Warmness on the Soul

di Mrs_Gates6661
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 -Fine- ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era sera e camminavo sul ciglio della strada con in mano il mio libro preferito, mentre calciavo ossessivamente un sassolino.
Le strade di Huntington Beach erano deserte, e una leggera brezza marina scompigliava i miei capelli rossastri.
Stranamente le vie affacciate sul mare, erano completamente deserte, e questo non mi dispiaceva.
Per una volta potevo andare in giro senza essere additata da da tutti, come sempre succedeva.
Ormai mi conoscevano bene nel quartiere, o almeno pensavano di conoscermi.
Mia madre era un'alcolizzata e mio padre ci aveva lasciate da sole quando avevo appena qualche mese.
Mio nonno paterno era la colonna portante della famiglia. Mi crebbe lui. Mi insegnò lui la differenza tra il bene e il male, e lui mi spiegò gli errori che aveva fatto e continuava a fare mia madre.
Quando morì fu un duro colpo per me, e per dargli una degna sepoltura, abbandonai la scuola per un periodo e andai a lavorare.
Meritava tutta la mia fatica e il mio sudore. Per lui avrei fatto tutto.
Assorta nei miei pensieri, non mi resi conto di essere arrivata fino alla zona più malfamata del quartiere.
La "Black Chain", chiamata così per via dei suoi colori spenti.
Tutti avevano paura di quel posto, me compresa. Nessuna persona che non fosse nata lì ci sarebbe andata, ma io decisi di non fermarmi, di andare avanti e capire come ci si sentisse ad avere problemi seri, molto più di quelli che avevo io.
Riposi il libro nello zaino che avevo sulle spalle e aguzzai la vista.
Notai che in fondo alla strada c'era un locale. Era pericoloso andare, ma ormai che avevo da perdere?
Mi avviai verso lo sporco edificio e sentii la puzza di alcool e droga risalirmi su per le narici.
Era un posto chiuso, dove la gente ballava senza vergogna.
Mi sentivo completamente fuori luogo.
Vidi che ad un certo punto un ragazzo mi si avvicinò, come se volesse conoscermi meglio, ma non erano proprio le sue intenzioni.
Mi afferrò per un polso e mi portò fuori, poi mi sbatté addosso al muro di un vicolo.
Sapevo che non sarei dovuta andare.
Cominciò a toccarmi, e l'unica cosa che riuscii a fare, fu far uscire delle lacrime salate che mi rigarono il viso.
Sapevo che se avessi chiamato aiuto, non mi avrebbe sentito nessuno.
Mentre quest'uomo, alto non più di un metro e settanta, mi continuava a toccare, un gruppo di ragazzi si fiondò su di lui e cominciarono a picchiarlo.
I miei occhi verdi smeraldo erano contornati di un rosso vivo, per le troppe lacrime.
Non capii più nulla, e cominciai a vedere tutto nero.
L'ultima cosa che ricordo, fu un ragazzo alto, con i capelli neri e degli occhi color nocciola brillanti, che erano tanto bui quanto profondi.
Solo guardandolo per qualche istante mi resi conto della fragilità che si nascondeva dietro a quelle braccia tatuate e quel fare da duro.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mi svegliai di soprassalto a causa di un rumore assordante. Sembrava che stessero uccidendo qualcuno da come urlavano, ma poi capii che stavano suonando. Mi alzai dal letto su cui stavo dormendo. Non sapevo cosa mi fosse successo. Appena poggiai i piedi a terra, un brivido percorse la mia schiena. Camminai pian piano verso la sala da dove proveniva la musica. Provai a non fare rumore, ma per sbaglio inciampai e feci cadere una bottiglia di Heineken. «Merda!» Esclamai tra me e me. In quel preciso istante, tutti e cinque i ragazzi si girarono verso di me e cominciarono a fissarmi. Senza dire una parola. Sentii il mio viso andare in fiamme. Con i loro sguardi freddi mi misero in soggezione. Non sapevo che fare. Avevo paura. «Dove sono?» Chiesi con un filo di voce mentre guardavo il pavimento. In quel momento, mi si avvicinò un ragazzo alto, dagli occhi azzurri cielo. «Non sono affari tuoi dove sei. Adesso metti le scarpe e vieni con noi, ti riportiamo a casa.» Rispose con un tono gelido. Feci cenno di sì con la testa. Avevo paura di rispondere. Mi guardai un po' intorno, e la prima cosa che vidi fu lui. Il ragazzo dagli occhi color nocciola. Continuava a squadrarmi, e io facevo lo stesso con lui. Mi soffermai sui suoi occhi, e quando questi ultimi incontrarono i miei, il mio cuore cominciò a battere veloce, come se volesse saltare fuori dal petto. Non avevo mai provato una sensazione simile. Come fece per aprire bocca, venne interrotto dal suo amico dagli occhi color acqua marina. «Vedi di muoverti, non abbiamo tempo da perdere. E tu Syn, vieni con me che dobbiamo accordarci per domani.» Poi si affrettarono ad andare via. Mi diressi verso quello che sembrava un bagno e mi specchiai. Ero in condizioni pietose, ma sapevo che non sarebbe importato a nessuno, quindi mi limitai a sistemare un po' la mia chioma con le dita. Tornai al letto, presi lo zaino e misi le mie scarpe, poi andai dai ragazzi. «S-sono pronta.» Balbettai a stento. Il ragazzo più basso del gruppo mi fece cenno con la testa di seguirli, così feci. Scendemmo le scale dell'enorme palazzo ed entrammo tutti in una vecchia macchina, che a malapena si metteva in moto. Nella vettura c'era un silenzio che quasi rimbombava nelle orecchie, fino a quando non parlai. «Grazie.» Dissi riconoscente. Nessuno rispose. Avrei dovuto stare zitta e limitarmi ad indicare la strada al ragazzo alto. Arrivati davanti casa mia, mi fecero scendere e, prima che ripartissero, sentii un «Prego.» Non sapevo chi fosse, ma in quel momento il mio cuore si riempì quasi di gioia, perché sembrava come se a qualcuno importasse di me. Tornai alla realtà. Mi resi conto che in quel momento ero sola. Presi le chiavi di casa, e aprii la porta. Come al solito, mia madre non c'era, quindi salii di corsa le scale e andai nella mia camera. Continuavo a pensare a ciò che mi era successo. Al ragazzo che mi aveva portata dietro al locale e al gruppo che mi aveva salvata. Non capivo perché l'avessero fatto. Infondo, non sapevano neanche il mio nome, né tantomeno cosa ci facessi in quel locale. Non capivo. Nel frattempo avevo tirato fuori il mio cavalletto, i pennelli e le tempere migliori che avevo. Volevo dipingere la cosa più bella che mi fosse venuta in mente, ma in quel momento non avevo alcun'ispirazione. Presi le cuffie e il cellulare, quindi misi One dei Metallica e lasciai che il mio polso si muovesse sulla tela. In un certo senso, non ero io a controllare i miei movimenti, ma sapevo cosa stavo ritraendo. Aprii gli occhi, e quello che vidi mi sconvolse. Non potevo aver ritratto lui, ma i tratti duri e marcati, erano proprio i suoi. Il taglio degli occhi, le labbra sottile. Era Syn. Non avevo intenzione di dare colore a quel dipinto, tranne ad un piccolo particolare. Proprio gli occhi. Presi il marrone e intinsi il pennello, per poi riempire le due forme. Ormai sapevo che sarebbe diventato un pensiero fisso, e che non sarei riuscita a levarmelo facilmente dalla testa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo quella brutta serata, non riuscii a smettere di pensare alla Black Chain. Mi attirava in qualche modo, ma avevo la scuola, e dovevo andarci per forza. L'avevo promesso a mio nonno. Era una mattina fredda e mi svegliai a causa dell'assordante rumore della mia sveglia. Andai al bagno e pettinai i capelli. Poi tornai in quello schifo che io chiamavo camera per prendere dei vestiti abbastanza pesanti. Maglione, jeans e i soliti anfibi. Presi il mio zaino e uscii di casa, afferrando al volo un toast già pronto. Camminavo sul marciapiede a testa bassa. Arrivai a scuola e mi sedetti sul solito muretto, lontana da tutti, non avendo alcun amico. Scrutai i dintorni, e notai i cinque ragazzi che mi avevano aiutata qualche sera prima. Decisi di avvicinarmi ad una piccola comitiva. «Potete dirmi chi sono quei ragazzi lì giù?» Domandai indicandoli. «Loro? Quelli sono gli Avenged Sevenfold, così si fanno chiamare.» Rispose una ragazza a bassa voce, come se potessero sentirla. Annuii e tornai al mio posto, da sola. Iniziò a soffiare un vento gelido. I brividi percorrevano il mio corpo, e le mie guance divennero subito rosse. Al suono della campanella, come una mandria di bufali, tutti i ragazzi nel cortile della scuola si avviarono verso l'entrata, per poi andare nelle loro classi. Io decisi di rimanere un po' di fuori. Qualche pagina e avrei finito il libro, se fossi entrata dieci minuti dopo non sarebbe successo nulla. Notai che nemmeno i Sevenfold entrarono, e spesso mi ritrovai a fissarli. Ad un certo punto mi si avvicinarono. Avevo un poco di paura, visto come venivano descritti dalle voci che giravano. «Come mai ci stai fissando?» Disse quello che sembrava il capogruppo. Sentii la mia pelle andare a fuoco per la vergogna. Non sapevo cosa rispondere, quindi stetti zitta. Stavano per andare via e dissi con un filo di voce. «Voi non siete cattivi come sembra.» Il ragazzo dagli occhi acqua marina mi squadrò da capo a piedi. «Nessuno ha mai detto una cosa del genere, e forse un motivo c'è.» Ribatté Syn serrando la mascella. La paura stava tornando, ma non mi pentii di aver detto quella cosa. Secondo me era vero. Sennò perché mi avrebbero salvata? Syn stava per avvicinarsi a me, ma il ragazzo più basso gli diede come delle gomitate per attirare la sua attenzione. «Andiamo Brian, non abbiamo tempo da perdere.» Poi se ne andarono. Quindi il suo nome era Brian. Decisi di entrare anche io o avrei fatto troppo tardi. Appena arrivata in classe, cominciò la lezione di storia, e mi ritrovai seduta di fianco al ragazzo alto con gli occhi glaciali. Mi sentivo a disagio e continuavo a fissare il vuoto. «Non mangio mica.» Sussurrò quasi ridacchiando lui. «Ehm...non sapevo frequentassi il corso di storia..» Dissi. «Lascia perdere queste cazzate, si vede che sei imbarazzata, o forse impaurita...ma infondo è normale, tutti ci ritraggono come dei mostri solo perché viviamo nella zona più malfamata.» Poi aggiunse. «Però tu, nonostante la paura, hai avuto il coraggio di dire quella cosa mentre eravamo di fuori. Come mai?» «Per il fatto dell'altra sera, infondo, non avevate alcun motivo di "salvarmi", eppure lo avete fatto. Io vi sono riconoscente, e se non siete buoni voi chi lo è? Le persone false che ci sono? Nah.» Risposi. Al ragazzo si illuminarono gli occhi, ero sicura che nessuno avesse mai detto una cosa simile a loro, solamente perché venivano visti con gli occhi sbagliati...ed era la stessa cosa che succedeva anche a me. Suonò la prima ora. Non avrei mai creduto di avere qualche amico in una società così...falsa e che bada solo alle apparenze. Passarono anche le altre ore, e non ci fu nulla di speciale, poi andai nella sala mensa e mi sedetti al mio solito posto, da sola. Addentai con foga il mio panino, quando mi si avvicinò il ragazzo di prima. «Ciao.» Dissi con la bocca colma di cibo. «Ciao Charlotte.» Sgranai gli occhi. «Come sai il mio nome?» Chiesi incuriosita. «Ho i miei trucchi...» «Forse faresti meglio a tornare dagli altri, non perdere tempo con me...alla fine, io non so neanche il tuo nome.» Dissi quasi scocciata. Non capivo perché fosse venuto vicino a me. Finii di mangiare e andai verso casa, lasciandolo lì. Nel percorso vidi una strada, la stessa che mi aveva condotto qualche sera prima in quel locale. Ero tentata di tornarci. Sentivo come una calamita che mi attirava in quel luogo così...sbagliato. Presi una decisione. Dovevo tornarci. Non feci in tempo nemmeno di pensarlo, che le mie gambe si stavano già muovendo verso quella zona proibita...ero fottuta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Con passi pesanti continuavo a vagare per quel labirinto di alti palazzi grigi e spenti. Per la schiena correvano dei brividi. Avevo un groppo alla gola, sentivo lo stomaco in subbuglio. Camminare per quei posti, che mi avevano portato solo a brutte situazioni, mi metteva ansia, ma allo stesso tempo ero tranquilla. Dopo essere stata salvata, capii che non tutte le persone che vivevano qui avevano un cuore di pietra come si diceva in giro. Ad un certo punto, scorsi a pochi metri un parco, quindi decisi di sedermi su una panchina. Cosa ci facevo lì? Continuavo a chiedermi. Dopo qualche minuto, vidi dei ragazzi che si stavano avvicinando a me. «Ehy, non ti ho mai vista, cosa ci fai qui?» Disse uno. «Non sono di queste parti, sto cercando una persona...» Risposi. «Okay, okay...» Tirò fuori una bustina. «Ne vuoi un po'?» Chiese mentre l'altro tirava fuori il portafoglio. Stavo per rispondere, ma qualcuno lo fece al posto mio. «Levatevi subito dal cazzo. Lei non prende certa roba!» Disse un ragazzo serrando i pugni. Non realizzai subito chi fosse, ma poi capii. Era Brian. Corsi subito dietro di lui. Non pensavo che fosse successo di nuovo...salvata per la seconda volta, nello stesso luogo, dalla stessa persona. Ci allontanammo. «Devi smetterla di venire qui. Non troverai sempre me o i miei amici ad aiutarti, e in quel caso saranno guai seri per te.» Disse guardandomi negli occhi. Non riuscii a rispondere. Ormai mi ero persa nei suoi occhi. Schioccò le dita di fronte al mio volto ormai in trance. «Eh? Oh, si. Hai ragione, ma questo posto ha un non so che di bello secondo me...» Dissi. «Non ha nulla di bello! È tutto uno schifo! Puttane a destra e a manca, spacciatori, stupratori, teppisti...cosa c'è di attraente in tutto questo? Eh? Cosa!?» Sbottò il ragazzo, quasi con le lacrime agli occhi. Mi venne istintivo fare una cosa. Lo cinsi con le mie piccole braccia, in un caldo abbraccio. Nessuno avrebbe mai pensato che dei ragazzacci come lui, potessero essere così fragili. Sentii una lacrima scendere sulla guancia. Era come se provassi le sue stesse emozioni, anche se non potevo minimamente capirlo. Mi guardò impietrito e con un tono di voce fermo ma flebile disse. «Vattene via. Dimentica ciò che è successo l'altra sera, io e gli altri quattro siamo esattamente come la gente e le voci ci descrivono.» Poi andò via, senza lasciarmi dire nulla. Non capivo cosa volesse intendere, ma gli diedi retta e ripresi la strada che mi avrebbe riportata a casa. Certo che era strano quel ragazzo, il suo umore cambiava per un nonnulla. Quegli occhi bui, freddi, che in una frazione di secondo divennero in grado di arrossarsi fino a riempirsi di lacrime amare. Provavo qualcosa per quel ragazzo, anche se ero riuscita ad incrociare il suo sguardo solo un paio di volte. Arrivai sul ponte affacciato verso l'oceano. Le onde si infrangevano contro gli scogli ripetutamente. Forse, io, ero proprio come un'onda. Continuavo a provare nel mio intento, non riuscendoci e riprovandoci di nuovo, ma con più forza. Mi sedetti sulle travi di legno, un po' umide dalla lunga giornata e cominciai a fissare il tramonto. Ero rimasta fuori casa per tanto tempo, e di tornarci non se ne parlava. Sarei rimasta a dormire lì, o forse avrei vagato per Huntington Beach tutta la notte, ma ero sicura di non voler tornare in quello schifo di casa.