The trap of destiny.

di Ade_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il villaggio sperduto. ***
Capitolo 2: *** La ragazza senza nome. ***
Capitolo 3: *** Progressi... oppure no? ***



Capitolo 1
*** Il villaggio sperduto. ***


Il villaggio sperduto.

[I personaggi citati in questa Fanfiction non appartengono a me, ma a Mashima-sensei.
Chiedo quindi perdono se, per errore, cambierò il loro carattere.]
[Buona lettura.]

 

Quella mattina il team Natsu aveva trovato sulla bacheca della gilda un annuncio dalla prima occhiata molto sbrigativo e, per loro fortuna, ben pagato.
Lucy prese parola, entusiasta per la prima volta all’idea di partire per un lavoro con i due stolti che l’avrebbero messa di sicuro in situazioni pericolose, “Che fortuita coincidenza! Questa bella ricompensa è capitata al momento giusto, dato che questo mese l’affitto sarà più salato del solito.” Evitò di aggiungere che la colpa era dell’amico che aveva accidentalmente distrutto l’ingresso dell’edificio.
Natsu si allargò in un grande sorriso, “Perfetto, allora partiamo dopo pranzo… vorrà dire che ne approfitterò per una bella mangiata!”, esclamò allontanandosi.
“Aye, sir!” lo seguì Happy.
Lucy prese la richiesta e la portò a Mirajane che non aspettò un secondo per chiederle il motivo della sua allegria.
“Non lo so, forse perché stanotte ho dormito benissimo. Era da tanto che non dormivo sulla poltrona, ovviamente per colpa di Natsu che mi fa sempre soffocare dal caldo; poi, dopo un bel bagno caldo, sono uscita senza trovare nessuno e mi sono preparata in santa pace, poi- “.
“Molto interessante, Lucy, ma non ci tengo a sapere i dettagli della tua giornata fino ad ora” la interruppe Cana con un sorrisino divertito. Lucy le rispose con la lingua e raggiunse le altre amiche sedute intorno a un piatto di panini.
“Abbiamo appena sentito sbraitare Natsu qualcosa riguardo una vostra missione, state partendo?” chiese Levy.
“Più tardi” sorrise Lucy.
“Cosa dice la richiesta?” domandò curiosa Juvia.
 

Quando riuscì a trovare una via di fuga alzò le braccia al cielo, finalmente libera.
Appena raggiunto l’ultima coppia di alberi intravide una figura, o meglio, una donna dal fisico slanciato e asciutto.
La donna la fissava con un innocente sorrisino che avrebbe fatto rabbrividire pure un cadavere.
“S-Salve.”
 

“E’ molto semplice come lavoro. Dobbiamo recarci in un paesino a nord, molto a nord, di Hargeon. Ci sarà molto da camminare dato che quell’idiota non vorrà sentire parlare di arrivarci con i mezzi.” sospirò, “Arrivate in questo posto dovremo fare visita a un vecchietto che a quanto pare non trova più la figlia e la dovremo ritrovare.”
 

“Piacere di conoscerla, Lucy Heartfilia” prese parola la sconosciuta.
Lucy saltò sul posto, sorpresa e compiaciuta che la sua fama la precedesse pure in un bosco sperduto. Ma pensandoci qualche secondo in più pensò fosse più plausibile che quella donna non fosse una sua fan e, con timore, si allontanò di qualche passo.
“A quanto vedo già mi conosce, ma io non so chi sia lei.”
“Oh, la prego, mi dia del tu” la interruppe l’educata sconosciuta.
“Anche te, allora. Posso sapere chi sei?” chiese Lucy. Nonostante l’aspetto e il carattere apparentemente innocente della donna che continuava a fissarla sorridente, non riusciva a sentirsi tranquilla.
 

Lucy! Sono pronto, partiamo!” la voce di Natsu la destò dalle chiacchiere con le amiche e, dopo averle salutate, raggiunse i due nakama.
Usciti dalla gilda il gatto blu volante iniziò, come suo solito, a punzecchiare la bionda sotto lo sguardo divertito di Natsu.
“Maledetto gattaccio, chiudi il becco!” lo fulminò con lo sguardo, ma lui ignorò la furia che piano piano prendeva il posto dell’allegria di poco prima.
“Nonostante io abbia le ali non sono un uccello, ma un gatto! Aye” controbatté Happy con un grande sorriso beffardo. Il pugno di Lucy arrivò veloce e preciso, facendo spiaccicare il muso del gatto al terreno.
“Natsu, ti prego! Possiamo prendere la macchina per arrivare al villaggio? E dai, non ho intenzione di camminare!” esclamò la bionda gonfiando le guance.
 

“Il mio nome non ha nessuna importanza, signorina Heartfilia. L’unica cosa che davvero importa qui è quello che sto per dirle, quindi ascolti molto bene le mie parole”.
Lucy cercò di ricordarle il tu, ma l’altra liquidò la sua interruzione scostando una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro le spalle.
“Lucy Heartfilia: figlia di Layla e Jude Heartfilia, membro della gilda di Fairy Tail. Per sette anni abbiamo perso le sue tracce, per altri due non abbiamo più avuto notizie né di lei né della sua gilda, ma finalmente ora l’abbiamo ritrovata.”
 

