Mary Poppins veste Prada

di pillina28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** La principessa, il chirurgo.. e il bebè ***
Capitolo 3: *** Kiss ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


AUTRICE: Eccomi qui! Dunque, per chi non mi conosce, sono Priscilla, ho 22 anni e sono una fan di Inuyasha da molto tempo.. seguo le fanfiction di questo fandom da anni!
Chi ha gia letto l'altra mia storia sa che da Agosto dovevo tornare con una nuova storia; tuttavia ho deciso di pubbliare anche questa , il cui primo capitolo è gia pubblicato anche nella sezione romantica, perchè finalmente dopo mesi sono riuscita a continuarla.
Spero piaccia, buona lettura ^^





PREFAZIONE: Due vite opposte




Inuyasha Pov
 
<< Mi sta dicendo che Koga ha nominato me come tutore di suo figlio? >> domando con tono incredulo all’avvocato che, serio e composto, mi osserva dall’altro capo della scrivania.
L’uomo sospira e ribatte seriamente: << Capisco che per lei non è facile accettare la cosa signor Taisho ma questo è quanto. Il signor Koga e la signorina Ayame non avevano parenti in vita e hanno lasciato un testamento in cui specificano che, nel caso fosse successo loro qualcosa, la tutela legale del loro bambino sarebbe passata a lei. D’altronde eravate amici fin da bambini e presumo che lei fosse la persona più fidata tra le conoscenze del mio cliente >>.
Ascolto le sue parole mentre nella mia testa si accavallano mille emozioni: Koga, il mio più caro amico… è morto quattro giorni fa in un incidente stradale insieme alla moglie.
Chiudo gli occhi, mentre con tristezza e rammarico, ricordo il suo sorriso contagioso, la sua battuta pronta e il suo carattere spiritoso.
La vita a volte riserva delle sorprese davvero crudeli: entrambi erano cosi giovani, così innamorati.. progettavano di allargare la famiglia, di comprare una casa più grande, di invecchiare insieme e di dare una giusta educazione al loro figlioletto.
Invece tutto questo gli è stato negato.
E a rimetterci è un bambino di appena un anno che legalmente ora risulta affidato a me.
Come è potuto accadere?
 
Io non so niente di bambini!
La vita per me è il lavoro.. solo quello. Non ho la più pallida idea di come ci si comporti con un bimbo piccolo,quali siano le sue esigenze,come si cambia un pannolino o quello che mangia.
Come ha potuto Koga prendere una decisione del genere?
Perché non aveva nessun’altro.. ecco perché.
<< Allora signor Taisho, è disposto a vedere il piccolo Ryo? >> dice l’avvocato, risvegliandomi dai miei pensieri.
<< Dov’è ora? >> .
<< In questi giorni è stato affidato ad una casa famiglia dove si sono occupati  di lui al meglio, anche se il piccolo continuava a piangere e a chiedere della mamma >> risponde l’uomo sospirando.
Io ed Koga ci vedevamo spesso, ma è passato un po’ di tempo da quando ho visto Ryo per l’ultima volta: era un esserino rosa un po’ paffuto e con pochi capelli. Ricordo che ho pensato fosse davvero piccolo e ho rifiutato di prenderlo in braccio per paura di romperlo.
<< Allora? >> mi richiama all’attenzione e io fisso lo sguardo su di lui.
<< Non so se è il caso. La verità è che non so occuparmi di un bambino.. io ho sempre vissuto da solo.. il lavoro che faccio è tutta la mia vita. Come faccio a conciliare questa vita con un bambino? >> chiedo io a disagio.
L’uomo mi guarda serio e sembra manifestare disapprovazione: << Prima che lei prenda una decisione, voglio che legga la lettera allegata al testamento.. una lettera indirizzata a lei >> mi dice, sorprendendomi ed estraendo dal cassetto una busta sigillata.
L’afferro e la apro: da questa, appare un foglio tutto ripiegato con cura e fa bella mostra di sé la calligrafia di Koga:
 
“Caro Inuyasha, se stai leggendo questa lettera, vuol dire che noi due non siamo più in grado di occuparci del nostro bambino. So che hai sempre detto che non sei adatto a fare il padre, che il lavoro è la tua vita e che una famiglia non è contemplata nei tuoi piani.. ma non ho nessun’altro a cui potrei affidare la cosa più preziosa della mia vita: mio figlio è più importante di tutto il resto e,dal momento che non sono li a potermi occupare di lui, voglio che lo faccia qualcuno che so che gli darà i giusti insegnamenti, la giusta guida per la vita..qualcuno che gli racconterà com’era il suo papà e com’era la sua mamma.. qualcuno che si occuperà di lui al meglio.
Ti prego prenditi cura del nostro bambino,dagli tutto quello che noi non possiamo più dargli; fa che cresca con dei giusti valori.. e quando sarà grande magari raccontagli che suo padre e sua madre lo amavano da morire.
Ti saluto, sperando che tu faccia la cosa giusta.. e spero che tu non debba mai leggere questa lettera amico mio.
Con affetto Koga.”
 
Un nodo si forma nella mia gola: io ed Koga eravamo grandi amici, quasi come fratelli.
Perderlo è stato un colpo durissimo e mentre chiudo gli occhi, lo vedo intento a baciare dolcemente la moglie, a fare una carezza e a giocare con il suo bambino..
Non posso tirarmi indietro. Lui ha avuto fiducia in me, affidandomi suo figlio e io non lo deluderò: crescerò quel bambino come fosse mio figlio e quando sarà grande gli racconterò che aveva un padre davvero fantastico.
Cercando di mantenere l’emozione sotto controllo, alzo lo sguardo dal foglio e lo punto negli occhi dell’avvocato, che mi guarda consapevole.
<< Andiamo a prendere il piccolo Ryo>> ribatto.
 
 
 

 Kagome Pov

<< State scherzando vero? >> grido io sgomenta, alzandomi con impeto dal tavolo e facendo cadere a terra la sedia su cui ero seduta.
<< Kagome siediti e calmati.. non è questo il modo di rivolgerti a tua madre >> dice severo mio padre, con aria che non promette nulla di buono.
Faccio un respiro profondo per cercare di calmarmi e un cameriere si affretta ad aiutarmi, riassettando la sedia e aiutandomi a sedermi.
<< Kagome, sai benissimo che essendo la nostra unica figlia, hai il dovere di sposarti e dare un erede maschio al regno. Ormai hai ventisei anni ed è ora che accetti le tue responsabilità di principessa. Io e tua madre abbiamo selezionato il candidato ideale, il quale è onorato di avere il privilegio di sposarti >> mi dice mio padre, con tono freddo.
<< Ma padre.. volete obbligarmi ad un matrimonio combinato? >> chiedo agghiacciata mentre loro mi guardano impassibili.
<< Kagome sappiamo che non è facile da accettare, ma è un tuo dovere. Sposerai Hojo Akitoki .. vedi di mettertelo in testa. Il regno ha bisogno di stabilità. Sposando l’erede di una delle famiglie più ricche del nostro paese, risolleverai le sorti del regno e la popolazione vi darà il proprio appoggio >>.
<< E se io mi rifiutassi? >> chiedo atona.
Un silenzio di tomba scende nella stanza, mentre entrambi i miei genitori, il re e la regina di Aruntia, mi guardano come se fossi matta.
<< Come Re non ti concedo la possibilità di rifiutare! Sei la principessa di questo Regno! Non puoi tirarti indietro, sono stato chiaro? >> tuona mio padre sbattendo le mani sul tavolo, facendo irrigidire tutti i servitori presenti.
Sento il gelo impossessarsi del mio corpo: per anni, per loro non sono esistita.. li vedevo a malapena durante i pasti. Da loro non ho mai ricevuto affetto, solo regole e rigide ramanzine sul mio comportamento.
Sono vissuta con una schiera di bambinaie e, mamma e papà, sono state le ultime parole che ho imparato a pronunciare.
Non sono stata mai buona a nulla per loro.. ma adesso hanno bisogno di me.. per salvare il regno.
Come possono essere così crudeli?
Come possono permettere che io sposi un perfetto sconosciuto solo per salvare il Regno e per dare alla luce un erede?
Mi chiedo se abbiamo un cuore…
Io so solo che se avessi un bambino non mi comporterei mai come loro hanno fatto con me: sarei li, affianco a lui, a curarlo, a guidarlo, a consolarlo quando cade… loro tutto ciò non l’hanno mai fatto.
Ed ora pretendono che io sia una figlia ubbidiente; che sacrifichi me stessa per il Regno.
Come principessa sono stata educata a tutto questo e sono consapevole che non posso oppormi o sottrarmi alle mie responsabilità.. ma mi chiedo spesso perché dovrei farlo, perché devo accontentarli sempre quando loro non hanno mai accontentato me?
Io amo il mio Regno, ma condannarmi ad una vita di infelicità è davvero giusto?
Sospiro pensando che in effetti le condizioni del nostro paese sono abbastanza gravi e un alleanza importante come questa, decisamente potrebbe risollevarne le sorti.
<< Va bene >> dico infine segnando il mio destino.
<< Bene, vedo che cominci a ragionare figlia mia >> dice mia madre decisamente più rilassata.
<< Accetto, ma ad un patto >> dico avendo un’improvvisa illuminazione.
<< Kagome non vorrai credere di poterci ricattare vero? >> domanda mio padre alterato.
<< Non si tratta di un ricatto, ma solo di uno scambio. Accetto il matrimonio, ma in cambio voglio un mese di libertà lontana da voi e dal Regno.. >> affermo sotto il loro sguardo sconcertato.
<< Stai scherzando spero? >> dice mia madre sgomenta.
<< Affatto. Voglio avere trenta giorni di libertà in cui sarò una semplice ragazza, senza titolo e corona.. voglio vivere come una normale ragazza di ventisei anni >>.
<< Ma è una follia! Non pensi alla tua sicurezza? >> strilla mio padre.
<< Padre, sono grande abbastanza per badare a me stessa. Prenderò le giuste precauzioni per evitare di essere riconosciuta. Ma voglio questa possibilità! >> dico sicura di me.
<< Non puoi farlo, non se ne parla proprio >> afferma, scuotendo la testa.
<< Bè, in questo caso rinuncio alla corona >> dico lasciandoli di stucco.
Mia madre inizia a farsi aria con la mano, guardandomi come se fossi un’aliena.
<< Non puoi farci questo! Come puoi essere così ingrata? E non pensi al Regno? Il popolo ti adora.. cosa accadrà se tu rinunci!? >>.
<< Allora accettate la mia proposta padre, perché non intendo cambiare idea >> ribatto seria.
Per la prima volta nella mia vita, sento di aver preso la giusta decisione e voglio portare avanti la mia idea fino infondo.
I miei genitori, quelli sempre seri e composti, sembrano sotto shock e senza parole e,se la situazione non fosse cosi grave, mi verrebbe quasi da ridere.
Vedo mio padre sospirare e poggiarsi pesantemente allo schienale della seduta.
<< E va bene, trenta giorni Kagome, a partire da domani. Non un ‘ora in più sia chiaro. Al trentunesimo giorno verrai qui e sposerai Hojo, adempiendo al tuo dovere. Sono stato chiaro? >>.
<< Si padre >> ribatto un po’ sollevata.
<< Bene, allora è deciso. Cerca di fruttare questi giorni al meglio. Inutile dirti che devi far in modo che la stampa non sappia nulla di questa storia e che nessuno ti riconosca. In quale luogo vorresti recarti? >> .
<< New York >>.
 
