La Seduzione è un'Arte di Shiori Desu (/viewuser.php?uid=537700)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno 0 ***
Capitolo 2: *** Giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Giorno 2 ***
Capitolo 4: *** Giorno 3 ***
Capitolo 5: *** Giorno 4 ***
Capitolo 6: *** Giorno 5 ***
Capitolo 7: *** Giorno 6 ***
Capitolo 8: *** Giorno 7 ***
Capitolo 9: *** Giorno X ***
Capitolo 1 *** Giorno 0 ***
GIORNO 0 - La seduzione è un'arte
LA
SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
0
Una
brezza
leggera entrava a correnti intermittenti dal portone leggermente
scostato. Lucy
rabbrividì lievemente quando una folata fresca e delicata le
raggiunse la
schiena e si insinuò fino alle ossa.
“Hai
freddo
Lucy?” Le domandò Mirajane con il suo solito tono
affabile mentre asciugava un
bicchiere.
“Mmh,
no...”
Mentì l’altra sedendosi più comodamente
sullo sgabello davanti al bancone.
“Eppure
hai
la pelle d’oca.” Constatò con un sorriso
la cameriera.
Un
boato
non troppo lontano fece sobbalzare entrambe, seguito da un
“Si! Scommettere è
da uomo!”
Lucy
si
voltò, curiosa di vedere cosa stava accadendo alle sue
spalle. Un tavolo era
accerchiato da una quantità indefinita di maghi,
principalmente uomini, e le
loro voci si accavallavano le une sulle altre, senza un apparente filo
logico
che conducesse ad un discorso sensato. Sembrava quasi si limitassero a
gridare,
ridere e tirarsi pacche sulle spalle, bevendo sakè come
intermezzo tra una cosa
e l’altra.
In fin dei
conti in quel baccano sembrava non esserci niente di strano, dopotutto
là
dentro non passava giorno in cui qualcuno non si prendeva almeno un
pugno in faccia.
Eppure quella sera c’era qualcosa di diverso nel
comportamento di quei maghi
casinisti, nei loro volti, nei loro sorrisi, nei loro sguardi.
Sembrano
dei bambini il giorno di Natale. Concluse
infine Lucy tra sé e sé.
“Ma
cosa
sta succedendo?” Domandò confusa tornando a
guardare Mirajane.
Le
rispose
una voce alle sue spalle. “Una scommessa.” Erza si
sedette con aria soddisfatta
accanto alla maga degli spiriti stellari.
“Una…scommessa?”
Ripeté Lucy visibilmente incuriosita.
“Oh,
e di
cosa si tratta?” Chiese Mirajane appoggiando un dito sul
mento con fare
pensieroso.
Erza
incrociò le braccia, un mezzo sorriso comparve sul suo
volto. “Stanno
scommettendo…”
Lucy
si
avvicinò involontariamente all’altra maga, sempre
più interessata alla
questione.
“…su
chi
vincerà quest’anno Miss Fairy Tail.”
Concluse seria Erza e con lo sguardo
acceso.
Lucy
cadde
quasi dallo sgabello in preda alla delusione. Per qualche strano motivo
si era
aspettata tutt’altro, ma effettivamente quella cosa spiegava
alla perfezione
l’esaltazione degli uomini.
Espirò
sonoramente. L’unica volta che aveva partecipato a quel
concorso si era
classificata seconda, battuta solamente dalla sua compagna di squadra.
Quell’anno
avrebbe partecipato di nuovo, sempre tentando di accaparrarsi il primo
premio
per pagare qualche mese di affitto.
“E
chi è la
donna data per vincente?” Si interessò Mirajane
divertita.
“Io,
naturalmente.” Un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto
della rossa.
“Immagino
che tanti abbiano scommesso anche su Lucy.” Disse amabilmente
la barista.
“Mmh,
da
quello che ho sentito non in troppi.” Affermò Erza
annuendo convinta.
La
voce di
Lucy si fece leggermente più acuta. “Come sarebbe
a dire non in troppi?”
“Probabilmente
sono rimasti delusi dalla tua prima sconfitta.”
Spiegò Erza.
“Be’
è
comprensibile.” Convenne Mirajane.
“M-Mira,
anche tu ti ci metti?!” Urlò sconvolta Lucy
agitando le braccia.
L’altra
rispose semplicemente con un sorriso.
Mi…mi
sta prendendo in giro?
Si domandò insospettita Lucy. Dopo tutto quel
tempo passato a Fairy Tail, essa non riusciva ancora a decifrare i
sorrisi di
Mirajane. A volte quella maga dal viso così bello e gentile
riusciva quasi ad
incuterle timore.
Una
voce
fin troppo familiare, che per un breve istante sovrastò
tutte le altre, la distrasse
da quei pensieri. “Oooh per favore Wendy!”
Lucy
si
voltò nuovamente. Poco distante dal tavolo in cui le
scommesse continuavano a
girare, vide Natsu che parlava con la giovane Dragon Slayer. Wendy era
seduta
composta ad un tavolo, Charle come sempre al suo fianco, mentre Natsu
teneva un
piede appoggiato ad un panca ed uno sguardo supplichevole sul volto.
Il ragazzo disse
qualcosa che fece arrossire quasi immediatamente la giovane, che si
ostinava a
tenere lo sguardo basso su un punto indefinito del tavolo.
Wendy
rispose muovendo appena le labbra.
Natsu rise
sonoramente, poi disse qualcosa che fece letteralmente scappare la
giovane
dall’imbarazzo.
In
un primo
momento il Dragon Slayer rimase immobile al suo posto senza capire cosa
fosse
successo, poi agitò un braccio per attirare di nuovo
l’attenzione di Wendy. “Oi
Wendy, allora parteciperai?!”
Lei
lo
ignorò uscendo in fretta e furia dalla gilda mentre Charle,
tra le sue braccia,
inveiva contro Natsu.
Il
mago si
portò una mano alla nuca, notevolmente confuso da
ciò che era accaduto, poi si diresse
corrucciato verso il bancone.
Lucy
si
voltò di nuovo tentando di assumere un’aria
indifferente, senza sapere cosa
pensare della bizzarra scena a cui aveva appena assistito.
Una volta
accomodatosi accanto a Lucy, Natsu incrociò le braccia
pensieroso.
“Ma
che hai
fatto alla povera Wendy?” Gli domandò preoccupata
la bionda.
“Mmh…non
capisco, le ho solo chiesto di partecipare a Miss Fairy
Tail.” Rispose lui
perplesso.
Lucy
continuava a non capire. “E…uhm…per
quale motivo vorresti che partecipasse?”
“Voglio
scommettere sulla sua vittoria!” Rispose Natsu alzandosi
infervorato e
stringendo un pugno senza un apparente motivo.
A
quella
risposta Mirajane sorrise amabilmente, Erza lanciò al
ragazzo uno sguardo freddo
e accusatore che aveva tutta l’aria di un come
osi a non scommettere su di me?!, Lucy si limitò
a fissare basita, con la
bocca semi-aperta, il Dragon Slayer.
Infine
Mirajane diede voce ai pensieri di tutte. “Perché
scommetteresti su Wendy?”
“Bè
perché qua
dentro è la più carina.”
Happy
atterrò improvvisamente sul bancone, intromettendosi nella
conversazione. “E
poi è gentile.”
Natsu
annuì
convinto e tornò a sedersi.
“Però…lei dice che è un
problema, ma secondo me per
partecipare non servono solo quelle…” E si
portò le mani davanti al petto
mimando la forma di un seno.
Lucy
si
alzò di scatto. “N-Natsu! Non dirmi che questa
cosa l’hai detta anche a Wendy?!”
“Eh?
E
perché non avrei dovuto?”
La
maga si
risedette sospirando.
“Ora
però
non so cosa fare. Wendy se n’è andata senza
nemmeno dirmi se partecip-“
Lucy
non lo
lasciò terminare. “E’ ovvio che non
parteciperà!” Una pausa. “A volte mi
chiedo
se hai del fuoco anche nel cervello.” Aggiunse poi
rassegnata.
“Quindi
su
chi scommetterai?” Chiese Happy mentre faceva uno spuntino
con un pesce.
“Aaaaargh
non lo so Happy, non mettermi sotto pressione!”
“Perché
non
scommetti su di me?” Azzardò Lucy.
“Dopotutto i compagni di squadra si
sostengono anche in queste cose.” Disse assumendo
l’aria più convincente
possibile.
“Ti
senti
già in svantaggio, Lucy?” Le sussurrò
Erza maliziosa.
“Assolutamente
no, era…era tanto per dire.” Affermò
l’altra annuendo alla sua stessa bugia.
“E’
inutile
che tenti di convincermi Lucy, non scommetterei mai su di
te.” Fece Natsu
portandosi le mani dietro la testa.
“Cosa?
E
perché?!”
“Non
sei
esageratamente carina.”
“E
poi non sei
gentile.” Aggiunse Happy.
“Anche
se
in fatto di…” Continuò Natsu lanciando
un’occhiata al seno di Lucy “…sei messa
piuttosto bene.” E dopo una breve pausa aggiunse:
“Ma come ho detto prima, non
sono solo quelle che contano.”
Lucy,
il
viso color porpora per la rabbia e l’imbarazzo,
tentò di coprirsi il petto
incrociando le braccia.
“E
comunque
anche quelle non le sa usare.” Infierì Happy.
“Ricordiamoci che il suo sex
appeal avrà funzionato appena una volta nei nostri
incarichi.”
“Neko-chaaaan!!!
Smettila subito, non dovresti dire queste cose!”
Urlò disperata Lucy.
Happy
non
si lasciò intimidire. “Ma è la
verità. Non riusciresti a sedurre un uomo
nemmeno con tutti i pesci del mondo.”
“E-
e
questo cosa significa?” Domandò lei spaesata.
Natsu
rise
di gusto. “Si, sono d’accordo Happy.”
Come
fanno a parlare delle mie tette e del mio
potenziale sex appeal con tanta disinvoltura?! E per di più
mentre io sono qua davanti
a loro!
Lucy
diede
un pugno sul bancone, nascondendo poi una smorfia di dolore.
“E va bene. Volevi
fare una scommessa? Scommettiamo.” Proferì decisa
la maga rivolgendosi al
Dragon Slayer.
Lui
si
limitò a fissarla interrogativo.
“Scegli
un
mago di questa gilda, e scommetto che riuscirò a sedurlo nel
giro di una
settimana al massimo.” Propose la ragazza mossa dalla forza
della disperazione.
Non appena terminò la frase si pentì
immediatamente di averla detta a voce
alta. Sapeva che Natsu avrebbe accettato, dopotutto si trattava di una
sfida, e
lui le sfide non le rifiutava mai, così come sapeva che per
lei quell’impresa
era pressoché impossibile.
Eppure
non
si fermò, ormai aveva lanciato la scommessa, tanto valeva
andare fino in fondo.
“Avanti scegli. O hai paura di perdere?” Lo
provocò Lucy notando che il ragazzo
era rimasto stranamente impassibile a quella proposta.
Happy
si
intromise di nuovo. “Cosa intendi per sedurre?”
Domandò alzando una zampina.
”Bè
uhm…” A
questo non aveva pensato.
“Riuscirò...uhm…riuscirò a
farmi dare un bacio, ecco
sì il mago che Natsu sceglierà mi
dovrà baciare. Un…un bacio basta e
avanza.”
Dopo
un
primo momento di stallo, Natsu scoppiò improvvisamente a
ridere. “Sei davvero
divertente Lucy!” Incrociò le braccia.
“Ma se questa è una sfida…la accetto
volentieri.” Disse infine con un mezzo sorriso sulle labbra e
una scintilla
negli occhi.
Per
appena
un momento Lucy credette di svenire. E
ora come faccio?! Era prevedibile che sarebbe finita così,
ma che diavolo mi è
saltato in mente, stupida Lucy, stupida!
“Allora
vediamo…” Natsu si portò una mano al
mento. “…chi posso
scegliere…” Il suo
sguardo vagava tra i presenti nella gilda.
Lucy
fece
altrettanto, tentando di anticipare la scelta che avrebbe fatto
l’amico.
Forse
sceglierà Gajeel, tutti sanno che ha una
tresca con Levy-chan, sarebbe davvero impossibile per me- no,
sceglierà Al! Al
è sposato, ha una figlia ed è tremendamente
innamorato di Bisca! Sarebbe un
suicidio tentare di sedurlo. E se scegliesse Makarov? No, è
un vecchio
pervertito, non ci penserebbe due volte se gli chiedessi di baciarmi.
Così come
Macao e Wakaba. Mmh e Bikslow? Non so molto su di lui…Gray!
Cosa faccio se
sceglie Gray? Sarebbe terribilmente imbarazzante, per non parlare del
mio
potenziale assassinio da parte di Juvia. Elfman
invece…bè è un uomo no? Se gli
spiegassi la situazione credo capirebbe. Aaaargh sono spacciata, e
queste
stupide riflessioni non portano a niente!
Una
volta
spezzato il filo di quei pensieri inconcludenti, Lucy si
voltò per scoprire che
Mirajane ed Erza erano ancora lì accanto a lei, che
probabilmente avevano
ascoltato tutto, e che attendevano ansiose che Natsu proferisse il
verdetto
sulla sua scelta.
Improvvisamente
il Dragon Slayer sorrise compiaciuto.
Un
brivido
corse rapido lungo la schiena di Lucy, mentre l’ansia, la
paura, il panico cominciavano
a bussare prepotentemente al suo corpo.
Natsu
si
voltò verso di lei.
“Me.”
Disse
infine.
Silenzio.
“In
una
settimana dovrai riuscire a sedurre me.”
Silenzio.
Lucy
sbatté
ripetutamente le palpebre, come avesse voluto accertarsi che quello non
era un
sogno, o meglio un incubo.
Aprì la
bocca un paio di volte per poi richiuderla senza proferire parola.
Deglutì
a
vuoto. “C-Cosa?” Si trovò infine a
balbettare.
“Oi
adesso
sei diventata anche sorda Lucy?” La canzonò Natsu
ridendo con Happy.
“Io...non…”
La maga non aveva la più pallida idea di cosa dire. I suoi
pensieri si
mescolavano furiosamente fino ad annullarsi gli uni con gli altri,
proprio come
le voci che continuavano a risuonare nella gilda. Eppure lei in quel
momento
udiva solo silenzio.
Per
quale motivo…perché sé stesso? Non ha
senso,
potev- No! Invece ce l’ha eccome un senso! Se sceglie
un’altra persona, non sa
come questa potrebbe reagire. Invece sé
stesso…bè è la persona che conosce
meglio qua dentro, e inoltre, conoscendo la scommessa, non si
lascerà ingannare
tanto facilmente. Anzi, probabilmente non si lascerà
ingannare affatto. Che sia
più furbo di quanto pensi?
La
voce di
Erza la fece tornare alla realtà. “Ma una vera
scommessa deve avere una posta
in gioco. Cosa scommettete?”
“Ti
prego,
non peggiorare la situazione.” La implorò Lucy con
la voce tremante.
“No,
Erza
ha ragione!” Asserì Natsu balzando di nuovo in
piedi. “Allora…uhm…ecco ecco! Se
tu perdi Lucy, dovrai farmi dormire nel tuo letto per un
mese!” Dichiarò
puntando un indice contro la bionda. “Invece se vinco io,
dormirò nel tuo letto
per due mesi!” Concluse entusiasmato al solo pensiero.
“Si
ma se
vinco io?” Ribatté Lucy intimidita anche solo
dall’idea.
Mirajane
replicò ancora prima che Natsu potesse pensare ad una
risposta. “Se vincerai tu
Lucy, avrai già avuto un bacio da Natsu, non ti sembra
abbastanza?”
Lucy
alzò
un indice per ribattere, ma ci rinunciò l’istante
dopo. Si accasciò debolmente
sul bancone sussurrando un flebile “Perché ce
l’avete tutti con me?”
Natsu
le
diede un’amichevole pacca sulla spalla accompagnata da un
ampio sorriso.
“Avanti Lucy, non preoccuparti, sappiamo tutti che
perderai!” Poi si rivolse a
Happy. “Ci aspettano due mesi di riposo in un comodo e
soffice letto!”
“Aye!”
Infine
Dragon Slayer ed Exceed si diressero a grandi passi verso
l’uscio della gilda.
“Eh?
No, un
momento aspettate! Se io perdo non è solo un
mese?” Una pausa. “Naaaatsu! Torna
qua! Che io perda e che tu vinca è esattamente la stessa
cosa! Così non è
leale!”
Tentò
di
rincorrerli, ma ormai le loro figure erano già sparite
nell’aria fresca della
sera.
Angolo
Autrice:
Salve!
Era da un pò di tempo che mi frullava in
testa l'idea di scrivere una NaLu, e bè...eccola qua! O
perlomeno l'inizio xD
Spero non vi siate
annoiati e, se avete tempo e voglia, lasciate qualche recensione e
qualche
consiglio, sarò ben felice di leggerli!
A presto :3
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Giorno 1 ***
GIORNO 1 - La seduzione è un'arte
LA
SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
1
Un
raggio
di sole filtrava prepotente attraverso le tende per posarsi sugli occhi
ancora
chiusi di Lucy. Era sveglia, ma l’idea di iniziare
una nuova giornata
stranamente non la allettava affatto.
Lei
e i suoi compagni di squadra avevano
deciso di prendersi un periodo di pausa prima di scegliere un nuovo
incarico,
quindi avrebbe avuto un discreto lasso di tempo per dedicarsi alle cose
che
amava fare. Avrebbe potuto leggere, scrivere, andare alle terme, stare
con gli
amici.
Eppure
il suo inconscio le suggeriva di non muoversi da quel letto per
almeno una settimana.
Amici…
Con
una
mano strinse forte il lenzuolo.
Amici…perché
il mio cuore ha accelerato i battiti?
Era
certa
di aver dimenticato qualcosa, qualcosa accaduto la sera prima.
Amici…Erza…Gray…Natsu…
Natsu…
Spalancò
gli occhi e si sedette di colpo sul letto.
“Natsu?!”
Improvvisamente
ricordò tutto. Non poteva credere di aver davvero fatto una
scommessa del
genere con Natsu.
Si
coricò
di nuovo coprendosi il volto con il lenzuolo, tentando quasi di
nascondere
l’imbarazzo da sé stessa.
Sarebbe
stato cento volte più facile tentare di sedurre un estraneo.
Dopotutto Natsu
l’aveva già vista in abiti succinti e
atteggiamenti provocanti, non si sarebbe
certo lasciato impressionare da un costume e una posa da pin-up.
Scosse
violentemente il capo per allontanare quei pensieri. In fin dei conti
c’erano
tanti altri modi per sedurre un uomo.
Si,
ma quali?
Si
voltò
verso la finestra, lasciando che il sole le colpisse di nuovo il viso.
Sedurre…sedurre
è una parola troppo grossa. Tutto
sommato devo solo fare in modo che mi baci, no? E se mi organizzo per
bene,
potrò fare in modo che accada “per caso”.
Incoraggiata
da quell’idea, balzò giù dal letto e si
stiracchiò sorridendo.
Non
conosceva
il motivo per cui stava prendendo così seriamente quella
sfida, considerati i
termini che aveva letteralmente imposto Natsu, lei non aveva proprio
nulla da
vincere; eppure, nonostante nemmeno lei stessa volesse ammetterlo, il
suo cuore
quel bacio lo voleva.
*
“Stai
attenta Lucy-chan!”
“Si,
si!” rispose
Lucy ai due barcaioli mentre camminava in equilibrio sul cordolo della
strada,
il fiume da un parte e il cemento dall’altra.
Ormai
era
pomeriggio inoltrato, e il sole aveva già cominciato la sua
discesa verso
l’orizzonte.
Dopo
aver
dedicato un paio d’ore al suo romanzo, pranzato, e fatto un
lungo bagno
rilassante, Lucy si era convinta che il tempo di agire fosse giunto.
In
un modo
o nell’altro sarebbe riuscita a strappare un bacio al Dragon
Slayer del fuoco,
il problema che ora si poneva era come.
Aveva
escogitato diversi piani, uno più surreale
dell’altro, e alla fine aveva optato
per quello più banale e di facile messa in atto.
Devo
solo riuscire a cadere, e con me, far cadere
anche lui. E durante la caduta le nostre labbra si toccheranno e BAM!
il gioco
è fatto. Di certo non è il modo più
elegante e romantico per farsi baciare…ooh
ma a chi importa il romanticismo in questa storia? Devo solo trovare un
modo
per farlo cadere insieme a me…non sarà troppo
difficile, no?
Sovrappensiero
e guidata dalla forza
dell’abitudine, in pochi minuti si trovò alla
gilda.
Si
guardò
intorno sperando di scorgere, in mezzo a tutte le altre, la figura di
Natsu.
“Stai
cercando qualcuno Lu-chan?” le chiese dolcemente Levy
andandole incontro.
“Ehm
si,
hai visto Natsu per caso?”
Levy
rifletté un momento. “E’ stato qua solo
questa mattina, e dopo pranzo se n’è
andato con Happy.”
“Adesso
dove
diavolo si sarà cacciato…”
commentò Lucy a voce alta facendo affiorare sul
volto dell’amica un delicato sorriso.
“Perché
non
provi a casa sua? E se non è là…non
saprei come altro aiutarti.” propose Levy
quasi scusandosi.
“Si
hai
ragione, proverò a casa.” Dopotutto non aveva
nulla di meglio da fare.
“Vuoi
che
ti accompagni?” la fermò la scripter prima che
Lucy potesse uscire.
“Oh…ahn…no
bè, immagino avrai altre cose da fare, ma uhm grazie
comunque!” E uscì prima
che l’amica potesse aggiungere altro.
Meno
pubblico c’era e meglio sarebbe stato. Effettivamente se
avesse trovato Natsu
alla gilda non aveva idea di come si sarebbero svolti gli eventi.
Essere
baciata davanti a quella folla di matti era fuori questione, sarebbe
stato
imbarazzante a dir poco. Forse era stato un bene non averlo trovato.
Però
è strano, di solito passa tutta la giornata
alla gilda…che voglia evitarmi per paura di perdere?
Lucy
si
diresse a passo non troppo rapido verso la dimora del Dragon Slayer e
dell’Exceed.
Una
volta
lasciato il centro abitato di Magnolia, la maga degli spiriti stellari
si
ritrovò a camminare su una strada che ormai assomigliava
molto di più ad un
sentiero di montagna, costeggiata solamente da cespugli, erbacce e
alberi da
frutto dalla dubbia commestibilità.
Infine
giunse, con non poca fatica, alla colorata abitazione dei suoi due
amici.
Il
giardino
era un intricato disordine di piante e oggetti dalla controversa
utilità, e
solo con qualche piccolo balzo e uno discreto senso
dell’equilibrio, Lucy
riuscì a raggiungere l’uscio della casa.
Bussò
un
paio di volte senza ottenere alcuna risposta.
“Natsu?
Happy?”
Spinse
leggermente la porta che, sotto il suo tocco lieve, si aprì
di poco verso
l’interno.
In
un primo
momento la ragazza sbirciò dentro con cautela poi,
insospettita da
quell’innaturale silenzio, entrò.
Esattamente
come si era aspettata, dentro quella piccola e buia abitazione il caos
regnava
sovrano. Piatti sporchi sul tavolo, biancheria sparsa sul pavimento,
diversi
oggetti bruciacchiati e qualche lisca di pesce buttata qua e
là.
Lucy
ignorò
volutamente il disordine e la sporcizia che infestavano quella casa e,
trattenendo il respiro per non inalare il fetore che stagnava
nell’aria, si
diresse alla bacheca in cui Natsu raccoglieva tutti i manifesti dei
vecchi
incarichi portati a termine.
Li
scorse
rapidamente uno ad uno, ed una marea di ricordi inondarono la sua
mente. Lasciò
che il passato e le sensazioni che esso portava le fluissero in tutto
il corpo,
senza opporre alcuna resistenza al potere della memoria.
Il
suo
sguardo si fermò infine su un manifesto in particolare e sul
post-it azzurro
che vi era affisso sopra: L’incarico
che
ho eseguito con Lucy per la prima volta!!
Era
già
stata altre volte a casa dell’amico e aveva già
visto altre volte quel
foglietto, eppure quando leggeva quelle parole, il suo cuore perdeva
sempre un
battito, la sua bocca non poteva fare a meno di aprirsi in un sorriso,
così
come i suoi occhi diventavano inevitabilmente lucidi.
Caldo.
Improvvisamente
tanto caldo.
“Chi
diavolo sei, esci subito da casa mia!”
Lucy
si
voltò appena in tempo per vedere un pugno di Natsu che
mirava alla sua faccia
e, per schivarlo, indietreggiò istintivamente, per poi
inciampare in una
coperta abbandonata sul pavimento che la fece cadere.
Il
Dragon
Slayer, non incontrando alcuna resistenza che fermasse il suo pugno,
perse
l’equilibrio e cadde addosso a Lucy.
I
loro nasi
ora si sfioravano pericolosamente.
Lucy
non
poté fare a meno di notare come il corpo di Natsu fosse
terribilmente caldo,
probabilmente a causa del fuoco che aveva sputato appena si era accorto
della
presenza di un estraneo in casa sua.
“Lu-
Lucy?”
constatò sorpreso il ragazzo arretrando leggermente il capo.
Non
posso lasciarmi scappare quest’occasione!
Per
quanto
inaspettato e traumatico fosse stato quell’improvviso arrivo
di Natsu, la maga
si rese immediatamente conto che il risultato finale era esattamente
come
quello che essa stessa aveva pianificato.
Ora
devo solo fare in modo che mi baci.
Il
Dragon Slayer
fece per rialzarsi.
“Natsu
aspetta…” lo bloccò Lucy tirandolo per
la sciarpa.
“Eh?”
I
loro visi
era tornati a sfiorarsi.
“E’
che…ehm…ho freddo, e il tuo corpo è
così
caldo…potresti restare…” si
schiarì la voce
imbarazzata. “Potresti restare ancora su di me?”
Natsu
la
guardò interrogativo con la fronte corrucciata.
Per
tutti gli spiriti, è la scusa più idiota che
potessi trovare, non se la berrà mai!
“Ok,
anche
se non sei molto comoda, Lucy.”
Cosa?!
Non sapeva se essere più sconvolta per il consenso di Natsu
o perché il suo
corpo fosse ritenuto scomodo.
Che
importa, un’opportunità come questa non
capiterà più! Avanti, adesso
avvicinati…
Grazie
ad
un’estremità della sciarpa che teneva ancora in
mano, Lucy avvicinò
ulteriormente il viso del ragazzo al suo.
Il
cuore
della maga iniziò inevitabilmente a galoppare nel suo petto
come un cavallo in
corsa, e le sue guance, esattamente come quelle di Natsu, si tinsero di
un
rosso acceso.
I
loro
respiri ormai si mescolavano in un turbinio di sapori, e le loro labbra
potevano percepire la reciproca vicinanza.
Ormai
è fatta! Finalmente
avrebbe saputo che gusto aveva la bocca di un Dragon Slayer.
“Cosa
state
facendo?”
Natsu
alzò
il capo.
“Oh
Happy!
Lucy aveva freddo e mi ha chiesto di scaldarla un
po’.” rispose lui in tutta
naturalezza. Si voltò di nuovo verso di lei. “Hai
ancora freddo?”
“N-
No,
grazie.” riuscì solamente a dire la maga delusa
quanto sconcertata.
Non…non
può aver davvero creduto a quella
scusa…è
ovvio che mi stesse per baciare. Eppure…come fa a
comportarsi con tanta
disinvoltura? E’ come se non fosse successo nulla. Forse
riesce a mentire
egregiamente.
Ma
accantonò quell’ipotesi dopo appena qualche
istante.
Per
mentire egregiamente, bisogna avere un’ottima
intelligenza.
E
l’intelligenza non era certo la miglior dote di quel Dragon
Slayer.
Ieri
sera però ha dato sfoggio di tutta la sua
furbizia…e adesso…
La
ragazza
non sapeva più cosa pensare.
I
due si
alzarono dal pavimento, e Lucy fu ben attenta a togliersi una viscida
lisca di
pesce incastratasi tra i capelli e un paio di boxer finito
chissà come attorno
alla sua caviglia destra.
“Cosa
ci
fai qua Lucy?” domandò Happy a mezz’aria.
Natsu
si
voltò incuriosito verso l’amica. “Si
giusto, cosa ci fai qua?” ripeté.
Ma
prima
che potesse rispondere, il ragazzo aggiunse: “Oh e scusa se
ho provato ad
incenerirti e tirarti un pugno in faccia! Pensavo fossi un ladro. Ci
sono tanti
odori in questa casa che non sono nemmeno riuscito ad identificare il
tuo.” Sorridendo
si portò una mano alla nuca, visibilmente imbarazzato.
“Oh
di
niente, figurati…” E quando si rese conto di
quanto la sua vita fosse stata
realmente in pericolo solo pochi istanti prima, Lucy aggiunse alla
frase un
sorriso tirato quanto spaventato. “E bè, io sono
qua…”
Perché
mi devi baciare.
“Io
ecco…sono
venuta da voi perché…” Fece vagare lo
sguardo per la stanza. “…perché avevo
bisogno di pesce!” concluse scuotendo leggermente il capo per
aver proferito
l’ennesima improbabile scusa.
Happy
si
avvicinò all’amico. “Da quando in qua a
Lucy piace il pesce?” gli sussurrò.
“Non
ne ho
idea, ma potrebbe sempre darci una mano a pescare.”
mormorò Natsu in risposta
all’Exceed.
“Guardate
che vi sento!” fece notare la maga, irritata.
A
quell’affermazione
i due si irrigidirono.
Perché
il mio udito è così sottovalutato?
Infine
Natsu si sciolse in un sorriso. “Noi stavamo giusto pescando.
Ero tornato a
casa per prendere altre esche…” E si mise a
frugare per tutta la stanza in
cerca del fantomatico cibo per attirare i pesci.
“…e se ti va puoi unirti a
noi!”
Il
pesce
non era mai piaciuto a Lucy. Inoltre, vedendo quelle lische sparse per
tutta la
casa, l’idea di cenare con della fauna ittica le dava il
voltastomaco.
“Eccolo!”
Natsu alzò vittorioso un barattolo contenente vermi morti.
La
ragazza
trattenne a stento un conato di vomito. “Sei...sei sicuro che
funzioneranno?” domandò
sempre più bisognosa di aria fresca.
“In
realtà
non lo so, fino ad ora i vermi li abbiamo sempre usati vivi.”
“Non
resta
che provare!” lo incitò Happy.
Natsu
gli
regalò un sorriso. “Esatto, forza
andiamo!”
“Aye,
Sir!”
E l’Exceed uscì rapido volteggiando
nell’aria.
“Ecco
una
canna da pesca per te, Lucy.” disse porgendo alla maga un
ramo secco con un filo
e un amo legati ad una delle due estremità.
“Ma
veramente...”
“Su
avanti,
o tutti i pesci migliori se ne andranno a dormire!”
affermò il Dragon Slayer
correndo fuori con il barattolo delle esche tra le mani.
Lucy
rimase
qualche istante a fissare la sua canna da pesca; era a dir poco
confusa.
Come
sono finita in questa situazione?
Alzò
le
spalle scacciando dalla mente ogni domanda e perplessità.
Raggiunse
i
suoi due amici, dimenticandosi per quella sera che aveva una scommessa
da
vincere ma, soprattutto, che odiava il pesce.
Angolo
Autrice:
Prima
ancora dei saluti devo un GRAZIE di proporzioni elefantiache a chi ha
speso un
po’ del suo tempo per recensire il capitolo precedente e a
chi ha messo questa
storia tra le preferite / seguite / da ricordare. Sinceramente pensavo
che
questa fic non se la filasse nessuno, invece sono rimasta davvero
stupita
da…uhm tutto ecco xD Quindi grazie <3
Detto
questo, salve ed ecco a voi il secondo capitolo, che spero vi sia
piaciuto
almeno quanto il primo. Sarò ben felice di leggere altre
recensioni con
consigli e critiche, quindi se avete tempo e voglia sbizzarritevi pure!
Il prossimo
aggiornamento temo avverrà a metà della prossima
settimana, quindi tra mercoledì
e giovedì prossimo :3
Ancora
mille grazie a tutti voi, un abbraccio e a presto!
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Giorno 2 ***
GIORNO 2 - La seduzione è un'arte
LA
SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
2
La
stanza era leggermente illuminata da una luce
calda e soffusa.
Lei
e Natsu erano seduti all’estremità opposte di
un piccolo tavolo coperto di piatti sporchi e stoviglie, lanciandosi
occhiate
maliziose e furbi sorrisi.
Improvvisamente
il Dragon Slayer si alzò e si
diresse a passo lento verso di lei, facendo scorrere una mano sul
tavolo per
accompagnare la breve camminata.
Lei
si guardò le mani e le gambe: era libera, non
c’erano catene che la tenevano stretta alla sedia, eppure si
sentiva legata.
Capì
che era lui, con la sua sola presenza, a
bloccarla su quella scomoda seggiola; era lui, con quello sguardo
così intenso,
a fermare ogni movimento dei suoi muscoli; era lui, con quella sua mano
che
strisciava in modo così ammaliante sul tavolo, che non le
permetteva di
fuggire.
Natsu
avvicinò il viso al suo.
“Dimmi
Lucy, che cosa vuoi?” le sussurrò
guardandola negli occhi.
Lei
non rispose, si limitò ad ascoltare il suo
cuore che minacciava di esplodere da un momento all’altro.
Il
ragazzo si avvicinò al suo orecchio sinistro,
sfiorandole la guancia con le labbra. “Io so che cosa
vuoi…”
Con
una lentezza quasi innaturale, Natsu spostò la
sua bocca su quella di lei e la baciò.
Era un bacio caldo e sensuale, a cui lei
non poté far altro che rispondere.
Sentiva
le labbra roventi del Dragon Slayer
marchiarle letteralmente la bocca, le guance, il collo, le spalle, e
per quanto
quei baci le provocassero un dolore lacerante, il solo pensiero di
sottrarsi a loro
le provocava ancora più sofferenza.
Con
un rapido e violento movimento, Natsu buttò giù
dal tavolo la maggior parte dei piatti, la prese poi tra le braccia e
la fece
sedere in modo tutt’altro che delicato sul duro legno.
Il
ragazzo, in piedi ora davanti a lei, appoggiò le
mani bollenti sulle sue cosce, e con voluta lentezza le aprì
le gambe per
posizionarsi tra di esse.
Riprese
a baciarla vigorosamente, facendo scorrere,
di tanto in tanto, la sua lingua ruvida e bruciante sul collo pallido
di lei,
che gli teneva una mano tra i capelli rosa con il terrore che potesse
smettere.
