Echi

di LonelyWolf88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' stato solo un incidente ***
Capitolo 2: *** Solstizio D'Estate ***
Capitolo 3: *** Tuffo nel passato ***
Capitolo 4: *** Rimpianti & Rimorsi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 41 ***



Capitolo 1
*** E' stato solo un incidente ***


echoes capitolo due Salve a tutti!! è la prima volta che posto qualcosa qui su EFP e
Per prima cosa ci tengo a specificare che in questo caso il mio sarà solo un lavoro di traduzione dall'inglese all'italiano.
L'autrice di questa splendida fan fiction si chiama LouBlue e se ve la cavate con l'inglese potete andare a leggere il suo lavoro in lingua originale su fan fiction.net oppure direttamente da questo link
"http://www.fanfiction.net/s/8872636/1/Echoes"
Ve la consiglio vivamente anche in lingua originale in quanto un po di magia si perde nella traduzione..
Vi lascio il primo capitolo sperando che vi piaccia almeno tanto quanto è piaciuta a me e aspetto di sapere che ve ne pare mentre mi occupo della traduzione degli altri  (non è cosi semplice!!)
Il mio intento è quello di rendere giustizia alla coppia di Daryl e Carol 
traducendo o anche scrivendo in prima persona (ehm...) tutte le storie possibili e immaginabili per i fan qui presenti, per passare il tempo,per sognare,per tenerci compagnia fino al prossimo Ottobre che si fa attendere con ansia..
Riporterò qualsiasi giudizio e o parere all'autrice stessa oppure potete farlo direttamente voi sempre seguendo lo stesso link di prima ,se avete dei consigli da darmi non esitate.

Buona lettura!!   XXX



Capitolo 1




Carol trascinò il piccone lungo la striscia di terriccio sporco appena smossa,creando una linea precisa e pulita per poter piantare i semi di lattuga.Il gruppo aveva lavorato sodo per impadronirsi dell'area recintata della prigione e adesso erano finalmente pronti per poter seminare un raccolto.Le numerose spedizioni all'interno della città gli avevano riforniti abbastanza bene di semi e utensili vari,adesso non restava che piantare il tutto e sperare che crescesse qualcosa.Una fonte alimentare sostenibile era vitale se avevano intenzione di avere qualche possibilità di sopravvivenza a lungo termine nella relativa sicurezza che offriva loro la prigione.Carol finì di sistemare la prima fila e si spostò alla successiva.Stava lavorando ormai da ore e avrebbe avuto un sacco da mostrare più tardi , grazie al suo duro lavoro.Era una bella sensazione quella di potersi adoperare per ottenere un cambiamento in positivo.La sua vita ruotava ormai da così tanto tempo attorno alla morte, che era un sollievo finalmente poter fare qualcosa che incoraggiasse la vita,invece di doverle porre sempre fine.Si asciugò il sudore sulla fronte  con il dorso della mano e continuò il suo lavoro.Poteva sentire il suo sguardo su di lei anche in lontananza , mentre lavorava tranquillamente.

Poteva sentire i suoi occhi osservarla in ogni momento.Era stato lo stesso con Ed.Anche se le sensazioni erano completamente diverse.Carol era abituata a sentire lo sguardo minaccioso di suo marito su di lei senza avere nemmeno bisogno di guardare per poterne avere conferma.Poteva sentire la sua rabbia e la sua violenza , viaggiare attraverso una stanza affollata,trovarla,e chiederle assoluta obbedienza altrimenti ci sarebbe stato l'inferno da pagare. Ci sarebbe stato l'inferno in ogni caso.Non c'era stato verso,nessun modo in cui poter riuscire a placare Ed Peletier , c'era un vuoto immenso nel profondo della sua anima , qualcosa che forse aveva sperato che Carol e Sophia potessero riempire , ma non sarebbero mai state in grado di farlo.Carol aveva imparato ad odiare la sensazione di sentirsi sempre osservata,di essere giudicata e di non essere mai ritenuta all'altezza.La sua pelle rabbrividiva e tutto quello che desiderava era di potersi annullare,di poter sparire dentro se stessa in modo che nessuno potesse più trovarla,men che meno Ed.

Ma con Daryl era diverso.

Lo sguardo di Daryl non le aveva mai trasmesso la sensazione che pretendesse qualcosa da lei, non era mai stato invadente.L'idea che lui fosse sopra il bus rovesciato,di guardia per assicurarsi che nessuno dei vaganti riuscisse a sfondare e oltrepassare in qualche modo il recinto,la faceva sentire sicura.Non aveva bisogno di girarsi e controllare per sapere che lui era là,l'aria rilassata mentre andava e indietro controllando il perimetro,la balestra sulla spalla.Non aveva bisogno di voltarsi nemmeno per sapere quando quello stesso sguardo blu si soffermava brevemente su di lei , prima di ritornare alla recinzione.Non era sicura di quando fosse successo esattamente, ma sapeva di essere diventata il suo punto di riferimento all'interno del gruppo.Daryl era parte integrante del gruppo adesso, ma lui e Carol erano per primi un gruppo a sé.Era iniziato tutto con la ricerca di Sophia,ma era stato solo dopo averla seppellita che qualcosa era cambiato.Daryl aveva iniziato ad allontanarsi dal gruppo e Carol capiva il perché.Per la prima volta si era occupato di qualcosa che non era unicamente la sua sopravvivenza ed era accaduto il peggio.Daryl voleva indietro i suoi spazi,in modo di non dover mai avere il bisogno di fare i conti con il dolore e ancora peggio,con il dolore degli altri,con il dolore di Carol,con il proprio.

Ma Carol non glielo permise.

Non avrebbe permesso a Daryl di allontanarsi dall'unica fonte di conforto rimasta in questo mondo,il gruppo.Nessuno di loro era perfetto e avevano già condiviso parecchie divergenze su diverse questioni , ma adesso ognuno era per l'altro ciò che un tempo avrebbero chiamato casa.L'unica rimasta.Tutto quello che contava per lei in questo mondo l'aveva perso quando Sophia era morta e ora era determinata a non voler perdere più nient'altro,non senza far niente.Aveva combattuto per impedire a Daryl di scomparire dentro se stesso e la sua determinazione l'aveva visto ritornare all'interno del gruppo,stavolta pronto a stare nel mezzo e non sempre ai margini. Aveva avuto la sensazione che prima di allora nessuno avesse mai combattuto per lui in tutta la sua vita.Quel poco che sapeva dei suoi genitori era che non gli era mai importato abbastanza del loro figlio e che non l'avevano mai protetto così come un genitore è chiamato a fare e aveva visto con i suoi stessi occhi la relazione con suo fratello.Merle era convinto forse di essere l'unico a prendersi cura di Daryl,ma lei la vedeva diversamente.Vedeva in Merle le stesse cose che vedeva in suo marito.Erano uomini pieni di rabbia,violenti, che pensavano sempre prima a se stessi e poi agli altri. Erano convinti di essere leali e rivendicavano le loro azioni come quelle di un uomo che protegge la propria famiglia,ma non era così.

Aveva combattuto affinché Daryl non si isolasse e lo aveva fatto per se stessa,ma prima di tutto per lui e la sua determinazione aveva lasciato un segno visibile su entrambi.Nessuno aveva mai combattuto per lei prima d'ora e durante tutto questo orrore lei e Daryl erano giunti a una comprensione silenziosa ma reciproca che sarebbero stati l'uno il difensore dell'altro,si sarebbero guardati le spalle a vicenda,da tutti anche da loro stessi.Carol non poté fare a meno di sorridere a quel pensiero.Per tutta la vita si era sentita inutile,impotente e non era mai riuscita a reagire.Era divertente il fatto che una persona potesse cambiare la visione che hai sempre avuto di te stesso in maniera così radicale.E a Carol piaceva pensare che aveva restituito a Daryl questo favore.


''Sembra quasi che con un po di aiuto potresti cavartela''


Il suono della voce di Axel riportò bruscamente Carol alla realtà che si voltò velocemente nella direzione opposta alla quale era inginocchiata sul terreno e alzò lo sguardo verso l'uomo , infastidita per il fatto che fosse riuscito ad avvicinarsi così silenziosamente a lei.Aveva imparato a mantenere uno stato di iper-vigilanza l'anno scorso e il pensiero di avere abbassato così facilmente la guardia la turbava.

Axel si infilò le mani nelle tasche della sua tuta logora ''Mi dispiace,non volevo spaventarti''



''Non l'hai fatto'' rispose con calma,tornando al suo lavoro.



Axel si accovacciò accanto a lei ''Ti posso dare una mano,se vuoi.Me la cavo abbastanza bene con le piante.Ero solito coltivarmi della roba da solo,tempo fa''



Carol era consapevole del fatto che adesso avevano tutta l'attenzione di Daryl.Sollevò lo sguardo nella sua direzione e vide che osservava lei e Axel con un'espressione scocciata sul volto.Carol capì,nessuno di loro era completamente a suo agio in compagnia dei nuovi arrivati.Erano sempre stati un gruppo ristretto,ne avevano passate tante insieme,talmente tante che ora era difficile permettere a qualcun'altro di avvicinarsi.La fiducia era una merce troppo rara e preziosa per essere data via così facilmente.Lei era stata diffidente come tutti gli altri , ma doveva ammettere che non aveva scorto nulla di cui potersi preoccupare in Axel.Era solo ansioso di compiacere e forse un po irritante,ma questo non era un reato.

''lasciami indovinare'' disse ironicamente ''agricoltura casalinga,giusto?''


''è pur sempre una pianta'' disse Axel in sua difesa.



''mmh'' rispose carol non commentando ulteriormente.



Axel afferrò il forcone desideroso di poter aiutare,nonostante la mancanza di entusiasmo di Carol ''smuovo un po di terreno per te''.

Carol smise di concentrarsi sul suo lavoro e lo fissò ''davvero,non ho bisogno di aiuto''

Axel sorrise e i suoi baffi si inclinarono verso l'alto in un piccolo movimento ''Credo che tutti abbiano bisogno di un po di aiuto''



Carol scosse la testa e ridacchiò ''Suppongo che sia vero''



Axel rivolse il forcone verso un pezzo di roccia che si intravedeva all'interno di una delle file appena smosse ''guarda,qui ci sono ancora delle pietre''



Carol iniziò a tirare fuori la roccia proprio mentre Axel fece la stessa identica cosa,solo che lui stava usando il forcone.Ci fu un urlo e Carol ritirò velocemente la mano quando il dolore la scosse all'improvviso.Cerco di mettersi in piedi ma era stata in quella posizione accovacciata così a lungo che perse l'equilibrio e si rovesciò su un fianco, stringendosi al petto la mano sanguinante e palpitante.

Axel sembrava sorpreso ''Oh merda'' disse ansioso ''Mi dispiace così tanto..non volevo farlo''



''CAROL!!''



sentì Daryl gridare il suo nome mentre con la mano sano cercò di stringere l'altra



Axel era chino su di lei , la preoccupazione dipinta lungo tutto il volto ''stai bene?è grave?''



Prima che riuscisse a rispondergli Axel fu scaraventato bruscamente fuori dal suo campo visivo da Daryl che lo afferrò e lo trascinò lontano da lei.



''Che diavolo hai fatto?'' urlò a Axel ''Sta lontano da lei!''



Carol guardò verso la recinzione dove alcuni vaganti si erano già radunati al sentore del sangue fresco e delle urla.



Axel si portò le mani di fronte al viso , con un'espressione confusa mentre stava disteso a terra ''è stato un incidente,amico.Ti giuro che non volevo farlo''



Daryl ebbe un guizzo violento nella sua direzione e Axel spaventandosi si raggomitolò in una posizione fetale.Daryl fece un suono disgustato e si inginocchiò di fronte a lei ''che cosa è successo?'' chiese con urgenza ''che ha fatto?'' strinse le dita attorno al suo polso e tirò delicatamente verso di lui,volendo vedere il danno con i suoi stessi occhi.

Carol trattene una smorfia mentre lasciò cautamente distendere le dita della mano colpita.Il sangue aveva macchiato l'esterno del guanto da giardinaggio.



Daryl scoccò uno sguardo infuriato ad Axel ''Figlio di puttana!''



''è stato solo un incidente'' si lamentò Axel ''non volevo fare niente di male''



''è stato un incidente'' confermò Carol mentre si malediceva per la sua disattenzione.Con una smorfia aggiunse ''Sono stata così stupida. è la mano destra,potrei non essere in grado di sparare con precisione per giorni'' era tutto quello che riusciva a pensare.La sua mancanza di attenzione avrebbe reso tutto il gruppo più debole.



''Non penso che sia tu a essere la stupida qui'' disse Daryl , rivolgendo un'altra occhiata di disprezzo a Axel.La sua attenzione tornò velocemente su Carol ''Dobbiamo provare a togliere questo guanto per riuscire a vedere meglio''



''si,lo so'' lamentò Carol.Strinse i denti e non si lamentò mentre Daryl sfilava lentamente il guanto.Carol lo guardò,la sua espressione concentrata mentre cercava di non farla soffrire ulteriormente e fu di nuovo rapita dai molteplici lati di quest'uomo.Guardandolo dall'esterno qualsiasi persona avrebbe potuto pensare di star guardando un rabbioso e violento villano,e anche se sicuramente Daryl sapeva difendere bene questo suo lato,Carol sapeva che c'era molto di più in lui.Era capace di una grande tenerezza che il suo aspetto esteriore nascondeva.Guardandolo mentre reggeva Judith o anche adesso ,mentre esaminava accuratamente la sua mano sanguinante,Daryl poteva definitivamente essere gentile quando lo desiderava.

L'espressione di Daryl si rabbuiò mentre dava uno sguardo attento alla sua mano. ''è profondo'' disse infelicemente,esaminando la ferita da entrambi i lati della mano, proprio tra il pollice e l'indice.



Carol emise un suono frustrato ''Non possiamo fare a meno di utilizzare i bendaggi'' disse sconsolata e ancora più in collera con se stessa ''Accidenti.''



''Sta ancora sanguinando'' si alzò in piedi e si protese per darle una mano a rialzarsi ''andiamo,dobbiamo portarti da Hershel''



Carol scosse la testa ''Posso farcela da sola'' girò la testa verso la recinzione ''devi tornare di guardia''.L'espressione di Daryl si indurì,ovviamente non soddisfatto della sua risoluzione ma Carol sapeva che la sicurezza del gruppo era più importante '''vai pure,starò bene''.



''Ti accompagno io'' disse Axel,mentre si rialzava da terra cercando nuovamente di rendersi utile.



''Stai lontano da lei!!'' gridò Daryl con rabbia.

Carol scosse leggermente la testa verso Axel, cercando di fargli capire che non era il caso.Guardò nuovamente verso Daryl e sorrise rassicurandolo ''Sto bene.Ritornerò tra pochi minuti,una volta che mi sarò ripulita''.Sentì il suo sguardo su di lei mentre si allontanava, sentiva la sua preoccupazione mentre attendeva che arrivasse al sicuro all'interno della prigione.I vaganti ringhiarono attraverso la recinzione nella sua direzione attirati dall'odore del sangue che grondava dalla sua mano.Ci sarebbe mai stato in questo nuovo mondo un giorno in cui qualcuno di loro non stesse sanguinando da una nuova ferita?..fantasticò esasperata



Probabilmente no.




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Capitolo 2
*** Solstizio D'Estate ***


echoes capitolo due
Dedico questo capitolo alla mia cara compagna di ship Silvia come simbolico regalo di compleanno,ancora Auguri!!
E grazie per aver apprezzato e commentato con me i capitoli finora pubblicati..ci vediamo al prossimo   XXX



Capitolo 2



''Ecco fatto'' disse Hershel , tagliando i punti di sutura  ''così dovrebbe reggere''

Carol sorrise con gratitudine , ancora un po scossa per il dolore della procedura.Mettere i punti senza nessun antidolorifico non era per niente divertente,ma aveva sopportato di peggio.
''Grazie.Non pensavo che sarebbero serviti dei punti''

''E' una ferita bella profonda e in un punto difficile perché possa guarire velocemente' Hershel la ammonì  ''E' sempre in movimento.I punti interni e quelli esterni dovrebbero tenerla al sicuro in modo che possa guarire definitivamente.L'ultima cosa che vogliamo è che tu prenda un'infezione'

Rick,Oscar,Maggie e Glenn entrarono nel blocco delle celle dopo aver finito di ripulire altre aree della prigione dagli zombie.Rick andò immediatamente verso dove Carol e Hershel erano seduti. ''Che cosa è successo?Stai bene,Carol?'

''Si,sto bene'' rispose Carol nel mentre che Hershel iniziava a bendarle la mano. ''E' stato solo uno stupido incidente''

''Com'è successo?' chiese Glenn , anche lui con un'aria preoccupata.

Carol rise ''Axel voleva aiutarmi con la semina ma invece ha finito per colpirmi con un forcone''

Rick non fu felice di sentire questa cosa ''Axel ti ha fatto questo?''

''Non intenzionalmente.Stava cercando di aiutarmi,ma non c'è riuscito''

Oscar sbuffo ''Si..il ragazzo è una vera calamita per gli incidenti..e beh..sapete,un idiota''

''Non è una gran bella combinazione'' puntualizzò Hershel,mettendo da parte i medicinali. Guardò Carol ''Controlleremo quella fasciatura domani mattina.Va bene,ragazzina?'

Carol sorrise all'uomo dai capelli bianchi che era diventato così importante per lei ''Agli ordini,dottore''

''Oggi mi occuperò io del tuo turno in lavanderia'' si offrì Maggie ''è meglio tenere quella mano all'asciutto''

Carol si allungò per stringere  il braccio della giovane ragazza con la sua mano buona ''Sei gentile,Maggie.Ma ce la posso fare anche con una mano sola.Sono un'esperta.Un paio di anni fa mi ruppi persino il polso e me la cavai comunque benissimo'. Non era la precisa verità,era stato Ed quello che le aveva rotto il polso.Carol si rese conto che gli altri iniziarono a sospettare qualcosa del genere,anche se nessuno di loro disse niente,e lei apprezzò.Si alzò in piedi. 'Bene, quelle lattughe non si pianteranno da sole'.

''No'' disse Rick irremovibile ''Non vogliamo che ti prenda qualche infezione scavando nella terra,Carol''  le sorrise ''penso che sarai felice di occuparti di Judy per un paio di giorni''

''Non ho bisogno di un baby sitter''

''Beh,bene'' continuò Rick ''mia figlia si invece'' la sua faccia si rilassò ''e lei adora sua zia Carol''

''Oh divertente,Rick'' disse Carol fingendo di accettare riluttante ''fai leva sui miei sentimenti''

le labbra di Rick si sollevarono in un sorriso ''mi piace giocare sporco''  ammise ''è così che funziona in questi giorni''


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Daryl continuava a camminare avanti e indietro sulla cima del bus rovesciato,tenendo d'occhio i vaganti alle recinzioni ma anche guardando regolarmente verso il cancello che conduceva all'interno della prigione.
Carol aveva detto che sarebbe tornata subito,perché diavolo ci stava mettendo così tanto? Scoccò un'occhiata rabbiosa in direzione di Axel che stava docilmente finendo di piantare il resto dei semi.

Axel sollevò lo sguardo e si accorse che Daryl lo stava fissando ''Te l'ho detto,amico'' gli disse ''è stato un incidente.Non intendevo fare nessun male a Carol''

Daryl puntò incazzato il dito contro di lui ''Ti ho detto di non parlare,idiota.Sei fortunato che non ti abbia fatto saltare tutti i denti''

''Se vuoi,andrò a scusarmi con lei un'altra volta'' rispose Axel desideroso di rimediare in qualche modo.

''Quello che voglio che tu faccia è che chiuda quella cazzo di bocca e se dovessi vederti nuovamente a cento metri da lei o anche solo se ti  dovessi sentire ripetere nuovamente il suo nome,penso che darò qualcosa da mangiare ai nostri amichetti là fuori'' Guardò incredulo Axel smettere di lavorare a avvicinarsi a lui.Questo ragazzo non riusciva a prendere un consiglio per buono,anche se questo consiglio gli fosse stato ficcato giù per la gola.

Axel allungò il collo e tornò a rivolgersi a lui ''Beh,voi due state uscendo insieme o cosa?''

''Che??' rispose Daryl duramente.La domanda era così ridicola per più di un motivo.Erano nel bel mezzo di un'apocalisse zombie,sopravvivere era l'unica cosa per il quale trovavano del tempo.

''Tu e Carol' continuò Axel ,ignorando il pericolo in cui si stava per cacciare ''sembri essere molto protettivo nei suoi confronti''

''Siamo tutti protettivi nei nostri confronti' ringhiò ''specialmente quando degli stronzi ci colpiscono con dei forconi''

''Lo sai che non è lesbica,vero?''

Daryl sbatté le palpebre e lo fissò incredulo

''Insomma,io gliel'ho chiesto e lei me l'ha detto''

che cazzo c'era di sbagliato in questo ragazzo? Daryl continuò a fissare Axel con un'espressione dura e indecifrabile

''è solo che se tra voi due non c'è niente,pensavo di farmi avanti'' buttò li casualmente ''non voglio pestare i piedi a nessuno ma è passato un bel po di tempo da quando..beh..se capisci cosa intendo''

Daryl sollevò la balestra fino a inquadrare Axel all'interno del mirino

Axel sembrava confuso da quest'ultimo gesto aggressivo ''allora,c'è qualcosa tra voi..vuoi che mi faccia da parte?''

il dito di Daryl si strinse sul grilletto ,valutando la possibilità di sbarazzarsi di questo fastidioso spreco di spazio.

''Pensi di sparare a qualcuno,Daryl?''

Daryl non spostò lo sguardo dal mirino e da Axel mentre rispondeva a Rick che gli aveva appena raggiunti ''Si.Ci sto facendo un pensierino''

''Sono venuto a dirti che Carol sta bene''

''No,non sta bene'' rispose lui seccato ''grazie a Mr merda al posto del cervello qui'

''Di nuovo,sono veramente dispiaciuto per quanto è successo' disse Axel velocemente. Rivolse a Rick uno sguardo implorante ''ti prego non lasciare che mi uccida,stavo solo cercando di dare una mano a Carol''

''Hey!Che cosa ti ho appena detto per quanto riguarda il pronunciare il suo nome?' sputò con rabbia Daryl

Axel fece una faccia confusa ''Beh,come vuoi che la chiami? Com'è il contrario di lesbica?Non-lesbica?Anti-lesbica?''

Daryl abbassò la balestra e scosse la testa allibito ''Quanta erba ti sei fumato,amico?Perché penso che nella tua testa non ci siano rimasti nemmeno due neuroni a farsi compagnia a vicenda''

Rick si mise in mezzo ''Axel,perché non finisci di sistemare l'orto?''

Axel rivolse a Daryl uno sguardo ansioso ''non mi sparerai alle spalle non appena mi volterò,vero?'

''C'è solo un modo per scoprirlo'' rispose Daryl,con un'espressione imperturbabile.

Axel si voltò e con un'ultima occhiata terrorizzata a Daryl, si affrettò a tornare al lavoro.

Daryl lo guardò andare via ''dimmi perché ancora non l'abbiamo ucciso'' chiese rabbioso

''Abbiamo bisogno dei muscoli' disse Rick semplicemente ''siamo rimasti in pochi e la mancanza di T-dog si sta facendo sentire''

''Lui non è T-dog' sputò fuori Daryl tristemente

''No,non lo è..'' confermò Rick.Abbassò la testa ''sono venuto a sostituirti.Hai bisogno di un po di riposo.Sei stato di guardia per quasi tutta la notte''

''Sono apposto''

''Non era una proposta''

Daryl guardò in basso verso di lui ''Mi stai dando un ordine?''

''Vuoi costringermi a farlo?''

Daryl scosse le spalle e scese dal bus fermandosi di fronte a lui ''Se mentre pulisci la tua arma dovesse accidentalmente capitare che un colpo parta nella sua direzione e gli faccia saltare via la testa,beh sappi che per me non sarà un problema''

Rick sorrise ''Lo terrò a mente''

Daryl si sistemò la balestra sulla spalla e si incamminò verso la prigione,rivolgendo un'ultima occhiata minacciosa a Axel mentre lo superava.L'altro uomo spostò velocemente lo sguardo e Daryl sperava che lo stesse prendendo sul serio.Ne avevano passate troppe,avevano combattuto con le unghie e con i denti per sopravvivere e avrebbe preferito andare dritto all'inferno piuttosto che permettere a qualche ritardato pezzo di merda di mettere tutto quanto a rischio.Non era  felice della decisione di Rick per quanto riguardava il permettere a Oscar e Axel di far parte del loro gruppo.Capiva il perché,ma questo non significava che doveva piacergli l'idea.Daryl non si fidava di loro.Erano rimasti in pochi e questo mondo aveva già abbastanza incertezze.Per la prima volta nella sua vita,Daryl aveva delle persone che riteneva importanti,all'infuori di suo fratello.Persone per cui avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per tenerle al sicuro.Non avrebbe permesso a una coppia di poveri criminali di essere un problema.Varcò l'ingresso della prigione e si incamminò lungo i corridoi che portavano al blocco C dove dormivano.Entrò e si guardò intorno.

''E' su con Judy'' disse Beth che stava preparando qualcosa da mangiare per cena.

Daryl la ringraziò con un cenno della testa e salì gli scalini due alla volta.Poggiò la balestra sul letto nella sua cella e andò verso quella dove Rick dormiva con la piccola.Arrivò all'esterno e mise la testa dentro per osservare Carol mentre dava da mangiare a Judy ''Hey'' disse per avvisare del suo arrivo.Posò lo sguardo sulla mano bendata e lo fece scorrere lungo tutta la sua figura.

Carol sollevò lo sguardo e sorrise ''Hey''. Riabbassò lo sguardo mentre guardava Judy poppare con piacere ''sono costretta a fare la babysitter fino a nuovo ordine''

Daryl annuì,felice di sentirlo. ''Come va la mano?''

''Bene'' disse Carol impassibile ''ma penso che sarà la fine della mia carriera come pianista.E' un peccato,ero stata ingaggiata per un tour europeo il mese prossimo'' guardò la mano bendata ''ma,a parte questo, Hershel pensa che sopravvivrò' sollevò un sopracciglio e guardò verso di lui ''Vedo che non ricoperto di sangue,posso dare per scontato che Axel è ancora tutto intero?'

Daryl grugnì ''Per ora.''

Carol scosse la testa e tornò a concentrarsi sulla neonata  ''E' innocuo.''

''Certo,ho solo immaginato lui che ti trafiggeva una mano con un forcone''

Carol proruppe in una risatina . ''D'accordo.Forse innocuo non è proprio la parola adatta a lui''

''Ce l'ho io una parola adatta a lui'' brontolò Daryl

''Non di fronte alla bambina.'' scherzò lei ''voglio che arrivi almeno a sei mesi prima di dover sentire la sua prima parolaccia''

le labbra di Daryl si sollevarono in un sorriso ''Sta andando in giro con la compagnia sbagliata se crede che questo desiderio si possa avverare''

Carol rise ''penso proprio che tu abbia ragione''

Daryl annuì , e rassicurato dal fatto che Carol stesse bene si diresse nella sua cella per chiudere un attimo gli occhi.


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Il gruppo sedeva attorno alla mensa comune,mangiando la cena,le uniche persone che mancavano all'appello erano Oscar e Axel,poiché occupati con il loro turno di guardia

''Indovinate che cosa è domani?'' disse Glenn mentre ingurgitava un boccone di scoiattolo

''Un altro giorno in paradiso?'' rispose cinicamente Rick

''No'' disse Glenn , senza scoraggiarsi , ''è il 21 giugno,solstizio d'estate''

Carol sollevò la testa fissando sorpresa Glenn.''come fai a saperlo?'' Era stato troppo faticoso tenere il conto dei giorni e dei mesi mentre cercavi di combattere per la tua sopravvivenza un giorno si e l'altro pure.Il gruppo cercava di mantenere una guida rozza basata sul fatto che il tempo fosse caldo o freddo e così cercavano di stabilire una vaga posizione sul calendario.

''Ci stavamo occupando degli zombie e abbiamo trovato l'ufficio del guardiano'' disse Glenn preso dalla conversazione. ''Aveva una di quelle sveglie-calendario,sapete,di quelle che vanno a batterie e funzionava ancora''

''Quelle batterie faranno una brutta fine'' osservò Hershel  ''continueremo a lavorare,anche fino alla fine del mondo.''

''Già,peccato che non ci sia nessuno che possa comprarle'' disse Maggie ironicamente.

''Ricordate quando i soldi servivano a qualcosa?'' chiese Glenn. Scosse la testa ''Dio,sembra passato così tanto tempo da allora''

''Che cos'è il solstizio d'estate?'' chiese Carl.

''E' il giorno più lungo dell'anno'' rispose Glenn.

Hershel scosse la testa ''Non esattamente.E' quando l'asse di rotazione terrestre è più inclinato verso il sole.Questo significa che così,il sole riesce a raggiungere il punto più alto nel cielo quel giorno.''

''Oh..'' disse Carl.

Rick sospirò. ''Stai perdendo un sacco di scuola''

''Tutti i ragazzini l'hanno persa'' precisò Maggie. ''Andranno perse un sacco di cose a causa di tutto questo''

Daryl sbuffò. ''A che cosa servirebbe imparare qualcosa leggendo un libro in questo mondo?Tutto quello che hai bisogno di sapere è sparare con precisione e sapere usare un coltello.''

''Forse alcune persone vorrebbero di più per i loro ragazzi rispetto a ..'' Maggie si bloccò bruscamente.

Daryl sollevò lo sguardo dal suo piatto di cibo ''Rispetto a cosa?A un villano coglione?''

''Non volevo dire quello'' disse velocemente. ''sai bene che senza di te questo gruppo sarebbe stato perso,Daryl.''

''Si'' replicò Daryl con voce strascicata , fissandola, ''nessuno ci voleva attorno fino a quando non è arrivata l'apocalisse e dopo improvvisamente siamo diventati le fottute ragazzine da invitare al grande ballo''

Carol non riuscì a resistere.Iniziò a ridere,coprendosi la bocca con la mano per cercare di trattenersi.Daryl la guardò ,con una malizia raramente presente nei suoi occhi.Gli altri si aggiunsero alle risate,la tensione si alleggerì

''Dovremmo fare una spedizione in città domani''  continuò Rick quando le risate finirono. ''Abbiamo quasi finito il latte artificiale e i pannolini per Judith''

''Mangia così tanto'' concordò Carl prontamente.

''Non più di te alla sua età,amico'' disse suo padre con vago divertimento.

Carl storse il naso ''Terribile''

Axel entrò nella stanza , appena finito il suo turno di guardia come vedetta. ''Che buon profumino''

''Serviti pure'' lo invitò Hershel

Axel prese subito un piatto di stufato di scoiattolo e si diresse verso il posto libero accanto a Carol

Daryl non si disturbò nemmeno a sollevare lo sguardo dal suo piatto mentre pronunciava un secco ''No.''

Axel esitò e deviò verso il posto vicino a Carl

''No.'' ripeté Daryl.Un ovvio avvertimento nella sua voce.

Axel allora provò a sedersi vicino a Beth.

''Oh diavolo,no.''  disse duramente,continuando a mangiare il suo stufato.

L'espressione di Axel divenne confusa e Daryl  alzò il viso,inchiodandolo con il suo sguardo.L'altro uomo indietreggiò lentamente e finì con il sedersi in un angolo da solo,lontano da tutto il resto del gruppo.Gli altri non commentarono,continuarono a mangiare,appoggiando silenziosamente la decisione di Daryl.

Carol notò che nell'ultimo periodo questo capitava spesso,appoggiare una decisione senza fare nessuna domanda.Era una prova della loro complicità ma in questo momento era un qualcosa che avrebbe preferito evitare. ''Andrò in città,'' si offrì volontaria. ''Non partecipo a una spedizione da troppo tempo,sarebbe un cambiamento piacevole.''

Rick sembrava preoccupato. ''E la tua mano?''

''Mi porterò un autista,'' disse Carol semplicemente. ''La città è tranquilla in questo periodo. Non dovrebbe essere un problema.''

''Verrò con te,'' disse Daryl. ''Possiamo partire domani mattina dopo la colazione.''

''Mi serve il tuo aiuto per ripulire il cancello a sud,'' Rick gli ricordò.

''Non può aspettare un giorno?'' si lamentò Daryl

''No,'' controbatta Carol, ''in questi giorni i vaganti sono aumentati e continuano ad arrivare.Dobbiamo liberarcene.Andrò con Axel.''

''Cosa??'' rispose Daryl, fissandola incredulo.

''Cosa?'' disse Axel  ancora più sorpreso di lui dal suo angolino in fondo alla stanza.

Carol fissò Axel  con un'espressione rilassata. ''Tu sei d'accordo?''

Axel era scioccato. ''Ah..si..okay.Posso farlo.''

Rick la stava fissando. ''Carol, ne sei proprio sicura?''

''Si.''

''Quello ti ha quasi uccisa questa mattina,'' sputò Daryl con rabbia. ''Vorresti mettere la tua vita nelle mani di questo stronzo con la merda al posto del cervello?

''Senza offesa,'' disse Axel

''Sta zitto,coglione,'' ringhiò Daryl , per niente contento della sua decisione

Carol osservò le espressioni preoccupate di tutto il gruppo e sapeva che non poteva dire loro il vero motivo per cui  l'indomani aveva bisogno di essere solo lei e Axel. ''Sentite , questi ragazzi possono essere parte del nostro gruppo oppure no.Se sono qui per restare, allora dovremmo lavorarci insieme.'' Resse lo sguardo di Rick con sicurezza . ''Tu hai preciso la decisione di farli restare.Io mi sto solo comportando di conseguenza.''

Rick sembrava combattuto mentre lanciava un'occhiata a Daryl che aveva un'espressione illeggibile sul viso mentre tornava al suo stufato,prendendo a forti cucchiaiate le verdure quasi come se volesse distruggerle

''S-se vuoi io posso andare con te e Axel,Carol'' si offrì Beth timidamente

Carol le sorrise ''Devi stare con Judith,Beth.Io e Axel  ce la caveremo benissimo,vero?''

''Puoi giurarlo.''

''Allora d'accordo'' accettò Rick riluttante

Daryl si alzò improvvisamente e lanciò il piatto vuoto su un tavolo adibito a lavatoio.Non guardò nessuno di loro in particolare mentre afferrava la sua balestra.''Vado a pattugliare,'' disse mentre usciva fuori dalla stanza

A Carol dispiaceva vederlo andare via ,ma sapeva che quando era in quello stato sarebbe stato meglio evitarlo.Dopotutto,non era ancora pronta a parlare del perché aveva bisogno di fare questa cosa.Guardò in basso dentro il suo piatto,cambiando argomento, ''E' veramente buono,Beth''

''Si'' concordò Glenn prontamente,forse altrettanto desideroso di cambiare argomento per alleviare la tensione che si era creata nuovamente ''Dovresti scrivere un libro,101 modi per cucinare uno scoiattolo''

Il resto del gruppo rise della battuta e Carol si unì a loro,non voleva che nessuno si preoccupasse per lei ,specialmente riguardo a domani.Aveva già i suoi pensieri...

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Capitolo 3
*** Tuffo nel passato ***


echoes capitolo tre Salve a tutti ed ecco a voi (finalmente) anche il terzo capitolo fresco fresco di traduzione!
Stavolta si tratterà di un POV riguardante esclusivamente Daryl..un capitolo transitorio e introspettivo che servirà per aprire la strada per i prossimi,abbastanza movimentati,che stanno per arrivare.
Ringrazio tutte le persone che hanno trovato il tempo per leggere questa storia,chi ha recensito qui e anche sul gruppo FB e vi rinnovo nuovamente l'invito a recensire e dirmi cosa ne pensate..
Un ringraziamento particolare va a LouBlue,per la risposta gentile e disponibile che mi ha dato e per aver pensato e scritto questa fantastica storia.
Sarebbe un piacere per me leggere le vostre sensazioni e i vostri punti di vista..per quanto riguarda la storia e anche per quanto riguarda la qualità della traduzione..


Buona lettura a tutti!     XXX





Capitolo 3

Daryl sedeva con le gambe incrociate sul duro pavimento della prigione,dondolandosi avanti e indietro mentre sbatteva a terra ripetutamente il coltello di Carol più e più volte.Il suo sguardo era fisso sulla porta di metallo di fronte a lui,mentre cercava di trovare la forza,in qualche modo,per fronteggiare qualsiasi cosa l'attendesse dall'altra parte.Prima erano passati oltre senza esitazione,dando per scontato che i colpi appartenevano a un vagante che cercava debolmente di uscire.Ma quando aveva trovato il coltello di Carol conficcato nel collo di uno di questi,una paura terribile si era fatta strada attraverso tutto il suo corpo.L'aveva già persa una volta,Dio era così crudele al punto da volergliela portar via nuovamente?Forse si.Daryl non aveva mai capito il senso dell'umorismo di questo figlio di puttana.Quando avevano trovato T-dog e la sciarpa che Carol indossava aveva pensato al peggio.Lo avevano fatto tutti.Uno di quei pezzi di merda di zombie l'aveva uccisa e non erano rimasti che dei resti da seppellire.Lui e tutti gli altri si erano occupati di raccogliere i pezzi della carne strappata e delle viscere rimasti nel corridoio e li avevano seppelliti in due tombe,pensando di star seppellendo T-dog e Carol.

E se si fossero sbagliati?

Cosa sarebbe successo se Carol fosse stata solamente morsa e ora stesse vagando attraverso i corridoi della prigione?Che cosa sarebbe successo se lei fosse diventata una di quegli esseri che avevano ucciso la sua stessa figlia e avesse avuto il bisogno che uno di loro ponesse fine alle sue sofferenze,proprio come erano stati costretti a fare con Sophia?Le labbra di Daryl si contrassero,la sua espressione si indurì.Sembrava proprio nello stile di Dio, tutto questo fottuto circolo di vita e di cazzate varie.Bene Dio,fottiti.Daryl sbatté il coltello nel muro dietro di lui in un gesto violento,con la rabbia che si impadroniva di ogni singola fibra del suo corpo.Fottiti per avermela fatta perdere ancora una volta,cazzone.Il coltello cozzò nuovamente contro il muro,facendo volare via dei pezzi di intonaco di cui Daryl nemmeno si accorse.Si mise in piedi,andando avanti e indietro davanti alla porta,sapendo che doveva riuscire a farlo.Doveva essere lui a farlo.Carol avrebbe voluto così.Daryl digrignò i denti in un moto impotente di rassegnazione.Fanculo,Carol avrebbe voluto essere ancora viva.Scoccò un'occhiata piena di rabbia alla porta mentre ci passava nuovamente davanti.Non sarebbe dovuta andare così.Daryl si sentiva già come se avesse il sangue di Sophia sulle sue mani,come avrebbe fatto a vivere se avesse dovuto aggiungerci anche quello di Carol?Lei non meritava una fine del genere.Forse Dio non l'aveva già fottuta abbastanza con quel pezzo di merda di marito e obbligandola a guardare mentre il cervello di sua figlia schizzava fuori dalla sua testa?Aveva davvero bisogno di finire il lavoro obbligando Daryl a doverla aggiungere alla lista?Aveva voglia di urlare contro questa ingiustizia,ma invece afferrò il corpo dello zombie che bloccava l'apertura della porta e lo trascinò lontano in modo da liberare l'ingresso.

Si sollevò,preparandosi per il peggio.Strinse forte il coltello di Carol nelle sua mani e spalancò la porta con un calcio,il suo corpo pronto per la lotta.Il braccio destro era alzato per proteggersi mentre la sua mano reggeva il coltello al di sopra della sua testa,pronto per qualsiasi cosa sarebbe potuta saltare fuori dalla stanza buia.Strizzò gli occhi per riuscire a vedere qualcosa all'interno del ripostiglio oscuro,gli occhi dardeggiavano da una parte all'altra mentre cercava di trovare la fonte della cosa che produceva quel suono.Il suo sguardo si poggiò infine sul corpo steso a terra,con le spalle contro il muro,le ginocchia sollevate contro il petto.Riconobbe l'esile figura di una donna mentre questa girava lentamente il volto per guardare verso di lui.Daryl toccò il fondo quando riconobbe il viso di Carol ,solo che al posto di quei grandi occhi blu intenti a cercare i suoi,degli occhi annebbiati e iniettati di sangue lo stavano fissando.Le sue guance erano scarne,la pelle pallida iniziava a scolorire formando orribili macchie,marcendo dall'interno.Daryl gelò,incapace di distogliere i suoi occhi dallo zombie che Carol era diventata.Sentì delle urla e sapeva che forse erano state proprio le sue,ma non riusciva a capire se avesse urlato veramente o se il tutto fosse solo dentro la sua testa.Daryl si era concesso il lusso di  avere il coraggio di poter ancora sperare,solo per un secondo, e questa era la ricompensa?Non era stato in grado di salvare Sophia,non era stato in grado di salvare nemmeno lei.Solo per una fottuta volta,avrebbe potuto non perdere qualcuno di cui aveva bisogno?La sua famiglia,suo fratello - era come se una maledizione avesse deciso di strappargli via qualsiasi cosa per cui fosse stato così stupido da riporci le sue speranze.

Carol fece un rumore sibilante,mentre si sollevava in piedi lentamente.Oscillava con incertezza, i suoi occhi assenti non lasciavano mai  il viso paralizzato di Daryl.Si girò verso di lui e si trascinò fuori dalla cella,la sua fame di carne fresca la guidava.Daryl fece un passo indietro,il coltello ancora sollevato sopra la sua testa ma non riuscì a dare il colpo mortale.Poteva sentire la voce di Merle urlare nella sua testa.Fallo,ragazzo,uccidila.E' la sopravvivenza del più forte.Nessuno si prenderà cura di te se non te stesso.Ricordatelo sempre.E Daryl ricordava eccome.Per tutta la sua vita aveva tenuto tutti quanti a distanza,focalizzandosi solo solo sua sopravvivenza e nulla più nella dura realtà di questo mondo.Ed era sopravvissuto si..ma poi era arrivata la fine del mondo e improvvisamente si era ritrovato catapultato in questo nuovo gruppo e tutte le regole erano cambiate.Era soddisfatto del fatto di essere riuscito a rimanere in vita e basta,ma poi Carol aveva deciso per lui che questo non era abbastanza.Lo aveva trascinato con la forza in questo nuovo mondo dove le persone contavano qualcosa e tu contavi qualcosa per loro.Era stato terrificante quanto coinvolgente.

In principio Daryl si era ritrovato a combattere con questi nuovi sentimenti di appartenenza.Per lui erano completamente sconosciuti ed era pronto all'eventualità di poterli perdere da un momento all'altro.Ma in un giorno come un altro,si era svegliato e si era guardato attorno, tutti si stavano preparando per iniziare una nuova giornata nel bel mezzo dell'Apocalisse,e fu allora che si lasciò convincere che era veramente dove era giusto che fosse.Faceva parte di questo.Tutti gli altri,in questo nuovo mondo avevano perso tutto quello che avevano sempre avuto,ma Daryl no,lui aveva scoperto qualcosa che non aveva mai conosciuto prima.Lui contava qualcosa.Ma appartenere a qualcuno comportava un prezzo da pagare.Significava che le persone potevano prendere il controllo delle tue emozioni.Per tutta la sua vita aveva subito e ne aveva avuto abbastanza.Fu quando conobbe Carol che iniziò a capire il perché stesse cercando di sopravvivere.Aveva uno scopo adesso,un punto fisso e il fatto che Carol avesse bisogno di lui glielo confermò.Il loro silenzioso e reciproco accordo era che lui sarebbe rimasto in vita per lei e che lei avrebbe fatto lo stesso per lui.Trovarono un modo di andare avanti su questo pianeta fottuto con le loro disastrose vite,insieme.

Ma Carol non aveva mantenuto la sua parte della promessa.Era stata morsa e ora lo aveva abbandonato. ''Accidenti a te,stupida'' , disse Daryl con voce rauca,rotta per l'emozione.''Accidenti a te da qui fino all'inferno''.Ma Carol era già all'inferno e lo aveva portato insieme a lei.Daryl strinse la presa sul coltello ma continuò a indietreggiare mentre Carol si trascinava verso di lui,scattando e ringhiandoli contro.Sbatté la schiena contro il muro del corridoio.Era arrivato il momento di finirla,di mettere fine alle sofferenze di Carol.Lo sguardo fisso di Daryl si soffermò sul lavoro che Carol stava facendo per avanzare verso di lui.Tutto quello che doveva fare era un passo avanti e sarebbe stato abbastanza vicino da poterle piantare il coltello in testa.Fallo,femminuccia.La voce di Merle lo scherniva.Sii un uomo.Uccidi questa puttana,non conta niente per te.Sei un Dixon ,fratello.Non abbiamo bisogno di nessuno se non di noi stessi.


C'era stato un tempo in cui questa era stata un'assoluta verità.La mano di Daryl si aprì e si richiuse sul coltello,ma ancora non riusciva a colpire.Quel tempo ora faceva parte del passato.Lui era cambiato e non poteva più tornare indietro adesso.Ancora peggio,lui non voleva tornare indietro.Carol aveva rovinato la sua vita costruita attorno a una piacevole e sicura insensibilità.E adesso Daryl non riusciva a ricordare che senso avesse sopravvivere se doveva essere condannato a una vita di solitudine.Si afflosciò contro il muro,abbassò il braccio e il coltello scivolò dalla sua presa e andò a finire sul pavimento.Daryl non fece nulla per proteggersi mentre Carol si avvicinava.Anzi,lacrime di rabbia riempirono i suoi occhi mentre li teneva fissi in quelli di quella che una volta era stata Carol.Era stato sempre in grado di vedere attraverso quei suoi occhi chiari e limpidi e adesso non ci riusciva più.Lei era andata e forse anche lui era andato insieme a lei.Perché diavolo stava continuando a combattere in ogni caso?.Daryl non riusciva più a ricordare.Era stata sempre lei a farlo per lui ma adesso non avrebbe più potuto farlo.Le mani di Carol salirono al suo petto,la sua faccia deformata dal desiderio della carne.Daryl rimase immobile mentre lei balzò in direzione del suo collo,strappandogli via con un morso la carne e i muscoli.Sentì il calore del suo sangue scorrere su entrambi mentre lasciava fare a Carol ciò che doveva fare,non gli importava più della vita che stava ora abbandonando il suo corpo.I denti di Carol strapparono il suo collo in un altro attacco frenetico e Daryl si gustò quell'ultimo dolore,non desiderando altro che raggiungerla in un mondo dove non avrebbe avuto più nulla da perdere.

Daryl si drizzò bruscamente a sedere,nel suo materasso,con il cuore che martellava,il rumore assordante del sangue ancora nelle sue orecchie.Si afferrò il collo mentre il sudore colava sulle palpebre.Non c'era nessuna ferita,non lo stavano mangiando vivo.''Cazzo'' disse con voce roca,cercando di scrollarsi di dosso l'orrore del suo incubo,ancora perseguitato dall'immagine onirica di quello che aveva appena vissuto.Guardò verso il blocco di celle nell'oscurità,cercando di capire se aveva svegliato qualcuno a causa dei suoi incubi,ma non sentiva che il silenzio.Emise un respiro spezzato,cercando di riguadagnare il controllo.Si passò le mani tra i capelli e le strofinò sul suo viso sudato.Gli incubi erano qualcosa di normale per tutti,al giorno d'oggi,ma questo era stato veramente assurdo,anche per gli standard dell'Apocalisse.Improvvisamente Daryl ebbe questo terribile sospetto che non fosse stato semplicemente solo un sogno.La paura lo spinse ad alzarsi e quasi a correre per andare a controllare la cella dove solitamente Carol dormiva.Arrivò all'esterno e esitò prima di guardare dentro,ancora cercando di distinguere il sogno dalla realtà.Aveva bisogno di sapere che lei era là dentro,che stava dormendo in uno di quei scomodissimi materassi dei letti della prigione.Aveva bisogno che il suo ricordo di come l'aveva trovata e di come l'aveva  portata al sicuro fosse quello che era veramente accaduto.Si fece forza e fece un passo avanti,guardando all'interno della cella buia.Il sollievo pervase il suo corpo non appena vide la sagoma di Carol tranquillamente addormentata.Il viso rilassato nel sonno,le preoccupazioni che l'avevano perseguitata sparite mentre sognava i suoi sogni.Daryl si accasciò contro lo stipite della porta e continuò a fissarla.Sperava che i suoi sogni fossero infinitamente più dolci del suo.

La coperta di Carol era scivolata un po e i suoi piedi erano scoperti.Daryl non ci pensò nemmeno.Entrò nella sua cella,scalzo e silenzioso sul freddo e duro pavimento e delicatamente la risistemò fino a coprirla completamente.Lei non si mosse.Il sonno,quando riuscivi ad addormentarti,dipendeva dal fatto che avevi raggiunto il limite ed eri esausto e lui era felice che Carol avesse finalmente trovato un po di pace.Anche se lo stesso non si poteva dire di lui.Daryl si girò e uscì dalla sua cella.Scosse le spalle mentre camminava nella passerella in mezzo alle celle,troppo irrequieto per provare nuovamente a dormire.Un impercettibile rumore nella parte inferiore del blocco lo mise subito in allarme.Tornò velocemente al suo letto e raccolse la balestra.Si insinuò giù per le le scale di metallo e si voltò per sbirciare attraverso gli spazi tra un gradino e l'altro verso l'area adibita alla preparazione del cibo.Pronto nel caso in cui uno di quei vaganti fosse in qualche modo riuscito ad insinuarsi nel loro paradiso sicuro.Sollevò la balestra mentre un'ombra svoltò l'angolo.Il suo dito si spostò sul grilletto.Axel passò attraverso lo spicchio di luce lunare che penetrava attraverso i finestroni sopra di loro appena in tempo per evitare di prendersi una freccia in mezzo agli occhi.

Si girò e vide Daryl che lo squadrava e un rantolo subito gli sfuggì.Sollevò la mano che non stava reggendo la ciotola piena di avanzi dello stufato. ''Whoa,amico,non sparare!''

Daryl sbuffò annoiato,abbassando la sua balestra e lanciandogli un'occhiataccia.

Axel sembrava un po preoccupato. ''Rick ha detto che era ok mangiare ciò che era rimasto della cena'' disse velocemente. ''Ti giuro che non sto rubando ne niente di simile,amico''

Daryl non disse niente, continuò semplicemente a fissarlo con quell'espressione dura e indecifrabile sul suo viso mentre si sedeva sui gradini.

Questo servì solo a rendere Axel ancora più nervoso. ''Ah,lo sai,non hai nulla di preoccuparti per quanto riguarda me e Carol e la spedizione di domani''. La sua abitudine di iniziare a parlare troppo quando era terrorizzato si fece largo.''Sarò un vero gentiluomo,puoi contarci.Lei è stata così gentile con me.''  Axel sembrava sorpreso. ''Non dico che tutti voi non lo siate stati, ma Carol è stata così carina a proposito del nostro piccolo incidente oggi''

La mascella di Daryl si strinse, il suo sguardo ora carico di rabbia omicida.

Axel si rese conto di aver fatto un errore a menzionare nuovamente quello che era accaduto con Carol. ''Tu sai che è stato un incidente'' continuò velocemente. ''Non farei mai del male a una donna così bella come lei.'' Axel fece una pausa per prendere il respiro. ''Non sto dicendo che farei del male a una donna brutta.Volevo solo dire che non farei mai del male a nessuna...'' si zittì sotto lo sguardo sempre più adirato e silenzioso di Daryl.Le spalla di Axel si afflosciarono. ''Se domani dovesse accaderle qualcosa mi ucciderai,vero?''

Daryl non rispose,ma si assicurò che la risposta fosse comunque ben visibile sul suo volto.Se Carol fosse tornata con qualcosa di più grave di una scottatura,lo avrebbe scuoiato vivo.Sapeva di non essere completamente razionale,ma non gliene fregava un cazzo.La ragionevolezza era per un mondo dove la morte non cercava di artigliarti ogni secondo della giornata.Essere ragionevoli era un lusso delle persone che potevano ancora prendersi del tempo e loro sapevano che il loro era esaurito.Sapeva chi era Axel.Un opportunista.Avrebbe detto qualsiasi cosa a qualsiasi persona pur di riuscire a sopravvivere.Il tossico avrebbe cambiato le sua lealtà in un batter d'occhio se questo fosse servito a salvargli il culo.Daryl sapeva che stava partecipando a questa spedizione assieme a Carol per guadagnarsi il suo posto e assicurarsi qualche tipo di protezione da parte loro.Quello che non sapeva,e quello che lo faceva rodere ,era il perché Carol lo stesse facendo.Sapeva che non era interessata ad Axel nel modo in cui lui era chiaramente interessato a lei,quindi perché voler passare del tempo in compagnia di questo coglione?Daryl non riusciva a spiegarselo e la cosa stava minacciando di compromettere la sua stabilità.

Tutto quello che Daryl voleva fare era solo correre nuovamente nella sua cella,scuoterla fino a svegliarla e urlarle di non farlo,urlarle di non mettere la sua vita in mano a qualcuno che non faceva parte del loro gruppo.Ma invece diede solo un ultima occhiata dura al già terrorizzato Axel e si incamminò silenziosamente di nuovo nella sua cella.Non si fidava di quello che avrebbe potuto dire o fare se avesse nuovamente parlato di questo con Carol.Si sdraiò sul suo materasso e fissò senza metterlo veramente a fuoco  il soffitto grigio.Non importava quanto potesse pensarci,non riusciva a capire perché Carol voleva correre un rischio del genere.Daryl sapeva di non essere stato preso in considerazione appositamente ed era come se un peso di piombo avesse preso posto sulla bocca del suo stomaco.

Le cose erano state molto più semplici quando di queste persone non gli importava un cazzo.

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Capitolo 4
*** Rimpianti & Rimorsi ***


echoes capitolo 4 Capitolo 4


Rick consegnò la pistola a Carol. ''Ho messo delle pallottole in più nella borsa'', la informò. Scoccò ad Axel una silenziosa occhiata di avvertimento. ''Per sicurezza..''.

Carol infilò la pistola nella parte posteriore dei suoi pantaloni. ''Non ne avrò bisogno, ma grazie.''

''Se hai cambiato idea io sono sempre disposta a sostituirti'', si offrì Maggie.

Carol sorrise alla giovane donna. ''Non ho cambiato idea.''

Rick annuì. ''Bene,allora fareste meglio ad andare.''

Carol si avvicinò alla macchina dove Axel stava già aspettando, in piedi fuori dal lato del conducente.Era consapevole della presenza di Daryl in bilico ai margini del gruppetto che si era creato.Era una regola non scritta quella che non si dovessero fare grossi problemi per quanto riguardava le spedizioni in città.Sapevano tutti che era rischioso e che avrebbero potuto non rivedersi mai più,ma la possibilità che accadesse qualcosa alle persone che stavano uscendo era la stessa per le persone che restavano.Non si poteva mai sapere in che cosa ti stavi per cacciare là fuori ne dove saresti tornato.Se stavi troppo a pensarci,l'unica cosa da fare sarebbe stata quella di nascondersi al sicuro sotto uno di quei letti a castello della prigione.Così,loro non ne parlarono,perché queste cose andavano semplicemente fatte.Carol fece un cenno a Maggie e Rick che ricambiarono.

''Ci vediamo presto'', disse Rick e poi sparò un'ultima occhiata di avvertimento a Axel,per buona misura.

''Prima di quanto credi'' rispose Carol semplicemente,aprendo la portiera del lato del passeggero proprio mentre Daryl si avvicinava a lei.Fece una pausa e lo guardò.

''Stai andando?'' chiese rigidamente.

Carol resse fermamente il suo sguardo. ''Si.'' Riusciva a capire quanto fosse arrabbiato e anche quanto fosse dispiaciuto per questo,ma lei aveva bisogno di farlo. ''Fai attenzione oggi quando ripulite il braccio sud''

L'espressione di Daryl si oscurò. ''Non sono io quello che avrà bisogno di fare attenzione.''

Per un momento Carol pensò che avesse qualcosa da aggiungere in merito ma poi lui lanciò un'occhiata agli altri che li stavano fissando e sembrò cambiare idea. ''Allora.'' grugnì a Rick ''andiamo o no?Stiamo sprecando tempo qui.'' E detto questo girò sui suoi tacchi e tornò verso la prigione.

Carol lo guardò allontanarsi e sentì un'ondata di senso di colpa montarle dentro.A volte era così doloroso per lei guardarlo.Era come se stesse guardando una grande ferita ancora aperta.Viva e sensibile al tatto, ma una ferita che lavorava sodo per nascondersi sotto le sue cicatrici.Carol riusciva a capirlo perché lei si era sempre sentita nello stesso identico modo.Ma oggi, aveva le sue ferite di cui prendersi cura.Salì in macchina mentre Maggie correva ad aprire il cancello per loro.

Axel la guardò con un sorriso speranzoso sul volto. ''Pronta a partire?''

Carol annuì e lui avviò il motore,mentre si avviavano fuori dalla relativa sicurezza della prigione verso la vasta incertezza del resto del mondo.Viaggiarono in silenzio per alcuni minuti e poi Axel iniziò a parlare,ovviamente.

Stava guardando fuori dal parabrezza e dai finestrini con un grande sorriso sul volto. ''Sono stato dietro quelle mura per quattro lunghi anni.'' Axel fece un respiro profondo. ''L'aria della libertà ha un buon profumo''

''Non ti entusiasmare troppo'' lo avvisò. ''Il mondo non è più come ricordi''

''Si,ma ora sono un uomo libero'' rispose Axel, volendosi chiaramente assaporare quel momento.

Carol guardò fuori dal finestrino , una fitta di dolore le attraversò il cuore. ''A volte penso che nessuno di noi potrà mai più essere libero,'' mormorò più a se stessa che ad altri.

Axel le scoccò un'occhiata veloce prima di concentrarsi nuovamente sulla strada. ''Sono veramente lusingato che tu abbia scelto me per questa spedizione,Carol'' sorrise ''Mi farebbe piacere riuscire a conoscerti meglio.Non sono stato in compagnia di una donna per parecchio tempo.''

''La mia intenzione non era quella di farmi nuovi amici,Axel'' disse piano. ''Ho solo bisogno di sentirti parlare.''

Axel le scoccò un'occhiata perplessa. ''Parlare di cosa?''

''Qualsiasi cosa'' disse Carol semplicemente.

Ci fu una pausa abbastanza significativa. ''Allora,'' riprese Axel con voce strascicata ,una nota di aspettativa e speranza nella sua voce, ''Questo significa che posso parlare sporco con te?''

Carol continuò a fissare fuori dal finestrino. ''Non lo so,Axel'' replicò moderatamente Carol ''Saresti in grado di continuare a guidare se ti sparassi nelle palle?''

Axel fece un suono scontento. ''Sai non per offendere,ma in prigione ho incontrato persone meno violente.''

''Fattene una ragione'' lo avvisò ''e poi mettici una pietra sopra''.Voltò un po di più la testa nella direzione opposta per nascondere il suo sorriso.Tutti quegli anni di abusi passati con Ed,e solo una volta desiderò di poter avere il coraggio di dirgli qualcosa di simile.Il suo sorriso svanì.C'era così tanto rimorso.Così tanto che l'avrebbe divorata dall'interno se solo lei lo avesse permesso. ''Inizia a parlare Axel,dove sei nato?'' A Carol non importava niente,aveva solo bisogno di sentire il rumore delle inutili chiacchiere per riuscire a far passare questa giornata.E se c'era una cosa che Axel riusciva a fare,era parlare del niente.Gli altri ormai avevano perso quest'abitudine.Sprecavano il fiato solo per parlare di quello che contava veramente e sopravvivere.

''LA,ma i miei genitori si sono trasferiti qui quando ero ancora piccolo.Ho una storia divertente riguardo a questo se vuoi sentirla-''

Axel si lanciò in una articolata e complessa storia che Carol stava ascoltando a malapena.Guardava il paesaggio scorrere,ogni tanto intravedendo un vagante e si lasciò trasportare dai suoi ricordi.




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Rick fece un cenno a Daryl,facendogli capire che avrebbe svoltato il prossimo angolo per primo.Daryl annuì,la balestra carica e pronta a far fuoco.Si stavano occupando di eliminare i vaganti nella zona  sud da oltre un'ora e di trovare la fonte dalla quale provenivano.Per loro era importante riuscire a mettere in sicurezza questa zona,una volta che l'avrebbero trovata.E questo era il motivo per cui Rick si era portato dietro un sacco di utensili,lucchetti e cavi vari.Erano nella zona di servizio della prigione,qui i corridoi erano particolarmente stretti e difficili da ripulire.Ecco perché Rick aveva optato per portare solamente Daryl con lui.In due avrebbero lavorato meglio,ripulendo quest'area da soli.Mentre si facevano strada attraverso i vaganti Daryl aveva mantenuto un silenzio di tomba.Non era certo conosciuto per un tipo loquace,ma Rick non aveva bisogno di essere un genio per capire che cosa gli stava passando per la testa. ''Pensi che abbia fatto un errore a lasciar andare Axel con Carol,vero?'' , gli chiese mentre ripulivano meticolosamente la zona.

''Non stavo pensando proprio a niente'' rispose Daryl sbrigativamente.

Rick fece un sorriso privo di allegria,sempre concentrato sul suo lavoro,ma ormai divenuto così esperto nell'uccidere che avrebbe potuto sostenere una conversazione e eliminare vaganti nello stesso momento. ''Se c'è una cosa che ho imparato su di te,Daryl,è quella che tu stai sempre pensando a qualcosa.''

''Non ricordo di averti sentito chiedere la mia opinione su quei due prima di decidere che sarebbero rimasti nel nostro gruppo'' , ribatté Daryl cupamente,la balestra sollevata mentre teneva gli occhi aperti per il prossimo assalto.

Rick non si scusò per questo fatto. ''Te la sto chiedendo ora.''

La valutazione di Daryl  andò dritta al punto senza mezze misure. ''Quel pezzo di merda taglierebbe la gola a tutti noi se servisse a salvargli il culo.'' Uno zombie spuntò da dietro l'angolo e Daryl gli sparò una freccia dritta nel cranio.

''E Oscar?'' chiese Rick,senza perdere un colpo.

''Non è uno di noi.'' Scavalcarono il corpo dello zombie appena abbattuto,Daryl strappò la freccia dal corpo esanime mentre passava oltre . ''Nessuno di loro lo è.''

''Il gruppo sta diventando sempre più piccolo e di conseguenza più debole'', rispose Rick. Abbatté la sua ascia sulla testa di un altro zombie che sbucò fuori da uno dei corridoi .

''Non hanno nessuno interesse per il gruppo.Non gli importa.E i numeri non contano se non possiamo fidarci di loro.''

La loro conversazione venne interrotta brevemente da un numeroso gruppo di zombie che apparvero improvvisamente davanti a loro.Per qualche minuto ci fu solo il rumore delle ossa e dei cervelli che venivano fatti a pezzi mentre lui e Daryl si spianarono la strada attraverso la mandria.Dopo pochi e sanguinosi minuti loro due rimasero gli unici ancora in piedi.

''Carol si è offerta volontaria'' gli ricordò Rick.

Un altro zombie apparve poco più avanti e Daryl si scagliò velocemente sulla lenta creatura.Gli spaccò la testa con un unico colpo potente.Il sangue e il cervello schizzarono sulle pareti del corridoio. ''Si'', sputò fuori, cercando di ripulire il coltello dai resti dello zombie appena ucciso ''E non sei nemmeno un po curioso del perché lo abbia fatto?''

Rick calciò via la mano di uno zombie che lo aveva afferrato alla caviglia e tranciò in due il braccio con la sua ascia. ''Penso che avesse le sue ragioni.'' Si raddrizzò e fisso Daryl con uno sguardo serio. ''Credo che Carol avesse bisogno di fare questa cosa.''

''Con Axel?'' chiese aspramente . ''Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme , perché proprio lui?''

''Carol ha un buon istinto,'' disse Rick con calma ''E io mi fido di lei''

''Lo sai che non voleva che fossi tu a guidare il gruppo dopo che abbiamo lasciato la fattoria?''  ribatté Daryl ''Il suo istinto non pensava che tu fossi un uomo d'onore''.

Rick ripensò a quei tempi bui, la mascella si indurì al ricordo dell'uccisione di Shane e della magra consolazione che aveva ottenuto nell'essersi liberato di quella spina nel fianco. ''Penso che avesse ragione'' disse piano. Rick scosse la testa ''Io non so più che cosa significa o se c'è ancora un posto nel mondo per questo tipo di cose''.

''Tutto quello che so è che la nostra vita dipende dal fatto che ognuno di noi cerca di prendersi cura dell'altro'' Il volto di Daryl si indurì. ''Se non ci prendiamo cura di noi stessi allora chi altro lo farà?'' Passò accanto a Rick e prese il comando.

Rick si lasciò sfuggire un respiro pesante ,capiva quello che stava dicendo.Aveva capito anche che l'avrebbe ritenuto responsabile se fosse successo qualcosa a Carol.Rick si sentiva già responsabile per tutti,quindi Daryl non stava aggiungendo nulla di più al peso che già si portava sulle spalle.




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Carol gettò uno sguardo ai scarsi rifornimenti nel suo cestino e fece una smorfia frustrata. Avevano cercato lungo tutto il negozio e avevano trovato soltanto un barattolo di latte in polvere e un pacco di pannolini.Non era affatto sufficiente.Judith avrebbe avuto bisogno di molto di più.Axel aveva mantenuto un atteggiamento eccitato per tutta la durata del viaggio.Al momento stava indossando un paio di occhiali da sole. ''Come sono questi?''

''Inutili.'' rispose semplicemente Carol mentre si avviava fuori dal negozio.Era arrivata già alla macchina quando vide spuntare il primo vagante.Carol tenne d'occhio la creatura che avanzava lentamente mentre metteva il cestino sul sedile posteriore dell'auto.Finora erano stati fortunati,questo era stato l'unico e poi nient'altro gli aveva più disturbati.

Axel uscì improvvisamente dal negozio con il fucile da caccia in spalla ''E' mio.''

''No!'' sibilò Carol , ma era già troppo tardi.

Axel prese la mira e sparò lo zombie dritto in testa.Quello cadde a terra in un pasticcio di carne e ossa.

Axel sorrise,con ancora indosso gli occhiali da sole. ''Hai visto?'' disse felicemente ''Gli ho fatto un bel buco in testa''

''Non usiamo la pistola per eliminarne uno solo'' disse Carol infastidita. ''E' uno spreco di proiettili e inoltre fa troppo rumore''. Proprio in quel momento un altro vagante apparve in fondo alla strada ,seguito da altri due che barcollarono fuori da un negozio.Carol agitò una mano impaziente verso di loro ''Hai visto?''

''Li posso eliminare'' disse Axel fiducioso,puntando di nuovo il suo fucile.

''Hai sentito qualcosa di quello che ti ho appena detto?'' scattò Carol ''Sali in macchina.''

Axel sembrava non capire,ma abbassò il fucile e fece quello che Carol gli aveva detto.Carol salì in macchina registrando mentalmente il fatto che il numero di vaganti iniziava ad aumentare sempre di più.

''Ce l'avrei fatta'' borbottò Axel ,offeso come un bambino a cui avevano appena levato le caramelle.

''Avresti potuto uccidere tutti questi?'' chiese con voce piatta.Inclinò la testa verso il suo lato della vettura .Almeno una ventina di vaganti si stava dirigendo verso di loro

''Oh merda'' disse Axel incredulo ''Da dove sono sbucati questi?''

''Te l'ho detto,le cose non sono più come le ricordi.Sono ovunque.Ora metti in moto.Andiamo via di qui''

Axel avviò frettolosamente il motore e si scostò dal marciapiede. ''La strada che abbiamo fatto per arrivare fino a qui è bloccata'' disse,guardando la mandria  più avanti e iniziando a suonare un po impaurito.

''Fai inversione'' disse Carol ''Prenderemo la strada panoramica fuori città''

''E il carburante..'' protestò Axel

La risposta di Carol era laconica. ''Non abbiamo scelta adesso.Fai inversione e basta''

Axel finalmente ubbidì e si allontanò a grande velocità dal pericolo imminente.Sembrava nervoso e per una volta smise di parlare.Per Carol era stata roba da poco,non valeva nemmeno la pena di essere menzionata.Fino a quando non ti ritrovavi una di quelle cose in faccia,il respiro putrido a pochi centimetri,mentre cercava di sbranarti,non era niente di che.

''Dove stiamo andando?'' chiese Axel. guidando attraverso le strade della città e guardandosi intorno nervosamente.

Carol aveva da sempre un senso dell'orientamento abbastanza buono. ''Continua a svoltare a sinistra ,così dovremmo ricollegarci alla strada principale'' .Lanciò un altro sguardo al magro bottino dietro di loro.Non era valsa nemmeno la pena di sprecare il carburante per guidare fino a lì.Sentì un'ondata di inutilità pervaderla.

''Sei sicura che questa è la direzione giusta?'' lamentò Axel

''Sei sicuro che non lo sia?'' ribatté Carol,in vena di non fargliene passare più una liscia per oggi.Axel girò a sinistra come stabilito,ma qualcosa catturò l'attenzione di Carol. ''Aspetta,ferma la macchina!''

Axel frenò di colpo,costringendo Carol a mettere in avanti le mani per evitare di andare a sbattere sul cruscotto. ''Cosa?'' chiese ansiosamente ''Che c'è?Che cosa c'è che non va?''

''Torna indietro''

''Perché'?''

''Perché lo dico io''

Axel inserì ubbidiente la retromarcia

''Fermati qui''. L'auto sobbalzò  e si fermò.Carol scese osservando quello che prima avevo catturato la sua attenzione.''Ti prego'' sussurrò a se stessa,mentre una speranza piccola come la primavera sbocciava dentro di lei ''Per favore,Dio,fa che tra tutte questa sia una buona giornata''

''Cosa stai facendo?'' gridò un ansioso Axel ''Torna in macchina,dobbiamo andarcene'' Si guardò attorno ''Qui non è sicuro,Carol,ti prego'' si lamentò ''Torna in macchina.Non posso permettere che ti accada qualcosa''

Ma Carol non gli badò mentre sistemava meglio la borsa attorno alla spalla.Impugnò la pistola e avanzò determinata lontano dalla sicurezza della macchina.




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Daryl sistemò la balestra sulla spalla in una posizione più comoda mentre lui e Rick uscirono dal lato della prigione direttamente nella grande area erbosa che avevano ripulito la prima volta che avevano trovato la prigione.

''Dannazione pensavo che saremmo riusciti a trovare il punto da cui sono arrivati quei vaganti entro oggi'' disse Rick irritato

''Lo troveremo domani'' disse Daryl distrattamente.Era sera inoltrata,le ombre iniziavano ad allungarsi e per quanto ne sapeva,Carol e Mr merda al posto del cervello sarebbero già dovuti essere a casa,ormai.Aveva fatto del suo meglio per non pensarci tutto il giorno e uccidere vaganti gli aveva dato una mano,ma sapeva che non avrebbe tirato un sospiro di sollievo fino a quando non l'avrebbe rivista.Lui e Rick girarono l'angolo appena in tempo per vedere la macchina di Carol e Axel parcheggiata oltre la recinzione interna della prigione.

''Sono tornati''

Daryl riuscì a sentire il sollievo nella voce di Rick mentre scrutava attraverso il campo.

''Spero che abbiano trovato un po di latte in polvere per Judith'' dichiarò Rick,affrettando il passo ''Siamo quasi a secco''

Daryl stava ancora guardando la macchina mentre accelerava  per stare al passo con Rick.Axel scese dalla macchina , ma di Carol nemmeno l'ombra.La rabbia impotente che Daryl aveva cercato di tenere a bada per tutto il giorno esplose mentre si lanciò in una corsa sfrenata ''Figlio di puttana!''

''Oh merda'' disse la voce sconvolta di Rick alle sue spalle ,ma Daryl non levò nemmeno per un momento gli occhi di dosso a Axel mentre continuava a correre nella sua direzione.

Axel si voltò appena in tempo per vedere Daryl che gli saltava addosso.Alzò le mani urlando ''NO!!''  cercando di allontanarsi il più possibile dalla sua furia cieca.La paura visibile sia sul suo viso che nella sua voce. ''Non è stata colpa mia,è stato un incidente''

La tensione accumulata durante tutto il giorno espose definitivamente dentro Daryl mentre sentiva la conferma ai suoi peggiori timori.''Che cosa hai fatto,stupido coglione!'' urlò Daryl ,lanciandosi contro Axel e inchiodandolo al suolo ''CHE COSA HAI FATTO?!''

''Daryl, no!'' la voce di Rick nel suo orecchio mentre cercava di mettere le braccia attorno al suo petto per levarlo di dosso da un terrificato Axel

Daryl cercò di liberarsi dalla sua presa,desiderando di fare a pezzi Axel che cercava di divincolarsi e di scappare.
.Improvvisamente un altro paio di braccia lo trascinarono lontano dalla sua vittima designata mentre Glenn arrivò a dare una mano a Rick per trattenerlo.

Daryl si rese a malapena conto della presenza dei due uomini,nonostante stesse cercando di liberarsi mentre lo allontanavano sempre di più da Axel.Puntò un dito incazzato contro l'uomo ancora rannicchiato a terra ''SEI MORTO!'' urlò ''Sei un FOTTUTO cadavere che cammina!''

''Per favore'' ansimò Axel,le mani di fronte sollevate in segno di resa nel caso in cui Glenn e Rick avessero dovuto perdere la presa su un Daryl completamente privo di controllo. ''Le avevo detto di non andare,Non è stata colpa mia,devi credermi,non è stata colpa mia''






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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


echoes capitolo 5 Capitolo 5

Sara Daniele saluta il papà Pino: "Starai sempre lì a guardarmi le spalle"

“Perderai qualcuno senza il quale non riuscirai a vivere,il tuo cuore sarà fatto a pezzi e la cattiva notizia è che non ti riprenderai mai completamente dalla perdita di qualcuno che ami.
Ma c’è anche una buona notizia.
Loro vivranno per sempre nel tuo cuore spezzato.
E tu andrai avanti comunque.
Sarà come avere una gamba rotta che non andrà mai più perfettamente, e che continuerà a fare male quando farà freddo, ma riuscirai a danzare anche zoppicando”.

                                                                                   
                                                                                                    ¤ANNE LAMOTT¤




Carol ignorò i lamenti nervosi di Axel e si diresse verso il cancello della staccionata bianca di fronte a lei.Lo oltrepassò e proseguì attraverso un sentiero lastricato verso la parte anteriore della casa a due piani.Si fermò sulla veranda e guardò da vicino quello che aveva subito attirato la sua attenzione.Un passeggino doppio era abbandonato sulla veranda ,quelli che solitamente si utilizzavano per i gemelli.Carol osservò meglio il camper parcheggiato nel vialetto.C'erano alcune scatole abbandonate in prossimità del motore e sembrava quasi come se la famiglia che aveva vissuto qui fosse stata nel bel mezzo di un'evacuazione e non ci fosse mai riuscita.Carol infilò la pistola nella cintura dei suoi pantaloni e tirò fuori il coltello.Questa sembrava una buona occasione e non voleva rischiare di attirare qui degli zombie .Spinse la porta di ingresso già aperta.Carol entrò,lasciando che i suoi occhi si abituassero all'oscurità mentre con cautela avanzava lungo il corridoio.L'odore di carne in putrefazione la assalì istantaneamente ma ormai era talmente abituata che riuscì quasi ad ignorarlo.Continuando ad avanzare con il coltello stretto nella mano buona,Carol iniziò a perquisire la casa .Entrò nel soggiorno e dovette trattenere un conato.L'odore era orribile e capì immediatamente il perché.Dall'altro lato della stanza c'erano dei resti degli abiti abbinati appartenuti a dei bambini e il ronzio che proveniva da questi le suggerì che aveva appena trovato i resti dei gemellini di cui il passeggino aveva inizialmente catturato la sua attenzione.Carol cercò di allontanare il pensiero di quei poveri bambini  che morirono di fame solo per poi ritornare indietro come zombie senza avere alcuno scampo.Alla fine sarebbero marciti fino a che la morte gli avrebbe finalmente portati con se.Era un pensiero nauseante.

Un rumore alla sua sinistra la mise in guardia.Si irrigidì,stringendo più forte il coltello mentre vide uno zombie che cercava di uscire da un'altra porta.Metà del suo viso era praticamente mancante  e la carne strappata pendeva lungo il braccio.Era magra e inciampò su se stessa mettendosi tra i resti dei bambini e Carol.Jenner aveva detto loro che quando la malattia ti colpiva era finita,quando ti risvegliavi della persona che eri stato un tempo non rimaneva più niente.Carol guardò il cadavere della donna morta che avanzava verso di lei e non poté fare a meno di vederci una madre che cercava di proteggere i suoi figli,anche se questi erano morti già da molto tempo.Forse l'istinto di una madre non aveva a che fare con una parte del cervello,forse era un istinto così profondamente radicato nel cuore che anche la morte non avrebbe potuto toccarlo.Carol guardò la donna morta,il suo volto pieno di compassione mentre avanzava verso di lei.''Mi dispiace'' disse piano.Alzò il braccio e guidò il coltello dentro l'occhio della donna.Il sangue scuro e appiccicoso schizzo fuori dall'orbita  sulla mano di Carol e lungo il suo braccio mentre la donna crollava ai suoi piedi.Abbassò il coltello e lo pulì con circospezione su un divano lì vicino.

Carol sapeva di non avere il tempo di piangere per questa piccola famiglia.Erano già morti ormai.C'era un'altra famiglia a cui pensare,una viva,una che aveva ancora bisogno di lei.Uscì fuori dal soggiorno e continuò a esplorare,trovando la porta della cucina.Carol mise un piede dentro e si fermò. ''Mio dio..'' , sussurrò,spalancando gli occhi alla vista sorprendente.Vicino alla porta,che portava direttamente fuori lungo una stradina privata,c'erano scatoloni su scatoloni di rifornimenti e attrezzature per bambini,un set di culle da viaggio e diversi vestiti.Carol si affrettò e andò ad aprire la prima scatola e scoprì che era piena di latte in polvere,almeno 20 barattoli.La scatola accanto ne conteneva esattamente la stessa quantità .C'erano anche delle altre casse piene di cibo in scatola,bottiglie d'acqua e diversi lotti di alimenti deperibili che ormai erano ridotti a un misero liquame.Il cuore di Carol batteva forte,lacrime di sollievo pungevano i suoi occhi mentre guardava il contenuto di un'altra scatola e scoprì una fornitura di diversi pacchi di pannolini usa e getta,così come una grande quantità di pannolini in stoffa.Chiaramente queste persone avevano pensato di sopravvivere per parecchio tempo e anche se non era servito a niente per quanto li riguardava ,avrebbe fatto la differenza  per il gruppo e sulla possibilità di riuscire a mantenere in vita Judith nel futuro immediato.Carol chiuse gli occhi,la speranza che le colmava il cuore,''Ti ringrazio'' disse emozionandosi ''grazie Dio''.Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva pregato.L'esperienza era troppo dolorosa dopo tutto quello che aveva perso ma adesso si sentiva come se fosse tornata a casa dopo un lungo periodo passato fuori al freddo.La sua fede era una parte importante della persona che era stata prima di tutto questo e non voleva abbandonare quella sua parte in questo nuovo mondo.

Carol si fece strada attraverso la cucina e ritornò al camper.Guardò verso la macchina e vide Axel agitarsi ancora sul sedile del conducente.Lo chiamò ''Vieni ad aiutarmi'' esortò ''Abbiamo fatto jackpot.Dobbiamo cominciare a riempire la macchina''

''Hai trovato qualcosa?'' chiese Axel con cautela

''Si'' disse Carol,senza riuscire a trattenere un sorriso.La sua mano si chiuse sulla maniglia del camper.''Muoviti e inizia a caricare la roba.Non riusciremo a portare via  tutto quanto in una volta sola,dovremmo tornare anche domani'' Guardò Axel venire verso di lei mentre apriva la porta del camper.Improvvisamente uno zombie saltò fuori da dietro la porta e si lanciò verso di lei.Caddero a terra ,il corpo maleodorante e decomposto sopra di lei mentre ringhiava e cercava di afferrarla per strapparle la carne.

''Carol!''

Udì il grido spaventato di Axel mentre cercava di levarselo di dosso. ''Non sparare!'' gridò di rimando,non era disposta a mettere a rischio la loro scoperta.Il vagante non era  mai stato un uomo massiccio e la fame lo aveva ulteriormente ridotto a una carcassa.Carol era riuscita a sollevare un ginocchio tra lei e lo zombie prima di crollare a terra,e utilizzo questo vantaggio per scrollarselo di dosso.Lo spinse via e  strisciò verso il coltello che era sfuggito alla sua presa.Lo afferrò con la mano sinistra,mentre con un ginocchio teneva a terra il cadavere e poi glielo infilò ripetutamente nel cranio.Il vagante smise rapidamente di lottare mentre Carol distruggeva il suo cervello con pratica precisione.

Axel era al suo fianco e fissava sconcertato lei e lo zombie.. ''Stai-stai bene?''

Carol si risollevò,il suo buonumore nemmeno sfiorato da quest'ultima uccisione. ''Sto benissimo'' il suo sorriso ritornò subito sulle sue labbra. ''Oggi è stata una giornata magnifica. Il sorriso divenne ancora più grande. ''Non vedo l'ora di portare tutta questa roba alla prigione.Sarà un grosso peso in meno per tutti quanti.'' Sfregò le  mani piene di sangue sul camper. ''Forza,iniziamo a caricare la roba''

''Umm,va bene'' disse Axel, ancora leggermente scioccato.

Quindici minuti più tardi avevano infilato quanto più erano riusciti a caricare in macchina ed erano pronti per tornare a casa.Carol spinse l'ultima scatola dietro il sedile posteriore. ''Torneremo a prendere il resto domani'' disse eccitata.

Axel era al suo fianco,controllando nervosamente la zona. ''Dovremmo iniziare ad andare.Penso di aver sentito un rumore'' .Proprio in quel momento un vagante apparve in fondo alla strada. ''Te lo avevo detto'' disse,leggermente preoccupato.Con gli occhi ancora piantati sullo zombie,chiuse con forza lo sportello.Sfortunatamente,visto che aveva ancora gli occhi puntati su di lui, non vide che Carol aveva ancora la mano all'interno.Sbatte con forza lo sportello sulla sua mano.

Carol trattenne un urlo di agonia quando lo sportello andò a sbattere sulla sua mano già ferita.Vide letteralmente le stelle dal dolore e i bendaggi si inzupparono velocemente con il suo stesso sangue.

''Oh cavolo!'' disse Axel colpito mentre guardava Carol stingersi forte la mano al petto

Carol combatté per non urlare dal dolore,non volendo dare allo zombie nulla su cui concentrarsi. ''Sali in macchina'' ansimò,mentre macchie rosse le si formarono davanti agli occhi.Axel esitò cercando di aiutarla ''Sali in macchina!'' scattò scrollandosi di dosso la sua mano.Axel rinunciò, e si affrettò ad avviare il motore mentre Carol si tirò su lentamente .Salì in macchina proprio mentre Axel metteva in moto.Si guardò la mano poggiata sul grembo e vide che le bende erano ormai impregnate. ''Sei proprio un idiota,vero?'' disse seccata

Axel le rivolse uno sguardo dispiaciuto mentre si allontanava dal marciapiede ''Scusami'' disse con una smorfia ''Non hai intenzione di dire a nessuno di questo piccolo incidente,vero? Te ne sarei davvero riconoscente se lo tenessi per te''

Carol roteò gli occhi,la mano che pulsava come non mai ''Ci scommetto che lo saresti''




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''Che c'è?Che cosa è successo?'' chiese un Glenn confuso mentre cercava ancora di trattenere Daryl che cercava di raggiungere Axel

''Carol non è tornata'' disse Rick mentre si sforzava a sua volta per trattenere Daryl

Il sogno ritornò prepotentemente alla sua mente , quello di trovare Carol ormai trasformata e si dimenò con ancora più forza.Voleva solo mettere le mani su Axel e fargliela pagare.

''Ma Carol è nel blocco C''  disse Glenn perplesso

Daryl non riuscì a metabolizzare le sue parole attraverso la cortina rossa di rabbia che gli annebbiava il cervello

''Carol è qui?'' ripeté Rick ''Ne sei sicuro?''

La risposta di Glenn non lasciò dubbi. ''Si,ci ho appena parlato''

La testa di Daryl stava girando,non fidandosi di quello che le sue orecchie avevano appena sentito mentre gli altri due uomini allentarono la loro presa su di lui

''Sta bene'' continuò Glenn ''Beh,se non contiamo la mano,ovviamente''

Daryl si scrollò dalla loro presa e si girò per fissare Glenn ''Carol è su al blocco C?'' Sputò fuori,volendo avere la certezza

''Si'' disse Glenn. Fece un gesto verso la prigione ''Puoi andare e vedere con i tuoi stessi occhi,se preferisci''

Un po della tensione abbandonò il corpo di Daryl mentre si asciugava la faccia con il braccio.Lei stava bene.Aveva voglia di vomitare

''Che cosa è successo alla sua mano?'' chiese Rick, continuando a tenere d'occhio Daryl ancora mezzo scioccato

''E' stato solo un incidente'' disse Axel flebilmente

Daryl si voltò di scatto e lo colpì con un pugno in pieno volto. Axel cadde all'indietro,privo di sensi.Daryl scosse la mano,il dolore di quel pugno andato a segno era il benvenuto

Rick si rassegnò ''Immagino che fosse inevitabile'' Si rivolse nuovamente a Glenn ''Come sta la mano di Carol?''

Glenn fece una smorfia ''Axel le ha sbattuto contro la portiera della macchina.Hershel la sta sistemando nuovamente''

''Mi prendi per il culo?'' disse Daryl incredulo

Glenn continuò rapidamente ''Ma hanno trovato un sacco di prodotti per bambini.Un sacco di latte in polvere e tantissimo altro ancora''

Rick sembrava sollevato ''Davvero?''

''Si,Carol ha avuto un intuizione e si è rivelata essere fortunata'' rispose Glenn

Rick sorrise ''Forse dovremo mandare Carol nelle spedizioni più spesso''

Daryl emise un grugnito e si voltò.Aveva bisogno di vedere personalmente che Carol stava bene.Si trattenne per non mettersi a correre,e si avviò verso la prigione,lasciando Glenn e Rick ad occuparsi del coglione.Si fece strada attraverso i corridoi del blocco fino a quando non arrivò nella zona dove si erano stabiliti.Le spalle di Daryl si rilassarono non appena  scorse Carol attraverso le sbarre del cancello che conduceva al dormitorio.Stava là,sorrideva e parlava con Beth e Hershel,e sembrava così tranquilla che quasi gli strappò il cuore fuori dal petto.Un ammasso di emozioni confuse lo colpirono tutte insieme,non per ultima la rabbia  alla vista di lei che era così felice mentre lui era morto almeno un centinaio di volte fuori in quel cortile.Hershel annuì e disse qualcosa, sorridendo a sua volta a Carol poi si diresse verso le scale,sorprendentemente agile sulle sue stampelle. Questo lasciò Carol sola con Beth che si stava occupando di una pila di roba da lavare.Doveva aver emesso qualche tipo di rumore perché Carol girò la testa e lo vide

''Daryl'' disse con eccitazione ''hai sentito?Abbiamo trovato un sacco di roba,specialmente per Judith''

Carol era raggiante,ma Daryl stava ancora cercando di riprendersi da quello che aveva appena provato fuori in cortile. ''Ho sentito'' attraversò il cancello e si fermò,in piedi tra le due donne.Lo sguardo di Daryl indagò lungo il corpo di Carol,dalle bende appena cambiate al sangue di zombie sui suoi pantaloni e sulla sua maglia. ''Sembra che tu abbia trovato anche qualcos'altro''

Carol guardò i suoi vestiti sporchi di sangue e si limitò a ridere mentre sollevava  nuovamente lo sguardo verso di lui ''Beh,si,puoi dirlo forte''

Daryl non era in vena di ridere ''Doveva essere una cosa tranquilla.Axel avrebbe dovuto badare a te''

''E' riuscito a non spararmi'' disse Carol ironicamente ''Penso che possa equivalere a una sorta di miracolo''

Il viso di Daryl si oscurò alla sua leggerezza

Carol scosse la testa verso di lui ''Non c'è bisogno di reagire in modo così eccessivo tutte le volte che mi succede qualcosa,Daryl'' disse con disinvoltura  ''Non è successo niente di che''


Il viso di Daryl si oscurò di rabbia mentre sembrava quasi che lei cercasse di scrollarselo di torno.Una vena iniziò a pulsare  forte sulla sua tempia ''Perché non ti fai prendere a pugni in faccia da quel coglione la prossima volta?'' disse aspramente ''Sembra che ti piaccia quando i ragazzi usano le maniere forti con te''

''Daryl!'' ansimò Beth,scioccata

Si girò di scatto e uscì dalla stanza,l'intero linguaggio del suo corpo irto di rabbia.Daryl si odiava per averle detto quelle cose,ma non sapeva come potersele rimangiare.Normalmente per lui Carol era un rifugio,ma tutto a un tratto si sentiva come se quel rifugio si fosse trasformato in una zona di guerra.Stava combattendo con delle emozioni a cui non riusciva nemmeno a dare un nome.Invece,provò soltanto a mettere distanza tra lui e la causa della sua confusione.




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''Daryl'' Carol gli urlò dietro,ma lui non si fermò,andò dritto per la sua strada.Guardò verso Beth che aveva ancora un'aria preoccupata ''Va tutto bene'' la rassicurò ''Daryl non intendeva dire niente con quelle parole''

''E' geloso'' osservò Beth mentre tornava al suo bucato

Carol guardò sorpresa verso di lei e sorrise.Era così ingenua a pensarla in questo modo ''No,non lo è tesoro''

Beth le scoccò un'occhiata ''Si invece,lo è''

''Daryl e io non siamo in quel modo..'' disse Carol gentilmente,cercando di spiegarsi

Beth fece spallucce. ''Tutto quello che so è che ogni volta che Daryl entra in una stanza,tu sei la prima persona che cerca''

Carol era scettica ''Non penso che sia vero,Beth''

''Ma lo è'' disse senza esitazione.Beth scosse la testa mentre guardava verso di lei ''Io non parlo molto e le persone spesso si dimenticano persino della mia presenza''

''Beth, sai che non è vero'' disse Carol rapidamente

''Si,lo è, ma non mi dispiace affatto'' disse con disinvoltura ''Significa che riesco a vedere delle cose riguardo alle persone che loro non sono nemmeno consapevoli di mostrare.Vuoi sapere perché penso che Daryl ti cerchi sempre per prima?''

Carol era un po agitata dalla piega che stava prendendo questa discussione.Non si aspettava questo livello di osservazione da una ragazza così giovane ''Perché?'' chiese esitante

''Perché  penso che tu serva a fargli capire che lui è finalmente arrivato a casa'' disse Beth allegramente ''Dovunque tu sei è la sua casa''

''Co-cosa ti fa dire questo,Beth'' disse Carol balbettando

''Vi ho visti insieme quando Sophia si era persa'' disse Beth con calma ''Avevate bisogno di qualcosa che potevate darvi solo a vicenda.Tu avevi bisogno della fede di Daryl per credere che avresti ritrovato Sophia e Daryl aveva bisogno di restituire una figlia a sua madre,aveva bisogno di riunire una famiglia che lui non ha mai avuto''

Le labbra di Carol tremarono ''Detto in questo modo,sembra che entrambi siamo stati una delusione per l'altro''

L'espressione di Beth si fece seria ''No,no,non l'avete fatto invece.La fede di Daryl ti ha aiutato a  superare tutto quello che è successo con Sophia e il tuo bisogno di averlo vicino ha dato a lui quella famiglia per cui ha combattuto fin dall'inizio.'' fece un triste sorriso ''Non era quello che stavate cercando,ma alla fine,forse era quello di cui entrambi avevate bisogno''

Gli occhi di Carol si riempirono di lacrime.Sfiorò il viso di Beth e le sorrise con dolcezza ''Tuo padre ha un sacco di cose per cui essere fiero di te,Beth.Sei un'eccezionale piccola donna''

Lei rise ''Non sono niente di speciale''

''No'' disse Carol con determinazione  ''Sei eccezionalmente speciale e molto preziosa''

Beth sorrise,arrossendo velatamente a quelle parole. ''In ogni modo,ecco come so che Daryl è geloso di te e Axel''

''Beth'' disse Carol con fermezza ''Non c'è mai stato e non ci sarà mai , un Axel e me''

''Ma sei andata con lui oggi'' le ricordò Beth

''Avevo le mie ragioni'' disse Carol piano,la voce che tremava

''Tutto quello che Daryl sa è che ha bisogno che lui sia la persona a cui tu ti rivolgi quando hai bisogno di qualcosa.Ha bisogno di sapere che tu lo consideri la tua casa così come tu lo sei per lui''  arricciò il naso ''Non credo che lui sappia bene che cosa sia una casa,forse è per questo che cerca di proteggerla così tanto'' Beth la guardò ''Che cerca di proteggere te''

Carol fece una smorfia di rammarico. Era così presa dalla sua scoperta giù in città che non aveva prestato veramente attenzione a nient'altro.Carol diede a Beth un piccolo sorriso. ''Farei meglio ad andare a cercarlo''

Beth annuì ''Non sarà andato molto lontano''

Carol sollevò un sopracciglio,sapendo che Daryl di questo passo avrebbe potuto essere già molto lontano ''Che cosa te lo fa pensare?''

''Perché anche se è arrabbiato con te , ti sta aspettando''

Carol scosse la testa alla ragazza bionda  ''Tornerò presto per organizzare le provviste.Non diventare più intelligente prima che io ritorni,ok?'' disse calorosamente.Beth sorrise  e annuì mentre Carol andava a cercare Daryl.Proprio come Beth aveva predetto,non ci mise molto a trovarlo.Era seduto nelle scale di metallo che portavano al loro blocco.La testa abbassata ,intento a affilare il suo coltello.Carol si avvicinò a lui ma non diede segno di essersene accorto,continuò semplicemente ad affilare il suo coltello,con l'espressione indurita  mentre era concentrato sul suo lavoro.Lei non si lasciò scoraggiare.Si avvicinò e si sedette sullo stesso gradino in cui lui era seduto.''Mi dispiace'' disse piano

Daryl non rispose  ne la considerò di uno sguardo

''Apprezzo il fatto che tu ti preoccupi per me,Daryl,e tu lo sai,ma oggi avevo bisogno solo di-''

Lui non le lasciò finire la frase .Si alzò di scatto ''Sono venuto fino a qui per stare in pace'' disse con freddezza ''Non per ascoltarti blaterare al mio orecchio'' . Iniziò a scendere le scale e ad allontanarsi

Carol non si mosse,fisso un punto dritto davanti a lei ''Oggi è il compleanno di Sophia''

Daryl si bloccò immediatamente su un gradino,le sue parole lo trattennero

Carol non si voltò,continuò soltanto a parlare. ''Oggi è il 21 giugno'' continuò con calma ''Sophia avrebbe compiuto tredici anni'' Carol sorrise con tristezza. ''La mia piccola bambina sarebbe diventata un'adolescente oggi''. Sentì Daryl voltarsi e tornare lentamente indietro verso di lei.Si fermò sul gradino dove lei era seduta e si mise a sedere un gradino più su.Le sue gambe  erano accanto a Carol,il calore del suo corpo sopra di lei.Si morse il labbro inferiore. ''Quando Glenn ci ha detto che giorno era oggi,sapevo che avrei dovuto-'' Carol fece una pausa e prese un respiro profondo. ''La ragione per cui sono voluta uscire insieme a Axel giù in città era perché avevo bisogno di stare con qualcuno che non aveva mai visto la mia bambina in quel modo''. Carol chiuse gli occhi quando il dolore minacciò di sopraffarla. ''Avevo bisogno di stare con qualcuno che non aveva quell'immagine di Sophia nella sua testa,il modo in cui era alla fine,quando Rick,quando Rick ha dovuto-to..'' Non riusciva a terminare la frase.

Sentì la mano di Daryl sulla sua spalla,stingerla forte. ''Va tutto bene'' .disse,con la voce roca per l'emozione.

''Mi dispiace non avertelo detto'' disse Carol con rammarico. ''Non sono riuscita a trovare le parole prima di adesso''

La mano di Daryl si mosse inquieta sulla sua spalla,chiaramente alle prese con il modo migliore per confortarla. ''Non importa'' disse Daryl,la voce densa di emozione ''Io sono..ah,sai..mi dispiace di averti detto quelle cose prima''  esitò ''Non intendevo dire le cose che ti ho detto''

Carol sorrise tristemente ''Lo so.''  Si  appoggiò al calore delle sue gambe,che odoravano di terra,di sangue e del sudore dovuto alla fatica del lavoro di tutta la giornata.Il suo odore le riempì le narici - così familiare,così sicuro.

''Daryl?''  disse il suo nome con un vago interrogativo dopo che erano rimasti per un po seduti in silenzio

''Si?''

Carol fissò un punto sulla cima delle scale. ''Pensi che io sia ancora una madre?'' il suo cuore si strinse mentre si lasciò sfuggire questa domanda.''Intendo,ho smesso di essere una moglie quando Ed è morto''. Cercò di trattenere una lacrima che trovò comunque il modo di sfuggirle.Disegnò una scia calda lungo il suo volto ma Carol non si preoccupò di cancellarla. ''Ho smesso di essere una madre perché Sophia è m-morta?'' Ancora adesso non riusciva a pronunciare quelle parole.

''Sarai sempre la mamma di quella piccola bambina'' disse Daryl. La sua voce non tradiva nessun dubbio,nessuna esitazione. ''La morte non cambierà mai il modo in cui tu l'hai sempre amata e il modo in cui lei ti amava''

La stretta intorno al suo cuore si alleggerì un po. ''Credi nel paradiso?''

Questa volta Daryl non rispose subito.''Penso che se questo Paradiso esiste,Sophia starà sicuramente lì ad aspettarti'' disse goffamente

''Io ci devo credere'' disse Carol semplicemente. ''Voglio credere che adesso Sophia sia al sicuro e in pace,voglio credere che Dio sia insieme a lei''

''Intendi lo stesso Dio che ha permesso che te la portassero via?'' Daryl sembrava arrabbiato adesso.

''Non dirlo-'' disse Carol con dolore. ''Dio ha un piano per tutte le cose''

''Quindi,pensi che questo sia un suo piano?'' Daryl fece un suono derisorio. ''Beh,cazzo,se è opera sua,è proprio un capolavoro''

''Una volta mi hai detto che ero un capolavoro'' disse Carol , ricordando la loro discussione subito dopo la morte di Sophia. ''Quindi eri sarcastico anche allora''

Lo sentì muoversi impercettibilmente contro la sua guancia. ''Hai passato tutta la tua vita a pregare.Che cosa hai guadagnato?Un coglione di marito che passava le sue giornate a farti del male e una bambina che ti è stata portata via.Qual'è il guadagno di credere in Dio?Che cosa ti ha mai dato Dio per tutte le tue preghiere?''

''Te'' disse Carol semplicemente.Girò la testa all'indietro e lo guardò negli occhi. ''Mi ha dato te.'' Carol poté vedere lo sguardo scioccato di Daryl nel sentire le sue parole.

Si accigliò,a disagio per essere stato soggetto di un tale importanza. ''Io non sono un premio.''

Carol sorrise,sapendo che Daryl continuava sempre a mettere in dubbio il suo valore. ''Si,lo sei.'' Lo corresse dolcemente.''Non c'è una sola persona nel nostro gruppo che non debba la sua vita a te,più di una volta''

Daryl distolse lo sguardo,muovendosi nervosamente. Quando riabbassò lo sguardo,fu per spostarsi sullo stesso gradino dove lei era seduta.Prese la mano bendata di Carol tra le sue,osservandola meglio. ''Quanti danni è riuscito a fare stavolta quel coglione?''

La sua mano stava ancora pulsando,ma Carol pensava che dirlo a Daryl non sarebbe stata una buona idea.Notò la pelle scheggiata sulle nocche della sua mano. ''Quanti danni hai fatto al coglione?'' rispose ironicamente

''Sopravvivrà'' grugnì Daryl ,come se non fosse entusiasta all'idea di questa prospettiva.

Carol lo guardò mentre disfava lentamente le bende che Hershel le aveva messo.Lei non si lamentò,sapendo che Daryl aveva bisogno di fare qualcosa in quel momento,così lo lasciò fare.Carol sapeva che avrebbe avuto delle difficoltà a capire l'importanza che lui aveva per lei,così lasciò che facesse qualcosa per cui distrarsi.Il sangue stava ancora colando dai punti freschi quando Daryl tirò indietro il pezzo di cotone che stava sopra.

La fronte di Daryl si corrugò per la preoccupazione. ''Di questo passo non guarirà più'' mormorò mentre esaminava l'ultimo danno causato da Axel.

Carol guardò la mano ancora sanguinante,rossa e gonfia per la ferita appena riaperta. ''Forse alcune ferite sono destinate a non guarire'' disse con calma. ''Forse si impara semplicemente a conviverci''

Gli occhi seri di Daryl incrociarono quelli di lei. ''Forse..'' disse con voce bassa e roca.Daryl guardò di nuovo la mano e riavvolse delicatamente la benda. ''Volevi restare da sola oggi''  disse bruscamente,facendo cenno di alzarsi. ''Ti lascio in pace''

Carol lo fermò afferrandolo per la gamba. ''Posso stare qui da sola con te'' disse piano.

Daryl esitò per un brevissimo momento e poi tornò a sedersi giù accanto a lei.Talmente vicini che si sfioravano,questa volta dalle spalle fino alle caviglie,Carol sapeva che cosa significava per Daryl lasciarla avvicinare così tanto a lui.Aveva sempre avuto uno spazio personale ben definito e raramente lasciava avvicinare qualcuno al suo interno.Carol era felice che questa fosse una di quelle volte.Tentò ulteriormente la sua fortuna e appoggiò la testa sulla sua spalla per prendere in prestito un po della sua forza,adesso che ne aveva bisogno.Daryl non si scostò come forse lei si aspettava.Invece poggiò il viso sulla sommità della sua testa.Nessuno dei due parlò,condivisero in silenzio i loro ricordi di Sophia su quelle scale,lasciando che la fine del mondo continuasse ad andare avanti senza di loro per alcuni istanti rubati.



                                                                                                   


                                                                              "Mi chiedo se questo è il modo in cui le persone si avvicinano ogni volta :
                                                                                   guariscono reciprocamente le loro ferite ; riparano le loro cicatrici."


                                                                                                                                 ¤Lauren Oliver¤
                                                                                                                                                                         
                                                                                                                                  PANDEMONIUM




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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


echoes capitolo 6 Capitolo 6


Carol sorrise a Judith che agitava in aria le piccole braccia e le gambette stesa sulla sua copertina a terra.La piccola emetteva dei rumorini felici e si  stava divertendo un mondo a stare fuori all'aria aperta. ''Ti stai divertendo,tesorino?''' le chiese. Judith girò la testa al suono della voce di Carol,strizzando gli occhietti nella sua direzione.A Carol sfuggì una risatina e tornò ad appendere il bucato.Avevano sistemato un paio di cavi in un cortile interno,lontano dagli occhi delle persone che sarebbero potute passare fuori dal complesso.Non volevano attirare l'attenzione sul fatto che si erano rifugiati là dentro.Sarebbe stato come invitare i guai ad entrare e loro ne avevano già abbastanza.Anche se ultimamente,in queste ultime settimane le cose erano state sorprendentemente tranquille.Carol cercò di scacciare via il pensiero del fatto che questa fosse la calma prima della proverbiale tempesta.Guardò all'insù verso Rick che stava uscendo fuori nel cortile ,una pistola nella fondina e un fucile attorno alla sua spalla. ''Stai andando al lavoro?''

Rick annuì e si inginocchio accanto a Judith,solleticandole i piedini. ''Si,dobbiamo assolutamente riuscire a trovare quella breccia nel cancello entro oggi.''

Carol sbatté forte una maglietta di Hershel prima di appenderla al cavo. ''Non deve essere poi così grande se state avendo così tanti problemi a localizzarla''

''I vaganti continuano ad arrivare'' lamentò ''Io e Carl ne abbiamo trovato altri sei nella zona sud giusto ieri.Abbiamo controllato lungo tutto il corridoio e non siamo riusciti a trovare niente''

''Forse stanno entrando da qualche altra parte e si riuniscono tutti nell'area sud?'' ragionò Carol

''Forse'' concordò Rick. ''Sempre che non abbiano imparato ad arrampicarsi.La mia preoccupazione è questa''

''Non abbiamo avuto nessuna prova del fatto che stiano diventando più intelligenti''. Carol capovolse una delle magliette di Carl nel verso giusto

Rick annuì ancora,continuando a giocare con sua figlia. ''Immagino''. Solleticò il pancino della piccola ''Ti piace qui fuori,non è vero?''

''Non è una cosa positiva per una bambina stare rinchiusa tutto il giorno'' disse Carol. ''Le loro ossa hanno bisogno della vitamina D del sole''

''Beh,piccolina,questa è una delle poche cose che siamo in grado di darti'' disse Rick.La sua espressione si intristì ''Anche se non c'è molto altro che il tuo papà può fare per te''

''Smettila di parlare in quel modo'' lo rimproverò Carol gentilmente. ''Judith è circondata da persone che l'adorano e che la proteggerebbero con le loro stesse vite.In più abbiamo un sacco di cibo per un bel po di tempo adesso.E' tutto quello di cui una bambina ha bisogno''

Rick le rivolse un sorriso di apprezzamento. ''Grazie,Carol,per prenderti cura così tanto della mia piccolina'' disse calorosamente.

''Lo sai che per me non c'è nessun tipo di problema'' disse Carol dolcemente. ''Quindi non ho bisogno di nessun ringraziamento.Prenditi semplicemente cura di te stesso e ritorna tutto d'un pezzo a casa quando avrai finito.Judith ha bisogno di te''

Rick annuì ''E' quello che ho intenzione di fare''

Carl uscì nel corridoio,pronto per andare all'esplorazione con suo padre,con la pistola nella fondina e il cappello di suo padre in testa.''Daryl vuole sapere che cosa stiamo aspettando'' consegnò il messaggio a suo padre. Carl si inginocchiò e tirò i piedini di Judith  ''Hey,culetto puzzolente''

''La gente che vive nelle case di vetro dovrebbe evitare di lanciare le pietre'' osservò Carol mentre camminava oltre loro tre per raccogliere la prossima cesta di biancheria

Carl sembrò confuso. ''Cosa?''

A Rick sfuggì una risatina. ''Penso che Carol stia cercando di dire che nemmeno tu profumi come un fiore,Carl''

''Mi sono fatto una doccia giusto ieri'' protestò lui

''E' quel cappello'' osservò Carol e iniziò ad appendere l'altro set di bucato.''Avrebbe veramente bisogno di una bella lavata''. Quasi un anno di sudore,sangue e sporco e morsi di zombie si erano accumulati su quel capo di vestiario.Lanciò un'occhiata al ragazzo ''Perché non me lo lasci qui oggi cosi vedo se riesco a togliere un po della sporcizia che ha addosso?''

Carl sollevò protettivamente una mano verso il suo cappello. ''Non mi tolgo il mio cappello''

''Non mi toglierò'' Lo corresse Rick in automatico

''Ma sia tu che Daryl dite sempre così''

''Non significa che sia giusto'' mormorò suo padre

Carl guardò verso Carol. ''Puoi lavarlo quando sarò tornato?''

''Certo'' disse Carol semplicemente.Sapeva quanto quel cappello da sceriffo fosse importante per Carl.Era come se dal momento che suo padre glielo aveva affidato  ,Carl iniziò a vedersi diversamente.Come se,quando indossava quel cappello,era abbastanza uomo per riuscire a fare quello che andava fatto.Carl sembrava felice di aver raggiunto un compromesso

''Sto portando Daryl,Carl e Axel con me per riuscire a trovare la breccia'' la informò Rick ''Oscar è di guardia''

Carol continuò a fare il suo lavoro ''Ok''

''Carl può restare con te se hai bisogno di una mano''

''Ma io voglio andare con te'' protestò lui

Rick lo ignorò e guardò verso Carol con una vaga preoccupazione.Scosse la testa nella sua direzione. ''Io,Hershel e Beth siamo apposto'' disse Carol con calma ''Siamo in grado di prenderci cura di noi stessi''

Rick sorrise ''Lo so''

''Quindi,posso venire?'' chiese Carl

''Si,puoi venire'' concordò Rick

Carl sorrise e si rimise in piedi.Iniziò a dirigersi verso l'altro lato del cortile,mentre Rick e Carol continuavano a parlare

''Sostituirò Oscar verso mezzogiorno'' disse lei a Rick ''Avrà bisogno di prendersi una pausa'' Carol guardò Rick ''Sei d'accordo ad averlo intorno a Judith?''

''Immagino di doverlo essere'' sospirò Rick.Rivolse un mezzo sorriso a Carol dalla sua posizione ancora inginocchiata accanto a Judith. ''Qualcuno una volta mi disse che se Axel e Oscar dovevano far parte di questo gruppo allora avrebbero dovuto contribuire''

''Doveva essere una persona intelligente..'' osservò Carol , impassibile

''Credo di si''. Carl catturò la sua attenzione.Suo figlio si era messo con la schiena contro il muro,le braccia tese per quanto riusciva.Girò la testa avanti e indietro  in direzione delle sue mani.Rick rivolse a Carol uno sguardo confuso

Carol sorrise rispondendo alla sua silenziosa domanda ''Daryl ha detto a Carl che quando riuscirà a toccare quei due mattoni bianchi con entrambe le mani contemporaneamente,le sue braccia saranno abbastanza lunghe per iniziare ad insegnarli ad usare la sua balestra.Carl viene ogni giorno a misurarsi su quei due mattoni,solo per vedere se è cresciuto abbastanza''

Le labbra di Rick si sollevarono in un sorriso. ''Penso che sia una buona cosa avere un obiettivo da raggiungere'' . Poi fece una smorfia. ''Per una volta ogni tanto preferirei che fosse qualcosa non correlato alla morte.Non lo so,magari prendersi una cotta per una ragazza,ma suppongo che sia piuttosto difficile in questi giorni'' Rick aveva notato il modo in cui Carol lo stava guardando ''Che c'è?''

Lei inarcò un sopracciglio ''Mi domando se sia giusto farti usare quelle armi visto che sembra che tu abbia proprio una vista pessima''

''Che cosa intendi?'' disse Rick confuso

Carol tornò ad appendere la roba. ''Intendo che Carl si è preso una bella cotta per Beth''

Rick rimase sorpreso ''Sul serio?''

Carol arricciò le labbra ''E' abbastanza ovvio.Quando lei è vicina sembra quasi che lui si illumini''

Rick fece una smorfia. ''Come ho fatto a non accorgermi di una cosa del genere?''

''Hai un sacco di cose a cui pensare,Rick'' disse lei gentilmente

''Ma si tratta di mio figlio'' disse Rick in agitazione. ''Un padre dovrebbe starci più attento''

Carol notò quanto la cosa lo aveva infastidito. Gli sfiorò il volto con una mano e gli sorrise calorosamente. ''Stai facendo del tuo meglio per tenerci tutti quanti al sicuro.Forse non sarai in grado di poter essere sempre con Carl,ma uno di noi lo sarà al posto tuo.Ci sarà sempre qualcuno che si prenderà cura di lui''

''Tu-'' la voce di Rick esitò un attimo mentre spostava leggermente lo sguardo cercando di continuare. ''Non sai quanto significhi per me sentirtelo dire''

''Si,lo so'' disse Carol semplicemente,ricordando quello che aveva provato quando tutto il gruppo si diede da fare nella ricerca di Sophia.La sensazione di non essersi sentita completamente abbandonata aveva significato tanto per lei

''Che cos'è?'' domandò a gran voce ''Una specie di party per sole ragazze o cosa?''

Carol lasciò cadere la sua mano dal viso di Rick mentre lui scacciava velocemente le lacrime dai suoi occhi.Guardò verso Daryl,balestra in spalla,l'altra mano tesa di fronte a lui in un'espressione di esasperazione.

''Rick stava dicendo ciao a Judith'' lo rimproverò scherzosamente ''Frena i tuoi cavalli''

''La piccola spacca-culi non può parlare,quanto tempo ci vorrà?''  Daryl fece un suono annoiato ''Un uomo potrebbe pure morire di questo passo''

Carl corse verso Daryl ''Sono pronto''

''Beh immagino che ora stiamo aspettando che lo sia tuo padre''

''Sono pronto'' disse Rick abbassandosi e dando un bacio a Judith prima di lanciare un'occhiata a Carol ''Grazie..''

Carol non era sicura se Rick la stava ringraziando per quello che gli aveva appena detto o per il fatto che stesse badando a Judith,ma in ogni caso sorrise ''Prego''

Daryl si avvicinò a Judith e guardò in basso verso di lei,un piccolo sorriso sulle labbra.Guardò di nuovo verso Carol,un tranquillo avvertimento nel suo sguardo.Stai al sicuro.Carol fece un mezzo sorriso,intuendo quello che lui non disse ad alta voce.''Lo so..''. Li guardò andare via,lo stesso peso sullo stomaco che aveva ogni volta che il gruppo doveva separarsi per qualche motivo.Ma non c'era niente da fare in proposito,le cose stavano così.Carol tornò a guardare Judith che aveva appena scoperto uno dei suoi piedini.Lo afferrò con una mano paffuta,facendo dei rumori di stupore.Guardare Judith le dava così tanta speranza per il futuro,le disse che Jenner si sbagliava,che quella non sarebbe stata la fine.Carol sorrise,godendosi la bambina e non pensando al fatto di star sopravvivendo unicamente per un cambiamento.




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''Axel , guarda quello che fai!'' sbottò Rick,mentre spostava velocemente la mano in tempo per impedire a Axel di tagliargli un dito con le tronchesi

''Mi dispiace'' piagnucolò Axel mentre lanciava un'occhiata difensiva a Daryl ''Lui mi sta innervosendo''

''Ti sto anche rendendo stupido?'' continuò Daryl,impenitente.Avevano finalmente trovato quella che pensavano fosse la breccia nella recinzione.Il filo non era completamente rotto,ma quando provarono a premerci contro,una parte del collegamento si staccò via dal telaio principale.Rick e Axel si stavano occupando di riassicurare il tutto,mentre Daryl e Carl facevano la guardia per i vaganti fuori dalla recinzione.Qualcuno passava occasionalmente e loro lo lasciavano avvicinare prima di stenderlo con un tubo di ferro o con il coltello.

''Non riesco a concentrarmi perché mi fissa in continuazione'' lamentò Axel da dove era inginocchiato sul terreno,mentre teneva insieme la recinzione,Rick si occupava di bloccarla con il cavo

''Non riesci a concentrarti perché ti sei fritto il cervello con tutta l'erba che ti sei fumato'' disse Daryl annoiato ''E sono obbligato a tenerti d'occhio o probabilmente finirai con l'ammazzare qualcuno di noi''

''Non lo farei mai'' protestò Axel ''Sono dalla vostra parte''

Daryl continuava a trovare la presenza di Axel particolarmente irritante,non avendolo ancora perdonato per quello che aveva fatto a Carol,o in generale per essere una persona così fastidiosa. ''Meno male che lo hai confermato,era difficile riuscire a intuirlo dal momento che stai sempre cercando di farci del male''

''Non ho fatto del male a nessuno del gruppo,eccetto Carol''

L'espressione di Daryl si oscurò al ricordo e a come Axel sembrava ritenere la cosa non sufficientemente importante da preoccuparsene

Axel doveva essersi reso conto dell'errore che aveva appena fatto e cercò velocemente di rimediare. ''Non intendevo dire che fare del male a Carol sia stata una cosa giusta,è stato un incidente e se Carol non avesse messo la mano-''

Daryl ebbe uno scatto violento verso Axel  per aver osato dare la colpa a Carol di quello che era successo e lui si alzò rapidamente per allontanarsi dalla sua presa.Nella fretta di fuggire,Axel non guardò dove stava andando,dov'era Rick, e andò a sbattere con la testa proprio sotto la sua mascella.Ci fu uno schiocco quando la mascella di Rick si chiuse di scatto per il colpo

Rick barcollò all'indietro,portandosi la mano alla bocca e scuotendo la testa ''Merda!''

''Papà!'' disse Carl con ansia ''Stai bene?''

Rick leccò il sangue che gli colava dal labbro e rivolse a Axel un'occhiataccia ''Sto bene Carl,mi sono solo morso il labbro.Non è niente''

Daryl scosse la testa disgustato verso Axel ''Sapete che cosa penso?Mr merda al posto del cervello qui presente è un agente segreto.Sta lavorando per conto di quei bastardi,cercando di abbatterci dall'interno,un pezzo dopo l'altro''

Carl ridacchiò e Daryl gli rivolse un occhiata complice per aver apprezzato la sua battuta

''Non sto lavorando per quei mostri'' disse Axel balbettando, non sicuro del fatto che stessero o meno scherzando

''Non stai lavorando e punto,ragazzo'' si lamentò Daryl ''Avremo già finito da un bel pezzo se tu non fossi occupato a fare il coglione dalla mattina alla sera''

Axel gli mise il broncio ''Sai,a volte penso che tu sia cattivo solo perché la cosa ti diverte''

Daryl gli scoccò un'occhiata di avvertimento ''Pensi che questa sia cattiveria? ragazzo..Non sai quanto cattivo potrei diventare se solo mi mettessi un po d'impegno''

''Ok,voi due,adesso basta'' disse Rick,massaggiandosi distrattamente il labbro. ''Axel,aiutami a riparare questa recinzione senza più spargimenti di sangue e tu,Daryl,continua a fare la guardia,va bene?Mi piacerebbe poter rientrare prima dell'ora di pranzo,se riusciamo''

Axel puntò il dito contro Daryl ''Fallo smettere.''

Rick sospirò ''..Daryl.''

Daryl si strinse nelle spalle ''La vita è la tua,ma non venire a piangere da me se il coglione finirà per legarti le mani assieme ai cavi nella recinzione'' Detto questo,Daryl si allontanò un po seguendo la linea della recinzione.Si guardò alle spalle per vedere Carl abbattere un altra di quelle cose che probabilmente si era avvicinata dopo aver colto l'odore del sangue dalla ferita di Rick.Forse sbagliava,ma era impressionato dal modo in cui il ragazzino affondò il coltello nella testa dello zombie senza nemmeno battere ciglio.Daryl rivolse nuovamente la sua attenzione al terreno di fronte a lui.Si inginocchiò per osservare meglio i segni sul terreno. ''Sembra che un sacco di quei cosi siano passati da questa parte'' gridò per attirare l'attenzione degli altri ''Qui ci sono un sacco di impronte'' Non era una buona notizia.Le impronte sembravano fresche

''Sei sicuro che non siano solo un paio che andavano su e giù per lo stesso punto?'' Rick lo interrogò mentre lui e Axel finivano di sistemare la recinzione

''No'' Gli occhi esperti di Daryl lessero la storia che quelle impronte gli raccontavano. ''Sono almeno una decina,forse anche di più'' fece una smorfia ''Sicuramente di più''. Daryl si tirò su e continuò a seguire le tracce. ''Si dirigono verso l'entrata a sud''

''Carol aveva ragione'' disse Rick,legando l'ultimo pezzo di filo. ''Pensava che stessero entrando da un punto e che stessero convergendo tutti nell'ala sud''

''Quanto tempo pensi che sia passato da quando hanno lasciato queste impronte,Daryl?'' chiese Carl,continuando a tenere d'occhio la recinzione per i vaganti

Daryl aggrottò la fronte ''Sono piuttosto recenti,Non più di dodici ore fa''

Axel si asciugò le mani sulla sua tuta ''Significa che c'è un'intera gang di zombie all'interno della prigione?'' chiese nervosamente

''Una mandria'' Lo corresse Carl. ''Noi le chiamiamo così''

''Ok,mandria.C'è una mandria all'interno della prigione?''

''Sembra di sì'' disse Daryl tristemente

''Penso che si raggruppino tutti all'entrata sud per via del rumore dei generatori'' suggerì Rick ''Sono attirati dai rumori''

''Ma abbiamo ripulito quella zona proprio ieri''  continuò Carl ''Ricordi,papà,l'abbiamo sigillata''

Axel si sistemò i baffi ''Allora,che significa,faranno nuovamente dietrofront?''

Rick e Daryl si scambiarono uno sguardo,sapendo che non c'era altra opzione.

L'espressione di Daryl non cambiò ''Credo che dovremmo tornare subito indietro'' disse con calma

''Credo che tu abbia ragione'' dichiarò cupo Rick.Il gruppo fece i bagagli in fretta e iniziò a dirigersi verso il blocco delle celle,ognuno di loro accelerando il passo senza che ci fosse il bisogno di dirlo.Erano ancora a una distanza considerevole quando sentirono il primo sparo.

Daryl si allarmò,riconoscendo il rumore del fucile di Hershel.Il vecchio uomo non era in forma in questi ultimi giorni.Se c'era un posto dove poteva trovarsi,era vicino al blocco delle celle.Daryl reagì immediatamente.Iniziò a correre mentre Rick fece lo stesso subito dietro di lui.Axel fu un po più lento a reagire ma presto tutti e tre gli uomini iniziarono a correre più veloce che potevano attorno alla prigione,con Carl che faceva del suo meglio per stare dietro a loro.Il cuore di Daryl batteva forte nel petto mentre attraversava il cancello che conduceva al blocco C.Altri colpi di arma da fuoco esplosero,uno dietro l'altro,come se il panico stesse dilagando.Entrarono nel blocco e lo trovarono pieno zeppo di zombie.Beth e Hershel erano barricati nei dormitori,cercando di tenere alla larga oltre dieci di quei cosi.Beth stava combattendo per riuscire a chiudere il cancello tra loro e gli zombie mentre quelli si ammassavano contro.Daryl e Rick si fiondarono velocemente nel passaggio che conduceva alla zona notte.Daryl atterrò uno di loro con un colpo della sua balestra e dopo si occupò di eliminare il resto con il coltello.Rick era al suo fianco,cercando di liberarsi la strada attraverso la loro carne putrida e anche Axel si aggiunse al conto dei cadaveri.Carl li raggiunse all'ultimo momento e sparò un proiettile a uno zombie che stava per afferrare Daryl che era occupato a tagliare la testa a un altro di loro.

''Beth,Hershel!'' Rick gridò mentre lottava ''State bene?!''

''Si!'' rispose Hershel al fianco di Beth mentre l'aiutava a chiudere il cancello

''Dove sono Carol e Judith?' chiese Rick,cercando di gettare un'occhiata all'interno dei dormitori mentre si liberava degli zombie ''Sono con voi?''

''No'' ansimò Beth,accoltellando uno zombie attraverso le sbarre del cancello. ''Penso che siano ancora nel cortile.Ma non ne sono sicura.Ci siamo chiusi qua dentro e gli zombie erano ovunque''

''Merda!'' Oscar si unì ora alla mischia,dopo aver sentito gli spari venne di corsa abbandonando la sua postazione.Uno zombie balzò verso di lui e fu costretto a liberarsene a calci  e successivamente a staccargli via la testa con diversi colpi del calcio del suo fucile

''Vado a cercare Carol e Judith'' urlò Daryl a Rick.Era il più vicino alla porta,aveva senso,ma ci sarebbe andato anche se non fosse stato così.

''Siamo subito dietro di te'' disse Rick con urgenza liberandosi degli ultimi zombie rimasti ''Corri''

Daryl non aveva bisogno che qualcuno gli dicesse che cosa fare.Stava cercando di spremersi il cervello per ricordare se avesse visto qualsiasi tipo di arma addosso a Carol,quella mattina,prima che andassero via.Era raro che qualcuno di loro andasse in giro senza almeno il proprio coltello.Daryl stava cercando di non farsi prendere dal panico perché ricordava di non aver visto nulla addosso a Carol con cui potersi difendere.Sarebbe stata solo lei con una bambina indifesa,se il resto della mandria si fosse fatta largo fino ad arrivare incontro.Sfrecciò giù per le scale che portavano al cortile esterno,saltando gli ultimi quattro gradini in una volta sola mentre il terrore di quello che avrebbe potuto trovare cresceva dentro di lui e lo consumava.Daryl raggiunse la porta e sollevò la balestra mentre la prendeva a calci per aprirla.Guardò a destra e sinistra attraverso il mirino della balestra mentre la cercava. ''Carol!'' gridò. ''CAROL!!'' le orecchie di Daryl si tesero per cercare di sentire una possibile risposta.Entrò dentro il piccolo cortile,registrando il cestino della biancheria rovesciato a terra e una delle funi che era stata divelta.La copertina di Judith era spiegazzata e Daryl si mosse velocemente per esaminarla.Vide delle gocce di sangue che la macchiavano,sangue di zombie. ''Cazzo!'' ringhiò ,cercando di non temere il peggio.Daryl guardò verso l'unica porta presente nel cortile,sapendo che Carol doveva essere fuggita con Judith passando da quest'ultima.Corse verso la porta proprio mentre Rick e Axel apparvero dietro di lui.

''Le hai trovate?'' chiese Rick ansioso

''Da questa parte'' sputò fuori Daryl,non guardandosi indietro mentre correva nuovamente all'interno dei corridoi della prigione.Erano stretti e pieni di celle in cui potersi nascondere.Pieni di posti in cui ti saresti potuto far uccidere...Un groppo salì alla sua gola mentre correva verso l'ignoto,Rick alle calcagna mentre inseguivano gli zombie che a loro volta tallonavano Carol e Judith....





Dai pensieri dell'autrice : Avevo già fatto presente di avere una passione per i cliff hanger , vero?? Ah e in caso qualcuno di voi lo stesse pensando, questa fan fiction non sarà quel tipo di storia dove ''Carol è in pericolo e Daryl corre a salvarla'' .  Quello che intendo è che l'intero gruppo finisce sempre per salvarsi a vicenda in un ciclo regolare , quindi non sarà mai una cosa a senso unico.Specifichiamo!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


echoes capitolo 7 Capitolo 7


Daryl correva attraverso i corridoi della prigione,la balestra in mano,con Rick subito dietro di lui e Axel che chiudeva la fila.Attraverso il sangue che pulsava nelle orecchie Daryl pensò di aver sentito un rumore. ''Aspettate!'' disse fermandosi improvvisamente.

Rick e Axel si fermarono dietro di lui.Rick lanciò uno sguardo preoccupato a Daryl. ''Cosa?Che c'è?''

Daryl inclinò la testa e ascoltò attentamente. ''Riuscite a sentirlo?'' tutti gli uomini stavano respirando affannosamente per via della corsa adrenalinica e questo non gli permise di sentire il flebile rumore. ''Trattenete il respiro'' li istruì bruscamente.Gli altri due ubbidirono e Daryl si concentrò per riuscire a sentire quello che aveva catturato la sua attenzione.Lo sentì nuovamente,un rumore che sembrava provenire da molto lontano.Un bambino che piangeva.

''Judith'' sibilò Rick,il volto sconvolto dalla paura mentre riuscì a cogliere i flebili lamenti

''Non riesco a sentire niente'' disse Axel

Daryl e Rick lo ignorarono.Rick lanciò a Daryl  uno sguardo carico di tensione. ''Non riesco a capire da dove proviene''

Daryl chiuse gli occhi e si concentrò nuovamente.Anni e anni di caccia nel bosco gli avevano insegnato come focalizzarsi sui suoni e essere in grado di capire da dove provenivano.Era molto più difficile all'interno della prigione,i suoni rimbalzavano attraverso i muri creando false piste,ma più ascoltava i lamenti di Judith,più divenne certo.Daryl puntò alla sua destra. ''E' da questa parte'' ,riprese la sua corsa,gli altri dietro lo seguirono.

''Sta piangendo'' disse Rick mentre correvano ''questo è un buon segno,vero?''

La verità è che nessuno di loro sapeva se un neonato una volta trasformatosi in zombie avrebbe continuato a produrre quel tipo di suoni. ''E' viva'' disse Daryl cupo,focalizzandosi su questo.Nessuno voleva pensare a che cosa sarebbe potuto accadere se gli zombie la avessero raggiunta. ''Dobbiamo solo arrivare da lei''

''Perché non stiamo incrociando nessuno zombie?'' indagò Axel tenendo il passo

Daryl non volle pensare alla risposta a questa domanda.Non voleva pensare al fatto che si stessero raggruppando tutti nello stesso punto e si stessero nutrendo....
''Stai zitto e corri'' sputò fuori,accelerando il ritmo.Li condusse attraverso quei corridoi tortuosi,le grida di Judith sempre più forti a ogni svolta.La bambina stava urlando a pieni polmoni e Daryl cercò di combattere il panico di ciò che questo poteva significare sia per lei che per Carol.Più avanti c'era un'altra svolta a destra e Daryl intravide il piede di un uomo sbucare fuori da dietro l'angolo,a terra.Il pianto di Judith ora era forte e chiaro,sapevano di averla quasi raggiunta.Tutti e tre rallentarono prima di girare l'angolo,le armi spianate mentre avanzavano,preparandosi al peggio.Daryl fu il primo a svoltare e registrò un mucchio di cose con una sola occhiata.Erano in un vicolo cieco,che finiva con una porta circa dieci piedi più avanti.I corpi degli zombie morti erano sparsi ovunque a terra,come minimo sette di loro da un calcolo veloce.Era buio e Daryl strizzò gli occhi per riuscire a vedere attraverso la flebile luce,proprio mentre una figura si lanciò verso di lui soffocando un grido.La figura era proprio sopra di lui,con il braccio alzato e solo suoi riflessi fortemente allenati gli impedirono di piantare una freccia nel petto di Carol. ''Cazzo!'' gridò.Lascio cadere la balestra per afferrare il polso di Carol e impedirle di piantargli un coltello in testa. ''Carol,sono io,va tutto bene!'' le gridò,mentre lei continuava a lottare,chiaramente attaccando alla cieca.

Lei ebbe un sussulto e smise di lottare,lo guardò con gli occhi spalancati. ''D-Daryl..'' sussurrò,guardandolo scioccata

Daryl la fissò ,visibilmente preoccupato.Carol sembrava come impazzita,gli occhi pieni di una furia omicida ed era ricoperta di sangue,dalla testa ai piedi.Realizzò in un istante che aveva finito per trovarsi circondata dagli zombie e che aveva combattuto freneticamente per aprirsi una via di fuga. ''Va tutto bene'' cercò di confortarla meglio che poté,afferrandola per entrambe le braccia. ''Sei al sicuro''. La sentì cedere e il suo coltello scivolò a terra.

''Judith'' disse Rick costernato,scavalcando la miriade di corpi degli zombie uccisi e spalancando la porta della cella in cui Carol aveva messo la piccola.Le urla di Judith erano assordanti mentre Rick si chinò rapidamente e la sollevò da terra,stringendola forte tra le sue braccia. ''Oh Dio'' disse debolmente ''Judith..''

''Sta bene?'' chiese Daryl,mantendo una presa forte su Carol

Le mani di Rick indagarono veloci lungo il corpicino di Judith,cercando qualsiasi segno di un graffio dal momento che la piccola continuava a urlare senza tregua. ''Sta bene'' disse trattenendo il sollievo,cullandola e cercando di farla calmare. ''Sta bene'' ripeté,le lacrime gli riempirono gli occhi.Continuò a cullarla tra le sue braccia e il suo pianto si affievolì lentamente

Carol si accasciò sotto le mani di Daryl e iniziò a indietreggiare incerta,rompendo il contatto con lui.Indietreggiò da tutti loro,gli occhi puntati su Judith.La sua schiena colpì il muro dietro di lei e si lascio scivolare giù,finendo seduta sul pavimento in mezzo ai corpi degli zombie.Sollevò le ginocchia al petto mentre continuava a fissare Judith nelle braccia di Rick.Iniziò a tremare senza controllo.

Axel guardò tutti quei corpi stesi a terra. ''Carol'' disse il suo nome incredulo ''Gli hai uccisi tutti da sola?''

Daryl adesso riuscì a contarne nove stesi a terra.Si creò mentalmente un'immagine di Carol,costretta con le spalle al muro mentre combatteva con le unghie e con i denti per proteggere Judith.La paura doveva essere stata decisiva.Daryl avanzò e si sedette accanto alla figura tremante di Carol.Cercò di fissarle il viso ricoperto di sangue ma lei non sembrò registrare la sua presenza.Dando un'occhiata a Rick,i due capirono di essere entrambi preoccupati per lei.Daryl poggiò la balestra a terra tra di loro e si sollevò la maglietta per cercare di pulirle il viso dal grosso dello sporco che la ricopriva.Le pulì piano la fronte e le guance,portando via il sangue per provare ad arrivare alla donna traumatizzata che si celava sotto tutto questo. ''E' tutto ok'' le mormorò. ''Tu stai bene ,tu e Judith state bene.L'hai salvata''

Il suono della sua voce la fece finalmente voltare e i loro sguardi si incrociarono,quello di Daryl terribilmente preoccupato. ''Sta-sta bene?'' chiese Carol spaventata

Rick si inginocchiò subito accanto a lei,come aveva fatto Daryl,mostrandole Judith che ora tirava piano su con il naso tra le sue braccia. ''Sta bene'' la rassicurò velocemente ''Guarda..''

Carol sollevò una mano ancora tremante per toccare la piccolina ma quando vide le condizioni in cui era la ritirò indietro velocemente.

