The Big Four

di Sunny0909
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
La famiglia DumBroch era composta da persone rispettate da tutti, perfettamente normali come solo dei buoni scozzesi potevano esserlo, un po' stravaganti secondo alcuni. A prima vista infatti i DumBroch potevano suscitare solo ilarità:  il capofamiglia, Fergus era un omone grande e grosso, alto all'incirca due metri, con ricci capelli rossi i quali non stavano quasi mai al loro posto e una protesi alla gamba sinistra che lo faceva inciampare ogni qual volta non stava attento, ma ovviamente ciò non gli impediva mai di evitare una sana rissa insieme a i suoi vicini Dingwall e Macintosh, o a bere una birra nel suo pub preferito ad imprecare e domandarsi perché la sua squadra preferita non vinceva mai il campionato insieme a McGuffin. La moglie, Elinor era una donna dal portamento serio ed elegante, a dir poco regale, capelli castani perfettamente lisci e in ordine apparentemente calma, anche quando andava a ripescare il marito e i vicini da una delle loro solite zuffe uscendone stranamente illesa sempre per quanto il pancione glielo potesse permettere. I DumBroch infatti aspettavano un bambino, anzi per la precisione tre gemelli. La coppia si stava dirigendo a passo svelto verso la scuola elementare del quartiere. Non appena entrarono nell'edificio un inserviente riconoscendoli si avvicinò ai due e indicò loro la presidenza. Appena entrati nell'ufficio del preside notarono seduta su una delle poltrone davanti la scrivania una bambina con le braccia incrociate al petto e dai ricci capelli rossi, così voluminosi da coprirle parte del viso. Elinor sospirò nel vedere la figlia richiamata per l'ennesima volta e con non poca difficoltà si sedette sulla poltrona accanto a quella della bambina, mentre il marito si avvicinava al suo schienale. Il preside, un uomo piccolino con spessi occhiali e naso appuntito, si schiarì la voce con un "Ehm Ehm" e si rivolse ai due adulti con un'espressione indecifrabile sul volto
:- Signori DumBroch, vi ho fatti chiamare per via del comportamento a dir poco deplorevole di vostra figlia Merida -: Elinor sospirò nuovamente, poi con voce stanca chiese :- Che ha fatto stavolta?-:  L'uomo tirò su col naso 
:- In poche parole signora DumBroch, vostra figlia ha lanciato una serie di sassi contro le finestre della sua aula provocandone di conseguenza la rottura e contando anche i danni provocati nell'ultimo mese, ovvero tingere i capelli del maestro di matematica, far scappare i topi e le rane presenti nel laboratorio di scienze e prendere parte a risse con studenti addirittura più grandi di lei in difesa dell'ambiente che secondo la signorina DumBroch i suoi coetanei non rispettano, sono costretto ad espellerla-: 
Elinor si limitò a scuotere il capo e guardare la figlia con un'espressione desolata in volto.
Quando salirono in macchina Elinor si rivolse alla bambina
:- Merida, è la terza scuola che ti caccia perché devi sempre essere così.... Ingestibile? Non capisco perché fai così eppure io e tuo padre ti abbiamo educato in maniera egregia, certo ammetto che sei una bambina un po' esuberante, ma arrivare addirittura a farti espellere da tre scuole diverse! Perché Merida, perché fai così?-:
La bambina che era rimasta fino ad allora con il viso rivolto al finestrino si girò di scatto e in maniera quasi esasperata si rivolse alla madre
:- Ma mamma! Non è colpa mia te lo giuro! Non stavo facendo niente quando ad un certo punto le pietre hanno incominciato a muoversi e poi si sono lanciate a tutta velocità verso le finestre, come per magia!-: 
Fergus guardò preoccupato Elinor. Non era la prima volta che Merida affermava che la causa dei suoi disastri fosse la magia. Fin da quando aveva incominciato le elementari gli insegnanti avevano dichiarato che possedeva una fervida fantasia, così fervida che le faceva addirittura distorcere la realtà creando così situazioni paranormali. Una volta provarono persino a mandarla da uno psicologo. L'uomo giustificò la bambina dicendo che le situazioni create dalla sua fantasia, per quanto la descrizione dei fenomeni fosse realistica, era solamente un modo per evitare di sentire la mancanza dei coetanei. La piccola DumBroch infatti non aveva amici e per quanto i genitori provassero a farla socializzare portandola nei più svariati centri di socializzazione saltava sempre in mezzo  "Lo sai a volte vedo cose strane..." e dopo un discorso approfondito su strane fiammelle blu e finestre che esplodono con la forza del pensiero i bambini scappavano terrorizzati da Merida. Capendo la situazione delicata Elinor si limitò a sospirare.
Il viaggio in macchina trascorse in un silenzio assoluto. Nessuno aveva voglia di parlare Merida troppo impegnata a tenere il broncio per la sua espulsione dalla scuola, Elinor immersa nei suoi pensieri e Fergus osservava la strada.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Passò un anno da quando Merida fu espulsa dalla sua vecchia scuola e quella fu l'ultima volta che disse ai suoi genitori gli strani fenomeni che le accadevano intorno. Da quel momento Merida preferì confessare le sue esperienze a confine tra realtà e fantasia al piccolo peluche a forma di orso che le avevano regalato i suoi zii per il suo quinto compleanno. Quel venerdì uggioso di fine agosto Merida si stava dirigendo in cucina già vestita di tutto punto pronta ad avere una giornata speciale per il suo undicesimo compleanno, ignara di ciò che le sarebbe accaduto da li a poco... Quando arrivò nella spaziosa cucina di casa notò la madre intenta a cucinare qualcosa, di sicuro per la sua colazione di compleanno, e il padre a leggere il giornale. Cercò di non fare rumore per evitare un abbraccio spacca-ossa da parte del padre e un appiccicoso bacio alla ciliegia dalla madre. Ovviamente i due adulti notarono la presenza della figlia e non appena Elinor mise in tavolo la colazione speciale di Merida, torta di mele con gelato, si precipitarono a riempire la figlia di attenzioni, un po' troppe secondo la suddetta figlia, la quale cercò in tutti i modi di ripulirsi la guancia dall'appiccicoso cosmetico una volta lasciata libera. Non appena si sedette chiese ai genitori :- Dove sono i gemelli?-: Infatti pochi mesi dopo la sua espulsione da scuola Merida era diventata la sorella maggiore di tre pestiferi gemelli ed erano... :- HARRY, HAMISH, HUBBERT! STAVOLTA NON LA PASSATE LISCIA!