Calendar Girls

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lancio un’occhiata attraverso il locale, scandagliando gli avventori, mentre chiudo l’ombrello e abbasso il cappuccio.
Controllo veloce lo stato della mia solita acconciatura prima di avanzare verso il bancone, lasciando qualche impronta umida dietro di me.
Normalmente in questo periodo dell’anno a Magnolia splende il sole ma oggi la pioggia è decisamente azzeccata vista la notizia che abbiamo ricevuto. Sorrido appena nel metterlo a fuoco, intenerita quasi.
Grande, grosso e scontroso com’è chiunque mi considererebbe pazza a definirlo tenero ma io so bene quanto l’apparenza possa ingannare. Basta guardare mio fratello Elfman.
E poi io e Laxus ci conosciamo sin da bambini, io so com’è veramente. Sarà diventato anche un lupo solitario ma so che nel profondo è sempre il Laxus che conosco io.
Non c’è nessuno intorno a lui e non mi stupisco vista l’espressione truce sul suo volto.
Nonostante siano le undici del mattino tiene in mano un bicchiere pieno di un liquido ambrato, scotch suppongo. Mi chiedo se sia sua abitudine o se abbia a che fare con la notizia.
Non ho paura ad avvicinarmi ma non mi sfuggono le occhiate preoccupate dei presenti mentre avanzo decisa fino allo sgabello accanto al suo. È come entrare in una tempesta di fulmini, la sua rabbia lo circonda come scariche elettriche incontrollate che non sono comunque abbastanza per tenermi lontana.
Nessuno sa che sono venuta a cercarlo. Nessuno avrebbe approvato, di certo avrebbero provato a dissuadermi per paura che io resti delusa. Ma non c’è modo, vada come vada questa conversazione, non smetterò mai di credere in lui.
Lo guardo tracannare il suo drink e poi riappoggiare con forza il bicchiere sul bancone, rischiando di frantumarlo.
Apparentemente sembra non avermi neanche notata ma so che sa che sono qui e sono io.
-Barista!!! Fammene un altro!!!- ruggisce e io sorrido di nuovo.
-E così lo hai saputo- mi limito a mormorare, il tono perennemente materno anche se privo della mia solita verve.
È davvero dura da digerire.
Si passa pollice e indice sugli occhi e inspira a pieni polmoni senza nascondere la seccatura che gli provoca avermi tanto vicina. Non sono un volto amico per lui, non finché è di questo umore.
-Che vuoi, Mira?- ringhia appena, voltandosi a guardarmi.
Lo studio per un attimo, inclinando appena il capo di lato e sopprimo a stento l’istinto di accarezzargli una guancia.
-Come stai?- domando, abbassando il tono della voce e facendolo sobbalzare appena.
Indurisce la mascella, testardo, deciso a non rispondere, senza che questo mi scoraggi o mi invogli a distogliere gli occhi da lui.
-Non abbiamo intenzione di arrenderci. Il Fairy Tail non è solo un bar, è la nostra seconda casa. Troveremo un modo per salvarlo- sentenzio decisa e lo guardo riappropriarsi della sua solita espressione truce e da menefreghista.
-Buon per voi- commenta asciutto, voltandosi di nuovo e riappoggiando il gomito al bancone mentre il barman gli serve un altro bicchiere di scotch -Comunque se ti dovesse servire qualche dritta su dove andare a lavorare quando fallirete miseramente fammi sapere- continua, portandosi il bordo di vetro alle labbra e assaporando piano il liquore, senza smettere di tenermi d’occhio anche se cerca di non darlo a vedere.
Sospiro, senza tuttavia scoraggiarmi. Ma so che per oggi la nostra conversazione finisce qui.
Mi alzo in piedi e afferro il cappuccio per portarlo sulla testa mentre un suono crepitante mi avvisa che si sta avvicinando anche il temporale.
-Manchi a tutti sai?! Noi ti aspettiamo sempre-
Finisce di bere e posa di nuovo il bicchiere, stavolta con forza più calcolata, pulendosi poi con il dorso della mano.
-Forse  ti sei dimenticata che il vostro adorato jicchan mi ha invitato a non mettere più piede al Fairy Tail- mi ricorda, senza voltarsi.
Non abbasso lo sguardo, non è ancora il momento di smettere di sperare questo e sollevo decisa il cappuccio, pronta ad avviarmi.
Faccio due passi prima di fermarmi e girare appena il viso per farmi sentire.
-Manchi anche a lui. A volte l’orgoglio è l’arma peggiore che si possa usare per ferirsi- soffio e lo vedo sobbalzare appena ma proseguo dritta per la mia strada.
Quello che avevo da dirgli, per oggi, gliel’ho detto.
Ora devo andare, le ragazze mi aspettano.
 

 
§
 

-Fortuna che ha smesso di piovere!- esclamo guardando fuori dalla finestra, le mani sui fianchi.
Nonostante il temporale l’aria è incredibilmente calda ed è chiaro che ora del primo pomeriggio questa pessima mattina si trasformerà in una giornata quasi estiva.
Peccato che il vento non possa spazzare via anche la brutta notizia insieme alle nuvole.
-Tutto bene Lu-chan?!-
Mi giro di scatto verso Levy che si è accostata a me e mi osserva sorridente ma preoccupata.
Sorrido in risposta prima di annuire, proprio mentre Erza ci raggiunge uscendo dalla piccola cucina con la pentola della pasta in mano, pronta a servirci, aiutata da Mira.
Ci siamo trovate qui nell’appartamento che condivido con Levy ed Erza per parlare della faccenda “Fairy Tail” perché nessuno di noi ha intenzione di arrendersi nonostante la situazione ai limiti del tragico.
È stato uno shock scoprire che Makarov aveva acceso un’ipoteca sul locale che non è in grado di estinguere e che un maledetto multimilionario ne sta approfittando per comprare il terreno e farci degli appartamenti, distruggendo il nostro amato bar.
Il Fairy Tail è la nostra seconda casa dai tempi del liceo, anche se per un periodo sono stata l’ultima arrivata, essendomi trasferita a Magnolia che ero ormai in quarta ma dopo tutti questi anni non conta più. Ora che andiamo tutti all’università, il nostro vecchio gruppo è rimasto unito come un tempo e, proprio come allora, siamo determinati e pronti a tutto per risolvere questa faccenda. Non possiamo permettere che ci portino via una cosa così importante senza contare che perdere il bar potrebbe uccidere jicchan!
-Secondo te cosa staranno combinando?- domanda Levy dopo avere ringraziato Mira che le ha appena allungato un piatto di pasta.
Apro la bocca per rispondere  e l’immagine di quella manica di scalmanati da ricovero, che è la frangia maschile del nostro gruppo, intenti a minacciare la banca con in mano delle pietre si forma nella mia testa, facendomi perdere il coraggio di parlare.
Sarebbero capaci di farlo, eccome se lo sarebbero!
Loro e il resto della compagnia!
-Spero per quegli imbecilli che non stiano minacciando nessuno o che non si stiano mettendo nei guai, altrimenti mi toccherà dargli una lezione- afferma Erza, rispondendo al mio posto, quasi mi avesse letto nel pensiero.
Io e Levy la osserviamo, sorridendo un po’ tese, mentre si accomoda accanto a Cana, sull’altro divano.
Non c’è che dire, per essere nel quartiere studentesco il nostro appartamentino è comodo e spazioso. Per questo abbiamo deciso di trovarci qui. Juvia e Cana sono in fase di trasloco e casa loro è immersa nel delirio mentre per quanto riguarda Mira, c’era il consistente rischio di passare l’intera “riunione” con in sottofondo la voce di Elfman intenta a masticare insulti da vero uomo contro la Grimoire Heart, la ditta interessata ad acquistare il terreno su cui si trova il Fairy Tail.
-Okay ragazze, dobbiamo trovare un modo per aiutare jicchan a tenere il bar! Non possiamo permettere che il Fairy Tail venga distrutto per fare spazio a degli appartamenti!- prende subito la parola Erza, decisa come sempre e con sguardo determinato.
-A quanto ammonta il debito di Makarov?- mi informo, facendo scuotere la testa a Mira.
-Troppo perché si possa estinguere anche mettendoci dei soldi noi e la via legale è impraticabile- ci informa, lasciandosi andare per un attimo allo sconforto, girandosi verso Erza e Cana, i due futuri avvocati della compagnia, per cercare una conferma delle proprie parole.
-L’unico modo è fare una colletta attraverso tutta Magnolia o trovare un modo per racimolare denaro!- interviene decisa Cana, facendo scambiare un’occhiata a me e Levy.
-Si potrebbe organizzare una vendita di torte!- interviene improvvisamente Erza, facendoci sorridere nervosamente.
E adesso chi glielo dice che come idea è pessima?!
Vedo Cana aprire la bocca e so già come potrebbe andare a finire se qualcuna di noi non interviene, visti i caratteri molto forti che hanno entrambe.
In realtà la più spaventosa quando si arrabbia è proprio Mira, insospettabile, certo, eppure è così ma anche loro due non scherzano. Riempio i polmoni per interrompere Cana e informare Erza del nostro pensiero nel modo più civile possibile, anche se penso che Levy saprebbe di certo scegliere meglio le parole, ma neanche io riesco a pronunciare mezza sillaba.
-Juvia una volta ha visto delle ragazze lavare le macchine e guadagnare parecchi soldi!- s’intromette Juvia, catalizzando la nostra completa attenzione e facendo ghignare Cana.
-Autolavaggio eh! Basta che abbia a che fare con l’acqua…- commenta riferendosi alla propria coinquilina prima di prendersi il mento tra pollice e indice e puntare gli occhi al soffitto, riflettendo -Uhmmmm… Non bastano due spugne e un po’ di schiuma. Bisogna saperci fare- mormora quasi più a se stessa che a noi e io strabuzzo gli occhi nel capire dove vuole andare a parare.
Erza si gira a guardarla, lo sguardo sottile.
-Cana non starai suggerendo di mettere su un autolavaggio sexy!- esclama riottenendo la completa attenzione della compagna di studi.
-Perché no?! Si guadagna bene e sarebbe per una buona causa!- afferma convinta, scrollando appena le spalle -Anche se non ho intenzione di subire molestie di nessun tipo! Se qualcuno allunga le mani…- lascia la frase in sospeso, battendo il pugno sul palmo aperto mentre Mira si porta una mano alla bocca, sorridendo e arrossendo appena.
-Cana temo che quello sarà inevitabile- la avvisa.
-Pretendere di non subire molestie quando si gira mezze nude è abbastanza incoerente non trovi?!- le fa notare Erza, atona, guadagnandosi un’occhiataccia.
-Che razza di ragionamento maschilista è questo?! Ora non posso andare fiera del mio corpo e volerlo mostrare…- attacca con una delle sue filippiche pseudo-femministe, facendo sospirare me e Levy, mentre mi appoggio allo schienale del divano. Così non adiamo da nessuna parte -…la stessa cosa?!?! Non mi sembra che nessuno abbia mai molestato Gray nonostante giri mezzo nudo ovunque!!!- conclude infervorata.
Una serie di sguardi scettici viene scambiato tra noi mentre Cana ci osserva una ad una in silenzio, prima di capire.
-Oh andiamo!!! Juvia non conta!!!- mette in chiaro, senza il minimo tatto, senza che Juvia si offenda per questo, dal momento che non sta nemmeno ascoltando, troppo presa a immaginarsi Gray con solo i boxer addosso.
-Comunque sia, non so se è ancora abbastanza come idea!- riprende la parola Erza, corrucciata.
Un fruscio mi fa voltare e solo ora mi accorgo che Levy ha posato il proprio piatto e sta sfogliando una rivista, chiaramente alla ricerca di qualcosa.
Si illumina quando incappa nella pagina desiderata e mi sorride furba, prima di attirare l’attenzione di tutte.
-Che ne dite di questo?!- propone, appoggiando il giornale sul basso tavolino, aperto su una pubblicità che occupa due pagine e ritrae Aries, una delle top model in auge al momento, che pubblicizza dei gioielli, completamente nuda.
Nonostante sia senza veli la sua foto non ha niente di volgare, anzi è elegante e raffinata, le parti intime coperte dalla posa e dai capelli.
-Levy-chan…- comincio cauta.
-Juvia è confusa-
-Stai suggerendo di farci fotografare nude per guadagnare soldi?!- domanda Cana, accigliandosi -In che modo?!-
-Un calendario! Da vendere all’università! Ogni anno vengono fatti un sacco di soldi con questo genere di… ehm…  “merce”!- afferma, esitando appena e facendomi sgranare gli occhi.
Riporto lo sguardo sulla pubblicità della rivista, macinando velocemente.
In effetti, non sembra essere un’idea così pessima anche se mi sembra quasi impossibile che sia venuta dalla nostra piccola, ingenua, innocente Levy. Me lo sarei aspettato più da Cana.
-Se eravate pronte a strusciarvi contro delle macchine insaponate, in reggiseno e calzoncini…- si spiega poi, arrossendo nel vedere le nostre espressioni basite.
Cala il silenzio finché Mira non inclina il capo di lato e sorride.
-Mi sembra un’ottima idea Levy!- le dice, mentre lei si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-È assolutamente geniale!- conferma Cana, battendo di nuovo il pugno sul palmo e anche io sorrido convinta.
-Suppongo che essendo per una buona causa si possa fare! In fondo è come posare in bikini!- intervengo, facendola voltare verso di me, felice e sorridente.
-Juvia è pronta a questo e altro per vedere felice il suo Gray-Sama!- afferma anche lei, senza stupirci più di tanto per la sua frase.
Ormai la conosciamo bene, anche se lei si è trasferita a Magnolia solo l’anno scorso, e sappiamo che il suo lineare e inattaccabile ragionamento è che se il Fairy Tail venisse buttato giù Gray ci starebbe male come tutti noi e quindi salvare il bar equivale a salvaguardare la felicità di Gray.
La osservo qualche istante, rendendomi conto che raramente l’ho vista con un top scollato e mai con una gonna corta. Non sarà così semplice per lei eppure…
Mi sa che dovrò fare un discorsetto a Gray, possibile che non si renda conto che Juvia darebbe anche una gamba per lui?!
-Non vorrei però che ne venisse fuori qualcosa di volgare! Bisogna trovare il fotografo giusto!- afferma Erza e un pensiero mi colpisce, rimandandomi nella depressione più nera.
-E anche i soldi per pagarlo- faccio notare, interrompendo la momentanea esplosione di euforia.
Si bloccano tutte nella posizione in cui sono, guardandomi un attimo a occhi sgranati per poi ricadere all’indietro anche loro, sospirando.
-Già…-
-Non ci abbiamo pensato…-
-Uff… non c’è soluzione…-
-Non puoi chiedere un prestito a tuo padre, Lucy?!-
Mi giro verso il bracciolo del divano su cui mi trovo, considerando quanto sia ridicola questa domanda.
-Se fossi nella posizione di chiedere un prestito a mio padre, lo farei direttamente per salvare il bar, ti pare Natsu?!- gli faccio notare con ovvietà.
Aspetta un attimo…
Salto sul divano emettendo un grido e strabuzzando gli occhi.
-Natsu?!?!? Cosa diavolo ci fai qui?!?! Da quanto sei in sala?!?!-
Chiude gli occhi mentre piega la bocca in un sorriso che rivela i suoi singolarmente appuntiti canini.
-Da abbastanza!- mormora e io assottiglia minacciosa gli occhi.
-Quando sei entrato?!-
-Veramente sono qui da stamattina! Non avevo voglia di andare a lezione con tutto quello che è successo e sono venuto a fare un pisolino- mi comunica accarezzandosi la nuca, come se fosse una cosa ovvia e scontata e un brivido mi percorre la schiena.
-E si può sapere perché non lo fai a casa tua il pisolino?!?!?- urlacchio ancora, facendolo sorridere di nuovo.
-Ma lo sai Lucy, il mio letto non è comodo come il tuo!-
Passo dalla furia omicida alla depressione profonda in un secondo, piangendo fiumi di lacrime sulla spalla di Levy per la totale mancanza di privacy a cui sono condannata finché Natsu sarà il mio migliore amico, mentre lei mi accarezza la schiena cercando di calmarmi, imbarazzata dalla situazione.
-Comunque a quanto pare dobbiamo accantonare anche questa idea. Mi sa che alla fine vince l’autolavaggio- mormora Erza, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia sotto il seno.
Un’idea improvvisa mi colpisce e sollevo la testa di scatto, nuovamente rigenerata.
Ma certo!
Come ho fatto a non pensarci prima?!
-Non è detto che dobbiamo rinunciare!- esclamo decisa, attirando sei sguardi interrogativi su di me e sorridendo enigmatica -Forse ho l’uomo che fa per noi!-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Sospiro, mandando gli occhi al cielo mentre ci passa in rassegna con occhi cuoriformi. Me lo sarei dovuta aspettare da lui ma speravo si contenesse almeno un po’ davanti alle mie amiche.
-Oh Lucy-san. Diventi sempre più bella ogni volta che ti vedo- mormora con fare da consumato playboy, facendomi assumere un’espressione scettica.
-Va bene Loki, ho capito, ora vuoi dare una regolata ai tuoi ormoni?!- domando, senza riuscire a fargli perdere il suo immancabile sorrisetto.
Con un dito si spinge gli occhiali da vista sul naso e mi guarda di sottecchi e io mi preparo perché lo so, lo so che sta per dire una delle sue frasi estremamente imbarazzanti.
-È come cercare di fermare la marea, di fronte a dei simili capolavori della natura-
Levy si sporge verso di me, che intanto mi sono ormai rassegnata a ritrovarmi sempre circondata da pervertiti ovunque io vada.
-Lu-chan, ma dove lo hai conosciuto?!- mi domanda, sinceramente incuriosita mentre Mira, Erza e Juvia continuano a fissarlo, rispettivamente sorridente, omicida e incredula.
-A me non sembra male!- commenta Cana, squadrandolo per bene e senza preoccuparsi di non farsi sentire -Insomma un pensierino ce lo farei!-
-E con Bacchus-kun come la metti?!- domanda Juvia, facendola girare verso di sé.
-Per la milionesima volta, io e Bacchus non stiamo insieme! Io e Bacchus abbiamo un accordo molto soddisfacente per entrambi senza scomode clausole o implicazioni!- snocciola, sollevando il mento e chiudendo gli occhi soddisfatta mentre Erza solleva un sopracciglio, scettica.
-Per questo settimana scorsa hai quasi picchiato quella ragazza che ci stava provando con lui?!- domanda con finta ingenuità Mira, facendole strabuzzare gli occhi e lasciandola senza parole.
-Io… io… Non è come sembra… insomma…- balbetta mentre tutte sghignazziamo senza alcun ritegno.
-Comunque anche Juvia è curiosa di sapere che rapporto ha Lucy-san con questo tizio-
Apro la bocca con l’intento di mettere in chiaro che no, non è mai stato né mai sarà il mio fidanzato ma un secondo dopo me lo ritrovo alle spalle con le mani posate sui miei fianchi e il suo torace contro la mia schiena. La faccia mi prende letteralmente fuoco e deglutisco a vuoto quando sento il suo respiro alla base del collo.
-Dovete sapere che ho avuto l’immensa fortuna di fare da cavaliere alla bella Lucy-san durante il suo ballo delle debuttanti, alcuni anni fa- spiega suadente, facendo illuminare gli occhi a tutte le mie amiche, Erza compresa.
Che diavolo gli prende a tutte?! Capisco che per loro non sia un evento all’ordine del giorno, il ballo delle debuttanti, ma non è niente di che!
Insomma è solo una serata noiosa, piena di gente noiosa, cibo noioso e musica da suicidio!
Il solo motivo per cui ci sono andata è che vivevo ancora nella vecchia casa, avevo quindici anni e non riuscivo a oppormi a mio padre. In effetti, devo ammetterlo, non fosse stato per Loki, sarebbe stata la serata peggiore della mia vita ma, grazie a lui, la ricordo addirittura con piacere.
Non posso fare a meno di sorridere nostalgicamente mentre il viso mi ritorna di un colore normale, eccezion fatta per le guance e neanche mi accorgo subito di Erza che si è avvicinata e mi sta fissando furba e divertita.
-Lllllui ti piace!- commenta con una mano davanti alla bocca e arrotolando la lingua come fa sempre il fratellino di Natsu, Happy.
Strabuzzo gli occhi, ritornando color aragosta e saltando via da lei e dalla presa di Loki che, senza perdersi d’animo, si avvicina subito a Cana per tesserne le lodi.
-Ma c-cosa dici?! N-n-non è affatto v-vero!!!- nego energicamente con la testa.
Loki è un amico! Solo un amico!
Un amico che, per pura fortuna, fa il fotografo ed è sempre ben felice di farmi dei favori quando può.
-Allora signore! Quindi  se ho ben capito da quello che mi ha accennato Lucy al telefono, voi vorreste posare nude per salvare il vostro amato bar giusto?!- chiede Loki, tornando finalmente serio, nei limiti del possibile per lui, il braccio intorno alla vita di Cana.
-Esatto! Pensavamo a un calendario da vendere all’università!- interviene Levy, entusiasta e piena di verve -Se lo vendiamo in un ambiente dove le conoscono sarà più facile e poi la voce potrebbe girare per tutta Magnolia!-
Loki le sorride e la guardo sobbalzare e arrossire imbarazzata, anche un po’ in soggezione ma sostenendo il suo sguardo. Un tempo avrebbe abbassato gli occhi a terra e so di chi è merito questa ritrovata sicurezza in sé stessa.
-Purtroppo però… Non abbiamo un budget molto alto. Fortunatamente un nostro amico ha già detto che si occuperà della stampa ma anche così i soldi sono quelli che sono-
-Non serve! Ho intenzione di farlo gratis!- la interrompe Loki deciso e tutte gli puntiamo addosso gli occhi incredule.
Dice sul serio?!
-Mi è capitato spesso di fotografare ragazze senza veli, poche aspiranti modelle e il resto ragazze ricche con il solo interesse di mettersi in mostra- spiega, sfilando gli occhiali per pulire le lenti con calcolata calma -È la prima volta che mi viene chiesto per un motivo così nobile. Sarà un onore- conclude, serio e convinto, rimettendo gli occhiali.
Sorrido, gli occhi lucidi di commozione.
Questo è il Loki che conosco!
-Senza contare che quale migliore pagamento che potervi ammirare completamente nu…-
Non mi rendo neanche conto di avere coperto la distanza che mi separa da lui e avergli calato un cazzotto sulla testa e sgrano gli occhi quando lo vedo accasciarsi per la ginocchiata di Erza nella bocca dello stomaco. Stringe le braccia sull’addome e solleva a fatica la testa mentre Erza si piega verso di lui, minacciosa.
-La prossima volta mirerò più in basso, chiaro?!- sibila e lui annuisce con vigore, prima di rimettersi in piedi.
-Molto bene! Quindi dobbiamo organizzarci! Il tempo mi pare di capire che non sia molto e quindi ci conviene mettere giù un minicalendario! Penso che trovandoci due volte a settimana dovremmo cavarcela in meno di un mese! Voi siete in sei quindi immagino che dovremo scegliere due scatti a testa e…-
-Come in sei?!?!-
La voce di Levy prorompe nel piccolo studio di Loki, palesemente agitata, facendoci voltare verso di lei a occhi sgranati.
-Io non… non pensavo di…-
-Perché no? I mesi sono dodici, voi siete in sei, è perfetto!-
-Ma… ma…-
-Non è stata tua l’idea?!-
-Loki!- intervengo ma lui mi ignora e continua a guardare fisso Levy, che non sa quasi più cosa dire ormai.
-Sì ma… Non… Potrebbe farlo Lisanna!- esclama colta da un’idea improvvisa, girandosi implorante verso Mira che sorride comprensiva.
-Temo che Elfman farà già fatica a digerire che io posi nuda. Mettere in mezzo anche Lisanna gli darebbe il colpo di grazia- si spiega, dispiaciuta.
-A-allora Bisca!-
-Alzack ci metterebbe i bastoni tra le ruote!-
-Wendy?! Laki?!-
-Wendy è minorenne e a Laki manca solo pomparle un altro po’ l’ego! Ma che ti prende Levy?! Qual è il problema?!- chiede Cana, corrugando le sopracciglia e facendole abbassare lo sguardo a terra.
-Io non…-
-Levy, sai qual è la bravura di un fotografo?!- riprende la parola Loki, avanzando verso di lei e posandole le mani sulle spalle.
La guardo scuotere appena la testa, ascoltando attenta.
-Mettere in luce gli aspetti migliori delle proprie modelle! Non ti devi preoccupare! Sarai splendida! Te lo prometto!- le sorride, rassicurante e Levy tentenna solo un altro po’, deglutendo a vuoto prima di annuire, ancora sconsolata.
-Okay, allora noi ora andiamo!- afferma Erza, battendo le mani e richiamandoci all’ordine.
Ci avviamo per uscire ma non facciamo in tempo a fare due passi che veniamo di nuovo bloccate dalla voce di Loki.
-Un’ultima cosa-
Ci voltiamo verso di lui che lancia un ultimo radioso sorriso a Levy prima di lasciarla andare e riportare gli occhi su tutte noi.
-Ditelo a chi dovete dirlo. Mi è già capitato di avere a che fare con fidanzati gelosi e so per esperienza che tenerlo nascosto è il modo migliore per farli infuriare ancora di più. Senza contare che tengo sia ai miei arti che al mio studio-
Un momento di denso silenzio segue le sue parole e potrei giurare che quello che ha appena colto Erza sia un brivido ma di certo mi sbaglio. Annuiamo lentamente con la testa e Loki torna a sorridere e si spinge nuovamente gli occhiali sul naso, infilando l’altra mano in tasca prima di salutarci.
-Allora a presto, mie meravigliose creature- mormora e vedo Juvia e Levy arrossire mentre Cana sbuffa una risata.
Lo guardo voltarci le spalle e le gambe si muovono da sole, riportandomi indietro e verso di lui.
Lo blocco per un braccio e mi metto in punta di piedi per scoccargli una bacio sulla guancia, che lo fa arrossire appena, facendomi ridacchiare.
Fa tanto il seduttore e poi….
-Grazie, sei un tesoro!- soffio rapida e lui mi lancia un’occhiata di striscio.
-Per una delle migliori amiche che abbia mai avuto questo e altro- mi dice prima di farmi l’occhiolino.
-Lucy andiamo?!-
-Arrivo!- avviso, e gli lancio un’ultima grata occhiata prima di staccarmi da lui e accelerare per raggiungere le mie amiche, già fuori dallo studio.
 

§
 

-Beh direi che l’unica a dover avvisare qualcuno sei tu Erza! E non penso sarà un problema! Gerard è piuttosto comprensivo e aperto no?!- dico, mentre camminiamo verso il nostro quartiere.
Mi giro a guardarla quando non ricevo risposta e mi stupisco nel trovarla rabbuiata e silenziosa.
-Mh?! Erza tutto a posto?!-
-Eh?! Come?!- sobbalza e io e Mira ci scambiamo un’occhiata preoccupata.
-Dicevo che non dovrebbero esserci problemi dato che dobbiamo avvisare solo Gerard e lui non credo se la prenderà vista la motivazione, giusto?!-
Mi fissa qualche istante e io scorgo una strana luce nei suoi occhi che non mi lascia il tempo di interpretare, distogliendo decisa lo sguardo e superandomi in poche falcate.
-Ma certo che non sarà un problema! Io e Gerard siamo una coppia emancipata!- afferma, incedendo sicura come sempre ma senza che questa strana sensazione mi abbandoni.
-Io penso sia meglio avvisare anche Bacchus- si intromette Levy, parlando piano -Anche se non state insieme ufficialmente…-
-Ma figurati Levy!- la interrompo, gli occhi che guizzano furbi -Con Bacchus che problemi credi ci possano essere?!-
Mi avvicino a Cana, raccogliendo con le mani i capelli in un improvvisato chignon, assottigliando lo sguardo fino a socchiudere gli occhi a mezzaluna.
-Cana, bambina, io sono un wild boy-
Juvia mi raggiunge passandomi un braccio intorno alle spalle mentre io la afferro per la vita.
-I wild boy amano vedere la propria donna nuda, ovunque e in qualunque occasione- conclude, con voce grave quanto la mia, e scoppiamo tutte a ridere, sotto lo sguardo scettico e irritato della nostra amica.
Libero i capelli, ridendo fino alle lacrime, appoggiandomi un attimo con la fronte alla spalla di Juvia che sobbalza veloce.
Oh santo cielo!
Sto male!!! Questa devo raccontarla a Natsu!
-Ah ah ah. Molto divertente- commenta Cana, le braccia incrociate sotto al seno.
-Oh dai non te la prendere! Era un’imitazione fedele!- le dice Erza, senza riuscire a restare seria.
Ridiamo un altro po’, asciugandoci gli occhi finché Levy non prende di nuovo la parola, dopo essere riuscita a calmarsi.
-Ragazze io vado! Ho promesso a Gajeel che lo aiutavo a studiare per l’esame di anatomia!- ci dice, cominciando già ad avviarsi.
-Aspettami Levy! Devo andare anche io da loro!- la avvisa Cana, correndole dietro.
-Ci vediamo presto allora!-
-A Juvia mancherai tanto, Cana-san!-
-E mi raccomando! Sii selvaggia!- le urlo dietro, scoppiando di nuovo a ridere insieme alle altre, più di tutte Juvia che è ancora abbracciata a me.
Mi giro verso di lei e in un attimo perdo il sorriso, quando me la trovo a pochi centimetri impegnata a fissarmi cupa e omicida.
-Gray-Sama è solo mio-mette in chiaro con voce da posseduta, facendomi congelare sul posto.
-Fai paura, Juvia!- le dico con un mezzo gemito, prima di separarmi con cautela da lei e riprendere il cammino verso casa. 





