Il Conte, il Diavolo, e i due diavoletti! di Cheshirecat96 (/viewuser.php?uid=848351)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** COME LA TRANQUILLITÀ A VILLA PHANTOMHIVE FU SCONVOLTA IN UN TRANQUILLO POMERIGGIO D’AUTUNNO. ***
Capitolo 2: *** UN VIAGGIO INFERNALE ED IL PONY SCOMPARSO ***
Capitolo 3: *** FINALMENTE A CASA! ***
Capitolo 4: *** NUOVI INCONTRI E ARIA DI GUERRA! ***
Capitolo 5: *** MAI UN ATTIMO DI TRANQUILLITÀ ***
Capitolo 6: *** UNA SERATA MOVIMENTATA ***
Capitolo 7: *** UN NUOVO MISTERO ***
Capitolo 8: *** ALLA RICERCA DI WENDY ***
Capitolo 9: *** QUANDO TUTTO TORNA ALLA NORMALITÀ ***
Capitolo 10: *** BUON COMPLEANNO CIEL ***
Capitolo 1 *** COME LA TRANQUILLITÀ A VILLA PHANTOMHIVE FU SCONVOLTA IN UN TRANQUILLO POMERIGGIO D’AUTUNNO. ***
~~Aveva da poco smesso di piovere, e i primi fiochi raggi di sole iniziavano a fare capolino dalle fitte nuvole che ancora ricoprivano il cielo. In tutta la sua vita, Ciel non aveva mai visto il sole risplendere sopra Londra per più di una settimana ; si ritrovò a pensare che, in un certo senso, il clima dell’Inghilterra rispecchiava il suo carattere freddo e distaccato, e la cosa lo fece sorridere.
Quel pomeriggio si era chiuso nello studio per esaminare alcuni documenti riguardanti la sua fabbrica, e non si era ancora concesso una pausa da parecchie ore. Si stropicciò l’occhio con il dorso della mano, mentre uno sbadiglio si faceva largo sulla sua bocca.
Si, staccare un attimo non gli avrebbe fatto di certo male; si alzò dalla scrivania e guardò fuori dalla grande finestra alle sue spalle. il fluire dei suoi pensieri fu interrotto dal bussare sulla porta dello studio.
< Avanti > disse piano, mentre si voltò verso il grande ingresso della stanza.
Il suo fedele maggiordomo Sebastian entrò silenziosamente portando un vassoio stracolmo di lettere e documenti vari.
“ Uffa altre carte da esaminare! Credevo di aver finito per oggi! " pensò il ragazzo piuttosto seccato. Come se avesse letto nella sua mente, il maggiordomo sogghignò leggermente, irritando ancora di più Ciel.
< Smettila di sghignazzare e dammi quelle carte! > disse in modo seccato, mentre Sebastian fece scivolare le varie buste sulla scrivania.
< Mi perdoni padroncino, mi sono permesso di controllare la vostra corrispondenza e posso dire che solo una di queste buste merita la vostra attenzione >
Nella mano di Sebastian comparve una lettera sigillata con il simbolo della famiglia reale. Era da molto che la regina non affidava un caso al suo Cane da Guardia; quella lettera sembrò a Ciel un modo per sfuggire alla noiosa routine che da un bel po’ aveva preso possesso di villa Phantomhive.
Aprì la busta, da cui uscì un ritaglio di giornale: la data era di una settimana fa, e su di esso era riportata la notizia che ormai dominava su tutti i quotidiani di Londra. Un orfanotrofio era andato a fuoco per cause ancora sconosciute, ed era stato completamente distrutto. Fortunatamente nessuno dei bambini ospiti era stato ferito, ed ora i ragazzi erano stati portati temporaneamente in un altro centro di accoglienza, in attesa di una nuova sistemazione.
Ciel dopo aver osservato il ritaglio di giornale lesse la lettera allegata ad esso:
Al mio caro piccolo ragazzo
Sono certa che alla tua attenzione sia arrivata la triste notizia dell’orfanotrofio distrutto una settimana fa. I ragazzini ospitati al suo interno stanno tutti bene per fortuna, e ora siamo in attesa della costruzione di una nuova e definitiva dimora che possa ospitare tutti loro. Siccome il centro di accoglienza in cui abbiamo portato i ragazzi era già al completo, stiamo contattando alcune famiglie dell’aristocrazia londinese che possano ospitare piccoli gruppi di questi poveri bambini, in modo da poter dargli una degna sistemazione temporanea, ed io ho pensato subito a te, mio caro ragazzo. Alcuni bambini ospiti al vecchio orfanotrofio hanno poco più della tua età, e ho pensato che accogliendoli nella magione della famiglia Phantomhive si sarebbero trovati più a loro agio. L’idea di quei poveri angeli senza più una casa dove poter vivere e crescere in sicurezza mi stringe il cuore!
Mi faresti molto felice se accettassi. Attendo una tua risposta in proposito.
Sua Maestà
Regina Vittoria
“ Cosa? Ospitare dei marmocchi nella mia casa? Ma nemmeno per sogno! “ pensò il giovane conte. Ma come poteva rifiutare una richiesta della regina?
No, avrebbe obbedito come sempre, per il buon nome della famiglia Phantomhive.
< Sebastian, prepara le camere degli ospiti, accettiamo > disse senza entusiasmo.
Il maggiordomo rimase sorpreso dalla decisione presa dal ragazzo: < Davvero accettate padroncino? >
< Non posso negare il mio aiuto alla regina, e poi hai sentito cosa dice la lettera! Sarà solo temporaneamente! >
< Tipico del Cane da Guardia della regina… > disse in modo sprezzante il maggiordomo, fulminando con lo sguardo il giovane.
< Non sei al mio servizio per commentare le scelte che prendo! e ora fa come ti ho ordinato e non discutere! >
< Come desiderate >
Il maggiordomo si ritirò lasciando Ciel da solo. Il Conte non avrebbe mai immaginato che la decisione appena presa avrebbe sconvolto in maniera radicale la propria vita, e lo stesso valeva per il suo nero magg…
< O meo deo puoi smetterla di usare questo tono apocalittico? Mi metti i brividi! >
< Ma piantala! Hai rovinato tutta la suspense! E poi non puoi immaginare che fatica parlare in terza persona per tutto questo tempo! >
< ….. Scusa…. >
< Scuse accettate…. Se stasera mi cedi la tua porzione di dolce! Muahahahahah! >
< Ancora??? Noooooooooo!!!!!! >
< Bene gente comune che sta leggendo questo delirio raccontato da moi! Adesso vi lasciamo! Prima che le lacrime della mia socia raggiungano i livelli d’allerta vi saluto e vi attendo al prossimo capitolo! PS: se volete sapere chi sono….beh….. non ve lo dico! Eheheheheheh! >
< PPS: scordatevi che continui a raccontare in terza persona! Ho rischiato il manicomio! >
ANGOLO DELLA PAZZA
Questa è una parte di ciò che la mia mente malata ha partorito in un momento di pura follia. Non so nemmeno perché l’ho pubblicato, ma mi sono detta: tentare non nuoce. Dubito che qualcuno segua questo delirio…. beh per ora non è ancora un delirio completo, per ora ho fatto la brava tentando di sembrare seria! Ringrazio già da ora chi vorrà commentare! Anche solo con un messaggio minatorio!
A presto!
Cheshirecat96
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Capitolo 2 *** UN VIAGGIO INFERNALE ED IL PONY SCOMPARSO ***
< Uffa non siamo ancora arrivati? Io ho fame! >
< Sarà la centesima volta che lo ripeti Charlotte…. No! Non siamo arrivati! >
Fissai malissimo Phipps, sperando che prendesse fuoco grazie alle maledizioni che stavo recitando in tutte le lingue del mondo. Lui e quell’altro che si faceva chiamare Conte mi avevano svegliata alle sette di mattina! Praticamente a notte fonda, per poi caricare me e la mia compagna di stanza su una carrozza diretta secondo il mio parere in Culandia, visto che è quasi mezzogiorno e non siamo ancora arrivati!
< Wendy hai ancora le caramelle che avevo ciulat…ehm preso in prestito ieri da Margaret? >
< Ihihihih volavolavola Signora Butterfly! >
La mia carissima compagna di stanza Wendy non mi degnò nemmeno di uno sguardo, tanto era impegnata a giocare con il suo pony di pezza rosa. Molto probabilmente lei era in viaggio per il regno dei panda corni…bleah!
Beh visto che nessuno mi considera decisi di andare a trovare il Conte hodeiproblemidianemia che sta guidando la carrozza, magari trovo un modo per passare il tempo.
Cerco di arrampicarmi sul tetto dal finestrino, quando una mano afferra il mio piede facendomi prendere un mini infarto.
< Dove credi di andare? Torna subito qui! Rischi di farti male! >
< Molla l’osso Phipps se vuoi arrivare intero al tuo prossimo compleanno! >
< Allora volete piantarla di fare casino? State facendo tremare tutta la carrozza non si riesce a guidare in pace! >
Il caro Conte sopracitato si sporse dal suo posto agitandomi davanti agli occhi il frustino che utilizzava per guidare i cavalli. Io persi così la mia concentrazione e lasciai la presa; fortuna che Phipps continuava ad arpionarmi la gamba, sennò ci sarebbe stata una frittata di Lotty per cena!
Tornai composta al mio posto, anche perché durante la lotta appena finita il pony di Wendy aveva fatto un triplo carpiato all’indietro dal finestrino, ed ora la mia cara amica stava tentando di affogarci con le sue lacrime.
Per evitare la nostra prematura morte, il Conte Gray dovette fermare la carrozza in mezzo al bosco che stavamo attraversando e, assieme al suo gemello diverso, setacciare la zona per ritrovare il famoso pupazzo, il tutto mentre malediceva in aramaico il giorno in cui accettò di accompagnarci nella nostra nuova casa.
Phipps si avvicinò a noi e, con apparente calma, ci aggiornò sulla ricerca dell’animale scomparso.
< Ho fame! >
< Taci Lotty non è il momento! Wendy il tuo caro pupazzo non si trova, se ti prometto di comprartene uno nuovo appena arrivati ci lasci proseguire il viaggio senza tentare di ucciderci? >
Per tutta risposta la mia amica sfoderò il migliore dei suoi sguardi pucciosi da Bambi, e davanti a tutta quella pucciosità il disgusto mi pervase. Decisi di allontanarmi prima di avere un attacco di diabete. Ci tengo alla mia salute!
< Sono solo delle bambine mi sono detto! Cosa vuoi che succeda! E adesso invece sono bloccato in mezzo al nulla alla ricerca di un pony fucsia!! >
Osservai Grey tirare fuori la sua spada dal fodero, per poi scaricare il suo nervoso sul primo albero capitatogli a tiro. Mamma mia, fortuna che non c’era nessun’ambientalista in zona! Altrimenti oltre all’esaurimento nervoso si beccava anche una multa da pagare!
Dopo aver sogghignato maleficamente per un quarto d’ora dietro al povero Conte esaurito, mi avvicinai ad un fiumiciattolo che passava vicino alla strada. E proprio lì, intrappolato tra due sassi che sporgevano dalle acque impetuose (urca che colta!), il famoso pony ,che avrebbe popolato gli incubi peggiori dei nostri due accompagnatori per molte notti, mi osservava sorridente.
Ah finalmente! Così possiamo continuare il viaggio!
< Hey gente! ho trovato l’animale! >
Alle mie parole Wendy si rianimò di colpo e, dopo aver buttato per terra Phipps dalla foga, si avvicinò al margine del fiume saltellando come un’invasata.
Anche Grey si girò verso di me e, dopo aver capito che l’albero non era Wendy e quindi non poteva sfogare la sua rabbia repressa su di esso, corse anche lui vicino a noi.
< Beh è troppo lontano per poterlo raggiungere, credo che dovremmo lasciarlo lì, e non tentare di convincermi ad andare a riprenderlo, con me non attacca! >
Ah caro il mio Cristian Grey (non so perché ma suona bene! Chissà magari esiste davvero qualcuno che si chiama così), tu non conosci Wendy!
Decisi di prendere in mano la situazione e, con tutta la tranquillità del mondo, buttai il caro Conte nel fiume, sotto lo sguardo riconoscente della mia amica.
< Prendi quel maledetto peluche prima che mi arrabbi sul serio! Ho fame voglio arrivare in questo dannato posto prima di collassare per i crampi allo stomaco! >
Il caro Cris (d’ora in avanti lo chiamerò così deciso!) dopo aver gridato delle frasi che non ripeterò perché sono solo una dolce e tenera bimba di dodici anni, si dimenò un po’ in acqua, per poi afferrare il famoso cavallino, ritornare a riva, e lanciarlo in faccia a Wendy.
< Tienilo e dacci fuoco! Adesso tornate tutti in carrozza prima che vi appenda ad un albero! >
Se certo… che paura!
Presi Wendy per mano e obbediente mi sedetti vicino a lei, mentre Cris cris aiutò Phipps a riprendersi, visto che era ancora ko per terra.
Dopo secoli finalmente ripartimmo per Culandia! Yeee…. Diciamocelo io non volevo lasciare il centro! Mi trovavo bene lì ed ero appena stata nominata capo dei bulli del secondo piano! Avevo fatto carriera! E invece sono costretta ad andare in un posto che non conosco! Magari è pure una casa piccola, brutta, piena di gente vecchia decrepita….. brrrrr!
Mi girai verso il finestrino e notai che tra gli alberi spuntano le torri di una villa enorme! Woooooowww!
< Ecco la vostra nuova casa- disse Phipps – Villa Phantomhive >
Si il centro iniziava ad andarmi stretto! Dovevo proprio cambiare aria! E poi Culandia non sembra per niente male!
ANGOLO DELLA PAZZA.
Ehm ehm sono tornata! È un miracolo il fatto che aggiorno due giorni di seguito, quindi avete assistito ad un evento epico!
In questo capitolo introduco i miei personaggi principali e, beh, ho lasciato perdere i tentativi di sembrare seria! Eheheh
Ringrazio subito chi leggerà e magari lascerà un piccolo commento, anche negativo! Se ci sono errori ditemelo pure non mi offendo (in realtà vi verrò a tormentare nel sonno… ahahah nono scherzo! )
A presto!
Cheshirecat96 |
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Capitolo 3 *** FINALMENTE A CASA! ***
~~La carrozza passò il grande cancello d’ingresso, entrando in un immenso cortile molto curato: ai lati della strada c’erano alcune piante tagliate in modo regolare così da formare figure geometriche, e in lontananza alcune fontane monumentali da cui zampillava acqua limpidissima, davano un maggiore tocco di classe al luogo. Beh niente male sto posto, se non mi piaceranno i miei futuri coinquilini posso sempre fabbricare una bella casa abusiva sull’albero più alto! Basta che abbia del cibo e poi posso considerarmi una bimba felice! Ah a proposito…
< Phipps! Ho fame! >
< Basta sto impazzendo! Qualcuno mi salvi! >
< No Phipps non puoi impazzire! Sennò arriveranno tanti uomini vestiti di bianco che ti diranno di stare calmo! Ma tu non devi stare calmo! Scappa altrimenti ti porteranno in un grande posto tutto bianco, con un signore dalla folta barba vestito di nero! E se succederà non rispondere alle sue domande, perché sennò tenterà di entrare nella tua mente e ti farà fare tante brutte cose! Certo, anche tu sei bianco e quindi non stonerai in quel brutto posto, ma qualsiasi cosa succeda non andarci mai! >
Wendy durante il suo monologo si era praticamente buttata addosso a Phipps scuotendolo per le spalle, mentre lui la guardava con un’espressione mista tra confusione e terrore puro.
Io solo adesso mi accorsi che c’erano molti aspetti che ignoravo della mia amica, e la cosa mi lasciò parecchio turbata: ecco da dove arrivavano allora tutti i panda corni e i suoi amichetti immaginari…
Mi avvicinai cautamente a lei e , dopo averla staccata dal nostro povero accompagnatore, le misi una mano sulla spalla, guardandola dritta negli occhi: < Scusa Wendy, ma tu come sai queste cose? >
< Le ho imparate quando andavo a trovare mio zio! Stava facendo una cura speciale! Ecco perché poi mi hanno affidata all’orfanotrofio! Anche se lo zio adesso sta bene! Sai alcune volte salta fuori dal mio armadio e mi viene a trovare in sella al suo panda corno! >
Seeeeee…. Credo che nella nostra nuova casa chiederò una stanza separata da quella di Wendy. Almeno su un piano diverso sicuramente. E con una porta blindata con doppia serratura. Se non c’era piuttosto la costruivo io!
Finalmente la carrozza si fermò, e Phipps annunciò che potevamo scendere! Finalmente! Io ho fame!
Stavo per aprire, quando Phipps mi afferrò per il braccio: < Le signorine non scendono mai prima che la servitù apra la porta della carrozza! Non farmi fare subito brutta figura: non si sa mai, prima che decidano di rimandarvi indietro! >
Se dovevo aspettare che gente mai vista facesse i suoi comodi prima di poter scendere! Col cavolo! Io sono uno spirito libero! Quindi, con non chalance, mandai amorevolmente a cagare Phipps con tutto il cuore, per poi tirargli in faccia la prima cosa capitatami a tiro, ossia il famoso pony.
< Maleducato! Le ragazze non si toccano nemmeno con un fiore! > gli gridai dietro.
< Ehm ehm >
Mi girai e vidi che Christian Grey e Wendy ci osservavano, aspettando che uscissimo dalla carrozza (la cui porta era stata aperta già da un bel po’).
< Se non lo molli entro tre secondi giuro che infilzo con la spada il pony della tua amica, poi vi chiudo tutte e due nella carrozza aspettando che affoghiate a causa delle sue lacrime.. >
< Madame Butterfly si sente chiamata in causa, e io pure > disse Wendy stringendo a se il prezioso animaletto di peluche, mentre i suoi occhi iniziavano già ad inumidirsi.
Meglio non provocare oltre il caro Conte, ne va della mia salute e dei condotti lacrimali della mia amica. Ma mi sarei vendicata. Forse non oggi, non domani, ma mi vendicherò! Parola di Charlotte!
Sospirai e scesi rassegnata. Davanti a noi scorsi un tipo altissimo, dai capelli corvini e vestito completamente di nero. Vuoi vedere che il “signore” di cui parlava Wendy era davvero arrivato a portare via il povero Phipps? Però non vedevo gli omini bianchi uffi!
Continuai ad osservarlo accuratamente: molto probabilmente l’anemia era una malattia diffusa in questa zona, visto che anche lui era pallido come una mozzarella. Oddio, mozzarella uguale cibo! Ho fame! Chissà, se lo mordo magari sa davvero di mozzarella….. No! Lotty concentrati! Non divagare!
Allontanai lo sguardo dall’uomo-mozzarella, che intanto mi stava squadrando con i suoi occhi…rossi? Ma ma ma… oh povero! Pure la congiuntivite! Era davvero con un piede nella fossa!
< Milady si sente bene? > mi chiese gentilmente.
< Ho fame > risposi in automatico, anche se continuavo a osservarlo negli occhi e fin dentro l’anima, mentre pensieri rasenti il cannibalismo affollavano la mia mente.
< Il pranzo sarà pronto il più presto possibile, ma ora lasciate che mi presenti. Il mio nome è Sebastian Michaelis e sono il maggiordomo della residenza Phantomhive. Per ogni problema sarò a vostra disposizione in modo da rendere la vostra permanenza il più piacevole possibile >
< Sesese mi va bene maggiordomo! Ma adesso accompagnaci dal Conte, così posso liberami alla svelta di queste due prima che commetta un omicidio! > disse Grey mentre scaricava, no veramente buttava a terra, i nostri bagagli. Chissà come mai aveva così fretta di andarsene..
< In effetti, se posso chiedere, come mai siete in queste condizioni? >
< Storia lunga… >
Solo adesso mi accorsi che l’aspetto dei nostri accompagnatori non era dei migliori: Phipps a causa della botta datagli da Wendy, aveva un grosso bernoccolo in fronte, e dal nervoso le era comparsa anche una venina pulsante sopra l’occhio... Il caro Grey ottimo direi invece era fradicio dalla testa ai piedi. Solo i capelli si erano quasi asciugati, ma a causa delle forti emozioni vissute erano praticamente ritti in alto, stile ho appena preso la scossa. Wo erano davvero una sfida contro le leggi della gravità! Ma ora non potevo fermarmi ad ammirare la pettinatura di Chris Chris.
< Non ti preoccupare mozz…ehm Sebastian! Chiamiamoli incidenti di percorso, e ora portaci dal boss di questa casa! Prima lo incontriamo prima mangiamo! Andiamo Wendy! >
La mia compagna, che era rimasta in disparte per tutto il tempo, fissò prima me, poi Sebastian, poi Grey, poi di nuovo me, poi Sebastian…. E infine scoppiò a piangere.
< Oh no! Adesso che c’è?!? > gridò Phipps al limite della pazienza.
< Non voglio andare con quel signore lì mi fa paura! >
O mamma. Perché fa così? Di solito queste reazioni le ha quando arriva il giorno della visita medica semestrale, o quando nelle favole entrava in scena il cattivo della situazione. Ma la mozzarella sembrava innocua sinceramente!
< Signorina le assicurò che non le farò niente di male! Mica mangio le persone! >
Perché il sorrisino del caro Sebastian mi sembrava palesemente falso? Bah ora ho pure io le paranoie! Mi stavo stancando di tutta questa storia.
< Si il tipo ha ragione Wendy! Dai muoviti che io ho fame! >
< NO! >
Bene! Vuoi la guerra? Senza battere ciglio la presi di peso e me la caricai in spalla, mentre lei continuava a scalciare implorandomi di metterla giù. Mi girai verso gli altri che mi fissavano chi in modo sconvolto, chi sperando di liberarsi presto di noi, chi con un’espressione tra l’incuriosito e il divertito.
< Beh? Non dovevamo andare dal boss della casa? Ci faccia strada maggiordomo! > dissi sogghignando.
La residenza era davvero enorme! Stavamo camminando da un sacco si tempo e ancora non eravamo arrivati allo studio. Nessuno di noi aveva più fiatato, ad eccezione di Wendy, che ancora penzoloni aveva smesso di gridare, per iniziare ad emettere gridolini soffocati.
< Ti stai divertendo? > le dissi piano piano.
< Il mondo visto al contrario assume una prospettiva interessante! Ihihihih! >
Si, si stava divertendo.
Dopo aver percorso una grande scalinata e un corridoio immenso, arrivammo davanti ad una porta,e lì Sebastian si fermò per poi rivolgersi a noi.
< Bene siamo arrivati, questo è lo studio del mio padrone. Ora posso chiederle gentilmente di mettere giù Lady Wendy? >
< No Lotty! Il sangue mi è finalmente arrivato al cervello! Non puoi mettermi giù adesso! >
< Oh. Mi spiace tanto! > e con poca delicatezza la lasciai andare, facendola sbattere per terra.
< Allora ci muoviamo o no? > dissi scocciata.
Sebastian bussò leggermente alla porta, e dall’interno della stanza giunse un debole “avanti”.
Il maggiordomo ci fece accomodare in una stanza piena di scaffali stracolmi di libri. Al centro c’era un tavolino circolare con delle sedie, e in fondo, davanti ad una grande finestra, era situata una scrivania, in cui c’era seduto…un bambino?!? Che è mi pigliate per i fondelli? Si sarà sicuramente uno scherzo!
Il ragazzo davanti a noi si alzò in piedi: era vestito in modo molto elegante, e il colore degli abiti risaltava quello dei suoi capelli e del suo occhio. Momento: perché ha una benda sull’occhio? O mamma: questa casa è peggio di un lazzaretto! Uno con la congiuntivite e l’anemia, l’altro sguercio! Andiamo bene!
< Benvenute a villa Phantomhive! Io sono il proprietario di questa magione, ed il mio nome è Ciel Phantomhive! Spero vi possiate trovare bene e che il vostro soggiorno qui sia dei migliori > disse con un tono molto apatico,stile la mia vita fa schifo voglio tagliarmi le vene per il lungo.
Stavo già per commentare, quando Grey mi tappò la bocca con una mano, per poi sussurrarmi all’orecchio: < Ancora un commento scemo e ti scaravento giù dalla finestra. Io non vi riporto indietro sia chiaro! Tre ore a stretto contatto con voi mi sono bastate, per cui spegni quella tua ciabatta e non fiatare! >
Io non parlai: gli morsi solo un dito in religioso silenzio, mentre lui emise un soffocato < Ahia! > per poi tentare di strozzarmi. Fortuna che Phipps lo placcò sussurrandogli un < Calmati, ce ne siamo quasi liberati! Meglio far finta di niente prima che il Conte cambi idea! >
Ciel in realtà non sembrava tanto propenso a cambiare idea: veramente la sua espressione si poteva tradurre in un grande punto interrogativo, mentre Sebastian stava cercando in tutti i modi di trattenere le risate, producendo solo dei sussurri soffocati.
Phipps al mio fianco si ricompose, per poi schiarirsi la voce:
< Conte, la ragazza al mio fianco si chiama Charlotte Edwars, di dodici anni, mentre questa è Wendy Holmes, di undici anni. Sono entrambe ragazze molto…a…modocouhcough… >
Povero, si è emozionato!
< Durante la loro permanenza dovete solo tenere presente che Wendy non può assumere caffeina, teina, e qualsiasi sostanza eccitante, mentre per Charlotte…beh ha un appetito molto robusto >
< Phipps! Ti sei dimenticato di dire che Lotty ha la fedina penale sporc…ugh! >
Fortuna che ero vicina a Wendy, così ho potuto imbavagliarla in tempo!
< Ahahahahah! Sempre a scherzare burlona! Non ascoltatela da piccola ha sbattuto molte volte la testa! Ahahah ahaha ahaha! >
Speriamo se la siano bevuta….
Phipps dopo aver sospirato rassegnatamente, continuò: < Sua Maestà chiede se oltre al vitto e alloggio potete occuparvi anche della loro educazione impartendole lezioni che vadano dal bon ton alla cultura generale >
< Potete dire a Sua Maestà di non preoccuparsi. Sebastian si occuperà della loro istruzione >
Il maggiordomo iniziava a starmi antipatico.
< Bene, è tutto allora! Lasciamo Charlotte e Wendy nelle vostre mani! Vi auguriamo una piacevole convivenza: e possa la fortuna essere sempre a vostro favore! >
I nostri due accompagnatori uscirono molto velocemente dalla stanza, e una volta chiusa la grande porta dello studio si sentirono due secondi di silenzio assoluto, interrotti poi da un < Evviva ce ne siamo liberati!!!! > gridato a squarciagola.
Che insensibili! Non avevano un minimo di cuore!
Wendy ed io ci girammo contemporaneamente verso la scrivania, dove Ciel e Sebastian ci stavano osservando impassibili da un bel po’: < Beh che volete? Na foto? > dissi abbastanza seccata, mentre Wendy rideva debolmente.
< Ci sarà parecchio lavoro da fare - disse in modo abbastanza rassegnato il Conte sospirando debolmente, mentre ci squadrava dalla testa ai piedi – spero di contare su di te Sebastian >
< Yes my lord >
< Hey amici del cuore! Vi avviso che noi siamo qui e vi sentiamo! >
Quei due iniziavano leggermente a scartavetrarmi le balle, e io se mi innervosisco posso diventare molto pericolosa!
Sebastian si avvicinò a noi, sempre con un sorrisino palesemente falso dipinto sul volto, e Wendy si riparò dietro di me sussurrandomi all’orecchio di stenderlo sul posto. Ma io non volevo ritornare in galera sinceramente, per cui me la staccai di dosso con poca delicatezza, per poi girarmi verso di lui sussurrando un leggero: < Ho fame! >
< Prima di servirvi il pranzo vi prego di seguirmi verso le vostre stanze dove potrete rinfrescarvi dal lungo viaggio. Per i bagagli me ne occuperò personalmente >
Sebbene fossi leggermente irritata, non feci altro se non seguirlo fuori dallo studio assieme a Wendy, ma prima di lasciare la stanza mi girai verso Ciel, che ci osservava in silenzio dalla scrivania con un sorrisino abbastanza irritante dipinto sul volto, e cercando di rimanere il più calma possibile lo fissai intensamente senza staccare le palle degli occhi dal suo volto.
< Lotty mi metti inquietudine >
< Sta zitta Wendy! Rovini l’atmosfera! >
La porta di chiuse dietro di noi, e così rimanemmo da sole con Sebastian.
< Vi prego di seguirmi, la villa è molto grande, e se all’inizio avrete dei problemi ad orientarvi, potrete sempre rivolgervi a me. Inoltre ci sono delle regole da rispettare: vi prego di non fare troppo rumore e di non correre per i corridoi. Inoltre mi aspetto che siate puntuali per la colazione, il pranzo e la cena, e soprattutto di presentarvi alle lezioni. Inoltre vi chiedo di fare attenzione a non rompere nulla visto che molti oggetti sono estremamente prez.. >
< Hey maggiordomo! Posso respirare oppure è vietato in questo campo di prigionia? >
< Lady Charlotte, la prego di non interrompere quando qualcuno parla >
Ok questo tizio cerca rissa è ufficiale! Non so se mi sta più antipatico lui, o il suo padroncino! Stavo per ribattere, ma decisi di tacere per ora: comunque il suo nome era stato scritto sulla mia lista nera; doveva dormire molto preoccupato!
