Quando l'uomo prese coscienza della donna

di Brinne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Micina cattiva ***
Capitolo 2: *** Lo schema vincente ***
Capitolo 3: *** Teorema ***
Capitolo 4: *** Ormoni, ormoni, ormoni! ***



Capitolo 1
*** Micina cattiva ***


Si sistemò meglio la camicia, prese un profondo respiro e poi bussò alla spessa porta di legno dell’ufficio della professoressa McGranitt, pronta ad accettare qualsiasi cosa le avrebbe proposto pur di avere più crediti scolastici e poter così partecipare a un seminario di Trasfigurazione in Francia.
Noioso, direte voi, e invece Hermione Granger fremeva solo all’idea.
<< Buongiorno, professoressa.>> disse, entrando e sedendosi sulla poltroncina di fronte alla scrivania.
<< Buongiorno, cara. Ho pensato alla questione dei crediti, ma lei ha superato il monte ore di lezione che legalmente è consentito affrontare a uno studente.>> sembrava veramente dispiaciuta nel darle quella notizia.
<< Mi sta dicendo che non posso partecipare al seminario?>>
La McGranitt appoggiò la schiena contro la sedia, pensierosa, mentre la ragazza la guardava implorante. << Beh forse…no ma non fa per lei, Granger.>>
Hermione si sporse di qualche centimetro verso la professoressa, gli occhi assatanati. << Farò qualsiasi cosa, glielo assicuro.>>
<< Vede, non si tratta di lezioni però…>> iniziò la McGranitt, fiduciosa che quelle parole sarebbero bastate per far desistere la ragazza, che invece si limitò a fissarla con ancora più insistenza. Così la donna continuò: << si tratterebbe di una attività extracurriculare.>>
<< Oh, tipo il club del libro?>>
<< Non proprio.>>
<< Il club degli scacchi?>> tentennò Hermione.
La McGranitt prese un profondo respiro, guardando la giovane quasi dispiaciuta.
<< La professoressa Hooch sta mettendo insieme per ogni Casa una squadra di cheerleaders, sa Granger, per dare un sostegno psicologico maggiore ai giocatori di Quidditch.>>
La mascella di Hermione sfiorò pericolosamente il pavimento.
Se non fosse stata la McGranitt con quel suo cipiglio severo a pronunciare quelle parole, di certo Hermione non ci avrebbe creduto.
<< Oh mi prende in giro? Non c’è nient’altro che posso fare? Andrebbe bene anche aiutare Gazza!>>
<< Mi spiace, Granger.>>
Diamine, possibile che la strada per arrivare alle soddisfazioni personali fosse sempre così difficile? Nemmeno avesse chiesto di voler fare una vacanza con i soldi di Hogwarts.
Scacciò l’immagine del prototipo di cheerleader stupida e bellissima dalla testa e strinse i braccioli della poltrona.
<< E va bene.>>
Cosa non si fa per amore della cultura!
***
 
Hermione Granger era pietrificata.
Cercò disperatamente di tirare più in basso la gonna per cercare di coprire il più possibile le cosce nude, inutilmente.
Più si guardava, più Hermione Granger perdeva interesse per quel maledetto seminario di Trasfigurazione.
<< E dai, esci dal bagno!>> la voce di Ginny la riscosse dai suoi pensieri.
Quando la McGranitt le aveva detto di recarsi quel pomeriggio al campo di Quidditch non l’aveva nemmeno sfiorata l’idea che una saltellante Lavanda Brown sarebbe arrivata con una tutina rossa e oro già pronta per lei, ma quando quell’indumento malefico le era stato sbattuto in faccia, Hermione si era resa conto di essere cascata in una trappola organizzata da tempo.
Non appena la ragazza apparve sulla soglia del bagno, Ginny si aprì in un sorriso sornione made in Weasley. << Sei.Uno.Schianto.>> sillabò, girando intorno all’amica.
<< Sicuramente preferirei essere Schiantata piuttosto che partecipare a questa pagliacciata.>> mormorò, stringendosi le braccia al petto per cercare di nascondere la pancia lasciata scoperta. << In inverno si aspettano che ci vestiamo così?>>
Hermione credeva che il peggio sarebbe stato vedere i super fisici della sue compagne di martir- ehm, di squadra, volteggiare radiosi sul ritmo di qualche canzone. Ma si sbagliava.
Lo spogliatoio era già vuoto, così le due ragazze si avviarono verso il campo da Quidditch per unirsi alle altre mentre una nube di pensieri negativi e di maledizioni aleggiava sopra la testa di Hermione.
Fu allora che capitò il peggio: neanche fosse al ballo delle debuttanti, Hermione uscì sul campo, in ritardo, e si ritrovò l’intera squadra di Quidditch e di cheerleaders voltata verso di loro.
Le sue guance presero fuoco all’istante e le gambe iniziarono a tremare, mentre intorno a lei il suono delle voci giungeva leggermente ovattato alle sue orecchie. << Herm, ti fissano tutti.>> le bisbigliò nell’orecchio Ginny, prendendola poi per un braccio e spingendola via dalla sua immobilità.
<< Non sei d’aiuto, Ginny! È stata una pessima idea, io me ne vado.>>
Ma la presa inaspettatamente ferrea dell’amica le impedì di fuggire, così con poche falcate raggiunsero gli altri.
<< Ah, vi siete degnate a salire finalmente.>> disse acida Lavanda, prima di iniziare a fare quello che pareva essere un discorso di introduzione e motivazionale.
<< Ginevra Weasley…>>
<<…non crederai veramente...>>
<<…di poter andare…>>
<<…in giro così!>> concluse George.
I due gemelli si era materializzati di colpo di fianco alle due e stavano guardando con rimprovero la loro sorellina, a braccia incrociate.
<< Non rompete.>>
<< Ma come osi rispondere così ai tuoi fratellini dal cuore fragile?>> Fred si portò una mano al cuore, melodrammatico.
La piccola Weasley alzò gli occhi al cielo e girò i tacchi, portandosi il più lontano possibile dai gemelli. Come biasimarla?
I due ghignarono e poi portarono la loro attenzione a una innocente Hermione che, non appena si rese conto della loro espressione, si maledì di non avere seguito Ginny.
<< Bene bene bene, Granger! L’ultima persona che ci aspettavamo di incontrare qui.>>
<< Condivido la vostra reticenza.>> rispose acida.
<< Reticenza?...>>
<<…e perché mai?>>
Era seccata dal loro comportamento e sapeva benissimo che era proprio per questo che si divertivano così tanto.
Fred le circondò le spalle con un braccio, continuando a ghignare e a guardarla con i suoi occhi colmi di divertimento. << Siamo piacevolmente colpiti, vero George?>>
Anche George le mise un braccio intorno alle spalle, ammiccante.
<< Dici il giusto, Freddie.>>
Dal canto suo, la ragazza sbuffò sonoramente, riprendendo a martoriarsi quella cintura copri vagina che avevano il coraggio di definire gonna.
<< Anzi, ti dirò Granger: sono felice di vedere cosa nascondi sotto i tuoi vestiti larghi e l’aria saccente.>>
Prima che il viso potesse esplodergli per il troppo afflusso di sangue, Hermione si divincolò imbarazzatissima dall’abbraccio malefico dei gemelli Weasley , puntandogli contro l’indice. << Siete veramente tremendi, statemi lontano perché oggi potrei sul serio mordere qualcuno.>>
Inutile dire che le parole di Hermione servirono solo a suscitare maggiore ilarità nei gemelli, che cominciarono a ridere sguaiatamente.
<< Micina cattiva.>> le disse Fred, per poi lasciarla fumante di rabbia.
Fred Weasley aveva veramente avuto il coraggio di chiamare lei, Hermione Granger, micina cattiva?
 