Completamente
preda del Dragon Slayer, lei si
coricò sul tavolo e, senza alcuna indecisione, Natsu le
balzò rapido addosso.
“Era
questo che volevi, Lucy?” le mormorò con un
sorriso malizioso.
Avrebbe
voluto gridare di si, gridare che tutto ciò che voleva era
lui, gridare che voleva
che continuasse a bruciarla con il suo corpo e con le sue labbra per
l’eternità, eppure dalla sua bocca non sgorgava
alcun suono.
Rispose
attirandolo maggiormente a sé, spogliandolo
della sua giacca e della sua sciarpa, facendo scorrere una mano sul suo
ventre
allenato e temprato dalle battaglie.
Abbassò poi lo sguardo sulle sue spalle
forti: era la prima volta che abbandonava il suo viso.
Mentre
le sue mani proseguivano ad esplorare il
corpo del ragazzo, i suoi occhi continuavano a bearsi di lui, delle sue
braccia
toniche, delle sue spalle robuste, del suo collo caldo, del suo viso da
pesce.
Due
enormi occhi inespressivi, una larga bocca e
guance squamose avevano preso il posto del volto di Natsu.
“Era
questo che volevi, Lucy?” le domandò il pesce.
“No!”
Lucy
si svegliò di colpo.
Il
suo
respiro era corto e affannato, il viso caldo, il battito del cuore
troppo
accelerato.
Impiegò
qualche istante prima di comprendere che si trattava solo
di un sogno.
Si
sedette
sul letto portandosi una mano alla fronte sudata.
Cosa…ho
pranzato, dopo mi sono messa a leggere, e… Si
guardò intorno confusa, poi raccolse il libro
finito a terra.
Non
ricordava di essersi addormentata.
Dopo
qualche momento di incertezza, la ragazza riprese pieno controllo del
suo corpo
e della sua mente e, non appena si sentì più
calma, ripensò al sogno: dei
piatti sporchi, un pesce, Natsu sopra di lei. Le conseguenze della
giornata
precedente si facevano sentire prepotentemente.
Doveva
distrarsi.
“Ho
bisogno
di uscire.” sospirò guardando gli ultimi raggi del
sole che superavano le
variopinte case di Magnolia.
“Ho
terribilmente bisogno di uscire.”
*
L’aria
fresca dell’incombente sera non aiutò affatto la
maga a schiarirsi le idee. Più
pensava a quel sogno, più l’ansia le attanagliava
lo stomaco.
Il
fatto di
aver sognato un pesce parlante non la preoccupava assolutamente, ma
Natsu che
le baciava ogni centimetro della pelle la turbava in maniera quasi
esagerata.
Eppure se ripensava all’illusoria sensazione di avere le
labbra di quel Dragon
Slayer sul suo corpo, un brivido le percorreva la schiena, e un angolo
della
bocca si contraeva in un mezzo sorriso.
“Oi
Lucy,
cosa ci fai in giro tutta sola?”
La
ragazza saltò
sul posto per lo spavento, poi si voltò in direzione della
voce. “Gray! Mi hai
fatto prendere un colpo…”
“Oh
scusa.
Dove stai andando?”
Ripresero
a
camminare l’uno a fianco l’altra.
“Da
nessuna
parte, stavo facendo solo un giro. Tu invece?”
“Alla
gilda. A casa mi stavo annoiando come non mai.”
Lucy
lo
squadrò da capo a piedi. “Ehm Gray, i tuoi
vestiti?”
Come
ho fatto a non notarlo subito? Mi sto
abituando a questo strano vizio…
Lui
si
fermò improvvisamente allargando le braccia e guardandosi il
corpo. “No io- io
mi ero vestito prima di uscire, davvero!”
La
maga scoppiò
a ridere. “Non ti sarai spogliato mentre camminavi?”
Gray
evitò
il suo sguardo grattandosi la guancia destra con l’indice.
“Bè, non sarebbe la
prima volta…” sussurrò.
Si
avviarono di nuovo a passo lento.
“A
cosa
stavi pensando prima? Perché stavi sorridendo.” le
domandò inaspettatamente il
mago del ghiaccio lanciandole uno sguardo interessato.
Lucy
sentì
i suoi muscoli irrigidirsi all'istante. “Oh, bè
non so…non ricordo.” mentì
agitando nervosa una mano. “Da quando sei così
curioso, Gray?” lo schernì.
“Eh?
No,
cioè non volevo essere indiscreto…” il
suo viso arrossì leggermente.
“…è che
sembrava un sorriso sincero, tutto qua.”
La
ragazza
sentì le guance avvampare, e preferì non
ribattere.
Dopo
qualche minuto passato a camminare in silenzio, arrivarono alla gilda.
Lucy
si
fermò qualche passo prima dell’entrata.
“Che
fai,
non entri?” le chiese Gray confuso.
“Mmh…no,
sono già stanca adesso, non reggerei una serata in
gilda.” E sorrise all’amico.
Lui
annuì
pensieroso. “Come vuoi, a presto Lucy!”
La
maga si
voltò per tornare a casa, tuttavia i suoi piedi sembravano
ancorati al terreno.
Voci
familiari e risate sincere provenivano dall’interno
dell’edificio alle sue
spalle, portando un calore naturale che la invitava ad entrare.
Dopo
un
debole momento di indecisione, Lucy corse di nuovo al fianco di Gray.
“Magari
resto solo dieci minuti.” spiegò allo sguardo
interrogativo del ragazzo.
Lui
sorrise.
“Gray-sama!”
Juvia corse letteralmente tra le braccia del mago e, quando si accorse
anche
della presenza di Lucy, la fulminò con lo sguardo
mormorando: “Rivale-”
“No,
non è
come sembra!” E la maga degli spiriti stellari si
dileguò velocemente prima che
l’altra potesse aggiungere altro.
Fece
vagare
lo sguardo tra i maghi nella gilda.
A
quel tavolo ci sono Levy-chan, Wendy e-
“Come
stai
Lucy-chan?” Mirajane comparve improvvisamente alle sue
spalle, la prese
sottobraccio e, dopo aver recuperato due boccali vuoti abbandonati su
un
tavolo, la trascinò verso il bancone.
“Oh
Mira,
tutto bene e tu?” disse Lucy disorientata accomodandosi su
uno sgabello.
“Tutto
a
posto. Io ed Erza ci stavamo giusto chiedendo come procede la tua
scommessa con
Natsu.”
Lucy
ebbe
come l’impressione che il suo cuore avesse appena fatto un
paio di capriole.
Io
ero uscita per distrarmi.
“Bè
uhm…procede.” Riuscì solo ad affermare.
Erza,
seduta accanto a lei e intenta ad assaporare un fetta di torta alle
fragole,
alzò la forchetta ricordandole: “Il primo che
attacca è colui che vince.”
“Si
ma
questa non è una battagl-”
Mirajane
non la lasciò terminare. “Lucy, l’amore
è peggio di una battaglia!” le disse
sorridendo.
“A-
amore?”
“Che
strategia hai deciso di adottare per sedurre il nostro
Natsu?” chiese la
cameriera con un altro sorriso.
“Stra-
strategia? Per il momento non ho anc-”
“La
seduzione
è un’arte, mia cara Lucy, dovresti munirti degli
strumenti giusti prima di
decidere di sedurre un uomo.” la rimproverò
Mirajane annuendo alla sua stessa
affermazione.
Arte?
Non stavamo parlando di battaglie e
strategie?
“La
prima
cosa da fare è studiare la tua preda. Hai studiato
Natsu?” continuò la donna
dal viso angelico.
“Certo
che
no!”
“Allora
dovresti farlo. Se pensi a Natsu, qual è la prima cosa che
ti viene in mente?”
Lucy
arrossì come mai prima d’allora.
Le
sue labbra.
“Ehm…vediamo…il
fuoco?”
“Oh
il
fuoco, molto bene Lucy, scorre della passione nel tuo corpo!”
ammiccò Mirajane.
“No,
veramente intendev-”
Ormai
la
conversazione era diventata a senso unico. “E cosa piace a
Natsu?”
La
maga
degli spiriti stellari voleva solo tornare a casa e buttarsi sotto le
coperte,
sperando in qualche altro pesce che infestasse i suoi sogni.
Lanciò una
risposta accasciandosi disperata sul bancone. “Non lo
so…i draghi.”
Silenzio.
Insospettita
da quella quiete improvvisa, Lucy alzò lo sguardo appena in
tempo per vedere
Mirajane ed Erza scambiarsi un cenno d’intesa.
“Allora
credo di avere quello che fa per te.” proferì la
maga dai capelli scarlatti per
poi allontanarsi nel retro del locale.
Lucy
tornò
a sedersi composta. “Eh?”
Mirajane
le
regalò solo un dolce sorriso innocente.
Dopo
qualche momento, Erza tornò con qualcosa tra le braccia.
“Ecco
qua,
Lucy.” E consegnò alla ragazza diversi oggetti
tendenti al rosso.
Sembrano…lacci?
E queste sono un paio di ali…e
stivali?
“Esattamente…che
cos’è?”
domandò rigirandosi gli oggetti misteriosi tra le mani.
“Non
è
evidente? E’ un costume da drago; fa parte del mio Riequip,
ma per qualche
giorno te lo posso anche prestare.”
La
bionda
rimase esterrefatta. “Non…non capisco…e
poi non sembra per niente un drago, se
non…se non per le ali…”
Le
altre
due donne finsero di non sentire.
“Bene,
e
ora che hai l’abbigliamento adeguato, devi allenarti con
l’atteggiamento.”
Mirajane tornò all’attacco.
“No
davvero, mi sembra esager-”
“Devi
sembrare ingenua ma provocante allo stesso tempo, e devi fare dei tuoi
sguardi
l’arma vincente.” La giovane cameriera era sempre
più entusiasmata dalle sue
stesse parole.
Lucy
si
alzò improvvisamente. “Sentite, vi ringrazio per
tutto ehm…questo, ma
c’è solo un bacio di mezzo, niente di
più…”
“Da
una
bacio possono nascere tante cose, Lucy-chan…”
affermò sorridendo Mirajane.
Erza
invece
la guardò severa. “Lucy, prenditi le tue
responsabilità. Almeno vai a casa e
prova quel costume, e se pensi che non possa servire a niente, domani
me lo
riporti.”
Dubbiosa,
la
bionda si rigirò di nuovo tra le mani
quell’indumento che molto probabilmente
rientrava nel mondo del fetish, ma
pur di andarsene avrebbe acconsentito a tutto.
“Va
bene,
ci vediamo domani allora.” E con un sospiro si
allontanò affranta dalla gilda.
Io
ero uscita per distrarmi.
*
Appena
richiuse la porta di casa, Lucy si sedette disperatamente a terra. Solo
i
delicati raggi lunari illuminavano la stanza.
Questa
situazione è a dir poco stressante ed
estremamente imbarazzante, e sono passati appena due giorni. Non ho
intenzione
di passare il resto della settimana così a causa di un bacio
che non arriverà
mai, io ci rinuncio.
Lanciò
una
breve occhiata sconsolata al
costume
di Erza, abbandonato sul pavimento accanto a lei.
Però
non mi costa niente provarlo…dopotutto quando
mi ricapiterà di diventare un drago sexy?
Rise
a quel
pensiero e, dopo un ultimo momento di esitazione, si spogliò
e indossò il
costume.
Si
guardò
perplessa allo specchio.
Solo
qualche sottile striscia di cuoio rosso si permetteva di coprirle i
capezzoli e
le parti intime, mentre la schiena era quasi completamente occupata da
un paio
di piccole e leggere ali vermiglie.
Girò
su
stessa un paio di volte per ammirare il costume nella sua quasi
interezza.
Ora
però voglio sapere quando Erza indossa questa
roba… E
alzò involontariamente un
sopracciglio.
Si
sedette
sul letto per indossare gli stivali, quando una voce alle sue spalle la
interruppe.
“Oi,
Lucy?”
La
maga
balzò in piedi in preda alla paura.
Natsu stava entrando dalla finestra con uno
sguardo dubbioso sul volto.
“Quante
volte ti ho detto di usare la porta!” urlò Lucy
esasperata.
“E’
colpa
tua che lasci sempre la finestra aperta! Comunque, Erza e Mira mi hanno
detto
di venire qua perché dovevi mostrarmi una
cosa…” una pausa. “Ma come sei
vestita?”
Erza
e Mira?! Non ci credo, l’hanno mandato qua di
proposito! Da quando in qua quelle due vanno così
d’accordo? E come facevano a
sapere che avrei davvero provato quest- Si
ricordò cosa stava indossando.
“No
no no,
non devo mostrarti proprio nulla, anzi…” un
leggero colpo di tosse per
schiarirsi la gola. “…puoi andare.” E
con qualche passo all’indietro si
avvicinò al bagno, tentando di coprirsi il corpo incrociando
le braccia.
Natsu
parve
non sentirla e si accomodò sul letto. “Ma quelle
sono ali?” la squadrò da capo
a piedi con uno sguardo indagatore.
Una
risatina isterica. “Ehm no, cioè non è
come sembra…”
Mancavano
pochi passi per raggiungere l’altra stanza.
“Sei
vestita da…uhm…pipistrello?”
Lucy
si
bloccò. “Un…pipistrello? Davvero ti
sembro un pipistrello?!”
Il
ragazzo
la fissò pensieroso. “Non saprei
cos’altro potresti sembrare.” concluse.
La
maga sbuffò
e si avvicinò a lui. Era diventata una questione di
principio. Un Dragon Slayer che non riconosce
i
draghi?!
Si
voltò
dandogli le spalle. “Le vedi queste?” disse
irritata indicando le ali. “I
pipistrelli non hanno ali rosse! Quindi sono vestita
da…” E si girò di nuovo
aspettando una risposta.
Il
volto di
Natsu era illuminato solamente dalla fioca luce della luna, eppure
quando Lucy
si voltò, poté notare che gli occhi di lui non
erano concentrati sulle ali, ma
sul resto del suo corpo mezzo nudo.
Il
ragazzo
incrociò le braccia e allontanò lo sguardo da
lei. “Non lo so Lucy, ho sonno.”
“Da
drago,
sono vestita da drago!” si arrese la maga.
Natsu
tornò
a guardarla, poi scoppiò a ridere. “Si vede che
non hai mai incontrato un
drago!” tra una risata e l’altra le
puntò un indice contro. “Così sembri
più un
non-drago!” il ragazzo si asciugò un paio di
lacrime provocate dall’ilarità
della situazione.
Che
diavolo è un non-drago? E fino a prova contraria, un drago l'ho visto pure io all'Isola Tenrou...
Scuotendo
la testa rassegnata, e senza la benché minima intenzione di
chiedere spiegazioni, la ragazza tornò a dirigersi verso il
bagno per indossare
qualche indumento leggermente più dignitoso, ma si
fermò quando qualcosa di
caldo le piombò sulle spalle.
Abbassò
lo
sguardo stupita.
La
sciarpa
del Dragon Slayer le stava circondando il collo.
“Adesso
sì
che sembri un drago.” le sorrise sinceramente Natsu, ora in
piedi davanti a
lei.
Lucy
rimase
qualche istante a fissare inebetita, con la bocca semi-aperta, il volto
del
ragazzo, mentre con una mano si ritrovò a sfiorare la
preziosa sciarpa.
Sentì
le
sue guance diventare improvvisamente più calde.
“Grazie.” riuscì solamente a
dire, imbarazzata.
Natsu
si
sedette nuovamente sul letto sbadigliando sonoramente. “Era
questo che volevi,
no?”
…le sue labbra che mi baciano…
La
maga
ebbe un tuffo al cuore.
…le
sue mani che mi toccano…
Era
le
stessa domanda che il Dragon Slayer le aveva posto più volte
nel sogno.
…il
suo respiro sulla mia pelle…
“Co-
Cosa?”
si trovò infine a balbettare in preda
all’agitazione.
“Volevi
assomigliare ad un drago, no?” chiarì
l’altro stiracchiandosi stancamente.
Quasi
sollevata da quella delucidazione, Lucy sospirò.
“Oh bè…si, era questo che
volevo…”
…la
sua lingua sul mio collo…
La
ragazza strinse
involontariamente i pugni e scosse il capo, tentando di scacciare quei
pensieri
inopportuni.
Ma
che cosa mi prende?! Avanti Lucy, fila in bagno
e togliti questa roba!
Eppure
il
suo corpo non voleva dare ascolto alla parte razionale della sua mente.
Era
immobile, lo sguardo basso sui suoi piedi scalzi, solo un leggero
tremore le
scuoteva le gambe.
Davvero
voglio rinunciare a quel bacio?
Si trovò a pensare confusa.
“Da
un bacio possono nascere tante cose,
Lucy-chan…”
La voce di Mira
prese a rimbombarle nelle orecchie.
Dopotutto
è una scommessa, niente di più… Tentò
di convincersi. E prima la vinco,
prima metterò fine a questa situazione.
“Oi?
Lucy?”
Uno sbadiglio. “Tutto bene?”
La
voce assonnata
di Natsu la riportò alla realtà.
Dopo
un
ulteriore momento di esitazione, la maga si avvicinò al
Dragon Slayer ancora
comodamente seduto sul letto.
Il
suo
ventre era adesso a pochi centimetri dal viso del ragazzo.
“Dimmi
Natsu, e tu che cosa vuoi?” gli domandò con un
sussurro guardandolo dall’alto
in basso.
“Eh?”
Lucy
ripercorse il sogno. Era come marchiato a fuoco nella sua memoria.
Avvicinò
le
sue labbra all’orecchio di lui. “Io so che cosa
vuoi…” gli mormorò suadente
nascondendo l’imbarazzo dietro un debole sorriso.
Si
sedette
lentamente sulle sue gambe, avvicinando le labbra alla bocca
dell’altro.
“Lucy,
te
l’ho detto che ho sonno, e quando sono stanco sembri ancora
più pesante.”
Dopo
aver
represso, con qualche difficoltà, un motto di rabbia, la
maga spogliò il Dragon
Slayer della sua giacca.
Lui
si
coricò sul letto con un leggero sospiro, e dopo una breve
lotta interiore, Lucy
si adagiò sulla sua pelle calda, portando di nuovo la bocca
accanto
all’orecchio del ragazzo.
“Era
questo
che volevi, Natsu?” le sue corde vocali sembravano agire
senza il suo consenso.
Un
respiro
pesante.
Silenzio.
Un
altro respiro
pesante.
Silenzio.
“Natsu?”
Lucy
tornò
a sedersi.
Sotto
di
lei Natsu dormiva beatamente, la respirazione lenta e regolare che gli
alzava e
abbassava dolcemente l’addome.
La
maga
sospirò, se di sconsolazione o di sollievo non lo sapeva
nemmeno lei, poi si
alzò.
“Lucy?”
Improvvisamente, Happy entrò fluttuando dalla finestra
ancora aperta. “Erza mi ha detto che
Natsu era qua!”
“Ciao
Happy…si, è lì sul letto, si
è appena addormentato. Vedi di sve-”
L’Exceed
la
interruppe. “Perché sei vestita da
drago?”
“E’
una
storia lunga…” Si tolse la sciarpa calda e la
ripose sulla scrivania; sentì il
collo improvvisamente vuoto.
“E
perché
ora sei vestita da non-drago?” la interpellò
nuovamente Happy indicandola
confuso.
Lucy
lo
guardò accigliata. “E’ una storia ancora
più lunga…piuttosto vedi di svegliare
Natsu e di riportarlo a casa.”
E
finalmente si chiuse in bagno per cambiarsi.
Si
sedette sul
bordo della vasca, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il capo tra le
mani,
gli occhi ermeticamente chiusi.
No,
non posso avergli detto davvero quelle cose!
Come…come ho potuto, che diavolo mi è saltato in
mente?! Credo sia la cosa più
imbarazzante che abbia mai fatto!
Però…sicuramente ha capito che era solo per
vincere quella scommessa. Forse non dovrei preoccuparmi così
tanto…
Espirò
sonoramente.
Forse
ha ragione Happy, il mio sex appeal è
pressoché inesistente.
Balzò
in
piedi, improvvisamente nervosa.
No,
è tutta colpa di quell’idiota di Natsu! Chi
è
che si addormenta mentre una ragazza mezza nuda gli si struscia
addosso?!
Si
infilò
il pigiama furiosa.
Quando
tornò in camera, l’Exceed dormiva tranquillamente
accoccolato accanto a Natsu.
La
maga
sbuffò, ancora più irritata da quella vista.
In
un primo
momento avrebbe voluto svegliarli con un secchio di acqua gelata, o con
una
bastonata ciascuno sul capo, poi però rimase a guardare
dolcemente i loro visi
sereni per qualche istante.
In
quel
momento le sembrarono quasi indifesi.
Infine,
con
non poca fatica e qualche imprecazione, Lucy sistemò meglio
Natsu sul letto,
attenta a non svegliare entrambi i suoi amici.
Dopo
averli
guardati un’ultima volta, la maga si sfiorò il
collo con una mano poi, senza aspettare
alcun ripensamento, indossò di nuovo la confortevole sciarpa
del Dragon Slayer.
Tirò
fuori
dall’armadio il sacco a pelo che aveva comprato appositamente
per situazioni
come quella, e si sistemò meglio che poté sul
freddo pavimento.
No,
a quel bacio non ci rinuncio, dovessi vestirmi
altre dieci volte da non-drago.
Si
addormentò con un’estremità della
sciarpa tra le mani.
Angolo
Autrice:
Salve,
finalmente vi presento il terzo capitolo che, devo ammettere, mi sono
divertita
particolarmente a scrivere! E’ un pò
più lungo rispetto ai primi due, ma spero
comunque non vi siate annoiati nel leggerlo ^^
Il prossimo
aggiornamento dovrebbe avvenire tra dieci – quindici giorni,
ma visto che mi
ritrovo in piena sessione d’esami non prometto niente T___T
Infine,
ancora un grazie enorme a tutti voi che continuate a leggere e
recensire questa
storia, che cari che siete <3
A presto e
una abbraccio forte forte!
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Giorno 3 ***
GIORNO 3 - La seduzione è un'arte
LA SEDUZIONE E' UN'ARTE
GIORNO
3
Voci
lontane e passi pesanti sembravano circondarla.
Lucy
si
rigirò tra le coperte, coprendosi fin sopra la testa con il
lenzuolo, cercando
di non far caso al trambusto che le stava intorno.
Il
rumore
le sembrava sempre più forte e le voci sempre più
agitate. Tese un orecchio
tentando di comprendere cosa stava accadendo.
“Avanti
Natsu, dobbiamo andare!”
“No,
prima
devo ritrovarla, non me ne vado senza!”
“E'
già tardi, se non ci muoviamo non riusciremo a tornare per
stasera!”
Un
istante di silenzio. “...hai ragione, meglio
andare!”
“Aye!”
Il
silenzio
piombò pesantemente nella camera.
Lucy
si
girò supina scoprendosi appena gli occhi e aprendoli a
fatica.
Ah
è vero, stanotte ho dormito nel sacco a pelo per
colpa di quei due…strano, se ne sono già andati?
Era
la
prima volta che Natsu e Happy si svegliavano prima di lei, e non
poté fare a
meno di chiedersi cosa avessero dovuto fare quella mattina per
andarsene con
tanta fretta.
La
maga
restò coricata in una situazione di dormiveglia per un tempo
indefinito, poi si
alzò con non poca difficoltà dallo scomodo
giaciglio.
Mentre
si
accucciò per sistemare coperte e sacco a pelo, qualcosa
precipitò
improvvisamente nel suo campo visivo.
Stupita,
abbassò lo sguardo.
La
sciarpa
di Natsu.
La
sera
precedente aveva dimenticato di togliersela prima di sprofondare nel
sonno.
Ecco
cosa stava cercando Natsu!
Se
la tolse
e la ripiegò con un pizzico di vergogna che le
colorò il volto, sentendosi in
colpa per aver sottratto quel prezioso indumento all’amico.
Gliela
riporterò oggi…aspetta, non dovevo
restituire qualcos’altro?
Un’immagine
di lei, che tentava di rubare un bacio a Natsu strusciandoglisi addosso
in un
costume da drago, le attraversò violentemente i pensieri.
Ah…quella
cosa…di Erza…
Si
buttò
sul letto sbuffando. Le coperte le sembravano ancora pervase dal calore
del corpo
di Natsu, e non poté fare a meno di ripensare alla pelle
calda del Dragon
Slayer che la sera precedente aveva sfiorato.
Prima
che
ogni tipo di sensazione ed emozione potesse espandersi nella sua mente,
balzò
in piedi scuotendo il capo, poi si vestì rapidamente.
Guardò
la
sciarpa che aveva ripiegato pochi minuti prima: la tentazione di
indossarla di
nuovo le sembrava indomabile.
Finalmente
capiva perché Natsu si ostinasse a portare
quell’indumento in qualunque
occasione e qualsiasi stagione fosse. Era così confortevole,
comoda, quasi amorevole
come il bacio di una madre o l’abbraccio di un padre, era
protettiva come una
famiglia, come gli amici.
L’accarezzò
dolcemente, quasi con la paura che il suo tocco potesse rovinarla,
senza però
mascherare un delicato sorriso proveniente dal cuore che le
illuminò il viso.
Scacciando
improvvisamente il desiderio di indossarla, mise rudemente nella sua
borsa il
costume di Erza e la sciarpa, la fronte corrucciata e una smorfia di
disappunto
che presero il posto del sorriso.
“Giuro che non
scommetterò mai più in tutta la
mia vita.”
*
Era
quasi
arrivata alla gilda quando una vocina dolce e lontana la
chiamò. “Lucy-san!”
La
maga
degli spiriti stellari si voltò per vedere Wendy correrle
incontro, i capelli
blu raccolti in due codini che ondeggiavano ad ogni passo, e un radioso
sorriso
che le illuminava il volto.
“Ciao
Wendy!”
La
piccola
Dragon Slayer la raggiunse. “Ti stavo proprio cercando
Lucy-san!”
“Oh,
allora
dimmi tutto!” La incitò con un sorriso.
Oggi
sembra più raggiante del solito.
“Bè
ecco…volevo chiederti se…” una breve
pausa. “…se volevi venire alle terme con
me.”
Lucy
corrugò la fronte. Si aspettava di tutto tranne che una
richiesta simile.
“Uhm…si,
insomma non ho niente da fare, quindi vengo volentieri. Prima
però devo
fermarmi alla gilda, devo restituire un paio di
cose…” e lasciò morire la frase
nell’aria, sperando che Wendy non chiedesse nulla a riguardo.
“Potremmo
andarci dopo alla gilda, quando usciamo dalle terme; per te va bene
Lucy-san?”
domandò l’altra portandosi le mani al petto e
indossando uno sguardo
supplichevole.
Lucy
osservò diffidente la ragazzina. C’era qualcosa
che non la convinceva in
quell’atteggiamento, ma non sapeva dire cosa.
“Ma…devo
restituire a Natsu una cosa estremamente importante per
lui…” si sentiva ancora
tremendamente in colpa per aver privato l’amico della sua
sciarpa per una notte
e una mattina intera.
“A-
adesso
Natsu non è alla gilda.” affermò Wendy
abbassando lo sguardo. “E ha detto
che non tornerà prima di stasera.”
Lucy
era
sempre più confusa, ma effettivamente quando lui e Happy se
n’erano andati da casa sua avevano
detto qualcosa riguardo al tornare
prima di sera.
“E
dov’è andato?”
“Non…non
lo
sa nessuno, ma basta aspettare stasera per scoprirlo, no? Nel frattempo
possiamo
rilassarci alle terme!” e tornò a sorridere.
L’altra
maga inarcò le sopracciglia, dubbiosa. “Wendy, va
tutto bene?”
“Si
certo!”
e senza aspettare altro, la prese per un braccio e la
trascinò verso le terme
in fretta e furia.
No,
non va tutto bene, la Wendy che conosco io non
mi stritolerebbe il polso in questo modo!
Durante
tutto il tragitto, Lucy si assicurò costantemente di avere
le chiavi dei suoi
spiriti a portata di mano. Il comportamento della giovane maga
l’aveva
irrimediabilmente agitata e, soprattutto, insospettita.
Solo
una
volta giunte alla loro meta, Wendy lasciò andare il braccio
della maga degli
spiriti stellari con un pesante sospiro di sollievo.
Mentre
sistemava le sue cose, e ancora sconvolta per la rapidità
degli eventi
attraverso cui la giornata sembrava evolversi, Lucy cercò di
studiare di
sottecchi la giovane Dragon Slayer.
Da
quando
erano arrivate alle terme, Wendy non aveva più aperto bocca
e, per qualche
oscuro motivo, sembrava si ostinasse a tenere lo sguardo basso e
concentrato.
Mentre ripiegava gli abiti, le sue piccole e delicate mani pallide
sembravano
quasi tremare, e di tanto in tanto si mordeva involontariamente il
labbro
inferiore, tanto che le la sua bocca era presto diventata di un rosso
acceso.
Lucy
si
schiarì la voce. "Wendy, sei sicura che-"
“Ti
aspetto
in acqua Lucy-san!” la interruppe l’altra
sistemando velocemente le ultime cose
e correndo fuori.
La
bionda
assottigliò lo sguardo osservando la figura della giovane
che si allontanava
rapidamente, cercando di comprendere cosa stava accadendo; poi la
raggiunse,
sempre più preoccupata, nelle calde acque termali.
Dopo
qualche minuto di totale silenzio, Lucy cercò di gettare le
basi per una
conversazione che, sperava, l’avrebbe portata a qualche
risposta da parte della
ragazzina.
“Non
c’è
proprio nessuno…si sta davvero bene.” disse
appoggiandosi al bordo ruvido della
piscina.
L’altra
annuì leggermente col capo. “Si, per questo
preferisco venire qua a quest’ora.”
e si immerse nell’acqua nascondendo metà volto, lo
sguardo che non aveva la
benché minima intenzione di incontrare quello di Lucy.
La
maga
degli spiriti stellari sospirò.
Meglio
andare dritti al punto, o qua non saprò mai
niente.
“Senti
Wendy, sei mia amica, per questo mi sento in dovere di essere sincera
con te.
Oggi mi sembri strana, è successo qualcosa? Sai che puoi
raccontarmi tutto.”
La
Dragon
Slayer fece vagare lo sguardo attraverso il vapore
dell’acqua, rimanendo in
silenzio.
“Se
non
vuoi dirmi niente va bene lo stesso, mi basta sapere che è
tutto a posto e che
non mi devo preoccupare.” aggiunse Lucy mascherando
l’inquietudine con un tenue
sorriso.
Finalmente
Wendy fece riemergere il viso dall’acqua.
“Lucy-san, il fatto è…” la
sua voce
era appena un sussurro. “…è che io non
pos-“
“Ooh
ma chi
abbiamo qua?”
Le
due
giovani in acqua sussultarono.
In
piedi a
bordo vasca, Evergreen le osservava da dietro i suoi occhiali con un
furbo
sorriso sulle labbra e un corto asciugamano bianco che le copriva il
corpo.
“E-
Evergreen, ciao.” Disse semplicemente Lucy, spaesata.
L’altra
ricambiò il saluto. “Vi dispiace se mi unisco a
voi?” aggiunse.
“No,
assolutamente!” rispose Wendy sorridendo.
Per
tutti gli spiriti, cosa sta succedendo qua? La
gente non accetta più incarichi? Sono tutti in pausa?
Evergreen
si spogliò e si immerse in acqua. “Questo
è il momento migliore della giornata
per venire alle terme.”
Lucy
squadrò,
sempre più insospettita, le sue due compagne.
“Quindi immagino incontrerai
spesso Wendy a quest’ora…”
domandò poi cercando di assumere il tono più
naturale possibile, con l’intenzione di appurare la
veridicità delle parole
precedenti della Dragon Slayer.
La
donna lanciò
una breve occhiata a Wendy prima di rispondere. “Si, ci
vediamo spesso qua a
quest’ora.”
La
maga
degli spiriti stellari cominciava a perdere la pazienza, ormai era
ovvio che le
stessero nascondendo qualcosa.
Sospirò.
“Ooh
avanti
ragazze, ditemi cosa sta succedendo!”
“Non
so a
cosa tu ti stia riferendo.” rispose tranquillamente Evergreen
chiudendo gli
occhi e appoggiando la testa al bordo della piscina.
“C’è
qualcosa che non va! Non sono stupida, e sono certa che non
è
solo una mia impressione…”
La
maga con
gli occhiali la squadrò scettica. “Ho sempre
pensato che fossi un po’
paranoica, biondina.”
Lucy
aprì
la bocca sconvolta. “Bè non sono certo venuta qua
per farmi dare della
paranoica, anzi non era proprio mia intenzione venire qua oggi. Quindi
vogliate
scusarmi.” e indignata si incamminò faticosamente
nell’acqua tentando di
uscire.
“No
Lucy-san, resta!”
“Mi
dispiace Wendy, faremo un’altra volta.”
Evergreen
sospirò. “Lucy, se te ne vai dirò a
tutti cosa contiene la tua borsa oggi.”
La
bionda
si bloccò. “Non lo faresti mai.”
mormorò.
“Vuoi
sfidarmi?”
Assolutamente
no, ne ho abbastanza di sfide.
“Nessuno
ti
crederebbe.” affermò disperata Lucy senza trovare
una risposta migliore.
“Aspetta un momento…hai frugato nella mia
borsa?!”
“Era
aperta, ci sono solo passata davanti.”
“Non
è
vero, sono sicura di…di averla…”
Merda.
No che non l’ho chiusa.
Evergreen
sorrise maliziosa. “Dovresti nascondere meglio i gusti e gli
oggetti dei tuoi
amanti…”
“Cosa-
io-”
Wendy
si
portò le mani alla bocca nascondendo un sorriso, le guance
rosse.
“Non
ti ci
mettere anche tu, Wendy!”
L’altra
trasalì. “No no, scusa Lucy san!” ma il
suo sorriso non scomparve.
La
maga
dallo sguardo di pietra non si fermò. “Se prima
avevo dei dubbi su te e
Natsu…bè ora non ne ho più.”
e agitò una mano per sottolineare
quell’affermazione.
“No,
non è
come sembra, davvero!” Lucy non sapeva più cosa
fare o cosa dire: la minaccia
di rivelare alla gilda intera cosa la sua borsa conteneva quel giorno,
aveva
completamente lasciato il suo cervello nel caos.
“Allora
perché la sciarpa di Natsu è nella tua
borsa?”
“L’ha
lasciata
ieri sera a cas-“
“A
casa
tua?”
La
maga
degli spiriti stellari deglutì a vuoto. “Si, a
casa mia. Siamo amici, non è
normale che degli amici si vedano a casa?”