Il team Natsu era finalmente arrivato al luogo dell’incontro –a piedi- ed aveva raggiunto l’abitazione del loro cliente –sempre a piedi-. Durante il cammino Lucy non si era risparmiata né uno sbuffo, né una maledizione contro il ragazzo che l’aveva costretta a camminare così a lungo.
Il vecchietto del villaggio raccontò ai ragazzi –e al gatto- quando aveva visto la figlia l’ultima volta, cosa si erano detto nel loro ultimo loro discorso ecc.. Insomma, quello che serve agli investigatori per ritrovare la ragazza, anche se quegli idioti erano tutt’altro che investigatori.
 “Vi prego, ritrovate mia figlia!” esclamò infine tra le lacrime. Questo bastò ad animare gli animi dei maghi che, senza esitare un secondo, promisero al vecchio che gli avrebbero sicuramente riportato la figlia sperduta e che non doveva preoccuparsi di nulla perché, come tutti sanno, i maghi di Fairy Tail mantengono sempre le promesse.
Nessuno notò la scintilla malefica negli occhi dell’anziano mentre i ragazzi uscivano dalla sua abitazione per setacciare ogni millimetro del villaggio.
 

“… Il mio compito è quello di mettere fine alla sua esistenza, First Fairy.”



Angolo autrice.
Una nuova Fanfiction è nata dalla mia malandata mente, questa volta è seria come la mia voglia di terminarla.
Non ho niente da dire, spero vi sia piaciuta e, se è stato così, vi invito a lasciarmi una piccola recensione. :*
Adele.

 

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Capitolo 2
*** La ragazza senza nome. ***


La ragazza senza nome.


Arrivati al bosco vicino al villaggio dove li aveva condotti la richiesta, Natsu aveva perso di vista Lucy. Si era girato un secondo per rispondere ad Happy e quando era tornato a fissare la compagna era sparita. Puff. Nel nulla. Velocemente come quando qualcuno gli serve un cosciotto.
Allarmato, si era addentrato nel bosco alla ricerca non solo della figlia del vecchietto, ma anche della compagna.
“Happy, tu guarda dall’alto!” subito il gattino fece ricorso alla sua magia facendosi spuntare le sue amate ali bianche e spiccò il volo.
“Allora?” lo richiamò il rosato.
“Vedo qualcosa, ma non riesco a capire cosa sia… sembra una persona” rispose il gatto. Scese ed afferrò il nakama per le spalle, sollevandolo dal terreno. Volò fino all’altezza giusta da permettergli di scorgere l’uscita tra tutti quegli alberi.
Natsu aguzzò e approfittò ulteriormente della sua vista sviluppata. “Scendi, andiamo a vedere.”
In qualche minuto scesero a terra con molta cautela per evitare di essere visti in caso si trattasse di un nemico. Finalmente giunti a terra si lasciarono sfuggire un respiro di sollievo nel constatare che la persona che Happy aveva avvistato dall’alto non era altri che Lucy. Ma il respiro gli si mozzò in gola quando la videro cadere al suolo.
I due si fiondarono verso di lei e la misero in posizione supina, chiamandola a gran voce.
“Portiamola subito alla gilda, la missione è annullata.” Asserì risoluto Natsu dopo aver preso in spalle la compagna svenuta.
Happy spalancò gli occhi, sorpreso “Ma Natsu, avevamo promesso al vecchietto di ritrovare la figlia!” Non era mai successo che dei maghi di Fairy Tail non portassero a termine una missione, soprattutto se si trattava del team Natsu.
Quest’ultimo non fece in tempo a controbattere per colpa dell’inconfondibile rumore di rami spezzati che sentì provenire dal bosco alle loro spalle. Annusò l’aria e, con una smorfia, constatò che quell’odore fosse molto familiare.
“Non credo ci sia bisogno, Happy.” Mormorò con aria seria, confondendo l’inseparabile compagno.
Da dietro un albero nel punto che aveva attirato l’attenzione del mago sbucò nessun altri che il vecchietto della richiesta.
Happy assunse una posa scandalizzata, in pieno stile Munch. “Che ci fa il vecchietto qui?!”
Il signore alzò il bastone che gli permetteva di reggersi in piedi e cominciò a tagliare l’aria con esso, “A chi hai dato del vecchio, gattaccio!” eruttò con una vistosa vena pulsante sulla testa pelata. Prese un profondo respiro e, notando la bionda sostenuta dal ragazzo troppo entusiasta per i suoi gusti, non poté fare a meno di sorridere compiaciuto. “Vedo che il nostro piano ha funzionato alla perfezione.”
Il mago lo fulminò con lo sguardo, “Che intendi dire?!” urlò, e dalla sua voce si capiva perfettamente la rabbia che stava tentando di contenere.
Il loro nuovo nemico scosse la testa senza smettere di sorridere.
Natsu di solito agiva d’impulso, ma in quel momento si trovò a dover decidere se seguire il suo motto di vita oppure il buon senso. Nonostante il suo istinto gli continuasse a gridare di avventarsi contro il nemico e riempirlo di pugni fino a che non avesse sputato il rospo, la sua mente gli ricordò che sulle sue spalle si trovava Lucy, senza sensi e bisognosa di aiuto. Optò di seguire la sua mente e reprimere la sua furia omicida, ma si appuntò bene l’aspetto e l’odore del vecchietto, in quanto dopo aver portato l’amica alla gilda, sarebbe subito partito alla sua ricerca.
Abbassò lo sguardo verso Happy che si era attaccato ai suoi pantaloni. Con uno sguardo d’intesa il gatto prese il volo, sorreggendo anche Lucy, seguito da Natsu via terra.
 