***
 
Una squadra di cheerleaders, anzi ben quattro squadre!
 Santa Morgana aveva ascoltato le preghiere di tutti i ragazzi di sesso maschile di Hogwarts.
Anzi, santa professoressa McGranitt che aveva accettato questa folle idea.
Nel momento esatto in cui le ragazze avevano iniziato a scaldarsi con la musica, a bordo campo, si erano verificati una serie di incidenti: Andrew Kirke colpì Angelina in piena faccia, George si schiantò contro una torretta, Ron cadde dalla scopa, Harry per poco non ingoiò il boccino e Fred più volte sbagliò mira e mandò il Bolide verso i compagni di squadra.
Ormoni, ormoni, ormoni!
Angelina dichiarò che si sarebbe andata a lamentare con la McGranitt poiché, testuali parole, era inaccettabile che la sua squadra di Quidditch si trasformasse in un ammasso di ragazzi allupati per un paio di culi al vento.
La ragazza fu lasciata a lamentarsi da sola e l’intera componente maschile della squadra prese posto sugli spalti, godendosi lo spettacolo.
<< Sia benedetto il giorno in cui la professoressa Hooch si è presa una vacanza nel mondo babbano e ha scoperto come vengono incoraggiate le persone mentre fanno sport.>> constatò Ron, lo sguardo perso.
<< Cazzo, guardate che culi!>> si unì George, che pareva veramente sconvolto che le sue stesse compagne di Casa potessero nascondere tali tesori sotto l’uniforme.
<< Guardate Ginny…>> stava dicendo Harry, ma quando tre teste rosse si voltarono per fulminarlo, il ragazzo tacque.
Ma la cosa che più li lasciò senza parole fu vedere Hermione Granger ballare senza nessuna inibizione e possedere un movimento di bacino che avrebbe fatto invidia a Shakira. Chi diavolo era quella?
<< Qualcuno mi copra gli occhi o farò pensieri sconci sulla mia migliore amica.>> bisbigliò Harry, mentre lui e Ron cercavano in tutti i modi di non  guardare incantati il fondoschiena di Hermione.
Vedendo che però Fred e George non si facevano nessun problema a fissare insistentemente le grazie della sua amica, Ron tirò loro una gomitata.
<< Che c’è? Mica è la nostra di migliore amica.>> rispose Fred sornione, appoggiando il viso al palmo della mano.
<< George, tu non sei fidanzato con Angelina?>>
Quello fece spallucce, poi distolse lo sguardo. << Signori, Hermione Granger è un 10, ma Angelina è un 10 e lode.>>
Fred scoppiò a ridere, scuotendo la testa e dando delle pacche leggere sulla spalla del gemello.
<< Georgie, quanto vorrei fosse vero!>>
Com’è che li aveva definiti Angelina? Un ammasso di ragazzi allupati per un paio di culi al vento?
Ecco, in quel momento erano esattamente quello e, Merlino ce ne scampi, parevano aver appena scoperto che il mondo era migliore di quello illustrato sulle riviste di playboy.
 
NOTE FINALI:
Prima di tutto, sono tornataaaaa!
Dopo anni e anni di silenzio, dopo aver lasciato la categoria di Harry Potter nel 2008 con una Fremione terribilmente triste e terribilmente scritta male (ma non dimostra altro che gli anni passano), torno all’arrembaggio con questo esperimento senza alcuna pretesa.
L’obiettivo sarà farvi ridere, quindi non temete: non ci saranno brutte sorprese.
Fatemi sapere, anche solo per insultarmi!
Brinne
 

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Capitolo 2
*** Lo schema vincente ***


Lo schema vincente
 
Ok, Hermione era profondamente convinta che il cheerleading fosse una invenzione maschile nata durante il periodo più sessista nella storia del sessismo e questa credenza non gliela avrebbero mai portata via. Era anche vero però che dietro a tutto quello sculettamento c’era veramente dello sport: le dolevano tutte le braccia e le gambe, per non parlare della schiena.
<< Per forza Herm, sei abituata a stare sempre seduta a studiare.>> le rispose Ginny all’ennesima lamentela dell’amica, mentre le passava amorevolmente dell’arrosto.
<< Voi Weasley siete così sensibili nel dire le cose.>>
Ora che si era tolta quella camicia di forza che le altre chiamavano divisa della squadra, Hermione si sentiva molto più libera nei movimenti, ma soprattutto a suo agio.
Harry e Ron l’avevano evitata per l’intero pomeriggio e non si era ancora presentati a cena perché, a quanto pareva, Angelina era talmente furiosa per la loro scarsa prestazione in campo che aveva prolungato di un’ora gli allenamenti.
<< Oh eccoli.>> disse proprio in quel momento Ginny, mentre Harry e Ron le raggiungevano a tavola, stranamente silenziosi.
Hermione si aspettava che l’avrebbero tempestata di domande, invece gli amici riuscivano a stento a guardarla negli occhi. << Va tutto bene?>>
<< Mh-mh.>> bofonchiò Ron, tenendo diligentemente lo sguardo fisso nel suo piatto.
Una fugace occhiata scambiata con Ginny le fece capire che nemmeno per la piccola Weasley quello era un comportamento normale.
<< Mh-mh cosa?>>
L’unica risposta fu un masticare più vigoroso.
<< Ah micina, sentivo la tua frustrazione dall’ingresso.>>
Eccoli, splendidi come il sole George e Fred avevano fatto la loro comparsa, sedendosi uno di fianco a Hermione e uno di fronte, accanto a Ron e Harry, lo stesso sorriso sghembo dipinto in viso.
Hermione fermò la forchetta a mezz’aria e la riposò nel piatto, non sapendo bene se essere più furibonda per quello stupido appellativo che Fred le aveva affibbiato o per il fatto che le avesse dato della frustrata.
Probabilmente era in grado di provare abbastanza rabbia per entrambe le cose.
<< Prima di tutto: chiamami ancora una volta micina e giuro che ti Schianto; seconda cosa: io non sono frustrata, mi chiedo solo perché questi due non mi guardino nemmeno in faccia quando parlo.>> e nel pronunciare l’ultima frase Hermione fulminò i suoi due presunti migliori amici.
Fred osservò interessato le gote di Hermione colorarsi di rosso, e lo spettacolo gli piacque talmente tanto che decise di arrecare alla povera Granger ulteriore motivo di imbarazzo. << Ronalduccio e Harryno, perché non date alla micina qui presente le attenzioni che si merita?>>
George stava per mettersi a ridere, ma l’espressione di Hermione lo fece bloccare sul nascere.
Dal canto loro, Ron e Harry parevano molto in difficoltà e non riuscirono a spiccicare nulla.
<< Basta, mi sono stufata del vostro atteggiamento. O mi dite subito cosa vi prende o vi giuro che Schianto pure voi insieme a Fred.>>
Andando avanti così, la lista d’attesa di Hermione si sarebbe allungata talmente tanto che presto avrebbe dovuto segnarsi su un’agenda gli appuntamenti con tutte le persone da Schiantare da lì alla fine dell’anno.
<< Se vuoi te lo spiego io, Hermy.>> si intromise George e a quelle parole Harry e Ron parvero impallidire.
Seppur scettica, Hermione gli fece cenno di parlare.
<< Vedi Hermione, non avevano…>>
<<…la minima idea che tu…>>
<<…avessi un tale potenziale…>>
<< …in fatto di fisico…>>
<<…e hai stupito tutti.>>
I gemelli la guardarono con il migliore dei sorrisi e l’espressione più innocente che erano riusciti a trovare, cosa che per un attimo confuse Hermione: di che diavolo parlavano?
<< Te l’ho detto che stavi da dio con la divisa da cheerleader.>> disse poi Ginny, ammiccante.
La Granger si trovò ad aprire e chiudere la bocca più volte, incerta su cosa dire e consapevole che, per la prima volta in vita sua, i gemelli non la stavano prendendo in giro: Harry e Ron non avevano nemmeno provato a smentire.
<< Se è per questo nemmeno voi due vi siete tirati indietro di fronte allo spettacolo.>> sbottò allora Ron, rosso in viso.
<< S-spettacolo?>> sussurrò Hermione, gli occhi ridotti a fessure.
<< Non volevo dire q->>
<< SPETTACOLO?>> urlò lei, sovrastando le inutili scuse dell’amico.
Con un movimento degno della bambina dell’esorcista, Hermione guardò i quattro giovani e non risparmiò a nessuno un’espressione omicida.
Ecco perché fare la cheerleader era il più infimo grado della scala sociale.
Esattamente perché gli uomini lo ritenevano uno spettacolo.
Lei, Hermione Granger, prefetto e migliore studentessa di Hogwarts, era stata definita uno spettacolo.
Si alzò in piedi, sbattendo le mani a palmi aperti sul tavolo e dopo un’ultima occhiataccia se ne andò, sentendo dietro di sé tutti dare del cretino a Ron.
La prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata andare in spogliatoio e distruggere la sua divisa, insieme alla targhetta del suo armadietto; poi avrebbe ucciso tutto il genere maschile.
Borbottando tra sé e sé, Hermione tornò in Sala Comune e la trovò ovviamente vuota. << Bene, così non dovrò per forza parlare con qualche idiota.>>
Le ultime parole famose, perché non appena prese posto sul divano entrarono Andrew Kirke e Katie Bell. I due però non sembrarono notarla e si sedettero al tavolo vicino ai dormitori, presi dai loro discorsi a cui Hermione non era minimamente interessata.
<< Avete dato un voto alle cheerleaders?! Andrew!>>
Ma allora era una persecuzione.
Il ragazzo snocciolò un lungo elenco di nomi e voti, ma Hermione notò che il suo non era stato fatto: dovette mordersi la lingua per impedirsi di domandare delucidazioni a Kirke, prima di mandarlo comunque al diavolo.
Fortunatamente Katie la precedette. << E Hermione? Non puoi farmi credere che non ci siano stati commenti, era una bomba.>>
Con nonchalance, Hermione ruotò leggermente la testa verso di loro.
<< Erano combattuti tra il 10 e il 10 e lode.>>
 
Erano combattuti tra il 10 e il 10 e lode.
 
Erano combattuti tra il 10 e il 10 e lode.
 