“Si
certo,
però mi chiedo per quale motivo Natsu si sia tolto la
sciarpa...da quando lo conosco
non l’ho mai visto senza.” dichiarò
Evergreen con finta indifferenza.
“Bè…perché…oh
non importa, tira pure le conclusioni che ti pare.” si arrese
Lucy.
“E’
ciò che
sto facendo.” ammiccò l’altra.
La
bionda
la guardò irritata.
A
quanto pare devo restare qua per un tempo che
conoscono solo loro…altrimenti non avevano motivo di
fermarmi e ricattarmi in questo
modo stupido. Cosa mi stanno nascondendo? Che riguardi Natsu?
A
quel
pensiero arrossì leggermente, sospirando rassegnata.
La
voce di
Evergreen la riportò alla realtà.
“Avanti, cosa devi dire?”
Lucy
le
lanciò un breve sguardo interrogativo.
“Vuoi
chiedere qualcosa?” la esortò la donna.
La
bionda
si portò le gambe al petto e le circondò con le
braccia, appoggiando poi la
testa sulle ginocchia. “Bè io…mi stavo
chiedendo se…” sentì le guance
infiammarsi improvvisamente. “…se questa cosa che
mi state
nascondendo…riguarda…riguarda Natsu.”
Evergreen
scoppiò in una risata. “Per quanto riguarda questa
cosa non possiamo dirti
assolutamente niente.” una breve pausa.
“Mmh bene, vedo che non cerchi nemmeno più di
negare, anzi…” aggiunse poi
cercando di provocare volontariamente la ragazza.
“Tra
me e
Natsu non c’è assolutamente
niente…” bisbigliò Lucy più
a sé stessa che alle
sue due compagne.
Forse
dovrei semplicemente raccontare loro della
scommessa…magari mi potrebbero addirittura aiutare.
Evergreen sembra una donna
così forte e sicura di sé, non ci sarebbe niente
di male se le chiedessi un
consiglio…anzi, magari la smetterebbe di insinuare che Natsu
sia il mio amante.
Si
schiarì
la voce. “In realtà…”
deglutì un paio
di volte, agitata. “…in realtà io e
Natsu
poco fa abbiamo fatto una scommessa.” esordì.
Le
altre
due maghe la guardarono onestamente interessate.
“Ho…scommesso
che…che sarei riuscita a…”
Sei
patetica Lucy, smettila di balbettare!
“Ho
scommesso che sarei riuscita a sedurlo e farmi baciare da lui nel giro
di una
settimana.” proclamò tutto d’un fiato.
Silenzio,
tranne che per il lento sciabordio dell’acqua contro le
pareti della vasca.
Wendy
si
era portata le manine alla bocca, stupita, e la osservava con i suoi
grandi
occhi castani; Evergreen si limitava a fissarla con le sopracciglia
inarcate,
la bocca contratta in un mezzo sorriso, esibendo una tipica espressione
da questo non mi stupisce per niente.
Lucy
abbassò lo sguardo, terribilmente imbarazzata.
“Bè mi rimangono cinque giorni,
oggi compreso…e non ho idea di come vincere quella
scommessa.” una pausa andò a
sottolineare quell’affermazione. “Quindi se avete
consigli da darmi, li
accetterò volentieri.” terminò quasi
sussurrando, le gote eccessivamente rosse
per quella richiesta d’aiuto.
Prima
che
una delle sue interlocutrici potesse rispondere, una leggero vento
proveniente
dall’alto le fece rabbrividire e, dopo qualche istante,
Charle atterrò
dolcemente sul terreno accanto alla Dragon Slayer.
“Wendy,
alla gilda hanno bisogno di te.” proclamò
l’Exceed con la sua vocina acuta.
La
giovane
non sembrò affatto sorpresa.
“Ah
si,
dammi il tempo di vestirmi e arrivo.” rispose uscendo
rapidamente dall’acqua.
“Scusatemi, ci vediamo più tardi!”
aggiunse rivolgendosi alle sue due compagne
di gilda; poi scomparve insieme a Charle per andarsi a cambiare.
Lucy
espirò
sonoramente, reclinando con disperazione la testa
all’indietro.
“Tranquilla,
non ti terrò prigioniera per sempre.”
tentò di rassicurarla Evergreen con un furbo sorriso sulle
labbra.
L’altra
maga sbuffò scettica. “Se solo volessi, riuscirei
ad andarmene anche adesso;
voglio solo stare al vostro gioco.” mentì
aggrottando le sopracciglia.
Evergreen
rise di gusto. “Certo, certo.” una pausa.
“Allora…stai tentando di sedurre
Natsu.” affermò mentre disegnava con un dito dei
piccoli cerchi sulla
superficie dell’acqua.
Lucy
si
irrigidì: sperava che la donna si fosse dimenticata di
ciò che aveva detto
pochi minuti prima.
“Si,
ti ho
già spiegato come stanno le cose e non voglio
parlarne.” rispose seccata.
Evergreen
annuì corrugando le labbra. “Sei stata tu a
chiedere consigli, o sbaglio?”
La
bionda
spostò lo sguardo su un punto indefinito, arrossendo di
nuovo.
Si
ma non sono più sicura di volere altri pareri…me
la caverò…me la caverò da sola- Oh ma
chi voglio prendere in giro? Non ce la
farò mai! Però non voglio parlare di questo con
altra gente…già con Erza e Mira
è successo un casino, non voglio peggiorare tutto-
La
voce di
Evergreen interruppe il filo di quei pensieri. “Lucy, la
seduzione è un’arte.”
La
maga
degli spiriti stellari sorrise sinceramente. “Si,
l’ho già sentito dire.”
“E
ogni
tipo di arte va affinata col tempo. Non si può pretendere di
riuscire a sedurre
un uomo da un giorno all’altr-”
Lucy
non la lasciò terminare. “Lo so, ma
ho scommesso solo un bacio! Non sarà poi così
difficile farsi baciare da un
ragazzo, no?!” si trovò quasi ad urlare.
Evergreen
digrignò i denti, visibilmente spazientita. “Se
questo ragazzo vuole baciarti
no che non è difficile, ma se non
vuole…bè la cosa è molto
più complicata.
Natsu conosce la scommessa che avete fatto, quindi è ovvio che non voglia baciarti se la sua
intenzione è quella di
vincere!”
“E
allora
cosa dovrei fare? Stando alle tue parole ho già perso in
partenza!”
"Si,
hai
già perso, Lucy! Oh andiamo…a meno che tu non ti
faccia trovare nuda nel suo
letto dubito che ti bacerà mai!"
Non
sono tanto sicura nemmeno di questo…a quanto
pare, a letto Natsu dorme e basta.
Evergreen
continuò il suo breve monologo. “Di certo in una
sola settimana è praticamente
impossibile…se solo avessi più tempo potresti
farcela, ti insegnerei qualche
trucco…”
“No
grazie,
le poche tattiche che ho usato fino ad ora non hanno funzionato, e non
credo
che-”
“Tattiche?
Vuoi dire che ci hai già provato?”
domandò sorpresa l’altra.
Lucy
annuì
poco convinta, descrivendo, e tralasciando la maggior parte dei
dettagli, cosa
era accaduto nei due giorni precedenti.
Alla
fine
del breve racconto, Evergreen rimase in silenzio per qualche minuto, lo
sguardo
rivolto verso l’alto; poi si girò di scatto verso
la compagna di gilda.
“Lucy…ahm…come
posso dire…hai mai pensato che Natsu sia gay?”
Quella
domanda colpì la bionda come un fulmine a ciel sereno.
Sgranò gli
occhi, lo sguardo perso nel vuoto, la bocca semi-aperta.
“N-no?” riuscì infine
a dire con uno sforzo immane.
“Bè,
da
quello che mi hai detto si è addormentato in circostanze
particolari…insomma,
non è da tutti. Forse non gli piacciono semplicemente le
donne, tutto qua.”
spiegò Evergreen, quasi orgogliosa di quella sua teoria.
“M-
ma…così
sarebbe davvero impossibile farmi baciare da
lui…io-” Lucy non sapeva più cosa
dire.
No
che non è gay, insomma…no! Io non l’ho
mai visto
con una ragazza ma non vuol dire niente, giusto? E poi ho sentito dire
che ha
avuto una storia con Lisanna, quindi…però tutto
quel tempo passato insieme a
Gray? Sono amici da sempre, si picchiano e si provocano come qualsiasi
due
buoni amici…si provocano? E Gray…non
sembra avere alcun interesse per Juvia- io- bè- non
c’è niente di male, in fin
dei conti sarebbe carino se Natsu e Gray stessero insieme; sono uno
l’opposto
dell’altro e- ma che diavolo sto pensando?! Cosa me ne frega
se Natsu è gay o
no, io quel bacio lo voglio e basta.
Inspirò
tentando di schiarirsi le idee. “Non importa,
troverò un modo per farmi
baciare.” proclamò più decisa di quanto
lei stessa si aspettasse.
Evergreen
alzò un sopracciglio, evidentemente scettica. “Se
sei convinta…” un respiro
profondo. “Esco un momento, torno subito.” disse
poi allontanandosi dalla
vasca.
Lucy
chiuse
gli occhi, tentando di rimettere ordine nella sua mente. In quella
mezza
giornata erano successe fin troppe cose.
Allora…sono
stata trascinata alle terme da Wendy,
che se n’è andata in fretta e furia insieme a
Charle; ora mi ritrovo a parlare
con Evergreen della scommessa che ho fatto con Natsu, e per qualche
strano
motivo mi tiene “prigioniera” con un ricatto; e
stando alle sue parole forse dovrei davvero
prendere in considerazione il fatto che Natsu potrebbe avere un certo
interesse
per gli uomini…in questo modo si spiegherebbe anche il
perché, al momento della
scommessa, abbia scelto sé stesso come persona che avrei
dovuto sedurre.
Dunque: Wendy strana; terme; Evergreen ricattatrice;
prigionia; Charle; Natsu omosessuale.
Per tutti gli spiriti, non potrebbero
esserci cose meno collegate tra loro.
Si
guardò
intorno, quasi sperando che qualcuno comparisse dal nulla per spiegarle
cosa
stava accadendo e come mettere insieme i pezzi di
quell’improbabile puzzle.
Aspetta
un momento…
Nessuna
traccia di Evergreen.
Potrebbe
essere l’occasione per fuggire!
Uscì
dall’acqua ed entrò lentamente nella stanza in cui
aveva lasciato le sue cose.
La
sua
borsa era ancora aperta e appoggiata a terra, e i suoi indumenti erano
ancora
piegati nel cestino in cui li avevi lasciati. Quello che
stupì Lucy fu che non
c’era nessun segno che facesse pensare che anche Evergreen
fosse alle terme:
nessun vestito, borsa, asciugamano. Sembrava essersene andata.
Si
asciugò
e si vestì rapidamente, sempre più confusa, poi
con non poca preoccupazione, si
diresse verso la gilda.
Mi
stanno prendendo in giro o cosa? Adesso voglio davvero
delle spiegazioni.
*
Lucy
arrivò
davanti ai portoni in legno della gilda.
Erano
chiusi.
Sembrava
tutto molto più tranquillo del solito, troppo tranquillo.
Dall’interno
non giungeva il solito caloroso vociare dei suoi compagni, nessun urlo
accompagnato da qualche pugno su un tavolo, nessun rumore di bicchieri
che si
scontravano tra di loro per un brindisi.
La
maga,
ora evidentemente preoccupata, mise mano alle sue chiavi degli spiriti
stellari.
Un
goccia
di sudore freddo le rigò una guancia mentre, con una forte
spinta, aprì un’anta
del pesante portone.
L’interno
dell’edificio era eccessivamente buio. Oltre a non esserci
alcun suono, non
c’era nemmeno una luce.
Aprì
maggiormente
il portone e avanzò di qualche passo, la mano che teneva le
chiavi che tremava
leggermente, gli occhi socchiusi che tentavano di captare un qualsiasi
movimento, le orecchie tese all’ascolto di un qualsiasi
potenziale suono.
La
gilda
sembrava completamente deserta, i tavoli e le panche erano
desolatamente vuoti.
Poi
un
rumore improvviso, accompagnato da una luce accecante, fece balzare
Lucy dallo
spavento.
Infine,
tante
voci unite in un coro poco ordinato.
“Buon
compleanno Lucy!”
Da
dietro
il bancone era comparsa la maggior parte dei suoi compagni di gilda e,
sopra di
essi, era stato appeso stortamente uno striscione di auguri che
minacciava di
cadere da un momento all’altro. Grappoli di palloncini
pendevano
allegramente dal soffitto, conferendo alla gilda un’atmosfera
felice e briosa
lanciando, sulle pareti e sul pavimento dell’edificio, ampie
macchie di luce
colorata.
Lucy
si
avvicinò lentamente ai suoi amici, la fronte aggrottata e la
bocca semi-aperta
per lo stupore, la sorpresa, la bellezza e il calore familiare che
emanava
tutto ciò che aveva davanti agli occhi.
Come…come
ho potuto dimenticarmi del mio
compleanno? Si
ritrovò
semplicemente a pensare.
Mirajane,
in piedi dietro al bancone e accerchiata dai suoi compagni, le
sorrideva indicando
una torta eccessivamente grande. “Avanti Lucy, o le candeline
si scioglieranno
tutte!” aggiunse poi.
Vedendo
che
l’amica non sembrava ancora essersi ripresa dalla meraviglia,
Levy la prese per
mano e la trascinò al bancone. “Vieni,
Lu-chan!”
“Ragazzi…io…io
non so davvero cosa dire…” sussurrò
commossa Lucy.
“Allora
basta che soffi su queste candeline, noi vogliamo solo la
torta!” le rispose
scherzando Gray e appoggiandole un braccio su una spalla.
Lucy
rise e
annuì, inspirando e riempiendo d’aria i polmoni.
Quel
gesto
le ricordò Natsu.
Dov’è
Natsu?
Fece
vagare
lo sguardo tra i presenti.
Sembravano
esserci tutti.
Tutti
tranne Natsu.
Soffiò
sulle candeline con una fitta al cuore.
I
presenti applaudirono,
continuando a farle gli auguri.
Lucy tagliò
la torta sorridendo e distribuendola ai suoi compagni, che la
abbracciavano
felici.
Mirajane
cominciò a riempire capienti boccali di sakè, che
rimpiazzarono ben presto la
torta tra le mani di tutti i maghi.
Dov’è
Natsu?
Lucy
si
sedette ad un tavolo, una fetta di torta in una mano e un bicchiere
colmo di liquore
nell’altra.
Perché
ci sono tutti tranne lui?
“Lucy-san?”
La
maga
alzò lo sguardo. “Oh, Wendy.”
constatò quasi delusa.
“Volevo
scusarmi per prima…” disse la ragazzina con un
filo di voce.
Lucy
lasciò
che un dolce sorriso le si dipingesse sul volto. “Non devi
scusarti Wendy.
Immagino tu abbia fatto tutto per…questo.”
e con un ampio movimento del braccio indicò
l’intera gilda addobbata.
Wendy
si
sedette di fronte a lei. “Si infatti…mentre gli
altri si dedicavano ai
preparativi per la festa, il mio compito era quello di distrarti e
tenerti
lontana da qua.” spiegò, annuendo alle sue stesse
parole. “E ovviamente anche
Evergreen! Il suo arrivo alle terme significava che erano giunti tutti
alla
gilda, mentre l’arrivo di Charle indicava che i preparativi
erano terminati. E
per non destare sospetti io e Evergreen dovevamo andarcene dalle terme
in
momenti diversi, e naturalmente dovevamo arrivare qua prima di te,
altrimenti
non saresti potuta entrare da sola alla gilda e-”
Lucy
la
interruppe, notando le guance rosse dall’agitazione della
piccola Dragon
Slayer. “Va tutto bene Wendy, non devi scusarti. Anzi, vi
devo ringraziare!
Insomma, vi siete ricordati del mio compleanno e avete fatto tutto
questo solo
per me!” le sorrise sinceramente guardandola negli occhi.
“Anche se devo
ammettere che tu ed Evergreen mi avete davvero fatta preoccupare con il
vostro
strano comportamento!”
“Ah,
mi- mi
dispiace Lucy-san, sono una pessima bugiarda!” disse contrita
la giovane.
“Potrebbe
quasi essere un pregio.” le confidò con dolcezza
Lucy. “Però una cosa vera me
l’hai detta oggi.” aggiunse dopo una breve pausa e
tornando improvvisamente
seria.
Wendy
si
limitò a guardarla interrogativa.
“Mi
hai detto
che Natsu non sarebbe tornato fino a stasera…questo
è vero, no?”
“Si,
è
quello che ho sentito.”
Lucy
abbassò lo sguardo sul tavolo, una leggera smorfia di
disappunto mescolato a sconforto
che le deformò le labbra per un solo istante.
Il
silenzio
calò pesantemente tra le due e, solo dopo qualche minuto,
Wendy trovò il
coraggio per spezzarlo.
Prese
le
mani di Lucy tra le sue. “Non ti preoccupare, Lucy-san.
Natsu-san sa benissimo
che oggi è il tuo compleanno, e sono sicura che non se lo
perderebbe per nulla
al mondo. E se ha detto che sarà qua entro stasera, sono
certa che sarà
così.”
La
maga
degli spiriti stellari spostò lo sguardo sulla sua giovane
compagna di gilda:
un delicato sorriso le illuminava il volto, e i suoi occhi castani
brillavano
dalla sincerità di quelle parole.
Lucy
continuò a guardarla ammirata. “Non saprai mentire
Wendy, ma sai sicuramente rincuorare le
persone.” e le sorrise a sua volta, quasi commossa dalla
gentilezza e
delicatezza di quella piccola Dragon Slayer.
Un
leggero
battito d’ali portò Charle ad accomodarsi sul
tavolo accanto alle due ragazze.
“Wendy,
non
credi sia meglio andare?”
La
giovane
si guardò intorno improvvisamente impaurita. “Ah
si, in effetti…si.”
“Cosa?
Te
ne vai già?” le domandò confusa Lucy.
Wendy
congiunse le mani e abbassò lo sguardo, imbarazzata.
“Sì bè, ecco…quando la
maggior parte di loro diventa ubriaca preferisco tornarmene a casa, ho
sempre
paura che mi arrivi qualche bicchiere in testa o un pugno in
faccia.”
La
bionda
lanciò qualche sguardo in giro per la gilda.
Il
master che balla su un tavolo con Makao e
Wakaba…questa l’ho vista fin troppe volte. Gray
completamente nudo e Juvia che
bè- passiamo oltre. Quella è Erza che fa a pugni
con una botte? Elfman lancia
bicchieri in aria e Al fa tiro al bersaglio…wow, che buon
padre di famiglia.
E…eh? Cosa stanno facendo Laxus e Freed? No, non voglio
saperlo. E quelli…quelli
sono Levy-chan e Gajeel che si baciano?! Devo assolutamente avere una
prova di
questo momento, mi serve qualcuno che immortali- ah no, non importa.
Per Mavis,
qua nessuno riesce a reggere l’alcol?
“Ehm…si,
effettivamente forse è meglio che tu vada, Wendy.”
convenne infine Lucy.
“Ci
vediamo
presto allora, e ancora tanti auguri Lucy-san!” la
salutò la giovane
regalandole un ultimo sorriso per poi allontanarsi con Charle.
In
tutto
quel trambusto Lucy riuscì a recuperare un’ultima
fetta di torta, e non poté
far altro che aspettare Natsu seduta al suo tavolo, evitando di bere
troppo sakè,
osservando divertita i suoi compagni già incredibilmente
ubriachi, e
accarezzando l’idea che, essendo il suo compleanno, avrebbe
potuto chiedere un
bacio come regalo.
*
“Oi?
Lucy?”
“Mmh.”
“Su
svegliati, Lucy!”
“…no,
sto aspettando Natsu.”
“Puoi
smettere di aspettare allora!”
Lucy
aprì lentamente gli occhi.
Vide
i suoi
compagni di gilda in lontananza che facevano ancora baldoria, chi
cantava e
ballava, chi faceva a pugni con chiunque gli capitasse a tiro, chi
continuava ininterrottamente
a bere.
Happy
le
volò improvvisamente a fianco urlando con la sua vocina
stridula “Auguri
Lucy!” per poi catapultarsi su una fetta di torta.
Poi
un viso
fin troppo familiare e sorridente comparve nel suo campo visivo.
“Buon
compleanno, Lucy!”
Natsu!
La
maga si
mise a sedere di scatto, colta alla sprovvista
dall’inaspettata comparsa
dell’amico, che poi si accomodò di fronte a lei.
“Grazie.”
disse semplicemente Lucy, sorridendo.
Lanciò
uno
sguardo fuori dal portone aperto della gilda: era appena il tramonto.
Si,
è arrivato prima di sera.
“E’
da tanto
che mi aspetti, vero? Insomma se hai fatto in tempo ad
addormentarti…” rifletté
Natsu a voce alta.
Per
qualche
strano motivo Lucy si sentì in imbarazzo. “No
bè, non è che ti stessi
aspettando…e poi non stavo dormendo da
molto…”
“Ah
giusto!” Natsu la interruppe quasi urlando. “A
proposito di dormire…ecco,
volevo scusarmi per ieri sera.”
La
maga lo
guardò senza capire.
Dopo
una
pausa il Dragon Slayer continuò. “Uhm si,
vedi…ieri sera mi sono addormentato
mentre…bè mentre mi volevi dire qualcosa,
immagino.”
Lucy
arrossì di colpo, gli occhi sgranati, il cuore che, dopo
aver perso un paio di
battiti, iniziò ad accelerare terribilmente.
Le
riuscì
incredibilmente difficile pensare ad una frase di senso compiuto.
“No, non c’è
bisogno che ti scusi, insomma mi avevi detto che eri stanco…”
lo sguardo le
cadde casualmente sulla sua borsa, e improvvisamente si
ricordò della sciarpa.
“Oh, si!”
Estremamente
a disagio, rovistò per qualche istante nella sua tracolla,
sentendo il
pesante sguardo dell’amico su di lei.
“Eccola!”
estrasse vittoriosa la sciarpa. “Mi dispia-”
Il
viso di
Natsu si illuminò di gioia. “Ce l’avevi
tu allora! Pensavo di averla persa!”
quasi commosso, indossò l’indumento. “Ma
se è rimasta tutto questo tempo con
te, allora è stata in buone mani!” le sorrise.
“E se mai un giorno ti servirà
ancora per impersonare un drago” continuò
ammiccando e facendole un occhiolino
“te la presterò di nuovo!”
Sempre
più
imbarazzo si fece strada nel corpo di Lucy, che continuava ad arrossire
un
istante dopo l’altro; ma questa volta percepì
anche un distinto senso di
riconoscenza nei confronti del suo compagno di squadra: il fatto di
volerle
affidare di nuovo una cosa tanto preziosa per lui, le fece finalmente
comprendere quanto ciecamente si fidasse di lei.
“A
proposito
anch’io ti devo dare una cosa!” Natsu
frugò nelle sue tasche. “Ecco!” e
appoggiò sul tavolo un piccolo barattolo in vetro contenente
un
fuocherello.
Lucy
guardò
prima l’oggetto incuriosita, poi lanciò uno
sguardo interrogativo al Dragon Slayer.
“E’
il mio
regalo di compleanno per te!” spiegò sorridendo
l’altro portandosi una mano
alla nuca, leggermente imbarazzato.
La
ragazza
continuava a non capire, e si limitava a fissare impassibile il piccolo
e
bizzarro oggetto.
“Puoi
almeno fingere che ti piaccia?” la esortò lui.
“Prima
vorrei capire cos’è!” ribatté
lei irritata.
“Oi
Lucy,
non ti facevo così stupida-”
“Stupido
sarai tu! Avanti, di cosa si tratta?” domandò
spazientita.
Natsu
si
portò entrambe le mani dietro al collo, socchiudendo gli
occhi con
risentimento. “Ci ho impiegato un sacco di tempo per trovare tutto. Intanto quel barattolo
è…si dice
ignifugo? Bè, grazie ad una magia resiste al fuoco, ed
inoltre se lo tocchi non
scotta. Poi, vedi che all’interno c’è
qualcosa che brucia?”
Lucy
abbassò
la testa per studiare meglio l’oggetto, annuendo.
“Ecco,
quella è una Pietra Ardente: è un tipo di pietra
che, una volta che viene a
contatto col fuoco, brucia all’infinito. Si trova solo vicino
ai vulcani, così
tra ieri e oggi mi sono dato all’esplorazione insieme a
Happy.”
La
maga
guardò affascinata l’amico.
“Quindi…è
per questo che né ieri né oggi eri alla
gilda…” constatò stupefatta.
“…ed
è per questo che ieri sera eri così
stanco!”
concluse lei additandolo, quasi sconvolta da quella rivelazione.
“Esatto.
E se
non ti piace come regalo, almeno apprezza lo sforzo.”
annuì con convinzione
Natsu.
Lucy
prese
il barattolo e lo rigirò tra le mani; la pietra sbatteva da
una parte all’altra
del suo contenitore, assolutamente non caldo, eppure non si spegneva.
Dopo
qualche istante di riflessione e ammirazione nei confronti di
quell’oggetto, la
maga cominciò a capire il significato e
l’importanza di quel regalo.
“Aspetta…il
fuoco che avvolge la pietra…è il tuo?”
sapeva che era una domanda stupida,
tuttavia sentiva il bisogno di una conferma.
“Ma
che
domanda è? Certo che è il mio!”
Silenzio.
I
due amici
tenevano gli occhi fissi sulla piccola fiamma all’interno del
barattolo, ancora
tra le mani della ragazza.
Dopo
qualche minuto Natsu ruppe il silenzio. “Insomma, ecco qua il
mio regalo…”
Lucy
continuava a tenere lo sguardo fermo sulla Pietra Ardente.
“Il
mio fuoco
brucerà in eterno solo per te, Lucy.”
A
quelle
parole lei alzò di colpo gli occhi.
Natsu
la
stava guardando con un’espressione seria, quasi
intimidatoria, come quelle che
sfoderava nel mezzo di una battaglia.
Eppure
Lucy
sentì tutto tranne che la paura.
Si
guardarono per qualche istante, lo sguardo della maga incatenato a
quello di
lui.
Avrebbe
voluto restare a guardare quegli occhi fino a quando non si fosse
spenta la
fiamma che in quel momento teneva tra le mani, per
l’eternità.
Infine
Natsu distolse lo sguardo da lei. “Spero sia rimasta qualche
fetta di torta,
perché è da stamattina che non mangio.”
e si alzò.
Prima
che
potesse muovere un passo, Lucy gli si parò davanti e lo
abbracciò.
Sentì
Natsu
che, nonostante si lasciasse abbracciare, irrigidì
involontariamente i muscoli
sotto quel contatto improvviso.
Lucy
lo
strinse maggiormente a sé, affondando il suo viso nella
calda sciarpa di lui,
che finalmente abbandonò ogni esitazione e
ricambiò l’abbraccio.
Molte
altre
volte la maga aveva toccato, abbracciato, sentito
il corpo caldo di Natsu, ma aveva sempre percepito quel calore come
profondo
affetto per il proprio migliore amico, niente di più. Eppure
in quel momento
capì che non avrebbe mai abbracciato nessun altro in quel
modo.
Lucy
sentì
un nodo alla gola, che però non le impedì di
parlare. “Grazie.” sussurrò con le
lacrime agli occhi.
La
ragazza
percepì un sorriso sul volto del Dragon Slayer, poi
sentì il fiato caldo di lui
solleticarle il collo. “Significa che il regalo ti
è piaciuto?”
Lei
annuì
semplicemente, stringendolo maggiormente nell’abbraccio, per
quanto possibile.
Lucy
deglutì un paio di volte per riprendere pieno controllo
della sua voce. “In
realtà…essendo il mio compleanno,
c’è una cosa che vorrei chiederti.”
Lui,
incuriosito,
alzò il capo, senza però sciogliere
l’abbraccio.
Il
cuore di
lei iniziò a battere all’impazzata, e si
scostò leggermente da lui
nella speranza che non si accorgesse della sua agitazione.
“Ecco…non
si può negare niente ad una persona il giorno del suo
compleanno, no? Così…per
vincere la scomes-”
Uno
schiaffo su una natica fece sobbalzare Lucy dallo spavento, che si
allontanò
immediatamente da Natsu.
“Ma
che
diavolo fai?!”
“Oi
non ho
fatto proprio niente, tu piuttosto, che ti prende?!”
Erza
comparve alle spalle di Lucy, schiaffeggiandola di nuovo.
“Erza
sei
stata tu?! Piantala subito!” Lucy questa volta si
allontanò dall’amica.
“Ma
bene
bene…vedo che il mio costume ha funzionato, eh?”
disse la rossa con la voce
altalenante.
“No
che non
ha funzionato e-” Lucy si bloccò ricordandosi che
Natsu
stava ascoltando tutto. Sarebbe stato ancora più
imbarazzante
ripercorrere i ricordi della sera precedente con il diretto interessato
presente.
“Non importa, aspetta che te lo restituisco.”
“No!”
urlò
indignata l’altra per poi accostarsi a lei.
“Tienilo come mio regalo di
compleanno, magari-” un singhiozzo.
“…magari potrebbe tornarti utile!”
concluse
lasciando nelle narici di Lucy un fastidioso e pungente odore di alcol.
“Va-
va
bene, basta che ti allontani perché puzzi di alcol almeno
quanto Kana…”
constatò con un leggero ribrezzo la bionda.
“Eeeh,
non
c’è bisogno di scaldarsi tanto!” ed Erza
si allontanò, lasciando un’ultima
sberla sul fondoschiena di Lucy.
“Ma
insomma, il mio-”
Natsu
la
interruppe. “Posso farlo anch’io?”
Lucy
lo
guardò sconcertata. “Eh?!”
“Posso
tirare una pacca anch’io sul tuo-”
“A
presto
Natsu!” Lucy prese la borsa e il barattolo in vetro e si
avviò verso l’uscita
della gilda.
“Erza
non
te l’ha nemmeno chiesto!” una breve pausa.
“E poi è la tua festa di compleanno,
non puoi andartene!”
Lucy
alzò
solamente una mano per salutare.
“Oh
giusto!
Non dovevi chiedermi qualcosa anche tu?!” le urlò
prima che lei uscisse.
“Non
importa, sarà per un’altra volta!”
gridò in risposta lei.
Osservò
il
barattolo sorridendo.
Per
stasera, il tuo fuoco basta e avanza.
Angolo
Autrice:
Prima
di
tutto mi scuso immensamente per questo terribile ritardo nel
pubblicare! Settembre
e ottobre sono davvero due mesi schifosi in cui ho sempre mille cose da
fare, e
tra l’inizio delle lezioni, lo studio e i preparativi per il
Lucca Comics
(YEEEEH!), l’ansia e lo stress scorrono potenti in me, e
purtroppo il tempo da
dedicare alla scrittura diminuisce ;-;
Comunque!
Alla fine ce l’ho fatta, ed ecco a voi la quarta parte che,
ovviamente, decreta
la metà di questa storia. Considerata la lunghezza di questo
capitolo
(praticamente doppia rispetto agli altri omg), spero non vi abbia
annoiato, e
come sempre vi chiedo, se avete voglia e tempo, di lasciarmi i vostri
pareri, commenti,
critiche e consigli ^^
Non mi
sbilancio sulla data del prossimo aggiornamento, l’unica cosa
certa è che
pubblicherò il prima possibile~
Ringrazio
ancora TANTISSIMO tutti voi che continuate a leggere e seguire questa
fic e vi
abbraccio forte forte! <3
A presto,
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Giorno 4 ***
GIORNO 4 - La seduzione è un'arte
LA
SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
4
Il
mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.
….solo
per te, Lucy.
…Lucy.
“Lucy!”
La
maga
sussultò, sbattendo ripetutamente le palpebre tentando di
tornare alla realtà.
Levy,
seduta all’altro lato del tavolo, la fissava preoccupata, un
tomo
apparentemente antico aperto davanti a lei.
“Va
tutto
bene?” le domandò la scripter corrugando la fronte.
“Ah
si
certo, certo…” Lucy fece una pausa per rimettere
in ordine i pensieri. “Stavamo
dicendo che…ahm…mi stavi
spiegando…” si portò una mano alla
fronte per cercare
di ricordare, invano, di cosa l’amica le stesse parlando.
Levy
chiuse
il libro con un tonfo sordo, sospirando. “Non importa, ne
riparleremo un’altra
volta.”
“Mi
dispiace, Levy-chan.” Lucy tentò di scusarsi con
un sorriso colpevole.
L’altra
la
guardò severamente per qualche istante, poi si sciolse in un
dolce sorriso.
“Cosa ti succede Lu-chan? In questi giorni mi sembri strana,
vuoi parlarne?”
Sapeva
che
prima o poi se ne sarebbe accorta, dopotutto Levy era
un’ottima osservatrice.
In
fin dei conti è la mia migliore amica, e ho già
raccontato questa cosa a persone che…bè non avrei
dovuto e basta. Qua dentro
Levy è sicuramente la persona più affidabile e
obiettiva.
Dopo
un
leggero momento di esitazione, Lucy diede la sua spiegazione,
incoraggiata
dallo sguardo interessato dell’amica.
Alla fine
del resoconto della maga degli spiriti stellari, in cui raccontava che
aveva
passato i precedenti tre giorni nel tentare di strappare un bacio al
Dragon
Slayer del fuoco, Levy rimase a fissare stupita la bionda, un mezzo
sorriso di
meraviglia sul suo volto.
“Cosa?!
Hai
scommesso un bacio con Natsu?!”
“Abbassa
la
voce!” la rimproverò immediatamente
l’altra tentando di tapparle maldestramente
la bocca. “Da quando in qua urli così tanto,
Levy-chan?”
“Scusa,
scusa! E’ che…non me l’aspettavo,
ecco.” si giustificò l’altra grattandosi
la
guancia sinistra con l’indice, leggermente imbarazzata.
Lucy
si
accasciò sulla panca. “E adesso non ho idea di
cosa fare…insomma, penso
costantemente a quel bacio, capisci?”
Levy
si
limitò a sorriderle cautamente, annuendo lievemente con il
capo.
La
maga
degli spiriti stellari sospirò abbassando lo sguardo,
disegnando con le dita
linee immaginarie sul tavolo. “E poi ieri sera mi ha
detto-” si bloccò,
guardando improvvisamente l’amica.
Il
mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.
“…non
importa.” decise di tenere quella frase solamente per
sé, e ringraziò
mentalmente la scripter per essere così discreta e per non
voler indagare.
Passarono
diversi secondi di totale silenzio.
“Insomma,
tu cosa faresti se fossi al mio posto, Levy-chan?”