Finalmente arrivammo alla mia stanza, e dopo avermi praticamente scaricato lì, Sebastian andò ad accompagnare Wendy nella sua camera, lasciandomi sola.
Beh come posto non era niente male: i colori dominanti erano il blu e l’azzurro, e una grande finestra illuminava la stanza. Un grandissimo letto a baldacchino occupava la parete nord, mentre più in là, vicino ad un immenso armadio, era situata la porta che comunicava con il bagno. Wow avevo un bagno personale! Questo si che si chiama lusso! Niente più file, niente più risse per occupare la tanto agognata tazza! Il potere era nelle mie mani! MUAHAHAHAH!
Mi avvicinai al letto, e mi ci buttai sopra a peso morto. Aaaaaaah com’era morbido! Questa si che è vita! Ad un tratto il mio stomaco emise un rumore sordo, e questo mi ricordò qualcosa di molto importante che avevo scordato: io ho fame!!!!!!
Ok gente: si parte alla ricerca della cucina! Lotty versione esploratrice modalità on!
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Capitolo 4 *** NUOVI INCONTRI E ARIA DI GUERRA! ***
NUOVI INCONTRI E ARIA DI
GUERRA!
Sto
girovagando da un sacco di tempo per i corridoi
di questo maledetto posto e ancora non ho trovato qualcosa di
commestibile da
mettere sotto i denti! Maledetto colui che ha costruito questa dannata
casa e
maledette tutte le sue future generazioni! Spero che finiscano tutti
schiacciati da una mandria di gnu in calore! Chissà
com’è fatto lo gnu poi?
Boh… alla fine ho solo dodici anni, non posso pretendere di
sapere chissà che!
Lotty concentrazione porca paletta, non divagare!
Dopo
essere finita in quelle che sembravano le
catacombe di villa Phantomhive, insultato per la
seicentodiciassettesima volta
l’architetto della casa, essermi segnata di cercare il nome e
l’indirizzo
dell’abitazione di questo individuo per poterle dare fuoco in
un futuro
prossimo, aver rifatto tutte le scale daccapo, essere entrata in crisi
respiratoria e essermi giocata la milza, arrivai davanti ad una porta
in legno
molto semplice, da cui sentivo provenire delle voci umane
e…. odore di cibo!!!
Non
bussai nemmeno: con un calcio buttai giù la
porta, che cadde a terra alzando un polverone enorme, per poi gridare:
<
Datemi carne e nessuno si farà del male! >
Sentii
delle voci allarmate, e poi accadde tutto in
una frazione di secondo: non mi accorsi nemmeno degli spari, ma mi resi
conto
che qualcuno aveva aperto il fuoco contro di me soltanto quando i
proiettili
sibilarono vicino alle mie orecchie. Pfff dilettanti non sapevano con
chi
avevano a che fare!
Schivai
con facilità i proiettili e corsi
all’interno della stanza, per poi balzare sopra un tavolo in
cerca di un’arma,
anche impropria, con cui battermi, solo che l’unica cosa che
riuscì a prendere
fu…. un pezzo di sedano? Mierda…. Beh non mi
resta che adattarmi!
<
Non sapete contro chi vi siete messi!- gridai
da sopra il tavolo brandendo il pezzo di verdura davanti ai miei occhi-
Ho un
sedano in mano e non ho paura di usarlo sia chiaro! >
Gli
spari cessarono, ma sentii chiaramente il rumore
di alcuni passi avvicinarsi sempre più velocemente: qui o la
va o la spacca!
Che il potere del sedano sia con me!
Mi
lanciai all’attacco sguainando la mia spada per
vegetariani, mentre vidi un tizio biondo davanti a me avvicinarsi
sempre più
velocemente mentre brandiva un mestolo. L’adrenalina stava
bollendo nelle mie
vene, facendomi provare sensazioni fantastiche (wow, che pensieri
profondi, la
prossima volta che qualcuno tenta di trasformarmi in uno scolapasta
dovrei
provare a comporre una poesia! Magari faccio soldi!)Eravamo vicini,
vicinissimi
e solo uno dei due sarebbe uscito vin…
<
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
>
Un grido
lanciato a mille decibel sopra la soglia di sopportazione umana
rimbombò nelle
mie orecchie mandandomi in tilt. Anche il mio avversario si
portò le mani alla
testa implorando pietà a sua volta, mentre delle crepe si
formarono sui vetri
delle credenze, dei bicchieri, e delle finestre, che poi finirono in
mille
pezzi.
<
Maledizione! > gridai, mentre mi avvicinavo
con molta fatica, siccome le onde prodotte dall’urlo mi
impedivano di avanzare,
alla fonte di quel suono straziante, a me sin troppo conosciuta. Quando
finalmente
riuscii a raggiungerla, gridai un < PIANTALA!! > mentre
tirai il sedano
in testa a Wendy, che finalmente smise di emettere ultrasuoni, per poi
fissarmi
con i suoi grandi occhioni azzurri.
<
Mi spiace Lotty ma dovevo farlo! Stavate
litigando e io sono contro ogni tipo di violenza! Sia fisica che
psicologica!
>
<
E tu non chiami violenza lo spaccare i timpani
a mezza Londra distruggendo finestre a destra e a manca? >
<
Eheheh può darsi! >
Ma
io perché ci sto ancora a discutere?
<
Uffa sei davvero un caso disperato! > dissi,
per poi addentare con non curanza il sedano che ancora tenevo in mano,
e che non
si era ancora rotto gente!
<
Le mie povere orecchie… >
Alle
nostre spalle il ragazzo biondo contro cui
stavo combattendo fino a poco prima mugolò, mentre con una
mano si massaggiava
la testa: indossava un completo da cuoco, e alla sua vista i miei occhi
si
inumidirono!
<
Tu…tu sei… > rantolai, mentre mi
avvicinavo
con sguardo febbricitante al ragazzo, che non appena mi vide
indietreggiò
tremando. In lui vedevo il mio salvatore, colui che avrebbe ridato
colore alle
mie giornate, colui che mi avrebbe reso la persona più
felice del mondo! Il re
che avrebbe salvato il mio stomaco nel quale, molto
probabilmente, stavano
crescendo le ragnatele da quanto era vuoto!
<
Ti prego… fatti abbracciare! > mormorai al
biondo, che nel frattempo era salito su un armadietto, nel vano
tentativo di
sfuggirmi.
<
Stammi lontana! Sia te che la tua amica! Che
razza di mostri siete?!? > ci gridò contro, mentre io
ero completamente in
estasi davanti alla sua figura, la quale ai miei occhi emanava luce
propria.
<
Che cosa sta succedendo qui? >
La
voce del caro Mr mozzarella mi riportò alla
realtà, facendo svanire quell’immagine celestiale
dai miei occhi.
<
Signor Sebastian! La prego ci salvi lei! >
Una
voce femminile riecheggiò nella stanza, e da
dietro il tavolo spuntò fuori una ragazza vestita da
cameriera: ecco chi mi
aveva sparato contro! Certo che si era nascosta proprio bene, non sono
riuscita
ad individuarla per tutto questo tempo! La domestica raggiunse il caro
Sebby, e
iniziò a piangere disperata gridando che la cucina era
completamente distrutta,
che i suoi occhiali si erano rotti, e quindi adesso non vedeva
più nulla, e che i
vetri della stanza erano andati a farsi benedire (beh non aveva usato
le mie
stesse parole, ma il succo era quello!). Che scenetta mielosa! Il mio
povero tasso
diabetico sta crescendo a dismisura!
Sebastian
si guardò intorno, in modo da poter
costatare di persona i danni causati dall’ultrasonico urlo
wendiano, e per un
microsecondo nei suoi occhi ho potuto notare una scintilla di
disperazione, subito
nascosta dalla sua perenne espressione impassibile. Mamma mia, e
lasciati
andare un po’! sembra che hai ingoiato una scopa da quanto
sei rigido! Certa
gente non la capisco….
<
Chi è stato? > chiese, in modo severo,
fulminando tutti i presenti con lo sguardo: o mamma, se non aveva
riconosciuto
l’urlatrice molto probabilmente era pure sordo! Povera
stella, sempre più
vicino al ricovero in un ospizio il ragazzo!
<
Beh – dissi tranquillamente avvicinandomi al
maggiordomo – io non sono solita fare la spia, per cui
dirò solo che una
persona a caso di nome Wendy ha emanato degli ultrasuoni dalla bocca,
distruggendo tutto quanto >
Sebastian
roteò gli occhi al cielo, mentre la
colpevole osservava la scena con uno sguardo da pesce lesso, per poi
girarsi
verso i due domestici; in tutto questo lo chef, quell’uomo
meraviglioso, era
sceso dall’armadio e si era avvicinato alla cameriera, ancora
seminascosta
dietro alla mozzarella in frac.
< Lady
Charlotte, Lady Wendy, vorrei presentarvi alcuni dei domestici della
magione
Phantomhive: MeyRin è la domestica, mentre questo
è lo chef Bard, e infine
in quell’angolo
abbiamo lo steward Tanaka >
Con
il braccio indicò un punto alle nostre spalle, e
quindi sia io che Wendy ci voltammo: in un angolino seminascosto
nell’ombra, un
vecchietto stava sorseggiando del tè, con
un’espressione facciale uguale a
quella di Wendy nei momenti migliori; mi girai di scatto verso la mia
amica:
< Hey, un tuo parente! > le dissi, ma lei continuava a
guardarsi
intorno sorridendo. Ok forse non era suo parente, ma molto
probabilmente lo
spacciatore di fiducia era lo stesso.
<
Piantatel…ehmm potrei riavere la vostra
attenzione? > la voce del maggiordomo mi riportò alla
realtà, e così mi
rigirai verso di lui. Non so se fosse solo una mia impressione, ma le
mie
orecchie captarono una nota leggermente isterica nelle sue parole, poi
subito
nascosta dalla modalità “Potrebbe anche cadere un
meteorite a due passi da me
ma non me ne potrebbe fregare di meno” del caro Sebby.
<
Oggi avremo un ospite importante, per cui la
cena vi verrà servita nelle vostre stanze. Vi invito inoltre
a non disturbare il
padroncino per nessuna ragione, anzi vi invito a rimanere nelle vostre
camere
per tutto il pomeriggio > disse con un sorrisino altamente
fastidioso sulle
labbra, per poi aggiungere: < E con la parola invito intendo
dire che è un
ordine! >; se certo incomincia a dire al tuo
“padroncino” quanto dovrà
spendere per riparare tutti i vetri rotti, così rido io
vedendo la faccia che
farà, odiosa mozzarella!
<
Ai suoi ordini….mozzarella > mormorai
leggermente, ottenendo un’occhiataccia da parte sua.
Presi
Wendy per una mano, e mi diressi fuori dalla
stanza guardandolo malissimo, mentre Wendy lo salutava con la manina.
Non ero
finita in una casa, ero finita in una prigione di depressi, ma se
credevano che
starò ai loro ordini, beh avevano capito male!
Una
volta arrivata nel corridoio della mia stanza,
lasciai andare Wendy, e feci dietrofront infatti, fregandomene
altamente di
Sebastian e del suo padroncino.
<
Lotty! Dove stai andando? >
<
A esplorare questa prigione! Non è ancora nata
la mozzarella che mi metterà i piedi in testa! >
<
Ma Sebastian si arrabbierà! >
<
Non me ne può fregar di meno! >
<
Oh. E va bene allora vengo anche io! >
Scendemmo
velocemente al pian terreno, per poi
sgattaiolare fuori dalla villa: dalla carrozza il giardino mi era
sembrato
davvero spettacolare, e volevo esplorarlo per bene: chissà
magari trovavo
qualche punto strategico dove potermi nascondere, oppure dove potevo
davvero
costruire una casa abusiva! Sapete, nell’ultima
mezz’ora stavo altamente
rivalutando questa opzione.
<
Potremmo giocare a nascondino! In questo posto
sarebbe divertente! > proposi a Wendy, ma poi mi bloccai: un
fruscio davanti
a me attirò la mia attenzione facendomi capire che stava
arrivando qualcuno.
Da
un cespuglio sbucò un ragazzino dai grandi
occhioni azzurri e vestito in modo non molto elegante; a occhio e croce
doveva
avere la nostra età, e non appena ci vide si
fermò, osservandoci.
<
Lotty! Da quel cespuglio vengono fuori i
folletti! >
Vi
prego salvatemi!
<
Certo Wendy, quello è il magico cespuglio che porta a
Narnia non lo sapevi? > dissi sarcastica, ma ovviamente la mia
amica non
colse la battuta visto che sgranò gli occhi chiedendomi se
poteva andarci.
<
Chi siete? Delle ladre? > chiese il ragazzo
biondo, il quale iniziava ad allarmarsi; dovevo fermarlo prima che
Sebastian ci
scoprisse.
<
No tranquillo, siamo le ragazze
dell’orfanotrofio che è stato distrutto la
settimana scorsa. Siamo ospiti del
Conte > spiegai, sperando che non si mettesse ad urlare
attirando troppo
l’attenzione.
<
Ah capisco! Se siete delle ospiti allora potete
stare qui – disse grattandosi leggermente la testa, mentre
sul suo volto si
faceva strada un sorriso - per
cui permettetemi
di presentarmi. Io mi chiamo Finnian e sono il giardiniere! Piacere di
conoscervi! >
Finalmente
una persona normale! Grazie vita,
qualcuno con cui potevo parlare senza rischiare l’esaurimento
nervoso, o il
suicidio dovuto alla troppa noia.
<
Bene Finnian! Io sono Charlotte e lei è Wendy,
e il piacere è tutto nostr…Wendy! >
Mentre io e
Finnian parlavamo, la mia amica si era messa a saltare allegramente
fuori e
dentro al famoso cespuglio, molto probabilmente nel vano tentativo di
entrare seriamente
a Narnia; visto che con Finnian non avevamo ancora cercato di farci
odiare, e
che molto probabilmente un alleato in più contro la
mozzarella e il Conte
dell’allegria ci avrebbe fatto solo comodo, optai per
l’indifferenza: almeno
avrebbe pensato che solo lei avesse qualche rotella fuori posto!
Se….ingenuo!
<
Ma cosa sta facendo lady Wendy? > chiese
infatti poco dopo, leggermente turbato.
<
Wendy? Non conosco nessuno con questo nome!
Eheheh… a proposito perché non mi porti a fare un
bel giro per il parco? Dai
dai dai! > dissi ridendo mentre spingevo via da quello
spettacolo
inquietante il giardiniere; ad un tratto però qualcosa mi
arpionò il piede, e
quel qualcosa era un’undicenne vestita di rosa dai grandi
occhioni azzurri che
fino ad un secondo fa stava tentando di diventare un tutt’uno
con un
sempreverde.
<
Non lasciatemi da sola prima che arrivi
Sebastian o Ciel! >
<
Sisi basta che ti stacchi! Odio la gente
appiccicosa > le risposi seccata.
<
Non avrete per caso paura del padroncino o del
signor Sebastian? > ci chiese Finnian sorridendo; mi
avvicinai a lui
molto minacciosamente. Io? Paura? Il bimbetto non sapeva con chi stava
parlando! Gli misi una mano sulla testa, così da farlo
girare verso di me, per
poi sussurrargli < Rettifica biondino: io non ho paura di nulla,
tanto meno
di un tizio vestito a funerale e di un dodicenne con gli squilibri
ormonali
>.
<
No… come non detto sei molto coraggiosa… >
mi rispose mentre abbassava lo sguardo in evidente soggezione dalla mia
possente figura ( se sogna: sono un metro e cinquantacinque per
quarantaquattro
di peso; posso abbattere un muro gente).
<
Comunque sappiate che non sono così severi come
appaiono: il padroncino e Sebastian hanno fatto molto per noi e vi
posso
assicurare che vi aiuteranno in qualunque modo! Io ripongo grande stima
in loro
e vi posso dire che la loro severità è solo
apparente! >
Mamma
mia da come ne parla sembrano degli dei in
terra! Tra un po’ mancano soltanto gli striscioni da fangirls
e i cuoricini e
poi siamo a posto!
<
Ma sei sicuro che stiamo parlando delle stesse
persone? >
<
Certamente fidatevi di me! E ora scusate, ma
oggi pomeriggio riceveremo un ospite importante, quindi devo mettere a
posto il
giardino! Se volete potete restare comunque! Mi farete compagnia!
>
Mentre
chiacchieravamo non mi accorsi di essere
arrivata vicino ad un capanno degli attrezzi. Finnian ci fece segno di
aspettarlo, dopodiché entrò dentro, per poi
uscire con una tanica di diserbante
sulle spalle.
<
State attente a non rovesciarlo mi raccomando!
Intanto vado a prendere degli altri attrezzi! > detto questo
sparì nel
capanno per un pò.
<
Perché il folletto fa il giardiniere per Ciel?
Non dovrebbe tornare nel suo cespuglio? >
<
Perché non cambi pusher? >
<
Cos’è un pusher? >
……………
Visto
che il mio tentativo di mettermi in contatto
con il pianeta Wendy era fallito miseramente, feci qualche passo verso
la
tanica di diserbante: chissà se sarei riuscita a sollevarla!
Un’ideuzza balenò
nella mia mente!
<
Facciamo una gara? Chi riesce a sollevare la
tanica cederà il dolce all’altra per una
settimana! >
<
Non credo sia una buona idea Lotty. Il folletto
ha detto di non toccarla per nessuna ragione! >
<
Oh dai cosa vuoi che succeda? > afferrai il
contenitore, e subito lo lasciai andare di scatto: quanto era pesante?
Nessuna
persona umana avrebbe potuto sollevarlo! Ma il dramma arrivò
dopo; il tappo non
doveva essere ben avvitato, e una volta fatta cadere la tanica il
liquido si
sparse per terra, producendo un fortissimo odore. Subito tutti gli
esseri
viventi vegetali presenti nel raggio di un kilometro iniziarono ad
afflosciarsi, incenerendosi
sul posto.
<
Siamo morte!!! Ho sterminato un giardino
intero! La mozzarella mi uccide! > gridai, mentre Finnian
uscì dal capanno:
appena si accorse di ciò che era successo
spalancò la bocca emettendo un suono
soffocato, mentre la sua faccia divenne una maschera di puro terrore.
<
Cosa avete fatto? Sono morto Sebastian mi
ucciderà! >
<
Noi siamo innocenti! Non ci avrete mai vive!
> gridai, mentre con una mano afferrai Wendy trascinandola via,
mentre
Finnian in evidente stato di shock piangeva disperato . Corsi dentro
casa con
l’intenzione di chiudermi in camera e sprangare la porta,
sperando che il caro
Sebby si accorga del casino in giardino il più tardi
possibile. Dopo aver
svoltato l’ennesimo angolo però la sfiga
tornò ad abbattersi su di me: dalla
fretta infatti non vidi il caro Conte dodicenne dagli squilibri
ormonali
sopraccitato, e buttai a terra lui, per
poi finirci sopra io, e infine Wendy ci schiacciò con il suo
dolce corpicino.
Bene.
L’ho ucciso. Prepariamo le valige, qualcosa mi
dice che toglieremo il disturbo mooolto presto!
<
Non respiro…. > mugugnai, mentre, per
chiudere in bellezza, un sinistro “ crack”
riecheggiò nel corridoio. Non ditemi
cosa lo aveva provocato: ho paura di saperlo.
<
Lotty non soffocare! Ti salverò io! >
<
Levatevi tutte e due! Qualcuno mi aiuti!!! >
Piano
piano ci rialzammo tutti e tre: la mia schiena
ormai era andata, e dall’espressione dolorante di Ciel credo
anche la sua,
mentre Wendy rimaneva l’unica pimpante dei tre.
<
Che. Cosa. State. Facendo? >
Se
poteva, credo che Ciel ci avrebbe fulminate sul
posto, fortuna che era innocuo a causa della schiena ko.
<
Senti coso, non guardarci così, eravamo di
fretta e non ti abbiamo visto! >
<
Sebastian vi avrebbe dovuto portare in camera
vostra > ringhiò.
<
Infatti lo ha fatto, ma una volta che se n’è
andato nessuno mi impediva di uscire dalla camera >
<
Invece non dovreste essere qui! Sparite subito
dalla mia vista prima che decida di rispedirvi da dove siete venute
>
Oh
oh oh cosa avevo appena sentito!
<
Hey tu – dissi avvicinandomi a lui e fissandolo
negli occhi con tutta la rabbia possibile
e inimmaginabile – sappi che io non prendo
ordini da uno che gira con le
scarpe col tacco! E sappi che non ti libererai di me tanto facilmente!
>
<
E tu non sai con chi hai a che fare ragazzina!
>
<
Tappo >
<
Rozza >
<
Depresso >
<
Panda corni! >
Sia
io che Ciel ci girammo verso Wendy.
<
Mi sentivo esclusa! > si giustificò lei
guardandoci tristemente. Io sospirai prendendola per un braccio con
l’intenzione di ritornare in camera mia, ma prima mi rigirai
verso il Conte sguercio,
lanciando così il mio ultimatum: < Sappi che la
questione non è finita: ti
pentirai di avermi insultata presto o tardi! > sibilai, per poi
voltarmi in
modo da non vedere il suo odioso sorrisino compiaciuto che sicuramente
aveva
stampato in faccia, e che mi faceva letteralmente salire la bile.
<
Sai che secondo me la soluzione migliore non è
la violenza! >
<
Sai che io la penso in modo leggermente diverso
>
Come avevo
previsto,Sebastian aveva scoperto la storia del diserbante, e quindi la
cosa
negativa è che siamo in punizione, la cosa positiva
è che mi avevano portato la
cena e quindi avevo mangiato. Siiiiii!
Per
una settimana avremmo però consumato i pasti
nelle nostre camere, come punizione per i pasticci di oggi. Se davvero
credevano di farmi un dispetto, beh, si sbagliavano! Anzi mi hanno
risparmiato
la tentazione di tirare contro quel brutto, vile, strafottente, noioso
ecc eccc
di un Conte piatti, coltelli e forchette! Aaahh quanto mi stava
antipatico??
Una
volta in camera mia mi ero fabbricata delle
freccette artigianali e un bersagilo con sopra disegnato un omino
stilizzato
che nella mia mente malata doveva essere Ciel, per poi scaricare il
nervoso
tirandoci sopra le freccette, Wendy
intanto mi osservava mente pettinava la criniera del suo pony con fare
rassegnato: dopo anni in cui dividevamo la stanza in orfanotrofio,
aveva capito
che quando ero arrabbiata dovevo sfogarmi, e quindi non ribatteva
più cercando
di dissuadermi attraverso strane filosofie sulla pace e
serenità nel mondo.
Dalla
finestra si udirono improvvisamente delle voci
provenire dal cortile, quindi abbandonai il mio giochetto e mi
affacciai per
osservare meglio chi c’era fuori: sull’ingresso di
casa vidi la mozzarella, il
Conte depresso, e un vecchio vestito in modo molto elegante e dai
grossi baffi
grigi, mentre parlavano animatamente: dopodichè il nonnino
salutò i due amici del cuore per poi salire sulla carrozza,
che sparì nell’oscurità della notte.
Bene,
adesso scommetto dieci sterline che vengono a
farci la ramanzina tutti e due. Difatti poco dopo di udirono dei passi
nel
corridoio, seguiti da un leggero “toc toc” sulla
porta.
<
Chiunque sia veda di sparire, siamo occupate!
>
Ovviamente
nessuno mi ascoltò di striscio, e
Sebastian entrò tranquillamente nella stanza tra le mie
colorite proteste.
<
Signorine, vi annuncio che da domani mattina alle
nove inizierete le lezioni di cultura generale e bon ton.
Passerò a svegliarvi
alle otto, quindi vi consiglio di andare a letto presto. Buonanotte!
>
disse, per poi sparire subito dietro la porta.
Da
domani avremmo dovuto pure studiare???
Nooooooo!!!!! Io pensavo scherzassero! Maledizione!
ANGOLO
DELLA PAZZA
Hola
a tutti! Sono tornata (e che ce ne frega a noi
direte?). Le nostre due pesti hanno fatto conoscenza di tutto il
personale
della villa, e inoltre c’è già aria di
tempesta tra Charlotte e i nostri due
cari protagonisti. Sappiate che purtroppo, causa test universitari vari
e
pigrizia personale, non sarò molto regolare negli
aggiornamenti, ma non
preoccupatevi! Non ho intenzione di abbandonare questa storia!
Ringrazio
ancora chi ha recensito e chi ha inserito
la storia tra le seguite, e tutti coloro che leggeranno e, spero,
recensiranno!
Baci
Cheshirecat96
|
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Capitolo 5 *** MAI UN ATTIMO DI TRANQUILLITÀ ***
Mi
trovavo in un grande salone illuminato da immense vetrate, e camminavo senza una meta precisa.
Non c’era anima viva
intorno a me, e il silenzio irreale che giungeva alle mie orecchie
aveva un
qualcosa di inquietante: non ero a villa Phantomhive, e non mi trovavo
nemmeno
nel vecchio orfanotrofio: quel luogo infatti mi era del tutto estraneo.
Chissà
come ci ero finita lì…
<
Signorina
Charlotte, la stavo aspettando! >
<
Uffa maggiordomo-stalker, pure qui ti ri…Aaaaaah! >
La voce
era quella di Sebastian su questo non avevo dubbi, ma
l’essere che mi ritrovai
davanti era tutt’altro che una persona: infatti il corpo
della cosa che aveva
parlato era enorme e tondo, di colore bianco latte, con un piccolo
smoking nero
addosso, da cui sbucavano due palline tonde che reggevano
rispettivamente un
vassoio da una parte, e un spolverino dai colori arcobaleno
dall’altra. Due
occhietti rossi sbucavano da quella palla lattiginosa, e mi fissavano
severi.
Ok. Non
sapevo se mettermi a ridere o andare a chiamare un dottore. E anche in
fretta.
<
Perché mi fissate in quel modo Lady Charlotte? > mi
chiese guardandomi
dall’alto in basso.
<
N-n-nonono tua impressione! P-p-iuttosto, sei sicuro di non aver
mangiato
qualcosa di avariato? >
< Non
capisco cosa intenda, e non ho tempo per assecondare i suoi capricci:
ho molto
lavoro da fare, per cui la invito a seguirmi immediatamente! >
disse, per
poi girarsi e iniziare a camminare, no, a strisciare, verso la parte
opposta
del salone. Io lo seguii senza fiatare, meglio assecondarlo non si sa
mai,
anche se continuavo ad osservarlo sott’occhi.
“
O
cavolo, è diventato seriamente una mozzarella! E ora che
faccio? Glielo dico?
No meglio fare l’indifferente, tanto prima o poi qualcuno lo
noterà e parlerà “
pensai senza staccare gli occhi di dosso dalla…cosa che mi
camminava davanti.
<
Lotty! Ti ho trovata finalmente! >
La voce
di Wendy in quel momento fu uno dei suoni più celestiali che
avessi mai
sentito! Mi voltai verso di lei e…. ma che cazzo? (quando ce
vò ce vò! Ecco!)
La mia
amica aveva uno sguardo raggiante, anche se da come era vestita
sembrava che le
avesse vomitato addosso un arcobaleno, ma la cosa che mi
spiazzò fu che tenesse
in mano la propria valigia rosa, e che avesse appiccicato in testa
dello
zucchero filato.
< Ma
dove stai andando? E perché hai dello zucchero filato in
testa? >
<
Eheheheh… volevo salutarti prima di partire! Ho ricevuto la
caramella
leggendaria di Madame Butterfly, e quindi da adesso andrò a
studiare nella
magica Accademia Rosa dei Pandacorni! Mi mancherai tantissimo, ma non
preoccuparti: ti scriverò e ti manderò tante
cartoline a forma di lecca lecca!
>
< Ma
che stai dicendo?? Quante volte te lo devo ripetere di non esagerare
con le
medicine prima di andare a letto? >
Wendy si
limitò a sorridere, per poi essere circondata da un cono di
luce fucsia che
emanava una puzza di caramello nauseante; all’improvviso
iniziò a levitare in aria,
mentre delle nuvole rosa ricoprirono
il
soffitto del salone, per poi riaprirsi in modo da far fuoriuscire dei
raggi di
luce accecanti. Dei nitriti di cavalli arrivarono alle mie orecchie,
mentre
Wendy mi salutò per l’ultima volta con la manina,
per poi sparire inghiottita
dalle nubi.
Ho
bisogno di un dottore. Adesso. Subito. All’istante.
Sebastian,
il quale aveva assistito in disparte a tutta la scena senza fiatare, e
senza
dubitare della sua sanità mentale, si rivolse di nuovo a me
in modo seccato.