Wendy stava chiacchierando con Carla quando il portone della gilda si spalancò e subito dopo tutti si raggrupparono intorno al team Natsu appena rientrato dalla loro missione.
“Che è successo, Natsu-san?” domandò subito intimorita notando le condizioni di Lucy. In quanto medico era suo compito occuparsi dei feriti.
“Non lo sappiamo, l’abbiamo trovata già svenuta” rispose l’interpellato dopo averla posata a terra con molta poca grazia.
Subito Erza lo ribeccò, “Cosa fai, idiota?!”
“Magari con una piccola botta si riprende!” esclamò con un’alzata di spalle.
Cana sospirò, “Sei senza speranza! Sarà meglio portarla in infermeria!”  
Elfman si fece subito avanti, “Questo è un lavoro da uomini!” esclamò sollevando la ragazza come fosse una piuma.
“Ma la delicatezza in questa gilda è diventata un optional?!” sbuffò esasperata Titania, trattenendosi dal malmenare i rozzi nakama.
Quando il mago del Take Over fece sdraiare Lucy su uno dei lettini a disposizione dei feriti, Wendy si precipitò a controllare le sue condizioni. Tastò il polso e avvicinò l’orecchio alla bocca per verificare se il respiro e il battito fossero regolari. Con un sospiro di sollievo informò gli amici che non sembrava essere grave e che gli sarebbe bastato riposare.
Natsu attirò l'attenzione degli amici scricchiolando le ossa delle mani, “Bene, allora! Io devo occuparmi del tizio che le ha fatto questo!”
“Che intendi dire?” chiese Erza, allarmata dalla sua esclamazione. Non avrebbe mai pensato che una missione semplice come il ritrovamento di una ragazza potesse mettere in pericolo Lucy e in quanto nuovo Master si sentiva in colpa per non aver protetto la compagna. Non pensava che ricoprire quel compito fosse così faticoso: a ogni sbaglio che i membri commettevano, la colpa inevitabilmente cadeva su lei. Mentre se gli succedeva qualcosa di brutto, non riusciva a contenere i sensi di colpa per non essere riuscita a proteggerli.
Nella stanza fece capolino Happy, svolazzando, “Quando abbiamo trovato Lucy, dietro un albero è uscito il vecchietto che ci aveva richiesto aiuto! Era molto inquietante, non sembrava lo stesso vecchietto che abbiamo visto la prima volta!”
“Siete sicuri che si trattasse della stessa persona? Si fece sentire per la prima volta Carla, con la sua classica aria indifferente.
“Al 100%! Aye!”
La piccola Dragon Slayer dell’Aria trovò il coraggio di imporre il suo parere medico, “Ora è comunque meglio lasciar riposare Lucy, spostiamoci di là, per favore.”
 
I maghi si accomodarono attorno a uno dei grandi tavoli nell’ingresso, attirando l’attenzione anche di chi non li aveva raggiunti nell’infermeria.
“Cosa è successo a Lu-chan?” chiese Levy, preoccupata per la sua migliore amica.
“Non ho notato nessuna ferita o lesione grave, riposando dovrebbe rimettersi!” le rispose sorridendo Wendy, sollevando gli animi di tutti.
“E ora?” chiese timidamente Juvia. Era sicura che, chiunque avesse fatto del male alla loro nakama, non l’avrebbe passata liscia contro i maghi di Fairy Tail.
Natsu subito ribadì il fatto di andare alla ricerca del vecchio e occuparsi di lui con le maniere forti.
“Non sarebbe meglio agire con un piano?”
“Dovremmo anche aspettare gli altri.” Intervenne la voce di Lisanna, riferendosi ai numerosi compagni assenti per colpa delle continue missioni che affollavano in quel periodo la gilda.
“Sia Levy che Lisanna hanno ragione. Dico inoltre di pazientare il risveglio di Lucy, potrà darci qualche informazione in più.” Mise fine alla conversazione il Master, ignorando bellamente le proteste dei compagni più spericolati.
 