-: Ad urlare era stata un donna leggermente tarchiata molto probabilmente non aveva neanche trentacinque anni, ma l'espressione sempre accigliata o spaventata le faceva avere dieci anni in più. Subito all'urlo dei loro nomi tre bambini di quasi due anni comparvero chi dai cespugli vicino l'entrata di casa chi dal sotto scala e si sedettero immediatamente ai loro posti come se non avessero mai traumatizzato la loro povera balia facendo finta di sentirsi male e nascondersi nei posti più improbabili. Il padre ridacchiò e si rivolse a Merida :- Beh sono con Maudie-: La maggiore dei fratelli sorrise divertita per poi non perdere altro tempo a divorare la fetta di torta e il gelato alla vaniglia che sembravano guardarla con aria ammiccante. Mentre Elinor serviva al marito e ai figli la torta Maudie si sbatté una mano sulla fronte e recuperato il fiato perso si rivolse ai DumBroch :-Oh, quasi dimenticavo-: disse porgendo delle lettere sul tavolo :- È arrivata la posta-: Tra le varie bollette c'era una lettera fatta con la pergamena la cui busta aveva la ceralacca rossa con sopra uno stemma. Elinor incuriosita la prese e dopo aver letto i primi tre righi l'accartocciò e la gettò nel cestino dell'immondizia. :- Cos'era mamma?-: chiese Merida una volta finito di mangiare la torta :- No tesoro, non era niente era solo pubblicità-: disse la madre con nonchalance. Merida alzò le spalle e si diresse in bagno, Maudie fu costretta a mangiare la torta sotto lo sguardo vigile di Elinor e Fergus ritornò a concentrarsi sulla pagina dedicata allo sport. Nessuno sembrava essersi accorto dell'enorme barbagianni che scrutava la famiglia dalla finestra della cucina, nessuno tranne Hubbert ed Hamish che richiamata l'attenzione di Harry iniziarono ad avvicinarsi alla finestra, incuriositi dallo strano volatile. Dal canto suo il barbagianni era completamente dedito ad osservare la famiglia che si ritrovò impreparato quando i tre pestiferi gemelli aprirono la finestra e lo presero per le zampe ficcandogli una mela nel becco in modo che non facesse nessun rumore, e così osservati solo dai quadri e dalle foto di famiglia appese al muro i gemelli ghignando maleficamente portarono il povero barbagianni nella loro camera... Il compleanno di Merida passò sereno come sempre, forse anche perché i gemelli se ne restarono stranamente tranquilli nella loro stanza senza dar fastidio loro tata. Quando Elinor Fergus e la loro primogenita arrivarono erano le undici passate, trovarono la stanza immersa nel buio tranne per la cucina dove Maudie si era addormentata sulla sedia con la luce accesa. Elinor evitò di svegliarla e chiuse semplicemente la luce, lasciandola dormire li almeno per quella notte. Poi augurò alla figlia la buona notte e insieme al marito se ne andò a dormire. L'intera famiglia DumBroch fu svegliata da un urlo nel cuore della notte. Subito Fergus ed Elinor, seguiti da una curiosa Merida scesero le scale di corsa per vedere cos'era successo. Quando arrivarono nella stanza da cui proveniva l'urlo gli si presentò davanti agli occhi uno spettacolo piuttosto singolare: Maudie svenuta con uno sorretta da un bambino piuttosto minuto che veniva sventolata da un omone coi lunghi baffi biondi e una protesi al braccio. Non appena i due stravaganti individui notarono i tre DumBroch in posizione di difesa lasciarono perdere Maudie che venne appoggiata a terra dal ragazzino e zoppicando si avvicinarono e con vocione possente l'uomo baffuto parlò :- Ben svegliati signori DumBroch e piccola Merida! Spero che abbiate ricevuto la lettera vero?-: La famiglia si guardò interrogativa. Notando gli sguardi perplessi l'uomo si fece, se è possibile, ancora più perplesso :- Ma come?! Non hai ricevuto la tua lettera per Hogwarts?! Eppure sei una strega, tutte quelle magie involontarie ne sono la conferma!-: A quel punto Fergus scoppiò :- MA COME SI PERMETTE?!? ENTRARE NELLA MIA CASA DI NOTTE PER GIUNTA E COMINCIARE A BLATERARE SU STREGHE, MAGIA E QUESTA FANTOMATICA LETTERA PER QUESTA FANTOMATICA HOVORT, HGWART O COME DIAVOLO SI CHIAMA!-: :- Veramente sarebbe Hogwarts-: disse senza essere minimamente turbato dalla sfuriata l'uomo misterioso :- ORA BASTA! MI DICA CHE INTENZIONI HA O GIURO CHE CHIAMO LA POLIZIA!-: Sbraitò Fergus al limite della sopportazione. Il capo famiglia dei DumBroch stava giusto per avviarsi verso il telefono e comporre il numero della polizia che si sentì immediatamente immobile, congelato.... :- Ti do' un consiglio da amico, non provare a chiamare la polizia...-: Merida notò che la protesi dell'uomo era stata sostituita in un batter d'occhio da un bastoncino di legno. :- Ed ora-: aggiunse :- Vorrei finire di parlare per farvi capire meglio la situazione-: con un colpo in direzione di Fergus liberò l'uomo da quella morsa invisibile che lo tratteneva e si sedette con un tonfo sordo sulla sedia. Dopo aver passato una buona mezz'ora a spiegare ai DumBroch la situazione Elinor e Fergus si guardarono con gli occhi sgranati e la bocca aperta: la loro piccola Merida era una strega! :- Strano sarebbe dovuto arrivare un gufo ad avvisarmi della lettura della lettera, ho fatto bene a venire a controllare la situazione, a proposito... Che fine ha fatto Broncio? Broncio! Vieni qui bello, qui qui qui...-: iniziò l'uomo che avevano scoperto chiamarsi Skracchio. Si sentì un rumore e immediatamente dalle scale volò disperato il povero barbagianni con le piume strappate e arruffate da un lato e dipinte di verde da un altro che si precipitò tra le braccia del padrone. :- Oh povero che ti hanno fatto?-: e con un rumore metallico la protesi girò su se stessa finché non scomparve per lasciare posto alla bacchetta che con un leggero colpetto rimise a posto il povero Broncio. :- Ecco signori, adesso vostra figlia dovrebbe andare a vestirsi, per arrivare nella Londra magica ci vuole un bel po' e siamo già in ritardo per procurarci tutto il materiale, poi signora non si preoccupi, ad accompagnarla c'è anche il piccolo Hiccup! È il figlio di un mio caro amico, anche lui deve iniziare il suo primo anno ad Hogwarts. Forza Hiccup presentati-: da dietro a Skracchio fece la sua comparsa il piccolo ragazzino di prima che leggermente imbarazzato si presentò a Merida :- Ehm... Piacere sono Hiccup Horrendus Haddok III e... Provengo da... Dall'isola di Berck...-: disse il ragazzino esitante. Merida rise e dopo essersi beccata più sguardi di rimprovero dalla madre si rivolse ad Hiccup che nel frattempo era diventato completamente rosso :- Non c'era bisogno di presentarsi così, Hiccup bastava. In ogni caso da come avrai capito io sono Merida-: concluse sorridendo e porgendo la mano al ragazzino che la strinse immediatamente.