La Seduzione è un'Arte

di Shiori Desu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno 0 ***
Capitolo 2: *** Giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Giorno 2 ***
Capitolo 4: *** Giorno 3 ***
Capitolo 5: *** Giorno 4 ***
Capitolo 6: *** Giorno 5 ***
Capitolo 7: *** Giorno 6 ***
Capitolo 8: *** Giorno 7 ***
Capitolo 9: *** Giorno X ***



Capitolo 1
*** Giorno 0 ***


GIORNO 0 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE

 

GIORNO 0

 

Una brezza leggera entrava a correnti intermittenti dal portone leggermente scostato. Lucy rabbrividì lievemente quando una folata fresca e delicata le raggiunse la schiena e si insinuò fino alle ossa.

“Hai freddo Lucy?” Le domandò Mirajane con il suo solito tono affabile mentre asciugava un bicchiere.

“Mmh, no...” Mentì l’altra sedendosi più comodamente sullo sgabello davanti al bancone.

“Eppure hai la pelle d’oca.” Constatò con un sorriso la cameriera.

Un boato non troppo lontano fece sobbalzare entrambe, seguito da un “Si! Scommettere è da uomo!”

Lucy si voltò, curiosa di vedere cosa stava accadendo alle sue spalle. Un tavolo era accerchiato da una quantità indefinita di maghi, principalmente uomini, e le loro voci si accavallavano le une sulle altre, senza un apparente filo logico che conducesse ad un discorso sensato. Sembrava quasi si limitassero a gridare, ridere e tirarsi pacche sulle spalle, bevendo sakè come intermezzo tra una cosa e l’altra.
In fin dei conti in quel baccano sembrava non esserci niente di strano, dopotutto là dentro non passava giorno in cui qualcuno non si prendeva almeno un pugno in faccia. Eppure quella sera c’era qualcosa di diverso nel comportamento di quei maghi casinisti, nei loro volti, nei loro sorrisi, nei loro sguardi.

Sembrano dei bambini il giorno di Natale. Concluse infine Lucy tra sé e sé.

“Ma cosa sta succedendo?” Domandò confusa tornando a guardare Mirajane.

Le rispose una voce alle sue spalle. “Una scommessa.” Erza si sedette con aria soddisfatta accanto alla maga degli spiriti stellari.

“Una…scommessa?” Ripeté Lucy visibilmente incuriosita.

“Oh, e di cosa si tratta?” Chiese Mirajane appoggiando un dito sul mento con fare pensieroso.

Erza incrociò le braccia, un mezzo sorriso comparve sul suo volto. “Stanno scommettendo…”

Lucy si avvicinò involontariamente all’altra maga, sempre più interessata alla questione.

“…su chi vincerà quest’anno Miss Fairy Tail.” Concluse seria Erza e con lo sguardo acceso.

Lucy cadde quasi dallo sgabello in preda alla delusione. Per qualche strano motivo si era aspettata tutt’altro, ma effettivamente quella cosa spiegava alla perfezione l’esaltazione degli uomini.
Espirò sonoramente. L’unica volta che aveva partecipato a quel concorso si era classificata seconda, battuta solamente dalla sua compagna di squadra. Quell’anno avrebbe partecipato di nuovo, sempre tentando di accaparrarsi il primo premio per pagare qualche mese di affitto.

“E chi è la donna data per vincente?” Si interessò Mirajane divertita.

“Io, naturalmente.” Un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto della rossa.

“Immagino che tanti abbiano scommesso anche su Lucy.” Disse amabilmente la barista.

“Mmh, da quello che ho sentito non in troppi.” Affermò Erza annuendo convinta.

La voce di Lucy si fece leggermente più acuta. “Come sarebbe a dire non in troppi?”

“Probabilmente sono rimasti delusi dalla tua prima sconfitta.” Spiegò Erza.

“Be’ è comprensibile.” Convenne Mirajane.

“M-Mira, anche tu ti ci metti?!” Urlò sconvolta Lucy agitando le braccia.

L’altra rispose semplicemente con un sorriso.

Mi…mi sta prendendo in giro? Si domandò insospettita Lucy. Dopo tutto quel tempo passato a Fairy Tail, essa non riusciva ancora a decifrare i sorrisi di Mirajane. A volte quella maga dal viso così bello e gentile riusciva quasi ad incuterle timore.

Una voce fin troppo familiare, che per un breve istante sovrastò tutte le altre, la distrasse da quei pensieri. “Oooh per favore Wendy!”

Lucy si voltò nuovamente. Poco distante dal tavolo in cui le scommesse continuavano a girare, vide Natsu che parlava con la giovane Dragon Slayer. Wendy era seduta composta ad un tavolo, Charle come sempre al suo fianco, mentre Natsu teneva un piede appoggiato ad un panca ed uno sguardo supplichevole sul volto.
Il ragazzo disse qualcosa che fece arrossire quasi immediatamente la giovane, che si ostinava a tenere lo sguardo basso su un punto indefinito del tavolo.
Wendy rispose muovendo appena le labbra.
Natsu rise sonoramente, poi disse qualcosa che fece letteralmente scappare la giovane dall’imbarazzo.

In un primo momento il Dragon Slayer rimase immobile al suo posto senza capire cosa fosse successo, poi agitò un braccio per attirare di nuovo l’attenzione di Wendy. “Oi Wendy, allora parteciperai?!”

Lei lo ignorò uscendo in fretta e furia dalla gilda mentre Charle, tra le sue braccia, inveiva contro Natsu.

Il mago si portò una mano alla nuca, notevolmente confuso da ciò che era accaduto, poi si diresse corrucciato verso il bancone.

Lucy si voltò di nuovo tentando di assumere un’aria indifferente, senza sapere cosa pensare della bizzarra scena a cui aveva appena assistito.
Una volta accomodatosi accanto a Lucy, Natsu incrociò le braccia pensieroso.

“Ma che hai fatto alla povera Wendy?” Gli domandò preoccupata la bionda.

“Mmh…non capisco, le ho solo chiesto di partecipare a Miss Fairy Tail.” Rispose lui perplesso.

Lucy continuava a non capire. “E…uhm…per quale motivo vorresti che partecipasse?”

“Voglio scommettere sulla sua vittoria!” Rispose Natsu alzandosi infervorato e stringendo un pugno senza un apparente motivo.

A quella risposta Mirajane sorrise amabilmente, Erza lanciò al ragazzo uno sguardo freddo e accusatore che aveva tutta l’aria di un come osi a non scommettere su di me?!, Lucy si limitò a fissare basita, con la bocca semi-aperta, il Dragon Slayer.

Infine Mirajane diede voce ai pensieri di tutte. “Perché scommetteresti su Wendy?”

“Bè perché qua dentro è la più carina.”

Happy atterrò improvvisamente sul bancone, intromettendosi nella conversazione. “E poi è gentile.”

Natsu annuì convinto e tornò a sedersi. “Però…lei dice che è un problema, ma secondo me per partecipare non servono solo quelle…” E si portò le mani davanti al petto mimando la forma di un seno.

Lucy si alzò di scatto. “N-Natsu! Non dirmi che questa cosa l’hai detta anche a Wendy?!”

“Eh? E perché non avrei dovuto?”

La maga si risedette sospirando.

“Ora però non so cosa fare. Wendy se n’è andata senza nemmeno dirmi se partecip-“

Lucy non lo lasciò terminare. “E’ ovvio che non parteciperà!” Una pausa. “A volte mi chiedo se hai del fuoco anche nel cervello.” Aggiunse poi rassegnata.

“Quindi su chi scommetterai?” Chiese Happy mentre faceva uno spuntino con un pesce.

“Aaaaargh non lo so Happy, non mettermi sotto pressione!”

“Perché non scommetti su di me?” Azzardò Lucy. “Dopotutto i compagni di squadra si sostengono anche in queste cose.” Disse assumendo l’aria più convincente possibile.

“Ti senti già in svantaggio, Lucy?” Le sussurrò Erza maliziosa.

“Assolutamente no, era…era tanto per dire.” Affermò l’altra annuendo alla sua stessa bugia.

“E’ inutile che tenti di convincermi Lucy, non scommetterei mai su di te.” Fece Natsu portandosi le mani dietro la testa.

“Cosa? E perché?!”

“Non sei esageratamente carina.”

“E poi non sei gentile.” Aggiunse Happy.

“Anche se in fatto di…” Continuò Natsu lanciando un’occhiata al seno di Lucy “…sei messa piuttosto bene.” E dopo una breve pausa aggiunse: “Ma come ho detto prima, non sono solo quelle che contano.”

Lucy, il viso color porpora per la rabbia e l’imbarazzo, tentò di coprirsi il petto incrociando le braccia.

“E comunque anche quelle non le sa usare.” Infierì Happy. “Ricordiamoci che il suo sex appeal avrà funzionato appena una volta nei nostri incarichi.”

“Neko-chaaaan!!! Smettila subito, non dovresti dire queste cose!” Urlò disperata Lucy.

Happy non si lasciò intimidire. “Ma è la verità. Non riusciresti a sedurre un uomo nemmeno con tutti i pesci del mondo.”

“E- e questo cosa significa?” Domandò lei spaesata.

Natsu rise di gusto. “Si, sono d’accordo Happy.”

Come fanno a parlare delle mie tette e del mio potenziale sex appeal con tanta disinvoltura?! E per di più mentre io sono qua davanti a loro!

Lucy diede un pugno sul bancone, nascondendo poi una smorfia di dolore. “E va bene. Volevi fare una scommessa? Scommettiamo.” Proferì decisa la maga rivolgendosi al Dragon Slayer.

Lui si limitò a fissarla interrogativo.

“Scegli un mago di questa gilda, e scommetto che riuscirò a sedurlo nel giro di una settimana al massimo.” Propose la ragazza mossa dalla forza della disperazione. 
Non appena terminò la frase si pentì immediatamente di averla detta a voce alta. Sapeva che Natsu avrebbe accettato, dopotutto si trattava di una sfida, e lui le sfide non le rifiutava mai, così come sapeva che per lei quell’impresa era pressoché impossibile.

Eppure non si fermò, ormai aveva lanciato la scommessa, tanto valeva andare fino in fondo. “Avanti scegli. O hai paura di perdere?” Lo provocò Lucy notando che il ragazzo era rimasto stranamente impassibile a quella proposta.

Happy si intromise di nuovo. “Cosa intendi per sedurre?” Domandò alzando una zampina.

”Bè uhm…” A questo non aveva pensato. “Riuscirò...uhm…riuscirò a farmi dare un bacio, ecco sì il mago che Natsu sceglierà mi dovrà baciare. Un…un bacio basta e avanza.”

Dopo un primo momento di stallo, Natsu scoppiò improvvisamente a ridere. “Sei davvero divertente Lucy!” Incrociò le braccia. “Ma se questa è una sfida…la accetto volentieri.” Disse infine con un mezzo sorriso sulle labbra e una scintilla negli occhi.

Per appena un momento Lucy credette di svenire. E ora come faccio?! Era prevedibile che sarebbe finita così, ma che diavolo mi è saltato in mente, stupida Lucy, stupida!

“Allora vediamo…” Natsu si portò una mano al mento. “…chi posso scegliere…” Il suo sguardo vagava tra i presenti nella gilda.

Lucy fece altrettanto, tentando di anticipare la scelta che avrebbe fatto l’amico.

Forse sceglierà Gajeel, tutti sanno che ha una tresca con Levy-chan, sarebbe davvero impossibile per me- no, sceglierà Al! Al è sposato, ha una figlia ed è tremendamente innamorato di Bisca! Sarebbe un suicidio tentare di sedurlo. E se scegliesse Makarov? No, è un vecchio pervertito, non ci penserebbe due volte se gli chiedessi di baciarmi. Così come Macao e Wakaba. Mmh e Bikslow? Non so molto su di lui…Gray! Cosa faccio se sceglie Gray? Sarebbe terribilmente imbarazzante, per non parlare del mio potenziale assassinio da parte di Juvia. Elfman invece…bè è un uomo no? Se gli spiegassi la situazione credo capirebbe. Aaaargh sono spacciata, e queste stupide riflessioni non portano a niente!

Una volta spezzato il filo di quei pensieri inconcludenti, Lucy si voltò per scoprire che Mirajane ed Erza erano ancora lì accanto a lei, che probabilmente avevano ascoltato tutto, e che attendevano ansiose che Natsu proferisse il verdetto sulla sua scelta.

Improvvisamente il Dragon Slayer sorrise compiaciuto.

Un brivido corse rapido lungo la schiena di Lucy, mentre l’ansia, la paura, il panico cominciavano a bussare prepotentemente al suo corpo.

Natsu si voltò verso di lei.

“Me.” Disse infine.

Silenzio.

“In una settimana dovrai riuscire a sedurre me.”

Silenzio.

Lucy sbatté ripetutamente le palpebre, come avesse voluto accertarsi che quello non era un sogno, o meglio un incubo.
Aprì la bocca un paio di volte per poi richiuderla senza proferire parola.

Deglutì a vuoto. “C-Cosa?” Si trovò infine a balbettare.

“Oi adesso sei diventata anche sorda Lucy?” La canzonò Natsu ridendo con Happy.

“Io...non…” La maga non aveva la più pallida idea di cosa dire. I suoi pensieri si mescolavano furiosamente fino ad annullarsi gli uni con gli altri, proprio come le voci che continuavano a risuonare nella gilda. Eppure lei in quel momento udiva solo silenzio.

Per quale motivo…perché sé stesso? Non ha senso, potev- No! Invece ce l’ha eccome un senso! Se sceglie un’altra persona, non sa come questa potrebbe reagire. Invece sé stesso…bè è la persona che conosce meglio qua dentro, e inoltre, conoscendo la scommessa, non si lascerà ingannare tanto facilmente. Anzi, probabilmente non si lascerà ingannare affatto. Che sia più furbo di quanto pensi?

La voce di Erza la fece tornare alla realtà. “Ma una vera scommessa deve avere una posta in gioco. Cosa scommettete?”

“Ti prego, non peggiorare la situazione.” La implorò Lucy con la voce tremante.

“No, Erza ha ragione!” Asserì Natsu balzando di nuovo in piedi. “Allora…uhm…ecco ecco! Se tu perdi Lucy, dovrai farmi dormire nel tuo letto per un mese!” Dichiarò puntando un indice contro la bionda. “Invece se vinco io, dormirò nel tuo letto per due mesi!” Concluse entusiasmato al solo pensiero.

“Si ma se vinco io?” Ribatté Lucy intimidita anche solo dall’idea.

Mirajane replicò ancora prima che Natsu potesse pensare ad una risposta. “Se vincerai tu Lucy, avrai già avuto un bacio da Natsu, non ti sembra abbastanza?”

Lucy alzò un indice per ribattere, ma ci rinunciò l’istante dopo. Si accasciò debolmente sul bancone sussurrando un flebile “Perché ce l’avete tutti con me?”

Natsu le diede un’amichevole pacca sulla spalla accompagnata da un ampio sorriso. “Avanti Lucy, non preoccuparti, sappiamo tutti che perderai!” Poi si rivolse a Happy. “Ci aspettano due mesi di riposo in un comodo e soffice letto!”

“Aye!”

Infine Dragon Slayer ed Exceed si diressero a grandi passi verso l’uscio della gilda.

“Eh? No, un momento aspettate! Se io perdo non è solo un mese?” Una pausa. “Naaaatsu! Torna qua! Che io perda e che tu vinca è esattamente la stessa cosa! Così non è leale!”

Tentò di rincorrerli, ma ormai le loro figure erano già sparite nell’aria fresca della sera.

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve! Era da un pò di tempo che mi frullava in testa l'idea di scrivere una NaLu, e bè...eccola qua! O perlomeno l'inizio xD
Spero non vi siate annoiati e, se avete tempo e voglia, lasciate qualche recensione e qualche consiglio, sarò ben felice di leggerli!
A presto :3
Shi

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Capitolo 2
*** Giorno 1 ***


GIORNO 1 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE


GIORNO 1

 

Un raggio di sole filtrava prepotente attraverso le tende per posarsi sugli occhi ancora chiusi di Lucy. Era sveglia, ma l’idea di iniziare una nuova giornata stranamente non la allettava affatto. 

Lei e i suoi compagni di squadra avevano deciso di prendersi un periodo di pausa prima di scegliere un nuovo incarico, quindi avrebbe avuto un discreto lasso di tempo per dedicarsi alle cose che amava fare. Avrebbe potuto leggere, scrivere, andare alle terme, stare con gli amici. 

Eppure il suo inconscio le suggeriva di non muoversi da quel letto per almeno una settimana.

Amici…

Con una mano strinse forte il lenzuolo.

Amici…perché il mio cuore ha accelerato i battiti?

Era certa di aver dimenticato qualcosa, qualcosa accaduto la sera prima.

Amici…Erza…Gray…Natsu…

Natsu…

Spalancò gli occhi e si sedette di colpo sul letto.

“Natsu?!”

Improvvisamente ricordò tutto. Non poteva credere di aver davvero fatto una scommessa del genere con Natsu.

Si coricò di nuovo coprendosi il volto con il lenzuolo, tentando quasi di nascondere l’imbarazzo da sé stessa.

Sarebbe stato cento volte più facile tentare di sedurre un estraneo. Dopotutto Natsu l’aveva già vista in abiti succinti e atteggiamenti provocanti, non si sarebbe certo lasciato impressionare da un costume e una posa da pin-up.

Scosse violentemente il capo per allontanare quei pensieri. In fin dei conti c’erano tanti altri modi per sedurre un uomo.

Si, ma quali?

Si voltò verso la finestra, lasciando che il sole le colpisse di nuovo il viso.

Sedurre…sedurre è una parola troppo grossa. Tutto sommato devo solo fare in modo che mi baci, no? E se mi organizzo per bene, potrò fare in modo che accada “per caso”.

Incoraggiata da quell’idea, balzò giù dal letto e si stiracchiò sorridendo.

Non conosceva il motivo per cui stava prendendo così seriamente quella sfida, considerati i termini che aveva letteralmente imposto Natsu, lei non aveva proprio nulla da vincere; eppure, nonostante nemmeno lei stessa volesse ammetterlo, il suo cuore quel bacio lo voleva.

 

*

 

“Stai attenta Lucy-chan!”

“Si, si!” rispose Lucy ai due barcaioli mentre camminava in equilibrio sul cordolo della strada, il fiume da un parte e il cemento dall’altra.

Ormai era pomeriggio inoltrato, e il sole aveva già cominciato la sua discesa verso l’orizzonte.

Dopo aver dedicato un paio d’ore al suo romanzo, pranzato, e fatto un lungo bagno rilassante, Lucy si era convinta che il tempo di agire fosse giunto.

In un modo o nell’altro sarebbe riuscita a strappare un bacio al Dragon Slayer del fuoco, il problema che ora si poneva era come.

Aveva escogitato diversi piani, uno più surreale dell’altro, e alla fine aveva optato per quello più banale e di facile messa in atto.

Devo solo riuscire a cadere, e con me, far cadere anche lui. E durante la caduta le nostre labbra si toccheranno e BAM! il gioco è fatto. Di certo non è il modo più elegante e romantico per farsi baciare…ooh ma a chi importa il romanticismo in questa storia? Devo solo trovare un modo per farlo cadere insieme a me…non sarà troppo difficile, no? 

Sovrappensiero e guidata dalla forza dell’abitudine, in pochi minuti si trovò alla gilda.

Si guardò intorno sperando di scorgere, in mezzo a tutte le altre, la figura di Natsu.

“Stai cercando qualcuno Lu-chan?” le chiese dolcemente Levy andandole incontro.

“Ehm si, hai visto Natsu per caso?”

Levy rifletté un momento. “E’ stato qua solo questa mattina, e dopo pranzo se n’è andato con Happy.”

“Adesso dove diavolo si sarà cacciato…” commentò Lucy a voce alta facendo affiorare sul volto dell’amica un delicato sorriso.

“Perché non provi a casa sua? E se non è là…non saprei come altro aiutarti.” propose Levy quasi scusandosi.

“Si hai ragione, proverò a casa.” Dopotutto non aveva nulla di meglio da fare.

“Vuoi che ti accompagni?” la fermò la scripter prima che Lucy potesse uscire.

“Oh…ahn…no bè, immagino avrai altre cose da fare, ma uhm grazie comunque!” E uscì prima che l’amica potesse aggiungere altro.

Meno pubblico c’era e meglio sarebbe stato. Effettivamente se avesse trovato Natsu alla gilda non aveva idea di come si sarebbero svolti gli eventi. Essere baciata davanti a quella folla di matti era fuori questione, sarebbe stato imbarazzante a dir poco. Forse era stato un bene non averlo trovato.

Però è strano, di solito passa tutta la giornata alla gilda…che voglia evitarmi per paura di perdere?

Lucy si diresse a passo non troppo rapido verso la dimora del Dragon Slayer e dell’Exceed.

Una volta lasciato il centro abitato di Magnolia, la maga degli spiriti stellari si ritrovò a camminare su una strada che ormai assomigliava molto di più ad un sentiero di montagna, costeggiata solamente da cespugli, erbacce e alberi da frutto dalla dubbia commestibilità.

Infine giunse, con non poca fatica, alla colorata abitazione dei suoi due amici.

Il giardino era un intricato disordine di piante e oggetti dalla controversa utilità, e solo con qualche piccolo balzo e uno discreto senso dell’equilibrio, Lucy riuscì a raggiungere l’uscio della casa.

Bussò un paio di volte senza ottenere alcuna risposta.

“Natsu? Happy?”

Spinse leggermente la porta che, sotto il suo tocco lieve, si aprì di poco verso l’interno.

In un primo momento la ragazza sbirciò dentro con cautela poi, insospettita da quell’innaturale silenzio, entrò.

Esattamente come si era aspettata, dentro quella piccola e buia abitazione il caos regnava sovrano. Piatti sporchi sul tavolo, biancheria sparsa sul pavimento, diversi oggetti bruciacchiati e qualche lisca di pesce buttata qua e là.

Lucy ignorò volutamente il disordine e la sporcizia che infestavano quella casa e, trattenendo il respiro per non inalare il fetore che stagnava nell’aria, si diresse alla bacheca in cui Natsu raccoglieva tutti i manifesti dei vecchi incarichi portati a termine.

Li scorse rapidamente uno ad uno, ed una marea di ricordi inondarono la sua mente. Lasciò che il passato e le sensazioni che esso portava le fluissero in tutto il corpo, senza opporre alcuna resistenza al potere della memoria.

Il suo sguardo si fermò infine su un manifesto in particolare e sul post-it azzurro che vi era affisso sopra: L’incarico che ho eseguito con Lucy per la prima volta!!

Era già stata altre volte a casa dell’amico e aveva già visto altre volte quel foglietto, eppure quando leggeva quelle parole, il suo cuore perdeva sempre un battito, la sua bocca non poteva fare a meno di aprirsi in un sorriso, così come i suoi occhi diventavano inevitabilmente lucidi.

Caldo.

Improvvisamente tanto caldo.

“Chi diavolo sei, esci subito da casa mia!”

Lucy si voltò appena in tempo per vedere un pugno di Natsu che mirava alla sua faccia e, per schivarlo, indietreggiò istintivamente, per poi inciampare in una coperta abbandonata sul pavimento che la fece cadere.

Il Dragon Slayer, non incontrando alcuna resistenza che fermasse il suo pugno, perse l’equilibrio e cadde addosso a Lucy.

I loro nasi ora si sfioravano pericolosamente.

Lucy non poté fare a meno di notare come il corpo di Natsu fosse terribilmente caldo, probabilmente a causa del fuoco che aveva sputato appena si era accorto della presenza di un estraneo in casa sua.

“Lu- Lucy?” constatò sorpreso il ragazzo arretrando leggermente il capo.

Non posso lasciarmi scappare quest’occasione!

Per quanto inaspettato e traumatico fosse stato quell’improvviso arrivo di Natsu, la maga si rese immediatamente conto che il risultato finale era esattamente come quello che essa stessa aveva pianificato.

Ora devo solo fare in modo che mi baci.

Il Dragon Slayer fece per rialzarsi.

“Natsu aspetta…” lo bloccò Lucy tirandolo per la sciarpa.

“Eh?”

I loro visi era tornati a sfiorarsi.

“E’ che…ehm…ho freddo, e il tuo corpo è così caldo…potresti restare…” si schiarì la voce imbarazzata. “Potresti restare ancora su di me?”

Natsu la guardò interrogativo con la fronte corrucciata.

Per tutti gli spiriti, è la scusa più idiota che potessi trovare, non se la berrà mai!

“Ok, anche se non sei molto comoda, Lucy.”

Cosa?! Non sapeva se essere più sconvolta per il consenso di Natsu o perché il suo corpo fosse ritenuto scomodo.

Che importa, un’opportunità come questa non capiterà più! Avanti, adesso avvicinati…

Grazie ad un’estremità della sciarpa che teneva ancora in mano, Lucy avvicinò ulteriormente il viso del ragazzo al suo.

Il cuore della maga iniziò inevitabilmente a galoppare nel suo petto come un cavallo in corsa, e le sue guance, esattamente come quelle di Natsu, si tinsero di un rosso acceso.

I loro respiri ormai si mescolavano in un turbinio di sapori, e le loro labbra potevano percepire la reciproca vicinanza.

Ormai è fatta! Finalmente avrebbe saputo che gusto aveva la bocca di un Dragon Slayer.

“Cosa state facendo?”

Natsu alzò il capo.

“Oh Happy! Lucy aveva freddo e mi ha chiesto di scaldarla un po’.” rispose lui in tutta naturalezza. Si voltò di nuovo verso di lei. “Hai ancora freddo?”      

“N- No, grazie.” riuscì solamente a dire la maga delusa quanto sconcertata.

Non…non può aver davvero creduto a quella scusa…è ovvio che mi stesse per baciare. Eppure…come fa a comportarsi con tanta disinvoltura? E’ come se non fosse successo nulla. Forse riesce a mentire egregiamente.

Ma accantonò quell’ipotesi dopo appena qualche istante.

Per mentire egregiamente, bisogna avere un’ottima intelligenza.

E l’intelligenza non era certo la miglior dote di quel Dragon Slayer.

Ieri sera però ha dato sfoggio di tutta la sua furbizia…e adesso…

La ragazza non sapeva più cosa pensare.

I due si alzarono dal pavimento, e Lucy fu ben attenta a togliersi una viscida lisca di pesce incastratasi tra i capelli e un paio di boxer finito chissà come attorno alla sua caviglia destra.

“Cosa ci fai qua Lucy?” domandò Happy a mezz’aria.

Natsu si voltò incuriosito verso l’amica. “Si giusto, cosa ci fai qua?” ripeté.

Ma prima che potesse rispondere, il ragazzo aggiunse: “Oh e scusa se ho provato ad incenerirti e tirarti un pugno in faccia! Pensavo fossi un ladro. Ci sono tanti odori in questa casa che non sono nemmeno riuscito ad identificare il tuo.” Sorridendo si portò una mano alla nuca, visibilmente imbarazzato.

“Oh di niente, figurati…” E quando si rese conto di quanto la sua vita fosse stata realmente in pericolo solo pochi istanti prima, Lucy aggiunse alla frase un sorriso tirato quanto spaventato. “E bè, io sono qua…”

Perché mi devi baciare.

“Io ecco…sono venuta da voi perché…” Fece vagare lo sguardo per la stanza. “…perché avevo bisogno di pesce!” concluse scuotendo leggermente il capo per aver proferito l’ennesima improbabile scusa.

Happy si avvicinò all’amico. “Da quando in qua a Lucy piace il pesce?” gli sussurrò.

“Non ne ho idea, ma potrebbe sempre darci una mano a pescare.” mormorò Natsu in risposta all’Exceed.

“Guardate che vi sento!” fece notare la maga, irritata.

A quell’affermazione i due si irrigidirono.

Perché il mio udito è così sottovalutato?  

Infine Natsu si sciolse in un sorriso. “Noi stavamo giusto pescando. Ero tornato a casa per prendere altre esche…” E si mise a frugare per tutta la stanza in cerca del fantomatico cibo per attirare i pesci. “…e se ti va puoi unirti a noi!”

Il pesce non era mai piaciuto a Lucy. Inoltre, vedendo quelle lische sparse per tutta la casa, l’idea di cenare con della fauna ittica le dava il voltastomaco.

“Eccolo!” Natsu alzò vittorioso un barattolo contenente vermi morti.

La ragazza trattenne a stento un conato di vomito. “Sei...sei sicuro che funzioneranno?” domandò sempre più bisognosa di aria fresca.

“In realtà non lo so, fino ad ora i vermi li abbiamo sempre usati vivi.”

“Non resta che provare!” lo incitò Happy.

Natsu gli regalò un sorriso. “Esatto, forza andiamo!”

“Aye, Sir!” E l’Exceed uscì rapido volteggiando nell’aria.

“Ecco una canna da pesca per te, Lucy.” disse porgendo alla maga un ramo secco con un filo e un amo legati ad una delle due estremità.

“Ma veramente...”

“Su avanti, o tutti i pesci migliori se ne andranno a dormire!” affermò il Dragon Slayer correndo fuori con il barattolo delle esche tra le mani.

Lucy rimase qualche istante a fissare la sua canna da pesca; era a dir poco confusa.

Come sono finita in questa situazione?

Alzò le spalle scacciando dalla mente ogni domanda e perplessità.

Raggiunse i suoi due amici, dimenticandosi per quella sera che aveva una scommessa da vincere ma, soprattutto, che odiava il pesce.

 

 

  

Angolo Autrice:

Prima ancora dei saluti devo un GRAZIE di proporzioni elefantiache a chi ha speso un po’ del suo tempo per recensire il capitolo precedente e a chi ha messo questa storia tra le preferite / seguite / da ricordare. Sinceramente pensavo che questa fic non se la filasse nessuno, invece sono rimasta davvero stupita da…uhm tutto ecco xD Quindi grazie <3
Detto questo, salve ed ecco a voi il secondo capitolo, che spero vi sia piaciuto almeno quanto il primo. Sarò ben felice di leggere altre recensioni con consigli e critiche, quindi se avete tempo e voglia sbizzarritevi pure!
Il prossimo aggiornamento temo avverrà a metà della prossima settimana, quindi tra mercoledì e giovedì prossimo :3
Ancora mille grazie a tutti voi, un abbraccio e a presto!

Shi

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Capitolo 3
*** Giorno 2 ***


GIORNO 2 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE



GIORNO 2

 

La stanza era leggermente illuminata da una luce calda e soffusa.

Lei e Natsu erano seduti all’estremità opposte di un piccolo tavolo coperto di piatti sporchi e stoviglie, lanciandosi occhiate maliziose e furbi sorrisi.

Improvvisamente il Dragon Slayer si alzò e si diresse a passo lento verso di lei, facendo scorrere una mano sul tavolo per accompagnare la breve camminata.

Lei si guardò le mani e le gambe: era libera, non c’erano catene che la tenevano stretta alla sedia, eppure si sentiva legata.

Capì che era lui, con la sua sola presenza, a bloccarla su quella scomoda seggiola; era lui, con quello sguardo così intenso, a fermare ogni movimento dei suoi muscoli; era lui, con quella sua mano che strisciava in modo così ammaliante sul tavolo, che non le permetteva di fuggire.

Natsu avvicinò il viso al suo.

“Dimmi Lucy, che cosa vuoi?” le sussurrò guardandola negli occhi.

Lei non rispose, si limitò ad ascoltare il suo cuore che minacciava di esplodere da un momento all’altro.

Il ragazzo si avvicinò al suo orecchio sinistro, sfiorandole la guancia con le labbra. “Io so che cosa vuoi…”

Con una lentezza quasi innaturale, Natsu spostò la sua bocca su quella di lei e la baciò. 
Era un bacio caldo e sensuale, a cui lei non poté far altro che rispondere.

Sentiva le labbra roventi del Dragon Slayer marchiarle letteralmente la bocca, le guance, il collo, le spalle, e per quanto quei baci le provocassero un dolore lacerante, il solo pensiero di sottrarsi a loro le provocava ancora più sofferenza.

Con un rapido e violento movimento, Natsu buttò giù dal tavolo la maggior parte dei piatti, la prese poi tra le braccia e la fece sedere in modo tutt’altro che delicato sul duro legno.

Il ragazzo, in piedi ora davanti a lei, appoggiò le mani bollenti sulle sue cosce, e con voluta lentezza le aprì le gambe per posizionarsi tra di esse.

Riprese a baciarla vigorosamente, facendo scorrere, di tanto in tanto, la sua lingua ruvida e bruciante sul collo pallido di lei, che gli teneva una mano tra i capelli rosa con il terrore che potesse smettere.