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Nel cielo blu ricoperto di stelle, era ben visibile la luna che illuminava un po' il buio della notte. Sapevo che se fossi tornata a casa avrei ricevuto una scarica di schiaffi da parte di mia madre, ed era l'ultima cosa che volevo, quindi mi ritrovai a vagare per la città. La vita notturna di Huntington Beach era ben diversa da ciò che mi aspettavo, in giro non c'era nessuno, il leggero venticello continuava a provocare un fruscio di foglie. Passai più volte davanti un parco, girando in tondo, senza notare un volto a me familiare seduto su di un muretto con una birra in mano. Era una zona buia, quindi dovetti avvicinarmi per riconoscerlo. Era uno dei Sevenfold! Il ragazzo più basso. Puzzava come una birreria, e potei scorgere sul suo volto un'espressione di immensa tristezza. «Ehm...ciao...» Dissi un po' intimorita. «Chi sei e che cazzo vuoi!» Sbottò. «Piacere, Charlotte, ma forse già mi conosci...la ragazza di questa mattina davanti all'entrata di scuola.» «Ah, sei tu...cosa vuoi da me?» «No, nulla. Mi chiedevo solo cosa ci facessi qui.» Chiesi. «Non sono di certo affari tuoi cosa sto facendo qui, ma sembra che tu non abbia proprio intenzione di andar via, quindi lo farò io.» Detto questo, il ragazzo saltò giù dal muretto tenendo stretta la sua birra e se ne andò. Che tipo strano. Anche lui aveva degli sbalzi d'umore incredibili...questa mattina sembrava essere così tranquillo, ma invece si è rivelato una bomba pronta ad esplodere. Mi girai e osservai il parco che poco fa si trovava alle mie spalle, c'era un altalena e somigliava molto a quella su cui mi sedevo sempre da piccolina, stringendo forte quell'orsetto di peluche che ancora oggi ricordo bene. Ecco. Di nuovo quella sensazione. I miei occhi cominciano a bruciare e ad arrossarsi. Mi sento così stupida quando accade. Non ho alcun motivo per piangere...infondo, sono solo stupidi ricordi. Decisi di sedermi sull'asse scricchiolante, tenuta da due catene che sembrava potessero rompersi da un momento all'altro e iniziai a spingermi avanti e indietro, con l'aiuto delle mie gambe infreddolite. Avevo una strana sensazione. Mi sembrava di non essere sola, che ci fosse qualcuno oltre a me. Poi ne ebbi la conferma. Due mani si posarono sulle mie, ben salde alle catene. Notai subito dei tatuaggi sulle nocche. “Marlboro”. Ma chi sarebbe tanto stupido da tatuarsi una marca di sigarette? Subito dopo sentii una voce, calma e profonda, che riconobbi subito. «Ti ho vista qui da sola e...beh, volevo chiederti...scusa.» Disse il ragazzo. «Scusa di cosa?» Risposi voltandomi, e trovandomi a pochi centimetri quelle labbra sottili e perfette. «Di come ti ho trattata qualche ora fa...» Aveva gli occhi di chi, in qualche modo, si stesse anche sforzando di porgere le proprie scuse. «Non devi scusarti per forza, non abbiamo tre anni.» Sputai acida. Il ragazzo serrò la mascella, ma questa volta non ebbi paura, anzi, cominciai a fissarlo con aria di sfida. «Sei solo una stupida ragazzina.» «Zitto metallaro da strapazzo! Mi fai pena...solo perché sai strimpellare una chitarra non vuol dire che tu sia un gradino sopra gli altri! Smettila di atteggiarti in questo modo!» Risposi con tutta la rabbia che avevo in corpo. Brian mi guardò con aria di disprezzo un'ultima volta, poi se ne andò, lasciandomi sola per l'ennesima volta, come facevano tutti. Continuai a pensare alle parole di Synyster Gates. In qualche modo era riuscito a ferirmi solo fulminandomi con uno sguardo. Quel ragazzo aveva qualcosa in più degli altri...o forse io l'avevo solo guardato dal "lato giusto"...quello umano, cosa che solo i suoi amici avevano mai fatto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Saranno state le cinque del mattino, e mi svegliai infreddolita sullo stesso muretto dove era seduto il ragazzo con la cresta bionda. Sembravo proprio una barbona. Era sabato, quindi sarei dovuta andare a scuola, ma quel giorno, proprio non mi andava. Scesi di fretta dal muretto e mi avviai verso casa. Appena aprii la porta, mia madre mi si avvicinò, guardandomi come se volesse incenerirmi. Stavo per aprire bocca quando un sonoro schiaffo cominciò ad echeggiare per tutto il salotto. La mia guancia, pian piano cominciava a diventare rossa e sentivo i miei occhi pizzicare ed arrossarsi assieme a quest'ultima. Senza dire una parola salii in camera e sbattei alle mie spalle la porta. Non avevo fatto nulla di male, ero solo una ragazzina piena di problemi e di pensieri che non spettavano a lei. Mi buttai sul letto. Non dovevo piangere. “Sono forte” Mi ripetevo tra me e me. Provai ad addormentarmi, ma dei rumori continuavano a distrarmi. Era il mio vicino di casa con quella sua cazzo di batteria. Non smetteva mai di suonarla. Decisi di uscire di casa armata della mia solita corazza, per poi suonare al campanello. Non sapevo chi fosse, sapevo solo che era tanto bravo quanto irritante. «La smetti di suonare questa batteria o no?!» Gridai in faccia all'uomo appena aprì la porta. Lo guardai. Era il ragazzo dagli occhi di ghiaccio e dall'altezza innata. «Nervosette oggi?» Ridacchiò lui. «Oh, scusa...non pensavo che qui ci abitassi tu. Diciamo che non è la giornata migliore di tutte...mi sono svegliata su un muretto...» Dissi imbarazzata. Sentivo le guance letteralmente andarmi a fuoco. «Dai entra. Ti ricordo che non mangio.» Annuii ed entrai. La casa era tappezzata di poster delle band rock e Metal più famose...Metallica...Gun's and Roses...Iron Maiden e così via. Cominciammo a chiacchierare e mi resi conto che James non era una persona tanto male, anzi. James, o per gli amici, Jimmy. «Che ne dici domani di uscire? Magari ci adiamo a prendere qualcosa al bar.» Chiese Jimmy quasi imbarazzato. «Per me non c'è problema, mi servirebbe proprio una distrazione da tutti i miei problemi.» «Okay, allora domani ti passo a prendere in mattinata.» «A domani Jimmy» Dissi, poi mi avviai verso l'uscita e tornai a casa. La giornata passò molto lentamente, e mi addormentai verso le dieci e mezzo. Il giorno seguente, alle otto di mattino sentii il campanello di casa suonare. «Chi cazzo è a quest'ora?!» Gridai con voce assonnata mentre ero ancora al piano di sopra. «Nana aprimi!» «Rev!» «Si, sono io...non ti eri scordata dell'appuntamento di oggi vero?» «No no. Prego, entra, e non far caso al casino che ha lasciato mia madre.» Dissi al ragazzo invitandolo ad entrare in casa. Indossavo ancora una di quelle enormi magliette da uomo che mi arrivavano si e no al ginocchio, e notai Rev guardarmi le gambe. «Che c'è? Non hai mai visto un paio di gambe in vita tua?!» «Ehm, nono, scusa...» L'avevo chiaramente messo in difficoltà. Sentii squillare un telefono, era il suo, ovviamente...chi avrebbe mai cercato una sfigata come me? «Mh mh, ah ah, okay. Si. Ciao.» «Wow che conversazione interessante, signor James.» Ridacchiai. «Zitta nana, c'è un cambio di programma. Andiamo da un mio amico.» «Nana a chi?! Okay, forse sono un pochino bassa, ma sei tu quello esageratamente alto!» Poi aggiunsi. «Un tuo amico? E chi?» «Poi vedi!» Tempo di farmi allacciare le scarpe che mi prese per un polso e quasi mi tirò nella sua macchina. Mi salì alla mente un pensiero...«Ma tu non vivi alla Gray Wall?» Chiesi. «No, di tutto il gruppo solo Johnny vive lì, ma ci siamo cresciuti tutti in un modo o nell'altro dentro a quel luogo. Oh, siamo arrivati.» Alzai lo sguardo e mi trovai davanti una villetta, non troppo grande ma molto carina. Scendemmo e Jimmy bussò alla porta, che quando si aprì, mi mostrò uno sguardo profondo, che forse avevo già visto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Guardai attentamente quello sguardo. Era freddo. Sembrava che il ragazzo non provasse emozioni. «Fratello è qui la festa? Woahh!» Gridò Jimmy in preda all'emozione. «Si Rev, però rilassati che se continui così ti verrà un infarto.» Ridacchiò l'amico. «Che palle Zacky, sei sempre così...così Zacky!» Ribatté lui, poi entrò in casa urlando come un matto. «Ma che gli hai dato?» Ridacchiò poi Zacky facendomi entrare in casa. «Wow che bella casa.» Dissi per sbaglio ad alta voce. «Eh si ragazzina, Gates si tratta parecchio bene.» Poi il ragazzo dagli occhi acqua marina continuò «Le sue feste sono le migliori, anche se oggi ha deciso di invitare solo me, Rev, Matt e Johnny.» Annuii. Non capivo perché ad un tratto sembrasse così gentile e carino con me. Forse davvero non sono così male come dicono tutti... «E lei che ci fa qui? Non ricordavo di aver invitato una ragazzina...» «Oh Gates, lei è la ragazza dell'altra sera. Stavamo chiacchierando e ho deciso di portarla qui.» «Si può sapere che cazzo ti è saltato in mente Rev!? È casa mia, e lei non è stata invitata.» Mi sentivo così fuori luogo in quel momento, che decidi di uscire di casa e andarmene. Poi però sentii delle mani afferrarmi il polso. «Ehy, Charlotte giusto?» «...si...» «Piacere, sono Matthew, ma chiamami Matt. Ti vorrei chiedere scusa a nome di Brian, ma questo periodo è parecchio stressato per dei motivi personali. Su, vieni.» Cominciò a sorridermi, e per la prima volta vidi quelle sue magnifiche fossette e quegli occhioni verdi, spesso e volentieri coperti dai soliti occhiali da sole, anche di notte. «Ehm, no dai. Non penso di essere un ospite gradito in quella casa.» «Perfetto!» Matt mi afferrò un polso e cominciò a correre verso la villa. Arrivati lì davanti bussò e Jimmy aprì la porta. Rimanemmo tutti e sei sul divano e sulle poltrone a chiacchierare, anzi, mi correggo, loro chiacchieravano. Io mi limitavo a fissare Brian, imbambolata come una stupida. Non sapevo se se ne fosse accorto, ma anche se lo avesse fatto, sarei rimasta ferma a guardarlo. «Ecco le birre!» «Finalmente Johnny, ci hai messo una vita!» «Guarda che se per te sono troppo lento, la prossima volta le birre te le vai a prendere da solo, mio caro James Owen Sullivan!» «Se mi chiami un'altra volta con il mio secondo nome giuro che ti butto fuori dalla finestra!» «O-W-E-N!» Disse Johnny facendo lo spelling. Rev senza pensarci due volte lasciò la sua birra e cominciò a rincorrere il nanetto per tutta casa. Scoppiammo a ridere, era una scena proprio buffa. Ad un certo punto mi girai verso Brian, e notai che era come imbambolato a guardarmi. Non la smetteva di fissarmi, quindi non sapevo se stesse reprimendo la voglia di uccidermi, o mi stesse solamente osservando meglio... «Terra chiama Syn!» Gridò poi Zacky. «Si può sapere che cazzo vuoi da me oggi? È tutto il giorno che rompi il cazzo.» Esclamò ridendo Gates. La sua risata. La sua risata era bellissima, contagiosa. Lui era bellissimo, ma era anche uno stronzo, quindi sapevo bene che se mi fossi innamorata avrei sofferto solamente. Era ormai sera tardi e la "festa" cominciava a sembrare un raduno di vecchietti. «Che palle.» Esclamai. «Guarda che se vuoi puoi anche andartene eh. Mica ti sto obbligando a rimanere in casa mia.» Guardai Brian con la faccia da cane bastonato, infondo non avevo detto nulla di così male. «Oppure puoi sentire gli Avenged Sevenfold suonare! Yeaaaah!» Gridò Jimmy con tutto il fiato che aveva in corpo. «Suonare?» «No! N-noi, non suoniamo proprio un bel niente chiaro? Non siamo nemmeno capaci.» «Che cazzo stai dicendo? Forse ti stai tirando in dietro Haner?» «Mai Sullivan.» I ragazzi si guardano con complicità per poi andare in una stanza, facendo segno di seguirli. Appena entrata una pensante puzza di chiuso invade le mie narici. Seduta su di uno sgabello scricchiolante, osservo i Sevenfold preparare tutti i loro strumenti. Rev la batteria. Zacky e Brian le loro stupende chitarre, Johnny il basso ed in fine, Matt il microfono. «Emozionata baby?» Ridacchia Matt urlando nel microfono. Sento le guance andare a fuoco poi, dopo aver finito i preparativi, sento le due chitarre prender vita!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Passion in my eyes, i lived it every day! But how could you go and throw all away?” La sua voce era così bella, rimanevo incantata al suo suono. Non pensavo fossero davvero così bravi...in qualche modo sembrava che sfogassero i loro sentimenti suonando e scrivendo canzoni. “In my dreams it's me and you, it's there I saw it all come true! As time whent by faith in you grew, so one thing left for me to do!” Assorta ormai nel guardare i ragazzi, sento la chitarra di Brian smettere di suonare. «Ehy Syn che succede? Non credo che tu non ti ricordi la canzone...è da tempo che la suoniamo.» Dice Johnny rivolgendosi all'amico. «No no, la canzone la ricordo perfettamente, solo che non mi va di farla sentire a qualcuno, specialmente se quel qualcuno è una ragazzina del cazzo che si sente al disopra di tutti!» «Non pensi di star esagerando? Cosa ti ha fatto?» «Non sono cazzi tuoi! E adesso fuori da casa mia.» Sbottò puntandomi il dito contro. Sentivo gli occhi pizzicare. Ormai quasi tutti mi trattavano così, ma sentire quelle parole uscire dalla sua bocca mi fece uno strano effetto. Senza dire una parola, decisi di alzarmi da quel maledetto sgabello e di uscire dalla stanza. BRIAN POV'S Cacciai via la ragazza dagli occhi verdi che, per quanto potesse incantarmi, mi aveva trattato come uno stupido la sera scorsa. Nessuno, e dico nessuno, deve azzardarsi a non portare rispetto per Synyster Gates. Dopo aver smesso di fissare la porta, noto i miei amici guardarmi con facce a dir poco terribili. «Che cazzo volete?» «Brian hai esagerato. Quella ragazza non ha fatto nulla di male.» «Matt, quella li mi ha mancato di rispetto l'altra notte! Non ce la voglio in casa mia. Punto.» I ragazzi continuavano a guardarmi, e in quel momento cominciai a sentirmi un pochino in colpa. Poi presi una decisione. «Ehm...dove abita?» Chiesi. «È la casa di fianco alla mia. Perché?» Rispose prontamente Rev. «...vorrei provare a rimediare...forse avete ragione, ho esagerato.» «Synyster Gates che vuole scusarsi con una ragazza? Ma che sta succedendo?» «Zacky, sei proprio un coglione.» Detto questo presi il mio pacchetto di Marlboro, la birra che avevo bevuto per metà e a piedi ci avviammo verso casa di Charlotte. Arrivati lì davanti sentimmo delle grida. «È lei, che cazzo le stanno facendo?!» Gridai e spalancai la porta con un calcio, visto che non era chiusa a chiave. Entrammo tutti di botto, e potemmo notare Charlotte distesa a terra, con la madre che la riempiva di calci. «Che cazzo sta facendo?!» Gridò Jimmy correndo dalla ragazza. «Lei è mia figlia e so io come educarla.» Affermò con sicurezza la donna. Si sentiva da fuori l'abitazione la puzza di erba, e ancor di più se ci si avvicinava alla madre di Charlotte. Feci cenno con la testa ai ragazzi di allontanare quel...mostro di donna, mentre io prendevo in braccio quel piccolo angioletto dalle mille lentiggini sul volto. I suoi capelli rossi erano attaccati alle guance, probabilmente deve aver pianto parecchio, fino a svenire. Decido di portarla a casa, per aspettare poi gli altri. Chi se lo sarebbe mai aspettato. Siamo come la Bella e la Bestia, con l'unica differenza che questa volta, la bestia, non può amare, non vuole amare...non sa amare. Aprii lentamente la porta, non volevo assolutamente svegliarla dopo averlo fatto per sbaglio qualche volta nel tragitto. Posai il suo minuto corpicino sul divano in pelle che troneggiava nel mio salotto. Volevo solo che riposasse perché in un certo modo, dopo aver visto quell'orribile scena, ritrovai in lei un piccolo pezzo di me, nonostante non sapessimo un bel niente delle nostre vite. Io niente della sua e lei niente della mia...visto che forse, nemmeno io sapevo bene la mia storia. CHARLOTTE POV'S Mi risvegliai su di un divano alquanto familiare, per poi ritrovarmi di fronte tutti e cinque i Sevenfold. «Finalmente ti sei svegliata!» Esclamò Zacky abbracciandomi. «Ma che cazz...» «Non dire nulla. Zitta e riposa nana che dopo dobbiamo fare un bel discorso.» Mi interruppe Jimmy. Ma chi è mio padre? Feci per alzarmi, ma sentii la testa girare forte e le gambe cedere, quindi mi arresi e continuai a stare sul divano. Per tutta la mattinata rimasi sul divano, con James che mi serviva come se fosse il mio schiavo, Matt e Zacky seduti vicino a me a guardare la televisione, e infine Brian e Johnny che si comportavano come se fossero due donne della pulizia. Uno cucinava e l'altro lucidava casa. Era una scena a dir poco assurda. «Si può sapere cos'è successo e perché sono qui? Ieri Brian mi ha cacciata via, ed alla fine mi sono risvegliata su questo divano...» Chiesi rivolgendomi a Matt. Dopo che mi ebbe spiegato tutta la vicenda, rimasi incredula. Non pensavo che mia madre mi avesse picchiata fino a farmi svenire. ...la donna che mi aveva messa al mondo, era come se adesso provasse a levarmi da esso...