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Merida guardava meravigliata le strade di Diagon Alley incurate degli sguardi ridacchianti che rivolgevano a lei ed a Hiccup per i loro capelli. Il mondo della magia era fantastico, iniziava già ad adorare ogni singolo oggetto appartenesse a quel luogo. Certo la motocicletta volante di Skracchio era un'eccezione, aveva provato l'ebbrezza del volo e per il momento non si sarebbe avvicinata a nessun aggeggio volante o lei e i suoi capelli, ora un groviglio di ricci difficile da definire, ne avrebbero risentito. Hiccup invece sembrava non aver avuto traumi durante il viaggio e ,capelli a parte ,sembrava essere stato a suo agio su una cosa del genere. Merida si ritrovò a pensare che Hiccup non fosse così scosso perché abituato dalla magia fin da piccolo. :- Allora ragazzi! Vi piace Diagon Alley?-: chiese Skracchio fermando la loro marcia :- Ci stai chiedendo se ci piace Diagon Alley? È ovvio che ci piace... TUTTO QUESTO È FANTASTICO!-: disse Merida in preda all'euforia :- Si è vero è carina-: disse Hiccup con un sorriso. Merida si girò verso l'amico :- Carina?! Come fai a definirla carina? Carina può essere una torta un immagine di un gattino che abbraccia una papera, ma questo non è carino questo è semplicemente... Magico...-: :- Beh facci l'abitudine ragazza, se ti ecciti così tanto a Diagon Alley ad Hogwarts cosa farai?-: disse Skracchio :- Bene ragazzi è ora di vedere le cose da comprare per il vostro primo anno... Allora se ricordo bene dovreste prendere 1) tre divise da lavoro in tinta unita 2) un cappello appunta in tinta unita da giorno 3) un paio di guanti di protezione in pelle di drago o simili 4) un mantello invernale nero con alamari d'argento, ah non dimenticatevi che devono essere contrassegnate con il vostro nome, 5) una copia di "Manuale degli incantesimi, Volume primo," 6) una copia di "Teoria della Magia" 7) una copia di "Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti 8) una copia di "Mille erbe e funghi magici" 9) una copia di "Infusi e pozioni magiche" 10) una copia di "Animali Fantastici: dove trovarli" 11) una copia, si Merida un'ultima copia, di " Le Forze Oscure: guida all'autodifesa". Infine avrete ovviamente una bacchetta un calderone, in peltro misura standard 2, un set di provette di vetro o cristallo, un telescopio e una bilancia d'ottone. Oh, quasi dimenticavo, potrete comprare un gufo o un gatto o un rospo da portare ad Hogwarts. Io vi consiglio una civetta i barbagianni non sono così affidabili-: Broncio nell'udire quelle parole spuntò fuori dalla borsa di Skracchio e gli beccò la mano. Il padrone la ritirò con un urlo :- Ok, ok, ok mi sono sbagliato, Broncio è l'unico a fare eccezione-: Alle parole dell'uomo il barbagianni ritornò a sonnecchiare dentro la borsa del padrone. :- Allora ragazzi, io direi di incominciare dal Girigoro per i libri, poi da Madame Eudora per le divise e poi... -: :- Ma non possiamo andare a prendere le bacchette prima?-: Chiese Merida interrompendo il monologo di Skracchio e guardandolo speranzoso. L'uomo sospirò e poi disse :- E vada, potrete andare a prendere le bacchette mentre io prenderò tutto il resto, ma per le divise divise dovete esserci anche voi-: La bambina esultò felice poi si rivolse ad Hiccup :- Forza andiamo a prendere le bacchette-: Ma mentre la piccola stava già trascinando Hiccup verso un posto imprecisato di Diagon Alley incurante delle sue balbuzie fu fermata dalla mano di Skracchio che la tirò per la maglia interrompendo la marcia :- Dove credi di andare senza neanche i soldi? Forza andiamo prima alla Gringott-: Notando lo sguardo interrogativo di Merida Hiccup le sussurrò :- È la banca dei maghi, li potrai scambiare i soldi babbani con galeoni, falci e zellini. Diciassette falci d'argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno una falce, facilissimo no?-: Merida annuì poco convita, se lo sarebbe fatta rispiegare da Hiccup. Poco dopo arrivarono vicino un edificio di un biano immacolato che troneggia al di sopra dei negozi circostanti. Alcune persone passavano attraverso a delle porte in bronzo, poi Merida notò che c'erano altre porte d'argento prima di accedere nell'atrio Skracchio si fermò e disse :- Ed eccoci arrivati, questa è la Gringott. È un posto sicurissimo, secondo solo ad Hogwarts, nonostante quel che successe quasi settant'anni fa, bisogna essere solo dei pazzi suicidi per tentare una rapina alla Gringott!-: :- Perché, cosa successe settant'anni fa?-: chiese curiosa Merida. Skracchio si girò di scatto a guardarla stupito, poi si batté una mano sulla fronte e disse :- Giusto! Quasi mi dimenticavo che eri una nata babbana.... Settant'anni fa il mondo magico fu sconvolto da una terribile guerra, bene contro male.... Fu una battaglia molto dura in cui morirono numerose persone tra cui molti eroi che combatterono fino allo stremo per evitare che l'allora Signore oscuro Lord Voldemort prendesse il sopravvento... Fu solo grazie a Harry Potter e ai suoi amici che Voldemort non prese il sopravvento... Ed ora alla Gringott!-: Quando riuscirono a cambiare i soldi di babbani dei genitori di Merida in galeoni, falci e qualche zellino e prelevato una cospicua somma dalla camera blindata di Hiccup, Skracchio accompagnò i ragazzi per un tratto, poi li lasciò per andare a comprare i libri per i due futuri studenti. Una volta soli Merida prese Hiccup per un braccio e iniziò a trascinarlo per le vie di Diagon Alley alla ricerca del negozio di bacchette incurante delle proteste del ragazzo. Quando finalmente Merida fermò la sua folle corsa si rese conto che la via in cui si era fermata non apparteneva a Diagon Alley. Era cupa, scura piena di gente poco raccomandabile che lanciava sguardi ai due ragazzi in maniera per niente rassicurante. Provarono a tornare indietro quando una grossa mano si posizionò sulla spalla di Hicupp, mentre una mano scheletrica con le unghie dipinte di nero iniziò ad accarezzare Merida sulla testa :-Oh ma guarda un po' chi abbiamo trovato due bambini soli soletti-: Disse l'uomo con la mano sulla spalla di Hiccup :- Giusto hai proprio ragione, sono carini proprio come angioletti-: Disse la donna con le mani scheletriche :- Vi siete persi? Volete una mano a tornare a casa?-: Conclusero insieme i due :- No sappiamo ritornarcene a casa da soli, non è vero Hiccup?-: Il ragazzino si girò verso l'amica :- C-certo sappiamo badare a noi stessi quindi grazie dell'offerta ma rifiutiamo-: :- Oh, sicuri?