Angolo di Piper: 
Buonsalve gente!!!! 
Eccomi qui ad aggiornare e ringraziare tutti voi che state leggendo e seguendo questa follia! Prima di procedere, visto che è tipo la seconda volta che scrivo sul fandom, vorrei invitare tutti voi fan a fare un giro sul forum FairyPiece- FanFiction&Images, avvisando che la sezione dedicata a Fairy Tail è work in progress ma che la vogliamo ampliare!
Detto questo Vorrei ringraziare di cuore NaruSaku (piacere mio di conoscerti, sono felicissima che tu abbia voluto dare una possibilità alla mia storia anche se non sei una fan delle AU! Ah anche io amo follemente la Gruvia!), Sayaka (Ciao carissima! Hai visto che sono tornata?! Tutto questo tuo entusiasmo mi commuove sul serio *va a piangere insieme a Elfman in un angolino* e tranquilla che i momenti NaLu non mancheranno! Sulla lunghezza non è niente di certo ma potrebbe essere tra i dieci e i quindici capitoli! Un bacio grande!) e Fairy-chan (Oh lo so che sei normale e sono felice che la storia ti ispiri così tanto! Piacere di conoscerti e Piper-chan va benissimo! XD) per le recensioni!  
Al prossimo aggiornamento! 
Piper. 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Gajeel?!- lo chiamo, dandogli una leggera spinta sulla spalla.
Mi auguro che si sia solo sdraiato per metà sul tavolo in preda allo sconforto e che non stia dormendo altrimenti significa che ho parlato da sola per gli ultimi venti minuti.
Come i miei polpastrelli entrano in contatto con il suo deltoide sento la pelle andare a fuoco e lo vedo muoversi per sollevare la testa e guardarmi di sottecchi.
-Questo esame è una palla- sentenzia con un ringhio, facendomi sospirare.
Non che abbia torto, non capisco nemmeno io perché debba dare anatomia visto che fa Scienze Motorie, ma questo importa poco.
-Lo so ma farsi bocciare non è una soluzione- ribatto asciutta, guardandolo atona.
Dopo quasi tutto il liceo passato a litigarci per farlo studiare ormai so come prenderlo. Non è molto da me ma fare leva sul fatto che io, nonostante tutto, sono qui per aiutarlo lo sprona più delle minacce e ormai non mi faccio più scrupoli a farlo.
-E poi sono qui apposta no?!- gli sorrido incoraggiante
Sgrana appena un po’ gli occhi, sobbalzando leggermente, come sempre, prima di tirarsi su e cercare di apparire quanto meno interessato.
Sopprimo un risolino, considerando quanto è cambiato il nostro rapporto negli anni. Non riesco a credere che all’inizio facesse il bullo con me, Jet e Droy e che ora sia il mio migliore amico. È grazie a lui se ho imparato a essere meno timida e più sicura di me ma non è per gratitudine che sono qui.
Mi getterei anche nel fuoco per Gajeel e lui farebbe lo stesso e forse anche di più per me. Credo di essere la sola persona con cui si sia mai confidato e solo con Juvia è riuscito a trovare un’affinità simile a quella che ha con me. E d’altra parte anche io alcune cose di me le ho dette solo a lui.
A tal proposito, penso che forse dovrei parlargli della faccenda del calendario ma, come il pensiero mi colpisce mi sento subito arrossire e mancare il fiato.
No, è troppo imbarazzante, troppo anche per raccontarlo a Gajeel.
-Levy?! Tutto bene?!-
Mi giro di scatto verso di lui, che mi osserva interrogativo, rendendomi conto che mi ero incantata, persa nei miei pensieri e scuoto la testa per tornare lucida e nella speranza di tornare di un colore normale.
-Sì, certo che sì!-
-Sicura?!- si preoccupa, chinandosi appena verso di me -Sai che a me puoi dire tutto no?- mi ricorda e io esito un momento, la bocca leggermente schiusa.
È vero, a lui posso dire tutto. Forse dovrei dirglielo. Forse…
L’immagine di Gajeel che ride sguaiatamente di fronte al mio racconto si forma nella mia mente. Lo vedo tenersi la pancia e battere l’altra mano sul tavolo mentre mi dice “Un calendario?! Tu?! Ma che ti sei fumata, Levy?!” e mi sento sprofondare.
No, non posso dirglielo.
Non posso dirlo a nessuno se non a cose fatte.
Anzi, lo scopriranno da sé quando compreranno il calendario, perché è ovvio che tutto il nostro giro lo acquisterà.
Un fastidioso spasmo mi coglie lo stomaco nell’immaginarmi, senza alcun valido motivo, Gajeel impegnato a rimirare gli scatti di Juvia e mi ritrovo a stringere il bordo del tavolo e corrugare le sopracciglia.
-Gamberetto?!-
-Andiamo avanti!- ribatto brusca, cogliendolo alla sprovvista e tornando a concentrarmi sul libro aperto davanti a me.
Riempio i polmoni, decisa a cominciare la lezione senza farmi distrarre da altro quando un rumore soffocato, proveniente dal fondo del corridoio ci fa voltare di scatto entrambi.
È un mugugno lamentoso e io mi acciglio ancora di più.
-Ma cos’è?!- domando, perplessa.
Il rumore della sedia che struscia sul pavimento mi fa voltare di nuovo verso di lui, in tempo per vederlo alzarsi, un’espressione omicida sul volto.
Adesso cosa gli prende?!
-Quel deficiente di Bacchus! Starà di nuovo infastidendo Lily! Stavolta me la paga!- ringhia tra i denti, stringendo i pugni e avviandosi deciso verso la camera del suo coinquilino, mentre io scatto richiamandolo.
Ci manca solo che si pestino e addio esame per davvero.
-Gajeel, calmati!-
-Mi calmerò quando l’idiota avrà imparato che deve lasciar stare il mio gatto- mormora truce, continuando ad avanzare deciso.
Rifletto febbrile, immobile, valutando il da farsi quando un’improvvisa sensazione di morbidezza e calore mi pervade i polpacci, facendomi abbassare lo sguardo e sgranare gli occhi, prima di correre di nuovo verso di lui e pararmi davanti alla porta chiusa della camera di Bacchus, facendolo sobbalzare.
-Levy, spostati!- mi intima, con una nota più calma nella voce. È sempre così quando si rivolge a me.
-Gajeel…-
-Senti ti prometto che cercherò di trattenermi ma è di Lily che parliamo!-
-Gajeel ascoltami!- provo di nuovo ma è tutto inutile.
Quando si tratta del suo gatto non c’è ragione che tenga.
-Gli faccio solo capire che deve lasciarlo in pace! Non ho intenzione di pestarlo okay?!-
-Gajeel guarda lì!- alzo appena la voce, indicando verso destra con il braccio e l’indice tesi.
Finalmente si volta mentre alle mie spalle i mugugni soffocati, che ricordano davvero dei miagolii, non sembrano intenzionati a cessare e io mi sento invadere lentamente dall’imbarazzo mentre lo guardo sobbalzare nel mettere a fuoco Lily, seduto in mezzo al corridoio, e poi tornare su di me, appena un po’ scioccato.
Lancia un’occhiata oltre la mia spalla alla porta chiusa e io leggo nei suoi occhi che ormai ha capito anche lui, sentendo le guance incendiarsi del tutto.
-Vuoi dire che è…-
-Temo di sì…- annuisco miserabile.
Gajeel incrocia le braccia al petto, ghignando appena un po’, stortando le labbra da una sola parte.
-Gihihi! Hai capito Cana!- mormora e  io lo guardo spalancando gli occhi.
Riporta l’attenzione su di me e dopo alcuni istanti è lì che mi studia con un’intensità e un interessa che mi fanno perdere la lucidità in un secondo. Che… che gli prende ora?!
Da fuori non si vede perché sono già rossa ma sento che le mie guance hanno raggiunto il massimo grado di calore mai registrato e mi ritrovo a deglutire a vuoto, mentre le gambe mi diventano molli.
Che ha da guardarmi così?!
-Levy…-
Avanza verso di me e il cuore accelera.
China il capo di lato, osservandomi attento, e io trattengo il fiato in attesa.
So che sta per dire qualcosa ma non riesco a immaginare cosa.
Certo il modo in cui mi guarda è così… così…
Oh andiamo Levy! Riprenditi!!! È di Gajeel che parliamo!!!
Ma anche così, quando lo vedo aprire la bocca mi ritrovo a pendere dalle sue labbra.
-Per caso ti sei alzata di un paio di centimetri o è solo una mia impressione?!-
 

 
§
 

-E così tu sei il poveretto che è stato reclutato per fotografare le nostre ragazze?!- domanda Gray, seduto a gambe divaricate sul divano.
Siamo nel salotto dell’appartamento mio, di Erza e Levy, due cartoni di pizza formato famiglia sul tavolo e i nomi scritti a pennarello sui bicchieri di carta come alle feste di quando eravamo piccoli.
Natsu è seduto tra me e Gray, le mie gambe a cavallo delle sue cosce, mentre Cana è sulla poltrona e Loki e Juvia sono per terra, uno appoggiato alla poltrona, l’altra in mezzo alle gambe di Gray.
Levy non c’è stasera ed Erza è con Gerard.
-Perché poveretto?!- domanda Cana, assottigliando gli occhi su Gray con fare minaccioso.
-Beh rischia di incorrere nell’ira di Erza se non verrà più che bene in foto!- spiega, facendoci scoppiare a ridere tutti quanti.
-Non credo si corra un pericolo del genere!- faccio notare, attirando lo sguardo di Natsu i cui occhi guizzano mettendomi in allerta.
Cosa sta per dire?!
-E poi dovrai far sembrare Lucy magra!- esclama e io sgrano gli occhi incredula senza riuscire a restare seria, complice la birra.
-Ehi!!!- lo richiamo con una manata sulla spalla, mostrandomi indignata per circa mezzo secondo prima di unirmi alle loro risate.
Loki solleva le lenti per asciugarsi gli occhi, le spalle che sobbalzano più lentamente.
-No beh parlando seriamente, sono tutte favolose! Non sarà certo un problema lavorare con loro! Siete davvero fortunati ragazzi!- dice, mentre solleva gli occhi su Natsu e Gray, facendo sorridere il primo e sobbalzare il secondo.
Gray smuove le spalle a disagio, chinandosi appena in avanti verso Loki, facendo inclinare la testa indietro a Juvia per seguire i suoi movimenti.
-Lucy ci ha detto che fai foto anche per delle riviste!- cambia rapidamente argomento e Loki si sistema meglio gli occhiali sul naso.
-Qualcosina sì! Ho contatti con dei modelli emergenti! Niente di eccezionale!- dice, restando sul vago, prima di ghignare furbo -Anche se ha i suoi lati positivi!-
-Per esempio?!- chiede Natsu, esaltandosi preventivamente e facendomi scuotere la testa.
-Uno dei ragazzi con cui lavoro farà una mega festa per il suo compleanno all’hotel di Akane Beach tra qualche settimana e naturalmente io sono invitato!-
-L’hotel di Akane Beach è quello extralusso?!- domando conferma anche io, sentendo un brivido di eccitazione lungo la schiena.
Questa cosa sa davvero di interessante e molto più figo degli eventi sociali a cui mi è capitato di partecipare anche se per pochi anni.
Loki annuisce prima di lanciare un’occhiata a Cana con la coda dell’occhio.
-Non credo sarebbe un problema per lui, se invitassi qualche amico- aggiunge, con un’espressione che è tutto un programma, lasciandoci interdetti per qualche secondo.
-Stai dicendo che possiamo venirci anche noi?!- domanda Cana, sgranando gli occhi e saltando sulla poltrona.
-L’unica cosa è il dress code abbastanza elegante ma per il resto si prevede una serata piuttosto memorabile- prosegue, piegando di più le labbra verso l’alto mentre anche noi ci apriamo in ghigni soddisfatti e sorrisi increduli.
-Oh grazie Loki!!! Grazie, grazie, grazie!!!- esclama Cana, appendendosi al suo collo e baciandolo sulla guancia in un chiaro tentativo di strangolarlo.
-Devo dedurre che l’idea non vi dispiace eh!- commenta, tossicchiando appena, mentre Cana lo libera raddrizzandosi e dando un colpo per gettare i capelli indietro.
-Io ci sto!!!- si intromette subito Natsu e io lo seguo a ruota.
-Gray-Sama, ci andiamo anche noi?!- domanda Juvia, lasciandosi trasportare e Gray ghigna, intrecciando le mani e posandole sulla testa.
-Ovvio che sì, Juvia!- afferma, facendola illuminare prima che le guance le diventino rosse e il suo sguardo si sposti al suolo mentre cerca il coraggio per dire qualcosa.
-Gray-Sama… Juvia si stava chiedendo se ti andrebbe di…-
-Ragazzi io vado! Bacchus avrà finito l’allenamento e gli avevo detto che lo avrei raggiunto! Grazie della serata!- ci saluta Cana, mettendosi la borsa a tracolla e avviandosi decisa verso la porta.
-Cana aspettami, vengo anche io!- si affretta Gray, alzandosi e seguendola veloce, mentre si rinfila la camicia a maniche corte che si era tolto, ignorando Juvia, che rimane pietrificata e a bocca aperta, arrampicandosi poi sul divano per richiamarlo.
-Gray-Sama!- prova  a fermarlo, sporgendosi oltre lo schienale ma l’unica risposta che ottiene è il tonfo della porta.
Restiamo immersi nel silenzio, scambiandoci un paio di occhiate, mentre Juvia si accascia sul divano, sprofondando nella depressione più nera.
-Juvia…- la chiamo, senza ottenere risposta.
Mi si stringe il cuore a vederla così.
A volte mi chiedo se tutta questa devozione sia ben riposta. Insomma, Gray è un bravo ragazzo ma, forse, semplicemente, non riesce a ricambiarla nel modo che vorrebbe e Juvia dovrebbe provare a frequentare qualcun altro. Anche se a volte è proprio tardo, basterebbe così poco per non deluderla!
-Ehi lo sapete che questa settimana l’acquario fa delle aperture serali?! Potremmo informarci e vedere se stasera è chiuso oppure no!- propone Loki, colpito da un’improvvisa illuminazione, riuscendo ad attirare l’attenzione della nostra amica che spalanca un po’ gli occhi e, sebbene a fatica, riesce anche a ricambiare il suo sorriso.
 

 
***
 

Apro la bocca per chiamarlo ma quando sposto lo sguardo dallo schermo a lui il fiato mi muore in gola.
È concentrato sul film e io non ho il coraggio di disturbarlo. Detto da me, suona finanche ridicolo.
Non che io abbia problemi a far valere le mie ragioni o a interrompere una pellicola senz’altro interessante ma di certo meno importante del comunicargli la faccenda del calendario. Non è questo.
Il vero problema è che non voglio vedere quello sguardo. Quel suo sguardo sempre affettuoso e carico di attenzione ma in cui non brilla più quella luce alla quale credevo che mai mi sarei abituata. Ma a quella luce mi ci sono abituata eccome, fino a non notarla più e che, solo ora che è sparita me ne rendo conto, mi manca da morire.
Come ci siamo arrivati?!
Come siamo arrivati a questo?!
Sei anni fa non potevamo stare nella stessa stanza senza che uno dei due perdesse completamente la testa e l’altro cercasse di non perderla del tutto.
Sei mesi fa non avremmo passato la serata a guardare un film.
Cosa ci è successo?!
-Erza?!-
Sbatto le palpebre, tornando in me e accorgendomi che Gerard si è girato a guardarmi, attirato dal mio sguardo su di lui.
-Tutto bene?!- domanda, corrugando le sopracciglia, cambiando appena la forma del tatuaggio che gli attraversa l’occhio. Ho sempre trovato così sexy quel tatuaggio, come tutto ciò che riguarda Gerard.
È questo mischiato al suo essere dolce e attento che mi ha fatto perdere la testa ma ora, mentre lo guardo, provo una terribile nostalgia per quelle farfalle nello stomaco che ormai non sento più.
È imbarazzante per me ammetterlo ma trovo dannatamente eccitante questa assurda decisione che abbiamo preso di posare nude e in un attimo mi accorgo che non voglio rovinare tutto.
Se dovesse opporsi sarà inevitabile litigare perché io non voglio rinunciarci.
Sorrido con dolcezza, socchiudendo gli occhi a mezzaluna.
-Sì, tutto bene- mormoro prima di avvicinarmi un po’ di più e appoggiare la testa sulla sua spalla, tornando a concentrarmi sullo schermo, osservando senza realmente vederle le scene che si susseguono davanti ai miei occhi.
Non glielo posso dire.
Non posso perché se dovesse chiedermi di scegliere temo di sapere quale sarebbe la mia risposta. 




Angolo di Piper: 
Ohi minna! Non mi sono dimenticata di aggiornare tranquilli! 
Voglio solo ringraziare di cuore Sayaka, Narusaku, Celty (piacere mio!!!) e Emy per le recensioni e il supporto! Scusate se non riesco sempre a rispondere alle recensioni ma a volte mi manca materialmente il tempo! Grazie di cuore davvero e al prossimo aggiornamento! 
Piper. 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


-Va bene, Erza, ora guarda nell’obiettivo! Perfetto  così! Fantastica!-
Butto un’occhiata verso la porta socchiusa che separa la stanza dove ci cambiamo da quella dove Loki ci fa le foto.
Certo usare il verbo “cambiarsi” è quanto meno improprio visto che in sostanza ci svestiamo e mettiamo su i nostri yukata corti in attesa del nostro turno.
Siamo rimaste tutte colpite nel ritrovarci qui in studio Cancer e Virgo, due amici di Loki che si sono resi disponibili a occuparsi di trucco e capelli.
Sono anche simpatici, non fosse per l’abitudine di lui di finire tutte le frasi in “Ebi” e per l’appena accennata ma di certo malsana vena masochista di lei. Ma devo dire che sanno fare splendidamente il proprio lavoro.
Torno a studiare il mio riflesso, i capelli tirati su e adornati con delle bacchette cinesi con un piccolo cuore ad un’estremità, per il mese di febbraio ovviamente. Mi sorrido con convinzione prima di tornare seria e sbuffare via la frangetta, appena un po’ sconsolata.
Quando siamo arrivate qui stamattina ero tranquilla, Loki ci ha organizzato gli scatti a due a due e io sono con Juvia e devo dire che ci siamo date manforte a vicenda. Questo finché non abbiamo visto posare Mira e Erza.
Sono sconvolgenti, delle modelle nate, due talenti naturali.
Potevano farlo loro da sole il calendario.
Sospiro, cercando di farmi forza, e abbasso per un attimo la testa, prendendomi la fronte con una mano e automotivandomi come meglio posso.
Dai Lucy, che vuoi che sia?!
Che vuoi che sia posare nuda davanti a un amico di vecchissima data, per cui ti sei presa una cotta fulminante all’epoca e che è pure un po’ pervertito, per poi finire su un calendario che diventerà di dominio pubblico  nella tua città, cominciando dalla tua università, e soprattutto tra i tuoi amici, alcuni dei quali sono anche più perversi di Loki?!
Un brivido mi percorre la schiena.
Il Fairy Tail! Devo farlo per il Fairy Tail e per jicchan!
Sì, devo farlo per loro!
Voglio farlo per loro!
Risollevo la testa, un radioso e convinto sorriso sulle labbra e un’improvvisa aura nera mi circonda, inquietandomi.
Strabuzzo gli occhi e sobbalzo spaventata quando il viso di Juvia appare da dietro accanto al mio nello specchio, contratto nella sua migliore espressione da assassina a sangue freddo, mentre mormora qualcosa con voce da posseduta.
Una persona normale forse non sarebbe in grado di decifrare il suo ringhio ma io ormai ci sono abituata e per me è come se stesse parlando con perfetta dizione e voce cristallina, non fosse che il suo tono mette i brividi.
-Ri-va-le-in-a-mo-re-
Faccio un profondo respiro, riprendendomi dallo spavento mentre lei continua a ripetere quelle tre parole come un disco rotto, facendomi scuotere la testa.
È una causa persa!
Ai suoi occhi qualunque essere di sesso femminile che si trovi a meno di cinque metri da Gray è una rivale in amore e ci siamo ormai rassegnate al fatto che, se si tratta di lui, diventa bipolare e pericolosa. Il che mi porta a domandarmi come diavolo faccia a studiare psicologia, ma questa è un’altra storia.
Il problema è che io e Gray siamo molto amici, tanto amici, e io, a differenza di Erza, non ho un fidanzato storico.
Ed è inutile, per quanto io glielo abbia spiegato, per quanto Juvia sia una cara amica e mi voglia bene, ogni tanto perde la testa e torna a vedermi come un ostacolo alla sua idilliaca storia d’amore.
Il che è ridicolo, non potrei mai vedere Gray in quel modo, sarebbe assurdo. Sarebbe come se mi mettessi con Nasu!
Lo stomaco mi fa una capriola e il cuore mi perde un battito lasciandomi interdetta e senza fiato per un istante.
Che mi prende?!
-… in amore-
Mi riscuoto girandomi verso di lei, con un sorriso nervoso.
Santo cielo, fa davvero paura.
-Juvia, calmati- le dico, alzando le mani, cercando di suonare convincente.
-Io so qual è il tuo piano, rivale in amore- continua imperterrita e io chiudo gli occhi. Se fossi un cartone animato ora mi apparirebbe un’enorme gocciolona sulla nuca.
 Non c’è proprio niente da fare, quando entra in loop.
È un lieve bussare alla porta che viene in mio soccorso, facendoci voltare entrambe e risvegliando Juvia dal suo viaggio nella terra di Shining.
-A-ehm, Juvia, Lucy. Quando volete io sono pronto- ci avvisa Loki, restando dietro alla porta socchiusa.
Riesco a immaginarlo, con una mano in tasca e l’altra intenta a sistemare gli occhiali e non posso fare a meno di stupirmi per tutta questa discrezione.
Insomma è ridicolo! Sta per vederci nude!
Suppongo che per una modella di professione, la porta sia il confine tra il lavoro e la propria privacy e apprezzo che Loki lo rispetti ma noi non siamo modelle.
Stare nuda davanti a lui mi imbarazza sia al di qua che al di là di quegli stipiti!
Ma resta il fatto che io ho accettato e ora non posso tirarmi indietro.
Il tempo di raccogliere il coraggio a quattro mani e la porta si spalanca completamente, per far entrare Cana e Levy che hanno la sessione programmata dopo la nostra.
-…gli ho detto: “Bacchus, chiariamo un punto! Va bene il sesso senza implicazioni ma è comunque una cosa che mi aspetto tu faccia solo con me! Non che io voglia cambiare il nostro rapporto, va bene anche così ma se hai una relazione di letto con me mi aspetto che tu ce l’abbia solo con me!”- sta raccontando infervorata Cana.
Levy la ascolta annuendo convinta e io non posso fare a meno di scambiare un’occhiata eloquente con Juvia. Levy e Cana sono sempre andate d’accordo ma, da quando Bacchus e Gajeel vivono assieme, ricordano sempre più due che si lamentano dei propri fidanzati cari amici.
Juvia ghigna in risposta, sollevando solo un angolo della bocca, prima di prendermi sottobraccio, pronta a spostarci nell’altra stanza.
-Juvia! Lu-chan! Com’è andata?!-
-Ancora non lo sappiamo Levy! Iniziamo adesso noi!- la avviso, facendola sorridere con una strana luce negli occhi, che si abbassano a cercare il pavimento.
Mi acciglio, scrutandola appena.
Che le prende?!
-Allora?! Con chi vogliamo iniziare?!- domanda Loki, battendo le mani e attirando la mia piena attenzione.
Apro la bocca per proporre Juvia, nella speranza di riuscire a calmarmi un altro po’ ma non riesco ad articolare mezza sillaba.
-Lucy-san! Perfetto!-
Lo fisso incredula, a bocca aperta, chiedendomi se è solo perverso o anche sadico, rendendomi però subito conto che non ha senso. Adesso o più tardi che differenza fa?!
Juvia mi passa la mano sulla schiena in un gesto incoraggiante quanto il sorriso che mi rivolge quando mi giro a cercarla con gli occhi. Piego anche io le labbra verso l’altro e annuisco. In fondo, se si tralascia il dettaglio che sta sicuramente valutando quante possibilità ci siano che  io e Loki ci innamoriamo perdutamente così da non doversi più preoccupare di un possibile risvolto romantico nel mio rapporto con Gray, non si può proprio negare che sia una buona amica.
Sorrido anche a Loki avanzando nella stanza, in attesa delle sue direttive.
Prima di farmi togliere lo yukata vuole controllare le luci e scegliere lo scenario migliore, ondevitare di farci stare nude più del tempo strettamente necessario, il che, trattandosi di lui, mi ha lasciato piacevolmente sorpresa.
-Prendi questo!-
Uno spostamento d’aria accanto a me e mi ritrovo tra le mani un palloncino a forma di cuore, un po’ più grande di quelli che papà mi comprava da piccola al luna park, mentre Loki mi passa accanto diretto ai faretti per sistemarli.
-Cosa devo farci con questo?!- gli domando, perplessa.
-Coprirti!- mi informa, regolando una delle luci prima di girarsi a controllare e annuire soddisfatto.
Torna verso la macchina fotografica sistemata sul trepiede e io deglutisco a fatica, facendomi forza.
Poso il palloncino a terra prima di slacciare la cintura dello yukata e farlo scivolare giù dalle spalle.
Juvia si avvicina per recuperarlo e io mi chino veloce e riafferro il palloncino, prima che Loki mi veda come mamma mi ha fatta. Lo stringo spasmodica davanti al mio addome, in attesa che cominci a scattare.
Il rumore di una porta che si apre mi fa sobbalzare spaventata. E adesso chi è?!
Mi irrigidisco stringendo i denti e sento poi i muscoli allentarsi non appena metto a fuoco Mira e Erza, anche loro in yukata e piedi nudi, di ritorno dalle macchinette che si trovano fuori dallo studio di Loki, con una lattina di aranciata in mano.
-Ehi Lucy! È il tuo turno!-
Sorrido nervosamente a Erza, alzando una mano in segno di saluto.
Le guardo accostarsi a Juvia e torno su Loki che mi sta fissando con le mani sui fianchi e un’espressione di… è disappunto quello?!?!
-Sei tesa, Lucy-san?!-
Sbatto le palpebre interdetta.
Oh ma certo che no!
-Tu che ne dici?!- gli domando, appena un po’ acida.
Sorride, sistemandosi gli occhiali e guardandomi con affetto.
-Non si vede nulla, Lucy. Il palloncino copre quello che deve e con quel viso non credo che chi comprerà il calendario si concentrerà su altri dettagli- mi dice, suadente, facendomi stortare la bocca in una smorfia scettica.
Se lo dice lui…
Però apprezzo il suo cercare di tranquillizzarmi e mi sforzo di collaborare.
Scuoto la testa e le spalle, cercando una posizione che non mi faccia sembrare imbalsamata.
-Ecco, così va già meglio- mi dice Loki, posizionandosi per cominciare a scattare -Pensa a qualcosa che ti fa sentire rilassata e a tuo agio-
Chiudo gli occhi, decisa a seguire il suo consiglio, e sento le dita allentarsi intorno al palloncino, assumendo una posa più naturale, mentre senza neanche pensarci ruoto leggermente la gamba sinistra, sollevando il piede fino ad avere solo le dita appoggiate a terra.
E poi succede, come finisco di abbassare le palpebre, lo vedo.
Non capisco che razza di associazione mentale sia, fatto sta che mi ritrovo a fissare, con l’occhio della mente, Natsu che mi sorride. Natsu, con quel suo sorriso appuntito e radioso, che sembra capace di riportare il sole anche in una giornata di pioggia.
Natsu con quel suo sorriso che riesce a contagiarmi anche così, facendo increspare le mie labbra.
È quando realizzo di essere arrossita sulle guance, solo allora, che riapro gli occhi di colpo e vedo Loki scattare senza posa.
Non so bene come comportarmi ora, mi servirebbe qualche dritta dal fotografo, fatto sta che sento il calore alle guance scemare e un attimo dopo il mio amico si solleva con un’espressione soddisfatta.
Toglie gli occhiali, recuperando in tasca il panno per pulirli.
-Non vorrei esagerare Lucy- comincia, strofinando con cura prima una lente e poi l’altra -Ma potremmo già avere lo scatto. Comunque proviamo qualche altra posa-
Sgrano appena gli occhi, incredula, sentendo il sollievo pervadermi, prima di annuire, allargando il sorriso.
 

 
§

 
Espiro, rilassandomi e appoggiando la testa al muro alle mie spalle, la lattina di aranciata stretta in mano.
Non mi sembra vero che sia andata e metà del mio lavoro per questo calendario sia già stato fatto.
È stato meno peggio di quanto pensassi e sorrido contenta, prima di riaprire gli occhi e accorgermi dello sguardo di Erza su di me.
Stiamo assistendo tutte alla sessione di Juvia, sedute su  dei puff morbidi e le schiene contro il muro.
Come mi ero aspettata, ci è voluto tutto il nostro supporto per farle trovare la tranquillità necessaria a spogliarsi, ma ora che ha rotto il ghiaccio e che le sue parti intime e il seno sono accuratamente nascoste dietro a un ombrellino color caprifoglio, sembra essersi calata perfettamente nella parte per il mese di novembre.
Seduta con le gambe accavallate, fissa Loki con un’intensità incredibile, gli occhi resi ancora più grandi dalla coda di cavallo che Cancer le ha fatto, lasciandole libere due ciocche a incorniciarle il volto, ricalcando la pettinatura di Mira.
Mi giro verso di lei, considerando quanto è bella e quanto mi fa strano vederla con la frangia libera sulla fronte. Le da un’aria quasi selvaggia.
Mi perdo a considerare che sembra a suo agio almeno quanto dietro al bancone del Fairy e un velo di malinconia mi stringe lo stomaco, realizzando quali pensieri tutto questo deve portarle alla mente.
Eppure è così tranquilla.
A differenza di Levy che sembra sul punto di vomitare.
-Gira un po’ la testa, Juvia! Okay, così!-
Il rumore della porta mi fa sobbalzare di nuovo, soprattutto perché questa volta deve per forza essere qualcuno di esterno, noi siamo tutte qui.
Tre figure scivolano silenziose nella stanza, senza distrarre Loki che, pur essendosi accorto dell’intrusione, continua imperterrito il proprio lavoro.
-E così, volevi tenerti tutte queste bellezze per te, Loki?!- mormora uno dei tre, con fare leggermente teatrale.
Mi acciglio nel notare la somiglianza tra lui e Loki.
Ma chi è?! Anzi, chi sono?!
-Hibiki lo sai che tuo cugino è un professionista- gli fa notare un altro, capelli bianchi come quelli di Mira, acconciati in uno strano taglio a spazzola.
-Così professionista che lavora con delle dilettanti- sputa quasi fuori il terzo, arrogante, facendo scattare Erza e Cana che voltano la testa per lanciargli un’occhiata infastidita.
Ma cosa cavolo vogliono questi?!
Il rumore degli scatti non cessa per altri interminabili secondi, finché Loki non si raddrizza e parla senza voltarsi verso i suoi inattesi ospiti.
-Anche tu sei stato un dilettante Sting, solo perché ci siamo aiutati a vicenda a farci un nome non significa che ora io debba lavorare solo con gente famosa- snocciola, per poi sorridere a Juvia -Abbiamo finito- le dice sottovoce e io scatto veloce per portarle il suo yukata mentre lei si scioglie i capelli, l’ombrellino ben posizionato a coprire le proprie parti intime -Senza contare che la gente famosa a volte sa essere molto irritante- conclude Loki, voltandosi verso i tre, una mano in tasca e l’altra a sistemare gli occhiali.
Si fissano in cagnesco qualche secondo e noi tratteniamo il fiato mentre sembrano sul punto di trucidarsi a colpi di occhiatacce finché non succede.
Il tizio biondo di nome Sting scoppia a ridere e dopo qualche istante sgrano gli occhi nel sentire Loki fare altrettanto.
Che sia bipolare?!
Avanza verso di lui, allargando le braccia, e li osservo perplessa scambiarsi un fraterno abbraccio.
-Cosa fai da queste parti?! È un pezzo che non ci si vede!- gli dice Loki quando lo lascia andare.
Sting si passa una mano tra i capelli biondi, stringendosi poi nelle spalle con noncuranza.
-Avevo bisogno di cambiare aria e Lyon non si è lasciato sfuggire l’occasione di fare il nostalgico, ricordando i vecchi tempi-
-Ehi, ehi! È così che si tratta quello che ti ha dato un letto?- protesta pacato il tizio con i capelli bianchi, avanzando anche lui per salutare.
Li guardiamo darsi goliardiche pacche sulle spalle, mentre Juvia si copre per bene con lo yukata.
-E questi capolavori chi sono?!- domanda Hibiki, facendo una panoramica della stanza con sguardo sornione.
-Sono le mie modelle per un… progetto speciale, diciamo. Ragazze! Vi presento mio cugino Hibiki Lates che lavora come grafico alla Blue Pegasus, Lyon Vastia e Sting Eucliffe. Lyon e Sting si stanno affermando come modelli per la Lamia Scale e la Sabertooth!- ci spiega, passando un braccio intorno alle spalle dei due amici.
Restiamo in silenzio, colpite più di quanto ci andrebbe di ammettere e mi riscuoto quando vedo Sting girarsi verso le mie amiche ancora sedute e assottigliare lo sguardo su Mira, come se si stesse assicurando che è proprio lei, prima di sporgersi appena in avanti e mettere a fuoco Erza, che sostiene il suo sguardo con fierezza.
Mi irrigidisco nel sentire un respiro troppo vicino sul collo e lancio una cauta occhiata alla mia destra, ritrovandomi Hibiki a pochi centimetri da me.
-Che corpo divino! Come fai a essere così bella?!- domanda, suadente e io mi sento rabbrividire mentre torno a cercare Loki.
-Non mi avevi mai detto di avere un cugino gemello!- gli dico, sorridendo nervosa.
Sgrana appena gli occhi, un po’ sorpreso.
-Anche tu trovi che ci assomigliamo così tanto?!-
-Devi essere una dea- sussurra Hibiki alle mie spalle.
-Anche troppo-
-Perché non venite al Fairy per un drink stasera?!- sta dicendo Cana a Sting, con il braccio appoggiato alla sua spalla, facendomi mandare gli occhi al cielo e sorridere divertita. Non perde mai tempo. Non cambierà mai.
-Non mi sembra una cattiva idea- commenta il biondo.
-Oh Lyon!- esclama Loki, colpito da un pensiero improvviso -Credo che tu e le ragazze abbiate una conoscenza in comune, sai?!-
-Mh?!  Di chi si tratta?!-
-Forse mi sbaglio io ma un certo Gray…-
-Gray?!- domanda Erza, dando voce alla sorpresa di tutte quante.
Lyon sgrana lievemente gli occhi, appena un po’ incredulo.
-Non sarà… Gray Fullbuster?!-
-Proprio lui!- risponde Cana, facendolo sospirare.
Non sembra felicissimo della notizia!
-Conosci Gray-Sama?!- domanda Juvia, subito sull’attenti se si parla di lui.
Lyon si volta per rispondere ma sembra rimanere senza parole quando mette a fuoco Juvia. Il suo sguardo si fa più intenso, facendo accigliare me e la mia amica, prima di incedere deciso verso di noi.
Ci raggiunge e afferra le mani a Juvia, guardandola con gli occhi che brillano.
-È questo quello che chiamano amore a prima vista?!- domanda, lasciandoci tutti senza parole.
Juvia arrossisce violentemente, senza riuscire ad articolare alcunché, mentre io mi porto una mano davanti alla bocca, sopprimendo a stento una risata tra l’isterico e il divertito.
Questa poi! Ho come l’impressione che le cose potrebbero complicarsi un pochino! 





