Suonava la Vie en Rose

di F a i r
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue
Nessuno mi aveva detto che vivere accanto a qualcuno che credi possa amarti, si sarebbe rivelata una trappola megagalattica.
Mi chiamo Naminé, ho sedici anni, dicassette il prossimo dicembre e mal sopporto la vita che faccio.
Tutti pensano che io sia felice: ho una bella casa, una bella famiglia, dei begli amici e un fidanzato... che non mi ama.
Passo la mia vita fra la scuola, lo studio e lui, Vanitas, che non perde mai l'occasione di ricordarmi quanto sia infelice con me.
All'inizio pensavo che si trattasse di un periodo momentaneo, della breve disillusione che aveva seguito l'innamoramento, ma no. Non era più passato.
La mia migliore amica Kairi cambia parere a seconda del mio umore: a momenti assicura che l'unica via d'uscita sia lasciarci; poi, quando mi vede più contenta, conclude che in fondo ci vogliamo bene.
Io non so più cosa fare.



~


Angolino di F a i r
Salve a tutti!
Mentre cerco ispirazione per completare il mio grande lavoro su KH, questa fic è nata come un fungo e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Prometto che aggiornerò presto ;)
Domanda più importante: le dinamiche e i pensieri sono adatti a PG di circa 16 anni o devo renderli più cresciuti?
Non abbiate fretta di rispondere, potrete farlo anche dopo aver letto i capitoli successivi.
A presto! :3

 

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Capitolo 2
*** Chapter I ***


Chapter I
Si avvicinava il compleanno di Sora.
Kairi era tutta su di giri e mi trascinava in ogni dove alla ricerca del miglior regalo, del miglior vestito, della migliore borsa.
Dal canto mio, ero felice di accompagnarla così potevo distrarmi da quello che era sempre e solo il mio pensiero principale.
«Certo che alla fine impazzirai» concluse Kairi sorseggiando il suo frappè alla fragola.
Eravamo finite di nuovo a parlare di me e la cosa mi dispiacque. Il mio frappè alla vaniglia non era abbastanza dolce e ci versai una bustina di zucchero cercando di cambiare argomento. Non volevo che Kairi fosse triste perché dovevamo parlare di Vanitas che faceva il gentile con tutte le ragazze della scuola, tranne che con me.
Decisi di chiudere lì il discorso e di cominciare a cercare le scarpe per le quali non avevamo ancora avuto fortuna: volevo che Kairi fosse bellissima cosicché quel baccalà di Sora potesse accorgersi di cosa si era perso in quegli anni.
 
«Non finirò anch'io come te, vero?» chiese la mia amica rossa mentre si infilava l'ennesimo paio di scarpe, seriamente preoccupata.
Un sorriso affiorò spontaneo sulle mie labbra. «No, tranquilla» risposi. «Sora è un pezzo di pane, non avrai i miei problemi»
.
«Come fai ad esserne sicura?» chiese ancora Kairi.
Le porsi un braccio al quale potesse mantenersi mentre scendeva da quel tacco 12 e le rivolsi una occhiata di chi se ne intende. «Lo so perché ho visto come ti guarda».
«Cosa? E come mi guarda?»
Kairi rischiò quasi di cadere.
Aspettai che si sedesse per evitare di averla sulla coscienza.
«Come Riku guarda Xion» conclusi e gli occhi della mia amica si illuminarono.
Riku e Xion erano la coppia più datata della scuola, insieme ormai da quattro anni, l'unica più duratura di me e Vanitas, e ancora si guardavano come se si fossero appena conosciuti; parlavano l'uno dell'altra con occhi sognanti.
Passai un'altra scatola a Kairi quasi meccanicamente: se ne era provate almeno cinque.
«Quindi credi che io gli piaccia davvero?»
«Penso di sì» assicurai e poco dopo la mia compagna decise quali scarpe comprare dopo aver smontato mezzo negozio.
Continuammo a passeggiare, mentre il mio cellulare vibrava ad intervalli abbastanza cadenzati per scoprire ogni volta che si trattava di Vanitas che chiedeva ‘Dove sei?’, ‘Cosa fai?’, ‘Poi passa da casa mia’ più o meno in ordine sparso impedendomi di poterlo dimenticare almeno quelle due ore.
«Ma cosa vuole?» chiedeva Kairi di tanto in tanto.
«Si annoia» rispondevo ed ero sicura di avere ragione.