Completamente preda del Dragon Slayer, lei si coricò sul tavolo e, senza alcuna indecisione, Natsu le balzò rapido addosso.

“Era questo che volevi, Lucy?” le mormorò con un sorriso malizioso.

Avrebbe voluto gridare di si, gridare che tutto ciò che voleva era lui, gridare che voleva che continuasse a bruciarla con il suo corpo e con le sue labbra per l’eternità, eppure dalla sua bocca non sgorgava alcun suono.

Rispose attirandolo maggiormente a sé, spogliandolo della sua giacca e della sua sciarpa, facendo scorrere una mano sul suo ventre allenato e temprato dalle battaglie. 
Abbassò poi lo sguardo sulle sue spalle forti: era la prima volta che abbandonava il suo viso.

Mentre le sue mani proseguivano ad esplorare il corpo del ragazzo, i suoi occhi continuavano a bearsi di lui, delle sue braccia toniche, delle sue spalle robuste, del suo collo caldo, del suo viso da pesce.

Due enormi occhi inespressivi, una larga bocca e guance squamose avevano preso il posto del volto di Natsu.

“Era questo che volevi, Lucy?” le domandò il pesce.

“No!” Lucy si svegliò di colpo.

Il suo respiro era corto e affannato, il viso caldo, il battito del cuore troppo accelerato. 

Impiegò qualche istante prima di comprendere che si trattava solo di un sogno.

Si sedette sul letto portandosi una mano alla fronte sudata.

Cosa…ho pranzato, dopo mi sono messa a leggere, e… Si guardò intorno confusa, poi raccolse il libro finito a terra.

Non ricordava di essersi addormentata.

Dopo qualche momento di incertezza, la ragazza riprese pieno controllo del suo corpo e della sua mente e, non appena si sentì più calma, ripensò al sogno: dei piatti sporchi, un pesce, Natsu sopra di lei. Le conseguenze della giornata precedente si facevano sentire prepotentemente.

Doveva distrarsi.

“Ho bisogno di uscire.” sospirò guardando gli ultimi raggi del sole che superavano le variopinte case di Magnolia.

“Ho terribilmente bisogno di uscire.” 

 

*

 

L’aria fresca dell’incombente sera non aiutò affatto la maga a schiarirsi le idee. Più pensava a quel sogno, più l’ansia le attanagliava lo stomaco.

Il fatto di aver sognato un pesce parlante non la preoccupava assolutamente, ma Natsu che le baciava ogni centimetro della pelle la turbava in maniera quasi esagerata. Eppure se ripensava all’illusoria sensazione di avere le labbra di quel Dragon Slayer sul suo corpo, un brivido le percorreva la schiena, e un angolo della bocca si contraeva in un mezzo sorriso.

“Oi Lucy, cosa ci fai in giro tutta sola?”

La ragazza saltò sul posto per lo spavento, poi si voltò in direzione della voce. “Gray! Mi hai fatto prendere un colpo…”

“Oh scusa. Dove stai andando?”

Ripresero a camminare l’uno a fianco l’altra.

“Da nessuna parte, stavo facendo solo un giro. Tu invece?”

“Alla gilda. A casa mi stavo annoiando come non mai.”

Lucy lo squadrò da capo a piedi. “Ehm Gray, i tuoi vestiti?”

Come ho fatto a non notarlo subito? Mi sto abituando a questo strano vizio…

Lui si fermò improvvisamente allargando le braccia e guardandosi il corpo. “No io- io mi ero vestito prima di uscire, davvero!”

La maga scoppiò a ridere. “Non ti sarai spogliato mentre camminavi?”

Gray evitò il suo sguardo grattandosi la guancia destra con l’indice. “Bè, non sarebbe la prima volta…” sussurrò.

Si avviarono di nuovo a passo lento.

“A cosa stavi pensando prima? Perché stavi sorridendo.” le domandò inaspettatamente il mago del ghiaccio lanciandole uno sguardo interessato.

Lucy sentì i suoi muscoli irrigidirsi all'istante. “Oh, bè non so…non ricordo.” mentì agitando nervosa una mano. “Da quando sei così curioso, Gray?” lo schernì.

“Eh? No, cioè non volevo essere indiscreto…” il suo viso arrossì leggermente. “…è che sembrava un sorriso sincero, tutto qua.”

La ragazza sentì le guance avvampare, e preferì non ribattere.

Dopo qualche minuto passato a camminare in silenzio, arrivarono alla gilda.

Lucy si fermò qualche passo prima dell’entrata.

“Che fai, non entri?” le chiese Gray confuso.

“Mmh…no, sono già stanca adesso, non reggerei una serata in gilda.” E sorrise all’amico.

Lui annuì pensieroso. “Come vuoi, a presto Lucy!”

La maga si voltò per tornare a casa, tuttavia i suoi piedi sembravano ancorati al terreno.
Voci familiari e risate sincere provenivano dall’interno dell’edificio alle sue spalle, portando un calore naturale che la invitava ad entrare.

Dopo un debole momento di indecisione, Lucy corse di nuovo al fianco di Gray. “Magari resto solo dieci minuti.” spiegò allo sguardo interrogativo del ragazzo.

Lui sorrise.

“Gray-sama!” Juvia corse letteralmente tra le braccia del mago e, quando si accorse anche della presenza di Lucy, la fulminò con lo sguardo mormorando: “Rivale-”

“No, non è come sembra!” E la maga degli spiriti stellari si dileguò velocemente prima che l’altra potesse aggiungere altro.

Fece vagare lo sguardo tra i maghi nella gilda.

A quel tavolo ci sono Levy-chan, Wendy e-

“Come stai Lucy-chan?” Mirajane comparve improvvisamente alle sue spalle, la prese sottobraccio e, dopo aver recuperato due boccali vuoti abbandonati su un tavolo, la trascinò verso il bancone.

“Oh Mira, tutto bene e tu?” disse Lucy disorientata accomodandosi su uno sgabello.

“Tutto a posto. Io ed Erza ci stavamo giusto chiedendo come procede la tua scommessa con Natsu.”

Lucy ebbe come l’impressione che il suo cuore avesse appena fatto un paio di capriole.

Io ero uscita per distrarmi.

“Bè uhm…procede.” Riuscì solo ad affermare.

Erza, seduta accanto a lei e intenta ad assaporare un fetta di torta alle fragole, alzò la forchetta ricordandole: “Il primo che attacca è colui che vince.”

“Si ma questa non è una battagl-”

Mirajane non la lasciò terminare. “Lucy, l’amore è peggio di una battaglia!” le disse sorridendo.

“A- amore?”

“Che strategia hai deciso di adottare per sedurre il nostro Natsu?” chiese la cameriera con un altro sorriso.

“Stra- strategia? Per il momento non ho anc-”

“La seduzione è un’arte, mia cara Lucy, dovresti munirti degli strumenti giusti prima di decidere di sedurre un uomo.” la rimproverò Mirajane annuendo alla sua stessa affermazione.

Arte? Non stavamo parlando di battaglie e strategie?

“La prima cosa da fare è studiare la tua preda. Hai studiato Natsu?” continuò la donna dal viso angelico.

“Certo che no!”

“Allora dovresti farlo. Se pensi a Natsu, qual è la prima cosa che ti viene in mente?”

Lucy arrossì come mai prima d’allora.

Le sue labbra.

“Ehm…vediamo…il fuoco?”

“Oh il fuoco, molto bene Lucy, scorre della passione nel tuo corpo!” ammiccò Mirajane.

“No, veramente intendev-”

Ormai la conversazione era diventata a senso unico. “E cosa piace a Natsu?”

La maga degli spiriti stellari voleva solo tornare a casa e buttarsi sotto le coperte, sperando in qualche altro pesce che infestasse i suoi sogni.
Lanciò una risposta accasciandosi disperata sul bancone. “Non lo so…i draghi.”

Silenzio.

Insospettita da quella quiete improvvisa, Lucy alzò lo sguardo appena in tempo per vedere Mirajane ed Erza scambiarsi un cenno d’intesa.

“Allora credo di avere quello che fa per te.” proferì la maga dai capelli scarlatti per poi allontanarsi nel retro del locale.

Lucy tornò a sedersi composta. “Eh?”

Mirajane le regalò solo un dolce sorriso innocente.

Dopo qualche momento, Erza tornò con qualcosa tra le braccia.

“Ecco qua, Lucy.” E consegnò alla ragazza diversi oggetti tendenti al rosso.

Sembrano…lacci? E queste sono un paio di ali…e stivali?

“Esattamente…che cos’è?” domandò rigirandosi gli oggetti misteriosi tra le mani.

“Non è evidente? E’ un costume da drago; fa parte del mio Riequip, ma per qualche giorno te lo posso anche prestare.”

La bionda rimase esterrefatta. “Non…non capisco…e poi non sembra per niente un drago, se non…se non per le ali…”

Le altre due donne finsero di non sentire.

“Bene, e ora che hai l’abbigliamento adeguato, devi allenarti con l’atteggiamento.” Mirajane tornò all’attacco.

“No davvero, mi sembra esager-”

“Devi sembrare ingenua ma provocante allo stesso tempo, e devi fare dei tuoi sguardi l’arma vincente.” La giovane cameriera era sempre più entusiasmata dalle sue stesse parole.

Lucy si alzò improvvisamente. “Sentite, vi ringrazio per tutto ehm…questo, ma c’è solo un bacio di mezzo, niente di più…”

“Da una bacio possono nascere tante cose, Lucy-chan…” affermò sorridendo Mirajane.

Erza invece la guardò severa. “Lucy, prenditi le tue responsabilità. Almeno vai a casa e prova quel costume, e se pensi che non possa servire a niente, domani me lo riporti.”

Dubbiosa, la bionda si rigirò di nuovo tra le mani quell’indumento che molto probabilmente rientrava nel mondo del fetish, ma pur di andarsene avrebbe acconsentito a tutto.

“Va bene, ci vediamo domani allora.” E con un sospiro si allontanò affranta dalla gilda.

Io ero uscita per distrarmi.

 

*

 

Appena richiuse la porta di casa, Lucy si sedette disperatamente a terra. Solo i delicati raggi lunari illuminavano la stanza.

Questa situazione è a dir poco stressante ed estremamente imbarazzante, e sono passati appena due giorni. Non ho intenzione di passare il resto della settimana così a causa di un bacio che non arriverà mai, io ci rinuncio.

Lanciò una breve occhiata sconsolata al costume di Erza, abbandonato sul pavimento accanto a lei.

Però non mi costa niente provarlo…dopotutto quando mi ricapiterà di diventare un drago sexy?

Rise a quel pensiero e, dopo un ultimo momento di esitazione, si spogliò e indossò il costume.

Si guardò perplessa allo specchio.
Solo qualche sottile striscia di cuoio rosso si permetteva di coprirle i capezzoli e le parti intime, mentre la schiena era quasi completamente occupata da un paio di piccole e leggere ali vermiglie.

Girò su stessa un paio di volte per ammirare il costume nella sua quasi interezza.

Ora però voglio sapere quando Erza indossa questa roba… E alzò involontariamente un sopracciglio.

Si sedette sul letto per indossare gli stivali, quando una voce alle sue spalle la interruppe.

“Oi, Lucy?”

La maga balzò in piedi in preda alla paura. 
Natsu stava entrando dalla finestra con uno sguardo dubbioso sul volto.

“Quante volte ti ho detto di usare la porta!” urlò Lucy esasperata.

“E’ colpa tua che lasci sempre la finestra aperta! Comunque, Erza e Mira mi hanno detto di venire qua perché dovevi mostrarmi una cosa…” una pausa. “Ma come sei vestita?”

Erza e Mira?! Non ci credo, l’hanno mandato qua di proposito! Da quando in qua quelle due vanno così d’accordo? E come facevano a sapere che avrei davvero provato quest- Si ricordò cosa stava indossando.

“No no no, non devo mostrarti proprio nulla, anzi…” un leggero colpo di tosse per schiarirsi la gola. “…puoi andare.” E con qualche passo all’indietro si avvicinò al bagno, tentando di coprirsi il corpo incrociando le braccia.

Natsu parve non sentirla e si accomodò sul letto. “Ma quelle sono ali?” la squadrò da capo a piedi con uno sguardo indagatore.

Una risatina isterica. “Ehm no, cioè non è come sembra…”

Mancavano pochi passi per raggiungere l’altra stanza.

“Sei vestita da…uhm…pipistrello?”

Lucy si bloccò. “Un…pipistrello? Davvero ti sembro un pipistrello?!”

Il ragazzo la fissò pensieroso. “Non saprei cos’altro potresti sembrare.” concluse.

La maga sbuffò e si avvicinò a lui. Era diventata una questione di principio. Un Dragon Slayer che non riconosce i draghi?!

Si voltò dandogli le spalle. “Le vedi queste?” disse irritata indicando le ali. “I pipistrelli non hanno ali rosse! Quindi sono vestita da…” E si girò di nuovo aspettando una risposta.

Il volto di Natsu era illuminato solamente dalla fioca luce della luna, eppure quando Lucy si voltò, poté notare che gli occhi di lui non erano concentrati sulle ali, ma sul resto del suo corpo mezzo nudo.

Il ragazzo incrociò le braccia e allontanò lo sguardo da lei. “Non lo so Lucy, ho sonno.”

“Da drago, sono vestita da drago!” si arrese la maga.

Natsu tornò a guardarla, poi scoppiò a ridere. “Si vede che non hai mai incontrato un drago!” tra una risata e l’altra le puntò un indice contro. “Così sembri più un non-drago!” il ragazzo si asciugò un paio di lacrime provocate dall’ilarità della situazione.

Che diavolo è un non-drago? E fino a prova contraria, un drago l'ho visto pure io all'Isola Tenrou...

Scuotendo la testa rassegnata, e senza la benché minima intenzione di chiedere spiegazioni, la ragazza tornò a dirigersi verso il bagno per indossare qualche indumento leggermente più dignitoso, ma si fermò quando qualcosa di caldo le piombò sulle spalle.

Abbassò lo sguardo stupita.

La sciarpa del Dragon Slayer le stava circondando il collo.

“Adesso sì che sembri un drago.” le sorrise sinceramente Natsu, ora in piedi davanti a lei.

Lucy rimase qualche istante a fissare inebetita, con la bocca semi-aperta, il volto del ragazzo, mentre con una mano si ritrovò a sfiorare la preziosa sciarpa.

Sentì le sue guance diventare improvvisamente più calde. “Grazie.” riuscì solamente a dire, imbarazzata.

Natsu si sedette nuovamente sul letto sbadigliando sonoramente. “Era questo che volevi, no?”

le sue labbra che mi baciano…

La maga ebbe un tuffo al cuore.

…le sue mani che mi toccano…

Era le stessa domanda che il Dragon Slayer le aveva posto più volte nel sogno.

…il suo respiro sulla mia pelle…

“Co- Cosa?” si trovò infine a balbettare in preda all’agitazione.

“Volevi assomigliare ad un drago, no?” chiarì l’altro stiracchiandosi stancamente.

Quasi sollevata da quella delucidazione, Lucy sospirò. “Oh bè…si, era questo che volevo…”

…la sua lingua sul mio collo…

La ragazza strinse involontariamente i pugni e scosse il capo, tentando di scacciare quei pensieri inopportuni.

Ma che cosa mi prende?! Avanti Lucy, fila in bagno e togliti questa roba!

Eppure il suo corpo non voleva dare ascolto alla parte razionale della sua mente. Era immobile, lo sguardo basso sui suoi piedi scalzi, solo un leggero tremore le scuoteva le gambe.

Davvero voglio rinunciare a quel bacio? Si trovò a pensare confusa.

“Da un bacio possono nascere tante cose, Lucy-chan…” La voce di Mira prese a rimbombarle nelle orecchie.

Dopotutto è una scommessa, niente di più… Tentò di convincersi. E prima la vinco, prima metterò fine a questa situazione.

“Oi? Lucy?” Uno sbadiglio. “Tutto bene?”

La voce assonnata di Natsu la riportò alla realtà.

Dopo un ulteriore momento di esitazione, la maga si avvicinò al Dragon Slayer ancora comodamente seduto sul letto.

Il suo ventre era adesso a pochi centimetri dal viso del ragazzo.

“Dimmi Natsu, e tu che cosa vuoi?” gli domandò con un sussurro guardandolo dall’alto in basso.

“Eh?”

Lucy ripercorse il sogno. Era come marchiato a fuoco nella sua memoria.

Avvicinò le sue labbra all’orecchio di lui. “Io so che cosa vuoi…” gli mormorò suadente nascondendo l’imbarazzo dietro un debole sorriso.   

Si sedette lentamente sulle sue gambe, avvicinando le labbra alla bocca dell’altro.

“Lucy, te l’ho detto che ho sonno, e quando sono stanco sembri ancora più pesante.”

Dopo aver represso, con qualche difficoltà, un motto di rabbia, la maga spogliò il Dragon Slayer della sua giacca.

Lui si coricò sul letto con un leggero sospiro, e dopo una breve lotta interiore, Lucy si adagiò sulla sua pelle calda, portando di nuovo la bocca accanto all’orecchio del ragazzo.

“Era questo che volevi, Natsu?” le sue corde vocali sembravano agire senza il suo consenso.

Un respiro pesante.

Silenzio.

Un altro respiro pesante.

Silenzio.

“Natsu?”

Lucy tornò a sedersi.

Sotto di lei Natsu dormiva beatamente, la respirazione lenta e regolare che gli alzava e abbassava dolcemente l’addome.

La maga sospirò, se di sconsolazione o di sollievo non lo sapeva nemmeno lei, poi si alzò.

“Lucy?” Improvvisamente, Happy entrò fluttuando dalla finestra ancora aperta. “Erza mi ha detto che Natsu era qua!”

“Ciao Happy…si, è lì sul letto, si è appena addormentato. Vedi di sve-”

L’Exceed la interruppe. “Perché sei vestita da drago?”

“E’ una storia lunga…” Si tolse la sciarpa calda e la ripose sulla scrivania; sentì il collo improvvisamente vuoto.

“E perché ora sei vestita da non-drago?” la interpellò nuovamente Happy indicandola confuso.

Lucy lo guardò accigliata. “E’ una storia ancora più lunga…piuttosto vedi di svegliare Natsu e di riportarlo a casa.”
E
finalmente si chiuse in bagno per cambiarsi.

Si sedette sul bordo della vasca, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il capo tra le mani, gli occhi ermeticamente chiusi.

No, non posso avergli detto davvero quelle cose! Come…come ho potuto, che diavolo mi è saltato in mente?! Credo sia la cosa più imbarazzante che abbia mai fatto! Però…sicuramente ha capito che era solo per vincere quella scommessa. Forse non dovrei preoccuparmi così tanto…

Espirò sonoramente.

Forse ha ragione Happy, il mio sex appeal è pressoché inesistente.

Balzò in piedi, improvvisamente nervosa.

No, è tutta colpa di quell’idiota di Natsu! Chi è che si addormenta mentre una ragazza mezza nuda gli si struscia addosso?!

Si infilò il pigiama furiosa.

Quando tornò in camera, l’Exceed dormiva tranquillamente accoccolato accanto a Natsu.

La maga sbuffò, ancora più irritata da quella vista.

In un primo momento avrebbe voluto svegliarli con un secchio di acqua gelata, o con una bastonata ciascuno sul capo, poi però rimase a guardare dolcemente i loro visi sereni per qualche istante.

In quel momento le sembrarono quasi indifesi.

Infine, con non poca fatica e qualche imprecazione, Lucy sistemò meglio Natsu sul letto, attenta a non svegliare entrambi i suoi amici.

Dopo averli guardati un’ultima volta, la maga si sfiorò il collo con una mano poi, senza aspettare alcun ripensamento, indossò di nuovo la confortevole sciarpa del Dragon Slayer.

Tirò fuori dall’armadio il sacco a pelo che aveva comprato appositamente per situazioni come quella, e si sistemò meglio che poté sul freddo pavimento.

No, a quel bacio non ci rinuncio, dovessi vestirmi altre dieci volte da non-drago.

Si addormentò con un’estremità della sciarpa tra le mani.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve, finalmente vi presento il terzo capitolo che, devo ammettere, mi sono divertita particolarmente a scrivere! E’ un pò più lungo rispetto ai primi due, ma spero comunque non vi siate annoiati nel leggerlo ^^
Il prossimo aggiornamento dovrebbe avvenire tra dieci – quindici giorni, ma visto che mi ritrovo in piena sessione d’esami non prometto niente T___T
Infine, ancora un grazie enorme a tutti voi che continuate a leggere e recensire questa storia, che cari che siete <3
A presto e una abbraccio forte forte!

Shi

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Capitolo 4
*** Giorno 3 ***


GIORNO 3 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE





GIORNO 3

 

Voci lontane e passi pesanti sembravano circondarla.

Lucy si rigirò tra le coperte, coprendosi fin sopra la testa con il lenzuolo, cercando di non far caso al trambusto che le stava intorno.

Il rumore le sembrava sempre più forte e le voci sempre più agitate. Tese un orecchio tentando di comprendere cosa stava accadendo.

“Avanti Natsu, dobbiamo andare!”

“No, prima devo ritrovarla, non me ne vado senza!”

“E' già tardi, se non ci muoviamo non riusciremo a tornare per stasera!”

Un istante di silenzio. “...hai ragione, meglio andare!”

“Aye!”

Il silenzio piombò pesantemente nella camera.

Lucy si girò supina scoprendosi appena gli occhi e aprendoli a fatica.

Ah è vero, stanotte ho dormito nel sacco a pelo per colpa di quei due…strano, se ne sono già andati?

Era la prima volta che Natsu e Happy si svegliavano prima di lei, e non poté fare a meno di chiedersi cosa avessero dovuto fare quella mattina per andarsene con tanta fretta.  

La maga restò coricata in una situazione di dormiveglia per un tempo indefinito, poi si alzò con non poca difficoltà dallo scomodo giaciglio.

Mentre si accucciò per sistemare coperte e sacco a pelo, qualcosa precipitò improvvisamente nel suo campo visivo.

Stupita, abbassò lo sguardo.

La sciarpa di Natsu.

La sera precedente aveva dimenticato di togliersela prima di sprofondare nel sonno.

Ecco cosa stava cercando Natsu!

Se la tolse e la ripiegò con un pizzico di vergogna che le colorò il volto, sentendosi in colpa per aver sottratto quel prezioso indumento all’amico.

Gliela riporterò oggi…aspetta, non dovevo restituire qualcos’altro?

Un’immagine di lei, che tentava di rubare un bacio a Natsu strusciandoglisi addosso in un costume da drago, le attraversò violentemente i pensieri.

Ah…quella cosa…di Erza…

Si buttò sul letto sbuffando. Le coperte le sembravano ancora pervase dal calore del corpo di Natsu, e non poté fare a meno di ripensare alla pelle calda del Dragon Slayer che la sera precedente aveva sfiorato.

Prima che ogni tipo di sensazione ed emozione potesse espandersi nella sua mente, balzò in piedi scuotendo il capo, poi si vestì rapidamente.

Guardò la sciarpa che aveva ripiegato pochi minuti prima: la tentazione di indossarla di nuovo le sembrava indomabile.

Finalmente capiva perché Natsu si ostinasse a portare quell’indumento in qualunque occasione e qualsiasi stagione fosse. Era così confortevole, comoda, quasi amorevole come il bacio di una madre o l’abbraccio di un padre, era protettiva come una famiglia, come gli amici.

L’accarezzò dolcemente, quasi con la paura che il suo tocco potesse rovinarla, senza però mascherare un delicato sorriso proveniente dal cuore che le illuminò il viso.

Scacciando improvvisamente il desiderio di indossarla, mise rudemente nella sua borsa il costume di Erza e la sciarpa, la fronte corrucciata e una smorfia di disappunto che presero il posto del sorriso.

 “Giuro che non scommetterò mai più in tutta la mia vita.”

 

*

 

Era quasi arrivata alla gilda quando una vocina dolce e lontana la chiamò. “Lucy-san!”

La maga degli spiriti stellari si voltò per vedere Wendy correrle incontro, i capelli blu raccolti in due codini che ondeggiavano ad ogni passo, e un radioso sorriso che le illuminava il volto.

“Ciao Wendy!”

La piccola Dragon Slayer la raggiunse. “Ti stavo proprio cercando Lucy-san!”

“Oh, allora dimmi tutto!” La incitò con un sorriso.

Oggi sembra più raggiante del solito.

“Bè ecco…volevo chiederti se…” una breve pausa. “…se volevi venire alle terme con me.”

Lucy corrugò la fronte. Si aspettava di tutto tranne che una richiesta simile.

“Uhm…si, insomma non ho niente da fare, quindi vengo volentieri. Prima però devo fermarmi alla gilda, devo restituire un paio di cose…” e lasciò morire la frase nell’aria, sperando che Wendy non chiedesse nulla a riguardo.

“Potremmo andarci dopo alla gilda, quando usciamo dalle terme; per te va bene Lucy-san?” domandò l’altra portandosi le mani al petto e indossando uno sguardo supplichevole.

Lucy osservò diffidente la ragazzina. C’era qualcosa che non la convinceva in quell’atteggiamento, ma non sapeva dire cosa.

“Ma…devo restituire a Natsu una cosa estremamente importante per lui…” si sentiva ancora tremendamente in colpa per aver privato l’amico della sua sciarpa per una notte e una mattina intera.

“A- adesso Natsu non è alla gilda.” affermò Wendy abbassando lo sguardo. “E ha detto che non tornerà prima di stasera.”

Lucy era sempre più confusa, ma effettivamente quando lui e Happy se n’erano andati da casa sua avevano detto qualcosa riguardo al tornare prima di sera

“E dov’è andato?”

“Non…non lo sa nessuno, ma basta aspettare stasera per scoprirlo, no? Nel frattempo possiamo rilassarci alle terme!” e tornò a sorridere.

L’altra maga inarcò le sopracciglia, dubbiosa. “Wendy, va tutto bene?”

“Si certo!” e senza aspettare altro, la prese per un braccio e la trascinò verso le terme in fretta e furia.

No, non va tutto bene, la Wendy che conosco io non mi stritolerebbe il polso in questo modo!

Durante tutto il tragitto, Lucy si assicurò costantemente di avere le chiavi dei suoi spiriti a portata di mano. Il comportamento della giovane maga l’aveva irrimediabilmente agitata e, soprattutto, insospettita.

Solo una volta giunte alla loro meta, Wendy lasciò andare il braccio della maga degli spiriti stellari con un pesante sospiro di sollievo.

Mentre sistemava le sue cose, e ancora sconvolta per la rapidità degli eventi attraverso cui la giornata sembrava evolversi, Lucy cercò di studiare di sottecchi la giovane Dragon Slayer.

Da quando erano arrivate alle terme, Wendy non aveva più aperto bocca e, per qualche oscuro motivo, sembrava si ostinasse a tenere lo sguardo basso e concentrato. Mentre ripiegava gli abiti, le sue piccole e delicate mani pallide sembravano quasi tremare, e di tanto in tanto si mordeva involontariamente il labbro inferiore, tanto che le la sua bocca era presto diventata di un rosso acceso.

Lucy si schiarì la voce. "Wendy, sei sicura che-"

“Ti aspetto in acqua Lucy-san!” la interruppe l’altra sistemando velocemente le ultime cose e correndo fuori. 

La bionda assottigliò lo sguardo osservando la figura della giovane che si allontanava rapidamente, cercando di comprendere cosa stava accadendo; poi la raggiunse, sempre più preoccupata, nelle calde acque termali.

Dopo qualche minuto di totale silenzio, Lucy cercò di gettare le basi per una conversazione che, sperava, l’avrebbe portata a qualche risposta da parte della ragazzina.

“Non c’è proprio nessuno…si sta davvero bene.” disse appoggiandosi al bordo ruvido della piscina.

L’altra annuì leggermente col capo. “Si, per questo preferisco venire qua a quest’ora.” e si immerse nell’acqua nascondendo metà volto, lo sguardo che non aveva la benché minima intenzione di incontrare quello di Lucy.

La maga degli spiriti stellari sospirò.

Meglio andare dritti al punto, o qua non saprò mai niente.

“Senti Wendy, sei mia amica, per questo mi sento in dovere di essere sincera con te. Oggi mi sembri strana, è successo qualcosa? Sai che puoi raccontarmi tutto.”

La Dragon Slayer fece vagare lo sguardo attraverso il vapore dell’acqua, rimanendo in silenzio.

“Se non vuoi dirmi niente va bene lo stesso, mi basta sapere che è tutto a posto e che non mi devo preoccupare.” aggiunse Lucy mascherando l’inquietudine con un tenue sorriso.

Finalmente Wendy fece riemergere il viso dall’acqua. “Lucy-san, il fatto è…” la sua voce era appena un sussurro. “…è che io non pos-“

“Ooh ma chi abbiamo qua?”

Le due giovani in acqua sussultarono.

In piedi a bordo vasca, Evergreen le osservava da dietro i suoi occhiali con un furbo sorriso sulle labbra e un corto asciugamano bianco che le copriva il corpo.

“E- Evergreen, ciao.” Disse semplicemente Lucy, spaesata.

L’altra ricambiò il saluto. “Vi dispiace se mi unisco a voi?” aggiunse.

“No, assolutamente!” rispose Wendy sorridendo.

Per tutti gli spiriti, cosa sta succedendo qua? La gente non accetta più incarichi? Sono tutti in pausa?

Evergreen si spogliò e si immerse in acqua. “Questo è il momento migliore della giornata per venire alle terme.”

Lucy squadrò, sempre più insospettita, le sue due compagne. “Quindi immagino incontrerai spesso Wendy a quest’ora…” domandò poi cercando di assumere il tono più naturale possibile, con l’intenzione di appurare la veridicità delle parole precedenti della Dragon Slayer.

La donna lanciò una breve occhiata a Wendy prima di rispondere. “Si, ci vediamo spesso qua a quest’ora.”

La maga degli spiriti stellari cominciava a perdere la pazienza, ormai era ovvio che le stessero nascondendo qualcosa.

Sospirò.

“Ooh avanti ragazze, ditemi cosa sta succedendo!”

“Non so a cosa tu ti stia riferendo.” rispose tranquillamente Evergreen chiudendo gli occhi e appoggiando la testa al bordo della piscina.

“C’è qualcosa che non va! Non sono stupida, e sono certa che non è solo una mia impressione…”

La maga con gli occhiali la squadrò scettica. “Ho sempre pensato che fossi un po’ paranoica, biondina.”

Lucy aprì la bocca sconvolta. “Bè non sono certo venuta qua per farmi dare della paranoica, anzi non era proprio mia intenzione venire qua oggi. Quindi vogliate scusarmi.” e indignata si incamminò faticosamente nell’acqua tentando di uscire.

“No Lucy-san, resta!”

“Mi dispiace Wendy, faremo un’altra volta.”

Evergreen sospirò. “Lucy, se te ne vai dirò a tutti cosa contiene la tua borsa oggi.”

La bionda si bloccò. “Non lo faresti mai.” mormorò.

“Vuoi sfidarmi?”

Assolutamente no, ne ho abbastanza di sfide.

“Nessuno ti crederebbe.” affermò disperata Lucy senza trovare una risposta migliore. “Aspetta un momento…hai frugato nella mia borsa?!”

“Era aperta, ci sono solo passata davanti.”

“Non è vero, sono sicura di…di averla…”

Merda. No che non l’ho chiusa.

Evergreen sorrise maliziosa. “Dovresti nascondere meglio i gusti e gli oggetti dei tuoi amanti…”

“Cosa- io-”

Wendy si portò le mani alla bocca nascondendo un sorriso, le guance rosse.

“Non ti ci mettere anche tu, Wendy!”

L’altra trasalì. “No no, scusa Lucy san!” ma il suo sorriso non scomparve.

La maga dallo sguardo di pietra non si fermò. “Se prima avevo dei dubbi su te e Natsu…bè ora non ne ho più.” e agitò una mano per sottolineare quell’affermazione.

“No, non è come sembra, davvero!” Lucy non sapeva più cosa fare o cosa dire: la minaccia di rivelare alla gilda intera cosa la sua borsa conteneva quel giorno, aveva completamente lasciato il suo cervello nel caos.

“Allora perché la sciarpa di Natsu è nella tua borsa?”

“L’ha lasciata ieri sera a cas-“

“A casa tua?”

La maga degli spiriti stellari deglutì a vuoto. “Si, a casa mia. Siamo amici, non è normale che degli amici si vedano a casa?”

“Si certo, però mi chiedo per quale motivo Natsu si sia tolto la sciarpa...da quando lo conosco non l’ho mai visto senza.” dichiarò Evergreen con finta indifferenza.

“Bè…perché…oh non importa, tira pure le conclusioni che ti pare.” si arrese Lucy.