Natsu passeggiava avanti e indietro lungo il corridoio della gilda, decisamente infastidito, “Tsk, ora che è il nuovo Mater Erza si è decisamente montata la testa. Non è giusto che ci comandi così!” sbottò accigliato.
Happy intervenne con la sua solita pazienza nei confronti dell’amico, “E’ la rabbia che ti fa dire queste cose ed è ancora la rabbia che non ti fa accorgere che Erza ci ha risparmiato una figuraccia con tutti gli altri nel caso non fossimo riusciti a sconfiggere il nemico. Dopo tutto noi non sappiamo praticamente nulla su chi ha attaccato Lucy.”
Adorava come a volte –o sempre- Happy ricoprisse il ruolo della sua voce della ragione, anche perché nella sua mente solo in rare occasioni essa si faceva viva. E adorava ancora di più quando quest’ultima ricopriva il suo effettivo ruolo quando in ballo si trovavano i suoi nakama o –ancora meglio- Lucy. Lo faceva sentire importante e apprezzato e poi, una volta portato a termine il compito, l’amica lo ripagava facendolo dormire nel suo letto senza tante storie. E lui adorava dormire nel suo letto.
“E poi non è affatto vero che si è montata la testa: è sempre stata autoritaria e ci ha sempre comandato a bacchetta quando si presentava un pericolo!” continuò con aria da saputello.
Il Dragon Slayer rispose con un grugnito, non riuscendo a concedergli la vittoria.
Dopo altri innumerevoli metri percorsi in quel piccolo corridoio, decise di addentrarsi nella stanza dell’infermeria.
Lucy era distesa nel lettino più distante dell’entrata e per raggiungerla fu costretto a fare lo slalom tra i vari giacigli.
Arrivato a quello dell’amica si sedette sopra quello posizionato al suo fianco, senza staccare gli occhi dai suoi serrati, sempre accompagnato da Happy. Si lasciò sfuggire un sospiro, maledicendo per l’ennesima volta Titania che non gli aveva permesso di vendicarla.
“Quando si sveglierà?” domandò Happy rattristandosi alla vista del viso pallido di Lucy.
Wendy entrò nella stanza e, facendo prendere un infarto ai due, rispose al quesito del gatto, “Non possiamo saperlo con certezza, vorrei tanto esservi più d’aiuto, ma non capisco cosa le abbiano fatto.”
Carla, al suo fianco, le rivolse uno sguardo comprensivo, capendo perfettamente cosa stesse provando la turchina.
Happy, invece, non capì che quello fosse il momento adatto per tacere e iniziò a svolazzare per la stanza, incurante della ragazza che stava dormendo. “Secondo me se le diciamo qualcosa mentre dorme o la colpiamo sulla testa, si sveglia!” esclamò cacciando ogni traccia del maestrino precedente.
“Happy! L’avevo detto io! Forza, facciamo baccano!” esclamò Natsu, infuocandosi. Letteralmente.
Wendy saltò sul posto, allarmata. Cercò di fermare quegli squilibrati, ma ormai era troppo tardi. I due aveva già iniziato a saltare sui letti, sugli armadietti, facendo un rumore tremendo, ridendo come degli indemoniati.
Il fracasso creato dalla infermeria fece accorrere i membri della gilda.
“Che succede qui?!” si allarmò Erza, vedendo il trambusto nella spaziosa stanza. Quando constatò che i danni erano stati causati da Natsu ed Happy non perse tempo a cominciare a rincorrerli, minacciandoli di morte.
“Fermatevi!” ululò la rossa trovandosi ad un passo dal lettino della maga degli Spiriti Stellari miracolosamente ancora addormentata. O forse sfortunatamente. Ma Natsu non fece in tempo a bloccarsi che finì addosso a Titania, la quale perse l’equilibrio e cadde sopra Lucy.
“Lucy!” esclamarono in coro i maghi che erano rimasti a osservare la scena sbigottiti.
Erza balzò immediatamente in piedi resasi conto del danno causato, spazzando inevitabilmente via il Dragon Slayer.
Wendy accorse a controllare lo stato della maga ferita, seguita dagli altri, ma rimasero tutti senza parole nel vedere la ragazza strizzare gli occhi, segno che si stava svegliando.
La prima fece segno ai maghi di mantenere una certa distanza in modo da non far spaventare Lucy, ma nessuno mosse un passo. L’unico fu Natsu che, senza molta fatica, si era fatto spazio tra i nakama per raggiungere la prima fila per assistere meglio al suo risveglio.
Lucy aprì finalmente gli occhi.
“Lucy! Ti sei sveglia!” esultò Happy, volando ad abbracciarla, tra i respiri di sollievo e gli schiamazzi allegri dei compagni. Ma subito Happy capì che c’era qualcosa che non andava: Lucy non aveva risposto al suo segno d’affetto e neppure alle domande degli altri. Alzando il muso vide pienamente la confusione e la paura nel suo sguardo del color del cioccolato. Con timore la chiamò, ma lei non lo degnò di uno sguardo.
“Ragazzi, fate silenzio!” tuonò Erza, notando anche lei che la ragazza avesse qualcosa di strano. “Lucy, ti senti bene?” chiese poi, con uno di quegli adorabili sorrisi che molto raramente le increspavano le labbra.
Lucy scosse piano la testa. Da quando aveva aperto gli occhi si era trovata davanti i faccioni di una decina di ragazzi, a lei sconosciuti e dire che si sentita totalmente spaesata, era dire poco.
“Sarà solo stanca!” esclamò con un grande sorriso Natsu, felice che la compagna di team si fosse risvegliata. E per la sua mente bacata il merito non era di altri se non suo. Se avesse espresso questo pensiero ad alta voce di sicuro Erza lo avrebbe come minimo ucciso.
“Ha dormito due ore di fila, non penso sia possibile!” si espresse Cana, arrivata alla stessa conclusione che ormai tutti avevano compreso. Tutti, tranne l’idiota della gilda, ovviamente.
“Be’, Lucy è strana, chi la capisce!” continuò appunto, senza abbandonare l’espressione sollevata e divertita che lo accomunava.
“Forse è meglio tacere, Natsu.” Mormorò esasperata Lisanna.
Levy prese parola, “C-Credo che Lu-chan abbia… abbia perso la memoria!” esclamò con due grandi lacrimoni agli angoli degli occhioni nocciola, trattenuti con fatica.
“Che intendi dire?!”
“Natsu, stai calmo, insomma! E’ una situazione grave!” lo rimproverò severamente Titania, sfoggiando la fermezza che la distingueva sempre nei momenti più tragici. “Non è il momento di scherzare…” continuò tornando a guardare Lucy, o meglio, la ragazza che non rispondeva più al proprio nome. 



