Il Conte, il Diavolo, e i due diavoletti!

di Cheshirecat96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** COME LA TRANQUILLITÀ A VILLA PHANTOMHIVE FU SCONVOLTA IN UN TRANQUILLO POMERIGGIO D’AUTUNNO. ***
Capitolo 2: *** UN VIAGGIO INFERNALE ED IL PONY SCOMPARSO ***
Capitolo 3: *** FINALMENTE A CASA! ***
Capitolo 4: *** NUOVI INCONTRI E ARIA DI GUERRA! ***
Capitolo 5: *** MAI UN ATTIMO DI TRANQUILLITÀ ***
Capitolo 6: *** UNA SERATA MOVIMENTATA ***
Capitolo 7: *** UN NUOVO MISTERO ***
Capitolo 8: *** ALLA RICERCA DI WENDY ***
Capitolo 9: *** QUANDO TUTTO TORNA ALLA NORMALITÀ ***
Capitolo 10: *** BUON COMPLEANNO CIEL ***



Capitolo 1
*** COME LA TRANQUILLITÀ A VILLA PHANTOMHIVE FU SCONVOLTA IN UN TRANQUILLO POMERIGGIO D’AUTUNNO. ***


~~Aveva da poco smesso di piovere, e i primi fiochi raggi di sole iniziavano a fare capolino dalle fitte nuvole che ancora ricoprivano il cielo. In tutta la sua vita, Ciel non aveva mai visto il sole risplendere sopra  Londra per più di una settimana ; si ritrovò a pensare che, in un certo senso, il clima dell’Inghilterra rispecchiava il suo carattere freddo e distaccato, e la cosa lo fece sorridere.
Quel pomeriggio si era chiuso nello studio per esaminare alcuni documenti riguardanti la sua fabbrica, e non si era ancora concesso una pausa da parecchie ore. Si stropicciò l’occhio con il dorso della mano, mentre uno sbadiglio si faceva largo sulla sua bocca.
Si, staccare un attimo non gli avrebbe fatto di certo male; si alzò dalla scrivania e guardò fuori dalla grande finestra alle sue spalle. il fluire dei suoi pensieri fu interrotto dal bussare sulla porta dello studio.
< Avanti > disse piano, mentre si voltò verso il grande ingresso della stanza.
Il suo fedele maggiordomo Sebastian entrò silenziosamente portando un vassoio stracolmo di lettere e documenti vari.
“ Uffa altre carte da esaminare! Credevo di aver finito per oggi! " pensò il ragazzo piuttosto seccato. Come se avesse letto nella sua mente, il maggiordomo sogghignò leggermente, irritando ancora di più Ciel.
< Smettila di sghignazzare e dammi quelle carte! > disse in modo seccato, mentre Sebastian fece scivolare le varie buste sulla scrivania.
< Mi perdoni padroncino, mi sono permesso di controllare la vostra corrispondenza e posso dire che solo una di queste buste merita la vostra attenzione  >
Nella mano di Sebastian comparve una lettera sigillata con il simbolo della famiglia reale. Era da molto che la regina non affidava un caso al suo Cane da Guardia; quella lettera sembrò a Ciel un modo per sfuggire alla noiosa routine che da un bel po’ aveva preso possesso di villa Phantomhive.
Aprì la busta, da cui uscì un ritaglio di giornale: la data era di una settimana fa, e su di esso era riportata la notizia che ormai dominava su tutti i quotidiani di Londra. Un orfanotrofio era andato a fuoco per cause ancora sconosciute, ed era stato completamente distrutto. Fortunatamente nessuno dei bambini ospiti era stato ferito, ed ora i ragazzi erano stati portati temporaneamente in un altro centro di accoglienza, in attesa di una nuova sistemazione.
Ciel dopo aver osservato il ritaglio di giornale lesse la lettera allegata ad esso:

Al mio caro piccolo ragazzo
Sono certa che alla tua attenzione sia arrivata la triste notizia dell’orfanotrofio distrutto una settimana fa. I ragazzini ospitati al suo interno stanno tutti bene per fortuna, e ora siamo in attesa della costruzione di una nuova e definitiva dimora che possa ospitare tutti loro.  Siccome il centro di accoglienza in cui abbiamo portato i ragazzi era già al completo, stiamo contattando alcune famiglie dell’aristocrazia londinese che possano ospitare piccoli gruppi di questi poveri bambini, in modo da poter dargli una degna sistemazione temporanea, ed io ho pensato subito a te, mio caro ragazzo. Alcuni bambini ospiti al vecchio orfanotrofio hanno poco più della tua età, e ho pensato che accogliendoli nella magione della famiglia Phantomhive si sarebbero trovati più a loro agio. L’idea di quei poveri angeli senza più una casa dove poter vivere e crescere in sicurezza mi stringe il cuore!
Mi faresti molto felice se accettassi. Attendo una tua risposta in proposito.
 Sua Maestà
Regina Vittoria

“ Cosa? Ospitare dei marmocchi nella mia casa? Ma nemmeno per sogno! “ pensò il giovane conte. Ma come poteva rifiutare una richiesta della regina?
No, avrebbe obbedito come sempre, per il buon nome della famiglia Phantomhive.
< Sebastian, prepara le camere degli ospiti, accettiamo > disse senza entusiasmo.
Il maggiordomo rimase sorpreso dalla decisione presa dal ragazzo: < Davvero accettate padroncino?  >
< Non posso negare il mio aiuto alla regina, e poi hai sentito cosa dice la lettera! Sarà solo temporaneamente! >
< Tipico del Cane da Guardia della regina… > disse in modo sprezzante il maggiordomo, fulminando con lo sguardo il giovane.
< Non sei al mio servizio per commentare le scelte che prendo! e ora fa come ti ho ordinato e non discutere! >
< Come desiderate >
Il maggiordomo si ritirò lasciando Ciel da solo. Il Conte non avrebbe mai immaginato che la decisione appena presa avrebbe sconvolto in maniera radicale la propria vita, e lo stesso valeva per il suo nero magg…
< O meo deo puoi smetterla di usare questo tono apocalittico? Mi metti i brividi! >
< Ma piantala! Hai rovinato tutta la suspense! E poi non puoi immaginare che fatica parlare in terza persona per tutto questo tempo! >
< ….. Scusa…. >
< Scuse accettate….  Se stasera mi cedi la tua porzione di dolce! Muahahahahah! >
< Ancora??? Noooooooooo!!!!!! >
< Bene gente comune che sta leggendo questo delirio raccontato da moi! Adesso vi lasciamo! Prima che le lacrime della mia socia raggiungano i livelli d’allerta vi saluto e vi attendo al prossimo capitolo! PS: se volete sapere chi sono….beh…..  non ve lo dico! Eheheheheheh! >

<  PPS: scordatevi che continui a raccontare in terza persona! Ho rischiato il manicomio! >

ANGOLO DELLA PAZZA
Questa è una parte di ciò che la mia mente malata ha partorito in un momento di pura follia. Non so nemmeno perché l’ho pubblicato, ma mi sono detta: tentare non nuoce. Dubito che qualcuno segua questo delirio…. beh per ora non è ancora un delirio completo,  per ora ho fatto la brava tentando di sembrare seria! Ringrazio già da ora chi vorrà commentare! Anche solo con un messaggio minatorio! 
A presto!
Cheshirecat96

 

 


 

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Capitolo 2
*** UN VIAGGIO INFERNALE ED IL PONY SCOMPARSO ***


< Uffa non siamo ancora arrivati? Io ho fame! >
< Sarà la centesima volta che lo ripeti Charlotte…. No! Non siamo arrivati! >
Fissai malissimo Phipps, sperando che prendesse fuoco grazie alle maledizioni che stavo recitando in tutte le lingue del mondo. Lui e quell’altro che si faceva chiamare Conte mi avevano svegliata alle sette di mattina! Praticamente a notte fonda, per poi caricare me e la mia compagna di stanza su una carrozza diretta secondo il mio parere in Culandia, visto che è quasi mezzogiorno e non siamo ancora arrivati!
<  Wendy hai ancora le caramelle che avevo ciulat…ehm preso in prestito ieri da Margaret? >
< Ihihihih volavolavola Signora Butterfly! >
La mia carissima compagna di stanza Wendy non mi degnò nemmeno di uno sguardo, tanto era impegnata a giocare con il suo pony di pezza rosa.  Molto probabilmente lei era in viaggio per il regno dei panda corni…bleah!
Beh visto che nessuno mi considera decisi di andare a trovare il Conte hodeiproblemidianemia che sta guidando la carrozza, magari trovo un modo per passare il tempo.
Cerco di arrampicarmi sul tetto dal finestrino, quando una mano afferra il mio piede facendomi prendere un mini infarto.
< Dove credi di andare? Torna subito qui! Rischi di farti male! >
< Molla l’osso Phipps se vuoi arrivare intero al tuo prossimo compleanno! >
< Allora volete piantarla di fare casino? State facendo tremare tutta la carrozza non si riesce a guidare in pace! >
Il caro Conte sopracitato si sporse dal suo posto agitandomi davanti agli occhi il frustino che utilizzava per guidare i cavalli. Io persi così la mia concentrazione e lasciai la presa; fortuna che Phipps continuava ad arpionarmi la gamba, sennò ci sarebbe stata una frittata di Lotty per cena!
Tornai composta al mio posto, anche perché durante la lotta appena finita il pony di Wendy aveva fatto un triplo carpiato all’indietro dal finestrino, ed ora la mia cara amica stava tentando di affogarci con le sue lacrime.
Per evitare la nostra prematura morte, il Conte Gray dovette fermare la carrozza in mezzo al bosco che stavamo attraversando e, assieme al suo gemello diverso, setacciare la zona per ritrovare il famoso pupazzo, il tutto mentre malediceva in aramaico il giorno in cui accettò di accompagnarci nella nostra nuova casa.
Phipps si avvicinò a noi e, con apparente calma, ci aggiornò sulla ricerca dell’animale scomparso.
< Ho fame! >
< Taci Lotty non è il momento! Wendy il tuo caro pupazzo non si trova, se ti prometto di comprartene uno nuovo appena arrivati ci lasci proseguire il viaggio senza tentare di ucciderci? >
Per tutta risposta la mia amica sfoderò il migliore dei suoi sguardi pucciosi da Bambi, e davanti a tutta quella pucciosità il disgusto mi pervase. Decisi di allontanarmi prima di avere un attacco di diabete. Ci tengo alla mia salute!
< Sono solo delle bambine mi sono detto! Cosa vuoi che succeda! E adesso invece sono bloccato in mezzo al nulla alla ricerca di un pony fucsia!! >
Osservai Grey tirare fuori la sua spada dal fodero, per poi scaricare il suo nervoso sul primo albero capitatogli a tiro. Mamma mia, fortuna che non c’era nessun’ambientalista in zona! Altrimenti oltre all’esaurimento nervoso si beccava anche una multa da pagare!
Dopo aver sogghignato maleficamente per un quarto d’ora dietro al povero Conte esaurito, mi avvicinai ad un fiumiciattolo che passava vicino alla strada. E proprio lì, intrappolato tra due sassi che sporgevano dalle acque impetuose (urca che colta!), il famoso pony ,che avrebbe popolato gli incubi peggiori dei nostri due accompagnatori per molte notti, mi osservava sorridente.
Ah finalmente! Così possiamo continuare il viaggio!
< Hey gente! ho trovato l’animale! >
Alle mie parole Wendy si rianimò di colpo e, dopo aver buttato per terra Phipps dalla foga, si avvicinò al margine del fiume saltellando come un’invasata.
Anche Grey si girò verso di me e, dopo aver capito che l’albero non era Wendy e quindi non poteva sfogare la sua rabbia repressa su di esso, corse anche lui vicino a noi.
< Beh è troppo lontano per poterlo raggiungere, credo che dovremmo lasciarlo lì, e non tentare di convincermi ad andare a riprenderlo, con me non attacca! >
Ah caro il mio Cristian Grey (non so perché ma suona bene! Chissà magari esiste davvero qualcuno che si chiama così), tu non conosci Wendy!
Decisi di prendere in mano la situazione e, con tutta la tranquillità del mondo, buttai il caro Conte nel fiume, sotto lo sguardo riconoscente della mia amica.
< Prendi quel maledetto peluche prima che mi arrabbi sul serio! Ho fame voglio arrivare in questo dannato posto prima di collassare per i crampi allo stomaco! >
Il caro Cris (d’ora in avanti lo chiamerò così deciso!) dopo aver gridato delle frasi che non ripeterò perché sono solo una dolce e tenera bimba di dodici anni, si dimenò un po’ in acqua, per poi afferrare il famoso cavallino, ritornare a riva, e lanciarlo in faccia a Wendy.
< Tienilo e dacci fuoco! Adesso tornate tutti in carrozza prima che vi appenda ad un albero! >
Se certo… che paura!
Presi Wendy per mano e obbediente mi sedetti vicino a lei, mentre Cris cris aiutò Phipps a riprendersi, visto che era ancora ko per terra.
Dopo secoli finalmente ripartimmo per Culandia! Yeee…. Diciamocelo io non volevo lasciare il centro! Mi trovavo bene lì ed ero appena stata nominata capo dei bulli del secondo piano! Avevo fatto carriera! E invece sono costretta ad andare in un posto che non conosco! Magari è pure una casa piccola, brutta, piena di gente vecchia decrepita….. brrrrr!
Mi girai verso il finestrino e notai che tra gli alberi spuntano le torri di una villa enorme! Woooooowww!
< Ecco la vostra nuova casa- disse Phipps – Villa Phantomhive >
Si il centro iniziava ad andarmi stretto! Dovevo proprio cambiare aria! E poi Culandia non sembra per niente male!
 
ANGOLO DELLA PAZZA.
Ehm ehm sono tornata! È un miracolo il fatto che aggiorno due giorni di seguito, quindi avete assistito ad un evento epico!
In questo capitolo introduco i miei personaggi principali e, beh, ho lasciato perdere i tentativi di sembrare seria! Eheheh
Ringrazio subito chi leggerà e magari lascerà un piccolo commento, anche negativo! Se ci sono errori ditemelo pure non mi offendo (in realtà vi verrò a tormentare nel sonno… ahahah nono scherzo! )
A presto!
Cheshirecat96   

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Capitolo 3
*** FINALMENTE A CASA! ***


~~La carrozza passò il grande cancello d’ingresso, entrando in un immenso cortile molto curato: ai lati della strada c’erano alcune piante tagliate in modo regolare così da formare figure geometriche, e in lontananza alcune fontane monumentali da cui zampillava acqua limpidissima, davano un maggiore tocco di classe al luogo. Beh niente male sto posto, se non mi piaceranno i miei futuri coinquilini posso sempre fabbricare una bella casa abusiva sull’albero più alto! Basta che abbia del cibo e poi posso considerarmi una bimba felice! Ah a proposito…
< Phipps! Ho fame! >
< Basta sto impazzendo! Qualcuno mi salvi! >
< No Phipps non puoi impazzire! Sennò arriveranno tanti uomini vestiti di bianco che ti diranno di stare calmo! Ma tu non devi stare calmo! Scappa altrimenti ti porteranno in un grande posto tutto bianco, con un signore dalla folta barba vestito di nero! E se succederà non rispondere alle sue domande, perché sennò tenterà di entrare nella tua mente e ti farà fare tante brutte cose! Certo, anche tu sei bianco e quindi non stonerai in quel brutto posto, ma qualsiasi cosa succeda non andarci mai! >
Wendy durante il suo monologo si era praticamente buttata addosso a Phipps scuotendolo per le spalle, mentre lui la guardava con un’espressione mista tra confusione e terrore puro.
Io solo adesso mi accorsi che c’erano molti aspetti che ignoravo della mia amica, e la cosa mi lasciò parecchio turbata: ecco da dove arrivavano allora tutti i panda corni e i suoi amichetti immaginari…
Mi avvicinai cautamente a lei e , dopo averla staccata dal nostro povero accompagnatore, le misi una mano sulla spalla, guardandola dritta negli occhi: < Scusa Wendy, ma tu come sai queste cose? >
< Le ho imparate quando andavo a trovare mio zio! Stava facendo una cura speciale! Ecco perché poi mi hanno affidata all’orfanotrofio! Anche se lo zio adesso sta bene! Sai alcune volte salta fuori dal mio armadio e mi viene a trovare in sella al suo panda corno! >
Seeeeee…. Credo che nella nostra nuova casa chiederò una stanza separata da quella di Wendy. Almeno su un piano diverso sicuramente. E con una porta blindata con doppia serratura. Se non c’era piuttosto la costruivo io!
Finalmente la carrozza si fermò, e Phipps annunciò che potevamo scendere! Finalmente! Io ho fame!
Stavo per aprire, quando Phipps mi afferrò per il braccio: < Le signorine non scendono mai prima che la servitù apra la porta della carrozza! Non farmi fare subito brutta figura: non si sa mai, prima che  decidano di rimandarvi indietro! >
Se dovevo aspettare che gente mai vista facesse i suoi comodi prima di poter scendere! Col cavolo! Io sono uno spirito libero! Quindi, con non chalance, mandai amorevolmente a cagare Phipps con tutto il cuore, per poi tirargli in faccia la prima cosa capitatami a tiro, ossia il famoso pony.
< Maleducato! Le ragazze non si toccano nemmeno con un fiore! > gli gridai dietro.
< Ehm ehm >
Mi girai e vidi che Christian Grey e Wendy ci osservavano, aspettando che uscissimo dalla carrozza (la cui porta era stata aperta già da un bel po’).
< Se non lo molli entro tre secondi giuro che infilzo con la spada il pony della tua amica, poi vi chiudo tutte e due nella carrozza aspettando che affoghiate a causa delle sue lacrime.. >
< Madame Butterfly si sente chiamata in causa, e io pure > disse Wendy stringendo a se il prezioso animaletto di peluche, mentre i suoi occhi iniziavano già ad inumidirsi.
Meglio non provocare oltre il caro Conte, ne va della mia salute e dei condotti lacrimali della mia amica. Ma mi sarei vendicata. Forse non oggi, non domani, ma mi vendicherò! Parola di Charlotte!
Sospirai e scesi rassegnata. Davanti a noi scorsi un tipo altissimo, dai capelli corvini e vestito completamente di nero. Vuoi vedere che il “signore” di cui parlava Wendy era davvero arrivato a portare via il povero Phipps? Però non vedevo gli omini bianchi uffi!
Continuai ad osservarlo accuratamente: molto probabilmente l’anemia era una malattia diffusa in questa zona, visto che anche lui era pallido come una mozzarella. Oddio, mozzarella uguale cibo! Ho fame! Chissà, se lo mordo magari sa davvero di mozzarella….. No! Lotty concentrati! Non divagare!
Allontanai lo sguardo dall’uomo-mozzarella, che intanto mi stava squadrando con i suoi occhi…rossi? Ma ma ma… oh povero! Pure la congiuntivite! Era davvero con un piede nella fossa!
< Milady si sente bene? > mi chiese gentilmente.
< Ho fame > risposi in automatico, anche se continuavo a osservarlo negli occhi e fin dentro l’anima, mentre pensieri rasenti il cannibalismo affollavano la mia mente.
< Il pranzo sarà pronto il più presto possibile, ma ora lasciate che mi presenti. Il mio nome è Sebastian Michaelis e sono il maggiordomo della residenza Phantomhive. Per ogni problema sarò a vostra disposizione in modo da rendere la vostra permanenza  il più piacevole possibile >
< Sesese mi va bene maggiordomo! Ma adesso accompagnaci dal Conte, così posso liberami alla svelta di queste due prima che commetta un omicidio! > disse Grey mentre scaricava, no veramente buttava a terra, i nostri bagagli. Chissà come mai aveva così fretta di andarsene..
< In effetti, se posso chiedere, come mai siete in queste condizioni? >
< Storia lunga… >
Solo adesso mi accorsi che l’aspetto dei nostri accompagnatori non era dei migliori: Phipps a causa della botta datagli da Wendy, aveva un grosso bernoccolo in fronte, e dal nervoso le era comparsa anche una venina pulsante sopra l’occhio... Il caro Grey ottimo direi invece era fradicio dalla testa ai piedi. Solo i capelli si erano quasi asciugati, ma a causa delle forti emozioni vissute erano praticamente ritti in alto, stile ho appena preso la scossa. Wo erano davvero una sfida contro le leggi della gravità! Ma ora non potevo fermarmi ad ammirare la pettinatura di Chris Chris.
< Non ti preoccupare mozz…ehm Sebastian! Chiamiamoli incidenti di percorso, e ora portaci dal boss di questa casa! Prima lo incontriamo prima mangiamo! Andiamo Wendy! >
La mia compagna, che era rimasta in disparte per tutto il tempo, fissò prima me, poi Sebastian, poi Grey, poi di nuovo me, poi Sebastian…. E infine scoppiò a piangere.
< Oh no! Adesso che c’è?!? > gridò Phipps al limite della pazienza.
< Non voglio andare con quel signore lì mi fa paura! >
O mamma. Perché fa così? Di solito queste reazioni le ha quando arriva il giorno della visita medica semestrale, o quando nelle favole entrava in scena il cattivo della situazione. Ma la mozzarella sembrava innocua sinceramente!
< Signorina le assicurò che non le farò niente di male! Mica mangio le persone! >
Perché il sorrisino del caro Sebastian mi sembrava palesemente falso? Bah ora ho pure io le paranoie! Mi stavo stancando di tutta questa storia.
< Si il tipo ha ragione Wendy! Dai muoviti che io ho fame! >
< NO! >
Bene! Vuoi la guerra? Senza battere ciglio la presi di peso e me la caricai in spalla, mentre lei continuava a scalciare implorandomi di metterla giù. Mi girai verso gli altri che mi fissavano chi in modo sconvolto, chi sperando di liberarsi presto di noi, chi con un’espressione tra l’incuriosito e il divertito.
< Beh? Non dovevamo andare dal boss della casa? Ci faccia strada maggiordomo! > dissi sogghignando.


La residenza era davvero enorme! Stavamo camminando da un sacco si tempo e ancora non eravamo arrivati allo studio. Nessuno di noi aveva più fiatato, ad eccezione di Wendy, che ancora penzoloni aveva smesso di gridare, per iniziare ad emettere gridolini soffocati.
< Ti stai divertendo? > le dissi piano piano.
< Il mondo visto al contrario assume una prospettiva interessante! Ihihihih! >
Si, si stava divertendo.
Dopo aver percorso una grande scalinata e un corridoio immenso, arrivammo davanti ad una porta,e lì Sebastian si fermò per poi rivolgersi a noi.
< Bene siamo arrivati, questo è lo studio del mio padrone. Ora posso chiederle gentilmente di mettere giù Lady Wendy? >
< No Lotty! Il sangue mi è finalmente arrivato al cervello! Non puoi mettermi giù adesso! >
< Oh. Mi spiace tanto! > e con poca delicatezza la lasciai andare, facendola sbattere per terra.
< Allora ci muoviamo o no? > dissi scocciata.
Sebastian bussò leggermente alla porta, e dall’interno della stanza giunse un debole “avanti”.
Il maggiordomo ci fece accomodare in una stanza piena di scaffali stracolmi di libri. Al centro c’era un tavolino circolare con delle sedie, e in fondo, davanti ad una grande finestra, era situata una scrivania, in cui c’era seduto…un bambino?!? Che è mi pigliate per i fondelli? Si sarà sicuramente uno scherzo!
Il ragazzo davanti a noi si alzò in piedi: era vestito in modo molto elegante, e il colore degli abiti risaltava quello dei suoi capelli e del suo occhio. Momento: perché ha una benda sull’occhio? O mamma: questa casa è peggio di un lazzaretto! Uno con la congiuntivite e l’anemia, l’altro sguercio! Andiamo bene!
 < Benvenute a villa Phantomhive! Io sono il proprietario di questa magione, ed il mio nome è Ciel Phantomhive! Spero vi possiate trovare bene e che il vostro soggiorno qui sia dei migliori > disse con un tono  molto apatico,stile la mia vita fa schifo voglio tagliarmi le vene per il lungo.
Stavo già per commentare, quando Grey mi tappò la bocca con una mano, per poi sussurrarmi all’orecchio: < Ancora un commento scemo e ti scaravento giù dalla finestra. Io non vi riporto indietro sia chiaro! Tre ore a stretto contatto con voi mi sono bastate, per cui spegni quella tua ciabatta e non fiatare! >
Io non parlai: gli morsi solo un dito in religioso silenzio, mentre lui emise un soffocato < Ahia! > per poi tentare di strozzarmi. Fortuna che Phipps lo placcò sussurrandogli un < Calmati, ce ne siamo quasi liberati! Meglio far finta di niente prima che il Conte cambi idea! >
Ciel in realtà non sembrava tanto propenso a cambiare idea: veramente la sua espressione si poteva tradurre in un grande punto interrogativo, mentre Sebastian stava cercando in tutti i modi di trattenere le risate, producendo solo dei sussurri soffocati.
Phipps al mio fianco si ricompose, per poi schiarirsi la voce:
< Conte, la ragazza al mio fianco si chiama Charlotte Edwars, di dodici anni, mentre questa è Wendy Holmes, di undici anni. Sono entrambe ragazze molto…a…modocouhcough… >
Povero, si è emozionato!
< Durante la loro permanenza dovete solo tenere presente che Wendy non può assumere caffeina, teina, e qualsiasi sostanza eccitante, mentre per Charlotte…beh ha un appetito molto robusto >
< Phipps! Ti sei dimenticato di dire che Lotty ha la fedina penale sporc…ugh! >
Fortuna che ero vicina a Wendy, così ho potuto imbavagliarla in tempo!
< Ahahahahah! Sempre a scherzare burlona! Non ascoltatela da piccola ha sbattuto molte volte la testa! Ahahah ahaha ahaha! >
Speriamo se la siano bevuta….
Phipps dopo aver sospirato rassegnatamente, continuò: < Sua Maestà chiede se oltre al vitto e alloggio potete occuparvi anche della loro educazione impartendole lezioni che vadano dal bon ton alla cultura generale >
< Potete dire a Sua Maestà di non preoccuparsi. Sebastian si occuperà della loro istruzione >
Il maggiordomo iniziava a starmi antipatico.
< Bene, è tutto allora! Lasciamo Charlotte e Wendy nelle vostre mani! Vi auguriamo una piacevole convivenza: e possa la fortuna essere sempre a vostro favore! >
I nostri due accompagnatori uscirono molto velocemente dalla stanza, e una volta chiusa la grande porta dello studio si sentirono due secondi di silenzio assoluto, interrotti poi da un < Evviva ce ne siamo liberati!!!! > gridato a squarciagola.
Che insensibili! Non avevano un minimo di cuore!
Wendy ed io ci girammo contemporaneamente verso la scrivania, dove Ciel e Sebastian ci stavano osservando impassibili da un bel po’: < Beh che volete? Na foto? > dissi abbastanza seccata, mentre Wendy rideva debolmente.
< Ci sarà parecchio lavoro da fare - disse in modo abbastanza rassegnato il Conte sospirando debolmente, mentre ci squadrava dalla testa ai piedi – spero di contare su di te Sebastian >
< Yes my lord >
< Hey amici del cuore! Vi avviso che noi siamo qui e vi sentiamo! >
Quei due iniziavano leggermente a scartavetrarmi le balle, e io se mi innervosisco posso diventare molto pericolosa!
 Sebastian si avvicinò a noi, sempre con un sorrisino palesemente falso dipinto sul volto, e Wendy si riparò dietro di me sussurrandomi all’orecchio di stenderlo sul posto. Ma io non volevo ritornare in galera sinceramente, per cui me la staccai di dosso con poca delicatezza, per poi girarmi verso di lui sussurrando un leggero: < Ho fame! >
< Prima di servirvi il pranzo vi prego di seguirmi verso le vostre stanze dove potrete rinfrescarvi dal lungo viaggio. Per i bagagli me ne occuperò personalmente >
Sebbene fossi leggermente irritata, non feci altro se non seguirlo fuori dallo studio assieme a Wendy, ma prima di lasciare la stanza mi girai verso Ciel, che ci osservava in silenzio dalla scrivania con un sorrisino abbastanza irritante dipinto sul volto, e cercando di rimanere il più calma possibile lo fissai intensamente senza staccare le palle degli occhi dal suo volto.
< Lotty mi metti inquietudine >
< Sta zitta Wendy! Rovini l’atmosfera! >
La porta di chiuse dietro di noi, e così rimanemmo da sole con Sebastian.
< Vi prego di seguirmi, la villa è molto grande, e se all’inizio avrete dei problemi ad orientarvi, potrete sempre rivolgervi a me. Inoltre ci sono delle regole da rispettare: vi prego di non fare troppo rumore e di non correre per i corridoi. Inoltre mi aspetto che siate puntuali per la colazione, il pranzo e la cena, e soprattutto di presentarvi alle lezioni. Inoltre vi chiedo di fare attenzione a non rompere nulla visto che molti oggetti sono estremamente prez.. >
< Hey maggiordomo! Posso respirare oppure è vietato in questo campo di prigionia? >
< Lady Charlotte, la prego di non interrompere quando qualcuno parla >
Ok questo tizio cerca rissa è ufficiale! Non so se mi sta più antipatico lui, o il suo padroncino! Stavo per ribattere, ma decisi di tacere per ora: comunque il suo nome era stato scritto sulla mia lista nera; doveva dormire molto preoccupato!
Finalmente arrivammo alla mia stanza, e dopo avermi praticamente scaricato lì, Sebastian andò ad accompagnare Wendy nella sua camera, lasciandomi sola.
Beh come posto non era niente male: i colori dominanti erano il blu e l’azzurro, e una grande finestra illuminava la stanza. Un grandissimo letto a baldacchino occupava la parete nord, mentre più in là, vicino ad un immenso armadio, era situata la porta che comunicava con il bagno. Wow avevo un bagno personale! Questo si che si chiama lusso! Niente più file, niente più risse per occupare la tanto agognata tazza! Il potere era nelle mie mani! MUAHAHAHAH!
Mi avvicinai al letto, e mi ci buttai sopra a peso morto. Aaaaaaah com’era morbido! Questa si che è vita! Ad un tratto il mio stomaco emise un rumore sordo, e questo mi ricordò qualcosa di molto importante che avevo scordato: io ho fame!!!!!!
Ok gente: si parte alla ricerca della cucina! Lotty versione esploratrice modalità on!

