Strane alleanze tra parenti invadenti e fidanzati bastardi

di Little Wings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strane alleanze tra parenti invadenti e fidanzati bastardi ***
Capitolo 2: *** La nostra storia ***
Capitolo 3: *** Album di famiglia ***
Capitolo 4: *** Conoscere il suocero ***
Capitolo 5: *** A cena dai tuoi ***



Capitolo 1
*** Strane alleanze tra parenti invadenti e fidanzati bastardi ***





Strane alleanze tra parenti invadenti e fidanzati bastardi
 

 
 
 
 
 
Quando i suoi parenti riportarono lo sguardo su di lui, Will si chiese perché non poteva avere una famiglia normale. Era disposto a fare anche i lavori di casa, tutto, pur di non doversi subire di nuovo quelle occhiatine. Anche se solo poco prima aveva agognato quegli sguardi perché non ne poteva più del loro terzo grado, adesso non voleva neppure quelle. Avrebbe anche studiato matematica, okey? Ma, davvero, quelle occhiate non le poteva sopportare un secondo di più. La fuga gli si presentò come unica via d'uscita e quindi corse in camera sua per barricarsi. Non aveva sperato nemmeno per un secondo che i suoi parenti - e il suo fidanzato, che gli si era rivoltato contro! - non l'avrebbero seguito, e infatti...
"Will! Esci subito di lì!" sentì urlare suo padre.
"Giovanotto, ti pare modo di fare?"
"Solace, muovi le chiappe e apri la porta!"
Dopo quindici minuti in cui tutte le persone presenti in quella casa si alternarono per farlo uscire, bussando e urlando contro la porta, finalmente batterono in ritirata.
Will sospirò così forte che probabilmente anche i pinguini al Polo Sud lo sentirono. Cosa aveva fatto di male? Era stato una brutta persona nella sua vita precedente? Era forse perché nell'ultima verifica di fisica aveva copiato? Qualcosa doveva pur aver fatto perché non poteva essere così sfortunato. A meno che non ci fosse qualcuno, lassù, che si divertiva particolarmente a metterlo in situazioni imbarazzanti. In effetti, questo avrebbe spiegato molte cose.
Quando Will si accorse che la casa era insolitamente silenziosa per essere abitata da una ventina di persone, si insospettì. Aprì la porta di poco, in modo da riuscire a mettere fuori la testa per vedere se qualcuno gli aveva teso un agguato - gli era già successo e non voleva certo ripetere l'esperienza. Quando si convinse che nessuno sarebbe spuntato fuori all'improvviso, aprì tutta la porta e uscì in corridoio. Tese l'orecchio, in cerca di una fonte di rumore e sentì solo un mormorio che ormai conosceva molto bene. Un sorriso gli increspò involontariamente le labbra, salvo poi ricordarsi che lui era arrabbiato col suo fidanzato. Scese le scale in punta di piedi, attento a non fare rumore, complimentandosi con se stesso per essere riuscito nell'impresa - aveva un futuro da ninja, nel caso non fosse riuscito ad entrare in medicina. Quando giunse al piano terra, si nascose dietro alla pianta che avevano in corridoio, in modo da poter vedere cosa stava succedendo.
I suoi parenti si erano rimessi ai loro posti a tavola, mentre Nico si era seduto nel posto precedentemente occupato da Will. Il cuore del biondo fece una capriola a quella visione, ma Will si maledì: quel piccoletto si era schierato coi suoi parenti, mettendolo pure in imbarazzo!
Se all'inizio Nico gli era sembrato estremamente imbarazzato davanti a tutta quella gente, adesso era completamente a suo agio mentre chiacchierava e raccontava loro qualcosa. No, non qualcosa in generale, stava parlando di loro, rispondendo a tutte le domande che prima Will aveva evitato.
Piccolo bastardo...
"Quindi tu e mio figlio andate a scuola assieme" osservò Apollo.
"Esatto, però io ho un anno in meno. Anche se seguo il suo stesso corso di matematica perché vado bene"
"Ma, esattamente, come fa a piacerti mio fratello?" intervenne Austin. "É talmente rompipalle e noioso!"
Will si appuntò mentalmente di non regalare niente ai suoi fratelli per i successi tre Natali. Non avevano fatto altro che metterlo in imbarazzo quel giorno, dov'era finito il caro vecchio supporto tra fratelli?
Nico lasciò il cucchiaino di gelato che aveva in mano - erano già arrivati al dolce? - e rispose. "Uh, bhe, è... simpatico?"
Fantastico, pensò Will, nemmeno il mio fidanzato riesce a farmi un complimento.
Poi Nico si aprì in uno dei suoi rari sorrisi. "E mi fa ridere quando prova a fare il ninja"
Quanto si sentì addosso gli occhi di tutti, Will capì che non era tagliato per la professione del ninja. Forse fare il dottore sarebbe stato più adatto a lui.
"Eccolo qui, il fuggitivo" disse Zeus, con un inquietante ghigno stampato sulle labbra. "Stavamo giusto parlando di te"
"Penso che ci avesse sentiti, papà" borbottò Talia, mentre sezionava la sua coppetta di gelato.
Will, mogio mogio, si diresse verso il tavolo trascinandosi una sedia che era nella sala - lui avrebbe volentieri fatto sedere Nico sulle sue ginocchia, ma era piuttosto soddisfatto della sua dose di imbarazzo per quel giorno.
"Ora, non voglio dire che non mi interessino le qualità di mio fratello, ma sono sicura che qui tutti noi siamo molto più interessati a quello che ha detto Nico fuori dalla porta, vero?" intervenne Kayla, lanciando un'occhiata agli altri commensali in cerca di assensi.
Il biondo batte la testa sul tavolo, probabilmente tentando di procurarsi una commozione celebrale che lo avrebbe mandato in coma per almeno un quarto di secolo.
Nico invece rispose tranquillo - Will era sempre più sicuro che si fosse messo d'accordo con i suoi parenti. "Will non vu-..."
Il biondo si lanciò letteralmente addosso al fidanzato, tappandogli la bocca per non farlo parlare - rischiando anche di far cadere entrambi dalla sedia, tra l'altro. Gli altri borbottarono qualcosa, disapprovando il gesto, perché volevano davvero sapere cosa impediva a Will di copulare col suo ragazzo, preoccupati che avesse qualche problema - no, okey, erano semplicemente una famiglia molto pettegola.
"Will! Stava per rispondere!" sbottò suo padre - che sembrava più un amico un po' pervertito che un padre, ma amen, Will doveva tenerselo così.
Il ragazzo sospirò. "Promettete di non ridere, fare battutine o quant'altro?" chiese, quindi, con la voce assurdamente simile a quella di un condannato a morte. "N-non voglio fargli male, ecco" disse, grattandosi la nuca nervoso e arrossendo.
"Oh, com'è romantico! Anch'io voglio un ragazzo così dolce" sospirò Silena, mentre il suo ragazzo la guardava stranito.
Anche Nico aveva le guancie arrossate, ma ridacchiava per l'imbarazzo del suo ragazzo - piccolo demonio.
Dopo qualche minuto di sospiri romantici e frasi del tipo "Che carino!", "Dolceeeee!", "Aww", Kayla riassunse il ruolo di sorella impicciona. "Ora raccontateci un po' come vi siete messi insieme"
 