-: continuarono i due avvicinandosi sempre di più. Non fecero in tempo a continuare a parlare che i due caddero storditi a terra. Dietro di loro c'era una ragazzina dai lunghi capelli biondi che teneva tra le mani tremanti una... Padella. Merida scioccata si rivolse alla ragazzina :- Ma che? Come hai fatto? Quei due erano alti come minimo due metri e tu, senza offesa, non sei altissima, anzi...-: La ragazzina infatti era piuttosto bassina, sfiorava a stento il metro e quarantacinque, non che Merida fosse altissima, ma in confronto a quella ragazzina piccola e minuta era un gigante. La ragazzina rise appena poi si presentò :- Mi chiamo Rapunzel Corona, quello che avete visto era solo magia involontaria, anzi è stata la mia prima magia involontaria, anzi no la seconda, la prima è stata cambiare il colore dei capelli a mio padre-: concluse ridendo. :- Io mi chiamo Merida -: :- Io Hiccup -: Rapunzel assottigliò lo sguardo :- Non sei inglese vero?-: Hiccup non riuscì a rispondere che la bionda riprese a parlare molto più velocemente :- Sai anch'io non sono inglese sono tedesca, cioè mia è tedesca e mio padre inglese, ma per i primi sei anni ho vissuto in Germania-: Hiccup fa per rispondere ma Merida lo interrompe :- Scusate perché non continuiamo a parlare a da un'altra parte? Poi noi dobbiamo anche comprare le bacchette...-: A quelle parole gli occhi di Rapunzel si illuminarono :- Sul serio dovete prendere anche voi le bacchette? Posso accompagnarvi?-: :- Va bene, ma i tuoi genitori?-: chiese Merida :- Oh, loro sono dovuti andare a lavorare, sai lavorano al ministero, però conosco questo luogo come le mie tasche, sono anni che vengo qui. Sapete non dovete girare per le vie di Notturn Alley, è pericoloso, io non ci vengo mai, però quando vi ho visto andare ho deciso di seguirvi-: Una volta usciti da Notturn Alley Rapunzel portò i due ragazzi nel negozio di bacchette. Quando entrarono non trovarono nessuno tranne una vecchietta con un corvo impagliato che troneggiava sulla capigliatura disordinata della strega. Quando si accorse del gruppetto di ragazzi li guardò di sottecchi e disse :- Siamo chiusi-: Ma Merida ribatté :- Ma l'insegna dice che è aperto, e poi noi dobbiamo comprare le bacchette-: :- Capito vecchiaccia! Devono comprare una bacchetta!-: Gracchiò improvvisamente il corvo :- Il corvo ha parlato!-: Disse stupito Hiccup :- Cosa?! Ma no il corvo non ha parlato-: disse la vecchietta mentre con un colpo di scopa buttava a terra il corvo, che emise un gemito strozzato :- Allora dovete comprare delle bacchette eh? Aspettate un secondo-: Disse la vecchia scomparendo dietro uno dei numerosi scaffali. Mentre i ragazzi si guardavano incontro curiosi la porta alle loro spalle si aprì, facendo tintinnare il campanello. :- Buongiorno-: disse un ragazzo dai capelli di un insolito colore bianco, molto probabilmente albino. Si posizionò vicino al gruppetto e aspettò l'arrivo della vecchia. Visto che sembrava metterci tanto ad arrivare iniziò a gironzolare intorno al gruppetto e ciò fece innervosire non poco Merida che dopo un paio di giri sbottò :- Oh andiamo! Ti vuoi stare un po' fermo?-: Il ragazzo le rivolse un'occhiata annoiata per poi ghignare e riprendere a girare intorno ignorando il tic all'occhio sinistro della ragazza dai capelli rossi rossa :- Che c'è le sto dando forse fastidio, principessa?-: Il corpo di Merida si irrigidì. Lentamente si girò e con un'espressione indecifrabile in viso si rivolse ad Hiccup e Rapunzel, i quali si guardavano leggermente preoccupati :- Hiccup, Rapunzel se non mi tenete gli salto addosso-: L'albino a sentire quelle parole smise di girare e guardò Merida sorridendo sghembo :- Hey vacci piano principessa, so di essere attraente ma non credi di correre trop...-: Il ragazzo non riuscì a finire la frase che Merida gli si scaraventò addosso, e se non fosse stato per Rapunzel ed il ragazzo si sarebbe trovato come minimo con un occhio nero. Fortunatamente arrivò la vecchietta che con l'arrivo delle bacchette placò un attimo le acque. Posò il mucchio di bacchette sul bancone ma non appena notò il ragazzino albino sbuffò sonoramente e accompagnata da borbottii e imprecazioni smorzate sul nascere su quanto fossero numerosi e fastidiosi i ragazzi al giorno d'oggi se ne ritornò tra gli scaffali per poi uscirne con un altro carico di bacchette che scaricò prontamente sul bancone. :- Allora? Che aspettate? Prendete quelle bacchette e provatele-: I ragazzini un po' titubanti le presero e sotto il consiglio della vecchia strega iniziarono ad agitarle, senza ottenere nulla e rompendo un paio di vasi. Poi ad un certo punto Hiccup notò, dietro il bancone uno scaffale con il ripiano in vetro Dentro questo scaffale c'erano quattro bacchette :- Scusi, ci può far provare quelle bacchette?-: :- Eh? Queste bacchette?-: Disse prendendone una in mano la strega :- Spiacente non sono in vendit...-: Non completò la frase che la bacchetta le sgusciò via dalle dita e volteggiò aggraziata fino alle mani di Hiccup. :- Come non detto-: sospirò la strega. Poi prese le bacchette rimanenti e le poggiò sul bancone. Le bacchette come mosse da una forza si mossero fino ad arrivare alle mani dei ragazzi che non appena le presero sentirono un calore sprigionarsi in loro :- La prendiamo!-: dissero quasi contemporaneamente. La vecchia negoziante sospirò e si fece pagare le bacchette. Prima che i ragazzi se ne andassero però la strega sussurrò quasi impercettibile un :- State attenti-: Poi non appena se ne furono andati la strega si precipitò all'interno del negozio urlando :- DEVO CHIAMARE NORD! È ARRIVATO IL MOMENTO! LA PROFEZIA SI STA AVVERANDO!-:

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


~~Passarono un paio di giorni da quando Hiccup e Merida comprarono le loro bacchette e tra
piccole prove di incantesimi, attentati da parte del gatto di Merida, Angus, e vecchie storie
su Harry Potter e i suoi amici da parte di Skracchio, raccontate davanti a un piatto di zuppa
del Paiolo Magico, il primo settembre arrivò in un batter d’occhio. Si stavano dirigendo a
passo svelto verso la stazione di King’s Cross quando una voce femminile gridò
:- HICCUP, MERIDA!-:
Sul marciapiede vicino al loro c’era Rapunzel accompagnata dai genitori. La ragazzini rischiò
quasi di farsi investire quando si fiondò verso di loro; e molto probabilmente se non fosse stato per Skracchio, che la prese per la collottola della camicia, Rapunzel avrebbe
perso l’equilibrio e si sarebbe trovata spiaccicata sul vetro dell’automobile che sfrecciò da lì a poco.