“E’ ciò che sto facendo.” ammiccò l’altra.

La bionda la guardò irritata.

A quanto pare devo restare qua per un tempo che conoscono solo loro…altrimenti non avevano motivo di fermarmi e ricattarmi in questo modo stupido. Cosa mi stanno nascondendo? Che riguardi Natsu? 

A quel pensiero arrossì leggermente, sospirando rassegnata.

La voce di Evergreen la riportò alla realtà. “Avanti, cosa devi dire?”

Lucy le lanciò un breve sguardo interrogativo.

“Vuoi chiedere qualcosa?” la esortò la donna.

La bionda si portò le gambe al petto e le circondò con le braccia, appoggiando poi la testa sulle ginocchia. “Bè io…mi stavo chiedendo se…” sentì le guance infiammarsi improvvisamente. “…se questa cosa che mi state nascondendo…riguarda…riguarda Natsu.”

Evergreen scoppiò in una risata. “Per quanto riguarda questa cosa non possiamo dirti assolutamente niente.” una breve pausa. “Mmh bene, vedo che non cerchi nemmeno più di negare, anzi…” aggiunse poi cercando di provocare volontariamente la ragazza.

“Tra me e Natsu non c’è assolutamente niente…” bisbigliò Lucy più a sé stessa che alle sue due compagne.

Forse dovrei semplicemente raccontare loro della scommessa…magari mi potrebbero addirittura aiutare. Evergreen sembra una donna così forte e sicura di sé, non ci sarebbe niente di male se le chiedessi un consiglio…anzi, magari la smetterebbe di insinuare che Natsu sia il mio amante.

Si schiarì la voce. “In realtà…” deglutì un paio di volte, agitata. “…in realtà io e Natsu poco fa abbiamo fatto una scommessa.” esordì.

Le altre due maghe la guardarono onestamente interessate.

“Ho…scommesso che…che sarei riuscita a…”

Sei patetica Lucy, smettila di balbettare!

“Ho scommesso che sarei riuscita a sedurlo e farmi baciare da lui nel giro di una settimana.” proclamò tutto d’un fiato.

Silenzio, tranne che per il lento sciabordio dell’acqua contro le pareti della vasca.

Wendy si era portata le manine alla bocca, stupita, e la osservava con i suoi grandi occhi castani; Evergreen si limitava a fissarla con le sopracciglia inarcate, la bocca contratta in un mezzo sorriso, esibendo una tipica espressione da questo non mi stupisce per niente.

Lucy abbassò lo sguardo, terribilmente imbarazzata. “Bè mi rimangono cinque giorni, oggi compreso…e non ho idea di come vincere quella scommessa.” una pausa andò a sottolineare quell’affermazione. “Quindi se avete consigli da darmi, li accetterò volentieri.” terminò quasi sussurrando, le gote eccessivamente rosse per quella richiesta d’aiuto.

Prima che una delle sue interlocutrici potesse rispondere, una leggero vento proveniente dall’alto le fece rabbrividire e, dopo qualche istante, Charle atterrò dolcemente sul terreno accanto alla Dragon Slayer.

“Wendy, alla gilda hanno bisogno di te.” proclamò l’Exceed con la sua vocina acuta.

La giovane non sembrò affatto sorpresa.

“Ah si, dammi il tempo di vestirmi e arrivo.” rispose uscendo rapidamente dall’acqua. “Scusatemi, ci vediamo più tardi!” aggiunse rivolgendosi alle sue due compagne di gilda; poi scomparve insieme a Charle per andarsi a cambiare.

Lucy espirò sonoramente, reclinando con disperazione la testa all’indietro.  

“Tranquilla, non ti terrò prigioniera per sempre.” tentò di rassicurarla Evergreen con un furbo sorriso sulle labbra.

L’altra maga sbuffò scettica. “Se solo volessi, riuscirei ad andarmene anche adesso; voglio solo stare al vostro gioco.” mentì aggrottando le sopracciglia.

Evergreen rise di gusto. “Certo, certo.” una pausa. “Allora…stai tentando di sedurre Natsu.” affermò mentre disegnava con un dito dei piccoli cerchi sulla superficie dell’acqua.

Lucy si irrigidì: sperava che la donna si fosse dimenticata di ciò che aveva detto pochi minuti prima.

“Si, ti ho già spiegato come stanno le cose e non voglio parlarne.” rispose seccata.

Evergreen annuì corrugando le labbra. “Sei stata tu a chiedere consigli, o sbaglio?”

La bionda spostò lo sguardo su un punto indefinito, arrossendo di nuovo.

Si ma non sono più sicura di volere altri pareri…me la caverò…me la caverò da sola- Oh ma chi voglio prendere in giro? Non ce la farò mai! Però non voglio parlare di questo con altra gente…già con Erza e Mira è successo un casino, non voglio peggiorare tutto-

La voce di Evergreen interruppe il filo di quei pensieri. “Lucy, la seduzione è un’arte.”

La maga degli spiriti stellari sorrise sinceramente. “Si, l’ho già sentito dire.”

“E ogni tipo di arte va affinata col tempo. Non si può pretendere di riuscire a sedurre un uomo da un giorno all’altr-”

Lucy non la lasciò terminare. “Lo so, ma ho scommesso solo un bacio! Non sarà poi così difficile farsi baciare da un ragazzo, no?!” si trovò quasi ad urlare.

Evergreen digrignò i denti, visibilmente spazientita. “Se questo ragazzo vuole baciarti no che non è difficile, ma se non vuole…bè la cosa è molto più complicata. Natsu conosce la scommessa che avete fatto, quindi è ovvio che non voglia baciarti se la sua intenzione è quella di vincere!”

“E allora cosa dovrei fare? Stando alle tue parole ho già perso in partenza!”

"Si, hai già perso, Lucy! Oh andiamo…a meno che tu non ti faccia trovare nuda nel suo letto dubito che ti bacerà mai!"

Non sono tanto sicura nemmeno di questo…a quanto pare, a letto Natsu dorme e basta.

Evergreen continuò il suo breve monologo. “Di certo in una sola settimana è praticamente impossibile…se solo avessi più tempo potresti farcela, ti insegnerei qualche trucco…”

“No grazie, le poche tattiche che ho usato fino ad ora non hanno funzionato, e non credo che-”

“Tattiche? Vuoi dire che ci hai già provato?” domandò sorpresa l’altra.

Lucy annuì poco convinta, descrivendo, e tralasciando la maggior parte dei dettagli, cosa era accaduto nei due giorni precedenti.

Alla fine del breve racconto, Evergreen rimase in silenzio per qualche minuto, lo sguardo rivolto verso l’alto; poi si girò di scatto verso la compagna di gilda.

“Lucy…ahm…come posso dire…hai mai pensato che Natsu sia gay?”

Quella domanda colpì la bionda come un fulmine a ciel sereno.
Sgranò gli occhi, lo sguardo perso nel vuoto, la bocca semi-aperta. “N-no?” riuscì infine a dire con uno sforzo immane.

“Bè, da quello che mi hai detto si è addormentato in circostanze particolari…insomma, non è da tutti. Forse non gli piacciono semplicemente le donne, tutto qua.” spiegò Evergreen, quasi orgogliosa di quella sua teoria. 

“M- ma…così sarebbe davvero impossibile farmi baciare da lui…io-” Lucy non sapeva più cosa dire.

No che non è gay, insomma…no! Io non l’ho mai visto con una ragazza ma non vuol dire niente, giusto? E poi ho sentito dire che ha avuto una storia con Lisanna, quindi…però tutto quel tempo passato insieme a Gray? Sono amici da sempre, si picchiano e si provocano come qualsiasi due buoni amici…si provocano? E Graynon sembra avere alcun interesse per Juvia- io- bè- non c’è niente di male, in fin dei conti sarebbe carino se Natsu e Gray stessero insieme; sono uno l’opposto dell’altro e- ma che diavolo sto pensando?! Cosa me ne frega se Natsu è gay o no, io quel bacio lo voglio e basta.

Inspirò tentando di schiarirsi le idee. “Non importa, troverò un modo per farmi baciare.” proclamò più decisa di quanto lei stessa si aspettasse.

Evergreen alzò un sopracciglio, evidentemente scettica. “Se sei convinta…” un respiro profondo. “Esco un momento, torno subito.” disse poi allontanandosi dalla vasca.

Lucy chiuse gli occhi, tentando di rimettere ordine nella sua mente. In quella mezza giornata erano successe fin troppe cose.

Allora…sono stata trascinata alle terme da Wendy, che se n’è andata in fretta e furia insieme a Charle; ora mi ritrovo a parlare con Evergreen della scommessa che ho fatto con Natsu, e per qualche strano motivo mi tiene “prigioniera” con un ricatto; e stando alle sue parole forse dovrei davvero prendere in considerazione il fatto che Natsu potrebbe avere un certo interesse per gli uomini…in questo modo si spiegherebbe anche il perché, al momento della scommessa, abbia scelto sé stesso come persona che avrei dovuto sedurre.
Dunque: Wendy strana; terme; Evergreen ricattatrice; prigionia; Charle; Natsu omosessuale. 
Per tutti gli spiriti, non potrebbero esserci cose meno collegate tra loro.

Si guardò intorno, quasi sperando che qualcuno comparisse dal nulla per spiegarle cosa stava accadendo e come mettere insieme i pezzi di quell’improbabile puzzle.

Aspetta un momento…

Nessuna traccia di Evergreen.

Potrebbe essere l’occasione per fuggire!

Uscì dall’acqua ed entrò lentamente nella stanza in cui aveva lasciato le sue cose.

La sua borsa era ancora aperta e appoggiata a terra, e i suoi indumenti erano ancora piegati nel cestino in cui li avevi lasciati. Quello che stupì Lucy fu che non c’era nessun segno che facesse pensare che anche Evergreen fosse alle terme: nessun vestito, borsa, asciugamano. Sembrava essersene andata.

Si asciugò e si vestì rapidamente, sempre più confusa, poi con non poca preoccupazione, si diresse verso la gilda.

Mi stanno prendendo in giro o cosa? Adesso voglio davvero delle spiegazioni.

 

*

 

Lucy arrivò davanti ai portoni in legno della gilda.

Erano chiusi.

Sembrava tutto molto più tranquillo del solito, troppo tranquillo.

Dall’interno non giungeva il solito caloroso vociare dei suoi compagni, nessun urlo accompagnato da qualche pugno su un tavolo, nessun rumore di bicchieri che si scontravano tra di loro per un brindisi.

La maga, ora evidentemente preoccupata, mise mano alle sue chiavi degli spiriti stellari.

Un goccia di sudore freddo le rigò una guancia mentre, con una forte spinta, aprì un’anta del pesante portone.

L’interno dell’edificio era eccessivamente buio. Oltre a non esserci alcun suono, non c’era nemmeno una luce.

Aprì maggiormente il portone e avanzò di qualche passo, la mano che teneva le chiavi che tremava leggermente, gli occhi socchiusi che tentavano di captare un qualsiasi movimento, le orecchie tese all’ascolto di un qualsiasi potenziale suono.

La gilda sembrava completamente deserta, i tavoli e le panche erano desolatamente vuoti.

Poi un rumore improvviso, accompagnato da una luce accecante, fece balzare Lucy dallo spavento.

Infine, tante voci unite in un coro poco ordinato.

“Buon compleanno Lucy!”

Da dietro il bancone era comparsa la maggior parte dei suoi compagni di gilda e, sopra di essi, era stato appeso stortamente uno striscione di auguri che minacciava di cadere da un momento all’altro. Grappoli di palloncini pendevano allegramente dal soffitto, conferendo alla gilda un’atmosfera felice e briosa lanciando, sulle pareti e sul pavimento dell’edificio, ampie macchie di luce colorata.

Lucy si avvicinò lentamente ai suoi amici, la fronte aggrottata e la bocca semi-aperta per lo stupore, la sorpresa, la bellezza e il calore familiare che emanava tutto ciò che aveva davanti agli occhi.

Come…come ho potuto dimenticarmi del mio compleanno? Si ritrovò semplicemente a pensare. 

Mirajane, in piedi dietro al bancone e accerchiata dai suoi compagni, le sorrideva indicando una torta eccessivamente grande. “Avanti Lucy, o le candeline si scioglieranno tutte!” aggiunse poi.

Vedendo che l’amica non sembrava ancora essersi ripresa dalla meraviglia, Levy la prese per mano e la trascinò al bancone. “Vieni, Lu-chan!”

“Ragazzi…io…io non so davvero cosa dire…” sussurrò commossa Lucy.

“Allora basta che soffi su queste candeline, noi vogliamo solo la torta!” le rispose scherzando Gray e appoggiandole un braccio su una spalla.  

Lucy rise e annuì, inspirando e riempiendo d’aria i polmoni.

Quel gesto le ricordò Natsu.

Dov’è Natsu?

Fece vagare lo sguardo tra i presenti.

Sembravano esserci tutti.

Tutti tranne Natsu.

Soffiò sulle candeline con una fitta al cuore.

I presenti applaudirono, continuando a farle gli auguri.
Lucy tagliò la torta sorridendo e distribuendola ai suoi compagni, che la abbracciavano felici.
Mirajane cominciò a riempire capienti boccali di sakè, che rimpiazzarono ben presto la torta tra le mani di tutti i maghi.

Dov’è Natsu?

Lucy si sedette ad un tavolo, una fetta di torta in una mano e un bicchiere colmo di liquore nell’altra.

Perché ci sono tutti tranne lui?

“Lucy-san?”

La maga alzò lo sguardo. “Oh, Wendy.” constatò quasi delusa.

“Volevo scusarmi per prima…” disse la ragazzina con un filo di voce.

Lucy lasciò che un dolce sorriso le si dipingesse sul volto. “Non devi scusarti Wendy. Immagino tu abbia fatto tutto per…questo.” e con un ampio movimento del braccio indicò l’intera gilda addobbata.

Wendy si sedette di fronte a lei. “Si infatti…mentre gli altri si dedicavano ai preparativi per la festa, il mio compito era quello di distrarti e tenerti lontana da qua.” spiegò, annuendo alle sue stesse parole. “E ovviamente anche Evergreen! Il suo arrivo alle terme significava che erano giunti tutti alla gilda, mentre l’arrivo di Charle indicava che i preparativi erano terminati. E per non destare sospetti io e Evergreen dovevamo andarcene dalle terme in momenti diversi, e naturalmente dovevamo arrivare qua prima di te, altrimenti non saresti potuta entrare da sola alla gilda e-”

Lucy la interruppe, notando le guance rosse dall’agitazione della piccola Dragon Slayer. “Va tutto bene Wendy, non devi scusarti. Anzi, vi devo ringraziare! Insomma, vi siete ricordati del mio compleanno e avete fatto tutto questo solo per me!” le sorrise sinceramente guardandola negli occhi. “Anche se devo ammettere che tu ed Evergreen mi avete davvero fatta preoccupare con il vostro strano comportamento!”

“Ah, mi- mi dispiace Lucy-san, sono una pessima bugiarda!” disse contrita la giovane.

“Potrebbe quasi essere un pregio.” le confidò con dolcezza Lucy. “Però una cosa vera me l’hai detta oggi.” aggiunse dopo una breve pausa e tornando improvvisamente seria.

Wendy si limitò a guardarla interrogativa.

“Mi hai detto che Natsu non sarebbe tornato fino a stasera…questo è vero, no?”

“Si, è quello che ho sentito.”

Lucy abbassò lo sguardo sul tavolo, una leggera smorfia di disappunto mescolato a sconforto che le deformò le labbra per un solo istante.

Il silenzio calò pesantemente tra le due e, solo dopo qualche minuto, Wendy trovò il coraggio per spezzarlo.

Prese le mani di Lucy tra le sue. “Non ti preoccupare, Lucy-san. Natsu-san sa benissimo che oggi è il tuo compleanno, e sono sicura che non se lo perderebbe per nulla al mondo. E se ha detto che sarà qua entro stasera, sono certa che sarà così.”

La maga degli spiriti stellari spostò lo sguardo sulla sua giovane compagna di gilda: un delicato sorriso le illuminava il volto, e i suoi occhi castani brillavano dalla sincerità di quelle parole.

Lucy continuò a guardarla ammirata. “Non saprai mentire Wendy, ma sai sicuramente rincuorare le persone.” e le sorrise a sua volta, quasi commossa dalla gentilezza e delicatezza di quella piccola Dragon Slayer.

Un leggero battito d’ali portò Charle ad accomodarsi sul tavolo accanto alle due ragazze.

“Wendy, non credi sia meglio andare?”

La giovane si guardò intorno improvvisamente impaurita. “Ah si, in effetti…si.”

“Cosa? Te ne vai già?” le domandò confusa Lucy.

Wendy congiunse le mani e abbassò lo sguardo, imbarazzata. “Sì bè, ecco…quando la maggior parte di loro diventa ubriaca preferisco tornarmene a casa, ho sempre paura che mi arrivi qualche bicchiere in testa o un pugno in faccia.”

La bionda lanciò qualche sguardo in giro per la gilda.

Il master che balla su un tavolo con Makao e Wakaba…questa l’ho vista fin troppe volte. Gray completamente nudo e Juvia che bè- passiamo oltre. Quella è Erza che fa a pugni con una botte? Elfman lancia bicchieri in aria e Al fa tiro al bersaglio…wow, che buon padre di famiglia. E…eh? Cosa stanno facendo Laxus e Freed? No, non voglio saperlo. E quelli…quelli sono Levy-chan e Gajeel che si baciano?! Devo assolutamente avere una prova di questo momento, mi serve qualcuno che immortali- ah no, non importa. Per Mavis, qua nessuno riesce a reggere l’alcol?

“Ehm…si, effettivamente forse è meglio che tu vada, Wendy.” convenne infine Lucy.

“Ci vediamo presto allora, e ancora tanti auguri Lucy-san!” la salutò la giovane regalandole un ultimo sorriso per poi allontanarsi con Charle.

In tutto quel trambusto Lucy riuscì a recuperare un’ultima fetta di torta, e non poté far altro che aspettare Natsu seduta al suo tavolo, evitando di bere troppo sakè, osservando divertita i suoi compagni già incredibilmente ubriachi, e accarezzando l’idea che, essendo il suo compleanno, avrebbe potuto chiedere un bacio come regalo.

 

*

 

“Oi? Lucy?”

“Mmh.”

“Su svegliati, Lucy!”

“…no, sto aspettando Natsu.”

“Puoi smettere di aspettare allora!”

Lucy aprì lentamente gli occhi.

Vide i suoi compagni di gilda in lontananza che facevano ancora baldoria, chi cantava e ballava, chi faceva a pugni con chiunque gli capitasse a tiro, chi continuava ininterrottamente a bere.

Happy le volò improvvisamente a fianco urlando con la sua vocina stridula “Auguri Lucy!” per poi catapultarsi su una fetta di torta.

Poi un viso fin troppo familiare e sorridente comparve nel suo campo visivo.

“Buon compleanno, Lucy!”

Natsu!

La maga si mise a sedere di scatto, colta alla sprovvista dall’inaspettata comparsa dell’amico, che poi si accomodò di fronte a lei.

“Grazie.” disse semplicemente Lucy, sorridendo.

Lanciò uno sguardo fuori dal portone aperto della gilda: era appena il tramonto.

Si, è arrivato prima di sera.

“E’ da tanto che mi aspetti, vero? Insomma se hai fatto in tempo ad addormentarti…” rifletté Natsu a voce alta.

Per qualche strano motivo Lucy si sentì in imbarazzo. “No bè, non è che ti stessi aspettando…e poi non stavo dormendo da molto…”

“Ah giusto!” Natsu la interruppe quasi urlando. “A proposito di dormire…ecco, volevo scusarmi per ieri sera.”

La maga lo guardò senza capire.

Dopo una pausa il Dragon Slayer continuò. “Uhm si, vedi…ieri sera mi sono addormentato mentre…bè mentre mi volevi dire qualcosa, immagino.”

Lucy arrossì di colpo, gli occhi sgranati, il cuore che, dopo aver perso un paio di battiti, iniziò ad accelerare terribilmente.

Le riuscì incredibilmente difficile pensare ad una frase di senso compiuto. “No, non c’è bisogno che ti scusi, insomma mi avevi detto che eri stanco” lo sguardo le cadde casualmente sulla sua borsa, e improvvisamente si ricordò della sciarpa. “Oh, si!”

Estremamente a disagio, rovistò per qualche istante nella sua tracolla, sentendo il pesante sguardo dell’amico su di lei.

“Eccola!” estrasse vittoriosa la sciarpa. “Mi dispia-”

Il viso di Natsu si illuminò di gioia. “Ce l’avevi tu allora! Pensavo di averla persa!” quasi commosso, indossò l’indumento. “Ma se è rimasta tutto questo tempo con te, allora è stata in buone mani!” le sorrise. “E se mai un giorno ti servirà ancora per impersonare un drago” continuò ammiccando e facendole un occhiolino “te la presterò di nuovo!”

Sempre più imbarazzo si fece strada nel corpo di Lucy, che continuava ad arrossire un istante dopo l’altro; ma questa volta percepì anche un distinto senso di riconoscenza nei confronti del suo compagno di squadra: il fatto di volerle affidare di nuovo una cosa tanto preziosa per lui, le fece finalmente comprendere quanto ciecamente si fidasse di lei.

“A proposito anch’io ti devo dare una cosa!” Natsu frugò nelle sue tasche. “Ecco!” e appoggiò sul tavolo un piccolo barattolo in vetro contenente un fuocherello.

Lucy guardò prima l’oggetto incuriosita, poi lanciò uno sguardo interrogativo al Dragon Slayer.

“E’ il mio regalo di compleanno per te!” spiegò sorridendo l’altro portandosi una mano alla nuca, leggermente imbarazzato.

La ragazza continuava a non capire, e si limitava a fissare impassibile il piccolo e bizzarro oggetto.

“Puoi almeno fingere che ti piaccia?” la esortò lui.

“Prima vorrei capire cos’è!” ribatté lei irritata.

“Oi Lucy, non ti facevo così stupida-”

“Stupido sarai tu! Avanti, di cosa si tratta?” domandò spazientita.

Natsu si portò entrambe le mani dietro al collo, socchiudendo gli occhi con risentimento. “Ci ho impiegato un sacco di tempo per trovare tutto. Intanto quel barattolo è…si dice ignifugo? Bè, grazie ad una magia resiste al fuoco, ed inoltre se lo tocchi non scotta. Poi, vedi che all’interno c’è qualcosa che brucia?”

Lucy abbassò la testa per studiare meglio l’oggetto, annuendo.

“Ecco, quella è una Pietra Ardente: è un tipo di pietra che, una volta che viene a contatto col fuoco, brucia all’infinito. Si trova solo vicino ai vulcani, così tra ieri e oggi mi sono dato all’esplorazione insieme a Happy.”

La maga guardò affascinata l’amico. “Quindi…è per questo che né ieri né oggi eri alla gilda…” constatò stupefatta. “…ed è per questo che ieri sera eri così stanco!” concluse lei additandolo, quasi sconvolta da quella rivelazione.

“Esatto. E se non ti piace come regalo, almeno apprezza lo sforzo.” annuì con convinzione Natsu.     

Lucy prese il barattolo e lo rigirò tra le mani; la pietra sbatteva da una parte all’altra del suo contenitore, assolutamente non caldo, eppure non si spegneva.

Dopo qualche istante di riflessione e ammirazione nei confronti di quell’oggetto, la maga cominciò a capire il significato e l’importanza di quel regalo.

“Aspetta…il fuoco che avvolge la pietra…è il tuo?” sapeva che era una domanda stupida, tuttavia sentiva il bisogno di una conferma.

“Ma che domanda è? Certo che è il mio!”

Silenzio.

I due amici tenevano gli occhi fissi sulla piccola fiamma all’interno del barattolo, ancora tra le mani della ragazza.

Dopo qualche minuto Natsu ruppe il silenzio. “Insomma, ecco qua il mio regalo…”

Lucy continuava a tenere lo sguardo fermo sulla Pietra Ardente.

“Il mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.”

A quelle parole lei alzò di colpo gli occhi.

Natsu la stava guardando con un’espressione seria, quasi intimidatoria, come quelle che sfoderava nel mezzo di una battaglia. 

Eppure Lucy sentì tutto tranne che la paura.

Si guardarono per qualche istante, lo sguardo della maga incatenato a quello di lui.

Avrebbe voluto restare a guardare quegli occhi fino a quando non si fosse spenta la fiamma che in quel momento teneva tra le mani, per l’eternità.

Infine Natsu distolse lo sguardo da lei. “Spero sia rimasta qualche fetta di torta, perché è da stamattina che non mangio.” e si alzò.

Prima che potesse muovere un passo, Lucy gli si parò davanti e lo abbracciò.

Sentì Natsu che, nonostante si lasciasse abbracciare, irrigidì involontariamente i muscoli sotto quel contatto improvviso.

Lucy lo strinse maggiormente a sé, affondando il suo viso nella calda sciarpa di lui, che finalmente abbandonò ogni esitazione e ricambiò l’abbraccio.

Molte altre volte la maga aveva toccato, abbracciato, sentito il corpo caldo di Natsu, ma aveva sempre percepito quel calore come profondo affetto per il proprio migliore amico, niente di più. Eppure in quel momento capì che non avrebbe mai abbracciato nessun altro in quel modo.

Lucy sentì un nodo alla gola, che però non le impedì di parlare. “Grazie.” sussurrò con le lacrime agli occhi.

La ragazza percepì un sorriso sul volto del Dragon Slayer, poi sentì il fiato caldo di lui solleticarle il collo. “Significa che il regalo ti è piaciuto?”

Lei annuì semplicemente, stringendolo maggiormente nell’abbraccio, per quanto possibile.

Lucy deglutì un paio di volte per riprendere pieno controllo della sua voce. “In realtà…essendo il mio compleanno, c’è una cosa che vorrei chiederti.”

Lui, incuriosito, alzò il capo, senza però sciogliere l’abbraccio. 

Il cuore di lei iniziò a battere all’impazzata, e si scostò leggermente da lui nella speranza che non si accorgesse della sua agitazione.

“Ecco…non si può negare niente ad una persona il giorno del suo compleanno, no? Così…per vincere la scomes-”

Uno schiaffo su una natica fece sobbalzare Lucy dallo spavento, che si allontanò immediatamente da Natsu.

“Ma che diavolo fai?!”

“Oi non ho fatto proprio niente, tu piuttosto, che ti prende?!”

Erza comparve alle spalle di Lucy, schiaffeggiandola di nuovo.

“Erza sei stata tu?! Piantala subito!” Lucy questa volta si allontanò dall’amica.

“Ma bene bene…vedo che il mio costume ha funzionato, eh?” disse la rossa con la voce altalenante.

“No che non ha funzionato e-” Lucy si bloccò ricordandosi che Natsu stava ascoltando tutto. Sarebbe stato ancora più imbarazzante ripercorrere i ricordi della sera precedente con il diretto interessato presente. “Non importa, aspetta che te lo restituisco.”

“No!” urlò indignata l’altra per poi accostarsi a lei. “Tienilo come mio regalo di compleanno, magari-” un singhiozzo. “…magari potrebbe tornarti utile!” concluse lasciando nelle narici di Lucy un fastidioso e pungente odore di alcol.  

“Va- va bene, basta che ti allontani perché puzzi di alcol almeno quanto Kana…” constatò con un leggero ribrezzo la bionda.

“Eeeh, non c’è bisogno di scaldarsi tanto!” ed Erza si allontanò, lasciando un’ultima sberla sul fondoschiena di Lucy.

“Ma insomma, il mio-”

Natsu la interruppe. “Posso farlo anch’io?”

Lucy lo guardò sconcertata. “Eh?!”

“Posso tirare una pacca anch’io sul tuo-”

“A presto Natsu!” Lucy prese la borsa e il barattolo in vetro e si avviò verso l’uscita della gilda.

“Erza non te l’ha nemmeno chiesto!” una breve pausa. “E poi è la tua festa di compleanno, non puoi andartene!”

Lucy alzò solamente una mano per salutare.

“Oh giusto! Non dovevi chiedermi qualcosa anche tu?!” le urlò prima che lei uscisse.

“Non importa, sarà per un’altra volta!” gridò in risposta lei.

Osservò il barattolo sorridendo.

Per stasera, il tuo fuoco basta e avanza.

 

 

 

Angolo Autrice:

Prima di tutto mi scuso immensamente per questo terribile ritardo nel pubblicare! Settembre e ottobre sono davvero due mesi schifosi in cui ho sempre mille cose da fare, e tra l’inizio delle lezioni, lo studio e i preparativi per il Lucca Comics (YEEEEH!), l’ansia e lo stress scorrono potenti in me, e purtroppo il tempo da dedicare alla scrittura diminuisce ;-;
Comunque! Alla fine ce l’ho fatta, ed ecco a voi la quarta parte che, ovviamente, decreta la metà di questa storia. Considerata la lunghezza di questo capitolo (praticamente doppia rispetto agli altri omg), spero non vi abbia annoiato, e come sempre vi chiedo, se avete voglia e tempo, di lasciarmi i vostri pareri, commenti, critiche e consigli ^^
Non mi sbilancio sulla data del prossimo aggiornamento, l’unica cosa certa è che pubblicherò il prima possibile~
Ringrazio ancora TANTISSIMO tutti voi che continuate a leggere e seguire questa fic e vi abbraccio forte forte! <3
A presto,

Shi

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Capitolo 5
*** Giorno 4 ***


GIORNO 4 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE


GIORNO 4

 

Il mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.

….solo per te, Lucy.

…Lucy.

“Lucy!”

La maga sussultò, sbattendo ripetutamente le palpebre tentando di tornare alla realtà.

Levy, seduta all’altro lato del tavolo, la fissava preoccupata, un tomo apparentemente antico aperto davanti a lei.

“Va tutto bene?” le domandò la scripter corrugando la fronte.

“Ah si certo, certo…” Lucy fece una pausa per rimettere in ordine i pensieri. “Stavamo dicendo che…ahm…mi stavi spiegando…” si portò una mano alla fronte per cercare di ricordare, invano, di cosa l’amica le stesse parlando.

Levy chiuse il libro con un tonfo sordo, sospirando. “Non importa, ne riparleremo un’altra volta.”

“Mi dispiace, Levy-chan.” Lucy tentò di scusarsi con un sorriso colpevole.

L’altra la guardò severamente per qualche istante, poi si sciolse in un dolce sorriso. “Cosa ti succede Lu-chan? In questi giorni mi sembri strana, vuoi parlarne?”

Sapeva che prima o poi se ne sarebbe accorta, dopotutto Levy era un’ottima osservatrice. 
In fin dei conti è la mia migliore amica, e ho già raccontato questa cosa a persone che…bè non avrei dovuto e basta. Qua dentro Levy è sicuramente la persona più affidabile e obiettiva.

Dopo un leggero momento di esitazione, Lucy diede la sua spiegazione, incoraggiata dallo sguardo interessato dell’amica.
Alla fine del resoconto della maga degli spiriti stellari, in cui raccontava che aveva passato i precedenti tre giorni nel tentare di strappare un bacio al Dragon Slayer del fuoco, Levy rimase a fissare stupita la bionda, un mezzo sorriso di meraviglia sul suo volto.

“Cosa?! Hai scommesso un bacio con Natsu?!”

“Abbassa la voce!” la rimproverò immediatamente l’altra tentando di tapparle maldestramente la bocca. “Da quando in qua urli così tanto, Levy-chan?”

“Scusa, scusa! E’ che…non me l’aspettavo, ecco.” si giustificò l’altra grattandosi la guancia sinistra con l’indice, leggermente imbarazzata.

Lucy si accasciò sulla panca. “E adesso non ho idea di cosa fare…insomma, penso costantemente a quel bacio, capisci?”

Levy si limitò a sorriderle cautamente, annuendo lievemente con il capo.

La maga degli spiriti stellari sospirò abbassando lo sguardo, disegnando con le dita linee immaginarie sul tavolo. “E poi ieri sera mi ha detto-” si bloccò, guardando improvvisamente l’amica.

Il mio fuoco brucerà in eterno solo per te, Lucy.

“…non importa.” decise di tenere quella frase solamente per sé, e ringraziò mentalmente la scripter per essere così discreta e per non voler indagare. 

Passarono diversi secondi di totale silenzio.

“Insomma, tu cosa faresti se fossi al mio posto, Levy-chan?”

Levy abbassò lo sguardo e, messa in difficoltà da quella domanda, iniziò a giocherellare con il segnalibro che sbucava da un’estremità del vecchio tomo.

“Non lo so, è una situazione complicata…credo che…” deglutì un paio di volte, agitata. “…credo che  basti essere sé stesse per far colpo su un ragazzo, no?”