Fu più forte di lei, e iniziò a tossire sconvolta.
Senza curarsi dei due Grifondoro, Hermione scattò in piedi e uscì correndo dalla Sala Comune con in testa un unico pensiero: distruggere quella maledetta divisa e riconquistare un po’ di dignità.
Non l’avrebbero ricordata per uno sculettamento, giammai.
Lei che si era sbattuta per anni e anni per ottenere l’ammirazione e il rispetto sia dei professori che dei compagni si trovava ad essere totalmente annullata di fronte al suo stesso culo.
Da quando in qua un cervello veniva surclassato da una delle parti del corpo più vicina a terra?
Passò davanti alla Sala Grande, da dove i suoi amici stavano uscendo, ma non si fermò e continuò velocissima fino al campo di Quidditch, incurante del coprifuoco e del fiatone.
Come era potuto accadere che proprio lei si facesse umiliare in quel modo?
L’avevano ridotta a un numero, nemmeno a una lettera come un Oltre ogni previsione o un Eccezionale, no! A un misero numero.
Spalancò la porta dello spogliatoio femminile e si fermò ansimando davanti al suo armadietto, ma prima di commettere il misfatto un pensiero la bloccò: avevano apprezzato la sua femminilità, le sue curve e non era mai successo prima.
Quante volte si era lamentata di questo? Quanto ci aveva sofferto?
Si guardò un po’ intorno, poi si avvicinò allo specchio e titubante si abbassò la zip della gonna.
Voleva capire di cosa stessero parlando, lei non si era mai soffermata a guardarsi più di tanto allo specchio per cui non sapeva cosa ci fosse a dare spettacolo in lei. Per un attimo si domandò se indossare la divisa, ma poi decise che se c’era qualcosa da vedere, le sarebbe bastato rimanere in mutande e in reggiseno.
Così, lentamente si spogliò e rimase in biancheria.
Si girò di profilo e si osservò, incurvando verso il basso gli angoli della bocca.
<< Micina oggi vuoi proprio farmi morire d’infarto, eh?>>
Hermione sobbalzò, cercando di coprirsi il corpo con le braccia e vedendo riflesso nello specchio l’inconfondibile ghigno di Fred Weasley.
<< Che diavolo ci fai qui?!>> strillò, cercando con gli occhi i suoi vestiti e trovandoli immensamente lontani.
Fred la osservò agitarsi con il solito sorrisino, senza cercare minimamente di nascondere il suo interesse e soffermandosi con insistenza sul morbido – o così lui lo immaginava.- seno di Hermione. << Credevo ti fossi rintanata qui a piangere, e invece ti trovo intenta in uno striptease a cui non mi hai invitato.>>
Tralasciando il fatto che fosse carino che Fred l’avesse seguita per assicurarsi che stesse bene, Hermione sentiva ogni centimetro di pelle andare a fuoco sotto gli occhi liquidi del ragazzo.
<< Siete tutti dei deficienti.>> rispose, ma prima che potesse anche solo pensare di rivestirsi, Fred si era avvicinato pericolosamente e l’aveva intrappolata tre sé e lo specchio.
<< E perché mai?>>
Hermione si strinse le braccia intorno al corpo mentre il Weasley non accennava a spostarsi e, anzi, sembrava essere perfettamente a suo agio in quella posizione. << Ci avete dato dei voti, esattamente come alle elementari.>>
La osservò raggiungere tonalità di rosso mai viste nemmeno nella sua famiglia e la cosa lo rese ancora più sicuro di sé: Fred portò entrambe le mani sui fianchi della ragazza, afferrandoli deciso e facendo aderire i loro bacini.
Il contatto delle mani di Fred con i suoi fianchi la fece avvampare, mentre la pelle cominciava a pulsare lì dove le maledette dita del ragazzo stavano disegnando dei piccoli cerchi.
Hermione era attraversata da fuoco liquido, non da sangue.
Doveva assolutamente togliersi da lì.
<< Non capisco perché ti turbi la cosa, hai preso il massimo dei voti anche in questo.>>
Era talmente surreale come situazione, che Hermione non trovava la forza di fare nulla se non immergersi in quegli occhi azzurri che la guardavano divertiti e famelici insieme. Sì, famelici era il termine giusto.
<< Non sono uno spettacolo.>> riuscì ad articolare alla fine la ragazza, a cui iniziavano a dolere le braccia talmente le teneva serrate intorno al seno.
Fred sospiro, scuotendo leggermente la testa. << Tu non hai la minima idea di cosa sei, Granger.>>
E prima che lei potesse anche solo metabolizzare le sue parole, Fred spostò una mano dal fianco a dietro la sua nuca e l’avvicinò dolcemente a sé per lasciarle un bacio a stampo sulle labbra.
Un bacio fugace poi, silenzioso come era comparso, Fred se ne andò, lasciandola nuda e boccheggiante in mezzo alla stanza.
 
***
 
Era una persona sveglia, Hermione Granger, eppure le ci erano voluti una decina di minuti per realizzare quello che era appena successo e un’altra decina per iniziare a sentire la rabbia montare e prendere il posto di quella sottospecie di eccitazione da quattro soldi che aveva provato.
Presa consapevolezza della cosa, si era vestita in fretta e con la stessa foga con cui era andata allo spogliatoio tornò in Sala Comune e poi in dormitorio.
<< Herm ma dov’eri? Oh, che ti è successo?>>
Doveva avere veramente uno sguardo allucinato se Ginny aveva smesso subito di pettinarsi e le aveva fatto posto sul letto a baldacchino.
<< Tuo fratello è un cazzo di cerebroleso e io lo ucciderò.>>
<< Lo sai com’è fatto…>>
Come diavolo faceva a saperlo già?
<< Non provare a difenderlo, lui si è comportato in modo sfrontato e ha sfruttato la mia sorpresa.>>
Ginny alzò le sopracciglia, posandole una mano sul ginocchio per cercare di farla calmare. << Lo avete messo sotto pressione e questo più il fatto che è idiota ha dato quella uscita infelice.>>
Fu il turno di Hermione di corrugare la fronte. << Mi pare ovvio che stiamo parlando di due cose diverse.>>
Le loro chiacchiere avevano attirato l’attenzione di Angelina, Katie e Alicia ma Hermione era così furiosa che in quel momento non le interessò minimamente che qualche altra potesse sentire cosa aveva fatto quel depravato di Fred Weasley. Anzi, tanto meglio se lo sapevano, così evitavano di farsi abbindolare pure loro.
<< Tuo fratello FRED mi ha visto mezza nuda e mi ha…non so nemmeno come definirlo, e poi mi ha baciato!>>
Ginny impiegò qualche secondo per prendere atto della cosa, poi strabuzzò gli occhi . << Perché eri mezza nuda?>>
<< Ma non è questo il punto! Tuo fratello mi ha b-a-c-i-a-ta e ha cercato di sedurmi.>>
Fu allora che Angelina e Alicia cominciarono a confabulare tra loro, mentre Katie osservava Hermione scuotendo leggermente la testa.
<< Oh no. Oh no. Oh no.>> mormorò Alicia, passando una mano tra i capelli arruffati e mentre Angelina le tirava una gomitata.
<< Oh no cosa?>> domandò Ginny, circospetta.
Le tre ragazze si scambiarono uno sguardo veloce, poi Angelina si sedette accanto a Hermione e le prese le mani. << Ti ha fatto quella cosa dei cerchietti sui fianchi?>>
Hermione socchiuse gli occhi e quando la consapevolezza che, non che le importasse, Fred non l’aveva trattata in un modo speciale ma seguiva semplicemente un copione la investì, sentì l’esigenza di alzarsi in piedi e camminare per la stanza. << Sì, perché tu lo sai?>> chiese ugualmente, non certa di voler sapere la risposta.
Fu Katie a risponderle: << è uno schema, lo segue sempre perché sa che è uno schema vincente.>>
Ma perché Hermione aveva sempre ragione?
Sentì la gola seccarsi e si ritrovò a stringere convulsamente i pugni mentre l’immagine degli occhi divertiti di Fred faceva capolino nei suoi penseri. << Vincente con delle sciocche forse.>> sputò acida.
<< Con tutte noi tre ha funzionato.>> rispose Alicia, facendo spallucce.
Fu il turno di Ginny di socchiudere gli occhi.
<< Siete tutte e tre andate a letto con mio fratello?>>
Furibonda, Hermione fece per uscire e andare a dirne quattro a Fred, quando quel diavolo di Angelina la richiamò indietro.
<< Più ti arrabbi più per lui è facile.>>
La Granger alzò gli occhi al cielo e tornò a sedersi, curiosa di come fosse possibile che Alicia, Angelina e Katie fossero potute cadere in un simile trucchetto pur essendone consapevoli. << Ma perché ci siete andate a letto se sapevate che fa sempre così?>>
<< Hermione Granger, non hai la minima idea di cosa è in grado di fare. Lui è irresistibile, non ti puoi opporre. Se Fred ha deciso che tu sei la prossima vittima, allora non c’è nulla che tu possa fare.>>
L’unica cosa che riuscì a fare, fu scoppiare a ridere in faccia alla quattro ragazze e ai loro vaneggiamenti.
<< Ah! Deve ancora nascere l’uomo che riesce a raggirare la mia intelligenza, Angie. Senza offesa.>>
Quella alzò le mani in segno di resa e Hermione le sorrise compiaciuta.
Ginny aveva seguito quello scambio di battute sconvolta dall’inaspettata svolta che la sua considerazione del fratello aveva appena preso, possibile che il suo Freddie tutto sorrisi e battute fosse veramente un avido predatore?
<< Beh, non credevo che mio fratello avesse questa bassa considerazione delle donne sinceramente…>> disse, con una nota amara nella voce.
Le altre Grifondoro si voltarono verso di lei, forse un po’ imbarazzate per aver parlato in quei termini del fratello di Ginny.
<< Credo in realtà che lui la prenda come una sfida con sé stesso. Punta una ragazza e la conquista…>>
<< Già e appena si stufa ne cerca un’altra, cosa che non fa altro che supportare la tesi che Fred Weasley sia uno stupido dongiovanni che gioca con i sentimenti delle donne.>> concluse Hermione, sviando completamente il discorso di Alicia.
Calò un attimo il silenzio, poi il volto di Katie assunse una strana espressione e la ragazza si spostò vicino a Hermione, afferrandole le spalle.
<< Puoi sempre rivendicare tu l’onore di noi cuori spezzati, facendogliela pagare con la sua stessa moneta.>>
Angelina si avvicinò alle due e guardò con rimprovero la Bell. << Questo non c’entra con il fatto che ci sei rimasta di merda quando Fred ti ha scaricato, vero? Non è una stupida vendetta?>>
Katie scacciò le parole di Angelina con un movimento placido della mano, poi tornò a prestare attenzione a Hermione, che era rimasta in silenzio.
<< Sì e come me molte altre ragazze vorrebbero farla pagare a Fred. Pensaci bene, Herm: hai tutte noi dalla tua parte e essendoci già passate possiamo dirti esattamente quali sono le fasi del tuo schema, così puoi anticiparlo e spiazzarlo ogni volta. E poi, sul più bello, taaac te ne vai.>>
Gli occhi di Katie brillavano.
Hermione si scostò dalla sua presa e prese a camminare in circolo nella stanza, lanciando ogni tanto occhiate a Ginny.
Il piano di Katie era tremendamente infantile eppure geniale, ma lei, Hermione Granger, era veramente in grado di portarlo a termine e riuscire lì dove le altre ragazze avevano fallito?
Sì, lei era più intelligente e meno allupata.
Ma era in grado di far cascare Fred nella sua stessa trappola?
<< Stiamo parlando di giocare un brutto tiro al Re dei brutti tiri…>> considerò.
<< Stiamo parlando di riscattare l’universo femminile a lungo schiacciato dalla presunzione maschile.>>
Le parole di Angelina furono un toccasana per l’orgoglio ferito di Hermione e probabilmente la Johnson ne era perfettamente a conoscenza.
Hermione Granger prese un profondo respiro, poi si voltò verso le quattro ragazze che la osservavano con trepidazione e annuì.
<< Parlatemi della seconda fase dello schema allora.>>