 

 
 
   

  


 
 

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Capitolo 4
*** NUOVI INCONTRI E ARIA DI GUERRA! ***


 NUOVI INCONTRI E ARIA DI GUERRA!

 

 

Sto girovagando da un sacco di tempo per i corridoi di questo maledetto posto e ancora non ho trovato qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti! Maledetto colui che ha costruito questa dannata casa e maledette tutte le sue future generazioni! Spero che finiscano tutti schiacciati da una mandria di gnu in calore! Chissà com’è fatto lo gnu poi? Boh… alla fine ho solo dodici anni, non posso pretendere di sapere chissà che! Lotty concentrazione porca paletta, non divagare!

Dopo essere finita in quelle che sembravano le catacombe di villa Phantomhive, insultato per la seicentodiciassettesima volta l’architetto della casa, essermi segnata di cercare il nome e l’indirizzo dell’abitazione di questo individuo per poterle dare fuoco in un futuro prossimo, aver rifatto tutte le scale daccapo, essere entrata in crisi respiratoria e essermi giocata la milza, arrivai davanti ad una porta in legno molto semplice, da cui sentivo provenire delle voci umane e…. odore di cibo!!!

Non bussai nemmeno: con un calcio buttai giù la porta, che cadde a terra alzando un polverone enorme, per poi gridare: < Datemi carne e nessuno si farà del male! >

Sentii delle voci allarmate, e poi accadde tutto in una frazione di secondo: non mi accorsi nemmeno degli spari, ma mi resi conto che qualcuno aveva aperto il fuoco contro di me soltanto quando i proiettili sibilarono vicino alle mie orecchie. Pfff dilettanti non sapevano con chi avevano a che  fare!

Schivai con facilità i proiettili e corsi all’interno della stanza, per poi balzare sopra un tavolo in cerca di un’arma, anche impropria, con cui battermi, solo che l’unica cosa che riuscì a prendere fu…. un pezzo di sedano? Mierda…. Beh non mi resta che adattarmi!

< Non sapete contro chi vi siete messi!- gridai da sopra il tavolo brandendo il pezzo di verdura davanti ai miei occhi- Ho un sedano in mano e non ho paura di usarlo sia chiaro! >

Gli spari cessarono, ma sentii chiaramente il rumore di alcuni passi avvicinarsi sempre più velocemente: qui o la va o la spacca! Che il potere del sedano sia con me!

Mi lanciai all’attacco sguainando la mia spada per vegetariani, mentre vidi un tizio biondo davanti a me avvicinarsi sempre più velocemente mentre brandiva un mestolo. L’adrenalina stava bollendo nelle mie vene, facendomi provare sensazioni fantastiche (wow, che pensieri profondi, la prossima volta che qualcuno tenta di trasformarmi in uno scolapasta dovrei provare a comporre una poesia! Magari faccio soldi!)Eravamo vicini, vicinissimi e solo uno dei due sarebbe uscito vin…

< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! >

 Un grido lanciato a mille decibel sopra la soglia di sopportazione umana rimbombò nelle mie orecchie mandandomi in tilt. Anche il mio avversario si portò le mani alla testa implorando pietà a sua volta, mentre delle crepe si formarono sui vetri delle credenze, dei bicchieri, e delle finestre, che poi finirono in mille pezzi.

< Maledizione! > gridai, mentre mi avvicinavo con molta fatica, siccome le onde prodotte dall’urlo mi impedivano di avanzare, alla fonte di quel suono straziante, a me sin troppo conosciuta. Quando finalmente riuscii a raggiungerla, gridai un < PIANTALA!! > mentre tirai il sedano in testa a Wendy, che finalmente smise di emettere ultrasuoni, per poi fissarmi con i suoi grandi occhioni azzurri.

< Mi spiace Lotty ma dovevo farlo! Stavate litigando e io sono contro ogni tipo di violenza! Sia fisica che psicologica! >

< E tu non chiami violenza lo spaccare i timpani a mezza Londra distruggendo finestre a destra e a manca? >

< Eheheh può darsi! >

Ma io perché ci sto ancora a discutere?

< Uffa sei davvero un caso disperato! > dissi, per poi addentare con non curanza il sedano che ancora tenevo in mano, e che non si era ancora rotto gente!

< Le mie povere orecchie… >

Alle nostre spalle il ragazzo biondo contro cui stavo combattendo fino a poco prima mugolò, mentre con una mano si massaggiava la testa: indossava un completo da cuoco, e alla sua vista i miei occhi si inumidirono!

< Tu…tu sei… > rantolai, mentre mi avvicinavo con sguardo febbricitante al ragazzo, che non appena mi vide indietreggiò tremando. In lui vedevo il mio salvatore, colui che avrebbe ridato colore alle mie giornate, colui che mi avrebbe reso la persona più felice del mondo! Il re che avrebbe salvato il mio stomaco nel quale,  molto probabilmente, stavano crescendo le ragnatele da quanto era vuoto!

< Ti prego… fatti abbracciare! > mormorai al biondo, che nel frattempo era salito su un armadietto, nel vano tentativo di sfuggirmi.

< Stammi lontana! Sia te che la tua amica! Che razza di mostri siete?!? > ci gridò contro, mentre io ero completamente in estasi davanti alla sua figura, la quale ai miei occhi emanava luce propria.

< Che cosa sta succedendo qui? >

La voce del caro Mr mozzarella mi riportò alla realtà, facendo svanire quell’immagine celestiale dai miei occhi.

< Signor Sebastian! La prego ci salvi lei! >

Una voce femminile riecheggiò nella stanza, e da dietro il tavolo spuntò fuori una ragazza vestita da cameriera: ecco chi mi aveva sparato contro! Certo che si era nascosta proprio bene, non sono riuscita ad individuarla per tutto questo tempo! La domestica raggiunse il caro Sebby, e iniziò a piangere disperata gridando che la cucina era completamente distrutta, che i suoi occhiali si erano rotti, e quindi adesso non vedeva più nulla, e che i vetri della stanza erano andati a farsi benedire (beh non aveva usato le mie stesse parole, ma il succo era quello!). Che scenetta mielosa! Il mio povero tasso diabetico sta crescendo a dismisura!

Sebastian si guardò intorno, in modo da poter costatare di persona i danni causati dall’ultrasonico urlo wendiano, e per un microsecondo nei suoi occhi ho potuto notare una scintilla di disperazione, subito nascosta dalla sua perenne espressione impassibile. Mamma mia, e lasciati andare un po’! sembra che hai ingoiato una scopa da quanto sei rigido! Certa gente non la capisco….

< Chi è stato? > chiese, in modo severo, fulminando tutti i presenti con lo sguardo: o mamma, se non aveva riconosciuto l’urlatrice molto probabilmente era pure sordo! Povera stella, sempre più vicino al ricovero in un ospizio il ragazzo!

< Beh – dissi tranquillamente avvicinandomi al maggiordomo – io non sono solita fare la spia, per cui dirò solo che una persona a caso di nome Wendy ha emanato degli ultrasuoni dalla bocca, distruggendo tutto quanto >

Sebastian roteò gli occhi al cielo, mentre la colpevole osservava la scena con uno sguardo da pesce lesso, per poi girarsi verso i due domestici; in tutto questo lo chef, quell’uomo meraviglioso, era sceso dall’armadio e si era avvicinato alla cameriera, ancora seminascosta dietro alla mozzarella in frac.

<  Lady Charlotte, Lady Wendy, vorrei presentarvi alcuni dei domestici della magione Phantomhive: MeyRin è la domestica, mentre questo è lo chef Bard, e  infine in  quell’angolo abbiamo lo steward Tanaka >

Con il braccio indicò un punto alle nostre spalle, e quindi sia io che Wendy ci voltammo: in un angolino seminascosto nell’ombra, un vecchietto stava sorseggiando del tè, con un’espressione facciale uguale a quella di Wendy nei momenti migliori; mi girai di scatto verso la mia amica: < Hey, un tuo parente! > le dissi, ma lei continuava a guardarsi intorno sorridendo. Ok forse non era suo parente, ma molto probabilmente lo spacciatore di fiducia era lo stesso.

< Piantatel…ehmm potrei riavere la vostra attenzione? > la voce del maggiordomo mi riportò alla realtà, e così mi rigirai verso di lui. Non so se fosse solo una mia impressione, ma le mie orecchie captarono una nota leggermente isterica nelle sue parole, poi subito nascosta dalla modalità “Potrebbe anche cadere un meteorite a due passi da me ma non me ne potrebbe fregare di meno” del caro Sebby.

< Oggi avremo un ospite importante, per cui la cena vi verrà servita nelle vostre stanze. Vi invito inoltre a non disturbare il padroncino per nessuna ragione, anzi vi invito a rimanere nelle vostre camere per tutto il pomeriggio > disse con un sorrisino altamente fastidioso sulle labbra, per poi aggiungere: < E con la parola invito intendo dire che è un ordine! >; se certo incomincia a dire al tuo “padroncino” quanto dovrà spendere per riparare tutti i vetri rotti, così rido io vedendo la faccia che farà, odiosa mozzarella!

< Ai suoi ordini….mozzarella > mormorai leggermente, ottenendo un’occhiataccia da parte sua.

Presi Wendy per una mano, e mi diressi fuori dalla stanza guardandolo malissimo, mentre Wendy lo salutava con la manina. Non ero finita in una casa, ero finita in una prigione di depressi, ma se credevano che starò ai loro ordini, beh avevano capito male!

Una volta arrivata nel corridoio della mia stanza, lasciai andare Wendy, e feci dietrofront infatti, fregandomene altamente di Sebastian e del suo padroncino.

< Lotty! Dove stai andando? >

< A esplorare questa prigione! Non è ancora nata la mozzarella che mi metterà i piedi in testa! >

< Ma Sebastian si arrabbierà! >

< Non me ne può fregar di meno! >

< Oh. E va bene allora vengo anche io! >

Scendemmo velocemente al pian terreno, per poi sgattaiolare fuori dalla villa: dalla carrozza il giardino mi era sembrato davvero spettacolare, e volevo esplorarlo per bene: chissà magari trovavo qualche punto strategico dove potermi nascondere, oppure dove potevo davvero costruire una casa abusiva! Sapete, nell’ultima mezz’ora stavo altamente rivalutando questa opzione.

< Potremmo giocare a nascondino! In questo posto sarebbe divertente! > proposi a Wendy, ma poi mi bloccai: un fruscio davanti a me attirò la mia attenzione facendomi capire che stava arrivando qualcuno.

Da un cespuglio sbucò un ragazzino dai grandi occhioni azzurri e vestito in modo non molto elegante; a occhio e croce doveva avere la nostra età, e non appena ci vide si fermò, osservandoci.

< Lotty! Da quel cespuglio vengono fuori i folletti! >

Vi prego salvatemi!

< Certo Wendy, quello è il magico cespuglio che porta a Narnia non lo sapevi? > dissi sarcastica, ma ovviamente la mia amica non colse la battuta visto che sgranò gli occhi chiedendomi se poteva andarci.

< Chi siete? Delle ladre? > chiese il ragazzo biondo, il quale iniziava ad allarmarsi; dovevo fermarlo prima che Sebastian ci scoprisse.

< No tranquillo, siamo le ragazze dell’orfanotrofio che è stato distrutto la settimana scorsa. Siamo ospiti del Conte > spiegai, sperando che non si mettesse ad urlare attirando troppo l’attenzione.

< Ah capisco! Se siete delle ospiti allora potete stare qui – disse grattandosi leggermente la testa, mentre sul suo volto si faceva strada un sorriso -  per cui permettetemi di presentarmi. Io mi chiamo Finnian e sono il giardiniere! Piacere di conoscervi! >

Finalmente una persona normale! Grazie vita, qualcuno con cui potevo parlare senza rischiare l’esaurimento nervoso, o il suicidio dovuto alla troppa noia.

< Bene Finnian! Io sono Charlotte e lei è Wendy, e il piacere è tutto nostr…Wendy! >

 Mentre io e Finnian parlavamo, la mia amica si era messa a saltare allegramente fuori e dentro al famoso cespuglio, molto probabilmente nel vano tentativo di entrare seriamente a Narnia; visto che con Finnian non avevamo ancora cercato di farci odiare, e che molto probabilmente un alleato in più contro la mozzarella e il Conte dell’allegria ci avrebbe fatto solo comodo, optai per l’indifferenza: almeno avrebbe pensato che solo lei avesse qualche rotella fuori posto! Se….ingenuo!

< Ma cosa sta facendo lady Wendy? > chiese infatti poco dopo, leggermente turbato.

< Wendy? Non conosco nessuno con questo nome! Eheheh… a proposito perché non mi porti a fare un bel giro per il parco? Dai dai dai! > dissi ridendo mentre spingevo via da quello spettacolo inquietante il giardiniere; ad un tratto però qualcosa mi arpionò il piede, e quel qualcosa era un’undicenne vestita di rosa dai grandi occhioni azzurri che fino ad un secondo fa stava tentando di diventare un tutt’uno con un sempreverde.

< Non lasciatemi da sola prima che arrivi Sebastian o Ciel! >

< Sisi basta che ti stacchi! Odio la gente appiccicosa > le risposi seccata.

< Non avrete per caso paura del padroncino o del signor Sebastian? > ci chiese Finnian sorridendo;  mi avvicinai a lui molto minacciosamente. Io? Paura? Il bimbetto non sapeva con chi stava parlando! Gli misi una mano sulla testa, così da farlo girare verso di me, per poi sussurrargli < Rettifica biondino: io non ho paura di nulla, tanto meno di un tizio vestito a funerale e di un dodicenne con gli squilibri ormonali >.

< No… come non detto sei molto coraggiosa… > mi rispose mentre abbassava lo sguardo in evidente soggezione dalla mia possente figura ( se sogna: sono un metro e cinquantacinque per quarantaquattro di peso; posso abbattere un muro gente).

< Comunque sappiate che non sono così severi come appaiono: il padroncino e Sebastian hanno fatto molto per noi e vi posso assicurare che vi aiuteranno in qualunque modo! Io ripongo grande stima in loro e vi posso dire che la loro severità è solo apparente! >

Mamma mia da come ne parla sembrano degli dei in terra! Tra un po’ mancano soltanto gli striscioni da fangirls e i cuoricini e poi siamo a posto!

< Ma sei sicuro che stiamo parlando delle stesse persone? >

< Certamente fidatevi di me! E ora scusate, ma oggi pomeriggio riceveremo un ospite importante, quindi devo mettere a posto il giardino! Se volete potete restare comunque! Mi farete compagnia! >

Mentre chiacchieravamo non mi accorsi di essere arrivata vicino ad un capanno degli attrezzi. Finnian ci fece segno di aspettarlo, dopodiché entrò dentro, per poi uscire con una tanica di diserbante sulle spalle.

< State attente a non rovesciarlo mi raccomando! Intanto vado a prendere degli altri attrezzi! > detto questo sparì nel capanno per un pò.

< Perché il folletto fa il giardiniere per Ciel? Non dovrebbe tornare nel suo cespuglio? >

< Perché non cambi pusher? >

< Cos’è un pusher? >

……………

Visto che il mio tentativo di mettermi in contatto con il pianeta Wendy era fallito miseramente, feci qualche passo verso la tanica di diserbante: chissà se sarei riuscita a sollevarla! Un’ideuzza balenò nella mia mente!

< Facciamo una gara? Chi riesce a sollevare la tanica cederà il dolce all’altra per una settimana! >

< Non credo sia una buona idea Lotty. Il folletto ha detto di non toccarla per nessuna ragione! >

< Oh dai cosa vuoi che succeda? > afferrai il contenitore, e subito lo lasciai andare di scatto: quanto era pesante? Nessuna persona umana avrebbe potuto sollevarlo! Ma il dramma arrivò dopo; il tappo non doveva essere ben avvitato, e una volta fatta cadere la tanica il liquido si sparse per terra, producendo un fortissimo odore. Subito tutti gli esseri viventi vegetali presenti nel raggio di un kilometro iniziarono ad afflosciarsi, incenerendosi sul posto.

< Siamo morte!!! Ho sterminato un giardino intero! La mozzarella mi uccide! > gridai, mentre Finnian uscì dal capanno: appena si accorse di ciò che era successo spalancò la bocca emettendo un suono soffocato, mentre la sua faccia divenne una maschera di puro terrore.

< Cosa avete fatto? Sono morto Sebastian mi ucciderà! >

< Noi siamo innocenti! Non ci avrete mai vive! > gridai, mentre con una mano afferrai Wendy trascinandola via, mentre Finnian in evidente stato di shock piangeva disperato . Corsi dentro casa con l’intenzione di chiudermi in camera e sprangare la porta, sperando che il caro Sebby si accorga del casino in giardino il più tardi possibile. Dopo aver svoltato l’ennesimo angolo però la sfiga tornò ad abbattersi su di me: dalla fretta infatti non vidi il caro Conte dodicenne dagli squilibri ormonali sopraccitato, e buttai a terra lui,  per poi finirci sopra io, e infine Wendy ci schiacciò con il suo dolce corpicino.

Bene. L’ho ucciso. Prepariamo le valige, qualcosa mi dice che toglieremo il disturbo mooolto presto!

< Non respiro…. > mugugnai, mentre, per chiudere in bellezza, un sinistro “ crack” riecheggiò nel corridoio. Non ditemi cosa lo aveva provocato: ho paura di saperlo.

< Lotty non soffocare! Ti salverò io! >

< Levatevi tutte e due! Qualcuno mi aiuti!!! >

Piano piano ci rialzammo tutti e tre: la mia schiena ormai era andata, e dall’espressione dolorante di Ciel credo anche la sua, mentre Wendy rimaneva l’unica pimpante dei tre.

< Che. Cosa. State. Facendo? >

Se poteva, credo che Ciel ci avrebbe fulminate sul posto, fortuna che era innocuo a causa della schiena ko.

< Senti coso, non guardarci così, eravamo di fretta e non ti abbiamo visto! >

< Sebastian vi avrebbe dovuto portare in camera vostra > ringhiò.

< Infatti lo ha fatto, ma una volta che se n’è andato nessuno mi impediva di uscire dalla camera >

< Invece non dovreste essere qui! Sparite subito dalla mia vista prima che decida di rispedirvi da dove siete venute >

Oh oh oh cosa avevo appena sentito!

< Hey tu – dissi avvicinandomi a lui e fissandolo negli occhi con tutta la rabbia possibile  e inimmaginabile – sappi che io non prendo ordini da uno che gira con le scarpe col tacco! E sappi che non ti libererai di me tanto facilmente! >

< E tu non sai con chi hai a che fare ragazzina! >

< Tappo >

< Rozza >

< Depresso >

< Panda corni! >

Sia io che Ciel ci girammo verso Wendy.

< Mi sentivo esclusa! > si giustificò lei guardandoci tristemente. Io sospirai prendendola per un braccio con l’intenzione di ritornare in camera mia, ma prima mi rigirai verso il Conte sguercio, lanciando così il mio ultimatum: < Sappi che la questione non è finita: ti pentirai di avermi insultata presto o tardi! > sibilai, per poi voltarmi in modo da non vedere il suo odioso sorrisino compiaciuto che sicuramente aveva stampato in faccia, e che mi faceva letteralmente salire la bile.

 

 

 

< Sai che secondo me la soluzione migliore non è la violenza! >

< Sai che io la penso in modo leggermente diverso >

 Come avevo previsto,Sebastian aveva scoperto la storia del diserbante, e quindi la cosa negativa è che siamo in punizione, la cosa positiva è che mi avevano portato la cena e quindi avevo mangiato. Siiiiii!

Per una settimana avremmo però consumato i pasti nelle nostre camere, come punizione per i pasticci di oggi. Se davvero credevano di farmi un dispetto, beh, si sbagliavano! Anzi mi hanno risparmiato la tentazione di tirare contro quel brutto, vile, strafottente, noioso ecc eccc di un Conte piatti, coltelli e forchette! Aaahh quanto mi stava antipatico??

Una volta in camera mia mi ero fabbricata delle freccette artigianali e un bersagilo con sopra disegnato un omino stilizzato che nella mia mente malata doveva essere Ciel, per poi scaricare il nervoso tirandoci sopra le freccette,  Wendy intanto mi osservava mente pettinava la criniera del suo pony con fare rassegnato: dopo anni in cui dividevamo la stanza in orfanotrofio, aveva capito che quando ero arrabbiata dovevo sfogarmi, e quindi non ribatteva più cercando di dissuadermi attraverso strane filosofie sulla pace e serenità nel mondo.

Dalla finestra si udirono improvvisamente delle voci provenire dal cortile, quindi abbandonai il mio giochetto e mi affacciai per osservare meglio chi c’era fuori: sull’ingresso di casa vidi la mozzarella, il Conte depresso, e un vecchio vestito in modo molto elegante e dai grossi baffi grigi, mentre parlavano animatamente: dopodichè il nonnino salutò i due amici del cuore per poi salire sulla carrozza, che sparì nell’oscurità della notte.

Bene, adesso scommetto dieci sterline che vengono a farci la ramanzina tutti e due. Difatti poco dopo di udirono dei passi nel corridoio, seguiti da un leggero “toc toc” sulla porta.

< Chiunque sia veda di sparire, siamo occupate! >

Ovviamente nessuno mi ascoltò di striscio, e Sebastian entrò tranquillamente nella stanza tra le mie colorite proteste.

< Signorine, vi annuncio che da domani mattina alle nove inizierete le lezioni di cultura generale e bon ton. Passerò a svegliarvi alle otto, quindi vi consiglio di andare a letto presto. Buonanotte! > disse, per poi sparire subito dietro la porta.

Da domani avremmo dovuto pure studiare??? Nooooooo!!!!! Io pensavo scherzassero! Maledizione!

 

 

ANGOLO DELLA PAZZA

Hola a tutti! Sono tornata (e che ce ne frega a noi direte?). Le nostre due pesti hanno fatto conoscenza di tutto il personale della villa, e inoltre c’è già aria di tempesta tra Charlotte e i nostri due cari protagonisti. Sappiate che purtroppo, causa test universitari vari e pigrizia personale, non sarò molto regolare negli aggiornamenti, ma non preoccupatevi! Non ho intenzione di abbandonare questa storia! 

Ringrazio ancora chi ha recensito e chi ha inserito la storia tra le seguite, e tutti coloro che leggeranno e, spero, recensiranno!

Baci

Cheshirecat96

      

 

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Capitolo 5
*** MAI UN ATTIMO DI TRANQUILLITÀ ***


Mi trovavo in un grande salone illuminato da immense vetrate, e camminavo  senza una meta precisa. Non c’era anima viva intorno a me, e il silenzio irreale che giungeva alle mie orecchie aveva un qualcosa di inquietante: non ero a villa Phantomhive, e non mi trovavo nemmeno nel vecchio orfanotrofio: quel luogo infatti mi era del tutto estraneo. Chissà come ci ero finita lì…

< Signorina Charlotte, la stavo aspettando! >

< Uffa maggiordomo-stalker, pure qui ti ri…Aaaaaah! >

La voce era quella di Sebastian su questo non avevo dubbi, ma l’essere che mi ritrovai davanti era tutt’altro che una persona: infatti il corpo della cosa che aveva parlato era enorme e tondo, di colore bianco latte, con un piccolo smoking nero addosso, da cui sbucavano due palline tonde che reggevano rispettivamente un vassoio da una parte, e un spolverino dai colori arcobaleno dall’altra. Due occhietti rossi sbucavano da quella palla lattiginosa, e mi fissavano severi.

Ok. Non sapevo se mettermi a ridere o andare a chiamare un dottore. E anche in fretta.

< Perché mi fissate in quel modo Lady Charlotte? > mi chiese guardandomi dall’alto in basso.

< N-n-nonono tua impressione! P-p-iuttosto, sei sicuro di non aver mangiato qualcosa di avariato? >

< Non capisco cosa intenda, e non ho tempo per assecondare i suoi capricci: ho molto lavoro da fare, per cui la invito a seguirmi immediatamente! > disse, per poi girarsi e iniziare a camminare, no, a strisciare, verso la parte opposta del salone. Io lo seguii senza fiatare, meglio assecondarlo non si sa mai, anche se continuavo ad osservarlo sott’occhi.

“ O cavolo, è diventato seriamente una mozzarella! E ora che faccio? Glielo dico? No meglio fare l’indifferente, tanto prima o poi qualcuno lo noterà e parlerà “ pensai senza staccare gli occhi di dosso dalla…cosa che mi camminava davanti.

< Lotty! Ti ho trovata finalmente! >

La voce di Wendy in quel momento fu uno dei suoni più celestiali che avessi mai sentito! Mi voltai verso di lei e…. ma che cazzo? (quando ce vò ce vò! Ecco!)

La mia amica aveva uno sguardo raggiante, anche se da come era vestita sembrava che le avesse vomitato addosso un arcobaleno, ma la cosa che mi spiazzò fu che tenesse in mano la propria valigia rosa, e che avesse appiccicato in testa dello zucchero filato.