Angolo dei ringraziamenti
Celty: Ehi!! Beh io adoro Gajeel (a dire il vero adoro tutti) e il suo amore per Lily, quindi forse anche per quello mi è uscita bene quella scena! Grazie di cuore e alla prossima! 
Sayaka: Ciao tesoro! Oh ma che bello che ti sono piaciute tutte le coppie! Beh io Loki lo vedo come elemento potenzialmente saggio del gruppo quindi chissà... ^^ Per quanto riguarda Natsu e Lucy... beh non so in questa long ma sicuramente nelle storie future (sopratutto nella prossima) che ho in programma ci saranno momenti molto più lunghi tra loro! Garantito! Grazie per il tuo sostegno e alla prossima! 
NaruSaku: AriesxLoki!!!! ** ** Cioè io tipo li amo!!! Coooomunque! Non preoccuparti, la recensione non è affatto piccola, scherzi?! Anzi grazie infinite davvero! Alla prossima! 
Giulyetta: Intanto piacere di conoscerti! E poi grazie!!! Ma grazie che bel complimento davvero! Sono felicissima che ti abbia coinvolto così tanto! E non temere non resterà incompiuta! A presto e un bacione! 
Al prossimo aggiornamento! 
Piper. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Altro giro!!!- esclama Cana, riempiendoci i bicchieri.
Santo cielo, ho bevuto troppo!
Ma fermare Cana in questi frangenti è impossibile, soprattutto se c’è Bacchus a darle manforte.
Nessuno fa molto caso a noi, qui al Fairy siamo tutti casinisti e le risse sono di casa quanto le gare di bevute. Il solo elemento che attira l’attenzione sono i nostri ospiti, che sembrano però essersi integrati bene nel giro di pochi minuti.
Lyon ci ha spiegato come fa a conoscere Gray, o meglio lo ha spiegato a Juvia continuando a trascinarsela contro con sommo imbarazzo di lei, e cioè che erano compagni alle elementari e fino alla seconda media ma poi lui si è trasferito anche se non sono certissima di chi sia lui in questo momento.
No aspetta, Gray è cresciuto qui a Magnolia, quindi deve essere Lyon… Comunque, dopo che Lyon è tornato a Magnolia, a fine liceo, non l’ha mai più cercato.
Se ho capito bene sono eterni rivali e credo proprio che ne vedremo delle belle visto che è riuscito a prendersi una cotta fulminante proprio per l’unica di noi che è perdutamente innamorata di Gray.
E ne vedremo anche più delle belle visto che al momento ci sono due Lyon, due Juvia e due più o meno di tutti i presenti.
Ma quanto ho bevuto?!
Oh mamma, com’è divertente!!
-Lu-chaaaaan!!!-
Levy mi si aggrappa al collo, ridendo come una pazza, e io mi passo una mano sul volto in un tentativo di riprendermi.
Al lato opposto del tavolo Erza sta facendo una gara di bevute con Sting e sembra già oltre il suo limite ma continua a ripetere che bere è una questione di spirito combattivo il che immagino voglia dire che non è intenzionata ad arrendersi. A guardare bene gli unici sobri sembrano essere Lyon e Loki e Mira che sta servendo al bancone.
-Levy, balli con me?!- irrompono due voci all’unisono, interrompendo il flusso dei miei pensieri e facendoci voltare verso Jet e Droy che sono piombati qui in contemporanea.
Si guardano in cagnesco sotto il mio sguardo confuso e appannato.
-Non hai detto che andavi a prendere da mangiare?!- lo accusa Jet, stringendo una mano a pugno.
-E tu non dovevi giocare a biliardo con Macao e Wakaba?!-
Levy, ancora aggrappata a me scoppia a ridere senza ritegno, interrompendo la loro lite e lasciandoli perplessi e interdetti.
-Ahahahahahah, ragazzi!!!- esclama, prima di deglutire e cercare di articolare qualcosa restando seria, la voce impastata -Jet, volevo chiederti una cosa! Ma quando dicono che sei il più veloce intendono dire che sei veloce anche... Mpfff- mugugna quando la obbligo ad affondare la faccia contro il mio costato per interromperla.
-Non credo che Levy sia in grado di ballare ora!- li informo, scuotendo la mano aperta davanti al volto, mentre tutto prende a girare intorno a me.
Oddio, adesso vomito!
Levy si dimena e io non riesco a trattenerla oltre ma, per fortuna, quello che dice quando riesce a liberarsi non è nessuna allusione sulla durata del coito di nessuno dei presenti. Semplicemente gli occhi le si accendono e si illumina, sorridendo radiosa.
-Gajeel!!!-
Si alza e si getta caracollando verso di lui, apparso dal nulla alle spalle di Jet e Droy. La afferra prima che finisca in terra e se la carica in braccio, le gambe di lei ad avvinghiargli la vita.
-Ti unisci a noi?!?!- domanda quasi urlando e io scoppio a ridere senza più riuscire a trattenermi.
-Chi l’ha fatta bere così?!- domanda Gajeel, cercando qualcuno di più sano di me e incrociando lo sguardo di Loki. Assottiglia gli occhi, appena adombrati dalla fascia che porta sulla fronte -E tu chi sei?!- domanda sospettoso.
Loki gli sorride, tendendogli una mano.
-Mi chiamo Loki! Sono un vecchio amico di Lucy! Loro sono Sting e Lyon!- spiega, indicando i suoi amici mentre Gajeel si siede al posto di Levy, senza lasciarla andare.
-Gaaaaajeel!!! Voglio farti da bilanciere!!!- gli dice, aggrappandosi al suo collo, priva di filtri, facendogli strabuzzare gli occhi.
Siamo al degenero!
-…più spirito combattivo di me, Sting?! Cana, versamene un altro!!!- sta intimando Erza mentre Cana continua a ridere e baciare Bacchus tra uno shot e l’altro.
Mi giro verso Loki, assottigliando gli occhi stanchi.
-Io avevo una cotta per te!- gli dico, di punto in bianco, la voce impastatissima. Lo guardo sollevare appena le sopracciglia e sorridere.
-Davvero?!-
-Mmmm-mh!- annuisco solenne, avvicinandomi ancora -Non dirlo a nessuno però!- lo ammonisco, picchiettando con il polpastrello sul suo pettorale, prima di accigliarmi, colpita da un pensiero -Perché tu sei sobrio?!-
Loki solleva il suo gin tonic, facendo roteare il liquido trasparente sotto i miei occhi persi.
 -Ti dirò un segreto anche io, Lucy- soffia e io mi accosto di più, attenta -Questa è acqua-
Sgrano gli occhi sorpresa, spostandoli da lui al bicchiere ancora a lui.
Poi mi imbroncio, chiudendo le dita a pugno e picchiandolo sulla spalla.
-Non si fa!!!- lo sgrido e lui scoppia a ridere, portando una mano a sistemarsi gli occhiali.
-Oh andiamo Lucy! E tu pretendi che io mi perda la possibilità di ricordare tutto questo?!-
 

 
***

 
-Ditemi che non è vero- mormora Gray, scioccato e sconvolto, fissando la scena da lontano, insieme a me e Natsu -Ditemi che non le hanno fatte ubriacare, vi prego-
-Non le hanno fatte ubriacare- afferma Natsu, le braccia incrociate al petto, facendo girare di scatto Gray verso di lui con sguardo omicida.
-Ehi Amarena! Prendi per il culo?!- lo aggredisce, facendolo accigliare ancora di più.
-Ma che vuoi?! Tu hai detto di dire così e io l’ho fatto!- protesta Natsu, piegando un braccio mentre stringe la mano a pugno -E non chiamarmi a quel modo!!!-
-Razza d’imbecille, era un modo di dire!!!-
-Imbecille a me?!?-
-Non ne vedo altri in giro!!!-
-Guarda che ti do fuoco, Gray!!!-
-Devi solo provarci, Natsu!!!-
Li osservo premere le fronti una contro l’altra qualche secondo, prima di infilare le mani in tasca e superarli con un sospiro, diretto al tavolo in questione.
Si interrompono quando mi vedono superarli e si girano a guardarmi, visibilmente spaventati.
-E-Ehi Gerard?!-
-C-che fai?! Non v-vorrai andare d-da l-loro!-
-Credevo fossimo venuti per questo!-
-Sì ma prima di sapere che erano ubriache!- mi fa notare Gray, lievemente in panico, raggiungendomi e passandomi il braccio intorno alle spalle -Ascolta la strategia migliore è andarsene in fretta prima che loro…-
-Gray-samaaaaa!!!-
Strabuzza gli occhi e stringe i denti e io piego le labbra in un sorriso divertito mentre Juvia corre barcollante verso di noi, gettandosi poi verso di lui per aggrapparsi al suo braccio.
-Gray-sama!- mugola con le lacrime agli occhi -Juvia si è sentita tanto sola l’altra sera quando te ne sei andato, Juvia voleva solo farti vedere il suo nuovo costume da bagno e stare un po’ con Gray-sama!!!-  geme, liberando qualche singhiozzo -Mi dispiace tanto! Juvia vuole solo che Gray-sama beva il saké dal suo ombelico!- scoppia senza più nessuno dei già pochi filtri inibitori che possiede, terrorizzando Gray a morte, mentre io continuo a godermi la scena, trattenendo a stento le risate.
Osservo Juvia, che sono abituato a vedere a lezione sempre tranquilla e pacata, dato che la facoltà di Psicologia e quella di Geologia sono ben lontane e quindi non incrocia mai Gray, piangere senza ritegno. Sì, piange, perché Juvia ha la sbronza triste, inzuppando la manica corta della camicia di Gray che si lamenta ma non l’allontana, un dettaglio che non mi sfugge.
Protesta inutilmente mentre, sotto il mio sguardo attento, Juvia lo trascina verso il tavolo, persa nell’alcool e nell’amore, e ne approfitto per una panoramica. Stasera sono il tavolo più casinista, riescono a sovrastare persino Elfman che discute con Freed e Bixlow di cosa significhi essere un vero uomo, sotto lo sguardo attento e a tratti scettico di Ever.
Lucy, sbronza normale.
Gajeel tra il rassegnato e il truce, con in braccio Levy, sbronza divertente.
Bacchus e Cana che sono forse gli unici a reggere senza problemi, le guance arrossate ma nessun comportamento anomalo rispetto a come sono di solito.
Un posto vuoto, due tizi che non ho mai visto, un altro posto vuoto e un ragazzo di schiena che non ha nulla di famigliare.
Mi acciglio domandandomi chi manca oltre a Juvia, guardandomi intorno e sperando di sbagliarmi.
Lo spero di cuore perché bisogna stare molto attenti quando si ubriaca.
-Ehi Gerard, tu vedi per caso…- comincia Natsu, grattandosi perplesso la nuca.
Un’aura nera lo avvolge da dietro e strabuzziamo entrambi gli occhi, vagamente terrorizzati.
-E-Erza!- geme Natsu mentre la mia fidanzata spunta alle nostre spalle con un‘espressione sadica sul viso.
Erza, sbronza omicida.
-Natsu, Gerard siete in ritardo!- sibila minacciosa prima di buttarsi a pesce su di noi.
La schivo come se niente fosse a differenza di Natsu che si ritrova ad annaspare con il braccio di Erza intorno al collo, mentre lo trascina verso il tavolo, soffocandolo.
 Li seguo rapido e nel tempo che mi ci è voluto per raggiungerli anche Gray è già diventato vittima della furia omicida della mia donna ubriaca.
-Voi due dovete smetterla di litigare sempre!- tuona incurante del fatto che sono entrambi cianotici.
-V-v-veramente noi non…-
-Non… s-stiamo litigandoh…-
Mi avvicino da dietro, afferrando deciso e delicato le braccia di Erza.
-Erza, ora dovresti lasciarli andare!-
-Ma meritano una punizione!!!- continua a sbraitare, dimenandosi tra le mie braccia, mentre Gray e Natsu recuperano fiato, piegati in avanti e con le mani sulle ginocchia, sotto lo sguardo innamorato di Juvia.
Se mi metto a ridere è finita, finita! Mi trucida!
Da quanto non la vedevo in queste condizioni?! Non mi ricordavo che fosse così divertente!
E non mi ricordavo che sapesse così di buono nonostante tutto il saké ingerito.
-Gray!!! Guarda qua chi c’è?! Ti ricordi di lui?!- irrompe la voce di Cana che si aggrappa al collo di uno dei tizi che non conosco, facendolo quasi cadere dalla sedia.
Gray si volta interrogativo, fissando per qualche minuto il ragazzo in questione, prima di assumere un’espressione incredula.
-Lyon?! Sei davvero tu?!-
-Ciao, fiocco di neve!- lo saluta Lyon, con sguardo sornione -Vedo che non hai perso l’abitudine di girare mezzo nudo in pubblico!- gli dice, facendoci voltare tutti verso di lui.
Gray abbassa lo sguardo, restando sconvolto nel trovarsi solo i boxer addosso.
Ma quando si è spogliato?!
-Gray-samaaaaa! Non toglierti i vestiti! Juvia non vuole che le altre ragazze ti guardino!- piagnucola Juvia, aggrappandosi al suo braccio.
-Sono felice di trovarti in forma!- continua come se niente fosse Lyon e tutti torniamo a voltarci verso di lui, trovandolo ora nelle stesse condizioni di Gray per quanto riguarda l’abbigliamento, anche se lui ci ha fatto la grazia di tenere i pantaloni.  
Ma quando… come…
Gray gli sorride divertito, le mani sui fianchi.
-Cosa fai da queste parti?!-
-Cana ci ha invitato qui e abbiamo accettato! Ti presento Sting!- prosegue, indicando il tizio biondo seduto accanto a lui -Io ho già avuto modo di conoscere le tue amiche ma poi mi dovrai spiegare come fa uno come te a fare parte della compagnia di una bellezza come Juvia-chan- prosegue con fare teatrale e non mi sfugge l’irrigidimento che coglie Gray a quelle parole.
Anche meno lo sguardo assassino che gli lancia per un millesimo di secondo quando Lyon si alza e la raggiunge, avvolgendole la vita con il braccio.
Ahi, ahi, mi sa che ne vedremo delle belle qui!
Un movimento mi ricorda che sto ancora trattenendo Erza e faccio l’errore di lasciarla andare, distratto dall’improvvisa comparsa di Lucy. Sguscia via dalla mia presa e in un attimo ha fatto il giro del tavolo.
-Jet!!! Droy!!!- li chiama indemoniata, spaventandoli a morte.
-Naaaaaaatsu!!!- esclama Lucy, appendendosi al collo di Natsu, prima di lanciarmi un’occhiata, faticando chiaramente a mettermi a fuoco -Gerard?!- sussurra incerta, prima di inclinare il capo di lato e sorridermi radiosa -Come stai?!?!?-
-Io bene e tu?!- le rispondo, assecondandola e guardandola assumere un’espressione imbronciata.
-Devo andare in bagno e voglio che Natsu mi accompagni!- afferma lamentosa, facendo strabuzzare gli occhi al mio amico.
-Cosa?!?! Perché io?!-
-Perché sì!!! Ti prego Natsu, ti preeeeego!!!- lo implora, strusciando il viso sul suo collo, mentre lui si gira a cercarmi con espressione terrorizzata.
-Ti conviene assecondarla, amico!- lo avviso, stoico e lo guardo sospirare, prima di caricarsi Lucy in spalla e avviarsi verso la loro meta.
Concedendomi una risata, mi lascio cadere sulla sedia vuota tra Sting e l’altro tizio che non conosco.
Lo trovo che mi osserva, sorseggiando qualcosa di trasparente difficile da identificare.
Gli sorrido, tendendogli una mano.
-Io sono Gerard- mi presento e subito ricambia la stretta.
-Loki- mi informa, con un sorriso e un cenno del capo -Sei il fidanzato di Erza giusto?!- si informa e subito annuisco. 
Mi piace questo ragazzo, mi trasmette fiducia.
-Allora?! Come avete conosciuto questa manica di pazzi?!- gli domando e noto uno strano lampo attraversargli gli occhi.
Che gli prende?!
-Sono un vecchio amico di Lucy! Oggi ci siamo incontrati per caso e Cana ha invitato me e i miei amici a bere qualcosa in compagnia!- mi spiega, mentre mi accomodo meglio con la schiena.
-…mangiare di meno, eh, Droy?!?!-
-Ahahahahahah! Gajeel mi fai morire!!!-
Mi giro attirato dalla voce di Erza che si mischia alla risata di Levy e ai gemiti soffocati di Jet e Droy a cui la mia donna sta ancora dando una lezione per non mi è chiaro quale errore da loro commesso.
La osservo, l’espressione ferma e determinata, gli occhi nocciola che brillano, i capelli rossi in disordine.
Non c’è niente da fare, anche così è sempre bellissima.
Sobbalzo appena nel rendermi conto che non so più quando è stata l’ultima volta che ho pensato una cosa del genere. 




Angolo dei ringraziamenti: 
Oggi ho poco tempo vi chiedo umilmente perdono! 
Ci tengo però a ringraziare tutti quelli che mi stanno seguendo assiduamente e in particolare Sayaka, Shinigamichan (il piacere è tutto mio!), Lil (che piacere trovarti anche qui tesoro!!!), Celty, Giulyetta, Faity-chan e NaruSaku
Grazie di cuore per le recensioni e alla prossima! 
Piper. 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Ohi, ohi- mi lamento flebile, abbandonando la guancia sul tavolino all’aperto del bar dell’università.
-Che ti prende, Lucy?!- domanda Cana, come se niente fosse, mangiando la sua briosche.
Che mi prende, chiede lei.
Mi prende che l’ultima volta che mi sono sbronzata come ieri sera è stato per i miei diciotto, ecco che mi prende.
Non siamo mica tutte come lei!
-Cana, puoi abbassare la voce?- domando, socchiudendo appena gli occhi.
-Ma sto parlando normale!- mi fa notare sopresa.
Stamattina mi sono svegliata sul divano in salotto, insieme a Levy, che dormiva con i piedi dalla parte della mia testa. Gajeel era sulla poltrona e Erza scomparsa, sicuramente a casa di Gerard.
Inutile dire che nel mio letto c’era quell’infame del mio migliore amico che mi ha riportata a casa e si è messo a dormire nel posto più comodo.
Non posso fare a meno di sbuffare una mezza risata nel ripensare a Natsu e alla totale nonchalance con cui fa certe cose.
Sospiro, lasciandomi rilassare dal sole caldo sulla schiena, la testa ovattata e gli occhi mezzi chiusi.
Quasi quasi mi faccio una dormitina, sono distrutta.
Sto già per abbandonarmi al sonno che qualcosa, o meglio qualcuno, entra nel mio campo visivo, facendomi tirare su di scatto, una pessima mossa che mi provoca un capogiro da record e un quasi conato di vomito.
-Ehi che ti prende?!- mi domanda Cana, sempre più perplessa dal mio comportamento ma io non le rispondo, troppo presa a scrutare tra gli studenti che passeggiano sul corridoio dall’altra lato della strada.
Era lei, ne sono certa!
Allungo il collo alla sua ricerca, ma niente da fare.
O che mi sono confusa, che era solo Lisanna e il post sbronza mi ha dato il colpo di grazia, eppure…
Sgrano gli occhi e mi apro in un sorriso quando finalmente la individuo, ferma davanti a una vetrina.
È lei, è proprio lei!
Ma che ci fa qui?!
Mi alzo improvvisamente rigenerata, attraversando rapida la strada, il cuore che esplode di gioia.
È un pezzo che non ci vediamo!
-Yukino!!!- la chiamo, agitando il braccio mentre lei si volta sorpresa e sgrana gli occhi nel riconoscermi.
-Lucy!- esclama, sorridendo appena.
È sempre stata così, Yukino, riservata, non troppo espansiva ma dolce e altruista come poche.
È una delle mie più care amiche, le voglio un bene dell’anima e non mi sembra vero che sia qui a Magnolia.
Sapevo che viveva a Crocus.
La raggiungo e ci abbracciamo forte, godendoci per un po’ il calore dell’altra senza parlare.
Mi è mancata da morire!
-Cosa fai qui?! Come stai?!- le chiedo quando ci stacchiamo.
-Sto bene. Ho deciso di venire qui qualche giorno, da noi le lezioni sono già finite e i miei sono via. Non avevo nulla da fare. E tu? Ti trovo in forma- mi dice e io annuisco convinta.
A guardarla bene, sembra essere lei quella non al top.
Non che abbia qualcosa di strano, è calma e riservata come sempre ma nei suoi occhi brilla una strana luce, malinconica, quasi sofferente.
Mi acciglio, sopprimendo la voglia di chiederle se è certa che vada tutto bene.
La conosco da una vita e so che quando ha bisogno di confidarsi lo fa da sé, insistere con lei è controproducente. Non l’ho mai considerata una mancanza di fiducia nei miei confronti.
Mi sporgo appena per assicurarmi di avere visto bene e noto che ha con sé un trolley.
-Non hai prenotato da nessuna parte?!- le chiedo e anche lei butta un occhio al proprio bagaglio, arrossendo appena sulle guance.
-È stata una decisione abbastanza dell’ultimo minuto- ammette, stringendosi appena nelle spalle.
Le sorrido furba mentre un pensiero mi colpisce improvviso.
-Allora vieni a stare da me!- affermo decisa, cogliendola alla sprovvista.
-Che?! Ma no Lucy, no, non posso, non voglio disturbare!-
-Ma quale disturbo?!-
-Ma non vivi da sola!- insiste ed è il mio turno di stringermi nelle spalle.
-Erza e Levy ti adoreranno! Eddai, è una vita che non ci vediamo! Possiamo stare un po’ insieme come ai vecchi tempi!- esclamo con un’incoraggiante sorriso, lasciandola qualche secondo interdetta.
Porta una mano a grattarsi la testa, ancora esitante prima di tornare a guardarmi e allargare il sorriso, annuendo convinta.
-E va bene!- esclama più decisa e io l’abbraccio di nuovo, sentendola ricambiare.
 

 
§

 
Mi accosto alla finestra, sospirando e passandomi una mano tra i capelli.
Sono felice di avere rivisto Lucy, sono felice di avere accettato la sua offerta.
Un paio di settimane in compagnia di un’amica non possono che farmi bene, e la serata con Levy ed Erza è stata davvero piacevole. Sono una bellissima compagnia e Lucy mi ha detto che mi farà conoscere anche gli altri al più presto.
Quella storia del calendario poi. Sorrido appena, scuotendo la testa.
 Chi lo avrebbe mai detto che Lucy fosse tanto audace.
Certo tutto questo non fa che riportarmi alla mente il vero motivo per cui sono qui. Sembra che questa cosa sia intenzionata a perseguitarmi ovunque io vada. Porto una mano all’altezza dello stomaco, stringendo appena la stoffa verde menta della mia canotta.
Non se ne va, questa maledetta morsa non se ne va.
Devo cercare di non pensarci, sono venuta qui a Magnolia apposta per staccare, devo cercare di non pensarci.
Ma non è facile e soprattutto non ci riesco.
Scuoto appena la testa, ricacciando indietro le lacrime e girandomi verso la camera di Lucy e mia almeno per questi quindici giorni. Spero non si svegli e trovi il mio letto vuoto.
Non sono ancora pronta a parlarne, proprio no ma nemmeno voglio farla preoccupare.
Alla sola idea di raccontare ad alta voce quello che è successo la morsa allo stomaco si stringe ancora di più di quanto già non sia.
No, non posso parlarne. Se lo faccio diventerà tutto vero. E io non posso affrontarlo, non sono pronta. Devo continuare a fingere che vada tutto bene, devo farlo perché solo così prima o poi ricomincerà davvero ad andare tutto bene.
Mi sposto lentamente verso il divano, su cui è gettata una coperta aperta e un po’ arruffata e mi siedo nel posto vicino al bracciolo, sospirando e posando i palmi aperti uno sul bracciolo e l’altro sul cuscino centrale.
Rimango immobile, sbattendo appena le palpebre, interdetta dalla sensazione che i miei polpastrelli stanno percependo. Perché la mia mano non sta toccando la stoffa del cuscino centrale ma è ferma ben più in alto e a giudicare dalla forma su cui si è modellata sembra essere appoggiata alla gamba di qualcuno.
Giro il capo con lentezza e sopprimo a stento un urlo quando vedo la coperta muoversi, tirandomi indietro e rannicchiandomi appena.
Ma chi diavolo è?!
Una testa rosa e scompigliata spunta dal groviglio, tirandosi a sedere  e strofinandosi gli occhi assonnati con una mano.
-Lucy?!- domanda, ancora nel mondo dei sogni per tre quarti.
Io lo fisso scioccata, ancora in posizione difensiva, mentre anche lui mi mette a fuoco, stupendosi non poco.
-Tu non sei Lucy!- afferma, svegliandosi del tutto e io sgrano appena gli occhi.
 Ma chi è questo tizio?! E quando è entrato?!
Lo studio qualche minuto per poi venire colpita da un pensiero.
-Natsu?- domando, incerta.
Deve essere lui, Lucy mi ha parlato di questa sua strana e, se posso dire la mia, inquietante abitudine di introdursi a casa loro a qualsiasi ora del giorno e, a quanto vedo, della notte. Per non parlare del vizio di dormire nel letto di Lucy.
A guardarlo bene, però, sembra un tipo simpatico.
-Ci conosciamo?!- domanda, colto alla sprovvista, inclinando il capo di lato e io sorrido un po’ di più.
-Diciamo che ho sentito parlare di te!- gli dico, tendendogli una mano -Io sono Yukino, una cara amica di Lucy e sua ospite per le prossime due settimane!-
Natsu mi osserva qualche istante prima di sorridere, rivelando un paio di canini singolarmente appuntiti, e afferrare la mia mano, trasmettendomi un immediato calore.
-Piacere di conoscerti Yukino!- risponde, entusiasta, portando i piedi ad appoggiarsi per terra, la coperta arrotolata a separarci.
Fissa davanti a sé impegnato a riflettere su chissà cosa per poi accigliarsi e tornare a cercarmi con gli occhi.
-Lucy mi ha parlato di te!- afferma, cogliendomi alla sprovvista -Mi ha detto che siete amiche da tanto e che anche tu studi Astronomia ma a Crocus! Sei quella Yukino?!- domanda e io annuisco dopo solo un attimo di esitazione.
Io e Lucy ci siamo tenute in contatto solo per un paio d’anni dopo che si è trasferita, per poi smettere di sentirci del tutto. Sa cosa studio perché le stelle sono da sempre la nostra passione ma a stupirmi è che parli di me ai suoi attuali amici. Non dovrebbe, in fondo anche io lo faccio, anche lei è sempre nel mio cuore. Solo non credevo fosse così anche per lei.
-Sì, sono io- ammetto, deglutendo un po’ a fatica.
 Natsu sorride di nuovo e sento il cuore scaldarsi. Ha un dono naturale questo ragazzo, la sua sola vicinanza mi fa stare bene.
-Te lo chiedo perché Lucy ti ha sempre definita riservata ma allegra e tu, a dire il vero, sembri un po’ triste. Un po’ tanto- mormora, con semplicità e senza cattiveria.
Sgrano gli occhi, senza parole, sentendo qualcosa spezzarsi dentro di me.
Comincio a tremare impercettibilmente, mentre quello che tengo dentro da settimane prende a fluire, mandandomi stilettate al petto. No, non posso cedere, non devo!
Ma come lo penso realizzo che è troppo tardi, nell’avvertire qualcosa di umido colarmi sulle guance e lungo il collo.
Porto una mano al viso e mi rendo conto che sto piangendo e riesco a intravedere l’espressione preoccupata di Natsu dietro le lacrime.
-Ohi! C-che succede?!- mi chiede, agitato e io apro la bocca per rispondere ma tutto quello che ne fuoriesce è un singhiozzo che sopprimo svelta, per paura di svegliare qualcuno.
Mi piego in avanti, dando libero sfogo a tutto il dolore, incapace di fermarmi, riuscendo a soffocare i gemiti in qualche modo. Sono consapevole dello sguardo di Natsu sulla schiena ma non posso farci nulla.
Ora che ho iniziato, non riesco più a smettere.
Avverto i tremiti diminuire, segno che il momento peggiore è passato e una mano si posa tra le mie scapole, facendomi sollevare di scatto.
Natsu mi sta fissando con una luce negli occhi che mi lascia senza parole tanto è ferma e determinata. Sembra essere pronto a pestare chiunque sia il colpevole di questo mio sfogo.
-Che cosa succede?- domanda piano e io trattengo il fiato, incredula.
Perché no, non riesco a credere di stare per farlo davvero.
Ma il punto è che, anche se non posso che avercela con me stessa per tutto questo, lo so, lo sento, non riuscirò a stare zitta, non con lui, anche se non so perché.
Mi raddrizzo per bene e passo una mano sul volto, per asciugarmi e riprendermi, prima di fare un profondo respiro, pronta a raccontargli tutto.
 

 
§

 
Mi riavvio i capelli, sedendomi sul letto mente cerco di svegliarmi del tutto, buttando poi un occhio alla brandina che ho tirato fuori per Yukino, trovandola vuota.
Corrugo le sopracciglia mentre controllo l’ora, notando che è piuttosto presto.
Non ricordavo fosse così mattiniera.
Mi stringo appena nella spalle, prima di scostare le coperte e scendere dal letto, infilandomi le infradito. Controllo che i calzoncini non si siano arrotolati intorno troppe alle cosce e mi dirigo poi fuori dalla mia stanza, diretta in bagno.
Dei rumori dalla cucina attirano la mia attenzione. Non si tratta solo di stoviglie o dello sbuffare della caffetteria, delle sommesse risate si aggiungono a questi suoni quotidiani.
E la cosa non mi colpirebbe tanto se una delle due risate non suonasse particolarmente famigliare e rassicurante  alle mie orecchie, provocandomi anche uno sfarfallio allo stomaco.
Incuriosita, mi giro verso il piccolo open space che è la nostra cucina e ciò che vedo mi fa perdere svariati battiti.
Non è così strano che Natsu sia qui, non so come e quando è entrato ma sicuro che ha dormito sul divano.
Non è nemmeno così strano che stia ridendo. A essere strano e a darmi stranamente fastidio è con chi sta ridendo.
Yukino è rilassata come raramente l’ho vista, seduta alla penisola su uno dei nostri sgabelli, la malinconia che ho letto nei suoi occhi per tutta la serata di ieri dissolta come per magia.
E i suoi occhi, ora luminosi e spensierati, sono puntati su Natsu, che scherza con lei con altrettanta spensieratezza, trapassandomi il petto. Porto una mano a stringere la canotta tra i seni.
Che diavolo mi prende?! Cos’è questo gelo improvviso lungo la schiena?!
Un tintinnare, come di qualcosa che colpisce la ceramica a cascata, mi riscuote e riporto la mia attenzione sui miei amici che di me non si sono minimamente accorti.
Natsu le sta versando i cereali nella ciotola e per farlo si è sporto verso di lei e ora le è così vicino.
Tanto vicino.
Troppo vicino.
Perché mi da fastidio?! Perché fa quasi male?!
Lo vedo allargare il sorriso quando Yukino si gira verso di lui, le guance arrossate per il suo gesto cortese, e lo ringrazia e mi sento come sprofondare. Scuoto decisa la testa per tornare in me e, senza pormi altre domande, incapace di sopportare oltre questa visione, mi precipito in bagno, mentre il cuore mi pesta nel petto, facendomi quasi male. 






Angolo dei ringraziamenti: 
Ehilà!!! Non mi sono dimenticata di voi!!! 
Scusate il ritardo nell'aggiornare! 
Vorrei ringraziare di cuore NaruSaku, Celty, Lil, Sayaka, Shinigami (detto così è quasi inquietante), Fairy-chan, Lucy, Gyulietta e Tempestxd
Alla prossima e un bacione. 
Piper. 





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Io ho voglia di shippare! E voi?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Ahhhhhhh! Ci voleva proprio una mattinata di relax in spiaggia!!!-
Mi giro, sdraiandomi sulla pancia, e lancio un’occhiata a Natsu che sta stiracchiando le braccia verso l’alto, mentre piego le labbra in un ghigno. 
Un po’ di relax dice. Come se fosse mai teso o preoccupato per qualcosa.
Non l’ho mai visto agitarsi neppure prima di un esame in università.
Smuovo un po’ di sabbia calda con i piedi, mentre riporto lo sguardo davanti a me, tornando serio e riflessivo.
Forse non è lui a essere eccessivamente rilassato. Forse quello singolarmente teso sono io e non so neanche il perché.
Mi sento così da qualche giorno, dalla sera in cui ho rivisto Lyon e non riesco a trovare un valido motivo. Nonostante la nostra eterna rivalità, lo considero un buon amico non vedo perché la sua presenza debba farmi questo effetto. È sicuramente una coincidenza ma allora mi domando quale sia il vero motivo.
Volto il capo a destra e sinistra, cercandolo con gli occhi.
-Ma dove si è cacciato Lyon?- domando, facendo voltare Natsu con espressione dubbiosa.
-È da un po’ che è andato al bar della spiaggia vero?!- chiede conferma, tirandosi su a sedere e puntellandosi sui gomiti.
-Natsuuuu!!! Gray!!!-
La voce di Happy ci raggiunge e lo osserviamo correre verso di noi, agitando un braccio insieme a Romeo.
-Happy! Che succede?!-
Si ferma davanti a noi, piegandosi in avanti con il busto e le mani sulle ginocchia mentre riprende aria e il vento gli spettina i capelli azzurri.
-Abbiamo visto… Lucy e le altre…- ci dice, facendoci accigliare.
-Sono in spiaggia anche loro?!- chiedo conferma.
-Non ci hanno detto niente!-
-Le abbiamo viste dietro gli scogli! Non sono da sole, ci sono anche dei tizi con loro e stanno facendo delle foto!- spiega Romeo, affiancando Happy, le mani nelle tasche del costume da bagno.
Natsu si gira di scatto verso di me.
-Stanno facendo il calendario- soffia e io sollevo un sopracciglio, scettico.
-E allora?!-
-Vuoi davvero perderti quest’occasione di metterle un po’ in imbarazzo, andando ad assistere?!- insiste e io lo osservo atono.
In realtà la tentazione è forte ma, non so perché, qualcosa mi dice di non cedere.
-Non voglio fare la figura del pervertito- ribatto monocorde e faccio per girare il viso dall’altra parte.
-Beh per quello dovresti mettere almeno il costume allora!- mi fa notare Romeo e io lo guardo interrogativo prima di lanciarmi un’occhiata e strabuzzare gli occhi.
Ma perché sono nudo?!
Quando è successo?!
-Dai amico! Non è da te farti questi problemi!- insiste Natsu mentre io recupero il costume da bagno e me lo infilo fulminando le tre ragazze che si sono fermate a guardarmi con delle espressioni che fanno più paura di quelle di Juvia.
Un flash di Juvia in acqua e senza niente addosso mi attraversa la mente, facendomi sobbalzare e, mi rendo conto con orrore, arrossire sulle guance.
Ma che diavolo mi prende?!
Scuoto la testa con decisione e mi riconcentro sul mio migliore amico, che, già in piedi, mi fissa dall’alto verso il basso, le braccia al petto e una luce eloquente negli occhi che mi porta subito a mettermi sulla difensiva.
-Allora?! Non mi dirai che ti imbarazza l’idea?!-
Strabuzzo gli occhi stringendo i pugni.
-Cosa stai insinuando, imbecille!!! Ovvio che non mi imbarazza!!!-
Che si crede?! Che non abbia mai visto una ragazza nuda prima?!?!
Non ho nessun  problema ad andare con lui!!!
Mi alzo deciso, spazzolandomi il costume azzurro per togliere i granelli di sabbia rimasti attaccati e avviarmi dietro a Happy e Romeo che fanno strada.
Mi sporgo appena con il busto verso il mio migliore amico, parlando sottovoce.
-Happy non è un po’ troppo piccolo per assistere?!- gli chiedo, facendogli assumere un’espressione riflessiva.
-Pensi che anche se glielo impedissi starebbe alla larga? E poi noi a quattordici anni eravamo anche peggio!- mi fa notare obbligandomi a rivolgergli un cenno di ammissione a queste sue parole.
Se mi concentro riesco ancora a rievocare il dolore del cazzotto di Erza quando ci ha beccati nello spogliatoio delle ragazze, intenti a rubare i loro reggiseni per vincere una scommessa con Jet e Droy.
Camminiamo qualche minuto prima che le nostre guide comincino a correre obbligandoci ad aumentare il ritmo per stargli dietro e raggiungere in poco tempo una cala nascosta e normalmente deserta per via dell’acqua così bassa da non permettere neppure un bagno degno di tale nome.
Ma oggi c’è più movimento del solito e mi ci vuole qualche secondo per realizzare che le persone che affollano la spiaggetta le conosco tutte.
Una presa ferrea si stringe intorno al mio bicipite, trascinandomi di lato e rischiando di farmi perdere l’equilibrio.
-Deficiente, ma cosa fai?!-
-Non possiamo andare lì come se niente fosse, Gray!- mi fa notare Romeo, sibilando sottovoce -A meno che  tu non voglia farti prendere a legnate da Erza!-
Li osservo tutti e tre accovacciati dietro uno scoglio, l’acqua alle caviglie, prima di aggregarmi a loro, senza una parola. Oggi non sono per niente al mio top. Mi sembra di avere la testa da un’altra parte.
Mi accovaccio di fianco a Natsu, posando i palmi sulla roccia e sporgendomi appena per guardare e uno strano spasmo mi stringe lo stomaco.
Le ragazze sono tutte lì, tutte in costume, intente a chiacchierare e ridere tra loro tranne Levy che sembra un po’ abbattuta ma non è quello a colpirmi.
A colpirmi è che Loki non è l’unico ragazzo presente. C’è anche Sting, che chiacchiera fitto con Erza, dettaglio che attirerebbe la mia attenzione se non fosse per il terzo soggetto maschile presente.
Che cazzo ci fa qui Lyon?! Era per quello che era sparito?! È venuto qui a guardare le ragazze, il pervertito?!
Una vocina nella mia testa che mi fa notare che io non sono da meno ma chi se ne frega?! Sono le nostre ragazze no?!
Mi concentro su Loki, di fronte al treppiede, che da direttive alla modella di turno e il cuore mi perde un battito quando vedo che si tratta di Juvia.
Deglutisco a vuoto mentre la studio, inginocchiata nell’acqua che le copre per un soffio il pube e i capelli sciolti e bagnati a coprirle il seno, le braccia lungo i fianchi e lo sguardo concentrato in un’espressione penetrante.
Smuovo le spalle mentre un brivido mi corre giù lungo la colonna vertebrale.
Cosa mi prende?!
-È brava Juvia eh?!- sento Romeo domandare e mi giro di scatto, omicida.
Apro bocca per intimargli di coprirsi gli occhi ma un’altra voce mi distrae, mandandomi definitivamente il sangue alla testa.
-Sei strepitosa, Juvia! Un talento naturale! Loki potremmo fare qualche scatto insieme io e lei non credi?!-
Conficco quasi le unghie nello scoglio mentre riporto lo sguardo su Lyon che ha già iniziato ad avanzare in acqua e sento il sangue gelarmisi nelle vene.
Se s’azzarda a toccarla io…
-Lyon non credo sia il caso, oggi! Un’altra volta magari!- lo ferma Loki, facendomi tornare in me senza che questo mi aiuti a ritrovare completamente la calma.
Guardo Cana affrettarsi in acqua per portare a Juvia un pareo con il quale la copre mentre si rimette in piedi e che si annoda subito in vita. I seni sono ancora coperti solo dai capelli quando prende ad avanzare verso la riva senza riuscire a raggiungerla prima che Lyon le afferri le mani, teatrale come sempre, il cretino.
-Juvia, sono semplicemente estasiato!- afferma, portandosi un suo palmo contro il pettorale e facendomi sgranare gli occhi -Senti il mio cuore come batte?! È solo per te!- le dice, facendola arrossire.
Lo stomaco mi si annoda quando, contro i miei pronostici, Juvia non si allontana in imbarazzo ma resta ferma e piega le labbra in un lieve sorriso.
-Lyon-Sama…- comincia chiaramente in difficoltà ed è Cana a mettersi in mezzo ma non vedo né sento altro perché mi giro e mi lascio scivolare con la schiena contro la roccia.
Chiudo gli occhi un istante prima di alzarmi con uno scatto, sollevando sabbia intorno a me e allontanarmi deciso.
-Gray! Ehi che ti prende?!- mi richiama Natsu, sorpreso –Non abbiamo visto praticamente nulla.
-Ho visto abbastanza, Natsu- soffio, senza voltarmi e continuando a camminare.
 

