Io e il mio capo di callistas (/viewuser.php?uid=49989)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Presentazioni ufficiali ***
Capitolo 2: *** 2 - Un piccolo inzizio... ***
Capitolo 3: *** 3 - La svolta ***
Capitolo 4: *** Una piccola vittoria, ma... ***
Capitolo 5: *** 5 - L'inizio della missione ***
Capitolo 6: *** 6 - Primi risultati ***
Capitolo 7: *** 7 - Ti voglio anch'io ***
Capitolo 8: *** 8 - Cos'ì impari ***
Capitolo 9: *** 9 - Naraku ***
Capitolo 10: *** 10 - Un'uscita a quattro ***
Capitolo 11: *** 11 - Non mi farai cambiare idea! ***
Capitolo 12: *** 12 - Happy Ending? ***
Capitolo 1 *** 1. Presentazioni ufficiali ***
1. Presentazioni ufficiali
Giusto
per darvi un’idea di quanto io sia mentalmente malata, ho salvato
su una chiavetta 48 storie su Inuyasha & Company (di cui tre le
avete già lette). Sono tutte complete, o quasi. Questa, è
una di quelle.
BEDDDDDDDDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Eccovi un’altra storia su Inuyasha e Kagome! Voi direte
“eh, ma che palle! Sempre a ingorgare il sito con le tue storie,
basta!”, ma io…bastard in&outside, voglio farvela
leggere lo stesso.
Allora…premetto che sarà un tantino diversa, per il
semplice fatto che non vedremo Inuyasha nei soliti abiti in cui siamo
abituati a vederlo, no. Inuyasha e Kagome si piaceranno fin da subito,
ma ci sono delle interferenze (che prontamente ho
eliminato…hehehe…). Il nostro mezzo demone preferito
sarà addirittura più spigliato del solito.
Sapete…mi scocciava dipingerlo sempre come quello che non ci
arrivava mai e mi sono detta che, una volta ogni tanto, un po’ di
materia grigia potevo aggiungerla e così ho fatto.
Ma passiamo alla storia.
È ambientata ai giorni nostri. Inuyasha è il proprietario
di un famosissimo studio di avvocati a Tokyo e Kagome è la nuova
impiegata. È rimasta a piedi con il lavoro
perché…(se vi interessa dovete leggere), allora li
incontra…(stesso discorso di prima), per poi finire
a…(idem con patate).
Bene, dopo questa dettagliata presentazione, volevo precisare una cosa.
Credo che molte, spero, dopo essere arrivate al fulcro della storia,
capiranno di che tratta la fic. Mi sono ispirata a Julia Robert,
un’attrice che secondo me è un mito. Io e il mio babbo ci
siamo sparati tutti i suoi film e l’abbiamo soprannominata
“la mitica”, proprio perché a noi piace un casino,
soprattutto quando interpreta ruoli come quello che ho affidato a
Kagome.
Se permettete, prima di passare al capitolo iniziale, vorrei
ringraziare chi ha commentato l’ultimo capitolo di “Cambia
la tua vita con un click”.
Mary_loveloveManga: hai
ragione…ti confesso che anch’io in realtà pensavo
di riuscire a fare più capitoli, ma mi sono stupita veramente
quando ho visto che al dodicesimo ho messo la parola fine. Pensavo di
aver scritto un papiro di storia e invece quando è venuto il
momento di suddividerla in capitoli ci sono rimasta male. Mi son detta
“Ma…così pochi?” Beh,
dai…pazienza…comunque sono contenta che la storia ti sia
piaciuta e non ti preoccupare per il ritardo, capita a tutti (me in
primis).
Per quanto riguarda Kagome, ti rispondo subito. Ricordi quando nel
capitolo “The wedding date” Kagome è in camera sua?
Proprio li lei ha detto “Mi sono già trovata il
lavoro…” ecco, io intendevo proprio quello. Alcune
lettrici mi hanno chiesto un continuo della storia e possa mai
succedere che vedremo una Kagome in età adulta fare proprio
questo lavoro. Insomma…visto il matrimonio di Rin e Sesshomaru,
per non parlare di quello dei suoi genitori, le carte in regola le ha,
no? E poi Rin, non so perché, ma me la immagino sempre con il
pancione. È un’idea che mi è nata dentro, anche se
non so da dove posso aver preso questa pazza convinzione.
Inuyasha invece, dopo aver perso tutta la sua sicurezza in fatto di
donne (nel senso che dopo aver visto il cambiamento di Kagome, anche
lui è cambiato nei confronti del genere femminile. Non prende
più in giro nessuna ragazza, vista la figuraccia fatta con
Kagome…) ha cominciato a vedersi un po’ meno sicuro sulle
cose e il fatto di chiedere a Kagome di sposarlo me lo ha fatto
dipingere un po’ balbuziente. Spero non ti spiaccia.
Per quanto riguarda la mia scrittura, sono felice che ti sia piaciuta.
Non è facile mettere su carta le emozioni anche perché a
volte io le ho bene in mente, ma quando si tratta di descriverle vado
in panico perché mi mancano le parole. E la cosa mi irrita
assai. Ti faccio di nuovo i complimenti perché, nonostante la
storia sia FINITA (muoviti a scriverne un’altra altrimenti ti
spedisco il clinica…con tanto di pc, ovviamente), è stata
davvero avvincente. Grazie per esserti dichiarata mia fan, è una
cosa che mi ha fatto venire i brillucciconi agli occhi.
Tantissimissimissimissimissimissi besitones!
Monick: io bedda ti ringrazio
un casinissimo! Comunque, vedi di respirare, ne? Sia mai che mi mettano
in prigione per aver causato la morte ad una scrittrice brava e bedda
come te! Sono contenta che ti sia piaciuta, anche se il finale
personalmente non è che mi abbia convinta del tutto. Forse sono
stata troppo magnanima e troppo scontata, ma che ce devo fa? Odio i
finali strappalacrime…sono contenta che hai aggiornato, ho letto
il capitolo tutto d’un fiato, non vedendo di arrivare alla fine
di esso per vedere cosa avresti scritto. Ti mando un abbracciotto
anch’io, sperando che arrivi. Non ti travolgo altrimenti rischio
veramente di ucciderti e poi non potrei più leggere la tua
storia beddissima! Magari ti travolgo quando l’hai finita, ok?
Besitones e grazie ancora!
Mikamey: un’altra bedda
beddissima alla riscossa! Come tu stare? Sono felice di aver letto il
tuo nome anche nell’ultimo capitolo e sono contenta di aver visto
che il matrimonio tra Rin e Sesshyno ti sia piaciuto. Purtroppo si,
è finita, ma non ti preoccupare…sto intasando il sito di
storie mie e spero di poter vedere il tuo nome tra i commentatori. Mi
farebbe veramente piacere…
Non vedo l’ora di leggere la tua prossima storia. Non so come
mai, ma forse è il periodo medievale che mi stimola a fare quei
lunghi, lunghi…lunghi, lunghi…lunghi, lunghi commenti. E
mi cambi anche la coppia? Nooooo…mi ero abituata tanto bene a
leggere di Ayame e Koga…beh, io credo comunque che verrà
fuori una bella storia, come del resto sai fare tu. Mi
raccomando…tu posta tutto, ok?
Besitones!
Kagome19: purtroppo
si…ma dato che hai in mente un sequel, perché non mi dai
qualche idea su come vorresti che proseguisse? Perché io a dire
la verità ci avrei anche pensato su…magari con Kikyo che
torna alla riscossa per vendicarsi, oppure Kagome e Inu-chan che si
lasciano…no, meglio di no…dato che mi hai dato
l’idea, dimmi cosa ti piacerebbe leggere, magari la tua idea mi
ispira e mi metto a fare il seguito.
Intanto, nell’attesa, guarda e dimmi se questa ti piace.
Besitones!
Ryanforever: troppo bedda e troppo gentilissima! Anche tu vorresti ci
fosse un seguito? Se ti fa piacere, mandami qualche idea su come lo
vorresti, magari trovo lo spunto per proseguirla.
Sono contenta che il mio sms ti sia arrivato. Io ci credo fermamente in
questa cosa, anche perché non mi sembra giusto giudicare
qualcuno solo perché ha qualche kilo di troppo e poi,
ultimamente…agli uomini piacciono le donne in
carne…almeno hanno qualcosa da toccare! Ti immagini toccare le
ossa di una donna! Bleah!
Ti mano tanti bacioni e a presto!
Vale728: bon, perfetto. Sono
contenta che ti sia piaciuto. Come sono contenta che il mio messaggio
ti sia arrivato. Mi fa piacere che altre persone la pensino come me su
questioni, che io reputo importanti, come questa. Questa storia mi ha
fatto ricordare alcuni momenti spiacevoli/piacevoli che ho vissuto. In
tanti mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico o mi
rimproveravano dato che adesso, purtroppo, lavoro, per la mia
sbadataggine. Non che faccia le cose con i piedi, ma ci sono certe
giornate in cui non riesco a connettere e allora mi capita di cannare
alla grande. Comunque…quelle persone che mi hanno mortificata
tanto, alla fine se la sono presa in quel posto dieci volte tanto e ti
giuro che non esiste soddisfazione più grande. Non che io sia
per la vendetta anche se, ammettiamolo, qualche volta non guasta.
Così come io ho ottenuto la mia vendetta, anche Kagome ha
ottenuto la sua con Inuyasha. Il ragazzo ha voluto prenderla in giro,
lasciando che i suggerimenti di Miroku andassero a vuoto? Bene. Kagome
gliel’ha restituita dieci volte tanto.
Con questo, ti lascio alla lettura di questa nuova ficcy che spero
possa piacerti come e, spero, un po’ più dell’altra.
Besitos e fammi sapere che ne pensi, ne?
IO E IL MIO CAPO PRESENTAZIONI UFFICIALI
Kagome Higurashi ha venticinque anni. È una bella ragazza e ne
è consapevole; la natura l’ha provvista di occhi da
cerbiatta, sorriso perfetto, capelli neri come la notte lunghi fin
sopra il sedere, e fisico mozza fiato. Le piacciono i vestiti, come
tutte le cose all’ultima moda, fare shopping e uscire con le
amiche.
Oggi è il suo primo giorno di lavoro.
L’azienda presso la quale lavorava fino a qualche mese fa
è andata in fallimento per mala gestione e si era ritrovata
senza lavoro e con il mutuo della casa da pagare. Durante
quell’anno aveva però lavorato saltuariamente: di sera
come cameriera nel bar sotto casa e di giorno come baby sitter ai
bambini delle sue migliori amiche, aveva lavorato anche come
cassiera in un supermercato e come centralinista in un call center.
Aveva scelto tutti lavori che la portassero ad avere un contatto con le
persone, risultando essere un’ottima collaboratrice.
Abita in un trilocale nel centro di Tokyo, con un giardino
relativamente grande e una mansarda molto romantica. Nella cucina,
molto soleggiata, aveva un camino in maiolica bianca con screziature
rosate, un enorme divano a tre posti con tanto di penisola e un tavolo
per dieci persone. Al piano superiore si trovava la sua camera da letto
matrimoniale che condivideva con Koga, il suo eterno fidanzato. Era una
camera molto spaziosa, composta dal letto matrimoniale, un armadio a
quattro ante, un comò, due comodini e una stufa a pellet. La
camera vicina, per gli ospiti, era composta da un letto a castello e un
letto singolo, con un’enorme porta finestra che dava su un bel
balcone spazioso.
La mansarda era la stanza che Kagome preferiva di più. Non vi
era un arredamento particolare, ma solamente un tappeto molto morbido,
una tv e una piccola stufa a pellet anche li. La ragazza vi andava di
rado, ma quando ci andava voleva rimanere li per sempre.
Essendo oggi un giorno speciale, Kagome si era alzata abbastanza presto
per prepararsi. Avrebbe preso impiego presso lo studio di avvocati
più importante della città: la NoTaisho & Partners.
Lei non aveva una laurea in legge, ma non le creava problemi. Per
iniziare avrebbe solamente dovuto rispondere al telefono, spedire i
fascicoli ad altri studi associati, portare le carte durante le
riunioni, chiamare i clienti per confermare o disdire eventuali
appuntamenti. Ed erano tutte cose che lei sapeva fare perfettamente,
soprattutto quella di relazionarsi con il pubblico.
Era in bagno e si stava facendo la doccia, quando ad un tratto
sentì due forti mani massaggiarle sensualmente i fianchi. Rise
divertita.
“Chissà chi è…” – si chiese,
fingendo di non riconoscere il tocco del suo fidanzato. Koga rise,
iniziando una tortura del suo collo, bagnato dall’acqua.
Ma si…aveva ancora un po’ di tempo prima di andare al lavoro…
I due uscirono dalla doccia dopo un quarto d’ora. Kagome si
avvolse nell’accappatoio, mentre Koga nell’asciugamano.
Come abbigliamento per quel primo giorno, Kagome aveva optato per un
top bianco a fascia, un copri spalle a manica a tre quarti bianco,
pantaloni bianchi di quelli che sembravano una gonna da tanto larghi
che erano e ai piedi, un paio di scarpe con tacco 7,5…bianche.
Erano le sette e quarantacinque del mattino di quel lunedì e
Kagome aveva tutto il tempo per truccarsi, dato che l’ufficio
apriva alle nove. Si diresse in cucina dove preparò la colazione
per lei e Koga composta da brioches alla crema, cappuccino, succo
d’arancia e fette biscottate con marmellata varia. Per andare in
ufficio le serviva solo un quarto d’ora di macchina. Ogni tanto
lanciava occhiate all’orologio per evitare ritardi proprio il
primo giorno. Lo sguardo poi si posò su Koga, che stava
mescolando il suo cappuccino da almeno un quarto d’ora, facendolo
così evaporare.
“Ehi…c’è qualcosa che non va?” – chiese Kagome. Koga alzò lo sguardo sorpreso.
“Come? Oh no…nulla…tranquilla…” – Kagome non era molto convinta delle sue parole.
“Sicuro? Ti vedo strano ultimamente…” – Koga cercò di rassicurarla.
“Tranquilla…ehi…è ora che ti prepari!”
– disse il demone cambiando discorso. Kagome sorrise, ma aveva
capito perfettamente il suo tentativo di sviare il discorso.
“Hai ragione…” – la ragazza si diresse in bagno per lavarsi i denti.
Allora oggi finalmente ti levi dalle scatole!” –
affermò Koga tutto contento. Kagome lo trucidò con lo
sguardo.
“Ma bà a pel paebe!” – disse Kagome con la bocca piena di dentifricio.
“Ma dai che scherzo, amore mio. Ti fermi fuori a pranzo?” – Kagome si sciacquò la bocca.
“Si…non mi va di pranzare da sola.” – la
conversazione continuò in camera da letto dove lei aveva
iniziato a cambiarsi. – “Vediamo che mi fanno fare
oggi…”
“Sarai bravissima come al tuo solito…” – le
disse Koga, tirando fuori da uno dei cassetti dell’armadio un
paio di boxer. Kagome si soffermò a guardarlo un secondo. Aveva
come la sensazione che Koga non fosse più lo stesso.
Scrollò le spalle per scacciare quella sensazione e concentrarsi
meglio su quel nuovo giorno.
Otto e quaranta. Era in perfetto orario.
“Io vado! Ci vediamo stasera!” – disse Kagome
salutandolo mentre usciva dalla porta. Aprì il cancelletto di
casa e si diresse verso la sua macchina, un’Audi A3 nuova di
zecca. Mise in moto e partì verso la sua nuova avventura.
“Assolutamente in orario…” – disse Kagome a
sé stessa, complimentandosi per la puntualità.
Citofonò all’interno, sperando che ci fosse già
qualcuno.
“Chi è?” – chiese una voce femminile.
“Kagome Higurashi, signora…” – un click
avvisò la nostra amica che poteva salire. Kagome salì le
scale, notando la finezza dell’arredamento. Le scale erano in
marmo pregiato e il corrimano era sicuramente in argento. Alle pareti
vi erano appesi vari quadri di artisti sconosciuti. Passò in
rassegna tutte le porte, ma nessuna di quelle era l’interessata.
Praticamente dovette farsi sei rampe di scale per arrivare
all’ultimo piano. Ora si trovava di fronte ad una porta di legno
massiccio con sopra una targhetta che indicava: NoTaisho &
Partners. Bussò e una donna venne ad aprirle.
“Buon giorno…sono Kagome Higurashi. Inizio oggi a lavorare
presso questo studio.” – la ragazza che aveva aperto la
porta squadrò Kagome da capo a piedi.
“Prego…” – disse con aria di sufficienza.
Kagome entrò, ammirando lo spettacolo che le si presentava di
fronte: l’interno era molto spazioso, composto da numerose
scrivanie, tutte in legno d’ebano, computer portatili dotati
processori molto potenti e memorie esterne, per quello che aveva
intravisto Kagome e al centro della sala spiccava una fontanella che
spruzzava acqua.
“Mi segua…” – disse la ragazza, distogliendo Kagome dalla sua contemplazione.
“Si…”
=Mi sa che a questa sto già sulle palle…= pensò,
mentre seguiva la ragazza in quel dedalo di scrivanie. La fece
accomodare a quello che da oggi in avanti sarebbe stata la sua
postazione lavorativa.
“Allora…l’avvocato NoTaisho mi ha dato istruzioni per lei…”
“Non credi che ci potremmo dare del tu?” –
azzardò Kagome, notando che era stata messa proprio vicino a
quella ragazza. La ragazza sembrò non volerle dare molta
confidenza, però…
“Si, certo…io sono Kikyo Yamamoto. Piacere.” – disse stringendo con fare sbrigativo la mano di Kagome.
“Piacere…” – disse Kagome che non si era mai
trovata di fronte ad un tipo di persona come quella ragazza.
“Allora…come ti dicevo…per oggi inizierai a
registrare questi dati a computer con questo programma…”
– Kikyo le aprì il programma e le mostrò
velocemente come si usava. Kagome osservava tutto con estrema
attenzione anche perché aveva la strana sensazione che quella
ragazza le avrebbe spiegato le cose solo una volta. –
“…dopo di che dovrai passare ad archiviare le cartellette
in questo armadio.” – disse Kikyo, mostrando
l’armadio dietro di lei.
“A-ha…” – disse Kagome.
“Puoi iniziare.” – le disse Kikyo, trasferendo dalla
sua scrivania un plico di cartellette di carta contenenti mille
documenti, che posate a terra la superavano in altezza. Kagome
guardò quelle carte con occhi sgranati.
“Tu-tutte?” – chiese Kagome, cercando di mantenere un
certo contegno. Anche se era girata, la nostra amica avrebbe giurato di
sentire una risata di sfottimento da parte della sua collega.
“Si, tutte.” – disse Kikyo sottolineando quel
“tutte”. Kagome assottigliò gli occhi, segno che
quella Kikyo avrebbe dovuto mangiar polvere per un bel po’ di
tempo. Prese un bel respiro e si creò un po’ di spazio
sulla scrivania per poter lavorare meglio. Avrebbe iniziato mettendo in
ordine alfabetico tutte le cartellette e poi, mano a mano che le
terminava, le avrebbe archiviate nell’armadio dietro di lei.
L’ordinazione alfabetica le portò via circa due ore di
tempo. Fortunatamente alcune cartellette non erano molto ricche di
documentazione così aveva fatto più in fretta. Stava per
iniziare a registrare la prima cartelletta quando due mani le coprirono
lo schermo del computer.
“Ehi, ma…” – Kagome alzò lo sguardo per
trovarsi davanti due ragazze. – “Si?” – chiese
la ragazza con un sorriso.
“Tu sei quella nuova, vero?” – chiese una.
“Si, mi chiamo Kagome. Voi siete?”
“Oh, io sono Eri, mentre lei è Yumi. Tanto piacere.”
“Piacere mio.”
“Pensavamo ti facesse piacere prendere un caffè con noi, così…ci conosciamo un po’.”
“Ma molto volentieri!” – esclamò Kagome che si
stava alzando dalla sedia, ma qualcuno ebbe qualcosa da obiettare.
“Devi registrare i dati di quelle cartellette.” – le disse Kikyo, guardandola con cipiglio severo.
“Oh Kikyo! Abbottonati il becco una volta ogni tanto!”
– disse Yumi con sdegno. Possibile che per quella era importante
solo il lavoro? Kikyo la guardò indignata per il modo in cui la
sua collega si era rivolta a lei mentre Kagome era in preda
all’imbarazzo totale.
=Che posto di lavoro tranquillo e sereno…= pensò sarcastica la ragazza, che però non sapeva che fare.
“Vieni?” – chiese Eri.
“Un caffè mi ci vuole proprio…Kikyo, vieni anche
tu?” – chiese Kagome per correttezza, ma la risposta secca
della ragazza fece si che Kagome non insistesse più di tanto.
“No.”
“Ok…” – Kagome prese dal portafoglio un paio
di monetine e tutte e tre si avviarono verso la macchinetta del
caffè.
“Eri, perché non le prendi una chiavetta? Così
almeno non viaggerà sempre con le monetine!” – disse
Yumi.
“Vado e torno!” – disse Eri.
“Allora? Come sta andando con la mummia?” – chiese
Yumi a Kagome che sgranò gli occhi nel sentire
quell’appellativo.
“Mummia?”
“Oh si…già…Kikyo è la mummia.” – spiegò Yumi saccente.
“Ecco Kagome. Questa è la tua chiavetta.” – le disse Eri arrivata in quel momento.
“Grazie mille…” – Kagome infilò la
chiavetta, le monetine e si prese una bella cioccolata calda. –
“…comunque con la mummia non ci ho avuto tanti rapporti.
Mi ha detto subito quello che dovevo fare e mi ci sono messa
dietro.” – Yumi e Eri si guardarono sconsolate.
“Sempre la solita. Ha fatto lo stesso anche con noi.” – disse Eri.
“Ma di cosa vi occupate voi?” – chiese Kagome che non
aveva voglia di sprecare la sua pausa a parlare di Kikyo, ops, la
mummia…
“Io mi occupo della consulenza…” – disse Eri.
– “…mentre Yumi tiene i rapporti con gli altri
studi.”
“Vi piace questo lavoro?”
“Si, molto. Ma mai come il suo titolare…” – disse Eri con lo sguardo famelico.
“Eri!” – disse Yumi, sorridendo indignata per la sfacciataggine dell’amica.
“Perché?” – chiese Kagome incuriosita.
“Perché è uno strafigo da paura!” – ammise Yumi, sconcertando Eri.
“E per fortuna che poi la ramanzina la fai a me…”
– disse Eri. – “Comunque…lo vedrai oggi
pomeriggio. È tornato stamattina dalla Scozia per un viaggio
d’affari.” – Kagome bevette il suo ultimo sorso di
cioccolata e gettò il bicchiere nel cestino.
“Adesso devo andare, ma mi ha fatto piacere conoscervi. Avete impegni per il pranzo?” – chiese Kagome.
“No.”
“Avete voglia di pranzare con me?” – chiese, sperando di non apparire troppo invadente.
“Volentieri! Ci vediamo a mezzo giorno, allora!” – disse Eri, salutando Kagome.
Era passato solo un quarto d’ora dalla pausa caffè e
Kagome si era messa d’impegno nel registrare i dati in computer.
La sveltezza con la quale batteva sulla tastiera dei numeri, aveva
lasciato Kikyo e tutte le colleghe vicine allibite, alle quali scappava
anche un sorrisetto isterico per la velocità. Chiuse la pratica
dopo dieci minuti che l’aveva presa in mano con decisione e
l’archiviò nell’armadio.
“Ma…hai già finito?” – chiese Kikyo
allibita. Kagome la guardò e annuì timidamente.
“Si. Perché?” – chiese Kagome non capendo.
“Ma…l’hai cominciata solo dieci minuti fa!”
“E allora?” – richiese la ragazza che capì dove voleva andare a parare la sua collega.
“Allora non è possibile che tu abbia già registrato
tutto!” – Kagome mise una mano sul fianco e si
appoggiò su una gamba, segno che quello che le aveva detto la
collega l’aveva infastidita parecchio.
“Preferisci controllare?” – chiese Kagome, sperando
in una risposta negativa. Non aveva molta voglia di perdere tempo.
“Si!” – esclamò Kikyo, lasciandola basita. Alla faccia della fiducia…
Kagome si girò scocciata verso l’armadio e riprese in mano
la cartelletta e la sbattè sulla scrivania di Kikyo in malo
modo, incrociando le braccia al petto. La ragazza iniziò a
passare in rassegna tutte le varie comunicazioni e, dopo mezz’ora
di lavoro, dovette ammettere che Kagome aveva registrato tutto
correttamente.
“Contenta?”
“Senti…non ti permettere di parlarmi così!
Chiaro?” – tuonò Kikyo, livida per la figuraccia.
“Adesso sentimi tu. Questo non è il mio primo giorno di
lavoro! Ho già lavorato da altre parti, che credi?”
– chiese Kagome offesa. Prese con violenza la cartelletta dalle
mani di Kikyo e la rimise al suo posto. – “Mi hai fatto
perdere mezz’ora!” – Kagome si sedette sulla sedia e
riprese il suo lavoro.
Lavorare come commessa alla cassa di un supermercato aveva i suoi lati
positivi. Per non far aspettare troppo i clienti, aveva dovuto imparare
alla svelta a schiacciare i tasti esatti in poco tempo e quella
manualità le era rimasta. Quello scambio di battute aveva
già fatto il giro dell’ufficio e in molti si alzavano
dalle proprie sedie con circospezione per vedere la nuova arrivata che
aveva tenuto testa alla mummia.
Erano le undici e quarantacinque e Kagome era a tre quarti
dell’opera. Le mancavano una cinquantina di cartellette ma erano
tutte, per fortuna, molto scarse per via di documenti e pensava di
riuscire a sistemarle per il pomeriggio. Prese una cartelletta e
registrò i dati finchè non vide i primi colleghi
allontanarsi. Guardò l’orologio del suo computer e vide
che erano le dodici e cinque minuti. Eri e Yumi erano
all’ingresso che la stavano aspettando, ma Kikyo la
obbligò a passare li la sua pausa pranzo.
“Cosa dovrei fare io?” – chiese Kagome allibita.
“Rimani qui e finisci il lavoro.” – disse Kikyo, che stava raccattando le sue cose per uscire a pranzo.
“Guarda che anch’io ho il tuo stesso diritto di mangiare,
sai? E poi scusa…in un’ora avrò finito tutto e non
mi resterà nulla da fare per il pomeriggio!” – disse
Kagome.
“Tranquilla, per il pomeriggio ho già altro lavoro per te.
Ci vediamo più tardi.” – disse la mummia,
lasciandola li a boccheggiare.
“Ma…” – cercò di ribattere Kagome ma
Kikyo era già sparita dietro l’angolo. –
“…questa non è normale!” –
esclamò Kagome sedendosi sulla sua sedia.
Salutò ancora allibita le sue colleghe, con le quali doveva
andare a pranzo, e si guardò sconsolata intorno finchè lo
sguardo non le cadde sulle cartellette rimanenti. Con malagrazia ne
prese una e ricominciò a registrare. Come previsto, alle una
aveva già finito e lo studio riapriva soltanto alle tre. Non
poteva nemmeno uscire perché non aveva le chiavi per chiudere,
quindi doveva rimanere li e aspettare. Si guardò attorno,
cercando qualcosa da fare per distrarsi. Avendo programmato un pranzo
decente non si era portata via niente da poter sgranocchiare e la
prospettiva di riempirsi di merendine o patatine delle macchinette non
l’allettava per niente. Decise di farsi un giro per lo studio,
per vedere com’era fatto. Scoprì dov’erano i
servizi, le fotocopiatrici, le tre sale riunioni…il tutto
arredato con i materiali più pregiati. Decise di tornarsene
indietro e ingannando l’attesa, giocando al solitario, quando una
voce la fece trasalire.
“E lei chi è?” – Kagome fece un salto per lo
spavento, ma quando si girò pensò veramente di morire.
Davanti a lei c’era il ragazzo più bello che avesse mai
visto in tutta la sua vita. Persino Koga passava in secondo piano. Si
pentì subito per quel pensiero. Quel ragazzo era vestito con un
semplice jeans slavato sulle gambe, una camicia bianca aperta nei primi
tre bottoni, rivelando un petto sul quale Kagome avrebbe voluto
metterci le mani. Occhi di un profondo oro colato e capelli che
emanavano riflessi argentati. Ciliegina sulla torta: due orecchiette
canine tenerissime che si muovevano in cerca di qualsiasi suono.
– “Beh? Il gatto le ha morso la lingua?” –
richiese il ragazzo ancora fermo. Kagome si destò dalle sue
fantasie e gli andò incontro per presentarsi.
“Oh…m-mi scusi…sono Kagome Higurashi. Prendo
servizio oggi presso questo studio.” – il ragazzo
alzò un sopracciglio. Ora che ce l’aveva davanti poteva
apprezzare meglio la ragazza. In due parole: uno sballo. Sorrise
enigmatico, poggiando a terra la sua valigia da viaggio che Kagome
notò subito.
=Non ditemi che lui è…= si chiese la ragazza con il cuore in tumulto.
“Inuyasha NoTaisho, molto piacere.” – Kagome gli
strinse la mano, scoprendola forte e calda e cercò di
immaginarsi come poteva essere toccata da quelle mani.
Allora…il primo capitolo è andato.
Cosa ve ne è parso? Passabile?
Sarà una storia da dieci capitoli al massimo, quindi non
aspettatevi un poema epico cavalleresco. È una storia che tratta
un tema abbastanza importante, come vedrete con il proseguo della
storia. Io spero che questo primo inizio vi sia piaciuto, e che
ovviamente vi abbia incuriosito, così come spero che se
continuerete a leggere vi piaccia anche la storia.
Bene. Quello che avevo da dire l’ho detto. Aspetto come al solito i vostri (spero numerosi) commenti.
Grazie a tutte
Besitos, callistas
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Capitolo 2 *** 2 - Un piccolo inzizio... ***
Un piccolo inizio...
Ciao bedde!
Sapete, sono proprio contenta che questo primo capitolo vi sia
piaciuto. Volevo fare in modo che Kagome e Inuyasha non fossero sempre
quelli timidi e impacciati e allora ho deciso di farli più
sicuri di sé stessi. Come avrete ben notato, Kagome non si fa
mettere i piedi in testa tanto facilmente, nemmeno da una certa morta
vivente di nostra conoscenza. Bella figura che ha fatto davanti ai suoi
colleghi, eh? Piccola soddisfazione personale hehehe…ma non
perdiamoci assolutamente in chiacchiere.
Siamo ora giunte a questo secondo capitolo in cui ci sarà uno
sviluppo. Piccolissimo, ma almeno c’è. Chissà di
cosa si tratta…comunque!
Kagome ha conosciuto Inuyasha e, cosa succederà ora dato che
Kikyo l’ha obbligata a fermarsi in ufficio? Avrà scatenato
una reazione a catena? Forse…
Scusate, ma di più non posso dirvi, altrimenti vi tolgo il gusto
della lettura (ma ovviamente lo faccio più per me che per voi
… :p).
