Il ritorno dello jedi?

di chi_lamed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno dello jedi? ***
Capitolo 2: *** Aspettando Star Wars VII ***



Capitolo 1
*** Il ritorno dello jedi? ***


Disclaimer: i personaggi di Star Wars non mi appartengono ma sono proprietà di George Lucas... ops... no, mi rifiuto di dirlo!!!
Vabbè, mi tocca: i personaggi di Star Wars non mi appartengono ma sono proprietà della Disney (George, te possino!). Questa storia è stata scritta per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.



*** Dedicata a Silvì, con tanto affetto. ***



Il ritorno dello jedi?

 
La brillantezza del cielo terso ed azzurro iniziò ad offuscarsi verso ovest, in direzione del grande mare.
Non ci badò troppo, era un evento che poteva capitare, seppur raro. Di solito passava dopo alcuni minuti, lasciando al suo posto un’aria ancora più pulita immersa nel puro colore turchese.
Anakin tornò a chiudere gli occhi. Steso sul prato, i fili d’erba gli carezzavano il viso.
Alla prima folata di vento s’irrigidì appena. Alla seconda, però, si mise a sedere con una sgradevole sensazione di allarme che s’insinuava proprio alla base del collo.
No, quello che stava per accadere non era normale, non nel mondo della Forza dove tutto era pace, compreso il tempo atmosferico.
Enormi nuvoloni grigi si rincorrevano nel cielo, incontrandosi, scontrandosi e fondendosi assieme con tuoni assordanti che gli rimbombarono nel petto. Lampi saettanti scaricavano tutta la loro energia sulla terra che sussultava gemendo per quell’inconsueto incontro.
Il temporale si faceva sempre più vicino e minaccioso.
Non era normale.
Scattò in piedi, il respiro affannato ed un sentimento quasi dimenticato che stava affiorando lento ed inesorabile: la paura.
Non era possibile, nel mondo della Forza quell’emozione non esisteva più, cosa stava accadendo?
Corse.
Corse disperato in una direzione ben precisa, i primi goccioloni di pioggia che scendevano come proiettili e gli facevano male al volto, alle mani.
Corse a perdifiato.
La radura  sulla collina in quel momento non gli era mai sembrata così lontana ed irraggiungibile.
Corse, incespicando nei suoi stessi passi. Salì il lieve pendio, il temporale sopra di lui che s’era attenuato senza però dare tregua. Niente più tuoni e lampi, solo pioggia battente che quasi lo accecava.
«Obi-Wan!» urlò con tutto il fiato che aveva, svoltando per l’ultimo tratto di sentiero.
Gli si mozzò il fiato in gola.
Rabbrividì da capo a piedi e non seppe se per il freddo o se per la scena che si trovò dinanzi, così inaspettata da gelargli il sangue.
«Anakin, cosa…» Kenobi non trovò la forza per finire la domanda. Alzò gli occhi e poi li riabbassò verso il suo ex padawan, squadrandolo da capo a piedi, la bocca spalancata in una “o” stupefatta.
Skywalker deglutì.
Una volta.
Due volte.
Gli venne quasi voglia di piangere.
Silenzio nel silenzio, né lui né il suo Maestro trovarono le parole adatte per esprimere quello che stava succedendo, osservando lo sbigottimento l’uno negli occhi dell’altro.
«Skywalker, si può sapere cosa c’è di così allarmante da…»nemmeno Windu terminò la frase. In meditazione nel boschetto di tamerici era stato attirato da quel richiamo improvviso ed accorato che stonava così tanto nel loro mondo di pace.
«Per la Forza,» riuscì infine a dire. «Skywalker, cos’è quella nuvola che sta piovendo solo sopra di te?»
«Lo vorrei sapere anch’io, Maestro.» rispose il Prescelto a denti stretti. «Pensavo fosse un fenomeno che riguardava tutto il mondo della Forza, ma ovviamente non è così, me ne accorgo solo ora.»
Fece un paio di passi indietro, tenendo gli occhi all’insù, giusto per provare a capirci qualcosa, poi una capriola di lato. La piccola nuvola grondante pioggia si spostò ogni volta, seguendolo fedelmente più di un cane addestrato.
