Slytherin's heroes

di ___Lils___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riunione al Manor ***
Capitolo 2: *** I 7 Harry ***
Capitolo 3: *** Era viva ***



Capitolo 1
*** Riunione al Manor ***


La donna uscì dal salotto in velocità, aveva finto un malore durante la riunione ed era riuscita ad uscire, le risatine di tutti le riempivano ancora la mente. Entrò nella prima stanza e si buttò sul letto, sentì il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente, la bocca secca e la testa pulsarle sotto il peso di tutto.
-Jones.-
Si stropicciò gli occhi e andò alla porta, la aprì lentamente. L'uomo dietro di essa entrò con estrema velocità, la richiuse immediatamente alle sue spalle:-Cosa ti prende? Sei impazzita?-

Gli occhi della donna finirono sul pavimento, le lacrime iniziarono a rigare il suo volto, lacrime amare, lacrime di stanchezza:-Ho passato anni a seguire le sue lezioni, io non potevo resistere...-

Piton la guardò in modo arcigno, percorse a grandi passi la distanza che li separava:-Tu non puoi comportarti in questo modo, Jones!-
Un movimento della porta fece tremare il cuore della donna, l'uomo si voltò di scatto rimanendo impassibile. Il Signore Oscuro era in piedi di fronte a loro, i suoi seguaci erano schierati dietro di lui,
l'uomo dal volto da serpente si fece avanti, entrò nella stanza e guardò i due per svariati secondi senza sbattere gli occhi:-Perchè piangete, Jones?-
La donna alzò lo sguardo, gli occhi rossi di quell'essere le perforarono l'anima, fece un respiro profondo e si asciugò le lacrime:-Volevo tenerlo per me per qualche altro giorno, ma i miei malesseri non me lo hanno permesso. Sono incinta.-

Vari fischi arrivarono dai Mangiamorte, un ghigno malizioso si aprì sul volto di Voldemort, questo si voltò verso Piton e applaudì tre volte:-Creiamo la nuova generazione.-

Svariate risate si levarono dal gruppo, un gesto della mano del Signore Oscuro e tutto tornò cauto:-Lasciamoli tornare alla loro dimora, vorranno festeggiare.-
Un ulteriore risata si levò dal gruppo poi questo si divise lasciando un piccolo corridoio centrale, Piton prese il braccio di Venus e la trascinò per esso. Percorsero le stanze e le scalinate di Malfoy Manor con voracità, usciti dal cancello si smaterializzarono. Venus riaprì gli occhi e fu felice di trovarsi all'interno della dimora d'infanzia di Piton, cadde sulla poltrona: le ginocchia al petto e la testa fra le mani.

-Cosa ti è saltato in testa?-
Nessuna risposta venne dalla donna, i singhiozzi iniziarono a scuotere il suo corpo. Piton scosse la testa:- L'ho sempre detto a Silente che tu non eri all'altezza. Sei debole.-

A quelle parole, la giovane alzò il voltò e lo guardò dritto negli occhi:-Quella donna è stata la mia insegnante, come pretendevi che rimanessi indisturbata dalla sua morte?-

-Lo pretendevo perchè hai un compito e devi portarlo a termine.-

La voce era tornata calma e monotona come sempre, Venus scosse la testa: come poteva essere così calmo? Come poteva fingere che non gli importasse nulla? 

Perchè non gli importava nulla, Severus Piton voleva solo mantenere una promessa fatta anni prima. L'uomo si avvicinò alla porta e pronunciò svariati incantesimi, si voltò nuovamente verso la ragazza prima di salire per le scale.
 Venus rimase lì da sola, pianse tutte le lacrime che aveva in corpo. Pianse per tutte quelle volte che aveva ingoiato quelle lacrime salate, due anni di lacrime che oramai non facevano altro che rincorrerla e renderla pesante.
Tentò di asciugarsele e si diresse verso le scale, ogni gradino sembrava essere l'Everest. Arrivò alla stanza, lui era seduto sul letto, leggeva uno dei suoi soliti libri sulle pozioni. Si tolse il lungo mantello e lo posò sulla sedia, si infilò nel letto e chiuse gli occhi:-Non l'ho chiesto io...-
-Mh?- lo sguardo di Piton si andò a posare sulla schiena della donna. Questa trattenne un singhiozzo:-Non l'ho chiesto io tutto questo.-
L'uomo la fissò in silenzio per diversi minuti, la donna cercò di trattenersi, ma finì per piangere altre lacrime silenziose. Si addormentò cullata dalla loro salinità. 