 
 





 
 
Voi non avete idea di quanto io sia mortificata per avervi fatto aspettare così tanto. Perdonatemi, davvero, avevo da studiare e non sono riuscita a combinare niente. Praticamente non avevo nemmeno il tempo di andare in bagno, ew.
Però adesso sono tornata! E se sono qui è solo merito della tappa, che oggi passa nella mia città e non vado a scuola. Ah.
Spero vi sia piaciuta questa OS, anche perché non sarà l'ultima, ho già iniziato a scrivere il seguito e ho un'idea per il seguito del seguito. Già.
Ma prendiamoci un momento per ammirare Ninja!Will. Io, bho, lo adoro. Okey, momento finito. Voi non avete idea di quanto mi diverta a scrivere 'ste cagate, sul serio, rido da sola mentre le scrivo.
Mi sono dimenticata di scriverlo prima, ma immaginate che Nico abbia 16-17 anni e Will 17-18.
Volevo ringraziare chi ha messo tra le preferite/ricordate/seguite le altre due OS e chi le ha recensite. Voi non avete idea di quanto tutto ciò mi renda felice.
Visto che non so quando riuscirò a pubblicare il seguito - avete capito di cosa parlerà, no? -, vi lascio uno spoiler:
 

Quando ancora non si conoscevano, Will pensava che Nico, di cui sapeva solo che era più piccolo di lui di un anno - okey, forse aveva anche accidentalmente scoperto dove abitava seguendolo fino a casa -, fosse semplicemente adorabile. Che poi si fosse ritrovato con un livido sul braccio non appena aveva esternato la sua opinione era un altro discorso.

 
 
Le due OS prima di questa sono:
Di pranzi di famiglia e parenti invadenti
Quando i parenti diventano pettegoli, le cose iniziano a mettersi male





 

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Capitolo 2
*** La nostra storia ***




#L'imbarazzante momento in cui il tuo fidanzato si mette a raccontare la vostra storia ai tuoi parenti
 
Quando ancora non si conoscevano, Will pensava che Nico, di cui sapeva solo che era più piccolo di lui di un anno - okey, forse aveva anche accidentalmente scoperto dove abitava seguendolo fino a casa -, fosse semplicemente adorabile. Che poi si fosse ritrovato con un livido sul braccio non appena aveva esternato la sua opinione era un altro discorso.
Comunque non aveva cambiato idea, Nico era adorabile anche quando lo minacciava di morte. In quel momento però dovette ricredersi, perché una persona sadica come il suo fidanzato non poteva certo essere definita adorabile, proprio no. Come gli era venuto in mente di voler raccontare come si erano messi insieme? Già aveva raccontato abbastanza, no?
Che avesse una vena malvagia che di tanto in tanto si faceva sentire particolarmente già lo sapeva, ma non pensava che fosse così malvagio da volerlo mettere continuamente in imbarazzo - davanti a quei pettegoli di Austin e Kayla poi, che l'avrebbero preso in giro a vita. Perché si, il modo in cui si erano conosciuti era davvero imbarazzante.
Si erano spostati tutti sui divani del salotto, portandosi appresso qualche sedia per permettere a tutti - Zeus si era persino portato la sua tazzina di caffè perché non voleva perdersi niente - di ascoltare la loro love story. Nico si era seduto di fianco di Will, che aveva l'aria di uno che avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì.
"Allora," prese la parola il moro, "prima che ci conoscessimo, Will continuava a fissarmi in modo inquietante"
"Non è vero!" urlò il biondo, con una voce troppo stridula per un ragazzo.
Nico gli lanciò un'occhiataccia. "Zitto Solace, sto raccontando io"
Will sprofondò nel divano, pregando che quell'incubo finisse presto.
 
Will osservava quel piccoletto vestito tutto di nero che era quasi sempre corrucciato, non badando a quello che Cecil gli stava dicendo. Era davvero carino.
Il loro primo incontro avvenne quello stesso giorno, mentre, durante l'intervallo, Will correva per la scuola con il suo cappuccino caldo in mano. A un certo punto, non sapeva bene come, si era ritrovato con le chiappe per terra e una macchia di cappuccino che si allargava sulla sua maglietta verde. Per sua fortuna, c'era solo una persona nei paraggi. Per sua sfortuna, quella persona era Nico Di Angelo, il ragazzo per cui aveva una cotta da mesi. Non avrebbe potuto fare una figura peggiore.
Il moro si era messo a ridacchiare e Will avrebbe proprio voluto sprofondare, tanto era l'imbarazzo, ma rimase fermo, cercando di ignorare le risatine dell'altro. Quando ormai si era convinto di essersi preso una sbandata per un insensibile senza cuore, Nico gli offrì sua mano per aiutarlo ad alzarsi.
Will borbottò un ringraziamento, mentre cercava di capire in che condizioni era la sua maglietta.
"Comunque sono Will"
"Nico"
 