Rick mosse la mano per afferrare la sua. ''Sta bene ,Carol'' la rassicurò nuovamente ''L'hai salvata''

Carol si coprì il viso con le mani e inizio a tremare ancora più forte

''Dobbiamo portarle fuori da qui'' disse Daryl urgentemente

Rick annuì,l'espressione ancora preoccupata. ''Axel,tu stai qui e sbarazzati di tutti questi corpi.Portali fuori dalla recinzione a ovest,finiremo di occuparcene noi più tardi''

''Cosa,da solo?'' disse Axel infelicemente

''Smettila di lamentarti,idiota'' disse Daryl fulmineo,focalizzandosi su Carol. ''Fallo e basta''. La sua voce si addolcì mentre le rivolgeva la parola,il suo tono caldo e basso. ''E' tutto ok,Carol,adesso ce ne andiamo da qui''. Daryl si mosse in avanti per prenderla in braccio,non essendo sicuro se lei fosse in grado di camminare ma Carol levò le mani dal viso e scosse la testa

''Posso camminare'' la sua voce spenta e priva di vita

Le mani di Daryl la circondarono mentre provò lentamente a rialzarsi.Barcollò un po e Daryl la strinse subito a se.Passò il suo braccio attorno alla sua vita.. ''Forza andiamo'' disse goffamente ''appoggiati a me.''. Inizialmente Carol non si lamentò,ma quando fecero un passo avanti,le sue gambe erano troppo deboli per riuscire a farcela da sola. Daryl la strinse ancora più forte a lui mentre si avviavano lentamente verso le loro celle,lasciando un Axel di cattivo umore a ripulire tutto il casino.




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Glenn prese posto tra Maggie e Beth. ''Non riesco a credere che così tanti zombie siano riusciti ad arrivare fino al nostro blocco'' disse tristemente mentre sedevano tutti quanti assieme per mangiare il loro pasto serale.Oscar e Carl erano di guardia e avevano già mangiato la loro razione.

''Ci siamo andati vicini stavolta..'' concordò Hershel

Maggie fece uno smorfia mentre guardava Glenn. ''Abbiamo scelto il giorno sbagliato per andare a fare quella spedizione in città''

''Doveva essere fatta'' asserì Rick. ''Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe successo qualcosa del genere''. Guardò verso Carol, che stava dando da mangiare a Judith. ''Perlomeno stiamo tutti bene'' disse grato.Il suo sguardo si spostò su Daryl,che stava fissando con circospezione Carol tra un boccone e l'altro.Rick comprese la preoccupazione dell'altro uomo.Carol era stata molto silenziosa una volta arrivata al blocco C.Andò da sola a ripulirsi e quando tornò a malapena disse una parola ma Rick era ancora preoccupato per lei.Continuò a fissare Daryl e capì che anche lui lo era ancora.Si scambiarono uno sguardo,nessuno di loro due aveva idea di cosa fare per rimediare a tutto questo.

''Il lavoro che avete fatto alla recinzione sarà in grado di reggere e di tenerli alla larga?'' chiese Beth dubbiosa

''Si'' disse Rick senza esitazione

''Sperando che quello fosse l'unico'' disse Axel mentre masticava un boccone di stufato

Rick lanciò un'occhiataccia a Axel per la sua sincerità fuori luogo. ''Domani faremo degli altri giri'' promise a tutti ''Renderemo questa prigione sicura.Quello che è successo oggi non accadrà mai più''

''Non puoi saperlo'' disse Carol. Tutti le rivolsero un'occhiata nervosa mentre lei continuò con calma ''Ma è tutto apposto,perché ce l'abbiamo fatta''.Guardò Judith nelle sue braccia e sorrise debolmente. ''E quello che facciamo ora,teniamo duro''. Carol guardò nuovamente verso di loro ''Questo gruppo è forte.Saremo in grado di gestire qualsiasi cosa ci capiterà tra le mani''

''Si,lo saremo'' confermò Rick,felice di sentire Carol così positiva.In realtà era felice semplicemente per il fatto di aver sentito la sua voce

Judith si agitò tra le braccia di Carol ora che il suo biberon era ormai vuoto.Carol si mise Judith contro la spalla iniziò a battere piano la mano sulla sua schiena.La piccola rilasciò un rutto particolarmente rumoroso che echeggiò attraverso le pareti della prigione.Gli altri scoppiarono tutti quanti a ridere

''Cavolo'' disse Daryl  con una punta di orgoglio a Rick ''Questa tua piccolina rutta come un camionista ubriaco''

Carol continuò a darle dei colpetti mentre si rilassava. ''Non ascoltarli,tesorino,sei una signorina e lo sarai sempre''

''Si,una signorina camionista'' scherzò Glenn.

''Hey'' disse Rick stando al gioco ''E' la mia bambina quella di cui state parlando.'' Era bello avere questi momenti di leggerezza. Per loro potersene concedere uno era raro.E purtroppo le cose ora andavano in questo modo.

''Guardala,è cosi rilassata'' fece notare Axel a Carol,sempre pronto a entrare nelle sue grazie. ''Hai proprio un tocco magico,Carol. Sei stata come una mamma orsa che proteggeva i suoi cuccioli oggi.E' un peccato che tu non abbia dei figli tuoi,saresti stata una madre meravigliosa''

Rick sentì Daryl irrigidirsi dietro di lui al commento fuori luogo di Axel e alla tensione che riempì subito la stanza.Guardò le facce delle persone intorno a lui e vide tristezza e rimorso in tutti loro

Carol sorrise debolmente. ''Penso che sia ora di mettere questa ragazzina a letto'' disse piano e si alzò,portando Judith su per le scale nella sua piccola culla.

''Ho detto qualcosa di sbagliato?'' chiese quell'idiota di Axel. ''Intendevo dire che è un peccato che lei non abbia un figlio suo,è così brava con i bambini''

''Non riesci mai a tenere chiusa quella cazzo di bocca?'' ringhiò Daryl,alzandosi di scatto e uscendo fuori dalla stanza.Tutti stavano evitando di guardarsi.

Axel guardò Daryl andarsene e scosse la testa ''Non so se qualcuno ve l'ha mai detto prima,ma siete delle persone veramente strane''

''Continua a mangiare la tua cena e basta,Axel'' disse Rick debolmente

La conversazione continuò con un argomento diverso.Rick finì velocemente la sua cena e andò di sopra,per dare uno sguardo a Judith.Arrivò in cima alle scale e vide che Carol era seduta sul letto nella sua cella,cullando Judith per farla addormentare mentre lei continuava a muoversi senza dare cenno di addormentarsi

Carol sollevò lo sguardo quando lo senti entrare ''E' un po agitata stanotte''

''E' stata una giornata dura per lei'' Rick guardò Carol attentamente ''Lo è stata per tutte e due''

Carol non rispose.Si mise in piedi e offrì il suo posto a Rick. ''Perché non ci provi tu? Penso che abbia bisogno del suo papà adesso''

Rick si sedette vicino al passeggino che era diventato la sua nuova culla,grazie alla recente scoperta di Carol in città le scorse settimane. Le accarezzò il pancino mentre agitava le sue piccole gambette. ''E' tutto apposto,piccolina'' le canticchiò ''Papà è qui con te''. Le sue stesse parole gli fecero scendere delle lacrime dagli occhi anche se cercò di trattenerle.Mantenne il suo sguardo su Judith mentre si rivolgeva a Carol. ''N-non sarò mai in grado di ripagarti per quello che hai fatto oggi,Carol''

''Non pensavo che stessimo tenendo il punteggio' lo castigò dolcemente ''Non c'è niente da ripagare.E tu lo sai''

Il petto di Rick si strinse al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere oggi.Era pieno di rimorso mentre guardava la sua bambina che assomigliava già così tanto alla sua mamma. ''Lori e io,alla fine-'' Le parole di Rick furono soffocate da un diluvio di emozioni.Provò di nuovo. ''Non sono stato il marito che si sarebbe meritata alla fine''

''Rick.'' Carol disse il suo nome con compassione e si avvicinò poggiandoli una mano sulla spalla

Rick scosse la testa,spingendo indietro le lacrime mentre Judith iniziava a calmarsi,i piccoli occhietti si chiusero mentre arrivava finalmente il sonno.Continuò ad accarezzarla istintivamente,ma dentro si sentiva come se gli stessero squarciando il petto per tirare fuori tutte le emozioni che avrebbe voluto dimenticare. ''Dopo che Shane è morto e abbiamo perso la fattoria,tutto quello che riuscivo a pensare era di tenervi al sicuro,tenere Lori e il nostro bambino al sicuro.Pensavo che se fossi riuscito a farlo,avrei compensato per non essere stato in grado di dirle quello che lei aveva bisogno di sentirsi dire'' la voce di Rick si incrinò mentre continuava a parlare ''Non potevo darle ciò di cui aveva bisogno.Ci ho provato,ma non ce l'ho fatta.Ho pensato che dopo il parto avremmo avuto il tempo per capire tutto quanto.'' fece un rumore strozzato. ''Perché diavolo l'ho pensato?Non abbiamo più tempo''
Rick sapeva perché non era stato in grado di affrontare tutte le cose che erano andate storte tra lui e Lori.Era stato un vigliacco,fingeva di essere un leader e di provvedere alla loro sicurezza ma sfuggiva da tutto il resto. ''L'ho abbandonata'' sputò fuori,improvvisamente sopraffatto dal dolore. ''Ho rischiato tutto per salvare tutte quelle persone,Glenn,Hershel..dannazione, persino Merle.Ma quando si è trattato di mia moglie,l'ho abbandonata'' si coprì il volto con una mano.Judith ora dormiva ignara del dolore di suo padre.

''Smettila'' disse Carol piano e si avvicinò a lui per confortarlo

Rick era venuto per controllare Judith e dare supporto a Carol per tutto quell'orrore a cui era sopravvissuta oggi.E invece,non riuscì a sottrarsi al conforto che lei le stava offrendo.Seppellì il viso nella spalla di Carol mentre lei lo abbracciava,accarezzandoli piano la schiena. ''Mi dispiace'' disse con emozione contro la sua pelle mentre l'abbracciava a sua volta e la stringeva più forte.Era passato un sacco di tempo da quando aveva permesso a se stesso di accettare il conforto da qualcuno,era come se una diga fosse esplosa dentro di lui. ''Non dovrei comportarmi così'' disse sempre senza lasciarla andare

''Sei il nostro leader,Rick,questo non significa che tu debba essere anche la nostra isola'' disse Carol semplicemente

Rick sollevò lo sguardo verso di lei,tenendola sempre stretta

Carol fece un piccolo sorriso. ''Pensi che nessuno di noi riesca a vedere quello che stai facendo?'' disse ironicamente.''Pensi che solo perché sei il nostro leader,non puoi appoggiarti a noi per qualsiasi tipo di supporto emotivo.Che hai rinunciato a questo quando hai accettato di essere responsabile per tutti noi.''

Rick sbatté le palpebre scioccato dalle parole di Carol. ''Non è quello che sto facendo''. Rick stesso realizzò che quelle parole erano una bugia non appena le disse.Carol aveva ragione.Cercava sempre di allontanare quella parte di lui che aveva bisogno degli altri,pensando che fosse una debolezza che non si meritava di avere. E Lori era stata la prima vittima di questa sua inconscia volontà.

''Si che lo è'' disse Carol con calma ''Ma,per quanto io possa tenere a te,Rick Grimes,sono qui per dirti che sei stato un idiota.Hai bisogno di noi,come noi abbiamo bisogno di te.Tu non sei da solo e penso che sia arrivato il momento che tu te ne renda conto'' Mise una mano dietro la sua testa e lo accarezzò con gentilezza. ''Adesso,penso che tu abbia bisogno di stare un po di tempo da solo con la tua bambina.Vi lascio in pace''. Carol fece un passo indietro,rompendo il contatto tra di loro.Si girò per andarsene

Rick si mise in piedi. ''Carol''

Carol si girò e lo fisso con uno sguardo interrogativo

Rick chiuse la piccola distanza tra di loro e avvolse Carol in un grande abbraccio,questa volta offrendole il suo conforto.Si sentiva come se grazie alle sue parole avesse lasciato andare un peso che non si era nemmeno reso conto che stava trattenendo. ''Sono così felice che tu stia bene'' le sussurrò all'orecchio. ''Grazie per quello che hai fatto per Judith..grazie,grazie.''

Carol rispose all'abbraccio, senza proferire parola ma accettando silenziosamente la sua gratitudine




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Daryl appoggiò i gomiti sulla ringhiera delle scale di metallo di fronte alla cella di Rick.Li guardò abbracciarsi mentre Maggie venne a fermarsi vicino a lui.

Guardò la coppia dall'altra parte della stanza e sorrise. ''Sono così felice che oggi sia andata a finire tutto per il meglio''

Daryl emise un suono indefinito

Maggie lo guardò sorpresa. ''Che cosa c'è che non va?''

''Niente'' disse Daryl ,di poche parole

Maggie tornò a guardare Rick e Carol che si separarono solo ora dal loro abbraccio. ''Judith è al sicuro nel suo letto e Carol sembra stare bene'' osservò lei

''Si'' dichiarò Daryl secco ''ma non è così'' . C'era qualcosa di strano in Carol, Daryl riusciva a percepirlo. C'era qualcosa che non andava.

Maggie esitò. ''Guarda,è appena successo tutto questo casino.Forse è ancora un pochino sotto shock''

''Forse'' grugnì Daryl mentre si alzava.Carol si stava dirigendo verso la sua cella adesso

''E' molto dolce il modo in cui ti preoccupi per lei''

Daryl scoccò a Maggie un'occhiata tagliente per questa sua ultima osservazione.

Maggie strinse le labbra ''Non hai intenzione di mandarmi via a calci per quello che ho detto,vero?'' lo prese in giro

''Ci stavo proprio pensando'' disse Daryl impassibile

''Oh andiamo..'' lo provocò ''Sappiamo tutti che sei un bravo ragazzo,non ha senso continuare a fingere di essere il contrario adesso''  gli diede una leggera spinta giocosa e poi si allontanò.

Carol era seduta sul suo letto e guardò in su quando lui apparve di fronte a lei. ''Hey''

''Hey'' rispose goffamente guardandola. ''Hai bisogno di qualcosa?''

Carol scosse la testa. ''No,pensavo solo che mi avrebbe fatto bene andare a letto'' si stiracchiò piano ''Mi fa male un po tutto''

Le immagini di lei che lottava contro quella mandria di zombie si fecero spazio nella mente di Daryl. ''Stanotte fa freddo''  continuò ''Sento un venticello fresco nell'aria''

Non c'era nessun venticello fresco nell'aria.Anzi era una notte abbastanza calda.Tuttavia,Daryl raccolse il maglioncino appeso sopra il letto a castello e lo portò a Carol.Lei si alzò per prenderlo ,ma lui voleva aiutarla a indossarlo invece, si mise dietro le sue spalle in modo di aiutarla a indossarlo

''Stai esagerando'' Carol lo rimproverò dolcemente mentre infilava le braccia nelle maniche

Fece una smorfia ''Non è vero''

''Per favore non preoccuparti per me'' lo pregò a voce bassa.Carol guardò sopra la sua spalla verso di lui,l'espressione seria. ''Io sto bene''

Daryl la fissò, vedendo nei suoi occhi qualcosa che gli diceva che non stava dicendo la verità

''Sono solo stanca.Ho solo bisogno di un po di riposo.Tutto qui.''

''Io pos-io posso restare qui,se vuoi.Posso stare per un po qui con te'' Daryl cercò esitante di abbattere quel muro che sentiva che si stava sollevando tra di loro

Carol si girò,la sua espressione difficile da capire ''No,non c'è bisogno che tu lo faccia''

''Io voglio farlo.''

Carol scrollò le spalle ''Immagino di non potertelo impedire'' si sdraiò sul letto e si tirò su le coperte

Daryl si appoggiò contro il muro accanto al letto di Carol e si lasciò scivolare sul pavimento.Rimase seduto lì a lungo anche dopo che il suo respiro divenne lento e regolare,segnalandoli che Carol era riuscita finalmente ad addormentarsi.La sua era una veglia silenziosa,non sapendo che cosa poteva fare per lei ma avendo il bisogno di dover fare comunque qualcosa.Forse lei aveva ragione e da domani quello sguardo negli occhi di Carol sarebbe sparito.

Daryl poteva solo sperare ....







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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


echoes capitolo otto Capitolo 8


Hershel rigirò la mano di Carol ancora una volta,esaminandola da vicino. ''Mi sembra che vada abbastanza bene''. Guardò verso di lei,seduta dall'altra parte del tavolo. ''Penso che d'ora in avanti potremo fare a meno delle bende''.

''Bene'', disse Carol sollevata. ''Era un così grosso spreco''

''Non capisco come il fatto di impedire che tu potessi prenderti un'infezione possa sembrarti uno spreco'' , disse Hershel con dolcezza, ''ma accetto il fatto che tu possa avere un'opinione diversa dalla mia''

Carol fece un piccolo sorriso. ''Ti ringrazio per esserti preso così tanta cura della mia ferita,Hershel.Lo apprezzo molto''

Hershel si accinse a mettere via le forniture mediche. ''Sono un uomo vecchio e con una gamba sola durante un'Apocalisse'' disse ironicamente. ''A dire il vero,sono più che felice di poter dare una mano per qualcosa''

''Sai di essere importante per tutti noi'' gli ricordò Carol

''So solo che se mai dovessimo lasciare questa prigione,sarei solo un peso ancora più grande di quello che già sono ora''

Carol aggrottò la fronte. ''Ci prenderemo cura di te,Hershel,non importa che cosa accadrà.Non è necessario preoccuparsene adesso''

''Non è una questione di cosa siete disposti a fare,ma di quello che sarebbe giusto fare'' disse Hershel chiaramente

''Non mi piace quando parli in questo modo'' disse Carol 

Hershel scosse la testa. ''Non ti preoccupare per me,ragazzina.Sono solo un vecchio che parla troppo'' Poggiò la mano sulla sua. ''E faresti meglio a sostituire quel tuo cipiglio con un sorriso altrimenti ho paura di quello che potrebbe farmi il tuo angelo custode'' concluse scherzosamente. ''Non voglio che se la prenda con me per averti resa infelice''

Carol non aveva bisogno di voltarsi per sapere a chi si stava riferendo Hershel.Daryl era nella passerella sopra di loro,apparentemente pulendo la sua balestra,ma Carol era consapevole del fatto che invece la stava tenendo d'occhio mentre Hershel si occupava della sua ferita.Sospirò. ''In questi giorni è diventato la mia ombra''

''Hai a che fare con un rozzo villano che segue tutte le tue mosse?'' disse Hershel impassibile ''Onestamente,non capisco come questo potrebbe essere considerato un problema''

Carol rise debolmente ma il suo viso cambiò subito espressione. ''Si preoccupa troppo per me.Non è giusto''

''Il fatto che si preoccupi per qualcun'altro non può che fare bene a quel ragazzo''  ribatté Hershel. ''Visto che per quasi tutta la sua vita è stato impegnato a fregarsene di tutto e tutti''. Guardò Carol. ''Non è salutare,lo sai''

Carol distolse lo sguardo.. ''Lo so''. Massaggiò la ferita sulla sua mano distrattamente.Carol sapeva che Hershel diceva così perché si preoccupava per lei,come Daryl con le sue eccessive attenzioni degli ultimi giorni.Il punto era che stavano solo peggiorando la situazione ma lei non poteva dirlo a nessuno dei due.

''C'è solo un modo in cui puoi far desistere quel ragazzo dall'essere la tua ombra''

Lo sguardo di Carol era vivo di interesse. ''Come?''

''Lascialo entrare nei tuoi pensieri'' disse Hershel dolcemente.Batté sul tavolo di fronte a lei. ''Daryl sa che ti stai portando dietro un peso e vuole solo aiutarti''

Il volto di Carol si rabbuiò inconsapevole di essere stata così trasparente.Aveva provato con tutte le sue forze a tenere i suoi sentimenti solo per se stessa.''Non può'',disse con dolore, ricacciando indietro le lacrime. Carol si morse il labbro inferiore e scosse la testa. ''Non ne voglio parlare ,Hershel.Proprio non posso''

Hershel annuì. ''Lo so,ma a un certo punto sarai pronta a liberarti di questo peso che ti stai portando addosso dal giorno di quell'attacco.Penso che Daryl abbia bisogno di essere la persona che ti aiuterà a farlo''

Il mento di Carol si sollevò risolutamente. ''Tutti noi abbiamo i nostri fardelli da sopportare,Hershel.Io non sono speciale.Dobbiamo solo riuscire a farcene una ragione e andare avanti''

Hershel si appoggiò sullo schienale della sedia.''C'è una verità in tutto questo'' disse piano ''ma penso che anche il sacro libro sapesse di cosa stava parlando,quando diceva che dovremmo portare gli uni i pesi degli altri.Daryl non è l'unico che ha bisogno di capire che non è solo''

Carol si fissò le mani,un sorriso triste sul volto. ''Siamo tutti da soli,alla fine''

''Siamo soli quando decidiamo di esserlo'' rispose Hershel saggiamente.Si raddrizzò ''Beh,oggi tocca a me occuparmi della cena.Spero che tu sia dell'umore giusto per i fagioli''

Carol sorrise. ''Non vedo l'ora''. Hershel le diede una pacca sulla spalla mentre passava oltre e lei rimase seduta lì , riflettendo sulle sue parole. ''Hershel ha detto che la mia mano è apposto adesso'' disse sollevando il tono della voce senza alzare gli occhi

La voce di Daryl la raggiunse con un ''Non te l'ho chiesto''

Carol si rigirò sulla sedia per guardare Daryl seduto sulla passerella,le gambe penzoloni oltre il bordo. ''Ti sto informando in modo che tu possa terminare il tuo turno di guardia su di me'' disse seccamente

''Che cosa stai blaterando,donna?'' chiese Daryl, guardando brevemente verso di lei prima di tornare alla sua balestra

Carol sospirò. ''Sei un sacco di cose,Daryl,ma l'essere sottile non fa parte di queste.Non ho bisogno di una guardia del corpo''

Daryl sbuffò. ''Non so di cosa stai parlando''. La sua attenzione improvvisamente molto concentrata sulla balestra. ''Questo posto è piccolo,finiremo sempre con il venirci addosso l'uno contro l'altro.Non significa niente di più''

''Nessuno ti ha mai detto che sei un pessimo bugiardo?''

Daryl non perse un colpo. ''Nessuno che sia sopravvissuto abbastanza a lungo da riuscire a farlo.''

Carol scosse la testa alla sua testardaggine. ''Sto andando a lavorare al generatore''.Avevano scoperto un generatore portatile in una delle stanze che avevano ripulito.Non funzionava ma era così sporco a causa degli anni di disuso che non c'era modo di saperlo per certo.Avevano preso la decisione di ripulirlo e di vedere se così riuscivano a farlo funzionare nuovamente.Sarebbe stato utile avere una fonte di energia portatile e il generatore più piccolo avrebbe senz'altro fatto meno rumore,attirando meno l'attenzione di cui non avevano bisogno.Era un lavoro lento,duro e noioso, ma Carol aveva trovato una piacevole via di fuga.Ed era fissato con la sopravvivenza già da prima che accadesse tutto questo e Carol era in grado di occuparsi del problema.Avevano lasciato il generatore in una piccola stanza fuori dalla camera delle caldaie e Carol si era offerta per smontare e posizionare i pezzi,ripulirli e ri-assemblarli

''Ti stai occupando di questo lavoro da un bel po''

Carol inarcò un sopracciglio. ''E..?''

''E niente,è un lavoro per una persona sola.''

L'espressione di Carol non cambiò.Entrambi sapevano che stava lavorando al generatore per evitare di dover stare con le altre persone,ma lei non aveva nessuna intenzione di ammetterlo. ''Vuoi arrivare al punto Mister scompaio da solo nei boschi per giorni?''

Gli occhi di Daryl si strinsero mentre le restituiva lo sguardo ''Tu non sei me.''

Carol sapeva dove voleva arrivare,ma non era disposta a discuterne.Aveva una presa fragile sulle sue emozioni in questo momento, e non aveva intenzione di rischiare di perderla completamente. ''Pensavo che avessi intenzione di insegnare a Carl come seguire una traccia..''

''Infatti'. La voce di Carl proveniva da dietro di lei e Carol si voltò per sorridergli

''Eccoti '' disse Carol,felice di avere un diversivo. ''Daryl ti stava aspettando''

''Ma non sono in ritardo'' protestò Carl

''Carol intendeva dire che lei ti stava aspettando'' disse Daryl seccato.Sapeva che Carol aveva colto al volo l'interruzione

Carl sbatté le palpebre. ''Verrai con noi,Carol?''

Lei sorrise. ''Oh no non ho intenzione di intromettermi mentre voi due fate amicizia tra voi ragazzi''

''Non stiamo facendo amicizia'' disse Carl esponendo i fatti. ''Daryl è l'unico di noi in grado di seguire una traccia.Per noi imparare a vicenda le nostre abilità è solo una questione di intelligenza,lo sai...nel caso in cui uno di quei mostri riuscisse a prenderci''.

Il cuore di Carol si strinse a quanto cinico suonava Carl mentre pronunciava quelle parole.Non era giusto che un ragazzo della sua età fosse pronto ad accettare e anche ad attendere in questo modo la morte.Carol sentì rombare forti dentro di lei le emozioni che aveva cercato di soffocare dentro.Ogni giorno vedeva un altro po dell'infanzia di Carl scivolare via e la cosa più triste era che non avrebbero potuto impedirlo perché crescendo a questo ritmo probabilmente le sue possibilità di sopravvivenza non facevano che aumentare.Si sentiva ancora in dovere di dover piangere per la perdita di innocenza nel comportamento di Carl,qualcuno avrebbe dovuto farlo.

''Non sono ancora morto,ragazzino'' disse Daryl mentre si metteva in piedi

''Non ho detto questo.Dicevo solo che dobbiamo essere furbi se vogliamo sopravvivere''. Guardò confuso verso di Carol. ''Stai bene,Carol?''

Carol riposizionò il sorriso finto, quello che aveva utilizzato tutta la settimana per tenere a bada le domande della gente,sulle sue labbra.Non riusciva quasi più a ricordare come fosse veramente la sua faccia,era diventata una specie di maschera. ''Certo,si,sto bene''. Carol mise la mano sul cappello di Carl.. '' Fai da bravo e dai retta a Daryl, capito?''

''Sissignore..'' disse Carl educatamente

Daryl si avvicinò a loro. ''Inizieremo a seguire le tracce all'interno del carcere''

Carl aggrottò la fronte. '' Pensavo che saremo andati fuori per farmi fare pratica''

Daryl gli lanciò uno sguardo severo. ''L'insegnante sei tu oppure sono io?''

''Non sono un bambino'' disse Carl infastidito

''Allora smettila di lamentarti'' disse Daryl semplicemente, ''Se dobbiamo fare questa cosa,si fa a modo mio,nessuna discussione''

Carl emise uno sbuffo di delusione ma non aggiunse più nulla

Carol si preparò per andarsene  ''Prendetevi cura di voi,va bene?''

Daryl la fisso con uno sguardo determinato. ''Possiamo farlo e sai perché?'' Non aspettò la sua risposta. ''Perché non siamo soli.Siamo in due''

Carol scosse la testa e non si voltò al suo commento pungente ma continuò a camminare ''Come dicevo,Daryl,veramente molto sottile.''




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''E' arrivato il momento di fare una pausa.'' Daryl era stato insieme a Carl per le ultime tre ore e il sole della Georgia iniziava a farsi sentire

''Posso continuare'' si lamentò Carl

Daryl guardò in basso verso di lui. ''Che cosa ti avevo detto sul fatto di discutere con me?''

''Non sono un bambino'' disse Carl frustrato

''Faresti meglio a sturarti i timpani,ragazzino,perché non ricordo di aver detto niente del genere'' Daryl sollevò lo sguardo verso il sole cocente di mezzogiorno. ''Quando sei da solo fuori nei boschi,non ci sarà nessuno a guardarti le spalle se non tu stesso.Se finisci per disidratarti e perdere il controllo non sarai utile a nessuno'' guardò di nuovo verso di Carl ''E questo quello che vuoi?Vuoi essere un peso per le persone prendendo delle cattive decisioni solo perché vuoi dimostrare qualcosa a qualcuno?''

L'espressione di Carl si corrucciò sotto il cappello da sceriffo troppo grande per lui. ''No..''

''Allora facciamo una pausa'' dichiarò Daryl,il suo tono che non ammetteva altre discussioni riguardo all'argomento.Si avvicinò all'ombra dell'edificio più vicino e si sedette,la schiena contro i mattoni rossi.Tirò fuori la sua borraccia d'acqua bevendone un piccolo sorso.Carl si sedette accanto a lui,le gambe incrociate sul prato.Daryl gli consegnò la borraccia e portò su le gambe in modo da poterci riposare sopra le braccia

Carl prese un grande sorso d'acqua e si asciugò la bocca con il dorso della mano. ''Tra quanto tempo potremo andare a fare un po di allenamento fuori dalla prigione,Daryl?''

''Quando dirò che sei pronto''

''Quando lo sarò?''

''Quando te lo dirò.''

Carl emise un suono frustrato . ''Vorrei essere più grande''

Daryl gli lanciò uno sguardo. ''Lo sarai presto''

Carl non si placò ''Se fossi più grande,non avrei bisogno di usare così tanto la pistola.Potrei combattere contro gli zombie senza sprecare munizioni,come ha fatto Carol la settimana scorsa''

Daryl si accigliò,l'argomento ancora sensibile per lui,in particolare ora che sapeva che in Carol c'era qualcosa che non andava.''L'idea è quella di non cacciarti in una situazione del genere,tanto per cominciare''

''Si,ma a volte le cose succedono,non importa quanto duramente si cerca di restare al sicuro'' Carl arricciò il naso pieno di lentiggini. ''Se io fossi stato grande e più forte,avrei potuto dare una mano a eliminare gli zombie e mantenere tutto il gruppo al sicuro''

Daryl lo guardò di traverso ''Sei proprio il figlio di tuo padre,questo è certo'' . Scosse le spalle. ''Ma mantenere la gente al sicuro non dipende solo dall'essere forte,ma anche dall'essere intelligente''

''Sarebbe ancora meglio se fossi entrambe le cose'' brontolò Carl

''Non avere tanta fretta di crescere,ragazzo'' lo avvertì Daryl ''Le cose non stanno come recita il libretto delle istruzioni''

''Ma se fossi stato grande allora forse-'' Carl si fermò bruscamente e distolse lo sguardo,arrossendo violentemente

''Forse che cosa?''

Carl si agitò un po dalla sua posizione seduta. ''Daryl,posso farti una domanda?'' chiese con esitazione

Daryl scrollò le spalle. ''Spara.''

Carl si girò per osservarlo meglio,sempre più animato. ''A proposito di donne..sai?''

Daryl gelò. ''Cosa?''

''Voglio dire,un ragazzo come te,scommetto che hai avuto centinaia di ragazze'' continuò Carl avidamente

Le interiora di Daryl si contorsero mentre ricordi indesiderati di Merle che lo trascinava in una casa di prostitute riaffiorarono alla sua memoria.L'imbarazzo e l'umiliazione di sentire suo fratello dichiarare che stava per farlo diventare un uomo quando compì quindici anni era ancora fresco come se fosse accaduto ieri.Il posto puzzava di sesso e fumo stantio e nauseò ancora di più lo stomaco di Daryl.Era finito chiuso dentro una stanza con una donna che odorava di profumo scadente e assomigliava un po a sua madre.Era stato orribile,ancora di più quando aveva cercato di togliersi i vestiti.Il suo giovane corpo era ricoperto delle cicatrici delle frustate e delle bruciature di sigaretta che gli aveva inflitto suo padre.Era una vergogna che Daryl si portava dietro ancora adesso e odiava l'idea che le persone potessero riuscire a vederle.Erano marchi della sua debolezza,tutte cose che suo padre aveva provato a fargli perdere a suon di botte.Aveva finito con l'arrampicarsi fuori dalla finestra e correre via,mezzo nudo per la strada.Quando Merle lo aveva ritrovato,Daryl fu costretto a subire un ulteriore vergogna da parte di suo fratello che lo schernì senza pietà

I successivi tentativi di indorare la pillola furono altrettanto mortificanti e,alla fine,Daryl si fece furbo e iniziò a giocare sporco.Osservò la spavalderia degli altri uomini,ascoltò i loro discorsi e imparò abbastanza per poter fingere di avere passato delle esperienze sessuali in modo da tenere a bada Merle sul fatto che il suo fratellino non fosse una femminuccia.Poi nel momento in cui divenne adulto,non riuscì a trovare il concetto del sesso ne ancora più alla sua portata e francamente,ne meno terrificante.L'unica cosa buona dell'essere considerato un rozzo villano,però,era che nessuno si sarebbe aspettato di vedere certo un principe azzurro.Poi il mondo era andato in malora e per lui la cosa non era più stata un problema.Francamente,Daryl era felice di essersi liberato di questo peso.Non riusciva a immaginare di poter essere così vulnerabile con una persona e essere d'accordo con questo.Perché mai dovresti voler concedere quel tipo di potere a una persona  su di te?

''Daryl,mi stai ascoltando?''

Daryl sbatté le palpebre,tornando alla realtà mentre Carl lo fissava pieno di aspettativa.''Sto ascoltando'' disse brevemente,senza rispondere alla domanda iniziale del ragazzo. ''Se hai delle domande per quanto riguarda il sesso,è meglio che tu chieda a tuo padre.Non sono l'ufficio informazioni pubblico'' Daryl non si sentiva a suo agio a parlare di queste cose,ma non voleva darlo a vedere,quindi si rifugiò nella sua rudezza abituale

Carl scosse la testa. ''So come funziona il sesso.Quando mamma-'' la sua voce si incrinò leggermente,ma poi si riprese. ''quando la mamma è rimasta incinta,papà mi ha raccontato di come hanno fatto il bambino insieme.'' Carl fece una smorfia di disgusto ''E' stato un po schifoso''

Daryl fece la sua stessa identica faccia,non volendo immaginare Rick e Lori in quel modo,a sua volta.Si chiese oziosamente se il ragazzo sapeva della possibile parte di Shane nel mix.E sperò di no.Sarebbe stato bello per questo bambino avere qualche piccolo frammento di innocenza a cui aggrapparsi

''Volevo solo chiedere come si fa a sapere se piaci a una ragazza'' proseguì speranzoso

Daryl si strofinò una mano sul petto evitando di guardare il ragazzo. ''Non puoi chiedere a tuo padre queste cose?'' continuò

Carl chinò la testa e raccolse un ramoscello da terra,giocherellando con quello. ''Non voglio'' disse piano ''è ancora triste per la mamma e-'' Carl smise di parlare e si strinse nelle spalle. ''Io non voglio'' ripeté. ''Non voglio fargli del male''. Carl guardò verso Daryl di nuovo,l'attesa nei suoi occhi. ''Beh,come fai a sapere di piacere a una ragazza?''

Daryl non ne aveva idea,quindi cambiò strategia. ''Stiamo per caso parlando di Beth?''

Carl arrossì ma non riuscì a trattenere un grande sorriso. ''Penso che sia molto carina''

Daryl ci pensò brevemente. ''Si,penso che lo sia''

Carl distolse brevemente lo sguardo e poi  tornò di nuovo su Daryl. '' Io..ah..mi piace molto''

Daryl annuì,avendo notato gli sguardi languidi che Carl rivolgeva alla giovane ragazza

''Ma io non sono sicuro di piacergli'' finì Carl in fretta

''Beth è più grande di te'' sottolineò Daryl

''Solo di quattro anni'' disse Carl rapidamente ''Non è niente''

''Quanti anni hai?''

''Quattordici il mese prossimo.Beth compirà diciott'anni a Dicembre.Sono solo quattro anni di differenza''

Daryl fece una smorfia. ''Si,ma è-'' non finì la frase quando notò uno sguardo sconfitto farsi strada sul viso di Carl.Perché questo tipo di cose contavano così tanto anche adesso?Daryl non ebbe mai nessuna risposta per quanto riguardava l'amore prima che tutto andasse a puttane,e sicuro come l'inferno non ne aveva adesso. ''Si,ok,sono solo quattro anni''

Carl sembrò rinfrancato e continuò con entusiasmo. ''Come faccio allora a sapere se le piaccio almeno tanto quanto lei piace a me?''

Daryl provò a pensarci. ''Beh..immagino,magari voi due potreste parlare un po più spesso.Le donne amano parlare'' presumeva.Così sembrava che fosse in quelle cose tipo le soap operas

Carl scosse la testa. ''Siamo solo in otto,senza contare Axel,Oscar e Judith che è solo una bambina.Beth è praticamente costretta a parlare con me.''

''Insomma, ti ha dato la sensazione di voler parlare con te?Voi due da soli?''

Carl inclinò la testa,e sembrava che ci stesse pensando su. ''Intendi un po come te e Carol?''

Daryl si agitò immediatamente. ''Ah..no..non come me e Carol''

''Voi due parlate sempre da soli''

''No,non è vero''

''Si,lo è''

Daryl aggrottò la fronte. ''E' diverso.''. Quando parlava di Carol una strana sensazione iniziava a stringerli la bocca dello stomaco.A Daryl non piaceva,era una sensazione che lo rendeva confuso.

Carl emise un suono frustrato. ''Questo è proprio quello che vorrei sapere.Come faccio a capire la differenza?''

Daryl si strofinò la nuca. ''Non lo so,puoi solo intuirlo,credo''

''Come?''

Daryl lo fissò. ''Stiamo perdendo tempo'' Non erano nemmeno a metà giornata ''Dovremmo tornare al lavoro''

Carl era implacabile,il lavoro completamente dimenticato adesso. ''Va bene,allora cosa si potrebbe fare in modo da poter piacere a una ragazza? si chinò verso Daryl. ''Alle ragazze piacciono i regali,vero?''

''Ah,si,certo''

''Dovrei prendere un regalo a Beth'' la faccia di Carl era concentrata su questo pensiero. ''Che cosa piace alle ragazze?'' guardò Daryl. ''Che cosa regalavi tu alle tue fidanzate?''

Dal momento che Daryl non aveva mai avuto una ragazza,non aveva una risposta per questo.Cercò di pensare a un'occasione in cui aveva offerto qualcosa a una donna e il suo pensiero andò immediatamente a Carol e alla rosa Cherokee che le aveva portato.Non era stato un gesto romantico,più un qualcosa di comprensivo e confortante,ma ricordava ancora il sorriso che gli aveva regalato per questo.Nessuno prima d'ora gli aveva mai sorriso in quel modo,come se fosse stata in procinto di affogare e lui avesse allungato una mano per portarla in salvo. ''Fiori''. Guardò Carl e poi distolse rapidamente lo sguardo. ''Alle donne piacciono i fiori''  concluse burbero

Carl annuì ''Cos'altro?''

Daryl  allungò la mano verso di lui ''Guardati in torno,ragazzo.Non c'è rimasto tanto qui in giro''

Carl strinse le labbra ''Già'' Il suo viso si illuminò a un pensiero che gli passò per la mente. ''Pensi che Beth si lascerà baciare se gli regalassi qualcosa?'' Carl si morsicò il labbro. ''Io non so come si fa a farlo.Non voglio sembrare un idiota'' Stava fissando attentamente Daryl. ''E' difficile da imparare?''

Di nuovo,questo era fuori dalla sua conoscenza.Ricordò la volta in cui quella donna ridendo di lui provò a baciarlo.La sua bocca sapeva di culo e di whiskey e Daryl non era stato in grado di spingerla via abbastanza in fretta.La sua esperienza con i baci gli fece rivoltare ancora di più lo stomaco

Carl continuava a parlare a una velocità impressionante.'' Jordan croce,un ragazzo che stava in classe con me,diceva che devi usare la lingua per farlo'' Carl esitò e fece una smorfia al pensiero. ''Solo che non riesco a capire come''. Guardò Daryl in trepidante attesa. ''Che cosa dovresti fare con la lingua quando baci una persona?''

Daryl senti le sue guance arrossire e pregò di avere abbastanza sporcizia sul suo volto per poterlo nasconde.''Non ci sono abbastanza minuti in una giornata per ascoltare tutte le tue chiacchiere,ragazzo.Questo non è il tipo di mondo in cui pensare all'amore e a questo altro tipo di stronzate.Devi pensare a sopravvivere e basta,non hai bisogno d'altro''

Carl sembrò mortificato dal ragionamento di Daryl e si alzò subito in piedi.Evitando di guardarlo disse ''Vado a cercare delle altre tracce''. Si voltò e iniziò ad allontanarsi

Daryl sentì una fitta di senso di colpa pervaderlo,al ricordo di tutte le volte che Merle lo aveva fatto sentire come un pazzo.Daryl ricordava ancora cosa significasse desiderare l'approvazione del suo fratello maggiore.Diavolo,una parte di lui lo desiderava ancora,anche se ora probabilmente Merle era morto. ''Carl,fermati''

Carl smise di camminare, ma non si voltò

Daryl si passò una mano tra i capelli distrattamente. ''Voltati''

Carl ubbidì a malincuore sempre senza incrociare lo sguardo di Daryl

Daryl provò a dare a Carl qualcosa che lui non aveva mai ricevuto. ''Non devi provare niente a nessuno,Carl'' disse rigidamente.Distribuire lodi e approvazione era qualcosa in cui non era affatto bravo,non avendone mai ricevuto a sua volta nella sua vita.Daryl si sollevò e avanzò verso Carl. ''Non hai bisogno di preoccuparti per questo tipo di cose.Non hai bisogno di cambiare niente di te stesso per farti accettare dalle persone,e questo include Beth''

''Ma io voglio che lei mi prenda sul serio'' disse,la voce un po tremolante. ''Non voglio che pensi che sia solo un bambino'' Il volto di Carl si oscurò. ''Non voglio che rida di me''

Daryl riusciva a capirlo.Essere l'oggetto dell'umiliazione per il divertimento di suo fratello era stato più o meno il segno che aveva contraddistinto il loro rapporto.Dal momento che Merle aveva undici anni,Daryl non poteva fare a meno di prenderlo come esempio ma gli era sempre sembrato che Merle volesse essere imitato in un modo o nell'altro. ''Penso che l'unico modo per dimostrare che stai facendo sul serio con una ragazza'' disse Daryl piano ''sia quello di correre il rischio.Non c'è modo di controllare le cose che faranno le altre persone.A volte devi solo avere fede e se finisce male,beh,è il modo in cui va la vita.Non ci sono garanzie su nulla''.Daryl non sapeva se questo era oppure no un buon consiglio.Voleva solo che Carl sapesse che era stato uno stupido per essersi sentito in questo modo

La faccia di Carl esplose in un sorriso,sicuramente pensando che quello fosse un buonissimo consiglio ''Grazie..Daryl''

''Solo.. comportati bene con quella ragazzina'' disse brusco.Iniziò a camminare

''Lo farò'' disse Carl,accelerando il passo per stare dietro alle lunghe gambe di Daryl

'E una parola di avvertimento per te,ragazzo'' Daryl lanciò un'occhiata al blocco delle celle in lontananza,i suoi pensieri stretti intorno all'immagine di Carol .. ''Non te la renderanno sempre facile''

''Non c'è più niente di facile'' disse Carl di buon umore ''Anzi penso che inizierei proprio a preoccuparmi nel caso qualcosa lo fosse''

Daryl gli lanciò un'occhiata di traverso per quel commento

Dalle labbra dei bambini....



Dai pensieri dell'autrice : Ok,allora..mi venne in mente che,per cercare di costruire qualsiasi tipo di interesse vagamente romantico nella relazione Carol/Daryl , dovevo prima definire il modo in cui tutto era iniziato.Come ho già detto,ciò che Norman reedus disse,e cioè che immaginava Daryl come se fosse vergine,mi intrigò particolarmente e provai a immaginare a come potessi renderlo.Questo capitolo è il risultato di quel pensiero.Spero che possa sembrare attinente a un possibile passato per il personaggio di Daryl.Mi sto impegnando veramente tanto per seguire la strada che gli autori hanno già preparato per lui e nello stesso tempo per riempire alcuni spazi vuoti che hanno lasciato.

Mi venne in mente anche che considerando qualsiasi tipo di relazione che Daryl avrebbe potuto avere , ci sarebbe stato un parallelo molto carino con la relazione tra Beth e Carl.Sono estremamente inesperti e condividono le stesse paure - quella di non essere presi sul serio,quella di ridicolizzarsi - e mi intriga paragonare le loro scoperte e i loro passi in avanti riguardo l'amore e vedere che cosa ne salta fuori.Norman disse che non riusciva a immaginarsi Daryl farsi avanti e mettere Carol contro un albero  (come Maggie e Glenn LOL) e io sono totalmente d'accordo con lui.Sarebbe stato imbarazzante come se lo avessi visto fare a Carl con Beth. Quindi,se l'istinto animale non è quello che porta avanti la storia tra di loro,che cosa avrebbe potuto farlo?Questa è la cosa divertente su cui cui speculare nello show e quello che sto esplorando in questa fan fiction. Che cosa riuscirà a far abbassare la proprie difese a questi due,a liberarsi di tutte le ferite del passato e a farli guardare insieme verso un futuro,un futuro in cui Daryl prende in considerazione l'idea di darsi in quel modo a un'altra persona?

Norman disse che le persone danneggiate attraggono altre persone danneggiate e sono d'accordo. Ma, oltre quest'attrazione cosa c'è? Sono sulla stessa lunghezza d'onda perché riconoscono di avere molte cose in comune ma..che cosa saranno in grado di fare l'uno per l'altro grazie a queste caratteristiche in comune? Tenersi alla larga o liberarsi? è una domanda interessante che mi capita di vedere spesso su TWD. C'è sempre stato un Shane dentro di Rick,ma quando Shane era fisicamente presente,Rick poteva combattere contro di lui e tenere il suo a bada.Adesso che Shane è morto,Rick sta combattendo con il suo lato Shane che sta uscendo fuori e prendendo la meglio.Ci sono un sacco di pesi e contrappesi all'interno del gruppo che rendono lo show interessante perché davvero loro si appoggiano davvero l'uno su l'altro e si fanno forza a vicenda....

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


echoes capitolo nove Capitolo 9

                                                                                                                  "Il dolore non ti cambia... ti rivela."                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               ¤JOHN GREEN¤


Due giorni dopo,Daryl stava tornando di nuovo nei loro dormitori,con una stringa piena di scoiattoli morti appesa sulla spalla.Era andato a caccia per tutto il pomeriggio e successivamente aveva deciso di fare un'ispezione lungo tutto il perimetro prima di rientrare nuovamente dentro.Dovevano essere le nove circa o quasi adesso.Daryl si guardò intorno al gruppo,che consisteva solo di Beth,Glenn,Carl e Maggie,che stava ripulendo i piatti del loro pasto serale

Beth gli sorrise. ''Ti andrebbe di mangiare qualcosa,Daryl?''

Scosse brevemente la testa. ''No,ho già mangiato.'' Daryl si guardò intorno. ''Dov'è Carol?''

Glenn sollevò lo sguardo da dove stava organizzando le provviste. ''Sta facendo il bucato''

Daryl lo fissò di rimando. ''Nel cuore della notte.'' Tutti lo guardarono senza capire.Lui fece un rumore impaziente. ''A nessuno di voi suona come un po strano?''

Glenn si raddrizzò e lo fissò da sopra la ringhiera. ''..Disse il ragazzo che se ne va in giro con un collana di scoiattoli morti appesa al collo.''

Daryl si sfilò la stringa di scoiattoli e li gettò a terra con uno sguardo infastidito. ''Non dovremmo andare fuori da soli durante la notte.Non è sicuro.''

''è nel cortile,'' intervenne Maggie. ''è sicuro.''

''Non lo era la settimana scorsa'' sputò fuori Daryl,già girando sui suoi tacchi e andandose via

''Carol ha detto che voleva solo un po di tranquillità'' gli gridò dietro Maggie

''Può avere il suo dannato momento di tranquillità anche qui'' disse da sopra la sua spalla mentre si dirigeva fuori dal blocco delle celle.Daryl si allontanò per andarla a cercare.La sua tendenza ad andare via da sola stava solo peggiorando,non migliorando.Si stava ritirando in se stessa,parlava raramente a meno che non le fosse rivolta la parola.Era come se stesse scomparendo di fronte a lui e a Daryl sembrava di non riuscire a fare una dannata cosa per impedirlo.Tutte le volte che l'aveva guardata,era stato sempre in grado di vedere quella luce splendere nei suoi occhi,in grado di vedere che cosa stava succedendo dentro di lei.Ma adesso quella luce sembrava diminuire ogni giorno di più.Uscì fuori nel cortile e vide che Carol stava seduta su uno sgabello,intenta a lavare dei vestiti dentro una bacinella,con una lampada ai suoi piedi.Le labbra di Daryl si strinsero. ''Che cosa pensi di fare?''

Carol lo degnò del più breve dei suoi sguardi. ''Il bucato.''

''Siamo nel cuore della notte''

Lei si strinse nelle spalle e continuò a sfregare

Daryl la fissò frustrato,cercando di trovare un modo in cui poterla avvicinare.Camminò avanti e indietro di fronte a Carol per un paio di volte,finalmente fermandosi davanti a lei. ''Ti ricordi quello che mi avevi detto quanto stavo cercando di allontanarmi dal gruppo dopo che avevamo ritrovato Sophia?'' chiese bruscamente

Carol continuò a lavorare,senza guardarlo. ''Ho detto un sacco di cose''

''Hai detto "non farlo"..''. Un muscolo vibrò nella mascella di Daryl mentre teneva i suoi occhi fermamente puntati su Carol,mentre lei rifiutava intenzionalmente di incrociare il suo sguardo. ''Non farlo.'' ,la implorò,maledicendosi per l'evidente forza delle emozioni che sentì nella sua stessa voce.

Carol smise brevemente di lavare i vestiti ma poi riprese subito dopo. ''Non sto facendo niente'' disse con calma

Una vena inizio a pulsare sulla sua fronte. ''Nessuno ti ha mai detto che sei una pessima bugiarda,donna?''

''Nessuno che è vissuto abbastanza per poterlo raccontare.'' Carol strizzò l'ultima camicia e la mise nella cesta dei vestiti bagnati accanto a lei.Si alzò e svuotò il secchio con l'acqua sporca per poi raccoglierlo.

Daryl non le levò lo sguardo di dosso.La guardò trasportare il secchio fino al rubinetto per riempirlo di acqua pulita. ''Dimmi che cosa c'è che non va.'' le domandò, abbandonando qualsiasi tipo di  sottigliezza. ''Ti stai allontanando.Questo non è da te''

Carol stava cercando di ruotare la grossa valvola che avrebbe liberato il flusso dell'acqua al rubinetto.Era una leva posizionata sul muro,proprio sopra la sua testa.Si stava sforzando per riuscire a spostare quella leva di metallo arrugginito. ''Forse è una cosa buona'' ,rispose con amarezza.

Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa intendi dire?''

Carol mise le mani sulla leva,sforzandosi per riuscire a farla muovere. ''Lascia perdere,Daryl''

''No.Non intendo andarmene fino a quando non mi dirai che cosa ti sta succedendo''

Carol gli rivolse uno sguardo irritato mentre continuava a lottare con la leva irremovibile. ''Non sono affari tuoi'' , sbottò verso di lui

''Tu sei affar mio.'' ,ribadì senza pensarci.Daryl aggrottò le sopracciglia,non voleva sembrare così territoriale come era venuto fuori.Fece un suono frustrato. ''Volevo dire che mi interessa il motivo per cui sei infelice''

Carol si rifiutava di guardarlo,concentrandosi sulla leva,afferrandola con entrambe le mani ora. ''Guardati intorno Daryl'',replicò lei strettamente ''siamo tutti infelici''

Fece un passo verso di lei. ''Io non lo sono'' disse con urgenza scuotendo le spalle.''Voglio dire,non tutto il tempo,non quando..-'' si fermò di colpo,non volendo finire la frase.Era stato sul punto di dire che non lo era quando stava con lei.Carol lo aveva accettato e gli aveva dato uno scopo ed era stata la prima volta nella sua vita in cui aveva conosciuto una di queste cose.Lei lo aveva accolto nel gruppo che non aveva fatto altro che aumentare questi suoi sentimenti.Non sarebbe rimasto senza far niente mentre la guardava allontanarsi da quello stesso bisogno di sentirsi importante e desiderata. ''è iniziato tutto dal giorno dell'incidente con Judith''. Daryl si avvicinò per aiutarla con la leva,sollevò il braccio sopra la sua testa,mentre cercava di venire a capo di tutto questo.Mise la mano sulla leva per tirarla giù

''Ce la faccio'' ,sbottò lei,cercando di spingerlo lontano

Daryl ignorò i suoi tentativi di allontanarlo. ''So che deve essere stato fottutamente spaventoso,ma gli hai fatto il culo,Carol,hai salvato quella piccolina.Dovresti essere veramente fiera di te stessa''. Portò giù le leva e l'acqua iniziò a scorrere dal rubinetto. ''Io sono davvero orgoglioso di te.''

''Ho detto che ci sarei riuscita!'' urlò Carol.Gli mise la mani sul petto dandogli uno spintone e lui fu costretto a fare un passo indietro,non avendo previsto una reazione così violenta da parte sua.Carol improvvisamente esplose addosso a lui. ''Perché diavolo non puoi semplicemente lasciarmi stare in pace!'' gli gridò contro rabbiosa. ''Non ho bisogno che uno stupido villano mi corra dietro come se fossi una specie di cucciolo sperduto!'' Carol urlò.Lo spinse di nuovo,questa volta con ancora più forza.

Daryl rimase scioccato dalla veemenza delle sue parole e delle sue azioni solitamente così contenute e pacifiche. ''Calmati subito'' le ordinò

Carol iniziò a colpirlo sul petto più e più volte,perdendo totalmente qualsiasi parvenza di controllo. ''Non dirmi di calmarmi!''  gli sputò in faccia mentre continuava ad attaccarlo. ''Lo hai voluto tu,volevi la vera Carol?Bene,eccola qui!''

Daryl la acchiappò per i polsi per proteggersi dai suoi attacchi ma lei non aveva ancora finito.Lottò contro la sua presa,cercando di liberarsene,a graffi e calci.Daryl fu costretto a usare tutta la sua forza per sottometterla,avendo paura che avrebbe finito con il far del male a se stessa se non si fosse calmata subito.Lottò violentemente contro di lei fino a quando riuscì a bloccarla con la superiorità della sua forza.Daryl era dietro di lei adesso,le sue braccia avvolte attorno al suo petto mantenendo salda la presa sui suoi polsi,ora incrociati di fronte a lei.La sua lotta stava finalmente scemando mentre la schiena di Daryl colpì il muro dietro di lui e si lasciò scivolare,portandola giù con lui.Stavano seduti a terra,entrambi ansimando rumorosamente per via dei loro sforzi.L'acqua stava ancora scorrendo accanto a loro e Daryl la chiuse colpendo il rubinetto con un calcio.

''Mi stai facendo male..'' sospirò Carol,cercando di riprendere fiato,la sua rabbia improvvisamente svanita.

Daryl allentò subito la stretta sulle sue braccia,ma non la lasciò andare.Rimasero fermi  così,senza muoversi per un lungo periodo di tempo.Non sapeva che cosa fosse appena successo,ma sapeva che Carol aveva bisogno di lui in questo momento.Sarebbero potuti rimanere lì per tutta la notte e a Daryl non sarebbe importato nulla.

''Avevo un lavoro..''

La voce di Carol sembrava priva di emozioni mentre parlava.Daryl non disse niente,continuò semplicemente a stringerla e la lasciò parlare.Era crollata contro di lui adesso,senza più nessuna forza in corpo.

''Era un lavoro di sole 10 ore a settimana,in una libreria del posto,'' continuò debolmente. ''Ed odiava che andassi a lavorare.Diceva che lo faceva sembrare cattivo e fece tutto quello che era in suo potere per cercare di farmi mollare''. Carol sollevò il mento. ''Ma sopportai le botte perché per quelle dieci ore a settimana,potevo finalmente prendere un respiro.Era il mio scopo.Era un qualcosa dove ero solamente Carol e non una proprietà di Ed''. La sua testa sembrava troppo pesante per reggere tutto questo e un tratto Carol la lasciò cadere all'indietro in modo che la sua guancia poggiò accanto a quella di Daryl.Fissò senza metterlo a fuoco un punto sul terreno di fronte a loro,completamente abbandonata tra le sue braccia. ''Un giorno rientrai tardi a casa da uno dei miei turni e scoprì che Ed era già andato a prendere Sophia all'uscita di scuola''. Carol prese un respiro instabile. ''Lei stava disegnando e Ed era seduto sul divano,e la guardava con questo sguardo nei suoi occhi...''

Daryl sentì un brivido involontario scorrere lungo il corpo di Carol e istintivamente la strinse più forte a lui.Gli fece rivoltare lo stomaco il pensiero di un uomo,specialmente il suo stesso padre,che guardava Sophia in quel modo.La sua mascella si indurì ma non disse nulla,capiva quanto fosse difficile per Carol parlare di questa cosa.

''Mi vide guardarlo e mi fissò con questo ghigno compiaciuto sul volto..come se mi stesse sfidando a fare qualcosa in proposito'' La voce di Carol iniziò a tremare. ''Il giorno dopo,non appena Ed uscì per andare a lavoro,preparai una valigia a testa per me e per Sophia.Presi la macchina e guidai fino alla sua scuola e stavo per entrare a prenderla e andare via senza mai più voltarmi indietro'' Non parlò per un lungo momento e quando lo fece,la sua voce attraversò il corpo di Daryl come se fosse un coltello. ''Sono stata li seduta in macchina per sei ore fuori dalla sua scuola,cercando di trovare il coraggio di entrare.Sono rimasta seduta lì,tutto il giorno,senza riuscire a muovermi.Ero ancora là quando Sophia è uscita dalla scuola e ho riportato entrambe indietro in quella casa,di nuovo in quella vita,di nuovo da lui'' La sua voce si indurì. ''Ed tornò a casa quella notte e aveva questo sguardo quando mi vide,come se sapesse che cosa avevo provato a fare e rise di me perché sapeva che ero troppo debole per riuscire a lasciarlo.'' Carol sembrava sconfitta ora. ''Ho lasciato il lavoro il giorno dopo e non li lasciai mai più da soli dopo quello che era successo.Non era abbastanza,ma era tutto quello che riuscii a fare''

In quel momento Daryl era felice che Ed fosse morto nel modo in cui era morto.Quel bastardo avrebbe meritato molto peggio ma se Carol aveva ragione,se c'era un Paradiso,allora Daryl pensò che doveva sicuramente esserci anche un Inferno,e sperò che Ed ci stesse bruciando dentro in questo preciso istante.

''Ti avevo domandato se ero ancora una madre'' continuò Carol gelida,la sua voce piena di disgusto verso se stessa. ''Non lo sono mai stata.Ho fallito con Sophia per tutta la vita.Sono stata con Ed nonostante sapessi che lui era un pericolo per lei e poi l'hai detto tu stesso,se solo l'avessi tenuta d'occhio,non sarebbe mai dovuta scappare nel bosco per farsi prendere da quei mostri''

Daryl fece una smorfia. ''Non dire così..'' la supplicò. ''Non volevo dirti quelle cose,ero arrabbiato.''

''Ma avevi ragione'' singhiozzò Carol. ''Non ho avuto abbastanza forza per proteggere mia figlia e Sophia ha pagato con la sua vita.Quando quegli zombie hanno tentato di prendere me e Judith ho combattuto invece,ho combattuto così duramente e non avevo nessuna intenzione di smettere.Sono riuscita a farlo per il bambino di qualcun'altro,ma non sono riuscita a farlo per la mia'' Daryl sentì calde lacrime scivolare dal suo viso fino al dorso delle sue mani che ancora la tenevano stretta e si rifiutavano di lasciarla andare. ''Sophia meritava molto più di una come me''. Carol riuscì a malapena a pronunciare quelle parole

''Sophia ti amava e tu amavi lei'' disse Daryl chiaramente. ''Tutto il resto non conta niente''

''Certo che conta'' disse Carol con amarezza. ''La mia bambina non meritava che le accadesse una cosa del genere''

''E tu invece si?'' chiese Daryl con rabbia. ''E questo che stai cercando di dire? Se non fosse stato per te Judith a quest'ora sarebbe morta''

''Non lo capisci'' disse Carol con angoscia '' che questo è ancora peggio.Perché non sono riuscita a farlo per mia figlia?Perché ero così debole quando Sophia aveva più bisogno di me?Avrei potuto salvarla,sia da suo padre che da quegli zombie..ma non l'ho fatto.''

Daryl riuscì finalmente a capire che cosa stesse tormentando Carol da una settimana e mezzo a questa parte.. ''Io non ne so molto'' disse piano ''ma so che una persona che non sa nuotare non può fare nulla di buono per una persona che sta affogando''. Daryl spostò il viso in modo che le sue labbra fossero vicine al suo orecchio,voleva disperatamente che lei sentisse quello che aveva da dirle. ''Hai fatto il meglio che potevi fare per Sophia con tutto quello che avevi dentro di te al momento.Questo è tutto che tutti noi possiamo fare''

''Ma non ho fatto tutto quello che avrei potuto fare per Sophia'' protestò Carol,la sua voce spezzata. ''Quello che è successo con Judith ne è la dimostrazione''

Daryl chiuse gli occhi,cercando di pensare a un modo per far smettere a Carol di vederla in questo modo.Il rimpianto è un brutta bestia in grado di mangiarti vivo se sei disposto a lasciarglielo fare e lui non era disposto al fatto che la sua prossima vittima fosse Carol. ''Ho un bel ricordo.. di quel figlio di puttana che chiamava se stesso mio padre'' disse piano ''Un giorno mi portò a pescare in questa sottospecie di cava ,veramente difficile da raggiungere,un giorno e mezzo di arrampicata attraverso dei boschi molto fitti.Penso che avessi all'incirca otto anni o giù di lì.Merle era da qualche parte in riformatorio,quindi eravamo solo io e lui.Abbiamo dormito fuori sotto le stelle quella notte e quel vecchio bastardo iniziò a bere.Pensavo che presto o tardi avrei finito con il prendere delle botte come al solito..''

Quando lui non continuò immediatamente,Carol lo spinse a farlo. ''Ti picchiò?'' chiese esitante

Daryl scoppiò in una risata priva di allegria. ''No,per una volta nella sua vita,mio padre non era in vena di prendermi a botte.Mi portò fino alla riva del fiume dove le pareti della cava convergevano sopra di noi.C'era una specie di corridoio nelle rocce che formava questo stretto passaggio.Ad ogni modo,il vecchio iniziò improvvisamente a cantare alcuni versi di una vecchia canzone di Roy Orbison.Fino a qui tutto bene,niente di speciale,ma poi quando smise di cantare l'eco tornò indietro rimbalzando su quelle rocce e suonò come qualcosa di meraviglioso,come se fosse la voce di una specie di cantante professionista o qualcosa del genere''. Carol si era rilassata nelle sue braccia e lui sapeva di avere la sua attenzione adesso,quindi continuò a raccontare la sua storia. ''Allora,il vecchio uomo guardò verso di me,tutto fiero e disse che quella voce era sempre stata dentro di lui,aveva solo avuto bisogno di rimbalzare attraverso le dure rocce per arrivare a essere quello che sarebbe dovuta essere fin dall'inizio.Mi disse che era stato per merito di tutto quel rimbalzare attraverso le rocce che la sua voce si era trasformata in quel modo.Mi fece cantare con lui tutto il resto della notte.Fu l'unica volta in vita mia che non mi sentii come se lui mi odiasse...'' Daryl si fermò,momentaneamente perso nei suoi ricordi. ''Non pensavo a quella notte da molto tempo''

''Questa è davvero una bella storia riguardo al tuo papà..'' disse lei dolcemente

''E' l'unica che ho'' disse lui seccato. ''L'unica altra buona azione che fece per me fu quella di farsi saltare via la testa durante una rissa in un  bar''. Le dita di Daryl si mossero irrequiete lungo le braccia di Carol. ''Non l'avevo mai raccontata a nessuno prima d'ora''

Carol spostò leggermente il suo viso verso di lui,le loro guance si toccavano. ''Pensi che le cose stiano veramente così?Pensi che non sapremo mai chi siamo veramente fino a quando non avremo rimbalzato contro quelle rocce?''

''So solo che quello che è successo a Sophia non è stata colpa tua..Questo mondo è impazzito e nessuno di noi era pronto per tutto questo.So che se non fosse stato per te Judith a quest'ora sarebbe seppellita fuori in quel campo assieme a T-dog e assieme alla sua mamma.Perdere Sophia ti ha reso abbastanza forte da riuscire a salvarla.Non so se questo possa esserti di conforto in qualche modo ma-''

''Lo è..'' lo interruppe lei piano. ''Lo è.'' Carol sembrò calmarsi tutto d'un tratto.Prese un respiro irregolare. ''Mi manca tanto,Daryl'' confessò ''A volte le mie braccia bruciano dalla voglia che ho di stringere la mia bambina,non riesco nemmeno a trovare le parole..''

Daryl sentì le lacrime pungergli gli occhi e le ricacciò indietro. ''Farei qualsiasi cosa per poterla riportare indietro'' disse in tono burbero

''Lo so'' sospirò, ''ma non c'è più niente che possiamo fare''

''Possiamo ricordarla..'' offrì lui

Per la prima volta un sorriso illuminò il volto di Carol. ''Si..'' disse con voce roca ''possiamo ricordarla''. Carol esitò. ''Vuoi sentire una storia riguardo al terzo compleanno di Sophia?Però,ti avverto,sono presenti delle fatine''

Le labbra di Daryl si sollevarono in un piccolo sorriso. ''Sono un fottutissimo fan di queste fatine.Non riesco a farne a meno''

Carol non riuscì  a trattenere una risata. ''Sembri proprio il tipo'' . Si sistemò meglio contro il suo petto per raccontare la storia del compleanno a tema/fate di Sophia.Daryl non aveva mai avuto una festa di compleanno quindi era praticamente una sorta di insegnamento per lui.Ma principalmente era solo felice di ascoltare la voce di Carol e sapere che finalmente era riuscito a riportarla indietro assieme a lui.Era come se potesse respirare nuovamente....




----------


Maggie e Glenn spiarono attraverso la porta dentro il cortile e videro Carol stesa tra le braccia di Daryl.Stavano seduti sul pavimento,Daryl con la schiena contro il muro.Parlavano tra di loro a voce bassa,le loro guance si sfioravano.Maggie non riuscì a fare a meno di notare la stranezza dell'intimità di quella scena,considerando che Daryl non era forte con il contatto fisico,a meno che non stesse uccidendo qualcosa,ovviamente.

''E poi succede questo..'' disse Glenn incerto,mantenendo bassa la voce in modo da non disturbarli

Maggie sorrise e basta. ''Penso che siano carini insieme''. Guardò verso Glenn. ''Non pensi che siano carini insieme?''

Glenn fece una faccia strana. ''Non ho mai messo le parole 'DARYL' e 'CARINO' nella stessa frase prima d'ora.Se non contiamo 'Non sarebbe CARINO se DARYL mettesse giù quella balestra e evitasse di spararmi in faccia?''

Maggie sbuffò piano. ''Quando mai Daryl ti ha fatto una cosa del genere?''

''Ci sono stati dei problemi spiacevoli riguardo a Merle tempo fa'' disse Glenn tristemente. ''Sono state dette delle cose,alcune vite sono state messe in pericolo.E' stata abbastanza dura''

''Merle è il fratello maggiore di Daryl,vero?''  Gli altri erano stati molto vaghi riguardo a questo argomento.

''Se esiste un Dio,allora è il fratello maggiore MORTO di Daryl'' disse Glenn categoricamente.

''Era davvero così cattivo?''

''Come Hitler senza lo charme''

''Non sei un suo fan,huh?''

''Diciamo solo che abbiamo scelto il fratello giusto''

Maggie guardò di nuovo verso la coppia nel cortile. ''Carol lo pensa sicuramente''

''Non dirlo'' disse Glenn con un'espressione dolorosa

''Che c'è di male al pensiero che Daryl e Carol possano avere una storia?''

Sembrava che Glenn ci stesse pensando. ''Bene ,ah , per prima cosa , i loro nomi rimano''

Maggie inarcò un sopracciglio. ''Questo secondo te è un requisito fondamentale all'interno di un rapporto? I vostri nomi non possono rimare?''

''Ok..è strano e basta..''

''Perché?''

''Perché sono Carol....e Daryl''

Maggie trovava divertente l'evidente imbarazzo di Glenn. ''Penso che si completino a vicenda''

Glenn sbatté le palpebre. ''In che modo?''

Maggie scrollò le spalle. ''Non so,entrambi sembrano aver avuto delle esperienze difficili.Penso che conoscersi sia stato un sollievo per loro.I simili non si cercano,si trovano,dopotutto''

''Noi non ci assomigliamo per niente''. Puntualizzò Glenn

Maggie sorrise consapevole. ''Beh,anche gli opposti si attraggono''.Mise le mani sul sul petto con dolcezza. ''Ma non ti preoccupare,se mai dovesse accadere qualcosa tra questi due,sicuramente loro sarebbero gli ultimi a rendersene conto''

''Un po come è successo a noi due?'' chiese Glenn ironicamente

Maggie si avvicinò di più a lui. ''Un po come è successo a noi due''  confermò divertita,avvicinandosi per baciarlo.Qualsiasi cosa fosse successa tra Daryl e Carol,lei sperava solo che trovassero un po di felicità come lei e Glenn

Se la meritavano tutti,specialmente ora.



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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


echoes capitolo dieci Capitolo 10



Pensiero dell'autrice : Questo capitolo è una sorta di apri-pista per i prossimi che verranno,quindi,come direbbe Carol,sto solo costruendo un ponte e poi ci passerò sopra!  (qui c'è un gioco di parole con il modo di dire in inglese,che letteralmente sarebbe : costruisci un ponte (build a bridge) e passaci sopra ( and get over it!) in italiano sarebbe : fattene una ragione e vai avanti/mettici una pietra sopra



Il gruppo
aveva appena finito di fare colazione ed era riunito insieme,per decidere quello di cui si dovevano occupare oggi.

Rick lanciò un'occhiata a Glenn. ''Glenn,ti va di portare Maggie con te in una spedizione in città?Abbiamo bisogno di alcune cose.Ho come l'impressione che dovremmo iniziare a cercare all'interno delle abitazioni.''

''Dovresti portare Carol con te'' disse Maggie con un sorriso. ''Ha un tocco magico per trovare quello di cui abbiamo bisogno ultimamente''

''Mi farebbe piacere andare'' disse Carol con tranquillità mentre prendeva una pila di piatti sporchi.Dopo aver chiarito con Daryl il giorno prima,si sentiva come si fosse liberata di un grosso peso dalle spalle.Tutto sembrava più luminoso oggi anche le cose di cui dovevano occuparsi,tutto infinitamente più possibile.

Maggie aggrottò la fronte non appena notò i segni sulle braccia di Carol. ''Che cosa ti è successo alle braccia,Carol?'' chiese con preoccupazione,indicandole i lividi chiaramente a forma di dita

Carol si fissò le braccia sorpresa. ''Oh..'' Alzò gli occhi e si scambiò uno sguardo con Daryl che si accigliò improvvisamente.Carol non aveva nemmeno notato i lividi prima di allora dove Daryl l'aveva stretta così forte durante la sua scenata.Le persone raramente si prendevano il disturbo di menzionare gli urti e le loro contusioni in questi giorni.Ne eri sempre ricoperto,quindi non c'era ragione di indagare in proposito.Era un semplice dato di fatto.Carol rivolse a Maggie uno sguardo calmo. ''Stavo per cadere ma Daryl mi ha afferrato prima'',disse semplicemente.

''Deve essere stata una brutta caduta'' , osservò Rick preoccupato,guardando anche lui i suoi lividi.

Carol mantenne fermamente lo sguardo di Rick,consapevole che gli occhi di Daryl erano intenti a osservarla.''Lo è stata,ma Daryl ha dei buoni riflessi''.Lo guardò e gli fece un piccolo sorriso e vide che si rilassò un po

''E' un bene saperlo per il ragazzo che dorme con una balestra in mano'' disse Glenn impassibile

''Va bene,Glenn e Carol,potete andare fuori in città oggi,Oscar,tu puoi venire insieme a me e-''

''Posso andare con Glenn e Carol?'' lo interruppe Carl

''In città?'' lo interrogò suo padre

''Si''

''Perché?''

Carl sembrò improvvisamente imbarazzato con gli sguardi di tutti puntati su di lui. ''Io,ah,mi servono alcune cose''

''Beh,fai una lista a Glenn e le prenderà lui per te''

''No!'' disse Carl bruscamente e sembrò ancora più imbarazzato mentre lanciava un'occhiata a Beth che stava ritirando il cibo che era avanzato. ''Devo andare io.Non so ancora quello che voglio''

Rick sembrava confuso. ''Se non sai quello che vuoi,allora come fai a dire che ti serve?''

Carol aveva notato il fugace sguardo che Carl aveva dato a Beth e sospettò immediatamente di che cosa si trattasse.Mise una mano sul braccio di Rick. ''Va bene Rick.Sono sicura che Carl ci sarà di grande aiuto'' Guardò Glenn. ''Per te non è un problema,vero?''

Glenn inforcò il suo berretto. ''No,prendo tutto quello che viene''.Fece una pausa e poi una smorfia. ''Non intendevo dire in modo sessuale''

La risposta di Hershel era una ironica ''L'avevamo intuito,figliolo''

Rick rinunciò. ''Va bene,puoi andare.Devi solo promettere di dare retta a Carol e Glenn,capito?''

Carl sorrise. ''Lo farò''

''Vengo anche io'' annunciò Daryl. Si alzò in piedi dalle scale dove stava seduto. ''Ho bisogno di alcune cose per la mia balestra.Devo controllare l'armeria,sperando che ci sia rimasto qualcosa''

''Posso controllare io per te'' si offrì Glenn

Daryl inarcò un sopracciglio. ''Conosci il tipo di cera di cui ho bisogno,sai com'è fatto un dissipatore di blocco?''

Glenn si morse le labbra e ci penso su un attimo, ''Un blocco che dissipa?''

''Vengo anche io.'' concluse Daryl seccamente.

''Posso venire anche io?'' chiese Axel con entusiasmo,ovviamente sentendo che c'era sicurezza nei numeri con così tante persone che andavano in città

''No.'' dissero tutti quanti contemporaneamente

Axel aggrottò la fronte. ''Vi siete riuniti e messi d'accordo quando io non ero in giro in modo da poter fare questo?' chiese petulante

''Non illuderti,idiota'' gli consigliò Daryl

''Potrei aiutarvi'' affermò Axel

''Come,menomando uno di noi?'' ribatté Daryl. ''Grazie,ma ci piace avere l'uso di entrambe le nostre mani''

''E' stato un incidente'' protestò Axel per quella che sembrava la milionesima volta. ''In ogni caso,non sono stato io a riempire Carol di lividi''

Carol stava ascoltando solo a metà il battibecco di Daryl e Axel ma guardò subito verso Daryl rendendosi conto dell'ultimo commento fuori luogo di Axel.Ci fu un palpabile aumento della tensione all'interno della stanza mentre gli occhi di Daryl si socchiusero minacciosi,la sua mascella irrigidita

Axel capì finalmente il suo errore. ''Non colpirmi'' squittì verso Daryl,indietreggiando rapidamente

Glenn scosse la testa. ''Se hai un opzione con Daryl,ti consiglierei di farti prendere a pugni,amico'' suggerì. ''E' la cosa meno grave nell'elenco di tutte le cose potenzialmente orribili che Daryl ti potrebbe fare''

Axel si guardò intorno cercando il sostegno degli altri,ma erano tutti intenti a guardarlo con diversi gradi di fastidio nella loro espressione. ''Voi non siete per niente brave persone'' brontolò Axel

Carol scosse la testa e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.Potevano dire quello che volevano su Axel,ma era in grado di divertire,anche se la maggior parte delle volte non intenzionalmente

''Sei libero di andartene in qualsiasi momento tu voglia'' sputò fuori Daryl,mettendosi la balestra sulla spalla con un po troppa forza.

Axel non rispose,mise su il broncio

Rick annuì verso di lui,cambiando argomento. ''Axel,tu e Oscar verrete con me oggi.Dobbiamo iniziare a dare una ripulita all'ala nord della prigione''

''Ti prego basta bruciare i cadaveri'' disse Axel scoraggiato,sembrava che ancora non avesse imparato la lezione

''Puoi sempre seppellirli se preferisci'' offrì Rick freddamente

''Siamo d'accordo per bruciarli'' dichiarò Oscar in fretta, chiaramente in disaccordo con quell'idea

''Mi fa piacere sentirlo'' disse Rick con voce strascicata.

Il resto delle attività quotidiane furono divise e un'ora dopo Daryl,Carol,Carl e Glenn arrivarono in città.Carol guardò fuori dalla vetrata della gioielleria in cui era con Carl e vide Daryl e Glenn dall'altra parte della strada,fuori dal negozio di armi.Rivolse la sua attenzione a Carl,che stava fissando intensamente un contenitore di vetro.Il negozio era stato mezzo saccheggiato,ma non ci deve essere voluto molto a capire che i gioielli non erano una priorità,in un'Apocalisse zombie.Se non si poteva uccidere o mangiare con esso,l'importante di un oggetto si abbassava rapidamente.Carol teneva la pistola a portata di mano mentre si dirigeva verso il ragazzo e guardava da sopra la sua spalla il braccialetto che aveva in mano. ''E' piuttosto carino'' ,osservò,guardando il bracciale in oro bianco con diversi intarsi di un qualche tipo di gemma blu.Carol non ne sapeva abbastanza di gioielli per sapere se stava guardando o meno dei zaffiri,ma a prescindere da questo era veramente molto bello

Carl se lo rigirò tra le mani. ''Queste pietre sono dello stesso colore dei..-'' si interruppe evitando lo sguardo di Carol

Le labbra di Carol si piegarono in un piccolo sorriso. ''Degli occhi di Beth?'' terminò lei

Carl le rivolse uno sguardo imbarazzato. ''Pensi che gli piacerà?''

''Sono sicurissima che gli piacerà,ancora di più perché sarai tu a darglielo'' disse Carol con sincerità.Fece una pausa,scegliendo con cura le parole,. ''Carl,tu sai che Beth ti vuole bene,non è vero?''

Carl sorrise,felice di sentirselo dire

Carol continuò ancora più dolcemente. ''Ma sai anche che ci sono diversi tipi di affetto in questo mondo,vero?''

Il sorriso di Carl vacillò un po. ''Che cosa vuoi dire,Carol?''

''Sto dicendo che Beth può volerti molto bene,ma magari non desidera andare oltre'' offrì.Carol non voleva distruggere i sogni di Carl,ma non voleva nemmeno facilitargli una possibile delusione. ''Non significa che i suoi sentimenti non siano veri e speciali,solo che non sono di tipo romantico.A volte un migliore amico è molto meglio rispetto a un fidanzato o una fidanzata''

Carl la guardò costantemente,elaborando con cautela le sue parole. ''Essere entrambe sarebbe l'opzione migliore,non è vero''

Carol fece una faccia strana,sapendo come andavano a finire le cose tra uomini e donne. ''Beh,si,ovvio,anche se non è sempre così semplice.Non sarebbe meglio rimanere amici e non rischiare quello che già si ha?''

Carl guardò il bracciale nelle sue mani,la sua mascella si indurì leggermente ricordando le parole di suo padre. ''Sai,quando tutto questo è cominciato ho passato molto tempo semplicemente avendo paura'' disse Carl tranquillamente. ''Ero spaventato e basta,tutto il tempo.Mi odiavo perché mi sentivo come se fossi congelato dentro,come se stessi dormendo e non riuscissi a svegliarmi da un brutto incubo.'' Raddrizzò le spalle. ''Ma poi,prima di aver dovuto abbandonare la fattoria,mio padre mi ha detto :basta cose da bambini.'' Carl guardò Carol. ''Non ho più paura.Voglio dire,ce l'ho ancora,ma non mi sento più bloccato,posso reagire nonostante tutto e riuscire a fare quello che deve essere fatto'' Il suo giovane volto si rannuvolò. ''Come ho dovuto fare con la mamma..'' disse balbettando,il dolore ancora evidente nella sua voce.

Carol mise una mano compassionevole sulla sua spalla. ''Carl..'' disse piano,facendogli capire che lei comprendeva quel tipo di perdita

Carl si schiarì la gola e continuò a parlare. ''Non ho più paura di avere paura.Beth mi piace molto e vorrei essere qualcosa di più che semplici amici.Non so che cosa dirà lei,ma se non ci provo,non lo saprò mai'' Carl sostenne il suo sguardo con un'espressione seria. ''Credo che preferirei saperlo piuttosto che continuare a fantasticare per il resto della mia vita''

Carol non riuscì a non essere stupita dalla volontà di questo giovane ragazzo.Il coraggio della gioventù.Cerco di ricordare se lei fosse mai stata così coraggiosa con i suoi sentimenti.Non le veniva in mente nulla.Ed era stata una fuga da una situazione familiare difficile,ma poi si era rivelato non essere nemmeno quella.Supponeva che l'ultima volta che ricordava di essere stata ottimista nei riguardi dell'amore era stato dopo quel primo incontro con Ed,quando ancora era gentile e attento.Quel pensiero svanì la prima volta che Ed la colpì,circa un mese dopo.Carol lo aveva sposato in ogni caso,era abituata a non pretendere troppo dalla vita.Sua madre le aveva insegnato che ciò che andava storto ,era colpa sua e sarebbe spettato a lei risolvere il problema.Era stato solo adesso che Ed era morto ,che Carol capì veramente che non ci sarebbe stato nessun modo di aiutarlo.Carol era abituata a non correre rischi,a non sperare e sognare per niente.Vedere qualcuno come Carl volare con il suo cuore oltre tutti questi problemi la colpì profondamente.Fece un sorriso emozionato. ''Tu sei qualcos'altro...Carl''

Carl sembrava un po sconcertato ''AH..grazie''

''Vieni.cerchiamo una scatola per mettere quel braccialetto e poi continueremo a muoverci''

''Va bene'' disse Carl,iniziando a guardarsi intorno alla ricerca di una scatola di gioielli dove poter mettere il suo regalo,mentre lasciò Carol a contemplare se stessa,alla luce della conversazione inaspettatamente stimolante appena avuta.




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Daryl si voltò per guardare Carol. ''Sei pronta?'' Il giorno stava iniziando a giungere al termine e questa era la terza strada che i quattro avevano ispezionato.I negozi nel centro della città erano stati ripuliti in questi giorni,quindi decisero di fare come quel giorno in cui Carol aveva trovato tutto quel materiale per neonati,e approfondire le loro ricerche alle case.Lanciò un'occhiata alla fine della strada in tempo per vedere Carl e Glenn scomparire dentro una di queste.Fino ad ora avevano trovato solo alcuni oggetti con il loro duro lavoro e Daryl non voleva stare in città ancora a lungo.Più si avvicinava la notte,più i vaganti diventavano attivi

Carol annuì . ''Sono nata pronta'' le sue labbra si contrassero. ''Come direbbe Lady Gaga''

''Chi??''

''Sto davvero parlando con l'unica persona al mondo che non sa chi è Lady Gaga?'' chiese Carol divertita.Si fermò e il suo sguardo si fece pensieroso. ''Suppongo che sia morta ormai,sopratutto se durante lo scoppio dell'epidemia indossava quel vestito fatto di carne''

Daryl la guardò accigliato,le parole di Carol non avevano alcun senso per lui. ''Hai perso la testa,donna?''

''Davvero non sai chi sia?'' chiese Carol incredula

''Non lo voglio sapere'' disse in tono burbero. ''Andiamo''. Daryl mantenne la balestra saldamente premuta contro la sua spalla mentre lui e Carol entravano in casa insieme.Il solito odore stantio e di marciò gli assalì una volta dentro.La casa si rivelò quasi subito priva di qualsiasi tipo di arredo.Sembrava quasi che fosse appartenuta a una sorta di un recluso prima che tutti i guai iniziassero.C'erano delle pesanti sbarre alla finestra e la porta che avevano appena varcato sfoggiava dei grossi lucchetti.Un segno che gli abitanti avevano cercato di proteggersi,forse...Il cadavere in decomposizione che avevano dovuto scavalcare nel corridoio suggeriva che non fosse finita tanto bene.Daryl girò la testa verso le scale,indicando silenziosamente che lui si sarebbe occupato del piano superiore.Carol annuì,la pistola spianata mentre si preparava a controllare il piano terra.

Daryl strisciò lentamente su per le scale,i suoi occhi puntati al pianerottolo sopra di lui.La casa sembrava essere in un vero e proprio stato di abbandono.Anche le scale su cui stava camminando gemevano in avvertimento,minacciando di rompersi sotto di lui se non fosse stato abbastanza delicato.C'erano buchi nel muro che esponevano alla vista l'infrastruttura sotto insieme con le diverse schifezze che avevano preso residenza all'interno.Daryl si spostò sul primo piano,i suoi muscoli tesi mentre scrutava nel corridoio poco illuminato al piano superiore.Guardando in basso attraverso la ringhiera ,vide Carol sparire all'interno di un'altra stanza.Daryl rivolse la sua attenzione al lavoro a portata di mano.Avanzò,con la mano tesa verso la maniglia della prima porta e la aprì.La porta emise un cigolio torturato e Daryl si trovò di fronte a un'altra stanza buia.L'odore che assalì le sue narici gli comunicò che quella stanza non era vuota.Gli occhi di Daryl si adattarono al buio in tempo per vedere che la stanza era piena zeppa di zombie,almeno una dozzina.Si voltarono tutti all'unisono in modo inquietante per guardarlo.Cercò immediatamente di richiudere la porta.,ma uno dei più vicini la bloccò con un braccio,impedendo a Daryl di chiuderla del tutto.Fece un veloce balzo indietro e il suo passo pesante causò la rottura del pavimento sotto di lui.Daryl perse l'equilibrio e inciampò all'indietro,allargando le braccia nel tentativo di recuperare l'equilibrio.Purtroppo andò a sbattere con la balestra sula ringhiera del pianerottolo e gli sfuggi dalle mani ,poi cadde attraverso la ringhiera al piano di sotto. ''Fanculo!'' sibilò irritato alla sua insolita goffaggine.

Daryl si rimise in piedi mentre gli zombie si riversarono uno dopo l'altro fuori dalla stanza.Afferrò il suo coltello e colpì il più vicino attraverso il mento dal basso verso l'alto. Quello crollò ai suoi piedi,ma altri continuavano ad arrivare.Daryl si voltò e si lanciò di corsa giù per le scale. ''Carol!'' gridò. ''Dobbiamo uscire subito di qui!''. Gli zombie erano alle sue calcagna quando Daryl arrivò alla fine della scalinata per andare a recuperare la sua balestra.Come se non bastasse,altri arrivarono attraverso la porta principale e affollarono il corridoio,tagliando la strada a Daryl fuori dalla portata della sua arma preferita. ''Cazzo!'' disse di nuovo pieno di rabbia.Una mano lo afferrò improvvisamente ai pantaloni da dietro,e lui si girò con il braccio teso pronto a colpire con il suo coltello

Carol alzò la mano di fronte al viso in un gesto protettivo. ''Sono io!'' .Daryl lasciò ricadere il braccio.Carol lo afferrò e lo tirò verso di lei. ''Da questa parte'' disse con urgenza

Daryl corse con lei lungo il corridoio nell'altro lato della casa dentro la cucina,il lamento degli zombie proprio dietro di loro.Si guardò intorno e vide che la porta era assicurata con degli enormi lucchetti e le finestre sbarrate. ''Merda,nessuna via d'uscita!''

Carol era corsa verso un angolo all'interno della stanza e si era inginocchiata sul pavimento. ''Ho trovato questo'' disse,levando di mezzo un pezzo di tappetto marcio che rivelò una botola sul pavimento.Il primo zombie arrivò all'interno della stanza e Daryl li mise a terra tutti e due,calciando il terzo nuovamente fuori. ''Muoviti!'' le urlò con urgenza. ''Salta dentro!''

Carol spalancò la botola e saltò giù mentre il grosso zombie riacquistò l'equilibrio e si gettò nuovamente verso Daryl.Il ragazzo era alto e aveva l'aria di uno che aveva passato la sua intera vita in palestra.Daryl si mise di fronte alla botola aperta e si lanciò verso di lui,guidando il suo coltello all'interno del suo cranio.La lama del coltello si incastrò dentro la testa dello zombie e Daryl non riuscì a tirare indietro il coltello.Gli altri zombie arrivarono nella stanza e non c'era più tempo.Daryl abbandonò i tentativi di recuperare il coltello e si girò di scatto,saltando giù nella botola proprio mentre Carol lo chiamò,la sua voce alta e allarmata


''No! Aspetta,non farlo!''

Ma era troppo tardi,Daryl era già saltato giù verso il passaggio sotterraneo e sbatté la botola dietro di lui,in modo da mantenere gli zombie fuori,ma sigillandoli nel loro nuovo destino..

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


echoes capitolo dieci Capitolo 11



Momento,momento,momento,momento..!! 




Daryl andò ad atterrare quasi sopra la testa di Carol mentre sbatteva la botola dietro di lui.Un rumoroso tonfo venne da sopra di loro,quando lo zombie che Daryl aveva appena ucciso crollò a terra.Daryl lottò per riuscire a capire dove erano andati a finire. ''Spostati'' ordinò imperioso a Carol mentre finivano con l'aggrovigliarsi a vicenda.Il soffitto era a pochi centimetri dalla sua testa e Daryl stava cercando di trovare un modo per rimettersi in piedi.Finì sdraiato per metà sopra la parte superiore del corpo di Carol mentre venivano quasi schiacciati all'interno del piccolo spazio

''Non posso'' ,disse Carol incerta,mantenendo bassa la sua voce.''Era questo che stavo cercando di dirti.Questo posto non è grande quanto immaginavo''. Erano stipati in uno sgabuzzino di non più di pochi piedi di larghezza in qualsiasi direzione. ''Ho pensato che ci avrebbe condotti a una cantina o qualcosa del genere,ma sembra una sorta di trappola''

Daryl mise la mano sulla bocca di Carol poi un dito sulle sue labbra con la mano libera quanto sentì diversi vaganti entrare all'interno della cucina.Le assi del pavimento scricchiolavano intorno a loro e la polvere li ricoprì mentre la cucina si riempiva di zombie intenti a rincorrere il loro prossimo pasto.Passarono diversi minuti di tensione,nessuno dei due osava a malapena respirare mentre quegli esseri vagavano senza meta,indubbiamente riuscendo a percepire il loro odore,ma senza essere in grado di trovarli.Carol gli afferrò il polso e spinse via la mano,sillabando le parole ''Non posso respirare''. Guardò Daryl con gli occhi spalancati e iniziò a tremare.Daryl si mosse un po e Carol trasalì quando involontariamente le diede una ginocchiata nello stomaco.Fece una smorfia e cercò di creare più spazio.Daryl allungò la mano per tastare le pareti del loro nascondiglio.Tre di queste erano in legno,ma poi la sua mano entrò in contatto con un oggetto metallico.Grugnì silenziosamente mentre cercava di capire di che cosa si trattava.Gli occhi di Daryl si spalancarono quando si rese conto che stava fissando barattoli di cibo,in diversi contenitori di cartone impilati fino al soffitto.Il proprietario della casa doveva aver svaligiato diversi negozi alla ricerca di cibo in scatola e con questi aveva riempito lo spazio già limitato

Visto che non aveva la minima idea di quanto tempo sarebbero stati costretti a stare laggiù,Daryl cercò di creare più spazio per loro.Indicò le lattine a Carol che annuì,vedendole.L'idea di Daryl era quella che se fosse riuscito a spingerle più in fondo,avrebbero avuto un po più di spazio per potersi muovere.Con gli zombie ancora sopra di loro,Daryl spostò Carol in modo che rimanesse schiacciata contro un lato per lasciargli lo spazio necessario per riuscire a puntare i piedi contro la parete di fondo.Puntando la schiena contro le casse di lattine,Daryl iniziò a spingere più forte che poteva,cercando di arrivare a distendere le gambe e smuovere le casse verso il muro.Sbuffò per lo sforzo e Carol tenne d'occhio la botola,preoccupata che riuscissero a sentirlo.Daryl realizzò che dovevano esserci altre casse dietro la prima fila oppure che non c'era ulteriore spazio da riempire,quando una tavola marcia di legno crollò e il suo piede scivolò sotto il pavimento.Strinse i denti per la fitta di dolore alla caviglia,ma non emise un suono.Il tentativo di crearsi più spazio era inutile e lui e Carol ormai erano costretti ad aspettare che gli zombie si disperdessero ,nella loro prigione calda e buia.Era difficile dire quanto tempo era passato alla fine,ma finalmente l'ultimo zombie rimasto sembrava essere andato via,il pavimento smise di scricchiolare sopra le loro teste.

Carol si lasciò sfuggire un sospiro traballante,gli occhi puntati al soffitto. ''Credo che se ne siano andati'' sussurrò

''E' meglio aspettare un altro po''  dichiarò Daryl,consapevole del fatto che tutto ciò che avevano per proteggersi era la pistola di Carol e che sarebbe servita solo ad attirarne ancora di più.Non aveva abbastanza proiettili per poterli uccidere tutti.Si focalizzò invece sul tentativo di liberare il piede.Iniziò a dimenarsi da una parte e dell'altra, cercando di sfilarlo dall'asse crollata,ma lo spazio era così limitato,che non riusciva a trovare la giusta angolazione. ''Cazzo'' ringhiò infastidito

''Cosa c'è che non va?'' sussurrò Carol,schiacciata accanto a lui

''Il mio piede è bloccato'' grugnì

''Non puoi semplicemente tirarlo fuori??'

''Se avessi potuto farlo,non sarebbe bloccato lì a quest'ora,no?'' ribatta verso di lei,tenendo bassa la voce

''Dobbiamo uscire di qui'', disse Carol.Il suo tono si innervosì mentre si agitava accanto a lui

''Dammi un minuto qui..'' dichiarò Daryl distrattamente,ancora cercando di tirare fuori il piede.Dannazione,era proprio incastrato per bene

''Dobbiamo uscire di qui!'' La voce di Carol era salita di tono ora

''Ti ho sentito la prima volta''. Daryl torse il piede prima in un senso e poi nell'altro,ma non riusciva a spingerlo all'angolazione giusta per liberarlo.All'improvviso Carol iniziò ad arrampicarsi sopra di lui a cavalcioni. ''Ma che diavolo..?!'' urlò ''Che cosa stai facendo?''

''Ho bisogno di uscire di qui!'' Nella voce di Carol ora c'era del vero e proprio panico mentre alzava le mani e iniziava a spingere freneticamente contro la botola

Improvvisamente Daryl ricordò di quella volta in cui Jenner chiese a Carol se fosse claustrofobica e la sua risposta fu : ''Non stai avendo uno di quegli attacchi di claustrofobia,vero?Questo non è né il momento né il luogo adatto''

Carol interruppe brevemente la sua lotta per aprire il portello e guardò giù verso di lui nell'oscurità. ''Siamo in un piccolo.spazio.buio.'' sibilò ''Mi sembra il posto perfetto per averlo!'' Riprese la sua battaglia disperata per riuscire ad aprire la botola sopra le loro teste

''Potrebbero esserci altre di quelle cose là fuori'' sibilò Daryl,cercando di metterla in guardia

''Non mi importa'' disse disperata. ''Ho bisogno di uscire.''

Carol si contorceva sopra di lui nel frenetico tentativo di riuscire a fare leva abbastanza da riuscire a sollevare la botola di legno.Riusciva a muoverla un po,ma quello zombie enorme doveva essere atterrato proprio sopra la parte superiore del portellone,così,ad ogni tentativo,riusciva solo a smuoverla leggermente.A causa del piede intrappolato,Daryl non poteva muoversi per aiutarla perché non era in grado di arrivare sufficientemente in alto da poter toccare il soffitto.Carol iniziò a sudare e a sospirare pesantemente a causa dello sforzo,chiaramente disperata per riuscire a tirarsi fuori da quel piccolo spazio limitato.Daryl,nel frattempo,stava avendo i suoi problemi..Carol continuava a dimenarsi su è giù sopra di lui e questo stava avendo degli effetti inaspettati su alcune parti del suo corpo.Con grande orrore di Daryl,sembrava che il suo corpo stesse godendo abbastanza alla sensazione di Carol che si contorceva sopra di lui e la sua risposta fu spontanea.Daryl cercò di allontanare dalla mente il pensiero di quanto fosse bello avere il corpo di Carol sopra di lui in questo modo,ma era più facile a dirsi che a farsi. ''Fermati!'' sbottò,afferrandola per i fianchi per bloccare il suo movimento frenetico.Il chè non aiutò affatto,dal momento che si trovò con il premere involontariamente il corpo di Carol contro il suo ancora più forte.Daryl cercò di lasciarla andare,ma le sue mani avevano idee diverse,rimasero esattamente dove si trovavano.

Carol sembrava ignara del suo enorme sforzo,mentre lottava con il portellone. ''Non posso stare qui'' boccheggiò,ignorandolo completamente. ''Devo uscire!''

''Non puoi'' disse Daryl frustrato. ''Quelle alette di pollo che ti ritrovi al posto delle braccia non sono abbastanza forti.Smettila!''  Per favore Dio,fà che la smetta.Strizzò forte gli occhi mentre cercava di combattere contro le intense ondate di piacere che stavano avendo la meglio sul di lui.

''Dannazione!'' Carol imprecò insolitamente. ''Apriti,figlio di puttana. APRITI!''

Per qualche oscura ragione.Carol che inveiva suonò a Daryl come qualcosa di molto erotico. Cazzo,questo è un incubo.. Non poteva fare questo a Carol,per lui era troppo importante.

''Penso che uno zombie sia caduto sopra il portellone'' ansimò ''Quello grosso.Non riesco a spingerlo via'' .Carol lasciò cadere le braccia,crollando sconfitta quando si rese conto che erano intrappolati fino a quando Glenn e Carl non fossero venuti a cercarli

Daryl si mantenne completamente rigido sotto di lei,in più di un senso,pregando che Carol fosse troppo distratta per notare l'effetto che stava avendo su di lui

Carol si portò le mani al viso sudato e fece un respiro instabile,cercando di calmarsi.Si sedette di nuovo sopra di lui e Daryl la sentì bloccarsi improvvisamente.Lasciando cadere le sue mani,Carol ora lo stava fissando con un sopracciglio sollevato.Ci fu un lungo momento di silenzio. ''Malgrado'' continuò infine con voce strascicata, ''sembra che sia riuscita comunque a tirare fuori qualcuno''

Daryl fu contento del buio intorno a loro dal momento che Carol non potè vederlo arrossire violentemente.

Un piccolo sorriso giocava sulle sue labbra,mentre stava ancora cercando di riprendere il fiato

''E' il mio coltello'' sbottò Daryl,sperando che la terra lo inghiottisse in modo da poter mettere fine al suo imbarazzo

''Intendi quello conficcato nella testa dello zombie che è caduto sopra il portellone?'' chiese Carol calma

Daryl la folgorò con uno sguardo. ''Si.''

''Ok..''

''Levati di dosso'' sputò fuori Daryl,rendendosi conto che la situazione non accennava a migliorare con Carol ancora seduta sopra di lui

''Certo,va bene''. Carol cercò di arrampicarsi sopra di lui,ma lo spazio era così stretto che finì solo con il dimenarsi ancora di più sopra il suo corpo mentre cercava di spostare la sua gamba oltre

Il sangue di Daryl continuava imperterrito ad affluire verso l'estremità sud del suo corpo. ''Fermati'' disse immediatamente ''Fermati subito, adesso''

Carol smise immediatamente di muoversi,le sue braccia ancora ai lati della sua testa di Daryl mentre cercava di farsi leva aggrappandosi al bordo delle casse.I loro volti erano a un paio di centimetri di distanza,Daryl che evitava volontariamente di fissarla,ancora consapevole del fatto che stava ancora a cavalcioni sopra di lui

''Sai,non c'è nulla di cui vergognarsi,Daryl. E' una normale reazione del corpo'' Il suo respiro stuzzicò il suo viso con quel tentativo di disinnescare la situazione

''Non sono in imbarazzo'' sbottò,sempre senza guardarla

''Va bene,'' disse Carol casualmente ''ma in caso tu lo fossi,non dovresti.Sai quanto il nostro gruppo sia numeroso,capita a tutti di invadere lo spazio di qualcun altro,è normale che si creino alcune situazioni imbarazzanti''

Daryl non le rispose,cercò solo di pensare a qualcos'altro

''Una volta,alla fattoria,stavo ritornando dal bosco dopo aver raccolto alcune more e finì con il trovare Shane che..umm..alleviava le tensione della giornata,per così dire'' ricordò Carol divertita

Daryl la guardò con orrore. ''Che cosa?''

''Lui non mi ha visto'' disse Carol colloquiale. ''Ma penso che avesse le mani impegnate'' proseguì impassibile

Daryl fece uno smorfia in difficoltà,davvero non ci voleva pensare

''Andiamo'' lo punzecchiò scherzosamente ''questo dovrebbe aiutarti,il pensiero di Shane in quel modo'' Carol si mosse un po sopra di lui.,strappando un gemito dalle labbra di Daryl. ''Mi dispiace,ho un crampo alla gamba''

''Devi solo restare ferma e smetterla di parlare'' disse a denti stretti

''Penso che dovremmo parlare di qualcos'altro'' offrì Carol invece ''Ad esempio,quanto cibo pensi che abbiano messo da parte quaggiù i proprietari di questa casa?''

Daryl si limitò a fissare un punto sopra la testa di Carol

''Penso che sia tantissimo'' continuò lei ''Forse Maggie aveva ragione quando ha detto che io ho il tocco magico'' I loro occhi si incrociarono brevemente ''Intendevo per la ricerca del cibo'' chiarì in fretta. ''Non che il mio tocco sia magico per qualsiasi altra cosa''

''Non sono stato chiaro quando ti ho detto che non ho voglia di parlare?'' chiese Daryl di mal umore

''Mi dispiace..'' si scusò lei incerta ''è solo che se smettiamo di parlare poi mi ricordo che sono in questo piccolo ,spazio buio, e non riesco davvero a respirare''

''Riesci a respirare abbastanza,con tutte le chiacchiere inutili che stai facendo?'' Dichiarò Daryl laconicamente

''Non hai nessuna fobia?''

''No.''

''Sul serio?Nemmeno una?''

''Ho questa fobia di essere ucciso dalle chiacchiere di una donna.'' sbottò

''Sai'' disse Carol in vena di discutere ''la maggior parte degli uomini nel tuo stato sono leggermente più felici.'' Prima che Daryl riuscisse a trovare una risposta,Carol ebbe uno spasmo involontario ''Oddio!'' gridò ,dimenandosi nuovamente. ''La mia gamba!'' ansimò per il dolore ''I crampi..''

''Smettila di muoverti!'' le ordinò,ma Carol non lo ascoltava,il viso contorto per il dolore

Mosse la mano fino a raggiungere la sua gamba sinistra,tenendosela stretta. ''Ahi..ahi..ahi!'' gemette

''Silenzio,gli zombie ti sentiranno!''

''Ahhh..ohhh!'' gemette,più contenuta questa volta

Daryl spinse lontano la mano di Carol e cominciò a massaggiarle la coscia,trovando da solo il muscolo annodato.Carol chiuse gli occhi,la sua espressione ancora addolorata mentre poggiava la fronte contro il suo braccio ancora teso sopra la testa di Daryl.Le sue dita si fecero strada lungo i muscoli contratti,costringendoli a rilassarsi

''Dio,è così bello'' Carol sospirò di sollievo,con gli occhi ancora chiusi. ''Non ti fermare''

Il viso di Carol era proprio di fronte al suo,cosi Daryl fu in grado di vedere il dolore lasciare lentamente il suo volto.Dall'evitare di guardarla,Daryl si trovò improvvisamente incapace di distogliere lo sguardo dal suo viso.Il suo respiro irregolare si calmò mentre l'ultima fitta di dolore svaniva lentamente.Gli occhi di Carol si riaprirono e improvvisamente si ritrovarono a fissarsi.Sbattè le palpebre. ''Grazie..''

Daryl si limitò ad annuire,percependo questa tensione sconosciuta nascere tra di loro e chiedendosi se anche Carol riusciva a sentirla

''Come va la gamba?'' chiese lei piano

Daryl ci pensò su un attimo per capire a che cosa si stava riferendo,non pensava alla sua gamba da un po ormai. ''E' ancora incastrata.'' Odiava quanto la sua voce suonasse roca.

''Ci troveranno'' gli promise Carol. ''Glenn e Carl,intendo''

In quel momento,Daryl doveva confessare che in realtà non gli importava niente.La sua mano si mosse irrequieta lungo la sua coscia,senza più il bisogno di doverla massaggiare,ma anche senza essere disposto a perdere quel contatto

''Penso che dovrei fare un altro tentativo con quella botola'' disse Carol

''Ok..'' Nessuno dei due si mosse però.Il sangue ruggiva nelle orecchie di Daryl mentre cercava di capire che cosa diavolo stesse succedendo tra di loro,o forse più confusamente,quello che voleva che succedesse tra di loro

''Daryl,Carol,riuscite a sentirmi?'' Il suono dei loro nomi proveniente da sopra li fece trasalire entrambi

Carol emise un sospiro di sollievo. ''Glenn!'' chiamò ''Siamo qui!'' Le assi del pavimento sopra di loro scricchiolarono di nuovo

''Dove siete?''

''Sotto al pavimento'' rispose lei ''Devi spostare quel grosso zombie per raggiungere la botola''

La voce di Carl si unì improvvisamente alle loro. ''Ho trovato la balestra di Daryl,ma non riesco a trovare nè lui nè Carol''

Glenn lo aggiornò. ''Sono sotto il pavimento''

''Oh..''

''Tu e Daryl siete entrambi lì,giusto?'' la interrogò la voce di Glenn

''Sono qui'' grugnì Daryl

''State bene?''

Daryl e Carol si scambiarono uno sguardo. ''Daryl ha un piede incastrato'' rispose Carol ''ma si,a parte questo,stiamo bene.Inoltre,penso che abbiamo trovato un bel po di cibo''

''Va bene'' disse Glenn eccitato ''Carol ha avuto nuovamente fortuna''

Carol fece un sorriso sbilenco a Daryl. ''Puoi dirlo forte''

Daryl non aveva più nessuna risposta




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L'auto rimbalzò lungo la strada sterrata mentre Daryl manteneva risolutamente lo sguardo incollato sulla strada davanti a lui,guidando per riportare tutti indietro alla prigione.La parte posteriore del pick-up era stata caricata con tutto il cibo in scatola che erano riusciti a recuperare dallo sgabuzzino in cui erano rimasti intrappolati.Avevano davvero avuto fortuna con l'enorme quantità di cibo nascosto laggiù.Glenn e Carl erano attualmente seduti in cima alle casse nella parte posteriore del mezzo.Carol guardò Daryl

''Non ho intenzione di parlarne'' dichiarò lui risoluto,senza distogliere lo sguardo dalla strada

''Questo non diventerà un problema a meno che noi non lo facciamo diventare tale'' offrì lei,non le piaceva questo improvviso disagio tra di loro. ''E non parlarne lo trasformerebbe in un problema''

Daryl fece una smorfia ''No,non lo farà''

Carol non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere.Daryl era troppo importante per lasciare questo imbarazzo in sospeso tra di loro. ''Guarda,quello che è successo è successo.Non andrò in giro a raccontarlo a nessuno''

''Come non hai raccontato a me quello che hai visto con Shane?'' ribattè Daryl

''Shane è morto ora,questo non conta''

''Quindi,quando sarò morto,andrai in giro a raccontare quello che è successo?'' chiese Daryl infastidito

''Beh..magari non al funerale.'' ribattè scherzosamente

Daryl grugnì al suo tentativo di fare dell'umorismo

''Insomma,non è successo niente a parte una normale reazione corporea maschile a uno stimolo non intenzionale''

''Non costringermi a buttarti fuori da questa macchina'' buttò fuori Daryl,gli occhi ancora sulla strada

''Non è che ora ci fossilizzeremo su questo'' Continuò Carol ''Ci rideremo su tra un paio di giorni,vedrai.E' come quella volta in cui Rick..-'' si fermò bruscamente

Daryl guardò verso di lei allora. ''Rick che cosa?''

Carol arricciò il naso. ''Mi ha afferrato un seno''

Gli occhi di Daryl si spalancarono. ''Cosa?''

''Non intenzionalmente'' disse in fretta ''Stavo aiutando a sistemare il camper di Dale e Rick era sotto,ha allungato una mano alla cieca per prendere uno straccio,senza rendersi conto che io ero lì,e invece accidentalmente ha afferrato qualcos'altro'' Carol si strinse nella spalle ''Ne abbiamo riso...alla fine''

Daryl scosse la testa ''Non ci credo''

''Il punto è che queste cose succedono''

Daryl le rivolse uno sguardo cupo. ''Sembra di si ,se tu sei nei paraggi''

''Ti farebbe stare meglio se ti dicessi qualcosa di imbarazzante sul mio conto?''

''Non mi farebbe sentire meglio nemmeno la morte a questo punto'' disse Daryl categoricamente

''Non riesco a fischiare.''

Daryl la guardò. ''Di che cosa stai parlando?''

''Non riesco a farlo''

''Tutti riescono a fischiare''

''Io no.Non importa quanto mi sforzi,non ci riesco comunque''

''Non è la stessa cosa'' borbottò ''e non ne parleremo mai più''

''Va bene'' sospirò Carol,rinunciando per ora. ''Ma tutto quello che è successo oggi è stato solo che i miei nervi si sono indeboliti,mentre i tuoi....sai,si sono induriti''. Non riuscì a fare a meno di trattenere un sorriso

Daryl le lanciò uno sguardo esasperato. ''Ancora una parola e tornerai a casa a piedi,donna.''

Carol strinse forte le labbra per evitare che il suo sorriso si allargasse ancora di più,ma poteva sentire nella voce di Daryl che non era più così sconvolto.Era un bene perché mano a mano che i giorni andavano avanti,non si erano rivelati poi così terribili.Carol non si diede il permesso di analizzare il motivo del perché fossero così vicini.Alcune cose era meglio lasciarle stare.Lei e Daryl stavano bene come stavano e Carol non avrebbe mai rischiato quello che avevano ora per qualcosa di più complicato.Aveva troppo da perdere.Tra l'altro,il pensiero che Daryl volesse effettivamente qualcosa di più tra di loro era veramente una cosa che la faceva ridere.Avevano trovato uno status quo che funzionava tra di loro e nessuno dei due ci avrebbe rinunciato facilmente.Se solo Carol avesse potuto vedere attraverso il futuro,avrebbe realizzato che alcune complicazioni sono difficili da evitare.

Ma lei non aveva il potere di farlo,quindi,per adesso,rimase felicemente all'oscuro della tempesta che si stava piano piano avvicinando e che avrebbe cambiato tutto tra di loro....

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Capitolo 12
*** Capitolo 13 ***


echoes capitolo 13 Capitolo 13



Hershel sollevò lo sguardo dal suo libro quando Rick prese posto accanto a lui quel pomeriggio.Sorrise al giovane uomo. ''Sembri sconfitto''

Rick si passò la mano in mezzo alla lunga chioma di capelli che stava crescendo in maniera disordinata. ''Fa un caldo tremendo là fuori''. Si guardò intorno. ''Dove sono tutti gli altri?''. Rick sapeva che sia Carl che Axel erano in diversi turni di guardia.

''Beth sta facendo un po di bucato,Maggie e Glenn sono appena andati in città e penso che Carol stia lavorando fuori in giardino.Daryl era qui poco fa,ma poi è uscito e Oscar sta armeggiando con quel generatore.''

''Dovrei tornare la fuori''

''Siediti e riposa le tue ossa stanche per un po'' lo ammonì Hershel con gentilezza. ''Stai esagerando''.

L'espressione di Rick si oscurò. ''Devo farlo,se lo aspettano tutti.''

Hershel gli diede un'occhiata significativa. ''Hhmm..'' Si preoccupava tanto per Rick.Si portava appresso troppe responsabilità

Rick guardò il libro che stava leggendo Hershel. ''Una bibbia?Dove l'hai presa?''

''Glenn l'ha trovata nell'ufficio del guardiano,l'ha presa per me.'' Hershel sorrise al giovane uomo pensieroso. ''Pensava che avrei apprezzato.'' Guardò verso Rick. ''E l'ho fatto.''

''Pensavo che avessi smesso di credere a questa roba dopo quello che è successo con il fienile e tutto il resto.'' disse Rick

Hershel fece una smorfia. ''Forse io potrò anche aver perduto la fede in Dio,ma lui non ha perso la sua fiducia in me.''

''Hershel,sei stato morso,ti ho dovuto amputare la gamba,'' disse Rick incredulo. ''Non pensi che forse sarebbe una cosa buona se Dio ti lasciasse in pace?Avere la sua attenzione sembra equivalere a un bacio da parte della morte.''

''Non sono morto,'' precisò Hershel con semplicità

Rick gli rivolse uno sguardo duro. ''Sii sincero,non ci sono dei momenti in cui vorresti esserlo?''

''Un momento non riempie una vita intera Rick,anche se in quel momento sembra essere così''. disse Hershel con calma.Sapeva che Rick stava pensando alla perdita di Lori e al modo in cui aveva quasi perso Carl.Hershel riusciva a capirlo,ma non avrebbe lasciato che Rick si crogiolasse nelle negatività e ignorasse completamente i lati positivi.Era una tentazione troppo forte quella di buttarsi giù e lui si era aggrappato con gli artigli per riuscire a tornare indietro da quell'incubo grazie anche all'aiuto di Rick.Hershel si sentiva come se fosse suo dovere rendere lo stesso favore all'uomo combattuto che sedeva di fronte a lui.Guardò in basso verso la bibbia nelle sue mani al capitolo che attualmente stava leggendo.  ''Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana ; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze,ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.'' Hershel cercò lo sguardo di Rick. ''1 lettera ai corinzi 10 verso capitolo 13.''

La mascella di Rick si indurì,ma vide un barlume di emozione nei suoi occhi. ''Queste sono solo parole su una pagina,Hershel''

''Messe qui da Dio per aiutarci a trovare la nostra strada in questa vita,'' ribatté lui con fermezza.

''Come puoi credere ancora nell'esistenza di un Dio benevolo?'' chiese Rick angosciato. Agitò una mano. ''Dopo tutto questo?Dopo tutto quello che hai visto,dopo tutto quello che ti ha fatto?''

''Come potrei fare il contrario?'' Hershel si agitò sulla sua sedia. ''Figliolo,io non pretendo di conoscere i piani dell'Onnipotente.Non capisco da dove hanno avuto inizio ne tanto meno dove avranno fine,ma so che Dio è buono,e tutto quello che succede,succede per una ragione.''

''Ed è una ragione abbastanza buona per giustificare il fatto che mio figlio crescerà senza una madre?'' chiese Rick amaramente. ''O per Carol vedermi far saltare fuori il cervello a sua figlia o per aver ficcato un coltello nel petto al mio migliore amico?Dio ha causato tutta questa sofferenza,e noi non sapremo mai il perché,è così che stanno le cose?Se ne sta seduto lì,guardando in basso verso di noi e ride mentre noi incespichiamo nell'oscurità?'' si fermò bruscamente e spostò lo sguardo,trattenendo un respiro trafelato dopo tutta quella tirata.Rick guardò di nuovo a Hershel,con un'espressione arrabbiata. ''Se Dio ci sta ancora guardando,non gli importa più niente di tutti noi,altrimenti non avrebbe messo questo inferno sulla terra.''

Hershel lo aveva lasciato sfogare,ma adesso che aveva finito,aveva qualcosa da dire. ''Lo sai,Rick,penso che Dio ne sappia qualcosa per quanto riguarda il sacrificio e la perdita.Ha dato il suo unico figlio a un mondo che sapeva che lo avrebbe torturato e ucciso.Dio non è indifferente a quello che sta succedendo e forse se tu parlassi con lui e spendessi un po più di tempo a pregare,lo capiresti da te.''

''L'ultima volta che ho pregato,mio figlio è stato sparato.'' disse Rick cinicamente.

''L'ultima volta che hai pregato,tuo figlio è sopravvissuto a un ferita da arma da fuoco che avrebbe potuto essere fatale.'' contrastò lui piano

Rick sembrò tornare a quel giorno

Hershel si sporse sul tavolo,la sua voce bassa. ''Figliolo,non farò finta di sapere come ti senti,ma ti dirò comunque quello che vedo''. Squadrò Rick con serietà. ''Sei fuori strada,Rick.Tutte le cose che ti tenevano ancorato sono andate.Lori,la tua amicizia con Shane,e si,anche Dale.Queste persone erano il tuo appoggio.Liberandoti di loro,hai trovato la tua via ma adesso loro non sono più qui e tu sei..-'' Hershel allargò le braccia in un gesto, ''perso.'' ripeté

Rick strinse le labbra e fissò il tavolo,le emozioni che riempivano le sue prossime parole. ''Non c'è niente che posso fare ormai,perché sono tutti morti.''

''Lo so,figliolo,'' disse Hershel con calma , ''ma ci sono delle persone attorno a te che non lo sono.''

L'espressione di Rick registrava solo dolore,ma Hershel continuò energicamente

''A me sembra che tu abbia la possibilità di poter condividere con qualcuno tutto quel peso che ti porti addosso'' Hershel batté sul tavolo per richiamare l'attenzione di Rick. ''Non sei da solo,Rick.Ci sono molte persone pronte a combattere al tuo fianco,non devi prenderti cura di questo gruppo da solo.Non deve essere sempre una tua responsabilità.''

''Ma lo è,'' disse Rick angosciato. ''Sono io a guidare il gruppo.E' un mio dovere.''

Hershel sorrise per metà. ''Hai una gran bella opinione di te stesso,non è vero,ragazzo?'' scosse la testa. ''Tutti abbiamo un peso nel gruppo.Tutte le nostre decisioni,tutte le nostre scelte, nessuno di noi si può più permettere di restarne fuori.IL mondo funziona così adesso.Devi toglierti dalla testa il fatto che tu sia da solo in tutto questo Rick,perché non è così.''

Rick sembrava scosso dalle sue parole.Hershel si rendeva conto che l'uomo più giovane voleva credere a quello che gli stava dicendo,ma le vecchie abitudini sono dure a morire.

Hershel aveva un'ultima cosa da aggiungere su questo argomento. ''Puoi avere perso Shane,Lori e Dale e forse non potrai  più rimpiazzarli con nessuno,ma hai ancora persone del calibro di Daryl,di Carol e me.'' il suo tono era determinato. ''E' questo non è poco.''

Rick riuscì a fare un piccolo sorriso. ''So che non lo è,'' confermò con voce roca.Rick sostenne il suo sguardo a lungo. ''Grazie,Hershel.''

Hershel annuì. ''Devi solo ricordare quello che ti ho detto.Non sei solo.''

''Lo so'', disse Rick con calma, ''ma è difficile non sentirsi in quel modo.'' La sua espressione era grata. ''Ma apprezzo che tu mi abbia detto queste cose,Hershel.''

''Mi sembrava il caso di dirti due paroline,'' notò Hershel con un piccolo sorriso,cercando di alleggerire la tensione, ''visto che stiamo provando da un po a diventare una famiglia.'' Aveva detto quello che pensava,ora era compito di Rick decidere cosa ne avrebbe fatto.

Rick diede un sorrisino. ''Sai di Carl e Beth?''

Lui annuì. ''Lo so.Beth me ne ha parlato,chiedendomi se avesse fatto la cosa giusta.''

''L'ha fatta,'' confermò Rick. ''Beth è stata davvero dolce con lui.''

''E' una brava ragazza.''

''Si,lo è.''

Hershel rivolse a Rick uno sguardo attento. ''E Carl è un bravo ragazzo e devo ammettere che è merito tuo,Rick.Tuo e di Lori.''

''Forse più di Lori che mio'', disse Rick infelice.

Hershel mise la sua mano sopra quella di Rick. ''Non ti sottovalutare,figliolo.Carl ha appena iniziato a farsi strada in questo mondo,proprio come stiamo facendo tutti e lui è molto fortunato ad avere te come padre.''

''Spero che tu abbia ragione,Hershel,davvero'' dichiarò Rick tremante.




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Daryl uscì nella zona del cortile e vide che Carol era nei pressi della recinzione,badando al giardino.Si diresse verso il punto dove stava inginocchiata nel terreno,piegata sopra una fila di germogli appena sbocciati.

Carol sollevò lo sguardo quando lo sentì fermarsi di fronte a lei e gli sorrise. ''E' già arrivata l'ora del cambio?'' ,osservò,lanciando un'occhiata alla torre di guardia dove Axel vagava annoiato avanti e indietro

Daryl annuì. ''Manca poco''. Le porse un barattolo di metallo già aperto che aveva tenuto da parte per lei,con una forchetta pronta all'interno

Il volto di Carol si illuminò alla vista del contenuto. ''Pesche,'' disse in adorazione. ''Non riesco a ricordare l'ultima volta in cui ne ho mangiata una''. Carol si sollevò in piedi e si spolverò via lo sporco dalle ginocchia. ''Facevano parte della spedizione di ieri?''

Daryl annuì di nuovo. ''Beth si stava occupando di smistarli.Ho pensato che ne avresti voluto un po,sei stata qui fuori tutto il giorno.''

Un sorriso malizioso spuntò sulle sue labbra mentre accettava la sua offerta. ''Questo significa che siamo di nuovo amici?Sai..dopo-''

''Non ne voglio parlare,'' la interruppe con fermezza.Daryl non sapeva il perché,ma non gli dava fastidio il fatto che Carol lo provocasse in quel modo.In passato,se qualcun altro avesse osato,si sarebbe ritrovato tra le mani un villano particolarmente infelice con cui avere a che fare

''Quindi,le pesche sono una tangente?'' disse Carol divertita

''Se avessi avuto bisogno di corromperti,ti avrei uccisa e basta.Sarebbe meno impegnativo.''

Carol fece una piccola risata,chiaramente non impressionata dalle sue vaghe minacce. ''Cosa,nessuno riesce ad avvicinarsi a Daryl Dixon e sopravvive per raccontarlo,è così che funziona?'' Infilzò una pesca e poi se la portò alla labbra. ''Oh mio Dio.'' sospirò masticando di gusto ''è meglio del sesso.''

Daryl cercò di non reagire,ma il suo stomaco si lamentò nervosamente. ''Che cos'è questa mania di parlare del sesso tutto ad un tratto?'' borbottò

Carol inarcò un sopracciglio e rispose scherzosamente. ''Hai cominciato tu.''

''Non ero io quello che si dimenava su e giù come un coniglio rabbioso.'' lamentò Daryl senza troppa convinzione. Perché non potevano smettere di parlare di questo?Doveva solo andarsene.Ma le sue gambe non recepirono il messaggio e rimase lì,con i piedi inchiodati al suolo,guardando Carol divorare la lattina di pesche mentre lo stuzzicava

''Stavo avendo un attacco di panico,'' disse lei impenitente. ''Una donna non può essere ritenuta responsabile delle sue azioni durante un attacco di panico.''

Daryl sbuffò. ''Non era un attacco di panico.''

Le labbra di Carol si contrassero. ''Beh,forse non da dove stavi seduto tu,ma credimi,non ero una campeggiatrice felice.''

''Basta,'' la ammonì lui rapidamente.

''A differenza tua.'' concluse Carol sfacciatamente,ignorando completamente il suo avvertimento

''Me ne vado,'' annunciò Daryl categoricamente,ma non si mosse subito

''Lo stai facendo nel modo sbagliato,'' lo punzecchiò

''Che cosa c'è di sbagliato in te?'' chiese Daryl esasperato,anche se in realtà si stava divertendo

''Penso che sia colpa di tutto questo sole e dello zucchero delle pesche'', rise Carol. ''Potrei essere leggermente ubriaca.'' Infilzò un'altra pesca e stavolta la offrì a Daryl

''Una?Solo una per me?''

''Sei già fortunato ad avere questa'' , disse impassibile Carol

Daryl le prese la mano che stringeva la forchetta e se la portò dritta dentro la bocca

''Incredibile,vero?''

Daryl si strinse nelle spalle. ''Non amo molto il dolce.''

''Pazzo.''

''Ingorda.''

Si sorrisero l'un l'altro e poi Carol guardò sopra la sua spalla.Socchiuse gli occhi per riuscire a vedere in lontananza. ''Sembra che Glenn e Maggie siano tornati presto dalla città.Immagino che non abbiano trovato molto.''

Daryl guardò alle sue spalle per vedere l'auto che era ancora abbastanza lontana lungo la strada che conduceva alla prigione. ''Siamo apposto per un po.Non sarà un grosso problema.'' Rivolse nuovamente la sua attenzione a Carol che gli stava offrendo un'altra pesca.Daryl scosse la testa,provava molto più piacere a guardarla assaporarsi quella dolce benedizione

Carol si leccò le labbra,Daryl cercò di non farci caso. E ora che cosa c'era di sbagliato in lui? Questo nuovo sviluppo lo stava innervosendo

''Hai sentito che Carl ha dato il braccialetto a Beth?'' chiese Carol,ancora concentrata sul suo barattolo di pesche e ignara delle sue preoccupazioni

''E' difficile riuscire a mantenere un segreto qui.'' Daryl scrollò le spalle. ''Se non altro lo ha respinto con dolcezza''

Carol stava osservando la pesca infilzata nella sua forchetta,sembrava un po delusa. ''Mi dispiace che abbia spezzato il cuore a Carl,ma un po di dolore all'inizio vale la pena alla fine.''  Sorrise a metà. ''Se non altro sono felice che Carl per una volta abbia pensato a qualcosa che non fosse la morte o il sopravvivere giorno per giorno.'' Carol sospirò, ''Ma alla fine,questo sembra tutto quello che ci è rimasto,''

''Non capisco perché le persone vogliano qualcosa del genere,'' disse Daryl burbero. ''Le cose sono difficili già come sono.''

''Capisco quello che intendi,'' concordò Carol facilmente.Gli lanciò un'occhiata scettica. ''Quindi,non hai mai guardato una come Andrea e pensato a lei in quel modo?nemmeno una volta?''

Daryl la guardò di traverso. ''Quella donna mi ha sparato in testa.''

Carol sorrise. ''Non essere melodrammatico.Ti ha colpito di striscio in testa.''

''Non le darò punti bonus per il fatto che è una pessima tiratrice'' si lamentò

Carol rise. ''Probabilmente è meglio così,vedendo come lei e Shane stavano già insieme in un certo senso''

Le sopracciglia di Daryl si sollevarono. ''Come fai a saperlo?''

''Li ho visti,'' disse Carol semplicemente. ''Stavo cercando Rick e sono passata vicino alla tenda di Andrea.Diciamo solo che non sono delle persone silenziose.''

Daryl scosse la testa guardandola. ''Dovresti iniziare ad avvertire le persone del tuo arrivo,'' annunciò Daryl. ''Fischiettando o qualcosa del genere.''

''Te l'ho detto,'' disse Carol,finendo le ultime pesche rimaste. ''Non ci riesco.''

''Stavi dicendo sul serio?'' chiese Daryl incredulo

''Perché avrei dovuto mentire?''

''Non so perché le donne facciano la metà delle cose che fanno,'' disse Daryl categoricamente

''Beh,non stavo mentendo,non so come fare''

''Tutto quello che devi fare e unire le labbra e soffiare,è così difficile?''

''Lo faccio ma non viene fuori nessun fischio''

''Fammi vedere.''

''Ma non ci riesco''

''Mostramelo e basta,donna''

Carol strinse le labbra e emise un respiro rumoroso,essenzialmente emettendo una pernacchia

Daryl strizzò gli occhi,senza cambiare espressione. ''Mi hai sputato addosso''

''Ti avevo avvertito''

''Lo stai facendo nel modo sbagliato.''

Carol  alzò gli occhi al cielo. ''Ma non mi dica,Professor Dixon''

''Devi stringere di più le labbra.Guarda'' Le mise una mano sul volto,pollice e indice ai lati delle sue labbra. ''Prova di nuovo''. Carol strinse le labbra e Daryl le avvicinò ancora di più. ''Spingi la lingua verso il basso e soffia.'' Carol lo fece,ma ancora una volta,uscì fuori solo un suono sibilante.Daryl la fissò

''Te l'avevo detto''. disse Carol filosoficamente. ''Ci deve essere qualcosa di sbagliato nella mia bocca''

Daryl guardò le labbra di Carol che stava ancora cingendo con le sue dita.''Non c'è niente di sbagliato nella tua bocca'', affermò. '' E'...-'' si fermò appena in tempo per non dire perfetta,che era la parola che stava pensando,mentre le fissava.Questa tensione indesiderata tornò di nuovo a scorrere all'interno del suo corpo,il sangue iniziò a pompare più velocemente nelle sue vene per una cosa che era iniziata in un modo così innocente.Forse aveva preso un colpo di sole anche lui,perché Daryl sentiva improvvisamente la testa diventare leggera. ''E' ok,'' finì con voce roca e inconsciamente le strofinò il pollice contro la guancia

Le labbra di Carol si spalancarono. ''Oh...'' sospirò pesantemente,suonando stordita

Daryl si tese,immediatamente domandandosi se anche lei aveva percepito questa nuova attrazione tra di loro.Sollevò lentamente lo sguardo dalle sue labbra,spaventato sul tipo di aspettative che avrebbe potuto leggere nei suoi occhi e sapendo che questo andava oltre le sue capacità.In ogni caso,quando gli occhi di Daryl salirono per incontrare i suoi,lei non lo stava guardando per niente,piuttosto guardava un punto sopra le sue spalle.Daryl si voltò per vedere che cosa l'aveva scioccata così tanto.Glenn e Maggie erano al cancello della prigione,vicino alla macchina,quando una figura sbucò da dietro di loro.La mano di Daryl scivolò via dal volto di Carol e non riuscì a credere a quello che stava vedendo. ''Merle..'' disse con voce sconvolta,vedendo suo fratello per la prima volta dopo quasi un anno.

Anche Merle lo aveva visto.Gridò verso di lui attraversò il campo. ''Hey,fratellino,'' disse con quel suo tono eccessivamente alto, ''guarda chi è tornato in città!''

Daryl sentì la mano di supporto di Carol sulla schiena mentre lottava per capire quello che i suoi occhi stavano vedendo

Persino da questa distanza riuscirono a vedere chiaramente l'enorme sorriso sulla faccia di Merle. ''Adesso porta qui il tuo culo ossuto e vieni a dare un po d'amore al vecchio Merle!Abbiamo un sacco di tempo da recuperare''

Daryl riusciva a crederci a stento.  Oh merda.



E ADESSO inizia la festa! LOL

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Capitolo 13
*** Capitolo 14 ***


echoes capitolo 14 Capitolo 14



                                                                    "Siamo tutti sulla stessa barca,in mezzo al mare in tempesta,e ci dobbiamo a vicenda una terribile lealtà."
                  
                                                                                                                                       G.K.Chesterton



''Non posso credere che stiamo nuovamente avendo questa discussione!''

Daryl si fermò sentendo il suono della voce di Glenn.Guardò in basso verso la ringhiera metallica nel passaggio rialzato per vedere il resto del gruppo,escludendo Axel e Oscar,in piedi riuniti in un cerchio di sotto.Nessuno di loro si era accorto del suo arrivo e Daryl fece un passo indietro in modo che nessuno sarebbe stato in grado di individuarlo se solo avesse guardato in alto.Si inginocchiò ascoltando di nascosto il discorso del gruppo,continuando a osservarli attraverso la ringhiera.

Il tono di Rick era fermo. ''Stiamo avendo questa discussione perché dobbiamo prendere una decisione.''

La natura solitamente tranquilla e pacifica di Glenn era sparita mentre parlò di nuovo. ''C'è solo una decisione da prendere,'' disse con foga. ''Merle deve andare via.Non può stare qui.''

Daryl strinse le labbra,non era sorpreso di scoprire perché fosse stato necessario riunire questo piccolo gruppo,ma la cosa non gli piacque.

L'agitazione di Glenn stava crescendo. ''Ha puntato a Maggie un coltello alla gola,mi ha picchiato,tutto per poter scoprire dove si trovava Daryl.'' Le contusioni di Glenn erano quasi scomparse,due settimane dopo che Merle si era presentato sulla soglia della porta di casa,ma era evidente che il trauma interiore che aveva sofferto per mano di Merle era ancora fresco

''Mi dispiace,per tutti voi'' , disse Maggie,a disagio. ''Non volevamo rivelare la nostra posizione.''

''Nessuno te ne fa una colpa,Maggie'' , disse Rick rapidamente. ''Pensavi che Merle avrebbe ucciso Glenn,hai fatto la cosa giusta.''

Hershel le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse. ''Era la cosa giusta da fare,tesoro.Sono felice che entrambi stiate bene.''

''Ho visto quello che è in grado di fare Merle'', disse Maggie strettamente,gettando uno sguardo preoccupato a Glenn a denti stretti. ''Non mi sento al sicuro con lui in giro.E' già abbastanza difficile con gli zombie.Non voglio dover dormire con un occhio aperto solo perché forse uno di noi prepara una vendetta su metà del nostro gruppo.''

''Maggie ha ragione'', disse Glenn laconicamente. ''Merle non può restare qui.E' una mina vagante e lo sappiamo tutti.Se ne deve andare.''

La mascella di Daryl si indurì nel sentir dire quelle cose di suo fratello,ma non poteva davvero biasimarli.Capiva la loro paura,ma Merle era il suo sangue,e questo significava ancora qualcosa.Doveva.

L'espressione di Rick era grave. ''Allora,è deciso,dobbiamo parlare a Daryl e spiegargli che Merle-''

''NO.''

La voce calma ma autorevole di Carol fece voltare tutti quanti.Aveva le braccia incrociate di fronte a lei mentre fissava di rimando tutti loro. ''No.'' ripeté.

''Carol..'' iniziò a dire Rick,guardandola un po esasperato

''No,Rick'', disse con determinazione, ''non ne avete il diritto,nessuno di noi ce l'ha.''

Daryl sbatté le palpebre,guardando Carol con shock,anche se in realtà nessuno di loro poteva vederlo.

''Merle è una minaccia per il gruppo'', sostenne Glenn in frustrazione

''Siamo stati tutti una minaccia per il gruppo di volta in volta'', disse Carol semplicemente. ''Merle non andrà nessuna parte fino a quando Daryl lo vorrà qui.Non sta a noi decidere''

Il tono di Rick si abbassò. ''Carol,tu sai quanto Merle può essere pericoloso.''