Per niente soddisfatta da quella risposta, Lucy sospirò, quasi rassegnata. “Sì ma qua non si tratta di- aspetta.” squadrò Levy con uno sguardo indagatore. “E’ così che sei riuscita a conquistare Gajeel?” le domandò poi con un sorriso tendente al malizioso.

Il volto della scripter si colorò improvvisamente di un rosso acceso. “N- no, co- cosa stai dicendo Lu-chan?! Che ti salta in mente?! Tra me e G- Gajeel non c’è assolutamente niente!”

Lucy rise, sinceramente divertita dalla reazione dell’amica. “Oh smettila, Levy-chan. Tutta la gilda sa che tu e Gajeel avete una storia, gli unici che continuano a negare siete solo voi due!”

Prima che l’altra potesse ribattere, Lisanna si avvicinò a loro. “Ciao ragazze! Posso sedermi al vostro tavolo?” domandò con un boccale tra le mani.

Le due assentirono quasi in coro.

“Di cosa stavate parlando?” chiese poi la giovane Strauss con un sorriso.

“Di come Levy ha conquistato il cuore d’acciaio di Gaj-”

“Lucy ha fatto una scommessa con Natsu!” Levy interruppe la bionda quasi urlando.

La maga degli spiriti stellari fulminò la scripter con lo sguardo, ma tentò di far virare la situazione a proprio vantaggio.

“Si, ho scommesso con lui che sarei riuscita a sedurlo nel giro di una settimana.” proclamò con finta naturalezza.

Lisanna, tra un colpo di tosse e l’altro, tentò di non sputare ciò che stava bevendo. “Cosa?!”

“Bè si, è una storia lunga, in realtà non ricordo nemmeno bene da cosa è partita la scommessa…” Lucy agitò una mano e sorrise forzatamente. “Ma vendendo al dunque, Lisanna, ho sentito che tu sei stata la ragazza di Natsu…non è che avresti qualche consiglio da darmi?”

L’altra si allontanò involontariamente dalla bionda. “Ehm…non siamo mai stati davvero insieme, eravamo due bambini che giocavano a fare la mamma e il papà, tutto qui.” E bevve un lungo sorso dal suo boccale.

“Ma tu non volevi diventare sua moglie?” proseguì Lucy senza darsi per vinta.

“Ehi, e questo chi te l’ha detto?”

“Voci che girano in gilda…”

“Ovviamente questa storia imbarazzante continua a girare…bè si è vero, ma ripeto: eravamo solo dei bambini, non c’è mai stato niente tra di noi! Mi dispiace, ma non posso aiutarti.” E così dicendo cercò di chiudere quella conversazione che la stava mettendo visibilmente a disagio.

Levy si alzò improvvisamente in piedi. “Scusatemi, ho alcune faccende da sbrigare a casa, magari ci vediamo più tardi.” Poi si rivolse solo alla maga degli spiriti stellari. “Lu-chan, se vuoi oggi ti porto un libro che potrebbe aiutarti in questa faccenda.”

L’altra annuì speranzosa. “Te ne sarei grata!”

“A dopo allora!” E si allontanò con il pesante tomo tra le braccia.

Lucy la seguì con lo sguardo, per poi vederla uscire dalla gilda al fianco di Gajeel.

Ormai non lo nascondono nemmeno più, cosa le costa ammettere che stanno insieme? E sorrise involontariamente per l’amica.

Dopo qualche istante, Lucy decise di rompere l’innaturale silenzio che si era creato tra lei e Lisanna. “Comunque…nella scommessa c’è di mezzo soltanto un bacio, niente di più.” Per qualche strano motivo, si sentiva in dovere di chiarire quel punto.

La Strauss annuì. “Non mi devi delle spiegazioni, Lucy.” le sorrise amabilmente, poi si accostò a lei. “Tanto sappiamo tutti che tra te e Natsu c’è molto di più di una semplice amicizia.” le sussurrò.

L’altra maga si allontanò sconvolta. “Ma cosa dici, tra me e Natsu non c’è proprio un bel niente!”

“Siete solo voi due che non ve ne siete ancora accorti…” ribatté Lisanna socchiudendo furbamente gli occhi e bevendo un piccolo sorso dal boccale.

Questa conversazione assomiglia terribilmente a quella che ho appena fatto con Levy-chan… Un brivido le percorse la schiena, e preferì optare per un dignitoso silenzio.

“Avete messo qualche condizione alla scommessa che avete fatto?” le domandò improvvisamente la giovane Strauss con un’espressione pensierosa.

“No…solo il tempo di una settimana.” Lucy rifletté per qualche momento. “E ovviamente abbiamo dato per scontato che deve essere lui a baciare me.” una pausa. “…e che deve baciarmi sulla bocca, naturalmente.” aggiunse quasi sussurrando e con le guance eccessivamente rosse.

L’altra annuì seria, lo sguardo perso nel vuoto dalla concentrazione. “Sai Lucy, quando ero a Edolas, per decidere chi avrebbe dovuto svolgere una certa missione o un determinato compito, facevamo una sorta di gioco.” Una nota quasi malinconica accarezzava la sua voce.

Lucy la guardò interessata, quasi stupita del fatto che Lisanna le stesse parlando del suo passato.

La Strauss, dopo aver tenuto lo sguardo basso e aver osservato con eccessivo interesse un punto indefinito del tavolo, alzò gli occhi leggermente lucidi verso la maga degli spiriti stellari. “E’ brutto da dire, ma a volte mi mancano i miei compagni di Edolas.”

Lucy ebbe un tuffo al cuore.

Più volte aveva pensato che, per Lisanna, tornare al suo mondo, non doveva essere stato facile quanto dava a vedere, ma mai avrebbe immaginato che essa stessa gliene avrebbe parlato.

Erano certamente buone compagne di gilda, ma amiche era una parola ancora troppo grossa per loro.

Eppure, in quel momento, Lucy sentì vacillare quella certezza.

Dopo quell’affermazione di Lisanna, il silenzio era calato su di loro come un pesante velo, che la bionda cercò di scostare tentando di rassicurare la compagna.

Od ormai è un’amica?

“E’ normale che ti manchino, dopotutto hai passato due anni con loro, è parecchio tempo.” e le sorrise sinceramente, senza però riuscire a nascondere una nota amara nella voce.

“Avevano solamente il vostro aspetto, per il resto erano persone completamente diverse e-”

Lucy, sentendo la voce dell’altra rotta dall’imminente pianto, la bloccò. “Lo so Lisanna, non devi delle giustificazioni a nessuno. E’ normale sentire la mancanza delle persone a cui si è voluto bene.” e la sua mente corse inevitabilmente a ripescare un ricordo dei suoi genitori.

La Strauss la osservò con una scintilla di comprensione nello sguardo, e annuì convinta asciugandosi poi gli occhi con il palmo della mano.

“Scusa Lucy.” disse semplicemente. “Non doveva essere così…tragica questa conversazione.” aggiunse poi sorridendo.

Credo che quasi tutti abbiamo dato per scontato che Lisanna sia stata felice di tornare al mondo, alla gilda, agli amici, alla famiglia a cui appartiene, ma deve essere stato tutto tranne che facile abbandonare un altro mondo, un’altra gilda, altri amici…un’altra famiglia. Anche se non sembra, deve essere una ragazza davvero forte nello spirito. O perlomeno ha dovuto esserlo per forza di cosa, in questi pochi anni.  

La più giovane dei fratelli Strauss si schiarì lievemente la voce, poi tornò ad essere la Lisanna che Lucy aveva sempre conosciuto, occhi brillanti e sorriso audace e, come se niente fosse accaduto, continuò a parlare allegramente. 

"Prima che divagassi, ti stavo dicendo che, a Edolas, facevamo questa specie di gioco per decidere chi avrebbe fatto una determinata cosa. Ci mettevamo tutti in cerchio, prendevamo lo scettro di Kana- anche se bè, non era mai troppo d’accordo…comunque, prendevamo il suo scettro e lo facevamo roteare al centro del cerchio che avevamo formato. Una volta che lo scettro si fermava, e ovviamente puntava una certa persona, ecco, quella persona avrebbe dovuto svolgere il compito che si era deciso in precedenza. Lo chiamavamo il Gioco del Destino.” annuì alle sue stesse parole e, per un momento, la sua somiglianza con Mirajane sembrò a Lucy ancora più evidente, per quanto possibile.

Dopo quel breve racconto, la maga degli spiriti stellari rimase a fissare Lisanna con la bocca socchiusa e un sopracciglio alzato, cercando di comprendere il motivo per cui le stesse raccontando del Gioco del Destino ma, soprattutto, ammirando la vera forza di spirito che la ragazza aveva appena dimostrato abbandonando il passato e tornando al presente in pochissimi istanti.

Dopo qualche secondo di riflessione, la bionda si arrese. “Uhm…scusa Lisanna, ma non riesco a capire come quello che hai appena detto possa c’entrare con…ehm…tutto.”

L’altra rise di gusto. “Ha a che fare con la vostra scommessa!” diede fine al contenuto del suo boccale. “Se tu e Natsu non avete messo alcuna condizione alla vostra scommessa, potresti vincerla semplicemente giocando.”

 

*

 

“Ciao ragazze! Siete ancora qua!” Levy tornò alla gilda dopo diverso tempo, sorpresa di trovare Lucy e Lisanna ancora allo stesso tavolo a parlare tra loro. “Ecco il libro Lu-chan.” e allungò un vecchio volume alla maga.

“Grazie Levy-chan, ma spero di non doverlo mai leggere…io e Lisanna stavamo mettendo a punto un piano che potrebbe portarmi alla vittoria anche stasera!” Lucy strinse un pugno, il volto contratto in un’espressione decisa e fiduciosa.

“Ah, e di cosa si tratta?” domandò Levy accomodandosi di fronte a loro.

“Dobbiamo ancora mettere a punto diverse cose, ma l’idea sarebbe questa: prima di tutto ci servono diversi partecipanti, che poi-”

“Partecipanti?” la interruppe Levy.

“Si, è una specie di gioco.” chiarì rapidamente Lisanna.

Lucy riprese la sua spiegazione. “Si ecco, e i partecipanti a questo gioco si dovranno mettere in cerchio, al centro del quale faremo roteare qualcosa-”

“Qualcosa che dobbiamo ancora decidere cosa sarà.” s’intromise la giovane Strauss.

“Esatto. Insomma, un partecipante farà roteare questa cosa che poi, una volta che si fermerà, punterà un’altra persona. Questa seconda persona sarà colui o colei che verrà baciata dalla prima, cioè da quella cha ha fatto girare l'ogetto.” dopo una brevissima e confusa illustrazione del piano, Lucy rimase a fissare la scripter con gli occhi colmi di speranza e determinazione.

“Ahm…credo…credo di aver capito in linea di massima cosa intendete fare. Però ci sono diversi punti che mi sfuggono.” dichiarò infine Levy. “Allora, immagino che la persona che dovrà far roteare l’oggetto sia Natsu, e che poi questo oggetto dovrà indicare te, Lu-chan, giusto?”

L’interpellata annuì convinta con il capo, la fronte contratta dalla concentrazione.

“Quindi, stando alla vostra spiegazione, Natsu dovrà baciare Lucy. E se si rifiuta di farlo?”

Un silenzio raggelante piombò tra le tre compagne di gilda, Lucy e Lisanna che si limitavano a fissare la scripter con uno sguardo vitreo.

“Ti avevo detto che dovevamo finire di mettere a punto il piano.” biascicò infine Lucy, improvvisamente abbattuta dall’appunto estremamente sensato dell’amica.

Levy si portò un indice al mento. “Bè si potrebbe mettere una punizione o una penitenza. Se x non bacia y riceverà uno schiaffo, ad esempio.”

Lo sguardo di Lucy tornò ad illuminarsi. “Levy-chan, è un’ottima idea!” 

“In realtà c’è un’altra cosa che non mi torna.” dichiarò l’altra. “Il fantomatico oggetto che ancora dovete decidere…insomma, dovrete in qualche modo controllarlo. Se ci sono molti partecipanti, la  probabilità che questo oggetto indichi Lucy è molto bassa. Dovreste controllare a distanza questo qualcosa, in modo che ci sia la piena sicurezza che indichi te, Lu-chan.”

“Stavamo parlando proprio di questo quando sei arrivata.” disse Lisanna pensierosa. “Servirebbe un oggetto non troppo grande e facilmente controllabile con la magia.”

“Si, ma un altro problema è che i nostri poteri non sembrano nemmeno tanto utili a questo genere di cose…” aggiunse Lucy appoggiando i gomiti sul tavolo e la testa tra le mani.

Dopo diversi minuti passati in silenzio a pensare ad una soluzione a quel dilemma, Lucy si alzò sbuffando. “Non pensavo fosse così difficile imbrogliare ad un gioco.” affermò stiracchiandosi. “Vado a prendere da bere, volete qualcosa?”

Lisanna scosse il capo, mentre Levy si alzò improvvisamente in piedi sbattendo le mani sul tavolo.

“Ma certo! Acqua!”

“Ehm…vuoi…vuoi dell’acqua Levy-chan?”

“Si! Cioè no…insomma, abbiamo solo bisogno di acqua e di una bottiglia!”  disse ridendo.

“Le-Levy? Va tutto bene?” le chiese Lisanna preoccupata.

“Si, ascoltate. L’oggetto che stiamo cercando è semplicemente una bottiglia di acqua.”

A quelle parole Lucy tornò a sedersi, ascoltando incuriosita l’amica.

“Al centro del cerchio formato dai partecipanti, basta far roteare una bottiglia con dentro dell’acqua.” ripeté entusiasmata la scripter.

“Ok, ma rimane comunque il problema di come faremo a controllarla.” puntualizzò la Strauss aggrottando le sopracciglia.

“Non se abbiamo una maga dell’acqua come complice.” dichiarò con un mezzo sorriso Levy, assottigliando lo sguardo.

 

*

 

“State chiedendo a Juvia di controllare, con la sua magia, dell’acqua all’interno di una bottiglia?” la maga dell’acqua, in piedi davanti al tavolo in cui erano ancora riunite le altre tre compagne di gilda, spostava insospettita lo sguardo tra le presenti.

Lucy si sentì in dovere di mettere al corrente anche Juvia della sua situazione.

“Ebbene si. Il punto è questo: ho fatto una scommessa con-”

“Gray-sama?!”                  

“Ehm no, ho fatto una scommessa con Natsu, e ho scommesso che sarei riuscita a baciar-”

“Gray-sama?!”

“No! Ho scommesso con Natsu che sarei riuscita a baciare Natsu stesso!”

“Ah.”

“Il problema è che non ho idea di come fare, così avevamo pensato a questo.” Lucy spiegò le regole base del gioco che lei e altre due ragazze avevano appena ideato.

Juvia stette in silenzio per qualche istante. “Ma se Juvia controllasse l’acqua all’interno della bottiglia sarebbe barare, no? Juvia trova questo metodo per farsi baciare piuttosto squallido.” E incrociò le braccia, corrugando poi le labbra in una smorfia di disappunto.

Dopo qualche momento di silenzio e di riflessione, Levy parlò. “Juvia, hai considerato l’idea che Gray potrebbe baciarti?”

La maga dell’acqua si irrigidì improvvisamente poi, con uno sforzo che parve immane, si portò una mano alle labbra rosee. “Juvia…baciata…da Gray-sama?” sussurrò, lasciando che il suo sguardo si perdesse a contemplare un’immagine in lontananza che sembrava vedere solo lei. “Quando si gioca?!”

Le altre tre soffocarono, con non poca fatica, le loro risate.

“Prima dobbiamo convincere gli altri a partecipare…” puntualizzò Levy con un sospiro.

“Juvia convincerà Gray-sama!” dichiarò quasi urlando la maga dell’acqua portandosi i pugni al petto e muovendo convulsamente le spalle.

“E tu Levy-chan, potresti convincere Gajeel…” propose con falsa ingenuità Lucy.

Levy sussultò sulla panca. “Co-cosa? E perché? Non credo gli interessi partecipare ad un gioco simile.” incrociò le braccia, poi voltò rapidamente la testa.

Lucy rise di gusto. “Oh andiamo Levy-chan, vuoi farmi credere che tu e Gajeel non vi siete mai baciati?” poi inarcò le sopracciglia, scettica.

Lisanna prese parte alla conversazione. “Lucy! Ti sembra una domanda da fare?! Probabilmente Levy e Gajeel fanno ben altro…” e un sorriso malizioso si dipinse sul volto della Strauss.

“Smettetela subito! Come- come- come vi salta in mente di dire certe cose!” Levy si alzò in piedi di scatto, la voce più acuta del normale, le gote eccessivamente rosse, le mani scosse da un leggero tremolio.

Le altre due rimasero a guardarla timorose, domandandosi mentalmente se avevano oltrepassato un limite che avrebbe dovuto restare invalicabile.

Dopo un lasso di tempo indefinito, scandito solo dalla voce di Juvia che si ostinava a ripetere che avrebbe convinto Gray-sama, la scripter tornò a sedersi, visibilmente più calma.

Parlò con un filo di voce, lo sguardo basso. “E’ davvero così evidente…la cosa tra me e Gajeel?” un leggero sorriso affiorò sul suo volto.

A quella domanda, Lucy e Lisanna sorrisero a loro volta.

La maga degli spiriti stellari stava per rispondere, quando Levy alzò gli occhi su di lei. “Se vuole partecipare…lo bacerò volentieri.” poi si sciolse in un sorriso sincero, di quelli che venivano dal cuore.

Le altre due ragazze annuirono semplicemente.

“Bene, e adesso non ci resta che studiare il piano d’azione.” proseguì decisa Levy. “Allora, prima di tutto dobbiamo convincere almeno Natsu, Gray e Gajeel a partecipare. Lisanna, visto che tu non ahm come posso dire…”

“Non devo baciare nessuno di loro, non sono innamorata di nessuno di loro e non ho una storia con nessuno di loro.” elencò repentinamente la Strauss contando le tre situazioni con le dita di una mano.

“Ehm si, era…era ciò che volevo dire. Visto che quindi non hai niente a che fare con loro, potresti provare a convincerli a partecipare. Se lo facesse un’altra di noi potrebbe risultare sospetto.” spiegò la scripter tremendamente a disagio per aver indirettamente ammesso la sua storia con il Dragon Slayer del ferro. “E se riesci a convincere anche altri sarebbe perfetto!”

“Contate pure su di me, farò del mio meglio!” Lisanna alzò un pugno, estremamente sicura di sé. “Mi metto subito all’opera!” così dicendo si alzò e si allontanò per reclutare il maggior numero di partecipanti al gioco.

“E’ Juvia che deve convincere Gray-sama!” la maga dell’acqua tentò di seguire Lisanna, ma le altre due maghe riuscirono a fermarla, seppur faticando.

Lucy tentò di calmarla. “Juvia fermati, se vuoi un bacio da Gray devi stare a sentire Levy, ok?”

A quelle parole Juvia si sedette mordendosi le labbra, le sopracciglia contratte e gli occhi blu colmi di decisione.

Dopo un sospiro, Levy continuò. “Una volta che avremo i partecipanti, ci metteremo in cerchio e spiegherò le regole a tutti quanti, poi sarò la prima a far girare la bottiglia. Con la tua magia, Juvia, dovrai far fermare la bottiglia  dopo qualche giro in modo che indichi Gajeel.”

Juvia annuì un paio di volte, sempre più attenta.

“Dopo di me dovrà essere Gray a far girare la bottiglia, e a quel punto dovrai farla fermare in modo che indichi te.” la scripter voltò gli occhi verso la maga dell’acqua. “E dopo Gray dovrà essere Natsu a far girare la bottiglia, e ovviamente dovrai farle indicare Lucy. Ti è tutto chiaro, Juvia?”

“Certo, potete fare affidamento su Juvia!”

“Perfetto. Siccome quelli che dovranno far girare la bottiglia dopo di me sono rispettivamente Gray e Natsu, quando ci sediamo dobbiamo stare ben attente che io sia accanto a Gray e che esso sia a sua volta vicino a Natsu. In questo modo seguiremo anche un giro preciso per coloro che dovranno far girare la bottiglia.”

Lucy si limitava ad ascoltare ammirata il piano dell’amica. Da quando in qua Levy-chan ha queste doti di stratega?

“E una volta che tu, Lucy, avrai avuto il tuo bacio…gli altri potranno continuare a giocare senza più trucchi se vorranno, mentre tu sarai impegnata nel prenderti gioco di Natsu per aver perso la scommessa.” concluse Levy alzando l’indice destro e facendo l’occhiolino all’amica.

Lucy rise sinceramente a quelle parole. “Ti devo un favore Levy-chan.” le disse stringendole le mani. “E poi-”

La voce di Lisanna la interruppe. “Ragazze! Sono riuscita a convincere solo loro…”

Alle spalle della giovane Strauss c’era una dozzina di maghi che attendevano che il gioco iniziasse.

Lucy balzò sulla panca alzando involontariamente le mani. “Co- come hai fatto a convincere tutti loro?” riuscì a balbettare esterrefatta.

“Non lo so, insomma a quanto pare ci si annoia più del dovuto qua dentro!” cercò di trovare una spiegazione Lisanna, stupita tanto quanto le sue compagne per un consenso simile. “Però ahm…ecco, c’è una domanda che mi hanno fatto tutti e a cui non sono riuscita a rispondere.”

Le altre tre maghe la guardarono, confuse da quell’affermazione.

Infine Lisanna diede voce alla domanda di tutti i partecipanti. “Come si chiama questo gioco?”

Le quattro ragazze si scambiarono qualche vaga e veloce occhiata, quasi in imbarazzo per aver ideato un gioco, regole e sotterfugi per truccarlo, ma per essersi dimenticate di dargli un nome.

La Strauss ruppe quel breve momento di silenzio. “Il gioco da cui abbiamo preso ispirazione si chiama Gioco del Destino ma…uhm, per il nostro, la parola destino mi sembra un po’ eccessiva.” disse ridendo.

Lucy sospirò. “Ragazze, è un gioco stupido a cui probabilmente giocheremo solo questa volta. Non abbiamo bisogno di chissà quale nome. Per un gioco stupido basta un nome stupido, no? Che ne dite di Gioco del…ahm…Gioco…mmh…del…Gioco…Gioco…Gioco della Bottiglia?” concluse titubante la maga, meno convinta di quanto volesse sembrare.

Le altre maghe la guardarono incredule per diversi secondi, poi fecero spallucce quasi simultaneamente, accettando rassegnate quel nome banale.

“Bene, quindi non ci resta che cominciare. Mentre voi spiegate le regole a tutti quanti, vado a prendere una bottiglia d’acqua.” Proferì Lucy leggermente a disagio.

Voglio diventare una scrittrice e tutto ciò che mi viene in mente è Gioco della Bottiglia? Lucy, per tutti gli spiriti, fai schifo ad inventare nomi!

Si avvicinò al bancone espirando sonoramente. “Mira, avrei bisogno di una bottiglia d’acqua.”

“Ciao Lucy-chan! Ho visto che stavate raggruppando gente, cosa fate?” le domandò Mirajane con un sorriso allungandole la bottiglia richiesta.

“Ahm…è un gioco-”

“Oh e di che gioco si tratta?” la Strauss appoggiò i gomiti sul bancone, visibilmente interessata.

“Si chiama Gioco della Bottiglia e-”

“Scommetto che c’entra questa bottiglia.” disse Mirajane indicando l’oggetto.

Lucy si portò una mano alla nuca, tentando si sorridere. “Ebbene si, hai indovinato.”

La cameriera annuì pensierosa. “Non doveva avere molta fantasia colui che ha dato il nome a questo gioco.” dichiarò infine con un sorriso per poi tornare alle sue solite occupazioni.

“Eh…no, infatti.” sussurrò la bionda, cercando di riprendersi da quella pugnalata alla sua creatività.

Prese la bottiglia e si diresse verso il cerchio di maghi che già era stato formato sul pavimento. Al centro di esso, Levy stava terminando di spiegare le regole.

“…e ricordate, se vi rifiutate di dare il bacio o di essere baciati, riceverete uno schiaffo o un pugno dall'altro interessato.”

Natsu si picchiò un colpo sul palmo dell’altra mano. “Perfetto, si può fare a botte!”

Il resto dei maghi sottolineò quell’affermazione con un allegro boato.

Sarà più difficile del previsto…

Dopo aver lasciato la bottiglia a Levy, Lucy si sedette accanto a Juvia, che non riusciva a nascondere una leggere tensione.

“Ehm…bene, per rompere il ghiaccio…i- inizierò io.” continuò poi la scripter accucciandosi e facendo girare l’oggetto.

Juvia corrugò le sopracciglia, e dopo diverse roteazioni, bloccò la bottiglia alzando appena un dito, una goccia di sudore freddo che le scendeva da una tempia.

Nessuno si accorse di nulla.

Lucy e Lisanna si scambiarono uno sguardo complice, soddisfatte.

Un sonoro “woooh” si alzò dai presenti.  

La maga degli spiriti stellari diede poi voce al pensiero di tutti i maghi. “A quanto pare dovrai baciare Gajeel…”

Levy si voltò verso l’amica, supplicandola con lo sguardo di non aggiungere altro, poi si girò verso il Dragon Slayer del ferro.

Stava seduto a gambe e braccia incrociate, il capo rivolto verso un lato, lo sguardo falsamente perso a contemplare il soffitto, le guance leggermente arrossate.

Mi chiedo come abbia fatto Lisanna a convincere anche lui a partecipare. Lucy si trovò ad ammirare sinceramente le doti persuasive della giovane Strauss.

La scripter si avvicinò a Gajeel, mentre la folla intorno a lei aveva iniziato a battere le mani e urlare frasi dalla dubbia ironia per spronare la compagna nel farsi avanti, poi si fermò in piedi davanti a lui, torturandosi le mani sudate dall’agitazione.

Il Dragon Slayer non si mosse, sembrava che il tempo fosse stato bloccato solo per lui.

“So…” Levy deglutì a vuoto un paio di volte prima di riprendere a parlare. “…che un mio schiaffo non ti farebbe nemmeno il solletico, ma preferisci quello?”

Con quella frase riuscì infine a conquistare l’attenzione di lui, che voltò la testa quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.

La scripter si protese verso di lui e, prima che esso potesse spostare di nuovo il capo, gli mise il pollice destro sotto il mento per fermarlo; con l’indice, gli sfiorò delicatamente i freddi piercing che aveva sul mento; gli sorrise.

Poi chiuse gli occhi e lo baciò dolcemente.

Gajeel rimase a fissare per qualche secondo, con gli occhi sgranati, il volto di lei mentre gli sfiorava le labbra così amabilmente con le sue, poi, abbassando lentamente le palpebre, abbandonò l’intero mondo esterno per rispondere a quel bacio.

I muscoli del suo braccio destro si contrassero quando, per attirarla maggiormente a sé, affondò una mano nei capelli turchini della scripter, che replicò a quel gesto sfiorandogli una guancia.

Le loro labbra continuavano a cercarsi mentre i maghi intorno a loro erano caduti nel silenzio totale.

Era evidente, quello non era il loro primo bacio: nessuno riuscì a comprendere se c’era passione in quella dolcezza, oppure se c’era dolcezza in quella passione, in quello scambio reciproco di amore.

Infine Levy abbandonò la bocca di lui, che non poté fare a meno di seguire il suo volto per un breve istante; la scripter lasciò sulle labbra di Gajeel un ultimo e leggero bacio a stampo, a cui egli replicò ghignando sommessamente.

Mentre Levy si sedeva al suo posto, gli occhi lucidi e le gote che diventavano sempre più rosse, i presenti la osservarono immobili e allibiti, sopracciglia inarcate e bocche aperte dallo stupore.

Gajeel era rimasto seduto a gambe e braccia incrociate, i suoi bizzarri occhi rossi che ora fissavano il pavimento, la bocca contratta in una smorfia che ricordava un sorriso.

“Tocca a te, Gray.” mormorò la scripter rivolgendosi al compagno di gilda seduto accanto a lei.

Solo dopo un breve momento di silenzio passato a fissare la maga, Gray riuscì a rispondere. “Ahm…s- sì, certo.” e fece girare la bottiglia.

Lucy sentì Juvia irrigidirsi involontariamente. La maga dell’acqua strinse i pugni così forte che le nocche le diventarono bianche, e per un momento la bionda temette che si potesse perforare i palmi con le sue stesse unghie. I suoi occhi blu erano spalancati, e si morse così violentemente il labbro inferiore che ne fuoriuscì una piccola goccia di sangue.

Infine alzò un dito, imponendo all’acqua di fermare la bottiglia.

“Sembra che dovrai baciare Juvia, Gray-sama.” proferì infine.

Gray indietreggiò leggermente, una smorfia di disgusto misto a preoccupazione che per un momento gli alterò il volto.

“Va- va tutto bene, Juvia?” domandò poi il mago del ghiaccio lanciandole uno sguardo indagatore.

Juvia si ostinava a tenere lo sguardo fisso sulla bottiglia, gli occhi ancora sgranati, la fronte che sudava eccessivamente, la goccia di sangue che ora le colava dalle labbra fino al mento. “Certo, non potrebbe andare meglio, Gray-sama!” infine si alzò improvvisamente in piedi, puntando poi i suoi occhi verso quelli del mago.

A quell’inaspettato contatto visivo, Gray abbassò repentinamente lo sguardo, accigliandosi leggermente e portandosi una mano alla nuca. Dopo un pesante sospiro si avvicinò a Juvia, mentre gli altri maghi avevano ripreso a fare chiasso e ad incoraggiare il compagno.

Lucy guardò preoccupata la compagna.

Se solo le fossi un po’ più vicina riuscirei a sentire i suoi pensieri: “Gray-sama sta per baciare Juvia Gray-sama sta per baciare Juvia Gray-sama sta per baciare Juvia”.

Gray si fermò a pochi centimetri dalla maga dell’acqua, che si era portata le mani al petto e che ora lo guardava con occhi sognanti.

Dopo essersi schiarito la gola un paio di volte, Gray mise le mani sulle spalle della ragazza che, a quel contatto, sussultò sussurrando un debole: “Gray-sama…”

Il mago del ghiaccio deglutì a vuoto.

“Gray-sama…”

Avvicinò le sue labbra a quelle di Juvia, ancora bagnate dal sangue.

“Gray-sama…”

Non riuscì nemmeno a sfiorarle la bocca.

“Gray-” la maga dell’acqua svenne e cadde al suolo con un tonfo sordo.

Un silenzio raggelante piombò di nuovo tra i presenti.

Gray rimase qualche secondo immobile, le braccia ancora tese davanti a sé e le mani che prima tenevano le spalle di Juvia ora protese verso il nulla.

“O- Oi Juvia!” infine riuscì a parlare e ad accucciarsi accanto alla maga.

Lucy si avvicinò ai suoi due compagni.

“Ma cosa le è successo?!” domandò preoccupato Gray cercando di risvegliare la maga con qualche leggero schiaffetto sulle guance.

“Ahm credo fosse solo tesa, sono certa che tra poco si riprenderà…” tentò di rassicurarlo Lucy.

Il mago del ghiaccio si rivolse al resto dei suoi compagni. “Come…come si risveglia una persona svenuta?” poi senza ascoltare le risposte tornò a guardare Juvia. “No, io…io la riporto a casa.” disse infine prendendola tra le braccia.

“Mi sembri eccessivamente preoccupato, Gray…” azzardò Lucy.

“Vuoi che la lasciamo qua stesa sul pavimento?” chiese ironico lui alzando leggermente la voce.

“N- no, non era questo che intendevo, è solo che-”

“Bene, allora la riporto a casa.” e dopo un rapido saluto generale, uscì dalla gilda con Juvia tra le braccia.

Lucy si portò una mano alla fronte, sospirando. Ha aspettato per anni che accadesse una cosa simile, e ora che Gray la stava per baciare sviene? Juvia è davvero piena di sorprese.

“Ora tocca a me, giusto?!” urlò improvvisamente Natsu prendendo la bottiglia tra le mani.

Ora invece è il mio momento. Finalmente porrò fine a questa stup-

Natsu fece roteare la bottiglia con un colpo vigoroso.

Ju-Juvia. Come faccio senza Juvia?

Dopo quel rapido pensiero, Lucy spostò gli occhi prima su Levy poi su Lisanna. La prima era troppo concentrata a scambiarsi sguardi e sorrisi con Gajeel per notare la sua espressione preoccupata, l’altra alzò semplicemente le spalle in segno di rassegnazione.

La maga degli spiriti stellari sospirò di nuovo, abbassando lo sguardo sulle sue ginocchia.

Senza Juvia non ho alcuna possibilità. La probabilità che la bottiglia indichi casualmente me-

“Oi Lucy!”