<
Signorina, sono già terribilmente in ritardo, la prego di
seguirmi con le
buone, o con le cattive! >
<
Senti bello, a parte che tu sei l’ultima persona che si
dovrebbe preoccupare
del tempo in questo momento, ma il fatto è che ho appena
assistito
all’ascensione della mia amica, e qui le opzioni sono due: o
qualcuno mi sta
pigliando per il deretano, oppure mi hai messo della droga nella torta
di ieri
sera, e ora sono in
pieno trip! >
<
Così non facilitate il compito che devo svolgere…
vorrà dire che userò le
maniere forti allora >
All’improvviso
il pavimento mi cedette sotto i piedi, e mi ritrovai a precipitare nel
vuoto:
mi aveva fatto cadere da una botola il traditore, fedifrago,
rompiscatole, brutto
figlio di carissima donna che esercita la sua professione sui
marciapiedi!! Mò
me la paga!
Gridai
come se non ci fosse un domani, aspettando il momento in cui mi sarei
sfracellata a terra andando direttamente a giocare a ping pong con S.
Pietro,
ma invece di spiaccicarmi, atterrai su qualcosa di morbido, molto
morbido, così
da attutirmi la caduta: aprii gli occhi, e mi ritrovai coricata su un
sacco di
cuscini rossi, mentre Finny e Bard mi osservavano con in mano dei
ventagli
giganti fatti di piume multicolor.
<
Finalmente è arrivata signorina, possiamo iniziare la
cerimonia! > dissero
in coro, mentre un’irritante musichetta iniziò a
riecheggiare nella stanza, che
per la cronaca era la mia camera da letto.
< Che
cosa ci fate in camera mia? Che cerimonia? E perché avete
spennato dei pavoni
per costruire dei ventagli? Se ci trovano gli animalisti siamo
spacciati, vi
immaginate che multa? >
Ovviamente
nessuno dei due mi ascoltò, anzi iniziarono a cantare in
coro una canzoncina
stile gospel/lirica, ed erano pure stonati per cui vi lascio immaginare
che
strazio, mentre Tanaka vestito da danzatrice del ventre
sbucò da sotto il mio
letto iniziando a ballare. Qualcuno mi salvi, ho assolutamente bisogno
di un
buon psicologo.
Dalla
porta principale entrò Mey Rin con in mano un enorme vassoio
coperto; beh se
c’era da mangiare allora mi andava bene qualsiasi cosa, anche
un rave party
come location, basta che si mangi!
La ragazza posò
il vassoio davanti a me con un
sorrisone sulle labbra, per poi unirsi al coro gospel che faceva da
colonna
sonora all’evento.
< Beh
mi occuperò delle vostre menti contorte più
avanti, ora devo mangiare! >
esclamai, per poi tirare via il coperchio dal vassoio
e….doppio Aaaaaaaaaah!!!!
Seduto a
gambe incrociate sul vassoio c’era Ciel che mi fissava,
sempre con il broncio
sia chiaro, mentre con le mani reggeva un coltello ed una forchetta: in
testa
aveva un cappello a forma di cupcake, e anche lui doveva essersi
rifatto il
guardaroba nella boutique di fiducia di Wendy, visto che indossava
vestiti che
ricoprivano tutta la gamma cromatica.
<
Scusa e tu che vuoi? Dove hai nascosto il cibo? Ammettilo: te lo sei
mangiato
tutto apposta vero? > gli gridai contro, ma lui non mi rispose
nemmeno, si
limitò a mettermi in mano forchetta e coltello, per poi
fissarmi senza
proferire verbo.
<
Beh…che c’è? Giochiamo a chi ride per
primo? >
<
Mangiami >
Eh?
O no.
Nononononono.
<
Ehm…c-c-credo di non aver capito bene >
< Hai
capito benissimo: mangiami >
<
Ciel sicuro che sia tutto a posto? >
Il
ragazzo mi fissò con sguardo confuso: < Chi
è Ciel? >
<
T-tu. È il tuo nome. Almeno è quello che dicono
all’anagrafe >
< Io
non mi chiamo Ciel, io sono Mr Cupcake, mi ha cucinato Sebastian
apposta per
te, ed ora devi mangiarmi! >
Ok non
posso andare oltre: iniziai a shekerarlo per le spalle, mentre una
crisi
isterica si stava impadronendo di me sempre più in fretta.
<
Noooooo tu sei Ciel Phantomhive, C I E L! Capito?? Non ridi nemmeno se
ti si fa
il solletico, hai la voglia di vivere pari a quella di un bradipo
depresso in
crisi adolescenziale, ieri ti ho quasi ucciso spiaccicandoti contro il
pavimento, giri sempre con la mozzarella come bodyguard, odi tutto e
tutti e,
cosa più importante, sei ricco sfondato! Io ti odio con
tutta me stessa, però
in questo momento desidero un sacco che tu ritorni come eri prima,
depresso ma
normale, così come la mozzarella ritorni ad essere uno
strafigo anemico e con
la congiuntivite! >
<
Signorina
>
< Non
voglio mangiare Mr Cupcake! >
<
Signorina! >
Ah!
Aprii
gli occhi e mi trovai davanti Sebastian in versione normale, che mi
fissava in
modo strano.
< O
deo: sei nomale! > dissi con quasi le lacrime agli occhi, mentre
mi misi a
sedere sul mio letto: ero in camera mia, da sola, con il solito
Sebastian
impassibile e totalmente privo di umorismo, nella solita casa/prigione
di villa
Phantomhive. Mi sto commuovendo!
<
Oggi è una giornata fantastica caro il mio maggiordomo,
soprattutto perché sarà
una giornata normale! >
<
Sono contento che la pensiate così milady, visto che oggi
inizieremo a studiare
come si comporta una vera nobildonna! > mi rispose con un
leggero sorrisino
sadico sul volto, mentre si diresse verso la porta.
<
Cavoli mi ero dimenticata! Senti non possiamo rimandare? Sono ancora
reduce da
un lungo viaggio, ho mal di testa, ho dormito male e forse la mia
compagna di
studi è stata rapita da un unicorno! >
< Le
assicuro che lady Wendy non è stata rapita da nessuno, ma
sta saltellando felicemente
in camera sua. Inoltre la fatica del viaggio passerà in
fretta se tenete la
vostra mente occupata giusto? >
< Ma
veramente… >
<
Manderò MeyRin ad aiutarla a vestirsi: tra un’ora
si dovrà trovare nello
studio. Puntualità mi raccomando! > disse, per poi
sparire dalla porta
lasciandomi sola.
Oggi
è
una giornata schifosa. Voi non siete d’accordo con me?
<
Tenete il ritmo. Più sciolta nei movimenti. E sorridete, non
siete mica ad un
funerale! >
È
da più
di tre ore che siamo chiuse in questa stanza con Sebastian come
carceriere:
siccome dovremmo fare molto presto il nostro “ingresso in
società”, come lo ha
nominato lui, e siccome “ è la prima lezione
quindi inizieremo con qualcosa di
leggero”, sempre sue testuali parole, è da tre ore
che sto volteggiando come
un’idiota mentre ballo un valzer con l’uomo
invisibile, mentre Mr Mozzarella
tiene il ritmo con le mani.
È
una
situazione imbarazzante. Wendy si è subito adattata
prendendo la cosa come un
gioco, e rivelandosi anche una brava ballerina, ricevendo gli elogi
della
mozzarella: io invece era già tanto se capivo da che parte
dovevo girarmi, per
non parlare della mezz’ora spesa a spiegarmi che io ero la
dama e non il
cavaliere! Cioè, se
io avevo voglia di
fare il cavaliere? Non potevo? Discriminazione dappertutto in questa
casa!
<
Avete sbagliato ancora! Nono non ci siamo proprio >
esclamò Sebastian
portandosi una mano alla fronte con fare rassegnato, mentre io stavo
passando
in rassegna tutte le maledizioni che conoscevo, sperando si
abbattessero su di
lui entro la prossima ora.
< E
che palle! Come faccio a imparare se sembro una demente che balla con
il nulla?
>
<
Milady la prego di moderare il linguaggio, non sta parlando con un suo
amico ma
con il suo insegnante. Per quanto riguarda il mio metodo, credo che il
problema
sia solo della vostra persona se non migliorate, visto che
“ballare con il
nulla” come lo definisce lei, ha portato a ottimi risultati
con lady Wendy >
Mi girai
verso la mia compagna che, sentite le parole della Mozzarella, smise di
volteggiare.
< Ma
io non ho ballato con il nulla Sebastian, io ho danzato con Steve
>
Sia io
che il maggiordomo ci guardammo in faccia, allibiti.
<
Ehmm… se posso domandare milady, chi è Steve?
>
<
Steve è lui! Non è simpatico? > rispose
Wendy indicando il muro di fianco a
lei.
< Se
posso darti un consiglio, lascia perdere e annuisci: io ho rinunciato
tempo fa
a capirla > mormorai a Sebastian, il quale annui convinto.
<
Bene, Lady Wendy nessuno le ha detto di fermarsi, continui pure. Per
quanto
riguarda lei, la prego di seguirmi, le farò da compagno
>
La
mozzarella mi cinse il fianco con una mano, mentre con
l’altra mi aiutò a
rimettermi nella posizione iniziale: cavoli com’era alto!
Come faccio a
muovermi con una montagna davanti?
<
Adesso non deve fare altro che seguire il ritmo e copiare i miei passi:
avanti
iniziamo > mi sussurrò molto, troppo vicino al mio
volto. Scusate quando è
stato il momento in cui siamo passati da “ Lezioni di valzer
con Sebby “ a “
Come adescare minorenni con Sebby ”? Perché mi
sembra di aver perso qualche
passaggio.
Iniziò
a
muoversi ed io gli andai dietro: se secondo lui doveva essere
più semplice,
beh, per me non lo era! Soprattutto con la sua voce gracchiante nelle
orecchie
che mi deconcentrava!
<
Muova il piede destro, ora il sinistro, mi guardi negli occhi non
osservi i
piedi. No più dritta la schiena! Braccio ben saldo >
<
Basta! Non so più che fare! Sono in crisi cosa devo
muovere?!? > gridai per
poi mollare la presa, andare da Wendy, afferrarla per un braccio e
portarla
davanti a Sebastian: < Tieni balla con lei! Io ho bisogno di una
pausa! >
, dopodiché uscii dalla stanza piantando tutti in asso.
<
Dove crede di andare? >
Davanti
a me si materializzò la mozzarella con Wendy in braccio, che
a parere mio si
stava divertendo un mondo da come rideva; ma come hanno fatto ad
arrivare qui
se io li avevo lasciati di là? Non feci in tempo a darmi una
risposta
razionale, che il maggiordomo mi aveva già presa per un
braccio sollevandomi di
peso per riportarmi indietro.
<
Mollami Sebastian! Ti ordino di mettermi giù altrimenti ti
denuncio! >
Tentai
di liberarmi ma la sua presa rimase ferrea: come caspiterina faceva? E
si che
io sono brava nella lotta, non è possibile!
<
Cos’è tutto questo baccano? >
No ci
mancava pure lui! Davanti a noi Ciel ci osservava nel vano tentativo di
capire
cosa stava succedendo, mentre io penzolavo ancora nel nulla trattenuta
dal
braccio di Sebastian, e questo non andava bene!
<
Sebastian lasciale andare >
Cosa?
Come?
Ritornai
con i piedi per terra, mentre il maggiordomo posò Wendy
vicino a me.
<
Uffa faceva così fresco là in alto >
esclamò delusa.
<
Padrone mi spiace se l’abbiamo disturbata: le prometto che
non ci saranno più
contrattempi, provvederò immediatamente a riportare le lady
nello studio >
<
Lascia perdere, per oggi le lezioni sono finite. Devo recarmi a Londra
e tu mi
accompagnerai >
Oooooh
cosa sentirono le mie orecchie! Sono salva!
Il Conte
si rivolse a noi: < Mi raccomando, non voglio tornare e trovare
casa mia
mezza distrutta, sono stato chiaro? >
<
Cristallino > dissi fulminandolo con lo sguardo, mentre si
allontanava con
la mozzarella lasciando Wendy ed io sole nel corridoio.
<
Lady Charlotte non starete esagerando? È la quarta fetta!
>
<
Taci Bard, quando sono nervosa io mangio ed ora sono nervosa! >
Dopo che
i due amici del cuore lasciarono la villa, Wendy ed io andammo nelle
cucine:
alla fine avevamo chiesto scusa ai domestici per i pasticci di ieri, ed
ora
andavamo d’accordo. Non erano cattive persone, anzi mi fanno
ridere un sacco da
quanto sono buffi! Inoltre Wendy si sedeva le ore davanti a Tanaka a
parlare
del suo mondo immaginario, e quindi ciò significava
più tempo libero per la
sottoscritta, che così poteva dedicarsi alla sua
attività preferita: mangiare
tutto ciò che le capitava a tiro.
< Non
riesco a capire come facciate a viverci insieme! Loro e il loro
atteggiamento
da “sono bravo solo io” >
<
Adesso però basta mangiare dolci! Vi verrà mal di
pancia! >
< Uff
e va bene. Piuttosto: mi fai vedere come si usa il lanciafiamme?
>
Al caro
chef si illuminarono gli occhi: < Certamente signorina! >
<
Estraneo in arrivo >
Tutti ci
girammo verso Wendy, che aveva smesso di parlare con Tanaka per alzarsi
in
piedi e annusare l’aria come se fosse un segugio. Io
all’inizio non diedi molto
peso al comportamento della mia amica, ma poco dopo mi ricredetti: Mey
Rin
infatti era appena entrata nella stanza dicendo che avevamo visite.
Andammo
tutti nel salone d’entrata e davanti a noi trovammo Finny
intento a parlare con
una ragazzina il cui aspetto mi ricordava vagamente quello di Wendy, a
eccezione dei lunghi capelli biondi che aveva raccolto in due codini
boccolosi.
A proposito: mi accorsi che Wendy non era più di fianco a
me, ma si era
avvicinata alla boccolosa ragazzina sconosciuta; le due si guardarono
negli
occhi per un po’, per poi esclamare all’unisono:
< Che carinaaaaa!!! >
Aiuto.
Un’altra che vede pony dappertutto no.
<
Piacere io mi chiamo Wendy! >
< Che
nome adorabile! Io sono Elizabeth ma tu puoi chiamarmi Lizzy! >
< Oh
che carinoooo!!!! >
< Lo
sooooo!! >
Vado a
prendere a testate una colonna. Chiamatemi più tardi.
<
Lotty! Vieni qui! > Wendy mi arpionò per un braccio
trascinandomi davanti
alla sua gemella mancata.
<
Lizzy questa è Charlotte la mia amica! Però io le
ho dato il soprannome Lotty!
Non pensi sia carino? >
<
Carinissimo! Hai davvero buon gusto! >
<
Okokok riuscite a dire una frase senza inserirci dentro la parola
carino? Mi
state dando sui nervi! >
<
Perdonala, è sempre sinceramente e crudelmente schietta!
> sussurrò la mia
amica alle orecchie della bionda, la quale sorrise leggermente.
< Oh
ti capisco anche il mio fidanzato è sempre serio e sulle
sue! Se non penso io a
organizzare qualcosa di carino e divertente lui passerebbe tutto il
giorno
chiuso nel suo studio! >
La
bomboniera bionda aveva il fidanzato? Povero non vorrei essere nei suoi
panni:
chissà chi sarà lo sfigato? Eheheh..
Bard e
MeyRin, che fino a quel momento erano rimasti in disparte, si
avvicinarono a
noi per chiedere a Lizzy come mai si trovava a Villa Phantomhive, e la
ragazza
rispose con molta tranquillità di essere scappata da casa
sua per venire qui,
dopodiché si guardò in giro per poi esclamare:
< Questo posto è sempre così
deprimente, ma non vi preoccupate: ora renderò tutto
più carino! >
<
Siiiii e io ti darò una mano! > esclamò
Wendy.
Ok,
credo siano passati all’incirca dieci minuti; in questo tempo
la villa fu
riempita di fiocchi striscioni e addobbi stile bomboniere, per non
parlare di
noi poveri esseri che capitammo lì per caso: solo MeyRin ed
io riuscimmo a
salvarci trincerandoci nella cucina armate di mattarelli e mestoli. Il
resto
del personale fu addobbato stile albero di natale con fiocchi che
volavano a
destra e a sinistra.
Dopo alcune
ore d’assedio sentimmo qualcuno grattare contro la porta: non
mi avranno mai
viva sia chiaro!
<
Andatevene o vi tiro un mattarello in testa! >
<
Lotty! Sono io Wendy! Dai aprimi ti ho portato un vestito fantastico
che Lizzy
ha scelto apposta per te! >
<
Motivo in più per rimanere qui dentro! >
La voce
dell’altra bomboniera si sovrappose a quella della mia amica:
< Lotty dai!
Vedrai che starai benissimo! E ho
portato un bellissimo abito anche per te Mey Rin! >
La
ragazza si girò verso di me prendendomi per le spalle:
< La prego Lady
Charlotte, mi salvi! >
< Non
ti preoccupare: se è necessario staremo trincerate qui
dentro fino alla fine!
Possiamo resistere quanto vogliamo visto che abbaiamo provviste a
sufficienza,
e per l’acqua se finisce potremmo bucare il tetto e
dissetarci con quella
piovana! >
Le due
bomboniere però non erano intenzionate a cedere, e io
iniziavo ad avvertire un
certo bisogno fisiologico… in sintesi dovevo andare al
bagno, e con una certa
urgenza!
<
Sentite
se stipulassimo un patto? Io esco ma voi mi lasciate vestita normale e
lo
stesso vale per MeyRin: in cambio faremo qualsiasi cosa >
< E
va bene! In cambio parteciperete al ballo che Lizzy
organizzerà stasera! >
< Non
sono capace di ballare! >
<
Prendere o lasciare >
Sia io
che la domestica ci guardammo in faccia per poi sospirare
all’unisono: con
molta riluttanza aprimmo la fatidica porta, trovandoci davanti Wendy e
Lizzy
raggianti.
< Hai
cambiato idea siii!!! – disse la mia amica abbracciandomi di
slancio – vedrai
sarà divertentissimo! >
< Ok
ma staccati entro cinque secondi altrimenti ti mordo! >
<
Scusa >
Ritornammo
tutti insieme nel salone principale, e all’improvviso la
porta d’ingresso si
aprì, e da essa rientrarono la mozzarella con Ciel, il quale
non appena vide
gli addobbi e fiocchi vari si bloccò di colpo, per poi
voltare lo sguardo verso
Wendy ed io.
<
Cosa avete combinato stavolta? > esclamò, quando
all’improvviso un tornado
rosa e dai riccioli d’oro lo abbatte sul posto.
<
Ciellll!!!! Sei tornato!! >
<
Lizzy? Cosa ci fai qui? >
<
Avevo voglia di vederti! Una lady non può andare a trovare
il suo fidanzato?
>
Fermi
fermi fermi cosa ho appena sentito? Aveva detto fidanzato?
< No
scusami un attimo Lizzy – esclamai puntando un dito verso il
Conte le cui guance
iniziavano a tingersi di un lieve rossore – lui è
il tuo fidanzato? >
<
Siiii!!! > rispose la ragazza con gli occhi a cuore, mentre Ciel
tentava in
tutti i modi di zittirla. No la faccenda era troppo buffa! Iniziai a
ridere
talmente forte che quasi rotolai a terra, mentre Wendy si
portò le mani al viso
esclamando un: < Che carini!! >
<
Piantala di ridere non ci trovo nulla di divertente! > mi
gridò contro Ciel:
avrebbe voluto continuare la ramanzina, ma la bomboniera lo
trascinò via di
peso dicendo che doveva prepararsi per il ballo ecc ecc.
Quando
finalmente riuscii a ricompormi mi avvicinai a Wendy : <
Benomale che ho
accettato il patto di prima! Il ballo di stasera non me lo perderei per
nulla
al mondo! > esclamai, per poi abbandonarla lì,
dirigendomi verso il mio appuntamento
con il bagno.
ANGOLO
DELLA PAZZA
Rieccomi!
Hola a tutti! Sono ritornata a scrivere le mie stupidate, non vi
libererete di
me tanto facilmente! Eheheh! Il capitolo in realtà doveva
essere più lungo, ma
poi ho deciso di troncarlo qui e dividerlo in due, sennò
diventava troppo
pesante. Credo che tutti abbiate capito in che punto del manga/anime
siamo, e
ho già qualche ideuzza su come sarebbe andato il ballo se ci
fossero state le
nostre due adorate bimbe.
Come
sempre ringrazio chi ha recensito e chi ha inserito la storia tra le
seguite, e
inoltre ringrazio anche tutti i lettori silenziosi; magari sono
capitati su
questo delirio per caso, ma sono comunque stati partecipi anche per un
microsecondo di questa storia, per cui grazie!
Bene un
bacio a tutti e a presto!
Cheshirecat96
|
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Capitolo 6 *** UNA SERATA MOVIMENTATA ***
Heilà
gente!
È da tanto che non ci si sente vero? Bene, dopo che la
bomboniera bionda aveva
messo a soqquadro l’intera villa, ho mollato tutti quanti al
loro triste
destino per rintanarmi in camera, causa urgenti bisogni
fisiologici (tradotto: dovevo andare
bagno), dopodiché mi sono buttata a peso morto sul letto
pronta per mangiarmi
la torta che avevo appena rubato dalla cucina. Ah la bella vita: letto,
cibo
ipercalorico e tranquillità, ecco come Lotty raggiunge il
Nirvana!
Già
nella mia mente si erano prodotte immagini di vallate verdi sul quale
saltellavo felice mentre afferravo al volo una ciambella: poco
più avanti una
Wendy raggiante passava in sella al suo panda corno, la lunga chioma
mora
sciolta al vento stile amazzone, e dietro di lei un intero prato fatto
di torte
si estendeva per kilometri e kilometri, in attesa di qualcuno con lo
stomaco
abbastanza capiente da poterle mangiare senza rischiare il coma
diabetico!
Aaaaah che meravig….
<
Lotty! Aprimi ho bisogno! >
Addio
Nirvana: è stato breve ma intenso.
La mia
amica entrò nella stanza senza nemmeno aspettare una
risposta, solo per dirmi
che la Mozzarella ci attendeva nello studio per continuare la lezione
di
valzer; uffa non si può mai mangiare in santa pace!
< Si
finisco la torta e arrivo >
< Ha
detto che è urgente, e che se arriviamo in ritardo non
sarà più consapevole
delle sue azioni nei nostri confronti >
< Non
mi interessa >
<
Lotty dai! Sai che a me fa paura quel signore! >
Wendy mi
tirò per un lembo del vestito, ed io la seguii mugugnando,
senza separarmi dal
piatto con la torta sia chiaro! L’avrei finita a qualunque
costo.
Arrivate
nello studio, trovai la mozzarella ad aspettarci già
sull’attenti e… perché
Ciel è qui? Non era stato rapito dalla bomboniera? Aaah ho
capito, vuole
invadere il mio territorio il furbastro, ma non mi lascerò
spodestare da uno
che si è fatto infinocchiare da una tipa infiocchettata!
Iniziai
a fare un breve elenco mentale sui vari modi per delimitare i miei
spazi, che
andavano dalle semplici trincee artigianali al marcare il territorio
stile
grandi felini della savana, ma mettermi a fare la pipì in
giro per villa
Phantomhive sarebbe stato scomodo e imbarazzante per la mia persona,
per cui
questa opzione la scartai subito. Stavo per valutare altri metodi,
quando la
voce di Sebastian interruppe il flusso dei miei pensieri:
<
Bene adesso continueremo la lezione che abbiamo interrotto prima: visto
che
Lady Elizabeth terrà un ballo stasera, voglio prepararvi
così che possiate
prenderne parte. Per cui vi chiedo il massimo impegno. A questa lezione
parteciperà anche il mio padroncino, siccome ho avuto modo
di appurare che le
sue conoscenze sul valzer sono…ehmm… alquanto
lacunose >
<
Cosa sarebbe lacunoso? > chiese il caro Conte con
un’espressione irritata
sul volto; povero, ammettere che fa cagare nel ballo è un
brutto colpo per il
suo ego! Quanto mi spiace…. Sono ironica sia chiaro.
La
mozzarella ci fece mettere a coppie: per questo giro io sarei stata la
dama di
Sebastian, di nuovo, mentre Ciel sarebbe stato il cavaliere di Wendy.
Ok, forse
devo avvisare la cara mozzarella sui miei gusti in fatto di maschi, e
sulla
fascia d’età in cui essi rientravano, cosa molto
importante se non volevo
rimanere vedova in tempo record, anche se tutta questa situazione aveva
un lato
positivo il cui nome era eredità: ma un maggiordomo non
credo possa essere
tanto ricco, per cui mi spiace caro Sebbo, ma non hai speranze di
conquistare
il mio cuoricino!
Dite che
sono materialista? Può essere.
Dopo una mezz’ora
spesa per convincermi a
mettere giù la mia adorata torta, e altri dieci minuti spesi
nel dirle addio,
tra i ringhi del depresso, la mozzarella che sbraitava (ebbene si sono
riuscita
a farlo urlare! Un punto per la magica Charlotte!), e undicenni che
camminavano
da una parte all’altra della stanza cercando il loro
amichetto immaginario, iniziammo
a volteggiare, e nelle mie orecchie partì l’elenco
di cose che non andavano
bene nella mia postura, gambe, braccia ecc ecc. Gli istinti omicidi
stavano
iniziando a venire a galla, e nella mia mente si stava già
materializzando la
scenetta di me che prendevo a botte la mozzarella con la famosa
spada-sedano,
mentre mangio una ciambella. Questi si che sono i sogni proibiti di una
dodicenne che molto probabilmente, il giorno in cui distribuivano la
fortuna,
era in fila per una coscia di pollo fritto, visto tutto quello che mi
è
capitato nel giro di due settimane!
Il mio
filmino mentale sarebbe continuato per un bel po’ di tempo, se non fosse stato per gli
urli che
provenivano dalle
mie spalle:
< Non
mi piace ballare con te! Sei scarso Steve era più bravo!
>
<
Smettila di lamentarti! È la prima volta che ballo
è logico che non sono
capace! Inoltre tu vai troppo forte non riesco a starti dietro! Poi con quella tenda che ti sei
messa addosso mi
fai inciampare! >
< Non
è una tenda, è un vestitino di tulle sciocchino!
>
Wow
Wendy che litiga con qualcuno: devo segnarmelo. Inoltre il caro Conte
era
peggio di un tizio che non esisteva! Wooo devo congratularmi con lui!
Ahahahaha!
<
Wendy i tuoi insulti mi fanno rabbrividire >
dissi ridendo: cavoli non mi sono mai
divertita così tanto come oggi, e non siamo ancora alle
quattro del pomeriggio!
La mia
amica, che evidentemente era stufa di quella situazione, per tutta
risposta si
sedette per terra con le braccia incrociate, e un’espressione
offesa sul volto.
< E
adesso cosa stai facendo? >
< Io
con te non ci ballo più >
<
Adesso basta! >
Sebastian,
il quale aveva osservato tutta la scena in silenzio, molto
probabilmente aveva
intuito che la situazione stava lentamente precipitando, e da perfetto
sboron…maggiordomo-mozzarella,
decise di intervenire.
<
Lady Wendy la prego di rialzarsi: lei e Lady Charlotte potete fare una
pausa;
padroncino, noi due continueremo la lezione invece > disse, per
poi prendere
per mano Ciel e guidarlo al centro della stanza, in modo mostrargli la
posizione di partenza.
Wendy ed
io ci sedemmo per terra, mentre davanti a noi la mozzarella e il Conte
iniziarono a danzare: non appena Sebastian fu a distanza di sicurezza
mi
fiondai a prendere il piatto con la torta che stavo mangiando, e che
per tutto
il tempo mi aveva osservato tristemente dal tavolino in cui
l’avevo appoggiata,
mentre Wendy estrasse dalla sua ampia gonna una bambola.
< Sai
a cosa stavo pensando? > mi chiese la mia amica.
< Che
lo yaoi domina… > risposi sovrappensiero, mentre brandivo una fetta di
torta, intenta ad
osservare i due aspiranti ballerini davanti a noi.
< Eh?
>
<
Niente! Roba mia >
risposi in modo
distaccato, onde evitare
domande a cui non saprei rispondere senza procurare uno shock
psicologico alla
mia cara amica, visto che credeva ancora nella storiella dei bimbi che
nascono
nel magico prato dei panda corni, per poi scendere sulla terra a
cavallo di un
pony volante. Che poi, detto tra noi, come fa un neonato a stare in
sella ad un
cavallo volante? Andiamo, è molto più realistica
la storiella della cicogna!
Uhmm cicogna uguale gallina, cioè pollo: ho fame!
< Ho
voglia di fritto! Mi accompagni in cucina? >
< Ma
ti sei appena mangiata una torta con doppio strato di panna! >
< E
allora? > dissi, per poi alzarmi e uscire dalla stanza, mentre
Wendy mi
raggiungeva saltellando.
<
Signorina siete bellissima >
< Non
respiro > rantolai,
ma Mey Rin
continuò lo stesso a stringere il corsetto spappolandomi tre
vertebre e due
costole, per non parlare del fatto che oggi avevo leggermente esagerato
con il
cibo, e quindi credo di essere anche sul punto di vomitare.
