regina fece spallucce e Robin rise. Poi si avvicinò a Regina e le accarezzò le braccia incrociate al petto,mostrando un sorriso al suo viso imbronciato.

“Andiamo,un ultima volta”

“No Robin! Sono terribile. Questo coso mi odia” disse indicando l’arco che ora era sul terreno. Robin rise e si chinò per prenderlo

“Questo coso si chiama arco,e non ti odia” disse Robin “Prendilo e prova un ultima volta. Sento che sarà quella buona”

“No,non lo prendo”

“Andiamo Regina”

“No,voglio andare a casa”

“Se tiri un’ultima volta dopo ti ci porto anche in braccio a casa”

“Non ho bisogno di essere portata in braccio a casa. Questa cosa che pensi che sia sempre debole e –“

“REGIIIIINAAAA” esclamò Robin frustrato. Ma rise. Regina sbuffò “Non voglio tirare”

“Una sola volta. Fallo per me”

“MA NON SO FARLO! LE FRECCE CONTINUANO AD ANDARE IN DIREZIONI TOTALMENTE DIFFERENTI!” esclamò,frustrata anche lei.

“Ti aiuto. Però solo un’ultima volta,con il  mio aiuto”

Regina sembrò riconsiderare l’idea.

“Okay. Una sola volta e poi non mi obbligherai mai più a fare una cosa del genre,okay?”

“Facciamo che se non prendi il bersaglio nemmeno con il mio aiuto,non veniamo più. Se invece ci riesci,con il mio aiuto,e ci riuscirai,torneremo…qualche volta”

“Okay,però muoviti. Voglio andare a casa il prima possibile. Tutta questa foresta mi sta facendo venire la nausea”

“Tu adori la foresta”

“Non è vero. Tu cerchi di convincerti di questa cosa. Ma non è così”

“Ma se quando vuoi schiarirti le idee vieni qui”

“Quello sei tu mister “sono il signore delle foreste” . Io per pensare vado nella mia cripta”

“Mmm,ho dei bei ricordi di quel posto” le sussurrò Robin all’orecchio,mettendole le mani sui fianchi per mostrarle la posizione migliore per tirare. Regina si appoggiò quel poco in più al petto di Robin sentendo la sua schiena premuta contro il petto di robin “Mmm” mormorò e lui continuò accarezzandole la vita per poi salire alle spalle,per ruotarle leggermente e metterla in posizione.

Poi  le piegò il braccio nella maniera giusta “Magari se riesci a prendere il bersaglio,puoi avere un premio” le sussurrò ancora.

“Che genere di premio?” chiese lei maliziosamente

Lui ridacchiò e le diede un bacio sull’orecchio “Quello,amore mio,è un sorpresa. Credo che l’unico modo per saperlo…sia mirare e segnare”

Regina rise “Penso,maestro,che sia ora che lei smetta di distrarmi. Ho intenzione di vincere il mio premio e se lei continua a deconcentrarmi…non ce la farò mai”

Robin rise e fece in modo che fosse in posizione tale da non poter non vincere. Regina lasciò andare la freccia che colpì il bersaglio. Ma non al centro.

“UUUUUURGHHHHHHH!” esclamò Regina frustrata  e Robin stava per dire qualcosa ma scomparve in un una nuvola viola.

“OHHHH ANDIAMO!” esclamò Robin,esasperato dalla testardaggine di Regina. Era davvero impossibile quella donna.

Sospirò e fece per andarsene quandoa ll’improssvviso si trovò circondato da un’altra nuvola viola e l’attimo dopo era a casa. In camera da letto e senza che potesse nemmeno accorgersene Regina lo stava assalendo di baci. 

“Che d-“

“Hai detto che mi avresti fatto un regalo se avessi colpito il bersaglio. Il bersaglio l’ho colpito quindi devo avere il mio regalo” e continuò a baciarlo. Sulle labbra,sul sollo,sulla manbibola.

“Mmm,e cosa ti dice che il mio regalo era questo?”