"Sei proprio un imbranato!"
"Secondo me l'ha fatto apposta"
 
Dopo il loro primo incontro, i due avevano preso a salutarsi quando si incontravano - okey, Will salutava Nico, che perlopiù si limitava a roteare gli occhi scocciato. Poi il biondo aveva iniziato a sedersi vicino a lui a mensa e a cercare di intavolare una conversazione. Nico non era esattamente una persona socievole, perciò non era stato facile instaurare una qualche relazione loro, ma Will non si era dato per vinto e dopo qualche mese potevano considerarsi amici.
Certo, Will non voleva rimanere solo amico di Nico, ma era un inizio. Però aveva preso a seguirlo ovunque e a spiarlo, quasi.
 
"Amico, sei inquietante, lasciatelo dire"
"Lo stalkeravi?!"
 
Un pomeriggio, in cui Will si era appostato sotto casa di Nico - non lo stalkerava, okey? Voleva solo sapere come stava -, il moro uscì e si imbatté in una zazzera bionda che faceva capolino dal  cespuglio che era sul marciapiede.
"Will?!"
"Nico?" squittì l'altro, schizzando in piedi, terrorizzato. "Cosa ci fai qui?"
"Cosa ci faccio io? Cosa ci fai tu!"
"Io... Ehm... Passavo di qua per caso e..."
Nico alzò un sopracciglio, scettico.
Il biondo sospirò. "Okey, okey. Insomma è che tu abiti qui e io volevo, uhm, vederti? Perciò ecco mi sono messo qui e..."
"Non potevi semplicemente chiamarmi?"
Will rimase in silenzio. Forse appostarsi sotto casa del tipo che gli piaceva da una vita non era stata la sua idea più brillante.
"Allora, cosa devi dirmi?"
"Uhm?"
"Hai detto che volevi vedermi, no? Avrai pur avuto un motivo per farlo"
"Ah, sisi, ma io dicevo vederti in generale, ecco"
"Quindi non vedi dirmi niente"
Will si passò una mano dietro il collo. "In effetti, ci sarebbe una cosa che devo dirti"
Nico lo invitò a continuare con un cenno del capo.
"Mi piaci" disse, chiudendo subito gli occhi per paura della reazione del moro.
Quando però non sentì niente - ne risatine, ne ginocchiate in mezzo alle gambe -, li riaprì, piano piano, ritrovandosi davanti a sé un Nico sorridente.
 
Quando Nico finì di parlare, Will sospirò sollevato: la tortura era finita.
"Will, tu si che sai come conquistare qualcuno" disse Lee, prima di scoppiare a ridere seguito dagli altri fratelli.
Inutile dire che il biondino li fulminò uno ad uno, ma, purtroppo per lui, le sue occhiatacce non avrebbe fatto paura nemmeno a un cucciolo di lama.
Silena, invece, stava singhiozzando. "É una storia così bella!"
Apollo era shockato. "Will, tu non hai preso il mio fascino. Io non mi sarei mai rovesciato un cappuccino addosso!" disse, facendo grugnire il figlio e ghignare lo pseudo genero.
"Piuttosto, l’avrei fatto cadere a Nico, così avrei dovuto aiutarlo a pulirsi e magari si sarebbe dovuto spogl-…"
"Si, grazie, papà. La prossima volta verrò da te a chiederti consigli" lo interruppe il figlio, che, davvero, non voleva conoscere le tecniche di adescamento del padre.
Ovviamente, anche Zeus doveva dire la sua. Peccato che la sua uscita avrebbe portato a conseguenze disastrose - almeno per Will.
"Bhe, è una storia particolare, non c'è che dire. Ma che ne dite di far vedere qualche foto a Nico, ora? Forza, prendete gli album di famiglia!"
 
 






 
 
Ola! Si, ci ho messo un po' ad aggiornare, e mi dispiace, ma la scuola viene prima, sorratemi. Sono sicura che potete capirmi - almeno chi di voi si sta preparando per gli esami o fa le superiori.
Comunque, sono tornata e grazie all'illuminante consiglio di AniaDiAngelo - a proposito, fate un salto alla sua storia -, ho deciso di far diventare questa storia una mini-long.
Bien, ora, qualche precisazione che mi ero dimenticata di fare prima:
  1. Nico ha 16-17 anni, mentre Will ne  ha 17-18. Capitemi, ho dovuto modificare le loro età perché non voglio farli accoppiare a 13 anni. Su, dai, è ancora presto.
  2. Ade non è fratello di Zeus e Poseidone in questa ff, per il semplice fatto che non volevo scrivere di incesti.
  3. Ade sa della relazione del figlio? Sinceramente, non lo so neppure io. E non so se entrerà mai in scena.
Ora, la scuola è quasi finita, è vero, ma io sono pigrissima e ho un paio di serie tv in arretrato che devo assolutamente finire, perciò non so quando aggiornerò di nuovo.
 
Comunque, questo capitolo. Stalker!Will con buone intenzioni, però. É un bravo stalker (?). Lo studio mi da alla testa, mi sa, non ci sono altre spiegazioni per queste cose.
 