Perché non ci avevo
pensato? Sigh… ah no Wendy me lo aveva
detto…colpa sua allora, perché non mi ha
fermata!
< La
prego di pazientare ho quasi finito > disse la cameriera, per
poi farmi
indossare un lungo abito color smeraldo che Wendy e Lizzy avevano
scelto
appositamente per me siccome, testuali parole, “ il verde sta
benissimo con il
ramato dei tuoi capelli. Sarai così carrrriiiinaa!
“.
<
Lotty sei pronta? > ecco parli del diavolo e spuntano le corna!
Wendy
saltellò verso di me prendendomi per le mani e facendomi
roteare, cosa che mi
provocò una nausea spaventosa.
<
Smettila o ti vomito addosso! > gridai, per poi prenderla per le
spalle
sussurrandole all’orecchio: < Ricorda: la prossima
volta che ho intenzione
di mangiarmi una torta intera con doppio strato di panna e del cibo
fritto,
piuttosto infilami un vaso in testa! >
< Ma
Lotty, già una volta me lo avevi detto, e io ti avevo
ascoltato, ma dopo averti
infilato il vaso in testa ti sei liberata e mi hai calpestata per
un’ora! >
<
….
Dettagli >
Mey Rin
mi prese per un braccio, dicendo alla mia amica di pazientare un
attimo, visto
che non aveva ancora finito di prepararmi,e mi fece sedere per
sistemarmi
l’acconciatura; una volta terminata la sessione di trucco e
parrucco, tutte e
tre ci dirigemmo nel salone del ricevimento. Per tutta la strada mi
chiesi come
faceva Wendy a camminare, visto le dimensioni paurose del suo
gonfiosissimo
abito rosa shoking con tulle incorporato e fiocchi ovunque, che
avrebbero
impedito ogni movimento a qualsiasi essere vivente normale: ah e non vi
ho
detto del cerchietto rosa confetto con sopra un pony viola che portava
in
testa! La testolina dell’animaletto si muoveva a ogni passo
della mia amica
creando un effetto ipnotico niente male, oppure era la nausea che mi
faceva
girare la testa ogni volta che lo osservavo. Mah i misteri della
vita…
La
bomboniera dai riccioli d’oro era già pronta in
mezzo alla sala, e non appena
notò la nostra presenza, ci corse incontro gridando un
rumorosissimo: <
Carineeee!!!! >. Pure lei aveva addosso un abito che, se fossi
io la Queen
di questo paese, avrei bandito da ogni negozio
dell’Inghilterra considerandolo
illegale. Aaah la nausea!
<
Allora, vi piace come ho allestito il salone? >
<
Bellissimo sei stata bravissima >
<
…..vomito…. >
Wendy
prese in disparte la bomboniera per sussurrarle qualcosa
all’orecchio: quest’ultima,
dopo aver ascoltato attentamente
la mia amica, mi osservò tristemente, per poi afferrarmi per
un braccio e farmi
sedere su di una sedia in un angolino.
< Mi
spiace Lotty, ma è meglio se stai qui e riposi: non si sa
mai che mi vomiti nel
bel mezzo della festa rovinando tutto! È meglio se rimani
segregata in questo
angolino senza muoverti per tutta sera, ok? > esclamò
con un sorrisino
sinistro stampato in faccia.
Io
provai a replicare: nel bel mezzo delle mie facoltà mentali
la biondina si
sarebbe già pentita delle sue parole, ma il mio stomaco non
mi diede il tempo
di risponderle a modo facendomi afflosciare sulla sedia, vinta da un
altro
conato di vomito; Lizzy intanto si era già allontanata
raggiungendo Wendy al
centro della sala. Traditori! La mia vendetta sarà
dolorosissima per voi!
Dalla
mia postazione non riuscivo a vedere molto di quello che succedeva,
praticamente ero isolata dal mondo: capii soltanto che erano arrivati
anche
Ciel e la mozzarella grazie agli ululati della bomboniera e ai
cuoricini che
emanava, e, visto che tra l’elenco dei miei obiettivi nella
vita non c’è il
punto “ aspiro a diventare asociale e ad avere un solo amico
immaginario”,
decisi di spostarmi spingendo leggermente la sedia avanti, avanti,
ancora,
ancora, senza destare sospetti e senza attirare l’attenzione
della bomboniera.
In
religioso silenzio avevo già percorso metà
strada, e da lì riuscii anche a
distinguere quello che si dicevano: in poche parole il depresso non si
era
cambiato l’anello che indossava con quello che Lizzy gli
aveva comprato, e
questa si era offesa iniziando a piangere come una disperata, mentre
Wendy
puntava il ditino contro il depresso gridandogli contro che era un
insensibile,
e che avrebbe detto a suo zio di punirlo nel sonno, e la mozzarella
guardava
tutti con la sua solita espressione impassibile.
Secondo
me va a finire in rissa, e non sia mai che Lotty si perda un pestaggio!
Almeno
i cori dovevo farli, cacchius! Piano piano mi avvicinai arrivando alle
spalle
di Wendy, per poi afferrarle un lembo di tulle nel vano tentativo di
attirare
l’attenzione, ma il troppo gonfiore rendeva il suo vestito un
airbag naturale,
e quindi, scusate il francesismo, non mi cagò di striscio.
Rimasi così ad
osservare la scena nascosta dietro alla mia amica:
<
Adesso lo prendo io! > Lizzy aveva abilmente sfilato il famoso
anello dal
dito di Ciel, il quale non aveva preso la cosa tanto a genio, visto
l’espressione
da serial killer che aveva stampato in faccia.
<
Ridammelo >
Botte,
sangue, violenza alè alè: nella mia mente erano
già partiti i cori da stadio.
Ad un tratto la bomboniera scoppiò a piangere ancora
più forte, e quello che
successe fu così veloce e fulmineo, che quasi non me ne
accorsi, per cui
andiamo con calma:
La
bomboniera urla addosso al depresso che per colpa di quello stupido
anello si
sono messi a litigare, e poi lancia suddetto coso blu via. Il problema
è che
Wendy era finita dritta dritta sulla traiettoria
dell’oggetto, il quale la
colpì direttamente in faccia mandandola ko a terra, per poi
rimbalzare e finire
direttamente nelle mie manine, tra le urla dei presenti e le risatine
soffocate
della mozzarella.
<
Oddio avete ucciso Wendy! Presto ho bisogno di un sacco, una pala, e
dei guanti
in lattice per far sparire le prove! > gridai, ma le emozioni
vissute in
quella frazione di secondo furono troppo forti, per non parlare della
confusione che regnava intorno a me.
<
Rettifico: ho urgente bisogno di un bagno! > dissi, per poi
fiondarmi fuori
dalla stanza.
<
Signorina come sta adesso? >
<
Insomma, molto meglio di prima >
Sebastian,
dopo aver calmato i bollenti spiriti nell’altra stanza, aveva
portato sia me
che Wendy in cucina, dove preparò una limonata calda per la
sottoscritta e una
borsa del ghiaccio per Wendy, la quale si era appena ripresa; lo stesso
però
non si può dire del suo naso, che ha iniziato a gonfiarsi a
dismisura
diventando rosso rosso. Cavoli era davvero enorme, e la sua consistenza
pulsante mi attirava molto.
<
Smettila di guardarmi la faccia! > disse la mia amica, che
velocemente si
coprì il naso con la borsa del ghiaccio, per poi girarsi
verso la mozzarella
chiedendogli di farle bibi bibi per mandare via il dolore. Non
chiedetemi cosa
sia, lo ignoro pure io.
<
Lady Wendy credo che il ghiaccio sia un rimedio migliore. Lady
Charlotte, è
pronta la limonata > disse, per poi porgermi una tazza piena di
un liquido
ustionante a cento gradi.
<
Troppo caldo, io non lo bevo! >
< Se
non le passerà la nausea sarà costretta a seguire
una dieta per rimettersi in
sesto >
< Ne
voglio ancora > risposi porgendo al caro Sebbo la tazzina vuota.
Improvvisamente la temperatura è aumentata in questo posto.
Che caldo!
Dalla
porta entrò Ciel, seguito da Lizzy, la quale si
fermò davanti a me e Wendy, per
poi fare un leggero inchino: < Volevo chiedervi scusa per tutti
i guai che
vi ho procurato > disse con tono molto triste.
<
Scusavo
anche prima! > risposi mentre continuavo a sciogliermi
(accidenti alla
limonata), ma Wendy mi diede una leggera gomitata così da
zittirmi: < Non
preoccuparti l’importante è che si sia risolto
tutto! > disse sfoggiando uno
dei suoi sorrisi migliori, anche se il naso rosso rovinava tutto.
<
Piuttosto – dissi rivolgendomi a Ciel – riprenditi
sto coso, mi h già fatto
passare abbastanza guai! > ed estrassi dalla tasca del mio
vestito l’anello
che prima aveva quasi ucciso la mia amica.
Il Conte
osservò il gioiello che brillava tra le mie mani, per poi
voltarsi di scatto
verso la porta. Che melodrammatico….
<
Puoi tenertelo – disse con un’espressione ancora
più triste del normale – ormai
non ha più importanza > dopodiché
uscì dalla stanza: cioè, ha fatto piangere
la bomboniera, ucciso la mia amica, fatto pensieri rasenti
l’omicidio sulla sua
fidanzata (e non venitemi a dire che non è così,
me la ricordo la sua
espressione da phsyco di poco prima) a causa di
quell’oggetto, per poi
sbolognarlo a me?!?
<
Aspetta Ciel! > Lizzy seguì il tappo furi dalla
cucina, lasciandoci con il
maggiordomo: avevo notato che sia lei che la mozzarella erano quasi
rimasti
scioccati dalla frase pronunciata poco prima dal Conte, anche se io non
ne
capivo il motivo. E quando non capivo qualcosa, sapevo da chi andare:
<
Sebby carrrooooo, mi vuoi spiegare che cavolo hanno tutti? >
chiesi con il
mio miglior sorriso.
< Mi
spiace, ma non posso rispondere alla sua domanda, e ora con permesso
>
disse, per uscire pure lui lasciandoci sole.
< Che
palle! Odio i segreti! >
< Mi
fa male il naso >
Mandai
un’occhiataccia a Wendy, per poi osservare l’anello
che avevo nelle mie mani.
Di una cosa ero sicura: Ciel aveva mentito, si leggeva lontano un
kilometro che
rivoleva indietro l’arma impropria che reggevo in mano. E
quindi c’era una sola
cosa da fare.
< Tu
divertiti con la borsa del ghiaccio: io devo andare! > esclamai,
per poi
uscire e lasciare Wendy da sola.
Sono
appostata come un segugio fuori dalla porta della camera di Ciel da
più di
dieci minuti: uffa quanto ci metteva l’odiosa mozzarella ad
uscire? Inizio ad
aver sonno!
Un
rumore attirò la mia attenzione, e finalmente quella
maledetta porta aprì,
facendo uscire la mozzarella che, piano piano, si allontanò
lasciandomi campo
libero. Bene bene!
Bussai
leggermente, aspettando la risposta del caro Conte, che non
tardò ad arrivare:
entrai nella stanza completamente buia, soltanto i raggi lunari la
illuminavano
e piano piano mi avvicinai al grande letto, sul quale vedevo benissimo
la
figura seduta di Ciel, che mi fissava in modo duro.
< Che
cosa ci fai qui? > disse, ma io non risposi: mi limitai ad
avvicinarmi al
comodino, dove appoggiai il famoso anello, per poi allontanarmi piano
piano. Il
ragazzo mi fissò sorpreso, per poi afferrare con la mano il
prezioso oggetto: solo
adesso notai che non portava la benda all’occhio destro,
anche se esso rimaneva
comunque nascosto dalla lunga frangia. Mah, forse è un
aspirante emo….
“
Beh la
voglia di vivere è quella, su questo non ci piove”
pensai, ma all’improvviso le
mie seghe mentali furono interrotte dalla voce del tappetto:
<
Perché? >
Fu
l’unica parola che fuoriuscì dalle sue labbra,
quasi sussurrata, ma abbastanza
forte perché le mie orecchie la sentissero.
< Beh
– pensai portandomi un dito alla fronte - prima di tutto
perché non saprei che
farmene. Poi perché si vedeva lontano un miglio che avevi
mentito, e che in
realtà volevi indietro quel coso a tutti i costi! Per cui ho
deciso di
riportartelo! > risposi tranquillamente, per poi voltarmi verso
la porta;
osservai per un’ultima volta il viso di Ciel, e notai che mi
fissava con un’espressione
poco convinta sul volto.
< Ah se vuoi un consiglio,
perfezionati in fatto
di bugie: magari gli altri possono cascarci, ma non la sottoscritta!
>
esclamai, per poi uscire fuori dalla stanza, lasciando il caro Ciel con
una
faccia da pesce lesso.
Bene e
ora a nanna, il letto mi chiama!
È
passata una settimana dal fatidico ballo, e non è successo
nulla di
entusiasmante in questo lasso di tempo: ah si, la zia di Ciel
è venuta a trovarci
insieme al suo maggiordomo, e a quello che, secondo il mio parere,
è il pusher
di Wendy (lei dice di no, ma io sono straconvinta del contrario invece!
Finalmente
l’ho incontrato!)
Ah si! Un
pomeriggio i due amiconi sono scomparsi nel nulla, e quello
è stato il giorno
più bello di tutti: ho preso possesso della dispensa, mentre
Wendy ha quasi
allagato la sua stanza, ma nulla di grave, di solito gli altri
domestici della
villa combinano disastri peggiori!. Peccato che la sera i due
rompiscatole
siano riapparsi, con tanto di tramonto scenografico come sfondo, tra i
gridolini estasiati di Wendy, il fangirlismo dei domestici, e il mio
disgusto
personale davanti a tutto quel miele.
Finita
la cena mi sono chiusa in camera a leggere qualche libro,
così tanto per
passare il tempo, mentre Wendy disegna tranquilla sul mio letto; se
solo osa
sporcarlo la defenestro, ma dettagli, oggi mi sento buona per cui
chissene.
Stava filando tutto liscio quando, all’ improvviso, qualcuno
bussò alla porta.
< Non
ci siamo > gridai, ma evidentemente il trucco non aveva
funzionato, perché
la mozzarella entrò lo stesso sotto il mio sguardo vigile,
mentre la mia amica
alzò gli occhietti dal foglio.
<
Sono venuto a dirvi di preparare le vostre valige: domani partiamo per
Londra
>
< Ah
se avete deciso di rispedirci indietro puoi scordartelo: voglio un
avvocato
qui, adesso! > esclamai balzando giù dal letto
brandendo il libro come se
fosse un’arma.
Il
maggiordomo sospirò: < Non vi stiamo riportando
indietro, passeremo
l’inverno a Londra nella residenza personale della famiglia
Phantomhive. Se
preferite, invece, rimanere qui da sole, al freddo, senza cibo, nessuno
ve lo
vieta >
<
Eeeeeeh
vi piacerebbe: a chi dò fastidio se tutti vanno via? Bene
Sebbo caro, verremo
con voi! >
< Il
mio nome è Sebastian >
<
Certo Sebbo >
<
Sigh >
Dopo
aver sospirato rassegnatamente, la mozzarella si congedò
lasciandoci sole: che
caro, si doveva ancora abituare al soprannome coniato dalla mia amica,
che mi
osservava orgogliosa . Ehehehe! Non appena la porta si chiuse alle sue
spalle
Wendy ed io ci fiondammo sul letto, iniziando a saltare dalla gioia! Si
va in
gita! Yeeeeee!
ANGOLO
DELLA PAZZA
Arieccome!
Sono tornata apposta per tormentarvi, ehehehe…
Finalmente
sembra che le nostre due care bimbe si stiano adattando al loro nuovo
stile di
vita, e soprattutto ai loro nuovi coinquilini, anche se i guai non
finiranno
tanto presto!
Ringrazio
tanto tanto chi ha recensito, e chi ha inserito la storia tra le
preferite e
seguite: vi lovvo mi fate commuovere! E grazie anche ai lettori
silenziosi che
comunque sono partecipi delle avventure dei nostri cari protagonisti.
Spero di
non perdevi! Baci!
Cheshirecat96
|
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Capitolo 7 *** UN NUOVO MISTERO ***
<
Lotty, ho come l’impressione che questa scena
l’abbiamo già vissuta >
<
Ma no? Sei seria? Non l’avrei mai pensato! >
Vi
state chiedendo che cosa sia accaduto? Bene, vi
accontento subito! Questa mattina la Mozzarella ci aveva svegliate
praticamente
all’alba, per poi caricarci su una carrozza insieme al Conte
dell’apatia, per
partire alla volta di Londra: i domestici della residenza, le uniche
persone
con un briciolo di vita all’interno di quella villa,
purtroppo, non sono
partiti con noi, e devo dire che un pochino mi sento in colpa per
questo, ma io
come caspiterina facevo a sapere che usare il lanciafiamme vicino alla
tende
era così pericoloso?!? Cioè, esistono anche i
tessuti infiammabili, comprateli
se avete un lanciafiamme in casa porca paletta! Evidentemente Ciel
oltre ad
essere depresso, ha anche il braccino corto a questo punto, non ho
altre
spiegazioni!
E
quindi eccoci qui, in viaggio per Londra da soli
con soltanto gli amici del cuore come compagni: yuppi….
Da
quando siamo partiti non è volata una mosca
all’interno della vettura: Ciel ha iniziato a fissare un
punto imprecisato
fuori dal finestrino senza spiccicare parola, Wendy ha tirato fuori da
subito
il suo pony rosa, partendo seduta stante per il magico mondo dei panda
corni, ed
io….mi
annoio! Ecco!
Provai
a guardare fuori dal finestrino, aspettandomi
come minimo di vedere un’immensa torta di cioccolato fuso
fluttuante, con sopra
Phipps che mi invitava a mangiarla… (la mia salivazione
è improvvisamente
aumentata), vista l’attenzione con cui Ciel stava osservando
l’orizzonte, e
invece mi trovo davanti lo stesso noioso paesaggio di tre ore fa, con
la stessa
nebbiolina, gli stessi alberi mezzi spogli….BAH!
<
Mi spieghi cosa ci trovi di così interessante?
> chiesi scocciata a Ciel, il quale si accorse finalmente che in
carrozza
c’ero pure io, e non solo un’undicenne in piena
estasi post unicorniana.
<
Niente di particolare e che ti possa
interessare > borbottò di risposta, per poi tornare a
fissare il nulla.
<
Hey sei capace di continuare una conversazione
con qualcuno per più di trenta secondi? > mamma mia
iniziava ad
innervosirmi: una persona prova ad essere gentile e questo è
il ringraziamento!
<
Certamente – disse con un leggero ghigno sul
viso – se quel qualcuno non è una persona
irritante, irascibile e arrogante
come una certa ragazza davanti a me >
<
Brutto tappetto… > stavo per alzarmi e
andare a strozzarlo, se solo Wendy non mi avesse arpionato per la gonna
sussurrandomi di calmarmi e contare fino a dieci, mentre il tappo se la
rideva
osservando la scena. Maledetta Wendy e il sangue hippy che scorre nelle
sue
vene…
<
Wendy ha più senno di te cara Charlotte; non te
la prendere, ma se pensi davvero di potermi solo sfiorare con un dito sei solo una povera illusa
> mi provocò
osservandomi con quella sua stupida aria saccente.
<
E no è, dillo che vuoi una morte lenta e
dolorosa tappo! Posso accontentarti subito! > risposi, ma con
una persona
vestita di fucsia arpionata alla mia vita non sarei mai riuscita ad
essere
convincente.. tante grazie cara “amica mia”.
<
Ciel ti consiglio di non provocarla ancora per
molto se ci tieni alla tua integrità fisica: il mio
è un consiglio, te lo posso
assicurare! > esclamò Wendy calmissima, mentre il
Conte continuava a
sogghignare vedendomi in difficoltà di movimento. Ah aspetta
solo che riesca a
liberarmi e vedi come ti concio: avrai bisogno di un buon chirurgo
plastico per
poterti riconoscere allo specchio, stanne certo!
Ci
guardammo sott’occhi per tutto il resto del
viaggio, e Wendy in tutto quel lasso di tempo non si staccò
di un centimetro
dalla mia vita,
finche la carrozza non
arrivò a destinazione, e la cara Mozzarella ci
aprì la porta. Io mi fiondai
direttamente giù dalla vettura, onde evitare di commettere
omicidi e finire in
galera, di nuovo, trascinandomi dietro la mia compagna: < Guarda
che mi puoi
benissimo mollare, sta tranquilla che non lo strozzo! >
<
Vorrei Lotty, ma i miei muscoli si sono
leggermente intorpiditi >
Aaaah
santa Lotty dovrebbero farmi! Con poca
delicatezza presi le braccia di Wendy, e con uno strattone le staccai
da me,
facendola gemere leggermente, per poi raggiungere la porta aspettando
che la
Mozzarella l’aprisse. Intanto il tappo si
avvicinò: < Come mai tanta fretta?
Sbaglio o non dovevi strozzarmi? > mi sussurrò
all’orecchio, e la vena
omicida raggiunse i livelli d’allerta.
<
Se potessi… > sibilai, ma mi trattenni visto
che la Mozzarella ci aveva raggiunti insieme a Wendy, onde evitare un
altro
appoliparsi della ragazza alla mia povera vita, e le ramanzine del
maggiordomo
sul fatto che “ Una lady deve essere sempre carina e gentile
nei confronti del
suo cavaliere gnegne, gnegne, gnegne “, ottenendo solo
un’espressione
vittoriosa sul volto di Ciel.
Appena
Sebastian aprì la porta, dei rumori
arrivarono alle nostre orecchie: eheheheh se ora ci troviamo i ladri in
casa
godo!
<
Sebastian, la villa dovrebbe essere vuota
giusto? > chiese Ciel, alla cui espressione vittoriosa si era
sostituito uno
sguardo confuso, che rivolse verso il suo maggiordomo.
<
Beh penso che qualcuno sentiva una certa
mancanza nei vostri confronti…. > rispose con un
sorrisino di rimando:
ovviamente lui aveva già capito chi erano gli intrusi, che
domande, sennò non
sarebbe Sebastian, gente!
Senza
fiatare, salimmo tutti al piano di sopra, e ci
dirigemmo verso la stanza da cui provenivano i rumori molesti; non
appena
aprimmo la porta, ci trovammo davanti una scena molto buffa: una donna
vestita
completamente di rosso, assieme ad un ragazzo dai lunghi capelli
castani e ad
un cinese, stava rovistando nei vari armadietti, creando
così un disordine
nella stanza che batteva di gran lunga quello della nostra camera in
orfanotrofio (per darvi l’idea: una volta un mio amico aveva
bisogno di un
libro, e io gli dissi di andare a prendere il mio in camera; da quel
pomeriggio
i vari inservienti dell’orfanotrofio stanno ancora tentando
di ritrovare il mio
compagno e il libro, invano. Non abbiamo più avuto sue
notizie povera stella!).
<
Ma… che cosa sta succedendo qui dentro?!? >
urlò Ciel leggermente alterato, attirando
l’attenzione dei tre individui. La
donna alzò il viso verso il Conte, per poi avvicinarsi
stritolandolo in un
abbraccio stile Wendy.
<
Aaaaaaaah ciao nipotino caro! Sono così
contenta di vederti! Oh vedo che hai portato con te Wendy e Charlotte!
E anche
il caro Sebastian…. > disse rivolgendo uno sguardo
poco casto verso la
Mozzarella, che per tutta risposta rabbrividì vistosamente.
<
Madame Red! Lasciami andare subito! >
La
donna si ricordò improvvisamente di Ciel, che era
in evidente carenza di ossigeno causa stritolamento, e lo
lasciò andare
chiedendo scusa. Peccato: la scena era esilarante e mi stavo divertendo
non
poco. Se vi state chiedendo chi è la misteriosa signora, vi
accontento subito:
Madame Red è la zia di Ciel, cosa secondo me assurda visto
che lei è un totale
spasso mentre lui neanche un po’, e, da quanto ho capito,
è l’unica parente
rimasta in vita del tappetto. Un po’ di tempo fa era venuta a
trovarlo, e ci aveva
conosciuto prendendoci subito in simpatia, e devo dire che almeno dalla
mia
parte la cosa era reciproca, ma credo anche per Wendy visto che fa
fatica ad
odiare persino gli insetti. A mio avviso aveva una cotta per Sebastian,
ma la
mia amica mi ha abbattuto subito le convinzioni, sostenendo che
è solo
apparenza “ siccome non sprizza cuoricini ogni volta che lo
vede “. Vabbè ci
può stare dai.
Insieme
a lei c’era il suo maggiordomo Grell, anche
lui a mio parere parente alla lontana della cara Wendy, oppure cliente
del
pusher di fiducia, e Lau il cinesino, di cui ancora fatico a capire il
lavoro,
ma queste sono quisquiglie, l’importante è che sia
simpatico e non affetto
dalla Ciellite Acuta, poi per me poteva pure spacciare droga nei
latifondi di
Londra!
<
Bene, visto che abbiamo ospiti preparo una
tazza di te per tutti > disse la Mozzarella, per poi ritirarsi
in cucina:
tutti i presenti, intanto, si accomodarono nel salotto, e per ingannare
l’attesa iniziarono a chiacchierare del più e del
meno: solo Wendy ed io non
eravamo minimamente interessate ai loro discorsi, e così
partì il nostro quarto
d’ora di noia pura mista a sonno, mista a frasette senza
senso sui pandaconi.
l’unico momento abbastanza esilarante fu quando Madame Red
sgridò il suo
maggiordomo: povero, mi faceva tanta pena, secondo me un giorno o
l’altro si
vendicherà. O almeno è quello che farei io.
<
Allora signorine, come va il vostro soggiorno a
casa del mio adorato nipotino? > la dama si rivolse a noi con un
sorriso
raggiante, e Wendy si sciolse sul posto.
<
Insomma: ci hanno appioppato come schiavista
Sebastian, che secondo me si diverte un mondo a torturarci e provocare
la mia
pazienza, inoltre il suo “ nipotino “ è
davvero uno scassa…mmmh! > la mia
amica, che era stata per tutto il tempo buona buona nel suo angolino a
sciogliersi, all’improvviso si alzò in piedi
tappandomi la bocca con la mano,
impedendomi di esprimere tutto il mio odio verso il diretto
interessato, che in
reazione alla mia mezza frase spalancò gli occhi
fulminandomi con lo sguardo.
<
Lotty voleva dire che Ciel è davvero molto
gentile con noi, e che…ehmm…adora i panda corni e
ha un peluche di unicorno nel
letto! >
Tutti
i presenti ammutolirono, tranne il caro Conte,
che assunse la colorazione di un pomodoro, e Sebastian, il quale,
appena
rientrato con il te, doveva aver sentito un pezzo della conversazione
visto i
sorrisini soffocati che emanava.
Lentamente
levai la mano di Wendy dalla mia bocca:
< Si, l’ultima frase potevi pure risparmiartela, ma mi
hai reso un punto a
favore > sussurrai alle sue orecchie, anche se lei ovviamente
non capì di
cosa stessi parlando.
<
Voi….. giuro che me la pagherete! > Ciel era
a dir poco incazzato come una biscia, e ci fulminò con lo
sguardo, mentre la Mozzarella
continuava a ridere sommessamente.
<
In contanti o preferisci un assegno >
sibilai alzandomi in piedi e avvicinando il mio viso al suo, senza
staccare le
pupille dal suo occhio, e lui fece altrettanto con me, ma ad un tratto
Madame
Red si mise in mezzo, facendoci risedere tutti e due ai nostri posti.
<
Bene, direi che possiamo cambiare argomento!
Come mai Ciel caro hai deciso di venire a Londra? > chiese con
un sorriso, e
il discorso deviò sui vari avvenimenti mondani accaduti in
città negli ultimi
tempi, praticamente la noia pura, e infatti la mia intenzione era di
mollare
tutti e andare in camera mia, quando le cose raggiunsero una piega
interessante:
<
Conte Phantomhive, vi sarà di sicuro giunta
voce dei vari omicidi avvenuti nei bassifondi di Londra: prostitute
uccise con
pugnalate precise, quasi millimetriche, in modo da provocare una morte
lenta e
dolorosa. Il misterioso assassino infatti si è
già guadagnato il soprannome di
“ Jack lo Squartatore “ > esclamò
Lau rivolgendosi a Ciel, il quale rimase
impassibile, come se gli avessero appena detto “ Ho comprato
una torta ne vuoi
un pò? “
Di
fianco a me, Wendy sbiancò di colpo mandando un
gridolino sommesso:
<
Signori! Vi siete dimenticati che ci sono due
damigelle in questa stanza? – disse Madame Red, rimproverando
i presenti, per
poi rivolgersi a noi – Lotty, Wendy, potete ritirarvi nelle
vostre camere? Vi
accompagnerà Sebastian >
Uffa
proprio ora che il discorso si stava facendo
interessante! Ma non potevo rischiare che la mente innocente di Wendy
venisse
turbata da cotanta violenza, per cui non replicai e mi diressi verso la
Mozzarella, seguita a ruota dalla mia amica.