L’espressione di Anakin Skywalker si fece invece quella di un cane bastonato.
Bastonato e completamente fradicio. Chissà, forse tra non molto avrebbe scoperto se anche nel mondo della Forza ci si prendeva un malanno.
«Questo è… insolito.» intervenne Qui-Gon. Il tono pacato con cui pronunciò il tutto contrastò con l’espressione preoccupata degli altri tre jedi presenti. «Però forse il Maestro Yoda ci saprebbe dare qualche spiegazione. Anakin, è meglio andare da lui.»
«Sì, Maestro.»pronunciò istintivamente il Prescelto, scosso da brividi di freddo e preoccupazione.
S’incamminarono tutti in direzione della scogliera a picco sul mare. Là Yoda era solito passare interi pomeriggi in meditazione.
Windu marciava in testa al gruppo. Obi-Wan di tanto in tanto si voltava ad osservare il suo protetto che gli camminava a fianco. Si teneva a debita distanza da tutti, il Prescelto, con la sua fida nuvoletta che non dava segno di smettere di piovere. Passo dopo passo l’umore di Skywalker diventava grigio come quell’indesiderata compagna svolazzante.
Fu Yoda a farsi loro incontro, facendosi trovare su uno spiazzo dell’erto sentiero che portava alla scogliera. Attese il loro arrivo seduto su un masso, disegnando sulla terra battuta con il bastone nodoso.
«Maestro Yoda, ci hai sentiti arrivare.» lo salutò Windu con un inchino appena accennato.
«No, visto da lontano la nuvola di Skywalker io ho.» esclamò il piccolo jedi.
«Lo trovi così divertente, Maestro?» non riuscì a trattenersi il Prescelto. In altri tempi l’avrebbero tutti apostrofato con parole di rimprovero. In quel momento, invece, nessuno trovò nulla da obiettare.
«Nei sentieri della Forza, un’ipotesi forse ho trovato.» Tutti trattennero il respiro. Soprattutto uno, anche perché troppo intento a rabbrividire dal freddo. «Ma sicura essa non è. Incerto è il futuro, sempre in movimento esso è.»
Anakin non ce la faceva più dall’ansia.
Camminava avanti ed indietro, con le mani incrociate dietro la schiena.
E la fida nuvoletta sempre sopra di lui, avanti e indietro, a spargere pioggia gelata che gli penetrava fin dentro le ossa.
«Ascolta attentamente quel che dirti di devo, Skywalker.» gli occhietti del jedi si assottigliarono, in segno di grande concentrazione mentale.
Anakin si fermò, tentando a più non posso una stoica noncuranza degli scrosci d’acqua.
«Una spiegazione a tutto questo c’è: la tua permanenza nel regno della Forza più sicura non è.»si prese una pausa, per far sì che la notizia si depositasse nella mente del Prescelto. «Nel mondo di là un progetto malvagio qualcuno ideando sta.»
«Bella rima, Maestro!» fece Windu con un altro rapido inchino.
«Grazie. Merito della meditazione essa è.»
«Ehm… questo progetto?» intervenne Kenobi, ansioso quanto il suo ex padawan di capirci qualcosa.
«Skyawalker, sembra che la tua permanenza nel mondo della Forza destinata a non durare essa sia.»
Anakin sudò freddo. O forse era pioggia, ormai non lo sapeva più nemmeno lui.
«C-cioè?» balbettò.
Gli altri jedi presenti avevano tutti il suo medesimo sguardo sgomento, ad eccezione di Yoda. Nessuno di essi volle dare voce ai propri pensieri.
Yoda nel frattempo ne approfittò, allungando una piccola ciotola in legno in direzione di Skywalker. Quando fu piena d’acqua a metà, la bevve in tutta calma.
«Ma, maestro!» protestò Windu.
«Potabile essa è. E poi già morti noi siamo.» rispose facendo spallucce.
Qui-Gon si schiarì la gola, cercando le parole adatte per esporre quel che aveva compreso.
«Anakin, da qualche parte qualcuno ti vuole vivo.»
Detta così, in una tale circostanza, in un siffatto mondo, quella frase risuonò peggio di una condanna a morte.