Le due OS prima di questa sono:
Di pranzi di famiglia e parenti invadenti 
Quando i parenti diventano pettegoli, le cose iniziano a mettersi male





 

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Capitolo 3
*** Album di famiglia ***





#Album di famiglia - ovvero, il terrore di ogni ragazzo
 
Insieme agli imbarazzanti aneddoti dell'infanzia, gli album di famiglia fanno tremare da decenni i poveri ragazzi che portano a casa il proprio partner.
Will non faceva eccezione, dire che era spaventato da quello che sarebbe venuto fuori da quell'amena attività è un eufemismo. Quando suo nonno - maledetto vecchiaccio! - aveva nominato quei malefici oggetti, il biondino si era messo a sedere urlando contrariato. Ovviamente, nessuno dei suoi parenti aveva avuto pietà di lui, anzi, i suoi fratelli si erano subito alzati per andare a prendere gli album.
Will intanto si stava crogiolando nella sua sfiga, pregando di scomparire. Dopo la sua infelice uscita sullo sbattersi il figlio dell’avvocato Di Angelo, le cose erano drasticamente precipitate e non accennavano nemmeno lontanamente a migliorare.  Nico invece era divertito da quella situazione - il biondo non l'aveva mai visto sorridere così tanto.
Kayla, neanche a dirlo, fu la prima ad avvicinarsi alla coppietta stringendo tra le mani un album. La sua espressione, a metà tra il divertito e il malvagio, non prometteva niente di buono.
Si spaparanzò sul divano, tra Nico e Apollo, aprendo il libro.
"Va bene se saltiamo le prime foto, vero? Ci sono sono Lee e Michael da piccoli. Per carità, sono carini e coccolosi e tutto quello che vuoi, ma non penso ti interessino" chiese e senza nemmeno aspettare una risposta iniziò a sfogliare le foto in cui compariva Will.
"Questo è Will che cerca di capire a cosa serve il vasino" Apollo indicò una foto, in cui il suo terzogenito infilava la testa nel vasino.
Nico ridacchiò. "Era cicciottino, da piccolo"
"Tutta colpa di Era, la ex moglie di mio padre" disse Apollo. "Gli faceva mangiare un sacco di schifezze"
Pagina successiva.
"Uh, guarda! Qui eravamo al mare in Grecia"
Nico osservò la foto per qualche secondo prima di parlare. "É un pony rosa, quello che Will sta abbracciando?"
Austin, che era seduto in messo a Efesto e consorte, con cui stava guardando un altro album, alzò la testa di scatto.
"Siete già arrivati alle foto con Stella?"
"Stella?"
"Sì, il pony di Will. Ha passato tutta la sua infanzia portandosi appresso quel peluche ovunque andassimo. In effetti, credo che sia ancora da qualche parte in camera di Will" rispose Austin, ghignando.
"Mi sa che da qualche parte abbiamo pure un album in cui ci sono solo foto di Will e Stella" aggiunse Lee, ridacchiando.
Il moro si girò verso il fidanzato. "Devo essere geloso?"
"Cos-...? No! Era solo un peluche! E comunque non ce l'ho più" disse Will, incrociando le braccia al petto.
Gli altri parenti intanto si erano sparpagliati a gruppetti dopo essersi appropriati di altri album - e tutti ridevano per le foto del povero Will.
Ma non era certo colpa sua se da piccolo era un po' goffo e imbranato. E anche piuttosto sgraziato. E scoordinato. E pauroso. Però i suoi familiari non erano compassionevoli nei suoi confronti, perciò aveva dovuto sorbirsi le loro risatine da quando era nato, praticamente. Maledetti parenti. Quando avrebbe avuto abbastanza soldi, si sarebbe trasferito in un posto molto lontano. Magari in Italia, dove c'era un clima adatto a lui, ottimo cibo ed era anche il paese d'origine di Nico - e, soprattutto, c'era un intero oceano a dividerlo dai suoi parenti.
Nico intanto sembrava molto interessato e ascoltava tutte le storie che Apollo gli raccontava, mentre Will non desiderava altro che trasformarsi in uno struzzo per poter ficcare la testa sottoterra.
"Che problemi avevi con le rane?" gli chiese a un certo punto Nico, voltandosi verso di lui.
Will non si sforzò nemmeno di allungare il collo e guardare l'album, era sicuro che l'altro ragazzo si stesse riferendo alla foto che lo ritraeva spaventato da una piccola rana verdastra.
"Sono essere malvagi. E poi quella mi guardava male" borbottò, incrociando le braccia e mettendo su un adorabile broncio.
Nico ridacchiò - e Will accenno un piccolo sorriso al quel suono, per quanto potesse avercela con lui, era pur sempre innamorato -, mentre girava la pagina.
"Qui Will era a una recita scolastica" disse Apollo, indicando l'ennesima foto.
Il figlio sospirò. Era più che sicuro che il padre si stesse riferendo alla foto in cui lui era travestito da cespuglio - nemmeno da albero, ma da cespuglio - per una stupida recita.
"Non credevo avessi paura anche delle mucche" ridacchiò il suo ragazzo davanti alla foto in cui un Will poco più che quattordicenne veniva inseguito da una mucca.
Il suo fidanzato grugnì, coprendosi il viso con le mani dalla vergogna.
"Oh, non ha paura delle mucche!" intervenne Kayla - e Will la ringraziò mentalmente per averlo difeso. "Papà ha una fattoria fuori città dove tiene delle mucche e una di loro si è innamorata di Will. Ogni volta che ci andiamo lo rincorrere"
Okey, come non detto, odiava sua sorella.
"Ehy, qui c’era una foto! " esclamò a un certo punto Apollo, indicando un riquadro vuoto, ma che evidentemente una volta aveva ospitato una foto.
"L’avevo tolta io" disse Will, beccandosi un’occhiataccia dal padre e dalla sorella. "L’ho anche nascosta da qualche parte. Solo che l’ho nascosta così bene che non mi ricordo più dove l’avevo messa" aggiunse, facendo ridacchiare il suo ragazzo e sospirare suo padre.
Dopo un po', Nico si imbatté in una foto di un Will dodicenne che tentava di assumere una posa accattivante, che però lo faceva quasi sembrare uno spastico. Rise così forte da attirare l'attenzione degli altri e ben presto si ritrovarono tutti a ridere - tutti tranne Will, ovviamente, lui stava decidendo come ucciderli utilizzando solo un album di fotografie.
Poi, all'improvviso, suonò il campanello. E tutti si zittirono.
 