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


«Non capisco perché. Cosa le ho fatto? Infondo, non ho deciso io di nascere. Se proprio non voleva una ragazzina tra i piedi, poteva abortire...» Dissi quasi in lacrime, tenendomi la testa tra le mani. «Non dirle neanche queste cose Charlotte! Non sai minimamente cosa stai dicendo. Sei una ragazza fantastica, piena di grinta e di vitalità. Se tua madre avesse abortito, noi ora, penseremmo ancora che nel mondo non sia mai stato nessuno ad amarci per ciò che siamo! E invece no. Con noi ci sei tu, Charlotte Smith, la ragazza dai capelli rossi e le mille lentiggini sul volto. Smettila subito di pensare queste sciocchezze...e per prima cosa, domani, andremo a casa tua e farai le valige.» «Jimmy.» Lo guardai incredula. Tutte quelle bellissime parole erano uscite dalla sua bocca. Dalla bocca dello stesso ragazzo che la sera prima gridava come un esaltato per un "mini concerto". «...perché dovrei fare le valige? Dove andrò poi?» Aggiunsi dopo essermi svegliata dai miei pensieri. «Verrai da me fino a quando vorrai. Io vivo da solo, non ho problemi.» «E certo che non hai problemi, con una così in casa...» Ridacchiò il nano beccandosi un ceffone sulla nuca da Brian, che poi disse. «Ti ricordo che abiti di fianco casa sua...non è proprio una mossa intelligente. Quando meno facciamola "trasferire" in un posto più lontano.» «...ho capito, ho capito...te la vuoi tenere tutta per te Syn. Okay, ci sto, starà qui a casa tua fino a quando ne avrà bisogno. Per te va bene Charlotte?» Mi chiese James guardandomi intensamente. Spostai più volte il mio sguardo dagli occhi azzurri di Jimmy, a quelli color nocciola di Brian. Non riuscii a resistere. «Va bene...dove dormirò?» Dissi un po' titubante rivolgendomi a Gates. «Mh, non so. Potrei decidere di farti dormire sul divano, su una sedia, per terra...o addirittura con me.» Rispose lui in tono malizioso. Sentii il viso quasi prendere fuoco. «Penso che il pavimento sarà sufficiente, dico davvero» Dissi guardando Syn, che rideva. «Certo che siete carini eh.» Io e Gates ci girammo di scatto verso Matt. Lo guardammo male. Malissimo. Io e lui carini? «Io e lei carini? Ma che cazzo dici Shads?!» Esclamò Brian urlando. «Scusa scusa...rilassati Haner. Tanto si sa come andrà a finire questa storia...» Affermò l'amico con sicurezza per poi uscire dalla porta. Cosa voleva dire con quell'affermazione? Passarono dieci minuti e se ne andarono anche gli altri, ovviamente facendo battute sconce sul fatto che sarei rimasta qui per un po'. «Allora? Dove vuoi dormire stasera?» «Guarda che quando ti ho detto che avrei dormito sul pavimento ero seria.» Dissi con aria di superiorità, anche se di superiore, non avevo proprio un cazzo. «...okay, se sei contenta tu.» Rispose, per poi prendere delle coperte e posizionarle a terra, vicino al suo letto. Subito dopo si levò maglia e pantaloni e si mise sotto le coperte. «Si può sapere perché cazzo dormi nudo con questo freddo?!» «Non scassare.» «Ho bisogno di una maglia grande per dormire!» «Tieni, prendi questa.» Mi lanciò la maglia che si era appena sfilato. Aveva un odore così buono; la sua pelle odorava di buono. Misi subito la maglia, che sta volta non arrivava al ginocchio, ma a metà coscia. Iniziai a sistemarmi le coperte e a fare un gran casino. «Si può sapere cosa cazzo stai facendo?» Disse, poi si avvicinò a me. «Io vorrei d-» Si interruppe. Mi stava fissando. Sembrava tanto un maniacol. «Che c'è Haner? Non hai mai visto un paio di gambe?» Lo ammonii. Lui riprese il suo discorso e tornò sotto le sue amate coperte. Mi addormentai all'istante, nonostante non avessi fatto nulla tutta la giornata. Durante la notte, un rumore improvviso mi svegliò. «AHI!» Gridai. Brian mi era caduto sopra. «Cazzo Brian levati! Mi stai soffocando brutto stronzo!» Continuai ad urlargli contro. Poi rispose. «Chi ti dice che io voglia spostarmi? Sto così bene.» Ridacchiò lui. «Non respiro!» «Okay, okay.» Mentre rideva si levò da sopra il mio corpo e mi scivolò accanto. «Si può sapere perché cazzo l'hai fatto?» Chiesi scocciata. «Mi andava di darti fastidio.» «Beh, sappi che ci sei riuscito Haner!» Ci guardammo entrambi per poi scoppiare a ridere. Ci fermammo. Le nostre labbra erano a pochi centimetri, e potevo sentire il suo caldo respiro scontrarsi con il mio. In una frazione di secondo, prese il mio volto fra le mani e mi lasciò un leggero bacio sulle labbra. Ero troppo imbarazzata, troppo felice, troppo scossa...troppo confusa. Perché l'aveva fatto? Beh, questa domanda sarebbe rimasta mia per un bel po', visto che era già tornato sul suo letto e si era addormentato. Perché l'aveva fatto? BRIAN POV'S Dopo averla baciata, tornai subito sul mio letto. Non potevo credere di averlo fatto. Avevo baciato una ragazzina con 3 anni meno di me. Non volevo che mi vedesse sveglio, quindi decidi di girarmi dall'altro lato e provare a dormire...ma come potevo fare? Avevo impresso nella mente il sapore delle sue labbra. Forse, infondo infondo, questo bacio un po' mi era piaciuto. «Sai Brian, sei molto bravo a fingere di dormire. Nemmeno i ragazzini ne sono così capaci.» Mi fece sussultare la sua voce. Provai a non rispondere, ma lei continuava insistentemente a chiamarmi. «Cosa cazzo vuoi Charlotte?» Sbottai tutto d'un tratto. «Ehm...no, nulla. Scusami.» Ci fu un silenzio quasi imbarazzante. «Buonanotte» Disse, poi si girò dall'altra parte, dandomi le spalle. Non volevo trattarla male. Decisi di aspettare il momento in cui si fosse addormentata. Appena lo capii, la presi in braccio e l'appoggiai delicatamente sul lato del letto dove ero io prima, per farla stare al caldo. E ancora una volta, prima di crollare nel mondo dei sogni, mi incantai nel vederla dormire beata.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CHARLOTTE POV'S Venni svegliata da un leggero raggio di sole che filtrava dalla finestra. Cosa ci facevo sul letto di Brian? Provai a scendere, ma due enormi braccia tatuate mi tenevano stretta. «Ma che cazz...» Sussurrai. La mia domanda cambiò...cosa ci facevo sul letto di Brian, abbracciata a Brian?! Lo sentivo mugolare nel sonno. Non volevo svegliarlo, quindi mi arresi e mi feci abbracciare come se fossi il suo orsacchiotto personale. «Buongiorno Charlotte.» Lo sentii dire con la voce impastata dal sonno. «Buongiorno anche a te...saresti così gentile da lasciarmi andare? Grazie.» Risposi con un pizzico di acidità. «Possibile che sei sempre la solita stronza?!» Dopo aver gridato mi lasciò e andò al piano di sotto. Ma che gli è preso? Quel ragazzo è proprio strano... Decido di scendere anche io dopo aver sentito la porta d'ingresso aprirsi. Che siano i ragazzi? Corro velocemente giù per le scale cercando di non cadere e, arrivata al piano di sotto, mi trovo davanti Zacky. Mi fissa. Mi fissa in modo inquietante. «Ciao Zacky.» «Eh? Oh. Ciao Charlotte...» Mi scansai da lui e andai in cucina. «Woah Charlotte, come mai vestita così? Hai fatto divertire Gates?» Ridacchiò Rev beccandosi due occhiatacce. «Okay...sto zitto...però copriti perché qui Johnny comincia a fremere» Scoppiammo tutti a ridere tranne il nano, che incrociò le braccia al petto con una sonora sbuffata. Alzai gli occhi al cielo e andai in camera a vestirmi. Presi una maglia, un pantalone e le Vans. Mentre mi avviavo verso il bagno, sento delle mani afferrarmi per i fianchi. Non potei non riconoscere subito quelle mani. «Brian levati!» lo sgrido, ma lui continua a fissarmi con quegli occhi marroni che ti fanno perdere la testa. «Brian spostati!» Vedo che lui non fa un passo, quindi mi dimeno fino a quando non molla la presa e mi lascia andare in bagno a vestirmi. Ma che gli prende a quel ragazzo? Levo la maglia che mi ha prestato Brian, l'intimo e mi metto sotto la doccia. Mentre massaggio i miei capelli continuo a pensare a ciò che è successo stanotte. Quelle labbra così sottili, che ancora sapevano di birra, si erano dolcemente posate sulle mie. Quell'accenno di lentiggini che si sposano perfettamente con i suoi occhi, quasi come una cornice per loro. «AAAAAHH» Mentre ero assorta nei miei pensieri, vengo interrotta da un urlo. Quindi, decido di uscire subito dalla doccia indossando un accappatoio e di scendere al piano di sotto. «Cazzo Jimmy rilassati, è solo un ragno!» «Johnny tu hai visto quanto è grosso quel ragno? Eh? Guarda!» Mentre sento loro due che continuano a litigare, mi si avvicina Matt che mi indica le scale. «Che c'è Shads? Mi stai cacciando via da qui?» Dico con la faccia da cucciolo, ma senza ricevere alcun tipo di risposta. Dopo essermi vestita e finita di preparare, torno al piano di sotto per vedere a che punto sono con il ragno che terrorizzava Rev. «Allora? L'avete ucciso quel povero ragnetto?» Chiedo rivolgendomi a Syn. «No, non l'abbiamo più trovato, quindi Jimmy ha deciso di tornare a casa sua, per ora.» Risponde lui. «Davvero?» «No.» Ridacchia. «Eccolo lì.» Aggiunge indicando il gigante mentre si strafoga di pizza. «Ma che schifo, sono le 11 di mattina!» Gridò a Rev. «Fottiti Char!» Risponde alzando il dito medio. Mi vado a stendere sul divano, con affianco Brian che mi invita a posare la mia testa sul suo petto. Accetto, e sentire la sua mano che accarezza i miei capelli è una delle più belle sensazioni che abbia mai provato. Zacky si avvicina a Syn e gli sussurra qualcosa che, sfortunatamente, riesco a capire. «Te l'ha già data?» «Io non do nulla a nessuno caro Zachary! Capito?» Sbotto urlando contro il cicciottello, che alza le mani in segno di resa e se ne va. «Ma perché pensano tutti a cose del genere in questa casa?» Chiedo scocciata al ragazzo. «Semplice.» Risponde. «Quei malati di mente non vedono una ragazza da non si sa quanto, capiscili.» «Non è vero!» Sento Matt urlare dall'altra parte della casa. Ad un certo punto sentiamo suonare il campanello. «Vado io!» Dico. Sembrava proprio che questo campanello mi avesse salvata da una situazione a dir poco imbarazzante. Mi levo dal corpo di Brian e vado verso l'entrata. Sono davanti alla porta e, appena la apro, mi ritrovo una ragazza bionda davanti. Ma chi cazzo è questa? «Briaaaan!» Grido, poi lo sento arrivare tutto affaticato. Io e la ragazza diciamo in coro. «Che ci fa lei qui?» Vedo il volto di Brian impallidirsi sempre di più alla vista della ragazza. «...ehm...Michelle, che ci fai qui?» Chiede lui. Se la sta evidentemente facendo addosso. «Io cosa ci faccio? Lei cosa ci fa caso mai!» «Senti, calmati, non sono mica di tua proprietà.» Sbotta Syn contro Michelle. «Guarda che il fatto che tu mi abbia lasciata, non ti autorizza a farti ogni puttanella che trovi in giro.» «Puttanella a chi? Brutta stronza!» Tento di avventarmi contro la bionda ma vengo prontamente afferrata da Brian, che mi porta in cucina dagli altri. Chi cazzo è quella? Mi ripeto. E perché mi da così fastidio vederla con lui?...

