Shy

di JustinBieber9894
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Shy.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

-Non mi interessa quanto cazzo sia timida, mi piace e basta.- Spiegai a Ryan torturandomi le mani, dovevo solamente andare da lei e parlarle, senza troppi giri di parole.-Poi sembra una bimba, non vedo cosa ci trovi in lei.- Borbottò continuando a camminare, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
Respirai profondamente, ignorandolo e tentando di trovare le parole giuste.
''Ehm, ciao, io sono Justin, probabilmente non mi avrai mai notato, ma beh, ecco, tu mi piaci''
Avrebbe funzionato?
No, certo che no.
-Bieber, diamine, rilassati, vedrai che non ti dirà di no.- Continuai ad ignorarlo e finalmente mi decisi a girare ed entrare in biblioteca.
Era la prima volta che ci entravo, non l'avevo mai ritenuto necessario.
Evitai di guardarmi attorno e mi diressi nella sala romanzi rosa, lei era sempre lì, immersa nella lettura di qualche stupido libro d'amore.
Quando fui arrivato a destinazione però , non c'era nessuno.
Illuso.

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Capitolo 2
*** 1. ***


Shy.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

Controllavo la biblioteca ogni giorno, attendendo di vederla, almeno di sfuggita, ma questo non succedeva ed io stavo iniziando a preoccuparmi seriamente, fu per quel motivo che la settimana seguente afferrai per le spalle l’unico ragazzo con qui parlava ogni mattina e lo costrinsi a dirmi dov'era finita.

-I-io so che è in ospedale , ma non mi ha detto perché , però oggi viene dimessa, potresti andare a prenderla al mio posto- balbettò arrossendo leggermente.

Sbuffai, squadrandolo . Elliot era un ragazzo grassottello, con un innata passione per i fumetti e una grande reputazione da nerd sfigato.

-dammi l’indirizzo- borbottai tirando fuori il cellulare dalla tasca.

-m-ma la lezione inizia tra poco, non puoi usare il telefono-

-ascoltami bene elliot, se ora tu non mi dai quel cazzo di indirizzo io..- prima che potessi finire la mia minaccia prese la sua agenda, dettandomi il nome del ospedale.-eh... Eh vedi di non farle del male, chiaro?- con voce tremante mi puntò un dito contro , per poi tirare su gli occhiali e passarsi la mano tra i lunghi capelli neri-io ti ho avvisato-

Scoppiai in una grossa risata, per il suo inutile tentativo di risultare minaccioso.

Bene, ora non mi mancava che andare in ospedale a prenderla, raccontando che il suo amico non si era sentito bene.

Ma perché avrebbe mandato me? Beh, a quella risposta ci avrei pensato al momento.

Un grosso sorriso si espanse sul mio viso alla vista del mio angelo. Stava uscendo dall'ospedale, proprio come aveva detto il suo amico grassottello e tra le mani teneva un libro.

Si fermò su una panchina , accanto al posto in cui era appena stata, cominciando a guardarsi attorno nervosa.

Forse non era il momento giusto, forse dovevo aspettare ancora .

No, avevo già perso fin troppo tempo, volevo passare più tempo possibile con lei, non c'era più tempo .

Con passo deciso le fui di fronte in meno di pochi secondi .

Aggrottò la fronte, inumidendosi le labbra rosee. Deglutii, porgendole la mia mano -Justin- mi presentai osservando nei minimi particolari quegli occhi colorati di due colori diversi.

Mio dio, uno azzurro e l'altro marrone, la rendevano ancora più dolce di quanto non lo fosse già .

Arrossì , stringendo la mia mano per lasciarla subito dopo -Talia- mormorò dolcemente, regalandomi anche un timido sorriso.

Ricambiai, sedendomi accanto a lei.-Elliot non può venire a prenderti oggi, quindi sono venuto io, spero che per te non sia un problema - mi persi ad ammirarla mentre parlavo.

Talia portava i capelli corti, tagliati a caschetto in maniera perfetta , pochi centimetri sopra le spalle e biondi.

Di corporatura era minuta, alta 1,64, magra, ma con le curve al punto giusto, più o meno, cioè il seno non era poi un granché ma...

-Elliot non sta bene per caso? Aspetta, provo a chiamarlo e chiedergli se si sente meglio-

Le sfilai il telefono di mano, scuotendo la testa - ha chiesto chiaramente di non essere infastidito , ora è dall'infermiera , ti chiamerà lui più tardi .- per me era così facile mentire.