 
 
 





 
Penso che se facessi una lista dei ragazzi più virili di PJ, Will, dopo questo capitolo, sarebbe superato persino dai figli di Afrodite. Ma mi diverto troppo a metterlo in imbarazzo. Sono sadica? É probabile.
Scusatemi se ci ho messo un sacco di tempo ad aggiornare, sono dispiaciutissssssima >.< ma, ho scritto già metà del prossimo capitolo, yay!
Chi ha suonato? Io e EleNina266 lo sappiamo eheheh *faccia malvagia* no, ok, basta. Adoro creare questa suspense. muahahaah
Ammettetelo, anche voi shippate la Willucca (Will/Mucca) ù.ù



 

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Capitolo 4
*** Conoscere il suocero ***






Ringraziate EleNina266 per questo capitolo, l'idea è sua.
Grazie ancora di avermi permesso di usarla.
Spero ti piaccia ^.^
 
 






#Come far conoscenza con il proprio suocero e rimanere traumatizzati
 
Austin si girò verso il padre con la fronte aggrottata. "Aspettiamo qualcuno?"
Apollo scosse la testa. "Nessuno, a meno che non ci sia un altro fidanzato di cui non so niente"
Will grugnì  per quell'accusa non tanto velata, ma era sollevato che qualcuno avesse interrotto quell'imbarazzante tuffo nel passato - avrebbe ringraziato quel qualcuno, chiunque esso fosse.
Un secondo scampanellio riempì l'aria, visto che nessuno era andato ad aprire la porta.
Will, che cercava un pretesto per sfuggire dai suoi parenti da ore, si fiondò alla porta. Quando aprì, si trovò davanti a un uomo che doveva avere all'incirca la stessa età del suo prozio Poseidone. Indossava una camicia nera abbinata a un pantalone anch'esso nero che gli dava un aspetto cupo. E l'espressione non esattamente amichevole che aveva stampata in faccia non aiutava.  Will lo scrutò per qualche secondo prima di decidere che, sì, aveva un'aria familiare. In effetti, somigliava parecchio al suo fidanzato.
Oh.
Il ragazzo mise in moto i suoi neuroni e comprese perché l'uomo che aveva davanti era così simile a Nico. Aveva davanti a sé il padre del suo ragazzo. Personalmente, avrebbe aspettato un altro po' - giusto un anno o due - prima di incontrare l'inquietante genitore del suo fidanzato, ma evidentemente l'universo aveva dei piani diversi per lui.
"Allora, mi fai entrare o rimaniamo a fissarci tutto il giorno?" chiese Ade, riscuotendolo dai suoi viaggi mentali.
Non si era nemmeno reso conto del fatto che, mentre lui faceva le sue considerazioni, aveva lasciato l'uomo fuori di casa.
"Io... ehm... uh"
"Lo prendo come un invito ad entrare"
Will si fece da parte, lasciando che Ade facesse il suo ingresso.
"Posso sapere perché è qui?"gli chiese il ragazzo mentre gli faceva strada verso il salotto.
L'uomo lo ignorò.
Quando fecero il loro ingresso in sala, tutti si girarono a guardarli. Nico, che stava ancora ridendo, tornò subito serio quando lo vide.
"Papà? Cosa ci fai qui?" gli chiese, alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a lui.
"Tua sorella mi ha detto dov'eri e ho deciso di venire a conoscere di persona il tuo fidanzato"
Il figlio maledisse sua sorella Bianca, mentre Will emise un lamento e sbiancò - Nico temette seriamente che sarebbe svenuto da un momento all'altro.
Apollo seguiva la scena tranquillo, sicuro che suo figlio sarebbe sopravvissuto a un incontro con il padre del suo fidanzato - praticamente si stava gustando la scena come se fosse stato al cinema, gli mancavano solo i pop corn.
"Ade?"
La voce stupita di Poseidone riempì il silenzio che si era creato nella stanza, risvegliando Will dal suo quasi svenimento.
Il suddetto Ade, che fino a quel momento non aveva degnato di un'occhiata i parenti di Will, spostò lo sguardo sull'altro uomo.
"Poseidone?"
"Vi conoscete?" chiese Nico, spostandolo sguardo da uno all'altro. Will, intanto, ringraziava il cielo che Ade non gli avesse fatto il terzo grado.
Il padre annuì. "Andavamo all’università insieme"
"Non dimenticare che eravamo anche nella stessa confraternita" gli ricordò Poseidone divertito.
E come avrebbe potuto non ricordarselo? Quei cinque anni di università erano stati indimenticabili - e non sempre in modo positivo.