< Ma dove stai andando? E perché hai dello zucchero filato in testa? >

< Eheheheh… volevo salutarti prima di partire! Ho ricevuto la caramella leggendaria di Madame Butterfly, e quindi da adesso andrò a studiare nella magica Accademia Rosa dei Pandacorni! Mi mancherai tantissimo, ma non preoccuparti: ti scriverò e ti manderò tante cartoline a forma di lecca lecca! >

< Ma che stai dicendo?? Quante volte te lo devo ripetere di non esagerare con le medicine prima di andare a letto? >

Wendy si limitò a sorridere, per poi essere circondata da un cono di luce fucsia che emanava una puzza di caramello nauseante; all’improvviso iniziò a levitare in aria, mentre delle nuvole rosa  ricoprirono il soffitto del salone, per poi riaprirsi in modo da far fuoriuscire dei raggi di luce accecanti. Dei nitriti di cavalli arrivarono alle mie orecchie, mentre Wendy mi salutò per l’ultima volta con la manina, per poi sparire inghiottita dalle nubi.

Ho bisogno di un dottore. Adesso. Subito. All’istante.

Sebastian, il quale aveva assistito in disparte a tutta la scena senza fiatare, e senza dubitare della sua sanità mentale, si rivolse di nuovo a me in modo seccato.

< Signorina, sono già terribilmente in ritardo, la prego di seguirmi con le buone, o con le cattive! >

< Senti bello, a parte che tu sei l’ultima persona che si dovrebbe preoccupare del tempo in questo momento, ma il fatto è che ho appena assistito all’ascensione della mia amica, e qui le opzioni sono due: o qualcuno mi sta pigliando per il deretano, oppure mi hai messo della droga nella torta di ieri sera,  e ora sono in pieno trip! >

< Così non facilitate il compito che devo svolgere… vorrà dire che userò le maniere forti allora  >

All’improvviso il pavimento mi cedette sotto i piedi, e mi ritrovai a precipitare nel vuoto: mi aveva fatto cadere da una botola il traditore, fedifrago, rompiscatole, brutto figlio di carissima donna che esercita la sua professione sui marciapiedi!! Mò me la paga!

Gridai come se non ci fosse un domani, aspettando il momento in cui mi sarei sfracellata a terra andando direttamente a giocare a ping pong con S. Pietro, ma invece di spiaccicarmi, atterrai su qualcosa di morbido, molto morbido, così da attutirmi la caduta: aprii gli occhi, e mi ritrovai coricata su un sacco di cuscini rossi, mentre Finny e Bard mi osservavano con in mano dei ventagli giganti fatti di piume multicolor.

< Finalmente è arrivata signorina, possiamo iniziare la cerimonia! > dissero in coro, mentre un’irritante musichetta iniziò a riecheggiare nella stanza, che per la cronaca era la mia camera da letto.

< Che cosa ci fate in camera mia? Che cerimonia? E perché avete spennato dei pavoni per costruire dei ventagli? Se ci trovano gli animalisti siamo spacciati, vi immaginate che multa? >

Ovviamente nessuno dei due mi ascoltò, anzi iniziarono a cantare in coro una canzoncina stile gospel/lirica, ed erano pure stonati per cui vi lascio immaginare che strazio, mentre Tanaka vestito da danzatrice del ventre sbucò da sotto il mio letto iniziando a ballare. Qualcuno mi salvi, ho assolutamente bisogno di un buon psicologo.

Dalla porta principale entrò Mey Rin con in mano un enorme vassoio coperto; beh se c’era da mangiare allora mi andava bene qualsiasi cosa, anche un rave party come location, basta che si mangi!

 La ragazza posò il vassoio davanti a me con un sorrisone sulle labbra, per poi unirsi al coro gospel che faceva da colonna sonora all’evento.

< Beh mi occuperò delle vostre menti contorte più avanti, ora devo mangiare! > esclamai, per poi tirare via il coperchio dal vassoio e….doppio Aaaaaaaaaah!!!!

Seduto a gambe incrociate sul vassoio c’era Ciel che mi fissava, sempre con il broncio sia chiaro, mentre con le mani reggeva un coltello ed una forchetta: in testa aveva un cappello a forma di cupcake, e anche lui doveva essersi rifatto il guardaroba nella boutique di fiducia di Wendy, visto che indossava vestiti che ricoprivano tutta la gamma cromatica.

< Scusa e tu che vuoi? Dove hai nascosto il cibo? Ammettilo: te lo sei mangiato tutto apposta vero? > gli gridai contro, ma lui non mi rispose nemmeno, si limitò a mettermi in mano forchetta e coltello, per poi fissarmi senza proferire verbo.

< Beh…che c’è? Giochiamo a chi ride per primo? >

< Mangiami >

Eh?

O no. Nononononono.

< Ehm…c-c-credo di non aver capito bene >

< Hai capito benissimo: mangiami >

< Ciel sicuro che sia tutto a posto? >

Il ragazzo mi fissò con sguardo confuso: < Chi è Ciel? >

< T-tu. È il tuo nome. Almeno è quello che dicono all’anagrafe >

< Io non mi chiamo Ciel, io sono Mr Cupcake, mi ha cucinato Sebastian apposta per te, ed ora devi mangiarmi! >

Ok non posso andare oltre: iniziai a shekerarlo per le spalle, mentre una crisi isterica si stava impadronendo di me sempre più in fretta.

< Noooooo tu sei Ciel Phantomhive, C I E L! Capito?? Non ridi nemmeno se ti si fa il solletico, hai la voglia di vivere pari a quella di un bradipo depresso in crisi adolescenziale, ieri ti ho quasi ucciso spiaccicandoti contro il pavimento, giri sempre con la mozzarella come bodyguard, odi tutto e tutti e, cosa più importante, sei ricco sfondato! Io ti odio con tutta me stessa, però in questo momento desidero un sacco che tu ritorni come eri prima, depresso ma normale, così come la mozzarella ritorni ad essere uno strafigo anemico e con la congiuntivite! >

 

< Signorina >

< Non voglio mangiare Mr Cupcake! >

< Signorina! >

Ah!

Aprii gli occhi e mi trovai davanti Sebastian in versione normale, che mi fissava in modo strano.

< O deo: sei nomale! > dissi con quasi le lacrime agli occhi, mentre mi misi a sedere sul mio letto: ero in camera mia, da sola, con il solito Sebastian impassibile e totalmente privo di umorismo, nella solita casa/prigione di villa Phantomhive. Mi sto commuovendo!

< Oggi è una giornata fantastica caro il mio maggiordomo, soprattutto perché sarà una giornata normale! >

< Sono contento che la pensiate così milady, visto che oggi inizieremo a studiare come si comporta una vera nobildonna! > mi rispose con un leggero sorrisino sadico sul volto, mentre si diresse verso la porta.

< Cavoli mi ero dimenticata! Senti non possiamo rimandare? Sono ancora reduce da un lungo viaggio, ho mal di testa, ho dormito male e forse la mia compagna di studi è stata rapita da un unicorno! >

< Le assicuro che lady Wendy non è stata rapita da nessuno, ma sta saltellando felicemente in camera sua. Inoltre la fatica del viaggio passerà in fretta se tenete la vostra mente occupata giusto? >

< Ma veramente… >

< Manderò MeyRin ad aiutarla a vestirsi: tra un’ora si dovrà trovare nello studio. Puntualità mi raccomando! > disse, per poi sparire dalla porta lasciandomi sola.

Oggi è una giornata schifosa. Voi non siete d’accordo con me?

 

 

 

< Tenete il ritmo. Più sciolta nei movimenti. E sorridete, non siete mica ad un funerale! >

È da più di tre ore che siamo chiuse in questa stanza con Sebastian come carceriere: siccome dovremmo fare molto presto il nostro “ingresso in società”, come lo ha nominato lui, e siccome “ è la prima lezione quindi inizieremo con qualcosa di leggero”, sempre sue testuali parole, è da tre ore che sto volteggiando come un’idiota mentre ballo un valzer con l’uomo invisibile, mentre Mr Mozzarella tiene il ritmo con le mani.

È una situazione imbarazzante. Wendy si è subito adattata prendendo la cosa come un gioco, e rivelandosi anche una brava ballerina, ricevendo gli elogi della mozzarella: io invece era già tanto se capivo da che parte dovevo girarmi, per non parlare della mezz’ora spesa a spiegarmi che io ero la dama e non il cavaliere! Cioè,  se io avevo voglia di fare il cavaliere? Non potevo? Discriminazione dappertutto in questa casa!

< Avete sbagliato ancora! Nono non ci siamo proprio > esclamò Sebastian portandosi una mano alla fronte con fare rassegnato, mentre io stavo passando in rassegna tutte le maledizioni che conoscevo, sperando si abbattessero su di lui entro la prossima ora.

< E che palle! Come faccio a imparare se sembro una demente che balla con il nulla? >

< Milady la prego di moderare il linguaggio, non sta parlando con un suo amico ma con il suo insegnante. Per quanto riguarda il mio metodo, credo che il problema sia solo della vostra persona se non migliorate, visto che “ballare con il nulla” come lo definisce lei, ha portato a ottimi risultati con lady Wendy >

Mi girai verso la mia compagna che, sentite le parole della Mozzarella, smise di volteggiare.

< Ma io non ho ballato con il nulla Sebastian, io ho danzato con Steve >

Sia io che il maggiordomo ci guardammo in faccia, allibiti.

< Ehmm… se posso domandare milady, chi è Steve? >

< Steve è lui! Non è simpatico? > rispose Wendy indicando il muro di fianco a lei.

< Se posso darti un consiglio, lascia perdere e annuisci: io ho rinunciato tempo fa a capirla > mormorai a Sebastian, il quale annui convinto.

< Bene, Lady Wendy nessuno le ha detto di fermarsi, continui pure. Per quanto riguarda lei, la prego di seguirmi, le farò da compagno >

La mozzarella mi cinse il fianco con una mano, mentre con l’altra mi aiutò a rimettermi nella posizione iniziale: cavoli com’era alto! Come faccio a muovermi con una montagna davanti?

< Adesso non deve fare altro che seguire il ritmo e copiare i miei passi: avanti iniziamo > mi sussurrò molto, troppo vicino al mio volto. Scusate quando è stato il momento in cui siamo passati da “ Lezioni di valzer con Sebby “ a “ Come adescare minorenni con Sebby ”? Perché mi sembra di aver perso qualche passaggio.

Iniziò a muoversi ed io gli andai dietro: se secondo lui doveva essere più semplice, beh, per me non lo era! Soprattutto con la sua voce gracchiante nelle orecchie che mi deconcentrava!

< Muova il piede destro, ora il sinistro, mi guardi negli occhi non osservi i piedi. No più dritta la schiena! Braccio ben saldo >

< Basta! Non so più che fare! Sono in crisi cosa devo muovere?!? > gridai per poi mollare la presa, andare da Wendy, afferrarla per un braccio e portarla davanti a Sebastian: < Tieni balla con lei! Io ho bisogno di una pausa! > , dopodiché uscii dalla stanza piantando tutti in asso.

< Dove crede di andare? >

Davanti a me si materializzò la mozzarella con Wendy in braccio, che a parere mio si stava divertendo un mondo da come rideva; ma come hanno fatto ad arrivare qui se io li avevo lasciati di là? Non feci in tempo a darmi una risposta razionale, che il maggiordomo mi aveva già presa per un braccio sollevandomi di peso per riportarmi indietro.

< Mollami Sebastian! Ti ordino di mettermi giù altrimenti ti denuncio! >

Tentai di liberarmi ma la sua presa rimase ferrea: come caspiterina faceva? E si che io sono brava nella lotta, non è possibile!

< Cos’è tutto questo baccano? >

No ci mancava pure lui! Davanti a noi Ciel ci osservava nel vano tentativo di capire cosa stava succedendo, mentre io penzolavo ancora nel nulla trattenuta dal braccio di Sebastian, e questo non andava bene!

< Sebastian lasciale andare >

Cosa? Come?

Ritornai con i piedi per terra, mentre il maggiordomo posò Wendy vicino a me.

< Uffa faceva così fresco là in alto > esclamò delusa.

< Padrone mi spiace se l’abbiamo disturbata: le prometto che non ci saranno più contrattempi, provvederò immediatamente a riportare le lady nello studio >

< Lascia perdere, per oggi le lezioni sono finite. Devo recarmi a Londra e tu mi accompagnerai >

Oooooh cosa sentirono le mie orecchie! Sono salva!

Il Conte si rivolse a noi: < Mi raccomando, non voglio tornare e trovare casa mia mezza distrutta, sono stato chiaro? >

< Cristallino > dissi fulminandolo con lo sguardo, mentre si allontanava con la mozzarella lasciando Wendy ed io sole nel corridoio.

 

 

 

< Lady Charlotte non starete esagerando? È la quarta fetta! >

< Taci Bard, quando sono nervosa io mangio ed ora sono nervosa! >

Dopo che i due amici del cuore lasciarono la villa, Wendy ed io andammo nelle cucine: alla fine avevamo chiesto scusa ai domestici per i pasticci di ieri, ed ora andavamo d’accordo. Non erano cattive persone, anzi mi fanno ridere un sacco da quanto sono buffi! Inoltre Wendy si sedeva le ore davanti a Tanaka a parlare del suo mondo immaginario, e quindi ciò significava più tempo libero per la sottoscritta, che così poteva dedicarsi alla sua attività preferita: mangiare tutto ciò che le capitava a tiro.

< Non riesco a capire come facciate a viverci insieme! Loro e il loro atteggiamento da “sono bravo solo io” >

< Adesso però basta mangiare dolci! Vi verrà mal di pancia! >

< Uff e va bene. Piuttosto: mi fai vedere come si usa il lanciafiamme? >

Al caro chef si illuminarono gli occhi: < Certamente signorina! >

< Estraneo in arrivo >

Tutti ci girammo verso Wendy, che aveva smesso di parlare con Tanaka per alzarsi in piedi e annusare l’aria come se fosse un segugio. Io all’inizio non diedi molto peso al comportamento della mia amica, ma poco dopo mi ricredetti: Mey Rin infatti era appena entrata nella stanza dicendo che avevamo visite.

Andammo tutti nel salone d’entrata e davanti a noi trovammo Finny intento a parlare con una ragazzina il cui aspetto mi ricordava vagamente quello di Wendy, a eccezione dei lunghi capelli biondi che aveva raccolto in due codini boccolosi. A proposito: mi accorsi che Wendy non era più di fianco a me, ma si era avvicinata alla boccolosa ragazzina sconosciuta; le due si guardarono negli occhi per un po’, per poi esclamare all’unisono: < Che carinaaaaa!!! >

Aiuto. Un’altra che vede pony dappertutto no.

< Piacere io mi chiamo Wendy! >

< Che nome adorabile! Io sono Elizabeth ma tu puoi chiamarmi Lizzy! >

< Oh che carinoooo!!!! >

< Lo sooooo!! >

Vado a prendere a testate una colonna. Chiamatemi più tardi.

< Lotty! Vieni qui! > Wendy mi arpionò per un braccio trascinandomi davanti alla sua gemella mancata.

< Lizzy questa è Charlotte la mia amica! Però io le ho dato il soprannome Lotty! Non pensi sia carino? >

< Carinissimo! Hai davvero buon gusto! >

< Okokok riuscite a dire una frase senza inserirci dentro la parola carino? Mi state dando sui nervi! >

< Perdonala, è sempre sinceramente e crudelmente schietta! > sussurrò la mia amica alle orecchie della bionda, la quale sorrise leggermente.

< Oh ti capisco anche il mio fidanzato è sempre serio e sulle sue! Se non penso io a organizzare qualcosa di carino e divertente lui passerebbe tutto il giorno chiuso nel suo studio! >

La bomboniera bionda aveva il fidanzato? Povero non vorrei essere nei suoi panni: chissà chi sarà lo sfigato? Eheheh..

Bard e MeyRin, che fino a quel momento erano rimasti in disparte, si avvicinarono a noi per chiedere a Lizzy come mai si trovava a Villa Phantomhive, e la ragazza rispose con molta tranquillità di essere scappata da casa sua per venire qui, dopodiché si guardò in giro per poi esclamare: < Questo posto è sempre così deprimente, ma non vi preoccupate: ora renderò tutto più carino! >

< Siiiii e io ti darò una mano! > esclamò Wendy.

Ok, credo siano passati all’incirca dieci minuti; in questo tempo la villa fu riempita di fiocchi striscioni e addobbi stile bomboniere, per non parlare di noi poveri esseri che capitammo lì per caso: solo MeyRin ed io riuscimmo a salvarci trincerandoci nella cucina armate di mattarelli e mestoli. Il resto del personale fu addobbato stile albero di natale con fiocchi che volavano a destra e a sinistra.

Dopo alcune ore d’assedio sentimmo qualcuno grattare contro la porta: non mi avranno mai viva sia chiaro!

< Andatevene o vi tiro un mattarello in testa! >

< Lotty! Sono io Wendy! Dai aprimi ti ho portato un vestito fantastico che Lizzy ha scelto apposta per te! >

< Motivo in più per rimanere qui dentro! >

La voce dell’altra bomboniera si sovrappose a quella della mia amica: < Lotty dai! Vedrai che starai benissimo! E  ho portato un bellissimo abito anche per te Mey Rin! >

La ragazza si girò verso di me prendendomi per le spalle: < La prego Lady Charlotte, mi salvi! >

< Non ti preoccupare: se è necessario staremo trincerate qui dentro fino alla fine! Possiamo resistere quanto vogliamo visto che abbaiamo provviste a sufficienza, e per l’acqua se finisce potremmo bucare il tetto e dissetarci con quella piovana! >

Le due bomboniere però non erano intenzionate a cedere, e io iniziavo ad avvertire un certo bisogno fisiologico… in sintesi dovevo andare al bagno, e con una certa urgenza!

< Sentite se stipulassimo un patto? Io esco ma voi mi lasciate vestita normale e lo stesso vale per MeyRin: in cambio faremo qualsiasi cosa >

< E va bene! In cambio parteciperete al ballo che Lizzy organizzerà stasera! >

< Non sono capace di ballare! >

< Prendere o lasciare >

Sia io che la domestica ci guardammo in faccia per poi sospirare all’unisono: con molta riluttanza aprimmo la fatidica porta, trovandoci davanti Wendy e Lizzy raggianti.

< Hai cambiato idea siii!!! – disse la mia amica abbracciandomi di slancio – vedrai sarà divertentissimo! >

< Ok ma staccati entro cinque secondi altrimenti ti mordo! >

< Scusa >

Ritornammo tutti insieme nel salone principale, e all’improvviso la porta d’ingresso si aprì, e da essa rientrarono la mozzarella con Ciel, il quale non appena vide gli addobbi e fiocchi vari si bloccò di colpo, per poi voltare lo sguardo verso Wendy ed io.

< Cosa avete combinato stavolta? > esclamò, quando all’improvviso un tornado rosa e dai riccioli d’oro lo abbatte sul posto.

< Ciellll!!!! Sei tornato!! >

< Lizzy? Cosa ci fai qui? >

< Avevo voglia di vederti! Una lady non può andare a trovare il suo fidanzato? >

Fermi fermi fermi cosa ho appena sentito? Aveva detto fidanzato?

< No scusami un attimo Lizzy – esclamai puntando un dito verso il Conte le cui guance iniziavano a tingersi di un lieve rossore – lui è il tuo fidanzato? >

< Siiii!!! > rispose la ragazza con gli occhi a cuore, mentre Ciel tentava in tutti i modi di zittirla. No la faccenda era troppo buffa! Iniziai a ridere talmente forte che quasi rotolai a terra, mentre Wendy si portò le mani al viso esclamando un: < Che carini!! >

< Piantala di ridere non ci trovo nulla di divertente! > mi gridò contro Ciel: avrebbe voluto continuare la ramanzina, ma la bomboniera lo trascinò via di peso dicendo che doveva prepararsi per il ballo ecc ecc.

Quando finalmente riuscii a ricompormi mi avvicinai a Wendy : < Benomale che ho accettato il patto di prima! Il ballo di stasera non me lo perderei per nulla al mondo! > esclamai, per poi abbandonarla lì, dirigendomi verso il mio appuntamento con il bagno.

 

ANGOLO DELLA PAZZA

Rieccomi! Hola a tutti! Sono ritornata a scrivere le mie stupidate, non vi libererete di me tanto facilmente! Eheheh! Il capitolo in realtà doveva essere più lungo, ma poi ho deciso di troncarlo qui e dividerlo in due, sennò diventava troppo pesante. Credo che tutti abbiate capito in che punto del manga/anime siamo, e ho già qualche ideuzza su come sarebbe andato il ballo se ci fossero state le nostre due adorate bimbe.

Come sempre ringrazio chi ha recensito e chi ha inserito la storia tra le seguite, e inoltre ringrazio anche tutti i lettori silenziosi; magari sono capitati su questo delirio per caso, ma sono comunque stati partecipi anche per un microsecondo di questa storia, per cui grazie!

Bene un bacio a tutti e a presto!

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** UNA SERATA MOVIMENTATA ***


Heilà gente! È da tanto che non ci si sente vero? Bene, dopo che la bomboniera bionda aveva messo a soqquadro l’intera villa, ho mollato tutti quanti al loro triste destino per rintanarmi in camera, causa urgenti  bisogni fisiologici (tradotto: dovevo andare bagno), dopodiché mi sono buttata a peso morto sul letto pronta per mangiarmi la torta che avevo appena rubato dalla cucina. Ah la bella vita: letto, cibo ipercalorico e tranquillità, ecco come Lotty raggiunge il Nirvana!

Già nella mia mente si erano prodotte immagini di vallate verdi sul quale saltellavo felice mentre afferravo al volo una ciambella: poco più avanti una Wendy raggiante passava in sella al suo panda corno, la lunga chioma mora sciolta al vento stile amazzone, e dietro di lei un intero prato fatto di torte si estendeva per kilometri e kilometri, in attesa di qualcuno con lo stomaco abbastanza capiente da poterle mangiare senza rischiare il coma diabetico! Aaaaah che meravig….

< Lotty! Aprimi ho bisogno! >

Addio Nirvana: è stato breve ma intenso.

La mia amica entrò nella stanza senza nemmeno aspettare una risposta, solo per dirmi che la Mozzarella ci attendeva nello studio per continuare la lezione di valzer; uffa non si può mai mangiare in santa pace!

< Si finisco la torta e arrivo >

< Ha detto che è urgente, e che se arriviamo in ritardo non sarà più consapevole delle sue azioni nei nostri confronti >

< Non mi interessa >

< Lotty dai! Sai che a me fa paura quel signore! >

Wendy mi tirò per un lembo del vestito, ed io la seguii mugugnando, senza separarmi dal piatto con la torta sia chiaro! L’avrei finita a qualunque costo.

Arrivate nello studio, trovai la mozzarella ad aspettarci già sull’attenti e… perché Ciel è qui? Non era stato rapito dalla bomboniera? Aaah ho capito, vuole invadere il mio territorio il furbastro, ma non mi lascerò spodestare da uno che si è fatto infinocchiare da una tipa infiocchettata!

Iniziai a fare un breve elenco mentale sui vari modi per delimitare i miei spazi, che andavano dalle semplici trincee artigianali al marcare il territorio stile grandi felini della savana, ma mettermi a fare la pipì in giro per villa Phantomhive sarebbe stato scomodo e imbarazzante per la mia persona, per cui questa opzione la scartai subito. Stavo per valutare altri metodi, quando la voce di Sebastian interruppe il flusso dei miei pensieri:

< Bene adesso continueremo la lezione che abbiamo interrotto prima: visto che Lady Elizabeth terrà un ballo stasera, voglio prepararvi così che possiate prenderne parte. Per cui vi chiedo il massimo impegno. A questa lezione parteciperà anche il mio padroncino, siccome ho avuto modo di appurare che le sue conoscenze sul valzer sono…ehmm… alquanto lacunose >

< Cosa sarebbe lacunoso? > chiese il caro Conte con un’espressione irritata sul volto; povero, ammettere che fa cagare nel ballo è un brutto colpo per il suo ego! Quanto mi spiace…. Sono ironica sia chiaro.

La mozzarella ci fece mettere a coppie: per questo giro io sarei stata la dama di Sebastian, di nuovo, mentre Ciel sarebbe stato il cavaliere di Wendy. Ok, forse devo avvisare la cara mozzarella sui miei gusti in fatto di maschi, e sulla fascia d’età in cui essi rientravano, cosa molto importante se non volevo rimanere vedova in tempo record, anche se tutta questa situazione aveva un lato positivo il cui nome era eredità: ma un maggiordomo non credo possa essere tanto ricco, per cui mi spiace caro Sebbo, ma non hai speranze di conquistare il mio cuoricino!

Dite che sono materialista? Può essere.

 Dopo una mezz’ora spesa per convincermi a mettere giù la mia adorata torta, e altri dieci minuti spesi nel dirle addio, tra i ringhi del depresso, la mozzarella che sbraitava (ebbene si sono riuscita a farlo urlare! Un punto per la magica Charlotte!), e undicenni che camminavano da una parte all’altra della stanza cercando il loro amichetto immaginario, iniziammo a volteggiare, e nelle mie orecchie partì l’elenco di cose che non andavano bene nella mia postura, gambe, braccia ecc ecc. Gli istinti omicidi stavano iniziando a venire a galla, e nella mia mente si stava già materializzando la scenetta di me che prendevo a botte la mozzarella con la famosa spada-sedano, mentre mangio una ciambella. Questi si che sono i sogni proibiti di una dodicenne che molto probabilmente, il giorno in cui distribuivano la fortuna, era in fila per una coscia di pollo fritto, visto tutto quello che mi è capitato nel giro di due settimane!

Il mio filmino mentale sarebbe continuato per un bel po’ di tempo,  se non fosse stato per gli urli che provenivano  dalle mie spalle:

< Non mi piace ballare con te! Sei scarso Steve era più bravo! >

< Smettila di lamentarti! È la prima volta che ballo è logico che non sono capace! Inoltre tu vai troppo forte non riesco a starti dietro! Poi  con quella tenda che ti sei messa addosso mi fai inciampare! >

< Non è una tenda, è un vestitino di tulle sciocchino! >

Wow Wendy che litiga con qualcuno: devo segnarmelo. Inoltre il caro Conte era peggio di un tizio che non esisteva! Wooo devo congratularmi con lui! Ahahahaha!

< Wendy i tuoi insulti mi fanno rabbrividire  > dissi ridendo: cavoli non mi sono mai divertita così tanto come oggi, e non siamo ancora alle quattro del pomeriggio!

La mia amica, che evidentemente era stufa di quella situazione, per tutta risposta si sedette per terra con le braccia incrociate, e un’espressione offesa sul volto.

< E adesso cosa stai facendo? >

< Io con te non ci ballo più >

< Adesso basta! >

Sebastian, il quale aveva osservato tutta la scena in silenzio, molto probabilmente aveva intuito che la situazione stava lentamente precipitando, e da perfetto sboron…maggiordomo-mozzarella, decise di intervenire.

< Lady Wendy la prego di rialzarsi: lei e Lady Charlotte potete fare una pausa; padroncino, noi due continueremo la lezione invece > disse, per poi prendere per mano Ciel e guidarlo al centro della stanza, in modo mostrargli la posizione di partenza.

Wendy ed io ci sedemmo per terra, mentre davanti a noi la mozzarella e il Conte iniziarono a danzare: non appena Sebastian fu a distanza di sicurezza mi fiondai a prendere il piatto con la torta che stavo mangiando, e che per tutto il tempo mi aveva osservato tristemente dal tavolino in cui l’avevo appoggiata, mentre Wendy estrasse dalla sua ampia gonna una bambola.

< Sai a cosa stavo pensando? > mi chiese la mia amica.