***
 
<< Kagome, sei sicura di quello che stai facendo? >>.
<< Si Sango, sono più che sicura. Sta tranquilla non mi accadrà nulla >> la rassicuro, mentre faccio una lista delle cose che mi occorrono.
Sango è la mia assistente personale e anche la mia più cara amica. È accanto a me da anni e senza di lei non so cosa avrei fatto.
<< Potrebbe essere pericoloso! Qualcuno potrebbe riconoscerti! >> mi dice preoccupata.
<< Vedrai che non accadrà nulla: indosserò una parrucca e delle lenti colorate.. e comprerò dei vestiti larghi e anonimi. Vedrai che nessuno mi riconoscerà mai come la Kagome e sofisticata principessa Kagome di Aruntia >> dico io sorridendo, eccitata alla prospettiva di questa avventura.
La mia amica sospira, ben sapendo che con me non la spunterà: << dove vuoi andare? >> mi chiede rassegnata.
<< New York.. li tra il caos della città nessuno mi noterà. Ho intenzione di prendere un giornale e cercare un impiego che preveda anche un alloggio >> dico io, chiamando la cameriera e richiedendo un settimanale di annunci di New York.
<< Vuoi metterti a lavorare? >> mi chiede con occhi spalancati.
<< Bè perché no! Sai che mi piace darmi da fare. Voglio un lavoro che mi permetta di rendermi utile e che mi faccia vivere davvero come una donna comune >>.
Bussano alla porta e una cameriera entra porgendomi un giornale ben ripiegato.
<< Grazie Yura >> le sorrido afferrandolo.
<< Di nulla Altezza >> sorride di rimando, uscendo silenziosamente dalla stanza.
<< Vediamo un po’ cosa c’è qui >> dico aprendo il giornale e la mia amica si fa avanti per sbirciare assieme a me.
<< Sono tanti i lavori che potresti fare sai? Infondo hai due lauree, hai frequentato un corso da croce rossa, conosci tre lingue.. e sei bravissima a relazionarti con gli altri, tanto che il tuo popolo ti adora. Non penso che avrai difficoltà a trovarti un impiego adeguato >>.
<< Non voglio fare carriera Sango, voglio un impiego semplice >> dico io, mentre insieme a lei sfoglio il quotidiano, leggendo i vari annunci.
All’improvviso uno attira particolarmente la mia attenzione: “AAA Cercasi disperatamente Mary Poppins! Dove sei? Qui c’è un angioletto che ha bisogno di te!”
<< Questo! >> dico indicandolo e la mia amica spalanca gli occhi: << vuoi fare la babysitter? >> mi chiede frastornata.
<< Perché no? Infondo sono abbastanza brava con i bambini no? Ho avuto esperienza nelle scuole e nei vari orfanotrofi che ho visitato.. che ne pensi? Sarebbe davvero bello occuparsi di un bambino.. >> dico io sorridendo radiosa.
<< Bè è anche una grande responsabilità.. sei sicura di farcela? >> mi domanda lei seria.
<< Assolutamente, vedrai che saprò cavarmela >> ribatto sicura di me.
<< Bene allora fa la valigia, si parte per Manhattan >> sospira rassegnata e io non posso fare a meno di sorridere.
Libertà sto arrivando!
 



Angolino Mio

Spero che questo prologo vi sia piaciuto!
Ringrazio chi ha letto e spero mi farete sapere se volete che la storia vada avanti o meno!
La decisione di pubblicarla anche in questo fandom è perchè sono riuscita a continuarla, dopo un anno in cui era in stand by, solo immaginando i protagonisti come Inuyasha e Kagome! ^^
Quindi mi sembrava giusto metterla anche qui..!

Un bacione, lascio giudicare voi se vale la pena o meno.

Vi lascio il link dell'altra storia appena conclusa, se vi interessa: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3124778&i=1

 

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Capitolo 2
*** La principessa, il chirurgo.. e il bebè ***


 Ciao! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! ^^



1 capitolo

 

Inuyasha Pov.
 