A quel richiamo, la maga alzò rapidamente lo sguardo sul Dragon Slayer del fuoco.

“Sembra che dovrò baciare te! O preferisci un pugno?” e con un sorriso fece scrocchiare ironicamente le dita di una mano.

Lucy spostò lo sguardo, per un numero di volte indefinito, da Natsu alla bottiglia: indicava lei.

“Co- cosa?!” si trovò ad urlare incredula.

Si guardò intorno: Juvia non era tornata, era stato semplicemente il caso ad aiutarla.

Natsu si fermò davanti alla maga, le mani sui fianchi, sul volto un’espressione indecifrabile.

Lisanna, altrettanto stupita dal corso degli eventi, con un gesto della mano suggerì a Lucy di alzarsi in piedi; ancora spaesata dall’accaduto, la bionda seguì quel consiglio.

Il Dragon Slayer la prese per un polso per aiutarla a rialzarsi, e a quel contatto il cuore di Lucy aumentò inevitabilmente il ritmo dei battiti.

Perché non si sta rifiutando di baciarmi? Non vuole vincere quella scommessa?

“Bene ahm…” la maga degli spiriti iniziò a parlare senza motivo, così si ritrovò a dire le prime parole che le passavano per la mente. “Io…perché…non…”

Bene, per me questa è una grande cosa, ma tu, Natsu! Perché non ti stai tirando indietro?! Perché mi vuoi baciare?!

Lo scopo di quel gioco, per Lucy, era quello di farsi baciare dal Dragon Slayer, ma si era immaginata un minimo di resistenza da parte sua.

Ora invece è qua a fissarmi con quel sorriso…che gli prende? Che abbia un piano? Che sia tutta una farsa?!

Lucy continuava a fissare il volto sorridente dell’amico, le sopracciglia corrucciate dalle domande che si accavallavano le une alle altre all’interno della sua mente confusa.

Che lui abbia preso alla lettera la parola “seduzione” durante la scommessa? Se è così un bacio dato durante un gioco non ha valore, in quanto non ho fatto proprio niente per sedurlo.

“Allora Lucy, sei pronta?” le sussurrò lui abbandonando il sorriso; la determinazione sembrava bruciare nei suoi occhi.

No che non sono pronta!

Le prese le mani.

Natsu, perché non ti stai tirando indietro?!

Si avvicinò ulteriormente a lei.

Perché non mi stai urlando contro che questo è davvero un modo meschino per vincere una scommessa?!

I loro corpi si sfiorarono.

Perché non mi stai dicendo che questo è un modo terrificante per darci il nostro primo bacio?

I loro respiri si intrecciarono.

Forse perché non ci saranno altri baci?

Lucy spostò il volto da un lato, digrignando i denti.

Natsu, sorpreso da quella reazione, indietreggiò leggermente col capo.

La maga sentì gli occhi inumidirsi improvvisamente, e una singola lacrima le rigò una guancia, la guancia che Natsu poteva vedere.

“Oi Lu-”

“Perché?” mormorò Lucy con la voce spezzata, racchiudendo tutte le sue domande in quella singola parola.

“Cosa-”

“Non importa.”

Lucy lo spinse via con tutta la poca forza che aveva in quel momento.

“Lucy, cos-”

“Scusatemi, non mi sento molto bene.” La maga uscì dalla gilda quasi correndo, le voci dei suoi compagni che la inseguivano dal portone aperto.

Dei passi alle sue spalle. “Lucy, aspetta!”

La bionda aumentò il passo.

“Lucy!”

I passi dietro di lei si fermarono improvvisamente.

“E’ meglio se la lasci andare.” la voce di Levy risuonò nella notte limpida.   

Dopo un momento che parve durare un’eternità, la voce di Natsu squarciò di nuovo, e per un'ultima volta, il silenzio notturno. “Lucy!”

Che sto facendo?! Da cosa sto fuggendo?! Non ho passato questi ultimi giorni a cercare di farmi baciare da lui?!

La maga si asciugò gli occhi e le guance con il palmo di una mano fredda.

E cosa passa per la testa di quell’idiota?! Che stava facendo?! Perché mai dovrebbe perdere una scommessa tanto facilmente?!

Lucy si sentì mancare il fiato. 
Alzò lo sguardo: le case le sembravano passare a fianco troppo velocemente, il fiume sull’altro lato della strada non sembrava fare rumore.

Si mise in ascolto della notte: solo i suoi passi rapidi si rincorrevano sull’asfalto scuro.

Si fermò improvvisamente, il fiato corto.

Quand’è che mi sono messa a correre?

Riprese a camminare, respirando lentamente l’aria fresca che le pungeva la pelle.

Ora le case scorrevano adagio al suo fianco, ora poteva sentire lo scorrere calmo del fiume.

Un bisbiglio inaspettato, proveniente da una stradina laterale, disturbò il suo udito.

Si bloccò sul posto.

“Grazie, Gray-sama.”

Lucy si accostò silenziosamente alla facciata di una casa.

“Sei sicura di stare meglio?” domandò Gray.

La maga degli spiriti stellari si avvicinò cautamente alla stretta via da cui provenivano le voci.

Juvia era appoggiata con la schiena al muro di una casa, Gray era in piedi davanti a lei, le mani in tasca.

Passarono diversi momenti di silenzio, un silenzio teso, innaturale, poi decisero entrambi di spezzarlo involontariamente nello stesso istante.

Juvia-”

“Gray-sama-”

Abbassarono contemporaneamente lo sguardo.

Lucy non aveva mai visto Juvia comportarsi in quel modo in presenza di Gray. Sembrava la solita ragazza innamorata, un amore che rasentava quasi l’ossessione per quel mago, eppure i suoi occhi sembravano velati dal timore, dall’incertezza.

Gray alzò di nuovo lo sguardo su di lei. “Juvia io-” abbassò un’altra volta il capo, poi chiuse un pugno lungo il suo fianco.

Sospirò sonoramente, questa volta alzando gli occhi al cielo stellato, poi prese a sbottonarsi la camicia.

In circostanze normali, Juvia avrebbe iniziato ad urlare il nome di Gray, lodando le sue qualità, facendogli velate richieste indecenti a cui lui non avrebbe fatto caso, eppure in quel momento la maga non proferì parola, si limitò a sbarrare gli occhi, la bocca aperta dalla sorpresa di quel gesto.

Spogliarsi, per Gray, era un vizio, ma quando lo faceva consciamente, significava che ciò che stava per fare era una cosa seria; quando si spogliava di proposito significava che aveva preso una decisione.

La pelle nuda del ragazzo faceva contrasto con quella notte senza luna, eccessivamente scura; lasciò cadere la camicia a terra, poi tornò a posare il suo sguardo profondo in quello della maga dell’acqua.

“Juvia, io ti devo ancora un bacio.”

A quelle parole, la ragazza si portò un pugno al cuore, trasalendo.

Gray posò una mano al muro a cui la maga era ancora appoggiata, poi, con l’altra, le scostò dolcemente una ciocca di capelli dal volto e gliela spostò dietro un orecchio.

Abbassò il suo volto fino a quando le sue labbra non raggiunsero quelle di lei.

Juvia, che fino a quel momento sembrava aver trattenuto il fiato, espirò lentamente.

Gray la baciò, e sul volto della maga, Lucy poté intravedere una lacrima brillare.

La maga degli spiriti stellari si allontanò silenziosamente: aveva visto fin troppo, era un momento intimo tra due sole persone a cui non avrebbe dovuto assistere.

Proseguì verso casa con il cuore che le sembrava diventare sempre più pesante ad ogni passo che faceva, la mente che non cessava di chiedersi il perché di ogni cosa, gli occhi che non volevano smettere di bagnare le sue guance.

Eppure ora si sentiva tranquilla.

Tra tutte quelle domande che continuava inutilmente a porsi, solo ad una era riuscita a rispondere.

Perché questa sera non mi sono lasciata baciare?

La risposta gliel’aveva suggerita il cuore, così greve e dolorante eppure altrettanto sincero.

Perché sono innamorata di Natsu.

 

 

Angolo Autrice:

Dopo due mesi esatti dall’ultimo aggiornamento, ecco qua anche il quinto capitolo~
Mi scuso tantissimo per aver impiegato così tanto tempo a scrivere e pubblicare questa uhm cosa, ma tra la mancanza di tempo e l’assenza d’ispirazione, sono stati due mesi travagliati per questa povera storia ;-;
L’idea di base ce l’avevo già da un pezzo, il problema è stato proprio come metterla giù e, pur avendo letto e riletto questo capitolo, non ho la più pallida idea di come sia uscito, lol 
Quindi, sempre che abbiate tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate ^^ (E fatemi notare eventuali errori, ho come la sensazione che questo capitolo ne sia pieno omg).
Purtroppo non so dare una data precisa nemmeno per il prossimo aggiornamento (manca poco alla sessione d’esami invernale- essa si sta avvicinando troppo velocemente- oh no, è già qua *si butta dalla finestra*), ma temo non sarà a breve ;-;
Infine, non mi stancherò mai di ringraziare tutti voi, uno ad uno, per continuare a leggere questa fic, davvero, e sento che non riuscirò a ringraziarvi mai abbastanza

Oh, giusto, mi stavo per dimenticare! Se non ci sentiamo prima, auguro a tutti voi un buonissimo Natale e un felicissimo anno nuovo! Godetevi queste feste, mi raccomando!
E niente, questo “angolo autrice” sta diventando eccessivamente lungo, quindi mi fermo qua >.<
A presto spero, nel frattempo vi mando un abbraccione fortissimo!

Shi

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Capitolo 6
*** Giorno 5 ***


GIORNO 5 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE

GIORNO 5

 

Lucy si guardò allo specchio.

Due profonde occhiaie le incorniciavano lo sguardo, gli occhi lucidi e stanchi, il naso rosso, le labbra screpolate.

Rimase a fissare quel volto per un tempo che non riuscì a determinare, quasi senza riconoscerlo.

La notte l’aveva passata prevalentemente a pensare a cose che ora aveva dimenticato: cose che le sembravano di importanza vitale, domande che sembravano avere urgenza di risposte, eppure una volta vista la luce del sole, tutti i pensieri che si rincorrevano, quasi scherzando, nella sua mente, erano misteriosamente scomparsi.

Una sola cosa era riuscita a non dimenticare: i sentimenti che provava per Natsu.
Quelli non erano svaniti con la notte buia, erano ancora sul fondo del suo cuore, erano addirittura più vividi rispetto alla sera precedente.

Con un sospiro, Lucy si stiracchiò, poi si lavò la faccia con l’acqua gelida, sperando di migliorare l’aspetto orribile che la notte le aveva donato.

Due colpi leggeri alla porta di casa la fecero sussultare mentre si stava asciugando il viso. Dopo qualche istante di indecisione, si convinse che fingere di non essere in casa non era certo la soluzione migliore e, a malincuore e strisciando i piedi, andò ad aprire.

Quando sulla soglia vide la piccola Wendy, affiancata come sempre da Charle, la maga degli spiriti stellari tirò un sospiro di sollievo.

La giovane Dragon Slayer la squadrò dapprima quasi impaurita dal suo aspetto, poi il suo sguardo si colmò di preoccupazione.

“Lucy-san, tutto bene?” riuscì infine a domandarle stringendo qualcosa tra le braccia.

La bionda fece vagare lo sguardo per la stanza, arruffandosi leggermente i capelli sciolti con una mano. “S- sì, tutto a posto. Volete entrare?” chiese poi con un tono che quasi pretendeva una risposta negativa.

Cogliendo quel velato invito ad andarsene, Wendy si affrettò a rispondere. “No no, non vogliamo disturbare…siamo solo venute per restituirti le tue cose!” e le allungò una borsa e un libro.

Lucy guardò gli oggetti, confusa, ma prima che potesse chiedere chiarimenti, la Dragon Slayer fornì la sua spiegazione. “Levy mi ha detto che ieri sera te ne sei andata dalla gilda in tutta fretta, dimenticandoti queste cose, così mi ha chiesto di riportartele, visto che lei è partita in missione questa mattina presto.” Parlò così velocemente che a Lucy servì più di qualche istante per metabolizzare quel breve discorso.

Non ricordavo nemmeno di aver lasciato la mia borsa alla gilda…ma questo libro…

Si rigirò il vecchio volume tra le mani.

Lesse il titolo

L’arte della seduzione.

Si trattava del libro che le aveva prestato Levy per aiutarla nella sua scommessa.

Corrugò la fronte chiudendo per un breve istante i suoi occhi stanchi, poi sospirò, tornando a guardare Wendy: la fissava sempre più turbata, un’aria di scuse che le velava il volto.

Con una fatica immane, Lucy trovò di nuovo la forza di parlare. “Scusate se sono stata scortese, non volev-”

“Non devi scusarti Lucy-san! Noi adesso andiamo, così puoi riposare!” la interruppe quasi urlando la giovane, risoluta.

L’altra maga la bloccò. “No! Vi…vi prego, restate un po’ con me, credo mi farebbe bene parlare con qualcuno.” sussurrò Lucy abbassando lo sguardo, chiedendosi se ciò di cui aveva bisogno era semplicemente compagnia.

Wendy e Charle si guardarono per qualche momento, poi la Dragon Slayer acconsentì a quella pacata richiesta d’aiuto con un dolce sorriso.

La padrona di casa, dopo aver accolto le due ospiti e aver lasciato borsa e libro sul tavolo, si avvicinò ai fornelli. “Volete del the?” chiese mentre riempiva già la teiera con dell’acqua.

Le altre due accettarono in coro.

Nel tempo in cui Lucy preparava la bevanda calda, Wendy si perse a contemplare la libreria colma di volumi della maga degli spiriti, scambiando con lei, di tanto in tanto, qualche opinione sui romanzi che entrambe avevano letto.  

Una volta che il the fu pronto, si sedettero al tavolo.

“Il prossimo che leggerai sarà quello?” domandò innocentemente la giovane lanciando uno sguardo al libro di Levy.

Lucy strinse con involontaria veemenza il cucchiaino con cui stava mescolando lo zucchero, abbassando lo sguardo sulla sua tazza e mordendosi il labbro inferiore.

“Non- non lo so.” riuscì a rispondere con una nota amare nella voce.

Wendy preferì non ribattere, dedicando tutta la sua attenzione alla tazza che si stava portando alle labbra.

“Prima risolvi questa faccenda e meglio è, non credi?” proferì improvvisamente Charle puntando il suo sguardo su Lucy.

La maga sgranò gli occhi, quasi ferita da quel consiglio. “Di cosa stai parlando?” chiese poi a denti stretti.

“Della scommessa che hai fatto con Natsu. Tutta la gilda ormai lo sa, e tutta la gilda sa anche che hai un debole per lui.”

Lucy strinse i pugni sul tavolo, lo sguardo sempre basso sulla sua tazza.

Wendy cercò di intervenire. “Charle…sono questioni private, non dovresti-”

L’Exceed la interruppe. “Non sono questioni private se tutta la gilda in cui lavorano sanno di queste cose.”

La bionda strinse i pugni sempre più intensamente, provocando un lieve tremore alle mani ormai bianche, e non riuscì a fermare le lacrime di frustrazione che scivolarono prepotenti sulle sue guance cadaveriche. “Basta.” biascicò infine.

Charle finì di sorseggiare il suo the. “E’ evidente che la pensiamo in modo diverso, non intendo aggiungere altro. Grazie per il the, Lucy. Wendy, ti aspetto alla gilda.” e così dicendo uscì dalla finestra aperta.

Wendy restò impietrita a guardare la scena con gli occhi sgranati, Lucy che piangeva e Charle che se andava.

I singhiozzi della maga degli spiriti stellari la riportarono alla realtà e, non appena trovò le forze, la piccola Dragon Slayer si alzò per recuperare un fazzoletto dalla scrivania e porgerlo all’amica.

“Mi- mi dispiace per tutto quello che ha detto Charle, sono sicura non avesse intenzione di farti questo!” si scusò sinceramente Wendy mentre l’altra si asciugava le lacrime.

Dopo qualche pesante sospiro, Lucy riuscì a guardare in faccia la sua interlocutrice. “Non devi scusarti. Ha detto solo la verità, per questo fa così male.” Sorrise forzatamente, gli occhi tristi e arrossati.

A quelle parole, Wendy non riuscì a nascondere la sorpresa sul suo viso. Dopo qualche istante di silenzio, tentò di condurre la conversazione in un’altra direzione, quasi vergognandosi di aver sentito quelle parole. “A- allora Lucy-san, quale sarà la tua esibizione per Miss Fairy Tail?” le domandò con un sorriso incerto.

La bionda la fissò stranita, sul volto l’espressione di chi tentava di comprendere una lingua sconosciuta. “Cosa?”

“Il…il concorso di Miss Fairy Tail…parteciperai anche tu, no? E’ questo fine settimana, pensavo che avessi già in mente cosa fare…”

“No…no, me ne ero completamente dimenticata…” confessò sospirando. “Da quel che so, tu non parteciperai, vero?” aggiunse poi cercando di mandare avanti, seppur a fatica, la conversazione.

Wendy diventò improvvisamente paonazza, lo sguardo basso, la voce che tremava. “N- No, infatti…Natsu me lo aveva chiesto m-ma…”

Per tutti gli spiriti, mi ero dimenticata che questa cosa la mette tremendamente in imbarazzo!

“Ah si, certo, è vero! Scusami…”

La giovane non rispose.

Un angolo della bocca di Lucy si contrasse in un mezzo sorriso. “Non devi sentirti in imbarazzo per questo…insomma, Natsu-” dovette deglutire un paio di volte prima di riprendere a parlare. “…ti ritiene carina e ti chiede di partecipare in veste di fratello maggiore. Non lo vedi anche tu come tale?”

Wendy annuì, e finalmente alzò lo sguardo su Lucy. “Certo…è che…ho solo paura di deluderlo.” mormorò con un sorriso triste. “Lo so che è una cosa stupida-”

La maga si accucciò davanti alla Dragon Slayer. “E’ meno stupida di quanto pensi.”

Passarono diversi istanti in quella posizione, Wendy ancora seduta sulla sedia e Lucy inginocchiata davanti a lei, ognuna persa nei propri pensieri.

Infine Wendy trovò la forza di parlare.

“Lucy-san…” una lunga pausa. “…ti piace davvero Natsu?” mormorò quelle parole con le guance eccessivamente arrossate, gli occhi fissi sui suoi piedi, le mani piccole e pallide che si tormentavano a vicenda.

Lucy la guardò con uno sguardo vacuo, la mente che aveva comunque percepito quella domanda che stava ancora vagando altrove.

“Sì.” rispose semplicemente.

L’aveva già ammesso a sé stessa, l’aveva già ammesso indirettamente quando pochi istanti prima aveva dichiarato che quella verità le faceva male; eppure sentire la sua voce rispondere così candidamente a quella domanda, le fece correre un brivido freddo lungo la schiena.

Sembrava che una folata di aria gelida le si stesse insinuando fino alle ossa.

Ho già sentito questa brezza…sembra la stessa aria che entrava dal portone della gilda la sera in cui abbiamo scommesso.

Scacciò quei pensieri apparentemente senza senso dalla sua mente corrugando la fronte e scuotendo leggermente il capo.

La voce di Wendy, ora in piedi davanti a lei, la fece trasalire. Si era dimenticata della sua ospite.

“E’ meglio che vada Lucy-san, non volevo disturbare.”

Lucy tentò di ricordare come si mettevano insieme le parole per formare una frase. “No- no, figurati…” tentò, ma non aggiunse altro mentre accompagnava la Dragon Slayer alla porta.

Wendy, prima di uscire, rimase qualche istante sulla soglia, dando le spalle all’altra maga. “Lucy-san?”

“Mmh?”

“Se si ama qualcuno bisognerebbe dirglielo, no? E’ sempre bello sentirsi amati.”

Lucy non rispose.

Rimase a fissare la porta che la piccola maga aveva chiuso dietro di sé.

Si morse violentemente il labbro inferiore nella speranza che quel gesto fermasse ulteriori lacrime che volevano fuggire dai suoi occhi, ma non riuscì a frenarle.

Si accasciò al suolo, piangendo disperatamente senza sapere il perché. Era troppo confusa per comprendere i motivi che quelle lacrime potevano avere per abbandonarla.

E’ sempre bello sentirsi amati. Ma mi basta amare senza avere nulla in cambio?

Ancora in ginocchio sul pavimento, i suoi occhi andarono a cercare il fuoco che Natsu le aveva regalato.

No, non mi basta.

“Lucy?”

La maga, dopo un urlo per lo spavento, si alzò rapidamente in piedi.

Seduto al tavolo dove poco prima era accomodata Wendy, Loki si stava versando del the in una tazza.

“Che diavolo ci fai qua?! Non ti ho chiamato!” urlò tra i singhiozzi.

“Vedo che hai ripreso almeno la facoltà di parlare.” Lo spirito stellare sorrise pacatamente, accavallando una gamba sull’altra.

“Senti, scusa ma non è il momento-”

La interruppe. “Sono qua proprio perché non è il momento.” Bevve un sorso di the.

Lucy si strofinò gli occhi, asciugandosi poi le guance con il dorso della mano. “Non so di cosa tu stia parlando…” mentì.

“Tch.” Un motto di scetticismo gli incurvò le labbra. “Smettila Lucy, sei bella, ma non sei stupida.” e le lanciò uno sguardo malizioso da sopra gli occhiali.

La maga incrociò le braccia e distolse lo sguardo da lui. “Che cosa vuoi?”

Invece di rispondere, Loki cominciò a sfogliare distrattamente il libro posato sul tavolo, lasciando un vuoto di parole colmato solo dal fruscio delle pagine.

“Questo non ti servirà a niente.” proclamò infine posando il volume. “L’arte non si impara sui libri.”

Lucy si andò a sedere di fronte a lui. “E invece ti informo che molta gente studia vari tipi di arte sui libri.” Ribatté, la voce affaticata.

“Io ho sempre preferito la pratica.” lo spirito stellare si alzò inaspettatamente in piedi, accostando poi le sue labbra all’orecchio di lei. “Soprattutto per quanto riguarda la seduzione.”

La maga, il viso leggermente arrossato, lo allontanò con una lieve spinta su una spalla. “Smettila…non mi hai ancora detto perché sei qua.”

Loki si sistemò la cravatta. “Bè, non posso far visita ad un’amica?”

“Non sono stupida, l’hai detto tu.”

L’altro sorrise. “Infatti.” una pausa, poi cominciò a gironzolare per la stanza con le mani in tasca. “In realtà sono qua per invitarti a cena.”

Lucy aggrottò la fronte. “Cosa?”

“Stasera, alle sette al giardino dei ciliegi.”

La ragazza sbuffò e appoggiò il capo sul tavolo. “Ma che stai dicendo…e in ogni caso non ho nessuna voglia di uscire.”

Lo spirito stellare si fermò dietro di lei.

“Invece credo ti farebbe bene uscire per qualche ora.”

“Non penso proprio, me ne starò chiusa in casa fino alla fine della settimana.” mormorò la maga, lo sguardo perso nel vuoto.

“E una volta che la settimana sarà finita?”

Lucy non rispose, rimase con la testa sul tavolo; chiuse gli occhi.

Loki sospirò. “Mia cara Lucy…odio vederti così. Se questa scommessa ti preoccupa così tanto posso darti qualche lezione di seduzione.” e cominciò a massaggiarle dolcemente le spalle.

“…mmh…aspetta, come fai a sapere di quella scommessa? E comunque non cred-”

“Hai tutta la tensione accumulata qua…” avvicinò il suo volto alla nuca della maga. “…magari un bagno caldo potrebbe aiutare…” le solleticò il collo con il suo respiro.

“…magari…” una breve pausa, poi Lucy si alzò rapidamente in piedi. “Ma che stai facendo?!”

Loki sorrise. “Era la prima lezione.”

“Cos- oh, ma va al diavolo, Loki! Sì, ho proprio bisogno di un bagno caldo, quindi ciao.” si fiondò in bagno sbattendo poi la porta.

Sentì in lontananza la risata dello spirito stellare. “A stasera allora!”

“No!” Lucy cominciò a spogliarsi, furiosa. “Voglio solo stare da sola…” aggiunse poi, più a sé stessa che al suo interlocutore.

Loki comparve sull’uscio, un’espressione seria e profonda che aveva spodestato il suo sorriso. “No Lucy, devi esserci. E’ terribilmente importante.”

La maga lo squadrò per diversi secondi: non riusciva a capire se le stava ordinando di uscire, o se la stava implorando.

Abbassò lo sguardo, espirando sonoramente. “E va bene.” assentì scuotendo il capo.

Tanto peggio di così non posso stare.

Loki si sistemò gli occhiali con l’indice, sorridendo. “A stasera.” ripeté dolcemente.

Prima di andarsene lanciò un’ultima breve occhiata a Lucy. “Belle mutandine.”

La maga si guardò il corpo: si era dimenticata di indossare solamente la biancheria intima.

“Vattene, cretino!” e prima che potesse aggiungere altro, Loki chiuse la porta con una risata.

 

*

 

Lucy passò fin troppo tempo nella vasca da bagno.
Si guardò le dita di una mano: la pelle raggrinzita le stava chiedendo di uscire dall’acqua già da diverso tempo, eppure continuava a rimandare.

Le sembrava di dover decidere qualcosa di importante, ma non sapeva dire cosa.

I pensieri le accarezzavano dolcemente la mente, ma dopo pochi istanti se ne andavano senza lasciare alcuna traccia, proprio come l’acqua calda che evaporava e svaniva in volute che toccavano il soffitto.

Avrebbe voluto pensare alla sua esibizione a Miss Fairy Tail, alla cena che la aspettava quella sera stessa, a cosa avrebbe fatto il giorno dopo, come avrebbe continuato il suo romanzo, a qualsiasi cosa, tranne che a Natsu.

Tuttavia la sua mente si ostinava a ricordarle il suo viso, il suo calore, la sua amicizia, i momenti che aveva passato in sua compagnia fino ad allora.

E le faceva male, tremendamente male.

Si domandò come la sua mente avesse trasformato una persona a cui teneva così tanto in un’arma che riusciva a colpire i punti più deboli del suo cuore.

La sua mente stava ferendo il suo cuore.

Le sembrava un concetto apparentemente semplice, eppure ogni volta che le pareva di averlo compreso, questo si evolveva in qualcosa di estremamente complicato, pur restando misteriosamente lo stesso.

Si diede due leggeri schiaffetti sulle guance, tentando di svuotare la mente, poi finalmente uscì dall’acqua ormai tiepida.

Si asciugò e si vestì lentamente; i raggi di sole che entravano dalla finestra della camera la stavano avvertendo che l’ora di pranzo era passata da tempo.

Mangiò qualcosa, più per passare il tempo che per fame.

Guardò l’orologio: era ancora troppo presto per recarsi al giardino dei ciliegi, ma cominciò a prepararsi lo stesso.

Non avendo voglia di cambiarsi tenne i soliti abiti, si pettinò come sempre e si truccò leggermente.

Si guardò di nuovo allo specchio. Non seppe dire se si trattava di lei stessa o di una sua brutta copia e, con quell’insensato dubbio, si sedette alla scrivania con l’intenzione di scrivere qualche pagina del suo romanzo.
Pagine che per tutto quel pomeriggio restarono bianche, perché i suoi occhi, nonostante fossero accarezzati dai raggi del sole, stavano accarezzando a loro volta quel piccolo fuoco inesauribile che ardeva dentro il barattolo di vetro.

Senza che se ne accorgesse, arrivarono le sette e uscì di casa in tutta fretta.

 

*

 

Il sole stava terminando la sua lenta camminata lungo il cielo, e gli ultimi raggi delicati dipingevano la città di Magnolia con colori pastello: il giardino dei ciliegi era immerso in una luce arancione, ma così tenue che il solo guardarla faceva sorgere il timore che potesse sparire.  

Gli alberi di ciliegio erano già fioriti da diverso tempo, e sui loro rami non c’era più alcuna traccia dei loro eleganti boccioli.

Accanto ad un albero, in lontananza e in controluce, la figura di Loki la stava aspettando con le mani in tasca.

Lucy si avvicinò con l’accenno di un sorriso, poi lo chiamò a gran voce. “Spero non ti disturbi il fatto di non essermi vestita in modo elegante!” scherzò.

La figura si voltò. “Oi Lucy!”

La maga si bloccò, gli occhi sgranati, la voce che l’aveva abbandonata.

Riuscì a mimare una sola parola con la bocca. “Natsu?”

Il Dragon Slayer le corse incontro: indossava un raffinato completo scuro, una camicia bianca, e la sua amata sciarpa, che stonava visibilmente con il resto del suo abbigliamento.

“Cosa ci fai qua?” le chiese Natsu, stupito.

“Io…io non…” Lucy cercava di non capire la situazione, ma era fin troppo evidente. “Loki mi ha detto di venire qua…” disse facendo vagare lo sguardo per tutto il giardino e portandosi poi una mano alla fronte. “A quanto pare è un appuntamento.” biascicò infine.

Natsu la guardò confuso. “Hai un appuntamento con Loki?”

“No idiota, ho un appuntamento con-”

Il Dragon Slayer inarcò le sopracciglia.

“…te.” terminò Lucy sussurrando.

“Ah.” Natsu si portò le mani dietro la nuca. “Anche a me Loki ha detto di venire qua…quindi ha organizzato tutto lui.”

La voce del colpevole li interruppe. “Signori, la cena è servita!”

Lucy si fiondò in direzione dello spirito stellare e lo trascinò lontano da Natsu.

“Ma che diavolo hai fatto?! Non ti è venuto in mente che, forse, sarebbe stato meglio dirmi che c’era anche lui?”

“Se te lo avessi detto, avresti detto di no.”

Lucy aprì la bocca un paio di volte, ma non riuscì a ribattere.

“Piuttosto, come ti sei vestita?!” la rimproverò Loki.

“Come sempre! Non mi hai detto di mettere un abito elegante!”

“Di solito una ragazza si presenta elegante ad una cena senza bisogno di dirglielo!”

“Non avevo voglia di cambiarmi.”

Loki sospirò, rassegnato.

“Se stai facendo tutto questo per aiutarmi con quella scommessa, bè puoi farne a meno. Ci ho già rinunciato.” puntualizzò la maga.

“Eppure non gli hai ancora detto di esserti arresa.” sorrise lo spirito aggiustandosi gli occhiali.

“Lo farò stasera.”

“Libera di farlo.” una pausa. “Di quella scommessa non mi importa niente, mi importa di te, Lucy. Odio vederti così.”

“Me l’hai già detto.” gli fece notare lei incrociando le braccia.

Loki la guardò sorridendo. “Allora mi ascolti quando parlo.”

Lucy si sentì improvvisamente in imbarazzo. “E perché non dovrei?! Avanti, ceniamo e mettiamo fine a questa cosa.” tagliò corto.

Lo spirito stellare avvicinò eccessivamente il suo volto a quello di lei. “Ai tuoi ordini.” le mormorò con un ulteriore sorriso.

Loki fece un gesto a Natsu invitandolo ad avvicinarsi, poi fece accomodare entrambi ad un tavolo apparecchiato di tutto punto al centro del giardino: Lucy si domandò come aveva fatto, poco prima, a non accorgersi di una tale bizzarria.

“Signori, questa sera io e Happy saremo i vostri camerieri.” proclamò lo spirito.

L’Exceed spuntò da chissà dove. “Aye!”

“Oooh, anche tu Happy c’entri in tutto questo?” chiese ammirato Natsu, gli occhi che brillavano.

“Aye!” e diede un cinque all’amico.

Loki illustrò il menu in modo professionale, poi si allontanò con l’Exceed lasciando soli i due maghi.

“E adesso dove andranno a prendere il cibo?” domandò perplessa Lucy seguendo con lo sguardo i due camerieri improvvisati.

“Non mi interessa, l’importante è che si mangi!” dichiarò entusiasta Natsu infilando un lembo del tovagliolo nella camicia creando così una sorta di bavaglino.

Lucy lo guardò, un gomito appoggiato sul tavolo e il mento abbandonato sul palmo della mano.
Per qualche strano motivo si era aspettata di trovarlo diverso dalla sera precedente tuttavia, quello che ora aveva davanti, sembrava lo stesso Natsu di sempre.

“Allora, stai meglio?” le domandò lui improvvisamente.

La maga corrugò la fronte. “Si, perché?”

“Ieri sera te ne sei andata dicendo che non stavi bene…” lo sguardo del Dragon Slayer non voleva abbandonare il suo viso.

Non riuscendo a sostenerlo, Lucy abbassò gli occhi. “Ah, sì. Avevo solo bisogno di stare un po’ sola.” se si trattasse della verità non lo sapeva nemmeno lei.   