Angolo autrice.
Ecco anche il secondo capitolo! Per i miei standard l'aggiornamente è stato velocissimo, non so voi :3 
Sì, lo so che è un classico la perdita dei ricordi, ma vi assicuro che molte cose stanno per accadere ;)
Ringrazio le due adorabili ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite <3
Scusate se sono presenti errori, ma sono sicura che qualcosa mi sia sfuggito nella rilettura!
Adele.

 

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Capitolo 3
*** Progressi... oppure no? ***


Progressi... oppure no?


Il portone di Fairy Tail si spalancò la seconda volta in quel giorno e nella grande struttura fecero il loro ingresso Gajeel, affiancato dal compagno di avventure Phanter Lily, e Gray.
Quest’ultimo si guardò intorno, non scorgendo nessuno nella grande stanza, “Be’? Dove sono tutti?”
In quel momento Mirajane sbucò dal corridoio della gilda con un’espressione a dir poco preoccupata.
“Mira! Che succede qui?” chiese ancora Gray. Era abituato allo scompiglio e al fracasso in quella gilda e vederla così silenziosa e disabitata lo metteva veramente a disagio.
“Si tratta di Lucy, è tornata ferita dalla missione con gli altri.”
Gajeel aguzzò le orecchie e grazie al suo udito riuscì a sentire delle leggere voci provenire dall’infermeria, “La Bunny Girl ha ancora combinato qualche casino?” ghignò. Nel frattempo anche Levy era apparsa nell’ingresso e si era accomodata a uno degli sgabelli del balcone. Sbuffò solo, senza dire niente, infastidita dal comportamento del moro.
“Juvia!” esclamò Gray, vedendo del liquido simile all’acqua scendere dagli scalini che portavano al corridoio, pronto a darsela a gambe. Ma non fece in tempo a muovere un passo che nella frazione di pochi secondi l’interpellata si fece viva e saltò addosso al ragazzo, tra le lacrime.
“G-Gray-sama! L-Lucy-san… mi spiace così tanto per lei!” balbettò tra un singhiozzo e un altro.
Lily, intimorito dalle reazioni delle compagne, domandò ancora cosa fosse successo.
“Lucy ha perso la memoria.” Rispose con lo sguardo basso Mirajane.
Il mago del ghiaccio e il gatto rimasero spiazzati dalla sua risposta. Il primo non riuscì a esprimere il suo stupore o a fare l’ennesima domanda alle maghe che Juvia lo trascinò nell’infermeria.
 
Vedendolo entrare Erza gli rivolse un cenno con capo come saluto, ma non si alzò dalla sua postazione. Anche Natsu fece lo stesso, ma lui non alzò lo sguardo dal lettino che le teste dei compagni non gli permettevano di vedere.
Quando riuscì a sganciarsi dalla ferrea presa di Juvia si avvicinò maggiormente. Rimase paralizzato quando la ragazza dagli inconfondibili capelli biondi gli rivolse un’occhiata distante, priva di emozioni. In quegli occhi non riconobbe nulla della compagna con cui aveva passato tante, troppe, avventure. Cercò di reggere il suo sguardo indagatorio il più a lungo possibile, fino a quando Erza si alzò in piedi e prese il mago in disparte per raccontargli tutto, pedinati inevitabilmente dalla maga dell’acqua.
 