 
§

 
Mi arrampico sullo sgabello del bar della spiaggia, godendomi l’ombra che la piccola tettoia proietta sul bancone. Cerco di non considerare che seduta qui sopra sono più o meno alta come le altre in piedi e porto una mano a sfregarmi il viso.
Non dovrei farmi così tanti problemi, non mi è mai importato molto della differenza di statura tra me e le mie amiche e neanche di altri dettagli tranne forse, lo ammetto, la taglia di reggiseno. Ma stavolta è diverso, anche se Loki mi ha assicurato che non ho nulla di cui preoccuparmi, ho paura di risultare ridicola in confronto a Lucy o a Erza. Per non parlare poi di Mira.
Che poi a ben guardare non so neppure io da dove arrivi tutta questa insicurezza. Okay, insicura lo sono di mio, è vero, però si tratta solo di fare un paio di foto e basta e per una causa importante come salvare il Fairy Tail per giunta.
Non mi preoccupa tanto il fatto di finire appesa al muro di qualcuno, in fondo da quello che ho visto per come lavora Loki non c’è più pelle esposta di quando si sta in bikini. Ma psicologicamente l’idea di posare nuda mi blocca e non capisco perché. Non capisco, non dopo aver visto Loki all’opera! Neppure lui ci ha viste nude neanche per un secondo!
-Ehi Levy! Cosa ti do?!- domanda Beth avvicinandosi al bancone.
Sollevo la testa sorridendole e apro bocca per ordinare ma una voce alle mie spalle mi precede.
-Due the freddi al limone, per favore!-
Un braccio spunta accanto a me per allungare una banconota sul bancone e io mi giro sorpresa mentre Loki si accomoda sullo sgabello di fianco al mio, sorridendo con gli occhi attraverso le lenti.
Lo osservo accigliata.
-Come facevi a sapere che stavo per ordinare quello?!-
-È la sola bibita che ti abbia mai visto bere, a parte la sera che vi siete ubriacate, si capisce. Sono un grande osservatore io- mi informa, ghignando appena e facendo sorridere anche me.
Ecco, se solo potesse darmi un po’ della sua sicurezza sarei a posto a vita probabilmente.
-Come stai?- mi chiede poi e io mi stringo nelle spalle con simulata noncuranza.
-Bene! Con questo bel tempo non sono mai stata tanto rilassata in vita mia!- mento spudoratamente stiracchiandomi appena mentre Loki continua a osservarmi, sorridendo indefesso -E tu?-  gli chiedo, cominciando a sentirmi a disagio sotto il suo sguardo indagatore.
-Molto bene… Grazie!- si interrompe un attimo per ringraziare Beth e allungarmi la mia lattina -Sono soddisfatto! Juvia è stata bravissima e mancano pochi scatti per finire il calendario…- riflette con lo sguardo puntato di fronte a sé e la cannuccia tra i denti.
Sento lo stomaco contrarsi e le guance arrossire, mentre mi concentro sul mio the freddo, bevendone una generosa sorsata per evitare di rispondere. Non mi piace questo argomento, proprio no.
-A dire il vero i tuoi scatti mi mancano entrambi, Levy- conclude, tornando a guardarmi eloquente e facendomi sobbalzare.
Lo osservo qualche secondo diventando sempre più rossa, per poi abbassare lo sguardo colpevole.
Ormai è da quando questa storia è iniziata che invento scuse su scuse, una meno credibile dell’altra.
-Loki io…-
-Levy non ti voglio forzare!- mi interrompe deciso -Forse non avrei mai dovuto insistere, quando ti sei tirata indietro la prima volta ma sono certo di non essermi sbagliato sul tuo conto! Tu sei una persona che farebbe qualsiasi cosa per aiutare i propri amici e so che ti pentiresti di esserti tirata indietro!-
Risollevo gli occhi, incredula. Non posso proprio dire che non abbia ragione eppure…
-Sai non sei la prima ragazza che manca di sicurezza in se stessa con cui mi capita di lavorare. Per quella che è la mia esperienza e per come ti ho conosciuto in queste settimane, forse il tuo problema è solo una mancanza di certe… tappe, diciamo…-
Sbatto le palpebre interdetta, aggrottando le sopracciglia.
-Che vuoi dire?!-
Non so dove stia andando a parare ma una strana sensazione dentro di me mi dice che sta centrando il problema anche se non so come sia possibile.
 -Okay senti… Quello che sto per dirti non è per il calendario in sé, anche se potrebbe aiutare. Il punto è che forse non riesci a posare nuda perché non sei abituata a stare nuda in presenza di altre persone che non siano le tue amiche e con le quali comunque tendi a nasconderti lo stesso. Devi capire che sei bella, anche se non sei alta e tutta curve sei bella e non devi avere paura di sentirti così. Non devi vergognarti del tuo corpo e questo lo dico per te non perché ti voglio fotografare a tutti i costi-
-Sento che non stai parlando in generale Loki…- gli dico, colpita dal suo discorso, facendogli abbassare un attimo lo sguardo e sorridere di più.
-Penso che tu non ti stia trattenendo solo per il calendario ma anche nella vita-
Sobbalzo a queste parole, senza sapere se dovrei arrabbiarmi oppure no, perché devo ammettere che man mano che Loki parla mi sento sempre più leggera, come se mi stesse liberando di un peso di cui neppure io mi ero resa conto.
-Ti ho detto che sono un buon osservatore- ricomincia imperterrito e io non posso fare a meno che stare qui ferma ad ascoltarlo e farmi spiegare da un tizio che fino a poco tempo fa era un perfetto sconosciuto, cosa passa nella mia testa -A volte certe relazioni cominciano ancora prima che ci si renda conto di provare qualcosa e si arriva al punto dove si ha già una storia in tutto e per tutto e la sola cosa che manca è un rapporto fisico. Quel Gajeel… Non sembra comportarsi esattamente da migliore amico e basta con te e tu sembri limatura di ferro davanti a una calamita…-
Schiudo le labbra, scioccata, guardandolo sollevare un sopracciglio mentre la testa comincia a ronzare sempre più forte.
Ho… ho capito bene?!
Sta suggerendo che io… io e Gajeel…
Si alza dal suo sgabello, prima che io sia in grado di formulare una qualsivoglia frase di senso compiuto, e mi passa accanto posandomi una mano sulla spalla.
-Riflettici- mormora sottovoce e io rimango immobile a fissare il punto dove era seduto poco fa, mentre lui si allontana diretto di nuovo verso riva.



Angolo dell'autrice
Genteeee!!! Perdonate l'abnorme ritardo! Ho avuto un periodo non pieno, di più! 
Che temo proseguirà fino a fine estate, ahimè!
Comunque eccomi con il nuovo capitolo e grazie come sempre a tutti voi che leggete e in particolare a voi che mi recensite! 
Lil sì, sono una delle admin anche se al momento ho poco tempo anche per quello ^^'
Ci sentiamo al prossimo aggiornamento, spero non nella prossima era geologica!
Un bacio grande! 
Piper. 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mi fermo boccheggiando, per la corsa che ho fatto dalla spiaggia a qui, le mani sulle ginocchia piegate e il busto leggermente in avanti, prima di sollevare la testa e lanciare un’occhiata al palazzo di fronte a cui mi sono fermata.
Non so neppure io cosa faccio qui, cosa credo di fare, cosa mi è venuto in mente.
Ho infilato sandali e copricostume e sono scappata via senza una parola e so che dovrò qualche spiegazione almeno a Lucy ma non ho tempo di pensarci ora. Sento il portone scattare mentre uno dei vicini di Gajeel esce dal condominio e mi precipito dentro prima che si richiuda, rimettendomi poi a correre su per le scale.
Mi infilo sul loro pianerottolo e mi soffermo per un attimo davanti alla loro porta, prendendo un profondo respiro prima di sollevare il braccio e suonare il campanello, sentendo la tensione salire ogni secondo di più.
Il cuore accelera quando sento la chiave girare nella toppa, prima che Gajeel apra la porta, osservandomi interrogativo.
-Levy! Che fai qui?! Tutto a posto?!- domanda, sorpreso di vedermi e leggermente perplesso dalla mia espressione, dal mio fiatone, dal rossore che mi accende le guance.
Lo osservo qualche istante e poi, senza una parola, entro decisa in casa, richiudo la porta e o afferro per il polso, trascinandolo verso la sua camera, mentre lui strabuzza gli occhi, senza però opporsi.
-Bacchus è in casa?!- chiedo senza girarmi a guardarlo.
-No ma si può sapere cosa…-
-Perfetto- bisbiglio interrompendolo e tirandolo decisa dentro la stanza, spingendolo a sedersi sul letto prima di chiudere la porta e addossarmici con la schiena, inspirando a pieni polmoni.
-Levy?!- mi richiama incerto e io riapro gli occhi perdendo una consistente quantità di battiti.
Adoro quando si veste così. Probabilmente stava facendo un po’ di allenamento quando sono arrivata, perché ha la bandana sulla fronte e i guanti che lasciano libere le punte delle dita, una maglietta verde scuro e i pantaloni della tuta neri.
I capelli sono scarmigliati e la pelle è lucida di sudore e io mi ritrovo a deglutire a vuoto.
Perché la verità, la verità è che la sola cosa che vorrei ora è levargli tutto e farmi stringere dalle sue braccia, contro il suo petto.
La verità è che Loki mi ha aperto gli occhi e il motivo per cui sono qui è che ho capito che, se qualcuno deve vedermi nuda, voglio che il primo sia lui. Voglio stare con lui e non per semplice attrazione fisica.
Senza riuscire a credere a ciò che sto per fare, mi stacco dalla porta e, sotto il suo sguardo allibito, porto la mano ad afferrare il fiocco che mi tiene su il copricostume rosso dietro al collo.
Lo slaccio insieme a quello del bikini e appena i due indumenti toccano terra, lascio scivolare anche le mutandine lungo le gambe, rimanendo lì ferma immobile a fissare il pavimento prima di sollevare gli occhi su di lui.
Tutta la mia determinazione scompare quando vedo la sua espressione. Sembra sinceramente scioccato e anche un po’ terrorizzato a dire il vero.
Trattengo il fiato e spalanco gli occhi mentre il viso mi prende fuoco e io realizzo di avere appena fatto un colossale errore di calcolo e che non avrò mai più il coraggio neppure di guardarlo in faccia, figuriamoci mettere piede in casa sua.
Mi riscuoto, accovacciandomi a terra per recuperare i miei vestiti, mentre balbetto imbarazzata come non mai in vita mia.
Questo è pure peggio di quando mio padre ha cercato di farmi “quel discorso” sui ragazzi.
È peggio di qualsiasi momento imbarazzante della mia vita io riesca a rievocare.
-S-scusa io…- mormoro mentre lui continua a fissarmi sconvolto e ancora senza parole.
Mi infilo le mutandine e lego veloce il copricostume, lasciando perdere il pezzo sopra del bikini, rimettendomi dritta e osservandolo un attimo, il viso in fiamme.
-Io… io…- prima di voltargli le spalle, sentendomi miserabile -Mi spiace…- soffio prima di raggiungere la porta.
Faccio appena in tempo ad afferrare la maniglia che una presa ferrea intorno alla vita mi riporta indietro e mi ritrovo con la schiena premuta contro il torace di Gajeel, il respiro mozzato.
Sentirlo così vicino, il suo respiro sul collo e i suoi capelli che mi solleticano la schiena nuda mi fa perdere lucidità in un attimo.
-Cosa diavolo ti è preso?!- mi chiede sottovoce e il cuore comincia a pompare furiosamente nel mio petto mentre un fremito mi percorre la schiena.
-Gajeel io…-
-Chiariamo un punto- mi interrompe, senza lasciarmi andare -Io non ho nessuna intenzione di fare sesso con te- mi informa e sento il cuore sprofondarmi nello stomaco.
Una cocente delusione prende a scorrermi nelle vene. Avrei dovuto immaginarlo.
Uno come Gajeel non potrebbe mai vedere una come me in quel modo. Io sono solo la sua piccola migliore amica che lo aiuta a studiare e lo ascolta quando ne ha bisogno. Non sono neanche una donna per lui.
-Ti è chiaro?- domanda e io sento le lacrime salirmi agli occhi mentre annuisco.
Sento l’urgenza di allontanarmi da qui e gli afferro il polso per fargli capire che voglio essere lasciata andare quando parla di nuovo, lasciandomi interdetta.
-Bene… Allora adesso puoi toglierti di nuovo i vestiti se vuoi…-
Sgrano gli occhi restando immobile prima di voltarmi a guardarlo incredula, gli occhi ancora lucidi.
Ho capito bene?!
Sta dicendo quello che penso?!
Che lui… che anche lui…
Ghigna sghembo nel vedermi così sconvolta, e anche le mie labbra si increspano quando lo sento emettere la sua risata, che io trovo semplicemente adorabile.
So che sta succedendo tutto in fretta, forse troppo, ma non mi sono mai sentita così bene in vita mia prima. Mi sembra di scoppiare di felicità.
Non mi lascia andare e, anzi, aumenta la presa sui miei fianchi, piegandosi su di me. Mi sollevo subito sulle punte e i nostri nasi si toccano e io mi godo il momento, socchiudendo gli occhi, prima che le nostre labbra entrino in contatto e una scarica elettrica mi attraversi.
Mi aggrappo a lui, lasciandomi portare verso il letto, affrettandomi a sfilargli la maglietta e cercando i suoi occhi con i miei. Con la fascia che gli copre la fronte fino alle sopracciglia il suo sguardo è ancora più penetrante e io mi sento sciogliere impotente mentre mi sovrasta.
Ma arrivano subito le sue mani a ricordarmi che sono tutta intera, accarezzandomi e facendomi fremere e ansimare di piacere.
Si piega su di me e mi morde il collo e io inarco la schiena affondando le dita nei suoi capelli scuri, piegando e divaricando le gambe per permettergli di avvicinarsi di più a me.
Solleva il busto e mi guarda serio e determinato, anche lui ansimante e con gli occhi velati di piacere, mentre io lo contemplo mordendomi il labbro inferiore.
-Sei sicura che te la senti?- domanda roco e io sgrano appena gli occhi prima di sorridere.
Lo so, sembra avventato, immaturo, insensato. Ma sì, sono sicura. È proprio come ha detto Loki, ora lo so. È come se io e Gajeel stessimo insieme da anni e il modo in cui mi tocca, attento e delicato, per me vale più di un “ti amo”. So che è così e sì, sono sicura.
Lo voglio, voglio amarlo ora, senza più aspettare.
Annuisco e lui sorride al settimo cielo prima di riprendere a baciarmi, spogliarmi, guidarmi in questa avventura sconosciuta che non avrei potuto affrontare con nessun altro.
Perché non mi fido di nessuno come mi fido di lui. Nessuno mai mi ha fatto sentire così al sicuro.
Sarebbe capace di stendere un colosso con un solo colpo eppure il suo tocco su di me è delicato e attento e al tempo stesso pieno di passione.
Sopprimo i gemiti di dolore misto a piacere contro la sua spalla quando entra dentro di me e, dopo pochi istanti, è l’istinto a guidarmi, qui su queste lenzuola arruffate e bagnate di sudore, tra le braccia del ragazzo che ho capito di amare e che, lo sento da come mi stringe a sé durante e dopo l’amplesso, il mio primo amplesso, la mia prima volta, non ha nessuna intenzione di lasciarmi andare mai più.
 

 
§

 
Affonda il naso nel mio collo, senza neppure provare a trattenere la risata che gli sale spontanea dalle labbra.
-Gihihih!- mi giro verso di lui, sorridente, stando attenta a non allontanarmi dal suo torace neanche di mezzo centimetro.
-Lo sai che è adorabile?!- gli dico, facendogli sgranare gli occhi -La tua risata dico!- mi spiego e non posso non ridacchiare quando si imbroncia -Oh dai!!! Non lo dico a nessuno che sei adorabile, tranquillo!- lo prendo in giro, strusciandomi su di lui e spostando le mie mani intorno al suo collo, accarezzandogli i pettorali scolpiti nel passaggio.
Torna a ghignare e sento i suoi palmi sulla schiena, che mi scaldano e fanno fremere come non mai, mentre le sue labbra mi marchiano il collo e io socchiudo gli occhi, inspirando il suo odore a pieni polmoni. Sento pulsare in mezzo alle gambe e sono già sul punto di abbandonarmi di nuovo a lui quando un dettaglio che ho notato da poco mi fa sobbalzare e rispalancare gli occhi.
-Gajeel!- lo ammonisco cercando di allontanarmi con poco successo.
-Che ti prende, Gamberetto? La casa è tutta per noi- mormora roco, mandandomi ai pazzi.
Getto la testa all’indietro, aderendo di più a lui e liberando un gemito, perdendomi giusto un attimo per poi tornare subito in me.
No!
Se non lo obbligo a darsi una mossa farà tardi!
-Gajeel hai l’allenamento di rugby con i bambini!- gli ricordo e lui si ferma con le labbra schiuse a mordermi la spalla.
Ero certa che se ne fosse dimenticato.
Ormai sono tre estati che glielo ricordo regolarmente io che il venerdì alle cinque deve andare ad allenare i pulcini della Cuatro Cerberus, la squadra in cui giocavano lui e Bacchus al liceo.
-Per oggi posso anche saltare…- suggerisce vago, evitando il mio sguardo.
-Non credo proprio!- lo riprendo, anche se non posso negare che mi faccia piacere e che la tentazione di assecondarlo è fortissima.
Ma posso lasciare che quei cuccioli restino delusi per l’assenza del loro allenatore preferito?!
Solo a immaginare i loro occhi tristi mi si stringe il cuore.
Non so bene come, e con una certa riluttanza, sguscio via dalla sua presa, scendendo al volo dal letto e recuperando bikini, sandali e copricostume.
-Anche io ho un impegno e poi hanno la partita settimana prossima no?!- gli ricordo, mentre mi rivesto rapida.
Si rimette supino osservandomi mentre mi aggiro per la stanza con estrema famigliarità. Mi sento come se lo avessi già fatto altro mille volte di rivestirmi qui in camera sua dopo aver fatto l’amore.
Avverto le guance arrossire a quel pensiero e lo sento ridacchiare, girandomi di scatto verso di lui.
-Mi piace quando ti imbarazzi- spiega senza mezzi termini e, senza perdere il sorriso, porta un braccio a coprirsi gli occhi prendendo un profondo respiro.
Mi perdo a osservarlo qualche istante, il lenzuolo arruffate che gli copre lo stretto necessario e il resto del suo corpo in bella vista, e non resisto.
Torno verso il letto, salendogli sopra a cavalcioni e facendolo sobbalzare.
Sposta il braccio e mi guarda con un misto di desiderio e sorpresa negli occhi mentre mi chino a baciarlo a fior di labbra per poi soffiare direttamente sulla sua bocca.
 -Ci vediamo stasera okay?!-
Annuisce convinto e io scendo di nuovo da lui e mi avvio verso la porta, quando al sua voce mi richiama.
-Che impegno hai?- domanda, incuriosito.
Sgrano appena gli occhi, trattenendo il fiato, ma, stranamente, non arrossisco.
-Devo fare delle foto…- gli dico, afferrando la maniglia e vedendolo aggrottare le sopracciglia senza però allarmarsi più di tanto.
Socchiudo la porta e piego le labbra in un sorriso, prima di parlare ancora.
-Nuda- aggiungo, guardandolo strabuzzare gli occhi per poi uscire veloce dalla stanza, lasciandolo lì interdetto tra le lenzuola e liberando una risata di fronte alla sua espressione sconvolta.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mi avvicino, passando in mezzo ai tavoli del bar, dopo averli individuati.
Sono contento che siamo riusciti a organizzare questo pranzo così all’ultimo minuto, è un pezzo che non ci troviamo solo noi ragazzi.
-Gerard!- mi chiama Gray alzando un braccio e io gli faccio capire che li ho visti con un movimento del capo.
-Ciao ragazzi!-
Mi fermo accanto a Gray, dandogli una pacca sulla spalla mentre lui piega appena la testa all’indietro per salutarmi.
-I panini sono appena arrivati, ti ho preso un Etherion va bene?!- chiede, facendomi annuire mentre mi siedo di fianco a lui.
Non avrebbe potuto scegliere meglio, è il mio preferito!
-Natsu?!- chiedo con le sopracciglia corrugate, notando la sua assenza.
-A prendere le birre, si è offerto lui- mi informa Gajeel, con una strana espressione sul viso.
Sembra stare a un metro da terra per la felicità e un pensiero mi colpisce, facendomi girare verso Gray.
-Ehi per caso è successo qualcosa con Juvia?!- gli chiedo, facendolo sobbalzare.
-No! Perché me lo chiedi?!-
Mi stringo nelle spalle, appoggiandomi più comodamente allo schienale.
-Oggi a lezione sembrava al settimo cielo, mi chiedevo se…-
-Non so niente- mi interrompe quasi ringhiante e chiaramente furibondo.
-O-kay!- rispondo sgranando gli occhi sorpreso e girandomi verso Bacchus e Gajeel, stupiti quanto me.
Sicuro c’è sotto qualcosa, ma non riesco a immaginare cosa.
-Ecco le birre!- esclama Natsu, spuntando alle mie spalle, con le cinque bottiglie incastrate in qualche modo tra le dita, sotto i nostri sguardi preoccupati.
Non farle cadere, non farle cadere, non farle cadere!
Trattengo un sospiro di sollievo e scambio un’occhiata eloquente e divertita con Gray quando finalmente il vetro tocca il metallo del tavolino all’aperto, facendolo tintinnare appena.
-Incredibile Salamander, non ne hai rotta nemmeno una!- lo prende in giro Gajeel, facendogli digrignare i denti infastidito.
-Vuoi fare a botte subito o più tardi?!- lo sfida alzando il pugno ma, inaspettatamente, Gajeel intreccia le dita dietro la nuca e sogghigna felice.
-Non oggi, Salamander- mormora esageratamente rilassato per essere lui, insistendo con quel soprannome di cui non ricordo più nemmeno l’origine e facendo scambiare un’occhiata a me e Gray mentre Natsu si siede, sollevando un sopracciglio.
-Certo che sei strano, Gajeel!- gli fa notare, senza ottenere risposta da lui.
Bacchus si sporge verso di lui, passandogli un braccio intorno alle spalle e facendogli socchiudere un occhio.
-Il cuore del nostro wild boy qui freme da giorni ormai, grazie alla piccola fatina dai capelli azzurri- mormora con il suo solito tono, mentre Gajeel strabuzza gli occhi e noi lo guardiamo allibiti -E non solo il cuore da quello che ho sentito ieri sera- continua con sguardo eloquente e le nostre mascella si spalancano rischiando di toccare terra.
-Tu e Levy…- inizia Gray.
-Da quando?!- intervengo io.
Non è che ci sia poi tanto da stupirsi. In fondo è sempre stato evidente agli occhi di chiunque che era solo una questione di quando e non di se.
Di certo, però, non ci aspettavamo una svolta così improvvisa.
Natsu ghigna divertito, sporgendosi verso di lui e dandogli una gomitata amichevole.
-E bravo Gajeel!- gli dice e, suo malgrado, Gajeel si ritrova a ghignare, lasciando trasparire dal suo volto quanto sia felice.
-Beh…- comincia, allungando una mano verso la propria birra e prendendone un sorso -Con la storia del calendario ho solo pensato di marcare il territorio per bene- spiega con un sopracciglio alzato, per giustificare l’insinuazione di Bacchus e io mi acciglio.
-Calendario?!- domando perplesso.
Da come lo ha detto sembra una cosa che dovrei sapere.
-Ma sì Gerard! Il calendario quello che stanno facendo per raccogliere soldi per salvare il Fairy! Sai, il calendario nude!- mi dice Natsu come se mi stesse semplicemente ricordando qualcosa.
Gray accanto a me irrigidisce la mandibola, chiaramente incazzato ma non sembra per niente sorpreso né colpito dalla notizia. È solo infastidito, ergo, qui l’unico che non ne sa niente a quanto pare sono io.
-Erza non ti ha detto niente?!- mi chiede poi Natsu, accigliandosi.
Lo fisso qualche istante, stringendo le dita intorno al vetro ambrato per poi sorridere forzatamente.
-Ma certo! Solo che mi era passato di mente! Sai sono così preso dagli esami!- mi giustifico con falsa noncuranza.
-Il mio spirito freme per l’attesa di vedere le meravigliose foto di Cana e non solo- afferma Bacchus convinto e io mi sento sprofondare sempre più.
Perché non me lo ha detto?!
Ha deciso di posare nuda per un calendario che vedrà tutta Magnolia e non me lo ha detto?! Da quando si fida così poco di me?!
No, forse non è questa la domanda giusta.
Erza è sempre stata indipendente e si è sempre sentita libera di fare qualunque cosa ritenesse giusta ma non mi ha mai nascosto niente, soprattutto niente di così importante.
Quindi, la domanda giusta è: Da quando sono diventato così poco importante?!
Sento lo stomaco annodarsi e mando giù a fatica, le voci dei miei amici diventati un indistinto sottofondo.
Non sono stupido, mai stato e soprattutto, studio psicologia. Leggo le persone con facilità e so di non avere letto volontariamente Erza di recente, perché ciò che avrei visto non mi sarebbe piaciuto per niente.
Credevo fosse solo un momento, una crisi passeggera, una stasi del nostro rapporto, comprensibile dopo sei anni e mezzo.
Ma ora, alla luce di questo, mi domando se forse la verità è che siamo giunti a un punto di non ritorno.
-…Erard?!?!-
Una pacca mi raggiunge sul braccio, facendomi sobbalzare e risvegliandomi dalle mie riflessioni. O forse dovrei dire salvandomi, non lo so.
-Come scusa?!- domando a Natsu che mi sta guardando in attesa.
-Dicevo se ci sei anche tu stasera al Fairy!-
Abbasso gli occhi sul mio panino, spingendo dentro una foglia di insalata che minaccia di sgusciare fuori per poi sorridere tirato e tornare a guardare il mio amico.
-Certo che ci sono- annuisco mentre dentro di me prende a scatenarsi una vera tempesta.
Perché stasera, non posso evitarlo, dovrò mettere in chiaro le cose una volta per tutte.
 

 
§

 
-Ho una proposta!!!-
Lucy e Yukino sobbalzano quando Cana sbatte il suo drink sul tavolo, colta da un pensiero improvviso.
Bacchus solleva gli occhi su di lei in attesa, anzi fremente attesa, di sentire la sua geniale trovata, pacato come sempre e con il braccio allungato sullo schienale della sua sedia, in una specie di abbraccio a distanza.
-Adesso io prevedo cosa succederà a Erza di qui a una settimana usando i tarocchi e voi fate lo stesso con l’oroscopo e vediamo chi ha ragione!-
Mi giro verso di lei scettica, le braccia incrociate sotto al seno.
-Cana, non tirarmi in mezzo- le dico, ritrovandomi lo stesso a sogghignare.
-Beh non devi essere per forza tu! Possiamo prevedere il futuro di Levy!- si stringe nelle spalle, prendendo un altro sorso di mojito.
-Beh qualunque cosa starà facendo tra una settimana, posso prevedere anche io, senza carte né stelle, che sarà in compagnia di Gajeel, voi che dite?!- mormora atono Gray, osservando la coppietta che non si leva gli occhi di dosso a vicenda ed è a malapena consapevole della nostra presenza.
-Comunque sia noi studiamo astronomia, non astrologia- ci fa notare Lucy, sorridendo imbarazzata per poi ritrovarsi subito vittima della presa stritolatrice di Cana che se la trascina addosso, rischiando di soffocarla.
-Sempre così pignola la nostra Lucy! Sempre di stelle si tratta no?!- esclama con un tono decisamente più alto del necessario, facendo sbuffare un risolino a Yukino.
Mi piace questa ragazza, è dolce e si vede subito, anche se nei suoi occhi leggo una certa tristezza.
Il mio spirito da sorella maggiore di chiunque mi spinge a chiederle cosa non va ma è evidente quanto sia riservata e non vedo neanche perché dovrebbe sentirsi a suo agio a sfogarsi con una che ha appena conosciuto. Senza contare che mi è sembrata davvero molto serena nel parlare con Lucy e Natsu.
Mi guardo intorno, cominciando a sentire una certa apprensione nel non vederlo arrivare.
Che fine avrà fatto?! Mi ha detto che stasera ci sarebbe stato e anche i ragazzi, che lo hanno visto a pranzo proprio oggi, me lo hanno confermato.
Vedo la porta aprirsi e allungo il collo ma non è una testa blu che spunta tra la folla.
Socchiudo gli occhi e rifletto, prima di allungare una mano verso la mia borsa.
-Ragazzi vado un attimo fuori a telefonare a Gerard- li avviso prima di avviarmi con solo il cellulare stretto in mano.
Mi infilo veloce attraverso la porta che si sta chiudendo dopo l’ingresso di Max e Warren e mi avvio verso il basso muretto che costeggia un lato dello spiazzo sterrato antistante il bar, sedendomici mentre porto il telefonino all’orecchio ma niente. Anziché il rassicurante suono della chiamata in entrata, le mie orecchie si riempiono della voce metallica che mi avvisa che il cellulare chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile.
Sospiro, scostando il telefonino e perdendo gli occhi sullo spiazzo deserto, sperando di vederlo arrivare ma tutto ciò che accade di lì a pochi minuti è che la mia attenzione viene attratta da voci concitate che sembrano giungere dal lato del bar che dalla mia posizione rimane nascosto alla vista.
Mi acciglio nel sentirle salire di diverse ottave e sgrano gli occhi quando i loro possessori si spostano, entrando nel mio campo visivo.
È davvero lui?! È…
-Laxus!!!- lo chiama Mira inseguendolo, la voce incrinata da una nota di disperazione.
Resto immobile immersa nella penombra, senza quasi respirare.
La vedo afferrarlo per un braccio e lui strattonare per liberarsi, attento a non metterci troppa forza, di certo per paura di farle male.
Come se fosse così facile, ma è sempre stato protettivo con lei anche se, alla fine, l’ha ferita lo stesso anche se involontariamente.
-Sapevo che era un errore venire!-
-No che non lo è stato!!!- ribatte subito, con le lacrime agli occhi -Laxus…- lo chiama in un gemito e lui si ferma.
Perché non c’è niente da fare, sarà anche grande e grosso e pericoloso se si arrabbia ma lei è sempre stata e sempre sarà il suo tallone d’Achille.
Restano immobili a pochi passi di distanza finché Mira non ce la fa più e balza in avanti, cingendolo da dietro e affondando il viso nella sua schiena, le spalle che si alzano e abbassano mentre piange sommessamente.
Guardo Laxus chiudere gli occhi e passarsi una mano sul volto con sofferenza e lo stomaco mi si stringe. Trattengo il fiato, pregando e sperando dentro di me che si giri e la stringa e le dica che è tutto a posto ma, naturalmente, non lo fa. Abbassa la mano e scioglie l’abbraccio, staccandosi da lei e restando immobile sotto i suoi occhi sofferenti e pieni di lacrime che lo stanno sicuramente trapassando da parte a parte.
-Non faccio che farti male, Mira… Non commetterò più questo errore…- afferma, continuando a darle le spalle e facendola sobbalzare mentre il panico la invade.
-Che vuoi dire?!- chiede, chiaramente terrorizzata e il silenzio che segue è insopportabile persino per me che sto solo assistendo.
Laxus, non fare l’idiota, dannazione!
Ma non c’è niente da fare, stasera le mie preghiere non trovano spazio.
-Che non mi vedrai mai più- mormora lapidario, prima di allontanarsi veloce.
Mira scatta in avanti ma fatto un unico passo si blocca, lasciando cadere lungo il fianco la mano che aveva allungato verso di lui.
Stringe i denti, i pugni e le palpebre piangendo in silenzio e soffocando a stento i singhiozzi, mentre io mi alzo per raggiungerla ma non riesco che a percorrere qualche metro che la vedo alzare la testa di scatto e mi fermo.
Porta una mano ad asciugare gli occhi con il dorso e, fatto un profondo respiro, si volta per tornare dentro, senza neanche accorgersi di me.
Potrei rincorrerla e fermarla, allo scopo di farla sfogare ma conosco Mira e so che non è così che funziona con lei.
Non è il momento né il luogo e così la lascio andare, proprio come lei ha lasciato andare lui.
Sospiro nell’aria della sera, passandomi una mano tra i capelli e riabassando gli occhi sul cellulare, indecisa se provare a chiamarlo di nuovo quando una voce mi distrae.
-Erza-san?!-
Mi volto verso destra e sorrido.
-Juvia! Eccoti finalmente!- la saluto, mentre mi si avvicina e noto che sembra quasi veleggiare a un metro da terra.
Chino il capo di lato, studiandola con attenzione. È sempre sobrio il suo modo di vestire. Stasera indossa un semplice abito di cotone, bianco con dei ghirigori blu e azzurri, lungo fino ai piedi e aderente, con un bello spacco sulla gamba destra, bilanciato dalla scollatura per niente esagerata, che non lascia intravedere la linea del seno, e sandali bassi. I capelli sono sciolti e senza nessuno dei suoi cappelli che tanto ama ma con una semplice fascia decorativa tipo quelle di Levy. È bellissima e sembra brillare di luce propria.
-Come siamo felici! È successo qualcosa?!-
Le guance le si imporporano mentre porta le mani a coppa ai lati del viso, girando il busto a destra e a sinistra, con espressione sognante e occhi chiusi.
-Oggi è l’anniversario di Gray-Sama e Juvia! sono 413 giorni da quando Juvia e Gray-Sama si sono incontrati!- dice, emozionata e felice mentre io aggrotto le sopracciglia.
-413 giorni eh?!- ripeto considerando che è un ben strano anniversario ma pur sempre un anniversario, distendendo il viso -Sarai su di giri!-
-Juvia lo è! Juvia lo è!!!- ripete estatica e io non posso non sorridere nel vederla così felice.
È veramente incredibile, sempre così allegra e ottimista, forte e piena di risorse.
-Erza-san!- mi chiama e io mi concentro di nuovo su di lei, trovandola improvvisamente seria e accigliandomi -Chi era il ragazzo con cui Mira-san stava parlando e per il quale piangeva?!- domanda e io sobbalzo colta alla sprovvista mentre lei abbassa gli occhi e arrossisce di nuovo -Juvia non voleva spiare nessuno ma stava arrivando quando Mira e lui…-
-Non preoccuparti- la interrompo, guardandola con affetto e ammirazione per la sua incredibile empatia -Non hai fatto niente di male e poi in fondo questa storia la conoscono tutti, solo che tu non vivevi ancora qui quando è successo- le spiego, prima di tornare verso il muretto e fermarmi fatti pochi passi, voltandomi verso di lei -Vieni, sediamoci mentre ti racconto- 