Ma prima di passare al nuovo capitolo, permettetemi di ringraziare
personalmente coloro che hanno recensito, con mia sommissima gioia.
Mikamey: spero che non ti veda
nessuno allora…CIAO BEDDA! COME STAI? Mi fa davvero piacere che
l’inizio ti sia piaciuto. Per quanto riguarda i pairing ormai
dovresti conoscermi. Sono troppo innamorata della coppia Inu-Kag e
scambiarli non mi piace proprio. Se un giorno, un malaugurato giorno,
tu dovessi leggere una storia che ha un pairing strano, quello
sarà il segnale che io non sto bene e che starò scrivendo
da una clinica per degenerati mentali. No dai, scherzi a parte. Con le
coppie io sono molto rigida, nel senso che Kagome deve stare con
Inuyasha, altrimenti che ci sarebbe andata a fare nell’epoca
Sengoku se poi doveva tornarsene a casa a bocca asciutta? Sango e
Miroku sono fatti per stare insieme: Miroku combina casini e Sango, con
immensa pazienza, li sistema. Rin e Sesshomaru. Secondo me questi due
sono appositamente stati ideati per finire insieme, un giorno o
l’altro. Infatti, se Sesshomaru era tanto immune ai sentimenti
umani, perché ha salvato Rin? E anche dopo che l’ha
salvata, perché non l’ha abbandonata? Potrei stare qui
delle ore a quisquigliare, ma credo che il succo del discorso lo
abbiamo capito, no? Ti dicevo…il giorno in cui mi vedrai
scrivere qualcosa che sia diverso da una Inu-Kag significa che ho
l’umore a terra e che tutto intorno a me deve andare storto.
Bene…dopo questa “piccola” premessa ti lascio alla
lettura del cappy, sperando che quello che succederà ti
sconfinferi le idee, ma che soprattutto…ti faccia capire da che
parte sto.
BESITONES!!!
Monik: AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!CIAOCIAOCIAO!
Come sono contente di vedere il tuo nome tra i commentatori!!!! Sono
contenta che ti piaccia il mio stile di scrittura. Di solito prima di
pubblicare qualsiasi cosa devo rileggerla come minimo un centinaio di
volte e ogni volta devo togliere o aggiungere qualcosa.
Uff…comunque! Mi fa anche tanto piacere che anche a te piaccia
Julia Roberts…io sono (platonicamente) innamorata di lei. La
trovo fantastichissima!
A proposito di ritardi…COM’E’ CHE NON AGGIORNI? Mi
stai facendo diventare pazza. Ho visto l’aggiornamento di
“Ars Fascinandi”, ma non quello di “Dolci
cambiamenti”.
Comunque non ti preoccupare. So cosa significa essere sommersi da
compiti, verifiche e affini…è uno stress inimmaginabile,
motivo per cui sto da dio adesso che lavoro. Non tornerei a scuola
manco se mi pagassero! (oddio…potremmo concordare una cifra
e…no vabbè dai…).
Per quanto riguarda l’aggiornamento vediamo come mi gira ma penso
che, se i Kami me lo consentiranno, sarà una volta alla
settimana. Ti mando un abbracciotto anch’io, evitando nel
frattempo la testata nucleare.
BESITONES!
Kagome19:
ciaociaociaociaociaociao! Come sono contenta di rivederti! Sono
contenta che l’inizio ti sia piaciuto, e spero che possa piacerti
anche questo secondo capitolo. Beh, io spero di non deluderti e fammi
sapere se magari avresti preferito un approfondimento rispetto ad un
altro, ok? Ti aspetto in fondo al capitolo, ciao bedda!
Vale728: allora, vediamo cosa
posso dirti per rassicurarti…dunque dunque…Kikyo
sarà a dir poco STRONZA in questa storia, quindi ci saranno
molte occasioni in cui la tua voglia di ammazzarla schizzerà
alle stelle. Kagome la affronterà anche a viso aperto, mettendo
bene in chiaro le cose. Kikyo però le farà entrare da un
orecchio e uscire dall’altro, fino a quando…ecco, non ti
posso dire altro, ma spero di averti incuriosita almeno un pochino.
Inuyasha, invece, sarà un po’ meno diretto con la mummia
rinsecchita, ma comunque cercherà di farle capire
che…scusa, ma non posso dirti nemmeno questo. Allora, io spero
di aver stuzzicato la tua curiosità e spero anche di rivederti
al prossimo aggiornamento. Ti aspetto in fondo, ok? Besitones,
callistas.
Achaori: affermare che Kikyo
è una santa, sarebbe blasfemo. Questa ragazza è un
po’ troppo contorta per i miei gusti e non è giusto che
debba rompere le uova nel paniere agli altri. Ma fatti i ca22i tuoi,
no? Vabbè dai…non facciamoci venire l’ulcera per
colpa sua.
Sono veramente contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto e spero
che non sia questo secondo a deluderti. Grazie mille per avermi
lasciato un commento! Alla prossima!
Mary_loveloveManga:
BEDDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!! Felicissima di rivederti su
questi schermi! Sono contenta che questo primo inizio ti sia piaciuto,
così come spero ti possa piacere anche il seguito.
So che ci sono due pecche, ma sai come sono fatta: se Inu e Kagome non
si mettono insieme vado in paranoia. Però dovranno sudarsi il
loro amore, mica posso buttarli uno tra le braccia
dell’altro…così! Ci saranno molti ostacoli da
superare, molti dei quali si pone proprio Kagome.
Per quanto riguarda Kikyo, troverai una piccola sorpresina in merito.
Sappi che però non la farò morire, ma mi impegnerò
bene affinchè se ne vada fuori dalle “cocche”.
Non farti problemi per le storie. Quando ti sentirai pronta a
pubblicare, mi vedrai sicuramente a commentare. Io ti lascio con questo
secondo capitolo. Grazie come al solito per aver commentato e spero che
questo secondo capitolo ti stuzzichi come il primo.
Besitones, callistas.
IO
E IL MIO CAPO
UN PICCOLO INIZIO…
=Ma ti pare possibile fare pensieri sconci sul proprio capo?=
“Piacere mio.” – disse Kagome, cercando di apparire
sicura di sé. Sembrò funzionare e Inuyasha gradì
molto quella sicurezza.
“Come mai qui? Non pranza?” – Kagome alzò un sopracciglio, irritata per non aver pranzato.
“A dir la verità sono stata segregata qui.” – disse Kagome.
“Segregata? Ma chi…oh…la mummia, immagino.” – disse Inuyasha sconsolato.
“Precisamente.” – Inuyasha sembrò pensare a
qualche cosa. – “Senta…mi fa compagnia mentre
sistemo le mie cose nel mio ufficio?” – Kagome fece una
faccia stupita, non se l’era aspettata una richiesta simile.
=Ma certo…poi ti sbatto al muro e ti violento…= fu il pensiero di Kagome.
“Va bene.” – disse solamente. Seguì Inuyasha
nel suo ufficio e lo vide dirigersi verso la finestra, tirare le tende
e rivelare un arredamento ancora migliore dell’ufficio in cui
lavorava Kagome. – “Accidenti!” –
esclamò la ragazza guardandosi intorno meravigliata. Inuyasha
sorrise nuovamente, impossibilitato a non pensare quanto fosse sexy
quella sua nuova impiegata.
“Prego, si sieda…” – disse Inuyasha,
attendendo che Kagome si sedesse per aiutarla. La ragazza si
avvicinò e con un sorriso lo ringraziò per la sua
gentilezza.
“Grazie mille.”
“Prego…” – ma nel togliere le mani dallo
schienale, “casualmente”, Inuyasha toccò le spalle
di Kagome che ebbe l’impulso di girarsi e baciarlo.
=Sto diventando una porca…devo controllarmi…=
pensò Kagome, sempre sorridendo. Inuyasha estrasse dalla sua
borsa un computer portatile, all’ultimo grido. Collegò la
presa della batteria alla spina e lo accese. Si sedette sulla sua sedia
e tirò fuori la camicia dai jeans. Inutile dire che Kagome stava
impazzendo. Con gesti sicuri e fluidi della mano, Inuyasha accese i
programmi necessari e appena finito, intavolò una chiacchierata
con la sua nuova dipendente per conoscerla meglio.
“Allora Kagome…posso chiamarla Kagome, vero?”
– chiese Inuyasha guardandola come se di li a poco le sarebbe
saltata addosso.
=Puoi fare tutto quello che vuoi…=
“Mi può dare anche del tu.” – disse Kagome,
iniziando a flirtare con il suo capo in modo molto sottile, nulla di
troppo spinto.
“Grazie. Come si è trovata…scusami…come ti
sei trovata qui in questa prima mezza giornata?” – Kagome
si appoggiò allo schienale della sedia molto, molto
sensualmente, accavallò le gambe e fece oscillare il piede.
“Bene, la ringrazio. Devo farle i complimenti per
l’arredamento. Ha un gusto veramente impeccabile.” –
disse Kagome, continuando a flirtare. Inuyasha stirò le labbra
in un sorriso che mozzò il respiro in gola alla ragazza.
“Grazie, comunque…dammi del tu.” – Kagome sorrise, imbarazzata per quello che aveva appena pensato.
=Se vuoi ti do dell’altro anche…KAGOME BASTA!= pensò la ragazza dentro di sé.
“Mi sembra strano…”
“Cosa?” – chiese Inuyasha.
“Dare del tu al mio principale.” – Inuyasha corrucciò le sopracciglia.
“Non mi piace quando mi chiamano “principale”!”
“Perché no…principale?” – chiese Kagome
con un sorriso da sfottò. Inuyasha assottigliò gli occhi,
fintamente irritato da quella presa in giro.
“Kagome…” – la ammonì lui, fintamente
arrabbiato. In realtà quel gioco lo stuzzicava parecchio.
“Si?…principale?” – Inuyasha schioccò
la lingua sul palato e Kagome decise di mollare la presa…per il
momento.
“Mi fai compagnia per un caffè?”
“Volentieri grazie…” – con uno scatto fulmineo
Inuyasha arrivò alle spalle di Kagome e le spostò la
sedia. La ragazza, non abituata a questo tipo di galanteria, sorrise,
leggermente imbarazzata.
“Non sono abituata a questo tipo di galanteria…” – disse lei per sdrammatizzare. Inuyasha sorrise.
“Ti ci abituerai…” – disse Inuyasha, lasciandola di stucco e avviandosi verso la porta.
=Ma…ci sta provando sul serio?= si chiese allibita Kagome.
I due si avvicinarono alla macchinetta del caffè e Kagome inserì la sua chiavetta.
“Non se ne parla nemmeno!” – disse Inuyasha, arrabbiato per quello che Kagome voleva fare.
“Beh?” – chiese lei non capendo.
“Offro io!” – disse Inuyasha togliendo la chiavetta
dalla feritoia, inserendo la sua. Kagome lo guardò storto,
però fece una cosa che lo lasciò di stucco. Sfilò
la sua chiavetta e reinserì la propria.
“Sia mai che il mio principale mi offra il caffè!”
– disse lei sfottendo. Inuyasha accettò, a patto che
però Kagome si servisse per prima.
“Va bene, va bene…basta che non mi licenzi!” –
Inuyasha aveva appoggiato il braccio contro la macchinetta, in una posa
a dir poco seducente. La camicia infatti gli si era alzata, rivelando
una porzione di stomaco niente male.
“Tranquilla…come lo prendi di solito?” – Kagome si girò, rossa in volto.
“C-come?” – Inuyasha si avvicinò un po’ di più a lei. La ragazza non osava fare un passo.
“Come lo prendi di solito?” – Kagome era in panne. Di
che stava parlando? – “Kagome? Come lo prendi il
caffè?” – chiese Inuyasha, che aveva capito
perfettamente che Kagome aveva recepito tutt’altro messaggio.
E la cosa non gli era dispiaciuta per niente.
“Il caffè?” – chiese Kagome come se le
avessero appena gettato addosso un secchio d’acqua gelata.
– “Ma certo! Il caffè…che altro!”
– rise istericamente, un po’ per alleviare la tensione.
Vide Inuyasha sghignazzare e si rese conto dell’enorme figuraccia
che aveva appena fatto con il suo titolare il primo giorno di lavoro.
=Perfetto…vuoi la guerra Inuyasha NoTaisho? E guerra avrai.=
Kagome si fece seria tutto d’un colpo e piantò i suoi
occhi da cerbiatta in quelli d’orati di Inuyasha che smise subito
di ridere.
“Lungo.” – disse Kagome che notò
l’impercettibile allargamento degli occhi di Inuyasha, segno che
anche lui stava iniziando a fraintendere alla grande. – “E
con quattro palle.” – ora Inuyasha aveva spalancato gli
occhi.
“Q-quattro?” – chiese. Poi Kagome sorrise, “innocentemente.”
“Mi piace dolce…” – Inuyasha si rese conto di
aver frainteso alla grande quando vide Kagome ridere di soddisfazione.
=Credo che sarà una cosa molto interessante…= pensò il principale.
Presero i loro caffè e poi si diressero verso la terrazza. Da li si godeva uno spettacolo mozzafiato.
“E’…è bellissimo quassù!”
– disse Kagome senza malizia alcuna. Inuyasha la osservò
rapito. Quella ragazza era veramente bella!
“Mai come te.” – disse Inuyasha senza tanti peli sulla lingua. Kagome si girò di scatto.
“Prego?”
“Mai come te.” – Kagome si grattò la testa,
imbarazzata. – “Che c’è?” – chiese
Inuyasha divertito dal rossore diffuso sulle guance di quello splendore.
“E’ che…non ci sono abituata…” – disse Kagome sinceramente.
“Mi sembra impossibile!” – esclamò Inuyasha,
stupito. Lei che non è abituata a sentirsi dire che è
bellissima? – “Ma forse…non hai nessuno che te le
dice queste cose?” – azzardò lui. Kagome lo
guardò un attimo e per un attimo soltanto desiderò di non
essere fidanzata.
“Oh, no…ce l’avrei, solo che…non me lo dice
mai…” – anche se fuori poteva sembrare la persona
più serena di questo mondo, Inuyasha dentro stava per scoppiare.
Lei era già fidanzata, e oltretutto questo ragazzo non le faceva
mai nessun complimento.
“Perdonami, ma…è un’idiota.” – Kagome se ne risentì un po’.
“Ehi!” – disse lei, un po’ arrabbiata.
“E’ un’idiota se non ti dice che sei bella.”
– di nuovo Kagome avvampò. Non sapeva se prendersela con
Inuyasha per quello che aveva detto di Koga o prendersela con Koga
perché non le faceva mai i complimenti. Lasciò perdere la
faccenda. Continuarono a parlare di vari argomenti e pian piano
arrivarono le tre del pomeriggio. Kagome guardò l’orologio.
“Accidenti! Sono le tre! Devo correre al lavoro altrimenti se
faccio tardi il mio principale si arrabbia!” – disse Kagome
con il suo sorriso da presa in giro.
“Credo che non si arrabbierebbe mai con te.” – ammise
lui, imbarazzandola ancora di più. Kagome gli fece la linguaccia
e scese assieme a lui. Alcuni colleghi di Kagome erano già
arrivati, tra i quali serpeggiava Kikyo. Quando vide che Kagome stava
scendendo con Inuyasha dalla terrazza per poco non le venne un colpo.
Ridevano e scherzavano come se fossero amici di vecchia data e poi li
vide salutarsi.
“…ok, a dopo, ciao…” – disse Kagome mentre rideva per le avances del suo capo.
“Ciao.” – le disse Inuyasha.
Avances che lei non aveva sdegnato per niente.
Si sedette al suo posto, sotto lo sguardo allibito dei suoi colleghi, ma di Kikyo soprattutto.
“Allora? Che mi fai fare oggi?” – chiese con umore
migliore. Kikyo ingoiò pesante e diede a Kagome dell’altro
materiale da registrare.
“Registra con lo stesso programma queste ricevute.”
Chissà perché, ma il fatto di rivedere Inuyasha le metteva addosso una strana euforia.
“Ok.” – Kagome si concentrò sul suo lavoro e
dopo due ore di numeri e calcolo di percentuali, Kagome potè
finalmente andare da Inuyasha. – “Kikyo, io ho finito. Dove
devo archiviarle?”
“Dalle a me. Devo portarle a Inuyasha.” – disse Kikyo
con soddisfazione, pensando di infastidire la ragazza. Ma Kagome non
era il tipo da farsi prendere in giro in quel modo. Consegnò le
ricevute con un bellissimo sorriso.
“Certo! Ecco qui!” – Kagome si ridiresse alle
macchinette del caffè e si prese un cappuccino, raggiunta poi da
Eri e Yumi.
“Ciao Kagome! Allora? Com’è andato il tuo primo giorno di lavoro?”
“Abbastanza bene, grazie.”
“Che ti ha fatto fare la mummia?”
“Registrazione contabile…credo.”
“Scommetto delle cartellette che andavano archiviate nell’armadio dietro di te.” – disse Eri saccente.
“Già…stesso rodaggio?” – chiese Kagome.
“Preciso preciso.” – risposero in coro Yumi ed Eri. Le tre si misero a ridere.
“Adesso devo andare. Ci vediamo dopo, ok?” – chiese Kagome.
“Ok. Ciao!”
Kagome tornò al suo posto e attese il ritorno di Kikyo. Doveva sapere che fare per riempire quelle ultime due ore.
“Allora Kagome…” – disse Kikyo, altezzosa.
– “…mi servono le fotocopie di questa
documentazione.” – Kikyo mollò in mano a Kagome un
plico di millecinquecento pagine, da fotocopiare inderogabilmente entro
la mattina successiva.
“Come vuoi…” – disse Kagome, prendendo il
fascicolo e dirigendosi verso la fotocopiatrice, situata in uno
stanzino a sé stante con tanto di impianto di raffreddamento.
Nonostante il condizionatore funzionasse ad una temperatura abbastanza
bassa per evitare il surriscaldamento della macchina, dentro quello
stanzino c’era un tepore che stupì non poco Kagome. Quel
calore sulla pelle, la invitò a togliersi il copri spalle.
Pessimo errore…
Era da mezz’ora che stava li e aveva fotocopiato cinquecento
pagine, l’esatta quantità di una risma di carta. Le
girò dall’altra parte per fare il fronte retro e
schiacciò il tasto verde. Si appoggiò ad una parete in
attesa, finchè non sentì una scarica di piacere
attraversarle la spina dorsale. Si girò di scatto, andando ad
incrociare gli occhi ambrati del suo principale.
“Principale buonasera!” – disse lei, maledicendosi per aver tolto il copri spalle.
“Ciao…” – disse lui con voce roca. Le
passò il dorso della mano lungo la schiena e lei non potè
impedirsi di rabbrividire.
“Inuyasha…” – lo chiamò lei in un sussurro. La voce non ne voleva sapere di uscire.
“Si?” – Kagome sentiva sempre di più la
presenza di Inuyasha alle sue spalle. Doveva fermarlo. Credette di
morire quando sentì che le sue mani, le sue calde mani, le
stavano spostando i capelli da un lato e posarle un bacio sul collo. Si
armò di tutta la buona volontà che Madre Natura le aveva
concesso e si girò verso di lui.
“Sono fidanzata.” – ma Inuyasha non intendeva demordere.
“Tranquilla…non sono geloso.” – a Kagome scappò una risatina isterica.
“Tu no…ma il mio ragazzo si!” –
puntualizzò la ragazza. Inuyasha sembrò rinunciare. Ma
successivamente, imprigionò il corpo di Kagome tra il suo e la
parete. La ragazza era pronta a sentire le labbra di Inuyasha sulle sue.
“Aspetterò…” – disse lui, lasciandola in piena confusione. Poi se ne andò.
La fotocopiatrice sembrava impiegarci una vita.
“Ma ti muovi?” – chiese Kagome alla macchina.
Fortunatamente dopo cinque estenuanti minuti la macchina aveva finito
la prima trance di copie. Inserì la seconda sperando
ardentemente che si muovesse. Tanto per ingannare il tempo, prese il
fascicolo che aveva appena fotocopiato e iniziò a leggerlo.
Nonostante non capisse niente di leggi o codici, trovò molto
interessante l’argomento che stava trattando. In pratica, era una
causa intentata contro la Hakudoshi’s Company per avvelenamento.
La Hakudoshi produceva materiale idrico che durante la lavorazione dava
origine a materiale di scarto che, se non arginato in speciali
contenitori stagni, filtrava nel terreno, inquinando le falde
acquifere. Kagome prese una sedia, tastando nel vuoto perché non
intendeva schiodarsi un secondo dalla lettura del fascicolo, si sedette
e continuò a leggere.
Il plico diceva che la HC (Hakudoshi’s Company) aveva si delle
vasche di raccoglimento per il materiale di scarto, ma purtroppo non
erano stagne. In questo modo il marciume delle scorie filtrava nel
terreno, inquinando così le falde acquifere. Non molto distante
da quell’industria, c’era un piccolo paese, popolato
più che altro da allevatori e coltivatori che assistevano
impotenti alla morte delle loro colture e animali. Inutile dire che se
la cosa non veniva risolta al più presto, quelle povere persone
rischiavano veramente di finire in rovina, nonché di morire.
Kagome si alzò, depositò il fascicolo sulla sedia e
andò alla fotocopiatrice. Ripeté la stessa procedura di
prima per il fronte retro e aspettò che anche quella risma
finisse. Si risedette e proseguì nella lettura. Quel fascicolo
era molto ben dettagliato, ma secondo lei mancava qualcosa. Per
esempio…chi aveva iniziato ad intentare la causa? È stata
una famiglia di quel paese o è stato qualcuno che osservava la
HC da qualche tempo? Quante persone sono morte da quando la HC ha fatto
la sua comparsa? Quali sono i sintomi che hanno colpito gli animali?
=Magari le trovo scritte sui plichi che sto fotocopiando
adesso…= pensò giustamente Kagome. In quel momento la
fotocopiatrice finì anche la seconda trance e Kagome poté
finalmente inserire l’ultima. Sistemò il plico che aveva
appena letto e si dedicò al secondo. Parlava più che
altro del sistema di contenimento della HC, specificava la sua
struttura interna con le misure precauzionali che, secondo lo studio di
Inuyasha, non erano state messe in atto più che altro per
risparmiare. Parlava inoltre di come, sempre secondo lo studio di
Inuyasha, la HC assumesse e licenziasse dipendenti dalla mattina alla
sera, facendo risultare questo comportamento assai sospetto. Ma la
spiegazione non c’era. Kagome era totalmente immersa nella
lettura, molti termini non li conosceva, ma riusciva a capire a grandi
linee che questa HC doveva essere fermata. Concluse la lettura anche di
quel fascicolo e andò alla fotocopiatrice per vedere se aveva
finito. Prese la carta dal cassetto e la girò, attendendo
pazientemente che finisse quel lavoro. Controllò l’ora: le
sette e quindici minuti. Tra un quarto d’ora lo studio avrebbe
chiuso. Si rimise il copri spalle e questo gesto le fece ritornare alla
mente il bacio infuocato di Inuyasha. Se chiudeva gli occhi poteva
sentirlo ancora. Concluse l’ultimo quarto d’ora e
finalmente potè tornare al suo posto a prendere le sue cose, ma
prima doveva rilegare il fascicolo fotocopiato. Non si era accorta che
Inuyasha era fermo davanti a lei che la guardava, o meglio, guardava la
scollatura del suo top.
“Certo che il bianco ti dona, eh?” – disse Inuyasha.
Per lo spavento Kagome saltò indietro e cadde sulla sedia,
facendo ridere il suo principale. Respirava affannosamente per cercare
di darsi un contegno, ma la vicinanza di Inuyasha e il suo sorriso
bellissimo non l’aiutavano di certo.
“M-ma, ma, ma…principale!” – disse Kagome,
usando l’unica parola che faceva zittire Inuyasha. Infatti, smise
di ridere. – “Adesso so come farti stare zitto.”
– disse Kagome sorridendo.
“Hai finito?”
“Si. Ho rilegato il fascicolo e adesso me ne vado a casa.”
“Ok. Ci vediamo domani, allora?”
“Se non sono licenziata…” – disse Kagome.
Inuyasha sorrise e attese che Kagome uscisse per chiudere la porta e
inserire l’allarme. Kagome andò verso la sua Audi e
Inuyasha verso il suo Porche Cayenne Turbo. Kagome lo guardò
allibita. Una macchina così le costava anche sognarla.
Chissà quanto costava?…
Ognuno poi prese la propria strada…
…non vedendo l’ora di vedersi il giorno dopo.
“Sono tornata!”
“Ciao amore! Com’è andata?”
“Bene, dai…ho già litigato con una mia
collega.” – disse Kagome fintamente compiaciuta. Koga
guardò Kagome con aria afflitta.
“Cominci di già?”
“Mai passato per l’anticamera del cervello che abbia iniziato lei?” – Koga fece una sospettosa.
“E che avrebbe fatto?”
“Tanto per farti capire che tipo è, tutti in ufficio la
chiamano la “mummia”, perché è bianca
cadaverica e non ha amicizie.”
“Ah…”
“Mi ha fatto cominciare con l’inserire dei dati a computer
e alle una avevo già finito, senza contare che mi ha obbligata a
non mangiare per finire quelle registrazioni.” – disse
Kagome ancora furiosa per non aver pranzato.
“Ma dai?!” – disse Koga divertito.
“Seee, ridi ridi…poi quando avevo finito ha voluto
controllare perché pensava che avessi saltato
qualcosa…” – mentre Kagome raccontava a Koga la sua
giornata si spostavano da una parte all’altra della casa
perché Kagome si potesse cambiare d’abito. –
“…quando ha visto che non mancava niente ci è
rimasta malissimo. Pensava che per schiacciare un tasto ci avrei messo
due anni.” – Koga l’abbracciò e la
baciò.
“Il mio piccolo tesoro…” – usando un tono come
si fa con i bambini per farli stare zitti. Kagome rise e andò in
cucina a preparare la cena. Fortunatamente Koga aveva già messo
su l’acqua e dosato la pasta. Cenarono di fronte alla tv, facendo
zapping. Verso le undici andarono a letto e Kagome si addormentò
subito.
Koga, invece, era intento a pensare…
Koga che pensa? È un miracolo…
Dunque dunque…piaciuto?
Spero che non ci siano state troppe ripetizioni, se si…sapete
cosa fare, vero? Allora, io spero che anche questo capitolo vi sia
piaciuto. Visto come Inuyasha ci provava con Kagome? E la scena della
fotocopiatrice? Caruccia, no? Poi, poi, poi…cosa posso
chiedervi…chissà a cosa deve pensare Koga. Qualcuno di
voi me lo saprebbe dire?
Chissà cosa succederà il giorno
successivo…sicuramente non ve lo vengo a raccontare
perché lo dovrete leggere da sole.
Grazie a tutte coloro che hanno recensito. Vi amo alla follia!
Superbesitos!
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Capitolo 3 *** 3 - La svolta ***
3 - La svolta
Allora…ciao, ciao, ciao!
Ben arrivate al terzo
capitolo di questa storia. Ringrazio tutti quelli che ci hanno perso
qualche momento per recensirla, sia in positivo sia in negativo
(soprattutto gli ultimi).
Bene. Questo sarà il
capitolo della svolta, in cui si capirà come mai Koga era sempre
così sovrapensiero. Ma prima di passare al capitolo, vorrei
ringraziare personalmente…
Le_montagnine:
poco manca che stramazzi al suolo a causa di un
infarto…dico…altre due commentatrici! Si, si…credo
che mi spiattellerò al suolo, ma vi giuro che morirò
felice!
Allora…benvenute
nella mia umile storia. Mi fa davvero piacere che fino ad adesso vi sia
piaciuta, ma molto, molto, molto! Certo che la scena della
fotocopiatrice ha riscosso un bel successo, da quel che ho potuto
leggere dai commenti. Ma se è lecito
chiedere…perché non vi piace la coppia Koga/Kagome? ^//^
(come se non lo sapessi perché non piace…). Io parteggio
sempre e solo per la Inu/Kag, che diciamocela tutta…è
ovvia! Insomma…mi dite cosa dovrebbero fare se non mettersi
insieme quei due li? Anche nel manga! Cosa ci sarebbe andata a fare
Kagome nell’epoca Sengoku, incontrare Inuyasha, scontrarsi con
Naraku…e poi tornare a casa con la bocca asciutta? Io
personalmente mi infufferei da morire con l’autrice perché
non è proprio contemplabile una cosa del genere!
Ma mi compiaccio nel vedere
che nessuna di voi due ha molta stima di Kikyo…chissà
perché…comunque, nemmeno a me piace, anche se la
situazione in cui lei si trova (parlo del manga) non se
l’è cercata lei…ma io mi chiedo…FATTI I
FATTI TUOI, NO? Prima sembra voglia colpevolizzare Inuyasha per tutto
quello che è successo, poi lo rincorre e lo bacia…una
bella dose di decisione io me la farei, se fossi in lei…ma per
fortuna non lo sono, hihihi…tutta questa pappardella era per
dirvi che vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino, troppo provato
dalla felicità, per il bellissimo commento e che vi aspetto in
fondo al capitolo.
P.S.: forse questa nota la
dovevo mettere all’inizio…quando leggerete questo
ringraziamento, fatelo quando siete già a letto, almeno vi
concilia il sonno. ^^
Besitos e grazie ancora!
Camoeight:
CIAOOOOOOOOOOOO!! Benvenuta nella mia storia! Sono veramente felice che
un nuovo nome si sia aggiunto alla lista dei commentatori!
Bene…mi fa davvero felice sapere che i doppi sensi siano stati
apprezzati. E pensare che mi sono venuti così spontanei che me
ne sono sorpresa persino io. Comunque…va a finire che un giorno
o l’altro posterò una storia basata solo sui doppi sensi,
visto che mi piacciono da matti e la coppiata sarà sempre e solo
Inu/Kag, ovviamente. Sono contenta di averti strappato qualche attimo
di ilarità con quella scena.
Spero di vederti anche al prossimo capitolo! Intanto ti mando un mega abbraccio e un besitones grosso come il mondo!
LightAngel_93:
allora, dunque…diciamo che dopo aver letto la tua recensione (me
misera e tapina) mi sarei scavata una fossa delle Marianne :). Tu stai
pure tranquillo che non me la sono per niente presa, tutt’altro.
Ho apprezzato molto le tue correzioni e hai ragione. Ma partiamo
dall’inizio.
Accenti:
quelli non sono colpa mia, non tutti, per lo meno. È il computer
che me li corregge in automatico, anche se non so il perché.
Però ammetto candidamente che “va’” e
“finché” non li sapevo (me ignorante…).
Paragrafi:
molto semplicemente, ci starò più attenta, anche se il
bello è che prima di postare il capitolo lo rileggo almeno
tre-quattro volte per vedere che non ci siano errori. Oltre al danno,
la beffa!