Piton spostò di nuovo lo sguardo sul suo libro, un leggero sussurro lasciò le sue labbra:-Lo so...-
 

***

2 ANNI PRIMA.

Venus camminava velocemente tra le strade di Cokeworth, il vento le faceva volare i capelli bruni, gli occhi azzurri erano ridotti a due fessure per colpa del gelo. Silente l'aveva mandata per recuperare un vecchio oggetto di Lily Potter, un oggetto che la ragazza conosceva bene. La giovane Lily glielo aveva prestato per gli esami del suo primo anno, era un piccolo portafortuna che aveva un immenso valore per la rossa. Non sapeva cosa volesse farci Silente, ma probabilmente voleva darlo ad Harry e lei era l'unica che poteva riconoscerlo. Si avvicinò a grandi passi alla casa, ma di colpo sentì un dolore lancinante a tutto il corpo. Iniziò a contorcersi su se stessa, il bruciore le percorreva la spina dorsale, i polmoni sembravano esplodere e il cuore essere stretto in una morsa. 
-Silente credeva davvero che non saremmo stati ovunque?-
Venus tremò leggermente quando tutto si fermò, la trachea sembrava andare in fiamme ogni qualvolta espirava. Alzò leggermente lo sguardo, tutto quello che vide furono delle maschere nere poi il buio.

Quando si svegliò, la testa le doleva ardentemente. Sentì varie risatine tutt'intorno a lei, tentò di alzarsi invano: era sdraiata su un tavolo di legno. Tutt'intorno a lei erano sedute diverse persone, ne riconobbe alcune: Lucius Malfoy, sua moglie, Bellatrix Lestrange. 

-Signorina Jones, benvenuta.-
Quelle parole uscirono come un sibilo, Venus sentì il suo cuore accelerare i battiti. L'uomo alzò la bacchetta ed iniziò a giocarci con le mani:-Cosa ci facevi lì?-

La donna chiuse gli occhi e si morse la lingua, sarebbe stata quella dunque la sua fine, ma non avrebbe ceduto. Non avrebbe mollato. Aveva chiuso la propria mente, proprio come le era stato insegnato prima di entrare nell'Ordine. Nessuno avrebbe saputo.
Una risata disumana lasciò le labbra di quel mostro:-Dunque... Avada...-
Dei rumori di passi fecero voltare tutti quanti, la donna alzò poco la testa e, a quella visuale, il suo cuore si fermò di colpo. Non poteva essere. Un uomo dalla lunga tonaca nera e i capelli del medesimo colore entrò nella stanza:-Scusate...-
Le parole gli morirono in bocca, lo sguardo di tutti fermo su di lui. Venus sentì le lacrime bagnarle gli occhi, si sentiva tradita e spaesata. Non avrebbe potuto avvertire nessuno di quello che aveva visto quella notte, non avrebbe potuto dire a Silente quello che aveva scoperto.
-Riconosci la nostra ospite, Severus?-
L'uomo annuì fermamente, non smise di guardare la donna:-E' il motivo per cui sono arrivato in ritardo.-
Venus spalancò gli occhi, il resto della sala continuò a fissarlo sbalordito, senza proferire parola. Fu Voldemort a rompere il silenzio:-Cosa significa questo, Severus?-

L'uomo si avvicinò al corpo di Venus e gli spostò i capelli dietro alle orecchie:-Avevamo un appuntamento questa sera, sapete cosa intendo.-
Un leggero ghigno gli increspò le labbra, Venus ingoiò a vuoto: cosa stava succedendo?

Delle risate vennero suscitate nella stanza, il Signore Oscuro ghignò divertito:-Stava entrando nella casa di Lilian Potter.-
Severus si rivolse direttamente a Venus:-Quante volte ti ho detto che la mia di casa è quella sul lato opposto?-
I loro occhi si incontrarono e la donna cercò di comprendere quello che stava accadendo, annuì semplicemente ed altre risate arrivarono alle orecchie ovattate di Venus.

Era salva? Sarebbe potuta tornare a casa? Cosa sarebbe cambiato? Perchè Piton era lì?