****

Angolino autrice: non uccidetemi, vi prego. E' che non ho potuto fare a meno di mettere nero su bianco le mie preoccupazioni circa i rumors che volteggiano nel web.
Per parte mia, spero siano falsi.
Non so ancora se ci sarà un continuato, dipende. Se decretate che sia meglio darmi all'ippica, non la continuerò. :D
Chiara

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Capitolo 2
*** Aspettando Star Wars VII ***


Aspettando Star Wars VII
 
«Cosa diamine sarebbe quella
L’espressione colorita era insolita già di suo, se poi proveniva dal granitico Windu allora si sfiorava l’epicità. Risuonò in tutta la vallata, interrompendo la pace che regnava nel mondo della Forza. Anakin Skywalker ed Obi-Wan Kenobi, sdraiati sull’erba a chiacchierare, si misero a sedere di scatto.
«Che è successo questa volta?»
Kenobi sospirò, alzandosi con calma serafica, mentre Anakin, immobile, aveva ancora stampato in viso un enorme punto interrogativo.
«Scommetto che nel mondo di là hanno avuto altre idee per farsi gli affari nostri.»
«Chi? Gli stessi che mi volevano ancora vivo?» Skywalker rabbrividì, ricordando come tempo prima gli eventi del mondo reale avessero avuto conseguenze nella loro unione con la Forza. La nube di pioggia lo aveva perseguitato a lungo, prima di evaporare magicamente ed andarsene all’improvviso così come era arrivata. Ne avevano gioito tutti per molti giorni.
Nell’aria, intanto, le proteste di Mace sembravano non avere mai fine.
«Non è possibile, non è possibile! Chi ha potuto escogitare una spada laser del genere?»
«Oh-oh, maestro, qui la cosa sembra farsi molto interessante!» Anakin si alzò in un lampo, iniziando a correre su per la collina. «L’ultimo che arriva paga pegno!»
Kenobi non perse tempo a ridere. Lo raggiunse con uno scatto fulmineo, ma quando giunsero in cima furono appaiati, come al solito.
Windu non stava più in sé dall’incredulità, camminando disperatamente avanti ed indietro. Non l’avevano mai visto così.
«Guardate!» Puntò l’indice sul laghetto sottostante, nell’altro versante della vallata. D’in tanto in tanto si tramutava in una superficie capace di mostrare immagini varie, molto simile alla HoloNet. Era una sorta di finestra sul mondo dell’al di là. «È… È… inconcepibile!»
Una foresta innevata. Un umano vestito di nero, di spalle. Ed una spada laser rossa, dalla strana elsa a forma di croce.
A Kenobi mancò il fiato.
«Forte, hanno aggiornato l’armamentario del cattivo di turno!» Anakin aveva gli occhi che brillavano per l’entusiasmo.
«Skywalker, cosa stai dicendo?»
«Dai su, non è male come idea, maestro Windu. Ci sono stati ben sei film di spade laser tutte uguali. A parte quella di Maul. Un po’ di originalità adesso non guasta. Anche se…»
«Ehm…» Alle loro spalle, Qui-Gon si schiarì la voce. Li raggiunse con la sua solita camminata tranquilla ed un abbozzo di sorriso sulle labbra.
«Credo tu ti debba scusare con il maestro Jinn, Anakin.» Mace era serio come non mai.
«Non ti preoccupare, non ho rimpianti sulla mia dipartita.» Mise una mano sulla spalla di Skywalker e quel gesto valse più di ogni altra parola. «Però ho una perplessità anch’io. Anakin, pensi anche tu quello che sto pensando io?»
Lo sguardo complice tra i due ridiede la parola a Kenobi.
«Scusate, ci siamo anche noi, vi spiacerebbe renderci partecipi?»
«È semplice, maestro, guarda un po’.» La superficie azzurro argento del laghetto tornò a riempirsi d’immagini apparentemente scollegate le une dalle altre. Avevano imparato dai titoli di testa che quel fenomeno veniva chiamato trailer cinematografico.
«Prima Maul ed ora questo. Possibile che solo al nemico di turno diano in dotazione un’arma all’ultima moda? Così fanno sembrare i jedi delle cariatidi che non si aggiornano mai.»
«Anakin, l’arma dei jedi…»
«Lo so, lo so! Non fare il maestrino anche questa volta!» Non c’era rimprovero nella voce del Prescelto, solo una nota d’impazienza che Obi-Wan non sentiva da molto tempo. «È un film! Insomma, anche i jedi hanno il diritto di essere originali, no?»
Obi-Wan cercò disperatamente di rimanere serio, ma era impossibile nascondere la risata che si sentiva nascere.
«Chi ti dice che non saranno originali?»