"Ma certo!" esclamò Zeus, schioccando le dita. "Ecco perché il cognome Di Angelo mi sembrava familiare! Tu eri quello che aveva una cotta improbabile per quella ragazzina delle superiori. Com'è che si chiamava? Ah, giusto, Maria"
Ade si voltò verso il figlio, ignorando l'uomo. "Dimmi che il tuo ragazzo non è imparentato con questo qui"
"Posso dirtelo, se vuoi, ma non sarebbe la verità"
Ade si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato. Anche li doveva ritrovarselo?
Quando si era iscritto alla Delta Kappa, non aveva idea della gente che ne faceva parte. Così, ignaro di tutto, aveva conosciuto Poseidone, baldo giovane con un promettente futuro come biologo marino. Non era nemmeno malaccio, il ragazzo, a essere sinceri - un po' rumoroso e con tendenze troppo promiscue, ma tutto sommato sopportabile. I veri problemi di Ade erano cominciati quando la sua strada aveva incrociato quella di Zeus.
Zeus, il fratello maggiore di Poseidone, era un trentenne che viveva di rendita e che non aveva nessunissima intenzione di fare alcunché di produttivo nella sua vita - a parte dare ordini, visto il suo essere così bossy. Puntualmente si imbucava a tutte le feste che la confraternita del fratello organizzava, visto che aveva un debole per la carne giovane - molto giovane, Ade non aveva capito perché non l'avevano arrestato per pedofilia.
Una sera, dopo un bicchiere di troppo, Ade si era lasciato sfuggire che era innamorato perso di una certa Maria. Zeus, probabilmente sotto l'effetto di stupefacenti - e non sarebbe stato strano, visto il soggetto -, si era subito autoproclamato Cupido - perché "Fidati di me Ade, io le donne le capisco e cadono tutte ai miei piedi" -, trascinando anche Poseidone nella sua folle idea.
I suoi piani, però, avevano come unico risultato solo delle enormi figuracce.
Zeus gli si avvicinò, passandogli un braccio intorno alla spalle, beccandosi un'occhiata inteneritrice.
"Su con la vita, Aduccio! Non sei contento dell'unione delle nostre famiglie?"
"A dire la verità, la prospettiva che mio figlio stia con la progenie dell'uomo più sessualmente deviato che abbia avuto la sfortuna di conoscere non è molto allettante. Anche perché, se tanto mi dà tanto, anche lui è perverso come te"
Will lo fissava boccheggiando - mentre suo nonno non si era minimamente scomposto. Okey, non era un santo, aveva pure lui le sue pulsioni, ma, insomma!, era un adolescente alle prese con gli ormoni, mica un asessuato. Però non era un pervertito con strani fetish. E stava giusto per farlo presente ad Ade quando Nico lo precedette.
"Papà! Will non è un pervertito e non ha strane manie!"
Ade scrutò il biondo con occhio critico. "Come fai ad esserne sicuro? Voi avete..."
"Papà!" urlò Nico, mentre le sue guance assumevano una deliziosa sfumatura rossastra. "Non parlerò di questo con te, tanto meno qui"
"E comunque, signore, non ho, ehm, strane tendenze. Sono normale" si sentì in dovere di aggiungere Will, nervoso a causa della piega che aveva preso il discorso - non potevano continuare a parlare di Ade e Zeus?
Zeus diede una pacca ad Ade. "Oh, non ti preoccupare, non hanno fatto niente. Anche perché dubito che saprebbe dove mettere le mani" disse, scoccando un'occhiata delusa al povero Will - lui, alla sua età, aveva già sperimentato in lungo e in largo le gioie della vita.
Il biondino lo guardò scioccato, possibile che riuscisse sempre a metterlo in imbarazzo? Almeno però quella volta non era l'unico a voler sprofondare, a giudicare dalla faccia rossa di Nico.
"Credo sia ora di andare" disse proprio quest'ultimo, spingendo il padre verso l'ingresso.
"Di già?" chiese delusa Kayla - si stava divertendo, lei.
"Abbiamo ancora tante cose da raccontarti su Will" aggiunse Austin.
"Magari un'altra volta" disse Nico, abbozzando un sorriso, mentre usciva dalla sala con il padre, seguiti da Will - che aveva incenerito i suoi fratelli con lo sguardo.
Il moro salutò il suo ragazzo con un bacio sulla guancia - non ci teneva a vedere il suo corpo immerso in una vasca di sangue, grazie tante -, mentre Ade gli scoccava un'occhiata ammonitrice.
Poi l'uomo uscì, ma non prima di aver pronunciato una frase che fece gelare Will.
"Venerdì ti aspettiamo a cena"
 