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


«Che cazzo ci fa quella biondina di là con Brian? Chi è?» Chiesi sbraitando contro Matt che provava a calmarmi. «Lei e Syn si stavano sentendo...diciamo che è una specie di ex ragazza...» «Una specie?» Chiesi inarcando un sopracciglio. «È una lunga storia...ma come mai ti interessa così tanto? Gelosa?» «Io gelosa? Io gelosa di uno come lui?! Assolutamente no! Per me può andare a farsi fottere!» Matt mi guardava in un modo strano...forse aveva ragione, forse ero davvero gelosa di lui. Ad interrompere i miei pensieri di proprio Brian che entrò sospirando di sollievo nella cucina. «Ah ragazzi, finalmente se n'è andata.» Ridacchiò mettendomi un braccio attorno alle spalle. «Leva questo braccio.» Dissi freddamente. «Ma...» «Levalo.» Lui levò il braccio e cominciò a guardarmi. Visto che ero costretta a vivere lì, gliel'avrei fatta pagare duramente a Brian anche se, infondo, non mi aveva fatto nulla. Arrivò l'ora di pranzo, e Zacky aveva preparato circa...7000 mila panini. «Zacky ma non ti sembra di aver esagerato con tutti questi panini?» Chiesi scioccata. «No. Perché?» «Boh. Già sei..."cicciottello", se mangi un altro po' scoppi eh.» Ridacchiai. Il ragazzo mi guardò male, poi mi prese in braccio di sorpresa e mi buttò sul divano cominciando a farmi il solletico. «Zacky smettila, ahahahah!» Continuavo a gridare, ma lui non la smetteva. Mi riprese in braccio, ma subito dopo mi lasciò e si allontanò. Non capivo che gli fosse preso, ma subito dopo notai Brian che lo guardava in cagnesco. «Solo io posso toccarti così...lo sai vero?» Mi disse avvicinandosi sempre di più a me. «Non sono mica di tua proprietà, Haner.» Ribattei fredda. «Ah no?» Stavo per rispondergli ma successe di nuovo. Mi ritrovai per la seconda volta le sue labbra attaccate alle mie...con l'unica differenza che, questa volta, non era un bacio casto. La sua lingua cercava la mia e viceversa, nonostante io fossi arrabbiata a morte con lui, senza un vero motivo. Mi staccai e lo guardai sorridere. «Ehy è pron-...mi sa che ho interrotto qualcosa...» Disse Rev imbarazzato quasi quanto noi. «No no no, Jimmy non hai interrotto nulla...stavamo solo parlando.» Affermai insicura, mentre Brian annuiva alle mie spalle, dandomi ragione. «Ah, okay...comunque volevo dirvi che i panini sono tutti pronti sul tavolo in cucina.» «Va bene amico, ora arriviamo.» Rispose Syn, poi tornò a guardarmi. «Non ti azzardare mai più!» «Che c'è piccola? Non ti è piaciuto?» «No!» «Beh, in quel momento non l'avrei mai detto.» Dopo avermi sputtanata per bene, se ne andò, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra di sfuggita. Cazzo, quel ragazzo mi stava proprio facendo perdere la testa. Andai anche io in cucina, presi un panino e lo addentai. «Cazzo che buono questo panino! Zacky ti sei riscoperto preparatore di panini!» Esclamai entusiasta. «Beh, modestamente, i miei panini sono i migliori.» Continuammo a mangiare e notavo che qualche volta ricevevo occhiate dolci da Brian. Certo che è proprio strano quel ragazzo... «Che ne dite se stasera andiamo in un locale?» Chiede Rev spezzando il silenzio che si era creato. «Io ci sto.» Disse Syn. «Quindi è deciso, si va!» Gli altri si misero a ridere, ma non capii il motivo. Lui non è nessuno per decidere anche per me, ma lasciai stare visto che ero favorevole anch'io. Tra una cazzata e l'altra passarono le ore. «Sono le otto, prepariamoci dai.» Esclamò Johnny sistemandosi i capelli. Presi al volo i tacchi, un vestitino nero e corsi al bagno. Dopo esser stata un'ora tra trucco e capelli, sentii Brian urlare battendo i pugni sulla porta. «Esci cazzo! Ci stai mettendo un secolo!» Feci passare altri dieci minuti e uscii tutta acchitata. Lo sguardo di Syn si posò sul mio corpo, scrutando ogni parte. «Che c'è Haner? Sorpreso?» Ridacchiai prendendolo in giro. «Okay, sono sorpreso, ma meglio di te ce ne sono miliardi.» Tentò di smontare il mio ego, ma non ci riuscì. «Fanculo.» Risposi mentre sistemava anche lui i suoi amatissimi capelli. Appena fummo tutti pronti, salimmo su dei motorini e, ovviamente, a me toccò andare con Brian. «Stringiti forte piccola.» Mi avvertì lui. Era così dolce quando mi chiamava piccola. Arrivati lì, ci sedemmo ad un tavolo tutti insieme chiacchierando delle nostre solite cazzate. «Che palle io mi annoio.» Affermò Zacky guardando i suoi amici. «Sinceramente anche io...oggi non c'è nulla di bello da fare...» Continuò Rev. «Mh...Andiamo al mare!» Affermai. «Meglio una gara di bevute!» Ribatté entusiasta Syn. Non potevo tirarmi indietro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


«Le stelle girano!» Disse Brian guardando il cielo barcollando. «Dici che abbiamo...bevuto troppo?» Chiesi io singhiozzando dal troppo alcool. «Nah.» Poi aggiunse. «Dove sono quelle altre teste di cazzo?» Chiese ridendo senza un motivo. «Io...non lo so...» Risposi. «Sai che c'è? Mi ti sbatterei qui! Adesso. Il tuo culo è S-T-U-P-E-N-D-O. Complimenti.» L'alcool gli faceva uno strano effetto, quindi non diedi peso alle sue parole. Mi limitai a buttarmi per terra, tirandolo a me. «Sei una ZOZZONA!» Continuava a gridare mentre mi teneva i fianchi. «Zitto Brian.» «Se sto zitto che mi dai? VOGLIO UN PREMIO!» «Ti do il mio cappello. Va bene?» «...ci sto...» Per un po' vidi tutto nero, poi il nulla. Mi svegliai. Avevo il vestito tutto umido a causa della rugiada...mi ero addormentata su un prato! Mi scoppiava la testa, e solo dopo mi accorsi di Brian che dormiva vicino a me...e vicino ad un'enorme chiazza di vomito. «Gates.» Lo smossi un poco per svegliarlo. «Brian svegliati.» Continuai, ma niente. «SYNYSTER GATES SVEGLIATI CAZZO!» «Ci sono, ci sono!!» Gridò lui alzandosi di scatto. «Ci siamo addormentati qui...direi che abbiamo decisamente bevuto troppo ieri sera.» «Io non ricordo nulla...tranne di quando mi hai regalato il cappello. Grazie!...ma che schifo!» Urlò allontanandosi da dove era steso. «C'è una montagna di vomito!» Continuò. «Guarda che è il TUO vomito...genio.» Risposi io a tono. Syn si alzò nuovamente, tendendomi la mano per far alzare anche me. «Non ci voglio andare a casa.» Dissi al ragazzo. «Non rompere il cazzo e andiamo, mi fa malissimo la testa. Voglio solo DORMIRE.» Rispose acido. Arrivammo a casa e lui aprì la porta. «Strano che i ragazzi non sono qui...» Aveva ragione...infondo Rev aveva le chiavi, ma dalla sera non li trovavamo più. Si creò un silenzio a dir poco imbarazzante. «...comunque sono contenta che il mio fondoschiena ti piaccia così tanto Haner.» Ironizzai su ciò che mi aveva detto sotto effetto dell'alcool. «E ti posso anche assicurare che non l'ho detto a causa delle troppe birre piccola.» Aggiunse lui. Oh merda. «Ma che onore...» Continuai sarcastica. Decisi di buttarmi sul divano, poi notai l'Xbox con cui giocano sempre i ragazzi. Presi il controller, l'accesi e iniziai a giocare, senza tener conto che quella consolle fosse di Brian. «Cosa cazzo fai con la MIA Xbox?!» Gridò lui. Non gli risposi, ero troppo concentrata. «Ma dimmi un po'.» Continuò lui. «Ti piace se faccio questo?...» Qualche secondo di calma, seguito dal delirio. «Brian smettila!» Continuavo a ridere e a gridare. Ormai tutto il mondo sapeva che io soffrivo il solletico. Tra una cosa e l'altra ci ritrovammo sdraiati a terra. Il suo peso mi stava letteralmente schiacciando...ma non mi dispiaceva. BRIAN POV'S Senza preavviso, cominciai a baciarle il collo e a lasciarle segni. La sentivo ansimare e la cosa mi eccitava da morire. Ad un tratto però, sento dei rumori, quindi decido di rivolgermi con lo sguardo verso la finestra. Lì, mi stavano aspettando due occhi azzurri come il cielo. Chi poteva essere se non Jimmy? Si vedeva come se la rideva sotto i baffi, perciò mi staccai da Charlotte lasciandole un ultimo succhiotto sul collo. Era viola e si vedeva tantissimo...d'altro canto anche la mia erezione non scherzava, quindi andai in cucina e cominciai a saltellare aspettando che scemasse, ma neanche pensare alle cose più brutte faceva diminuire l'effetto che quella ragazza aveva su di me. CHARLOTTE POV'S Vidi Brian alzarsi dal mio corpo e andare in cucina. Non potevo credere a cosa stesse accendendo tra noi due. Poco dopo, la porta di casa si aprì e mostrò il gigante buono. Rev. «Dov'è Syn?» Chiese lui ignorando il fatto che fossi sdraiata per terra. «Penso sia in cucina.» Risposi alzandomi. Jimmy si allontanò e io lo seguii. Volevo sentire cosa si dicevano, quindi mi misi vicino alla porta ad origliare. «Amico te l'ha data!» «Jimmy ma che cazzo dici? E poi nemmeno mi piace Charlotte.» «Si certo...il tuo amichetto dice ben altro...smettila di mentire a noi, a lei e soprattutto a te stesso.» «Rev non rompere i coglioni.» «Dai, è una bella ragazza.» «Smettila...e se continui a fare pensieri poco casti su di lei ti spacco le ossa.» «Uhh, geloso. Mi piace!» In quel momento i due ragazzi stavano per uscire dalla cucina, quindi io corsi come una matta verso il divano. Non pensavo di poter piacere a nessuno dei ragazzi...e invece... Ad interrompere i miei pensieri fu il suono del campanello. Ovviamente, erano i ragazzi, ma non volevo parlare con nessuno di loro, quindi corsi in camera di Syn e mi buttai sul letto. Poco dopo mi addormentai...maledetto alcool, maledetto mal di testa, ma soprattutto...maledetto Brian Haner.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


«Ehy piccola, svegliati.» Sentii una voce chiamarmi...era di sicuro Brian. Aprii gli occhi e incrociai i suoi, color nocciola che scrutavano il mio viso. «Ehy...gli altri?» Chiesi riferendomi ai suoi amici. «Sono al supermercato...hanno detto di voler fare rifornimento di birre per stasera...dopo mega festa!» «Mega festa solo noi?» «Ma certo...le vere feste non le organizzo mai a casa mia...poi chi deve pulire sennò?» «Sei il solito.» Ridacchiai tirandogli una guancia. «La smetti di tirarmi la guancia?» Chiese lui sfoggiandomi un sorrisone dei suoi. «...mhh...no!» E quasi gli strappai entrambe le guance. Cominciammo a giocare come due bambini. Io gli tiravo i capelli e lui provava a mordermi. Finimmo buttati sul letto, esausti. «Tregua?» Chiesi «Mai!» E rincominciò a darmi morsi lungo il corpo. «Rev! Aiuto Jimmy!» Continuavo a gridare senza fiato per le risate. «C'è solo Zacky a casa, ma lui ha il sonno mooolto pesante.» Rispose. Riuscii a divincolarmi e corsi giù per le scale. Appena arrivata al piano di sotto, trovai Zacky mentre si baciava con una ragazza. Era bassa più o meno quanto me, capelli scuri e occhi anche. Sembrava carina. «Ehm...scusate se ho disturbato...mi nascondete?» Ridacchiai sussurrando l'ultima frase. I due annuirono e mi misi dietro al divano mentre loro facevano i cavoli loro. «Avete visto Charlotte?» Sentii Syn. «È qui dietro.» Rispose Zacky. «Baker sei una merda!» Gridai mentre scappavo. Brian mi prese al volo e mi bloccò tra le sue braccia tatuate. «Che carini.» Disse la ragazza che fino a poco prima si stava scambiando la saliva con Zacky. «No no no, noi non stiamo insieme eh.» Risposi. «...ah okay...comunque piacere, Elizabeth.» Si presentò lei. «Piacere, Charlotte.» Zacky chiamò il suo amico e cominciò a sussurrargli qualcosa. I due avevano uno strano ghigno in volto. Vedo Syn annuire alle parole del cicciottello. «Che ne dite di un'uscita a quattro?» Se ne esce lui. «Cosa?! No, non se ne parla.» Risposi acida io. «Perché no? Potrebbe essere divertente...» Ribatté Elizabeth. Ci pensai. Ci pensai intensamente. Ci pensai più intensamente, e ad un tratto vidi Brian farmi gli occhi da cucciolo...non riuscii a resistere. «Okay, va bene...almeno Elizabeth mi aiuterà a rimanere calma.» Ridacchiai. Decisi di lasciarli ai loro affari e mi diressi in camera. Stavo cercando un vestito adatto alla serata e nel frattempo pensavo a che fine potesse aver fatto Jimmy. «Piccola.» «Brian, che ci fai qui?» «Volevo chiederti...ma a scuola non ci vai più?» Oddio. La scuola...non ci avevo più pensato. «Ehm...io...mi ero dimenticata...» Risposi balbettando. «Sei un disastro, lo sai?» Mi ammonì scherzando. Cominciai a fissare i suoi occhi, e vidi una luce che in loro non avevo mai notato...come se in lui si fosse smosso qualcosa. Una nuova sensazione. Una nuova emozione. Un nuovo modo di vivere la vita. Speravo proprio di non sbagliarmi, ma Brian mi sembrava cambiato dalla prima volta. «Charlotte ci sei?» Disse Brian sventolandomi di fronte una mano. Una mano tatuata, grande, che in quel momento avrei voluto stringere forte con la mia. ...ma cosa mi saltava in mente?! Non potevo permettermi una cotta per Brian Haner. Assolutamente no. «Si, ci sono...non ci voglio tornare a scuola! Voglio rimanere qui a bere le TUE birre.» Calcai la parola "tue" per farlo innervosire un po'. «Oh no ragazzina, tu non berrai nessuna birra. Solo acqua e cola per te!» Esclamò mettendomi un braccio attorno le spalle. «Cambiando discorso...ti piace questo vestito?» Chiesi al ragazzo mostrandogli un vestitino rosso. «...molto bello, ma che ne dici se ti porto in un bel posticino prima di stasera?» Rispose lui. «E dove?» «Sorpresa. Basta che tu mi dica si o no...allora?» «Va bene Haner.» Dissi in tono di sfida. Non avevo idea di dove mi avrebbe portata. Angolo Autrice: Ciao a tuttiii! Questo è il primo "Angolo Autrice" che faccio, tanto per dare un avvertimento a chi segue questa FanFiction (sempre che ci sia qualcuno :c). Da questa parte, per circa un mese, non potrò pubblicare ogni giorno come è successo in questo periodo iniziale, perché avrò parecchio da fare. Detto questo, chiedo scusa a tutti voi che mi avete fatto il favore di leggere anche questa piccola parte inutile di testo...(se volete altri "Angolo Autrice" fatemelo sapere eh :D). Bye Sevenfoldist! Scusate ancora :(