Dopo che i due nuovi amici della ragazzina dai lunghi capelli biondi furono sottoposti ad un
lungo abbraccio, Rapunzel scostò da Merida e Hiccup e li presentò ai suoi genitori.
Avevano appena cominciato a parlare quando Zoe, la madre di Rapunzel, li avvertì che era
già tardi e se non si fossero sbrigati molto probabilmente avrebbero perso il treno.
Così dopo una matta corsa i tre ragazzini erano vicino alla colonna in pietra che divideva
il binario nove da quello dieci.
:-Bene ragazzi manca poco, coraggio entrate -:
I tre ragazzini si guardarono confusi
:-Entrare… Dove…?-: chiese Hiccup
:- Ma nella colonna dove sennò?-:
Disse ridendo il padre di Rapunzel. I ragazzi li guardavano straniti: gli stavano dicendo di andare a
sbattere contro il muro?
Proprio in quel momento un ragazzo molto più grande di loro già vestito con la divisa di Hogwarts adornata da una cravatta verde e argento si mise a correre insieme al suo baule verso la colonna.
Rapunzel chiuse gli occhi mentre Hiccup e Merida guardavano stupiti il ragazzo che nel frattempo veniva risucchiato dal muro di mattoni rossi. Quando la biondina riaprì gli occhi, non trovando io corpo esamine del ragazzo sul pavimento, salutò i genitori e stringendo con forza il carrello con i bauli si fiondò sulla colonna. Notando che Rapunzel era passata senza problemi Merida e Hiccup si guardarono per poi fiondarsi anche loro sulla colonna. Quando riaprirono gli occhi videro un enorme treno rosso da cui si innalzava una coltre di fumo bianco e Rapunzel che li salutava con un sorriso radioso. Salirono sul treno in tutta fretta e cercarono uno scompartimento libero.
Vagarono per un po’ tra i corridoi dell’Hogwarts Express e finalmente riuscirono a trovarlo, peccato però che non era del tutto libero
:- E tu che ci fai qua!-:
Merida guardava con astio il ragazzo albino del negozio di bacchette.
Il suddetto ragazzo smise di osservare il finestrino e non appena vide Merida ghignò
:-Oh! Ma guarda un po’ chi ho incontrato: salve principessa-:
Merida divenne rossa di rabbia. Rapunzel per evitare una nuova rissa si sedette sulla poltrona opposta a quella del ragazzo e disse
:- Finalmente abbiamo trovato un vagone libero per sederci-: sorrise Rapunzel :- Il mio nome è
Rapunzel mentre loro sono Hiccup e Merida; tu come ti chiami?-:
Il ragazzo si sistemò meglio sul sedile :- Mi chiamo Jack Frost; sai mi fa piacere conoscere i tuoi amici solo che avrei preferito che la principessa qui presente si presentasse da sola… Allora non vi sedete? Guardate che non mordo mica-: rise infine il ragazzo. Per evitare spargimenti di sangue
Hiccup si sedette vicino a Jack e Merida vicino a Rapunzel, di fronte ad Hiccup. Quindi se la ragazza dai capelli rossi avesse tentato di uccidere Jack Frost si sarebbe trovata circondata.
Nel vagone cadde un silenzio imbarazzante. Nessuno sapeva che dire, così per smorzare un po’
la tensione Rapunzel chiese
:- Quanto manca per arrivare?-:
:-Rapunzel il treno è appena partito! Come minimo ci vorranno un paio d’ore-:
Rispose Hiccup guardandola sorpresa
:- Oh, bene, Merida mi accompagni a mettere la divisa?-:
:-Ma mancano ancora due ore!-:
:- Appunto!-:
Ribatté Rapunzel :-Dai accompagnami-:
Merida fu trascinata a forza nel bagno delle ragazze insieme alla sua divisa e a quella di Rapunzel
lasciando da soli Hiccup e Jack.
:-Allora, cominciò l’albino, sei amico da tanto di Rapunzel e della principessina rossa?-:
Hiccup lo guardò ridacchiando :- Parli di Merida? Bè la conosco dalla sera del suo undicesimo
compleanno. Skracchio doveva spiegare ai genitori di una nata babbana la sua situazione e
contemporaneamente aveva promesso a mio padre di accompagnarmi a Diagon Alley e quindi
ho conosciuto Merida. Rapunzel invece l’abbiamo conosciuta il giorno dopo, quando siamo
andati a prendere le cose per Hogwarts e l’abbiamo trovata simpatica, tutto qui-:
Jack stava per rispondere quando una vecchietta passò davanti al loro vagone e domandò
:- Dolci ragazzi?-:
Hiccup e Jack si scambiarono uno sguardo complice e dopo un paio di minuti si ritrovarono ad assaggiare i dolci più strani che avessero mai visto. Hiccup non riuscì a trattenere una smorfia
quando l’altro ragazzo staccò la testa di una cioccorana
:- Che c’è non ti piacciono le cioccorane?-: disse Jack fingendosi indignato
:- Cosa? No no, è che mi fanno impressione vederle muoversi, sembrano vere!-:
Jack sorrise mostrando i denti sporchi di cioccolato :- Allora non dovresti proprio venire a casa mia,
Emma, mia sorella non riesce a vivere un giorno senza mangiarle!-:
Si rigirò tra le mani la figurina delle cioccorane rimanendo però deluso. Hiccup invece sembrava
non credere ai suoi occhi: tra le mani di Jack c’era il volto sorridente di Remus Lupin che sorrideva
ai due ragazzini.
:- Uffa, ancora Lupin. Ce ne avrò come minimo cinque identiche, ed io che speravo mi uscisse Sirius Black o almeno Ron o Fred Weasly! A casa ho già Harry Potter ed Hermione Grenger.
:- Bhe, se vuoi potresti regalarmela, perché ne hai altre a casa giusto?-:
:- Si, hai ragione, poi a te ti vedo simile a Lupin-: concluse Jack dandogliela.