Roxas side
Quando mio cugino Sora mi aveva detto che la settimana successiva avrebbe festeggiato il suo compleanno e che mio fratello Ven forse non ci sarebbe venuto, non seppi cosa cosa pensare.
Non amavo particolarmente le feste e sapere che ci sarebbe stato solo Riku a farmi compagnia, non era esattamente entusiasmante.
Tuttavia non potei far altro che confermare la mia presenza, come unico rappresentante della famiglia.



~

Angolino di F a i r
Eccomi con il primo capitolo di questa storia che spero vi piaccia (:
Mi raccomando, commentate e recensite anche per farmi sapere quanto non vi piace la storia!
A presto :3

 

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Capitolo 3
*** Chapter II ***


[N.d.A: Vi suggerisco di far partire la musica nel momento in cui è inserito il video durante il testo e abbassare il volume quando specificato così da apprezzare a pieno il capitolo :3]


Chapter II

Naminé side
Passo a prenderti alle 9.
Questo era stato il messaggio di Vanitas, intenzionato a raggiungere il locale in moto.
Io gli avevo risposto che mi si sarebbero rovinati i capelli, così potei anche accontentare mio padre che preferiva accompagnarmi in macchina nel luogo stabilito per essere sicuro che restassi lì senza fare il giro del mondo per tornare a casa.
«Chiamami a qualunque ora» si era raccomandato prima di andarsene e io avevo fatto di tutto per rassicurarlo.
Vanitas era arrivato poco dopo ed ebbi l’onore di sentirmi dire che ero accettabile, dopo che avevo passato tutto il pomeriggio ad addobbarmi.
Decisi di non dare peso ad una qualsiasi delle sue parole, anche perché dopo aver fatto gli auguri a Sora, Vanitas fu accalappiato dal tavolo degli alcolici e impiegò poco per diventare brillo.
Sospirai. Dentro di me avevo sperato che le cose non sarebbero andate così, che sarei stata apprezzata e valorizzata da lui che un tempo diceva di amarmi.
Mi avvicinai a Xion che era rimasta momentaneamente da sola ed ebbi l’occasione di potarle parlare dopo tanto tempo che non ci eravamo più incrociate.
Mi fece piacere – e allo stesso tempo soffrire – sapere che fra lei e Riku le cose continuavano ad andare bene e che entrambi facevano di tutto per non far spegnere l’incanto che accompagnava le loro giornate.
«E tu come stai?» chiese Xion e io sentii un vuoto in petto: sapevo che la fatidica domanda sarebbe arrivata.
«Io… me la cavo» decisi di rispondere, ma per Xion fu facile capire ciò che intendevo.
Avevamo frequentato le elementari insieme e la bruna mi conosceva abbastanza bene da comprendere il significato profondo delle mie parole senza che avessi bisogno di raccontarle nulla.
«Nami!» mi sentii chiamare e subito Riku ci fu vicino mentre si industriava per non far cadere i tre bicchieri che stava trasportando.
«Ciao Riku, è un piacere rivederti!» esclamai con un sorriso sincero e mi alzai per salutarlo.
«Ecco il tuo analcolico» continuò il ragazzo e non potei fare a meno di sorprendermi.
Aveva visto da lontano che mi ero avvicinata a Xion e aveva preferito coinvolgermi così da non creare imbarazzo.
Vanitas non si era nemmeno preoccupato di portarmi un bicchiere d’acqua.
Ringraziai Riku e gli tolsi dalle mani il bicchiere che mi porgeva.
Loro sì che sono una bella coppia pensai.