Puntini di sospensione:
forse hai ragione tu sul fatto che ne faccio un uso spropositato, ma se
li metto è perché, secondo me, rendono al meglio il senso
dell’indecisione. Se devo scrivere una frase nella quale devo far
sembrare indeciso un personaggio, i puntini di sospensione mi aiutano
tanto, tanto che arrivo a provarla io stessa. Magari puoi suggerirmi un
modo per ometterli.
Note:
alzo la mano e chino la testa, mortificata. Mi sono dimenticata di
metterle, ma vedrò di correggere subito. Per quanto riguarda
Kagome, io non la definirei una “poco di buono”. Hai
pienamente ragione sul fatto che normalmente è sempre posata e
carina, ma ho voluto renderla un po’ più audace (torniamo
sempre al discorso che hai ragione tu. Dovevo mettere le note…).
Ma se fai caso, al mondo ci sono tanti tipi di “ragazza”:
c’è quella timida, quella sbruffona, c’è
l’oca giuliva…ma c’è anche quel tipo di
ragazza che non ha problemi a fare amicizia con tutti anche se è
fidanzata, ma non per questo deve passare come una poco di buono.
Kagome ha solamente trovato qualcuno che sa stare agli scherzi e ai
doppi sensi. È forse una brutta cosa, questa? E poi, io non ho
detto che ci prova spudoratamente con Inuyasha, ma che “stava
iniziando a flirtare con il suo capo in modo molto sottile, nulla di
troppo spinto”. Kagome sa di essere fidanzata e anche se non lo
fosse stata, lei stessa sapeva che non era professionalmente corretta
una cosa del genere (qui però mi costringi ad anticiparti un
po’ di cose, accipicchia! Non per obbligarti, ma se segui la
storia vedrai Kagome che si farà mille problemi per questa
relazione.). E a proposito di stravolgimenti vari…ti è
mai capitato di vedere una ragazza così bella da rimanerci
secco? Gli occhi sono fatti per guardare, ma ciò non significa
tradire il proprio ragazzo o ragazza, così come non significa
cornificare solo perché magari si pensa che la persona davanti a
noi sia particolarmente carina.
Kikyo:
è vero. Kikyo è lì da molto più tempo di
Kagome, ovviamente, ma ciò non toglie che in un ambiente di
lavoro siano necessari rispetto e fiducia. E Kikyo ha dimostrato di non
averne (non in questa prima parte, per lo meno ^^…). Nelle
storie che uno/a scrive, di solito, c’è sempre qualcosa
dell’autore. Nelle mie c’è un po’ della mia
personalità e di quello che mi capita al lavoro e ti posso
assicurare che starsene sempre zitti zitti e continuare a subire non fa
bene, specie alla salute, perché arriva il momento che scoppi e
allora sì che sono ca22i amari e che può capitare di
essere cacciate a pedate. Ma se invece si mettono le cose in chiaro fin
da subito è invece possibile instaurare anche una sorta di
legame di amicizia.
Dulcisi in findus: mea
culpa che non ho messo le note, ma rimedierò. Ti ringrazio lo
stesso per avermi fatto notare tutti gli errori, ma voi state lì
proprio per farceli notare, no?
E stai pure tranquillo che
non ti odio e se vuoi continuare a leggerla anche senza commentare
(nessun problema, sai?), mi farebbe piacere lo stesso. Ma sappi che
Kikyo subirà una svolta. Spero di averti incuriosito almeno un
pochino pochetto.
Grazie ancora, ciao ciao!
P.S.: spero di non esserti risultata maleducata, perché non era mia intenzione esserlo.
Monik:
NOOOOOOOOOOO!!! Non evaporare, ti prego!! Eventualmente prima finisci
le tue storie e poi svaporati…dai che scherso…
Sono proprio contenta che
anche questo capitolo ti sia piaciuto, e dalla tua reazione oserei dire
che ha riscosso un buon successo. Noooo!! Hai la tonsillite? Da quanto?
Stai guarendo o sei ancora nel bel mezzo della malattia?
Beh…spero che ti rimetta in fretta. Un metodo per rimetterti
presto presto è quello di aggiornare. Se chiedi al dottore
darà ragione a me… ^////^. Comunque…tornando
serie…sono contenta che hai aggiornato, perché iniziavo
ad andare in crisi d’astinenza. Ti aspetto alla fine del capitolo
e fammi sapere se anche questo è di tuo gradimento. Spero di non
aver esagerato con la caratterizzazione di Inuyasha e Kagome. Tu che
dici?
Mikamey:
bene, sono contenta che tu abbia apprezzato il nuovo look dei due
piccioncini. Chiedo scusa anche a te se ho esasperato i comportamenti
dei due ragazzi, solitamente l’esatto opposto di come sono in
realtà. E comunque…io non capisco perché mi
facciate queste domande…mi costringete a darvi delle anteprime e
mi scoccia! ^//^. Ma sono contenta perché significa che speri
nel consueto lieto fine. Se leggi questo capitolo, fammi sapere poi se
ti piace.
Kagome19:
meno male che la pensi come me. Allora anche tu eri stanca di vedere
Inuyasha e Kagome sempre timidini o sbruffoni! Purtroppo ad alcuni non
è piaciuta molta questa mia iniziativa di renderli più
simili ai ragazzi di oggi, ma sai che ti dico? Sono contenta che me lo
abbiano fatto notare, ma sono ancora più contenta di vedere che
altri come te apprezzino il cambio di personalità e che
recensiscano positivamente la mia storia. Per quanto riguarda
Kagome…beh, Kagome ha solamente reagito come avrei reagito io se
mi trovassi davanti un ragazzo particolarmente carino
(bono…figo…perfetto…vedi tu!). Mi sono divertita
un sacco a farla sembrare una piccola porcellina con le sue indecisioni.
E per quello che riguarda
Kikyo…vedrai. Forse ti piacerà il modo in cui l’ho
sistemata, ma dovrai aspettare ancora qualche capitoletto, dove mi
premurerò di farti patire le pene dell’inferno!
HAHAHAHA!!! (risata sadica…)
Besitoneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeees anche a te! Ti aspetto in fondo, ne?
Mary_loveloveManga:
super beddissima! Todo bien? Sai, io credo invece che sto perdendo
alcuni colpi. Hanno dato un film della Roberts in tv? E ME LO SONO
PERSO? Comunque, se era Erin Brockovich allora si, mi sono ispirata a
quello. Scusami se forse non sono molto brava con la fantasia e mi
riduco a scopiazzare i film, ma questo non ce l’ho proprio fatta
a resistere! Ho dovuto! È stata come una…missione divina,
se mi è concesso. Comunque…bando alle ciancie. Sono
veramente contenta che ti sia piaciuto questo capitolo e come al solito
esageri con i complimenti (meritati, se posso aggiungere
^//^…hihihi…).
Com’è che
tutti si soffermano sui pensieri “poco casti” di Kagome?
Cos’è? Non ci sei abituata? E comunque…mia cara
Mary, sappi che io sono tutto fuorchè casta e pura (con
calma…non fraintendere…), ma sono contenta che vi siano
piaciuti. Non eri stanca di una Kagome sempre posata? Io un po’
si, è per questo motivo che ho deciso di trasformarla
completamente. E sono ancor più contenta che Inuyasha ti sia
piaciuto, così come la sua risposta a Kikyo (ma non sarà
la prima né l’ultima…e non posso dirti altro!).
Beh…è stata attrazione a pura vista e la
fotocopiatrice…l’ho messa perché mi sembrava
carina. Sono contenta che ti sia piaciuta (mazza quante volte
l’ho detta ‘sta frase in questo commento?). E comunque le
fic non servono per realizzare i nostri sogni più proibiti? Come
ad esempio mettere al rogo le streghe (Kikyo…per dire la prima
che mi viente in mente…). Penso tu abbia capito un po’
come la penso, no? Non è che Koga sia brutto, solo che non lo
vedo accanto a Kagome, tutto qui. Ma se ti interessa sapere
cos’ha Koga, dovrai leggerti questo capitoletto.
Un abbraccio (faccio piano
visto che non ti senti bene. Cosa? Il colpo della strega? Kikyo ti ha
fatto ciò? Bastarda… :p)
Grazie ancora e ti aspetto in fondo!
Fmi89:
ciao bedda! Sono contenta che il capitolo abbia riscontrato un altro
parere positivo. Fammi sapere, mi raccomando, cosa ne pensi di questo
terzo qui.
Grazie mille per esserti intrufolata e per aver lasciato un commento!
Besitones!
Makiolina:
ciao, ciao! Mi fa piacere vedere un nuovo nome tra i commentatori! Ma
per rispondere alla tua recensione…io credo che Inuyasha si
beccherebbe una denuncia per molestie solo nel caso in cui
l’altra parte avanzi tale querela, non trovi? E poi, i due sono
adulti e vaccinati. Penso si possa affermare a priori che avere una
relazione con il proprio capo sia un fatto decisamente sconveniente, se
mettiamo in conto le malelingue e tutto quello che ci va dietro, quindi
Kagome e Inuyasha sanno perfettamente che non è ne etico, ne
professionale. Ma se decideranno di buttarsi in questa relazione,
dovranno accettare il fatto che è una cosa voluta da entrambi (e
quindi niente querele!) e che dovranno fronteggiare un bel po’ di
difficoltà. Mi fa piacere notare che hai capito a che film si
riferisce.
Per la seduzione
“soft” credo che sarà bandita da questa storia. A
Inuyasha piace Kagome e sarà proprio questo sentimento a
spingerlo a compiere gesti un po’…avventati. Spero
comunque che tu voglia seguire ugualmente la storia, nonostante queste
premesse.
Se ho scritto una storia
così è perché volevo vedere realizzata una mia
piccola voglia personale e cioè quella di vedere quei due
finalmente con due caratteri “dominanti”, se mi si passa il
termine. E per dominanti, intendo che Inuyasha sa finalmente cosa e chi
vuole dalla vita e Kagome non si fa mettere i piedi in testa da Kikyo,
cosa che normalmente non accade quasi mai.
Come ho già detto, spero vivamente che tu voglia seguire ugualmente la storia.
Grazie ancora per il tuo commento e ci vediamo in fondo al cappy! ^^
Vale728:
buondì, splendore! Felice di vederti anche questa volta! Mi
riempi il cuore di felicità nel vedere che i miei doppi sensi ti
sono piaciuti. Bella anche la figura che ci stava impiantando Kagome
alla macchinetta del caffè, non trovi? Ma se hai capito a che
film si ispira la mia fic, credo anche che saprai più o meno
come andrà a finire, ovviamente con la mia personale
rivisitazione dei personaggi. Però Kagome ha appena iniziato ed
è giusto che inizi come tutti dalla gavetta, non trovi? Ora sta
ad archiviare le cartelle, ma domani? Cosa le riserverà il
destino?
E per Koga…quando
arriverai in fondo al capitolo mi dirai cosa ne pensi.
Dopotutto…la storia deve ancora entrare nel vivo!
E comunque si, l’ho
capito non ti preoccupare. Io ti ringrazio per avermelo fatto notare e
ti posso assicurare che quando vedo i tuoi commenti scoppietto di
felità in giro per casa!
Ora ti lascio al capitolo e ci vediamo in fondo, ok?
Ti mando un triglione di besitos!
E ora, per tutte, il capitolo, sperando vivamente che vi piaccia come i precedenti!
IO E IL MIO CAPO LA SVOLTA
Il mattino successivo tutto si svolse come quello precedente. Doccia, colazione, lavoro.
Arrivò con i suoi
soliti dieci minuti di anticipo e usò il cartellino per aprire
la porta. Stavolta però prese l’ascensore. Aprì la
porta dello studio e andò alla sua scrivania.
=Perfetto!= pensò la ragazza. Il fascicolo era ancora lì e poteva leggerne la fine.
Praticamente non
c’era niente di interessante, o per lo meno niente che
riguardasse direttamente la HC. C’erano solo la lista delle leggi
che l’azienda aveva presumibilmente infranto e gli studi che
avevano contribuito alla causa. Kagome chiuse il fascicolo e in quel
momento arrivò Kikyo che glielo strappò letteralmente di
mano, poggiandolo sulla propria scrivania.
“Buon giorno anche a te, Kikyo…” – disse ironica Kagome.
La collega non la degnò nemmeno di uno sguardo e si limitò solamente a darle il buon giorno.
Kikyo passò
praticamente alla nuova arrivata tutti i lavori che lei non aveva
voglia di svolgere e che erano rimasti in sospeso per troppo tempo.
Kagome, pazientemente, li portava a termine con un ottimo risultato e
verso le dieci e mezzo andò da Yumi ed Eri per chiedere loro se
volevano un caffè. Le ragazze non obiettarono.
“Allora
Kagome…com’è andata ieri? Abbiamo visto che tu e
Inuyasha siete entrati subito in amicizia…” – disse
Eri, sgomitandole lo stomaco. Kagome per poco non si soffocò con
il caffè.
“Devo deluderti,
gioia…perché io sono fidanzata.” – disse
Kagome. Yumi ed Eri la guardarono con tanto d’occhi, come per
dire “ma tu non ci sei con la testa!”. In quel momento
entrò Inuyasha, salutando tutti.
“Buon giorno, signor NoTaisho!” – fu il saluto unanime di tutto lo studio.
“Buon giorno,
signori. Signore.” – disse Inuyasha, dedicando alle donne
in studio un sorriso particolarmente bello. – “Ciao Kagome,
buongiorno.”
“Buon giorno a
lei…principale.” – Inuyasha rise. In fondo, quel
piccolo gioco gli piaceva. – “Lungo o corto oggi?”
– Inuyasha la guardò sorridendo.
“Per oggi credo che sarà corto.” – Kagome lo guardò con una faccia fintamente allibita.
“Che
delusione…” – disse poi Kagome, scoppiando poi a
ridere tutti e quattro insieme. Prese il caffè dalla macchinetta
e lo bevve tutto d’un fiato. Kagome stavolta ci rimase veramente
male. – “Ma…te lo scoli tutto d’un
fiato?” – Inuyasha gettò il bicchiere nel cestino e
guardò Kagome non capendo che intendesse.
“Problemi…dipendente?”
– Kagome rise, divertita per quel soprannome…anche se in
fondo era la verità.
“Manco
mezzo…” – disse, anche se dalla faccia pensava tutto
il contrario. Ma non si era ustionato le corde vocali in quel modo?
“Ok…ci vediamo. Ciao ciao…” – disse Inuyasha.
“Ciao…principale!” – Inuyasha la salutò con la mano senza girarsi.
Kagome tornò al suo
posto e finì il lavoro che le aveva dato Kikyo. La ragazza in
questione si stava mangiando le mani per la troppa confidenza che
avevano quei due. Di li a mezz’ora il telefono di Kagome
suonò e sul display vide un numero a sole tre cifre, un numero
interno, probabilmente.
=Chissà chi è?=
“Pronto?” – chiese Kagome titubante.
“Kagome, sono io.” – la ragazza sussultò.
“Ciao…dimmi.”
“Mi servirebbe il fascicolo che hai fotocopiato ieri e il suo originale. Te lo ricordi?”
– chiese Inuyasha malizioso, sperando che non avesse dimenticato
il bacio. Kagome istintivamente si portò una mano al collo.
“S-si. Te lo porto subito.” – Kagome agganciò il telefono e prese i fascicoli dal tavolo di Kikyo.
“Dove vai?” – le chiese la collega, sospettosa.
“Da Inuyasha a
portargli il fascicolo che mi hai fatto fotocopiare ieri.”
– spiegò pazientemente Kagome. A volte aveva
l’impressione di parlare con una bambina che doveva sapere sempre
tutto…
“Da qua che glieli porto io.” – disse Kikyo, alzandosi. Kagome la guardò con un sopracciglio alzato.
“Toh…” – le disse, mettendoglieli in mano con fare annoiato.
Kikyo li prese e si avviò sculettando verso l’ufficio di Inuyasha. Bussò.
“Avanti…”
– disse una voce maschile da dentro. Kikyo entrò e
Inuyasha sbuffò. – “Mi sembrava di aver chiesto di
Kagome.” – disse, guardando Kikyo con indifferenza.
“Aveva da fare…” – generalizzò Kikyo con non curanza.
“Immagino…”
– disse Inuyasha, sgridandola con lo sguardo. La ragazza strinse
le labbra, segno che forse Inuyasha non aveva gradito molto quella
presa d’iniziativa. – “…i fascicoli?”
– chiese diretto.
“Eccoli qui.” – Kikyo glieli pose sulla scrivania e attese istruzioni.
“Puoi andare.”
– disse, guardandola con un sopracciglio alzato. Kikyo
annuì e se ne ritornò al proprio posto. Quando
tornò vide Kagome ciondolare e la rimproverò.
“Hai già finito?” – chiese, aspettandosi una risposta negativa.
“Si…”
– le rispose la collega, che si dondolava sulla sedia. –
“Ti stavo aspettando per vedere se avevi altri lavori da
darmi.” – ma aveva esaurito tutto. In due giorni anzi, in
un giorno e mezzo Kagome aveva sistemato tutto quello che lei aveva
accantonato per due anni.
“Non al
momento…” – sibilò a denti stretti la
collega. Kagome alzò le spalle. Possibile che in uno studio di
avvocati non ci fosse niente per lei? Decise di vedere di che si
occupava Kikyo.
“Tu di che ti occupi qua dentro?” – chiese Kagome curiosa.
“Io scrivo le
relazioni che riassumono i punti salienti delle riunioni alle quali
partecipo assieme a Inuyasha…” – specificò
Kikyo. – “…mi occupo della cancelleria, liquidare i
clienti, ma più che altro il mio compito è quello di
tenere in ordine l’agenda di Inuyasha e aggiornarlo sui suoi
impegni.”
“Capito…” – disse Kagome, tornando al suo posto.
Erano le undici e
quarantacinque, per fortuna, e Kagome non doveva attendere
un’eternità per andare a pranzo. Quando mancarono solo
cinque minuti all’ora d’aria, Inuyasha uscì
dall’ufficio, andando proprio verso Kagome.
“Oggi pranzi?” – le chiese lui senza tanti giri di parole.
“Solo in rare
occasioni…” – disse lei, con fare misterioso.
Inuyasha le resse il gioco, incurante della calvizie che stava colpendo
Kikyo.
“Oh…e quali
sarebbero queste “rare occasioni”, se è lecito
chiedere?” – Kagome sorrise.
“Quelle in cui
è il mio principale a invitarmi fuori.” – Kikyo
aprì la bocca indignata ma non ci fu verso che uscisse una
parola. Anche alcuni colleghi che si stavano preparando per uscire si
scambiarono delle occhiate maliziose, ma non dissero niente. Inuyasha
si mise a ridere.
“Ok. Sei pronta?” – Kagome ci rimase un attimo. Lei…aveva solo fatto una battuta.
“Ma…ma io stavo…stavo scherzando!” – disse lei allibita. Inuyasha rise ancora di più.
“Dai
dai…almeno oggi mangi, no?” – disse lanciando una
significiativa occhiata a Kikyo che divenne piccola piccola. La prese
Kagome per un braccio e la trascinò verso l’uscita.
“Ehi…piano,
piano!” – Inuyasha prese l’ascensore e Kagome si
sentì morire. Sei piani. Sei lunghissimi piani da percorrere in
uno spazio di un metro per un metro assieme a quella bellezza
stratosferica. Schiacciò il piano del garage. –
“Dove andiamo?”
“A mangiare.” – rispose lui con ovvietà e Kagome lo guardò malissimo.
“Ma pensa te! Non
l’avevo capito…” – la ragazza guardava in alto
il contatore dei piani. Ma quanto ci metteva? Il cuore le martellava
fortissimo nel petto e Inuyasha, essendo mezzo demone, lo
percepì nettamente.
Sorrise.
Finalmente le porte si
aprirono e Inuyasha andò nel suo posto macchina, prese le chiavi
e aprì l’auto da distanza. Le aprì la portiera e la
fece accomodare.
“Grazie.”
– Inuyasha si mise alla guida e partirono per andare al
ristorante. – “Ti ci serve una scaletta per salire su
questa macchina!” – ammise Kagome che le sembrava di
volare. Inuyasha rise.
Dopo dieci minuti di
strada, arrivarono in un ristornante di classe. Il cameriere, appena
vide Inuyasha, lo fece accomodare immediatamente dato che aveva un
tavolo prenotato da sempre.
“La signorina è con lei?” – chiese il maitre.
“Si.” – rispose il mezzo demone.
“Prego…” – disse il cameriere facendo strada alla coppia.
Pranzarono, cercando di
rimanere molto leggeri e poi uscirono a fare un giro. Kagome si
chiedeva come mai lei, che tra le tante cose di futile importanza era
fidanzata, uscisse con il suo capo come se nulla fosse. Entrarono in un
bar per prendere il caffè, sedendosi all’aperto.
“Allora Kagome, che stai facendo adesso?” – chiese Inuyasha, strappando la bustina dello zucchero.
“Sto prendendo il
caffè.” – disse la ragazza, lasciando interdetto il
suo capo. Kagome rise per la faccia di Inuyasha che era troppo buffa.
“Bella battuta…” – disse lui dopo averla capita.
“Ma
dai…bisognerà pur ridere nella vita, no?” –
disse la ragazza, poggiando la tazzina sul piattino. Lo stesso fece
Inuyasha.
“Certo,
certo…comunque…di cosa ti stai occupando in
ufficio?” – specificò Inuyasha. Kagome fece finta di
aver capito solo adesso il senso della sua domanda.
“Aaaaah…stavi
parlando di quello…” – Inuyasha la guardò
fintamente scocciato. – “…al momento non sto facendo
nulla. Ho registrato tutta la documentazione dell’armadio che sta
alle mie spalle e delle cartellette che Kikyo aveva in sospeso. Sto
aspettando dell’altro lavoro.” – ammise lei.
“Capisco…che ne pensi del lavoro d’ufficio?” – chiese Inuyasha.
“Che è
un…” – ma Kagome si bloccò quando vide
l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere.
“Kagome?” – la chiamò Inuyasha, un po’ preoccupato.
“…brutto
figlio di tua madre, bastardo, stronzo e faccia di culo!” –
disse Kagome in un fiato. Inuyasha sgranò gli occhi. Era questo
che pensava Kagome del suo lavoro? Stava già per ribattere, ma
la vide alzarsi con uno sguardo allampanato dietro di lui. Inuyasha
seguì con lo sguardo la sua figura, finchè non la vide
fermarsi davanti ad una coppia. Inuyasha si era avvicinato quel tanto
che bastava per assistere alla conversazione.
“Buon giorno…” – la sentì dire al ragazzo che quando la vide pensò di avere una visione.
Allora? Chissà chi è il misterioso ragazzo che ha salutato Kagome…
Qualcuna di voi ha qualche idea?
Bene…se proprio non ci arrivate…leggete il resto del capitolo.
^______^ HAHAHA
“K-K-Kagome?”
“Già…e
questa? Chi sarebbe…?” – chiese Kagome indicando la
ragazza con il pollice, senza degnarla di uno sguardo. La ragazza in
questione si sentì molto offesa e rispose a Kagome per le rime.
“Ehi…come ti
perm…” – ma non proseguì con la frase per via
dell’occhiata raggelante e infuocata allo stesso tempo di Kagome.
“Ti conviene stare
zitta se vuoi continuare a camminare con le tue gambe.” –
tuonò minacciosa Kagome, senza urlare. Inuyasha ora si era
avvicinato.
“Tutto bene?” – chiese lui.
“E lui chi è?”
“Non sei nella
posizione per fare domande, Koga!” – Inuyasha
sussultò. Che fosse…ma no, dai…possibile che fosse
stato tanto stupido da farsi beccare con un’altra? Dentro di se
Inuyasha rise per il colpo di fortuna che aveva appena avuto. –
“Allora? Sto aspettando…” – il ragazzo
abbassò lo sguardo.
“Lei è Ayame,
una collega di lavoro…” – spiegò Koga.
– “…ci stiamo frequentando da un anno e
mezzo.” – Kagome non riuscì a trattenere un urlo.
“CHE
COSAA?!?!?” – molti clienti si girarono incuriositi da
quell’urlo apocalittico. Kagome si guardò intorno,
imbarazzata. – “U-un anno e mezzo? Ma…perché
non mi hai detto niente?” – Inuyasha era un po’
perplesso. Ma si aspettava che gliene parlasse?
“Io…” – ma Kagome lo bloccò.
“Lascia
perdere…quando stasera torno a casa, non voglio trovare
più niente di tuo. Sono stata chiara?” – il ragazzo
alzò di scatto la testa, ma annuì. Si girò, ma
andò a sbattere contro Inuyasha. –
“Io…scusami, io…” – Kagome andò
al suo tavolo, prese la sua borsa e se ne andò via a piedi.
Aveva bisogno di stare da sola e Inuyasha preferì non seguirla.
Stava camminando per le vie
della città, finchè non arrivò in un giardino
pubblico. Si sedette su una panchina e cercò di calmarsi.
=Un anno e
mezzo…allora avevo ragione a pensare che ci fosse qualcosa che
non andava…= pensò amareggiata la ragazza. Si perse nella
contemplazione del paesaggio.
Era un posto tranquillo,
tutto era di un verde smeraldo che accecava gli occhi. Le piante erano
in piena fioritura e nell’aria c’era un leggero profumo di
fiori. Il laghetto attorno al quale ruotava il parco era calmo,
finchè una brezza marina non ne increspò la superficie.
Attorno a lei passavano varie coppie che si tenevano la mano, altre
tenevano per mano un bambino. La tranquillità di quel luogo la
fece riflettere sul suo rapporto con Koga di quell’ultimo periodo.
Kagome aveva notato che
qualcosa non andava nel suo ragazzo. Ne aveva parlato anche con le sue
migliori amiche, ma le avevano sempre detto che, secondo loro, Koga
poteva avere dei problemi sul lavoro e che, orgoglioso com’era,
preferisse non parlarne e tenersi tutto dentro.
=Altro che problemi sul
lavoro…= pensò ironica Kagome che venne colpita da un
fulmine. Controllò l’ora e vide che mancavano venti minuti
all’orario di apertura.
“Non ce la
farò mai!” – ammise sconsolata. Si alzò e
s’incamminò di buona anda verso l’ufficio, ma
purtroppo arrivò alle tre e un quarto. Ovviamente Kikyo non si
risparmiò nel farle la predica. Predica provvidenzialmente
interrotta dall’arrivo di Inuyasha.
“Kagome, vieni nel
mio ufficio.” – disse il mezzo demone. Kagome
depositò la sua borsa sulla sedia, come se avesse contenuto un
masso da cinquanta chili. Con lentezza, la ragazza si avviò
verso l’ufficio di Inuyasha e bussò. –
“Avanti.” – Kagome entrò e l’ufficio era
avvolto dall’oscurità. Inuyasha aveva tirato le tende
perché la luce gli infastidiva gli occhi.
“Posso?” – chiese Kagome demoralizzata.
“Vieni.” – disse Inuyasha, facendola accomodare.
“Grazie…”
– ci fu un momento in cui nessuno dei due aveva mai parlato, ma
poi fu proprio Kagome a prendere la parola. – “Senti
Inuyasha…scusami per prima…non avrei dovuto metterti in
mezzo. Mi dispiace tanto…” – confessò Kagome.
“Nessun problema. Come stai?”
“Oh beh…ho
passato giornate migliori. Questo è poco ma sicuro…spero
solo che quando tornerò a casa lui non ci sia più.”
“Posso fare qualcosa?”
“No, grazie…scusami se sono arrivata in ritardo…”
“Non ti preoccupare…”
“Posso andare?”
– chiese Kagome con le mani sui braccioli della sedia pronta per
lasciare l’ufficio. Inuyasha annuì. Metterle fretta era
l’ultimo dei suoi pensieri.
“Certo.”
“Grazie.”
– Kagome si alzò e se ne andò dall’ufficio.
Appena chiusa la porta, Inuyasha si appoggiò allo schienale. Se
da una parte era triste per come stava Kagome, dall’altra era al
settimo cielo per l’occasione che gli era appena stata servita.
Quel Koga è stato proprio un deficiente.
Kagome era li da appena due
giorni e Inuyasha aveva provato per lei una forte attrazione fin da
subito. Non sapeva dire se ne era innamorato e forse quella era una
parola un po’ grossa al momento, ma sentiva per lei qualcosa che
non aveva mai provato prima.
Era seduta alla sua
scrivania e stava riflettendo. Aveva approfittato della momentanea
assenza di Kikyo per pensare al da farsi. Se c’era una cosa che
la mandava in bestia più di tutte, tradimento a parte, era il
fatto che i suoi fatti personali interferissero con il suo lavoro. Si
diede un schiaffetto sulle guance con entrambe le mani e cercò
di concentrarsi al meglio sul lavoro. Kikyo tornò con del lavoro
per la sua collega.
“Allora
Kagome…” – la ragazza si fece più attenta.
– “…devi chiamare tutte queste persone e verificare
che abbiano effettuato il pagamento della nostra parcella. Puoi usare
il telefono della sala riunioni.” – Kagome prese
l’elenco e andò in sala riunioni. Certo, telefonare alla
gente chiedendo di pagare non era proprio il massimo, ma almeno avrebbe
svagato la mente da quel pomeriggio. Entrò in sala e prese il
primo nome dell’elenco.
“Allora…Hizumo…”
– Kagome digitò il numero sulla tastiera del telefono e
attese che qualcuno rispondesse.
“Pronto?” – rispose una voce di bambina.
“Ciao piccola, posso parlare con la tua mamma o il tuo papà, per favore?”
“Chi sei?”
“Ecco, non ci conosciamo, ma lavoro presso lo studio di avvocati NoTaisho.”
“Ah…ti passo il mio papà!”
– Kagome sorrise e sentì la bambina posare il ricevitore e
chiamare il padre. Di li a poco una voce maschile prese in mano la
situazione.
“Si?”
“Il signor Hizumo?”
“Si, sono io. Con chi parlo?”
“Sono Kagome
Higurashi della NoTaisho & Partners. La chiamavo per chiederle se
aveva già effettuato il pagamento della parcella dello
studio.”
“1.189,64 Yen?” – chiese il signor Hizumo per conferma.
“Si, esatto.”
“Stavo uscendo proprio in questo momento per farvi un fax della ricevuta.” – Kagome si sentì molto sollevata. Non le piaceva molto insistere in quelle cose.
“La ringrazio…”
“Ah,
se non la riceve mi può fare un colpo di telefono? Sa, non sono
molto pratico con quelle macchine infernali.” – Kagome rise sinceramente.
“Siamo in due allora…” – l’uomo rise, ma si diede subito un contegno.
“Miya no…per favore…papà sta parlando al telefono…no, aspe…Kagome, giusto?”
“Ehm…si…”
“Scusi se le faccio perdere del tempo, ma mia figlia vorrebbe parlare con lei…” – Kagome guardò la cornetta come se fosse stata un’aliena, ma poi sorrise.
“Nessuna perdita di tempo. Come si chiama la bambina?”
“Miya.” – rispose l’uomo.
“Bene, mi passi Miya, allora…” – disse Kagome con voce calma.
“Fa la brava…” – sentì Kagome dire alla bambina. Chissà perché quella bambina voleva parlare con lei.