< Che lo yaoi domina… > risposi sovrappensiero, mentre  brandivo una fetta di torta, intenta ad osservare i due aspiranti ballerini davanti a noi.

< Eh? >

< Niente! Roba mia  >  risposi in modo distaccato, onde evitare domande a cui non saprei rispondere senza procurare uno shock psicologico alla mia cara amica, visto che credeva ancora nella storiella dei bimbi che nascono nel magico prato dei panda corni, per poi scendere sulla terra a cavallo di un pony volante. Che poi, detto tra noi, come fa un neonato a stare in sella ad un cavallo volante? Andiamo, è molto più realistica la storiella della cicogna! Uhmm cicogna uguale gallina, cioè pollo: ho fame!

< Ho voglia di fritto! Mi accompagni in cucina? >

< Ma ti sei appena mangiata una torta con doppio strato di panna! >

< E allora? > dissi, per poi alzarmi e uscire dalla stanza, mentre Wendy mi raggiungeva saltellando.

 

 

< Signorina siete bellissima >

< Non respiro >  rantolai, ma Mey Rin continuò lo stesso a stringere il corsetto spappolandomi tre vertebre e due costole, per non parlare del fatto che oggi avevo leggermente esagerato con il cibo, e quindi credo di essere anche sul punto di vomitare. Perché non ci avevo pensato? Sigh… ah no Wendy me lo aveva detto…colpa sua allora, perché non mi ha fermata!

< La prego di pazientare ho quasi finito > disse la cameriera, per poi farmi indossare un lungo abito color smeraldo che Wendy e Lizzy avevano scelto appositamente per me siccome, testuali parole, “ il verde sta benissimo con il ramato dei tuoi capelli. Sarai così carrrriiiinaa! “.

< Lotty sei pronta? > ecco parli del diavolo e spuntano le corna! Wendy saltellò verso di me prendendomi per le mani e facendomi roteare, cosa che mi provocò una nausea spaventosa.

< Smettila o ti vomito addosso! > gridai, per poi prenderla per le spalle sussurrandole all’orecchio: < Ricorda: la prossima volta che ho intenzione di mangiarmi una torta intera con doppio strato di panna e del cibo fritto, piuttosto infilami un vaso in testa! >

< Ma Lotty, già una volta me lo avevi detto, e io ti avevo ascoltato, ma dopo averti infilato il vaso in testa ti sei liberata e mi hai calpestata per un’ora! >

< …. Dettagli >

Mey Rin mi prese per un braccio, dicendo alla mia amica di pazientare un attimo, visto che non aveva ancora finito di prepararmi,e mi fece sedere per sistemarmi l’acconciatura; una volta terminata la sessione di trucco e parrucco, tutte e tre ci dirigemmo nel salone del ricevimento. Per tutta la strada mi chiesi come faceva Wendy a camminare, visto le dimensioni paurose del suo gonfiosissimo abito rosa shoking con tulle incorporato e fiocchi ovunque, che avrebbero impedito ogni movimento a qualsiasi essere vivente normale: ah e non vi ho detto del cerchietto rosa confetto con sopra un pony viola che portava in testa! La testolina dell’animaletto si muoveva a ogni passo della mia amica creando un effetto ipnotico niente male, oppure era la nausea che mi faceva girare la testa ogni volta che lo osservavo. Mah i misteri della vita…

La bomboniera dai riccioli d’oro era già pronta in mezzo alla sala, e non appena notò la nostra presenza, ci corse incontro gridando un rumorosissimo: < Carineeee!!!! >. Pure lei aveva addosso un abito che, se fossi io la Queen di questo paese, avrei bandito da ogni negozio dell’Inghilterra considerandolo illegale. Aaah la nausea!

< Allora, vi piace come ho allestito il salone? >

< Bellissimo sei stata bravissima >

< …..vomito…. >

Wendy prese in disparte la bomboniera per sussurrarle qualcosa all’orecchio:  quest’ultima, dopo aver ascoltato attentamente la mia amica, mi osservò tristemente, per poi afferrarmi per un braccio e farmi sedere su di una sedia in un angolino.

< Mi spiace Lotty, ma è meglio se stai qui e riposi: non si sa mai che mi vomiti nel bel mezzo della festa rovinando tutto! È meglio se rimani segregata in questo angolino senza muoverti per tutta sera, ok? > esclamò con un sorrisino sinistro stampato in faccia.

Io provai a replicare: nel bel mezzo delle mie facoltà mentali la biondina si sarebbe già pentita delle sue parole, ma il mio stomaco non mi diede il tempo di risponderle a modo facendomi afflosciare sulla sedia, vinta da un altro conato di vomito; Lizzy intanto si era già allontanata raggiungendo Wendy al centro della sala. Traditori! La mia vendetta sarà dolorosissima per voi!

Dalla mia postazione non riuscivo a vedere molto di quello che succedeva, praticamente ero isolata dal mondo: capii soltanto che erano arrivati anche Ciel e la mozzarella grazie agli ululati della bomboniera e ai cuoricini che emanava, e, visto che tra l’elenco dei miei obiettivi nella vita non c’è il punto “ aspiro a diventare asociale e ad avere un solo amico immaginario”, decisi di spostarmi spingendo leggermente la sedia avanti, avanti, ancora, ancora, senza destare sospetti e senza attirare l’attenzione della bomboniera.

In religioso silenzio avevo già percorso metà strada, e da lì riuscii anche a distinguere quello che si dicevano: in poche parole il depresso non si era cambiato l’anello che indossava con quello che Lizzy gli aveva comprato, e questa si era offesa iniziando a piangere come una disperata, mentre Wendy puntava il ditino contro il depresso gridandogli contro che era un insensibile, e che avrebbe detto a suo zio di punirlo nel sonno, e la mozzarella guardava tutti con la sua solita espressione impassibile.

Secondo me va a finire in rissa, e non sia mai che Lotty si perda un pestaggio! Almeno i cori dovevo farli, cacchius! Piano piano mi avvicinai arrivando alle spalle di Wendy, per poi afferrarle un lembo di tulle nel vano tentativo di attirare l’attenzione, ma il troppo gonfiore rendeva il suo vestito un airbag naturale, e quindi, scusate il francesismo, non mi cagò di striscio. Rimasi così ad osservare la scena nascosta dietro alla mia amica:

< Adesso lo prendo io! > Lizzy aveva abilmente sfilato il famoso anello dal dito di Ciel, il quale non aveva preso la cosa tanto a genio, visto l’espressione da serial killer che aveva stampato in faccia.

< Ridammelo >

Botte, sangue, violenza alè alè: nella mia mente erano già partiti i cori da stadio. Ad un tratto la bomboniera scoppiò a piangere ancora più forte, e quello che successe fu così veloce e fulmineo, che quasi non me ne accorsi, per cui andiamo con calma:

La bomboniera urla addosso al depresso che per colpa di quello stupido anello si sono messi a litigare, e poi lancia suddetto coso blu via. Il problema è che Wendy era finita dritta dritta sulla traiettoria dell’oggetto, il quale la colpì direttamente in faccia mandandola ko a terra, per poi rimbalzare e finire direttamente nelle mie manine, tra le urla dei presenti e le risatine soffocate della mozzarella.

< Oddio avete ucciso Wendy! Presto ho bisogno di un sacco, una pala, e dei guanti in lattice per far sparire le prove! > gridai, ma le emozioni vissute in quella frazione di secondo furono troppo forti, per non parlare della confusione che regnava intorno a me.

< Rettifico: ho urgente bisogno di un bagno! > dissi, per poi fiondarmi fuori dalla stanza.

 

 

< Signorina come sta adesso? >

< Insomma, molto meglio di prima >

Sebastian, dopo aver calmato i bollenti spiriti nell’altra stanza, aveva portato sia me che Wendy in cucina, dove preparò una limonata calda per la sottoscritta e una borsa del ghiaccio per Wendy, la quale si era appena ripresa; lo stesso però non si può dire del suo naso, che ha iniziato a gonfiarsi a dismisura diventando rosso rosso. Cavoli era davvero enorme, e la sua consistenza pulsante mi attirava molto.

< Smettila di guardarmi la faccia! > disse la mia amica, che velocemente si coprì il naso con la borsa del ghiaccio, per poi girarsi verso la mozzarella chiedendogli di farle bibi bibi per mandare via il dolore. Non chiedetemi cosa sia, lo ignoro pure io.

< Lady Wendy credo che il ghiaccio sia un rimedio migliore. Lady Charlotte, è pronta la limonata > disse, per poi porgermi una tazza piena di un liquido ustionante a cento gradi.

< Troppo caldo, io non lo bevo! >

< Se non le passerà la nausea sarà costretta a seguire una dieta per rimettersi in sesto >

< Ne voglio ancora > risposi porgendo al caro Sebbo la tazzina vuota. Improvvisamente la temperatura è aumentata in questo posto. Che caldo!

Dalla porta entrò Ciel, seguito da Lizzy, la quale si fermò davanti a me e Wendy, per poi fare un leggero inchino: < Volevo chiedervi scusa per tutti i guai che vi ho procurato > disse con tono molto triste.

< Scusavo anche prima! > risposi mentre continuavo a sciogliermi (accidenti alla limonata), ma Wendy mi diede una leggera gomitata così da zittirmi: < Non preoccuparti l’importante è che si sia risolto tutto! > disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, anche se il naso rosso rovinava tutto.

< Piuttosto – dissi rivolgendomi a Ciel – riprenditi sto coso, mi h già fatto passare abbastanza guai! > ed estrassi dalla tasca del mio vestito l’anello che prima aveva quasi ucciso la mia amica.

Il Conte osservò il gioiello che brillava tra le mie mani, per poi voltarsi di scatto verso la porta. Che melodrammatico….

< Puoi tenertelo – disse con un’espressione ancora più triste del normale – ormai non ha più importanza > dopodiché uscì dalla stanza: cioè, ha fatto piangere la bomboniera, ucciso la mia amica, fatto pensieri rasenti l’omicidio sulla sua fidanzata (e non venitemi a dire che non è così, me la ricordo la sua espressione da phsyco di poco prima) a causa di quell’oggetto, per poi sbolognarlo a me?!?

< Aspetta Ciel! > Lizzy seguì il tappo furi dalla cucina, lasciandoci con il maggiordomo: avevo notato che sia lei che la mozzarella erano quasi rimasti scioccati dalla frase pronunciata poco prima dal Conte, anche se io non ne capivo il motivo. E quando non capivo qualcosa, sapevo da chi andare:

< Sebby carrrooooo, mi vuoi spiegare che cavolo hanno tutti? > chiesi con il mio miglior sorriso.

< Mi spiace, ma non posso rispondere alla sua domanda, e ora con permesso > disse, per uscire pure lui lasciandoci sole.

< Che palle! Odio i segreti! >

< Mi fa male il naso >

Mandai un’occhiataccia a Wendy, per poi osservare l’anello che avevo nelle mie mani. Di una cosa ero sicura: Ciel aveva mentito, si leggeva lontano un kilometro che rivoleva indietro l’arma impropria che reggevo in mano. E quindi c’era una sola cosa da fare.

< Tu divertiti con la borsa del ghiaccio: io devo andare! > esclamai, per poi uscire e lasciare Wendy da sola.

 

Sono appostata come un segugio fuori dalla porta della camera di Ciel da più di dieci minuti: uffa quanto ci metteva l’odiosa mozzarella ad uscire? Inizio ad aver sonno!

Un rumore attirò la mia attenzione, e finalmente quella maledetta porta aprì, facendo uscire la mozzarella che, piano piano, si allontanò lasciandomi campo libero. Bene bene!

Bussai leggermente, aspettando la risposta del caro Conte, che non tardò ad arrivare: entrai nella stanza completamente buia, soltanto i raggi lunari la illuminavano e piano piano mi avvicinai al grande letto, sul quale vedevo benissimo la figura seduta di Ciel, che mi fissava in modo duro.

< Che cosa ci fai qui? > disse, ma io non risposi: mi limitai ad avvicinarmi al comodino, dove appoggiai il famoso anello, per poi allontanarmi piano piano. Il ragazzo mi fissò sorpreso, per poi afferrare con la mano il prezioso oggetto: solo adesso notai che non portava la benda all’occhio destro, anche se esso rimaneva comunque nascosto dalla lunga frangia. Mah, forse è un aspirante emo….

“ Beh la voglia di vivere è quella, su questo non ci piove” pensai, ma all’improvviso le mie seghe mentali furono interrotte dalla voce del tappetto:

< Perché? >

Fu l’unica parola che fuoriuscì dalle sue labbra, quasi sussurrata, ma abbastanza forte perché le mie orecchie la sentissero.

< Beh – pensai portandomi un dito alla fronte - prima di tutto perché non saprei che farmene. Poi perché si vedeva lontano un miglio che avevi mentito, e che in realtà volevi indietro quel coso a tutti i costi! Per cui ho deciso di riportartelo! > risposi tranquillamente, per poi voltarmi verso la porta; osservai per un’ultima volta il viso di Ciel, e notai che mi fissava con un’espressione poco convinta sul volto.

<  Ah se vuoi un consiglio, perfezionati in fatto di bugie: magari gli altri possono cascarci, ma non la sottoscritta! > esclamai, per poi uscire fuori dalla stanza, lasciando il caro Ciel con una faccia da pesce lesso.

Bene e ora a nanna, il letto mi chiama!

 

 

È passata una settimana dal fatidico ballo, e non è successo nulla di entusiasmante in questo lasso di tempo: ah si, la zia di Ciel è venuta a trovarci insieme al suo maggiordomo, e a quello che, secondo il mio parere, è il pusher di Wendy (lei dice di no, ma io sono straconvinta del contrario invece! Finalmente l’ho incontrato!)

Ah si! Un pomeriggio i due amiconi sono scomparsi nel nulla, e quello è stato il giorno più bello di tutti: ho preso possesso della dispensa, mentre Wendy ha quasi allagato la sua stanza, ma nulla di grave, di solito gli altri domestici della villa combinano disastri peggiori!. Peccato che la sera i due rompiscatole siano riapparsi, con tanto di tramonto scenografico come sfondo, tra i gridolini estasiati di Wendy, il fangirlismo dei domestici, e il mio disgusto personale davanti a tutto quel miele.

Finita la cena mi sono chiusa in camera a leggere qualche libro, così tanto per passare il tempo, mentre Wendy disegna tranquilla sul mio letto; se solo osa sporcarlo la defenestro, ma dettagli, oggi mi sento buona per cui chissene. Stava filando tutto liscio quando, all’ improvviso, qualcuno bussò alla porta.

< Non ci siamo > gridai, ma evidentemente il trucco non aveva funzionato, perché la mozzarella entrò lo stesso sotto il mio sguardo vigile, mentre la mia amica alzò gli occhietti dal foglio.

< Sono venuto a dirvi di preparare le vostre valige: domani partiamo per Londra >

< Ah se avete deciso di rispedirci indietro puoi scordartelo: voglio un avvocato qui, adesso! > esclamai balzando giù dal letto brandendo il libro come se fosse un’arma.

Il maggiordomo sospirò: < Non vi stiamo riportando indietro, passeremo l’inverno a Londra nella residenza personale della famiglia Phantomhive. Se preferite, invece, rimanere qui da sole, al freddo, senza cibo, nessuno ve lo vieta >

< Eeeeeeh vi piacerebbe: a chi dò fastidio se tutti vanno via? Bene Sebbo caro, verremo con voi! >

< Il mio nome è Sebastian >

< Certo Sebbo >

< Sigh >

Dopo aver sospirato rassegnatamente, la mozzarella si congedò lasciandoci sole: che caro, si doveva ancora abituare al soprannome coniato dalla mia amica, che mi osservava orgogliosa . Ehehehe! Non appena la porta si chiuse alle sue spalle Wendy ed io ci fiondammo sul letto, iniziando a saltare dalla gioia! Si va in gita! Yeeeeee!

 

ANGOLO DELLA PAZZA

Arieccome! Sono tornata apposta per tormentarvi, ehehehe…

Finalmente sembra che le nostre due care bimbe si stiano adattando al loro nuovo stile di vita, e soprattutto ai loro nuovi coinquilini, anche se i guai non finiranno tanto presto!

Ringrazio tanto tanto chi ha recensito, e chi ha inserito la storia tra le preferite e seguite: vi lovvo mi fate commuovere! E grazie anche ai lettori silenziosi che comunque sono partecipi delle avventure dei nostri cari protagonisti.

Spero di non perdevi! Baci!

Cheshirecat96

 

 

    

 

 

   

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Capitolo 7
*** UN NUOVO MISTERO ***


< Lotty, ho come l’impressione che questa scena l’abbiamo già vissuta >

< Ma no? Sei seria? Non l’avrei mai pensato! >

Vi state chiedendo che cosa sia accaduto? Bene, vi accontento subito! Questa mattina la Mozzarella ci aveva svegliate praticamente all’alba, per poi caricarci su una carrozza insieme al Conte dell’apatia, per partire alla volta di Londra: i domestici della residenza, le uniche persone con un briciolo di vita all’interno di quella villa, purtroppo, non sono partiti con noi, e devo dire che un pochino mi sento in colpa per questo, ma io come caspiterina facevo a sapere che usare il lanciafiamme vicino alla tende era così pericoloso?!? Cioè, esistono anche i tessuti infiammabili, comprateli se avete un lanciafiamme in casa porca paletta! Evidentemente Ciel oltre ad essere depresso, ha anche il braccino corto a questo punto, non ho altre spiegazioni!

E quindi eccoci qui, in viaggio per Londra da soli con soltanto gli amici del cuore come compagni: yuppi….

Da quando siamo partiti non è volata una mosca all’interno della vettura: Ciel ha iniziato a fissare un punto imprecisato fuori dal finestrino senza spiccicare parola, Wendy ha tirato fuori da subito il suo pony rosa, partendo seduta stante per il magico mondo dei panda corni, ed  io….mi annoio! Ecco!

Provai a guardare fuori dal finestrino, aspettandomi come minimo di vedere un’immensa torta di cioccolato fuso fluttuante, con sopra Phipps che mi invitava a mangiarla… (la mia salivazione è improvvisamente aumentata), vista l’attenzione con cui Ciel stava osservando l’orizzonte, e invece mi trovo davanti lo stesso noioso paesaggio di tre ore fa, con la stessa nebbiolina, gli stessi alberi mezzi spogli….BAH!

< Mi spieghi cosa ci trovi di così interessante? > chiesi scocciata a Ciel, il quale si accorse finalmente che in carrozza c’ero pure io, e non solo un’undicenne in piena estasi post unicorniana.

< Niente di particolare e che ti possa interessare > borbottò di risposta, per poi tornare a fissare il nulla.

< Hey sei capace di continuare una conversazione con qualcuno per più di trenta secondi? > mamma mia iniziava ad innervosirmi: una persona prova ad essere gentile e questo è il ringraziamento!

< Certamente – disse con un leggero ghigno sul viso – se quel qualcuno non è una persona irritante, irascibile e arrogante come una certa ragazza davanti a me >

< Brutto tappetto… > stavo per alzarmi e andare a strozzarlo, se solo Wendy non mi avesse arpionato per la gonna sussurrandomi di calmarmi e contare fino a dieci, mentre il tappo se la rideva osservando la scena. Maledetta Wendy e il sangue hippy che scorre nelle sue vene…

< Wendy ha più senno di te cara Charlotte; non te la prendere, ma se pensi davvero di potermi solo sfiorare con un dito  sei solo una povera illusa > mi provocò osservandomi con quella sua stupida aria saccente.

< E no è, dillo che vuoi una morte lenta e dolorosa tappo! Posso accontentarti subito! > risposi, ma con una persona vestita di fucsia arpionata alla mia vita non sarei mai riuscita ad essere convincente.. tante grazie cara “amica mia”.

< Ciel ti consiglio di non provocarla ancora per molto se ci tieni alla tua integrità fisica: il mio è un consiglio, te lo posso assicurare! > esclamò Wendy calmissima, mentre il Conte continuava a sogghignare vedendomi in difficoltà di movimento. Ah aspetta solo che riesca a liberarmi e vedi come ti concio: avrai bisogno di un buon chirurgo plastico per poterti riconoscere allo specchio, stanne certo!

Ci guardammo sott’occhi per tutto il resto del viaggio, e Wendy in tutto quel lasso di tempo non si staccò di un centimetro dalla  mia vita, finche la carrozza non arrivò a destinazione, e la cara Mozzarella ci aprì la porta. Io mi fiondai direttamente giù dalla vettura, onde evitare di commettere omicidi e finire in galera, di nuovo, trascinandomi dietro la mia compagna: < Guarda che mi puoi benissimo mollare, sta tranquilla che non lo strozzo! >

< Vorrei Lotty, ma i miei muscoli si sono leggermente intorpiditi >

Aaaah santa Lotty dovrebbero farmi! Con poca delicatezza presi le braccia di Wendy, e con uno strattone le staccai da me, facendola gemere leggermente, per poi raggiungere la porta aspettando che la Mozzarella l’aprisse. Intanto il tappo si avvicinò: < Come mai tanta fretta? Sbaglio o non dovevi strozzarmi? > mi sussurrò all’orecchio, e la vena omicida raggiunse i livelli d’allerta.

< Se potessi… > sibilai, ma mi trattenni visto che la Mozzarella ci aveva raggiunti insieme a Wendy, onde evitare un altro appoliparsi della ragazza alla mia povera vita, e le ramanzine del maggiordomo sul fatto che “ Una lady deve essere sempre carina e gentile nei confronti del suo cavaliere gnegne, gnegne, gnegne “, ottenendo solo un’espressione vittoriosa sul volto di Ciel.

Appena Sebastian aprì la porta, dei rumori arrivarono alle nostre orecchie: eheheheh se ora ci troviamo i ladri in casa godo!

< Sebastian, la villa dovrebbe essere vuota giusto? > chiese Ciel, alla cui espressione vittoriosa si era sostituito uno sguardo confuso, che rivolse verso il suo maggiordomo.

< Beh penso che qualcuno sentiva una certa mancanza nei vostri confronti…. > rispose con un sorrisino di rimando: ovviamente lui aveva già capito chi erano gli intrusi, che domande, sennò non sarebbe Sebastian, gente!

Senza fiatare, salimmo tutti al piano di sopra, e ci dirigemmo verso la stanza da cui provenivano i rumori molesti; non appena aprimmo la porta, ci trovammo davanti una scena molto buffa: una donna vestita completamente di rosso, assieme ad un ragazzo dai lunghi capelli castani e ad un cinese, stava rovistando nei vari armadietti, creando così un disordine nella stanza che batteva di gran lunga quello della nostra camera in orfanotrofio (per darvi l’idea: una volta un mio amico aveva bisogno di un libro, e io gli dissi di andare a prendere il mio in camera; da quel pomeriggio i vari inservienti dell’orfanotrofio stanno ancora tentando di ritrovare il mio compagno e il libro, invano. Non abbiamo più avuto sue notizie povera stella!).

< Ma… che cosa sta succedendo qui dentro?!? > urlò Ciel leggermente alterato, attirando l’attenzione dei tre individui. La donna alzò il viso verso il Conte, per poi avvicinarsi stritolandolo in un abbraccio stile Wendy.

< Aaaaaaaah ciao nipotino caro! Sono così contenta di vederti! Oh vedo che hai portato con te Wendy e Charlotte! E anche il caro Sebastian…. > disse rivolgendo uno sguardo poco casto verso la Mozzarella, che per tutta risposta rabbrividì vistosamente.

< Madame Red! Lasciami andare subito! >

La donna si ricordò improvvisamente di Ciel, che era in evidente carenza di ossigeno causa stritolamento, e lo lasciò andare chiedendo scusa. Peccato: la scena era esilarante e mi stavo divertendo non poco. Se vi state chiedendo chi è la misteriosa signora, vi accontento subito: Madame Red è la zia di Ciel, cosa secondo me assurda visto che lei è un totale spasso mentre lui neanche un po’, e, da quanto ho capito, è l’unica parente rimasta in vita del tappetto. Un po’ di tempo fa era venuta a trovarlo, e ci aveva conosciuto prendendoci subito in simpatia, e devo dire che almeno dalla mia parte la cosa era reciproca, ma credo anche per Wendy visto che fa fatica ad odiare persino gli insetti. A mio avviso aveva una cotta per Sebastian, ma la mia amica mi ha abbattuto subito le convinzioni, sostenendo che è solo apparenza “ siccome non sprizza cuoricini ogni volta che lo vede “. Vabbè ci può stare dai.

Insieme a lei c’era il suo maggiordomo Grell, anche lui a mio parere parente alla lontana della cara Wendy, oppure cliente del pusher di fiducia, e Lau il cinesino, di cui ancora fatico a capire il lavoro, ma queste sono quisquiglie, l’importante è che sia simpatico e non affetto dalla Ciellite Acuta, poi per me poteva pure spacciare droga nei latifondi di Londra!

< Bene, visto che abbiamo ospiti preparo una tazza di te per tutti > disse la Mozzarella, per poi ritirarsi in cucina: tutti i presenti, intanto, si accomodarono nel salotto, e per ingannare l’attesa iniziarono a chiacchierare del più e del meno: solo Wendy ed io non eravamo minimamente interessate ai loro discorsi, e così partì il nostro quarto d’ora di noia pura mista a sonno, mista a frasette senza senso sui pandaconi. l’unico momento abbastanza esilarante fu quando Madame Red sgridò il suo maggiordomo: povero, mi faceva tanta pena, secondo me un giorno o l’altro si vendicherà. O almeno è quello che farei io.

< Allora signorine, come va il vostro soggiorno a casa del mio adorato nipotino? > la dama si rivolse a noi con un sorriso raggiante, e Wendy si sciolse sul posto.

< Insomma: ci hanno appioppato come schiavista Sebastian, che secondo me si diverte un mondo a torturarci e provocare la mia pazienza, inoltre il suo “ nipotino “ è davvero uno scassa…mmmh! > la mia amica, che era stata per tutto il tempo buona buona nel suo angolino a sciogliersi, all’improvviso si alzò in piedi tappandomi la bocca con la mano, impedendomi di esprimere tutto il mio odio verso il diretto interessato, che in reazione alla mia mezza frase spalancò gli occhi fulminandomi con lo sguardo.

< Lotty voleva dire che Ciel è davvero molto gentile con noi, e che…ehmm…adora i panda corni e ha un peluche di unicorno nel letto! >

Tutti i presenti ammutolirono, tranne il caro Conte, che assunse la colorazione di un pomodoro, e Sebastian, il quale, appena rientrato con il te, doveva aver sentito un pezzo della conversazione visto i sorrisini soffocati che emanava.

Lentamente levai la mano di Wendy dalla mia bocca: < Si, l’ultima frase potevi pure risparmiartela, ma mi hai reso un punto a favore > sussurrai alle sue orecchie, anche se lei ovviamente non capì di cosa stessi parlando.

< Voi….. giuro che me la pagherete! > Ciel era a dir poco incazzato come una biscia, e ci fulminò con lo sguardo, mentre la Mozzarella continuava a ridere sommessamente.

< In contanti o preferisci un assegno > sibilai alzandomi in piedi e avvicinando il mio viso al suo, senza staccare le pupille dal suo occhio, e lui fece altrettanto con me, ma ad un tratto Madame Red si mise in mezzo, facendoci risedere tutti e due ai nostri posti.