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


BRIAN POV'S La presi per un polso e la trascinai per le scale fino all'uscita. «A dopo pezzo di merda!» Gridai riferendomi a Zacky, aprii la porta e quasi scappai verso la mia moto. «Non sapevo che avessi una moto Haner!» Disse lei. «Char, ti sto per portare in una specie di paradiso!» Detto questo, non aspettai neanche la sua risposta che partii. Passarono circa venti minuti e arrivammo davanti ad un enorme centro commerciale. Parcheggiai, la feci scendere e mi beccai una magnifica perla di saggezza. «Mi fa male il culo! Mannaggia a te, guidi come un cane!» Mi gridò contro lei con rabbia. Le tappai la bocca con la mano e mi misi a ridere. «Ci riesci a stare zitta per qualche minuto?!» Lei alzò gli occhi al cielo, ma non sapeva che forse stavo per finire in bancarotta solo per farla felice. Strinsi la sua mano nella mia e ci avviammo verso un negozio specializzato nella vendita di abiti da donna, di tutti i tipi. «Brian, che ci facciamo qui? Io non lavoro, questi vestiti costano un occhio della testa.» Disse lei quasi affranta. «Scegli dei vestiti che ti piacciono e provateli, io ti aspetterò davanti ai camerini.» Lei annuì in risposta, quindi andai verso le cabine. La vedevo in lontananza che prendeva vestiti su vestiti, uno più costoso dell'altro...forse forse mi stavo pentendo della mia scelta un po' del cazzo. Tornò da me tutta entusiasta, e senza dire una parola entrò nel camerino. Il primo, no. Il secondo, no. Il terzo, no. Il quarto, no. Dopo il nono, ne rimaneva uno, perciò rientrò nel camerino per indossare l'ultimo abito che aveva scelto. «Sei qui con la ragazza eh?» Sentii una voce da dietro, era un commesso. «No, "amica".» Mimai le virgolette con le dita perché, infondo, secondo me tra noi c'era qualcosa di più. Mi girai verso la tenda, che poco dopo si aprì e rivelò una ragazza magnifica. Charlotte indossava un abito in tulle verde acqua, con un bustino nero. Ero rimasto a bocca aperta, come del resto il commesso...che se non si fosse subito levato dalle palle l'avrei sbranato vivo. «Allora, come sto?» Chiese lei. Non riuscivo a risponderle. Ero letteralmente incantato. «Ehy, non ti piace?» Continuò. Mi svegliai dai miei pensieri e le risposi. «...sei bellissima Charlotte.» Dissi senza pensarci due volte. «Questo vestito sembra fatto apposta per te piccola.» Continuai. Non la feci parlare che avevo già pagato sia abito che scarpe. «Nel mio portafoglio non è rimasto più nemmeno un centesimo.» Ridacchiai. «Grazie Brian! Grazie, grazie, grazie!» Continuava a ripetermi mentre mi baciava sulla guancia destra. Tornammo a casa, e lei non aspettò un minuto per chiamare Elizabeth, proprio come se si conoscessero da una vita. Vederla così felice mi scaldava il cuore...era da tanto che non mi sentivo così. CHARLOTTE POV'S «Elizabeth! Elizabeth!» Continuavo a gridare mentre correvo verso il piano di sopra. «Cosa c'è Char?» Chiese lei quasi preoccupata. «Guarda cosa mi ha comprato Brian.» Tirai fuori dalla custodia il magnifico vestito al ginocchio, e dalla scatola le scarpe. Lei non diceva una parola. Era ferma a fissare quei due oggetti. «M-m-ma voi no s-state insieme?» Disse balbettando, poi continuò cambiando totalmente tono. «Ha speso più di mille dollari per l'uscita di questa sera?!» Gridò. «Zitta o ti sentirà.» Le dissi piazzandogli il cuscino in faccia. «Ma hai intenzione di metterli?» «Certo! Non puoi capire quanto sono felice!» «Eheh, invece posso eccome.» Non potevo ancora crederci. 1.230 dollari per una semplice uscita a quattro. Ma cosa gli era preso? Un gesto così non me lo sarei mai aspettato...forse perché nessuno si era mai preso cura di me, o cose simili...ma fu comunque una cosa davvero bella. Essere al centro dei suoi pensieri. Qualcosa si smosse dentro di me...come se il tarlo nero della depressione che prima mi opprimeva, stesse lasciando spazio ad un sentimento migliore. Forse felicità. Forse semplice emozione o commozione. Forse amore...amore.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Erano le nove e mezzo, io indossavo il mio magnifico vestito ed ero a braccetto con Brian, che nonostante i miei dieci centimetri di tacco rimaneva parecchio più alto di me. Sembravano una coppietta felice, ma in realtà eravamo solo due grandissime teste di cazzo. «Madame.» Disse Brian aprendomi la porta. «Wow che gentiluomo.» Lo presi in giro. Era così carino quando faceva il broncio. Eravamo in un bel locale, io con Brian ed Elizabeth con il suo amato Zacky. Stavano COSTANTEMENTE a baciarsi. Non li sopportavamo più. «Che ne dici di un'altra gar-» «Niente più gare di bevute con te!» Lo interruppi. Era successo poco tempo prima, e la conseguenza fu un gran casino. «Io, devo pisciare.» Annunciò pubblicamente Zacky. Che principe. Qualche volta mi voltavo verso Syn che non la smetteva di guardarmi. Ero in imbarazzo. Poco dopo arrivarono i piatti, mangiammo e la cosa fu più silenziosa del previsto...strano, di solito durante pranzi e cene si scatena il putiferio, ovunque i ragazzi siano. Cominciammo a chiacchierare, animando un po' più la serata, ma qualcosa rovinò tutto...o meglio, qualcuno. «Ehy Brian, non pensavo fossi qui...con...questa.» Disse una ragazza dai capelli corvini e il viso affilato. Possibile che conosceva tutte le puttane del posto? «Ehm, ciao Katy. Questa è una mia amica.» Rispose rivolgendosi a me. "La mia amica per la quale ho speso mille dollari", corressi la frase nella mia mente. «Che ne dici se andiamo a parlare da soli per un po'?» Continuò lei. Brian annuì come un cagnolino. Sentivo gli occhi pizzicare, senza saperne il motivo. O forse lo ignoravo soltanto. Sentii Zacky darmi un calcio da sotto al tavolo e lanciarmi un sorriso stile "tranquilla, andrà tutto bene"...era sempre molto carino con me. Decisi di andare in pista per sfogarmi un po'. Trovai un ragazzo carino. Biondo, occhi azzurri...il classico fighetto di turno che fa la corte a tutte. Iniziammo a ballare, ad avvicinarci sempre più, ma non mi sentivo a mio agio. Lui non era Brian. Nonostante tutto, provai a scacciare via tutti i pensieri e baciai quel tipo...infondo, Syn non era il mio ragazzo, e non solo lui poteva fare quel che cavolo voleva e con chi voleva. Lui mi stringeva sempre più, ma in un attimo lo vidi a terra. Che cazzo stava succedendo? Tutte le luci della zona discoteca mi stavano stordendo, quindi mi allontanai, e riuscii a scorgere Brian che pestava a sangue quel poverino. Delle lacrime amare rigarono il mio viso. Ancora e ancora. Senza fermarsi. Scappai via dal locale dirigendomi verso il molo. Solo lì sono sempre riuscita a calmarmi. Camminavo e sentivo il rumore dei miei tacchi riecheggiare per la città. Avevo come la sensazione che qualcuno mi stesse seguendo da un po' di tempo, ma decisi di non dare molto peso alla cosa...fino a quando una mano non mi afferrò la spalla di scatto. «Rev! Mi hai fatto quasi morire d'infarto!» Gridai. «Scusami, ma sentivo i tuoi singhiozzi...» Oh, no. L'ultima cosa che volevo era farlo preoccupare. «Come mai vestita così?» Chiese lui. Feci un sospiro e gli spiegai tutta la situazione. Era scioccato quanto me. In quel momento volevo solo tornare a casa e starmene un po' da sola, quindi Jimmy mi accompagnò a casa Haner, che ormai era diventata anche casa mia. «Grazie Jimmy, ci vediamo domani.» «A domani nana, buonanotte.» Detto questo mi diede un leggero bacio sulla fronte. Era così dolce...magari tutti i ragazzi fossero stati come lui. Levai di fretta i tacchi e li lasciai vicino l'uscio della porta, poi corsi per le scale mentre sfilavo il vestito e mi lanciai sul letto appena entrata in camera mia. Non mi andava neanche di mettermi la mia solita maglia. Mi addormentai lì, sfinita, pregando il mio cuore e il mio cervello di fare pace, perché propio non ce la facevo più. Stavo per scoppiare.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Era appena sorto il sole, e venni svegliata da dei rumori provenienti dalla camera di Brian. Mi alzai dal letto e andai verso la porta della sua stanza per origliare...tutto ciò che sentivo erano i gemiti di una ragazza e le doghe del letto che a poco si sarebbero rotte. ...la stava facendo divertire per bene...quello stronzo. Scesi di corsa le scale, ritrovandomi davanti Rev e Matt che chiacchieravano animatamente su delle cose riguardanti la band. «Ehy, come ti senti?» Chiese Jimmy non appena mi vide. «Bene» Mentii. Non mi andava proprio di dargli altri pensieri. Presi una birra dal frigo e poi mi buttai sul morbido divano. «Birra di prima mattina?» Ridacchiò Matt. Lo ignorai. Mentre scolavo anche l'ultimo sorso che c'era in quella lattina, sentii dei passi alle mie spalle, seguiti da dei pesanti tacchi. «Ciao Michelle.» «A dopo Brian.» Che cazzo, dovevano arrivare proprio ora che mi stavo rilassando?! «Buongiorno piccola.» Disse Brian rivolgendosi a me. Ringhiai un buongiorno e me ne tornai in camera. Il ragazzo mi stava seguendo, ma lo ignorai totalmente, e quando arrivai in camera mia chiusi la porta. «Apri, cazzo!» Batteva i pugni. «Che vuoi da me? Non ti è bastata Michelle?!» Gridai in risposta. Non sentii più nulla. Forse se n'era andato. Forse si era solo calmato. Forse si era reso conto... ...reso conto di tutto... Di ciò che provavo per lui, senza nemmeno volerlo, o forse neanche saperlo. «...ti prego, apri...» Sentii un sussurro provenire dall'altro lato della porta. Mi alzai dal letto e, un po' a malincuore, girai la chiave. Mi trovai davanti due occhioni nocciola pieni zeppi di lacrime... Synyster Gates che piange? Chi lo avrebbe mai detto? In meno di un secondo mi strinse forte a lui ma, con non so quale forza interiore, rimasi fredda e impassibile. «Si può sapere che cos'hai?» «Non sono il tuo giocattolo Haner.» Affermai. Non potevo sopportare il fatto che si "approfittasse" in quel modo di me. Passava dalla povera Charlotte, alla bellissima Michelle. Poi tornava dalla piccola Charlotte, per poi passare alla stupenda Katy. Detto questo, mi liberai dalla sua presa e scesi le scale. Quella casa mi sembrava una specie di prigione ormai...la prigione dove viveva il mio incubo più grande. O forse non lo era. Era solo...un ragazzo. Un ragazzo stupendo... «Charlotte occhio dietro!» Urlò Johnny di scatto, ma non feci in tempo a girarmi che Brian mi prese e mi buttò a terra. «Zacky, la panna!» Gridò lui. «Eccola!» Arrivò Zacky con della panna spray in mano. «Siete due pezzi di merda!» I due cominciarono a riempirmi la faccia di panna e a farmi il solletico. Passarono due minuti interminabili. Appena riuscii a tirarmi su, ero completamente spettinata, in intimo e piena di panna. Senza contare il caos per la stanza. «Da come gridavi sembrava che ti stessero stuprando.» «Matt, mi fai schifo. Dovevi aiutarmi!» Ridacchiai io. Si alzarono anche gli altri due e Zacky buttò un'occhiata strana all'amico. Subito dopo tutti uscirono e rimanemmo solo io e Brian. «Pulisci tu eh.» Esclamò. «Non se ne parla proprio.» Ribattei. «Allora pulisco io, ma ad una condizione...» «Dimmi Haner.» Rimase zitto per un po'. Quando faceva così mi preoccupavo. Tutto d'un tratto mi sbatté contro il muro e iniziò a baciarmi con foga. Non riuscivo a staccarmelo di dosso...o meglio ancora, non volevo. Con lui così vicino mi sentivo ancora più piccola, ma era una sensazione stupenda, che nessuno mi aveva mai fatto provare. Si staccò da me. Tutto finì. «Okay, ora pulisco io.» Ridacchiò lui, lasciandomi ancora con quel sapore sulle labbra. Passai una giornata nella solita monotonia. Quasi mi sembrava di stare a casa con mia madre. Al calar del sole, mi stesi e crollai in un sonno profondo. Mi svegliai, e avevo la sensazione che di parlare con Brian, non mi sarebbe andato proprio. Era un giorno di pioggia, quindi fui costretta a rimanere a casa. «Scendi Charlotte!» Sentii la voce di Matt richiamarmi. Arrivata sotto trovai tutti e cinque i ragazzi in costume. «Si può sapere cosa fate?» «Metti il costume! Andiamo al lago!» «Ma sta piovendo!» All'affermazione di Matt inorridii. Che cazzo gli era saltato in mente? «Dai, acqua sopra acqua sotto...che ti cambia?» «Voi state male.» Dissi salendo le scale. Dal mio cassetto presi un costume nero e lo indossai, poi tornai giù. Loro avevano già preparato miliardi di panini, quindi uscimmo subito e andammo verso la macchina. «E ovviamente a me tocca stare in mezzo a voi...no?!» Gridai scocciata rivolgendomi a Zacky, Johnny e Syn. «Eh già.» Disse l'ultimo, quasi scocciato. «Guarda che se vuoi rimango a casa!» «Sai che c'è? Meglio se rimani a casa, così non ho te fra le palle!» Quelle parole furono un colpo al cuore. Senza ribattere sceso dall'auto e tornai in casa. Dal salotto potevo sentire le urla di Rev che si accaniva contro Brian...ma, in fondo, era meglio rimanere a casa...da sola...come è sempre stato. Poco dopo, le chiavi girarono nella serratura, e mi si presentò davanti la figura di Jimmy. «Scusalo Charlotte.» «Mh mh.» Annuii e borbottai quelle due parole, mentre me ne andavo in cucina. Rev mi seguì, senza dire una parola. «Si può sapere che vuoi?» Sbottai. «Nulla...volevo farti un po' di compagnia...» «Non preoccuparti, sto benissimo da sola. Vai a divertirti...ha anche smesso di piovere.» «Vieni con noi...» «No.» «...fallo per me...» A quegli occhi da cucciolo non seppi resistere, quindi alzai gli occhi al cielo e lo seguii nuovamente verso la macchina di Matt. Mi sedei, ma stavolta attaccata all'angoletto, nonostante lo spazio ci fosse. Avevo ancora in mente le parole di quel grandissimo stronzo. «Come mai così silenziosa?» Chiese improvvisamente Zacky. Lo guardai malissimo e lui si girò di scatto dall'altro lato, verso Brian. Appena arrivammo, scendemmo tutti e ci avviammo verso il lago. Era bellissimo. Mi avvicinai al magnifico specchio d'acqua, e immersi i miei piedi. La freschezza invadeva il mio corpo è in quel momento mi sentii più...libera. A rovinare tutto fu Brian, che arrivò gridando una canzone degli Iron Maiden. «Si può sapere che cazzo fai?» «Che vuoi? Sto solo cantando.» «Tu sei strano...» Mi alzai e me ne andai, odiavo quando cambiava umore in quel modo. Tornai dagli altri e afferrai un panino. Lo stress mi faceva venire fame. «Tu e Brian siete parecchio strani oggi...» Alla frase di Matt sobbalzai. «Nah, è tutto normale.» Vidi lui alzare le sopracciglia continuando ad addentare il suo pranzo. «Ho voglia di Milkshake!» «Strano Zacky...però uno lo prenderei volentieri anch'io.» A sentire Zacky e Johnny parlare di quelle cose mi venne fame, perciò decidemmo di andare da Starbucks. Appena arrivati ci fiondammo nel locale e ordinammo. «Che buono!» Disse Zacky. «Fammi assaggiare un po'!» «Mai brutto nano di merda...Ehy Charlotte, non hai nemmeno toccato il tuo Milkshake.» In effetti aveva ragione. Per tutto il tempo avevo fissato il mio bicchiere, rivolgendo qualche sguardo di soppiatto a Brian. Le sue labbra sporche di cioccolato lo rendevano davvero tenero, ma quel suo caratteraccio, a volte, non mi piaceva proprio. Passarono circa venti minuti e, per Zacky, 3/4 Frullati, compreso il mio. Tornammo a casa. Il viaggio fu piuttosto silenzioso e, quando entrammo nell'abitazione, trovai tutte le mie cose in delle valige. «Cosa vuol dire tutto questo?» Chiesi un po' spaventata. «Vuol dire che te ne devi andare.» Rispose Brian. «...dove andrò...?» «Verrai da me.» Si intromise Rev. Detto questo, Jimmy prese i miei bagagli e uscì di casa, seguito a ruota dai miei piccoli passi.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Arrivata a casa di Jimmy, andai subito in camera sua e mi buttai sul suo letto. Il fatto di vivere vicino a "casa mia" mi metteva un po' di ansia, ma era già tanto che James mi avesse fatto rimanere da lui. La casa, nonostante i vari poster, era un po' spoglia, cosa che non avevo mai notato. Il letto scricchiolante era ricoperto da un lenzuolo abbastanza vecchio e malandato. Classiche cose da Jimmy. «Cosa vuoi per cena Charlotte?» Oh, è già sera...non me n'ero accorta. «Mh...un panino? Pasta?...Pizza!» «Ci sto. Hai buon gusto ragazza.» Ridacchiò lui prendendo le chiavi di casa. «Andiamo?» Annuii alla sua domanda e uscimmo. La pizzeria era piena di gente, quindi ci mettemmo un po' ad ordinare e cominciammo a chiacchierare. «Senti, puoi spiegarmi che sta succedendo tra te e Brian?» Domandò improvvisamente lui. «...nulla.» «So che non è così. Lui è il mio migliore amico e non si è mai comportato in questo modo...dimmi che è successo Charlotte.» «Rev, non so neanche io cosa succede.» Ammisi con il cuore in mano. Ad interrompere il discorso, fu proprio il protagonista di quest'ultimo. «Rev!...Charlotte...» Brian pronunciò il mio nome con disprezzo. «Amico, come mai qui?» «Sai com'è, Michelle non cucina e mi ha mandato a prendere qualcosa...voi come mai siete qui?» «Lei aveva voglia di pizza...oh, è pronta. Ciao Brian, ci vediamo domani alle prove!» «A domani Jimmy...e non portare gente indesiderata...» Ovviamente si riferiva a me, perché quando lo disse mi lanciò un'occhiataccia. Cosa gli avevo fatto di male? Nel tragitto verso casa, sentivo gli occhi pizzicare. Forse era per le parole di Brian...era passato dal desiderarmi più di ogni altra cosa, al disprezzarmi in questo modo...assurdo! «Ehy piccola, perché piangi?» Stavo piangendo davvero?...e come mi ha chiamata?...piccola...proprio come mi chiamava lui. «Ehm...tranquillo Rev, sto bene.» Entrammo nell'abitazione e cominciammo a mangiare. Appena finito, andammo nella camera da letto e ci stendemmo uno di fianco all'altra. «Allora buonanotte...» Disse lui. «Buonanotte Rev, a domani.» E mi addormentai di botto. Passò qualche ora, ma venni svegliata da un rumore assordante proveniente dalla cucina. Scesi dal letto, facendo attenzione a non svegliare Jimmy. Quindi presi la prima cosa che mi ritrovai vicino, un vaso, e scesi al piano di sotto. Tutte le luci erano accese e i rumori di prima si erano fatti più forti. Quando entrai in cucina, vidi la persona che rovinò tutto ciò che avevo costruito, con tanta fatica. Lui mi vide... Angolo Autrice: Ciao Sevenfoldist! :D Come va? :3 Scusate se negli ultimi giorni sono sparita, ma non ho avuto tempo per pubblicare...troppi impegni (si si xD). Riguardo i capitoli troppo corti, ho deciso che unirò due capitoli per rendere più lunga quella parte di storia (come avete visto nell'ultimo capitolo chilometrico)...anche se questo comporterà il pubblicare ancora meno di quello che faccio. Spero di trovare del tempo per continuare questa storia. Ciauuu :D Ps. Questo capitolo è corto perché l'ho scritto tempo fa...scusatemi :c