“Ciao…” – disse una voce bambinesca.
“Ciao, tu sei Miya,
vero?” – chiese Kagome, appoggiandosi allo schienale,
prevedendo una chiacchierata molto lunga.
“Si, tu come ti chiami?”
“Kagome.”
“Perché hai chiamato il mio papà?”
“Per sapere se aveva fatto una cosa.”
“Ah…ci chiamerai ancora?”
“Non credo dato che il tuo papà ha fatto quello che doveva fare.”
“Ah…” – Kagome notò una punta di delusione nella voce della piccola.
“Ma se vuoi ci possiamo sentire lo stesso…”
“Davvero?”
“Certo. Promesso. Così mi racconti cosa fai a scuola e cos’hai imparato, ti va?”
“Si, si!” – esultò la bambina.
“Sai Miya, adesso devo andare…ci sentiamo tra qualche giorno, va bene?”
“Va bene…ciao Kan-Kan!” – e la bambina riattaccò. Kagome sorrise per il soprannome affibiatole.
“Ok…passiamo
oltre…il prossimo è…Sakkey…” –
anche li Kagome attese che qualcuno le rispondesse e passò tutto
il pomeriggio a fare l’esattore delle tasse. Fortunatamente tutti
avevano effettuato il pagamento e c’era chi come il signor Hizumo
doveva spedire il fax o rimandarlo perché era andato perso.
Kagome, dopo due ore e mezza di conversazioni telefoniche,
risalì in ufficio per dirigersi verso il fax. Qualcosa dovrebbe
esserle arrivato. Infatti, su cinquanta nominativi, Kagome aveva
ricevuto trentasette ricevute di pagamento. Le prese e le
archiviò nelle rispettive cartellette in modo che non andassero
perse. Andò a farsi un caffè con un umore migliore di
quando era arrivata in ufficio e dopo cinque minuti fu raggiunta da
Inuyasha.
“Tutto bene?”
– chiese lui, pensando che Kagome fosse ancora abbattuta. Si
meravigliò non poco quando la ragazza si girò con un
sorriso sulle labbra.
“Si, grazie…lavorare mi ha fatto bene…” – Inuyasha sorrise. Quella ragazza era proprio speciale!
“Sono contento…lungo o corto?”
“Cappuccino…” – disse lei deludendolo.
“Che hai fatto oggi?”
“L’esattore delle tasse.” – Inuyasha alzò un sopracciglio, segno che non aveva capito niente.
“S-scusa?”
“Ho chiamato i
signori di quest’agenda per sapere se avevano saldato la
parcella.” – Inuyasha guardò l’agenda e la
riconobbe subito.
“E…ti hanno risposto?” – Kagome non capì tutte quelle domande.
“Beh, si…e mi
hanno spedito anche le ricevute se per quello. Ne ho ricevute
trentasette. Finito qui vado a controllare se me ne sono arrivate delle
altre.” – Inuyasha la guardava allibito. Quei clienti erano
stati segnati su quell’agenda perché erano quelli
più duri da gestire e lei in un paio d’ore li aveva
convinti non solo a pagare, ma a farsi mandare le ricevute.
“Ma…come hai fatto?”
“Ma…mi prendi
in giro? Ho chiamato e ho chiesto se avevano pagato. Mi hanno detto
tutti di si e poi mi hanno fatto il fax. Non mi serviva mica la
laurea!” – disse Kagome sospettosa. – “Adesso
vado a vedere se mi è arrivato il resto…” –
Kagome si allontanò verso il fax e prese altre ricevute.
Tredici. Perfetto. Ritornò da Inuyasha e gliele sventolò
sotto il naso. – “Ho le restanti tredici.” –
tornò al suo posto e le archiviò.
“Ebbene? Hai
già fatto?” – chiese Kikyo. Kagome la guardò
con sufficienza. Non le piaceva essere trattata come una che non aveva
mai visto un telefono prima di allora.
“Si. Le ricevute sono state archiviate al loro posto.” – Kikyo era impallidita.
“Ma…come…come hai…”
“Chiedilo a
Inuyasha…non ho voglia di ripeterlo ogni volta…”
– mancavano due ore alla fine della giornata e Kagome non sapeva
che fare. Doveva ammazzare il tempo in qualche modo. Inuyasha le venne
in soccorso.
“Kagome, puoi venire nel mio ufficio adesso?”
“Si,
certo…” – Kagome si alzò e seguì
Inuyasha. Il ragazzo chiuse la porta e fece entrare la ragazza.
“Allora, dovresti
battermi una lettera a computer.” – ma la ragazza si
ricordò che quello era un lavoro di Kikyo e non aveva voglia di
avere ulteriori rogne con lei.
“Non è un
lavoro per Kikyo? Se vuoi vado a chiamartela…” –
disse Kagome. Inuyasha piegò la testa da un lato.
“Ma io voglio te.” – disse lui, facendola arrossire.
“A-ah…ok…” – Kagome si sedette e attese che Inuyasha le dettasse la lettera.
“Che stai facendo?” – chiese lui in piedi dietro di lei.
“Aspetto che tu mi detta il corpo della lettera…” – rispose lei con ovvietà.
“Direttamente a computer…” – specificò Inuyasha.
“Ah…”
– Kagome si alzò e andò a sedersi al posto di
Inuyasha. – “Posso?” – chiese lei per rispetto.
Dopotutto era sempre il suo capo. Ci provava con lei…ma era il
suo capo!
“Si. Pronta?”
“Un attimo che
apro…Word…ecco dimmi pure…” – Kagome
attese che Inuyasha le dettasse la lettera.
“Spettabile Kyosuke Aogimara…”
“Si…” – disse Kagome dopo aver scritto tutto.
“…con la
presente sono ad informarLa che il mio studio ha provveduto ad
inoltrare la sua domanda presso la Daimyo’s Enterprises. Le
chiedo cortesemente di farmi pervenire copia della documentazione di
cui abbiamo discusso telefonicamente tre settimane fa tramite fax per
poter procedere con la pratica e successivamente inoltrarla per posta
prioritaria. Cordiali saluti, Inuyasha NoTaisho.” –
Inuyasha si girò per vedere Kagome digitare l’ultima frase
sul computer. Le diede un’occhiata per vedere di non aver
commesso errori di ortografia e poi la fece vedere a Inuyasha.
“Così va
bene?” – chiese Kagome, guardando Inuyasha che si era messo
a fianco di lei e si era chinato per vedere meglio. Se Kagome si fosse
girata in quel momento, si sarebbe trovata praticamente a baciare il
suo capo.
Non che la cosa le dispiacesse.
Così rimase ferma immobile con lo sguardo ben piantato sullo schermo del pc in attesa che Inuyasha si scollasse di li.
“Perfetta…sei molto brava.” – ammise Inuyasha.
“La dattilografia alle superiori era il mio forte.” – ammise orgogliosa Kagome.
“Stampala e mandala a questo fax, poi riportamela con la ricevuta.”
“Ok…”
– Kagome stampò la lettera e poi andò al fax, la
spedì, e come promesso andò da Inuyasha per consegnargli
tutto, ma prima di poter ribussare alla porta Kikyo le si parò
davanti. – “Si?” – chiese leggermente
infastidita.
“Dove vai?”
“Alla toilette.” – ironizzò Kagome.
“Questo è l’ufficio di Inuyasha.” – fece notare Kikyo che non aveva colto l’ironia.
“Ma dai? Scusa, ma mi sta aspettando.”
“Da qua che glielo
porto io.” – Kikyo fece per allungare la mano e prendere il
fax che Kagome aveva tra le sue, ma la ragazza non era per niente
intenzionata a cedere, stavolta. Allontanò velocemente la mano
dalle grinfie della mummia. – “Ti ho detto da qua!”
“Non mi sembra che tu
ti chiami Kagome.” – fece notare Kagome stessa.
Battibeccarono per qualche minuto finchè Kagome, esasperata da
quelle bambinate non consegnò il fax a Kikyo facendola contenta.
– “Senti, tieni, basta che la smetti di fare la
bambina!” – le mollò le carte in mano e se ne
tornò a posto. Kikyo, soddisfatta, entrò
nell’ufficio di Inuyasha, che era evidentemente scocciato per
l’ingresso di Kikyo nel suo ufficio.
“Che ci fai tu qui?”
“Ti ho riportato la lettera che avevi fatto spedire.” – disse Kikyo innocentemente.
“E Kagome? Dov’è?”
“Mi ha pregato lei di
consegnartele.” – disse Kikyo falsamente. Inuyasha si
alzò dalla sua sedia e andò incontro alla mummia, le
prese le carte di mano e la invitò ad uscire. Kikyo se ne
andò furente. Si sedette al suo posto e riprese a battere la
relazione ad una velocità disarmante…
…schiacciando un tasto alla volta.
Salve,
salve…bentornate. Alura? Come vi è sembrato questo
capitolo? Forse qualcuna di voi sta andando in cucina a prendere il set
di coltelli per tirarmeli contro, ma io sono più brava e li
schivo tutti, HAHAHA!
*sbong!*
Ahia…mi avete fatto male…
Comuuuuuuuunque…ora sapete che cosa aveva Koga e avete visto come ha reagito Kagome. Troppo esagerata? Troppo buona?
E Inuyasha? Almeno non le ha messo fretta, non trovate? Ma tranquille, che non mancheranno di certo i momenti clou della storia.
Ma questo…è un altro capitolo.
Grazie a tutti quelli che
l’hanno messa nei preferiti (me commossa ç_ç), che
vorranno recensire o che perderanno tempo solo a leggerla.
Besitos.
Callistas.
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Capitolo 4 *** Una piccola vittoria, ma... ***
4 - Una piccola vittoria, ma...
Aggiornament’s day!!
Oh santo cielo
celeste…giuro che ci sono rimasta secca quando Lunedì ho
visto 13 comments sul terzo capitolo! Siete fantastiche, dalla prima
all’ultima!!! Starei qui degli anni ad elencare le vostre
qualità, ma penso che siate più impazienti di leggere il
capitolo quattro, dove ci sarà una sorpresa, di cui giustamente
non vi anticipo nulla.
Inuyasha non si darà
per vinto, anzi. Intensificherà i suoi sforzi per avere la bella
Kagome. Spero che i “miei” sforzi siano cosa gradita.
Non voglio dirvi altro,
perché penso che non ci sia meglio di un capitolo per
esemplificare le cose, ma prima…dovrete sorbirvi i miei
ringraziamenti a…
Mikamey:
bedda beddissima, ciao! Avevi indovinato allora cos’aveva Koga?
Visto? Non ho deluso nessuno, anzi! Hai ragione tu. Le delusioni
d’amore sono sempre tali, ma quando subentra una persona che ci
fa battere forte il cuore come un certo mezzo demone dagli occhioni
d’orati, credo sia un compensativo sufficiente (^_^).
Mi spiace dirtelo, ma Koga
non tornerà più nella vita di Kagome, nemmeno per un
chiarimento e poi Kagome mica usciva con Inuyasha, scusa! Ma mi sa che
hai ragione tu…non è stata una santarella
Kagome…comunque, adesso che Kagome si è liberata, il
nostro Inu-chan avrà campo libero con la ragazza, però ti
avviso che subentreranno altri problemi.
Felicissima che il capitolo
ti sia piaciuto e spero che possa essere tale anche questo. Ti mando un
super besito e ti aspetto in fondo, ok?
Mary_loveloveManga:
se sei una bedda tu lo sai batti le mani…clap
clap…^^…superbeddissima, ciao! Allora? Piaciuto il
capitoletto? Comunque, per come ti conosco immaginavo che secondo te
Kagome aveva reagito forse un po’ troppo bene, ma sai che ti
dico? Io credo sia uno spreco di energie sbraitare contro una persona
perché ci ha tradite. Se lo ha fatto significa che non eravamo
sufficientemente importanti per lui e, una volta tratta questa
conclusione, io credo che reagire con indifferenza sia l’unica
soluzione. Se poi siamo effettivamente indifferenti alla
cosa…allora ci sono alcune priorità da rivedere…io
sono con te. W INU E ABBASSO KOGA! Mi fa piacere vederti parteggiare
per la nostra coppiata preferita e inoltre vedrai come si metteranno le
cose tra Inu e Kaggy. Tesoro…so che Kikyo non la reggi, ma ti
posso assicurare che l’ho sistemata per le feste…eccome se
l’ho sistemata ^^. Devo averla dipinta abbastanza bene se nessuno
riesce a sopportarla. Antipatica, odiosa, una gomma…come
Hojo…Lo so benissimo. Kikyo vuole in tutti in modi mettere
Kagome in cattiva luce, ma non sa che ormai Inuyasha ha già
fatto la sua scelta.
So che ti dispiace per Kagome, ma non ti preoccupare…anche lei avrà la sua occasione di felicità.
Non ti preoccupare per il
commento, mi fa sempre piacere vedere il tuo nome tra i recensori anche
se solo mi scrivessi “ciao”. Mi raccomando…curati.
E AGGIORNA!
^^Mille besitos!
Monik: ciao bedda! Felice di rivederti su questi schermi! Sono contenta che ti piacciano i personaggi e il capitolo.
O_o studi greco? Fai il liceo classico? Devi essere proprio brava, comunque spero che il compito ti vada bene.
Ora che Koga è fuori
gioco, Inu e Kagome hanno tutto il tempo per concentrarsi su di loro,
anche se…e poi c’è la mummia che…sono stata
abbastanza chiara, no? ù_ù
Grazie mille per il commento e ti mando oltre ad un abbraccione forte questo capitolo!
Isabella22:
hello, new entry! Beddissima come le altre, per non parlare del
commento ^_^. Mi fa piacere sapere che odi Kikyo e che Koga sia uno
st….o. Adesso cosa farà Inu?
Leggi questo capitolo e dimmi se ti piace, ma penso di si…
Un besito e ti aspetto in fondo al cappy!
Le_montagnine:
io vi amo. Detto ciò, posso anche smettere di commentare, ma non
sarò così cattiva. Ma permettetemi di salutarvi come
meritate…CIAO BEDDISSIME! SONO FELICE DI RIVEDERVI!! Avete due
opinioni differenti su come si è comportata Kagome con
Koga…interessante…io credo che non sia stata né
eccessivamente esagerata, né eccessivamente
“smonata”, se mi si passa il termine. Ma secondo me reagire
con l’indifferenza serve, a volte fa più male quella che
non la vagonata di bestemmie.
Comunque dai, non
litigate…non è bello spiacciare la propria sorella contro
il muro, ele!…meglio addosso a una
fotocopiatrice…hihihi…grazie mille a tutte e due (se la
dolce sorellina è ancora viva…) e vi aspetto in fondo al
capitolo per sapere se anche questo vi è piaciuto.
Tremila besitos a testa!
Inukag4ever:
se sei una bedda tu lo sai batti le mani…clap clap…ciao
ciao! Sono veramente contenta che la storia ti piaccia e vedrai che non
deluderò le tue aspettative su Kikyo, o almeno spero. Comunque,
mia diletta…vedrai che cosa combinerà Inuyasha a
Kikyo…altro che cartellette…non vedo l’ora che
leggi questo capitolo per vedere se ti è piaciuto.
Besitos!
Vale728:
buondì mia diletta…come va? Mi fa davvero piacere che
anche il terzo capitolo ti sia piaciuto. Per il film, mi sono ispirata
a Erin Brockovich, ma penso che l’avresti capito se magari fossi
entrata un po’ più nel vivo della storia. Ora siamo appena
agli inizi, ma vedrai poi che ti combino.
Forse hai ragione te.
Diciamo che non ha voluto dare la soddisfazione a Koga di piangere per
una cosa così grave. Forse ho esagerato un po’ troppo
questa cosa, ma dovevo sbarazzarmene al più presto per dare
possibilità a Inu di farsi sotto ^_^ hihihi…
Inu non le ha messo fretta,
ma non credere che aspetterà tanto prima di ripartire
all’attacco. Leggere per credere…
So che odi la mummia, ma non preoccuparti. A lei ci ho già pensato.
Achaori:
hai ragione, Inu non la licenzierà, anzi…le darà
un avanzamento di grado…no dai che scherzo, metti via la 44
magnum (è solo per l’ispettore Callaghan ^^) però
sappi che Kikyo è già a posto. Dovrai aspettare solo
qualche capitolo per vederla sistemata e spero che ti piaccia il come
l’ho fatto.
Ti aspetto alla fine del capitolo.
Tanti besitos!
Camoeight:
come sei diplomatica…perché non studi per diventare
ambasciatore? Così vai in giro per il mondo a risolvere le
situazioni, rompendo le braccia a tutti, hehehe…dai che scherzo!
Per Kikyo…sta tranquilla…non se ne andrà via
tramite fax, ma…dovrai aspettare per saperlo…
Ti invio l’aggiornamento e spero che anche questo ti soddisfi.
Fmi89:
bacioni anche a te! So che ti dispiace per Kagome, ma non ti
preoccupare. La ragazza sa cosa deve fare perché non
permetterà a nessuno di intralciarle il lavoro e quindi…
Kizzuoli anche a te!
Kagome19:
da uno a cento? Penso infinito elevato all’ennesima potenza. Ma
Kagome sa che la violenza non porta a nulla. A volte le parole
feriscono più dei fatti e la nostra eroina sa parlare molto bene
^^ Inu l’ha lasciata un attimo in pace, ma tornerà alla
carica e Koga…Koga finalmente s’è levato dalle
cocche.
Ti mando questo capitolo e spero che ti piaccia come i precedenti.
Per tutte!
So che odiate Kikyo, ma non temete! Mi sono già premurata di sistemarla a dovere!
So anche che pensate che
Inuyasha le darà un po’ di spazio, ma si tratterà
di una brevissima tregua, per non dire inesistente.
IO E IL MIO CAPO UNA PICCOLA VITTORIA, MA…
Il telefono di Kagome squillò e la ragazza rispose.
Era Inuyasha. Sorrise. Non
capiva perché, nonostante avesse scoperto quel pomeriggio che il
suo ragazzo le impediva di passare dalle porte da un anno e mezzo,
Inuyasha le facesse quell’effetto.
“Si?” – rispose lei.
“Ciao Kagome…mi porteresti un caffè…lungo…” – disse, enfatizzando l’aggettivo. – “…devo finire quel lavoro.”
“Ok.” – Kagome riagganciò e si alzò dalla sedia.
“Dove vai?” – le chiese Kikyo.
Kagome si prese una piccola rivincita.
“Da Inuyasha.”
La ragazza non lo aveva
notato perché era già davanti alla macchinetta, ma Kikyo
aveva spezzato a metà la sua matita.
“Posso?” – chiese Kagome, entrando nell’ufficio di Inuyasha.
“Dai entra.”
– la invitò lui. – “Grazie mille.”
– disse Inuyasha, prendendo il caffè dalle sue mani,
sfiorandole.
“Prego…che devo fare?”
“Niente.” – disse lui, sorseggiandolo.
“C-come?”
“Volevo stare un
po’ con te. Problemi?” – disse Inuyasha, come se
fosse la cosa più normale di questo mondo.
Kagome non sapeva che dire. Era la prima volta che qualcuno si buttava così avanti in quel modo con lei.
“N-no…”
– rimasero in silenzio per un po’, godendo della compagnia
dell’altro in quel modo. Inuyasha non smetteva un secondo
di fissare la ragazza, che ormai era diventata il suo chiodo fisso.
“P-perché mi fissi?” – chiese lei, lanciandogli occhiate veloci.
“Perché sei bellissima.”
Kagome
s’imbarazzò ancora di più e non aprì bocca.
Inuyasha si alzò molto lentamente dalla sua poltrona e
pregò che non iniziasse a torturarla come il giorno prima nello
stanzino della fotocopiatrice. Non fece in tempo a finire di pensarlo
che il ragazzo si era portato dietro di lei. Era tesa come una corda di
violino. Il mezzo demone iniziò a massaggiarle le spalle, molto
sensualmente e le tende tirate che gettavano l’ufficio nella semi
oscurità non aiutavano di certo.
“Come sei
tesa…” – osservò Inuyasha soffiandole
nell’orecchio. Ora i loro visi erano vicinissimi, ma Kagome non
osava guardarlo in faccia. Dal collo, Inuyasha passò alle
braccia, scoprendole morbide e vellutate. –
“Rilassati…mica ti mangio…” – le disse
lui, provocandole mille brividi per il corpo.
“I-Inuyasha…se entra…qualcuno…” – Kagome aveva appena perso l’uso della voce.
“Tranquilla…”
– dalle braccia, il mezzo demone tornò al collo e dal
collo passò alle clavicole, le sfiorò appena, ma
percepì il sussulto della ragazza. Inuyasha era troppo vicino ai
suoi seni. Le pettinò i capelli con le dita.
“Inuyasha…non
si può…” – Inuyasha sorrise. Era evidente che
lei lo voleva quanto lui. – “Sei…il mio
titolare…” – fece notare la ragazza.
“La cosa ti crea
qualche problema?” – chiese mentre le posava piccoli baci
dietro l’orecchio. Kagome stava per esplodere. Il labbro le
tremava per lo sforzo di non urlare dal piacere che quelle carezze le
stavano provocando.
“Si…avrei problemi…con i colleghi…per favore…” – lo supplicò lei.
Inuyasha in quel momento si
sentiva potente. Aveva il controllo totale su quella ragazza che sapeva
essere già sua. Ma sapeva anche che non sarebbe stata una cosa
semplice. Certo, anche lui sapeva che forse potevano esserci dei
problemi per via di quella relazione così poco professionale, ma
non avrebbe rinunciato a lei solo per quel piccolo particolare.
“Vieni da me, allora…” – le suggerì lui, che non aveva intenzione di demordere.
“P-per
favore…” – Kagome stava impazzendo. Inuyasha si
chinò su di lei e le succhiò il lobo dell’orecchio.
Il mezzo demone percepì chiaramente il respiro affannoso di lei,
che cercava di trattenersi.
“Lasciati
andare…” – la voce di lui era sempre più roca
per l’eccitazione. Qui urgeva una soluzione e al più
presto! Kagome si strinse le mani per evitare di affondarle in quei
capelli che sembravano essere così morbidi.
“Non…non…posso…ti
prego…” – Inuyasha smise di leccarle il lobo
dell’orecchio. Girò la sedia di scatto e se la
trovò di fronte. Era ancora più bella e dannatamente
eccitante di quanto se la ricordava. Il torace le si alzava e abbassava
freneticamente nel tentativo di ridurre alla normalità il
respiro. La prese per la vita e la alzò dalla sedia con la
forza. Kagome si trovò tra le braccia di Inuyasha e non sapeva
come fare per slacciarsi. Nonostante non le facesse male, sentiva che
la sua presa era forte e decisa quel tanto che bastava per non farla
andar via. Poggiò le sue mani sui suoi avambracci, nel tentativo
di divincolarsi, ma era lei stessa a non volersi sciogliere. Lo voleva
e non lo voleva.
=Dio Kagome! Deciditi!= si
disse la ragazza. Inuyasha la spinse verso la scrivania e la fece
sedere sopra. In quel momento Kagome aveva appena salutato il suo
cervello che si era appena imbarcato verso le Hawaii. Con il ginocchio
aprì le gambe di Kagome che non oppose resistenza e vi si
infilò dentro, facendo aderire i due bacini. Inuyasha era
eccitato, sentiva la voglia di Kagome crescere contro la sua
virilità, ma nello stesso tempo poteva palpare con mano la sua
reticenza nel fare quella cosa. Stava per baciarla quando qualcuno
bussò alla porta. Kagome saltò giù dalla scrivania
e si allontanò da Inuyasha per riprendere il controllo.
“Avanti.” – disse atono Inuyasha, ma che in realtà stava per esplodere.
Era Kikyo.
“Si?” – sibilò Inuyasha, fulminando la ragazza con lo sguardo.
“Scusatemi…vi
ho forse disturbato?” – chiese Kikyo con noncuranza. Kagome
era riuscita in quel pochissimo lasso di tempo a riprendere il
controllo e sembrava che tra lei e Inuyasha non fosse successo niente.
“No, allora?” – chiese direttamente Inuyasha.
“Ho bisogno di Kagome per un lavoro.”
“Arrivo
subito.” – disse Kagome, ringraziando e maledicendo Kikyo
nello stesso momento. Kikyo uscì, lasciando solo Inuyasha.
Kagome e Kikyo arrivarono alle loro scrivanie e quando Kagome si sedette ricevette come prima cosa una minaccia dalla collega.
“Sta lontana da lui.” – disse senza farsi tanto sentire. Kagome la guardò con un sopracciglio alzato.
“Prego?”
“Gira alla larga da
Inuyasha. Lui è mio!” – in quel momento, Kagome
ingaggiò una sfida personale contro quella mummia rinsecchita.
“Non mi pare di aver
letto una targhetta con il tuo nome sopra.” – disse Kagome
che ormai aveva capito che con Kikyo avrebbe avuto un rapporto
esclusivamente basato sulla competizione. E il premio finale era il
mezzo demone che pagava i loro stipendi.
“Attenta Kagome…”
“Non minacciarmi…non ti conviene…” – disse Kagome, trucidandola con lo sguardo.
Il battibecco finì li e Kagome eseguì il lavoro che le aveva dato Kikyo.
Giunsero le sette e mezzo
anche per quel martedì e per Kagome era arrivata l’ora
della verità. Appena scattata la mezza, si precipitò
fuori per tornare a casa e assicurarsi che quel maledetto se ne fosse
andato. Parcheggiò la sua macchina al solito posto e vide che
tutte le luci erano spente. Staccò la chiave dal quadro ed
entrò in casa sua.
Sembrava che Koga non avesse mai abitato li.
Appena posò la borsa sul divano, il telefono squillò.
=Vuoi vedere che è lui…= pensò Kagome sarcastica. Infatti…
“Si?” – chiese Kagome.
“Sono io, Kagome…”
“Carissimo Koga…come stai?” – chiese Kagome, mentre sentiva che la gola iniziava a bruciarle da matti.
“Ti prego…io…”
“Tu cosa, eh? Che
vuoi? Il mio perdono? Beh arrangiati!…Dio santo Koga!”
– il ragazzo dall’altra parte sussultò. –
“…cosa ti avevo sempre detto? Ti avevo chiesto di dirmelo
se non eri più innamorato di me o se amavi un’altra! Ma
hai preferito comportarti come tutti gli uomini di questo mondo: come
un perfetto vigliacco!”
“Kagome…non sai quante volte ho voluto dirtelo, ma…”
“…ma non ha
più importanza quello che volevi o non volevi fare! Mi hai fatto
fare una figura di merda oggi davanti al mio capo!”
“Quello…era il tuo capo?”
“Già! Grazie
tante!” – Kagome sbattè la cornetta sulla forcella
senza dare tempo al suo ex ragazzo di dire qualcosa. Si sedette sul
divano e iniziò a piangere.
Quella sera non cenò.
Il mattino successivo
Kagome era da rottamare. Aveva due occhiaie profonde, il viso spento e
i capelli tutti arruffati. Si guardò allo specchio e il suo
umore non migliorò di certo.
“Adesso mi butto nel cesso e tiro l’acqua…” – pensò Kagome.
Compì le sue solite azioni quotidiane finchè non fu pronta anche quel mercoledì.
Stava davanti al suo
computer da circa mezz’ora, cercando di capire qualcosa di quei
dati che le apparivano davanti agli occhi, ma era tutto inutile. La
chiamata di Koga di ieri sera l’aveva praticamente distrutta.
“…mi stai
ascoltando? Ehi!” – la voce perforante di Kikyo le
arrivò dritta come una pugnalata al cuore.
“Come? Hai detto
qualcosa?” – chiese Kagome, cascando dalle nuvole. Kikyo
s’infuriò perché pensava che Kagome non
l’avesse ascoltata apposta.
“Se non sei
intenzionata a fare sul serio te ne puoi rimanere anche a casa!”
– tuonò la ragazza, facendo uscire persino Inuyasha dal
suo ufficio.
“Che succede qui?” – chiese Inuyasha, ancora infuriato per l’interruzione di ieri.
=Perfetto…adesso mi becco la ramanzina pure da lui…=
“C’è che
questa non ha voglia di lavorare!” – tuonò Kikyo.
– “E’ mezz’ora che le sto spiegando cosa deve
fare e alla fine se ne salta fuori chiedendomi se avevo parlato!”
– a Inuyasha bastò un’occhiata per notare le
occhiaie di Kagome, abilmente mascherate dietro tre dita di fondotinta.
“Ok, adesso ci penso io…Kagome, con me. Adesso!”
“Si…” – disse debolmente la ragazza. Kagome si alzò e seguì Inuyasha come un cagnolino.
Di nuovo la stanza era avvolta nell’ombra.
“Siediti…Eri, per favore, mi porteresti due cappuccini?”
“Si, te li porto
subito.” – Inuyasha si appoggiò allo schienale della
sedia e aspettò che Kagome si sfogasse. Un leggero bussare
attirò l’attenzione di Inuyasha.
Era Eri con i due
cappuccini. Li posò sul tavolo e se ne andò senza dire
niente. Aveva capito che qualcosa non andava.
“Che succede?” – chiese lui dolcemente.
“Ha avuto la faccia
tosta di chiamarmi ieri sera!” – disse Kagome mentre
qualche lacrima le scendeva sulle guance. Inuyasha prese un fazzoletto
dal cassetto e glielo porse, sedendosi vicino a lei.
“Calmati…che ti ha detto?”
“La più
classica delle stronzate! Sai Kagome…volevo dirtelo ma…ma
sei uno stronzo, ecco cosa sei!” – disse Kagome arrabbiata
con quel bastardo.
“Quello non merita mezza delle tue lacrime, Kagome!” – disse Inuyasha che non la voleva vedere così.
Kagome lo guardò
bene in faccia: oggi era più bello del solito, gli occhi erano
di un color oro particolarmente intenso; indossava un pantalone dal
taglio classico e una camicia bianca, aperta sul davanti. I capelli
erano legati da una morbida coda. Kagome lo guardò, piegando la
testa da un lato. Il suo sguardo esprimeva perplessità,
perplessità che Inuyasha non capiva.
“Che c’è?” – chiese, accarezzandole una guancia.
Kagome alzò la mano
e sciolse i capelli dalla coda. Per Inuyasha, sentire quella mano tra i
capelli fu peggio che ricevere la scossa.
“Con i capelli
sciolti stai meglio…” – disse prendendo una ciocca
in mano e tastandone la morbidezza. Si accorse solo dopo di quello che
stava facendo. – “Io…scusami…non so che mi
sia preso…scusami…” – Kagome si era alzata
per tornare al lavoro, ma lui l’aveva bloccata in uno dei suoi
forti abbracci.
“Sta
calma…” – Kagome in quel momento sentì il
bisogno di un appoggio, non solo fisico, ma anche morale e così
fece. Poggiò la testa sul suo petto e si lasciò cullare
dal ritmo lento del suo cuore. Si rialzò dopo cinque minuti
più…determinata.
“Hai ragione…” – disse lei, asciugandosi i rimasugli delle lacrime.