Hiccup si scompigliò i capelli leggermente in imbarazzo, poi aggiunse
:- Sai io a te ti vedo simile a Sirius Black o a Fred Weasly-: Jack sorrise poi scompigliandosi i capelli a sua volta disse
:- Hm… Si anche io mi rivedo e sai cosa potremmo fare? Se finiamo nella stessa casa ci cercheremo
un James Potter e daremo inizio a una nuova era dei malandrini… Che ne pensi?-:
Hiccup sorrise :- Penso che sarebbe una buona idea-: poi guardando Jack chiese
:- Senti Jack posso dirti una cosa?-:
:- Certo-:
:- Perché chiami Merida “principessa”. Si è mia amica, ma lei è l’opposto di una principessa!-:
Jack sorrise in maniera, quasi maliziosa, poi disse
:- Bhe perché la prima volta che ci siamo incontrati al negozio di bacchette, ricordi vero, mi sembrava troppo rigida e seria, come una principessa, e poi mi piace provocarla, sai è molto carina quando si arrabbia, o si offende, sembra un gattino bagnato-: concluse Jack ridendo
:- Già, in effetti hai ragione assomiglia a un gattino arrabbiato a volte-: aggiunse Hiccup ridendo
:- Chi è che dovrebbe assomigliare ad un gattino bagnato?-: ringhiò Merida appena varcò la soglia del vagone, seguita da una Rapunzel che osservava i due ragazzi preoccupata per la sorte che avrebbero dovuto subire di li a poco
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


~~Jack ed Hiccup si massaggiavano gli occhi doloranti con delle smorfie dipinte sul viso. Merida aveva un pugno micidiale e avrebbero fatto meglio a non paragonarla ad un gattino bagnato, o almeno non in sua presenza, per come la vedeva Jack.
 Rapunzel stava provando in tutti i modi un incantesimo per togliere come minimo l’alone scuro che circondava l’occhio sinistro di Hiccup e quello destro di Jack, ma a quanto pare gli incantesimi di guarigione proprio non le riuscivano, mentre Merida divorava senza ritegno degli zenzerotti. Dopo un po’di tempo passato con il sottofondo del rumoroso masticare della rossa e di alcuni incantesimi non riusciti di Rapunzel, che fecero solo diventare l’occhio di Hiccup arancione e l’occhio di Jack strabico, una brusca frenata fece intuire ai quattro ragazzi che il treno era arrivato: finalmente avrebbero visto la tanto agognata  Hogwarts. Rapunzel rimise apposto  la sua bacchetta rivolgendo ai ragazzi uno sguardo che sembrava dire
‘scusate-ho-fatto-tutto-il-possibile-dovrete-andare-in-infermeria’ e un sorriso imbarazzato.
:-Oh ma andiamo! Non posso presentarmi allo smistamento conciato in questo modo!-:
sbottò Jack
:- Bè, la prossima volta non mi provocare-:
gli rispose di rimando Merida mentre Rapunzel annuiva, d’accordo con la rossa.
Hiccup sospirò guardandosi sul vetro del finestrino; Jack aveva iniziato a borbottare imprecazioni non proprio finissime sul caratteraccio di Merida.
Uscirono dal vagone e seguirono la massa di studenti che si accalcava verso le porte. Quando finalmente uscirono Hicupp Merida e Rapunzel riconobbero l’uomo che urlava a squarciagola agli studenti del primo anno di seguirli. Aveva baffi biondi, un braccio mancante e una voce possente
:- Skracchio! Che ci fai qui?-:
Chiese Rapunzel sorpresa
:- Sono il guardiacaccia di Hogwarts, rispose l’uomo di fretta, ed ora con permesso dovrei portare voi del primo anno alla scuola : QUELLI DEL PRIMO ANNO CON ME! FORZA RAGAZZI MUOVETEVI!-:
Tutti i ragazzini del primo anno affluirono verso il guardiacaccia che una volta radunati li fece salire in barche dall’aspetto malandato. Dopo aver fatto un “bellissimo tour del lego Nero” secondo il parere di Skracchio, incluso un salutino alla piovra gigante che per poco non fece cadere in acqua la metà degli studenti, arrivarono finalmente alle porte di Hogwarts. Non appena Skracchio bussò tre volte la porta si spalancò, rivelando un uomo alto e magro, dall’insolito colorito grigiastro, coi capelli neri tirati indietro e strani occhi gialli, cosa che inquietarono non poco Jack. Per finire l’uomo teneva sottili occhiali da vista a forma di mezza luna, in bilico sul naso adunco. Il mago condusse i ragazzini in una saletta vuota, più o meno distante dalla Sala d’ingresso.
:- Sono il professore, nonché vicepreside, Kozmotis Pitchiner. Non appena avrò finito di illustrarvi come funziono le cose qui ad Hogwarts sarete condotti alla Sala Grande dove prenderete parte al banchetto d’inizio anno, ma prima verrete smistati nelle varie case. La cerimonia dello smistamento è un momento molto importante, perché per tutto il tempo che passerete ad Hogwarts la vostra casa sarà un po’ come la vostra seconda famiglia. Tutto quello che farete, dalle lezioni al tempo libero, persino il momento dedicato al sonno, lo farete con i vostri compagni di Casa. Le case di Hogwarts sono quattro, Grifondoro, Corvonero, Tassofrasso e Serpeverde, ciascuna con una propria storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim’ordine. Per tutta la durata dell’anno potrete aggiungere punti alla vostra casa  con i vostri successi o, in caso contrario, sottrarne con i vostri fiaschi.
Alla fine dell’anno la Casa che avrà totalizzato più punti vincerà la coppa delle case, il che è un grande onore. Mi auguro che ognuno di voi porti lustro alla vostra –:
L’insegnante scrutò i ragazzi uno per uno, come a voler captare ogni più piccola nullità, soffermandosi sugli occhi di Hiccup e Jack, scuotendo successivamente la testa
:- Vi lascio risistemarvi  al meglio, la cerimonia inizierà a breve. Buona permanenza ad Hogwarts:-
Detto questo il professore Pitchiner si allontanò dagli studenti facendo svolazzare la sua tunica nera.
 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


~~Jack sospirò di sollievo. Quel professore, quel Kozmotis Pitchiner, non gli piaceva per niente, anzi!
Per tutta la durata del discorso aveva sempre avuto la sensazione di essere osservato. Si avvicinò di più a Rapunzel ed Hiccup che ascoltavano, chi divertita chi annoiato, le paranoie di Merida sullo smistamento.
:- Che c’è? Per caso hai paura rossa?-:
aveva deciso di evitare per un po’ i nomignoli. Sapeva di essere sfacciato, ma infondo ci teneva all’altro occhio.
Merida fulminò Jack con lo sguardo
:- No, non ho paura-: ringhiò, arrossendo leggermente.
Jack soffocò una risata; quella ragazza diventava terribilmente esilarante se messa in imbarazzo
:- Si certo ed io sono la reincarnazione di Harry Potter-:
Merida prese un respiro profondo, non devo picchiare  Jack, si ripeteva mentalmente , non devo picchiare Jack…
:- Che c’è rossa? Il gatto ti ha mangiato la lingua-:
Merida prese un respiro più profondo, non devo picchiare Jack non devo picchiar… Ok forse potrei dargli un pugno, pensò Merida. Si stava già arrotolando le maniche della camicia quando Rapunzel, o meglio la voce di Rapunzel, la bloccò sul posto
:- Jack, al contrario di te Merida è abbastanza matura, quindi trovati qualcun altro con cui fare il bambino-:
Il ragazzo sembrò sorpreso, aprì e chiuse la bocca un paio di volte, sorpreso dalla risposta di Rapunzel. Fece per risponderle quando  qualcosa lo bloccò. Alle sue spalle alcuni ragazzi gridarono, mentre la ragazza accanto a lui spalancò la bocca facendo cadere il chewing gum sul pavimento.