-ohw, okay , ma perché ha mandato proprio te? Non credevo vi conosceste- parlò a raffica , senza nemmeno rivolgermi uno sguardo , che non gli piacessi?

-mi sono offerto io, posso farti compagnia fino a casa.- Arrossì, abbassando lo sguardo.-Ehm...io, vedi..ecco..-

-Devi passare da qualche altra parte?-

-sì, ma non fa niente, torniamo a casa.- Si alzò, continuando a non guardarmi in faccia.-Non essere timida, andiamo dove devi andare.

- Alzò lo sguardo, sbattendo più volte le ciglia.-Hai presente il Frozen Yogurt?- Annuii, ricambiando il suo sorriso.

Scoppiai in una risata fragorosa, scuotendo la testa.-Mmh, tu che gusti prendi?- Sussurrai al suo orecchio, trattenendomi dal morderle il lobo.-No! Non devi prendere i gusti uguali ai miei, scegli i tuoi preferiti.- Dio, che voce dolce che aveva.-Allora prendo un frozen yogurt naturale al mango, con una copertura ai frutti di bosco e sopra ci voglio..-

-La granella alla nocciola!- Esclamò al mio posto, saltellando contenta. Risi di nuovo, mio dio, con lei era così semplice.-Allora li prendiamo?- Strinse la mia mano, sicuramente non lo aveva fatto apposta, era troppo timida per farlo, le risultava naturale. -Ti piace tanto il frozen yogurt vero?- Chiesi notando il luccichio nei suoi occhi mentre facevamo la fila.

Annuì, leccandosi le labbra.-A te non piace?- Alzò lo sguardo su di me...parendomi quasi dispiaciuta.-Certo che mi piace.-Mi affrettai a rispondere, nonostante non fosse la completa realtà.  Non mi piaceva molto il frozen yogurt preferivo di gran lunga il gelato normale.

-Io prendo un nutgel con la granella di nocciole. E per lui un frozen yogurt naturale al mango, con una copertura ai frutti di bosco e granella di nocciole.-

-Perfetto, sono otto dollari.- Feci per tirare fuori il portafogli, ma lei mi precedette, pagando per entrambi.

-Avrei dovuto pagare io.- Sibilai innervosito da quel suo gesto.- Fece spallucce.-Ormai ho già pagato.-

Sospirai, lasciandomi trascinare all’esterno del locale, tenendo stretta la mia coppetta.-Ti ridarò i soldi- Non sopportavo quando la gente spendeva soldi per me. Ne avevo già abbastanza di soldi.

-Non li voglio Justin, non fa niente, credo di potermi permettere otto dollari.- Ora sembrava quasi diversa, più sicura di sè.-Ci fermiamo al parco a mangiare e dopo a casa?- Chiesi cercando una scusa per passare più tempo con lei.

Annuì, impegnata a finire il suo yogurt, io il mio non lo avevo ancora iniziato.

-Perfetto…- Sorrisi, dirigendomi verso di esso.-Parlami un pò di te.- Mi stupii di quella sua proposta, allora gli interessavo.

-Uhm...allora, mi chiamo Justin Drew Bieber, ho 19 anni, frequento la tua stessa scuola e sono al terzo anno. Faccio schifo a scuola..come vedi sono stato bocciato ben tre volte alle superiori, ma quest’anno credo di potercela fare. Vivo coi miei genitori, ma ho intenzione di andarmene presto, come ogni adolescente. Partecipo ad ogni tipo di sport esistente al mondo e mi piace divertirmi la sera, in discoteca di solito. Ho una sorellina di dieci anni e un fratellino di 4. Credo di averti detto tutto, ora tocca a te.- Abbassai lo sguardo su di lei, che mi sorrise.-Quali sono le tue difficoltà a scuola?-

Ridacchiai, scuotendo la testa.-Matematica, scienze, geografia e faccio abbastanza schifo al corso di cucina.-

-Potrei darti una mano a recuperarle se vuoi. Sai sono abbastanza brava.-

-Aiutarmi in queste materie? Sul serio?- Chiesi porgendole il mio frozen yogurt, visto che aveva già finito il suo. Socchiuse le labbra, forse aspettando che la imboccassi. Lo feci, sporcandole di proposito il mento, così da poterla ripulire col pollice.

-Sì, mi piacerebbe molto.-

Parlammo per più di due ore, mi spiegò  che abitava da sola, in un appartamento abbastanza lontano dalla città. Non volle dirmi niente sulla sua famiglia, ma non insistetti, fino a quel momento era stata la giornata più bella di tutta la mia esistenza e per poco non piansi quando mi disse che doveva tornare a casa perchè si sarebbe alzata presto la mattina dopo.