Roxas side
Non sapevo se essere felice che Ven alla fine avesse deciso di venire alla festa o se maledirlo per il ritardo che la sua scelta mi aveva causato.
Quando raggiungemmo il locale, quasi tutti erano arrivati e Sora ci etichettò subito come ritardatari.
Per fortuna qualche ragazza arrivò più tardi di noi e l’attenzione si poté spostare sulle ultime venute.
«Avanti, non guardarmi così!» aveva protestato Ven che ogni tanto allungava il collo verso l’ingresso.
Non passò molto prima che una chioma rosso fuoco attirasse l’attenzione di tutti: Axel aveva fatto il suo ingresso.
Più di una ragazza sospirò e il rosso attraversò la sala a grandi passi per venire a dare un rumoroso saluto a mio fratello e scompigliarmi i capelli, giusto per ricordarmi che ero la mascotte del gruppo.
Axel per me era un secondo fratello. Lui e Ven si conoscevano da tempo immemore, probabilmente da prima che io nascessi, e per me era un punto di riferimento quanto lo era il mio fratello di sangue.


[N.d.A: video da far partire https://www.youtube.com/sLlEqTpBt2E]

Naminé side
La festa proseguiva placida e io avevo deciso che preferivo restare seduta al mio posto, mentre Vanitas ogni tanto si ricordava della mia esistenza e veniva a dirmi che non sapevo divertirmi.
Io gli rispondevo che ubriacarmi e rovinare la festa a Sora non era fra i miei programmi e restavo di nuovo sola in un angolo.
Qualche volta mi sentivo osservata, ma quando passavo a rassegna la stanza non incrociavo nessun paio di occhi e tornavo a fissarmi le unghie.
Il pianista suonava la Vie en Rose in una delle versioni che preferivo e già sognavo di essere presa fra le braccia di Vanitas ed portata sulla pista da ballo, trasportata in un valzer pieno di luccichii.
Mi ritrovai a canticchiare insieme alla musica e oscillare un po’ sul posto, mentre il mio sguardo si spostava nella sala dove tutti erano felici.
Trovai Vanitas impegnato ancora con gli alcolici, provarci con Xion e quasi prendersi un pugno in faccia da Riku e sentii la rabbia invadermi all’improvviso.
Mi alzai in fretta e mi diressi a grandi falcate verso il bagno, cosicché nessuno potesse guardarmi in quel momento.
Sospirai mentre la musica si faceva più ovattata e riuscii a guardare la situazione con occhi più distanti.
Nulla ci teneva più legati, quasi non ci guardavamo più, ma lui non aveva smesso di pretendere da me le solite attenzioni.
Ogni volta che il cellulare suonava, speravo che non fosse lui e quando invece mi trovavo davanti alla sua foto non facevo altro che cadere nello sconforto.
Aprii l’acqua e cominciai a sciacquarmi il viso con l’acqua fresca per rischiararmi le idee e ringraziai Kairi dentro di me per avermi ricordato di portare matita e ombretto in borsa.
Lavai via il trucco sbavato e mi guardai allo specchio per quello che ero. Gli occhi erano un po' rossi, ma non ricordavo di aver pianto. Per quanto avrei potuto resistere ancora?
Sentii la porta aprirsi, la musica riprendere l’intensità iniziale e dovetti resistere alla tentazione di richiuderla. L’antibagno era in comune fra uomini e donne, perciò tentai di restare indifferente quando un ragazzo biondo varcò la soglia.
Mi rivolse uno sguardo un po’ sorpreso e pensai che fosse per il mio viso acqua e sapone e gli occhi un po' gonfi.
Non lo avevo mai visto prima. Aveva i capelli un po’ lunghi, colore del grano e gli occhi di un azzurro intenso. Era poco più alto di me e questo mi fece concludere che potesse trattarsi di un amico di Sora che non avevo mai notato.
«Tutto bene?» chiese e io non potei far altro che sentirmi in imbarazzo.
«Sì, sì, certo!» risposi con quella che mi sembrò prontezza e mi impegnai vivamente per non barcollare su quei maledetti tacchi alti.
Lui sembrò abbastanza soddisfatto della mia magra risposta e si diresse verso il bagno degli uomini.
Decisi di non farmi sfuggire quell'occasione, mi ritruccai in fretta e furia e sparii. E la musica finì.