Vide Merida sorridere meravigliata, Rapunzel formare una perfetta “ o’’ con le labbra ed Hiccup spalancare gli occhi sorpreso. Bè, pensò, in fondo hanno ragione, quando li vide per la prima volta ebbe la loro stessa reazione. Davanti a loro stavano fluttuando una decina di fantasmi, e altri ne stavano uscendo dalla parete in fondo alla stanza. Alcuni sembrava stessero discutendo, altri stavano semplicemente svolazzando. Dei fantasmi andarono a sbattere contro alcuni ragazzi, i quali furono piuttosto scossi. Notando lo sguardo interrogativo di Rapunzel Hiccup e Merida spiegò
:- Quando i fantasmi ti passano attraverso è come ricevere una secchiata d’acqua gelida-: Proprio nell’istante in cui i più spavaldi presero un po’di coraggio e iniziarono a conversare con alcuni fantasmi una voce severa li rimbeccò
:- Vi consiglio di lasciare in pace gli studenti, dopo lo smistamento potrete importunarli come vi pare-:
Il professor  Pitchiner li stava scrutando dall’alto in basso facendo scappare i pochi fantasmi rimasti.
Dopo aver ordinato agli studenti di mettersi in fila condusse gli allievi del primo anno nella Sala Grande.
La stanza era illuminata da centinaia, no migliaia secondo Jack, di candele sospese a mezz’aria sopra quattro lunghi tavoli dove centinaia di occhi li scrutavano curiosi. Il mago sistemò uno sgabello prendendo in mano un vecchio cappello nero cha adagiò su di esso.
Jack fissò il cappello. Sapeva cosa sarebbe successo, sua madre glielo raccontava sempre, ma assistere di persona alla filastrocca del cappello parlante di persona sarebbe stata una cosa incredibile.
Il vecchio indumento lentamente iniziò a muoversi e poi… Un urlo proveniente dal cappello attirò ancora di più l’attenzione dei presenti
:- Ma bene… Nuovi studenti da smistare…-:
Molti primini spalancarono gli occhi increduli: il cappello aveva parlato! Ed ora li stava fissando con i suoi occhi di stoffa
:- Forse pensate che non son bello
 ma non giudicate da quel che vedete
 io ve lo giuro che mi scappello
 se uno più bello ne troverete.
 Potete tenervi le vostre bombette
 i vostri cilindri lucidi e alteri,
 son io quello che al posto vi mette
 e al mio confronti gli altri son zeri.
 Non c’è pensiero che nascondiate
 che il mio potere non sappia vedere
 quindi indossatemi ed ascoltate
 qual è la casa in cui rimanere.
 E’ forse Grifondoro la vostra via,
 culla dei coraggiosi di cuore:
 audacia, fegato, cavalleria
 fan di quel luogo uno splendore.
 O forse è Tassofrasso la vostra vita
 dove chi alberga è giusto e leale:
 qui la pazienza regna infinita
 e il duro lavoro non è innaturale.
 Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
 se siete svegli e pronti di mente,
 ragione e sapienza qui trovan linguaggio
 che si confà a simile gente.
 O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
 voi troverete gli amici migliori
 quei tipi astuti e affatto babbei
 che qui raggiungono fini ed onori!
 Venite dunque senza paure
 e mettetemi in capo all’istante
 con me sarete in mani sicure
 perché io sono un Cappello Parlante! -:
Pitchiner fece per prendere il cappello dall’ estremità quando questi si divincolò lasciando gli insegnanti e i vari studenti perplessi.
:- Aspettate, non ho ancora finito,
quattro spiriti affini si riuniranno
prendendo le veci di chi un tempo
si furon separati…
Su Hogwarts sinistro calerà
 un grande pericolo, un cupo nemico
 l’assedia da fuori, pericolo antico.
 Uniti e compatti resister dovremo
 se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo.
 Io qui ve l’ho detto, avvertiti vi ho…
e lo Smistamento or comincerò…-:

 

 

Angolo di una pseudo-autrice
Ehm… Salve popolo efpiano coma va?
Ok speravo di postare il capitolo ieri, ma a quanto pare io e il tempo non andiamo per
niente d’accordo. So che il capitolo è breve e per questo spero di riuscire a postare il prossimo al massimo questo pomeriggio. La filastrocca del cappello parlante è la stessa che recita al primo anno di Harry con una piccola aggiunta di quella recitata al quinto anno. Vi giuro ho provato a scriverla  da sola, ma come vale per il tempo, io e la poesia non andiamo molto d’accordo.
Vi sarei grata se lasciasse una recensione (anche perché ci sono cuccioli di pandacorno alato da regalare)
Saluti
-Sunny

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


~~
Nella Sala Grande scoppiò il caos. Studenti che urlavano e insegnanti che cercavano di calmarli inutilmente. Perfino il professor Pitchiner aveva abbandonato il suo cipiglio severo e, balbettando
leggermente, cercava di calmare il tavolo di Corvonero. Il preside che era rimasto a guardare fino a quel momento si alzò di scatto battendo furiosamente le mani sul tavolo
:- SILENZIO-: urlò.
Tutti gli studenti e gli insegnanti si zittirono di colpo.
:- Calmatevi! Qui nessuno è in pericolo!-:
Passarono alcuni minuti di silenzio, in cui il preside Nicholas Nord, fissò uno per uno tutti gli allievi
e gli insegnanti presenti. Dopo un po’ sul suo volto comparve un sorriso :- Ed ora gradirei che questi piccoli studenti vengano smistatati. Professor Pitchiner?-:
:- Oh, si certo preside Nord-: disse in tono distratto l’insegnante. Poi con un colpo di bacchetta fece comparire una lunga lista. Si schiarì la voce con un colpo di tosse e iniziò a recitare i nomi scandendo bene ogni singola sillaba
:- Ahmed Mowgli-:
Un ragazzino magrolino dai lineamenti indiani camminò a passo spedito verso lo sgabello. Una volta seduto Pitchiner gli mise in testa il cappello. Questi sembrò esitare, ma dopo un po’ urlò a squarciagola :- GRIFONDORO-: e l’omonimo tavolo scoppiò in urla di gioia.
:- Andrews Ella-:
una ragazzina magrolina fece capolino dal fiume di studenti. Era abbastanza alta per la sua età e con i capelli biondi e il viso apparentemente privo d’imperfezioni sembrava una barbie in carne de ossa
:- TASSOFRASSO-: urlò il cappello non appena fu messo in testa alla ragazza.