Dopo qualche istante di silenzio, Happy portò loro le bevande. “Tra poco arriverà anche il cibo!” disse con eccessivo entusiasmo.

“Stai bene nel ruolo di cameriere, dovresti farlo anche a casa.” propose Natsu all’Exceed.

“Solo se mi paghi in pesci come fa Loki!” ribatté Happy allontanandosi.

Tra i due maghi calò di nuovo il silenzio.

Un silenzio pesante, pregno di imbarazzo, un silenzio che tra amici non dovrebbe nascere.

Era capitato altre volte che tra i due scendesse un velo di silenzio, perché c’erano situazioni in cui bastavano dei gesti per comprendersi, perché c’erano situazioni troppo tragiche o troppo divertenti per esprimere i propri sentimenti a parole, o semplicemente perché non c’era nulla da dire; ma si trattava di un silenzio buono, confortevole, che li cullava tra le sue braccia e che li rendeva ancora più vicini di quanto non facessero le parole.

Quel silenzio, invece, era estremamente diverso, quasi agli antipodi rispetto a quello che avevano conosciuto fino a quel momento.

Un silenzio che durò per quasi tutta la durata della cena, se non per le brevi interruzioni dei camerieri, o per qualche sporadico scambio di battute tra i due che non portavano assolutamente a niente.

Lucy aveva utilizzato quel silenzio maligno per cercare la forza di dire al Dragon Slayer che aveva rinunciato a quella scommessa, che si era arresa, che lui aveva vinto addirittura in anticipo.

Ma non la trovò.

Loki portò infine il dessert. “Ed ecco a voi la portata finale.”

“Ma come, è già finita?” si lamentò Natsu tra un cucchiaio di dolce e l’altro.

“Hai mangiato fin troppo.” lo rimproverò lo spirito stellare prima di allontanarsi di nuovo.

Lucy mangiò appena un paio di bocconi, poi spostò leggermente il piatto, sospirando; se solo non fosse stato ritenuto un gesto scortese, se ne sarebbe andata in quel momento.

Natsu si pulì la bocca. “Bè non era molto, ma almeno era tutto buono.”

La maga accennò un sorriso di cortesia, lo sguardo basso.

L’altro sbuffò e si portò le mani alla nuca. “Ti va di fare una passeggiata?” chiese inaspettatamente.

Lucy inarcò leggermente le sopracciglia, stupita da quella domanda, tenendo però lo sguardo puntato su un punto indefinito del tavolo. “Sì.” rispose semplicemente; non sapeva cosa altro aggiungere.

“Bene. Me la dai?”

“Cosa?!” Lucy alzò lo sguardo, gli occhi sgranati, la voce eccessivamente acuta.

Natsu, ora in piedi all’altro capo del tavolo, le stava allungando una mano. “Me la dai, la tua mano?” ripeté sorridendo.

La maga abbassò di nuovo lo sguardo, espirando sonoramente. “Ah, ma certo, la mano…” poi si alzò a sua volta, e poggiò il suo palmo su quello caldo di Natsu. “Dovresti stare attento a come parli ad una ragazza…” azzardò Lucy mentre camminavano fianco a fianco, mano nella mano.

Il Dragon Slayer la guardò con aria confusa, la fronte corrugata. “Perché? Cosa avevi capito?”

“Non importa…” scosse la testa, un sorriso imbarazzato che le si dipinse sul volto.

Natsu lasciò il suo sguardo puntato verso l’orizzonte per diverso tempo, l’aria concentrata di chi stava affrontando un dilemma interiore.

“Ah! Ma certo!” esclamò poi tutto d’un tratto. “Tranquilla Lucy, non ti voglio sposare.” dichiarò sorridendo, l’altra mano in tasca.

La maga lo guardò basita, senza capire. “Pe- perché me lo stai dicendo?”

“Quando si chiede la mano ad una ragazza è come chiederle di sposarsi, no? Non è questo che avevi capito?” domandò lui con aria saccente.  

“Ah- bè- no, non esattamente. Cioè non è quello che avevo capito- non importa, davvero.” agitò una mano come a scacciare quei pensieri.

Non riusciva a comprendere se Natsu fosse davvero così ingenuo o se facesse solo finta.

“Lucy?”

“Mmh?”

“Perché ieri sera sei scappata?”

Lucy si bloccò sul posto, Natsu fece ancora qualche passo in avanti. Le loro braccia erano quasi completamente distese, le loro mani erano legate tra loro da appena un paio di dita.

La maga lasciò la presa.

Si voltò dando le spalle al Dragon Slayer, guardando l’orizzonte in cui sole si era appena tuffato.

Natsu si avvicinò a lei, ancora in attesa di una risposta che non giunse.

“Tu mi avresti baciata?” sussurrò lei, le parole che si mescolavano alla brezza leggera della sera imminente.

“Erano le regole del gioco.” rispose lui con sufficienza.

La maga lo guardò: era accanto a lei, lo sguardo perso a contemplare il cielo, le loro spalle che quasi si sfioravano.

“Quindi tu non mi baceresti?” continuò a guardare il suo profilo, aspettando una qualsiasi reazione che gli alterasse, anche solo minimamente, il volto.

Corrugò semplicemente la fronte. “E perché mai dovrei baciarti?”

L’ombra di un sorriso comparve sul volto di Lucy. “Già.”

Per lui la scommessa era ancora valida.

“E se-” -non ci fosse di mezzo una scommessa?

Natsu la guardò, invitandola a finire la frase, ma lei abbassò solamente lo sguardo, senza reagire.

Lentamente, il Dragon Slayer si posizionò davanti a lei.

Le prese il volto tra le mani, obbligandola a guardarlo. “Lucy, smettila.”

La ragazza si accigliò, confusa.

“Qualsiasi cosa ti stia preoccupando in questi giorni, smettila di pensarci.”

Lucy sorrise sinceramente. “Non è così facile.”

“Posso aiutarti in qualche modo?”

Lucy rifletté per qualche istante. “No, per il momento no.” una breve pausa. “Ma un giorno credo avrò bisogno del tuo aiuto.” sorrise di nuovo, stupendosi del fatto di quanto le riuscisse facile sorridere in quel momento.

Natsu annuì convintamente, un’espressione decisa che gli accendeva lo sguardo. “Ti va di ballare?” aggiunse poi improvvisamente.

“Ballare?”

“Sì, ballare.” le mise una mano dietro la schiena, mentre con l’altra mano prese la sua. “Me lo hai insegnato tempo fa, ma mi ricordo ancora qualcosa.” le regalò un sorriso raggiante.

Lucy lo assecondò, quasi felice di quella proposta. “Cosa vuoi ballare?”

“Quella cosa facile, con pochi passi da ricordare…il pretzel!”

“Il valzer, Natsu, si chiama valzer.”

Cominciarono a ballare sulle note di una melodia che parevano udire solo loro, di tanto in tanto pestandosi i piedi a vicenda e ridendo della loro incapacità nel ballo.

“Me lo ricordavo più facile.” constatò Natsu con una smorfia.

“Non c’è la musica, questo rende tutto più complicato.” spiegò lei sorridendogli.

Natsu la guardò intensamente, inclinando leggermente la testa da un lato. “Grazie.”

Lucy si accigliò. “Per cosa?”

“Per sorridermi ancora.”

La ragazza non riuscì a nascondere la sorpresa sul suo volto, e prima che potesse chiedere spiegazioni, il Dragon Slayer continuò a parlare.

“Ieri sera te ne sei andata piangendo, pensavo di averti fatto qualcosa di male.” una pausa, il suo sguardo che sfiorava solo il volto di Lucy per poi perdersi alle sue spalle. “Non so perché, ma ho avuto come la sensazione che non mi avresti più sorriso.”

Quello scenario colpì nel profondo il cuore della maga. Abbassò lo sguardo sui loro piedi: ormai non stavano più ballando, la loro danza era diventata una sorta di leggero ondeggiamento casuale.

Se non sorrido a lui, non saprei a chi altro sorridere.

“Non dovresti pensare a queste cose stupide.” lo ammonì scherzando, l’ombra di una risata che le alterò la voce per un momento.

Ondeggiarono sul posto ancora per qualche istante, poi si fermano di tacito accordo.

Natsu le prese le mani, e lasciò il suo sguardo posato su di esse.

Il battito del cuore di Lucy accelerò eccessivamente.

“Lucy?”

La maga abbassò a sua volta gli occhi, senza rispondere.

“Se mai dovessi farti qualcosa di male, e io non me ne rendessi conto, me lo diresti, vero?”

Ci rifletté su per qualche momento.

Non lo sapeva.

“Sì, credo di sì.” mentì.

Il Dragon Slayer si limitò ad annuire.

“Bene.” una pausa. “Prima ti è rimasto del dolce, posso mangiarlo?” cambiò argomento così repentinamente che Lucy non riuscì ad assimilare immediatamente quella domanda.

“S- sì, certo.” balbettò lei infine mentre Natsu si stava già dirigendo al tavolo.

Dopo tutto quel tempo passato insieme a lui, la ragazza non sapeva ancora se il fatto di riuscire a cambiare argomento tanto facilmente durante una conversazione fosse un suo pregio o un suo difetto.

Si avvicinò alla tavola sospirando.

“Oi, secondo te dobbiamo sparecchiare?” le domandò Natsu con la bocca piena.

Lucy si guardò intorno; di Happy e Loki nemmeno l’ombra. “Mmh non credo…aspetta, ma di che ti preoccupi? Non sparecchi nemmeno a casa tua!”

Lui annuì con decisione, sottolineando quell’affermazione alzando il cucchiaino. “Hai ragione!” deglutì l’ultimo boccone.

Sembrava che il filo del loro rapporto fosse tornato insieme, anche se Lucy non riuscì a capire se si fosse mai spezzato realmente.    

Rabbrividì. La serata stava lasciando vagare per Magnolia il solito venticello leggero.

“Io torno a casa, comincio ad avere freddo.” annunciò la maga incrociando le braccia.

Natsu si alzò lentamente, stiracchiandosi rumorosamente. “Se vuoi ti accompagno.”

Lucy lo guardò insospettita. “Non l’hai mai fatto.”

“Posso iniziare da stasera.” e il suo voltò si illuminò con un sorriso.

La ragazza non seppe cosa rispondere. “Come vuoi.”

S’incamminarono fianco a fianco, lui con le mani in tasca, lei con le braccia ancora conserte.

Se solo fosse un gentiluomo mi darebbe la sua giacca!

Altre volte gli aveva chiesto la sua sciarpa, la sua giacca, un suo indumento per coprirsi dal freddo durante le loro missioni, eppure in quel momento le sembrava estremamente fuori luogo fare una richiesta simile.  

“Hai freddo?” le domandò lui osservandola.

Lucy lo guardò speranzosa, gli occhi colmi di gioia per quella domanda.

“Sì, un pochino.” lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, aspettando che la giacca del Dragon Slayer le avvolgesse le spalle.

“Forza, non c’è molta strada.”

La maga si portò una mano alla fronte, espirando dalla rassegnazione per quella risposta.

Tentò di cambiare discorso prima che la voglia di inveirgli contro diventasse più forte. “E’ stata una serata carina, dovremmo uscire più spesso insieme.” si trovò infine a dire con le gote eccessivamente rosse per l’imbarazzo, lo sguardo sulla strada scura.

Natsu la guardò, poi si portò le mani alla nuca. “Ma cosa dici? Usciamo praticamente sempre insieme.”

“Ma quando mai?!”

“Bè…in missione, alla gilda-”

Lucy si rifiutò di ascoltare il seguito dell’elenco, interrompendolo quasi urlando. “Non è la stessa cosa!”

Dopo averle donato una breve occhiata, il Dragon Slayer puntò lo sguardo dritto davanti a sé, le mani ancora intrecciate dietro al collo. “Quindi intendi un altro appuntamento?”

“N- no, insomma…non esattamente, cioè sì, però-”

“Deciditi Lucy, non me ne intendo di queste cose, tantomeno di ragazze.” sbuffò, incurante dei balbettii della maga.

“Già, me ne sono accorta.” sospirò lei.

In pochi minuti arrivarono alla sua abitazione.

Le mani fredde le tremavano mentre infilava la chiave nella toppa. “Grazie per avermi accompagnata.” disse aprendo con non poca fatica la porta in legno.

“Figurati. Allora, che facciamo?”

Lucy si bloccò, spaesata da quella domanda apparentemente insensata, continuando a dare le spalle al suo interlocutore.

“Ci vediamo o no per un secondo appuntamento?”

Il cuore della maga perse un paio di battiti, il suo respiro si fermò per qualche istante.

Abbassò la testa, sorridendo.

Avanti Lucy, basta un “sì”, una sillaba sola, un semplice sì.

Eppure le sue corde vocali sembravano essersi gelate, la sua bocca non voleva rispondere ai suoi comandi.

Si rese conto che stava dando troppa importanza a quella domanda; probabilmente per Natsu era un quesito come un altro, eppure non riusciva a smettere di sorridere.

Fece un movimento pressoché impercettibile con una mano: aveva dimenticato come parlare, ma il suo corpo ricordava ancora come muoversi.

Si voltò di scatto, e con un paio di brevi falcate si trovò a pochi centimetri dal volto caldo del Dragon Slayer.

La stava fissando con la fronte corrugata, sul volto un’espressione confusa.

Lucy si alzò in punta di piedi e lo baciò dolcemente su una guancia.

Così rapidamente come l’aveva raggiunto, altrettanto velocemente la maga lo distanziò, correndo dentro casa e chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo sordo.

Appoggiò la schiena al portone in legno, gli occhi chiusi, il respiro affannoso.

Voleva pentirsi di ciò che aveva appena fatto, ma non ci riuscì.

Cos’ho fatto cos’ho fatto cos’ho fat-

“Ahm Lucy? Immagino che quello valesse come un sì.”

La ragazza fece un paio di respiri pesanti.

Che cosa sto facendo? Non sono in un romanzo in cui con un bacetto va a posto tutto.

A malincuore, aprì di nuovo la porta, la testa bassa, lo sguardo lucido, la bocca tirata in un sorriso imbarazzato.

Il cuore continuava a palpitarle all’impazzata, le gambe la reggevano a stento.

“S-sì.” mormorò in modo quasi impercettibile.

“Allora ci metteremo d’accordo.” il ragazzo lo disse in modo così naturale, che Lucy non poté fare a meno di guardarlo.

Sembrava tranquillo, gli occhi verdi che la osservavano parevano sereni, un accenno di sorriso gli incurvava un angolo della bocca.

Lucy non poté fare a meno di domandarsi per quale motivo aveva sentito il bisogno di fuggire da lui, per quale motivo non era riuscita a dargli una semplice risposta affermativa, per quale motivo non riusciva a dirgli ciò che provava in quel momento.

Era semplicemente Natsu, niente di più, niente di meno.

Il solito Natsu, a cui aveva sempre raccontato tutto, la persona di cui si fidava di più al mondo, con la quale aveva condiviso gli anni migliori della sua vita fino a quel momento.

“N-”

“Lucy?” il Dragon Slayer la interruppe ancora prima che lei riuscisse a pronunciare una sillaba.

La maga lo guardò incuriosita, non sapendo cosa aspettarsi dopo quel richiamo.

“Posso dormire da te?”

Una folata di vento lievemente più forte delle altre scompigliò i capelli di entrambi.

“Co-cosa?”

“Il tuo letto è così comod-”

“Natsu.” la ragazza puntò i suoi occhi scuri sul viso di lui. “Non dirmi che mi hai accompagnata solo per restare a dormire.”

“Ma- ma no, cosa vai a pensare…” e agitò una mano davanti al viso come a voler scacciare quell’ipotesi.

Lucy si avventò su di lui. “Brutto-” gli tirò un pugno ad una spalla. “…approfittatore-”

Il mago si spostò rapidamente evitando il secondo colpo. “Oi Lucy, non c’è bisogno di scaldarsi tanto-”

“Scaldarmi?! Ho patito un freddo terribile nel tornare a casa, e tutto perché non mi hai offerto la tua giacca!” cercò di assestargli un ulteriore colpo, invano.

“Potevi chiedermela, no?”

Lucy urlò esasperata. “Aaaah, sei senza speranze!”

“Ma che ti prende-”

“Buonanotte!” varcò l’uscio a grandi passi, sbattendo la porta una seconda volta.

Salì le scale furiosa, borbottando tra sé e sé frasi senza un apparente filo logico che le collegasse.

La voce di Natsu la raggiunse attraverso la finestra della camera da letto. “E quello immagino valesse come un no?!”

Lucy si affacciò con eccessiva veemenza, urtando un’anta con un gomito; soffocò un’imprecazione. “Ma bravo, vedo che cominci a capire!”

“Mmh.” lui assunse un’espressione che ricordò alla maga il broncio di un bambino. “Sei davvero cattiva, Lucy.”

La ragazza aprì la bocca per ribattere, senza però sapere cosa dire. 
Si guardò intorno nella speranza di trovare le parole giuste, ma si limitò ad accartocciare uno dei tanti fogli che teneva sulla scrivania e a lanciarglielo insieme alla sua rabbia.

Natsu lo afferrò al volo con facilità. “Questo invece significava qualcosa?”

“Buonanotte!”

Il Dragon Slayer si incamminò per tornare alla sua dimora, facendo però i primi passi all’indietro e continuando a guardare la finestra . “Per te che dormi in un letto così comodo la sarà di sicuro, una buona notte!” assunse un’aria offesa, poi le lanciò un ultimo sorriso raggiante.

Lucy cercò di mantenere un’espressione furiosa il più a lungo possibile, le sopracciglia corrucciate, la bocca contratta; ma appena chiuse le finestre si sciolse in una risata sincera.    

 

Angolo Autrice:

Ben ritrovati! (^^)/
Ebbene no, non sono sparita, dispersa, fuggita o quant’altro, ho solo impiegato davvero troppo tempo ad aggiornare ;w;
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, se avete tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate, e se avete consigli da darmi o critiche da fare, non tiratevi indietro uù
Come sempre, il prossimo aggiornamento avverrà il prima possibile, ma di questo passo temo sarà tra almeno altri due mesetti ;w;
Infine, chiudo continuando a ringraziare tuuuutti quanti voi che seguite e leggete questa storia, grazie infinite, davvero

Vi mando un abbraccione forte forte, a presto spero!

Shi

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Capitolo 7
*** Giorno 6 ***


GIORNO 6 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE

GIORNO 6

 

Bianco.

Il foglio che Lucy si ostinava a fissare da un tempo che le pareva illimitato sembrava proclamarsi lo specchio della sua mente.

Erano entrambi vuoti.

Il capo appoggiato sul palmo di una mano, l’altra che stringeva la penna facendola ticchettare ritmicamente sul tavolo, gli occhi fissi su quel vuoto che le sembrava incolmabile con le parole.

Aveva deciso che la sua esibizione sul palco di Miss Fairy Tail sarebbe stata l’esposizione di una poesia scritta da lei stessa; di primo impatto le era sembrata un’idea originale, ma non aveva valutato la difficoltà dello scrivere senza l’ispirazione come compagna e, soprattutto, senza sapere nemmeno di cosa parlare.

L’idea di sfilare semplicemente con un vestitino carino e succinto non la allettava affatto, soprattutto dopo che Happy le aveva fatto notare che il suo sex appeal era praticamente inesistente, nonostante il suo corpo fosse pressoché perfetto.

E ogni tanto è bello ricordare che ho anche un cervello-

Fissò il foglio più intensamente.

…anche se non sembra.

Si accasciò sul tavolo sbuffando ed emettendo lamenti indistinti, mentre i primi raggi di sole della giornata le lambivano dolcemente il volto; i suoi capelli avevano acquisito sfumature dorate che le ricordarono un campo di grano in piena estate.

Lasciò vagare la sua mente in un intricato labirinto di pensieri approssimativamente collegati tra loro, per poi finire inevitabilmente a sfiorare i ricordi del giorno precedente; ma prima che si potessero fare più forti e vividi, alzò di scatto la testa, quasi in imbarazzo senza un apparente motivo.

Si stiracchiò sospirando, un improvviso senso di stanchezza che le attanagliò la testa.

Sentiva il forte bisogno di distrarsi, di fare qualcosa che la facesse sentire utile, che la aiutasse a passare il tempo senza avere il costante pensiero del Dragon Slayer del fuoco che la distraesse.

"Ho bisogno di andare in missione..."

Si pentì subito di aver sussurrato quell'affermazione.

Tornare a lavorare significava passare diverso tempo a stretto contatto con Natsu, giorno e notte, e al momento non aveva la più pallida idea di come si sarebbe comportata con lui.

Mugolò lievemente, infastidita da quel pensiero, quando il suo sguardo si andò involontariamente a posare sul libro che le aveva prestato Levy.

Sfiorò la vecchia copertina annerita dal tempo.

L'arte della seduzione.

In quei pochi giorni aveva sentito quell'accostamento di parole così tante volte che non poté trattenersi dallo sbuffare.

Sfogliò le prime pagine del volume, leggendo di tanto in tanto qualche frase che la faceva accigliare, sorridere o addirittura sentire a disagio.

Stava affrontando superficialmente il tema del Cosa dire di sé al primo appuntamento, quando una voce alle sue spalle la richiamò.

"Oi, Lucy!"

Lei nemmeno si voltò, alzò solamente gli occhi davanti a sé tentando di mantenere un'aria indifferente.

"Natsu, quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra?"

"Tu potresti chiuderla." dopo la solita scusa balzò giù con un piccolo salto, entrando ufficialmente in casa, e si avvicinò interessato alla maga.

"Cosa stai facendo?" domandò incuriosito osservando il libro.

"Aaah niente, niente!" Lucy chiuse rapidamente il volume, ponendolo poi a un angolo della scrivania e sommergendolo di fogli.

Prima che l'altro potesse fare ulteriori domande, lei cercò di prendere in mano la conversazione. "Allora, cosa fai qua?"

"Sono qua per chiederti di uscire."

Lucy finalmente si voltò a guardarlo, ma solo per pochi istanti; spostò lo sguardo su un punto lontano e indefinito della stanza, poi deglutì a vuoto. "Co-cosa?" biascicò, stranita e colta alla sprovvista da quella risposta.

"Ieri sera hai solo detto che ti sarebbe piaciuto uscire di nuovo con me, ma non abbiamo deciso quando. Così visto che oggi è il nostro penultimo giorno di pausa, ho pensato che non avremmo avuto molte altre occasioni prima della prossima missione." incrociò le braccia al petto, annuendo serio alla sua stessa argomentazione.

Tutto ciò che Lucy avrebbe voluto fare in quel momento, era coprirsi il volto con le mani e urlare per l'imbarazzo ma, con uno sforzo immane, riuscì a trattenersi; solo un angolo della bocca leggermente tirato ad un sorriso e lo sguardo che continuava a vagare senza sosta per la stanza tradirono le sue emozioni.

Faticava ad ammetterlo, ma quelle parole, oltre a gettarla nel disagio e nell'imbarazzo più profondo, le facevano anche piacere.

"Ehm...qu-quindi...vorresti uscire oggi?"

Natsu annuì con vigore. "Certo, e ho un mente un posto che so per certo che ti piace!" sorrise compiaciuto.

Lucy si accigliò un momento.

Un posto che mi piace? "E che post-"

"No, non te lo dirò!"

La maga evitò di insistere, sapeva che sarebbe stato inutile. Alzò le spalle con finta indifferenza. "E va bene, allora lo scoprirò stasera."

"Eh? Stasera?"

Un momento di dubbioso silenzio passò tra i due.

"Bè sì, non è questa sera che vuoi uscire?"

"Ma no, perché aspettare tanto? Possiamo uscire anche adesso, no?" la afferrò per un polso costringendola ad alzarsi.

"Cosa?!" la voce di Lucy risultò più acuta del dovuto; si schiarì la gola, liberandosi poi dalla presa del Dragon slayer. "Cos- è mattino, non possiamo uscire adesso!"

Natsu aggrottò le sopracciglia. "C'è una regola che lo vieta?" domandò serio.

"No, però- e poi devo prepararmi, mi serve un po' di tempo!"

"Ieri non eri vestita chissà quanto bene."

"Lo so ma- oi, questo non è un complimento!"

"Ooh andiamo Lucy, ti assicuro che non è necessario vestirsi in modo elegante nel posto in cui dobbiamo andare!"

"Ok, ma perché tanta fretta?!"

Un leggero silenzio cadde nuovamente su di essi, che però Natsu sciolse subito. "Oh bè- insomma- lo...lo scoprirai, ecco." voltò la testa da un lato, un'espressione di scuse sul viso; si portò una mano alla nuca.

Lucy si avvicinò repentinamente a lui. "Mi stai nascondendo qualcosa?" squadrò il suo volto nella speranza di trovare qualche indizio che lo tradisse.

"Ma no, cosa vai a pensare?!" la prese per mano dirigendosi a passo deciso verso la finestra. "Bene, usciamo allora!"

La maga lo strattonò. "Fermo! Almeno usciamo dalla porta!"

Natsu sbuffò infastidito. "Mmmh quante manie che hai.."

"Manie?! Mi sembra che tutte le persone civili usino la porta per-"

"Sì sì, va bene..."

Scesero in strada discutendo fin troppo seriamente sull'uso delle porte e delle finestre di una casa.

 

*

 

Natsu precedette Lucy di qualche metro per correre davanti ai portoni della gilda.

Alzò le braccia in modo trionfale sottolineando l'azione con un "Ta-daaan!" e un sorriso raggiante.

La maga si bloccò sul posto, il sangue che sembrava essersi gelato nelle vene, gli occhi puntati sul volto del Dragon Slayer.

"Non- non mi dire che-"

"Sì, è esattamente come sembra! Il nostro secondo appuntamento sarà in gilda!"

Lucy abbassò il capo, sconsolata.

Dovevo immaginarlo.

"Lu- Lucy? Che c'è?" Natsu si avvicinò a lei, la preoccupazione che gli lambiva il volto.

"Niente è che-"

"Avresti preferito un altro posto per il nostro secondo appuntamento, lo so." un'aria cupa si impossessò della voce del mago, che abbassò lo sguardo.

"Per favore, puoi smetterla di chiamarlo secondo appuntamento?"

Lui si limitò a fissarla interrogativo.

"Mi...mi mette a disagio..." sussurrò lei, il volto eccessivamente arrossato.

"Non capisco come certe cose possano metterti in imbarazzo." una pausa, in cui Lucy avrebbe voluto intervenire, ma Natsu la batté sul tempo. "Comunque, c'è un valido motivo per cui siamo qua."

Silenzio, la maga lasciò che la sua espressione confusa chiedesse chiarimenti per lei.

"Ho bisogno di un'aiutante!" proferì il Dragon Slayer come se quella fosse la risposta universale ad ogni possibile dubbio.

La ragazza non sprecò fiato per chiedere un'ulteriore delucidazione, aspettando che Natsu le desse qualche indicazione in più per comprendere ciò che stava accadendo.

"A mezzogiorno ci sarà una gara di abbuffata, e ogni concorrente ha bisogno di un assistente che gli allunghi le portate-"

Lucy  non lo lasciò terminare, sbuffò infuriata, girò le spalle al ragazzo e si incamminò a passi pesanti verso casa.

"No no no, Lu- Aspetta!"

Il Dragon Slayer le si parò davanti, fermando la sua avanzata bloccandola per spalle. "No Lucy, è importante! Si possono vincere duecentomila jewels-"

La maga tentò di continuare, invano, la sua marcia.

"Sai che ho bisogno di soldi-"

"Mi chiedo in cosa li spendi tutti i tuoi soldi." mormorò lei sempre più adirata.

"Bè in-"

"No, non me ne frega niente. E ora, se permetti, vorrei tornare a casa."

Natsu le lasciò le spalle, ma rimase comunque davanti a lei. "Perché te la prendi tanto?" una nota di disorientamento lambiva la sua voce.

Lei strinse i pugni, abbassando il capo e lo sguardo. "Pensavo uscissimo noi due, da soli. Se questa cosa non ti va, basta dirlo." Deglutì a vuoto. "Certo, mi dispiacerebbe, ma me ne farei una ragione." Mano a mano che parlava, la sua voce si faceva sempre più flebile, a stento le sembrava di udirla lei stessa. "E avresti potuto chiedermi di farti da assistente, invece che trascinarmi qua in questo modo."

Lui incrociò le braccia. "E avresti accettato?"

Lucy alzò la testa, ma non lo sguardo. Avrebbe voluto mentirgli con una risposta affermativa, ma non ci riuscì.

Il mago si spostò e si diresse a passi lenti verso l'entrata della gilda, le mani intrecciate dietro il collo. "Come vuoi, non posso certo obbligarti."

La ragazza strinse entrambi i pugni. "Sei davvero un idiota." sussurrò a denti stretti.

"Guarda che ti sento!"

Si era dimenticata del suo udito incredibilmente sviluppato.

Io prima o poi lo ammazzo-

Tornò a camminare, decisa ad allontanarsi da lui il prima possibile.

Non gli viene mai il dubbio che, forse, ogni tanto pure lui può avere torto? Non gli passa mai per la testa che potrebbe chiedere scusa, se una persona viene alterata dai suoi comportamenti?

Continuò a camminare, accorgendosi che in realtà stava facendo quei passi pesanti solo per sfogare la rabbia, più che per separarsi da lui. Dopotutto non voleva dargliela vinta.

Ma come?

Si fermò improvvisamente, la gonna che ondeggiò a quel brusco movimento.

"Natsu!" urlò a squarciagola, spaventando un paio di piccioni sulla strada che volarono via rapidamente.

Lucy si girò di scatto e continuando a marciare, seppur in senso opposto, si diresse verso il suo interlocutore, che si era fermato sull'uscio della gilda con un'espressione stupita in volto.

"Facciamo a metà." esordì lei. "Io ti aiuto, ma se vinci dividiamo a metà i duecentomila jewels."

In fin dei conti i soldi facevano sempre comodo e, in quel momento, privarlo di una parte della potenziale vincita le sembrava il modo migliore per fargliela pagare.

Sapeva benissimo che quando si trattava di cibo, Natsu non era secondo a nessuno; avrebbe vinto quella gara senza troppe difficoltà.

Il Dragon Slayer la fissò, sorpreso da quella proposta. "Mmmh..." una breve pausa. "Mmmh...non mi sembra un grande affare, ma accetto!" allungò una mano, che Lucy strinse con forza.

"Devi essere davvero disperato..." commentò lei con una punta di malizia nello sguardo, soddisfatta da quell'accordo. Prima che l'altro potesse ribattere aggiunse: "A proposito, dov'è Happy? Non potevi farti aiutare da lui?"

Si diressero finalmente all'interno della gilda, fianco a fianco.

"Sta dormendo; ieri sera, quando è tornato a casa, era stremato. Il suo ruolo da cameriere deve averlo distrutto." spiegò lui sorridendo.

La maga non aggiunse altro, e prima che la sua mente la riportasse al giorno precedente, focalizzò la sua attenzione sul grande fermento che dilagava tra i presenti nella gilda.

"Perché io non sapevo niente di questa cosa?" si trovò a chiedere perplessa.

Natsu ci rifletté su seriamente. "Non lo so, ma in questi giorni mi sei sembrata un po' distratta."

Lei lo guardò, colta alla sprovvista da quell'affermazione.

"Bene, io vado." il ragazzo si diede una paio di colpi sul ventre. "Devo preparare il mio stomaco! Ci vediamo dopo!" e si allontanò per raggiungere un tavolo accerchiato da maghi che ridevano e sbraitavano come al solito.

Lucy si avvicinò titubante al bancone, ma non riuscì a raggiungerlo: Mirajane comparve improvvisamente al suo fianco e, prima che la maga degli Spiriti Stellari se ne rendesse conto, si trovò ad indossare un abito da cameriera estremamente corto ed eccessivamente scollato, e a portare un piatto dopo l'altro al cospetto di Natsu, che divorava ogni pietanza senza ritegno.

 

*

 

Lucy si sedette, esausta, poi si tolse le scarpe con un lamento.

Indossava ancora quel succinto vestito da cameriera, la camicetta che le stava stretta le dava estremamente fastidio; voleva solo tornarsene a casa e rimettersi in pigiama il prima possibile.

A quanto pare il lavoro di cameriere è davvero così sfibrante, ora capisco Happy. Anche se lui, avendo le ali, magar-

Una voce interruppe quei pensieri sconclusionati, dettati probabilmente dalla stanchezza. "Sei stanca?" Mirajane la stava guardando, un sorriso dolce che le illuminava il volto.

L'altra annuì debolmente. "Come fai a fare questo tutti i giorni?" domandò sconvolta.

"Dopo un po' ci si abitua, e di certo non ci sono costantemente questi ritmi frenetici."