 

-La vedo di buon umore signorino Bieber, ha finalmente parlato con la ragazza che le piace?- Sorrisi, a Jenesis, la nostra domestica.-Sì, siamo andati a mangiare un frozen yogurt e credo che usciremo ancora sà? Mi ha lasciato il numero. Credi che le debba dare la buonanotte?- Ero agitato, molto agitato, mentre continuavo a far dondolare Jaxon sulle mie ginocchia.

-Oh, credo che sarebbe molto dolce se le mandasse la buonanotte, sà, noi donne amiamo queste cose.- Jenesis aveva quarant’anni e lavorava con noi da venti. Per me era come una seconda madre.

-Non mi riterrà troppo appiccicoso?-

-Ma no, glielo assicuro, le dia la buonanotte.-

-Notte!- Esclamò Jaxon tirandomi i capelli. Risi, facendogli il solletico.

Ero così felice.

 

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Capitolo 3
*** 2. ***


Shy.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

-Vado io a fare la spesa!- Esclamai irrompendo in cucina col respiro pesante a causa della corsa appena fatta.-Talia abita vicino a quel supermercato, magari la incontro.- Jenesis ridacchiò, porgendomi la lista e i soldi.-Posso fingere che tu lo stia facendo per la tua povera governante, non è vero?- Risi abbracciandola.-Lo sai che ti adoro.-

-Lo so figliolo, muoviti ad andare e sta attento con la macchina.-

-Juss! Posso venire anche io?- Abbie, mia sorella, mi raggiunse con un sorriso che partiva da un orecchio all’altro, come potevo dirgli di no?

-Uhm...va bene, va a mettere i sandalini nuovi.-

-Sii! Mi compri anche le caramelle?- Mi guardò con quei suoi occhioni nocciola a forma di cerbiatto, mentre giocava con le trecce color castano chiaro che le avevo fatto prima.

-Certo che te le compro tesoro, tutto quello che vuoi.- Dissi afferrando le chiavi dell’auto poste sul davanzale vicino alla porta.

Parcheggiai davanti al supermercato, facendo attenzione ad Abbie, che si era già catapultata fuori dall’auto.-Abbie! Vieni qua, altrimenti non ti prendo le caramelle.-

-Perchè siamo qui?- Mi chiese stringendo la sua mano nella mia. Feci spallucce, fingendomi disinteressato. Non che avrebbe potuto capire.

-Voglio prendere io il carrello della spesa!- Strillò non appena tirai fuori la moneta dalla tasca. Annuii, porgendogliela.-Datti una mossa.- Dissi incrociando le braccia al petto.

-Justin!- Voltai di scatto il viso al suono di quella voce, sorridendo come un idiota.

-Talia..- Rise, correndo verso di me, abbracciandomi con un gran sorriso sul viso.-Sei..sei incantevole.- Dissi prendendole la mano per farle fare un giro completo su se stessa.

Ridacchiò, arrossendo.-Grazie.- Indossava un abitino azzurro semplice, corto fino a metà coscia e delle zeppe dello stesso colore.

Feci per parlare di nuovo, ma qualcosa mi colpì dritto sul sedere. Sobbalzai in avanti, sbattendo contro Talia.

Mia sorella.

-Juss! Aiutami a salire qui dentro.- Ecco, non avrei dovuto portarla.

-Io...mi dispiace, va tutto bene?- Le domandai scrutandola attentamente, in cerca di qualsiasi segno sul viso.-Sto bene, è tua sorella?- Curiosa si sporse per vederla meglio.-Io sono Talia.- Porse la sua mano ad Abbie, che ricambiò la stretta.-Abbie.-

-Voglio salire!- L’aiutai  a salire , dandole anche il mio telefono, così che non fosse d’intralcio tra me e Talia.

-Entriamo? Io devo fare la spesa..-

Sorrise-pure io devo prendere qualcosa.- Iniziai a spingere il carrello, sino alla porta automatica.

-Allora? Come va? Che mi racconti di bello?-

-In questi giorni ho studiato da casa… ma una volta sono venuta fuori da scuola, magari per vederti, ma-ma non c’eri, così sono tornata a casa con Elliot.-Balbettò mentre riempiva il sacchetto.