«Come?»
«Cosa ti fa pensare che i jedi non sapranno essere originali?» Kenobi aveva il tono di voce impostato nella modalità “punzecchiamento”. Era l’inizio di un’epica schermaglia verbale tra maestro e allievo. Qui-Gon e Mace si misero a sedere poco distante ed il primo rimpianse molto di non aver qualcosa da sgranocchiare per poter fare il tifo a dovere.
«I sith potranno avere spade laser all’ultima moda, ma magari i jedi saranno così stratosfericamente eccezionali che le armi passeranno in secondo piano.»
«Beh, certo che saranno eccezionali. Ci sono i miei figli tra di loro!» Gli occhi di Anakin brillavano d’orgoglio paterno. Kenobi s’intenerì non poco. «Saprebbero mangiarsi per colazione, pranzo e cena chiunque osasse sfidare la pace della Galassia.»
«Ecco, appunto. Quindi, alla moda o no, l’importante è che alla fine i nemici vengano battuti.»
Anakin tacque, tornando a contemplare le acque del laghetto. Il trailer si mostrò nuovamente ed in un paio di inquadrature il Prescelto sentì il cuore martellargli nel petto per l’emozione, soprattutto quando vide la propria spada laser che credeva perduta per sempre. Obi-Wan con una gomitata riprese a stuzzicarlo.
«Tu però da vestito da sith eri un gran bel figurino. Regale e terribile. Questo qui mi sembra solo una tua brutta copia.»
«Ma se non l’abbiamo nemmeno visto in azione! E non siamo nemmeno sicuri che sia un sith a tutti gli effetti.» rise Anakin.
«Lo so, io intanto ti preferisco a prescindere.»
Skywalker spalancò gli occhi, fingendo stupore con fare teatrale.
«Oh-oh, maestro, così mi lusinghi!» La gomitata fu giocosamente restituita. «Il tuo è forse un modo contorto di dirmi che sotto sotto mi vuoi bene?»
«Molto sotto, Anakin, molto.» Ma intanto sorrideva, felice per quell’amicizia che sarebbe durata in eterno.
Windu non resistette oltre, sull’orlo dell’imbarazzo per quelle manifestazioni d’affetto che ancora faticava ad accettare e dimostrare apertamente. Si alzò veloce, tossicchiando maldestro per dissimulare il proprio disagio. Finse grande interesse per la propria veste marrone.
«Mace, se continui così finirai per strappare la stoffa.»
Ci mancava anche il sarcasmo del maestro Jinn!
«Aspetta, ti aiuto.» Obi-Wan fece qualche passo verso di lui. «Forse c’è ancora qualche molecola d’erba che non sei riuscito a toglierti di dosso.»
Ma che… oh, no no no, no! Non sarebbe stato oggetto delle risate altrui, proprio no!
Tenne lontani tutti i jedi con la migliore occhiataccia del suo repertorio.
«Visto che la questione sembra risolta, è meglio che me ne torni a meditare in santa pace.» Se ne andò quasi di corsa e nessuno ebbe il tempo di replicare.
«Quand’è che riuscirà a non battere in ritirata ogni volta?» Anakin era veramente dispiaciuto.
«Prima o poi si scioglierà un po’ di più. Dobbiamo pazientare. Per tutta la vita gli hanno insegnato ad essere distaccato e composto. Con noi non sa ancora come comportarsi, vorrebbe ma non si sente all’altezza.»
Skywalker ammirò come Qui-Gon fosse sempre comprensivo in qualsiasi circostanza.
«Sì, ma dovrebbe essersi abituato a noi, no?»
«Anakin, per abituarsi a te non credo sarà sufficiente l’eternità.»
«Senti chi parla, maestro.» Il Prescelto ora se la rideva senza ritegno. «In quanto ad irriverenza puoi tenere testa a chiunque.»
S’incamminarono lentamente verso il pendio, in direzione del grande prato da cui erano venuti.
«Stai insinuando che posso batterti se facciamo a gara?»
«Solamente nei tuoi sogni, Obi-Wan.»
Qui-Gon li seguì, rimanendo qualche passo dietro di loro e poi si fermò in disparte. Li contemplava in silenzio, carezzandoli con lo sguardo come fossero un tesoro prezioso.
Poco lontano, tra gli alberi del boschetto di tamerici, Yoda vegliava su tutti. Quando udì le risate dei due jedi riempire la vallata, sorrise.

***

Angolino autrice: nei programmi iniziali la storia non doveva avere più capitoli, poi però, vedendo e rivedendo i trailer (con la curiosità aumentata all'ennesima potenza), mi sono chiesta come avrebbero reagito i diretti interessati.
Per la cronaca: a me quell'elsa particolare piace. 

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