Regina si fermò e inarcò un sopracciglio. Poi gli diede uno schiaffo sulla spalla “Sta’ zitto e baciami”

Robin rise e la baciò,la prese in braccio e lei avvolse le gambe attorno alla sua vita e poi,senza mai interrompere il bacio,si buttò sul letto senza mai lasciare Regina.  

Chi sa…forse Regina un giorno avrebbe davvero imparato a tirare con l’arco. Soprattutto se Robin l’avesse stimolata promettendole dei “regali”.

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Capitolo 7
*** Late night confessions ***


Day 7: Late Night Confessions

Era una di quelle notti in cui Robin raggiungeva la Regina Catt-Regina nelle sue stanze.
Una di quelle notti in cui si abbandonavano alla passione.
Perché la passione,Robina aveva capito,era l’unico modo che Regina al momento aveva per reprimere e dimenticarsi del dolore,anche se per poco.

Era cominciato tutto quasi come uno scherzo. Avevano cominciato a litigare,poi i litigi si erano trasformati in flirt e poi una notte,una notte in cui lei era stata particolarmente sfacciata,perché particolarmente triste,erano finiti a letto.

E da lì era cominciata la rutine.

Robin andava lì. Le dava ciò voleva e ciò che,sinceramente,voleva anche lui. E poi lei lo cacciava.
Robin sapeva che dopo trascorreva la notte intera a piangere. Piangeva l’assenza e la mancanza di suo figlio. Ed è per questo che non voleva che lui la vedesse,non voleva che stesse lì quando lei si infrangeva in mille pezzi.

Robin sapeva solo che a causa della malezione lei aveva perso suo figlio. Non sapeva altro. E lei non voleva dirgli altri. Si irrigidiva ogni volta che cercava di parlare con lei di suo figlio,Henry. Si inaspriva o semplicemente,nei giorni più brutti,andava via,perché non era abbastanza forte per affrontare la cosa. Per dissimulare. Per pronunciare le parole che le facessero cambiare argomento.

Ma quella sera fu diverso.

“Resta” aveva sussurrato nel buio e nel silenzio,quando lui si stava alzando per andare via. Gli aveva afferrato il braccio come se la sua vita dipendesse da lui e per niente al mondo l’avrebbe lasciato andare.

Quella era stata la prima notte in cui lei aveva avuto bisogno di compagnia,e non solitudine.

Anche se era buio,riuscirono a guardarsi negli occhi. Robin la guardò e vide quanto fosse distrutta e quanto stesse soffrendo. Quanto il semplice respirare e rimanere in vita le facesse male. Quanto la stesse distruggendo. Faceva tutto male e in quel momento lui pensò che evidentemente,stare con lui,la facesse stare almeno un po’ meglio. Così fece un semplice cenno con la testa e tornò sotto le coperte di ottima fattura. Nella sua vita,Robin non aveva né visto né toccato mai una cosa del genere. Ma  Regina ci era abituata.

Non appena la sua schiena ricolpì il materasso,Regina si incollò a lui. Appoggiò la testa al suo petto e si strinse a lui e Robin,ad un certo punto,sentì lacrime calde bagnargli il petto.

Le accarezzò la schena. I capelli. Le spalle. I fianchi. Ma non in maniera sensuale,come faceva di solito. Ma con cura. Con dolcezza.

“Regina?” sussurrò e lei non rispose. Ma seppe che aveva spesso di piangere. Rimasero in silenzio a lungo. Fino a che lei non ruppe quel silenzio che le stava ridendo in faccia,in qualche modo.

Prese un respiro profondo e cominciò a parlare. Non sapeva perché cominciò a farlo,ma cominciò a raccontargli la sua storia.