Aggrottai la fronte, era venuta a scuola?-Perchè non mi hai chiamato? Mio dio, ti avrei raggiunto di corsa, ero agli allenamenti di basket, per questo sono rimasto fino a tardi.-

-Oh...è che sono timida, parlarti al telefono mi imbarazzerebbe molto.-

-Oooh Justin ha la ragazza! Faccio le foto e le mando alla mamma!- Provai ad ignorare Abbie, concentrandomi sulla ragazza accanto a me.-Ignorala. La prossima volta chiamami o mandami un messaggio, ok?- Mi fermai davanti al reparto biscotti, sbirciando la lista.

-Domani pomeriggio vado a pattinare, ti va di venire?- La guardai, basito dal suo invito.-Certo che se non ti va di venire non fa niente, ci andrò da sola..io ho solo pensato che…-

-Certo che mi va di venire, a che ora ti passo a prendere?- Sgranò gli occhi, arrossendo .-Passarmi a prendere?-

Annuii, inarcando il sopracciglio destro.-Perchè? C’è qualche problema?-

-Uhm...no, va bene, ti scrivo il mio indirizzo?-

-Posso accompagnarti a casa in auto dopo la spesa. Così vedo dove abiti.-

-N-non voglio disturbarti. Posso ritornare a piedi.-

Sorrisi.-Non mi disturbi mai, anzi.- Arrossì di nuovo, coprendosi le guance con le mani.-Sto andando a fuoco..- Si lamentò guardando tutto tranne me.

-Sei fottutamente adorabile quando arrossisci Talia.- Ammisi facendo un passo verso di lei. Arrossì ancora di più, se possibile, sgranando gli occhi.-Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto.- Aggiunsi portando la mano dietro la sua schiena.-Sul serio…- Mormorai facendo scorrere le dita sulla stoffa morbida del vestito.

Rabbrividì, abbassando lo sguardo.-G-grazie.-

Inalai il suo profumo, sfiorandole la guancia col naso.-Tu mi piaci.- Ammisi baciandole la guancia.

Sentivo il battito del suo cuore accelerare sempre di più e questo era positivo. Finalmente  potevo tenerla tra le mie braccia.

-Bacio! Bacio! Bacio!- Iniziò a strillare Abbie, rovinando l’atmosfera che ci aveva circondati.

Una smorfia comparì sul mio viso non appena il contatto tra noi scomparve.

-Abbie, tesoro, le hai prese le caramelle?- Mi serviva urgentemente un pò più di privacy assieme a lei.

-Sì! Ho preso quelle al latte e gli orsetti gommosi. E vi ho fatto tante foto!- Brontolai qualcosa di incomprensibile, mentre riprendevo a camminare. Fu in quel momento che la sentii. Sentii il suono meraviglioso della sua risata.

Mio dio, lo sapevo, lo avevo sempre saputo che la sua risata era divina.

Talia rise lievemente, scorrendo tra le foto.-Le voglio pure io. Me le puoi mandare?-

-Però voglio le caramelle, me le dai le caramelle?- Abbie fece gli occhi dolci, ottenendo ciò che chiedeva immediatamente.

-Talia, siamo arrivati?- Parcheggiai di fronte ad un appartamento, non molto carino, ma nemmeno così brutto.

Era di un grigio uniforme, con vari balconi finestre, forse dieci o più.

-Sì, grazie mille Justin.- Si sporse in avanti, visto che era seduta sui sedili posteriori, per baciarmi dolcemente la guancia.-Ti aiuto a portare i sacchetti.- Dissi aprendo la portiera.

Sorrise, scuotendo la testa.-Non ce n’è bisogno, sono solo due piani.-

La ignorai, mentre prendevo le chiavi per aprire il portabagagli.-Abbie tu rimani in auto, non ci metterò molto.-

-Sìì! Mangio le caramelle.-

-Se ne mangi troppe ti farà male il pancino.- Borbottò Talia solletticandole quest’ultimo, prima di scendere e raggiungermi.

-Sul serio Justin, non ce n’è bisogno . L’ascensore è guasto e le scale…-

La interruppi.-Non c’è problema Talia, sul serio.-

Dopo che l’aiutai con le borse mi ringraziò con un altro bacio sulla guancia, non permettendomi però di entrare in casa sua.

Chissà cosa nascondeva.

Talia continuò a ridere , stringendosi al mio maglioncino grigio.-Ecco qua, ora facciamo un pendant, un girolet e dei chignon- dissi, imitando in modo appositamente sbagliato le parole dell'insegnante di pattinaggio artistico dietro di noi.

Talia non smise di ridere, mentre continuavamo a pattinare, attaccati come delle sardine.

Passai la mano tra i suoi capelli corti, era il terzo venerdì della settimana che andavamo a pattinare assieme.