Angolo dell'autrice: 
Salve minna-san!!! 
Vorrei ringraziare Celty, Princess_5_elements, Lil e Cercasinome (che piacere ritrovarti anche qui!) per le recensioni allo scorso capitolo! 
Un bacione e alla prossima! 
Piper. 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Mira doveva sposarsi?!- domanda Juvia incredula, sgranando gli occhi mentre io annuisco.
-Avevamo appena finito il liceo, ci sentivamo invincibili e in grado di spaccare il mondo e tutto sembrava semplice. Laxus e Mira stavano insieme… beh da sempre! Fu una decisione impulsiva la loro ma nessuno ha mai dubitato che sarebbero stati felici o pensato che sarebbe stato un errore. Ma quel matrimonio non iniziarono neanche a organizzarlo- proseguo puntando gli occhi sui miei polpastrelli uniti tra loro, permettendo alla malinconia di invadermi per un attimo.
Sembra passata un’eternità, altro che tre anni.
-Come mai?- soffia Juvia, ascoltando attenta.
Sollevo di nuovo il capo, imponendomi di restare in me.
-Un talent scout notò Mira e le propose un contratto come modella a Era e fu subito chiaro che lei voleva provarci. Il contratto sarebbe durato poco più di un anno e lei aveva tutte le intenzioni di tornare ma a fine estate, prima che partisse a settembre, Laxus la lasciò. Sapevamo tutti, anche Mira, che lo faceva solo per non ostacolarla, per paura che rinunciasse a una carriera sicura e sfavillante ma non ci fu modo di convincerlo. Mira partì con l’intenzione di dimenticarlo e quanto tornò non era sola-
Sento Juvia trattenere il fiato accanto a me.
-Un uomo?!-
Annuisco  piano prima di riprendere a raccontare.
-Bastò un’occhiata per capire che per lei non era che un pallido tentativo di dimenticare Laxus. Non durò a lungo, una volta tornata a casa. Si lasciarono dopo poco tempo ma non abbastanza presto. Mira aveva capito che la vita da modella non faceva per lei, si iscrisse all’università con un anno di ritardo e chiese a Makarov se il suo posto come barista era ancora disponibile. Le cose con il suo ragazzo andavano già maluccio e questo non fece che deteriorare il rapporto ancora di più ma quando Laxus seppe che era tornata… Quella sera io c’ero… Fu terribile, sembrava una belva ferita… Ma per Mira fu davvero straziante…- mi blocco, prendendo fiato e coraggio, arrivando alla parte peggiore della storia -Arrivò qui al Fairy già ubriaco. Neppure Freed e Bixlow riuscirono a trattenerlo. Distrusse mezzo bar finché Makarov non intervenne, intimandogli di andarsene e non tornare più. È passato più di un anno da allora. Non mi aspettavo di vederlo qui…- mormoro quasi più a me stessa che a lei -Chissà se jicchan lo ha visto- 
-Pensi che sia stato lui a mandarlo via?- mi chiede e io sorrido nostalgica, tenendo gli occhi puntati davanti a me, prima di scuotere il capo.
-Credo che Makarov muoia dalla voglia di rivederlo e riabbracciarlo- affermo, prima di tornare con gli occhi su di lei -Laxus è suo nipote-
Anche nella penombra, riesco a vedere gli occhi sgranati di Juvia inumidirsi, mentre realizza quanto sia effettivamente triste questa storia, quanti hanno sofferto e in che misura e so quanto si sente coinvolta per via del suo carattere. Allungo una mano verso di lei, per accarezzarle il viso.
-A volte la vita ti rema contro- soffio con semplicità, sorridendole materna, mentre lei ricaccia indietro le lacrime e deglutisce a vuoto -Che ne dici di andare? Sono tutti dentro- le propongo, guardandola annuire.
Ci avviamo e lascio che Juvia mi preceda, attardandomi un istante a controllare un’ultima volta se per caso Gerard non stia arrivando.
Sospiro, avanzando per seguire la mia amica quando una voce mi chiama.
-Erza-
Mi giro verso destra, vedendolo emergere dal buio e sento il sollievo invadermi.
-Gerard! Eccoti finalmente!- esclamo, sorridendogli ma un attimo dopo torno a preoccuparmi davanti alla sua espressione.
Che c’è che non va?!
-Ehi?! Tutto a posto?!- gli domando, le sopracciglia corrugate, avanzando verso di lui con il braccio teso ma lui si scosta bruscamente e io mi arresto di botto, come scottata.
Cosa gli prende?! Non è da lui!
-Gerard?! Cosa succede?!-
I suoi occhi chiari brillano di una luce strana e che non mi piace per niente, da cui traspare una sensazione che assomiglia spaventosamente a sofferenza. Abbassa lo sguardo e sorride amaramente.
-Non lo so. C’è qualcosa che non va?! Dovresti dirmelo tu questo- mormora, confondendomi sempre di più.
Avanzo di un passo, aprendo la bocca decisa a farmi dire chiaro e tondo cosa non va ma non serve perché lo fa di sua spontanea volontà.
-Perché per quel che mi riguarda non va che tu abbia deciso di farti fotografare nuda senza dirmi niente ma forse per te non è un problema-
Sobbalzo, mentre il sangue mi si gela nelle vene.
-Gerard…-
-Sono venuto a saperlo per caso, dai ragazzi- si passa una mano tra i capelli blu, guardandomi confuso -Perché… Perché non mi hai detto niente, Erza? Non abbiamo mai avuto segreti tra noi- mi fa notare e io sento il cuore sprofondare e lacerarsi, mentre deglutisco a vuoto, la brezza della sera che mi solletica il viso.
Perché non gliel’ho detto?!
È una più che legittima domanda.
Perché non gliel’ho detto?!
Stringo i pugni e abbasso gli occhi, stringendo i denti e insultandomi mentalmente per la mia stupidità. So fin troppo bene che non mi avrebbe ostacolato, so che forse avremmo litigato ma alla fine avrebbe capito le mie motivazioni. E allora perché non gliel’ho detto?!
Sono stata così bene in questo periodo, rilassata, senza pensieri, senza il pensiero di dove la nostra relazione stesse andando a parare.
-Erza- mi richiama e io non posso ignorarlo.
Il mio sguardo è duro come sempre, fermo, determinato anche se tutto il mio corpo pulsa di agitazione e senso di colpa.
-Sono ancora importante per te?- mi domanda con semplicità e io capisco che non stiamo più parlando del calendario e basta.
Non dovrei stupirmi, non è stupido, Gerard, non lo è mai stato.
Si è reso conto anche lui di cosa ci sta succedendo e questa non è altro che l’ultima goccia, la scintilla che scatena l’esplosione.
-Perché non credo di esserlo più come una volta se mi tieni nascosta una cosa del genere. Credo che il mio giudizio non conti più come un tempo, credo di non essere più la persona che coinvolgi nelle tue scelte o a cui confidi le decisioni che hai già preso. Non sono affatto sicuro di essere importante per te, non più-
 Lo ascolto pietrificata, rifiutandomi di capire a quale conclusione porta il suo discorso.
-Erza- mi chiama di nuovo e io mi stringo i pugni mentre lui incastona i suoi occhi nei miei -Perché stai con me?-
Trattengo il fiato, scioccata.
Sono scioccata perché a questa domanda, me ne rendo conto in un istante, non ho una risposta.
E non dovrebbe essere così, la risposta dovrebbe essere una e una soltanto e non dovrei neppure dubitarne.
-Gerard…-
-Tu mi ami?-
-Io… io non…-
-Mi ami o no?-
Gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre il vento tiepido aumenta, spettinandomi capelli.
Non posso rispondere, non ci riesco e lui se ne accorge. Se ne accorge e mi risparmia la sofferenza di parlare ma non certo quella di leggere il dolore che in un attimo mi invade quando lo vedo abbassare gli occhi e passarsi una  mano tra i capelli, deglutendo a fatica.
-Ho capito…- sussurra con il groppo in gola prima di tornare a cercarmi determinato -A questo punto, non ha senso continuare- afferma e io trattengo il fiato di fronte al suo tono deciso e la sua espressione irremovibile -Scusami con gli altri e… buona serata…- soffia ancora, sempre più in difficoltà, prima di darmi le spalle e allontanarsi, pestando la ghiaia con i piedi.
Tremo in tutto il corpo e mi sembra di avere la testa staccata dal collo, galleggiante.
Provo l’impulso di richiamarlo ma mi accorgo subito che non avrebbe senso.
Non sono neanche sicura di avere pienamente capito cosa è appena successo.
Passo una mano sul volto mentre alle mie spalle la porta del Fairy si apre di nuovo.
-Ehi Erza! Eccoti qua!- mi chiama Natsu, entusiasta.
Ricaccio indietro le lacrime e cerco di piegare le labbra verso l’alto mentre mi giro.
-Dai sbrigati! Cana sta per esibirsi!-
Annuisco, deglutendo a vuoto per poi raggiungerlo, camminando quasi per inerzia, e lo vedo accigliarsi quando lo raggiungo.
-Ehi ma Gerard?!- domanda e io ignoro come meglio posso lo spasmo alla bocca dello stomaco.
-Ha avuto un contrattempo- gli dico, non lasciando trasparire nulla, mentre lo seguo dentro al bar.
-Peccato!- mormora, facendosi strada verso il nostro tavolo.
Mi guardo intorno, focalizzandomi su Cana già sul palco, seduta su uno sgabello davanti al microfono e con la chitarra a tracolla. Dopo quelle di Mira, le sue esibizioni sono le più apprezzate e se non fossi nello stato d’animo in cui sono anche io mi preparerei a godermi la sua canzone, come stanno facendo tutti, mentre lei finisce di accordare il suo strumento.
Le luci si abbassano un po’ di più mentre io rimango ferma qui dove sono, in piedi tra due tavoli, uno dei quali occupato dai miei amici più stretti e a cui poco fa ero seduta.
Sono passati davvero solo pochi minuti?! Mi sembra un’eternità.


[The Cups Song - Anna Kendrick]

La musica comincia e io faccio una veloce panoramica, sorridendo.
Sorrido perché, anche se io sto male, sono felice di vedere loro così felici.
Credo sia la prima volta che vedo Gajeel non smaniare per prenotare l’esibizione successiva, troppo impegnato a ridere con Levy sulle gambe e la sua fronte schiacciata contro la propria. Del burbero ragazzo senza amici veri e nessuna voglia di farsene non è rimasto che l’aspetto fisico e questo è tutto merito della nostra piccola fata.
 
I've got my ticket for the long way 'round
Two bottle whiskey for the way
And I sure would like some sweet company
And I'm leaving tomorrow. What d'you say?  
 
La voce di Cana riempie l’aria, incantando tutti tranne Natsu, che si sporge verso Yukino e Lucy per dire loro qualcosa facendole ridere, mentre, accanto a lui, Gray sembra sul punto di commettere un omicidio.
 
When I'm gone, when I'm gone
You're gonna miss me when I'm gone
You're gonna miss me by my hair
You're gonna miss me everywhere, oh
You're gonna miss me when I'm gone
 
Mi acciglio quando mi accorgo che Juvia è seduta dalla parte opposta del tavolo e lo guarda di sottecchi, giù di corda. Mi chiedo cosa possa essere successo in così pochi minuti ma mi rilasso nel vederla tornare a sorridere radiosa come sempre quando Gajeel e Levy la coinvolgono nella loro conversazione. Sposto ancora la mia attenzione e stavolta perdo svariati battiti.
 
When I'm gone, when I'm gone
You're gonna miss me when I'm gone
You're gonna miss me by my walk
You're gonna miss me by my talk, oh
You're gonna miss me when I'm gone
 
Bacchus è completamente rapito da lei, la guarda come si guarda la cosa più bella del mondo, incantato dalla sua voce come un marinaio con una sirena. Non so come facciano a raccontarsi ancora di non essere innamorati.
E questa considerazione mi riporta a quello che è successo pochi attimi fa, scavando dentro di me, senza pietà alcuna. Perché, a quanto pare, nelle ultime settimane io ho fatto esattamente il contrario.
Eppure sto così male, fa così male, troppo per poter affermare che non provo più nulla per lui. O forse, più probabilmente, a farmi soffrire è immaginare il dolore che sta provando.
Mi sento così spaventosamente confusa.
 
I've got my ticket for the long way 'round
The one with the prettiest of views
It's got mountains, it's got rivers
It's got sights to give you shivers
But it sure would be prettier with you
 
 
La sensazione di essere osservata mi fa voltare e trattengo il fiato quando mi ritrovo lo sguardo materno di Mira addosso. Mi basta un’occhiata per capire che lei sa, sa senza sapere cosa sia successo, che qualcosa non va. Lo ha capito solo guardandomi come lo avrei capito io guardando lei anche senza aver assistito alla sua discussione con Laxus.
 
When I'm gone, when I'm gone
You're gonna miss me when I'm gone
You're gonna miss me by my walk
You're gonna miss me by my talk, oh
You're gonna miss me when I'm gone
 
Senza esitazione mi avvio verso il bancone, a cui nessuno sta chiedendo da bere, neppure Wakaba o Macao, tutti troppo presi ad ascoltare Cana e mi siedo a uno degli sgabelli, senza dire nulla. I suoi occhi blu brillano anche nella penombra e, di fronte a me, non cerca di nascondere la propria sofferenza. Siamo sempre state così, io e Mira, ci siamo sempre capite con un solo sguardo e senza bisogno di parlare, anche se alle medie eravamo nemiche giurate.
 
When I'm gone, when I'm gone
You're gonna miss me when I'm gone
You're gonna miss me by my hair
You're gonna miss me everywhere, oh
You're sure gonna miss me when I'm gone
 
Con finta noncuranza allunga una mano sul bancone e io sgrano gli occhi deglutendo, tornando poi subito sul suo viso e trovandola girata verso il palco come tutti gli altri. Nessuno fa caso a noi, è la nostra occasione per darci calore e conforto, perché sappiamo entrambe che, una volta finita la canzone, torneremo a fingere che tutto vada bene, ad affrontare da sole il dolore, nel silenzio delle nostre camere da letto.
 
When I'm gone, when I'm gone
You're gonna miss me when I'm gone
You're gonna miss me by my walk
You're gonna miss me by my talk, oh
You're gonna miss me when I'm gone
 
Mi giro anche io verso Cana, prendendo un profondo respiro, e poso la mano sulla sua, con delicatezza, stringendogliela e sentendola accarezzarmi il dorso con il suo pollice. Non ci serve altro, per il momento. Questo per noi vale più di mille parole. E la consapevolezza di non essere sola mi travolge, mentre una lacrima scende a graffiarmi la guancia, atterrando sulla mia gonna a pieghe un attimo prima che un entusiastico e meritato applauso per Cana esploda, rimbalzando sulle pareti del Fairy Tail.
 

 




 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Sono bellissime Loki! Davvero bellissime!- esclama Levy, le guance appena arrossate nel vedersi senza veli.
Io e lei ci siamo precipitate qui appena Loki ci ha avvisato che aveva selezionato le foto per il calendario, troppo curiose per aspettare. In realtà avevamo invitato anche Erza ma ha declinato.
È così strana in questi giorni. Così apatica e spenta. Prima di rendersi conto che si sta parlando con lei bisogna chiamarla quattro o cinque volte ed è sempre persa nel suo mondo.
Forse è stressata per gli esami.
-Lucy, guardati qua!!!- indica lo schermo, chiamandomi e io sgrano appena gli occhi nel mettermi a fuoco sul monitor del pc di Loki, in piedi e con un palloncino a forma di cuore in mano.
Lo scatto per febbraio.
Mi osservo, sorpresa dalla mia espressione, felice e lievemente trasognata.
-È il famoso scatto buono al primo colpo- mi informa Loki, il busto chinato verso di noi con le mani appoggiate agli schienali delle nostre sedie.
Sobbalzo a quelle parole, arrossendo di nuovo.
Il famoso scatto buono al primo colpo, quando Loki mi ha detto di pensare a qualcosa che mi facesse stare bene e io ho pensato senza esitazione a Natsu.
La cosa non mi ha turbato più di tanto quando è successo, in fondo è normale, ci sta che io pensi a lui. Insomma è il mio migliore amico, ovvio che mi fa stare bene. E poi mi fa ridere così tanto.
Però c’è qualcosa di quella foto che mi ha colpito in particolare e che mi costringe a continuare a studiarla con attenzione.
Non sono le luci, né lo sfondo, né la posa. Non è il trucco perfetto o la strana acconciatura.
È il mio sguardo. Il mio sguardo che ha un che di beato e sereno, le palpebre lievemente chiuse, il sorriso leggero che mi increspa le labbra… Quell’espressione… Sembro… Sembro così…
Sgrano gli occhi incredula, quando trovo l’aggettivo giusto.
Innamorata?!
Perché diavolo sembro innamorata se stavo pensando a Natsu?!
Deglutisco a vuoto mentre, lentamente, comincio a capire che significa e lo stomaco mi si stringe mentre il cuore accelera e le guance vanno a fuoco.
Oh andiamo! È assurdo! Io non posso essere innamorata di Natsu!
Lui è… Il mio migliore amico da sempre! Ci capiamo con un solo sguardo, è sempre pronto a confortarmi o difendermi, ascoltarmi e darmi consigli ma è pur sempre Natsu!!!
Quello che si intrufola in camera mia di nascosto e dorme nel mio letto, alle volte persino con me tanto è invadente, e mi prende sempre in giro e pensa solo a mangiare e… e…
Più elenco le ragioni per cui non è possibile che sia innamorata di lui più il mio cuore aumenta il suo ritmo, facendomi deglutire a vuoto.
Prima di riuscire a fermarmi, una risata nervosa e lievemente isterica mi sfugge dalle labbra, attirando lo sguardo di Levy che subito si acciglia.
-Lu-chan, tutto bene?!- domanda e io sbatto le palpebre interdetta.
-Oh sì! Sì, sì tutto bene!- rispondo, agitata, dopo un attimo di silenzio.
Torno a guardare lo schermo e mi accorgo che Levy è andata avanti e la foto che c’è adesso ritrae nuovamente lei , che ride spontanea a una qualche battuta, sdraiata su un fianco e con un grosso libro aperto a coprirle i punti giusti.
La osservo, senza realmente vederla, troppo sconvolta dall’improvvisa rivelazione.
Io innamorata di Natsu?
Come… com’è possibile?! Non ero neppure consapevole di essere innamorata in generale!
Anche se… devo ammetterlo, ha senso.
Avrei mai permesso a Gray o Loki di dormire nel mio letto?
C’è qualcun altro a cui penso immediatamente se qualcosa mi fa stare male o se devo condividere qualche esaltante novità?
No, assolutamente no.
Improvvisamente, il fastidio che mi provoca vederlo andare così d’accordo con Yukino ha un senso.
Mando giù lungo la gola secca, e stringo i pugni posati sulle ginocchia quando mi torna in mente la scena di stamattina, identica a quella di un po’ di giorni fa.
Di nuovo insieme in cucina a fare colazione, ridendo e scherzando. Di nuovo quella sensazione di avere di fronte due persone talmente affiatate da avere l’impressione che si conoscano da sempre e non da quindici giorni scarsi.
Lo stomaco si stringe fino a farmi male.
Quanto sono stata stupida?! Per tutti questi anni, per tutto questo tempo, io sono stata sempre il suo primo pensiero e non mi sono mai resa conto che… E me ne accorgo ora che Natsu prova qualcosa per un’altra che è per giunta una mia cara amica?!
Stupida, stupida Lucy!
Non che prima Natsu provasse qualcosa per me, non sono che un’amica per lui ma forse avrei potuto almeno tentare di volgere le cose  a mio favore se avessi aperto gli occhi!
Sento il magone salirmi al petto e mi sforzo di cacciarlo via, riuscendoci con fatica.
Oddio ma perché fa così male, tutt’a un tratto?!
Mi passo una mano sul viso, tornando in me e riuscendo a riprendere il filo della conversazione tra Loki e Levy.
-… le prime copie già da lunedì! Così ha detto Reedus!- sta spiegando la mia amica, riferendosi alla stampa del calendario, che speriamo di riuscire a vendere in poco tempo e con buon profitto.
Se raccogliamo abbastanza soldi, insieme alle collette che hanno organizzato anche gli altri, ognuno a modo proprio, e a un piccolo sforzo da parte della banca, il Fairy sarà salvo.
Ma neppure questa considerazione riesce a farmi sorridere o rilassare, sono tesa come una corda di violino e mi sembra di avere un costante ronzio nelle orecchie.
-Lucy?!- mi chiama Loki, il tono preoccupato -Sei certa di star bene?! Sei così pallida!- mi fa notare e io cerco di darmi un minimo di contegno.
-Ma certo! Non è niente ragazzi davv…-
La porta dello studio fotografico si spalanca, venendo in mio soccorso e lasciando entrare Cana. Ha il respiro affannato e le sopracciglia corrucciate, per non parlare dell’agitazione nella sua voce.
-Ragazzi!!! Meno male vi ho trovati!!!- esclama, trafelata.
-Cana, che succede?!- le chiede Loki, infilando una mano in tasca.
Prende un paio di respiri, mandando giù e calmando il petto affannato come meglio può.
-La… La BMC, la banca con cui jicchan ha il debito! Sono al Fairy Tail insieme al proprietario della Grimoire Heart e quel bastardo ha portate le ruspe!!!- ci dice, fermandoci il cuore e facendoci sbiancare -Gli altri sono già tutti là! Dobbiamo andare! Subito!!!- 
 