“Su cosa?” – chiese lui incurvando leggermente la bocca in un sorriso.
“Lui non merita le mie lacrime.”
“Così ti voglio!” – affermò Inuyasha contento.
“Ti ringrazio
per…” – ma Kagome non finì la frase
perché Inuyasha era finalmente riuscito a baciarla. Kagome non
ci pensò su due volte e rispose al bacio. Fece passare le sue
braccia attorno al suo collo, potendo in quel modo sentire nuovamente
la morbidezza dei capelli di lui. Inuyasha la strinse di più,
finchè non la fece sedere ancora sulla scrivania.
Nuovamente, qualcuno
bussò alla porta, rovinando nuovamente quel momento. Kagome
sgranò gli occhi per quello che era appena successo, mentre per
Inuyasha fu una piccola vittoria. La ragazza si toccò le labbra
ancora calde, e alzò gli occhi al cielo, maledicendosi per
quella cosa che non doveva succedere.
“Avanti…” – disse Inuyasha più malleabile.
Nuovamente, era Kikyo che era venuta a cercare Kagome e assicurarsi che quei due non stessero facendo niente di particolare.
“Si?” – chiese Inuyasha soddisfatto.
“Inuyasha, scusa…volevo ricordarti che domani hai appuntamento con Haruko Takahami.”
“Si, grazie…ah Kikyo…”
“Si?”
“Consegna la mia
agenda a Kagome. Da oggi in poi sarà lei ad occuparsi dei miei
impegni.” – disse Inuyasha appoggiandosi alla scrivania,
dove prima era seduta Kagome.
“COSA?!?” – urlarono in contemporanea le due ragazze.
“I-Inuyasha…non
so se te ne rendi conto, ma…non puoi affidare ad una
principiante una cosa così importante.” – Kagome si
sentì profondamente offesa.
“Ehi!” – disse lei, ma Kikyo non la degnò di uno sguardo.
“E poi…lei non
sa niente di studi legali e affini, non ti può essere
utile!” – disse Kikyo, cercando di tenersi caro quel posto.
Praticamente tenere l’agenda di Inuyasha, significava fermarsi
due sere alla settimana dopo l’orario di lavoro per programmare
tutti gli appuntamenti. Significava rimanere da soli nella stessa
stanza.
“Guarda che non sono
cretina! Ce la posso fare benissimo!” – disse Kagome,
pentendosi poi della sua affermazione. In quel modo si era praticamente
offerta in pasto al leone.
“Ho deciso,
Kikyo…spiegale brevemente come gestire la mia agenda e poi
consegnale tutto il materiale. Potete andare.” – le due
ragazze furono costrette ad uscire dall’ufficio, una arrabbiata
(Kagome) e l’altra infuriata come una bestia (la mummia…).
Purtroppo Kikyo doveva attenersi alle disposizioni di Inuyasha e
consegnò l’agenda a Kagome senza spiegarle niente.
“Beh? Almeno spiegami qualcosa, no?”
“Ehi…hai detto che non sei cretina, giusto? Arrangiati!”
“Che modi!”
– disse Kagome che non si perse d’animo. Iniziò a
leggere l’agenda di Inuyasha dall’inizio per capirne
qualcosa. Passò l’intera mattinata a decifrare la
calligrafia gallinacea della sua collega e a capire il funzionamento di
quegli appunti. Arrivò la pausa pranzo e Kagome non se ne
accorse nemmeno.
“Pranzi con me oggi?” – chiese Inuyasha a Kagome, con Kikyo li presente.
“Eh? Come?”
– guardò istintivamente l’orologio scoprendo
così le dodici e dieci. – “Oh…” –
disse Kagome con un sorriso imbarazzato. – “…non me
n’ero accorta. Si, volentieri, grazie.” – Kagome
chiuse l’agenda e la mise in un cassetto e lo chiuse a chiave.
Quella era l’agenda di Inuyasha, mica di un pinco pallino
qualsiasi! – “Andiamo?” – chiese Kagome con un
bellissimo sorriso.
S’incamminarono verso l’uscita, raccomandando a Kikyo di chiudere la porta e di inserire l’allarme.
Nuovamente, dentro l’ascensore.
Da soli.
Kagome era appoggiata alla
sbarra dell’ascensore e attendeva con pazienza infinita
l’arrivo al garage. Durante tutto il tragitto Inuyasha non
allungò mai le mani su di lei.
Arrivarono al ristorante di
ieri e si fecero accompagnare in terrazza, in un punto un po’
distante dalle altre coppie. Durante il pranzo ebbero modo di parlare.
“Posso sapere che diavolo ti è saltato in mente?” – chiese Kagome, non arrabbiata.
“A che ti
riferisci?” – chiese Inuyasha, mentre inforcava
dell’insalata con uno sguardo fintamente innocente.
“Non fare lo gnorri, principale…mi riferisco all’agenda dei tuoi impegni.”
“Problemi?”
“Abbastanza…” – Inuyasha diventò serio improvvisamente.
“Kikyo ti ha detto o fatto qualcosa?”
“No…ma non le
è piaciuto questo tuo cambiamento di rotta, come non è
piaciuto a me.” – Inuyasha sembrò riprendere il
sorriso di strafottenza che aveva solitamente.
“A me è
sembrato il contrario…come mi è sembrato che quel bacio
ti sia piaciuto.” – Kagome si strozzò con
l’acqua. Inuyasha era sempre più soddisfatto di sé.
“Non…non
volevo passare per quella che non sa fare niente!” – si
giustificò Kagome. – “E tu ne hai subito
approfittato!”
“Io?” – disse Inuyasha indicandosi innocentemente. Kagome sospirò.
“Inuyasha…parlando seriamente…non possiamo.”
“Perché?” – chiese lui, depositando la forchetta e appoggiandosi allo schienale della sedia.
“Te l’ho già detto…tu sei il mio principale e non voglio che girino strane voci.”
“Del tipo che potrei farti dei favori?”
“Già…ed è l’ultima cosa che voglio.” – disse Kagome bevendo dell’acqua.
“Non diciamolo a nessuno, allora.” – Kagome lo guardo allibita.
“Non ho intenzione di giocare all’amante segreta, Inuyasha!”
“Come sei complicata, Kagome!”
“Ma…”
“E poi mi piaci
troppo perché rinunci a te, quindi…scordatelo!”
– disse lui perentorio. Kagome arrossì di botto.
“Ma…non mi conosci nemmeno!”
“Abbiamo tempo per questo…”
“A-abbiamo?” –chiese Kagome. Inuyasha annuì convinto.
“Non credere che
rinunci tanto facilmente perché se lo hai pensato veramente,
allora devi ancora conoscermi…” – Kagome era
sconcertata. Praticamente Inuyasha l’aveva avvisata che
l’avrebbe sottoposta ad una corte spietata senza precedenti.
Cambiarono argomento (che era meglio), parlando degli hobbies di ognuno finchè non giunsero le tre.
Kagome stava studiando gli appuntamenti di Inuyasha, ma aveva ancora in mente le sue parole di quel mattino.
“E poi mi piaci troppo perché rinunci a te, quindi…scordatelo!”
Le aveva praticamente fatto
una dichiarazione di guerra a cuore aperto e lei non si era ancora
ripresa. Questo le riportò alla mente Koga e a tutte le volte
che le aveva chiesto di uscire, ma mai si era comportato come Inuyasha.
Il ricordo di Koga però le faceva ancora male quindi era meglio
se si concentrava sul lavoro.
Da quel giorno ne passarono
tanti altri. Kikyo diventava sempre più odiosa, ma per fortuna
tutto l’ufficio sosteneva Kagome perché nessuno sopportava
quella mummia rinsecchita. Per non parlare di Inuyasha che non la
lasciava in pace un secondo…
…e questo, nonostante tutte le sue imposizioni nel non cedere, la lusingava da matti.
Erano passati sei mesi da
quando Kagome era stata assunta presso quello studio e ormai poteva
dire di conoscerne vita, morte e miracoli. Aiutava spesso e volentieri
tutti nelle varie mansioni, arrivando a conoscere tutti i settori di
quello studio. In pratica, Kagome era arrivata ad avere una conoscenza
globale di quello che succedeva all’interno dello studio. In
molti facevano affidamento su di lei per chiedere informazioni di
pratiche vecchie o documentazioni varie perché era rapida ed
efficiente nelle risposte. Inuyasha non poteva fare più a meno
di lei in tutti i sensi. Come donna e come collaboratrice. Non perdeva
un solo momento per rimanere da sola con lei e quando ci riusciva
l’ufficio del mezzo demone diventava rovente. La ragazza ancora
non era del tutto convinta di quello che stavano facendo e con ogni
mezzo tentava la resistenza, ma sapeva perfettamente che non avrebbe
resistito a lungo. L’agenda di Inuyasha era addirittura migliore
di quando era nelle mani della mummia, che praticamente si era ridotta
a gestire solo la cancelleria.
Un giorno però,
Kagome era seduta tranquillamente davanti al suo computer intenta a
registrare le ultime fatture quando le squillò il telefono. Quel
numero l’avrebbe riconosciuto tra mille dato che ultimamente la
chiamava tutti i giorni. In quel momento Inuyasha era uscito
dall’ufficio per parlare con Kagome del prossimo impegno,
assistendo così alla telefonata.
“Sota! Ciao!
Allora?” – dall’altra parte però Kagome non
udì risposta. Inuyasha era molto infastidito da quel tono,
infatti, iniziò ad agitarsi sul posto. – “Sota? Sota
ci sei?”
“Ciao…” – disse la voce al telefono.
“Ehi finalmente! Che
hai?” – chiese preoccupata Kagome, cosa che non
passò inosservata a Inuyasha che stava diventando sempre
più irritato.
“E’ nata.” – disse semplicemente il ragazzo dall’altra parte.
Kagome ci rimase male per come glielo aveva detto.
“E…e me lo
dici così? Un po’ di allegria, no? E’ nata tua
figlia, mica è morto nessuno!” – Inuyasha si
calmò immediatamente. Kagome gli aveva detto che aveva un
fratello che stava per diventare padre, ma non pensava che fosse il
tizio al telefono. Tutti i metodi che si era immaginato per far fuori
il ragazzo erano scemati come neve al sole. – “S-Sota? Mi
rispondi?”
“Se va avanti così non so se vivrà.” – disse il ragazzo. A Kagome cadde di mano la cornetta e diventò pallida come un cencio.
Inuyasha si preoccupò subito.
“C-che significa?” – chiese la ragazza, riprendendo in mano la cornetta, con le mani tremanti.
“Non respira, Kagome…non…non respira…io e Karima non…” – ma Sota non finì di parlare che si mise a piangere.
“Oddio…dove siete?”
“Al Saint James Hospital…ti prego…vieni…”
“Arrivo…”
– ma si bloccò subito perché si era ricordata che
non aveva la macchina e a quell’ora non c’erano autobus
disponibili. – “…maledizione!”
“Cosa?” – chiese Sota.
“Sono senza macchina,
oggi!” – Kagome stava piangendo. C’era una concreta
possibilità che sua nipote non vedesse i suoi genitori e lei era
bloccata li perché non aveva la macchina. Alzò lo sguardo
e vide Inuyasha che le diceva una cosa.
“Ti accompagno io. Riaggancia!”
“Sota! Tra dieci minuti sono li!”
“Vieni subito!” – le disse il fratello.
I due uscirono sotto lo sguardo preoccupato di tutto lo studio che aveva assistito alla conversazione.
Bedde beddissime!
Capitoletto polposo, non trovate?
Piccola nota doverosa:
forse ho esagerato troppo. È vero…Inuyasha non l’ha
seguita ai giardinetti quando lei è scappata dopo aver parlato
con Koga, ma la mia mente malata non ha saputo resistere alla
tentazione di vedere un Inuyasha finalmente cotto,
stracotto e rosolato di Kagome e ho agito di conseguenza. Ripeto: spero
di non aver esagerato (anche se sono pienamente convinta di questo), ma
spero che capirete le mie motivazioni. In ogni caso, se ritenete che la
cosa sia stata eccessiva, sapete perfettamente che tramite i vostri
commenti potete dirmi tutto quello che pensate.
Comunque…la storia
sta entrando nel vivo e Inuyasha è riuscito finalmente nel suo
intento. Kagome però non è molto convinta di quello che
stanno facendo e lo dimostra il fatto che si faccia tutti quei problemi
su quella relazione non molto professionale. Lei sa che non si
potrebbe, ma la tentazione del proibito è sempre forte.
Però al nostro mezzo demone preferito non interessano molto le
sue remore perché Kagome gli piace troppo.
La ragazza ha preso confidenza con tutti i settori dello studio, ma soprattutto con lo studio di Inuyasha…
…ma una piccola
tragedia si consumerà in casa Higurashi. È nata sua
nipote, ma ci sono alcuni problemi. Riusciranno i genitori a portare a
casa la bambina?
E’ tutto da scoprire.
Besitos, callistas.
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Capitolo 5 *** 5 - L'inizio della missione ***
5 - L'inizio della missione
Papparapappapaaaaa!!!!!! ROARRR!!!!
BEDDEEEE!!! Ben tornatissime al nuovo capitolo della storia! 0_0
Sono felicissima che anche
il capitolo 4 sia piaciuto, nonostante la mia…esasperazione sul
comportamento dei ragazzi. Però almeno ho dato voce alle
fantasie di tutte noi che non vedevamo l’ora di vedere un
Inuyasha finalmente deciso.
Comunque…ora che siete giunte fino qui, è giusto proseguire!
Abbiamo…scusate, HO
interrotto il capitolo proprio sul più bello. Kagome ha ricevuto
la telefonata da suo fratello Sota in merito alla nascita della
figliola, ma…ma ecco che accade l’impensabile. La bimba
non respira. Kagome ovviamente non perde un secondo e parte alla volta
dell’ospedale, fedelmente accompagnata da Inuyasha. Arrivano
e…
…e prima devo ringraziarvi. Mi sembra doveroso dopo tutte le bellissime recensioni che ho ricevuto per il capitolo 4.
Iniziamo con…
Anjhela_kaggy_inuchan91:
una nuova bedda! Ma come sono contenta!!! ç_ç (me
commossa!!!!). Sono contenta di vedere che anche ad un’altra
persona piaccia la mia storia. Anche tu sei preoccupata come le altre
per la figlia di Sota, eh? Purtroppo non posso darti anticipazioni di
nessun tipo, ma se sei curiosa di scoprirlo ti consiglierei di leggerti
questo capitolo chiarificatore. Chiarificatore sulle sorti della
bambina, ma anche sulla mia personale visione del mondo.
Lo so…Inuyasha qui
è particolaremente geloso di Kagome e se sente un uomo che cerca
Kagome che non sia lui stesso, diventa geloso compulsivo. Sono contenta
di averti strappato un piccolo momento di ilarità. Grazie mille
per i complimenti, e spero tu voglia continuare a leggere la mia storia
e commentarla.
(Me si inchina…)
Grazie mille.
Camoeight:
my darling! Per fortuna che ti rivedo! Comunque io credo invece che
come diplomatica faresti un’enorme carriera. Non avresti nessuno
che ti metta i bastoni tra le ruote…ma sono contenta che questo
capitolo non ti sia sembrato eccessivo. Temevo invece di aver esagerato
con Kagome che si lascia andare subito subito a Inuyasha. Per la
piccolina…io leggerei il capitolo e poi spero che tu mi voglia
far il solito onore di lasciare un commentino.
Besitos!
_NeMeSiS_:
una nuova bedda tra i commentatori! Che beddo! Innanzi tutto,
benvenuta. Grazie per aver dedicato un po’ di tempo a questa
storia, mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta, ma soprattutto che
andrai a leggerti le altre che ho scritto. Mi fa davvero piacere. Spero
tu voglia seguirmi anche per le prossime, visto che sono in un periodo
veramente proficuo. Continuo a scrivere come una matta e non so
perché. Comunque…bando alle ciance. Adesso ti lascio
leggere il capitolo 5. Spero tu possa dirmi come lo hai trovato, ok?
Dai…ci vediamo in fondo al capitolo.
Besitones!
Le_montagnine: pronto? Polizia? Si sta consumando un sorellicidio! Presto accorrete!!
Ciao bedde!
Però…ele…non mi strozzare la povera
isa…altrimenti chi me le commenta le storie? E tu isa…non
lamentarti sempre se tua sorella, per sbaglio, stringe un po’
troppo le mani attorno al tuo collo! Stai sempre a lamentarti, perbacco!
Carissime…come da
voi richiesto vi invio l’aggiornamento, dove…mica sono
scema che ve lo anticipo! Leggete e fatemi sapere se vi piace, ok?
Grazie mille per aver recensito ancora la mia storia! Vi adoro!
Okkiverdi: ciao ciao! Mi fa
piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Spero di non deluderti con
questo. Chissà cosa accadrà alla piccolina? Leggere per
scoprire…
Besitos!
Inukag4ever:
wooooooooooooooooooooo ciao bedda! Me felice di vederti! Grazie mille
per tutti questi complimenti, meritatissimi oserei dire (^_^). Dai che
scherzo, lo sai vero? Comunque il prossimo capitolo eccolo qui, pronto
per un’altra valanga di recensioni. Per l’agenda ho pensato
che era doveroso fare un cambio di gestione. Dopo tutto, madame
mummì era un po’ troppo stile gomma da masticare e
Inuyasha ha colto la palla al balzo. Chissà come se la
caverà Kagome con la gestione di una cosa così
importante? Comunque adesso ti sgancio e ti lascio leggere il capitolo,
ok? Ti aspetto in fondo come al solito!
Besitones!
Mary_loveloveManga:
BEDDISSIMA BEDDAAAAAAAA!!!!!!! Sono sempre…putrefatta dalla
gioia quando leggo i tuoi commenti kilometrici! Allora! Iniziamo con il
rispondere alla recensione, che più di una recensione mi sembra
un poema epico-cavalleresco…dunque!
La bambina: la piccola
è grave e, come leggerai qui di seguito, spetterà solo a
lei decidere se vivere o morire. Ma si sa…a volte, i neonati,
hanno più forza di volontà degli adulti, quindi…ti
lascio trarre le ovvie conclusioni. Poi sai che mi so cammuffare
abilmente quindi, anche se mi trovassi, non mi acchiapperesti mai
perché sono leggiadra come un elefante in un negozio di
porcellane!
Koga: che te devo
dì? Personalmente, Koga l’ho sempre visto con Ayame, non
riesco a immaginarmeli insieme. E poi…non solo è da
buttare in una discarica, ma è anche da buttare in un
inceneritore! E il fatto che abbia provato a dirglielo è una
prova di come sia stato doppiamente bast…Io credo che se non si
ami più una persona è giusto dirglielo in faccia e non
farsi beccare dalla propria fidanzata con un’altra e poi dire
“Oh beh…volevo dirtelo…” si, però se
Kagome non lo avesse visto? Cos’avrebbe fatto Koga? Visto che
è un punto che non ho voluto approfondire per evitarmi una
ulcero-gastrite cronica ho preferito troncare li tutto, preferendo
pensare che lui avrebbe continuato a fare il doppio gioco, fino ad
arrivare al punto di rottura massimo.
Kikyo: lei è sempre
presente, lo so. Presente e schifosamente antipatica, lo
so…d’altronde…l’ho disegnata io così
^_^. Ma se l’ho fatto è perché mi serviva per
quello che le accadrà in seguito. Guarda…non ti dico
nemmeno quanto mi sto crogiuolando nel mio brodo di giuggiole nel darti
queste anticipazioni così scarse. Però sappi che non
penso di deluderti, anzi. Almeno l’avrò tolta dalle cocche.
Inu&Kagome:
loro…loro sono loro. Non si può dire più di tanto
perché dire Inuyasha & Kagome è dire già tutto
o almeno gran parte della cosa. Come ho già detto ho voluto,
almeno per una volta, renderlo un tipo sicuro di sé così
come Kagome. La Takahashi ci ha regalato un bellissimo manga, con
altrettanti bellissimi personaggi, ma io credo che se avesse messo un
piccolo bacetto tra i due io penso che l’audience del manga,
trasmesso su MTV, sarebbe schizzato alle stelle. Kagome, come avrai
potuto vedere, è molto attratta da Inu (e chi non lo è?),
ma è il suo principale e questo le crea qualche problema, come
potrai leggere durante la storia. È un punto che non ho voluto
mollare, questo. Comunque si dice vice-direttore…
Dunque…io spero di
non averti conciliato il sonno con questo popò di roba, ma sei
tu che mi invogli a scrivere, vista la tua maturità. Sicura di
essere solo in seconda media?!?!?!
Comunque…spero che i
tuoi problemi si risolvano in fretta e che non siano niente di grave.
Il tuo atteggiamento positivo però è un bene, ma mi
raccomando…aiuta gli altri, ma non dimenticarti di te stessa,
ok? In ogni caso, anche se le tue amiche non possono fare niente per
te, lascia che semplicemente ti ascoltino. Magari non potranno aiutarti
con i fatti, ma sapere che qualcuno è li per te sempre è
un sostegno che nemmeno ti immagini.
Comunque non ti preoccupare. Mi fa piacere che tu ti senta libera di parlare con me anche di altro.
Io ti aspetto in fondo al capitolo come sempre, ok?
Quattro triglioni di besitos!
Vale728:
io te lo consiglio, anche perché è tratto da una storia
vera. Eh si…Inuyasha finalmente è riuscito a baciarla,
anche se Kikyo doveva “giustamente” rompere le uova nel
paniere. Ma chissà che sarebbe successo se non fosse mai entrata
in ufficio…hehehe…a te l’immaginazione.
Vedo che anche a te sta a cuore la sorte della bimba. Io inizierei a tremare…
Ti aspetto in fondo al chappy, ok?
Mikamey: se sei una bedda tu lo sai batti le mani clap, clap!
Buondì, mia divina!
Tutto bene? Comunque non ti preoccupare, non è una storia in cui
i protagonisti si sanno improvvisare anche come spie internazionali e
non c’entra nemmeno Sesshomaru, mi dispiace. Così come non
ci sarà il classico pranzo o cena per conoscere i genitori
dell’altro. Ma comunque sai che mi piace quando parli, no? E per
la bimba…dovrai leggere questo capitolo per sapere come
andrà a finire.
Grazie mille per i complimenti e ci vediamo in fondo!
Besitos!
Kagome19:
meno male. Sono contenta di non essere apparsa troppo sfrontata con le
reazioni. Mi fa davvero un immenso piacere che ti sia piaciuto.
Comunque si…ho capito cosa volevi dire, ma non ti preoccupare!
Sentiti libera di esprimerti come ti pare, non mi scandalizzo!
Anch’io vorrei che si abbandonasse un po’, ma per
quello…non so…forse non li farò mai mettere
insieme…forse si…bah…vediamo come mi gira
^_^hahaha!
E anche per te, se vuoi sapere come andrà a finire la storia della bimba…leggi il capitolo e poi fammi sapere, ne?
Grazie ancora per il tuo splendido commento e alla prossima!
Achaori:
cavoli! Diciamo che non ti fai problemi a dire le cose come stanno, eh?
comunque la schiettezza è una cosa che apprezzo molto in una
persona, quindi…non ti azzardare mai più a rivolgerti a
me in questo modo, INTESI?
^__________^ CIAO BEDDA!
Guarda che stavo scherzando
prima, lo sai vero? Non mi permetterei mai di…ma si
dai…invece mi permetto. Questa storia è mia e se non ti
sta bene…(ti prego…non mi lasciare…continua a
leggere, ok? ç_ç)
Di nuovo…stavo scherzando.
Comunque
si…finalmente tra Inu e Kaggy si è smosso qualcosa,
mentre Kikyo, beh…Kikyo avrà una piiiiiiccola sorpresa se
andrà avanti in questo modo.
Leggi il capitolo e dimmi se ti piace, ok? Ci vediamo in fondo!
Besitones!
Fmi89:
ciao bedda! Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto. Sono
davvero contenta di aver fatto una buona cosa e per la
piccola…speriamo proprio in bene.
Besitones!
Isabella22:
purtroppo si. La picceridda ha qualche problema, ma dipenderà
esclusivamente da lei se ha voglia di vivere o meno. Ma contando che
è nipote di Kagome…
Non aggiungo altro, altrimenti mi tocca star qua e darti anticipazioni su anticipazioni.
Eccoti il capitolo e spero che ti piaccia come gli altri.
IO E IL MIO CAPO L’INIZIO DELLA MISSIONE
Kagome prese la sua
borsa e, sotto lo sguardo curioso e preoccupato dei suoi colleghi,
lasciò l’ufficio per dirigersi verso l’ospedale.
Arrivarono dopo un quarto d’ora a causa del traffico e si
diressero immediatamente in pediatria.
“Sota!” –
urlò Kagome, correndo ad abbracciarlo. Il ragazzo era
evidentemente molto provato. La preoccupazione era palese sul suo viso.
– “Allora? Ci sono novità?”
“Eccole li le
novità…” – Kagome si sporse e guardò
attraverso il vetro e quello che vide le contorse lo stomaco. Karima
era seduta vicino a sua figlia e le teneva la mano, mentre la bambina
era intubata e immobile.
“Cosa…cosa si può fare?” – chiese Kagome disperata.
“Dicono che tutto
è nelle mani della bimba.” – Sota si passò
una mano tra i capelli, segno che stava per cedere.
“Ma…che ci fa li Karima?” – chiese Kagome.
“Appena ha saputo
della bambina ha fatto il diavolo a quattro per starle vicino. I medici
si sono dovuti arrendere. Io…io vado da
lei…scusate…”
“Si,
vai…” – gli disse Kagome, accompagnandolo con una
carezza sul braccio. Kagome si mise davanti al vetro che la separava
dai neonati e si mise a pregare. Inuyasha l’abbracciò da
dietro e le fece capire che lui era li con lei in quel momento.
Non sapeva bene da quanto
tempo era li. Era Novembre inoltrato e il freddo era sempre più
pungente. Kagome si strinse nel suo cappotto e continuò a
pregare. Inuyasha si era assentato un secondo per andare a prendersi un
caffè, portandone uno anche per la ragazza. Quando l’aveva
lasciata Kagome era ferma immobile davanti al vetro con le mani giunte
e gli occhi chiusi. Si vedeva che era agitata. Gli aveva raccontato
qualcosa sulle difficoltà che avevano dovuto affrontare suo
fratello Sota e la moglie Karima per avere questo bambino. Il problema
ce l’aveva Karima che, a causa di una carenza di ovuli, non
arrivava mai alla fine della gravidanza, perdendo così il
bambino. Le avevano provate tutte, dall’inseminazione artificiale
alla possibilità di prendere in affitto un utero, cosa scartata
a priori. Karima voleva un bambino, un bambino che crescesse dentro di
lei e che dentro di lei scalciasse perché non vedeva l’ora
di uscire. Poi, un giorno, Karima rimase incinta per la terza volta, ma
sentiva che quella volta sarebbe stato diverso. Non se lo sapeva
spiegare, ma comunque, rimase il fatto che portò a termine la
gravidanza con successo. Purtroppo però c’era un ultimo
ostacolo: la bambina era nata, ma non respirava. Kagome sapeva
perfettamente gli sforzi e i sacrifici che suo fratello e sua cognata
avevano dovuto sostenere per arrivare a quel punto e ora, vedere la
bambina in quelle condizioni la faceva star malissimo.
“Ehi…tieni,
bevine un po’…non hai mangiato niente…”
– Kagome guardò il bicchiere di caffè, non capendo
come facesse a rimanere sospeso in aria da solo e poi guardò
Inuyasha. Gli sorrise debolmente, dandosi mentalmente della stupida per
quel pensiero.
“Grazie…”
“Ci sono segni di
miglioramento?” – le chiese dolcemente Inuyasha. Kagome per
un momento si lasciò cullare da quella voce così morbida,
concedendosi così una piccola pausa.
“E’
stazionaria…Karima non si è mai staccata dalla
bambina…ma anche lei dovrebbe riposare…ha partorito
quattro ore fa e si è alzata subito…non la vedo bene,
Inuyasha, non la vedo bene…” – disse Kagome con gli
occhi lucidi. Inuyasha l’abbracciò, sperando che
così si calmasse un po’.
“Vedrai che ce la
farà…” – Kagome si lasciò cullare dal
confortante abbraccio del suo capo, finchè non vide Sota entrare
nella nursery. Si sedette vicino a sua figlia e le prese la mano.
Kagome non sentiva quello che le stava dicendo, ma dalle lacrime di
Karima e dal suo sguardo commosso, capì che suo fratello stava
parlando a sua figlia, chiedendole di non mollare. Rimasero in quella
posizione per tutta la mattina e tutto il pomeriggio, finchè non
arrivarono le dieci e mezzo di sera. Kagome controllò
l’ora e guardò Inuyasha, che non si era staccato da lei un
minuto. Gli sorrise riconoscente.
“Che c’è?” – chiese Inuyasha, notando che lei lo stava fissando.
“Sono le dieci e mezzo…perché non vai a casa a dormire? Sarai stanco…”
“Tranquilla e poi…chi ti riaccompagna a casa?”
“Oh, io credo che stanotte rimarrò qui. Voglio esserci, qualunque cosa accada…”
“E io sarò qui con te.”
“Inuyasha, no. Non te lo posso chiedere…” – disse Kagome, cercando di convincere il suo capo.
“Resto qui.” – fu il suo verdetto. Kagome si afflosciò su se stessa. Sperava che lui rimanesse.
“Grazie…”
“Kagome…”
– disse Inuyasha con lo sguardo verso la nursery. Kagome si
girò di scatto e vide Sota con uno sguardo di puro stupore sul
viso.
“Ma cosa…” – e fu un momento.
La bambina, sotto lo
sguardo dei genitori e di Kagome e Inuyasha, spalancò gli occhi
e con la mano libera si staccò il respiratore e iniziò a
piangere. Sota e Karima rimasero spiazzati, non sapevano che fare.
Realizzato che la bambina stava piangendo e che quindi stava respirando
senza l’ausilio delle macchine, scoppiarono loro stessi in
lacrime, mentre l’infermiera di turno e il primario fecero
irruzione nella stanza per soccorrere la piccina. Karima fu portata
immediatamente in camera affinchè si riposasse. Kagome era
saltata addosso a Inuyasha che era felice per la ragazza. Tutta la
stanchezza accumulata in quella giornata si fece sentire subito. Gli
occhi di Kagome iniziarono a chiudersi, mentre lei invece voleva stare
sveglia per andare dai suoi familiari. La prima cosa che fece Sota fu
quella di accertarsi che moglie e figlia stessero bene e poi andare
dalla sorella per ringraziarla.
“Hai fatto tutto tu!” – gli disse Kagome raggiante.
“Va a casa Kagome e riposati…ci vediamo domani, ok?” – disse Sota, notando la stanchezza della sorella.
“Non ti preoccupare per me…sto bene…”
“Non fare la zuccona!
Ci vediamo domani! Non vorrai che Luce veda sua zia con due borsoni da
viaggio sotto gli occhi!”
Kagome lo guardò con un sorriso.