< Bene, direi che possiamo cambiare argomento! Come mai Ciel caro hai deciso di venire a Londra? > chiese con un sorriso, e il discorso deviò sui vari avvenimenti mondani accaduti in città negli ultimi tempi, praticamente la noia pura, e infatti la mia intenzione era di mollare tutti e andare in camera mia, quando le cose raggiunsero una piega interessante:

< Conte Phantomhive, vi sarà di sicuro giunta voce dei vari omicidi avvenuti nei bassifondi di Londra: prostitute uccise con pugnalate precise, quasi millimetriche, in modo da provocare una morte lenta e dolorosa. Il misterioso assassino infatti si è già guadagnato il soprannome di “ Jack lo Squartatore “ > esclamò Lau rivolgendosi a Ciel, il quale rimase impassibile, come se gli avessero appena detto “ Ho comprato una torta ne vuoi un pò? “

Di fianco a me, Wendy sbiancò di colpo mandando un gridolino sommesso:

< Signori! Vi siete dimenticati che ci sono due damigelle in questa stanza? – disse Madame Red, rimproverando i presenti, per poi rivolgersi a noi – Lotty, Wendy, potete ritirarvi nelle vostre camere? Vi accompagnerà Sebastian >

Uffa proprio ora che il discorso si stava facendo interessante! Ma non potevo rischiare che la mente innocente di Wendy venisse turbata da cotanta violenza, per cui non replicai e mi diressi verso la Mozzarella, seguita a ruota dalla mia amica.

< Sebastian stanotte dormi in camera con noi? Vero? Vero? > Wendy si appolipò alla vita del maggiordomo,sfoggiando i suoi migliori occhi da Bambi in piena crisi depressiva, ed io sospirai rumorosamente.

< Milady credo proprio che non abbiate nulla da temere: sarete al sicuro in camera vostra, e nessuno tenterà di farvi del male > disse la Mozzarella mostrando uno dei suoi sorrisi migliori, ma Wendy non sembrava molto tranquilla, per cui decisi di intervenire io:

< Non ti preoccupare! Mio zio mi diceva sempre che i serial killer non mirano alle persone pucciose e buone come te, perché non riescono proprio a sopportarle, creano una sorta di cortocircuito con la loro indole malvagia! Per cui stai tranquilla che sei al sicuro! > dissi dandole una pacca sulla spalla di incoraggiamento.

< E lei come fa a sapere queste cose? Suo zio è un poliziotto per caso? > chiese Sebastian squadrandomi con i suoi occhi rossi rossi.

< Mio zio un poliziotto? Ma va, era un serial killer! Ora è in galera e deve scontare ancora parecchi anni! Fortuna che è capitato in cella con mio cugino Robert. Beh lui non era un serial killer, ma una persona onesta: infatti ha sempre ucciso su commissione! > risposi angelicamente, per poi osservare la mia amica: strano credevo di averla rassicurata con le mie parole, invece mi stava osservando impalata come un baccalà seminascosta dietro al maggiordomo, il quale borbottava a bassa voce  parole del tipo “ In tutti gli anni della mia lunga vita non ho mai incontrato nessuno di più strano “.

Mamma mia che persone suscettibili!

 

 

Il giorno dopo scesi di buon ora per la colazione assieme a Wendy che non aveva chiuso occhio tutta la notte; infatti, dopo che Sebastian ci aveva mollate nelle nostre camere, la mia amica era corsa subito nella mia stanza implorandomi di dormire con lei, e così ho dovuto dividere il mio letto controvoglia, con Wendy, procurandomi anche un leggero mal di schiena causa posizioni scomodissime che ho dovuto assumere per evitare di cadere dal materasso.

Adesso siamo tutti seduti al tavolo della colazione: la Mozzarella stava servendo il te a Ciel, il quale ci aveva rivolto solo un leggero saluto (cafone), mentre Madame Red stava rimproverando per la seicentocinquantatreesima volta il povero Grell, mentre Lau rideva osservando la scena.

Tutto nella norma allora, posso stare tranquilla.

< Charlotte, Wendy, oggi noi saremo via per tutto il giorno: voi rimarrete a casa con Grell, quindi mi raccomando, niente esplosioni, allagamenti e cose del genere, chiaro? > esclamò Ciel rivolgendosi verso di noi; ah quindi avevano intenzione di mollarci qui da sole? Mo’ce penso io!

< Perché non possiamo venire con voi? Chi siamo, le figlie di nessuno? > risposi seccata, mentre Madame Red sussurrò qualcosa all’orecchio di Lau, il quale iniziò a ridere ancora più forte.

< Il posto in cui stiamo andando non è adatto a delle bambine come voi! >

< Guarda che anche tu sei un bambino, genio! E abbiamo pure la stessa età per cui inventati qualcosa di meglio la prossima volta! > dissi, per poi afferrare il mio cappello che ieri sera avevo abbandonato sul divano, per indossarmelo. Wendy , che era stata in silenzio tutto il tempo, mi chiamò debolmente, dicendomi che lei non sarebbe venuta con noi, poiché aveva ancora molto sonno a causa della notte passata in bianco, e quindi sarebbe tornata a letto. In effetti non aveva una bella cera, e durante la colazione si era pure addormentata finendo con la faccia dentro la tazza del latte, per cui quella mi sembrò la soluzione migliore; intanto c’era Grell a farle da baby sitter.

Così lasciata la mia amica a casa, salimmo sulla carrozza e partimmo alla volta dei sobborghi di Londra: il viaggio fu abbastanza calmo, Ciel mi aveva solo gridato dietro per centoventicinque volte che mi avrebbe rispedito indietro, mentre io ringhiai contro di lui per ben duecentoquindici volte! Solo ad un certo punto stavamo venendo alle mani, ma Madame Red ci bloccò assieme a Lau (per la cronaca: quei due si stavano divertendo un mondo a sentirci litigare, infatti non avevano smesso per un secondo di ridere).

Finalmente arrivammo a destinazione: davanti a noi si ergeva un edificio abbastanza malridotto, con le vetrate oscurate, e una grande insegna che doveva avere più anni dei miei e di quelli di Wendy messi assieme, visto quanto fosse scrausa, e su di essa c’era riportata la scritta “ Undertaker “.

< Che è stammerda? > chiesi indicando l’edificio, e in meno di una frazione di secondo, Sebastian si ergeva alle mie spalle in tutta la sua incazzatura, avvolto in una nube di oscurità, con un sinistro sorrisino sulle labbra, ringhiando: < Il linguaggio Charlotte: niente termini volgari >

< Sebastian lasciala stare, non abbiamo tempo per queste cose > disse Ciel, per poi entrare dentro al negozio, seguito a ruota dalla Mozzarella e Lau.

< Sai, tu e Wendy siete le prime che riescono a far perdere la calma a Sebastian, e a tener testa al mio nipotino contemporaneamente: vi adoro! > sussurrò Madame Red al mio orecchio, per poi seguire gli altri dentro all’edificio: mah non ho parole.

Entrai anche io, e una volta oltrepassata la porta, capii di trovarmi in un negozio di pompe funebri; ok, il cartello fuori avrebbe dovuto darmi qualche indizio, ma ero troppo impegnata a premeditare l’omicidio di Ciel per potermene accorgere. Molte bare disposte in modi differenti occupavano la stanza, mentre vari contenitori riempivano le mensole e le credenze impolverate. Non volava una mosca, e il negozio sembrava vuoto. Bene, ho sprecato una mattinata della mia preziosissima vita.

< Undertaker, so che sei qui: sono Ciel Phantomhive! >

< Tappo è inutile che gridi: non ti sei accorto che qui non… >

< Ihihihihihih benvenuti cari ospiti! >

Una risatina aleggiò nella stanza, e da una bara spuntò uno strano tizio vestito di nero, il quale,  molto probabilmente, aveva litigato con il suo parrucchiere visto la lunga massa di capelli argentati che aveva in testa. No seriamente: come faceva a vedere dove andava?!? Io sarei caduta in un tombino quasi subito!

< Ihihihih Conte, non vuole provare la mia nuova e confortevole bara? >

Ciel rabbrividì un poco, e stava per ribattere se io non mi fossi intromessa gridando un “ Certo che si, anzi ti aiuto a chiudercelo dentro “ che mi costò una gomitata da parte del diretto interessato e le risate dei presenti, soprattutto quelli dello strambo tipo, che iniziò a rotolarsi sul bancone scosso da dei forti tremiti.

< La vuoi piantare? Mi sei solo di intralcio lo capisci o no? >

< Oh andiamo, stavo solo sdrammatizzando, che male c’è? > esclamai incrociando le braccia, pronta al contrattacco, ma Undertaker ci interruppe sventolando la manina nella nostra direzione, mentre tentava di riprendere fiato dopo la lunga risata fatta.

< Basta, vi prego.. ihihihih … non ce la faccio, siete troppo buffi mentre litigate… ihihihih… e poi la vostra espressione… muahahahahahah! > non riuscì a finire la frase, e cadde dietro il bancone scomparendo dalla nostra vista; solo le sue risatine riecheggiavano per tutto il negozio, creando un effetto molto “ Casa degli orrori “.

<  Credo che oggi non dovremo pagare per le informazioni riservate, vero padroncino? > disse la Mozzarella rivolgendosi al tappo:

< Beh almeno siamo giunti ad un risultato, no? > chiese sprezzante, ottenendo come risposta un sorrisino da parte del maggiordomo. Qui c’è qualquadra che non cosa, ci scommetto Madame Butterfly di Wendy, tanto lei non c’è.

< Mi sa che il maggiordomo ha ragione stavolta, ihihihihih. Uno spettacolo del genere non lo si vede ogni giorno tanto facilmente! > il becchino era riemerso da dietro il bancone, da dove ci osservava con uno strano ghigno in viso, mentre il suo corpo era ancora scosso da degli spasmi.

Ci volle un po’ per farlo ricomporre, dopodiché ci fece accomodare su delle bare, il massimo dell’eleganza signori, e iniziò una lunga e noiosissima conversazione, di nuovo, sulla tecnica utilizzata dal caro Jack per squartare le sue vittime: vi dico solo che dopo dieci minuti la mia concentrazione era andata a farsi benedire, così mi alzai e decisi di uscire a fare due passi, onde evitare di collassare sul posto per la troppa noia.

< Dove stai andando? > mamma mia, il tappo è peggio di un segugio: non faccio in tempo a muovermi che già rizza le orecchie.

< Vado a fare due passi, problemi? >

< Sebastian valle dietro >

< Guarda che non ho bisogno di un bodyguard, a differenza di qualcuno in questa stanza, di cui non faccio il nome perché sono educata >

< Peccato che poi dai fuoco a delle tende, senza un bodyguard che ti tenga al guinzaglio! >

Ah no è, questo non doveva dirlo!

< Bene, vediamo allora quanto resisti in una rissa senza la Mozzarella! >

< Fatti sotto! >

Ci lanciammo l’uno contro l’altro, ma non riuscimmo nemmeno a sfiorarci perché Ciel fu trattenuto da Sebastian, mentre Madame Red placcò la sottoscritta, mentre Lau si guardava in giro chiedendo timidamente chi era la Mozzarella. Pfff, non ci voleva un genio per capirlo!

< Mollami Sebastian, voglio romperle il bastone in testa! > gridò il Conte mentre si dimenava tentando inutilmente di liberarsi dalla presa ferrea del maggiordomo, il quale non ne aveva nemmeno per l’anticamera del cervello di lasciarlo andare.

< Padroncino, mi sorprende: un nobile non dovrebbe mai perdere la calma davanti alle difficoltà! >

Disse con tono calmo, ottenendo come risposta un grugnito da parte di entrambi.

< Chi sarebbe la difficoltà? Rimangiati subito ciò che hai detto se non vuoi svegliarti una mattina e trovarti rapato a zero! > esclamai, mentre Madame Red continuava a tenermi stretta, mentre tentava con tutta le sue forze mentali di soffocare le risate davanti a quella scena improbabile; l’unico che non si preoccupava e si stava divertendo come se non ci fosse un domani, a parte Sebastian, la cui gamma di espressioni facciali adibite alle emozioni era pari a zero meno, era Undertaker, che si stava letteralmente rotolando per terra, tentando con tutto se stesso di continuare a respirare.

Dopo esserci ricompattati, ritornammo alla carrozza per tornare a casa, visto che tra risate, insulti e minacce si era fatto pomeriggio inoltrato: Ciel ed io eravamo seduti il più lontano possibile, per evitare che ci picchiassimo, mentre la Mozzarella ci aveva mollati tutti per andare a interrogare non ho capito chi. In quelle settimane avevo capito che, se avevi un problema o dovevi fare qualcosa, chiama Sebastian e il problema sarà presto risolto. Taratattatara tarattatatara!

Finalmente scorsi dal finestrino la residenza: non vedevo l’ora di fiondarmi a fare un bel bagno e di mangiare qualcosa di straunto con crema pasticcera di contorno. Salivazione in netto aumento.

< Finalmente a casa, spero che Grell abbia preparato almeno il tè > sospirò Madame Red mentre scendevamo dalla vettura, ovviamente mantenendo sempre la più grande distanza possibile tra me e il Conte.

Non appena entrammo in casa però, ammutolimmo all’istante: le stanze erano completamente distrutte, e tutto era messo a soqquadro; alcune finestre erano state completamente sfondate, e in tutta la casa aleggiava una puzza di bruciato nauseante. Al centro dell’atrio, Sebastian stava tentando di rianimare Grell, che era ko steso a terra, mentre brandiva ancora tra le mani un mattarello. Ok, punto uno come fa la Mozzarella ad essere già arrivato a casa, punto due: ma che cavolo è successo qui?!?

< La mia casa… > sussurrò Ciel in pieno shock, mentre Lau espresse ad alta voce i miei dubbi.

< Non so cosa sia accaduto: quando sono arrivato era già tutto sottosopra e lui era già svenuto a terra > rispose Sebastian indicando Grell, il quale si stava lentamente riprendendo; Madame Red, evidentemente stanca di tutta quella confusione, prese il suo maggiordomo per la collottola iniziando a shekerarlo con tutto il vigore possibile ed inimmaginabile: < Che hai combinato Grell? Cos’è tutta questa confusione? > gli gridò in faccia, facendolo svegliare del tutto.

< Ah basta, non mi picchi signorina! > rispose il maggiordomo, nascondendosi tremante dietro a Sebastian: un dubbio stava lentamente prendendo forma nella mia testa, e se avevo ragione, eravamo davvero nella merda.

< Grell – sussurrai – dov’è Wendy? >

Al sentire il nome della mia amica, il ragazzo sbiancò di colpo.

< La signorina…è sparita… è stata lei a distruggere il palazzo > disse, confermando i miei sospetti.

 

 

ANGOLO DELLA PAZZA

Buonsalve popolo! Sono ritornata, anche se da oggi aggiornerò molto più di rado, a causa dell’Università, ma non vi preoccupate: non abbandonerò questa storia!

Voglio ringraziare mioneperdraco e Fujiko_Matsui97 per le loro recensioni, e Percabeth7897 per aver inserito la storia tra le preferite. Vi adoro ragazze! Vorrei ringraziare, come sempre, anche tutti i lettori fantasmini, che almeno per un secondo hanno speso del tempo a leggere questa storia! J

Bene, spero di non perdervi, e di risentirvi al prossimo capitolo! <3

Baci!

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** ALLA RICERCA DI WENDY ***


Non appena la carrozza con su Lotty e gli altri svoltò l’angolo, smisi di agitare la manina, e insieme a Grell rientrai in casa.

< Grell sono stanca, posso andare a letto? > chiesi al maggiordomo: mi sembra strano non avere Sebastian che gira per casa… sento già la mancanza degli altri!

< Certamente signorina, la sveglierò io per pranzo > mi disse Grell con un sorriso: mi piace chi è sempre sorridente, magari posso chiedergli una cosa…

< Grell! Mi racconti una favola? Dai dai ogni volta che lo chiedo a Lotty mi tira un cuscino in testa, e Sebastian ogni sera dice che deve andare a contare le mattonelle della cucina! Ti preeegoo! >

Il ragazzo arrossì vistosamente iniziando a balbettare: bene sta cedendo è il momento di sfoggiare i miei occhioni azzurri da cerbiatta.

< Daiiiiii…ti pregoooo >

< Va bene… dovevo mettere a posto il salotto… Madame Red mi ucciderà >

< Non ti preoccupare chiederò a Lotty di proteggerti! Grazie Grell! > abbracciai di slancio il maggiordomo, che diventò color fragola, dopodiché salimmo al piano disopra: saltellai tranquillamente fino alla mia camera, e la mia camicetta da notte sobbalzava ad ogni mio passo, ehehe!

Non appena il maggiordomo aprì la porta, mi lanciai sul letto sprofondando tra i cuscini, e mi infilai sotto le coperte. Con una mano afferrai Madame Butterfly, mentre con l’altra presi un grande libro dal comodino e lo diedi al ragazzo:

< Tieni, è il “ Grande tomo sulle leggende e avventure del Pandacorno zuccheroso “. Dai dai! Inizia! Ah no prima il bacino della buonanotte! > dissi angelicamente.

< Ma signorina, non è abbastanza la favola? Anche il bacino vuole? > chiese sempre più agitato; e va bene occhioni da cerbiatto modalità super in azione.

< Oddio..c-che sguardo p-penetrante… o-ok ma la prego non si metta a piangere >

Siii ho vinto ho vinto! Mi raggomitolai sotto le coperte, e Grell mi diede un bacino sulla fronte per poi sedersi sulla poltrona di fianco al mio letto: mentre la voce del maggiordomo iniziò a coprire il silenzio che aleggiava in camera, strinsi Madame Butterfly al petto e immaginai cosa stavano combinando gli altri.

Molto probabilmente Lotty si starà divertendo…..

E anche Ciel….

E Sebasti…

……..

 

< Signorina si svegli, le ho portato la merenda >

La voce di Grell mi riportò alla realtà, lentamente mi misi a sedere sul letto, mentre il maggiordomo posò un vassoio contenente una tazza di latte fumante e dei biscotti sul comodino: alla vista del cibo il mio stomaco emanò un rumoroso brontolio, e le mie guance diventarono rosse per la vergogna…. Che figura! Un momento, ma che ore erano?

< Ma quanto ho dormito? > esclamai notando l’ora sull’orologio a pendolo di fianco al mio letto.

< Mi scusi signorina, ma ero talmente impegnato da scordarmi della vostra presenza: mi scusi mi scusi! > Grell si mise quasi in ginocchio davanti al letto. No, non deve far così, non mi piace vedere le persone tristi, sennò piango!

< No Grell, non è colpa tua…io…. buaaaaahhhh >

Scoppiai in lacrime agitando Madame avanti e indietro dalla disperazione: ho sgridato una persona sono una bambina cattiva!! Ok, veramente non ho fatto nulla, ma fa niente sono cattiva perché una persona vicino a me sta piangendo!!

< No signorina non deve piangere! O mamma, e adesso come la faccio smettere? No milady si calmi, l-le ho portato il latte caldo e i b-biscotti alla vaniglia che le piacciono tanto! >

Ha detto biscotti alla vaniglia? Ma come faceva a saperlo che mi piacevano?

< Ooooooh grazie Grell!! Ti voglio tanto bene! > dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori, e il ragazzo indietreggiò leggermente, per poi uscire dalla stanza alla velocità della luce. Oh povero, aveva fretta! E io avevo fame!

< Bene Madame – dissi prendendo il mio pony in braccio – è l’ora del pranzo-merenda! Ooooh, è un meranzo! Che bello! > esclamai prendendo il vassoio e posandolo sul materasso davanti a me; mangiai i biscotti con gusto, uno per me, e uno per Madame, e alla fine bevvi il latte caldo: che buono, aveva uno strano sapore ma per il resto era ottimo!

< Oooh è meglio cambiarsi, tra un po’ arriveranno gli altri! > dissi, e volteggiai fino all’armadio per scegliere il vestito da indossare: optai per un bellissimo abito lilla con dei fiocchi rosa sulla gonna, e un nastro in tinta per legarmi i capelli in due lunghi codini. Adorabile!

< Bene, sono pronta, è ora di farti bella Madame! >

Presi la mia spazzola dal cassetto, ed iniziai a pettinare la criniera del  pony, mentre pensavo a come acconciala per la cena, quando improvvisamente una vampata di calore mi attraversò il corpo, facendomi arrossare le guance. Strano, prima stavo benissimo… mah meglio aprire la finestra, non vorrei prendermi un malanno. Appoggiai il pupazzo sul letto, quando una seconda vampata di calore, molto più forte, mi attraversò di nuovo. O mamma, mi sa che sta arrivando il folletto dell’influenza di cui parla spesso Lotty. Nono io non lo voglio!

Iniziai a percorrere avanti e indietro la camera, e la cosa stranamente mi faceva rilassare: o si, mi piaceva muovermi sisi ahahahahah! Alzai il viso e vidi il grande grande lampadario della mia cameretahahahah…. o mamma, perché rido?!? Ma ridere è bello! Ahahahahah!!!!! Sono felice!!!

O che bel lampadario! Magari ci salto sopra sisi! Che bello che bello!

Salii sul mio letto, e da lì provai ad afferrarlo: uffa non ci riesco! Piangissimahahah non è vero sono felice! Bugia bugia! Ma allo stesso tempo sono triste! Piango! Ci riprovai, e stavolta ne afferrai un braccio: sisisi brava me, ma il lampadario non resse il mio peso e caddi a terra. Ahi ahi male male ma fa niente! Voglio rifarlo!

Qualcuno bussò alla porta; deve essere Grell, che bello ci giocherò insieme! Sisi! Ahahahahah!

< Signorina ho sentito un tonfo, tutto a posto? >

Sisisiahahahah sono a posto! Eheheheh! Ma voglio provare a picchiare qualcuno, Lotty dice sempre che è rilassahahaha!! Sisisisi! Picchiamo qualcuno!

< Greeeeeelllll entra entra! > dissi, mentre presi in mano il mio pony…. Ahahahah! Come è bello, ma che bello bello bello!!

Non appena il maggiordomo aprì la porta, lanciai Madame e la spazzola su di lui! Che bello volano volano, e anche io voglio volareeee!!!!

Mi fiondai fuori dalla porta, e tutto ciò che mi capitò a tiro lo feci volareeeee ahahahaha! Sedie, tavoli, quadri, piante, Grell con un mattarello in mano, che bello!!! Ahahahaha!

< Ma anche io voglio volare! Ahahahah! > gridai, non è giusto e sono triste, però sono anche felice sisisisi! Sebastian e Lotty si arrabbieranno, ma a me non importa! Ah ah ah ah! E se anche distruggo la casa tanto non è mia! Ah ah ah olè olè olè!

Vidi una finestra di fianco a me, e fuori il cielo era azzurro azzurro, voglio volare anche io: vadooooo…………

 

 

< ….. e alla fine ha abbattuto una finestra sparendo dalla mia vista. Ho provato a fermarla, ma un vaso mi ha colpito in pieno e sono svenuto: mi spiaceeee!!!! Chiedo perdono!!! >

Grell iniziò a piangere come un disperato, mentre Madame Red tirò giù un’ampia gamma di insulti verso il suo maggiordomo che io non vi ripeterò, evitando di turbare le vostre giovani menti: la situazione era comunque molto seria, e iniziava a crescere in me una nota di preoccupazione.

< Gente, dobbiamo ritrovarla in fretta! – gridai dalla disperazione- e per il vostro bene nascondetevi! Oddio! Presto dobbiamo chiamare la polizia, l’esercito, un esorcista!! Siamo nella merda! Sto per avere una crisi di panico! >

Iniziai a dondolarmi come un’autistica, mentre gli altri mi guardavano male, ma non me ne poteva fregare di meno! Oddio, mi manca l’aria…. Aiuto! Help me!

< Adesso basta! Sebastian, falla calmare! E voi due, smettetela di gridare! Mi state facendo venire il mal di testa! > esclamò Ciel, il quale si era appena ripreso dal trauma “ Una mandria di bufali ha appena sostato in casa mia “, e ovviamente aveva ricoinciato a fare ciò che gli veniva meglio: comandare a bacchetta.

< Forse non ti è chiara la situazione: dobbiamo assolutamente ritrovare Wendy! Quella è capace di abbattere un palazzo intero in quelle condizioni! Per non parlare del fatto che ritornerà, e lì si che voglio vedervi! O mamma, nessun posto è più sicu… > la Mozzarella mi tappò la bocca, sussurrandomi all’orecchio di calmarmi; Madame Red, che aveva appena smesso di strozzare Grell, si avvicinò, e mi prese una mano tra le sue:

< Calmati cara, agitarsi non serve a nulla: adesso ci sediamo tutti in salotto, e ci spiegherai come mai Wendy è diventata così aggressiva: non è la prima volta che si comporta così, vero? >

Infatti, non lo era. Annuii debolmente con la testa, e Sebastian mi lasciò andare. Andammo tutti in salotto, e non appena mi sedetti sul grande divano, iniziai a raccontare:

< La prima volta che si comportò in questo modo fu tre anni fa: avevo fame, e siccome mancava ancora molto all’ora di cena, convinsi Wendy ad intrufolarsi nelle cucine dell’orfanotrofio: dopo aver preso qualcosa da mangiare, mi avvicinai ad uno scaffale, e notai alcuni contenitori con all’interno delle foglie da tè e chicchi di caffè. Siccome non avevamo mai assaggiato quel tipo di bevande, ne rubai un po’ e lo portai in camera nostra. La sera stessa ci nascondemmo di nuovo nelle cucine, e dopo averle assaggiate, Wendy iniziò a comportarsi in modo strano: sembrava un’esagitata! Dopodiché aggredì un bambino, diede fuoco alla cucina, allagò i bagni, fece esplodere la nostra camera, scappò dall’orfanotrofio ecc ecc. Ecco credo che non regga la teina e la caffeina! Evidentemente la eccitano troppo! >

Al termine del mio racconto, le facce che avevo davanti a me potevano formare un grande punto interrogativo: che è, non mi credevano?

< Tutto qui? E io che pensavo chissà cosa! Mezz’ora e dovrebbe smaltire la caffeina, no? > sospirò il Conte dell’apatia di fronte a me: per tutta risposta mi alzai di scatto dal divano avvicinandomi, per poi afferrarlo per il fiocco che aveva al collo, attirandolo a me:

< Tu non hai la minima idea di ciò che potrebbe accadere – gli sussurrai vicino, ok forse un po’ troppo però ero molto incazzata e non ci badai - l’ultima volta siamo riusciti a fermarla dopo una settimana che andava in giro a destra e a manca atterrando gente a caso: per cui se non mi darai una mano a ritrovarla, io non verrò a spolverare la tua tomba ogni fine settimana, dopo che Wendy ti avrà soffocato nel sonno! >

< Ooooook… adesso non mi sembra il momento adatto per uccidersi, per cui a un metro di distanza l’uno dall’altro! > Madame Red mi spinse delicatamente via, e io ritornai a sedermi al mio posto, ignorando le lamentele di Ciel dietro di me, e le risatine della Mozzarella. Ma quello ride sempre?!?

< Solo una cosa non mi è chiara – esclamò Sebastian, che era rimasto in silenzio fino ad ora – come mai Lady Wendy ha iniziato a comportarsi così? Non ha bevuto niente che contenesse caffeina, anche perché avevo lasciato a Grell la lista di cose da fare per occuparsi di lei mentre ero via > disse portandosi la mano al mento, mentre Grell all’udire le sue parole iniziò a tremare vistosamente, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

< Hai letto la lista, vero Grell? – disse Sebastian con voce suadente, mentre si avvicinò a lui- e l’hai seguita alla lettera, giusto? > aggiunse avvicinandosi ancora di più.

< S-s-si, in-infatti ho dato a Lady Wendy i biscotti alla vaniglia, e-e-ecco, però pensavo che solo il latte magari f-fosse poco v-visto che non aveva m-mangiato a pranzo, e.. ecco… ho messo un po’ di caffè nella tazza per renderlo più saporito > disse tutto d’un fiato. Una frazione di secondo, e Grell era a terra ko a causa di un pugno di Madame Red, mentre la Mozzarella si limitò a sussurrare un debole “ Idiota “, per poi sospirare rassegnatamente. Mistero svelato, yeeee!