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


...lui mi vide e... «Cazzo Charlotte svegliati!» Sentii una voce piuttosto familiare. «Brian.» Sputai a denti stretti. Non feci nemmeno in tempo di chiedergli cosa volesse da me, che subito si avventò sulle mie labbra impastate dal sonno. Provai a trattenermi, ma non ci riuscii, quindi mi lasciai andare e cinsi le mie braccia attorno al suo collo. Si staccò. «Scusami, non so che mi fosse preso.» Disse con le lacrime agli occhi. «Senti Brian, non so più cosa pensare di te. Una volta sei l'uomo perfetto, e l'altra sei uno stronzo insopportabile.» Sputai acida. Lui abbassò lo sguardo. «...ti va di tornare a casa mia?...» Continuò. «Non ce la faccio più. L'idea che qualcun altro possa vederti dormire mi fa impazzire. Anche se quella persona è il mio migliore amico. La gente deve capire che tu sei solo mia...e anche tu devi.» «Haner, io non sono proprio di nessu-» Venni interrotta dal ragazzo che si lanciò su di me e cominciò a baciarmi e a stringermi a se. «Sei mia.» Sussurrò. Per quanto mi facesse innervosire quel ragazzo, lo adoravo. Sapeva tirar fuori il meglio di me...sempre se ci fosse stata una parte un po' meno marcia delle altre. «Tornerò da te, ma ad una condizione...non dovrò mai più vedere Michelle dentro quella casa.» Cominciai a fissare il suo sguardo da pesce lesso che era comparso sul suo volto. Non proferì parola, mi prese in braccio e mi portò al piano di sotto. «Non la vedrai più.» disse baciandomi la guancia arrossita. «Finalmente ti sei svegliata!» Gridò Matt appena ci vide. «Ragazzi andate in macchina e portatevi la nana, noi prendiamo le sue cose e vi raggiungiamo.» Disse Brian riferendosi a noi. BRIAN POV'S Gli altri annuirono al mio comando e uscirono dall'abitazione. «Allora, com'è andata con Charlotte?» Chiese Rev che era rimasto ad aiutarmi. «L'ho convinta a tornare da me.» Esclamai accennando un poco di gioia perché, infondo, ero felice di tornare ad avere quella ragazza tra i piedi. «E come sei riuscito a convincere quella testarda?» «...le ho promesso che avrei chiuso con Michelle.» «Coglione.» Affermò con freddezza il mio amico mentre prendeva gli ultimi vestiti. «Sei davvero un coglione, perché sai bene che non riuscirai a rompere con Michelle. Sono anni che provi a levartela dai piedi, con scarsi risultati...pensi davvero che per quella ragazza riuscirai nell'intento?...io ho i miei dubbi.» Le sue parole mi spiazzarono. Infondo, aveva ragione. Erano ben 2 anni che volevo lasciare Michelle, ma non ho mai avuto le palle di farlo. «Devi farla stare bene...» Continuò. «E per quale motivo?» «Guardala bene. Guarda i suoi occhi. Lei prova qualcosa che non ha mai provato per nessun altro...non fare cazzate.» Detto questo, prese le valige e scese le scale. Cosa intendeva dirmi con quelle parole? Lo seguii e decisi di non aprire più quel discorso appena fatto con James. Uscii di casa e chiusi la porta, per poi entrare in auto. «Oggi si prova per le audizioni di domani!» Esclamò entusiasta Johnny. «Eh già nano.» Risposi. «Quali audizioni?!» Domandò la ragazza, che era rimasta all'oscuro di tutto. «Domani ci saranno altri 49 gruppi, è il vincitore avrà l'opportunità di registrare un disco con una rinomata casa discografica! Un pezzo ciascuno. Non possiamo fare errori.» Rispose Matthew. «Quale pezzo porterete?» «Pensiamo di portare Natural Born Killer...quindi, se vuoi un'anteprima dello spettacolo, puoi venire a vedere le prove nello scantinato.» «Ahaha, non mancherò.» Quella risata. La sua risata...ogni volta che la sentivo mi faceva perdere la testa...quella stronza ma allo stesso tempo perfetta ragazza.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Appena arrivammo a casa, noi ragazzi corremmo nel garage, dimenticandoci della povera Charlotte. CHARLOTTE POV'S «Ragazzi, aiutatemi con le valige!» Urlai amplificando la voce con le mani. Nulla. Nessuna risposta...-Sono proprio dei bambini.- Pensai tra me e me. «Vieni brutalmente ignorata anche dai Sevenfold, dico bene ragazzina?» Disse con tono sprezzante una voce alle mie spalle. Mi voltai. Michelle. «Cosa vuoi da me biondina?» Sbottai. «Voglio che tu la smetta di vivere qui...ma soprattutto, voglio che tu la smetta di sbavare dietro al MIO Brian.» Mi girai di scatto e la fulminai con lo sguardo. Lei allungò una mano e, con un veloce scatto, afferrò una ciocca di capelli ramati, tirandola e strappandola. Io la guardai. Giusto il tempo ti realizzare che le sbattei una valigia in faccia. Lei era lì, a terra, mentre io me ne andavo trionfante verso casa. Suonai. Suonai. E ancora suonai, ma nessuno mi aprì. Decisi di passare dalla porta sul retro, da dove potei sentire i ragazzi che provavano. «I know yoy wanna see me fry ! Like my soul you won't survive!» La voce di Matt è spettacolare. È nato per cantare quel ragazzo. Subito dopo sentii l'assolo, veloce. Veloce è ben eseguito...solo Haner può fare cose simili. Lasciai i miei bagagli in cucina e andai nello scantinato. Senza farmi notare, mi sedei su uno sgabello. «To kill the glare! Expose the ugliness we hold true.» Dopo queste parole, qualche colpo alla batteria e l'ultima strimpellata alla chitarra. «Bravissimi!» Gridai alla fine della canzone, senza riuscire a trattenermi. «Charlotte! Da quanto sei qui?» Mi domandò il gigante. «Mh...un pochino...» «Cos'hai fatto ai capelli?» Chiese quasi preoccupato Brian. «Nulla, un piccolo incidente...ah, dovete recuperare il cadavere della baldracca qui fuori.» Dissi riferendomi a Michelle, che probabilmente era ancora stesa a terra. Sempre la solita esagerata. Come una mandria di bufali, i ragazzi mi scavalcarono e si precipitarono in giardino...tutti tranne Matt. Io mi affacciai dalla piccola finestrella, e vidi Brian che baciava la sua "ragazza"...un senso di vuoto cominciò a farsi spazio nel mio petto. «Allora, come va?» Chiese Shads con tono affettuoso, interrompendo i miei pensieri. «...Bene, grazie...come va con Valary?» Domandai in risposta io. «...abbiamo rotto qualche tempo fa...provo a non pensarci.» Disse lui...sembrava che non gli importasse. Non mi ero mai sentita così a disagio con lui...forse perché non si era mai avvicinato così tanto a me. Talmente tanto da poter distinguere tutte le sfumature dei suoi magnifici occhi verdi. Sentivo le mie guance andare a fuoco, e il battito farsi irregolare assieme al respiro. Si avvicinava sempre più, fino a far sfiorare le sue morbide labbra con le mie. Non fu un bacio passionale come quelli di Brian. Fu calmo ed innocente. Ad interrompere quel momento fu la porta aperta con violenza, e il simpatico Haner. «Matthew...Charlotte...» Ci guardò con aria sconcertata. Dopo aver pronunciato i nostri nomi, ci fu un attimo di silenzio, poi il putiferio. «Sei un pezzo di merda!» Si scagliò contro Matt che provò a tenerlo in tutti i modi. «Brian fermati!» Gridai io. «Tu sei solo una mignotta!» Ringhiò contro di me. Quelle parole mi ferirono al cuore. La gente mi aveva detto di tutto, ma perché non sapeva nulla di me...io invece, a lui ho dato il cuore...dovrebbe sapere chi sono io. Shadows gli tirò un pugno dritto in faccia, stendendolo a terra. Poco dopo arrivarono gli altri e, alla vista di Brian steso, Matt distrutto ed io rannicchiata ad un angolino, si preoccuparono e vennero ad aiutarci. Avevo gli occhi spenti. Il cuore distrutto. Il cervello che quasi mi bastonava per non avergli dato retta, come al solito. Sarei solo voluta sparire. Angolo Autrice: Salve a tutti Sevenfoldist! Come potete vedere, sto ricominciando a pubblicare...quindi questo vuol dire che non sono morta (per vostra sfortuna :3). Cosa ne dite degli ultimi capitoli? Sono troppo cattiva? ...parlando di cose serie...Arin! Se n'è andato...ancora non ci credo *piange*...so che mi sto disperando con voi in ritardo, ma per certe cose non è mai troppo tardi, no? Quindi, già che ci sono, faccio gli auguri a Matt e Brian (rigorosamente in ritardo, sennò non sarei io u.u)...che nella mia storia si sono dolcemente scannati <3 A proposito della storia, per qualsiasi cosa, recensite o mandatemi un messaggio privato, sono sempre disponibile! Alla prossima Sevenfoldist del mio cuoreee.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Eravamo tutti nel salotto, ed eravamo divisi in gruppi. Su un divano eravamo io, Zacky e Matt, che cingeva le mie spalle con un suo possente braccio. Sopra l'altro divano c'erano Michelle, con il naso rotto, Brian...sempre con il naso rotto e Johnny. Mentre nel mezzo, il povero Jimmy era seduto su una sedia, con le mani nei capelli e ancora incredulo per l'accaduto. «Qui c'è solo una cosa da fare, risolvere i problemi alla radice.» Disse ad un tratto quest'ultimo. «Bene, quindi lasciate soli me e Matthew. Dobbiamo risolvere le cose...» Affermò Brian. «Oh, no. Tutti fuori tranne te e Charlotte! Niente discussioni.» Detto questo fece uscire con la forza Michelle e Matt, mente gli altri non se lo fecero ripetere due volte. Eravamo rimasti io e Syn, e l'imbarazzo formatosi era la cosa peggiore che potesse succedere in quel momento. Potevo vedere l'odio nei suoi occhi e, conoscendolo, sapevo che non avrebbe detto una parola, se non per rispondermi. «Senti, io non vedo il motivo della tua reazione. Poco prima che succedesse, io ero affacciata alla finestra e vedevo te mentre baciavi quella...cosa.» Dissi tutto d'un fiato. «Quella cosa si chiama Michelle ed è la mia ragazza!» Affermò. Sentii i resti del mio cuore frantumarsi ancor di più. Ma infondo, perché dice che tiene a lei, se stamattina mi ha detto che io sono solo sua? «Appunto! Non avevi motivo di fare una scenata del genere!» Continuai. «Tu ami lei, non me...puoi essere geloso quanto vuoi, ma non hai nessun potere sulle mie scelte.» Lui mi guardò. Una lacrima solcava il suo viso, arrivando fino alle sottili labbra. «Tu, sei mia. Non posso sopportare il fatto che qualcun altro possa averti...ma allo stesso tempo non riesco a lasciare Michelle.» Disse la verità, tra un singhiozzo e l'altro. Io non risposi. Mi limitai ad abbracciarlo. Lui ricambiò, stringendomi più forte. Mi mancava il calore che le sue braccia e il suo corpo emanavano quando mi avvolgeva in un abbraccio. «Brian, smettila di essere così possessivo con me. Tu ami Michelle, non puoi negarlo. Se continuerai a comportarti così, mi farai...anzi, ci farai solo del male. Adesso vai dalla tua ragazza e dille che la ami. Io tornerò a casa mia, così che ognuno possa vivere in pace la propria vita.» A malincuore dissi queste parole, ma sapevo che sarebbe stato meglio per entrambi...anzi, sarebbe stato meglio per lui. E se lui era felice, lo ero anch'io. BRAIN POV'S «Charlotte, non posso fare a meno di te, lo capisci? Voglio che tu rimanga qui...so di essere un coglione, e so anche che non mi sarei dovuto accanire in quel modo su Matt, ma non ci ho visto più. Quando ti ho baciata per la prima volta, sapevo che non avrei più voluto baciare altre labbra...infatti, ogni volta che Mich prova a baciarmi, io ripensavo a te e avevo un vuoto nel petto... Ma a te forse non frega un cazzo di me! Forse sono io che esagero... Ah, fanculo stupida ragazzina" Dissi la fine tutta d'un fiato. Lei mi guardò, mi guardò senza dire nulla. Scoppiò a piangere, e la mia intenzione era quella di stringerla forte...ma mi limitai a piangere in silenzio anch'io. Odio quando piange... Ma odio anche quando ride, perché ogni volta che lo fa, scatena in me una tempesta che non so io stesso cosa sia di preciso. Angolo autrice: Ma salve a tutti gentaglia! Come va? Dormito bene? Cosa avete mangiato per colazione? ...okay, la smetto xD Cosa ne pensate di come si sta sviluppando la FanFiction? Forse sto esagerando con il litigi...e perché poi ho scelto proprio Matt per questa cosa? Eheheh, poi capirete tutto più in là! Ultima rottura...Stavo pensando di spostarmi su Wattpad, perché ho notato che la storia su EFP non appare scritta come faccio io sulle note del telefono. Ditemi voi cosa sarebbe meglio fare. Al prossimo capitolo Sevenfoldist! Mi raccomando, (anzi, vi prego :c) lasciate una piccola recensione qua sotto o mandatemi un messaggio privato...così riesco a capire se ci sia qualcuno che segue la mia storia. In caso contrario, potrei anche smettere di aggiornare (so che tanta gente sta su EFP senza account...solo per leggere, però voi che prima mi facevate capire che apprezzavate, vi prego, fatevi vivi D:) Ciau personcine del mio cuoreeee!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Avevamo appena finito di parlare, ed erano tornati tutti, compresi Matt e Michelle. Vedere il mio amico con la ragazza che credevo sarebbe rimasta sempre mia, mi ha fatto uno strano effetto. Teneva il suo braccio sulle sue spalle, proprio come facevo sempre io. Intenti a guardare la TV, cominciamo a chiacchierare come se non fosse successo nulla, però, Charlotte, non c'è più. Non so che fine abbia fatto. Fino ad un attimo fa era qui. Mi scollo di dosso Mich e salgo al piano di sopra, notando la porta della mia camera appena socchiusa. Vi entro, e quello che vedo mi provoca una stretta al cuore fortissima. La ragazza con tutto il trucco colato sulle guance, stesa a terra dormiente. Decido di prenderla in braccio per poggiarla delicatamente sul letto. Forse non troppo delicatamente, perché riesco a notare i suoi magnifici occhi verdi scontrarsi contro i miei. CHARLOTTE'S POV Mi sveglio di soprassalto, come se fossi un metro da terra...un attimo, io sono un metro da terra. Apro gli occhi e ciò che vedo mi lascia senza fiato. Delle labbra rosee, un nasino a punta con uno schizzo di lentiggini appena visibili. In fine, degli occhi color nocciola, che appena si scontrarono con i miei, cominciarono a brillare. «Brian...» «Ti sto solo posando sul mio letto, io stasera devo uscire...quindi preparati qualcosa da sola.» Devo inventarmi qualcosa, non posso dargliela vinta così. «Anch'io esco stasera. Usciamo io ed Elizabeth.» «Mh, okay.» Furono le sue uniche parole. Uscì dalla camera sbattendo la porta. Mi affrettai a chiamare la ragazza, che mi rispose e non esitò ad accettare il mio invito. Nemmeno il tempo di aspettare, che subito sentii la porta della camera aprirsi, per rivelarmi la figura minuta della ragazza dai capelli scuri. «Elizabeth!» Dissi abbracciandola. «Su, andiamo in camera mia per prepararci.» Mentre sceglievamo i vestiti, le raccontai tutto l'accaduto e lei rimase scioccata. «Allora, cosa vuoi mettere?» Mi chiese improvvisamente la ragazza. Io le mostrai un abitino aderente e corto...cortissimo...in blu elettrico, che si apre con dei volant alla fine. «Wow...se Brian non ti nota così, mandalo a fanculo e trovatene un altro!» Esclama. «Io non voglio farmi notare da lui.» Dico guardando il pavimento, che sembra molto più interessante del solito. «Dai, si vede lontano un miglio che sei pazza di lui. Anche Zacky dice la stessa cosa...e lui non è un tipo molto sveglio eh.» Prova ad ironizzare. Non credevo di darlo tanto a vedere...ma no! Io non mi posso innamorare di un diciannovenne che pensa solo ed esclusivamente al sesso. Io ho bisogno di costruirmi una vita, più in là una famiglia. Non se ne parla che mi distruggo per lui. Mi spoglio dei vestiti che avevo, e indosso il mini vestito. Solo ora noto la scollatura a dir poco profonda. Per finire, sistemo i miei capelli, mi dò una truccata veloce ed indosso dei tacchi altissimi. Essendo alta 1,55...penso che non avrò mai alcun modo di vedere Brian dritto negli occhi, nonostante 10 centimetri di tacco. Lei opta per un vestito bianco un po' simile al mio, ma più contenuto, essendo fidanzata con Zacky. «Sei solo una troia!» Sentimmo un urlo provenire dal piano di sotto. Era Brian, poi la porta sbattere e dei passi pesanti salire al piano di sopra. Uscimmo dalla camera tutte sistemate, quando incrociammo Gates. «Ehm, dove credi di andare vestita così?» Mi domanda lui con tono abbastanza serio da sembrare mio padre. «Ad una festa...perché?» «Sembri una prostituta...» Affermò con indifferenza. Quelle parole mi colpirono al cuore, in qualche modo. «Qui l'unica prostituta è la tua ragazza!» Ribattei. Poi corsi al piano di sotto. «Complimenti per il fondoschiena!» Gridò come ultima cosa il ragazzo dal piano di sopra. Jimmy lo sentì e si girò verso di noi, con tutti gli altri. «...Perché non rimanete qui a farci compagnia?» Se ne uscì Johnny, facendo ridere tutti e beccandosi uno schiaffo da Matt è uno da Zacky. «Oh no, no, no, no...No! Tu non esco conciata così!» Disse Vengeance rivolgendosi alla mia amica. «E dai amore, stiamo solo uscendo!» «Puoi uscire così solo se io vengo con te. Non se ne parla che qualcuno faccia il casca morto con te. Tu sei mia!» Affermò con sicurezza. Deve essere una bella sensazione quella di avere qualcuno che si batte per te, per averti. «Dai, usciamo tutti insieme e non ci pensiamo più.» Continuò Jimmy. «Brian scendi!» Urlò il ragazzo dagli occhi verdi. Senza farselo dire due volte, lui scese. Era tutto preparato per uscire. «Sappi, che io non ti faccio uscire vestita così se non ci sono io.» Disse rivolgendosi a me. «Stavamo giusto parlando di questo. Su Brian, vieni con me ed Elizabeth.» Ordinò Zacky all'amico, che non ebbe tempo nemmeno di rispondere che si ritrovò in macchina. Alla guida c'era James, con affianco Johnny. Dietro invece eravamo Elizabeth, Zacky, Matt ed io in braccio a Brian. L'unico "problema"?...la sua erezione che premeva su di me. Il ragazzo continuava a tenermi per i fianchi, e questo non faceva che peggiorare la situazione. Arrivammo nel locale, e la serata si rivelò piuttosto tranquilla. Tornati a casa, rimanemmo soli io e Brian. Soli. Noi due. Mezzi sbronzi. Io non capivo quasi nulla, e Gates mi prese in braccio fino alla sua camera. Mi buttò sul letto e cominciò a baciarmi, stando sdraiato su di me. Gli levai la maglia e lui fece lo stesso con il mio vestito, marchiando la mia pelle con dei lividi scuri. Scostò un poco il mio intimo, facendomi rendere conto solo in quel momento che lui fosse completamente nudo. «...fai piano...» Dissi imbarazzata, essendo la mia prima volta. «Non preoccuparti piccola.» Mi rassicurò e mi strinse la mano. Subito dopo entrò in me con una spinta lenta e dolorosa... Poi, il resto è storia. L'ultima cosa che ricordo fu lui, steso affianco a me, con il fiatone, e gli occhi che brillavano con un'intensità che non credevo potesse appartenergli. Angolo Autrice: Buonnnasserrra ragazzacci/e! Come va? Finalmente, so che tutti aspettavate questo momento u.u ...penso che dovrò cambiare il rating della storia da arancione a rosso xD Cosa ne pensate? Sono troppo lunghi i capitoli? Vi prego, cagatemi :c Recensite o mandatemi un messaggio privato. Ci sentiamo Sevenfoldist del mio cuoreee!