Prima che potesse aggiungere altro, la voce di Natsu interruppe la loro conversazione sul nascere. "Oi Lucy, ecco qua la tua parte!" e depose un cospicuo malloppo di banconote sul tavolo davanti a lei.

"Complimenti per la tua vittoria, Natsu!" si congratulò Mirajane continuando a sorridere. "Fai a bene a dimezzare la tua vincita, direi che Lucy se l'è davvero meritata." aggiunse poi, lanciando uno sguardo di approvazione all'altra maga.

Prima che Lucy potesse puntualizzare che quella di dividere i soldi era stata una sua idea, Natsu ringraziò la maga del Take Over, poi si rivolse alla bionda. "Che ne dici se per festeggiare passiamo il resto del pomeriggio insieme, solo noi due?"

La ragazza diventò improvvisamente paonazza, sentì le guance diventare istantaneamente calde, le mani che la avvertivano della già accertata agitazione, con un leggera sudorazione.

"Uuh, questo è per caso un appuntamento?" domandò Mirajane, spostando il suo sguardo malizioso un paio di volte tra i due amici, per poi fermarlo sul volto di Natsu.

"Certo, questo sarà il nostro secondo appuntamento." dichiarò senza remore il Dragon Slayer.

Lucy incrociò istintivamente i piedi in preda alla vergogna, e questa volta non poté fare a meno di coprirsi il volto con entrambe le mani, i gomiti appoggiati sul tavolo.

Tentare di zittirlo ormai era troppo tardi.

La maga dagli occhi blu lanciò una breve occhiata alla ragazza. "Aaah, e così state uscendo insieme..." poi, alzando notevolmente la voce, si rivolse all'intera gilda. "Ragazzi, finalmente Lucy e Natsu stanno ufficialmente uscendo insieme, e per la seconda volta! Propongo di festeggiare, offrono loro!"

La bionda si alzò in piedi di scatto, afferrando l'amica per un braccio. "No Mira, cosa fai?!"

Un boato di approvazione e applausi si alzarono da tutti i presenti.

"Co- cos'hai fatto?" Lucy si accasciò di nuovo sulla panca, gli occhi chiusi, sul volto una maschera di disperazione.

Natsu si sedette di fronte a lei, lamentandosi debolmente. "Uuh, i miei soldi..."

La barista posò le sue mani sulle spalle di entrambi. "Tranquilli, per voi due offre la casa!" e si allontanò con un sorriso smagliante.

L'altra maga incrociò le braccia e appoggiò la testa sul tavolo, rassegnata. "Che diavolo hai fatto, Natsu?"

"Io?! Di certo non volevo pagare da bere per tutti!"

Lucy si portò una mano alla fronte, già sfinita da quella giornata. "Tra le altre cose, dovresti anche imparare a stare zitto, ogni tanto."

"Eh? Quali altre cose?"

Mirajane li interruppe appoggiando sul tavolo un enorme vassoio colmo di boccali. "Ecco, i primi due sono per voi naturalmente!"

Non sapendo se ringraziare o meno, Lucy si limitò a sorridere forzatamente all'altra, per poi bere rassegnata dal boccale.

Magari l'alcool mi aiuterà a dimenticare tutto.

Temendo di commettere un altro terribile errore, Natsu aspettò che la cameriera se ne andasse prima di parlare.

"Allora, cosa si fa di norma ad un secondo appuntamento?"

La maga bevve un lungo sorso prima di rispondere. "Di solito si parla della propria vita privata." Le tornò in mente il libro di Levy. "A differenza del primo appuntamento, in cui non bisognerebbe esporsi troppo all'altra persona. Ma questo non è di certo un secondo appuntamento comune, quindi non lo so." sorrise debolmente. "E la smetti di chiamarlo secondo appuntamento?"

"Ma è quello che è! E poi lo stai chiamando anche tu in quel modo." chiarì Natsu per poi bere mezzo boccale in una volta.

L'altra sospirò, preferendo non aggiungere altro.

E io che fino a poco tempo fa sognavo cene eleganti e rose rosse...bè una cena l'ho avuta, ma di certo non per merito di Natsu. E non ero nemmeno vestita in modo elegante, per colpa di Loki. E forse un po' mia? Quindi non credo possa valere come tale.

Seguì con un dito un'imperfezione del legno del tavolo, poi alzò il suo sguardo sul volto del Dragon Slayer, intento ad attirare l'attenzione di Mirajane per avere un altro paio di boccali.

Lo conosco da tanto tempo, di certo non potevo aspettarmi del romanticismo da parte sua- Ma che vado a pensare-

"E allora che si fa?" il ragazzo si rivolse di nuovo a lei. "Tu sai tutto della mia vita privata, e io so tutto della tua." le lanciò una breve occhiata. "Immagino." aggiunse poi rapidamente. "Non abbiamo molto da dirci riguardo a ciò."

La maga ci rifletté su qualche istante.

Che lui fosse la persona a cui teneva di più in quel periodo della sua vita, non aveva dubbi già da parecchio tempo, ma le sembrava strano che sapesse tutto di lei; l'unica cosa che gli teneva nascosto erano i sentimenti che provava per lui, ma preferiva illudersi ancora per qualche giorno che fossero solo passeggeri, che un mattino si sarebbe svegliata e il suo cuore avrebbe ricominciato a vedere Natsu come un amico e niente di più.

Niente di più? Cosa perderei se effettivamente io e lui diventassimo qualcosa di più che amici? Sono certa che perderei molti vantaggi se- bè se-

La sua mente non voleva terminare la frase, così passò al pensiero successivo.
Mi verrebbero a mancare molte cose, come ad esempio...gli amici no di certo, il lavoro nemmeno, la mia privacy non è mai esistita...

Bevve più di quanto non volesse, e i suoi pensieri cominciarono ad intrecciarsi tra di loro.
Ma non capisco se lui sta prendendo tutto questo come un gioco-

Altri due boccali comparvero davanti a loro; il ragazzo ne avvicinò uno a Lucy che, con sua grande sorpresa, lei non rifiutò.

"Allora, si passa alla fase successiva?" domandò lui prima di trangugiare la sua bevanda.

La maga si limitò a guardarlo senza rispondere, inarcando leggermente le sopracciglia.

"Facciamo senza raccontarci l'uno dell'altra, perché sappiamo già tutto. Qual è la prossima fase?"

Lucy appoggiò le mani sul tavolo, lentamente, ponderando attentamente ciò che voleva dire. Le sembrò estremamente faticoso mettere insieme poche parole affinché acquisissero un senso. "Natsu, tu stai prendendo seriamente questa cosa, vero?" cercò di chiederlo nel modo più neutrale possibile, eppure la sua voce sembrava non volesse stabilirsi su un tono preciso.

Il volto dell'altro era nascosto dietro l'enorme bicchiere. "Mmh?"

"Perché io ci tengo davvero molto, e non mi va di essere presa in giro, credo che tu lo sappia."

Lui appoggiò il boccale sul tavolo, poi si pulì la bocca con un braccio. "Ma certo che la sto prendendo seriamente, perché non dovrei?"

"Perché non prendi mai niente seriamente." si pentì subito di aver sussurrato quelle poche parole; non sapeva nemmeno lei perché la sua bocca le aveva fatte uscire, la sua mente non lo pensava affatto.

Il Dragon Slayer non rispose, e la maga preferì affogare la sua vergogna nell'alcool. "Scusa." mormorò dopo poco. 
Gli lanciò un brevissimo sguardo, ma non riuscì a mettere completamente a fuoco il suo volto.

Sbatté ripetutamente le palpebre, confusa.

Lui sospirò. "Non importa, immagino siano loro a parlare, non tu." e indicò i due boccali che Lucy aveva bevuto.

"Non sono ubriaca!" disse lei meno convinta di quanto volesse sembrare.

"Lucy, stavo cercando di trovare una scusa, non peggiorare la situazione." una pausa. "E poi, quello è ciò che dicono tutte le persone ubriache."

La maga si guardò intorno, la fronte corrucciata in un'espressione di disapprovazione, la bocca leggermente arcuata. "Non è vero." e, demolendo la sua ultima affermazione, bevve l'ultimo sorso dal suo secondo bicchiere, per poi farsene portare un terzo.

Natsu la guardò preoccupato, un sopracciglio alzato. "Lu- Lucy? Non ti sembra di esagerare adesso?"

Lei scosse leggermente la testa mentre trangugiava l'ennesimo sorso. Non voleva bere, eppure quell'inebriante odore di alcool sembrava la stesse chiamando.

"No, assolutamente no." sbatté il boccale sul tavolo.

Ma che sto facendo- non posso essere davvero ubriaca...

Fece vagare il suo sguardo all'interno della gilda: sembrava tutto diverso, meno limpido.

Bevve un altro lungo sorso.

Non sono ubriaca, sono solo un po' alticcia tutto qua-

Tornò a bere, per poi fissare il suo sguardo sul tavolo.

Ehi, questo tavolo mi ricorda un sogno che ho fatto...cos'era?

Puntò i suoi occhi sul viso del ragazzo; cominciava ad abituarsi a quella visione sfocata, quasi imprecisa della realtà.

"Tu- tutto bene, Lu-"

"Sai Natsu, l'altra notte ho sognato che avevi una faccia da pesce." un singhiozzo accompagnò quella bizzarra affermazione.

L'altro afferrò il boccale di Lucy prima che potesse bere di nuovo. "Ma- ma guarda un po', che sogno strano...pensa che io ho sognato un paio di gambe in calzamaglia che ballavano sul tetto della gilda, e non avevano un corpo! Mi chiedo se..."

La maga smise di ascoltarlo, troppo intenta a cercare di riprendersi il boccale, invano. "Dai, ridammi il mio bicchiere..." con un qualche difficoltà, riuscì poi a salire in ginocchio sul tavolo.

Le sembrava di stare su una barca, il mare leggermente mosso che la cullava, il mondo che le girava intorno.

Lui indietreggiò leggermente, una risatina nervosa. "Lucy, mi fai paura da ubriaca, siediti." il suo sguardo vagava senza meta tra gli altri presenti, troppo intenti a fare altro, o troppo ubriachi loro stessi, per accorgersi di una Lucy un po’ più che alticcia.

“Cos’è, ti senti a disagio?”  rise lei. “Ora capisci cosa provo io, ogni volta che tu fai qualcosa di stupido.” accompagnò questa affermazione puntando un indice verso l’interessato, facendola risultare più come una minaccia.

“Guarda che anche tu mi hai fatto sentire a disagio diverse volte, e senza essere ubriaca.” puntualizzò lui annuendo convinto.

Lucy fece il broncio come una bambina, poi si coricò supina sul tavolo, un sospiro pesante che accompagnò quell’azione.

“Ogni tanto dovresti farmi qualche complimento, e non solo dirmi cose cattive.” si lamentò; poi si coprì gli occhi portandosi un braccio alla fronte.

“Non dico cose cattive! Dico solo quello che penso-”

La maga non lo lasciò terminare, folgorata da una rivelazione. “Aaah! Ecco cosa succedeva in quel sogno! Prima della tua faccia da pesce, eravamo distesi su un tavolo! Proprio come me ora!” si portò le mani alla bocca, timorosa. “Natsu, non può essere una coincidenza, sta per succedere qualcosa, me lo sento!”

Il Dragon Slayer la guardò con un sorriso colmo d’incredulità. “Ma che stai dicendo?” poi scoppiò a ridere. “Oltre a fare paura, almeno sei anche divertente da ubriaca! E sentiamo, cosa dovrebbe succedere?”

Lucy ci rifletté su seriamente per qualche momento, gli occhi chiusi. “Non lo so di preciso…” puntò improvvisamente il suo sguardo lucido in quello del mago. “Magari se ti corichi insieme a me…” allungò una mano sfiorandogli la giacca. “…lo scopriremo insieme.” le ultime parole furono un sussurro appena percettibile; una scintilla di malizia nei suoi occhi le colorò il viso.

Natsu rimase immobile a fissarla, un’espressione neutra sul volto.

La maga tornò in ginocchio, avvicinandosi pericolosamente al volto di lui. Con un dito, essa tracciò qualche linea immaginaria sul petto del Dragon Slayer, sfiorando delicatamente la sua pelle ruvida, incontrando di tanto in tanto qualche piccola cicatrice, ricordi di vecchie battaglie, scendendo poi fino al suo ventre. “E dai, cosa ti costa coricarti a fianco a me…” la lenta discesa del suo tocco leggero incontrò il tessuto dei pantaloni.

I due continuavano a guardarsi negli occhi, gli sguardi incatenati l’uno con l’altro.

Con un rapido movimento, Lucy infilò un paio di dita all’interno dei pantaloni dell’altro che, a quel gesto inaspettato, si allontanò velocemente con una risata nervosa.

“Ahah no Lucy, no qua stiamo andando un pochino oltre…”

Lei si riavvicinò senza timore, accarezzando il viso del ragazzo con il suo respiro pregno di alcool. “Oh andiamo, non mi dire che ti dispiacerebbe se ti facessi un bel-”

“Bene! Direi che è ora di andare a casa!” Natsu si alzò improvvisamente in piedi, disorientando per qualche istante la maga.

“Vieni Lucy, ti riaccompagno.” e la prese delicatamente per un braccio.

“Mmh no, non ci voglio andare a casa, è ancora presto!”

“Ma non eri stanca?”

Lei ci pensò su qualche istante, messa improvvisamente in crisi da quella semplice domanda. “Sì hai ragione, sono un po’ stanca.” decretò infine contro ogni aspettativa.

Il mago la aiutò a scendere dal tavolo, e vedendo che aveva qualche difficoltà ad infilare una scarpa, andò in suo soccorso accovacciandosi davanti a lei.
Dopo un paio di goffi tentativi, riuscì infine a farle indossare la piccola calzatura.

Lucy sorrise. “Non ti sembra una cosa romantica?”

“Ti sto infilando una scarpa, perché dovrebbe essere romantico?”

L’altra ci pensò su per diverso tempo, senza però trovare una risposta. “Non lo so, mi ha dato questa impressione.”

Il Dragon Slayer si portò un braccio di Lucy sulle sue spalle, poi la aiutò ad alzarsi. “Ce la fai a camminare?”

Lei mosse qualche passo. “Certo.” ma prima che cadesse rovinosamente a terra, Natsu riuscì a sorreggerla.

Il mago sospirò, poi si incamminarono verso i portoni. “Sei una rottura, Lucy.”

“Senti chi parla.”

All’esterno, il sole non era ancora completamente calato; Lucy si portò una mano al viso, sconcertata da quella luce inaspettata.

Camminarono per qualche minuto in completo silenzio, lei con ancora un braccio appoggiato sulle sue spalle, e lui che la teneva per la vita.

L’acqua nel canale al loro fianco li accompagnava pigramente nella loro lenta camminata, la superficie che scintillava sotto gli ultimi raggi caldi del sole; un venticello leggero accarezzava la loro pelle, come se volesse prendersi gioco della loro situazione.

Ormai l’alcool si era fatto strada nel corpo e nella mente di Lucy, che le risultava terribilmente difficile pensare, ma incredibilmente facile parlare.

“Sai, Natsu?”

“Mmh?”

“Credo di essermi innamorata di te.”

Silenzio, solo i loro passi disarmonici che riempirono ingiustamente quel vuoto.

Lucy avrebbe voluto alzare la testa per guardare in viso il Dragon Slayer, nella speranza di cogliere anche solo un’espressione che tradisse i suoi pensieri, ma non ce la fece.

Riuscì solamente a lanciargli un breve sguardo con la coda dell’occhio, e le parve di vedere un sorriso; se fosse solo la sua immaginazione o meno non lo sapeva, e non le importava nemmeno: il giorno dopo se ne sarebbe comunque dimenticata.

Era evidente che Natsu non avrebbe risposto a quella affermazione, che non avrebbe commentato in alcun modo, così Lucy riprese a parlare come se niente fosse, iniziando una nuova conversazione.

“Non mi avevi già riaccompagnata a casa tempo fa?” esordì lei con un’espressione dubbiosa, la voce altalenante.

“Sì, è successo ieri.”

“Aaah ecco! E volevi restare a dormire da me, vero?”

Natsu preferì non rispondere, di nuovo, questa volta forse temendo che la conversazione prendesse una brutta piega, così lei continuò ciò che stava diventando una sorta di brevissimo monologo.

“Ma se trovi così comodo il mio materasso, perché non te ne compri uno uguale?”

Dopo un istante di silenzio, lui cercò di ribattere. “Bè perché-“

“Natsu?”

“Mmh?”

“Credo di sentire come delle farfalle nello stomaco.”

“Farfalle nello stomaco?”

“Sì, e forse sono solo i miei sentimenti, è ciò che provo per te, è-” si bloccò improvvisamente gonfiando le guance, si coprì la bocca con una mano, smise di camminare.

Trascinò Natsu al bordo del canale, poi si inginocchiò, rivolgendo la testa verso l’acqua.

Dopo qualche istante espirò sonoramente.

“No, era solo un conato di vomito.” spiegò.

“Lucy, sei disgustosa!” la prese nuovamente per un braccio. “Ce la fai a rialzarti? Non è che vomiti lungo la strada?” chiese lui con un’espressione di ribrezzo stampata in volto.

“No no, ce la faccio, ce la faccio.” cercò di rassicurarlo la maga agitando un mano, non molto convinta, per poi aggrapparsi ancora a lui.

Il resto del tragitto lo passarono in completo silenzio, lei troppo stanca e confusa per parlare ancora, lui che probabilmente non voleva addentrarsi in argomenti pericolosi.

Una volta raggiunta la dimora di Lucy, lei si appoggiò con un tonfo sordo ai portoni in legno, lamentandosi.

“Mmh, dovrebbero tenere queste porte sempre aperte!”

Il Dragon Slayer sospirò. “Avanti, dove hai la chiave?”

Lei si indicò la cintura. “Proprio qua insieme alle altre.” una pausa in cui chiuse gli occhi. “Puoi prenderla tu? Io se abbasso la testa sento tanti sassolini-” un singhiozzo. “…che mi vanno da un orecchio all’altro.”

“Che strazio che sei. Mai più alcool per te.” poi si accucciò, scrutando attentamente le chiavi che la maga portava in vita.

“No, che ingiustizia! Voglio bere ancora!”

“E adesso qual è la chiave giusta?”

Lei portò una mano al mazzo di chiavi, senza guardare, cercando di riconoscere quella giusta al tatto. “E’ quella più grande, credo.”

Natsu allontanò bruscamente la sua mano, infastidito. “Vuoi stare ferma? Così non aiuti.”

Per qualche strano motivo, il vederlo in difficoltà la fece ridere di gusto, poi gli posò una mano sul capo.

“Sai Natsu, i tuoi capelli li trovavo buffi all’inizio, ma ora credo di essermi abituata.” si prese una breve pausa per contemplare il bizzarro colore di capelli dell’altro, accarezzandogli il capo come se fosse un animaletto. “Li tingi?”

Lui si alzò improvvisamente in piedi, tendendo una chiave verso l’alto. “Trovata!”

Dopo qualche difficoltà, riuscì infine ad aprire il portone, e accompagnò Lucy fino alle scale.

“Riesci ad andare su?”

“Certo certo, devo solo ricordare come si fanno le scale.” la maga donò all’altro un sorriso non troppo rassicurante.

Il Dragon Slayer sbuffò. “Mentre ci pensi ti aiuto a salire, ok?”

Dopo qualche istante di riflessione, lei acconsentì.

“Maledizione Lucy, mi devi un favore!” poi la prese tra le braccia.

Lei si aggrappò al suo collo e appoggiò la testa sul suo petto caldo, chiudendo gli occhi e sorridendo.

“Sei davvero comodo.”

Inspirò profondamente il suo odore: le sembrava di sentire un vago aroma di muschio, il profumo dell’ombra di una fresca pineta; spostò leggermente il capo e incontrò il calore della sua sciarpa che le accarezzò il viso.

Continuò a sorridere nel pensare che avrebbe voluto restare in eterno.

Una volta raggiunto il piano superiore Natsu la lasciò andare con delicatezza, aprì la porta del suo appartamento e la condusse fino al letto.

“Bene, hai bisogno di qualcosa? Acqua, cibo-”

La maga scosse subito il capo, gli occhi ancora chiusi. “No, dammi solo una mano a spogliarmi.”

“Cosa?”

“Voglio il mio pigiama!” e tentò di sbottonarsi, invano, la camicia.

“Va bene, va bene, ma smettila di urlare, ok?”

Si accucciò davanti a lei, seduta sul letto, e prese a sbottonarle la camicia con qualche difficoltà, imprecando contro i bottoni ritenuti eccessivamente piccoli.

Per tutto il tempo lei lo osservò, un leggero sorriso che ancora le accarezzava il volto dalle gote eccessivamente rosse a causa dell'alcool, e quando sentì la sua mano ruvida sfiorarle accidentalmente il seno, le parve di vederlo arrossire come mai prima d’allora.

Lucy tentò di chiedergli se si sentiva in imbarazzo, del perché era arrossito in quel modo; dopotutto, in passato, l’aveva già toccata dove non avrebbe mai dovuto, le sue mani avevano già più che sfiorato il suo corpo intero, anche se solo per caso, ma da quel che dava a vedere non si era mai dimostrato in imbarazzo, né le sue guance si erano mai colorite in quel modo.

Ma ormai a Lucy costava fatica anche solo cercare di parlare, così tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu solo un lamento indistinto.

“Ce- ce la fai a toglierti la gonna da sola?” domandò poi lui alzandosi di nuovo in piedi e spostando lo sguardo lontano da lei.

La maga si alzò dal letto aggrappandosi ad un braccio del Dragon Slayer, le gambe che sembrava dovessero cederle da un momento all’altro.

“La…la cintura…” mormorò lei, quelle poche sillabe che si dispersero rapidamente nel silenzio della stanza, mentre i loro corpi continuavano a sfiorarsi.

Senza che dovesse aggiungere altro, Natsu gliela slacciò e, mentre Lucy si riaccomodava sul letto dopo essersi tolta la gonna, lui le prese il pigiama; aveva passato così tanto tempo in quella casa che sapeva esattamente dove trovare qualsiasi cosa.

Senza perdere troppo tempo, si accovacciò un’ulteriore volta ai suoi piedi, e la aiutò ad infilare i pantaloni.

“Mi…mi sembra che tu ti sia inginocchiato molte volte, oggi.” constatò Lucy tentando un sorriso, la voce altalenante ridotta ad un sussurro.

Lui non negò. “E tra l’altro solo per te.” aggiunse invece infilandole la maglietta. “Ecco fatto.”

Rimase ancora qualche momento inginocchiato davanti alla maga, osservandola profondamente.

Lei non poté fare a meno di appoggiare la sua fronte a quella di lui, poi gli passò una mano tra i capelli ispidi, chiuse gli occhi.

Sentiva il suo respiro caldo lambirle il volto, percepiva la presenza delle sue labbra ad appena un sospiro dalle sue.

Lucy fece una fatica immane nel richiamare a sé la forza necessaria per pronunciare le sue ultime parole per quella giornata.

“Quanto ti vorrei baciare.”

Passarono alcuni secondi di silenzio, o forse ore; Lucy non lo sapeva, aveva perso la cognizione del tempo già da molto.

Sentì una mano calda e ruvida accarezzarle una guancia, ma con estrema delicatezza.

“Anch’io.”

Poi nient’altro, solo buio.

Nero.

 

Angolo Autrice:

Lo so, è passata davvero un’infinità di tempo dall’ultimo aggiornamento, e mi scuso per questo terribile ritardo ;w; (Ma ormai credo che abbiate capito che sono una ritardataria cronica……)
E niente, ecco a voi quello che dovrebbe essere il penultimo capitolo! –cosa di cui in realtà non sono ancora certa; avevo pensato di scrivere anche un breve epilogo dopo il settimo e ultimo giorno, ma devo ancora valutare bene l'idea-
Naturalmente mi auguro vi sia piaciuto e, anche se risulterò monotona, non posso fare a meno di continuare a ringraziarvi per leggere questa storia ;///;
Ora che l’estate è vicina (ergo meno impegni~) mi piacerebbe aggiornare entro un mesetto, MA tra studio (sempre e comunque presente) e cose varie (tipo il Rimini Comix uhuhuh, che a proposito, non è che là incontrerò qualcuno di voi in incognito? **) non so se ciò sia fattibile ;w;
Bene, visto che ho sproloquiato anche stavolta, credo sia giunto il momento di salutarvi!
A presto spero

Shi

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Capitolo 8
*** Giorno 7 ***


GIORNO 7 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE

GIORNO 7

 

Lucy fece un paio di respiri pesanti, gli occhi ancora pregni di sonno per essere aperti; si accoccolò meglio accanto a quella fonte di calore che le aveva tenuto compagnia per tutta la notte, mentre un sorriso involontario le si dipinse in volto.

Un leggero profumo muschiato estremamente familiare al suo olfatto le pizzicò il naso e, facendosi guidare dall’istinto, appoggiò il capo su quella pelle ruvida che avrebbe riconosciuto tra mille, inalando a pieni polmoni quell’odore così particolare.

Si stiracchiò leggermente, e con non poca fatica riuscì finalmente a socchiudere gli occhi: accanto a lei Natsu dormiva tranquillamente, scomposto, con un braccio e una gamba che uscivano pericolosamente dal letto, le lenzuola candide che lo coprivano fino al bacino che contrastavano con la sua carnagione olivastra, l’addome nudo che si abbassava ritmicamente ad ogni lento respiro che usciva dalla sua bocca dolcemente socchiusa.

Lucy si prese qualche momento per contemplare il viso sereno del Dragon Slayer ad appena qualche sospiro di distanza dal suo, la testa ancora appoggiata sulla sua spalla scomoda.

Avrebbe voluto sfiorare quel volto, accarezzarlo delicatamente senza il timore di poterlo svegliare, ma non ce la fece; la sua mano rimase immobile sul ventre di Natsu.

La maga corrucciò la fronte, come destatasi da un sogno bizzarro, rendendosi improvvisamente conto che stava abbracciando quel ragazzo mezzo nudo nel suo letto.

Si sedette, i pochi ricordi del giorno precedente rischiosamente confusi.

“Cos’è successo?” si trovò a chiedere, senza però sapere se voler sentire davvero la risposta.

Scosse con vigore il Dragon Slayer, ancora beatamente addormentato accanto a lei. “Natsu svegliati, cos’è successo?!”

Come unica risposta l’altro si girò lentamente dall’altra parte, emettendo qualche suono indistinto con la voce impastata dal sonno.

Con qualche difficoltà, Lucy riuscì a buttarlo giù dal letto con un tonfo sordo, accorgendosi solo in quel momento dei vestiti sparsi a terra di lui.

Dopo qualche lamento, Natsu si sedette sul pavimento a gambe incrociate, massaggiandosi la testa. “Oi, ma che modi sono?!”

“Cos’è successo questa notte?” Lucy si portò una mano alla fronte, il capo che aveva iniziato improvvisamente a pulsarle di dolore.

“Secondo te? Eravamo a let-”

La maga non lo lasciò terminare, e si accasciò sul cuscino piagnucolando. “No no no, non può essere…non può…essere…”

Non può essere successo davvero, come siamo arrivati a questo?! E ieri cosa è accaduto, perché non ricordo niente-

“Lucy?”

Lei si girò, le sopracciglia corrucciate, in volto l’espressione sofferente e timorosa di chi sta aspettando una brutta notizia.

Natsu la stava osservando colmo di perplessità. “Abbiamo dormito.”

Solo il silenzio riempì gli istanti successivi.

Lucy fece vagare lo sguardo per tutta la stanza prima di parlare, parte del viso ancora sprofondata nel cuscino. “E…basta?”

“Sei delusa?” domandò inaspettatamente lui, un sorriso furbo che gli colorò il volto.

La ragazza tornò rapidamente a sedersi sul letto. “No no, anzi, anzi…” agitò convulsamente le mani, un leggero rossore le tingeva le gote. “E’ che…ahm…cos- perché tu stavi dormendo nel mio letto? Perché io stavo dormendo con te nel mio letto? Perché stavo dormendo abbracciata a te nel mio letto?!” senza rendersene conto, la sua voce si faceva sempre più alta e acuta mentre poneva quei quesiti.

“Lucy, troppe domande in una volta. Lo sai benissimo che dormo nel tuo letto perché è comodo. E tu dormivi nel tuo letto perché- bè, perché è il tuo letto. E immagino che mi stessi abbracciando perché mi ritieni comodo, o almeno questo è quello che mi hai detto ieri sera mentre ti accompagnavo in braccio.” una pausa. “Davvero mi stavi abbracciando?”

Una risatina nervosa. “Ah no, insomma…bè no, certo che no è che- aspetta, mi hai accompagnata in braccio?” più parlava con lui e più i suoi ricordi si facevano confusi.

L’altro annuì serio. “Non ricordi proprio niente di ieri?”

Lucy si concentrò, cercando di richiamare alla sua mente qualche frammento di ricordo che potesse aiutarla a ricostruire la giornata precedente. “Ricordo solo che eravamo alla gilda e…c’era una gara?” andò a cercare con lo sguardo il segno di assenso dell’altro. “E poi…” corrucciò le sopracciglia. “…no, nient’altro.”

“Ti sei presa una bella sbronza, Lucy.”

“Cosa?!”

“Ti è servito appena qualche boccale e bam, ubriaca fradicia!” Natsu rise di gusto prima di continuare. “Non riuscivi nemmeno a stare in piedi da sola, così ti ho accompagnata a casa.” una breve pausa. “…mi dispiaceva lasciarti sola in quelle condizioni, così sono rimasto.” aggiunse poi quasi sussurrando, lo sguardo abbandonato su un punto indefinito della stanza.

Per qualche strano motivo, la maga rimase quasi sorpresa da quella spiegazione. “Ah…grazie allora.” non sapeva cos’altro aggiungere.

Finalmente Natsu si alzò in piedi e cominciò a vestirsi; Lucy fece per scendere dal letto ma si bloccò non appena i suoi piedi toccarono terra.
Appoggiò le mani sul bordo del materasso, stringendo involontariamente le lenzuola.

“Ieri…ho fatto qualcosa di stupido?” chiese lei a mezza voce.

“Mmmh…no, niente che nessun ubriaco non avrebbe fatto.” scherzò il Dragon Slayer.

Lei annuì, gli occhi puntati sul pavimento. “Ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire?”

A quella domanda il ragazzo si bloccò.

Rimase immobile per qualche istante, gli occhi quasi spalancati che fissavano un punto lontano. “Hai detto…” la sua voce sembrava quasi irreale, come una debole eco proveniente da un passato incerto.

Improvvisamente riprese a muoversi, infilando la giacca. “…hai detto tante cose ieri…non- non ricordo.”

La maga strinse più forte le lenzuola, un leggero tremolio delle mani che accompagnò quel gesto.

Aveva come l’impressione che le stesse sfuggendo qualcosa, come se Natsu la stesse tenendo all’oscuro di un segreto che lei stessa aveva rivelato ma che poi aveva rimosso dalla sua memoria.

Il ragazzo indossò velocemente la sciarpa e spalancò le finestre. “Ci vediamo alla gilda?”

Lucy si alzò in piedi barcollando, il dolore alla testa che si fece nuovamente sentire.

“Non lo so, magari resto un po’ a casa a riposare…”

“Ma non parteciperai anche tu a Miss Fairy Tail?”

“Ah…è oggi, me ne ero dimenticata…vedo come mi sento più tardi.” cercò di accompagnare quell’affermazione con un sorriso, invano.

Il Dragon Slayer annuì semplicemente, poi uscì dalla finestra con un balzo, lasciando la maga sola con i suoi ricordi sfocati e i suoi pensieri oscillanti come un’onda nel mare.

La maga rimase a fissare quella finestra aperta per un periodo di tempo che le riuscì difficile determinare.

Si sentiva estremamente stanca, e se fosse svenuta non si sarebbe di certo stupita; tentava imperterrita di ricordare qualcosa della giornata precedente, ma i suoi ricordi si fermavano appena all’inizio del pomeriggio: da quel momento in poi non aveva più alcuna memoria come testimone della sua effettiva esistenza.

Si sedette alla scrivania, le fitte lancinanti alla testa che si facevano sempre più frequenti e dolorose, come a volerla ammonire che ogni sforzo per ricordare era pressoché inutile e penoso.

Fece un paio di respiri profondi, cercando di eliminare quell’ansia che le aveva improvvisamente attanagliato il corpo e la mente, rendendola sempre più debole.

E’ inutile provare a ricordare, devo fidarmi di quello che ha detto Natsu. E se mai avessi detto o fatto qualcosa di estremamente stupido, è evidente che la colpa sarebbe dell’alcool.