- Sono allo stremo delle forze – penso, mentre disperato cerco il modo giusto per sedare il pianto continuo di Ryo.
Chi l’avrebbe mai detto che occuparsi di un bambino piccolo fosse un’impresa così difficile?
Gli ultimi due giorni sono stati davvero un disastro:quando ieri l’ho rivisto, dopo tanto tempo, ho provato una stretta al cuore nel vedere quanto somiglia a Koga.
Quando mi sono avvicinato e la signora della casa famiglia me l’ha mostrato, dormiente, ho realizzato il grande impegno che mi stavo assumendo nei confronti di quella creatura che, per i prossimi anni,sarebbe dipesa in tutto e per tutto da me.
Per un attimo ho provato un cieco terrore a quel pensiero,una voglia incredibile di rifiutarmi e lasciare che di lui si occupassero persone sicuramente più capaci di me .. e con una vita meno complicata.
Qualcuno che potesse dargli quello che io non credo di essere in grado di offrirgli.
E proprio mentre stavo per dire queste parole all’avvocato, il piccolo ha aperto gli occhi e mi ha guardato.
Sono stati attimi interminabili, in cui ci siamo osservati a vicenda e ho sentito una strana sensazione, come se lui stesse cercando di dirmi qualcosa, come se con il solo sguardo, mi stesse pregando di non lasciarlo, di non abbandonarlo.. e ho ceduto a quella silenziosa richiesta.
Adesso, mentre lo sento piangere ancora, penso che forse ho fatto la scelta sbagliata: non sono affatto tagliato per fare il padre e sembra che il piccolo non abbia alcuna simpatia nei miei confronti, visto che non smette un minuto di strillare e sputa sulle mie camicie tutto quello che cerco faticosamente di fargli mangiare..
<< Su piccolo non piangere >> dico, cullandolo goffamente e ottenendo degli strilli ancora più acuti.
- Koga cosa devo fare? – penso disperato, ormai prossimo ad una crisi di nervi.
Se mi vedessero ora i miei colleghi diventerei la barzelletta del reparto. Chi l’avrebbe mai detto che Inuyasha Taisho, il  famoso e freddo cardiochirurgo di Manhattan, perdesse la sua compostezza di fronte a un bambino in lacrime?
Già il fatto che ho preso tre giorni di ferie, dopo mesi di lavoro ad orario continuato,anche durante le festività, ha lasciato di stucco tutti.
Sospiro, sentendo il bisogno di fare un bel bagno caldo, mangiare qualcosa e dormire per qualche ora.
Devo ammettere che sapevo sarebbe stata dura,ma non avrei mai immaginato che fosse così  dura.
La mia speranza è che qualcuno risponda presto all’annuncio che ho fatto pubblicare sul giornale per trovare una babysitter per il piccolo.
Fin’ora però nessuno ha chiamato.
Forse avrei dovuto rivolgermi ad una agenzia…
Il suono del campanello interrompe i miei pensieri e, per un attimo anche le urla di Ryo, che qualche istante dopo riprendono più assordanti che mai.
Cercando di mantenere la pazienza, mi avvio verso la porta mentre, senza successo, tento di parlare al piccolo e di calmarlo.
Apro la porta e alzo lo sguardo rimanendo per un attimo interdetto: di fronte alla mia porta c’è una sconosciuta dall’aspetto decisamente particolare.
Il mio sguardo va ad incrociare quello di una ragazza che mi sta guardando sorridendo radiosa e, per una attimo, una buffa sensazione mi attanaglia, come una sorta di scossa elettrica che mi pervade il corpo.
Ci studiamo per qualche secondo senza parlare e, miracolosamente, anche Ryo smette di piangere e studia con curiosità la donna.
A spezzare il silenzio è proprio lei che, con un sorriso smagliante, dice << Salve, il Signor Taisho immagino >>.
Cercando di controllare le strane emozioni che mi pervadono, rispondo con calma: << Si sono io.. lei sarebbe? >> chiedo serio, ma decisamente curioso.
Non ricordo di aver mai visto questa donna.
Che sia una parente di qualche mio paziente?
Bè spero proprio di no.
Questo non è di certo il momento più adatto per trattenere una conversazione seria.
Tuttavia, con le sue parole, mi lascia totalmente sbigottito: << Salve! Sono Mary Poppins >> dice, sempre sorridendo.
La guardo ancora senza parole.
Di certo non è l'anziana signora che mi ero aspettato e non assomiglia affatto a Mary Poppins.
La prima cosa che mi salta all'occhio è che ha delle labbra fantastiche, rosse e carnose.
Il suo sorriso poi è bellissimo e per nulla forzato del tipo: "ho-assoluto-bisogno di un lavoro".. ma è dolce e spontaneo.
Gli occhi sono neri, nascosti da occhiali con le lenti spesse e decisamente fuori moda. I capelli sono castano chiaro e stretti in una acconciatura troppo severa per una ragazza così giovane. Il viso è delicato, anche se coperto da un grosso strato di fondotinta.
Il resto del corpo poi, è difficile da indovinare visto il suo abbigliamento: indossa una camicia nera molto larga e totalmente abbottonata e una gonna lunga, sempre nera, che tocca il pavimento, da sotto la quale spuntano un paio di stivaletti neri.
Decisamente non appariscente.
Eppure qualcosa in lei attira: nonostante l’abbigliamento orrido, il trucco esagerato e la pettinatura mostruosa, rimane una donna molto carina.
<< Mary Poppins? >> ripeto come uno stupido e lei annuisce.
<< Si.. ho letto che in questa casa c’è qualcuno che ha bisogno di me ed eccomi qui! >> mi dice spalancando le braccia e continuando a sorridere entusiasta.
Come se si fosse sentito chiamato in causa, il piccolo Ryo, che fino a quel momento aveva studiato la donna con curiosità, riprende a piangere.
Mentre sospiro, pensando che forse il piccolo ha bagnato il pannolino e ha bisogno di essere cambiato, la donna si avvicina porgendo le braccia verso di lui.
<< Posso provare a tenerlo un minuto? >> mi chiede.
<< Non ha smesso un attimo di piangere oggi, non so più che fare >> ammetto con tono tetro e lei annuisce, come se comprendesse perfettamente la situazione.
<< Lasci fare a me >> mi sollecita e io la guardo, pensando che in realtà questa donna potrebbe essere chiunque.
<< Non so neanche il suo nome.. potrebbe non essere chi dice >> affermo io.
Lei mi guarda seria e, per un attimo, assume un’espressione quasi colpevole ma poi subito dopo mi guarda decisa, puntando i suoi occhi nei miei:<< bè in effetti non sono la vera Mary Poppins..lei aveva già un incarico e quindi ha mandato me.. mi chiamo… Kagome, non sono pericolosa.. e le assicuro che sono assolutamente qualificata per occuparmi del piccolo tra le sua braccia >> dice, prendendosi quasi gioco di me, che la guardo decisamente stralunato.
Si avvicina di nuovo e io, come un automa, le cedo il bambino; mentre si china verso di me per prenderlo in braccio, vengo colto e stordito dal suo profumo di fiori, delicato e sensuale.
Ryo passa tra le sue braccia senza fare troppe storie e smette di piangere per fissarla attento.. con gli occhi pieni di lacrime e il labbruccio tremante.
<< Piccolo tesoro, perché piangi? >> gli parla lei dolcemente,stringendoselo al petto e, sotto il mio sguardo incredulo, il bimbo poggia la testa sulla sua spalla e batte la manina sul suo petto mentre lei, soddisfatta, sorride, accarezzandogli lievemente i riccioli scuri.
<< Ecco qui, che bravo ometto.. non serve a nulla piangere >> dice dolce, come se lui potesse davvero comprendere il suo discorso.
Lentamente si dirige verso il divano e vi si accomoda, tenendo il piccolo tra le braccia che la fissa attento ad ogni suo movimento mentre lei, tranquilla, gli parla con infinita dolcezza.
Vederla mentre stringe al petto Ryo,carezzandolo con amore, mi fa stringere il cuore.
E' una scena di una bellezza e di una tenerezza infinita.
Kagome sembra completamente a suo agio con un bambino sporco e piangente tra le braccia.. come se occuparsi di lui sia del tutto naturale per lei.
<< Suo figlio è davvero un bambino bellissimo.. complimenti >> dice lei con voce dolce, alzando lo sguardo verso di me.
<< In realtà non è mio figlio.. i suoi genitori, erano dei miei grandi amici e sono morti pochi giorni fa in un incidente.. il piccolo non aveva nessun’altro e così è stato affidato a me,secondo le ultime volontà del padre e io ho accettato di occuparmene >> rispondo.
<< Oh.. deve esser stato terribile.. perdere entrambi e a questa tenera età poi.. >> dice lei con tristezza, carezzando la testa al piccolo Ryo, che sembra completamente a suo agio tra le sue braccia.
<< Bè la notizia è stato un vero trauma anche per me >> ammetto sinceramente << fare il padre non era nei miei piani, soprattutto perché non so assolutamente nulla di bambini e il mio lavoro assorbe quasi tutto il mio tempo. Tuttavia non potevo tirarmi indietro e sto cercando di fare del mio meglio, anche se la situazione si sta rivelando davvero difficile,visto che sembra non avere tanta simpatia per me >> dico frustrato.
<< Sono sicura che non è così. Ha solo bisogno di tempo per abituarsi. È ancora così piccolo e senza dubbio sente la mancanza della mamma e del papà. Con il tempo si legherà anche a lei, deve solo avere pazienza >> afferma lei, sorridendomi incoraggiante e il mio sguardo si sofferma sulle sue labbra.
Lei forse se ne accorge perché spegne il sorriso e si muove come se fosse a disagio.. e io distolgo lo sguardo,dandomi dell’imbecille: questa donna è qui per fare la babysitter ed è riuscita miracolosamente a far smettere di piangere il bambino.
Quindi qualsiasi coinvolgimento con lei è da escludere.
Subito.
<< Credo che abbia il pannolino bagnato >> dice,rompendo il silenzio e risvegliandomi dalle mie fantasie.
<< Ah si, in effetti stavo per cambiarlo quando lei ha suonato alla porta >> rispondo alzandomi e avviandomi verso di lei con l’intenzione di riprenderlo ma, appena lo tocco il bimbo si dimena, stringendosi a lei.
<< Ma-ma .. mamma >> dice strillando e afferrando la maglia di Kagome, mentre il mio cuore ha un tuffo.
Alzo lo sguardo e incontro quello di lei, leggermente lucido.
<< Pensa che io sia la sua mamma >> dice lei sorpresa.
<< Posso cambiarlo io >> dice e io annuisco << si forse è meglio, così evitiamo che si stranisca ancora di più >> .
Così le mostro la camera che in fretta ho trasformato in nursery, aggiungendo un lettino, un fasciatoio e alcuni giocattoli, lasciando però intatto il letto singolo e la cabina armadio in modo da poter ospitare un’eventuale babysitter.
Kagome lo distende sul fasciatoio e comincia a spogliarlo, mentre lui non sta fermo un attimo e chiacchiera balbettando frasi sconnesse: decisamente meglio dei pianti a cui sono abituato io.
Lei sorride parlandogli a sua volta e, mentre sostituisce il pannolino sporco con uno pulito, gli fa il solletico sulla pancia: è così che, per la prima volta in due giorni, sento la risata del piccolo.
Di certo è un passo avanti,visto che con me non ha fatto altro che lamentarsi.
Continuo a guardare la scena, mentre lei, dopo aver finito di cambiarlo, lo mette seduto sul tappeto e gli porge una macchinina.
Il piccolo la guarda,come per sincerarsi che lei non si muova dal suo fianco e, quando Kagome si siede di fianco a lui, comincia a giocare tranquillo.
Lei alza lo sguardo e mi indica il bambino che sorridente sta giocando con altri giocattoli sparsi sul pavimento: << Sembra sia un po’ più tranquillo ora >> afferma contenta.
Annuisco.
<< Si in effetti non l’avevo mai sentito ridere e in questi due giorni ho cercato di farlo giocare in tutti i modi, ma non stava fermo un secondo. >>.
<< Bè allora sono felice che ora si sia tranquillizzato >> afferma contenta.
<< E' tutto merito tuo. Io non ne sono stato in grado >> dico allora, amareggiato, rivolgendomi al lei dandole del tu.
Lei sembra intuire il mio stato d’animo e mi guarda rassicurante, attraverso le spesse lenti: << Non devi arrenderti. I bambini così piccoli ricercano soprattutto una figura femminile a cui appoggiarsi. Probabilmente con me si è calmato perché gli ricordo vagamente la sua mamma. Ma sono sicura che con il tempo si avvicinerà anche a te >> dice incoraggiante.
<< Ti ringrazio >> dico allora, toccato dal suo sincero interessamento.
Do uno sguardo all’orologio e mi accorgo che sono quasi le otto.
Rivolgo nuovamente lo sguardo verso la donna che mi ha salvato da un’altra disastrosa serata e che ora, seduta sul tappeto, sta giocando con delle macchinine come se fosse la cosa più divertente del mondo.
<< Perché ha deciso di fare la babysitter? >> chiedo di getto e lei alza lo sguardo,per poi guardarsi intorno, evitando il mio.
<< Perché mi piacciono molto i bambini e sono brava nel gestirli.. >> comincia << e poi.. ho scelto questo lavoro perché.. ne ho bisogno >> termina, anche se per un attimo ho avuto l’impressione che stesse per dire qualcosa di diverso.
<< Ne ha bisogno? >> ripeto.
<< Si assolutamente>> ribatte lei.
<< Deve sapere che questo è un lavoro a tempo pieno. Ho bisogno che lei si occupi del bambino tutto il giorno visto che io lavoro parecchie ore >> dico allora.
<< Di cosa si occupa? >> mi chiede curiosa, aggiustandosi gli occhiali sul naso in un gesto decisamente.. tenero.
<< Sono un medico.. cardiochirurgo per la precisione. I miei turni non sono mai fissi e spesso le emergenze mi tengono in ospedale più del dovuto, quindi ho bisogno di sapere che posso contare su di lei sempre, 24 ore su 24. >>
<< Quindi non è sposato >> dice lei tra sé.
<< No.. non lo sono >> rispondo io neutro << ho una governante che si occupa della casa tre volte alla settimana, per il resto me la cavo da solo di solito.. lei sa cucinare? >> chiedo e la vedo annuire.
<< Bene perché io mangio quasi sempre in ospedale,quindi nel caso, dovrai provvedere a cucinare per Ryo e per te naturalmente >>.
<< Non c’è problema >> ribatte, prontamente.
<< Bene.. e che mi dici di te? Puoi dirmi qualcosa della tua vita e della tua famiglia? >>.
<< Oh.. bè una famiglia del tutto normale >> risponde con leggerezza, sfuggendo al mio sguardo.
<< In che senso normale? >> le chiedo perplesso dalla sua risposta vaga.
<< Bè normale. Due genitori, dei fratelli e un cane.. un ‘infanzia del tutto serena >>  dice guardandomi. Accidenti, i suoi occhi hanno un taglio davvero bellissimo e  per un attimo mi perdo a guardarla.
<< Bè.. sembra l’ideale >> ribatto a corto di parole.
Accidenti, sembro un rammollito.
È questo il modo di affrontare un colloquio di lavoro con una dipendente?
<< è ora di cena. Vedo di cucinare qualcosa, mentre magari tu potresti dare il latte a lui.. troverai l’occorrente in cucina >> affermo << Benvenuta in questa casa. >>.
Lei spalanca gli occhi : << Sta dicendo che sono assunta? >> mi chiede speranzosa.
<< Bè dobbiamo ancora discutere i dettagli e naturalmente verificherò le sue referenze, ma mi basta vedere che Ryo è tranquillo per capire che lei è la persona adatta ad occuparsene. Quello che mi sta a cuore è la sua serenità, del resto non importa >> affermo sicuro.
Lei mi stupisce facendo un grido di gioia: << Grazie, vedrà che non se ne pentirà. Mi occuperò del piccolo Ryo al meglio delle mie possibilità >> dice sorridendo radiosa e non so perché ma mi ritrovo a sorridere anche io.
Perché ho la sensazione di essere in un mare di guai?
 