NOTE FINALI:
Ecco qui un nuovo capitolo fresco fresco e scriverlo è stato veramente divertente.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e seguito la storia, spero che il vostro interesse non scemi e di essere riuscita a farvi sorridere anche questa volta.
Fatemi sapere!
Brinne

 

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Capitolo 3
*** Teorema ***


Teorema

Prendi una donna, trattala male, 
lascia che ti aspetti per ore, 
non farti vivo e quando la chiami 
fallo come fosse un favore 
fa sentire che è poco importante, 
dose bene amore e crudeltà, 
cerca di essere un tenero amante 
ma fuor dal letto nessuna pietà. 


Hermione era sconvolta, sebbene fosse consapevole che era stata proprio lei ad accettare quel folle piano e sempre lei aveva voluto conoscere lo schema di Fred Weasley.
E per tutta risposta Angelina, Katie e Alicia si erano messe a cantare quella strofa di una stupidissima canzone babbana chiamata “Teorema”.
Dunque, la seconda fase del piano del rosso era ignorarla e fare il prezioso per un tempo indeterminato finché lei, così credeva Fred, sarebbe impazzita e avrebbe cominciato a dare seri segni di cedimento.
Pivello.
Katie l’aveva messa in guardia: Fred Weasley l’avrebbe ignorata ma si sarebbe comportato in modo provocante, facendo battutine e cose del genere.
Ergo, Hermione lo avrebbe battuto sul tempo.
Fu così, dopo una notte di complotti, che la giovane Granger si recò in Sala Grande per la colazione e con passo spedito e deciso si diresse da Harry e Ron, con i quali non aveva ancora chiarito.
Ma il piano era chiaro, e non contemplava una arrabbiatura con i suoi migliori amici.
Quando la videro sedersi di fronte a loro, i due smisero di mangiare e si lanciarono una rapida occhiata. <<  Hermione, quanto sei incazzata da uno a dieci?>>
La giovane si versò del succo di zucca e poi sorrise radiosa, celando in modo impeccabile la sua voglia di strozzare entrambi gli amici.
<<  So che oltre a essere il Bambino che è Sopravvissuto e l’amico coraggioso, purtroppo, siete anche uomini. Dunque vi perdono.>>
Ron stava per ribattere, ma la santa gomitata di Harry gli impedì di dare vita a una discussione che non avrebbe trovato fine se non con la sua morte.
<<  Ma che bello, vero Ron?>>
<< Sicuro...allora Herm, continuerai con le cheerleaders?>>
Con la coda dell’occhio, Hermione vide entrare nella Sala Grande i gemelli e pregò che non andassero a disturbarli proprio ora.
<< Sì, ma ho bisogno di un parere maschile e soprattutto sincero.>>
Vide i due ragazzi di fronte a lei guardarla curiosi, smettendo nuovamente di ingozzarsi. Quando fu sicura di avere la loro attenzione, Hermione prese un profondo respiro. << Quando ieri dicevate che ero…ehm, uno spettacolo, eravate seri? >>
Ron socchiuse gli occhi, indagando il volto dell’amica. << Non sono sicuro di quale sia la risposta giusta, visto cosa è successo ieri.>>
<< Dai Ronald, non sono qui per litigare quindi sii sincero e basta.>>
Il ragazzo si girò verso Harry e quando quest’ultimo fece spallucce, tornò a osservare Hermione. << Eri una bomba sexy.>>
La ragazza deglutì appena e le sue gote si tinsero di rosso.
<< Bene, grazie Ronald. Harry?>>
Harry portò le mano davanti a sé e scosse la testa. << Concordo in pieno.>>
<< Ottimo, ci vediamo agli allenamenti tra un’ora.>> detto ciò, Hermione si alzò e li lasciò soli a interrogarsi sul motivo della sua domanda.
Per poter avere successo doveva essere precisa, chirurgica addirittura e per lo meno adesso era certa al 100% che fisicamente ce l’avrebbe fatta e che le sarebbe bastato aggiungere un pizzico di malizia al suo comportamento.
Certo, facile.
Hermione Granger la Maliziosa, presto in libreria.
Corse in dormitorio, e, recuperata Ginny, entrambe si diressero con ampio anticipo negli spogliatoi per incontrarsi con le tre dell' Ave Maria e organizzare nei minimi dettagli le tre ore successive.
Mentre indossava l’uniforme, vide Alicia confabulare con Ginny e poi avvicinarsi a lei con due coppe finte da mettere sotto il reggiseno.
<< No, questo no.>>
<< Hermione, a Fred piacciono le tette grosse. Guarda noi tre: abbiamo tutte almeno la quarta.>>
Con ogni briciolo di forza che aveva in corpo, Hermione ricacciò indietro la sua dignità e la vocina nella sua testa che urlava mercificazione del corpo femminile!
<< Allora, acconsento al rossetto e al mascara e a pettinarmi come diavolo volete voi, ma lei mie tette rimangono così. Ok?>>
Katie sbuffò e la guardò di sottecchi. << Meno male che hai un bel culo.>>
Le misero un filo trucco, abbastanza poco perché le persone non la prendessero per pazza ma sufficiente per metterle in risalto le labbra e gli occhi. << Adesso arriva la parte difficile. Lui ti ignorerà aspettandosi di avere i tuoi occhi piantati su di lui, per cui non mi stupirei se si togliesse la maglietta a un certo punto. Tu non ti devi distrasse, hai capito? Non lo devi guardare a meno che lui non ti stia fissando. Non farti beccare mai e poi mai che lo guardi.>> iniziò Angelina, seduta di fronte a Hermione.
La ragazza annuì non molto convinta, e prima che potesse chiedere o dire qualcosa, Alicia prese la parola e la fece voltare verso di lei.
<< Lavanda ha detto che oggi farete il solito riscaldamento con la musica: balla come ieri e non ci saranno problemi. Quando sarà il momento di fare stretching mettiti di spalle rispetto a noi che giochiamo e mostraci il tuo sedere in tutta la sua bellezza.>>
Katie aggiunse qualche consiglio e dopo circa quindici minuti Hermione si ritrovò ancora più in panico di prima, mentre Ginny rideva sotto i baffi.
<< Hai domande?>> chiese allora Katie.
<< Sì, una: se tutte queste cose che avete detto non accadono?>>
Il silenzio che ottenne come risposta non le diede pace e la fece allarmare ancora di più, conscia che nessuna delle ragazze lì presenti credeva realmente che lei ce l’avrebbe fatta se avesse dovuto improvvisare.
<< Ginny io non credo di farcela. Mi conosci, non sono sexy né provocante né tutto il resto.>> sussurrò all’amica, cercando di non farsi sentire dalle altre tre.
La piccola Weasley le sorrise e la poggiò una mano sulla spalla. << Lo so perfettamente, Hermione, ma credo proprio che questa sarà anche la tua carta vincente.>>
<< Sì, come no.>>
Dopo poco lo spogliatoio cominciò ad affollarsi e Hermione iniziò a sudare freddo, le gambe a tremare e nemmeno la luce calda del Sole che brillava sul campo da Quidditch riuscì a riscaldarla.
Sarebbe stato un anno terribilmente lungo.
Angelina, Alicia e Katie le passarono di fianco facendole l’occhiolino e dandole una pacca sulla spalla, per poi montare in sella alle loro scope.
Di Fred Weasley non c’era traccia per ora.
Quando arrivò Lavanda, le cheerleaders iniziarono a scaldarsi con la musica, esattamente come era stato pianificato.
<< Dov’è Fred?>> bisbigliò nell’orecchio di Ginny, presa rilassarsi le spalle vicino a lei.
<< Proprio dietro di te, micina.>>
Se si fosse trovata in un film, la reazione di Hermione sarebbe stata accompagnata da una musichetta di scherno e per un attimo la ragazza prese in considerazione l’ipotesi di non voltarsi verso il Weasley e andarsene con nonchalance. Scorse poco lontano Angelina portarsi una mano sulla fronte.
Non avevano detto che non le avrebbe rivolto la parola?!
Prese un profondo respiro e raddrizzò la schiena, voltandosi e stampandosi in viso il sorriso più bello che potesse fare e portandosi le mani sui fianchi.
<< Ah, credevo che dopo ieri sera fossi ancora in camera tua a masturbarti.>>
Aspetta un attimo, era veramente uscita dalla sua bocca quella frase?
Il fantasma di Hermione Granger la Maliziosa si era impossessato di lei prima ancora che potesse rendersene conto.
Nonostante fosse una frase che non le si addiceva per nulla, l’espressione dapprima sorpresa e poi sorniona di Fred Weasley le fece capire che il colpo era andato a segno e che lo aveva stupito.
Inoltre, Ginny la stava guardando a bocca aperte ed era sicura che dietro di sé le tre dell’Ave Maria stavano sorridendo compiaciute.
Forse ce l’avrebbe fatta anche improvvisando.
Il ragazzo sorrise e una piccola fossetta fece capolino sulla sua guancia, mentre gli occhi si riempivano di divertimento.
<< Touché, Granger.>> e mimando di togliersi un cappello immaginario, Fred Weasley se ne andò.
Solo allora Hermione ricominciò a respirare e si tolse quel sorriso falsissimo che aveva in viso, credendo per un attimo di avere una paresi facciale, ma quando incontrò gli occhi di Ginny seppe che adesso Fred non era più in vantaggio.
Non disse nulla e si attenne al piano, dando le spalle alla squadra di Quidditch mentre faceva stretching  e non guardando Fred nemmeno una volta.
Precisa, chirurgica.
Poco dopo Lavanda mise la musica e Hermione ballò come il giorno prima: nulla sarebbe potuto andare storto  e sembrava proprio che quelle tre ore sarebbero passate senza ulteriori incidenti.
Ma poi qualcosa cadde esattamente di fronte a lei e per un attimo Hermione non capì di cosa si trattasse e pensò fosse un uccello morto, però poi osservò meglio e si rese conto che ai suoi piedi c’era una maglietta da Quidditch.
Weasley, 15