< Beh adesso basta picchiarlo, quello lo farò io dopo – esclamai alzandomi in piedi- ora dobbiamo cercare Wendy, anche perché ritornerà qui prima o poi, così ha fatto l’ultima volta, e a quel punto dovremmo essere preparati al peggio! > gridai, cercando di attirare l’attenzione degli altri.

< Bene, se tornerà qui non c’è bisogno di uscire a cercarla, per cui tu e l’idiota potrete rimanere a casa ad aspettarla > esclamò Ciel, per poi alzarsi in piedi e dirigersi verso la porta.

< Momento: e tu dove vai? > chiesi, visto che la sensazione del “ C’è qual quadra che non cosa “ stava riaffiorando in me.

< Madame Red, Lau, Sebastian ed io stasera andremo ad un ballo importante: ad aspettare che la pazza ritorni ci sarete tu e Grell. Chiaro o devo rispiegartelo? >

< Cosa? Non potete mollarmi qui! Per immobilizzarla ci vorranno minimo cinque persone, da sola non ce la farò mai! >

< Infatti,  con te ci sarà lui > sussurrò, indicando il maggiordomo svenuto a terra, mentre un sorrisino faceva capolino sul suo viso: si stava vendicando, il maledetto!

Mi lasciarono da sola nel salotto, con Grell, per poi sparire all’improvviso: bene, caro il mio Conte, ti consiglio di non fare passi falsi d’ora in avanti, perché ti stalkererò fino allo sfinimento, e ti renderò pan per focaccia!

 

 

Camminavo avanti e indietro per il salotto, in piena crisi depressiva: mi ero infilata la lunga camicia da notte, e sulle spalle mi ero messa uno scialle di lana, in modo da restare al calduccio. In mano tenevo il mio fidato mattarello in legno di quercia, con venature di corteccia di baobab, che mio zio mi aveva donato poco prima di andare in galera; caruccio, mi ricordo ancora le sue parole “ Per difenderti nel caso qualche bruto provasse a farti del male, fiorellino dello zio! “

Aveva pure intagliato il mio nome sul legno, seguito da un “ Con affetto, il tuo adorato zietto “ facendo anche la rima.

Un urlo interruppe i miei pensieri: da una parte fu un balsamo per le mie orecchie, visto che era la voce gracchiante di Ciel ad aver gridato di dolore, dall’altra mi mise in allerta, visto che poteva essere benissimo Wendy, tornata per il contrattacco.

Con estrema agilità corsi fuori dalla stanza, nella direzione di provenienza dell’urlo, brandendo con tutte le mie forze il mattarello: < Non muoverti Wendy: ti farò tornare come eri prima! > gridai, arrivando di fronte alla porta da cui era partito il richiamo tarzaniano, intenzionata a sfondarla a colpi di mattarellate, quando questa si aprì, facendomi trovare davanti la figura della Mozzarella in carne e anemia pura.

< La prego di mettere giù la sua arma impropria milady: Lady Wendy non è nei paraggi glielo posso garantire > disse bloccando con il suo corpo la porta, impedendomi di entrare.

< E allora perché il tappo ha ululato alla luna? > chiesi scettica.

< Al signorino è caduto un quadro in testa > disse sorridendo. Perché la faccenda mi puzza?

< Se ora mi vuole scusare, devo ritornare dal padroncino: le consiglio di mettersi a letto, se non vuole prendersi un malanno > esclamò, per poi sparire dietro la porta. Come facevo a mettermi a letto se la mia migliore amica si è trasformata in Godzilla?!? Io ho il dovere di riportarla indietro!

< Sebastian aprimi o sfondo la porta: dovete darmi una mano, non posso aspettare fino a domani mattina! > gridai. Dopo un po’ la Mozzarella uscì di nuovo; in silenzio mi cinse con le sue braccia, sollevandomi da terra. Provai a dimenarmi, ma la presa era troppo stretta, maledizione! Perché non mangio mai la verdura, maledetta a me!

< Mollami, non hai il diritto! Io devo trovare Wendy!  > gridai continuando a scalciare con tutte le mie forze, senza muoverlo di un millimetro, però.

< Adesso milady si calmi, e dorma > sussurrò debolmente alle mie orecchie: all’improvviso le mie palpebre divennero pesanti, e un sonoro sbadiglio si fece strada sulla mia bocca; l’ultima cosa che vidi, furono le due iridi rosse del maggiordomo, per poi venire inghiottita dall’oscurità.

 

 

Doveva essere già notte fonda quando mi svegliai di colpo: i raggi lunari illuminavano la stanza, e il silenzio regnava nella magione. Mi misi a sedere sul letto, stropicciandomi gli occhi per svegliarmi meglio. Non so come avesse fatto, ma era stata la Mozzarella a farmi addormentare, facendomi perdere tempo prezioso per la ricerca di Wendy; scesi dal letto, infilandomi il caldo scialle verde e afferrando il mio adorato mattarello, per poi uscire dalla stanza.

Percorsi il corridoio, chiamando a bassa voce Grell, ma l’unica risposta che ottenni fu un gracidio di rane: vatti a fidare della servitù, eppure lo dovrei aver capito di non poter contare su di loro! Nei libri che leggo il colpevole è sempre il maggiordomo! E ancora mi meraviglio?

Un rumore, seguito da delle voci, mi fece sobbalzare: qualcuno era appena entrato in casa, e io ero da sola, con un mattarello come arma impropria…… Fantastico! Finalmente un po’ di azione! Venite ladri, venite, assaggerete il potere del mitico mattarello degli Edwars! Muahahahahah!

In punta di piedi, mi avvicinai alle voci: mi fermai, nascosta in un angolo del corridoio, per poi sbirciare con la coda dell’occhio: la Mozzarella era in piedi, con in mano un grande candelabro, e stava parlando animatamente con….. momento: vestito rosa confetto con roselline e fiocchi incorporati, lunghi codini neri, cappellino in tinta…..Wendy!

< Hai trovato Wendy! Ti adoro Sebastian! – gridai, uscendo dal mio nascondiglio e lanciandomi contro la ragazza, abbracciandola stretta contro il mio petto – vieni qui, fatti stritolare per bene, mi sei mancata tantissimo piccola psicopatica mia!!! >

Cavoli, non mi ero mai accorta di quanto Wendy fosse piatta, e con un accenno di muscoli…. Momento! Ma che….

Alzai il viso per osservare il volto della mia amica e mi ibernai sul posto: Ciel mi stava osservando, completamente rosso, paralizzato, mentre nella stanza calò un silenzio di tomba; le mie guance diventarono anch’esse dello stesso colore delle fragole, mentre le rane ricominciarono a gracidare felici, formando un coretto niente male con le risate di Sebastian, ma per il resto Ciel ed io restammo abbracciati, immobili per almeno una decina di minuti.

< Potresti mollarmi…. > sussurrò voltando il proprio viso dall’altra parte, e io mi staccai automaticamente: solo in quel momento realizzai veramente ciò che avevo scoperto.

< Ok, ti sarai accorto che mi stai leggermente sui maroni, ma non ti devi vergognare: sono una dodicenne dalla mentalità aperta, posso accettare i tuoi gusti! Però dovresti almeno avvisare una certa bomboniera dai codini biondi! > dissi sogghignando, mentre un’espressione di terrore puro si fece strada sul volto del ragazzo.

< Non hai capito niente, come al solito! E tu piantala di ridere, non è divertente! > gridò alla Mozzarella in evidente crisi respiratoria, agitandosi sempre di più. Non appena riuscì a ricompattarsi, Sebastian mi spiegò la situazione: praticamente Ciel si era conciato in quel modo per adescare un tizio, che poi lo aveva steso, ma con cui alla fine si era preso un tè…. Ok non ci ho capito molto, e credo ve ne siate accorti.

< Beh ho solo una cosa da dire – esclamai avvicinandomi al Conte- sei veramente tenerello con i codini! >

 Con le mani afferrai le sue guance, e iniziai a tirargliele; aaahhh ridissimo, devo ammettere però che sembra proprio una dolce e pucciosissima bambina! Se Wendy fosse qui… si divertirebbe tantissimo…. Dove sei amica mia?

< Piantala, mi fai male! > urlò, afferrandomi per un polso; normalmente lo avrei minimo defenestrato, invece non feci nulla: in silenzio mi liberai con uno strattone, e me ne andai senza dire una parola. Corsi velocemente in camera mia, per poi buttarmi sul letto, stringendo il cuscino al mio petto; chissà come sta Wendy…. Mi manca tantissimo… no Charlotte, ricompattati! Cacciai indietro le lacrime che iniziavano a far capolino dai miei occhi, e mi accoccolai sotto le coperte.

< Stai tranquilla piccola pazzerella mia: domani ti verrò a prendere > sussurrai, per poi addormentarmi.

 

 

 

< Non è possibile! >

Se avesse potuto, Ciel avrebbe rimesso a soqquadro la casa dal nervoso, ma molto probabilmente si era reso conto che così facendo avrebbe dovuto aprire un mutuo in banca, visto la fortuna che aveva appena speso per riarredare la  villa dopo l’uragano Wendy. A quanto pare la mascherata di ieri non era servita ad una beata cippa, visto che il caro Jackie stava ancora saltellando a destra e a sinistra per le vie di Londra, squartando gente a destra e manca. Non che la cosa mi dispiacesse…. Ihihihihih.

< Sususu non fare così: almeno abbiamo appurato che sei uno splendore con i codini > dissi ridendo, per poi schivare un vaso che accidentalmente era sfuggito dalle mani del caro Conte, finendo, sempre casualmente, sulla mia traiettoria. Che sbadatello!

< Prova a raccontare a qualsiasi essere vivente di qualsiasi specie ciò che hai visto ieri sera, e giuro che ti investo con la carrozza e ti uccido! E dopo averti ucciso ti riinvesto una seconda volta! > gridò avvicinandosi a me.

< Mi stai minacciando? >

< Afferri al volo ragazzina! >

< Due metri di distanza! >

Madame Red fece il suo ingresso seguita da Sebastian, il quale iniziò a passare lo spolverino color arcobaleno sui mobili, sui quadri, e su Lau, che era seduto sul divano da almeno quattro ore mentre fissava il vuoto con occhi spiritati. La donna invece, dopo averci separati, si sedette di fianco al caro cinesino, appoggiando sul tavolino di marmo una scacchiera:

< Vuoi giocare con me Ciel? È da tanto che non facciamo una partita a scacchi! > disse sorridendo al ragazzo. Bene, visto che qui non c’è nulla di interessante andrò a prendere qualcosa da mangiare!

Mi ci volle molto tempo per riuscire a trovare qualcosa di commestibile e dal contenuto calorico scandaloso, e quando ritornai in salotto trovai soltanto Madame Red e Sebastian, intenti a parlare. La donna, non appena si accorse della mia presenza, mi invitò a sedermi vicino a lei:

< Charlotte cara, ti manca tanto la tua amica, vero? > mi chiese, e alle sue parole sentii le lacrime risalirmi. Maledizione….

Con uno sforzo le ricacciai giù, per poi rivolgermi alla donna:

< Certamente: ci siamo ripromesse di prenderci cura le une delle altre, e di non abbandonarci mai. Io sono molto irascibile, e a volte anche violenta lo ammetto, ma Wendy è sempre riuscita ad equilibrarmi; a volte può sembrare che non andiamo d’accordo, e che la tratti male, ma in realtà le voglio bene…. > mi bloccai di colpo arrossendo. Mi sono lasciata troppo andare accidenti… Mi morsi il labbro, distogliendo lo sguardo dagli occhi della donna: nessuno doveva vedere quella Charlotte, la Charlotte debole, nessuno…

Madame Red non disse nulla, ma all’improvvisò mi abbracciò, lasciandomi senza parole; non riuscivo a capire il perché di quel gesto sinceramente, e la cosa mi lasciò senza fiato.

< Se avessi potuto… - sussurrò a bassa voce – vi avrei adottate subito…. >

Mi lasciò andare da quel lungo abbraccio, e io la osservai, tentando di capire il significato di quelle parole: se voleva adottarci, bastava che andasse da Phipps, che cosa c’era di così difficile? Oddio, forse ha ragione Ciel, sono ritardata nel capire le cose che mi circondano!

< Charlotte, Sebastian! > chiamò la donna, e il maggiordomo si girò verso di noi.

< State vicino a Ciel: so che può sembrare freddo e distaccato al primo impatto, ma in realtà ha tanto bisogno di qualcuno che lo guidi e che gli stia vicino. Ve lo chiedo in ginocchio! >

Quella richiesta mi lasciò leggermente spiazzata: qualcosa non andava, e dovevo capire cosa…

Madame Red mi accarezzò delicatamente la guancia, per poi alzarsi e lasciarmi sola assieme a Sebastian; solo ora notai che il maggiordomo mi stava fissando in modo alquanto inquietante (e per di più avevo lasciato il mitico mattarello in camera mia!).

Tornai a guardare in direzione della porta, ma la dama in rosso era scomparsa; automaticamente portai la mano sulla mia guancia, ancora calda: qualcosa nel mio cuore mi sussurrava che il suo, era stato un addio.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Buonsalve a tutti!

Capitolo forse un po’ insolito, almeno per me: ho deciso di moderare la mia pazzia, visto che l’episodio di jack lo Squartatore, dal mio punto di vista, è uno dei più belli e intensi del manga, e quindi non vorrei rovinarlo… se l’ho fatto non era mia intenzione!

Ma torniamo al nostro caro duo: Wendy è completamente allo sbando, mentre Lotty inizia ad avvertire la mancanza dell’amica. Chissà come andrà a finire: riusciranno a ritrovarsi? E Wendy ritornerà alla sua solita, ma moderata, pazzia?

Lo scoprirete restando con noi! * parte la musichetta di sottofondo *

Bene, la pianto di fare la scema: voglio ringraziare chi ha recensito fin ora, siete fantastiche ragazze!  E ringrazio i lettori fantasmini, come sempre! J

Invito a lasciare un commento piccolo piccolo, anche negativo a questo delirio! Solo così potrò sempre migliorarmi!

Baci baci   

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** QUANDO TUTTO TORNA ALLA NORMALITÀ ***


Aveva da poco cessato di piovere, e i raggi lunari filtravano dalle finestre del salotto: mi strinsi lo scialle al petto, mentre osservavo il fuoco scoppiettare nel camino; Sebastian era da poco tornato a casa dopo aver setacciato tutta la città, alla ricerca di Wendy, senza nessun risultato.” Non è possibile – pensai- non può essere sparita nel nulla, doveva  per forza essersi nascosta da qualche parte a Londra, non vedevo altre spiegazioni, e io l’avrei ritrovata ad ogni costo “.

< Charlotte >

La voce di Ciel mi riportò alla realtà: il ragazzo era appena entrato nella stanza, seguito ovviamente dal bodyguard in nero, e aveva un’espressione alquanto strana sul suo volto, che mi colpì.

< Ieri sera Grell è rimasto tutto il tempo con te? > mi chiese con tono allarmato; ma che domande sta facendo? Era qualcosa di rilevante in questo momento? Non mi sembra!

<  No… quando mi sono svegliata e vi ho incontrati – solo a ripensare alla scena le mie guance divennero rosse – lo stavo appunto cercando > risposi, anche se non capivo cosa centrasse quella domanda, ma preferii non commentare.

Il Conte si incupì improvvisamente, per poi rivolgersi alla Mozzarella ordinando di seguirlo: un attimo, cosa stavano architettando i due amiconi? Col cavolo che mi lasciano ancora all’oscuro, piantandomi in asso come la sera precedente!

Con un balzo mi portai davanti ai due, tagliandoli la strada e impedendogli di uscire: piuttosto sarebbero passati sopra il mio cadavere, ma qui qualcuno mi stava nascondendo qualcosa, e io dovevo scoprire cosa.

< Dove credete di andare a quest’ora della notte? > sussurrai guardandoli di sbieco, e cercando di mettere più soggezione possibile.

< Non sono affari tuoi ed ora levati > mi rispose il ragazzo cercando di oltrepassarmi, ma io lo placcai in un microsecondo, afferrandolo per le braccia.

< Punto primo: non si spintona una signora, è da maleducati. Punto secondo: ti conviene ascoltarmi se non vuoi che “ delle cosucce “ vengano sbadatamente sparpagliate per tutta Londra, finendo nelle mani di qualcuno…. > esclamai sfoggiando uno dei miei migliori ghigni: aaah sicuramente il mio zietto sarebbe stato orgoglioso di me!

< Senti, non ho davvero tempo di dar corda ai tuoi deliri post cena, per cui levati o te lo scateno contro! > disse con un leggero tic nervoso all’occhio, mentre con una mano indicò la Mozzarella, la quale sospirò leggermente, assumendo un’aria da “ ma chi me lo ha fatto fare? “.

Eheheheh ingenuotto: con molta calma tirai fuori da sotto lo scialle delle foto, che sventolai davanti agli occhi del ragazzo il quale, non appena riconobbe la figura riprodotta su di esse, mancò poco che collassò sul posto. Dovete sapere infatti che la notte scorsa, poco dopo il nostro incontro-scontro in cui scambiai il Conte dei depressi per Wendy, ci misi meno di una decina di minuti per capire il valore altamente ricattabile di ciò che avevo scoperto, quindi, dopo aver preso coscienza di ciò, mi infiltrai di nascosto nella camera del caro ragazzo, scattando un bellissimo servizio fotografico che sicuramente mi sarebbe tornato molto utile!

< C-come è possibile? Ieri sera eri tornata in camera tua ti ho visto! > mi gridò contro tentando di mantenere tutto il suo autocontrollo.

< Seeee ingenuo! In realtà sono rimasta in camera tua tutto il tempo, e che scatti ragazzi! Tu che ti levi la parrucca, tu che lanci le scarpe giù dalla finestra sostenendo che sono un nuovo mezzo di tortura, tu che ti slacci il corsetto riacquistando la facoltà di respirare, ah e qui finalmente siamo giunti al pezzo clou dove si libera nell’aria il passerot…! >

Ciel completamente rosso mi tappò la bocca con la mano, impedendomi di continuare la mia dettagliatissima descrizione, e gridando con tutto il fiato che aveva in gola di dargli le foto. Visto che aveva già funzionato con Grey, io mi limitai a mordergli la mano facendolo gemere di dolore, per poi allontanarmi e nascondere i preziosi scatti nelle pieghe della mia vestaglia.

Il Conte mi guardò malissimo, per poi girarsi verso la Mozzarella, puntandogli contro un dito: < Tu…. Impossibile non ti fossi accorto ieri sera che in camera con noi c’era qualcuno! > sibilò fulminando con lo sguardo il maggiordomo.

< Infatti avevo avvertito la presenza di Lady Charlotte, ma il padroncino non mi aveva dato ordini nei suoi confronti > rispose il maggiordomo con estrema tranquillità, portandosi una mano al petto in segno di reverenza. Il ragazzo, preso in contropiede, si limitò a ringhiare qualche insulto a bassa voce, per poi rivolgersi di nuovo a me:

< Allora, cosa vuoi? > mi chiese.

< Semplice: mi porterete con voi permettendomi di cercare la mia amica. E stavolta si fa sul serio >

 

 

 

< Se sapevo che saremmo rimasti tutto il tempo fermi ad osservare il nulla non sarei venuta >

< Se ti facessi gli affari tuoi invece di ficcare il naso dappertutto, ora non ti continueresti a lamentare e mi lasceresti fare il mio lavoro in pace >

< Oh che meraviglia, che pelo morbido, e le tue orecchie sono perfette >

< Sebastian: taci, te lo impongo >

Il maggiordomo lasciò andare, a malincuore, un gattino randagio, il quale ,non appena si era avvicinato a noi, era stato arpionato dalla Mozzarella vittima di un attacco di fangirlismo acuto; seriamente, mancava poco che si illuminasse di luce propria tipo lampada portatile!

Osservai la scena con una leggera punta di disgusto, appoggiandomi al mitico e super mattarello di quercia/baobab che mi ero portata appresso in caso di scippo o attacco frontale wendiano, sospirando dalla noia. Ciel invece continuava a guardarsi intorno, come se aspettasse qualcuno, appogiato con le braccia conserte alla parete dietro di noi, stile mafioso che aspetta i suoi strozzini.

< Forse abbiamo sbagliato > sussurrò tra se e se, rilassando le spalle tese, rivolgendosi alla Mozzarella.

< Non credo padroncino, qualcosa accadrà, deve solo avere pazienza > rispose il maggiordomo sorridendo, inclinando leggermente la testa di lato.

< Best friends: se magari mi rendeste partecipe del vostro discorso, senza parlare in codice per favore, potrei darvi una mano > dissi acida. Tanto Wendy si era eclissata dalla faccia della Terra a quanto pare!

< Bah sei ancora troppo piccola per certe cose. E poi non saresti d’aiuto > brontolò il Conte senza nemmeno guardarmi in volto. Mamma mia quanto mi faceva venire voglia di prendere il mattarello e romperglielo in testa!

< Bello, guarda che abbiamo la stessa età. Per cui argomenta le tue risposte in modo sensato! > ribattei seccata.

< Mi sorprendi: conosci il significato di una parola tanto aulica come “ argomentazione “ ? > sussurrò con un ghigno, rivolgendomi almeno un’occhiata, anche se di superiorità.

< …. Non so cosa significhi: ma l’ha detta lui una volta quando a lezione di latino ho gridato che non me ne fregava una cippa di Cicerone, mentre mi minacciava con una bacchetta. Per cui se è uscita dalla sua bocca vuol dire che va bene! > dissi indicando Sebastian, il quale mormorò qualcosa del tipo “ almeno quando la rimprovero mi ascolta “.

< Ah e vedi di non insultarmi: aulico sarà tua sorella, anche se sei figlio unico! >

La discussione sarebbe andata avanti in eterno, se un urlo non ci avrebbe distratto, facendoci sobbalzare (almeno, io e Ciel sobbalzammo. La Mozzarella non fece una piega).

< Charlotte, rimani qui e non muoverti per nessun  motivo. Torniamo subito > esclamò Ciel, per poi correre via seguito da Sebastian, senza darmi nemmeno il tempo di ribattere. Sbuffai, appoggiandomi alla parete dietro di me, e guardandomi intorno. Non c’era anima viva, perfino il gatto che Sebastian stava torturando era sparito, e io ero completamente sola. Passò un sacco di tempo, e la noia stava aumentando notevolmente: dove si erano cacciati quei due stavolta? possibile che dovevano sempre sparire nel nulla? Quando tornano mi sentiranno! E sentiranno anche il mio mattarello.

Un rumore di passi giunse alle mie orecchie, facendomi voltare di scatto: non potevano essere Ciel e Sebastian, ne ero sicura, inoltre il rumore veniva dal lato opposto del vicolo. Strinsi il mattarello tra le mani, deglutendo rumorosamente.

< Chi è? > chiesi, rimanendo in allerta.

Una figura sbucò dalla penombra della strada, mentre il rumore di passi si faceva sempre più vicino.

< Ciao Lotty, ti sono mancata? Ihihihihi >

Quella voce… la riconoscerei tra mille.

Wendy.

La mia amica era davanti a me, e sorrideva: il suo vestito lilla era strappato in alcuni punti, e i codini che si era fatta quando ancora era in sé pendevano molli sulle sue spalle, ondeggiando lentamente a causa della leggera brezza notturna.

< Wendy! Come stai? Sei ferita? Ti abbiamo cercata dappertutto, è il momento di tornare a casa piccola pazzerella mia! > dissi sorridendo, avvicinandomi, ma lei mi guardò in modo perplesso.

< Io mi sto divertendo, è così bello volare libera nel cielo! E poi non voglio tornare in quella casa. Troppi segreti… troppa tristezza…. Troppa morte. > sibilò, per poi correre via ridendo.

Ma che cavolo? Oh no, adesso pure lei parlava in codice! Dovevo fermarla. Iniziai a correrle dietro, cercando di raggiungerla. Se non mi era saltata addosso significa che stava smaltendo la caffeina, e questo era già qualcosa di positivo. Forse basta parlarle e calmarla, e mi seguirà senza dover usare la forza. Sennò il mio mattarello è sempre pronto all’uso!

Svoltai l’ennesimo angolo, quando uno strano rumore, come un colpo sordo, mi distrasse, facendomi perdere di vista la mia amica. Mi guardai intorno, cercando di capire da dove provenisse, e soprattutto che cosa fosse; improvvisamente avvertii un fruscio alle mie spalle, ma quando feci per voltarmi, un braccio mi afferrò per la vita, sollevandomi da terra, e lasciandomi senza fiato. Mi girai, e vidi dietro di me uno strano tizio, con un ghigno alquanto inquietante, che mi sorrideva, intimandomi di non gridare. Aveva lungi capelli rossi (possibile che in questa città tutti abbiano  un rapporto conflittuale con i propri parrucchieri?) e i suoi occhi erano di un colore alquanto insolito: per non parlare della strana dentatura da squalo che si ritrovava in bocca! Doveva essere come minimo illegale. Dopo avermi preso in braccio, spiccò un balzo, atterrando sul tetto di una casa lì vicino. Bene, a Wendy piaceva volare giusto? Penso che dovrei presentarglielo, andrebbero molto d’accordo.

< Buonasera milady: una così bella e pura fanciulla non dovrebbe girare senza un cavaliere per i vicoli di Londra – disse avvicinandomi il viso al suo- Sai piccola? Tra tutti tu sei sempre stata la mia preferita, la tua indole è dolce verso chi vuoi bene, ma focosa e passionale verso i tuoi nemici, come il rosso dei tuoi bellissimi e lunghi ricci > mi sussurrò all’orecchio, portando una mano al nastro con cui mi legavo solitamente i capelli in una coda alta, e sciogliendomi la lunga chioma mossa, la quale iniziò a danzare nella brezza notturna.

Ma chi era questo tipo? E cosa voleva da me?

< Mollami subito, maniaco! > gridai divincolandomi, ma lui aumentò la presa sulla mia vita, avvicinandomi di più al suo petto, per poi muovere una motosega davanti ai miei occhi. Ok, se ti piace il colore dei miei capelli ti consiglio di guardarlo bene, perché tra un po’ diventeranno grigi a causa degli anni di vita che sto perdendo in questo momento!

< E ora? Che cosa pensi di fare mio caro Sebas-chan? > chiese all’improvviso il tipo strambo a qualcuno davanti a me. Dalla penombra sbucò niente meno che la Mozzarella in persona, anzi, ora non era più tanto una mozzarella, ma somigliava di più all’Emmentall, causa varie ferite alle spalle e all’addome. La sua espressione però era sempre la solita, non vi preoccupate, della serie: toh, stillo sangue, non me n’ero neanche accorto!

< Mi sorprendi: non pensavo fossi così vile da nasconderti dietro ad una ragazzina > sussurrò l’Emmentall/ex mozzarella, avvicinandosi a noi.

< Oh io non mi sto nascondendo: voglio solo omaggiare questa bellissima giovane donna, tingendo il suo esile ed acerbo corpo dello stesso rosso passione dei suoi capelli! > esclamò, facendo ondeggiare paurosamente la motosega vicino alla mia gola; bene, finisce qui la triste storia di Charlotte Edwars,; è stato breve ma intenso. San Pietro preparati: ti sfiderò molto presto a una gara di pingpong!

< Lascia. Stare. La. Mia. Amica. >

Un grido ci distrasse, facendoci voltare tutti in contemporanea: pochi secondi, ed un proiettile lilla dai lunghi capelli mori si lanciò contro lo strano tipo alle mie spalle, cogliendolo di sorpresa tanto da fargli allentare la presa attorno alla mia vita; errore grave mio caro: con uno spintone mi liberai, e afferrai il mitico mattarello caduto ai miei piedi. Charlotte è tornata! E più forte di prima!