-Mi manca un po' di spettacolo, perchè non procedete qui?-

Il corpo di Venus sembrò paralizzarsi in pochi secondi, Piton alzò lo sguardo verso il Signore Oscuro. La donna chiuse gli occhi, non lo avrebbe mai fatto. Piton non poteva farle questo.
Piton ghignò soddisfatto:-Se è questo che volete.-
L'uomo si posò lentamente sul tavolo, Venus era completamente immobilizzata dalla paura. Dei languidi baci vennero posati sul suo collo. Tentò di fermarlo con le mani, ma Piton gliele bloccò e la baciò avidamente. Alzò di poco il volto e la guardò negli occhi mentre iniziò a sbottonargli la camicia. Venus avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto lanciargli un calcio, ma sapeva che non avrebbe potuto fare nulla, sapeva che quello era l'unico modo per sopravvivere. In pochi gesti i suoi pantaloni finirono sul pavimento, una lacrima le scivolò sul viso mentre una serie di incitamenti arrivavano dai presenti nella Sala.

***

Un urlo lasciò le sue labbra. Si alzò di scatto, era nel letto ed il sudore le imperlava il volto. Il respiro era affannato e la giovane iniziò a toccarsi la gola in modo insistente.
-Jones.- Piton gli bloccò le mani, gli occhi della donna erano spalancati e vuoti.
-Jones!-
La donna scosse la testa e cercò di dimenarsi:-Non toccarmi! No, non toccarmi! Ti prego...-
La voce rotta dai singhiozzi e dalla paura, gli occhi bagnati dalle lacrime. L'uomo si mise di fronte a lei, la scosse violentemente:-Venus...-
Gli occhi di lei sembrarono tornare alla luce, lo guardò per svariati secondi:-Io...-
Corse in bagno e vi si chiuse dentro, si accucciò a terra e tentò di tornare a respirare tranquillamente. Nessuno bussò alla porta, era sola. Sola in quell'inferno in cui non voleva trovarsi. Schiava di un destino che le era stato assegnato.

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Capitolo 2
*** I 7 Harry ***


Venus indossava un abito lungo fino ai piedi, rigorosamente nero. La camminata era lenta e decisa allo stesso tempo. Non amava quei muri, non amava quella vita, ma era quello il suo posto nella Grande Guerra. 
-Sei pronta?-
Annuì convinta, lo era davvero. Avrebbe dovuto essere perfetta, mai come in quel giorno avrebbe dovuto essere convincente e avrebbe dovuto essere forte. 
La Sala iniziò a riempirsi di persone, Venus sentì gli sguardi su di lei e sull'uomo al suo fianco, sapeva cosa dicevano, sapeva che era la notizia più succulenta degli ultimi mesi. Il suo sguardo si fermò sul muro che aveva di fronte, respirò profondamente e chiuse gli occhi: ce l'avrebbe fatta...

-Andiamo!-
La voce di Yaxley rimbombò nella sala, Venus sentì il suo cuore batterle nel petto all'impazzata. I Mangiamorte si tirarono su il cappuccio e partirono per il loro compito, erano rimasti solo loro due. Venus fece per seguire gli altri, ma il tocco caldo sulla sua mano la fece voltare. I due pozzi neri di Severus Piton la osservavano attenti:-Ce la puoi fare.-
La donna annuì, non potevano concedersi altre conversazioni, avrebbero potuto comprendere troppo. Fu lui a guidarla fino al giusto posto, gli altri erano già disposti in cerchio. Se non avesse saputo cosa erano pronti a fare, sarebbe sembrato un bellissimo spettacolo: un vasto cerchio di persone vestite di nero che si stagliavano nel cielo notturno.

Attesero minuti che sembrarono anni, Venus pensava che se quel giorno non fosse stata catturata, probabilmente, ora si ritroverebbe dall'altra parte, ignara di quello che stava per succedere. Avrebbe aiutato Harry al fianco dei suoi compagni, al SUO fianco. Chiuse gli occhi tentando di mandar via quei pensieri, facevano male. Quella lontana notte non era morta, ma lo fece quando scoprì la reazione dell'unica persona amata su quella Terra.