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Vi prego di leggere l'Angolo Autrice in fondo, è abbastanza importante. Grazie <3 BRIAN'S POV Dopo la serata di ieri, penso che non riuscirò più ad avvicinarmi a Charlotte. Non mi sto pentendo, ma ho tradito la mia ragazza con una sedicenne. Sono ancora qui sul letto, affianco a lei. Vederla dormire mi riempie il cuore. Ma che sto dicendo? Lei è solo una ragazzina. Non potrà mai sostituire la mia Michelle. Lei è in intimo, e mai nessun'altra ragazza mi era piaciuta così tanto, anche mentre dorme. Le metto pian piano la mia maglia, che le arriva fino a metà coscia. Non sono mai stato così bene come ieri sera. Quando lo faccio con Michelle si, mi piace, ma non è la stessa cosa. Scendo al piano di sotto, ancora in boxer, pensando di non trovare nessuno. Sbagliato. Appena scendo, mi ritrovo davanti tutti i ragazzi, più Elizabeth. «Chi cazzo vi ha fatti entrare?» Grido. «Eh amico, hai la memoria un po' corta o sbaglio?» Risponde Rev mostrandomi le chiavi di ricambio che gli ho dato tempo fa. «Ehm, come mai sei in boxer?» Chiede poi lui ad alta voce, facendo girare tutti. Non mi sono mai sentito più in imbarazzo di oggi con i ragazzi. Zacky mi rivolge uno sguardo pieno di malizia. Sento dei passi sulle scale. No Charlotte, non scendere...troppo tardi. La ragazza arriva, con la mia maglia sopra e i capelli scompigliati. Appena si rende conto della situazione, arrossisce e torna su in un battibaleno. CHARLOTTE'S POV Mi sveglio, sentendo l'odore di Brian. Ho la sua maglietta addosso, deve avermela messa lui. Non trovarlo qui al risveglio, mi ha resa un po' triste. Decido di scendere le scale, sperando di trovare il ragazzo. Eccolo, sull'ultimo gradino. Vado per abbracciarlo ma mi blocco alla fine. Quando vedo tutti i ragazzi ed Elizabeth, il mio viso si tinge di rosso e decido di scappare nuovamente al piano di sopra. «Aspetta Charlotte!» Sento Brian richiamare il mio nome, poi i suoi passi salire le scale. Entro in camera, accovacciandomi e nascondendomi dietro le mie ginocchia. «Piccola...» «Dimmi Brian.» Gli rispondo fredda. «Che cos'hai?» «Che cos'ho? Abbiamo fatto l'amore...anzi, mi correggo, io ho fatto l'amore. Tu hai semplicemente trovato una ragazzina capace di soddisfare le tue esigenze sessuali. E questo mi fa male. Davvero. Non posso sopportare che tu sia innamorato di una ragazza, ormai tradita da te stesso. Una ragazza presa in giro perché tu sei rimasto infatuato di una ragazzina di sedici anni. Ti prego, so bene che tu per me non provi nulla, tranne che attrazione fisica, quindi...finiamola.» A dire quelle cose, sentivo il mio cuore spegnersi lentamente. Gli occhi del ragazzo, si velarono di un'oscurità mai vista prima. «Scusa, ma devo andare.» Furono le uniche parole di Brian prima di lasciarmi sola in quella stanza. Angolo autrice: Ma ciao piccole personcineeee. Allora, so che il capitolo è davvero cortissimo, ma su EFP non si possono fare capitoli per soli avvisi, quindi mi sono dovuta arrangiare (oggi non avrei dovuto pubblicare). Volevo dirvi che, a nome di Mrs_Gates6661, su Wattpad sto scrivendo un'altra FanFiction (probabilmente meglio di questa, avendo fatto pratica nello scrivere con i mesi.). La storia si chiama Victim. Ho modificato il modo di scrivere, levando il passato che usavo qui, utilizzando il presente...spero che, per chi darà un'occhiata, sia di suo gradimento. Detto questo, perché sul capitolo c'è ben poco da dire, ci sentiamo al prossimo! Ciao Sevenfoldiiiist! Ps. Con questo infinito Angolo Autrice, la lunghezza del capitolo è decente xD

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Da quella chiacchierata, sono passati circa otto giorni...che a me sono sembrati un'infinità. I ragazzi sono riusciti a vincere quel concorso, quindi a breve registreranno il loro primo album. Sono davvero felice per loro. Le giornate cominciano ad allungarsi, e comincia anche a fare sempre più caldo. Ormai, visto che Brian gira in boxer, ho preso anche io il vizio di girare per casa in intimo...tanto non mi rivolge più la parola. È troppo impegnato a mentire alla sua "amata ragazza". Prima o poi la verità verrà a galla, e io rimarrò pelata per colpa di quella gallina che mi strapperà i capelli. I miei poveri capelli rossi. Tornado a noi, adesso sono seduta su una sedia in cucina, in intimo. Vicino a me ci sono Johnny, e Rev che fanno battutine su ciò che è successo tra me e Gates, mentre quest'ultimo, è sul divano assieme a Zacky e Matt. Mi sono adattata a questi cinque matti. Sono delle persone d'oro, sempre pronte ad aiutarti...se gli stai simpatico. «Si può sapere che cazzo ci fai in mutande e reggiseno?!» Urla Matt coprendosi gli occhi. Probabilmente non mi aveva ancora notata. «Ormai sono giorni che lo fa, visto che io vado in giro per casa con solo i boxer, si è presa la libertà di farmi impazzire in questo modo. Dico bene culona?» Mi rivolge uno sguardo malizioso. Aspetta...mi ha appena chiamata culona? Culona a me?! «Come mi hai appena chiamata, Haner?» Dico puntando un dito verso di lui, che scoppia a ridere per la mia reazione. Io gli salto addosso, e vedo lui cominciare a fissare il mio seno, beccandosi uno schiaffetto sulla guancia da parte mia. Ad interrompere questo momento, è il campanello. «Vado io!» Grido. Apro senza nemmeno chiedere chi sia, convita che dietro alla porta ci sia Elizabeth, ma invece no. Michelle...e io sono in intimo...merda. «Tu...Che cazzo ci fai in mutande e reggiseno in casa del mio ragazzo?!» Esclama scioccata. Prima che possa rispondere, Rev mi precede. «Sai, ce lo siamo chiesto anche noi, ma evidentemente a Brian non da per niente fastidio.» Amo questo ragazzo. Vedo lei diventare rossa dalla rabbia. «Tu, sei una troia...ma tu, tu sei solamente un bastardo! Fanculo!» Io rimango particolarmente infastidita per il nome che mi ha dato, mentre Brian è rimasto impassibile, con la sua amata birra in mano. Improvvisamente si alza, venendo sempre più vicino a me. Posa lentamente la sua birra sul mobile vicino a noi, per poi prendermi in braccio e farmi sussultare. «Tutti fuori da casa Haner, qui avremo da fare per un bel po'!» Grida ai suoi amici, che in risposta esultano come se fossero allo stadio. Sento il volto andare a fuoco, ma sono così tanto felice che abbiano rotto. Rivolgo uno sguardo del tipo "se non amavo Brian ti sposavo per questo" a Rev, per poi vederlo scomparire all'arrivo delle scale. «Divertitevi!» Urlano in coro gli altri, poi escono di casa. Guardo Brian, per poi baciarlo come non ho mai fatto prima. «Sai che fino a questa mattina non mi hai nemmeno rivolgo la parola, vero?» Chiedo con un sorriso sotto i baffi. Lui annuisce, sfilandosi i boxer e lanciandomeli in faccia. «Brian, che schifo!» Urlo ridendo e levandomi quei cosi dalla faccia. «Adesso tocca a te...» Dice lui, sempre sorridendo. Lo accontento, slacciandomi il reggiseno. Non mi resiste, quindi si avvicina e comincia a baciare ogni parte nuda del mio corpo. Ogni bacio un brivido...come sempre, d'altronde. Leva con poca delicatezza le mie mutande. Sta per entrare in me quando lo fermo. «Eh no, dimentichi questo.» Nella mia mano c'è una bustina argentata. Sbuffando, riesce a mettere la protezione, per poi entrare. Graffio la sua schiena, morendo di piacere. Non tanto per ciò che sto facendo, ma perché lo sto facendo con lui. Sto amando per la prima volta qualcuno, e lo amo più della mia vita. Viene gridando il mio nome, e con lui anche io. Lui esce dal mio corpo, e mi ritrovo a fissare il preservativo, notando una gocciolina sulla punta. Non faccio in tempo ad osservare meglio, perché il ragazzo si affretta a buttarlo via e a rimettersi quanto meno i boxer. Sentiamo nuovamente il campanello. Lui scende, praticamente nudo, e io lo seguo dopo aver rimesso quei pochi indumenti che avevo prima. «Le grida si sentivano fin dal giardino!» Sento Rev esclamare. Okay, adesso vorrei solo sparire, penso tra me e me. Spunto pian piano dalla rampa di scale, beccandomi una pacca sulla spalla da Johnny. «Complimenti ragazza, davvero i miei complimenti.» Arrossisco. Sento le guance in fiamme. «Ehi Johnny, non vorrai mica provarci con la mia ragazza?» Chiede Brian ridendo. Un attimo...come mi ha chiamata? A sentire quelle parole il mio cuore perde un battito. «Quindi state ufficialmente insieme?» Chiede Jimmy saltellando come un bambino. «...penso di...» Vengo interrotta da Brian. «Si...però ora fammi un favore. Vestiti...il fatto che loro ti stiano fissando il culo mi da parecchio fastidio.» Alle sue parole non posso fare a meno di ridere...e nemmeno evitare di sculettare mentre salgo al piano di sopra. È successo tutto così velocemente. Nel giro di una mattinata...sembra tutto troppo facile, ma sono felice...il mio Synyster Gates. Nonostante i litigi, i problemi e cose varie, ce l'abbiamo fatta. Angolo Autrice: Buongiorno miei pandacorni malvagi! Ci stiamo pian piano avvicinando alla fine di questa pallosissima FanFiction. Che ne dite? Siete sicuri che finirà tutto per il verso giusto? Ditemi voi. Non so se mancano 1 o 2 capitoli, poi vedrò. Bene, passando alle cazzate. Come vanno queste vacanze? Siete felici che inizia scuola? (Fucilatemi dopo questa domanda) Avete bevuto molto? Avete fatto una giravolta? Bene! Sono contenta! Commentate, recensite, iscrivetevi, mandatemi messaggi, rinchiudetemi e volate su un unicorno dal corno dorato! Alla prossima Sevenfoldist <3