''Lo so'', disse senza esitazione. ''E so che Glenn ha i suoi buoni motivi per guardarsi le spalle da lui,ma stiamo parlando del fratello di Daryl''

''E' proprio questo il problema'', brontolò Glenn

Hershel sembrava preoccupato. ''Sentite,non ho mai conosciuto Merle prima,compresi tutti i problemi che avete passato.Ad ogni modo,non posso dire che l'uomo sia una presenza confortante e anche questi vecchi occhi riescono a percepire la tensione che si porta dietro.Questo gruppo è vulnerabile,abbiamo perso troppe cose e se Merle pensa di doversi aggiungere alle nostre perdite,non vedo come si possa lasciar perdere.''

Carol non si mosse. ''Parli di perdite,Hershel,quindi che cosa avresti da dire riguardo la perdita di Daryl se dovessimo buttare fuori Merle da qui?''

''E' per il bene superiore,'' ragionò Rick. ''Dobbiamo proteggere il gruppo.''

Il mento di Carol si sollevò. ''Va bene,parliamo del gruppo allora.Sai benissimo quanto lo so io che Daryl ha fatto tanto per questo gruppo e non ha mai chiesto una sola cosa in cambio.E' stato accanto a tutti noi nel momento del bisogno,più di una volta.'' Carol fissò Rick con uno sguardo severo. ''Dove saresti adesso senza Daryl,Rick?Sai di dovergli la tua vita e la vita di tuo figlio, almeno un centinaio di volte.''

Rick emise un suono frustrato. ''Questo non riguarda Daryl.Nessuno ha mai messo in discussione il suo posto all'interno del gruppo.''

''Lo riguarda eccome,'' sputò fuori Carol. ''Stai parlando di gettare suo fratello in pasto ai lupi.Merle è l'unica famiglia che gli è rimasta al mondo.Non abbiamo nessun diritto di portargliela via.''

''Daryl starebbe meglio senza di lui..'' disse Glenn imbronciato

Carol inclinò leggermente la testa. ''Forse è vero,ma sarà Daryl a dover prendere questa decisione,non noi.''

Daryl non riusciva a toglierle gli occhi di dosso mentre lei teneva testa al gruppo.Il piccolo topolino spaventato che aveva conosciuto all'inizio era sparito,quella paura di esprimere il suo parere su qualsiasi cosa.Dov'era la Carol che non aveva voluto assumersi alcuna responsabilità nelle decisioni del gruppo,quella che non aveva voluto avere voce in capitolo su cosa fare di Randall?Non riusciva a credere che lei stesse lottando così duramente contro di tutti per questo motivo.Daryl sapeva che Merle non era una delle sue persone preferite,e questo rese la sua incrollabile presa di coscienza ancora più sorprendente per lui.

''Non ho intenzione di essere parte di qualcosa che causerebbe ulteriori perdite a Daryl,'' disse bruscamente. ''Gli dobbiamo tutti un'altra occasione insieme a suo fratello''

''Anche se avesse intenzione di ucciderci tutti?'' chiese Glenn con rabbia

''La nostra ricerca di Sophia nei boschi ci avrebbe potuti far uccidere tutti.La gravidanza di Lori ci avrebbe potuto far uccidere.'' Carol diede loro uno sguardo di avvertimento. ''Ho ancora più esempi,se volete che vada avanti.'' Nel gruppo tutti sembravano a disagio e evitavano il suo sguardo. ''Il punto è che siamo sempre andati avanti come un gruppo,e ci siamo presi cura l'uno dell'altro.''

''Ma non ci ha portato nulla di buono.'' disse Maggie emotivamente, ''..non alla fine almeno.''

La voce di Carol era tranquilla, ma decisa. ''Era la cosa giusta da fare,a prescindere dal risultato..'' Si avvicinò a Rick,una determinazione ferrea nei suoi occhi azzurri. ''Non metterai Daryl di fronte a questa scelta,Rick,non ho intenzione di permetterti di farlo.Questo gruppo è la sua casa,e Merle è suo fratello,non puoi costringerlo a scegliere tra una delle due.''

Carl era stato in silenzio per tutta la durata del dibattito. ''Daryl non ci lascerebbe?'' Li guardò incerto. ''Giusto?..''

''Non voglio doverlo mettere in una posizione in cui potrebbe decidere di farlo..'' disse Carol cupa. Il suo sguardo tornò di nuovo su Rick. ''Glielo dobbiamo Rick,lasciali prendere questa decisione da solo''

Rick sembrava sconfitto,la fronte aggrottata pesantemente. ''Va bene.'' disse alla fine, ''Merle resterà,per il momento.''

Daryl si rimise in piedi e si iniziò ad allontanarsi mentre Glenn riprendeva a protestare.Si affrettò a dirigersi fuori dal blocco delle celle verso di Merle che stava ancora in attesa.Questa riunione era stata una cosa strana.Nonostante Daryl avesse pensato spesso a suo fratello e sperava che lui fosse vivo,vederlo lì non gli aveva trasmesso quei sentimenti che aveva previsto.Era bello sapere che Merle non era morto,ma dopo averlo reinserito improvvisamente all'interno della sua vita Daryl si rese conto di quanto le cose fossero cambiate.Il fatto era che,però,Merle non sembrava affatto cambiato.Per niente.Era ancora il ragazzo forte e eccessivamente fiducioso con cui Daryl era cresciuto.L'unica differenza era che gli mancava una mano,ma tutto il suo vecchio atteggiamento era ancora lì.Era stato Daryl a cambiare e questo avrebbe causato molti momenti di difficoltà tra di loro,mentre cercavano di recuperare il tempo perso l'uno con l'altro.Il problema era che Daryl cominciava ad avere una sua idea di come il loro rapporto sarebbe dovuto essere,ed era diverso rispetto a quello con tutti gli altri e questo stava creando alcuni momenti di tensione.

Merle sollevò lo sguardo quando Daryl si avvicinò. ''Pensavo che fossi andato a recuperare altre frecce.''

''Non sono riuscito a trovarle.'' mentì Daryl seccato,evitando il suo sguardo

Merle gli lanciò un'occhiata contrariata. ''Devi stare più attento con la tua merda,ragazzo''

Daryl si portò la balestra alla spalla e ignorò il suo rimprovero.Guardo fuori attraverso le recinzioni. ''Dobbiamo muoverci.Se ci dirigiamo a nord,non appena usciti dal cancello,avremmo più fortuna con quei bastardi.Non arrivano spesso da quella direzione.'' Lui e Merle avevano iniziato ad andare a caccia ogni giorno per raccogliere la selvaggina.Era il modo più semplice secondo Daryl.Con Merle fuori dalla prigione ore e ore,stava dando al gruppo la possibilità di abituarsi all'idea.Almeno questo era il piano.Anche se non sembrava che stesse funzionando poi così bene visto quello che aveva appena sentito

Merle si chinò e si mise ad organizzare la sua attrezzatura da caccia. ''Sembra che il poliziotto gentile abbia avuto un po da fare con la sua tribù,'' osservò con indifferenza prendendo Daryl alla sprovvista.Merle gli rivolse uno sguardo consapevole. ''Che ne pensi,fratellino,i nostri inviti saranno andati smarriti in mezzo a tutta l'altra posta?''

Daryl si irrigidì. Merle capiva sempre più di quello che lasciava intendere.Non era sicuro di cosa dire in proposito,così non disse esattamente nulla

Merle sorrise. ''Non sono pazzo.Sapevo che nessuno mi avrebbe accolto a braccia aperte.'' Guardò Daryl. ''Nessuno tranne te,naturalmente''

''Hai picchiato Glenn e hai puntato un coltello alla gola di Maggie,'' sottolineò Daryl facendo attenzione a non lasciar traspirare nessun tipo di emozione. ''Che cosa ti aspettavi?''

''Non mi avrebbero portato da te,'' disse Merle seccato. ''Dannazione,che cosa avrei dovuto fare?'' Guardò Daryl. ''Da che parte stai,ragazzo?''

Il viso di Daryl si oscurò. ''Non c'è più una scelta,Merle.Ci siamo solo noi e gli zombie adesso''

Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Rick ha detto la stessa identica cosa su quel tetto ad Atlanta,poco prima di lasciarmi legato come un'esca in attesa che la morte venisse a prendermi''

''Te l'ho detto,Merle,'' dichiarò Daryl frustrato ''Io,Rick e gli altri ,siamo tornati a prenderti.Tutto quello che dovevi fare era aspettare.Pensavi davvero che ti avrei lasciato lì?''

''Come facevo a sapere che ti avrebbero raccontato quello che era successo?'' ribatté Merle. ''Diavolo,magari ti avrebbero detto che uno di quei figli di puttana mi aveva divorato e avrebbero lasciato le cose così come stavano''

''Ma non l'hanno fatto.'' disse Daryl a denti stretti. ''E' siamo tornati,per te. Rick..-''

''Rick,Rick,Rick'' lo interruppe Merle sarcastico. ''Voi due siete diventati proprio due piccioncini in questi giorni,non è vero?''

Daryl strinse i denti,rifiutando di farsi coinvolgere un'altra volta sulla questione.Merle non aveva fatto un mistero del fatto di non approvare l'amicizia sua e di Rick.IL fatto era che Daryl non aveva mai nemmeno pensato alla cosa in questi termini.Era soltanto quello che era.Il vizio di Merle di mettere le etichette sulle cose e sulle persone gli fece prendere in considerazione quello che aveva creato con il gruppo.Fino ad ora,non c'era stato bisogno di sapere che ruolo avesse all'interno di quest'ultimo quindi il tutto stava mettendo Daryl in difficoltà.Le cose andavano bene come andavano,perché Merle doveva sempre complicarle?Il pensiero colse Daryl alla sprovvista,era abituato a non mettere mai in discussione l'autorità di suo fratello.Lo aveva sempre accettato per quello che era,difetti e tutto il resto.Al giorno d'oggi,però,quei difetti sembravano sempre più difficili da ignorare. ''Stiamo sprecando tempo.''

Merle fece un cenno con la testa indicando sopra la spalla di Daryl. ''Sembra che abbiamo una visita.''

Daryl si voltò per vedere Carol avanzare verso di loro.Il suo stomaco si strinse,subito ansioso sapendo Carol intorno a Merle per qualche oscuro motivo

Sorrise a entrambi mentre li raggiungeva. ''Vi ho portato un po di cibo da portare con voi.''. Porse due scatolette di carne in scatola e una lattina di frutta mista.

''Allora,bene.Non è dolce da parte tua tutto questo?'', disse Merle con un piccolo sorriso. ''Preoccuparti in questo modo per noi''

''Non ne abbiamo bisogno'', disse Daryl laconicamente. ''Possiamo trovare il cibo nel bosco''

Carol continuò ad allungargli le lattine. ''Lo so,ma solo nel caso in cui non troviate abbastanza e foste costretti a stare fuori durante la notte,come la settimana scorsa''

''Non essere scortese,fratellino.'' Merle prese le lattine che Carol stava offrendo e le mise nel suo zaino. ''Non sono uno che dice no al cibo'' Rivolse a Carol un largo sorriso. ''Grazie,cara,mi fa piacere che ti preoccupi per noi''

''Sono preoccupata per la pistola che ti stai portando dietro'' disse Carol,impassibile. ''Mi piacerebbe davvero tanto riaverla indietro tutta d'un pezzo.E' la mia preferita.Quindi,qualsiasi cosa io possa fare per assicurarmi che ritorni a casa,la faccio con piacere.''

Merle inarcò un sopracciglio verso Daryl alla provocazione di Carol. ''Sentite questa,boccuccia insolente tutto a un  tratto.'' Fissò le labbra di Carol speculativo. ''E' che boccuccia graziosa che è''

Qualcosa nel tono di Merle portò Daryl sull'orlo di una crisi di nervi e lo fece irrigidire

''Sono solo un paio di lattine di cibo'' disse Carol seccamente. ''Non è come se ti stessi offrendo uno dei miei reni''

Merle scoppiò in una risata alla sua risposta. ''Sei divertente.'' Sembrò pensarci. ''Sei sempre stata così divertente?Non lo ricordavo..''

Una nuova emozione strinse il petto di Daryl mentre guardava lo scambio tra quei due.Non gli piaceva che Carol si sentisse così a suo agio con Merle e davvero non gli piaceva il modo in cui suo fratello la stava improvvisamente guardando. ''Stiamo andando o no?'' gli interruppe bruscamente. ''Se dobbiamo stare tutto il giorno qui a chiacchierare-''

''Calmati,fratellino'' disse Merle casualmente. ''Stavo solo essendo educato con la signora.Non c'è nulla di male in questo,no?'' Si rivolse a Carol. ''Devi perdonare mio fratello,è stato allevato dai lupi, senza nessuna buona maniera.''

''Non sono stato allevato da nessuno'', dichiarò Daryl laconicamente,mettendosi sulla difensiva tutto ad un tratto.Ma alla fine,Merle sembrava scatenare questo effetto su di lui quasi sempre

''Basta che facciate attenzione'' ammonì entrambi

''Attenzione è il mio secondo nome,signora'' disse Merle, levandosi teatralmente un cappello immaginario dalla testa

''Lo trovo molto improbabile'' rispose Carol ironicamente

Merle ridacchiò e si mise il fucile in spalla. ''Ti porterò uno scoiattolo in più,solo per essere stata così carina con me.'' Si voltò e cominciò a camminare

Carol alzò gli occhi al cielo. ''Sei la luce dei miei occhi.'' Vide che Daryl la stava fissando in modo strano. ''Che c'è?''

Scosse la testa,cercando di trovare ancora una spiegazione per i suoi sentimenti confusi quando si trattava di Carol.Vederla farsi avanti in quel modo con tutti gli altri l'aveva fatto sentire benissimo.Qualunque cosa fosse questa dannata conversazione a cui aveva appena assistito tra Carol e Merle,però,non tanto. ''Lavori con Axel,oggi?''

Carol sorrise. ''No,Judith è stata male oggi.Credo che abbia una leggera influenza.Rick mi ha chiesto di stare con lei''

''Bene'', disse Daryl burbero. Poi si accigliò. ''Non volevo dire per quanto riguarda Judith,io intendevo..-''

''So che cosa intendevi dire,'' disse Carol con un altro piccolo sorriso.La sua espressione si fece più seria. ''Sai,non devi per forza portare fuori Merle ogni giorno''

Lui la fissò. ''Non devo?''

Carol fece una smorfia. ''So che le cose sono tese in questo momento,ma evitare il problema non risolverà nulla.Merle deve trovare il suo posto con il gruppo.'' Gli mise una mano sul braccio. ''Così come hai fatto tu.''

''E se non lo facesse?'' chiese Daryl,il suo tono più aspro di quanto non avesse voluto 

''Direi che questo spetta a Merle'', disse Carol tranquillamente. ''Penso che nessuno possa costringere quell'uomo a fare qualcosa che non vuole.'' Lei lo guardò attentamente. ''Tu non sei il custode di tuo fratello,Daryl.Quello che Merle deciderà di fare non è colpa tua.''

''No?'' chiese intensamente. ''Merle non starebbe qui se non fosse per me''

Carol sembrava turbata. ''Basta che tu non ti senta in dovere di prenderti tutto quel peso,ok?Non sei solo.''

La mano di Carol sul suo braccio era confortante e scacciò via un po della tensione dal corpo di Daryl.Voleva dire a Carol che sapeva quello che aveva appena fatto per lui quando la voce impaziente di Merle arrivò dal cancello

''Hey,avete finito di spettegolare?Abbiamo degli animali da uccidere!''

Daryl fece una smorfia. ''Devo andare''

Carol inarcò un sopracciglio. ''Mi era sembrato di aver sentito qualcosa.'' Sorrise. ''Ricordati quello che ho detto,fai attenzione.''

'Non mi sono ancora fatto uccidere fino ad ora,'' sottolineò Daryl,desiderando di poter riuscire a dirle quello a cui stava pensando veramente

''Assicurati che le cose rimangano in questo modo,'' lo ammonì Carol. ''Mi devi ancora delle lezioni di fischi,'' lo prese in giro e poi strizzò l'occhio

Daryl non riuscì a fare a meno di sorridere. ''Mi avevi detto di non essere in grado di imparare.''

Carol lo fisso con uno sguardo d'intesa. ''Ho fiducia'', sorrise , ''..in te.''

Daryl non poté fare a meno di sentirsi così ridicolmente felice alle parole di Carol,ma cercò di non darlo a vedere. ''Non lo so'', disse con finta serietà , ''sei una studentessa veramente terribile.''

Carol si strinse nella spalle,stringendo le labbra. ''Sono una sfida.Tutti i ragazzi me lo dicono.'' Si fissarono l'un l'altro per un momento e questa volta Daryl era sicuro che anche Carol riuscisse a sentire l'improvvisa tensione tra di loro. Lei scosse la testa e fece una risata auto ironica,interrompendo il momento. ''Merle se ne sta andando.E' meglio se corri a recuperarlo.''

Daryl annuì,riluttante ad allontanarsi da lei adesso. ''Ci vediamo stanotte?''

''Contaci.''

Mentre Daryl si allontanava iniziò a realizzare quanto immensamente contasse su questo fatto.Lanciò un'occhiata sopra la sua spalla a Carol che si dirigeva nuovamente dentro il blocco.Guardò davanti a lui per vedere Merle poco più distante e proruppe in una corsa per riuscire a raggiungerlo,felice di avere qualcosa a cui poter tornare alla fine della giornata

Era un evento raro in questi giorni.







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Capitolo 14
*** Capitolo 15 ***


echoes capitolo 15 Capitolo 15


Maggie aggrottò la fronte mentre osservava Glenn scaricare la macchina dalle provviste recuperate nell'ultima spedizione in città. ''Stai bene?'' Era preoccupata per lui dopo la riunione di questa mattina.

''Bene'', disse Glenn laconicamente,senza smettere di interrompere quello che stava facendo

Maggie si avvicinò a lui e si poggiò alla macchina,uno sguardo preoccupato sul suo volto. ''Non ti credo.'' Mise la mano sulla spalla di Glenn che stava scaricando alcune bottiglie di detersivo per il bucato. ''Ti prego,vuoi parlarmi?''

Glenn si fermò e le lanciò uno sguardo arrabbiato. ''A che cosa servirebbe parlarne?Rick ha già deciso come andranno le cose''

Maggie sospirò. ''Senti,nemmeno io sono felice del fatto che Merle debba restare,ma Carol ha ragione,non abbiamo il diritto di negare a Daryl la sua famiglia.''

''E per quanto riguarda i nostri di diritti?'' chiese Glenn brusco. ''Abbiamo lottato tanto per trovare questa prigione e per ripulirla dagli zombie.Ci è costata Lori e T-Dog ed è costata una gamba a tuo padre e ora spalanchiamo le porte per consentire a un pazzo del calibro di Merle di entrare e distruggere tutto.''

''So che Merle ti ha dato dei problemi..-''

''Quell'uomo mi vuole morto,'' sputò fuori Glenn ''e vuole morto anche Rick.'' La voce si sollevò un po. ''Ti ha puntato un coltello alla gola,Maggie,ho pensato che avrei dovuto guardarti morire''

Maggie ricacciò indietro le lacrime. ''Non dirlo..'' scosse la testa. ''Non devi nemmeno pensarlo''

''Come faccio a non farlo?'' chiese Glenn emotivamente. ''Non voglio perderti,Maggie,non posso''. Si appoggiò contro la macchina con l'aria sconfitta. ''Questa vita..se tu non ci fossi,io non saprei che fare''

Maggie gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue. ''Nemmeno io saprei che fare senza di te,'' confessò a voce bassa. ''Ma non puoi lasciare che quello che è successo con Merle ti perseguiti in questo modo''

''Se non posso proteggerti,allora che cosa dovrei fare?'' chiese Glenn angosciato

''Ehi..'' disse con voce roca ''nel caso in cui tu non te ne sia reso conto,sono in grado di prendermi cura di me stessa''

''Avrei dovuto coprirti le spalle'', disse Glenn in modo non uniforme. ''Ma ho lasciato che Merle ci saltasse addosso e sapevo quanto fosse pericoloso''

''Abbiamo lasciato entrambi che Merle ci saltasse addosso'', disse Maggie con enfasi. ''E quello che è successo non è stato colpa tua''

''No'' sputò fuori Glenn. ''Il problema è quel sociopatico di Merle.Il modo in cui ha picchiato me è stato niente in confronto a quello che ha fatto a T-Dog.Non ci possiamo fidare di lui,ma non siamo disposti ad accettare questo fatto.Tutti vogliono far finta di poter giocare alla famigliola felice come se niente fosse mai accaduto''

'Penso che Rick stia solo cercando di fare quello che è giusto nei confronti di Daryl'', disse Maggie tranquillamente

''E noi?Non abbiamo fatto altrettanto per il nostro gruppo?'' Il tono di Glenn era amaro. ''Non meritiamo di poterci sentire al sicuro nel posto per il quale abbiamo lottato così tanto?''

''Ti prego'', Maggie lo supplicò , ''Non puoi semplicemente lasciar perdere?Non voglio che combattiate l'uno contro l'altro''

''E' questo che dovrei fare,giusto?'' chiese Glenn infastidito. ''Il ragazzo asiatico deve solo tenere la bocca chiusa e fare come gli è stato detto,è questo quello che vuoi?Ho il diritto di dire come la penso''

''Lo so,'' disse Maggie,cercando di calmarlo, ''lo so,lo abbiamo tutti.E' solo che non potremo andare sempre tutti d'accordo e qualcuno dovrà pur prendere una decisione definitiva.'' Si mosse per stringere Glenn più forte a lei e appoggiò la testa sulla sua spalla. ''Rick si è comportato sempre bene con noi finora.Non ho motivo di pensare che non continuerà a fare la stessa cosa.'' Maggie sentì un po di tensione abbandonare il corpo di Glenn grazie al suo conforto

Glenn le posò le labbra sulla fronte. ''Non voglio perderti,mai..'' disse con voce rauca

Maggie fece un piccolo sorriso. ''Non lo farai.Ci terremo al sicuro,entrambi,il resto non importa''. Glenn non rispose e Maggie non riuscì a fare a meno di pensare che ci sarebbe voluto bene altro per mettere fine a tutto questo.Chiuse gli occhi e pregò che tutto andasse a risolversi per il meglio senza che nessuno si facesse male

Sembrava una speranza molto effimera




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Merle si guardò intorno al gruppo che mangiava silenziosamente la propria cena,tutti che evitavano di guardarsi.Le posate raschiavano nelle ciotole di metallo mentre tutti loro si concentravano sul cibo.Il ragazzo asiatico lo guardava di traverso e questo lo divertiva da morire.Sapeva di star mettendo tutti quanti sull'orlo di una crisi di nervi e ne era soddisfatto.Diavolo,la metà di loro l'aveva lasciato a morire sopra un tetto,si meritavano un po di disagio. Merle si voltò in tempo per vedere Daryl lanciare un'occhiata alle sue spalle.

''Carol è con Judith,'' rispose Beth alla domanda che Daryl non aveva posto. ''Ha già mangiato''

Merle non percepì nessuna emozione ma trovava particolarmente curioso il fatto che le persone sentissero il bisogno di aggiornare continuamente suo fratello sulla posizione di Carol.Dal momento in cui aveva ritrovato Daryl,Merle aveva cercato di capire l'andamento delle cose e non tutto quello che aveva visto finora gli era piaciuto

''Come sta la piccola spaccaculi?'' chiese Daryl

''Ha ancora un po di febbre.'' rispose Rick ''Ma Carol è convinta che il peggio sia passato''

Daryl annuì con approvazione e tutti ripresero a mangiare in silenzio

Merle riprese a fissarli. ''Voi ragazzi non amate tanto il divertimento,vero?Sono stato a dei funerali più allegri''

''E non hai visto ancora niente..'' si lamentò Axel

''Sta zitto,coglione,'' dichiarò Daryl laconicamente

Merle inarcò un sopracciglio. ''Non sembra che tu piaccia tanto a mio fratello,Axel.Che cosa hai combinato per fargli rizzare il pelo in questo modo?''

Axel fece una smorfia,l'espressione combattuta. ''Solo perché ho accidentalmente fatto del male a Carol due o tre volte..-''

''Tre volte??'' ripeté Daryl acutamente,lanciandogli un'occhiata minacciosa

''Due volte'', deglutì Axel,rimangiandosi quello che aveva appena detto. ''Volevo dire due volte.'' Lo sguardo di Daryl si indurì e si fece sempre più sottile e cattivo il che fu sufficiente  a far confessare tutto ad Axel. ''Va bene,forse l'ho accidentalmente fatta inciampare l'altro giorno'' continuò veloce ''ma è stato un incidente,lo giuro!''

''Si può sapere che cazzo di problemi hai?'' ringhiò Daryl guardandolo incredulo

Merle osservò il fratello con interesse.Era strano vedere Daryl così su di giri.Ancora più strano che fosse riguardo a una donna.Era curioso in particolare, pensare che quella donna fosse proprio Carol.Merle non l'aveva degnata di una seconda occhiata quando avevano formato il loro primo gruppo.Era solo un'ombra dietro quel coglione di suo marito,Ted o Ned,qualcosa del genere.La donna non avrebbe osato dire una parola a nessuno per nessun motivo.Ora invece sembrava che Carol avesse un sacco di opinioni e non solo per quanto riguardava suo fratello,ma anche per Rick.Merle non aveva potuto fare a meno di notare quanto Rick contasse su di lei per prendersi cura della sua figlia più piccola.Le dinamiche del gruppo erano decisamente cambiate ma non riusciva a capire quanto fossero diventate forti queste alleanze, il che era quello che interessava veramente a Merle,sopratutto quando si trattava di Daryl.Non era abituato a vedere suo fratello avere alcun tipo di lealtà nei confronti di nessuno,se non nei suoi.Non gli piaceva il cambiamento nel loro rapporto.Doveva assolutamente fare qualcosa al più presto

''Stavo cercando di levare via un'accetta fuori dal suo percorso prima che iniziasse a scendere le scale e..lei ha finito con l'inciamparmi sopra e beh,ha perso l'equilibrio'' disse Axel tristemente, ''Non è stata colpa mia.Stavo solo cercando di aiutarla.''

''Adesso è anche caduta dalle scale?'' chiese Daryl incredulo. ''Quando diavolo è successo?''

Axel fece una smorfia. ''La scorsa settimana. Carol è atterrata sul cesto della biancheria che portava in grembo.Mi ha detto che stava bene''

Daryl sembrava come se fosse sul punto di perdere la pazienza,ma Rick intervenì. ''Axel..''

''Si?'' rispose lui esitante

''Fino a nuovo ordine,tieniti lontano da Carol.Non cercare di aiutarla,non avvicinarti a lei per nessun motivo.Hai capito?''

''Non so perché continuino a succederci queste cose'' si lamentò lui. ''Non è colpa mia''

''E' colpa tua perché sei un coglione'' sputò fuori Daryl con rabbia

''Penso che sia a causa di tutta la tensione sessuale che c'è tra noi'' concluse Axel allegramente. ''Avevo letto da qualche parte che può provocare frequenti incidenti''

''Porca puttana,amico'' dichiarò Oscar,scuotendo la testa e concentrandosi sul suo cibo, ''sei davvero uno stupido figlio di puttana''

Hershel lo squadrò con uno sguardo calmo. ''Figliolo,ti consiglierei di smetterla di parlare,per il tuo bene e anche perché nessuno di noi ha intenzione di ripulire il tuo sangue dalle pareti stanotte''

Axel si rannicchiò sul suo piatto di cibo,un'espressione imbronciata sul suo volto. ''Non è colpa mia,'' mormorò tra se e se. ''Non posso farci niente se trasudo sensualità''

Glenn alzò gli occhi al cielo. ''Amico,sul serio,se non stai zitto l'unica cosa che trasuderai a breve sarà materia cerebrale''

Axel lanciò un'occhiata a Merle,ovviamente sperando che almeno lui fosse dalla sua parte. ''Hai ragione'' disse imbronciato ''Non sono proprio delle persone simpatiche''

''Forse no,'' convenne Merle facilmente ''ma tu sei sicuramente un coglione,ragazzo''. Ripresero a mangiare in silenzio fino a quando Merle non si rese conto che Axel stava fissando il suo moncherino,ricoperto dal metallo. ''C'è qualcosa che non va?'' chiese seccato

Axel sembravo essere stato colto alla sprovvista. ''Non intendevo fissarti''

''Allora non farlo'' gli consigliò Merle con uno sguardo di avvertimento

''Posso farti una domanda?''

''Dio santo'', sospirò Oscar,scuotendo la testa. ''Lascialo in pace,Axel.Non sono affari tuoi''

Merle guardò Axel. ''Qual'è la domanda,ragazzo?''

''Ho visto l'attaccamento per un coltello sopra quell'aggeggio'' osservò lui,indicando il moncherino di Merle. ''Ne hai anche altri?''

Merle inarcò un sopracciglio,sentì che alla menzione della sua mano la tensione del gruppo era bruscamente aumentata,o meglio,alla menzione della mancanza della sua mano. ''Altri?..''

''Si,tipo una forchetta o un cucchiaino,sai..per mangiare.Qualcosa del genere'', disse Axel. ''Penso che sarebbe molto utile'' fece una pausa. ''Sai,così per dire..''

''Qualcun altro vuole fagioli?'' chiese Beth a voce alta,cercando di cambiare argomento.La ignorarono tutti.

Merle riuscì a sentire addosso gli sguardi di tutto il gruppo,ma non spostò il suo sguardo da quello di Axel. ''Non credo di aver mai pensato che un cucchiaino potesse servire per tenermi in vita,''  disse calmo Merle, con voce strascicata

Rick lo guardava intensamente. ''A proposito di questo,Merle,Ti dispiacerebbe dirci come hai fatto a sopravvivere la fuori ,tutto da solo?'' Il suo sguardo si indurì. ''Voglio dire,sei da solo,giusto?''

Merle resse il suo sguardo,un grande sorriso sulle labbra che non si estendeva però anche agli occhi.Se lo aspettava.L'unica cosa che lo sorprendeva era che ci avesse messo così tanto a chiederglielo ''Vedi qualcun altro con me,Rick?'' Il modo in cui pronunciò il suo nome,era tutt'altro che amichevole

''Non hai risposto alla domanda'', osservò Glenn,la sua espressione dura. ''Come hai fatto a sopravvivere da solo per tutto questo tempo?Non mi sembra possibile''

''Il vecchio Merle è un sopravvissuto,'' disse con noncuranza. ''Me la sono cavata.Ecco come funziona''

Rick non aveva intenzione di lasciar perdere. ''Si,ma come?''

Un nuovo sorriso piegò le labbra di Merle. ''Un mago non rivela mai i suoi trucchi''

''Qui si,'' dichiarò Glenn freddamente. ''Non abbiamo segreti tra di noi''

Merle sbuffò divertito. ''Andiamo,signor Miyagi,non ci crederai sul serio,vero?''

Gli occhi di Glenn si socchiusero,la sua mascella si indurì sempre di più.Hershel mise una mano sulla spalla del giovane per cercare di calmarlo,ma Glenn sembrava non essersene accorto. ''Non è quello il mio nome''

Merle si strinse nelle spalle, noncurante. ''E' lo stesso.Il punto è che ognuno di noi ha dei segreti e tu saresti un pazzo a credere il contrario.''

''E quali sarebbero questi tuoi segreti,Merle?'' chiese Rick laconicamente

''Sono in arresto,poliziotto gentile?'' chiese Merle dolcemente. ''Ho diritto a una telefonata o mi sbatti dritto dietro le sbarre?''

''Ti ho fatto una semplice domanda.'' disse Rick,mantenendo la voce bassa e calma. ''Come hai fatto a sopravvivere la fuori,da solo?''

''Noi Dixon siamo dei guerrieri,'' buttò fuori Merle casualmente. ''Diglielo,fratellino''

Daryl sembrava imbarazzato mentre teneva lo sguardo fisso sul suo piatto di cibo. ''Gliel'ho detto,nessuno uccide Merle se non Merle''

Merle gli rivolse uno sguardo impressionato. ''Wow,questo è profondo da parte tua,ragazzo''  Rimuginò sulle sue parole e fece un cenno soddisfatto con la testa. ''Penso che sia proprio così''

''Allora,pensi che saremo disposti a credere al fatto che, in qualche modo, tu sia riuscito a sopravvivere da solo,dopo aver perso tutto quel sangue?'' chiese Rick,lo sguardo sarcastico. ''Puoi essere forte quando vuoi Merle,ma non sei certo Iron Man.Nessuno sarebbe riuscito a sopravvivere per conto proprio''

''Iron Man,'' ridacchiò Merle, ''Mi piace.'' Diede a Rick uno sguardo ben ponderato. ''Va bene,mi hanno aiutato,almeno all'inizio.Un vecchio e sua figlia si sono imbattuti in me,stavo quasi per morire,appena fuori da Atlanta.Si sono presi cura di me fino a quando non sono guarito.''

''Come si chiamavano?'' chiese Rick intensamente

''Graham e Viola Kennedy.'' I nomi rotolarono fuori dalla sua lingua con facilità

Rick continuò a fissarlo. ''E dove sono adesso?''

''Morti'', rispose Merle semplicemente. Sorrise all'espressione di Rick. ''Rilassati,non li ho uccisi,perché avrei dovuto?Non è stato come se mi avessero lasciato incatenato sopra a un Tetto a fare da esca per gli zombie dopotutto.'' Mantenne lo sguardo di Rick senza battere ciglio,dopo la sua frecciatina. ''No,erano brave persone.Purtroppo non erano dei bravi corridori.Gli zombie li hanno presi ,due settimane dopo che mi avevano trovato''

''Ma tu sei sopravvissuto'' specificò Glenn duramente

''Beh,ovviamente'' , disse Merle,indicando con una mano il suo corpo. ''Sono qui,giusto?''

''Allora,tutto il resto del tempo hai vagato in giro da solo?'' domandò Rick,non sembrava credere alla storia che Merle stava raccontando

''Più o meno''

Rick lo guardò. ''Sembri piuttosto ben nutrito per un uomo che andava in giro da solo per conto suo''

''Avevo solo una bocca da sfamare.Non è così' difficile quando devi pensare solo a te stesso''

''Beh,figliolo,qui le cose funzionano diversamente'' iniziò Hershel. ''Noi siamo una famiglia e ci prendiamo cura l'uno dell'altro''

''La mia famiglia qui è composta da una persona sola'' ,disse Merle freddamente,''ed è il mio fratellino seduto qui.Il mio sangue è il mio sangue,non è come riunirsi attorno a un falò a cantare 'Kumbaya Mio Signore' e arrostire marshmallows''

Hershel non si fece impressionare. ''Hai ragione,non è lo stesso,quello che abbiamo qui è più forte''

L'espressione di Merle si indurì per via della provocazione del vecchio

''Il sangue è solo un incidente di nascita,'' disse Hershel calmo. ''Nessuno di noi ha avuto voce in capitolo,non ce lo siamo guadagnati.'' Annuì rivolgendosi al gruppo. ''Quello che abbiamo costruito qui l'abbiamo pagato con il sangue,con il sudore e con le lacrime.Le cose conquistate con la fatica hanno radici più profonde rispetto alle cose che ti sono state regalate'

Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Tu dici?'' chiese freddamente

Hershel fece un piccolo cenno con il capo. ''La maggior parte delle volte.Non voglio sminuire quello che hai con tuo fratello,Merle.La famiglia è importante,è quel legame che ci ha plasmato all'interno di questo mondo,ma non esclude l'importanza dei legami che abbiamo creato qui,all'interno del gruppo.'' Si appoggiò allo schienale della sedia,la voce calma mentre continuava. ''I ruoli che noi tutti condividiamo,non devono essere in competizione,'' lo sguardo di Hershel non si ritrasse, ''a meno che noi non prendiamo la decisione di fare in modo che sia così.'' Scosse la testa. ''E niente di buono può accadere dall'intraprendere quella strada,figliolo''

Merle sentì una profonda rabbia montargli dentro all'idea che quell'uomo pensasse di potergli dare una lezione in presenza di tutti gli altri.Lo infastidì il fatto che Daryl non avesse detto una sola parola nel mezzo di questo botta e risposta,ma Merle sapeva di doversela giocare con l'astuzia.Lui non era un membro fidato del gruppo e non voleva indebolire ulteriormente la sua posizione con un eccessivo livello di antagonismo.Non ancora,almeno.Forzò un sorriso sulle sue labbra. ''Credo che tu abbia ragione, Hershel'' disse Merle senza suonare troppo convincente. ''Entrambe le cose sono importanti e non c'è alcuna competizione,almeno non da dove sto seduto io.'' Guardò Rick e sorrise. ''Giusto,poliziotto gentile?''

Rick restituì il sorriso freddamente. ''Giusto.''

Merle ritornò al suo cibo,sapendo che nessuno aveva veramente creduto alle sue parole.Bene.Voleva che tutti fossero nervosi e pieni di ripensamenti.Se lo meritavano e Merle non aveva ancora finito di divertirsi con loro. Un sorriso sincero curvò le labbra di Merle mentre ingurgitava un'abbondante cucchiaiata di fagioli.Il vecchio era convinto che questo sottospecie di legame che avevano creato fosse forte,bene,Merle non vedeva l'ora di scoprire quando profondo si sarebbe rivelato quando avrebbe finalmente preso la decisione che era arrivato il momento di dare loro una bella spinta

E se c'era una cosa che Merle sapeva fare,era saper trovare le motivazioni per riuscire a dare delle belle spinte

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Capitolo 15
*** Capitolo 16 ***


echoes capitolo 16 Capitolo 16



Carol se ne stava sdraiata in cima al bus di fronte al cancello anteriore,dove normalmente facevano la guardia.Alzò gli occhi verso il cielo notturno e sorrise al velo vellutato pieno di stelle ammiccanti davanti a lei.Carol doveva confessare che non le dispiaceva per niente il turno di guardia a tarda notte.Era tranquillo ,e gli zombie,solitamente sempre attivi,sembravano meno rumorosi.Probabilmente grazie al fatto che le persone non si muovevano all'interno del carcere e non attiravano la loro attenzione.Prendersi cura di Judith quel giorno,le aveva permesso di riposarsi quando la bambina si era addormentata,così sentiva effettivamente il suo turno da mezzanotte alle sei del mattino meno pesante.Era facile godersi la serenità di questo momento durante la quiete delle ore successive alla mezzanotte e lasciar vagare i propri pensieri.La quiete era stata anche la ragione per la quale era stata in grado di sentire i suoi passi avvicinarsi fino a lei ,molto prima di accorgersene per via del fatto che il bus si abbassava ulteriormente sotto il suo peso,mentre saliva fino a stare in piedi sul tettuccio.Non era previsto un cambio turno per almeno altre tre ore,ma Carol non era sorpresa dal fatto che Daryl l'avesse cercata molto prima.Con Merle di nuovo presente nella sua vita,Daryl trascorreva molto del suo tempo insieme a lui,ma nessuno dei due aveva intenzione di rinunciare al loro tempo insieme.Era stato un tacito accordo quello che avrebbero sempre trovato il tempo l'uno per l'altro,una delle tante comprensioni silenziose tra di loro.

Carol sapeva che quando si trattava di Merle le intenzioni di Daryl non erano solo quelle di recuperare il tempo perduto.Sapeva che Daryl desiderava che andassero tutti d'accordo e che era diviso tra due mondi senza sapere a quale appartenesse davvero.Uno era il suo mondo e quello di Merle,i due fratelli contro tutta la merda che il mondo aveva intenzione di gettare loro addosso.L'altro mondo era quello che questo gruppo aveva forgiato per se stesso e Daryl aveva due ruoli estremamente diversi in entrambe le realtà.Per il suo bene,Carol sperava che Daryl potesse vedere realizzato il suo desiderio di poter sposare le due cose insieme e far funzionare il tutto,ma aveva i suoi dubbi.Merle non aveva intenzione di rendere le cose facili a nessuno,men che meno per il fratello che sosteneva di amare così tanto.Il pensiero che Merle fosse un ipocrita la infastidiva,ma per amore di Daryl,non aveva ancora preso una decisione su di lui.Anche se,Se Merle avesse continuato a comportarsi in questo modo ,non era sicura di quanto ancora avrebbe potuto tenere a freno la sua lingua.Carol si era presa l'abitudine di parlare alla sua stessa mente.Era come una specie di dipendenza.Sorrise a Daryl. ''Ciao..''

Daryl aggrottò la fronte mentre guardava verso di lei. ''Sei caduta o qualcosa del genere?'' chiese

''No''

''Non dovresti essere di guardia?''

''Si''

Daryl strinse le labbra mentre continuava a fissarla. ''La stai facendo nel modo sbagliato''

Le labbra di Carol si contrassero mentre Daryl ripeteva le stesse parole che lei gli aveva rivolto un paio di settimane fa. ''Sei isterico''

''E' colpa delle persone che frequento'', fu la sua risposta impassibile

Carol fece una risatina, ''Carina''.

''Quindi?''

'Quindi che cosa?''

''Perché te ne stai lì sdraiata?Ti senti male o che?Ti sei presa la stessa cosa che aveva Judith?''

Carol udì la nota di preoccupazione nella sua voce e non poté fare a meno di sentirsi profondamente toccata da questo.A prima vista era facile inquadrarlo come un teppista,volgare e sconsiderato ma non ci volle molto tempo per riuscire a capire che era molto più sensibile e consapevole di quanto il suo ruvido aspetto esteriore lasciasse intendere. ''No,sto bene.Stavo qui in piedi di guardia e poi improvvisamente mi sono resa conto che non riuscivo a ricordare l'ultima volta che ho guardato su''

Daryl sembrava confuso. ''Guardato su?''

''Si,lo sai,fermarmi  a riflettere e non pensare solo a sopravvivere momento dopo momento''

Daryl scrollò le spalle. ''Non ha molto senso guardare in alto.Gli zombie non sono dei grandi alpinisti,non attaccano mai dall'alto.''

''Non tutto nella vita deve ruotare attorno agli zombie,è questo il punto.'' commentò Carol.Si scambiarono uno sguardo. ''OK,non tutto nella vita dovrebbe ruotare attorno agli zombie,'' si corresse. ''Ho dei propositi per il nuovo anno''

''Non siamo quasi a Luglio?''

''Sta zitto,'' dichiarò Carol,senza perdere un colpo. ''Sono dei propositi per un nuovo anno figurativo''

''Intendi inventato''

Lei inclinò la testa all'indietro in modo da potergli rivolgere uno sguardo esasperato ''Ti ricordi che so ancora come si usa questa pistola,giusto?''

''Non sei una grande tiratrice'' la stroncò lui

''A questa distanza stavo pensando di lanciartela semplicemente sulla testa.'' Gli occhi di Carol brillavano mentre lo minacciava,lasciando intendere a Daryl che non era in alcun modo infastidita per il fatto che la stesse prendendo in giro. ''Hai intenzione di farmi finire questo pensiero oppure no?''

''Se è l'unico modo in cui poi potrò riuscire a farti stare zitta,certo''

''Tu ami sentirmi parlare''

''Mi sono abituato all'idea,vuoi dire''

Carol allungò una mano e gli diede uno schiaffo sulla gamba. ''Bugiardo.Vieni qui.''

''Cosa?..'' Daryl sembrava essere stato colto alla sprovvista da quest'ultima risposta

''Vieni qui ,vicino a me,'' lo istruì . ''Ti renderò partecipe dei miei propositi per il nuovo anno.Prendila come se fosse una punizione per esserti preso gioco di me''

''Non puoi obbligare qualcuno a essere partecipe ai tuoi buoni propositi per l'anno nuovo,'' protestò Daryl

''Ricordi che ho ancora la pistola,vero?'' Carol lo guardò seria. ''Potresti sdraiarti qui accanto a me di tua volontà,o ci potrebbero essere dei spargimenti di sangue in caso contrario.La scelta è tua,Daryl''

Daryl mise sul viso un'espressione infastidita a cui Carol non credette nemmeno per un momento. ''Perché le donne sono così prepotenti?'' borbottò mentre si sdraiava sulla schiena.I loro piedi erano in direzioni opposte,ma le loro teste erano vicine

''Perché gli uomini sono troppo lenti'' ribatté Carol sfacciatamente.Si volto per vedere che suo volto ancora rivolto in basso. ''Guarda in alto adesso''

Daryl fissò il cielo nero come l'inchiostro. ''E' il cielo,'' commentò ''L'ho visto altre volte''

''Si,ma quando è stata l'ultima volta in cui hai veramente guardato il cielo?''

''E' il cielo,che cosa c'è da vedere?''

Carol fece un suono esasperato. ''Non ti aiuta a mettere tutto in prospettiva?Non realizzi quanto sia vasto l'universo e quanto i nostri guai siano solo come un piccolo granello di polvere mosso dal vento?''

Daryl la guardò. ''Hai bevuto?''

Lei gemette. ''Sto solo cercando di essere filosofica.Non hai mai provato a esserlo prima d'ora?'' Daryl continuò a fissarla e basta,senza dire nulla. ''Okay,'' Carol cedette ''questa era una domanda stupida.''

Daryl sbuffò. ''Lo pensi davvero?''

''Va bene'' disse Carol,imperterrita, ''Non e mai troppo tardi per far decollare la fantasia.''

Daryl la guardò di traverso. ''Sei sicura di non avere la febbre?''

''Sto solo cercando di farti abbracciare il tuo bambino interiore,Daryl''

Lui sbiancò. ''Perché?''

''Sarebbe un bene per te e anche per tutti noi,'' disse Carol con fermezza. ''E' tutto sempre così truce in questo continuo giro di vita e morte che ogni tanto dovremo prenderci la libertà di prendere un bel respiro,fino a quando possiamo.'' Alzò gli occhi al cielo ed sospirò. ''Sai,dopo tutti quegli anni con Ed,'' disse Carol piano, ''Era come se fossi caduta in questa sorta di sonno profondo.Continuavo a mettere un piede davanti all'altro e non sapevo nemmeno il perché.Poi con Sophia è arrivata una motivazione,ma ero ancora in gran parte addormentata.'' Alzò una mano e l'agitò intorno vagamente. ''E' poi è accaduto tutto questo ed è stato come esser stati risvegliati con uno schiaffo.'' Il dolore le colorò il viso. ''Troppo tardi per essere di una qualche utilità per Sophia ,'' disse Carol tranquillamente

''Smettila..'' la castigò Daryl con quella sua voce roca, implorandola piano

Carol diede un sorriso triste. ''E' vero.'' Girò la testa e guardò Daryl. ''Ma posso ancora essere utile per le persone.Adesso sono sveglia e non voglio tornare a come ero prima.Voglio fare la differenza.Voglio che la mia vita significhi qualcosa,perché nessuno di noi sa quanto a lungo vivremo.'' Carol aggrottò la fronte. ''Credo che non lo sapessimo nemmeno prima,ma ora non c'è motivo di continuare a fingere'' Daryl non disse nulla,continuava solo a fissarla intensamente.Carol gli sorrise. ''Ecco perché mi sono voluta fermare a guardare in alto,'' disse piano. ''Volevo ricordarmi che sono ancora qui,che sono viva e che conosco delle persone per le quali morirei per tenerle al sicuro.'' Cercò i suoi occhi ''Non è poco,vero?''

''No'', disse con voce stridula , ''non è poco''

''Questa è la prima volta nella mia vita in cui mi sento davvero utile.Come se contassi qualcosa.'' Carol si fermò a quel pensiero. Si rigirava dentro la sua testa. ''Conto qualcosa'' ripeté in soggezione

''Naturalmente,è così'' disse Daryl burbero. ''Tu conti per me.'' Carol si voltò a guardarlo e lui continuò velocemente. ''Intendo per me e per qualsiasi altra persona del gruppo.''

Lo studiò con curiosità.Era strano,ma anche se la loro amicizia era diventata profonda e avevano condiviso più di una verità tra di loro,c'erano anche alcuni momenti di imbarazzo che Carol non si aspettava.Gli occhi di Daryl scapparono via dai suoi,guardando su verso il cielo e evitandola con cura.Carol si girò su un lato e con una mano si tenne su la testa,guardando intensamente verso Daryl.Gli aveva detto cose che non aveva mai detto ad anima viva.Era vero quello che lei gli aveva detto una volta,avevano dei segreti e questi segreti li avevano legati insieme in un modo in cui non era riuscita a fare con nessun altro del gruppo.Carol non aveva mai conosciuto la vera intimità e adesso la stava scoprendo in questo villano ,coperto di sporcizia e con una balestra.Il mondo era di certo un posto molto strano. ''Sei sconcio,'' notò lei distrattamente,mettendo a fuoco tutto lo sporco sul suo viso. ''Quando è stata l'ultima volta che hai fatto un bagno?''

Lui la guardò,una smorfia sul suo volto. ''Che te ne importa?Un bagno non è di nessuna utilità,si finisce solo con il sporcarsi nuovamente''

Carol non poté fare a meno di sorridere mentre lo rimproverava dolcemente,sempre fissandolo. ''Stai ragionando come un bambino di cinque anni,'' disse divertita

Il suo cipiglio si accentuò. ''Non sono un bambino.Non ho bisogno di una mamma che mi dica che cosa devo fare''

''No'' accetto lei prontamente ''quello di cui hai bisogno è un bagno.'' Carol lo guardò meditativamente. ''Ma io so perché non vuoi farlo''

Daryl le rivolse uno sguardo scontento. ''E perché?''

''Ti piace essere il più sporco tra tutti noi.E' come se fosse un distintivo d'onore per te.'' Daryl le rivolse uno sguardo scioccato ma Carol continuò allegramente. ''Credo che più sporco sei più ti convinci di aver guadagnato il tuo posto con tutti noi.'' Alzò la testa per un po. ''Che è pazzesco,vero'?Ti sei guadagnato il tuo posto insieme a noi almeno un centinaio di volte e un po di sporcizia,o la sua assenza,non cambierebbe nulla.''

''Sei tu a essere pazza,'' dichiarò Daryl con voce roca,ma Carol sentiva di aver toccato un nervo scoperto

Senza pensare,allungo una mano verso il suo viso e trascinò un dito lunga la guancia di Daryl. ''La cosa folle e la quantità di sporcizia sul tuo viso.Ci si potrebbe persino piantare qualcosa in tutto questo.'' Fece una smorfia. ''Oh Dio..questa era veramente un commento da mamma''

Daryl sembrava un po agitato. ''Credi?Tutto quello che diceva mia madre era "Daryl alza il tuo culo pigro da quel divano e vai a prendermi le sigarette''''.

Carol fece una faccia triste. ''Meritavi molto di più,Daryl'' disse calma. ''Genitori migliori,un fratello migliore''

Daryl la guardò di traverso. ''Pensavo che Merle ti piacesse.''

''Sto cercando di non odiarlo'' confessò ironicamente ''Non so se è la stessa cosa.''

Daryl aggrottò la fronte. ''Ma voi due ieri,prima che andassimo fuori a caccia..-''

''Si?''

''Stavate..ah,lo sai.''

Carol arricciò il naso e cercò di ricordare che cosa avesse detto a Merle. Non le venne in mente niente di speciale. ''Di che cosa stai parlando?'' lo interrogò in confusione

''Voi due stavate flirtando.'' La bocca di Daryl si abbassò dopo aver pronunciato queste parole

Carol non poté fare a meno di scoppiare a ridere. ''Flirtando?'' ripeté incredula. ''Hai pensato che io e Merle stessimo flirtando?''

''Smettila di ridere di me,'' ringhiò Daryl,con l'aria infelice

''Non sto ridendo di te'' ridacchiò Carol, ''Sto ridendo al pensiero di me e Merle.'' Alzò nuovamente gli occhi. ''Dio santo,che razza di pensiero''

''Può essere affascinante quando vuole,'' dichiarò Daryl,continuando ad insistere. ''Un sacco di donne si sono innamorate di lui''

''Si,beh,io non sono ne ubriaca ne mentalmente instabile,quindi non riesco a immaginare di innamorarmi di Merle in qualsiasi momento a breve'', disse seccamente.Carol lo guardò con curiosità. ''Non hai creduto veramente che io fossi interessata a lui,vero?''

Daryl si mosse un po a disagio,evitando nuovamente il suo sguardo. ''Te l'ho detto,piaceva alle donne.''

Carol scosse la testa. ''I gusti sono gusti,credo''

Daryl sembrava felice tutto ad un tratto,ma poi il suo cipiglio ritornò. ''Perché non mi hai detto che quel coglione ti ha spinta giù dalle scale la settimana scorsa?''

''Axel non mi ha spinta giù dalle scale,ha accidentalmente inciampato e mi ha colpita ,e non te l'ho detto perché non volevo che tu tentassi di ucciderlo'' disse semplicemente

''Perché la cosa dovrebbe interessarti?''

''Perché lui mi piace.''

Gli occhi di Daryl si spalancarono. ''Hai appena detto di non essere mentalmente instabile.Si può sapere cosa diavolo ti piace di quel coglione?''

Carol si strinse nelle spalle. ''Non lo so.Credo che sia semplicemente perché è come un libro aperto,non sei mai all'oscuro di cosa stia pensando in un dato momento''

''Questo è solo perché ha merda al posto del cervello e quindi è tutto quello che può venire fuori dalla sua bocca,nonstop.'' disse Daryl in segno di disapprovazione. Guardò Carol. ''Stai lontana da lui.Lo giuro,un giorno o l'altro finirà per ucciderti''

Carol fece un sorriso. ''Lo farò'', strinse le labbra pensierosa, ''se mi prometterai di fare un bagno a un certo punto nel corso della prossima settimana''

''Non è giusto'', si lamentò Daryl

''Lo so,'' sospirò Carol, ''Ma credo che non ci si possa fare nulla in merito'' Lo toccò con il gomito. ''Com'è andata la cena?''

''Fagioli.''

''Lo sai che non è quello che intendevo dire.''

''E' stato come essere alla Vigilia di Natale'', disse Daryl sarcastico

''Così male,eh?''

''Nessuno è felice che Merle sia tornato'' disse Daryl ermeticamente

''Tu lo sei?''

Daryl si accigliò. ''Che razza di domanda è questa?E' mio fratello.''

''Non hai risposto..'' osservò lei dolcemente

Daryl non parlò per un lungo momento. ''Sono felice che non sia morto,'' disse alla fine

''Ma..?''

''Ma niente.Sono contento che sia vivo''

''Ma le cose erano più semplici quando lui non c'era,vero?''

Daryl non le rispose,si limitò a guardare il cielo.Carol studiò il suo volto e ebbe l'improvviso impulso di baciare via le rughe dalla sua fronte,odiando vederlo così in fermento.Il pensiero ribelle la scioccò,come fece l'ondata di calore che esplose all'interno del suo corpo al pensiero di baciare Daryl,anche se solo sulla fronte.Carol si alzò in piedi di scatto,con il cuore che iniziava a battere in modo irregolare

Anche Daryl si sollevò sui gomiti e la fissò preoccupato. ''Che c'è che non va?''

''Niente'', disse Carol velocemente.Si sentiva così stupida per l'eccesso così violento della sua reazione. Non c'era da stupirsi se Daryl ora la stava guardando come se fosse pazza. ''Io..ehm..qualcosa mi ha morso.''

Daryl si alzò in piedi. ''Cosa?''

''Non lo so'', disse Carol distrattamente. ''Qualcosa che morde..''

Gli occhi di Daryl esaminarono il suo corpo. ''Dove ti ha morso?''

Carol sbatté le palpebre. ''Uhm,nel collo..ma non è niente.Adesso sto bene''

Daryl si avvicinò per osservarle meglio il collo.Allungò una mano e la passò lungo la sua pelle delicata.Carol si ritrasse al tocco delle mani callose di Daryl sulla sua pelle sensibile.Era stato così bello.Non voleva che lui sentisse il modo in cui il suo cuore stava battendo veloce.Oh no,questo non poteva essere vero.Daryl era la cosa migliore che gli fosse capitata nella vita da un bel po di tempo a questa parte.Non poteva sopportare l'idea di rovinare quello che avevano perché tutto ad un tratto si era resa conto che lei era una donna e lui era un uomo.Non era più al liceo.La sua vita non aveva bisogno di questo tipo di drammi giovanili

Fece una smorfia. ''Ti ho fatto male?''

''Le tue mani sono gelide.'' Carol non poteva continuare a mentire in questo modo.Fece una risatina e scosse la testa. ''Va bene,la crisi è passata.'' Fece un passo all'indietro per aumentare la distanza tra di loro,dimenticando il fatto che stava in piedi sul bordo del bus.Il suo piede perse il contatto con il terreno e si sentì cadere quando Daryl l'afferrò rapidamente per la cintura dei pantaloni e la tirò indietro.I loro corpi urtarono l'uno contro l'altro ,come Daryl la tirò con forza verso di lui

L'altro suo braccio si avvolse attorno alla sua vita. ''Attenta,'' la ammonì ''Stavi per cadere.''

Carol non poté fare a meno di dare una risatina soffocata a questo commento. Se solo avesse saputo.''Mi dispiace'' si scusò,ancora cercando di mascherare questa inaspettata consapevolezza di Daryl.Una cosa era quello che era successo quel giorno in città quando rimasero intrappolati in quello sgabuzzino.Carol davvero non l'aveva preso in considerazione perché era quello che succedeva normalmente al corpo degli uomini in quella situazione.Non era una cosa personale,sarebbe potuto accadere benissimo anche con Maggie.O diavolo,sarebbe potuto accadere persino a Glenn.Non ci aveva pensato due volte sul fatto che Daryl si stesse godendo quel momento.L'ultima cosa che Carol si aspettava era quella di sentirsi considerata da Daryl in quel modo.Era stato solo un momento di debolezza,concluse.Dovuto al fatto di star guardando le stelle con un uomo che la stava facendo sentire eccessivamente ormonale.Doveva esserci l'unica spiegazione,perché l'idea che ci fosse qualcosa di più tra lei e Daryl era folle.Non erano quel tipo di persone e Carol sapeva che stava cercando solo un'amicizia da lei,proprio come lei faceva con lui.Carol non riusciva a capire da cosa fosse nato questo momento di follia,ma era decisa a fare in modo che non succedesse di nuovo

Daryl adesso sembrava veramente preoccupato. ''Cosa c'è che non va?Hai le vertigini?''

''Mi sono alzata troppo velocemente,è tutto.'' disse Carol,promettendo a se stessa che quella sarebbe stata l'ultima bugia della serata

Daryl non sembrava convinto. ''Andiamo,ti accompagno da Hershel,in modo che possa darti un'occhiata''

''NO.'' La risposta era uscita più forte di quanto Carol avesse previsto.Abbassò la voce. ''No..non c'è bisogno.Mi sento bene ora.'' Carol mise un sorriso brillante sulle sue labbra. ''Perché non provi a dormire un altro paio d'ore?'' Era ancora fortemente consapevole dei loro corpi talmente vicini che si sfioravano,il braccio di Daryl era ancora avvolto attorno a lei. ''Sarà l'alba prima che tu lo sappia''. Sperava che insieme alla notte scomparissero anche tutti quei sentimenti indesiderati che stava provando

''Rimango con te,'' dichiarò Daryl con fermezza ''Hai bisogno che qualcuno ti tenga d'occhio.''

Quando Daryl l'aveva afferrata per la cintura quando era stata sul punto di cadere,la sua t-shirt si era sfilata dai pantaloni e ora una delle dita di Daryl era appoggiata direttamente contro la pelle del suo stomaco.Era stato il più innocente dei tocchi,ma stava avendo un grande impatto su di lei,ma continuò a tenere il sorriso sul suo volto,non volendo far pensare a Daryl che fosse veramente uscita fuori di testa più di quanto non aveva già fatto. ''Probabilmente adesso puoi lasciarmi andare..'' Una parte di lei sperava che Daryl non lo facesse.La parte stupida e avventata che aveva perso da un bel po di tempo

Daryl strizzò le palpebre e non rispose immediatamente ma dopo lasciò lentamente cadere il braccio intorno al suo fianco mantenendo la stretta sulla sua cintura.I suoi occhi la scrutarono attentamente. ''Se ti lascio andare,cadrai?'' chiese in imbarazzo

Era più probabile che cadesse nel caso in cui lui avesse continuato a stringerla in quel modo.Carol non riusciva a fermare la disturbante realtà di quel pensiero che si fece largo nella sua mente.Era sorpresa alla riluttanza di Daryl a lasciarla andare.Doveva sembrare una pazza. ''Non cadrò,'' disse determinata,forse più a se stessa che a Daryl

Daryl la lasciò andare lentamente e fece un piccolo passo indietro,guardandola con attenzione.

Carol cercò di mettere le cose a un normale livello tra di loro,al limite per quanto riguardava il suo punto di vista. ''Penso di aver guardato abbastanza all'insù per questa notte'' disse fermamente. ''Penso che adesso terrò gli occhi puntati a terra per un bel po''

Daryl continuava a lanciarle occhiate preoccupate e Carol rivolse la sua attenzione alla recinzione e alla distrazione degli zombie che vagavano fuori dai loro confini.Era consapevole del modo in cui Daryl la stava ancora guardando e il suo stomacò si agitò nervosamente.Carol si maledisse per la sua stupidità.Si,sicuramente aveva assoluto bisogno di tenere gli occhi piantati a terra da qui in avanti.Nulla di buono poteva venire dal sollevare nuovamente lo sguardo al cielo.




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Merle appoggiò la schiena contro il muro di mattoni del complesso della prigione ,guardando fuori attraverso il campo verso la coppia in piedi in cima al bus.Non riusciva a sentire quello che stavano dicendo,ma con il linguaggio del corpo era come se stessero urlando,per chi sapeva ascoltare.Merle non aveva mai visto Daryl così a suo agio in compagnia di una donna.Vederli prima stesi sulla parte superiore del bus insieme,e poi in piedi mentre si coccolavano o si baciavano o qualcosa del genere.Merle non era contrario al fatto che il suo fratellino si godesse un po di divertimento con la cosa più vicina,morbida e calda su cui riusciva a mettere le mani.Diavolo,era la fine del mondo,dovevi cogliere il momento fino a quando era possibile.

No.Merle non era disturbato dal fatto che suo fratello potesse farsi una veloce scopata furtiva in un angolo nascosto della prigione,il problema era,che il suo istinto gli stava dicendo che qui non si trattava solo di sesso.C'era una forte intimità tra quei due.C'era qualcos'altro sotto,qualcosa di difficile da definire e che scorreva più profondamente di quanto potesse consentire un mero piacere fisico.Il fatto che Daryl bisbigliasse i suoi segreti alla sua donna  piuttosto che a lui lo infastidiva.C'era stato un tempo in cui lui era stato il suo unico mondo.Adesso,sembrava essere più un'inconveniente.Merle stava ancora cercando di liberarsi di questo pensiero,ma dopo averlo visto stanotte con Carol,stava iniziando ad avere un bella idea.Queste persone stavano cercando di mettere suo fratello contro di lui e Merle non avrebbe mai permesso una stronzata del genere.Daryl era suo fratello e il sangue gli avrebbe uniti sempre più profondamente rispetto a quello che questo gruppo avrebbe potuto offrirgli,non importa quello che quel vecchio aveva detto e Merle aveva intenzione di fare in modo che lo sapessero tutti.

Specialmente il suo fratellino.



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Capitolo 16
*** Capitolo 17 ***


echoes capitolo 17 Capitolo 17


Merle finì di trafficare sulla sua moto nel cortile,appena in tempo per vedere Beth rivolgere un dolce sorriso a Carl mentre gli passava accanto con un'enorme pila di bucato asciutto in braccio.Il suo sorriso esitò un istante quando lo vide e venne sostituito da un sorriso nervoso,prima che accelerasse il passo.Merle la guardò allontanarsi e poi tornò a guardare Carl che stava ancora sorridendo. ''E' una ragazza carina'',commentò,dirigendosi verso il ragazzino mentre si ripuliva le mani su uno straccio unto. ''Penso che abbia un debole per te.''

Il viso di Carl si illuminò per un momento. ''Lo pensi sul serio?'' Sembrò rendersi conto di qualcosa poi,e uno sguardo sospetto prese posto sul suo viso

''Beh,mi sembra ovvio'', disse Merle casualmente.Gli rivolse uno sguardo interessato. ''Stai facendo niente in proposito,ragazzino?''

Carl si accigliò. ''Siamo amici''

''Questo non significa che non possiate essere qualcosa di più,se lo desiderate'', ragionò Merle

''Non mi interessa,'' disse Carl velocemente.Guardò sopra la sua spalla. ''Devo andare.Io e mio padre dobbiamo controllare la recinzione sud per vedere se il lavoro di riparazione sta reggendo''

''In quel caso faresti meglio ad affrettarti.'' Merle sorrise. ''Non vogliamo far aspettare tuo papà,giusto?'' Carl gli rivolse uno sguardo allarmato prima di superarlo per avviarsi verso il cancello d'uscita nel cortile.Ma Merle non aveva ancora finito. ''Volevo solo che sapessi che secondo me formereste una bella coppia''

Carl si fermò e guardò verso di lui esitante. ''Sono troppo piccolo per lei''

Merle sbuffò. ''L'età.Che cos'è,un numero?Inoltre,i numeri non hanno più importanza ormai.Voglio dire,mio fratello è molto più vecchio di Beth,ma ho visto come la guarda''

Gli occhi di Carl si spalancarono. ''Cosa?''

Merle cercò di trattenere il sorriso per la reazione che sapeva che avrebbe ottenuto. ''Calmati,ragazzino,non sto dicendo che ci sia qualcosa,ma una ragazza carina come quella sarà abituata ad attirare l'attenzione degli uomini.'' Si grattò sul petto distrattamente. ''E quando si è giovani,si pensa solo a se stessi e all'amore praticamente tutto il tempo.Penso che la ragazzina sia alla ricerca di qualcuno che sappia prendersi cura di lei,e mio fratello sa come prendersi cura delle persone.Certe cose possono far perdere la testa a una ragazza,specialmente in questi giorni''

''Beth non è innamorata di Daryl'', disse Carl,ma la sua affermazione,notò Merle,era carica di incertezza

''Certo,non ancora,ma a meno che qualcuno non le dia un motivo per rivolgere il suo sguardo altrove,allora forse lei finirà con il convincersi che Daryl è quello giusto per lei''

Carl scosse la testa con enfasi. ''Daryl non ha mai pensato a Beth in quel modo''

''Forse no,ma lo sai,un uomo ha i suoi bisogni.Sei abbastanza grande per riuscire a capirlo.A volte le cose accadono senza un motivo,senza il bisogno di averlo deciso prima.'' Merle agitò la mano. ''Senti,non sto cercando di causare problemi,ti sto solo dicendo quello che penso.'' Si guardò alle spalle. ''Se ti piace Beth,dovresti dirglielo''

''L'ho fatto e lei mi ha risposto che vuole che siamo soltanto amici.'' Carl sembrava colpito dal fatto di aver esternato questa confessione e distolse lo sguardo bruscamente

''Ah capisco..'' disse Merle calmo. Si strinse nelle spalle. ''Ha detto di no,qual'è il problema?Diavolo,le donne cambiano idea con la stessa frequenza con cui cambiano le mutande.No non significa sempre no,quando esce dalla bocca di una donna ed è sicuro quanto la morte che non sia un no per sempre,fidati di me su questo,ragazzo.'' Merle si avvicinò di più a Carl,la sua voce bassa. ''Hai solo bisogno di dimostrarle che sei un uomo e vedrai che cambierà idea.A una donna piace sapere che un uomo si sappia prendere cura di lei,che sappia come proteggerla.'' Fece una pausa,diventando serio improvvisamente. ''Ho saputo quello che è successo con tua mamma.'' Merle scosse la testa. ''Non è stato giusto quello che hai  dovuto fare,ma ti sei fatto forza,Carl. Hai preso il comando e hai fatto quello che doveva essere fatto.Le donne ammirano questo tipo di forza in un uomo.'' Fece una risatina mentre squadrava Carl. ''Mi ricordi me stesso un po,lo sai?''

Carl lo guardò sorpreso. ''Si?..'' chiese scettico

Merle inclinò la testa. ''Certo,le persone come noi,sanno quello che deve essere fatto e lo fanno e basta.Ora,io non dico di avere qualcosa contro tuo padre,ma lui è uno che pensa troppo,mette troppe emozioni in tutto quello che fa.Hai fatto quello che dovevi e non è giusto che ti dia la colpa per il fatto di esserci riuscito.''

''Papà mi incolpa per quello che è successo?'' chiese Carl,la voce spezzata

''Non volevo dire quello,ragazzino'', disse Merle rapidamente. ''Sto solo dicendo che credo che,a volte,quando ti guarda,vede che tu sei riuscito a fare quello che lui non è stato in grado di fare e forse questo lo infastidisce.E poi c'è tutta quella storia di..-''

''Quale storia?'' chiese Carl preoccupato

Merle fece una smorfia fingendo di essere riluttante a proseguire la conversazione. ''Credo di aver detto abbastanza.''

Carl aggrottò la fronte. ''No,continua,cosa stavi per dire?''

Merle si strofinò una mano sui pantaloni e rivolse la sua attenzione alla moto. ''Sai,questa non è la prima Triumph Bonneville che ho posseduto.No,ho avuto anche una bellissima 1969 T100 che mi sono costruito da zero.Era così bella e adoravo ogni sua singola linea.'' Sorrise al ricordo di quanto fosse stata importante per lui quella moto,ma poi fece una smorfia. ''Stavo frequentando una donna,in quel periodo,Clarissa.E' stata quella che più si era avvicinata a farmi prendere in considerazione l'idea del matrimonio.L'amavo,riuscivo a intravedere un futuro per noi e credimi,non lo dico con facilità.'' Guardò Carl. ''Io e le donne..beh,solitamente io sono troppo per una solo di loro,ma Clarissa riusciva a capirmi e lo sai,a me non importava più nulla.'' Merle diede una piccola risata al ricordo.Sembrava passato così tanto tempo. ''Ad ogni modo,quella stupida puttana andò a schiantarsi con la sua macchina contro la mia Bonneville un giorno,riducendola a pezzi.Non valse più la pena di continuare.Tutte le volte che la guardavo in faccia,riuscivo a vedere solo la mia moto,fracassata al suolo.Abbiamo rotto.Non riuscivo più a starle accanto senza pensare a quello che mi aveva tolto.'' Scrollò le spalle. ''Forse non è stato giusto da parte mia,ma era come mi sentivo realmente e un uomo non può fare a meno di seguire il suo istinto''

Carl aveva uno sguardo pensieroso sul suo viso. ''Pensi..pensi che mio padre mi odi per quello che ho dovuto fare a mamma?Che quando mi guarda,tutto quello che riesce a vedere sono io mentre le sparo un colpo in testa?''

''Hey,ragazzo,adesso non esagerare'' disse Merle casualmente. ''Ti ho raccontato quello che è successo a me,non ho detto che tuo padre è nello stesso modo.Era solo per spiegare il perché del..-''

''Il perché di cosa?''

Merle fece una smorfia riluttante. ''Senti,io non so cosa gli passi per la testa,ma mi sembra che tuo padre non ti dia quello che ti meriti.Hai provato a comportarti da uomo,e dovresti poter avere il diritto di poter dare le stesse opinioni di quest'ultimo.Non ascolta quello che hai da dire quando deve essere presa una decisione,giusto?''

L'espressione di Carl si oscurò e non rispose subito

Merle gli rivolse uno sguardo consapevole. ''Già,proprio come pensavo.''

Rick improvvisamente apparve sulla soglia della porta del cortile con Daryl subito dietro di lui.Rick si accigliò nel vedere Merle solo con suo figlio. ''Carl,che cosa stai ci fai qui?Ti stavo aspettando.'' Il suo tono era duro

Carl sembrava sulle difensiva. ''Stavo giusto arrivando.''

Rick rivolse un'occhiata sospettosa a Merle. ''D'accordo,allora andiamo.'' Fece un cenno con la testa,per fargli capire che era pronto ad andare.Carl gli andò incontro

''Mi ha fatto piacere parlare con te,ragazzino'' disse Merle ai due che ora si stavano allontanando.Questo gli costò un'occhiataccia da parte di Rick,che si voltò per fulminarlo da sopra la sua spalla.Merle non riuscì a trattenere una risatina dopo che i due se ne furono andati


Daryl  si avvicinò alla moto,osservandola. ''Che stai facendo?''

Merle rivolse la sua attenzione a Daryl. ''La sto ripulendo.I tubi erano tutti intasati dalla polvere e dalla sporcizia.'' Si avvicinò per stare dietro alla moto. ''Sembra quasi come se pensassi che la mia moto non valesse tanto il disturbo.''

Le labbra di Daryl si animarono. ''Ci sono stati dei problemi più incalzanti,come quello di cercare di non farsi sbranare.''

Merle sbuffò. ''Fa lo stesso.Non ti sei mai preso cura della tua roba.''

''Non ho mai avuto niente di cui prendermi cura,'' continuò Daryl infastidito

Merle gli rivolse uno sguardo. ''Cos'è che ti fa rodere tanto il culo oggi,ragazzo?''

Daryl scosse la testa e distolse lo sguardo. ''Niente.''

''Niente?''

Daryl guardò di nuovo verso di lui,l'espressione difficile da decifrare. ''Esatto,niente.''

Merle ebbe il sospetto che Daryl volesse dirgli di non rivolgere mai più la parola a Carl,ma che non ce la facesse,non volendo risultare come se fosse dalla parte di Rick.A Merle non importava se l'avesse detto o meno ad alta voce,il punto era che stava coprendo le spalle a Rick e non a lui.Il pensiero lo fece bruciare e Merle guardò attraverso la porta dove Rick e Carl erano appena scomparsi. ''Il poliziotto gentile non è molto caloroso con me,vero?''

Daryl lo guardò di traverso. ''Non pensavo che ti importasse.''

Merle scrollò le spalle. ''So che tu desideri che riusciamo ad andare d'accordo,a essere una gran bella famiglia felice.'' Diede a Daryl con uno sguardo indagatore. ''E' questo quello che vuoi,vero?''

L'espressione di Daryl non cambiò. ''Voglio solo sopravvivere.Non voglio che ogni giorno sia sempre così dannatamente difficile da farmi desiderare di chiudere gli occhi e non aprirli mai più''

Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Smettila di dire queste cose,fratellino.Noi Dixon non ci arrendiamo mai.Te l'ho insegnato io,te lo ricordi?''

''Me lo ricordo'', dichiarò Daryl stretto, ''e non parlavo di arrendermi,ma quello che abbiamo qui..-'' agitò la mano in direzione del carcere, ''non è poco e vale la pena riuscire a combattere insieme per mandarlo avanti.''

''E questo è quello che desideri per la tua vita adesso,giusto?Sistemare la tua residenza in questo posto,appendere un paio di tendine di pizzo alle finestre e cullarti su una sedia a dondolo - E' questo quello che vuoi?''

L'espressione di Daryl si indurì alla presa in giro di Merle. ''Sto solo dicendo che qui abbiamo costruito qualcosa di buono e che non voglio mandare all'aria tutto.''

Merle intensificò il suo sguardo,osservando cinicamente Daryl. ''E' per qualcosa di buono intendi dire correre avanti e indietro come se fossi la puttana di quel Rick,questa è la tua idea di casa dolce casa,ragazzo?''

Gli occhi di Daryl si socchiusero ''Non è così che vanno le cose.''

Merle sputò fuori. ''Quello che vorrei sapere è perché sei così disponibile a lasciare che l'uomo che ha condannato tuo fratello a una morte certa possa tenere il comando.Rick si comporta come se fosse il re di questo posto e voi tutte correte dietro a lui,come delle cagne in calore.''

Daryl sembrava stanco di fare questo discorso,ma non si tirò indietro. ''Ogni gruppo ha bisogno di un leader.Rick è il nostro,questo è tutto.''

''So che ogni gruppo ha bisogno di un leader,ma perché proprio lui?'' Lo sguardo di Merle era duro. ''Perché non tu invece,ragazzino?Pensi che Rick sia meglio di te o che cosa?''

''Io non voglio essere il leader di nessuno,'' dichiarò Daryl bruscamente. ''Non mi interessa questa merda.''

''E questo è sempre stato il tuo problema,fratellino,'' disse Merle con disgusto ''Non hai alcuna aspirazione.Dovresti essere tu quello che guida questo gruppo,ma invece hai preferito consegnare le tue palle a Rick.''

Daryl sembrava arrabbiato adesso,ma non si scatenò come Merle invece si aspettava. Il tuo tono era calmo. ''Pensavi che ripresentandoti nuovamente qui io avrei dovuto consegnare subito le mie palle a te,Merle,come sempre?'' La sua voce era dura. ''E questo che ti aspettavi?''

Merle fu preso alla sprovvista. ''Questo che cosa dovrebbe significare?''

Daryl emise un suono frustrato. ''Scordatelo.'' . Alzò gli occhi al cielo. ''E' quasi mezzogiorno.Sono di guardia alla torre.'' Daryl tornò a fissarlo. ''Che cosa farai tu?''

''Farò quello che c'è da fare,'' disse Merle con calma. ''Non ho bisogno che tu mi prenda per mano.'' Alzò intenzionalmente il braccio mutilato. ''Vedi?'' Merle voleva assicurarsi che Daryl non dimenticasse mai quello che il suo preziosissimo Rick gli aveva fatto perché era sicuro come l'Inferno che lui non l'avrebbe mai dimenticato.

Daryl guardò il moncherino di Merle poi distolse lo sguardo,un cipiglio gli oscurò il volto

Rick rientrò nel cortile proprio in quel momento. ''Merle,'' gridò. ''Ho del lavoro per te''

Merle rivolse uno sguardo beffardo a Daryl. ''Servire per vivere,Poliziotto gentile,cosa può fare il vecchio Merle per te?'' Ascoltò solo per metà la richiesta di Rick,mentre teneva d'occhio Daryl.Suo fratello sarebbe stato costretto a fare una scelta molto presto e questa scelta doveva essere tra lui e questo gruppo e Merle avrebbe fatto in modo di essere sicuro di quale sarebbe stata la scelta di Daryl

In un modo o nell'altro.




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Daryl riposizionò il fucile sulla sua spalla mentre era intento ad andare avanti e indietro lungo il perimetro della torretta di guardia.Si strofinò stancamente la nuca,pensando a Merle.Suo fratello era alla disperata ricerca di una lotta da parte di chiunque fosse stato disponibile a lasciarsi condizionare dal suo comportamento.Daryl conosceva bene i segnali e Merle non sarebbe stato soddisfatto fino a quando non avrebbe ottenuto la sua libbra di carne.Fece una smorfia,sperando ancora che Merle avesse una sorta di illuminazione e lasciasse perdere tutto.Ogni giorno che passava,però,con l'atteggiamento di Merle che non accennava a cambiare,Daryl fu costretto a trattenere il pensiero che le cose stavano per mettersi male.Respinse quel pensiero lontano dalla sua mente,non osando immaginare a come si sarebbero concluse le cose.Era troppo sconvolgente.Gli occhi azzurri di Daryl guizzarono verso l'altro inquietante aspetto della sua vita durante questi giorni,quello che stava attualmente lavorando nel giardino.

Carol.

Guardarla gli provocava un diverso tipo di calore all'interno del suo corpo in questi giorni,infinitamente più piacevole rispetto a quello che causava suo fratello.La osservò.china sul prato che germogliava lentamente,intenta a prendersene cura.La mano destra di Daryl si strinse automaticamente in un pugno,mentre ricordava la sensazione del contatto della sua pelle contro le sue dita del giorno precedente.Quando Carol era quasi caduta dal bus,i suoi riflessi naturali l'avevano afferrata,tirandola verso di lui.Quello che non si era aspettato era la sensazione del suo corpo premuto contro quello di lei nel processo e il modo in cui quel piccolo contatto delle loro carni aveva mandato scariche incendiarie lungo tutto il suo corpo.Aveva cercato il modo di prolungare quel contatto,non voleva lasciarla andare via.Alla fine pero era stato costretto a mollare,altrimenti Carol avrebbe finito con il pensare che era diventato pazzo.Dannazione,Era esattamente il modo in cui lui si sentiva,completamente impazzito.Avrebbe preferito non provare questi sentimenti per lei,non voleva complicare quello che c'era tra di loro.Il problema era che,più i giorni andavano avanti,più Daryl stava diventando dipendente dall'emozione di trovarsi in sua compagnia.Era un'esperienza totalmente nuova per lui e non aveva ancora modo di sapere se fosse normale o meno.Daryl non poté fare a meno di chiedersi che cosa ne avrebbe pensato Carol di tutto questo se ne fosse stata al corrente.Probabilmente avrebbe riso.La mascella di Daryl si irrigidì a quel pensiero.Non sarebbe mai dovuto accadere,Carol non doveva sapere niente.Sembrava come se i suoi pensieri avessero catturato la sua attenzione,dal momento che lei si alzò e iniziò ad avanzare verso di lui.Il suo cuore fece una capriola,non sapendo che sarebbe stato meglio evitare.

Carol si strofinò le mani sulla gamba dei suoi pantaloni e si avvicinò fino a portarsi sotto la torretta.Sollevò la testa verso di lui e urlò. ''Hey,Raperonzolo,qualcosa di interessante nella terra dei vaganti?''

Daryl rivolse uno sguardo verso il branco di zombie che brancolava fuori dalle recinzioni. ''No,fa troppo caldo perché possano essere attivi più del necessario.''

Carol si asciugò la fronte sudata. ''So bene come si sentono..''

Anche dal punto in cui si trovava,Daryl riusciva a vedere il sudore sul collo di Carol,riusciva a vedere il modo in cui alcune goccioline correvano per tutta la lunghezza della sua pelle fino a scomparire tra i suoi seni.Il cuore di Daryl saltò un battito e poi prese a correre velocemente a un nuovo ritmo,eccitato da quella vista.Daryl si schiarì la gola e cercò di allontanare il pensiero di dove quelle goccioline si trovavano adesso. ''Probabilmente stasera pioverà''

''Bene,'' disse Carol allegra. ''Finalmente potremo liberarci di tutta questa umidità''

Daryl stava ancora pensando a quelle goccioline di sudore. ''Come va il collo?''

''Cosa?'' Carol sembrava confusa

''Dove sei stata punta ieri sera?''

''Ah,quello..si,è tutto ok'' disse in fretta. ''Te l'ho detto,non era niente.''

''L'hai mostrato a Hershel?''

''Vuoi dire che avrei dovuto mostrare la puntura di un insetto a Hershel..qui in Georgia...nel bel mezzo dell'estate?'' Anche da lì Daryl riusciva a vedere quanto la cosa la stesse divertendo. ''Beh,avrei potuto farlo,ma non volevo scatenare una crisi mediatica.''

''Sei intelligente.''

Carol si mise a ridere. ''Non hai ancora fatto quel bagno,vedo..''

''Non avrei potuto nemmeno se l'avessi voluto,la pompa si è rotta.''

''Dici sul serio?'' gemette Carol. ''Stavo per andare a levarmi di dosso tutta questa sporcizia,prima della cena.''

''Se ne sta occupando Merle''

''Merle è preparato sull'argomento?''

''Tu lo sei?''

''Messaggio ricevuto.'' Carol arricciò il naso. ''Credo che andrò a lavorare sul generatore.Almeno starò lontana dal sole.''

''Basta che tu stia lontana da Axel,'' la ammonì Daryl,sapendo che quell'idiota stava lavorando da qualche parte all'interno del blocco oggi. ''Non ti voglio vicino a lui''

''Dicevi sul serio quindi?'' chiese Carol incredula

''Ti sembra che stia scherzando?'' disse Daryl categoricamente. ''Quel pezzo di merda ti ammazzerà prima o poi.E come se voi due foste un fiammifero e una tanica di benzina,accadono cose molto brutte quando state l'uno vicino all'altro''

''Io sono il fiammifero o la tanica di benzina?'' chiese Carol sfacciatamente

''Sei quella che ha la bocca più grande.'' gli rispose Daryl cupamente,infastidito dal fatto che Carol non lo stesse prendendo seriamente. ''Sono serio,stai lontana da Axel.''

''Credo che tu stia esagerando,solo un pochino'' , disse Carol divertita ''Alla fine si è trattato solo di un paio di incidenti''

''Un altro paio di incidenti come quelli e diventerà tecnicamente un'ammucchiata''. dichiarò Daryl cupo.Carol soffocò una risata. ''Non sto scherzando,'' disse Daryl seccato

''Va bene,va bene'' disse Carol con indulgenza. ''Mi terrò lontana da lui,felice?'' e gli sorrise

Daryl grugnì in risposta

Carol scosse la testa verso di lui,con quell'aria divertita ancora presente sul suo volto. ''Ci vediamo a cena.'' Detto questo di diresse all'interno del blocco delle celle

Daryl non riuscì a fare a meno di fissarla fino a quando scomparve alla sua vista.Quando Carol sparì,si voltò a guardare verso il cortile della prigione e cercò di ricordarsi un momento in cui non aveva avuto tante cose per cui preoccuparsi così tanto tutte insieme.

Non gli venne in mente niente.



Dalle note dell'autrice : Citazione di Norman Reedus -- '
I fan non sono gli unici a desiderare che Daryl e Carol diventino una coppia in TWD. Voglio interpretarlo (Daryl) come se non avesse nessuna parte/nessun ruolo all'interno di questo gioco.Voglio che sia lei (Carol) a fare la prima mossa,io sarò buono solo a piagnucolare/mugolare probabilmente'' ' (PARERE DELLA TRADUTTRICE RISALENTE AL 12/08/2015 "You're doing it right Norman,seriously.'' / ''Lo stai facendo proprio nel modo giusto Norman,seriamente.'')((Ho tra l'altro trovato molto interessante il paragonare Carol a un fiammifero o una tanica di benzina..Consumed e tutta la Carol di 4 e 5 stagione DOCET.)) Norman dice che la connessione amorosa tra il suo personaggio e quello di Melissa McBride,avverrà dopo alcune ulteriori aggiunte  ***L'aria affaticata per via di tutta quest'attesa***
Ritorniamo all'autrice.. :  AMO questa dichiarazione perché è in questo senso che voglio far procedere la mia storia.Se mai succedesse qualcosa,Carol sarà quella a dover fare la prima mossa,a doverlo guidare in un certo senso.. dopo che avrà chiarito il tutto all'interno della sua testa,ovviamente.Detto questo,la vedo comunque come una cosa reciproca,solo che Carol è sicuramente più esperta nelle questioni sentimentali e anche riguardo all'aspetto fisico delle cose,visto come sto descrivendo Daryl in questa storia.Ho sempre desiderato vedere Daryl in imbarazzo e pressoché inutile riguardo a questo argomento,come un adolescente che vuole finalmente avere quell'esperienza che è l'intimità,ma veramente non sa cosa come riuscirci ne come comportarsi

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Capitolo 17
*** Capitolo 18 ***


echoes capitolo 18 Capitolo 18


''Vieni qui,bavoso figlio di puttana'' ,lo schernì Merle da dietro il recinto.Sbatté forte sulla maglia della recinzione,attirando l'attenzione di quattro vaganti,che non appena sentirono il rumore si misero subito a barcollare nella sua direzione.Merle attese che il primo arrivasse abbastanza vicino,stava in piedi ,faccia a faccia con lo zombie che gli ringhiava contro mentre cercava di raggiungerlo con gli artigli attraverso i fili del recinto. ''Sei davvero un orribile figlio di puttana,non è vero?'' strascicò disgustato.Merle sollevò il cacciavite che aveva in mano e lo guidò attraverso la maglia direttamente nel cervello dello zombie.Si sentì uno sgradevole rumore come di uno scoppio quando il cervello della creatura venne trafitto,il sangue scuro iniziò a sgorgare attraverso la ferita.Lo zombie si lasciò scivolare a terra,stavolta morto per davvero,mentre un altro subito dietro di lui si arrampicava sul suo corpo a terra,desideroso di prendere il posto del suo compagno per la promessa della carne fresca con cui potersi cibare, ''Non c'è bisogno di spingere,ragazzi'' disse Merle allegramente mentre gli altri tre zombie si avventarono contro la recinzione tentando di arrivare a lui. ''Ne ho abbastanza per tutti voi.'' Merle uccise prontamente gli altri con lo stesso cacciavite,lasciando dietro di se un mucchio di cadaveri in decomposizione.Diede loro un calcio attraverso i fili metallici. ''Vi è piaciuto?Perché a me è piaciuto tanto.''

''Che cosa stai facendo?''

La domanda di disapprovazione di Rick lo fece voltare.Inarcò un sopracciglio nel vedere la sua impazienza. ''Cosa ti sembra che stia facendo?'' gli gettò indietro. ''Sto tenendo tutti al sicuro.Non è quello di cui si occupa il vostro gruppetto?''

''Dovevi occuparti di riparare la pompa dell'acqua''. dichiarò Rick laconicamente. Indicò la gamma di strumenti che avrebbe dovuto utilizzare per ripararla,sistemati ordinatamente accanto alla pompa che solitamente portava l'acqua fino ai blocchi all'interno della prigione

''Sono multi-tasking '' disse Merle con noncuranza

''Abbiamo bisogno dell'acqua,'' disse Rick calmo. ''Se proprio non vuoi farlo poss..-''

''Calmati,ragazzo,non ho mai detto di non volerlo fare.'' Merle si strinse nelle spalle. ''E' solo che non abbiamo ancora coordinato i nostri orologi,è tutto. Me ne occuperò io''

Il tono di Rick era fermo. ''Deve essere fatto adesso.''

''Questo è quello che pensi tu''

La mascella di Rick si indurì. ''Se hai un problema,Merle,allora perché non me ne parli e basta?Non ho tempo per le tue cazzate passivo-aggressive''

Merle diede una piccola risata. ''Giusto perché tu lo sappia,poliziotto gentile,non c'è niente di passivo nella mia aggressività.'' Gli rivolse uno sguardo pungente. ''Faresti meglio a ricordartelo''

Rick emise un suono impaziente. ''Che cosa stai facendo qui,Merle?Che cosa vuoi da noi?''

Merle si allontanò dalla recinzione e si fermò di fronte a Rick. ''Chi ha detto che voglio qualcosa da voi?''

''Mi stai dicendo che non è così?''

''Volevo solo vedere mio fratello.Il mio sangue.C'è qualcosa di sbagliato in questo?''

Rick lo guardò con fermezza. ''E allora cosa?Vuoi solo entrare a far parte del gruppo e lasciare che il passato sia passato,è così?''

''E' così difficile crederci?''

''Francamente,si,lo è.Non sembri il tipo di ragazzo che perdona e dimentica''

Merle si grattò la guancia. ''Le persone cambiano.Voi l'avete fatto,perché io no?'' Poteva vedere che Rick stava ancora cercando di analizzarlo,per scoprire i suoi punti deboli e Merle non gli avrebbe reso il lavoro facile

''Quindi non stai cercando di vendicarti per quello che è successo ad Atlanta'' il tono di Rick era scettico

Merle si guardò la protesi di metallo pensieroso. ''Non vedo quale potrebbe essere il guadagno che otterrei grazie alla vendetta.Non riavrò indietro la mia mano, o mi sbaglio?'' Un sorriso sfacciato che non si estendeva agli occhi prese posto sulle sue labbra. '' D'altronde,non mentirò,ci ho pensato. Il sacro libro recita occhio per occhio. Direi che una mano per una mano non sarebbe chiedere tanto.'' Merle non gli diede il tempo di rispondere. ''Ma ho avuto come un Epifania là fuori,in tutti quei mesi passati da solo.Tutto quello che desideravo era poter rivedere mio fratello e ho fatto un patto con Dio,che se fosse successo,avrei rinunciato al mio desiderio di vendetta.''

''Tu e Dio parlate spesso?''

Merle ridacchiò. ''Non è un grande chiacchierone,ma io ho fatto la mia parte''

''E' che cosa pensavi di fare per poter pareggiare i conti?'' lo interrogò Rick dolcemente. ''Sai,prima che decidessi di lasciar perdere tutto quanto..''

''Mentirei se non dicessi che immaginare di poter vedere voi tutti stesi a terra agonizzanti mi avrebbe regalato un sorriso.'' Merle scosse le spalle. ''Ma alla fine,sembra che gli zombie abbiano fatto il grosso del lavoro al posto mio.Quindi penso che sia vero quello che si dice del karma,ti fotte sempre.''

''Quello che è successo ad Atlanta,te lo sei cercato da solo,'' disse Rick chiaramente. ''Non è stata colpa di nessuno se non la tua,Merle''

Il tono di Merle si fece più duro. ''Pensi davvero che sia così?Abbiamo dei pareri differenti in merito,Sceriffo. Sai,non avrei fatto nemmeno a un cane quello che voi avete fatto a me.''

''Non ti lascerò distruggere quello che abbiamo creato qui'' sputò fuori Rick

''Oh,non penso che io sia il problema del quale tu ti debba preoccupare,Rick,'' ridacchiò Merle. ''Hai l'abitudine di far uccidere tutti quelli che ripongono la loro fiducia in te,in ogni caso.Se avessi voluto la mia vendetta,tutto quello che avrei dovuto fare sarebbe stato stare fermo e immobile ad attendere.Devo dire la verità,mi preoccupa il fatto che mio fratello stia dalla tua parte.Penso che sarebbe molto più al sicuro lontano da te e dai tuoi evidenti problemi.''

Gli occhi di Rick si riempirono di rabbia. ''So quello che stai cercando di fare'' lo ammonì con uno sguardo cupo. ''Stai cercando di dividerci.Bene,non funzionerà.Daryl per me è come un fratello,a tutti noi sta a cuore quello che gli accade''

Merle ridacchiò. ''Dici sul serio?'' Le sue labbra si contorsero. ''Ho sentito dire che l'ultima persona che hai definito come tuo fratello è finita con un coltello conficcato nello stomaco.'' Merle guardò con soddisfazione una fitta di dolore attraversare il volto di Rick. ''Forse Daryl non è così importante al punto tale che tu possa arrivare a definirlo un fratello,ci hai mai pensato?'' Il sorriso di Merle si fece più grande. ''Come ho detto prima,sembra che tutti quelli che ti stanno vicino finiscano sempre con il morire.'' Guardò il suo moncherino. ''O almeno per perdere dei pezzi,io e il vecchio possiamo testimoniarlo.Se non altro hai avuto le palle di staccare personalmente la gamba del vecchio Hershel.Io ho dovuto contare sempre e solo su me stesso anche per questo.''

''Stavo solo cercando di salvargli la vita'' sputò fuori Rick

''Stavi solo cercando di salvarlo in modo che potesse essere in grado di prendersi cura della tua donna incinta,'' ribatté Merle,facendo un salto nel buio con quell'ultima esternazione , ma l'espressione sconvolta sulla faccia di Rick gli confermò che il colpo era andato a segno. ''E diavolo,dopotutto è andato tutto alla grande,no?'' concluse con sarcasmo

Gli occhi di Rick lanciavano lampi mortali. ''Lascia fuori Lori da tutto questo!''

''Ti piacerebbe,vero?'' disse Merle con freddezza. ''Prova a dimenticare che sia mai esistita,prova a dimenticare tutti i modi in cui hai sempre fallito con lei.'' Rick diede una forte spinta sul petto di Merle,prendendolo alla sprovvista.Merle cadde a terra all'indietro.Guardò Rick,con un ghigno dipinto sul volto. ''Sembra che abbia toccato un nervo scoperto,Sceriffo.'' Merle si rialzò con molta calma,spazzolandosi via la polvere dai pantaloni. ''Adesso non ti scaldare troppo,ragazzo.Stavo solo giocando''

Gli occhi di Rick si socchiusero minacciosamente. ''Nulla di quello che fai è un gioco,Merle,non pensare di poter riuscire a convincere qualcuno del contrario.'' La sua mascella si indurì. ''Stiamo tollerando la tua presenza qui solo per via di Daryl,ma non credere che la nostra buona volontà possa durare in eterno.Tutti noi sappiamo chi sei veramente,e un giorno,molto presto,Daryl sarà in grado di fare lo stesso.''

Il fatto che Rick pensasse di sapere che cosa passava per la testa di suo fratello infastidì Merle,ma non lo diede a vedere, ''Sai quello che penso?'' disse Merle freddo. Non attese la risposta di Rick. ''Davanti a me vedo un uomo appeso a un filo.Hai proclamato te stesso leader di questo gruppo e hai fatto in modo che tutti credessero in te quando nemmeno tu riesci a credere in te stesso.'' Merle ridacchiò. ''Quanto è divertente questa stronzata?.''

Rick si limitò a folgorarlo con uno sguardo. ''Stai lontano da mio figlio.Voi due non avete niente da dirvi,hai capito?''

''Beh'', disse Merle con voce strascicata ''Credo che la decisione spetti a Carl.Non ho intenzione di allontanarlo in caso avesse bisogno di una figura paterna nella sua vita.Ho un sacco di amore da dare,lo sai.''

La mano di Rick si strinse in un pugno e Merle sogghignò,sfidandolo silenziosamente a fare la prima mossa.Era facile vedere quanto Rick riuscisse a stento ad appigliarsi a questo regno che aveva costruito intorno a se.L'uomo aveva la testa fottuta,anche un cieco avrebbe potuto accorgersene.Il fatto era che,nessuno in questo gruppo voleva ammettere che del loro leader ormai era rimasto solo il guscio di quell'uomo che avevano sempre conosciuto.Il pensiero di uccidere semplicemente Rick nel sonno era stato una grande tentazione per Merle,ma quando si rese conto dello stato in cui era,decise che sarebbe stato molto più divertente portargli via tutto quello che gli era rimasto , pezzo dopo pezzo.Non ci sarebbe voluto tanto per farlo crollare definitivamente,Merle doveva solo mantenere alta la pressione e aspettare quello che ormai era inevitabile

Rick si ritrasse,cercando di riprendere il controllo sulle sue emozioni. ''Stai lontano da Carl e basta,'' sputò fuori ''E ripara quella dannata pompa.'' Detto questo Rick girò sui suoi tacchi e se ne andò

Merle ridacchiò guardandolo andare via. ''Ahi,ahi,Sceriffo.'' disse ironicamente.Tutto questo si stava rivelando infinitamente più divertente rispetto a quanto sarebbe stato vederlo sanguinare,come un maiale sgozzato,decise,e Merle era davvero felice di avere un posto in prima fila per potersi godere lo spettacolo.




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''Carl,aspetta!'' gridò Rick mentre si affrettava a raggiungere suo figlio.Carl guardò da sopra la sua spalla suo padre correre per raggiungerlo.Camminarono in silenzio per un po,con Rick che ogni tanto gettava occhiate incuriosite al profilo di Carl stranamente silenzioso. ''Di che cosa avete parlato tu e Merle prima?'' lo interrogò

Carl si strinse nelle spalle mentre continuava a camminare. ''Non lo so,di niente..''

Rick allungò una mano e gli toccò una spalla,costringendolo a fermarsi. ''Avrete per forza parlato di qualcosa.''

Carl aggrottò la fronte. ''Che importanza ha?''

''E' importante perché Merle non è un tuo amico e se ha finto di esserlo,allora significa che ha in mente qualcosa,'' disse Rick laconicamente. ''Voglio che tu stia lontano da lui,capito?''

''E per quanto riguarda quello che voglio io?'' ribatté Carl. ''Non ho nessuna voce in capitolo vero?''

Rick guardò con aria torva Carl sfidarlo in quel modo. ''Non quando si tratta di Merle.In quel caso non ce l'hai.'' Strinse con forza la mano sulla sua spalla. ''Quell'uomo sta cercando di causare dei problemi e io non voglio che tu venga coinvolto in tutto questo.''

''Ma lo sono,papà'' disse Carl piano. ''Sono nel bel mezzo di tutto questo e lo sono da un bel po di tempo ormai.Desiderare il contrario non cambierà niente.''

Rick sentì il panico crescere dentro di lui sapendo che Carl aveva ragione. Ma non voleva discutere in questo momento. ''L'unica cosa che non è cambiata è il fatto che io sono tuo padre e tu starai a sentire tutto quello che ti dirò'' , disse duramente

''Ascolto sempre quello che mi dici,papà'', disse Carl arrabbiato. ''Anche le cose che non vorresti che io sentissi.Sei tu quello che non mi ascolta mai,non ascolti me,non ascolti nessun altro.'' Detto questo Carl liberò la spalla dalla sua stretta con forza e corse via

''Carl!'' gridò Rick frustrato dietro di lui,ma il ragazzo non si voltò nemmeno

''Sembra che Merle abbia fatto un'altra vittima.''

Il tono beffardo di Glenn giunse al suo orecchio e lo fece voltare per vedere l'uomo che stava impilando delle casse vuote contro il muro del blocco delle celle. ''Non iniziare,Glenn'', lo avvisò

''Perché dovrei prendermi il disturbo?'' chiese Glenn --- ''E' come ha detto Carl,non dai più ascolto a nessuno.''

''Dovevamo prendere una decisione'' disse Rick bruscamente. ''Io ne ho preso una.''

''Fino a quando riuscirai a vivere con le conseguenze,va benissimo'' disse Glenn imbronciato. ''Spero solo che nessuno degli altri debba pagare per i tuoi errori,di nuovo.''

Rick gli scoccò uno sguardo di avvertimento. ''Pensi di essere in grado di fare di meglio?''

''Penso che non avrei mai lasciato dormire un animale come Merle Dixon accanto ai miei figli,accanto alle persone che dici di voler proteggere'' ribatté Glenn amaramente. ''Sai bene che Merle è pericoloso ma l'hai fatto comunque restare.''

''Gli sto dando una chance'' disse Rick freddo

Glenn gli rivolse uno sguardo pieno di rabbia.  ''Non dovresti farlo perché lui non ci avrebbe mai dato la stessa opportunità''

''Ho bisogno che tu sia dalla mia parte,Glenn'' disse Rick a denti stretti. ''E' già abbastanza difficile cosi com'è per tutti noi''

''E di chi è la colpa?'' chiese Glenn astioso

''Di Merle'' dichiarò Rick senza esitazione. ''Se non riesci a liberarti della tua rabbia,almeno riservala a chi appartiene veramente,Glenn. Io non ti ho mai denigrato e non ho alcuna intenzione di farlo.Siamo dalla stessa parte,non lasciare che la tua fissazione per Merle ti accechi.''

Glenn distolse lo sguardo bruscamente e scosse la testa. ''Lasciarlo restare è stato un errore'', disse Glenn ostinatamente

Rick gli si avvicinò. ''Ascoltami.'' Alzò il tonò della voce quando vide che Glenn si rifiutava di guardarlo. ''Ho detto ascoltami!'' ripeté Rick nuovamente. Continuò a parlare con un tono calmo. ''Credi veramente che Merle sia stato da solo per tutto questo tempo in giro per i boschi?''

Glenn aggrottò la fronte. ''No,credo di no''

''Deve per forza aver avuto l'aiuto di qualcuno,giusto?'' continuò Rick. ''Ora,non abbiamo modo di sapere se stesse tornando al suo campo base quando ha incontrato te e Maggie in città o se è stato cacciato fuori mesi fa.'' Rick si avvicinò a lui ancora di più,la sua espressione sempre più grave. ''Tutto quello che so è che,mentre Merle starà qui con noi,non avrà l'opportunità di tornare indietro al suo campo per poi tornare qui insieme alla sua gente per tentare di prendere con la forza questo posto.''

L'espressione di Glenn cambiò in un'espressione di sorpresa. ''Pensi che potrebbe fare una cosa del genere?''

''Non abbiamo mai incontrato quel gruppo di una trentina di persone al quale apparteneva Randall'' ragionò Rick. ''Come facciamo a sapere che Merle non faceva parte di quel gruppo?Diavolo.Come facciamo a sapere che Merle non è il loro capo?'' Il suo sguardo era vigile. ''Quando si tratta di Merle,ci sono un sacco di cose che ancora non sappiamo e non sarebbe utile mandarlo fuori da qui,solo per vederlo tornare il giorno dopo con un gruppo di persone che cercheranno di prendere quello che appartiene a noi.Tieni stretti gli amici e ancora di più i nemici.''

''Ma tu non sai se Merle fa parte di un gruppo,non con certezza,'' affermò Glenn scosso. ''Quello che sappiamo con certezza è che vuole vendicarsi sia con te che con me e con chiunque altro si metterà sulla sua strada.'' Fece un suono frustrato. ''Ci stiamo proteggendo da una probabilità a discapito di una certezza''

''E' rischioso'' concordò Rick. ''Ma ne siamo consapevoli.Daryl lo sta tenendo d'occhio,tutti noi lo stiamo facendo.E' come dicevano in quei documentari,è lo squalo che non riesci a vedere quello che riuscirà a prenderti.Preferisco vedere quel villano figlio di puttana di uno squalo circolare in acque aperte dove posso tenerlo d'occhio,piuttosto di lasciare che si nasconda negli abissi,pronto a coglierci di sorpresa in qualsiasi momento''

''Ma così è comunque come se stessimo invitando quello squalo a vivere nella nostra stessa casa,'' disse Glenn nella più totale disperazione

Rick si passò una mano tra i capelli e guardò alle sue spalle,lì nel punto dove suo figlio era scappato via stizzito. Merle stava sicuramente avendo un impatto importante sul gruppo e questo non gli piaceva.Erano già abbastanza fragili. ''Non so che cosa dirti,Glenn,nemmeno io sono felice di tutto questo,non ci resta che restare uniti e assicurarci di essere pronti a coprirci le spalle a vicenda''

''Oppure potremmo ucciderlo''

Rick lo guardò scioccato. ''Che cosa?''

Glenn si strinse nelle spalle con noncuranza. ''Questo mondo è pericoloso.La gente muore continuamente.Perché non può capitare a qualcuno che se lo merita,per una volta?''

Rick guardò Glenn con preoccupazione.Non era abituato a sentirlo parlare in quel modo e questo non prometteva nulla di buono. ''Nessuno ucciderà Merle.'' disse con determinazione.

''Risolverebbe tutti i nostri problemi'', disse Glenn inflessibile. ''Se non vuoi farlo tu,ci penserò io.''

Era questo quello che preoccupava Rick. Scosse la testa. ''No.Non è necessario.'' Rick mantenne lo sguardo puntato su di lui. ''Non ancora.''

''Quando lo sarà?'' disse Glenn duramente. ''Dopo che avrà ucciso uno di noi?'' Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere,se ne andò e basta.Rick si lasciò sfuggire un sospiro frustrato,sembrava che tutti si stessero allontanando da lui in questi giorni.  Accidenti a te,Merle,perché non sei morto dissanguato su quel tetto ad Atlanta? Le cose sarebbero state decisamente più semplici in questo modo

Se i desideri fossero dei cavalli . . . 



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Capitolo 18
*** Capitolo 19 ***


echoes capitolo 19 Capitolo 19


Carol prese in mano uno degli ultimi pezzi che aveva appena estratto dal generatore e ci soffiò sopra,cercando di rimuovere il grosso della polvere prima di iniziare a pulirla.La stanza del generatore era fresca e immersa nella semi-oscurità e a lei piaceva starsene seduta lì,a pulire meticolosamente tutte le parti del generatore nella speranza che dopo averlo riassemblato avrebbero avuto un generatore portatile finalmente funzionante,uno di questi giorni molto presto. Raccolse lo straccio che aveva poggiato al suo fianco e iniziò a strofinare via l'accumulo di anni di sporcizia e grasso da quel piccolo pezzo.

''Carol!''

''Sono quaggiù, '' rispose lei distrattamente a Rick che stava urlando il suo nome. Non sollevò lo sguardo dal suo lavoro quando lui entrò dentro la stanza.

''Hai spostato tu i proiettili per il mio fucile?'' le chiese Rick bruscamente. ''Dannazione, Carol, ho bisogno di sapere dove si trovano 24 ore su 24, in caso dovessimo ritrovarci a fronteggiare un attacco. Non posso permettermi di girovagare da una parte all'altra, alla ricerca dei proiettili nel caso in cui le vite di tutti dovessero trovarsi in pericolo!''

Carol allora sollevò lo sguardo e mantenne il suo fermamente. ''Mi hai chiesto di spostare tutte le munizioni dalla cella principale al corridoio la settimana scorsa, '' gli ricordò con calma. ''Avevamo bisogno di più spazio per le provviste e per il cibo e mi avevi detto che sarebbe stato meglio posizionare le munizioni lungo il corridoio''

Rick sbatté le palpebre,con l'aria momentaneamente confusa. Le sue spalle si rilassarono quando ovviamente il ricordo gli tornò alla mente. ''Oh...''. Scosse la testa. ''Sì , è vero,mi ero scordato. '' Rick le rivolse uno sguardo. ''Scusami.''

''E' tutto apposto,'' disse Carol dolcemente. Lo guardò con apprensione. ''C'è qualcosa che non va, Rick?''

''No, '' disse lui laconicamente.

Carol gli rivolse di rimando uno sguardo consapevole. ''Si tratta di Merle,vero?''

Rick fece un suono annoiato. ''Quell'uomo sta cercando di scatenare una guerra.''

''Ovvio che ci stia provando, '' disse Carol casualmente, tornando a occuparsi della molla. ''Davvero ti aspettavi qualcosa di diverso, o no?''

''No, '' sputò fuori Rick. Abbassò lo sguardo a terra e poi nuovamente verso Carol. ''Non so se ho fatto la cosa giusta a farlo restare.''

Carol non sollevò il suo sguardo. ''Hai fatto la cosa giusta, e lo sai.'' Si fermò allora,e si poggiò contro il muro alle sue spalle. ''Quello che intendevi dire è che non sai come andrà a finire tutto questo.Le nostre buone intenzioni non sempre ci hanno condotto a risultati positivi.'' Carol fece un sorriso triste. ''Sei abituato a lottare con questo tipo di decisioni fin dall'inizio di tutto questo, '' disse lei piano scuotendo la testa. ''Ti osservavo,mentre cercavi di fare sempre la cosa che ritenevi fosse giusta per le persone anche se non è quasi mai andata a finire come avevi sperato.'' Carol gli rivolse uno sguardo serio,il suo viso pervaso dal dolore. ''Sai,non credo di averti mai ringraziato per quello che hai fatto per Sophia quel giorno,per tutte e due.''

L'espressione di Rick si corrucciò un po. ''Non sono riuscito a salvarla.''

''L'hai salvata invece, '' disse Carol calma, ''Solo non nel modo in cui tutti quanti speravamo di fare.'' Una lacrima scivolò lungo il suo viso,senza che lei facesse niente per fermarla. ''Sai cosa penso, Rick? Penso che quel giorno, qualcosa dentro di noi sia morto insieme a Sophia.'' Guardò con attenzione verso di lui. ''Qualcosa è morto dentro di te,perché ad un tratto,non hai più lottato per comprendere quale fosse il bene e quale il male.Pensavi solo a sopravvivere,per assicurarti che tutti noi sopravvivessimo.''

''Che cos'altro avrei potuto fare?'' chiese Rick, la voce roca per l'emozione. ''La sopravvivenza è l'unica cosa che ci è rimasta.''

''Questo non è vero,'' lo ammonì dolcemente. ''O almeno non sarà vero fino a quando tu non permetterai che lo sia.''Carol gli si avvicinò e gli prese la mano per poi stringerla. ''Non lasciare che Merle ti manipoli, Rick, è quello che vuole. Hai fatto tanto per tutti noi e noi tutti ti vogliamo bene e abbiamo bisogno di te. La famiglia di cui facciamo parte è qui solo grazie a te.E data la situazione in questo momento,è la cosa più preziosa che abbiamo al mondo e vale molto di più rispetto alla mera sopravvivenza.Volevo che tu lo sapessi.''

Rick guardò la mano di Carol stringere la sua.La sollevò in alto e la posizionò contro la sua guancia,chiudendo gli occhi.Poi le premette un bacio sul dorso e le rivolse uno sguardo grato. ''Grazie,'' disse tremante,continuando a stringerla saldamente.

Carol lo guardò compassionevole. ''Devi solo resistere un altro paio di giorni, Rick. Lo so, Daryl riuscirà a prendere la decisione giusta riguardo a Merle.''

Rick scoppiò in una risatina ma non sembrava così altrettanto sicuro. ''Hai sicuramente un sacco di fiducia nelle persone in questi giorni,Carol.''

''Solo in determinate persone.'' Si sorrisero a vicenda e Carol era felice di vedere che Rick si era leggermente rilassato.Era così stressato in questi giorni e Carol non era sicura di poter riuscire ad aiutarlo nel modo in cui lui avrebbe avuto bisogno.Tutto quello che poteva fare era essere presente nel momento in cui lui avesse avuto bisogno di parlare.Era divertente,Rick che teneva la sua mano in quel modo,Carol non aveva percepito nessun tipo di interesse romantico.Forse il suo momento di pazzia dell'altra notte era appunto, solo un momento.Il tocco di un uomo non l'aveva trasformata in una sorta di adolescente oggi e questo fatto la fece sentire sollevata.L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che lei vagasse come una innamorata pazza,alla disperata ricerca di attenzioni da parte di un uomo.Quei giorni erano ormai lontani per quanto la riguardava,grazie a Dio. ''Si risolverà tutto, Rick, fidati di me,'' lo rassicurò con calma.

In quel momento Daryl apparve improvvisamente sulla soglia e sembrava un po sorpreso di trovare lì Rick. Il suo sguardo si soffermò sul modo in cui lei e Rick si stavano tenendo per mano. ''Scusate,'' disse burbero, ''non volevo interrompere niente.''

Carol resistette alla tentazione di sfilare via la mano dalla stretta di Rick,sapendo che sarebbe stata una cosa ridicola da fare.

Rick scosse la testa. ''Non lo hai fatto, stavo giusto per andare, Carl mi sta aspettando.'' Guardò Carol. ''Grazie,'' disse con gratitudine e stringendo per l'ultima volta la sua mano, Rick la lasciò andare per poi uscire fuori dalla stanza.Lui e Daryl si fecero a vicenda un cenno con la testa.

Carol rivolse un timido e veloce sorriso a Daryl e tornò a concentrarsi sulla sua molla, continuando il suo lavoro di pulizia. Aveva bisogno di fare qualcosa perché tutto ad un tratto la stanza sembrava decisamente molto più piccola adesso che Daryl era all'interno.Parlare con lui in un campo aperto mentre si trovava al di sopra di una torretta era una cosa,averlo in piedi lì di fronte,beh...tutto ad un tratto sembrava che ci fosse qualcosa di diverso. Dannazione,imprecò mentalmente, questa stupida sensazione dopotutto non era ancora andata via.Perché diavolo doveva succedere proprio ora,quando tutto stava andando così bene nella sua vita?.

''Carol?..''

Carol si voltò verso di lui nel sentire il suo tono di voce pronunciare il suo nome con preoccupazione. ''Si?''

Daryl aggrottò la fronte. ''Mi stai ascoltando?''

''Io..ah..mi dispiace,che cosa hai detto?'' Stava cercando di non apparire agitata,perché per una donna della sua età, sarebbe stato solo stupido e un po patetico

''Ho chiesto se va tutto bene'' ripeté Daryl. La fissò. ''Tu e Rick..-''

''Stavamo solo parlando,'' concluse facilmente. ''Rick ha solo bisogno di far sbollire la sua rabbia,tutto qui.''

Daryl annuì lentamente. ''A causa di Merle.'' ipotizzò,la sua voce si indurì.

''Rick ha un sacco di cose a cui pensare,'' continuò Carol ''non solo Merle.''

''Ma Merle non gli sta rendendo la vita più facile di certo,'' disse Daryl cupo. ''Non sta rendendo la vita più facile a nessuno.''

''E la tua?'' chiese Carol incuriosita. ''La tua vita qui è più facile insieme a Merle?''

''Diavolo,no.'' disse Daryl disgustato per poi rimpiangere la sua stessa sincerità

Lei lo guardò di rimando. ''Sai..'' dichiarò piano, ''a volte mi chiedo, se Ed mi vedesse ora,che cosa ne farebbe di me?'' Fece una pausa. ''Sono cambiata, tanto. Non sono più la stessa donna su cui era solito sfogarsi con la violenza. Non sono più quella persona che si prostrava ai suoi piedi e prendeva tutto quello che le veniva dato,per poi tornare nuovamente.''

Daryl la stava guardando con diffidenza,chiaramente infastidito da questa conversazione. ''Vuoi arrivare a un punto?''

''Si,lo voglio,'' disse Carol rapidamente. ''Io non rivedrò mai più Ed nella mia vita perché lui è morto,ma Merle non lo è'' Il suo tono era grave. ''Io non ho avuto nessuna scelta,ma tu ce l'hai,Daryl''

''Lo so,'' disse Daryl a denti stretti, ''O Merle o il gruppo,ho ricevuto il messaggio.'' Si voltò bruscamente per andarsene

Carol si sollevò di scatto e si mosse per afferrare il suo braccio e fermarlo. ''No.'' lo corresse con fermezza, ''la scelta è tra te stesso o Merle,non tra Merle e il gruppo.''

Daryl aggrottò la fronte mentre lei continuava a mantenere salda la presa sul suo braccio.

Carol proseguì con un tono serio. ''Merle non ha intenzione di cambiare,vuole ancora che il suo fratellino gli corra dietro ma tu non sei più quella persona.Sei cambiato,sei cresciuto,sei diventato parte di qualcos'altro che non è essere semplicemente il fratellino di Merle.Il tuo mondo è cresciuto mentre il suo è rimasto lo stesso.Se desideri mantenere Merle nella tua vita,devi lasciar andare via la persona che sei diventato.La tua scelta è questa,Daryl.'' La voce di Carol vacillò un po. ''E forse sarà egoista da parte mia,ma io non voglio perdere l'uomo che sei diventato.Merle non lo merita''

Daryl sembrava estremamente turbato. ''Non sai quello che mi stai chiedendo..''. Un muscolo si contrasse nella sua guancia,un chiaro segno del fatto che fosse sconvolto.

''Ti sto chiedendo di prenderti cura di te stesso,'' disse Carol piano, ''è quello che vogliamo tutti.''

''Non voglio che le persone si aspettino qualcosa da me,'' dichiarò Daryl infuriato. ''Non l'ho mai chiesto''

''Se fosse stata questa la verità ci avresti lasciato già molto tempo fa,'' disse Carol con semplicità. ''Non ti saresti impegnato così tanto nella ricerca di Sophia nel modo in cui hai fatto,non avresti combattuto per tutti noi alla fattoria o per riuscire ad entrare in questa prigione.Non avresti fatto tutto quello in tuo potere per assicurarti che Judith sopravvivesse nei suoi primi giorni di vita e non mi avresti mai cercata in quel modo quando ormai tutti pensavano che fossi morta.'' Carol poteva pure essere confusa quando Daryl le stava vicino,ma non aveva nessun dubbio sul tipo di uomo che aveva davanti.

Daryl scrollò via la sua mano,il viso arrossato dalla rabbia. ''Non so che cosa tutti voi vi aspettiate che io faccia,'' ringhiò per la frustrazione. ''Merle fa parte della mia famiglia e voi tutti siet-siete..-''. Daryl sputò fuori il suo pensiero e si voltò per dare un calcio alla cosa più vicina a lui in quel momento.La porta di ferro sembrava essere immune al suo assalto e Daryl continuò a prenderla furiosamente a calci per buona misura

''Smettila!'' disse Carol urgentemente,preoccupata per il fatto che avrebbe finito con il farsi del male.Cercò di afferrare nuovamente Daryl per il braccio ma lui lo tirò via violentemente.La sua azione improvvisa colse Carol alla sprovvista, che finì con il perdere l'equilibrio.Andò a colpire il muro alle sue spalle e il suo respiro lasciò violentemente i polmoni in un sibilo di dolore.Daryl la fissò con orrore,ovviamente non avendo avuto l'intenzione di farle del male,ora sembrava congelato sul posto,insicuro di come poterle chiedere perdono.Carol si staccò dalla parete,vedendo che Daryl non sapeva più che cosa fare.D'istinto si mosse verso di lui e gli strinse le braccia al collo,attirandolo in un abbraccio stretto,suggerendoli silenziosamente che andava tutto bene.In un primo momento Daryl sembrò resistere,il suo corpo si irrigidì cercando di tornare indietro ma lei non gli permise di farlo.Carol lo strinse con forza e piano piano Daryl si rilassò tra le sue braccia,mentre anche le sue si strinsero esitanti attorno alla vita di Carol, avvolgendola a sua volta in un abbraccio di rimando.Stringere Daryl era un'esperienza confortante quanto destabilizzante.Quel contatto ricordò a Carol quanta intimità era già presente tra di loro,ma la solleticò anche con il pensiero di quanta ancora se ne sarebbe potuta aggiungere.Fece una smorfia sopra la spalla di Daryl,sapendo che lui non aveva bisogno di un amante in questo momento,aveva solo bisogno di un amica e si rimproverò per il suo egoismo ribelle.

''Io non so che cosa fare,'' confessò Daryl tormentato contro il suo collo

''Ma lo saprai.' rispose lei con sicurezza. Carol si ritrasse un po,lasciando che le sue mani scivolassero sulle braccia di Daryl

''Come fai a esserne così sicura?'' La domanda di Daryl era combattuta,la sua rabbia apparente lo aveva abbandonato di colpo

La risposta di Carol lo colpì. ''Perché ti conosco.''

''Io non voglio deludere nessuno.'' Daryl la stava fissando adesso,senza diminuire la stretta che aveva su di lei.

Carol si sollevò sulle punte in modo da poter premere la fronte contro la sua. ''Lo so..'' sospirò,sapendo che quel giorno sarebbe arrivato comunque.Qualcuno avrebbe finito con il perdere qualcosa,e non riusciva a sopportare l'idea che quella persona sarebbe stata Daryl.Lo guardò chiudere gli occhi e lo sentì premere con più forza la fronte contro la sua,alla ricerca di conforto.Carol seguì il suo esempio,chiudendo gli occhi a sua volta.Rimasero così per un lungo periodo di tempo,non era nemmeno sicura per quanto.A un certo punto sentì la mano di Daryl muoversi inquieta sulla sua schiena e aprì gli occhi,preoccupata di aver oltrepassato i limiti fisici del loro rapporto indugiando troppo a lungo in quell'abbraccio.

Gli occhi di Daryl ora erano spalancati,stavano cercando il suo sguardo,ma Carol non era sicura sul che cosa sperasse di trovarci.Il momento tra di loro si riempì d tensione,mentre il respiro di Daryl si fece sempre più affannato.Sembrava come se fosse impazzito e quando si mosse piano,Carol pensò che stesse per rompere il loro contatto.Invece lui la stupì muovendo esitante la guancia contro la sua.I suoi capelli le solleticarono la pelle del viso e portarono un sorriso sul suo viso.Daryl si stava muovendo un po troppo rigidamente,come se non avesse di idea di quello che stava facendo.Carol non era sicura di quello che voleva da lei così gli accarezzò dolcemente la nuca. ''Andrà tutto bene,'' gli promise, proprio come aveva fatto con Rick non molto tempo fa.

''No,'' disse Daryl, con voce bassa e sconfitta, ''non sarà così.''. Daryl strofinò nuovamente la guancia contro quella di Carol,dopo la sua affermazione disperata,in cerca di conforto

Carol lo sentì farsi sempre più vicino,il suo volto era ormai sprofondato nell'incavo della sua spalla.Lo tenne stretto cercando di  non pensare a quanto fosse bello stare in piedi in questo modo stretta a lui

Daryl si aggrappava a lei. ''Non andrà così,'' ripeté demoralizzato,la voce roca.

Tutto quello che Carol poteva fare era tenerlo stretto e cercare di essergli di conforto in qualche modo riguardo alla scelta che aveva di fronte a lui.Alla fine lui si mosse contro il suo collo,sembrava quasi che lo stesse annusando e Carol chiuse gli occhi, cercando di non perdersi nella bellezza di quella sensazione.Era tutto inutile,doveva fermarsi altrimenti tutto quello che sarebbe accaduto sarebbe stato che lei avrebbe finito con il dare a Daryl una nuova preoccupazione in più.Carol sapeva senza nessuna ombra di dubbio che Daryl non avrebbe avuto idea di che cosa fare con qualsiasi tipo di sentimento romantico da parte sua.Si ritrasse il più delicatamente possibile e gli sorrise,anche se lui sembrò confuso e disorientato dal fatto che lei avesse interrotto il loro abbraccio. ''Daryl..io...''

''Daryl,sei qua giù,fratellino?''

Entrambi saltarono via al suono della voce di Merle che disturbò improvvisamente la loro quiete.Daryl fece di colpo un passo indietro,rompendo definitivamente ogni contatto tra di loro proprio mentre Merle entrava nella stanza.

''Eccoti,'' disse esasperato. ''Ti stavo cercando.'' Merle guardò Carol. ''Il mio fratellino ti ha già detto che ho riparato la pompa?''

''No..'' disse Carol, facendo del suo meglio per cercare di mantenere un contegno notando il modo in cui adesso Daryl stava evitando di guardarla

Merle aggrottò la fronte guardandolo. ''Pensavo che avessi detto che saresti venuto fino a qui proprio per far sapere a Carol che poteva finalmente avere quel bagno adesso''

''Stavo per farlo'' , dichiarò Daryl, senza offrire ulteriori spiegazioni

Merle li guardò con interesse. ''Capisco...allora di che costa stavate spettegolando tutto questo tempo?''

''Stavamo parlando del prossimo viaggio in città,'' mentì Carol facilmente

Merle inarcò un sopracciglio. ''Ah si?..''

Daryl scosse le spalle a disagio. ''Non dovevamo andare a caccia prima del tramonto?Dovremmo darci una mossa.''

''Non sono io quello che ne sta fermo con un pollice infilato su per il culo a sprecare tempo'', rispose Merle. ''Ti stavo aspettando.'' Il suo sguardo si soffermò su Carol. ''Sempre che tu non abbia bisogno di un po aiuto per ripulire tutte quelle zone nelle quali non riesci ad arrivare da sola,signorina..'' Merle aveva un sorriso malizioso sulle labbra. ''Potrei darti una mano a raggiungere tutti quei recessi più nascosti e a ripulirli per bene''

''Ovviamente sono tentata'', lo prese in giro Carol. ''Ma penso che la mia risposta sia un no,Merle.Anzi penso che in realtà sia decisamente un ''Vai al diavolo.''''

''Non sai quello che ti stai perdendo'', la provocò Merle consapevole, ''Conosco molti modi per rendere più che piacevole un bel bagno''

''Stiamo andando oppure no?'' scattò Daryl. ''Ho di meglio da fare piuttosto che stare qui ad ascoltare voi due sparare stronzate.'' Detto questo Daryl si voltò e uscì dalla stanza.

''Mio fratello è decisamente sensibile oggi'' osservò Merle,guardandolo andare via. Abbassò la sua voce in modo cospiratorio. ''E' in quel periodo del mese..''

Carol gli rivolse uno sguardo indifferente. ''Non hai nessun altro posto dove andare,Merle?''

Merle rise e basta e Carol scosse la testa. Quest'uomo era intento a essere una spina nel fianco di tutti ma a un certo punto quella spina sarebbe stata rimossa.Ma lei era consapevole del fatto che non sarebbe stata una procedura indolore.Dopo che Merle se ne fu andato,Carol si passò una mano tra i capelli scompigliandoli e si lasciò sfuggire un lungo sospiro.Almeno l'interruzione di Merle aveva impedito che le cose tra lei e Daryl si facessero imbarazzanti.Era stata una piccola misericordia,ma a questo punto,Carol era disposta a servirsene.Non sapeva che cosa ne sarebbe stato del suo rapporto con Daryl,ma sapeva che non aveva intenzione di aggiungere altro peso alla sua già grande confusione.Dannazione,non aveva assolutamente bisogno anche di questo.

Carol sperava solo di riuscire a mantenere il controllo,per il bene di entrambi.




e dopo Rick cockblocker e gli zombie cockblocker diamo il nostro BENVENUTO anche a Merle cockblocker Dixon!.









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Capitolo 19
*** Capitolo 20 ***


echoes capitolo 20 Capitolo 20


Daryl se ne stava seduto sui gradini di cemento nel cortile che portava all'ingresso del blocco delle celle. Ingrassando metodicamente le corde della sua balestra,felice di avere un compito così semplice con cui poter tenere occupate le mani mentre i suoi pensieri vagavano lontani.Quello che era successo il giorno precedente nella stanza del generatore continuava a frullargli in testa.Il suo volto rimase impassibile,mentre con gli occhi della mente,rivisse ogni singolo dettaglio di quei momenti che aveva condiviso con Carol.Era come se fossero stati impressi a fuoco dentro di lui.La preoccupazione di Carol e la sua pacata analisi di lui e di tutta questa situazione lo avevano trattenuto e gli avevano fatto recuperare piano piano la calma e la forza per andare avanti.Ma quando Carol lo aveva stretto in quel modo si era sentito come svanire.Troppo terrorizzato per riuscire a muoversi,temendo che Carol potesse improvvisamente rimuovere quel contatto da lui,ma più a lungo aveva indugiato in quell'abbraccio,meno soddisfacente si era rivelato.

Daryl aveva desiderato di più in quel momento e questo pensiero lo stava facendo impazzire.Aveva seppellito la testa nel suo collo e aveva inspirato l'odore della sua pelle.Un profumo misto all'odore di olio per motore,sudore salato e l'aroma fruttato di quelle bacche che Daryl aveva portato indietro alla prigione in modo che le ragazze potessero utilizzarle come balsamo per i capelli.Si era rivelata una combinazione stranamente inebriante che gli aveva fatto perdere la testa.Daryl si era trovato combattuto tra il desiderio di volere molto di più di quel semplice momento di intimità al terrore che stesse realmente per accadere qualcosa.Emise un suono basso dal profondo della sua gola,seccato con se stesso per il fatto di poter essere in grado di ospitare due impulsi totalmente opposti riguardo lo stesso identico evento.Una volta aveva visto alla tv uno di quei programmi sulla natura,dove si parlava della questione della risposta su lotta o fuga.Nel momento in cui un animale realizzava di essere braccato doveva compiere una scelta tra il darsi velocemente alla fuga o l'ergersi e affrontare il nemico.Daryl,dentro quella stanza, si era sentito proprio come un animale messo alle strette dalle sue stesse emozioni confuse.Una parte di lui voleva sfuggire da quell'abbraccio e l'altra parte voleva solo combattere contro la sua paura di chiedere di più.

Il guaio era che Daryl non era affatto sicuro di quello che avrebbe dovuto fare nel caso fosse riuscito a superare le sue paure.
Un'altra delle sue preoccupazioni era quella che,con i suoi maldestri tentativi,Carol si sarebbe potuta allontanare e avrebbe anche potuto ridere di lui.Daryl sapeva che questo avrebbe decretato la sua fine.Il suo rapporto con Carol era il rapporto più importante della sua vita,oltre a quello con Merle,e rovinarlo a causa della sua inettitudine e inesperienza per quanto concerneva le donne sarebbe stato un peso troppo grande con cui dover convivere.Così,se ne stette lì,congelato sul posto,vittima di due emozioni fortissime ed opposte,senza sapere quale fosse la cosa giusta da fare.

Sembrava come se tutto quanto stesse cercando di sommergerlo.Tra il fatto di dover gestire la difficile integrazione di Merle all'interno del gruppo,combattere con le vecchie dinamiche del rapporto con suo fratello e poi tutta questa cosa con Carol,Daryl non sapeva più da quale parte girarsi.Non era equipaggiato per sapere come fare ad affrontare tutte queste emozioni confuse che lo rendevano sempre più frustrato giorno dopo giorno.Un rumore alle sue spalle lo riportò alla realtà e si girò per guardare oltre la sua spalla, verso le scale.Si rilassò immediatamente quando vide Hershel in cima alle scale.Daryl rivolse un cenno di riconoscimento al vecchio uomo.

''Daryl,'' lo salutò Hershel.Prese le stampelle con una mano e saltellò giù per le scale sulla sua gamba superstite.

Daryl si fece da parte per farlo passare e non poté fare a meno di rimanere colpito da quanto velocemente Hershel si stesse adattando alla perdita del suo arto. ''Sei un vecchio e agile caprone,non è vero?''

Hershel ridacchiò senza registrare la minima offesa perché sapeva che non era stato quello l'intento di Daryl. ''Non credo di essere ancora pronto per battere il record delle mille miglia,ma posso sempre provarci.'' Si avvicinò all'ultimo gradino e si appoggiò nuovamente sulle sue stampelle.Sollevò il suo viso verso il cielo e prese un respiro profondo. ''Avevo bisogno di un po di aria fresca.In quelle celle si perde totalmente la cognizione del tempo.Può essere demoralizzante.''

''Penso che fosse questo il punto,'' disse Daryl ironicamente.

Hershel fece un mezzo sorriso. ''Si suppongo che fosse quello.'' Guardò Daryl. ''Come ti senti,figliolo?''

Daryl si strinse nelle spalle. ''Bene,perché,non dovrei?''

''Sembra che tu abbia un sacco di cose a cui badare in questi giorni,'' osservò l'uomo più anziano. ''Tutto questo carico può essere estenuante per un uomo solo.''

''Non ne voglio parlare,'' dichiarò Daryl laconicamente. Non voleva essere sgarbato con Hershel,ma c'erano talmente tanti pensieri che si rincorrevano l'uno con l'altro dentro la sua testa,che sarebbe stato difficile riuscire a esternarne anche solo uno di quei pensieri.Daryl non era sicuro di poter riuscire a condividerli,nemmeno se lo avesse desiderato.

Hershel annuì. ''Mi sembra giusto''. Strinse le labbra,guardando Daryl con attenzione. ''Carol ti stava cercando''.

Lo stomaco di Daryl si strinse,ancora una volta le sue emozioni diventavano ingestibili a quel tipo di notizie.Una parte di lui voleva alzarsi per correre subito al suo fianco,l'altra avrebbe visto rannicchiarsi nell'ombra come il vigliacco in cui Daryl stava iniziando a identificarsi.Continuò ad applicare la cera sulle corde della sua balestra,anche se era evidente che non ne avesse più bisogno. ''Non mi sto nascondendo.'' dichiarò ermeticamente. ''Può trovarmi in qualsiasi momento desidera''.

''Non mi pare di aver detto questo'', rispose Hershel con un sorriso amichevole. ''Ho solo pensato che volessi saperlo.'' Il tono della sua voce si abbassò. ''Lei si preoccupa per te.''

Daryl aggrottò le sopracciglia,non aveva bisogno di sentirsi dire una cosa del genere in questo momento.Era preoccupato abbastanza per entrambi loro

''Lo facciamo tutti.''