<< Non alzare gli occhi.>> le intimò Ginny e in quel modo Hermione ebbe la conferma che, come da copione, Fred si era tolto la maglietta e l’aveva fatta cadere accidentalmente ai piedi della ragazza.
La Granger dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per fare come le era stato detto, stringendo le mani e continuando imperterrita a ballare.
<< Si è tolto la maglietta?>> chiese in un sussurro, giusto per averne la conferma. << E com’è?>>
Ma prima che Ginny potesse fulminarla, le voci stridule della sue compagne le confermarono che doveva trattarsi di un bello spettacolo.
Beh, a Hermione non piacevano le persone scontate.
Le ultime parole famose.
Non riuscì a finire di formulare il pensiero che una strana sensazione di vuoto la invase e le sembrò di precipitare: i suoi piedi si erano staccati da terra e uno strano calore le invadeva la schiena.
Vide Ginny e le sue compagne farsi piccole piccole, tutte con il volto rivolto verso di lei.
Fu allora che comprese di essere seduta su una scopa, con un braccio muscoloso e coperto di lentiggini intorno alla sua vita e non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire a chi appartenesse.
Non sta seguendo lo schema.
<< NON STA SEGUENDO LO SCHEMA!>> urlò, quando passarono di fianco a Katie Bell che, dal canto suo, riuscì solo a guardarli spiazzata.
Sentì il petto di Fred fremere contro la sua schiena e capì che stava ridendo di lei, già chissà quanto era divertente rapire una cheerleader e portarla via dal suo allenamento subito dopo essersi tolto la maglietta.
<< Cosa vuol dire?>> le chiese a un soffio dal suo orecchio, in modo che Hermione riuscisse a sentirlo.
Certo, era proprio questo il motivo.
<< Che diavolo stai facendo? Portami giù!>> gli disse di rimando, stringendo il manico della scopa tra le mani mentre cercava in tutti i modi di non entrare in contatto con il corpo semi nudo del Weasley.
Fred la prese alla lettera e scese in picchiata verso il suolo, il vento che sferzava i loro volti e lo stomaco di Hermione che faceva i salti mortali e rischiava di arrivarle fino in gola. Proprio quando la giovane credeva che si sarebbero schiantati nel bel mezzo della foresta proibita, Fred virò e ricominciarono a prendere quota. << Si può sapere che problemi hai?>>
Fred rise ancora e appoggiò il mento sulla testa di Hermione.
<< Mi sono tolto la maglietta e non mi hai nemmeno guardato, cosa inaccettabile. Nessuno ignora Fred Weasley.>>
<< Ah quindi hai pensato bene di rapirmi.>> era una constatazione.
Hermione era completamente in panico: per prima cosa, lei odiava volare; per secondo, un Fred Weasley a petto nudo era a mezzo centimetro da lei e non potè fare a meno di chiedersi come avrebbe reagito una volta che avesse finalmente potuto scrutarlo da davanti; per terzo, non stava seguendo alcuno schema e ora avrebbe dovuto improvvisare, ma come? Seducente? Maliziosa? Oppure la solita vecchia Hermione?
<< Beh mi sembra di avere la tua attenzione ora.>>
Dopo quelle che a Hermione parvero ore, Fred si decise a scendere dolcemente verso terra  e la aiutò a scendere, vicino al Lago Nero.
Non appena i piedi della ragazza sfiorarono la terra, Hermione riacquistò un po’ di lucidità e coraggio, ma quando si voltò per dirne quattro a Fred si trovò a parlare con i suoi pettorali.
Essere bassa non era mai stato così imbarazzante.
Le lentiggini non gli davano tregua nemmeno sotto la maglia e seguivano le linee dei suoi muscoli scolpiti e una curiosa efelide faceva capolino proprio sopra l’ombelico. Nella sua testa la voce di Angelina che le diceva di non distrarsi era un lontano ricordo.
<< Tu sei pazzo.>> riuscì ad articolare, alzando finalmente lo sguardo sul viso di Fred e trovando il suo sorriso sghembo e quella stupida fossetta già pronti ad accoglierla.
Bastò quella silenziosa vittoria del rosso a far riprendere completamente Hermione, che si mise in modalità piano d’attacco distruggi-Fred e richiamò a sé il fantasma di Hermione Granger la Maliziosa.
Sollevò la mano destra, cercando di farla tremare il meno possibile, e si mise a seguire i bordi dei suoi muscoli con l’indice. << Pare proprio che sia un vizio che uno di noi sia mezzo nudo.>>
Fred non diede nessun segno di imbarazzo o agitazione. Semplicemente la guardava, mentre Hermione teneva gli occhi ancorati al percorso del suo dito, lanciando sguardi distratti al ragazzo.
<< Preferisco il do ut des nei miei rapporti.>>
Lo guardò colpita dal latinismo che mai si sarebbe aspettata uscire dalla sua bocca, che, per altro, in quel momento pareva più carnosa del solito e che era veramente a poca distanza dalla sua.
Portò anche l’altra mano al petto di Fred, che invece era rimasto immobile nella stessa posizione di quando era sceso dalla scopa.
<< Come sei gentile.>>  mormorò e, posseduta dal fantasma di sé stessa, disegnò piccoli cerchi – proprio come aveva fatto lui. – sul suo torace, scendendo lentamente verso l’ombelico.
Non smise mai di guardarlo negli occhi, nemmeno quando con un dito percorse tutto il pezzetto di pelle sopra l’elastico dei pantaloni. Solo in quel momento Fred ebbe un leggero tremito e i suoi occhi si appannarono leggermente, ma non si scompose.
Si stava trattenendo, ne era certa.
<< Non scherzare con il fuoco, Granger.>> disse, la voce roca e gli occhi incollati in quelli di Hermione.
<< Se no?>> chiese, continuando a torturare la sua pelle.
<< Prima o poi ti scotti.>>
Lo guardò, socchiudendo gli occhi, e lo sguardo che Fred le restituì le fece capire che quello sarebbe stato il punto di non ritorno.
Che fare, dunque?
Ormai non era più padrona delle sue azioni, per cui non si meravigliò quando vide la sua altra mano percorrere il petto di Fred e posarsi sul suo collo per avvicinarlo a sé.
Per qualche frazione di secondo, le loro labbra rimasero a pochissimi millimetri di distanza, l’uno a riempirsi del respiro dell’altro e a domandarsi cosa stessero facendo.
<< Io ti rispetto Hermione.>> sussurrò lui a fior di labbra, e la Granger sapeva esattamente a cosa si riferiva ma per la prima volta in vita sua non gliene fregava nulla.
<< Smettila di farlo, allora.>>
Gli bastarono quelle parole e lo sguardo risoluto di Hermione per decidersi a annullare la distanza.
Quando le loro labbra entrarono finalmente in contatto, Hermione si perse in una nube di sensazioni e il suo corpo parve urlare di gioia quando Fred insinuò la lingua nella sua bocca, avvicinandola a sé con una mano premuta sulla schiena e l’altra sul collo.
Era come se Fred volesse conoscerla tutta con quel bacio, mordendole leggermente il labbro inferiore e riempiendola con il suo odore di sudore e di pino, che si amalgamava perfettamente con l’aria salmastra del Lago.
Ricambiò con avidità il bacio, portando entrambe le mani dietro il suo collo e facendo aderire i loro bacini e quando sentì l’erezione di Fred premere dolorosamente contro di lei, dischiuse nuovamente le labbra e assaporò lei la bocca del ragazzo.
Doveva aver mangiato delle liquerizie e sì, fu incredibile che le venne da pensare questo mentre lo baciava. Eppure trovava estremamente eccitante poter scoprire con un semplice bacio qualcosa in più e che mai avrebbe potuto sapere.
Quando si separarono per riprendere fiato, Hermione trovò sul volto di Fred l’ultima espressione che si sarebbe mai aspettata: divertimento.
La stava prendendo in giro, di nuovo.
E lei ci era cascata come una polla.
Guardò oltre la sua spalla e vide la scopa mollemente abbandonata per terra e l’idea le venne spontanea come la risata di un bimbo.
<< Allora?>> chiese Fred, la mani ancora ancorate alla vita di Hermione.
<< Allora non mi lamento.>>
Fred sollevò un sopracciglio, divertito e accigliato insieme.
Era quello il momento.
<< La prossima volta andrà meglio, Freddie.>> gli disse, dandogli un buffetto sulla guancia.
<< Ora devo andare. Accio scopa!>>
E prima che lui potesse realizzare, Hermione si era già alzata da terra di un paio di metri e lo salutava ridendo.
Fred non ebbe il coraggio di dire o fare nulla, e si limitò a seguirla con gli occhi, sconvolto.
Ma quella veramente scombussolata era Hermione, che pur di allontanarsi da lì senza venir ridicolizzata nuovamente era persino montata in sella a una cazzo di scopa.
Era ferita, e la cosa la infastidiva a dir poco.
Aveva pensato che il fatto che lui non avesse seguito lo schema volesse dire qualcosa e invece no, alla fine ci era cascata esattamente come tutte le altre.
<< Io ti rispetto Hermione.>> scimmiottò, dandosi mentalmente della stupida.
Per lo meno aveva fatto un’uscita di scena e lo aveva lasciato a piedi ma, soprattutto, mezzo nudo e tutta Hogwarts avrebbe saputo che si era fatto rubare la scopa da una femmina.
Hermione Granger poteva dire quello che voleva e poteva ripararsi dietro alla scusa che lui non aveva seguito lo schema, ma l’amara verità era che i suoi ormoni erano impazziti e l’attrazione fisica che provava per il rosso era ormai scattata e avrebbe finito per consumarla.
Era altrettanto vero però che mai in vita sua aveva detestato così tanto una persona.
<< Finirà male.>> sussurrò, prima che le domande delle sue quattro amiche la sommergessero.
 