“L’avete chiamata…Luce?”
“Si…crediamo che sia appropriato come nome.”
“E’ bellissimo…allora, ci vediamo domani. Ciao e saluta Karima e dille che è stata bravissima.”
“Non mancherò. Ciao.”
Fratello e sorella si salutarono e Inuyasha e Kagome si diressero verso i parcheggi.
“Malfidente!” – le disse Inuyasha una volta in macchina.
“Lo so…guarda…sono così felice…”
“Sono contento per te
e tuo fratello. La bambina è bellissima. Credo abbia preso un
po’ dalla zia…” – disse lui, ripartendo
all’attacco.
“Inuyasha…”
“Dove abiti?”
“Come? Ah,
si…al prossimo incrocio gira a destra…” – tra
vari svincoli, Inuyasha riportò a casa Kagome, scoprendo
così dove abitava. Fino ad allora la dimora di lei era rimasta
un segreto. Altra piccola vittoria per il signor NoTaisho.
“Allora abiti qui…” – disse lui, guardandola maliziosamente.
“Ehm…si.”
– Kagome scese dall’auto, aiutata sempre da Inuyasha e
insieme entrarono in casa. – “Eccoci qui…”
– Inuyasha si guardò intorno, trovando di suo gusto
l’arredamento.
“Mi piace…”
“Grazie…posso offrirti un caffè?”
“Si grazie,
volentieri.” – Kagome preparò la moka e si
preparò le tazzine e lo zucchero. – “Sei
stanca?” – chiese Inuyasha, osservando Kagome.
“Un
po’…” – rimasero in silenzio finchè la
moka non avvisò Kagome che il caffè era pronto. –
“Tieni…” – disse, servendolo a Inuyasha.
“Grazie…”
– chiacchierarono del più e del meno fino a mezzanotte e
poi Inuyasha salutò Kagome. La ragazza aveva chiuso la porta e
stava per andare in bagno per farsi una doccia, quando dovette tornare
indietro perché avevano suonato alla porta.
“Si? Inuyasha! Hai dimenticato qualcosa?” – chiese Kagome stupita.
“Si,
questo…” – si avvicinò a Kagome e la
baciò. Un bacio carico di desiderio al quale Kagome non seppe
opporsi. Assecondò i voleri della sua lingua finchè non
si staccarono. La ragazza era senza fiato. – “Buona
notte…” – disse Inuyasha, soddisfatto per la sua
reazione.
“N-notte…” – riuscì a dire Kagome.
Il mattino successivo
Kagome era in ufficio e lo stava mettendo a soqquadro perché non
trovava l’agenda di Inuyasha. Il giorno prima l’aveva
lasciata sul tavolo incustodita per l’emergenza di sua nipote e
adesso non la trovava più.
“Kikyo
scusa…hai visto l’agenda di Inuyasha? L’avevo
lasciata sul tavolo ieri e non la trovo più.” –
Kagome si stava guardando anche dentro le scarpe, ma della famosa
agenda nessuna traccia.
“Complimenti…l’hai persa?” – Kagome la trucidò con lo sguardo.
“L’ho lasciata qui sul tavolo. Avrai visto se qualcuno la prendeva, no?”
“No.” – disse Kikyo.
“Grazie…a buon
rendere.” – disse Kagome alla quale iniziò a suonare
il telefono. – “Si?” – chiese esasperata per
l’infruttuosa ricerca.
“Kagome, nel mio
ufficio. Con l’agenda.” – a Kagome venne la pelle
d’oca. Attaccò il telefono e si avviò mesta mesta
verso l’ufficio di Inuyasha, entrò e lo guardò in
attesa della paternale. – “E l’agenda?”
“Ecco…io…l’avevo
lasciata ieri sul tavolo…non l’ho messa via perché
aveva chiamato Sota e…non la trovo più…”
– ammise lei sconsolata. Inuyasha tirò un cassetto e
tirò fuori…la sua agenda! Kagome lo guardò
allibita. – “Ma…ma…la tua agenda!”
“Ho chiesto a Eri di portarla nel mio ufficio.” – Kagome si rilassò visibilmente.
“Meno male…ero
già pronta per trovarmi un altro
lavoro…hehe…” – disse Kagome per
sdrammatizzare. Inuyasha le porse l’agenda e lei
l’aprì a quel giorno.
“Oggi cosa devo fare?
A parte cercare di stare con te.” – specificò lui.
Kagome sgranò gli occhi. Ma come faceva a rimanere così
calmo dopo che le diceva quelle cose?
“Si,
ok…” – disse Kagome, cercando di riprendersi.
– “…hai un unico appuntamento alle dieci e mezzo con
la Pacific Oceanic per quella causa di frode.” – Inuyasha
stava per chiederle se aveva prenotato un ristorante dove portare i
suoi clienti, ma Kagome lo aveva preceduto in tutto. – “Ti
ho prenotato un tavolo per cinque al Silver Star, ho chiesto un luogo
un po’ appartato così se dovrete discutere non avete
orecchi indiscreti intorno.”
“Ah…”
– disse Inuyasha visibilmente impressionato. –
“…ma il signor Hirozawa è vege…”
– ma Inuyasha non fece in tempo a finire la frase che Kagome lo
interruppe di nuovo.
“So che è
vegetariano. Infatti ho fatto in modo che il signor Hirozawa potesse
disporre di un menu prettamente vegetariano, mentre al resto dei
commensali menu normale e mi sono permessa di consigliare dei vini in
base ai menu. Altro?” – chiese Kagome, soddisfatta che
almeno per una volta fosse Inuyasha quello che rimaneva senza parole.
“Sono senza parole…” – ammise lui.
“Era ora! Comunque, se non hai altro da dirmi torno nella giungla!”
“In verità
c’è una cosa di cui ti vorrei parlare…”
– disse Inuyasha serio. Kagome non lo aveva mai visto
così. Si sedette e aspettò che parlasse. Tirò
fuori da un cassetto della sua scrivania (sulla quale Kagome aveva
fatto innumerevoli pensieri sconci…), un fascicolo che la
ragazza non riconobbe. – “Prendi.” – le disse
Inuyasha. Kagome lo prese, riluttante e lesse l’intestazione.
“Hakudoshi’s
Company…” – alzò di scatto gli occhi su
Inuyasha. – “Che…che significa?”
“Leggilo, studialo,
facci quello che vuoi. Voglio che mi aiuti con questo caso.”
– Kagome sgranò gli occhi. Chiuse il fascicolo e lo mise
sulla scrivania come se scottasse e lo ridiede a Inuyasha. Negò
più volte con la testa.
“N-no, no…”
“Perché?” – chiese Inuyasha.
“Perché di
legge non ci capisco una mazza! Mi ci vorranno mesi solo per capire i
vostri termini. Credimi…non sono tagliata per questo genere di
cose!” – disse Kagome negando vistosamente.
“Io credo di
si…e poi non sarai mica sola. Puoi venire da me quando
vuoi.” – disse Inuyasha con il suo solito sguardo malizioso.
“Inuyasha…per una volta, fidati tu di me. Non ce la posso fare!”
“Kagome non farmi
arrabbiare!” – disse Inuyasha, usando un tono che Kagome
non gli aveva mai sentito usare. Sembrava veramente arrabbiato. –
“Tu ce la puoi fare! In sei mesi hai imparato più cose tu
di tutti i dipendenti più anziani! Se ti dico che puoi farcela,
PUOI FARCELA!” – tuonò Inuyasha, marcando per bene
l’ultima frase. Kagome si fece piccola piccola. Lo guardò
esasperata. Chi meglio di lei poteva conoscere i propri limiti?
“Io…”
“Prendi questo
fascicolo e prenditi tutto il tempo per studiarlo e capire quello che
non capisci, e poi…” – Inuyasha si alzò e
andò da lei e l’abbracciò. –
“…ti ho detto che puoi venire da me.” – le
baciò la punta del naso, facendola arrossire oltre ogni misura.
“Per…per
favore, no…” – ma Inuyasha già non
l’ascoltava più. Era totalmente assorbito dal profumo
della ragazza e dalla sua pelle morbida.
“Ssshh…”
– Inuyasha allentò un po’ la presa e iniziò
ad accarezzarle sensualmente la schiena, infilandosi sotto il suo
cardigan. Kagome prese un respiro, come se avesse dovuto affrontare
un’apnea di tre ore. Inuyasha sorrise divertito, mentre la presa
della ragazza sulle sue braccia aumentava gradualmente.
“I-Inuyasha…fermati…oh
mio Dio…” – sibilò Kagome, mentre sentiva le
dita di Inuyasha toccarle la pelle e bruciarla.
TOC TOC
Inuyasha si fermò
all’istante, ritirò le mani con calma, come se nessuno li
avesse interrotti e guardò Kagome vittorioso. Lei invece lo
stava trucidando con lo sguardo.
“Avanti…”
Kikyo.
“Si?” – chiese Inuyasha. Ormai era solo lei che li interrompeva sul più bello.
“Inuyasha, scusa…Kagome ti vogliono al telefono.”
“Chi è?” – chiese la ragazza.
“Un uomo, non ho
capito chi fosse…” – Kagome guardò
istintivamente Inuyasha, che la stava fulminando con lo sguardo e
uscì dal suo ufficio.
“Pronto?” – chiese Kagome titubante. Kikyo intanto era ritornata alla sua postazione.
“La signorina Kagome Higurashi?”
“Si sono io. Lei chi è?”
“Sono Eichiro Hizumo. Si ricorda?”
“Signor Hizumo! Come sta?” – chiese Kagome.
“Io bene, e lei?”
“Bene, la ringrazio. Come mai mi ha chiamata?”
“Miya.” – disse semplicemente l’uomo. Kagome si preoccupò subito.
“E’ successo
qualcosa alla piccola?” – silenzio. – “Signor
Hizumo?” – Kagome sentì nitidamente dei singulti da
parte dell’uomo, cosa che la fece preoccupare ancora di
più. – “Signor Hizumo…mi risponda per
favore!”
“Myia…ha
contratto…il cancro…” – Kagome sgranò
gli occhi. Myia? Il cancro? Ma…
“Com’è…possibile?”
“Io…so che non
ha mai visto mia figlia di persona ma…Myia ci teneva che la
chiamassi…vuole conoscerla.”
“Mi dia l’indirizzo.” – disse Kagome risoluta, con in mano una penna pronta per scrivere.
“Allora…” – iniziò il signor Hizumo.
Allora…la bimba
è sopravvissuta. La sua forza di volontà le ha permesso
di non cedere e di vivere una vita assieme alla sua famiglia, solo che
si presenta ora un altro problema. Miya Hizumo, la bambina con la quale
Kagome ha avuto vari colloqui telefonici.
Con il cancro.
Chissà cosa succederà, adesso…
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Capitolo 6 *** 6 - Primi risultati ***
6 - Primi risultati
11 BEDDE BEDDISSIME!!!! OH GAUDIO! OH JUBILO!!!
Me felice! Me commossa!
Ogni volta che vedo i vostri nomi tra i recensori mi si gonfia il cuore di felicità.
Allora…innanzi tutto
grazie mille a tutte voi che con costanza seguite la storia e che la
commentate. Un grazie anche a coloro che solo la leggono.
Allora, Luce è
guarita, ma Miya è malata. La Hakudoshi’s Company non si
sta comportando molto bene e per chi ha visto il film con Julia Roberts
sa a cosa mi riferisco.
Kagome andrà dagli Hizumo e conoscerà la piccola. Speriamo che vada tutto bene…
Ma prima di passare
all’aggiornamento, ci terrei a ringraziare tutte voi che avete
speso una buona parolina su questo capitolo.
Anjhela_kaggy_inuchan91: ben tornata beddissima! Mi fa piacere rivedere un tuo commento alla storia.
Hai visto? Sono stata
brava, eh? In questa storia Inuyasha non diventerà mai rosso
come un pomodoro maturo, come accade certe volte nel manga,
anzi…sarà proprio lui a far imbarazzare
all’infinito la nostra povera Kagome che non saprà
più cosa fare per toglierselo dai piedi, fino a che non
opterà per l’unica soluzione possibile (attendere gli
aggiornamenti per capire di cosa sto parlando… ^//^).
Per la piccola Miya hai
ragione tu. Inizialmente era piena di vita, tanto che poteva
distribuirne anche a chi non ne aveva, ma immagino tu sappia che il
cancro non perdona e non guarda in faccia nessuno. Ti toglie tutte le
energie e lascia solamente che gli altri vedano in te un guscio vuoto,
pronto a sbriciolarsi al primo accenno di vento. Comunque se vuoi
sapere come andrà a finire sei obbligata (me bastarda, lo
so…hihihi…) a continuare a leggere e, cosa che mi farebbe
assai piacere, commentare.
Ti aspetto in fondo al capitolo, ok?
Besitones e grazie ancora!
Monik:
figurati…se stiamo qui a misurare la scemenza in questo modo,
forse dovrei prenotare un posto al manicomio sotto casa…
*-* Io grande? No, TU
GRANDE! Ti ringrazio per la vagonata di complimenti, giuro che non me
li aspettavo. E poi…non sono io che devo insegnare a te, semmai
è il contrario.
Guarda…ogni volta
che leggo un tuo capitolo divento isterica perché il tuo modo di
scrivere è quello che sto cercando di raggiungere da
secoli…o meglio, dall’alba dei tempi. Mi è
impossibile trovare le parole per dirti quanto il tuo stile mi piaccia.
Non so se siano le parole che usi, semplici e ricercate allo stesso
tempo, a farmi piangere per la mia ignoranza. A volte sto li a
scervellarmi per cercare di capire come fai a scrivere così
bene, ma temo che non ci arriverò mai. Vedi quello che mi rode?
Se riuscissi a parlare con te a quattr’occhi forse riuscirei a
farti capire cosa riesci a scatenare dentro di me con il tuo modo di
scrivere, ma a scriverlo non ci riesco, perché non riesco a
trovare le parole giuste. E il fatto di dire “sei
bravissima” oppure “scrivi come un dio”, perdonami,
ma non rendono nemmeno la milionesima parte di quello che io sento in
realtà. Quindi ti prego…se per caso tieni un corso di
scrittura da qualche parte, fammelo sapere che mi iscriverò
all’istante.
Però mi fa piacere
che la storia ti emozioni fino a questo punto. Una bomba con la B
maiuscola? Lo dico sempre io…sei troppo buona…ma cosa ho
fatto di così incredibilmente buono nella mia vita passata per
meritarmi una commentatrice simile? ç_ç non lo so,
davvero.
Per la piccola Miya, gli
sviluppi si vedranno più avanti, di cui purtroppo non posso
anticiparti niente. Sei una piccola volpina e non posso permettere che
tu scopra tutto…
Comunque, io credo che un
Inuyasha più sveglio così non si possa desiderare, non
credi? Per lo meno, ha avuto subito il colpo di fulmine senza dover
aspettare il classico “è troppo tardi”, e si
è svegliato subito.
Dunque dunque…riassumiamo il tutto.
Punto nr. 1: tutti i complimenti che mi hai fatto fino ad ora sono meritatissimi! (scherzo, scherzo ^^…).
Punto nr. 2: la potenza tra le due non sono io, ma TU!!!! Ficcatelo in testa!!!!
Punto nr. 3: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno prudendo le mani, perdincibaccobaccone!
Punto nr. 4: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno prudendo le mani, perdincibaccobaccone!
Punto nr. 5: ho già
scritto la frase: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno
prudendo le mani, perdincibaccobaccone?
Ah, si…che sciocca ^^.
Bedda! Ti aspetto in fondo
al capitolo e se nel frattemo senti qualcosa che ti solletica le guance
sono io che ti sto danto mille besitos!
_NeMeSiS_:
buondì beddissima. Visto che ho fatto vivere la piccola Luce? La
bambina ha dimostrato di avere forza di volontà per vivere e ora
Sota e sua moglie possono iniziare a vivere la loro vita.
Inuyasha invece è un
po’ più porcellino, ma credo non sia un problema, vero? In
fondo…a che non piacerebbe vederlo così anche
nell’anime? A me un casinissimo.
Kikyo…Kikyo…vedo
che quella è un chiodo fisso per ognuna di voi e me ne
compiaccio assai, però…diciamo che non la faccio morire,
ma…
Ti aspetto alla fine del capitolo come sempre, ok?
Mille besitones!
Camoeight:
un’altra fan della piccola Luce, benissimo! Sono contenta che la
bambina abbia suscitato interesse fino a questo punto. Così come
sono maledettamente contenta che il rapporto tra Inu e Kaggy ti prenda
così bene. Adesso, con moooooolta calma, scoprirai la storia di
Miya e poi quella di Kikyo…so che arriva sempre quando non deve,
ma credo che tra un po’ non arriverà
più…MUAHAHAHAHAHA!!!!
Besitones e ti aspetto in fondo al cappy, ok?
Inukag4ever:
cribbio! Addirittura un commento iniziale così lusinghiero? Ma
sei sicura che me lo meriti fino in fondo? Comunque grazie mille
perché appena l’ho letto mi sono sciolta come burro in
pentola! Grazie, grazie
10000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000,99!!!
Ti giuro che stavo
collassando però quando ho letto il seguito del tuo commento. Un
difetto? Stavo per aprire la bocca e tirarne giù tante che
quando ho letto di che difetto si trattava mi sono trattenuta. Sono un
po’ impulsiva, comunque anche secondo me una settimana è
troppo, forse magari arriverò a pubblicare ogni cinque giorni,
che ne dici? È un tempo tollerabile?
Ma comunque spero di
trovare una tua lapide il PIU’ TARDI possibile, sai? E per le
rose blue, beh…vedremo cosa si può fare. Costicchiano, eh?
Miglioni di besitos!
Mikamey:
ciao beddissima! Certo che Luce è viva, che pensavi? Dopotutto
l’ottimismo è il profumo della vita, l’ottimismo
volaaaa!!!!
Scusa, ma te vai a letto senza il bacio della buona notte? Io no (grazie mamma e papà -_-‘…).
L’agendina è
fortunatamente stata messa in salvo, ma ora non è quello che
più preme alla nostra Kagome. Ora è super preoccupata per
la piccola Miya. Chissà se riuscirà a salvarsi.
Io comunque, per la cronaca
che diventerà nera se non ti sbrighi!!!!, sto ancora aspettando
qualche tua storia. Ci muoviamo o devo fare la muffa?!?!?! >_<
Besitones e alla prossima!
Le_montagnine:
ma nooooooooooooo, come ti viene in mente codesta cosa? E così
tua sorella si fa la villeggiatura a Londra, eh? Ci trattiamo bene, eh?
Ti ringrazio per la sfilza di complimenti, sempre troppo gentilissime.
Comunque ora che Luce si è ripresa, Kagome deve ricominciare
tutto d’accapo con un’altra bambina che purtroppo ha
contratto una malattia terribile…Kikyo? Oh beh, Kikyo
avrà vita breve e lo scoprirai molto presto. In serbo per lei ci
sono due sorpresine, una sul lavoro e una sulla vita privata…di
più non posso dirti. Sappi però che Kagome…
Ti mando il capitolo e ti aspetto in fondo come al solito, ok?
Kisses to you and your sister!
Achaori:
forse si, ce l’ho con i bambini, ma non pensare male se sono
fatalità due femmine. Il fatto è che, secondo me, il mio
sub conscio mi sta dicendo di ammazzare tre bambini, miei
pestosissssssimi cugini, che mi fanno dannare l’anima e che,
purtroppo, sono cresciuti come dei selvaggi. Ti dico solo che quando
vengono a trovare me e i miei iniziano a saltare sul divano e…e
mi prudono le mani che solo Kami lo sa. Conunque…sono contenta
che ti piaccia come si svolge la storia. Ma per la piccola
Miya…non posso darti anticipazioni, altrimenti lo capiresti
subito, furba come sei…comunque Kagome avrà si bisogno di
qualcuno, e vedrai un po’ da chi lo riceverà…
Grazie mille per il commentone piacevolissimo e ti aspetto in fondo al cappy, ok?
Vale728:
anche te contenta per la piccola Luce, ha riscosso proprio un grande
successo questa pargola. Sono anche stra felice che tu abbia notato
come Inuyasha non sia solamente un pervertito, ma che anche nelle
situazioni critiche sappia comportarsi da persona adulta. Finchè
si può scherzare si scherza, ma poi bisogna fare sul serio!
Per le potenzialità di Kagome, vedrai che ti combina la ragazza.
So che ti dispiace per la
piccola, è dispiaciuto tanto anche a me quando ho scritto questa
parte, ma mi sono ispirata ad una scena del film originale, spero tu
l’abbia visto perché secondo me merita, dove Julia Roberts
va a casa di una coppia di genitori e in mezzo a loro c’è
una bambina con una bandana in testa che sta sgranocchiando qualcosa e
secondo me è li che l’attrice capisce la
pericolosità della ditta incriminata.
Ora ti lascio al prossimo
capitolo, non sarà super polposo di scene hot ma almeno Kagome
inizierà a prendere confidenza con il caso e i suoi querelanti.
Besitones!
Mary_loveloveManga:
finalmente riesco a leggere il tuo commento!!! Ci credi che adesso che
ho il MIO computer non riesco ad usarlo? Sembra sia una congiura! Da
quando ce l’ho sono sempre in giro e se lo accendo è solo
per pochi minuti, non ti dico i nervi che mi vengono. Ma tralasciamo,
che è meglio…
Allora, beddissima,
scusa…Mary-sama va bene o preferisci bedda beddissima-sama?
Dimmi tu…si, dai, cominciamo. Sono contenta che il nome che ho
scelto per la bimba ti sia piaciuto. So che siamo sempre stati abituati
a vedere Sota come il fratellino piccolo di Kagome, ma credo che sia
arrivato il momento di farlo crescere un po’, non credi? Kagome
come zia…la vedrai la prima volta che dovrà andare a
trovare la sua nipotina…e anche Inuyasha, ovviamente sarà
un perfetto zietto, e lo vedrai quando accompagnerà Kagome dalla
nipote, hihihi…sicura che daresti solo il bacio della buona
notte a Inuyasha? Ok, forse questa me la potevo risparmiare, ma me
l’hai servita su un piatto d’arg…d’oro, come
gli occhi del mio Inu…più che sorpresa, Kagome è
rimasta basita…non se l’aspettava, ma
d’altronde…con Inuyasha sarà sempre una continua
sorpresa.
Anch’io accenderei un
mutuo per vedere Inu che chiama mummia il vaso canopo, ma immagino che
non succederà mai, così risparmio i soldi per comprare la
macchina dei miei sogni: una Mini Cooper S…che sogno…per
quanto riguarda Kikyo hai proprio ragione tu…ormai non si sa
più cosa inventarsi per farla fuori ed è una cosa
frustrante…
Comunque Inuyasha aveva
chiamato dall’ospedale per chiedere a Eri di portare
l’agenda nel suo ufficio, non ho messo questa piccola parte nella
descrizione, ma l’ho immaginata mentre il nostro cucciolotto
preferito andava a prendere il caffè per lui e la sua (quasi)
ragazza.
Ah, allora erano tue le
lettere minatorie…grazie, eh? grazie mille! E io che ti pensavo
diversa! Speravo in una bomba ad orologeria e invece mi devo
accontentare di semplici, nonché offensive, lettere scritte con
i ritagli di giornale! Non valgo poi così tanto? (me disperata
per questa mancanza di considerazione ç_ç).
Ma non ti preoccupare, mia
cara Mary-sama, lascia che gli altri ti ritengano ancora una poppante.
Avranno da mangiarsi anche le unghie dei piedi quando scopriranno con
chi hanno a che fare in realtà. E tu non ti
risparmiare…infierisci quanto più puoi (sono vendicativa,
lo so…vendetta e nutella?)
Guarda che i tuoi commenti
non mi conciliano il sonno, anzi…quando li leggo divento
euforica e faccio fatica ad addormentarmi.
Quattro? SOLO QUATTRO QUATRIGLIARDI?!?!?! SONO SCONCERTATA! E io allora te ne mando sette di quella roba li in besitones!
Piccolo P.S.: scusa ancora se ti sei sentita in qualche modo pressata dal mio commento. Un bacione!
Kagome19:
addirittura piangere? Scusa, non volevo! Sono contenta che quella scena
ti sia piaciuta, ma so anche che la scena finale ha riscosso parecchi
malumori. Su di lei non posso dare anticipazioni, perché
altrimenti lo capiresti subito.
No, No, No, No, No, No, No,
No, No aspetta! Non picchiarmi! Non picchiarmi! Li metto insieme, li
metto insieme, va bene così?
Dott: ha fatto benissimo. I pazzi vanno sempre assecondati.
Callistas: grazie dottore, mi raccomando…state attenti…
Tremiliardi di besitones anche a te!
IO E IL MIO CAPO PRIMI RISULTATI
Era sabato mattina e
come al solito lo studio era chiuso. Kagome si era alzata verso le otto
e mezzo, fece una doccia e si vestì con una semplice tuta.
Preparò la sua borsetta con tutto l’occorrente e poi
uscì di casa.
Percorse una cinquantina di chilometri e, dopo un’ora e mezza di strada, arrivò a destinazione.
L’abitazione che si
presentava agli occhi di Kagome era molto semplice. Un giardino, che
fungeva più da orto, era ricoperto di badili, forche e altri
attrezzi da lavoro, ma anche da passeggini, bambole e coperte lasciate
li come se gli abitanti della casa fossero partiti in fretta e furia
senza sistemare il disordine.
Kagome bussò alla porta e le aprì una giovane donna, sulla quarantina. Era molto bella, ma evidentemente provata.
“S-si?” – chiese la donna, non conoscendo quella ragazza.
“La signora Hizumo?” – chiese Kagome.
“Si, sono io. Lei chi è, scusi?” – Kagome offrì la mano e si presentò.
“Kagome Higurashi,
signora. Molto lieta.” – la signora sgranò gli occhi
e aprì la porta del tutto.
“Ah…ecco…non
pensavamo che sarebbe venuta veramente…” – disse la
signora, cercando di sistemarsi il maglione per presentarsi un
po’ meglio.
“Come sta Myia?”
“La prego…si
accomodi.” – Kagome entrò, scoprendo un arredamento
semplice. La cucina era molto soleggiata, infatti il sole filtrava da
una finestra li vicino, illuminando la stanza. Più in là
c’era il salotto, composto da un divano a tre posti, un tavolino
dove poggiarci le bevande e una tv, un modello molto vecchio. Una
piccola vetrina faceva mostra di sé, contenente i piatti del
servizio buono. Kagome scorse anche una porta che probabilmente portava
alle camere.
“Grazie…” – disse Kagome, entrando senza problemi.
“Scusi il disordine…non ho avuto modo di sistemare…scusi…”
“Signora…dovrebbe
vedere casa mia…la sua al confronto è una reggia.”
– in realtà Kagome ci teneva molto all’ordine, ma il
suo era più un tentativo per sollevare un po’
l’umore della donna. Infatti, il suo tentativo a qualcosa era
servito.
“Vuole sedersi?”
“Si,
grazie…” – Kagome si sedette su una sedia del tavolo
in cucina, mentre la donna si assentava per andare a chiamare il marito
e, presumibilmente, la bambina. Infatti, dopo dieci minuti, fecero la
loro comparsa un uomo, anche lui sulla quarantina o forse più,
con in braccio un fagotto, avvolto da una copertina color miele chiaro.
Kagome si alzò per rispetto.
“La signorina Kagome Higurashi?”
“Si, piacere signor
Hizumo. Myia?” – chiese Kagome, indicando con
l’indice il fagottino che in braccio al padre sembrava essere
minuscolo.
“Si…”
– disse il padre amareggiato. L’uomo scostò la
coperta e mostrò a Kagome una bambina che stringeva a sé
un panda di peluches.
Dormiva.
“Che
bella…” – disse Kagome, ammirando la perfezione di
quel visino angelico. Il padre andò a sedersi, mentre la moglie
preparava del caffè e una fetta di torta. – “Signori
Hizumo…che è successo?” – chiese Kagome, non
capendo come una bambina di sette anni potesse prendere il cancro da un
giorno all’altro.
“Noi…non lo
sappiamo…” – disse la signora con le lacrime agli
occhi. – “M-Myia è sempre stata una bambina
allegra… forse di più nell’ultimo periodo quando vi
sentivate per telefono…” – Kagome si sentì
commossa per quel complimento. – “Poi, un giorno,
così…dal giorno alla sera…è stata male. Ha
iniziato con della dissenteria, forse troppo spesso durante il giorno,
ma pensavamo che avesse preso freddo…ma la cosa non migliorava e
così l’abbiamo portata dai dottori che le hanno
diagnosticato un cancro. È in fase iniziale e potrebbe farcela
se venisse operata subito, ma…”
“…ma non
abbiamo i soldi.” – concluse il padre, imbarazzandosi per
quella confessione. – “Stiamo cercando di vendere i nostri
prodotti, ma appena vediamo i primi guadagni, questi ci spariscono per
pagare le bollette.”
“Sono così
dispiaciuta…” – disse Kagome. Il signor Hizumo
concentrò la sua attenzione sul fagottino che teneva in braccio.
Myia si stava svegliando.
“Papà…” – disse debolmente la bambina.
“Tesoro…guarda
chi è venuto a trovarti…” – Myia alzò
gli occhi e si trovò davanti una ragazza che non aveva mai visto
prima.
“Ciao Myia…mi riconosci?” – lo sguardo della bimba si illuminò per un momento.
“Kan-Kan!” – esultò la bimba.
“Esatto…come stai?”
“Mi fa sempre male il
pancino…” – disse la bambina, triste perché
non poteva giocare fuori all’aperto. A Kagome si strinse il cuore.
“Secondo me guarirai, e quando sarai guarita andiamo fuori a giocare, ti va?” – la bimba annuì.
“Mamma…”
“Dimmi amore…” – disse la donna, correndo vicino alla figlia.
“…ho
sete…” – la signora Hizumo corse al lavandino e
prese il biberon della figlia. Non riusciva a tenere in mano un
bicchiere normalmente.
“Tieni…”
Durante il riempimento del
biberon, Kagome notò che l’acqua che si riversava nel
contenitore non era propriamente chiara, ma ci passò sopra.
Forse si trattava di una concentrazione un po’ troppo forte di
calcare. Tutte le acque ne avevano un tot di percentuale.
Kagome rimase li fino alle undici e mezzo e poi dovette tornare a casa.
“Signori Hizumo, per
qualsiasi cosa…chiamatemi.” – Kagome si
congedò e uscì, ma quando stava per entrare in macchina,
un luccichio catturò la sua attenzione.
Era il silos di una
fabbrica sulla cui sommità spiccava la nominazione della ditta.
Kagome non riusciva a leggerla per via della lontananza,
assottigliò gli occhi, distinguendo nettamente una H e una C.
Sbiancò quando collegò il nome del paese al fascicolo che
le aveva dato Inuyasha.
“Dio mio…” – esclamò Kagome, che non perse tempo e tornò immediatamente a casa.