“Mia madre ha ucciso l’amore della mia vita. Davanti ai miei occhi e io mi sono trasformata nella Regina Cattiva. Ho incolpato Biancaneve tutta la vita,ma la verità è che lei aveva solo dieci anni,e io ero così disperata e distrutta che non sapevo più a cosa aggrapparmi. E così mi sono aggrappata all’oscurità…che in quel momento sembrava l’unica cosa che potesse alleviare le mie pene. Il mio dolore. Mi sono data così tanto all’oscurità che era diventato impossibile per me riuscire ad amare….fino a che Henry non è entrato nella mia vita”

Regina aveva la voce spezzata. Erano sussurri i suoi. Ma le sue stesse parole le rimbombavano nel petto e la scuotevano così tanto che lei riusciva quasi a sentire le sue costole prendere a schiaffi il suo cuore. Robin era attento ad ascoltare le sue parole e mai una volta,durante il racconto,aveva smesso di accarezzarla e di farle sentire il suo contatto caldo e rassicurante.

“Henry mi ha cambiato la vita” continuò lei “Mi ha insegnato ad amare ancora. Mi ha ricordato la persona che ero. Ha acceso un faro in quell’immensità di buio,di tristezza,di oscurità. Mi ha ridato la voglia di vivere che avevo perso…Henry è tutto per me. E’ tutto quello che ho e tutto ciò di cui ho bisogno” non sapeva perché ma Robin era commosso dal racconto.

“Poi lui ha scoperto che era adottato e poco dopo ha scoperto chi ero e cosa avevo fatto e il bisogno di andarsene da me,di liberarsi di me…era diventato più forte del desiderio di stare con me e probabilmente di essere mio figlio. Non ho idea di quante volte mi abbia detto che mi odiava che non ero sua madre,che Emma era sua madre. Non ne ho idea. Ho perso il conto. Eppure,mai una volta sono riuscita ad arrabbiarmi con lui per questo. Aveva ragione ad odiarmi e a non volermi come madre”

Robin voleva dirle che lei era di sicuro una madre fantastica,poteva capirlo dal modo in cui soffriva per suo figlio e dal modo in cui ne parlava. Ma la lasciò continuare. Le avrebbe parlato dopo.

“Scappava sempre da me. Non mi parlava e se lo faceva era per ricordarmi che mi odiava o che ero la Regina Cattiva e per questo che non avrebbe mai potuto volermi bene. E così ha trovato Emma. E quando lei è piombata nella mia vita,ero sicura,sicura come non lo ero mai stata prima,che lo avevo perso. Per sempre. Ma lui in realtà aveva sempre creduto in me. Aveva sempre creduto che io potessi cambiare e diventare una persona migliore. E’ stata la prima e probabilmente l’unica persona che ha creduto che io potessi farcela. Ad un certo punto ha cominciato a proteggermi,a difendermi…a volermi di nuovo nella sua vita. E io ho capito che non potevo più essere la persona che ero. Dovevo essere diversa. Dovevo essere migliore. Non potevo permettermi di perderlo ancora,di nuovo. Lui è la ragione per cui io sono la persona che sono ora e non più quella che ero prima. E ho bisogno di lui. Perché lui mi ricorda costantemente,ogni giorno,che per quanto molti possano vedermi come il mostro cattivo che ero,per lui sarò sempre la sua mamma. Il suo viso mi ricorda costantemente che abbandonarsi all’oscurità non ne vale la pena. Il prezzo sarebbe troppo alto. Lui è ciò che mi tiene nella luce. E’ ciò che non mi lascia affondare. E ora l’ho perso…e ho paura che comincerà di nuovo tutto da capo. Che tornerò ad essere ciò che ero. Che non sarò forte abbastanza…”  aveva ricominciato a piangere

“Lui crede in me e io non voglio deluderlo…ma è difficile. E’ difficile alzarmi al mattino pensando che io stto morendo dentro e lui non sa chi sono. Non si ricorda di me. E’ difficile alzarmi pensando che la ragione che mi spingeva fuori dal letto ogni mattina negli ultimi 10 anni,non è qui  e non sarà mai più qui con me. Come fai a vivere sapendo che tuo figlio è lì fuori e tu non puoi nemmeno avere la consolazione che lui sa che esisti? Come..come fai?”