Daryl guardò all'insù verso Hershel,la voce tesa per la frustrazione. ''Non ce n'è bisogno.Ti ho detto che sto bene.''

''Una volta Maggie si ruppe una clavicola durante un uscita a cavallo, aveva 17 anni'', commentò Hershel oziosamente. ''Aveva il tuo stesso sguardo nei suoi occhi quando mi disse che stava abbastanza bene da poter andare al ballo quella notte''.

''Non sono una ragazzina adolescente.'' dichiarò Daryl scontroso.

''No,'' concordò Hershel prontamente, ''sei solo un uomo che corre il rischio di essere lacerato in più direzioni nello stesso momento.Gli obblighi del passato e quelli del presente,non è una croce facile da sopportare.''

Daryl riportò la sua attenzione sulla sua balestra. ''Posso farcela.'' Sentiva lo sguardo intento di Hershel su di lui,ma si rifiutò di incrociarlo.Il vecchio ci vedeva dannatamente bene e Daryl non era interessato ad essere un libro aperto in quel momento.

''E' molto probabile,a patto che tu sia in grado di vedere le cose per come stanno veramente, e non per come vorresti che fossero''

Daryl lo guardò stavolta,stringendo gli occhi. ''Il che significa?''

Hershel fece un altro mezzo sorriso e guardò in basso dove una volta c'era la sua gamba,cambiando apparentemente argomento. ''Lo sai,in questo momento,ho un prurito terribile all'alluce.Prude che una meraviglia.'' Tornò a guardare Daryl e scoppiò in una secca risata. ''E' un fantasma fastidioso.Questa mia vecchia testa non ha ancora registrato il fatto che io abbia perso la gamba.Sta ancora pensando di trasmettere il messaggio a quelle terminazioni nervose che erano presenti una volta.''

Il cipiglio di Daryl si accentuò,non riusciva a capire che cosa intendesse dire Hershel. Dispiaceva a tutti loro il fatto che lui avesse perso la gamba,ma era stato l'unico modo per potergli salvare la vita.E poi non sembrava che Hershel stesse cercando compassione.

''Ci sono molte cose nella vita che funzionano in questo modo,'' continuò Hershel colloquiale. ''La nostra mente è convinta che ci siano ancora dei collegamenti,quando alla fine poi,quelle terminazioni nervose non ci sono più,è l'unica cosa rimasta e solo il loro ricordo.'' Si appoggiò pesantemente sulle sue stampelle,il suo tono fermo come il suo sguardo mentre andava avanti. ''Figliolo,nessuno mette in dubbio il legame che hai con Merle.Avete i vostri ricordi,la vostra storia,tutto quello che avete condiviso e superato insieme.'' Hershel fece una pausa. ''Ma quello che devi domandare a te stesso,e se ricordi le cose per come erano una volta,o se le ricordi per come sono ora.'' Il suo tono era grave. ''Penso che le cose siano cambiate tra voi due.So che Merle ne è consapevole quindi fino a quando tu non riuscirai a fartene una ragione,continuerai a farti perseguitare dai fantasmi del tuo passato''.

Daryl lottò per far uscire fuori le sue parole con tutta l'emozione che Hershel aveva involontariamente suscitato in lui. ''Merle è mio fratello'' ,  buttò fuori

''E la mia gamba era la mia gamba'', disse Hershel con calma, ''e lo sarà per sempre, solo che, dovrò riuscire ad accettare il fatto che non fa più parte del mio corpo e dovrò cercare di dare il mio meglio senza di lei,ormai non avrebbe potuto far altro che uccidermi''.

''Merle non è un arto malato che deve essere tagliato via,'' disse Daryl aspramente.

Hershel gli diede uno sguardo significativo. ''Penso che questo dovrai capirlo da solo,figliolo''. Fece una smorfia divertita. ''A volte penso per me sia stato fin troppo facile,non ho dovuto prendere io la decisione di tagliare o meno la mia gamba.Rick l'ha presa al posto mio e mi ha salvato la vita.Sfortunatamente,figliolo,questa decisione è solo tua,e nessuno del gruppo potrà farla al posto tuo''. Hershel diede un sorriso triste. ''Tocca a te.Ma qualsiasi cosa accada,noi saremo sempre al tuo fianco.E' importante che tu lo sappia.''

Daryl aprì la bocca per protestare,lui non avrebbe mai chiesto in ogni caso al gruppo di prendere questo tipo di decisione,ma sentì il rumore di alcune voci che si sollevarono sempre di più provenire dal cortile.Poteva riconoscere chiaramente le urla di Glenn e il tono beffardo di Merle. ''Merda.'' imprecò Daryl.

''Faresti meglio ad andare,figliolo'', lo incoraggiò Hershel. ''Non penso che andrà a finire con una stretta di mano.''

Daryl fece una smorfia e balzò in piedi,corse su per le scale e poi attraverso i corridoi della prigione per raggiungere il cortile.Arrivò appena in tempo per vedere Glenn dare una violenta spinta a Merle.

Suo fratello recuperò in fretta l'equilibrio, l'espressione indurita. ''Senti,ragazzino,è meglio che tu non dia il via a un qualcosa che solo io sarò in grado di terminare''.

''Glenn,adesso smettila,per favore'', Maggie lo supplicava,con un'espressione angosciata.

''Non dovresti stare da sola con lui!'' disse Glenn infuriato,senza staccare gli occhi da Merle mentre lo fissava con ferocia. ''E tu,devi stare alla larga da lei!''

Merle andò tutto impettito incontro al giovane uomo schiumante di rabbia. ''Mi stavo solamente assicurando del fatto che non ci fosse più nessun risentimento tra di noi'', disse con voce strascicata. ''Ho pensato che sarebbe stato giusto scusarmi per essere stato un po pesante durante il nostro primo incontro''. Merle guardò Maggie. ''Allora,signorina,dirai al tuo ragazzo qui che tutto quello che stavo facendo era porgerti le mie scuse?''.

Daryl guardò Maggie sentirsi improvvisamente a disagio per il fatto di essere stata praticamente costretta a concordare con Merle. ''E' vero,Glenn. Merle mi stava semplicemente chiedendo scusa''.

''Merle non fa mai niente senza un secondo fine'' , sbottò Glenn. ''Sta solo cercando di crearti dei problemi.Sta cercando di creare dei problemi a tutti noi!''.

''Calmati subito'' , lo avvisò Daryl bruscamente. ''A me sembra che tu stia facendo un casino per una cosa da nulla.Non ne abbiamo bisogno''.

Glenn rivolse la sua rabbia contro Daryl. ''E' facile dirlo per te'', sbottò. ''Se Merle si fosse presentato qui puntando un coltello alla gola di Carol, spaventandola a morte, causandoli gli incubi..-''

''Glenn!'' , disse Maggie,chiaramente infastidita che quelle informazioni private ora fossero di pubblico dominio.

''E' la verità'', disse Glenn impenitente prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione a Daryl. ''Mi stai dicendo che non ti sarebbe importato nulla se Merle avesse puntato un coltello alla gola di Carol,Daryl?O è solo il modo in cui a voi villani piace fare festa, terrorizzando donne indifese?'' concluse con amarezza.

''Glenn!!'' sussultò Maggie disapprovando.

La mascella di Daryl si indurì. L'immagine mentale di Merle che minacciava Carol in quel modo era inquietante e lui la bandì rapidamente dai suoi pensieri,ma aveva capito il punto di vista di Glenn. Capiva i problemi che l'uomo aveva con suo fratello,ma non era questo il modo giusto per risolvere le cose, non con Merle almeno. Anche se fosse stato messo all'angolo, Merle se ne sarebbe sempre tirato fuori strisciando. ''Lascia che il passato sia passato'' sputò fuori. ''Io dico di chiuderla qui e andare avanti con il presente.''

Glenn sbuffò disgustato. ''Fino a quando il passato non ritornerà per spararci alla testa mentre dormiamo, intendi dire.''

''Non ho intenzione di sparare nessuno'', disse Merle con noncuranza. ''Sarebbe uno spreco di proiettili.Se non altro,mi farebbe piacere tagliarti la gola mentre stai dormen..-''

''Sta zitto,Merle!'' abbaiò Daryl, rivolgendoli un'occhiataccia per quell'ultima affermazione

Merle sollevò una mano in segno di resa e ridacchiò. ''Sto solo giocando,ragazzo. Nessun danno,nessun errore.''

''E poi ti domandi perché non lo voglio in giro'' , disse Glenn disgustato.

''Accidenti,rilassati,ragazzo'' , disse Merle gioviale. ''Vivrai più a lungo''.

''Non con te che te ne vai in giro'' , gettò indietro Glenn. ''Sappiamo tutti quanti quello che stai cercando di fare.Non avrai l'opportunità di coglierci di sorpresa.''

Merle si limitò a sorridere. ''Beh,è chiaro che tu sia fin troppo intelligente per me, Mr. Ching Chong. Hai capito tutto di me e del mio malvagio piano. Credo che ormai non mi sia rimasto nient'altro da fare se non strisciare via,con la coda tra le gambe''. Si chinò più vicino a Glenn, l'espressione indurita. ''Però non ti consiglio di aspettare che questo accada veramente.Perché potrebbe essere un'attesa dannatamente lunga per te''.

''Merle, andiamo via'' , disse Daryl bruscamente, notando come Glenn stesse per esplodere nuovamente. ''Andiamo a fare un altro giro di caccia prima che tramonti il sole.''

Merle guardò Glenn con insolenza e poi spostò lo sguardo su Daryl. ''Come vuoi tu,fratello. Sai che sono focalizzato esclusivamente sul bene comune in questi ultimi giorni.E vedendo come i fratelli Dixon qui, sono gli unici che riescono a portare carne fresca sulla tavola, suppongo che tutti quanti stiate facendo affidamento su di noi''. Sorrise. ''E io non voglio deludere nessuno di voi''.

Glenn sembrava sul punto di esplodere quando Maggie lo afferrò per un braccio cercando ansiosamente di attirare la sua attenzione. Daryl nel frattempo si era voltato e aveva iniziato ad allontanarsi,sperando che Merle gli venisse incontro prima che le cose precipitassero ulteriormente. Abbastanza sicuro,Daryl sentì i passi di Merle dietro di lui mentre ripercorrevano a ritroso il percorso verso l'uscita del cancello principale. Merle afferrò il suo fucile lungo la strada e Daryl aveva già la balestra sulla spalla mentre si allontanava a grandi passi verso il cancello.

''Sei arrabbiato con me,fratellino?'' chiese Merle laconicamente, cercando di mantenere il suo passo. ''Ti ho messo in imbarazzo davanti ai tuoi nuovi splendenti amichetti?''

''Perché deve essere sempre così con te?'' gli rispose Daryl frustrato. ''Perché devi sempre allontanare tutti?E' stato sempre così,fin da bambini.Nessuno dei miei amici avrebbe osato avvicinarsi a casa nostra quando tu eri in giro perché finivi sempre con il tormentarli''

''Mi stavo solo assicurando che tu non te la stessi facendo con una massa di femminucce'' , protestò Merle. ''Stavo solo cercando di proteggerti,ragazzo''.

Daryl grugnì, non era la prima volta che sentiva questa scusa.Il punto era, che quando Merle cercava di proteggerlo andava sempre a finire con la solitudine,l'umiliazione e con l'abuso,e delle volte,ma solo se era abbastanza fortunato,con tutte e tre le cose contemporaneamente. ''Non ho mai avuto bisogno del tuo particolare modo di prenderti cura di me,e sicuro come la morte non ne ho bisogno adesso''.

''Ti stai prendendo gioco di tuo fratello maggiore,è questo che mi stai dicendo?'' chiese Merle bruscamente.

Daryl si girò verso di lui, l'opprimente frustrazione di tutta questa situazione ebbe finalmente la meglio. ''Ti sto dicendo che questo gruppo,che il fatto di essere in questa prigione,e la nostra chance migliore di sopravvivenza e tutto quello che stai facendo tu e cercare di mandare tutto quanto all'aria!'' disse Daryl con rabbia. ''Questo non è prendersi cura di me, Merle. Questo sei solo tu che sventoli all'aria il tuo cazzo, come hai sempre fatto, per dimostrare a tutti quanto tu sia forte.'' La faccia di Daryl era sconvolta dalla rabbia. ''Il fatto è, che tu sei quell'uomo forte che se n'è sempre andato quando le cose iniziavano a mettersi male, lasciandomi da solo in mezzo ai casini provocati da te.'' Daryl puntò il dito contro il suo petto. ''Non succederà questa volta,hai capito? Non ti lascerò rovinare nessun'altra delle mie cose''. Respirava in modo affannoso dopo quella tirata,guardando con circospezione quale sarebbe stata la reazione di Merle al suo sfogo. Lui non era abituato a vederlo in questo modo e Daryl non aveva la minima idea di come l'avrebbe presa.

Ma al posto di reagire con rabbia,Merle lo sorprese con un sorrisetto ironico. ''Guardati un po,tutto acido e rabbioso'' Diede una risata secca. ''Nessuno ti ha mai raccontato come eri quando quella vecchia puttana di nostra madre ti ha portato a casa dall'ospedale?''

Daryl aggrottò le sopracciglia, confuso dal brusco cambio di argomento. ''Che cosa?''

''Per i primi due mesi,non hai versato una sola lacrima'' ricordò Merle. ''Non era normale. La vecchia strega era talmente preoccupata che ti portò a visita da un dottore per assicurarsi che tu non fossi ritardato o altro.''  Si batté un dito sulla fronte. ''Sai, morbido in testa''.

''Ho capito'' dichiarò Daryl categoricamente.

''Il ciarlatano disse che eri in perfetta salute e dannazione,circa una settimana dopo hai finalmente aperto quella bocca e iniziato a strillare come se qualcuno ti stesse scuoiando vivo.'' Merle ridacchiò. ''Cosa che il vecchio iniziò a prendere in considerazione di fare al sesto giorno consecutivo di te che continuavi a urlare come un mulo.'' Scosse la testa, ''Non c'era nulla che ti facesse stare zitto.'' Merle fece un mezzo sorriso. ''A eccezione mia.Iniziai a canticchiare e tu ti calmasti subito. Nessun altro aveva quel tocco magico, solo io.''

Daryl fu preso alla sprovvista, cercando di immaginare suo fratello che cantava per un bambino. ''Non me lo ricordo.''

''Certo che non te lo ricordi'' disse Merle facilmente. ''Tutto quello che eri in grado fare era fartela addosso e succhiare la tetta di mammina per tutto il giorno.E' improbabile che tu ricordi cose del genere.'' Guardò Daryl pensieroso. ''Vedi, questo è il motivo per cui so che noi abbiamo un qualcosa di speciale, fin dall'inizio,fratellino. La mia voce era l'unica alla quale prestavi ascolto, perché sapevi, anche allora, che ero l'unica persona a prendersi cura di te in quel buco merdoso di casa dove siamo cresciuti.'' Merle fece un passo avanti. ''Io e te, siamo sopravvissuti insieme'', disse piano. ''Sono il tuo unico fratello,e puoi odiarmi se vuoi, ma non cambierai mai il legame di sangue che scorre tra di noi''. Guardò nuovamente verso la prigione. ''Loro pensano che tu abbia dei legami con loro.'' Merle sputò per terra. ''Ma non ne sanno un cazzo di legami''. Mise la mano sulla spalla di Daryl e la strinse forte,avvicinandosi a lui in modo che la sua fronte e quella di Daryl si toccarono. ''Siamo cresciuti insieme, siamo sopravvissuti a quei schifosi pezzi di merda dei nostri genitori. Siamo noi contro il mondo, è sempre stato così, e lo sarà sempre. Tutti gli altri sono solo di passaggio e noi non abbiamo nessuna pretesa su di loro come loro non l'avranno su di noi. E' così com'è, e se la pensi diversamente, allora sei solo impazzito''. Stringendo per un ultima volta la spalla di Daryl,Merle lo lasciò poi andare facendo un passo indietro. ''Andiamo,fratellino'' , disse allegramente, ''questi scoiattoli non si uccideranno da soli.'' Merle iniziò ad allontanarsi,ovviamente avendo appena deciso che la conversazione era terminata. Si fermò e guardò dietro la sua spalla quando vide che Daryl non lo seguì immediatamente. ''Sei con me oppure no,ragazzino?'' chiese Merle.

Daryl avrebbe voluto veramente avere una risposta a questa domanda,ora confuso più che mai.I suoi sentimenti ambivalenti nei confronti di Merle si davano la caccia nella sua testa fino a quando non arrivò a pensare che forse a un certo punto la testa gli sarebbe semplicemente esplosa,vomitando fuori tutta la sua confusione in modo che tutti potessero vederla. Dannazione,a questo punto sarebbe stato quasi un sollievo.




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Gli occhi di Daryl si spalancarono quando sentì il tocco leggero sul suo braccio. I suoi muscoli si tesero, pronti a scattare, ma all'improvviso la voce di Carol giunse al suo orecchio.

''Dobbiamo parlare''.

Il suo respiro gli solleticò il collo e un brivido corse lungo tutto la sua schiena. Sollevò la testa dallo zaino che usava come cuscino e gettò una rapida occhiata a Merle. Suo fratello era profondamente addormentato dalla parte opposta della zona che avevano contrassegnato come la loro.

''Sta dormendo'', Carol lo rassicurò

Daryl si stropicciò gli occhi,cercando di scacciare via il sonno. Carol sembrava quasi una creatura luminescente,immersa nella luce lunare che filtrava dal finestrone nel blocco delle celle.

Lei lo prese per mano. ''Andiamo forza'', disse piano. Lo tirò per il braccio e Daryl si sollevò ubbidiente in piedi. Non lasciò andare la sua mano nemmeno mentre lo conduceva giù per le scale della zona notte e passava oltre tutte le persone addormentate nelle rispettive celle. Carol si mantenne leggermente davanti a lui mentre continuava a camminare, guidandoli entrambi fuori dal blocco C verso le catacombe della prigione.

''Stiamo andando verso le tombe'', sussurrò Daryl. ''Dobbiamo fermarci. Quella zona non è completamente sicura''.

''Va tutto bene'' , Carol lo rassicurò. ''Ho bisogno di parlarti e abbiamo bisogno di restare da soli''.

Lo stomaco di Daryl si contorse nervosamente a quelle parole, una fitta di terrore lo centrò dritto al petto. Non sapeva che cosa Carol stesse per dirgli e a questo punto e non sapeva nemmeno in che cosa sperasse. Tutto quello che Daryl sapeva era che non aveva la forza di volontà necessaria per rifiutarsi di seguirla.

''Ci siamo quasi''. Nelle tombe era buio, solo alcuni sporadici fasci di luce riuscivano a farsi strada attraverso le profondità in cui si stavano addentrando.

All'improvviso la mano di Carol scivolò via dalla sua. ''Carol'' , disse, mentre cercava di sbirciare nel buio in preda al panico, cercando di scorgerla. ''Carol, dove sei?''

''Sono proprio qui''. La sua voce proveniva da davanti a lui.

Daryl aggrottò la fronte. ''Torna indietro, è facile perdersi qui. Dobbiamo stare vicini''.

''Allora perché non vieni a prendermi?'' Il suo invito ironico fece innervosire Daryl.

Andò avanti, costeggiando il muro accanto a lui con la mano in modo da riuscire a orientarsi nel corridoio. Allungò l'altra mano di fronte a lui, avanzando mentre cercava di raggiungere Carol.

''Mmmh.. sei fuori strada'' , disse la voce canticchiante di Carol.

La voce era arrivata da dietro le sue spalle e Daryl si voltò di scatto, non riuscendo a credere che Carol avesse potuto superarlo in quel modo. ''Carol, smettila di giocare'', disse bruscamente.

''Non è per questo che siamo venuti fino a qui?'' lo prese in giro lei. ''Per giocare?''

Daryl deglutì, non capendo a che gioco stesse effettivamente giocando Carol. ''N-no..certo che no'', ringhiò. La sua negazione non suonò particolarmente convincente nemmeno alle sue stesse orecchie.

''Vuoi baciarmi?'' disse quella voce incorporea

''N-no'', rispose Daryl troppo velocemente, la sua voce esitante persino in quell'unica sillaba

Il viso di Carol apparve di fronte a lui,alcuni passi più indietro,il resto del suo corpo era immerso nell'ombra. ''Allora vuoi che io ti baci?''

''No'', gracchiò,i suoi occhi che iniziavano spontaneamente a scorrere sulle sue labbra. Daryl distolse lo sguardo da lei ma ormai era troppo tardi, il suo sangue iniziò a pulsare velocemente lungo tutte le sue vene.

Il dolce tintinnio della risata di Carol aleggiò nell'aria prima che scomparisse nuovamente dalla sua vista. ''Vuoi sapere se desidero un tuo bacio?''

Daryl non rispose questa volta, cercò soltanto di capire dove era andata a cacciarsi. Tese l'orecchio, cercando di cogliere il rumore dei passi di Carol mentre si muoveva attorno a lui, ma non riuscì a percepire nulla. Poi Daryl sussultò nel sentire il tocco delle mani di Carol sulla sua schiena.

Carol si strinse contro il suo corpo,poggiando la guancia contro la sua schiena. ''Lo desidero, desidero un tuo bacio, Daryl..''. Le mani di Carol scivolarono e andarono incontrarsi nuovamente sul suo petto, prima di iniziare lentamente a farsi strada verso il basso.

Lo stomaco di Daryl si strinse con forza mentre le mani di Carol scorrevano sopra di lui e continuavano a scivolare sempre più in basso. Il suo corpo proruppe in un tripudio di sensazioni al suo tocco e Daryl poté sentire le ginocchia farsi sempre più deboli. Tutto quello che voleva fare era lasciare che Carol continuasse a toccarlo in quel modo,ma c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo. Daryl le afferrò le mani, arrestando improvvisamente il loro progresso verso il basso. ''Smettila'' gracchiò. ''Perché lo stai facendo?''.

''A una donna capita di sentirsi sola'', fu la risposta gutturale di Carol. ''Desidera un uomo che le tenga compagnia e che la faccia sentire speciale''. Si strusciò contro la schiena di Daryl, costringendolo a strizzare forte gli occhi per contrastare la delizia di quella sensazione. ''Non vuoi essere tu quell'uomo,Daryl?''

La gola di Daryl si era seccata, parlare sembrava qualcosa di impossibile da fare adesso con l'effetto che Carol stava avendo su di lui. ''I-io..-''

''Oppure sarò costretta a trovarmi un vero uomo e non una sottospecie di femminuccia che non sa che cosa farsene del corpo caldo di una donna?'' Le parole di scherno di Carol furono accompagnate dal distacco del suo corpo da quello di Daryl

Daryl si voltò bruscamente, in uno stato di shock per le sue parole crudeli, la confusione che scorreva ribelle attraverso il suo corpo. ''Fottiti!'' disse con voce rauca

''Non è questo il punto?'' la sua voce continuava a torturarlo dal profondo del corridoio oscuro. '' Non vuoi scoparmi, dannazione, non puoi farlo. Che razza di spreco.''

Il cuore di Daryl batteva così forte, sapendo che c'era qualcosa di terribilmente sbagliato in tutto questo. Carol non gli avrebbe mai rivolto quelle parole. ''Chi sei tu?'' domandò, il suo cervello confuso cercava di capire quello che stava succedendo. ''Che cosa ne hai fatto di Carol?''

''Io sono Carol.'' Era di fronte a lui adesso,in piedi all'interno di un fascio di luce. Improvvisamente Merle uscì dall'ombra e si avvicinò alle spalle di Carol. Avvolse un braccio possessivo attorno al suo petto e sorrise a Daryl mentre strofinava la sua guancia contro quella di lei. ''Ma va tutto bene'', proseguì, ''Finalmente ho trovato un vero uomo, non ho più bisogno di te.''

''Carol..'', gracchiò la voce di Daryl piena di dolore, scuotendo la testa alla vista di loro due insieme in quel modo.

Il ghigno di Merle si allargò nel vedere l'angoscia di Daryl e poi improvvisamente mutò davanti ai suoi occhi,trasformandosi in una versione zombie di Merle che puntualmente strappò via la gola di Carol,facendo schizzare il suo sangue sopra le pareti senza darle nemmeno il tempo di gridare.

''Merle,NO!'' Daryl urlò e cercò di correre verso Carol per poterla aiutare,ma le gambe non rispondevano al suo volere.Era come essere intrappolati in una pozza di fango e non riusciva a liberarsi. Un forte dolore al ginocchio lo fece sibilare di dolore, si chinò velocemente per afferrarlo e in quel momento, si svegliò di soprassalto.

Si tirò su a sedere sul suo materasso,coperto di sudore e ansimando selvaggiamente. Il sangue ruggiva nelle sue orecchie mentre fissava con timore la figura in piedi davanti a lui.

Merle inarcò un sopracciglio alla vista dell'espressione terrorizzata di Daryl. ''Ti ho dato solo un colpetto'', disse, facendo riferimento al calcio che gli aveva dato alla gamba, ''Andiamo, non fare la femminuccia''.

Daryl si asciugò il sudore che gli colava dalla fronte, lottando per tornare alla realtà.

''E' il tuo turno di guardia''. Merle guardò con interesse il grembo di Daryl dove c'era un evidente situazione di tensione

Daryl si rese conto subito dopo dello stato in cui si trovava il suo corpo,al ricordo del sogno di Carol che si strusciava contro di lui. Cercò di coprirsi come meglio poteva, ma ormai era troppo tardi.

''Vuoi darti una scrollata prima,in modo da riuscire a tenere salda la mira in caso uno di quegli zombie finisse con il venirti addosso?'' disse divertito a Daryl che si contorceva in imbarazzo. Merle si grattò il petto con il moncherino. ''Hai detto il mio nome'', osservò con indifferenza. Lo sguardo di Merle tornò a focalizzarsi sulla condizione che Daryl stava freneticamente cercando di nascondere. ''Spero che queste due cose non siano collegate. So di aver detto che abbiamo un legame, ma sto disegnando una linea sulla sabbia a proposito del fatto di volerci scoparci a vicenda. Diavolo, non siamo mica dei campagnoli malati''.

Merle andò a gettarsi sopra il materasso dall'altra parte della stanza,lasciando Daryl con il volto fiammeggiante e rosso per la vergogna, ancora cercando di riprendersi da quell'incubo confuso che aveva appena vissuto. Era stato così terribilmente reale che il fatto di riuscire a staccarsi da quello scenario onirico si stava rivelando difficile. Daryl si chinò a terra e appoggiò la fronte contro il freddo pavimento di metallo. Cazzo, questi sogni avrebbero finito con l'ucciderlo.

E a questo punto, non sembrava un destino poi così orribile.

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Capitolo 20
*** Capitolo 21 ***


echoes capitolo 21 E dopo un breve periodo di vacanza eccomi di nuovo qui a riprendere da dove mi ero fermata..forse a qualcuno sono mancata o forse no,ma a me è mancato sicuramente tradurre questa splendida fan fic e potermi nuovamente immergere con la mente nell'universo di the walking dead.. Buona lettura :)        XXX



Capitolo 21





Carol afferrò le piccole gambette di Judith, piegate come quelle di una ranocchietta, in modo da poter fare scivolare sotto di lei un nuovo pannolino pulito. La neonata stava iniziando lentamente a guadagnare peso grazie alle frequenti scorpacciate che stava facendo. Durante la gravidanza, Lori passò la metà del tempo praticamente morendo quasi dalla fame e Judith era nata con un peso di tre chili o poco più. Il fatto che stesse già iniziando a guadagnare tutto questo peso rese Carol molto felice. Aveva avuto un inizio così brusco che era bello adesso poter essere testimone del fatto che qualcosa di positivo le stesse finalmente accadendo. Un movimento ai margini del suo campo visivo catturò l'attenzione di Carol. '' Rick , '' urlò alla figura che era appena passata di fronte alla cella dove stava con Judith, '' vieni a dare un bacio a tua figlia prima che la giornata abbia inizio. ''

Rick tornò sui suoi passi, e rivolse a Carol un sorriso distratto. ''Scusami, ho un sacco di roba di cui occuparmi oggi. Mi è passato completamente di mente.''

Carol finì abilmente di sistemare il pannolino di Judith e le diede una veloce e leggera carezza sulla testa, ''Non dirlo a me, dillo a lei ''.  Sollevò in aria la bambina e la consegnò a Rick.

Rick prese Judith tra le braccia e sorrise alla piccola bambina che sbatté lentamente le palpebre verso di lui. ''Hey, ragazzina '' , disse con voce roca, '' farai la brava con la zia Carol e la zia Beth oggi?'' . Judith soffiò fuori dalla bocca una piccola bolla e sollevò in aria un piccolo pugno. '' Lo prenderò come un ''certo,papà'' , giusto perché tu lo sappia'' , la informò scherzosamente. Judith afferrò il suo dito e lo strinse forte. Rick si lasciò sfuggire un sospiro pesante mentre la guardava.

''Che cosa c'è che non va?'' lo interrogò Carol mentre riordinava la postazione adibita al cambio dei pannolini di Judith.

''Stavo solo pensando a quanto sono facili le cose quando sono ancora così piccoli.'' Rick agitò nell'aria il dito a cui Judith stava ancora aggrappata. ''Devi occuparti solo darli da mangiare,di tenerli al caldo e puliti e questo è tutto quello di cui hanno bisogno'' .

Carol si raddrizzò e si voltò verso di lui,scrutando con attenzione il volto di Rick. ''Tu e Carl state avendo dei problemi?''

Rick fece una smorfia. ''Non so che cosa ci sia che non va in lui ultimamente. Sembra che non riusciamo a fare a meno di litigare tutto il tempo'' . Chiuse gli occhi e tutto a un tratto apparve smarrito. ''Forse il problema sono io. Non riesco proprio a relazionarmi con lui in questi giorni. Entrambi non facciamo altro che respingerci ma so che non è quello il mio intento''. Rick riaprì gli occhi e fece una smorfia di rammarico. ''Sembra che debba andare per forza così''.

Carol annuì comprensiva. ''Ne avete passato tante entrambi, entrambi avete perso molte cose e questa vita..-'' fece una smorfia, '' non è semplice''. Carol mosse le spalle leggermente inquieta. ''Le relazioni possono complicarsi, anche quando non lo desideri''. Non poté fare a meno di pensare a Daryl mentre pronunciava quelle parole. L'aveva evitata per tutta la giornata precedente e Carol avrebbe tanto voluto sapere che cosa gli stava passando per la testa. Era una cosa la tormentava tutte le volte in cui Daryl tentava di isolarsi dal gruppo e in particolar modo da lei. La cosa che la preoccupava maggiormente era il fatto che l'isolamento di Daryl includeva Merle. Niente di buono poteva venire fuori dallo stare in costante compagnia di quell'uomo. Le sue labbra si strinsero forte al pensiero.

''A cosa stai pensando?''

Carol spostò il suo sguardo da Judith a Rick. Sorrise debolmente. ''Stavo solo pensando a Daryl e Merle''.

''Già..'' grugnì Rick, '' non è un argomento divertente''. Fece una smorfia. ''Continuo a sperare che un giorno Merle abbassi la guardia e si imbatta in una mandria di zombie mentre ritorna da una delle sue battute di caccia''. Rick diede un sorriso sbilenco. ''Non è molto nobile da parte mia, vero?''

Carol proruppe in una risata secca. ''Direi che sarebbe una fine abbastanza dolce se messa a confronto con il modo in cui qualcuno di noi vorrebbe vederlo morire''.

''Glenn''.

''Non sta prendendo affatto bene il fatto che Merle giri ancora attorno a noi''. Carol sospirò. ''Proprio per niente. Sono preoccupata per lui''. Arricciò il naso. ''E per te e per Daryl''.

''E' un bel po di roba di cui preoccuparsi'', osservò Rick ironicamente.

''Lo so, sta diventando la mia specialità''.

Rick guardò in basso verso Judith mentre si inumidiva il labbro superiore con la lingua. Carol sapeva che quello era il segno che stava scegliendo con cura le parole che avrebbe pronunciato di lì a breve. Si schiarì la gola, l'attenzione ancora concentrata su Judith. '' Lo sai, Daryl rispetta tantissimo la tua opinione. Se tu provassi a..-''

''Non chiederò a Daryl di cacciare via Merle'' , lo interruppe lei.

''Deve essere consapevole del fatto che deve fare una scelta'' ,  affermò Rick. ''Merle non ci sta nemmeno provando''. Fece una smorfia. ''Cioè,lo sta facendo, cercando di scoprire tutti i nostri punti deboli''.

Carol desiderò ardentemente di poter dissentire. ''Merle si sente minacciato dal gruppo. Non può fare altro che mantenersi a distanza perché è quello che ha fatto per tutta la sua vita. E'  l'unico meccanismo di difesa che conosce.''

''Forse è la verità'' , disse Rick torvo, '' ma la nostra casa non è un centro di accoglienza per persone emotivamente compromesse''.

Carol rise a quelle parole. ''Rick, non c'è nessuno di noi che non abbia fatto i conti con questo nell'ultimo anno. La nostra unica salvezza è stata quella di aver perso la ragione a turni alterni mentre il resto di noi cercava di andare avanti per il bene di tutti''.

Rick distolse brevemente lo sguardo e emise un rumore frustrato.Tornò a guardare Carol con un'espressione intenta. ''Penso solo che, se tu facessi presente a Daryl il fatto che avere Merle attorno non ti fa sentire sicura e se gli chiedessi di pensarci..-''

''Non funzionerà''.

Rick non aveva intenzione di lasciar perdere. ''Penso che tu stia sottovalutando l'influenza che hai su di lui. Lui si prende cura di te. Farebbe qualsiasi cosa pur di renderti felice''.

Carol non riuscì a trattenere la piacevole sensazione che provò nel sentir pronunciare quelle parole a Rick ma questo non era il punto a cui lei voleva arrivare. Scosse la testa. ''Rick, pensa a quello che stai dicendo.''

''L'ho fatto e credo che ne valga la pena''.

''Per quanti anni hai lavorato come Sceriffo?''

Rick sbatté le palpebre e sembrò sorpreso da quella domanda e dal brusco cambio di argomento. ''Ah,per quindici anni,ma io non..-''

''E a quanti casi di abuso domestico hai assistito durante tutti  quegli anni?''. Carol sollevò un sopracciglio. ''Tirerò a indovinare,più di uno?''

''Sfortunatamente si''.

''E tra tutti questi casi di violenza ,quando tu arrivavi là per arrestare l'uomo che aveva picchiato la sua donna fino a farla quasi svenire,che percentuale daresti alle donne che dopo essere state ridotte in quel modo la mattina dopo si sono presentate per cercare di tirare fuori quello stesso uomo di prigione?''

La mascella di Rick si indurì.

''Beh,Quante?..''

''Posso contarle sulle dita di una mano'', ammise a malincuore.

''Ed ecco la spiegazione riguardo al ciclo degli abusi, è solo questo, un ciclo. C'è bisogno di più che delle semplici buone intenzioni per riuscire a fermarlo.'' Carol sostenne il suo sguardo con fermezza. ''Io ero una di quelle donne,Rick. Ho salvato quel bastardo di mio marito dalla prigione più volte di quante ne possa contare. Dannazione,delle volte ci andavo direttamente all'uscita dall'ospedale all'interno del quale lui stesso mi aveva spedita''. Carol chiuse gli occhi per un attimo, cercando di capire il tipo di donna che lei stessa era stata. Perché il fatto di poter semplicemente scappare gli era sembrato così difficile rispetto al restare e al dover combattere ogni giorno per sopravvivere? Solo ora che si era liberata di tutta la paura e della violenza Carol riuscì a capire come stavano davvero le cose. Lei era sempre stata una donna forte, per essere riuscita a sopravvivere così a lungo a quel tipo di abusi, doveva esserlo. A quel tempo, aveva creduto alle bugie di Ed sul fatto che fosse una persona debole e priva di alcun valore. Ma ora non ci credeva più. Carol sapeva e sentiva con ogni fibra del suo essere che non avrebbe mai più permesso a nessun uomo di trattarla a quel modo. Sentì la mano di Rick sul suo braccio.

''Carol,mi dispiace''. Aprì gli occhi per vedere un Rick dall'espressione colpevole. ''Non avevo intenzione di riportare alla mente brutti ricordi''.

Carol sorrise. ''Non l'hai fatto. Il punto è che nessuno di noi può salvare Daryl da Merle. Daryl deve volersi liberare di Merle da solo, deve rendersi conto che non merita di essere trattato in questo modo e che non l'ha mai meritato. Se provassimo ad agire diversamente, non durerà e Daryl soffrirà più di quanto non sarà necessario''.

Rick la stava guardando con stupore. ''Sei sempre stata così intelligente o semplicemente sono io a essere diventato più stupido?''

''Lo prenderò come un complimento un po ambiguo'', disse Carol con finta esasperazione.

''OK..sono decisamente diventato più stupido'', disse Rick velocemente, realizzando quanto la cosa suonasse ovvia. ''Scusami. Hai ragione, non possiamo forzare Daryl. Avrei dovuto capirlo dopo tutti quegli anni passati nella legge''.

''Penso che sia passato un bel po di tempo dall'ultima volta in cui hai pensato a te stesso in quei panni,Rick'' dichiarò Carol con astuzia. ''So che hai lottato duramente con quanto il modo di fare di prima potesse trovare un posto in questo nuovo mondo.''. Mosse una mano per catturare uno dei piedini di Judith,giocandoci distrattamente. ''Ci sono un sacco di cose del vecchio mondo,del vecchio Rick, che vale la pena mantenere''. Sollevò lo sguardo verso di lui. ''Nel caso in cui tu stessi cercando un parere in merito,per quanto possa valere''.

''La tua opinione vale tantissimo per me, Carol'' , disse Rick con calma.

''Bene,allora te ne darò un altra''. Non gli diede il tempo di ribattere. ''Dobbiamo tenere duro ancora per un altro po. Io credo in Daryl e sono sicura che prenderà la decisione giusta molto presto per quanto riguarda Merle,ho fiducia anche in te, Rick, sul fatto che sarai in grado di far mantenere a tutti la calma fino a quando questo non accadrà''. Le labbra di Carol si sollevarono in suo sorriso amaro. ''E ho fiducia sul fatto che Merle si darà molto presto la zappa sui piedi da solo,perché questa è l'unica cosa che quell'uomo sa fare''.

''Hai un sacco di fede''.

''Si,ce l'ho''.

''Ti dispiacerebbe prestarmene un po?'' chiese Rick seccamente.

Carol fece una risatina. ''Per un prezzo ragionevole. Vedrai, Rick, si sistemerà tutto alla perfezione. Stiamo giocando una partita vincente e sarà così  che andranno le cose''.

Rick sospirò. ''Spero che tu abbia ragione, Carol. Non voglio pensare a che cosa potrebbe accadere nel caso in cui tu ti sbagliassi''.

''Nemmeno io..'' ammise Carol. C'era in gioco qualcosa di molto importante, ma Carol era consapevole del fatto che c'erano un sacco di modi in cui le cose sarebbero potute andare storte. Ma lei non aveva mentito, si fidava di Daryl e quando lui avesse iniziato ad avere un po di fiducia anche in se stesso, le cose sarebbero andate decisamente meglio.

Dovevano andare meglio.




oooOOOOooo




Daryl se ne stava accovacciato a terra, mentre terminava di sistemare alcuni contenitori di acqua e di cibo all'interno del suo zaino, pronto per andare a caccia.

Merle stava appoggiato contro il muro accanto a lui. ''Beh,tutto questo non ti scalda profondamente il cuore?'' chiese sarcastico.

Daryl lo guardò. ''Che cosa?''

Merle indicò verso la passerella al lato opposto alla fine del blocco delle celle,dove avevano una visuale all'interno della cella di Rick. Daryl allungò il collo e vide Rick tenere in braccio Judith sulla soglia,mentre Carol stava accanto a lui. Parlavano a voce bassa e stavano molto vicini.

''Cosa?'' ripeté Daryl.

''Non puoi essere così cieco da non notare il modo in cui si comportano quando stanno assieme'' , osservò Merle con noncuranza. ''Lo sceriffo e la vedova non fanno altro che bisbigliare l'uno all'orecchio dell'altro.E' chiaro come il mattino che ci sia sotto qualcosa''.

Daryl si raddrizzò,accigliato mentre si gettava lo zaino sulla spalla. ''Rick e Carol non sono in quel modo'' , disse sbrigativo. Anche se non appena pronunciate quelle parole, Daryl non riuscì a fare a meno di gettare nuovamente un'occhiata a Rick e Carol e a notare il modo in cui stavano vicini. Una fitta di gelosia attraversò il suo corpo come una scossa e Daryl rimase sbalordito dalla ferocia di quell'emozione per lui finora sconosciuta. La sua mascella si indurì, infastidito dal modo in cui questa sensazione gli fece perdere il controllo.

Merle sbuffò. ''Si che lo sono, ragazzo, apri gli occhi. Il poliziotto gentile ha bisogno di una mamma per quel moccioso e sappiamo tutti che Carol non vede l'ora di fare da mamma a qualcuno.'' Rivolse a Daryl un sorriso sornione. ''Qualcun'altro oltre a te,naturalmente''.

''Non sai nemmeno di cosa diavolo stai parlando'' ringhiò Daryl.

''So solo quello che vedo'', ribatté Merle. ''Sei come un esperimento per quella donna. E' gentile con te solo perché voleva che tu ritrovassi la sua bambina. Conosco quel tipo di persona, l'educazione è come una malattia per loro. Non ti diranno mai la verità dritta in faccia''.

''Tu non la conosci'' sbottò Daryl. ''Tu non sai com'è Carol''.

''So esattamente com'è'' , disse Merle indolente. ''Ho incontrato questo genere di persone più di una volta durante la mia vita e lo stesso vale per te. Come alcuni di quei benefattori che si presentarono sulla soglia di casa nostra, quelli che volevano cercare di salvarci e poi quando tutto si fece troppo reale e difficile, fuggirono con la coda tra le gambe alla loro piccola vita accogliente e sicura. Noi non abbiamo bisogno della carità di nessuno, non ne avevamo bisogno allora, non ne abbiamo bisogno adesso, non abbiamo bisogno di essere salvati da nessuno''.

''Carol non sta cercando di salvare nessuno'' disse Daryl accalorandosi. Si sentiva come se si  stesse esponendo troppo, e non voleva farlo di fronte a Merle, sapendo che suo fratello ci avrebbe letto molto di più, ma si trattava di Carol, e Daryl non riuscì a contenersi.

Merle sbuffò con disprezzo. ''Non esiste peggior cieco di chi non vuole vedere. Pensavo di averti cresciuto in modo da renderti più sveglio di così''.

La mano di Daryl si strinse attorno al cinturino dello zaino. '' E che cosa avrei dovuto vederci esattamente, Merle?'' sputò fuori. ''Se pensi di aver capito tutto quanto,allora perché non mi dai una bella lezione?''

Merle era ancora appoggiato contro il muro, si grattò lo stomaco distrattamente con il coltello che stava fissato alla protesi sul suo braccio. ''Te l'ho già detto. Quei due stanno cercando di infilarsi nei loro rispettivi buchi.''  Le sue labbra si sollevarono. ''Per così dire. Sai, quei buchi lasciati dalle persone che amavano e che sono morte lasciandoli soli''

La gelosia artigliò le viscere di Daryl al pensiero che Carol potesse rivolgersi a qualcun altro invece che a lui per qualsiasi tipo di conforto. Era stupido, non si dovevano nessun tipo di fedeltà emotiva, ma Carol aveva la sua, che lo volesse o no. Daryl non riuscì nemmeno a ricordare il momento esatto in cui aveva deciso che sarebbe stato sicuro riporre i suoi sentimenti solo su Carol. Semplicemente un giorno si era svegliato e le cose stavano così. Effettivamente, sembrava che tutto fosse andato esattamente come doveva andare fin dall'inizio. Daryl non lo aveva messo minimamente in dubbio, aveva semplicemente accettato il suo istinto sul fatto che Carol fosse la persona con la quale si sarebbe sempre trovato al sicuro. Il punto era che non si era mai fermato a pensare a quello che potesse pensare Carol. Era stato tutto così talmente naturale che Daryl aveva dato per scontato che lei era attratta da lui come lui era attratto da lei. Il fatto che Merle pensasse che Carol lo trattasse semplicemente con condiscendenza lo stava destabilizzando. Sapeva che non poteva essere vero, ma ancora una volta, le vecchie insicurezze lo tenevano in pugno e lo riempirono d'ansia.

Merle stava ancora parlando. ''Mi domando che posto avrai tu all'interno di questo piccolo nido d'amore che stanno mettendo su'' .Fece schioccare le dita,come se la risposta gli fosse appena venuta in mente. ''Oooh,penso di saperlo.Tu sarai il vecchio cane da guardia,che se ne starà legato a una catena sulla parte anteriore della loro bella casetta,sarai quello che avrà il compito di proteggerli. Ti getteranno gli avanzi, ma non ti lasceranno mai entrare in casa, ragazzo''. Guardò il resto del gruppo terminare la colazione dall'altra parte della stanza. ''Diavolo,a nessuna di queste persone benestanti importa qualcosa sul fatto che tu viva o muoia,fratellino''. Merle si avvicinò a lui. ''A nessuno importa niente di te a eccezione di me. Faresti bene a ricordartelo, ometto''.

Il viso di Daryl si fece sempre più duro e un muscolo spuntò sulla sua guancia mentre gettava un ultimo sguardo verso Carol e Rick. Dal punto in cui si trovava, poteva vedere Carol poggiare la sua mano sul braccio dell'altro uomo. Tornò indietro a quel giorno, quando li sorprese insieme nella stanza del generatore, mentre Rick stringeva la mano di Carol. Non ci aveva pensato più di tanto, al momento, ma ora il suo pugno si strinse di sua spontanea volontà. Improvvisamente Daryl non riuscì più a stare lì fermo a guardare. Girò bruscamente sui suoi tacchi e afferrò la balestra, '' Stiamo andando?'' sbottò. Daryl uscì dal blocco delle celle, senza preoccuparsi di guardare indietro per vedere se Merle lo stava seguendo. Il suo stomaco ribolliva di gelosia, mentre la sua testa era un groviglio di pensieri confusi. L'idea di andare a uccidere qualcosa in questi giorni era la benvenuta. Daryl si sentiva come se qualcuno dovesse pur farla pagare a qualcuno per il modo in cui si stava sentendo in quel momento.




oooOOOOooo




Glenn si trovava sulla torretta di guardia quando scorse attraverso il mirino del suo fucile Daryl attraversare il campo a grandi passi. Sembrava che il ragazzo avesse un fuoco acceso sotto di lui, il modo in cui non accennava a rallentare, lo sguardo fisso davanti a sé. Glenn voleva chiamarlo per augurargli una buona caccia, ma l'espressione di pietra di Daryl gli suggerì che probabilmente non era una buona idea. Spostando leggermente indietro il fucile, Glenn si ritrovò a inquadrare all'interno del suo mirino Merle, che stava uscendo a sua volta fuori dal blocco delle celle a un passo relativamente molto più lento e rilassato,il fucile a tracolla sulla spalla. La mascella di Glenn si indurì quando lo vide. D'istinto,il suo dito corse veloce verso il grilletto. Glenn continuò a tenerlo all'interno del suo mirino mentre lui continuava ad avanzare attraverso il campo. Sarebbe stato così facile, tutto quello che doveva fare era muovere il dito ancora di un millimetro e il problema Merle sarebbe stato risolto,una volta per tutte. Glenn iniziò a sentire il dito prudere per la necessità di compiere questo passo. Strinse gli occhi, sempre mantendo Merle sotto tiro. Il suo dito si strinse sul grilletto,impercettibilmente. Tutto ad un tratto Merle si voltò e guardò dritto verso di lui, un ghigno sulla sua faccia. Si fissarono l'un l'altro ed era come se Merle lo stesse sfidando a farlo dall'altra parte del campo. Una rabbia frustrante ribollì all'interno di Glenn mentre rinforzò la sua posizione, sistemando meglio il fucile contro la sua spalla. Merle non pensava che avesse abbastanza palle per farlo ma Glenn sapeva molto di più

''Che diavolo stai facendo?''

La domanda scioccata di Maggie gli fece distogliere subito lo sguardo da Merle mentre si raddrizzava e lasciava cadere il fucile verso il basso. Batté le palpebre verso Maggie e il piatto di cibo che aveva portato fin sulla torre con la sua colazione. ''Niente'' , disse velocemente. ''Sto di guardia come sempre''.

Maggie si avvicinò lentamente all'interno della torretta e posò il piatto di cibo su una sporgenza riflettendo attentamente. ''Stavi soltanto pensando di sparare a Merle,prima che io arrivassi?''

Glenn aprì la bocca per mentire ma poi decise che sarebbe stato inutile. ''Sarebbe la fine del mondo se Merle non fosse più in giro?'' disse freddamente

Maggie lo guardò con orrore. ''Non posso credere che tu stessi facendo sul serio'' disse sconvolta

''Merle è una minaccia per il gruppo'', disse Glenn senza alcuna ombra di pentimento. ''E' instabile e imprevedibile e non dovrebbe nemmeno trovarsi qui, per prima cosa. Nessuno sembra volersi prendere il disturbo di voler affrontare la situazione. Mi stavo solo facendo avanti.''

Lo sguardo di Maggie era incredulo. ''Questo lo chiami farsi avanti?''

Glenn fece spallucce ma non riuscì a reggere il suo sguardo. '' Si,è così. Non vedo perché debba essere un problema per te,Maggie''.

''Perché non è la cosa giusta'', disse, lacrime di commozione le riempirono gli occhi.

''Stai piangendo per quell'animale?'' chiese Glenn incredulo, la rabbia gli fece sollevare il tono di voce più di quanto avesse previsto. ''Hai delle lacrime per Merle Dixon?'' . Non riusciva a capacitarsi del motivo per cui nessun altro prendeva seriamente la minaccia che Merle rappresentava per tutti loro. Glenn si sentiva come se fosse in uno di quei sogni in cui tentava disperatamente di gridare un avvertimento a delle persone,ma nessuno riusciva a sentirlo, nonostante lui si trovasse davanti a loro.

''No, idiota'', disse Maggie con voce soffocata, ''le mie lacrime sono per te''.

Glenn fu preso alla sprovvista. ''Per me?''

''E' come se stessi guardando l'uomo che amo scomparire lentamente di fronte ai miei occhi'', disse con voce roca.

''Maggie..'' disse Glenn in stato di shock, ''Io sto solo cercando di proteggerti''.

''Tu stai solo cercando la vendetta'', lo corresse Maggie cupa. Si strofinò gli occhi. ''E io non ti darò l'opportunità di usarmi come giustificazione per la tua rabbia. Ho accettato quello che è successo,me ne sono fatta una ragione e tu devi solo fare lo stesso''.

''Sto cercando di..-'' continuò Glenn

Maggie raddrizzò le spalle,la sua mascella si indurì. ''No,sei come un animale in gabbia, che ringhia a qualsiasi cosa tenti di avvicinarsi troppo. Tu non sei così, Glenn. Questo non è l'uomo del quale mi sono innamorata.''

''Dopo tutto quello che abbiamo passato, sulla strada, in questa prigione, ti aspettavi veramente che io restassi quel ragazzino felice e secchione che consegnava pizze che hai conosciuto all'inizio?'' le domandò con rabbia

''Mi aspetto che tu abbia ancora dentro di te quel cuore gentile del quale mi sono innamorata'' disse Maggie con calma, i suoi grandi occhi castani che lo imploravano di ascoltarla. ''Per favore lascia perdere la tua vendetta contro Merle'', lo implorò. ''Pensi che ti darà la pace, ma servirà solo a portare via ciò che sei e io amo quella persona''.

''Maggie'', gemette, ''tu non capisci..''

''Io capisco perfettamente'', disse Maggie freddamente. ''Sei tu che devi fare chiarezza dentro la tua testa riguardo a tutta questa faccenda. Devi trovare un modo per liberartene, Glenn''.

''E se non ci riuscissi?'' la sfidò lui

Maggie non rispose,gli rivolse soltanto un duro, penetrante sguardo prima di voltarsi e tornare indietro giù per le scale.  Glenn chiuse gli occhi dopo che se ne fu andata e si strofinò la faccia stancamente. Maggie non si rendeva conto di quello che gli aveva appena chiesto. Voleva farlo per lei,per tutti loro, perché non riuscivano a capirlo? Glenn emise un suono frustrato e tirò un calcio al muro della passerella della torre di guardia. Tutto quello che riuscì a ottenere fu un piede dolorante. Niente era stato risolto e Glenn non riusciva a capire come poterlo fare.  Erano come delle anatre che se ne stavano lì sedute, felici di stare lì tutte assieme aspettando che quel serpente, Merle, facesse la sua mossa.

Glenn non riusciva proprio a capire.









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Capitolo 21
*** Capitolo 22 ***


echoes capitolo 22 Capitolo 22




Carl non sollevò lo sguardo dal punto in cui stava seduto sulle scale intento a pulire la sua pistola quando suo padre si avvicinò a lui.

''Hey''

''Ciao..'' rispose Carl,sempre concentrato sul ripulire accuratamente la propria arma.

Rick spostò il peso da un piede all'altro. ''Ho pensato che potevamo andare in pattuglia lungo il recinto sud insieme oggi''.

Carl si strinse nelle spalle. ''Ok.''

''Carl, puoi guardarmi quando ti parlo?''

Carl sollevò a malincuore lo sguardo verso suo padre. Trovava difficile stargli vicino in questi giorni, incapace di continuare a domandarsi a che cosa stesse pensando. Davvero suo padre lo odiava per quello che era successo con la sua mamma? Era questo tutto quello che riusciva a vedere quando lo guardava, lui che le sparava? Lo stomaco di Carl si ritorse al pensiero che suo padre potesse provare quelle sensazioni guardandolo ma non sapeva come comportarsi al riguardo. Aveva fatto quello che pensava avrebbe fatto anche lui al suo posto. Lui aveva detto 'niente più cose da bambini' e Carl lo aveva ascoltato. Si era fatto forza e aveva fatto quello di cui sua mamma aveva bisogno. Il volto di Carl si oscurò. Non sapeva che cos'altro avrebbe potuto fare.

Suo padre guardò oltre la sua spalla verso Beth e Hershel, che stavano ancora ripulendo le stoviglie della colazione. Tenne bassa la voce. ''Ho pensato che potesse essere un occasione buona per parlare''.

Carl si sentì gelare dentro. ''Riguardo a cosa?'' chiese con voce roca. Voleva restare da solo con lui solo per potergli confessare che secondo lui aveva fatto la cosa sbagliata quel giorno in cui Judith nacque?. Il suo cuore iniziò a battere in modo irregolare nel petto. Una cosa era preoccuparsene, un'altra cosa era sentire suo padre confermarglielo. Carl non era pronto per questo.

Suo padre alzò le spalle, inclinando la testa di lato. ''Non lo so, di qualsiasi cosa tu voglia parlare, credo''.

Carl cercò di nascondere il panico. ''Non ho niente da dire'', sbottò. Le parole erano uscite quasi involontariamente così dure, ma Carl non poteva farci niente.

Un cipiglio segnò i lineamenti di suo padre. ''Beh,forse ho io qualcosa da dirti''.

Quest'ultima risposta spaventò seriamente Carl. ''Non posso venire con te in pattuglia oggi. Daryl ha detto che oggi mi avrebbe portato a seguire delle tracce''.

Ci fu uno sguardo fugace di fastidio da parte di Rick. ''Sono sicuro che a Daryl non importerà se gli dirai che hai qualcos'altro da fare. Puoi sempre rimandare a un altro giorno''.

''Ho dato la mia parola'', disse Carl ostinatamente. ''Un uomo deve mantenere sempre la sua parola. Me lo hai insegnato tu''.

Rick fece una risatina. ''Si, ma..-''

''Ma cosa?'' chiese Carl, mettendosi sulla difensiva. ''Io non sono un uomo,è quello che pensi,vero?''

Suo padre sembrava un po sorpreso, ma non lo corresse subito.

Questo non fece altro che rendere Carl sempre più frustrato, non sapendo che cosa l'uomo si aspettasse da lui. 'Beh,non sono più nemmeno un ragazzino. Allora, che sono sono papà? Che cosa vuoi che sia?''

Suo padre lo fissò, apparentemente senza parole. Questo non lo fece sentire meglio.

''Hey, Rick, faresti meglio a controllare questa roba''. Axel apparve improvvisamente sulla soglia, richiamando l'attenzione di Rick.

Suo padre lo stava ancora fissando con un profondo cipiglio sul volto, senza nemmeno voltarsi. ''Non può aspettare?''.

''Ah.. è la pompa di depurazione,quindi..beh,no, probabilmente è meglio che tu te ne occupi prima che ci ritroviamo tutti immersi fino al collo nella tu-sai-cosa'' , disse Axel

Suo padre si voltò a guardare Axel e fece un rumore infastidito. ''Che cosa è successo?''

'' E' successa una merdata''. Axel sorrise, i suoi baffetti biondi che si inclinarono verso l'alto. '' Capito? Sto solo giocando''. Disse in risposta all'espressione impassibile di Rick. ''Anche se non sono tutti fan dell'umorismo da toilette,vedo. I gusti sono gusti''.

Suo padre si rivolse nuovamente a lui. ''Parleremo di questo più tardi, Carl''.

Carl evitò di incrociare il suo sguardo, fissando invece un punto sul pavimento. ''Come vuoi''. Era consapevole del fatto che suo padre continuò a fissarlo per poco più di un minuto prima di andarsene, facendo gesto a Axel di seguirlo. Carl si mise a giocherellare distrattamente con la sua pistola, perso nei suoi pensieri. Una mano leggera si posò sulla sua spalla.

''Stai bene?''

Carl sollevò lo sguardo e si sforzò di sorridere a Beth. ''Si,certo''.

''Tu e tuo padre mi siete sembrati un po tesi'', osservò con empatia. ''Ti va di parlarne?''.

Carl aprì la bocca, tentato di spifferare tutte le sue preoccupazioni a Beth, ma poi la richiuse. Non voleva che la ragazza di cui era ancora innamorato sapesse quanto era messo male. Le cose erano già difficili così com'erano. Carl scosse la testa. ''Non c'è niente di cui parlare, sto bene''. Ancora una volta la sua risposta uscì più brusca di quanto avesse previsto e un breve lampo di dolore attraversò il volto di Beth.

''Ok,va bene. Volevo solo essere sicura..'' . Tolse la mano dalla sua spalla e Carl immediatamente si sentì ancora più debole mentre la guardava allontanarsi. Voleva gridarle di fermarsi e spiegarle che il problema non era lei, ma lui, ma gli mancò il coraggio per poter fare una cosa del genere. Invece, rimase bloccato su quel gradino, guardando Beth allontanarsi. Il che rese tutto come se fosse cento volte peggiore.

Daryl scelse proprio quel momento per entrare all'interno della stanza, la balestra sulla spalla e un piccolo sacchetto scuro nell'altra.

''Com'è andata oggi la caccia,figliolo?'' chiese Hershel, alzando lo sguardo dal punto in cui stava ancora impilando dei piatti sporchi.

''Mi sono procurato un paio di scoiattoli e alcuni conigli'' , rispose Daryl. ''Là fuori è pieno di quei bastardi. Non è stato semplice. Siamo dovuti andare più a fondo nel bosco per cercare di evitarli''.

''Abbiamo pensato che fosse successo qualcosa del genere quando non ti abbiamo visto tornare con Merle prima che facesse buio'',  intervenne Beth.

Daryl le porse il sacco. ''Ecco. Avevi detto che stavano finendo''.

Beth si avvicinò e prese il sacco, sorridendo mentre guardava all'interno. ''Hai trovato altre bacche'', disse felicemente, ''Grazie,Daryl''. Beth gli diede un rapido bacio sulla guancia per il disturbo che si era preso.

Daryl aggrottò le sopracciglia e sembrò essere a disagio per quell'attenzione. ''Non è niente'' , disse innervosendosi. ''Sono stanco di sentire i vostri lamenti sul fatto che i vostri capelli siano rovinati. Qualsiasi uomo ne uscirebbe pazzo a furia di ascoltare le vostre lamentele come se fosse la fine del mondo.''

''E' una cosa da ragazze'', disse Beth disinvolta. ''Di questi tempi non ce ne sono rimaste tante''. Il suo viso si illuminò. ''Grazie ancora,Daryl''.

Daryl si limitò a grugnire in risposta.

Carl aveva osservato l'intero scambio e ora era di umore ancora più nero. Guardare Beth baciare Daryl lo aveva infastidito. E lo infastidiva ancora di più il fatto che Daryl fosse riuscito a mettere quel tipo di sorriso sulle labbra di Beth. Gli avvertimenti di Merle sul fatto che Beth potesse innamorarsi di Daryl tornarono alla sua mente e Carl fu pervaso immediatamente da una fortissima fitta di gelosia mentre Daryl si avvicinava a lui.

Daryl gli rivolse un piccolo cenno di riconoscimento. ''Hai intenzione di seguire queste tracce oggi oppure hai cambiato idea?''

''Sei sicuro di avere abbastanza tempo?'' sputò fuori Carl. ''Hai raccolto abbastanza bacche?''

Daryl lo guardò, rendendosi conto di quanto Carl fosse sull'attenti, ma non commentò. ''Se ne prendi troppe in una sola volta, marciscono'', disse con calma. ''Non avrebbe nessuna utilità''.

''Dovrò crederti sulla parola'' disse Carl sarcastico. ''Visto che, adesso sei diventato il re dei frutti di bosco''. Sapeva di essere stupido e infantile, ma le parole erano uscite di bocca prima che potesse fermarle. Era come se fosse stato appena battuto dalla sua gelosia e le parole si fossero riversate fuori senza controllo. Carl pensò che Daryl lo riprendesse per la sua maleducazione ma, invece, l'uomo sembrò restare impassibile

''Procurati una borraccia d'acqua, a breve andremo fuori. Un sacco di zombie significano un sacco di tracce da seguire. Vediamo se ricordi ancora qualcosa di quello che ti ho insegnato finora''.

''Andremo fuori dal recinto?'' chiese Carl sorpreso, ricordando quando Daryl fosse stato irremovibilmente contro questa opzione l'ultima volta.

''E' un problema per te?''

''N-no..'' , disse Carl rapidamente. Si alzò in piedi. Una parte di lui improvvisamente si rese conto che trascorrere del tempo con Daryl gli avrebbe potuto dare la possibilità di stroncare sul nascere qualsiasi pensiero del fatto che potesse nascere qualcosa tra lui e Beth. Carl non aveva nessuna intenzione di rinunciare a questo tipo di opportunità. ''Corro a prendere la mia roba''.




oooOOOOooo




Merle si appoggiò contro lo stipite della porta della stanza del generatore e guardò Carol intenta a lavorare intensamente sul motore del generatore portatile che stava mettendo nuovamente insieme,pezzo per pezzo. I suoi occhi correvano su di lei in modo meditativo. Merle non aveva ancora avuto una vera occasione di parlare con Carol faccia a faccia. Solitamente preferiva girare intorno al problema prima di attaccare, per poter elaborare il piano di attacco più efficiente, ma con Carol si era rivelato più difficile rispetto agli altri. Tutti quanti avevano le loro insicurezze che lasciavano più o meno intravedere al resto del mondo. Con Carol, era diverso. La donna sembrava essere allerta in questi giorni, non lasciava intravedere nessuna insicurezza. Merle sapeva che era preoccupata sia per lui che per Daryl, ma non aveva dimostrato alcun tipo di preoccupazione riguardo al suo rapporto con quest'ultimo. Non come il suo fratellino almeno. Aveva saputo esattamente quello che stava facendo quando aveva scosso la gabbia dorata di Daryl sulla possibilità della nascita di una storia d'amore tra Rick e Carol. Il problema era, che Carol non sembrava avere lo stesso tipo di preoccupazioni che affliggevano Daryl. Da quello che sembrava, Carol era riuscita a superare le turbolenze dell'anno precedente con una ritrovata fiducia in se stessa, una fiducia che sembrava difficile da minare. Ma poi, le apparenze ingannavano quasi sempre e Merle aveva intenzione di vedere che cosa sarebbe riuscito a tirare fuori da tutto questo.

''Se ti trattieni lì ancora per molto, penso che ti farò pagare il biglietto''. Carol non sollevò nemmeno lo sguardo,mentre gli parlò, continuò semplicemente a lavorare sul suo motore.

La sua osservazione casuale colse Merle un po alla sprovvista, Non aveva dato alcun segno di essersi accorta della sua presenza. Era stata veramente astuta. Si allontanò dalla porta e entrò dentro la stanza. ''Non volevo interromperti. Sembravi così concentrata sul tuo lavoro''.

''Sono di sesso femminile'', disse Carol noncurante. ''Siamo in grado di fare più di una cosa contemporaneamente''.

Merle ridacchiò. ''L'ho notato. E' alquanto snervante effettivamente''.

Carol non l'aveva ancora degnato di uno sguardo, ma sollevò un sopracciglio. ''Mi stai dicendo che ti sto innervosendo, Merle?''

Merle prese una cassa da terra e ci si sedette sopra di fronte a Carol. Sollevò la testa e la osservò attentamente. ''Tu mi intrighi''. Merle era pronto a mettere in gioco un po di onestà per vedere cosa riusciva a ottenere.

Carol emise uno sbuffo di incredulità. ''Ti lasci intrigare molto facilmente''.

''Vedi, è questo il punto'', disse Merle intensamente. ''Non lo faccio''.

Carol sollevò finalmente lo sguardo e incrociò il suo con fermezza. ''La cosa dovrebbe farmi sentire speciale?''

''Non saprei, tu che dici?''

''Ho intrigato Merle Dixon''. Carol disse quelle parole a voce alta, mentre lasciò che l'idea si facesse strada all'interno della sua testa. ''Mmh no'' , disse dopo un attimo di pausa, ''Nessuna particolare reazione o emozione quaggiù''

Merle fece un sorrisino. ''Ci vai giù pesante con l'ego di un uomo, lo sai?''.

''Non ero a conoscenza del fatto che il tuo ego potesse essere turbato così facilmente''. Carol rivolse nuovamente la sua attenzione al motore.

''Non lo è mai stato'', disse Merle, continuando a parlare con una voce tranquilla ''ma le cose cambiano con l'età..-'' , si prese un momento per fissare il suo moncherino e fare una smorfia preoccupata. ''Beh, le ammaccature si accumulano sulla corazza, capisci quello che intendo dire?''

Carol si raddrizzò e appoggiò la schiena contro il muro dietro di lei. ''Seriamente?'' lo sfidò. ''Stai giocando la carta della pietà? Mi prendi in giro?''

''Ho perso una mano'', protestò Merle. ''Dovrò pur avere qualcosa in cambio''.

''Non l'hai persa, sapevi esattamente dove l'avevi lasciata'', disse Carol con una voluta mancanza di simpatia. ''Ti sei tagliato quella mano da solo, sia letteralmente che metaforicamente, su quel tetto. E noi tutti dovremmo continuare a piangere lacrime di sangue per te? Tesoro, stai abbaiando contro l'albero sbagliato con questo gruppo dopo tutto quello che abbiamo passato insieme''.

''Un po di rimpianto da parte di tutti voi renderebbe tutto questo molto più facile'' disse Merle, incuriosito dalla mancanza di preoccupazione di Carol. Tra tutti quelli del gruppo,  aveva pensato che lei potesse essere quella dal cuore tenero. Ma non sembrava proprio essere questo il caso.

''Ci dispiace per il fatto che tu sia un idiota'' offrì lei dolcemente. ''Ritieni che sia abbastanza?''

Merle non aveva intenzione di mollare, stava godendo del fatto che Carol non si tirasse indietro. ''Ho perso una mano,donna'' disse con ostinazione. ''Mi merito un qualche tipo di ricompensa''.

Carol strinse le labbra. ''Credo di aver capito il punto'', disse impassibile. ''Scommetto che facevi tutte le tue cose preferite con quella mano''.

Il suo commento dal tono dolce era tutt'altro che innocente e Merle non riuscì a trattenere una risata all'insinuazione di Carol. '' Sei proprio una boccuccia irriverente '',  disse divertito. ''E io che pensavo che fossi tutta dolcezza e innocenza e tu vai a dire queste cose a un uomo''.

''Sono appena uscita dal convento, Merle'' , rispose seccamente. ''Conosco gli uomini e le loro abitudini''

''Così come conosci quelle di mio fratello?''  ribatté.

''Bel botta e risposta'', lo applaudì facilmente. ''Immagino che finalmente siamo arrivati a quello di cui volevi parlare davvero,eh?''

Merle non si lasciò distrarre. ''E' difficile che Daryl si fidi di qualcuno''.

''Mi domando come mai..'' osservò Carol con ironia

''Pensi che sia colpa mia,vero?'' la sfidò lui.

''Sei concentrato sul fatto di comportarti e agire come se fossi il centro del mondo di Daryl e il risultato di questo è che sei arrivato a possedere tutte le sue idiosincrasie'', sottolineò Carol senza battere ciglio. ''O forse sono io quella che non riesce a capire come funzionano le cose in quel piccolo mondo che hai creato nella tua testa''.

Va bene,questa era stata buona,doveva ammetterlo. Merle si chiedeva come avesse fatto a non notarla la prima volta che l'aveva incontrata. ''Daryl è un uomo e appartiene a se stesso''

''Vuoi dire l'uomo che hai cercato di creare a tua immagine e somiglianza?'' gettò contro di lui.

Era fantastico per Merle il modo in cui Carol continuava a essere così impavida con lui, quando tempo fa era solita rannicchiarsi e a tacere davanti a quel bastardo di marito che si ritrovava. Se non l'avesse visto con i propri occhi, Merle non l'avrebbe mai creduto possibile.

Carol non aveva ancora finito. ''Daryl è un uomo fino a quando sarà l'uomo che tu approverai. Se osa uscire dagli ideali del tipo di uomo ''approvato da Merle'',allora beh, ci sarà l'inferno da pagare.Non è vero?''

''Pensi di conoscere mio fratello?'' la derise lui. ''Tu non sai un cazzo di quello che è capace di fare. Pensi che si sia trasformato in una specie di santo che ti porterà felicemente al per sempre felici e contenti? Diavolo, donna, scommetto che non ti ha mai detto che cosa avevamo intenzione di fare veramente quando ci siamo uniti a tutti voi laggiù in quella cava,vero?''

''Vuoi dire il fatto che avevate intenzione di derubarci?'' disse lei facilmente.

Merle la guardò con scetticismo. ''Te l'ha detto Daryl?''. Non riusciva a crederci.

''Accidenti'' disse Carol beffardamente. ''Pensiamo a questo. Due stronzi villani decidono di unirsi a un gruppo di famiglie con bambini quando chiaramente sarebbero stati in grado di sopravvivere anche da soli. Non c'era affatto nulla di cui poter sospettare''

''Allora Daryl non ti ha detto quello che avevamo intenzione di fare?'' Era un punto importante per Merle. Aveva bisogno di sapere quanto fosse profondo l'attaccamento di Daryl con questa donna. Suo fratello non lasciava avvicinare mai nessuno ed era ovvio che fosse già profondamente coinvolto con Carol rispetto a qualsiasi altra donna con cui Merle lo aveva mai visto.

''A dire il vero sei stato tu a farlo''.

Merle sollevò un sopracciglio. ''Io?''

''La notte prima che andaste ad Atlanta. Ti ho sentito parlare con Daryl mentre gli dicevi di aspettare che tu fossi rientrato prima di fare la prima mossa''.

''Ci stavi spiando?'' chiese incredulo

''Stavo tornando dal bagno'' spiegò Carol. ''A quanto pare ho l'abitudine di passare nei momenti meno opportuni.'' Diede un piccolo sorriso. ''Qualcuno mi ha consigliato di iniziare a fischiettare per avvertire le persone del mio arrivo''

''E non l'hai mai detto a nessuno?'' chiese Merle scettico.

''Non c'era alcun motivo dopo che tu te ne sei andato,pensavo di avvertire Shane, ma quando non sei tornato indietro e poi siamo stati attaccati..-'' Carol si spense. ''Beh, sembrava che tutto potesse essere messo in discussione da allora''

''A parte il fatto che le persone con cui stavi avrebbero voluto conoscere il tipo di uomo con cui stavano insieme quando avete trascinato i vostri culi al CDC''.

Lo sguardo di Carol era indifferente. ''La gente scoprì che tipo di uomo era Daryl abbastanza presto. Non avevano bisogno che dicessi niente''.

''Mi chiedo se sarebbero tutti d'accordo con te'' disse Merle freddamente. ''Hai tenuto un sacco di cose per te stessa''

''Eravamo tutti diversi allora'' , disse Carol con calma, senza sembrare turbata dalla vaga minaccia nelle parole di Merle. ''E siamo tutti cambiati così tanto''. Lo guardò intensamente. ''Tutti tranne te, naturalmente. Sei rimasto sempre lo stesso''.

''Come puoi pretendere di sapere se io sia cambiato o meno'', la derise. ''Tu non sai un cazzo di me''.

Carol sorrise mestamente mentre tornava a occuparsi del motore. ''Ti conosco, Merle. Ti ho conosciuto dal momento in cui ho posato per la prima volta i miei occhi su di te''. Una risata secca, e priva di allegria passò per le sue labbra. ''Siamo stati sposati per 14 anni''.

''Stai perdendo la testa?'' chiese Merle infastidito. ''Noi non siamo mai stati sposati''. Uno sguardo sornione attraversò i suoi lineamenti mentre riconsiderava la sua affermazione da un diverso punto di vista. ''Anche se, se stessi cercando qualche tipo di diritto coniugale da parte mia, io non ti direi di no. Puoi avere alle spalle parecchi km, ma il tuo culo mi sembra ancora bello in forma. Ho visto di peggio''.

''Intimidazione sessuale'', rifletté. ''Stai davvero togliendo fuori dal sacco tutti i tuoi trucchetti, non è vero, Merle''. Un sorriso complice curvò le labbra di Carol. ''Se ti avessi conosciuto un pochino meglio, avrei potuto affermare di essere riuscita a stupirti ''.

''Meno male che non ne sai di più'' ribatté lui

''E' meglio così'', disse compostamente.

Merle cercò di ridimensionare la donna di fronte a lui. ''Allora, è così che andranno le cose,signorina?'' lui la sfidò. ''Tra noi sarà una battaglia di ingegni?''

''Spero di no'' , disse Carol semplicemente. ''Odio combattere contro un uomo disarmato''. Il suo sguardo si spostò al suo moncherino. ''O con un uomo monco se è per questo''.

''Quella tua boccuccia intelligente un giorno ti farà cacciare nei guai,donna'' la avvertì Merle, anche se stava ancora godendo del loro scambio di battute.

Carol lo guardò dritto negli occhi. ''Ho guadagnato questa bocca intelligente, Merle, insieme alle mie opinioni. Le ho guadagnate con il sangue,la sofferenza e con la perdita e che io sia dannata se mai dovessi scusarmi con te o con chiunque altro per queste''. Il suo sguardo era risoluto. ''Tuo fratello è un uomo buono, con un buon cuore. Puoi scegliere di apprezzare questo fatto di lui o puoi scegliere di trascinarlo giù al tuo livello. Continui a ripetere a tutti noi che nessuno più di te ha a cuore gli interessi di Daryl. Bene, chiedi a te stesso,Merle, cos'è che renderebbe Daryl felice?''

Le labbra di Merle si strinsero. ''Pensi che il legame che avete con Daryl sia più forte del nostro? E' questo che vuoi che io ammetta?''

''Vedi, è questa la grande differenza tra me e te, Merle. Io non ho nessuna pretesa su Daryl. Voglio che lui sia l'uomo che sceglierà di essere''

''E se quell'uomo scegliesse di stare con me?'' ribatté Merle contro di lei. Sorrise. ''Oh aspetta, non pensi che sia possibile,vero? Pensi che questo nuovo Daryl preferirà te a me,senza darmi una mezza possibilità''.

''Direi che questo è quello di cui hai paura tu, non io'' disse Carol, senza perdere un colpo. ''Altrimenti perché mai saresti venuto qui, per cercare di scoprire quale potrebbe essere il mio punto debole''

Merle si appoggiò al muro e fissò Carol di rimando.

''Noi non dobbiamo per forza essere nemici in tutto questo'' lo ammonì Carol. ''Io non voglio questo e non lo vuole nemmeno Daryl. Spetta tutto a te, Merle. Puoi accettare che ci siano più persone all'interno della vita di Daryl, che si prendono cura di lui oltre a te,oppure..-''

''Oppure?''

''Oppure puoi continuare a non accettarlo e rendere la vita di tutti un inferno''. Lei lo guardò intensamente. ''Potresti fare davvero parte di questo gruppo, se lo volessi veramente''.

''Quelle persone non mi accetteranno mai'' , disse sprezzante.

''Potrebbero provarci invece, se tu smettessi di creare casini riguardo a qualsiasi cosa e di comportarti come se fossi il capo branco'', replicò lei.

''Pensi che sia quello che sto facendo?'' chiese freddamente.

''Mi vuoi dire che non è così?''

''Beh, spara, sembra che tu abbia capito tutto di me, signorina''. Merle mantenne la sua espressione accuratamente neutra. '' Credo di capire quello che mi stai dicendo. Mi hai dato un sacco di cose a cui pensare, questo è certo''.

''Lo spero..'' disse Carol con calma, anche se non sembrava del tutto convinta. ''Per il bene di Daryl''.

''Sei innamorata di lui, non è vero?''

Carol sbatté le palpebre e fu la prima volta in cui Merle riuscì a ottenere un qualsiasi tipo di reazione da lei con uno dei suoi commenti. Ma si riprese in fretta. ''Certo che mi piace Daryl, piace a tutti noi''.

Merle sapeva che Carol aveva capito che non era quello il tipo di amore al quale si stava riferendo e lo sapevano entrambi. La sua rapida deviazione disse a Merle che finalmente aveva trovato un punto debole nell'armatura di Carol. L'unica domanda ora era che cosa ne avrebbe fatto di questo?

Merle aveva già in mente un paio di idee  . . .









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Capitolo 22
*** Capitolo 23 ***


echoes capitolo 23 Capitolo 23




Daryl indicò il terreno davanti a loro. '' Guarda, riesci a vedere quell'impronta?''

Carl si accovacciò accanto al parziale rimasuglio dell'impronta della scarpa di un uomo in una zona fangosa. '' Si ''.

''Che cosa riesci a dirmi al riguardo?''

Carl inclinò la testa e guardò con attenzione. ''Sembra che manchi una parte del tacco della scarpa''.

Daryl era in piedi accanto a lui. ''Quella è l'impronta di Merle. Ha perso un pezzo del tacco dalla scarpa destra. Dovresti riuscire a seguire le sue tracce facilmente, portaci fino a dove siamo andati ieri''. Daryl sollevò lo sguardo e si osservò intorno nella boscaglia. ''Ma tieni gli occhi aperti, alcune mandrie sono passate da qui proprio ieri. Quei bastardi si stanno spostando nuovamente''.

''Dove pensi che credano di star andando?'' chiese Carl curiosamente mentre teneva gli occhi incollati a terra, alla ricerca della successiva impronta di Merle.

''Quelle cose non pensano'' , replicò Daryl, camminando accanto a Carl mentre il ragazzo ripercorreva lentamente a ritroso la loro strada attraverso il bosco.

''Ma si riuniscono in branchi'' sostenne Carl, ancora intento a ispezionare il terreno di fronte a lui. ''Devono avere un qualche tipo di pensiero. Ricordo che la signorina Daley ci parlò dei batteri durante una lezione di scienze, di come, anche se non erano dotati di un cervello, riuscivano a comunicare tra di loro e organizzarsi per fare la stessa cosa nello stesso momento, come riuscire a opporre resistenza ad alcuni antibiotici''.

Daryl gli lanciò un occhiata per quella manciata di informazioni sorprendenti. Diavolo, non era una sorpresa che si trovassero nel bel mezzo di un'Apocalisse zombie se qualcosa di così piccolo e in così grande superiorità numerica potesse essere così intelligente. ''Immagino che sia solo una sorta di istinto, allora''.

''Lo credo anche io'', disse Carl pensieroso.

Daryl osservò Carl seguire le tracce di Merle, impressionato da quanto velocemente il ragazzino stesse migliorando a vista d'occhio. '' E' stato divertente ricordare questa cosa riguardo alla scuola'' , commentò pigramente. Daryl non aveva molti ricordi della sua, anche se gli era piaciuto tanto andarci. Qualsiasi cosa che gli permettesse di uscire fuori da quella casa andava bene per lui.

''Mi piaceva la signorina Daley, era carina''. Carl lanciò un'occhiata furtiva a Daryl che stava guardando nel bosco ora, prestando ascolto per gli zombie. ''Sai chi altro penso che sia carina?''.

Daryl emise un grugnito distratto in risposta, socchiudendo gli occhi mentre scrutava tra la fitta vegetazione. Pensava di aver sentito qualcosa e la sua mano si mosse verso la sua balestra. Uno scoiattolo corse fuori da un gruppo di cespugli più avanti, diede loro un'occhiata poi volto la coda in un guizzo e corse al riparo nel sottobosco. Daryl si rilassò, lasciando scivolare la presa sulla balestra.

''Carol''.

Daryl si girò bruscamente verso Carl. ''Che cosa?''.

''Penso che Carol sia molto carina'', ripeté Carl, guardandolo intensamente. ''Non credi?''.

Daryl non capiva il perché Carl improvvisamente gli stesse domandando che cosa ne pensava di Carol. ''Pensavo che ci stessimo occupando delle impronte'', disse in tono burbero, ''e non di chiacchierare del niente''.

''Allora non pensi che Carol sia carina?'' Carl continuò a forzarlo per avere una risposta

Daryl scosse nervosamente le spalle. ''Io non ci penso''. Non era esattamente una bugia. Carol era più di una semplice bellezza esteriore per lui. Era una marea confusa di pensieri e sentimenti che illuminava tutto quello che toccava quando Daryl posava il suo sguardo su di lei.

''Voglio dire, so che lei ha i capelli molto corti e tutto quanto, ma ciò non significa che questo possa renderla meno bella'', continuò Carl rapidamente.

Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa c'entrano i suoi capelli con tutto questo?''

''So che alcuni ragazzi preferiscono i capelli lunghi, ma Carol ha degli occhi veramente belli e un bellissimo sorriso''.

Daryl lo fissò, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare.

''Lei ti piace, non è vero?'' chiese Carl esitante.

Il cipiglio di Daryl si fece più accentuato. I suoi sentimenti erano così ovvi che perfino un ragazzino era riuscito a comprenderli? Visto che lui stesso stava ancora cercando di capire che cosa fossero questi sentimenti e che cosa farne, era snervante pensare che tutti potessero già essersi resi conto della loro profondità. I suoi sentimenti per Carol erano privati e per il modo in cui tutti quanti erano costretti a vivere ora, la privacy stava diventando una merce rara. ''Vuoi continuare a fare questa cosa oppure no?''

''E' solo che è ovvio che anche Carol pensa che tu sia speciale'', continuò Carl, stranamente implacabile per non si sa quale motivo.

Daryl non voleva parlarne, ma non riuscì a trattenersi. '' Te lo ha detto lei?''. I suoi nervi si tesero, non sicuro della risposta che volesse sentire da Carl. Tutto quello che Daryl sapeva era che gli piaceva l'idea che Carol pensasse che lui fosse speciale.

''Non ce n'è bisogno'', disse Carl allegramente. ''Sai benissimo che tiene a te più di chiunque altro''.

Daryl spostò il suo peso da un piede all'altro. ''Carol tiene a tutto il gruppo, anche a quel coglione con la merda al posto del cervello''.

''Si, ma a te in particolar modo''. Carl lo stava fissando intensamente. ''E' lei la persona a cui tieni di più?''.

Daryl stava ancora cercando di capire come chiedere indirettamente a Carl come faceva a sapere che Carol avesse una preferenza verso di lui senza averglielo domandato prima, quando l'adolescente lo stupì con quest'ultima domanda. ''Io..ah..-'', Daryl si schiarì la gola. ''Carol è apposto, mi piace''.

''Dovresti dirglielo'', lo incitò Carl.

''Dirle che cosa?'' chiese Daryl, sentendo un brivido di paura al pensiero di dover articolare qualsiasi tipo di sentimento profondo. In passato non gli era mai andata bene.

''Dirle che la ami''.

Daryl sbatté le palpebre e fu pervaso dal terrore a quell'idea. Non aveva mai detto a nessuno quelle parole, non una volta in tutta la sua vita, neanche a Merle. ''Perché dovrei farlo?''.

Carl sembrò scegliere con cura le sue successive parole. ''Perché se questa è la verità, dovresti farlo, dovresti fare in modo che lei lo sappia e che lo sappiano tutti, così se qualcun'altro dovesse poi dirle la stessa cosa, tu lo avresti già fatto per primo e sarà quello ad avere importanza e tutti sapranno qual'è il loro posto. Nessuno potrà fare confusione in questo modo''.

Nonostante la spiegazione di Carl probabilmente intendesse fare l'esatto contrario, Daryl ormai era totalmente confuso. Non era affatto sicuro di quello che il ragazzo avesse tentato di dirgli con quella frase contorta. Gli sembrava che Carl stesse cercando di avvertirlo del fatto che qualcun altro avesse messo gli occhi su Carol, e che lui doveva darsi una mossa. La mano di Daryl si strinse in un pugno quando le osservazioni di Merle riguardo al fatto che Rick stesse cercando una madre per i suoi figli gli tornarono alla mente. Sapeva che Carol e Rick andavano d'accordo, ma non aveva mai pensato che ci potesse essere qualcosa di più. Forse Merle aveva davvero ragione e Rick stava cercando di riempire lo spazio vuoto che Lori aveva lasciato nella sua vita con Carol, e dopotutto per Carol forse non era una cattiva idea. D'altronde, Rick era il tipo di uomo per cui le donne erano solite perdere la testa. Era un cittadino onesto che cercava sempre di fare la cosa giusta e che aveva dimostrato più volte di essere un buon padre e un buon marito. Quale donna lo avrebbe rifiutato? E che cosa era lui al confronto? Un coglione emotivamente compromesso che non aveva mai avuto una donna da poter chiamare sua. Che cosa avrebbe potuto offrire esattamente a Carol, se anche avesse deciso che era questo quello che voleva fare? La mascella di Daryl si indurì e una fitta sempre più familiare di gelosia lo pervase. Naturalmente Carol avrebbe finito con l'innamorarsi di Rick, era solo una questione di tempo, se già non era troppo tardi. Il pensiero fece venire voglia a Daryl di andare a cercare Rick e dargli un pugno in faccia. I suoi occhi si strinsero, mentre nella sua mente figurava proprio questa scena, anche se mentre lo faceva si rese conto di essere un completo idiota.

''Daryl?..''. La voce preoccupata di Carl lo riportò al presente.

Si concentrò sul ragazzo. ''Che c'è?'' chiese bruscamente.

''Hai un espressione buffissima'', disse Carl con cautela. ''Ti senti bene?''

''Perché non dovrei?'' chiese astioso

Carl si strinse nelle spalle. ''Non lo so''. Esitò brevemente. ''Non volevo farti arrabbiare. Volevo solo parlare, niente di più''

Daryl guardò Carl, la sua espressione illeggibile. Sapeva che a Carl piaceva Carol ma riusciva a capire perché il ragazzo non fosse molto entusiasta all'idea che qualcuno prendesse il posto nel letto di sua madre, visto che si era a malapena raffreddato. Era passato poco più di un mese dalla morte di Lori e Carl ovviamente si stava ancora riprendendo dalla sua morte e dal lutto. La morte di Lori era stata un inferno da superare per il bambino  e Daryl riusciva a capire perché fosse protettivo nei confronti di suo padre e della loro piccola famiglia. Daryl sapeva di dover prendere una decisione circa i suoi sentimenti per Carol e se avesse avuto intenzione di agire o meno per quanto li riguardava. Il problema era che tutto sembrava metterlo sotto pressione. Con tutte queste scadenze, anche se solo metaforicamente, era difficile non sentirsi come se stesse per soffocare. Doveva fare qualcosa riguardo a Carol, doveva fare qualcosa riguardo a Merle e il modo in cui tutti questi nodi stavano venendo al pettine fece sentire Daryl come se non riuscisse più a respirare. Non voleva perdere nessuno dei due, ma temeva che non facendo nulla, avrebbe ottenuto esattamente l'opposto. Ma allora, se avesse preso una decisione e si fosse rivelata quella sbagliata, Daryl avrebbe potuto perderli comunque. Improvvisamente, ebbe un moto di comprensione e simpatia per la claustrofobia di Carol.

''Daryl, posso farti una domanda?''

Il primo istinto di Daryl fu quello di urlare ''NO!'' in faccia a Carl. Il ragazzo stava toccando dei tasti troppo sensibili con le sue domande e Daryl non era pronto per questo. Invece, rispose con un grugnito vago.

Il volto del giovane Carl divenne improvvisamente serio. ''Pe-pensi che mio padre mi odi?'' chiese timidamente.

Daryl si ritrasse un po scioccato e poi colpì Carl di riflesso sulla parte posteriore della testa, facendogli cadere il cappello.

''Perché lo hai fatto?'' brontolò Carl mentre si chinava per recuperare il suo amato cappello.

''Non sei stupido'', dichiarò breve, ''quindi smettila di fare domande stupide, ragazzino. Certo che tuo padre ti vuole bene''.

Carl sembrava ancora turbato. ''A volte ha uno strano modo di dimostrarlo'', disse insicuro

La risposta di Daryl fu tagliente. ''Ti ha mai picchiato fino a farti svenire o spento delle sigarette addosso?''

''N-no..'', disse Carl esitante.

''Allora non hai un cazzo di cui lamentarti'', disse Daryl sonoramente. ''Sta cercando di fare del suo meglio ed è molto di più di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi altro padre la fuori. E' un brav'uomo, un uomo d'onore''. Che sarebbe anche il motivo per cui una donna potrebbe tranquillamente innamorarsi di lui, pensò infelice. Ed era per questo che Carol stava già iniziando a interessarsi a lui, senza rendersene conto. O forse lei se ne rendeva conto e semplicemente non sapeva come dirglielo. La voglia di prendere a pugni qualcosa ritornò prepotente.

''Ma forse è proprio per questo che non gli piaccio più'', disse Carl. La sua voce suonò così disperata che Daryl iniziò a guardarlo seriamente preoccupato. Carl evitò il suo sguardo. ''Nessuna brava persona farebbe mai quello che io ho fatto alla mamma, nessuna''.

Daryl aggrottò la fronte. ''Hai salvato tua madre nell'unico modo possibile che ti era rimasto. Lei voleva che tu ti prendessi cura di tua sorella ed è quello che hai fatto. Tuo padre sa il perché hai fatto quello che hai fatto e devi capire che per lui questo è un grande peso''.

Carl sembrò combattere per trattenere le lacrime. ''Lo è?'' chiese con aria abbattuta.

Daryl emise un suono impaziente, più rivolto a se stesso che a Carl. ''Non era questo quello che intendevo dire. Volevo dire che Rick non voleva che fossi tu a doverlo fare. Voleva proteggerti, avrebbe voluto occuparsi personalmente di fare quello che andava fatto. Qualsiasi sciocco riuscirebbe a vederlo. Se ha dei problemi ad ammetterlo faccia a faccia con te, devi sapere che è solamente perché si sente in colpa e non perché è arrabbiato''.

Carl sembrò riflettere riguardo alle parole di Daryl. ''Tu-tu pensi davvero che sia così?''

''Sono certo che sia così'', dichiarò Daryl seccamente. ''Perché mai dovresti pensare il contrario?''

Carl scrollò le spalle. ''Non lo so. Merle diceva che-''

''Merle?'' , Daryl lo interruppe bruscamente. ''Che cosa ti ha detto Merle?''

Carl fece una smorfia. ''Niente in realtà. Solo che magari quando mio padre mi guardava riusciva a pensare solo a quello che avevo fatto e forse era per questo che si comportava in modo strano con me''.

La mascella di Daryl si indurì nel sentire che Merle aveva messo quella pulce nell'orecchio di Carl. Non ne era sorpreso, era solo l'ennesimo segno che tutta questa faccenda non si sarebbe mai conclusa come Daryl aveva tanto sperato. Merle stava causando dei guai, proprio come aveva sempre fatto con le persone con le quali Daryl cercava di stringere un'amicizia. Questa volta, però, la posta in gioco era troppo altra per continuare ad ignorarlo. ''Com'è che si sta comportando tuo padre?''

''Non lo so, come se non sopportasse l'idea di starmi vicino. Come se tutte le volte facessi qualcosa di sbagliato''.

''Tuo padre ha un sacco di cose per la testa. Ma questo non significa che tu non sia la cosa più importante per lui. Tu e Judith''. Daryl scosse la testa guardandolo. ''E adesso, smettila di comportarti da idiota e di ascoltare Merle e vai a parlarne direttamente con lui''. Daryl non poté fare a meno di pensare che questo era proprio un buon consiglio, anche per se stesso. Solo che dare dei consigli sembrava molto più facile rispetto al seguirli.

''Credo che tu abbia ragione'', dichiarò Carl con riluttanza.

Improvvisamente Daryl si irrigidì e si volto quando udì un rumore.

''Che c'è?''

Daryl si portò un dito alle labbra per far segno a Carl di tacere mentre il ragazzo si affrettò a impugnare la sua arma. Il suono di passi pesanti non troppo lontano fece concentrare Daryl nella loro direzione e poi voltandosi bruscamente nella direzione opposta suggerì silenziosamente a Carl che era tempo di andare via. Era difficile riuscire a stabilire quanti zombie stavano per incrociare la loro strada, ma era sicuramente più di uno e Daryl non aveva intenzione di essere colto di sorpresa, esposti a quel modo. I due si voltarono rapidamente e iniziarono a correre in direzione del carcere, costeggiando la riva del torrente che avevano seguito attraverso il bosco. Dopo pochi minuti, Daryl si fermò in modo da poter ascoltare il rumore degli zombie dietro di loro. Inclinò la testa per ascoltare attentamente proprio mentre uno apparve improvvisamente davanti a loro. Carl puntò la pistola con il silenziatore, ma prima che potesse riuscire a sparare,un altro zombie sbucò fuori da dietro un albero e lo afferrò alle spalle,sollevandolo letteralmente da terra.

Daryl si lanciò contro il vagante, con il coltello in mano, e guidò la lama in profondità dentro il cranio dell'uomo. Lo zombie si rilassò,lasciando andare la presa su Carl e ricadendo di peso sopra Daryl. I due furono scaraventati all'indietro,lungo il breve ma scosceso argine del torrente. Daryl perse la presa sulla balestra lungo il processo. Atterrò di schiena nelle acque poco profonde,le rocce nel letto del fiume trafissero la sua schiena mentre il cadavere inanimato atterrava sopra di lui, con tutto il suo peso morto. Mentre Daryl scompariva oltre il bordo, ebbe una fugace visione della zombie rimasto avventarsi su Carl. Daryl si ritrovò a lottare per liberarsi da sotto il corpo ora immobile dello zombie, ferendosi sempre più profondamente lungo tutta la schiena nella fretta di andare ad aiutare Carl. Registrò a malapena il dolore mentre riuscì finalmente a levarselo di dosso e rimettersi in piedi. Daryl si arrampicò velocemente lungo l'argine appena in tempo per vedere Carl sbarazzarsi con una calma efficiente dell'altra minaccia.

Guardò Daryl. ''Stai bene?'' chiese Carl a voce bassa mentre guardava nella direzione dalla quale erano appena arrivati,consapevole del fatto degli altri zombie che ancora stavano con il fiato sul loro collo. Tornò a guardare Daryl. ''La tua schiena, stai sanguinando..''

Daryl torse il collo per guardarsi da sopra la spalla e vide che la sua camicia era inzuppata sia di acqua corrente che di sangue rosso vivo. Colava lungo la sua schiena e si raccoglieva in una pozza attorno ai suoi piedi. Sapevano entrambi che cosa significava. Daryl era appena diventato un grosso cartello con la scritta ''Venite a prendermi''' per qualsiasi zombie nel raggio di un quarto di miglio. ''Torna alla prigione'', disse con urgenza. ''Corri, non ti voltare indietro. La strada dovrebbe essere libera''.

''E tu che cosa farai?'' chiese Carl in agitazione

Daryl si chinò per afferrare la balestra. ''Prenderò la strada panoramica, li condurrò lontano. Mi verranno dietro, questo dovrebbe servire a darti un breve vantaggio''.

''Non ne ho bisogno'' disse Carl ostinatamente. ''Possiamo stare insieme''.

''Mi rallenteresti e basta'' dichiarò Daryl, sapendo che doveva agire con crudeltà per poter essere gentile con lui. ''Ora inizia a muovere quelle gambette corte. Ci vediamo a breve di nuovo alla prigione''. Spinse Carl con un colpo della sua balestra. ''Muoviti'', disse severamente.

Carl fece una faccia riluttante, ma non aveva il tempo di discutere. Daryl osservò il ragazzo girarsi e iniziare a correre più veloce che poteva verso la prigione. Aspettò che Carl scomparisse dalla sua vista e riuscì a sentire gli zombie corrergli incontro, prima di scattare a sua volta in una corsa disperata. Daryl si diresse verso la parte sinistra, conducendoli lontano dal sentiero che aveva preso Carl e adesso si stava portando dietro un bel branco numeroso. L'adrenalina pompava nelle sue vene ma la sua testa rimase calma e concentrata. Riuscivi finalmente a capire che la tua vita era un disastro quando correre dagli zombie per aver salva la vita si rivelava essere comunque un sollievo in confronto agli altri problemi della tua vita, decise cupamente.

Che ironia del cazzo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 24 ***


echoes capitolo 24 Capitolo 24




Glenn appoggiò la schiena contro il bus ribaltato posizionato al limitare del cortile della prigione e lanciò un'occhiata annoiata verso il bosco che circondava la prigione alla sua sinistra. Si era offerto spesso volontario per fare più turni di guardia perché questo significava poter stare da solo. L'ultima cosa che voleva in questi giorni era avere attorno Merle e ultimamente, ogni qualvolta stava insieme a Maggie, sembrava che riuscissero soltanto a litigare. Gli angoli della bocca di Glenn si piegarono verso il basso mentre ripensava alla sua recente conversazione con Maggie. Perché non riusciva a vedere quanto Merle fosse pericoloso? Perché lui sembrava l'unica persona a voler fermare l'inevitabile bagno di sangue che stava per travolgerli? Glenn sapeva che Merle non aveva nessuna intenzione di perdonare e di dimenticare niente di tutto quello che era successo mentre tutti gli altri fingevano che questa potesse essere una possibilità. Era come se tutti quanti fossero impazziti tranne lui, come in uno di quei film horror dove le persone venivano telecomandate dagli alieni. Tutti sembravano normali, quando invece erano sotto il controllo di qualche strana entità. Questo era il modo in cui lui vedeva Merle, come una specie di parassita che stava cercando di distruggerli dall'interno. Il problema era che lui era l'unico che la stava prendendo seriamente.

Glenn non poté fare a meno di chiedersi chi sarebbe stato costretto a morire prima che qualcuno prendesse seriamente la faccenda di Merle. La sua mano si strinse attorno al suo fucile. Sapeva che non sarebbe stata Maggie. Sarebbe morto felicemente per poter fare in modo che questo non accadesse mai, ma sarebbe stato ancora più felice se la parte del morto fosse toccata a Merle.Un movimento veloce al limite del suo campo visivo lo fece balzare fuori dalle sue oscure riflessioni come Carl esplose all'esterno della linea degli alberi, correndo a tutta velocità. Glenn reagì d'istinto, corse ad aprire prima il cancello interno e poi quello esterno, in modo da permettere a Carl di poter entrare subito. Una mandria di zombie barcollò fuori dalla protezione che il bosco aveva offerto loro proprio mentre Glenn richiudeva rapidamente il cancello dietro un Carl ansimante. ''Che è successo?'' chiese con urgenza e poi si ricordò che Daryl doveva essere insieme a lui. ''Dov'è Daryl?''

Carl se ne stava rannicchiato con le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato. ''Siamo-siamo stati circondati da tutti quegli zombie'', ansimò. Carl si raddrizzò, la faccia rossa per la fatica. ''Erano ovunque. Daryl si è ferito e ha voluto che ci separassimo. Mi ha detto di tornare subito indietro qui alla prigione mentre lui si occupava di quei vaganti''.

Glenn guardò nervosamente verso il limitare del bosco. ''Che tipo di ferite aveva?''

''Solo sulla schiena, aveva diversi tagli e stava sanguinando'', dichiarò Carl infelice. ''Mi ha detto che stava bene, che sarebbe stato subito dietro di me''. Guardò nuovamente verso il bosco con ansia. ''Non ci saremo dovuti separare''.

''Se Daryl ha voluto che vi separaste, era questa la cosa giusta da fare'', disse Glenn con fermezza, ''Lui sa quello che sta facendo''.

Carl si avvicinò alla recinzione e fece scivolare le dita attorno alla barriera metallica, scrutando la linea degli alberi. ''Daryl riesce a correre molto più velocemente di me'', disse nervosamente. ''Non dovrebbe essere molto lontano ormai''.

''Lo aspetteremo qui'', disse Glenn, mettendo molta più fiducia rispetto a quanta ne avesse davvero in quell'ultima affermazione. Bastava un solo passo falso, una piccola caduta e quei bastardi sarebbero saltati addosso a Daryl, ma non c'era alcun motivo di dire niente. Carl conosceva bene la realtà in cui stavano vivendo meglio di qualsiasi altra persona. Tutto quello che potevano fare era aspettare e sperare che la fortuna di Daryl durasse. Passarono solo pochi minuti e Glenn stava cominciando a diventare sempre più agitato. ''Forse dovresti andare ad avvisare tuo padre'' suggerì a Carl. ''Solo per fargli sapere quello che sta succedendo''. Non c'era dubbio che se Daryl non si fosse presentato presto sarebbero andati a cercarlo e Glenn voleva essere pronto.

''Cosa sta succedendo?''

Preso com'era a guardare fuori dalla recinzione, nessuno di loro aveva notato Oscar avvicinarsi alle loro spalle.

Glenn si girò per rivolgersi a lui. ''Daryl è fuori nel bosco,ferito''.

''Andiamo a cercarlo?'' chiese Oscar senza esitazione.

Glenn sorrise alla dimostrazione della volontà dell'uomo di volersi prendere cura del gruppo. Era stata una fortuna trovare quell'uomo grosso e forte in mezzo a tutti quegli altri uomini con intenzioni nobili molto scarse. ''Abbiamo deciso di concedergli ancora qualche altro minuto e vedere se riesce a tornare da solo, ma puoi farmi un favore''.

Oscar annuì, senza nemmeno aspettare di sapere quale sarebbe stato quel favore. ''Certo''.

''Oggi dovevo fare un doppio turno di guardia'', spiegò Glenn. ''Dovrei essere al recinto sud in questo momento, per sostituire Axel. Ti dispiace prendere il mio posto?''.

''Sei sicuro di non volere che venga là fuori insieme a voi a cercare Daryl?''

''Noi conosciamo meglio questi boschi'', rispose Glenn. ''Sarà più facile andare per Rick e per me''.

''Posso venire'', disse Carl rapidamente.

''Non credo che tuo padre te lo permetterà'', commentò Oscar. Guardò Glenn. ''Ma posso comunque prendere il tuo turno. Chiamami non appena avrai bisogno di me''.

''Grazie, Oscar'', disse Glenn con gratitudine. ''Non appena Daryl salterà fuori, verrò a sostituirti''.

''Non c'è alcun bisogno'', disse Oscar con quel particolare tono basso e calmo della sua voce. ''Avresti bisogno di farti una bella dormita ogni tanto''.

Sembrava che l'improvvisa predilezione di Glenn per i turni di guardia non fosse passata inosservata, dopotutto. ''Grazie'', disse Glenn, ''lo apprezzo''.

Oscar annuì di nuovo. ''Sicuro. Fammi sapere quando Daryl torna''.

''Lo farò'', disse Glenn e sperò che non ci fosse da attendere tanto prima di poter avere quella conversazione.




ooooOOOOOoooo



Carol strizzò pigramente la camicia che aveva tra le mani e l'aggiunse al mucchio di bucato pulito che stava per appendere fuori in cortile. La sua giornata era iniziata molto presto con Judith. Beth si era presa cura della bambina per tutta la notte e Carol voleva che la ragazza recuperasse un po di sonno. Rick era stato fuori di guardia tutta la notte, quindi ora toccava a lei prendersi cura della piccola e sistemarla, e già allora, era il momento che la nuova giornata avesse inizio. Non le importava, però,  era bello avere un lavoro semplice come questo che la teneva occupata e le impediva di pensare. Dopo la conversazione avuta con Merle, Carol era più preoccupata che mai per Daryl. Era ovvio per lei che Merle non avrebbe mai messo da parte la sua necessità  di essere l'unica famiglia che Daryl avesse il permesso di avere. Probabilmente ''non avrebbe mai'' non era la cosa più giusta da dire, rifletté, sarebbe stato meglio dire ''non potrebbe mai permetterlo''. A Carol sembrava che Merle avesse trascorso tutta la sua vita cercando di capire le persone per poter utilizzare le loro debolezze contro di loro, piuttosto che per capirne veramente i problemi. Carol non aveva dubbi che questo fosse il modo in cui Merle aveva cercato di affrontare gli abusi che aveva indubbiamente sofferto crescendo nella stessa atmosfera domestica di Daryl, con un padre violento e una madre negligente. Aveva senso per lei, perché Merle era il più grande e doveva essere il più forte, il leader era l'identità che aveva conferito a se stesso. Daryl, nel frattempo, aveva assunto l'atteggiamento del fratello, seguendo i suoi passi,  seguendo il suo esempio per guadagnare la sua approvazione.

Ma la loro separazione forzata aveva causato una pausa nel loro rapporto e un sacco di cose erano cambiate per Daryl.

Essendo diventato parte del gruppo, ora era qualcosa di più del semplice fratellino di Merle. E questo era un qualcosa che Merle non stava gestendo bene perché, mentre Daryl aveva guadagnato qualcosa in più per il suo senso di identità, diventando una parte di vitale importanza per il gruppo, Merle aveva perso qualcosa senza più la cieca devozione di Daryl. Carol capiva la disperazione di Merle di voler reclamare tale identità, ma capì anche che in ultima analisi, Daryl non sarebbe stato in grado di tornare al modo in cui le cose erano state prima con Merle. Sospettava che Merle lo sapesse già, ma non era il tipo di persona che rinunciava a qualcosa che considerava come sua senza prima aver combattuto. Merle con tutti i suoi trucchi e la sua astuzia, aveva un repertorio limitato che Carol stava scoprendo. Il fratello di Daryl era come un uomo che stava cercando di comunicare con qualcuno che parlava solo il francese e sceglieva apposta di parlare in inglese, chiaramente e con lentezza, come se questo potesse servire a qualcosa. Merle avrebbe usato tutti i suoi trucchi e gli avrebbe portati all'ennesima potenza piuttosto che pensare di poter risolvere la cosa in un modo diverso da quello a cui era sempre stato abituato a usare. Carol ora ne era certa più che mai e aveva bisogno di dirlo a Daryl.

Al pensiero di parlare con Daryl, si morse inconsciamente il labbro inferiore, incapace di fare a meno di pensare al loro ultimo incontro nella realtà. Aveva lottato contro il modo in cui l'aveva fatta sentire il trovarsi stretta tra le sue braccia, Carol in realtà non aveva mai smesso di pensare a quello che sarebbe potuto succedere quel giorno con Daryl. Il suo difetto era quello di saper mantenere le sue emozioni sempre sotto controllo e questo non le aveva davvero mai fatto prendere in considerazione la possibilità di domandarsi quello che poteva provare Daryl per lei. Quando aveva lottato per calmare un irritabile Judith  per cercare di farla addormentare quella mattina, tutto questo l'aveva colpita all'improvviso. Il modo in cui Daryl l'aveva stretta, come si era strusciato sul suo collo, in quel momento stava cercando un qualcosa di più dalla loro relazione. Solo che lui non aveva saputo come dirglielo. Quel momento era stata una splendida rivelazione per Carol. Non si era mai concessa il lusso di pensare che Daryl potesse vederla in quel modo.  Conosceva così tanto della sua vulnerabilità, l'aveva vista nei momenti più buii, che difficilmente avrebbe potuto essere definito romantico. Ma poi, realizzò che nessuno di loro stava cercando un qualcosa di romantico. Volevano solo sentirsi entrambi al sicuro e protetti, essere conosciuti e compresi da un'altra persona. Carol non era mai stata così intima con un uomo e sapeva che Daryl non lo era mai stato con un'altra donna. Si trovavano di fronte a una svolta. La loro relazione era diventata così intensamente personale e coinvolgente, che anche avendo lasciato le cose così come stavano avrebbero sempre saputo di avere comunque qualcosa di  profondo e sorprendente da condividere per il resto della loro vita, oppure, potevano scegliere di compiere quell'ultimo passo, quell'ultimo livello di intimità che due persone avrebbero potuto condividere.

Per tutta la mattina, tra un pensiero e l'altro e la preoccupazione per Merle, Carol aveva cercato di decidere se l'innocenza che avrebbero perso nel loro rapporto se avessero introdotto l'intimità fisica tra di loro, ne sarebbe valsa la pena. Quello che avevano era così speciale, così intatto e puro, che il pensiero di metterlo a rischio era snervante per Carol. Non aveva mentito a Daryl quel giorno che gli aveva confessato di non volerlo perdere, che non avrebbe saputo che cosa ne sarebbe stato di lei se fosse successo. Ma alla fine, quando certe sensazioni erano entrate a far parte del gioco, avrebbero finito entrambi con l'essere insoddisfatti se avessero lasciato le cose così come stavano, avrebbero rischiato comunque di perdere tutto?. Carol era alle prese con questa domanda da ore ormai perché sapeva, in ultima analisi, che la decisione sarebbe spettata a lei. Non ci voleva un genio per capire il fatto che Daryl fosse completamente inesperto riguardo a qualsiasi tipo di relazione romantica. Per certi versi era ancora come un bambino, stentato da tutti gli orrori della sua vita, ma intrappolato nel corpo di un uomo. Era lei quella con l'esperienza, così stava a Carol navigare in queste acque improvvisamente in tempesta tra di loro. Sentì il peso di questa responsabilità molto intensamente. Sentiva le farfalle nello stomaco, quasi fosse una ragazzina, al pensiero della prossima volta in cui avrebbe incontrato Daryl sapendo che avrebbe dovuto fare qualcosa per risolvere la questione, in un modo o nell'altro. I suoi pensieri furono interrotti da Maggie che era appena entrata nel cortile dove Carol stava facendo il bucato. Carol sorrise quasi automaticamente alla donna più giovane. ''Ciao''.

''Hey'', disse Maggie, che sembrava molto provata. Il suo sguardo si soffermò sui panni ammucchiati. ''Questa roba sembra non avere mai fine,vero?''

''No, non l'avrà mai'', concordò Carol prontamente. ''Anche se,devo ammettere che non mi importa. E' bello avere ancora qualcosa che ti ricorda la vecchia vita. E' come essere connessi a un qualcosa che sarà sempre familiare''.

Maggie fece un cenno annuendo con la testa. ''Credo di si. Hai bisogno di una mano?''

''Non quanto sembri averne bisogno tu'', commentò Carol leggermente. Le sorrise nuovamente. ''C'è qualcosa che non va?''

Maggie fece una faccia triste. ''E' così evidente?''

''Solo un po''.

Maggie andò a sedersi pesantemente su una scatola capovolta accanto a Carol. ''Si tratta di Glenn. Sono davvero preoccupata per lui. Sta diventando ossessionato da Merle''.

''Merle è in grado di provocare sentimenti molto forti nelle persone'', disse Carol ironicamente.

Il viso di Maggie si tese con preoccupazione. ''L'ho colto di sorpresa mentre teneva Merle nel mirino l'altro giorno. Penso che se non fossi arrivata io gli avrebbe sparato''. Lei scosse la testa. ''Non è lui, non è qualcosa che il vecchio Glenn che conoscevo avrebbe fatto. Ho paura, Carol, ho paura che Glenn stia cambiando e che niente lo possa fermare dal farlo''.

''Le persone non cambiano'', disse Carol con sicurezza, ''cambia solo il loro modo di affrontare le cose. Glenn agisce in questo modo perché ti ama e vuole tenerti al sicuro. Vuole tenere tutti al sicuro. Questo è quello che è sempre stato Glenn, non è cambiato niente''.

''Ma si sta comportando come uno squilibrato, come un pazzo'', si agitò Maggie.

''La gente è in grado di fare cose folli, quando ha paura di perdere qualcosa che ama'', disse Carol con tranquillità. ''Il panico può farti perdere la testa e farti compiere scelte sbagliate''.

''E' sempre così arrabbiato quasi tutto il tempo'', disse Maggie con voce tremante. ''Io non so che cosa fare. Questa non è il Glenn che conosco''.

Carol si rigirò un po sulla sedia in modo da poter osservare meglio Maggie. ''In qualsiasi relazione, qualsiasi relazione importante, ci sono dei cambiamenti. Arriverai a un punto nel quale dovrai capire se questo cambiamento è un qualcosa che il vostro rapporto potrà assorbire per poter crescere ancora di più insieme o se sarà un cambiamento che distruggerà tutto quello che c'è sempre stato. In diverse fasi del rapporto, ci sono i momenti in cui si deve dare e quelli in cui si deve prendere. Bisogna capire se si è disposti a correre il rischio di dare, senza sapere quello che ti verrà chiesto in cambio. E' un atto di fede che potrebbe sia finire male sia rafforzare quello che già avete. Nessun tipo di relazione può rimanere statica per sempre, le dinamiche devono cambiare e si tratta di quanto tu e Glenn abbiate costruito qualcosa di forte abbastanza da superare questo nuovo cambiamento nella vostra relazione. In questo momento, Glenn ha bisogno di sentirsi arrabbiato, sta a te decidere se lasciarglielo fare ed essere presente per quando lui avrà bisogno di te, per quando finalmente ne sarà uscito fuori''.

''E se lui non riuscisse a superarlo?'' chiese Maggie dolorosamente. ''E se si perdesse in questo suo desiderio di vendetta?''

''Ecco dove entra in gioco la fede'', disse Carol semplicemente. ''Glenn sta per rendersi conto che ha bisogno di fare una scelta circa la rabbia che sta provando e dovrà decidere se questa è più importante del vostro rapporto. Devi chiedere a te stessa, credi in lui abbastanza da lasciare che ritrovi la sua strada indipendentemente dalle sue ultime azioni? Quanto credi in lui e in quello che avete costruito?''.

''Io lo amo'', disse Maggie emozionata. ''Non c'è niente che non farei per assicurarmi che Glenn sia felice e al sicuro''.

''Hai un buon istinto, Maggie'' dichiarò Carol incoraggiandola. ''Conosci Glenn, fai quello che credi sia giusto. Penso che la vostra relazione sia forte abbastanza da riuscire a gestire tutte le varie sfaccettature della vostra personalità. Siete entrambi molto giovani, avete un sacco di cambiamenti di fronte a voi. In questo momento devi solo decidere se questi cambiamenti stanno per rendervi ancora più vicini, o se stanno per allontanarvi definitivamente''. Carol diede una risatina e scosse la testa mentre ripensava alle sue ultime parole.

''Che c'è?'' chiese Maggie incuriosita.

Carol fece un sorriso ironico. ''Stavo solo pensando a quanto raramente seguiamo i nostri buoni consigli''. Tutto quello che aveva appena detto a Maggie poteva essere applicato anche a lei e a Daryl. Un rapporto  così duraturo doveva essere forte abbastanza da ampliarsi e assorbire tutte le diverse aspettative e bisogni che entrambe le persone potevano avere nel corso del tempo. Era una sfida, quando questo tipo di crescita entrava in gioco, ma era anche l'unico modo nel quale un rapporto poteva mantenersi vivo. Carol sapeva quello che doveva fare. Doveva solo correre il rischio e vedere dove l'avrebbe portata questo rapporto, per il bene di entrambi. Daryl voleva di più, lei voleva di più e tutto questo aveva bisogno di essere affrontato. Carol raddrizzò le spalle, uno sguardo determinato sul suo viso.

''Sembra che tu sia pronta per affrontare una battaglia'', commentò Maggie, osservandola con diffidenza.

''Ho appena deciso di smettere di scappare da qualcosa'', disse Carol con fermezza. ''Ed è una bellissima sensazione''. Bellissima e spaventosa, ma Carol stava cominciando a rendersi conto che aveva vissuto sempre con così tanta paura nella sua vita che lei in realtà era molto più coraggiosa di quanto non si fosse mai data credito. Senza rendersene conto, Carol aveva imparato a tenere sotto controllo la paura e a continuare ad andare avanti con la sua vita, nonostante tutte le delusioni che aveva sofferto. Aveva detto a Merle che si era guadagnata le sue opinioni e i suoi atteggiamenti e questo era vero, adesso era ora di mettersi alla prova. Non sapeva come Daryl avrebbe reagito a tutto questo, molto probabilmente sarebbe scappato,ma il pensiero ora non disturbava più Carol perché adesso aveva fiducia nella loro relazione e aveva fiducia sul fatto che Daryl sarebbe tornato sempre. Non importava quello che sarebbe successo, avrebbero sempre ritrovato la loro strada l'uno verso l'altro. Fissò nuovamente la sua attenzione su Maggie. ''Sei una donna forte, Maggie e Glenn in questo momento ha bisogno della tua forza. Andrà tutto bene tra voi due, basta non perdere mai di vista la fiducia in quello che siete l'uno per l'altro''.

Un timido sorriso sfiorò le labbra di Maggie. ''Grazie, Carol. Credo che avessi solo bisogno di sentirmelo dire''.

Carol allungò la mano e strinse la sua. ''Penso che ne avessimo bisogno entrambe, strano a dirsi''. Guardò il bucato. ''Liberiamoci di questa roba e andiamo a preparare il pranzo''.

Maggie annuì. ''Certo''.

Le due donne finirono velocemente di stendere i panni e poi si diressero verso il blocco C per iniziare la preparazione del pranzo. Erano arrivate presso la sala più esterna del blocco dove normalmente preparavano i loro pasti quando Carol notò qualcosa sul pavimento. Smise di camminare e si accovacciò per poter osservare meglio quei segni sul pavimento. Era l'impronta della scarpa di un uomo ricoperta di sangue e mentre sollevava rapidamente lo sguardo verso il corridoio,sempre più avanti, si rese conto che c'era un intero percorso dietro quella prima.

''Oh mio Dio'', esclamò Maggie, vedendo a sua volta. Le due donne si scambiarono uno sguardo preoccupato prima di lanciarsi in una corsa, seguendo le impronte insanguinate giù per il corridoio. Giunsero  dritte all'interno del blocco dove solitamente dormivano tutti quanti assieme.

''Che cosa è successo?'' chiese Carol a gran voce quando entrambe fecero irruzione nella stanza. ''Chi è ferito?''. Il suo sguardo scivolò intorno alla stanza, facendo ansiosamente un conteggio mentale. Hershel stava accanto a Carl, vicino a loro stava Glenn.

Maggie si fiondò immediatamente tra le braccia di Glenn. ''Stai bene?'' chiese impaurita.

''Sto bene'', Glenn la rassicurò, stringendola a sua volta. ''Il sangue è quello di Daryl''.

Carol si sentì quasi svenire mentre il suo defluiva dal suo viso. ''Di Daryl?..'' ripeté incerta

''Sta bene, Carol'', disse Hershel rapidamente. ''Si è solo tagliato su alcune rocce. E' tutto apposto''.

Carol si lasciò sfuggire un sospiro che non si era resa conto di aver trattenuto. ''Che cosa è successo?''

''Daryl si è imbattuto in una mandria di zombie'', disse Carl. Fece un suono frustrato. ''Si è ferito cercando di proteggermi''.

''Qualcosa di cui sono sicura che non si sia pentito nemmeno per un momento'', disse Carol senza esitazione.

''Rick è andato fuori a cercarlo'' continuò Hershel.

Carol aggrottò la fronte. ''Ma lui ha detto che Daryl era di nuovo alla prigione''

''Rick è uscito per cercarlo e dieci minuti dopo Daryl è rientrato'', spiegò Hershel

''Volevo uscire per riportare indietro Rick'', disse Glenn.

''Beh, non ha alcun senso'', lo ammonì Hershel dolcemente. ''Continuiamo a mandare gente nel bosco in mezzo a tutti quegli zombie, sembra che siamo alla ricerca di guai. Rick sarà di ritorno molto presto. Non ha senso trasformare tutto questo in un baccano più grande di quanto non lo sia già''.

''E' tutta colpa mia'', disse Carl, il suo giovane volto segnato dalla rabbia.

''Quegli zombie fanno parte della nostra realtà quotidiana ormai'', disse Hershel in disaccordo con lui. ''Nessuno di noi all'interno di questa stanza ha nessuna colpa. Il tuo papà è in grado di prendersi cura di se stesso e tornerà presto per controllare se Daryl ha fatto ritorno alla prigione. Io dico che è meglio se la smettiamo di preoccuparci di qualcosa che non esiste''.

''Dov'è Daryl adesso?'' chiese Carol. Aveva bisogno di vedere personalmente se stava bene.

''E' nei blocchi delle docce, si sta dando una ripulita'', la aggiornò Hershel. ''Mi sono offerto di aiutarlo, ma è stato come cercare di offrire aiuto a un lupo con una zampa incastrata in una trappola. Meglio lasciare che si prenda cura delle sue ferite da solo se non vuoi rischiare di perdere una mano a tua volta''.

Carol strinse le labbra con determinazione. ''Daryl può ringhiare e lamentarsi quanto gli pare, ma sarà comunque costretto ad accettare il mio aiuto''. Detto questo si voltò e corse a cercarlo. Era solo un altro promemoria di quando fosse tenue la speranza di una vita tranquilla in questo mondo post-apocalittico e di come non aveva senso attendere un domani che forse non sarebbe mai arrivato.

E Carol era determinata ad ascoltare quel messaggio, che Daryl fosse pronto o meno . . .

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Capitolo 24
*** Capitolo 25 ***


echoes capitolo 25 Capitolo 25

'' Alcune persone vedono le cicatrici , e ricordano le loro ferite.
Per me sono prova del fatto che si può guarire. "
Linda Hogan



Rick premette la schiena contro la cavità nel tronco dell'albero, cercando di diventare quasi invisibile, mentre una mandria di zombie passava sotto di lui. Allungò un braccio sopra la sua testa, cercando di farsi spazio il più possibile per poter premere di più il suo corpo contro l'albero. Le mandria di vaganti al momento si stava muovendo in gran numero. L'ultima cosa che Rick voleva era attirare l'attenzione su di sé, erano troppi per poter riuscire a combattere contro tutti quanti. La sua ricerca di Daryl era stata infruttuosa e Rick era sulla via del ritorno per vedere se l'uomo era già riuscito a raggiungere la prigione. Almeno lo era, fino a quando le sua strada non si era incrociata con quella di quest'ultimo branco. Rick mantenne la calma non appena scorse quella marea di non morti davanti a lui che si muoveva senza alcuna meta precisa.  Camminavano e basta, come una forza implacabile, l'ultimo barlume di umanità che li spingeva ad andare avanti. C'era un qualcosa in tutto questo che Rick riusciva quasi ad apprezzare. Era lo stesso puro istinto che continuava a mandare avanti lui in questi giorni. Aveva perso così tante cose, eppure, aveva ancora così tanto da perdere. Il potenziale per il dolore e la sofferenza non aveva fine e fermarsi non sembrava essere una valida opzione, perché tutto quel dolore, allora, sarebbe stato in grado di raggiungerlo, afferrarlo e Rick non sapeva se sarebbe stato in grado di sopportare un tale peso. Così, continuava ad andare avanti, proprio come queste anime torturate che lo circondavano, non sapendo verso che cosa si stesse muovendo, sapendo solo che non poteva fermarsi.

Rick chiuse brevemente gli occhi e fece una preghiera silenziosa di gratitudine per il fatto che almeno Carl fosse già in salvo all'interno della prigione. Sembrava che per quanto riguardava il pregare le vecchie abitudini fossero dure a morire, perché Rick non sapeva più se credeva in Dio e certamente metteva in dubbio la bontà del Dio in cui aveva creduto fino a quel momento. Come potrebbe un Dio amorevole lasciare che così tanto dolore e sofferenza cadessero sulle spalle di Carl? Suo figlio non aveva fatto nulla per meritarsi una punizione del genere, e lo stesso valeva per sua figlia più piccola. L'ingiustizia della vita in cui erano costretti a vivere i suoi figli gli faceva venire voglia di urlare a pieni polmoni a volte, ma ancora una volta, la paura lo trattenne. La paura che se avesse cominciato a urlare non sarebbe stato più in grado di fermarsi. Gli occhi di Rick si spalancarono mentre improvvisamente sentì qualcosa mordere la mano tesa sopra la sua testa. Trattenne un grido mentre la sua carne veniva trafitta fino all'osso da un morso feroce . . .




ooooOOOOOoooo



Daryl gettò i vestiti puliti e il kit di pronto soccorso sopra la panca vicino alla doccia e fece una faccia infastidita. Quell'idiota di Rick era uscito a cercarlo. Perché diavolo non aveva aspettato ancora un po, invece di rischiare la propria vita per andare a trovarlo? Daryl sapeva come muoversi nei boschi, quegli zombie non avevano una sola misera possibilità di riuscire a prenderlo ma Rick doveva uscire e giocare a fare l'eroe per qualcuno che non aveva nemmeno bisogno di essere salvato, in primo luogo. Daryl fece un grugnito frustrato mentre muoveva le spalle sperimentalmente. Aveva un forte dolore sotto la scapola sinistra, ma aveva giusto bisogno di ripulirsi un po da tutto il sangue che aveva perso e poi sarebbe andato subito a riportare indietro Rick. Non c'era nessuna possibilità che Carl potesse perdere un altro genitore, non sotto la sua supervisione. Anche se quel genitore avrebbe potuto avanzare delle pretese sulla sua donna. Quel pensiero sgradito spuntò nella sua mente e Daryl non sapeva se essere più scioccato dall'idea che Rick potesse seriamente avere delle pretese su Carol in un futuro non troppo lontano, o dal fatto che ora stesse pensando a Carol come se fosse la sua donna. In entrambi i casi, prendere a calci qualcosa sembrò l'unica cosa giusta da fare. Daryl si scagliò contro il vicino muro di cemento e iniziò a prenderlo a calci, fitte dolorose attraversarono veloci la sua gamba.

'' Che c'è, non ti sei fatto abbastanza male?'' arrivò la domanda esasperata da dietro di lui. '' Hai intenzione di aggiungere qualcos'altro alla lista?''

Si voltò per vedere Carol in piedi sulla soglia della porta che conduceva all'interno dell'area delle docce, la disapprovazione visibile lungo tutto il suo viso. Daryl non era ancora pronto per vederla ora. Era ancora così fortemente confuso e la sua vista portava con sé così tante emozioni in lui in questi ultimi giorni che Daryl sapeva che sarebbe stato un errore lasciare che lei facesse un altro passo all'interno di quella stanza. ''Non sono ferito'', disse in tono burbero, non volendola lì in quel momento perché lo spaventava il fatto di quanto la volesse esattamente lì, invece.

''In quel caso penso che tu sia in quei giorni del mese'', disse Carol con dolcezza mentre guardava la scia di sangue che Daryl aveva lasciato dietro di sé mentre camminava.

Lui arrossì ma cercò di mantenere fermo il suo cipiglio. ''Non è niente'', ripeté laconicamente. ''E' solo che stavo correndo e il mio sangue pompava più velocemente del solito, tutto qui''.

''Ti sei procurato una laurea in medicina da quando ti ho visto stamattina a colazione?'' lo sfidò lei. Carol iniziò a camminare verso di lui e Daryl fece istintivamente qualche passo indietro. Scosse la testa verso di lui. ''Non puoi nemmeno vedere in che stato è la tua schiena. Come puoi essere così sicuro che non sia niente di grave?''

''Posso prendermi cura di me stesso'', ringhiò.

''Anche le persone che sanno prendersi cura di se stesse hanno bisogno di una mano a volte'', replicò lei mentre si avvicinava a lui. ''Dai, fammi vedere''. Carol alzò le mani e fece per muoversi verso i bottoni della sua camicia senza maniche.

Daryl si lasciò prendere dal panico e le afferrò i polsi. ''Che cosa stai facendo?'' chiese per sapere, il sangue che ruggiva nelle sue orecchie.

''Hai bisogno di levarti la maglia così posso vedere quanto sono profondi quei tagli'', disse Carol con calma.

Le mani di Daryl si strinsero inconsciamente sui suoi polsi. ''No'', disse con voce roca. Lo riempiva di panico pensare che Carol potesse vedere da vicino tutte le cicatrici che ingombravano il suo corpo. Erano la sua vergogna segreta, i marchi che raccontavano della sua debolezza del passato. Daryl non voleva che nessuno potesse vedere quello che era stato, mai e particolarmente non Carol. Sapeva che probabilmente lei aveva messo insieme i pezzi della storia della sua infanzia da ciò che lui le aveva raccontato, ma Daryl non voleva davvero che lei vedesse quando era stato impotente in passato. Non voleva che Carol potesse pensare male di lui.

''So che cosa stai cercando di nascondere'', disse Carol, il suo viso immerso in una grande serietà.

I nervi di Daryl si tesero a quel pensiero.

''Hai un terzo capezzolo superfluo, non è vero?'' proseguì impassibile.

''Co-cosa?'' chiese un Daryl confuso che vide poi l'inizio di un sorriso sfacciato prendere posto sulle labbra di Carol. Non poté fare a meno di dare un grugnito di risate in risposta mentre il suo prenderlo in giro aiutò ad alleggerire la tensione del momento.

Carol stava apertamente sorridendo verso di lui. ''Sono solo io'', promise a voce bassa, il suo sguardo confortante cercò il suo ora. ''Sono solo io, Daryl''.

Lei gli stava chiedendo di fidarsi e Daryl lo fece. Lo aveva sempre fatto, intuendo istintivamente che tutto quello che Carol voleva era solo prendersi cura di lui come lui voleva prendersi cura di lei.  Come riconoscersi, come comprendersi. Daryl non rispose, ma lasciò che parte della tensione abbandonasse il suo corpo. Lentamente lasciò andare i polsi di Carol e lei fu in grado di muoversi nuovamente per sbottonare la camicia e poi fare scivolare l'indumento fradicio, macchiato di sangue via dalle sue spalle. Daryl si preparò per lo sguardo di pietà che sapeva che stava per arrivare quando Carol diede uno sguardo ravvicinato allo stato in cui era ridotto il suo petto costellato di cicatrici. Non voleva la sua compassione, ma sapeva che era inevitabile. Il suo corpo era un disastro ricoperto di profonde cicatrici, come avrebbe potuto qualsiasi persona guardarlo e non vederlo come una vittima?.

''Fiuuu'', disse Carol, lasciando andare un sospiro. ''E' un sollievo. Nessun terzo capezzolo in vista''. Sollevò lo sguardo verso di lui, le sue labbra si arricciarono in un sorriso. ''E' bello sapere che non sei un mostro''.

Daryl guardò il suo viso con stupore, sbalordito per il fatto di non trovare nessuna traccia di compassione nella sua espressione. Aveva sempre pensato dentro la sua testa che il fatto che le persone potessero vedere le sue cicatrici potesse essere un destino peggiore della morte, ma con uno semplice scherzo, Carol aveva fatto scomparire tutte le sue paure. Daryl sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di afferrare l'enormità del significato di quel momento.

''Levati le scarpe'', lo istruì lei.

Daryl si prese un momento per dare un senso a quello che Carol gli aveva appena detto. ''Perché? I miei piedi stanno benissimo''.

''Sono imbevute di acqua e sangue. Dovrai metterne un altro paio''.

Daryl si guardò le scarpe fradicie. ''Lo farò più tardi''.

''Daryl, levati le scarpe'', gli ordinò esasperata. ''Ho avuto a che fare con una bambina molto esigente per tutta la mattina, non ho bisogno di averne un altro''.

Daryl le mise il broncio. ''Io non sono un bambino al quale devi dire che cosa fare''. Senza preavviso, la mano di Carol scattò veloce, strappandoli uno dei rari peli che sfoggiava sul petto. Daryl si accigliò e fece un rumore lamentoso. ''Ahi! Ma che diavolo stai facendo?!''

''Ora inizierai a fare quello che io ti dico, quando te lo dico, in caso contrario ti spennerò come un pollo, Daryl Dixon'', dichiarò severamente.

Daryl cercò di guardarla con un'espressione di sfida, ma non riuscì a mantenere seria la sua espressione. ''Non sei proprio quel che si definisce un usignolo'', brontolò soffocando una risata

''Beh, non vincerai di certo un premio come miglior paziente dell'anno'', gettò indietro Carol impenitente. Guardò i suoi pantaloni ancora umidi.

''Non mi leverò i pantaloni'', disse Daryl in fretta, il panico che crebbe improvvisamente dentro di lui al solo pensiero.

''Ho già visto un uomo senza pantaloni prima d'ora'', disse Carol con calma. ''Persino quelli che non amano indossare biancheria intima''.

Daryl la fissò in stato di shock. ''Come fai a sapere che non indosso le mutande?''. Non poté fare a meno di pensare alla propensione di Carol per sgattaiolare furtivamente sulle persone e per vedere e sentire cose che non avrebbe dovuto. Carol l'aveva già beccato con i pantaloni abbassati senza che lui se ne fosse nemmeno reso conto? Un nuovo rossore riscaldò la sua faccia e lui sperò che ci fosse abbastanza sporco sul suo viso per poterlo nascondere.

''Ti ricordo che sono io a fare il bucato'', disse Carol divertita. ''Non ho mai visto un solo capo della tua biancheria intima graziare la mia cesta, quindi a meno che tu non stia indossando lo stesso paio di mutande da almeno un anno, ho pensato che laggiù ci fosse una sorta di situazione di commando''. Le estremità delle sue labbra si sollevarono. ''Oppure,un paio di mutande non più così strette e pulite che potrebbero andare bene anche a un orso''.