Il traffico era scorrevole
e impiegò solamente mezz’ora per il ritorno, bruciando
tutti i semafori e i limiti di velocità. Entrò come una
furia in casa, gettando la borsa sul divano. Prese il fascicolo
relativo alla Hakudoshi’s Company e andò alla pagina
centoventitre: Ichigawa.
Ichigawa era il nome del
paesino nel quale era stata Kagome quella mattina, lo stesso paesino
che era citato sulla pratica che Inuyasha le aveva dato da studiare. Si
preparò da mangiare e tra una forchettata e l’altra si
lesse quel fascicolo, usando un dizionario per aiutarsi con le parole
tecniche.
Consumò tutto il
pomeriggio e l’intera domenica a leggere e tradurre quel
fascicolo in termini più capibili dal suo punto di vista. Quando
andò a letto, aveva finito praticamente tutto.
E Kagome aveva deciso che il caso della HC sarebbe stato suo.
Inuyasha era seduto alla
sua scrivania e pensava a lei e a quanto fosse bella quel pomeriggio
con quella gonna a palloncino rosa e le scarpe col tacco. Fu interrotto
dai suoi pensieri poco casti sulla ragazza proprio dall’oggetto
dei suoi desideri.
“Il caso è
mio.” – disse Kagome, uscendo dall’ufficio come se
niente fosse. Inuyasha la guardò un po’ perlesso. Il suo
sguardo era diverso…determinato. Le andò dietro,
finchè non giunse alla sua scrivania, dove lei aveva ripreso la
sua pratica lasciata in sospeso.
“Di che parli?”
Kagome aveva visto che Kikyo si era messa ad ascoltare senza ritegno.
“Vieni con me.”
– disse la ragazza, allontanandosi da orecchie indiscrete. Si
misero in un angolo un po’ nascosto dell’ufficio.
“Che ti prende?”
“Inuyasha…voglio il caso della Hakudoshi.”
Inuyasha sgranò gli occhi, ma era felice che lei lo avesse accettato.
“Ok, ma…cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Non ha importanza.
È ancora valida la tua proposta?” – chiese Kagome,
sperando che Inuyasha non avesse cambiato idea.
“Quella e…anche le altre…”
Kagome aprì la bocca indignata. Ma anche in un momento simile doveva provarci?
“Tu…tu…tu
sei il capo più pervertito per il quale io abbia mai
lavorato!” – esclamò Kagome, indignata, ma in fondo
felice.
“Esagerata…” – disse Inuyasha con fare menefreghista.
“Senti…dobbiamo
discutere di quello che dovrò fare. Quando ci possiamo
vedere?” – chiese la ragazza.
“Facciamo stasera?”
Ma Kagome si ridimensionò subito.
“Veramente stasera…dovrei andare a trovare Luce…”
E Inuyasha s’illuminò.
“Posso venire anch’io?” – chiese senza tanti problemi.
“S-si…se vuoi, si…”
“Ok…finito il lavoro. Passo a prenderti a casa tua per le otto e mezzo, ok?”
“Ok.”
Kagome passò tutto
il pomeriggio a fare ricerche in Internet su quell’azienda.
Ovviamente non trovò le informazioni che servivano per sbattere
i dirigenti in prigione, ma almeno aveva una vaga idea di quello che
producevano e dei sistemi di sicurezza che dovevano essere messi in
atto per evitare che il materiale di scarto filtrasse nel terreno.
Stampò tutto e lo mise in una cartelletta che conteneva le altre
informazioni che si era presa su quella compagnia.
Alle sette e mezzo in punto
staccò e andò a casa dove si fece una bella doccia,
attendendo l’arrivo di Inuyasha. Era iniziato Dicembre e tra poco
sarebbe arrivato Natale.
Il primo Natale di Luce.
Arrivarono le otto e mezzo e Inuyasha, puntuale, suonò alla porta.
“Arrivo!”
– gridò Kagome, aprendo di scatto la porta e trovandosi
davanti un Inuyasha splendido splendente. Mille pensieri sconci le
attraversarono il cervello nella frazione di un nano secondo. –
“Ciao!” – disse poi riprendendosi.
“Cia. Sei pronta?”
“Si.” – Kagome prese le chiavi e chiuse la porta.
“…ogni due
settimane dobbiamo portarla dal pediatra per farle dei controlli, ma
ogni volta ci dicono che è tutto a posto.” –
spiegò Karima che teneva in braccio sua figlia Luce.
“L’importante è che la bimba stia bene.” – disse Kagome.
“Kagome, vuoi…” – disse Sota, indicando la bambina. Kagome sbiancò.
“N-no…meglio di no…”
“Perché? Mica morde.” – disse Karima, tentando di metterle in braccio la bambina.
“Lo so…è che…ho paura di romperla…” – disse Kagome.
“Aaaahh…”
– esclamò Karima guardando la figlia come se potesse
capirla. – “…hai visto che zia fifona che ti
ritrovi, Luce?”
Kagome sorrise nel vedere suo fratello e sua cognata così sereni.
“Posso tenerla io?” – chiese poi Inuyasha.
Kagome lo guardò come se avesse visto un fantasma.
“Certo!”
– disse Karima, che mise Luce in braccio a Inuyasha che
sembrò essere a suo agio con i bambini. Kagome era sempre
più allibita.
“Ciao…”
– disse Inuyasha a Luce. –
“…furfante…ci hai fatto prendere un bello spavento,
eh? Cos’è? Ti vuoi allenare per quando sarai più
grande?” – Inuyasha sembrava a suo agio con un bambino in
braccio e la cosa imbarazzò molto Kagome.
La serata proseguì tranquillamente. Luce piangeva quando aveva fame e Karima doveva assentarsi per allattarla.
“Sota! Puoi venire un attimo?” – chiese Karima dalla stanza da letto.
“Scusatemi…come minimo avrà rigettato tutto…”
Così, Kagome e il suo principale rimasero da soli.
“Simpatico tuo fratello…” – disse Inuyasha e Kagome sorrise.
“Lo so…è un po’ svampito delle volte, ma credo che sarà un ottimo padre per Luce.”
“Lo credo anch’io…” – confermò Inuyasha che si avvicinò pericolosamente a Kagome.
La ragazza lo aveva visto, e aveva cercato di fermarlo.
Il ragazzo iniziò a massaggiarle il collo, proprio come quella volta nel suo ufficio.
“Inuyasha…se
ritornano…” – disse Kagome, terrorizzata
all’idea che suo fratello potesse beccarla in casa sua a fare
sconcerie.
“Vedrebbero solo la verità…” – disse lui, stuzzicandole l’orecchio.
“Ti prego…” – implorò Kagome.
Il chiacchiericcio delle voci dei padroni di casa, costrinsero Inuyasha a smettere la sua dolce tortura.
“Scusate…ma quando ha fame, nessuno la tiene…” – disse Karima, orgogliosa.
Kagome sorrise, anche se dentro stava per scoppiare.
“Figurati…beh…sono
le undici e domani devo andare al lavoro. Ho un principale abbastanza
bacchettone e non vorrei fare tardi…” – disse
Kagome, fingendo che Inuyasha non fosse li.
“Capisco
Kagome…” – disse suo fratello. –
“…salutaci quel bacchettone del tuo capo, ok?”
“Va bene, grazie…” – poi scoppiarono in un’allegra risata.
“Siamo arrivati.” – disse Inuyasha, che aveva accompagnato Kagome alla porta.
La ragazza era imbarazzata
a morte. Guardava continuamente in basso, picchiettando la punta della
scarpa per terra. Tutto, pur di non guardare Inuyasha negli occhi.
“Perché non mi guardi?” – chiese lui appoggiato allo stipite della porta.
Per risposta Kagome alzò le spalle.
“Dai…guardami…” – chiese lui con voce suadente.
Anche se sapeva che avrebbe
commesso un errore madornale, Kagome lo guardò negli occhi,
quell’attimo che bastava perché lui ne approfittasse per
baciarla. Ma a differenza delle altre volte quello era un bacio
più dolce, meno irruento. Kagome sentì quella dolcezza
riempirle la bocca, scenderle nella gola e riempire i suoi polmoni.
Cercò maggior contatto con il corpo di Inuyasha, che la strinse
subito a sé. La salutò con un bacio appena poggiato sulle
labbra.
“Ciao…” – disse Inuyasha, accarezzandole una guancia.
“Ciao…” – disse lei, espirando l’aria che aveva accumulato nei polmoni.
Rientrò in casa,
anche perché la mancanza del corpo di Inuyasha le stava facendo
sentire che la stagione in corso non era ancora estiva e onde evitare
di prendere un raffreddore e conseguentemente rischiare di non vedere
più quelle due pozze ambrate, Kagome rientrò in casa, con
il sorriso sulle labbra.
“Rimane però
il mio principale…” – si disse amaramente. Voleva
Inuyasha, lo voleva con ogni fibra del suo essere, ma quella condizione
glielo impediva perché aveva paura delle reazioni dei suoi
colleghi. Aveva paura che pensassero che lo aveva fatto apposta per
avere qualche genere di favoritismo. Se avesse avuto la garanzia
assoluta che nessuno avrebbe avuto niente da ridire si sarebbe buttata
a capofitto tra le braccia di Inuyasha. – “Che vita
incasinata…” – fu l’ultimo penserio di Kagome
prima di addormentarsi.
Il mattino successivo
Kagome ottenne il permesso di Inuyasha per assentarsi dal lavoro per
seguire quella faccenda della Hakudoshi.
“Che devi fare?” – chiese Inuyasha, poco propenso nel non saperla li vicino a lui.
“Devo verificare una cosa. Appena avrò le conferme che sono sicura avrò ti dico tutto.”
“Ok, va pure…” – disse Inuyasha riluttante. – “Ah Kagome?”
“Si?”
“Sta attenta.” – disse lui.
Gli sorrise, felice che si preoccupasse per lei.
“Non ti preoccupare.”
“Chiama se hai bisogno.”
“Si, tranquillo.”
Kagome uscì, prese le sue chiavi e il cellulare e scese nei parcheggi.
Destinazione: Ichigawa.
“Chi è?” – chiese una voce maschile.
“Signora Hizumo, sono Kagome Higurashi. Può aprirmi per favore?”
“Kagome! Come mai qui?”
“Ero passata per vedere come stava Myia.”
“Si è appena
addormentata. Non migliora, ma almeno non peggiora…”
– disse la donna preoccupata a morte.
“Si faccia coraggio signora…andrà tutto bene.” – disse Kagome.
“Sei molto
cara…” – la signora si bloccò subito
perché aveva sentito dei lamenti provenire dalla stanza della
bambina. – “…scusami…torno subito.”
Kagome sorrise e quando la
donna scomparve dietro la porta, ne approfittò per prendere un
campione della loro acqua. Lo chiuse e lo infilò in borsa, in
tempo. Kagome rimase li un po’ per informarsi sullo stato di
salute della bimba, venendo a conoscenza che anche i signori Hizumo
avevano avuto dei problemi meno gravi rispetto a quelli della figlia.
“…io ora devo andare, ma sarò ben felice di venire a trovarvi.”
“Ti aspettiamo, allora…” – disse la signora Hizumo, salutando Kagome.
La prima cosa che fece
Kagome quando uscì da casa Hizumo, fu quella di precipitarsi al
laboratorio di analisi. Consegnò il campione all’analista.
Con qualche moina Kagome fu in grado di farsi consegnare i risultati
entro la mezz’ora successiva. Come promesso, l’analista
tornò con i risultati in mano, spiegandoli a Kagome.
“Kagome?”
“Si? Già
pronti?” – chiese Kagome, facendo un complimento indiretto
al ragazzo che sorrise, compiaciuto. – “Cosa dicono?”
“Un bel po’ di
cose…” – disse perplesso il ragazzo, vedendo quello
che aveva trovato nella fialetta. – “…a partire dal
fatto che non ho mai visto un’acqua così
contaminata.”
Kagome annuì, attenta che non le sfuggisse nemmeno una sillaba.
I suoi sospetti erano giusti.
“Da cosa è stata contaminata?” – chiese la ragazza.
“Qui dice da Cromo Esavalente.”
“E cos’è?”
“E’ una sostanza utilizzata principalmente in aziende che lavorano nel settore tessile e idrico…”
=Il settore della Hakudoshi’s Company!= pensò la ragazza, iniziando a fare i suoi collegamenti.
“…viene usato
come antiruggine ed è altamente tossico se non è tenuto
sotto controllo con adeguati sistemi di sicurezza.”
“Cosa provoca?”
Il tecnico fece una faccia come per dire “non so da dove iniziare.”
“Eruzioni cutanee,
problemi di stomaco e ulcera, problemi respiratori…ce ne sono a
migliaia.” – disse l’analista.
“Cancro?” – chiese Kagome, sperando di sentire una risposta negativa.
“Si, anche
quello.” – per Kagome fu un colpo. Prese la risposta delle
analisi e tornò in ufficio per informare Inuyasha di quello che
aveva appena saputo.
“Ti ringrazio per la disponibilità. Sei stato gentilissimo.” – disse Kagome.
“Figurati, quando vuoi.” – disse lui, tornando al suo lavoro.
Kagome partì a razzo
verso l’ufficio, entrò e si sedette alla sua scrivania.
Poggiò il capo sulle braccia, ripensando a quello che aveva
appena scoperto.
“Già stanca?” – chiese Kikyo.
“No, tranquilla.” – Kagome si alzò per andare da Inuyasha, ma Kikyo lo fermò.
“Inuyasha è impegnato adesso. Sta parlando al telefono.”
“Non ti
preoccupare.” – Kagome ignorò il suo avviso e
andò da Inuyasha, sapendo che l’avrebbe fatta entrare
comunque. Infatti…
“…si,
d’accordo…senz’altro. Allora rimaniamo
d’accordo così? Perfetto. Arrivederci! Ehi, sei già
tornata?” – chiese Inuyasha, riagganciando la comunicazione.
“Ho delle novità…”
“Siediti e dimmi…”
“Tieni.” – Kagome porse le analisi a Inuyasha che qualcosa aveva capito.
“Cromo Esavalente…” – disse ad alta voce, come se quelle uniche due parole potessero inchiodare la HC.
“Già…”
“Cos’hai fatto analizzare?” – chiese Inuyasha incuriosito.
“Dell’acqua. Sono andata a Ichigawa a prendere il campione…” – spiegò Kagome.
Solo che a Inuyasha venne in mente una cosa.
“Scusa…sei
partita stamattina e il campione dell’acqua lo avrai avuto questa
mattina, no?” – chiese lui.
“Si. Perché me lo chiedi?” – chiese lei confusa.
“Questo è il
laboratorio presso il quale ci affidiamo per fare le ricerche e di
solito ci impiegano una vita prima di consegnarmi un risultato. Come
diavolo hai fatto?” – chiese Inuyasha un po’
irritato.
E Kagome sorrise.
=E’ geloso…= pensò lei, gongolando.
In un modo che a Inuyasha non piacque per niente.
“Kagome? Che hai fatto?”
“Ho chiesto.” – rispose lei con ovvietà.
“E basta?” – Kagome corrucciò le sopracciglia.
“Mi stai dando della
puttana?” – chiese, tirando l’unica conclusione
possibile al comportamento di Inuyasha. Il mezzo demone sgranò
gli occhi.
“No! No!
Fermati!” – disse lui, impedendole di dire altro. –
“Solo che…nessuno ci ha mai consegnato un risultato in
così poco tempo.” – disse lui, tentando una vana
giustificazione, ma servì solo a peggiorare le cose.
Kagome si alzò stizzita dalla sedia.
“Grazie tante!”
– disse Kagome che aveva imboccato la via d’uscita, ma non
proseguì perché Inuyasha l’aveva fermata.
In tempo.
“Aspetta…dove
vai?” – il tono che aveva usato Inuyasha le aveva fatto
completamente dimenticare la sua precedente arrabbiatura.
“Me ne torno al lavoro.”
“Dai,
rimani…scusami…non era mia intenzione offenderti in alcun
modo…” – e mentre parlava, Inuyasha le accarezzava
le braccia.
Kagome lo odiava quando
faceva così; in quel modo lui era in grado di farle dimenticare
qualsiasi cosa, dalla più bella alla più brutta. Si
sentì voltare per poi andare ad incrociare quei magnetici occhi
d’orati che l’avevano conquistata fin dal primo giorno.
=Grazie Kikyo per avermi impedito di andare a pranzo quel giorno…= pensò Kagome, sorridendo.
“Mi hai perdonato?” – chiese con le orecchie basse e uno sguardo furbetto.
Kagome rise.
“Un altro commento simile e ti ritrovi morto!” – minacciò Kagome. Inuyasha intensificò la presa.
Ora, erano solo loro due.
“Ok…principale…”
– disse Inuyasha. – “…allora, vuoi spiegarmi
questa storia del cromo esavalente?”
Se son bastarda tu lo sai, batti le mani…CLAP CLAP.
Sono bastarda, lo
so…ho interrotto il capitolo sul più bello, ma se non
c’è suspence, che gusto c’è?
Allora,
allora…Kagome ha incontrato la famiglia Hizumo. La bambina
purtroppo si è ammalata di cancro ed è sempre debole,
motivo principale per il quale Kagome ha accettato il caso.
Inuyasha è ogni
giorno sempre più attratto da lei e si chiede come abbia potuto
fare a vivere senza di lei fino a quel momento. Il nostro mezzo demone
preferito è anche un po’ porcellino, visto il tentativo di
placcaggio di Kagome in casa di suo fratello. La bimba per fortuna sta
bene e i due genitori sono alle prese con biberon e pannolonzi.
Il primo passo in direzione
della verità è stato fatto. Kagome ha scoperto che la HC
produce Cromo Esavalente altamente nocivo che ha portato i signori
Hizumo, ma soprattutto la figlia, ad ammalarsi.
Adesso staremo a vedere in che modo si muoverà la nostra eroina.
Besitos!
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Capitolo 7 *** 7 - Ti voglio anch'io ***
7 - Ti voglio anch'io
Felicità! È mangiare un panino con dentro un bambino, la felicità!
Nonché leggere i commenti da coloro che ami di più!
BEDDE!!! GRAZIE MILLE PER ESSERE DI NUOVO QUI!
Cioè…voi non
capite il mio stato d’animo quando leggo i vostri commenti.
Leggere “ma sei bravissima!” oppure “continua
presto!” o ancora “aggiorna o ti strangolo!” mi fa
immensamente piacere e mi ripaga delle crisi isteriche che mi prendono
quando un capitolo non mi soddisfa pienamente.
Grazie, grazie davvero dal profondo del mio cuoricino!
Allora…dov’eravamo rimasti? Ah, sì…
Kagome ha iniziato a
lavorare a questo caso. Ricordandosi dell’acqua non propriamente
pulita degli Hizumo, è tornata a casa loro e ne ha prelevato un
campione. Successivamente è corsa al laboratorio di analisi e,
ovviamente, l’ha fatta analizzare, scoprendo che non era calcare,
ma una vera e propria contaminazione. Sconvolta per l’elenco
infinito che l’analista le ha fatto sulle probabili malattie che
un avvelenamento simile può causare, Kagome va da Inuyasha per
informarlo sui primi risultati della sua missione, non mancando di far
uscire il suo lato maniacalmente geloso per quello che riguarda la
celerità con la quale Kagome ha ottenuto quel risultato.
Chiusa nell’ufficio di Inuyasha, Kagome…
…ringrazia tutti
coloro che si sono cimentati nel commentare la fic, ringraziandoli un
per uno. :p iniziando proprio da…
Anjhela_kaggy_inuchan91:
ciao bedda! A me tutto bene e a te? Grazie mille per aver commentato
anche questo capitolo. Anche tu hai notato l’affinità che
Inuyasha ha con i bambini, eh? Comunque hai ragione tu. Chissà
se potrà mai essere un bravo papà…
…con Kikyo…MUAHAHAHAHAHAHA!!!!
Mary_loveloveManga: ciaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociao! Come sono contenta di vederti! S’era capito? ^//^
Ho così tante cose
da dirti che non so da dove iniziare! Mi hai bombardato di così
tante informazioni e complimenti che mi è venuto il torcicollo
perchè non sapevo più dove guardare!! Quindi, faremo come
nei temi di italiano: partiamo dall’inizio.
Non ti preoccupare. Sapevo
del pc, anche se non immaginavo che ne avevi uno datato 15 anni:
cos’è? Un cimelio di famiglia? Una reliquia? Capperi!
Avrai dovuto scrivere in fretta e furia il commento entro i dieci
minuti concessi! In questo caso sei stata veramente fenomenale!
Grazie! Grazie mille per
tutti i complimenti! Ma non so se li merito fino in fondo e più
avanti scoprirai il perchè. *mary si sfrega le mani con fare
sadico*.
*callistas inizia a tremare come una fogliolina appena nata* tu mi metti terrore quando fai così!!
Comunque per il soprannome
di Kan-Kan, non mi sembra che tu me lo abbia mai detto *callistas
diventa enorme stile fumetto mentre Mary diventa piccina piccina*
Il tuo commento mi ha
gonfiato il petto di orgoglio. Sapere che c’è qualcuno che
mi stima come fai tu, dà una scossa al mio ego.
Kagome deve solo far
pratica con Luce. Anch’io ho il terrore di prendere in braccio i
bambini appena nati. Ho sempre paura che mi scivolino dalle mani o di
stringerli un pò troppo forte. Motivo per il quale, aspetto
sempre qualche mese e poi me li spupazzo per benino. Poi quando
iniziano a parlare o a muovere i primi passi, gli spezzerei le gambe
perchè devi avere occhi dappertutto! Inuyasha…diciamo che
Inuyasha e il suo discorsetto alla bimba mi è venuto
così. Volevo che apparisse come quello sicuro di sè in
ogni campo, non solo quello professionale. Guarda…ho una voglia
matta di darti un paio di anticipazioni, ma non posso. Sono qui che mi
sto trattenendo, frustandomi, tra le tante cose, dallo scriverti
anticipazioni succulente.
Per quanto riguarda
l’indirizzo della Hakudoshi’s Company non ce l’ho
sotto mano. Ma io ti consiglio di cercare in internet, sempre che il pc
non ti dia buca proprio mentre lo stai
scrivendo…hihihi…me sadica…per l’avvocato,
è sufficiente consultare l’elenco delle pagine gialle e
trovi di tutto. Comunque lo so…hanno dato sui nervi anche a me
mentre cercavo di dar loro forma.
So anche che ti dispiace
per la nostra Kan-Kan. Anche secondo me si sta facendo mille pippe per
niente, però mica potevo fare la buona subito e farli mettere
insieme! Ma poi, secondo te, Kikyo…si sarebbe fatta tutte queste
seghe, secondo te? No dico…lei si sarebbe gettata nella
relazione senza nemmeno porsi mezza domanda (cosa che avrei fatto
anch’io, personalmente…u_u)! Però Kagome è
una ragazza giudiziosa e prima di agire pensa, cosa che non fa una
mummia cadaverica di nostra conoscenza. Insomma…alla fine, se la
classica segretaria si mette con il proprio capo…secondo te,
cosa potrebbero dire i colleghi? E poi Kagome vuole una vita onesta e
giocare all’amante segreta non è proprio da lei, convieni?
DAVVERO?!?!?! O_o
U…un volumetto su tutte le morti di Kikyo?!?!?! Appena esce lo
compro!!!! Anzi! Compro tutte le copie, via! E guai a chi osa toccarle!
Giusto…parliamo
delle lettere minatorie…se mi confermi che oltre a quelle
seguiranno anche incidenti strani, allora…allora ti perdono
Mary-sama…*.* me con i luccichini agli occhi per la
felicità!
Per i tuoi nomini…io
taglierei la testa al toro, dai…ti chiamerò
MaryBeddaBeddissima-sama, per gli amici (cioè io…)
MBB-sama? Che ne dici? Troppo Man In Black?
Certo che è una
sfiga indegna…tutte le bozze andate perse? Porcaccia…beh
dai…allora se è per questo, ti lascio andare con CENTO
QUATRIGLIARDI DI BESITONES! Vediamo chi la spunta…
Momento serietà, momento serietà, momento serietà.
Sono contenta che non ti sia sentita sotto pressione con il mio commento. Ci vediamo su msn, allora! Ciao ciao!
P.S.: non ho mai capito
perchè il mio commento di risposta alla tua recensione debba
essere più lungo del capitolo di aggiornamento…
Smack smack!
Camoeight:
dillo, dillo pure che Inu è bello, perché è la
verità. La ragazza si è legata tantissimo alla bambina e
comunque, a parte il fatto che l’ho dipinta io stessa
così, la sua sensibilità d’animo non le permette di
starsene lì con le mani in mano. Intanto grazie per aver
commentato. Mi fa sempre piacere leggere il tuo nome tra i commentatori
e spero di rivederti alla prossima!
Besitones!
Monik:
BEDDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!! Guarda…dire
che sono contenta di vederti…leggerti,
scusa…dicevo…dire che sono contenta di leggerti e aver
letto il tuo aggiornamento è dire poco!!!! L’ho letto
tutto d’un fiato e ti avrei volentieri strangolata visto che me
lo hai interrotto sul più bello (mannaggia a te…)!
Ti posso assicurare che
incongruenze non ce ne sono, vai tranquilla…comunque, per
tagliare la testa al toro, dicamo che ci ammiriamo a vicenda, ok (io di
più però…)?
Allora, sono veramente
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, però…prima di
passare a ringraziarti e magari commentare assieme a te il capitolo
voglio rimproverarti. Si, lo so…non lo avresti mai detto, ma
devo darti tante di quelle botte e sotterrarti di tante di quelle
parole che non lo avresti mai detto. Allora…cercherò di
dirtelo in un modo molto semplice e, spero, anche chiaro:
SEI TU LA MIA MAESTRA,
FICCATELO IN TESTA! SONO IO CHE DEVO RAGGIUNGERE IL TUO STILE, NON IL
CONTRARIO! E PER LA CRONACA, VORREI ESSERE DEFICIENTE COME TE SE QUESTO
MI AIUTASSE A SCRIVERE COME SCRIVI TU!!!!!!!!
Ehm…ù_ù…sono stata chiara? O devo urlare ancora?
Comunque…si,
ehm…tornando a noi (callistas si gratta imbarazzata la testa per
il suo espluà)…dicevo…grazie per tutti questi
complimenti, anche se (vedi commento in
maiuscolo…)…grazie mille per avermi messo tra i
preferiti. Per uno scritt…per uno che butta giù le frasi
come faccio io è un onore immenso. Mi fa anche davvero piacere
che tu abbia notato che la storia si svolga in modo abbastanza
omogeneo. Sai, di solito mi capita che quando scrivo qualcosa, mi
concentri troppo su una parte, lasciando in sospeso l’altra.
Però se mi dici che sono riuscita a svolgerle entrambe
abbastanza bene, allora mi fido orbamente di te.
Come ti dicevo, ho letto
l’aggiornamento e mi ha fatto impazzire. Mi spiace solo che stia
finendo e che ti manchino pochi per concluderla.
Dulcis in findus…io
ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti, forse un po’ troppi.
Devo stare attenta o il mio ego rischia di esplodere. Ho già
preso nota del tuo indirizzo, bedda beddissima, con estremo piacere.
Ci vediamo in fondo al capitolo, ok?
Nel frattempo…mille pelosissimi bacioni!!!
Achaori:
ufffaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Ma possibile che non posso scrivere
niente che subito mi vai al finale? E che cacchio! Non è giusto!
*callistas piange perché non riesce mai a fare le sorprese*.
Comunque mi fa piacere che la nuova Kagome sia di tuo gradimento. Io
accetto i tuoi complimenti e spero di vederti in fondo al capitolo.
Besitones!
Mikamey:
buonì bedda! Spero che non sia niente di grave e che ti possa
riprendere alla svelta. Sono veramente contenta che la storia e i
capitoli ti piacciano tanto. Un po’ come tutte, ma a me per
prima, la piccola Miya sta diventando un po’ la mascotte della
storia.
Perché non continui
invece la tua storia sul rapimento di Ayame? Mi hai già
incuriosito e comunque già immagino che ne uscirebbe un
capolavoro, ma del resto…cosa posso aspettarmi da te?
Però anche quella su Rin e Sesshomaru mi attizza parecchio. Ti
ringrazio per i complimenti. Sei sempre troppo gentile e io sempre
più impaziente di leggere i tuoi lavori.
Ciao bedda! Un besito e ti aspetto in fondo al capitolo!
Inukag4ever:
kami-sama…un’altro complimento! Io mio ego sta scoppiando!
Grazie, grazie mille!!! Credo che un ricovero da overdose di
complimenti non me lo toglierà nessuno.
Contentissima di vedere che
l’investigatrice Kagome ti piaccia e per quanto riguarda i
progressi tra la nostra coppia preferita, non credo che dovrai
aspettare tanto. Solo quei…quindici-sedici capitoli di
intermezzo dove non succede proprio nulla…hihihi…
Guarda…mi fa davvero
piacere che la storia non ti sia risultata noiosa. Solitamente
anch’io tendo a sviluppare più la relazione tra loro due,
ma mi sembrava doveroso dover approfondire anche la storia
sull’avvelenamento della ditta.
Ringrazi me di esistere? No
bedda! Sono io che ringrazio te di esistere perché se non ci
fossero commenti come i tuoi non riuscirei mai ad andare avanti!
Grazie mille e ti aspetto in fondo al capitolo!
Besitones!
Kagome19:
lo so…son bastarda. Non serve che me lo dici. Però non
credi che un obiettivo, raggiunto dopo tante sofferenze, abbia un gusto
migliore di uno che si è raggiunto senza combattere più
di tanto (discorso contorto, ma spero di aver reso l’idea)?
Comunque brava…hai indovinato il film! Ma non ti
preoccupare…super callistas è in agguato, pronta a
mettere a posto tutto e tutti!
Besitones!!!!
Bellatrix_Indomita:
che tu la segua fin dall’inizio mi fa un onore immenso. Comunque
sei scusata, non preoccuparti…no scherzo…davvero. Ti
ringrazio per questo tuo commento e che la fic ti piaccia tanto.
Oh…finalmente!
Un’altra che apprezza il carattere deciso dei due tontoloni per
eccellenza. Era una mia piccola voglia personale di dar vita ad un
nuovo Inuyasha e a una nuova Kagome.
Comunque non ti
preoccupare. Hai fatto no bene, superbenissimo a farmi notare la
mancanza di intervallo tra la malattia di Luce e quella di Miya. Ti
dirò che non ci ho fatto molto caso (pessima pubblicità
per uno scrittore), ma aspetta che mi spiego meglio…una cosa che
da una parte è un pregio e un difetto dall’altra è
che quando ho lo spunto per una storia io inizio a scriverla e non mi
fermo finchè non arrivo al momento clou di tutto. Questa storia
l’ho scritta in una settimana, senza interruzioni. Finito il
lavoro, dove ogni tanto mi fermavo per appuntare qualche idea per la
mia storia, tornavo a casa e mi mettevo al mio pc e sviluppavo le idee.
Ti dicevo…in una settimana l’ho finita, poi sono passata
alla rilettura per i classici controlli di errori grammaticali o che.