Levy
abbassò lo sguardo e, messa in difficoltà da
quella domanda, iniziò a
giocherellare con il segnalibro che sbucava da
un’estremità del vecchio tomo.
“Non
lo so,
è una situazione complicata…credo
che…” deglutì un paio di volte,
agitata.
“…credo che basti
essere sé stesse per
far colpo su un ragazzo, no?”
Per
niente
soddisfatta da quella risposta, Lucy sospirò, quasi
rassegnata. “Sì ma qua non
si tratta di- aspetta.” squadrò Levy con uno
sguardo indagatore. “E’ così che
sei riuscita a conquistare Gajeel?” le domandò poi
con un sorriso tendente al
malizioso.
Il
volto
della scripter si colorò improvvisamente di un rosso acceso.
“N- no, co- cosa
stai dicendo Lu-chan?! Che ti salta in mente?! Tra me e G- Gajeel non
c’è
assolutamente niente!”
Lucy
rise,
sinceramente divertita dalla reazione dell’amica.
“Oh smettila, Levy-chan.
Tutta la gilda sa che tu e Gajeel avete una storia, gli unici che
continuano a
negare siete solo voi due!”
Prima
che
l’altra potesse ribattere, Lisanna si avvicinò a
loro. “Ciao ragazze! Posso
sedermi al vostro tavolo?” domandò con un boccale
tra le mani.
Le
due
assentirono quasi in coro.
“Di
cosa
stavate parlando?” chiese poi la giovane Strauss con un
sorriso.
“Di
come
Levy ha conquistato il cuore d’acciaio di Gaj-”
“Lucy
ha
fatto una scommessa con Natsu!” Levy interruppe la bionda
quasi urlando.
La
maga
degli spiriti stellari fulminò la scripter con lo sguardo,
ma tentò di far
virare la situazione a proprio vantaggio.
“Si,
ho
scommesso con lui che sarei riuscita a sedurlo nel giro di una
settimana.” proclamò
con finta naturalezza.
Lisanna,
tra un colpo di tosse e l’altro, tentò di non
sputare ciò che stava bevendo.
“Cosa?!”
“Bè
si, è
una storia lunga, in realtà non ricordo nemmeno bene da cosa
è partita la
scommessa…” Lucy agitò una mano e
sorrise forzatamente. “Ma vendendo al dunque,
Lisanna, ho sentito che tu sei stata la ragazza di Natsu…non
è che avresti
qualche consiglio da darmi?”
L’altra
si
allontanò involontariamente dalla bionda.
“Ehm…non siamo mai stati davvero
insieme, eravamo due bambini che giocavano a fare la mamma e il
papà, tutto
qui.” E bevve un lungo sorso dal suo boccale.
“Ma
tu non
volevi diventare sua moglie?” proseguì Lucy senza
darsi per vinta.
“Ehi,
e questo
chi te l’ha detto?”
“Voci
che
girano in gilda…”
“Ovviamente
questa storia imbarazzante continua a girare…bè
si è vero, ma ripeto: eravamo
solo dei bambini, non c’è mai stato niente tra di
noi! Mi dispiace, ma non
posso aiutarti.” E così dicendo cercò
di chiudere quella conversazione che la
stava mettendo visibilmente a disagio.
Levy
si
alzò improvvisamente in piedi. “Scusatemi, ho
alcune faccende da sbrigare a
casa, magari ci vediamo più tardi.” Poi si rivolse
solo alla maga degli spiriti
stellari. “Lu-chan, se vuoi oggi ti porto un libro che
potrebbe aiutarti in
questa faccenda.”
L’altra
annuì speranzosa. “Te ne sarei grata!”
“A
dopo
allora!” E si allontanò con il pesante tomo tra le
braccia.
Lucy
la
seguì con lo sguardo, per poi vederla uscire dalla gilda al
fianco di Gajeel.
Ormai
non lo nascondono nemmeno più, cosa le costa
ammettere che stanno insieme? E
sorrise involontariamente per l’amica.
Dopo
qualche istante, Lucy decise di rompere l’innaturale silenzio
che si era creato
tra lei e Lisanna. “Comunque…nella scommessa
c’è di mezzo soltanto un bacio,
niente di più.” Per qualche strano motivo, si
sentiva in dovere di chiarire
quel punto.
La
Strauss
annuì. “Non mi devi delle spiegazioni,
Lucy.”
le sorrise amabilmente, poi si accostò a lei.
“Tanto sappiamo tutti che tra te
e Natsu c’è molto di più di una
semplice amicizia.” le sussurrò.
L’altra
maga si allontanò sconvolta. “Ma cosa dici, tra me
e Natsu non c’è proprio un
bel niente!”
“Siete
solo
voi due che non ve ne siete ancora accorti…”
ribatté Lisanna socchiudendo
furbamente gli occhi e bevendo un piccolo sorso dal boccale.
Questa
conversazione assomiglia terribilmente a
quella che ho appena fatto con Levy-chan… Un
brivido le percorse la schiena, e preferì optare per un
dignitoso
silenzio.
“Avete
messo qualche condizione alla scommessa che avete fatto?” le
domandò
improvvisamente la giovane Strauss con un’espressione
pensierosa.
“No…solo
il
tempo di una settimana.” Lucy rifletté per qualche
momento. “E ovviamente
abbiamo dato per scontato che deve essere lui a baciare me.”
una pausa. “…e che
deve baciarmi sulla bocca, naturalmente.” aggiunse quasi
sussurrando e con le
guance eccessivamente rosse.
L’altra
annuì seria, lo sguardo perso nel vuoto dalla
concentrazione. “Sai Lucy, quando
ero a Edolas, per decidere chi avrebbe dovuto svolgere una certa
missione o un
determinato compito, facevamo una sorta di gioco.”
Una nota quasi malinconica accarezzava la sua voce.
Lucy
la
guardò interessata, quasi stupita del fatto che Lisanna le
stesse parlando del
suo passato.
La
Strauss,
dopo aver tenuto lo sguardo basso e aver osservato con eccessivo
interesse un
punto indefinito del tavolo, alzò gli occhi leggermente
lucidi verso la maga
degli spiriti stellari. “E’ brutto da dire, ma a
volte mi mancano i miei
compagni di Edolas.”
Lucy
ebbe
un tuffo al cuore.
Più
volte
aveva pensato che, per Lisanna, tornare al suo
mondo, non doveva essere stato facile quanto dava a vedere, ma mai
avrebbe
immaginato che essa stessa gliene avrebbe parlato.
Erano
certamente buone compagne di gilda, ma amiche era una parola ancora
troppo
grossa per loro.
Eppure,
in
quel momento, Lucy sentì vacillare quella certezza.
Dopo
quell’affermazione di Lisanna, il silenzio era calato su di
loro come un
pesante velo, che la bionda cercò di scostare tentando di
rassicurare la
compagna.
Od
ormai è un’amica?
“E’
normale
che ti manchino, dopotutto hai passato due anni con loro, è
parecchio tempo.” e
le sorrise sinceramente, senza però riuscire a nascondere
una nota amara nella
voce.
“Avevano
solamente il vostro aspetto, per il resto erano persone completamente
diverse
e-”
Lucy,
sentendo la voce dell’altra rotta dall’imminente
pianto, la bloccò. “Lo so Lisanna,
non devi delle giustificazioni a nessuno. E’ normale sentire
la mancanza delle
persone a cui si è voluto bene.” e la sua mente
corse inevitabilmente a
ripescare un ricordo dei suoi genitori.
La
Strauss
la osservò con una scintilla di comprensione nello sguardo,
e annuì convinta
asciugandosi poi gli occhi con il palmo della mano.
“Scusa
Lucy.” disse semplicemente. “Non doveva essere
così…tragica
questa conversazione.” aggiunse poi sorridendo.
Credo
che quasi tutti abbiamo dato per scontato che
Lisanna sia stata felice di tornare al mondo, alla gilda, agli amici,
alla
famiglia a cui appartiene, ma deve essere stato tutto tranne che facile
abbandonare un altro mondo, un’altra gilda, altri
amici…un’altra famiglia. Anche
se non sembra, deve essere una ragazza davvero forte nello spirito. O
perlomeno
ha dovuto esserlo per forza di cosa, in questi pochi anni.
La
più
giovane dei fratelli Strauss si schiarì lievemente la voce,
poi tornò ad essere
la Lisanna che Lucy aveva sempre conosciuto, occhi brillanti e sorriso
audace
e, come se niente fosse accaduto, continuò a parlare
allegramente.
"Prima
che
divagassi, ti stavo dicendo che, a Edolas, facevamo questa specie di
gioco per
decidere chi avrebbe fatto una determinata cosa. Ci mettevamo tutti in
cerchio,
prendevamo lo scettro di Kana- anche se bè, non era mai
troppo
d’accordo…comunque, prendevamo il suo scettro e lo
facevamo roteare al centro
del cerchio che avevamo formato. Una volta che lo scettro si fermava, e
ovviamente
puntava una certa persona, ecco, quella persona avrebbe dovuto svolgere
il
compito che si era deciso in precedenza. Lo chiamavamo il Gioco del
Destino.”
annuì alle sue stesse parole e, per un momento, la sua
somiglianza con Mirajane
sembrò a Lucy ancora più evidente, per quanto
possibile.
Dopo
quel
breve racconto, la maga degli spiriti stellari rimase a fissare Lisanna
con la
bocca socchiusa e un sopracciglio alzato, cercando di comprendere il
motivo per
cui le stesse raccontando del Gioco del Destino ma, soprattutto,
ammirando la
vera forza di spirito che la ragazza aveva appena dimostrato
abbandonando il
passato e tornando al presente in pochissimi istanti.
Dopo
qualche secondo di riflessione, la bionda si arrese.
“Uhm…scusa Lisanna, ma non
riesco a capire come quello che hai appena detto possa
c’entrare
con…ehm…tutto.”
L’altra
rise di gusto. “Ha a che fare con la vostra
scommessa!” diede fine al contenuto
del suo boccale. “Se tu e Natsu non avete messo alcuna
condizione alla vostra
scommessa, potresti vincerla semplicemente giocando.”
*
“Ciao
ragazze! Siete ancora qua!” Levy tornò alla gilda
dopo diverso tempo, sorpresa
di trovare Lucy e Lisanna ancora allo stesso tavolo a parlare tra loro.
“Ecco
il libro Lu-chan.” e allungò un vecchio volume
alla maga.
“Grazie
Levy-chan, ma spero di non doverlo mai leggere…io e Lisanna
stavamo mettendo a
punto un piano che potrebbe portarmi alla vittoria anche
stasera!” Lucy strinse
un pugno, il volto contratto in un’espressione decisa e
fiduciosa.
“Ah,
e di
cosa si tratta?” domandò Levy accomodandosi di
fronte a loro.
“Dobbiamo
ancora mettere a punto diverse cose, ma l’idea sarebbe
questa: prima di tutto
ci servono diversi partecipanti, che poi-”
“Partecipanti?”
la interruppe Levy.
“Si,
è una
specie di gioco.” chiarì rapidamente Lisanna.
Lucy
riprese la sua spiegazione. “Si ecco, e i partecipanti a
questo gioco si dovranno
mettere in cerchio, al centro del quale faremo roteare
qualcosa-”
“Qualcosa
che dobbiamo ancora decidere cosa sarà.”
s’intromise la giovane Strauss.
“Esatto.
Insomma, un partecipante farà roteare questa cosa che poi,
una volta che si
fermerà, punterà un’altra persona.
Questa seconda persona sarà colui o colei
che verrà baciata dalla prima, cioè da
quella cha ha fatto girare l'ogetto.” dopo una brevissima e
confusa illustrazione del piano,
Lucy rimase a fissare la scripter con gli occhi colmi di
speranza e determinazione.
“Ahm…credo…credo
di aver capito in linea di massima cosa intendete fare. Però
ci sono diversi
punti che mi sfuggono.” dichiarò infine Levy.
“Allora, immagino che la persona
che dovrà far roteare l’oggetto sia Natsu, e che
poi questo oggetto dovrà
indicare te, Lu-chan, giusto?”
L’interpellata
annuì convinta con il capo, la fronte contratta dalla
concentrazione.
“Quindi,
stando alla vostra spiegazione, Natsu dovrà baciare Lucy. E
se si rifiuta di
farlo?”
Un
silenzio
raggelante piombò tra le tre compagne di gilda, Lucy e
Lisanna che si
limitavano a fissare la scripter con uno sguardo vitreo.
“Ti
avevo
detto che dovevamo finire di mettere a punto il piano.”
biascicò infine Lucy,
improvvisamente abbattuta dall’appunto estremamente sensato
dell’amica.
Levy
si
portò un indice al mento. “Bè si
potrebbe mettere una punizione o una
penitenza. Se x non bacia y
riceverà uno
schiaffo, ad esempio.”
Lo
sguardo
di Lucy tornò ad illuminarsi. “Levy-chan,
è un’ottima idea!”
“In
realtà c’è un’altra cosa che
non mi torna.” dichiarò l’altra.
“Il
fantomatico oggetto che ancora dovete decidere…insomma,
dovrete in qualche modo
controllarlo. Se ci sono molti partecipanti, la
probabilità che questo oggetto indichi Lucy
è molto bassa. Dovreste
controllare a distanza questo qualcosa,
in modo che ci sia la piena sicurezza che indichi te,
Lu-chan.”
“Stavamo
parlando proprio di questo quando sei arrivata.” disse
Lisanna pensierosa.
“Servirebbe un oggetto non troppo grande e facilmente
controllabile con la
magia.”
“Si,
ma un
altro problema è che i nostri poteri non sembrano nemmeno
tanto utili a questo
genere di cose…” aggiunse Lucy appoggiando i
gomiti sul tavolo e la testa tra
le mani.
Dopo
diversi minuti passati in silenzio a pensare ad una soluzione a quel
dilemma,
Lucy si alzò sbuffando. “Non pensavo fosse
così difficile imbrogliare ad un
gioco.” affermò stiracchiandosi. “Vado a
prendere da bere, volete qualcosa?”
Lisanna
scosse il capo, mentre Levy si alzò improvvisamente in piedi
sbattendo le mani
sul tavolo.
“Ma
certo!
Acqua!”
“Ehm…vuoi…vuoi
dell’acqua Levy-chan?”
“Si!
Cioè
no…insomma, abbiamo solo bisogno di acqua e di una
bottiglia!” disse
ridendo.
“Le-Levy?
Va tutto bene?” le chiese Lisanna preoccupata.
“Si,
ascoltate. L’oggetto che stiamo cercando è
semplicemente una bottiglia di
acqua.”
A
quelle
parole Lucy tornò a sedersi, ascoltando incuriosita
l’amica.
“Al
centro
del cerchio formato dai partecipanti, basta far roteare una bottiglia
con
dentro dell’acqua.” ripeté entusiasmata
la scripter.
“Ok,
ma rimane
comunque il problema di come faremo a controllarla.”
puntualizzò la Strauss
aggrottando le sopracciglia.
“Non
se
abbiamo una maga dell’acqua come complice.”
dichiarò con un mezzo sorriso Levy,
assottigliando lo sguardo.
*
“State
chiedendo a Juvia di controllare, con la sua magia,
dell’acqua all’interno di
una bottiglia?” la maga dell’acqua, in piedi
davanti al tavolo in cui erano
ancora riunite le altre tre compagne di gilda, spostava insospettita lo
sguardo
tra le presenti.
Lucy
si
sentì in dovere di mettere al corrente anche Juvia della sua
situazione.
“Ebbene
si.
Il punto è questo: ho fatto una scommessa con-”
“Gray-sama?!”
“Ehm
no, ho
fatto una scommessa con Natsu, e ho scommesso che sarei riuscita a
baciar-”
“Gray-sama?!”
“No!
Ho
scommesso con Natsu che sarei riuscita a baciare Natsu
stesso!”
“Ah.”
“Il
problema è che non ho idea di come fare, così
avevamo pensato a questo.” Lucy
spiegò le regole base del gioco che lei e altre due ragazze
avevano appena
ideato.
Juvia
stette in silenzio per qualche istante. “Ma se Juvia
controllasse l’acqua
all’interno della bottiglia sarebbe barare, no? Juvia trova
questo metodo per
farsi baciare piuttosto squallido.” E incrociò le
braccia, corrugando poi le
labbra in una smorfia di disappunto.
Dopo
qualche momento di silenzio e di riflessione, Levy parlò.
“Juvia, hai
considerato l’idea che Gray potrebbe baciarti?”
La
maga
dell’acqua si irrigidì improvvisamente poi, con
uno sforzo che parve immane, si
portò una mano alle labbra rosee.
“Juvia…baciata…da Gray-sama?”
sussurrò,
lasciando che il suo sguardo si perdesse a contemplare
un’immagine in
lontananza che sembrava vedere solo lei. “Quando si
gioca?!”
Le
altre
tre soffocarono, con non poca fatica, le loro risate.
“Prima
dobbiamo convincere gli altri a partecipare…”
puntualizzò Levy con un sospiro.
“Juvia
convincerà Gray-sama!” dichiarò quasi
urlando la maga dell’acqua portandosi i
pugni al petto e muovendo convulsamente le spalle.
“E
tu
Levy-chan, potresti convincere Gajeel…” propose
con falsa ingenuità Lucy.
Levy
sussultò
sulla panca. “Co-cosa? E perché? Non credo gli
interessi partecipare ad un
gioco simile.” incrociò le braccia, poi
voltò rapidamente la testa.
Lucy
rise
di gusto. “Oh andiamo Levy-chan, vuoi farmi credere che tu e
Gajeel non vi
siete mai baciati?” poi inarcò le sopracciglia,
scettica.
Lisanna
prese parte alla conversazione. “Lucy! Ti sembra una domanda
da fare?!
Probabilmente Levy e Gajeel fanno ben altro…” e un
sorriso malizioso si dipinse
sul volto della Strauss.
“Smettetela
subito! Come- come- come vi salta in mente di dire certe
cose!” Levy si alzò in
piedi di scatto, la voce più acuta del normale, le gote
eccessivamente rosse,
le mani scosse da un leggero tremolio.
Le
altre
due rimasero a guardarla timorose, domandandosi mentalmente se avevano
oltrepassato
un limite che avrebbe dovuto restare invalicabile.
Dopo
un
lasso di tempo indefinito, scandito solo dalla voce di Juvia che si
ostinava a
ripetere che avrebbe convinto Gray-sama,
la scripter tornò a sedersi, visibilmente più
calma.
Parlò
con
un filo di voce, lo sguardo basso. “E’ davvero
così evidente…la cosa tra me e
Gajeel?” un leggero sorriso affiorò sul suo volto.
A
quella
domanda, Lucy e Lisanna sorrisero a loro volta.
La
maga
degli spiriti stellari stava per rispondere, quando Levy
alzò gli occhi su di
lei. “Se vuole partecipare…lo bacerò
volentieri.” poi si sciolse in un sorriso sincero, di quelli
che venivano dal
cuore.
Le
altre
due ragazze annuirono semplicemente.
“Bene,
e
adesso non ci resta che studiare il piano
d’azione.” proseguì decisa Levy.
“Allora, prima di tutto dobbiamo convincere almeno Natsu,
Gray e Gajeel a
partecipare. Lisanna, visto che tu non ahm come posso
dire…”
“Non
devo
baciare nessuno di loro, non sono innamorata di nessuno di loro e non
ho una
storia con nessuno di loro.” elencò repentinamente
la Strauss contando le tre
situazioni con le dita di una mano.
“Ehm
si,
era…era ciò che volevo dire. Visto che quindi non
hai niente a che fare con
loro, potresti provare a convincerli a partecipare. Se lo facesse
un’altra di
noi potrebbe risultare sospetto.” spiegò la
scripter tremendamente a disagio
per aver indirettamente ammesso la sua storia con il Dragon Slayer del
ferro.
“E se riesci a convincere anche altri sarebbe
perfetto!”
“Contate
pure su di me, farò del mio meglio!” Lisanna
alzò un pugno, estremamente sicura
di sé. “Mi metto subito
all’opera!” così dicendo si
alzò e si allontanò per
reclutare il maggior numero di partecipanti al gioco.
“E’
Juvia
che deve convincere Gray-sama!” la maga dell’acqua
tentò di seguire Lisanna, ma
le altre due maghe riuscirono a fermarla, seppur faticando.
Lucy
tentò
di calmarla. “Juvia fermati, se vuoi un bacio da Gray devi
stare a sentire
Levy, ok?”
A
quelle
parole Juvia si sedette mordendosi le labbra, le sopracciglia contratte
e gli
occhi blu colmi di decisione.
Dopo
un sospiro,
Levy continuò. “Una volta che avremo i
partecipanti, ci metteremo in cerchio e
spiegherò le regole a tutti quanti, poi sarò la
prima a far girare la
bottiglia. Con la tua magia, Juvia, dovrai far fermare la bottiglia dopo qualche giro in modo
che indichi
Gajeel.”
Juvia
annuì
un paio di volte, sempre più attenta.
“Dopo
di me
dovrà essere Gray a far girare la bottiglia, e a quel punto
dovrai farla
fermare in modo che indichi te.” la scripter voltò
gli occhi verso la maga
dell’acqua. “E dopo Gray dovrà essere
Natsu a far girare la bottiglia, e
ovviamente dovrai farle indicare Lucy. Ti è tutto chiaro,
Juvia?”
“Certo,
potete fare affidamento su Juvia!”
“Perfetto.
Siccome quelli che dovranno far girare la bottiglia dopo di me sono
rispettivamente Gray e Natsu, quando ci sediamo dobbiamo stare ben
attente che io
sia accanto a Gray e che esso sia a sua volta vicino a Natsu. In questo
modo
seguiremo anche un giro preciso per coloro che dovranno far girare la
bottiglia.”
Lucy
si
limitava ad ascoltare ammirata il piano dell’amica. Da quando in qua Levy-chan ha queste doti di
stratega?
“E
una
volta che tu, Lucy, avrai avuto il tuo bacio…gli altri
potranno continuare a
giocare senza più trucchi
se
vorranno, mentre tu sarai impegnata nel prenderti gioco di Natsu per
aver perso
la scommessa.” concluse Levy alzando l’indice
destro e facendo l’occhiolino
all’amica.
Lucy
rise
sinceramente a quelle parole. “Ti devo un favore
Levy-chan.” le disse stringendole
le mani. “E poi-”
La
voce di
Lisanna la interruppe. “Ragazze! Sono riuscita a convincere solo
loro…”
Alle
spalle
della giovane Strauss c’era una dozzina di maghi che
attendevano che il gioco
iniziasse.
Lucy
balzò
sulla panca alzando involontariamente le mani. “Co- come hai
fatto a convincere
tutti loro?” riuscì a balbettare esterrefatta.
“Non
lo so,
insomma a quanto pare ci si annoia più del dovuto qua
dentro!” cercò di trovare
una spiegazione Lisanna, stupita tanto quanto le sue compagne per un
consenso
simile. “Però ahm…ecco,
c’è una domanda che mi hanno fatto tutti e a cui
non
sono riuscita a rispondere.”
Le
altre
tre maghe la guardarono, confuse da quell’affermazione.
Infine
Lisanna diede voce alla domanda di tutti i partecipanti.
“Come si chiama questo
gioco?”
Le
quattro
ragazze si scambiarono qualche vaga e veloce occhiata, quasi in
imbarazzo per
aver ideato un gioco, regole e sotterfugi per truccarlo, ma per essersi
dimenticate di dargli un nome.
La
Strauss
ruppe quel breve momento di silenzio. “Il gioco da cui
abbiamo preso
ispirazione si chiama Gioco del Destino ma…uhm, per il
nostro, la parola destino mi
sembra un po’ eccessiva.”
disse ridendo.
Lucy
sospirò. “Ragazze, è un gioco stupido a
cui probabilmente giocheremo solo
questa volta. Non abbiamo bisogno di chissà quale nome. Per
un gioco stupido
basta un nome stupido, no? Che ne dite di Gioco
del…ahm…Gioco…mmh…del…Gioco…Gioco…Gioco
della Bottiglia?” concluse titubante la
maga, meno convinta di quanto volesse sembrare.
Le
altre
maghe la guardarono incredule per diversi secondi, poi fecero spallucce
quasi
simultaneamente, accettando rassegnate quel nome banale.
“Bene,
quindi non
ci resta che cominciare. Mentre voi spiegate le regole a tutti quanti,
vado a prendere una bottiglia d’acqua.”
Proferì Lucy leggermente a disagio.
Voglio
diventare una scrittrice e tutto ciò che mi
viene in mente è Gioco della Bottiglia? Lucy, per tutti gli
spiriti, fai schifo
ad inventare nomi!
Si
avvicinò
al bancone espirando sonoramente. “Mira, avrei bisogno di una
bottiglia d’acqua.”
“Ciao
Lucy-chan! Ho visto che stavate raggruppando gente, cosa
fate?” le domandò
Mirajane con un sorriso allungandole la bottiglia richiesta.
“Ahm…è
un
gioco-”
“Oh
e di
che gioco si tratta?” la Strauss appoggiò i gomiti
sul bancone, visibilmente
interessata.
“Si
chiama
Gioco della Bottiglia e-”
“Scommetto
che c’entra questa bottiglia.” disse Mirajane
indicando l’oggetto.
Lucy
si
portò una mano alla nuca, tentando si sorridere.
“Ebbene si, hai indovinato.”
La
cameriera annuì pensierosa. “Non doveva avere
molta fantasia colui che ha dato
il nome a questo gioco.” dichiarò infine con un
sorriso per poi tornare alle
sue solite occupazioni.
“Eh…no,
infatti.” sussurrò la bionda, cercando di
riprendersi da quella pugnalata alla sua creatività.
Prese
la
bottiglia e si diresse verso il cerchio di maghi che già era
stato formato sul
pavimento. Al centro di esso, Levy stava terminando di spiegare le
regole.
“…e
ricordate, se vi rifiutate di dare il bacio o di essere baciati,
riceverete uno
schiaffo o un pugno dall'altro interessato.”
Natsu
si
picchiò un colpo sul palmo dell’altra mano.
“Perfetto, si può fare a botte!”
Il
resto dei maghi sottolineò quell’affermazione con
un allegro boato.
Sarà
più difficile del previsto…
Dopo
aver
lasciato la bottiglia a Levy, Lucy si sedette accanto a Juvia, che non
riusciva
a nascondere una leggere tensione.
“Ehm…bene,
per rompere il ghiaccio…i- inizierò
io.” continuò poi la scripter accucciandosi
e facendo girare l’oggetto.
Juvia
corrugò le sopracciglia, e dopo diverse roteazioni,
bloccò la bottiglia alzando
appena un dito, una goccia di sudore freddo che le scendeva da una
tempia.
Nessuno
si
accorse di nulla.
Lucy
e
Lisanna si scambiarono uno sguardo complice, soddisfatte.
Un
sonoro
“woooh” si alzò dai presenti.
La
maga
degli spiriti stellari diede poi voce al pensiero di tutti i maghi.
“A quanto
pare dovrai baciare Gajeel…”
Levy
si
voltò verso l’amica, supplicandola con lo sguardo
di non aggiungere altro, poi
si girò verso il Dragon Slayer del ferro.
Stava
seduto a gambe e braccia incrociate, il capo rivolto verso un lato, lo
sguardo
falsamente perso a contemplare il soffitto, le guance leggermente
arrossate.
Mi
chiedo come abbia fatto Lisanna a convincere
anche lui a partecipare. Lucy
si
trovò ad ammirare sinceramente le doti persuasive della
giovane Strauss.
La
scripter
si avvicinò a Gajeel, mentre la folla intorno a lei aveva
iniziato a battere le
mani e urlare frasi dalla dubbia ironia per spronare la compagna nel
farsi
avanti, poi si fermò in piedi davanti a lui, torturandosi le
mani sudate
dall’agitazione.
Il
Dragon
Slayer non si mosse, sembrava che il tempo fosse stato bloccato solo
per lui.
“So…”
Levy
deglutì a vuoto un paio di volte prima di riprendere a
parlare. “…che un mio
schiaffo non ti farebbe nemmeno il solletico, ma preferisci
quello?”
Con
quella
frase riuscì infine a conquistare l’attenzione di
lui, che voltò la testa quel
tanto che bastava per guardarla negli occhi.
La
scripter
si protese verso di lui e, prima che esso potesse spostare di nuovo il
capo,
gli mise il pollice destro sotto il mento per fermarlo; con
l’indice, gli
sfiorò delicatamente i freddi piercing che aveva sul mento;
gli sorrise.
Poi
chiuse
gli occhi e lo baciò dolcemente.
Gajeel
rimase a fissare per qualche secondo, con gli occhi sgranati, il volto
di lei
mentre gli sfiorava le labbra così amabilmente con le sue,
poi, abbassando
lentamente le palpebre, abbandonò l’intero mondo
esterno per rispondere a quel
bacio.
I
muscoli
del suo braccio destro si contrassero quando, per attirarla
maggiormente a sé, affondò
una mano nei capelli turchini della scripter, che replicò a
quel gesto
sfiorandogli una guancia.
Le
loro
labbra continuavano a cercarsi mentre i maghi intorno a loro erano
caduti nel
silenzio totale.
Era
evidente, quello non era il loro primo bacio: nessuno riuscì
a comprendere se
c’era passione in quella dolcezza, oppure se c’era
dolcezza in quella passione,
in quello scambio reciproco di amore.
Infine
Levy
abbandonò la bocca di lui, che non poté fare a
meno di seguire il suo volto per
un breve istante; la scripter lasciò sulle labbra di Gajeel
un ultimo e leggero
bacio a stampo, a cui egli replicò ghignando sommessamente.
Mentre
Levy
si sedeva al suo posto, gli occhi lucidi e le gote che diventavano
sempre più
rosse, i presenti la osservarono immobili e allibiti, sopracciglia
inarcate e
bocche aperte dallo stupore.
Gajeel
era
rimasto seduto a gambe e braccia incrociate, i suoi bizzarri occhi
rossi che
ora fissavano il pavimento, la bocca contratta in una smorfia che
ricordava un
sorriso.
“Tocca
a
te, Gray.” mormorò la scripter rivolgendosi al
compagno di gilda seduto accanto
a lei.
Solo
dopo
un breve momento di silenzio passato a fissare la maga, Gray
riuscì a
rispondere. “Ahm…s- sì,
certo.” e fece girare la bottiglia.
Lucy
sentì
Juvia irrigidirsi involontariamente. La maga dell’acqua
strinse i pugni così
forte che le nocche le diventarono bianche, e per un momento la bionda
temette
che si potesse perforare i palmi con le sue stesse unghie. I suoi occhi
blu
erano spalancati, e si morse così violentemente il labbro
inferiore che ne
fuoriuscì una piccola goccia di sangue.
Infine
alzò
un dito, imponendo all’acqua di fermare la bottiglia.
“Sembra
che
dovrai baciare Juvia, Gray-sama.” proferì infine.
Gray
indietreggiò
leggermente, una smorfia di disgusto misto a preoccupazione che per un
momento
gli alterò il volto.
“Va-
va
tutto bene, Juvia?” domandò poi il mago del
ghiaccio lanciandole uno sguardo
indagatore.
Juvia
si
ostinava a tenere lo sguardo fisso sulla bottiglia, gli occhi ancora
sgranati,
la fronte che sudava eccessivamente, la goccia di sangue che ora le
colava
dalle labbra fino al mento. “Certo, non potrebbe andare
meglio, Gray-sama!”
infine si alzò improvvisamente in piedi, puntando poi i suoi
occhi verso quelli del mago.
A
quell’inaspettato contatto visivo, Gray abbassò
repentinamente lo sguardo,
accigliandosi leggermente e portandosi una mano alla nuca. Dopo un
pesante
sospiro si avvicinò a Juvia, mentre gli altri maghi avevano
ripreso a fare
chiasso e ad incoraggiare il compagno.
Lucy
guardò
preoccupata la compagna.
Se
solo le fossi un po’ più vicina riuscirei a
sentire i suoi pensieri: “Gray-sama sta per baciare Juvia
Gray-sama sta per
baciare Juvia Gray-sama sta per baciare Juvia”.
Gray
si fermò
a pochi centimetri dalla maga dell’acqua, che si era portata
le mani al petto e
che ora lo guardava con occhi sognanti.
Dopo
essersi schiarito la gola un paio di volte, Gray mise le mani sulle
spalle
della ragazza che, a quel contatto, sussultò sussurrando un
debole: “Gray-sama…”
Il
mago del
ghiaccio deglutì a vuoto.
“Gray-sama…”
Avvicinò
le
sue labbra a quelle di Juvia, ancora bagnate dal sangue.
“Gray-sama…”
Non
riuscì
nemmeno a sfiorarle la bocca.
“Gray-”
la
maga dell’acqua svenne e cadde al suolo con un tonfo sordo.
Un
silenzio
raggelante piombò di nuovo tra i presenti.
Gray
rimase
qualche secondo immobile, le braccia ancora tese davanti a
sé e le mani che
prima tenevano le spalle di Juvia ora protese verso il nulla.
“O-
Oi
Juvia!” infine riuscì a parlare e ad accucciarsi
accanto alla maga.
Lucy
si
avvicinò ai suoi due compagni.
“Ma
cosa le
è successo?!” domandò preoccupato Gray
cercando di risvegliare la maga con
qualche leggero schiaffetto sulle guance.
“Ahm
credo
fosse solo tesa, sono certa che tra poco si
riprenderà…” tentò di
rassicurarlo
Lucy.
Il
mago del
ghiaccio si rivolse al resto dei suoi compagni.
“Come…come si risveglia una
persona svenuta?” poi senza ascoltare le risposte
tornò a guardare Juvia. “No,
io…io la riporto a casa.” disse infine prendendola
tra le braccia.
“Mi
sembri
eccessivamente preoccupato, Gray…”
azzardò Lucy.
“Vuoi
che
la lasciamo qua stesa sul pavimento?” chiese ironico lui
alzando leggermente la
voce.
“N-
no, non
era questo che intendevo, è solo che-”
“Bene,
allora la riporto a casa.” e dopo un rapido saluto generale,
uscì dalla gilda
con Juvia tra le braccia.
Lucy
si
portò una mano alla fronte, sospirando. Ha
aspettato per anni che accadesse una cosa simile, e ora che Gray la
stava per
baciare sviene? Juvia è davvero piena di sorprese.
“Ora
tocca
a me, giusto?!” urlò improvvisamente Natsu
prendendo la bottiglia tra le mani.
Ora
invece è il mio momento. Finalmente porrò fine
a questa stup-
Natsu
fece
roteare la bottiglia con un colpo vigoroso.
Ju-Juvia.
Come faccio senza Juvia?