NOTE FINALI:
Trés bien, con ritardo ecco il nuovo capitolo.
Non so come ringraziarvi per essermi stati dietro e per aver avuto così tanta pazienza.
Ringrazio personalmente e direttamente tutti coloro che hanno recensito: senza il vostro sostegno sarebbe ancora più difficile scrivere qualcosa che abbia senso.
Come al solito, spero di aversi strappato un sorriso.
Un bacio,
Brinne
 

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Capitolo 4
*** Ormoni, ormoni, ormoni! ***


Ormoni, ormoni, ormoni!
 
Ci fu un momento nella notte agitata che Hermione trascorse, in cui da brutta quella giornata si trasformò in terribile.
Si svegliò sudata, i capelli incollati alla fronte e gli occhi spalancati, un'unica sorda consapevolezza nel cuore: lei era totalmente, irrimediabilmente ignorante in fatto di relazioni e sentimenti e nessun libro avrebbe potuto migliorare la sua situazione.
Ora capiva come si sentiva Ron ogni giorno della sua vita!
Questa nuova consapevolezza la lasciò ansimante nel buio del dormitorio e incredibilmente sola nella sua disperazione.
Si alzò e andò a farsi una doccia, sperando che il calore dell’acqua potesse cacciare il gelo che si era impossessato dalle sue vene, inutilmente.
Hermione Granger l’Ignorante.
Suonava veramente male, quindi l’unica possibilità plausibile che si prospettava davanti a lei era cercare in tutti i modi di riuscire a mettere chiarezza nei suoi sentimenti e cercare di fare esperienza.
Lo sguardo divertito di Fred Weasley fece capolino nella sua mente.
Digrignò i denti dalla rabbia e strizzò stizzita i capelli nell’asciugamano, mentre una nuova consapevolezza si faceva strada in lei, la consapevolezza che tutte le sue presunte relazioni sentimentali erano state un completo disastro: Victor Krum si era rivelato un omone tutto muscoli e niente cervello che quando la baciava sembrava timbrasse un biglietto del tram con la sua lunghissima lingua; quando aveva avuto una leggera cotta per Ron, si era dovuta subito ricredere non appena lui e Lavanda avevano cominciato a baciarsi in ogni angolo di Hogwarts perché non avrebbe mai voluto che il Weasley iniziasse a mangiarle la faccia come faceva con la bionda.
Quindi, paradossalmente, quello con Fred era stato il flirt più significativo della sua vita e quel dannato bacio era stato il vero e proprio sverginamento della sua bocca.
Che poi, si poteva dire sverginamento quando si parlava della bocca?
Appoggiò la fronte alle piastrelle del bagno, avvolta dal vapore della doccia bollente e le sembrò che tutto stesse andando nel verso sbagliato.
<< Hermione? Tutto bene?>>
Era la voce di Katie Bell, una delle ultime persone con cui Hermione avrebbe voluto parlare. Ma in fondo con chi si sarebbe mai potuto sfogare?
Sospirò e allacciandosi l’accappatoio aprì leggermente la porta del  bagno, da cui fece capolino il volto incuriosito de Katie.
Hermione doveva avere una cera veramente terribile, perché l’espressione della sua amica mutò subito in una smorfia di preoccupazione.
<< Ehilà, Katie. Ti serve il bagno?>>
Katie socchiuse leggermente gli occhi. << No, ma ho sentito delle imprecazioni venire da qui e quando mi sono guardata intorno ho visto che non eri a letto.>>
Perfetto, quindi oltre a essere affettivamente ignorante, Hermione parlava pure da sola senza rendersene conto.
<< Posso entrare?>> chiese subito dopo, visto che Hermione non dava cenno di volersi spostare da lì.
La lasciò entrare e mentre Katie si sedeva sul bordo della vasca, la Granger si sedette sul water e si portò le mani tra i capelli.
<< è per quello che è successo al Lago Nero?>>
La sera prima Hermione aveva raccontato tutto.
<< No, cioè anche. Insomma, sono completamente inesperta in queste cose e mi sento così umiliata che vorrei rimanere in questa stanza per sempre. Ho sbagliato tutto, Katie: io non sono come voi, io sono una secchiona il cui unico interesse è conseguire il massimo dei voti in tutte le materie.>>
Katie la scrutò per qualche secondo, con in mento tra le dita, poi scosse la testa. << Dimmi qual è il vero problema.>>
Hermione rimase interdetta dalle sue parole indecisa su cosa dire, poi mandò al diavolo la già poca dignità che le era rimasta e si protese verso la Bell, come se con quel gesto avrebbe reso tutto molto più intimo e confidenziale.
Come se parlottare nel cuore della notte in un bagno, con un accappatoio striminzito addosso e un buffo pigiama con dei coniglietti non rendesse già la situazione abbastanza intima.
<< La verità è che mi è piaciuto e che sono crollata come una pera tra le sue braccia dopo meno di un giorno!>>
<< Io sono durata anche meno, se la cosa ti rincuora.>> disse lei, facendo spallucce.
<< Sì ma io lo odio. Non provo nessun sentimento per lui se non la voglia di sbatterlo contro il muro e farmi prendere ovunque siamo.>>
Si rese conto di aver dato voce a dei pensieri a luci rosse solo quando Katie la guardò con gli occhi fuori dalle orbite e un sorrisetto malizioso in viso.
Ora sì che non aveva più dignità.
<< Credo che tu sia in preda agli ormoni.>>
<< Tu credi?!>> sbottò sarcastica Hermione.
Parlarono per un paio d’ore, senza arrivare a nessuna soluzione plausibile se non quella che contemplava una sana nottata di sesso per Hermione che si potesse concludere in modo sereno e senza alcuna pretesa sentimentale.
Già, e chi avrebbe potuto garantirle del sesso senza amore se non Fred Weasley?
<< Sai che farlo con chiunque altro non ti darebbe la certezza di non finire coinvolta in qualche noiosa storia.>> aveva detto saggiamente Katie, di fronte al terrore di Hermione, per poi aggiungere: << se veramente credi di poterlo odiare per tutta la vita.>>
<< Quello che mi occorre è dimenticare completamente Fred e le sue mani e credo che andarci a letto non aiuterebbe!>>
<< Allora fatti George: sono esteticamente uguali ma lui non è idiota e non lo odi.>>
Hermione era rimasta a fissare l’amica sconvolta. << Ma sta con Angelina.>>
<< Anche questo è vero.>>
L’argomento era caduto lì e la Granger era talmente esausta che le pulsava la testa, inoltre credeva di essere arrivata al suo massimo livello di sopportazione riguardo alla materia Weasley.
In cui per altro aveva il massimo dei voti visto che aveva avuto la cotta per uno e limonato con un altro.
Forse l’unico modo che aveva per eccellere anche nei sentimenti e nell’affettività era coniugarli con i Weasley.
Con un sospiro e questo pensiero in testa, Hermione tentò di prendere sonno.
 