:- Bell Tinker-:
:- GRIFONDORO-: urlò il cappello senza ombra di dubbio
:- Corona Rapunzel-:
Rapunzel si sentì mancare. Migliaia di occhi puntarono la figura minuta della ragazza. Con estrema lentezza iniziò a muoversi. Un passo, un altro passo… Presto si trovò davanti allo sgabello. Girò la testa nervosa. Subito tra quella marea di studenti riconobbe gli occhi di Merida. La ragazza mimò con la bocca “ vai avanti” e subito si sentì più sicura. La rossa era stata la sua prima vera amica e vederla le infondeva sicurezza. Si girò di nuovo verso lo sgabello dove lì accanto il professore la fissava con un sopracciglio alzato. Si sedette e si lasciò poggiare il cappello sul capo. Il cappello era grande e le copriva quasi tutto il viso.
:- Oh… Ma che personcina interessante abbiamo qui!-:
La voce del cappello la riscosse
:- Non preoccuparti… Mhm… Sai piccola Corona, hai davvero un bel cervelletto e la creatività di sicuro non manca… Potrei smistarti in Corvonero, oppure in Tassofrasso… Sei molto laboriosa e paziente, ma… qualcosa me lo impedisce, non vedevo un cervello come il tuo dai tempi dei fondatori, strano, molto stano... Nelle tue vene scorre un grande potere, fa’ attenzione … I pericoli son tanti, ma con i tuoi amici potrai superarli, ricorda... Non fidarti di nessuno… CORVONERO! -:
Rapunzel non capiva. Di quale potere parlava? Quali erano i pericoli? E gli amici? Si riferiva ad Hiccup Merida e Jack? Barcollando leggermente si avviò verso il tavolo della sua casa, che intanto era scoppiato in un’ enorme applauso.
Tum, tum… Merida cercava di controllare i propri battiti cardiaci. Anche se da fuori sembrava calma, dentro era completamente incontrollata. Il cuore sembrava voler fuoriuscire dal petto, la testa le giravafino e la schiena incominciava a dolerle. Lanciò uno sguardo a Rapunzel al tavolo dei Corvonero. Merida non si considerava un pozzo di scienza e la sua creatività lasciava a desiderare. Non sarebbero mai finite nella stessa casa. Vide Jack mordersi il labbro nervoso dietro di lei ed Hiccup affondare così violentemente le mani nelle tasche della tunica che sembrava volesse sprofondarci. Sentì il professore scandire per bene il suo nome e allora sarebbe volentieri sprofondata lei al posto di Hiccup. Come un’ automa si mosse e con rapidità si sedette sullo sgabello
:- Oh… ma come siamo tesi qui… No, non preoccuparti Merida, sono solo il cappello parlante e… no non sono qui per farti la psicoanalisi-:
Merida sbuffò
:- Mhm… Stano, molto strano…In tutti questi anni non ho… Non ho mai visto una personcina così… Così simile a lui… Sei molto irascibile, ma hai… Coraggio da vendere… Ecco saresti perfetta a Grifondoro…  Se solo ci fosse ancora… A lui avrebbe fatto piacere conoscere una persona così simile a lui… GRIFONDORO!-:
Il signor Pitchiner intanto continuò ad elencare. Hiccup iniziava ad annoiarsi, così per passare il tempo prese la figurina di Remus J. Lupin e iniziò a farla saltare da una mano all’altra. Dopo il quarto passaggio la figurina gli scivolò dalle mani finendo per terra. Fece per raccoglierla, quando uno spiffero di vento la fece volare più in là, finendo ai piedi di una ragazza che la raccolse subito. Hiccup sapeva perfettamente chi era quella ragazza: Astrid Hofferson, coraggiosa, asso nel quiddich già ad undici anni e sua vicina di casa, niente di meno che la ragazza per cui aveva una cotta pazzesca dall’età di otto anni. Astrid notò Hiccup che la fissava e allora gli si avvicinò
:- Hey Haddok, gli sussurrò il più piano possibile, ti è caduta la figurina, e ti consiglio di sembrare meno babbeo, con quell’occhio…-:
Hiccup prese la figurina, poi provò ad articolare una frase sensata, ma lasciò subito perdere per via della voce del professor Pitchiner che lo chiamava
:- Haddok Hiccup? C’è il signor Haddok?-:
correndo leggermente Hiccup si avvicinò allo sgabello. Il signor Pitchiner gli guardò l’occhio, poi la figurina ancora stretta tra le dita. Il ragazzino girò di aver sentito il professore sussurrare qualcosa di simile a “ stupidi mocciosetti” prima di infilargli il cappello.
:- Certo deve essere dura portare un cognome così, eh piccolo Haddok?-:
:- Puoi dirlo forte, rispose Hiccup, eh aspetta cosa? Con chi sto parlando?-:
il cappello ridacchiò :- Ma con me, il cappello parlante… Hum… Vediamo un po’ questo cervellino… Ah… Gran lavoratore, intelligente, paziente, leale e anche leggermente ingenuo-:
:- EHY!-: pensò Hiccup imbarazzato
:- Tranquillo, tranquillo… Uhm… Sai come la tua amichetta, la biondina Corvonero, tu… hai un dono speciale... Mi raccomando, non farti mai, dico mai, condizionare dagli altri… TASSOFRASSO!-:
 Jack non riusciva a smettere di mordersi il labbro. Quel viziaccio l’aveva ereditato da suo padre, eh suo padre… Se ne era andato... Solo sentire il suo nome gli provocava una rabbia immensa…
:-Frost Jack-:
Sentì gli occhi del professore puntarlo. Con calma innaturale attraversò il lasso di strada che lo divideva e si lasciò infilare il cappello in testa. Sentì la voce del cappello e si lasciò analizzare senza problemi e dopo poco venne smistato in Serpeverde. Non appena l’ultima ragazza venne smistata, una certa Leika Tomago*, una ragazza dai tratti asiatici e sempre con una gomma da masticare in bocca, il banchetto finalmente ebbe inizio. Tutto sembrava procedere magnificamente, ma al tavolo dei professori non si respirava la stessa aria allegra che tutti gli studenti stavano provando.
Dopo aver bevuto un bel sorso dal suo calice d’oro, il preside Nord si rivolse a Pitchiner, che nel frattempo si era seduto sulla sedia alla sinistra del preside
:- Avete sentito l’avvertimento del cappello professor Pitchiner?-:
L’interpellato smise di tagliare la propria bistecca
:- Come potevo non sentirlo, disse tenendo gli occhi bassi, devo chiamare gli altri?-:
Il preside si versò un’abbondante porzione di carote all’olio 
:- Si, bisogna chiamare gli altri Pitch sta arrivando-:

 

Angolo rinfrescato di Sunny
Heilà, come va?  Ecco credo dovervi alcune spiegazioni: credo che il nome “Leika” non vi dica niente, il cognome Tomago credo che sia familiari ad alcuni. Per chi non lo sapesse l’ultima ragazza ad essere smistata  è Gogo Tomago direttamente dal film Big hero 6. Per quanto riguarda l’ultima parte, il professor Pitchiner e Pitch Black non sono la stessa persona ma *spoiler*
Bene ora vado a guardare i Simpson , Buon Ferragosto
-Sunny 

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