Dopo
quel
rapido pensiero, Lucy spostò gli occhi prima su Levy poi su
Lisanna. La prima
era troppo concentrata a scambiarsi sguardi e sorrisi con Gajeel per
notare la
sua espressione preoccupata, l’altra alzò
semplicemente le spalle in segno di
rassegnazione.
La
maga
degli spiriti stellari sospirò di nuovo, abbassando lo
sguardo sulle sue
ginocchia.
Senza
Juvia non ho alcuna possibilità. La
probabilità che la bottiglia indichi casualmente me-
“Oi
Lucy!”
A
quel
richiamo, la maga alzò rapidamente lo sguardo sul Dragon
Slayer del fuoco.
“Sembra
che
dovrò baciare te! O preferisci un pugno?” e con un
sorriso fece scrocchiare
ironicamente le dita di una mano.
Lucy
spostò
lo sguardo, per un numero di volte indefinito, da Natsu alla bottiglia:
indicava lei.
“Co-
cosa?!” si trovò ad urlare incredula.
Si
guardò
intorno: Juvia non era tornata, era stato semplicemente il caso ad
aiutarla.
Natsu
si
fermò davanti alla maga, le mani sui fianchi, sul volto
un’espressione
indecifrabile.
Lisanna,
altrettanto stupita dal corso degli eventi, con
un gesto della mano suggerì a Lucy di alzarsi in piedi;
ancora spaesata
dall’accaduto, la bionda seguì quel consiglio.
Il
Dragon
Slayer la prese per un polso per aiutarla a rialzarsi, e a quel
contatto il
cuore di Lucy aumentò inevitabilmente il ritmo dei battiti.
Perché
non si sta rifiutando di baciarmi? Non vuole
vincere quella scommessa?
“Bene
ahm…”
la maga degli spiriti iniziò a parlare senza motivo,
così si ritrovò a dire le
prime parole che le passavano per la mente.
“Io…perché…non…”
Bene,
per me questa è una grande cosa, ma tu,
Natsu! Perché non ti stai tirando indietro?!
Perché mi vuoi baciare?!
Lo
scopo di
quel gioco, per Lucy, era quello di farsi baciare dal Dragon Slayer, ma
si era
immaginata un minimo di resistenza da parte sua.
Ora
invece è qua a fissarmi con quel sorriso…che
gli prende? Che abbia un piano? Che sia tutta una farsa?!
Lucy
continuava a fissare il volto sorridente dell’amico, le
sopracciglia
corrucciate dalle domande che si accavallavano le une alle altre
all’interno
della sua mente confusa.
Che
lui abbia preso alla lettera la parola
“seduzione”
durante la scommessa? Se è così un bacio dato
durante un gioco non ha valore,
in quanto non ho fatto proprio niente per sedurlo.
“Allora
Lucy, sei pronta?” le sussurrò lui abbandonando il
sorriso; la determinazione
sembrava bruciare nei suoi occhi.
No
che non sono pronta!
Le
prese le
mani.
Natsu,
perché non ti stai tirando indietro?!
Si
avvicinò
ulteriormente a lei.
Perché
non mi stai urlando contro che questo è davvero
un modo meschino per vincere una scommessa?!
I
loro
corpi si sfiorarono.
Perché
non mi stai dicendo che questo è un
modo terrificante per darci il nostro primo bacio?
I
loro
respiri si intrecciarono.
Forse
perché non ci saranno altri baci?
Lucy
spostò
il volto da un lato, digrignando i denti.
Natsu,
sorpreso da quella reazione, indietreggiò leggermente col
capo.
La
maga
sentì gli occhi inumidirsi improvvisamente, e una singola
lacrima le rigò una
guancia, la guancia che Natsu poteva vedere.
“Oi
Lu-”
“Perché?”
mormorò Lucy con la voce spezzata, racchiudendo tutte le sue
domande in quella
singola parola.
“Cosa-”
“Non
importa.”
Lucy
lo
spinse via con tutta la poca forza che aveva in quel momento.
“Lucy,
cos-”
“Scusatemi,
non mi sento molto bene.” La maga uscì dalla gilda
quasi correndo, le voci dei
suoi compagni che la inseguivano dal portone aperto.
Dei
passi
alle sue spalle. “Lucy, aspetta!”
La
bionda
aumentò il passo.
“Lucy!”
I
passi
dietro di lei si fermarono improvvisamente.
“E’
meglio
se la lasci andare.” la voce di Levy risuonò nella
notte limpida.
Dopo
un
momento che parve durare un’eternità, la voce di
Natsu squarciò di nuovo, e per un'ultima volta, il
silenzio notturno. “Lucy!”
Che
sto facendo?! Da cosa sto fuggendo?! Non ho
passato questi ultimi giorni a cercare di farmi baciare da lui?!
La
maga si
asciugò gli occhi e le guance con il palmo di una mano
fredda.
E
cosa passa per la testa di quell’idiota?! Che
stava facendo?! Perché mai dovrebbe perdere una scommessa
tanto facilmente?!
Lucy
si
sentì mancare il fiato.
Alzò lo sguardo: le case le sembravano passare a fianco
troppo velocemente, il fiume sull’altro lato della strada non
sembrava fare
rumore.
Si
mise in
ascolto della notte: solo i suoi passi rapidi si rincorrevano
sull’asfalto
scuro.
Si
fermò
improvvisamente, il fiato corto.
Quand’è
che mi sono messa a correre?
Riprese
a
camminare, respirando lentamente l’aria fresca che le pungeva
la pelle.
Ora
le case
scorrevano adagio al suo fianco, ora poteva sentire lo scorrere calmo
del
fiume.
Un
bisbiglio inaspettato, proveniente da una stradina laterale,
disturbò il suo
udito.
Si
bloccò
sul posto.
“Grazie,
Gray-sama.”
Lucy
si
accostò silenziosamente alla facciata di una casa.
“Sei
sicura
di stare meglio?” domandò Gray.
La
maga
degli spiriti stellari si avvicinò cautamente alla stretta
via da cui
provenivano le voci.
Juvia
era
appoggiata con la schiena al muro di una casa, Gray era in piedi
davanti a lei,
le mani in tasca.
Passarono
diversi momenti di silenzio, un silenzio teso, innaturale, poi decisero
entrambi di spezzarlo involontariamente nello stesso istante.
“Juvia-”
“Gray-sama-”
Abbassarono
contemporaneamente lo sguardo.
Lucy
non
aveva mai visto Juvia comportarsi in quel modo in presenza di Gray.
Sembrava la
solita ragazza innamorata, un amore che rasentava quasi
l’ossessione per quel
mago, eppure i suoi occhi sembravano velati dal timore,
dall’incertezza.
Gray
alzò
di nuovo lo sguardo su di lei. “Juvia io-”
abbassò un’altra volta il capo, poi
chiuse un pugno lungo il suo fianco.
Sospirò
sonoramente, questa volta alzando gli occhi al cielo stellato, poi
prese a
sbottonarsi la camicia.
In
circostanze normali, Juvia avrebbe iniziato ad urlare il nome di Gray,
lodando
le sue qualità, facendogli velate richieste indecenti a cui
lui non avrebbe
fatto caso, eppure in quel momento la maga non proferì
parola, si limitò a
sbarrare gli occhi, la bocca aperta dalla sorpresa di quel gesto.
Spogliarsi,
per Gray, era un vizio, ma quando lo faceva consciamente, significava
che ciò
che stava per fare era una cosa seria; quando si spogliava di proposito
significava che aveva preso una decisione.
La
pelle
nuda del ragazzo faceva contrasto con quella notte senza luna,
eccessivamente
scura; lasciò cadere la camicia a terra, poi
tornò a posare il suo sguardo
profondo in quello della maga dell’acqua.
“Juvia,
io
ti devo ancora un bacio.”
A
quelle
parole, la ragazza si portò un pugno al cuore, trasalendo.
Gray
posò
una mano al muro a cui la maga era ancora appoggiata, poi, con
l’altra, le
scostò dolcemente una ciocca di capelli dal volto e gliela
spostò dietro un
orecchio.
Abbassò
il
suo volto fino a quando le sue labbra non raggiunsero quelle di lei.
Juvia,
che
fino a quel momento sembrava aver trattenuto il fiato,
espirò lentamente.
Gray
la
baciò, e sul volto della maga, Lucy poté
intravedere una lacrima brillare.
La
maga
degli spiriti stellari si allontanò silenziosamente: aveva
visto fin troppo,
era un momento intimo tra due sole persone a cui non avrebbe dovuto
assistere.
Proseguì
verso casa con il cuore che le sembrava diventare sempre più
pesante ad ogni
passo che faceva, la mente che non cessava di chiedersi il
perché di ogni cosa,
gli occhi che non volevano smettere di bagnare le sue guance.
Eppure
ora si
sentiva tranquilla.
Tra
tutte
quelle domande che continuava inutilmente a porsi, solo ad una era
riuscita a
rispondere.
Perché
questa sera non mi sono lasciata baciare?
La
risposta
gliel’aveva suggerita il cuore, così greve e
dolorante eppure altrettanto
sincero.
Perché
sono innamorata di Natsu.
Angolo
Autrice:
Dopo
due
mesi esatti dall’ultimo aggiornamento, ecco qua anche il
quinto capitolo~
Mi scuso
tantissimo per aver impiegato così tanto tempo a scrivere e
pubblicare questa
uhm cosa, ma tra la mancanza di
tempo
e l’assenza d’ispirazione, sono stati due mesi
travagliati per questa povera
storia ;-;
L’idea di
base ce l’avevo già da un pezzo, il problema
è stato proprio come
metterla giù e, pur avendo letto e
riletto questo capitolo, non ho la più pallida idea di come
sia uscito, lol
Quindi,
sempre che abbiate tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate ^^ (E
fatemi notare eventuali errori, ho come la sensazione che questo
capitolo ne sia pieno omg).
Purtroppo
non so dare una data precisa nemmeno per il prossimo aggiornamento
(manca poco
alla sessione d’esami invernale- essa si sta avvicinando
troppo velocemente- oh
no, è già qua *si butta dalla finestra*), ma temo
non sarà a breve ;-;
Infine, non
mi stancherò mai di ringraziare tutti voi, uno ad uno, per
continuare a leggere
questa fic, davvero, e sento che non riuscirò a ringraziarvi
mai abbastanza ♥
Oh,
giusto,
mi stavo per dimenticare! Se non ci sentiamo prima, auguro a tutti voi
un
buonissimo Natale e un felicissimo anno nuovo! Godetevi queste feste,
mi
raccomando! ♥
E
niente,
questo “angolo autrice” sta diventando
eccessivamente lungo, quindi mi fermo
qua >.<
A presto
spero, nel frattempo vi mando un abbraccione fortissimo!
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Giorno 5 ***
GIORNO 5 - La seduzione è un'arte
LA SEDUZIONE E' UN'ARTE
GIORNO 5
Lucy si
guardò allo specchio.
Due
profonde occhiaie le incorniciavano lo sguardo, gli occhi lucidi e stanchi, il
naso rosso, le labbra screpolate.
Rimase a
fissare quel volto per un tempo che non riuscì a determinare, quasi senza
riconoscerlo.
La notte
l’aveva passata prevalentemente a pensare a cose che ora aveva dimenticato:
cose che le sembravano di importanza vitale, domande che sembravano avere
urgenza di risposte, eppure una volta vista la luce del sole, tutti i pensieri
che si rincorrevano, quasi scherzando, nella sua mente, erano misteriosamente
scomparsi.
Una sola
cosa era riuscita a non dimenticare: i sentimenti che provava per Natsu.
Quelli non
erano svaniti con la notte buia, erano ancora sul fondo del suo cuore, erano
addirittura più vividi rispetto alla sera precedente.
Con un
sospiro, Lucy si stiracchiò, poi si lavò la faccia con l’acqua gelida, sperando
di migliorare l’aspetto orribile che la notte le aveva donato.
Due colpi
leggeri alla porta di casa la fecero sussultare mentre si stava asciugando il
viso. Dopo qualche istante di indecisione, si convinse che fingere di non
essere in casa non era certo la soluzione migliore e, a malincuore e
strisciando i piedi, andò ad aprire.
Quando
sulla soglia vide la piccola Wendy, affiancata come sempre da Charle, la maga
degli spiriti stellari tirò un sospiro di sollievo.
La giovane
Dragon Slayer la squadrò dapprima quasi impaurita dal suo aspetto, poi il suo
sguardo si colmò di preoccupazione.
“Lucy-san,
tutto bene?” riuscì infine a domandarle stringendo qualcosa tra le braccia.
La bionda
fece vagare lo sguardo per la stanza, arruffandosi leggermente i capelli
sciolti con una mano. “S- sì, tutto a posto. Volete entrare?” chiese poi con un
tono che quasi pretendeva una risposta negativa.
Cogliendo
quel velato invito ad andarsene, Wendy si affrettò a rispondere. “No no, non
vogliamo disturbare…siamo solo venute per restituirti le tue cose!” e le
allungò una borsa e un libro.
Lucy guardò
gli oggetti, confusa, ma prima che potesse chiedere chiarimenti, la Dragon
Slayer fornì la sua spiegazione. “Levy mi ha detto che ieri sera te ne sei
andata dalla gilda in tutta fretta, dimenticandoti queste cose, così mi ha
chiesto di riportartele, visto che lei è partita in missione questa mattina
presto.” Parlò così velocemente che a Lucy servì più di qualche istante per
metabolizzare quel breve discorso.
Non ricordavo nemmeno di aver lasciato la mia borsa
alla gilda…ma questo libro…
Si rigirò
il vecchio volume tra le mani.
Lesse il
titolo
L’arte della seduzione.
Si trattava
del libro che le aveva prestato Levy per aiutarla nella sua scommessa.
Corrugò la fronte chiudendo per un
breve istante i suoi occhi stanchi, poi sospirò, tornando a guardare Wendy: la
fissava sempre più turbata, un’aria di scuse che le velava il volto.
Con una fatica immane, Lucy trovò di
nuovo la forza di parlare. “Scusate se sono stata scortese, non volev-”
“Non devi scusarti Lucy-san! Noi
adesso andiamo, così puoi riposare!” la interruppe quasi urlando la giovane,
risoluta.
L’altra maga la bloccò. “No! Vi…vi
prego, restate un po’ con me, credo mi farebbe bene parlare con qualcuno.” sussurrò
Lucy abbassando lo sguardo, chiedendosi se ciò di cui aveva bisogno era
semplicemente compagnia.
Wendy e
Charle si guardarono per qualche momento, poi la Dragon Slayer acconsentì a
quella pacata richiesta d’aiuto con un dolce sorriso.
La padrona
di casa, dopo aver accolto le due ospiti e aver lasciato borsa e libro sul
tavolo, si avvicinò ai fornelli. “Volete del the?” chiese mentre riempiva già
la teiera con dell’acqua.
Le altre
due accettarono in coro.
Nel tempo
in cui Lucy preparava la bevanda calda, Wendy si perse a contemplare la
libreria colma di volumi della maga degli spiriti, scambiando con lei, di tanto
in tanto, qualche opinione sui romanzi che entrambe avevano letto.
Una volta
che il the fu pronto, si sedettero al tavolo.
“Il
prossimo che leggerai sarà quello?” domandò innocentemente la giovane lanciando
uno sguardo al libro di Levy.
Lucy
strinse con involontaria veemenza il cucchiaino con cui stava mescolando lo
zucchero, abbassando lo sguardo sulla sua tazza e mordendosi il labbro
inferiore.
“Non- non
lo so.” riuscì a rispondere con una nota amare nella voce.
Wendy
preferì non ribattere, dedicando tutta la sua attenzione alla tazza che si
stava portando alle labbra.
“Prima
risolvi questa faccenda e meglio è, non credi?” proferì improvvisamente Charle
puntando il suo sguardo su Lucy.
La maga
sgranò gli occhi, quasi ferita da quel consiglio. “Di cosa stai parlando?”
chiese poi a denti stretti.
“Della
scommessa che hai fatto con Natsu. Tutta la gilda ormai lo sa, e tutta la gilda
sa anche che hai un debole per lui.”
Lucy
strinse i pugni sul tavolo, lo sguardo sempre basso sulla sua tazza.
Wendy cercò
di intervenire. “Charle…sono questioni private, non dovresti-”
L’Exceed la
interruppe. “Non sono questioni private se tutta la gilda in cui lavorano sanno
di queste cose.”
La bionda
strinse i pugni sempre più intensamente, provocando un lieve tremore alle mani
ormai bianche, e non riuscì a fermare le lacrime di frustrazione che
scivolarono prepotenti sulle sue guance cadaveriche. “Basta.” biascicò infine.
Charle finì
di sorseggiare il suo the. “E’ evidente che la pensiamo in modo diverso, non
intendo aggiungere altro. Grazie per il the, Lucy. Wendy, ti aspetto alla
gilda.” e così dicendo uscì dalla finestra aperta.
Wendy restò
impietrita a guardare la scena con gli occhi sgranati, Lucy che piangeva e
Charle che se andava.
I
singhiozzi della maga degli spiriti stellari la riportarono alla realtà e, non
appena trovò le forze, la piccola Dragon Slayer si alzò per recuperare un
fazzoletto dalla scrivania e porgerlo all’amica.
“Mi- mi
dispiace per tutto quello che ha detto Charle, sono sicura non avesse
intenzione di farti questo!” si scusò sinceramente Wendy mentre l’altra si
asciugava le lacrime.
Dopo
qualche pesante sospiro, Lucy riuscì a guardare in faccia la sua
interlocutrice. “Non devi scusarti. Ha detto solo la verità, per questo fa così
male.” Sorrise forzatamente, gli occhi tristi e arrossati.
A quelle
parole, Wendy non riuscì a nascondere la sorpresa sul suo viso. Dopo qualche
istante di silenzio, tentò di condurre la conversazione in un’altra direzione,
quasi vergognandosi di aver sentito quelle parole. “A- allora Lucy-san, quale
sarà la tua esibizione per Miss Fairy Tail?” le domandò con un sorriso incerto.
La bionda
la fissò stranita, sul volto l’espressione di chi tentava di comprendere una
lingua sconosciuta. “Cosa?”
“Il…il
concorso di Miss Fairy Tail…parteciperai anche tu, no? E’ questo fine
settimana, pensavo che avessi già in mente cosa fare…”
“No…no, me
ne ero completamente dimenticata…” confessò sospirando. “Da quel che so, tu non
parteciperai, vero?” aggiunse poi cercando di mandare avanti, seppur a fatica,
la conversazione.
Wendy
diventò improvvisamente paonazza, lo sguardo basso, la voce che tremava. “N-
No, infatti…Natsu me lo aveva chiesto m-ma…”
Per tutti gli spiriti, mi ero dimenticata che
questa cosa la mette tremendamente in imbarazzo!
“Ah si,
certo, è vero! Scusami…”
La giovane
non rispose.
Un angolo
della bocca di Lucy si contrasse in un mezzo sorriso. “Non devi sentirti in
imbarazzo per questo…insomma, Natsu-” dovette deglutire un paio di volte prima
di riprendere a parlare. “…ti ritiene carina e ti chiede di partecipare in
veste di fratello maggiore. Non lo vedi anche tu come tale?”
Wendy
annuì, e finalmente alzò lo sguardo su Lucy. “Certo…è che…ho solo paura di
deluderlo.” mormorò con un sorriso triste. “Lo so che è una cosa stupida-”
La maga si
accucciò davanti alla Dragon Slayer. “E’ meno stupida di quanto pensi.”
Passarono
diversi istanti in quella posizione, Wendy ancora seduta sulla sedia e Lucy
inginocchiata davanti a lei, ognuna persa nei propri pensieri.
Infine
Wendy trovò la forza di parlare.
“Lucy-san…”
una lunga pausa. “…ti piace davvero Natsu?” mormorò quelle parole con le guance
eccessivamente arrossate, gli occhi fissi sui suoi piedi, le mani piccole e
pallide che si tormentavano a vicenda.
Lucy la guardò
con uno sguardo vacuo, la mente che aveva comunque percepito quella domanda che
stava ancora vagando altrove.
“Sì.”
rispose semplicemente.
L’aveva già
ammesso a sé stessa, l’aveva già ammesso indirettamente quando pochi istanti
prima aveva dichiarato che quella verità
le faceva male; eppure sentire la sua voce rispondere così candidamente a
quella domanda, le fece correre un brivido freddo lungo la schiena.
Sembrava
che una folata di aria gelida le si stesse insinuando fino alle ossa.
Ho già sentito questa brezza…sembra la stessa aria
che entrava dal portone della gilda la sera in cui abbiamo scommesso.
Scacciò
quei pensieri apparentemente senza senso dalla sua mente corrugando la fronte e
scuotendo leggermente il capo.
La voce di
Wendy, ora in piedi davanti a lei, la fece trasalire. Si era dimenticata della
sua ospite.
“E’ meglio
che vada Lucy-san, non volevo disturbare.”
Lucy tentò
di ricordare come si mettevano insieme le parole per formare una frase. “No-
no, figurati…” tentò, ma non aggiunse altro mentre accompagnava la Dragon
Slayer alla porta.
Wendy,
prima di uscire, rimase qualche istante sulla soglia, dando le spalle all’altra
maga. “Lucy-san?”
“Mmh?”
“Se si ama
qualcuno bisognerebbe dirglielo, no? E’ sempre bello sentirsi amati.”
Lucy non
rispose.
Rimase a
fissare la porta che la piccola maga aveva chiuso dietro di sé.
Si morse
violentemente il labbro inferiore nella speranza che quel gesto fermasse
ulteriori lacrime che volevano fuggire dai suoi occhi, ma non riuscì a
frenarle.
Si accasciò
al suolo, piangendo disperatamente senza sapere il perché. Era troppo confusa
per comprendere i motivi che quelle lacrime potevano avere per abbandonarla.
E’ sempre bello sentirsi amati. Ma mi basta amare
senza avere nulla in cambio?
Ancora in
ginocchio sul pavimento, i suoi occhi andarono a cercare il fuoco che Natsu le
aveva regalato.
No, non mi basta.
“Lucy?”
La maga,
dopo un urlo per lo spavento, si alzò rapidamente in piedi.
Seduto al
tavolo dove poco prima era accomodata Wendy, Loki si stava versando del the in
una tazza.
“Che
diavolo ci fai qua?! Non ti ho chiamato!” urlò tra i singhiozzi.
“Vedo che
hai ripreso almeno la facoltà di parlare.” Lo spirito stellare sorrise
pacatamente, accavallando una gamba sull’altra.
“Senti,
scusa ma non è il momento-”
La
interruppe. “Sono qua proprio perché non
è il momento.” Bevve un sorso di the.
Lucy si
strofinò gli occhi, asciugandosi poi le guance con il dorso della mano. “Non so
di cosa tu stia parlando…” mentì.
“Tch.” Un
motto di scetticismo gli incurvò le labbra. “Smettila Lucy, sei bella, ma non
sei stupida.” e le lanciò uno sguardo malizioso da sopra gli occhiali.
La maga
incrociò le braccia e distolse lo sguardo da lui. “Che cosa vuoi?”
Invece di
rispondere, Loki cominciò a sfogliare distrattamente il libro posato sul
tavolo, lasciando un vuoto di parole colmato solo dal fruscio delle pagine.
“Questo non
ti servirà a niente.” proclamò infine posando il volume. “L’arte non si impara
sui libri.”
Lucy si
andò a sedere di fronte a lui. “E invece ti informo che molta gente studia vari
tipi di arte sui libri.” Ribatté, la voce affaticata.
“Io ho
sempre preferito la pratica.” lo spirito stellare si alzò inaspettatamente in
piedi, accostando poi le sue labbra all’orecchio di lei. “Soprattutto per
quanto riguarda la seduzione.”
La maga, il
viso leggermente arrossato, lo allontanò con una lieve spinta su una spalla.
“Smettila…non mi hai ancora detto perché sei qua.”
Loki si
sistemò la cravatta. “Bè, non posso far visita ad un’amica?”
“Non sono
stupida, l’hai detto tu.”
L’altro
sorrise. “Infatti.” una pausa, poi cominciò a gironzolare per la stanza con le
mani in tasca. “In realtà sono qua per invitarti a cena.”
Lucy
aggrottò la fronte. “Cosa?”
“Stasera,
alle sette al giardino dei ciliegi.”
La ragazza
sbuffò e appoggiò il capo sul tavolo. “Ma che stai dicendo…e in ogni caso non
ho nessuna voglia di uscire.”
Lo spirito
stellare si fermò dietro di lei.
“Invece credo
ti farebbe bene uscire per qualche ora.”
“Non penso
proprio, me ne starò chiusa in casa fino alla fine della settimana.” mormorò la
maga, lo sguardo perso nel vuoto.
“E una
volta che la settimana sarà finita?”
Lucy non
rispose, rimase con la testa sul tavolo; chiuse gli occhi.
Loki
sospirò. “Mia cara Lucy…odio vederti così. Se questa scommessa ti preoccupa
così tanto posso darti qualche lezione di seduzione.” e cominciò a massaggiarle
dolcemente le spalle.
“…mmh…aspetta, come fai a sapere di quella scommessa? E comunque non cred-”
“Hai tutta
la tensione accumulata qua…” avvicinò il suo volto alla nuca della maga. “…magari
un bagno caldo potrebbe aiutare…” le solleticò il collo con il suo respiro.
“…magari…”
una breve pausa, poi Lucy si alzò rapidamente in piedi. “Ma che stai facendo?!”
Loki
sorrise. “Era la prima lezione.”
“Cos- oh,
ma va al diavolo, Loki! Sì, ho proprio bisogno di un bagno caldo, quindi ciao.”
si fiondò in bagno sbattendo poi la porta.
Sentì in
lontananza la risata dello spirito stellare. “A stasera allora!”
“No!” Lucy
cominciò a spogliarsi, furiosa. “Voglio solo stare da sola…” aggiunse poi, più
a sé stessa che al suo interlocutore.
Loki
comparve sull’uscio, un’espressione seria e profonda che aveva spodestato il
suo sorriso. “No Lucy, devi esserci. E’ terribilmente importante.”
La maga lo
squadrò per diversi secondi: non riusciva a capire se le stava ordinando di
uscire, o se la stava implorando.
Abbassò lo
sguardo, espirando sonoramente. “E va bene.” assentì scuotendo il capo.
Tanto peggio di così non posso stare.
Loki si
sistemò gli occhiali con l’indice, sorridendo. “A stasera.” ripeté dolcemente.
Prima di
andarsene lanciò un’ultima breve occhiata a Lucy. “Belle mutandine.”
La maga si
guardò il corpo: si era dimenticata di indossare solamente la biancheria
intima.
“Vattene,
cretino!” e prima che potesse aggiungere altro, Loki chiuse la porta con una
risata.
*
Lucy passò
fin troppo tempo nella vasca da bagno.
Si guardò
le dita di una mano: la pelle raggrinzita le stava chiedendo di uscire
dall’acqua già da diverso tempo, eppure continuava a rimandare.
Le sembrava
di dover decidere qualcosa di importante, ma non sapeva dire cosa.
I pensieri
le accarezzavano dolcemente la mente, ma dopo pochi istanti se ne andavano
senza lasciare alcuna traccia, proprio come l’acqua calda che evaporava e
svaniva in volute che toccavano il soffitto.
Avrebbe
voluto pensare alla sua esibizione a Miss Fairy Tail, alla cena che la
aspettava quella sera stessa, a cosa avrebbe fatto il giorno dopo, come avrebbe
continuato il suo romanzo, a qualsiasi cosa, tranne che a Natsu.
Tuttavia la
sua mente si ostinava a ricordarle il suo viso, il suo calore, la sua amicizia,
i momenti che aveva passato in sua compagnia fino ad allora.
E le faceva
male, tremendamente male.
Si domandò
come la sua mente avesse trasformato una persona a cui teneva così tanto in
un’arma che riusciva a colpire i punti più deboli del suo cuore.
La sua
mente stava ferendo il suo cuore.
Le sembrava
un concetto apparentemente semplice, eppure ogni volta che le pareva di averlo
compreso, questo si evolveva in qualcosa di estremamente complicato, pur
restando misteriosamente lo stesso.
Si diede
due leggeri schiaffetti sulle guance, tentando di svuotare la mente, poi
finalmente uscì dall’acqua ormai tiepida.
Si asciugò
e si vestì lentamente; i raggi di sole che entravano dalla finestra della
camera la stavano avvertendo che l’ora di pranzo era passata da tempo.
Mangiò
qualcosa, più per passare il tempo che per fame.
Guardò
l’orologio: era ancora troppo presto per recarsi al giardino dei ciliegi, ma
cominciò a prepararsi lo stesso.
Non avendo
voglia di cambiarsi tenne i soliti abiti, si pettinò come sempre e si truccò
leggermente.
Si guardò
di nuovo allo specchio. Non seppe dire se si trattava di lei stessa o di una
sua brutta copia e, con quell’insensato dubbio, si sedette alla scrivania con
l’intenzione di scrivere qualche pagina del suo romanzo.
Pagine che
per tutto quel pomeriggio restarono bianche, perché i suoi occhi, nonostante
fossero accarezzati dai raggi del sole, stavano accarezzando a loro volta quel
piccolo fuoco inesauribile che ardeva dentro il barattolo di vetro.
Senza che
se ne accorgesse, arrivarono le sette e uscì di casa in tutta fretta.
*
Il sole stava
terminando la sua lenta camminata lungo il cielo, e gli ultimi raggi delicati
dipingevano la città di Magnolia con colori pastello: il giardino dei ciliegi
era immerso in una luce arancione, ma così tenue che il solo guardarla faceva
sorgere il timore che potesse sparire.
Gli alberi
di ciliegio erano già fioriti da diverso tempo, e sui loro rami non c’era più
alcuna traccia dei loro eleganti boccioli.
Accanto ad
un albero, in lontananza e in controluce, la figura di Loki la stava aspettando
con le mani in tasca.
Lucy si
avvicinò con l’accenno di un sorriso, poi lo chiamò a gran voce. “Spero non ti
disturbi il fatto di non essermi vestita in modo elegante!” scherzò.
La figura
si voltò. “Oi Lucy!”
La maga si
bloccò, gli occhi sgranati, la voce che l’aveva abbandonata.
Riuscì a
mimare una sola parola con la bocca. “Natsu?”
Il Dragon
Slayer le corse incontro: indossava un raffinato completo scuro, una camicia
bianca, e la sua amata sciarpa, che stonava visibilmente con il resto del suo
abbigliamento.
“Cosa ci
fai qua?” le chiese Natsu, stupito.
“Io…io
non…” Lucy cercava di non capire la situazione, ma era fin troppo evidente. “Loki
mi ha detto di venire qua…” disse facendo vagare lo sguardo per tutto il
giardino e portandosi poi una mano alla fronte. “A quanto pare è un
appuntamento.” biascicò infine.
Natsu la
guardò confuso. “Hai un appuntamento con Loki?”
“No idiota,
ho un appuntamento con-”
Il Dragon
Slayer inarcò le sopracciglia.
“…te.”
terminò Lucy sussurrando.
“Ah.” Natsu
si portò le mani dietro la nuca. “Anche a me Loki ha detto di venire qua…quindi
ha organizzato tutto lui.”
La voce del
colpevole li interruppe. “Signori, la cena è servita!”
Lucy si
fiondò in direzione dello spirito stellare e lo trascinò lontano da Natsu.
“Ma che
diavolo hai fatto?! Non ti è venuto in mente che, forse, sarebbe stato meglio dirmi che c’era anche lui?”
“Se te lo
avessi detto, avresti detto di no.”
Lucy aprì
la bocca un paio di volte, ma non riuscì a ribattere.
“Piuttosto,
come ti sei vestita?!” la rimproverò Loki.
“Come
sempre! Non mi hai detto di mettere un abito elegante!”
“Di solito
una ragazza si presenta elegante ad una cena senza bisogno di dirglielo!”
“Non avevo
voglia di cambiarmi.”
Loki
sospirò, rassegnato.
“Se stai
facendo tutto questo per aiutarmi con quella scommessa, bè puoi farne a meno.
Ci ho già rinunciato.” puntualizzò la maga.
“Eppure non
gli hai ancora detto di esserti arresa.” sorrise lo spirito aggiustandosi gli
occhiali.
“Lo farò
stasera.”
“Libera di
farlo.” una pausa. “Di quella scommessa non mi importa niente, mi importa di
te, Lucy. Odio vederti così.”
“Me l’hai
già detto.” gli fece notare lei incrociando le braccia.
Loki la
guardò sorridendo. “Allora mi ascolti quando parlo.”
Lucy si
sentì improvvisamente in imbarazzo. “E perché non dovrei?! Avanti, ceniamo e
mettiamo fine a questa cosa.” tagliò corto.
Lo spirito
stellare avvicinò eccessivamente il suo volto a quello di lei. “Ai tuoi
ordini.” le mormorò con un ulteriore sorriso.
Loki fece
un gesto a Natsu invitandolo ad avvicinarsi, poi fece accomodare entrambi ad un
tavolo apparecchiato di tutto punto al centro del giardino: Lucy si domandò
come aveva fatto, poco prima, a non accorgersi di una tale bizzarria.
“Signori,
questa sera io e Happy saremo i vostri camerieri.” proclamò lo spirito.
L’Exceed
spuntò da chissà dove. “Aye!”
“Oooh,
anche tu Happy c’entri in tutto questo?” chiese ammirato Natsu, gli occhi che
brillavano.
“Aye!” e
diede un cinque all’amico.
Loki
illustrò il menu in modo professionale, poi si allontanò con l’Exceed lasciando
soli i due maghi.
“E adesso
dove andranno a prendere il cibo?” domandò perplessa Lucy seguendo con lo
sguardo i due camerieri improvvisati.
“Non mi
interessa, l’importante è che si mangi!” dichiarò entusiasta Natsu infilando un
lembo del tovagliolo nella camicia creando così una sorta di bavaglino.
Lucy lo
guardò, un gomito appoggiato sul tavolo e il mento abbandonato sul palmo della
mano.
Per qualche
strano motivo si era aspettata di trovarlo diverso
dalla sera precedente tuttavia, quello che ora aveva davanti, sembrava lo
stesso Natsu di sempre.
“Allora,
stai meglio?” le domandò lui improvvisamente.
La maga
corrugò la fronte. “Si, perché?”
“Ieri sera
te ne sei andata dicendo che non stavi bene…” lo sguardo del Dragon Slayer non
voleva abbandonare il suo viso.
Non riuscendo
a sostenerlo, Lucy abbassò gli occhi. “Ah, sì. Avevo solo bisogno di stare un
po’ sola.” se si trattasse della verità non lo sapeva nemmeno lei.
Dopo
qualche istante di silenzio, Happy portò loro le bevande. “Tra poco arriverà
anche il cibo!” disse con eccessivo entusiasmo.