***
 
Durante l’ora di Trasfigurazione, Hermione Granger si era finalmente ricordata quale fosse il reale motivo per cui tutta quella assurda storia era iniziata: il seminario di Trasfigurazione.
Passò l’intera mattina profondamente concentrata, poi terminò i compiti della settimana e si portò avanti anche per quella dopo, rimise a posto il suo baule e scrisse ai suoi genitori.
Bene, alle ore 16.54 Hermione non aveva più assolutamente nulla da fare.
Si trascinò fino in Sala Comune, dove una saltellante Lavanda Brown non faceva altro che squittire e gironzolare fino a quando non la vide: se possibile, il suo sorriso si fece ancora più largo.
<< Hermione, proprio la donna che cercavo!>> strillò e solo in quel momento la Granger si accorse che ad essere così in fermento non era solo Lavanda, ma l’intera squadra di cheerleaders.
<< Che succede?>>
<< Spero tu non abbia impegni per il prossimo weekend perché andremo niente popò di meno che a Durmstrang! Anche loro hanno messo su le squadre di cheerleaders e hanno proposto un torneo di Quidditch e una sfida tra noi.>>
Oh Merlino.
La McGranitt doveva essersi bevuta il cervello.
La consapevolezza che avrebbe dovuto rivedere Victor Krum la investì solo qualche ora dopo, mentre era intenta a mangiare dell’arrosto e rischiò seriamente di strozzarsi.
<< Sei proprio pazza di me, micina.>>
Non aveva visto Fred per tutto il giorno ed era quasi arrivata a sperare che fosse stato un brutto sogno, ma l’intonazione divertita che aveva usato per quello stupido appellativo era talmente carica di sottintesi che non poteva essere stato tutto frutto della mente, seppur brillante, di Hermione.
Era sbucato dal nulla, la ragazza poteva giurarlo, e ora se ne stava seduto di fronte a lei e vicino a Harry, con quella stupida fossetta a prendersi gioco di lei.
Avrebbe voluto strappargli dalla faccia quel sorrisetto malandrino.
<< Vacci piano, lo sanno tutti che sono io quello bello dei due. Vero, Granger?>> e come poteva mancare il suo degno compare?
Harry sorrise a quelle parole e Ginny si preparò allo scoppio dell’uragano Hermione, ma a discapito delle sue aspettative la ragazza rimase stranamente calma.
<< Quando l’idea di essere pazza di uno dei due mi sfiorerà l’anticamera del cervello, ve ne accorgerete. Per ora il fatto che io cerchi di sputarvi in faccia la cena dovrebbe essere un segnale d’allarme, per cui non crogiolatevi troppo nella vostra modestia.>>
Fred sollevò il sopracciglio e George si sporse per dare il cinque a Hermione, la quale volutamente non lo ricambiò.
<< Allora perché ti stavi strozzando da sola?>> domandò Ron, tra un boccone e l’altro.
<< Perché ho appena realizzato che andremo veramente a Durmstrang! L’ultima volta che li abbiamo incrociati non è stato esattamente un anno tranquillo.>>
George ascoltò assorto, poi socchiuse leggermente gli occhi e puntò un dito contro Hermione con fare accusatorio. << Non vuoi vedere Krum! Ti ho beccata, oh Granger dovresti proprio imparare a mentire meglio.>>
<< Lasciatela vivere questa ragazza. Andiamo, Hermione.>>
Ringraziando il cielo che Ginny fosse sempre al suo fianco, ma soprattutto pronta a salvarla nelle situazioni pericolose, la ragazza seguì la piccola Weasley fino in Sala Comune e rimase con lei tutta la sera per parlare proprio dell’imminente incontro con Victor.
In realtà era relativamente preoccupata: Krum era un vero gentleman e come tale si sarebbe comportato, senza qualche strana scenata e il massimo che avrebbe fatto sarebbe stato chiederle come le stesse andando la vita.
Katie sicuramente le avrebbe consigliato di fare sesso con lui e dare sfogo ai suoi ormoni, già la sentiva: ma Hermione, è perfetto. Lui abita a chilometri e chilometri di distanza per cui niente amore, solo sesso!
Rimuginò per più di un’ora, finché Ron non la riscosse dai suoi pensieri e le disse che era ora di andare a fare la ronda.
Stancamente, Hermione cominciò a girovagare per i corridoi silenziosi del castello, domandandosi come mai tutti gli studenti rispettassero veramente il coprifuoco: insomma, che generazione di rammoliti, in confronto al Trio delle Meraviglie.
Sentì delle risate provenire dalla stanza in fondo al corridoio del quarto piano, così, pregando che non fossero due sciocchi marmocchi della sua Casa, si diresse a passo svelto in quella direzione, ma quando fu sulla porta, pronta a fare una bella ramanzina, la voce le si strozzò in gola.
Si nascose dietro lo stipite.
A pochi metri da lei, Fred Weasley e Alicia Spinnet stavano amoreggiando.
Brutta stronza.
Hermione era perfettamente conscia di dover o intervenire (cosa assolutamente da escludere) oppure andarsene prima di avere un attacco di rabbia e poi di cuore. Che poi, perché era così arrabbiata?
E invece, rimase lì immobile e continuò a spiarli.
Vide come Fred premeva il corpo di Alicia tra il proprio e il banco dietro di lei; vide come Alicia reclinava la testa indietro mentre Fred le lasciava piccoli baci sul collo; vide poi come la mano di Fred percorreva la coscia di Alicia e si insinuava sotto la sua gonna.
Vide come le loro labbra combaciavano alla perfezione e come i loro gemiti si infrangessero sulla pelle dell’altro.
Vide quanto lei, Hermione Granger, non fosse altro che una delle tante.
Sentì le guancia divenire calde e le gambe tremare appena, nella testa un turbinio di emozioni contrastanti.
All’improvviso, limpida come l’acqua, l’immagine di Alicia che la abbracciava appena lei aveva finito di raccontare cosa era successo in riva al Lago Nero e aveva dichiarato la sua sconfitta, le riempì la mente.
BRUTTA STRONZA.
Una carezza sul volte di lei, una mano tra i capelli di lui.
Perché si stupiva, alla fine? Lo sapeva che non era altro che un predatore seriale e Alicia aveva più volte ammesso di non potergli resistere.
Lei, Hermione, aveva intrapreso quella guerra proprio per il modo sfrontato in cui Fred usava le donne.
E poi, come una doccia fredda, Hermione capì di essere così infuriata perché al maledetto posto di Alicia voleva esserci lei.
E visto che a quanto pare non poteva esserci lei, era giusto che nemmeno la Spinnet godesse di questo privilegio, ed ecco che lo spirito del Prefetto Perfetto si impossessava finalmente di nuovo di lei.
Hermione si sistemò i capelli, rassettò la gonna e si parò sull’uscio con le braccia incrociate, lasciandosi sfuggire un colpo di tosse voluto.
I due amanti sembrarono riscuotersi dal loro momento catartico e impiegarono qualche secondo per capire di essere stati beccati proprio da Hermione Granger, l’ultima persona sulla faccia della terra che entrambi volevano trovarsi davanti.
Ah, il karma.
Alicia cacciò un urletto e si affrettò ad allontanare Fred e a sistemarsi i vestiti, come se servisse a qualcosa, mentre il Weasley rimase perplesso per un attimo, imbambolato a fissare Hermione.
<< Bene, bene, bene…trovate da soli la strada di casa o devo chiamare la McGranitt?>> disse, con il tono più tranquillo e pungente che riuscì a trovare.
Non risparmiò loro né uno sguardo omicida né un sorrisetto malizioso, mentre la consapevolezza di essere riuscita a metterli in imbarazzo si faceva strada in lei.
Si era dimenticata la sensazione di cogliere qualcuno sul fatto.
Il primo a riscuotersi fu Fred, che non appena riprese il controllo della situazione si unì al sorriso malizioso di Hermione.