 
§

 
Camminiamo velocemente lungo la strada che porta la bar, Cana un passo avanti a noi e Loki alle nostre spalle, quasi fosse la nostra guardia del corpo.
Il mio stomaco è collassato su se stesso e continuo a stringere spasmodicamente i pugni dall’agitazione.
Cosa sta succedendo?! Qui ci sta sfuggendo tutto di mano!
Dovevamo avere più tempo, l’ipoteca non scade così presto!
Cosa ci fa la Grimoire Heart con tanto di ruspe davanti al nostro bar?!
Svoltiamo l’angolo ed eccoli lì, a occupare lo spiazzo dove così spesso ci è capitato di attardarci dopo la chiusura o di radunarci aspettando l’apertura per fare colazione tutti insieme prima di andare in università.
Ci sono alcuni tizi dall’aria seria e impassibile, altri due che sorridono sadici, una ruspa e qualche curioso che si è fermato a sbirciare cosa succede.
E davanti a questo spettacolo a dir poco orrendo, di spalle al bar e di fronte a quelli che vogliono portarci via la nostra casa, ci sono tutti i nostri amici, schierati un passo dietro a Makarov.
Non manca nessuno. Sono tutti qui.
Macao, Wakaba e Gildarts, che è spesso via per lavoro ma quando torna è il più fedele degli avventori. Freed, Bixlow. Ever e Elfman che una volta tanto non litigano. Lisanna, Jet e Droy, Max, Laki, Kinana. Romeo e Wendy, gli unici due diciassettenni della compagnia,  si tengono per mano senza imbarazzo, davanti a Visitar, Warren e Gerard che, inspiegabilmente, è dalla parte opposta del gruppo rispetto a Erza, che fissa truce le ruspe, accanto a Mira. Bacchus e Gajeel sembrano due statue di marmo, con le braccia al petto e lo sguardo fisso. Sposto ancora gli occhi e il mio cuore sobbalza.
Eccoli lì.
Eccoli, Natsu e Yukino, uno accanto all’altro.
Non dovrei stupirmi, né della presenza di Yukino, né del suo essere vicina a lui.
In fondo so che ha un animo gentile e altruista e si è subito fatta coinvolgere dalla faccenda del Fairy Tail.
Ma, dopotutto, non è precisamente stupore quello che provo, giusto?! Perché non mi sfugge come sembrino affiatati, con lo stesso sguardo determinato e pronto a tutto.
Sembrano darsi coraggio l’un l’altro con la loro sola presenza, come Ever e Elfman, Bacchus e Cana, Gajeel e Levy. Sembrano una coppia.
-Vogliamo unirci a loro, Lucy-san?!-
Sobbalzo nel sentire la voce di Loki e rendermi conto che mi sono fermata e persa a studiare la scena, mentre Cana e Levy sono già corse a unirsi a loro. Lo osservo per un istante prima di impormi di restare lucida. Ora ciò che conta è difendere il Fairy Tail.
Annuisco decisa, sorridendogli, e avanziamo insieme, per unirci agli altri, fermandoci di fianco a Gray e Juvia che si girano a lanciarmi un mezzo sorriso, infondendomi altra determinazione ancora.
-Vi ho già detto di andarvene, dannati mocciosi! Questa faccenda è affar mio!- si leva nell’aria la voce di Makarov, che parla con noi senza voltarsi a guardarci, le braccia incrociate al petto e gli occhi a sfidare Purheito e i suoi maledetti bulldozer.
Ma cosa pensano di fare?! Questo suolo non gli appartiene ancora!
-Non penserai davvero che ce ne andremo proprio sul più bello, jicchan!- risponde Natsu, ghignante, dando voce al pensiero di tutti -Sono tutto un fuoco!- mormora, scrocchiandosi le nocche e facendo sorridere  e ridacchiare tutti, mentre qualcuno, compresa me, scuote la testa con aria divertita.
-Bene, bene Makarov! Esattamente cosa pensi di fare?!- domanda Purheito, avanzando verso di noi e squadrandoci uno a uno, divertito -Hai un piccolo ma interessante esercito a quanto vedo-
-Dovrei chiedere io a te, cosa pensi di fare- ribatte jicchan, senza lasciar trasparire rabbia o agitazione -Questo posto è ancora mio-
-Questione di settimane, Makarov, questione di poche settimane- sussurra, calcando la parola “poche” e facendoci digrignare i denti.
-Signor Purheito la prego!- interviene uno dei tizi in giacca e cravatta, sicuramente uno dei rappresentanti della BMC, sorridendo nervosamente -Il signor  Makarov ha ragione! Lei ancora non può rivendicare alcun diritto su questo terreno!- gli fa notare per poi squittire e indietreggiare spaventato di fronte all’occhiata assassina che il vecchio gli lancia.
-State solo sprecando il vostro tempo! Se volete buttare giù il bar dovrete passare sopra i nostri corpi!-
-Ben detto Gray!-
-Così parla un vero uomo!-
-Prendete le ruspe e andatevene!-
Purheito socchiude gli occhi, ringhiando appena, infastidito dalla nostra testardaggine ma subito si ricompone e torna a sorridere divertito. Sembra davvero sicuro di sé e io tremo all’idea che abbia qualche asso nella manica di cui nessuno è a conoscenza.
Solo all’idea che il Fairy potrebbe venire distrutto mi pizzicano gli angoli degli occhi ma mi impongo di non cedere allo sconforto, serrando la mascella con decisione dopo avere deglutito rumorosamente.
-Siete davvero un tenero quadretto sapete?!- riprende a parlare sarcastico Purheito -Guardatevi! Tutto qui schierati, convinti di poter ottenere chissà cosa solo grazie alla vostra determinazione. Siete ridicoli! Volete sapere cosa fa davvero girare il mondo?! Soldi e potere. E io ne ho entrambi in abbondanza e contro questo non potrete mai spuntarla. Rassegnatevi! Avete perso. Perso! Non potete nemmeno di sperare di competere con uno come me, non importa a nessuno di quanto amiate questo bar!- sputa fuori con disprezzo, provocandoci un’ondata di rabbia che diventa palpabile nell’aria intorno a noi, quasi fosse intrisa di elettricità.
Si ferma, come colto da un pensiero, e sposta lo sguardo da noi alla facciata del Fairy, studiandola con occhio critico.
-Ammesso che si possa chiamare bar- ricomincia dopo un attimo, senza staccare gli occhi dalla struttura alle nostre spalle -A me sembra più una schifosa, vecchia, pericolante catapecchia-
La mia mano scatta da sola a bloccare il polso di Gray, che sta per gettarsi insieme a Natsu contro di lui, pronto a riempirlo di botte e nel girarmi per ricordargli di stare calmo vedo Mira con le lacrime agli occhi gonfiare il petto per dire qualcosa. Ma non è sua la voce che si leva nell’aria.
-Ritiralo-
Sgraniamo gli occhi, sconvolti, girandoci verso di lui, trovandolo tremante e omicida.
-Ritiralo subito-
Sembra sul punto di scoppiare e i suoi pugni sono stretti fino a sbiancare le nocche.
-Ritira… quello… che hai detto-
-Laxus…-
-Sei… sei proprio tu?!-
Nonostante la situazione ai limiti del tragico, le labbra di tutti noi si piegano in un sorriso nel vederlo.
Mi sono sbagliata prima. Ora siamo davvero tutti.
-Laxus!- lo chiama Makarov, l’unico oltre a Mira che non sorride ma lo guarda incredulo e a occhi sgranati, quando lo vede avanzare deciso verso Purheito, per fermarlo.
-Non preoccuparti nonno- lo interrompe, facendolo sobbalzare nel sentirsi chiamare così e non “vecchio”, continuando a camminare con gli occhi fissi su Purheito, fermandosi proprio di fronte a lui -Non mi sporco le mani per uno scarafaggio del genere- soffia e un brivido di eccitazione ci percorre.
-Questo è il mio Laxus!- afferma, in un sussurro perfettamente udibile, Freed, guadagnandosi un’occhiata scettica da Bixlow e Elfman e facendo mandare gli occhi al cielo a Max.
-Freed ti prego!- lo richiama, facendolo scattare infastidito.
-Qualche problema?!-
-Dico solo se puoi contenerti visto il momento!-
-Oh ma senti chi parla? Vorrei vederti se ci fosse in giro una scopa!- ribatte facendogli sgranare gli occhi scioccato.
-Ancora con quella storia?!?! È stato un incidente!!!-
-Certo come no!-
-Volete farla finita?!?!- li rimprovera Gray, facendoli voltare verso di sé.
-Fatti gli affari tuoi pervertito!!! E rivestiti!!!- lo aggrediscono all’unisono e Gray sobbalza strabuzzando gli occhi nel ritrovarsi solo in boxer.
-Ma quando è successo?!?!-
-Poco fa, Gray-Sama!- risponde estatica Juvia, tendendogli i vestiti -Ecco! Juvia li ha tenuti per te!-
Mi spalmo una mano sulla faccia, sospirando.
Non posso davvero crederci, sono impossibili! Persino in un momento del genere!
-E tu chi saresti, ragazzino?!- domanda Purheito, per niente intimorito dalla presenza fisica di Laxus o dal suo sguardo assassino.
-Questo non ha alcuna importanza. La sola cosa che conta è che ti levi subito da qui, tu e i tuoi leccaculo là dietro, prima che io perda la pazienza-
Purheito perde un altro briciolo di pazienza, mentre una vena comincia a pulsargli sulla fronte, rendendo evidente il proprio fastidio e io non posso non sorridere.
Dargli fastidio mi da un’estrema soddisfazione e so che non vale solo per me.
-Presto o tardi questo posto sarà mio e questo bar non esisterà più- afferma, avanzando fino a quasi schiacciare la fronte contro quella di Laxus -Lo smantellerò mattone dopo mattone-
-E invece non accadrà- ribatte Laxus, furibondo.
-E chi me lo impedirà?! Tu?!-
-Tutti noi! Non avrai mai il Fairy Tail! Riusciremo a salvarlo perché soldi e potere non contano un cazzo quando credi davvero in qualcosa! E io ci credo, tutti noi ci crediamo, in questo posto e nel nostro vecchio! Perché questa schifosa, vecchia, pericolante catapecchia è casa nostra! Qui è dove abbiamo condiviso tanti momenti, belli o brutti che fossero, dove ci siamo incontrati, dove abbiamo preso la nostra prima sbronza, dove abbiamo imparato a ridere, piangere, arrabbiarci!- si ferma un attimo e prende un profondo respiro prima di riprendere -Dove abbiamo imparato ad amare!- aggiunge ancora, facendo trattenere il fiato a Mira che lo osserva sconvolta e con le lacrime agli occhi -Tu non avrai il Fairy Tail, noi lo salveremo! Io lo salverò, fosse l’ultima cosa che faccio!- 
-È molto probabile che sarà davvero l’ultima cosa che farai!- esplode in un sibilo Purheito, incapace di trattenersi oltre, e un attimo dopo metà di noi sta lottando per impedire all’altra metà di avventarsi su quel vecchio bastardo.
-Gray-Sama, calmati!- 
-Lasciami Erza!!! Gli do fuoco a quel maledetto!!!- protesta Natsu fuori di sé.
-Freed!!! Smettila!!!-
-Lo ha minacciato!!! Quel bastardo ha osato minacciare il mio Laxus!!!-
-Freed!!!-
-Sembrava una minaccia anche a me- si intromette una nuova voce calma e pacata mentre due tizi, entrambi mori e con gli occhi chiari e che non ho mai visto in vita mia, si avvicinano a noi da sinistra.
-Lahar! Doranbolt!- li chiama il tizio della banca e capisco che devono essere colleghi.
-Allora  signor Hades, era una minaccia oppure no?- domanda di nuovo quello con gli occhiali, Lahar credo, e Purheito si allontana da Laxus, indietreggiando e voltandosi verso di loro.
-Cosa ci fate voi qui?!-
-Potremmo farle la stessa domanda- ribatte asciutto Doranbolt, le mani intrecciate dietro la schiena -Come le hanno già fatto notare, il Fairy Tail non è ancora suo- prosegue e Purheito apre la bocca per ribattere ma si blocca quando sul volto di Doranbolt si disegna uno strano sorriso -E a dire il vero non lo sarà mai-
Cala il silenzio e tutti ci ritroviamo a trattenere il fiato increduli. Ho sentito bene?!
-Che… che significa? Lahar! Abbiamo un accordo!!! Un accordo firmato!!!- protesta Purheito, fuori di sé.
Lahar sfila gli occhiali e con calma esasperante pulisce le lenti prima di inforcarli di nuovo e puntare i propri occhi in quelli del viscido vecchio.
-Abbiamo un accordo firmato è vero e nemmeno immagina quanto ci sia stato utile per risalire ai suoi traffici illegali, per non parlare dei conti off shore e tutto il resto-
Purheito si  ritrova a boccheggiare scioccato, mentre tutti i pezzi vanno al proprio posto.
-Siete… voi siete due poliziotti?!-
-Investigatori sarebbe più appropriato ma il concetto non cambia- riprende Doranbolt, perfettamente sincronizzato con il proprio collega -È stato un colpo di fortuna scoprire questa faccenda del Fairy Tail e la BMC è stata molto collaborativa a permetterci di infiltrarci e gestire questo affare. È stato molto più semplice registrare tutte le nostre conversazioni e ottenere i documenti firmati e controfirmati-
Li fissiamo interdetti, sbattendo le palpebre non certi di avere capito bene finché Purheito non si scaglia verso di loro.
-Bastardi!!!-
Con un rapido movimento, Doranbolt lo mette a terra, obbligandolo a incrociare i polsi dietro la schiena mentre lo dichiara in arresto, ripetendogli a memoria i suoi diritti ed estraendo le manette.
Succede tutto così in fretta che non riusciamo neanche a capire esattamente cosa succede. Lahar e Doranbolt se ne vanno come sono arrivati, trascinando via un urlante Purheito e poco dopo anche le due ruspe spariscono mentre restiamo ancora tutti schierati qua fuori, basiti e sconvolti, girandoci in simultanea verso il tizio della banca, che ci sorride in imbarazzo.
 -È… È finita?!-
-Il Fairy è salvo?!-
Lo guardiamo a fiato sospeso, aspettando la risposta.
-Si può dire di sì- conferma alla fine e, dopo un solo altro attimo di silenzio, un boato di pure giubilo esplode, mentre ci lanciamo in urla di gioia, applaudendo e abbracciandoci tra noi.
Mi lancio tra le braccia di Loki, ridendo felice, senza riuscire nemmeno a registrare quello che succede intorno a me.
Non mi sembra vero!!! Ma come è possibile?!?!
Mi stacco da lui, gli occhi che brillano, e mi giro verso gli altri, ritrovandomi coinvolta in un abbraccio a tre con Levy e Juvia, mettendo a fuoco jicchan e accigliandomi nel notare che non sorride e non esulta.
Non sono l’unica a notarlo e, lentamente, uno ad uno, smettiamo di festeggiare, scambiandoci occhiate interrogative e stringendoci nelle spalle.
-Ehi jicchan! Che ti prende?!-
Laxus lo fissa dritto negli occhi, in attesa, le braccia al petto.
-Non è finita- afferma Makarov dopo un attimo, con tono fermo.
-Il debito- mormora Erza, capendo improvvisamente.
-Ma certo- considera Gajeel, prendendo il mento tra pollice e indice con fare riflessivo -Anche se Purheito è stato arrestato e la Grimoire Heart è finita, l’ipoteca è ancora da estinguere-
Il cuore mi perde un battito mentre la delusione mi pervade, a me come a tutti i miei amici qui presenti.
Jicchan è immobile, le braccia al petto e gli occhi chiusi, determinato e forte come solo lui riesce a essere.
Laxus lo guarda stringendo i pugni, non so se per la rabbia o per la voglia di abbracciarlo.
Dannazione, non è possibile! Che cos’è, un incubo senza fine?!
È vero che dopotutto basta continuare quello che stavamo già facendo nella speranza di guadagnare abbastanza soldi per salvare il bar ma, per un attimo, un breve meraviglioso attimo, ho creduto davvero di poter tirare un sospiro di sollievo.
Un lieve spostamento d’aria mi fa riaprire gli occhi, chiusi in un momento di sconforto, e lo stomaco mi fa una capriola quando mi ritrovo il volto di Natsu a pochi centimetri dal mio.
Sento le guance scaldarsi e la gola mi si secca mentre il suo odore si intrufola nelle mie narici.
-Lucy- mi chiama e un fremito mi percorre.
Oddio, ma come sono messa?! È preoccupante!!!
-Andrà tutto bene vedrai!- mi dice con un sorriso incoraggiante -Troveremo i soldi per salvare il Fairy!-
Deglutisco a vuoto, vagamente consapevole del fatto di non riuscire a staccare gli occhi da lui.
-Natsu…- lo chiamo in un soffio ma una voce tonante mi impedisce di proseguire, sovrastando il brusio intorno a noi.
-I soldi non saranno affatto un problema!-
Ci giriamo come fossimo un unico corpo, tutti ammutoliti e interdetti, mentre jicchan si limita ad aprire un occhio e guardare di sbieco il nuovo arrivato.
Anche io lo metto a fuoco e nel momento in cui lo faccio, le gambe mi cedono e il fiato mi si mozza.
Non posso crederci! Non può essere davvero…
-Papà…- mormoro un sussurro inudibile mentre mio padre avanza verso di noi, impeccabile nel suo completo scuro, lo sguardo severo  e determinato che lo ha sempre contraddistinto.
Non lo sento né vedo da una vita, cosa ci fa qui proprio oggi?
Pochi istanti e Yukino, che conosce bene il mio difficile rapporto con lui, è al mio fianco. Le sue dita si intrecciano con le mie e io mi giro a guardarla, trovandola che mi sorride incoraggiante, scaldandomi il cuore.
Aumento la stretta, pensando solo a quanto le voglio bene, dimenticando per un attimo tutta la faccenda di Natsu e del fatto che lei potrebbe essere la mia rivale in amore.
Oh santo cielo non posso credere di avere usato quelle parole!
-Lei sarebbe…- domanda Makarov, senza muovere un passo, limitandosi a voltare il capo.
-Jude Heartphilia- si presenta papà, tendendo una mano a jicchan mentre un lieve brusio si leva nell’aria e più di un’occhiata si posa su di me.
Makarov allunga la mano, stringendola  e studiando mio padre con sguardo sottile, senza commentare la nostra parentela, discreto come solo lui sa essere. Lui e Mira, in effetti. 
-Cosa voleva dire con “i soldi non saranno un problema”?- domanda senza troppi preamboli jicchan.
Per oggi di emozioni e giri di parole ne abbiamo dovuti sopportare fin troppi, capisco che voglia arrivare subito al sodo.
-Voglio estinguere l’ipoteca del Fairy Tail- afferma mio padre, serio come non mai, facendo sgranare gli occhi a tutti quanti, increduli.
Che cosa… Che cosa ha detto?!?!
Perché?! Cosa c’entra lui con questa storia?!?!
Un pensiero mi colpisce e mi giro di scatto verso Loki che sta ripulendo con cura le lenti degli occhiali. Mi sporgo verso di lui, sibilando sottovoce.
-Loki non dirmi che gli hai detto del calendario!-
Con tutta la calma del mondo, si rimette gli occhiali e si gira a guardarmi sorridendo malizioso.
-Lucy-san io non sento più tuo padre da prima di te- mi informa e mi basta guardarlo negli occhi per sapere che non sta mentendo.
-…l’elemosina o la carità di nessuno!- sta concludendo Makarov, quando torno a voltarmi.
-Jicchan non essere ridicolo! La priorità è salvare il bar!!!- gli sta urlando Natsu e io capisco che deve avere appena rifiutato.
Non riesco a muovermi o a parlare, posso solo spostare gli occhi da Makarov a mio padre, registrando vagamente ciò che sta succedendo.
-Natsu!- lo chiama jicchan, girandosi verso di lui a pugni stretti e determinato -Qualunque cosa succeda nella vita devi trovare il modo di farcela con le tue forze! Neppure salvare la propria casa è un pretesto per mostrarsi deboli!- lo riprende, togliendogli la voglia di ribattere ma lo vedo bene che trema e vorrei così tanto avvicinarmi a lui per calmarla con una carezza sulla schiena.
-Non potrei essere più d’accordo- commenta papà, ottenendo nuovamente l’attenzione del nostro vecchio -E non sono qui per fare l’elemosina a nessuno. È un affare quello che ho in mente, un affare tra me e lei, senza mettere in mezzo la mia società né nessun altro- spiega, con quel suo modo di fare sempre fiero e convinto.
Makarov aggrotta le sopracciglia e incrocia di nuovo le braccia al petto.
-Mi interessa diventare socio del Fairy Tail, acquistarne una quota. E in quel caso l’ipoteca diventerebbe anche affar mio. Potrei pagarla interamente di tasca mia e poi con il tempo mi restituirà i soldi della sua parte, senza interessi ovviamente, non sono una banca- snocciola deciso e jicchan sobbalza.
Lo guardo trattenere il fiato e poi sgranare lentamente gli occhi quando riesce finalmente a vedere la via d’uscita. È palese che il sollievo lo sta pervadendo e, una volta tanto, perde la sua aria severa e impassibile che Laxus ha ereditato in tutto e per tutto.
-Sta parlando sul serio?- domanda in un sussurro.
-Io non parlo mai se non ho qualcosa di serio da dire- afferma lapidario mio padre e jicchan deglutisce a vuoto.
Papà aspetta ancora qualche istante prima di scrollare le spalle e sistemare un bottone della giacca che cercava di sgusciare via dall’occhiello.
-Suppongo di poterlo considerare un sì. Ora non mi sembra né il momento né il luogo per discutere dei dettagli ma possiamo vederci domattina alle dieci nel mio ufficio, alla sede della Love&Lucky. Puntuale per cortesia- afferma un po’ scontroso, prima di voltarci le spalle per avviarsi.
Pietrificata, lo guardo allontanarsi, incapace di fare alcunché, la mano ancora stretta in quella di Yukino.
Apro la bocca per chiamarlo ma non è mia la voce che risuona nell’aria.
-Perché?- domanda Makarov, facendolo arrestare -Perché lo fa?-
Papà si volta e punta i suoi occhi nei miei per alcuni infiniti secondi, prima di girarsi verso Makarov e io non posso credere a ciò che vedo quando le sue labbra si concedono di piegarsi in un lieve sorriso.
-Perché per i propri figli, perché si sentano a casa, si è pronti a qualunque cosa, giusto Makarov?- gli domanda e il mio cuore accelera impazzito.
Non vedo la reazione di jicchan, immagino si sia limitato ad annuire perché papà si volta di nuovo e si allontana mentre, intorno a me, dopo qualche altro attimo di silenzio e interdizione, un boato di gioia esplode.
Tutti si abbracciano ed esultano, ma io non riesco a distogliere lo sguardo dalla schiena di mio padre, che si allontana imperterrito finché la vista non mi si offusca e qualcosa si spezza in me. Bruscamente, mi stacco dalla mia amica e prendo a correre con tutto il fiato che ho in gola, proprio mentre papà sparisce dal mio campo visivo, svoltando un angolo. Non mi fermo neppure quando rischio di finire a terra, inciampando in un sasso sconnesso, continuando a spingere sulle gambe finché non lo metto nuovamente a fuoco.
Pochi metri e mi slancio nuovamente verso di lui, abbracciandolo da dietro e obbligandolo a fermarsi.
È grande e grosso, papà. Abbracciarlo è incredibilmente rassicurante.
Ma non lo facevo da così tanto tempo che nemmeno me lo ricordavo.
Premo il viso contro la sua schiena, singhiozzando, e non so quanto tempo passa quando finalmente si gira verso di me.
-Lucy- mi chiama, quasi con rimprovero -Perché piangi?-
Lo osservo un po’ persa, senza sapere cosa rispondere.
Perché piango?
Ho tanti motivi in realtà. L’ansia per la mia recente scoperta riguardo quello che provo per Natsu, il sollievo per il Fairy Tail, la gratitudine che mi fa scoppiare il cuore.
Prendo un tremolante respiro per calmarmi prima di rispondere.
-Mi sei mancato tanto- ammetto, rendendomi conto che è quello il principale motivo delle mie lacrime.
E persino lui, il freddo e rigido uomo d’affari, sobbalza a quelle parole e mi sorride appena, con un affetto che raramente mi ha rivolto ma che, mi rendo conto ora, mi è sempre bastato per scarso che fosse.
-Lucy…- mi chiama più dolcemente ma non lo lascio finire e mi ributto su di lui, trovando le sue braccia a stringermi.
-Grazie! Grazie papà!- riesco a buttare fuori tra i singhiozzi.
Non parla più, mi lascia sfogare, e sento il suo cuore accelerare un poco per la nostra vicinanza.
Solo quando i singhiozzi diminuiscono e il respiro torna regolare mi prende per le spalle e mi allontana per potermi guardare in viso.
-Devi andare dai tuoi amici ora- afferma, tornando serio -Devi festeggiare con loro- aggiunge, quasi fosse un ordine e io deglutisco a vuoto prima di annuire.
Mi stacco da lui e mi avvio ma fatti due passi torno a cercarlo, trovandolo ancora immobile che mi osserva.
-Ci vediamo per un caffè dopodomani?- gli chiedo cauta e trattengo il fiato finché non lo vedo annuire, sentendo un gran sollievo pervadermi.
 Mi volto di nuovo e torno a camminare verso la mia meta ma un altro pensiero mi colpisce.
-Ehi papà!- lo chiamo di nuovo e lui solleva un sopracciglio, interrogativo e in attesa -Ti voglio bene- soffio e una strana luce gli attraversa gli occhi.
 Sembra sul punto di commuoversi anche lui ma ritrova senza difficoltà il suo solito cipiglio mentre io continuo a sorridergli indefessa, nonostante qualche lacrima che ancora sfugge al mio controllo.
Lo saluto con un cenno del capo e mi riavvio più leggera per raggiungere gli altri quando la sua voce mi raggiunge.
-Anche io ti voglio bene Lucy- mormora burbero e io mi immobilizzo, attraversata da un brivido.
Chiudo gli occhi e sorrido, portando le mani ad asciugare le guance a palmo pieno.
Non mi volto, non rispondo. Non serve.
Ci incamminiamo ognuno nella propria direzione.
Ma io ho la sensazione di avere riguadagnato ben due case oggi. Ed è la sensazione più bella del mondo. 






Angolo dell'autrice: 
Ciao bella gente! Come  va?! 
Dunque, dunque... capitolo un po' fluff per Lucy e Daddy! Ho odiato che nel manga non abbiano avuto modo di riconciliarsi, mi ha spezzato il cuore e così ho deciso di concedergli un piccolo momento tutto loro qui. (oh no non ho problemi a gestire i miei feels io!!) 
Spero il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti voi che leggete e soprattutto voi che recensite! 
Un bacio enorme! 
Piper. 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Sento la tensione salire man mano che ci avviciniamo all’Akane Beach Hotel. Anche da qui la terrazza al terzo piano, dove si trova anche la sala dei ricevimenti è perfettamente visibile e illuminata da suggestive torce. Le porte della sala sono spalancate e le risate degli invitati che sono già arrivati fuoriescono a  scrosci, fintanto che la musica non è ancora iniziata.
Questo amico di Loki e Gray ha voluto festeggiare in pompa magna il proprio compleanno e, dato il salvataggio del Fairy Tail proprio oggi pomeriggio e visto che pare abbia una cotta devastante per Juvia, ha insistito per invitarci tutti quanti anche me che non faccio neppure parte della compagnia.
Se non fosse per Lucy a quest’ora sarei già tornata a Crocus, nel mio solitario appartamento a piangere patetiche lacrime senza fine. Sospiro nell’aria della sera, passandomi una mano sulla fronte.
-Tutto bene Yukino?- domanda Mira, voltandosi a studiarmi con un materno sorriso e attirando anche l’attenzione di Erza su di me.
Sono spettacolari stasera, sembrano una il negativo dell’altra, entrambe con un abito molto simile, quello di Mira scarlatto e quello di Erza bianco. Hanno entrambe i capelli sciolti sulle spalle e appena mossi dal ferro e Mira ha liberato anche la frangia dalla sua solita acconciatura, così che  i suoi occhi sembrano ancora più grandi.
In confronto a loro, il mio semplice abito verde pallido, con il fiocco sulla schiena e l’ornamento a forma di rosa tra i capelli sembrano uno straccetto e un origami di carta pesta.
-Sei assolutamente splendida!- afferma Mira, e io sgrano gli occhi, cercandola per accertarmi che stia effettivamente parlando di me, arrossendo non appena ne trovo la conferma.
 -Trovi?- domando incerta, distogliendo gli occhi in imbarazzo.
Mi sembra così strano fare il mio ingresso insieme  a loro. Hanno volutamente fatto due macchine a parte, per arrivare dopo i ragazzi, che sono già tutti qui. Sono come delle star per il loro gruppo, Calendar Girls le chiamano, anche se il calendario ormai non ha più motivo di uscire e la sua stampa è stata interrotta.
Ed effettivamente sembrano davvero tutte delle modelle. Cana con i capelli tirati su in un raccolto volutamente spettinato e con l’abito viola che le fa risaltare gli occhi, Lucy ha acconciato le sue ciocche bionde al lato della nuca e ha scelto un vestito rosa che non le da affatto un’aria da barbie come temeva mentre faceva le prove oggi pomeriggio. Levy brilla di luce propria a dire il vero ma il vestito di quella splendida sfumatura di arancio aiuta non poco e il taglio della gonna la slancia moltissimo. E per finire Juvia, abito lungo in seta blu con riflessi argentei e un cerchietto con una decorazione a forma di conchiglia un po’ di lato sui capelli lasciati sciolti.
Nessuno stupore che io non mi senta all’altezza.
-Yukino stai tranquilla!- mi rassicura Levy, dolce come non mai, prendendomi sottobraccio mentre siamo ormai alla porta d’ingresso dell’Hotel -Stai benissimo e poi so che sembra una serata tanto sfarzosa ma…-
-Siamo sulla lista di Loki!- sta comunicando Erza al ragazzo che si occupa di controllare le liste degli invitati e che in un attimo ci sta già facendo entrare.
-E poi Lyon è molto più alla mano di quello che può sembrare!- conclude incoraggiante e io mi sento raggelare.
Ha detto… Ha proprio detto…
-Lyon?!- domando quasi terrorizzata.
Oh andiamo, non può essere lui! Ci saranno un sacco di Lyon, no?!
Mi guardo intorno spaesata mentre continuo ad avanzare per forza di inerzia salendo le scale, trascinata dalle altre, fino a entrare nella sala dove la festa è stata organizzata.
Il fiato mi si mozza nel constatare che più che un compleanno sembra un ricevimento e i miei dubbi si fanno sempre più consistenti.
Perché sì, ci saranno anche tanti Lyon al mondo ma quanti di loro hanno abbastanza soldi da permettersi tutto questo?! E quanti di loro avranno il vizio di invitare alle proprie feste anche gente che hanno appena conosciuto?! Non possono essere tutte coincidenze!
Mi guardo intorno febbrile, agitata, sentendo vagamente la voce di Lucy che mi chiama preoccupata  e il cuore mi perde battiti su battiti man mano che i miei occhi incappano in una faccia più nota dell’altra.
Sherry, Chelia, Ren, Eve, Rufus, Jenny, Orga, Minerva e… Kagura.
Il cuore mi sprofonda e il respiro mi si mozza.
Non posso credere di essermi andata a infognare in un simile pasticcio!
Levy e Cana sono sparite dai rispettivi fidanzati e anche Juvia è partita alla ricerca di Gray, mentre in lontananza Loki si avvicina in compagnia di una ragazza, ma non riesco nemmeno a metterli a fuoco, troppo impegnata a scandagliare la sala.
E poi lo vedo e le gambe mi si mozzano.
Vicino alla porta che da sull’esterno con un cocktail in mano, intento a chiacchierare con una ragazza dai capelli rosa. Rogue.
Gli angoli degli occhi prendono a pizzicarmi e sento l’angoscia crescere dentro di me. Perché dove c’è Rogue di solito c’è anche… E io… io non sono pronta… non posso… io…
-Yukino!!!-
Sbatto le palpebre, rendendomi conto del tono preoccupato di Lucy che mi osserva a occhi sgranati.
Scuoto la testa per tornare in me e mando giù con l’intento di inumidire la gola prima di abbozzare un sorriso che più falso non si può.
-Sto bene Lucy! Io… ho solo bisogno di bere un po’ d’acqua…- affermo, muovendomi poi per allontanarmi da loro.
Devo andarmene da qui, devo sparire il prima possibile.
-Ti accompagno?!- mi chiede Lucy in apprensione mentre mi sto già allontanando e io declino con un gesto della mano, infilandomi dietro un gruppetto di persone intente a parlare.
Non so come fare, non posso andarmene senza che le ragazze mi vedano. Poi un’idea mi colpisce.
Natsu! Lui di sicuro mi aiuterà, in un modo o nell’altro!
È stato così buono con me, da subito!
Ma nel marasma di teste non lo riesco a individuare, nonostante il colore singolare dei suoi capelli e il fatto che siano perennemente spettinati, riuscendo però a mettere a fuoco qualcun altro, la cui testa svetta al di sopra delle altre.
Mi sento un po’ più sollevata, mentre mi dirigo verso di lui. Se anche non sa dov’è Natsu, alto com’è non faticherà di certo a trovarlo.
Mi assicuro che Levy non sia con lui e mi fermo a pochi passi di distanza.
-Gajeel?- lo chiamo, cercando di mantenere ferma la voce.
Si gira facendo frusciare l’abito scuro e i capelli raccolti in una coda bassa sulla nuca, sopracciglio alzato ed espressione interrogativa.
Si gira e io mi sento morire quando la sua schiena smette di riempire tutto il mio campo visivo. E il tempo si ferma.
Lui è lì, a neanche due metri da me, ride con un calice in mano e io sento le lacrime riempirmi gli occhi in un attimo.
Non mi ha ancora vista e potrei facilmente infilarmi nel capannello di gente qui a fianco ma non riesco a muovermi né a pensare a niente. A niente a parte quanto è bello e quanto mi è mancato e quanto vorrei solo fiondarmi tra le sue braccia.
Lo vedo girare il capo per dire qualcosa a Gajeel ed è allora che mi vede.
I suoi occhi si sgranano all’inverosimile e finalmente mi riscuoto.
-Yukino…-
Il cuore si ferma e poi accelera nel sentire la sua voce che mi chiama.
Indietreggio di un passo, spaventata dall’effetto che ancora ha su di me.
-Io… mi spiace non immaginavo tu fossi…- balbetto, incapace di articolare una frase intera.
Capisco dal suo linguaggio del corpo che sta per avvicinarsi e indietreggio ancora, iniziando a girarmi.
-No aspetta!-
Ma la sua esclamazione ha il solo potere di farmi rompere qualsiasi indugio.
Schizzo come un fulmine, scartando tra gli invitati, diretta verso la terrazza, non so nemmeno io nella speranza di trovare cosa o chi.
Non voglio parlare con lui, non ce la faccio. L’ho lasciato andare, l’ho lasciato libero e, forse vigliaccamente, l’ho fatto anche perché affrontare tutto faceva troppo male. È qui con lei e tanto mi basta per avere il cuore in frantumi.
Non voglio dover stare anche a sentire quanto gli dispiace e tutto il resto.
L’aria della sera mi sferza il viso quando supero la porta a vetri spalancata, attirando l’attenzione di Rogue ma senza per questo fermarmi. Con sollievo noto che su un lato della terrazza c’è una scala che porta alla spiaggia e la imbocco decisa. Faccio in tempo a girare l’angolo in cui sfocia il primo pianerottolo che una presa sul polso mi obbliga a fermarmi e girarmi di scatto.
E quando mi ritrovo a fissare i suoi occhi non resisto oltre.
-Sting…-
Lo chiamo in un sussurro ma mi basta per farmi scoppiare di nuovo.
Mi sento così patetica ma non posso farci niente.
Mi è mancato da morire, il suo odore, i suoi occhi su di me, la sua voce che io ho voluto evitare, cancellando tutti i messaggi che mi ha lasciato in segreteria in queste ultime settimane.
Sembra passata un’eternità e non è neanche un mese. Eppure ho così tanto bisogno di lui che il solo fatto di essere vicini, di respirare la stessa aria, anche se è qui per dirmi addio per sempre, mi fa stare comunque meglio di come sono stata nell’ultimo periodo.
Riesco a calmare i singhiozzi e sollevo il volto umido di lacrime su di lui, trovandolo che mi osserva tra il sofferente e il preoccupato.
-Ho provato a chiamarti…- comincia.
-Lo so…-
-Ti ho lasciato messaggi…-
-Lo so…-
-Li hai ascoltati?-
Il silenzio cala tra noi e io mi limito ad abbassare lo sguardo come risposta.
-Yukino…- mi solleva il mento, obbligandomi a guardarlo -Piccola è stato tutto un enorme malinteso-
-Sting va bene così!- mi affretto a dirgli, lottando contro le lacrime e chiedendomi perché il mio corpo non asseconda il mio desiderio di scappare.
-No che non va bene-
-Sì invece!-
-No!!! Non va bene per niente!!!- esplode di colpo, scioccandomi.
Chiude gli occhi e si afferra il ponte del naso, mentre prende un lungo e profondo respiro.
Quando torna a guardarmi ha gli occhi lucidi e vederlo così mi uccide all’istante.
-Non va bene per niente perché non ce la faccio senza di te…- soffia a fatica e io lo osservo incredula.
Che… che sta dicendo?!
-Ci ho provato, dico davvero ma… è tutto uno schifo! Mi manchi, non sai quanto, so perché mi hai lasciato e lo accetterei se sapessi che è la cosa giusta per te ma ora vedo quanto stai male e mi domando… cosa stiamo facendo?!-
-Sting…- provo a chiamarlo, senza fiato, sentendo il bisogno di fermarlo perché sento che sto per cedere.
-Non è andata come pensi tu- afferma a fatica ma ha l’aria di sentirsi un po’ meglio, come se stesse aspettando da tempo di dirmi queste cose.
Improvvisamente, mi sento ancora peggio per non averlo voluto ascoltare prima. E, se devo essere onesta, non sarei qui ad ascoltarlo nemmeno adesso se non fosse che mi sta come ipnotizzando.
Ma mi rendo conto che, forse, mi sto perdendo qualcosa di importante.
-Kagura era ubriaca, non c’è stato niente tra noi! So di essere stato un coglione! Chiunque trovandomi in quella situazione avrebbe pensato che noi… ma te lo posso giurare su quello che vuoi! Non l’ho sfiorata nemmeno con un dito! Non mi importa di lei! È te che voglio! Te che amo! Te lo giuro su Lector, io…-
Gli tappo la bocca con la mano, lasciandolo interdetto.
-Non giurare su…Non… Non serve mettere in mezzo tuo fratello…- gli dico sottovoce ma dentro di me qualcosa si sta gonfiando inesorabile.
Lector è la vita di Sting da quando è venuto al mondo. Non giurerebbe mai il falso sulla sua testa.
Posso forse dubitare dei miei sensi, del mio istinto, della mia capacità di guardarlo negli occhi e capire se sta mentendo, perché mi rendo conto di non essere lucida.
Ma di questo, non potrei mai dubitare di questo.
Le lacrime ricominciano a scendere mentre finalmente tutti i pezzi vanno al loro posto.
Un flash di quella mattina, di quando l’ho trovato addormentato nel letto insieme a Kagura, entrambi vestiti solo dell’intimo, mi attraversa la mente.
Lui che mi implora di ascoltarlo, mi urla che l’aveva messa a dormire sul divano, io che me ne vado senza una parola.
-È stato… davvero un malinteso?- gli chiedo con voce malferma e leggermente più acuta del normale, implorandolo con gli occhi ridotti a due pozze salate di rispondere di sì.
E lui lo fa, annuisce piano, guardandomi fisso per farmi vedere che non sta dicendo bugie.
La mia mano scivola via dalla sua bocca per andare a posarsi sulla mia mentre ricomincio a singhiozzare.
È tutto a posto! Io… non riesco a crederci!
Lui ama me! Ama ancora me!
Che stupida sono stata!
Sento i suoi polpastrelli caldi scostarmi una ciocca che si è appiccicata alle guance umide e non resisto oltre.
Mi lancio sul suo petto e trovo le sue braccia a stringermi, i suoi palmi ad accarezzarmi la schiena e le sua labbra a baciarmi tra i capelli.
Mi lascio coccolare mentre mi sfogo completamente, finalmente sulla spalla dell’unico che può farmi bene.
Riprendo lentamente coscienza di me e mi asciugo le guance, prima di cercarlo con gli occhi, trovandolo ancora sofferente.
Mi alzo in punta di piedi e lo bacio, per cancellare quell’espressione dal suo volto. Non esita un solo istante nello spostare le mani intorno alla mia mandibola e rispondere con dolcezza e determinazione al tempo stesso.
Non mi sembra vero che lui sia qui con me, che sia mio.
Se è un sogno, non voglio svegliarmi.
Affondo le dita nei suoi capelli e quando si stacca da me sono tentata di protestare ma capisco che ha qualcosa da dirmi e così mi trattengo dal riavventarmi su di lui non appena ho ripreso quel poco di aria che mi serve.
-Lo sai…- mormora, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio -Questo è un hotel…-
Mi acciglio, senza capire.
-Gli hotel hanno delle camere…- prosegue e il mio sguardo si sgrana.
Trattengo per un attimo il fiato mentre il calore mi invade e sorrido, socchiudendo gli occhi senza lasciar andare i baveri della sua camicia, anzi stringendoli anche di più.
Se non fosse per Lucy, tutto questo non sarebbe mai successo. Sarei tornata a Crocus, non lo avrei mai incontrato stasera e ci saremmo probabilmente persi per sempre.
 Le devo molto e decido che ripagherò questo enorme favore che mi ha fatto ma ora non riesco a pensare come.
Ora, tutto quello a cui riesco a pensare è Sting e a quanto ho disperatamente bisogno di perdermi in lui e nel suo calore. 







Angolo dell'autrice: 
Ciao a tutti gente!!! 
Dunque non potevo non prendermi un attimo per ringraziare dopo le recensioni all'ultimo capitolo. Sono davvero felice che vi abbia commosso ed emozionato così e anche se purtroppo sì, siamo alle battute finali, manca ancora qualche capitolo quindi Lil non disperarti! 
Perciò un grazie di cuore a Princess, BleackRose, Meredithcaslte, Lil ovviamente, cercasinome (tesoro non volelo farti piangere!), NaruSaku, Celty e kounchan

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***





-Ma cosa le sarà preso?!- domandò più a me stessa che a Mira ed Erza, osservando Yukino farsi inghiottire dalla folla di invitati.
Torno a voltarmi verso le mie amiche e le trovo entrambe intente a scrutare in mezzo ai presenti e oltre le loro teste alla ricerca di chissà chi, entrambe con un’espressione di speranza mista ansia sul volto anche se Mira sembra più speranzosa ed Erza più in tensione.
Le osservo perplessa, schiudendo appena la bocca e accigliandomi un poco.
Che cosa prende a tutti quanti stasera?!
L’unica che si comporta come sempre sembra Juvia che è già partita alla ricerca di Gray. Persino Cana aveva singolarmente voglia di stare con Bacchus e lo ha pure definito “il mio uomo”, un evento praticamente epico.
Forse è l’euforia di questa serata che contagia tutti. Tutti tranne me, considero con un malinconico sorriso spostando i miei occhi mio malgrado sulla folla nella speranza di vedere Natsu.
Considerato che ho capito di amarlo solo stamattina sono già a livelli di preoccupante patetismo. Eppure non posso farci niente. Alla sola idea di incrociare il suo sguardo, sentire la sua voce o il suo respiro sul collo lo stomaco mi fa le capriole e sfarfalla.
-Sogni ad occhi aperti, Lucy-san?!-
Sobbalzo e sento le guance andare a fuoco, mentre mi giro verso Loki, appena sporto verso di me con il suo solito sguardo intriso di affetto e con una punta di malizia.
-Ehi!- lo saluto con un timido sorriso mentre si rimette dritto e si sistema gli occhiali con il suo solito gesto, prima di accostarsi a una persona accanto a lui che noto solo ora.
Si tratta di una bellissima ragazza, lunghi capelli rosa portati tutti da un lato, sulla spalla destra, con boccoli sul fondo e il ciuffo arricciato, stile anni trenta, uno splendido tubino nero a sirena e grandi occhi cioccolato.
Non so chi sia ma, oltre a sembrarmi famigliare, ho subito la sensazione che non si tratti di un’accompagnatrice casuale quando Loki si sporge verso di lei per dirle qualcosa all’orecchio prima di posarle un bacio sotto al lobo. Avverto una certa elettricità tra i due e lo sguardo che lei gli lancia prima di girarsi verso di noi è inequivocabilmente innamorato.
-Mie dolci creature, permettetemi di presentarvi la mia fidanzata, -
-Loki mi ha parlato molto di voi, è un piacere conoscervi- mormora con voce vellutata e quando allunga il braccio per stringerci la mano lo fa con una grazia tale che sembra stia ballando.
Impegnata come sono a scrutarla, certa di averla già vista da qualche parte, persino lo stupore nello scoprire che Loki ha una vita sentimentale stabile passa in secondo piano.
-Tu devi essere Mirajane Strauss- afferma sicura, facendo sorridere con un po’ di incredulità la mia amica -Ho sempre desiderato conoscerti. Conosco a memoria alcuni dei tuoi scatti, semplicemente eccezionali-
Si capisce che lo dice per farle un complimento ma la reazione di Mira è più forte di lei. Deglutisce a vuoto dopo avere sobbalzato appena, senza comunque perdere il sorriso.
Improvvisamente, senza sapere perché, ho l’impressione di stare vedendo due colleghe che parlano del proprio lavoro ed è allora che capisco dove ho già visto questa persona.
-Ma tu sei Aries!- salto su e Erza si gira di scatto verso di me.
-Vuoi dire come la famosa modella?!- mi domanda.
-No non come la famosa modella! È proprio la famosa modella!- le spiego e la vedo sgranare gli occhi un attimo prima di girarsi insieme a me, lentamente, verso Loki.
Mira e Aries continuano a conversare amabilmente sotto lo sguardo attento del nostro fotografo, che non le leva gli occhi di dosso un attimo nonostante la quantità di belle ragazze presenti.
Sorrido appena nel vederlo così rapito.
Chi lo avrebbe mai detto?! Io lo facevo un playboy senza speranza!
-Lucy non sai che piacere fare la tua conoscenza!- mormora Aries, voltandosi verso di me e io mi volto un po’ presa in contropiede ma rispondendo al suo sorriso -Loki mi ha parlato tanto di te, ti è davvero molto affezionato! E mi ha anche detto quanto siete state tutte splendide e professionali! Se volete possiamo organizzare un set fotografico tutte insieme una volta! Anche con l’altra ragazza che non ha partecipato al calendario ma che vive da voi!-
-Yukino intendi?!- s’informa Erza e Aries annuisce subito.
-Proprio lei-
Rimango un po’ interdetta da quest’ultima informazione.
Trovo molto bello e molto giusto che Loki parli con lei delle modelle che fotografa ma mi stupisce che le abbia raccontato anche di Yukino anche se è stata molto presente in queste due settimane.
Mi domando, vista l’indole di Loki, come faccia a essere così serena al riguardo. Lo ammetto, io sarei costantemente in ansia.
Uno scroscio di risa attira la nostra attenzione e solo allora ci accorgiamo che Loki si è staccato da noi, quasi certamente trascinato via da Hibiki che è al suo fianco, e ora sta conversando con un gruppo formato per la maggior parte da splendide ragazze.
Aries gli rivolge un sorriso pieno di affetto e io non posso non commentare.
-È sempre il solito eh?!- le dico, lanciandole un’occhiata saputa ed eloquente.
-È il nostro Loki- si limita ad considerare con un sospiro divertito.
Mi giro a scrutarla con attenzione e non riesco più a trattenermi.
-Non ti da mai fastidio?- le chiedo con sincera curiosità.
Aries riporta l’attenzione su di me e sorride.
-Perché dovrebbe? Lui è fatto così e poi io non ho alcun dubbio. Sapete, quando ho iniziato la mia carriera ero terribilmente insicura. Sono finita in un’agenzia di moda solo perché un talent scout mi aveva notata e all’inizio non riuscivo a posare e chiedevo continuamente scusa per tutto- sorride al ricordo di quei giorni, scuotendo appena la testa -Non fosse stato per un giovane fotografo a inizio carriera proprio come me…- prosegue accennando vistosamente verso Loki con il capo -…ora non sarei qui, non avrei mai ottenuto questo successo e non avrei compreso che era questo davvero che volevo fare nella vita. Loki può sembrare un Casanova ma in fondo so che ama me e il segreto è che ogni singolo momento che passo al suo fianco lui ha la capacità di farmi sentire unica, speciale ma soprattutto forte. Ed è proprio per questo che lo amo o forse è perché lo amo che mi sento così con lui. Loki è la mia forza-
Finisce la sua spiegazione e io e Mira ci ritroviamo ad annuire solenni, colpite dal suo discorso e dalla disarmante semplicità con cui lo ha esposto.
Poi un rumore strano, come qualcuno che tira su dal naso, ci fa girare verso destra e sgraniamo gli occhi perplesse nel vedere Erza intenta ad osservare Aries con gli occhi pieni di lacrime.
-Erza…- la chiama Mira ma la nostra amica non reagisce.
-Ho detto qualcosa che non dovevo?- si preoccupa Aries guardando alternativamente lei e noi -Mi dispiace io…-
-Oh no!- la fermo subito agitando le mani a palmo aperto di fronte al viso -No non hai detto nulla davvero!-
No, sul serio, ma cosa succede a tutti stasera?!
-Lucy ha ragione- afferma Erza, parlando con voce ferma ma continuando a tirare su di tanto in tanto, sempre con grazia ovviamente, gli occhi ancora umidi -Hai fatto un discorso bellissimo Aries. Davvero… Illuminante…- mormora con un filo di voce, stringendo i pugni lungo i fianchi e abbassando gli occhi al suolo.
Poi, passati alcuni attimi di imbarazzante silenzio, risolleva il capo di scatto con un’espressione tra le più determinate che io le abbia mai visto e punta lo sguardo di fronte a sé.
-Scusate. C’è una cosa molto importante che devo fare- ci avvisa, per poi avanzare con passo deciso, superandoci e sparendo tra la folla.
-Ma cosa…- lascia la domanda a metà Mira.
Sì, stasera nell’aria c’è decisamente qualcosa di strano.
 