La costante presa in giro di Carol stava rendendo difficile per lui ricordare il fatto che era talmente vicina che avrebbe dovuto avere paura della sua posizione o del fatto che potesse praticamente vedere ogni minima cicatrice sul suo corpo. Invece in realtà stava godendo del fatto di trovarsi lì vicino a lei, semi nudo con in mente una vaga anticipazione del tocco delle sue mani.

''Beh, dal momento che i pantaloni staranno al loro posto, immagino che non sarà questo il giorno in cui finalmente riuscirò a farti fare quel famoso bagno'', ipotizzò Carol.

Il cuore di Daryl perse un battito al pensiero di Carol che lo osservava mentre faceva la doccia. Era possibile essere allo stesso tempo sia terrorizzato che eccitato dallo stesso pensiero?

Carol si allontanò da lui e inclinò la testa verso i suoi piedi. ''Le scarpe'', gli ricordò mentre andava a prendere un secchio nelle vicinanze, aprì il getto di una delle docce in modo da poter riempire d'acqua il contenitore di plastica.

Daryl la osservava mentre riempiva il secchio mentre con l'aiuto della punta dello stivale si sfilava il primo dal tacco e poi ripeteva il processo per togliere anche l'altro rimasto, prima di calciarli via lontano.

''Girati'', lo istruì mentre portava il secchio mezzo pieno fino al punto in cui si trovava lui.

Daryl si voltò docilmente, ma si guardò alle spalle per vedere Carol versare un qualche tipo di disinfettante nell'acqua all'interno del secchio, insieme a un panno pulito.

''Va bene'', disse rialzandosi, ''vediamo che cosa abbiamo qui''. Carol era in piedi dietro di lui ora mentre l'odore del disinfettante si diffondeva dal panno bagnato che teneva in mano fino a raggiungere le sue narici. Carol iniziò a tamponare le sue spalla con quel panno umido e caldo.

Daryl non era sicuro di cosa fare con le sue mani, goffamente abbandonate ai suoi fianchi. Quindi le sollevò e le incrociò davanti al suo petto, infilando le mani sotto le ascelle per non intralciarla. Era ipersensibile ad ogni suo tocco e cercava di non indietreggiare via ad ogni contatto di quel panno umido. L'antisettico fece pizzicare i piccoli tagli sulla sua schiena, ma non era questo quello contro cui Daryl stava cercando di farsi forza.

''Non sembra essere ridotta così male, la maggior parte di questi tagli non sono profondi''.

''Te l'avevo detto'', dichiarò Daryl brusco, concentrandosi su un punto del muro davanti a lui.

''Ma hai un paio di pietre ancora incastrate sotto la scapola qui''.

Daryl sentì la morbida mano di Carol scorrere sopra la sua spalla e cercò di non tremare.

''Proverò a toglierle. Mi dispiace ma probabilmente ti farà un po male''.

Daryl grugnì appena, l'idea di provare un po di dolore era l'ultima delle sue preoccupazioni al momento. Il suo sangue stava nuovamente iniziando a martellare nelle sue orecchie, ma questa volta non a causa della paura o della rabbia. Daryl stava facendo del suo meglio per cercare di non godere del tocco di Carol più del dovuto, ma era impossibile. Era come se fosse affamato di quel tipo di contatto e il minimo tocco gli faceva rizzare i peli sulla nuca e stringere i muscoli dello stomaco. Il suo volto ebbe una contrazione involontaria per il dolore acuto che provò mentre Carol toglieva alcune pietre ancora incastrate sulla sua schiena, ma Daryl non si lamentò.

''Quest'ultima era molto in profondità'', lo informò. ''Ho intenzione di metterci un po di perossido sopra''.

Daryl si limitò ad annuire, davvero felice di avere una motivazione per poter prolungare quel momento, anche se sarebbe stato doloroso. Carol si allontanò brevemente da lui e poi tornò con una bottiglietta contenente un liquido. Pochi secondi dopo, Daryl sentì il forte bruciore causato dalle bollicine spumeggianti nella sua ferita, ma poi seguì rapidamente un morbido solletico, come il flusso di una corrente di aria calda. Daryl guardò alle sue spalle per vedere Carol soffiargli dolcemente sulla schiena. Quel momento per lui risultò talmente erotico che si chiese se i suoi pensieri rientrassero nella normalità. Daryl davvero non lo sapeva.

''Aiuta ad affievolire il bruciore'', lo informò Carol tra un respiro e l'altro quando si accorse di essere osservata. Poi si raddrizzò. ''Come ti senti?''

Daryl deglutì. ''Bene..'' gracchiò.

Carol annuì soddisfatta. ''Queste ferite dovrebbero rimarginarsi da sole abbastanza velocemente. Sei stato fortunato''.

''Questo sono io'', disse impassibile Daryl, ''dannatamente fortunato''.

L'espressione di Carol era diventata seria. ''Ero veramente terrorizzata quando ho saputo che ti eri ferito'', disse con calma.

''Non ti devi preoccupare per me''.

Lo sguardo blu di Carol sostenne il suo con fermezza. ''E questo che vuoi, Daryl? Vuoi che non mi importi niente se vivi o se muori?'' lo interrogò lei tranquillamente. ''Vuoi che sia indifferente al fatto che tu sia o meno ferito e sofferente?''

''Io-Io..ah..-'' si schiarì la gola e cercò di raccogliere le idee. ''Io non voglio che tu ti preoccupi per me'', ribadì Daryl, odiando il pensiero di averla fatta spaventare così tanto.

Carol fece un sospiro estenuato. ''Beh, è difficile, Signor Dixon, perché io lo faccio''. Carol gli girò intorno fino ad arrivare di fronte a lui e inclinò la testa verso le braccia di Daryl, che erano ancora incrociate davanti al suo petto. ''Metti giù le braccia''.

''Perché?'' chiese lui esitante.

''Voglio vedere se hai riportato delle ferite anche da qualche altra parte''.

''Non sono ferito da nessun altra parte''.

''Un secondo parere non farà mai male a nessuno. Riesco già a vedere che la tua mano sta sanguinando''.

Daryl tirò fuori la mano destra da sotto l'ascella per vedere che effettivamente un po di pelle era stata strappata dalle nocche e il sangue si stava già seccando sulla ferita.

''Fammi vedere'' disse Carol consapevolmente, ''un secondo parere è sempre una cosa buona! L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che tu possa prenderti un infezione''. Gli prese la mano e ripulì rapidamente il tutto con l'acqua mischiata al disinfettante.

Daryl osservava il lavoro di Carol, notando lo sguardo concentrato sul suo viso. Certo, le avrebbe potuto far notare che si sarebbe potuto occupare anche da solo di questa parte, ma stranamente, Daryl non provò nessun rimorso per non averlo fatto. Ciò avrebbe significato che Carol avrebbe dovuto lasciar andare la sua mano e avrebbe smesso di stargli così vicino e Daryl non voleva che questo accadesse. Diventò piuttosto teso però, quando Carol si chinò per immergere nuovamente il panno nel secchio e iniziò a trasferire le sue cure sul suo petto. Daryl le afferrò nuovamente i polsi, trovando più difficile il fatto di essere di fronte a Carol ora mentre ripuliva le sue cicatrici rispetto al fatto di quando lei stava alle sue spalle.

''Ho bisogno di levare tutto questo sporco per poter controllare correttamente'', sostenne contro la sua protesta silenziosa. ''E poi, devo uniformare questa parte con la tua schiena, ora che sono riuscita a ripulirla''.

Daryl lasciò andare a malincuore il polso di Carol e si preparò per il momento in cui lei avrebbe fatto inevitabilmente un commento sulle sue cicatrici. Solo che lei non lo fece, continuò a ripulirlo metodicamente sul petto con quel suo pezzo di stoffa. Si dovette ricordare di respirare mentre Carol continuava a fare il suo lavoro. Daryl trasse un respiro spezzato mentre il panno di Carol si mosse lungo la parte superiore dei suoi pantaloni,strisciando lungo la linea della sua cintura ma non riuscì a bloccare la sensazione di piacere che iniziò a scorrere verso il basso. Il tocco di Carol stava cancellando dalla sua mente qualsiasi altra cosa e lasciò spazio solo per le sensazioni che ogni suo tocco gli stava regalando.

Quando ebbe finalmente finito, Carol lasciò cadere il panno di nuovo nel secchio d'acqua, ma non si allontanò subito da lui. ''Tutto sommato, penso che sopravvivrai''.

Daryl annuì in silenzio, incapace di distogliere lo sguardo dal viso di Carol. Stava apertamente fissando il suo petto ora e Daryl si tese quando Carol allungò una mano e la trascinò sopra la linea raggrinzita della cicatrice più prominente sul suo petto.

Daryl non riuscì a trattenere un tremore.. ''Non farlo'', le ordinò duramente. Daryl cercò di scacciare via la sua mano con un colpo ma Carol evitò la sua mano e tornò semplicemente a sfiorare quella cicatrice.

''Non ti dovresti vergognare di queste'', lo ammonì dolcemente.

''Oh, giusto'' dichiarò Daryl in tono sprezzante. ''Dovrei esserne orgoglioso invece. Orgoglioso del fatto di aver lasciato che mio padre mi picchiasse fino a farmi svenire un giorno dopo l'altro''. La sua voce si incrinò nell'ultima parte e Daryl si maledisse per la debolezza che aveva appena dimostrato. Quelle cicatrici erano solo un brutto ricordo degli abusi contro i quali era stato troppo debole allora per poter fare qualcosa.

Carol aggrottò le sopracciglia verso di lui. ''Queste cicatrici non parlano di te e del fatto che sei stato debole, Daryl''.

''E di che cosa parlano allora?'' le chiese con rabbia.

''Parlano del fatto che tu sei riuscito a sopravvivere'', disse Carol. Le sue dita toccarono leggere le molteplici cicatrici sul suo petto. ''Tutte queste, sono solo la dimostrazione di come tu sia stato in grado di guarire, la dimostrazione del fatto che sei ancora vivo''. Il volto di Carol divenne serio. ''I morti non possono più guarire. Le loro ferite rimarranno aperte e sanguineranno per sempre, non hanno più modo di recuperare quello che hanno perduto, ma tu ce l'hai, Daryl. Lo hai già fatto''.

Ora stava guardando Carol con cautela, non avendo mai pensato a quel modo

''E per di più, tu non sei come Merle'', continuò, con voce bassa e feroce. ''Quell'uomo non ha permesso alle sue cicatrici di rimarginarsi perché continua ad aprirle con le sue stesse mani. Lui è come una gigantesca ferita purulente sulla pelle che continua intenzionalmente a togliere via la crosta, così da poter mantenere sempre vivo il dolore per potersi scatenare contro chiunque cerchi di avvicinarsi troppo a lui''.

Il volto di Daryl registrò shock, non avendo mai pensato a suo fratello in quei termini prima d'ora e non potendo contraddire con Carol riguardo alla sua visione di Merle. Suo fratello non lasciava mai che qualcosa passasse inosservata.

''In un certo senso, è proprio per questo che mi preoccupa tantissimo anche la situazione che si sta trovando ad affrontare Rick'', rifletté Carol con calma

La menzione del nome dell'altro uomo portò Daryl a tendersi ancora di più. Non voleva che il suo nome restasse lì, sospeso tra loro in questo momento di intimità. Non voleva che Carol pensasse a nessun altro uomo, se non a lui. Una fitta di gelosia corse veloce lungo la sua spina dorsale, come unghie sopra una lavagna, portandolo nuovamente al limite.

''Tutte le cicatrici che Rick si porta dietro sono nascoste, dentro di lui''. Il suo viso si rabbuiò. ''Ci sono giorni in cui penso che morirà a casa di un emorragia interna e nessuno di noi sarà in grado di rendersene conto. Tutto questo mi preoccupa''.

Daryl capiva quello di cui lei stava parlando, ma sapere che Carol stava pensando a Rick e si stava preoccupando per lui suscitò la sua gelosia e tutte le sue insicurezze contro le quali aveva lottato in questi ultimi giorni. Era solo questione di tempo prima che Carol si accorgesse di essersi innamorata dell'uomo. Le mani di Daryl si strinsero in un pugno a quel pensiero.

La mano di Carol si era spostata fino a quell'area raggrinzita della sua pelle lì dove si era ferito con quella freccia mentre era alla ricerca di Sophia. ''Le tue cicatrici raccontano così tante storie, Daryl. Ti sei procurato questa quando hai ritrovato la bambola di Sophia'', osservò Carol tranquillamente. ''E' stato l'ultimo contatto con la vecchia Sophia che abbiamo avuto. Questa cicatrice è come se fosse un monumento alla memoria della mia bambina, quando era ancora la mia bambina''. Guardò Daryl, l'espressione commossa. ''Ed è sul tuo corpo''.

La frustrazione di non sapere che cosa lui significasse per Carol esplose dentro di lui. Venne tutto fuori in un impeto di rabbia e gelosia, con le parole di Merle che rimbalzavano nella sua mente e lo incitavano. ''E' questo tutto quello che sono per te? Una sorta di altarino dove riporre il ricordo di Sophia?'' chiese aspramente. ''La cosa che ti piace tenerti accanto per ricordarti quello che ti è stato portato via?''

Gli occhi di Carol si spalancarono per la sorpresa a quelle domande rabbiose. ''C-cosa, no, Daryl.. Io non..-''

Non poteva lasciarla finire. Daryl sapeva che stava per trasformare tutto questo in un gran pasticcio e voleva solo riuscire a dirle la verità. Voleva dire a Carol che non poteva sopportare il pensiero che lei potesse provare una grande simpatia per qualcun'altro piuttosto che per lui. Che la gelosia e la confusione lo stavano consumando e che lei gli mancava da morire in quei momenti in cui non stava vicino a lui. Daryl voleva trovare le parole per dirle chiaramente che lei era la cosa più importante per lui, più importante del suo stesso respiro e che l'avrebbe amata anche se lei non avesse mai trovato il modo di amarlo a sua volta. Perché doveva farlo, non c'era più una scelta per Daryl. Ma, naturalmente, nessuna di queste parole trovò la strada per uscire fuori dalle sue labbra. Ma come al solito, era riuscito solo a gettare fuori qualcosa di cattivo e aveva ferito Carol nel processo. Daryl era disperato per cercare di fare tutto questo nel modo giusto, ma non sapeva come fare. Si fece prendere dal panico, temendo di aver appena fatto avverare il suo peggiore incubo, che era quello di far allontanare Carol da lui definitivamente. Daryl doveva fare le cose nel modo giusto, ma non sapeva come confessarle il modo in cui si sentiva realmente.

Visto che non trovò il modo di riuscire con le parole, Daryl provò con le azioni. Afferrò il viso di Carol con una mano e stampò un goffo bacio sulle sue labbra, ma mancò di poco il suo bersaglio, mostrando quando davvero fosse inesperto in questo genere di cose. Daryl cercò di compensare premendo più forte le sue labbra contro quelle di Carol, sperando che questo lo avrebbe reso migliore in qualche modo. Non funzionò dal modo in cui Carol si irrigidì contro di lui, le mani premute contro il suo petto. Daryl si ritrovò costretto a rompere quel bacio e Carol fece immediatamente un passo incerto all'indietro. Si premette una mano sulle labbra, mentre lo guardava incredula in stato di shock. Daryl la fissò con orrore, incapace di credere a quello che aveva appena fatto.

''Daryl..'' . Carol disse tremante il suo nome da dietro la sua mano, continuando a guardarlo con quell'espressione stordita.

Daryl non riuscì ad aspettare di sentirla urlare contro di lui o, peggio, di sentirla provare a respingerlo con gentilezza. Le passò oltre superandola, afferrando la sua camicia pulita lungo il percorso e uscì praticamente correndo fuori dalla stanza, desiderando che la terra potesse aprirsi sotto i suoi piedi e lo ingoiasse per intero per il suo sciocco comportamento e per aver peggiorato ancora di più la situazione.




ooooOOOOOoooo




Carl stava giocherellando con il suo cappello all'interno della sua cella aspettando notizie di suo padre. Aveva mangiato alcuni bocconi per pranzo, sopratutto per compiacere Beth, che si era offerta di portargli il piatto di cibo personalmente, ma non era riuscito ad assaporare niente. Il suo stomaco era contratto mentre aspettava con ansia il ritorno di suo padre. Ormai Carl pensava di essersi abituato a questo tipo di attesa.  Si sentiva come se suo padre si allontanasse sempre, lasciandolo indietro a preoccuparsi sul quando e sul se l'avrebbe mai rivisto. Carl trovava familiare questo limbo nel quale si trovava, ma non avrebbe mai potuto abituarsi a esso e forse questa era una cosa buona. Non voleva arrivare al punto in cui non gli sarebbe più importato se suo padre fosse vissuto oppure no. Carl non poteva immaginare che una cosa del genere potesse mai accadere, ma desiderò di non sentirsi più come se il suo cuore gli fosse stato strappato dal petto tutte le volte che suo padre correva fuori per aiutare qualcuno.

Si alzò di scatto e si spinse il cappello sulla testa. Carl non poteva più restare lì seduto a non fare nulla. Per lo meno avrebbe aspettato suo padre alla recinzione. Axel si trovava là in quel momento e aveva promesso di far sapere subito a tutti non appena Rick avesse fatto ritorno, ma Carl aveva bisogno di vedere con i suoi stessi occhi. Uscì deciso fuori dalla sua cella e si incamminò verso le scale.

''Dove stai andando?'' chiese Beth preoccupata.

''Vado a cercare mio padre'', disse Carl, la sua mascella indurita dalla determinazione mentre finiva di scendere la scalinata.

''Sai bene che lui non vorrebbe che tu lo facessi'', disse Beth dolcemente

La risposta di Carl fu tagliente. ''Beh, lui adesso non è qui per dirmi quello che devo fare, è questo il punto''. Fece una faccia contrita. ''Mi dispiace'', mormorò. ''So bene che non è colpa tua, Beth''.

''Dagli ancora un po di tempo'', lo supplicò lei. ''So che Rick tornerà presto e non voglio che tu ti metta in pericolo''.

La determinazione di Carl barcollò per un momento, trovando molto difficile dare un no a Beth come risposta

Hershel li raggiunse zoppicando da dietro la scalinata. ''Devi solo prendere un bel respiro, ragazzo'', consigliò. ''Come ho già detto, dobbiamo solo essere pazienti''

Carl aprì la bocca per dire a Hershel che era stufo di essere paziente quando Axel irruppe improvvisamente nella stanza.

''Va tutto bene'' ansimò Axel, a corto di fiato per la corsa che aveva probabilmente fatto fino al blocco delle celle. ''Rick è tornato''.

Il corpo di Carl si rilassò per il sollievo di quella buona notizia.

''Ma faresti meglio a preparare quel tuo kit di pronto soccorso, Hershel''. Consigliò Axel all'uomo più anziano. ''Rick è stato morso e ha bisogno di essere ricucito''.

Il sangue defluì dal viso di Carl anche se iniziò a ruggirgli nelle orecchie. Suo padre era stato morso. Si sarebbe trasformato in uno di quei mostri. Carl cercò di elaborare quelle informazioni, ma non ci riuscì. Il suo cervello si congelò in un orrore impotente e nella paura anche se il suo corpo decise di prendere il volo. Carl sapeva che non poteva farsi trovare lì quando suo padre li avrebbe raggiunti, non voleva vedere l'inevitabilità di quella separazione sul volto di suo padre. Sarebbe stato troppo. Carl iniziò a correre,spingendo via Axel e correndo selvaggiamente verso l'uscita.

''Hey, aspetta!'' Axel gli urlò contro. ''Carl!''

Ma Carl non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non poteva. Continuò a correre, a correre via dall'inevitabile incubo che lo avrebbe raggiunto presto . . . .











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Capitolo 25
*** Capitolo 26 ***


echoes capitolo 26 Ringrazio la mia amica e compagna caryler, Silvia, che mi ha dato una mano con la traduzione di questo capitolo e... dopo una lunga attesa, ecco a voi il 26esimo capitolo.
Buona lettura! XXX



Capitolo 26






''Carl!!'' Rick chiamò il nome di suo figlio, mentre si affrettava dietro di lui lungo i corridoi tortuosi delle catacombe. Si era precipitato al blocco delle celle giusto in tempo per vedere Carl schizzare fuori dalla zona notte come se il diavolo in persona lo stesse inseguendo. Rick gli era corso subito dietro, cercando di raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Questo posto non era un posto sicuro dove stare se non eri nelle condizioni di saper badare a te stesso. Svoltò un angolo e chiamò ancora. ''Carl!''.

''Non ti avvicinare!''

Rick si arrestò bruscamente quando vide Carl alla fine di un corridoio che si era rivelato essere solo un vicolo cieco. Il ragazzo aveva la schiena contro il muro e la pistola, con l'ingombrante silenziatore, puntata dritta verso di lui. Rick sollevò istintivamente le mani. ''Carl..va tutto bene, sono io.''

''Resta dove sei!'' ripeté Carl, la sua voce instabile come la canna della pistola che si muoveva su e giù nella sua mano tremante.

Rick lo ignorò e fece un passo avanti. ''Carl, metti giù la pistola, o qualcuno finirà per farsi del male''. Poteva vedere che le guance di Carl erano rigate di lacrime. ''Cosa c'è che non va? Che cosa è successo?''

''Tu.. tu sei stato morso'', disse con voce stridula. ''Ti trasformerai in uno di loro''. L'agonia nella voce di Carl fece arretrare Rick.

L'uomo scosse la testa, realizzando subito quale fosse il problema. ''No, non sono stato morso, Carl.. va tutto bene''. Avanzò attentamente di un altro passo e tese la mano. ''Voglio dire, si, sono stato morso, ma è stato solo uno scoiattolo''. Rick tese il suo dito sanguinante in modo che Carl potesse vederlo. ''Quel dannato coso mi ha quasi staccato un dito di netto. Credo che abbia pensato che stessi cercando di rubare le sue noccioline''. Tentò di sorridere, incoraggiando Carl a fare lo stesso. ''Apparentemente non era al corrente della mia allergia verso le noci''.

Carl lo guardò sotto shock,  mentre sbatteva rapidamente le palpebre incredulo. ''Uno sc-scoiattolo?''

La testa di Rick andò su e giù con entusiasmo. ''Si, uno scoiattolo, uno diabolico''. Tenne la voce bassa e calma. ''Carl, abbassa la pistola. Non mi trasformerò. Te lo prometto, io sto bene''.

La pistola tremava così tanto nella mani di Carl che Rick era preoccupato che avrebbe finito con il premere accidentalmente il grilletto, si preparò per tornare rapidamente sui suoi passi se questo fosse stato necessario. Come scoprì dopo poco, non aveva bisogno di essere preoccupato, dal momento che tutta la forza sembrò abbandonare il corpo di Carl mentre si afflosciava sulle sue ginocchia, la pistola cadde dalla  sua mano e il suo cappello scivolò via dal suo capo chino. Rick si mosse velocemente per afferrarlo e finirono tutti e due con il ritrovarsi sdraiati sul freddo e duro pavimento mentre tirava Carl versò di sé e lo stringeva in un forte abbraccio. ''Va tutto bene'', sussurrò contro il suo orecchio. ''Stai bene, ci sono io adesso''. Ci fu un breve momento di resistenza da parte di Carl, che pensava ancora di non dover accettare il conforto che il padre gli stava offrendo ma, poco dopo, si ritrovò a seppellire il viso contro il collo di Rick e a stringerlo forte a sua volta. Il corpo di Carl era scosso dal tremore contro quello di suo padre e questo spinse Rick a stringerlo sempre più forte contro di sé, non facendo caso al fatto che ci fosse troppo caldo in quel momento per stringere una persona così forte a te anche se fosse stato solo per un breve momento.

''Pensavo che saresti diventato uno di loro'', disse Carl raggelato contro il suo collo. ''Pensavo che avrei dovut- che avrei dovuto..''

Rick strinse la labbra da sopra la testa di Carl. ''No'', lo supplicò lui dolorosamente. ''Carl, non ci pensare''

Ci fu questo lungo silenzio, dove l'unico suono che si sentiva era quello dei loro respiri, densi di emozione reciproca.

''Tu mi odi?''

La domanda scioccante che Carl aveva chiesto così timidamente fece tendere il corpo di Rick fino all'ultimo nervo. Ribatté subito un ''Che cosa?''. Rick afferrò Carl per il mento e lo spinse a guardarlo. ''Carl, no. Come puoi chiedermi questo? Io ti amo. Ti amo più di qualsiasi cosa in questo mondo.'' Il suo cuore si contrasse dolorosamente al pensiero che Carl avesse potuto pensare una cosa del genere sul suo conto. Per Rick fu talmente orribile che delle ondate di senso di colpa lo portarono a pensare che cosa mai avesse fatto per portare suo figlio a pensare questo.

''Io ho ucciso la mamma'', disse Carl, la sua voce tremante e questo fece ricordare a Rick che nonostante Carl fosse costretto a vivere in un mondo per soli adulti, c'era ancora così tanto di quel bambino in lui. ''Judith non potrà mai conoscere la mamma per causa mia'', disse con voce rotta.

''Quello che è successo a tua madre non è stata colpa tua, Carl'', disse Rick con urgenza. ''Tua madre ed io, abbiamo scelto insieme di portare avanti quella gravidanza e entrambi ne conoscevano i rischi. Quello che è successo non è colpa di nessuno. In questo mondo accadono cose brutte, tutto il tempo. E la colpa non è sempre di qualcuno. Mi senti Carl, non è colpa di nessuno, ma sopratutto non la tua''. Rick era alla disperata ricerca di far capire questo a suo figlio. Era stato così dannatamente consumato dal senso di colpa per la perdita di Lori,  che non c'era stato più niente che potesse offrire a Carl. Si era lasciato convincere dal fatto che Carl fosse stato in grado di gestire tutto questo, perché aveva bisogno che fosse veramente così. Questo avrebbe significato che per lui ci sarebbe stato un carico in meno da sopportare, ma era ovvio che il ragazzo stava ancora combattendo, e strenuamente. Rick scosse la testa in frustrazione verso se stesso. ''Carl, mi dispiace così tanto che tu sia arrivato a pensare che io ti ritenessi colpevole di aver fatto qualcosa, in qualunque modo''. Fece in modo di essere sicuro che Carl lo stesse guardando. ''La verità, è che io mi sento così colpevole di aver permesso che tu ti occupassi di fare quello che avrei dovuto essere in grado di fare io per la mamma. Avrei dovuto farlo io, non è giusto che le cose siano andate in questo modo e io darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro, ma non posso farlo''. Le sue stesse parole lo colpirono profondamente. ''Non posso..', sospirò, mentre un fresco dolore lo avvolgeva completamente. ''Questa è una cosa veramente dura da ammettere per un padre, Carl, perché dal momento in cui i nostri figli nascono, tutto quello che desideriamo fare è proteggerli e fare in modo che nella loro vita tutto vada per il meglio''. Il viso di Rick era colmo di dolore. ''Ma io non posso farlo. Non posso farlo per te e non posso farlo per Judith e saperlo mi spezza il cuore ogni giorno''

Carl lo stava fissando con una grande serietà adesso, le lacrime ancora fresche sulle sue guance lentigginose. Quando lo guardava a quel modo Rick non poteva fare a meno di pensare a Lori. Era solita rivolgerli quello stesso sguardo e questo lo avrebbe annullato tutte le volte.

La voce di Carl era bassa. ''Non ho bisogno che tu mi protegga, papà'', disse piano. ''Sono in grado di badare a me stesso''.

''Ma non dovresti essere costretto a doverlo fare'', dichiarò Rick tristemente, lamentando ancora una volta la perdita dell'infanzia innocente di Carl.

''Non ha importanza ora. Voglio solo che tu non mi lasci mai'', dichiarò Carl tremante. ''Io non voglio restare da solo''.

Rick lo cullò più vicino al suo corpo e desiderò di poter dire qualcosa di diverso da quello che stava per dire. ''Carl, vorrei tanto essere in grado di prometterti che non mi accadrà mai nulla e che io ci sarò sempre per te..''

''Ma non è possibile'', continuò Carl debolmente, la sua figura snella che si abbandonava contro quella di Rick

''No..'' disse Rick debolmente, ''Non posso farlo perché sarebbe una bugia. In realtà, non avrei potuto farlo nemmeno prima che tutto quanto andasse all'Inferno ad ogni modo''. Chiuse gli occhi e appoggiò la sua testa contro la guancia di Carl mentre i ricordi tornavano alla sua mente. ''Quando eri un bambino, mi guardavi come se avessi potuto fare qualsiasi cosa e questa è stata la sensazione più bella che ho provato in tutta la mia vita. Ero il tuo papà e non c'era niente che non fossi in grado di fare per te. Poi, quando hai iniziato a crescere, hai realizzato che nemmeno io ero così perfetto. Questo è sempre un duro momento per un padre, sapere di dover deludere i suoi figli''

''Tu non mi hai mai deluso,papà'', protestò Carl

''Si, l'ho fatto'', disse Rick determinato. ''E' semplicemente il modo in cui vanno le cose, su questa terra nessuno è perfetto, men che meno me. Ho commesso degli errori con te, con tua mamma-..'' . La sua voce si incrinò a quest'ultima affermazione e Rick si dovette schiarire la gola prima di poter continuare. ''Ogni bambino prima o poi dovrà perdere la sua innocenza per quanto riguarda i suoi genitori a un certo punto e non sarà mai facile ma è qualcosa che deve succedere perché un bambino possa crescere. So che ti ho già chiesto tanto, Carl e so che niente di tutto ciò è stato facile per te''.

''Non è facile per nessuno. Lo so''. La voce di Carl era tenue e timorosa. ''Io non voglio perderti, papà. Ho tanta paura, tutto il tempo. Ogni volta che ti vedo andare via, penso che forse quella sarà l'ultima e se questo accadesse, io non so che cosa farei. Non voglio vivere senza di te, papà, io non lo vorrei mai. So che forse questo potrebbe far infuriare Dio, ma non posso farci niente''.

Lacrime brucianti riempirono gli occhi di Rick a sentire Carl suonare così spaventato mentre finalmente dava voce a tutte le paure che aveva tenuto dentro di sé per tutto quel tempo. La stoica facciata che Carl aveva indossato sin dal giorno che sua madre era morta era stata semplicemente questo, una maschera. Dentro di lui era solo un ragazzo terrorizzato che sperava che qualcuno gli dicesse che sarebbe andato tutto bene. Rick si strinse forte a Carl, la voce impastata a causa delle sue stesse lacrime. ''Ascoltami'', disse con voce rauca, ''tu sarai in grado di vivere senza di me, Carl, perché sei forte e intelligente e hai un buon cuore. Non hai bisogno di me''. Trasse un respiro instabile. ''Sono io quello che ha bisogno di te. Tu e Judith siete la ragione per cui io mi alzo ogni mattina e metto un piede dietro l'altro. Tu potrai vivere senza di me, ma io so che non potrei mai vivere senza di te Carl''. Rick strinse il suo viso tra le sue mani. ''Ecco perché combatterò con tutta la forza che ho in corpo per tornare da te e da Judith, sempre. Farei qualsiasi cosa a qualsiasi persona se questo dovesse significare mantenere voi due al sicuro e poter continuare a stare sempre accanto a te. Non ti posso promettere che sarò sempre presente quando avrai bisogno di me, Carl, ma posso prometterti che combatterò fino alla fine con le unghie e con i denti per provarci.''

Carl sembrò essere confortato da quello che Rick aveva appena detto. Rick sapeva che avrebbe dovuto dire tutto questo molto tempo prima, ma là fuori sulla strada era stata una lotta frenetica per sopravvivere, un giorno dopo l'altro. Quando avevano trovato la prigione, si erano stabiliti a malapena e avevano perso Lori. Rick si rese conto che aveva combattuto così duramente per concedersi altro tempo con i suoi figli, ma che poi non era stato in grado di fare quello di cui avevano bisogno che lui facesse in quel momento così difficile da superare. Sopratutto per Carl. L'espressione di Rick era concentrata. ''Io credo in te, Carl, so chi sei e credo nell'uomo che diventerai. Tu e Judith siete la cosa più perfetta e migliore che io abbia mai fatto a questo mondo e non potrei chiedere di meglio. Non importa che cosa succederà, promettimi che te lo ricorderai sempre''.

Carl cercò di sorridere con incertezza. ''Te lo prometto'', disse con voce roca.

Rick si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. ''Bene, questo mi rende davvero felice, Carl''

''Sono felice anche io, sono veramente felice che Merle si sbagliasse'', disse Carl, il sollievo evidente nella sua voce.

Rick non poté fare a meno di allarmarsi. ''Merle?..''

Carl si strinse nelle spalle. ''Si, ha pensato che potessi essere arrabbiato con me per quello che ho dovuto fare''.

''Per quello che ''ho fatto'' '', Rick lo corresse in automatico, anche se l'uso della grammatica di Carl non era quello che lo preoccupava al momento. Naturalmente Merle aveva avuto la sua parte in tutto questo, movimentando ulteriormente un mare già in tempesta. La sua mascella si indurì. Merle aveva usato suo figlio, un ragazzino che stava ancora lottando per accettare la prematura morte della madre e lui lo aveva preso di mira solo per riuscire ad arrivare fino a lui. Quel figlio di puttana sapeva veramente come sfruttare ogni minima opportunità. Un muscolo si gonfiò nella sua guancia mentre Rick cercava di nascondere la sua rabbia a Carl. Non era colpa di suo figlio. Merle stava giocando con loro stuzzicando le loro corde come se fossero dei vecchi violini messi lì apposta per essere strimpellati e non si sarebbe fermato. A Rick non importava se l'altro uomo se la fosse presa ancora o meno con lui personalmente, ma ora che aveva iniziato a incasinare le cose con Carl, tutti gli accordi erano saltati. Sapeva di aver promesso a Carol che questa sarebbe stata una scelta di Daryl, ma il tempo era scaduto. Daryl doveva prendere questa decisione ora perché Rick non aveva nessuna intenzione di lasciare che Merle potesse avere un'altra possibilità di avvicinarsi a suo figlio.

''Per quello che ho fatto'', ripeté Carl doverosamente.

''Carl'', disse Rick con serietà ''quando Merle ti dirà che il cielo è azzurro, voglio che tu sollevi lo sguardo e controlli di persona. Nulla di quello che dice quell'uomo vale la pena di essere ascoltato, mi senti?. Lui è un bugiardo e non può fare altro che dire bugie''. Anche se aveva appena pronunciato quelle parole, Rick sapeva che non erano del tutto vere. Merle era un tipo di bugiardo molto pericoloso, il tipo che riesce a infilare abbastanza verità nelle sue menzogne da riuscire a renderle fin troppo reali.

''Okay''

''Dico sul serio''.

''Lo so, ho capito''. Carl arricciò il naso. ''Posso vedere il tuo dito?''

Rick sollevò il dito ferito in modo che Carl potesse esaminarlo.

Sembrava che Carl stesse effettivamente verificando che si trattava semplicemente del morso di un piccolo animale e niente di più. ''Non posso credere che tu ti sia fatto mordere da uno scoiattolo''. C'era un vago divertimento nel suo tono di voce.

''Non era uno scoiattolo qualsiasi, era uno enorme.'' disse Rick impassibile. ''Era l'Hulk degli scoiattoli''.

Carl non riuscì a trattenere lo sbuffo di una risata. ''Bel riferimento alla cultura pop, papà''

Rick fece un sorrisino. ''Beh, lo sai che mi piace stare al passo con i ragazzini. E' così che stanno le cose adesso''

Carl scosse la testa alla stupidità che suo padre stava dimostrando dopo avergli fatto tutto quel discorso emotivo. Per un momento, era bello far finta che il resto del mondo e delle sue esigenze per entrambi loro non esistesse. Erano solo un padre e un figlio che stavano insieme e che amavano farlo. Non sarebbe durato, ma Rick sapeva che questo sarebbe diventato un ricordo nel quale entrambi avrebbero potuto rifugiarsi quando i giorni bui gli avrebbero nuovamente raggiunti con la loro oscurità.





ooooOOOOOoooo





Carol entrò nella zona notte e iniziò a guardarsi intorno. ''Qualcuno ha visto Daryl?''

Hershel inarcò un sopracciglio mentre alzava lo sguardo da dove era seduto concentrato a mangiare un panino. ''Pensavo che fosse con te''.

''Si,lo era, ma poi..'', Carol esitò, ''poi non lo era più''. Si portò inconsciamente le dita sulle labbra che sentiva ancora lievemente indolenzite dal forzato ma inesperto tentativo di Daryl di baciarla. Era troppo complicato e per giunta privato entrare nei dettagli circa quello che era appena accaduto tra lei e Daryl. Carol sapeva solo che doveva trovarlo. Daryl era come un bambino spaventato, sicuro di aver fatto qualcosa di sbagliato e in questo momento stava scappando da qualcosa come se ne dipendesse la sua stessa vita. Carol aveva bisogno di trovarlo e di dirgli che andava tutto bene, che aveva capito. Era chiaro ora per lei che lui avesse combattuto per tutto quel tempo con la crescente consapevolezza di quello che c'era tra loro due, tanto quanto lei stessa aveva fatto. L'unica differenza era che Carol aveva molta più esperienza per riuscire a gestire questi sentimenti. Il bacio esitante di Daryl l'aveva presa alla sprovvista perché non si sarebbe mai aspettata che lui facesse alcun tipo di mossa per primo. Il fatto che lui l'avesse appena fatta non fece altro che mettere in evidenza la condizione disperata in cui lui doveva essersi trovato e Carol si sentì tremendamente in colpa per avergli permesso di arrivare fino a questo punto. E poi, naturalmente, Daryl era fuggito prima che lei avesse avuto la possibilità di raccogliere la sua compostezza e parlare con lui in modo corretto. Daryl le aveva dato quel bacio per pura disperazione, ma Carol sapeva che non era quello di cui aveva bisogno in quel momento. Daryl era alla ricerca di qualche tipo di garanzia che non sarebbe cambiato niente tra di loro e aveva scelto di baciarla perché si era sentito come se per lui non ci fossero altre opzioni.

Il problema era che quel bacio era stato così inaspettato, da levare il fiato che Carol non era stata abbastanza veloce per dare a Daryl quello di cui aveva bisogno in quel momento. Era stata in grado di dargli solo un attonito silenzio. Non c'era da stupirsi se lui era fuggito a quel modo. Sapeva il tipo di pressione stressante in cui Daryl si era trovato in queste ultime settimane e ovviamente ora tutti i nodi stavano venendo al pettine. Anche se lei non poteva prendere una decisione riguardo a Merle al suo posto, Carol sapeva che avrebbe potuto togliere a Daryl la preoccupazione di questo cambiamento nel loro rapporto. Daryl aveva solo bisogno di sapere che sarebbe andato tutto bene, che non aveva bisogno di essere spaventato o di preoccuparsi che succedesse o meno qualcosa tra di loro. Per la prima volta nella sua vita, Carol si sentiva abbastanza sicura del rapporto con un altro essere umano tanto da sapere istintivamente che avrebbero trovato un modo per far funzionare le cose.

''Avete visto Rick?'' chiese Axel. ''Era proprio dietro di me ma adesso non riesco a trovarlo''.

''Rick è tornato??'' chiese Carol tirando un sospiro di sollievo

''Si, una decina di minuti fa'', la aggiornò Axel. ''Stava venendo qui per farsi medicare la mano da Hershel dopo essersi preso quel brutto morso e tutto quanto sai..''

Gli occhi di Carol si spalancarono per l'orrore. ''Rick è stato morso?''. Iniziò a sentirsi male al solo pensiero

Hershel fece un rumore impaziente. ''Vuoi smetterla di dire così?'' disse a Axel in frustrazione. ''Spaventi le persone''.

''Ma allora.. Rick non è stato morso?'' chiese Carol incerta. Il suo cuore batteva all'impazzata nel petto al pensiero di poter perdere un uomo che era diventato un amico così caro per lei. Tutti quanti nel gruppo avevano bisogno di lui.

''Oh si, è stato morso'', disse Axel.

L'espressione di Carol si tese mentre si sforzava di capire.

''Da uno scoiattolo'', aggiunse Hershel rapidamente. ''Sta bene, Carol, non c'è nessun motivo di preoccuparsi''.

''Da uno scoiattolo?..'' ripeté lei debolmente, il sollievo che iniziò a scorrere rapidamente attraverso il suo corpo. ''Lui sta bene?''

''Penso che si sia semplicemente andato a nascondersi su un altro ramo'', disse Axel allegramente.

Carol gli lanciò uno sguardo esasperato. ''Rick.'', chiarì seccamente, ''Non lo scoiattolo. Rick sta bene?''

''Oh'', disse Axel, ''si, sta bene''. Sollevò la testa e la guardò pensieroso. ''Sempre che quello scoiattolo non avesse la rabbia. Suppongo che in quel caso non sarà il massimo''.

''Lo scoiattolo aveva la rabbia?'' chiese Carol, nuovamente preoccupata.

''Rick non ha detto nulla in proposito'', disse Axel casualmente mentre si allisciava i baffi. ''Penso che essere morsi da uno scoiattolo con la rabbia sarebbe certamente qualcosa da dover condividere con gli altri. Per lo meno, io lo avrei fatto''.

Carol alzò gli occhi al cielo. Daryl aveva ragione, a volte Axel era un vero idiota. Solitamente questo fatto non la preoccupava minimamente, ma quando si trattava dell'eventualità di poter essere morsi da uno di quegli zombie, il suo modo lento di arrivare al punto non era poi così divertente

''Se dovessi tirare a indovinare, direi che Rick si trova con Carl, dal momento che qualcuno ha pensato bene di spaventarlo a morte''. Hershel rivolse a Axel un'occhiata particolarmente severa

''Il ragazzo non mi ha nemmeno fatto finire di parlare'', protestò Axel. ''Gli avrei detto che suo padre non era certo stato morso da uno zombie''

''Ma non l'hai fatto'', disse Hershel e scosse la testa nella sua direzione. ''Idiota''.

Axel aggrottò la fronte. ''Non è colpa mia se le persone capiscono solo quello dico e non quello che intendo dire veramente''.

''Okay'', disse Carol con determinazione. ''Rick è nuovamente al sicuro nella prigione, si trova quasi certamente con Carl e nessuno sa dove si trova adesso Daryl, ho capito bene?''

Axel inclinò la testa. ''Mi sembra tutto giusto''.

Carol si diresse velocemente su per le scale e vide che le scarpe di ricambio di Daryl erano ancora accanto al suo letto. Quindi, non aveva certo intenzione di andare troppo lontano senza scarpe, questo era poco ma sicuro.

''Carol, va tutto bene?'' la richiamò Hershel

Carol si sporse dalla balaustra e rivolse un sorriso rassicurante al vecchio uomo. ''E' tutto apposto'', disse con calma. Almeno lo sarebbe stato non appena lei avrebbe trovato Daryl e fatto in modo che lui ascoltasse quello che aveva da dirgli. Di tutte le cose di cui Daryl doveva preoccuparsi adesso, Carol aveva deciso che il loro rapporto non avrebbe mai fatto parte di nessuna di queste.




oooooOOOOooooo




Merle si fermò sulla soglia della porta che conduceva all'interno del cortile per guardare suo fratello, senza essere visto, per un momento. Daryl continuava ad andare su e giù lungo il piccolo spazio come un animale in gabbia, a piedi nudi. Tutto il corpo del suo giovane fratello era teso come una corda mentre andava avanti e indietro, mormorando qualcosa tra sé e sé e le mani che si aprivano e si richiudevano in un pugno con regolarità. Merle guardò l'altro uomo speculativamente, cercando di ricordare quando era stata l'ultima volta che aveva visto Daryl così sconvolto. Non li venne nulla in mente. Di solito il suo fratellino riusciva a tenere dentro tutte le sue emozioni e a seppellirle in profondità. Certo, Daryl a volte divampava e prendeva ad urlare, ma una cosa andava detta a proposito del ragazzo, riusciva rapidamente a recuperare la calma. Questo comportamento era qualcosa di nuovo e Merle si stava scervellando cercando di capire che cosa l'avesse potuto mandare così su di giri. Una semplice discussione con qualcuno non gli avrebbe mai potuto fare questo effetto, Daryl era veramente incazzato e tutta quella rabbia non sembrava affatto aiutarlo. Entrò lentamente dentro il cortile. ''Qualcosa ti ha punto il culo, fratellino?'' chiese con finta noncuranza.

Daryl interruppe bruscamente la sua marcia e fece una smorfia nella sua direzione. ''Niente'', disse imbronciato.

Merle inarcò un sopracciglio per far capire a Daryl che non gli aveva minimamente creduto. ''Ho sentito che tu e quel ragazzino ve la siete vista brutta prima nel bosco''

''Non è stato niente di che'', disse Daryl laconicamente

''Lo sceriffo gentile però ha pensato che fosse necessario andare a cercarvi'', commentò Merle leggermente

Le labbra di Daryl si strinsero infastidite. ''Ha trasformato un granello di sabbia in una tempesta. Non c'era nessun bisogno di venire a cercarci''

''Beh, lo so'', disse Merle prontamente d'accordo, ''ma preoccuparsi del nulla sembra essere lo sport preferito di queste persone, da quello che ho visto. Chiunque dotato di abbastanza cervello è in grado di vedere che sei in grado di badare a te stesso''. Guardò i piedi nudi di Daryl. ''Mi sembra che vada tutto benissimo, beh, a parte le tue scarpe ''

Daryl distolse lo sguardo. ''Dovrò usare il mio altro paio'', mormorò

Merle lo stava studiando con attenzione. ''Okay''. Incastrò il suo unico pollice rimasto nella cintura dei pantaloni e inclinò la testa. ''Mi dirai quello che ti ha scosso fino alle mutande, ragazzo?''

''Te l'ho detto'', sputò fuori Daryl, ''Niente''.

Merle fece un passo avanti. ''Lo sai che io sono dalla tua parte,vero?''. Colse subito lo sguardo irrequieto di Daryl. ''Qualunque cosa sia, io sarò dalla tua parte, senza aver bisogno di fare nessuna domanda. Questo è quello che fanno i fratelli l'uno per l'altro''.

''Non ho bisogno che tu sia dalla mia parte per questo'', disse Daryl bruscamente.

''E che cosa sarebbe esattamente questo?''

Daryl gli rivolse uno sguardo infastidito. ''E questo sei tu che non avrai bisogno di fare nessuna domanda?''

Merle fece un sorrisino. ''Un uomo deve sapere dove indirizzare il suo primo pugno. E' solo per essere chiari''.

''Non tutto si può risolvere con i pugni'' dichiarò Daryl con impazienza

''Non sono d'accordo, fratellino, la violenza risolve un sacco di problemi. L'unica cosa è che devi essere certo di essere sempre quello con il pugno più duro. Beh,sempre che tu non voglia solo riuscire a far incazzare qualcuno con te''. Merle vide che Daryl lo stava fissando ora. ''Che c'è?''

Daryl scosse la testa. ''Sto solo cercando di capire come fai a essere ancora vivo'', disse esasperato

Il volto di Merle si illuminò in un sorriso. ''Su nel paradiso non sono il benvenuto e l'inferno ha paura che io possa prenderne il comando''

Daryl scoppiò in una risatina. ''Sei un coglione''

Merle sorrise, senza offendersi minimamente. ''Questo sono io, ragazzo, ma sono anche qualcos'altro. Sono il tuo fratello stronzo, nel bene e nel male, e continuerò sempre a dirti che questo conta parecchio. Hai un problema? Forse io ti posso dare una mano''

L'espressione di Daryl era scettica. ''Ad ogni modo non credo che prendersi a pugni con qualcuno possa aiutarmi a risolvere questo problema''

''Ci hai già provato?''

Daryl aggrottò la fronte. ''No''

''E allora come fai a sapere che non funzionerà?'' sostenne Merle. ''Sono anche un fan del tiro a segno, e del colpisci e affonda e cose del genere. Non puoi dirmi che nessuna di queste cose potrebbe aiutarti a farti sentire meglio a proposito di quello che ti ha fatto incazzare così tanto. Hai un problema con qualcuno? Mettigli fuoco, ragazzo, e il problema sarà risolto, fidati di me''

''Lascia perdere, Merle'', disse Daryl in frustrazione. ''Non ho più bisogno che tu risolva i problemi per me. Non siamo più bambini''

''Ma siamo sempre fratelli'', ribatté Merle. ''Sai che ti copro le spalle. Perché altrimenti starei cercando di entrare nelle grazie di questo branco di fighette se non fosse per te?''

Daryl lo guardò incredulo. ''E questo tu lo definisci cercare di andare d'accordo con le persone?''

''Hai per caso visto qualcuno in fiamme, ragazzo?'' tirò indietro Merle. ''Direi che tutto considerato..-'' disse agitando in aria il moncherino, ''sono stato miss-simpatia con questi figli di puttana''. Merle colpì Daryl nel petto con la sua protesi. ''Ed è solo per te. Perché tu mi hai detto di voler stare qui a fare qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare. Quindi, faccio il bravo e continuo a giocare assieme agli altri bambini''

''Qual'era la tua alternativa allo stare qui?'' chiese Daryl bruscamente. ''Continuare a vagare nel bosco da soli, alla ricerca del pasto successivo e stando un passo avanti a quei figli di puttana cercando di non farci strappare a pezzi?''

''Mi sono preso perfettamente cura di me stesso'', disse Merle con convinzione. ''Non abbiamo bisogno di questi stronzi complessati che in ogni caso pensano di essere migliori di noi. Sono loro ad avere bisogno di noi, non noi di loro, ricordatelo''. Merle emise un suono leggermente frustrato. ''E che cosa abbiamo ottenuto per il nostro disturbo, huh? Sembri pronto a esplodere e so benissimo che il motivo per il quale sei qui fuori a piagnucolare aggrappato al tuo cuscino non sono io''

''Fottiti'', ringhiò Daryl.

Merle continuò imperterrito. ''Quindi, se non sono stato io, allora quello ad averti ridotto così è stato uno dei membri del tuo prezioso gruppetto. Rick, il vecchio, il ragazzo cinese, Carol..-'', registrò il lieve sussulto che diede Daryl alla menzione del solo nome di Carol, ma non aggiunse niente, si limitò ad archiviare l'informazione per un uso successivo. ''..quel ragazzino che ti perseguita come un foruncolo sul culo. Stanno tutti cercando di ottenere qualcosa da te, ragazzo e io sono l'unico che da te non vuole assolutamente niente. Sei mio fratello e questo è già abbastanza. Non ho bisogno che tu sia altro oltre a questo, mio fratello''. Daryl lo stava guardando con un'espressione seria ora e Merle iniziò a chiedersi se il suo costante tirare in ballo il loro legame di sangue stava finalmente iniziando a penetrare in quella spessa corazza del cranio di suo fratello. Merle fece un sorriso. ''Ammettilo, fratellino, io sono la scelta più facile. Lo sono sempre stato. Queste persone non fanno altro che procurarti preoccupazioni, ma io e te, siamo l'unica cosa che ha veramente senso e che lo ha avuto da sempre''

Sembrava che Daryl stesse per dire qualcosa in proposito ma prima che potesse averne la possibilità, due colpi di pistola esplosero in rapida successione e risuonarono rumorosi nell'aria. Gli uomini si tesero e si guardarono l'un l'altro.

''Cazzo'', sputò fuori Daryl e si mise subito a correre.

Merle non aveva dubbi che suo fratello si stava dirigendo a recuperare la sua balestra e lo seguì a breve distanza, desiderando avere di più con lui che il suo semplice coltello. I colpi provenivano dall'interno della prigione e questa non era affatto una buona notizia e Merle intendeva essere armato e pronto ad affrontare qualsiasi cosa fosse questa nuova minaccia . . . 




















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Capitolo 26
*** Capitolo 27 ***


capitolo definitivo ..Un particolare ringraziamento va al mio angelo custode, Silvia, che anche questa volta mi ha dato una mano con la traduzione e la revisione di questo capitolo, come farei senza di te?!


Capitolo 27





Carol strinse forte la pistola nella sua mano e lei e Axel iniziarono a correre in direzione del cancello sud da dove erano provenuti gli spari. Quando arrivarono alla fine del blocco sud della prigione, dritto davanti a sé Carol vide una mandria di zombie attaccare il resto del loro gruppo. Rick, Carl, Oscar, Daryl, Merle, Glenn e Maggie erano in mezzo a tutto questo, combattendo per liberarsi una via fuori dalle grinfie di quelle creature affamate. Carol non esitò, corse direttamente dentro la mischia per poter prenderne parte. Rick stava lottando contro due zombie e un terzo gli stava arrivando alle spalle. Carol era ancora troppo lontana per riuscire a fermarlo in tempo, così sparò una preziosa pallottola e si liberò di quella cosa direttamente dalla posizione in cui si trovava. Rick sobbalzò al suono dello sparo passare così vicino a lui e poi si guardò alle spalle in tempo per vedere lo zombie crollare a terra. Mandò a Carol un rapido sguardo di gratitudine e poi tornò ad occuparsi degli altri due vaganti. Carol risistemò la pistola nella cintura dei pantaloni e impugnò il grosso coltello che teneva nell'altra mano. Gli altri zombie avevano notato la loro presenza adesso e alcuni di loro si erano girati per rivolgere le loro affamate attenzioni verso di lei e Axel. Si affrettarono verso di loro e Axel iniziò a ruotare la sua ascia mentre Carol si affrettò a raggiungere lo zombie più vicino a lei e a guidare il coltello all'interno del suo bulbo oculare. Il gruppo stava lavorando come una squadra, quasi senza bisogno di comunicare tra loro dopo tutto il tempo passato a combattere insieme per le loro vite. Merle, dal suo canto, sembrava assaporare la possibilità di poter uccidere più zombie che poteva. Si poteva dire qualsiasi cosa di quell'uomo, tranne che non sapesse come difendersi. La sua abilità era un qualcosa che faceva decisamente comodo al gruppo via via che gli zombie si riversavano all'interno del cortile attraverso il cancello aperto.

La voce di Rick sovrastò i grugniti e i versi degli zombie. “Daryl, il cancello!”

Carol sollevò lo sguardo per vedere Rick lanciare una catena completa di lucchetto sopra il mucchio di zombie ringhianti. Daryl la afferrò abilmente con la mano sinistra, senza nemmeno lasciar andare la sua balestra e si lanciò contro gli zombie per aprirsi la strada verso il cancello. Lottò per cercare di chiuderlo mentre sempre più zombie si ammassavano per raggiungere la carne fresca dall'altra parte della barricata, ma Oscar gli fu subito accanto, aggiungendo il suo considerevole peso contro il cancello. I due uomini riuscirono finalmente a chiuderlo quando Glenn li raggiunse, iniziando ad uccidere gli zombie attraverso la recinzione per fare in modo che Oscar e Daryl non venissero morsi mentre cercavano di sistemare la catena. Daryl avvolse rapidamente la catena di metallo attraverso le maglie della recinzione e chiuse il lucchetto, impedendo al resto di quei mostri di unirsi ai loro amici. Adesso il loro numero era sotto controllo, rimaneva il fatto che nove di loro dovevano abbattere una ventina di quelli rimasti all'interno del cortile.

Uno degli zombie abbattuti da Maggie non era stato messo del tutto fuori combattimento e afferrò Carol per la caviglia, scattando per raggiungere la sua carne calda mentre lei si affrettava verso gli altri. Carol non esitò, si girò e calpestò con violenza la sua testa. La sensazione delle ossa che si riducevano in pezzetti sotto il suo stivale era un qualcosa per cui aveva smesso di provare ribrezzo ormai già da molto tempo. Lo zombie ebbe un ultimo spasmo, e poi rimase immobile, trovando finalmente una sorta di pace mentre la dura e rumorosa battaglia infuriava tutto intorno al suo inerme cadavere, ormai defunto. Stavano tutti lottando per le loro vite e dando il loro meglio mentre Carol rivolse nuovamente la sua attenzione verso il gruppo principale e scelse un nuovo bersaglio. Improvvisamente una mano afferrò la parte posteriore dei suoi pantaloni e tirò forte. Carol si tese, cercando di riguadagnare l'equilibrio in modo da potersi voltare per cercare di liberarsi da quella presa ma quando lo fece e ebbe una visuale sul suo aggressore, si accorse che in realtà si trattava di Daryl. Lui la tirò e la portò velocemente al suo fianco, contemporaneamente Carol sentì una fitta acuta scorrere lungo tutto il suo collo. Inciampò perdendo nuovamente l'equilibrio a causa della presa di Daryl, portandosi una mano alla nuca nello stesso momento in cui sentì il bruciore del sudore che scorreva salato nella ferita appena aperta.

“Guarda quello che stai facendo, idiota!” Daryl era infuriato contro lo sventurato Axel, che faceva dondolare la sua ascia selvaggiamente. “Le hai quasi staccato la testa!”

Axel sembrava scioccato e allo stesso tempo colpito da quelle parole, vedendo il modo in cui il sangue filtrava da sotto la mano di Carol. La sua espressione era dispiaciuta. “Mi dispiace, Carol”.

Daryl, completamente incazzato, aprì la bocca senza dubbio per insultare nuovamente Axel, ma la sua ira lo aveva reso distratto. Uno zombie si scagliò contro di lui da dietro e Carol reagì subito. Si gettò direttamente su quella cosa infilandole il coltello da sotto il mento, perforandoli il cervello e uccidendolo una volta per tutte. Daryl si voltò e la guardò sorpreso per la rapidità della sua reazione. “Guardati le spalle”, lo ammonì lei. Carol non poteva sopportare il pensiero che Daryl potesse rimanere ferito, e ancora peggio per causa sua.

“E tu guardati le tue”, le replicò infastidito

I loro occhi si incontrarono per un breve momento e Carol vide negli occhi di Daryl che la sua arroganza verso di lei nasceva dalla paura. L'ascia di Axel doveva essere giunta molto più vicina di quando lei avesse veramente realizzato perché riusciva a vedere negli occhi di Daryl quanto era arrivato vicino a perderla per sempre e quanto questo lo avesse spaventato a morte. C'erano un sacco di cose che aveva bisogno di dirgli, ma adesso erano nel bel mezzo di una lotta per la loro sopravvivenza. Daryl la superò per aiutare Merle a sbarazzarsi di un altro zombie e Carol si mosse per aiutare Maggie che stava lottando contemporaneamente contro tre di loro. Dopo cinque sanguinosi minuti, il resto degli zombie giaceva morto a terra, sdraiati in pozze del loro stesso sangue scuro in mezzo ai pezzi delle loro ossa e delle loro  interiora. Il gruppo rivolse lo sguardo ad osservare la carneficina, tutti sudavano copiosamente e lottavano per riguadagnare il respiro.

“State tutti bene?” li interrogò Rick. Si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Carl. “Carl?”

“Sto bene”, rispose lui in fretta

Rick guardò il resto di loro e tutti annuirono in silenzio, cercando di riprendere fiato. Sembrò sollevato. “Grazie a Dio”

“Dio non ha niente a che fare con tutto questo”, disse Merle gioviale, mentre ripuliva via il sangue dal coltello montato sulla protesi del suo moncherino. “Io ho spaccato il culo a questi bastardi e tutti voi avete fatto il vostro meglio per tenere il passo”.

“Sta zitto, Merle” sbottò Rick

Carol si portò la mano al collo distrattamente e la ritirò via subito, vedendo che stava ancora sanguinando

Daryl fu al suo fianco prima che lei potesse rendersene conto. Le sollevò il mento con una mano e le inclinò la testa all'indietro, in modo da poter avere una buona visuale sul suo collo.

“Carol?” Il suo nome venne pronunciato con preoccupazione da Rick.

“Va tutto bene”, rispose Carol mentre Daryl continuava a scrutare la sua ferita con attenzione. “Non sembra profondo”.

“No, non lo è”, dichiarò Daryl burbero, dandole un'occhiataccia per lo spavento che gli aveva procurato. “Sei stata fortunata”.

“No, tu hai avuto dei buoni riflessi” replicò lei, non facendosi nessuna illusione sul perché la sua testa stava ancora attaccata sulle sue spalle.

Lo sguardo di Daryl era ancora seccato anche quando tirò su il fondo della sua camicia per ripulire il sangue dal collo di Carol.

Axel sospirò risentito e iniziò a camminare verso di lei. “Carol, mi dispiace davvero. Non avevo visto che eri lì altrimenti-...”

Daryl aveva ancora l'orlo della camicia premuto contro il collo di Carol quando puntò un dito furioso contro Axel. “Che cazzo ti avevo detto a proposito dell'avvicinarti a lei?” sputò fuori. “Porta via quel fottuto culo!''

Axel si bloccò bruscamente e arretrò frettolosamente di un paio di passi.

“Continua”, gli ordinò Daryl severamente.

Axel fece una smorfia e indietreggiò ancora un po’, ma la rabbia di Daryl non accennava a diminuire, neanche quando la schiena di Axel arrivò ad urtare contro la recinzione. “Non posso andare oltre”, disse rivolto a Daryl e poi si allontanò spaventato dalla recinzione quando uno zombie affamato cercò di afferrarlo attraverso le maglie.

“Axel, allontanati dal recinto”, disse Carol esasperata. “Finirai col farti mordere”.

“Non vedo come questo possa essere un problema”, mormorò Daryl mentre finiva di ripulirla. Osservò la sua opera con estrema attenzione. “Ha smesso di sanguinare. Starai bene”.

Carol gli rivolse un mezzo sorriso, scusandosi silenziosamente per lo spavento involontario a cui lo aveva costretto. Daryl annuì brevemente quando la voce stridula di Merle interruppe il momento.

“Se voi due avete finito di giocare al dottore e all’infermiera,  a qualcuno dispiacerebbe dirmi che cosa diavolo è successo qui?”, chiese guardando gli altri. “Come diavolo hanno fatto questi bastardi ad entrare all'interno della recinzione?”

Un Glenn ricoperto di schizzi di sangue lo fulminò con lo sguardo. “Questa è una buona domanda, Merle, perché non ce lo spieghi tu?”, sputò fuori.

Merle gli lanciò uno sguardo innocente. ''E questo che cosa dovrebbe significare?''

“Significa che io avrei dovuto essere di guardia a questo cancello proprio ora”, sbottò Glenn ''e, oh ehi guarda un po’, qualcuno si è dimenticato di chiudere la porta”.

“E sarebbe colpa mia?” lo sfidò Merle.

“Nessuno di noi altri qui è in cerca di vendetta”, disse Glenn cupo. “Hai aperto quel cancello, pensando che se fossi stato di guardia avrei fatto da esca per quegli zombie”.

“Non so se gli zombie si sarebbero disturbati a banchettare con te”, disse Merle impassibile. “Sai com'è, dopo un'ora avrebbero avuto nuovamente fame”.

Gli occhi di Glenn si socchiusero minacciosamente per l'ennesimo insulto razzista di Merle. L'uomo sembrava possederne una scorta infinita.

Rick rivolse a Merle uno sguardo duro. “Dove sei stato questa mattina, Merle?”

“Che cosa è successo all'innocenza fino a prova contraria?”, chiese Merle, cercando di apparire opportunamente indignato. “Io non ho fatto niente di male”.

“Allora dicci dove sei stato”, dichiarò Rick bruscamente.

Merle gli rivolse uno sguardo di sfida. “Ero nella stanza del generatore, stavo trafficando con quella merda per cercare di farla funzionare nuovamente. Stavo contribuendo al bene di tutto il gruppo. Non è questo quello di cui vi preoccupate tutti quanti, guadagnarvi il vostro posto? Beh, io stavo guadagnando il mio”.

“E suppongo che nessuno fosse lì per poter confermare di averti visto mentre cercavi di guadagnare il tuo posto?” chiese Rick puntualizzando

“Se Merle dice che stava nella stanza del generatore, allora è lì che stava”, disse Daryl brevemente. “Ed era insieme a me nel cortile quando abbiamo sentito gli spari di Oscar”.

Carol rivolse uno sguardo preoccupato a Daryl, sapendo quanto doveva essere dura per lui, ma era ovvio che il resto del gruppo non credeva ad una sola delle parole pronunciate da Merle.

“Chi è stata l'ultima persona a uscire all'esterno?” chiese Carl con un'espressione concentrata, mentre andava a controllare il lucchetto.

“Io” disse Maggie. “Ieri, quando sono uscita fuori per controllare il perimetro, ma ho richiuso bene il lucchetto quando sono tornata, ne sono certa”.

“Certo che l'hai fatto”, disse Glenn velocemente. ''Tu non stai cercando di far uccidere nessuno”. Lanciò un'occhiata a Merle.

La mascella di Daryl si indurì. “Faresti meglio a trovare delle prove a sostegno di quello che stai dicendo, Glenn”, disse laconicamente. “Altrimenti ti consiglio di tenere a freno la tua lingua”.

“Ho già tenuto a freno la mia lingua riguardo quel pazzo di tuo fratello e guarda dove ci ritroviamo adesso”. Glenn indicò rabbiosamente con un cenno della mano i mucchi di corpi morti disseminati tutti intorno a loro. “Con la merda fino al collo”.

“Io non ho niente a che fare con tutto questo”, disse Merle con calma. “E non lo dirò di nuovo”.

Carol poteva sentire la tensione crescere nel gruppo dal momento che degli sguardi sospettosi contraccambiarono l'atteggiamento indifferente di Merle. Lei, però, puntò la sua attenzione su qualcuno che poteva essere in grado di far luce su quello che era effettivamente accaduto. “Oscar, tu eri di guardia qui. Hai qualche idea su come sia potuto accadere questo?”

Oscar era in piedi ai margini del gruppo e sbatté le palpebre con stupore, come se le parole di Carol avessero appena interrotto una delle sue fantasie private. “Stavo perlustrando lungo la recinzione”, disse con voce profonda e tranquilla. “Ho controllato il cancello quando ho fatto il cambio con Axel e lo giuro, era chiuso”.

“Lo era”, concordò Axel dalla sua postazione di esilio.

“Sta zitto, idiota” grugnì Daryl, senza nemmeno guardarlo.

L'espressione di Oscar era seria. “Allora ho perlustrato lungo la recinzione, fino alla torre, poi sono tornato indietro e sono arrivato fino al blocco della lavanderia. Questo è quello che stavo facendo fino a un'ora fa”.

Maggie scostò indietro una ciocca di capelli sudati. “E non hai visto nessuno?”

Oscar alzò le spalle e scosse la testa. “No, nessuno”.

Glenn stava fissando Merle dritto negli occhi. “E allora come ha fatto questo cancello ad aprirsi?”.

Merle spalancò gli occhi. “Non guardare me, io non ho la chiave”.

“Sei un criminale”, rispose Glenn, “non ti serve nessuna chiave”.

“Perché avrei dovuto lasciare il cancello aperto?” lo sfidò Merle. “Nel caso in cui non lo avessi notato, ragazzo, ci sono anche io qui dentro. Avrei messo in pericolo anche me stesso, perché avrei dovuto farlo?”

Il volto di Glenn ora era offuscato dalla rabbia. “Perché preferiresti morire ottenendo la tua vendetta piuttosto che continuare a vivere e facendola passare liscia a qualcuno!”

“Un uomo perdona quando riconosce di essere in debito per qualcosa”, rispose Merle. Agitò il suo moncherino in aria. “E tutto considerato, penso che a me sia stato portato via già abbastanza”.

“Sei stato tu stesso a tagliarti la mano, Merle”, disse Rick cupo. “Nessuno di noi qui presente lo ha fatto”.

Glenn si fece più vicino a Merle, gli occhi dardeggianti. “Che cos'è che ti abbiamo portato via esattamente, Merle?” chiese arrabbiato, schernendolo, “la capacità di applaudire? Sei incazzato perché la prossima volta che andrai a teatro non potrai fare una standing ovation, vero?! Zotico figlio di puttana!”

“Ne ho abbastanza di te, cinesino”, disse Merle seccato. “Pensavo che la tua razza fosse composta da persone gentili e rispettose. Ma mi rendo conto che è arrivato il momento che qualcuno ti insegni le buona man-...” . Non fece in tempo a finire la frase che chiaramente qualcosa scattò in Glenn e il giovane uomo si lanciò contro di lui e tutti e due finirono a terra in mezzo ai corpi dei vaganti.

“Glenn, no!” urlò Maggie con orrore mentre guardava Glenn e Merle che si rotolavano a terra.

Rick corse immediatamente verso di loro ed afferrò Glenn attorno alla vita, cercando di trascinarlo via dall'altro uomo, mentre Daryl cercava di bloccare Merle, che aveva tutta l'aria di essere pronto per una battaglia adesso. Rick e Daryl lottarono entrambi per mantenere la presa sui due mentre questi cercavano continuamente di raggiungersi a vicenda.

“Andiamo, signor Ching Chong”, lo spronò Merle mentre Daryl cercava di spingerlo indietro. “Fammi vedere che cosa sai fare, fighetta”.

Rick stava avendo dei problemi a trattenere Glenn mentre l'uomo stava quasi esplodendo tra le sue braccia, non desiderando nulla di più di esaudire la gentile offerta di Merle. Alla fine, Rick fu costretto a sbattere Glenn a terra, usando le sue vecchie conoscenze di sceriffo per tenerlo sotto controllo. Rick era ormai in ginocchio sulla schiena di Glenn, cercando di convincerlo a calmarsi. “Fermati!”. Urlò all'uomo che ancora si stava dimenando. “Finirai per farti del male. Ti prego Glenn, calmati”.

Merle iniziò a ridere della situazione in cui si trovava Glenn. “Non riesci a liberarti di quella scimmietta sulla tua schiena, non ci riesci proprio, ragazzino”.

Daryl spintonò duramente Merle in pieno petto. “Chiudi il becco, Merle”, ringhiò. “Non devi sempre cercare di peggiorare le cose”.

Merle gli lanciò un'occhiata mentre si risistemava la camicia. “Non sono io quello che ha creato tutto questo trambusto. Me ne stavo solamente qui, in mezzo a tutti voi, cercando di proteggere questo gruppo e improvvisamente sono nuovamente il cattivo ragazzo? Che cosa deve fare un tizio qui per guadagnarsi un po’ di fiducia?”

“Sto bene”, disse Glenn imbronciato, ancora sotto le ginocchia di Rick. “Puoi lasciarmi alzare, adesso”.

“Sei sicuro?”

“Si”, disse Glenn ermeticamente.

Rick si alzò lentamente, spostandosi dalla sua posizione in ginocchio contro la schiena di Glenn per permettere all'uomo di rimettersi in piedi. Maggie fu subito al suo fianco. “Stai bene?”, chiese con preoccupazione, mettendogli una mano sul braccio. Glenn la scostò via, continuando a guardare Merle di traverso.

“Sembra che il tuo ragazzo ultimamente sia più interessato ai maschietti”, disse Merle allegramente. “Se volete il mio parere, si è anche divertito a farsi montare a quel modo da Rick”.

Carol scosse la testa incredula alle parole di Merle, che avevano ottenuto l'effetto che aveva sperato dal momento che Glenn si lanciò nuovamente contro di lui. Ma questa volta, Merle era pronto e lo evitò facilmente, afferrando Glenn quando era sbilanciato. Improvvisamente Merle riuscì ad afferrarlo per il collo, e puntò il suo coltello alla gola del giovane.

“No!” ansimò Maggie sgomenta mentre Glenn lottava per liberarsi dalla morsa soffocante che Merle stava usando contro di lui.

“Merle, lascialo andare!” disse Daryl ferocemente.

“Mi sto solo proteggendo, fratellino”, disse Merle, sopraffacendo facilmente Glenn. “E' stato lui ad attaccarmi”.

“Non fargli del male” disse Maggie ansimante.

“Io non voglio fare del male a nessuno, signorina” ribatté Merle, “ma non ho nemmeno intenzione di  permettere a voi altri di scaricare le vostre frustrazioni su di me”.

Glenn stava cercando di pronunciare alcune parole rabbiose, ma non riusciva a contrastare la presa di Merle sulla sua gola. Le cose stavano per sfuggirgli di mano e Carol stava iniziando a temere che qualcuno potesse seriamente farsi male quando il suono delle urla di Beth riempì l'aria. Tutti quanti si immobilizzarono e Rick puntò un dito rabbioso contro Merle. “Lascialo andare!” ordinò animatamente all'altro uomo prima di scattare in una corsa per scoprire cosa aveva spinto Beth ad urlare così forte.

Carol osservò Merle allentare la presa su Glenn e Glenn liberarsi finalmente dalla sua stretta, fissando Merle ferocemente per questo ultimo atto di umiliazione, ma stavano già tutti correndo dietro Rick, intenti a scoprire che cos'altro ci fosse ora di sbagliato. Le urla di Beth si erano fermate, il che servì solo a spaventare di più Carol, che correva veloce insieme agli altri. Se non altro le urla della ragazza stavano a significare che era ancora viva. Gli uomini fecero irruzione verso la parte anteriore del cortile, chiaramente avendo in mente lo stesso pensiero, mentre lei, Maggie e Carl li seguivano dietro a pochi passi. Nella sua testa Carol stava cercando di capire se qualche zombie potesse essere riuscito a passare inosservato e si fosse fatto strada all'interno della prigione. Quello sarebbe stato il peggiore dei casi, uno zombie libero di girare all'interno della prigione, in particolare tra i membri più vulnerabili del gruppo, Beth, Hershel e Judith, che si trovavano lì dentro da soli. Rick sembrava abbastanza certo di sapere da dove erano provenute le urla mentre guidava il gruppo lungo la linea della recinzione verso la parte anteriore della prigione, dove avevano seminato da un lato il giardino e dall'altro un piccolo cimitero di fortuna per i loro compagni caduti. Carol scansionò freneticamente l'area alla ricerca di un possibile pericolo mentre tutti correvano sul campo e poi, tutto ad un tratto, videro di che cosa si trattava. Il sussulto collettivo di orrore passò lungo tutto il gruppo e Carol sentì lo stomaco salirle fino alla gola, minacciando di uscire per intero dal suo corpo all'orribile vista di ciò che aveva di fronte a sé . . .












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Capitolo 27
*** Capitolo 28 ***


echoes capitolo 28 Capitolo 28

In collaborazione con ° Silvia °




Carol si portò una mano a coprire la bocca e scosse la testa, con le lacrime che le riempivano gli occhi. Maggie si affrettò a raggiungere una Beth dall'aspetto traumatizzato e ad avvolgerla in un abbraccio. Beth seppellì il viso nel collo di sua sorella maggiore, per non vedere più.

''Merda..'', disse Rick visibilmente scosso mentre continuava ad avanzare.

Oscar era inginocchiato sulla tomba che era stata fatta per Carol e che si era rivelata essere troppo prematura. Era ovvio che fosse ormai morto. La sua testa stava a malapena attaccata al collo. Era trattenuta soltanto da dei fili di muscoli e carne, ma ciondolava da un lato in un cruento spettacolo di una quasi completa decapitazione. Gli occhi di Oscar fissavano il cielo, mentre il sangue arterioso dipingeva il terreno di fronte a lui in maestosi schizzi. In una mano stringeva ancora il machete. Il silenzio tra i membri del gruppo fu assordante fino a quando Merle non sbuffò.

“Bene.. merda”, disse lentamente, “suppongo che adesso tutti voi biasimerete me anche per questo”.

Rick si inginocchiò vicino al corpo, osservando la scena da una posizione più ravvicinata. “Lo ha fatto da solo”, disse piano.

Maggie si lasciò sfuggire un verso risentito. “Ma- ma perché?”

Rick si mosse con cautela e spostò leggermente il colletto macchiato di sangue della tuta di Oscar fino ad esporre il marchio ben chiaro del segno di una dentatura. “È stato morso”, rispose Rick, con un tono sordo.

Carol chiuse gli occhi, le spalle curve. Oscar era stato morso e non aveva detto niente. Aveva preferito andare a morire da solo. Era un quadro straziante da dipingere per l'uomo che aveva messo a disposizione la sua forza per il gruppo senza mai lamentarsi e senza fare nessuna domanda. Oscar non meritava di morire così.

Axel emise un verso strozzato, rompendo finalmente quel silenzio attonito. “No..”, disse con voce tremante, “no, no, no, non così..non è giusto”. La voce di Axel si fece sempre più forte mentre raggiunse barcollando il suo amico, lasciandosi cadere in ginocchio accanto a lui. I suoi occhi erano spalancati e pieni di orrore mentre realizzava che quello era veramente il cadavere di Oscar e il modo brutale ma efficace che aveva scelto per togliersi la vita. “Non è giusto”, disse ancora una volta, la voce tesa.

Merle ebbe un cenno di approvazione. “L'uomo ha deciso di prendersi cura dei suoi affari, ha scelto di concludere le cose a modo suo. Non c'è niente di sbagliato in questo”.

“Oscar si è tagliato la gola”, disse Glenn con orrore. “Come puoi dire che non c'è niente di sbagliato in questo?”

Merle si strinse nelle spalle. “Non ha voluto stare fermo a guardare e farvi sprecare un proiettile, è stato talmente gentile da portarsi da solo fino alla sua tomba. Ci ha persino levato il disturbo di dover fare questo”. Egli diede un altro cenno. “Questo si che si può chiamare gioco di squadra”.

Le parole di Merle stavano solo peggiorando ancora di più le cose. Oscar era tranquillamente andato a morire da solo e aveva scelto di limitare al minimo lo sforzo che il gruppo avrebbe dovuto affrontare, il tutto mentre loro erano presi dai loro problemi e dal loro litigio. Erano stati tutti ignari del suo dolore e della scelta terribile che aveva dovuto affrontare. C'era qualcosa circa il modo in cui aveva scelto di morire e della sua tranquilla accettazione che si stava rivelando particolarmente inquietante per Carol, nonostante tutta la morte e la disperazione a cui aveva già avuto modo di assistere.

Axel, che solitamente era sempre così pacato, all'improvviso divampò. “Stare in questo gruppo avrebbe dovuto tenerci al sicuro!”, gridò contro di loro. “Non spingerci a tagliare la nostra stessa testa! Che diavolo c'è di sbagliato in tutti voi?! Perché non vi interessa nient'altro all'infuori di voi stessi?''

Carol si fece avanti e posò delicatamente una mano sulla spalla di Axel. “Axel, nessuno di noi avrebbe voluto che accadesse mai una cosa così orribile. Oscar era un brav’uomo e tu hai ragione, non meritava questo”.

“Era un mio amico”, disse Axel con voce tremula, guardando il cadavere mutilato di Oscar. “So che prima o poi toccherà a tutti noi, ma non avrei mai immaginato a questo modo”. Scosse la testa. “Non in questo modo..”.

Anche Rick mise una mano sulla spalla di Axel. “Lo seppelliremo, faremo quello che è giusto. Oscar è morto per proteggere il gruppo, noi tutti gli saremo per sempre grati”.

“No” disse Glenn, il volto scuro. “Oscar è morto a causa di Merle”.

Merle emise un suono di disprezzo. “Ci risiamo? Non hai in mano una sola misera prova di quello che io posso aver fatto o meno, eccetto i tuoi deliri paranoici”.

“Non essere in grado di poter dimostrare qualcosa non la rende meno vera”, ribatté Glenn ferocemente. Alzò un dito e si rivolse al gruppo. “Ve l’avevo detto, ve l’avevo detto che Merle avrebbe cercato vendetta e ora guardate che cosa è successo, Oscar è morto!”

“Non ho mai avuto nessun problema con Oscar'', disse Merle con calma. “Quello che stai dicendo non ha senso, ragazzino”.

Glenn lo guardò con odio, ma poi rivolse quello stesso sguardo verso Rick. “Devi fare qualcosa, Rick. Non possiamo continuare a starcene qui a fare finta che Merle non sia una minaccia per tutti noi”.

La voce di Daryl era dura. “Merle ha vissuto con noi per settimane, non c'è mai stata nessuna difficoltà fino ad ora. La morte di Oscar non è stata colpa sua”.

Glenn si girò a fissarlo con un'espressione incredula. “Sei veramente così cieco?” domandò a Daryl, il suo tono sempre più acuto. Glenn rivolse uno sguardo ampio a tutti loro. “Siete tutti ciechi? Merle ha fatto in modo che il cancello restasse aperto, sapendo che io dovevo essere di guardia là fuori. Solo che io non c'ero, al posto mio c'era Oscar. E adesso lui è morto”.

Carol osservò lo scambio di sguardi tra i membri del gruppo. Tutti sapevano che quello che Glenn stava dicendo era più che plausibile. La tensione era densa nell'aria. Il suo sguardo si fissò su Daryl e si soffermò sul modo in cui stava fissando un punto imprecisato a terra, con la mascella che si serrava più e più volte e pulsava, le labbra che trattenevano a stento una smorfia. I movimenti erano impercettibili, ma Carol li riconobbe e seppe che lui stava cercando di tenere a bada le sue emozioni. Il suo primo istinto fu quello di correre verso di lui, stringerlo tra le sue braccia e non lasciarlo andare più, ma non avrebbe fatto altro che complicare ulteriormente le cose in quel momento. Carol guardò Merle, il quale stava a sua volta osservando Daryl. Il più giovane dei fratelli Dixon sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi di suo fratello. Merle inarcò un sopracciglio e un qualche tipo di comunicazione non verbale passò tra di loro. Carol aggrottò la fronte, tutto questo non fece altro che renderla sempre più nervosa ma poi Glenn ricominciò con il suo sfogo.

“Allora, chi sarà il prossimo?” domandò a voce alta. “Noi tutti qui siamo un bersaglio perché Merle non si farà problemi a sparare alla cieca tra la folla fino a quando non avrà colpito le persone che gli interessano veramente, io e Rick. E lo sapete tutti quanti. Non possiamo continuare a far finta che non sia così. Oscar è morto perché eravamo troppo occupati a giocare alla famigliola felice e non siamo stati in grado di affrontare la verità. Merle è un assassino, uno psicopatico pezzo di merda e per lui non ci sarà mai posto qui”.

“E' mio fratello quello di cui stai parlando”, sputò fuori Daryl con rabbia.

“Lo so e non intendo rimangiarmi niente di quello che ho appena detto”, disse Glenn amaramente. “Tu sei uno di noi, Daryl, ma Merle non lo è e non lo sarà mai! Io dico di porre fine a questa farsa ora e-”

“E cosa?” chiese Daryl, la sua postura rifletteva la sua aggressività, “buttarlo fuori in pasto ai lupi?”

“Merle è il lupo”, sbottò Glenn.

“Allora, è questo quello che facciamo adesso?”, Daryl lanciò uno sguardo furioso ad ognuno di loro. “Distribuiamo condanne a morte alla persone senza avere nessuna prova?”

“È tutto apposto, fratellino”, disse Merle magnanimamente, “sono solo spaventati a morte dal vecchio Merle e quando la gente ha paura è solita perdere la testa. Capisco. Non ce l'ho con nessuno di voi”.

“Non giocare a fare il vecchio saggio con noi, Merle”, sbottò Rick. “Non sei mai stato un santo da quando sei qui”. Lanciò un'occhiata a Carl, stringendo le labbra.

“Non ho fatto altro che cercare di inserirmi nel vostro gruppo e che cosa ho ottenuto per il mio disturbo?”, chiese Merle. “Nient'altro che sguardi sospettosi e accuse infondate”.

Carol scosse la testa verso Merle che stava giocando la carta della vittima con estrema abilità. Sapeva che non aveva fatto altro che complottare fin dal primo giorno, cercando di creare problemi all'interno del gruppo, ma sapeva anche che amava suo fratello. La sua speranza era stata quella che questo’ultimo sentimento sarebbe stato abbastanza forte da lasciare Daryl libero di decidere per se stesso, ma non sembrava affatto questo il caso. Si morse il labbro e guardò con rammarico il cadavere del povero Oscar, ancora lì in ginocchio, l'espressione congelata per sempre nella morte in un'aria di supplica. Ma nessuna pietà era venuta per Oscar e Carol non poté fare a meno di sentirsi incredibilmente in colpa per il fatto di avere fermato il gruppo dal cacciare Merle fin dall'inizio, il che li aveva condotti infine a questo. Distolse in fretta lo sguardo, sentendo una fitta di rimpianto. Perché ogni decisione che erano costretti a prendere in questo mondo aveva sempre in gioco una posta così alta adesso?

“State tutti quanti lì a discutere e a nessuno di voi importa niente di Oscar!” esclamò Axel indignato. “Pensate solo ai vostri problemi, state qui a litigare sul suo cadavere come se non avesse nessuna importanza”.

“Non ci eri ancora arrivato, idiota?” disse Merle disinvoltamente. “Se non fai parte del loro piccolo gruppo speciale, a questa cosiddetta brava-gente non importa proprio un cazzo di te. Sono loro a decidere chi è speciale e chi no e se non lo sei, beh..”, fece un cenno rivolgendosi al cadavere del quasi decapitato Oscar, “è probabile che finirai a marcire in questo identico modo”.

“Sai bene che non è vero, Merle”, dichiarò Carol a denti stretti, notando che ora Rick e Daryl si stavano scambiando uno sguardo.

“Va bene, chiediamo a Oscar il suo parere in merito allora” suggerì Merle, mentre si rivolgeva beffardamente al corpo senza vita di Oscar. “Ehi, Ossie, ti senti parte di questo gruppo? Ti senti come se potessi morire circondato da degli amici o come se fossi costretto ad allontanarti come un animale ferito, preferendo morire da solo piuttosto che in mezzo a un branco di ipocriti?”. Alzò la testa e fece come per concentrarsi in attesa di una risposta. “Parla, ragazzone, non riesco a sentirti”.

“Fatelo smettere!” disse Beth scandalizzata. “E' malato!”

“Piangi pure tutte le tue lacrime di coccodrillo, signorina”, disse Merle con indifferenza, “tutti voi siete così dannatamente occupati  a definire me un mostro, ma ora capisco che i veri mostri qui siete solo voi e Oscar non è altro che la vostra ultima vittima”.

“Chiudi il becco, Merle!” sputò fuori Rick. “Non osare giudicarci!”

“Oh, ma voi potete giudicare me”, ribatté Merle con finta comprensione, “ecco come funzionano le cose qui, non è vero, poliziotto gentile?”. Fece un suono disgustato. “Beh, credo che la giuria abbia espresso il suo verdetto, eh? Sono veramente sorpreso di vedere come noi zotici non siamo in grado di adattarci alla vostra buona società. Immagino di aver ricevuto il messaggio”.

“Tempismo perfetto” disse Glenn con rabbia.

“Ti stai godendo il fatto di non essere più parte di una minoranza, cinesino?” lo schernì Merle. “Ti piace fare parte di qualcosa di più grosso di te in modo da poterti parare il culo ed essere di peso? Penso che non saresti mai stato così coraggioso se mi fossi presentato un giorno con il mio gruppo e avessi preso a calci il tuo piccolo culo giallo”.

“Basta” ringhiò Daryl, e poi più forte. “Ne ho abbastanza!”. Lo guardarono tutti mentre scuoteva la testa. “Finitela, adesso”. La sua espressione era dura mentre incrociava lo sguardo di Merle. “Ce ne andiamo”.

“Daryl, no!” ansimò Maggie. “Nessuno di noi vuole questo”. Guardò Glenn. “Diglielo, Glenn”.

“Certo che non voglio che tu te ne vada, Daryl” aggiunse Glenn bruscamente. “Merle non ha bisogno di te. Se lui se ne vuole andare, lasciaglielo fare”.

“Voi avete voi stessi e Merle.. ha ragione”, dichiarò Daryl a denti stretti, “noi non ne facciamo parte”.

Rick si avvicinò a lui. “Lo sai che non è vero, Daryl. Tu sei uno di noi”.

“Per ora”, commentò Merle maliziosamente. “Chissà se in futuro avresti avuto l'onore di diventare il loro animaletto domestico preferito, fratellino. Questo gruppo è una merda completa. Quando servi loro per qualcosa, sono solo rose e fiori, quando ormai hai già fatto quello di cui avevano bisogno, beh, allora non sei più un loro problema”.

Carol stava combattendo contro la voglia di prendere a pugni Merle per le falsità che continuava a vomitare fuori da quella sua bocca. L'intera situazione era ormai fuori controllo mentre le emozioni stavano avendo la meglio su tutti loro. Cercò di affrontare Merle. “Ci stai rendendo parte della tua realtà distorta?” gli domandò con impazienza

“Dico solo quello che vedo, signorina”, rispose Merle con semplicità.

“Allora penso proprio che tu abbia bisogno di una visita oculistica”, disse Carol cupa

Merle scoppiò in una risatina. “Sai, penso che sarai quella che mi mancherà di più, boccuccia impertinente. Sei sicura di non voler venire con noi? La strada potrebbe essere lunga e solitaria e di sicuro sarebbe bello avere qualcosa di morbido da poter coccolare durante la notte”. Guardò allusivamente Daryl . “Per tenere tutto in famiglia, per così dire”.

Prima che Carol potesse rispondere all'offerta ridicola di Merle, Daryl si mise in movimento. “Vado a prendere le nostre cose”, disse bruscamente e rivolse a Merle uno sguardo di avvertimento. “Torno subito”.

Il cuore di Carol balzò nel suo petto, incapace di credere che le cose fossero giunte a questo punto. Daryl non aveva davvero intenzione di lasciarli, no? Una sensazione orrenda le artigliò la bocca dello stomaco. Questo era quello che aveva temuto di più, fin dalla prima volta che vide Merle oltrepassare quel cancello e ora quest'incubo si stava dispiegando dritto davanti a lei e Carol si sentiva completamente impotente.

“Daryl, fermati” disse Rick spazientito. “Sei impazzito?”.

“Proprio come dicevo” gongolò Merle. “Se non sei d'accordo con il loro pensiero vieni etichettato improvvisamente come un pazzo”.

“Sta zitto, Merle!” disse Maggie con rabbia.

“Fammi stare zitto, tettine di zucchero” disse Merle impenitente. “Non ho intenzione di baciare il culo a nessuno di voi ed è questo il vero problema qui”.

“Il nostro problema è che tu sei solo un violento coglione” ribatté Glenn. “Uno che è in cerca di farci uccidere”.

Merle sbuffò. “Se vi avessi voluto uccidere, a quest'ora sareste tutti morti. Dammi un po’ di credito”.

E il guaio era proprio quello. Merle avrebbe potuto ucciderli se avesse voluto, ma Carol  sapeva, come ora lo sapevano anche tutti gli altri, che avrebbe mille volte preferito vederli soffrire.

“Aspetta qui e non aggiungere nient'altro” ordinò Daryl con irritazione a suo fratello. “Vado a prendere tutta la nostra roba e poi ce ne andremo”. Detto questo si voltò e iniziò a marciare verso il blocco delle celle.

“Non dimenticare le scarpe, fratello” gli gridò dietro Merle. “Non ho nessuna intenzione di portarti in braccio a spasso per i boschi”.

Carol guardò Rick. “Non puoi permettere che Daryl ci lasci” disse incredula.

“Questa  non è una prigione..” disse Rick sconfitto e poi fece una smorfia. “Sai che cosa intendo dire” mormorò

“Sapete che questo è esattamente quello che Merle voleva fin dall'inizio, vero?” chiese al gruppo con impazienza

“Sbagliato, questo è quello che vuole Daryl” disse Merle con arroganza. “Ed io sono pronto per il lungo viaggio”.

Il tono di Carol era tagliente mentre si rivolse a Merle. “Sei davvero arrivato al punto da credere veramente ai tuoi stessi giochetti mentali, Merle?”

Merle le rivolse un sorrisetto. “Non sono io quello che si faceva illusioni sul fatto che quello che avete costruito qui avrebbe avuto su mio fratello una presa forte più del nostro legame di sangue”.

Le labbra di Carol si assottigliarono per il fastidio, ma lei sapeva che stava soltanto perdendo del tempo a parlare con Merle. Daryl era la persona con cui aveva bisogno di parlare veramente. Senza aggiungere altro, girò sui suoi tacchi per raggiungere il più giovane dei fratelli Dixon. Quando arrivò all'interno del blocco delle celle, trovò Daryl seduto sui gradini di cemento della zona comune, intento a mettersi le scarpe, i suoi effetti personali e quelli di Merle erano già accanto a lui. Camminò fino a raggiungerlo e gli rivolse uno sguardo frustrato. “Che cosa stai facendo?”

Daryl le rispose senza nemmeno sollevare lo sguardo. “Farcisco un pollo”.

Carol ignorò il suo sarcasmo. “Dimmi che non hai veramente intenzione di andartene”.

Daryl le diede uno sguardo indecifrabile e poi rivolse nuovamente la sua attenzione alle stringhe dell'altra scarpa.

Carol non riusciva a sopportare quando si chiudeva in se stesso a quel modo. Gli faceva venire voglia di urlare, prenderlo e scuoterlo fino a quando non fosse riuscita a farlo tornare in sé. “Daryl, stai commettendo uno sbaglio”.

“Non sarebbe di certo il primo'' grugnì.

Carol scosse la testa. “Non farlo”, lo pregò instabile. “Non te ne andare”.

Daryl finì di allacciarsi le scarpe e si alzò, arrivando a stare di fronte a lei. “È mio fratello. Devo farlo”.

Le parole di Daryl restarono sospese tra di loro e in quel momento Carol riconobbe la volontà di ferro nei suoi occhi. Si rese improvvisamente conto che Daryl non stava parlando solo della fedeltà verso suo fratello, ma di un dovere. Pensava che la responsabilità di controllare Merle fosse la sua e il modo migliore per poterlo fare era proprio questo. Il cuore di Carol andò in pezzi, perché sapeva di non avere nessun argomento a suo favore. Lasciar andare Merle da solo sarebbe stato come lasciar andare un animale selvatico, lasciandolo libero di dare loro la caccia apertamente. Se Daryl fosse rimasto con Merle, significava che almeno avrebbero sempre avuto un paio di occhi  a proteggerli. Ma chi avrebbe protetto lui? Carol inspirò sofferente. “So perché lo stai facendo, per proteggere tutti noi da Merle”.
“È questo quello che volevate tutti quanti, no?” chiese Daryl fermamente. “Che io facessi una scelta. Beh, è quello che sto facendo”.

“Ma io volevo che tu scegliessi noi” disse Carol irrimediabilmente sconfitta, sapendo che non c'era nessun modo in cui Daryl potesse riuscire a tenerli al sicuro restando là.

Daryl la fissò, la sua espressione offuscata. “Non sempre otteniamo ciò che vogliamo...”. I suoi occhi scivolarono via da lei mentre si accingeva a passarle oltre.

Carol mise rapidamente le braccia in avanti per bloccargli il passaggio. Con le mani poggiate sul suo petto poteva sentire il modo in cui il suo cuore batteva veloce contro i suoi palmi. Daryl le lanciò uno sguardo allarmato. Tutto il suo corpo era teso, come se si stesse preparando a sferrare un pugno. Carol sapeva quanto fosse difficile per Daryl affrontare apertamente delle situazioni così emotive e quanto instabile queste lo rendessero. Ma entrambi sapevano che Daryl stava camminando verso l'ignoto e Carol non era disposta a lasciare che le cose finissero in questo modo tra di loro. Come se un mondo pieno di zombie e nessun posto sicuro in cui potersi nascondere non fossero abbastanza, ora c'era anche l'incognita che rappresentava Merle Dixon. Carol era stata costretta ad affrontare la possibilità, adesso reale più che mai, di essere sul punto di perdere Daryl per sempre e il suo cuore non riusciva a sopportare quel pensiero. Senza avere alcuna certezza che questo suo ultimo gesto non lo spingesse soltanto a volersi allontanare sempre di più, Carol gli prese il volto fra le mani per fare in modo che lui la guardasse. Premette le sue labbra contro quelle di Daryl e sentì subito le sue mani sulle spalle che cercavano di spingerla via. Carol però non aveva intenzione di arrendersi così facilmente, e continuò a sfiorare dolcemente le sue labbra, muovendole morbidamente avanti e indietro, mostrandogli come sarebbe dovuto essere veramente un bacio.

Daryl lottò per qualche breve secondo ma poi Carol lo percepì rilassarsi. Mordicchiò delicatamente il suo labbro inferiore e poi scherzosamente passò la lingua nello stesso identico punto, spingendolo a rilassarsi sempre di più. Carol sentì una mano muoversi esitante lungo la sua spalla e scendere goffamente fino a posarsi sulla sua schiena. Ruppe il casto bacio per sfregare delicatamente la punta del suo naso contro quello di Daryl, sorridendogli e invitandolo a godere di questo loro momento. C'era ancora quel lampo di timorosa incertezza negli occhi di Daryl, come se non riuscisse a credere che tutto questo stesse accadendo veramente e avesse paura di che cosa potesse significare. Carol voleva bandire quello sguardo dai suoi occhi. Riprese possesso delle sue labbra, stavolta la sua lingua spinse coraggiosa per aprirsi un ingresso. Daryl si tese nuovamente, ma Carol si fece strada contro le sue labbra e finalmente riuscì a sentire appieno il suo sapore per la prima volta. La sua lingua si strofinò contro quella di Daryl, spingendolo ad assaporarla in quel modo invitante che lei stessa stava sperimentando. Daryl emise un gemito soffocato e improvvisamente la strinse con la mano che stava ancora posata sulla sua schiena, premendola con forza contro il suo corpo. Carol avvolse le braccia attorno al collo di Daryl per legare i loro corpi sempre più vicini. Daryl poteva anche essersi dimostrato titubante con quel primo bacio,  ma stava dimostrando di essere un allievo molto promettente. Copiava i suoi movimenti con la lingua mentre Carol impostava un ritmo tra di loro. Con Ed, era sempre stata costretta ad adattarsi a seguire il suo esempio su qualsiasi cosa, compreso il sesso. Era una sensazione veramente inebriante quella di avere il potere di  prendere le redini per un cambiamento, in particolar modo con quello che adesso si stava rivelando un partner volenteroso.

Daryl aveva entrambe le braccia strette attorno a lei e la stava schiacciando così forte contro il suo corpo che a Carol iniziò a girare la testa. Questo momento la riportò indietro ai giorni della sua adolescenza, quando il bacio era l'ultima forma di intimità e ci si poteva soffermare sull'esperienza per ore e ore. Era un brivido inebriante e uno assaggio stuzzicante di tutte quelle delizie proibite che ancora dovevano arrivare. Carol si annullò completamente mentre baciava Daryl e non si rese minimamente conto di quanto tempo fosse passato da quando si trovavano lì, intrecciati l'uno tra le braccia dell'altro. Alla fine ruppero il bacio, il corpo di Carol era scosso dai brividi mentre continuava a fissare Daryl con le palpebre pesanti, entrambi respirando affannosamente. Il viso di lui era arrossato e sembrava sopraffatto così come lo era lei. La paura la colpì nuovamente mentre la dura realtà della situazione nella quale si trovavano emergeva implacabile. Si mosse per premere la fronte contro quella di Daryl, chiedendogli l'impossibile. “Non andartene” lo supplicò, la voce piena di emozione, “resta..”. Carol accarezzò il suo volto mentre lo implorava in poco più di un respiro sommesso. “Resta con me, Daryl. Non posso perderti”.

Le mani di Daryl strinsero in un pugno il materiale della sua camicetta mentre le parole di Carol impattavano su di lui e lei trattenne il respiro in attesa della sua risposta . . .


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Capitolo 28
*** Capitolo 29 ***


echi capitolo 29 definitivo Capitolo 29

In collaborazione con ° Silvia °





''Avere qualcuno per cui combattere mi da forza;
Non riuscirei mai a lottare solo per me stesso, ma, per gli altri, potrei uccidere.''
- Emilie Autumn-
The Asylum for Wayward Victorian Girls



Rick aiutò Axel ad adagiare delicatamente Oscar accanto alla fossa in una posizione più confortevole per il suo futuro riposo, anche se l'uomo ormai non lo avrebbe mai saputo. Mentre si ripuliva il sudore dal viso con il braccio, gli venne da pensare che anche se la morte aveva decretato la fine di Oscar, la natura aveva ancora il potere di dettare con insistenza ciò che erano in grado di provare fino a un determinato punto. Pensò a quanto dovesse essere duro rinunciare alla vita, anche se non era la tua. Merle si avvicinò al corpo di Oscar e si chinò per sfilargli il machete dalla mano.

Axel lo guardò con diffidenza. ''Che cosa stai facendo?''

''La faccio finita'', disse Merle con facilità. Sollevò il machete, pronto a piantarlo giù contro il cranio di Oscar.

Axel lo afferrò per un braccio. ''No!''

Merle se lo scrollò di dosso e gli rivolse uno sguardo vagamente infastidito. ''Devo colpire il cervello, idiota, altrimenti ci ritroveremo con uno zombie sepolto vivo dentro il cortile''.

Axel guardò verso Rick, gli occhi spalancati. ''La sua testa è praticamente mozzata'', disse Axel in difficoltà, ''Non è sufficiente questo?''

Rick fece una smorfia, ricordando a se stesso che Axel e Oscar non conoscevano queste creature quanto ormai le conoscevano tutti quanti loro. I due uomini erano rimasti rinchiusi all'interno della prigione, da quando tutto aveva avuto inizio e anche se avevano aiutato Rick e il suo gruppo con diverse uccisioni, non avevano ancora la conoscenza che aveva il resto del gruppo. ''Mi dispiace, Axel'', disse piano, ''ma Merle ha ragione, dobbiamo distruggere il cervello altrimenti Oscar tornerà''. Rick rivolse uno sguardo di rimpianto al cadavere mutilato di Oscar. ''E nessuno di noi vuole questo per lui''.

''Gli concederemo la grazia'', disse Merle con indifferenza mentre sollevava nuovamente il braccio.

Axel lo bloccò nuovamente. ''No, non tu'', disse emotivamente. ''Non lo conoscevi nemmeno''. Sfilò il machete dalla mano di Merle. ''Dovrebbe essere un amico a farlo''.

Merle roteò gli occhi. ''Come vuoi tu, ragazzo, basta che ti dai una mossa''.

Axel strinse il machete con entrambe le mani e guardò Oscar per un'ultima volta, con un'espressione distrutta sul suo volto.

''Axel'', disse Rick con compassione, ''Non sei costretto a farlo. Posso prendermi cura di Oscar per te''.

L'altro uomo stava ancora fissando Oscar. ''No'', disse con voce tremante, ''devo essere io a farlo. Oscar si è sempre preso cura di me in prigione, ora è il mio turno per farlo''. Axel gli rivolse uno sguardo di rimpianto. ''Mi dispiace, amico, mi dispiace davvero davvero tanto''. Sollevò il machete e lo abbatté contro la sua testa, penetrando a fondo all'interno del suo cranio. Si sentì il rumore delle ossa che si fracassavano e della materia cerebrale che veniva schiacciata e distrutta. Il sangue schizzò fin sul viso di Axel. Emise un suono soffocato di rimorso e cercò di tirare fuori il machete che però si era incastrato. Axel singhiozzò quando si rese conto che questo brutale atto di gentilezza si rifiutava di voler giungere a una fine. Lottò con la lama dando uno violento strattone per riuscire a sbloccarla. Purtroppo, Axel aveva applicato fin troppa forza e il risultato finale fu che la testa di Oscar finì di staccarsi definitivamente dal suo corpo. Axel stava ancora continuando a muovere il braccio verso l'alto formando un arco per cercare di rimuovere la testa di Oscar che era ancora bloccata all'interno della lama. Riuscì a bloccare il suo movimento, ormai già giunto al suo apice, quando finalmente la testa dell'uomo si liberò dalla lama e tutti guardarono con orrore come la testa di Oscar schizzò in aria per atterrare finalmente poco più lontano. Axel fece un gorgheggiante rumore inorridito per quell'ultimo incidente.

Merle scosse la testa disgustato. ''Non si usa gridare 'palla!' prima di lanciare qualcosa in aria?'', chiese beffardo.

Rick rivolse a Merle uno sguardo arrabbiato, ma riportò rapidamente la sua attenzione su Axel.

''Non posso credere di averlo fatto..'', piagnucolò Axel.

''E' stato un incidente'', disse Rick rapidamente.

''Sembra che a te ne capitino parecchi'', osservò Merle seccato.

''Io vado a..ehm..vado a...prenderlo'', si offrì Glenn e andò di corsa verso il punto in cui la testa di Oscar era atterrata alcuni passi più in là.

Rick si avvicinò a Merle. ''Posso dirti una parola?''

Merle sollevò un sopracciglio. ''Perché ho la sensazione che questa non sia affatto una domanda?''

L'espressione di Rick era di pietra quando iniziò a camminare per allontanarsi un poco dagli altri che si stavano riunendo attorno ad Axel per cercare di confortare l'uomo visibilmente sconvolto. Si voltò per fronteggiare Merle che lo stava raggiungendo.

''Mi sento quasi speciale'', disse con voce strascicata, ''ad avere un'udienza privata con il re del posto''. Merle sorrise. ''Credo che questa sarà la parte dove mi implori di lasciare Daryl libero di fare la sua scelta, perché tutti voi avete così tanto bisogno di lui. Pensi e credi che visto che sono il più grande faccia la cosa giusta, è questo quello di cui si tratta, no? Mi domando solo come mai sia sempre tu a dover decidere cosa sia giusto e cosa non lo sia''. Rivolse a Rick uno sguardo di sfida. ''Che cosa c'è di giusto nel separare due fratelli? Puoi giocarti tutto quello che vuoi riguardo alla mia pietà, poliziotto gentile, ma mio fratello è un uomo cresciuto e ha scelto di voler stare con me piuttosto che continuare a stare con voi e non c'è niente che possiate fare al riguardo''. L'espressione di Merle era trionfante nel pronunciare l'ultima parte di quella sua affermazione.

Rick ignorò il gongolare di Merle, fissandolo invece con uno sguardo risoluto. ''Se dovessi nuovamente avvicinarti alla prigione, sappi che io ti ucciderò''.

Merle lo guardò sorpreso per un attimo. ''Che cos'è questa? Una minaccia?''

''E' una promessa'', sputò fuori Rick. ''So quello che hai tentato di fare con Carl, e non permetterò a nessuno di avvicinarsi a mio figlio, mai. Sono stato chiaro?''

''Hai intenzione di fare il lavaggio del cervello al ragazzino tutto da solo?'' , domandò Merle sardonico. ''Beh, è molto dolce da parte tua''.

Rick si avvicinò ancora di un passo a Merle, la voce bassa in modo che l'uomo più anziano prendesse sul serio il suo avvertimento. ''Se mai dovessi rivederti, Merle'', ringhiò, ''Non mi fermerò''.

Merle studiò il suo volto per un lungo momento. ''Sai'', disse alla fine, ''ti ho quasi preso sul serio, Rick''.

''Dovresti'', disse Rick cupo.

''Perfetto, hai scoperto tutte le tue carte, mi piace''. Merle diede un segno di approvazione. ''Vedo che finalmente sei riuscito a tirare fuori le palle e hai smesso di giocare a fare l'eroe per tutto il tempo''. Fece un sorrisetto. ''Ho sempre saputo che dietro a tutte quelle stronzate moraliste batteva il cuore di uno spietato bastardo. E' bello avere la conferma del fatto che avessi ragione, di nuovo''.

''La tua opinione su di me non vale niente, Merle'', dichiarò Rick con freddezza. ''Sappi solo che sarò disposto a fare qualsiasi cosa pur di proteggere quello che è mio. Non ci penserò su un momento''

Merle gli lanciò una considerevole occhiata. ''In questo caso, siamo molto più simili di quanto non ti piacerebbe mai ammettere, Rick, perché intendo fare la stessa identica cosa''. Il suo sguardo si spostò oltre la spalla di Rick.

Rick si voltò per vedere Daryl marciare velocemente verso di loro, lo zaino gettato su una spalla, la balestra nell'altra.

Daryl lanciò a Merle una pistola e guardò Rick. ''Stiamo prendendo una pistola e alcuni proiettili'', disse in tono burbero. Rick inchinò la testa in tacito assenso. I due uomini si guardarono l'un l'altro e poi gli occhi di Daryl lentamente scivolarono via di lato mentre si rivolse al fratello. ''Stai venendo?''

''No'', disse Merle allegramente, ''Sto solo ansimando forte''. Chiaramente il maggiore dei fratelli Dixon era di buon umore.

Daryl si accigliò e poi realizzò il gioco di parole che Merle aveva appena fatto. Il suo cipiglio si accentuò. ''Coglione''.

''Andiamo'', lo blandì Merle, ''era divertente, chiedi a qualcuno''. Guardò il resto del gruppo che aveva dipinto vari gradi di preoccupazione e rabbia sui loro volti. Merle si strinse nelle spalle. ''Va bene, pubblico difficile, è comprensibile''.

''Daryl, ti prego'', disse Beth tristemente, ''non andartene''.

Carl si unì a lei. ''Si, Daryl, questo non ha nessun senso''.

Daryl non guardò nessuno di loro. ''Ce ne andremo e non c'è più niente da dire in proposito''. Guardò suo fratello. ''Muoviti''.

''Volentieri'', disse Merle felicemente. Sorrise al resto del gruppo che era affatto felice. ''Ora, tutti voi, cercate di non sentire troppo la mia mancanza, va bene? So che sarà difficile andare avanti senza il mio carattere solare, ma cercate di fare del vostro meglio, va bene?''

''Merle'', sbottò Daryl che si stava già incamminando, ''piantala''.

Merle si strinse nelle spalle. ''Sembra che il mio fratellino abbia fretta di allontanarsi dalla puzza che emana questo posto''. Diede un ultimo beffardo saluto a tutti. ''Grazie per tutte le risate''.Detto questo, Merle accelerò il passo fino a raggiungere Daryl e tutti quanti rimasero fermi, costretti a guardarli andare via insieme. Un silenzio teso riempì l'aria mentre li osservarono allontanarsi entrambi dalla prigione.

Un muscolo guizzò nella mascella di Rick mentre si rivolse al gruppo depresso dopo la partenza di Daryl. ''Dobbiamo seppellire Oscar'', disse con determinazione.

''Vado a prendere alcune pale'', si offrì Glenn dal momento che il resto del gruppo sembrava ancora sotto shock

''Papà, Daryl ritornerà da noi, vero?'', chiese Carl esitante. ''Non se n'è andato per sempre, giusto?''

Rick avrebbe voluto avere la risposta a quella domanda. ''Non lo so, Carl'', disse onestamente. ''E' una sua scelta''. Rick guardò il punto in cui si trovavano ora i due uomini dall'altra parte della barricata, dirigendosi verso il bosco. ''E noi tutti dovremmo rispettare quella scelta''. Si diresse verso Axel che stava in piedi accanto al corpo, ora di nuovo completo, di Oscar e gli mise una mano sulla spalla. ''Una volta che lo avremmo seppellito, chiederò a Hershel di uscire e diremo qualcosa per lui. Faremo quello che è giusto per lui''.

Axel annuì in silenzio, ancora sporco in viso degli schizzi del sangue di Oscar. Rick restituì il cenno del capo e poi guardò tutti gli altri. ''Mettiamo Oscar a riposare''. Tutti quanti seguirono le sue indicazioni ancora un po intontiti. Glenn corse a prendere le pale, mentre gli altri ancora cercavano di offrire ulteriore conforto ad Axel. Rick era felice di vedere che tutti stavano riprendendo a lavorare come una squadra. Dopo la partenza di Merle le cose stavano già tornando a una parvenza di normalità. Solo che, non lo sarebbero state più dopo l'addio di Daryl. Le labbra di Rick si assottigliarono in frustrazione. ''Torno subito'', disse loro. ''Vado a controllare se Carol sta bene''. Nessuno protestò quando Rick si diresse verso il blocco. Trovò Carol ancora seduta sui gradini della zona comune, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, guardando senza metterlo veramente a fuoco un punto imprecisato sul pavimento di cemento. Rick emise un lungo sospiro, sapendo quanto potesse essere difficile per lei accettare questa situazione. Si avvicinò e le posò amichevolmente una mano sulla spalla. ''Stai bene?''

Carol non rispose immediatamente, e nemmeno si accorse della sua presenza.

Rick non si arrese. ''Carol, sapevi che prima o poi questo momento sarebbe arrivato''.

''Lo sapevo?'', chiese debolmente. Carol lo guardò, e Rick poté vedere la rabbia nei suoi occhi per la prima volta. ''E che cosa avrei dovuto sapere esattamente? Sai almeno quello che Daryl ha deciso di fare per noi?''. Le sue parole erano piene di rabbia e dolore. ''Daryl ha fatto questa scelta solo perché vuole cercare di proteggerci da Merle!''

''Pensi che non lo sappia?''

Carol sembrò sorpresa del fatto che Rick ne fosse a conoscenza. ''Tu lo sapevi e non hai detto niente?'', chiese indignata. ''Non avresti dovuto lasciarglielo fare''.

Rick fece una smorfia ma continuò a sostenere il suo sguardo. ''Che cosa vuoi che ti dica?'', le rispose in difficoltà. ''Daryl doveva fare una scelta e l'ha fatta''

''Sarebbe potuta andare diversamente'', disse Carol con aria di sfida. ''Non saremmo dovuti arrivare a questo punto''

''E pensi che sia colpa mia?''

''Continui a dire che tu sei il nostro capo'', sbottò lei. ''E allora, perché non ti comporti come tale?''

Rick sapeva che Carol stava solo sfogando la sua frustrazione contro di lui, ma non voleva fare finta di niente. ''Che cosa avrei dovuto fare, Carol? Che cosa? Daryl sa bene che molto probabilmente Merle ha un suo gruppo la fuori da qualche parte in quei boschi. Non è possibile che sia sopravvissuto da solo per tutto questo tempo. E noi non potremmo mai fare parte di quel gruppo, se esiste. Abbiamo Hershel, abbiamo Judith, le nostre munizioni sono scarse. Daryl è la nostra unica possibilità per scoprire quello che Merle ha intenzione di fare e con tutta questa faccenda''.

Le labbra di Carol si strinsero. ''Quindi, mandiamo fuori Daryl come se fosse una sorta di spia per fare il lavoro sporco al posto nostro?''

''Io non l'ho mandato da nessuna parte'', disse Rick velocemente. ''Daryl ha preso questa decisione da solo''. Ed era vero. Lui e Daryl non ne avevano discusso seriamente, ma lo sguardo che si erano scambiati quando avevano scoperto il cadavere di Oscar bastò a Rick per capire tutto quello che c'era da sapere. Daryl aveva scelto di fare quello che avrebbe fatto lui si stesso se si fosse trovato nella sua posizione. Non era stata una scelta facile, ma in fin dei conti, non avevano nessun altra opzione. Sia lui che Daryl ne erano consapevoli.

Carol emise un verso di difficoltà. ''Se Merle dovesse scoprire il suo tradimento lo ucciderà''.

Le spalle di Rick si afflosciarono. ''Ho bisogno di credere che questo non succederà mai''. Il suo volto si rabbuiò, il suo tono ora era più conciliante. ''Carol, mi dispiace. So quanto Daryl sia importante per te, ma questa storia non poteva che finire in questo modo. Avresti dovuto saperlo''.

Carol si allontanò da lui e fece alcuni passi all'interno della stanza, scuotendo la testa. Rick sapeva che non lo stava facendo perché era in disaccordo con lui, ma piuttosto perché non voleva accettare che quella fosse la realtà. Si strinse nelle sue braccia  come a volersi proteggere

''Non è giusto'', disse con la voce spezzata e poi scoppiò in una risata soffocata. ''Non so perché continui ad aspettarmi che qualcosa vada per il verso giusto a questo mondo, ma semplicemente non è giusto. Tutto quello che Merle avrebbe dovuto fare era lasciar andare la sua rabbia''. Carol si voltò verso di lui, l'espressione frustrata. ''Lo abbiamo fatto tutti. Le cose orribili succedevano da sempre, ci sono successe per tutto il tempo, alle persone buone come alle persone cattive, senza nessuna discriminazione. Merle ha così tanta paura di appartenere a un qualcosa più grande di lui, tanto da avere bisogno di dover tenere sempre tutto sotto controllo''.

''Incluso Daryl'', aggiunse Rick tranquillamente.

''Ma Daryl non è più la stessa persona che Merle conosceva'', disse Carol infelice. ''E' cambiato ed è cresciuto. Credo che da qualche parte nella sua mente malata Merle sia convinto che una volta che fosse riuscito ad allontanarlo da noi, tutto sarebbe tornato come prima e se questo non dovesse accadere-..'' distolse lo sguardo bruscamente e scosse il capo.

Rick condivideva con lei le stesse paure per Daryl e avrebbe voluto avere qualcosa da dire che potesse offrirle un po di conforto in qualche modo. ''Daryl sta facendo la cosa giusta e per le giuste motivazioni'', disse Rick scosso, ''ma Merle no. Ho bisogno di credere che in questo mondo non sarà sempre il male ad averla vinta, non tutte le volte''.

Carol lo guardò intensamente. ''Dopo tutto quello che hai perso, ci credi ancora?''

Rick considerò seriamente la sua domanda. Tutta la sua conoscenza della persona che era sempre stato era stata messa duramente alla prova in questo ultimo anno. Aveva fatto delle cose che non avrebbe mai immaginato di essere in grado di poter fare, sia buone che cattive. C'erano stati molti giorni che lo avevano spinto giù nella disperazione e in cui l'oscurità di questa vita aveva minacciato di travolgerlo. Ma il modo in cui quelle parole lo avevano toccato gli fece capire che dentro di lui c'era ancora una speranza. Una speranza che non era stata completamente abbattuta dagli implacabili orrori e dalla durezza della vita, in qualche modo. Quella realizzazione gli fu immensamente gradita e Rick sentì alleggerirsi un po di quel peso che si portava sempre sulle spalle. Le rivolse il più tenue dei sorrisi. ''Si'', disse con sincerità. ''Davvero. Io ho fiducia in Daryl. Ora ha qualcosa per cui vale la pena combattere e non c'è niente di più difficile da fare che buttare giù un uomo che combatte per qualcosa che non è solo se stesso''.

Carol lo stava fissando intensamente con quei suoi occhi azzurri che Rick sapeva che riuscivano sempre a vedere più di quello che lei lasciasse intendere. Lei le rivolse un sorriso. ''E' la voce dell'esperienza che parla?''.

Rick scoppiò in una risatina. ''Si, credo di si''. Si sorrisero a vicenda, dei piccoli e tristi sorrisi di comprensione e di perdita condivisa. Rick si avvicinò e tirò Carol in uno stretto abbraccio che lei ricambiò. Si strinsero l'uno con l'altro, entrambi pregando l'impossibile.

Che ci fosse un lieto fine per questa storia.



ooooOOOOOoooo




Daryl cercò di ridistribuire silenziosamente il suo peso sistemandosi meglio contro il tronco dell'albero sul quale si trovava, osservando nel mentre la mandria di zombie che si stava trascinando sotto di lui.Il suo sguardo scattò verso Merle che se ne stava a sua volta seduto in alto sul ramo di un altro albero, a studiare quelle creature barcollanti. Entrambi avevano una presa salda sulle loro armi in caso uno di quei mostri avesse deciso di guardare in alto per qualche strano motivo. Avevano incontrato molti più vaganti di quanto avessero previsto all'interno di quei boschi. I progressi erano stati lenti da quando avevano lasciato la prigione, appena un'ora prima. Daryl tenne la balestra puntata sulla testa degli zombie che passavano, mentre nella sua mente i ricordi di tutto quello che era appena successo si stavano ancora ripetendo.

In particolare di quei momenti con Carol.

Daryl poteva ancora sentire sulle sue labbra il sapore di lei e questo bastò a inviare delle piccole scariche di eccitazione lungo tutta la sua schiena. Non si era aspettato quei baci e quello che davvero non si aspettava era quanto assuefanti si fossero rivelati. Era stato colto alla sprovvista dal fatto che Carol avesse deciso di fare la prima mossa. Non aveva fatto altro che insultare se stesso da quando aveva commesso quell'imbarazzante tentativo di baciarla. Lei era apparsa così scioccata che Daryl non poteva biasimarla, dal momento che lui stesso era ancora più scioccato per aver agito in quel modo. Era così disperato di riuscire a comunicarle tutti i suoi sentimenti in una volta sola che aveva avuto una reazione veramente esagerata. Che diavolo ne sapeva lui di come corteggiare una donna? Non c'era da stupirsi se Carol sembrava avere appena ricevuto uno schiaffo. Daryl si era lasciato prendere dal panico, voleva solo allontanarsi da lei e da tutta la confusione che gli aveva causato in questi giorni.

Non era la prima volta che Daryl desiderava di essere un po più intelligente quando si trattava del sesso opposto. Diavolo, di questo passo non avrebbe potuto avere una reazione più stupida di quella. Era andato avanti e indietro in quel cortile dopo essersi comportato da sciocco, oscillando tra il rimproverare se stesso per essere stato un tale idiota e tra l'avere un attacco di panico a causa della sua stupidità. Non poteva perdere l'amicizia di Carol per una cosa del genere. Era troppo importante per la sua esistenza. Una separazione dovuta per causa della morte era sempre stata una sorta di spettro sgradito in agguato in questo mondo, ma il pensiero di doverla perdere perché era un ritardato, emotivamente parlando, era un peso con il quale Daryl non sarebbe riuscito a vivere. Merle lo aveva trovato in un momento di confusione totale, il che non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. L'ultima cosa che Daryl voleva era esporre a suo fratello il suo punto più debole. Merle poteva anche amarlo, ma di certo non si sarebbe risparmiato quelle munizioni per un successivo momento. E Daryl aveva un'esperienza di prima mano quando si trattava di certe cose. Effettivamente era stato un sollievo sentire quei colpi di pistola. Uccidere zombie era facile, dopotutto non richiedeva nessun sentimento in particolare. Daryl aveva apprezzato la possibilità di poter scaricare la sua frustrazione su quegli esseri insensibili. Ma poi era arrivata Carol che per poco non si era fatta tagliare di netto la testa da quell'idiota e lui era tornato nuovamente al punto di partenza.

Nel mortale terrore di poterla perdere

Gli occhi di Daryl si socchiusero quando i freschi ricordi dei baci di Carol gli tornarono in mente. Si inumidì inconsciamente le labbra, ricordando la sensazione della sua calda, dolce lingua su di lui e del suo sapore che aveva ancora in bocca. Baciare era qualcosa su cui Daryl non aveva mai riflettuto più di tanto nella sua vita. Era una cosa che non gli era mai sembrata così eccessivamente importante per la sua sopravvivenza e molto probabilmente non aveva tutti i torti. Quello che Daryl non aveva messo in conto era come baciare la persona giusta, la persona che era a conoscenza di molti dei tuoi segreti più oscuri e che aveva scelto di non abbandonarti, come ti avrebbe fatto sentire baciare quella persona. In quei pochi momenti rubati non sembrava che sulla terra ci fosse qualcosa di più importante che fare del suo meglio per ricambiare con dolcezza quello che Carol gli stava offrendo. Lei sembrava così morbida e così giusta tra le sue braccia, quasi come fosse un liquido che prende forma solo all'interno del suo contenitore e Daryl non aveva mai sperimentato una cosa del genere prima d'ora. Certo, Carol lo aveva abbracciato in passato, ma questo era un qualcosa di diverso e lui non credeva che ne avrebbe mai avuto abbastanza. L'aveva stretta  a lui, ipnotizzato dal modo in cui ogni curva del suo corpo sembrasse aver trovato una casa contro gli angoli spigolosi del suo corpo e non era stato più in grado di lasciarla andare finchè non fu Carol ad interrompere il loro rovente abbraccio e lui fu in grado di cercare di realizzare che cosa stava succedendo tra di loro.

Daryl cercava di trattenere i suoi sospiri irregolari mentre fissava Carol in una quasi estatica espressione di meravigliata ebrezza. In realtà Daryl si sentiva veramente ubriaco, la testa gli girava e tutto quello a cui riusciva a pensare era come poter fare per rubare un altro di quei momenti. Il suo cuore batteva così forte dentro il suo petto che era sicuro che Carol sarebbe stata in grado di sentirlo. Quello stesso cuore accelerò ulteriormente il suo battito quando lei iniziò a farsi nuovamente più vicina e Daryl pensò che potesse esserci un altro di quei momenti di dolcezza che aveva appena sperimentato. Invece, Carol premette la fronte contro la sua, e con la voce tremante disse :

''Non mi lasciare, resta..''

Le sue parole di supplica trafissero Daryl come fossero state delle lame. Era tutto quello che voleva da questo mondo.

Carol gli accarezzò il viso mentre lo implorava in poco più di un sussurro sommesso. ''Resta con me, Daryl. Non posso perderti''.

Le mani di Daryl strinsero nel pugno un lembo della sua camicetta mentre le sue parole impattavano su di lui. Non voleva fare altro che cadere sulle sue ginocchia e giurarle che non l'avrebbe lasciata, non ora, né mai. Non aveva importanza il fatto che Carol ricambiasse allo stesso modo il suo sentimento, perché quello che Daryl provava dentro di lui non aveva bisogno di essere ricambiato, era semplicemente il modo in cui si sentiva. Ma Daryl non poteva dirle quello che lei aveva bisogno di sentirsi dire, non importa quanto ardentemente lo desiderasse. Dopo aver visto quello che era successo oggi, sapeva che c'era un solo modo per poterla tenere al sicuro e che il modo era quello di andare via con Merle. Daryl non poteva sopportare di dirle di no, così, invece che risponderle, la baciò, questa volta con una confidenza e una certa abilità appena acquisita. I suoi baci furono più passionali, più disperati di quanto non lo fossero stati quelli di Carol, ma lei non cercò di tirarsi indietro, invece, restituì quei baci con tutto il suo cuore.

Daryl voleva farle capire in questo semplice gesto tutto quello che probabilmente non sarebbe mai stato in grado di riuscire a esprimere a parole. Gemette all'interno del loro abbraccio feroce, sapendo che questo non sarebbe mai stato abbastanza, ma sapendo anche che per loro non ci sarebbe potuto essere altro in quel momento. Daryl trascinò via a fatica le labbra dalla sua bocca e con l'ultimo briciolo rimasto della sua forza di volontà, trovò il modo di lasciarla andare e di fare un passo indietro. Si guardarono l'un l'altro con gli occhi spalancati e Daryl riconobbe il momento in cui Carol realizzò che lui sarebbe andato via comunque. Ci fu un lampo di profonda tristezza nei suoi occhi seguito da uno di flebile accettazione. Carol non protestò quando Daryl chiaramente intontito si chinò per recuperare lo zaino e la sua balestra. Si raddrizzò, incrociando ancora una volta lo sguardo di Carol mentre lei si mordicchiava il labbro inferiore. C'erano un milione di cose che Daryl desiderava dirle in quel momento, ma la verità era che nessuno dei due avrebbe cambiato niente di ciò che li attendeva. Deglutì con difficoltà e le passò oltre, le loro spalle si sfiorarono brevemente e quel lieve contatto fu fisicamente doloroso perché Daryl sapeva che c'era una buona probabilità che quello potesse essere forse l'ultimo dei momenti in cui si toccavano. Scacciò via quel pensiero che minacciava di distruggerlo dal profondo dell'anima e trovò la forza per continuare a muoversi, sapendo che quello era l'unico modo in cui avrebbe potuto tenerla al sicuro.

Daryl fece una smorfia al ricordo di quanto era stato duro e doloroso lasciare Carol. Sapevano entrambi il perché di quello che stavano facendo, e sapevano di non avere mai avuto davvero una scelta, non dal momento in cui Merle era passato oltre quel recinto dentro la prigione. Sia che Merle avesse lasciato o meno aperto quel cancello ormai non aveva più importanza. Daryl aveva incrociato lo sguardo di Rick in quel momento, ed entrambi avevano capito. La sfiducia e il disagio nel gruppo sarebbero solo andati a peggiorare ulteriormente e a nutrirsi di se stessi e , alla fine, non avrebbe avuto nemmeno più importanza se avessero o meno avuto delle prove. Un uomo era morto a causa della presenza di Merle all'interno del gruppo e Daryl sapeva che lui era sotto la sua responsabilità. Merle era suo fratello, e questo lo rendeva un suo problema. Durante tutta la sua vita, quando Merle arrivava a un punto del genere, Daryl era sempre stato in grado di sgattaiolare via in modo da allontanarsi dal quel lato meno nobile della personalità di suo fratello. Si era preso l'abitudine di prendere le distanze dai suoi comportamenti, pur essendo sempre pronto a coprirgli le spalle quando ne seguiva un inevitabile problema. Daryl sapeva che adesso non poteva farlo più. Prima, c'era solo lui in gioco e non sembrava una cosa così importante. Ora, sapeva che ognuna di quelle singole vite alla prigione era stata messa in pericolo, e Daryl non riusciva più a voltarsi dall'altra parte e a far finta che non gli importasse niente. Avevano tutti bisogno di essere protetti e Daryl sapeva di essere l'unico a poterlo fare. Amava Merle e per lui sarebbe morto, ma non gli avrebbe lasciato la possibilità di distruggere l'unica vera famiglia che avesse mai conosciuto e di mettere a rischio la vita dell'unica donna con la quale si sentiva finalmente a casa.

''Hey, idiota.Stai preparando un bel nido lassù o che cosa?''

Daryl interruppe le sue fantasie per vedere Merle in piedi sotto al suo albero, guardarlo con impazienza. Dopo essersi dato un'occhiata attorno, Daryl realizzò che la mandria era finalmente passata oltre e ora continuare a muoversi era sicuro. Scivolò rapidamente giù dal ramo e atterrò sul terreno accanto a Merle. Si posizionò nuovamente la balestra sulla spalla evitando di incrociare lo sguardo curioso di Merle.

''Sei tutto arrossato, ragazzo'', osservò. ''Non è che ti stai prendendo qualcosa?''

''No'', disse Daryl tagliando corto, iniziando a muoversi. ''Andiamo, dobbiamo trovare un riparo prima che faccia buio. Sembra che abbia intenzione di piovere stanotte''.

Merle guardò verso il cielo, che stava cominciando a scurire. ''No, l'umidità continuerà a raccogliersi per un altro paio di giorni prima inizi a piovere''

Daryl guardò alle sue spalle per vedere se Merle lo stava seguendo. Rivolse uno sguardo al cielo scuro e fece una smorfia. Una tempesta stava per abbattersi sopra di loro, e in un modo o nell'altro, era solo una questione di tempo prima che si scatenasse l'Inferno. Daryl lanciò una veloce occhiata di traverso a Merle quando si affiancò a lui, seguendo il profilo impassibile di suo fratello. Merle sembrava fin troppo rilassato per i gusti di Daryl, come se avesse in mente una qualche specie di grande piano di cui lui non era al corrente. La mascella di Daryl si indurì a quel pensiero e alle possibili implicazioni che avrebbe potuto avere per lui.

L'elettricità nell'aria crepitava come se molto più che una semplice tempesta avesse cominciato a fermentare all'interno di quei boschi . . . 

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Capitolo 29
*** Capitolo 30 ***


echoes capitolo 30 Capitolo 30

Revisione di  ° Silvia °




Nuvole di polvere si sollevarono nell'aria ad ogni palata di terra che Axel, Rick e Glenn gettavano fuori dalla profonda fossa che stavano scavando per Oscar. Axel avrebbe voluto scavarla da solo, ma Rick era intervenuto e aveva detto che Oscar era morto per difendere tutti loro, e tutti loro volevano rendere onore al suo sacrificio. Maggie e Beth avevano avvolto Oscar in un lenzuolo, pronto per la sepoltura.

''E' abbastanza profonda'', disse Rick. Provò una fitta molto di rimorso fortissima quando si rese conto di quanto stesse diventando esperto nel seppellire correttamente le persone. Lo stavano diventando tutti. Avevano fatto troppa pratica nel corso dell'ultimo anno e c'era sempre la promessa che ne avrebbero fatta di più nei giorni a venire. Era un pensiero demoralizzante. Lui e Glenn gettarono via le pale sul terreno e si tirarono fuori dalla fossa aperta. Si voltarono e offrirono entrambi una mano a un Axel insolitamente silenzioso. Lo tirarono fuori dalla tomba di Oscar quando Rick vide che Carol, Hershel e Carl si stavano avvicinando. Carl teneva Judith tra le sue braccia.

Carol aveva un secchio d'acqua in una mano e qualcos'altro di indefinito nascosto sotto il braccio, Rick non riusciva a capire che cosa potesse essere. ''Ho pensato che avreste avuto bisogno di bere qualcosa dopo tutta la fatica che avete fatto scavando''. Sollevò lo sguardo verso il cielo sempre più scuro, le nuvole grigie che si muovevano minacciose. ''Qualcosa che non sia l'acquazzone che sta per pioverci addosso''. Posò il secchio, estrasse la tazza di metallo incastrata sul bordo e la passò alla persona più vicina a lei, che si rivelò essere Axel.

Hershel si avvicinò alla tomba e ci guardò dentro. ''Sembra che abbiate quasi terminato''.

Rick prese la tazza che Axel gli stava offrendo e la immerse nel secchio dell'acqua. ''Si''. Guardò verso Oscar. ''Non ci resta che mettere Oscar a riposare''.

Carol si fece avanti. ''Non senza di queste''. Portò fuori l'oggetto da sotto il suo braccio e tolse fuori le pantofole delle quali Oscar aveva rivendicato l'appartenenza, erano quelle che avevano trovato il giorno in cui stavano ripulendo le celle. Carol diede un sorriso affettuoso a quel ricordo. ''Amava queste pantofole'',

Tutti gli altri si unirono al suo sorriso, immaginando quell'uomo grande e grosso che se andava in giro in pantofole per la prigione dopo una dura giornata di lavoro. Era un po di normalità, un semplice comfort che era stato fonte sia di divertimento che di comprensione da parte di tutto il gruppo. Ogni piccolo pezzo del vecchio mondo che si riusciva a riavere indietro veniva percepito come una vittoria e vedere Oscar rilassarsi dentro a quelle pantofole era stata una vittoria per tutti loro. Carol si avvicinò al punto in cui giaceva Oscar, il suo sangue stava già macchiando il lenzuolo leggero e delicatamente tirò fuori i suoi piedi. Fede scivolare quelle comode calzature e poi avvolse di nuovo i suoi piedi nel lenzuolo. Si raddrizzò e annuì. ''Ok, adesso è pronto''.