“Te la senti di dirci qualcosa?” chiese Wendy. Si sentiva tremendamente in colpa per non essere riuscita a capire subito cosa fosse successo all’amica, nonostante fosse praticamente impossibile riuscire a capirlo controllando solo le condizioni fisiche. Se avesse usato la sua magia ci sarebbe di sicuro arrivata, ma non l’aveva ritenuto necessario dato l’assenza di ferite.
Lucy annuì. Nella sua mente non c’era niente, assolutamente nulla. Solo delle numerosi vocine le affollavano la mente. Queste la invadevano di domande ed esclamazioni riguardo le persone che l’accerchiavano e altrettante a proposito del perché si trovava in quella situazione. In un momento di lucidità era riuscita a calmarsi dallo scompiglio iniziale e aveva prestato quel minimo di attenzione che le era rimasta per ascoltare le parole di quei ragazzi.
Aveva annuito alla richiesta della ragazzina che le infondeva una vaga calma, anche se molto probabilmente non sarebbe riuscita a rispondere alle loro domande.
“Come ti chiami?” spostò lo sguardo verso una ragazza dai corti capelli bianchi che la fissava con visibile preoccupazione. La rendeva un poco serena sapere che quelle persone erano così interessate e soprattutto preoccupate per lei.
“Be’” sussultò al suono della propria voce, “voi continuate a chiamarmi Lucy, quindi…” cercò di fingere un sorrisino, ma dall’espressione del ragazzo al suo fianco, capì che quella sul suo viso sembrava più una smorfia. Il ragazzo in questione era serio in volto e continuava a fissarla intensamente, cosa che la metteva leggermente in soggezione. Ma in un angolo remoto della sua mente una vocina spiccava sulle altre: continuava a ripeterle che non doveva spaventarsi, di rispondere ai loro quesiti e di non mostrarsi debole, perché non c’era cosa che più odiava. Quella vocina le continuava a suggerire cosa fare e cosa provare. E in quel momento non se la sentiva di restarsene zitta, voleva sapere cosa le era successo e decise di seguire quello che le veniva detto.
Erza tornò nell’infermeria, seguita dei due maghi che poco prima aveva condotto fuori dalla stanza. “Il tuo nome è Lucy Heartfilia, sei una maga degli Spiriti Stellati e membro della gilda di Fairy Tail.”
“Oh, grazie.” Mormorò spaesata, “C-Cosa intendi dire con maga degli Spiriti Stellari?” chiese poi. Quelle due parole non le erano del tutto sconosciute, ma comunque non sapeva cosa significassero. Potevano perfettamente essere una marca di abbigliamento o di alimentari dato che le erano familiari.
Il ragazzo al suo fianco saltò sulla sedia sul quale era seduto e dalle tasche dei pantaloni tirò fuori un mazzo di chiavi. “Ti erano cadute quando… prima, insomma.” Balbettò mentre le porgeva gli oggetti magici.
Lucy afferrò il mazzo di chiavi con timore, poi le fissò a lungo sotto lo sguardo speranzoso degli altri.
“Ero una specie di portiere?” domandò in fine, leggermente delusa della propria occupazione.
I ragazzi caddero dai loro posti e alcuni non riuscirono a trattenere un sorrisino divertito. Con quell’affermazione aveva spezzato la tensione e avevano portato un briciolo di sollievo nei loro cuori.
Happy saltò in grembo alla bionda e le mimò il classico movimento che permetteva alla maga di richiamare gli Spiriti dal loro mondo. Lucy lo guardò pensierosa e, quando fu il suo turno, pescò una delle numerose chiavi, ma una volta eseguito i suoi stessi gesti e le sue parole, questa non fece nessuna delle reazione che lo strano gatto gli aveva detto. Alzando gli occhi dalla chiave paranormale riuscì a decifrare la delusione nello sguardo di ognuno di quei ragazzi.
Erza prese parola, “Per il momento è meglio chi tu riposi.” Disse rivolta a Lucy, sorridendo, “Ho mandato Levy ha fare delle ricerche, così da sapere cosa è consigliato fare in queste situazioni.” Continuò poi rivolta agli altri presenti.
“La perdita della memoria abitualmente è causata o da un forte shock o da un grave colpo alla testa. In quest’ultimo caso col tempo la memoria tende a migliorare, ma non sappiamo da cosa sia provocato questa volta, quindi non possiamo arrivare ad una conclusione certa.” Parlò ad alta voce Wendy, mettendo a conoscenza i suoi dubbi e le sue precarie diagnosi.
 
I maghi uscirono sconsolati dall’infermeria e presero posto al tavolo dove Levy svolgeva le sue ricerche. Pochi minuti prima si era recata alla biblioteca di Magnolia dove aveva requisito una decina di tomi polverosi, ma presto sarebbe uscita di nuovo per procurarsene altri.
La turchina e l’albina non si fecero attendere e subito domandarono di venire a conoscenza dei possibili progressi della bionda.
“Lucy-san non riesce ad usare la sua magia.” Rispose Juvia che non aveva ancora smesso di stritolare il braccio -ormai divenuto blu- di Gray da quando aveva fatto la sua entrata in scena.
In quel momento Natsu esplose, “Io vado a cercare il maledetto che ha attaccato Lucy, non mi importa niente! Non provate a fermar- “ non fece in tempo a finire i suoi schiamazzi che Erza gli mollò un forte pugno sulla testa.
Gray lo schernì per la sua testardaggine aspettando di iniziare la classica rissa. Loro erano tipo i rispettivi antistress, quando avevano bisogno di sfogarsi una scazzottata e via. E in quel momento non chiedeva altro di avere un momento di normalità in quella situazione così stressante.
“Ghiacciolo da strapazzo, ora non ho tempo di conciarti per le feste.” Lo liquidò Natsu, con le braccia conserte e lo sguardo serio.
Tutti lo guardarono sconcertati e nella loro mente si chiesero tutti se anche lui fosse stato in qualche modo stregato dal nemico. Il Dragon Slayer lasciò il tavolo, infastidito dalle occhiate dei nakama, e si diresse di nuovo nell’infermeria.
 