-Ci siamo.-
La donna si voltò verso la voce cupa dell'uomo e annuì, Piton la guardò negli occhi: quegli occhi così azzurri e bui allo stesso tempo, quegli occhi che avevano perso tutta l'ingenuità.

Una dozzina di persone si  ritrovò nel loro cerchio, la donna guardò la paura farsi spazio nei loro occhi. C'erano tutti. Urla e lampi di luci verdi iniziarono ad illuminare la tranquilla notte, lei corse verso quell'orrendo spettacolo ed iniziò a fare del suo meglio: doveva essere credibile. 
Iniziò a seguire il Signor Weasley e l'Harry che portava con sè, svariati incantesimi vennero indicati a quei due, Venus tentò di sembrare il più naturale possibile mentre scagliava, accidentalmente, incantesimi agli altri Mangiamorte. Poi lo vide: era intento a combattere contro tre dei loro. 

Remus Lupin combatteva senza sosta, i capelli erano incollati alla fronte dal sudore, gli occhi guizzavano da destra a sinistra in cerca di nemici da abbattere,nemici che sembravano aver ferito il suo"Harry" svenuto al suo fianco. Era così bello per lei. 

Venus si buttò nuovamente nella mischia ed iniziò a seguirlo, scagliò più incantesimi possibile, incantesimi mortali. Quegli incantesimi che mai avrebbe pensato di utilizzare e che, purtroppo, ora si trovava costretta ad usare ogni singolo giorno della sua vita. In quell'istante un incantesimo la colpì in pieno volto, la maschera che la proteggeva volò nel buio. E li vide: due occhi scuri che la fissavano, quegli stessi occhi che una volta le trasmettevano amore, ora la guardavano con astio e odio. 

-Venus!-

 Un altro incantesimo le sfiorò il corpo, la donna lo schivó per poco. Voleva dirgli quanto le dispiaceva, voleva spiegargli quale fosse la verità, ma non poteva. Avrebbe messo in pericolo la sua vita e quella di Severus se l'avesse fatto.

-Lupin!- Il suo urlo sembrò disumano, un altro mangiamorte stava per scagliare un incantesimo sulla coppia. Venus si mobilitò con la sua scopa e si portò di fronte ad essi, qualcosa la colpì sul lato destro del viso, il sangue iniziò a sgorgarle dalla ferita come un fiume in piena. La donna si girò di scatto:-Avada Kedavra!- Quelle parole uscirono con una tale rabbia che anche Venus stentó a riconoscersi. 

Posò un ultimo sguardo su Remus, l'uomo la guardò sbalordito per un istante e Venus avrebbe voluto correre e baciarlo in quel momento. Il respiro si fece affannoso e, qualche secondo dopo, si ritrovò a precipitare nel buio. L'aria fredda della notte le pungeva le guance, il sangue non dava segno di fermarsi e la testa sembrava pulsare per il dolore. 

-Jones!- Sentì quella voce chiara nelle sue orecchie, ma non aveva la forza per risponderle.

-Aresto Momentum- La sua caduta sembrò farsi più leggera ed il contatto con il suolo fu piacevole per il suo corpo freddo. Severus Piton si avvicinò a gran passi verso di lei, il corpo della giovane era ranicchiato su se stesso, le labbra violacee e gli occhi semichiusi. 

-Hai bisogno di cure,stupida ragazzina.- Venus alzò lo sguardo e chiuse definitivamente gli occhi, il suo respiro peggiorava di secondo in secondo:-Remus...- 

Piton la guardò per un attimo, la prese e la caricò in spalla e si smaterializzarono insieme, ma non finirono nel posto desiderato: Malfoy Manor fu la loro destinazione. Voldemort era al centro della Sala, i suoi occhi fulminarono sulle due figure. Narcissa Malfoy si avvicinò a gran passi verso la coppia:-Cos'è successo?-

-Ho bisogno del dittamo! ORA!- La voce di Piton risuonò più autoritaria del solito, la signora Malfoy spostò lo sguardo su una porta:-Falla giacere in quella stanza, ti porterò ciò di cui hai bisogno.- Severus velocizzò il suo passo e fece come gli era stato detto, poggiò delicatamente Venus sul letto e tentò di fermare il sangue con le mani, Narcissa arrivò poco dopo con garze e dittamo:-Ti serve...-

-FUORI!- La Signora Malfoy chiuse immediatamente la porta e Piton iniziò ad armeggiare con l'essenza di dittamo e le garze, Venus urlò per il dolore. Urla strazianti, urla piene di rabbia e odio, urla di stanchezza. Questo non fermò Piton, continuò a medicare con la mano ferma ed il viso contratto come al solito. Quando finì Venus era completamente sudata e stremata, brividi le ricoprivano la palle e piccoli spasmi le percorrevano il corpo.