Roxas side
La ragazza di cui ignoravo il nome si dissolse così come era apparsa e pensai divertito che avesse preferito la via della fuga.
Era da tutta la sera che la osservavo: l'avevo vista discutere con un ragazzo bruno, arrabbiarsi e sedersi in un angolo.
Aveva salutato tutti con gentilezza, era rimasta ad osservare la festa andare avanti, aveva preparato con attenzione e premura il piatto dal buffet per lo stesso ragazzo con cui aveva discusso e lei non aveva mangiato quasi niente.
La osservai mentre oscillava un po’ sul posto e trovai buffo, ma estremamente tenero, quel suo comportamento infantile. Osservai il suo sguardo perso e non impiegai molto a cogliere la delusione nei suoi occhi.
Quando tornai alla festa dove Sora e Ven avevano cominciato a reclamarmi, notai che era seduta vicino a Kairi e non potei resistere alla tentazione di chiedere informazioni.
Mi avvicinai a Riku e chiesi con un filo di voce se la conosceva.
Lui annuì. «Si chiama Naminé, è la ragazza di quel bellimbusto laggiù».
Lanciai un’occhiata a quello che scoprii poco dopo chiamarsi Vanitas e non mi sorpresi affatto dell’umore di Naminé. Sentii il cuore accelerare e il pugno che aveva voglia di chiudersi, ma decisi di darmi un contegno perché – alla fin fine – non erano affari miei.
La vidi procedere verso l’uscita forse alla ricerca di una boccata d’aria e d’improvviso mi sentii osservato.
Ven e Axel mi stavano fissando e si scambiavano un sorrisino complice.
«Cosa volete voi due?!» sbottai.
«Avanti, amico, è tutta la sera che la guardi!» rispose Axel senza perdere il suo sorriso sornione.
«Se non vai a parlarci, ci vado io» continuò mio fratello lanciandomi un’occhiata eloquente e sapevo che diceva sul serio.
Presi il coraggio a due mani e uscii.


~

Angolino di F a i r
Eccomi di nuovo fra voi! Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
Purtroppo non sono riuscita ad incorporare il video youtube, quindi spero siate stati obbedienti e abbiate fatto partire la musica di sottofondo al momento giusto
Non dimenticate di recensire con consigli e commenti belli o brutti che siano!
A presto :3

 

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Capitolo 4
*** Chapter III ***