Robin non sapeva cosa dirle. Cosa dici ad una madre così distrutta? Cosa dici a qualcuno che soffre di una pena per la quale tu non hai mai sofferto? Cosa? Come la conosoli?  Come le stai accanto? Come le dici che andrà tutto bene? Dove trovi il coraggio di dirle che prima o poi tutto si sistemerà?.

E dopo ci furono lunghe ore di silenzio. Nessuno dei due chiuse occhio. Ma nessuno dei due disse parola. Robin rimase lì a coccolarla e a lei piaceva. Piaceva avere qualcuno che l’accarezzasse con delicatezza ma non con la paura che potesse rompersi all’improvviso. L’accarezzava e la sfiorava con dolcezza ma allo stesso tempo con sicurezza.

Le paiceva stare tra le sue braccia e avere qualcuno che la trattasse come se fosse preziosa.

Era notte fonda e faceva freddo,ma loro stavano bene nel loro abbraccio sotto le coperte.

Robin le baciò i capelli e lei chiuse gli occhi,perdendosi nella dolcezza di quel bacio.

“Regina?”

“Mmm” aveva abbassato ogni tipo di guarda ed essere chiamata Regina,andava bene. Si era mostrata fragile a lui e quindi continuare questo stupido gioco di battibecchi e stupidi nomignoli era inutile.

“Sono innamorato di te”

Regina deglutì e spalancò gli occhi. Si girò e lo guardò negli occhi “Robin-“

Sapeva cosa stava per dirgli.
Stava per dirgli che non era degna di essere amata.
Stava per dirgli che era troppo distrutta per poter essere amata.
Stava per dirgli che probabilmente non era pronta.
Stava per dirgli che non amarla non ne valeva la pena,perché prima o poi lei avrebbe rovinato tutto,o qualcosa o qualcuno che la odiava,avrebbe rovinato tutto.

Stava per dirgli che lui meritava di meglio. Ma lui glielo impedì.

“Non sto dicendo che dobbiamo stare insieme,ora. Non sti sto obbligando ad impegnarti. Niente di tutto questo. Ti sto solo dicendo,Regina,che sarò qui. Per te. Ogni volta che vorrai. So che per te è difficile aprirti e confidarti,ma l’hai fatto e se l’hai fatto penso che sia perhcè ti fidi di me ed è per questo che io voglio che tu sappia che sarò qui ogni volta che avrai bisogno di me. E che un giorno tu vorrai…potremo impegnarci in quel senso. Ma per ora va bene così”

Robin non distolse lo sguardo dagli occhi di Regina nemmeno per un attimo e Regina si chiese come era possibile che un uomo come lui si fosse innamorato del fantasma di ciò che era Regina? Come aveva fatto? Come aveva fatto a scegliere lei? Perché aveva scelto lei?

Regina non capiva. Non capiva perché lui la guardasse con tanto amore,con tanto affetto. Non capiva perché volesse esserci per le.

E tutte queste domande,questi dubbi e queste emozioni la portarono a piangere. A commuoversi. E non appena lui vide le sue lacrime,non riuscì a trattenersi,e le portò le mani al viso per asciugarle le guance e l’attimo dopo le braccia di Regina erano avvolte al collo di Robin stringendolo come se potesse scomparire a momenti.

Lo strinse come se la sua vita dipendesse da lui e dal fatto che in quel momento la stesse stringendo. In quel momento le sue braccia erano il posto più sicuro che ci fosse e non voleva essere in nessun altro posto.

Regina pianse,silenziosamente. Ma non sapeva esattamente perché stesse piangendo.

Robin la strinse e lentamente la spinse in giù,di nuovo sul materasso,di nuovo sul suo petto e lasciò che si sfogasse e l’ultima volta che la controllò,prima di chiudere gli occhi,aveva preso sonno e non sembrava così tormentata come prima.

E fu per questo motivo che riuscì a prendere sonno.

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