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Tutto quello che è successo due settimane fa, per il mio cervello è ancora incredibile. Colui che mi ospitava solamente, è diventato il mio ragazzo nel giro di cinque minuti. Non so, ma questa storia mi sembra troppo facile. Lui con me non è mai stato mister simpatia, e ora? E ora sono da tempo immemore sulle sue gambe, che staranno chiedendo pietà. Ha deciso di organizzare una festa, rompendo la regola che diceva: -Le feste vere non si fanno a casa mia, sennò poi chi pulisce?- Perciò, ora ci sono tutti i Sevenfold che addobbano casa come degli immigrati sottopagati. Non li ho mai visti fare qualcosa in così poco tempo. Prima mi hanno mandata a comprare l'alcol e, ovviamente, mi avevano dato una lista. C'erano tantissime cose, e alcune non sapevo nemmeno pronunciarle! Questi cinque non sono normali...ma forse è proprio per questo che mi sono trovata così bene con loro. Non penso che berrò sta sera, non mi sento in vena di farlo. Eh già. Miss Bevoquellochecazzomipare Charlotte, è fuori uso per stasera. Spero che le cose vadano per il verso giusto e che non succedano casini o risse, come al solito. Sono le cinque del pomeriggio. Fa un caldo che non si respira e io, ovviamente, sono in costume. Si. Sto girando per casa con il costume da bagno. Non c'è un motivo, a parte il fatto che fa davvero troppo caldo. Questi ragazzi hanno avuto un'influenza negativa su di me. «Charlotte, ma perché cazzo stai in costume da bagno?! È maggio!» Mi grida contro il nano, mentre prova ad attaccare le luci. «Ho caldo!» Ribatto, urlando come mio solito. Brian oggi non è di molte parole. Con me è sempre dolce, ma non spiccia una parola da qualche giorno. Mi volto verso i ragazzi, e la scena che vedo è epica! Johnny in braccio a Rev, per attaccare le luci. Devo assolutamente fargli una foto per poi ricattarli! «Ragazzi, sorridete!» Loro si girano e io scatto la foto. «Bene, adesso andatemi a prendere una bottiglia d'acqua.» Evidentemente hanno capito il mio gioco, perché non esitano a scattare verso la cucina e tornare con un bicchiere colmo d'acqua. «Oh, grazie.» Non mi sono mai sentita più potente. «Amore, vieni qui un attimo.» Sento la voce di Brian richiamarmi. Quando mi chiama amore non ci credo, e i miei film mentali tornano a galla. Mi avvicino a lui. «Ma oggi...oggi berrai?» Chiede lui a testa bassa. «Certo che berrò. È una festa...perché non dovrei?» «Ehm, non so. Va bene, basta che non ti sbronzi troppo, almeno uno dei due ricorderà la serata!» Si esalta al massimo al pensiero della festa di questa sera. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a sistemare casa, e ci siamo anche occupati di chiudere le stanze del piano di sopra...non vorremo trovare mica dei preservativi dal proprietario sconosciuto al risveglio. «Bene, è tutto pronto. Tra un'ora circa dovrebbero arrivare gli invitati...Charlotte, potresti evitare di finire tutte le patatine? Non ne abbiamo altre.» Mi rimprovera ridendo Matt. Non ci avevo fatto caso, ma stavo davvero per finire le patatine! L'ora di libertà, la passiamo a giocare ai videogiochi e a bisticciare...come al solito. Ormai siamo tutti come fratelli. «Dov'è Brian?» Chiedo improvvisamente. Non mi risponde nessuno, ma Zacky mi fa cenno di salire al piano di sopra. Cosa sarà successo? Salgo velocemente le scale, trovandomi davanti alla sua camera. Sento dei colpi provenire da dentro. Apro la porta, trovano Brian con le mani nei capelli. «Che succede?» Chiedo. «Nulla tesoro...vai di sotto, prendo le ultime cose e vi raggiungo.» Risponde lui, provando a sembrare tranquillo. «Ehi, pensi che mi presentò alla festa in costume? Su, aiutami a scegliere il vestito.» Lo prendo per mano e lo porto davanti al mio armadio. Sono piena di abiti. Lui va a cercare proprio il più corto che ho. Un tubino nero. Semplice. Solamente cortissimo e con delle decorazioni sul fianco e sulla scollatura. Lo caccio scherzosamente fuori dalla stanza per prepararmi. Devo dire che Brian ha ragione...ho il fondoschiena troppo grande! Penso guardandomi allo specchio. Prendo i tacchi, che indosserò dopo...tanto per arrivare a fine serata con i piedi intatti. Scendo velocemente le scale, trovandomi davanti due tipe, che ci provano spudoratamente sia con Matt che con Brian. Sento il fumo uscirmi dalle orecchie. Indosso le scarpe per sembrare più alta, e vado a piazzarmi tra la ragazza e Brian. «Ciao sono la sua ragazza!» Dico velocemente porgendogli la mano. Lei mi guarda. Si vede che è dispiaciuta, ma non sembra volersi arrendere. Continua a parlare con lui fin quando non le mollo un pugno. La ragazza, tutta scocciata, esce di casa sbattendo la porta. «Volevo vedere se saresti riuscita a mandarla via!» Ridacchia Brian abbracciandomi. Io faccio la finta offesa, ma queste cose mi riescono sempre per poco. Man mano che il tempo passa, la festa comincia ad animarsi. Sono passate due ore, e in casa si sente solo odore di fumo e di alcol. Rev e Johnny sono ubriachi marci, Zacky sta con Elizabeth sul divano, Matt è al tavolo degli stuzzichini...e Brian? Beh, Brian è steso sul tavolo assieme a Rev, biascicando cose a caso. E sono solo le dieci, penso. Continuo a farmi gli affari miei, fin quando Gates, ubriaco come non mai, mi prende e mi bacia gridando: «Lei è mia! Se la toccate, io vi spacco la faccia.» Il tutto interrotto varie volte da dei singhiozzi. Per quando faccia ridere la scena, non ha mai detto nulla di più dolce su di me...la sensazione che le cose non fileranno lisce, continua a invadere la mia mente. La festa è finita. Io, Matt e Zacky stiamo riordinando e pulendo il salotto. Elizabeth è tornata a casa verso le undici...e pensare che ora sono le tre. Rev, Johnny e Brian sono fuori di loro. Stanno ridendo senza un motivo da ore, e io sono sempre più rassegnata con questi ragazzi. «Finalmente abbiamo finito!» Esclama Zacky lavandosi le mani. «Adesso capisco perché Syn non vuole mai organizzare feste...» Ridacchia Matt abbracciandolo. Syn non ricambia. Non lo fa per il semplice fatto che ha cominciato a vomitare pure l'anima. «Avevamo appena finito!» Grida Zacky mettendosi le mani nei capelli. «Amico, ti sto odiando.» Continua. «Per me potete andare a casa, qui finisco io...basta che vi portate via Jimmy e quest'altro.» Dico riferendomi al nano. Gli altri annuiscono, mi salutano con un abbraccio e se ne vanno. Ho sempre odiato pulire il vomito di qualcuno...però questa volta non ho tanta scelta, visto che Brian è ubriaco e penso che domani non si ricorderà nemmeno il suo nome. Torno dalla cucina dopo aver sciacquato la pezza colma di rigetto, per poi buttarmi sul divano, esausta. «Sai.» Dice improvvisamente lui, sempre singhiozzando. «Io Michelle un po' la amo ancora.» Ecco che i miei sospetti prendono vita. «Però, io ti ho vista in bagno. Eri lì, che piangevi, con il test in mano. Io non sono uno stronzo. Io voglio rimanere...Sempre se il figlio è mio...lo è vero?» Le sue parole sono un colpo al cuore. Ho tirato fuori la parte migliore di lui, senza nemmeno volerlo. «Si, lo è.» Dico abbracciandolo. Rimaniamo lì, fermi sul divano e ci addormentiamo. Non avrei mai creduto di arrivare a questo punto. Con lui. Angolo Autrice: Zan, zan, zaaaaaan! Ragazzi! Come va? Siamo giunti al penultimo capitolo di questa FanFiction. Okay, ammetto che non è stato il massimo, ma per essere la prima me la sono cavata...vero? :D Il prossimo capitolo, penso sarà un po' corto, ma non ne sono sicura. Arrivando alle mie solite domande da stalker: Avete fatto colazione? Fa freddo da voi? Qui a Roma sento freddo questa mattina. Ah, a proposito...(che poi non c'entra nulla ma mi è venuto in mente ora e.e) Questa notte ho fatto uno dei sogni più belli della mia vita. Ero con Syn, fuori casa mia. Stavamo abbracciati, ci facevamo foto eccetera. Non ci credevo, quindi mi sono fatta dare un pizzicotto da Brian...e, sorpresa, mi sono svegliata quando mi ha dato il pizzico -.-' Ci sono rimasta di...cacca. Non per niente mi sono svegliata alle 6:17 T.T Mi veniva da piangere. Ricorderò la notte tra il 9 e il 10 agosto, come notte con il terzo sogno più bello di sempre. Ah, un ultima cosa. Buon San Lorenzo a tutti voi! Io cercherò le stelle cadenti e...dai, sapete i desideri che vorrò far avverare *^* (ancora mi mangio le mani per non essere potuta andare al Rock in Roma 2014 T.T) Ciau Sevenfoldist!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 -Fine- ***


*3 ANNI DOPO* «Luke, torna qui!» Grido rincorrendo il nanerottolo. Fortunatamente Chloe non è come suo fratello...speriamo che con il tempo si calmi. Con la bimba in braccio corro a prendere l'altra peste, non riuscendo a trovarlo più. «Merda...» Sussurro. È sul palco. Mi sporgo pian piano, facendo andare anche la piccola assieme a suo fratello. Sono così felice di avere una famiglia. Quando abbiamo scoperto che erano due gemelli, io ero al settimo cielo, mentre Brian stava per avere un attacco di cuore. Era bianco cadaverico. Parlando degli altri: Zacky ed Elizabeth si sono sposati, ed ora lei aspetta una bambina. Matt è tornato con Valary. Johnny cazzeggia come suo solito. Jimmy ha trovato una ragazza, ma non si sa ancora che intenzioni hanno. BRIAN'S POV Siamo in tour in Italia, e le nostre ragazze hanno deciso di seguirci. Sto facendo il discorso di ringraziamento per i fan, quando sento qualcosa tirare il mio jean. Rivolgo il mio sguardo verso il basso, quando noto una testolina con i capelli a spina, simili ai miei, affiancata da un paio di treccine bionde. «Luke, Chloe! Ragazzi, loro sono i miei due nani!» Esclamo rivolgendomi alla folla urlante per i bambini. «Salutate...» Continuo. «Ciao.» Rispondono in coro, con la classica timidezza di tutti i bambini. Li prendo in braccio dopo aver posato la chitarra a terra, lasciandomi abbracciare da quelle piccole braccine. Dopo averli coccolati un po', li faccio scendere, notando Charlotte dietro le quinte. «Su, andate dalla mamma.» Sussurro dandogli una spintarella per farli camminare. Mi giro nuovamente verso il pubblico, osservando i loro sguardi un po' stupiti. «Si, ventidue anni e due figli...» Ridacchio grattandomi nervosamente la nuca, come mio solito. Vedere tutta questa gente, qui solo per ascoltare noi, mi rende felice. Siamo riusciti a realizzare il nostro più grande sogno. Salutiamo tutti, e torniamo dietro le quinte. «Finalmente! Gli stavi mancando, mi hanno stressata per venire di nuovo da te!» Dice sorridendo Charlotte. Questa ragazza mi ha fatto perdere la testa dalla prima volta che l'ho vista, in quella sera quando l'abbiamo salvata. Ora stiamo caricando tutto sul camion, per poi andare a prendere l'aereo e tornare a casa. Siamo stati via per un bel po'...e, sinceramente, non mi fido ad andare in giro con Elizabeth visto il pancione che si ritrova. Adesso io e i ragazzi siamo più uniti che mai, stessa cosa vale per me e Charlotte. Non ci sono più le discussioni di un tempo, solo tanta...tantissima felicità. Quei due bimbi la impegnano tantissimo e, quando posso, anche io mi occupo di loro. Nessuno può immaginare la mia felicità per aver fatto quella scelta ben tre anni fa, da ubriaco. Per noi si sono aperte le porte di una nuova vita. Niente più alcol, niente più feste...adesso dobbiamo crescere davvero, per supportare il peso delle nostre responsabilità. Angolo Autrice: Buonsalve a tutti, miei piccoli unicorni fatati *^* Okay, a parte le cavolate...È FINTA LA FANFICTION! Sinceramente, non potevo trovare finale peggiore, però ci si accontenta. Il fatto che in qualche mese io abbia ricevuto 16 recensioni, più di mille visualizzazioni totali, mi fa davvero felice. Non pensavo che scrivere un qualcosa tanto per passare il tempo mi rendesse indietro così tanta soddisfazione. Voglio ringraziare voi che mi seguite, e spero che aumenterete con le prossime storie...perché si, per vostra sfortuna, ho intenzione di farne altre! Vi ringrazio ancora e alla prossima FanFiction Sevenfoldist <3 (Potete benissimo insultarmi per il finale stile -e vissero tutti felici e contenti-...fatelo)

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