Mentre Wendy continuava a tempestare di pugni la faccia del mio assalitore, io presi la rincorsa, facendogli perdere l’equilibrio e cadere a terra:

< Tienilo fermo socia, mentre io lo calpesto! > esclamai ridendo, mentre il povero uomo cominciava a chiedere pietà; dopo trenta secondi era già ko, con la testa rivolta al marciapiede, e noi avevamo vinto, grazie anche al grande potere del mio mattarello, yeeee!

< Bene, direi che avete fatto un ottimo lavoro > Sebastian apparve alle nostre spalle, e molto rapidamente diede un colpo in testa a Wendy, che svenne ai miei piedi.

< Hey, cosa le hai fatto? > ringhiai.

< Non si preoccupi, la sua amica starà bene al risveglio, avrà solo un po’ di emicrania. Mi spiace, ma era l’unico modo per impedirle di scappare un’altra volta > rispose, per poi prendere in braccio Wendy, intimandomi di seguirlo con un veloce cenno della testa. Lo seguii in silenzio, osservando il braccio della mia amica penzolare inerme nel vuoto: percorremmo un breve tratto di strada, e quando svoltai l’angolo mi bloccai di colpo: davanti a me c’era Ciel, inginocchiato con un’espressione assente in volto, e a terra vicino a lui giaceva un corpo, nascosto da un lungo impermeabile, inerme. Ci avvicinammo piano, e quasi il ragazzo parve non accorgersi della nostra presenza.

< Quella è…. Madame Red? > chiesi con un filo di voce, ottenendo come risposta solo un debole si da parte del Conte. Sebastian mi porse Wendy, sussurrandomi all’orecchio di prendermene cura, per poi rivolgersi al ragazzo.

< Se uccido lo shinigami potrebbe andare incontro a delle conseguenze negative, visto che è un dio: è proprio questo ciò che vuole? >

Ciel non si voltò nemmeno per rispondere, si limitò a stringere più forte i pugni contro le ginocchia: < Osi disobbedire al tuo padrone? > esclamò con una nota di rabbia nella voce; il maggiordomo si limitò ad un breve inchino, per poi tornare indietro lasciandoci soli.

Mi avvicinai piano, caricandomi in spalla Wendy che continuava a dormire tranquillamente.

< Mi spiace > sussurrai, chinando lo sguardo verso la donna a terra.

< Non ho bisogno di compassione > rispose secco, abbassando lo sguardo. Ciel, eppure dovresti averlo capito che con me le bugie non hanno alcun effetto. Mi misi a sedere vicino a lui, e rimanemmo in silenzio per tutto il tempo, fino a quando non ritornò Sebastian.

< Mi spiace signorino, ma Grell mi è sfuggito > disse in tono dispiaciuto. Momento: il tipo rocchettaro era Grell?!? Ok la mia espressione sarà quella di un facepalm epico, me lo sento.

Il ragazzo si alzò in piedi, ma all’improvviso perse l’equilibrio: sia io che Sebastian ci voltammo per soccorrerlo, ma lui scansò le nostre mani, fulminandoci con lo sguardo.

< Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno – disse in tono secco- e ora torniamocene a casa > esclamò, voltandoci le spalle e incamminandosi. Il maggiordomo rimase a osservarlo per un po’, in silenzio, mentre sul suo volto di faceva strada un sorriso sinistro; solo poco dopo si alzò pure lui, prendendo in braccio Wendy, e aiutandomi ad alzarmi.

Tutti insieme ritornammo verso casa, e nessuno di noi, proferì parola per tutto il tragitto.

 

 

 Il giorno dopo mi svegliai prestissimo: Wendy ed io saremmo rimaste a casa da sole, visto che nel pomeriggio si sarebbero svolti i funerali di Madame Red, e che alla mia amica era venuta la febbre; per cui sarei dovuta restare a casa ad accudirla stile crocerossina.

La mattinata passò velocemente e senza nessuna litigata o rissa: regnava uno strano silenzio ed una strana calma nella villa, a cui nessuno era abituato. A pranzo mangiammo senza rivolgerci una parola, e personalmente evitai di incrociare lo sguardo di Ciel, il quale si era ancor più rabbuiato del solito; è vero, l’odiavo profondamente, e cercavo in ogni modo di prenderlo in giro e di stuzzicarlo, ma avevo un motivo per comportarmi così: smuoverlo, farlo uscire da quello strano guscio di bugie che stava tentando in ogni modo di costruirsi, e che personalmente mi dava sui nervi, in modo da farlo urlare contro di me, liberando la rabbia e l’odio che leggevo nei suoi occhi. Non serve nascondersi dietro all’orgoglio, o ad un uomo vestito di nero: la vita non è gentile con nessuno e sebbene cerchiamo in tutti i modi di nasconderci, essa prima o poi ci trova e si accanirà sempre su di noi. Così è stato per me, e così sarà anche per lui. È per questo che evitai ogni contatto con lui, per evitare di litigarci, almeno per oggi.

Riemersi dai miei pensieri, alzandomi dal tavolo ancor prima che finisse il pranzo, e raggiunsi la camera di Wendy: non appena entrai, la sua testolina emerse dai vari cuscini e peluche multicolor, girandosi verso di me.

< Lotty! Sei venuta a farmi compagnia! > esclamò felice, sorridendomi. Mi avvicinai al letto, sedendomi sul bordo di esso, e rivolgendomi alla mia amica.

< Allora? Come va la febbre? > chiesi poggiandole una mano sulla fronte. Mi accorsi che non scottava più tanto e sospirai sollevata.

< Oh sto già meglio, così potremmo giocare con Madame Butterfly! > disse lasciandosi cadere sui cuscini morbidi, e sparpagliando disordinatamente i capelli lisci su di essi.

< Lotty – mi chiamò con una voce improvvisamente triste – non voglio più comportarmi così: vi ho fatto preoccupare, e ti chiedo scusa >

Osservai la mia amica nascondere il volto tra i vari pupazzi, rannicchiandosi tra di essi: < Io ti voglio bene, e non voglio farti preoccupare, e lo stesso vale per Sebastian, e Ciel. Loro sono sempre tristi, mi piacerebbe vederli sorridere…. > sussurrò, per poi venire interrotta da un singhiozzo sommesso.

Mi sdraiai accanto a lei, abbracciandola in modo da poterla consolare, accarezzandole delicatamente la testa:

< Anche io ti voglio bene. E lo stesso vale per i nostri due amichetti. Ti prometto che non ti lascerò mai. tu sei una delle poche persone che mi piacciono veramente al mondo, con cui vado d’accordo, e di cui sono amica > sussurrai, mentre lei incastrò il viso nell’incavo del mio collo, abbracciandomi ancora più stretta. Rimanemmo così per molto tempo, senza parlare, e solo quando Wendy si calmò del tutto ci staccammo, iniziando a chiacchierare del più e del meno.

< Secondo me dovresti essere più dolce con Ciel > esclamò pensierosa la mia amica, portandosi una mano al viso.

< Piuttosto faccio una dieta lunga un mese > risposi convinta, incrociando le braccia al petto, e  fulminandola.

< Ok, so che la gentilezza non rientra nei tuoi canoni, ma almeno provaci. Non ha più nessuno, e secondo me un gesto gentile a volte è più efficace delle risse. Anche se tu sostieni il contrario >

< Secondo me un tuo lontano parente era un hippy convinto > sussurrai più a me stessa che a Wendy, la quale mi lanciò un’occhiata poco convinta.

< Sai, credo che anche lui sotto sotto abbia paura della solitudine, proprio come te > disse sorridendo. Io uguale a lui? La febbre fa brutti scherzi.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta, e Sebastian fece il suo ingresso in camera: siccome doveva visitare la mia compagna (pure medico? Ovvione!) mi invitò a lasciare la stanza, e quindi decisi di tornare in camera mia. Lungo la scala incrociai Ciel; il ragazzo mi passò di fianco, e si diresse verso la sua camera, senza degnarmi di uno sguardo. Le parole di Wendy mi ritornarono in testa, facendomi pensare: forse aveva ragione, dovevo mostrarmi più gentile nei suoi confronti, dall’altra parte però, qualcosa mi suggeriva di non cedere. E poi… ecco che dovrei fare? Andare lì ed abbracciarlo? Come minimo mi avrebbe preso in giro a vita! Senza contare che…beh… mi vergognavo. Si.

Un lampo di genio improvvisamente illuminò i miei neuroni: genialata in arrivo! Corsi in cucina, approfittando dell’assenza di Sebastian, e mi misi a cercare la mia arma segreta. Mi ci volle poco meno di un minuto per trovarla, e d’ istinto la mia risata malvagia mi arrivò a fior di labbra, feci una fatica assurda a trattenermi. Nelle mie mani, infatti, reggevo una tavoletta di cioccolato: ok forse non era proprio una genialata, ma non mi veniva altro in mente in quel momento. Io ogni volta che ero triste mangiavo la cioccolata e mi tiravo su, per cui non vedo come possa essere diverso per gli altri.

Velocemente la misi in un piatto, dopodiché presi un foglio su cui scrissi una frase:

 

Spero che questo ti aiuti a tirarti su il morale:

conciato così sei ancor più noioso del solito.

Firmato:  Zorro

 

Sisi avevo fatto proprio un ottimo lavoro! Appoggiai anche il foglio sul piatto, e uscii dalla cucina euforica.

Salii velocemente le scale, arrivando davanti alla porta della camera di Ciel, dove  posai a terra il tutto, per poi bussare e correre via a nascondermi, così che non mi vedesse.

Wendy, sii fiera di me, ho fatto la mia buona azione semestrale! Ihihihih!

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Rieccomi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non è nel mio “ stile “. Beh a volte tento di essere seria anche io, ma questo l’ho già detto! Finalmente Wendy è tornata, su le mani chi è felice di questo!!

Ok la pianto!

Ringrazio come sempre chi ha recensito, e chi ha inserito la storia tra le seguite o preferite; mi fa piacere sapere che il mio racconto continua a piacervi, e spero di non deludervi!

Un grazie, come sempre, va anche ai lettori fantasmini! Spero di non deludere nemmeno voi!

Un bacione e al prossimo capitolo!

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** BUON COMPLEANNO CIEL ***


Casa dolce casa! Qui si che mi sento la Queen….

Ah giusto, vi devo informare sulle notizie dell’ultima ora: Wendy si è completamente ristabilita, la Mozzarella continua a essere lo schiavo di casa, e non ha ancora abbandonato il tentativo di renderci signorine più a modo, e Ciel è sempre incazzato con il mondo. Ma la vera notizia bomba è un’altra: siamo tornati nella cara, super, mega, extra favolosa, urca wow wow villa in Culandia, dicendo definitivamente ciao ciao a Londra city! Finalmente, ne avevamo passate di ogni durante la nostra permanenza in città, e un po’ di relax nella natura incontaminata non ci avrebbe fatto di certo male!

Ormai eravamo a Dicembre inoltrato, fuori faceva un freddo cane, quindi ce ne stavamo ormai tutto il giorno in salotto, al calduccio davanti al camino; inoltre,Wendy girava già per casa srotolando la sua lunga lista dei doni da spedire per posta celere a Babbo Natale, anche se mancava un bel po’ di tempo al venticinque: a sua difesa, sosteneva che in questo modo  < Mi porto avanti, se vecchio com’è non arriva al giorno di Natale io che faccio? > e con questa frase rispondeva sempre quando qualcuno le faceva notare di essere in leggero anticipo rispetto al normale.

Ma intanto il vecchio non sarebbe arrivato nemmeno al quindici di questo mese, e vi dico subito perché: l’anno scorso avevo chiesto una nuova mazza chiodata in legno pregiatissimo, con cui avrei stabilito la mia supremazia totale sulla zona sud dell’orfanotrofio. Ho aspettato pazientemente il giorno di Natale agognando l’adorato oggetto, e sognando ogni notte il momento in cui l’avrei preso in mano e fracassato in testa a chi mi avrebbe rotto le ballotas.

 La mattina del fatidico venticinque dicembre, scesi in fretta e furia a prendere il mio pacco, lo aprii, e al suo interno trovai… una bambola di pezza; ma mi pigliate per il culo?!? Vi giuro che da quel giorno, se  becco in giro quell’essere affetto da obesità gli strappo i peli della barba uno a uno! Avevo pure preparato la valigia per partire alla volta della Finlandia con l’obbiettivo di bruciargli la casa, ma Wendy e Margaret mi fermarono incatenandomi al letto, e quindi il vecchio rimbambito si è salvato. Sculato.

Appoggiai la mia tazza del tè sul tavolino, mentre osservai la mia amica intenta a riscrivere per la centesima volta il lungo papiro da spedire nella taiga finlandese, mentre si contorceva sul divano dalla concentrazione, mordicchiandosi il labbro in modo ossessivo:

< Wendy puoi sederti come una persona civile? Mi stai dando sui nervi > esclamò Ciel al limite dell’esasperazione, appoggiando bruscamente la sua tazzina e provocando un rumore fastidiosissimo che riecheggiò in tutta la stanza; da quando eravamo tornati da Londra avevamo preso l’abitudine di sederci alla sera tutti e tre davanti al camino in salotto, mentre la Mozzarella ci serviva il tè, o del latte per Wendy, per poi andare a nanna alle dieci in punto, ordine tassativo di Sebastian.

< Tu non scrivi la lettera a Babbo? > gli chiese la mia amica rimettendosi in una posa decente; seee, con la voglia di vivere che si ritrovava era già tanto se faceva l’albero di natale in salotto: cioè, ci vuole una bella immaginazione per ricreare nella propria mente l’immagine dell’apatico intento a scrivere la letterina a Babbo Natale e ad aspettarlo magari tutta notte sveglio, mentre salta sul letto della Mozzarella gridando se era ora di aprire i regali; ok magari ho un po’ esagerato, ma la mia esperienza di notte prima del natale l’ho sempre vissuta dividendo la camera con Wendy, per cui potete immaginare che serate ho passato..

< Stupida, Babbo Natale non...! >

Senza aspettare un secondo di più lanciai il coltellino del burro contro il ragazzo; la posata sfiorò di un millimetro la guancia di Ciel, per poi conficcarsi nello schienale della sua poltrona; il Conte assunse prima un’espressione sorpresa, poi leggermente terrorizzata, ed infine incazzata al massimo.

< Ops, mi è scappato! > dissi sghignazzando. Adesso mi appende per un piede al balcone, me lo sento. Ma provate a pensare il macello che sarebbe successo se Wendy avesse captato il senso della frase appena pronunciata dal tappo: come minimo sarebbe esplosa la casa per le troppe lacrime, e io non volevo passare l’intero inverno al freddo e al gelo accampata in giardino come una terremotata.

< Ma sei impazzita?!? Ti rendi conto di cosa sarebbe potuto succedere se mi avessi preso in pieno? > mi gridò contro il ragazzo rosso in viso, alzandosi dalla poltrona con un movimento brusco e facendo trasalire dallo spavento la mia amica, che ci fissava in silenzio.

< O insomma quante storie: mal che vada morivi! E poi c’era un tizio che ha fatto una fortuna pazzesca lanciando frecce alle mele sulla testa delle persone! > risposi incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione il più possibile offesa.

< Quello era Guglielmo Tell: forse non è nemmeno esistito! > esclamò il giovane puntandomi un dito contro. Evvabeh, quante storie per un coltello volante…. Pensa se fosse stata un’ascia! Beh, molto probabilmente non staremo qui a litigare ma saremmo nella bottega di Undertaker. E non credo che quella sdraiata nella bara sarei io.

< Per favore, non litigate. Vi prego > mugolò Wendy strattonandomi leggermente per la gonna, tenendo stretta al petto la famosa Madame Butterfly; sia io che il Conte non la cagammo di striscio però, anzi ci eravamo pericolosamente avvicinati, fissandoci in cagnesco.

< O mamma! Sebastian! Sebastiaaaaannnn! Lotty sta per commettere un omicidio! Almeno se Ciel non la uccide prima > iniziò a gridare la mia amica, mentre in preda ad un attacco epilettico iniziò a saltellare intorno al grande tavolino agitando le mani in aria, pregandoci di allontanarci e di ritornare seduti alle nostre poltrone.

Ovviamente ce ne infischiammo, e continuammo a ringhiarci contro.

< Un metro di distanza! >

Dalla porta comparve la figura slanciata della Mozzarella, la quale ci raggiunse in cinque secondi spintonandoci il più lontano possibile gli uni dagli altri, mentre Wendy lo osservava con gli occhi sbarluccicanti; molto probabilmente nella sua testolina stava componendo una lode al maggiordomo, il quale mi stava a dir poco uccidendo con lo sguardo. Uffa, il tappo provoca e quella che viene sgridata sono io: la vita è ingiusta!

< La luna è già alta nel cielo: padroncino, è ora di andare a letto. Voi due – disse puntandoci contro i suoi occhietti rossi – sarò nelle vostre stanze tra un’ora, nel mentre vi voglio già con il pigiama addosso sotto le coperte, chiaro? > esclamò, per poi prendere per un braccio Ciel e trascinarlo fuori dalla stanza, senza ascoltare le sue proteste.

< Un’ultima cosa – esclamò girandosi verso di noi- domani le nostre lezioni saranno sospese. Avrete la giornata libera >

Dopo aver detto ciò, uscì dalla stanza, lasciandoci sole.

< Woooo Lotty domani saremo libere! > esclamò Wendy prendendomi per mano; essi, ormai erano passati secoli da quando avevamo avuto un attimo solo per noi, e io avevo già in mente il programma della giornata: mangiare, dormire, fare merenda, dormire ancora, far incavolare Ciel, fare un pisolino mangiando e mangiare mentre dormo.

< Signorine…. > dall’ elegante porta del salotto sbucò la testolina di Finnian, mentre Mey Rin e Bard lo seguivano in lontananza con lo sguardo: il ragazzo, dopo aver interrotto il mio elenco mentale di faccende da svolgere il giorno seguente, si avvicinò a noi, per poi prendere una mano di Wendy tra le sue, e sfoggiando anche lui un paio di occhioni niente male, che potevano benissimo competere con quelli della mia amica.

< Signorine, visto che domani non dovrete studiare…. ecco… volevamo chiedervi un aiuto per organizzare una festa di compleanno a sorpresa per il padroncino! > esclamò tutto d’un fiato, senza guardarci in viso: alle parole “ festa a sorpresa “, inutile dirlo, Wendy iniziò ad emanare luce propria, e colta da un attacco di entusiasmo troppo acuto per il mio stomaco, afferrò la mano del ragazzo iniziando a scuoterla furiosamente:

< Wooooo certo che vi aiutiamo! Adoro le feste, se sono a sorpresa meglio, soprattutto quando il festeggiato scopre tutto e fa la faccia da pesce lesso! >  rispose con un volume della voce leggermente alto, anzi troppo, così, per evitare che anche a Londra city scoprissero della festa a causa dei suoi ululati, sia io che Finny contemporaneamente tappammo la bocca alla ragazza, la quale protestò con uno sbuffo leggero.

< Tu che partecipi ad una festa a sorpresa? Ma se non sei riuscita nemmeno a tenermi nascosto il regalo per il mio compleanno! > sbuffai guardandola male, liberandole la bocca in modo che potesse ribattere.

< Non è vero! Ho solo detto a Margaret cosa ti avevo comprato! >

< Peccato che in quel momento stesse parlando con me, e quindi mi trovavo esattamente a un centimetro di distanza da voi! > risposi seccata al ricordo della mia faccia mentre Wendy parlava beatamente del MIO regalo, senza preoccuparsi di nulla.

La mora mi guardò offesa, per poi incrociare le braccia in segno di disappunto; beh, può dire tutto quello che vuole, ma non sarà mai capace di mantenere un segreto!

< Mi sa che abbiamo chiesto alle persone sbagliate… > bisbigliò Finnian con aria triste agli altri membri della servitù, i quali si erano pericolosamente avvicinati alla sottoscritta, e in contemporanea mi trovai puntati contro altri due occhioni altrettanto tristi, direttamente dalla faccia della mia amica: ma perché capitano tutte a me?

< Oooh mamma, mi state mettendo soggezione: va bene, Wendy può dare una mano! Per la storia della lingua lunga basterà adottare qualche trucchetto psicologico! E ora a nanna! > esclamai afferrando la ragazza per un braccio e dirigendomi fuori dal salotto, tra i ringraziamenti osannanti della servitù, unita agli “ Evviva “ della mia amica, la quale smise di sorridere non appena colse il significato delle ultime parole che pronunciai.

< Lotty, cosa volevi dire con “ trucchetti psicologici “? > chiese bloccandosi improvvisamente.

< Eheheheh, lo vedrai presto. Lo vedrai presto >

 

 

< Soldato Wendy at-tenti! >

< Signorsì signora! > esclamò la ragazza alzandosi in piedi sul suo letto, mentre mimava il saluto militare; poco dopo che la Mozzarella era venuta a controllare nelle nostre camere se eravamo già a nanna, io sgusciai fuori dalla stanza, e con il fidato mattarello in mano raggiunsi la mia amica in camera sua, pronta per l’addestramento anti lingua lunga notturno: con passo fiero mi misi a passeggiare tranquillamente davanti al letto rosa confetto di Wendy, mentre quest’ultima mi osservava con un’espressione seria in volto.

< Domani è un giorno come gli altri! Ripetilo almeno dieci volte! > gridai, cercando anche di imitare l’accento tedesco, così, per fare più scena e mettere più inquietudine.

< Signorsì signora! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri!

 Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! Domani è un giorno come gli altri! > gridò tutto d’un fiato, diventando rossa in volto.

< Ah! L’hai detto solo nove volte: ricomincia e stavolta lo dirai per venti volte! > esclamai colpendo il pavimento con il mattarello, e facendola sobbalzare: la ragazzina mi fissò con sguardo colmo di terrore, per poi ricominciare da capo quella sorta di filastrocca, portandosi una mano al petto in modo molto melodrammatico:

< Lotty, per caso hai condiviso lo stesso campo di disciplina con Sebastian? > mi chiese con tono innocente: per tutta risposta colpii ancor più violentemente il pavimento con il mattarello, e la mia amica fece un salto altissimo per lo spavento.

< Non si nominano i civili durante l’addestramento! – gridai – per punizione dieci addominali a terra! > aggiunsi puntandole un dito contro e facendola trasalire:

< Lotty, sei cosciente del fatto che stai prendendo la cosa troppo sul serio, vero? > sussurrò la mia amica, ma io la feci zittire con un grido.

Andammo avanti con questo ritmo per un paio di ore, fino a quando la stanchezza mise a tacere il generale che era in me (e anche perché Wendy stava per collassare a terra, e io ci tenevo alla salute della mia amica), e quindi la lasciai afflosciarsi sul suo letto, ritornandomene in camera e mettendomi a nanna, consapevole del fatto di aver appena compiuto la mia buona azione semestrale, impedendo a Wendy di cadere nel grave peccato dello spoiler.

Ormai era notte fonda, e le mie palpebre erano pesantissime, ero esausta. Mi misi subito sotto le coperte, abbracciando il cuscino e affondando il viso nella morbida stoffa, addormentandomi quasi subito, scivolando in un sonno senza sogni.

La mattina seguente scendemmo puntuali per la colazione; poco prima di entrare nella sala da pranzo MeyRin si avvicinò a noi, e ci fece l’occhiolino sussurrandoci che Ciel e Sebastian erano già a tavola e ci stavano aspettando. Una volta svaccatami sulla mia sedia, iniziai a riempirmi di biscotti al cioccolato, borbottando un flebile < ‘Giorno >, per poi essere immediatamente bacchettata dalla Mozzarella, la quale mi gridò contro che < Una dama non parla a bocca piena! > con tono scandalizzato. Insomma, tutto in regola, Sebastian ed io litighiamo, Ciel sbuffa in modo sconsolato, e Wendy… momento: perché Wendy non è partita con il suo discorso sulla pace nel mondo o sui panda corni sognati stanotte?

Mi girai verso la mia amica, e la trovai intenta a torturarsi il vestito con le mani, stringendolo convulsamente, mentre con sguardo vacuo fissava il ragazzo seduto di fianco a lei. Oh no, sta per parlare, devo fare qualcosa altrimenti Bard e gli altri mi uccidono, e soprattutto ciao ciao festa a sorpresa con tanto di torta al cioccolato con doppio strato di panna che IO dovrò mangiare!

Sul serio, pensavate che mi ero interessata alla faccenda solo per il tappo?

Come se mi avessero letto nella mente, MeyRin si avvicinò alla tavola, seguita da Finny il cui sguardo leggermente allarmato vagava da me alla mia amica, ancora intenta a strozzare la sua gonna fucsia: Ciel si voltò verso di loro sorpreso, non capendo come mai fossero lì visto che la mattina di solito erano molto presi nello svolgere i loro compiti, o a scelta nel distruggere la cucina; tentai di lanciare alla cameriera un’occhiata di allarme, ma le mie intenzioni furono bloccate da Wendy, la quale balzò improvvisamente in piedi tremando visibilmente:

< Oggi è una giornata normale, vero? Oggi è una giornata normalissima! Ahahah! Ahhahahah! Sisisi! Non succederà nulla oggi! È solo una tranquilla mattinata di Dicembre! Un giorno qualunque > sibilò a denti stretti avvicinandosi con sguardo inquietante al Conte, il quale indietreggiò con la sedia,  evidentemente confuso dal suo comportamento:

< Ma che ha questa ora? > disse rivolgendosi a Sebastian, il quale prese in mano la tazza di latte della ragazza mormorando tra sé “ Eppure Bard non ci ha messo il caffè dentro “ con sguardo misto tra il confuso e il divertito.

Il maggiordomo si voltò verso di me facendomi un cenno con la testa: meccanicamente mi alzai sbuffando, e  insieme ci avvicinammo ai due: velocemente presi per un braccio la mia amica, la quale aveva iniziato a shekerare il Conte per le spalle, mentre gridava frasi sconnesse, e le misi un biscotto in bocca per farla tacere allontanandola da Ciel e buttandola sulla sua sedia, mentre Sebastian, avvicinatosi alla poltrona del ragazzo, che continuava a fissare sconvolto la mia amica ed io, tentò di calmarlo,e soprattutto di tappare la lunga lista di insulti rivolti verso Wendy che stavano uscendo dalla sua bocca.

< Ti avevo detto di stare zitta! > le sussurrai all’orecchio, dando le spalle agli altri per non farmi sentire.

< Lo so ma non ci posso fare nulla: mi agito a mantenere un segreto per tanto tempo, e devo parlarne a qualunque costo con qualcuno! > mi rispose, dopodiché addentò un biscotto con foga, pulendosi velocemente le briciole con il polso, in modo da non farsi vedere da Sebastian.

< Sì, ma abbiamo rischiato grosso > le sussurrai all’orecchio, osservando di sott’occhio i due best friend dietro di noi.

Dopo una decina di minuti eravamo tutti di nuovo seduti composti alle nostre sedie, mentre la Mozzarella portava in tavola molti dolci diversi che non passarono inosservati ai miei occhi attenti: assieme a lui anche MeyRin stava dando una mano in tavola, e ogni volta che si avvicinava a noi, mandava delle occhiate complici, con un’accortezza pari a quella di un elefante senza una gamba (infatti Ciel ci stava fissando malissimo da quasi dieci minuti, tentando con tutta la sua concentrazione di decifrare i nostri messaggi in codice). Fortuna che Sebastian interruppe quel momento imbarazzante: essi, le Mozzarelle non sono poi del tutto inutili!