 
§

 
Mi muovo rapida tra gli invitati, ignorando tutti quelli che mi salutano, cercandolo con gli occhi.
Rischio più volte di cadere, inciampando nella gonna del mio abito, mentre scarto tra i gruppetti intenti a chiacchierare e ridere ma non mi fermo.
Devo trovarlo e parlarci. Per quanto possa essere deluso e amareggiato so che stasera è qui. Nessuno sa della nostra rottura e se fosse rimasto a casa avrebbe destato troppi sospetti.
Mentre continuo a cercarlo febbrile mi domando d’un tratto perché nessuno dei due ha detto niente ai propri amici. La sola spiegazione è che, dopotutto, nei nostri cuori speravamo ancora in una seconda occasione. E per quel che mi riguarda ora da parte mia è un’assoluta certezza.
Il discorso di Aries mi ha aperto gli occhi, solo mi chiedo se valga anche per lui, se anche lui è pronto a darne una a me e ho bisogno di sapere la risposta ora.
Dannazione ma dov’è?!
Perché gli uomini quando si vestono eleganti sono tutti uguali?!
Individuo Ultear che parla fitto con qualcuno e trattengo il fiato ma una cocente delusione mi pervade nel mettere a fuoco Gray, quando il tizio che copriva parzialmente la mia visuale si sposta.
Sto già per cambiare completamente direzione quando vedo Ultear fare un cenno con il capo verso la gigantesca portafinestra che da sulla terrazza, completamente spalancata, sorridendo intenerita mentre anche Gray si volta.
Seguo i loro sguardi e mi ritrovo a fissare Meldy che, splendida e radiosa, sta conversando con un ragazzo moro e tenebroso e qualcuno che mi da le spalle.
Proprio il qualcuno che sto cercando e il mio cuore perde svariati battiti.
Deglutisco a vuoto e stringo i pugni, indecisa sul da farsi. Considerato quanto Gerard è protettivo con la sua sorellina e che lei gli sta probabilmente presentando quel ragazzo che, palesemente, le piace, arrivare a passo di carica e interromperli mi sembra quanto meno scortese.
Eppure, posso stare a guardare questi dettagli in un momento tanto importante?!
Ne va di tante, troppe cose. Di tutto quello che abbiamo vissuto, del nostro futuro insieme, dell’integrità del mio cuore e, forse, spero, anche del suo.
Non può avermi dimenticata in così poco, in fondo, vero?! Vero?!?
Esito solo un altro istante prima di partita all’attacco e, senza quasi rendermene conto, l’ho già raggiunto e afferrato per un polso e me lo sto trascinando dietro sulla terrazza.
-Scusatemi, ve lo rimando dopo- mi limito a dire, senza nemmeno voltarmi verso Meldy e il suo amico.
Lo sento fare un po’ di resistenza e protestare, ma non mi fermo finché non raggiungiamo un angolo un po’ isolato vicino alla balaustra ed è solo allora che mi giro verso di lui, osservandolo determinata.
-Erza!!! Ma che ti prende?!?- domanda indignato e a occhi sgranati, per poi sistemarsi la camicia in un gesto nervoso.
Lo guardo fissa, cercando di cogliere qualcosa nel suo linguaggio del corpo, nel suo sguardo, notando solo che mi evita, quasi avesse paura di incrociare i miei occhi. Sembra stare male, ma non ne sono certa.
Forse sono io che vedo quello che voglio.
-Allora si può sapere che cosa vuoi?- mi chiede poi, guardando poco oltre la mia spalla, una volta finito di rassettarsi, tra l‘imbarazzato e il nervoso.
Mi ricorda così tanto le prime volte che uscivamo, e questo pensiero mi fa accelerare i battiti.
La voglia di gettargli le braccia al collo e baciarlo mi fa pizzicare persino la pelle mentre mi rendo conto che mai, in tutto questo tempo, ho smesso di amarlo con la stessa intensità che sentivo quando gliel’ho detto la prima volta.
Ti prego fa che non sia troppo tardi!
-Parlare di quello che è successo l’altra sera-
Lo dico con fermezza e determinazione e il mio tono ha il potere di riscuoterlo, facendogli finalmente posare lo sguardo sul mio viso, leggermente sorpreso prima di diventare mortalmente serio.
-Non c’è molto da dire- afferma, raggelandomi.
-Non sono d’accordo- ribatto senza far trasparire la paura che mi ha attanagliato, osservandolo sospirare, in difficoltà.
-Erza…-
-Non può finire così. Non lo accetto-
Mi fissa intensamente qualche secondo, trapassandomi da parte a parte e facendomi deglutire a vuoto.
-Erza è inutile questo discorso. Non c’è niente che possiamo fare-
Lo dice così convinto che mi sento vacillare. Faccio un passo indietro per non cadere e lo vedo al tempo stesso scattare in avanti per sostenermi.
No, non è possibile!
Non può stare dicendo quello che penso!
Lascia cadere nuovamente le braccia lungo i fianchi quando si accerta che sono stabile e porta una mano ad accarezzarsi il retro del collo, prendendo un profondo respiro.
-Erza cerca di capire…- ricomincia, ragionevole -…continuare così non ha senso. Stai meglio senza di me, come puoi stare bene con una persona che non riesce neppure a guadagnarsi la tua fiducia? Non so cosa ho fatto ma è colpa mia, lo so, se siamo arrivati a questo punto. Nelle ultime settimane mi ero tranquillizzato perché ti vedevo più felice ma ora so che è per il calendario che stavi meglio. È evidente che ti faccio solo male- afferma sofferente ma convinto e io rimango interdetta e senza parole.
Cosa… cosa sta dicendo?!
-Ora torno da Meldy, scusami…- soffia a fatica, prima di voltarmi le spalle e fare per allontanarsi.
Comincio a tremare, stringendo i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne.
Cosa diavolo sta dicendo?!?!
Sono io che gli ho mentito, io che ho fatto finta di niente, io che non sono stata onesta con lui!
Come si permette di prendersi la colpa?!
Crede forse che non sia in grado di gestire la cosa?!?!
Sto ancora riflettendo febbrile, gli occhi ridotti a due fessure e il fumo che quasi mi esce dalle narici quando un suono prolungato e belluino mi riempie le orecchie. È solo quando mi ritrovo a cavalcioni della sua schiena, con la mani premute sulle sue scapole per tenerlo giù e l’istinto omicida che mi scorre nelle vene che capisco che quel suono l’ho prodotto proprio io.
Gerard si agita come un anguilla sotto di me, mettendosi a pancia in su senza che io mi sposti di un centimetro, mentre tutti i presenti si girano scioccati a guardarci e altra gente si ammassa sulla portafinestra ma non degno nessuno nemmeno di uno sguardo. Lui mi fissa scioccato e a occhi sgranati.
-Erza!- esclama incredulo.
-Razza di imbecille, non osare!- lo ammonisco, furente, puntandogli contro l’indice -Non osare prenderti colpe non tue chiaro?! Sono perfettamente in grado di ammettere i miei errori e gestirne le conseguenze, quindi finiscila con queste stronzate!- continuo indefessa, afferrando i baveri della sua camicia e agitandomi su di lui, in preda alla furia più nera -Non è colpa tua! Non so perché siamo arrivati a quel punto ma so che ho sbagliato a non dirti nulla e so che ho sbagliato a non cercare di aggiustare le cose prima! Non vuoi più saperne di me?! Benissimo, lo capisco e lo accetto ma è stato un mio errore non tuo e non è affatto vero che mi fai male, idiota!-
-Er… za… sei tu che… mi… s-stai facendo… male…-
-Oh andiamo non fare il bambino! Siamo adulti, parliamo da adulti! E da donna adulta ti dico che sì, è stato grandioso posare nuda e lo rifarei altre mille volte ma non mi fa sentire bene neppure la metà di quando sto con te! Perché sì, forse ho creduto che non fosse più così ma mi sono sbagliata ancora una volta perché la verità è che tu mi fai sentire unica e speciale, e io ti amo e non voglio rinunciare a te senza lott… UOH!!!-
Non posso trattenere un grido di sorpresa mentre mi sbilancio e cado all’indietro, quando Gerard si da un colpo di reni e inverte le nostre posizioni, afferrandomi prima che io picchi la schiena, il braccio intorno alle mie scapole. Mi ritrovo tra le sue braccia e le sue gambe, divaricate e leggermente piegate, e il suo viso a pochissimi centimetri.
Sento il cuore accelerare e il calore invadermi, mentre faccio vagare gli occhi su di lui, sul suo collo e la porzione di petto lasciata nuda dalla camicia leggermente sbottonata, notando solo ora i segni rossi che, mi rendo improvvisamente conto, gli ho lasciato io un attimo fa.
Allora quello intendeva quando ha detto che gli stavo facendo male!
-E così non vuoi rinunciare a me, eh?- domanda e io torno a guardarlo in faccia.
È come se il tempo si fermasse e tutto scomparisse intorno a noi. La sua espressione è così serena, sorride con un misto di felicità e malizia, mi guarda così innamorato.
Il mio corpo si rilassa nel capire che non è affatto troppo tardi. Che lui ama me e io amo lui, che siamo pronti a lottare per la nostra storia, che cominceremo anche prima di subito a farlo.
Sorrido un po’ persa, portando una mano a palmo pieno sulla sua guancia e inclinando il capo di lato.
-Lo sai che se una cosa non mi manca è lo spirito combatt…- provo a fargli notare ma mi interrompe di nuovo, stavolta posando la bocca sulla mia e rubandomi il respiro.
Rispondo subito, aggrappandomi a lui e approfondendo il contatto con foga, mentre le sua mani mi stringono di più a sé e al suo petto.
Sento la pelle del viso formicolare e l’eccitazione invadermi e perdo in un attimo il controllo. Ragion per cui è come essere svegliata bruscamente da un sogno quando mi allontana da sé con decisione.
Lo guardo quasi scioccata, le labbra rosse e umide, il corpo che pulsa.
-Qui c’è un po’ troppa gente non credi?- mi domanda e solo allora mi rendo conto e sento le guance andarmi a fuoco.
Faccio una breve panoramica intorno a noi, sentendo l’imbarazzo salire alle stelle nel ritrovarmi addosso gli occhi di chiunque, alcuni anche amici.
Lucy ci guarda a occhi sgranati, mentre Mira sorride eterea e maliziosa. Gray ghigna divertito e felice per noi e Levy, aggrappata al braccio di Gajeel che finge indifferenza, è più imbarazzata di me.
Ma a essere davvero scioccata è Meldy.
Che figura di merda le abbiamo appena fatto fare, poverina!
-Ehm… ecco io…- balbetto miserabile, lasciando perdere subito.
E ancora una volta, come sempre, è Gerard a venire in mio soccorso.
Balza in piedi e mi tende una mano, galante, piegando appena il busto.
Io mi acciglio e lo osservo un istante senza muovermi.
-Andiamo a vedere se c’è una camera libera per stanotte- soffia e io sento di nuovo le guance imporporarsi ma di un rossore molto diverso.
Sorrido e mi lascio tirare su e verso l’interno dell’hotel, ignorando gli sguardi dei presenti. Gerard si ferma davanti a Meldy, puntando però gli occhi sul ragazzo che è con lei.
-Rogue è stato un vero piacere, trattala bene o ti uccido- si limita a dirgli con un sorriso, prima di stampare un bacio in fronte a sua sorella, che è ben oltre l’incredulità -Buona serata- le augura e poi riparte a correre con la mia mano intrecciata alla sua.
E mentre raggiungiamo la reception per chiedere una stanza sento finalmente che il mio cuore è tornato al suo posto e anche se non possiamo fingere che non sia successo nulla stanotte non è per pensare.
Stanotte è per vivere l’uno dell’altra, come non facevamo da tempo, fino a domattina. 










Angolo dell'autrice: 
Ragazze mie non sapete quanto mi fa piacere questa esplosione per la StingYukino!! 
Lil mi sa che tu ormai hai capito come funziona il mio cranio, quindi sì hai visto giusto eccome! E voi altre, Celty, cercasinome, daimler, Princess_5 e RedKiss_Chan (certo che puoi mettere il "chan" se vuoi, per me fa uguale! ;) ) grazie di cuore a tutte voi e al prossimo capitolo! :*

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Sbatto le palpebre interdetta, restando fissa sul punto dove poco fa Erza e Gerard sono scomparsi nel nulla, correndo mano nella mano.
Non capisco cosa sia appena successo, sono abbastanza certa di avere appena assistito a una riconciliazione ma, porca miseria, nemmeno sapevo si fossero lasciati!
-Sapevo che non avrebbero resistito a lungo!- mormora Mira, con voce trasognata, e io mi volto verso di lei, in contemporanea con Gajeel e Levy.
-Tu lo sapevi?!- domandiamo io e Levy all’unisono.
-Lo avevo intuito anche se Erza non me lo ha mai confermato!- ci dice, sorridendo e chinando il capo di lato -Ma ora è tutto risolto no?!-
La studio qualche istante, bellissima e radiosa nonostante tutto.
Posso supporre che, per quanto felice per Erza, per lei non sia facile assistere a un momento del genere e sento un improvviso istinto di protezione verso di lei.
Le sorrido quasi materna, prima di scambiarmi un’occhiata con Levy e poi annuire convinta.
-Sì, hai ragione- confermo, mentre la mia migliore amica scivola verso Gajeel, lasciandosi abbracciare.
Lo stomaco mi si contrae nel vederli così innamorati e avverto un irrigidimento anche in Mira. Non è cattiveria la nostra, è solo che vedere tutte queste coppie felici rende più difficile digerire quello che noi stiamo passando. 
-Scusate, io vado- afferma Mira con una certa urgenza, ma senza smettere di sorridere -Volevo parlare ancora un po’ con Aries e…- gesticola, indicando la modella, e io accorro in suo soccorso, dicendole di andare tranquilla e non preoccuparsi.
La seguo con lo sguardo, osservandola raggiungere Aries e Loki e unendosi alla loro conversazione, provando un moto di nostalgia per i tempi in cui era tutto più facile, in cui bastava una cotta per Loki per sentirmi bene, senza preoccuparmi di essere ricambiata o meno e un sospiro mi sfugge dalle labbra.
-Lu-chan tutto bene?!-
Torno a voltarmi trovando Levy che mi osserva accigliata e preoccupata e subito mi riscuoto.
-Sì, sì è tutto a posto Levy!- la rassicuro, un attimo prima che Gajeel grugnisca attirando la nostra attenzione.
-Lucy, ma dov’è finita Yukino?- mi domanda e lo stomaco mi si annoda -Prima l’ho vista piuttosto sottosopra, mi sembrava agitata-
Sposto lo sguardo a terra, sentendo la tristezza invadermi perché so bene quale sia la risposta, almeno al novanta per cento. D’altra parte nemmeno Natsu è in vista e non mi stupisco più di tanto.
-Oh beh… Sarà con…-
-Sting!- afferma decisa e convinta Levy e io sollevo la testa di scatto.
-Sting?!- chiedo senza capire mentre Gajeel si gira a guardarla.
-Gamberetto cosa dici?!-
La osservo arrossire sulle guance ed  è il suo turno di abbassare lo sguardo imbarazzata.
-Ecco io… prima ero in terrazza e... Ecco non volevo spiare ovviamente!- mette in chiaro alzando le mani a palmo aperto ai lati del viso -Però l’ho vista insieme a Sting sulle scale che portano alla spiaggia. Si baciavano-
Il silenzio cala intorno a noi e io osservo interdetta la mia amica, metabolizzando quello che ha appena detto mentre Gajeel piega le labbra in un ghigno.
-Levy…- comincia e lei si gira, sgranando gli occhi prima di assumere un’espressione indignata.
-Ho detto che non li stavo spiando!!!- ripete, determinata, dandogli una gomitata nel fianco.
Sono vagamente consapevole di quello che sta succedendo davanti a me, la testa che ronza mentre rifletto febbrile. Non so cosa possa significare, Yukino non è il tipo che si lascia andare con uno sconosciuto, ma ora come ora mi importa poco di lei e Sting e di sapere se si conoscevano già da prima oppure no.
Ora il solo a cui riesco a pensare è Natsu e a come potrebbe sentirsi quando lo verrà a sapere. E, stupidamente, sto male all’idea che possa soffrire anche se vederlo felice significherebbe vederlo tra le braccia di un’altra.
Okay, devo essere masochista.
Fatto sta che nemmeno mi rendo conto di essere uscita sulla terrazza finché l’aria tiepida e salmastra non mi sferza il viso.
Cerco di tornare in me, tornare a vedere e non solo a guardare, cercandolo con gli occhi in mezzo alla folla. Assottiglio lo sguardo, puntando alla sua zazzera rosa, che non riesco a mettere a fuoco da nessuna parte, continuando ad avanzare verso la balaustra.
Mi ci appoggio con i palmi, addossandomi appena per controllare che non sia sceso in spiaggia passando dalle scale esterne e metto effettivamente a fuoco due persone ma nessuna delle due ha i capelli rosa.
Mi giro per controllare ancora una volta i festeggiati qui fuori e faccio una rapida panoramica finché qualcosa di famigliare si insinua per un secondo nel mio campo visivo.
M immobilizzo, accigliandomi e ripetendomi che non è possibile, prima di sollevare lo sguardo e vederlo seduto lì, sul tetto a spiovente che scende dal quarto piano verso la terrazza.
Cosa ci fa sul tetto?!?!
Mi concedo giusto un attimo di stupore e un sospiro rassegnato prima di avviarmi per andare da lui, passando dalle scale esterne. Quando raggiungo la finestra al quarto piano mi vedo costretta a togliere i tacchi e rischio di incastrarmici mentre sguscio fuori, tenendo su la gonna lunga per non inciampare.
Cammino cauta verso di lui, studiandolo da dietro, senza che lui si accorga di me, lo sguardo perso sul cielo stellato. Il cuore accelera senza pietà, rischiando di sfondarmi le costole e ringrazio silenziosamente il buio che nasconde il rossore che mi accende le guance mente deglutisco a vuoto.
Mi sconvolge il pensiero che mi ritrovo a formulare nel vederlo vestito con i pantaloni scuri, come il gilet portato sopra alla camicia, a cui ha arrotolato le maniche fino ai gomiti probabilmente per il caldo che però non basta a separarlo dalla sua sciarpa che sembra fatta di scaglie di drago.
Ma la verità è che lo trovo assolutamente bellissimo e vorrei stringerlo tra le mie braccia senza lasciarlo andare mai più.
Mi mordo il labbro inferiore, facendomi forza e avvicinandomi per poi lasciarmi scivolare al suo fianco.
-Ehi!- lo saluto, riscuotendolo.
 Si volta un po’ sorpreso ma subito sorride appena mi mette a fuoco, mandandomi in tilt.
-Ehi Luce! Come va?!-
-B-bene…- balbetto, imponendomi poi di restare lucida -Ma tu?! Cosa fai qui?!-
Allarga il sorriso, mostrando i propri canini, singolarmente appuntiti.
-Eheheheh! C’è una fantastica vista da qui! E anche una bella visuale!- mi informa, con un’occhiata che è tutto un programma -Ho assistito a tutta la scena tra Erza e Gerard e ho visto anche Yukino con…- s’interrompe sgranando appena gli occhi, come se si fosse reso conto appena in tempo di essere sul punto di dire qualcosa che non deve dire.
Io stringo spasmodica i pugni di fronte alla conferma che li ha visti e che quindi sta sicuramente male e forse è soprattutto per questo che è rimasto qui per tutto questo tempo. Sarà salito per curiosità, li avrà visti e non sarà più voluto scendere. Una bella mazzata tra capo e collo.
Mi sta ancora guardando pietrificato, e vedo il suo cervello che macina alla ricerca di qualcosa da dire per cambiare argomento ma non può fuggire in eterno e chi meglio di me per sfogarsi?! Poco importa che sia una sofferenza vederlo struggersi per un’altra.
-Con Sting- completo per lui e la sua espressione vira al sorpreso.
-Lo sai?!- salta su e io gli rivolgo un pallido sorriso.
-Anche Levy li ha visti- spiego e lo osservo annuire.
Sospira, allungandosi all’indietro e puntellandosi sui gomiti, gettando la testa all’indietro, gli occhi al cielo.
-Chi lo avrebbe mai detto eh?!- mormora sorridente e io sento il cuore stringersi.
Sopprimo a stento l’impulso di passargli una  mano tra i capelli.
-Come stai?- gli domando e lui torna a guardarmi, ora perplesso.
-Bene! Me lo hai appena chiesto Luce!- mi fa notare, chiamandomi di nuovo con quel nomignolo che mi fa impazzire, perché solo lui mi chiama così e per me è sempre stato qualcosa di speciale.
-Natsu non serve che fai finta con me!- gli dico, insistendo e lasciandolo interdetto.
Riflette qualche secondo per poi scuotere la testa una volta appurato che no, non sa di cosa sto parlando.
-Di cosa stai parlando?!-
-Di Yukino!- rispondo decisa, certa che ora capirà ma la sua espressione non cambia.
Ma perché è così lento?! Non fa che allungare la mia agonia così!
-Cos’altro c’è da dire?! Ha chiarito con Sting, è una bella notizia! Ora non piangerà più e tornerà a sorridere come prima! Sono felice per loro!- afferma, e si rimette a guardare il cielo.
Lo osservo incredula e basita.
Mio dio ma che persona meravigliosa è?!
Non mi stupisco di essermi innamorata di lui!
Indurisco appena la mandibola, prima di prendere un profondo respiro e affrontare la questione una volta per tutte.
-E non stai male a saperla tra le braccia di un altro?- domando, trattenendo il fiato mentre aspetto la sua risposta.
So già che è sì ma sentirlo rischia di essere devastante.
Mi guarda stranito e il cuore mi si ferma.
No, non voglio sentirlo! Non lo dire, non lo dire, ti prego non lo di…
-Perché dovrei?! Non sei mica tu quella tra le braccia di un altro, no?!- mormora come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Boccheggio, stordita.
Cosa… Cosa ha detto?!
-Lucy?! Stai bene?!-
Sbatto le palpebre per tornare in me, non certa di quello che ho sentito.
-Tu… Tu staresti male a sapermi tra le braccia di un altro?- soffio a fatica, conficcando quasi le unghie nelle tegole.
-Beh è ovvio!- si stringe nelle spalle -Ma non mi pongo nemmeno il problema, tanto tu sei mia no?!-
Sgrano gli occhi scioccata, una miriade di pensieri ed emozioni che mi attraversa, il suono del mio cuore impazzito nelle orecchie.
-O no, Luce?!-
Mi concentro per rimetterlo a fuoco e mi rendo conto che mi ha posato una mano sulla guancia.
Sta succedendo davvero?! O è solo un’allucinazione?! Non avrò bevuto troppo?!
Ma il suo respiro sulle labbra è così reale quando si avvicina ancora, che non riesco più a pensare.
-Sei mia, vero?!- chiede ancora e i suoi occhi, che mi trapassano anche l’anima, così caldi e intensi, la sua voce bassa e vibrante, tutto mi sta mandando in pappa il cervello.
E così, decido di lasciar parlare il mio corpo.
Mi lancio su di lui e premo decisa le mie labbra sulle sue, obbligandolo a ributtarsi indietro, aderendo completamente con la schiena al tetto, mentre io mi sdraio sul suo petto caldo a cui mi stringe, immergendo le dita tra i miei capelli. Io mi aggrappo alla sua sciarpa, mordendogli le labbra come se mi servisse il suo respiro per vivere.
È la sensazione più bella del mondo e subito scaccio il pensiero che a chiunque sia in terrazza basterebbe alzare lo sguardo per vederci.
Ci stacchiamo solo per invertire le posizioni delle nostre teste e poi torniamo ad assaporarci con prepotenza e dolcezza al tempo stesso, mentre qualcosa prende a pulsare in tutto il mio corpo.
Lo voglio, lo voglio tutto, adesso.
Gemo sulle sue labbra, intrecciando le mie gambe alle sue, sentendolo esplorarmi la schiena, elettrizzandomi la pelle con il tocco delle sue mani.
Sono così felice che non mi sembra vero, che mi viene quasi da piangere.
Mi accerchia il viso con le mani e io rimango basita quando mi allontana da sé. Lo guardo tra l’interrogativo e il preoccupato ma la luce che gli accende gli occhi mi tranquillizza subito.
Sembra stia guardando un capolavoro e io mi sento morire.
-Natsu…- lo chiamo piano, rischiando di smagliare la sua sciarpa con le unghie, inspirando a pieni polmoni e sentendomi come in trance.
-Lucy…- ansima affannato, perso quanto me -Andiamo… andiamo a chiedere se c’è una stanza libera…-
Un’ondata di calore mi investe e annuisco come ipnotizzata.
-Sì, andiamo a chied…- faccio per rispondere ma Natsu riprende a baciarmi e io mi perdo di nuovo.
Mi lascio andare tra le sue braccia, rispondo, lo stringo a me.
Temo ci vorrà un po’ a raggiungere la reception di questo passo ma, in questo momento, non potrei chiedere di meglio che starmene avvolta nel calore e nel profumo del ragazzo che amo, sotto il cielo stellato, in questa folle sera d’estate. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


La guardo ridere, divertito e affettuoso, seduta di fianco a me sulla spiaggia.
-Lo prenderai per il culo a vita vero?!- le domando, conoscendo già la risposta.
-Santo cielo ma li hai visti?! Davanti a tutti!!!- esclama, sgranando gli occhi -Povera Meldy!- scuote poi la testa, calmando le risate.
-Beh Erza ha avuto un pessimo tempismo non c’è che dire! Si fosse mossa cinque minuti prima Meldy avrebbe fatto finta di non conoscerlo, altro che confessare che è suo fratello a Rogue!- considero, tornando a puntare gli occhi sull’orizzonte.
Mi sento strano, stasera, nostalgico.
Non è da me ma non ho problemi a mostrarmi me stesso con mia cugina Ultear che sta ridendo di nuovo a pieni polmoni. Neanche mi accorgo quando smette di farlo e mi punta addosso uno sguardo indagatore, finché non mi chiama.
-E tu che hai Gray?-
Mi giro di scatto, colto alla sprovvista e sinceramente stupito, ricomponendomi subito.
-Niente- scrollo le spalle, la voce atona e subito Ul mi guarda scettica.
-Niente niente o niente come lo zio Silver quando deve sbrinare il frigo?!-
-Non ho mai capito perché odia così tanto farlo-
-Tu e lui siete abbastanza difficili da interpretare, sai?!-
Non è l’affermazione in sé, so di essere criptico. È il modo in cui lo dice, lascia sottintendere molto di più.
Mi acciglio e la scruto nell’ombra.
-Allora che hai?!- insiste e io assottiglio lo sguardo.
-Ul…- faccio per protestare.
-Non hai litigato con Natsu, non hai sfidato Cana a una gara di bevute e sei ancora vestito!- snocciola, lasciandomi interdetto.
Non posso negare che non sia un comportamento strano per me, di certo non con lei.
-E perché sei voluto venire qui? Ci stavamo divertendo alla festa!- prosegue, ricordandomi tanto Zia Ur quando da bimbo cercava di tirarmi fuori cosa mi turbasse e solo lei ci riusciva.
Deglutisco a vuoto, di fronte allo sguardo materno di mia cugina. Sì è vero, ci stavamo divertendo, nonostante Natsu sia scomparso nel nulla.
Ci stavamo divertendo un mondo, io e lei, a prendere in giro Gerard, a tenere d’occhio Meldy, a parlare del più e del meno, a sfuggire a Juvia…
Lo stomaco mi si contrae.
Sì, mi stavo divertendo finché non ho assistito a quella scena. A Lyon che le si accostava da dietro, fino a quasi ad aderire al suo corpo, che le scostava una ciocca di capelli per sussurrarle qualcosa all’orecchio, facendola arrossire, che la scortava fuori dal salone, per sparire con lei chissà dove.
Una fitta mi attraversa il petto e io chino il capo tra le gambe piegate e le braccia penzolanti, appoggiate alle ginocchia.
Chi voglio prendere in giro?! So benissimo dove sono spariti!
E non posso neppure biasimarla, non dopo il mio atteggiamento  costantemente indifferente, non dopo che anche stasera l’ho evitata come la peste, nonostante lei mi cercasse ancora, nonostante fosse bellissima.
Risollevo la testa di scatto.
Fermi tutti! Non l’ho pensato!
Sgrano gli occhi e trattengo il fiato per un attimo prima di ricadere nello sconforto.
Sì invece! Lo penso! Penso che sia davvero bellissima!
Ma cosa è successo?! Quando mi sono rammollito così?!
Quando mai ho pensato una cosa come che Juvia è bellissima ma lo sarebbe ancora di più tra le mie braccia?!
Ma quale che sia stato il momento in cui mi sono trasformato in una mammoletta, il punto è che lo penso davvero e ciò che provo è reale. 
Ma Juvia non è qui, no, lei è tra le braccia di qualcun altro, dove io ho contribuito a spingerla, da bravo coglione!
Stupido, stupido Gray! 
Prendo fiato per confessare tutto a Ul, perché è l’unica a cui posso dirlo e perché dentro non posso più tenermelo ma non faccio in tempo a parlare.
-Gray-sama?!-
Un brivido mi percorre la schiena, mentre raddrizzo di nuovo il collo e rimango immobile e pietrificato rivolto verso il mare.
Mi giro lentamente di lato ma non trovo nessuno al mio fianco.
Dove diavolo è sparita Ul?!
Quando diavolo è sparita Ul?!?!
-Gray-sama, Juvia ti stava cercando-
Deglutisco a vuoto, girandomi verso di lei, e trattengo il fiato.
Oh porca…
Sotto la luce della luna, per quanto scarsa e tenue, il suo vestito riverbera in modo impressionante e i suoi occhi brillano come non mai.
Mi sento un idiota ma non posso fare a meno di fissarla stordito, mentre il silenzio si addensa intorno a noi, rotto solo dallo sciabordio delle onde e dal frinire dei grilli.
La osservo arrischiare un paio di passi verso di me, sorridendo timida, gli occhi puntati a terra.
Che le prende? Perché non mi si getta addosso come sempre?!
Per una volta che sono qui che la aspetto a braccia aperte dannazione!
Cerco di mantenere la mia solita impassibilità mentre stringo la sabbia tra le mani, sentendo i granelli infilarsi sotto le unghie.
-Lyon-sama ha organizzato una bella festa, vero?!- accenna, tornando a guardarmi, quasi speranzosa, le guance appena arrossate e un moto di rabbia mi pervade -Juvia si chiedeva come mai fossi scappato via, visto che Gray-sama e Lyon-sama sono amici e…-
-A Lyon non sembra fregargli molto dei suoi invitati tranne uno a dire il vero- sibilo truce e omicida, non riuscendo più a contenermi.
Si acciglia, presa in contropiede dalla mia esplosione e mi osserva, lievemente preoccupata.
-Gray-sama sembra offeso…- comincia ma io non ce la faccio più.
So che è tutta colpa mia se siamo a questo punto, per aver fatto il duro, per non aver aperto gli occhi prima.
Per averla data per scontata. 
Ma fa troppo male e se sento anche solo un altro Gray-sama scoppio.
-Non sono offeso Juvia, voglio solo essere lasciato in pace, okay?! È da quando ci conosciamo che cerco di farti capire questo semplice concetto ma non sembra esserti chiaro quindi provo a dirtelo ancora una  volta: Lasciami.In.Pace!- butto fuori, furente, sconvolgendola.
Indietreggia scioccata, la bocca leggermente schiusa e gli occhi sgranati.
Sembra che le abbia tirato una sberla e in un attimo mi sento morire.
Ma cosa mi è preso?!
Quanto sono stronzo?!
Mi giro di scatto, non sopportando oltre il suo sguardo sofferente e pieno di lacrime, e mi passo pollice e indice sugli occhi, deglutendo a vuoto.
Cosa sto facendo?!
La percepisco chiaramente, immobile dietro di me, tremante, in attesa di chissà cosa.
Che io mi dia una svegliata forse.
Dai Gray! Porca miseria, riprenditi! È venuta a cercarti no?!
Dopo essere stata con Lyon…
Mi ritrovo a serrare i denti furente, con in corpo la voglia di spaccare qualcosa.
-Okay… Juvia ha capito…- la sua voce mi raggiunge, roca e malferma, pugnalandomi -In realtà Juvia ha sempre saputo di essere un peso… è dispiaciuta, è stata egoista e lo sa… è che a Juvia… a Juvia basta stare in compagnia di Gray-sama per essere felice ma è giusto che Gray-sama… se… se a Gray-sama da fastidio allora Juvia starà alla larga…- dice lentamente, e sento il suo dolore vibrare a ogni sillaba.
Il suo abito fruscia nella sabbia, avvisandomi che si è girata e sta per andarsene.
Non sento i suoi passi e mi coglie impreparato quando parla di nuovo, avvisandomi che è ancora qui.
-Lyon-sama si sbagliava… Lui ha detto di venirti a cercare perché era sicuro che avessi voglia di passare del tempo con Juvia… Juvia credeva che Lyon-sama e Gray-sama fossero buoni amici, per questo si è fidata…-
La sento deglutire a vuoto, mentre i miei occhi si sgranano all’inverosimile.
Questo… questo è quello che le ha detto?!
Non posso credere che Lyon… lui è così possessivo, lui…
O sono io?! Io che non ho capito un accidente di tutta questa storia?!
Io che mi sono convinto che tra loro ci fosse qualcosa, tanto era la paura di perderla?!
-Scusa Gray-sama…-
Tremo, immobile nella sabbia.
Tremo e sento il cuore pulsare veloce, troppo veloce.
Questa è la mia ultima occasione con lei, se non faccio qualcosa ora non avrò più nemmeno il coraggio di guardarla in faccia.
Dannazione Gray, muovi il culo!
La sabbia si solleva intorno a me, formando un polverone e io mi slancio in avanti rischiando di finire faccia a terra, incespicando.
La raggiungo in un paio di falcate e le afferro il polso, facendola voltare verso di me. Mi guarda sorpresa, le guance rigate di lacrime.
Sì, sono proprio un coglione.
Per tutto questo tempo, così certo che tanto non l’avrei mai persa, ho permesso alla paura di farla da padrona, scappando da quello che realmente sento per lei.
Ma ora, ora che è qui, non la lascio andare.
Non voglio più vedere questa sofferenza nei suoi occhi, mai più.
-Juvia io…- comincio, cercando le parole, senza troppo successo.
Oh, fanculo!
Me la tiro addosso e la bacio, sostenendola tra le mie braccia e contro il mio petto, e la sento pietrificarsi mentre le sue lacrime mi bagnano la pelle.
Devo resistere solo pochi istanti per sentirla finalmente rispondere. Si aggrappa ai baveri della mia camicia blu, mordendomi il labbro inferiore, cercandomi e mugugnando appena quando la mia lingua si intrufola nella sua bocca.
L’abbraccio per la vita e porto una mano sulla sua nuca per tenermela vicina, spostandomi ad asciugare con le labbra il suo viso e poi più giù, verso il suo collo.
Non mi trattengo dal morderla appena sotto la mandibola quando le sue dita affondano nei miei capelli e getta il capo all’indietro, persa e mia.
Le mie mani vagano su di lei, trovando lo spacco laterale del vestito e afferrandole la coscia a palmo pieno.
È così buona, così calda. Sa di mare, Juvia, è come un temporale estivo.
Il mio temporale estivo.
-G-gray-samah…- ansima e io capisco che mi sta chiamando e non solo invocando.
Mi stacco a fatica da lei che tiene ancora le mani tra i miei capelli e la guardo con urgenza e occhi lucidi di piacere.
Mi rimetto dritto e le poso una mano sulla guancia, facendo combaciare i nostri nasi.
-Juvia…-
-Lyon-sama mi ha dato questa prima…- mormora senza riuscire a staccare gli occhi dai miei, infilando la mano in una tasca ben nascosta tra le pieghe della gonna del suo abito.
Quando la estrae, sul suo palmo una piccola tessera che sembra fatta di rame brilla nella penombra.
Mi acciglio appena.
-È la chiave di una stanza…- spiega.
Torno a guardarla, incredulo giusto per un attimo.
E poi finalmente la vedo sorridere, quando il mio sguardo si accende di gioia e voglia di lei.
 