 
 
 





 
Sono vivaaaaaa! Sorratemi per il ritardo, ma ero via e mi serve il computer per aggiornare.
Comunque ce l'ho fatta ù.ú
Non ho niente contro Hazel, ma adoro Bianca, perciò in questa storia è viva e vegeta ù.ú
Era Ade alla porta, avete visto? Qualcuno aveva anche indovinato.
 
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa mini-long, ma tanto dovrete sopportai ancora a lungo. Ho iniziato a scrivere un paio di long - sempre Solangelo - e anche una OS. Le long non inizierò a pubblicarle prima di settembre, così avrò tempo per portarmi avanti e aggiornare in modo frequente. La OS invece penso di riuscire a finirla prima - spero.
 
Allora, lidea per questo capitolo è di EleNina266, spero tanto che ti sia piaciuta. Ora, tutto ciò che so sulle confraternite lho imparato guardando Monster University, quindi capite bene che non ne so molto. Anyways, io ci ho provato.
Alla prossima!




 

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Capitolo 5
*** A cena dai tuoi ***






A Ester,
che ha delle idee tanto brillanti
quanto fuori del comune
– e che mi sopporta da anni.
 






 
 
#A cena dai tuoi
 
Will ispirò a lungo prima di suonare il campanello. Si trovava davanti al portone di casa Di Angelo ormai da cinque minuti, ma non si era ancora deciso a suonare il campanello. Il fatto era che era letteralmente terrorizzato da quello che sarebbe potuto venir fuori da quella serata. In primo luogo, il padre del suo fidanzato era la persona più inquietante che avesse mai visto. Poi, stava per avventurarsi in una cena di famiglia - e aveva avuto una brutta esperienza con la sua famiglia nemmeno una settimana prima. Dulcis in fundo, il biondo sembrava attirare la sfiga e l'imbarazzo come il miele le api.
Inoltre, quel giorno, aveva già dovuto sorbirsi l'imbarazzante lezione di suo padre su come fare una buona impressione - sospettava che Apollo avesse conosciuto più genitori di quelli che si presentano in un anno ai colloqui con gli insegnanti. Quindi la sua dose quotidiana di imbarazzo l'aveva già avuta - e non è che smaniasse dalla voglia di riceverne una extra.
Fece appello a tutto il suo coraggio e suonò, cercando di preparasi psicologicamente a quella serata. Nemmeno dieci secondi dopo, la porta si spalancò, offrendo a Will una splendida visione del suo fidanzato - con addosso una camicia che gli stava particolarmente bene, tra l'altro. Il biondo non ebbe nemmeno il tempo di salutarlo, perché Nico lo afferrò per la camicia per poi baciarlo. Quando si staccarono, Will era a corto di fiato.
"Wow... Mi piace questa accoglienza" gli disse, sorridendo.
"Sarà l'unico bacio che riusciremo a darci stasera, perciò accontentati"
Il sorriso di Will svanì all'istante. "L'unico? Nico, sii sincero, devo preoccuparmi?"
"Dipende da come risponderai a mio padre" rispose quello in tono lugubre. "Tu cerca di stare calmo e non dare risposte che potrebbero non piacergli"
Detto questo, Nico rientrò in casa. Will prese un lungo respiro prima di seguirlo e imbattersi in quella nuova - e sperava poco imbarazzante - avventura.
La casa del suo ragazzo era più accogliente e colorata di quanto si fosse aspettato, perciò, probabilmente, non era stato Ade a decidere come arredare la casa. Magari non era lui a portare i pantaloni in quella casa... Questo pensiero lo rincuorò un po'.
Raggiunse Nico, che lo aveva preceduto nella sala da pranzo, dove Ade, seduto in poltrona, li scrutava attento. Will deglutì vistosamente prima di salutarlo.
Poco dopo, fece il suo ingresso una donna sorridente che doveva avere sette-otto anni meno di Ade e Will pensò che fosse la madre di Nico.
"Mamma" disse infatti il suo ragazzo "questo è Will. Will, lei è mia madre, Maria"
"Tanto piacere, signora" disse il biondo, sorridendo cordiale - ed evitando di pensare allo sguardo perforante di Ade sulla sua nuca. "Questi sono per lei" aggiunse, porgendole i fiori che aveva tenuto in mano fino a quel momento.
Maria li prese con un sorriso. "Caro, vai prendermi un vaso?" chiese, rivolta al marito - Will sospirò interamente quando vide l'uomo lasciare la stanza.
Allora fece il suo ingresso una ragazza che doveva avere circa la sua età: Bianca Di Angelo.
"B, questo è..." iniziò a fare le presentazioni Nico.
"Il tipo che si è rovesciato il cappuccino addosso? Molto lieta. Io sono Bianca" disse lei, per poi strattonare il biondo per la mano che gli stava stringendo e avvicinarlo a sé. "Se provi a far soffrire Nico, ti ucciderò con le mie mani" lo avvertì, mettendo su un'espressione tremendamente seria e intimidatoria.
Will deglutì vistosamente. "No-non ho intenzione di farlo soffrire"
La ragazza gli lanciò una lunga occhiata prima di allontanarsi e sedersi sul divano.
Il giovane Solace, dopo nemmeno dieci minuti, era già pronto a fare marcia indietro, fregandosene altamente della figura da codardo che avrebbe fatto. La cena con i suoi parenti sembrava quasi piacevole, in quel momento, visto che quella sera non solo avrebbe dovuto affrontare l'imbarazzo, ma avrebbe anche dovuto fare una buona impressione ai signori Di Angelo - ad Ade, più che altro, Maria sembrava una donna dolcissima. Ovviamente, se fosse scappato, la buona impressione che voleva fare sarebbe andata a farsi benedire, perciò si costrinse a rimanere in salotto con Nico e sua sorella. Quest'ultima lo stava fissando assorta, come se stesse tentando di ricordare qualcosa.
"Sono sicura di averi già visto da qualche parte" iniziò.
"Magari a scuola?" suggerì Nico, visto che, seppur Bianca stesse ormai frequentando il college, aveva studiato nella stessa scuola superiore di Will e Nico.
La ragazza scosse la testa. "No, non penso"
"Forse mi confondi con qualcun'altro"
Lei schioccò le dita, soddisfatta. "Ti aggiravi qui intorno! Sono sicura. Lo facevi per spiare Nico? Perché, devo dirtelo, se hai tendenze da stalker, ti caccio via"
"Bianca! Lascialo in pace. Non è uno stalker e non è pericoloso, veniva qui intorno solo per vedermi. Ma non azzardarti a dire qualcosa a papà!" disse Nico in italiano, in modo che solo la sorella potesse capire.
Bianca si limitò a scrollare le spalle.
A salvare Will da quella situazione ci pensò Maria, annunciando che la cena era pronta e che potevano sedersi a tavola. Il tavolo della sala era rettangolare, con sei sedie disposte lungo i lati più lunghi, in modo che nessuno si sedesse a capotavola. Will si sedette di fianco a Nico, a sua volta seduto vicino alla sorella. Ade prese posto di fronte al biondo.
La donna di casa portò subito in tavola le lasagne e, mentre aspettavano che distribuisse il primo a tutti, Ade parlò.
"Allora, Will, come vi siete conosciuti tu e Nico? "
Il biondo sentì Bianca trattenere una risata a quella domanda. "Andiamo a scuola insieme e da quest’anno seguiamo il corso di matematica insieme, visto che lui è così bravo da poter stare con quelli più grandi"