“Stai bene
nel ruolo di cameriere, dovresti farlo anche a casa.” propose Natsu all’Exceed.
“Solo se mi
paghi in pesci come fa Loki!” ribatté Happy allontanandosi.
Tra i due
maghi calò di nuovo il silenzio.
Un silenzio
pesante, pregno di imbarazzo, un silenzio che tra amici non dovrebbe nascere.
Era
capitato altre volte che tra i due scendesse un velo di silenzio, perché
c’erano situazioni in cui bastavano dei gesti per comprendersi, perché c’erano
situazioni troppo tragiche o troppo divertenti per esprimere i propri
sentimenti a parole, o semplicemente perché non c’era nulla da dire; ma si
trattava di un silenzio buono, confortevole, che li cullava tra le sue braccia
e che li rendeva ancora più vicini di quanto non facessero le parole.
Quel
silenzio, invece, era estremamente diverso, quasi agli antipodi rispetto a
quello che avevano conosciuto fino a quel momento.
Un silenzio
che durò per quasi tutta la durata della cena, se non per le brevi interruzioni
dei camerieri, o per qualche
sporadico scambio di battute tra i due che non portavano assolutamente a
niente.
Lucy aveva
utilizzato quel silenzio maligno per cercare la forza di dire al Dragon Slayer
che aveva rinunciato a quella scommessa, che si era arresa, che lui aveva vinto
addirittura in anticipo.
Ma non la
trovò.
Loki portò
infine il dessert. “Ed ecco a voi la portata finale.”
“Ma come, è
già finita?” si lamentò Natsu tra un cucchiaio di dolce e l’altro.
“Hai
mangiato fin troppo.” lo rimproverò lo spirito stellare prima di allontanarsi
di nuovo.
Lucy mangiò
appena un paio di bocconi, poi spostò leggermente il piatto, sospirando; se
solo non fosse stato ritenuto un gesto scortese, se ne sarebbe andata in quel
momento.
Natsu si
pulì la bocca. “Bè non era molto, ma almeno era tutto buono.”
La maga
accennò un sorriso di cortesia, lo sguardo basso.
L’altro
sbuffò e si portò le mani alla nuca. “Ti va di fare una passeggiata?” chiese
inaspettatamente.
Lucy inarcò
leggermente le sopracciglia, stupita da quella domanda, tenendo però lo sguardo
puntato su un punto indefinito del tavolo. “Sì.” rispose semplicemente; non
sapeva cosa altro aggiungere.
“Bene. Me
la dai?”
“Cosa?!” Lucy
alzò lo sguardo, gli occhi sgranati, la voce eccessivamente acuta.
Natsu, ora
in piedi all’altro capo del tavolo, le stava allungando una mano. “Me la dai,
la tua mano?” ripeté sorridendo.
La maga
abbassò di nuovo lo sguardo, espirando sonoramente. “Ah, ma certo, la mano…”
poi si alzò a sua volta, e poggiò il suo palmo su quello caldo di Natsu.
“Dovresti stare attento a come parli ad una ragazza…” azzardò Lucy mentre
camminavano fianco a fianco, mano nella mano.
Il Dragon
Slayer la guardò con aria confusa, la fronte corrugata. “Perché? Cosa avevi
capito?”
“Non
importa…” scosse la testa, un sorriso imbarazzato che le si dipinse sul volto.
Natsu
lasciò il suo sguardo puntato verso l’orizzonte per diverso tempo, l’aria
concentrata di chi stava affrontando un dilemma interiore.
“Ah! Ma
certo!” esclamò poi tutto d’un tratto. “Tranquilla Lucy, non ti voglio
sposare.” dichiarò sorridendo, l’altra mano in tasca.
La maga lo
guardò basita, senza capire. “Pe- perché me lo stai dicendo?”
“Quando si
chiede la mano ad una ragazza è come chiederle di sposarsi, no? Non è questo
che avevi capito?” domandò lui con aria saccente.
“Ah- bè-
no, non esattamente. Cioè non è quello che avevo capito- non importa, davvero.”
agitò una mano come a scacciare quei pensieri.
Non
riusciva a comprendere se Natsu fosse davvero così ingenuo o se facesse solo
finta.
“Lucy?”
“Mmh?”
“Perché
ieri sera sei scappata?”
Lucy si
bloccò sul posto, Natsu fece ancora qualche passo in avanti. Le loro braccia
erano quasi completamente distese, le loro mani erano legate tra loro da appena
un paio di dita.
La maga
lasciò la presa.
Si voltò
dando le spalle al Dragon Slayer, guardando l’orizzonte in cui sole si era
appena tuffato.
Natsu si
avvicinò a lei, ancora in attesa di una risposta che non giunse.
“Tu mi
avresti baciata?” sussurrò lei, le parole che si mescolavano alla brezza
leggera della sera imminente.
“Erano le
regole del gioco.” rispose lui con sufficienza.
La maga lo
guardò: era accanto a lei, lo sguardo perso a contemplare il cielo, le loro
spalle che quasi si sfioravano.
“Quindi tu
non mi baceresti?” continuò a guardare il suo profilo, aspettando una qualsiasi
reazione che gli alterasse, anche solo minimamente, il volto.
Corrugò
semplicemente la fronte. “E perché mai dovrei baciarti?”
L’ombra di
un sorriso comparve sul volto di Lucy. “Già.”
Per lui la
scommessa era ancora valida.
“E se-” -non ci fosse di mezzo una scommessa?
Natsu la
guardò, invitandola a finire la frase, ma lei abbassò solamente lo sguardo, senza reagire.
Lentamente,
il Dragon Slayer si posizionò davanti a lei.
Le prese il
volto tra le mani, obbligandola a guardarlo. “Lucy, smettila.”
La ragazza si
accigliò, confusa.
“Qualsiasi
cosa ti stia preoccupando in questi giorni, smettila di pensarci.”
Lucy
sorrise sinceramente. “Non è così facile.”
“Posso
aiutarti in qualche modo?”
Lucy
rifletté per qualche istante. “No, per il momento no.” una breve pausa. “Ma un
giorno credo avrò bisogno del tuo aiuto.” sorrise di nuovo, stupendosi del
fatto di quanto le riuscisse facile sorridere in quel momento.
Natsu annuì
convintamente, un’espressione decisa che gli accendeva lo sguardo. “Ti va di
ballare?” aggiunse poi improvvisamente.
“Ballare?”
“Sì,
ballare.” le mise una mano dietro la schiena, mentre con l’altra mano prese la
sua. “Me lo hai insegnato tempo fa, ma mi ricordo ancora qualcosa.” le regalò
un sorriso raggiante.
Lucy lo
assecondò, quasi felice di quella proposta. “Cosa vuoi ballare?”
“Quella
cosa facile, con pochi passi da ricordare…il pretzel!”
“Il valzer,
Natsu, si chiama valzer.”
Cominciarono
a ballare sulle note di una melodia che parevano udire solo loro, di tanto in
tanto pestandosi i piedi a vicenda e ridendo della loro incapacità nel ballo.
“Me lo
ricordavo più facile.” constatò Natsu con una smorfia.
“Non c’è la
musica, questo rende tutto più complicato.” spiegò lei sorridendogli.
Natsu la
guardò intensamente, inclinando leggermente la testa da un lato. “Grazie.”
Lucy si
accigliò. “Per cosa?”
“Per
sorridermi ancora.”
La ragazza
non riuscì a nascondere la sorpresa sul suo volto, e prima che potesse chiedere
spiegazioni, il Dragon Slayer continuò a parlare.
“Ieri sera
te ne sei andata piangendo, pensavo di averti fatto qualcosa di male.” una
pausa, il suo sguardo che sfiorava solo il volto di Lucy per poi perdersi alle
sue spalle. “Non so perché, ma ho avuto come la sensazione che non mi avresti
più sorriso.”
Quello
scenario colpì nel profondo il cuore della maga. Abbassò lo sguardo sui loro
piedi: ormai non stavano più ballando, la loro danza era diventata una sorta di
leggero ondeggiamento casuale.
Se non sorrido a lui, non saprei a chi altro
sorridere.
“Non
dovresti pensare a queste cose stupide.” lo ammonì scherzando, l’ombra di una
risata che le alterò la voce per un momento.
Ondeggiarono
sul posto ancora per qualche istante, poi si fermano di tacito accordo.
Natsu le
prese le mani, e lasciò il suo sguardo posato su di esse.
Il battito
del cuore di Lucy accelerò eccessivamente.
“Lucy?”
La maga abbassò
a sua volta gli occhi, senza rispondere.
“Se mai
dovessi farti qualcosa di male, e io non me ne rendessi conto, me lo diresti,
vero?”
Ci rifletté
su per qualche momento.
Non lo
sapeva.
“Sì, credo
di sì.” mentì.
Il Dragon
Slayer si limitò ad annuire.
“Bene.” una
pausa. “Prima ti è rimasto del dolce, posso mangiarlo?” cambiò argomento così
repentinamente che Lucy non riuscì ad assimilare immediatamente quella domanda.
“S- sì,
certo.” balbettò lei infine mentre Natsu si stava già dirigendo al tavolo.
Dopo tutto
quel tempo passato insieme a lui, la ragazza non sapeva ancora se il fatto di
riuscire a cambiare argomento tanto facilmente durante una conversazione fosse
un suo pregio o un suo difetto.
Si avvicinò
alla tavola sospirando.
“Oi,
secondo te dobbiamo sparecchiare?” le domandò Natsu con la bocca piena.
Lucy si
guardò intorno; di Happy e Loki nemmeno l’ombra. “Mmh non credo…aspetta, ma di
che ti preoccupi? Non sparecchi nemmeno a casa tua!”
Lui annuì con
decisione, sottolineando quell’affermazione alzando il cucchiaino. “Hai ragione!”
deglutì l’ultimo boccone.
Sembrava che
il filo del loro rapporto fosse tornato insieme, anche se Lucy non riuscì a
capire se si fosse mai spezzato realmente.
Rabbrividì.
La serata stava lasciando vagare per Magnolia il solito venticello leggero.
“Io torno a
casa, comincio ad avere freddo.” annunciò la maga incrociando le braccia.
Natsu si alzò
lentamente, stiracchiandosi rumorosamente. “Se vuoi ti accompagno.”
Lucy lo
guardò insospettita. “Non l’hai mai fatto.”
“Posso
iniziare da stasera.” e il suo voltò si illuminò con un sorriso.
La ragazza
non seppe cosa rispondere. “Come vuoi.”
S’incamminarono
fianco a fianco, lui con le mani in tasca, lei con le braccia ancora conserte.
Se solo fosse un gentiluomo mi darebbe la sua
giacca!
Altre volte
gli aveva chiesto la sua sciarpa, la sua giacca, un suo indumento per coprirsi
dal freddo durante le loro missioni, eppure in quel momento le sembrava
estremamente fuori luogo fare una richiesta simile.
“Hai freddo?”
le domandò lui osservandola.
Lucy lo
guardò speranzosa, gli occhi colmi di gioia per quella domanda.
“Sì, un
pochino.” lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, aspettando che la giacca
del Dragon Slayer le avvolgesse le spalle.
“Forza, non
c’è molta strada.”
La maga si
portò una mano alla fronte, espirando dalla rassegnazione per quella risposta.
Tentò di
cambiare discorso prima che la voglia di inveirgli contro diventasse più forte.
“E’ stata una serata carina, dovremmo uscire più spesso insieme.” si trovò infine a
dire con le gote eccessivamente rosse per l’imbarazzo, lo sguardo sulla strada
scura.
Natsu la
guardò, poi si portò le mani alla nuca. “Ma cosa dici? Usciamo praticamente
sempre insieme.”
“Ma quando
mai?!”
“Bè…in
missione, alla gilda-”
Lucy si
rifiutò di ascoltare il seguito dell’elenco, interrompendolo quasi urlando. “Non
è la stessa cosa!”
Dopo averle
donato una breve occhiata, il Dragon Slayer puntò lo sguardo dritto davanti a sé,
le mani ancora intrecciate dietro al collo. “Quindi intendi un altro
appuntamento?”
“N- no,
insomma…non esattamente, cioè sì, però-”
“Deciditi
Lucy, non me ne intendo di queste cose, tantomeno di ragazze.” sbuffò, incurante dei balbettii della maga.
“Già, me ne
sono accorta.” sospirò lei.
In pochi
minuti arrivarono alla sua abitazione.
Le mani
fredde le tremavano mentre infilava la chiave nella toppa. “Grazie per avermi
accompagnata.” disse aprendo con non poca fatica la porta in legno.
“Figurati.
Allora, che facciamo?”
Lucy si bloccò,
spaesata da quella domanda apparentemente insensata, continuando a dare le
spalle al suo interlocutore.
“Ci vediamo
o no per un secondo appuntamento?”
Il cuore
della maga perse un paio di battiti, il suo respiro si fermò per qualche
istante.
Abbassò la
testa, sorridendo.
Avanti Lucy, basta un “sì”, una sillaba sola, un
semplice sì.
Eppure le
sue corde vocali sembravano essersi gelate, la sua bocca non voleva rispondere
ai suoi comandi.
Si rese
conto che stava dando troppa importanza a quella domanda; probabilmente per
Natsu era un quesito come un altro, eppure non riusciva a smettere di
sorridere.
Fece un
movimento pressoché impercettibile con una mano: aveva dimenticato come parlare,
ma il suo corpo ricordava ancora come muoversi.
Si voltò di
scatto, e con un paio di brevi falcate si trovò a pochi centimetri dal volto
caldo del Dragon Slayer.
La stava
fissando con la fronte corrugata, sul volto un’espressione confusa.
Lucy si
alzò in punta di piedi e lo baciò dolcemente su una guancia.
Così
rapidamente come l’aveva raggiunto, altrettanto velocemente la maga lo
distanziò, correndo dentro casa e chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo
sordo.
Appoggiò la
schiena al portone in legno, gli occhi chiusi, il respiro affannoso.
Voleva
pentirsi di ciò che aveva appena fatto, ma non ci riuscì.
Cos’ho fatto cos’ho fatto cos’ho fat-
“Ahm Lucy? Immagino
che quello valesse come un sì.”
La ragazza
fece un paio di respiri pesanti.
Che cosa sto facendo? Non sono in un romanzo in cui
con un bacetto va a posto tutto.
A
malincuore, aprì di nuovo la porta, la testa bassa, lo sguardo lucido, la bocca
tirata in un sorriso imbarazzato.
Il cuore
continuava a palpitarle all’impazzata, le gambe la reggevano a stento.
“S-sì.” mormorò
in modo quasi impercettibile.
“Allora ci
metteremo d’accordo.” il ragazzo lo disse in modo così naturale, che Lucy non
poté fare a meno di guardarlo.
Sembrava
tranquillo, gli occhi verdi che la osservavano parevano sereni, un accenno di
sorriso gli incurvava un angolo della bocca.
Lucy non
poté fare a meno di domandarsi per quale motivo aveva sentito il bisogno di
fuggire da lui, per quale motivo non era riuscita a dargli una semplice
risposta affermativa, per quale motivo non riusciva a dirgli ciò che provava in
quel momento.
Era
semplicemente Natsu, niente di più, niente di meno.
Il solito
Natsu, a cui aveva sempre raccontato tutto, la persona di cui si fidava di più
al mondo, con la quale aveva condiviso gli anni migliori della sua vita fino a
quel momento.
“N-”
“Lucy?” il
Dragon Slayer la interruppe ancora prima che lei riuscisse a pronunciare una
sillaba.
La maga lo
guardò incuriosita, non sapendo cosa aspettarsi dopo quel richiamo.
“Posso
dormire da te?”
Una folata
di vento lievemente più forte delle altre scompigliò i capelli di entrambi.
“Co-cosa?”
“Il tuo
letto è così comod-”
“Natsu.” la
ragazza puntò i suoi occhi scuri sul viso di lui. “Non dirmi che mi hai
accompagnata solo per restare a dormire.”
“Ma- ma no,
cosa vai a pensare…” e agitò una mano davanti al viso come a voler scacciare
quell’ipotesi.
Lucy si
avventò su di lui. “Brutto-” gli tirò un pugno ad una spalla. “…approfittatore-”
Il mago si
spostò rapidamente evitando il secondo colpo. “Oi Lucy, non c’è bisogno di
scaldarsi tanto-”
“Scaldarmi?!
Ho patito un freddo terribile nel tornare a casa, e tutto perché non mi hai
offerto la tua giacca!” cercò di assestargli un ulteriore colpo, invano.
“Potevi chiedermela,
no?”
Lucy urlò
esasperata. “Aaaah, sei senza speranze!”
“Ma che ti
prende-”
“Buonanotte!”
varcò l’uscio a grandi passi, sbattendo la porta una seconda volta.
Salì le
scale furiosa, borbottando tra sé e sé frasi senza un apparente filo logico che
le collegasse.
La voce di
Natsu la raggiunse attraverso la finestra della camera da letto. “E quello
immagino valesse come un no?!”
Lucy si
affacciò con eccessiva veemenza, urtando un’anta con un gomito; soffocò un’imprecazione.
“Ma bravo, vedo che cominci a capire!”
“Mmh.” lui assunse
un’espressione che ricordò alla maga il broncio di un bambino. “Sei davvero
cattiva, Lucy.”
La ragazza
aprì la bocca per ribattere, senza però sapere cosa dire.
Si guardò intorno
nella speranza di trovare le parole giuste, ma si limitò ad accartocciare uno
dei tanti fogli che teneva sulla scrivania e a lanciarglielo insieme alla sua rabbia.
Natsu lo
afferrò al volo con facilità. “Questo invece significava qualcosa?”
“Buonanotte!”
Il Dragon
Slayer si incamminò per tornare alla sua dimora, facendo però i primi passi all’indietro
e continuando a guardare la finestra . “Per te che dormi in un letto così
comodo la sarà di sicuro, una buona notte!” assunse un’aria offesa, poi le
lanciò un ultimo sorriso raggiante.
Lucy cercò
di mantenere un’espressione furiosa il più a lungo possibile, le sopracciglia corrucciate,
la bocca contratta; ma appena chiuse le finestre si sciolse in una risata
sincera.
Angolo Autrice:
Ben
ritrovati! (^^)/
Ebbene no,
non sono sparita, dispersa, fuggita o quant’altro, ho solo impiegato davvero
troppo tempo ad aggiornare ;w;
Spero che
questo capitolo vi sia piaciuto e, se avete tempo e voglia, fatemi sapere cosa
ne pensate, e se avete consigli da darmi o critiche da fare, non tiratevi
indietro uù
Come
sempre, il prossimo aggiornamento avverrà il prima possibile, ma di questo
passo temo sarà tra almeno altri due mesetti ;w;
Infine,
chiudo continuando a ringraziare tuuuutti quanti voi che seguite e leggete
questa storia, grazie infinite, davvero ♥
Vi mando un
abbraccione forte forte, a presto spero!
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Giorno 6 ***
GIORNO 6 - La seduzione è un'arte
LA SEDUZIONE E' UN'ARTE
GIORNO
6
Bianco.
Il
foglio
che Lucy si ostinava a fissare da un tempo che le pareva illimitato
sembrava
proclamarsi lo specchio della sua mente.
Erano
entrambi vuoti.
Il
capo
appoggiato sul palmo di una mano, l’altra che stringeva la
penna facendola
ticchettare ritmicamente sul tavolo, gli occhi fissi su quel vuoto che
le
sembrava incolmabile con le parole.
Aveva
deciso che la sua esibizione sul palco di Miss Fairy Tail sarebbe stata
l’esposizione di una poesia scritta da lei stessa; di primo
impatto le era
sembrata un’idea originale, ma non aveva valutato la
difficoltà dello scrivere
senza l’ispirazione come compagna e, soprattutto, senza
sapere nemmeno di cosa
parlare.
L’idea
di
sfilare semplicemente con un vestitino carino e succinto non la
allettava
affatto, soprattutto dopo che Happy le aveva fatto notare che il suo
sex appeal
era praticamente inesistente, nonostante il suo corpo fosse
pressoché perfetto.
E
ogni tanto è bello ricordare che ho anche un
cervello-
Fissò
il
foglio più intensamente.
…anche
se non sembra.
Si
accasciò
sul tavolo sbuffando ed emettendo lamenti indistinti, mentre i primi
raggi di
sole della giornata le lambivano dolcemente il volto; i suoi capelli
avevano
acquisito sfumature dorate che le ricordarono un campo di grano in
piena
estate.
Lasciò
vagare la sua mente in un intricato labirinto di pensieri
approssimativamente
collegati tra loro, per poi finire inevitabilmente a sfiorare i ricordi
del
giorno precedente; ma prima che si potessero fare più forti
e vividi, alzò di
scatto la testa, quasi in imbarazzo senza un apparente motivo.
Si
stiracchiò sospirando, un improvviso senso di stanchezza che
le attanagliò la
testa.
Sentiva
il
forte bisogno di distrarsi, di fare qualcosa che la facesse sentire
utile, che
la aiutasse a passare il tempo senza avere il costante pensiero del
Dragon
Slayer del fuoco che la distraesse.
"Ho
bisogno di andare in missione..."
Si
pentì
subito di aver sussurrato quell'affermazione.
Tornare
a
lavorare significava passare diverso tempo a stretto contatto con
Natsu, giorno
e notte, e al momento non aveva la più pallida idea di come
si sarebbe
comportata con lui.
Mugolò
lievemente, infastidita da quel pensiero, quando il suo sguardo si
andò
involontariamente a posare sul libro che le aveva prestato Levy.
Sfiorò
la
vecchia copertina annerita dal tempo.
L'arte
della seduzione.
In
quei
pochi giorni aveva sentito quell'accostamento di parole così
tante volte che
non poté trattenersi dallo sbuffare.
Sfogliò
le
prime pagine del volume, leggendo di tanto in tanto qualche frase che
la faceva
accigliare, sorridere o addirittura sentire a disagio.
Stava
affrontando superficialmente il tema del Cosa
dire di sé al primo appuntamento, quando una voce
alle sue spalle la
richiamò.
"Oi,
Lucy!"
Lei
nemmeno
si voltò, alzò solamente gli occhi davanti a
sé tentando di mantenere un'aria
indifferente.
"Natsu,
quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra?"
"Tu
potresti chiuderla." dopo la solita scusa balzò
giù con un piccolo salto,
entrando ufficialmente in casa, e si avvicinò interessato
alla maga.
"Cosa
stai facendo?" domandò incuriosito osservando il libro.
"Aaah
niente, niente!" Lucy chiuse rapidamente il volume, ponendolo poi a un
angolo della scrivania e sommergendolo di fogli.
Prima
che
l'altro potesse fare ulteriori domande, lei cercò di
prendere in mano la
conversazione. "Allora, cosa fai qua?"
"Sono
qua per chiederti di uscire."
Lucy
finalmente si voltò a guardarlo, ma solo per pochi istanti;
spostò lo sguardo
su un punto lontano e indefinito della stanza, poi deglutì a
vuoto.
"Co-cosa?" biascicò, stranita e colta alla sprovvista da
quella
risposta.
"Ieri
sera hai solo detto che ti sarebbe piaciuto uscire di nuovo con me, ma
non
abbiamo deciso quando. Così visto che oggi è il
nostro penultimo giorno di
pausa, ho pensato che non avremmo avuto molte altre occasioni prima
della
prossima missione." incrociò le braccia al petto, annuendo
serio alla sua
stessa argomentazione.
Tutto
ciò
che Lucy avrebbe voluto fare in quel momento, era coprirsi il volto con
le mani
e urlare per l'imbarazzo ma, con uno sforzo immane, riuscì a
trattenersi; solo
un angolo della bocca leggermente tirato ad un sorriso e lo sguardo che
continuava a vagare senza sosta per la stanza tradirono le sue emozioni.
Faticava
ad
ammetterlo, ma quelle parole, oltre a gettarla nel disagio e
nell'imbarazzo più
profondo, le facevano anche piacere.
"Ehm...qu-quindi...vorresti
uscire oggi?"
Natsu
annuì
con vigore. "Certo, e ho un mente un posto che so per certo che ti
piace!" sorrise compiaciuto.
Lucy
si
accigliò un momento.
Un
posto che mi piace?
"E che post-"
"No,
non te lo dirò!"
La
maga
evitò di insistere, sapeva che sarebbe stato inutile.
Alzò le spalle con finta
indifferenza. "E va bene, allora lo scoprirò stasera."
"Eh?
Stasera?"
Un
momento
di dubbioso silenzio passò tra i due.
"Bè
sì, non è questa sera che vuoi uscire?"
"Ma
no, perché aspettare tanto? Possiamo uscire anche adesso,
no?" la afferrò
per un polso costringendola ad alzarsi.
"Cosa?!"
la voce di Lucy risultò più acuta del dovuto; si
schiarì la gola, liberandosi
poi dalla presa del Dragon slayer. "Cos- è mattino, non
possiamo uscire
adesso!"
Natsu
aggrottò le sopracciglia. "C'è una regola che lo
vieta?" domandò
serio.
"No,
però- e poi devo prepararmi, mi serve un po' di tempo!"
"Ieri
non eri vestita chissà quanto bene."
"Lo
so
ma- oi, questo non è un complimento!"
"Ooh
andiamo Lucy, ti assicuro che non è necessario vestirsi in
modo elegante nel
posto in cui dobbiamo andare!"
"Ok,
ma perché tanta fretta?!"
Un
leggero
silenzio cadde nuovamente su di essi, che però Natsu sciolse
subito. "Oh
bè- insomma- lo...lo scoprirai, ecco." voltò la
testa da un lato,
un'espressione di scuse sul viso; si portò una mano alla
nuca.
Lucy
si avvicinò
repentinamente a lui. "Mi stai nascondendo qualcosa?"
squadrò il suo
volto nella speranza di trovare qualche indizio che lo tradisse.
"Ma
no, cosa vai a pensare?!" la prese per mano dirigendosi a passo deciso
verso la finestra. "Bene, usciamo allora!"
La
maga lo
strattonò. "Fermo! Almeno usciamo dalla porta!"
Natsu
sbuffò infastidito. "Mmmh quante manie che hai.."
"Manie?!
Mi sembra che tutte le persone civili usino la porta per-"
"Sì
sì, va bene..."
Scesero
in
strada discutendo fin troppo seriamente sull'uso delle porte e delle
finestre
di una casa.
*
Natsu
precedette Lucy di qualche metro per correre davanti ai portoni della
gilda.
Alzò
le
braccia in modo trionfale sottolineando l'azione con un "Ta-daaan!" e
un sorriso raggiante.
La
maga si
bloccò sul posto, il sangue che sembrava essersi gelato
nelle vene, gli occhi
puntati sul volto del Dragon Slayer.
"Non-
non mi dire che-"
"Sì,
è
esattamente come sembra! Il nostro secondo appuntamento sarà
in gilda!"
Lucy
abbassò il capo, sconsolata.
Dovevo
immaginarlo.
"Lu-
Lucy? Che c'è?" Natsu si avvicinò a lei, la
preoccupazione che gli lambiva
il volto.
"Niente
è che-"
"Avresti
preferito un altro posto per il nostro secondo appuntamento, lo so."
un'aria cupa si impossessò della voce del mago, che
abbassò lo sguardo.
"Per
favore, puoi smetterla di chiamarlo secondo
appuntamento?"
Lui
si
limitò a fissarla interrogativo.
"Mi...mi
mette a disagio..." sussurrò lei, il volto eccessivamente
arrossato.
"Non
capisco come certe cose possano metterti in imbarazzo." una pausa, in
cui
Lucy avrebbe voluto intervenire, ma Natsu la batté sul
tempo. "Comunque,
c'è un valido motivo per cui siamo qua."
Silenzio,
la maga lasciò che la sua espressione confusa chiedesse
chiarimenti per lei.
"Ho
bisogno di un'aiutante!" proferì il Dragon Slayer come se
quella fosse la
risposta universale ad ogni possibile dubbio.
La
ragazza
non sprecò fiato per chiedere un'ulteriore delucidazione,
aspettando che Natsu
le desse qualche indicazione in più per comprendere
ciò che stava accadendo.
"A
mezzogiorno ci sarà una gara di abbuffata, e ogni
concorrente ha bisogno di un
assistente che gli allunghi le portate-"
Lucy
non lo
lasciò terminare, sbuffò infuriata,
girò le spalle al ragazzo e si incamminò a passi
pesanti verso casa.
"No
no
no, Lu- Aspetta!"
Il
Dragon
Slayer le si parò davanti, fermando la sua avanzata
bloccandola per spalle.
"No Lucy, è importante! Si possono vincere duecentomila
jewels-"
La
maga
tentò di continuare, invano, la sua marcia.
"Sai
che ho bisogno di soldi-"
"Mi
chiedo in cosa li spendi tutti i tuoi soldi." mormorò lei
sempre più
adirata.
"Bè
in-"
"No,
non me ne frega niente. E ora, se permetti, vorrei tornare a casa."
Natsu
le
lasciò le spalle, ma rimase comunque davanti a lei.
"Perché te la prendi
tanto?" una nota di disorientamento lambiva la sua voce.
Lei
strinse
i pugni, abbassando il capo e lo sguardo. "Pensavo uscissimo noi due, da soli. Se questa cosa non ti va, basta
dirlo." Deglutì a vuoto. "Certo, mi dispiacerebbe, ma me ne
farei una
ragione." Mano a mano che parlava, la sua voce si faceva sempre
più
flebile, a stento le sembrava di udirla lei stessa. "E avresti potuto chiedermi di farti da assistente, invece
che trascinarmi qua in questo modo."
Lui
incrociò le braccia. "E avresti accettato?"
Lucy
alzò
la testa, ma non lo sguardo. Avrebbe voluto mentirgli con una risposta
affermativa,
ma non ci riuscì.
Il
mago si
spostò e si diresse a passi lenti verso l'entrata della
gilda, le mani
intrecciate dietro il collo. "Come vuoi, non posso certo obbligarti."
La
ragazza
strinse entrambi i pugni. "Sei davvero un idiota." sussurrò
a denti
stretti.
"Guarda
che ti sento!"
Si
era
dimenticata del suo udito incredibilmente sviluppato.
Io
prima o poi lo ammazzo-
Tornò
a
camminare, decisa ad allontanarsi da lui il prima possibile.
Non
gli viene mai il dubbio che,
forse, ogni
tanto pure lui può avere torto? Non gli passa mai per la
testa che potrebbe
chiedere scusa, se una persona
viene
alterata dai suoi comportamenti?
Continuò
a
camminare, accorgendosi che in realtà stava facendo quei
passi pesanti solo per
sfogare la rabbia, più che per separarsi da lui. Dopotutto
non voleva dargliela
vinta.
Ma
come?
Si
fermò
improvvisamente, la gonna che ondeggiò a quel brusco
movimento.
"Natsu!"
urlò a squarciagola, spaventando un paio di piccioni sulla
strada che volarono
via rapidamente.
Lucy
si
girò di scatto e continuando a marciare, seppur in senso
opposto, si diresse
verso il suo interlocutore, che si era fermato sull'uscio della gilda
con
un'espressione stupita in volto.
"Facciamo
a metà." esordì lei. "Io ti aiuto, ma se vinci
dividiamo a metà i
duecentomila jewels."
In
fin dei
conti i soldi facevano sempre comodo e, in quel momento, privarlo di
una parte
della potenziale vincita le sembrava il modo migliore per fargliela
pagare.
Sapeva
benissimo che quando si trattava di cibo, Natsu non era secondo a
nessuno;
avrebbe vinto quella gara senza troppe difficoltà.
Il
Dragon
Slayer la fissò, sorpreso da quella proposta. "Mmmh..." una
breve
pausa. "Mmmh...non mi sembra un grande affare, ma accetto!"
allungò
una mano, che Lucy strinse con forza.
"Devi
essere davvero disperato..." commentò lei con una punta di
malizia nello
sguardo, soddisfatta da quell'accordo. Prima che l'altro potesse
ribattere
aggiunse: "A proposito, dov'è Happy? Non potevi farti
aiutare da
lui?"
Si
diressero finalmente all'interno della gilda, fianco a fianco.
"Sta
dormendo; ieri sera, quando è tornato a casa, era stremato.
Il suo ruolo da
cameriere deve averlo distrutto." spiegò lui sorridendo.
La
maga non
aggiunse altro, e prima che la sua mente la riportasse al giorno
precedente,
focalizzò la sua attenzione sul grande fermento che dilagava
tra i presenti
nella gilda.
"Perché
io non sapevo niente di questa cosa?" si trovò a chiedere
perplessa.
Natsu
ci
rifletté su seriamente. "Non lo so, ma in questi giorni mi
sei sembrata un
po' distratta."
Lei
lo
guardò, colta alla sprovvista da quell'affermazione.
"Bene,
io vado." il ragazzo si diede una paio di colpi sul ventre. "Devo
preparare il mio stomaco! Ci vediamo dopo!" e si allontanò
per raggiungere
un tavolo accerchiato da maghi che ridevano e sbraitavano come al
solito.
Lucy
si
avvicinò titubante al bancone, ma non riuscì a
raggiungerlo: Mirajane comparve
improvvisamente al suo fianco e, prima che la maga degli Spiriti
Stellari se ne
rendesse conto, si trovò ad indossare un abito da cameriera
estremamente corto
ed eccessivamente scollato, e a portare un piatto dopo l'altro al
cospetto di
Natsu, che divorava ogni pietanza senza ritegno.
*
Lucy
si
sedette, esausta, poi si tolse le scarpe con un lamento.
Indossava
ancora quel succinto vestito da cameriera, la camicetta che le stava
stretta le
dava estremamente fastidio; voleva solo tornarsene a casa e rimettersi
in
pigiama il prima possibile.
A
quanto pare il lavoro di cameriere è davvero così
sfibrante, ora capisco Happy. Anche se lui, avendo le ali, magar-
Una
voce
interruppe quei pensieri sconclusionati, dettati probabilmente dalla
stanchezza. "Sei stanca?" Mirajane la stava guardando, un sorriso
dolce che le illuminava il volto.
L'altra
annuì debolmente. "Come fai a fare questo
tutti i giorni?" domandò sconvolta.
"Dopo
un po' ci si abitua, e di certo non ci sono costantemente questi ritmi
frenetici."
Prima
che
potesse aggiungere altro, la voce di Natsu interruppe la loro
conversazione sul
nascere. "Oi Lucy, ecco qua la tua parte!" e depose un cospicuo
malloppo di banconote sul tavolo davanti a lei.
"Complimenti
per la tua vittoria, Natsu!" si congratulò Mirajane
continuando a
sorridere. "Fai a bene a dimezzare la tua vincita, direi che Lucy se
l'è
davvero meritata." aggiunse poi, lanciando uno sguardo di approvazione
all'altra maga.