Arrivato all’uscio vide che Lucy era stesa sul lettino su un fianco che gli dava inevitabilmente le spalle. Sentì il suono del suo respiro, ma non era sicuro che stesse dormendo e non sia mai che la svegliasse ancora, altrimenti Titania lo avrebbe scuoiato vivo. “Sei sveglia?” chiese per precauzione, senza fare un passo verso la sua postazione.
La bionda in risposta si girò verso di lui, con gli occhi socchiusi e luminosi, segno che aveva pianto durante la loro assenza. Si sentì morire dentro: non era rimasto a consolarla e a tenerle compagnia. Ma soprattutto si sentì in colpa perché quella situazione era stata causata dalla sua sbadataggine.
Si avvicinò con prudenza, “Oi, Lu.”
Lucy accennò un sorriso, ma non disse una sola sillaba. Chissà cosa le stava passando per la mente in un momento simile, di sicuro si doveva sentire nel panico più totale e in quanto compagno di team era suo compito alleggerire il suo animo.
“Come ti senti?” chiese nel mentre lei si metteva a sedere. Alzò velocemente le spalle ed abbassò lo sguardo, senza proferire ancora parola. Natsu aggrottò le sopracciglia, “Non è da te essere così silenziosa.”
Lucy fece una smorfia, “E chi lo sa più, cos’è da me.” sbottò squadrandolo infastidita.
A quella frase le sopracciglia di Natsu formarono una vistosa V maiuscola, “Non devi dire così, è molto frustrante sentirti dire queste cose. Capisco che tu stia male, ma non pensare che per noi sia una passeggiata!”
Lucy lo guardò sconvolta, quel ragazzo dai capelli rosa la stava davvero trattando male in un momento come quello? Ma chi si credeva di essere? Be’, lei non lo sapeva… ma quel suo comportamento non le andava affatto a genio. La vocina nella sua mente si fece risentire: le consigliava di non litigare con quell’individuo dalla testa bacata, che erano amici inseparabili e che le serviva il suo aiuto per tornare come prima. Assunse un’espressione incuriosita a quelle affermazioni. Fin ora aveva dato ascolto a quella specie di grillo parlante, le aveva dato degli ottimi consigli, ma non riusciva a crederle completamente.
“Scusa se tutto questo mi impaurisce e non riesco a pensare con razionalità.” Borbottò incrociando le braccia sotto il petto, senza togliere il suo sguardo pungente dal ragazzo.
Subito lo sguardo di Natsu parve addolcirsi e si avvicinò ulteriormente, lasciandola interdetta dal suo bizzarro comportamento. Si sentì come se fosse finita in una gabbia di matti disturbati da bipolarismo, visto che in meno di quattro minuti aveva cambiato atteggiamento già tre volte.
“Sto solo cercando di non farti una marea di domande riguardo quello che ti è accaduto, o meglio, che ci è accaduto. Mi sto trattenendo da non partire alla ricerca del bastardo che ha osato attaccarti mentre ero distratto. Non volevo alzare la voce con te, voglio solo esserti d’aiuto.” Sputò d’un fiato, senza fare una pausa.
Lucy rimase positivamente colpita da quello strano dialogo e non sapeva minimamente cosa rispondere. Nel dubbio sorridi, gli suggerì la vocina. E così fece.
Il Dragon Slayer ricambiò il sorriso e subito prese a raccontarle delle loro avventure, accompagnato da gesti e espressioni che la fecero ridere di gusto. Molto probabilmente Natsu l’aveva infettata, oppure era soltanto merito del suo strambo carattere se ora si sentiva a suo agio.
Nonostante non stesse capendo niente di tutte le parole che uscivano senza sosta dalla sua bocca, quel ragazzo le piaceva.
E la vocina diceva essere d’accordo con lei.
 
Dei pesanti passi rimbombarono nella silenziosa stanza, fermandosi davanti a una donna palesemente infastidita dalla presenza di chi li aveva fatti, “Perché non l’hai eliminata?” prese parola la prima figura.
“Ho semplicemente pensato che fosse più divertente così, non avevo voglia di farla finita.” Rispose con un ghigno seccato la seconda.
“Questa non è affatto una buona motivazione, il capo aveva ragione: sei solo una ragazzina viziata e diabolica.”
L’interpellata trovò quel rimprovero vagamente divertente e si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto, “Il capo sa che senza di me questo piano non sarebbe neanche cominciato. Io sono fondamentale, mentre tu sei solo invidioso della mia importanza. Dopotutto il tuo compito è quello di proteggermi, quindi sei un mio sottoposto.” La ragazza fece bene attenzione a scandire le ultime parole, così da infondere nell’uomo ancora più rabbia di quanta ne stesse già contendo.
Il vecchio imprecò mentalmente, sconfitto da quella ragazza che tanto detestava, “Fatto sta che il tuo compito era quello di eliminare Lucy Heartfilia, non solamente ferirla.”
Lo sguardo della giovane si indurì e i suoi occhi azzurri guizzarono in direzione dell’insopportabile vecchio che aveva sempre qualcosa da ridire su ogni cosa che faceva. “Io non prendo ordini da nessuno, faccio quello che mi pare e piace.”
Uno sbuffo scocciato risuonò nella grande stanza. Quella ragazza era sicuramente la persona più insopportabile con cui avesse mai dovuto lavorare. Rimpianse i bei tempi quando non faceva parte della sua stessa organizzazione.
“La prossima volta cerca di seguire il copione.” Soffiò serio, dopo di che girò i tacchi, lasciando sola la ragazza con i suoi pensieri di vendetta.
 