 
 

Kagome Pov:

<< Sango ce l’ho fatta! Sono stata assunta! >> dico eccitata, mentre finalmente posso stendermi sul letto, con il piccolo Ryo che dorme sereno nel suo lettino, infondo alla stanza.
<< Davvero?! Bè era ovvio, sei bravissima,dolcissima.. i bambini delle nostre scuole stravedono per te  e sono sicura che sei stata ineccepibile con il piccolo >> dice lei, con un sorriso nella voce.
In effetti la serata non è andata affatto male: Ryo, dopo aver mangiato e giocato per una mezzoretta con un puzzle, è letteralmente crollato dal sonno.
Evidentemente la tensione di questi giorni e i pianti continui l’avevano stremato.
Povero piccolo, pensare alla sua perdita mi crea un nodo alla gola.
<< Si è andata bene.. è un bambino stupendo e purtroppo ha perso entrambi i genitori pochi giorni fa e ora si ritrova spaurito e confuso >> dico io con tristezza.
<< Entrambi? E chi si occupa di lui? >> chiede la mia amica, portando i miei pensieri verso lo splendido tutore del piccolo.
Quando oggi sono arrivata di fronte alla porta di questa casa, ho davvero temuto di non farcela. Essendo cresciuta sempre negli agi ed essendo abituata a persone che conoscono la mia posizione, dover dimostrare a qualcuno di saper fare qualcosa e di meritare quindi il posto, mi spaventava un po’.
Così, quando la porta si è aperta ed è apparso lui, mi sono ritrovata del tutto impreparata all’impatto che la sua vista ha avuto su di me.
Per un attimo sono rimasta senza fiato.                      
Senza dubbio il mio “datore di lavoro” è l’uomo più affascinante che io abbia mai visto: non bello nel senso classico del termine, ma non ho potuto fare a meno di guardarlo per qualche secondo, totalmente incantata dalla sua prestanza.
Ha delle ciglia lunghissime, folte e nere, un vero spreco per un uomo, anche se mettono in evidenza gli zigomi sottili, il naso diritto e la bocca generosa. Quando sorride lievemente, i suoi occhi ambrati si socchiudono un po’ e quelle ciglia gli conferiscono un aspetto sognante e innegabilmente sexy.
Chissà se le donne si sciolgono quando lui sorride loro in quel modo.
Per non parlare del suo fisico da urlo.
Ad  ogni modo, io non ho intenzione di cadere ai suoi piedi, per quanto il cuore mi stia sfarfallando nel petto.
Non mi trovo qui per cercare nuovi amici, né amanti, ma voglio solo provare qualcosa a me stessa.
<< Ei Kagome .. ci sei? >> mi richiama la mia amica, svegliandomi dalle mie ubicazioni.
<< Si, scusami. Si occupa di lui un amico di famiglia. A quanto pare era l’unica persona più vicina a lui >> dico neutra.
<< Povero piccino, di certo non sarà facile >> mi dice lei con simpatia.
<< Si, non sarà affatto facile. Al bambino mancano i suoi genitori e ha un disperato bisogno d’amore. Oggi mi ha scambiato per la sua mamma.. >> dico, ricordando la straziante sensazione di tenerezza e compassione che ho provato.
<< E il suo tutore non gli vuole bene? >> domanda lei attenta.
<< Oh si. Mi è sembrato molto attento ai bisogni del piccolo e cerca di fare il meglio per lui. Solo che, osservandolo questa sera, mi sono accorta che tiene il bambino un po’ a distanza, come se avesse paura ad avvicinarsi o forse, più semplicemente, non ha mai avuto a che fare con dei bambini ed è un po’ impacciato… vorrei aiutarlo ad aprirsi di più e ad avvicinarsi a lui. Sono sicura che diventerebbe un ottimo padre >> dico pensando che dal modo in cui si è comportato e da quello che mi ha raccontato durante la cena della sua vita e di come Ryo sia piombato su di lui come un fulmine a ciel sereno, mi ha piacevolmente colpito la sua volontà e la sua determinazione a fare in modo che cresca nei migliore dei modi e che non gli manchi nulla.
- Voglio che si senta mio figlio a tutti gli effetti! Non gli farò mancare nulla – mi ha detto in tono appassionato.
Vedendo che la mia assistente non ribatte, rimango interdetta: << Sango?! >>.
<< Kagome questa situazione non è l’ideale per te >> mi dice seria.
<< In che senso? >>  domando perplessa.
<< Nel senso che hai conosciuto quest’uomo da poche ore e già ne parli come se lo conoscessi da una vita.. lo sai vero che hai solo un mese? Un mese, Kagome.. poi dovrai tornare ad essere una principessa e dovrai sposarti. Non puoi permetterti di innamorarti >> mi dice con brutale sincerità e non so perché ma le sue parole mi fanno male.
Innamorarmi? Di Inuyasha?
<< Sei fuori strada, Sango. Ho solo detto che è un uomo molto buono, che si sta prendendo a carico un bambino che non è suo e lo sta facendo con l’intenzione di dargli tutto quello che può. Tutto qui >> dico con enfasi.
<< Sarà anche così >> dice lei con un tono per nulla convinto; << Ma ricordati chi sei Kagome. E se vuoi un consiglio, cerca di non prendere questa storia troppo di petto.. perché altrimenti, quando dovrai andar via, ti si spezzerà il cuore a lasciare quella casa.. e se il piccolo si affeziona troppo a te, subirà un ulteriore trauma quando tu te ne andrai >>.
<< Ne sono consapevole >> rispondo, con tristezza << Proprio per questo voglio aiutarli a creare un legame. Se il piccolo si affezionerà e creerà un rapporto con il suo nuovo papà, le cose non andranno male quando me ne andrò >>.
La mia amica sospira: << Spero proprio che tu abbia ragione >>.
<< Ormai sono qui e non ho il cuore di tirarmi indietro >> ribatto, testarda.
<< Stai solo attenta a non rimettercelo il cuore, amica mia >>.
 