Rick e Axel si spostarono in avanti per sollevare il corpo di Oscar mentre Glenn saltò giù dentro la fossa per aiutarli a posarlo delicatamente. Glenn si arrampicò nuovamente fuori dalla tomba e Maggie fece un passo in avanti. ''Finiremo noi il lavoro''.

Gli uomini si fecero da parte mentre Maggie, Beth e Carol raccoglievano le pale e la riempirono nuovamente con la terra. Oscar fu sommerso rapidamente dalla terra e poi non ci fu più nulla da fare che aspettare che Hershel pronunciasse il loro ultimo addio. Rick si posizionò accanto a Carl. Prese Judith dalle sue braccia e mentre l'avvolgeva e cullava con un braccio posò la sua mano libera sulla spalla di Carl. Rick era fin troppo consapevole del fatto che l'ultima volta che avevano fatto una cosa del genere, si era trattato di seppellire Lori e T- Dog. Strinse forte la spalla di Carl e lo guardò, uno sguardo di comprensione nei suoi occhi. Carl ricambiò solennemente quello sguardo e poi Hershel si schiarì la gola e aprì la sua bibbia.

''Questo è il mio comandamento'', recitò Hershel, la voce ricca di tranquilla autorità mentre leggeva dalle scritture, ''Che voi possiate amarvi l'uno con l'altro, così come io ho amato voi. Perché non c'è amore più grande di quello di chi è disposto a dare la vita per i suoi amici''. Alzò lo sguardo verso tutti loro. ''La maggior parte di noi non conosceva Oscar da lungo tempo, ma per noi si è sempre dimostrato un amico vero, mettendosi sempre a disposizione di questo gruppo, un servizio che alla fine gli è costato la vita. Noi siamo qui per onorarlo, per onorare la sua amicizia e il sacrificio che ha fatto per difendere tutti noi''.

Mentre Hershel parlava, Rick non poté fare a meno di gettare uno sguardo alla tomba accanto a quella di Oscar. Era passato appena un mese da quando avevano seppellito quel poco che era rimasto di Lori. Rick era stato troppo traumatizzato per poter prendere qualsiasi minima parte nello scavare la tomba, ma ricordava chiaramente che Daryl e Glenn scavarono una tomba di dimensioni normali, anche se di Lori erano rimasti solo dei brandelli, recuperati dallo stomaco di quello zombie. Era stato lì di fronte a quella normalissima tomba, a guardarli mentre seppellivano con cura i resti di Lori. Anche attraverso quel suo intorpidimento insensibile, Rick ricordava di essere stato grato del fatto che gli altri uomini si fossero presi la briga di fare in modo che l'ultimo posto nel quale Lori potesse riposare fosse più di un semplice buco nel terreno. Anche se fisicamente di  Lori non era rimasto molto, quel giorno, Rick sentiva di aver perso così tanto. Lori era la persona che lo conosceva meglio a quel mondo, era stata la sua amante, era stata la sua migliore amica e la madre dei suoi figli. L'aveva amata per così tanto tempo, talmente tanto che non aveva più nessun ricordo della persona che era stato prima di innamorarsi di sua moglie. Non importava quanto le cose fossero complicate tra di loro, alla fine, una parte enorme della sua storia e del suo futuro era stata sepolta nella terra quel giorno. Sentiva che quello era molto più che un pratico e semplice foro nel terreno. Quello che lui e Lori avevano condiviso non era stato né poco né pratico, era stato molto più di questo.

Judith si lamentò tra le braccia di Rick, spostando l'attenzione di suo padre dalla morte alla nuova vita. Rick guardò sua figlia, sapendo l'incredibile prezzo che avevano pagato perché lei venisse al mondo e sentì le lacrime pungergli gli occhi. Trasse un profondo respiro, cercando di calmarsi. Era stato così facile per lui immaginare come sarebbe potuta andare se lui e Lori avessero deciso di non continuare quella gravidanza. La tentazione di fare il giochino del "e se.." Judith non fosse mai nata era sempre presente ma Rick aveva fatto una promessa a se stesso quando quella nebbia si era finalmente dissolta dopo quei primi giorni strazianti dopo la morte di Lori. Aveva giurato non solo a se stesso, ma anche a Lori, che non avrebbe mai trascorso un singolo momento a provare rimorso per quello a cui la nascita di Judith aveva portato. Era stato l'ultimo e unico dono che potesse fare a Lori, per onorare la sua memoria. Judith avrebbe saputo che era stata desiderata più che mai da entrambi i suoi genitori. Sarebbe stata la missione della sua vita assicurarsi che non avrebbe mai messo in dubbio questo nemmeno per un solo istante.

Rick sperava che ovunque Lori fosse ora, la conoscenza di questo le avrebbe concesso un po di pace.




oooooOOOOooooo




Carol non sollevò lo sguardo dalla biancheria che stava ripiegando all'interno della sua cella. ''Ti serve una mano con qualcosa, Hershel?''. Sollevò lo sguardo verso l'uomo più vecchio, che se ne stava sulla soglia della porta fuori dalla sua cella.

''Eri silenziosa a cena'', disse Hershel tranquillamente. ''Volevo solo assicurarmi che stessi bene''.

Carol sorrise alla sua preoccupazione. ''Eravamo tutti silenziosi a cena'', disse piano. ''Oggi abbiamo perso tante cose''.

''Proprio così''. Hershel inclinò la testa. ''Posso?''

Carol annuì. ''Certamente''.

Hershel si portò abilmente all'interno della cella e si sedette sulla cuccetta accanto a Carol, appoggiando le stampelle contro il telaio del letto.

''Come va la gamba in questi giorni?''

Hershel si massaggiò il ginocchio. ''Qualche dolore di tanto in tanto..ma non posso di certo lamentarmi''.

''Nessuno te ne farebbe una colpa se ogni tanto lo facessi'', sottolineò Carol con leggerezza.

''Avrei voluto più tempo per poter fare pratica sul tip tap assieme alle mie ragazze'', rispose Hershel senza esitazione.

Gli occhi di Carol brillavano. ''Eri un bravo ballerino un tempo, non è vero?''

''Oh signorina, puoi dirlo forte'', disse con orgoglio. ''Con la mia prima moglie, la madre di Maggie, eravamo soliti andare a ballare ogni sabato sera. E' così che ci siamo conosciuti. La prima volta che vidi questa visione apparire di fronte a me, sapevo che avrei finito con il chiederle di sposarmi''. Hershel ridacchiò. ''Ero così nervoso la prima volta che le ho chiesto di ballare''. Scossa la testa, un sorriso affettuoso si dipinse sul suo volto a quel ricordo. ''Le mie mani erano talmente sudate che dovevo continuatamente asciugarle sulla gamba dei pantaloni. E' un miracolo che non abbia annegato quella povera ragazza al nostro primo ballo''.

Carol rise forte a sentire quelle parole. ''Sono sicura che lei pensava che tu fossi molto dolce''. Poteva immaginare che Hershel fosse stato un bel tipo nel fiore dei suoi anni. Avrebbe fatto girare molto più che una sola testa a quel tempo. Tutt'ora aveva questa silenziosa aura di dignità che era molto evidente.

''Beh, non so se fosse per pietà o per altro,ma quella notte mi permise di accompagnarla a casa''. Le labbra di Hershel si piegarono in un sorriso. ''E mi diede anche la possibilità di rubarle un bacio prima che suo padre accendesse la luce sulla veranda''. Soffiò fuori un lungo sospiro. ''Ah, quel primo bacio. C'è niente di più dolce?''

Carol fissò la camicia che aveva tra le mani, con l'intenzione di piegarla, ma si perse nei suoi ricordi invece. Non era stato che poco tempo prima in quello stesso giorno che era stata stretta tra le braccia di Daryl, a baciarlo per la prima volta? Non sembrava vero. Si sentiva già come se se ne fosse andato per sempre. I loro primi baci erano stati così dolci e innocenti, così inebrianti. Baciare Ed era stato sempre una sorta di precursore per il sesso, ma con Daryl, quello che aveva condiviso era stato un gesto di intimità sufficiente di per sé. Carol non era esattamente sicura di essere la prima donna che Daryl avesse baciato, ma era tranquillamente certa di essere stata la prima per la quale ne fosse valsa la pena. Sapere questo non aveva fatto altro che rendere la loro separazione forzata ancora più agrodolce. ''Niente che mi venga in mente'', rispose lei a Hershel con la voce roca di riflessione.

L'uomo più anziano la fissò con il suo sbiadito ma ancora saldo sguardo blu. ''Lui tornerà, lo sai''.

Carol diede un sorriso triste. ''Vorrei crederci ma non saprei proprio in che modo''

''Questo non è il momento di perdere la fede''.

''Lo so, vorrei soltant-..''. Lanciò un'occhiata dove Hershel stava seduto, fissandola con interesse aspettando che finisse la sua frase. ''Vorrei solo aver avuto la benedizione di avere più tempo'', concluse mestamente. Carol non poté fare a meno di immaginare che se lei e Daryl avessero condiviso quei baci prima di oggi, le cose sarebbero andate diversamente adesso. Ma non l'avrebbe saputo mai.

''Daryl ha trovato delle persone che lo amano e a cui appartiene'', disse Hershel semplicemente. ''Un uomo combatterà fino alla morte per poter fare ritorno a questo''.

Carol arricciò il naso. ''E' proprio questo quello di cui ho paura''. La sua fronte si corrugò in preoccupazione. ''Daryl ama suo fratello. Io non voglio che arrivino a combattere l'uno contro l'altro, perché so che questo non è quello che vuole Daryl. Se dovessero arrivare a questo punto, penso che Merle potrebbe ucciderlo, ma non credo che Daryl riuscirebbe mai ad uccidere Merle''. L'espressione di Carol era addolorata. ''E io non voglio che lui debba fare questa scelta''. Scosse la testa. ''Continuo a pensarci e ripensarci nella mia testa e non riesco a trovare un modo in cui Daryl possa tornare indietro da noi se non a un prezzo enorme''.

La risposta di Hershel era tranquilla. ''Le cose preziose arrivano a costi enormi, se non fosse così, non potrebbero essere definite preziose''.

Carol fece una smorfia, non essendo in grado di discutere con questa logica. Doveva fargli la domanda che la stava affliggendo fin da quando Rick l'aveva tirata fuori. ''Pensi che Merle abbia una qualche sorta di altro gruppo là fuori in quei boschi?''.

Hershel strinse le labbra e fissò il muro grigio di fronte a loro per un lungo momento. ''Non ne sarei sorpreso'', disse alla fine. ''Nemmeno Merle sarebbe potuto sopravvivere così a lungo da solo, non nello stato in cui si trovava''.

Carol chiuse gli occhi, cercando di tenere a bada le sue paure. Tante cose sarebbero potute andare storte. Sentì la calda mano di Hershel posarsi sul suo ginocchio.

''Il tuo ragazzo è molto intelligente. Ci arriverà anche da solo''.

''Daryl non è mio..'', lo corresse Carol automaticamente.

''Dolcezza..'', disse Hershel con voce strascicata, ''Se esiste ancora qualcuno che appartiene a qualcun'altro in questo mondo, allora quello è Daryl ed appartiene a te''

Carol spalancò gli occhi e lo guardò con sorpresa.

''Sei stata la prima che ha rischiato di farsi staccare a morsi una mano per portare quel ragazzo fuori dalla sua solitudine'', le spiegò Hershel. ''Sei la persona con la quale Daryl si identifica di più in questo gruppo, quella che per prima ha combattuto per lui. Lui è tuo, Carol, e penso che ti apparterrà per sempre, in un modo o nell'altro''.

Carol si morse il labbro inferiore, sentendo che le lacrime le salivano agli occhi. Pensava di essere già a conoscenza di queste cose, ma sentire qualcun altro pronunciare quelle parole servì a realizzare meglio per Carol. ''Ho paura per lui, Hershel''.

Il vecchio uomo mise il braccio attorno alle sue spalle e la strinse con gentilezza. ''Lo so'', disse lui piano, ''ma non è ancora finita. Devono accadere ancora un sacco di cose e non devono essere necessariamente tutte brutte''.

Carol fece una piccola smorfia, sapendo che Hershel aveva ragione ma temendo ancora il peggio. Si chinò su di lui per un momento e si lasciò confortare senza pensarci, e poté solo sperare che Daryl avesse trovato un qualche tipo di conforto quella notte.

Sembrava così improbabile.  




oooooOOOOooooo




Daryl lanciò a Merle uno sguardo impaziente e poi un altro alla foresta ormai buia che li circondava. ''Che cosa stai cercando?!Dobbiamo muoverci e preparare un accampamento''.

Merle era in ginocchio, con il braccio infilato all'interno di una profonda cavità del tronco di un albero scavato che cercava di recuperare qualcosa all'interno. ''La pazienza è una virtù, fratellino'', grugnì, sforzandosi di raggiungere un punto particolarmente profondo. ''Le cose buone arrivano solo per chi sa aspettare''.

''A meno che tu non stia per levare un falò da dentro quel buco, non mi interessa''.

Il viso di Merle si illuminò mentre lui, ovviamente, trovò finalmente quello che stava cercando. ''Ah ah!''. Tirò fuori il braccio e in mano stringeva una bottiglia di whisky. Merle la tenne in alto con aria trionfante. ''La vena madre'', dichiarò con orgoglio.

''Ti sei nascosto dell'alcool nella tana di uno scoiattolo?'', gli chiese Daryl incredulo.

Merle sorrise. ''Un uomo non può vivere di solo pane, recitano le sacre scritture e io non sono uno che si mette a discutere con il nostro Signore Dio Onnipotente''.

Daryl scosse la testa, ma non poté fare a meno di sorridere un po. ''Hai perso una mano e hai trovato la fede?''

Merle sorrise. ''Puoi trovare qualsiasi tipo di cosa se solo inizi a cercare, fratello''. Si alzò e fece un cenno con la testa in segno di approvazione. ''Questo dovrebbe accompagnare bene  quegli scoiattoli che hai appesi attorno al tuo collo''.

Daryl guardò i tre scoiattoli che aveva legato a una corda che si portava sulla spalla. ''Ho intenzione di mangiarmi la mia parte, quindi abbiamo bisogno di un fuoco''.

''Bene, hop hop'', disse Merle beffardo, ''guarda un po chi si è abituato al lusso in questi giorni''.

''E a breve la notte inizierà a fare molto freddo'', continuò Daryl, ignorandolo. ''Quindi il fuoco ci serve comunque''.

''Vizioso e morbido'', lo schernì Merle.

''Succhiamelo''.

Merle sorrise. ''Te l'ho detto, ragazzo, non siamo quel tipo di zotici''. Gli disse dandogli un ultimatum. ''Immagino che tu stia sentendo molto la mancanza di tutti quei comfort. Il cibo, il calore e la figa''. Merle si strinse nella spalle. ''Io ti posso aiutare con le prime due, ma per l'ultima dovrai cavartela da solo''.

Daryl non commentò, non volendo discutere di questo con Merle. Invece si voltò e cominciò a incamminarsi lontano per trovare un buon posto in cui accamparsi per la notte. Il grosso della mandria sembrava essersi allontanato ormai, ma il pericolo era sempre presente. Camminò per un po e trovo una zona dove il terreno sembrava buono. Ciò significava che avevano la possibilità di poter poggiare la schiena contro qualcosa di solido e avere una buona visuale di quello che avevano di fronte. Daryl gettò il suo zaino in un angolo. ''Questo posto sembra andar bene. Vado a cercare un po di legna da ardere''.

''Lasciami gli scoiattoli'', lo istruì Merle. ''Ci penso io a prepararli per la cena''.

Quindici minuti più tardi un piccolo fuocherello ardeva e le carcasse dei tre scoiattoli vi arrostivano sopra piacevolmente. Merle e Daryl erano seduti l'uno di fronte all'altro, mentre aspettavano che il loro cibo fosse pronto.

Merle tolse il tappo alla bottiglia di bourbon. ''E' arrivata l'ora dell'aperitivo prima di cena''. Buttò giù un grande sorso di whisky mentre Daryl lo guardava. Deglutì e poi gli offrì la bottiglia.

Daryl scosse brevemente la testa. ''Nah''.

Merle sbuffò. ''Sembra che qualcun'altro abbia trovato quella fede di cui parlavi tanto prima'', disse sardonico. ''E' questo che ti hanno insegnato i tuoi nuovi amichetti, che bere è un peccato?''

''Non bevo perché penso che almeno uno di noi dovrebbe restare sobrio se non vogliamo diventare la cena di uno di quei bastardi'', gettò indietro Daryl. Studiò Merle con lo sguardo. ''Da dove l'hai presa in ogni caso?''. C'erano ancora un sacco di cose che Daryl non sapeva di quello che Merle aveva fatto durante la loro separazione forzata. Era un qualcosa di cui sperava saperne di più, adesso che erano soli. Era accaduto tutto così in fretta quando avevano trovato il corpo di Oscar, ma Daryl aveva capito di dover finalmente affrontare il fatto che Merle fosse una minaccia per tutto il gruppo. Quanto questa minaccia fosse grande poi era la ragione per la quale Daryl se ne era andato con Merle, in primo luogo. Se fosse stato solo suo fratello, sarebbe stata una cosa, Daryl avrebbe potuto gestirlo. Tuttavia, se Merle apparteneva veramente a un altro gruppo come Rick temeva, quella era tutta un'altra cosa. Una manciata di altre persone , non sarebbe stata un grosso problema. Un gruppo molto numeroso e armato più di quanto non lo fosse il suo, quello sarebbe stato tutto un altro discorso. Daryl sapeva che se fosse stato un gruppo di dimensioni ridotte, prima o poi avrebbe potuto integrarsi lasciando in pace le persone alla prigione. Un gruppo più grande dava il via alle scommesse. Non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se ci fosse stato un gruppo di tante persone ad attendere il ritorno di Merle. La verità, però, era che Daryl sapeva già che cosa avrebbe dovuto fare se fosse stato quello il caso. Doveva assicurarsi che Merle non avesse modo di tornare da quelle persone. Daryl avrebbe parlato a Merle del fatto di voler partire, solo loro due, voltando le spalle a entrambi i gruppi. Sbatté le palpebre per il dolore acuto che quel pensiero gli aveva causato.

''L'ho trovato''. La risposta di Merle era tipicamente vaga.

''Dove?''

''In un bar?''

''Quale bar?''

Merle inarcò un sopracciglio. ''Stai scrivendo un libro del quale dovrei sapere l'esistenza, ragazzo?''

''Siamo stati separati per quasi un anno'', sottolineò Daryl. ''Non ho il diritto di farti qualche domanda?''

Merle gli lanciò un'occhiata in considerazione. ''Va bene, ma anche io avrei delle domande da farti allora''

Daryl si strinse nelle spalle.

''Ti stai scopando Carol?''

Daryl si irrigidì, non avendo previsto una domanda del genere. ''Co-cosa?''

''Voglio dire, Maggie con sta con come-si-chiama e il vecchio sta sempre appresso a quella biondina di sua figlia, quella con quel piccolo culetto sodo, tutto protettivo e-..''

''Beth ha diciassette anni'', dichiarò Daryl laconicamente.

Fu il turno di Merle di scrollare le spalle. ''Prendile giovani, addestrale bene''.

La mascella di Daryl si indurì e distolse lo sguardo. ''Non sono un pedofilo'', mormorò. ''Non sono interessato alle bambine''.

''Rimane solo Carol'', concluse Merle, visto che Daryl non continuò a parlare. Alzò la testa per guardarlo. ''Allora?Ti stavi facendo boccuccia impertinente o no?''

Daryl cercò di non lasciare trasparire alcuna emozione sul suo volto. ''No''.

Merle diede un grugnito, sempre tenendolo d'occhio. ''Dici sul serio?''

''Si''. Daryl non si sentiva a suo agio con questa conversazione per un sacco di motivi e cercò un modo per distrarre suo fratello da quel tipo di argomento. ''Gli scoiattoli sono pronti''. Allungò una mano per prendere dal fuoco un pezzo di carne allo spiedo e lo porse a Merle. ''Tieni''. Merle accettò il cibo, guardandolo sempre con circospezione e Daryl temeva che non avesse intenzione di fermare il suo interrogatorio. Merle lo sorprese però quando ci diede dentro con la sua cena, smettendo di fare ulteriori commenti. Daryl fu grato, ma diffidava del fatto che quella fosse l'ultima volta che avrebbe tirato fuori quell'argomento. Non c'era niente da fare su questo però e così, nel frattempo, Daryl inizio a mettere da parte la sua porzione di scoiattolo e i due fratelli mangiarono in silenzio per quel momento. Quando entrambi ebbero finito, Daryl iniziò a leccarsi le dita mentre Merle portava nuovamente fuori la bottiglia.

Bevve un lungo sorso da quella bottiglia e questo sembrò metterlo in una sorta di stato contemplativo. ''Credi che sentano già la nostra mancanza?''

Daryl lo fissò.

''Io non sono il cattivo di questa storia'', osservò Merle quando fu chiaro che Daryl non aveva intenzione di fare nessun commento. ''Sono stati loro a cercarsela, con la loro diffidenza. Sai che sono tutti quanti pazzi, vero?'

Daryl aggrottò la fronte, raccolse un ramoscello da terra e iniziò a giocherellarci. Tutti quanti all'interno del gruppo erano stati spinti fino al punto di non ritorno, ma tutti quanti erano riusciti a riprendersi, in un modo o nell'altro. Almeno, Daryl aveva sempre pensato questo. Era strano cercare avere un qualcosa che era basicamente era un punto di vista esterno del gruppo e Daryl lottò per non dare voce alla protettività che aveva nei loro confronti, sapendo che avrebbe solamente aggiunto benzina alla retorica di Merle.

''Non c'è niente di più pericoloso dei pazzi che non sanno di esserlo'', concluse Merle mentre prendeva un altro sorso dalla bottiglia. ''Vedi me, ad esempio, io sono quello che non si fa nessuna illusione. Ho sempre saputo chi e cosa ero''. Merle si fermò a fissare il collo della bottiglia. ''La maggior parte delle altre persone non hanno avuto la mia stessa benedizione''. Puntò il collo della bottiglia verso Daryl. ''Prendi il tuo poliziotto gentile per esempio. Per tutta la sua vita ha sempre pensato di essere niente di più che un bravo ragazzo. Quello che sapeva sempre quale era la cosa giusta da fare e la faceva, senza fare nessuna domanda''. Merle diede un sorriso represso e una risata vagamente sprezzante. ''Scommetto che se prima che tutta questa merda scoppiasse glielo avessi chiesto, Rick avrebbe detto che non sarebbe mai stato come me. No no, lo Sceriffo Grimes avrebbe detto che non approvava il mio stile di vita a un livello fondamentale, se mai qualcuno glielo avesse chiesto''. Fece un mezzo sorriso. ''Ma quando arriva il momento critico, la gente scopre che dentro di se ha parecchio in comune con il vecchio Merle, più di quanto non gli piacerebbe mai ammettere. E così iniziano a sentirsi a disagio,quindi lo sai che cosa questi perfetti e civili cittadini fanno per sentirsi meglio dopo aver avuto questa rivelazione?''. Merle non diede a Daryl la possibilità di rispondere e si toccò la fronte con un dito. ''Rendono noi più cattivi dentro la loro mente in modo da rendere se stessi meno colpevoli''. Diede un grugnito sprezzante mentre sollevava la bottiglia alla labbra ancora una volta e pronunciò un'altra delle sue perle di saggezza prima di scolarsi il successivo sorso. ''L'apocalisse obbligherà tutti gli uomini a trovare se stessi, ragazzo, ricordatelo''.

''E' il tuo fottuto modo per dirmi che non hai avuto niente a che vedere con quello che è successo oggi a Oscar?''. Daryl gettò il ramoscello con il quale aveva giocherellato dentro il fuoco. L'alberello verde si accese brevemente prima di venire consumato completamente. ''Non te lo sto chiedendo''.

Merle inghiottì il suo boccone di bourbon e lo guardò con curiosità. ''Ed è perché pensi che io sia innocente o perché hai paura che non lo sia?''

Lo sguardo di Daryl si spostò dalle fiamme ad incontrare il suo. ''Non ha importanza ora''.

''Per me è importante sapere se mio fratello pensa che io sia un bugiardo'', disse Merle sbrigativo.

Una risata senza allegria sfuggì dalle labbra di Daryl. '' Io so che tu sei un bugiardo''.

Merle si strinse nella spalle. ''Va bene, si, ma pensi che stia mentendo anche a te qui, adesso?''

Daryl lo fissò attraverso le fiamme tremolanti del fuoco. Le ombre danzavano sul viso dell'uomo più anziano mentre lo fissava di rimando. Il gioco di luci e ombre sul volto di Merle lo faceva apparire confuso come le sue motivazioni al momento. ''Non lo so'', ammise Daryl con onestà.

L'espressione di Merle si indurì'. ''Pensi davvero che avrei messo a repentaglio la tua vita in quel modo?'', chiese annoiato. ''Permettendo a quegli zombie di entrare, come avrei potuto garantire che tu non avresti corso il rischio di rimanere ucciso? Per tutta la mia vita, non ho fatto altro che cercare di proteggerti. Perché diavolo dovrei cambiare idea proprio adesso, ragazzo?''

Perché tu non sei più l'unica persona importante del mio mondo e non riesci a sopportarlo. Le parole erano sulla punta della lingua di Daryl ma lui le inghiotti in fretta, prima che si realizzassero completamente. Niente di buono sarebbe venuto dal dire una cosa del genere a voce alta. Il problema era che, Merle non sarebbe mai stato in grado di capire che l'affetto che Daryl provava per le altre persone non avrebbe mai cambiato l'amore che provava per lui. Erano fratelli e nessun altro rapporto avrebbe mai potuto cambiare questo, ma questo in ogni caso non impediva a lui di poter avere anche degli altri affetti. Daryl ebbe un momento di tristezza, non essendo sicuro se suo fratello sarebbe mai stato in grado di capirlo. Nella mente di Merle, il fatto che loro fossero leali solo a se stessi e che si proteggessero gelosamente dalla concorrenza, rafforzava il loro legame, ma la verità era che non faceva altro che indebolirlo. Daryl era diventato un uomo migliore dopo aver permesso alle persone del gruppo di entrare nella sua vita, ma questo Merle non l'avrebbe mai accettato. Una smorfia sfiorò il viso di Daryl, al pensiero di ciò che entrambi fingevano di non sapere nei riguardi l'uno dell'altro.

''Continuo a ripeterti che noi ci proteggiamo le spalle a vicenda'', disse Merle con determinazione. ''Dobbiamo fidarci di noi stessi e proteggerci. Se manca la fiducia, allora non abbiamo più un cazzo''.

''Io mi fido di te allo stesso modo di sempre, Merle''. E quella non era una completa bugia. Daryl aveva imparato già in giovane età che Merle gli richiedeva una lealtà incrollabile, ma la sua versione non sempre corrispondeva a quello che pretendeva da lui. C'erano state talmente tante volte in cui Merle lo aveva abbandonato per andare a ubriacarsi, o per inseguire delle puttane o semplicemente uscire con i suoi amici, lasciandolo intrappolato in quella casa con quel violento di suo padre. Poi un giorno, Merle era sparito del tutto. Daryl si era sentito completamente abbandonato ma sapeva che se mai glielo avesse domandato, suo fratello si sarebbe giustificato dando la colpa solo a lui stesso. Nel corso del tempo, Daryl aveva imparato che fidarsi di lui in ultima analisi significava prendersene cura e trovò la maniera di scambiare le due cose in modo che il suo piccolo fratellino avrebbe dovuto stare con lui per fare in modo che questo accadesse. Daryl non riusciva più nemmeno ad essere arrabbiato con lui per questo. Capiva che la sua necessità di controllare tutte le persone intorno a lui proveniva da un luogo di profondo dolore. Daryl desiderava solo che suo fratello riuscisse a vedere dentro se stesso e nelle sue azioni allo stesso modo in cui riusciva ad analizzare le altre persone ma pensò che forse era proprio così che funzionava con la maggior parte delle persone. Era sempre più semplice tirare fuori la pagliuzza dall'occhio di qualcun altro che rimuovere la propria.

Merle sembrò non capire il pathos della dichiarazione di Daryl mentre fece un cenno di approvazione. ''E' bello sapere che quelle persone li alla prigione non ti hanno levato tutto il buon senso che ho cercato di fare entrare a forza in quella tua cocciuta testa dura''.

Il rombo di un tuono fornì a Daryl una distrazione gradita. Sollevò gli occhi al nero cielo notturno.

''Te l'ho detto, stanotte non pioverà'', disse Merle con certezza. ''I nodi non sono ancora arrivati al pettine''.

Daryl stava ancora fissando il cielo. ''Ma lo faranno''. Dovevano, era inevitabile.

''
Vado a pisciare''. Merle si tirò su in piedi e scomparve nel bosco, tenendo sempre in mano la bottiglia di bourbon.

Daryl fissò il fuoco morente, i suoi pensieri che andavano alla deriva di nuovo alla prigione. Ormai avevano sicuramente già seppellito Oscar e sapeva quanto il loro morale sarebbe stato in basso dopo quell'altro funerale. Riportava alla mente i troppi ricordi di quello che avevano perso e di quanto tutto fosse così a rischio. Daryl sapeva che non sarebbe stato in grado di fare molto al riguardo, ma in qualche modo, l'essere lì, a vegliare su tutti loro lo faceva sentire come se stesse davvero facendo qualcosa. Voleva sapere che la piccola spacca-culi era nascosta nel suo lettino di fortuna con la pancia piena, bella e calda. Voleva camminare all'esterno di quelle celle per vedere Hershel sistemarsi per la notte, insieme a Beth e sapere che Carl si teneva lontano dai guai. Voleva sapere con certezza che Rick si stava prendendo un attimo di pace e che Glenn e Maggie avevano risolto i problemi che avevano avuto ultimamente. Daryl voleva essere in quella prigione in quell'esatto momento per poter essere in grado di raggiungere Carol ovunque lei fosse e vedere che gli sorrideva e quel sorriso, quello che le illuminava gli occhi, lo avrebbe riscaldato dall'interno della sua anima fino all'esterno. Era questo il modo in cui Daryl sapeva che sarebbe andato tutto bene. Il suo viso si rabbuiò quando si rese conto che non avrebbe visto quel sorriso stanotte, o qualsiasi altra notte, probabilmente per molto tempo, se non forse mai più. E solo ora, essendosi separato da quel a volte dolce, a volte sfacciato sorriso, che Daryl si rese completamente conto di quanto affidamento aveva fatto su di esso. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter sollevare lo sguardo e vedere Carol sorridergli adesso ma questo non sarebbe mai accaduto, non quella notte.

''Stai al sicuro...''

Le parole che sussurrò al fuoco non erano tanto per lui quanto per Carol, perché Daryl sapeva di dover rivedere quel sorriso, in un modo o nell'altro, non importava quanto buio potesse essere il futuro.

Non c'era più nessuna opzione per lui . . .








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Capitolo 30
*** Capitolo 31 ***


ECHOES CAPITOLO 31 Capitolo 31


''Accettiamo solo l'amore che pensiamo di meritare.''
°° Stephen Chbosky °°
The Perks of Being a Wallflower




Maggie entrò nella stanza dove erano tutti intenti a preparare la loro prima colazione e si guardò intorno. ''Dov'è Glenn? Pensavo che Carl dovesse dargli il cambio''.

''L'ha fatto'', rispose Beth. ''Circa mezz'ora fa''.

Maggie aggrottò la fronte. ''Oh ok..''. Si voltò e si diresse fuori dalla stanza per andare a cercarlo. Maggie non dovette cercare a lungo. Trovò Glenn seduto davanti alla tomba di Oscar, le spalle ricurve mentre fissava la terra smossa recentemente. Maggie gli si avvicinò alle spalle e si mise in piedi accanto a lui. ''Stai bene?'', chiese piano.

Glenn continuava a fissare la tomba. ''E' da settimane ormai che cerchi di dirmi che non sto bene''.

Maggie fece una smorfia e si sedette accanto a lui. ''Ero preoccupata per te. Non eri te stesso''.

Glenn voltò la testa per guardarla. ''Vedi, è questo il problema, forse lo ero''.

Maggie esitò. ''Che cosa intendi?''.

Glenn si voltò a guardare la tomba di Oscar, la sua voce bassa. ''Sono stato seduto qui, pensando a Oscar, a quello che gli è successo, a come è morto''.

''E' stato orribile'', disse Maggie tristemente.

''Si''.

''Pensi che la colpa sia anche la mia?''

Glenn le rivolse uno sguardo sorpreso. ''Che cosa?''

''Per tutto il tempo hai continuato a ripeterci che Merle avrebbe fatto una mossa prima o poi, e nessuno ti ha voluto dare ascolto'', disse Maggie ermeticamente. ''E adesso Oscar è morto''.

Il volto di Glenn si rabbuiò. ''Non penso che la colpa sia stata tua, penso che sia la mia''.

L'espressione di Maggie era confusa. ''Come puoi dire questo? Sei stato l'unico che ha cercato di metterci in guardia contro Merle''.

''Ma ci sono andato talmente pesante che nessuno ha voluto darmi ascolto. E' questa la mia colpa''.

''Non capisco''.

Glenn colse dei fili d'erba ai margini della tomba di Oscar. ''Continuo a starmene seduto qui, a pensare a tutto quello che è successo dentro la mia testa''

''La morte di Oscar?''

Mosse le spalle inquieto. ''A tutto quanto, a tutto. Sai, la prima volta che ho visto Rick, stava scomparendo all'interno di un carro armato, circondato da centinaia di zombie''.

''E tu lo hai salvato'', gli ricordò Maggie.

''Si, l'ho salvato, anche se non sapevo chi fosse, anche se non sapevo se fosse un bravo ragazzo o meno. Ho visto che qualcuno era in difficoltà e ho trovato un modo per aiutarlo''.

Maggie fece scivolare il suo braccio attorno a Glenn e lo strinse forte. ''E se non lo avessi fatto, allora tutte le nostre storie sarebbero andate a finire in modo diverso''.

''Penso a quello che ho fatto quel giorno, senza esitare, senza fare domande e ora sto seduto qui cercando di capire che cosa succederebbe se mi imbattessi in una situazione simile adesso, sto cercando di capire se non mi limiterei a passare oltre e basta''. Lo sguardo di Glenn era intenso e quasi timoroso. '' Penso che questo è proprio quello che farei'', disse con voce roca. ''Non credo che mi piacerebbe più fermarmi per cercare di aiutare qualcuno che non conosco. Io non sono più quella persona che un anno fa ha salvato Rick. Sono una persona completamente diversa e non penso che questa persona mi piaccia''.

''Smettila'', lo supplicò Maggie, ''non dire così. Sei cambiato Glenn, proprio come tutti noi. Questo mondo, pieno di morte, ha cambiato tutti noi. Non possiamo più fidarci così facilmente o liberamente come facevamo un tempo. Ma questo non ci rende delle cattive persone''.

''Allora che cosa ci rende?'', la sfidò Glenn bruscamente. ''Non ho mai avuto intenzione di dare a Merle il beneficio del dubbio. Avrebbe persino potuto riportare in vita tutti quelli che abbiamo perso per quanto mi riguarda e io avrei comunque continuato a odiarlo per quello che ha fatto''.

''Merle non è un ragazzo a cui è facile dare una seconda opportunità'', disse Maggie ironicamente. ''forse nemmeno una prima''.

''Ma ci avete provato tutti'', sosteneva Glenn, ''tranne me. L'ho odiato, talmente tanto, che mi sentivo rodere dentro''

''Lo so'', disse Maggie tristemente, ''ma so che stavi solamente cercando di proteggermi, di proteggere tutti noi''.

''Ma non è servito a nulla di buono'', disse Glenn ansiosamente. ''Oscar è morto e sarebbe potuto toccare altrettanto facilmente a Beth o a Carl-..''

''Ma non siamo morti'', lo interruppe.

''Siamo stati fortunati. Diavolo, forse se non avessi esagerato così tanto con Merle avrebbe davvero provato a stabilirsi nel nostro gruppo. Forse se non gli fossi stato addosso 24 ore su 24 allora avrebbe potuto trovare un modo per diventare uno di noi''. Glenn scosse la testa con impazienza. ''Ma io non volevo che questo accadesse. Volevo solo che continuasse a rimanere un estraneo e mi provasse che avevo ragione su di lui e ora Oscar è morto a causa di questo''.

''Non puoi saperlo'', disse Maggie ferocemente.

''Io so solo che non sono più la persona che ha salvato la vita a Rick, quel giorno'', rispose cupo.

''E io non sono più la persona che hai conosciuto'', disse Maggie con determinazione. ''Glenn, abbiamo passato così tante cose, che è naturale per noi essere cambiati''. Gli strinse il braccio con forza. ''E' normale, ma quello che conta davvero è che non lasciamo andare quello che abbiamo costruito gli uni con gli altri. Dobbiamo continuare a provarci, dobbiamo continuare a fare in modo di crescere e cambiare stando vicini, dobbiamo fare in modo che niente possa allontanarci''.

Glenn le rivolse uno sguardo sofferente. ''Lo vuoi ancora, dopo il modo in cui mi sono comportato?''.

Il suo viso si addolcì. ''Certo che lo voglio. Io ti amo, Glenn. Amo l'uomo che eri, quello che sei ora e quello che sarai. Io sono qui per te, devi solo darmi l'opportunità di aiutarti e starti vicino''.

Il volto di Glenn si contrasse quando lasciò cadere il capo e Maggie lo attirò frettolosamente in un forte abbraccio. ''Mi dispiace'', disse Glenn con la voce rotta dalla lacrime che stava lottando per trattenere. ''Mi dispiace per come mi sono comportato. Non volevo allontanarti, Maggie. Ti amo''.

Maggie ricacciò indietro le lacrime mentre stringeva il corpo tremante di Glenn al suo. ''Lo so'', sussurrò. ''Andrà tutto bene. Dobbiamo solo stare insieme, il resto non ha importanza''. Maggie chiuse gli occhi e strinse Glenn a lei, sentendosi come se riuscisse a respirare veramente per la prima volta dopo settimane. Questo era il Glenn che lei conosceva e capiva ed era nuovamente tra le sue braccia. Il sollievo che stava provando era indescrivibile e Maggie disse una silenziosa preghiera di gratitudine. Era come se da quando Merle se n'era andato, la gente riuscisse nuovamente a pensare in modo chiaro e Maggie non poté fare a meno di essere soddisfatta del fatto che l'altro uomo fosse andato via, anche se questo era finito per costare a tutti loro Daryl.




oooooOOOOooooo




Daryl si accovacciò accanto al torrente e immerse le mani nell'acqua gelida. Raccolse una manciata di acqua e se la gettò sul viso in modo da lavare via la sonnolenza. Dopo un rapido sguardo intorno alla zona circostante capì che per il momento erano temporaneamente al sicuro dagli attacchi degli zombie. Merle dormiva ancora giù al campo. Suo fratello aveva fatto la maggior parte del turno di guardia notturno stando seduto a prestare attenzione contro quelle creature. Daryl gli aveva dato il cambio verso le tre, quella mattina. Alzò lo sguardo al cielo e vide che era ancora minacciosamente buio. Daryl fece una smorfia. Camminare sotto la pioggia sarebbe stato un inferno, in particolare se fosse durata per diversi giorni. Sarebbe stato impossibile riuscire a tenere le scarpe all'asciutto e una volta che i piedi si fossero inzuppati avrebbero iniziato a riempirsi di vesciche. Non vedeva proprio l'ora di fare quell'esperienza. Si lanciò un'occhiata alle spalle, dalla sua posizione riusciva a vedere soltanto la figura inerte di Merle tra gli alberi, vicino al fuoco ormai annerito, ancora addormentato. Sapeva che doveva andarci piano con Merle quando si trattava di scoprire se veramente avesse agito da solo o meno. Suo fratello non era stupido ed era sospettoso di natura. Daryl finì di lavarsi le mani e si raddrizzò. Toccò con il pollice le nocche sul dorso della mano destra, facendo caso alla piccola serie di cicatrici che si era procurato in tutte le lotte avute nel corso degli anni. I suoi occhi si socchiusero, quando ricordò l'ultima volta in cui i suoi pugni erano stati ammaccati e insanguinati. Si trovavano ancora alla fattoria di Hershel e Daryl aveva appena sottoposto a un interrogatorio quel ragazzo, Randall.

Daryl si sollevò vedendo Carol avvicinarsi nella sua direzione, dopo aver sommariamente respinto Carl. ''Dov'è tuo padre?Perché non vai a dare fastidio a lui?''. Carl sembrò messo alle strette, ma si allontanò ad ogni modo, lasciandolo da solo con Carol. Lei tese in silenzio la mano verso di lui e Daryl prese le bende e la crema antisettica che gli stava offrendo con la mano insanguinata.

''Hai avuto ciò che volevi?''. La sua voce era tranquilla ma piena di frustrazione. ''Approvazione, un grazie?''

Lui la fissò.

Il mento di Carol si avvicinò. ''Te la sei presa con un ragazzino invece che con me. E' questo che sei diventato?''.

Le sue parole bruciavano mentre cercava di allontanarsi, difendendosi dalla disapprovazione di Carol. ''Non è un ragazzino'', disse bruscamente. ''Farebbe del male se potesse''. Aveva bisogno di farglielo capire.

Ma Carol sembrò capire molto più di quello per cui lui le aveva dato credito. ''Non l'hai fatto per questo e lo sai''.

Gli occhi di Daryl si socchiusero mentre faceva un passo verso di lei, mettendole tutta la sua frustrazione in faccia. ''Che cosa vuoi che faccia, eh?''. Carol lo fissò e basta e lui distolse lo sguardo disgustato. ''Non trattarmi così'', disse laconicamente.

''Non fingere che non ti importi'', disse Carol bruscamente. ''Vuoi rompere la nostra amicizia?D'accordo.Riprenditi tutte le tue parole gentili e intelligenti.Non mi interessano più.Ho perso una cosa più importante''.

Daryl la guardò con diffidenza, non avendo previsto nulla di tutto questo.

Ma Carol non aveva ancora finito. ''Ma non startene seduto qui a guardarti i pugni insanguinati, fingendo che non ti importi nulla''. Con un ultimo sguardo duro, iniziò ad allontanarsi da lui.

Daryl si massaggiò distrattamente le nocche doloranti mentre la guardava allontanarsi, un fiume di emozioni che infuriavano dentro di lui. Era questo che faceva sempre, riusciva a suscitare le sue emozioni, quei sentimenti che pensava di aver seppellito ormai da tempo. La sua mascella si indurì mentre qualcosa scattava dentro di lui. Daryl le andò dietro, afferrandola per il braccio e facendola girare. ''Non è colpa mia se Sophia è morta!'', le urlò in faccia, sorprendendo anche se stesso per la furia delle sue parole.

La risposta di Carol era tranquilla in contrasto. ''L'unica persona che pensa che lo sia sei tu, Daryl''.

Daryl fece un passo indietro, come se lei lo avesse colpito. ''Ho fatto tutto quello che potevo per riuscire a trovarla'', infuriò verso di lei.

Carol lo guardò fisso. ''Lo so''.

''Non è colpa mia se non ha avuto il buon senso di non farsi mordere'', sputò fuori. ''Tutto quello che Sophia doveva fare era rimanere in vita e io l'avrei trovata!''. La verità di quelle sue parole lo colpì nel profondo. ''Ci sarei riuscito'', ripeté Daryl sconfitto. ''Doveva solo rimanere in vita''.

Gli occhi azzurri di Carol si riempirono di lacrime non versate. ''Lo so..'', disse in modo irregolare. ''Lo so''.

La rabbia di Daryl stava lasciando il suo corpo per venire sostituita da un dolore lancinante. ''Io ce l'ho fatta'', disse con voce tremante. ''Ero molto più giovane di Sophia e sono riuscito a farcela, perché lei no? Ci sono andato così vicino, non l'avrei mai abbandonata nel bosco da sola''.

''Come avevano fatto con te..'', finì Carol con profondo dolore.

Daryl distolse lo sguardo, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime e non volendo questo. Batté le palpebre per cacciare via quelle lacrime minacciose, un muscolo ticchettava selvaggiamente nella sua mascella.

''Sai bene che tu meritavi di avere delle persone a cercarti, delle persone che ti trovassero per portarti al sicuro''. La dichiarazione tranquilla di Carol colpì Daryl dritto al cuore. Si voltò verso di lei, con gli occhi spalancati. Lei si avvicinò, il volto tirato. ''Entrambi avreste meritato di meglio di quello che vi è stato dato, tu e la mia Sophia''.

''Io non voglio la tua pietà'', gracchiò Daryl, sempre sulla difensiva quando le persone cercavano di avvicinarsi a lui. Si era comportato in questo modo per tutta la sua vita.

''Io non ti sto offrendo pietà'', rispose Carol, che lo guardava senza battere ciglio, ''proprio come non lo hai fatto tu quando ti sei preso cura di cercare Sophia nel modo in cui ha fatto''.

Daryl voleva allontanarsi da questa conversazione, sia fisicamente che a qualsiasi altro livello. Non sapeva perché Carol era così ostinata a insistere su questo, a insistere con lui. Perché diavolo le importava quello che poteva fare o pensare in ogni caso?Perché non poteva semplicemente lasciare dormire quell'animale selvaggio che lui era?Daryl era a corto di modi per riuscire a spingerla a fare marcia indietro, ma la cosa più spaventosa era che stava perdendo la motivazione per provarci ancora. Il pensiero fece montare il panico dentro di lui.

''Tu mi hai offerto compassione'', concluse semplicemente Carol.

''Sono la stessa cosa'', dichiarò Daryl burbero, anche se non riusciva a smettere di fissarla.

''No'', disse Carol rapidamente, ''in realtà non lo sono. La pietà funziona diversamente. Stai semplicemente a guardare una persona dall'esterno, provando pietà da lontano. La compassione'', il suo volto era un po scosso ma riuscì a mantenere il controllo, ''..La compassione è un atto d'amore. Si muove e respira e deve fare qualcosa. La compassione non può stare ferma a fare nulla, mentre qualcuno soffre. La pietà può venire anche dal disprezzo e dall'odio, ma la compassione può sempre e solo venire dall'amore''.

Daryl scosse la testa e indietreggiò di un paio di passi, spaventato dalle parole di Carol. Non sapeva che cosa l'avesse spaventato di più, se il pensiero che inconsapevolmente aveva offerto un gesto d'amore a un'altra persona, o che lo stesso identico gesto ora era stato offerto anche a lui. Guardò i suoi pugni insanguinati, ovunque tranne Carol. Lei fu improvvisamente al suo fianco, prendendo una di quelle mani tra le sue. Lui trasalì al contatto e cercò di tirare via la mano ma Carol la tenne ostinatamente stretta.

''Hai bisogno di ripulirti''.

Daryl cercò di allontanare nuovamente la mano. ''Posso farlo'', sputò fuori.

''Non ho mai detto che non puoi'', dichiarò Carol con calma. ''Siediti''.

Daryl aggrottò la fronte. ''No''.

Carol era già seduta a terra. Alzò lo sguardo verso di lui. ''Siediti, Daryl''.

Lui avrebbe potuto benissimo andare via, ma invece si ritrovò a sedersi obbedientemente per terra, rispecchiando la sua posizione a gambe incrociate.

Carol tese la mano per farsi passare le forniture mediche che gli aveva portato. Daryl gliele consegnò in silenzio. Aprì l'antisettico e lo lasciò cadere su una delle bende poi la utilizzò per pulire le ferite sulle nocche di Daryl. Lui fece una smorfia per il forte bruciore che gli procurò il disinfettante, ma lasciò che Carol facesse quello che doveva fare.

''Ricordi quando ti ho detto che tu sei buono tanto quanto gli altri?''

Daryl aggrottò la fronte, ricordando subito il leggero tocco delle labbra di Carol sulla sua guancia, anche se nel mentre si era preoccupato di coprire il suo corpo pieno di cicatrici dal suo sguardo.

''Non ti porterà niente di buono se gli unici a crederlo saremmo noi due e basta''. Continuò a ripulire delicatamente la sua mano. ''Ci devi credere, Daryl, altrimenti per te non cambierà mai niente''.

''Forse io non voglio che cambi qualcosa'', le gettò indietro rudemente.

Carol sostenne il suo sguardo. ''O forse lo vuoi. E' una tua scelta Daryl, spetta solo a te farla''.

Daryl non sapeva che cosa ribattere a questo, così non disse nulla. Si limitò a guardarla attentamente mentre lei finiva di ripulire le sue nocche. Quando ebbe finito, Carol continuò a tenere le sue mani tra le sue, controllando se aveva fatto un buon lavoro. Alzò la testa e lo guardò, un incredibile tristezza nel profondo dei suoi occhi. Senza preavviso, Carol sollevò una delle sue mani alle labbra e ne baciò il dorso. Daryl si irrigidì all'intimità di quel gesto, l'istinto gli faceva venire voglia di tirarla via, ma Carol l'aveva già sollevata all'altezza del suo volto, e poi la posò sul suo viso quasi come fosse una carezza. Poi Carol posò la sua mano sopra quella di Daryl e lui rimase stupito dalla morbidezza del suo viso. La sua pelle era così delicata contro il suo palmo ruvido e Daryl deglutì, spaventato da questa familiarità inaspettata, ma incapace di negare a se stesso quel suo tocco. Carol chiuse gli occhi e quel gesto costrinse alcune lacrime calde e solitarie a scivolare lungo il suo viso per fermarsi contro la sua mano. Quelle perle salate bruciarono sulle sue ferite ancora aperte, ma Daryl non tirò via la mano. Invece accolse con piacere quel piccolo dolore. Non era sicuro se quelle lacrime fossero per Sophia, o se alcune fossero anche per lui, ma si sentiva come se avessero stanato delle ferite così grandi e profondamente nascoste , che Daryl non si era mai nemmeno reso conto di avere.

''Non posso perdere anche te'', sussurrò nel palmo della sua mano, gli occhi ancora chiusi e il dolore impresso sul suo viso. ''Per favore, non ti isolare, Daryl. Abbiamo tutti bisogno di tante cose. Io ho bisogno di te''.

Daryl scosse la testa, trascinandosi fuori da quel vecchio ricordo. Non gli ci era voluto poi molto tempo dopo aver avuto quella conversazione per realizzare ciò che Carol aveva realmente inteso. Sophia non era riuscita a uscire fuori da quella foresta e non ci era riuscito nemmeno lui, non più come un bambino almeno. Aveva vagato per quei boschi, si era sentito perso e abbandonato per tutti questi anni fino a quando Carol non era coraggiosamente venuta a cercarlo. Non c'era modo per lei di sapere se lui avrebbe premiato quella gentilezza con la brutalità alla quale era abituata, ma lo aveva fatto comunque. Anche nel più profondo del suo dolore, Carol lo aveva afferrato e lo aveva trascinato fuori da quei boschi in cui lui si era sepolto da un pezzo. Gli aveva detto che la compassione era un gesto d'amore e quello era stato il primo atto d'amore che avrebbe mai potuto ricordare di aver ricevuto da parte di una persona. Gli fece venire voglia di avere di più, gli fece venire il coraggio di sognare qualcosa di più e tutto questo per merito di Carol. Il più dolce dei sorrisi accarezzò le sue labbra mentre si sfregava le nocche pensando a quel vecchio detto, ''I simili non si cercano, si trovano e si appartengono''. Carol lo aveva trovato, e adesso avrebbe dovuto tenerselo, che lo desiderasse o meno. Lei era il suo modo per riuscire a uscire fuori da quei bui, freddi boschi e Daryl sapeva che ora come ora non avrebbe mai rinunciato a tutto questo. La luce del sole era una bellissima sensazione sulla sua pelle.

Daryl guardò verso dove Merle stava dormendo e aggrottò la fronte. Se solo fosse riuscito a portare fuori Merle da quello stesso bosco, metaforicamente parlando. Allora lui forse avrebbe trovato più facile entrare a far parte del gruppo e lui non sarebbe stato costretto a scegliere tra l'avere di nuovo suo fratello e proteggere gli altri. Era così frustrante pensare che si trattava di un inutile separazione dalle cose che per lui erano diventate così care, ma d'altra parte, tra queste era compreso suo fratello. Merle si vedeva come un duro e un duro non perdona ne dimentica. Non poteva rinunciare al suo bisogno di vendetta senza rinunciare alla persona che aveva sempre creduto di essere. Quello che rattristava Daryl era il fatto che in Merle c'era molto di più di quello che solitamente mostrava al mondo, ma probabilmente lui era stato l'unico ad averlo mai visto. Daryl si passò una mano tra i capelli e fece una smorfia. Stare la in piedi a desiderare che certe cose non fossero mai accadute non l'avrebbe portato da nessuna parte. Le cose stavano così e tutto quello che Daryl poteva fare era proteggere le persone che amava e questo includeva Merle. Sperava veramente che suo fratello maggiore lo avrebbe fatto ricredere quando Daryl aveva predetto che il più grande nemico di Merle era solo Merle.

Sembrava proprio improbabile a questo punto . . .

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Capitolo 31
*** Capitolo 32 ***


echoes capitolo 32 Capitolo 32




Merle si svegliò di soprassalto da un incubo ormai familiare. Il suono delle ossa spezzate risuonava ancora nelle sue orecchie e la sensazione della carne e dei muscoli che venivano straziati gli fece tremare i nervi a fior di pelle. Il suo moncherino gli trasmise spasmi di dolore al ricordo del trauma a cui era stato forzato a infliggersi da solo. Si mise in piedi di scatto e vide che Daryl non c'era. Un rapido giro della testa mostrò a Merle che Daryl era sceso giù al torrente, per ripulirsi. Si rilassò un poco. Era contento che suo fratello non fosse sgattaiolato nuovamente via dai suoi compagni alla prigione. Merle sapeva che Daryl aveva trovato difficile lasciarli, anche se non aveva detto niente in proposito. Ciò che era importante per Merle però, era che alla fine Daryl lo aveva fatto, e aveva preferito lui a loro. Merle sapeva quanto Daryl era importante per quel gruppo e perderlo era stato indubbiamente un duro colpo per i sopravvissuti. Si massaggiò il moncherino dolorante distrattamente mentre considerava la situazione. C'erano solo Rick e Glenn rimasti che potevano essere considerati un problema. Certo, anche alcune donne sapevano il fatto loro, ma alla fine, il gruppo della prigione non era più quella grande minaccia che era stato all'inizio. Forse in un futuro non troppo lontano avrebbero capito che cosa significasse sentirsi veramente impotenti e andare avanti dovendosi aggrappare alla misericordia di qualcun altro.


¤¤
Le gambe di Merle finalmente si arresero, non erano più in grado di sorreggerlo. Solo la pura testardaggine e la sua forza di volontà lo avevano spinto così lontano, ma ora anche queste si erano esaurite. Cadde in ginocchio, la testa che gli girava vorticosamente. Il camion che aveva rubato ad Atlanta aveva finito il carburante già molte miglia fa e Merle lo aveva abbandonato e aveva continuato a camminare a piedi lungo la strada. Aveva combattuto contro quegli zombie mentre barcollava, il moncherino appena cauterizzato stava iniziando a sanguinare di nuovo. Stava lasciando una scia di sangue affinché quei figli di puttana potessero dargli la caccia, ma non c'era niente che Merle potesse fare adesso. Era disidratato e aveva perso talmente tanto sangue che a quest'ora avrebbe già dovuto essere morto. Ma non lo era, non ancora. Il rumore di un ringhio affamato lo mise in allerta, puntò la pistola nella direzione da cui il rumore proveniva, mentre cercava confusamente di mettere a fuoco lo zombie che gli andava incontro. Merle strizzò gli occhi, cercando di concentrarsi sul bastardo ringhiante, che ora era uscito dalla protezione che gli avevano offerto gli alberi e si stava dirigendo dritto verso di lui. Premette il grilletto e l'unico suono che si sentì fu un semplice Clic : Il suono della sua morte certa.

Niente più proiettili, niente più Merle.

Le ultime forze abbandonarono definitivamente il suo corpo mentre si afflosciava a terra, disteso sulla schiena mentre fissava il cielo di un blu brillante. Anche nel suo stato confusionale, l'ironia della situazione non gli era sfuggita. Si era tagliato la mano per evitare di essere mangiato dagli zombie su quel tetto ad Atlanta, per poi finire per essere mangiato in una strada nel bel mezzo del nulla. Merle scoppiò in una risata delirante che passò flebile attraversò le sue labbra screpolate. ''Beh, fottiti, ironia''. La figura dello zombie si stagliava sopra di lui. ''Cazzo quanto sei brutto'', gracchiò. ''Spero di andarti di traverso''. Merle avrebbe voluto metterci più forza in quelle sue ultime parole, un ultimo dito medio per il mondo che lo aveva fatto così male. Tenne gli occhi ostinatamente aperti mentre lo zombie si chinava sopra di lui, le mani tese e affamate e pronte a lacerare questo facile pasto inaspettato. Un colpo risuonò e all'improvviso Merle si ritrovò ricoperto dei pezzi del cervello dello zombie quando la sua testa esplose e si accasciò privo di vita su un fianco. Merle lottò per capire che cosa era successo, ma era stato così vicino alla sua morte che non riusciva a trovare una spiegazione logica. La faccia di un uomo apparve direttamente sopra di lui e Merle sbatté le palpebre mentre il sole colpiva la schiena dell'uomo e creava un alone di luce intorno a lui. Sembrava quasi come se fosse un angelo e Merle poteva solo pensare che fosse lì per assicurarsi che arrivasse fino all'inferno sano e salvo. Fu il suo ultimo pensiero prima che tutto diventasse nero.


¤

Merle si grattò il moncherino dolorante, ricordando la desolazione di quelli che aveva pensato che fossero gli ultimi momenti della sua vita. Non c'era modo di poter descrivere la solitudine di quel momento. Era stato completamente un inferno assoluto. Morire da solo in mezzo a una strada senza nessuno che potesse piangerti o perfino sapere della tua morte, a Merle non piaceva pensare a quel momento. Tuttavia, ricordava chiaramente che cosa si provasse a vedersi offrire un ancora di salvezza in mezzo a tutto quell'opprimente senso di isolamento.

¤¤

Merle sollevò lo sguardo dal punto in cui era seduto su quel letto d'ospedale quando l'uomo entrò nella stanza. L'alto e curato uomo dal sorriso scanzonato si avvicinò a lui e annuì con approvazione. ''Sembra che tu stia molto meglio rispetto a quando ti ho trovato''.

Merle fece un mezzo sorriso. ''Ero morto e sepolto quando mi hai trovato. Non ci vuole molto per essere un passo avanti all'essere morti e sepolti''.

L'uomo si era presentato come Il Governatore una settimana fa, quando Merle aveva ripreso conoscenza e si era ritrovato in un letto pulito con le sue ferite ricucite. Il Governatore ridacchiò. ''Già suppongo che non ci voglia tanto'', disse con voce strascicata. ''Sono contento di vedere che sei sulla buona strada per un recupero completo''.

Merle guardò il suo moncherino fasciato. ''Si, beh, al massimo di quanto mi possa aspettare ormai, credo''.

''Hai fatto un buon lavoro di cauterizzazione con quella ferita'', disse Il Governatore con ammirazione. ''Saresti morto da molto tempo se non avessi avuto l'astuzia di farlo da solo''. Guardò Merle speculativo. ''E' la dimostrazione del grande uomo che, ovviamente, sei. Sei un uomo dai rarissimi talenti straordinari, Merle, ma questo è ovvio''

Merle era sospettoso di natura con ogni nuova persona che incontrava, e non metteva mai veramente peso al loro parere fino a quando non aveva preso una decisione su di loro. Tuttavia, non poté fare altro che sentirsi felice delle lodi che il Governatore gli aveva appena rivolto. Fece comunque in modo di non darlo a vedere. Non era il momento di comportarsi come un dilettante. ''Faccio solo quello che va fatto'', disse freddamente. ''L'ho sempre fatto''.

Il Governatore annuì con apprezzamento. ''Un tratto ammirevole in un uomo e fin troppo raro, purtroppo''.

Merle si strinse nelle spalle. ''Si, beh, la maggior parte degli uomini si comportano come se fossero delle fighette. Tutte parole e nessuna azione. Ma questo non è il mio caso''.

Il Governatore si limitò a sorridere. ''Lo vedo bene''.

''Ti ringrazio''. Quelle parole così poco familiari si fecero strada fuori dalle labbra riluttanti di Merle. Distolse lo sguardo, non essendo abituato a dover essere grato a nessuno. ''Grazie per avermi salvato'', concluse rigidamente. ''Non ero nessuno per te, non eri obbligato a trascinarmi fuori da quella strada e a salvarmi il culo''.

''Andiamo, che tipo di persona sarei se non aiutassi un altro essere umano nel momento del bisogno?''  disse Il Governatore.

''Saresti come la maggior parte delle persone che sono rimaste in questo mondo'', rispose seccamente Merle, sapendo che non avrebbe mai fatto lo stesso se le posizioni fossero state invertite.

''Ma questo è il punto centrale di Woodbury'', disse lui con calma. ''Stiamo cercando di creare un mondo migliore, uno dove possiamo crescere i nostri figli in modo sicuro e esserne orgogliosi''.

''Sei riuscito a fare un bel lavoro qui, questo è sicuro''. Merle aveva iniziato a girovagare un po non appena si era sentito abbastanza in forze da reggersi sulle sue gambe. Nessuno si era preoccupato di fermarlo e lui era rimasto impressionato dalla apparente normalità della vita che quella città era riuscita in qualche modo a costruirsi. Naturalmente, tutta la città era stata fortificata pesantemente, ma gli abitanti di Woodbury si occupavano delle loro attività quotidiane quasi come se fossero apparentemente inconsapevoli delle barbarie che erano in corso appena fuori dalla loro porta d'ingresso. Sia zombie che esseri umani. ''E' un dolce compromesso''.

Il Governatore fece una smorfia di rammarico. ''Uno che non abbiamo raggiunto senza aver dovuto pagare un alto prezzo, purtroppo''. Fece una smorfia. ''Abbiamo perso un sacco di brave persone nel creare il nostro piccolo pezzo di Utopia''.

''Si, beh, questo è il modo in cui funziona il mondo al giorno d'oggi''.

Il Governatore inclinò la testa. ''Si, sfortunatamente. Vedo il mio ruolo qui come il protettore di queste persone. Hanno riposto la loro fiducia in me e io ho intenzione di garantire che non abbiano motivo di pentirsene. Farò tutto quanto in mio potere per assicurarmi che Woodbury rimanga il rifugio sicuro che è. Vogliamo che Woodbury sia un faro di speranza in questo mondo oscuro, aumentare i nostri numeri con delle brave persone pronte a riportare l'umanità indietro dal baratro''.

Merle pensava di sapere dove stesse andando a parare. ''Credo che sia il modo educato per dirmi che il mio tempo qui è giunto al termine, eh?''. La sua espressione si indurì. ''Non credo di poter essere il benvenuto qui in mezzo a i tuoi bravi e giusti concittadini. Ho capito, mi leverò dalle palle entro questo pomeriggio''.

''Al contrario, Merle. In realtà stavo sperando che tu decidessi di rimanere all'interno del nostro gruppo''.

Questa affermazione gli valse uno sguardo di stupore da parte di Merle. ''Seriamente?''

''Voglio che tu rimanga, Woodbury ha bisogno di te''

''Woodbury ha bisogno di un contingente di villani?'', chiese Merle sarcastico. ''E' questo che i tuoi concittadini chiedono a gran voce, un elemento di  bassa lega che se ne va in giro per la città?''

Il Governatore si limitò a sorridere. ''Ad alcune persone semplicemente piace pensare con superficialità. A loro piace vedere che le cose vanno in un certo modo e se tutto sembra apposto, allora non si daranno noia domandandosi come sia stato possibile ottenere il tutto. Si limitano a pensare che le giuste intenzioni rendono le cose semplici a quelli che le possiedono''. Prese una sedia accanto al letto e si mise comodo. ''Io e te, Merle, sappiamo come funziona veramente. Sappiamo che in questo nuovo mondo c'è bisogno di tutti i tipi possibili e immaginabili di persone per farlo rinascere da zero e per mantenerlo al sicuro. Alla maggior parte delle persone non interessa sapere come fanno a sentirsi al sicuro, gli interessa solo esserlo. Ecco perché ho bisogno di uomini come te, uomini che non hanno paura della verità di questo mondo e sono in grado di affrontarlo a testa alta, senza fare domande''.

Merle lo guardò con diffidenza. ''Che cosa mi stai chiedendo, signor Governatore? Che cosa vuoi da me?''

''Penso che tu sia un uomo dai molteplici talenti, Merle'', rispose semplicemente, ''E vorrei utilizzare quei talenti per il bene di Woodbury. Voglio che tu entri a far parte della mia cerchia. Voglio che tu guidi i miei uomini''.

Merle aggrottò la fronte. ''Tu non mi conosci. Perché mi stai facendo un'offerta del genere?''

Il Governatore diede una risatina e si grattò l'orecchio. ''Sono perfettamente in grado di soppesare una persona. Lo sono sempre stato. Riesco a capire una persona dopo un minuto o due di conversazione e ho capito subito che tu sei il tipo di uomo che stavo cercando, Merle. Ho bisogno di qualcuno che capisce che cosa sia la lealtà e ciò che è necessario per sopravvivere in questo mondo. Ho bisogno di un uomo che non ha paura di fare qualcosa di brutto per poter creare qualcosa di bello''. Inclinò la testa verso il moncherino fasciato di Merle. '' Penso che tu possa capire più di chiunque altro che cosa significhi non avere una mano destra, Merle. Anche io vado avanti senza un uomo di cui possa fidarmi, uno che possa agire come se fosse il mio braccio destro, quello che fa quello che deve essere fatto''. Lo sguardo del Governatore era concentrato. ''Ho bisogno di te,Merle e anche Woodbury ne ha bisogno''. Si alzò. ''Ti darò il tempo necessario per prendere in considerazione la mia offerta. Se non sei interessato, allora va bene, puoi andartene per la tua strada con il giusto tanto di cibo e munizioni che riuscirai a portarti dietro e i miei migliori auguri''. Il Governatore schioccò le dita. ''Oh, quasi dimenticavo, ho fatto fare questo per te. Milton!''. Chiamò l'uomo, un tipo occhialuto vagamente nervoso che sembrava essere sempre in bilico su un lato.

Milton apparve sulla soglia portando un cilindro di metallo con delle cinghie di cuoio fissate all'estremità. Fece di corsa il suo ingresso nella stanza, gli occhi che guizzavano intorno nervosamente. Milton porse il pezzo di metallo a Merle. ''E' una protesi'', spiegò in fretta, spingendo verso l'alto gli occhiali che gli erano scivolati sul naso. ''Beh, una sorta. Ovviamente è piuttosto rozza, ma è il meglio che potevamo fare. Proteggerà il moncherino, sopratutto mentre la guarigione è ancora in corso e ho applicato un aggancio che ti consentirà di applicarci un arma''. Fece un sorriso incerto. ''Sai, tipo un coltello o qualcosa del genere. Intendo, sempre se ti interessa''.

''Grazie, Milton, sono sicuro che Merle ha capito''. Il Governatore fece un grande sorriso. ''Pensi che ti potrebbe tornare utile, Merle?''

Merle guardò la protesi in tutta la sua interezza e vide che era davvero un ottimo lavoro. Annuì lentamente. ''Si, certo, questa funzionerà''.

Milton sembrava impercettibilmente sollevato a quella lode. ''Oh, bene, sono contento''.

Il Governatore si alzò e mise una mano sulla spalla di Milton. ''Ti ringrazio per il duro lavoro che hai fatto con questo piccolo progetto, Milton, sia Merle che io lo apprezziamo''.

''Si'', grugnì Merle, non ancora abituato a dover ringraziare le persone a causa della rarità della disponibilità di queste ultime ad aiutalo ''Grazie''.

Il Governatore si voltò verso Merle. ''Ora ti lasciamo a riposare tranquillo ma spero che prenderai seriamente in considerazione la mia offerta, Merle. Sarebbe un vero peccato se tu non lo facessi''.

Merle annuì, non volendo dare via niente in quel momento, ma sapendo già che sarebbe rimasto.

¤

Merle diede un grugnito al ricordo del Governatore che gli aveva dato la protesi che stava adesso attaccata sul suo braccio. Lo aveva fatto sentire più importante di come si era sentito da troppo tempo a questa parte. Quella sensazione Merle non l'avrebbe mai dimenticata con facilità ma tuttavia, non avrebbe mai rinunciato al suo modo di fare. Che sembrava essere proprio quello che solitamente faceva andar male le cose. Merle guardò la bottiglia di whisky e fece una smorfia.

¤¤

Martinez scosse la testa nella sua direzione. ''Non credo che dovresti farlo''.

Merle era in ginocchio, mentre cercava di nascondere una bottiglia di bourbon all'interno della una cavità nel tronco di un albero. ''Non fartela addosso proprio ora, ragazzo, mi sto solamente preparando per una giornatina piovosa''

''Il Governatore ci ha chiesto di fare una spedizione in città e di riportare indietro a Woodbury tutto il liquore che riuscivamo a trovare'', disse Martinez con agitazione. ''Non ha detto nulla in proposito al nasconderlo sugli alberi''.

''Quello che il Governatore non saprà, non lo farà soffrire'', disse Merle impenitente. Si alzò e spazzò via la polvere dalle ginocchia. ''Non puoi dirmi che quando ci ritroviamo qui,a fare i pattugliamenti durante la giornata, non ti piacerebbe riempire la tua borraccia con qualcosa di più che semplice acqua di torrente''.

''Certo, ma il Governatore non vuole che ci ubriachiamo''.

''Sono perfettamente in grado di reggere l'alcool''.

Martinez scosse la testa frustrato. ''Come vuoi, sono affari tuoi, Merle''.

Merle si avvicinò a lui e gli sorrise. ''Io e Il Governatore ci capiamo. Io faccio il mio lavoro e lui fa il suo. Finora ha sempre funzionato''.

Martinez si strinse nelle spalle. ''Basta solo che mi tieni fuori da tutto questo''

''Fino a quando terrai lontano quelle mani di merda dal mio liquore, allora non avremo nessun problema'', accettò Merle di buon grado.

¤

''Martinez'', ringhiò Merle infastidito, pensando all'uomo. Era un soldato abbastanza valido, ma Merle aveva sempre pensato che l'uomo fosse infastidito dal fatto che lui fosse stato promosso a un lavoro di importanza superiore rispetto al suo. Merle non era sicuro che avesse mai detto qualcosa sul suo conto, ma alla fine, non aveva nessuna importanza adesso.

¤¤

Una settimana dopo Merle gettò il fucile in basso sulla scrivania all'interno dell'armeria e andò a cercare altri proiettili quando il Governatore apparve sulla soglia. ''Com'è andata la pattuglia?''

Merle stava di fronte all'armadio delle munizioni, cercando tra gli scaffali. ''Non è andata male'', disse con disinvoltura. ''Alcuni vaganti, ma non molti. Le giornate stanno diventando troppo calde per loro adesso''.

Il Governatore entrò all'interno della stanza e annuì. ''E quell'altra cosa?''

''Abbiamo un nuovo lotto fresco fresco intrappolato nella fossa'', disse Merle con tranquillità. ''Carini e pronti a mordere''.

''Bene, mi piace tenerli come una polizza di assicurazione. Non mi piace lasciare niente al caso''.

Merle emise un grugnito distratto mentre cercava dei proiettili in particolare. ''Si, lo credo bene''.

''A proposito di questo, credo che abbiamo bisogno di  fare una chiacchierata io e te, Merle''.

Merle smise di fare quello che stava facendo e si voltò per guardare l'altro uomo. ''A proposito di che cosa?'' chiese freddamente.

''Sento l'odore del liquore nel tuo respiro'', osservò il Governatore con calma. ''Hai bevuto?''

La mascella di Merle si indurì. ''E se anche lo avessi fatto?''

La voce del Governatore rimase stabile e tranquilla. ''Lo sai che non mi piace che i miei uomini bevano quando sono fuori in pattugliamento. Offusca i sensi e li mette tutti quanti a rischio''.

''Io non sono ubriaco e sono perfettamente in grado di gestirmi'', disse Merle categoricamente.

''Di questo non ho alcun dubbio, ma per quanto riguarda gli uomini dei quali ti ho messo a capo? Tu sei il loro leader, Merle, seguiranno il tuo esempio e non tutti hanno la resistenza all'alcool che tu hai coltivato negli anni''.

''Non tocca a me preoccuparmi di questo''

''Si invece, cosi come io mi preoccupo per te'', ribatté il Governatore senza troppi giri di parole. ''Hai un talento unico, Merle, sai quanto io ne sia consapevole, ma non posso permettere che tu diventi una mina vagante''. Sostenne lo sguardo di Merle senza battere ciglio, una nota d'acciaio strisciante nella sua voce. ''Ho bisogno di uno che sappia fare gioco di squadra. Ho bisogno che tu mi dimostri che sei in grado di farlo''.

''Mi prendi per il culo?'', gli chiese Merle con rabbia. ''Dopo tutto quello che ho fatto per te in questi mesi? Tutte le cose con le quali mi sono sporcato le mani affinché tu potessi tenere pulite le tue?''

''Sono veramente riconoscente del lavoro che hai fatto, Merle, non ho mai detto il contrario''. Lo sguardo del Governatore era incrollabile. ''Ti sto solo chiedendo di prendere in considerazione le tue priorità. Sei qui solo per te stesso o per il bene superiore? Perché se sei qui solo per te stesso, non sono sicuro che ti potremo ancora ospitare qui. Woodbury ha bisogno di uomini che siano fedeli alla loro città e solo a quella''

''Intendi dire a te'', disse Merle amaramente.

Il Governatore inclinò leggermente la testa. ''Io sono Woodbury'', acconsentì senza vergogna. ''Questa città, queste persone, hanno bisogno di qualcuno in cui credere, riporre la loro fede sul fatto che tutto venga fatto esclusivamente per il bene superiore. Questo è tutto ciò che ti chiedo, Merle, che tu abbia fede che tutte le cose che io ti chiedo sono solo per il tuo bene e per quello di Woodbury. O credi a me e al mio modo di fare, oppure non lo fai. Non c'è una via di mezzo. E non posso permettere che ci sia, altrimenti tutto quello che abbiamo costruito crollerà intorno a noi. Quello che ci serve adesso più di ogni altra cosa è l'unità, incondizionata e assoluta''.

La mascella di Merle si indurì. ''E se non riesco a conformarmi al tuo modo di vedere le cose?''.

''Ho fiducia in te, Merle, la ho sempre avuta. So che sarai in grado di dimostrare a me e a te stesso che appartieni a Woodbury, al mio fianco, come mio capitano''. Il Governatore si avvicinò a lui e posò una mano in fare quasi paterno sulla spalla di Merle. ''Troverai un modo per dimostrarci la tua fedeltà, Merle, so che è quello che vuoi e allora quello che abbiamo non farà altro che diventare più forte''. Sorrise con quel suo ingraziante sorriso e poi lasciò Merle da solo a riflettere sulla loro conversazione.

¤

Come si scoprì poi, però, Merle non ci dovette riflettere poi così a lungo, perché il giorno dopo si imbatté in città in Maggie e Glenn. Appena Merle scoprì che Daryl era ancora vivo, tutto quello a cui riuscì a pensare era a ricongiungersi con suo fratello, poi loro due avrebbero fatto mangiare la polvere a entrambi quei gruppi e se ne sarebbero andati insieme per la loro strada. Non era servito molto tempo a Merle per rendersi conto di quanto fosse profonda la lealtà di Daryl verso quel gruppo e di come Rick e i suoi non si sentivano affatto in colpa per quello che gli avevano fatto. Quello aveva cambiato tutto per Merle dal momento che vide un modo di liberare suo fratello dalle loro grinfie e mostrare al Governatore quanto lui potesse essere leale dando finalmente a quel gruppo quello che si meritava. Due piccioni con una fava. Il trucco consisteva nel tenere Daryl all'infuori del suo vero piano. Una cosa era il fatto che suo fratello se ne fosse andato con lui, effettivamente preferendo lui al gruppo, un'altra era il fatto che potesse decidere di tradirli. Merle sapeva che Daryl non lo avrebbe mai fatto, così fu costretto a giocarsi questa parte successiva con molta attenzione. Se ci fosse riuscito, avrebbe potuto lasciare che il Governatore spazzasse via il gruppo di Rick, mantenendo sempre Daryl dalla sua parte. Non sarebbe stato semplice, ma questo non lo preoccupava affatto. Gli piaceva rischiare quando erano in gioco scommesse alte, anzi non vedeva l'ora.

''Perché hai quell'espressione così compiaciuta?''

Merle guardò verso Daryl e la sua sospettosa domanda e sorrise. ''Stavo solo pensando a quanto questa sia una bella giornata, fratello''

Daryl non sembrava affatto pensarla a quel modo. ''Finiremo per inzupparci oggi se non troviamo un riparo al più presto''

Merle si tirò su in piedi. ''Immagino che abbiamo bisogno di trovare questo riparo, allora'', disse gioviale.

''Hai qualche idea?''

Merle sorrise. ''Oh fratellino, ho talmente tante idee che non è naturale''

Daryl fece una smorfia. ''Lo so, è questo quello che mi preoccupa'', mormorò

''Ti preoccupi troppo facilmente''

''Sarà la forza dell'abitudine''. Lo sguardo di Daryl era duro.

Merle si mise a ridere, sentendosi positivo nei confronti della giornata appena iniziata e percependo la vendetta che attendeva ormai da tempo quasi a portata di mano . . .





Pensiero dell'autrice :

Fondamentalmente, ho fatto in modo che Carol e Il Governatore giocassero dei ruoli simili nella vita di Daryl e Merle... entrambi hanno fatto da una sorta di segnale stradale in un bivio importante lungo la strada dei due fratelli ma è toccato ai fratelli Dixon prendere una scelta. La grande differenza tra i due, però è :
uno : le motivazioni di Carol contro quelle del Governatore di offrire a Daryl e Merle due diverse strade da percorrere
e due : le motivazioni di Daryl contro quelle di Merle di scegliere quale strada prendere

Anche se Daryl e Merle sono fratelli, penso che ci sia una differenza fondamentale nel tipo di persona che sono.  E' il mio parere sul dibattito della Natura contro l'Educazione. Daryl ha tutte le ragioni ( se non di più ) di essere auto-protettivo e cauto che ha Merle . . . ma ha scelto di fare un percorso diverso con il gruppo. Non credo che Merle avrebbe mai permesso a se stesso di farlo perché non è emotivamente coraggioso come Daryl. Merle si vede come un duro, il che fa parte della sua identità e rinunciare alla sua identità in modo da riuscire a conformarsi al gruppo di Rick, beh, non sarebbe mai capace di fare una cosa del genere.

E questo ci riporta al fatto che il più grande nemico di Merle non è altri che Merle . . .








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Capitolo 32
*** Capitolo 33 ***


echoes capitolo 33 Capitolo 33




''C'è un piccolo bambino dentro l'uomo che è mio fratello...
Oh, quanto ho odiato quel ragazzino.
E quanto l'ho amato. ''


¤¤ Anna Quindlen ¤¤




Merle cercò di sistemarsi in una posizione più confortevole mentre si accovacciava dietro il raggruppamento roccioso che dava verso una piccola valle dove un gruppo di sopravvissuti si era riunito. Lui e Daryl avevano appena incrociato la loro strada e entrambi i due uomini si erano immediatamente nascosti alla loro vista istintivamente. I due fratelli erano a una distanza considerevole, abbastanza lontano da non poter sentire quello che si stavano dicendo, ma questo significava che nemmeno loro sarebbero stati in grado di sentirli. C'erano quattro uomini in quel gruppo. Lo sguardo di Merle si concentrò subito verso quello che percepì come essere la minaccia più grande. Era un grande omone di colore, con le spalle larghe, molto robusto e si distingueva dal resto di loro. Merle sapeva che era quello che mandava avanti lo spettacolo, poteva intuirlo dal modo in cui si muoveva, con un controllo totale su gli altri. L'altro era un uomo bianco, molto più piccolo e decisamente molto più nervoso. Continuava a lanciare occhiate ansiose intorno ai boschi e si allarmava ad ogni piccolo rumore. C'era anche un ragazzino magro e pallido che sembrava sconfitto più che qualsiasi altra cosa. Stava seduto sul ramo di un albero caduto a terra, a testa bassa, con le spalle curve. Merle riconobbe che aveva avuto più forza lui nella sua mano mancante di quanto quel ragazzo ne potesse avere in tutto il suo intero corpo. L'ultimo membro del gruppo fece la sua comparsa all'interno del suo campo visivo. Era una donna snella, poteva vedere quanto fosse in forma anche da questa distanza, era molto attraente. Merle sospettò che ci fosse un qualche tipo di connessione tra lei e il ragazzo robusto di colore, non riusciva a capire se fosse sua moglie o una sua parente, riuscì a percepirlo dagli sguardi che si stavano scambiando. Guardò verso Daryl e attirò la sua attenzione. ''Sei pronto?''

''Per fare cosa?''

Merle rivolse nuovamente lo sguardo al gruppo appena arrivato. ''Non mi dispiacerebbe mettere le mani su alcuni di quei barattoli di cibo che si portano dietro''. Strinse le labbra. ''E non direi di no nemmeno a quella pistola''.

Daryl non esitò un attimo. ''Non ruberemo il loro cibo''.

Merle guardò verso di lui sorpreso. ''Perché no?''

''Non è giusto''.

''Non è giusto nemmeno il fatto che noi stiamo morendo di fame'', protestò Merle.

Daryl non si fece influenzare minimamente in merito all'argomento. ''Possiamo trovarci da soli il nostro cibo''. Detto quello si allontanò dalla protezione che offrivano loro le rocce e si voltò, iniziando a incamminarsi nella direzione opposta.

Merle fece un rumore impaziente e lanciò un'ultima occhiata al campo, poi andò incontro a Daryl. ''Sai, non siamo poi così lontani dalla prigione'', disse rivolgendosi a lui. ''Non ci vorrà molto prima che si imbattano nel gruppo. Se vuoi sapere il mio parere, faremo solamente un favore a Rick e ai suoi amici eliminandoli dalle possibili minacce prima che riescano anche solo ad avvicinarsi. Il ragazzo nero, quello grosso, potrebbe fare un sacco di danni. Diavolo, persino quel ragazzino inutile potrebbe farlo con una pistola in mano. Preferisci mettere in pericolo le vite di tutte quelle persone alla prigione o quelle di quattro persone sconosciute? Pensi che siano abbastanza disperati da prendersi con la forza quello che vogliono, incluse le donne? Pensi che boccuccia impertinente, con tutta la sua irriverenza, potrebbe farcela a levarsi di dosso quell'uomo se avesse intenzione di farle del male?''. Ci fu una breve frazione di secondo in cui Daryl sembrò vacillare a quel pensiero sentendo le parole pronunciate da Merle e lui sapeva di aver toccato un nervo scoperto, ma Daryl continuò a muoversi, ostinatamente e senza ribattere. Merle affrettò il passo e lo raggiunse, afferrandolo per il braccio. ''Quale diavolo è il tuo problema?'', chiese con rabbia.

''Noi non ruberemo niente a quelle persone'', disse Daryl strettamente. ''Non hanno molto più di quanto abbiamo noi, basta guardarli per capirlo''.

''E' proprio questo il punto, fratello'', continuò Merle. '' Sarà più facile prendere ciò che vogliamo da loro e poi in ogni caso non hanno l'aria di persone che riusciranno a sopravvivere in ogni caso, quindi qual'è il problema?''.

Il volto di Daryl si oscurò. ''Noi non ruberemo''.

Merle non era abituato al fatto che Daryl fosse così testardo con lui. ''Sei tu quello che ha voluto tentare la fortuna andando in giro per la strada a controllare dentro le case poco fa'', disse Merle infastidito. ''Non ti lamentavi tanto allora''.

''Case abbandonate'', sottolineò Daryl. ''Non facciamo un torto a nessuno nel prendere della roba da quei posti. Non ruberò a delle persone che stanno solo cercando di sopravvivere, proprio come noi. Non è corretto''.

Merle sbatté le palpebre. ''Corretto?'', strepitò. ''Niente di tutto questo lo è. Devi solo cogliere le opportunità quando ti si presentano. Ecco come si va avanti e si sopravvive adesso''.

''Proprio come tu hai colto l'opportunità alla prigione di avere un posto sicuro in cui poter vivere e persone che ti guardavano le spalle?''. C'era una lieve nota di amarezza nella sua voce che Daryl cercò di nascondere, ma Merle la notò ugualmente.

''Pensi che mi avrebbero davvero coperto le spalle?'', chiese Merle incredulo. ''Diavolo, il tuo capo Rick ha detto che mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani se solo mi fossi avvicinato nuovamente nei pressi di quella prigione''.

''E tu non hai fatto nulla per meritare che ti dicesse questo, eh?''. Le labbra di Daryl si serrarono. ''Non hai fatto niente per farlo incazzare talmente tanto dal non volerti più vedere?''. Si muoveva senza sosta. ''Hai avuto una buona opportunità alla prigione, Merle, con il gruppo. Ma, come sempre, hai solo mandato all'aria ogni possibilità che avevi di aiutare te stesso''. Daryl fece un gesto ampio con la mano. ''E perché? Riesci a rispondere a questa domanda, Merle?''

Il mento di Merle si sollevò. ''Noi non apparteniamo a quella gente''.

''E perché tu hai deciso così, questo è il modo in cui le cose dovevano andare, giusto?''. Daryl gli gettò indietro con irritazione.

''Stavo solo cercando di proteggerti, idiota'', ringhiò Merle. ''Quelle persone, non ti avrebbero mai accettato, non importa quello che ti hanno sempre fatto credere''.

Daryl scosse la testa e cominciò nuovamente a camminare.

Merle continuò a seguirlo, restando alcuni passi dietro di lui. ''Credi veramente che solo perché Rick ti lasciava comandare alcuni dei membri del suo gruppo e perché alcune di quelle donne ti sorridevano in modo carino di appartenere veramente a quelle persone?'', chiese irritato. ''Beh, le cose non stanno così, fratellino. Prima o poi ti avrebbero mostrato le loro vere intenzioni e saresti rimasto a bocca asciutta''.

''Non sai nemmeno di cosa diavolo stai parlando'', ringhiò Daryl da sopra la sua spalla.

''So che la nostra e la loro specie non si mescolano, non ora, né mai. Era tutta una recita''.

Daryl si voltò indietro e lo fissò. ''Non ci sei ancora arrivato?'', chiese agitandosi. ''Le cose non stanno più come una volta, Merle. Non ci sono regole ora, se non quelle che ci creiamo per noi stessi. Tutto questo 'noi' e 'loro' sono solo delle stronzate nella tua testa, perché tu vuoi che le cose rimangano come quelle di una volta. Non lasci andare mai niente''.

''Perché dovrei farlo?'', gli domandò Merle. ''Se non combatto per me stesso, chi pensi chi altro lo farebbe per me?''.

''Io sono qui, non lo vedi?'', disse Daryl bruscamente. ''Ti copro le spalle. L'ho sempre fatto''.

Merle aggrottò la fronte. ''Allora, che significa?. Che mi stai forse facendo un favore? E' così?''.

''Mi comporto da fratello'', sbottò Daryl. ''Forse anche a te potrebbe piacere provarci qualche volta''. Si allontanò di nuovo.

''E questo che cosa diavolo vuol dire?'', chiese Merle incredulo. ''Stai dicendo che non sono mai stato un buon fratello per te?''

Daryl si fermò a fissare il cielo che ormai diventava sempre più scuro, non gli rispose subito.

''Rispondimi, ragazzo'', chiese Merle.

Daryl si voltò verso di lui dal punto in cui si trovava a una ventina di passi di distanza. La sua espressione era difficile da decifrare. ''Mi hai lasciato in quel buco di merda in balia di me stesso con quel vecchio bastardo'', dichiarò Daryl laconicamente. ''E quando c'eri, la metà del tempo eri sotto l'effetto della metanfetamina, quindi no, Merle, non sei stato così grande nel ruolo di fratello''.

Merle sembrò essere preso alla sprovvista dalla sbrigativa valutazione di Daryl del loro rapporto. Certo non era stato quello che si potrebbe chiamare affidabile nel corso degli anni, ma non gli era poi sembrata una cosa di così grande importanza. ''E io che pensavo che guardassi a tuo fratello come se per te fosse un esempio'', disse Merle brevemente.

''Era quello che facevo, coglione'', ammise Daryl in frustrazione. ''Ma questo non significa che potessi restare cieco alle tue colpe''.

''Così adesso pensi di essere perfetto, è così?''. L'espressione di Merle si indurì. ''La tua merda ha smesso di puzzare improvvisamente perché adesso ti sei fatto degli amici?''

''Non penso di essere perfetto'', ringhiò Daryl, ''ma io non mi sono mai comportato come se lo fossi''.

Merle fece un ampio gesto con la mano. ''Intendi dire che invece io lo faccio?''.

Lo sguardo di Daryl era severo. ''Io sono in grado di ammettere quando ho sbagliato''.

Merle spalancò gli occhi. ''Anche io sono in grado di farlo. Il punto è che non mi sbaglio mai, è tutto qui. Non è mica colpa mia se ho sempre ragione''.

Le labbra di Daryl si assottigliarono. ''Si, come no''.

''Dimmi qualcosa su cui mi sono sbagliato'', lo sfidò Merle.

''Rapinare quel negozio di liquori a Jackson''.

Merle fece una smorfia. ''Quel vecchio era più forte di quanto pensassi. Ti concedo questo''.

''Mi ha sparato'', sottolineò Daryl puntualizzando.

Merle sbuffò. ''Non essere una femminuccia, era solo un graffio''.

Daryl emise un suono seccato. ''Non c'è bisogno di estrarre fuori il proiettile quando si tratta solo di un graffio''.

''Ce la siamo cavata alla fine, non è così?'', sostenne Merle. ''Abbiamo preso i soldi''.

''Non erano nemmeno un centinaio di dollari'', ribatté Daryl. ''Che poi hai speso per ubriacarti''.

Merle si strinse nelle spalle indifferente. ''Dovevo pur passare il tempo mentre cercavi di levarti quel proiettile dal culo, no?''

''Sai che non avevamo nemmeno bisogno di soldi in quel periodo, vero?'', disse Daryl in frustrazione. ''Stavo lavorando. Ne avevamo abbastanza''.

''Mi stavo annoiando''.

''Tu ti stavi annoiando e per questo a me hanno sparato'', scattò Daryl. ''Chiedimi di nuovo perché non vincerai nessun premio come miglior fratello dell'anno''.

''Non sapevo di essere stato un tale peso per te in tutti questi anni, ragazzo'', sputò fuori Merle, con il viso che si oscurava. ''Se è questo quello che pensi, perché non mi pianti una bella freccia in mezzo agli occhi e la finiamo qui?'', aggiunse con rabbia. ''Poi potrai nuovamente correre indietro da..-''. Non finì la sua frase perché improvvisamente Daryl scattò con la sua balestra e la puntò proprio su di lui. Merle si tese, incapace di reagire in tempo quando Daryl rilasciò una delle sue frecce mortali. Attese di sentire la freccia conficcarsi nella sua carne, ma l'impatto non avvenne mai. Invece, la freccia passò oltre la sua spalla, letteralmente fischiando accanto al suo orecchio e sentì un grugnito provenire da dietro le sue spalle. Merle si voltò appena in tempo per vedere uno zombie cadere a terra, con una delle frecce di Daryl conficcata dentro la cavità oculare sinistra. Sbatté le palpebre per la sorpresa, sconvolto per il fatto di non aver sentito quella cosa avvicinarsi a lui. ''Figlio di una cagna'', mormorò, prendendo a calci in cadavere immobile. Si voltò per guardare Daryl avvicinarsi fino a lui e poi chinarsi sullo zombie. Il più giovane dei fratelli Dixon mise il piede sopra la testa dello zombie in modo da poter sfilare la freccia dal suo cranio. Il sangue scuro colò lungo la ferita mentre Daryl ripuliva la punta della freccia sull'erba prima di caricarla nuovamente nella la sua balestra.

Daryl gli lanciò un'occhiata. ''Ti copro le spalle, fratello'', affermò con calma e poi riprese a camminare.

Merle rivolse uno sguardo meditante allo zombie e successivamente seguì Daryl ad un ritmo leggermente più sostenuto. Camminarono senza più parlare per un paio d'ore, imbattendosi occasionalmente in alcuni zombie e liberandosene tra di loro con estrema facilità. Lo stomaco di Merle iniziò a rumoreggiare forte ma il suono dell'acqua che infuriava all'interno del fiume accanto al quale stavano passando copriva qualsiasi suono. Scoccò una rapida occhiata al torrente che si  stava gonfiando sempre di più che scendeva giù dalla montagna, l'acqua biancastra rimbalzava giù dalle rocce e tra i rami degli alberi trovando il suo percorso. Il rombo di un tuono li raggiunse in maniera attutita, avvertendo che si sarebbe aggiunta a breve altra acqua sulla loro strada. Si sarebbe trasformato in una trappola mortale una volta che avrebbe iniziato a piovere. ''Dobbiamo scegliere da quale lato del torrente vogliamo stare'', commentò. Daryl continuò a camminare, senza rispondere. Merle lo colpì tra le scapole con la sua protesi. ''Hey''.

Daryl si voltò, gli occhi che analizzavano rapidamente la zona attorno a Merle prima di posarsi su di lui. ''Che c'è?''

Merle sollevò la voce in modo che Daryl potesse sentirlo sopra il rumore scoppiettante dell'acqua che correva veloce. ''Ho detto, dobbiamo scegliere da quale lato del torrente vogliamo stare''. Rivolse un pollice in direzione del fiume. ''Non penso che troveremo un altro posto dove poterlo attraversare molto presto''.

Daryl guardò il fiume e annuì. ''Già..si''.

Merle inclinò la testa e continuò a camminare allontanandoli dal torrente. Non gli piaceva tutto quel rumore, significava che non saresti stato in grado di sentire nulla se qualcuno avesse deciso di avvicinarsi a te. Il suono dell'acqua che infuriava diminuì lievemente mentre camminavano tra gli alberi allontanandosene.

''Hai un piano su dove siamo diretti?''

Merle alzò le spalle alla domanda di Daryl. ''Niente in particolare''.

''Sai che abbiamo continuato a girare in tondo in questi ultimi due giorni, vero?''.

Merle lo guardò. ''E quindi?''.

''Non possiamo continuare a farlo ancora a lungo. Abbiamo bisogno di un piano''.

''Non mi piace pensare alle cose prima del tempo''.

Daryl fece una smorfia. ''Penso che sia il momento di rivedere la tua strategia, fratello. Siamo qui fuori, da soli, affamati e vulnerabili. Ci serve un piano''.

''Vedrai che salterà fuori qualcosa, è sempre così'', fu la risposta casuale di Merle.

''Qualcosa come la fame e la morte?'', ribatté Daryl ironicamente. ''E questo il tipo di cosa che pensi salterà fuori?''.

''Non stiamo ancora morendo di fame'', disse Merle sprezzante. ''E non c'è niente e nessuno in grado di fare fuori due Dixon. La nostra forza non è un qualcosa da sottovalutare''. Il suo entusiasmo fu accolto con un grugnito da parte di Daryl. Attraversarono una serie di alberi e si ritrovarono bruscamente in un piccola radura, al centro della quale c'era una capanna di legno. Non era molto grande, probabilmente era soltanto la cabina che un cacciatore si era costruito tempo fa, ma Merle sorrise non appena la vide. ''Che cosa ti avevo detto?'', gongolò. ''Qualcosa salterà fuori''.

Daryl fece un passo indietro nascondendosi al riparo dietro il tronco di un albero, scrutando attentamente l'area. ''Sembra che non ci sia nessuno là dentro, ma è difficile dirlo con certezza da quaggiù''.

''C'è solo un modo per scoprirlo''. Merle uscì fiducioso nella radura e si mise a correre fino a  raggiungere un lato della cabina.

''Merle!!''

Sentì Daryl sibilare il suo nome in segno di disapprovazione, ma lo ignorò. Merle andò dritto fino alla porta e premette l'orecchio contro il legno. Non sentì nessun rumore, così pensò di andare avanti utilizzando il fattore sorpresa. Spinse bruscamente la porta, la sua pistola sollevata mentre Daryl arrivava velocemente dietro di lui, la balestra pronta a far fuoco. Merle entrò nella cabina di legno e si guardò intorno. Era solo una vecchia casa abbandonata e non c'era nessun posto dove chiunque avesse potuto nascondersi. Una vecchia cucina a gas era posizionata contro la parete, era ricoperta di polvere e chiaramente nessuno la usava più da molto tempo. Contro l'altra parete c'era un materasso bitorzoluto adagiato sul pavimento con una pila di coperte grigiastre in cima. Daryl si avvicinò fino a quelle e le spinse via con la sua balestra, assicurandosi che non ci fosse nulla nascosto in agguato là in mezzo. Contro la parete di fondo c'era un tavolo con alcuni piatti,ciotole con alcuni rimasugli e un alcune posate. Merle si avvicinò al tavolo per dare uno sguardo più approfondito e scoprì che non c'era nemmeno un coltello. Sembrava che qualcuno avesse già vissuto lì e che avesse ripulito tutto. Merle emise un grugnito infastidito. ''Hai trovato qualcosa?''

Daryl era accovacciato su un refrigeratore ricoperto di polvere. Aprì lo sportello e guardò dentro. ''Nah, niente''.

''Ci deve pur essere qualcosa'', protestò Merle.

''Non siamo stati i primi a passare di qua'', ipotizzò Daryl. ''Se qui c'era qualcosa, è sparita da tempo''.

''Almeno abbiamo trovato un posto in cui poter passare la notte''.

Daryl scosse la testa. ''Io non direi proprio. Non è sicuro barricarsi dentro le case in questi giorni. In un modo o nell'altro quei bastardi sembrano sempre con il finirci addosso''. Guardò fuori dall'unica, sudicia finestra verso i boschi che li circondavano. ''Ci circonderebbero troppo facilmente''.

''Bene, in questi giorni sei proprio un bel bicchiere pieno fino all'orlo di piscio'', disse Merle infastidito. ''Hai chiesto un riparo, ma credo che questo non soddisfi pienamente i tuoi nuovi elevati standard''

Daryl gli lanciò un'occhiata, ma non abboccò alla sua esca. ''Te l'ho detto'', disse brevemente, ''questo posto è troppo facile da circondare, non è sicuro. In più, quell'altro gruppo potrebbe finirci addosso,in qualsiasi momento, non sappiamo dove erano diretti. Avranno controllato questo posto come abbiamo fatto noi e finiremo con il trovarci come degli animali in trappola. Dovremmo andare avanti''.

Merle lasciò andare un sospiro pesante attraverso le sue narici, ma doveva ammettere che Daryl non aveva tutti i torti. Lanciò un ultimo sguardo intorno alla baracca, per vedere se c'era qualcosa che sarebbe potuta tornargli utile e notò che una delle assi sul pavimento era irregolare. Si avvicinò alla tavola e si accucciò.

''Che stai facendo?''

''C'è qualcosa di strano qui''. Merle infilò il coltello sulla sua protesi sotto il bordo della tavola e lo usò come leva per spingerla fuori. La tavola si sfilò facilmente, come se quella non fosse la prima volta che veniva fatto.Incuriosito, Merle si chinò in modo da poter sbirciare sotto il pavimento. Era buio e l'odore di sporco penetrò nelle sue narici. Un luccichio catturò lo sguardo di Merle e lui infilò il braccio all'interno dello spazio per provare a recuperare l'oggetto. Tirò fuori una bottiglia di liquido chiaro e la tenne alta contro la luce. ''Beh, guarda un po qui''. Merle tirò su il tappo dal collo della bottiglia e annusò il contenuto. Un grande sorriso gli illuminò il volto. ''Qualcuno ha pensato bene di divertirsi quaggiù in questi colli''.

Daryl scosse la testa incredulo e fece un mezzo sorriso. ''Sei come un segugio per quella merda''. Merle e l'alcool avevano un passato lungo e colorato.

''E' uno dei miei talenti preferiti'', concordò Merle felicemente. Infilò nuovamente la testa nel buco lasciato dalla tavola divelta. ''Non c'è nient'altro qui'', disse deluso.

''Adesso abbiamo finito qui?''

''Va bene, va bene'', disse Merle mentre si alzava e si spolverava le ginocchia. ''Abbassa pure le mutandine, sto arrivando''. Tenendo ben stretta nella sua mano la bottiglia di liquore illegale, Merle seguì Daryl fuori dalla cabina, soddisfatto di sé per la sua ultima scoperta. Sembrava essere un buon presagio di quello che ancora doveva venire. ''Io e te insieme, siamo fortuna pura, fratellino'', disse rivolto a Daryl che aveva già raggiunto la radura e ucciso uno zombie solitario.

Daryl guardò sopra la sua spalla verso di lui dopo aver estratto il coltello dal cranio dello zombie. ''Immagino che io e te non abbiamo esattamente la stessa definizione di fortuna''.

Merle si limitò a sorridere e nascose la bottiglia di liquore al sicuro dentro il suo zaino, non lasciando che la mancanza di entusiasmo di Daryl smorzasse il suo. Merle avrebbe fatto presto in modo di far uscire suo fratello da questo stato d'animo, tutto quello di cui avevano bisogno era un po di tempo insieme e Merle sapeva che adesso ne avrebbero avuto abbastanza. Il suo sorriso si fece sempre più largo mentre raggiungeva Daryl di corsa, contento di come le cose stessero andando questi ultimi giorni.

Aveva atteso questo momento da sempre.














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Capitolo 33
*** Capitolo 34 ***


echoes capitolo 34 Capitolo 34




''Com'è terribile... essere coinvolti in un gioco senza avere idea di quali siano le regole.''

¤ Caroline Stevermer ¤


º Sorcery & Cecelia : or The Enchanted Chocolate Pot º



Daryl fissava le fiamme perso nei suoi pensieri mentre Merle gettava via gli scarti della loro magra cena fuori dall'apertura della caverna che avevano scoperto poco prima che facesse buio. La grotta non era molto profonda, ma lo era abbastanza perché entrambi potessero starci comodamente all'interno e perché potessero accendere un fuoco senza soffocare per il fumo. L'apertura era stata sbarrata ed era difficile da vedere. L'avevano scoperta soltanto quando il terreno sul quale Daryl poggiava i piedi aveva ceduto e lui era rotolato per un terrapieno, con grande divertimento di Merle. Mentre si stava ripulendo dalla polvere, Daryl aveva scoperto l'apertura di quel piccolo nascondiglio e chiamato suo fratello. Quel posto dava loro abbastanza riparo contro gli elementi che continuavano incessantemente a minacciarli di morte e distruzione. Inoltre, anche se i vaganti fossero riusciti in qualche modo a trovarli non sarebbero riusciti a passare più di uno alla volta. Questo lo rendeva un posto facile da difendere. Avevano preparato un accampamento, cucinato un paio di serpenti e un procione per cena e adesso avevano davanti soltanto un'altra notte da superare. ''Avresti dovuto seppellire quei resti'', commentò Daryl distrattamente, continuando a fissare il fuoco.

''No'', disse Merle tranquillamente, ''andrà tutto bene. Non c'è rimasta abbastanza carne su quelle ossa perché possano attirare qualche zombie''

Nessuno di loro sapeva se quella fosse o meno la verità, ma per come era solito fare Merle, se decideva che una cosa stava in quel modo, allora stava in quel modo. Daryl non commentò, aveva discusso abbastanza con Merle per oggi. ''Abbiamo bisogno di un piano''.

Merle si mise a sedere di fronte a lui, con la schiena contro il lurido muro di roccia. ''Mi sono procurato un bel piano''. Sollevò la bottiglia di liquore e sghignazzò.

Daryl guardò la bottiglia e poi di nuovo Merle. ''Uno a lungo termine''.

''Non ti stai divertendo, fratellino?''

Daryl mantenne la sua voce calma, sapendo che esagerare troppo con Merle non lo avrebbe portato molto lontano. ''Non possiamo continuare a girare in tondo nel bosco. E non ha alcun senso farlo. Credo che abbiamo bisogno di prefissarci un piano e seguire quello''.

Merle afferrò il tappo della bottiglia con i denti e lo tirò fuori con facilità producendo un piccolo pop. Sputò via il tappo e guardò di nuovo verso Daryl. ''Hai già un piano, fratello?''

''Abbiamo bisogno di un posto sicuro dove rintanarci. Da qualche parte dove non saremmo costretti a spostarci ogni giorno. Ci serve un accesso regolare al cibo, all'acqua e protezione''. Poi guardò intensamente il fratello. ''Abbiamo bisogno di altre persone, Merle''.

Merle non rispose, si limitò a buttare giù un lungo sorso del suo drink. Fece una smorfia e ansimò un poco quando il liquore gli annaffiò la gola.''Così dolce'', disse con voce stridula, con l'espressione di uno che intendeva tutto tranne quello. Merle allungò la bottiglia a Daryl. ''E' il tuo turno''.

Daryl scosse la testa. ''Te l'ho già detto, uno di noi due dovrebbe restare sobrio nel caso in cui..-''

''Resterò sobrio'', lo interruppe Merle. ''Sono stufo di te che mi ronzi attorno come se qualcuno avesse appena sparato al tuo cane. Bevi un po e vedi di rallegrare questa merda, fratello''.

''Bere non cambierà niente'', dichiarò Daryl ostinatamente.

''Lo so, non te ne fregherà più un cazzo e basta''. Merle ridacchiò a quelle parole, chiaramente divertito dalla sua arguzia. O era quello il motivo oppure l'alcool stava già facendo effetto su di lui. Quella roba probabilmente aveva almeno 160 di gradazione. ''Inoltre, nel corso di tutti questi anni bere non mi ha mai fatto nulla di male''.

Daryl avrebbe avuto qualcosa da ribattere contro quella particolare asserzione, ma non ci provò nemmeno, cercò solo di riportare Merle sull'argomento. ''Dimmi solo se conosci un posto dove possiamo andare''. Fece un gesto vago con la mano. ''Devi pur avere avuto un posto in cui rintanarti in tutto questo tempo. Perché non possiamo andare là?''. Daryl trattene il fiato in attesa che suo fratello rispondesse. Un altro gruppo avrebbe confermato le sue peggiori paure e quelle di Rick ma era meglio sapere a che cosa stavano andando incontro. Questo era il motivo per il quale si trovava lì.

Merle increspò le labbra e guardò Daryl speculativo. ''In effetti potrei conoscere qualche posto'', ammise alla fine.

Daryl fece in modo che la sua espressione non registrasse alcuna emozione. Si strinse nelle spalle. ''Va bene, dove?''.

Merle stirò le gambe di fronte a lui, incrociandole poi alla caviglia. ''Sai cosa ti dico?'', disse con noncuranza, ''Facciamo un gioco''.

Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa?''.

''Io risponderò alle tue domande, se tu risponderai alle mie''.

Daryl esitò, non sapeva se questa era una buona idea, ma sapeva che doveva scoprire se Merle era qui fuori da solo o meno. La sicurezza degli altri dipendeva da questo. ''Ok''.

''Ti lascerò perfino partire per primo''. Merle spinse la bottiglia nella sua direzione. ''Un sorso per ogni domanda''.

Daryl aggrottò la fronte. ''Non voglio bere''.

Merle si strinse nella spalle. ''Va bene, allora non si gioca. Come vuoi tu''.

Daryl distolse lo sguardo per nascondere la sua frustrazione. Aveva bisogno di sapere come era messa la situazione con Merle e quest'altro gruppo, altrimenti tutti quanti giù alla prigione avrebbero continuato a rimanere in balia di questa possibile minaccia. Daryl sapeva di dover continuare a giocare, alle condizioni imposte da Merle, altrimenti tutto questo non lo avrebbe portato da nessuna parte. Lo guardò nuovamente e tese la mano. ''Dammi qui'', grugnì.

Merle sorrise e gli consegnò la bottiglia. ''Adesso si ragiona. Adesso si che è una festa''.

Daryl prese la bottiglia e mandò giù un sorso di quel liquore fatto in casa. Il liquido tagliente bruciò la parte posteriore della sua gola e senza preavviso gli provocò uno spasmo. Daryl tossì e diventò rosso in viso mentre cercava di riprendere fiato.

Merle scoppiò a ridere alla sua reazione. ''Troppo forte per te, fratellino?'', chiese divertito. ''Hai dimenticato come si fa a bere come un uomo?''.

Daryl si pulì la bocca con il dorso della mano e ricacciò indietro le lacrime involontarie che gli erano salite agli occhi a causa del soffocamento che gli aveva quasi provocato l'alcool. ''Non ho bevuto niente per un bel po di tempo'', ringhiò, la sua voce roca a causa di tutto quel tossire.Infatti quella notte al CCM era stata l'ultima volta nella quale Daryl aveva bevuto qualcosa di alcolico e ormai era passato quasi un anno.

''Non sembrava'', disse Merle beffardo.

''Allora, dov'è questo tuo gruppo? Quanti sono? Quando..-?''.

Merle sollevò una mano per bloccare il flusso di domande. ''Hey, frena, fratellino. L'accordo era per un sorso, una domanda, un turno alla volta''.

Daryl fece una smorfia. ''Bene, dove si trovano gli altri?''

''All'incirca a sei ore di cammino partendo da qui, prendere o lasciare. E' un posto che si chiama Woodbury''.

Gli occhi di Daryl si spalancarono per la sorpresa. ''E' un'intera città?''. Questa non era affatto una buona notizia. Troppe variabili, sarebbe stata una situazione difficile da riuscire a gestire.

''Non è il tuo turno per fare domande''. Merle tese la mano verso la bottiglia. ''Dai qui''. Daryl passò la bottiglia a Merle che subito bevve un sorso. Leccandosi le labbra, fissò Daryl con interesse. ''Perché sei rimasto con loro dopo che mi hanno abbandonato su quel tetto?''.

Daryl accolse con un sguardo torvo la domanda intenzionalmente antagonista di Merle. ''Sono tornato per cercarti, ma come al solito, te n'eri già andato senza di me''. Merle alzò gli occhi al cielo alla risposta di Daryl. ''Non avevo modo di sapere dove ti trovassi. Rick aveva un piano, non sembrava facesse schifo, quindi sono rimasto con loro''.

''Ti ho chiesto perché sei rimasto'', ribatté Merle, ''non perché te ne sei andato con loro. Dopo quella merda al CCM, dovevi immaginare che Rick non avesse la minima idea di cosa diavolo stesse facendo. Perché non te ne sei andato allora e l'hai fatta finita?''.

Il viso di Daryl si rabbuiò. ''Sophia si è persa'', mormorò e distolse lo sguardo. ''Ho dovuto cercarla''.

''Perché proprio tu?'', lo bloccò Merle. ''Non eri suo padre, a meno che tu non mi abbia tenuto nascosto qualcosa in tutti questi anni. Perché cazzo te ne sarebbe dovuto fregare qualcosa di una ragazzina che avevi appena incontrato?''.

Daryl lo fissò. ''Questa è un'altra domanda'', osservò freddamente.

Merle sbuffò divertito. ''Bene''. Consegno la bottiglia. ''Aspetterò il mio turno''.

Daryl guardò torvo la bottiglia nella sua mano e poi buttò giù un altro sorso di quell'ingannevolmente innocente liquore. Questa volta andò giù con più facilità. Chiaramente il suo corpo aveva rinunciato ad andargli contro sull'argomento. ''Come hai fatto a conoscere queste persone?''.

Merle si grattò distrattamente la guancia con le unghie sporche. ''Beh, devo essere onesto, non stavo messo proprio bene. Il Governatore mi ha trovato e mi ha portato con lui. Mi ha fatto sentire il benvenuto''.

''Il Governatore?'', chiese Daryl con interesse.

''Questa è un'altra domanda!'', gli ricordò Merle con un sorrisetto. Tese la mano verso la bottiglia. ''Il mio turno''.

Daryl gli consegnò a malincuore la bottiglia, non volendone proprio più sapere di rispondere alle domande di Merle, ma non avendo nessuna scelta.

''Perché cazzo ti importava di quello che è successo a quella bambina?''. Merle mandò giù rumorosamente un sorso dalla bottiglia prima di deglutire esprimendo i suoi pensieri sull'argomento. ''Stavi cercando un modo per infilarti nelle mutandine di sua madre, è questo il motivo?''

Il viso di Daryl si indurì a sentir parlare di Carol in quel modo. ''Bisognava trovarla e io ero l'unico in grado di poterlo fare''.

''Peccato che tu non ci sia riuscito''.

Il viso di Daryl si oscurò e la sua mano si strinse involontariamente sulla bottiglia. ''No'', disse con voce roca, ''non in tempo comunque''.

''E di nuovo hai scelto di restare con loro'', osservò Merle. ''Non c'era più nessuna bambina da salvare, né nessun altro motivo per il quale potessi ancora giocare a fare l'eroe. Perché sei rimasto con Rick e i suoi amici?''.

Daryl si strinse nelle spalle. ''Perché non rimanere con loro? Non era come se avessi molte opzioni tra le quali poter scegliere''.

''Ti ho dato un'altra opzione quando sono arrivato alla prigione'', osservò Merle. ''Non ti ho visto fare i salti di gioia alla possibilità di poter partire con me''.

''E un'altra domanda?'', lo sfidò Daryl. Aveva bisogno di ottenere quante più informazioni possibili da Merle prima che l'alcool facesse il suo effetto su di lui. Daryl sentiva già la testa leggera.

Merle gli prese la bottiglia dalle mani. ''Bene''. Un altro sorso di alcool. ''Spara''.

''Quante persone ci sono a Woodbury?''

''Una settantina all'incirca, prendere o lasciare''.

''Principalmente uomini, donne, bambini o un mix?''

Merle inclinò la testa da un lato e guardò Daryl con interesse. ''Perché ti importa?''

''Voglio sapere in che cosa sto per cacciarmi. Se si tratta sopratutto di uomini, è un conto. Se si tratta sopratutto di donne e bambini, allora è un'altra storia''.

''Come mai?''

Daryl si strinse nelle spalle. ''Le donne e i bambini hanno sempre bisogno che qualcuno badi a loro''.

''Pensavo che ti piacesse fare questo tipo di cose ultimamente'', osservò Merle sardonico. ''Ti sei trasformato in una sorta di Madre Teresa contro di me con tutti i tuoi atti caritatevoli per quella gente alla prigione. Sei in cerca di un nuovo santuario a Woodbury?''. Sorrise. ''Stai cercando qualcuno che ti costruisca una statua per la tua nuova natura virtuosa appena acquisita, ragazzo?''.

Daryl sostenne il suo sguardo con fermezza. ''E un'altra domanda? Non hai ancora risposto a tutte quelle che ti ho fatto''.

Merle fece un sorrisino. ''E' un mix. Ci sono abbastanza uomini forti e capaci per poter proteggere la città, non dovrai temere che tutto il lavoro pesante venga assegnato a te''.

''Ed era quello che facevi lì?'', chiese Daryl rapidamente. ''Il lavoro pesante?''

Merle non rispose, si limitò a porgergli la bottiglia. Daryl nascose la sua frustrazione per questo gioco e gli strappò la bottiglia di mano. Buttò giù rapidamente un sorso e deglutì, sentendo quel fresco calore propagarsi dalla sua gola a tutto il resto del suo corpo. Daryl sbatté le palpebre un paio di volte, nel tentativo di mettere a fuoco. Non aveva abbastanza cibo nello stomaco per poter bere questa merda. Daryl si fece coraggio contro l'imminente interrogatorio di Merle, trovando le sue domande sempre più difficili da poter rispondere con un qualsiasi tipo di neutralità. Stavano tutte arrivando troppo vicine a casa, ma Daryl supponeva che fosse quello l'intento di Merle. Scosse la testa, cercando di schiarirsi la mente.

''Qual'è il tuo preferito?''

Le sopracciglia di Daryl si corrucciarono all'inatteso cambio di tattica di Merle. ''Che cosa?''.

''Chi del gruppo alla prigione è il tuo preferito?''.

Daryl si irrigidì. ''Non ne ho uno'', ringhiò. ''Per me sono tutti uguali''.

Merle sbuffò. ''Oh andiamo, ragazzo, questo gioco non funzionerà se iniziamo a mentirci a vicenda. Hai un preferito, proprio come me''.

Daryl lo guardò sorpreso. ''Hai un preferito?''. Fece un espressione incredula. ''Pensavo che li odiassi tutti quanti''.

''Vedi, dare le cose per scontate e avanzare supposizioni è un atteggiamento che ti porterà parecchi guai, fratellino'', disse Merle con indifferenza. '' Mi piace quel vecchio. E' intelligente, dice sempre quello che pensa, non sempre ero d'accordo con lui, ma sai bene che pensa sempre ad ogni singola parola che esce fuori dalla sua bocca. E' una cosa rara. E quel ragazzo..-'', Merle ridacchiò, ''diavolo, ha l'aria di uno che ti farebbe saltare via il cervello alla prima occhiata. Sta facendo uscire fuori di testa suo padre con tutte queste preoccupazioni e io non vedo l'ora. Sarebbe divertente da guardare''.

Daryl aggrottò la fronte. ''Allora, è Carl il tuo preferito''.

''Ed ecco, di nuovo, stai nuovamente supponendo, ragazzo. Ti avevo avvertito in proposito''. Merle sembrava così rilassato poggiato contro quel muro che fece diventare Daryl ansioso. ''Penso che tu sappia chi è il mio preferito''.

Un muscolo si contrasse nella guancia di Daryl. ''Non lo so''.

''Beh, la piccola e cara boccuccia impertinente, ovviamente'', disse Merle allegramente. ''Diavolo, non ho mai visto un tale cambiamento in una donna. La prima volta che la vidi, non avrebbe detto un cazzo se la sua bocca ne fosse stata piena. Invece adesso, ha tutti questi pareri e il fuoco per portarli avanti''. Sorrise. '' Mi piace una donna che sa come dare il meglio che ha in sé. Non sono per quelle cazzate da vittima''. Merle ridacchiò. ''E riconosco che ha un bel senso dell'umorismo malvagio. Queste qui sono sempre un inferno di gatte da mettere nel sacco ma non mi dispiacerebbe affatto procurarmi un paio di graffi nel cercare di ammansire quelle fighe..''.

Daryl stava combattendo contro la pulsante necessità di rompere la bottiglia nella sua mano e sbatterla sulla faccia compiaciuta di Merle. Sapeva esattamente che suo fratello stava immaginando di fare delle cose a Carol nella sua testa in quel momento e il pensiero lo stava facendo diventare matto. Daryl non aveva mai avuto questo tipo di bisogno di infliggere del dolore prettamente fisico a Merle prima d'ora e odiava sentirsi in quel modo. Ma si trattava di Carol, e non riusciva più a moderare i suoi sentimenti quando si trattava di lei. Il ricordo delle sue labbra gli tornò alla mente e il dolore della separazione era ancora fresco. Nella sua vita ne aveva fatto una missione, non dover mai contare su nessuno, non avere bisogno di nessuno perché, alla fine, ti avrebbero sempre abbandonato ma con Carol la sua risoluzione nel mantenere alta quella barriera tra sé e gli altri era semplicemente svanita. Senza pensarci su, Daryl buttò giù diversi profondi sorsi del liquore che stringeva tra le mani, sentendo la necessità di smorzare tutte queste enormi e pericolose emozioni contro le quali stava combattendo.

''E' anche la tua preferita, non è vero?''.

Daryl rimpianse il suo impulso a bere così velocemente quando tutto quell'alcool bombardò il suo sistema tutto in una volta. La stanza stava iniziando a girare attorno a lui e si prese un momento per elaborare le parole di Merle. ''Che cosa?'', biascicò.

''Ho sempre pensato che fosse Rick, ma adesso riesco a vedere, boccuccia impertinente è anche la tua preferita''.

Daryl distolse lo sguardo, cercando di mantenere la sua espressione neutra, ma visto che non riusciva più a sentire il suo volto, non sapeva quanto stesse riuscendo nel suo intento. ''No, non lo è'', disse con voce stridula.

Merle scoppiò in una risata. ''Cazzo se non sei mai riuscito a mentire, fratello. Non so dove diavolo ho sbagliato con te su questo''.

Daryl gli rivolse uno sguardo cupo e spinse la bottiglia verso Merle. ''Chiudi quel cazzo di becco e bevi'', ringhiò. Merle sembrava divertito quando prese la bottiglia. Bevve un sorso mentre Daryl cercava di rimettere insieme i pezzi di quel puzzle. ''Dove..no aspetta, chi-chi è Il Governatore, che cosa-che cosa fai per lui?''.

''Tecnicamente sono due domande'', osservò Merle, ''ma mi sento generoso, quindi te lo concedo''.

Daryl chiuse un occhio e cercò di concentrare tutti i suoi sforzi nel tentativo di mettere a fuoco solo con uno. ''Quindi?''.

''Governa Woodbury, è un convincente figlio di puttana, quando vuole''.

''E quando non lo vuole?''

''Allora è un bastardo spietato''. Merle sembrava indifferente. ''Fa quello che deve essere fatto per mantenere Woodbury in piedi''.

''Lo fa lui o lo fai-lo fai tu?''. Dannazione, stava farfugliando adesso?. Daryl scosse di nuovo la testa, incavolato con se stesso perché aveva già iniziato a perdere il controllo.

''Diciamo soltanto che godiamo di un rapporto reciprocamente soddisfacente'', disse Merle seccamente. ''Diamo entrambi l'uno all'altro ciò che vogliamo l'uno dall'altro''.

''Sembra quasi come se te lo stessi scopando'', disse Daryl esplicitamente.

Merle scoppiò in una risata all'osservazione. ''Non è il mio tipo''.

''Ok, allora che cosa facevi per lui?''. Daryl cercò di rimanere concentrato.

''Sono stato il suo braccio destro''. Merle sollevò la mano protesica. ''Eh si, ho afferrato la battuta, non ti preoccupare. Ho fatto in modo che le cose andassero bene per lui in città''.

Daryl non si fece illusioni sul che cosa questo significasse. ''Quindi, eri la sua puttana?''.

Merle inarcò un sopracciglio. ''Non sono la puttana di nessuno. Ho sempre fatto le cose a modo mio per portare a termine il lavoro''.

''Ma stavi sempre facendo quello che lui ti chiedeva di fare''. Daryl non riusciva a immaginare Merle seguire gli ordini di qualcuno.

''Mi sono solamente adattato, non vedo che cosa possa esserci di male''.

Daryl si domandò come mai Merle riuscisse ad applicare quella logica alla sua situazione e tuttavia quando Daryl si ritrovò a dover fare la stessa cosa, lo vedeva come una sorta di tradimento della lealtà nei suoi confronti. Gli venne in mente che c'erano state sempre due tipi di regole nella testa di Merle, quelle con le quali lui viveva e quelle che applicava a tutti gli altri. Ed erano completamente diverse tra di loro. Merle non gli diede l'opportunità di dire la sua su questo particolare argomento, perché spinse un'altra volta la bottiglia sotto il naso di Daryl.

''Bevi, raggio di sole''.

Daryl mandò giù a malincuore l'ennesimo sorso. Tutto stava cominciando a diventare sfocato ora e Daryl stava lottando per continuare semplicemente a rimanere seduto diritto senza scivolare su un fianco, anche se sentiva come se lo stesse già facendo in ogni caso, ma non ne era sicuro. Tutti i suoi sensi erano stati colpiti dall'alta gradazione alcolica adesso e sperava fottutamente che Merle rimanesse fedele alla sua parola di restare di guardia per gli zombie, perché Daryl non era sicuro di essere in grado di mettersi in piedi a questo punto, men che meno di combattere.

''Perché lei, perché Carol?''.

Daryl guardò verso Merle, sbattendo le palpebre per cercare di concentrarsi sul volto del fratello. Sapeva che c'era una ragione per la quale avrebbe dovuto fare attenzione nel rispondere a questa domanda, ma che ne andasse della sua vita, Daryl non riusciva più a ricordare esattamente qual'era questo motivo. Tutto questo parlare di Carol gli stava facendo sentire ancora di più la sua mancanza e una sensazione di desiderio lo sommerse totalmente. Voleva guardare verso l'entrata di quella caverna e vedere Carol, lì di fronte a lui , lei che lo faceva sentire come se non fosse solo al mondo, come aveva sempre fatto.

''Ti ho detto perché non l'avrei mandata fuori a calci dal mio letto'', lo incoraggiò Merle, non sembrando minimamente toccato dall'alcool. ''Perché hai un punto debole per boccuccia impertinente?''. Rivolse un ghigno divertito verso Daryl. ''O forse più probabilmente un punto duro..''

Daryl rimuginò sulla domanda per un momento, ignorando le allusioni sessuali e fissando la bottiglia che stringeva in mano. Era una bella domanda e una che in realtà non si era mai posto direttamente. ''Mi piace il modo in cui mi guarda'', ammise finalmente a voce bassa. ''E' stata la prima a guardarmi come se io non fossi un pezzo di merda, come se contassi qualcosa''.

''Perché mai la sua opinione ha così tanta importanza?'', volle sapere Merle.

Un lieve cipiglio si stabilì sul viso di Daryl. ''Perché Carol riusciva a vedermi, riusciva a vedere attraverso tutte le cazzate e a dire che io sono una brava persona tanto quanto lo erano gli altri''. Anche adesso quel ricordo minacciava di sopraffarlo. ''Tanto quanto loro'', sussurrò. Quelle parole erano state una rivelazione per Daryl e furono il fondamento sul quale iniziò a vedere se stesso e il gruppo in un altro modo. Per tutta la sua vita, Daryl aveva disperatamente voluto adattarsi e non essere solo e per tutta la sua vita aveva finto che questo non fosse vero. I suoi primi tentativi di instaurare delle amicizie da bambino erano sempre stati ostacolati o da Merle o da suo padre e alla fine, Daryl aveva rinunciato. Aveva fatto finta che non avesse bisogno di nessuno e che non voleva essere desiderato da nessun altro. Aveva fatto un lavoro talmente buono nel recitare quella parte, che lui stesso aveva finito con il credere che fosse vero. Se non altro, fu così fino a quando Carol buttò giù quel muro di auto-protezione, come un piccolo terrier, puntando i piedi ostinatamente e rifiutandosi di essere respinta. Carol lo aveva costretto a dire la verità su se stesso e su quello che desiderava. Diavolo, lo stava facendo ancora adesso e anche se la maggior parte del tempo tutto questo lo spaventava a morte , Daryl pensava sempre di più, che per quella corsa valeva la pena rischiare una caduta. Daryl non si era mai sentito come se fosse apposto con se stesso. Non era in sintonia con il modo che aveva Merle e anche suo padre, di fare le cose. Non voleva drogarsi e picchiare le donne. Non voleva passare tutto il tempo a confrontarsi e essere il leader. Tutte le cose che quelle che Merle e il suo papà additavano come caratteristiche dell'essere un vero uomo, non avevano alcun senso per Daryl. Non voleva imbrogliare e derubare la gente solo perché poteva farlo, o perché pensava che fosse un suo diritto, non gli era mai sembrato giusto. Daryl si era sempre sentito come un emarginato all'interno della sua famiglia.  ''Mi ha mostrato che potevo appartenere a qualcosa, che appartenevo già a qualcosa. E' tutto quello che ho sempre desiderato''. Non sapeva nemmeno se avesse pronunciato davvero quelle ultime parole, parole troppo rivelatrici pronunciate ad alta voce e il suo sguardo si spostò velocemente su Merle per vedere la sua reazione.

Merle non sembrava averne una. ''Non hai bisogno che qualcuno ti dica chi sei, fratellino. Non è il loro compito''

Ma ho bisogno delle altre persone per poter mostrare a me stesso chi sono io veramente, altrimenti non c'è ragione di continuare a respirare. Daryl fece in modo che quelle parole non lasciassero mai le sue labbra. Merle si sarebbe sicuramente fatto beffa del suo sentimentalismo e lo avrebbe definito un debole. Merle poteva anche affermare di non aver bisogno delle persone ma Daryl si. Adesso lo sapeva e non poteva tornare indietro e fare finta che fosse il contrario, non importava quanto questo avrebbe fatto incazzare suo fratello. ''Quindi, Woodbury'', incoraggiò Merle, ''ci andremo domani?''. Gli venne in mente un pensiero. ''A meno che tu non li abbia fatti incazzare e non ti abbiano cacciato via..''.

L'espressione di Merle era una di totale innocenza. ''E ora perché mai dovresti pensare una cosa del genere, ragazzo?''.

Daryl non si fece problemi. ''Perché- perché ti conosco'', biascicò.

''Non mi sono giocato il mio cartellino di benvenuto a Woodbury'', disse Merle con sicurezza. ''Effettivamente, Non sarei affatto sorpreso se mi organizzassero un corteo di benvenuto quando tornerò, sano e salvo e cazzate varie''.

''Un cor-corteo?'', sbuffò Daryl.

''Sono molto amato in quel posto, fratellino'', gli assicurò Merle. ''Molto amato ti dico''.

Quel pensiero fu estremamente divertente per Daryl che non poté fare a meno di iniziare a ridacchiare.

Merle gli sorrise. ''Non credi al fatto che potrebbero organizzarmi un corteo, ragazzo?''

''Oh è una cosa che ho già visto'', ridacchiò Daryl, ''e non è stata una cosa poi così carina''.

Merle gettò indietro la testa e scoppiò in una risata. ''Oh si cazzo, quella settimana a Tijuana, quello si che fu un fottuto bel periodo. Ricordi che non riuscimmo a tornare sobri per il resto della settimana?''

''Ricordo il tuo nudo culo bia-bianco schizzare da una parte all'altra mentre cerca-cercavi di oltrepassare quel toro che era riuscito a scappare dal corteo'', disse ridacchiando tra una parola e l'altra. ''Non importa quanto avessi bevuto, non riuscii a levarmi quell'immagine dalla testa per il resto della settimana''. Daryl non ricordava esattamente come Merle fosse finito nudo in mezzo al corteo in quel momento, ma ricordava che era stato fottutamente divertente.

''Beh ho un bel culo'', sorrise Merle. ''Dovresti considerarti fortunato di essere riuscito a vederlo, ragazzo''.

Daryl non riuscì a fare a meno di ridacchiare all'incessante auto promozione di Merle. Merle scoppiò in una risata stridula, unendosi  a quel ricordo di una situazione decisamente meno complicata, anche se in quel momento non era sembrato affatto così. ''Ri-ricordi quel ragazzo nel negozio'',ansimò Daryl tra una risata e l'altra, ''a quanto stava strillando di metterti addosso qualcosa fino a quando non si è reso conto del toro e allora-allora dopo ha cercato di nascondersi dietro di te?''

Anche Merle stava ridendo al ricordo. ''Mi teneva così stretto che alla fine di quell'abbraccio ho pensato che ormai stessimo insieme''.

Daryl scoppiò a ridere e i due fratelli continuarono a ricordare insieme quella settimana selvaggia in Messico, senza preoccuparsi che la loro ilarità potesse attirare l'attenzione dei non morti. Si era sentito come se fosse passato troppo tempo dall'ultima volta che l'avevano fatto e per un momento, Daryl si dimenticò di tutto il resto e si limitò a divertirsi condividendo alcuni dei bei momenti  del tempo trascorso insieme a Merle. Il liquore e i ricordi potevano farti scordare di tutte le cose che per te erano importanti per un breve periodo di tempo, i due fratelli si presero una tregua dalle difficoltà della situazione in cui si trovavano e dal loro difficile rapporto.




ooooOOOOOoooo




Daryl era sprofondato in un sonno profondo e senza sogni, grazie all'alcool che scorreva nel suo sistema mentre Merle era rimasto tranquillamente seduto a pensare all'ultimo paio di giorni per lungo tempo. Aveva giocato a fare il finto morto ad ogni singola sorsata di quel liquore che aveva buttato giù ma in realtà aveva soltanto un leggero formicolio, a differenza di Daryl che era crollato. Merle fissò il fratello mentre dormiva e rifletté sul fatto di essere sicuro che Daryl aveva lasciato intendere molto più di quanto non avesse avuto intenzione di fare davvero. Questo gli aveva fatto realizzare quanto si fosse sbagliato sui veri sentimenti che Daryl provava per il gruppo e l'impatto che questi ultimi avevano su di lui. Aveva pensato che una volta che fosse riuscito ad allontanarlo dalla loro influenza, Daryl avrebbe iniziato nuovamente a vedere le cose dal suo punto di vista, come aveva sempre fatto. Solo che questo non stava affatto accadendo e dopo aver ascoltato il modo in cui Daryl aveva parlato degli altri e in particolare di Carol, Merle sapeva che non avrebbe affatto funzionato. Merle sottovalutava raramente le persone o le situazioni, era un motivo d'orgoglio per lui, ma lo aveva fatto con il gruppo alla prigione. L'unica cosa sulla quale Merle aveva sempre potuto fare affidamento era il fatto che Daryl sarebbe stato sempre fedele a lui per primo e prima di tutti. Era un pensiero che era nato dopo essere riusciti a sopravvivere a quel buco di merda che chiamavano casa, insieme. Solo loro conoscevano gli orrori che avevano sperimentato e questo li aveva legati indissolubilmente, ancora più vicini. Erano sempre stati lui e Daryl contro il mondo, questo era il modo in cui Merle vedeva il loro rapporto. Era un rifugio sicuro, l'unica cosa sulla quale aveva sempre potuto contare. Definiva lui tanto quanto sapeva che aveva definito anche Daryl. Solo che ora tutto questo era cambiato.

Suo fratello amava quel gruppo più di quanto amava lui.