Ogni mercoledì invece facevamo assieme la spesa , giovedì ripasso delle materie in cui andavo male e a volte il lunedì mattina andavamo al mercatino, per comperare le patatine fritte e le ali di pollo messicane.

Adorava le ali di pollo messicane.

-ti va di venire a cena con me dopo ?- mormorai al suo orecchio.

-non ho portato abbastanza soldi da poter andare a mangiare fuori Justin.- sospirò , quando le baciai la guancia.

-offro io, ti prego, hai speso 5 dollari per me al mercatino l’ultima volta-

-e tu mi hai portato a pranzo in locali dove il primo costava trenta dollari. Spendi troppi soldi per me.-

-è perché ci tengo. Allora , ti va?- la guardai dritto negli occhi , sapendo che avrebbe detto di sì. Non poteva resistere.

-però non devi spendere più di venti dollari- man mano che ci frequentavamo era sempre meno timida e ciò significava che con me si trovava a suo agio.

Me lo aveva detto pure

Le pizzicai la guancia, sorridendo.-pizza e gelato. Ti va?-

Ricambio il mio sorriso .-È il mio locale preferito in assoluto-

Le feci fare una giravolta su pattini, che -ovviamente- non funzionò e cademmo entrambi a terra.

Diavolo , com'era freddo. Troppo occupato a pensare a quanto fosse freddo non mi resi conto di quanto fossimo vicini.

Feci un grosso respiro, se l’avessi baciata avrei rovinato il nostro rapporto? lei si limitava a fissarmi con quei suoi occhioni che amavo tanto, inginocchiata, con le mani sopra le mie cosce. Avvicinai il mio viso al suo, nel frattempo con le dita giocavo con la punta dei suoi capelli. Dovevo farlo o no?

-Justin ci stanno guardando tutti.- rise, alzandosi ed aiutando me a farlo .

-uhm.. Sono già le sette, andiamo ?- era semplicemente adorabile nel suo maglioncino azzurro , contrastava perfettamente col biondo dei suoi capelli .

Annuì, pulendosi le mani sui jeans stretti.

Diavolo, non l avevo ancora baciata.

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Capitolo 4
*** 3 ***


Shy.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

 

 

-Però non mi prendere in giro va bene?- Annuii, seguendola per le scale del suo condominio.

-Non ti prenderei mai in giro piccola.- Ammisi tenendo le mani in tasca. Ci eravamo dimenticati che oggi la biblioteca era chiusa e l’unico posto decente in cui poter studiare assieme era casa sua.

Sistemai meglio lo zaino su una spalla, bagnandomi le labbra secche. Oggi faceva abbastanza freddino, era primavera e il sole usciva solamente poche volte, purtroppo.

Aprì la borsa verde corallo ed iniziò a cercare le chiavi, dandomi il tempo per osservarla di nuovo. Diamine, quel vestito, corto fino a metà coscia,  quelle gambe, le amavo, coperte dalle calze trasparenti …

Il vestito in sè era bello, la parte superiore era semplice, bianca e con un fiocco abbastanza evidente a lato. La vita era stretta da una cintura di medie dimensioni marrone, anch’essa con un fiocco posto al centro. La gonna verde con i pois bianchi era il tocco finale.

-Ok..questa...questa è casa mia.- Aprì la porta, facendo un passo avanti ed io lo stesso. Sorrisi, il suo odore era ovunque, era dolce, buono… adorabile.

Mi guardai attorno, eravamo appena entrati in una piccola cucina, che in pratica era collegata al salotto… quindi salotto e cucina insieme? Sì, c’era il forno, due banconi, il frigorifero, tre credenze e un tavolo piccolo ,semplice color avorio. Nella stessa stanza, ovviamente più in là, si trovava il divano e la mini televisione. Feci qualche passo avanti, rischiando di sbattere contro qualcosa.

-La mia stanza è quella a destra. A sinistra il bagno-  Aprii quella piccola porta, la stanza conteneva a malapena il letto e l’armadio.