 -Remus...-

Piton la guardò e, per la prima volta, cambiò espressione:compassione e dolore si mischiarono nei suoi occhi. Si alzò ed uscì dalla camera,svariate persone erano ad aspettarlo, Voldemort in primis.  

-Come sta?- la voce di Narcissa ruppe il silenzio, Severus pensó che era davvero strano come le donne sembravano proteggersi a vicenda, soprattutto se si scopriva che una di loro era in dolce attesa. 

-Il sangue ha smesso di fuoriuscire e si salverà con un po' di riposo.- Parole fredde, gelide come il ghiaccio, lasciarono la sua bocca. Nella Sala un piccolo chiacchiericcio si alzò, Voldemort lo guardava senza sbattere le palpebre e Severus comprese che stava tentando di leggergli la mente, ma lui non glielo avrebbe permesso, avrebbe condotto lui il gioco.

L'espressione del Signore Oscuro non mutò e, con la sua languida lingua, pronunciò quelle parole senza vita:-Ha perso il bambino.- 
Piton abbassò lo sguardo ed il volto, gli sguardi dei presenti furono rivolti a lui, Narcissa coprì la sua bocca con le mani. Solo dopo qualche istante Severus alzò nuovamente il capo:-Chiedo al mio Signore di portare la mia compagna a casa, lei ancora non lo sa e vorrei lasciarle un po' di tempo.- Voldemort annuí, i suoi occhi da serpente indugiarono ancora sul professore di pozioni:-L'importante é che arriverete ad Hogwarts per la seconda settimana di agosto, Severus. Mi dispiace per la tua perdita.- 

Quelle parole potevano sembrare un gesto d'affetto nei confronti del fidato scagnozzo, ma, pronunciate con quella noncuranza, sembrarono solo una presa in giro. Piton si voltò e con passo deciso tornò da Venus, questa era ancora distesa priva di sensi. La prese tra le sue braccia e si smaterializzò, finendo, finalmente, nel punto desiderato:casa sua. La giovane donna fu distesa sul letto e Severus la guardò ancora, come mai aveva fatto, per minuti interminabili poi, con la sua solita eleganza, si voltò su se stesso ed uscì dalla stanza. 

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Capitolo 3
*** Era viva ***


La giovane Serpeverde si trovava seduta a terra con i libri sparsi per il corridoio, era in ritardo per la lezione di pozioni ed aveva iniziato a correre senza guardare dove stesse effettivamente andando.

-Va tutto bene?- Una mano le era stata porta, la strinse con decisione e si rialzò in piedi, di fronte a lei si stagliava una figura decisamente più alta e con un sorriso stampato in volto:-Forse dovresti andare più piano.-

Venus sorrise colpevole:-Già, dovrei.-

Il ragazzo le porse nuovamente la mano:-Remus Lupin.- 

La giovane la strinse sorridendo:-Venus Jones.-
Remus si aprì nuovamente in un sorriso, quella ragazzina aveva un qualcosa di comico: i lunghi capelli le erano finiti sul volto e gli occhi azzurri brillavano di una strana luce. Venus fece lo stesso, si sentiva decisamente a disagio di fronte a quel ragazzo e non aveva fatto una bella figura. Sbuffò contrariata, era solo il suo primo mese di scuola e già si era fatta riconoscere, se solo non avesse tenuto il suo naso sempre nei libri non sarebbe di certo andata a finire contro uno del settimo anno, per di più Grifondoro.

-Io devo andare... Scusa ancora, Remus.- Venus sorrise timidamente prima di correre nuovamente per i corridoi, questa volta attenta a dove stesse andando. Il ragazzo rimase a guardarla divertito, non aveva mai incontrato una Serpeverde che lo trattasse normalmente, era un evento più unico che raro quello e lo avrebbe dovuto assolutamente raccontare ai suoi amici. 