Sdraiata sul letto continuo a pensare alle parole di Sango.
Forse dovrei davvero andarmene.
Infondo sono solo una bugiarda.
La maggior parte delle cose che ho raccontato a Inuyasha durante la cena sono delle bugie.
 
“ Ho verificato le tue referenze, hai fatto davvero un buon lavoro da quello che mi è stato detto. Posso stare tranquillo nell’affidarti il piccolo, anche se l’avevo capito già”
“ Grazie..”
 
“ Dimmi dove sei cresciuta? ”
“ In una casa di campagna, insieme ai miei genitori e a due fratelli..”
 
Ma cosa potevo dirgli?
Non potevo di certo raccontargli che sono una principessina cresciuta tra mura dorate, in una casa che potrebbe ospitare dieci famiglie..che ho avuto i migliori insegnati e tutti i privilegi e gli agi che la ricchezza e il titolo potevano darmi.
Non potevo dirgli che sono cresciuta sola, circondata dal personale del palazzo, ma senza la presenza costante di due genitori.. troppo impegnati nei loro affari per poter trovare il tempo di amare la loro figlia.
Cosa dovevo raccontargli?
Forse che ho avuto la migliore educazione che il denaro potesse comprare, ma che tutto quello che desideravo era imparare cosa volesse dire avere una vera famiglia?
Che sono abituata a presenziare a party, galà ed eventi sociali di grande importanza, quando tutto quello che vorrei fare è vivere la mia vita come una ragazza qualunque, libera di poter fare quello che voglio e soprattutto di sposare chi voglio, invece di essere costretta a vivere con un perfetto sconosciuto solo per salvare il mio regno?
Quando poi, mi ha parlato della sua vita, mi sono sentita davvero un’impostora: mi ha raccontato di essere cresciuto in una famiglia molto povera, che i suoi genitori hanno fatto mille sacrifici per permettergli di studiare e che lui si è impegnato al massimo per realizzare il suo sogno di diventare un famoso chirurgo, per renderli orgogliosi di lui e per ripagarli di tutto quello che hanno fatto.
Mi ha parlato con amore del suo lavoro, di come lo faccia stare bene e ho ascoltato le sue parole totalmente rapita dall’entusiasmo e dalla passione che mi ha trasmesso.
E in tutto questo mi sono sentita vuota: ho realizzato che nella mia vita manca qualcosa… che anche se io mi sono occupata di molte cose come principessa, non ho mai fatto nulla con la stessa passione che ha dimostrato Inuyasha per quello che fa nella vita.. non ho fatto mai nulla che stesse a cuore a me.. a Kagome come donna e non alla principessa Kagome.
Alcune lacrime scendono dai miei occhi e mentalmente mi do della stupida.
So fin da bambina quali sono i miei doveri di principessa,quindi è inutile piangere.
Amo il mio regno, amo il mio popolo, e per loro, solo per loro,non di certo per i miei genitori, farò ciò che è giusto che io faccia.
Con rabbia mi asciugo le lacrime e mi alzo dal letto, incapace di stare un minuto di più a rigirarmi senza prendere sonno.
Mi avvicino al lettino dove il piccolo Ryo sta dormendo sereno e lo fisso per qualche istante: nel sonno, è voltato su di un lato, con le labbra leggermente socchiuse, il respiro lento e regolare, le manine strette a pugni e vicine al viso, su cui ricadono ricci neri come la notte.
È davvero splendido e guardarlo, così tranquillo e sereno, mi da un senso di pace.
Il destino ha voluto che venissi in questa casa: mi occuperò di lui dandogli tutto il mio cuore e già so che, quando me ne andrò, lascerò qui una parte di me.
Sospirando, per nulla intenzionata a tornare a letto, indosso una vestaglia sopra la leggera e lunga camicia da notte e lentamente apro la persiana della camera, che conduce sulla terrazza.
Fuori un leggero venticello fa muovere le foglie e scompiglia i miei capelli, che ora sono più chiari grazie ad una speciale tintura spray che mi ha procurato Sango e che dovrò applicare ogni giorno, se non voglio rischiare di essere scoperta.
Finalmente liberi dalla costrizione di quelle odiose forcine, ricadono in morbide onde per tutta la lunghezza della schiena.
Lascio che la tranquillità della notte mi avvolga, infondendomi un po’ di calma.
<< Va tutto bene Kagome? >> sento chiedere alle mie spalle e voltandomi di scatto, spaventata, riconosco la figura di Inuyasha, che si avvicina lentamente.
<< Mi dispiace non volevo spaventarti >> si scusa a bassa voce e io scuoto la testa.
<< Non c’è problema, solo non ti ho sentito arrivare >> dico con voce incerta.
<< Stavo per prendere qualcosa da bere in cucina e dalla  finestra ti ho vista qui fuori. Ho pensato di controllare se fosse tutto apposto >> dice, fermandosi ad un paio di passi da me e scrutandomi con uno sguardo che mi mette soggezione.
Cosa mi sta succedendo?
Cos’è questo calore?
Forse dipende dal fatto che il suo sguardo è profondo e sembra scrutarmi fin dentro l’anima.
<< Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria >> dico allora.
Lo vedo allungare una mano verso di me e il mio cuore comincia a galoppare come un forsennato.
<< Hai dei capelli meravigliosi >> dice dunque con voce roca, afferrando una ciocca e carezzandola per tutta la sua lunghezza.
<< gr- grazie >> balbetto, senza fiato a causa della sua vicinanza.
Perché sono così agitata?
<< Perché li tenevi costretti in quella pettinatura orrenda? >> mi chiede.
<< Bè.. non sono molto pratici e quindi preferisco legarli >> rispondo allora, anche se non sono ben sicura di ciò che sto dicendo.
I miei pensieri sono concentrati sul calore che la sua mano provoca, carezzandomi la nuca e i capelli.
<< Capisco, ma è un vero peccato nasconderli. Sono morbidissimi e lunghissimi, davvero spettacolari >> il tono è basso e.. sensuale?
Lo fisso incapace di dire nulla e lui porta il suo sguardo sul mio viso.
Fortunatamente è quasi totalmente buio: il mio viso è ora è privo di trucco, anche se non ho ancora tolto le lenti che nascondono i miei occhi azzurro ghiaccio.
E se in ogni caso mi riconoscesse?
Per un attimo la paura prende il sopravvento e così, velocemente, mi scosto, avviandomi verso la portafinestra ma, prima che io riesca a scamparla, Inuyasha mi afferra un polso bloccando la mia fuga.
<< Scusami, non volevo turbarti. Se ho detto o fatto qualcosa che non va, ti prego perdonami >> mi dice sincero e il mio cuore fa un balzo.
Perché? Cosa mi sta accadendo?
<< Non.. non preoccuparti >> affermo incerta << Il fatto è che è molto tardi.. quindi forse è il caso di andare a dormire >> .
<< Kagome >> mi chiama e con una mano, volta il mio viso verso il suo, per poi scostare la mano velocemente, come se si fosse scottato: << non avrei dovuto toccarti.. è solo che, quando ti ho vista illuminata dalla luna, con quello sguardo malinconico.. qualcosa mi ha spinto ad avvicinarmi.. e quando sono arrivato ad un passo da te.. >> si interrompe un attimo incerto, per poi concludere senza guardarmi in viso << non ho potuto resistere alla tentazione di sfiorarti >> confessa roco.
Trattenendo il respiro, lo guardo finalmente negli occhi che, proprio come i miei, sembrano molto turbati.
<< Non accadrà più >> promette infine, più serio.
<< Non è successo nulla, davvero >> lo rassicuro io.
<< E non accadrà nulla. Non ho intensione di far accadere nulla. Sei qui per occuparti di Ryo.. quindi il nostro sarà un rapporto esclusivamente lavorativo, ci tengo a precisarlo. Mi dispiace se ti ho dato un’impressione diversa >> afferma convinto e più distaccato.
Perché le sue parole sembrano ferirmi?
Infondo ha detto la semplice e pura verità.
Io sono qui per lavorare e, cosa che lui non sa, tra un mese sparirò e tornerò alla mia vita.
<< Davvero, non è successo nulla. Sono perfettamente d’accordo con te, sono qui per lavoro e nulla di più >> dico allora.
Lui annuisce e mi oltrepassa, rientrando in casa.
Prima di sparire nella porta che conduce alla cucina però, si blocca, rimanendo comunque di spalle: << Buonanotte Kagome.. >> dice dopo un attimo di incertezza, per poi entrare rientrare velocemente in casa lasciandomi sola, nel mezzo del terrazzo, con il cuore in tumulto e una strana stretta allo stomaco.
<< Buonanotte.. Inuyasha>> sussurrò, anche se lui non può sentirmi.
 