< Lady Charlotte, Lady Wendy, oggi le nostre lezioni saranno sospese: in tarda mattinata verrà a farci visita Lady Elizabeth con sua madre, la Marchesa Middleford, e sia io che il padroncino staremo via tutto il pomeriggio, per cui…. mi raccomando! > esclamò il maggiordomo con un sorriso sinistro sul volto, marcando il più possibile le ultime due parole della frase.

< Ma sta tranquillo Mozz..Sebastian – risposi con un sorriso – oggi staremo tutto il giorno nelle nostre stanze a studiare e non ci muoveremo per nulla al mondo! E ora con permesso si è fatta una certa, per cui dovremmo andare > dissi alzandomi dalla sedia e afferrando per un braccio Wendy, la quale protestò perché non aveva  ancora finito il latte caldo, ma io non me la filai, e la trascinai fuori dalla stanza lontano dagli sguardi dei due amiconi.

In corridoio incrociammo Finny, che ci fermò con enfasi per sapere come era andata:

< La moffetta non sospetta nulla: tra un’ora liberiamo il cervo dal recinto > sussurrai con effetto, mostrando il mio miglior sorriso da agente segreto. Wendy e Finny però mi guardarono storto, inarcando un sopracciglio, per poi esclamare in coro un “ Eh? “.

< Oh insomma! Il tappo non sospetta niente, e tra un’ora ci troviamo in cucina! > esclamai seccata, lasciandoli soli nel corridoio per andarmene in camera mia, borbottando tra me e me: possibile che non si può nemmeno parlare in codice?!? Che spie scarse!

 

Esattamente un’ora dopo alle mie orecchie giunse il vociare della bomboniera, misto a quello del tappo: sbuffando sonoramente mi girai dall’altra parte del letto, premendomi il cuscino sulle orecchie in modo da isolarmi da quel casino di voci gracchianti, tentando di ritrovare la mia pace interiore raggiunta precedentemente, ma dieci secondi dopo un uragano di nome Wendy sfondò la porta della mia camera, per poi lanciarsi con un ululato sul mio letto, schiacciandomi il pancino il quale emise un sinistro “ squick “.

< Lotty!!! La moffetta ha liberato il campo: possiamo dare inizio all’operazione “ Buon compleanno “! > esclamò estasiata, per poi afferrarmi un braccio e buttarmi letteralmente fuori dalla mia stanza; perché lei può parlare in codice e io no? Che palle, la vita è ingiusta!

La mia amica mi trascinò via, iniziando a parlarmi all’orecchio senza nemmeno prendere fiato, e facendo letteralmente impazzire le mie orecchie.

Smise di parlare a raffica solo quando ci ritrovammo nelle cucine, circondate dal resto della servitù. Visto che la mia amica era in piena fase super eccitata (tanto che saltellava a destra e sinistra per la camera, mentre Finnian tentava in tutti i modi di farla star ferma), io mi sedetti sul tavolo, osservando il casino che riecheggiava nella stanza: Bard stava illustrando il “ piano segreto “ stile caserma di soldati, con tanto di mappa della residenza e frustino in mano, mentre Mey Rin lo ascoltava attenta, Tanaka invece era intento a bere il suo adorato tè in un angolino buio, e infine Finny stava tentando in tutti i modi di calmare l’iper euforia della mia amica, invano.

Ciao ciao pace interiore, benvenuta agitazione!

< Il piano è molto semplice soldati: Mey Rin e la signorina Wendy si occuperanno delle decorazioni nel salone, mentre Finnian procurerà i fiori per la tavola, e infine la signorina Charlotte ed io resteremo in cucina a preparare la torta per il padroncino! > spiegò soddisfatto il cuoco tra le urla entusiaste del popolo, ma non della sottoscritta:

< Hey bello io non so cucinare, anche tu in effetti, ma io sono peggio, quindi mi spiace ma io non posso darti una mano, e ora se mi volete scusare il divano mi aspetta! > affermai soddisfatta, alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso la porta con passo svelto, lisciandomi le pieghe del vestito.

< Mica mi servi per cucinare: quello di cui ho bisogno è qualcuno con lo stomaco abbastanza resistente per poter vedere se la torta è commestibile oppure no! > rispose Bard incrociando le braccia, mentre Wendy e Mey Rin si scambiarono un’occhiata di complicità; essi, mi avevano incastrato i maledetti, lo dovevo ammettere: infatti feci rapidamente dietrofront, colpita dalle parole dell’uomo.

< E va bene, ma lo faccio solo per il cibo gratis, non per il tappo sia chiaro! > esclamai avvicinandomi al cuoco, il quale sogghignò tra sé e sé, irritandomi leggermente.

< E no, non avevamo dubbi Lotty > esclamò il giardiniere, per poi sparire dalla porta assieme a Mey Rin e Wendy, lasciandomi sola con Bard, e Tanaka ovvio, ma lui intanto sta nel suo angolino buono buono.

 

< Secondo me il lanciafiamme rovina tutto >

< Lo chef sono io e decido io come cucinare la torta, se dico che il lanciafiamme è essenziale vuol dire che è essenziale! >

Peccato che era già la seconda torta ridotta in cenere in un’ora, e che di questo passo le candeline Ciel dovrà spegnerle sui muffin avanzati questa mattina; però il lanciafiamme è indispensabile, sia chiaro.

Guardai lo stato della cucina: un branco di elefanti obesi avrebbe fatto meno casino, su questo non avevo dubbi: di sicuro alla Mozzarella verrà un mini infarto quando vedrà lo stato pietoso in cui avevamo ridotto la stanza. C’era farina dappertutto, mista a grumi di pasta per torta ormai carbonizzati, i vetri nuovi delle credenze erano completamente sporchi, e una sedia aveva accidentalmente colpito il lampadario (storia lunga, non ho voglia di raccontarla) il quale si era leggermente staccato dal soffitto, minacciando di cadere sulle nostre testoline.

Di fianco a me Bard stava preparando la crema pasticcera per la torta, e quindi era talmente concentrato da non cagarmi; la noia iniziava a farsi sentire, e quindi mi afflosciai sul bancone, sbadigliando sonoramente. La mia mano urtò una ciotola mezza bruciacchiata, e all’istante un’idea balenò nella mia testa: perché non provare a fare anche dei pasticcini per Ciel? Infondo non può essere così difficile. Almeno mai quanto fare una torta doppio strato di crema e cioccolato da cuocere con un lanciafiamme.

< Hey Chef, posso provare a fare dei dolcetti per conto mio? >

< Ma tu avevi detto di non saper cucinare >

In effetti…. < Ma no, non so fare solo le torte >

< Ah, allora ok! > rispose, per poi ritornare a concentrarsi sulla sua adorata torta. Veramente non mi aveva neanche guardata in faccia. Secondo me non aveva neanche ascoltato.

Beh, chissene.

Presi la bacinella bruciacchiata, e iniziai a metterci dentro ciò che mi capitava a tiro, mentre mi guardavo intorno in cerca di ingredienti…commestibili.

“ Dunque – pensai- ci metto un po’ di cioccolato, logico, e anche delle uova. Ma dovrò togliere il guscio? Boh, massi metto dentro mal che vada tiro fuori i pezzi dopo. Poi…. Crema logico! Un po’ di crema pasticcera non guasta mai. Uuuuuh e del latte, sisisi. Però a Ciel il latte piace col miele. Massi mettiamoci dentro anche quello. E un po’ di tè, tanto si mangiano le brioche con la crema e il cioccolato assieme! “

Dopo aver buttato tutto nella bacinella, iniziai a mescolare, per poi alzarmi e dirigermi verso la credenza. Dentro c’erano un sacco di altre cose che molto probabilmente avrei dovuto mettere nei pasticcini.  Almeno credo. Beh, Bard ci aveva infilato dentro un sacco di cose nella torta, quindi credo che pure io dovrò usare più ingredienti.

Presi della farina, dei pallini strani che sembravano mirtilli, ma non ne ero sicura, e anche altre cose strane, simili a frutta secca, e buttai tutto nella bacinella. Poi con un mestolo mescolai la strana sostanza, ottenendo così  una….poltiglia marroncina…. Forse dovevo metterci dentro qualcos’altro per cambiarle il colore. Massi.. può essere.

< Signorina Charlotte! Ho finito! Non è uno splendore? >

Bard mi chiamò tutto entusiasta sfoderando uno dei migliori sorrisi che avessi mai visto in tutta la mia vita, mentre con una mano indicava la…momento, che è sta roba?

Mi avvicinai a quella che sembrava una massa gelatinosa, con tredici candeline fissate in modo precario a causa della consistenza molliccia del dolce, il cui colore era simile all’impasto di cui mi stavo occupando prima.

< Ma è almeno commestibile? > chiesi al cuoco indicando la cosa gelatinosa, il quale non prese molto bene la mia domanda, iniziando un monologo sulla mia ignoranza in fatto di cucina, su quanto fosse figo il suo dolce, e di come i geni al giorno d’oggi fossero incompresi dal resto della popolazione somara, me compresa; iniziò così una discussione senza precedenti, visto che io somara non ero, e quindi mi sentii chiamata in causa per ribattere, con le buone o cattive, e saremmo anche venuti alle mani se Mey Rin non fosse entrata nella stanza attirata dai nostri barriti.

< Si può sapere cosa succede qui? Si sente un baccano assurdo, smettetela! > esclamò, per poi bloccarsi di colpo urlando a squarciagola, facendoci trasalire.

< Ma cosa succede ora? > chiese il cuoco alla cameriera tremante, la quale stava puntando un dito davanti a lei, indicando qualcosa che i miei occhi non captarono subito; rivolsi uno sguardo interrogativo alla ragazza, che si riprese lentamente dallo shock:

< Lì, c-cera qualcosa di m-marrone che strisciava, ne sono sicura! Forse un animale! > disse allarmata, ma Bard le rispose che non c’era nulla e molto probabilmente si era immaginata tutto, attirandosi addosso anche l’ira di Mey Rin. Stufa di tutto quel baccano tornai al mio dolce, ma non appena afferrai la bacinella dell’impasto fu il mio turno di lanciare un grido incazzato:

< Chi si è mangiato l’impasto dei miei pasticcini? > chiesi indicando la ciotola vuota, facendo voltare così tutti i presenti.

< Chi credi abbia avuto il coraggio di ingoiare quella schifezza? Io no di certo! > rispose Bard, ancora offeso per il mio commento di prima.

Stavo per ribattere, quando qualcosa di molliccio, marroncino, e privo di consistenza strisciò davanti a noi, per poi scomparire dalla porta, lasciandoci per un attimo spiazzati da quello che avevamo visto:

< Quello era…? > chiese il cuoco mandandoci un’occhiata sconvolta.

< Si Bard, - risposi- era la cosa molliccia che Mey Rin aveva visto prima, ossia l’impasto del mio dolce >

Ci furono cinque secondi di silenzio, poi delle urla riecheggiarono per la cucina, da qui uscii di corsa armata di scopone e con uno scolapasta in testa a modi elmetto, seguita da Bard e Mey Rin che a loro volta brandivano un mattarello e un mestolo, pronti per ripigliare l’essere a cui avevo appena dato la vita,e che trovammo nel salone, intento ad appiccicarsi in faccia a Wendy, la quale urlava che “ Le sanguisughe aliene ci stavano attaccando “, mentre Finny osservava il tutto con sguardo sconvolto.

Villa Phantomhive divenne un vero e proprio campo di battaglia: noi contro il pasticcino assassino, come Wendy lo aveva battezzato, il quale sgusciò via a ogni nostro attacco, appiccicandosi alle nostre braccia e ai nostri visi, provocando il nostro disgusto totale e anche dei feriti, ossia la Madame Butterfly della mia amica, ora in prognosi riservata a causa di un principio di soffocamento, e un gatto che era uscito dalla stanza della Mozzarella, ora accudito amorevolmente dal dottor Finnian, addetto all’infermeria del camp..ehm della casa, ossia il salone principale, unico luogo che doveva rimanere lindo e pulito, sorvegliato a vista da Mey Rin e Wendy, le quali erano riuscite miracolosamente ad addobbarlo per la festa  mentre Bard ed io ci occupavamo della caccia al mostro a cui avevo dato vita, e che ora stava occupando la magione seminando il panico; era ormai tardissimo, gli altri sarebbero tornati a breve, e la battaglia aveva ridotto il resto della casa allo schifo totale: alcuni vasi erano andati distrutti durante gli scontri dal mio spazzolone, Tanaka era stato rinchiuso nella dispensa durante una fallita imboscata alla poltiglia, al piano di sopra si stava sviluppando un principio di incendio, Wendy aveva perso il suo cerchietto preferito e stava piangendo come una disperata, e la sottoscritta aveva fame!

Se fuori dalla porta avessimo appeso un cartello con la scritta: “ Benvenuti all’inferno “, secondo me avremmo fatto centro.

< Aaaaah è tardissimo il padroncino tornerà tra non molto! E la casa è completamente a soqquadro! > disse Mey Rin, attirata dal rumore del pendolo che segnava esattamente le otto di sera, mettendosi le mani nei capelli dalla disperazione, viste le condizioni i cui era ridotta la casa.

< E la poltiglia potrebbe attaccarci da un momento all’altro…. > conclusi io con fare tragico, portando la mano allo scolapasta che avevo in testa, mentre scrutavo con occhio attento intorno a me.

< Lassù > Finny richiamò la nostra attenzione, puntando un dito verso il grande lampadario al centro della stanza: su di esso infatti, il pasticcino assassino ci osservava sprezzante, anche se non aveva gli occhi, dondolandosi lentamente a destra e a sinistra sopra alle nostre testoline.

< Infame! – gridai – Come ti ho fatto io ti distruggo! Bard ho bisogno della tua altezza! > e con ciò corsi dal cuoco, il quale mi lanciò un sorrisino d’intesa: proprio quando stavamo per mettere alle strette la bestia, il grande portone si aprì, e Ciel, Sebastian, Lizzy e una tipa mai vista prima, fecero il loro ingresso nella stanza.

L’espressione del Conte era indescrivibile, lo giuro, però dovete capirlo, la scena che gli si presentava davanti era pressappoco la seguente: da un lato si trovavano il tavolo con su i dolci e la torta di Bard, e fin qui nulla di strano, ma al centro della stanza c’era Wendy completamente in lacrime, con Mey Rin che teneva un secchio in mano per raccogliere il fiume d’acqua che usciva dai suoi occhioni azzurri. Di fianco Finny era intento a compiere un massaggio cardiaco al gatto precedentemente menzionato, e la Mozzarella era corsa di fianco a lui iniziando a chiedere in modo ossessivo cosa fosse successo (non mi era chiaro se si riferiva alla situazione in generale o all’animale, ma io opterei più per il secondo).

Infine al centro della stanza, e proprio sotto al lampadario per la precisione, c’era una piccola piramide umana, la cui base era Bard, il quale brandiva un mestolo, e il vertice era la sottoscritta, con lo spazzolone alzato in direzione della roba molliccia, e il fidato scolapasta in testa.

Non appena udii il rumore del portone che si apriva, mi girai lentamente, bloccandomi con lo spazzolone a mezz’aria, e osservando in modo imbarazzato il piccolo pubblico formatosi davanti a noi.

< Ehmm….AUGURIIII!!!! > gridai, lanciandomi giù dalle spalle del cuoco e raggiungendo il tappo alla velocità record di due millisecondi, abbracciandolo sperando di distogliere il suo sguardo da quel disastro.

< Che cosa state facendo? E perché ai uno scolapasta in testa? > chiese il ragazzo spintonandomi via, ma io non risposi, anzi gridai < Abbraccio di gruppo! > così sia Lizzy che Wendy, la quale alle mie parole si era completamente scordata del cerchietto, saltarono praticamente addosso a Ciel, buttandolo a terra, e distraendolo temporaneamente dal casino che regnava intorno a noi.

La festa non poté andare meglio: Ciel non uccise nessuno, anzi ebbe nemmeno il tempo di esprimere ciò che provava, visto che Lizzy lo arpionò, trascinandolo via e  costringendolo ad un valzer con lei. Sebastian si occupava della musica, visto che non era capace di fare niente, perché non aggiungere anche la bravura con il violino alle sue capacità? Sborone.

Finny si ricordò improvvisamente di Tanaka chiuso nello sgabuzzino, e quindi corse velocemente a liberarlo assieme a Bard e al gatto, ormai completamente resuscitato. Infine il mio pasticcino molliccio sparì nel nulla, molto probabilmente sta ancora girovagando per le cantine della villa, ma a me poco importa.

Wendy ed io invece corremmo nelle nostre camere a cambiarci: la mia amica indossò un elegante vestito rosa pastello, con cui stava davvero bene devo ammetterlo, mentre io optai per un abito verde smeraldo con ricami dorati. Certo, non era comodo come i vestiti di tutti i giorni ma meglio di niente. Dopo esserci cambiate tornammo nel salone, le danze erano temrinate, e molto probabilmente eravamo arrivate in tempo per…

< Uuuuh! È il momento di aprire i regali! > esclamò la bomboniera bionda, piazzando successivamente un pacco davanti a Ciel, dalla cui espressione capii che avrebbe preferito prendere a testate una carrozza in movimento piuttosto che continuare a godersi la sua festa. “ Certo che è un tipo strano “ – pensai- “ A chi non piacerebbe festeggiare il suo compleanno? “. Mi persi nei miei pensieri, fino a quando scoprii che perfino Wendy aveva fatto un regalo al tappetto, e io no. Che figura demmedda: magari se mi nascondo nessuno se ne accorge.

< Dai Lotty è il tuo turno! > disse Wendy, arpionandomi per un braccio facendomi bestemmiare come se non ci fosse un domani, per poi trascinarmi davanti a Ciel, il quale mi fissava già male, ma non più del solito sia chiaro.

< Ehmm… ecco… auguri! Ti regalo…ehmmm… la mia presenza! Non esiste regalo migliore! AH AH AH! > esclamai aprendo le braccia, cercando di non far caso alle espressioni poco convinte dei presenti.

Mi sa che si nota il tentare disperatamente di arrampicarmi sugli specchi.

< In realtà la tua presenza è alquanto irritante per la mia persona > rispose il ragazzo sogghignando, ma prima che potessi saltargli addosso gridando quanto non ci tenesse ad arrivare al prossimo compleanno con le ossa sane, la mia amica mi afferrò per un braccio, di nuovo, e mi spintonò verso di lei.

< In realtà Lotty scherza: ha un regalo pronto pronto solo per te! > disse sorridendo, per poi sussurrarmi una cosa all’orecchio che mi fece sbiancare.

< No…non puoi chiedermi questo! > le risposi scuotendo la testa in segno di dissenso più assoluto.

< FALLO! > ordinò Wendy in modo alquanto minaccioso, non lasciandomi scelta. Mi girai verso il Conte, puntandogli un dito contro: < Se solo provi in futuro a prendermi in giro, giuro che una mattina ti sveglierai pelato! > esclamai.

< Questo lo deciderò dopo ragazzina –  mi rispose in modo seccato – prima sono curioso di vedere il tuo regalo >

Sbuffai sonoramente, per poi avvicinarmi a Sebastian sussurrandogli all’orecchio una frase: la Mozzarella rimase leggermente sorpresa, e poi fece ciò che gli avevo ordinato.

Con il violino iniziò a intonare una melodia, e io incominciai a cantare: la mia voce si unì alle note, diventando un tutt’uno con esse. Ero brava a cantare, molto brava, anche se durante le lezioni a Villa Phantomhive mi ero sempre rifiutata di intonare anche una singola nota; in effetti erano passati secoli da quando avevo anche solo accennato una canzone, e questo perché mi ero ripromessa di non cantare più davanti a nessuno… eccetto qualcuno, per cui avevo cantato una volta, e solo il ripensare a quella serata il mio cuore perse un colpo, facendomi sussultare. Ma non ci badai. Continuai a cantare, e la mia mente tornò a quella lontana notte d’estate, e ai ricordi nostalgici legati ad essa…

La fine della musica interruppe il flusso dei miei pensieri: riaprii gli occhi, e davanti a me vidi Lizzy, Wendy e il resto della servitù applaudire vigorosamente, mentre Ciel mi osservava visibilmente sorpreso.

Sebastian si avvicinò, inchinandosi e facendo il baciamano:

< Sono davvero onorato di aver suonato per una così brava cantante: spero che in futuro la signorina ci allieterà di nuovo con la sua straordinaria voce > disse sorridendomi appena, e facendomi anche leggermente arrossire le guance.

< Sei stata davvero brava ragazzina, ti faccio i miei complimenti >

Ciel si era avvicinato a me, sorridendo per la prima volta da quando ci eravamo incontrati, e appoggiandomi una mano sulla spalla nuda: improvvisamente la sua voce divenne simile a quella di una persona altrettanto conosciuta, e i suoi grandi occhi blu furono sostituiti da uno sguardo a me molto più famigliare, e che a volte tormentava ancora i miei sogni.

< Sei davvero molto brava, piccola Lotty >  

 I ricordi si confusero con la realtà, e le mie guance diventarono ancora più rosse, mentre i battiti del mio cuore accelerarono improvvisamente: scostai bruscamente la mano del ragazzo dalla mia spalla, e quando rialzai gli occhi, quel viso dolce era scomparso, e al suo posto c’era di nuovo Ciel, il quale mi guardava preoccupato.

< Tutto bene Charlotte? > chiese. Annuii leggermente, per poi allontanarmi con una scusa, sedendomi su una poltrona in disparte, e con un pasticcino in mano da mangiare. I due occhi blu indagatori del Conte seguirono ogni mio movimento, ma non ci badai molto.

< Lotty, stai bene? >

Wendy si era avvicinata, e mi guardava con due occhioni azzurri preoccupati: non volevo si spaventasse, per cui tentai di fare finta di niente.

< Naaaa, niente di grave. Inizia ad esserci aria pesante in questo posto, che ne dici di andare a farci un giretto in giardino? > le chiesi facendo un occhiolino, per poi alzarmi dalla poltrona seguita dalla mia amica raggiante.

 

 

Fuori regnava il silenzio totale; la luna era oscurata da candide nuvole, e l’aria fredda pungeva le mie guance, ormai rosse per il gelo. I rami spogli degli alberi creavano ombre buffissime, soprattutto per i pezzetti di ghiaccio che pendevano da essi come lacrime: era davvero uno spettacolo meraviglioso sotto sotto; Wendy saltellò davanti a me, roteando su se stessa per poi rivolgermi un sorriso a trentadue denti:

< Questa è una delle serate più belle che abbia mai passato! Per completare il tutto possiamo intonare il melodioso inno zuccheroso a Madame Butterfly, e poi sarà veramente la serata perfetta! > esclamò contenta, battendo le mani felice.

< Ah, non credo sia il caso, e poi ti devo ricordare che Madame in questo momento ha tutt’altro in mente > le risposi pensando all’animaletto di peluche bendato che riposava sul mio letto.

< Sopravviverà? > mi chiese la ragazzina in tono triste, ma la mia risposta fu interrotta da un fiocco di neve che cadde dritto sul naso di Wendy, la quale si bloccò di colpo incrociando gli occhi per osservarlo meglio.

< Nevica! > gridai elettrizzata, seguita dalle urla di gioia della mia amica; ci era sempre piaciuta la neve, soffice e bianca come le nuvole, e dalla gioia iniziammo a rincorrerci per il giardino, ridendo di gusto e rotolando per terra sull’erba soffice e fredda: i miei capelli ormai erano completamente bianchi a causa dei fiocchi, e quelli della mia amica erano ridotti pure peggio, anche se il candore della neve risaltava tra i suoi lisci capelli neri, dando l’impressione che piccole perle luccicanti si fossero poggiate sulla sua chioma scura. Era tutto davvero perfetto! Ora ne sono più che sicura!

All’improvviso, un ombrello oscurò la fioca luce dei lampioni, e sia io che la mia amica ci girammo, trovandoci Sebastian vicino a noi, con in mano due asciugamani, e con il suo solito sorrisino stampato in faccia.

< Sebastian! Il panda corno della neve ha fatto pipì! > esclamò Wendy felice, circondando la vita dell’uomo con un forte abbraccio.

< Signorina non capisco ancora bene il vostro linguaggio, ma mi impegnerò affinché le sue affermazioni mi siano più comprensibili. Ma ora vi prego di tornare in casa: fa molto freddo e rischiate di prendere un malanno > disse calma la Mozzarella invitandoci a rientrare, mentre con una mano ci porgeva gli asciugamani.

Sbuffando leggermente ci avvolgemmo nel caldo tessuto, seguendo ubbidienti il maggiordomo, il quale poco prima di rientrare si bloccò sulla soglia della porta, rivolgendosi a noi:

< Sapete, il mio padroncino anche se non lo dà a vedere è stato molto felice della festa: il giorno del suo decimo compleanno, purtroppo perse i suoi genitori in un incidente, per questo non ama particolarmente festeggiare questa ricorrenza > disse, per poi compiere un leggero inchino: < Vi ringrazio >

Cosa? La Mozzarella stava ringraziando noi?!? Ah, ecco perché aveva iniziato a nevicare: ora tutto ha un senso.

< Non devi ringraziarci, per noi è stato un piacere! > gli rispose Wendy; la mora poi fece un breve inchino, congedandosi con la scusa che doveva andare a tenere la zampa a Madame agonizzante sul mio, e sottolineiamo MIO, letto, sotto le mie coperte, e appoggiata sul mio cuscino! Questa sì che si chiama mafia allo stato puro!

Anche Sebastian mi mollò lì da sola, con la scusa che doveva ripulire il salone, così decisi di tornarmene in camera mia; uscii dalla cucina e mi diressi verso le scale, quando delle voci attirarono la mia attenzione: Ciel e Lizzy stavano parlando animatamente, e la bomboniera sorrideva felice alle parole del ragazzo. Improvvisamente Lizzy porse una scatolina al Conte, molto probabilmente era il suo regalo, e io decisi di tornarmene ai miei affari e lasciarli in pace.

Le parole del maggiordomo mi ritornarono alla mente:

“ Così Ciel aveva perso i suoi genitori il giorno del suo compleanno “ – pensai- “ Interessante, questo spiegherebbe molte cose “.

Ripensai al comportamento del ragazzo durante la festa: chissà, Sebastian aveva detto che Ciel era stato contento della sorpresa, ma a me sembrava normale, non avevo notato cambiamenti nel suo comportamento. Però devo dire che quei due trascorrono talmente tanto tempo insieme, che ormai pensavano e si capivano al volo, senza parlare, anche se in realtà non si fidavano molto l’uno dell’altro, o almeno è quello che io percepii non appena arrivai alla villa.

Sorrisi: ormai anche Wendy ed io ci conoscevamo da tanto tempo, ma non eravamo così affiatate; anzi, la mia amica non sapeva ancora adesso molte cose di me, e per me era lo stesso nei suoi confronti. Eppure ci fidavamo l’una dell’altra: che cosa buffa, esattamente l’opposto dei nostri coinquilini. Soffocai una risatina amara, e andai al piano di sopra.

Già, era davvero molto buffo. Quattro persone, con dei segreti ridotte a vivere insieme. Davvero buffo il destino a volte.

ANGOLO DELL’AUTRICE

…..S-salve  *sbuca da un angolino tremando*

Lo so, è da secoli che non aggiorno, e vi chiedo scusa (anche se non importerà a nessuno ma fa niente), però sono stata ultra impegnata, e quindi ho avuto pochissimo tempo.

Ho intenzione di continuare con la storia, per cui anche se non aggiornerò periodicamente non significa che abbia abbandonato. Con calma la finirò…ehmmm…spero.

Bene, cosa ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto e di non avervi deluso.

Ringrazio come ogni volta chi recensirà o anche solo leggerà questa storia! Spero di non perdervi.

Baci

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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