<
Sebastian stanotte dormi in camera con noi?
Vero? Vero? > Wendy si appolipò alla vita del
maggiordomo,sfoggiando i suoi
migliori occhi da Bambi in piena crisi depressiva, ed io sospirai
rumorosamente.
<
Milady credo proprio che non abbiate nulla da
temere: sarete al sicuro in camera vostra, e nessuno tenterà
di farvi del male
> disse la Mozzarella mostrando uno dei suoi sorrisi migliori,
ma Wendy non
sembrava molto tranquilla, per cui decisi di intervenire io:
<
Non ti preoccupare! Mio zio mi diceva sempre
che i serial killer non mirano alle persone pucciose e buone come te,
perché
non riescono proprio a sopportarle, creano una sorta di cortocircuito
con la
loro indole malvagia! Per cui stai tranquilla che sei al sicuro!
> dissi
dandole una pacca sulla spalla di incoraggiamento.
<
E lei come fa a sapere queste cose? Suo zio è
un poliziotto per caso? > chiese Sebastian squadrandomi con i
suoi occhi
rossi rossi.
<
Mio zio un poliziotto? Ma va, era un serial
killer! Ora è in galera e deve scontare ancora parecchi
anni! Fortuna che è
capitato in cella con mio cugino Robert. Beh lui non era un serial
killer, ma
una persona onesta: infatti ha sempre ucciso su commissione! >
risposi
angelicamente, per poi osservare la mia amica: strano credevo di averla
rassicurata con le mie parole, invece mi stava osservando impalata come
un
baccalà seminascosta dietro al maggiordomo, il quale
borbottava a bassa voce parole
del tipo “ In tutti gli anni della mia lunga
vita non ho mai incontrato nessuno di più strano “.
Mamma
mia che persone suscettibili!
Il
giorno dopo scesi di buon ora per la colazione
assieme a Wendy che non aveva chiuso occhio tutta la notte; infatti,
dopo che
Sebastian ci aveva mollate nelle nostre camere, la mia amica era corsa
subito
nella mia stanza implorandomi di dormire con lei, e così ho
dovuto dividere il
mio letto controvoglia, con Wendy, procurandomi anche un leggero mal di
schiena
causa posizioni scomodissime che ho dovuto assumere per evitare di
cadere dal
materasso.
Adesso
siamo tutti seduti al tavolo della colazione:
la Mozzarella stava servendo il te a Ciel, il quale ci aveva rivolto
solo un
leggero saluto (cafone), mentre Madame Red stava rimproverando per la
seicentocinquantatreesima volta il povero Grell, mentre Lau rideva
osservando
la scena.
Tutto
nella norma allora, posso stare tranquilla.
<
Charlotte, Wendy, oggi noi saremo via per tutto
il giorno: voi rimarrete a casa con Grell, quindi mi raccomando, niente
esplosioni, allagamenti e cose del genere, chiaro? >
esclamò Ciel
rivolgendosi verso di noi; ah quindi avevano intenzione di mollarci qui
da
sole? Mo’ce penso io!
<
Perché non possiamo venire con voi? Chi siamo,
le figlie di nessuno? > risposi seccata, mentre Madame Red
sussurrò qualcosa
all’orecchio di Lau, il quale iniziò a ridere
ancora più forte.
<
Il posto in cui stiamo andando non è adatto a
delle bambine come voi! >
<
Guarda che anche tu sei un bambino, genio! E
abbiamo pure la stessa età per cui inventati qualcosa di
meglio la prossima
volta! > dissi, per poi afferrare il mio cappello che ieri sera
avevo
abbandonato sul divano, per indossarmelo. Wendy , che era stata in
silenzio
tutto il tempo, mi chiamò debolmente, dicendomi che lei non
sarebbe venuta con
noi, poiché aveva ancora molto sonno a causa della notte
passata in bianco, e
quindi sarebbe tornata a letto. In effetti non aveva una bella cera, e
durante
la colazione si era pure addormentata finendo con la faccia dentro la
tazza del
latte, per cui quella mi sembrò la soluzione migliore;
intanto c’era Grell a
farle da baby sitter.
Così
lasciata la mia amica a casa, salimmo sulla
carrozza e partimmo alla volta dei sobborghi di Londra: il viaggio fu
abbastanza calmo, Ciel mi aveva solo gridato dietro per
centoventicinque volte
che mi avrebbe rispedito indietro, mentre io ringhiai contro di lui per
ben
duecentoquindici volte! Solo ad un certo punto stavamo venendo alle
mani, ma
Madame Red ci bloccò assieme a Lau (per la cronaca: quei due
si stavano
divertendo un mondo a sentirci litigare, infatti non avevano smesso per
un
secondo di ridere).
Finalmente
arrivammo a destinazione: davanti a noi
si ergeva un edificio abbastanza malridotto, con le vetrate oscurate, e
una
grande insegna che doveva avere più anni dei miei e di
quelli di Wendy messi
assieme, visto quanto fosse scrausa, e su di essa c’era
riportata la scritta “
Undertaker “.
<
Che è stammerda? > chiesi indicando
l’edificio, e in meno di una frazione di secondo, Sebastian
si ergeva alle mie
spalle in tutta la sua incazzatura, avvolto in una nube di
oscurità, con un
sinistro sorrisino sulle labbra, ringhiando: < Il linguaggio
Charlotte:
niente termini volgari >
<
Sebastian lasciala stare, non abbiamo tempo per
queste cose > disse Ciel, per poi entrare dentro al negozio,
seguito a ruota
dalla Mozzarella e Lau.
<
Sai, tu e Wendy siete le prime che riescono a
far perdere la calma a Sebastian, e a tener testa al mio nipotino
contemporaneamente: vi adoro! > sussurrò Madame Red
al mio orecchio, per poi
seguire gli altri dentro all’edificio: mah non ho parole.
Entrai
anche io, e una volta oltrepassata la porta,
capii di trovarmi in un negozio di pompe funebri; ok, il cartello fuori
avrebbe
dovuto darmi qualche indizio, ma ero troppo impegnata a premeditare
l’omicidio
di Ciel per potermene accorgere. Molte bare disposte in modi differenti
occupavano la stanza, mentre vari contenitori riempivano le mensole e
le credenze
impolverate. Non volava una mosca, e il negozio sembrava vuoto. Bene,
ho
sprecato una mattinata della mia preziosissima vita.
<
Undertaker, so che sei qui: sono Ciel
Phantomhive! >
<
Tappo è inutile che gridi: non ti sei accorto
che qui non… >
<
Ihihihihihih benvenuti cari ospiti! >
Una
risatina aleggiò nella stanza, e da una bara
spuntò uno strano tizio vestito di nero, il quale, molto probabilmente, aveva
litigato con il
suo parrucchiere visto la lunga massa di capelli argentati che aveva in
testa.
No seriamente: come faceva a vedere dove andava?!? Io sarei caduta in
un
tombino quasi subito!
<
Ihihihih Conte, non vuole provare la mia nuova
e confortevole bara? >
Ciel
rabbrividì un poco, e stava per ribattere se io
non mi fossi intromessa gridando un “ Certo che si, anzi ti
aiuto a chiudercelo
dentro “ che mi costò una gomitata da parte del
diretto interessato e le risate
dei presenti, soprattutto quelli dello strambo tipo, che
iniziò a rotolarsi sul
bancone scosso da dei forti tremiti.
<
La vuoi piantare? Mi sei solo di intralcio lo
capisci o no? >
<
Oh andiamo, stavo solo sdrammatizzando, che
male c’è? > esclamai incrociando le
braccia, pronta al contrattacco, ma
Undertaker ci interruppe sventolando la manina nella nostra direzione,
mentre
tentava di riprendere fiato dopo la lunga risata fatta.
<
Basta, vi prego.. ihihihih … non ce la faccio,
siete troppo buffi mentre litigate… ihihihih… e
poi la vostra espressione…
muahahahahahah! > non riuscì a finire la frase, e
cadde dietro il bancone
scomparendo dalla nostra vista; solo le sue risatine riecheggiavano per
tutto
il negozio, creando un effetto molto “ Casa degli orrori
“.
< Credo
che oggi non dovremo pagare per le informazioni riservate, vero
padroncino?
> disse la Mozzarella rivolgendosi al tappo:
<
Beh almeno siamo giunti ad un risultato, no?
> chiese sprezzante, ottenendo come risposta un sorrisino da
parte del
maggiordomo. Qui c’è qualquadra che non cosa, ci
scommetto Madame Butterfly di
Wendy, tanto lei non c’è.
<
Mi sa che il maggiordomo ha ragione stavolta,
ihihihihih. Uno spettacolo del genere non lo si vede ogni giorno tanto
facilmente! > il becchino era riemerso da dietro il bancone, da
dove ci
osservava con uno strano ghigno in viso, mentre il suo corpo era ancora
scosso
da degli spasmi.
Ci
volle un po’ per farlo ricomporre, dopodiché ci
fece accomodare su delle bare, il massimo dell’eleganza
signori, e iniziò una
lunga e noiosissima conversazione, di nuovo, sulla tecnica utilizzata
dal caro
Jack per squartare le sue vittime: vi dico solo che dopo dieci minuti
la mia
concentrazione era andata a farsi benedire, così mi alzai e
decisi di uscire a
fare due passi, onde evitare di collassare sul posto per la troppa noia.
<
Dove stai andando? > mamma mia, il tappo è
peggio di un segugio: non faccio in tempo a muovermi che già
rizza le orecchie.
<
Vado a fare due passi, problemi? >
<
Sebastian valle dietro >
<
Guarda che non ho bisogno di un bodyguard, a
differenza di qualcuno in questa stanza, di cui non faccio il nome
perché sono
educata >
<
Peccato che poi dai fuoco a delle tende, senza
un bodyguard che ti tenga al guinzaglio! >
Ah
no è, questo non doveva dirlo!
<
Bene, vediamo allora quanto resisti in una
rissa senza la Mozzarella! >
<
Fatti sotto! >
Ci
lanciammo l’uno contro l’altro, ma non riuscimmo
nemmeno a sfiorarci perché Ciel fu trattenuto da Sebastian,
mentre Madame Red
placcò la sottoscritta, mentre Lau si guardava in giro
chiedendo timidamente
chi era la Mozzarella. Pfff, non ci voleva un genio per capirlo!
<
Mollami Sebastian, voglio romperle il bastone
in testa! > gridò il Conte mentre si dimenava
tentando inutilmente di
liberarsi dalla presa ferrea del maggiordomo, il quale non ne aveva
nemmeno per
l’anticamera del cervello di lasciarlo andare.
<
Padroncino, mi sorprende: un nobile non
dovrebbe mai perdere la calma davanti alle difficoltà!
>
Disse
con tono calmo, ottenendo come risposta un
grugnito da parte di entrambi.
<
Chi sarebbe la difficoltà? Rimangiati subito
ciò che hai detto se non vuoi svegliarti una mattina e
trovarti rapato a zero!
> esclamai, mentre Madame Red continuava a tenermi stretta,
mentre tentava
con tutta le sue forze mentali di soffocare le risate davanti a quella
scena
improbabile; l’unico che non si preoccupava e si stava
divertendo come se non
ci fosse un domani, a parte Sebastian, la cui gamma di espressioni
facciali
adibite alle emozioni era pari a zero meno, era Undertaker, che si
stava letteralmente
rotolando per terra, tentando con tutto se stesso di continuare a
respirare.
Dopo
esserci ricompattati, ritornammo alla carrozza
per tornare a casa, visto che tra risate, insulti e minacce si era
fatto
pomeriggio inoltrato: Ciel ed io eravamo seduti il più
lontano possibile, per
evitare che ci picchiassimo, mentre la Mozzarella ci aveva mollati
tutti per
andare a interrogare non ho capito chi. In quelle settimane avevo
capito che,
se avevi un problema o dovevi fare qualcosa, chiama Sebastian e il
problema
sarà presto risolto. Taratattatara tarattatatara!
Finalmente
scorsi dal finestrino la residenza: non
vedevo l’ora di fiondarmi a fare un bel bagno e di mangiare
qualcosa di
straunto con crema pasticcera di contorno. Salivazione in netto aumento.
<
Finalmente a casa, spero che Grell abbia preparato
almeno il tè > sospirò Madame Red mentre
scendevamo dalla vettura,
ovviamente mantenendo sempre la più grande distanza
possibile tra me e il
Conte.
Non
appena entrammo in casa però, ammutolimmo
all’istante:
le stanze erano completamente distrutte, e tutto era messo a soqquadro;
alcune
finestre erano state completamente sfondate, e in tutta la casa
aleggiava una
puzza di bruciato nauseante. Al centro dell’atrio, Sebastian
stava tentando di
rianimare Grell, che era ko steso a terra, mentre brandiva ancora tra
le mani
un mattarello. Ok, punto uno come fa la Mozzarella ad essere
già arrivato a
casa, punto due: ma che cavolo è successo qui?!?
<
La mia casa… > sussurrò Ciel in pieno
shock,
mentre Lau espresse ad alta voce i miei dubbi.
<
Non so cosa sia accaduto: quando sono arrivato
era già tutto sottosopra e lui era già svenuto a
terra > rispose Sebastian
indicando Grell, il quale si stava lentamente riprendendo; Madame Red,
evidentemente stanca di tutta quella confusione, prese il suo
maggiordomo per
la collottola iniziando a shekerarlo con tutto il vigore possibile ed
inimmaginabile: < Che hai combinato Grell?
Cos’è tutta questa confusione?
> gli gridò in faccia, facendolo svegliare del tutto.
<
Ah basta, non mi picchi signorina! > rispose
il maggiordomo, nascondendosi tremante dietro a Sebastian: un dubbio
stava
lentamente prendendo forma nella mia testa, e se avevo ragione, eravamo
davvero
nella merda.
<
Grell – sussurrai – dov’è
Wendy? >
Al
sentire il nome della mia amica, il ragazzo
sbiancò di colpo.
<
La signorina…è sparita… è
stata lei a
distruggere il palazzo > disse, confermando i miei sospetti.
ANGOLO
DELLA PAZZA
Buonsalve
popolo! Sono ritornata, anche se da oggi
aggiornerò molto più di rado, a causa
dell’Università, ma non vi preoccupate: non
abbandonerò questa storia!
Voglio
ringraziare mioneperdraco e Fujiko_Matsui97
per le loro recensioni, e Percabeth7897 per aver inserito la storia tra
le
preferite. Vi adoro ragazze! Vorrei ringraziare, come sempre, anche
tutti i
lettori fantasmini, che almeno per un secondo hanno speso del tempo a
leggere
questa storia! J
Bene,
spero di non perdervi, e di risentirvi al
prossimo capitolo! <3
Baci!
Cheshirecat96
|
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Capitolo 8 *** ALLA RICERCA DI WENDY ***
Non
appena la carrozza con su Lotty e gli altri
svoltò l’angolo, smisi di agitare la manina, e
insieme a Grell rientrai in
casa.
<
Grell sono stanca, posso andare a letto? >
chiesi al maggiordomo: mi sembra strano non avere Sebastian che gira
per casa…
sento già la mancanza degli altri!
<
Certamente signorina, la sveglierò io per
pranzo > mi disse Grell con un sorriso: mi piace chi
è sempre sorridente,
magari posso chiedergli una cosa…
<
Grell! Mi racconti una favola? Dai dai ogni
volta che lo chiedo a Lotty mi tira un cuscino in testa, e Sebastian
ogni sera
dice che deve andare a contare le mattonelle della cucina! Ti preeegoo!
>
Il
ragazzo arrossì vistosamente iniziando a
balbettare: bene sta cedendo è il momento di sfoggiare i
miei occhioni azzurri
da cerbiatta.
<
Daiiiiii…ti pregoooo >
<
Va bene… dovevo mettere a posto il salotto…
Madame Red mi ucciderà >
<
Non ti preoccupare chiederò a Lotty di
proteggerti! Grazie Grell! > abbracciai di slancio il
maggiordomo, che
diventò color fragola, dopodiché salimmo al piano
disopra: saltellai
tranquillamente fino alla mia camera, e la mia camicetta da notte
sobbalzava ad
ogni mio passo, ehehe!
Non
appena il maggiordomo aprì la porta, mi lanciai
sul letto sprofondando tra i cuscini, e mi infilai sotto le coperte.
Con una
mano afferrai Madame Butterfly, mentre con l’altra presi un
grande libro dal
comodino e lo diedi al ragazzo:
<
Tieni, è il “ Grande tomo sulle leggende e
avventure del Pandacorno zuccheroso “. Dai dai! Inizia! Ah no
prima il bacino
della buonanotte! > dissi angelicamente.
<
Ma signorina, non è abbastanza la favola? Anche
il bacino vuole? > chiese sempre più agitato; e va
bene occhioni da
cerbiatto modalità super in azione.
<
Oddio..c-che sguardo p-penetrante… o-ok ma la
prego non si metta a piangere >
Siii
ho vinto ho vinto! Mi raggomitolai sotto le coperte,
e Grell mi diede un bacino sulla fronte per poi sedersi sulla poltrona
di
fianco al mio letto: mentre la voce del maggiordomo iniziò a
coprire il silenzio
che aleggiava in camera, strinsi Madame Butterfly al petto e immaginai
cosa
stavano combinando gli altri.
Molto
probabilmente Lotty si starà divertendo…..
E
anche Ciel….
E
Sebasti…
……..
<
Signorina si svegli, le ho portato la merenda
>
La
voce di Grell mi riportò alla realtà, lentamente
mi misi a sedere sul letto, mentre il maggiordomo posò un
vassoio contenente
una tazza di latte fumante e dei biscotti sul comodino: alla vista del
cibo il
mio stomaco emanò un rumoroso brontolio, e le mie guance
diventarono rosse per
la vergogna…. Che figura! Un momento, ma che ore erano?
<
Ma quanto ho dormito? > esclamai notando
l’ora sull’orologio a pendolo di fianco al mio
letto.
<
Mi scusi signorina, ma ero talmente impegnato
da scordarmi della vostra presenza: mi scusi mi scusi! > Grell
si mise quasi
in ginocchio davanti al letto. No, non deve far così, non mi
piace vedere le
persone tristi, sennò piango!
<
No Grell, non è colpa tua…io….
buaaaaahhhh >
Scoppiai
in lacrime agitando Madame avanti e
indietro dalla disperazione: ho sgridato una persona sono una bambina
cattiva!!
Ok, veramente non ho fatto nulla, ma fa niente sono cattiva
perché una persona
vicino a me sta piangendo!!
<
No signorina non deve piangere! O mamma, e
adesso come la faccio smettere? No milady si calmi, l-le ho portato il
latte
caldo e i b-biscotti alla vaniglia che le piacciono tanto! >
Ha
detto biscotti alla vaniglia? Ma come faceva a
saperlo che mi piacevano?
<
Ooooooh grazie Grell!! Ti voglio tanto bene!
> dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori, e il ragazzo
indietreggiò leggermente,
per poi uscire dalla stanza alla velocità della luce. Oh
povero, aveva fretta!
E io avevo fame!
<
Bene Madame – dissi prendendo il mio pony in
braccio – è l’ora del pranzo-merenda!
Ooooh, è un meranzo! Che bello! >
esclamai prendendo il vassoio e posandolo sul materasso davanti a me;
mangiai i
biscotti con gusto, uno per me, e uno per Madame, e alla fine bevvi il
latte
caldo: che buono, aveva uno strano sapore ma per il resto era ottimo!
<
Oooh è meglio cambiarsi, tra un po’ arriveranno
gli altri! > dissi, e volteggiai fino all’armadio per
scegliere il vestito
da indossare: optai per un bellissimo abito lilla con dei fiocchi rosa
sulla
gonna, e un nastro in tinta per legarmi i capelli in due lunghi codini.
Adorabile!
<
Bene, sono pronta, è ora di farti bella Madame!
>
Presi
la mia spazzola dal cassetto, ed iniziai a
pettinare la criniera del pony,
mentre
pensavo a come acconciala per la cena, quando improvvisamente una
vampata di
calore mi attraversò il corpo, facendomi arrossare le
guance. Strano, prima
stavo benissimo… mah meglio aprire la finestra, non vorrei
prendermi un
malanno. Appoggiai il pupazzo sul letto, quando una seconda vampata di
calore,
molto più forte, mi attraversò di nuovo. O mamma,
mi sa che sta arrivando il
folletto dell’influenza di cui parla spesso Lotty. Nono io
non lo voglio!
Iniziai
a percorrere avanti e indietro la camera, e
la cosa stranamente mi faceva rilassare: o si, mi piaceva muovermi sisi
ahahahahah! Alzai il viso e vidi il grande grande lampadario della mia
cameretahahahah…. o mamma, perché rido?!? Ma
ridere è bello! Ahahahahah!!!!!
Sono felice!!!
O
che bel lampadario! Magari ci salto sopra sisi!
Che bello che bello!
Salii
sul mio letto, e da lì provai ad afferrarlo:
uffa non ci riesco! Piangissimahahah non è vero sono felice!
Bugia bugia! Ma
allo stesso tempo sono triste! Piango! Ci riprovai, e stavolta ne
afferrai un
braccio: sisisi brava me, ma il lampadario non resse il mio peso e
caddi a
terra. Ahi ahi male male ma fa niente! Voglio rifarlo!
Qualcuno
bussò alla porta; deve essere Grell, che
bello ci giocherò insieme! Sisi! Ahahahahah!
<
Signorina ho sentito un tonfo, tutto a posto?
>
Sisisiahahahah
sono a posto! Eheheheh! Ma voglio
provare a picchiare qualcuno, Lotty dice sempre che è
rilassahahaha!! Sisisisi!
Picchiamo qualcuno!
<
Greeeeeelllll entra entra! > dissi, mentre presi
in mano il mio pony…. Ahahahah! Come è bello, ma
che bello bello bello!!
Non
appena il maggiordomo aprì la porta, lanciai
Madame e la spazzola su di lui! Che bello volano volano, e anche io
voglio
volareeee!!!!
Mi
fiondai fuori dalla porta, e tutto ciò che mi
capitò a tiro lo feci volareeeee ahahahaha! Sedie, tavoli,
quadri, piante,
Grell con un mattarello in mano, che bello!!! Ahahahaha!
<
Ma anche io voglio volare! Ahahahah! >
gridai, non è giusto e sono triste, però sono
anche felice sisisisi! Sebastian
e Lotty si arrabbieranno, ma a me non importa! Ah ah ah ah! E se anche
distruggo la casa tanto non è mia! Ah ah ah olè
olè olè!
Vidi
una finestra di fianco a me, e fuori il cielo
era azzurro azzurro, voglio volare anche io:
vadooooo…………
<
….. e alla fine ha abbattuto una finestra
sparendo dalla mia vista. Ho provato a fermarla, ma un vaso mi ha
colpito in
pieno e sono svenuto: mi spiaceeee!!!! Chiedo perdono!!! >
Grell
iniziò a piangere come un disperato, mentre
Madame Red tirò giù un’ampia gamma di
insulti verso il suo maggiordomo che io
non vi ripeterò, evitando di turbare le vostre giovani
menti: la situazione era
comunque molto seria, e iniziava a crescere in me una nota di
preoccupazione.
<
Gente, dobbiamo ritrovarla in fretta! – gridai
dalla disperazione- e per il vostro bene nascondetevi! Oddio! Presto
dobbiamo
chiamare la polizia, l’esercito, un esorcista!! Siamo nella
merda! Sto per
avere una crisi di panico! >
Iniziai
a dondolarmi come un’autistica, mentre gli
altri mi guardavano male, ma non me ne poteva fregare di meno! Oddio,
mi manca
l’aria…. Aiuto! Help me!
<
Adesso basta! Sebastian, falla calmare! E voi
due, smettetela di gridare! Mi state facendo venire il mal di testa!
>
esclamò Ciel, il quale si era appena ripreso dal trauma
“ Una mandria di bufali
ha appena sostato in casa mia “, e ovviamente aveva
ricoinciato a fare ciò che
gli veniva meglio: comandare a bacchetta.
<
Forse non ti è chiara la situazione: dobbiamo
assolutamente ritrovare Wendy! Quella è capace di abbattere
un palazzo intero
in quelle condizioni! Per non parlare del fatto che
ritornerà, e lì si che
voglio vedervi! O mamma, nessun posto è più
sicu… > la Mozzarella mi tappò
la bocca, sussurrandomi all’orecchio di calmarmi; Madame Red,
che aveva appena
smesso di strozzare Grell, si avvicinò, e mi prese una mano
tra le sue:
<
Calmati cara, agitarsi non serve a nulla:
adesso ci sediamo tutti in salotto, e ci spiegherai come mai Wendy
è diventata
così aggressiva: non è la prima volta che si
comporta così, vero? >
Infatti,
non lo era. Annuii debolmente con la testa,
e Sebastian mi lasciò andare. Andammo tutti in salotto, e
non appena mi sedetti
sul grande divano, iniziai a raccontare:
<
La prima volta che si comportò in questo modo
fu tre anni fa: avevo fame, e siccome mancava ancora molto
all’ora di cena,
convinsi Wendy ad intrufolarsi nelle cucine
dell’orfanotrofio: dopo aver preso
qualcosa da mangiare, mi avvicinai ad uno scaffale, e notai alcuni
contenitori
con all’interno delle foglie da tè e chicchi di
caffè. Siccome non avevamo mai assaggiato
quel tipo di bevande, ne rubai un po’ e lo portai in camera
nostra. La sera
stessa ci nascondemmo di nuovo nelle cucine, e dopo averle assaggiate,
Wendy
iniziò a comportarsi in modo strano: sembrava
un’esagitata! Dopodiché aggredì
un bambino, diede fuoco alla cucina, allagò i bagni, fece
esplodere la nostra
camera, scappò dall’orfanotrofio ecc ecc. Ecco
credo che non regga la teina e la
caffeina! Evidentemente la eccitano troppo! >
Al
termine del mio racconto, le facce che avevo
davanti a me potevano formare un grande punto interrogativo: che
è, non mi
credevano?
<
Tutto qui? E io che pensavo chissà cosa! Mezz’ora
e dovrebbe smaltire la caffeina, no? > sospirò il
Conte dell’apatia di
fronte a me: per tutta risposta mi alzai di scatto dal divano
avvicinandomi,
per poi afferrarlo per il fiocco che aveva al collo, attirandolo a me:
<
Tu non hai la minima idea di ciò che potrebbe
accadere – gli sussurrai vicino, ok forse un po’
troppo però ero molto incazzata
e non ci badai - l’ultima volta siamo riusciti a fermarla
dopo una settimana
che andava in giro a destra e a manca atterrando gente a caso: per cui
se non
mi darai una mano a ritrovarla, io non verrò a spolverare la
tua tomba ogni
fine settimana, dopo che Wendy ti avrà soffocato nel sonno!
>
<
Ooooook… adesso non mi sembra il momento adatto
per uccidersi, per cui a un metro di distanza l’uno
dall’altro! > Madame Red
mi spinse delicatamente via, e io ritornai a sedermi al mio posto,
ignorando le
lamentele di Ciel dietro di me, e le risatine della Mozzarella. Ma
quello ride
sempre?!?
<
Solo una cosa non mi è chiara – esclamò
Sebastian, che era rimasto in silenzio fino ad ora – come mai
Lady Wendy ha
iniziato a comportarsi così? Non ha bevuto niente che
contenesse caffeina,
anche perché avevo lasciato a Grell la lista di cose da fare
per occuparsi di
lei mentre ero via > disse portandosi la mano al mento, mentre
Grell
all’udire le sue parole iniziò a tremare
vistosamente, attirando l’attenzione
di tutti i presenti.
<
Hai letto la lista, vero Grell? – disse
Sebastian con voce suadente, mentre si avvicinò a lui- e
l’hai seguita alla
lettera, giusto? > aggiunse avvicinandosi ancora di
più.
<
S-s-si, in-infatti ho dato a Lady Wendy i
biscotti alla vaniglia, e-e-ecco, però pensavo che solo il
latte magari f-fosse
poco v-visto che non aveva m-mangiato a pranzo, e.. ecco… ho
messo un po’ di
caffè nella tazza per renderlo più saporito
> disse tutto d’un fiato. Una
frazione di secondo, e Grell era a terra ko a causa di un pugno di
Madame Red,
mentre la Mozzarella si limitò a sussurrare un debole
“ Idiota “, per poi
sospirare rassegnatamente. Mistero svelato, yeeee!
<
Beh adesso basta picchiarlo, quello lo farò io
dopo – esclamai alzandomi in piedi- ora dobbiamo cercare
Wendy, anche perché
ritornerà qui prima o poi, così ha fatto
l’ultima volta, e a quel punto
dovremmo essere preparati al peggio! > gridai, cercando di
attirare
l’attenzione degli altri.
<
Bene, se tornerà qui non c’è bisogno di
uscire
a cercarla, per cui tu e l’idiota potrete rimanere a casa ad
aspettarla >
esclamò Ciel, per poi alzarsi in piedi e dirigersi verso la
porta.
<
Momento: e tu dove vai? > chiesi, visto che
la sensazione del “ C’è qual quadra che
non cosa “ stava riaffiorando in me.