Non so per quanto tempo rimango così ferma, a guardare il punto dove lui è sparito.
Faccio un paio di respiri profondi e poi mi decido a tornare in camera dove, una volta controllato Ryo, che fortunatamente dorme ancora come un angioletto, mi distendo sul letto, affondando il viso nel cuscino, mentre le parole di Inuyasha, lo sguardo che mi ha rivolto e la sensazione della sua mano tra i capelli, non vogliono lasciare il mio corpo.
Forse Sango ha ragione..forse questa situazione non è l’ideale per me: perché altrimenti ho questa sensazione di essermi cacciata in un mare di guai?
 






ANGOLINO MIO ^^

Eccoci qui, con il primo capitolo!
Che ve ne pare dell'incontro tra i due?
Ci saranno delle vere scintille tra questi due testardi che tenteranno in tutti i modi di resistere all'attrazione che provano.. ce la faranno?

E il dolcissimo Ryo ci metterà inconsapevolmente lo zampino.. come tutti i bambini xD
Grazie a tutti coloro che hanno letto la storia! Siete tanti tanti e vi ringrazio davvero *-*
Grazie a chi ha inserito la storia tra
PREFERITI, SEGUITE e RICORDATE.
Grazie alle 5 splendide fanciulle che hanno recensito, GRAZIE DI CUORE <3
Che dire, spero vi piaccia, fatemi sapere!

Alla prossima, Kiss
 

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Capitolo 3
*** Kiss ***


Ciao! Eccomi qui, con il nuovo capitolo. Devo dire che non mi soddisfa molto,ma dal prossimo la storia comincia a entrare piu nel vivo. Gli aggiornamenti non saranno rapidissimi, ma prometto di impegnarmi x affrettare i tempi!
Buona lettura.




2 capitolo: Kiss


Dei piccoli lamenti mi svegliano e per un attimo, mi guardo intorno spaesata, non riconoscendo la mia camera.
Quello che riconosco essere il pianto di un bambino, aumenta un po’ di intensità e, improvvisamente, ricordo dove sono. Velocemente scendo dal letto, avvicinandomi al lettino dove il piccolo Ryo, ora seduto e in lacrime, ha passato la notte.
<< Tesoro, buongiorno! >> dico sorridendo e, al suono della mia voce, smette di lamentarsi e si gira a guardarmi, mettendo in mostra un sorriso un po’ sdentato, che mi fa sciogliere il cuore.
<< Sei proprio un amore di bambino, lo sai? >> dico chinandomi e prendendolo in braccio.
<< Hai fame vero cucciolo? E magari c’è anche il pannolino bagnato. Ma adesso sistemeremo tutto >> dico sorridendogli e avviandomi verso il fasciatoio.
In pochi minuti  è di nuovo pulito, lavato e profumato e così, lo metto seduto sul tappeto, mentre mi affretto ad indossare qualcosa.
Un leggero bussare alla porta, mi fa sussultare, proprio mentre sto infilando le scarpe da ginnastica, sotto la tuta larga e informe che ho indossato.
<< Kagome sei sveglia? Mi è sembrato di sentire Ryo piangere >>
La voce di Inuyasha mi raggiunge un po’ attutita attraverso la porta.
<< Si, siamo svegli.. ehm dammi un secondo per vestirmi e ti raggiungiamo in cucina >> dico nervosa, mentre veloce mi dirigo verso la specchiera e indosso le lenti nere.
<< Vuoi che lo prenda io, mentre tu ti vesti? >> mi domanda e, raggelo.
<< Non preoccuparti, sta giocando con un peluche e io ho quasi fatto >> ribatto velocemente.
<< Va bene. Allora, metto sul il caffè intanto >> dice incerto e sento i suoi passi allontanarsi.
Per fortuna ha bussato e non è entrato subito, altrimenti mi avrebbe scoperta!
Devo ricordarmi di chiudere a chiave.
Veloce, spazzolo i miei capelli e applico un po’ di spray nei punti che noto più scuri, rendendoli castano dorato, per poi legarli in una treccia laterale.
<< Andiamo tesoro, è ora della colazione! >> dico, prendendo in braccio il piccolo Ryo e uscendo dalla camera.
Entrando in cucina, noto un Inuyasha diverso, rispetto al giorno prima e anche un po’ più affascinante: la barba è scomparsa, i capelli neri e lunghi, sono legati in un basso codino e lasciano scoperto il viso perfetto, dalla pelle olivastra e su cui sono scomparse un po’ le ombre che ieri contornavano gli occhi.
Indossa una camicia azzurra, un paio di pantaloni neri classici e scarpe nere lucide.
Mi ritrovo ad osservarlo per qualche secondo incantata, prima di riprendermi e darmi della cretina: Kagome, che c’è non hai mai visto un uomo affascinante?
<< Buongiorno! >> dico simulando allegria, mentre metto Ryo nel seggiolone e lo avvicino al tavolo, di fianco ad Inuyasha.
<< Buongiorno Kagome >> dice con tono tranquillo, per poi poggiare lo sguardo su Ryo, che sta mettendo in bocca un cucchiaio di plastica che gli ho dato per farlo giocare.
<< Ei piccolo, buongiorno >> dice rivolgendosi al bambino che però non lo degna di uno sguardo.
Lo vedo alzare lo sguardo verso di me incerto e provo per quell’uomo un moto di simpatia: si vede lontano un miglio che non sa che pesci prendere con Ryo e mi fa .. non so.. tenerezza.
<< Ecco qui, la pappa è pronta! >> dico, avvicinandomi con una tazza di latte e biscotti.
<< Perché non provi a dargliela tu? >> dico, sedendomi dal lato opposto al seggiolone e guardandolo negli occhi, che ora mi fissano sconsolati.
<< Non so se è una buona idea.. ieri mi ha sputato addosso tutto quello che cercavo di fargli mangiare >>.
<< Sono sicura che non accadrà nulla di strano.. basta giocare un po’. Guarda >> dico, avvicinando un cucchiaino di latte alla boccuccia del piccolo.
<< Oh senti, come è buono questo lattuccio! >> dico, mentre il piccolo, dopo un attimo di tentennamento spalanca la bocca e si lascia imboccare.
<< Ah ma come sei bravo! >> lo lodo, passando ad un altro cucchiaino << è buono eh >> dico, mentre il piccolo, continuando a giocare con l’altro cucchiaio, facendosi imboccare.
<< Prova dai! >> dico a Inuyasha, passandogli la tazza.
Mi guarda per un attimo incerto, poi avvicina il cucchiaio alla bocca del piccolo che smette per un attimo di giocare e lo guarda fisso.
Gli faccio cenno di continuare e, poco dopo, miracolosamente, il piccolo si lascia imboccare tranquillo.
<< Wow, quasi non ci credo, che non fa i capricci >> dice sorridendo stupito e io sorrido contenta per lui.
<< Visto? Basta mostrarsi un po’ sicuri >> dico allora, prendendo una tazza di caffè e due biscotti, mentre Inuyasha aiuta il piccolo a finire colazione.
<< Devo andare in ospedale >> esordisce quando ha finito.
<< Va bene >> dico, prendendo il piccolo Ryo tra le braccia, mentre lo vedo recuperare la ventiquattrore e prendere la giacca.
<< Visto che sono stato assente dallo studio per un paio di giorni, forse farò un po’ tardi stasera. Non aspettarmi per cena >> dice, mentre io annuisco un po’ delusa.
<< Se ci sono dei problemi, puoi chiamarmi a questi numeri e, se sono in sala, lascia detto alla mia segretaria, provvederà lei ad avvisarmi >> si raccomanda, lasciando un foglietto attaccato al frigo.
<< Si, non preoccuparti, staremo bene. Vero passerotto? >> dico, parlando al bimbo e evitando lo sguardo di Inuyasha.
<< Bene, allora a stasera >> dice, guardandomi fisso per qualche secondo per poi affrettarsi verso la porta e chiuderla velocemente dietro di se.
<< A stasera >> mormoro, stringendo a me il piccolo Ryo.
Avrebbe almeno potuto avvicinarsi per salutarlo!
<< E adesso, vediamo un po’ che cosa fare tesoro >> dico fiduciosa.
 