La rivide a pranzo, Venus era seduta tra i suoi compagni, ma sembrava distratta e nel suo mondo e, mentre portava i bocconi alla bocca, continuava a far scorrere gli occhi su un volume piuttosto ingombrante. Il ragazzo non poté evitare di ridere a quella vista e quel gesto non passò inosservato ai restanti membri dei Malandrini.
-Perchè ridi mentre guardi i Serpeverde?- l'espressione di Sirius era evidentemente preoccupata, Remus voltò lo sguardo verso Peter e James e anche loro avevano la medesima espressione. Il giovane dovette concentrarsi per non ridere di nuovo:-Tranquilli, stavo guardando una Serpeverde, non i Serpeverde.-

L'espressione dei tre peggiorò ulteriormente e, quella volta, Remus non riuscì a trattenere le risate. Sirius si avvicinò a lui e gli posò un braccio intorno alle spalle:-Perchè ridi Remus? Non c'è nulla da ridere qui, la situazione è grave.-

Black guardò James in cerca di sostegno, sostegno che non tardò ad arrivare, il ragazzo infatti si portò di fronte a Remus:-C'è qualcosa che devi dirci?-

Remus non riuscì a rispondere perchè Sirius riprese nuovamente la parola:-Rem, capisco che tu non abbia tutte le pretendenti che ho io, ma non essere così disperato da rivolgerti alle Serpeverdi!-

-Posso parlare prima che continuate a dire sciocchezze?-

I due tornarono in silenzio, ma lo sguardo preoccupato gravava ancora sui loro volti, Remus scosse la testa rassegnato:-La vedete quella ragazzina del primo che si sta alzando dal tavolo? Oggi mi è venuta addosso perchè aveva la testa fra le nuvole, vedendo che anche a pranzo ha la stessa aria sognante mi è venuto da ridere. Ecco svelato il mistero e grazie Sirius per il tuo discorso incoraggiante.-
James e Sirius furono sollevati da quella notizia e lo si poteva vedere dai loro volti, una risata dei Malandrini seguì la rivelazione.

-Per un attimo avevo creduto...- Sirius non terminò la frase perchè fu preso da un altro attacco di risate, Remus scosse la testa divertito. Il suo sguardo fu catturato dalla minuta figura che guardava in sua direzione, Venus mosse leggermente la mano in sua direzione ed accennò un leggero sorriso prima di sparire per i corridoi di Hogwarts.

-Può sembrare indifesa, ma è sempre una Serpeverde.-

Remus alzò gli occhi al cielo:-E' una bambina, Sirius. Smettila di fare il drammatico!-
Peter si morse il labbro per non ridere, se lo avesse fatto probabilmente Sirius lo avrebbe fatto impiccare, Black alzò le spalle disinvolto:-Lo vedi Mocciosus? Anche lui era un bambino e guardalo ora.-
Remus diede un leggero scappellotto a Sirius, il moro non comprese il perchè di quell'azione, ma quando Lily Potter arrivò vicino a lui tutto si fece chiaro: se la ragazza lo avesse sentito parlare in quel modo di Severus Piton, probabilmente, si sarebbe ritrovato in infermeria in fin di vita.

***

-REMUS!-
Venus si alzò di scatto, il battito accelerato così come il respiro. I suoi occhi scrutarono la stanza, un leggero gemito uscì dalle sue labbra quando passò la mano fra i capelli, la cute sembrava più alta in alcuni punti, probabilmente erano le cicatrici delle ferite. Una figura nera entrò nella stanza e si sedette vicino a lei:-Come ti senti?-

-Remus?-

Piton abbassò lo sguardo:-Sta bene. Moody è morto, George Weasley ha perso un orecchio, ma gli altri stanno bene.-

Venus sentì il sangue gelarsi nelle vene, delle lacrime bagnarono i suoi occhi:-Mi ha visto...-
-Lo so- Piton guardò nuovamente nei suoi occhi -nessuno dei nostri ha sospettato nulla, questo è l'importante. Ora devi riposarti, ho detto che hai perso il bambino quindi non credo che verranno a disturbarci.-

Severus fece per uscire dalla stanza, ma la voce di Venus lo fermò di nuovo:-Ho ucciso un uomo...-
Il mangiamorte si girò verso di lei e, con la sua solita espressione gelida, aggiunse:-E' normale quando fai il nostro lavoro, devi farci l'abitudine, non è la prima volta che lo hai fatto.-
Uscì dalla stanza e Venus restò sola, di nuovo.