Prima
che
Lucy potesse puntualizzare che quella di dividere i soldi era stata una
sua
idea, Natsu ringraziò la maga del Take Over, poi si rivolse
alla bionda.
"Che ne dici se per festeggiare passiamo il resto del pomeriggio
insieme,
solo noi due?"
La
ragazza
diventò improvvisamente paonazza, sentì le guance
diventare istantaneamente
calde, le mani che la avvertivano della già accertata
agitazione, con un
leggera sudorazione.
"Uuh,
questo è per caso un appuntamento?" domandò
Mirajane, spostando il suo
sguardo malizioso un paio di volte tra i due amici, per poi fermarlo
sul volto
di Natsu.
"Certo,
questo sarà il nostro secondo appuntamento."
dichiarò senza remore il
Dragon Slayer.
Lucy
incrociò istintivamente i piedi in preda alla vergogna, e
questa volta non poté
fare a meno di coprirsi il volto con entrambe le mani, i gomiti
appoggiati sul tavolo.
Tentare
di
zittirlo ormai era troppo tardi.
La
maga
dagli occhi blu lanciò una breve occhiata alla ragazza.
"Aaah, e così
state uscendo insieme..." poi, alzando notevolmente la voce, si rivolse
all'intera gilda. "Ragazzi, finalmente
Lucy e Natsu stanno ufficialmente uscendo insieme, e per la seconda
volta!
Propongo di festeggiare, offrono loro!"
La
bionda
si alzò in piedi di scatto, afferrando l'amica per un
braccio. "No Mira,
cosa fai?!"
Un
boato di
approvazione e applausi si alzarono da tutti i presenti.
"Co-
cos'hai fatto?" Lucy si accasciò di nuovo sulla panca, gli
occhi chiusi,
sul volto una maschera di disperazione.
Natsu
si
sedette di fronte a lei, lamentandosi debolmente. "Uuh, i miei
soldi..."
La
barista
posò le sue mani sulle spalle di entrambi. "Tranquilli, per
voi due offre
la casa!" e si allontanò con un sorriso smagliante.
L'altra
maga incrociò le braccia e appoggiò la testa sul
tavolo, rassegnata. "Che
diavolo hai fatto, Natsu?"
"Io?!
Di certo non volevo pagare da bere per tutti!"
Lucy
si
portò una mano alla fronte, già sfinita da quella
giornata. "Tra le altre
cose, dovresti anche imparare a stare zitto, ogni tanto."
"Eh?
Quali altre cose?"
Mirajane
li
interruppe appoggiando sul tavolo un enorme vassoio colmo di boccali.
"Ecco, i primi due sono per voi naturalmente!"
Non
sapendo
se ringraziare o meno, Lucy si limitò a sorridere
forzatamente all'altra, per
poi bere rassegnata dal boccale.
Magari
l'alcool mi aiuterà a dimenticare
tutto.
Temendo
di
commettere un altro terribile errore, Natsu aspettò che la
cameriera se ne
andasse prima di parlare.
"Allora,
cosa si fa di norma ad un secondo appuntamento?"
La
maga
bevve un lungo sorso prima di rispondere. "Di solito si parla della
propria vita privata." Le tornò in mente il libro di Levy.
"A
differenza del primo appuntamento, in cui non bisognerebbe esporsi
troppo
all'altra persona. Ma questo non è di certo un secondo
appuntamento comune,
quindi non lo so." sorrise debolmente. "E la smetti di chiamarlo secondo appuntamento?"
"Ma
è
quello che è! E poi lo stai chiamando anche tu in quel
modo." chiarì Natsu
per poi bere mezzo boccale in una volta.
L'altra
sospirò, preferendo non aggiungere altro.
E
io che fino a poco tempo fa sognavo cene eleganti
e rose rosse...bè una cena l'ho avuta, ma di certo non per
merito di Natsu. E
non ero nemmeno vestita in modo elegante, per colpa di Loki. E forse un
po'
mia? Quindi non credo possa valere come tale.
Seguì
con
un dito un'imperfezione del legno del tavolo, poi alzò il
suo sguardo sul volto
del Dragon Slayer, intento ad attirare l'attenzione di Mirajane per
avere un
altro paio di boccali.
Lo
conosco da tanto tempo, di certo non potevo
aspettarmi del romanticismo da parte sua-
Ma che vado a pensare-
"E
allora che si fa?" il ragazzo si rivolse di nuovo a lei. "Tu sai
tutto della mia vita privata, e io so tutto della tua." le
lanciò una
breve occhiata. "Immagino." aggiunse poi rapidamente. "Non
abbiamo molto da dirci riguardo a ciò."
La
maga ci
rifletté su qualche istante.
Che
lui
fosse la persona a cui teneva di più in quel periodo della
sua vita, non aveva
dubbi già da parecchio tempo, ma le sembrava strano che
sapesse tutto di lei;
l'unica cosa che gli teneva nascosto erano i sentimenti che provava per
lui, ma
preferiva illudersi ancora per qualche giorno che fossero solo
passeggeri, che
un mattino si sarebbe svegliata e il suo cuore avrebbe ricominciato a
vedere
Natsu come un amico e niente di più.
Niente
di più? Cosa perderei se effettivamente io e
lui diventassimo qualcosa di più che amici? Sono certa che
perderei molti
vantaggi se- bè se-
La
sua
mente non voleva terminare la frase, così passò
al pensiero successivo.
Mi verrebbero a mancare molte cose, come ad
esempio...gli amici no di certo, il lavoro nemmeno, la mia privacy non
è mai
esistita...
Bevve
più
di quanto non volesse, e i suoi pensieri cominciarono ad intrecciarsi
tra di
loro.
Ma non capisco se lui sta prendendo
tutto questo come un gioco-
Altri
due
boccali comparvero davanti a loro; il ragazzo ne avvicinò
uno a Lucy che, con
sua grande sorpresa, lei non rifiutò.
"Allora,
si passa alla fase successiva?" domandò lui prima di
trangugiare la sua
bevanda.
La
maga si
limitò a guardarlo senza rispondere, inarcando leggermente
le sopracciglia.
"Facciamo
senza raccontarci l'uno dell'altra, perché sappiamo
già tutto. Qual è la
prossima fase?"
Lucy
appoggiò le mani sul tavolo, lentamente, ponderando
attentamente ciò che voleva
dire. Le sembrò estremamente faticoso mettere insieme poche
parole affinché
acquisissero un senso. "Natsu, tu stai prendendo seriamente questa
cosa, vero?"
cercò di chiederlo nel modo più neutrale
possibile, eppure la sua voce sembrava
non volesse stabilirsi su un tono preciso.
Il
volto
dell'altro era nascosto dietro l'enorme bicchiere. "Mmh?"
"Perché
io ci tengo davvero molto, e non mi va di essere presa in giro, credo
che tu lo
sappia."
Lui
appoggiò il boccale sul tavolo, poi si pulì la
bocca con un braccio. "Ma
certo che la sto prendendo seriamente, perché non dovrei?"
"Perché
non prendi mai niente seriamente." si pentì subito di aver
sussurrato
quelle poche parole; non sapeva nemmeno lei perché la sua
bocca le aveva fatte
uscire, la sua mente non lo pensava affatto.
Il
Dragon
Slayer non rispose, e la maga preferì affogare la sua
vergogna nell'alcool.
"Scusa." mormorò dopo poco.
Gli lanciò un brevissimo sguardo, ma non
riuscì a mettere completamente a fuoco il suo volto.
Sbatté
ripetutamente le palpebre, confusa.
Lui
sospirò. "Non importa, immagino siano loro a parlare, non
tu." e
indicò i due boccali che Lucy aveva bevuto.
"Non
sono ubriaca!" disse lei meno convinta di quanto volesse sembrare.
"Lucy,
stavo cercando di trovare una scusa, non peggiorare la situazione." una
pausa. "E poi, quello è ciò che dicono tutte le
persone ubriache."
La
maga si
guardò intorno, la fronte corrucciata in un'espressione di
disapprovazione, la
bocca leggermente arcuata. "Non è vero." e, demolendo la sua
ultima
affermazione, bevve l'ultimo sorso dal suo secondo bicchiere, per poi
farsene
portare un terzo.
Natsu
la
guardò preoccupato, un sopracciglio alzato. "Lu- Lucy? Non
ti sembra di
esagerare adesso?"
Lei
scosse
leggermente la testa mentre trangugiava l'ennesimo sorso. Non voleva
bere,
eppure quell'inebriante odore di alcool sembrava la stesse chiamando.
"No,
assolutamente no." sbatté il boccale sul tavolo.
Ma
che sto facendo- non posso essere davvero
ubriaca...
Fece
vagare
il suo sguardo all'interno della gilda: sembrava tutto diverso, meno limpido.
Bevve
un
altro lungo sorso.
Non
sono ubriaca, sono solo un po' alticcia tutto
qua-
Tornò
a
bere, per poi fissare il suo sguardo sul tavolo.
Ehi,
questo tavolo mi ricorda un sogno che ho
fatto...cos'era?
Puntò
i suoi
occhi sul viso del ragazzo; cominciava ad abituarsi a quella visione
sfocata,
quasi imprecisa della realtà.
"Tu-
tutto bene, Lu-"
"Sai
Natsu, l'altra notte ho sognato che avevi una faccia da pesce." un
singhiozzo accompagnò quella bizzarra affermazione.
L'altro
afferrò il boccale di Lucy prima che potesse bere di nuovo.
"Ma- ma guarda
un po', che sogno strano...pensa che io ho sognato un paio di gambe in
calzamaglia
che ballavano sul tetto della gilda, e non avevano un corpo! Mi chiedo
se..."
La
maga
smise di ascoltarlo, troppo intenta a cercare di riprendersi il
boccale,
invano. "Dai, ridammi il mio bicchiere..." con un qualche
difficoltà,
riuscì poi a salire in ginocchio sul tavolo.
Le
sembrava
di stare su una barca, il mare leggermente mosso che la cullava, il
mondo che
le girava intorno.
Lui
indietreggiò leggermente, una risatina nervosa. "Lucy, mi
fai paura da
ubriaca, siediti." il suo sguardo vagava senza meta tra gli altri
presenti, troppo intenti a fare altro, o troppo ubriachi loro stessi,
per
accorgersi di una Lucy un po’ più che alticcia.
“Cos’è,
ti
senti a disagio?” rise
lei. “Ora capisci
cosa provo io, ogni volta che tu fai qualcosa di stupido.”
accompagnò
questa affermazione puntando un indice verso l’interessato,
facendola risultare
più come una minaccia.
“Guarda
che
anche tu mi hai fatto sentire a disagio diverse volte, e senza essere
ubriaca.”
puntualizzò lui annuendo convinto.
Lucy
fece
il broncio come una bambina, poi si coricò supina sul
tavolo, un sospiro
pesante che accompagnò quell’azione.
“Ogni
tanto
dovresti farmi qualche complimento, e non solo dirmi cose
cattive.” si lamentò;
poi si coprì gli occhi portandosi un braccio alla fronte.
“Non
dico
cose cattive! Dico solo quello che penso-”
La
maga non
lo lasciò terminare, folgorata da una rivelazione.
“Aaah! Ecco cosa succedeva
in quel sogno! Prima della tua faccia da pesce, eravamo distesi su un
tavolo!
Proprio come me ora!” si portò le mani alla bocca,
timorosa. “Natsu, non può
essere una coincidenza, sta per succedere qualcosa, me lo
sento!”
Il
Dragon
Slayer la guardò con un sorriso colmo
d’incredulità. “Ma che stai
dicendo?” poi
scoppiò a ridere. “Oltre a fare paura, almeno sei
anche divertente da ubriaca!
E sentiamo, cosa dovrebbe succedere?”
Lucy
ci
rifletté su seriamente per qualche momento, gli occhi
chiusi. “Non lo so di
preciso…” puntò improvvisamente il suo
sguardo lucido in quello del mago.
“Magari se ti corichi insieme a me…”
allungò una mano sfiorandogli la giacca.
“…lo scopriremo insieme.” le ultime
parole furono un sussurro appena
percettibile; una scintilla di malizia nei suoi occhi le
colorò il viso.
Natsu
rimase immobile a fissarla, un’espressione neutra sul volto.
La
maga
tornò in ginocchio, avvicinandosi pericolosamente al volto
di lui. Con un dito,
essa tracciò qualche linea immaginaria sul petto del Dragon
Slayer, sfiorando
delicatamente la sua pelle ruvida, incontrando di tanto in tanto
qualche
piccola cicatrice, ricordi di vecchie battaglie, scendendo poi fino al
suo
ventre. “E dai, cosa ti costa coricarti a fianco a
me…” la lenta discesa del
suo tocco leggero incontrò il tessuto dei pantaloni.
I
due
continuavano a guardarsi negli occhi, gli sguardi incatenati
l’uno con l’altro.
Con
un
rapido movimento, Lucy infilò un paio di dita
all’interno dei pantaloni
dell’altro che, a quel gesto inaspettato, si
allontanò velocemente con una
risata nervosa.
“Ahah
no
Lucy, no qua stiamo andando un pochino oltre…”
Lei
si
riavvicinò senza timore, accarezzando il viso del ragazzo
con il suo respiro
pregno di alcool. “Oh andiamo, non mi dire che ti
dispiacerebbe se ti facessi
un bel-”
“Bene!
Direi che è ora di andare a casa!” Natsu si
alzò improvvisamente in piedi,
disorientando per qualche istante la maga.
“Vieni
Lucy, ti riaccompagno.” e la prese delicatamente per un
braccio.
“Mmh
no,
non ci voglio andare a casa, è ancora presto!”
“Ma
non eri
stanca?”
Lei
ci pensò su qualche istante, messa improvvisamente in crisi
da quella semplice
domanda. “Sì hai ragione, sono un po’
stanca.” decretò infine contro ogni
aspettativa.
Il
mago la
aiutò a scendere dal tavolo, e vedendo che aveva qualche
difficoltà ad infilare
una scarpa, andò in suo soccorso accovacciandosi davanti a
lei.
Dopo un
paio di goffi tentativi, riuscì infine a farle indossare la
piccola calzatura.
Lucy
sorrise. “Non ti sembra una cosa romantica?”
“Ti
sto
infilando una scarpa, perché dovrebbe essere
romantico?”
L’altra
ci
pensò su per diverso tempo, senza però trovare
una risposta. “Non lo so, mi ha
dato questa impressione.”
Il
Dragon
Slayer si portò un braccio di Lucy sulle sue spalle, poi la
aiutò ad alzarsi.
“Ce la fai a camminare?”
Lei
mosse
qualche passo. “Certo.” ma prima che cadesse
rovinosamente a terra, Natsu
riuscì a sorreggerla.
Il
mago
sospirò, poi si incamminarono verso i portoni.
“Sei una rottura, Lucy.”
“Senti
chi
parla.”
All’esterno,
il sole non era ancora completamente calato; Lucy si portò
una mano al viso,
sconcertata da quella luce inaspettata.
Camminarono
per qualche minuto in completo silenzio, lei con ancora un braccio
appoggiato
sulle sue spalle, e lui che la teneva per la vita.
L’acqua
nel
canale al loro fianco li accompagnava pigramente nella loro lenta
camminata, la
superficie che scintillava sotto gli ultimi raggi caldi del sole; un
venticello
leggero accarezzava la loro pelle, come se volesse prendersi gioco
della loro
situazione.
Ormai
l’alcool si era fatto strada nel corpo e nella mente di Lucy,
che le risultava
terribilmente difficile pensare, ma incredibilmente facile parlare.
“Sai,
Natsu?”
“Mmh?”
“Credo
di
essermi innamorata di te.”
Silenzio,
solo i loro passi disarmonici che riempirono ingiustamente quel vuoto.
Lucy
avrebbe voluto alzare la testa per guardare in viso il Dragon Slayer,
nella
speranza di cogliere anche solo un’espressione che tradisse i
suoi pensieri, ma
non ce la fece.
Riuscì
solamente a lanciargli un breve sguardo con la coda
dell’occhio, e le parve di
vedere un sorriso; se fosse solo la sua immaginazione o meno non lo
sapeva, e
non le importava nemmeno: il giorno dopo se ne sarebbe comunque
dimenticata.
Era
evidente
che Natsu non avrebbe risposto a quella affermazione, che non avrebbe
commentato in alcun modo, così Lucy riprese a parlare come
se niente fosse,
iniziando una nuova conversazione.
“Non
mi
avevi già riaccompagnata a casa tempo fa?”
esordì lei con un’espressione
dubbiosa, la voce altalenante.
“Sì,
è
successo ieri.”
“Aaah
ecco!
E volevi restare a dormire da me, vero?”
Natsu
preferì non rispondere, di nuovo, questa volta forse temendo
che la
conversazione prendesse una brutta piega, così lei
continuò ciò che stava
diventando una sorta di brevissimo monologo.
“Ma
se
trovi così comodo il mio materasso, perché non te
ne compri uno uguale?”
Dopo
un
istante di silenzio, lui cercò di ribattere.
“Bè perché-“
“Natsu?”
“Mmh?”
“Credo
di
sentire come delle farfalle nello stomaco.”
“Farfalle
nello stomaco?”
“Sì,
e
forse sono solo i miei sentimenti, è ciò che
provo per te, è-” si bloccò
improvvisamente gonfiando le guance, si coprì la bocca con
una mano, smise di
camminare.
Trascinò
Natsu al bordo del canale, poi si inginocchiò, rivolgendo la
testa verso
l’acqua.
Dopo
qualche istante espirò sonoramente.
“No,
era
solo un conato di vomito.” spiegò.
“Lucy,
sei
disgustosa!” la prese nuovamente per un braccio.
“Ce la fai a rialzarti? Non è
che vomiti lungo la strada?” chiese lui con
un’espressione di ribrezzo stampata
in volto.
“No
no, ce
la faccio, ce la faccio.” cercò di rassicurarlo la
maga agitando un mano, non molto convinta,
per poi aggrapparsi ancora a lui.
Il
resto
del tragitto lo passarono in completo silenzio, lei troppo stanca e
confusa per
parlare ancora, lui che probabilmente non voleva addentrarsi in
argomenti
pericolosi.
Una
volta
raggiunta la dimora di Lucy, lei si appoggiò con un tonfo
sordo ai portoni in
legno, lamentandosi.
“Mmh,
dovrebbero tenere queste porte sempre aperte!”
Il
Dragon
Slayer sospirò. “Avanti, dove hai la
chiave?”
Lei
si
indicò la cintura. “Proprio qua insieme alle
altre.” una pausa in cui chiuse
gli occhi. “Puoi prenderla tu? Io se abbasso la testa sento
tanti sassolini-”
un singhiozzo. “…che mi vanno da un orecchio
all’altro.”
“Che
strazio che sei. Mai più alcool per te.” poi si
accucciò, scrutando
attentamente le chiavi che la maga portava in vita.
“No,
che
ingiustizia! Voglio bere ancora!”
“E
adesso
qual è la chiave giusta?”
Lei
portò
una mano al mazzo di chiavi, senza guardare, cercando di riconoscere
quella
giusta al tatto. “E’ quella più grande,
credo.”
Natsu
allontanò bruscamente la sua mano, infastidito.
“Vuoi stare ferma? Così non
aiuti.”
Per
qualche
strano motivo, il vederlo in difficoltà la fece ridere di
gusto, poi gli posò
una mano sul capo.
“Sai
Natsu,
i tuoi capelli li trovavo buffi all’inizio, ma ora credo di
essermi abituata.”
si prese una breve pausa per contemplare il bizzarro colore di capelli
dell’altro, accarezzandogli il capo come se fosse un
animaletto. “Li tingi?”
Lui
si alzò
improvvisamente in piedi, tendendo una chiave verso l’alto.
“Trovata!”
Dopo
qualche difficoltà, riuscì infine ad aprire il
portone, e accompagnò Lucy fino
alle scale.
“Riesci
ad
andare su?”
“Certo
certo, devo solo ricordare come si fanno le scale.” la maga
donò all’altro un
sorriso non troppo rassicurante.
Il
Dragon
Slayer sbuffò. “Mentre ci pensi ti aiuto a salire,
ok?”
Dopo
qualche istante di riflessione, lei acconsentì.
“Maledizione
Lucy, mi devi un favore!” poi la prese tra le braccia.
Lei
si
aggrappò al suo collo e appoggiò la testa sul suo
petto caldo, chiudendo gli
occhi e sorridendo.
“Sei
davvero comodo.”
Inspirò
profondamente il suo odore: le sembrava di sentire un vago aroma di
muschio, il
profumo dell’ombra di una fresca pineta; spostò
leggermente il capo e incontrò
il calore della sua sciarpa che le accarezzò il viso.
Continuò
a
sorridere nel pensare che avrebbe voluto restare lì
in eterno.
Una
volta
raggiunto il piano superiore Natsu la lasciò andare con
delicatezza, aprì la
porta del suo appartamento e la condusse fino al letto.
“Bene,
hai
bisogno di qualcosa? Acqua, cibo-”
La
maga
scosse subito il capo, gli occhi ancora chiusi. “No, dammi
solo una mano a
spogliarmi.”
“Cosa?”
“Voglio
il
mio pigiama!” e tentò di sbottonarsi, invano, la
camicia.
“Va
bene,
va bene, ma smettila di urlare, ok?”
Si
accucciò
davanti a lei, seduta sul letto, e prese a sbottonarle la camicia con
qualche
difficoltà, imprecando contro i bottoni ritenuti
eccessivamente piccoli.
Per
tutto
il tempo lei lo osservò, un leggero sorriso che ancora le
accarezzava il volto
dalle gote eccessivamente rosse a causa dell'alcool, e quando
sentì la sua mano ruvida sfiorarle
accidentalmente il seno, le parve di vederlo arrossire come mai prima
d’allora.
Lucy
tentò
di chiedergli se si sentiva in imbarazzo, del perché era
arrossito in quel
modo; dopotutto, in passato, l’aveva già toccata
dove non avrebbe mai dovuto,
le sue mani avevano già più che sfiorato il suo
corpo intero, anche se solo per
caso, ma da quel che dava a vedere non si era mai dimostrato in
imbarazzo, né le
sue guance si erano mai colorite in quel modo.
Ma
ormai a
Lucy costava fatica anche solo cercare di parlare, così
tutto ciò che uscì
dalla sua bocca fu solo un lamento indistinto.
“Ce-
ce la
fai a toglierti la gonna da sola?” domandò poi lui
alzandosi di nuovo in piedi
e spostando lo sguardo lontano da lei.
La
maga si
alzò dal letto aggrappandosi ad un braccio del Dragon
Slayer, le gambe che
sembrava dovessero cederle da un momento all’altro.
“La…la
cintura…” mormorò lei, quelle poche
sillabe che si dispersero rapidamente nel
silenzio della stanza, mentre i loro corpi continuavano a sfiorarsi.
Senza
che
dovesse aggiungere altro, Natsu gliela slacciò e, mentre
Lucy si riaccomodava
sul letto dopo essersi tolta la gonna, lui le prese il pigiama; aveva
passato
così tanto tempo in quella casa che sapeva esattamente dove
trovare qualsiasi
cosa.
Senza
perdere troppo tempo, si accovacciò un’ulteriore
volta ai suoi piedi, e la
aiutò ad infilare i pantaloni.
“Mi…mi
sembra che tu ti sia inginocchiato molte volte, oggi.”
constatò Lucy tentando
un sorriso, la voce altalenante ridotta ad un sussurro.
Lui
non
negò. “E tra l’altro solo per
te.” aggiunse invece infilandole la maglietta.
“Ecco fatto.”
Rimase
ancora qualche momento inginocchiato davanti alla maga, osservandola
profondamente.
Lei
non
poté fare a meno di appoggiare la sua fronte a quella di
lui, poi gli passò una
mano tra i capelli ispidi, chiuse gli occhi.
Sentiva
il suo respiro caldo lambirle il volto, percepiva la presenza delle sue
labbra ad appena un sospiro dalle sue.
Lucy fece
una fatica immane nel richiamare a sé la forza necessaria
per pronunciare le
sue ultime parole per quella giornata.
“Quanto
ti
vorrei baciare.”
Passarono
alcuni secondi di silenzio, o forse ore; Lucy non lo sapeva,
aveva perso la cognizione del tempo già da molto.
Sentì
una
mano calda e ruvida accarezzarle una guancia, ma con estrema
delicatezza.
“Anch’io.”
Poi
nient’altro,
solo buio.
Nero.
Angolo
Autrice:
Lo
so,
è passata davvero un’infinità di tempo
dall’ultimo aggiornamento, e mi scuso
per questo terribile ritardo ;w; (Ma ormai credo che abbiate capito che
sono
una ritardataria cronica……)
E niente,
ecco a voi quello che dovrebbe essere il penultimo capitolo!
–cosa di cui in
realtà non sono ancora certa; avevo pensato di scrivere
anche un breve epilogo
dopo il settimo e ultimo giorno, ma devo ancora valutare bene l'idea-
Naturalmente
mi auguro vi sia piaciuto e, anche se risulterò monotona,
non posso fare a meno
di continuare a ringraziarvi per leggere questa storia ;///;
Ora che
l’estate è vicina (ergo meno impegni~) mi
piacerebbe aggiornare entro un
mesetto, MA tra studio (sempre e comunque presente) e cose varie (tipo
il
Rimini Comix uhuhuh, che a proposito, non è che
là incontrerò qualcuno di voi
in incognito? **) non so se ciò sia fattibile ;w;
Bene, visto
che ho sproloquiato anche stavolta, credo sia giunto il momento di
salutarvi!
A presto
spero ♥
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Giorno 7 ***
GIORNO 7 - La seduzione è un'arte
LA SEDUZIONE E' UN'ARTE
GIORNO
7
Lucy
fece
un paio di respiri pesanti, gli occhi ancora pregni di sonno per essere
aperti;
si accoccolò meglio accanto a quella fonte di calore che le
aveva tenuto
compagnia per tutta la notte, mentre un sorriso involontario le si
dipinse in
volto.
Un
leggero
profumo muschiato estremamente familiare al suo olfatto le
pizzicò il naso e,
facendosi guidare dall’istinto, appoggiò il capo
su quella pelle ruvida che
avrebbe riconosciuto tra mille, inalando a pieni polmoni
quell’odore così
particolare.
Si
stiracchiò leggermente, e con non poca fatica
riuscì finalmente a socchiudere
gli occhi: accanto a lei Natsu dormiva tranquillamente, scomposto, con
un
braccio e una gamba che uscivano pericolosamente dal letto, le lenzuola
candide
che lo coprivano fino al bacino che contrastavano con la sua carnagione
olivastra, l’addome nudo che si abbassava ritmicamente ad
ogni lento respiro
che usciva dalla sua bocca dolcemente socchiusa.
Lucy
si
prese qualche momento per contemplare il viso sereno del Dragon Slayer
ad
appena qualche sospiro di distanza dal suo, la testa ancora appoggiata
sulla
sua spalla scomoda.
Avrebbe
voluto sfiorare quel volto, accarezzarlo delicatamente senza il timore
di
poterlo svegliare, ma non ce la fece; la sua mano rimase immobile sul
ventre di
Natsu.
La
maga
corrucciò la fronte, come destatasi da un sogno bizzarro,
rendendosi
improvvisamente conto che stava abbracciando quel ragazzo mezzo nudo
nel suo
letto.
Si
sedette,
i pochi ricordi del giorno precedente rischiosamente confusi.
“Cos’è
successo?” si trovò a chiedere, senza
però sapere se voler sentire davvero la
risposta.
Scosse
con
vigore il Dragon Slayer, ancora beatamente addormentato accanto a lei.
“Natsu
svegliati, cos’è successo?!”
Come
unica
risposta l’altro si girò lentamente
dall’altra parte, emettendo qualche suono
indistinto con la voce impastata dal sonno.
Con
qualche
difficoltà, Lucy riuscì a buttarlo giù
dal letto con un tonfo sordo, accorgendosi
solo in quel momento dei vestiti sparsi a terra di lui.
Dopo
qualche lamento, Natsu si sedette sul pavimento a gambe incrociate,
massaggiandosi la testa. “Oi, ma che modi sono?!”
“Cos’è
successo questa notte?” Lucy si portò una mano
alla fronte, il capo che aveva
iniziato improvvisamente a pulsarle di dolore.
“Secondo
te? Eravamo a let-”
La
maga non
lo lasciò terminare, e si accasciò sul cuscino
piagnucolando. “No no no, non
può essere…non
può…essere…”
Non
può essere successo davvero, come siamo
arrivati a questo?! E ieri cosa è accaduto,
perché non ricordo niente-
“Lucy?”
Lei
si girò, le sopracciglia corrucciate, in volto
l’espressione sofferente e timorosa
di chi sta aspettando una brutta notizia.
Natsu
la
stava osservando colmo di perplessità. “Abbiamo
dormito.”
Solo
il
silenzio riempì gli istanti successivi.
Lucy
fece
vagare lo sguardo per tutta la stanza prima di parlare, parte del viso
ancora
sprofondata nel cuscino. “E…basta?”
“Sei
delusa?” domandò inaspettatamente lui, un sorriso
furbo che gli colorò il volto.
La
ragazza
tornò rapidamente a sedersi sul letto. “No no,
anzi, anzi…” agitò convulsamente
le mani, un leggero rossore le tingeva le gote. “E’
che…ahm…cos- perché tu
stavi dormendo nel mio letto? Perché
io stavo dormendo con te nel mio
letto? Perché stavo dormendo abbracciata a
te nel mio letto?!” senza rendersene conto, la sua
voce si faceva sempre
più alta e acuta mentre poneva quei quesiti.
“Lucy,
troppe domande in una volta. Lo sai benissimo che dormo nel tuo letto
perché è
comodo. E tu dormivi nel tuo letto perché- bè,
perché è il tuo letto. E
immagino che mi stessi abbracciando perché mi ritieni
comodo, o almeno questo è
quello che mi hai detto ieri sera mentre ti accompagnavo in
braccio.” una
pausa. “Davvero mi stavi abbracciando?”
Una
risatina nervosa. “Ah no, insomma…bè
no, certo che no è che- aspetta, mi hai
accompagnata in braccio?” più parlava con lui e
più i suoi ricordi si facevano
confusi.
L’altro
annuì serio. “Non ricordi proprio niente di
ieri?”
Lucy
si
concentrò, cercando di richiamare alla sua mente qualche
frammento di ricordo
che potesse aiutarla a ricostruire la giornata precedente.
“Ricordo solo che
eravamo alla gilda e…c’era una gara?”
andò a
cercare con lo sguardo il segno di
assenso dell’altro. “E poi…”
corrucciò
le sopracciglia. “…no,
nient’altro.”
“Ti
sei
presa una bella sbronza, Lucy.”
“Cosa?!”
“Ti
è
servito appena qualche boccale e bam,
ubriaca fradicia!” Natsu rise di gusto prima di continuare.
“Non riuscivi
nemmeno a stare in piedi da sola, così ti ho accompagnata a
casa.” una breve
pausa. “…mi dispiaceva lasciarti sola in quelle
condizioni, così sono rimasto.”
aggiunse poi quasi sussurrando, lo sguardo abbandonato su un punto
indefinito
della stanza.
Per
qualche
strano motivo, la maga rimase quasi sorpresa da quella spiegazione.
“Ah…grazie allora.” non sapeva
cos’altro aggiungere.
Finalmente
Natsu
si alzò in piedi e cominciò a vestirsi; Lucy fece
per scendere dal letto ma si
bloccò non appena i suoi piedi toccarono terra.
Appoggiò le
mani sul bordo del materasso, stringendo involontariamente le lenzuola.
“Ieri…ho
fatto qualcosa di stupido?” chiese lei a mezza voce.
“Mmmh…no,
niente che nessun ubriaco non avrebbe fatto.”
scherzò il Dragon Slayer.
Lei
annuì,
gli occhi puntati sul pavimento. “Ho detto qualcosa che non
avrei dovuto dire?”
A
quella
domanda il ragazzo si bloccò.
Rimase
immobile per qualche istante, gli occhi quasi spalancati che fissavano
un punto
lontano. “Hai detto…” la sua voce
sembrava quasi irreale, come una debole eco
proveniente da un passato incerto.
Improvvisamente
riprese a muoversi, infilando la giacca. “…hai
detto tante cose ieri…non- non
ricordo.”
La
maga
strinse più forte le lenzuola, un leggero tremolio delle
mani che accompagnò
quel gesto.
Aveva
come
l’impressione che le stesse sfuggendo qualcosa, come se Natsu
la stesse tenendo
all’oscuro di un segreto che lei stessa aveva rivelato ma che
poi aveva rimosso
dalla sua memoria.
Il
ragazzo
indossò velocemente la sciarpa e spalancò le
finestre. “Ci vediamo alla
gilda?”
Lucy
si
alzò in piedi barcollando, il dolore alla testa che si fece
nuovamente sentire.
“Non
lo so,
magari resto un po’ a casa a riposare…”
“Ma
non
parteciperai anche tu a Miss Fairy Tail?”
“Ah…è
oggi,
me ne ero dimenticata…vedo come mi sento più
tardi.” cercò di accompagnare
quell’affermazione con un sorriso, invano.
Il
Dragon
Slayer annuì semplicemente, poi uscì dalla
finestra con un balzo, lasciando la
maga sola con i suoi ricordi sfocati e i suoi pensieri oscillanti come
un’onda
nel mare.
La
maga
rimase a fissare quella finestra aperta per un periodo di tempo che le
riuscì
difficile determinare.
Si
sentiva
estremamente stanca, e se fosse svenuta non si sarebbe di certo
stupita;
tentava imperterrita di ricordare qualcosa della giornata precedente,
ma i suoi
ricordi si fermavano appena all’inizio del pomeriggio: da
quel momento in poi
non aveva più alcuna memoria come testimone della sua
effettiva esistenza.
Si
sedette
alla scrivania, le fitte lancinanti alla testa che si facevano sempre
più
frequenti e dolorose, come a volerla ammonire che ogni sforzo per
ricordare era
pressoché inutile e penoso.
Fece
un
paio di respiri profondi, cercando di eliminare quell’ansia
che le aveva
improvvisamente attanagliato il corpo e la mente, rendendola sempre
più debole.
E’
inutile provare a ricordare, devo fidarmi di
quello che ha detto Natsu. E se mai avessi detto o fatto qualcosa di
estremamente stupido, è evidente che la colpa sarebbe
dell’alcool.
Ma
quei
pensieri non l’aiutarono affatto a calmarla.
Si
prese la
testa dolorante tra le mani, chiuse gli occhi per qualche istante.
Un’immagine
assolutamente inaspettata illuminò il buio della sua mente:
un campo di grano dorato,
gli ultimi spasmi di un tramonto rosato che coloravano il cielo; un
odore
fresco di terra le aleggiava intorno, le spighe ispide le
punzecchiavano le
gambe e, sotto un vento caldo ma non afoso, esse ondeggiavano
lievemente,
producendo un fruscio allegro.