 

Inuyasha Pov

 
Dopo cinque ore di intervento, mi concedo una piccola ma meritata pausa, per prendere un caffè.
Mi dirigo verso le macchinette e sento una voce chiamarmi: << Ei Inuyasha! >>.
Mi volto e, vedo Miroku avvicinarsi. Io e lui ci conosciamo da una vita e abbiamo studiato alla stessa università: io come cardiochirurgo e lui come neurologo.
<< Ciao Miroku! >> lo saluto, infilando poi le monetine nel distributore del caffè.
<< Ciao! Non pensavo che saresti tornato così presto! Il bambino? Hai trovato qualcuno che si occupi di lui immagino.. >> mi chiede, battendo una pacca sulla mia spalla.
<< Si, sono riuscito a trovare una babysitter e, quindi, sono potuto tornare a lavoro >> rispondo << vuoi qualcosa anche tu? >> chiedo indicando il mio caffè bollente, ma lui scuote la testa.
<< Volevo sapere come te la cavi. Non deve essere facile per te, occuparti di un bambino così piccolo. Per fortuna hai trovato subito una babysitter >> .
<< Si sono stato fortunato >> rispondo un po’ incerto e lui lo nota.
<< Che succede? Non ti fidi di lei? E’ troppo vecchia? >> mi chiede serio, ma io scuoto la testa: << no, anzi è molto giovane! Però.. diciamo che l’approccio è stato un po’ bizzarro. Si è presentata alla mia porta dicendo di essere Mary Poppins! >> dico io, ripensando all’accaduto.
Miroku scoppia a ridere: << Un tipetto con del senso dell’umorismo! E dimmi, è bella? >> mi chiede sorridendo malizioso e io alzo gli occhi al cielo: il solito pervertito!
<< Miroku deve occuparsi di Ryo, non di me! Che importa se è bella? >> chiedo spazientito.
<< Ma cosa centra! Abiterà con te, giusto? Quindi se è una compagnia piacevole, meglio no? >> mi chiede beffardo.
<< Non ho intenzione di avere una relazione con la babysitter! È meglio che tra noi ci sia solo un rapporto lavorativo o, nel caso succedesse qualcosa, Ryo potrebbe soffrirne >> dico, anche se le parole mi escono un po’ a fatica.
<< Hai ragione! Scusa.. >> dice il mio amico, con aria pentita; << ma almeno puoi dirmi se è carina o meno! Magari posso provarci io? >> mi chiede sorridendo e, io lo fulmino con lo sguardo.
<< Smettila Miroku! Non ci pensare! Ci sono tante belle donne che ti ronzano intorno >>.
<< E lei non è bella? >> mi chiede ancora.
<< Beh è un tipo molto particolare, del genere castigato che a te non piace. Veste e si agghinda in modo un po’ troppo trasandato e utilizza troppo trucco.. ma non si può dire che sia brutta, anzi: ha degli occhi bellissimi e dei capelli fantastici >> dico, pensando a quando ho affondato la mano in quella massa setosa.
<< Oh! Sei in vena di complimenti! Non dirmi che sotto sotto ti piace!>> mi dice prendendomi in giro e io sbuffo, tirandogli un pugno scherzoso sul braccio.
<< Smettila di fare il cretino! Ho solo fatto una costatazione e, ti ho già spiegato, che non ho intenzione di istaurare con lei nessun altro rapporto se non quello lavorativo! >>.
<< Va bene, sarà come dici tu >> mi dice, sorridendo saccente, ma io lo ignoro.
<< Adesso vado! Devo finire il giro delle visite e ho in programma un altro intervento nel pomeriggio >> dico, salutandolo.
<< Si anche io devo andare, a presto Inuyasha! >> dice, prima di sparire lungo il corridoio.
 
Parcheggio l’auto davanti casa e, guardando l’orologio, noto che sono le undici.
Ho fatto molto più tardi del previsto, perché mi sono dovuto occupare di altre due emergenze, dopo l’intervento.
Sospiro. Sono davvero esausto e ho una fame da lupi!
Giro la chiave nella toppa ed entro nella casa, che sembra essere piuttosto silenziosa.
Probabilmente Kagome e il piccolo sono già a letto.
Poggio la valigetta su una sedia e mi dirigo verso la cucina, con l’intenzione di vedere se c’è qualcosa di commestibile.
Passando davanti al divano però, noto una figura rannicchiata su di esso.
Facendo attenzione a non fare rumore, accendo la piccola lampada li di fianco, la cui luce va ad illuminare il viso di Kagome, che dorme profondamente, mentre tra le mani stringe il baby monitor da cui si sente il respiro regolare del piccolo Ryo.
È sdraiata in posizione fetale, le gambe coperte da un plaid e il visto seminascosto dai lunghi capelli.
È così.. non so, piccola. Innocente. In questa posizione sembra proprio una bambina indifesa.
Mi accuccio vicino al divano e la osservo dormire per qualche secondo; poi, spinto da un impulso che non riesco a controllare, allungo una mano e le sfioro i capelli, allontanando una ciocca dal suo viso.
Non è bellissima nel vero senso del termine, ma ha qualcosa di speciale, che mi attrae come una calamita. Erano anni che non provavo una simile attrazione e, adesso, l’ultima cosa di cui ho bisogno, è impegnarmi con la babysitter del mio figlioccio.
Faccio per alzarmi ed allontanarmi, ma lei apre improvvisamente gli occhi: << Inuyasha, sei tornato >> dice, con voce assonnata, stropicciandosi il viso come una bimba.
<< Si. Mi dispiace non volevo svegliarti >> .
<< Scusami tu. Devo essermi addormentata poco dopo aver mangiato >> dice lei, mettendosi seduta.
<< E’ stata una giornata faticosa? >> le domando, sedendomi al suo fianco, ma mi accorgo del grande sbaglio quando il profumo dei suoi capelli arriva alle mie narici, stordendomi.
È buonissimo: un misto di vaniglia e.. cioccolato? Non saprei definirlo, ma è davvero buono.
<< Si ma è andato tutto bene. Ryo è piuttosto vivace, ma è buonissimo e non piange mai >> mi spiega allora << abbiamo passato il pomeriggio a giocare con trenini, macchinine e soldatini >> mi dice sorridendo allegra.
<< Sembra divertente >> ribatto incerto, non sapendo bene cosa dire e, lei mi spiazza scoppiando a ridere.
<< Si, certo, divertentissimo. Dovresti provare, fa bene tornare bambini a volte, sai? >> mi dice ammiccando e io, mi incanto a guardare il suo sorriso.
<< Suppongo che tu abbia ragione. Vorrà dire che mi unirò ai giochi, qualche volta >> dico roco, fissandole le labbra.
All'improvviso sembra scendere una certa tensione tra noi ed entrambi ci guardiamo negli occhi, incantati quasi.
<< Forse adesso è meglio che io vada a letto. Ryo si alza piuttosto presto e ho bisogno di riposare >> esordisce, di colpo seria.
<< Ti ho lasciato la cena in caldo nel forno, se hai fame >> mi informa, alzandosi dal divano in tutta fretta.
Prima che possa scappare, non resistendo all’impulso, la afferro per un braccio e l’avvicino a me: << Se ho detto qualcosa che non dovevo, me ne scuso >> affermo guardandole il volto, mentre lei sfugge al mio sguardo.
<< Ma no, figurati, sono solo stanca >> ribatte debolmente.
Allungo una mano e le alzo il viso, per poterla guardare negli occhi: << Kagome, non devi mentirmi, mai >> le sussurro a pochi centimetri dal viso, facendola irrigidire.
<< So benissimo cosa c’è che non va. È la stessa cosa che da ieri tormenta me >> affermo allora, facendole sgranare gli occhi.
Poi, senza darle il tempo di dire nulla, azzero la distanza tra le nostre labbra e sfioro le sue con un bacio che, dapprima è dolce e lento; poi si trasforma in un bacio pieno di passione a cui lei, dopo un attimo di esitazione, risponde con entusiasmo.
Il suo sapore è divino e le nostre labbra si intrecciano per un tempo che pare eterno.
Erano anni che non provavo delle simili emozioni solo attraverso un bacio; una scossa elettrica sembra propagarsi dalle nostre labbra verso tutto il corpo.
Cosa ci sta accadendo?
Alla fine è lei a staccarsi per prima, guardandomi negli occhi profondamente turbata ed io, ritorno finalmente in me.
Che cosa sto facendo?
Dannazione, sto baciando la mia babysitter!
<< Kagome .. >> comincio incerto, ma lei scuote la testa.
<< Non dire nulla. Ti prego. Adesso, vado a dormire, buonanotte >> dice velocemente e prima che io possa dire qualcosa, sparisce lungo le scale, lasciandomi qui, in mezzo al corridoio, a chiedermi come posso essere stato così stupido.
 