-E’...carina, solo, un pò piccola, non credi?-

-Sì, ma faccio due lavori e questo è quello che mi posso permettere.- Mi prese la mano, portandomi sul divano.-Sai, hai la mia stima per questo, vivi da sola e te la cavi alla grande.-

Sorrise, abbracciandomi, mio dio, quanta tenerezza. Ricambiai il suo abbraccio, coccolandola tra le mie braccia. Quindi questa bellissima ragazza viveva da sola, in un quartiere che non era il massimo. Io invece vivevo in una stupenda villa di due piani, con piscina e tutto il resto. Lei lo sapeva...per questo si vergognava a farmi entrare.-Cosa ti va di ordinare stasera?- Domandò col viso sul mio petto.-E se preparassimo noi, cioè tu, la cena?- Rise.-che cosa vuoi che ti prepari?-

Abbassai il viso, guardandola dall’alto.-Lasagne, ti va di lasagne?- Ripetei più convinto.-Si..ci sto e come dolce?-

-Voglio qualcosa al cioccolato-

-Sì, andiamo a comprare gli ingredienti.-

.**.**.

-Justin!- Ignorai chiunque mi stesse chiamando, continuando con quello che stavo facendo.

-Justin, mio dio, ma stai seguendo la ricetta?- La frusta mi venne tolta di mano e mi ritrovai senza più niente da mescolare.-Che stai facendo?-

-La ganache al cioccolato, hai detto che era la cosa più facile.- Mi mordicchiai le labbra, tentando di non scoppiare a ridere di fronte alla sua espressione stupefatta. -Ma..perchè hai messo i pezzi di cioccolato nella panna liquida senza fare altro?-

-Sto aspettando che si sciolga.- Risposi con fare ovvio. Si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa.-Tu aspetti che il cioccolato si sciolga nella panna liquida fresca!? Così, senza fare niente?-

Deglutii, dov’era finita la sua timidezza e il suo imbarazzo? Andati a farsi fottere completamente.

-Non è così?- Portai la mano sulla nuca, interdetto.

-Senti Justin, forse è meglio se studi un pochino mentre io vado avanti.- Prese la mia mano, fino a portarmi nella sua stanza.-Siediti e ripassa, non ci metterò molto.- E andò via. Feci spallucce, eseguendo le sue indicazioni, ma perdendomi nel cellulare subito dopo.

‘Hey amico, è da un pò che non ci si vede, ti va di uscire?’
Era Ryan, di sicuro se gli avessi detto che ero da Talia mi avrebbe rinfacciato di essere un cattivo amico e in effetti lo ero, stavo ignorando i miei amici per stare con la ragazza dei miei sogni.. beh. Gli risposi che non stavo bene e risposi agli altri messaggi...mia madre che mi chiedeva dove fossi e Chaz, la stessa domanda di Ryan.

-Studiare…- Borbottò Talia entrando, era passata circa mezz’ora da quando mi aveva cacciato dalla cucina ed io non avevo ripreso in mano i libri. Sorrisi, le afferrai il braccio e l’attirai a me.-Stavo studiando...però la tecnologia a questi tempi..sai com’è.- Cercai di inventarmi qualche scusa, nel solo intento di vederla sorridere e ci riuscii.

-Si, certo.- Allungò la mano sul mio viso, accarezzandomi delicatamente la guancia destra.

Sospirai, in questi giorni i suoi occhi mi sembravano ancora più belli del solito, quello azzurro aveva un piccolo alone scuro che gli circondava la pupilla, mentre quello marrone era di un colore unico, scuro, più scuro dei miei.

-Oh, la torta!- Esclamò non appena suonò il timer. Scossi la testa, tenendola stretta a me.

-No dai, rimani qui- Mormorai incantato. Arrossì, nascondendo il viso sul mio collo.-Devo andare a spegnere il forno.- Mi avvisò.-E finire le lasagne, il ragù sta cuocendo…-

La interruppi, baciandola a lungo sulla guancia, ma riuscì a sfuggire dalle mie braccia.-Vieni a darmi una mano.- Mi alzai di controvoglia, seguendola di là.

-Tieni, dagli una mescolata e dopo riempi questa metà.- Spiegò porgendomi la farcitura della torta, non mi ero nemmeno accorto l’avesse fatta.

Diedi una mescolata veloce e riempii la metà, dopodichè chiusi la torta, attendendo altre istruzioni.

Talia ridacchiò, avvicinandosi a me.-Ma che hai fatto?- Aggrottai la fronte, non capendo a cosa si riferisse, ma ricambiai quando mi pulì il naso da segni di cioccolata.

-Non ho idea di come abbia fatto.- Mi difesi circondandole la vita con il braccio.

-Il tuo gomito.- Ridacchiò poggiando la testa sul mio petto.-Io ti adoro.- Aggiunse senza smettere di ridere.