La sua era una mezza verità, visto che il loro primo incontro era avvenuto grazie a un cappuccino, e solo dopo avevano sfruttato il corso in comune per conoscersi meglio.
"Quanti anni hai?"
"Ne compio diciotto il prossimo mese. Ho solo qualche mese più di Nico"
"Non che avrebbe cambiato qualcosa, se fosse stato più grande, vero? " disse il moro, lanciando un’occhiata al padre – una di quelle che significano "Piantala di fare domande e lascialo in pace". Ovviamente, l’uomo ignorò bellamente l’occhiata del figlio.
"Gradisci del vino, Will?" gli chiese Ade, mentre si versava un po' di Pinot nel bicchiere.
"No, grazie. Preferisco la birra" rispose scherzando il ragazzo.
"Davvero?" gli chiese, inarcando un sopracciglio.
Will, che, povera e innocente creatura, non aveva capito che quello era solo un tranello per capire se tendeva a bere e ubriacarsi, rispose scherzando. "Oh, certo! Il mio amico Jake ha una scorta di Jack Daniel’s e ogni volta che vado da lui beviamo"
Nico avrebbe voluto sbattere la testa sul tavolo. Non gli aveva detto di non dire cose che avrebbero potuto far arrabbiare suo padre?
L'occhiata raggelante di Ade però fu abbastanza eloquente e Will cercò di rimediare.
"... è una scorta di Coca Cola, in realtà. Non bevo, anche perché mio padre è fissato con l'alimentazione"
"Vuoi altra pasta, caro?" gli chiese Maria, con un dolce sorriso sulle labbra.
Will rispose al sorriso e accettò un'altra porzione di pasta.
Per un po', nella sala da pranzo regnò il silenzio, ma poi Ade lo interruppe con un'altra domanda rivolta al biondino.
"Hai già deciso cosa fare all'università?"
Will annuì. "Mi iscriverò a medicina, è da quando sono piccolo che voglio fare il medico" rispose, evidentemente orgoglioso.
Ade abbozzò un microscopico sorriso, segno che era soddisfatto della sua risposta.
"Oh, quindi è per questo che praticavi la respirazione bocca a bocca a mio fratello sulla porta, prima" aggiunse Bianca, con un sorriso malandrino.
Il biondo boccheggiò e guardò Nico. Era riuscito a strappare un minimo di assenso da quell'infernale uomo, e adesso ci si metteva pure lei a mettergli i bastoni tra le ruote? Non era già abbastanza imbarazzato di suo?
"La sua camera dà sul vialetto di ingresso" spiegò, piatto, Nico, continuando a fissare il suo cibo.
"Ed è una rompiscatole. Potresti anche farti gli affaracci tuoi, B" le disse, passando all'italiano.
Ovviamente, Bianca fece finta di non sentire e continuò a ghignare. "La mia era solo un'innocente constatazione, fratellino"
"Perché non ci racconti le cose innocenti che fate tu e R..."
La frase di Nico fu interrotta dal calcio che gli diede sua sorella sotto il tavolo. Il senso della frase era, tuttavia, fin troppo chiaro per lei. Quel mostriciattolo alludeva alla sua relazione con Reyna - una ventitreenne che faceva la barista nel bar dove Bianca andava sempre - di cui i suoi genitori non sapevano assolutamente niente.
Maria approfittò di quel momento per servire il secondo, che non venne condito da altre imbarazzanti domande o buttute - se non si contano le battuttine di Bianca quando sua madre portò in tavola le patate.
Fu mentre mangiavano il dolce, che Ade ritirò fuori la sua aria minacciosa. Will si stava portando alla bocca il terzo cucchiaino di tiramisù, quando Ade, con tutta la nonchalance di cui disponeva, gli fece presente che possedeva un'arma.
"Tesoro, pensavo di andare al poligono, domani. Sai, Will, nel tempo libero mi piace fare tiro al bersaglio, è un ottimo modo per scaricare lo stress e usare la mia 9 millimetri. Questo dolce è ottimo, cara, questa volta ti sei superata"
Will impallidì e per poco non si strozzò con il dolce, attirando l'attenzione del suo fidanzato, che prese a battergli sulla schiena mentre lanciava un'occhiata infuocata al padre - che, ovviamente, non lo calcolò nemmeno di striscio.
Finito di mangiare, i cinque rimasero a chiacchierare per un altro po’ del più e del meno e solo verso le 21 Bianca annunciò che andava in camera sua per cambiarsi. Ritornò poco dopo, pronta per uscire.
"È stato un piacere conoscerti, Will, ma ricorda quello che ti ho detto prima" lo salutò cinguettante, prima di scompigliargli i capelli e uscire.
Un’oretta dopo, il biondo si alzò da tavola annunciando che doveva tornare a casa. Ringraziò i coniugi per averlo invitato e si complimentò profusamente con Maria per le ottime pietanze.
"Torna a trovarci quando vuoi!" gli disse, salutandolo affettuosamente.
Poi fu la volta di Ade di salutarlo. Will si era aspettato una stretta di mano e invece l'uomo lo coinvolse in un abbraccio. Inizialmente scioccato, quando Ade gli disse qualcosa all'orecchio, capì il perché di quella stretta.
"In futuro, se penserai anche solo per un momento di far stare male Nico, ricordati della mia pistola"
"Voglio bene a Nico e non ho intenzione di farlo soffrire"
Il suddetto Nico dovette letteralmente strappare il suo fidanzato dalle braccia del padre.
"Okay, pa', io lo accompagno fuori"
Solo quando furono sul vialetto, Will si concesse il lusso di respirare.
"Oddio"
"Non è andata così male, no?" gli disse Nico, abbozzando un sorriso.
"Credo che tuo padre voglia uccidermi"
Il moro ridacchiò. "Ti assicuro che con alcuni fidanzati di Bianca è stato anche peggio"
"Questo non toglie che tuo padre sia davvero inquie…"
L’ovvia frase di Will, venne interrotta dalle labbra di Nico, che si posarono sulle sue. Il biondo ricambiò subito il bacio, lambendo il labbro inferiore dell’altro con la lingua, e i due rimasero abbracciati a baciarsi, nonostante il "Solace, hai tre secondi per staccarti da mio figlio! " di Ade.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono ancora viva! Sorprendente, vero?
E sono anche in ritardo. Questo non è sorprendente, già.
Comunque, ora sono tornata, grazie a EstherAlyaDelos - mia beta barra migliore amica barra pazza che mi sopporta -, senza la quale questo capitolo non sarebbe qui, visto che metà delle idee sono sue - ovviamente il fatto che era a un passo dal minacciarmi di una morte lenta e dolorosa non c'entra niente, eh. E, ovviamente, non mi ha chiesto - ordinato - di ringraziarla pubblicamente, nooooo. Ma la adoro, perciò mi lascio convincere facilmente. Okey, ora basta sentimentalismi e passiamo al capitolo.
Cena a casa Di Angelo. Sembra il titolo di un film horror, ma amen. Comunque Will è sopravvissuto, quindi può continuare a sbaciucchiarsi Nico (beato lui).
Comunque, come avevo già detto, questo è l’ultimo capitolo, anche perché altrimenti Will farà girare una petizione per farmi cacciare da qui.
Ci si vede a settembre/ottobre con la mia nuova fic – spero.
Little Wings





 

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