 

Kagome Pov
 
Corro fino alla mia camera e mi chiudo velocemente la porta alle spalle, girando un paio di volte la chiave.
Ancora con il respiro affrettato, mi sporgo a guardare la culla dove Ryo, fortunatamente, dorme beato.
Con un sospiro, mi getto a pancia in giù sul letto, sfiorando poi con una mano le mie labbra, ancora bollenti per il bacio.
Come ho potuto permettere che mi baciasse?
Sono stata una stupida!
Non posso, non posso legarmi a lui!
Sospiro ancora.
È stato un bacio fantastico.
Nessuno mi ha mai baciata cosi.
Sfioro ancora le mie labbra bollenti, dove sento ancora il suo sapore: come posso dimenticare quanto è accaduto?
Stupida! Stupida! Stupida!
Non avrei dovuto permettergli di baciarmi. Ma come avrei potuto resistere?
Quando mi sono svegliata e l’ho visto seduto accanto a me, mentre mi fissava con sguardo assorto, il mio cuore ha fatto le capriole.
Alla luce della lampada, il suo viso era bellissimo e, ho fatto una fatica immensa per cercare di non guardarlo.
Quando poi ha sollevato il mio volto e l’ha avvicinato al suo, il mio cuore batteva a mille e ho capito di essere perduta.
Ma non posso permettermi che accada qualcosa tra noi, perché se e quando scoprirà la verità, lui mi odierà.
E io sono una principessa, il cui dovere primario è quello di occuparsi del proprio popolo, anche a discapito dei propri sentimenti.
Non devo dimenticarmi chi sono.
Altrimenti sarà la fine.
Gli occhi si riempono di lacrime: quanto vorrei essere una comune ragazza e avere la possibilità di innamorarmi e, di sposare, un uomo scelto da me e che amo davvero.
Un piccolo suono mi distoglie dai miei pensieri e, allungando il braccio, afferro il telefono sul comodino.
Un sms da Sango.
“ Kagome stai bene? Ho provato a chiamarti ma non hai risposto!”
E in effetti noto che ho ben tre chiamate senza risposta. Tuttavia non ho nessuna voglia di parlare con Sango: conoscendola, capirebbe subito che è successo qualcosa e dovrei sorbirmi anche le sue prediche.
Digito velocemente un sms di risposta: “ Sto bene Sango, scusami ma ero stanchissima e mi sono addormentata presto. Ti chiamo domani! Notte”
Lego i miei capelli in una treccia, tolgo le lenti, controllo ancora una volta Ryo e poi, dopo aver indossato un comodo pigiama, mi metto a letto.
 
Per tutta la notte non faccio che girarmi e rigirarmi, mentre le immagini di ciò che è accaduto con Inuyasha sembrano non voler abbandonare la mia mente.
Alle quattro del mattino, Ryo si sveglia piangendo.
Mi alzo dal letto e lo prendo in braccio: << Cosa c’è tesoro? Hai fatto un brutto sogno? Va tutto bene >> gli parlo con voce dolce e calma.
Ne approfitto per cambiarlo, costatando che il pannolino è sporco e poi, visto che sembra deciso a non addormentarsi, lo stendo sul letto con me.
<< Ni-nana >> cinguetta con la sua vocetta infantile.
<< Che cosa tesoro? >> domando sorridendo.
È un bambino davvero bellissimo e dolcissimo.
<< Nina-na Ninina >> continua e capisco! Ninna nanna!
<< vuoi che canti una ninna nanna? >> domando e lui sorride e batte le manine, facendomi sorridere.
<< Ok, hai vinto tesoro. Ne conosco una bellissima >> affermo, pensando alla ninna nanna del mio cartone animato preferito,Lily e il vagabondo.
Comincio a canticchiare a bassa voce:
 
La la lu
la la lu
fa la nanna, piccino
ti proteggon le stelle, lassù
la la lu
la la lu
ma per me, mio pulcino
la mia stellina, sei tu
la la lu
la la lu
dormi oh mio dolce tesoro
e vegli il cielo su di te
la la lu
la la lu
è sui tuoi sogni d’oro
la la lu
la la lu
la la lu
 
Mi interrompo, sentendo il rumore di passi nel corridoio.
Che sia Inuyasha?
Forse ha sentito Ryo piangere!
Trattengo il fiato per qualche secondo, ma non recepisco nessun rumore aldilà della porta.
Forse me lo sono immaginato.
Abbasso lo sguardo e noto che Ryo ha gli occhietti quasi chiusi e, intenerita gli stampo un bacino sulla guanciotta paffuta e lo copro, sdraiandomi al suo fianco e cadendo finalmente in un sonno profondo.
 
Apro gli occhi, a causa dei tiepidi raggi del sole che filtrano nella camera.
Guardo Ryo, profondamente addormentato e lancio uno sguardo alla sveglia, che segna le otto e quaranta.
Ho dormito pochissimo e ho un mal di testa lancinante.
Sospirando, mi affretto ad alzarmi per vestirmi e ricompormi, prima di scendere in cucina a preparare la colazione.
Probabilmente Inuyasha è già uscito per andare in ospedale.
Meglio così, non saprei proprio cosa dirgli, dopo quello che è accaduto ieri sera.
Una volta pronta, prendo il baby monitor e vado in bagno, per darmi una rinfrescata, prima di scendere in cucina.
Appena varcata la soglia però, rimango impietrita nel vedere Inuyasha che fa colazione, leggendo il giornale.
Alza appena lo sguardo, nel sentire i miei passi: << Buongiorno Kagome. Spero tu abbia dormito bene. Ryo è ancora addormentato? >> domanda tranquillo e io mi riscuoto.
<< Si, stanotte si è svegliato per un po’.. ed ora dorme ancora, quindi l’ho lasciato riposare >> rispondo.
<< Hai fatto bene! Vieni, siediti, fai colazione con me >> mi dice, indicandomi il posto di fronte al suo, dove è pronta una tazza pulita e un piccolo recipiente con della macedonia fresca.
Lentamente mi avvicino e prendo posto, versandomi un po’ di caffè dal bricco e cominciando a mangiare qualcosa.
Osservo Inuyasha di sottecchi e noto che, sembra molto interessato alla lettura del giornale e, non mi degna di uno sguardo.
All’improvviso però, chiude il giornale e lo getta sul tavolo, guardandomi serio e io, deglutisco a fatica.
<< Senti Kagome, per quanto riguarda il bacio.. >> comincia e mi lascio prendere dal panico.
Non voglio sentire.
Non voglio sapere o sarà la fine.
<< Tranquillo >> mi affretto ad interromperlo io << So che si è trattato di un incidente e non si ripeterà >> affermo, determinata a chiudere l'argomento il prima possibile.
Scende il silenzio.
Inuyasha mi scruta per un attimo stupito, per poi assumere un espressione impenetrabile: << Esatto..>> dice allora << Un errore.. si hai ragione.. si è trattato di un momento di debolezza e niente di più. Non voglio che tu ti senta minacciata da me e non voglio che il piccolo soffra per qualche strana situazione tra noi. Quindi dimentichiamo l'accaduto. Ora devo andare a lavoro, ci vediamo stasera >>.
Sembra serio, eppure le parole sembra che gli escano a fatica.
Forse per lui non è stato un errore.
Impossibile.
Bello com’è, non ha di certo problemi a trovarsi una donna.
Per lui quel bacio non ha significato nulla, ne sono certa.
È stato solo un momento di debolezza.
Tuttavia, prima che io possa dire altro, si allontana e sparisce oltre la porta dell'appartamento, sbattendola forte dietro di sé, lasciandomi sola e confusa, con la strana sensazione di averlo ferito e, con lui, di aver ferito me stessa.




Angolino Mio

Lo so, fa un pò schifo! ^^
Spero di farmi perdonare con i prossimi capitoli. In un certo senso è un capitolo un pò di passaggio, ma le cose devono acnora entrare nel vivo.


GRAZIE alle splendide persone che hanno letto questo e i precedenti capitoli; GRAZIE mille alle splendide ragazze che hanno recensito, vi adoro <3. GRAZIE a chi ha aggiunto la storia tra PREFERITI SEGUITE e RICORDATE *___*
Vi informo inoltre che ho pubblicato una nuova ff: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3219800&i=1
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su facebook =)
Grazie ancora, alla prossima! Kiss








 

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