<
Madame Red, Lau, Sebastian ed io stasera
andremo ad un ballo importante: ad aspettare che la pazza ritorni ci
sarete tu
e Grell. Chiaro o devo rispiegartelo? >
<
Cosa? Non potete mollarmi qui! Per
immobilizzarla ci vorranno minimo cinque persone, da sola non ce la
farò mai!
>
<
Infatti, con te ci
sarà lui > sussurrò, indicando il
maggiordomo svenuto a terra, mentre un sorrisino faceva capolino sul
suo viso:
si stava vendicando, il maledetto!
Mi
lasciarono da sola nel salotto, con Grell, per
poi sparire all’improvviso: bene, caro il mio Conte, ti
consiglio di non fare
passi falsi d’ora in avanti, perché ti
stalkererò fino allo sfinimento, e ti
renderò pan per focaccia!
Camminavo
avanti e indietro per il salotto, in piena
crisi depressiva: mi ero infilata la lunga camicia da notte, e sulle
spalle mi
ero messa uno scialle di lana, in modo da restare al calduccio. In mano
tenevo
il mio fidato mattarello in legno di quercia, con venature di corteccia
di
baobab, che mio zio mi aveva donato poco prima di andare in galera;
caruccio,
mi ricordo ancora le sue parole “ Per difenderti nel caso
qualche bruto
provasse a farti del male, fiorellino dello zio! “
Aveva
pure intagliato il mio nome sul legno, seguito
da un “ Con affetto, il tuo adorato zietto “
facendo anche la rima.
Un
urlo interruppe i miei pensieri: da una parte fu
un balsamo per le mie orecchie, visto che era la voce gracchiante di
Ciel ad aver
gridato di dolore, dall’altra mi mise in allerta, visto che
poteva essere
benissimo Wendy, tornata per il contrattacco.
Con
estrema agilità corsi fuori dalla stanza, nella
direzione di provenienza dell’urlo, brandendo con tutte le
mie forze il mattarello:
< Non muoverti Wendy: ti farò tornare come eri prima!
> gridai, arrivando
di fronte alla porta da cui era partito il richiamo tarzaniano,
intenzionata a
sfondarla a colpi di mattarellate, quando questa si aprì,
facendomi trovare
davanti la figura della Mozzarella in carne e anemia pura.
<
La prego di mettere giù la sua arma impropria
milady: Lady Wendy non è nei paraggi glielo posso garantire
> disse
bloccando con il suo corpo la porta, impedendomi di entrare.
<
E allora perché il tappo ha ululato alla luna?
> chiesi scettica.
<
Al signorino è caduto un quadro in testa >
disse sorridendo. Perché la faccenda mi puzza?
<
Se ora mi vuole scusare, devo ritornare dal
padroncino: le consiglio di mettersi a letto, se non vuole prendersi un
malanno
> esclamò, per poi sparire dietro la porta. Come
facevo a mettermi a letto
se la mia migliore amica si è trasformata in Godzilla?!? Io
ho il dovere di
riportarla indietro!
<
Sebastian aprimi o sfondo la porta: dovete
darmi una mano, non posso aspettare fino a domani mattina! >
gridai. Dopo un
po’ la Mozzarella uscì di nuovo; in silenzio mi
cinse con le sue braccia,
sollevandomi da terra. Provai a dimenarmi, ma la presa era troppo
stretta,
maledizione! Perché non mangio mai la verdura, maledetta a
me!
<
Mollami, non hai il diritto! Io devo trovare
Wendy! >
gridai continuando a
scalciare con tutte le mie forze, senza muoverlo di un millimetro,
però.
<
Adesso milady si calmi, e dorma > sussurrò
debolmente alle mie orecchie: all’improvviso le mie palpebre
divennero pesanti,
e un sonoro sbadiglio si fece strada sulla mia bocca;
l’ultima cosa che vidi,
furono le due iridi rosse del maggiordomo, per poi venire inghiottita
dall’oscurità.
Doveva
essere già notte fonda quando mi svegliai di
colpo: i raggi lunari illuminavano la stanza, e il silenzio regnava
nella
magione. Mi misi a sedere sul letto, stropicciandomi gli occhi per
svegliarmi
meglio. Non so come avesse fatto, ma era stata la Mozzarella a farmi
addormentare, facendomi perdere tempo prezioso per la ricerca di Wendy;
scesi
dal letto, infilandomi il caldo scialle verde e afferrando il mio
adorato
mattarello, per poi uscire dalla stanza.
Percorsi
il corridoio, chiamando a bassa voce Grell,
ma l’unica risposta che ottenni fu un gracidio di rane: vatti
a fidare della
servitù, eppure lo dovrei aver capito di non poter contare
su di loro! Nei
libri che leggo il colpevole è sempre il maggiordomo! E
ancora mi meraviglio?
Un
rumore, seguito da delle voci, mi fece
sobbalzare: qualcuno era appena entrato in casa, e io ero da sola, con
un
mattarello come arma impropria…… Fantastico!
Finalmente un po’ di azione!
Venite ladri, venite, assaggerete il potere del mitico mattarello degli
Edwars!
Muahahahahah!
In
punta di piedi, mi avvicinai alle voci: mi fermai,
nascosta in un angolo del corridoio, per poi sbirciare con la coda
dell’occhio:
la Mozzarella era in piedi, con in mano un grande candelabro, e stava
parlando
animatamente con….. momento: vestito rosa confetto con
roselline e fiocchi
incorporati, lunghi codini neri, cappellino in tinta…..Wendy!
<
Hai trovato Wendy! Ti adoro Sebastian! –
gridai, uscendo dal mio nascondiglio e lanciandomi contro la ragazza,
abbracciandola stretta contro il mio petto – vieni qui, fatti
stritolare per
bene, mi sei mancata tantissimo piccola psicopatica mia!!! >
Cavoli,
non mi ero mai accorta di quanto Wendy fosse
piatta, e con un accenno di muscoli…. Momento! Ma
che….
Alzai
il viso per osservare il volto della mia amica
e mi ibernai sul posto: Ciel mi stava osservando, completamente rosso,
paralizzato, mentre nella stanza calò un silenzio di tomba;
le mie guance
diventarono anch’esse dello stesso colore delle fragole,
mentre le rane ricominciarono
a gracidare felici, formando un coretto niente male con le risate di
Sebastian,
ma per il resto Ciel ed io restammo abbracciati, immobili per almeno
una decina
di minuti.
<
Potresti mollarmi…. > sussurrò voltando il
proprio viso dall’altra parte, e io mi staccai
automaticamente: solo in quel
momento realizzai veramente ciò che avevo scoperto.
<
Ok, ti sarai accorto che mi stai leggermente
sui maroni, ma non ti devi vergognare: sono una dodicenne dalla
mentalità
aperta, posso accettare i tuoi gusti! Però dovresti almeno
avvisare una certa
bomboniera dai codini biondi! > dissi sogghignando, mentre
un’espressione di
terrore puro si fece strada sul volto del ragazzo.
<
Non hai capito niente, come al solito! E tu
piantala di ridere, non è divertente! >
gridò alla Mozzarella in evidente
crisi respiratoria, agitandosi sempre di più. Non appena
riuscì a
ricompattarsi, Sebastian mi spiegò la situazione:
praticamente Ciel si era
conciato in quel modo per adescare un tizio, che poi lo aveva steso, ma
con cui
alla fine si era preso un tè…. Ok non ci ho
capito molto, e credo ve ne siate
accorti.
<
Beh ho solo una cosa da dire – esclamai avvicinandomi
al Conte- sei veramente tenerello con i codini! >
Con le mani
afferrai le sue guance, e iniziai a tirargliele; aaahhh ridissimo, devo
ammettere però che sembra proprio una dolce e pucciosissima
bambina! Se Wendy
fosse qui… si divertirebbe tantissimo…. Dove sei
amica mia?
<
Piantala, mi fai male! > urlò, afferrandomi
per un polso; normalmente lo avrei minimo defenestrato, invece non feci
nulla:
in silenzio mi liberai con uno strattone, e me ne andai senza dire una
parola. Corsi
velocemente in camera mia, per poi buttarmi sul letto, stringendo il
cuscino al
mio petto; chissà come sta Wendy…. Mi manca
tantissimo… no Charlotte,
ricompattati! Cacciai indietro le lacrime che iniziavano a far capolino
dai
miei occhi, e mi accoccolai sotto le coperte.
<
Stai tranquilla piccola pazzerella mia: domani
ti verrò a prendere > sussurrai, per poi
addormentarmi.
<
Non è possibile! >
Se
avesse potuto, Ciel avrebbe rimesso a soqquadro
la casa dal nervoso, ma molto probabilmente si era reso conto che
così facendo
avrebbe dovuto aprire un mutuo in banca, visto la fortuna che aveva
appena
speso per riarredare la villa
dopo l’uragano
Wendy. A quanto pare la mascherata di ieri non era servita ad una beata
cippa,
visto che il caro Jackie stava ancora saltellando a destra e a sinistra
per le
vie di Londra, squartando gente a destra e manca. Non che la cosa mi
dispiacesse…. Ihihihihih.
<
Sususu non fare così: almeno abbiamo appurato
che sei uno splendore con i codini > dissi ridendo, per poi
schivare un vaso
che accidentalmente era sfuggito dalle mani del caro Conte, finendo,
sempre casualmente,
sulla mia traiettoria. Che sbadatello!
<
Prova a raccontare a qualsiasi essere vivente
di qualsiasi specie ciò che hai visto ieri sera, e giuro che
ti investo con la
carrozza e ti uccido! E dopo averti ucciso ti riinvesto una seconda
volta! >
gridò avvicinandosi a me.
<
Mi stai minacciando? >
<
Afferri al volo ragazzina! >
<
Due metri di distanza! >
Madame
Red fece il suo ingresso seguita da
Sebastian, il quale iniziò a passare lo spolverino color
arcobaleno sui mobili,
sui quadri, e su Lau, che era seduto sul divano da almeno quattro ore
mentre
fissava il vuoto con occhi spiritati. La donna invece, dopo averci
separati, si
sedette di fianco al caro cinesino, appoggiando sul tavolino di marmo
una
scacchiera:
<
Vuoi giocare con me Ciel? È da tanto che non
facciamo una partita a scacchi! > disse sorridendo al ragazzo.
Bene, visto
che qui non c’è nulla di interessante
andrò a prendere qualcosa da mangiare!
Mi
ci volle molto tempo per riuscire a trovare
qualcosa di commestibile e dal contenuto calorico scandaloso, e quando
ritornai
in salotto trovai soltanto Madame Red e Sebastian, intenti a parlare.
La donna,
non appena si accorse della mia presenza, mi invitò a
sedermi vicino a lei:
<
Charlotte cara, ti manca tanto la tua amica,
vero? > mi chiese, e alle sue parole sentii le lacrime
risalirmi. Maledizione….
Con
uno sforzo le ricacciai giù, per poi rivolgermi
alla donna:
<
Certamente: ci siamo ripromesse di prenderci
cura le une delle altre, e di non abbandonarci mai. Io sono molto
irascibile, e
a volte anche violenta lo ammetto, ma Wendy è sempre
riuscita ad equilibrarmi;
a volte può sembrare che non andiamo d’accordo, e
che la tratti male, ma in
realtà le voglio bene…. > mi bloccai di
colpo arrossendo. Mi sono lasciata
troppo andare accidenti… Mi morsi il labbro, distogliendo lo
sguardo dagli
occhi della donna: nessuno doveva vedere quella Charlotte, la Charlotte
debole,
nessuno…
Madame
Red non disse nulla, ma all’improvvisò mi
abbracciò, lasciandomi senza parole; non riuscivo a capire
il perché di quel
gesto sinceramente, e la cosa mi lasciò senza fiato.
<
Se avessi potuto… - sussurrò a bassa voce
– vi
avrei adottate subito…. >
Mi
lasciò andare da quel lungo abbraccio, e io la
osservai, tentando di capire il significato di quelle parole: se voleva
adottarci,
bastava che andasse da Phipps, che cosa c’era di
così difficile? Oddio, forse
ha ragione Ciel, sono ritardata nel capire le cose che mi circondano!
<
Charlotte, Sebastian! > chiamò la donna, e
il maggiordomo si girò verso di noi.
<
State vicino a Ciel: so che può sembrare freddo
e distaccato al primo impatto, ma in realtà ha tanto bisogno
di qualcuno che lo
guidi e che gli stia vicino. Ve lo chiedo in ginocchio! >
Quella
richiesta mi lasciò leggermente spiazzata:
qualcosa non andava, e dovevo capire cosa…
Madame
Red mi accarezzò delicatamente la guancia,
per poi alzarsi e lasciarmi sola assieme a Sebastian; solo ora notai
che il
maggiordomo mi stava fissando in modo alquanto inquietante (e per di
più avevo
lasciato il mitico mattarello in camera mia!).
Tornai
a guardare in direzione della porta, ma la
dama in rosso era scomparsa; automaticamente portai la mano sulla mia
guancia,
ancora calda: qualcosa nel mio cuore mi sussurrava che il suo, era
stato un
addio.
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Buonsalve
a tutti!
Capitolo
forse un po’ insolito, almeno per me: ho
deciso di moderare la mia pazzia, visto che l’episodio di
jack lo Squartatore,
dal mio punto di vista, è uno dei più belli e
intensi del manga, e quindi non
vorrei rovinarlo… se l’ho fatto non era mia
intenzione!
Ma
torniamo al nostro caro duo: Wendy è
completamente allo sbando, mentre Lotty inizia ad avvertire la mancanza
dell’amica.
Chissà come andrà a finire: riusciranno a
ritrovarsi? E Wendy ritornerà alla
sua solita, ma moderata, pazzia?
Lo
scoprirete restando con noi! * parte la
musichetta di sottofondo *
Bene,
la pianto di fare la scema: voglio ringraziare
chi ha recensito fin ora, siete fantastiche ragazze!
E ringrazio i lettori fantasmini, come
sempre! J
Invito
a lasciare un commento piccolo piccolo, anche
negativo a questo delirio! Solo così potrò sempre
migliorarmi!
Baci
baci
Cheshirecat96
|
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Capitolo 9 *** QUANDO TUTTO TORNA ALLA NORMALITÀ ***
Aveva
da poco cessato di piovere, e i raggi lunari
filtravano dalle finestre del salotto: mi strinsi lo scialle al petto,
mentre
osservavo il fuoco scoppiettare nel camino; Sebastian era da poco
tornato a
casa dopo aver setacciato tutta la città, alla ricerca di
Wendy, senza nessun
risultato.” Non è possibile – pensai-
non può essere sparita nel nulla, doveva per
forza essersi nascosta da qualche parte a
Londra, non vedevo altre spiegazioni, e io l’avrei ritrovata
ad ogni costo “.
<
Charlotte >
La
voce di Ciel mi riportò alla realtà: il ragazzo
era appena entrato nella stanza, seguito ovviamente dal bodyguard in
nero, e
aveva un’espressione alquanto strana sul suo volto, che mi
colpì.
<
Ieri sera Grell è rimasto tutto il tempo con
te? > mi chiese con tono allarmato; ma che domande sta facendo?
Era qualcosa
di rilevante in questo momento? Non mi sembra!
< No…
quando mi sono svegliata e vi ho incontrati – solo a
ripensare alla scena le
mie guance divennero rosse – lo stavo appunto cercando
> risposi, anche se
non capivo cosa centrasse quella domanda, ma preferii non commentare.
Il
Conte si incupì improvvisamente, per poi rivolgersi
alla Mozzarella ordinando di seguirlo: un attimo, cosa stavano
architettando i
due amiconi? Col cavolo che mi lasciano ancora all’oscuro,
piantandomi in asso
come la sera precedente!
Con
un balzo mi portai davanti ai due, tagliandoli
la strada e impedendogli di uscire: piuttosto sarebbero passati sopra
il mio
cadavere, ma qui qualcuno mi stava nascondendo qualcosa, e io dovevo
scoprire
cosa.
<
Dove credete di andare a quest’ora della notte?
> sussurrai guardandoli di sbieco, e cercando di mettere
più soggezione
possibile.
<
Non sono affari tuoi ed ora levati > mi
rispose il ragazzo cercando di oltrepassarmi, ma io lo placcai in un
microsecondo, afferrandolo per le braccia.
<
Punto primo: non si spintona una signora, è da
maleducati. Punto secondo: ti conviene ascoltarmi se non vuoi che
“ delle
cosucce “ vengano sbadatamente sparpagliate per tutta Londra,
finendo nelle
mani di qualcuno…. > esclamai sfoggiando uno dei miei
migliori ghigni: aaah
sicuramente il mio zietto sarebbe stato orgoglioso di me!
<
Senti, non ho davvero tempo di dar corda ai
tuoi deliri post cena, per cui levati o te lo scateno contro! >
disse con un
leggero tic nervoso all’occhio, mentre con una mano
indicò la Mozzarella, la
quale sospirò leggermente, assumendo un’aria da
“ ma chi me lo ha fatto fare?
“.
Eheheheh
ingenuotto: con molta calma tirai fuori da
sotto lo scialle delle foto, che sventolai davanti agli occhi del
ragazzo il
quale, non appena riconobbe la figura riprodotta su di esse,
mancò poco che
collassò sul posto. Dovete sapere infatti che la notte
scorsa, poco dopo il
nostro incontro-scontro in cui scambiai il Conte dei depressi per
Wendy, ci
misi meno di una decina di minuti per capire il valore altamente
ricattabile di
ciò che avevo scoperto, quindi, dopo aver preso coscienza di
ciò, mi infiltrai
di nascosto nella camera del caro ragazzo, scattando un bellissimo
servizio
fotografico che sicuramente mi sarebbe tornato molto utile!
<
C-come è possibile? Ieri sera eri tornata in
camera tua ti ho visto! > mi gridò contro tentando di
mantenere tutto il suo
autocontrollo.
<
Seeee ingenuo! In realtà sono rimasta in camera
tua tutto il tempo, e che scatti ragazzi! Tu che ti levi la parrucca,
tu che
lanci le scarpe giù dalla finestra sostenendo che sono un
nuovo mezzo di
tortura, tu che ti slacci il corsetto riacquistando la
facoltà di respirare, ah
e qui finalmente siamo giunti al pezzo clou dove si libera
nell’aria il
passerot…! >
Ciel
completamente rosso mi tappò la bocca con la
mano, impedendomi di continuare la mia dettagliatissima descrizione, e
gridando
con tutto il fiato che aveva in gola di dargli le foto. Visto che aveva
già
funzionato con Grey, io mi limitai a mordergli la mano facendolo gemere
di
dolore, per poi allontanarmi e nascondere i preziosi scatti nelle
pieghe della
mia vestaglia.
Il
Conte mi guardò malissimo, per poi girarsi verso
la Mozzarella, puntandogli contro un dito: < Tu….
Impossibile non ti fossi
accorto ieri sera che in camera con noi c’era qualcuno!
> sibilò fulminando
con lo sguardo il maggiordomo.
<
Infatti avevo avvertito la presenza di Lady
Charlotte, ma il padroncino non mi aveva dato ordini nei suoi confronti
>
rispose il maggiordomo con estrema tranquillità, portandosi
una mano al petto
in segno di reverenza. Il ragazzo, preso in contropiede, si
limitò a ringhiare
qualche insulto a bassa voce, per poi rivolgersi di nuovo a me:
<
Allora, cosa vuoi? > mi chiese.
<
Semplice: mi porterete con voi permettendomi di
cercare la mia amica. E stavolta si fa sul serio >
<
Se sapevo che saremmo rimasti tutto il tempo
fermi ad osservare il nulla non sarei venuta >
<
Se ti facessi gli affari tuoi invece di ficcare
il naso dappertutto, ora non ti continueresti a lamentare e mi
lasceresti fare
il mio lavoro in pace >
<
Oh che meraviglia, che pelo morbido, e le tue
orecchie sono perfette >
<
Sebastian: taci, te lo impongo >
Il
maggiordomo lasciò andare, a malincuore, un
gattino randagio, il quale ,non appena si era avvicinato a noi, era
stato
arpionato dalla Mozzarella vittima di un attacco di fangirlismo acuto;
seriamente, mancava poco che si illuminasse di luce propria tipo
lampada
portatile!
Osservai
la scena con una leggera punta di disgusto,
appoggiandomi al mitico e super mattarello di quercia/baobab che mi ero
portata
appresso in caso di scippo o attacco frontale wendiano, sospirando
dalla noia.
Ciel invece continuava a guardarsi intorno, come se aspettasse
qualcuno, appogiato
con le braccia conserte alla parete dietro di noi, stile mafioso che
aspetta i
suoi strozzini.
<
Forse abbiamo sbagliato > sussurrò tra se e
se, rilassando le spalle tese, rivolgendosi alla Mozzarella.
<
Non credo padroncino, qualcosa accadrà, deve
solo avere pazienza > rispose il maggiordomo sorridendo,
inclinando
leggermente la testa di lato.
<
Best friends: se magari mi rendeste partecipe
del vostro discorso, senza parlare in codice per favore, potrei darvi
una mano
> dissi acida. Tanto Wendy si era eclissata dalla faccia della
Terra a
quanto pare!
<
Bah sei ancora troppo piccola per certe cose. E
poi non saresti d’aiuto > brontolò il Conte
senza nemmeno guardarmi in
volto. Mamma mia quanto mi faceva venire voglia di prendere il
mattarello e
romperglielo in testa!
<
Bello, guarda che abbiamo la stessa età. Per cui
argomenta le tue risposte in modo sensato! > ribattei seccata.
<
Mi sorprendi: conosci il significato di una
parola tanto aulica come “ argomentazione “ ?
> sussurrò con un ghigno,
rivolgendomi almeno un’occhiata, anche se di
superiorità.
<
…. Non so cosa significhi: ma l’ha detta lui
una volta quando a lezione di latino ho gridato che non me ne fregava
una cippa
di Cicerone, mentre mi minacciava con una bacchetta. Per cui se
è uscita dalla
sua bocca vuol dire che va bene! > dissi indicando Sebastian, il
quale
mormorò qualcosa del tipo “ almeno quando la
rimprovero mi ascolta “.
<
Ah e vedi di non insultarmi: aulico sarà tua
sorella, anche se sei figlio unico! >
La
discussione sarebbe andata avanti in eterno, se
un urlo non ci avrebbe distratto, facendoci sobbalzare (almeno, io e
Ciel
sobbalzammo. La Mozzarella non fece una piega).
<
Charlotte, rimani qui e non muoverti per
nessun motivo.
Torniamo subito >
esclamò Ciel, per poi correre via seguito da Sebastian,
senza darmi nemmeno il
tempo di ribattere. Sbuffai, appoggiandomi alla parete dietro di me, e
guardandomi intorno. Non c’era anima viva, perfino il gatto
che Sebastian stava
torturando era sparito, e io ero completamente sola. Passò
un sacco di tempo, e
la noia stava aumentando notevolmente: dove si erano cacciati quei due
stavolta?
possibile che dovevano sempre sparire nel nulla? Quando tornano mi
sentiranno! E
sentiranno anche il mio mattarello.
Un
rumore di passi giunse alle mie orecchie,
facendomi voltare di scatto: non potevano essere Ciel e Sebastian, ne
ero sicura,
inoltre il rumore veniva dal lato opposto del vicolo. Strinsi il
mattarello tra
le mani, deglutendo rumorosamente.
<
Chi è? > chiesi, rimanendo in allerta.
Una
figura sbucò dalla penombra della strada, mentre
il rumore di passi si faceva sempre più vicino.
<
Ciao Lotty, ti sono mancata? Ihihihihi >
Quella
voce… la riconoscerei tra mille.
Wendy.
La
mia amica era davanti a me, e sorrideva: il suo
vestito lilla era strappato in alcuni punti, e i codini che si era
fatta quando
ancora era in sé pendevano molli sulle sue spalle,
ondeggiando lentamente a
causa della leggera brezza notturna.
<
Wendy! Come stai? Sei ferita? Ti abbiamo
cercata dappertutto, è il momento di tornare a casa piccola
pazzerella mia!
> dissi sorridendo, avvicinandomi, ma lei mi guardò
in modo perplesso.
<
Io mi sto divertendo, è così bello volare
libera nel cielo! E poi non voglio tornare in quella casa. Troppi
segreti…
troppa tristezza…. Troppa morte. > sibilò,
per poi correre via ridendo.
Ma
che cavolo? Oh no, adesso pure lei parlava in
codice! Dovevo fermarla. Iniziai a correrle dietro, cercando di
raggiungerla. Se
non mi era saltata addosso significa che stava smaltendo la caffeina, e
questo
era già qualcosa di positivo. Forse basta parlarle e
calmarla, e mi seguirà
senza dover usare la forza. Sennò il mio mattarello
è sempre pronto all’uso!
Svoltai
l’ennesimo angolo, quando uno strano rumore,
come un colpo sordo, mi distrasse, facendomi perdere di vista la mia
amica. Mi guardai
intorno, cercando di capire da dove provenisse, e soprattutto che cosa
fosse; improvvisamente
avvertii un fruscio alle mie spalle, ma quando feci per voltarmi, un
braccio mi
afferrò per la vita, sollevandomi da terra, e lasciandomi
senza fiato. Mi girai,
e vidi dietro di me uno strano tizio, con un ghigno alquanto
inquietante, che
mi sorrideva, intimandomi di non gridare. Aveva lungi capelli rossi
(possibile
che in questa città tutti abbiano un
rapporto
conflittuale con i propri parrucchieri?) e i suoi occhi erano di un
colore
alquanto insolito: per non parlare della strana dentatura da squalo che
si
ritrovava in bocca! Doveva essere come minimo illegale. Dopo avermi
preso in
braccio, spiccò un balzo, atterrando sul tetto di una casa
lì vicino. Bene, a
Wendy piaceva volare giusto? Penso che dovrei presentarglielo,
andrebbero molto
d’accordo.
<
Buonasera milady: una così bella e pura
fanciulla non dovrebbe girare senza un cavaliere per i vicoli di Londra
– disse
avvicinandomi il viso al suo- Sai piccola? Tra tutti tu sei sempre
stata la mia
preferita, la tua indole è dolce verso chi vuoi bene, ma
focosa e passionale
verso i tuoi nemici, come il rosso dei tuoi bellissimi e lunghi ricci
> mi
sussurrò all’orecchio, portando una mano al nastro
con cui mi legavo solitamente
i capelli in una coda alta, e sciogliendomi la lunga chioma mossa, la
quale
iniziò a danzare nella brezza notturna.
Ma
chi era questo tipo? E cosa voleva da me?
<
Mollami subito, maniaco! > gridai
divincolandomi, ma lui aumentò la presa sulla mia vita,
avvicinandomi di più al
suo petto, per poi muovere una motosega davanti ai miei occhi. Ok, se
ti piace
il colore dei miei capelli ti consiglio di guardarlo bene,
perché tra un po’ diventeranno
grigi a causa degli anni di vita che sto perdendo in questo momento!
<
E ora? Che cosa pensi di fare mio caro
Sebas-chan? > chiese all’improvviso il tipo strambo a
qualcuno davanti a me.
Dalla penombra sbucò niente meno che la Mozzarella in
persona, anzi, ora non
era più tanto una mozzarella, ma somigliava di
più all’Emmentall, causa varie
ferite alle spalle e all’addome. La sua espressione
però era sempre la solita,
non vi preoccupate, della serie: toh, stillo sangue, non me
n’ero neanche accorto!
<
Mi sorprendi: non pensavo fossi così vile da
nasconderti dietro ad una ragazzina > sussurrò
l’Emmentall/ex mozzarella,
avvicinandosi a noi.
<
Oh io non mi sto nascondendo: voglio solo
omaggiare questa bellissima giovane donna, tingendo il suo esile ed
acerbo
corpo dello stesso rosso passione dei suoi capelli! >
esclamò, facendo
ondeggiare paurosamente la motosega vicino alla mia gola; bene, finisce
qui la
triste storia di Charlotte Edwars,; è stato breve ma
intenso. San Pietro
preparati: ti sfiderò molto presto a una gara di pingpong!
<
Lascia. Stare. La. Mia. Amica. >
Un
grido ci distrasse, facendoci voltare tutti in
contemporanea: pochi secondi, ed un proiettile lilla dai lunghi capelli
mori si
lanciò contro lo strano tipo alle mie spalle, cogliendolo di
sorpresa tanto da fargli
allentare la presa attorno alla mia vita; errore grave mio caro: con
uno
spintone mi liberai, e afferrai il mitico mattarello caduto ai miei
piedi. Charlotte
è tornata! E più forte di prima!
Mentre
Wendy continuava a tempestare di pugni la
faccia del mio assalitore, io presi la rincorsa, facendogli perdere
l’equilibrio
e cadere a terra:
<
Tienilo fermo socia, mentre io lo calpesto!
> esclamai ridendo, mentre il povero uomo cominciava a chiedere
pietà; dopo
trenta secondi era già ko, con la testa rivolta al
marciapiede, e noi avevamo
vinto, grazie anche al grande potere del mio mattarello, yeeee!