Passarono giorni e lei rimase nel letto, restò lì a pensare, a pensare a quello che la sua vita sarebbe potuta essere, a pensare all'amore che le era stato negato, a pensare che quella sua vita non era affatto vivere, ma sopravvivere. Fu solo il pensiero degli occhi di Harry a farla scendere di sotto, quegli occhi verdi così vogliosi di riscatto e di pace.

-Hai deciso di uscire da quel letto, spero tu ti sia fatta una doccia.-
La giovane spostò uno sguardo arcigno verso l'uomo, questo ghignò divertito:-Non si sa mai con una come te.-

-Sempre più simpatico, Severus.-
L'uomo alzò le spalle e la guardò attentamente, il fisico era più deperito del solito, le mani le tremavano e gli occhi erano incavati nel volto:-Non hai dormito, vero?-

La donna sospirò e scosse la testa:-Continuo a vedere il suo sguardo di disgusto...-
Piton non aggiunse altro, restò fermo a fissarla mentre lei rise nervosamente:-Lo so, sono una bambina viziata. A trent'anni dovrei smetterla di credere ancora nelle favole, ma speravo veramente che guardandomi capisse cosa stessi facendo realmente.-

Piton posò il giornale che stava leggendo ed incrociò le mani sulle sue gambe:-Se lo avesse fatto probabilmente ora sarebbe morto, Jones.-
-Lo so...- Venus abbassò il volto, lo stomaco sembrava stesse trasportando dei massi, il cuore non poteva reggere quel battito accelerato. Severus continuò a guardarla, c'era dell'altro, lo sapeva e sapeva anche che la giovane non avrebbe aspettato molto per confidarglielo.

Venus si voltò verso di lui, gli occhi rossi facevano presagire altre lacrime:-Sono passati solo due anni, Severus, e lui si è già sposato con un'altra donna. Sono sposati, capisci? Siamo stati insieme per anni, per nove anni abbiamo condiviso la nostra storia d'amore ed ora lui è sposato.- la giovane stringeva forte una tazza, mentre i suoi denti stavano infastidendo l'interno guancia -L'ho dovuto lasciare nel momento più difficile della sua vita, aveva appena perso Sirius e ha perso anche me, ma come ha potuto dimenticarsi di tutto? Come..?-

Una mano andò a sfiorarle il volto, l'uomo restò al suo posto a guardarla, non si spiegava neanche lui come quell'imbecille di Lupin fosse stato capace di andare avanti in quel modo. Comprendeva il suo dolore, sapeva cosa significava perdere l'amore della sua vita, ma lui non aveva reagito in quel modo, non avrebbe mai potuto immaginare qualcun altro al posto della sua Lily.

Venus si asciugò velocemente le lacrime e sorrise, un sorriso triste:-Ora basta compatirsi,  ho bisogno di aria. Vieni?-
Piton scosse la testa, ma la giovane non sembrava voler mollare, si sedette sulle sue gambe ed iniziò a fissarlo:-Andiamo, Severus. Non farti pregare.-

L'uomo cercò di non guardarla, ma con scarsi risultati. Era un uomo dopotutto e anche se, come aveva appena pensato, era sempre rimasto fedele a Lily con il cuore, il suo istinto non era sempre stato della stessa opinione. Molte volte si era ritrovato in bordelli a cercare qualcuno che si avvicinasse lontanamente alle caratteristiche della sua Lilian, dalle forme così leggere e delicate. Venus non era affatto come lei: le sue forme erano decisamente più prorompenti, il corpo a clessidra ed i fianchi larghi. Severus Piton era un uomo dopotutto e più volte si era trovato ad usare il suo autocontrollo, l'aveva già toccata una volta e non lo avrebbe fatto nuovamente. Non era il mostro che tutti credevano e, anche se resisterle era difficile, avrebbe trascorso la serata in un bordello. 

-Ho da fare, Jones.-

Si alzò e si diresse fuori dall'abitazione lasciando Venus lì, la giovane non comprese quel comportamento ambiguo. Prese il suo mantello ed uscì anche lei, l'aria la sfiorò ed in quell'istante comprese una cosa molto più importante: era viva.

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