Sbuffai, avevo il gomito dentro la scodella in cui era rimasto del ripieno.-Sei insopportabile, sì?- Le morsi scherzosamente il naso, inclinando la testa verso destra.-Vatti a pulire.- Sussurrò trattenendo una risata, mordendo il labbro inferiore. Alzai gli occhi al cielo e andai in bagno, per cercare di togliere quella stupida macchia.

.**.**.

-...poi siamo stati  a Venezia, in Italia, è stato divertente, ci siamo pure persi.-

-In Italia? E siete stati solo a Venezia?- Mi guardava curiosa, pronta a sentire altri miei racconti.

-No, anche a Milano, Roma, Firenze.. papà credeva fossero le città più belle.-

-Quale ti è piaciuta di più?- La sistemai meglio sopra di me, il divano non era il massimo della comodità, me meglio di niente.

-Credo che mi sia piaciuta di più Firenze...forse perchè mi piace l’arte ...l’architettura e quelle robe lì-

-Sì? E cos’altro ti appassiona?-

-I miti greci. Sai, il tuo nome rientra in questa categoria.-

-Sul serio?-

-Sì, vari personaggi femminili popolavano il mondo degli dei; c’erano le Cariti, le stupende ancelle della dea Afrodite: Aglaia (“la splendente di bellezza”), Eufrosine (“la gioia”) e Talia (“la fioritura”), giovani e bellissime, rappresentavano la grazia, la bellezza e l’amore;-

-Ooh...io l’ho sempre saputo che sei un tipo intelligente Justin, ma non ti applichi abbastanza.-

-Dio, sembri il mio professore di italiano.-

-Voglio sapere altro, va avanti a raccontare.-

-Okay….altri miti greci raccontano che Talia fosse una delle grandi muse,

figlie di Zeus e Mnemosine: colei che presiede alla commedia sulla mitologia greca; è ritenuta la madre dei Coribanti avuti da Apollo. È associata anche alla più severa satira come nella Musogonia di …- Mi zittii non appena il suo cellulare iniziò a suonare, ma non sembrava interessarle.

-Non rispondi?- Chiesi indicandole il telefono con la testa.

-Rispo..oh, il telefono, non l’avevo sentito.- Lo prese.-E’ sconosciuto, aspetta.- Mise il vivavoce.-Pronto?-

-Eiii bimba, il nostro Justin è li con te? Sii che è con te, lo sappiamo.- La voce roca, forse era ubriaco.

-Dio..- Sussurrai appoggiando la testa sul divano.-Che idiota.-

-Ryan?- Borbottò incredula.-Sei ubriaco?-

Che? Conosceva Ryan? Come? Perchè lui non me lo aveva detto?

-Secondo te lo sono? Com’è scopare col mio migliore amico?-

-Ryan dove ti trovi? Vengo a prenderti. Puoi stare a dormire da me.-

-Non voglio la tua cavolo di pietà! rimani a casa.-

-Uhm..sei il solito idiota.- Mugugnò alzandosi, io rimanevo lì, sconvolto.-Sei al Miky Bar?- Conosceva quel bar!

-Sì, ma non ti voglio vedere, stai li con Justin.- Lei lo ignorò, avvicinandosi alla porta per mettere le zeppe.

-Sto arrivando, rimani li e non togliere i vestiti come l’ultima volta.- L’ultima volta...ecco cos’era successo. Io che credevo si fosse perso per strada e l’avesse trovata la polizia. O almeno così mi aveva raccontato.

-Sei sempre così noiosa…-

-Va a cagare.- Rispose con freddezza, indossando la giacca a vento verde. Non l’avevo mai vista così.così dura. Ero abituata alla Talia timida, che arrossiva ogni due per tre.

Riagganciò, tornando da me.-Vado a prendere Ryan, resti qui?-

-Ci vai a piedi?- Volevo restare il più tempo possibile con  lei in auto per chiederle del mio amico.

-Sì, è qui vicino, torno subito..credo.-

-Ti accompagno io in auto, faremo prima.-

Mi sorrise.-Non ce n’è bisogno, non disturbarti per quell’idiota ubriaco.- Ricambiai il sorriso, preparandomi per accompagnarla.-Si da il caso che quell’idiota ubriaco sia il mio migliore amico.-

-Oh…- Sorpresa si portò la mano sulla bocca.-Allora tu sei il biondino!- Esclamò battendo le mani.

Cosa?

Mi prese la mano, trascinandomi per le scale.-Ogni volta che andavo a prenderlo ti vedevo di sfuggita, gli chiedevo sempre di te, ma lui diceva ‘Non ti interessa, è uno stronzo puttaniere’ - disse imitandolo con la vociona roca.