<
Bene, direi che avete fatto un ottimo lavoro
> Sebastian apparve alle nostre spalle, e molto rapidamente
diede un colpo
in testa a Wendy, che svenne ai miei piedi.
<
Hey, cosa le hai fatto? > ringhiai.
<
Non si preoccupi, la sua amica starà bene al
risveglio, avrà solo un po’ di emicrania. Mi
spiace, ma era l’unico modo per
impedirle di scappare un’altra volta > rispose, per
poi prendere in braccio
Wendy, intimandomi di seguirlo con un veloce cenno della testa. Lo
seguii in
silenzio, osservando il braccio della mia amica penzolare inerme nel
vuoto: percorremmo
un breve tratto di strada, e quando svoltai l’angolo mi
bloccai di colpo:
davanti a me c’era Ciel, inginocchiato con
un’espressione assente in volto, e a
terra vicino a lui giaceva un corpo, nascosto da un lungo impermeabile,
inerme.
Ci avvicinammo piano, e quasi il ragazzo parve non accorgersi della
nostra
presenza.
<
Quella è…. Madame Red? > chiesi con un
filo
di voce, ottenendo come risposta solo un debole si da parte del Conte.
Sebastian
mi porse Wendy, sussurrandomi all’orecchio di prendermene
cura, per poi rivolgersi
al ragazzo.
<
Se uccido lo shinigami potrebbe andare incontro
a delle conseguenze negative, visto che è un dio:
è proprio questo ciò che
vuole? >
Ciel
non si voltò nemmeno per rispondere, si limitò
a stringere più forte i pugni contro le ginocchia: <
Osi disobbedire al tuo
padrone? > esclamò con una nota di rabbia nella voce;
il maggiordomo si
limitò ad un breve inchino, per poi tornare indietro
lasciandoci soli.
Mi
avvicinai piano, caricandomi in spalla Wendy che
continuava a dormire tranquillamente.
<
Mi spiace > sussurrai, chinando lo sguardo
verso la donna a terra.
<
Non ho bisogno di compassione > rispose
secco, abbassando lo sguardo. Ciel, eppure dovresti averlo capito che
con me le
bugie non hanno alcun effetto. Mi misi a sedere vicino a lui, e
rimanemmo in
silenzio per tutto il tempo, fino a quando non ritornò
Sebastian.
<
Mi spiace signorino, ma Grell mi è sfuggito
> disse in tono dispiaciuto. Momento: il tipo rocchettaro era
Grell?!? Ok la
mia espressione sarà quella di un facepalm epico, me lo
sento.
Il
ragazzo si alzò in piedi, ma all’improvviso perse
l’equilibrio: sia io che Sebastian ci voltammo per
soccorrerlo, ma lui scansò
le nostre mani, fulminandoci con lo sguardo.
<
Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno – disse in
tono secco- e ora torniamocene a casa > esclamò,
voltandoci le spalle e
incamminandosi. Il maggiordomo rimase a osservarlo per un
po’, in silenzio,
mentre sul suo volto di faceva strada un sorriso sinistro; solo poco
dopo si
alzò pure lui, prendendo in braccio Wendy, e aiutandomi ad
alzarmi.
Tutti
insieme ritornammo verso casa, e nessuno di
noi, proferì parola per tutto il tragitto.
Il giorno dopo
mi svegliai prestissimo: Wendy ed io saremmo rimaste a casa da sole,
visto che
nel pomeriggio si sarebbero svolti i funerali di Madame Red, e che alla
mia
amica era venuta la febbre; per cui sarei dovuta restare a casa ad
accudirla
stile crocerossina.
La
mattinata passò velocemente e senza nessuna
litigata o rissa: regnava uno strano silenzio ed una strana calma nella
villa,
a cui nessuno era abituato. A pranzo mangiammo senza rivolgerci una
parola, e
personalmente evitai di incrociare lo sguardo di Ciel, il quale si era
ancor più
rabbuiato del solito; è vero, l’odiavo
profondamente, e cercavo in ogni modo di
prenderlo in giro e di stuzzicarlo, ma avevo un motivo per comportarmi
così:
smuoverlo, farlo uscire da quello strano guscio di bugie che stava
tentando in
ogni modo di costruirsi, e che personalmente mi dava sui nervi, in modo
da
farlo urlare contro di me, liberando la rabbia e l’odio che
leggevo nei suoi
occhi. Non serve nascondersi dietro all’orgoglio, o ad un
uomo vestito di nero:
la vita non è gentile con nessuno e sebbene cerchiamo in
tutti i modi di
nasconderci, essa prima o poi ci trova e si accanirà sempre
su di noi. Così è
stato per me, e così sarà anche per lui.
È per questo che evitai ogni contatto
con lui, per evitare di litigarci, almeno per oggi.
Riemersi
dai miei pensieri, alzandomi dal tavolo
ancor prima che finisse il pranzo, e raggiunsi la camera di Wendy: non
appena
entrai, la sua testolina emerse dai vari cuscini e peluche multicolor,
girandosi verso di me.
<
Lotty! Sei venuta a farmi compagnia! >
esclamò felice, sorridendomi. Mi avvicinai al letto,
sedendomi sul bordo di
esso, e rivolgendomi alla mia amica.
<
Allora? Come va la febbre? > chiesi
poggiandole una mano sulla fronte. Mi accorsi che non scottava
più tanto e
sospirai sollevata.
<
Oh sto già meglio, così potremmo giocare con
Madame Butterfly! > disse lasciandosi cadere sui cuscini
morbidi, e
sparpagliando disordinatamente i capelli lisci su di essi.
<
Lotty – mi chiamò con una voce improvvisamente
triste – non voglio più comportarmi
così: vi ho fatto preoccupare, e ti chiedo
scusa >
Osservai
la mia amica nascondere il volto tra i vari
pupazzi, rannicchiandosi tra di essi: < Io ti voglio bene, e non
voglio
farti preoccupare, e lo stesso vale per Sebastian, e Ciel. Loro sono
sempre
tristi, mi piacerebbe vederli sorridere…. >
sussurrò, per poi venire
interrotta da un singhiozzo sommesso.
Mi
sdraiai accanto a lei, abbracciandola in modo da
poterla consolare, accarezzandole delicatamente la testa:
<
Anche io ti voglio bene. E lo stesso vale per i
nostri due amichetti. Ti prometto che non ti lascerò mai. tu
sei una delle
poche persone che mi piacciono veramente al mondo, con cui vado
d’accordo, e di
cui sono amica > sussurrai, mentre lei incastrò il
viso nell’incavo del mio
collo, abbracciandomi ancora più stretta. Rimanemmo
così per molto tempo, senza
parlare, e solo quando Wendy si calmò del tutto ci
staccammo, iniziando a chiacchierare
del più e del meno.
<
Secondo me dovresti essere più dolce con Ciel
> esclamò pensierosa la mia amica, portandosi una
mano al viso.
<
Piuttosto faccio una dieta lunga un mese >
risposi convinta, incrociando le braccia al petto, e fulminandola.
<
Ok, so che la gentilezza non rientra nei tuoi
canoni, ma almeno provaci. Non ha più nessuno, e secondo me
un gesto gentile a
volte è più efficace delle risse. Anche se tu
sostieni il contrario >
<
Secondo me un tuo lontano parente era un hippy
convinto > sussurrai più a me stessa che a Wendy, la
quale mi lanciò un’occhiata
poco convinta.
<
Sai, credo che anche lui sotto sotto abbia
paura della solitudine, proprio come te > disse sorridendo. Io
uguale a lui?
La febbre fa brutti scherzi.
All’improvviso
qualcuno bussò alla porta, e
Sebastian fece il suo ingresso in camera: siccome doveva visitare la
mia
compagna (pure medico? Ovvione!) mi invitò a lasciare la
stanza, e quindi
decisi di tornare in camera mia. Lungo la scala incrociai Ciel; il
ragazzo mi
passò di fianco, e si diresse verso la sua camera, senza
degnarmi di uno
sguardo. Le parole di Wendy mi ritornarono in testa, facendomi pensare:
forse
aveva ragione, dovevo mostrarmi più gentile nei suoi
confronti, dall’altra parte
però, qualcosa mi suggeriva di non cedere. E poi…
ecco che dovrei fare? Andare lì
ed abbracciarlo? Come minimo mi avrebbe preso in giro a vita! Senza
contare che…beh…
mi vergognavo. Si.
Un
lampo di genio improvvisamente illuminò i miei
neuroni: genialata in arrivo! Corsi in cucina, approfittando
dell’assenza di
Sebastian, e mi misi a cercare la mia arma segreta. Mi ci volle poco
meno di un
minuto per trovarla, e d’ istinto la mia risata malvagia mi
arrivò a fior di
labbra, feci una fatica assurda a trattenermi. Nelle mie mani, infatti,
reggevo
una tavoletta di cioccolato: ok forse non era proprio una genialata, ma
non mi
veniva altro in mente in quel momento. Io ogni volta che ero triste
mangiavo la
cioccolata e mi tiravo su, per cui non vedo come possa essere diverso
per gli
altri.
Velocemente
la misi in un piatto, dopodiché presi un
foglio su cui scrissi una frase:
Spero
che questo ti aiuti
a tirarti su il morale:
conciato
così sei ancor
più noioso del solito.
Firmato:
Zorro
Sisi
avevo fatto proprio un ottimo lavoro! Appoggiai
anche il foglio sul piatto, e uscii dalla cucina euforica.
Salii
velocemente le scale, arrivando davanti alla
porta della camera di Ciel, dove posai
a
terra il tutto, per poi bussare e correre via a nascondermi,
così che non mi
vedesse.
Wendy,
sii fiera di me, ho fatto la mia buona azione
semestrale! Ihihihih!
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Rieccomi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto,
anche se non è nel mio “ stile “. Beh a
volte tento di essere seria anche io,
ma questo l’ho già detto! Finalmente Wendy
è tornata, su le mani chi è felice
di questo!!
Ok
la pianto!
Ringrazio
come sempre chi ha recensito, e chi ha inserito
la storia tra le seguite o preferite; mi fa piacere sapere che il mio
racconto
continua a piacervi, e spero di non deludervi!
Un
grazie, come sempre, va anche ai lettori
fantasmini! Spero di non deludere nemmeno voi!
Un
bacione e al prossimo capitolo!
Cheshirecat96
|
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Capitolo 10 *** BUON COMPLEANNO CIEL ***
Casa
dolce casa! Qui si che mi sento la Queen….
Ah
giusto, vi devo informare sulle notizie
dell’ultima ora: Wendy si è completamente
ristabilita, la Mozzarella continua a
essere lo schiavo di casa, e non ha ancora abbandonato il tentativo di
renderci
signorine più a modo, e Ciel è sempre incazzato
con il mondo. Ma la vera
notizia bomba è un’altra: siamo tornati nella
cara, super, mega, extra favolosa,
urca wow wow villa in Culandia, dicendo definitivamente ciao ciao a
Londra city!
Finalmente, ne avevamo passate di ogni durante la nostra permanenza in
città, e
un po’ di relax nella natura incontaminata non ci avrebbe
fatto di certo male!
Ormai
eravamo a Dicembre inoltrato, fuori faceva un
freddo cane, quindi ce ne stavamo ormai tutto il giorno in salotto, al
calduccio davanti al camino; inoltre,Wendy girava già per
casa srotolando la
sua lunga lista dei doni da spedire per posta celere a Babbo Natale,
anche se
mancava un bel po’ di tempo al venticinque: a sua difesa,
sosteneva che in
questo modo <
Mi porto avanti, se
vecchio com’è non arriva al giorno di Natale io
che faccio? > e con questa
frase rispondeva sempre quando qualcuno le faceva notare di essere in
leggero
anticipo rispetto al normale.
Ma
intanto il vecchio non sarebbe arrivato nemmeno
al quindici di questo mese, e vi dico subito perché:
l’anno scorso avevo
chiesto una nuova mazza chiodata in legno pregiatissimo, con cui avrei
stabilito la mia supremazia totale sulla zona sud
dell’orfanotrofio. Ho
aspettato pazientemente il giorno di Natale agognando
l’adorato oggetto, e
sognando ogni notte il momento in cui l’avrei preso in mano e
fracassato in
testa a chi mi avrebbe rotto le ballotas.
La mattina
del fatidico venticinque dicembre, scesi in fretta e furia a prendere
il mio
pacco, lo aprii, e al suo interno trovai… una bambola di
pezza; ma mi pigliate
per il culo?!? Vi giuro che da quel giorno, se becco
in giro quell’essere affetto da obesità
gli strappo i peli della barba uno a uno! Avevo pure preparato la
valigia per
partire alla volta della Finlandia con l’obbiettivo di
bruciargli la casa, ma
Wendy e Margaret mi fermarono incatenandomi al letto, e quindi il
vecchio
rimbambito si è salvato. Sculato.
Appoggiai
la mia tazza del tè sul tavolino, mentre
osservai la mia amica intenta a riscrivere per la centesima volta il
lungo
papiro da spedire nella taiga finlandese, mentre si contorceva sul
divano dalla
concentrazione, mordicchiandosi il labbro in modo ossessivo:
<
Wendy puoi sederti come una persona civile? Mi
stai dando sui nervi > esclamò Ciel al limite
dell’esasperazione,
appoggiando bruscamente la sua tazzina e provocando un rumore
fastidiosissimo
che riecheggiò in tutta la stanza; da quando eravamo tornati
da Londra avevamo
preso l’abitudine di sederci alla sera tutti e tre davanti al
camino in
salotto, mentre la Mozzarella ci serviva il tè, o del latte
per Wendy, per poi
andare a nanna alle dieci in punto, ordine tassativo di Sebastian.
<
Tu non scrivi la lettera a Babbo? > gli
chiese la mia amica rimettendosi in una posa decente; seee, con la
voglia di
vivere che si ritrovava era già tanto se faceva
l’albero di natale in salotto:
cioè, ci vuole una bella immaginazione per ricreare nella
propria mente
l’immagine dell’apatico intento a scrivere la
letterina a Babbo Natale e ad
aspettarlo magari tutta notte sveglio, mentre salta sul letto della
Mozzarella
gridando se era ora di aprire i regali; ok magari ho un po’
esagerato, ma la
mia esperienza di notte prima del natale l’ho sempre vissuta
dividendo la
camera con Wendy, per cui potete immaginare che serate ho passato..
<
Stupida, Babbo Natale non...! >
Senza
aspettare un secondo di più lanciai il coltellino
del burro contro il ragazzo; la posata sfiorò di un
millimetro la guancia di
Ciel, per poi conficcarsi nello schienale della sua poltrona; il Conte
assunse
prima un’espressione sorpresa, poi leggermente terrorizzata,
ed infine
incazzata al massimo.
<
Ops, mi è scappato! > dissi sghignazzando.
Adesso mi appende per un piede al balcone, me lo sento. Ma provate a
pensare il
macello che sarebbe successo se Wendy avesse captato il senso della
frase
appena pronunciata dal tappo: come minimo sarebbe esplosa la casa per
le troppe
lacrime, e io non volevo passare l’intero inverno al freddo e
al gelo accampata
in giardino come una terremotata.
<
Ma sei impazzita?!? Ti rendi conto di cosa
sarebbe potuto succedere se mi avessi preso in pieno? > mi
gridò contro il
ragazzo rosso in viso, alzandosi dalla poltrona con un movimento brusco
e
facendo trasalire dallo spavento la mia amica, che ci fissava in
silenzio.
<
O insomma quante storie: mal che vada morivi! E
poi c’era un tizio che ha fatto una fortuna pazzesca
lanciando frecce alle mele
sulla testa delle persone! > risposi incrociando le braccia al
petto e
assumendo un’espressione il più possibile offesa.
<
Quello era Guglielmo Tell: forse non è nemmeno
esistito! > esclamò il giovane puntandomi un dito
contro. Evvabeh, quante
storie per un coltello volante…. Pensa se fosse stata
un’ascia! Beh, molto
probabilmente non staremo qui a litigare ma saremmo nella bottega di
Undertaker.
E non credo che quella sdraiata nella bara sarei io.
<
Per favore, non litigate. Vi prego > mugolò
Wendy strattonandomi leggermente per la gonna, tenendo stretta al petto
la
famosa Madame Butterfly; sia io che il Conte non la cagammo di striscio
però,
anzi ci eravamo pericolosamente avvicinati, fissandoci in cagnesco.
<
O mamma! Sebastian! Sebastiaaaaannnn! Lotty sta
per commettere un omicidio! Almeno se Ciel non la uccide prima >
iniziò a
gridare la mia amica, mentre in preda ad un attacco epilettico
iniziò a
saltellare intorno al grande tavolino agitando le mani in aria,
pregandoci di
allontanarci e di ritornare seduti alle nostre poltrone.
Ovviamente
ce ne infischiammo, e continuammo a
ringhiarci contro.
<
Un metro di distanza! >
Dalla
porta comparve la figura slanciata della
Mozzarella, la quale ci raggiunse in cinque secondi spintonandoci il
più
lontano possibile gli uni dagli altri, mentre Wendy lo osservava con
gli occhi
sbarluccicanti; molto probabilmente nella sua testolina stava
componendo una
lode al maggiordomo, il quale mi stava a dir poco uccidendo con lo
sguardo.
Uffa, il tappo provoca e quella che viene sgridata sono io: la vita
è ingiusta!
<
La luna è già alta nel cielo: padroncino,
è ora
di andare a letto. Voi due – disse puntandoci contro i suoi
occhietti rossi –
sarò nelle vostre stanze tra un’ora, nel mentre vi
voglio già con il pigiama
addosso sotto le coperte, chiaro? > esclamò, per poi
prendere per un braccio
Ciel e trascinarlo fuori dalla stanza, senza ascoltare le sue proteste.
<
Un’ultima cosa – esclamò girandosi verso
di
noi- domani le nostre lezioni saranno sospese. Avrete la giornata
libera >
Dopo
aver detto ciò, uscì dalla stanza, lasciandoci
sole.
<
Woooo Lotty domani saremo libere! > esclamò
Wendy prendendomi per mano; essi, ormai erano passati secoli da quando
avevamo
avuto un attimo solo per noi, e io avevo già in mente il
programma della
giornata: mangiare, dormire, fare merenda, dormire ancora, far
incavolare Ciel,
fare un pisolino mangiando e mangiare mentre dormo.
<
Signorine…. > dall’ elegante porta del
salotto sbucò la testolina di Finnian, mentre Mey Rin e Bard
lo seguivano in
lontananza con lo sguardo: il ragazzo, dopo aver interrotto il mio
elenco
mentale di faccende da svolgere il giorno seguente, si
avvicinò a noi, per poi
prendere una mano di Wendy tra le sue, e sfoggiando anche lui un paio
di
occhioni niente male, che potevano benissimo competere con quelli della
mia
amica.
<
Signorine, visto che domani non dovrete
studiare…. ecco… volevamo chiedervi un aiuto per
organizzare una festa di
compleanno a sorpresa per il padroncino! > esclamò
tutto d’un fiato, senza
guardarci in viso: alle parole “ festa a sorpresa
“, inutile dirlo, Wendy
iniziò ad emanare luce propria, e colta da un attacco di
entusiasmo troppo
acuto per il mio stomaco, afferrò la mano del ragazzo
iniziando a scuoterla
furiosamente:
<
Wooooo certo che vi aiutiamo! Adoro le feste,
se sono a sorpresa meglio, soprattutto quando il festeggiato scopre
tutto e fa
la faccia da pesce lesso! > rispose
con un volume della voce leggermente alto, anzi troppo,
così, per evitare che
anche a Londra city scoprissero della festa a causa dei suoi ululati,
sia io
che Finny contemporaneamente tappammo la bocca alla ragazza, la quale
protestò
con uno sbuffo leggero.
<
Tu che partecipi ad una festa a sorpresa? Ma se
non sei riuscita nemmeno a tenermi nascosto il regalo per il mio
compleanno!
> sbuffai guardandola male, liberandole la bocca in modo che
potesse
ribattere.
<
Non è vero! Ho solo detto a Margaret cosa ti
avevo comprato! >
<
Peccato che in quel momento stesse parlando con
me, e quindi mi trovavo esattamente a un centimetro di distanza da voi!
>
risposi seccata al ricordo della mia faccia mentre Wendy parlava
beatamente del
MIO regalo, senza preoccuparsi di nulla.
La
mora mi guardò offesa, per poi incrociare le braccia
in segno di disappunto; beh, può dire tutto quello che
vuole, ma non sarà mai
capace di mantenere un segreto!
<
Mi sa che abbiamo chiesto alle persone
sbagliate… > bisbigliò Finnian con aria
triste agli altri membri della
servitù, i quali si erano pericolosamente avvicinati alla
sottoscritta, e in
contemporanea mi trovai puntati contro altri due occhioni altrettanto
tristi,
direttamente dalla faccia della mia amica: ma perché
capitano tutte a me?
<
Oooh mamma, mi state mettendo soggezione: va
bene, Wendy può dare una mano! Per la storia della lingua
lunga basterà
adottare qualche trucchetto psicologico! E ora a nanna! >
esclamai
afferrando la ragazza per un braccio e dirigendomi fuori dal salotto,
tra i
ringraziamenti osannanti della servitù, unita agli
“ Evviva “ della mia amica,
la quale smise di sorridere non appena colse il significato delle
ultime parole
che pronunciai.
<
Lotty, cosa volevi dire con “ trucchetti
psicologici “? > chiese bloccandosi improvvisamente.
<
Eheheheh, lo vedrai presto. Lo vedrai presto
>
<
Soldato Wendy at-tenti! >
<
Signorsì signora! > esclamò la ragazza
alzandosi in piedi sul suo letto, mentre mimava il saluto militare;
poco dopo
che la Mozzarella era venuta a controllare nelle nostre camere se
eravamo già a
nanna, io sgusciai fuori dalla stanza, e con il fidato mattarello in
mano
raggiunsi la mia amica in camera sua, pronta per
l’addestramento anti lingua
lunga notturno: con passo fiero mi misi a passeggiare tranquillamente
davanti
al letto rosa confetto di Wendy, mentre quest’ultima mi
osservava con un’espressione
seria in volto.
<
Domani è un giorno come gli altri! Ripetilo
almeno dieci volte! > gridai, cercando anche di imitare
l’accento tedesco,
così, per fare più scena e mettere più
inquietudine.
<
Signorsì signora! Domani è un giorno come gli
altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani
è un giorno come gli altri! Domani
è un giorno come gli altri! Domani è un giorno
come gli altri!
Domani è un
giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri!
Domani è un giorno
come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! >
gridò tutto d’un fiato,
diventando rossa in volto.
<
Ah! L’hai detto solo nove volte: ricomincia e
stavolta lo dirai per venti volte! > esclamai colpendo il
pavimento con il
mattarello, e facendola sobbalzare: la ragazzina mi fissò
con sguardo colmo di
terrore, per poi ricominciare da capo quella sorta di filastrocca,
portandosi
una mano al petto in modo molto melodrammatico:
<
Lotty, per caso hai condiviso lo stesso campo
di disciplina con Sebastian? > mi chiese con tono innocente: per
tutta
risposta colpii ancor più violentemente il pavimento con il
mattarello, e la
mia amica fece un salto altissimo per lo spavento.
<
Non si nominano i civili durante
l’addestramento! – gridai – per punizione
dieci addominali a terra! >
aggiunsi puntandole un dito contro e facendola trasalire:
<
Lotty, sei cosciente del fatto che stai
prendendo la cosa troppo sul serio, vero? > sussurrò
la mia amica, ma io la
feci zittire con un grido.
Andammo
avanti con questo ritmo per un paio di ore,
fino a quando la stanchezza mise a tacere il generale che era in me (e
anche
perché Wendy stava per collassare a terra, e io ci tenevo
alla salute della mia
amica), e quindi la lasciai afflosciarsi sul suo letto, ritornandomene
in
camera e mettendomi a nanna, consapevole del fatto di aver appena
compiuto la
mia buona azione semestrale, impedendo a Wendy di cadere nel grave
peccato
dello spoiler.
Ormai
era notte fonda, e le mie palpebre erano
pesantissime, ero esausta. Mi misi subito sotto le coperte,
abbracciando il
cuscino e affondando il viso nella morbida stoffa, addormentandomi
quasi
subito, scivolando in un sonno senza sogni.
La
mattina seguente scendemmo puntuali per la
colazione; poco prima di entrare nella sala da pranzo MeyRin si
avvicinò a noi,
e ci fece l’occhiolino sussurrandoci che Ciel e Sebastian
erano già a tavola e
ci stavano aspettando. Una volta svaccatami sulla mia sedia, iniziai a
riempirmi di biscotti al cioccolato, borbottando un flebile <
‘Giorno >,
per poi essere immediatamente bacchettata dalla Mozzarella, la quale mi
gridò
contro che < Una dama non parla a bocca piena! > con tono
scandalizzato.
Insomma, tutto in regola, Sebastian ed io litighiamo, Ciel sbuffa in
modo
sconsolato, e Wendy… momento: perché Wendy non
è partita con il suo discorso
sulla pace nel mondo o sui panda corni sognati stanotte?
Mi
girai verso la mia amica, e la trovai intenta a
torturarsi il vestito con le mani, stringendolo convulsamente, mentre
con
sguardo vacuo fissava il ragazzo seduto di fianco a lei. Oh no, sta per
parlare, devo fare qualcosa altrimenti Bard e gli altri mi uccidono, e
soprattutto ciao ciao festa a sorpresa con tanto di torta al cioccolato
con
doppio strato di panna che IO dovrò mangiare!
Sul
serio, pensavate che mi ero interessata alla
faccenda solo per il tappo?
Come
se mi avessero letto nella mente, MeyRin si
avvicinò alla tavola, seguita da Finny il cui sguardo
leggermente allarmato
vagava da me alla mia amica, ancora intenta a strozzare la sua gonna
fucsia:
Ciel si voltò verso di loro sorpreso, non capendo come mai
fossero lì visto che
la mattina di solito erano molto presi nello svolgere i loro compiti, o
a
scelta nel distruggere la cucina; tentai di lanciare alla cameriera
un’occhiata
di allarme, ma le mie intenzioni furono bloccate da Wendy, la quale
balzò
improvvisamente in piedi tremando visibilmente:
<
Oggi è una giornata normale, vero? Oggi è una
giornata normalissima! Ahahah! Ahhahahah! Sisisi! Non
succederà nulla oggi! È solo
una tranquilla mattinata di Dicembre! Un giorno qualunque >
sibilò a denti
stretti avvicinandosi con sguardo inquietante al Conte, il quale
indietreggiò
con la sedia, evidentemente
confuso dal
suo comportamento:
<
Ma che ha questa ora? > disse rivolgendosi a
Sebastian, il quale prese in mano la tazza di latte della ragazza
mormorando
tra sé “ Eppure Bard non ci ha messo il
caffè dentro “ con sguardo misto tra il
confuso e il divertito.
Il
maggiordomo si voltò verso di me facendomi un
cenno con la testa: meccanicamente mi alzai sbuffando, e insieme ci avvicinammo ai
due: velocemente
presi per un braccio la mia amica, la quale aveva iniziato a shekerare
il Conte
per le spalle, mentre gridava frasi sconnesse, e le misi un biscotto in
bocca
per farla tacere allontanandola da Ciel e buttandola sulla sua sedia,
mentre
Sebastian, avvicinatosi alla poltrona del ragazzo, che continuava a
fissare
sconvolto la mia amica ed io, tentò di calmarlo,e
soprattutto di tappare la
lunga lista di insulti rivolti verso Wendy che stavano uscendo dalla
sua bocca.
<
Ti avevo detto di stare zitta! > le
sussurrai all’orecchio, dando le spalle agli altri per non
farmi sentire.
<
Lo so ma non ci posso fare nulla: mi agito a
mantenere un segreto per tanto tempo, e devo parlarne a qualunque costo
con
qualcuno! > mi rispose, dopodiché addentò
un biscotto con foga, pulendosi
velocemente le briciole con il polso, in modo da non farsi vedere da
Sebastian.
<
Sì, ma abbiamo rischiato grosso > le
sussurrai all’orecchio, osservando di sott’occhio i
due best friend dietro di
noi.
Dopo
una decina di minuti eravamo tutti di nuovo
seduti composti alle nostre sedie, mentre la Mozzarella portava in
tavola molti
dolci diversi che non passarono inosservati ai miei occhi attenti:
assieme a
lui anche MeyRin stava dando una mano in tavola, e ogni volta che si
avvicinava
a noi, mandava delle occhiate complici, con un’accortezza
pari a quella di un
elefante senza una gamba (infatti Ciel ci stava fissando malissimo da
quasi
dieci minuti, tentando con tutta la sua concentrazione di decifrare i
nostri
messaggi in codice). Fortuna che Sebastian interruppe quel momento
imbarazzante: essi, le Mozzarelle non sono poi del tutto inutili!
<
Lady Charlotte, Lady Wendy, oggi le nostre
lezioni saranno sospese: in tarda mattinata verrà a farci
visita Lady Elizabeth
con sua madre, la Marchesa Middleford, e sia io che il padroncino
staremo via
tutto il pomeriggio, per cui…. mi raccomando! >
esclamò il maggiordomo con
un sorriso sinistro sul volto, marcando il più possibile le
ultime due parole
della frase.