Si
sentì
improvvisamente ispirata da quella visione.
Prese
il
primo foglio che le capitò
sottomano,
afferrò una penna e iniziò a scrivere.
Le
parole
sembravano fluirle naturalmente dal cuore per poi riversarsi nella sua
mano,
che procedeva nella scrittura senza esitazioni.
Mano
a mano
che l’inchiostro si spandeva sul foglio, sul volto della
ragazza si formava un
sorriso sincero, quasi commosso.
Non
ne
sapeva il motivo, ma quella semplice immagine che la sua mente aveva
deciso di
donarle, le aveva finalmente fatto tornare l’ispirazione per
scrivere.
Era
un’immagine tanto semplice quanto importante.
Era
un’immagine dell’estate.
*
Lucy
rilesse per l’ennesima volta la poesia che
aveva composto.
Aveva
perso
il conto di quante volte avesse riletto quelle parole, e nonostante si
sentisse
complessivamente soddisfatta di ciò che aveva creato, le
sembrava che
mancasse qualcosa.
Aveva
descritto
alla perfezione l’immagine che le era balenata nella mente
qualche tempo prima,
eppure le pareva di aver dimenticato un dettaglio di estrema
importanza, un
dettaglio che forse non era nemmeno presente in quella breve visione.
Camminava
su e giù per il suo piccolo appartamento, i passi lenti e
brevi, una mano che
stringeva il foglio e l’altra che le tormentava le labbra.
Più
ripeteva quelle parole, più la mancanza di quel
dettaglio a lei ignoto la infastidiva.
Ma
come posso scrivere di qualcosa a me
sconosciuto? Non so nemmeno io di cosa si tratta…
Abbandonò
il foglio sul letto, continuò a camminare lentamente
coprendosi il volto con le
mani.
Più
ci
pensava e più quel dettaglio sembrava sfuggirle, come se la
sua mente volesse
tenerla all’oscuro di tale particolare.
Fece
un
lungo e pesante sospiro in segno di resa. “E’
inutile, dovrò farne a meno.”
Lanciò
uno
sguardo fuori dalla finestra; non aveva idea di quanto tempo fosse
passato da
quando Natsu se ne era andato, ed evitò volutamente di
guardare l’orologio.
Rilesse
un’ultima volta la poesia, e in quel momento decise che
avrebbe partecipato a
Miss Fairy Tail.
In
realtà
non le importava affatto del premio che avrebbe potuto vincere, sentiva
solo il
forte bisogno di leggere la sua opera a voce alta, davanti a una folla
di
persone.
In
realtà
non le importava nemmeno della folla nel suo insieme, ma sentiva solo
il
bisogno che Natsu la ascoltasse.
Si
vestì
più lentamente di quanto avrebbe dovuto, sovrappensiero, e
uscì con solo quel
foglio tra le mani.
In
quel
momento sentì di non aver bisogno d'altro.
*
“Mira!
Sono
qui per iscrivermi al concorso, quando inizia?”
La
barista
squadrò Lucy dubbiosa da dietro il bancone, un sorriso
debole accompagnò le sue
parole. “Ahm…veramente è finito circa
un’ora fa.”
“…ah.”
Mirajane
abbassò lo sguardo e, percependo la forte delusione della
bionda, aggiunse un
semplice “Mi dispiace.”
Lucy
cercò
di scacciare quell’improvviso sentimento di sconforto che le
aveva attanagliato
il cuore con prepotenza.
Fece
fatica
a mettere insieme più di qualche parola. “Non- non
è niente. E chi ha vinto?”
L’altra
maga sorrise sinceramente, inclinando leggermente la testa.
“Wendy.”
Lucy
non si
aspettava minimamente di udire quel nome; si sedette su uno sgabello,
onestamente interessata.
“Alla
fine
ha partecipato anche lei?” era una domanda retorica, ma aveva
bisogno di
un’ulteriore conferma.
Mirajane
annuì contenta. “Sì, la sua
è stata un’esibizione davvero carina.”
una pausa
in cui fece vagare il suo sguardo oceanino per tutta la gilda,
indicando poi un
punto lontano. “Ora è là che
festeggia.”
La
maga
degli spiriti stellari si voltò, posando i suoi occhi su un
tavolo allegro
circondato dalla maggior parte dei maghi della gilda.
Wendy
sorrideva imbarazzata ma felice, e parlava allegra con tutte le persone
che
aveva intorno; Natsu, seduto scomposto al suo fianco, le dava di tanto
in tanto
qualche leggera pacca sulla spalla, evidentemente orgoglioso della
piccola
Dragon Slayer.
Lucy
faticò
a voltarsi di nuovo verso la barista. “Dopo andrò
a complimentarmi con lei.” un
sorriso dolce le illuminò il viso.
“Tu
che
esibizione avresti portato?” le domandò affabile
Mirajane mentre riempiva un
paio di boccali.
Ci
fu un
momento di silenzio prima che l’altra riuscisse a rispondere.
“Ahm…avrei letto
una poesia, niente di che.” appoggiò sul bancone
il foglio che fino ad allora
aveva tenuto ben stretto tra le mani.
La
barista
avrebbe voluto chiedere qualcosa a riguardo, ma Lucy bloccò
la sua domanda sul
nascere. “Mira, posso averne uno
anch’io?” chiese indicando i boccali.
L’altra
maga dapprima corrugò la fronte, poi si aprì in
un sorriso. “Ma certo.” una lunga pausa
accompagnò i suoi movimenti esperti che andarono a riempire
un bicchiere per
Lucy. “Ti ricordo però che tu e Natsu mi dovete
pagare ancora tutti quelli di
ieri.”
La
maga
degli spiriti stellari alzò un dito per ribattere,
aprì la leggermente la
bocca, ma poi si trattenne.
Non voleva
più pensare a ciò che era accaduto il giorno
prima, così si limitò ad annuire e
a mordersi il labbro inferiore.
Bevve
tutto
il contenuto del suo boccale in appena un paio di sorsi, poi si
alzò. “Aggiungi
anche questo al conto, non ho soldi con me.”
e senza aspettare la risposta di Mirajane, si
allontanò, decisa ad
unirsi al resto del rumoroso tavolo in fondo alla sala.
Ad
appena
qualche passo dal raggiungere i suoi compagni, essa si
bloccò.
Restò
a
guardali attentamente per diversi istanti, beandosi delle loro risate e
delle
loro voci allegre, sorridendo al pensiero di quanto bene voleva ad
ognuno di loro.
Ma
la sua
attenzione venne catturata specialmente da Juvia: era seduta a
parlottare
amichevolmente con la sua vicina e, per qualche strana ragione, Lucy la
trovò
estremamente diversa.
Sembrava
rilassata, in pace con sé stessa; sorrideva sinceramente, i
suoi occhi
ravvivati da una luce nuova.
Poco
distante da lei, in piedi ed appoggiato ad una colonna, Gray stava
guardando
dolcemente la maga dell’acqua, un leggero sorriso che gli
increspava le labbra
e che non riusciva a nascondere.
Lucy
si
sentì profondamente colpita da quell’immagine; era
la prima volta che vedeva
Gray guardare Juvia da lontano e non il contrario.
La
maga
degli spiriti stellari sorrise nostalgica quando ripensò al
loro bacio,
intravisto appena qualche sera prima.
Scosse
la
testa, cercando di scacciare quei pensieri, poi si avvicinò
a Wendy.
“Wendy,
congratulazioni! Ho sentito che hai vinto il concorso!”
“Lucy-san!”
l’altra le regalò un enorme sorriso.
“Sì, all’inizio ero agitata, ma poi
è
andato tutto per il meglio!”
Lucy
si
rese conto che la stava ascoltando appena. Sentiva gli occhi di Natsu
puntati
su di lei, e la distraevano profondamente.
La
voce del
Dragon Slayer le fece provare un tuffo al cuore.
“E’ stata davvero brava!” donò
a Wendy l’ennesima pacca sulla spalla e un sorriso
smagliante. “E tu Lucy? Stai
meglio?”
La
maga cercò
di guardarlo, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo per
più di qualche
istante.
“Sì,
sto
bene…” le sembrò di mentire.
“Ora però torno a casa, mi sento ancora un
po’
debole.” nemmeno lei sapeva se stesse dicendo la
verità.
Dopo
qualche breve e rapido saluto, uscì dalla gilda.
L’aria
fresca della sera imminente le punzecchiava la pelle e le scompigliava
lievemente i capelli, che le solleticavano allegramente il collo.
Incrociò
le
braccia, abbassò lo sguardo sulla strada che si muoveva
lentamente sotto i suoi
piedi.
Perché
non sono riuscita a guardarlo? Perché adesso
mi costa fatica anche solo guardare il suo volto?
Inspirò
e
trattenne il fiato.
Non
posso andare avanti così.
Espirò.
Devo
dirgli cosa provo, è l’unica soluzione.
Inspirò.
Lui
non si accorgerà mai che non lo vedo più come
un amico.
Espirò.
E
a me non va di stare male per questa cosa.
Inspirò.
Devo
solo non fare supposizioni sulla sua potenziale
reazione. Se non ricambia i miei sentimenti, fa lo stesso.
Lucy
stai calma; alla prossima occasione gli
dirai tutto, lui ti dirà qualcosa come mi
dispiace Lucy, ma per me sei solo un’amica
e
tutto tornerà come prima.
Devo
solo sentire quelle parole dette da lui e mi
metterò il cuore in pace.
Andrà tutto bene-
Tossì.
Si
era
dimenticata di espirare.
Mi
ero detta di non fare supposizioni…
Tornò
a
respirare regolarmente.
Sovrappensiero,
raggiunse la sua abitazione prima di quanto non si aspettasse.
Non
appena
entrò in casa corse ad aprire la finestra della sua stanza;
non sapeva perché,
ma le sembrava la cosa più giusta da fare.
Una
folata
di vento però sparse i fogli che teneva sulla scrivania per
tutto
l’appartamento.
Sbuffando,
iniziò a raccoglierli lentamente.
“Il
foglio!” improvvisamente si ricordò di aver
dimenticato la poesia sul bancone
della gilda.
Si
sedette
a terra, appoggiando la schiena contro il bordo del letto, lasciando
cadere i
pochi fogli che aveva raccolto di nuovo sul pavimento.
Si
portò le
ginocchia al petto, su cui poi appoggiò le braccia.
E’
una stupida poesia sull’estate, di che mi
preoccupo? Mira l’avrà già
buttata…e in ogni caso posso sempre riscriverla,
l’ho letta così tante volte che l’ho
praticamente imparata a memoria.
Appoggiò
la
testa sulle braccia.
O
forse l’ho sempre saputa?
Restò
in
quella posizione per un tempo che le riuscì difficile
stabilire, ma era quasi
certa che passarono ore; rischiò di addormentarsi
più di una volta, ma non
voleva andare a letto, non doveva.
“Lucy?”
Poi
di
nuovo quella voce, di nuovo un tuffo al cuore.
Forse
era
quello che stava aspettando.
“Ciao,
Natsu.” la sua voce risultò più fredda
e distaccata di quanto non volesse.
Il
Dragon
Slayer balzò all’interno della casa.
“Mira
mi ha
chiesto di riportarti questo, l’hai dimenticato alla
gilda.” e le allungò un
foglio ripiegato che essa riconobbe immediatamente.
“Ah…grazie,
ma non ce n’era bisogno.”
Appoggiò
di
nuovo la fronte sulle braccia, abbandonate a loro volta sulle sue
ginocchia.
E’
il momento, glielo devo dire, o adesso o mai
più.
Forse
è meglio mai più.
Sentì
un
nodo alla gola.
No
no no, Lucy smettila, almeno alza la testa e
guardalo in faccia.
“Lucy?”
Il
cuore
della maga iniziò ad accelerare inevitabilmente il ritmo dei
battiti.
Perché
continua a ripetere il mio nome, so come mi
chiamo, perché non se ne sta zitto e-
“Oi,
Lu-”
“Natsu,
devo
dirti una cosa.” la sua voce fuoriuscì
incredibilmente atona.
L’altro
non
rispose, solo un silenzio pesante colmò quel vuoto di parole.
Il
ragazzo non
sembrava nemmeno voler chiedere spiegazioni, tanto che Lucy
alzò finalmente il
capo per accertarsi che fosse ancora lì.
Effettivamente
stava ancora in piedi davanti a lei, un’espressione
indecifrabile sul volto
illuminato appena dalla debole luce della luna.
Infine
si
degnò di risponderle. “Dimmi.” poi si
sedette a terra di fronte a lei, le gambe
incrociate che sfioravano i suoi piedi.
Lucy
spostò
lo sguardo da un lato, il pavimento ancora cosparso di fogli le
sembrò
improvvisamente interessante.
Si
schiarì
la gola, ma non riuscì a parlare.
In
realtà
non sapeva nemmeno se voleva parlare.
Il
cuore
continuava a martellarle nel petto, quasi impedendole di respirare
correttamente.
Passò
quasi
un minuto di totale silenzio, interrotto soltanto da qualche lieve
fruscio di
alcuni fogli mossi dal vento.
Poi
la voce
di Natsu la fece trasalire. “Mentre venivo qua ho letto
quella poesia…non me
ne intendo di queste cose, ma mi sembra bella.”
La
maga
spalancò gli occhi, sentì le guance accaldarsi
improvvisamente.
“So-
sono
felice…che ti sia piaciuta.” deglutì a
vuoto.
Nonostante
avesse i piedi a contatto con la pelle di Natsu, li sentiva
estremamente
freddi; non riusciva a capire se il tremolio che percepiva
fosse dato effettivamente dal freddo o
dall’agitazione.
“E’
una
poesia sull’estate…”
continuò lui appoggiando le mani sulle ginocchia.
Lucy
annuì
semplicemente, anche se non avrebbe voluto farlo.
Una
breve
pausa. “Hai freddo, Lucy?”
Lei
impiegò
più di qualche istante per rispondere; strinse i pugni,
digrignò i denti.
“No.”
“Ma
i tuoi
pied-”
“No.”
stava
appena sussurrando, ma la sua voce risultò così
decisa che sentì Natsu
irrigidirsi.
“Perché
sei
così stupido e ingenuo e-”
“Oi,
ti ho
solo chiesto se avevi fred-”
“No!”
urlò.
Poi
tornò a
mormorare. “No. Non è una poesia
sull’estate…è una poesia su di
te.”
confessò più
a se stessa che al diretto interessato.
Avrebbe
voluto guardare il viso del Dragon Slayer, ma si ritrovò a
chiudere gli occhi.
Avrebbe
voluto allontanarsi da lui, ma rimase seduta immobile nella speranza
che
nemmeno lui si muovesse.
Avrebbe
voluto baciarlo, ma si morse semplicemente le labbra.
Avrebbe
voluto fare tante cose contrastanti, ma non sapeva nemmeno se una di
loro fosse
la cosa giusta da fare.
Si
affidò
unicamente alle sue corde vocali, sperando che non la tradissero,
lasciando finalmente libere tutte quelle parole che nemmeno lei stessa
pensava fossero prigioniere nel suo cuore, nella sua mente, nella sua
gola.
“Non
capisco mai se fai finta di non capire o se non capisci davvero. Non
capisco
mai cosa pensi quando mi guardi con quello sguardo neutro. Non capisco
mai se
fingi di non notare certe cose o se non te ne accorgi veramente, non
capisco se
quando scherzi una parte di te faccia sul serio, non capisco
se-” la sua voce
si spezzò; sentì gli angoli degli occhi
inumidirsi, e più teneva lo sguardo
basso, più correva il rischio che una lacrima le solcasse
una guancia.
“Non
capisco…odio tutte queste cose di te.”
Natsu
non
intervenne e la lasciò continuare.
Lucy
sentiva i suoi occhi attenti puntati sul suo volto, ma non aveva la
forza di
voltare il capo per verificare se fosse davvero così.
Ormai
sentiva le parole esondare dalla sua bocca, e anche solo tentare di
fermarsi le
sembrava inutile.
“E
odio
anche quando entri dalla finestra, odio quando resti a dormire da me e
io sono
costretta a stare sul pavimento in uno schifoso sacco a pelo, odio
quando non
mi presti la tua giacca se ho freddo, odio quando non riesci a stare
zitto,
odio quando dovresti dire qualcosa ma non lo fai, odio quando continui
a
ripetere il mio nome, odio-”
Natsu
si
mosse.
Si
inginocchiò, poi le prese il volto tra le mani,
costringendola a guardarlo.
Il
suo
sguardo era così acceso e deciso che Lucy non
riuscì più a staccare i suoi
occhi da lui, quasi per timore.
“Lucy,
anch’io odio tantissime cose di te.”
Poi
posò le
labbra sulle sue.
Lucy
si
immobilizzò.
Sentì
il
respiro troncarsi nel petto.
Gli
occhi
spalancati sulle palpebre chiuse del Dragon Slayer.
Un
ciuffo
di capelli rosa le solleticò una guancia.
Un
tramonto rosato di un pomeriggio estivo.
La
maga
chiuse lentamente gli occhi.
Inalò
il
suo profumo.
L’odore
muschiato della terra.
Sentì
la
sua pelle ruvida sfiorarle un polpaccio.
Le
spighe che mi circondano le gambe.
Lo
sentì
riprendere fiato per un brevissimo istante.
Il
fruscio di un vento caldo.
Sorrise,
la
bocca di lui ancora sulla sua.
Si
sedette
più comodamente per rispondere meglio a quel bacio.
Sentiva
il
suo calore abbracciarla, toccarla, sfiorarla, un calore forte ma dolce,
non
opprimente.
La
sua
bocca era ancora più calda di quell’abbraccio,
della sua pelle che continuava a
solleticarle il corpo.
Avrebbe
voluto
che quel bacio durasse in eterno, di questo era finalmente certa; ma si
staccò
lentamente da lui, il suo viso che la seguì per qualche
istante come un magnete
segue il ferro.
Le
loro
labbra erano ancora terribilmente vicine.
Lucy
spostò
ritmicamente il suo sguardo dagli occhi alla bocca di lui, ancora
leggermente socchiusa.
“Quello…quello
che stavo cercando di dire è che…credo di essermi
innamorata di te.” sussurrò.
“Lo
so, me
lo hai detto anche ieri sera.”
“Co-cosa?”
la maga corrugò la fronte e increspò le labbra,
confusa.
Lui
non
diede nessuna formale spiegazione. “Ma sono felice che tu
l’abbia ridetto,
soprattutto senza essere ubriaca.” sorrise, poi riprese a
baciarla.
Lei
non
obiettò, e rispose con vigore a quel nuovo bacio.
Dopo
pochi
istanti però si separò nuovamente da lui.
“Aspetta! Tu…tu mi hai baciata!”
Natsu
la
osservò, disorientato da quell’affermazione.
“Sì ma…mi ha baciato anche tu,
insomma-”
“No,
cioè…quello che-” la maga si
alzò rapidamente e corse verso la scrivania.
Oggi
è l’ultimo giorno, l’ultimo giorno in
cui posso
vincere quella scommessa! E visto che mi ha baciata…
Non
che le
importasse più di tanto di quella stupida scommessa, ma quel
bacio sarebbe
stato ancora più gradito se fosse stato l’emblema
della sua vittoria.
Afferrò
agitata l’orologio sulla scrivania.
Lo
fissò
per qualche momento, incredula.
Sorrise.
Sentì
avvicinarsi Natsu alle sue spalle.
“Cos’è successo?”
Gli
mostrò
l’orologio: segnava mezzanotte e quattro minuti.
“Hai
vinto.”
Natsu
osservò dubbioso prima l’ora e poi la maga.
“Vinto cosa?”
“La
scommessa.”
“Quale
scommessa?”
Lucy
appoggiò l’orologio sulla scrivania con
più forza del previsto, producendo un
rumore sordo che si propagò per tutta la stanza.
Si
voltò
verso Natsu, fissandolo minacciosa. “Quella che abbiamo fatto
una settimana
fa.”
Lui
si portò
una mano alla nuca, per poi spostare il suo sguardo da un estremo
all’altro
della camera. “Ah sì…qu- quella
scommessa, certo…”
La
maga
alzò le braccia al cielo, rabbiosa. “Non mi dire
che te ne eri dimenticato!”
iniziò a camminare nervosa su e giù per la stanza.
“Ma
certo
che n-”
Non
lo
lasciò terminare.
“Io tutta questa settimana sono stata in
ansia, ho cercato di inventare non so quanti modi diversi per farmi
baciare da
te, ho cercato persino di sedurti
mentre tu…tu avevi
dimenticato la
scommessa?!”
“Aspetta,
tu hai cercato di sedurmi?”
Lucy
aprì
la bocca, sconvolta. “Non te ne sei nemmeno
accorto?!”
Lui
fece spallucce, inarcò la bocca in una smorfia.
“La seduzione è un'arte, Lucy, e tu mi sembri
tutto tranne che un'artista.”
La
maga chiuse gli occhi per qualche istante prima di rispondere, adirata.
“Inserisci anche mi
dici sempre cose cattive nella lista delle cose che odio
di te.”
“Oooh
avanti Lucy, non è vero…ma
poi, di cosa trattava
questa scommessa?”
Lei
lo
fulminò con lo sguardo ed inspirò profondamente,
cercando di calmarsi.
“Senti, non importa.”
iniziò a
raccogliere i fogli ancora tutti sparsi a terra, inevitabilmente
furiosa.
“E
dai
Lucy, perché te la devi prendere per tut-”
Un
ulteriore sguardo minatorio gli ordinò di non continuare.
Natsu
si
coricò stremato sul letto, sospirando.
Prima
che la maga
tornasse all’attacco passarono diversi minuti, nei quali
riuscì finalmente a sbollire la sua ira.
“E’ davvero un peccato
che ti sia dimenticato di questa
scommessa, perché il premio in palio ti piaceva
parecchio.”
Il
Dragon
Slayer alzò il capo. “Eh? Quale premio?”
“Se
tu
avessi vinto, avresti potuto dormire nel mio letto per ben due
mesi.” un
sorriso compiaciuto si dipinse sul volto della giovane.
Natsu
si
sedette rapidamente. “Due mesi?! Quindi io potrei dormire su
questo materasso
per due mesi?!”
Lei
non
rispose, si limitò ad inarcare le sopracciglia mentre
continuava a raccogliere
fogli.
“Da
quello
che hai detto, io tecnicamente ho vinto questa
scommessa…”
“Sì,
mi hai
baciata dopo la mezzanotte, quindi la settimana che ci eravamo dati
come tempo
limite era già scaduta.”
“Perciò
potrei restare qua a dormire già da stasera.”
azzardò lui.
Lucy
finì
di sistemare tutti i fogli sulla scrivania prima di
rispondere.
Si avvicinò a
lui e gli stampò un inaspettato bacio sulle labbra.
“Questa volta credo non mi
dispiacerebbe affatto.” sussurrò sorridendo.
Ci
fu
qualche momento di silenzio.
“Natsu?”
“Mmh?”
“La
tua
bocca sa…sa
di
fiammifero bruciato.” constatò infine lei,
lambendosi con la punta della lingua un angolo delle labbra.
“Ho
sempre
questo gusto in bocca.”
“Ah.
Dovrò
abituarmi allora.” si ritrovò a sorridere di nuovo
nell’osservare quel volto
tanto conosciuto quanto amato.
Finalmente
aveva trovato quel dettaglio che mancava sia alla sua visione che alla
sua
poesia.
Il
sapore
dell’estate.
Ma
sapeva
di fiammifero, e non era certo una cosa così romantica da
essere inserita in
una sentimentale visione di un campo di grano né tantomeno
in una poesia.
Eppure
stranamente
le piaceva.
Forse
dovrei scommettere più spesso.
Angolo
Autrice:
Dopo
un
anno giusto dalla pubblicazione del primo capitolo, sono finalmente
riuscita a concludere
questa storia, e spero che il finale non vi abbia deluso ;w;
Naturalmente, se
vi va, fatemi sapere le vostre opinioni e i vostri pareri, sono sempre
ben
accetti! ♥
Alla fine
Natsu ne è uscito vincitore, ma anche Lucy ha avuto la sua
fetta di vittoria~
Credo che
ormai lo sappiano tutti, ma mi sento in dovere di specificare che la
parola natsu, in giapponese,
significa estate, e ho quindi
provato a giocare
(passatemi l’espressione, non so se ce l’ho fatta,
lol) con questo termine.
Infine, vi informo che mi
sono decisa a scrivere anche il breve epilogo di cui vi ho accennato la
volta
scorsa, e posso dirvi con certezza che sarà pubblicato il 31
agosto (questa
volta prometto che non ritarderò, vi do la mia parola
uù). Sarà ambientato
qualche mese dopo questo settimo giorno e sarà davvero breve,
ma spero lo
apprezzerete lo stesso ;w;
Naturalmente
vi ringrazio per aver seguito questa storia fino alla sua conclusione,
ma visto
che qua gli angoli autrice si fanno
sempre più lunghi, vi ringrazierò come si deve
alla fine dell’epilogo, quando sarà
tutto effettivamente finito (gioite, per questa volta vi siete
risparmiati sdolcinati
e commossi ringraziamenti).
Non mi
resta che salutarvi, e spero di ritrovarvi tra una dozzina di giorni! ♥
Shi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Giorno X ***
GIORNO X - La seduzione è un'arte
LA
SEDUZIONE E’ UN’ARTE
GIORNO
X
Una
brezza
leggera entrava a correnti intermittenti dalla finestra leggermente
scostata.
Lucy
rabbrividì lievemente quando una folata fresca e delicata le
raggiunse le gambe
e si insinuò fino alle ossa.
Il
sole del
mattino era ancora troppo debole e pallido per riscaldare
l’aria, e appena
qualche raggio delicato filtrava attraverso le tende della cucina.
La
maga,
seduta a tavola, assaporò quell’atmosfera
così calma e serena per qualche
istante e, dopo aver bevuto un piccolo sorso di the,
continuò a leggere il suo
libro.
Un
frastuono proveniente dalla camera da letto ruppe quella quiete
così pura,
seguito da un paio di imprecazioni che fecero sospirare Lucy con
rassegnazione.
Qualche
momento dopo, Natsu comparve sulla soglia della cucina,
completamente nudo,
mentre malediceva a gran voce gli abiti sparsi sul pavimento della
camera da
letto, su cui probabilmente aveva appena inciampato.
La
ragazza
alzò gli occhi quel tanto che bastava per squadrarlo da capo
a piedi. “Avresti
almeno la decenza di vestirti?”
Lui
la
guardò confuso. “Che c’è, mi
hai già visto nudo, no?”
“Si
ma-”
sbuffò. “Fa’ come ti pare.” e
tornò a bere un altro sorso di the.
Dopo
un
sospiro infastidito, Natsu sparì per qualche istante per poi
ricomparire con
almeno i boxer addosso.
“Contenta?”
Lucy
lo
ignorò, troppo concentrata sul libro per degnarlo di
attenzione.
Il
Dragon
Slayer si diresse affamato verso il piano della cucina, sfregandosi le
mani.
“Cosa c’è per colazione?”
“Sto
scaldando dei toast, e lì nel bollitore
c’è del the.” rispose lei distratta.
Passarono
un paio di minuti prima che Natsu posasse sul tavolo, davanti a lei, un
piatto
colmo di pane.
“Stavi
bruciando dei toast.” le
fece notare.
La
maga
agitò una mano. “Ma a te piacciono
croccanti…”
“Sì
ma- perché
non sai nemmeno cucinare, Lucy?” domandò Natsu con
un tono quasi sofferente.
Poi
aprì
una credenza, prese dei biscotti e, invece di sedersi a tavola, si
fermò alle
spalle della ragazza, le schioccò un bacio sul capo e
appoggiò il mento su una
sua spalla.
Quell’improvviso
calore la fece sobbalzare lievemente.
“Cosa
leggi?” chiese lui con la bocca piena.
“Un
libro
che mi ha prestato Levy mesi fa…”
Gli
fece
leggere il titolo: L’arte della
seduzione.
“Avrei
dovuto leggerlo per vincere quella scommessa, ma non mi sembrava
così interessante
e utile; invece è meglio del previsto.”
spiegò lei.
“Mmh…quale
scommessa?”
Lucy
si
voltò di scatto per guardarlo in faccia, sul volto
un’espressione colma
d’incredulità.
“Sto
scherzando, sto scherzando, stavolta mi ricordo!” si difese
rapidamente il Dragon
Slayer alzando le mani verso l’alto.
La
maga lo
osservò dubbiosa, ma decise di credergli.
Si
stiracchiò, poi si alzò per posare la
tazza ormai vuota nel lavandino;
Natsu, prima di prendere il suo posto a tavola, le diede un leggero
schiaffo su
una natica.
Lei
sorrise
senza farsi notare, il viso ancora voltato verso il lavabo.
“Mi
dispiace, ma Erza tira sberle migliori delle tue.”
affermò, cercando di
provocarlo.
“Erza
ti ha
dato pacche sul-”
“Sì,
quella
sera in cui era ubriaca…al mio compleanno!”
rammentò lei ridendo e voltandosi
verso il suo interlocutore, appoggiandosi poi al piano della cucina.
Lui
si
limitò a fissarla, probabilmente in cerca di qualche ricordo
che gli balenasse
nella mente.
La
maga
incrociò le braccia, cercando poi di dargli qualche
suggerimento per aiutarlo.
“La stessa sera di quando mi hai regalato il tuo
fuoco…” andò a cercare con gli
occhi la fiammella sulla sua scrivania, e appena la intravide le venne
spontaneo sorridere.
“Mmh…”
il
Dragon Slayer mangiò un paio di biscotti con un solo
boccone. “Sì quello lo
ricordo…” ma non aggiunse altro, e
continuò tranquillo a mangiare.
Lucy
aggrottò le sopracciglia. “Sei sicuro di non avere
qualche problema di
memoria?”
“Ma
dai,
figurati…” si alzò in piedi per
prendere una tazza di the, ma si fermò davanti
alla ragazza.
La
circondò
con le braccia, appoggiando le mani sul bordo del lavandino.
“Solo
perché ho dimenticato una scommessa, non significa che mi
dimentichi tutto.” sussurrò
sfiorandole le labbra.
Lei
incurvò
la bocca in un sorriso. “Quindi ricorderai che i due mesi in
cui potevi stare a
dormire da me, che avevi vinto con quella scommessa, sono finiti da un
bel
pezzo.” mormorò lei accerchiando con le braccia il
suo collo e attirandolo
maggiormente a sé, per quanto possibile.
Sentiva
il
suo petto caldo premerle contro il seno, il suo respiro che le scaldava
le
labbra, il suo sguardo inevitabilmente incatenato al suo.
Prima
di
rispondere, lui le morse delicatamente il labbro inferiore.
“Ti mancherei,
Lucy.”
Lei
lo
baciò lentamente, in modo quasi straziante, assaporando la
sua bocca per un
istante che parve interminabile. “Vogliamo
scommettere?” la sua voce era appena
un sussurro, quasi impercettibile.
Sul
volto
di Natsu si dipinse un sorriso, che lei rubò prontamente con
un bacetto rapido.
“Natsu!”
I
due si
voltarono verso la finestra, oltre la quale Happy stava fluttuando a
mezz’aria.
“Ho
interrotto qualcosa?” chiese l’Exceed portandosi le
zampine al muso e
sghignazzando.
Lucy
lasciò
la presa dal collo del Dragon Slayer. “No
figurati!” e invitò Happy ad entrare.
“No,
devo
incontrarmi con Charle per la colazione! Volevo solo dirvi che vi
aspetto alla
gilda per scegliere il nuovo incarico!” e detto
ciò volò via rapidamente,
mugugnando qualcosa su un enorme pesce che aveva appena pescato.
Natsu
si
stiracchiò, bevve rapidamente una tazza di the e
andò velocemente a vestirsi.
“Vado anch’io alla gilda, Lucy.”
“E
dai,
potresti almeno aspettarmi cinque minuti!”
“Ti
servono
ben più di cinque minuti per prepararti!” e con un
balzo uscì dalla finestra.
Lucy
si affacciò,
indignata. “Ecco, un’altra cosa che odio di te
è che-”
Il
Dragon
Slayer non la lasciò terminare. “Sì
Lucy, anch’io ti amo.”
Lei
sospirò
rassegnata cercando di non sorridere, invano. “Sei
insopportabile!”
Natsu
si
voltò verso la finestra, facendo qualche passo
all’indietro. “Ridimmelo la
prossima volta che resto ancora a dormire da te!”
tornò a camminare
normalmente, alzando solamente un braccio in segno di saluto.
“Idiota!”
si trovò ad urlare lei con le guance eccessivamente
arrossate.
Una
pausa.
“Ti
amo.”
mormorò poi con un sorriso a fior di labbra.
La
maggior
parte delle volte l’incredibile udito del Dragon Slayer era
una seccatura, ma
in quell’occasione Lucy fu ben felice che il suo sussurro
fosse arrivato alle
orecchie del ragazzo.
Lui
voltò
leggermente la testa, quel tanto che bastava per mostrarle un sorriso.
Angolo
Autrice:
Finalmente
questa storia si può dire ufficialmente conclusa. Mi sono
così tanto
affezionata a lei che mi sembrerà strano non doverla
più riprendere in mano
(ma hey, chiusa una ff se ne apre un’altra~).
Sentimenti
nostalgici a parte, veniamo ai ringraziamenti, perché VOI,
sì TUTTI VOI, vi
meritate tonnellate di GRAZIE.
Grazie per
avere letto questa storia, per averla inserita nelle seguite /
preferite / da ricordare;
grazie a tutti voi lettori che avete speso un pochino del vostro tempo
per scrivere
una recensione, non sapete quanto piacere mi abbia fatto leggere tutti
i vostri
commenti ;w; Grazie a voi lettori silenziosi che avete seguito questa
ff
dall’inizio alla fine ♥
E
grazie
per aver atteso i miei aggiornamenti, sempre e costantemente in ritardo
(…….davvero, scusate).
Mi avete
dato così tanto supporto, sia in modo diretto che
indirettamente, che mi sento
un pochino commossa e quasi in imbarazzo, siete stati tutti
così cari ;///;
Infine, siccome
alcuni di voi mi hanno chiesto un contatto al difuori di efp, sulla mia
pagina
ho lasciato il link per il mio account twitter; sarebbe davvero un
piacere
avervi in TL ♥
E
ora credo
sia giunto il momento di fermarmi con questo immenso papiro, quindi non
mi resta
che salutarvi!
Alla
prossima e, come sempre, vi stritolo in un abbraccione fortissimo ♥
Shiori
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2779136
|