 
§

 
Scivolo rapido e silenzioso sulla morbida moquette del corridoio, a piedi scalzi.
Aggirarmi in boxer e basta per l’hotel non è una trovata geniale ma considerata la mia abitudine di spogliarmi ovunque e in presenza di chiunque non mi sento particolarmente a disagio. Tutto quello che mi importa è fare presto.
Voglio tornare da lei subito, non potevo perdere tempo a vestirmi e svestirmi ma ho davvero troppa sete e l’acqua è davvero troppo calda per i miei standard.
Solo un po’ di ghiaccio, intanto che ancora dorme e quando aprirà gli occhi io sarò lì accanto a lei.
Anzi, magari glieli farò aprire a modo mio.
Un fremito mi percorre nel ripensare alla notte appena trascorsa e la voglia di stringerla immediatamente di nuovo si fa strada prepotente in me.
Mi affretto verso il distributore del ghiaccio a metà del corridoio e mi ci posiziono davanti, studiandolo un istante per capire bene come funziona e dove devo posizionare il secchiello.
-Ma bene, guarda guarda, fiocco di neve-
Mi volto di scatto e sobbalzo appena, senza mostrarmi troppo sorpreso, nel mettere a fuoco Lyon, mezzo nudo anche lui.
-Tu che fai qui?- domando accigliandomi appena mentre lui solleva un sopracciglio.
-Potrei farti la stessa domanda- mi fa notare, ma dal suo sorrisetto capisco che mi sta prendendo per il culo.
La cosa, però, non mi tocca più di tanto. Niente e nessuno rovinerà l’effetto della mia notte con Juvia.
Torno a voltarmi verso il macchinario del ghiaccio, sperando di fare in fretta ma Lyon si sposta e si piega di lato per potermi guardare in faccia, appoggiandosi poi al muro con una spalla.
-Dormito bene?- domanda ancora e io comincio a sentire il nervoso pungere un po’ al centro del petto.
Mi impongo la calma, in fondo se Juvia mi aspetta calda e morbida nel letto della nostra stanza, lo devo solo a lui.
Dopotutto, è un vero amico.
Tentenno un attimo e mi volto verso di lui, per chiedergli come mai ha deciso di lasciarla a me.
-Ehi Gray! Ne prendi un po’ anche a me?-
Io e Lyon sgraniamo gli occhi e restiamo immobili qualche istante, prima di girarci verso il possessore della voce.
Anche lui vestito solo dei boxer, con un sorriso soddisfatto sulla faccia e il cestello del ghiaccio teso verso di me.
-Natsu?!- domando incredulo.
-Lucy dice che sta morendo di caldo!- si spiega come se nulla fosse e gli occhi mi cadono quasi fuori dalle orbite.
Natsu… e Lucy?!
Non so perché mi stupisco tanto, sarà che sono i miei migliori amici e non avevo mai pensato a loro in questo senso ma in fondo… perché no?
Sto per afferrare il secchiello di Natsu quando dei passi provenienti dal lato del corridoio che si piega a formare una elle attirano la mia attenzione.
Pochi attimi e anche Gerard spunta da dietro l’angolo, nelle nostre stesse condizioni ovviamente, e un sorriso tra l’ebete e il trasognato sulla faccia.
Si blocca quando ci mette a fuoco, chiaramente in imbarazzo.
-Oh! Ciao ragazzi…- saluta, portando poi una mano alla nuca, sfregandola appena.
Io e Natsu ci scambiamo un’occhiata eloquente, ghignando bastardi.
-Ehi Gerard!- lo saluta il mio migliore amico.
-Avrei detto che del ghiaccio si sarebbe occupata Erza- lo prendo in giro, incrociando le braccia al petto, mentre il mio secchiello finisce di riempirsi.
Lo scambio con quello di Natsu e lo faccio ripartire e intanto Gerard si avvicina, ignorandoci e sporgendosi verso Lyon.
-Gran bella festa!- gli dice, e Lyon fa un piccolo inchino con il capo, facendomi mandare gli occhi al cielo.
 Il solito strafottente!
Un piccolo bip mi avvisa che anche il cestello di Natsu è pieno e glielo tendo, lasciando spazio a Gerard ma rimanendo accanto a lui.
Lo vedo che mi scruta con la coda dell’occhio, prima di chinare il capo verso di me.
-Non la stai prendendo in giro, vero?!-
Sgrano gli occhi, preso in contropiede, e deglutisco a vuoto.
So che non è questo ciò che pensano di me i miei amici ma so che è questa l’immagine che potrei dare dopo tutti i mesi trascorsi a respingerla.
Faccio un secco cenno di diniego con la testa e lui sorride mentre anche il suo secchiello finisce di riempirsi.
Siamo pronti ad allontanarci ma due braccia possenti premono sulle nostre spalle tenendoci lì.
-Ehi, ehi, ehi wild boys! Come andiamo?!- domanda con la sua solita flemma Bacchus, spostando lo sguardo da me a Gerard -I vostri cuori hanno passato la notte a fremere o no?!-
-Io non mi sento più le gambe…- mormora Gerard.
-Ti serve del ghiaccio?- gli chiedo io senza rispondere alla sua domanda.
-Oh no! Sto andando giù al bar!- ci informa e noi lo squadriamo da capo a piedi, trovandolo nelle nostre condizioni.
Gerard strabuzza gli occhi.
-In boxer?!- gli domanda, quasi strozzandosi con la saliva.
Bacchus sorride ebete e io mi domando se non sia già ubriaco a quest’ora, rendendomi però conto che in effetti è sempre così.
-E che male c’è?!- domanda, prima di staccarsi da noi e salutarci con la mano mentre si allontana.
Lo fissiamo increduli qualche istante, poi è il turno di Gerard di congedarsi, mentre Natsu è già scappato da Lucy, lasciando me e Lyon nuovamente soli.
Il mio amico continua a osservarmi insistente.
-Allora dormito bene o no?!-
Sorrido, abbassando un attimo gli occhi e scuotendo il capo.
-Molto bene- mormoro alla fine, tornando poi a guardarlo -Grazie Lyon- aggiungo sincero e capisco che sa a cosa mi riferisco.
Senza aggiungere altro, mi avvio e lo supero in silenzio.
-Gray- mi chiama e io mi volto, interrogativo -Vedi di non farla soffrire!- mi ammonisce e io lo guardo atono, non degnandolo di una risposta e rimettendomi a camminare.
-Gray!- mi chiama ancora  e io sospiro appena prima di voltarmi ancora, fissandolo, in attesa -La ami?-
Sobbalzo dentro di me e lo stomaco mi fa una capriola, mentre esternamente resto impassibile e sostengo il suo sguardo.
Non so quanto tempo passa, se ore o pochi secondi, prima che io mi decida a sorridere eloquente.
Non lo dirò ad alta voce, quella frase solo una persona l’ha sentita questa notte e voglio che così le cose restino.
E quando anche Lyon sorride in risposta gli do per l’ultima volta le spalle, deciso a non farmi più fermare da niente e nessuno, deciso a correre da Juvia e svegliarla, per dirglielo ancora e ancora e ancora.
Finché avrò fiato in corpo. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Sorrido tirata a Gildharts che si avvicina per salutarmi mentre gli preparo il suo solito caffè corretto, lanciando una rapida occhiata al locale.
Non mi sembra vero che il Fairy sia salvo, ogni volta che ci penso è come se una piccola luce prendesse a pulsare al centro del mio petto e un po’ dell’angoscia scompare.
-Mira, come stai?- mi domanda, addossandosi al bancone con gli avambracci, paterno e affettuoso come solo lui sa essere, quando vuole ovviamente.  
Cana è davvero fortunata ad avere un padre così.
-Tutto bene!- annuisco convinta, posandogli la piccola tazzina di ceramica sotto al naso.
Le lezioni in università sono finite ormai e con lo studio sono a buon punto, quindi ho chiesto a jicchan di aumentarmi le ore, anche se non per guadagnare qualcosa in più, quello è solo un effetto collaterale.
Il vero motivo è che ho disperatamente bisogno di tenermi impegnata e non pensare. Certo, non avrei mai immaginato di trovarlo qui.
Sospiro e, senza staccare il viso dai palmi né i gomiti dal bancone, mi giro verso di lui, seduto giù in fondo, di spalle rispetto agli altri a bere una coca cola con Makarov sul bancone accanto a lui, l’aria severa e le braccia al petto.
Jicchan si è rifiutato di servirgli la birra prima dell’ora di pranzo e Laxus sembra alquanto contrariato.
Sembra ma io che lo conosco bene so, dalla luce nei suoi occhi, dal linguaggio del suo corpo, dalla silenziosa vicinanza che cerca con suo nonno, dagli sguardi che solleva di tanto in tanto su Ever, Bixlow e Freed, che tutto questo gli è mancato ed è felice di essere di nuovo qui.
Uno spasmo mi attanaglia lo stomaco ma continuo a tenere le labbra piegate all’insù.
Nonostante il suo mutismo mi faccia male, sono felice per lui, sono felice che sia qui.
Con me non parla, in realtà non ha parlato con nessuno che non fosse jicchan ma anche l’altra sera alla festa mi ha evitato per tutto il tempo.
Non so se il suo essere qui in carne ed ossa annulla automaticamente la promessa che mi ha fatto poche settimane fa, quella di non farsi più vedere perché mi fa solo soffrire.
Si comporta come se fosse invisibile eppure io lo vedo bene, così bene che fatico a staccare gli occhi da lui, a rivolgere la mia attenzione a qualcun altro.
Ed infatti mi sorprendo che Gildharts sia ancora qui fermo davanti a me quando si schiarisce la gola e io torno su di lui, trovandolo intento ad osservarmi con un sorriso che è tutto un programma.
-Potresti unirti alla conversazione- mi suggerisce e io sgrano appena gli occhi prima di arrossire sulle guance.
-Ma che dici io… stavo solo pensando…- affermo, conscia di non essere per niente convincente, e infatti eccolo sollevare un sopracciglio.
Ma non insiste, cosa di cui gli sono grata, mentre recupero la sua tazzina per infilarla nella lavastoviglie e cambio il filtro alla macchinetta del caffè.
-Tu sai cosa gli prende a Wakaba e Macao e a Jet  e Droy stamattina?!- domanda e io mi giro interrogativa.
Con un cenno della testa li indica e io mi concentro sui quattro chiamati in causa, tutti riuniti intorno a un tavolo in angolo, di spalle rispetto al bancone, intenti a confabulare mentre lanciano furtive occhiate da sopra le proprie spalle a turno.
Aggrotto per un attimo le sopracciglia, perplessa.
In effetti è strano che loro quattro facciano gruppo a quel modo ma non fatico a immaginare quali argomenti possano avere in comune, anche se in effetti il loro comportamento è strano.
-Non ne ho idea!- esclamo, senza smettere di osservarli.
Jet si volta e si accorge del mio sguardo e mi rivolge un esagerato sorriso, salutandomi con la mano.
Ricambio sempre più perplessa, considerando un attimo che grazie al cielo si è tagliato i capelli perché con quel codino era davvero inguardabile, decidendo che, qualunque cosa stiano combinando, preferisco non saperlo.
Mi stringo nelle spalle e sistemo una pila di piattini puliti prima di girarmi verso Makarov e fare un profondo respiro per calmarmi.
-Jicchan- lo chiamo e lui subito si gira, con calma.
Con mio grande sconforto Laxus tiene gli occhi incollati al bancone.
-Scendo a prendere una cassa d’acqua- lo avviso e lui si limita ad annuire.
-Vuoi una mano?- si offre subito Gildharts ma io declino ringraziandolo.
Un immediato sollievo mi pervade quando apro la porta delle scale che portano in cantina.
Mi è sempre piaciuto scendere in cantina qui al Fairy. Mi da un senso di protezione, intimità, mi permette di pensare e sfogarmi.
Da quando lavoro qui, è sempre stato il mio angolo protetto.
Qui dove correvo per piangere senza che nessuno potesse vedermi, qui dove scendevo per riflettere quando avevo troppi pensieri, qui dove io e Laxus…
Proprio laggiù in quell’angolo…
Porto due dita a sfiorare le labbra, rimodellandole mentre un brivido mi percorre la schiena, ricordando quel giorno, il sapore del nostro primo bacio e scuoto la testa con forza quando gli occhi prendono a pizzicarmi.
Quei tempi ormai sono andati perduti, le cose sono cambiate.
È inutile restare attaccati al passato così.
Con un tremolante e profondo respiro, mi avvicino alle casse dell’acqua, cominciando già a lavorare sulla mia espressione per essere radiosa e solare come sempre quando riemergerò da qui.
Mi piego e avvolgo le dita intorno alla maniglia a di una delle casse di plastica blu ma non faccio in tempo a fare forza sulle gambe che mi ritrovo a sgranare gli occhi quando un’altra mano, grande e ruvida, ma calda e rassicurante, si posa sulla mia avvolgendola completamente.
Mi basta la scarica che mi attraversa la schiena per sapere di chi è.
Mi giro a guardarlo, senza parole, basita e interrogativa e lui distoglie lo sguardo, puntandolo al muro senza però lasciare andare la maniglia.
-Nonno mi ha chiesto di venire ad aiutarti- si giustifica con un grugnito e io sento il cuore accelerare a mille.
È… imbarazzato?! È imbarazzo quello?!
Da quanto non lo vedevo così?! Da quanto non lo vedo rancoroso, arrabbiato, infastidito ma imbarazzato?!
Da quanto non era più il mio Laxus?!
Mi sento confusa e agitata, deglutisco a vuoto e rumorosamente, sentendomi come se fossimo stati catapultati improvvisamente indietro nel tempo, a quando avevamo sedici anni e cominciavamo a capire e ammettere di sentire qualcosa l’uno per l’altra.
-Io… G-grazie…- riesco ad articolare a fatica, rimettendomi dritta, restando agganciata a lui tramite la cassetta dell’acqua.
La sua mano mi sta mandando a fuoco la pelle, ma non voglio toglierla da qui nemmeno per tutto l’oro del mondo.
Dopo tutto questo tempo, mi sento finalmente completa e giusta, anche se lui si ostina a non guardarmi, facendomi sorridere.
Che bambino cocciuto che è!  
Se non dovessi tenere la cassa girerei il palmo all’insù e intreccerei le mie dita con le sue.
-Grazie di tutto Laxus… Grazie per non averci lasciati soli…-
Non si gira a guardarmi, ma soffia dal naso e le guance gli si imporporano appena, facendomi sbuffare una risata e finalmente riporta gli occhi su di me.
Io scuoto la testa mentre finisco di ridere, guardandolo con affetto.
-Sono felice che sei tornato. Volevamo salvarlo anche per te- soffio sincera, socchiudendo gli occhi e notando il lampo che attraversa i suoi.
Ora è lui a deglutire a vuoto e si muove appena a disagio, spostando la mano lungo la maniglia della cassa, per permettermi di togliere la mia, invitandomi a lasciare a lui il lavoro pesante.
Riapro le dita senza staccare gli occhi da lui.
C’è così tanto che vorrei dire e fare ma devo dare tempo al tempo.
Forse c’è uno spiraglio, per noi ma soprattutto per lui. Ed è questo che mi importa, che lui torni a essere il Laxus che conosco io, felice e sereno.
Il Laxus che amo.
Che sia con me o senza di me.
Mi giro per tornare di sopra e mi avvicino alle scale, facendo frusciare la gonna, sicura che mi stia seguendo, ma quando la sua voce mi raggiunge mi rendo subito conto che è ancora fermo dov’ero anch’io un attimo fa.
-A me dispiace- mormora roco, gli occhi puntati su di me -Mi spiace che il calendario non sia uscito. Il tuo sogno è andato in frantumi di nuovo- butta fuori, distogliendo lo sguardo.
Lo fisso incredula.
Incredula per ciò che ho appena sentito, incredula per ciò che ha appena affermato.
Possibile?! Possibile che ancora non abbia capito?! Dopo tutto questo tempo lui crede ancora… lui pensa…
Aggrotto le sopracciglia, immobile, mentre un fremito mi attraversa. Non di eccitazione, non di felicità ma di rabbia.
Rabbia perché non è possibile che sia un simile…
-Cretino!!!-
Mi stupisco per un istante solo della mia voce che risuona nello scantinato, furente e quasi indemoniata.
Mio fratello dice sempre che quando mi arrabbio è come se subissi una metamorfosi e diventassi una specie di demone o un’erinni.
In effetti, non mi sono nemmeno resa conto di avere coperto di nuovo la distanza che ci separava e averlo spinto contro il muro con forza, riuscendo a spostarlo nonostante la sua mole notevole e il peso della cassa dell’acqua.
Sussulta non tanto per il colpo quanto per la sorpresa e sgrana gli occhi mentre io lo scruto, irata.
-Sei un cretino- sibilo di nuovo, leggendo il senso di colpa nei suoi occhi.
Stupido, inutile, insensato senso di colpa.
Stupido come lui.
-Tu non hai mai capito vero?! Non vuoi capire!- lo aggredisco, parlando sottovoce.
-Mira…-
-Non vuoi proprio capire che il mio sogno sei sempre stato tu!- butto fuori, guardandolo trattenere il fiato prima di avventarmi sulle sue labbra.
Gliele mordo, vogliosa e arrabbiata, drogandomi di lui, aggrappandomi a lui, impedendogli la fuga. Non mi arrendo quando lo sento rigido e immobile contro il muro e la mia perseveranza viene ben ripagata quando finalmente risponde.
Lascia cadere con fragore l’acqua e non mi preoccupo neppure per un attimo se le bottiglie sono integre o no. Le sue braccia mi circondano e tutto scompare.
Infila le mani nei miei capelli, la lingua tra le mie labbra, che si modellano sulle sue come il metallo intelligente a contatto con l’acqua calda, che mai dimentica la sua forma originale.
Mi schiaccio su di lui e mi accorgo della sua patta gonfia, ansimando sempre più, desiderandolo con ogni fibra del mio corpo.
Improvvisamente, con le mie labbra premute sulla sua gola, scossa dai mugugni trattenuti, e le sue mani a sollevarmi la gonna, premendo contro le mie mutande già fradicie, non mi sembra passato nemmeno un giorno.
Faccio scorrere le dita lungo il suo collo e la sua mandibola, accarezzandogli le basette bionde, staccandomi a fatica dalla sua pelle bronzea e bollente per guardarlo in viso, leggendo nei suoi occhi il mio stesso desiderio, la mia stessa voglia, la mia stessa stordente felicità.
Oddio quanto lo amo.
Lo amo, lo amo, lo amo e lo voglio.
E lui vuole me, lo sento da come mi stringe i fianchi.
Mi vuole e mi ama e come lo capisco gli occhi mi si riempiono di lacrime, che lui asciuga rapido con i suoi ruvidi e caldi pollici prima di piegare il busto per ricominciare ad assaporarmi.
Sento le sue labbra a un soffio dalle mie, il suo respiro fresco sulla bocca e chiudo gli occhi già pronta a perdermi quanto una serie micidiale di tonfi ci fa immobilizzare e risollevare le palpebre.
Colpi e urla attutite ci raggiungono attraverso il pavimento del bar, lasciandoci basiti e perplessi.
Non sembra la solita rissa ma più un branco impazzito di gnu.
Che diavolo succede?!
Una muta comunicazione passa tra noi e ci precipitiamo su per le scale, preoccupati.
Non avranno mica in mente di sfasciare il bar proprio ora che lo abbiamo salvato!
Spalanco la porta con un unico secco gesto del braccio e Laxus si blocca dietro di me osservando le sedie e i tavoli volare.
Non ci sarebbe niente di strano, non fosse che Erza non sta facendo  nulla per fermarli. Immobile, sta osservando insieme a Cana quello che potrebbe sembrare un blocco spiralato non molto spesso, entrambe compiaciute.
Non è che…
Un dubbio si fa strada in me e sposto gli occhi rapida verso l’altro lato del locale.
-…di guardare mia figlia con quell’espressione da pervertito eh?!?!- sta urlando Gildharts, scuotendo Wakaba per il colletto della camicia mentre Jet e Droy si spalmano contro il muro tremanti, spaventati dallo sguardo sadico di Gajeel che si avvicina terribile a loro, scrocchiando le dita.
-Bene, bene, bene. Cosa stavate guardando?!- domanda, psicopatico.
-Gajeel!!! Calmati!!!- lo richiama Levy, aggrappata alla sua vita in un vano tentativo di fermarlo.
Gray e Natsu si stanno azzuffando al centro della sala con Max e Warren, Juvia impegnata a fare il tifo per il suo Gray-sama ed estasiata per lo scatto di gelosia che lo ha colto, mentre Elfman sta frantumando ogni sedia che gli capita a tiro in un vano tentativo di colpire Bixlow, che lo evita con facilità e ridendo con la lingua fuori.
-Ma che diavolo…- mormora Laxus.
-Reedus!!! Come ti è venuto in mente?!?!-
Mi giro di scatto quando la voce di Lucy mi raggiunge e la trovo impegnata a strangolare il povero Reedus, che sembra vagamente cianotico e terrorizzato. Gerard sta cercando di calmarla inutilmente.
-Avevamo detto di sospendere la stampa!!! So-spen-de-re!!!-
Sgrano gli occhi nel trovare conferma al mio sospetto e trattengo a stento una risata.
Oh santo cielo!
-Ma quello che Erza ha in mano è…-
-Il calendario!- completo per Laxus.
-Ma avevate bloccato la stampa!- mi fa notare e io scoppio a ridere.
-Lo so!-
-E allora che…-
-Non lo so!- lo interrompo, voltandomi verso di lui -Forse Jet e Wakaba gli hanno chiesto delle copie o forse è uscito lo stesso e in quel caso immagino che più tardi qualcuno farà il giro di tutte le edicole di Magnolia ma…- mi fermo, passando il palmo sul suo petto con sguardo malizioso -Vuoi veramente parlare di questo ora?!-
Rabbrividisce prima di tornare a osservare la scena di fronte a sé.
-Stanno distruggendo il bar, Gajeel potrebbe commettere un duplice omicidio e almeno due foto tue senza veli girano per il Fairy se non per tutta la città…- riflette e io mi acciglio non certa di dove vuole arrivare.
Rimane in silenzio qualche istante, concentrato su chissà che elucubrazioni per poi tornare a guardarmi con uno splendido sorriso sul volto che mi ferma per un attimo il cuore.
-Direi che ce ne possiamo occupare più tardi- mormora ghignante e le gambe mi si mozzano un attimo prima di trovarmi a cavallo della sua spalla tipo sacco di patate.
Chiude la porta e si avvia giù per le scale, sollevando la gonna per baciarmi la coscia, a fior di labbra e con dolcezza.
E io mi mordo il labbro inferiore, permettendo al calore, al sollievo, alla felicità e all’eccitazione di invadermi,  lasciandomi andare tra le braccia di Laxus, di nuovo, finalmente, proprio qui, nella nostra seconda casa, qui dove ci siamo innamorati, qui nella cantina del Fairy Tail.
Dove tutto ha avuto inizio.
E dove non avrà fine mai più.
 

 
§

 
Mi lascio andare con le spalle contro il bancone, in mezzo alle altre tutte allineate e sedute per terra, sospirando sconfortata, girandomi verso Lucy alla mia destra.
-Lu-chan…- la chiamo flebile.
Fissa davanti a sé, rassegnata e con le lacrime agli occhi.
-È stato Loki, lo so che è colpa sua- mormora disperata.
-Lu-chan non è così grave- le faccio notare, con un sorriso incoraggiante.
-Lo pensi davvero?!- mi domanda, girandosi a guardarmi -Cosa dirò a papà ora che non ho più un valido motivo per aver posato nuda?!- mi fa notare e io apro la bocca per rispondere ma subito la richiudo, rendendomi conto che non posso darle torto.
Però una speranza c’è ancora.
-Beh non è detto che tuo padre lo veda!- esclamo, illuminandomi -Magari riescono a ritirare tutte le copie prima che inizino a venderle!- le dico, senza ottenere l’effetto desiderato.
-Gray-sama sta correndo per tutta Magnolia per impedire che altri uomini vedano Juvia nuda! Perché Gray-sama vuole Juvia e il suo corpo tutto per sé!- mormora trasognata Juvia, alla mia destra, prima di girarsi verso di noi omicida -Il corpo di Juvia non il vostro!- mette in chiaro, spaventandoci appena.
-Andiamo ragazze! Un bella bevuta e si dimentica tutto!!!- ulula Cana, sporgendosi verso di noi e abbracciando Lucy per le spalle.
-Cana smettila, ha ragione Lucy. Sarebbe davvero imbarazzante se le nostre foto nude girassero in modo del tutto gratuito per Magnolia- la ammonisce Erza, seduta dal lato diametralmente opposto, alla destra di Juvia.
Ci giriamo a guardarla e io assumo un’espressione scettica perché, nonostante la sua affermazione, sorride soddisfatta e una strana luce le accende gli occhi, quasi fosse estasiata all’idea che succeda davvero.
Lucy sospira e io torno su di lei.
-A me preoccupano i danni che potrebbero fare alle edicole…- confessa e tutte e cinque ci voltiamo ad analizzare le condizioni del bar, deserto a parte noi.
Gli altri sono andati tutti, chi volontariamente e chi no, a cercare di ritirare i calendari prima che qualcuno cominci a comprarli. 
Sedie e tavoli riversi, la maggior parte distrutti, una trave massacrata dai pugni non so se di Gajeel o Elfman, svariate tavole di parquet divelte e una pozza di sakè contornata da cocci di vetro  in un angolo.
Ma soprattutto un enorme squarcio nella parete di destra, aperta dal mio fidanzato nel lanciare fuori dal bar Jet e Droy e allargata dalla furia cieca degli altri.
Quando hanno finito, Bacchus e Gerard l’hanno usata per uscire al posto della porta d’ingresso.
Assumo un’espressione miserabile e volgo lo sguardo all’insù, verso di lui che non ha mosso un solo muscolo ed è ancora seduto al bancone, occhi chiusi e braccia al petto.
-Jicchan… ci dispiace tanto…- sussurro, sentendomi come una bambina.
-Non preoccuparti Levy- mi interrompe calmo e pacato -In fondo aveva già bisogno di una ristrutturata. Spero solo che tuo padre non si risenta, Lucy-
-Figurati… la maggior parte dei danni li ha fatti il mio ragazzo…- mormora la mia migliore amica, con una nota vagamente isterica nella voce.
Il rumore di una porta che cigola ci fa voltare e sporgere in tempo per vedere Mira uscire dalla cantina del Fairy, leggermente scarmigliata e raggiante come non era da tempo. Sembra un po’ trasognata e tutte assumiamo un’espressione interrogativa, accigliandoci.
Ma tutto diventa chiaro e i nostri occhi si sgranano quando dietro di lei appare Laxus, intento a tirarsi su la zip dei pantaloni.
Definirlo soddisfatto sarebbe riduttivo. Sembra più un uomo di ritorno da un viaggio in paradiso.
-Dove sono tutti?!- domanda Mira, guardandosi intorno, non troppo scioccata dallo stato del locale.
-A recuperare i calendari- riesce a rispondere Juvia mentre noi continuiamo a fissarli basite.
-Vado anche io allora- ci avvisa Laxus, accarezzando una guancia a Mira che ricambia con un sorriso, al colmo della felicità -Ci vediamo presto- ci saluta poi e noi ci limitiamo ad agitare la mano mentre anche lui esce attraverso lo squarcio.
Mira lo guarda andare via e poi si unisce a noi, sedendosi a terra di fianco a Erza e sospirando soddisfatta facendoci piegare le labbra in ghigni saputi ed eloquenti.
Posa la nuca contro il bancone e tiene gli occhi chiusi qualche secondo prima di riaprirli e tendere una mano verso Erza.
-Posso vederlo?- domanda, indicando il calendario posato in grembo alla sua migliore amica.
Erza glielo tende e tutte torniamo a puntare gli occhi di fronte a noi, esauste, ascoltando il frusciare dei fogli che Mira sta girando con calma.
-Beh…- mormora dopo un po’ -Direi che è andata bene no?!-
Rimaniamo un attimo interdette tutte quante e poi la risata di Cana, malamente trattenuta, si leva nel locale, contagiandoci tutte.
Pochi attimi e stiamo ridendo come matte, tenendoci la pancia e rischiando di rotolare a terra, con jicchan che ci osserva affettuoso.
Sì, direi anche io che è andata bene.
Mi giro a guardare le mie amiche, la cui felicità è palpabile nell’aria e non semplicemente perché stanno ridendo.
Dopotutto non è così male che qualche copia del calendario sia uscita, ci resterà come ricordo.
Ricordo di questa folle avventura che rifarei altre mille volte pur di salvare la mia seconda casa.
Questa folle avventura, che ci ha cambiato la vita.







Angolo dell'autrice: 
Ebbene sì, la storia è finita  e io sono felice e triste al tempo stesso. Quando ho iniziato a scriverla ho deciso che avrei iniziato e finito con la stessa coppia e mi ha fatto soffrire un po' tirare così tanto in là Mira e Laxus, per questo sono felice. D'altra parte sono triste perché davvero mi avete fatto sentire incredibilmente a casa, è stata un'accoglienza più che calorosa che proprio non mi aspettavo alla prima long sul fandom. 
Non ho davvero le parole, mi avete fatto adorare questa storia nonostante io abbia avuto un momento di blocco, mi avete fatto adorare scriverla quindi grazie. 
Grazie a chi l'ha seguita, preferita e ricordata. 
Grazie a:
Fairy-chan
Sayaka
NaruSaku
Celty
Giulyetta
shinigamichan
AlexiaLil
Lucy
tempestxd
cercasinome
Princess_5_elements
Caka
kounchan
daimler
Redkiss_Chan
Pfefferminz
Shino_Chan

sperando vivamente di non avere dimenticato nessuno, grazie di cuore! 
Scusare se non ho sempre risposto alle vostre recensioni ma sappiate che per me ogni minuto speso a lasciarmi un commento è un regalo gigantensco che mi fa venire voglia di dare il meglio! Quindi lo dico un'ultima volta, grazie davvero! 
E alla prossima avventura! 
Piper. 

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