<
Ma sta tranquillo Mozz..Sebastian – risposi con
un sorriso – oggi staremo tutto il giorno nelle nostre stanze
a studiare e non
ci muoveremo per nulla al mondo! E ora con permesso si è
fatta una certa, per
cui dovremmo andare > dissi alzandomi dalla sedia e afferrando
per un
braccio Wendy, la quale protestò perché non aveva
ancora finito il
latte caldo, ma io non me la
filai, e la trascinai fuori dalla stanza lontano dagli sguardi dei due
amiconi.
In
corridoio incrociammo Finny, che ci fermò con
enfasi per sapere come era andata:
<
La moffetta non sospetta nulla: tra un’ora
liberiamo il cervo dal recinto > sussurrai con effetto,
mostrando il mio
miglior sorriso da agente segreto. Wendy e Finny però mi
guardarono storto,
inarcando un sopracciglio, per poi esclamare in coro un “ Eh?
“.
<
Oh insomma! Il tappo non sospetta niente, e tra
un’ora ci troviamo in cucina! > esclamai seccata,
lasciandoli soli nel
corridoio per andarmene in camera mia, borbottando tra me e me:
possibile che
non si può nemmeno parlare in codice?!? Che spie scarse!
Esattamente
un’ora dopo alle mie orecchie giunse il
vociare della bomboniera, misto a quello del tappo: sbuffando
sonoramente mi
girai dall’altra parte del letto, premendomi il cuscino sulle
orecchie in modo
da isolarmi da quel casino di voci gracchianti, tentando di ritrovare
la mia
pace interiore raggiunta precedentemente, ma dieci secondi dopo un
uragano di
nome Wendy sfondò la porta della mia camera, per poi
lanciarsi con un ululato
sul mio letto, schiacciandomi il pancino il quale emise un sinistro
“ squick “.
<
Lotty!!! La moffetta ha liberato il campo:
possiamo dare inizio all’operazione “ Buon
compleanno “! > esclamò
estasiata, per poi afferrarmi un braccio e buttarmi letteralmente fuori
dalla
mia stanza; perché lei può parlare in codice e io
no? Che palle, la vita è
ingiusta!
La
mia amica mi trascinò via, iniziando a parlarmi
all’orecchio senza nemmeno prendere fiato, e facendo
letteralmente impazzire le
mie orecchie.
Smise
di parlare a raffica solo quando ci ritrovammo
nelle cucine, circondate dal resto della servitù. Visto che
la mia amica era in
piena fase super eccitata (tanto che saltellava a destra e sinistra per
la
camera, mentre Finnian tentava in tutti i modi di farla star ferma), io
mi
sedetti sul tavolo, osservando il casino che riecheggiava nella stanza:
Bard
stava illustrando il “ piano segreto “ stile
caserma di soldati, con tanto di
mappa della residenza e frustino in mano, mentre Mey Rin lo ascoltava
attenta,
Tanaka invece era intento a bere il suo adorato tè in un
angolino buio, e
infine Finny stava tentando in tutti i modi di calmare l’iper
euforia della mia
amica, invano.
Ciao
ciao pace interiore, benvenuta agitazione!
<
Il piano è molto semplice soldati: Mey Rin e la
signorina Wendy si occuperanno delle decorazioni nel salone, mentre
Finnian
procurerà i fiori per la tavola, e infine la signorina
Charlotte ed io
resteremo in cucina a preparare la torta per il padroncino! >
spiegò
soddisfatto il cuoco tra le urla entusiaste del popolo, ma non della
sottoscritta:
<
Hey bello io non so cucinare, anche tu in
effetti, ma io sono peggio, quindi mi spiace ma io non posso darti una
mano, e
ora se mi volete scusare il divano mi aspetta! > affermai
soddisfatta, alzandomi
dalla sedia e dirigendomi verso la porta con passo svelto, lisciandomi
le
pieghe del vestito.
<
Mica mi servi per cucinare: quello di cui ho
bisogno è qualcuno con lo stomaco abbastanza resistente per
poter vedere se la
torta è commestibile oppure no! > rispose Bard
incrociando le braccia,
mentre Wendy e Mey Rin si scambiarono un’occhiata di
complicità; essi, mi
avevano incastrato i maledetti, lo dovevo ammettere: infatti feci
rapidamente
dietrofront, colpita dalle parole dell’uomo.
<
E va bene, ma lo faccio solo per il cibo
gratis, non per il tappo sia chiaro! > esclamai avvicinandomi al
cuoco, il
quale sogghignò tra sé e sé,
irritandomi leggermente.
<
E no, non avevamo dubbi Lotty > esclamò il
giardiniere, per poi sparire dalla porta assieme a Mey Rin e Wendy,
lasciandomi
sola con Bard, e Tanaka ovvio, ma lui intanto sta nel suo angolino
buono buono.
<
Secondo me il lanciafiamme rovina tutto >
<
Lo chef sono io e decido io come cucinare la
torta, se dico che il lanciafiamme è essenziale vuol dire
che è essenziale!
>
Peccato
che era già la seconda torta ridotta in
cenere in un’ora, e che di questo passo le candeline Ciel
dovrà spegnerle sui
muffin avanzati questa mattina; però il lanciafiamme
è indispensabile, sia
chiaro.
Guardai
lo stato della cucina: un branco di elefanti
obesi avrebbe fatto meno casino, su questo non avevo dubbi: di sicuro
alla
Mozzarella verrà un mini infarto quando vedrà lo
stato pietoso in cui avevamo
ridotto la stanza. C’era farina dappertutto, mista a grumi di
pasta per torta
ormai carbonizzati, i vetri nuovi delle credenze erano completamente
sporchi, e
una sedia aveva accidentalmente colpito il lampadario (storia lunga,
non ho
voglia di raccontarla) il quale si era leggermente staccato dal
soffitto,
minacciando di cadere sulle nostre testoline.
Di
fianco a me Bard stava preparando la crema
pasticcera per la torta, e quindi era talmente concentrato da non
cagarmi; la
noia iniziava a farsi sentire, e quindi mi afflosciai sul bancone,
sbadigliando
sonoramente. La mia mano urtò una ciotola mezza
bruciacchiata, e all’istante
un’idea balenò nella mia testa: perché
non provare a fare anche dei pasticcini
per Ciel? Infondo non può essere così difficile.
Almeno mai quanto fare una
torta doppio strato di crema e cioccolato da cuocere con un
lanciafiamme.
<
Hey Chef, posso provare a fare dei dolcetti per
conto mio? >
<
Ma tu avevi detto di non saper cucinare >
In
effetti…. < Ma no, non so fare solo le torte
>
<
Ah, allora ok! > rispose, per poi ritornare
a concentrarsi sulla sua adorata torta. Veramente non mi aveva neanche
guardata
in faccia. Secondo me non aveva neanche ascoltato.
Beh,
chissene.
Presi
la bacinella bruciacchiata, e iniziai a
metterci dentro ciò che mi capitava a tiro, mentre mi
guardavo intorno in cerca
di ingredienti…commestibili.
“
Dunque – pensai- ci metto un po’ di cioccolato,
logico, e anche delle uova. Ma dovrò togliere il guscio?
Boh, massi metto
dentro mal che vada tiro fuori i pezzi dopo. Poi…. Crema
logico! Un po’ di
crema pasticcera non guasta mai. Uuuuuh e del latte, sisisi.
Però a Ciel il
latte piace col miele. Massi mettiamoci dentro anche quello. E un
po’ di tè,
tanto si mangiano le brioche con la crema e il cioccolato assieme!
“
Dopo
aver buttato tutto nella bacinella, iniziai a
mescolare, per poi alzarmi e dirigermi verso la credenza. Dentro
c’erano un
sacco di altre cose che molto probabilmente avrei dovuto mettere nei
pasticcini. Almeno
credo. Beh, Bard ci
aveva infilato dentro un sacco di cose nella torta, quindi credo che
pure io
dovrò usare più ingredienti.
Presi
della farina, dei pallini strani che
sembravano mirtilli, ma non ne ero sicura, e anche altre cose strane,
simili a
frutta secca, e buttai tutto nella bacinella. Poi con un mestolo
mescolai la
strana sostanza, ottenendo così una….poltiglia
marroncina…. Forse dovevo
metterci dentro qualcos’altro per cambiarle il colore.
Massi.. può essere.
<
Signorina Charlotte! Ho finito! Non è uno
splendore? >
Bard
mi chiamò tutto entusiasta sfoderando uno dei
migliori sorrisi che avessi mai visto in tutta la mia vita, mentre con
una mano
indicava la…momento, che è sta roba?
Mi
avvicinai a quella che sembrava una massa
gelatinosa, con tredici candeline fissate in modo precario a causa
della
consistenza molliccia del dolce, il cui colore era simile
all’impasto di cui mi
stavo occupando prima.
<
Ma è almeno commestibile? > chiesi al cuoco
indicando la cosa gelatinosa, il quale non prese molto bene la mia
domanda,
iniziando un monologo sulla mia ignoranza in fatto di cucina, su quanto
fosse
figo il suo dolce, e di come i geni al giorno d’oggi fossero
incompresi dal
resto della popolazione somara, me compresa; iniziò
così una discussione senza
precedenti, visto che io somara non ero, e quindi mi sentii chiamata in
causa
per ribattere, con le buone o cattive, e saremmo anche venuti alle mani
se Mey
Rin non fosse entrata nella stanza attirata dai nostri barriti.
<
Si può sapere cosa succede qui? Si sente un
baccano assurdo, smettetela! > esclamò, per poi
bloccarsi di colpo urlando a
squarciagola, facendoci trasalire.
<
Ma cosa succede ora? > chiese il cuoco alla
cameriera tremante, la quale stava puntando un dito davanti a lei,
indicando
qualcosa che i miei occhi non captarono subito; rivolsi uno sguardo
interrogativo alla ragazza, che si riprese lentamente dallo shock:
<
Lì, c-cera qualcosa di m-marrone che
strisciava, ne sono sicura! Forse un animale! > disse allarmata,
ma Bard le
rispose che non c’era nulla e molto probabilmente si era
immaginata tutto,
attirandosi addosso anche l’ira di Mey Rin. Stufa di tutto
quel baccano tornai
al mio dolce, ma non appena afferrai la bacinella
dell’impasto fu il mio turno
di lanciare un grido incazzato:
<
Chi si è mangiato l’impasto dei miei
pasticcini? > chiesi indicando la ciotola vuota, facendo voltare
così tutti
i presenti.
<
Chi credi abbia avuto il coraggio di ingoiare
quella schifezza? Io no di certo! > rispose Bard, ancora offeso
per il mio
commento di prima.
Stavo
per ribattere, quando qualcosa di molliccio,
marroncino, e privo di consistenza strisciò davanti a noi,
per poi scomparire
dalla porta, lasciandoci per un attimo spiazzati da quello che avevamo
visto:
<
Quello era…? > chiese il cuoco mandandoci
un’occhiata
sconvolta.
<
Si Bard, - risposi- era la cosa molliccia che
Mey Rin aveva visto prima, ossia l’impasto del mio dolce
>
Ci
furono cinque secondi di silenzio, poi delle urla
riecheggiarono per la cucina, da qui uscii di corsa armata di scopone e
con uno
scolapasta in testa a modi elmetto, seguita da Bard e Mey Rin che a
loro volta
brandivano un mattarello e un mestolo, pronti per ripigliare
l’essere a cui
avevo appena dato la vita,e che trovammo nel salone, intento ad
appiccicarsi in
faccia a Wendy, la quale urlava che “ Le sanguisughe aliene
ci stavano
attaccando “, mentre Finny osservava il tutto con sguardo
sconvolto.
Villa
Phantomhive divenne un vero e proprio campo di
battaglia: noi contro il pasticcino assassino, come Wendy lo aveva
battezzato,
il quale sgusciò via a ogni nostro attacco, appiccicandosi
alle nostre braccia
e ai nostri visi, provocando il nostro disgusto totale e anche dei
feriti,
ossia la Madame Butterfly della mia amica, ora in prognosi riservata a
causa di
un principio di soffocamento, e un gatto che era uscito dalla stanza
della
Mozzarella, ora accudito amorevolmente dal dottor Finnian, addetto
all’infermeria del camp..ehm della casa, ossia il salone
principale, unico
luogo che doveva rimanere lindo e pulito, sorvegliato a vista da Mey
Rin e
Wendy, le quali erano riuscite miracolosamente ad addobbarlo per la
festa mentre Bard
ed io ci occupavamo della caccia
al mostro a cui avevo dato vita, e che ora stava occupando la magione
seminando
il panico; era ormai tardissimo, gli altri sarebbero tornati a breve, e
la
battaglia aveva ridotto il resto della casa allo schifo totale: alcuni
vasi
erano andati distrutti durante gli scontri dal mio spazzolone, Tanaka
era stato
rinchiuso nella dispensa durante una fallita imboscata alla poltiglia,
al piano
di sopra si stava sviluppando un principio di incendio, Wendy aveva
perso il
suo cerchietto preferito e stava piangendo come una disperata, e la
sottoscritta aveva fame!
Se
fuori dalla porta avessimo appeso un cartello con
la scritta: “ Benvenuti all’inferno “,
secondo me avremmo fatto centro.
<
Aaaaah è tardissimo il padroncino tornerà tra
non molto! E la casa è completamente a soqquadro! >
disse Mey Rin, attirata
dal rumore del pendolo che segnava esattamente le otto di sera,
mettendosi le
mani nei capelli dalla disperazione, viste le condizioni i cui era
ridotta la
casa.
<
E la poltiglia potrebbe attaccarci da un
momento all’altro…. > conclusi io con fare
tragico, portando la mano allo
scolapasta che avevo in testa, mentre scrutavo con occhio attento
intorno a me.
<
Lassù > Finny richiamò la nostra
attenzione,
puntando un dito verso il grande lampadario al centro della stanza: su
di esso
infatti, il pasticcino assassino ci osservava sprezzante, anche se non
aveva
gli occhi, dondolandosi lentamente a destra e a sinistra sopra alle
nostre
testoline.
<
Infame! – gridai – Come ti ho fatto io ti
distruggo! Bard ho bisogno della tua altezza! > e con
ciò corsi dal cuoco,
il quale mi lanciò un sorrisino d’intesa: proprio
quando stavamo per mettere
alle strette la bestia, il grande portone si aprì, e Ciel,
Sebastian, Lizzy e
una tipa mai vista prima, fecero il loro ingresso nella stanza.
L’espressione
del Conte era indescrivibile, lo
giuro, però dovete capirlo, la scena che gli si presentava
davanti era
pressappoco la seguente: da un lato si trovavano il tavolo con su i
dolci e la
torta di Bard, e fin qui nulla di strano, ma al centro della stanza
c’era Wendy
completamente in lacrime, con Mey Rin che teneva un secchio in mano per
raccogliere il fiume d’acqua che usciva dai suoi occhioni
azzurri. Di fianco
Finny era intento a compiere un massaggio cardiaco al gatto
precedentemente
menzionato, e la Mozzarella era corsa di fianco a lui iniziando a
chiedere in
modo ossessivo cosa fosse successo (non mi era chiaro se si riferiva
alla
situazione in generale o all’animale, ma io opterei
più per il secondo).
Infine
al centro della stanza, e proprio sotto al
lampadario per la precisione, c’era una piccola piramide
umana, la cui base era
Bard, il quale brandiva un mestolo, e il vertice era la sottoscritta,
con lo
spazzolone alzato in direzione della roba molliccia, e il fidato
scolapasta in
testa.
Non
appena udii il rumore del portone che si apriva,
mi girai lentamente, bloccandomi con lo spazzolone a
mezz’aria, e osservando in
modo imbarazzato il piccolo pubblico formatosi davanti a noi.
<
Ehmm….AUGURIIII!!!! > gridai, lanciandomi
giù dalle spalle del cuoco e raggiungendo il tappo alla
velocità record di due
millisecondi, abbracciandolo sperando di distogliere il suo sguardo da
quel
disastro.
<
Che cosa state facendo? E perché ai uno
scolapasta in testa? > chiese il ragazzo spintonandomi via, ma
io non
risposi, anzi gridai < Abbraccio di gruppo! >
così sia Lizzy che Wendy,
la quale alle mie parole si era completamente scordata del cerchietto,
saltarono praticamente addosso a Ciel, buttandolo a terra, e
distraendolo
temporaneamente dal casino che regnava intorno a noi.
La
festa non poté andare meglio: Ciel non uccise
nessuno, anzi ebbe nemmeno il tempo di esprimere ciò che
provava, visto che
Lizzy lo arpionò, trascinandolo via e costringendolo
ad un valzer con lei. Sebastian
si occupava della musica, visto che non era capace di fare niente,
perché non
aggiungere anche la bravura con il violino alle sue
capacità? Sborone.
Finny
si ricordò improvvisamente di Tanaka chiuso
nello sgabuzzino, e quindi corse velocemente a liberarlo assieme a Bard
e al
gatto, ormai completamente resuscitato. Infine il mio pasticcino
molliccio
sparì nel nulla, molto probabilmente sta ancora girovagando
per le cantine
della villa, ma a me poco importa.
Wendy
ed io invece corremmo nelle nostre camere a
cambiarci: la mia amica indossò un elegante vestito rosa
pastello, con cui
stava davvero bene devo ammetterlo, mentre io optai per un abito verde
smeraldo
con ricami dorati. Certo, non era comodo come i vestiti di tutti i
giorni ma
meglio di niente. Dopo esserci cambiate tornammo nel salone, le danze
erano
temrinate, e molto probabilmente eravamo arrivate in tempo
per…
<
Uuuuh! È il momento di aprire i regali! >
esclamò la bomboniera bionda, piazzando successivamente un
pacco davanti a
Ciel, dalla cui espressione capii che avrebbe preferito prendere a
testate una carrozza
in movimento piuttosto che continuare a godersi la sua festa.
“ Certo che è un
tipo strano “ – pensai- “ A chi non
piacerebbe festeggiare il suo compleanno? “.
Mi persi nei miei pensieri, fino a quando scoprii che perfino Wendy
aveva fatto
un regalo al tappetto, e io no. Che figura demmedda: magari se mi
nascondo
nessuno se ne accorge.
<
Dai Lotty è il tuo turno! > disse Wendy,
arpionandomi per un braccio facendomi bestemmiare come se non ci fosse
un
domani, per poi trascinarmi davanti a Ciel, il quale mi fissava
già male, ma
non più del solito sia chiaro.
<
Ehmm… ecco… auguri! Ti
regalo…ehmmm… la mia
presenza! Non esiste regalo migliore! AH AH AH! > esclamai
aprendo le braccia,
cercando di non far caso alle espressioni poco convinte dei presenti.
Mi
sa che si nota il tentare disperatamente di
arrampicarmi sugli specchi.
<
In realtà la tua presenza è alquanto irritante
per la mia persona > rispose il ragazzo sogghignando, ma prima
che potessi
saltargli addosso gridando quanto non ci tenesse ad arrivare al
prossimo
compleanno con le ossa sane, la mia amica mi afferrò per un
braccio, di nuovo,
e mi spintonò verso di lei.
<
In realtà Lotty scherza: ha un regalo pronto
pronto solo per te! > disse sorridendo, per poi sussurrarmi una
cosa
all’orecchio che mi fece sbiancare.
<
No…non puoi chiedermi questo! > le risposi scuotendo
la testa in segno di dissenso più assoluto.
<
FALLO! > ordinò Wendy in modo alquanto
minaccioso, non lasciandomi scelta. Mi girai verso il Conte,
puntandogli un
dito contro: < Se solo provi in futuro a prendermi in giro,
giuro che una
mattina ti sveglierai pelato! > esclamai.
<
Questo lo deciderò dopo ragazzina – mi rispose in modo seccato
– prima sono
curioso di vedere il tuo regalo >
Sbuffai
sonoramente, per poi avvicinarmi a Sebastian
sussurrandogli all’orecchio una frase: la Mozzarella rimase
leggermente
sorpresa, e poi fece ciò che gli avevo ordinato.
Con
il violino iniziò a intonare una melodia, e io
incominciai a cantare: la mia voce si unì alle note,
diventando un tutt’uno con
esse. Ero brava a cantare, molto brava, anche se durante le lezioni a
Villa
Phantomhive mi ero sempre rifiutata di intonare anche una singola nota;
in
effetti erano passati secoli da quando avevo anche solo accennato una
canzone,
e questo perché mi ero ripromessa di non cantare
più davanti a nessuno… eccetto
qualcuno, per cui avevo cantato una volta, e solo il ripensare a quella
serata
il mio cuore perse un colpo, facendomi sussultare. Ma non ci badai.
Continuai a
cantare, e la mia mente tornò a quella lontana notte
d’estate, e ai ricordi
nostalgici legati ad essa…
La
fine della musica interruppe il flusso dei miei
pensieri: riaprii gli occhi, e davanti a me vidi Lizzy, Wendy e il
resto della
servitù applaudire vigorosamente, mentre Ciel mi osservava
visibilmente
sorpreso.
Sebastian
si avvicinò, inchinandosi e facendo il
baciamano:
<
Sono davvero onorato di aver suonato per una
così brava cantante: spero che in futuro la signorina ci
allieterà di nuovo con
la sua straordinaria voce > disse sorridendomi appena, e
facendomi anche
leggermente arrossire le guance.
<
Sei stata davvero brava ragazzina, ti faccio i
miei complimenti >
Ciel
si era avvicinato a me, sorridendo per la prima
volta da quando ci eravamo incontrati, e appoggiandomi una mano sulla
spalla
nuda: improvvisamente la sua voce divenne simile a quella di una
persona
altrettanto conosciuta, e i suoi grandi occhi blu furono sostituiti da
uno
sguardo a me molto più famigliare, e che a volte tormentava
ancora i miei
sogni.
<
Sei davvero molto brava, piccola Lotty >
I ricordi si
confusero con la realtà, e le mie guance diventarono ancora
più rosse, mentre i
battiti del mio cuore accelerarono improvvisamente: scostai bruscamente
la mano
del ragazzo dalla mia spalla, e quando rialzai gli occhi, quel viso
dolce era
scomparso, e al suo posto c’era di nuovo Ciel, il quale mi
guardava
preoccupato.
<
Tutto bene Charlotte? > chiese. Annuii
leggermente, per poi allontanarmi con una scusa, sedendomi su una
poltrona in
disparte, e con un pasticcino in mano da mangiare. I due occhi blu
indagatori
del Conte seguirono ogni mio movimento, ma non ci badai molto.
<
Lotty, stai bene? >
Wendy
si era avvicinata, e mi guardava con due
occhioni azzurri preoccupati: non volevo si spaventasse, per cui tentai
di fare
finta di niente.
<
Naaaa, niente di grave. Inizia ad esserci aria
pesante in questo posto, che ne dici di andare a farci un giretto in
giardino?
> le chiesi facendo un occhiolino, per poi alzarmi dalla
poltrona seguita
dalla mia amica raggiante.
Fuori
regnava il silenzio totale; la luna era
oscurata da candide nuvole, e l’aria fredda pungeva le mie
guance, ormai rosse
per il gelo. I rami spogli degli alberi creavano ombre buffissime,
soprattutto
per i pezzetti di ghiaccio che pendevano da essi come lacrime: era
davvero uno
spettacolo meraviglioso sotto sotto; Wendy saltellò davanti
a me, roteando su
se stessa per poi rivolgermi un sorriso a trentadue denti:
<
Questa è una delle serate più belle che abbia
mai passato! Per completare il tutto possiamo intonare il melodioso
inno
zuccheroso a Madame Butterfly, e poi sarà veramente la
serata perfetta! >
esclamò contenta, battendo le mani felice.
<
Ah, non credo sia il caso, e poi ti devo
ricordare che Madame in questo momento ha tutt’altro in mente
> le risposi
pensando all’animaletto di peluche bendato che riposava sul
mio letto.
<
Sopravviverà? > mi chiese la ragazzina in
tono triste, ma la mia risposta fu interrotta da un fiocco di neve che
cadde
dritto sul naso di Wendy, la quale si bloccò di colpo
incrociando gli occhi per
osservarlo meglio.
<
Nevica! > gridai elettrizzata, seguita dalle
urla di gioia della mia amica; ci era sempre piaciuta la neve, soffice
e bianca
come le nuvole, e dalla gioia iniziammo a rincorrerci per il giardino,
ridendo
di gusto e rotolando per terra sull’erba soffice e fredda: i
miei capelli ormai
erano completamente bianchi a causa dei fiocchi, e quelli della mia
amica erano
ridotti pure peggio, anche se il candore della neve risaltava tra i
suoi lisci
capelli neri, dando l’impressione che piccole perle
luccicanti si fossero
poggiate sulla sua chioma scura. Era tutto davvero perfetto! Ora ne
sono più
che sicura!
All’improvviso,
un ombrello oscurò la fioca luce dei
lampioni, e sia io che la mia amica ci girammo, trovandoci Sebastian
vicino a
noi, con in mano due asciugamani, e con il suo solito sorrisino
stampato in
faccia.
<
Sebastian! Il panda corno della neve ha fatto
pipì! > esclamò Wendy felice, circondando
la vita dell’uomo con un forte
abbraccio.
<
Signorina non capisco ancora bene il vostro
linguaggio, ma mi impegnerò affinché le sue
affermazioni mi siano più
comprensibili. Ma ora vi prego di tornare in casa: fa molto freddo e
rischiate
di prendere un malanno > disse calma la Mozzarella invitandoci a
rientrare,
mentre con una mano ci porgeva gli asciugamani.
Sbuffando
leggermente ci avvolgemmo nel caldo
tessuto, seguendo ubbidienti il maggiordomo, il quale poco prima di
rientrare
si bloccò sulla soglia della porta, rivolgendosi a noi:
<
Sapete, il mio padroncino anche se non lo dà a
vedere è stato molto felice della festa: il giorno del suo
decimo compleanno,
purtroppo perse i suoi genitori in un incidente, per questo non ama
particolarmente festeggiare questa ricorrenza > disse, per poi
compiere un
leggero inchino: < Vi ringrazio >
Cosa?
La Mozzarella stava ringraziando noi?!? Ah,
ecco perché aveva iniziato a nevicare: ora tutto ha un senso.
<
Non devi ringraziarci, per noi è stato un
piacere! > gli rispose Wendy; la mora poi fece un breve inchino,
congedandosi
con la scusa che doveva andare a tenere la zampa a Madame agonizzante
sul mio,
e sottolineiamo MIO, letto, sotto le mie coperte, e
appoggiata sul mio
cuscino! Questa sì che si chiama mafia allo stato puro!
Anche
Sebastian mi mollò lì da sola, con la scusa
che doveva ripulire il salone, così decisi di tornarmene in
camera mia; uscii
dalla cucina e mi diressi verso le scale, quando delle voci attirarono
la mia
attenzione: Ciel e Lizzy stavano parlando animatamente, e la bomboniera
sorrideva felice alle parole del ragazzo. Improvvisamente Lizzy porse
una
scatolina al Conte, molto probabilmente era il suo regalo, e io decisi
di
tornarmene ai miei affari e lasciarli in pace.
Le
parole del maggiordomo mi ritornarono alla mente:
“
Così Ciel aveva perso i suoi genitori il giorno
del suo compleanno “ – pensai- “
Interessante, questo spiegherebbe molte cose “.
Ripensai
al comportamento del ragazzo durante la
festa: chissà, Sebastian aveva detto che Ciel era stato
contento della
sorpresa, ma a me sembrava normale, non avevo notato cambiamenti nel
suo
comportamento. Però devo dire che quei due trascorrono
talmente tanto tempo
insieme, che ormai pensavano e si capivano al volo, senza parlare,
anche se in
realtà non si fidavano molto l’uno
dell’altro, o almeno è quello che io
percepii non appena arrivai alla villa.
Sorrisi:
ormai anche Wendy ed io ci conoscevamo da
tanto tempo, ma non eravamo così affiatate; anzi, la mia
amica non sapeva
ancora adesso molte cose di me, e per me era lo stesso nei suoi
confronti.
Eppure ci fidavamo l’una dell’altra: che cosa
buffa, esattamente l’opposto dei
nostri coinquilini. Soffocai una risatina amara, e andai al piano di
sopra.
Già,
era davvero molto buffo. Quattro persone, con
dei segreti ridotte a vivere insieme. Davvero buffo il destino a volte.
ANGOLO
DELL’AUTRICE
…..S-salve
*sbuca
da un angolino tremando*
Lo
so, è da secoli che non aggiorno, e vi chiedo
scusa (anche se non importerà a nessuno ma fa niente),
però sono stata ultra
impegnata, e quindi ho avuto pochissimo tempo.
Ho
intenzione di continuare con la storia, per cui
anche se non aggiornerò periodicamente non significa che
abbia abbandonato. Con
calma la finirò…ehmmm…spero.
Bene,
cosa ne pensate del capitolo? Spero vi sia
piaciuto e di non avervi deluso.
Ringrazio
come ogni volta chi recensirà o anche solo
leggerà questa storia! Spero di non perdervi.
Baci
Cheshirecat96
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