Chapter III

Naminé side
La serata non era tiepida come avevo sperato, ma per essere marzo non faceva poi tanto freddo.
Per fortuna nessuno si era accorto della mia momentanea assenza e avevo la possibilità di osservare le stelle nel cielo terso.
Mossi qualche passo ripensando a quando le cose fra me e Vanitas andavano bene e cominciai a chiedermi se fossero davvero mai andate bene o se ero stata io ad avere gli occhi foderati di rosa in quegli anni.
Sospirai e mi sorpresi nel notare che una leggera nuvola di vapore si allontanava dalle mie labbra.
Mi guardai intorno e incrociai uno sguardo azzurro che da lontano mi stava osservando.
Riconobbi lo stesso ragazzo che avevo incontrato nel bagno e mi sentii pizzicare le guance per l’imbarazzo.
Mi voltai per evitare dell’imbarazzo anche a lui e, per la prima volta, sperai che si avvicinasse per parlarmi invece di provare la solita stizza verso gli occhi indiscreti.
Passò meno di qualche minuto e se avesse fatto poco più freddo sarei stata costretta a rientrare.
«Qui tutta sola?» sentii alle mie spalle e fu certa che il ragazzo senza nome si fosse fatto coraggio.
Mi voltai a guardarlo con un po’ di sorpresa: chissà cosa l’aveva spinto ad avvicinarsi a me.
«S-sì» risposi presa alla sprovvista. «Lì dentro l’aria diventa davvero soffocante».
Mi sforzai di sembrargli tranquilla, rilassata e a mio agio anche se non ero nessuna delle tre cose.
«Io sono Naminé» continuai. Era come se temessi di far scendere il silenzio fra noi e fui contenta di notare che lui sorrise alle mie parole.
«Io–…»
«Nami!» mi sentii chiamare e una testa rossa estremamente sorridente mi trascinò di nuovo all’interno della stanza senza che nemmeno me ne rendessi conto.
«Kairi, cosa c’è?» chiesi.
La mia amica mi indicò che la torta era ormai pronta e tutti mi aspettavano per le fotografie.
Mi dispiacque non poter sapere il nome di quel ragazzo che era sembrato tanto gentile, ma fui subito raggiunta da Vanitas dietro il tavolo della torta.
«Si può sapere che fine avevi fatto?» bisbigliò ma quella domanda mi risultò irritante.
«Avevo bisogno di un po’ d’aria» risposi. «Non mi sento molto bene».
Mi accorsi che quella non era nemmeno una bugia, perciò non passò molto che chiamai mio padre e salutai tutti quando ancora Sora apriva i regali.
Ero certa che Vanitas se la sarebbe presa a morte ma non mi importava, non sarei riuscita a sopportare ancora la situazione che si era creata quella sera.

Roxas side
Non avevo avuto tempo di dirle come mi chiamavo, né di salutarla perché si era dileguata come fumo al vento.
Non potei fare a meno di chiedermi come avevo fatto a non notarla fino a quel momento: frequentavamo la stessa scuola, molti dei nostri amici erano comuni ma non eravamo mai riusciti ad incrociarci fino a quel momento.
Decisi che non sarebbe più stato così.

Naminé side
Mio padre fu tutt’altro che scontento di essere svegliato all’una di notte dal telefono che squillava e da me che gli chiedevo di venirmi a prendere.
Impiegò un tempo da pilota di formula uno per raggiungermi e sottrarmi a quella che era diventata una serata da dimenticare.
«Terra! Aqua!» sentii esclamare da una voce maschile che non conoscevo.
Sul viso di mio padre si dipinse un sorriso così largo che ebbi l’impressione di non averlo visto così felice. Forse solo quando avevo detto ‘papà’ per la prima volta.
«Ven, mi sembrano passati secoli dall’ultima volta!» rispose papà e scese dalla macchina per andare incontro ad una ragazzo alto e snello. Si salutarono con una sonora pacca sulla spalla e fui certa che mio padre si sentisse di nuovo un giovincello.
Mi sentii mancare il fiato quando mi accorsi della somiglianza incredibile che quel ragazzo, di certo molto più grande di me, avesse con il biondo senza nome che aveva tentato di presentarsi prima che fossi accalappiata da Kairi.
«Mamma, chi è?» chiesi sorpresa che mio padre conoscesse qualcuno degli invitati.
Mia madre sorrise e mi sembrò anche lei molto contenta di ritrovare un vecchio amico. «E’ la mascotte di tuo padre» rispose ridendo e scese anche lei dall’auto anche se aveva i capelli blu legati alla bene e meglio.
Mi sembrò strano scoprire che anche i miei genitori erano stati giovani e avevano dei cari amici che non avevano più incrociato, ma mi lasciò una bella sensazione.



~

Angolino di F a i r
Salve cari!
Mi dispiace di aver impiegato così tanto a pubblicare un capitolo così striminzito, ma vi assicuro che il capitolo successivo è già ad ottimo punto e necessita solo di qualche correzione.
Perciò non disperate :D
Non dimenticate di recensire con consigli e commenti belli o brutti che siano!
A presto :3

 

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