Ma quei pensieri non l’aiutarono affatto a calmarla.

Si prese la testa dolorante tra le mani, chiuse gli occhi per qualche istante.

Un’immagine assolutamente inaspettata illuminò il buio della sua mente: un campo di grano dorato, gli ultimi spasmi di un tramonto rosato che coloravano il cielo; un odore fresco di terra le aleggiava intorno, le spighe ispide le punzecchiavano le gambe e, sotto un vento caldo ma non afoso, esse ondeggiavano lievemente, producendo un fruscio allegro.

Si sentì improvvisamente ispirata da quella visione.

Prese il primo foglio che le  capitò sottomano, afferrò una penna e iniziò a scrivere.

Le parole sembravano fluirle naturalmente dal cuore per poi riversarsi nella sua mano, che procedeva nella scrittura senza esitazioni.

Mano a mano che l’inchiostro si spandeva sul foglio, sul volto della ragazza si formava un sorriso sincero, quasi commosso.

Non ne sapeva il motivo, ma quella semplice immagine che la sua mente aveva deciso di donarle, le aveva finalmente fatto tornare l’ispirazione per scrivere.

Era un’immagine tanto semplice quanto importante.

Era un’immagine dell’estate.

 

*

 

Lucy rilesse per l’ennesima volta la poesia che aveva composto.

Aveva perso il conto di quante volte avesse riletto quelle parole, e nonostante si sentisse complessivamente soddisfatta di ciò che aveva creato, le sembrava che mancasse qualcosa.

Aveva descritto alla perfezione l’immagine che le era balenata nella mente qualche tempo prima, eppure le pareva di aver dimenticato un dettaglio di estrema importanza, un dettaglio che forse non era nemmeno presente in quella breve visione.

Camminava su e giù per il suo piccolo appartamento, i passi lenti e brevi, una mano che stringeva il foglio e l’altra che le tormentava le labbra.

Più ripeteva quelle parole, più la mancanza di quel dettaglio a lei ignoto la infastidiva.

Ma come posso scrivere di qualcosa a me sconosciuto? Non so nemmeno io di cosa si tratta…

Abbandonò il foglio sul letto, continuò a camminare lentamente coprendosi il volto con le mani.

Più ci pensava e più quel dettaglio sembrava sfuggirle, come se la sua mente volesse tenerla all’oscuro di tale particolare.

Fece un lungo e pesante sospiro in segno di resa. “E’ inutile, dovrò farne a meno.”

Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra; non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando Natsu se ne era andato, ed evitò volutamente di guardare l’orologio.

Rilesse un’ultima volta la poesia, e in quel momento decise che avrebbe partecipato a Miss Fairy Tail.

In realtà non le importava affatto del premio che avrebbe potuto vincere, sentiva solo il forte bisogno di leggere la sua opera a voce alta, davanti a una folla di persone.

In realtà non le importava nemmeno della folla nel suo insieme, ma sentiva solo il bisogno che Natsu la ascoltasse.

Si vestì più lentamente di quanto avrebbe dovuto, sovrappensiero, e uscì con solo quel foglio tra le mani.

In quel momento sentì di non aver bisogno d'altro.

 

*

 

“Mira! Sono qui per iscrivermi al concorso, quando inizia?”

La barista squadrò Lucy dubbiosa da dietro il bancone, un sorriso debole accompagnò le sue parole. “Ahm…veramente è finito circa un’ora fa.”

“…ah.”

Mirajane abbassò lo sguardo e, percependo la forte delusione della bionda, aggiunse un semplice “Mi dispiace.”

Lucy cercò di scacciare quell’improvviso sentimento di sconforto che le aveva attanagliato il cuore con prepotenza.

Fece fatica a mettere insieme più di qualche parola. “Non- non è niente. E chi ha vinto?”

L’altra maga sorrise sinceramente, inclinando leggermente la testa. “Wendy.”

Lucy non si aspettava minimamente di udire quel nome; si sedette su uno sgabello, onestamente interessata.

“Alla fine ha partecipato anche lei?” era una domanda retorica, ma aveva bisogno di un’ulteriore conferma.

Mirajane annuì contenta. “Sì, la sua è stata un’esibizione davvero carina.” una pausa in cui fece vagare il suo sguardo oceanino per tutta la gilda, indicando poi un punto lontano. “Ora è là che festeggia.”

La maga degli spiriti stellari si voltò, posando i suoi occhi su un tavolo allegro circondato dalla maggior parte dei maghi della gilda.

Wendy sorrideva imbarazzata ma felice, e parlava allegra con tutte le persone che aveva intorno; Natsu, seduto scomposto al suo fianco, le dava di tanto in tanto qualche leggera pacca sulla spalla, evidentemente orgoglioso della piccola Dragon Slayer.

Lucy faticò a voltarsi di nuovo verso la barista. “Dopo andrò a complimentarmi con lei.” un sorriso dolce le illuminò il viso.

“Tu che esibizione avresti portato?” le domandò affabile Mirajane mentre riempiva un paio di boccali.

Ci fu un momento di silenzio prima che l’altra riuscisse a rispondere. “Ahm…avrei letto una poesia, niente di che.” appoggiò sul bancone il foglio che fino ad allora aveva tenuto ben stretto tra le mani.

La barista avrebbe voluto chiedere qualcosa a riguardo, ma Lucy bloccò la sua domanda sul nascere. “Mira, posso averne uno anch’io?” chiese indicando i boccali.

L’altra maga dapprima corrugò la fronte, poi si aprì in un sorriso. “Ma certo.” una lunga pausa accompagnò i suoi movimenti esperti che andarono a riempire un bicchiere per Lucy. “Ti ricordo però che tu e Natsu mi dovete pagare ancora tutti quelli di ieri.”

La maga degli spiriti stellari alzò un dito per ribattere, aprì la leggermente la bocca, ma poi si trattenne.
Non voleva più pensare a ciò che era accaduto il giorno prima, così si limitò ad annuire e a mordersi il labbro inferiore.

Bevve tutto il contenuto del suo boccale in appena un paio di sorsi, poi si alzò. “Aggiungi anche questo al conto, non ho soldi con me.”  e senza aspettare la risposta di Mirajane, si allontanò, decisa ad unirsi al resto del rumoroso tavolo in fondo alla sala.

Ad appena qualche passo dal raggiungere i suoi compagni, essa si bloccò.

Restò a guardali attentamente per diversi istanti, beandosi delle loro risate e delle loro voci allegre, sorridendo al pensiero di quanto bene voleva ad ognuno di loro.

Ma la sua attenzione venne catturata specialmente da Juvia: era seduta a parlottare amichevolmente con la sua vicina e, per qualche strana ragione, Lucy la trovò estremamente diversa.

Sembrava rilassata, in pace con sé stessa; sorrideva sinceramente, i suoi occhi ravvivati da una luce nuova.

Poco distante da lei, in piedi ed appoggiato ad una colonna, Gray stava guardando dolcemente la maga dell’acqua, un leggero sorriso che gli increspava le labbra e che non riusciva a nascondere.

Lucy si sentì profondamente colpita da quell’immagine; era la prima volta che vedeva Gray guardare Juvia da lontano e non il contrario.

La maga degli spiriti stellari sorrise nostalgica quando ripensò al loro bacio, intravisto appena qualche sera prima.

Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri, poi si avvicinò a Wendy.

“Wendy, congratulazioni! Ho sentito che hai vinto il concorso!”

“Lucy-san!” l’altra le regalò un enorme sorriso. “Sì, all’inizio ero agitata, ma poi è andato tutto per il meglio!”

Lucy si rese conto che la stava ascoltando appena. Sentiva gli occhi di Natsu puntati su di lei, e la distraevano profondamente.

La voce del Dragon Slayer le fece provare un tuffo al cuore. “E’ stata davvero brava!” donò a Wendy l’ennesima pacca sulla spalla e un sorriso smagliante. “E tu Lucy? Stai meglio?”

La maga cercò di guardarlo, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo per più di qualche istante.

“Sì, sto bene…” le sembrò di mentire. “Ora però torno a casa, mi sento ancora un po’ debole.” nemmeno lei sapeva se stesse dicendo la verità.

Dopo qualche breve e rapido saluto, uscì dalla gilda.

L’aria fresca della sera imminente le punzecchiava la pelle e le scompigliava lievemente i capelli, che le solleticavano allegramente il collo.

Incrociò le braccia, abbassò lo sguardo sulla strada che si muoveva lentamente sotto i suoi piedi.

Perché non sono riuscita a guardarlo? Perché adesso mi costa fatica anche solo guardare il suo volto?

Inspirò e trattenne il fiato.

Non posso andare avanti così.

Espirò.

Devo dirgli cosa provo, è l’unica soluzione.

Inspirò.

Lui non si accorgerà mai che non lo vedo più come un amico.

Espirò.

E a me non va di stare male per questa cosa.

Inspirò.

Devo solo non fare supposizioni sulla sua potenziale reazione. Se non ricambia i miei sentimenti, fa lo stesso.
Lucy stai calma; alla prossima occasione gli dirai tutto, lui ti dirà qualcosa come mi dispiace Lucy, ma per me sei solo un’amica e tutto tornerà come prima.
Devo solo sentire quelle parole dette da lui e mi metterò il cuore in pace.
Andrà tutto bene-

Tossì.

Si era dimenticata di espirare.

Mi ero detta di non fare supposizioni…

Tornò a respirare regolarmente.

Sovrappensiero, raggiunse la sua abitazione prima di quanto non si aspettasse.

Non appena entrò in casa corse ad aprire la finestra della sua stanza; non sapeva perché, ma le sembrava la cosa più giusta da fare.

Una folata di vento però sparse i fogli che teneva sulla scrivania per tutto l’appartamento.

Sbuffando, iniziò a raccoglierli lentamente.

“Il foglio!” improvvisamente si ricordò di aver dimenticato la poesia sul bancone della gilda.

Si sedette a terra, appoggiando la schiena contro il bordo del letto, lasciando cadere i pochi fogli che aveva raccolto di nuovo sul pavimento.

Si portò le ginocchia al petto, su cui poi appoggiò le braccia.

E’ una stupida poesia sull’estate, di che mi preoccupo? Mira l’avrà già buttata…e in ogni caso posso sempre riscriverla, l’ho letta così tante volte che l’ho praticamente imparata a memoria.

Appoggiò la testa sulle braccia.

O forse l’ho sempre saputa?

Restò in quella posizione per un tempo che le riuscì difficile stabilire, ma era quasi certa che passarono ore; rischiò di addormentarsi più di una volta, ma non voleva andare a letto, non doveva.

“Lucy?”

Poi di nuovo quella voce, di nuovo un tuffo al cuore.

Forse era quello che stava aspettando.

“Ciao, Natsu.” la sua voce risultò più fredda e distaccata di quanto non volesse.

Il Dragon Slayer balzò all’interno della casa.

“Mira mi ha chiesto di riportarti questo, l’hai dimenticato alla gilda.” e le allungò un foglio ripiegato che essa riconobbe immediatamente.

“Ah…grazie, ma non ce n’era bisogno.”

Appoggiò di nuovo la fronte sulle braccia, abbandonate a loro volta sulle sue ginocchia.

E’ il momento, glielo devo dire, o adesso o mai più.

Forse è meglio mai più.

Sentì un nodo alla gola.

No no no, Lucy smettila, almeno alza la testa e guardalo in faccia.

“Lucy?”

Il cuore della maga iniziò ad accelerare inevitabilmente il ritmo dei battiti.

Perché continua a ripetere il mio nome, so come mi chiamo, perché non se ne sta zitto e-

“Oi, Lu-”

“Natsu, devo dirti una cosa.” la sua voce fuoriuscì incredibilmente atona.

L’altro non rispose, solo un silenzio pesante colmò quel vuoto di parole.

Il ragazzo non sembrava nemmeno voler chiedere spiegazioni, tanto che Lucy alzò finalmente il capo per accertarsi che fosse ancora lì.

Effettivamente stava ancora in piedi davanti a lei, un’espressione indecifrabile sul volto illuminato appena dalla debole luce della luna.

Infine si degnò di risponderle. “Dimmi.” poi si sedette a terra di fronte a lei, le gambe incrociate che sfioravano i suoi piedi.

Lucy spostò lo sguardo da un lato, il pavimento ancora cosparso di fogli le sembrò improvvisamente interessante.

Si schiarì la gola, ma non riuscì a parlare.

In realtà non sapeva nemmeno se voleva parlare.

Il cuore continuava a martellarle nel petto, quasi impedendole di respirare correttamente.

Passò quasi un minuto di totale silenzio, interrotto soltanto da qualche lieve fruscio di alcuni fogli mossi dal vento.

Poi la voce di Natsu la fece trasalire. “Mentre venivo qua ho letto quella poesia…non me ne intendo di queste cose, ma mi sembra bella.”

La maga spalancò gli occhi, sentì le guance accaldarsi improvvisamente.

“So- sono felice…che ti sia piaciuta.” deglutì a vuoto.

Nonostante avesse i piedi a contatto con la pelle di Natsu, li sentiva estremamente freddi; non riusciva a capire se il tremolio che percepiva fosse dato effettivamente dal freddo o dall’agitazione.

“E’ una poesia sull’estate” continuò lui appoggiando le mani sulle ginocchia.

Lucy annuì semplicemente, anche se non avrebbe voluto farlo.

Una breve pausa. “Hai freddo, Lucy?”

Lei impiegò più di qualche istante per rispondere; strinse i pugni, digrignò i denti.

“No.”

“Ma i tuoi pied-”

“No.” stava appena sussurrando, ma la sua voce risultò così decisa che sentì Natsu irrigidirsi.

“Perché sei così stupido e ingenuo e-”

“Oi, ti ho solo chiesto se avevi fred-”

“No!” urlò.

Poi tornò a mormorare. “No. Non è una poesia sull’estate…è una poesia su di te.” confessò più a se stessa che al diretto interessato.

Avrebbe voluto guardare il viso del Dragon Slayer, ma si ritrovò a chiudere gli occhi.

Avrebbe voluto allontanarsi da lui, ma rimase seduta immobile nella speranza che nemmeno lui si muovesse.

Avrebbe voluto baciarlo, ma si morse semplicemente le labbra.

Avrebbe voluto fare tante cose contrastanti, ma non sapeva nemmeno se una di loro fosse la cosa giusta da fare.

Si affidò unicamente alle sue corde vocali, sperando che non la tradissero, lasciando finalmente libere tutte quelle parole che nemmeno lei stessa pensava fossero prigioniere nel suo cuore, nella sua mente, nella sua gola.

“Non capisco mai se fai finta di non capire o se non capisci davvero. Non capisco mai cosa pensi quando mi guardi con quello sguardo neutro. Non capisco mai se fingi di non notare certe cose o se non te ne accorgi veramente, non capisco se quando scherzi una parte di te faccia sul serio, non capisco se-” la sua voce si spezzò; sentì gli angoli degli occhi inumidirsi, e più teneva lo sguardo basso, più correva il rischio che una lacrima le solcasse una guancia.

“Non capisco…odio tutte queste cose di te.”

Natsu non intervenne e la lasciò continuare.

Lucy sentiva i suoi occhi attenti puntati sul suo volto, ma non aveva la forza di voltare il capo per verificare se fosse davvero così.

Ormai sentiva le parole esondare dalla sua bocca, e anche solo tentare di fermarsi le sembrava inutile.

“E odio anche quando entri dalla finestra, odio quando resti a dormire da me e io sono costretta a stare sul pavimento in uno schifoso sacco a pelo, odio quando non mi presti la tua giacca se ho freddo, odio quando non riesci a stare zitto, odio quando dovresti dire qualcosa ma non lo fai, odio quando continui a ripetere il mio nome, odio-”

Natsu si mosse.

Si inginocchiò, poi le prese il volto tra le mani, costringendola a guardarlo.

Il suo sguardo era così acceso e deciso che Lucy non riuscì più a staccare i suoi occhi da lui, quasi per timore.

“Lucy, anch’io odio tantissime cose di te.”

Poi posò le labbra sulle sue.

Lucy si immobilizzò.

Sentì il respiro troncarsi nel petto.

Gli occhi spalancati sulle palpebre chiuse del Dragon Slayer.

Un ciuffo di capelli rosa le solleticò una guancia.

Un tramonto rosato di un pomeriggio estivo.

La maga chiuse lentamente gli occhi.

Inalò il suo profumo.

L’odore muschiato della terra.

Sentì la sua pelle ruvida sfiorarle un polpaccio.

Le spighe che mi circondano le gambe.

Lo sentì riprendere fiato per un brevissimo istante.

Il fruscio di un vento caldo.

Sorrise, la bocca di lui ancora sulla sua.

Si sedette più comodamente per rispondere meglio a quel bacio.

Sentiva il suo calore abbracciarla, toccarla, sfiorarla, un calore forte ma dolce, non opprimente.

La sua bocca era ancora più calda di quell’abbraccio, della sua pelle che continuava a solleticarle il corpo.

Avrebbe voluto che quel bacio durasse in eterno, di questo era finalmente certa; ma si staccò lentamente da lui, il suo viso che la seguì per qualche istante come un magnete segue il ferro.

Le loro labbra erano ancora terribilmente vicine.

Lucy spostò ritmicamente il suo sguardo dagli occhi alla bocca di lui, ancora leggermente socchiusa.

“Quello…quello che stavo cercando di dire è che…credo di essermi innamorata di te.” sussurrò.

“Lo so, me lo hai detto anche ieri sera.”

“Co-cosa?” la maga corrugò la fronte e increspò le labbra, confusa.

Lui non diede nessuna formale spiegazione. “Ma sono felice che tu l’abbia ridetto, soprattutto senza essere ubriaca.” sorrise, poi riprese a baciarla.

Lei non obiettò, e rispose con vigore a quel nuovo bacio.

Dopo pochi istanti però si separò nuovamente da lui. “Aspetta! Tu…tu mi hai baciata!”

Natsu la osservò, disorientato da quell’affermazione. “Sì ma…mi ha baciato anche tu, insomma-”

“No, cioè…quello che-” la maga si alzò rapidamente e corse verso la scrivania.

Oggi è l’ultimo giorno, l’ultimo giorno in cui posso vincere quella scommessa! E visto che mi ha baciata…

Non che le importasse più di tanto di quella stupida scommessa, ma quel bacio sarebbe stato ancora più gradito se fosse stato l’emblema della sua vittoria.

Afferrò agitata l’orologio sulla scrivania.

Lo fissò per qualche momento, incredula.

Sorrise.

Sentì avvicinarsi Natsu alle sue spalle. “Cos’è successo?”

Gli mostrò l’orologio: segnava mezzanotte e quattro minuti.

“Hai vinto.”

Natsu osservò dubbioso prima l’ora e poi la maga. “Vinto cosa?”

“La scommessa.”

“Quale scommessa?”

Lucy appoggiò l’orologio sulla scrivania con più forza del previsto, producendo un rumore sordo che si propagò per tutta la stanza.

Si voltò verso Natsu, fissandolo minacciosa. “Quella che abbiamo fatto una settimana fa.”

Lui si portò una mano alla nuca, per poi spostare il suo sguardo da un estremo all’altro della camera. “Ah sì…qu- quella scommessa, certo…”

La maga alzò le braccia al cielo, rabbiosa. “Non mi dire che te ne eri dimenticato!” iniziò a camminare nervosa su e giù per la stanza.

“Ma certo che n-”

Non lo lasciò terminare.

Io tutta questa settimana sono stata in ansia, ho cercato di inventare non so quanti modi diversi per farmi baciare da te, ho cercato persino di sedurti mentre tu…tu avevi dimenticato la scommessa?!”

“Aspetta, tu hai cercato di sedurmi?”

Lucy aprì la bocca, sconvolta. “Non te ne sei nemmeno accorto?!”

Lui fece spallucce, inarcò la bocca in una smorfia. “La seduzione è un'arte, Lucy, e tu mi sembri tutto tranne che un'artista.

La maga chiuse gli occhi per qualche istante prima di rispondere, adirata. “Inserisci anche mi dici sempre cose cattive nella lista delle cose che odio di te.

“Oooh avanti Lucy, non è veroma poi, di cosa trattava questa scommessa?”

Lei lo fulminò con lo sguardo ed inspirò profondamente, cercando di calmarsi. “Senti, non importa.”  iniziò a raccogliere i fogli ancora tutti sparsi a terra, inevitabilmente furiosa.

“E dai Lucy, perché te la devi prendere per tut-”

Un ulteriore sguardo minatorio gli ordinò di non continuare.

Natsu si coricò stremato sul letto, sospirando.

Prima che la maga tornasse all’attacco passarono diversi minuti, nei quali riuscì finalmente a sbollire la sua ira. “E’ davvero un peccato che ti sia dimenticato di questa scommessa, perché il premio in palio ti piaceva parecchio.”

Il Dragon Slayer alzò il capo. “Eh? Quale premio?”

“Se tu avessi vinto, avresti potuto dormire nel mio letto per ben due mesi.” un sorriso compiaciuto si dipinse sul volto della giovane.

Natsu si sedette rapidamente. “Due mesi?! Quindi io potrei dormire su questo materasso per due mesi?!”

Lei non rispose, si limitò ad inarcare le sopracciglia mentre continuava a raccogliere fogli.

“Da quello che hai detto, io tecnicamente ho vinto questa scommessa…”

“Sì, mi hai baciata dopo la mezzanotte, quindi la settimana che ci eravamo dati come tempo limite era già scaduta.”

“Perciò potrei restare qua a dormire già da stasera.” azzardò lui.

Lucy finì di sistemare tutti i fogli sulla scrivania prima di rispondere. 
Si avvicinò a lui e gli stampò un inaspettato bacio sulle labbra. “Questa volta credo non mi dispiacerebbe affatto.” sussurrò sorridendo.

Ci fu qualche momento di silenzio.

“Natsu?”

“Mmh?”

“La tua bocca sa…sa di fiammifero bruciato.” constatò infine lei, lambendosi con la punta della lingua un angolo delle labbra.

“Ho sempre questo gusto in bocca.”

“Ah. Dovrò abituarmi allora.” si ritrovò a sorridere di nuovo nell’osservare quel volto tanto conosciuto quanto amato.

Finalmente aveva trovato quel dettaglio che mancava sia alla sua visione che alla sua poesia.

Il sapore dell’estate.

Ma sapeva di fiammifero, e non era certo una cosa così romantica da essere inserita in una sentimentale visione di un campo di grano né tantomeno in una poesia.

Eppure stranamente le piaceva.

Forse dovrei scommettere più spesso.

 

Angolo Autrice:

Dopo un anno giusto dalla pubblicazione del primo capitolo, sono finalmente riuscita a concludere questa storia, e spero che il finale non vi abbia deluso ;w; Naturalmente, se vi va, fatemi sapere le vostre opinioni e i vostri pareri, sono sempre ben accetti!
Alla fine Natsu ne è uscito vincitore, ma anche Lucy ha avuto la sua fetta di vittoria~
Credo che ormai lo sappiano tutti, ma mi sento in dovere di specificare che la parola natsu, in giapponese, significa estate, e ho quindi provato a giocare (passatemi l’espressione, non so se ce l’ho fatta, lol) con questo termine.
Infine, vi informo che mi sono decisa a scrivere anche il breve epilogo di cui vi ho accennato la volta scorsa, e posso dirvi con certezza che sarà pubblicato il 31 agosto (questa volta prometto che non ritarderò, vi do la mia parola uù). Sarà ambientato qualche mese dopo questo settimo giorno e sarà davvero breve, ma spero lo apprezzerete lo stesso ;w;
Naturalmente vi ringrazio per aver seguito questa storia fino alla sua conclusione, ma visto che qua gli angoli autrice si fanno sempre più lunghi, vi ringrazierò come si deve alla fine dell’epilogo, quando sarà tutto effettivamente finito (gioite, per questa volta vi siete risparmiati sdolcinati e commossi ringraziamenti).
Non mi resta che salutarvi, e spero di ritrovarvi tra una dozzina di giorni!

Shi

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Capitolo 9
*** Giorno X ***


GIORNO X - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E’ UN’ARTE


GIORNO X

 

Una brezza leggera entrava a correnti intermittenti dalla finestra leggermente scostata.

Lucy rabbrividì lievemente quando una folata fresca e delicata le raggiunse le gambe e si insinuò fino alle ossa.

Il sole del mattino era ancora troppo debole e pallido per riscaldare l’aria, e appena qualche raggio delicato filtrava attraverso le tende della cucina.

La maga, seduta a tavola, assaporò quell’atmosfera così calma e serena per qualche istante e, dopo aver bevuto un piccolo sorso di the, continuò a leggere il suo libro.

Un frastuono proveniente dalla camera da letto ruppe quella quiete così pura, seguito da un paio di imprecazioni che fecero sospirare Lucy con rassegnazione.

Qualche momento dopo, Natsu comparve sulla soglia della cucina, completamente nudo, mentre malediceva a gran voce gli abiti sparsi sul pavimento della camera da letto, su cui probabilmente aveva appena inciampato.

La ragazza alzò gli occhi quel tanto che bastava per squadrarlo da capo a piedi. “Avresti almeno la decenza di vestirti?”

Lui la guardò confuso. “Che c’è, mi hai già visto nudo, no?”

“Si ma-” sbuffò. “Fa’ come ti pare.” e tornò a bere un altro sorso di the.

Dopo un sospiro infastidito, Natsu sparì per qualche istante per poi ricomparire con almeno i boxer addosso.

“Contenta?”

Lucy lo ignorò, troppo concentrata sul libro per degnarlo di attenzione.

Il Dragon Slayer si diresse affamato verso il piano della cucina, sfregandosi le mani. “Cosa c’è per colazione?”

“Sto scaldando dei toast, e lì nel bollitore c’è del the.” rispose lei distratta.

Passarono un paio di minuti prima che Natsu posasse sul tavolo, davanti a lei, un piatto colmo di pane.

“Stavi bruciando dei toast.” le fece notare.

La maga agitò una mano. “Ma a te piacciono croccanti…”

“Sì ma- perché non sai nemmeno cucinare, Lucy?” domandò Natsu con un tono quasi sofferente.

Poi aprì una credenza, prese dei biscotti e, invece di sedersi a tavola, si fermò alle spalle della ragazza, le schioccò un bacio sul capo e appoggiò il mento su una sua spalla.

Quell’improvviso calore la fece sobbalzare lievemente.

“Cosa leggi?” chiese lui con la bocca piena.

“Un libro che mi ha prestato Levy mesi fa…”

Gli fece leggere il titolo: L’arte della seduzione.

“Avrei dovuto leggerlo per vincere quella scommessa, ma non mi sembrava così interessante e utile; invece è meglio del previsto.” spiegò lei.

“Mmh…quale scommessa?”

Lucy si voltò di scatto per guardarlo in faccia, sul volto un’espressione colma d’incredulità.

“Sto scherzando, sto scherzando, stavolta mi ricordo!” si difese rapidamente il Dragon Slayer alzando le mani verso l’alto.

La maga lo osservò dubbiosa, ma decise di credergli.

Si stiracchiò, poi si alzò per posare la tazza ormai vuota nel lavandino; Natsu, prima di prendere il suo posto a tavola, le diede un leggero schiaffo su una natica.

Lei sorrise senza farsi notare, il viso ancora voltato verso il lavabo.

“Mi dispiace, ma Erza tira sberle migliori delle tue.” affermò, cercando di provocarlo.

“Erza ti ha dato pacche sul-”

“Sì, quella sera in cui era ubriaca…al mio compleanno!” rammentò lei ridendo e voltandosi verso il suo interlocutore, appoggiandosi poi al piano della cucina.

Lui si limitò a fissarla, probabilmente in cerca di qualche ricordo che gli balenasse nella mente.

La maga incrociò le braccia, cercando poi di dargli qualche suggerimento per aiutarlo. “La stessa sera di quando mi hai regalato il tuo fuoco…” andò a cercare con gli occhi la fiammella sulla sua scrivania, e appena la intravide le venne spontaneo sorridere.

“Mmh…” il Dragon Slayer mangiò un paio di biscotti con un solo boccone. “Sì quello lo ricordo…” ma non aggiunse altro, e continuò tranquillo a mangiare.

Lucy aggrottò le sopracciglia. “Sei sicuro di non avere qualche problema di memoria?”

“Ma dai, figurati…” si alzò in piedi per prendere una tazza di the, ma si fermò davanti alla ragazza.

La circondò con le braccia, appoggiando le mani sul bordo del lavandino.

“Solo perché ho dimenticato una scommessa, non significa che mi dimentichi tutto.” sussurrò sfiorandole le labbra.

Lei incurvò la bocca in un sorriso. “Quindi ricorderai che i due mesi in cui potevi stare a dormire da me, che avevi vinto con quella scommessa, sono finiti da un bel pezzo.” mormorò lei accerchiando con le braccia il suo collo e attirandolo maggiormente a sé, per quanto possibile.

Sentiva il suo petto caldo premerle contro il seno, il suo respiro che le scaldava le labbra, il suo sguardo inevitabilmente incatenato al suo.

Prima di rispondere, lui le morse delicatamente il labbro inferiore. “Ti mancherei, Lucy.”

Lei lo baciò lentamente, in modo quasi straziante, assaporando la sua bocca per un istante che parve interminabile. “Vogliamo scommettere?” la sua voce era appena un sussurro, quasi impercettibile.

Sul volto di Natsu si dipinse un sorriso, che lei rubò prontamente con un bacetto rapido.

“Natsu!”

I due si voltarono verso la finestra, oltre la quale Happy stava fluttuando a mezz’aria.

“Ho interrotto qualcosa?” chiese l’Exceed portandosi le zampine al muso e sghignazzando.

Lucy lasciò la presa dal collo del Dragon Slayer. “No figurati!” e invitò Happy ad entrare.

“No, devo incontrarmi con Charle per la colazione! Volevo solo dirvi che vi aspetto alla gilda per scegliere il nuovo incarico!” e detto ciò volò via rapidamente, mugugnando qualcosa su un enorme pesce che aveva appena pescato.

Natsu si stiracchiò, bevve rapidamente una tazza di the e andò velocemente a vestirsi. “Vado anch’io alla gilda, Lucy.”

“E dai, potresti almeno aspettarmi cinque minuti!”

“Ti servono ben più di cinque minuti per prepararti!” e con un balzo uscì dalla finestra.

Lucy si affacciò, indignata. “Ecco, un’altra cosa che odio di te è che-”

Il Dragon Slayer non la lasciò terminare. “Sì Lucy, anch’io ti amo.”

Lei sospirò rassegnata cercando di non sorridere, invano. “Sei insopportabile!”

Natsu si voltò verso la finestra, facendo qualche passo all’indietro. “Ridimmelo la prossima volta che resto ancora a dormire da te!” tornò a camminare normalmente, alzando solamente un braccio in segno di saluto.

“Idiota!” si trovò ad urlare lei con le guance eccessivamente arrossate.

Una pausa.

“Ti amo.” mormorò poi con un sorriso a fior di labbra.

La maggior parte delle volte l’incredibile udito del Dragon Slayer era una seccatura, ma in quell’occasione Lucy fu ben felice che il suo sussurro fosse arrivato alle orecchie del ragazzo.

Lui voltò leggermente la testa, quel tanto che bastava per mostrarle un sorriso.

 

Angolo Autrice:

Finalmente questa storia si può dire ufficialmente conclusa. Mi sono così tanto affezionata a lei che mi sembrerà strano non doverla più riprendere in mano (ma hey, chiusa una ff se ne apre un’altra~).
Sentimenti nostalgici a parte, veniamo ai ringraziamenti, perché VOI, sì TUTTI VOI, vi meritate tonnellate di GRAZIE.
Grazie per avere letto questa storia, per averla inserita nelle seguite / preferite / da ricordare; grazie a tutti voi lettori che avete speso un pochino del vostro tempo per scrivere una recensione, non sapete quanto piacere mi abbia fatto leggere tutti i vostri commenti ;w; Grazie a voi lettori silenziosi che avete seguito questa ff dall’inizio alla fine

E grazie per aver atteso i miei aggiornamenti, sempre e costantemente in ritardo (…….davvero, scusate).
Mi avete dato così tanto supporto, sia in modo diretto che indirettamente, che mi sento un pochino commossa e quasi in imbarazzo, siete stati tutti così cari ;///;
Infine, siccome alcuni di voi mi hanno chiesto un contatto al difuori di efp, sulla mia pagina ho lasciato il link per il mio account twitter; sarebbe davvero un piacere avervi in TL

E ora credo sia giunto il momento di fermarmi con questo immenso papiro, quindi non mi resta che salutarvi!
Alla prossima e, come sempre, vi stritolo in un abbraccione fortissimo

Shiori

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