A Magnolia il sole era ormai tramontato e la città era popolato dalle chiacchere dei cittadini che ancora passeggiavano per le strade.
Contrariamente, Fairy Tail era silenziosa per la prima volta da… sempre?
I nostri eroi se ne stavano per i fatti propri, immersi nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni. Persino Gray e il suo cuore di ghiaccio risentivano della situazione e il suo solito sguardo gelido faceva trasparire lo sconforto che gli provocava quella situazione.
L’unico che sembrava non essere stato colpito dalla tragedia accaduta a Lucy, sembrava essere Gajeel. Se ne stava seduto in un tavolo all’angolo, intendo a osservare i comportamenti e le azioni dei nakama. Anche lui sotto sotto era preoccupato per la Bunny Girl, ma sapeva che la situazione si sarebbe sicuramente risolta. Non sapeva come, ma ne era certo. Anche nel caso la ragazza non avesse ritrovato la memoria, si sarebbero adattati e col tempo tutto sarebbe tornato normale.
Lily lo affiancò, “Gli altri stanno progettando di esaminare il villaggio, vai anche tu?”
Gajeel borbottò qualcosa che il gatto interpretò come un diniego.
“Secondo me la tua presenza sarebbe fondamentale. Natsu non mi sembra in grado di affrontare la situazione con prudenza, quindi se sentissi qualcosa tu invece che lui, potresti fermarlo prima che faccia qualche stupidata.” Disse riferendosi ai sensi sviluppati dei Dragon Slayer, dato che loro esseri comuni –più o meno- non avrebbero mai potuto intercettare un rumore o un odore dalla loro stessa distanza.
In risposta ottenne altre parole incomprensibili che, questa volta, erano d’assenso.
Sorrise soddisfatto, felice che la strategia di usare la convinzione del compagno di essere migliore degli altri maghi fosse funzionata.
 
Erza richiamò l’attenzione dei maghi, “Domattina una piccola squadra si recherà nel villaggio in cui gli altri hanno svolto la richiesta.”
Natsu, incuriosito dal silenzio che aveva sentito dall’infermeria, aveva raggiunto i compagni e subito si era infiammato a sentire quelle parole, “Vado anche io!” esclamò infatti inviperito. Perché non lo avevano avvertito? Volevano forse tagliarlo fuori? Non lo avrebbero lasciato lì a poltrire mentre loro scorrazzavano sul luogo del delitto.
“E’ meglio di no, Natsu.” Intervenne Mirajane, preoccupata per tutto l’insieme di quello che stava succedendo: in primis per Lucy che non ricordava niente; per i compagni che dovranno svolgere le ricerche e anche per il Dragon Slayer che sicuramente si sarebbe abbattuto e infuriato ritrovandosi sul luogo nel caso li avesse raggiunti, per questo avevano preferito parlarne in sua assenza.
“Perché no?! Posso aiutarvi!”
Titania lo scrutò seria, “Abbiamo già deciso chi andrà, e tu non sei tra questi.”
“Ovvero? Chi andrà?” si intromise incuriosita Cana.
Erza aveva deciso di mandare in missione Levy che, grazie alle numerose ricerche svolte quel giorno aveva appreso i casi che procuravano la perdita della memoria, quindi avrebbe cercato una delle cause come oggetti solidi che potevano essere utilizzati per colpire Lucy, oppure qualche indizio che portava  all’utilizzo di magia oscura; successivamente Gajeel per evitare attacchi in agguato da parte dei nemici e in caso proteggere la maga del Solid Script; con lui si era inevitabilmente unito anche Lily; Gray era stato arruolato per il medesimo motivo e anche per non far litigare lui e Natsu in modo da lasciar sbollire quest’ultimo in pace. Ma ora che aveva smascherato il loro piano, sarebbe stato molto più complicato lasciarlo alla gilda.
“… Detto questo ho finito, non voglio sentire altro!” lanciò un’occhiataccia a Natsu che già stava per aprire bocca, “Potete andare a casa.” Terminò, liberando nella grande stanza un lamento stanco da parte dei maghi di Fairy Tail.



Angolo autrice.
Un po' più in ritardo della scorsa volta ma eccomi!
Ringrazio FairyNalu e BleackRose che hanno recensito anche il secondo capitolo <3
Adele.

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