Merle fu costretto a trattenere un improvviso groppo alla gola a quel doloroso pensiero. Fece una smorfia, arrabbiandosi con se stesso per essere stato così debole, anche mentre quelle emozioni continuavano ad agitarsi dentro di lui. Merle fissò la figura addormentata di Daryl, sentendo una lenta fitta di rabbia crescergli dentro al pensiero che suo fratello potesse decidere di abbandonarlo in quel modo. Non aveva mai avuto abbastanza da questo mondo, ma l'unica cosa sulla quale Merle aveva sempre pensato di poter contare era la fedeltà di Daryl. Era uno di quei casi in cui capivi l'importanza di un qualcosa solo quando questa ti veniva portata via. Merle si sentiva dilaniato al pensiero di aver veramente perso Daryl, la sua unica famiglia in questo mondo, l'unica persona con la quale avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Non poteva stare là seduto e fingere che questo tradimento non avesse importanza. La mano di Merle continuava ad aprirsi e chiudersi in un pugno, tradendo inconsciamente il suo tumulto interiore. Merle amava suo fratello, ma gliela avrebbe fatta pagare cara per averlo ferito in questo modo. Forse se Daryl avesse visto per quanto ancora a lungo Merle avesse avuto intenzione di tenerlo nella sua vita, allora suo fratello avrebbe capito chi si meritava maggiormente la sua lealtà. Un'espressione dura prese posto sul volto di Merle quando capì finalmente quello che doveva fare. Una volta per tutte, Daryl sarebbe stato costretto a scegliere chi amava di più.

Merle avrebbe fatto in modo di esserne certo.




ooooOOOOOoooo




Le fitte alla testa furono il motivo per il quale Daryl si svegliò. Si sforzò di aprire gli occhi e un lamento involontario uscì dalle sue labbra quando il sole di metà mattina gli colpì gli occhi e gli causò un nuovo fastidio nel suo corpo già dolorante. Daryl sollevò la testa palpitante da terra e si guardò confusamente intorno. ''Merle?'', gracchiò, disorientato da che ora fosse. Quel liquore lo aveva steso seriamente e Daryl fece fatica a ricordare tutti gli avvenimenti della notte appena trascorsa. Cercò di inumidire le sue labbra screpolate, provò ad accumulare abbastanza saliva nella sua gola riarsa prima di deglutire. Daryl si costrinse a mettersi seduto, ondeggiando incontrollabilmente quando il suo equilibrio rispose con lentezza. Poggiando una mano sulla parete della grotta, Daryl cercò di mettersi in piedi. ''Merle!'', chiamò di nuovo, questa volta più forte. Daryl emise un grugnito di dolore quando la sua voce risuonò in un eco dentro la sua testa. ''Cazzo..', sibilò dolorosamente. Questa sbornia stava per ucciderlo ... almeno sperava. Daryl gettò uno sguardo intorno alla grotta, notando il fuoco ormai spento e la mancanza di qualsiasi oggetto di proprietà di Merle. Fece una smorfia, una prima sensazione di disagio si stabilì nel suo stomaco nauseato.

Daryl si mise in piedi sulle gambe malferme e barcollò fuori dalla caverna. Si mantenne in posizione verticale con una mano poggiata contro l'apertura della caverna mentre cercava suo fratello. ''Merle!!'' sibilò, ignorando il dolore alla testa. L'abilità di pensare stava ritornando prepotentemente, mentre realizzava che non c'era segno di suo fratello da nessuna parte. Il suo zaino e la sua pistola erano spariti e lo stomaco di Daryl si strinse dolorosamente quando una sensazione di malessere e terrore si scatenava pian piano dentro di lui. Merle era sparito e Daryl sapeva senza ombra di dubbio dove era diretto. Non riusciva a capire come potesse esserne così sicuro, era solo un istinto che urlava nella sua testa e gli suggeriva di darsi una mossa.Una scarica di adrenalina fece raccogliere lo zaino a Daryl e lo fece precipitare in una corsa disperata, sfrecciando attraverso quei boschi con un solo pensiero in testa.

Doveva arrivare alla prigione prima che fosse troppo tardi . . .













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Capitolo 34
*** Capitolo 35 ***


echoes capitolo 35 Capitolo 35


Nota : Chiedo umilmente venia per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo e la relativa lunga attesa ma non è un periodo semplice per me, sono stata molto occupata con diversi impegni e quindi non ho avuto modo di dedicarmi alla traduzione così come volevo. Spero di non avervi deluso troppo e di ritrovarvi sempre tutti presenti! Lettrici e lettori silenziosi o meno :) Spero che questo capitolo vi piaccia! Un bacio e buona lettura! XXX




I polmoni di Daryl erano in fiamme ma lui si rifiutò di smettere di correre. Non aveva idea di quanto vantaggio avesse Merle rispetto a lui, ma ogni prezioso secondo che passava e Daryl non era ancora ritornato alla prigione, sembrava essere un altro secondo più vicino al disastro. Daryl stava cercando di capire che cosa avesse intenzione di fare Merle e la cosa che lo preoccupava di più era la consapevolezza che, forse, probabilmente nemmeno suo fratello ancora lo sapeva. Merle era un opportunista. Era abituato a pensare su due piedi e ad approfittarsi di qualsiasi situazione potesse capitargli. Questo poteva significare qualsiasi cosa quando si trattava del gruppo alla prigione. Il pensiero lo fece correre ancora più veloce, mentre si apriva la strada attraverso la fitta boscaglia. Aveva trovato alcune delle tracce iniziali di Merle, quel tanto che bastava a suggerirli che aveva ragione a sospettare riguardo alla direzione che aveva preso suo fratello. Ora non si stava più preoccupando di seguire le tracce, correva e basta, trasformando la paura in combustibile per la sua adrenalina. Il sudore gli colava sugli occhi, offuscandoli la vista e non gli diede abbastanza tempo per reagire a quello che accadde dopo.

Lo scontro gli fece perdere l'equilibrio e lo sbalzò a terra strappando via la balestra dalla sua spalla nella caduta. Fece un giro completo su se stesso prima di colpire il suolo, lasciandosi sfuggire un sibilo rumoroso quando l'aria venne completamente sbattuta fuori dai suoi polmoni lasciandolo senza fiato. Per una frazione di secondo Daryl non riuscì a comprendere quello che gli era appena accaduto e fu un tempo sufficiente per far si che il vagante contro il quale si era scontrato si rimise in piedi. Quell'essere era sbucato fuori da dietro un albero e Daryl era andato a sbattere proprio contro di lui. Non aveva fatto nemmeno in tempo a percepire la forza dell'impatto talmente tanta era l'adrenalina che scorreva nel suo corpo. Il vagante si trascinò pesantemente verso di lui, la fame era dipinta dovunque sul suo volto, lungo le guance e le orbite dei suoi occhi infossati, mentre si lanciava al sentore di quella carne fresca. Daryl era sdraiato sulla schiena e istintivamente sollevò entrambe le sue gambe calciando contro il petto del vagante per allontanarlo da lui. Funzionò, lo zombie barcollò all'indietro di qualche passo, quasi perdendo l'equilibrio, ma non del tutto. La mano di Daryl corse lungo la sua cintura alla ricerca del coltello, era sparito, l'aveva perso a causa dell'impatto. Si guardò intorno freneticamente fino a scorgerlo dalla parte opposta, alle spalle di quella creatura, fuori dalla sua portata. Quell'essere bavoso barcollò nuovamente nella sua direzione  e Daryl rotolò abilmente fuori dalla sua portata, afferrando tra le mani una roccia abbastanza grossa nel mentre. Si gettò con una spallata contro il vagante, caricando nuovamente contro di lui e questa volta riuscì a mandarlo al tappeto. Daryl sollevò la roccia in una mano e l'abbatté con tutta la forza di cui era capace contro il cranio dello zombie ringhiante.

Ci fu un rassicurante rumore di scoppio quando il cranio del vagante cedette sotto la violenza del colpo di Daryl. Capì immediatamente di aver procurato abbastanza danni al cervello da sapere che il loro conflitto era giunto al termine, ma non riusciva a imporsi di smettere di martellare quella roccia contro la sua testa più e più volte. Una rabbia improvvisa esplose nel profondo e si ritrovò a ridurre in polvere il cranio di quell'ex povero uomo, fracassando il suo cervello e riducendo le sue ossa in polvere e frantumi. Sangue e pezzi di cervello annerito schizzarono sul suo volto e sul suo petto mentre Daryl continuava il suo frenetico attacco contro quella creatura ormai defunta. La rabbia e la frustrazione che aveva cercato di tenersi dentro per tutto quel tempo furono improvvisamente scatenate in un bagno di sangue e violenza. Tutto quello che Merle doveva fare era scegliere di essere suo fratello piuttosto che il cazzuto Merle Dixon, se solo lo avesse fatto niente di tutto questo sarebbe successo. Daryl sapeva che in fondo Merle avrebbe potuto trovare un modo per adattarsi agli altri, se davvero ci avesse provato. A quel punto lui avrebbe avuto tutto, avrebbe avuto suo fratello e avrebbe avuto una vera famiglia alla quale appartenere. Ma Merle non era stato in grado di dargli questo nemmeno ora, nemmeno adesso che il mondo era finito e non c'era nessun altra possibilità di trovare un altro modo in cui poter sopravvivere. Le cose non dovevano per forza essere come erano sempre state. C'era una via d'uscita, ma Merle si rifiutò anche solo di prendere in considerazione questa possibilità e si aspettava che Daryl seguisse il suo esempio, o meglio, la sua inerzia.

Per Daryl quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso e lo capì mentre faceva pagare a quel vagante tutte le delusioni più amare della sua vita, tutte quelle persone che avevano affermato di amarlo, che avrebbero dovuto coprirgli le spalle e prendersi cura di lui. Non era mai stato la priorità di nessuno di loro, non di Merle, non di suo padre, non di sua madre, nemmeno una volta. '' Perché?!!!'' urlò contro il cadavere senza vita che giaceva con il volto fuso in un ammasso di tessuti distrutti. ''Perché non posso essere abbastanza per nessuno di loro?!''. Daryl trattenne un singhiozzo disperato quando tutta la forza finì per abbandonare il suo corpo. Lasciò scivolare la roccia dalla sua mano, i suoi muscoli erano doloranti a causa dell'energia che aveva appena utilizzato per fare a pezzi quell'ultimo vagante. Cercò di trattenere un successivo singhiozzo mentre cadeva in ginocchio, le nocche conficcate nel terreno con i gomiti rigidi mentre tentava di tenersi in piedi in qualche modo. Lacrime salate si mescolarono con il sudore ancora più salato mentre Daryl lottava per cercare di riprendere il controllo, il petto che ansimava dolorosamente. ''Accidenti  a te, Merle'', gracchiò in modo convulso, il dolore che percepì nella sua stessa voce lo fece sussultare. ''Non doveva andare così. Perché mi stai facendo questo?''. In quel momento odiava suo fratello per averlo messo con le spalle al muro in questo modo, angolo dal quale probabilmente solo uno di loro sarebbe potuto uscire vivo. La verità era che, prima che Daryl conoscesse gli altri, avrebbe lasciato che Merle si prendesse la sua stessa vita se si fosse arrivati a tanto. Merle pensava che fosse troppo tenero, ma Daryl sapeva che era solamente perché aveva sempre considerato la vita di Merle molto più preziosa della sua per così tanto tempo. Pensava solamente che non valesse la pena combattere solo per se stessi. Ma ora che delle altre persone avevano combattuto per lui Daryl aveva finalmente iniziato a credere che forse lui valeva molto di più rispetto al permettere a qualsiasi altra persona di prendere decisioni al posto suo. Adesso Daryl aveva qualcosa per cui vivere, un posto al quale appartenere e una donna che sorrideva tutte le volte che lui faceva il suo ingresso in una stanza e tutto questo gli fece venire voglia di non arrendersi, non senza prima aver combattuto.

Anche se la persona contro la quale doveva combattere era proprio Merle.

Il pensiero gli fece male al cuore più di qualsiasi altra cosa. Merle avrebbe potuto far parte di questa nuova vita, avrebbe potuto fare la differenza, ma, invece, lo stava costringendo a combattere contro di lui fino alla morte per poterla avere. Daryl era consapevole del fatto che non c'era un altro modo e strinse gli occhi per via della profonda sofferenza che questo pensiero gli stava causando. In lontananza poté sentire il ringhio e i grugniti dei vaganti ai quali il rumore della sua precedente lotta contro il vagante steso accanto a lui non erano passati inosservati. Daryl si mise in piedi per pura forza di volontà. Inciampò sulle sue gambe malferme e andò a raccogliere il coltello e la balestra prima di irrompere nuovamente in una corsa trafelata, desideroso di allontanarsi prima che qualche altro vagante potesse anche solo scorgerlo. Doveva tornare al carcere e avrebbe scatenato l'inferno per farlo. Per la prima volta da quando era solo un bambino, Daryl pregò disperatamente supplicando chiunque avesse cura di ascoltarlo che non fosse già troppo tardi ...




ooooOOOOOoooo




Carol bussò piano all'ingresso della cella di Axel e gli sorrise con dolcezza. ''Hey, ti dispiace se entro un attimo?''

Axel sollevò lo sguardo dal punto in cui era seduto sul suo letto a castello e rispose al suo sorriso. ''Oh, ciao Carol. Si, certo, fai pure come se fossi a casa tua''.

Carol entrò nella sua cella e gli porse un piatto di cibo. ''Abbiamo sentito la tua mancanza stamattina a colazione''.

Axel guardò il cibo che Carol gli stava offrendo. ''Non avevo molta fame''. Prese il piatto e aggiunse ''Ma credo di poter mandare giù qualcosa dal momento che ti sei disturbata a portarmi il servizio in camera''. Axel guardò il piatto di fagioli. ''Grazie.. Carol''.

Carol si mise a sedere sul letto accanto a lui. ''Nessun disturbo. Volevo solamente assicurarmi che tu stessi bene. So che senti ancora la mancanza di Oscar''.

''Ho avuto un incubo su di lui proprio l'altra notte'', confessò Axel tristemente. ''Oscar mi dava la caccia e mi lanciava contro la sua stessa testa''.

Carol arricciò il naso mentre cercava di dipingere mentalmente quell'immagine. ''Mi dispiace..''.

''Va tutto bene'', disse Axel con un sospiro. ''Mi ha mancato la maggior parte delle volte''. Si indicò il volto. ''Oscar non aveva più la testa, quindi la sua mira era decisamente scarsa''.

''Credo che abbia senso'', rispose Carol gentilmente.

Axel si mise una cucchiaiata di fagioli in bocca e guardò Carol mentre masticava. ''Che cosa mi dici di te, va tutto bene?''

Carol annuì. ''Certo, perché non dovrebbe?''

''Perché Daryl se n'è andato'', disse Axel semplicemente.

Non aveva bisogno che qualcuno glielo ricordasse. ''Lo so'', disse piano. Carol stava cercando di tenersi occupata, il che era facile da fare con la vita alla prigione, ma sentiva ancora l'assenza di Daryl quasi come se avesse perso una parte importante di se stessa. Era quasi come se un grosso pezzo del suo cuore si fosse staccato e avesse varcato quel cancello e Carol non sapeva se l'avrebbe mai più avuto indietro. Cercava di non pensarci perché il solo pensiero la paralizzava e non c'era più posto per questo tipo di indulgenze al giorno d'oggi.

''Lo ha fatto per te, questo lo sai''.

Carol lo guardò sorpresa. ''Che cosa?''. Le sue spalle si irrigidirono sulla difensiva. ''No, non l'ha fatto''.

''Certo che si, Daryl è andato via per tenerci al sicuro, per tenere tutti al sicuro, ma sopratutto lo ha fatto per te''.

Carol si morse il labbro inferiore, sorpresa per l'intuizione di Axel. ''Che cosa te lo fa pensare?''.

''Merle ha decisamente qualche problema in testa'', osservò Axel distrattamente. ''Era una bomba a orologeria che cercava soltanto un motivo per esplodere e Daryl si è messo tra lui e noi per cercare di impedirgli di farci del male''.

Carol non poté fare a meno di sentire che quella era una conclusione piuttosto semplicistica della situazione. ''Daryl voleva solamente provare a fare quello che era giusto per Merle. Sono fratelli e questo è un tipo di legame molto profondo. Daryl ama suo fratello''.

Axel si strinse nelle spalle. ''Puoi provare ad amare chiunque tu voglia ma questo non impedirà a questo qualcuno di cercare comunque di provare a farti fuori. Un po come me e quelle  enormi caramelline spacca mascelle''.

Carol sapeva che non avrebbe dovuto chiederglielo. ''Una caramellina ha cercato di ucciderti?''.

''Un giorno starnutì con una di quelle ancora in bocca, mi rimase bloccata in gola e poco ci è mancato che morissi soffocato''. Axel strinse le labbra. ''L'unica cosa che mi ha salvato alla fine è stato l'essere investito da quella macchina. Sono riuscito a sputarla fuori in qualche modo e mi sono solamente rotto entrambe le braccia durante il processo'', finì di raccontare con orgoglio.

Carol non sapeva se ridere o piangere per via delle disgrazie di Axel, che riusciva sempre a trovare una via d'uscita in qualche modo. ''Sei stato fortunato'', disse, cercando di non lasciar trasparire alcuna traccia di ironia nel suo tono di voce.

La sua testa andò su e giù. ''Si, lo sono stato davvero''. Axel sorrise. ''Sai, sei veramente dolce, Carol. Secondo te avrei potuto mai avere qualche speranza con te se non ci fosse già stato Daryl?''.

In quella frase c'erano troppe cose con cui Carol non sapeva che fare. ''Tu mi piaci Axel, molto. Ma non in quel modo''.

''Per via di te e Daryl''. Concluse Axel cercando di prenderla con filosofia.

Carol si mosse un po a disagio. ''Non c'è niente tra me e lui, Axel, non siamo una coppia''.

Axel la fissò come le fosse appena spuntata una seconda testa. '' Certo che lo siete. Diavolo, è stata la prima cosa che ho notato dopo avervi incontrati''.

Carol si sentì arrossire leggermente e fu grata della scarsa illuminazione nella cella. ''No, Axel, le cose non stanno affatto così''. Era malinconia quella che aveva appena percepito nella sua voce? Carol aveva desiderato ardentemente che a lei e Daryl fosse concesso più tempo per chiarire il significato di quei baci. Sapeva che cosa avevano significato per lei e pensava di avere una vaga idea di cosa avessero significato per Daryl, ma a una donna piace sentire questo tipo di affermazioni direttamente dalle labbra del suo uomo. Cercare di indovinare che cosa Daryl potesse pensasse di lei aveva disturbato il suo sonno più di quanto Carol avrebbe mai ammesso. Sempre se lui stava ancora pensando a lei.

''Si. Lo siete. Daryl ti guarda come il mio Bubba guardava Nibbles''.

Carol lo fissò inarcando un sopracciglio. ''Questa frase dovrebbe avere qualche tipo di significato per me o semplicemente ho appena avuto un ictus?''

Axel sorrise alla sua presa in giro. ''Bubba era il nostro maialino quando io ero solo un bambino, era come una vera persona per me''.

''E Nibbles?''

''Era il criceto di mio fratello''. Si sporse in avanti in modo complice. ''Erano innamorati. Bubba non avrebbe mai permesso a Nibbles di sparire dalla sua vista. Aveva perso la testa per quel piccolo bastardo peloso e se lo sarebbe portato dietro ovunque. Una volta avevano persino dormito insieme. Bubba lasciava che Nibbles mangiasse il suo cibo e avrebbe staccato una mano a morsi a qualsiasi persona avesse cercato di avvicinarsi a quel criceto. Era veramente molto protettivo nei suoi confronti''. Axel si grattò distrattamente una vecchia cicatrice sulla mano. Carol pensò che c'era una buona probabilità che fosse un ricordo correlato a Bubba. Axel sospirò. ''Al punto dal diventare un pericolo vero e proprio in proposito. Morse il dito di mio padre così forte da staccarglielo di netto un giorno in cui cercò di prendere Nibbles.'' Agitò il mignolo davanti alla faccia di Carol. ''Il suo mignolino. Dannazione, non ho mai visto mio padre così arrabbiato''.

Carol pensava che ci fosse una morale dietro tutta questa storia, ma non era esattamente sicura di quale fosse. ''Immagino quanto questo possa aver fatto infuriare tuo padre''.

Axel annuì. ''E anche qualcun altro. Alla fine c'era solo una cosa che potevamo fare''.

Carol gli lanciò un'occhiata di traverso. ''Sarebbe?''

''E' diventato la nostra cena'', disse Axel semplicemente.

Carol sbatté le palpebre. ''.. Che cosa?''.

''Il maiale intendo, non il criceto'', disse Axel velocemente. ''Non valeva la pena disturbarsi con quel povero criceto, non aveva molta carne addosso e scuoiarlo sarebbe stato un inferno''. La stava guardando come se quello che le aveva appena detto dovesse in qualche modo farla sentire meglio, ma Carol non aveva idea del perché.

Arricciò nuovamente il naso. ''Ricordamelo di nuovo, in questa storia io sarei il maiale o il criceto?'', chiese Carol esitante.

''Questo non ha nessuna importanza'', disse Axel sprezzante, ''ma hai capito qual'è il punto, vero?''.

Carol inarcò un sopracciglio. ''Questa storia dovrebbe averne uno?''. Qualsiasi collegamento Axel avesse cercato di fare tra lei e Daryl che si concludeva con uno di loro che finiva per essere mangiato non era una cosa alla quale Carol voleva pensare veramente.

''A volte l'amore non ha nessun senso e dall'esterno può sembrare che sia sbagliato, ma questo non significa che non valga la pena lottare per averlo, anche se alla fine non dovesse andare a finire come pensavi''. Axel si strinse nelle spalle. '' Ne vale la pena. Se non altro, penso che sarebbe quello che avrebbe detto Bubba, sai, se non fosse morto''. Lui esitò. ''E un maiale.. perché i maiali non parlano''.

Le labbra di Carol si contrassero mentre cercava di abbinare il suo umore a quello grave di Axel. ''Beh, ti ringrazio, Axel. Mi hai dato molto a cui pensare.''. Come il fatto che probabilmente non avresti dovuto abusare così tanto di quelle droghe in passato come invece hai evidentemente fatto.

Axel sembrò essere compiaciuto dalle sue parole e questo lo incoraggiò a esporsi ulteriormente sulla sua filosofia riguardo l'amore. ''Penso che l'amore sia come ricevere un pugno in faccia, capisci quello che intendo dire?''

''No, non lo capisco davvero''.

''A volte lo vedi arrivare altre volte ti prende alla sprovvista, ma in un modo o nell'altro, sai che è accaduto perché lascia sempre il segno''.

Carol lo stava fissando ora. ''Mi chiedo perché Hallmark non abbia mai pensato di fare una cartolina riportando le stesse identiche parole..'' rifletté impassibile.

Axel si strinse nelle spalle. ''Me lo chiedo anch'io''. Le rivolse un sorriso sbilenco. ''Credo di aver solo cercato di dirti che tu e Daryl siete stati fortunati ad appartenervi in questo modo e se le cose fossero andate diversamente, so per certo che mi sarebbe piaciuto tanto cercare di darti quel pugno in faccia, Carol..''

Rick scelse proprio quel momento per passare davanti alla cella di Axel. Si fermò di colpo e gli rivolse uno sguardo scioccato. ''Ma che diavolo..?''. Lo sguardo di Rick si spostò su Carol. ''Carol, stai bene?''.

Carol cercò di non scoppiare a ridere mentre tendeva una mano verso Rick per rassicurarlo, scuotendo la testa. ''Va tutto bene'', disse divertita. ''Che tu ci creda o no, Axel stava solo cercando di essere dolce''.

L'espressione di Rick si fece seria mentre rivolgeva uno sguardo severo verso Axel. ''Prendere una donna a pugni in faccia non mi sembra una cosa poi così dolce'', ringhiò.

''Non era quello che intendevo dire'', disse Axel in fretta. ''Non prenderei mai una donna a pugni. Stavamo solamente parlando dell'amore''.

Rick inviò uno sguardo confuso a Carol nella speranza di avere un qualsiasi tipo di chiarimento.

Carol si limitò a sorridere. ''Mi piacerebbe davvero poterti spiegare ma non credo di aver capito molto oltre al fatto che in questa storia sono presenti un maiale ed un criceto'', disse ironicamente. ''Va tutto bene, Rick, non ti preoccupare. Siamo apposto qui''.

Rick sembrava titubante sul lasciarli da soli. ''Va bene..'', disse lentamente alla fine, ''ma giusto perché tu lo sappia, se hai bisogno di me sarò nella mia cella, a pochi passi, Carol''. Con un ultimo sguardo puntato verso Axel, Rick continuò a camminare oltre.

Axel sospirò. ''Perfetto, ora avrò anche Rick addosso''. Fece una smorfia. ''Che cosa c'è di sbagliato in me? Continuo a peggiorare le cose con te''.

Carol posò la mano sopra la sua. ''Non lo hai fatto, Axel. Apprezzo tutto quello che hai detto, sul serio''.

''Sai che Daryl tornerà per te, vero?''. C'era così tanta certezza nella sua voce che in realtà riuscì a infonderle un po di speranza.

''Forse..'', disse lei piano.

''No, andrà così. L'ho sognato''.

''Un altro sogno?'' chiese Carol con indulgenza.

''Esattamente. Tu stavi imprigionata sopra una torre e Daryl buttava giù una porta a calci e uccideva il mostro di Loch Ness per salvarti. Era veramente molto romantico''.

Carol si stava mordendo l'interno della guancia per cercare di mantenere seria la sua espressione. ''Sembra proprio di si''.

''Esattamente, anche se non ho ancora capito perché era vestito come Dolly Parton'', rifletté Axel pensieroso. Subito dopo fece una smorfia. ''Non ho intenzione di mentire con te, ma diciamo che Daryl non è esattamente quel che si dice una bella ragazza''. Axel si illuminò all'improvviso. ''Anche se devo ammettere che aveva delle belle gambe''. I suoi occhi si spalancarono e sembrò improvvisamente preoccupato. ''Non dirai a Daryl quello che ti ho detto la prossima volta che lo vedrai, vero?'', disse Axel frettolosamente prima di fermarsi a guardare un punto non meglio identificato con aria contemplativa. ''A meno che non pensi che questo commento sulle sue gambe possa in qualche modo rendermi più simpatico ai suoi occhi, in quel caso puoi pure dirglielo''.

''Vedrò di prendere in considerazione quest'importante decisione se mai dovesse saltar fuori in una conversazione'', gli promise Carol, con i muscoli del viso doloranti a causa del difficile sforzo che stava operando per non scoppiare a ridere. D'impulso si chinò e diede ad Axel un bacio sulla guancia. ''Non cambiare mai, Axel. Il mondo ha bisogno di te così come sei''.

Axel le sorrise, evidentemente compiaciuto per quel complimento. ''Va bene, allora non lo farò''.

Carol si mise a ridere. ''Perfetto''. Sorrise. ''Beh, Ora devo assolutamente andare a sostituire Carl nel turno di guardia. Ti lascio finire la tua colazione in pace''.

Axel la osservava con un espressione calorosa. ''Puoi interrompere la mia pace in qualsiasi momento tu voglia, Carol''.

Carol si limitò a sorridere e si diresse fuori dalla cella di Axel per andare a recuperare il suo fucile. Lungo la strada incrociò Beth. ''Sto per dare inizio a un lungo turno di guardia'', informò la ragazza. ''Per te è ok occuparti del pranzo da sola oggi?''.

Beth le rivolse subito un sorriso. ''Certo, non c'è problema. Ti porterò qualcosa fuori più tardi''.

''Grazie, sarebbe fantastico''. Carol continuò a camminare fino a quando non fu fuori dal blocco delle celle. Una volta all'esterno, il caldo afoso della giornata l'avvolse immediatamente, formando un leggero manto di sudore sulla sua pelle, prima ancora che avesse il tempo di fare una dozzina di passi. Carol guardò il cielo pesante, nero e minaccioso e scosse la testa verso l'alto. ''Se hai intenzione di fare qualcosa in proposito faresti meglio a sbrigarti'', ammonì il temporale che si stava raccogliendo già da un paio di giorni. ''Tutta questa umidità non è ammissibile''. In lontananza ci fu un rombo di tuono. Un modo di Madre Natura per dire a Carol che lei lavorava secondo i suoi tempi e non era interessata al volere dei meri mortali. Carol sospirò mentre il caldo umido le si appiccicava addosso. Non sarebbe stato affatto un turno di guardia piacevole, ma era un male necessario. Erano troppo poco numerosi e privi di munizioni per potersi permettere di essere colti alla sprovvista.

Carl la sentì avvicinarsi e si voltò per sorriderle. ''Ciao''.

''Hey'', rispose lei semplicemente, ''Come sta andando?''.

Carl spinse in alto il bordo del cappello in modo da poter guardare verso Carol mentre si avvicinava a lui. ''Una noia mortale''.

''In questo caso annoiarsi è un bene''

''Credo''.

Carol guardò il piatto di cibo vuoto ai piedi della torre di guardia. ''Hai già fatto colazione''. Era più un'affermazione che una domanda.

''Già, è stata Beth a portarmela''. Carl sorrise poi abbassò lo sguardo fino a fissarsi la punta dei piedi alla menzione della giovane ragazza.

Carol nascose il proprio sorriso. ''Tuo padre è appena rientrato dal turno di guardia al recinto sud. Si sta riposando un attimo. Spero che tu abbia intenzione di fare lo stesso''.

''Ho promesso a Beth che sarei andato a fuori a cercare dei funghi. Penso di averne visti alcuni fuori dalla recinzione nella zona del blocco delle cucine. Voglio andare a controllare''.

Carol esitò. ''Da solo?''.

Il volto del giovane Carl si indurì all'accenno di preoccupazione nel suo tono di voce. ''Sono in grado di prendermi cura di me stesso, Carol''.

''Lo so''.

''E non ci sono più stati vaganti in quella zona da quando l'abbiamo ripulita il primo giorno'', sostenne, anche se Carol non aveva aggiunto nulla. ''E' davvero sicuro''.

Carol inclinò la testa, sapeva che aveva ragione. Ognuno di loro doveva lottare per decidere quanta libertà concedere a Carl. Da lui ci si aspettava spesso che si facesse avanti e che si comportasse come un uomo ed era facile dimenticare che era ancora un bambino e aveva bisogno anche di essere protetto. ''Va bene, ma fai attenzione''.

''Lo so'', disse Carl esasperato. ''Non sono un idiota''.

Carol si limitò a sorridere. ''E' una cosa da genitori. Un giorno, se avrai dei figli tuoi Carl, capirai che ci sono alcune cose che un genitore deve dire'', disse gentilmente. ''Anche se il tuo bambino non dovesse essere un idiota''.

Carl sembrò un po imbarazzato. ''Mi dispiace'', mormorò.

Carol colpì la parte superiore del suo cappello in modo giocoso. ''Va tutto bene''.

L'attenzione di Carl fu improvvisamente catturata da qualcos'altro mentre le passava oltre, socchiudendo gli occhi verso la prima fila di alberi alle sue spalle. Lei si voltò per vedere che cosa aveva catturato la sua attenzione. La solita manciata di vaganti si trascinava avanti e indietro senza nessuna meta precisa. Non erano soltanto i vivi a essere stati colpiti da quell'umidità soffocante. L'umidità record sembrava poter rallentare anche i vaganti, proprio come stava facendo con loro. Sempre che non si presentasse la possibilità di consumare un bel pasto fresco, naturalmente. A quel punto non ci avrebbe più scommesso tanto. Carol scansionò l'area con uno sguardo. ''Che cosa c'è che non va? Che cosa hai visto?''

''Penso di aver visto qualcuno correre in mezzo agli alberi..'', dichiarò Carl lentamente, socchiudendo sempre di più gli occhi per guardare attraverso le maglie di filo metallico del recinto.

Entrambi si avvicinarono al recinto per osservare. Improvvisamente Merle sbucò fuori dalla boscaglia, correndo come se il diavolo in persona gli stesse dando la caccia. Carol rimase a guardare a bocca aperta aspettandosi di vedere anche Daryl, ma del giovane fratello Dixon non vi era nessuna traccia in quei boschi. Il suo stomaco iniziò a stringersi per la paura di ciò che questo poteva significare. Alcuni vaganti scorsero Merle correre attraverso la radura tra i boschi e il cancello della prigione e iniziarono subito a muoversi verso di lui.

''Apri il cancello!!'' urlò Merle verso di loro mentre continuava a correre, facendo lo slalom per arrivare fino al recinto.

Carl e Carol si guardarono l'un l'altro,  immediatamente sospettosi. Merle senza Daryl avrebbe potuto significare qualsiasi cosa e Carol non riusciva a pensare a nessuna di queste come un qualcosa di buono. Corse verso il cancello, guardando come Merle si precipitava a chiudere definitivamente la piccola distanza rimasta tra loro.

Sbatté contro il cancello. ''Aprilo!'' le gridò, proprio mentre uno zombie si avventava addosso a lui. Merle si voltò di scatto e piantò il coltello fissato sulla sua protesi sotto la mascella del vagante, uccidendolo all'istante. Tornò a guardare Carol mentre sempre più zombie iniziavano a chiudere la sua unica via di fuga. ''Apri questo cancello!'' tuonò contro di lei.

''Che cosa è successo?'' chiese Carol con urgenza. ''Dov'è Daryl?''.

Merle era occupato a uccidere un altro vagante, gli tagliò la gola e poi lo lasciò cadere a terra in modo da potergli calpestare la testa. ''Lasciami entrare'', ansimò, sfiancato da tutto quel correre e adesso anche il combattere. ''Daryl ha bisogno di aiuto''.

Lo stomaco di Carol si strinse in un nodo. ''Che cosa gli è successo? Sta bene?''.

''Fammi entrare!'' gridò Merle mentre sempre più vaganti convergevano su di lui. ''Daryl avrà bisogno di tutto il nostro aiuto! E' in pessime condizioni. Ho bisogno che mi diate una mano per andarlo a prendere''.

L'istinto di Carol le suggeriva di non fidarsi di Merle, ma c'era la sua vita in gioco e lei non era disposta a correre nessun rischio quando si trattava della vita di Daryl. Guardò nuovamente oltre la sua spalla verso Carl. ''Stai indietro'', lo istruì e poi si diede da fare per aprire la serratura del lucchetto in modo da poter far entrare Merle. Non appena la porta fu sbloccata, Merle si infilò dentro mentre l'orda di non morti si infrangeva dietro di lui. Carol si appoggiò con tutto il suo peso contro il cancello per riuscire a chiuderlo in tempo ma non fu abbastanza contro i cinque vaganti che lottavano per entrare. Merle si gettò a sua volta contro il cancello per aiutarla a chiuderlo e Carl si aggiunse a loro. In tre riuscirono finalmente a richiudere il cancello mentre Carol si occupava velocemente della serratura. ''Che cosa c'è? Che cosa è successo? Daryl è ferito?'' chiese ansiosamente ancora prima di voltarsi e poi si bloccò. Mentre lei era occupata a richiudere il lucchetto della catena, Merle aveva colto l'occasione per prendere Carl in ostaggio e in qualche modo era riuscito a levargli la pistola dalle mani. Aveva quella stessa pistola premuta contro la tempia del ragazzino, un braccio avvolto attorno al suo collo per tenerlo fermo. Gli occhi di Carol si spalancarono a quel tradimento. Sollevò il suo fucile e lo puntò alla testa di Merle. ''Figlio di puttana'', sputò fuori. ''Lascialo andare!!''

''Ora, calmati un attimino, boccuccia impertinente'', gracchiò Merle, il suo respiro era ancora irregolare. ''Non vogliamo che nessuno rischi di farsi del male con te che te ne vai in giro a brandire quel fucile, giusto?''.

''Sparagli, Carol!'' gridò Carl, che stava lottando per allentare la presa di Merle su di lui, ma il vecchio uomo era troppo grande e troppo forte per lui. ''Sparagli in testa!''.

''Beh, questo piccolo bastardo è proprio assettato di sangue'' disse Merle, con la voce intrisa di divertimento. Colse lo sguardo di Carol. ''Tu che cosa ne pensi, mammina orso? Stai pensando di mettere alla prova la tua mira contro i miei riflessi per vedere se riuscirai a farmi saltare in aria la testa?''.

Carol strinse la presa sul fucile, socchiudendo gli occhi mentre il suo dito si serrava sempre più leggermente sopra il grilletto. Merle continuò a fissarla, fiducioso di poter avere il sopravvento.

''Fallo!'' gridò Carl. ''Uccidilo!''.

''Hai intenzione di farlo signorina?'', Merle continuava a schernirla. ''Hai intenzione di mettere Rick nella stessa condizione che hai passato tu con la tua bambina? Pensi di essere in grado di vivere con il peso di aver ucciso il suo bambino così come lui ha fatto con la tua?''.

La canna del fucile di Carol vacillò leggermente mentre si ritrovò a combattere una battaglia interiore. Merle aveva chiaramente l'intenzione di provocare un nuovo conflitto e nei suoi occhi c'era uno sguardo selvaggio che disse a Carol che non gli importava di come lo avrebbe fatto. Abbassò lentamente il fucile mentre il sorriso di Merle si allargava sempre di più.

''Esatto, ragazza, ho sempre saputo che sei una intelligente''.

''NO!'' disse Carl in difficoltà.

''Non metterò a rischio la tua vita, Carl'', dichiarò Carol con calma.

Merle inclinò la testa. ''Il fucile, buttalo a terra e calcialo lontano dalla tua portata''.

Carol fece come le era stato detto, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. ''Ora lascia andare Carl''.

''Stai indietro''.

Carol fece come le era stato detto e Carl fu spinto verso di lei. Lei lo prese al volo tra le braccia mentre lui quasi inciampava sui suoi piedi a causa dello spintone ma riacquistò immediatamente l'equilibrio e si voltò per scagliarsi contro Merle.

''Dammi la pistola!'' ringhiò. Le lentiggini che spiccavano sul suo viso arrossato.

''Dalle mie parti vige la regola che chi trova qualcosa se la tiene'', rispose Merle con voce strascicata.

''Tu me l'hai rubata'', dichiarò Carl con amarezza.

''Non è mica colpa mia se non sei nemmeno in grado di tenerti stretta la tua fottuta arma'', disse Merle impenitente. ''Rientra comunque nel 'trovare'''.

Carl si lanciò contro di Merle come una furia cieca e Carol dovette reagire in fretta per afferrare la sua cintura e impedirgli di attaccare l'uomo che aveva un coltello enorme perennemente attaccato al posto della mano e una pistola nell'altra. Senza contare il fatto che Merle era il doppio e oltre rispetto alla stazza di Carl.

''Lasciami andare!'' scattò verso di lei per la frustrazione.

''Carl, piantala!'', disse Carol bruscamente. '' Questo non servirà a niente''.

Carl si liberò dalla sua presa ma non provò di nuovo a raggiungere Merle, anche se aveva ancora l'aspetto di uno che avrebbe potuto prendere a morsi il metallo in quel momento.

Carol tornò a concentrarsi su Merle, cercando di mantenere ferma la sua voce. ''Dov'è Daryl?''.

Merle fece un mezzo sorriso. ''Se conosco abbastanza bene il mio caro fratellino, e lo conosco, direi che si è appena svegliato e a breve cercherà di tornare indietro, esattamente qui''.

''E' tutto apposto?'' chiese ancora Carol, cercando di nascondere la paura nella sua voce. ''Che cosa gli hai fatto?''.

''Certo che sta bene'', disse Merle vagamente infastidito. ''Non farei mai del male a mio fratello, non credi?''

''Hai puntato una pistola alla testa di un adolescente'', disse Carol cupa. ''Direi che sei praticamente in grado di fare qualsiasi cosa, Merle''.

Merle sbuffò. ''Stavo solamente giocando con il ragazzo, e lui lo sa, non è così ragazzino?''.

Carl si limitò a fulminarlo con uno sguardo mortale il che sembrò divertire parecchio Merle.

''Che cosa ci fai qui, Merle?'' chiese Carol bruscamente. ''Che cosa vuoi?''.

Merle mantenne la pistola puntata su di loro mentre rispondeva senza esitazione. ''Ti dico che cosa voglio, boccuccia impertinente. Voglio quello che è mio''. Avanzò di un passo, in modo da premere la pistola contro la pelle del suo viso. ''E voi due mi darete una mano a realizzare questo obiettivo''.

Carol si mise istintivamente davanti a Carl, facendogli scudo con il suo corpo mentre fissava Merle.

Oggi non sarebbe stata una bella giornata, ne aveva il sospetto ....














 






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Capitolo 35
*** Capitolo 36 ***


echoes capitolo 36 Capitolo 36



Bran ci pensò sopra. ''E' possibile che un uomo che ha paura possa anche essere coraggioso?''
''Possibile? Bran, è quella l'unica situazione in cui si fa strada il coraggio'' gli rispose suo padre.

George R.R. Martin
A Game of Thrones






Rick si mise a sedere sul suo letto a castello e spinse le gambe oltre il bordo del materasso. Si stropicciò il viso, lottando contro la stanchezza, nonostante quel paio d'ore di sonno che si era appena concesso. Il regolare riposo sembrava solo un lontano ricordo del passato al giorno d'oggi. Adesso facevi giusto in tempo ad afferrare quel che potevi, quando potevi. Rick supponeva che se solo l'avesse voluto avrebbe potuto mantenere degli orari un minimo più regolari, ma non aveva nessuna intenzione di chiedere a qualcun'altro di fare quello che lui stesso non si sentiva pronto a fare per primo. La prigione offriva loro protezione, ma Rick non aveva intenzione di riporre la sua fiducia in quelle recinzioni che li circondavano come la loro unica difesa. Dovevano continuare a montare i turni di guardia 24 ore su 24, era semplicemente troppo importante per non farlo. Si alzò e si stirò sollevando le braccia sopra la testa, cercando di rilassare un po i muscoli ancora assopiti.  Una volta fuori dalla sua cella, Rick andò a sporgersi oltre la ringhiera, per guardare giù al piano di sotto. I suoi occhi scansionarono rapidamente la zona, facendo un rapido conto mentale. Hershel cullava Judith che stava all'interno della sua culla di fortuna con una mano, mentre con l'altra mescolava una pentola di stufato, che a occhio e croce sarebbe stato il loro pranzo.Beth si aggirava lì intorno, concludendo la preparazione del cibo. Rick lanciò uno sguardo al finestrone di fronte a lui, rendendosi conto che doveva aver dormito più a lungo di quanto avesse previsto. Si trascinò giù per le scale ed era a metà strada quando anche Glenn e Maggie entrarono nella stanza.

''Il profumino del mio stufato vi ha fatto sbucare fuori dai vostri nascondigli'', disse Hershel con un piccolo sorriso mentre guardava i tre nuovi arrivati.

Maggie si avvicinò al padre e gli diede un rapido abbraccio e un bacio sulla guancia. ''Il tuo stufato è il migliore, papà, lo è sempre stato''. Si fermò per tubare un saluto a Judith. ''Hey piccolina, hai fatto la brava?''

''Non si è lamentata nemmeno una volta'', disse Hershel. ''Questa si che è una brava bambina''.

Rick sorrise e si avvicinò a sua figlia. Tese la mano a Judith e lei lo afferrò con una delle sue piccole manine paffute. Rick amava sentire il modo in cui sua figlia stringeva forte il suo dito. Stava a significare che era in buona salute e il che lo rendeva incredibilmente grato. Si chinò e baciò quella manina morbida.

''Guarda quelle unghie'', lo ammonì Hershel. ''Stanno diventando troppo lunghe, potrebbe graffiarsi''

''Hanno bisogno di essere tagliate'', disse Beth mentre versava un po dello stufato di suo padre in una ciotola. ''Altrimenti finirà con il farsi male''.

Rick fece una smorfia mentre guardava le piccole unghiette nella mano di Judith. ''Era Lori a occuparsi di queste cose quando Carl era un bambino. Io avevo troppa paura. Era così piccolo, ero preoccupato del fatto che se si fosse mosso avrei potuto fargli del male con le forbici''.

''Basta procurarsi un paio di quelle forbicine appositamente per bambini''. rispose Beth ''O meglio ancora, potremmo optare per uno di quei piccoli tagliaunghie''.

''Terrò gli occhi aperti la prossima volta che andremo in spedizione in città'', disse Glenn spontaneamente mentre prendeva due ciotole e si dirigeva verso lo stufato. ''Non credo che siano in cima alla lista delle cose che le persone si sono preoccupate di saccheggiare. Potremmo avere fortuna''.

''Oppure una limetta'', disse Maggie pensierosa, accettando la ciotola di stufato che Glenn aveva appena riempito per lei. ''Dovrebbe funzionare comunque''.

Rick annuì. ''Sarebbe perfetto, grazie, Glenn''.

''Nessun problema'', disse Glenn con la bocca ancora piena di stufato.

Rick si guardò intorno. ''Dov'è Carl?''. Si accigliò un po, cercando di ricordare l'ordine dei turni di guardia. ''Carol non avrebbe dovuto sostituirlo questa mattina?''.

Axel era appena entrato nella stanza giusto in tempo per sentire l'ultima parte della sua domanda. ''Lo ha fatto'', informò Rick mettendosi in fila per un piatto di stufato. ''Bene, in alto le zuppe''.

Il cipiglio di Rick si fece più profondo. ''E allora dov'è?''

''Carl ha detto che sarebbe andato alla ricerca di funghi oggi'' si offrì volontaria Beth, mentre camminava verso di loro con la ciotola dello stufato fumante in mano. ''Probabilmente è ancora alla ricerca''.

''Fuori?'' chiese Rick, il suo tono più aspro di quanto intendesse.

''No'', disse Beth, sempre camminando e ora parlando da sopra la sua spalla ''Dalla parte del blocco delle cucine. Ha detto di averne visto alcuni in quella zona, l'altro giorno''.

''Oh.. Va bene, grazie'', disse Rick, leggermente addolcito.

Beth si fermò sulla soglia e si voltò completamente. ''Sto andando a portare il pranzo a Carol. Le chiederò se Carl le ha detto qualcosa''.

Rick annuì. ''Va bene, si, grazie Beth''.

''Probabilmente il ragazzo ha perso la cognizione del tempo'', disse Hershel con calma. ''Non c'è motivo di preoccuparsi, Rick''.

''Lo so''. Rick esitò. ''Penso che mi limiterò ad andare a ricordarglielo, però''. Si diresse verso la porta.

''Dì pure a Carl che farebbe meglio a sbrigarsi a tornare qui'', gridò Hershel, ''Altrimenti finirà con il perdersi il mio famosissimo stufato''.

Rick gli rivolse un cenno distratto di riconoscimento mentre usciva dalla porta, ma poi si ritrovò ad accelerare il passo mentre si affrettava a verificare la presenza di Carl fuori dal blocco delle cucine. Non sapeva il perché, ma all'improvviso ebbe una brutta sensazione e aveva solo bisogno di assicurarsi che Carl stesse bene. Rick sapeva che probabilmente stava solo esagerando, ma non poteva farne a meno. Arrivò fino al blocco delle cucine riuscendo ad impedirsi di mettersi a correre, ma quando fu lì, Rick non riuscì a vederlo da nessuna parte. ''Carl!'' urlò e poi ascoltò con attenzione in attesa di una risposta. Non ne venne nessuna. Rick fece un giro completo attorno al blocco delle cucine e andò a controllare persino all'interno, ma ancora non riusciva a trovarlo. ''Carl!!'' gridò, questa volta incapace di nascondere l'ansia nella sua voce. ''CARL!!'', Rick scosse la testa in agitazione mentre cercava di pensare al dove potesse essersi cacciato suo figlio. Pensò che forse in qualche modo avessero mancato di incrociarsi e Carl potesse già essere di nuovo nel loro blocco delle celle, quindi si diresse lì. Questa volta si mise a correre. Sfrecciò all'interno dell'area comunale, scrutando i volti che lo guardavano con sorpresa. ''Carl è tornato?'' chiese con urgenza.

Glenn aggrottò la fronte e scosse la testa. ''No..non ancora''.

Rick si passò una mano tra i capelli, inumiditi dal sudore causato da quegli ultimi sforzi.

''Sono sicuro che non è andato lontano, Rick'' offrì Maggie ma Rick riuscì a percepire l'incertezza nella sua voce, anche se si mosse in avanti per rassicurarlo.

Dietro di loro, Beth arrivò di corsa all'interno della stanza, con un espressione sconvolta. ''Ragazzi, non c'è nessuno al cancello d'ingresso. Carol non c'è''.

Lo stomaco di Rick si contorse mentre si voltava per guardare Beth. ''Sei sicura? Non può essere che si sia semplicemente spostata per andare al bagno o qualcosa del genere?''

Beth si morse il labbro inferiore con ansia. ''No, ho provato a chiamarla e richiamarla, ma non ho avuto nessuna risposta''.

La mente di Rick iniziò a correre. ''Il cancello era chiuso? Hai visto un qualsiasi tipo di segno di colluttazione?''.

''La porta era chiusa'', disse Beth velocemente. ''E non ho visto né sangue né nient'altro''. Fece una smorfia. ''Ma non credo di aver nemmeno cercato niente di simile''.

Le labbra di Rick si strinsero per via della frustrazione, anche se sapeva che Beth non aveva nessuna colpa. La giovane ragazza non era stata addestrata a cercare segni del genere. Lui le passò accanto. ''Vado a controllare. Venite ad avvisarmi in caso Carl dovesse saltare fuori''. Mentre parlava Rick non si preoccupò nemmeno di voltarsi verso il gruppo nella fretta di uscire fuori da quella stanza. Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe visto diversi gradi di preoccupazione dipinti sui loro volti e non avrebbe sopportato di vedere niente del genere in quel momento. Rick riusciva a percepire ogni singolo doloroso battito del suo cuore mano a mano che l'ansia aumentava. Il pensiero che Carl fosse in qualsiasi sorta di pericolo vide Rick fare di tutto per non crollare a terra definitivamente. Non avrebbe sopportato un altra perdita, non poteva e basta. Si sentiva già come se la sua sanità mentale e quella della sua anima fossero appese ad un filo dopo la perdita di Lori. Rick aveva stretto forte i pugni affondandoci dentro le unghie fino a sanguinare, solo per riuscire a tenere duro quel tanto che bastava per continuare a mettere un piede davanti all'altro. C'erano dei giorni in cui avrebbe soltanto voluto urlare per il dolore e per l'ingiustizia di tutto questo, ma non lo aveva fatto.

Non aveva senso.

Ululare il suo dolore alla luna non avrebbe riportato indietro Lori, non avrebbe dato indietro ai suoi bambini la loro madre. Ma il suo controllo era stato spinto fino al limite. La maggior parte dei giorni Rick si sentiva come se la sua pelle fosse tesa su un letto pieno di terminazioni nervose e anche il tocco più delicato e leggero di un altra persona gli avrebbe potuto causare l'esplosione di una fitta di dolore lancinante che si sarebbe trasmessa lungo tutto il suo corpo. A volte anche una semplice conversazione, un respiro, avrebbe potuto provocargli un immane sofferenza. Era appeso a un filo e se fosse accaduto qualcosa a uno dei suoi figli , Rick sapeva che quel filo si sarebbe spezzato del tutto. Proprio mentre correva giù verso il cancello anteriore della prigione, una parte di lui avrebbe voluto semplicemente accasciarsi a terra e non rialzarsi mai più. Era esausto di essere immerso in questo tipo di paura per tutto il tempo, era un qualcosa di spietato. Il pensiero di lasciarsi andare e basta e permettere a tutto questo di sommergerlo fino a consumarlo era stato un pensiero allettante. L'idea di lasciare andare via i brandelli rimasti della sua sanità mentale e di ritirarsi in un mondo dove queste cose non minacciavano di strappargli il cuore da dentro il petto, gli risuonava in mente senza sosta da quando Lori era morta. Non dover più sentire il dolore, dissolversi dentro la follia e lasciare che tutte le fragilità umane e il buon senso ti fossero portati via era un qualcosa che Rick stava cercando di respingere da settimane. Era come il canto di una sirena, che gli sussurrava in merito a una sorta di pace che avrebbe dato fine a tutto.

Ma non al dolore degli altri.

Era proprio questa la verità alla quale Rick non poteva sottrarsi. Come sempre, fu il pensiero dei suoi bambini che lo trascinò indietro dal profondo dell'abisso. Qualcosa più grande di lui e delle sue battaglie personali, due persone che meritavano qualcuno che combattesse per loro. Carl e Judith erano la sua ragione per combattere contro quel pensiero perverso di trovare il sollievo semplicemente lasciando libere le sue paure di avere la meglio su di lui. Quella paura che Rick stava cercando di scacciare via adesso mentre andava alla ricerca di suo figlio. La paura che minacciava di paralizzarlo e sopraffarlo. Carl sarebbe stato bene. Rick continuò a ripetere questo mantra nella sua testa perché qualsiasi altro pensiero lo avrebbe spezzato in due esattamente lì dove si trovava.




oooooOOOOooooo




Daryl irruppe fuori dalla linea degli alberi che circondavano la prigione, fermandosi a riprendere il fiato una volta che fu in vista del cancello anteriore. Ogni speranza rimasta sul fatto che in qualche modo fosse riuscito ad arrivare prima di Merle andò perduta quando appurò che non c'era nessuno di guardia davanti al cancello. Questo non era mai successo prima. Daryl si sentiva male, il suo stomaco minacciò di fargli rigettare fuori i resti del suo ultimo, magro pasto della notte precedente quando la paura si impossessò di lui. Cercò di deglutire, cercando di evitare i vaganti che si trascinavano lì attorno, nonostante il bruciore alle gambe e ai polmoni. Daryl arrivò di fronte al cancello e si aggrappò con entrambe le mani alle maglie della recinzione, scuotendole violentemente. ''Hey!'' urlò forte, sperando di attirare l'attenzione di qualcuno. ''HEY! Da questa parte!''. Daryl rimase a guardare e all'improvviso vide Rick a metà del cortile, correre verso di lui. Il rumore dei vaganti che proveniva da dietro le sue spalle costrinse Daryl a voltarsi per piantare una delle sue frecce in profondità nel cranio di una donna. Crollo a terrà priva di vita mentre Daryl si precipitava verso di lei per recuperare la sua freccia, conficcandola subito dopo nel bulbo oculare di un altro vagante intento ad attaccarlo.

''Daryl, presto!''

La chiamata urgente di Rick lo fece voltare nuovamente e correre verso la porta che quest'ultimo stava tenendo aperta per lui. Daryl scivolò dentro i cancelli della prigione mentre Rick rapidamente si occupava di richiuderli dietro il suo passaggio. ''Perché non c'è nessuno di guardia qui?'' gracchiò, cercando di riprendere fiato.

Rick si voltò verso di lui, entrambi ignorando i vaganti che si erano ammucchiati dall'altro lato del recinto che erano stati attirati da tutto quel trambusto. ''Dimmelo tu, Daryl'' sputò fuori. ''Dov'è Merle?''

Lo stomaco di Daryl si contorse nuovamente, sentì il retrogusto acido della bile che gli risaliva in gola. ''Mi ha piantato in asso'', disse Daryl in tono stretto, sentendo salire in lui un senso di disprezzo per se stesso nel pronunciare quelle parole ad alta voce.

Il volto di Rick si oscurò. ''Non riusciamo a trovare Carl e Carol da nessuna parte''.

Daryl sentì la terra come inclinarsi sotto i suoi piedi mentre cercava di non esternare alcuna emozione. ''Da quanto tempo sono spariti?''.

''Non lo sappiamo''. Il tono di voce di Rick era irto di delusione. ''Daryl, che cosa ha intenzione di fare Merle?''

Daryl distolse lo sguardo, le sue labbra lasciarono intendere la lotta che si stava consumando al suo interno, senza che lui se ne rendesse nemmeno conto, mentre si stringevano e allentarono furiosamente. Un muscolo si contrasse sul suo volto. ''Li troverò''. Daryl si voltò, intento a dare subito inizio alla sua caccia, ma Rick lo afferrò per un braccio bloccandolo.

''Verrò con te''.

Daryl si liberò con uno strattone dalla sua presa. ''E allora vieni'', sbottò.

''Devo avvertire gli altri prima'', chiarì Rick. ''Ho bisogno di recuperare il mio fucile e alcune scorte d'acqua''.

Daryl digrignò i denti in segno di irritazione, ma non poté farci niente.

''Vieni con me'', lo istruì Rick. ''Ho delle altre domande da farti''. Si voltò iniziando a dirigersi verso la prigione.

''Si, beh, io ho esaurito le risposte'', borbottò Daryl mentre lo seguiva.

Coprirono il resto del percorso in silenzio e poi Rick si incamminò all'interno della zone notte prima di lui.

''Li hai trovati?''

''Dovremmo incominciare a cercare intorno alla prigione?''

''Daryl!''

Il sussulto sorpreso di Beth fu seguito dalla giovane donna bionda che impulsivamente si mise a correre verso di lui e lo abbracciò forte. Daryl si irrigidì a quel gesto confidenziale ma Beth aveva già fatto un passo indietro prima che lui potesse anche solo commentare. ''Stai bene?'' chiese velocemente, ''Che cosa è successo? Sai che fine hanno fatto Carol e Carl?''

''Li ha presi Merle'', rispose Rick ermeticamente.

La reazione di Glenn fu immediata. ''Figlio di puttana!''.

Rick era in modalità poliziotto. ''Axel, quand'è esattamente che hai visto Carol uscire per andare a sostituire Carl?''

Axel sembrava preoccupato esattamente come lo erano tutti gli altri. ''Non sono esattamente sicuro, ma almeno tre ore fa, probabilmente quattro''.

''Va bene'', disse Rick in fretta, ''Nella peggiore delle ipotesi, hanno un vantaggio di quattro ore rispetto a noi anche se Merle sarà costretto a muoversi più lentamente con Carl e Carol da gestire''.

''Dovremmo essere in grado di raggiungerli'', disse Glenn, già andando a raccogliere la pistola e il coltello.

Rick sollevò una mano come a bloccarlo. ''Non c'è bisogno che venga anche tu, Glenn. Daryl e io siamo perfettamente in grado di gestire la situazione''

''Verrò anche io'', disse Glenn ostinatamente. ''Non ha nessun senso discuterne oltre''.

Daryl cercò di tenere nascosto il suo dispiacere. Questi due non avrebbero fatto altro che rallentarlo. Aveva bisogno di affrontare suo fratello faccia a faccia. E non avevano bisogno di avere nessun pubblico.

Maggie stava guardando Daryl. ''Sai che cosa ha intenzione di fargli tuo fratello?'' chiese in difficoltà. ''Che cosa è successo tra voi due?''.

''Questa è una bella domanda'', disse Rick bruscamente, rivolgendo la sua attenzione a Daryl. ''Che cosa ha fatto andare via Merle stavolta?''

''Non lo so'', disse Daryl con sincerità, le sue stesse parole gli fecero venire voglia di prendere a pugni qualcosa. Si era spremuto il cervello cercando di capire che cosa avesse potuto dire la scorse notte per spingere Merle ad abbandonarlo per tornare al carcere, ma non aveva trovato nessuna risposta.

''Dev'essere per forza successo qualcosa'', affermò Rick, senza mollare la presa. ''Altrimenti perché mai Merle sarebbe tornato qui?''

''Io non lo so, va bene?'' disse Daryl, il tono della sua voce iniziò a sollevarsi visibilmente insieme alla sua esasperazione. ''Stavamo bevendo la scorsa notte e andava tutto bene ..''

''Ti sei ubriacato?'' ripeté Rick incredulo, anche lui iniziando a gridare ora. ''Sei stato così idiota da lasciare che Merle ti facesse ubriacare? Cazzo, Daryl, almeno ricordi cosa puoi avergli detto?''

Daryl lo fulminò con lo sguardo. Non aveva bisogno che qualcuno gli ricordasse che aveva commesso un errore e altre persone stavano pagando per questo. ''Stavo solo provando a guadagnarmi la sua fiducia'', abbaiò.

''E ha funzionato alla grande, non è vero?'' sbottò Rick, il volto che si arrossava per via della rabbia mentre si fece avanti per affrontarlo. ''Ti sei chiaramente lasciato sfuggire qualcosa che ha infastidito Merle e ora guarda che cosa è successo! Avresti dovuto proteggere il gruppo, non metterlo sempre più in pericolo!''.

Daryl si rizzò, la mano che si stringeva in un pugno adesso che Rick gli stava volutamente dando un bersaglio contro il quale sfogare la rabbia che stava provando nei suoi stessi confronti. Rick aveva ragione e Daryl in quel momento odiava entrambi.

''Adesso basta'', disse Hershel mentre avanzava frapponendosi tra loro due prima che le cose peggiorassero. ''Non ha alcun senso discuterne. E' uno spreco di tempo e di energie. Per quanto ne sappiamo, questo era l'intento di Merle fin dall'inizio. Non ci sarà di nessuno aiuto speculare su delle cose di cui non abbiamo nessuna certezza''.

Rick abbassò la testa, le sue spalle si afflosciarono quando la calma e la ragione di Hershel sembrarono portare via tutta la combattività. ''Hai ragione..''. Distolse lo sguardo per un attimo e poi lo sollevò nuovamente fino a catturare gli occhi di Daryl nei suoi. ''Mi dispiace. Non avevo alcun diritto di comportarmi in questo modo''.

''Sei preoccupato per il tuo ragazzo'', disse Daryl burbero. ''Hai tutto il diritto''. Distolse lo sguardo, tutto il suo corpo ancora irrigidito perché nonostante le rassicurazioni di Hershel, Daryl sapeva che tutto questo era successo a causa sua.

Hershel sembrò leggere i suoi pensieri mentre posava una mano sulla sua spalla in un gesto d'affetto paterno. ''Non è colpa tua, Daryl'', disse con fermezza. ''Merle ha fatto la sua scelta. Non sei responsabile per ciò che fa tuo fratello''.

Le labbra di Daryl si mossero. ''Si, lo sono..'' gracchiò, mano alla balestra, inforcò la cinghia sopra la sua spalla mentre si dirigeva verso la porta. ''Lo sono sempre stato''. Daryl non aspettò di vedere chi lo seguiva, aveva solamente bisogno di muoversi e di risolvere questo problema.

Prima che fosse troppo tardi.




oooooOOOOooooo




Carol e Carl camminavano fianco a fianco davanti a Merle, le mani legate di fronte a loro con dei cavi telefonici di cui Merle teneva le altre estremità. Stavano camminando almeno da un paio d'ore.

''Allora, Merle..'' dichiarò Carol con calma, ''Hai effettivamente pensato ad un piano o pensi di decidere cosa fare strada facendo?''

''Stai cercando di analizzare il vecchio Merle, boccuccia impertinente?''  la schernì lui. ''Dimmelo tu. Cosa pensi che sia peggio? Il fatto che possa già avere un piano o che possa prepararne uno strada facendo?''

''Sono certa che saresti perfettamente in grado di far finire male entrambi gli scenari'', disse Carol seccamente.

Merle diede una risata. ''Sei sempre stata così divertente o questa è una competenza che hai sviluppato solo di recente, signorina?''

''Immagino che sia tu a portar fuori il mio lato più leggero, Merle'' disse lei impassibile. Carol  guardò indietro sopra la sua spalla. ''Non hai risposto alla mia domanda''

Ed era stata proprio una bella domanda. La verità, era che Merle non aveva esattamente preparato un piano fino a quando non si era imbattuto in Carol e Carl fuori da quel cancello. Era come se Dio o chiunque cazzo fosse in carica lassù al giorno d'oggi, gli avesse dato il suo piccolo timbro di approvazione sul fatto che quello che stava facendo dovesse accadere. Carol e Carl, le due persone che per Merle sarebbero state le migliori per riuscire a fare il punto, era come se fosse stato premeditato o qualcosa del genere. ''Diciamo solo che i nostri destini si sono incrociati come se fosse scritto nelle stelle'', disse Merle freddamente, ''Per far andare le cose esattamente come stanno andando''.

''Quello che dici non significa niente per me'', disse Carol in tono piatto.

''Solo che è un pazzo'', commentò Carl mentre arrancava avanti.

Merle tirò indietro con uno scatto il cavo che teneva legate le mani di Carl facendolo inciampare. ''Tieni a freno la lingua, ragazzo. Non ho nessuna intenzione di sorbirmi le tue stronzate''.

''Fammi tacere allora'', ringhiò Carl, gettandogli uno sguardo mortale da sopra la spalla.

Merle non poté fare a meno di ridere alla ferocia del suo sguardo. Avrebbe potuto facilmente graffiare via la vernice da una parete. ''Non sono io quello di cui ti devi preoccupare quando si tratta di tacere, ragazzino''. Sollevò casualmente la pistola di Carl e gliela puntò alla testa facendo saltare in aria il cervello a un vagante che era appena apparso di fronte a loro. Lo zombie cadde a terra come una pietra e loro tre non si disturbarono nemmeno a interrompere la loro marcia. Merle annuì in approvazione guardando il silenziatore che stava montato sulla canna della pistola di Carl. ''Questo gadget è veramente molto utile, questo è certo''.

''Sono contento che ti piaccia'', ringhiò Carl, ''Lo userò per ucciderti, più tardi''.

Le labbra di Merle si sollevarono in un ghigno. ''Beh, sei proprio cattivo e pericoloso, piccoletto. Pensavo che io e te fossimo amici''. Fece un mezzo sorriso. ''Fidati di me, ragazzo, un sacco di bastardi, molto più grossi e molto più cattivi di te hanno cercato di uccidermi ma io sono ancora qui. Conduco una vita molto affascinante. Quindi è meglio se tieni a freno la tua lingua adesso che ne hai ancora una''.

''Carl non ha niente a che fare con tutto questo'', disse Carol bruscamente. ''Lascialo andare. Io sono tutto quello che ti serve''.

''Ti sbagli, Carl ha molto a che fare con tutto questo'', rispose Merle. ''Il suo vecchio ha un debito con me''.

''Che cosa? La vita di un bambino in cambio di una mano?''. La derisione era evidente nella voce di Carol. ''Non è la stessa cosa, credimi''.

''E' la parte lesa che decide che cosa è giusto e equo'', le rigettò indietro Merle amaramente.

Carol si fermò e si voltò verso di lui. Carl fu costretto a smettere di camminare a sua volta e si voltò per guardare Carol fronteggiare Merle. ''Non si tratta solo della tua mano, vero, Merle? Rick ti ha portato via qualcosa di molto più prezioso per te quel giorno su quel tetto, non è così? Altrimenti ti saresti limitato a risolvere le cose prendendolo a pugni in faccia''.

''Se stai parlando di Daryl..-''

''No, non sto parlando di Daryl. Sto parlando del fatto che Rick ti ha portato via l'illusione che hai costruito intorno a te stesso di essere quello in grado di tenere sotto controllo qualsiasi situazione''.

La mascella di Merle si indurì. ''Signorina, tu non sai proprio un cazzo''.

Carol si avvicinò a lui di un altro passo, il suo sguardo azzurro era intento nei suoi occhi mentre continuava a parlare con crescente certezza. ''So con che cosa sei cresciuto, Merle, Daryl mi ha raccontato alcune storie. L'unico modo che avevi per proteggerti era quello di costruire un mondo intorno a te, un mondo dove eri tu a decidere. Poi Rick arriva e ti porta via tutto questo e improvvisamente tu torni ad essere quel ragazzino spaventato che sei sempre stato, costretto a essere alla mercé di qualcun altro e lo hai odiato per questo''.

La presa di Merle si strinse sulla pistola che teneva in mano. Non si aspettava tutto questo. Come osava questa donna che lo aveva appena degnato di uno sguardo pensare di poterlo conoscere? Merle Dixon non aveva nessuna intenzione di essere quel tipo di persona che è possibile leggere come un libro aperto. ''Bel tentativo di psicoanalisi, tettine dolci'', disse lentamente, ''Ma tu,di questo cazzone, non sai un cazzo''.

''Dimostrami che ho torto''. Il mento di Carol si sollevò, gli occhi fiammeggianti. ''Lascia andare Carl. Dimostrami che non ti senti come se Rick ti avesse tagliato le palle piuttosto che la tua mano, lassù su quel tetto''.

Merle perse il controllo quando le sue parole lo colpirono nel profondo. La sua mano scattò all'indietro e colpì Carol in viso con il calcio della pistola che teneva ancora in mano. Rimase senza fiato per il dolore e quasi cadde in ginocchio, ma riuscì a riprendersi e a tenersi in piedi.

''Carol!'' gridò Carl in difficoltà. Si lanciò contro Merle. ''Figlio di puttana!''

Merle fece rapidamente un passo indietro e puntò la pistola alla testa di Carl. ''Resta dove sei'', intimò, in collera con se stesso per aver perso il controllo in quel modo. Il ragazzino continuò a pugnalarlo con lo sguardo, ma rimase fermo dov'era. Merle guardò Carol che si reggeva la testa scuotendola e che sembrava un po stordita. Un rivolo di sangue le colò all'angolo della bocca e questo lo fece sentire male ma aveva bisogno di tenere la situazione sotto controllo. ''Basta parlare'', ordinò duramente. ''Camminerete quando vi dirò di camminare e vi fermerete solo quando vi dirò di farlo. Sono io che comando qui''.

L'espressione di Carol mentre lo guardava era quella di una silenziosa rivendicazione mentre le parole uscivano dalla bocca di Merle prima che lui riuscisse a fermarle. Avvicinò il suo volto a pochi centimetri da quello di lei, le punte dei nasi che quasi si sfioravano. ''Tu non mi conosci'', le disse, la voce bassa e piena di avvertimento.

Carol non si ritrasse. ''E tu ti conosci?''. Dopo avergli consegnato quell'ultimo messaggio, Carol si voltò e riprese a camminare con Carl che teneva il suo passo.

Merle li seguì, tenendo sempre in mano quei fili che li tenevano prigionieri ma improvvisamente iniziò a domandarsi chi era la persona a sentirsi più in trappola in quel momento ...















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Capitolo 36
*** Capitolo 37 ***


echoes capitolo 37 Capitolo 37




''Puoi avere la pace. O puoi avere la libertà.
Non sperare di poterle avere entrambe contemporaneamente''.

Robert A. Heinlein


Dalle note dell'autrice : Un nuovo capitolo, lungo ed emotivamente complicato, ragazzi. Tenetevi forte. LOL
Ho iniziato questa storia con Carol che affrontava gli echi del suo passato. Adesso siamo arrivati alla fase dove Daryl dovrà affrontare i suoi. Non si può più scappare dalla realtà e dalla persona che è realmente Merle e Daryl ci sta facendo i conti. Non sono sicura di come sarà per voi questo capitolo, se lo troverete noioso oppure no, ma sentivo la necessità di scavare più a fondo nella storia di Daryl e Merle fino ad arrivare a dare un senso e un significato alle persone che sono diventate ora. La fine si sta avvicinando e diventerà tutto così complicato, non c'è nessuna via d'uscita.

Grazie come sempre a tutte le persone che mi aiutano nella traduzione ( Si, Carol, parlo con te ) e grazie a tutte le persone che continuano a leggere e commentare questa storia, spero di riuscire presto a rispondere a tutte le vostre recensioni. Se notate qualche errore ( Penso che in questo capitolo ce ne saranno parecchi ahah ) vi prego di farmelo notare. Ogni tanto mi prendo qualche licenza poetica dal momento che alcune espressioni ( come quella della sindrome di avere la testa infilata su per il culo ) sono impossibili da tradurre in Italiano, chiedo venia!! Buona lettura :)





Gli occhi di Rick erano fermamente puntati sulla schiena di Daryl mentre l'uomo seguiva abilmente le tracce lasciate da Merle, Carol e Carl attraverso i boschi. Avevano lasciato una pista abbastanza evidente da seguire e Rick sperava che stessero tutti bene. Alzò lo sguardo al cielo proprio quando una grossa goccia d'acqua lo colpì sulla guancia. La tempesta che li stava minacciando da giorni ormai si stava per abbattere su di loro. L'espressione di Rick si fece cupa perché sapeva che una volta che la pioggia fosse giunta, seguire il percorso tracciato da Merle si sarebbe rivelato molto più difficile. Una nuova ondata di frustrazione gli montò dentro, mentre cercava di venire a patti con il fatto che non era stato in grado di mantenere il gruppo al sicuro. Inizio a parlare rivolgendosi alla schiena di Daryl. ''Merle ti ha detto niente riguardo a un altro gruppo?''

Daryl non si voltò, continuò semplicemente a tenere gli occhi puntati a terra di fronte a lui, il suo sguardo che correva da una parte all'altra alla ricerca di un qualche segnale. ''C'è un posto chiamato Woodbury, è gestito da un tizio che si fa chiamare Il Governatore. Merle è rimasto rintanato lì per la maggior parte del tempo''.

Il cuore di Rick sprofondò ulteriormente a quella notizia mentre Glenn iniziò a porre delle domande di sua spontanea volontà. ''Una città?'' disse incredulo. ''Un'intera città?''.

''Merle mi ha detto che ci sono all'incirca settanta o più persone, tra uomini, donne e bambini''.

''Quanto è lontano questo posto?'' chiese Rick intensamente.

Daryl sollevò le spalle. ''Non lo so, forse due o tre ore a piedi dalla prigione, immagino, prendere o lasciare. Merle non mi ha dato nessuna mappa''.

''Non è lontano'', disse Glenn, in tono nervoso. ''Sono sorpreso del fatto che non ci siamo ancora imbattuti in nessuno di loro''.

''Immagino che sia quella che chiamano fortuna'', disse Daryl in tono piatto.

La mascella di Rick si indurì. ''E forse possiamo continuare a esserlo se arriviamo per primi a Merle''.

Daryl saltò oltre un tronco rovesciato a terra, sempre senza voltarsi a parlare con loro. ''Merle non li sta portando a Woodbury''.

Glenn e Rick seguirono Daryl oltre l'ostacolo. ''Che cosa ti fa essere così sicuro?'' chiese Rick incuriosito. ''Pensi che questo Governatore cercherebbe in qualche modo di fermarlo?''

''Quell'uomo ha nominato Merle come suo secondo in carica'', dichiarò Daryl freddamente. ''Non penso che sia una di quelle persone che si fa troppi problemi con le questioni morali''.

Questa non era affatto una buona notizia per Rick. Chiunque non si facesse esitazioni nel mettere Merle a capo di un gruppo di persone doveva pur sapere quello che avrebbe potuto scatenare. Merle non aveva mai finto di essere qualcuno di diverso da quello che era. E proprio per questo, se il Governatore aveva fatto una scelta del genere, significava solo che aveva avuto il bisogno di un oggetto contundente con cui far penetrare il suo punto di vista e Merle era senz'altro l'oggetto più adatto. ''Allora che cos'è che ti rende così sicuro che non si stanno dirigendo verso Woodbury?''.

''Conosco mio fratello', disse Daryl semplicemente, fermandosi. ''Merle sta cercando di fare il punto della situazione e non vuole di certo che altre persone creino casino immischiandosi in tutto questo''. Si avvicinò al punto in cui un vagante stava steso a terra tra una fila di alberi, il suo cervello era schizzato fuori attraverso il foro nella parte posteriore della sua testa.

Rick lo raggiunse, guardando a sua volta quella creatura ormai defunta. ''Questo è stato fatto da una pistola''. Pensò subito a Carl. Rick guardò Daryl, che si era voltato e aveva ripreso a cercare delle tracce, gli occhi puntati a terra.

Glenn stava in piedi dietro Rick. ''Almeno sappiamo che stiamo andando nella direzione giusta''.

Rick continuava a fissare quel cadavere. ''Questo ragazzo è morto da non più di un paio d'ore o giù di lì. Le formiche non hanno nemmeno iniziato a banchettare con lui''. Vide che Daryl adesso era accovacciato sopra il terreno, esaminandolo da vicino. Rick si mosse per andargli incontro. ''Che cosa c'è?''

''Qui hanno fatto una pausa, si sono fermati'', dichiarò Daryl, leggendo le impronte consumate in mezzo alla sporcizia. ''Probabilmente stavano parlando''. I suoi occhi correvano avanti e indietro lungo il terreno e Rick vide la tensione aumentare rapidamente in lui.

''Che c'è Daryl?''

Daryl allungò la mano per raccogliere una foglia da terra. Rick aggrottò la fronte, non aveva idea di che cosa stesse osservando.

Il volto di Daryl era indecifrabile. ''Sangue''. Sollevò la foglia in modo che anche gli altri potessero vederla. ''C'è del sangue su questa foglia''.

Sia Glenn che Rick si avvicinarono. Era solamente un unica goccia di sangue rosso vivo sulla foglia marrone, ma fu sufficiente per far stringere i pugni a Rick.

''E' solo una piccola goccia, nessuno può essersi ferito gravemente', disse Glenn, le sue parole non riuscirono a mascherare la preoccupazione che ci si nascondeva dietro, ''Giusto?''.

Rick non voleva nemmeno pensare a una risposta. Daryl si sollevò di scatto e gettò via la foglia.

Quando Rick parlò la sua voce era dura e non ammetteva repliche. ''Quando troveremo Merle..-''

''Farò quello che devo fare'', lo interruppe Daryl bruscamente e poi si allontanò, guidandoli nuovamente nella caccia.

Rick lo seguiva con Glenn che chiudeva la fila. Sapeva quanto dovesse essere difficile per Daryl, ma doveva capire che era stato Merle a metterli con le spalle al muro. Il più vecchio dei fratelli Dixon aveva messo in moto un qualcosa che stava a significare che non ci sarebbe stato più spazio per una seconde chance o per il beneficio del dubbio. Daryl era costretto a dover affrontare il fatto che Merle era quello che era e ci avrebbe dovuto fare i conti, una volta per tutte.

E se lui non fosse stato in grado di farlo, Rick lo avrebbe fatto per lui.



oooooOOOOooooo




Daryl fece scattare l'accendino, ma non spuntò alcuna fiamma. Lo agitò e riprovò di nuovo, ancora niente. Improvvisamente una mano gli mise un accendino con una fiamma danzante davanti agli occhi. Daryl guardò l'uomo che gli stava offrendo quella luce e poi spostò la sigaretta che teneva stretta tra le labbra all'interno del bagliore di quella fiamma. Aspirò con forza quel primo tiro. ''Grazie'', disse rivolto all'uomo, e quella parola fu accompagnata da una nuvola di fumo che uscì fuori dalla sua bocca.

''Nessun problema'', tuonò il buon samaritano, il tono di voce profondo completò perfettamente la figura di quell'uomo di colore con le spalle larghe e la testa rasata.

Gli occhi di Daryl guizzarono attorno al bar rumoroso popolato sopratutto da uomini mentre aspirava profondamente dalla sua sigaretta e si appoggiava al muro, incrociando le gambe una davanti all'altra. Zoticoni e motociclisti a perdita d'occhio. Merle era nel suo elemento naturale. Il fratello di Daryl era dentro quel bar, e si comportava in maniera rozza e sgradevole, e questo era il motivo per il quale Daryl aveva deciso di allontanarsi ad osservare la scena vicino ad una delle finestre, uno spettatore esterno. Proprio come piaceva a lui. Merle aveva preso una botta di qualche merdata prima di entrare là dentro ed era già parecchio su di giri ancora prima di ordinare il suo primo giro di whisky. Daryl sapeva già come sarebbe andata a finire quella serata. La sua unica speranza di poter passare una notte più o meno tranquilla si sarebbe realizzata nel caso in cui Merle avesse deciso di perdere i sensi a un certo punto. Purtroppo, suo fratello sveniva molto raramente. Daryl raccolse la bottiglia mezza vuota di birra e cercò di nascondere il suo dispiacere per la scena che si stava consumando di fronte a lui.

''Non ti ho mai visto da queste parti prima d'ora'', commentò l'uomo di colore, che se ne stava appoggiato al muro accanto a Daryl, fumandosi una sigaretta a sua volta.

''Sono solo di passaggio'', dichiarò Daryl mantenendosi vago. Erano sempre di passaggio. Lui e Merle non sarebbero mai potuti restare a lungo in nessun posto. Il più anziano dei fratelli Dixon avrebbe fatto in modo che questo accadesse ogni volta.

''Ho visto te e quell'altro ragazzo correre su delle Triumph''.

''Si''.

''Ne ho aggiustato una tempo fa, merda..quei motori''.

Daryl inclinò la testa. ''Si, Merle ha lavorato sopra la sua per quasi un anno prima di riuscire a capire come fare''.

''E' un pensiero che dà soddisfazione, fare i conti con i loro capricci''.

Lo sguardo di Daryl scivolò verso Merle che sembrava essere in una qualche sorta di gara di bevute al bancone adesso. ''Merle non è mai soddisfatto''.

''Alcune persone non lo saranno mai'', concordò l'uomo saggiamente. Guardò Daryl. ''Lamont'', offrì presentandosi.

''Daryl''.

Fecero un lieve cenno con la testa, riconoscendosi l'un l'altro in quel modo silenzioso che non necessitava di un sacco di belle parole.

''Dove pensate di andare dopo?''.

Daryl si strinse nella spalle. ''Non lo so, penso che sarà Merle a decidere, credo''.

Lamont inarcò un sopracciglio. ''E la tua opinione non conta?''.

''Non ne ho nessuna'', disse Daryl freddamente. ''Non è la stessa cosa''.

''No..'', concordò Lamont, guardandolo di sottecchi. ''Suppongo che non lo sia''.

L'improvvisa esplosione di un applauso molto rumoroso catturò però la loro attenzione. Merle teneva sollevato trionfalmente in una mano un bicchiere vuoto, un sorriso enorme stampato sulla sua faccia. ''Che te ne pare, ragazzino?'' cinguettò.

Il grosso omone nero ben piazzato che stava seduto accanto a lui gli rivolse uno sguardo sprezzante e bevve il suo bicchiere di whisky sbattendolo infine sul bancone seguito da uno scroscio di applausi ancora più forte e rumoroso. ''Vuoi provare a tenere il passo, vecchio?'' disse a Merle sorridendo. ''O vuoi solamente che qualcuno ti infili nel tuo letto sano e salvo e ti rimbocchi le coperte?''

''La tua mamma lo fa ancora?'' gettò indietro Merle con un tono di finta dolcezza e ci fu uno scoppio di risate rauche, anche se l'avversario di Merle non pareva essere molto impressionato.

Daryl fece una smorfia e poi distolse lo sguardo. Sarebbe andata a finire molto male. C'era sempre un momento preciso durante la notte nel quale un limite veniva tracciato e a Merle non sarebbe bastato limitarsi a superarlo e basta, ma anzi avrebbe goduto a danzarci sopra. Gli occhi di Daryl scivolarono in lungo e in largo all'interno della stanza, alla ricerca di una via di fuga.

''A tuo fratello sembra piacere molto vivere nel pericolo'', commentò Lamont seccamente. ''Elwood non è noto per il suo senso dell'umorismo''.

''Già'', mormorò Daryl. ''Per Merle è un vero e proprio talento''. Riusciva a sentire su di lui lo sguardo incuriosito di Lamont.

''Sei sicuro del fatto che voi due siate fratelli?''.

Daryl fece un sorriso privo di umorismo. ''E' quello che ci ha sempre detto la nostra vecchia''.

Lamont annuì lentamente con la testa. ''Allora..Te la cavi bene con i motori, o è solo tuo fratello?''.

''So perfettamente come muovermi di fronte a quella roba''.

''Ho un garage giù in città, niente di grandioso, sto cercando un meccanico.. Uno che non abbia la testa infilata su per il culo''. Lamont fece una smorfia. ''Da queste parti sono molto più difficili da trovare di quanto si possa immaginare''.

Daryl aggrottò la fronte. ''Mi stai offrendo un lavoro?''.

Lamont inclinò la testa. ''Solo se lo stai cercando''.

''Tu non sai un cazzo di me'', sottolineò Daryl, cercando di nascondere la sua sorpresa. ''Come fai a sapere che non ho la testa infilata su per il culo?''.

Lamont guardò là verso dove Merle era intento a schernire alcuni degli spettatori. ''La sindrome retto-facciale tende a manifestarsi in un solo fratello, mai in entrambi'', disse con amaro divertimento. ''La natura ha un modo tutto suo di mantenere l'equilibrio''.

Daryl cercò di non sorridere alla frecciatina che l'altro uomo aveva appena rivolto a Merle.

''Inoltre, ero un cecchino nei Marines'', continuò affabilmente Lamont. ''Sono bravo a soppesare le persone abbastanza velocemente''.

''Eri nei Marines?'', Daryl guardò quell'uomo in perfetta forma fisica e poté immaginarlo.

''Già, in pensione da quel giorno in cui ho deciso di andare a pisciare in quello che si rivelò essere un campo minato''. Lamont si chinò per battere le nocche sulla gamba sinistra che produsse un rumore sordo. Sollevò la gamba del pantalone fino a rivelare una protesi.

Daryl osservò la vecchia protesi di legno. ''E' proprio vecchia scuola, amico''.

''Già, non riuscivo a immaginarmici con quella merda in titanio addosso, così ho finito per optare per una protesi del vecchio tipo''.

''E' una vera e propria cagna'', commentò Daryl.

Lamont alzò le spalle in una scrollata. ''Si, lo so, il lato positivo è che avrò sempre a disposizione della legna''.

I due uomini incrociarono gli sguardi ed entrambi sorrisero prima di scoppiare in una vera e propria risata. Daryl non poté fare a meno di rilassarsi un poco grazie alla compagnia di quell'uomo brillante.

''Allora, sei interessato?''.

Daryl lanciò uno sguardo incerto verso Merle. ''Non lo so..forse''.

''Si, beh, credo proprio che voi due non andrete molto lontano stanotte visto tutto quello che sta buttando giù tuo fratello''.

Daryl fece una smorfia mentre guardava in direzione di Merle dove la concorrenza si stava facendo sempre più intensa di minuto in minuto.

''Avete un posto dove stare per questa notte?'' lo interrogò Lamont. ''Tuo fratello avrà bisogno di farsi una bella dormita''.

''Abbiamo preso una stanza in quell'hotel appena fuori dall'autostrada. Quello con i dadi nell'insegna''.

Lamont fece un breve cenno con il capo. ''Il dado fortunato. E' un buco di merda. Dovrebbero essere loro a pagarti per il fatto che hai deciso di dormire lì'.

''Ho dormito in posti peggiori'', disse Daryl filosoficamente.

''Basta che eviti di mangiare la colazione gratuita. Esci fuori e sbattiti le palle contro una porta, sarà molto più piacevole e meno propenso a lasciarti con danni fisici permanenti''.

Le labbra di Daryl si piegarono. ''Come si può fare casino con un paio di uova strapazzate?''.

''Oh beh..Ci vuole un talento grezzo e un odio generale per qualsiasi tipo di persona e di norma igienico-sanitaria'', disse Lamont sardonico.

Improvvisamente il silenzio fu rotto dal rumore di un bicchiere di vetro che andava in frantumi e la testa di Daryl scattò, il suo corpo era già carico di tensione.

 Merle adesso se ne stava in piedi, faccia a faccia contro la figura incombente di Edwood, senza essere affatto turbato dalla stazza dell'altro uomo. ''Immagino proprio che tu non sappia come si faccia ad accettare una sconfitta sportivamente'', lo schernì. ''Suppongo che non potessi aspettarmi altro da uno sporco negro''.

Daryl arrossì in viso quando l'innato razzismo di Merle portò fuori improvvisamente la sua brutta testa. Non riusciva più a guardare Lamont, era troppo in imbarazzo per via di suo fratello e l'unica cosa che desiderava era quella di allontanarsi il più possibile da quel posto e dall'ignoranza di Merle. Odiava quando il fratello portava fuori questa merda. Anche Lamont si era messo in piedi a sua volta e Daryl poté sentirlo irrigidirsi affianco a lui.

''Come mi hai chiamato?'' chiese Elwood indignato. I suoi amici erano raggruppati dietro di lui, uomini di colore dallo sguardo rabbioso, che lo stavano fulminando con lo sguardo. Nel frattempo, Merle aveva portato dalla sua parte alcuni sostenitori, per lo più motociclisti che si erano appena dimenticati del loro drink e stavano prendendo ad accumularsi alle spalle del fratello di Daryl.

Il barista aveva tutto il diritto di avere quell'espressione preoccupata. Lo sfortunato uomo sollevò una mano. ''Andiamo, ragazzi, perché non prendete tutti un bel respiro e ci pensate su un attimo?''. Avrebbe anche potuto tacere tanta fu l'attenzione che riuscì a guadagnarsi con quelle parole.

Merle continuò a stuzzicare l'orso, sostenendo lo sguardo di Elwood senza battere ciglio. ''Sei forse frutto di un incesto, ragazzino?Come i tuoi genitori, tuo fratello e tua sorella? E' per questo che non ci senti bene? Ho sentito dire che a voi negri piace tenere tutto in famiglia. Beh adesso ne ho avuto la conferm..-'' , Merle non riuscì a finire la frase quando improvvisamente Elwood si gettò sopra di lui, facendolo schiantare a terra. Ora tutto il bar stava per sfociare in una guerra totale.

''Cazzo'', sputò fuori Daryl quando accadde l'inevitabile. Fece quello che doveva fare e corse in quel mare di corpi ammucchiati per dare una mano a suo fratello.

Merle si era già tirato su e stava facendo a pugni con Elwood, i due uomini iniziarono velocemente a farsi sanguinare a vicenda mentre entrambe le parti cercavano di separarli l'uno dalle grinfie dell'altro. Pugni, bottiglie e sedie volavano dappertutto mentre Daryl si faceva strada attraverso la folla di uomini in guerra per arrivare a suo fratello. Non sapeva dove fosse andato a finire Lamont ora, probabilmente aveva già messo abbastanza distanza tra sé e quei bifolchi ignoranti e Daryl non poteva biasimarlo. Merle stava egregiamente tenendo testa ad Elwood e tutti i nuovi arrivati mentre lo guardava rompere una stecca da biliardo sopra la testa di qualche ragazzino facendolo cascare a terra come una pietra. Sia Merle che Elwood erano pesti e sanguinanti ma si rifiutarono di mollare e si prepararono a scagliarsi nuovamente l'uno contro l'altro. Daryl si mise tra Merle e il suo avversario. ''Ce ne andiamo!'' urlò forte per sovrastare il frastuono di quella rissa da bar.

''Ma la festa è appena iniziata, fratellino'', disse Merle con voce impastata, il suo sorriso ubriaco ingessato sul suo volto tutto livido e sanguinante.

Elwood allungò il braccio per afferrare Merle ma Daryl gli spinse via il gomito sbilanciandolo poi lo afferrò con una presa sotto il mento spingendolo via e facendolo schiantare sul pavimento. Questo non andò affatto bene ai suoi amici, che ora avevano aggiunto un altro obiettivo alla loro lista. Con un sacco di fatica e con un altra serie più pugni, Daryl in qualche modo riuscì a trascinare Merle fuori dal bar che ormai era scoppiato in una vera e propria rissa da ubriaconi in stile Saloon. Sgusciarono fuori da una porta laterale nella mite aria serale, Merle riusciva a malapena a tenersi in piedi.

''Whooo, fratellino..'' cinguettò mentre si appoggiava pesantemente su Daryl, il braccio attorno al suo collo, ''Gliele abbiamo suonate, non è vero?''

''Si'', disse Daryl infastidito mentre cercava praticamente di trascinare Merle di peso lontano da quel bar, ''Lo abbiamo fatto''. Si guardò alle spalle verso la porta sul retro dalla quale erano usciti, preoccupato del fatto che da un momento all'altro qualcuno avrebbe finito con l'inseguirli fuori spostando la rissa in strada. Daryl aggrottava la fronte mentre trascinava Merle verso la sua moto. Si sarebbe rivelato un inferno riuscire a far salire suo fratello, completamente ubriaco, e probabilmente con una lieve commozione cerebrale sul retro della sua moto, ma doveva almeno provarci. ''Andiamo'', sputò fuori quando Merle non sembrò offrirgli alcun aiuto, ''Dobbiamo andarcene da qui''.

''Io voglio..voglio un altro drink'', balbettò Merle. ''Non ho ancora finito di bere''.

''Si che hai finito'', dichiarò Daryl cupamente mentre cercava di portare entrambi sulla sua moto il più velocemente possibile.Era quasi a metà strada quando un camioncino si fermò di fronte a loro, bloccando loro il passo. Daryl si tese, era pronto a combattere per una via di fuga da quest'ultimo sviluppo sia per sé stesso che per Merle, quando un volto familiare spuntò fuori dal finestrino dal lato del conducente.

''Voi due fareste meglio a portare il vostro culo a bordo prima che qualcuno si accorga della vostra assenza''.

Daryl sentì un ondata di sollievo nel rivedere Lamont e nel sentire la sua offerta di aiuto. Tirò su Merle fino a trascinarlo dal lato del passeggero. ''Forza'', esortò suo fratello, ''Ci siamo procurati un passaggio''.

''Guido io!!'' annunciò un Merle completamente andato.

''Certo che si, ragazzo'', disse Lamont beffardo mentre afferrava Merle per la collottola della camicia contribuendo ad aiutare Daryl a caricarlo sul sedile anteriore del pick-up dove prontamente Merle perse i sensi.

Daryl saltò su svelto dopo di lui e sbatté la portiera chiudendola mentre Lamont sgattaiolava fuori dai parcheggi del bar. ''Grazie'', disse un Daryl ancora ansimante, guardando nello specchietto retrovisore per accertarsi che nessuno li stesse seguendo.

''Per questa notte ho finito di bere'', disse Lamont con tranquillità. ''L'atmosfera di quel posto può scaldarsi piuttosto facilmente''.

''Specialmente quando dei bifolchi stupidi come la merda decidono di iniziare a dare spettacolo''. Daryl, scuro in volto, lanciò uno sguardo arrabbiato a un noncurante Merle che se ne stava felicemente incosciente.

''Già, beh, non puoi andare in un posto che si chiama ''Sangue, Sudore e Birre'' e aspettarti di intraprendere una scalata al successo''

''E più probabile che finirai con il rompere quella scala sulla testa di qualcuno'', mormorò Daryl.

Lamont si mise a sorridere. ''Anche sul per il culo''.

Daryl si ritrovò stranamente a sorridere a quel pensiero e non passò molto tempo prima che Lamont arrivò fuori dallo squallido hotel in cui lui e Merle alloggiavano.

Lamont guardò Daryl saltare fuori dalla macchina e andare a tirare fuori Merle. ''Hai bisogno di una mano?''

Daryl riuscì a gettarsi Merle sulla spalla e a raddrizzarsi. ''Nah, sono a posto. Ho fatto un sacco di pratica''.

''Lo credo bene''.

Daryl riuscì a fare un sorriso imbarazzato. ''Ah.. grazie per il tuo aiuto'', disse rigidamente.

''Nessun problema, amico''.

Daryl non capiva perché Lamont li avesse aiutati e anche molto tempo dopo aver gettato Merle sul suo letto per lasciarlo dormire e fargli passare la sbronza ed essere rientrato dalla sua passeggiata solitaria, ne era ancora all'oscuro. Il mattino dopo Merle era ancora un ammasso immobile sul letto che puzzava di whisky e fumo quando Daryl uscì fuori dalla porta anteriore della loro camera d'albergo per farsi una fumata. Mentre si accendeva la prima sigaretta della giornata e ignorava la pelle strappata e sanguinante sulle sue nocche, Lamont spuntò fuori con il suo pick-up. Nella parte posteriore della vettura c'erano la sua moto e quella di Merle. Gli occhi di Daryl si spalancarono per la sorpresa mentre si avviava verso Lamont per salutarlo. ''Ci hai portato le nostre moto?''.

Lamont scese dalla macchina e girò attorno alla vettura per raggiungere il retro, là dove le moto erano state assicurate. ''E' una gran bella camminata da farsi a piedi da qui al bar e non mi pare che sia una buona idea per nessuno di voi far rivedere in giro le vostre facce al momento. Elwood e i suoi ragazzi sono ancora assetati di sangue''. Lanciò un'occhiata alle spalle di Daryl verso la loro stanza. ''La bella addormentata sta ancora aspettando l'arrivo del suo principe?''.

Daryl emise un grugnito. ''Quello che mi fa incazzare è che al suo risveglio quello che avrà ricavato non sarà molto più dei postumi di una sbornia''

''La sua faccia non sentirà tutto quel divertimento però'', commentò Lamont mentre aiutava Daryl a scaricare le moto. ''Elwood ha mandato a segno un bel po di pugni''.

''Merle avrebbe potuto fare di peggio''. Era solamente il modo in cui era suo fratello.

''Già..'' disse Lamont piano mentre richiudeva il vano del suo pick-up. ''Quel ragazzo a cui tuo fratello ha dato un colpo di stecca, il suo nome è Farley, ha appena compiuto 21 anni. E' finito all'ospedale. Ha subito delle gravi lesioni cerebrali. I dottori pensano che non sarà mai più in grado di camminare bene''.

Daryl distolse lo sguardo, non avrebbe mai voluto sentire tutto questo.

''E' un vero peccato. Farley era appena stato accettato nell'esercito. Era davvero felice, voleva vedere il mondo. Immagino che ora andrà diversamente''.

Daryl si sforzò per costringersi ad incrociare lo sguardo costante di Lamont, ma poi non riuscì a reggerlo e riprese a fissare l'asfalto.

Lamont si appoggiò al suo pick-up, con voce calma. ''Che cosa stai facendo qui, Daryl?''.

Daryl alzò gli occhi e aggrottò la fronte. ''Che cosa intendi?''.

Lamont fece un cenno con la testa di lato per indicare la camera d'albergo alle sue spalle. ''Quel tuo fratello, non è un bene per te''.

L'espressione di Daryl si oscurò. ''Lui è mio fratello, punto''.

''Vuoi la verità?'', disse Lamont con sicurezza . ''Tutto quello che è, è un cane rabbioso, che ringhia contro tutto e tutti''.

Daryl si irrigidì all'analogia, indurendo la mascella.

''La cosa più gentile che puoi fare per una creatura del genere e mettere fine alle sue sofferenze''.

Gli occhi di Daryl si socchiusero minacciosamente. ''Mi stai suggerendo di uccidere mio fratello? Che razza di consiglio di merda sarebbe questo?''.

''Io non ti sto suggerendo di ucciderlo'', disse Lamont con dolcezza.

''E allora che cosa intendevi dire?'' gli chiese Daryl con rabbia.

''Ti sto dicendo di smettere di fingere di poterlo salvare''.

Le parole di Lamont attraversarono Daryl come lame. ''Tu non sai un cazzo su di me e su Merle''.

''So solo quello che vedo'', disse Lamont semplicemente. ''Tu mi piaci, Daryl. Penso che tu meriti di più di una vita del genere. Merle ti sta solo trattenendo. Forse continui a pensare che ci sia una sorta di cura per lui, ma non esiste. Merle è Merle, anche un cieco può vederlo. Sarà sempre quel cane rabbioso con la bava schiumante alla bocca e il fatto che tu continui a fingere che le cose non stiano così non aiuta nessuno, men che meno tuo fratello''.

Daryl non sapeva che cosa rispondere. ''Merle è mio fratello. La mia famiglia''.

L'espressione di Lamont era seria. ''Allora comportati da fratello e aiutalo a mettere fine alle sue sofferenze prima che sia lui a farlo con te. Sali su quella moto, vattene via e non voltarti indietro''.

Una parte di Daryl avrebbe voluto fare proprio questo, ma ancora prima di parlare, Daryl sapeva che non sarebbe mai accaduto. ''Non posso..'', disse con voce roca, ''Dobbiamo restare uniti. E' quello che fanno i fratelli''. Il mantra di Merle si era radicato in profondità nella sua anima.

Lo sguardo di Lamont era uno di silenziosa comprensione. ''Tuo fratello non vuole essere salvato, Daryl. Un giorno dovrai fare i conti con questa realtà, che ti piaccia o meno''.




oooooOOOOooooo



Daryl scosse la testa, cercando di cancellare il ricordo sgradito di una diversa conversazione in un diverso mondo con uno sconosciuto che avrebbe voluto risparmiargli il futuro che aveva previsto per lui. Lui e Merle avevano fatto i bagagli e si erano allontanati da quella città più tardi quello stesso giorno, ma Daryl non era mai riuscito a dimenticare le parole di Lamont, non importava quanto si fosse sforzato. Avevano indugiato nella parte posteriore del suo cervello, come la minaccia di una profezia in attesa di compiersi e quell'attesa era giunta al termine adesso. Il mondo era cambiato, ma Merle no. Daryl non aveva voluto affrontare allora quello che suo fratello era veramente, dannazione, non lo voleva nemmeno ora, ma non aveva più una scelta. Daryl sarebbe morto pur di proteggere Merle dalle altre persone, senza esitazione. Ma per proteggerlo da sé stesso .. non c'era modo di proteggere suo fratello dalle sue stesse tendenze autodistruttive. E la verità è che non c'era mai stato un modo. Lamont aveva ragione fin dall'inizio, proprio come Daryl aveva temuto e si era rifiutato di credere al tempo. Alcune gelide gocce di pioggia lo colpirono sulle spalle e Daryl guardò in alto verso il cielo, ad osservare le nuvole basse e pesanti e il sinistro colore nero/verdastro. ''La pioggia è davanti a noi''.

''Cancellerà tutte le tracce'', si agitò Glenn. Guardò Daryl per una conferma. ''Giusto?''.

''Non importa'', disse Daryl laconico. ''So dov'è diretto Merle''. O se non altro ne era abbastanza certo.

''Allora faremo meglio a darci una mossa'', disse Rick rapidamente. ''Prima che si scateni l'inferno''.

Daryl non sapeva se Rick stesse parlando del tempo o di quello che aveva intenzione di fare Merle, ma non aveva importanza, in entrambi i casi dovevano andare avanti. Era finalmente arrivato il momento di liberarsi di Merle e della presa che aveva su di lui, ma il pensiero non era certo il benvenuto. Invece al suo posto un profondo dolore prese dimora nel petto di Daryl che accettò tristemente che non stava più dando la caccia a suo fratello, ma piuttosto a un cane rabbioso. Era il momento di fare quello che doveva fare ed era il momento di liberarli tutti.

Questo momento doveva arrivare per il bene di tutti loro.




oooooOOOOooooo




Carol guardò Merle con sospetto quando si strappò un lembo della sua maglietta. ''E' tutto qui?'', si guardò intorno alla grotta nella quale si trovavano ora. Lei e Carl erano stati legati con le mani dietro la schiena e appoggiati contro la parete di fondo della cava. ''Il tuo grandioso piano era quello di portarci indietro nel tuo nascondiglio?''. Carol guardò i resti di un fuoco e la bottiglia mezza piena di un liquido chiaro che stava lì accanto. Era ovvio che Merle era già stato qui in precedenza e forse anche Daryl. I resti del falò sembravano recenti.

Merle sbuffò divertito. ''Mi fai sembrare un super cattivo con questa stronzata del nascondiglio''.

''Non ti definirei mai super'', specificò Carol. ''Al massimo mediocre''.

Merle afferrò la bottiglia di quello che Carol presumeva fosse alcool. ''Ma sono io il cattivo di questa storia. E' questo quello che pensi, vero?''.

''Tu ci hai rapiti e hai colpito Carol'', sbottò Carl, unendosi alla discussione ora. ''Non sei un eroe, Merle''.

Merle imbevette il pezzo di stoffa ricavato dalla sua maglietta con il liquido della bottiglia e si strinse nelle spalle, apparentemente indifferente alla critica. ''Forse sono solo frainteso''.

''O forse ti ho capito perfettamente'', gli gettò indietro Carol.

Merle si inginocchiò accanto a lei. ''Pensi di aver capito tutto di me, donna? E' questo che pensi?''. Sollevò la mano nella quale stringeva il panno verso le sue labbra e Carol tirò indietro la testa.

''Lasciala stare!'' gridò Carl, scalciando nella sua direzione.

Merle evitò con estrema facilità l'attacco. ''Calmati, ragazzo. Sto solo cercando di ripulirla''. Lui la guardò e inarcò un sopracciglio mentre teneva in mano il panno umido. ''Non è necessario che l'odore del tuo sangue attiri quelle cose quando ci troveremo di nuovo là fuori''. Merle allungò la mano e pulì accuratamente la scia di sangue che aveva macchiato le labbra e il mento di Carol. L'odore forte del liquore assalì il suo olfatto mentre lasciava che Merle la ripulisse. Lui era intento sul compito a portata di mano. ''Non ho mai picchiato una donna'', la informò. ''Non di regola ad ogni modo''.

''No certo, a meno che non lo meritasse davvero'', rispose Carol freddamente. ''Non è così che vanno normalmente le cose?''.

''Ho perso il controllo'', disse Merle semplicemente. ''Non sono fiero di averlo fatto''.

''E' questo il tuo più grande problema, Merle''. Carol catturò il suo sguardo e lo sostenne senza battere ciglio adesso che si trovavano così vicini. ''Pensare che tu abbia mai avuto alcun tipo di controllo, tanto per cominciare''.

''Lo ho più di chiunque altro in questo momento'', ribatté lui. ''State tutti ballando la mia canzone adesso, signorina''.

''Sei un manipolatore'', lo accusò Carol aspramente. ''Non è la stessa cosa''.

Merle era indifferente. ''Io preferisco il termine ''Ingegnere degli eventi'' '' replicò impassibile mentre finiva la sua pulizia poi andò a sedersi contro la parete opposta.

Carol alzò gli occhi. ''Certo che si. Sai, per un uomo che si vanta di sapere come vanno veramente le cose, sicuramente dovrai ripeterti di continuo un sacco di stronzate. Ti nascondi dietro termini e giustificazioni che servono solo al tuo scopo''.

''Beh, merda'', disse Merle con voce strascicata, ''Non è quello che fanno tutti?''. Si grattò il petto distrattamente. ''Ma posso dirti questo, non perderò un briciolo di sonno pensando a come andranno a finire le cose, perché io sono nel giusto in tutto questo''.

''Una coscienza pulita e cristallina, e questo che sei, giusto Merle?''. Carol si guardò intorno nella grotta. ''A me sembra che tu stia per avere questo pacifico riposino in una prigione che hai costruito con le tue stesse mani. Sai di aver creato una brutta situazione. Hai messo Daryl in una posizione orribile e mi stai dicendo che sei ok con tutto questo?''.

''Siamo fratelli'', le offrì Merle. ''Siamo legati molto più profondamente di quanto voi possiate mai immaginare. E' questo che ci salverà tutti alla fine. Daryl farà la scelta giusta per me, così come io farò la scelta giusta per lui. E' nel nostro sangue''.

Carol e Carl si scambiarono un occhiata confusa e poi lei riprese a parlare con Merle. ''C'è qualcosa all'interno di questa incomprensibile retorica che dovrebbe avere senso per noi?''

''Non capiresti mai'', disse Merle sprezzante. ''Tu non hai mai condiviso niente di quello che io e Daryl abbiamo condiviso e non lo farai mai''.

''Tu pensi sempre prima a te stesso e a Daryl per ultimo e vuoi che io mi senta in soggezione di fronte al vostro amore fraterno?'' disse Carol bruscamente. ''Questo non succederà mai, Merle''.

Merle aggrottò la fronte. ''Mi sono stancato di te e del fatto che pretendi di sapere cose che io non so''.

''Hai passato tutta la tua vita a rifugiarti nelle droghe e nell'alcool o semplicemente a scappare'', disse Carol, senza tirarsi indietro. ''Questa è la prima volta che non hai avuto l'opportunità di lasciarti offuscare la mente e di impedirti di pensare al chi sei realmente e alle conseguenze delle tue azioni''. Annuì verso la bottiglia che stava poggiata a terra accanto al ginocchio di Merle. ''Quando finirai di scolarti quella bottiglia di liquore poi sarai da solo, Merle. Quello che sei veramente tornerà a casa a cercarti e non ci sarà niente e nessuno che impedirà a questo di accadere. Non hai mai dovuto fare i conti con le tue scelte prima d'ora. Hai fatto credere a te stesso le giustificazioni per le tue azioni e non hai mai pensato una sola volta a come queste potessero influenzare l'unica persona al mondo che ti ama più di qualsiasi altra cosa''.

''Zitta'', ringhiò Merle. ''Chiudi quella cazzo di bocca''.

''Posso anche smettere di parlare'', disse Carol imperterrita, ''Ma questo non cambierà la verità. Tu dici di essere nel giusto in tutto questo, ma chi stai cercando di convincere?''.

''Sto lottando per mio fratello'', sputò fuori Merle. ''Questo è amore''.

''Questa è paura'' replicò lei.

Merle sbuffò sprezzante. ''Io non ho affatto paura''.

''Se non l'avessi avuta, io e Carl non saremo seduti qui adesso''.

Merle digrignò i denti all'implacabile botta e risposta di Carol. Il suo continuo abbaiare gli stava facendo venire un gran mal di testa. ''Hai passato l'ultimo decennio lasciando che un uomo ti prendesse a botte su base regolare'', disse Merle maliziosamente. ''Perché dovrei prestare attenzione ad una sola delle cose che dici?''.

L'espressione di Carol era spaventosamente seria quando gli rispose, con voce calma ma piena di convinzione. ''Perché so che cosa si prova a essere ferita più e più volte per mano della persona che giura di amarti di più al mondo e che dovrebbe prendersi cura di te''. Carol fece un respiro profondo. ''E poi pensare che sia tutta colpa tua''. Sollevò il mento con fierezza in segno di sfida. ''Mi ci è voluto molto tempo per riuscire a capire la verità, Merle, e adesso che ci sono riuscita, è tutto quello che riesco a vedere e non posso fingere il contrario''.

Merle rimase ad osservarla, vedendo in lei quell'ardua vittoria, quell'inflessibile forza negli occhi della donna. Per la prima volta, si permise di sentire la paura contro la quale aveva combattuto così duramente per tutti questi anni. ''Basta parlare'', disse con voce roca. ''Abbiamo finito di parlare''. Merle si voltò per guardare fuori dall'ingresso della grotta ma riusciva ancora a percepire lo sguardo di Carol su di lui, anche se stava diligentemente evitando di proposito sia lei che il suo sguardo che gli stava dando i brividi ...



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Capitolo 37
*** Capitolo 38 ***


Echi capitolo 38 Capitolo 38


E dopo una lunga attesa fatta di sofferenze offerte gentilmente da questa sesta stagione appena conclusa e da Scott Gimple mi sono finalmente decisa a riprendere la traduzione di questa fan fiction.. Mi scuso per non aver avuto la forza di riprendere prima e avervi fatto attendere ma ho sentito il bisogno di dovermi prendere una pausa. Ho già tradotto alcuni capitoli successivi a questo e piano piano vedrò di postarli..se siete ancora interessati. Grazie per tutti i commenti che avete lasciato finora, per me è un piacere immenso leggerli. E grazie anche a tutti i lettori silenziosi.. CARYL ON.


''La vita non è in alcun obbligo di darci quello che ci aspettiamo da lei''

° Margaret Mitchell °



Merle si precipitò fuori di casa,con uno zaino sulla spalla e nient'altro addosso. Non voleva niente di più da quel miserabile figlio di puttana. Ne aveva avuto abbastanza. Merle non poteva sopportare ulteriormente di stare intorno a quel coglione nemmeno per un secondo di più. Doveva andarsene prima di rischiare di uccidere quel miserabile ubriacone altrimenti il vecchio bastardo si sarebbe fatto delle grosse risate dalla tomba a vederlo marcire in una gabbia in prigione, nell'attesa di fare la sua stessa fine.

''Merle, aspetta!''

Ignorò il grido lamentoso del suo fratellino di otto anni, continuò semplicemente a dirigersi verso la sua moto, con l'intenzione di allontanarsi da quel posto prima di aggiungere una condanna per omicidio alla sua già impressionante lista di riformatorio. Merle arrivò alla sua moto, fece in tempo ad afferrare alcuni attrezzi prima che Daryl riuscisse a raggiungerlo.

''Non te ne andare, Merle'', Daryl lo supplicò, il suo giovane volto rigato dalle lacrime.

Merle fece una smorfia nel vedere quanto il suo fratellino era sconvolto. ''Devo'', disse burbero. ''E' una cattiva idea quella di vivere sotto il suo stesso tetto''.

''Nemmeno io voglio stare qui'', disse Daryl emotivamente. ''Portami con te''.

Merle finì di assicurare lo zaino alla moto e gli rivolse uno sguardo colmo di scuse vaghe. ''Non posso, fratellino''.

Gli occhi di Daryl si spalancarono, il viso arrossato per l'emozione. ''Sarò buono, lo prometto, Merle. Farò tutto quello che mi dirai. Non sarò un fastidio, lo giuro''.

Merle distolse lo sguardo di scatto, i suoi occhi bruciavano di lacrime che non voleva lasciarsi sfuggire. Questa non era colpa di Daryl e odiava l'idea di doverlo ferire in questo modo, ma non c'erano altre opzioni. Merle si sforzò di riprendere il controllo delle sue emozioni e si voltò a guardare l'espressione affranta sul suo viso. ''Sei ancora troppo piccolo'', disse con fermezza, ''e , inoltre, la legge dice che dovresti ancora essere a scuola''.

''Non ho bisogno di imparare nient'altro, Merle'', Daryl iniziò a discutere con lui. ''Non mi lasciare qui con lui''. Il suo viso si rabbuiò. ''Mi odia''

La mascella di Merle si indurì mentre pensava al loro padre e alle cicatrici che costellavano la sua schiena, in particolare a quelle più recenti che si erano aggiunte il giorno in cui il vecchio lo aveva colpito con la fibbia della sua cintura. Quella era stata l'ultima volta in cui aveva permesso a quel violento, bastardo alcolizzato di alzare le mani su di lui. ''Non prenderla sul personale, ragazzo. Quel vecchio bastardo odia tutti''.

Il volto di Daryl gli spezzò il cuore. ''Non voglio restare qui, Merle. Non mi abbandonare''. La sua voce vacillò dolorosamente. ''Ti prego''.

La mano di Merle si strinse sulla sella della moto, cercava di farsi forza di fronte a una paura di così grossa portata. ''Non posso portarti via dalla nostra vecchia'', disse con voce roca. ''Lei ha bisogno di te''.

''La mamma non sembra nemmeno rendersi conto che io sono vivo per la maggior parte del tempo, disse Daryl miseramente.

''Si ma, quando non è sbronza, ha bisogno di sapere che tu le sei vicino'', disse Merle con ostinazione. ''Tu sei il suo preferito. Lo sei sempre stato. E lei ti ama''.

''Se mi ama, allora perché continua a bere tutto il tempo?'', chiese Daryl senza capire. ''Perché non si prende cura di me come fanno tutte le altre mamme?''

Merle scosse il volto a quella domanda. ''A volte accadono delle cose di merda, fratellino. Ad alcune persone questo accende un fuoco dentro mentre invece ad altre.. beh, semplicemente si rannicchiano in un angolo e aspettano di morire''.

Daryl emise un suono strozzato, in difficoltà. ''E quello che sta facendo la mamma? Aspetta di morire?''

''E' quello che facciamo tutti, in un modo o nell'altro'', disse Merle cupo. Guardò suo fratello negli occhi. ''Io non posso restare, fratellino. E non posso nemmeno portarti con me. Sto cercando di entrare nell'esercito o qualcosa del genere e tu sei troppo piccolo per poter venire con me''.

Calde lacrime riempirono gli occhi azzurri di Daryl. ''Allora chi si prenderà cura di me?'' chiese pietosamente.

''Devi essere tu stesso a farlo, amico. Non c'è nessun altro sul quale tu possa contare''.

Il labbro inferiore di Daryl tremava. ''Nemmeno su di te?''

Merle scoppiò in una risata che sapeva di autoironia. ''Specialmente non su di me, ragazzo''. Guardò la sua casa, sapendo che quel pezzo di merda che si faceva chiamare loro padre stava tenendo d'occhio la loro conversazione. ''Ascolta, devi solo tenerti lontano da lui, ok? Non combinare nessun casino e lui ti lascerà in pace''. Merle scosse le spalle nervosamente, trovando estremamente difficile guardare il viso di Daryl ora che era rigato dalle lacrime. ''Sarà più facile per te quando io me ne sarò andato. Il vecchio bastardo non sarà più irritato per tutto il tempo. Vedrai, andrà bene''.

Daryl afferrò un lembo della camicia di Merle e scosse la testa con violenza. ''Per favore Merle, non lasciarmi''.

Merle si accigliò alla richiesta risentita di Daryl. ''E' tempo di crescere, ragazzo. La vita è una merda e se vuoi farcela devi diventare duro''. Per un momento quasi cedette di fronte all'ovvio trauma di Daryl. ''Sai che cosa ti dico?'', disse burbero, ''Proverò a sistemarmi e poi tornerò a prenderti''.

''Quando?'' chiese Daryl con avidità. ''La prossima settimana?''.

Merle messo alle strette si agitò. ''No, ci vorrà molto di più di una settimana''.

L'espressione di Daryl cambiò. ''Oh..''

Merle posò una mano sulla spalla sottile di Daryl. ''Tu devi solo tenere duro e un giorno, quando ti affaccerai alla finestra, vedrai che il vecchio Merle è tornato a prenderti'', Sorrise, incoraggiando Daryl a fare lo stesso. ''Quel giorno i fratelli Dixon sfrecceranno via, lontano da questa città e non si guarderanno mai più indietro. Scateneremo l'inferno e nessuno ci metterà più il bastone tra le ruote. E sai perché?''.

''Perché noi siamo i fratelli Dixon?'' offrì Daryl con voce tremula.

Merle fece un cenno di approvazione. ''Esatto e niente potrà mai spezzare un legame di sangue, non a lungo, almeno. Ricordatelo, fratellino''.

''Lo farò'', disse Daryl, ancora sconvolto.

Merle gli strinse la spalla un ultima volta e poi si allontanò. Salì sulla sua moto e mise in moto. Si trascinò lontano da quella casa e non si guardò indietro perché non voleva più vedere la figura sconsolata del suo fratellino che se ne stava lì, a piangere lacrime amare mentre guardava suo fratello maggiore lasciarlo indietro . . .






Merle portò la bottiglia di whisky fino alle sue labbra, perso nei ricordi del suo passato. Pensava davvero di star facendo un favore a suo fratello nell' andarsene. Se non altro, questo era quello che aveva continuato a ripetersi a quel tempo. Le parole di quella dannata donna continuavano a tornargli in mente e adesso non riusciva più a levarsele dalla testa.

''Perché so che cosa si prova a essere ferita più e più volte per mano della persona che giura di amarti di più al mondo e che dovrebbe prendersi cura di te.E poi pensare che sia tutta colpa tua ''.

Non poteva essere davvero quello il modo in cui Daryl si sentiva nei suoi confronti, giusto? Carol stava solo cercando di trascinarlo all'interno del suo dramma emotivo. Lei non era cresciuta insieme a loro, non sapeva un cazzo di quello che avevano passato insieme. Merle non aveva mai scordato ogni minimo sgarro e torto che gli era stato fatto, li contava più e più volte dentro la sua testa. Era la prova che non poteva ritenersi responsabile per le sue azioni. La colpa era degli altri. Bevve un altro sorso dalla bottiglia, non era in grado di cancellare dalla sua mente il ricordo del giovane volto rigato di lacrime di Daryl. Forse Merle poteva essere in grado di applicare questa scusa per tutti gli altri, ma Daryl non gli aveva mai fatto del male.

Non prima d'ora comunque.

Ora che Daryl lo stava lasciando indietro per la prima volta, Merle capì veramente come ci si sentiva ad essere abbandonati da qualcuno sul quale avevi sempre contato. Certo, Daryl era andato con lui quando avevano lasciato la prigione, ma a Merle non c'era voluto tanto per realizzare che il suo cuore apparteneva a qualcun'altro adesso.Tutto ad un tratto Merle era diventato la seconda scelta di suo fratello e questo l'aveva colpito duramente. Merle sapeva di essere un inutile pezzo di merda, ma avere Daryl dalla sua parte non aveva mai fatto sembrare tutto così brutto. Adesso che suo fratello aveva un altro posto dove avrebbe preferito essere, Merle sentiva la solitudine inghiottirlo. Era per questo motivo che aveva covato questo piano idiota, in primo luogo. Seduto in quella stessa grotta la notte precedente fissando il fratello, si sentì come se stesse realmente vedendo Daryl per la prima volta e non era più quello che lui voleva che fosse, diavolo, non era più quello che lui aveva bisogno che fosse. A quel tempo sembrava quasi che il destino l'avesse istigato nel mettergli davanti Carol e Carl a quel modo, proprio quando stava proprio pensando di infliggere un po di dolore in quelle persone che pensava che avessero causato tutto questo in primo luogo.

Queste persone avevano rivoltato suo fratello contro di lui.

Merle non sapeva ancora con esattezza quello che aveva intenzione di fare per far sì che tutti quanti pagassero il prezzo per il dolore e il tradimento che stava provando, ma vedere quei due lo aveva colto alla sprovvista. Portò via il ragazzino di Rick in modo che potesse capire che cosa si prova a perdere qualcosa di così prezioso e insostituibile. Per quanto riguardava Carol, sentendo Daryl parlare di lei, Merle aveva capito che quella donna si era aperta un varco fino ad arrivare a toccare il cuore del giovane. Lo aveva colpito sentire Daryl parlare di qualcuno in modo così riverente. Si sentiva come se Carol gli avesse rubato qualcosa e Merle lo voleva indietro. Sapeva che Daryl avrebbe seguito le sue tracce con Rick al seguito, merda, contava proprio su questo. Merle sapeva che sarebbe andata in questo modo. Sapeva che doveva guardare suo fratello negli occhi e fargli compiere una scelta, una volta per tutte. Rick avrebbe certamente voluto che Daryl lo facesse fuori in modo da poter riavere il suo ragazzo. Doveva essere compito di Daryl scegliere se proteggere lui o proteggere gli altri. Era l'unico modo in cui Merle poteva capire con certezza che per suo fratello lui stava sempre al primo posto.

Agire o morire.

Era l'unico modo di vivere che Merle conosceva.







Carl mantenne un occhio prudentemente puntato su Merle, mentre continuava a sfregare freneticamente le mani dietro la sua schiena. Ce l'aveva quasi fatta, doveva solo continuare a lavorarci un pochino per riuscire a liberarsi completamente. Quando era solo un bambino all'asilo, Carl amava spaventare le bambine mostrando loro il suo strano pollice. Sua madre gli aveva detto che quel legamento era particolarmente snodato ma tutto quello che importava a Carl al periodo era il fatto che riuscisse a piegare il pollice ad un'angolazione così strana e disgustosa per poi inseguire le ragazze e spaventarle. Ora aveva scoperto un qualcosa di infinitamente più utile che riguardava questo strano talento di riuscire a piegare il dito ad un angolo innaturale senza provare nessun dolore. All'esterno la pioggia si era fatta più pesante. Carl la sentiva battere sul tetto della grotta e poteva intravvederla oltre la spalla di Merle. L'uomo se ne stava seduto all'ingresso della cava, rivolgeva loro la schiena e stava bevendo silenziosamente dalla bottiglia, qualunque cosa fosse. Gli sembrò quasi come se Merle si fosse dimenticato di loro due quando la pioggia aveva iniziato ad aumentare e questo gli andava più che bene. La stessa pioggia che sembrava aver distratto Merle aveva anche suggerito un piano per una via di fuga a Carl, mentre sedeva laggiù con Carol, legato come un tacchino nel giorno del ringraziamento, in attesa di essere servito. La spalla sinistra di Carl si stava inzuppando sempre di più a causa di un rivolo d'acqua che sgorgava dall'alto. Quando aveva iniziato ad interessarsi a quelle che all'inizio erano sembrate solo un paio di gocce, Carl aveva sollevato lo sguardo e notato un'apertura sopra di lui, leggermente più indietro. Dopo aver osservato con più attenzione, era certo che sarebbe stato in grado di passare attraverso quella stretta apertura se solo ci avesse provato abbastanza duramente.

Carl trattenne un gemito di dolore quando il cavo telefonico scivolò sopra il suo pollice, straziando le restanti dita lungo il processo, ma la stretta fu subito allentata.Scosse la mano finalmente libera e poi gettò un'altra rapida occhiata verso Merle, che stava ancora bevendo apparentemente perso nei suoi pensieri. Carl tirò fuori la mano da dietro la schiena e la allungò fino a sfiorare delicatamente la gamba di Carol. I suoi occhi si spalancarono quando vide che era riuscito a liberarsi. Carl puntò il dito indicandole il soffitto, mostrandole così  la via di fuga che aveva trovato. ''Posso uscire'', sillabò senza emettere suono, facendo attenzione che Merle non riuscisse a sentirli sopra il rumore scrosciante della pioggia. Carl si avvicinò con l'intenzione di allentare anche i cavi di Carol.

Lei scosse la testa con urgenza verso di lui. '' Non c'è tempo'', sussurrò. ''Devi andare, Carl''.

La sua espressione si rabbuiò. ''Non ti lascerò qui'', disse con fermezza.

L'espressione di Carol era determinata. ''Si, lo farai'', gli gettò indietro. ''Riuscirai a ritrovare la strada per tornare alla prigione?''.

Carl rispose con un breve cenno del capo. Aveva fatto tutto quello che Daryl gli aveva insegnato riguardo l'assicurarsi di non perdere mai la via del ritorno quando si usciva fuori a caccia. Carl era sicuro di poter trovare la strada di casa.

Lo sguardo di Carol era carico di preoccupazione. ''Allora vai'', sillabò con forza. ''Corri''.

Carl esitò, frustrato al pensiero di quella che sembrava essere la via di fuga di un codardo. Non poteva semplicemente abbandonarla. Certo, fino ad ora si era concentrato solo sul come liberarsi le mani da quelle catene , ma nella parte posteriore della sua testa, Carl pensava che sarebbe riuscito a sgattaiolare fuori da quella grotta e a sopraffare Merle. Guardò il grosso uomo e rivolse uno sguardo nostalgico alla sua pistola che spuntava fuori dalla cintura del più vecchio dei fratelli Dixon. Forse poteva riuscire ad avvicinarsi e a sfilargliela?

Carol lo esortò dandogli una spinta, sembrò quasi capire quello che gli stava passando per la testa. Scosse violentemente la testa verso di lui, la sua espressione piena di avvertimento. ''Muoviti'', sussurrò, riuscendo a essere chiara nel suo bisbiglio.

Carl aggrottò la fronte, infelice della posizione in cui si trovava.

Carol lo incoraggiò nuovamente, facendo in modo che Carl leggesse il suo labiale. ''Starò bene ma devi fare in fretta''.

Lo sguardo affranto di Carl incontrò quello tranquillamente risoluto di Carol e finalmente rinunciò. Potevano stare lì a discuterne per tutto il giorno e avrebbe finito con il perdere la sua unica occasione di fuga. Con un ultimo sguardo impotente a Carol, Carl si arrese e fece quello che lei gli aveva ordinato. Entrambi guardarono Merle per assicurarsi del fatto che non stesse ancora prestando loro attenzione e poi Carl si alzò lentamente in piedi, la schiena contro il muro e gli occhi fissi su Merle. Doveva voltarsi se voleva riuscire a raggiungere l'apertura sul tetto. Carl prese un bel respiro e si mise in punta di piedi preparandosi a fare proprio questo, voltare le spalle a Merle. Carol lo avrebbe avvertito se all'improvviso Merle si fosse girato e lo avesse visto. Facendo peso su una roccia vicina, Carl riuscì a raggiungere con la mano l'apertura nel tetto e ad aggrapparsi. Si tirò di peso, i piedi sollevati da terra mentre con l'altra mano cercava un qualcosa di solido a cui aggrapparsi sul tetto della grotta. La fredda acqua piovana scivolava giù lungo la sua mano mentre cercava alla cieca intorno a lui un qualcosa di solido a cui aggrapparsi per poter fare leva e tirarsi su fino alla via d'uscita. Carl cercò di tenere sotto controllo il suo respiro, aspettandosi in qualsiasi momento di sentire la mano di Merle addosso a lui, trascinarlo di nuovo giù in quella grotta. L'altro problema era che Carl stava andando alla cieca su ciò che lo aspettava fuori dalla grotta. Diamine, avrebbe anche potuto mettere fuori la testa da quell'apertura per poi ritrovarsi nel bel mezzo di un intero branco, da qualsiasi parte stessero andando. Carl riuscì finalmente a trovare un appiglio e lo afferrò saldamente, tirandosi su. Fu una lotta estenuante attraverso l'apertura irregolare. Dovette riuscire a trovare l'angolo giusto per riuscire a far passare prima le sue spalle ma una volta che ci riuscì, fu semplice tirare fuori il resto del suo corpo.

Carl sbatté le palpebre per scacciare la pioggia dagli occhi mentre si guardava intorno freneticamente, controllando se la via era libera. Non riusciva a scorgere nessuno zombie e non sentì nessun grido da parte di Merle, la fortuna lo stava assistendo. Carl gettò uno sguardo oltre la sua spalla giù dal punto in cui si trovava.Oltre, più sotto, si trovava l'apertura della grotta. Poteva ancora farlo, poteva provarci a dispetto degli avvertimenti di Carol. Se fosse saltato giù improvvisamente, se fosse riuscito a prendere Merle alla sprovvista, Carl sapeva che c'era una possibilità che fosse in grado di prendere l'uomo di sorpresa abbastanza da riuscire ad ottenere nuovamente la sua pistola. Una possibilità molto flebile. Una parte enorme di lui voleva provarci, non importava quanto potesse essere piccola la possibilità di avere successo, ma nella parte posteriore della sua testa Carl riusciva quasi a sentire la voce di suo padre metterlo in guardia. Carl si era sentito spesso frustrato a causa delle scelte che suo padre aveva preso in passato. Gli era sembrato che suo padre non fosse sempre stato in grado di prendere la giusta decisione, come quella di uccidere quel ragazzino, Randall, quando ne aveva avuto la possibilità. Ora, stando lì in piedi e sapendo che la vita di qualcuno poteva dipendere dalla sua scelta, Carl seppe per la prima volta che cosa si provava a stare nei panni di suo padre. La risposta non era facile. Voleva restare e voleva proteggere Carol. Sarebbe stato impossibile prevedere come avrebbe reagito Merle quando avrebbe immancabilmente scoperto che Carl era sparito, ma il ragazzo sapeva che Carol ne avrebbe dovuto affrontare le conseguenze. Ma se avesse tentato e fallito allora probabilmente avrebbe condannato tutti e due a morte. Alla fine Carl prese l'unica decisione che poteva.

Si voltò e iniziò a correre disperatamente, per poter tornare indietro alla prigione e poi raggiungere nuovamente Carol.







Carol rimase perfettamente immobile, osando a malapena a muovere un muscolo. Ogni secondo in cui Merle non si voltava era un altro secondo in più che Carl avrebbe utilizzato per la sua fuga. Carol li stava contando nella sua testa.

Cinquantotto Mississippi, cinquantanove Mississippi . . .

Teneva il conto dello scorrere del tempo in una seria infinita di sessanta secondi alla volta e tutto ciò era straziante. Per un momento Carol ebbe paura del fatto che Carl avrebbe potuto comunque provare a disarmare Merle da solo ma passarono sei minuti pieni e di Carl non vi fu alcun segno. Il pensiero fece leggermente rilassare Carol. Aveva i suoi dubbi riguardo al fatto che Merle avesse voluto intenzionalmente fare del male ad un ragazzino, ma se Carl gli fosse saltato addosso dall'alto, i riflessi dell'uomo più anziano sarebbero entrati in azione ancora prima di riuscire a capire di chi o cosa si trattasse, con quel coltello che portava legato alla sua protesi. Adesso tutto quello che Carl doveva fare era ritrovare la via di casa attraverso i boschi, in mezzo alla pioggia e cercando di evitare i vaganti. Poteva solo pregare affinché non si ritrovasse in qualche situazione che non fosse in grado di gestire. Carol aveva contato undici minuti da quando Carl era riuscito a fuggire. Qualsiasi cosa stesse pensando Merle certamente doveva avere la sua completa attenzione.

Improvvisamente Merle si mosse un po. ''Avete riposato abbastanza voi due?'' , disse rivolgendosi a lei, senza preoccuparsi di voltarsi. ''Dobbiamo darci una mossa''.

Carol cercò di tenerlo distratto. ''Pensavo che avessimo già raggiunto la nostra destinazione'', disse in risposta.

''Nah''. Merle allungò il collo per guardare il cielo. ''Stavo solo cercando di prendere una pausa da questa pioggia ma, merda, sembra proprio che questa non sia la nostra giornata fortunata''.

''Dove ci stai portando?''

Merle mando giù l'ultimo sorso di whisky. ''Vedrai''.

''Perché non possiamo restare qui?''

Merle sbuffò, sempre senza preoccuparsi di voltarsi. ''Non sono una donnicciola che cerca di riposare su qualsiasi suolo atterri''.

''Non hai risposto alla mia domanda''.

Le spalle di Merle risposero con una scrollata. ''Troppo facile. Ho intenzione di far sudare a quel ragazzo la sua cena''. Sbirciò fuori verso la pioggia. ''E questa pioggia renderà più difficile localizzarci. Il mio piccolo fratellino dovrà inventarsi qualcosa se vuole riuscire a raggiungerci''.

''E questo è il tuo piano?''. Carol lo provocò. ''Daryl e Rick riusciranno a trovarci e poi ci sarà una sorta di grande spettacolo drammatico? Come puoi pensare di uscirtene con un confronto di questo tipo? Hai spinto Daryl con le spalle al muro''.

Merle si voltò, un'espressione infastidita sul volto. ''Non ti preoccupare di quello ch-..''. Si bloccò di colpo, rendendosi subito conto del fatto che Carl non c'era più. ''Dov'è il ragazzo?'' chiese Merle severamente. Carol si limitò a fissarlo, senza rispondere. Merle si mise in piedi e si guardò attorno. Si avvicinò fino a dove Carol stava seduta, prese in mano il cavo telefonico tagliato e poi notò la fenditura nel tetto della grotta. ''Figlio di puttana!'' ringhiò incredulo.

Carol alterò lievemente la verità. ''Carl se n'è andato da almeno venti minuti. Non riuscirai mai a riprenderlo''.

Lo sguardo furioso di Merle scattò verso di lei. ''Pensi che quei morti viventi siano una scommessa più facile rispetto allo stare con me?'', sputò fuori. ''Non hai imparato niente da quello che è successo con tua figlia? Quel ragazzo finirà con il diventare un esca per zombie grazie a quello che hai appena fatto''.

''Carl non è Sophia'', disse Carol debolmente. ''E' abituato a sopravvivere e sa come farlo''.Stava lavorando duramente su questo punto per sedare le sue paure. Doveva solo continuare a ripetersi che quello che aveva appena detto era vero. Carl non era un'impotente Sophia incapace di provvedere a se stessa e scappare impaurita nei boschi. Quel ragazzo ne aveva passato troppe e aveva combattuto per sopravvivere tanto quanto tutti loro. Carl sapeva come stare in vita. Ad ogni modo la ragione della rabbia di Merle la sorprese. Pensava che si sarebbe arrabbiato perché lo avevano fregato, non che si fosse preoccupato per le sorti del figlio di un uomo che odiava.