-Stronzo puttaniere!? Quel bastardo, lasciamolo lì.- Feci per tornare in casa, ma lei mi fermò, divertita.-Dai..- Gli occhi dolci, diavolo, gli occhi dolci.

-Justin?- Owgh, ero rimasto incantato a guardarla, che idiota.

-Si andiamo, ma solo per te, non per lui, così mi racconti come fai a conoscere l’idiota.-

-Va bene…-  

.**.**.

-Aspetta, aspetta, tu mi stai dicendo che siete stati insieme tutte le estati?-

-Non siamo stati insieme, insieme, ma come due migliori amici, inseparabili. Qualcosa poi è cambiato e ci siamo allontanati..più o meno.-

Ogni estate ero via con la mia famiglia, a visitare un posto fantastico e lui era qua a farsela con la ragazza che mi è sempre piaciuta.

-Dio santo, io gli ho sempre parlato di te e lui non mi ha mai detto nulla! Stronzo!- Sbottai tirando un pugno contro il volante.

Sussultò, arrossendo.-Gli hai sempre parlato di me?- Era divertita forse?

-S-sì, però non è questo il punto, avrebbe dovuto dirmelo.-

-è meglio che ne parliate da soli..sai, siamo arrivati.- Annuii, scendendo dall’auto.

Appena entrati nel locale lo notammo, nella sua giacca di pelle nera, abbinata ai pantaloni praticamente uguali.-Forse è meglio se torni e aspetti in macchina, altrimenti farà una sceneggiata assurda.-

-Non ti lascio sola, cammina.- La spinsi per le spalle, costringendola a non fermarsi. C’era una forte puzza di sudore, alcool e chissà cos’altro mischiato assieme, era disgustoso, a volte mi chiedevo come facevo a resistere.

Uomini ubriachi guardavano la mia ragazza e io mi trattenevo  per non dire niente o fare niente, dovevo soltanto portarla via di lì.

La mia ragazza? Ma a cosa pensavo?

-Hey Carl- Talia salutò gentilmente il barista, che ricambiò, facendo un cenno con la testa verso Ryan.-Sei venuta a parargli il culo giusto? come sempre, sei troppo buona, dovresti lasciarlo qui a marcire a volte.- Risi, trovandomi d’accordo con lui, ricevendo però, una brutta occhiata.

-E’ mio amico, non lo lascerei per nulla al mondo.- Rispose velocemente, avvicinandosi poi al ragazzo ubriaco, con la testa sepolta  tra le braccia sul bancone.

-Si innervosisce sempre se le dico di mollarlo.- Mi spiegò facendo spallucce. Avevo parlato più volte con Carl, era un brav’uomo.

-Lei è così dolce…- Mormorai guardandola parlare dolcemente con Ryan, che annuiva e sbuffava in risposta.

-Già, ti piace?-

-Sì, molto, solo… non so.-

-Per la storia di Ryan? Sta tranquillo, sono solo amici, niente di più.-

Beh, ora ero decisamente più tranquillo.

-Ryan, ti prego, non fare così.- Mugolò sistemandogli la maglietta.-Ugh..voglio toglierla.- Si lamentò provando a spingerla via.

-Smettila.- Portò le mani sui bordi della sua maglietta, provando inutilmente a tenerlo fermo.-Allora tolgo i pantaloni, ti va di fare sesso?- Con un sorrisino si tolse la cintura

-Ryan!- Strillò rossa come un pomodoro.-sei sempre più imbarazzante-

-No..io sono sempre più bello. Anche tu sei più bella sai?-

-Ok, ok, andiamo.- Presi il mio amico per il braccio, sorreggendolo fino all’auto.

-Devo parlare un attimo con Carl, farò presto.-Annuii, sorridendole, ma smisi appena sparì all’interno del locale. C’era Carl con lei, nessuno le avrebbe fatto nulla.

-Sei un fottuto stronzo Ryan!- Lo spinsi duramente contro la macchina, ignorando il fatto che fosse ubriaco marcio.-La conosci, l’hai sempre conosciuta, perchè non me lo hai mai detto ogni volta che parlavo di lei?-

I suoi occhi inniettati di sangue mi fissavano,chiedendomi perdono, dio, che nervoso.-M-mi dispiace.- Balbettò grattandosi nervosamente il capo.

-Eri il mio migliore amico! Stronzo!- Prima che potessi continuare in qualche altro modo cadde seduto a terra, con il viso tra le mani.-Mi dispiace tanto.- Singhiozzò , pulendosi il naso con la manica della maglietta.





 

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