<< Piaciuto lo spettacolo, Granger?>>
Sì, cavolo.
<< Ora che ho visto com’è da fuori lo spettacolo sono veramente felice di essermi tirata indietro. Alicia, cara, hai la camicetta sbottonata.>>
Fred rise amaramente, mentre la Spinnet cercava di chiudersi alla bell’è meglio la camicia, da cui sembravano mancare un paio di bottoni.
Ricacciò indietro il pensiero che fossero saltati via a causa della foga delle mani di Fred.
<< I-io vado a letto.>>
Hermione si aprì in un gran sorriso. <>
Il ragazzo osservò Alicia scappare via correndo da quella situazione imbarazzante, poi tornò a prestare la sua attenzione a Hermione.
La guardò a lungo, poi cominciò ad applaudire e il suono dei suoi palmi che si incontravano risuonò per tutta la stanza e il corridoio.
<< Complimenti, ottima interpretazione.>> disse, continuando ad applaudire.
<< Smettila di fare rumore, idiota.>>
Hermione era ancora ferma sull’uscio, sottili goccioline di sudore cominciarono a imperlarle la schiena mentre la gola si faceva secca. Fred continuava però a fissarla, un misto di arrabbiatura e curiosità negli occhi verdi.
<< Speriamo che Krum faccia il suo dovere a Durmstrang, almeno ti dai una calmata. Non stavamo facendo nulla di illegale.>>
<< Andare in giro dopo il coprifuoco è illegale, se no i corridoi brulicherebbero di studenti, non credi?>>
Aveva fatto qualche passo in avanti mentre parlava e non si era nemmeno resa conto di trovarsi praticamente di fronte a lui. << E anche io ho una speranza su Krum: che sappia farmi gemere meglio di come hai fatto tu poco fa con Alicia.>>
Colpito e affondato, era così facile giocare con l’orgoglio degli uomini.
Fred socchiuse gli occhi e a Hermione sembrò che fosse in grado di leggerle quello che in realtà le stava frullando in testa da quando li aveva scoperti, eppure sembrò che i suoi nervi e muscoli facciali volessero in ogni modo salvarle il fondoschiena: nemmeno un’ombra di imbarazzo e di rabbia le attraversava il viso.
Calma piatta.
Fu un movimento velocissimo, le dita del rosso si chiusero sul polso della ragazza e prima che potesse rendersene conto, Hermione si trovò schiacciata tra il corpo di Fred e la parete di pietra.
Aveva gli occhi colmi di rabbia, e proprio per questo ancora più vivi e intensi del solito.
Hermione si sentì minuscola mentre Fred le scrutava tutto il volto e cominciava a fissarle insistentemente le labbra.
Le posò una mano vicino alla testa, sul muro, e l’altra sul collo e si fermò a pochi millimetri dal suo volto. << Rimangiatelo.>> mormorò.
Sentì ogni centimetro del suo corpo arroventarsi e la nuca formicolare.
<< No.>>
Fred emise un suono simile a un ringhio, poi si avventò sulle labbra di Hermione, cercandole e trovandole già calde e piene per accogliere la sua lingua.
Si spinse ancora di più contro di lei, scendendo a morderle la pelle candida del collo mentre una mano percorreva la pelle nuda delle gambe.
Hermione prese il volto di Fred tra le mani e ricatturò le sue labbra, mentre la pelle umida lasciata dai suoi baci cominciava a bruciare e la schiena era scossa da brividi.
Quando la mano di Fred strinse il suo seno, Hermione si morse un labbro per non gemere.
<< Rimangiatelo.>> disse con voce spezzata, mentre le toglieva la sottile camicia.
La ragazza sollevò le braccia per facilitargli l’opera, ma prima che potesse ridistenderle lungo i fianchi, Fred gliele intrappolò sopra la testa, stringendo i polsi con un’unica mano.
<< No.>> rispose di nuovo, e ogni volta era sempre più doloroso.
La osservò, passandole le dita lungo il volto e lentamente le fece scorrere prima sul collo e poi tra i seni senza mai staccare gli occhi da quelli di Hermione.
Dai seni, dopo aver torturato i capezzoli ormai arrossati e turgidi, riprese e si insinuò sotto la gonna, facendola presto sparire.
Fu allora che Hermione si accorse di essere in biancheria intima mentre Fred era ancora completamente vestito: liberò i polsi dalla ormai debole presa del ragazzo e gli sfilò la camicia e gli abbassò i pantaloni quel tanto che bastava perché le loro pelli entrassero finalmente in contatto, insieme al loro desiderio.
Percorse con gli occhi il suo corpo, mentre con le mani si aggrappava alle sue larghe spalle e con la lingua ridisegnava i contorni del suo petto e le parve di essere nata per fare una cosa simile.
Fred la sosteneva per i fianchi e ricambiava i suoi baci fino a che le sue dita non scesero e spostarono l’elastico delle mutandine.
Al contatto delle mani ruvide di Fred contro la sua sessualità, Hermione sussultò e si strinse più forte a lui.
Non appena Fred la penetrò con le dita, un’esplosione di colori e di sensazioni invase Hermione, i sensi annebbiati e gli occhi liquidi.
<< Rimangiatelo.>> si mosse dentro di lei, senza smettere però di sostenerla con l’altro braccio.
<< Ti diverti?>> chiese Hermione ansimando, subito prima di afferrare il sesso di Fred con una mano.
Era veramente enorme.
Inserì un altro dito e la guardò confuso, spostando l’altra mano a stringerle avidamente il seno. << Cosa?>>
<< Avanti, scopami e mettimi nell’angolino poi. Hai ancora l’odore di Alicia addosso.>>
Non sapeva nemmeno lei perché avesse deciso proprio in quel momento di dare sfogo alla sua rabbia, nascondendola dietro a qualcosa di indefinito e senza realmente sapere come si sarebbe potuta evolvere la situazione. Lo vide sbattere le palpebre e smettere di massaggiarle il seno, riportando la mano sul suo fianco.
<< Si può sapere che cazzo di problemi hai?>>
Quella fu la frase decisiva: con un movimento fluido, Hermione scappò dalla sue braccia e cominciò a rivestirsi mentre dentro di lei l’ira le ribolliva nelle vene. Con la coda dell’occhio vide Fred fare lo stesso, livido.
<< Che problemi ho io? Che problemi hai tu che non riesci a tenertelo nei pantaloni.>>
Fred si passò una mano tra i capelli, imprecando. << Ma che cazzo te ne frega? Perché devi passare la tua vita e giudicare gli altri, perché?!>>
<< Eri ancora eccitato da Alicia e non ti sei fatto nemmeno un problema a cercare di scoparmi.>>
Al diavolo il buon senso e l’essere civili, Hermione stava impazzendo.
Il ragazzo fermò la marcia che aveva iniziato nella stanza e spalancò gli occhi, dischiudendo la bocca. << Credi veramente che mi sarei scopato te? Merlino, Hermione, ma stai scherzando? C’è un limite a tutto.>>
A quelle parole, a Hermione sembrò che le avessero strappato l’anima dal corpo e si sentì svuotata di ogni briciolo di emozione.
Lo guardò e davanti a sé finalmente vide il vero Fred Weasley, e non le piacque per niente.
<< Sì, e tu lo hai appena superato.>> mormorò, e con l’orgoglio ferito e il corpo ancora vibrante di rabbia e di eccitazione, Hermione Granger raccolse le sue cose e scappò, piena di vergogna.
<< Porca puttana.>> imprecò ancora Fred, al nulla.
 
ANGOLO AUTRICE:
come al solito, grazie veramente per il sostegno e il calore che continuate a trasmettermi.
Questo capitolo lo dedico a tutte voi che almeno una volta nella vita, per colpa di uno stronzo, non vi siete sentite all’altezza.
Non uccidetemi, so che Freddino è così dolce e carino nei libri e nessuno lo odia ma credo che in realtà una persona con un potenziale come il suo avrebbe potuto benissimo essere un dongiovanni.
Ma non temete!
Fatemi sapere,
Brinne
 
 
 

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