''Che hai da guardare, stupida puttana?', sputò fuori Merle.

''Sei preoccupato per Carl''.

Merle aggrottò la fronte fissandola. ''Se quello stronzetto pensa di essere in grado di superare da solo un intero bosco pieno di vaganti, si merita quello che gli succederà. Non mi importa niente''.

''Ma è stata la prima cosa che ti è venuta in mente'', ribatté Carol, osservandolo attentamente.

Lo sguardo di Merle era feroce. ''Se stai cercando un cuore d'oro nascosto dietro questo rozzo aspetto allora sei proprio sfortunata, signorina'', ringhiò. ''Spero che venga morso e che sia Rick stesso a trovarlo e a doverlo uccidere''.

''No, non è quello che pensi''.

Merle scagliò violentemente il pezzo di cavo telefonico dall'altra parte della grotta. ''Hai intenzione di dirmi anche quello a cui sto pensando adesso?''. Era ovvio che Merle stesse cercando solo una motivazione per litigare e Carol non aveva paura di dargliela. ''Tu non sai un cazzo!''.

''Tu hai paura'', disse Carol con semplicità.

Gli occhi di Merle si spalancarono increduli. ''Paura?'', ripeté con disprezzo. ''Non sono io quello legato e impotente''.

''Ne sei sicuro?''.

Merle emise un suono gutturale di frustrazione e si lanciò addosso a Carol. L'afferrò rudemente per le spalle e la trascinò fino a metterla nuovamente in piedi. Merle l'aveva messa con le spalle al muro e se ne stava in piedi a guardarla faccia a faccia. Carol sapeva che Merle voleva farle sentire la sua imponenza e la sua forza rispetto alla sua debolezza ma non si ritrasse.

''Sei dici un altra delle tue fottute psico-stronzate ti darò qualcos'altro con il quale poter riempire quella tua boccaccia!'' le urlò contro.

Il mento di Carol si sollevò in segno di sfida. ''Qual'è il problema, Merle, per te la verità è troppo difficile da gestire?''

''Non ho nessun problema a gestire un bel niente'', le gettò indietro. ''Sei solo una vecchia frustrata che non ha avuto un vero uomo tra le sue gambe per così tanto tempo che ora è arrivata a pensare di poter ficcare il naso negli affari degli altri solo per avere qualcosa con cui tenersi impegnata''. Il viso di Merle era acceso da una rabbia che Carol conosceva fin troppo bene nel volto di un uomo. Infilò una gamba in modo aggressivo tra le sue, costringendo Carol a divaricarle. ''Forse dovrei darti una mano in proposito'', sogghignò.

Il cuore di Carol batteva all'impazzata dentro il suo petto quando i ricordi delle violenze di suo marito le bombardarono la mente ma poi una strana calma si stabilì dentro di lei. In quel momento, Carol si ritrovò ad affrontare di nuovo una di quelle cose che solitamente l'avrebbe lasciata paralizzata dalla paura. ''Pensi che io non sia mai stata violentata prima?'', lo sfidò, gli occhi azzurri duri e pieni di forza. ''Fai del tuo peggio, Merle. Non ho più paura ne di te ne di nessun altro uomo''.

Merle sembrò leggermente scioccato e sbatté le palpebre un paio di volte alla sua provocazione. ''Io non sono uno stupratore'', ringhiò, spingendosi lontano da lei.

Carol si lasciò sfuggire una risata priva di allegria. ''Divertente, mio marito avrebbe detto la stessa identica cosa''. Distolse lo sguardo brevemente. ''C'era sempre un buon motivo. Non avevo sistemato il tavolo nel modo giusto, l'avevo guardato in modo strano, non l'avevo fatto sentire abbastanza uomo. Non era mai colpa sua, sempre la mia''. Carol tornò a guardare Merle e fece in modo che lui non distogliesse lo sguardo dal suo mentre lo osservava senza battere ciglio. ''So come funziona, Merle. Ti senti impotente, quindi hai bisogno di prendere la forza da qualcun altro''.

L'espressione di Merle si oscurò ma Carol non si fece intimorire.

''Vuoi sapere la verità, Merle Dixon?''. Carol gettò al diavolo tutta la prudenza e disse semplicemente quello che aveva in mente. ''La verità è che non hai fatto altro che abusare delle persone per tutta la tua vita a partire da Daryl''.

La reazione di Merle fu esplosiva. Il suo pugno scattò all'indietro e Carol strinse gli occhi, sapendo che non c'era nessun modo di prepararsi adeguatamente per l'impatto di un pugno in pieno viso. Glielo disse l'esperienza. Sentì la forza del pugno di Merle che le fischiò accanto alla guancia destra quando le sue dita impattarono contro la parete di roccia alle sue spalle. Carol sussultò shockata e aprì gli occhi per vedere di nuovo la faccia di Merle a pochi centimetri dalla sua, il suo alito caldo sapeva dell'odore dell'alcool. Girò la testa per vedere il sangue sgocciolare dalle nocche della mano di Merle lungo il muro. Quel pugno doveva aver fatto dannatamente male, ma tutto quello che Carol riuscì a vedere nel volto di Merle era la rabbia quando si voltò a fissarlo nuovamente.

''Ho preso solo quello che mi era dovuto'', le abbaiò Merle in faccia. ''Nessuno ti darà mai quello che ti meriti a meno che tu non te lo prenda con le tue stesse mani!''.

''C'è sempre una motivazione, c'è sempre una scusa per tutte le cose crudeli che hai fatto, non è vero?'' Carol lo sfidò. Gli occhi di Merle si strinsero minacciosamente ma lei continuò ad andare avanti. ''Dici a te stesso di non essere un cattivo ragazzo, è solo che sono tutti gli altri a comportarsi da coglioni con te''. Soffocò un respiro instabile. ''E io posso capirti, davvero''.

Merle inarcò un sopracciglio incredulo. ''Mi capisci?'' disse con disprezzo.

''Hai ragione'', disse con calma, ''Ero una merda patetica che lasciava che suo marito la pestasse giorno dopo giorno''. Carol trattenne una smorfia triste. ''E sai qual'era la cosa peggiore di tutto questo? Cercavo sempre di trovare delle scuse per lui, credevo alle sue cazzate, dicevo alle persone che Ed non era poi così cattivo, dicevo che stava solo passando un periodo molto stressante e che non aveva mai avuto intenzione di fare quello che aveva fatto''. La sua espressione si fece pesante. ''E' quello che fanno le vittime degli abusi, lo sai. Cerchiamo di giustificare e di proteggere le persone che ci fanno del male. E' da malati ed è contorto ma questo è il modo in cui vanno le cose solitamente''.

Un po di quella rabbia aveva lasciato il volto di Merle e adesso lui la stava semplicemente fissando con attenzione. ''Beh, sono in un fiume di lacrime, boccuccia impertinente. Hai avuto una vita difficile, mettiti in fila''.

Carol sorrise leggermente a quella risposta. ''Non sto cercando comprensione, Merle, ma penso che tu questo lo sappia. Stavo solo mettendo in chiaro che le vittime tendono a proteggere i loro aguzzini ed è esattamente quello che stai facendo tu''.

Merle fece una smorfia. ''Di che Diavolo stai parlando? Nessuno sta abusando di me''.

''Ma lo hanno fatto e il modo in cui hai deciso di reagire a quegli abusi è stato quello di trasformarti in quest'uomo che si sta rivelando essere il peggior nemico di te stesso''. Carol poteva vedere chiaramente il dolore e la sofferenza di Merle così come riusciva a vedere le sue e quelle di Daryl. ''Sarai pure riuscito a sopravvivere agli abusi di tuo padre, ma stai comunque facendo in modo di punire te stesso al suo posto come meglio puoi''.

Merle si spinse lontano dalla parete e la fissò. ''Ti avevo detto di smetterla con tutte queste psico- stronzate del cazzo''.

''Dimmi che non è la verità'', lo incitò Carol. ''Dimmi che sei riuscito a non mandare al diavolo ogni singola cosa buona che hai incrociato lungo il tuo cammino. Dimmi che hai fatto in modo di accettare l'amore che Daryl ti ha sempre offerto liberamente, invece di andare per la tua strada e scegliere di farla pagare al maggior numero di persone per poterlo avere''. L'espressione di Carol si rattristò. ''Specialmente tu e Daryl, sarete voi due a pagare il prezzo più alto, in qualsiasi modo vada a finire''. Fece un passo verso di lui. ''Vuoi davvero questo, Merle? Vuoi che sia Daryl a dover pagare per tutti i tuoi peccati e i tuoi errori? Tuo fratello ti ha sempre e solo amato. Perché senti il bisogno di doverlo punire in questo modo?''.

''Non è questo quello che ho intenzione di fare'', disse con voce roca.

Carol approfittò del vantaggio del fatto che alcune delle sue parole avevano chiaramente toccato Merle. ''Allora provalo'', lo esortò. ''Metti fine a tutta questa follia. Possiamo tornare indietro alla prigione, trovare Daryl e Rick e sederci a parlarne''. Merle non le stava dando alcuna risposta ma Carol poteva vedere un muscolo tendersi selvaggiamente nella sua guancia mentre combatteva contro tutto quello che lei gli aveva appena detto. Fece un altro passo nella sua direzione. ''Merle, puoi mettere fine a tutto questo. Puoi iniziare a fare dei cambiamenti nella tua vita. Non devi risolvere le cose sempre allo stesso modo. Puoi scegliere''.

Merle la stava fissando adesso e a Carol parve di vedere un sentimento di tristezza modificare i suoi lineamenti. ''No, non posso'', disse scosso. ''Un uomo deve sempre finire ciò che ha iniziato, è così che saprà di essere un vero uomo'',

''Un vero uomo riesce ad ammettere di aver preso la decisione sbagliata e fa qualcosa per cambiarla'',replicò lei. ''Questa è la tua occasione, Merle. Non fare come hai sempre fatto. Fai una scelta diversa, fai la scelta giusta''.

''La scelta giusta per chi?'', chiese con amarezza. ''La scelta giusta per me o per tutti gli altri?''.

''La scelta giusta per tutti noi'', disse Carol seriamente e poi trattenne il respiro, in attesa di una risposta da parte di Merle . . .







Carl continuava a correre, costringendosi a rimettersi in piedi tutte le volte che scivolava lungo quel terreno bagnato e irregolare. Continuava ad aspettarsi che all'improvviso Merle sarebbe apparso dietro di lui o semplicemente che avrebbe sentito la sua pelle farsi a pezzi per l'impatto con un proiettile della sua stessa pistola. Mentre continuava ad accorciare la distanza che separava la cava dalla prigione, Carl iniziò a realizzare che era riuscito veramente a sfuggire da Merle. Quel pensiero sarebbe dovuto essere un pensiero felice, ma Carl non riusciva a smettere di preoccuparsi riguardo quello che Carol avrebbe potuto passare per colpa sua. Quella sua preoccupazione continuava a mandarlo avanti, anche se i suoi polmoni sembravano bruciare. Carl era riuscito ad evitare tutti i vaganti contro i quali si era imbattuto, la pioggia lo aiutava a mascherare il suo odore. Provò a saltare oltre un tronco crollato a terra ma prese male le distanze per via della pioggia che gli copriva gli occhi. Scivolò e cadde lungo disteso sopra il tronco, il suo piede sprofondò in una cavità. Cadde pesantemente a terra, lamentando un forte dolore alla caviglia mentre provava a spostarla. Si lasciò sfuggire un imprecazione per la quale sua madre lo avrebbe messo in castigo in un altro tempo e in un altro luogo. Tirando la gamba Carl provò a liberarsi ma si ritrovò in una posizione decentrata e non riusciva a rimettersi in piedi per cambiarne l'angolazione.

All'improvviso ci fu un ringhio dietro di lui e Carl si sentì gelare. Si volto per vedere una di quelle creature sbucare fuori da dietro la linea d'alberi, lo sguardo famelico puntato su di lui. Carl rinnovò rapidamente i suoi tentativi di liberarsi, torcendo freneticamente la gamba prima in un modo poi nell'altro, ma non servì a niente. Mani fredde lo afferrarono per le spalle e l'odore fetido dell'alito di quella creatura gli riempì le narici quando si chinò, pronta a prendersi un bel pezzo di questo pasto inaspettato. La mano di Carl si agitò attorno nella polvere, alla ricerca di un sasso o di un bastone con il quale difendere se stesso ma non c'era niente. Gridò per la frustrazione e per la paura quando il vagante strinse la presa su di lui e Carl passò un brevissimo istante a chiedersi se la morte sarebbe stata meno dolorosa di questa vita mentre realizzava che non c'era nessuna via di scampo per lui questa volta . . .



Note dell'autrice :

Pensavo che non sarei mai riuscita a concludere questo capitolo. Mi hai quasi uccisa!
Ho avuto un gran bel da fare ad investigare con l'emotività e ci è voluto veramente tanto da parte mia ad essere onesti. E questo non è nemmeno l'inizio. Argghh!
Ad ogni modo, spero che la mancanza di Caryl a questo punto della storia non stia diventando frustrante per voi. Prometto che non ci vorrà ancora molto perché le cose cambino.
Quello che mi piace di questo capitolo ( Nella mia testa ) è che adesso abbiamo un Daryl che cerca di psicanalizzare se stesso per risolvere le cose con Merle una volta per tutte, mentre dall'altra parte, abbiamo Merle che per la prima volta nella sua vita scava nella sua anima e inizia a riflettere. Mi piace questo concetto di cattivo tempismo, in cui se le cose fossero andate in modo diverso, si sarebbero potute evitare un sacco di sofferenze, ma ora, è inevitabile che tutto questo finirà con il portare solo più dolore a tutti i diretti interessati.
Quando si tratta di riscattare Merle tendo a pensare che questo riscatto possa avvenire in molte e diverse forme. A volta basta capire meglio una persona nella sua interezza per avere una redenzione e questo è quello che sto cercando di fare con questi capitoli. Merle è quello che è, ma scavare più a fondo nel perché e nel per come di tutto questo ti da una comprensione più ampia e ( si spera ) la compassione per il personaggio.

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Capitolo 38
*** Capitolo 39 ***


Echi capitolo 39 Capitolo 39




Carl si fece forza in attesa del morso, che non arrivò mai. Sentì un rumore sibilante passare proprio accanto al suo orecchio e poi all'improvviso il vagante lo lasciò andare cadendo mollemente al suolo. Carl guardò la creatura in stato di shock, registrando mentalmente che quest'ultima era ormai priva della testa. In realtà, la testa era rotolata a terra e stava a pochi passi da lui, lo sguardo assente rivolto verso la pioggia battente e una vaga espressione di sorpresa ancora dipinta sul volto. In piedi sopra quella testa si stagliava la figura di una donna di colore con dei lunghissimi rasta e una spada da samurai ancora grondante di sangue. Carl non sapeva se credere o meno a quello che stava vedendo mentre fissava con incredulità quello che sembrava una sorta di angelo oscuro. Il cielo tuonò sopra la testa della sconosciuta, aggiungendo ulteriore drammaticità al suo aspetto già impressionante.

I suoi occhi scuri lo scansionarono per intero, il suo viso era privo di qualsiasi espressione. ''Sei stato morso?''

Carl sbatté le palpebre quando sentì quell'apparizione rivolgergli la domanda. Cercò di ricordare come si faceva a parlare. ''Ah.. N-no''

L'espressione dell'estranea si fece sospettosa. ''Ne sei sicuro?''

Carl ebbe come l'impressione che avrebbe finito con l'incontrare presto lo stesso destino riservato al vagante se non fosse stato in grado di rispondere alla sua domanda in modo convincente. ''Sono sicuro''. Adesso che aveva recuperato la calma, Carl fu in grado di liberare il piede fuori dallo squarcio nel tronco. Si tirò su a fatica e guardò la nuova arrivata con diffidenza. ''E tu chi sei?''

Lei inarcò un sopracciglio con aria incuriosita, entrambi continuarono ad ignorare la pioggia e i tuoni, ''Chi sei tu?''

Carl aggrottò le proprie, diffidando automaticamente di tutti quelli che non conosceva. ''Devo andare''.

''Sei qui fuori da solo?''

''Perché ti interessa?''

Lei lo guardò intensamente. ''Diciamo pure che sono una persona curiosa''.

''Non ho niente da dirti'', replicò Carl.

''No, non lo hai'', accettò la straniera con indifferenza. ''Ma io ti ho appena salvato la vita''.

''Non ti ho chiesto io di farlo''.

Le labbra della donna si inclinarono leggermente verso l'alto in un sorrisino compiaciuto al comportamento di Carl. ''Michonne''.

Carl aggrottò la fronte. ''Che cosa?''.

''E' il mio nome. Mi chiamo Michonne''.

Carl esitò. ''Carl'', rispose con riluttanza.

Michonne fece un cenno con la testa in segno di riconoscimento.

Carl provò a mettere un po di peso sul suo piede e fu sollevato quando scoprì di non sentire nessun dolore. ''Devo andare''. La guardò accigliato. ''Non seguirmi''.

''Correvi piuttosto velocemente prima di cadere a terra'', commentò Michonne. ''Stai andando da qualche parte o stai scappando da qualcosa?''.

Carl tentò di tenerle testa. ''Al giorno d'oggi stai sempre scappando da qualcosa'', rispose con freddezza. Prima che potesse impedirselo, Carl gettò un rapido sguardo dietro le sue spalle . Non era ancora convinto al cento per cento che Merle non avesse intenzione di sbucare fuori da quei boschi da un momento all'altro.

Michonne seguì il suo sguardo. ''Stai aspettando qualcuno?''.

''No'', rispose Carl troppo velocemente.

Lei continuava a fissarlo con curiosità. ''Non è sicuro per un ragazzino come te stare qui fuori da solo''.

La fronte di Carl si aggrottò sulla difensiva. ''Io non sono un ragazzino e sono perfettamente in grado di prendermi cura di me stesso'', sbottò.

Michonne non disse nulla, si limitò a gettare un'occhiata casuale allo zombie che aveva appena ucciso e poi guardò nuovamente Carl.

Lui arrossì, sperando che la pioggia fosse sufficiente a nascondere il suo imbarazzo dalla sconosciuta. ''Avrei pensato a qualcosa'', mormorò, sapendo che non era vero. Proprio come lo sapeva lei.

''Andarsene in giro per i boschi senza nemmeno un'arma non è da furbi''.

La sua critica bruciò per qualche motivo e Carl sbottò senza pensare. ''Avevo una pistola prima che Merle me la portasse via'', disse bruscamente.

Per la prima il volto di Michonne registrò un qualche tipo di emozione. Fece un passo veloce in avanti. ''Merle?'' ripeté con interesse.

Carl si maledisse per la sua bocca larga. Non rispose e distolse lo sguardo.

''Conosci Merle?''

Quella domanda lo colse di sorpresa e la guardò di rimando rispondendole con cautela : ''Tu lo conosci?''.

La mano di Michonne si spostò lungo la sua gamba e Carl notò per la prima volta che il materiale dei suoi pantaloni era strappato e nel tessuto vi era ancora una vecchia macchia di sangue secco che non era stata lavata via in modo corretto.

La sua espressione era dura. ''Conosco Merle''. Lo sguardo intenso di Michonne lo paralizzò. ''E' un tuo amico?''.

Carl sbuffò. ''No. Tuo?''

''No''. Quella singola parola suonò fredda e grondante di minacce.

Per un attimo Carl ebbe effettivamente paura provando a mettersi nei panni di Merle ma poi tornò al presente.

Gli occhi di Michonne si socchiusero. ''E' lui la persona dalla quale stai scappando?''.

A Carl non piaceva il modo in cui questa affermazione lo faceva sembrare un vile codardo. ''Sto andando a cercare rinforzi''. Il suo viso si rabbuiò. ''Ha preso una mia amica''. Carl fece una smorfia, non sapeva nemmeno perché stava condividendo tutte queste informazioni con lei.

''Sai dov'è Merle adesso?''.

Sembrava che Michonne non fosse per niente interessata ai rinforzi. Carl aggrottò la fronte. ''So dove l'ho lasciato''.

''Portami da lui'', gli ordinò.

''Perché?''.

Michonne non batté ciglio. ''Ho intenzione di ucciderlo''.

''Perché?''

''Ha cercato di uccidermi. E' il mio turno di restituire il favore''.

''Perché mai avrebbe cercato di ucciderti?''

''Perché il suo capo glielo ha ordinato''. Sembrava vagamente seccata. ''E perché è uno stronzo''.

''Lo so..'', disse Carl distrattamente per poi elaborare le sue parole. ''Merle ha un capo?''

Le spalle di Michonne si mossero inquiete, tradendo la sua impazienza. ''Più a lungo stiamo qui a parlare, più grande è la possibilità che Merle decida di andarsene''. Lei gli rivolse uno sguardo tagliente. ''Portami da lui, adesso. Mi occuperò io di Merle. Non hai bisogno di altri rinforzi''.

Carl poteva anche credere a questa donna imponente ma la linea di base era che lui non la conosceva affatto. Non sapeva se tutto quello che gli aveva appena detto fosse vero o meno. Per quanto ne sapeva, Michonne poteva essere una sua alleata, in cerca di un modo per ricongiungersi a lui. E anche se non fosse stato quello il caso e il suo piano di vendetta fosse stato sincero, non c'era nessuna garanzia che Carol non si sarebbe ritrovata messa in mezzo nel fuoco incrociato di qualsiasi guerra fosse in corso tra quei due. ''No. Andrò a prendere mio padre e Daryl. Se ne occuperanno loro''.

''Daryl?''

''E' il fratello di Merle''

La mascella di Michonne si indurì. ''E' un coglione anche lui?''

''No'', rispose Carl prontamente, ''Lui è un bravo ragazzo. E' uno di noi''. Carl si maledisse di nuovo per essersi lasciato sfuggire ulteriori informazioni che non intendeva affatto condividere.

Michonne lo squadrò dall'alto verso il basso, chiaramente rimuginando su tutte queste informazioni. ''Bene'', disse brevemente. ''Troveremo la tua gente e poi andremo tutti insieme a cercare Merle''.

''Sarà mio padre a prendere le decisioni'', disse Carl con coraggio. ''E non ho bisogno del tuo aiuto''.

''Sei disarmato e questo bosco è pieno di vaganti'', motivò lei. ''Saresti un pazzo a rifiutare la protezione che ti sto offrendo''.

Carl esitò.

''Se morirai in questi boschi allora anche la tua amica morirà'', disse semplicemente Michonne. ''Merle non prende nessun prigioniero e in caso dovesse farlo..beh, la morte finirebbe per suonare come l'opzione migliore a grandi linee''.

Il cuore di Carl saltò un battito a sentire dire ad alta voce quello che lui già sapeva essere la verità. Merle poteva essere spietato e brutale se solo lo avesse voluto e Carol non sembrava propensa a cercare di rendergli le cose più semplici. Era ovvio che a Merle non andava affatto a genio il fatto che Carol dicesse tutto quello che pensava in quel modo. Si mordicchiò la carne tenera del labbro inferiore. ''Va bene'', accettò con riluttanza. ''Ma non puoi restare. Ci aiuterai a trovare Merle e poi andrai per la tua strada''.

Michonne gli rivolse uno sguardo divertito, come se un pensiero del genere l'avesse mai potuta sfiorare.






I tuoni rombavano e ruggivano sopra le loro teste mentre Carol cercava di scacciare la pioggia lontano dai suoi occhi. ''Tutto questo è ridicolo!'' gridò per sovrastare il rumore della pioggia battente. ''Dove stiamo andando, Merle?''. Per un piccolo momento, Carol aveva sperato che Merle le avrebbe dato ascolto dentro quella cava e avrebbe abbandonato i suoi piani di vendetta, ma non andò in quel modo. Aveva visto negli occhi di Merle la guerra interna che stava combattendo, ma alla fine lui aveva scelto di tornare sui suoi passi. Era dannatamente frustrante perché Carol sapeva che una parte dell'uomo non voleva che le cose andassero a finire in questo modo. Era solo troppo cocciuto e spaventato per ammetterlo.

''Vedrai'', urlò in risposta. ''Sto cercando di procurarci un luogo piccolo ed accogliente dove poterci riparare''.

Carol non riusciva nemmeno a immaginare un posto del genere visto che si trovavano nel bel mezzo del nulla. I suoi piedi inciampavano continuamente a causa del terreno fradicio, e il letto di foglie le scivolava sotto i piedi mentre cercava di mantenere l'equilibrio in quello che sembrava stesse diventando un pendio. ''E poi cosa?'' Carol lo spronò. Si stavano avvicinando a un corso d'acqua. Riusciva a sentire il rombo della corrente che si muoveva velocemente e sembrava essere in piena. Carol pregò perché Merle non si aspettasse di attraversarlo. Stava avendo abbastanza problemi a stare in piedi con le mani legate dietro alla schiena in quel modo.

''E poi aspetteremo'', disse Merle. Persino lui stava avendo difficoltà a tenere il passo contro la tempesta mentre scivolava all'indietro giù per la collina, tirando il cavo telefonico avvolto intorno ai polsi di Carol.

Lo strappo improvviso alle sue spalle le fece perdere l'equilibrio e finì con il cadere all'indietro, atterrando dolorosamente sul suo didietro. ''Ahi!'' lamentò

Merle si avvicinò rapidamente a lei, la prese per le spalle e l'aiutò a tirarsi nuovamente su. ''E' tutto apposto?''.

Carol si voltò e scattò verso di lui. ''No, non è tutto apposto!'', urlò. ''Sono legata a un idiota!''.

Le sopracciglia di Merle si inarcarono infastidite ma poco dopo lottò per riuscire a trattenere un sorriso. ''Sei di cattivo umore, boccuccia impertinente?''

Carol emise un sospiro frustrato, cercando di guardare Merle di malo modo mentre la pioggia lampeggiava incessantemente suoi suoi occhi. ''Sono completamente bagnata-''

''Faccio sempre questo effetto alle donne'', sogghignò Merle, apparentemente di buon umore tutto ad un tratto.

Carol reagì immediatamente dandogli un calcio negli stinchi.

''Merda!'' guaì Merle facendo un saltello all'indietro per poi chinarsi a massaggiarsi la gamba. ''Che diavolo ti prende, donna?''

''Ascoltami bene, Merle Dixon'', disse Carol, entrando nella modalità voce - da - mamma . ''Metterai fine a tutta questa follia e lo farai adesso!''

Merle sembrava leggermente sorpreso. ''No, non lo farò'', mormorò, suonando proprio come un adolescente ribelle.

''Finirai con il spezzare il cuore di tuo fratello e non ho nessuna intenzione di lasciartelo fare'', disse Carol con determinazione. ''Vorresti farlo scegliere tra suo fratello e le persone che lo amano e questo non è giusto. Qualunque cosa accada, Daryl finirà con il soffrire. Non puoi essere abbastanza egoista da volere questo!''

''Voglio solo rendere le cose più semplici!'', sostenne Merle con fervore. ''Un uomo deve sapere a chi rivolgere la sua lealtà. Sto solo dando a mio fratello l'opportunità di scoprire quello che conta di più per lui. Daryl starà dalla mia parte oppure no. E' semplice''

Il viso di Carol si trasformò in una maschera di inquietudine. ''Quanti anni hai, tre? Non è tutto bianco e nero in questo mondo, Merle''.

''Lo è nel mio'', disse Merle impenitente.

''Oh si'', disse Carol sarcastica. ''Infatti fino ad ora questo metodo ha funzionato alla grande per te, non è vero?''

''Sono vivo, non vedi?'' ribatté Merle.

''Merle, questa non è vita'', disse Carol con enfasi. ''Sei in piedi nel bel mezzo di un temporale, con una sola mano, circondato dai vaganti e stai pianificando un modo per fare del male all'unica persona su questo pianeta che non ha fatto altro che amarti e lo stai facendo di proposito!Spiegami come questo possa essere definito vivere!''

Merle grugnì. ''Io vivo alle mie condizioni. Nessuno mi dirà più quello che devo fare''.

''Che regola fantastica'', disse Carol beffarda. ''E' un peccato che tu non abbia intenzione di offrire la stessa possibilità a tuo fratello''.

Merle la fissò intensamente dopo quell'affermazione. ''Voglio solo rendere le cose il più chiare possibile per quel ragazzo. O ama me o ama il tuo piccolo e prezioso gruppetto. Una volta che avrà capito questo, potremmo andare tutti quanti avanti con le nostre vite''.

Carol sollevò lo sguardo al minaccioso cielo nero e ai lampi fluttuanti che lo attraversavano illuminandolo. ''Sei davvero così stupido?''. Rivolse nuovamente la sua attenzione su di lui. ''Lascia che ti spieghi come funziona l'amore, Merle''.

Merle sbuffò. ''Questa dev'essere proprio buona''.

''L'amore non è finito''. Carol inarcò un sopracciglio. ''E' necessario che usi parole più semplici?''.

''Credo di riuscire a tenere il passo'', rispose Merle sardonico.

''Non si nasce con una certa quantità di amore da dare e basta'', continuò Carol, facendo un ultimo disperato tentativo di fermare quel disastro. ''Il fatto che Daryl ami delle altre persone non significa che abbia meno amore da dare a te. Gli esseri umani non funzionano in questo modo''.

''Questa è una stronzata'', sbottò Merle

''No, non lo è'', disse Carol bruscamente.

''Quando è arrivato Daryl, a nostra madre non è più fregato un cazzo di me'', disse Merle con ferocia. ''Diavolo, lei avrebb-'' si interruppe bruscamente e distolse lo sguardo.

Carol aggrottò la fronte mentre guardava Merle lottare per riprendere di nuovo il controllo sulle sue emozioni. C'era molto di più nella sua storia di quello che lui aveva deciso di mostrare al mondo ; Questo era ovvio. Il pensiero di quello che il giovane Merle aveva dovuto passare per trasformarsi a quel modo, in quell'uomo sfacciato e auto - distruttivo che stava in piedi di fronte a lei rese Carol molto triste. I due fratelli avevano gestito in modo totalmente diverso la loro educazione violenta. Daryl si era rinchiuso in se stesso, seppellendo la sua identità nel profondo della sua anima. Carol trovò tragicamente divertente il fatto che era servita la fine del mondo per riuscire a portare fuori il vero Daryl. Ma poi, lei lo sapeva meglio di chiunque altro, avendo affrontato le avversità nello stesso identico modo. Prima, le loro vite erano esteriormente belle civilizzate e libere, ma brutali all'interno. Ora, la vita intorno a loro era brutale, ma dentro di sé Daryl aveva trovato una sorta di libertà che li aveva disdegnati entrambi per tutto la loro vita. Merle, d'altra parte, aveva scelto di scatenarsi, di mettere su un'enorme spettacolo in modo che chiunque potesse prendere atto del fatto che lui non era una vittima e per ironia della sorte era finito vittima del suo stesso meccanismo di difesa. ''A volte le cose possono sembrare in un modo agli occhi di un bambino, ma questo non significa che quella fosse la verità'', disse Carol con tranquillità. ''Da quello che Daryl mi ha raccontato, tua madre era una donna molto triste e si è persa''.

''Già'', disse Merle fermamente, ''E aveva ragione di esserlo. Nostro padre ha fatto in modo che lo fosse''.

Carol fece un passo più vicino a lui. ''Merle, Daryl non è come tua madre. Il suo amore per te non potrà mai cambiare a causa di qualsiasi altra persona entri nella sua vita. Non c'è bisogno di farlo scegliere tra uno qualsiasi di noi''. Cercò di mantenere il suo tono di voce basso e confortante. ''So che c'è una parte di te che desidera fare la cosa giusta''.

''E la cosa giusta sarebbe lasciarti andare e far finta che niente di tutto questo sia successo, giusto?'' le labbra di Merle si strinsero. ''Non penso che né Rick né nessun altro sarà interessato ad essere ragionevole ora''.

''Tu non lo puoi sapere'', disse Carol velocemente. ''Posso provare a parlare a tutti. Non deve andare a finire in questo modo. Sei molto meglio di quanto pensi''

Merle fissò il suo viso con intensità. ''Stai cercando di salvarmi, boccuccia impertinente?'' disse con voce roca, di colpo tutta la rabbia era sparita dal suo corpo. ''Stai cercando di far redimere la mia anima in modo da guadagnare alcuni punti con il Signore Onnipotente?''

''Sto cercando di esserti amica, Merle'', disse Carol con semplicità. ''Tutto quello che eravamo prima, è andato adesso. Abbiamo la possibilità di crearci una nuova vita e di agire diversamente da come abbiamo sempre fatto. So che possiamo farlo. Sono la prova vivente di questo. Non devi fare sempre in modo di restare da solo'',

L'espressione di Merle era difficile da decifrare, ma Carol sapeva che le sue parole avevano aperto una breccia. ''E' troppo tardi'', disse con voce roca. ''Mi sono spinto troppo lontano. Non c'è modo di tornare indietro adesso''.

''Questo è vero solo se tu desideri che lo sia'', disse Carol con urgenza.

Lui scosse la testa. ''Mi dispiace, signorina'', disse in tono scosso. ''Sono una causa persa. Non c'è modo di salvare il vecchio Merle''.

''Codardo'', disse Carol con una nota di accusa nella sua voce.

''Realista'', ribatté Merle. Un lampo di dolore attraversò il suo volto. ''Non c'è nessun lieto fine per me, boccuccia impertinente''. I suoi occhi si incatenarono ai suoi. ''Non me lo merito''. Con quell'ultima osservazione Merle si voltò e le diede le spalle. Tirò il cavo tra di loro. ''Andiamo'', disse burbero, ''Non siamo ancora arrivati alla nostra meta. Dobbiamo continuare a muoverci prima di annegare in questa fottuta tempesta''.

Carol non aveva altra scelta se non quella di seguirlo. Loro due insieme affrontarono il pendio scivoloso, ancora una volta, mentre marciavano verso quello che sembrava un destino ormai inevitabile . . .






Il forte rumore dello schianto di un fulmine che colpì terra da qualche parte, risuonò non troppo lontano da dove si trovavano. Il terreno che si agitò sotto i loro piedi fu la prova di questo. Rick si strofinò il viso con una mano. ''E' ancora molto lontano?''

Daryl guardò Rick da sopra la sua spalla. ''Non molto ancora''.

Rick fece una smorfia, considerando che la sua idea di 'non molto lontano' poteva variare notevolmente rispetto a quella del cacciatore esperto. Ogni minuto che passava a Rick sembrava una piccola morte. Ormai a Carl poteva essere successa qualsiasi cosa. Suo figlio non era noto per la sua moderazione in questi giorni e Merle non era il tipo da prendere alla leggera la spavalderia. Era una ricetta perfetta per il disastro. Si lasciò sfuggire un sospiro frustrato. ''Che cosa è successo tra te e Merle? Cosa lo ha fatto scattare?''. Rick stava cercando di farsi un'idea sul tipo di situazione che avrebbero potuto trovare al loro arrivo. Molto probabilmente si sarebbe trasformata in una sorta di scambio di ostaggi e questa era la migliore delle ipotesi. Non riusciva a pensare al resto. Anche se, Rick lo sapeva già, quando si trattava di Carl e di Carol, non avrebbe esitato a uccidere Merle.

Glenn era un paio di passi dietro Rick mentre Daryl li conduceva con sicurezza attraverso i boschi. ''Merle ha mai avuto bisogno di un motivo per essere un bastardo?''.

''Merle ha sempre un motivo'', mormorò Daryl. ''Ma di solito ha senso solo per lui''. A un trattò si fermò e sollevò la mano facendo un cenno, indicando loro che era il momento di fermarsi.

Rick si tese, iniziò a guardarsi intorno per vedere se Daryl aveva visto qualcosa. Invece Daryl inclinò la testa da un lato e sembrò ascoltare con attenzione. Rick affinò il suo udito ma non riuscì a sentire nulla in mezzo al frastuono dei tuoni e a tutta quella pioggia. Daryl si mise un dito sulle labbra e poi indicò oltre alla loro sinistra. Fu allora che Rick riuscì a sentire qualcosa. Sembrava che qualcuno si stesse avvicinando, producendo rumore nel sottobosco. Lui e Glenn si scambiarono uno sguardo grave e entrambi sollevarono i fucili. Daryl fece un cenno che li invitava a disperdersi, indicando silenziosamente a Rick e a Glenn di muoversi a ventaglio restando in silenzio. Dopo quasi un anno di lotte fianco a fianco per la propria vita, sapevano esattamente cosa l'altro intendesse dire. Si erano forgiati in una squadra già molto tempo fa. Se non lo avessero fatto probabilmente ora sarebbero già tutti morti. Rick avanzò strisciando basso, il fucile sollevato, era consapevole di aver non poche difficoltà a capire da dove provenisse esattamente quel rumore. Sembrava che fosse un po tutto intorno. Non sapeva se era il tempo a giocargli un brutto scherzo o se fossero in procinto di scontrarsi con Merle che trascinava Carl e Carol o semplicemente contro un'intera mandria di vaganti. Se fossero stati degli zombie Rick sapeva già che avrebbe dovuto usare il coltello. Sarebbe stato tutto molto più tranquillo.

Daryl si era spostato alla destra di Rick, Glenn alla sua sinistra. Si mossero avanzando, tutti quanti in allerta, mentre i rumori sembravano farsi sempre più forti. Rick catturò un movimento con la coda dell'occhio alla sua destra e si avvicinò rapidamente. Attraverso gli alberi poteva scorgere una figura in movimento e con impazienza si scacciò la pioggia dagli occhi per essere in grado di mettere a fuoco correttamente. Improvvisamente Carl schizzò fuori da una fila di alberi di fronte a lui, correva in modo disperato. Rick ebbe appena il tempo di registrare che si trattava di suo figlio e di sentire il suo corpo inondarsi dal sollievo quando una donna di colore apparve dietro Carl, la mano stretta sulla spada assicurata alla sua schiena. Rick agì immediatamente senza pensare. Si mise a correre in direzione della sconosciuta, sbattendole addosso e prendendola alla sprovvista mentre si schiantarono l'uno contro l'altro. Lei si lasciò sfuggire un lamento di dolore quando toccarono terra insieme, Rick sopra di lei.

Carl smise di correre al suolo della collisione e si voltò. ''Papà!'' disse in stato di shock.

Prima che Rick potesse rispondere, la donna cercò di scrollarselo di dosso con una suggestiva dimostrazione di forza, dimenandosi per afferrare la spada che Rick stava cercando di mettere fuori dalla sua portata. Rick afferrò il suo fucile mentre la donna si voltò di scatto rotolando su se stessa e in un batter d'occhio si ritrovò con una lama puntata alla gola. Rick teneva il fucile puntato su di lei e continuarono a fissarsi l'un l'altro, nessuno dei due si mosse.

''NO!'' gridò Carl, correndo verso di loro.

Rick rivolse uno sguardo di avvertimento a Carl e gli disse di rimanere esattamente dove si trovava quando un vagante uscì fuori dal bosco e iniziò a dirigersi verso suo figlio. Prima che Rick potesse reagire, una freccia schizzò da parte a parte fuori dalla testa di quella creatura che si accasciò a terra, morta.

''Papà, Michonne, NO!'' Carl ordinò ad entrambi.

Glenn e Daryl erano usciti dal sottobosco adesso e avevano tutti quanti le loro armi puntate sulla donna che stava ancora sdraiata a terra.

''Carl'', disse Rick con urgenza, ''Stai bene?''

''Sto bene, papà'', disse Carl in fretta, ''Semplicemente non sparare a Michonne''. Guardò il resto di loro. ''Glenn, Daryl, va tutto bene, potete mettere giù le armi''.

''Subito dopo che lo avrà fatto la nostra prima samurai'', ringhiò Daryl.

''Michonne'', Carl la supplicò. ''Per favore, va tutto bene, non ti faranno del male''.

La donna rivolse a tutti loro delle dure occhiate sospettose e Rick capì che non aveva nessuna intenzione di cedere per prima. Lasciò scivolare la canna del suo fucile verso il basso e si allontanò. Poi guardò gli altri. ''Mettetele giù'', li istruì.

Daryl e Glenn si scambiarono un'occhiata, ma poi fecero come diceva Rick. La straniera li imitò abbassando la sua spada.

L'attenzione di Rick si rivolse nuovamente a suo figlio mentre copriva la distanza che li separava il più rapidamente possibile per stringere Carl in un abbraccio, sollevandolo al punto che i piedi del ragazzo non toccavano più terra.

''Papà'', squittì Carl, ''Così non respiro-..''

Rick allentò subito la presa e mise Carl di nuovo a terra. Le sue mani iniziarono a ispezionarlo, controllando per qualsiasi tipo di ferita potesse essere presente. ''Stai bene? Sei ferito?''

''Non sono ferito'', disse Carl in fretta, ''Ma dobbiamo muoverci''.

Daryl stava continuando a tenere sotto controllo la donna, ma il suo tono era tutto un programma. ''Dov'è Carol? Che cosa è successo?''

''Sono riuscito a scappare'', disse Carl e poi fece una smorfia. ''Ho dovuto lasciare indietro Carol. Non volevo, papà, ma lei mi ha fatto prometter-''

''Hai fatto la cosa giusta, Carl''. Rick interruppe il suo rammarico. ''Se hai avuto la possibilità di fuggire, dovevi farlo''.

Daryl si avvicinò, la sua espressione era dura. ''Carol sta bene?''

La testa di Carl andò su e giù in assenso. ''Si, stava bene quando ci siamo separati''. La sua faccia si corrucciò con preoccupazione. ''Ma non so che cosa possa averle fatto Merle quando ha scoperto che me ne sono andato''.

La mascella di Daryl ebbe uno spasmo. ''Eravate alla grotta?''

Anche in questo caso Carl annuì. ''Si''

Daryl girò sui suoi tacchi e si allontanò fino a scomparire nuovamente nel bosco.

''Daryl!'' gridò bruscamente Rick. ''Fermati''

Daryl si voltò a guardarlo. ''Hai avuto indietro il tuo ragazzo, ora per me è il momento di fare i conti con mio fratello''.

''Andremo insieme'', disse Rick con un avvertimento.

''Era questo il piano'', concordò Glenn.

''E verrò anch'io''

Per un momento Rick si era quasi dimenticato della donna. Si voltò e la vide provare a fare un tentativo di rimettersi in piedi. ''No, non lo farai''.

Stava avendo dei problemi a mantenersi in posizione verticale e Rick vide una macchia di sangue allargarsi nella stoffa sulla sua gamba, una macchia che la pioggia non poteva lavare via abbastanza velocemente. I suoi occhi si strinsero. ''Ho un conto in sospeso con suo fratello''.

Daryl aggrottò la fronte fissandola. ''Ti conosco?'' sputò fuori.

''Questa è una bella domanda'', fece eco Glenn. ''Chi diavolo sei, ragazza?''

''Il suo nome è Michonne e mi ha aiutato per modo di dire'', offrì Carl.

''Ti ho salvato la vita'', gli ricordò lei in tono piatto.

Carl sembrò riluttante ad ammettere una tale vulnerabilità. ''Si, era questo quello che intendevo dire, mi hai aiutato''

''E in cambio la tua gente mi avrebbe dovuto condurre fino a Merle'', continuò Michonne, anche se fu costretta ad appoggiarsi pesantemente contro il tronco di un albero, solo per riuscire a mantenersi in piedi.

Glenn la guardò. ''Non penso che tu sia in grado di avere un confronto nemmeno con un Teletubbies, per non parlare di Merle Dixon''.

''Sto bene'', disse a denti stretti, ovviamente cercando di trattenere il dolore.

''Che tipo di problemi hai con mio fratello?'' chiese Daryl bruscamente.

''Ha cercato di uccidermi'', disse breve. ''Mi ha sparato alla gamba circa un mese fa. Avrei dovuto già essere morta, ma non gli avrei mai dato questa soddisfazione''.

Glenn guardò Rick. ''Circa nello stesso periodo in cui Merle si è presentato alla nostra porta'', ricordò all'altro uomo.

Rick annuì.

Glenn tornò a guardare Michonne. ''Tu non andrai da nessuna parte con la gamba ridotta a quel modo''.

Il suo mento si sollevò in segno di sfida. ''Sto bene''.

''Mi rallenteresti e basta'', disse Daryl con freddezza. ''Abbiamo finito con i battibecchi? Stiamo solo perdendo tempo''.

Rick prese una decisione, senza essere sicuro se fosse quella giusta o meno. ''Glenn, tu e Carl portate Michonne indietro alla prigione''

''No!'' disse Michonne bruscamente.

''No, io verrò con te papà''.

Rick puntò lo sguardo su di lui. ''Questa donna ti ha davvero salvato la vita?''.

Carl esitò. ''Si''.

''Allora siamo in debito con lei, tu sei in debito con lei. Devi aiutare Glenn a tornare indietro alla prigione in modo che Hershel possa prendersi cura della sua gamba''. Quella gamba che Rick aveva inavvertitamente ferito di nuovo, ma non sentì il bisogno di specificarlo.

''Io non ho chiesto l'aiuto di nessuno'', ringhiò Michonne. ''Sono in grado di badare a me stessa''.

''Bene'', disse Rick con semplicità. ''Questo significa che dopo che ti avremmo ricucita te ne andrai. La nostra non è un'offerta di ospitalità''.

''Glenn può portare Michonne anche da solo'', affermò Carl con fervore. ''Voglio venire con te a cercare Carol. E' colpa mia se lei è ancora bloccata da sola con Merle''

Rick poteva vedere l'angoscia che quel pensiero stava causando a suo figlio e la necessità nei suoi occhi di adolescente di fare la cosa giusta. Questo lo aveva capito, ma ancora esitava.

''Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare, basta che la facciate'', sbottò Daryl. ''Io me ne vado''. Detto questo si voltò e iniziò a marciare all'interno del bosco.

Rick era consapevole del fatto che avrebbe immediatamente perso le tracce di Daryl se non lo avesse agito subito. ''Glenn, prendi Michonne e torna alla prigione. Carl, vieni con me, ma farai solo quello che io ti dirò di fare, quando ti dirò di farlo, capito?''.

Carl sembrò enormemente sollevato.

''Vengo con te'', insisté Michonne testardamente.

''Nessun problema, fino a quando riuscirai a tenere il passo'', disse Rick mentre annuiva a Carl di muoversi, sapendo che la donna non aveva alcuna possibilità di farcela. Guardò Glenn. ''Siamo d'accordo?''

''Suppongo di si'', disse Glenn, che non sembrava molto contento del suo compito di baby sitter. In particolare, quando il bambino in questione sembrava proprio essere uno dei più ingrati. Michonne lottò per fare qualche passo e poi cadde a terra, imprecando sottovoce.

''Se cerca di fare qualsiasi cosa, uccidila'', gli ordinò Rick.

''Pensa a quello che stai facendo'', disse Glenn con tranquillità mentre Rick si voltava per raggiungere Carl e Daryl. ''Buona fortuna. Portate Carol al sicuro a casa e fate fuori Merle'', gli gridò dietro, ''Fatelo fuori per bene''.

Rick gli rivolse un vago cenno di riconoscimento, mentre si inchinava e si faceva strada attraverso i fitti cespugli seguendo le orme di Carl e Daryl. Riuscì a raggiungerli e da quel momento in poi iniziarono a muoversi a una velocità impressionante. Rick continuava a lanciare piccoli sguardi colmi di preoccupazione a Carl, preoccupato che questo ritmo fosse troppo incalzante per lui dopo le sue disavventure. La mascella del ragazzo era ostinatamente impostata mentre cercava di correre al fianco del padre e a Rick ricordò Lori in un istante, quando si fissava di essere inamovibile riguardo qualcosa. Quel pensiero gli inviò una fitta attraverso il cuore mentre correvano per tenere il passo con Daryl. Il senso del tempo era andato tutto perduto ora e Rick non era sicuro di quanto ne fosse passato prima che riuscissero a raggiungere la grotta di cui Carl e Daryl avevano parlato.

Daryl fu subito all'ingresso, la balestra sollevata. ''Merle!'' gridò. ''Sei qui dentro?''. Non ci fu nessuna risposta così Daryl si spostò attentamente in avanti mentre Rick teneva il fucile puntato sull'ingresso della grotta. Daryl scomparve all'interno della caverna e uscì fuori pochi secondi dopo. ''Se ne sono andati'', disse conciso e si stava già guardando intorno per delle tracce.

Rick guardò Carl. ''Merle vi ha detto qualcosa riguardo dove voleva portarvi? Non ha detto niente in proposito?''

''No'', disse Carl infelice. ''Continuava a ripetere che aveva un piano per ottenere quello che gli spettava''.

Rick si voltò a guardare Daryl. ''Pensi che Merle abbia intenzione di portare Carol a Woodbury?''

''Non lo so'', grugnì Daryl, ancora intento a cercare di trovare delle tracce nel terreno fradicio e fangoso.

Rick fece una smorfia. Se Merle stava progettando di portare Carol fino a Woodbury, avrebbe reso loro le cose estremamente difficili. L'ultima cosa che voleva Rick era far scoppiare una guerra con un gruppo di sopravvissuti vicini a loro. Non c'era modo che una cosa del genere potesse andare a finire bene.

Daryl si rivolse a Carl. ''Carl, sai riconoscere le tracce di Merle?''

''Si'', disse Carl rapidamente. ''Ha quel taglio nel tacco della scarpa. Saprei riconoscerlo ovunque''.

''Ci sono solo due direzioni che Merle avrebbe potuto prendere'', dichiarò Daryl, il suo tono breve e dritto al punto. ''Tu e il tuo papà salirete in cima alla caverna e controllerete la zona fin dove il fiume piega verso destra. Io passerò dal basso e controllerò il lato sinistro, ci incontreremo al fiume. Tenete gli occhi aperti per Merle o per qualsiasi traccia e fatemi un fischio se riuscite a trovare qualcosa''.

Carl sembrò contento di avere un vero e proprio lavoro da fare. ''Va bene''.

Rick guardò Daryl, rendendosi conto di quanto le spalle dell'uomo erano tese. ''La troveremo'', gli promise piano. ''Carol è forte. Resterà in vita fino a quando non riusciremo a trovarla, Daryl. Lo sai, giusto?''

Daryl distolse lo sguardo brevemente e Rick riuscì a vedere il modo in cui i muscoli della sua mascella flettevano selvaggiamente mentre lottava per tenere sotto controllo le sue emozioni. ''Voi due fareste meglio ad andare'', disse burbero. ''Ci vediamo alla curva del fiume''. Detto questo, Daryl si chiamò fuori per seguire le tracce che aveva scelto per se stesso.

''Andiamo, papà'' , dichiarò Carl con urgenza, ''Più piove più la pista sarà difficile da trovare''. Carl stava già risalendo lungo il pendio in cima alla caverna guardandosi intorno con attenzione.

Ci volle circa mezz'ora per arrivare fino alla curva del fiume di cui Daryl aveva parlato. Per tutto il tempo Rick non riuscì a fare a meno di pensare che era inutile cercare di seguire delle tracce con questo tempo. Se anche ci fossero stare e non fossero state già spazzate via, sarebbero state comunque coperte dall'acqua e sarebbe stato impossibile riuscire a capire di cosa si trattava. Rick non disse niente però, sapendo che sia Carl sia Daryl avevano bisogno di fare qualcosa. Nella sua testa stava già pensando a cosa sarebbe venuto dopo. Una volta che la pioggia si fosse fermata avrebbero avuto delle possibilità maggiori di trovare una sorta di percorso. Sarebbero tornati indietro alla prigione, si sarebbero riforniti e poi sarebbero tornati nuovamente fuori non appena il tempo avesse concesso loro una tregua. Altri quindici minuti passarono mentre rimasero in attesa lungo le rive del fiume, cercando di trovare una sorta di riparo sotto gli alberi, quando Rick cominciò a insospettirsi.

Carl parlò per primo. ''Daryl ci sta mettendo troppo tempo''.

Rick sollevò lo sguardo verso il fiume, sapendo che Carl aveva ragione. ''Mmh..'' mormorò senza sbilanciarsi.

''Pensi che stia bene?''

Rick cominciava a sentire quella strana sensazione alla bocca dello stomaco, la sensazione che qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto. L'istinto di un poliziotto era una cosa reale e l'aveva salvato più di una volta. Rick cominciò a chiedere a se stesso se stavolta non se ne fosse reso conto quando già era troppo tardi. ''Gli daremo altri dieci minuti'', rispose Rick. Dieci lunghi minuti si trascinarono lentamente e in quel momento Rick capì che il suo stomaco aveva avuto ragione. Daryl li aveva spediti dritti su una falsa pista. Doveva aver trovato le tracce di suo fratello laggiù alla grotta e voleva assicurarsi di essere solo quando sarebbe arrivato il momento di affrontare Merle. Rick chiuse gli occhi e sbuffò infastidito, frustrato con se stesso per essere stato così cieco e con Daryl per la sua testardaggine. ''Dannazione, Daryl'', ringhiò. ''
''Che cosa diavolo hai intenzione di fare?''









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Capitolo 39
*** Capitolo 40 ***


echi capitolo 40 Capitolo 40



''Sai, Merle, le persone che non imparano dal proprio passato sono condannate a ripeterlo'', disse Carol, costretta a sollevare il tono della sua voce per sovrastare il frastuono degli elementi naturali.

''Chi non si ferma mai non mette mai radici'', ribatté Merle a sua volta.

Carol gli rivolse uno sguardo confuso da sopra la sua spalla. ''Che cosa?''

''Pensavo che ci stessimo scambiando dei modi di dire'', aggiunse innocentemente.

Lei gli rivolse uno sguardo contrariato. ''Puoi fare il buffone quanto vuoi, Merle, ma so bene che non lo sei. Sto cercando di farti capire e tu lo sai''.

''Perché le donne pensano sempre di sapere a cosa sta pensando un uomo?''

''Perché la maggior parte degli uomini sono come un libro aperto'', lo punzecchiò lei, ''E il titolo del libro è : Il Bruco mai sazio ''

Merle scosse la testa e trattenne una risata mentre lottavano contro il pendio. Non poteva fare a meno di ammirare la sua tenacia. Era incredibile per Merle vedere quanti lati, completamente differenti tra di loro, poteva avere una donna che una volta lui aveva etichettato semplicemente come una vittima. Ed ancora più sorprendenti erano tutte le diverse emozioni che questa donna era riuscita a tirargli fuori. Carol lo aveva fatto impazzire, lo aveva reso triste, frustrato, lo aveva fatto riflettere. Lo aveva fatto mettere sulla difensiva e un sacco di altre cose. Lei non era niente di tutto quello che lui si era aspettato quando si erano incontrati per la seconda volta. Ogni minuto diventava sempre più facile capire perché suo fratello si comportava in modo così diverso con lei rispetto alle altre donne del passato. La relazione di Carol e Daryl lo mandava in confusione. Merle non sapeva come definirla. Certamente non si trattava solo di ottenere del piacere fisico l'uno dall'altro. Non stavano utilizzando il sesso per cercare di allontanare dalle loro menti l'inferno che li circondava ma non si trattava nemmeno di qualcosa di puramente platonico. Era stato facile rendere suo fratello solitamente di tempra molto pacata così geloso quando si trattava di Carol. Questo significava che Daryl sentiva una sorta di possesso nei confronti di Carol e dal modo in cui quella boccuccia impertinente lo stava trattando, era ovvio che anche lei sentiva lo stesso nei confronti di Daryl.

La cosa di cui Merle non riusciva a venire a capo era a che cosa contribuiva tutto questo.

Non erano degli amanti caldi e focosi come quel ragazzo cinese e la brunetta con il culo sodo. Però, non erano nemmeno come Rick e Carol. Quest'ultimo rapporto sembrava avere avere dei confini molto chiari di una semplice amicizia. Merle si chiese se anche Daryl e Carol sapevano fino a dove i confini della loro relazione si erano spinti, sempre se loro ne avessero uno qualsiasi. Quel pensiero era estraneo per Merle e pensava che fosse estraneo anche per suo fratello. Non era come se loro fossero cresciuti con l'esempio di un rapporto d'amore sano e rispettoso nella loro casa. Né lui né Daryl avevano mai avuto idea di che diavolo potesse essere una cosa del genere. A dire il vero, non era totalmente la verità. Il modo in cui Merle aveva beccato Daryl a guardarla quando pensava che nessuno potesse vederlo, smosse in lui un vecchio ricordo. Un ricordo che Merle si era imposto di dimenticare molto tempo fa. Era lo sguardo di un uomo completamente coinvolto in una donna. Il più casuale dei contatti aveva un significato potente e non detto di cui solo loro potevano conoscere il significato. Merle una volta aveva assistito ad una sorta di discussione tra un uomo e una donna in cui loro silenzi avevano detto tanto quanto le loro parole. In quel momento non si era reso conto che quello che stava guardando era una cosa così rara e preziosa, ma anche se l'avesse fatto, non avrebbe cambiato niente di tutto quello che era successo.

Merle fece una smorfia mentre continuava ad arrancare. Questo genere di sentimenti nei confronti di un'altra persona potevano portare soltanto all'angoscia e al dolore. La realtà era che vedere Daryl guardare Carol in quel modo aveva fatto temere Merle per il suo fratellino e anche per se stesso. Quello sguardo era lo specchio di un altro sguardo di un lontano passato e terrorizzò Merle perché dopo quel momento niente al mondo era stato più lo stesso. Nemmeno per Daryl, anche se lui al periodo ancora non ne sapeva niente. Per lui, avere un legame del genere non poteva portare a niente di buono. Era condannato ad avere una tragica fine. Merle lo aveva visto di persona con i suoi stessi occhi. Grugnì tra un respiro e l'altro, irritato con se stesso per aver rivangato quei ricordi indesiderati del suo passato. Prese a concentrarsi sulla loro destinazione. Erano quasi arrivati in cima alla salita per cui avevano lottato così tanto e il rombo della corrente d'acqua che infuriava era quasi assordante. Una volta arrivati in cima a Merle non sarebbe servito più di in un istante per riuscire ad orientarsi per poi puntare verso la giusta direzione. Poi, una volta giunti alla loro destinazione tutto quello che dovevano fare era aspettare.

Merle sapeva che Daryl lo avrebbe trovato. Il suo fratellino sapeva come muoversi nel bosco. Daryl era un cacciatore ancora più bravo di lui, ma Merle sarebbe morto piuttosto che ammetterlo a voce alta. Nonostante questo, riconosceva l'abilità di suo fratello e sapeva che prima o poi li avrebbe trovati. Guardò di nuovo verso Carol, la sua maglietta fradicia era completamente incollata alla sua schiena tonica e mostrava chiaramente i contorni della biancheria che indossava sotto. Sembrava che il destino fosse stato scritto esattamente in questo modo, solo per loro tre. Presto, tutta quella confusione avrebbe avuto fine e tutti quanti avrebbero scoperto le loro carte. Un movimento catturato con la coda dell'occhio costrinse Merle ad impugnare la pistola. Reagì senza pensare, sparando al vagante che stava per andare addosso a loro.

L'intero corpo di Carol sobbalzò per la sorpresa al colpo. Quando vide lo zombie cadere a terra si girò a fissarlo. ''Merle!'', esclamò in segno di disapprovazione. ''Non era il caso di sparare per uno solo. In questo modo ci porterai un branco addosso''

''Non cercare di insegnare a tua nonna come si succhiano le uova'', le ribatté lui per niente dispiaciuto. Carol aveva ragione, naturalmente, ma Merle sapeva che ormai erano quasi arrivati alla loro meta, quindi non si preoccupò eccessivamente.

''Oh non credo che tu abbia bisogno che qualcuno ti insegni come succhiar-.. Ahhhhh!!'', cercò di replicare Carol in tono provocatorio quando di colpo il terreno pregno d'acqua cedette sotto i suoi piedi e la fece barcollare giù lungo la collina per buona misura, facendole perdere l'equilibrio e cascare a terra.

Merle ridacchiò alla comicità di quella scena. ''Così impari a prenderti gioco di me, signorina''.

''Owww'', gemette Carol in mezzo al fango, avendo difficoltà a tirarsi di nuovo su da sola con le mani legate dietro la schiena.

Merle coprì rapidamente la distanza che li separava e la afferrò per un braccio, cercando di aiutarla a rialzarsi da terra. Nella fretta Merle non pensò al fatto che Carol aveva ancora entrambe le mani legate. ''Sei propria una piccola capretta di montagna'', la prese in giro. Carol cacciò un urlo quando accidentalmente Merle con la sua presa le dislocò la spalla mentre cercava di rimetterla in posizione verticale. Lui osservò con orrore il modo in cui la sua spalla sporgeva ad un angolo innaturale. ''Oh merda'', mormorò e si prodigò per farla tornare al proprio posto.

''Non mi toccare!!'' urlò Carol, era evidentemente fuori di sé dal dolore. ''NON MI TOCCARE!''. Cercò di allontanarsi da lui, ma finì con il scivolare di nuovo, questa volta atterrando sulla schiena, provocandosi un altro grido di dolore lancinante.

''Smettila di agitarti, donna!'', la minacciò lui, cercando di raggiungere la spalla di Carol nonostante i suoi sforzi nel calciarlo lontano da lei. ''Sto cercando di aiutarti!''. Merle non biasimò Carol per il comportamento che stava avendo. Si era slogato una spalla in più di un'occasione e ogni volta il dolore lo aveva fatto soffrire come una merda. Merle lottò contro una Carol singhiozzante, cercando di rimettere la spalla nella sua posizione naturale per rimediare a quello che aveva causato. Si mise a cavalcioni su di lei, sedendosi sopra il suo stomaco per cercare di fermare la sua agitazione. Le afferrò la spalla e il braccio allo stesso tempo.

''Levati di dosso, figlio di puttana!'', urlò Carol, provava troppo dolore per poter pensare sensatamente e poi Merle le tirò con forza il braccio rimettendo la spalla al suo posto. Carol fece in tempo a farsi sfuggire un ultimo grido strozzato e poi perse i sensi a causa del dolore.






Rick e Carl cercarono entrambi di tenere a bada la tensione concentrandosi per sentire se seguiva qualcos'altro immediatamente dopo quel primo colpo. Non avevano avuto altra scelta che quella di tornare indietro alla grotta e aspettare che il tempo si calmasse. Rick pensava che se si fossero presi una piccola pausa dalla pioggia, allora forse dopo avrebbero potuto provare a capire dove era andato a finire Daryl. Era una flebile speranza, ma per quanto potesse contare, si era aggrappato altre volte a speranze ancora più sottili e alcune di quelle si era rivelate vere.

''Papà..'' disse Carl, la sua espressione colma di preoccupazione.

L'espressione di Rick era piena di dolore. ''Lo so'', disse piano, ''Ma non riesco nemmeno a capire da quale direzione è arrivato quello sparo in mezzo a questa tempesta. Mi dispiace, Carl, non possiamo fare niente per Carol e Daryl in questo momento. Tutto quello che possiamo fare è aspettare''.

La faccia di Carl si irrigidì. ''Odio aspettare''.

''Si, beh'', sospirò Rick, ''A volte nella vita si tratta solo di fare delle cose che non avresti mai voluto fare''. Fece una smorfia. ''Speravo che avresti imparato questa lezione molto più in là''. Era una cosa strana, ma Rick spesso rimpiangeva l'infanzia perduta di Carl, quella che suo figlio non avrebbe mai più potuto riavere indietro. Rick sapeva quello che Carl si stava perdendo, la spensierata esistenza della giovinezza e la leggerezza dell'adolescenza mentre Carl invece non lo sapeva affatto. Questo era confortante in un certo senso, pensò Rick, per quanto potesse suonare egoista. Tirò su le ginocchia e ci appoggiò sopra le mani mentre si sedevano, entrambi con la schiena contro il muro, seduti vicini per condividere un po di quel calore corporeo. Almeno, questo era quello che Rick aveva detto a Carl quando gli aveva suggerito di sedersi al suo fianco, ma la verità era che voleva soltanto sentire la presenza di suo figlio vicino a lui e rassicurare se stesso di averlo davvero riavuto indietro. Le persone che amavi in questi giorni scivolavano via tra de dita troppo facilmente e Rick voleva prendersi un momento per assaporare, per loro almeno, questo ultimo colpo di scena che si era concluso felicemente, per loro almeno. Rick non era così sicuro di come stessero andando le cose là fuori per gli altri tre ancora alle prese con questo pasticcio.

''Mi dispiace, papà''.

Rick voltò la testa per guardare sorpreso il volto contrito di Carl. ''Per cosa?''

La testa del ragazzo era rivolta verso il basso mentre mormorava la risposta contro il suo petto. ''Io.. ero solito arrabbiarmi con te, per le scelte che hai preso'', confessò tristemente. ''Pensavo che la cosa giusta da fare fosse ovvia e che tu sembravi non riuscire mai a capirlo. Sceglievi sempre di andartene per prenderti cura delle altre persone piuttosto che stare con me e con la mamma''.

Le parole di Carl toccarono Rick talmente in profondità che fu sorpreso del fatto che da quelle ferite non stesse sgorgando fuori sangue ma non poteva smentire quello che il suo ragazzo appena detto. Quante notti aveva passato in bianco, a pensare alle scelte che li avevano condotti tutti dove erano adesso, a quelle cose che erano andate a finire così male?

Carl continuò a parlare. ''Ma dopo oggi, quando ho dovuto scegliere se stare con Carol o se scappare per chiamare aiuto, ho capito come ci si sente a non sapere che cosa fare. Qualsiasi scelta avessi preso, c'erano così tante cose che sarebbero potute andare male. Semplicemente io non sapevo quale fosse la cosa giusta da fare''. Il suo viso si abbassò ancora di più. ''Non so ancora se ho preso la scelta giusta''.

''Lo hai fatto'', disse Rick con dolcezza.

Carl scosse le spalle frustrato. ''No, non se non vedremo mai più Carol e Daryl'', disse con voce tremante. ''Forse se fossi rimasto e avessi preso Merle alla sprovvista tutto questo sarebbe già finito''.

''Oppure tu e Carol potreste essere morti'', disse Rick in modo gravemente. ''Non lasciare che i 'se' entrino dentro la tua testa, Carl. Fidati di me, non ci guadagneresti niente di buono''.

''Non riesco a farne a meno'', confessò tristemente.

''Carl, non riesco nemmeno a tenere il conto di tutte le volte che ho desiderato che le risposte fossero o nere o bianche in quest'ultimo anno'', disse Rick con saggezza. ''Che esistesse solo una strada che ci potesse portare sempre a risolvere tutto nel modo in cui avrei voluto''. Rick guardò le mani che riposavano sulle ginocchia. ''Ma sai, forse sbagliavo a pensarla in questo modo'', disse piano.

Carl gli rivolse uno sguardo confuso. ''Che cosa intendi?''

''Quello che voglio dire è che, quando le cose più importanti si basano su una decisione, allora è giusto che questa decisione sia difficile, è in questo modo che capisci quanto è importante per te. Forse ero solo un egoista a volere che tutto quanto fosse semplice per me perché questo avrebbe significato che niente di tutto quello che veniva messo in gioco era importante''. Rick rivolse uno sguardo cupo a Carl. ''Tu e la mamma, e adesso Judith, siete le cose più preziose per me. Deve essere difficile sapere come fare per prendermi cura di voi perché ho tutto da perdere quando si tratta di voi. Lo stesso vale per il gruppo. Ho nominato me stesso come leader, adesso devo farmi carico di questo peso e se tutte le risposte fossero facili, forse significherebbe solo che non starei dando il giusto peso e rispetto che meritano''. Fece una smorfia. ''Tutto questo ha senso per te?''

''Credo di si'', disse Carl lentamente. ''Da grandi poteri derivano grandi responsabilità''. Disse con un sorrisino. ''E' una citazione da Spider man''.

Rick diede una secca risata. ''Beh, quel ragazzo non è male. Se non fosse per il fatto di indossare la calzamaglia in pubblico''.

Carl sorrise debolmente e il silenzio cadde nuovamente tra loro fino a quando lui non parlò di nuovo. ''Pensi che Daryl ucciderà Merle?''

Rick fissò un punto sul muro di fronte a loro. ''Non lo so, Carl. Proprio non lo so''.

''Vorresti che lo facesse?''

Rick si passò una mano tra i capelli distrattamente, trovando che quella era una domanda difficile alla quale rispondere. Si era già trovato nella stessa posizione in cui si trovava Daryl adesso. Rick ci era passato con Shane, qualcuno che amavi così profondamente che ti obbligava a fare qualcosa che tu non avresti mai voluto fare. Quella volta Rick aveva lasciato che Shane lo portasse in quel bosco, sapendo pienamente che le sue intenzioni erano quelle di ucciderlo, si era aggrappato alla piccola speranza che Shane rinsavisse. Rick capì di essere arrabbiato con l'uomo che aveva considerato come un fratello per così tanti anni quando realizzò che Shane dimostrò di non aver cambiato idea sull'idea di farlo fuori. La verità però, era che quel confronto si trascinava avanti da lungo tempo. Non c'era stato nessun modo di poter tornare indietro e Shane, nel suo tipico stile, aveva già capito e accettato tutto questo molto prima di quanto lo avesse fatto lui al tempo. Questo era sempre stato il dono e la maledizione di Shane, vedere le cose in bianco e in nero, mentre Rick combatteva per riuscire a comprendere le diverse sfumature di grigio che stavano nel mezzo. Il problema con gli uomini come Shane e Merle, però, era che avevano sempre combattuto per capire il mondo che li circondava. Anche se loro vivevano come se tutto fosse bianco e nero, la semplice e dura realtà era che le cose non stavano davvero così e il fatto che loro fingessero che fossero in quel modo alla fine li avrebbe sempre condotti al trauma e alla perdita. Shane aveva cercato di rendere le cose semplici per Lori. Se non ci fosse stato Rick, allora lei sarebbe stata libera di amarlo di nuovo e avrebbe potuto avere lei e Carl tutti per se.  Per Shane, nella sua crescente follia e determinazione a senso unico, era stato semplice. Tuttavia, Rick sapeva che le cose non sarebbero mai andate come immaginava lui se fosse stato Shane quello ad allontanarsi sulle sue gambe lontano da quel campo e non lui. Per lui era ovvio che Merle fosse nello stesso stato d'animo quando si trattava di Daryl e non riusciva proprio a capire come si potesse tornare indietro da tutto questo. Si era spinto troppo lontano e se Daryl non avesse ucciso Merle, allora la minaccia che avrebbe portato quell'uomo al loro gruppo sarebbe stata troppo grande per poterci passare sopra.

''Papà?''

Carl stava ancora aspettando la sua risposta e Rick fece una smorfia. ''Merle è pericoloso. In un modo o nell'altro deve essere fermato''.

Carl annuì lentamente. ''Lo so''. Anche lui fece una smorfia. ''Mi dispiace così tanto per Daryl''.

Rick mise un braccio intorno alle spalle di Carl. ''Lo so'', disse con la stessa tristezza, sentendo già il peso di quello che Daryl avrebbe dovuto affrontare. ''Lo so''.






Il colpo risuonò talmente vicino che Daryl si ritrasse d'istinto. Si era fermato bruscamente ma riacquistò la lucidità quasi subito e riprese immediatamente la sua corsa. Non c'era modo di sapere se quello sparo appartenesse o meno a Merle, ma Daryl istintivamente si preparò al peggio. E poi il peggio accadde. Il rumore delle urla di Carol riempì l'aria. Il sangue gli si gelò nelle vene mentre sentì chiaramente le sue urla di disperazione quasi come se si trovasse di fronte a lui.

''Non toccarmi... non mi toccare.. togliti di dosso, figlio di puttana!''

Daryl non sapeva se stava sentendo le urla di Carol che cercava di scrollarsi di dosso uno di quei vaganti oppure Merle. Diavolo, non sapeva nemmeno quale delle due cose fosse la peggiore. Tutto quello che sapeva era che Carol aveva bisogno di lui e questo era tutto quello che riusciva a pensare mentre si lanciava furiosamente giù per quella improvvisa discesa. Sollevò lo sguardo e si ritrovò davanti a Merle, che stava in piedi sopra il corpo senza vita di Carol. La pioggia non era abbastanza forte da lavare via il sangue che le macchiava la fronte mentre giaceva a terra, immobile. Per la prima volta nella sua vita, Daryl perse completamente e assolutamente il suo prezioso autocontrollo. Innumerevoli e disparate emozioni lo attraversarono in una volta sola mentre capì di essere arrivato troppo tardi e di averla già persa. Una rabbia bruciante che non aveva mai provato prima d'ora esplose dentro di lui mentre iniziò a correre verso suo fratello. Afferrò un Merle inconsapevole dal retro della sua maglietta e lo scagliò lontano da Carol.

Merle colpì duramente il terreno ma lottò per rimettersi in piedi altrettanto rapidamente. ''Ma che diavolo?!'', ringhiò sorpreso. Merle si era appena rialzato quando Daryl si gettò nuovamente su di lui, inchiodandolo a terra.

''Che cosa hai fatto?!'', gli urlò in faccia mentre troneggiava a cavalcioni sopra di lui. ''Che cosa hai fatto?!!''. Daryl non diede nemmeno la possibilità di rispondere all'uomo più anziano mentre iniziava a colpirlo duramente in pieno volto. Il dolore del suo pugno fu quasi un sollievo rispetto al dolore che attualmente stava facendo a pezzi tutto il suo corpo. Merle tirò un pugnò contro il volto di Daryl e nello stesso tempo cercò di liberarsi, mandandolo a rotolare in mezzo al fango.

Merle si mise in piedi e deviò un altro dei suoi pugni. ''Bene, finalmente sei arrivato, fratellino'', sogghignò. ''Come mai ci hai messo così tanto?''

L'atteggiamento disinvolto di Merle unito alla consapevolezza della figura inerme di Carol che giaceva al suolo in mezzo al fango fu troppo per Daryl. Era pericoloso perdere il controllo di fronte a un lottatore con l'esperienza di Merle, ma Daryl andava oltre la ragione. Si lanciò contro Merle e sferrò un soddisfacente pugno sulla faccia dell'uomo. La testa di Merle schizzò all'indietro ma si riprese con una velocità sorprendente e ricambiò il pugno. Daryl sentì il labbro spaccarsi ma registrò a malapena il dolore mentre si scagliava con un pugno dopo l'altro contro suo fratello. I due uomini combattevano senza eleganza, lanciando pugni, calci e afferrandosi per la testa. Merle aveva appena colpito Daryl con un calcio sullo stomaco non appena lui diede segno di aver perso l'equilibrio quando Daryl tirò fuori il suo coltello. Si rimise in piedi, con il coltello teso davanti a sé e davanti a Merle. Gli occhi dell'uomo più anziano si socchiusero minacciosamente e continuava a muoversi troppo velocemente per Daryl, alla fine Merle usò il coltello fissato alla sua protesi per disarmare Daryl definitivamente. Il coltello scivolò lontano da loro due, in mezzo al fango.

''Non puntarmi un arma contro a meno che tu non abbia intenzione di usarla davvero, ragazzo'', ringhiò Merle. ''Così finirai per farti male''.

Daryl non riuscì a immaginare di poter provare un dolore più grande di quello che stava provando in quel momento. Non poté fare a mano di fissare Carol. Non si era mossa di un millimetro da quando lui li aveva trovati e Daryl si ritrovò faccia a faccia con quell'orribile verità. Guardò nuovamente verso suo fratello. ''Perché l'hai uccisa?'', disse senza riuscire a soffocare l'angoscia, la voce che si ruppe a causa di quelle parole che stavano riducendo la sua anima in pezzi. ''Perché, Merle, perché proprio Carol?''. Le sue stesse parole rinnovarono nuovamente la rabbia all'interno del suo corpo e si lanciò di nuovo contro Merle, volendo infliggere quello stesso dolore che stava provando alla persona che l'aveva provocato per primo.

Merle riuscì a scansarlo spostandosi da un lato, spingendolo Daryl a terra e facendo schizzare l'acqua fangosa ovunque. ''Calma i bollenti spiriti, fratellino''. Gli ordinò Merle. ''Io non ho ucciso proprio nessuno''.

Daryl sapeva che Merle stava mentendo. Aveva sentito le urla di Carol, aveva sentito la sua voce gridargli di lasciarla in pace. Dal profondo della sua gola arrivò un suono gutturale, era stanco di ascoltare le sue bugie e le sue mezze verità. Si erano ammassati dentro di lui, il peso di tutti quegli anni di soffocamento gli diedero la forza di lottare con le unghie e con i denti per liberarsi, finalmente. Afferrò la sua balestra e la puntò contro il petto di Merle, la furia incisa in ogni singolo lineamento del suo viso.

Merlo lo guardò incredulo. ''Mi stai prendendo per il culo, ragazzo?'', sbottò.

La mascella di Daryl si indurì. ''Hai ucciso Carol'', sputò fuori con ferocia. Quelle parole spezzarono, se possibile, ancora di più il suo cuore e fu costretto a trattenere le lacrime amare alla realizzazione di quella perdita. Merle iniziò a diventare una figura sfocata di fronte a lui a causa di quelle lacrime che rifiutavano di essere versate, ma Daryl non spostò la sua balestra di un millimetro.

''Carol non è morta'', disse Merle con enfasi. ''Ha solamente perso i sensi, tutto qui''.

Daryl osò scoccare un rapido sguardo verso il corpo ancora immobile di Carol. Spostò il peso da un piede all'altro un po a disagio, cercando di scorgere attraverso la pioggia un qualsiasi movimento proveniente dal petto di Carol.

''Lei non è morta'', ripeté Merle nuovamente mentre se ne stava lì con le braccia abbandonate lungo i fianchi, a guardare Daryl da vicino. ''Te lo prometto''.

L'attenzione di Daryl tornò a focalizzarsi su Merle. ''E le promesse significano tanto per te, non è vero, Merle?'', chiese con amarezza.

Carol scelse proprio quel momento per lasciarsi sfuggire un leggero gemito e per muoversi leggermente. Il sollievo sgorgò immediatamente nel corpo di Daryl e minacciò di spedirlo dritto sulle sue ginocchia.

''Vedi'', disse Merle trionfante. ''Te lo avevo detto. Lei sta bene''.

''Lei non sta bene!'', scattò Daryl. ''Hai cercato di farle del male!''.  Non riusciva ancora a credere al fatto che Merle fosse stato capace di fare tutto questo ma poi, Daryl non riusciva a capire nemmeno il perché. Merle non aveva fatto altro che distruggere tutto quello a cui Daryl si era affezionato per anni ma questa volta aveva stupidamente sperato che le cose sarebbero andate in modo diverso. La dura realtà colpì Daryl in faccia ora. Le cose non sarebbero mai potute andare diversamente quando si trattava di Merle. Daryl strinse la presa sulla sua balestra e la puntò direttamente alla testa di Merle.

''E' così che stanno le cose, fratellino?'', chiese Merle con rabbia. ''Non ho più alcuna utilità per te adesso? Dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo il modo in cui mi sono preso cura di te come nostro padre non ha mai fatto''.

''Tu ti sei comportato peggio di nostro padre!'' urlò Daryl. ''Hai sempre detto che tutto quello che facevi lo facevi perché mi amavi. Almeno quel vecchio figlio di puttana è stato onesto nel dirmi che mi odiava. Tu..tu hai fatto tutte queste cose perché ti stavi prendendo cura di me? Per essere un buon fratello maggiore? E dovrei anche ringraziarti per tutto questo?!''

''Dovresti farlo!'', ruggì Merle. ''Ti ho fatto diventare un uomo''. Rivolse a Daryl uno sguardo sprezzante. ''Beh, ci ho provato, almeno. Tutto quello che riesco a vedere quando ti guardo è la puttana di Rick''

''Quando tutto quello che volevi in realtà era che io fossi la tua di puttana'', gli gettò indietro Daryl amaramente. ''Sono in grado di prendermi cura di me stesso da solo adesso, Merle. Ed è questo che tu non riesci ad accettare. Hai distrutto tutto quello che hai toccato'', ringhiò, cercando di soffocare le sue emozioni. ''Ma non ti permetterò di farlo ancora''.

Gli occhi di Merle si strinsero. ''Hai deciso di abbandonarmi, fratello? Non hai più bisogno della mia merda nella tua vita. Avermi all'interno della tua vita tutto ad un tratto è diventato sconveniente?''

Un muscolo si contrasse nella mascella di Daryl mentre Merle cercava di buttargli addosso la responsabilità. Questa era la sua specialità, scaricare le sue responsabilità su di lui ma Daryl aveva finito di fargliela passare franca. I due uomini si stagliavano faccia a faccia in cima al pendio, il fiume tumultuoso che schiumava sotto di loro. A Daryl sembrava rispecchiare in qualche modo quella stessa forza della natura selvaggia mentre lui e Merle si fronteggiavano riguardo questa relazione altrettanto priva di ogni controllo.

Qualcosa sembrò scattare dentro Merle quando Daryl non rispose alla sua domanda. Fece un passo in avanti, il volto acceso dalla rabbia e spinse la fronte contro la punta della freccia della balestra di Daryl. ''Vuoi farla finita?'', si infuriò. ''E allora fallo!''.





Daryl digrignò i denti e fissò Merle attraverso quella piccola distanza che ormai li separava. Cerco di convincere se stesso a premere il grilletto della sua balestra, a rilasciare quella freccia contro la quale Merle aveva premuto la fronte e farla finita. Daryl voleva solo che tutto questo finisse, voleva sapere che cosa si provava ad essere libero da quel fardello di un fottuto fratello come Merle. I suoi muscoli tremavano mentre stava combattendo una grossa e profonda guerra interiore. Tutto quello che Daryl doveva fare era aumentare leggermente la pressione di un dito e Merle sarebbe stato abbattuto come quel cane rabbioso che tutti quanti gli avevano sempre detto essere. I due fratelli si fissarono negli occhi, guardando nelle loro rispettive anime. Daryl poteva vedere la rabbia e la sfida negli occhi di Merle ma dietro tutto questo c'era il più flebile guizzo di qualcosa di diverso. Il dolore e la tristezza che Daryl riuscì a intravedere in quel guizzo gli serrarono il petto. C'era suo fratello, dietro tutta quella spavalderia e dietro tutte quelle stronzate. Era quella scintilla di umanità contro cui Merle aveva combattuto per tutta la vita per riuscire ad ignorarla, ma era ancora lì presente. Quella scintilla era quel posto dove suo fratello ancora viveva e lui non poteva lasciarla andare. Le sue spalle si abbassarono mentre un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra e rilassò il dito che aveva tenuto premuto sul grilletto per tutto il tempo anche se continuò a mantenere la balestra puntata contro la testa di Merle. Suo fratello lo stava ancora fissando, ma realizzò lentamente il fatto che Daryl non aveva più intenzione di sparargli e si sentì lievemente sollevato. Merle non era un cane rabbioso, era suo fratello e c'era ancora una speranza che potesse diventare l'uomo che Daryl sapeva essere. Non poteva voltargli le spalle, anche se non aveva la minima idea di dove diavolo fossero giunti a questo punto. Tutto quello che sapeva era che non poteva uccidere suo fratello. I due uomini rimasero fermi in quello strano stato finché Merle non mormorò quella singola parola.

''Daryl..''

Daryl non avrebbe mai saputo che cosa il fratello avesse avuto intenzione di dirgli perché proprio in quel momento un pezzo di terreno franò sotto la spinta dell'acqua e Merle iniziò a scivolare. Di riflesso, afferrò il braccio di Daryl per cercare di tenersi in equilibrio mentre iniziava a scivolare in basso. Quel semplice movimento causò uno spasmo nella mano di Daryl e senza che nessuno dei due lo volesse, una freccia venne rilasciata dalla balestra. Gli occhi di Merle si spalancarono quando la freccia trapassò il lato più estremo della sua tempia destra da parte a parte, la potenza del rinculo si fece facilmente strada fra la carne e le ossa. Entrambi gli uomini rimasero a fissarsi con un'espressione di incredulità per quello che era appena accaduto.

''Merle'', gracchiò Daryl in difficoltà mentre una singola goccia di sangue scese a zig zag lungo il volto di suo fratello.

Merle dava l'impressione di una persona che stava ancora cercando di capire quello che era appena successo. Fece un passo all'indietro impressionato. Nel frattempo Daryl era rimasto fossilizzato sul posto, congelato in uno stato di shock assoluto. Suo fratello sbatté le palpebre un paio di volte poi fece un altro passo indietro e fu quello di troppo. Merle aveva barcollato all'indietro fuori dal bordo della collina andando dritto verso l'acqua spumeggiante che lo attendeva sotto.

''NO!'', gridò Daryl con orrore, facendo un affondo per cercare di afferrare il fratello. Si gettò a terra in preda al panico cercando di afferrare Merle. Le dita di Daryl trovarono un appiglio nella sua maglia e strinse quella stoffa tra le dita come se ne andasse della sua stessa vita. Merle era soltanto un peso morto che pendeva sopra il letto di quel fiume in piena, la presa che Daryl aveva su di lui era l'unica cosa che gli impediva di sprofondare ulteriormente. Daryl grugnì di dolore mentre i suoi muscoli si tendevano per cercare di sostenere il peso del corpo di Merle. Portò avanti l'altra mano e cercò di afferrargli un braccio, provando a trovare qualcosa di più solido al quale aggrapparsi, ma quel movimento non fece altro che farlo scivolare ancora più in avanti e più in basso su quel terreno reso instabile dalla pioggia. Improvvisamente Daryl si sentì cadere, avvicinandosi sempre di più alla furiosa ondata di acqua scura ma si rifiutò di lasciar andare Merle. Caddero in acqua insieme, quell'acqua gelida che fece bruciare le ferite di Daryl mentre lottava per tenersi stretto a Merle e tenere entrambe le loro teste fuori dall'acqua. Sentì Carol urlare il suo nome ma poi lui e Merle vennero sospinti via dalla corrente lungo il fiume mentre Daryl continuava a lottare per le loro vite . . .























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Capitolo 40
*** Capitolo 41 ***


echoes revisione di silvi 41 Capitolo 41


Prima di lasciarvi a questo fantastico e attesissimo capitolo, in cima nella lista dei miei preferiti tra l'altro (scoprirete a breve il perché) , volevo fare un ringraziamento speciale alla mia love Silvia, che mi ha aiutato a renderlo bello quasi ( ma spero anche di più ) come l'originale :)


La prima cosa che Daryl notò fu il suono della pioggia che continuava a battere su quello che pareva essere un tetto di lamiera. Era un rumore implacabile ma stranamente rilassante. La cosa successiva che filtrò all'interno del suo subconscio fu la sensazione di sentirsi al caldo, in un modo così meraviglioso. Si mosse leggermente e il suo corpo iniziò a lamentarsi, mostrando alcuni nuovi dolori e sofferenze di recente acquisizione. A Daryl però non importava, voleva solamente rimanere avvolto in questa piacevole comodità senza pensare alla causa dei suoi urti e delle nuove contusioni. Qualcosa di morbido e caldo solleticava il suo viso e i suoi occhi si aprirono a quella sensazione, si prese un momento per mettere a fuoco. Quando ci riuscì, vide che era Carol la persona che poggiava la testa su quel cuscino che stavano condividendo, il viso rivolto verso il suo. Era profondamente addormentata ed era stato il suo respiro ad aver solleticato il suo volto. Daryl sbatté le palpebre rapidamente, cercando di ricordare il modo in cui erano arrivati lì. Fu allora che si rese conto di star sognando. Questo tipo di pace e di appagamento non esisteva nel mondo reale. Carol non era sdraiata nel suo letto nel mondo reale, come se fosse scritto che il posto al quale apparteneva e sarebbe sempre appartenuta fosse esattamente quello. Con la consapevolezza che quello era solo un sogno, Daryl iniziò a rilassarsi. Si mosse leggermente sotto la coperta che li copriva entrambi e fu allora che ebbe una scioccante rivelazione. Era nudo. Si mosse di nuovo e confermò quello che era stato il suo sospetto. La successiva scoperta mandò tutto il suo corpo in completa tensione. Anche Carol era nuda.

Il battito del cuore di Daryl triplicò immediatamente la sua velocità a quella realizzazione proprio mentre Carol si agitava leggermente nel sonno. La gamba di Carol era intrappolata in mezzo alle sue mentre giacevano entrambi su un fianco, faccia a faccia. Carol continuò a muoversi irrequieta nel sonno, cercando di trovare una posizione un po’ più confortevole su quel duro pavimento di legno. Si avvicinò ancora di più a lui, alla ricerca del suo calore e il braccio di Daryl scivolò con naturalezza attorno alla sua vita. La sensazione del seno nudo di Carol premuto contro il suo petto inviò un brivido involontario lungo tutto il suo corpo. Era incredibile, veramente incredibile il modo in cui il suo corpo rispose a quella pelle decisamente femminile che premeva contro la sua carne. Daryl sentì la sua eccitazione crescere mentre un aumento di sangue iniziò a confluire verso la zona inferiore. Sapeva di doversi allontanare il prima possibile da Carol prima che lei decidesse di svegliarsi e prima di mettersi in imbarazzo di fronte a lei. La sua mente gli stava urlando di farlo, di andarsene, ma il suo corpo non aveva nessuna intenzione di ascoltarla. Al contrario non riuscì a fare a meno di fissare Carol, il volto completamente rilassato nel sonno e fu allora che ricordò.

Andava tutto bene, quello era solo un sogno.

In un sogno poteva accadere qualsiasi cosa e non ci sarebbe stata nessuna conseguenza o nessun imbarazzo nel mondo reale. Daryl si rilassò nuovamente, realizzando che avrebbe potuto godersi la sensazione trasmessa dai loro corpi nudi e avvinghiati. Fissando Carol, si rese conto di conoscere il suo viso meglio del proprio. Anche prima che il mondo andasse a farsi fottere, Daryl aveva sempre evitato di guardarsi allo specchio. Non riusciva a sopportare il riflesso della persona che quel vetro gli rimandava. Si era osservato sempre di sfuggita e questa era anche un'abitudine che aveva preso nel confronto con le altre persone. Prima che i morti tornassero alla vita e dapprima ancora, solitamente Daryl si confrontava con le persone mantenendosi su una posizione laterale, anche quando gli urlava contro, il suo corpo era sempre in un una sorta di posizione di difesa. Forse perché aveva sempre cercato di scappare dai conflitti, anche se ci si ritrovava spesso all'interno. Era una vecchia abitudine di sopravvivenza che si portava dietro da quando era solo un bambino. Guardare qualcuno dritto negli occhi per lui significava che di lì a breve avrebbe finito con il ricevere uno schiaffo in pieno volto. Provò a utilizzare quella tattica di difesa anche con Carol, ma lei non glielo aveva permesso. Aveva fatto in modo che lui la guardasse dritta negli occhi quando erano in disaccordo su qualcosa e aveva fatto in modo di non farlo tirare indietro da nessuna delle cose che lui aveva deciso di mostrarle.

Una volta che Carol fece questo con lui, improvvisamente diventò più facile metterla in pratica anche con le altre persone, guardarle dritte negli occhi e sentire il diritto di poterlo fare. Era quello che aveva provato con Rick e con il modo in cui la loro amicizia si era sviluppata. Daryl si metteva in gioco aspettando di essere ascoltato e Rick gli diede quello che lui voleva. Non significava che la pensassero sempre allo stesso modo, ma c’era un senso di uguaglianza che Daryl non aveva mai sperimentato prima. Lo vedeva in se stesso adesso nelle discussioni che aveva con le altre persone. Si ergeva sicuro, e esprimeva il suo pensiero guardando la persona dritta negli occhi, senza aver paura delle conseguenze. Appartenere al gruppo aveva cambiato tutto per lui. Lei aveva cambiato tutto per lui. Daryl si lasciò trasportare dal sogno e sollevò un dito facendolo scorrere con dolcezza sul profilo del suo naso, ipnotizzato da quella piccola manciata di lentiggini che poteva vedere adesso che le era così vicino. Il suo sguardo si spostò sulle sue labbra, ricordando i loro baci. Si sentiva come se fosse passata un'eternità dal giorno in cui aveva assaggiato il loro sapore e dal momento che questo era il suo sogno, Daryl non si pose il problema di indugiare nei suoi pensieri. Accarezzò le labbra di Carol con le sue, dilettandosi in quella morbidezza. Qualcosa si agitò nella parte posteriore del cervello di Daryl quando sentì che il dolore del suo labbro spaccato stava cercando di dirgli qualcosa, ma riuscì a bloccarlo immediatamente, non voleva sapere. Tutto quello che si permise di sentire era la donna che gli stava accanto, mentre faceva scorrere titubante la punta della sua lingua lungo il labbro inferiore di Carol. Il gusto innocente che lei sprigionava era elettrizzante e Daryl sentì il calore nel suo corpo aumentare sempre di più. Voleva di più, voleva baci veri. Premette le labbra con ancora più fermezza contro quelle di Carol, osando di essere audace nelle sue fantasie più di quanto si sarebbe mai permesso nella vita reale. La sua lingua si mosse contro le sue labbra, pregandola per lasciarla entrare nonostante sentisse la tensione montargli dentro sempre di più. Daryl non riusciva a capire come una persona potesse sentirsi così completamente rilassata ma assolutamente sconvolta dentro, contemporaneamente, ma si sentiva così al momento ed era una sorta di inferno perfetto.

All'improvviso Carol iniziò a rispondere ai suoi baci e Daryl si lasciò sfuggire un piccolo mugolio di soddisfazione. Pregò di non si svegliarsi mai da questo sogno perché niente avrebbe potuto reggere il confronto con questo, nel mondo reale. Carol ricambiò i suoi baci con tenerezza e quei loro baci così languidi valevano la pena e rendevano sopportabile per Daryl quel flebile dolore sul labbro spaccato. Sollevò una mano per posarla sulla parte posteriore della testa di Carol, emozionato da quanto quel sogno sembrasse realistico e pregò che i mostri non arrivassero  all'improvviso per riempire questo scenario onirico come facevano sempre, portandola via dalle sue braccia. Daryl interruppe il loro bacio e sfregò delicatamente la punta del naso contro quello di Carol, dilettandosi nel fatto che il tempo non avesse nessun significato in un sogno. Una parte di Daryl sperava che questa fosse la morte per poter rimanere stretto a lei in quel modo per sempre senza che nulla rischiasse di separarli nuovamente. Quel pensiero riportò alla sua mente un altro ricordo indesiderato. Aveva avuto paura di perderla, perché? Daryl aggrottò le sopracciglia, spingendo via i ricordi che minacciavano questo suo piccolo mondo accogliente. Non voleva pensarci, non voleva far altro che immergersi in questo sogno. Il mondo reale poteva aspettare. Il mondo reale poteva aspettare o magari anche andarsene all'inferno, per quanto gli importava. Lasciò scivolare la mano dalla testa di Carol alla deriva verso il basso lungo la curva deliziosa della sua schiena. Daryl non si era mai reso conto di quanto fosse inebriante la sensazione della schiena nuda di una donna. La sua pelle era così morbida e seducente da fargli bramare di più. Sapendo che questo era il suo sogno e sapendo di poter fare quello che voleva, Daryl trovò il coraggio di muovere la sua mano fino in fondo, fino ad arrivare a stringere a coppa il suo fondo schiena. La sua mano si strinse inconsciamente sulla carne soda  mentre deglutiva e sentiva il suo respiro cedere all'intimità di quel tocco.

Improvvisamente gli occhi azzurri di Carol si spalancarono per andare a fissarsi dritti dentro i suoi. Daryl si tese, sentendosi immediatamente in colpa. Spostò immediatamente la sua mano. ''Io..io non stavo..non intendevo..-''. Daryl arrossì furiosamente, sentendosi stupido. Persino nei suoi sogni non riusciva a smettere di comportarsi come un maldestro idiota con questo genere di cose, a quanto sembrava.

Carol sbatté le palpebre un paio di volte e poi cercò il suo volto. ''Stai bene?'' chiese con voce roca. ''Come ti senti?''

''Come mi sento?'' ripeté lui piano, consapevole del fatto che il suo corpo ribelle stava lasciando rivelare fin troppo per Carol.

''Eri mezzo morto quando ti ho trascinato fuori da quel fiume'', disse Carol con preoccupazione. ''Hai tossito fuori quella che mi è sembrata essere un'intera piscina piena d'acqua''.

Daryl si limitò a fissarla con sguardo assente, le sue parole non avevano nessun senso. Un lampo di paura passò lungo il suo viso mentre una serie di ricordi indesiderati iniziò ad affollare la sua mente. Voleva urlargli contro di lasciarlo solo, voleva urlare il fatto che non li voleva di nuovo dentro la sua testa, ma era già troppo tardi.







'' DARYL!'', Carol urlò il suo nome mentre guardava impotente Daryl e Merle scomparire oltre la cresta e cadere nell'acqua sottostante. Era rinvenuta giusto in tempo per vedere Daryl sparare accidentalmente a suo fratello. La freccia era schizzata dritta attraverso la sua testa ma nel suo tipico stile, non lo aveva nemmeno ucciso subito. Merle era sembrato solamente scioccato, come lo erano tutti loro, mentre lottava per comprendere quello che era appena accaduto. Non tutti i colpi alla testa si rivelavano fatali e Merle ne era la prova vivente. Carol aveva visto Daryl cercare di salvarlo disperatamente, anche se non c'era più alcun modo di poterlo fare. Era questo il modo in cui le cose erano sempre andate tra i due fratelli. Daryl era quello pieno di speranza, Merle quello ineluttabile. ''No!'' , singhiozzò, lottando per rimettersi in piedi nonostante avesse ancora le mani legate dietro la schiena. Carol si precipitò verso il bordo del precipizio e si guardò intorno con preoccupazione. Riuscì a scorgere Daryl più in là in basso nel fiume, cercava di mantenere freneticamente la testa di Merle al di fuori dall'acqua, ma quest'ultima era talmente veloce che il più giovane dei Dixon stava avendo dei grossi problemi solamente a cercare di non perdere la presa che aveva sul più anziano.

Carol si voltò di scatto, alla disperata ricerca di qualcosa con cui potersi liberare. Localizzò quasi subito il coltello di Daryl a terra e si precipitò verso di esso. Cadendo in ginocchio, Carol si voltò di spalle al coltello e cercò frettolosamente di raccoglierlo. Sembrò come se ci fosse voluta un'eternità per riuscire ad afferrarlo, mentre armeggiava alla cieca nel fango, ma poi la sua mano toccò il freddo metallo e iniziò febbrilmente a usarlo per tagliare i cavi che la tenevano prigioniera. Lavorare in quel modo era scomodo, e fu difficile farsi strada per tagliare i cavi telefonici velocemente quanto lei desiderava. Carol era consapevole che ogni secondo che passava era un secondo in più in cui Daryl si allontanava da lei. E come se questo non fosse già abbastanza, mentre armeggiava accanitamente per liberarsi, un vagante barcollò fuori dalla boscaglia. ''Oh andiamo!'', ringhiò per la frustrazione, tendendo con forza i cavi sui suoi polsi, nonostante il dolore che questo le provocò. Il vagante le era quasi addosso, ringhiando affamato e incurante della pioggia quando Carol riuscì finalmente a liberarsi. Con il coltello ancora stretto tra le mani balzò in piedi e guidò con decisione la lama sotto il mento della creatura, sentendolo penetrare fino a raggiungere il cervello. Il vagante crollò a terra mentre Carol sfilava fuori il coltello.

Voltandosi, si sporse lungo la sporgenza, seguendo il corso del fiume, sperando di ritrovare Daryl. Carol scivolò più volte, sopratutto perché i suoi occhi erano alla disperata ricerca di un qualcosa in quelle acque, era alla ricerca di un segno della presenza di Daryl e non stava guardando dove metteva i piedi. ''Dio, ti prego'', pregava sottovoce, senza nemmeno rendersi conto di starlo facendo, ''Dio, ti prego, non portarmelo via, non adesso, non in questo modo''. Il terreno sotto i suoi piedi iniziò nuovamente ad inclinarsi verso il basso e Carol effettivamente scivolò giù per buona misura fino a ritrovarsi su un terreno più pianeggiante che costeggiava l'acqua schiumante e fangosa. ''Daryl!'', chiamò il suo nome, pur sapendo che era un rischio e probabilmente anche una perdita di tempo sopra il rombo assordante del fiume in piena. ''Daryl!'', Carol riuscì a percepire il panico montargli dentro mentre cercava di non pensare alle possibilità che una persona potesse avere di combattere per una via d'uscita fuori da un tipo di situazione del genere, da quelle acque infuriate e veloci e dalle rocce e dai rami contro i quali potevi essere scagliato. Cercò di domare la sua angoscia e continuò a cercare, sapeva di non poter rinunciare. Continuò a correre lungo il fiume e dopo aver sorpassato una curva, con la coda dell'occhio catturò qualcosa di familiare. Il suo respiro affannato si fermò quando vide quella che sembrava essere la testa di un Daryl quasi annegato che cercava di aggrapparsi ad alcuni rami, il suo volto riusciva a stento a stare fuori dall'acqua mentre questa gli scorreva addosso con forza implacabile. Corse fino a raggiungerlo, riuscendo ad arrampicarsi su alcune rocce fino ad arrivargli accanto. ''Daryl!'', disse con urgenza, afferrandogli il braccio e tirandolo nella sua direzione. ''Andiamo, forza, devi uscire fuori di qui''. La sua osservazione sembrava abbastanza ovvia ma Daryl sembrava come essere completamente fuori di sé.

''Merle'', gracchiò debolmente.

Carol trattenne una smorfia. ''Se n'è andato, Daryl.. Non c'è niente che tu possa fare ora''. Tirò il suo braccio con più forza. ''Forza, afferra questo ramo, ti aiuto a tirarti fuori''. Ci vollero un altro paio di ripetizioni del suo ordine per far sì che quel Daryl così confuso iniziasse a cooperare. L'acqua era gelida e aveva l'aspetto di uno che era appena stato scagliato duramente e ripetutamente contro quelle rocce. Era un miracolo il solo fatto che fosse ancora vivo. Carol usò una forza che non sapeva nemmeno di possedere, riuscendo a tirare un Daryl che si dimenava con furia fuori da quella trappola. Lo trascinò lungo le rocce e poi entrambi si lasciarono cadere sul terreno fradicio accanto al fiume, ansimando pesantemente. Daryl si voltò e iniziò a vomitare quell'acqua fangosa fuori dal suo stomaco, sputò fuori quell'impasto marrone mentre Carol gli accarezzava la spalla, cercando di confortarlo.

Daryl tremava in una maniera incontrollabile mentre la fissava con quello sguardo appannato quando riuscì finalmente a parlare di nuovo. ''Carol'', mormorò, a bocca aperta, ''Oh Dio, Carol, pensavo di averti persa''.

''Non sono ancora morta'', rispose lei svelta. ''Va tutto bene, andrà tutto bene''. Carol trattenne una smorfia, sapendo che Daryl non era nelle condizioni di parlare ma lei aveva comunque bisogno di sapere. ''Carl, hai trovato Carl?''

Lui sbatté le palpebre, come se quelle parole lo avessero confuso. ''Carl?''

''Si, è andato a chiedere aiuto, vi ha raggiunti?''

Daryl annuì lentamente. ''Lui è.. lui è con Rick'', biascicò, le palpebre che si chiudevano.

Il sollievo inondò Carol anche se subito dopo andò un po nel panico. Afferrò Daryl per la spalla e la scosse con forza. ''Non ti addormentare!'', gli ordinò con fervore. ''Dobbiamo trovare un riparo''. Quell'affermazione sembrava qualcosa di impossibile ma Carol sapeva di non poter lasciare che Daryl perdesse i sensi su quel terreno fradicio, sotto la pioggia gelida. Probabilmente non si sarebbe mai più svegliato. Attraverso una serie di velate minacce e un po di persuasione, Carol riuscì a far rimettere Daryl in piedi, anche se stava appoggiato pesantemente su di lei. Barcollarono attraverso il bosco lontano da quel fiume mentre Carol cercava disperatamente un qualche tipo di rifugio per cercare di mantenere Daryl al caldo. Fu il miracolo per il quale Carol aveva pregato quando improvvisamente sbucarono fuori in una radura e videro materializzarsi davanti a loro una piccola capanna di legno. Con una rapida occhiata in giro per i vaganti, Carol continuò a trascinarlo verso la loro salvezza. Barcollarono all'interno del piccolo edificio e il sollievo di essere finalmente al riparo dalla pioggia fu travolgente. Carol si guardò velocemente attorno, osservando l'ambiente che li circondava. Un materasso stava abbandonato sul pavimento e lei guidò l'instabile Daryl verso di esso. Lui si lasciò cadere in ginocchio una volta raggiunto e Carol lo trascinò per il resto del percorso. Daryl atterrò con un tonfo pesante sopra l'imbottitura polverosa privo di sensi. Carol afferrò le due coperte che stavano gettate in un angolo e spogliò rapidamente Daryl dai suoi vestiti. Quel materiale fradicio non avrebbe fatto nulla per mantenerlo al caldo. Quando ebbe finito, Carol lo coprì frettolosamente con le coperte prima di spogliarsi a sua volta e unirsi a lui sotto le lenzuola. Avvolse il suo corpo in un abbraccio contro quello di Daryl che continuava a tremare violentemente, facendo in modo che il suo calore corporeo riscaldasse velocemente l'uomo che stava quasi congelando. Carol lo strinse contro di lei con forza, cercando di fargli sentire che lei era lì e che stava freneticamente cercando di salvargli la vita.







I ricordi di quello che era accaduto affluirono bruscamente in lui. Il viso di Merle mentre scompariva oltre il bordo della scogliera, lui che cercava disperatamente di afferrarlo, l'acqua che infuriava sbattendo il suo corpo contro le rocce e contro l'oscurità che seguì. ''Merle..'', gracchiò, sconvolto dal fatto di non aver ricordato subito il destino di suo fratello, anche se aveva pensato che fosse tutto un sogno

L'espressione di Carol era un'espressione di totale comprensione. ''Mi dispiace così tanto, Daryl''.

''E' morto'' sussurrò lui, lacrime calde sgorgarono fuori dai suoi occhi scivolando sul suo viso ancora prima che potesse fermarle. ''Io l'ho ucciso..''.

''No,'' disse Carol velocemente, posando una mano sul suo viso, ''Tu non l'hai ucciso, Daryl. Merle ti ha costretto, quello che è successo è stato un incidente''.

Una piccola parte di Daryl sapeva che Carol aveva ragione. Il vecchio detto dell'incidente che stava solo aspettando di accadere sembrava scritto apposta per Merle. Per tutta la sua vita, era questo che Merle era stato, un incidente che aspettava solo di accadere. Daryl riusciva a capirlo adesso ma questo non servì a diminuire il senso di vuoto, di perdita e di desolazione. Gli era mancato suo fratello e questo mondo era sembrato ancora più grande, ancora più spaventoso senza la presenza di Merle, anche se il vecchio Dixon aveva aggiunto i propri mostri sul conto. Merle era suo fratello. L'ultimo familiare che gli era rimasto e adesso se n'era andato. Pensando a quanto era stato risoluto sul fatto di ucciderlo non molto tempo prima, Daryl non era preparato per le ondate di dolore che gli portò questa presa di consapevolezza.

Carol asciugava le sue lacrime con il pollice. ''Hai fatto tutto quello che potevi per salvare Merle'', disse con voce roca. ''Nessun fratello avrebbe potuto fare di più''.

Daryl desiderava davvero credere alle sue parole ma non sapeva ancora se avesse o meno la forza per farlo.

''Penso che alcune parti di Merle volevano semplicemente restare una causa persa'', continuò Carol piano.

''Perché?'', le domandò Daryl con angoscia. ''Perché mai qualcuno dovrebbe volere una cosa del genere?''.

L'espressione di Carol era molto grave mentre giacevano stretti l'uno tra le braccia dell'altro, i nasi che quasi si sfioravano. ''Credo che pensasse di meritarselo''. Aggrottò la fronte. ''Mi sembrava come se Merle fosse intento a punire se stesso per alcuni errori commessi in passato e non poteva permettere a nessuno di cambiare le cose''. L'espressione di Carol si ammorbidì in una piena di compassione. ''Nemmeno a te''.

Daryl apprezzò il fatto che Carol non tirò fuori eventuali luoghi comuni sul fatto che non avrebbe sempre sentito la perdita di Merle così acutamente, sul fatto che il dolore per la perdita di suo fratello si sarebbe affievolito con il tempo. Poteva anche essere vero, ma quel sollievo faceva parte di un futuro troppo lontano e non l'avrebbe di certo aiutato ora. Daryl avrebbe voluto inveire contro la futilità di tutto questo, la perdita di una vita che non sarebbe mai dovuta accadere. ''Non sono riuscito ad afferrarlo..'' gracchiò dolorosamente, il senso di colpa che faceva contrarre i suoi lineamenti non sapendo nemmeno se si riferiva all'acqua che scorreva feroce o semplicemente dalla vita in generale. Merle gli era scivolato tra le dita, non importava quanto duramente Daryl aveva cercato di aggrapparsi a lui.

''Forse era arrivato il momento di lasciarlo andare'', disse Carol semplicemente. ''Per tutti e due. Forse Merle ha finalmente trovato un po’ di pace''.

L'espressione di Daryl si fece dura. ''Non ci crederai veramente, no?''. In qualche modo non pensava che Dio sarebbe stato troppo interessato a trovare un posto in paradiso per un artista del calibro di Merle Dixon.

La voce di Carol era morbida e dolce. ''Credo che Merle abbia smesso di soffrire, probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita''.

Il volto di Daryl si contrasse nel dolore. ''Ma mi ha lasciato indietro'', disse dolorosamente, ''di nuovo''.

''Grazie a Dio lo ha fatto'', rispose Carol con profonda emozione. ''Non so cosa avrei potuto fare se ti avessi perso laggiù in quel fiume''.

Daryl la guardò e improvvisamente fu di nuovo conscio della loro nudità mentre Carol lo fissava con quegli occhi azzurri colmi di emozione. Sentì il suo corpo tendersi nuovamente, incurante del suo tumulto emotivo e Daryl sapeva di stare per ridicolizzarsi. ''I miei.. i miei vestiti..'' gracchiò, cercando di pensare a un modo in cui potersi allontanare da Carol senza che lei notasse la sua erezione. Per un uomo nudo, era veramente difficile nascondere la propria eccitazione. Lei probabilmente avrebbe pensato che fosse malato ad essere in quello stato mentre era in lutto per suo fratello, ma apparentemente tutto ad un tratto il suo corpo funzionava in modo indipendente dalla sua testa.

''Te li ho tolti'', spiegò Carol. ''Eravamo entrambi fradici. Questo era l'unico modo per scaldarti. Stavi congelando dopo essere quasi annegato in quell'acqua gelida. E i corpi nudi conducono meglio il calore''.

Daryl era dolorosamente consapevole di questo fatto visto il calore che avvolgeva il suo corpo, grazie al modo in cui il suo sangue stava attualmente scorrendo nelle sue vene. Era esattamente quel problema del suo sangue che continuava ad affluire in un certo punto che gli aveva fatto capire di avere un disperato bisogno di coprirsi e di mettere una certa distanza tra loro due.

''I nostri vestiti sono laggiù''.

Carol inclinò la testa per indicarli e Daryl torse il busto fino a vedere i loro vestiti abbandonati sul pavimento. Guardò di nuovo verso Carol, cercando di non arrossire immaginando lei mentre lo spogliava dei suoi vestiti. Non funzionò dal momento che sentì il calore salire fino alle guance e la situazione lì in basso non migliorava le cose.

Carol gli sorrise leggermente. ''Vuoi che vada a prenderli per te?''. Si mise e sedere e Daryl ebbe una fugace visione di uno dei suoi seni nudi e l'acchiappò subito per il braccio tirandola nuovamente giù, non essendo sicuro di poter reggere la vista di Carol completamente nuda. La sua presa sul suo autocontrollo era già abbastanza difficile così com'era. ''No!'', disse bruscamente.

''Ah!'', Carol ebbe un leggero sussulto di dolore e Daryl allentò subito la presa su di lei.

''Che c'è?'', le chiese con urgenza. ''Che cosa c'è che non va?''. Daryl sapeva che la sua presa era stata delicata. Improvvisamente gli tornò in mente la scena di Merle in piedi sopra il corpo privo di sensi di Carol e la paura nascosta dentro di lui su quello che il fratello le avrebbe potuto fare mentre lui stava correndo per trovarli.

Carol diede una piccola smorfia. ''Non è niente. E' solo la mia spalla. Merle me l'ha slogata accidentalmente. L'ha messa di nuovo a posto, ma è ancora un po’ dolorante''.

Daryl dovette sforzarsi per riuscire a porre la domanda successiva. Un muscolo si contrasse nella sua guancia mentre lottava per mantenere il controllo. ''Ti ha.. ti ha fatto del male? Voglio dire, ti ha fatto qualcos-''

''No'', disse Carol rapidamente. ''No, Daryl. Merle non aveva intenzione di fare del male a me o a Carl''.

Daryl chiuse gli occhi mentre sentì il sollievo scorrergli dentro per il fatto che Merle non avesse pensato di percorrere quella vena sadica su Carol.  Ebbe il sospetto che forse Carol non gli stesse dicendo tutto ma Daryl non aveva altra scelta che credere a quello che gli stava dicendo. Aveva bisogno di crederci. ''No'', sputò fuori. ''Merle stava solo cercando di fare del male a me''.

''Lui non la vedeva in questo modo''.

Daryl tenne gli occhi chiusi mentre lottava contro i sentimenti contrastanti che suo fratello scatenava in lui, anche dopo essere morto. ''Ma è quello che ha fatto''.

''Lo so'', disse Carol tranquillamente con rammarico. ''Ma devi sapere che Merle ti amava, Daryl, più di chiunque altro al mondo''. Sospirò. ''Non era davvero bravo ad amare le persone, ma quello non era per colpa sua''. L'espressione di Carol era piena di empatia. ''Avreste entrambi meritato di meglio''. Si avvicinò azzerando la piccola distanza che c'era tra loro, le sua labbra che accarezzavano quelle di lui. ''Molto meglio'', sussurrò prima di baciarlo.

Daryl sapeva che non era affatto una buona idea per Carol riprendere a baciarlo, adesso che entrambi erano completamente svegli. Non aveva alcun tipo di difesa contro il conforto che lei gli stava offrendo. Se mai qualcuno avesse potuto far andare via l'orrore di questa perdita, quella persona sarebbe stata Carol. Posò la mano su quella ferita sanguinante che lui portava dentro il suo cuore facendo dissipare il suo dolore. Daryl ricambiò i suoi baci avidamente, volendo cancellare tutto dalla sua mente, tutto tranne lei, anche se aveva questa crescente paura sul dove avrebbe portato tutto questo. Non ne sapeva niente dell'intimità fisica, quello che si supponeva dovesse fare, quali erano le mosse giuste. Quel pensiero lo terrorizzava ma anche se aveva paura, Daryl si trovò comunque attratto in quella calda rete che il tocco di Carol stava tessendo intorno a lui. La mano di Carol scivolò lungo la sua schiena, le dita erano leggere sulla sua pelle coperta di cicatrici e quella stessa pelle non poté fare a meno di contrarsi sotto quella dolce carezza. Era come se l'elettricità stesse scorrendo dalle sue dita lungo il suo corpo sensibilizzando ogni sua singola terminazione nervosa. Carol si stabilì ancora più completamente contro di lui e Daryl dimenticò se stesso, accogliendo la sua morbidezza contro le dure linee del suo corpo. Tuttavia, quando la sua eccitazione fu improvvisamente premuta contro la coscia di Carol, Daryl entrò nel panico, temendo quello che avrebbe potuto fare lei. Si tirò indietro, un nuovo rossore imporporò le sue guance mentre la fissava, imbarazzato dalla rampante reazione del suo corpo e dalla paura della reazione di Carol. Lei lo aveva preso in giro quella volta in cui erano rimasti bloccati nel ripostiglio e il suo corpo aveva avuto la meglio su di lui. Erano accadute molte cose da allora e Daryl non sapeva se Carol ne sarebbe stata disgustata questa volta. Ma si preparò per un suo rifiuto.

Carol tenne costantemente gli occhi incollati ai suoi e non riuscì a leggerci nessuna presa in giro, non riuscì a vedere alcun rifiuto in quegli occhi azzurri mentre si rendeva probabilmente conto della sua evidente paura. ''Va tutto bene'', sussurrò. ''Sono solo io''. Riprese nuovamente a baciarlo, sfregando le labbra sulle sue. ''Sono solo io''.

Daryl sentì un po’ di quella tensione lasciare il suo corpo mentre Carol gli offriva di nuovo la dolcezza dei suoi baci. La sua mano adesso era sul suo fondo schiena, le sue unghie lo graffiavano dolcemente su e giù trasmettendo delle piccole scosse di piacere lungo il suo corpo. La mano di Carol si spostò sulla sua coscia e poi prese a muoversi con confidenza tra i loro corpi. All'improvviso la sua mano si strinse forte e prese a muoversi lungo tutta la sua eccitazione. Daryl e la sua durezza reagirono in maniera selvaggia. Si lasciò sfuggire un sospiro strozzato nel bel mezzo del loro bacio, il suo corpo in balia delle sue sensazioni. Carol non smise di baciarlo e anche se il primo impulso di Daryl era quello di scappare fu immediatamente sostituito dalle intense ondate di piacere che Carol stava causando al suo intero sistema nervoso. Daryl gemeva nei loro baci mentre il sangue pompava furioso all'interno delle sue vene. Stava perdendo completamente il controllo del suo corpo, lo sentiva. Afferrò la mano di Carol, spinto dal bisogno di fermare quel delizioso tormento, ma era già troppo tardi. Quell’intensa sensazione inondò il suo corpo radicalmente e salì in un crescendo che culminò selvaggiamente. Ruppe il loro bacio, soffocando il suo rammarico contro il collo di Carol, anche se non riuscì a contenere i suoi gemiti di piacere. Daryl rabbrividì contro Carol, il suo corpo interamente scosso dai tremori fino a quando non riuscì a riprendere il controllo. 

Non voleva guardarla, il terrore e l'imbarazzo dei suoi precedenti incontri tornò di nuovo alla sua mente e si preparò per la delusione di Carol o, addirittura, per essere deriso. Questa era la peggiore paura di Daryl e si era appena avverata. Non avrebbe voluto che andasse a finire così, non per loro, e la vergogna minacciò di sopraffarlo. Daryl si voltò bruscamente lontano da lei, dando le spalle a Carol e lottando contro la voglia di correre semplicemente il più lontano possibile. Sembrava preferire di tentare la fortuna nudo, nel mezzo di una foresta pullulante di vaganti piuttosto che dover guardare Carol nuovamente negli occhi. Pregò per la morte. Daryl sussultò quando sentì il primo tocco di Carol. Percepì le carezze delle sue labbra contro la schiena e si irrigidì.

Carol non si lascio intimorire. Lo baciò lungo tutta la sua schiena, salendo fino a raggiungere il collo e mordicchiandolo lungo tutta la sua lunghezza fino a quando non arrivò al suo orecchio. ''Voltati'', gli ordinò con voce roca.

Daryl combatteva contro la sua paura e il suo desiderio mentre cercava di capire cosa fare. Lentamente rotolò sulla schiena, lo sguardo che scivolava di lato evitando di guardare Carol dritta negli occhi. Prese a mordicchiarsi la parte interna della guancia, un tic nervoso mentre aspettava che Carol formulasse un discorso di compassionevole comprensione per lui. Ora Daryl desiderava veramente che questo fosse solo un sogno in modo da potersi svegliare e sapere che non si era umiliato in questo modo davanti a Carol.

''Ti voglio''.

Gli occhi azzurri di Daryl si incatenarono ai suoi, spalancati per lo shock. Aveva sentito bene? Carol lo desiderava ancora, anche dopo quello che era appena successo.

Carol lo stava guardando da vicino. ''Tu mi vuoi?''. C'era un leggero tremolio nella sua voce quando pose quella domanda, dipingeva tranquillamente la persona calma che lei ritraeva.

Daryl la stava ancora fissando, l'emozione soffocava la sua voce.

''Perché possiamo anche fermarci qui'', disse piano. ''Niente deve cambiare tra noi, Daryl, non se tu non lo desideri''.

Era questo, era questo il momento che Daryl aveva sia desiderato che temuto così tanto. Erano sul punto di rischiare tutto quello che avevano per qualcosa di ancora indefinito. Daryl stava avendo delle difficoltà a respirare mentre si lasciava travolgere interamente per la prima volta dai suoi desideri quando si trattava di Carol. Lui la desiderava, la desiderava così tanto, ma aveva paura di quello che avrebbe significato per lui e per Carol.

Carol dovette essere in grado di vedere il dilemma scritto sul suo volto. ''Non importa quello che succederà'', disse con voce roca. ''Io non vado da nessuna parte, Daryl. Tu non mi perderai mai''.

Daryl si lasciò sfuggire un gemito di sollievo nel sentire le parole che non si era nemmeno reso conto di stare aspettando. ''Io ti..'', gracchiò, trovando difficile buttare fuori le parole per il modo in cui la sua gola si era stretta. ''Io voglio..''

Quando non riuscì a pronunciare quella parola, Carol lo aiutò. ''Me?'', sospirò, una piccola nota di speranza nella sua voce.

''Te'', accettò lui sfinito, il desiderio di quel momento riuscì finalmente a vincere la sua paura.

Carol gli sorrise. ''Bene..'', disse gutturale e riprese a baciarlo nuovamente.

Presto Carol interruppe i loro baci infuocati e prese a muovere le sue labbra giù lungo il suo corpo. Daryl inarcò la schiena mentre lei si lasciava dietro una scia infuocata di baci, lungo il suo petto e sul suo stomaco, sembrando in grado di stimolare ogni singolo nervo lungo la strada. L'eccitazione di Daryl stava trovando rapidamente vita nuova grazie ai tocchi di Carol, che prese a stimolarlo con la sua bocca. Trasse un respiro sofferente di gioia, appoggiandosi sui gomiti, mentre guardava con stupore Carol che gli donava abilmente piacere. Stava riuscendo a strappare al suo corpo delle reazioni che Daryl non avrebbe mai ritenuto possibili. Lasciò cadere indietro la testa e si lamentò a gran voce contro il cielo. Daryl aveva dato se stesso a Carol, lasciandole prendere completamente il controllo mentre il suo respiro sempre più affannoso riempiva la piccola cabina. Strinse gli occhi e ricadde indietro sul cuscino. Daryl perse se stesso in quello che Carol stava facendo, desiderava che andasse avanti per sempre ma a quanto pareva, lei aveva altre idee. I suoi occhi si riaprirono e un lamento involontario di perdita venne strappato alle sue labbra quando Carol si fermò. Daryl la guardò salire a cavalcioni sopra il suo corpo e gli si fermò il respiro nel vedere quanto fosse bella. Era pienamente vigile quando Carol avvicinò ancora di più i loro corpi e prese a farlo affondare lentamente dentro di lei. Si morse il labbro e si lasciò sfuggire un grido strozzato mentre Daryl dimenticò completamente come respirare. Quella calda sensazione di umidità che lo avvolse era troppo per lui. Si aggrappò alle sue cosce e non riuscì a smettere di spingersi selvaggiamente dentro di lei, il suo corpo che reagiva d'istinto.

''Aspetta'', ansimò Carol irregolarmente, mettendogli le mani sul petto, ''dammi un momento''. Gli sorrise debolmente. ''E' passato molto tempo dall'ultima volta''.

Daryl arrossì, odiando la sua inesperienza ancora una volta e spaventato dal fatto di poterle fare del male. Carol si lasciò cadere in avanti e cominciò a baciarlo prima che lui potesse iniziare ad ossessionarsi con quel pensiero. Quella semplice intimità li fece rilassare entrambi. Carol iniziò a muoversi sopra di lui, spingendo i suoi fianchi contro la sua erezione e Daryl non riuscì a trattenere un altro gemito nel loro bacio.

Carol si raddrizzò e aumentò il ritmo della velocità dei loro corpi mentre le sue mani andarono a coprire quelle di Daryl ancora strette saldamente attorno alle sue cosce. ''Ti sto facendo male?'', gli chiese senza fiato.

Il corpo di Daryl era un ammasso di lividi e di tagli dovuti alla sua lotta con Merle e al tuffo in quelle acque agitate, ma in quel momento pensò che non si sarebbe reso conto nemmeno se qualcuno avesse tentato di dargli fuoco. ''No'', gracchiò con voce tremante, ''Non ti fermare''. I suoi occhi erano grandi e imploranti. ''Non ti fermare''.

Carol si morse il labbro e sembro compiaciuta nel sentire quel tipo di disperazione nella sua voce. Prese una delle sue mani e la posò sopra uno dei suoi seni nudi, facendo sfuggire dalle labbra di Daryl un suono strozzato. La sua morbidezza riempiva il palmo della sua mano e Daryl gemeva ad alta voce a quella sensazione, sentendo un brivido attraversare il suo corpo. Carol impostò sapientemente un ritmo per i loro corpi e Daryl si limitò a seguire il suo esempio, stupito dalla facilità con cui riuscirono a coordinarsi l'uno con l'altro. Aveva temuto di poter essere scomodo e inutile, ma questa sembrava la cosa più naturale nella stranezza. La tensione iniziò a crescere mentre Carol iniziava a muoversi su di lui sempre più forte, fino a quando pensò di non riuscire più a tenere il ritmo. Daryl poteva sentire il suo corpo avvicinarsi ad una fine inevitabile. La temeva e desiderava nello stesso tempo, non voleva che questa beatitudine giungesse alla fine. Entrambi i loro respiri irregolari riempivano l'aria quando Carol si lasciò scivolare in avanti, mettendo le mani su entrambi i lati del volto di Daryl, stando così faccia a faccia con lui. L'attrito tra i loro corpi aveva raggiunto il culmine. Il sudore colava dal suo corpo come da quello di Carol, che era ricoperta da una patina che sembrava quasi renderla un bagliore ai suoi occhi. Daryl si sentiva come se lo stesse completamente consumando, assorbendolo dentro il suo corpo e si arrese al suo destino con entusiasmo. Le sue mani si strinsero attorno ai suoi fianchi, sentendo che per lui si stava avvicinando la fine e pregando di poter durare il giusto tempo per poter soddisfare Carol. Poi, all'improvviso, lei si tese ed iniziò a tremare convulsamente e selvaggiamente sopra di lui.

''Cazzo!'', urlò Daryl, impossibilitato a trattenere l'imprecazione che lasciò le sue labbra mentre sperimentava per la prima volta l'orgasmo di una donna sul suo corpo. Questo lo spinse al raggiungimento del suo stesso limite, mentre faceva scivolare tutto nell’oblio e si lasciava travolgere dall'orgasmo più intenso della sua vita. Si dimenava selvaggiamente sotto il corpo di Carol, entrambi stretti l'uno all'altra mentre diventavano le uniche due creature esistenti al mondo per pochi splendenti secondi. Carol gli crollò sopra mentre lui ancora cavalcava le ultime convulsioni del suo rilascio. Giacevano lì, entrambi ansimando nel loro abbraccio lottando per recuperare l'ossigeno di cui i loro polmoni si erano privati. Una sorta di euforia si impossessò di Daryl e spinse tutte le sue estremità a rilassarsi restando completamente immobili. Fu Carol che in qualche modo riuscì a rotolare giù dal suo corpo e accasciarsi su un lato. Per un momento Daryl si fece prendere dal panico e pensò che lei volesse lasciarlo e lui questo non poteva sopportarlo. ''No'', gemette, voltandosi e posando la sua testa sopra il suo petto, afferrandola sui fianchi per impedirle di allontanarsi ulteriormente da lui. Lei rispose avvolgendo le sue braccia attorno al suo collo in silenzio, lasciando che Daryl capisse che non aveva intenzione di andare da nessuna parte. I suoi muscoli si rilassarono nuovamente e restò lì, ad ascoltare il cuore di Carol battere sotto il suo orecchio per poi tornare lentamente a raggiungere la sua normale velocità. Daryl si sentiva completamente rilassato, senza pensare minimamente a qualcosa da dire. Era troppo felice per preoccuparsi, in quel momento. Felice e incredibilmente appagato. Non sapeva per quanto tempo fossero rimasti lì sdraiati, Carol ad accarezzare i suoi capelli, lui ad ascoltare il battito del suo cuore, mentre il sudore si asciugava sui loro corpi. A Daryl non importava. Sarebbe rimasto volentieri in quella cabina per il resto della sua vita, solo lui e Carol, a fingere che il resto del mondo con tutte le sue complicazioni non esistesse.

Carol si mosse, a quanto pare non condivideva il suo stesso desiderio. Passò la mano tra i suoi capelli ancora sudati. ''Dobbiamo tornare alla prigione. Gli altri saranno preoccupati'', disse con calma.

Daryl emise un grugnito, evitando accuratamente di muoversi, possibilmente non voleva farlo mai più. Tutto il suo corpo palpitava ancora di una foschia post - orgasmica e non voleva lasciare scappare la morbidezza del corpo di Carol da sotto di lui. Carol però aveva in mente altre idee, si dimenò un po’ per fargli sollevare la testa.

''Dobbiamo andare'', lo castigò con indulgenza, scivolando via da sotto il suo corpo.

''Piove ancora'', osservò Daryl, guardandola attraverso la fessura dei suoi occhi socchiusi mentre Carol si alzava in piedi.

''E' diminuita un po'', disse Carol, camminando verso i suoi vestiti.

Daryl giaceva su un fianco, godendo liberamente della vista di Carol muoversi con tanta naturalezza, mentre lui giaceva nudo al caldo. Non aveva mai trascorso molto tempo godendo apertamente della vista del corpo di una donna a causa delle complicazioni che avrebbe finito per provocare. Era una sensazione incredibile quella di avere una conoscenza così intima del corpo di Carol e sapere che ora nessun altro rimasto in vita l'aveva vista nel modo in cui l'aveva appena vista lui.

Carol lo guardò da sopra la sua spalla mentre si tirava su i pantaloni e agganciava i bottoni. ''Ti stai alzando, pelandrone?''.

''Mmm'', mormorò Daryl disinteressato, ''Forse..''.

Carol adesso stava indossando il suo reggiseno. ''Non so per quanto tempo abbiamo dormito. Rick e gli altri ci staranno cercando''. Lei gli rivolse uno sguardo preoccupato. ''Tu sei sicuro che Carl sta bene?''.

''Sta bene''. 

Carol si lasciò sfuggire un lungo sospiro. ''Bene. Ho avuto così tanta paura per lui, disarmato in quei boschi''.

Daryl pensò di raccontare qualcosa a Carol riguardò Michonne, ma non ne aveva voglia. Non voleva parlare di altre persone in questo momento.

''Forza, tirati su''.

Daryl le rivolse uno sguardo vagamente infastidito, ''Prepotente''.

''Tu adori questo mio lato''.

Daryl cercò di trattenere un sorriso. ''Dici?''.

''Confermo'', disse Carol con fermezza mentre prendeva posto a sedere sul materasso accanto a lui per infilarsi le scarpe.

Daryl era profondamente stupito di quando le cose sembrassero facili tra di loro considerando quello che era appena accaduto. Era grato che Carol non lo stesse premendo per avere di più in quel momento perché Daryl si sentiva già abbastanza sopraffatto dall'enormità di quello che era appena successo. Fu tentato di chiedere a Carol come si sentiva ma poi ci ripensò, nel caso in cui non gli fosse piaciuta la risposta. Daryl scansionò invece la piccola cabina. ''Dov'è la mia balestra?''.

''Oh, mi dispiace'', disse Carol con una punta di ironia. ''Credo che tra il dovermi liberare dei cavi, uccidere un vagante, strapparti via alla corrente di un fiume in piena, trascinarti fino a un luogo sicuro e assicurarmi che tu non entrassi in ipotermia, devo aver dimenticato di tornare indietro a recuperare la tua balestra''.

Daryl si mise a sedere. ''Scuse accettate'', disse impassibile.

Carol roteò gli occhi prendendolo in giro. ''Non ha intenzione di alzarsi dal letto per far sapere alle persone a cui teniamo che stiamo bene, ma per la sua balestra è tutta un'altra storia''.

Daryl si mise in piedi rendendosi conto solo dopo di essere ancora nudo. Afferrò con un movimento frettoloso la coperta e se la strinse in vita.

Carol guardò la sua latente modestia con un certo divertimento. ''Ricordi che ho già visto tutti quello che nascondi, vero?'' disse, cercando di trattenere un sorriso. ''Da vicino e in modo molto personale, in effetti''.

Daryl sapeva di stare arrossendo di nuovo, poteva sentire le sue guance riscaldarsi dolorosamente. ''Si, beh, non ho intenzione di dare via libera ogni volta'', disse in tono burbero, cercando di replicare la sua presa in giro.

Carol rise. ''Non sei quel genere di ragazza, non è così?''.

Daryl si sbrigò ad afferrare i suoi pantaloni, riuscendo a tirarli su rapidamente prima che la coperta cadesse. ''Si, esatto'', la provocò a sua volta.

''Beh..'', disse Carol in tono strascicato, rivolgendogli un'occhiata considerevole seppur ancora divertita. ''E' un vero peccato''.

Il cuore di Daryl perse immediatamente un battito e poi si girò per vedere il modo in cui Carol lo stava osservando, armeggiando mentre le sue dita diventate improvvisamente goffe faticavano ad allacciare il primo bottone dei suoi pantaloni. Non riusciva a smettere di guardarla, sentendo il desiderio di lei rinnovarsi dentro di lui. Era normale? Daryl non lo sapeva e francamente, non gli importava. Guardò verso la porta alle sue spalle e poi di nuovo verso Carol. ''Credo che la pioggia si stia nuovamente facendo pesante'', disse in modo sconnesso, cercando di sostenere il suo sguardo. ''Forse dovremmo stare qui ancora per un po’ ”. Daryl credette di vedere una scintilla di desiderio negli occhi di Carol in risposta al suo suggerimento, ma poi i suoi occhi si spalancarono, improvvisamente si spostarono a fissare qualcosa alle sue spalle e lo sguardo sul suo viso divenne uno di terrore e quella fu l'ultima cosa che Daryl riuscì a vedere prima che la sua testa esplodesse di dolore e tutto diventasse nero . . .

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