Però quello che mi hai fatto notare tu, non me la sono sentita
di cambiarlo. Forse avrei dovuto, giusto per dare al lettore il tempo
di riprendersi, ma allo stesso tempo lo volevo lasciare per dare alla
storia il ritmo incalzante del continuo movimento. Di Kagome che esce
dall’ufficio per fare i suoi controlli, che…mi fermo,
altrimenti dovrei darti alcune
anticipazioni…hihihi…comunque…ora che mi hai fatto
notare questa cosa, prometto che farò più attenzione alle
mie prossime storie. Magari potevo intervallare i due episodi con
Inuyasha e Kagome, ma temevo di diventare troppo pesante e allora ho
preferito cominciare subito con il fulcro della storia.
Io ti ringrazio veramente
per avermelo fatto notare e se in futuro noterai altre cose che magari
non ti tornano, fammelo sapere e sarò ben lieta di spiegarti se
era una cosa voluta o un errore di distrazione.
Grazie ancora per questa
vagonata di complimenti, vivamente ben accetti da una che in italiano
aveva 4 su tutta la linea! Questo vuol dire che continuare a scrivere e
ricevere commenti costruttivi come i tuoi SERVE!!!
Un besito e ti aspetto in fondo al capitolo!
Le_montagnine:
le mie sorelline preferiteeeee!!!! Ciao, ciao, ciao!!! Come state?
Tutto bene? Comunque mi farebbe comodo una consulenza giuridica ogni
tanto, visto che devo scrivere una storia anche in quel campo li. Isa,
davvero…mi faresti un gran comodo. Pensa te…un avvocato
in famiglia EFP, che figo!!!
Comunque io
scherzavo…ma non ci sarebbe stato niente di male se fossi andata
anche per divertirti no? Anzi…hai mica un paio di posti da
suggerirmi, visto che un giorno ho in mente di andare a fare una
capatina da William? Sai…è da tempo che non lo vedo e
vorrei salutarlo *callistas fa la sbruffona*.
Comunque si. Stiamo
entrando nel vivo della storia, ma posso già dirvi che non
appariranno né Miroku, né Sango, né Sesshomaru e
neppure Rin o Kagura. La storia è più che altro
incentrata su Inuyasha e Kagome (da come avrete sicuramente
capito…) e su Naraku e Kikyo. Ma chissà che ruolo
avrà Naraku in tutta questa storia…forse hai ragione tu,
forse è il proprietario della HC.
Ma si, dai! Mandami la
cartolina, mi farebbe un immenso piacere! Spero solo che non rompiate
anche il computer altrimenti io come li leggo i vostri beddissimi
commenti?!!?
Un milione di besitos e vi aspetto in fondo al cappy!
Vale728:
ciao bedda! Contenta di rivederti su questi schermi! Mi fa davvero
piacere che la vicenda di Miya abbia riscosso così successo.
Anche Luce si sta pian piano rimettendo e i suoi genitori non
potrebbero essere più felici di così.
Lo so. Concordo con te su
questo punto. Però vedi…non potevo mica fargliela cadere
tra le braccia come una pera cotta! Il signorino se la deve sudare e
comunque…concorderai anche su tu sul fatto che una relazione
privata con il proprio datore di lavoro non è proprio
professionale. Certo…Kikyo non si farebbe tutte queste pippe
mentali, ma conosciamo il vaso canopo, no? Pur di ottenere quello che
vuole, pesterebbe i piedi anche a sua madre! Però Kagome
dovrà prendere una decisione: rinunciare al grande amore della
sua vita oppure prenderselo e lottare contro le male lingue.
Ma credo proprio che Kagome
non se la sentirà di affrontare una relazione
simile…eeeeehhh…chissà come mi
girerà…
Ciao bedda! Un bacio e alla fine del cappy!
IO E IL MIO CAPO TI VOGLIO ANCH’IO
“Ok…principale…”
– disse Inuyasha. – “…allora, vuoi spiegarmi
questa storia del cromo esavalente?”
“Si,
vieni…” – si riaccomodarono ognuno ai propri posti e
Kagome poté finalmente proseguire con la sua esposizione.
– “…allora…il cromo esavalente è una
sostanza alquanto nociva. Per evitare che filtri nel terreno è
necessario isolare le vasche in cui viene raccolto.”
“Danni provocati?” – chiese Inuyasha esaminando le carte.
“Oh…eruzioni
cutanee, problemi intestinali, danni a fegato e polmoni
e…” – Kagome si bloccò perché se
avesse detto quell’ultimo effetto collaterale non sapeva se
sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.
“E…” – la incitò Inuyasha, non capendo quel suo tentennamento.
“…cancro.”
– infatti, gli occhi le divennero subito lucidi e cercò di
mascherarlo, ma Inuyasha era un mezzo demone e, oltre all’udito
finissimo, aveva anche un fiuto eccezionale.
“Perché piangi?”
Kagome sorrise, cercando di deviare il discorso.
“Niente, niente…un bruscolino nell’occhio…”
Inuyasha annuì, ma era evidente che non le aveva creduto.
“Comunque…”
– proseguì Kagome. – “…oggi sono stata
ad Ichigawa e indovina un po’? Non lontano dalla casa degli
Hizumo, dai quali ho preso un campione d’acqua, c’era una
fabbrica della HC.”
“Si, lo
sapevo…” – disse Inuyasha, compiaciuto di quei primi
risultati. – “…ascolta Kagome…”
“Dimmi.”
“…te la senti di proseguire?”
“Certo.” – disse Kagome senza alcuna esitazione.
“Lo sapevo.
Ok…continua pure a prendere le informazioni di cui hai bisogno e
se devi uscire va pure. Non farti problemi.”
“Grazie.” – disse Kagome con un sorriso.
La ragazza tornò
alla sua scrivania dove iniziò a buttare giù una prima
relazione su quello che aveva fatto quella giornata. Non aveva fatto in
tempo ad aprire il programma di Word, che Inuyasha era di nuovo davanti
a lei.
“Si?” – chiese Kagome, pensando di aver dimenticato qualcosa.
“Andiamo?”
“Dove?”
“A pranzo!”
Kagome guardò
l’ora e vide che erano le dodici e un quarto. Sorrise. Era
talmente presa da quel nuovo incarico che non aveva sentito il
brontolio dello stomaco.
“Ok…”
Così,
s’incamminarono verso la macchina per andare a pranzo, mentre un
certo cadavere ambulante osservava la scena con crescente invidia.
Stavano mangiando dell’ottimo sushi, quando Inuyasha decise di ritornare sull’argomento.
“Mi dici che ti è preso oggi in ufficio?”
Kagome lo guardò con
la forchetta in bocca, non capendo di che stava parlando. La sua
espressione era una tacita domanda di una che non capiva che stava
dicendo.
“Oggi…quando stavi per metterti a piangere.”
Kagome ingoiò il
boccone e posò la forchetta. Dopotutto, che motivo c’era
per non dirglielo? Lui era il suo capo e stavano lavorando insieme a
quel caso, quindi…
=Sputa il rospo, Kagome…=
“Stamattina…sono andata dagli Hizumo…sapevi che hanno una bambina bellissima?”
Inuyasha negò con la testa.
“…dovresti vederla…ha sette anni e…le hanno diagnosticato il cancro.”
Inuyasha spalancò gli occhi. Aveva già collegato tutto.
“Capisco…hai accettato il caso per questo motivo?”
Kagome assentì con la testa.
“La settimana scorsa sono andata a trovare gli Hizumo perché Myia…”
“La bambina?” – chiese Inuyasha per conferma.
“…si, voleva
conoscermi. Sono andata a trovarli e mi sono trovata uno scheletrino di
bambina, che doveva bere con il biberon perché non riusciva a
tenere in mano un bicchiere. Quando sono tornata a casa mi sono messa
subito a leggere il fascicolo che mi hai dato e…eccomi
qua.” – disse Kagome allargando le braccia.
“Li inchioderemo
Kagome…è una promessa.” – disse Inuyasha,
mettendo la sua mano su quella di lei, intrecciando le dita.
“Si…ce la faremo!”
Finito il pranzo, si
concessero un momento di svago, dirigendosi al parco a piedi. Si
sedettero su una panchina, godendosi i raggi solari. Ridevano e
scherzavano, come una vera coppia. Ad un tratto Inuyasha si
avvicinò sempre di più a lei. I loro corpi entrarono in
contatto, riscaldandosi. Il ragazzo le passò una mano dietro la
schiena, iniziando a massaggiarle il collo.
“Perché non
vuoi stare con me, Kagome?” – le chiese in un orecchio.
Quel tono di voce entrò nei recessi della mente di Kagome,
rimbalzando da una parte all’altra del cervello. Frugò
nelle sue tasche in cerca di un po’ di autocontrollo, ma aveva
notato che le scorte stavano per finire. Decise così di
fabbricarsene un po’…
“Inuyasha…lo
sai il perché…” – disse lei. L’auto
fabbricazione di autocontrollo sembrava funzionare…ma Inuyasha
non demordeva. Aveva preso possesso dell’orecchio della ragazza,
avendo capito che quello era un suo punto debole.
“Sai che
c’è qualcosa tra noi e poi…ti voglio…”
– disse Inuyasha, leccandole il lobo dell’orecchio. Kagome,
non appena sentita quella frase, distrusse la fabbrica
dell’autocontrollo con una semplice ammissione.
“Anch’io ti
voglio…” – ma si bloccò immediatamente,
rendendosi conto dell’enorme cavolata detta. Si mise una mano
sugli occhi, mandandosi da sola a quel paese per quello che aveva
appena detto. Inuyasha era rimasto un attimo interdetto, ma poi un
largo sorriso s’impadronì delle sue labbra. Kagome
voltò la testa leggermente verso di lui, con un sorriso isterico
sulle labbra. – “Po-potresti dimenticare quello che ti ho
detto, per favore?”
“Te lo sogni!”
– disse Inuyasha che si stava per avventare sulle labbra di lei,
ma per fortuna, come la fenice risorge dalle sue ceneri, anche la
fabbrica dell’autocontrollo era tornata in vita.
“Fermati!”
– disse lei, allontanandosi da lui. In pratica Kagome era semi
sdraiata sulla panchina e Inuyasha era sopra di lei.
“Perché?” – chiese lui infastidito.
“Te l’ho già detto!”
“Ma mi hai detto anche che mi vuoi pure tu!” – disse lui.
Kagome lo affrontò con uno sguardo di chi non ammette repliche a quello che avrebbe detto in quel momento.
“Ok Inuyasha,
mettiamola così…” – disse Kagome. –
“Tu mi vuoi e io voglio te. Non giriamoci tanto intorno alla
cosa. Quello che mi darebbe immensamente fastidio sono due cose: la
prima è che se stiamo insieme non voglio passare per la
segretaria che si porta a letto il capo per avere qualche genere di
favoritismi. La seconda è che odio i pettegolezzi
d’ufficio, che sicuramente non mancheranno. In
soldoni…tieni a freno i tuoi istinti che io tengo a freno i
miei!”
Inuyasha batté le
mani e con un sorriso di vittoria indicò Kagome con
l’indice, come per accusarla di qualcosa.
“Lo sapevo!”
Kagome era interdetta.
“Lo sapevo che anche tu mi vuoi!”
“Ma…hai
sentito quello che ti ho detto?” – chiese allibita.
Inuyasha si alzò in piedi e la fronteggiò.
“Ho sentito
perfettamente…ma vedi Kagome, quello che tu non hai tenuto in
considerazione è la voglia che ho di te. Puoi opporre tutte le
resistenze che vorrai, ma alla fine tu sarai mia…”
“Ma…” – Kagome tentò di ribattere, ma Inuyasha la bloccò subito.
“…ma non come amante segreta.” – era serio. Terribilmente serio.
Kagome allargò lentamente la bocca per l’incredulità.
Ma che intendeva dire?
“Vieni? È ora di tornare in ufficio.”
Impossibilitata nel dire
una qualsiasi parola che potesse avere avuto un senso logico, Kagome
gli andò dietro come un fedele cagnolino, ancora interdetta per
quello che le aveva appena detto.
<…è quindi
credibile pensare che la HC non abbia osservato nei minimi particolari
le norme vigenti sull’isolamento delle vasche che sarebbero state
adibite come raccoglitori del cromo esavalente.>
Queste erano le ultime
righe della relazione che Kagome aveva scritto da quando era entrata in
ufficio. Era da tre ore che ci stava lavorando e finalmente aveva
completato la stesura riguardante quella prima giornata di lavoro.
Salvò il tutto su un dischetto che mise nel primo cassetto,
chiudendolo a chiave.
“Finalmente!”
– esclamò Kikyo raggiante. Kagome la guardò e la
vide sorridere eccitata verso una direzione. Seguì con lo
sguardo la direzione nella quale guardava la collega e vide Inuyasha
distribuire un fogliettino di carta.
“Che sta facendo?” – chiese Kagome a Kikyo, che le rispose con la sua solita aria di superiorità.
“Annualmente Inuyasha ci consegna un piccolo test.”
“Un test?!?!” – esclamò allibita la ragazza. – “Un test di che?”
“Uffa! Conosci il Sudoku?”
“S-si…ma che centra?” – chiese Kagome perplessa.
“Il Sudoku è il test. Ovviamente Inuyasha ce lo consegna con il livello massimo di difficoltà.”
“E a che serve ‘sta cosa?” – chiese Kagome, mentre osservava Inuyasha distribuire il foglietto.
“A cosa di preciso
non lo so. So solo che chi lo vince, o che arriva molto vicino alla
soluzione, ha la possibilità di partecipare con lui alle
riunioni ed eventuali incontri di lavoro in casa sua. Finora ho vinto
sempre io.” – disse la mummia che pensava di demoralizzare
Kagome. Inuyasha arrivò anche da lei e le consegnò il
foglietto, sorridendole diabolicamente. Kikyo si mise subito
all’opera, mentre Kagome preferì prima studiare la
situazione.
=Allora…il tre lo
metto qui…ok…poi…il sette…vai
lì…= Kagome continuò con il suo ragionamento
mentale per incasellare tutti i numeri al loro posto. Quando ebbe
finito, si assentò per andare alla toilette.
Lasciando incustodito il suo Sudoku.
Era infastidito da quella cosa. Eppure, era sicuro che ce la poteva fare!
Inuyasha era seduto sul
divano di casa sua, avvolto da un asciugamano dalla vita in giù.
Il fastidio che provava in quel momento era talmente enorme che avrebbe
potuto ammazzare qualcuno. Erano due ore che era uscito dalla doccia e
non si era deciso ad andare a cambiarsi. I capelli, grazie al camino
acceso che aveva in salotto, si erano asciugati quasi del tutto. Erano
due ore che stava rimuginando su come Kagome non fosse stata in grado
di completare quel Sudoku. Secondo lui, le capacità le aveva! Si
alzò, stizzito per quello che avrebbe dovuto fare, e andò
in camera a vestirsi.
Lui si era immaginato un
finale ben diverso. Kagome che vinceva quel piccolo test, lui che la
invitava per una settimana ad assistere alle sue riunioni, a cene di
lavoro a casa propria e, dopo cena, a loro due stesi davanti al camino
a dar sfogo a quello che si tenevano dentro da quando si erano visti
per la prima volta. Purtroppo non sarebbe andata come avrebbe voluto,
perché Kagome non aveva vinto.
Aveva vinto Kikyo.
Kagome era seduta anche lei
sul suo divano, intenta a leggere un libro. Adorava i libri
culturalmente impegnati, ma in certi momenti, e quello era uno di quei
momenti, preferiva svagare la mente con qualcosa di meno impegnativo.
E i romanzetti di Harmony erano i migliori in quel campo.
Stava leggendo la storia
della sua vita. Passione bruciante, era il titolo del libro. Era
composto di una cinquantina di pagine in tutto, ma l’autrice era
capace di catturare il lettore in quel mondo, facendo leggere il libro
in un solo fiato.
Era la storia di una
ragazza, Marysol, che era stata assunta in uno studio legale, molto
importante a New York. Il primo giorno di lavoro, Marysol, aveva
conosciuto il suo capo, Andy Coohen, e la passione era scoppiata
subito. Andy, durante l’apprendistato della nuova ragazza, aveva
avuto modo di verificare il suo livello di conoscenze in ambito legale
il cui livello era molto buono. Tra Marysol e Andy era scoppiata la
fiamma dell’amore. Pur di stare con lei, Andy la obbligava a
fermarsi la sera in ufficio per parlare del lavoro, ma anche per
potersi amare. Purtroppo, come in ogni storia che si rispetti, Marysol
si era creata una nemica in ufficio, una dell’ufficio
contabilità che, grazie ad un trucco infame, era riuscita ad
allontanare i due. La ragazza si licenziò anche perché,
dopo aver scoperto la falsa tresca che legava Andy alla collega, aveva
scoperto di essere incinta. Non volendo che Andy si sentisse in obbligo
con lei, nonostante i momenti magici trascorsi insieme, si
allontanò da New York. Andy, venuto a saperlo si mise in moto
per cercare Marysol, della quale si era scoperto innamorato. Parlando
con i collaboratori del suo ufficio, era venuto a sapere che Samantha,
la collega di Marysol che li aveva fatti allontanare, aveva organizzato
tutto per separarli. Distrutto per quello che era successo, sembrava
che Andy volesse passare il resto della sua vita a piangersi addosso
per aver perso la donna della sua vita ma per fortuna, Cristine,
un’altra collega di Marysol, nonché sua grande amica,
aveva deciso di dire ad Andy la verità, nonostante l’amica
l’avesse pregata di non farlo. Cristine raccontò ad Andy
che Marysol era incinta e che adesso si trovava a Los Angeles. Andy non
perse ulteriore tempo e si precipitò a Los Angeles, guidando per
una notte intera senza mai fermarsi. Raggiunta Marysol l’uomo
tentò in mille modi di convincerla a tornare indietro con lui,
ma la ragazza non ne voleva sapere. Andy rinunciò e se ne
tornò a casa, ma pioveva. L’auto sbandò finendo
fuori strada. Marysol, saputolo, si precipitò all’ospedale
dove Andy era stato ricoverato. In quel momento Marysol capì di
non poter vivere senza Andy e, dopo alcuni giorni di ricovero, la
coppia fu libera di tornarsene a casa dove si sposarono, mettendo al
mondo la loro figlia, Speranza.
Kagome chiuse il libro,
ridendo. Praticamente era come se avesse letto la storia della sua
vita. Pezzo finale a parte. Guardò l’orologio e vide che
erano le undici e mezzo.
Andò a letto, sognando il momento in cui Andy e Marysol si incontrarono la prima volta.
“…perfetto…grazie
mille. Si, ah ok…grazie ancora, ciao!” – Kagome
agganciò il telefono. Era stata contattata da Eri che le
chiedeva se voleva prendere un caffè. Si incontrarono alla
macchinetta.
“Ciao bella!” – la salutò Kagome.
“Ciao Kagome! Allora? Lo hai finito il Sudoku?”
“Si, tutto quanto.”
“Sei brava…io non ci capisco niente!”
“Devi ragionare per settore. Sarebbe impossibile fare un ragionamento globale.”
“Magari me lo spieghi più tardi?”
“Volentieri.” – si salutarono e in quel momento uscì Inuyasha con i risultati del test.
“Ragazzi…vi
comunico il nome del vincitore…Kikyo.” –
l’unica ad esultare era proprio la ragazza, mentre gli sguardi
dei colleghi si focalizzavano lentamente sulla figura di Kagome,
evidentemente sorpresa.
=Beh…poco
male…tanto io non volevo nemmeno partecipare alle sue
feste…= pensò una bugiardissima Kagome.
Cancellò quei
pensieri e ritornò a concentrarsi sul suo lavoro. Doveva
incastrare la HC per poter in qualche modo vendicare tutte quelle
persone che si stavano ammalando a causa della negligenza di
quell’industria.
La ragazza prese a lavorare freneticamente, faceva telefonate a destra e a manca.
Era venerdì e
finalmente avrebbe avuto un fine settimana per organizzarsi il lavoro
con calma. La settimana successiva avrebbe visto Inuyasha in rare
occasioni e questo la faceva sentire male. Sapeva che le sarebbero
mancate le sue attenzioni.
Finalmente arrivarono le
sette e mezzo e Kagome poté tornarsene a casa a rilassarsi. La
prima cosa che fece fu quella di farsi una bella doccia e farsi portare
una pizza. Cenò con calma, guardando la tv. Mise tutto in
lavastoviglie e la fece partire, dedicandosi così alla HC.
“Allora…potrei
informarmi se altri hanno avuto altri problemi di salute…poi
potrei…” – Kagome passò così la sua
serata, a pensare a come fare per verificare se altri hanno avuto altri
problemi e cose simili. Rimise tutto a posto quando si accorse di aver
fatto le una di notte.
La domenica fu passata a
dormire. Si svegliò verso mezzogiorno solo per andare in bagno e
poi ritornò a letto. Si svegliò verso le tre e decise che
sarebbe uscita a fare un giro.
Andò per centri
commerciali dove acquistò un paio di scarpe nuove, tre paia di
pantaloni, sei maglioni e due gonne. Tornò a casa per ora di
cena e si fece un’altra pizza. Nonostante avesse dormito tutto il
giorno si addormentò come un sasso per poi svegliarsi alle sette
del lunedì successivo.
Un fine settimana da urlo, in pratica…
“…ti è
chiaro?” – chiese Kikyo con superiorità a Kagome,
mentre si accingeva a raggiungere Inuyasha per accogliere i primi
clienti.
Kagome la guardò stizzita.
“Tu va per i fatti tuoi che io so arrangiarmi qui.”
Kikyo sorrise beffarda.
“Ti rode di non aver vinto, eh?”
Kagome la guardò con sufficienza.
“Guarda che io, a
differenza di te, non sto tutto il giorno ad aspettare che il telefono
squilli sperando che sia Inuyasha.”
Kikyo la fulminò con
lo sguardo e si allontanò. Almeno una piccola vendetta
l’aveva avuta. Kikyo e Inuyasha avevano appena ricevuto i primi
clienti e si stavano dirigendo verso la sala riunioni.
Erano dentro già da un paio d’ore quando il telefono le squillò. Era lui.
“Si?”
“Kagome?”
“Si, dimmi…”
“Mi porteresti dei caffè?”
“Quanti?”
“Sei.”
“Va bene.”
“Grazie.”
Kagome andò alla
macchinetta e fece sei caffè, li mise su un vassoio e li
portò in sala riunioni, servendoli ad ogni invitato. Silenziosa
com’era arrivata, Kagome se ne tornò al suo posto.
La prima cosa che doveva fare era chiamare gli Hizumo.
“…perfetto. Signori, è stato un piacere parlare con voi. Arrivederci e fate buon viaggio.”
Kagome alzò gli
occhi, quel tanto che le bastava per vedere che Inuyasha e Kikyo
stavano salutando gli ospiti. Bene, aveva molte cose da dirgli. Kikyo
gli era avvinghiata come un polipo, mentre lui cercava di staccarsela
di dosso.
“Kagome, vieni nel
mio ufficio!” – disse Inuyasha, scollandosi di dosso una
furente Kikyo. La ragazza, sorridendo, prese le sue cose e le
informazioni che aveva avuto e andò da Inuyasha.
“Ciao…” – disse lei con un sorriso.
“Ciao…” – Inuyasha era accasciato sulla sedia, tutto sfinito.
“Mamma mia! Che avrai fatto di così spossante?” – chiese Kagome divertita.
Inuyasha la guardò con un sorriso stanco.
“Per tutte le ore di riunione ho dovuto mettere le gambe dappertutto tranne che sotto il tavolo.”
“Come mai?” – chiese divertita Kagome.
“Kikyo continuava a farmi il piedino.”
Kagome scoppiò letteralmente a ridergli in faccia.
“Grazie per il tuo sostegno.” – rispose lui sarcastico. – “Sono distrutto.”
Andò verso Inuyasha
e iniziò a massaggiargli il collo, sentiva perfettamente i
muscoli di lui rilassarsi e questo le fece piacere.
“Ti stai
arrendendo?” – chiese Inuyasha con gli occhi chiusi, mentre
si beava di quel tocco rilassante. Kagome rise.
“Diciamo che ti ho visto teso e pensavo che ti potesse far piacere.”
Inuyasha rise alla giustificazione di Kagome.
“Che ore sono?”
La ragazza smise di massaggiarlo e guardò l’ora.
“Ehi! Le dodici e mezzo! Andiamo a pranzo?” – chiese lei sorridente.
“Perché non
rimaniamo qui?” – chiese lui, prendendole le mani. La prese
per un polso e la trascinò verso di se, obbligandola a sedersi
sulle sue gambe. Quel giorno Kagome aveva indossato una gonna che le
arrivava a metà coscia, una tentazione per il bel mezzo demone.
La ragazza poggiò il suo braccio destro sulla spalla di lui per
sostenersi, mentre sentiva che la sua mano calda iniziava ad esplorare
le sue gambe. Kagome aveva il fiato corto, sentiva che a Inuyasha non
mancava molto per raggiungere la sua intimità e…
TOC TOC
Kagome scattò in piedi come una molla, mentre Inuyasha stava per tirare fuori la pistola dal cassetto.
“Se vado dentro per
omicidio mi difenderai tu?” – chiese Inuyasha a Kagome che
si mise a ridere. – “Avanti.”
“Inuyasha?”
“Dimmi Kikyo…” – disse lui esasperato.
“Io sto
andando…volevo solo avvisarti.” – Inuyasha la
guardò come per dire “e a me che me frega?”
“Ok, a dopo.”
Kagome e Inuyasha rimasero nuovamente da soli.
“Kagome, me la togli una curiosità?”
“Se posso…” – disse lei incuriosita.
“Come mai non hai completato il Sudoku? Era troppo difficile?” – Kagome lo guardò perplessa.
“Guarda che l’ho completato, io.”
Inuyasha era sorpreso.
“Non mi risulta.”
“Ti dico di sì!” – disse lei.
“Ti dico di no!”
“Inuyasha…vogliamo andare avanti così per molto? Ti ho detto che l’ho completato.”
Allora il mezzo demone si
diresse verso il cassetto della scrivania e prese i test del Sudoku. Li
passò uno ad uno finché non arrivò a quello di lei.
“Ecco…questo è il tuo.” – Inuyasha porse il foglietto a Kagome che lo guardò allibita.
“Ehi! Questo non
è il mio!” – osservò Kagome, indignata che
quella potesse passare per la sua calligrafia. – “Io non
scrivo come una gallina!” – e un pensiero la
fulminò. Ricordava perfettamente quando aveva dovuto leggere
l’agenda di Inuyasha scritta da Kikyo. Ricordava perfettamente
che la sua collega aveva una maniera particolare di scrivere il numero
otto, se Kagome lo scriveva come il simbolo dell’infinito in
verticale, Kikyo lo scriveva come due pallini uno sopra l’altro.
– “Guarda bene…io non scrivo
così…questa è la scrittura di Kikyo.”
Inuyasha analizzò per bene la cosa e dovette ammettere che Kagome aveva ragione.
“E allora perché? Perché le hai passato il tuo test?”
Kagome lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
“MA TI SEI
RINCRETINITO? NON LE HO PASSATO IL TEST!” – tuonò
Kagome furente. – “L’avevo lasciato sulla scrivania
perché…” – nuovamente Kagome si
bloccò. – “Oddio…” – disse
spiaccicandosi una mano sulla fronte, allucinata.
“Cosa?” – chiese Inuyasha.
“L’avevo
lasciato sulla scrivania per andare in bagno. Deve averlo sostituito
lì. Poi quando sono tornata non c’era più e ho
pensato che te li fossi venuti a ritirare.”
“Quindi…”
– iniziò Inuyasha, come se gli avessero detto che era
diventato l’uomo più ricco del mondo.
Kagome rise, sapendo quello che Inuyasha stava per dire.
“…il test lo hai vinto tu!” – concluse emozionato.
“Così sembrerebbe…ma se non ti fidi te ne posso fare un altro.”
“Ma…ma no dai…”
“Hai acceso internet?”
“Si, perché?”
“Ok…”
– Kagome si avviò verso il computer di Inuyasha e si
sedette al suo posto. – “Ne tiro giù uno da Internet
e te lo faccio adesso.” – Kagome andò sul sito del
gioco e stampò una scheda per farla. Ci mise una
mezz’oretta, durante la quale Inuyasha la osservava riflettere
sul quadrato e compilarlo.
Nella maniera corretta.
Il mezzo demone era contento come una pasqua. Sapeva che Kagome aveva le capacità per farcela.
“Soddisfatto?” – chiese la ragazza.
“Oh si…”
– disse lui squadrandola attentamente. Sotto quello sguardo
Kagome si sentì incendiare. – “…allora questa
settimana mi accompagnerai tu con i vari clienti.” – Kagome
rise di gusto.
Ok. Precisazione doverosa.
Quando ho scritto questo
capitolo, in particolar modo la scena del test di intelligenza, ho
messo il Sudoku perché in quel periodo impazzivo letteralmente
per quello schema, così mi era sembrato simpatico metterlo.
Ora che ho precisato a tutti la mia demenza, ormai, senile, siamo apposto.
Volevo interromperlo di
gran lunga prima, ma mi son detta “dai, non fare la
bastarda…concedi un po’ di emozioni ai tuoi lettori”
e così ho fatto. Spero di aver fatto cosa gradita, ovviamente.
Allora…Kikyo ha
barato, com’era logico pensare, ma per fortuna che è stata
beccata subito e la punizione sarà bella corposa, ma non vi
anticipo niente.
Adesso toccherà a Kagome accompagnare Inuyasha nel suo tour con i vari clienti.
Ma…diciamoci la verità…ne sarà all’altezza?
La risposta, al prossimo capitolo.
Besitoneeees, callistas!
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Capitolo 8 *** 8 - Cos'ì impari ***
8 - Cos'ì impari
Una lacrima sul vi-so!
BEDDE! ALTRO CHE LACRIMA! E’ UN VERO E PROPRIO PIANTO A DIROTTO!
Guardate che mi state
straviziando con tutti questi commenti! Va a finire che mi ci abituo e
mi adagio sugli alllllllori! Siete fin troppo gentili con questa povera
scrittrice, che prova a fare qualcosa di buono!
Dunque
dunque…Inuyasha ha scoperto l’inghippo di Kikyo,
chissà che le succederà? Tornerà dalla tomba dalla
quale è uscita? E il rapporto tra Inu e Kagome si
evolverà?
Ovviamente lo dovrete leggere per saperlo, nel frattempo io vorrei ringraziare infinitamente se seguenti persone:
Anjhela_kaggy_inuchan91:
bedda beddissima!!! Te la sei fatta sotto, per caso? Lo so, lo
so…sono bastarda, non serve che me lo fai notare, lo so
già di mio…hihihi…sai, tutte sono rimaste
piacevolmente scioccate dall’utilizzo che ho fatto del sudoku e,
man mano che leggevo i vostri commenti, non potevo fare a meno di
sentirmi piacevolmente stupida per aver usato un metodo di selezione
così cretino! Però ho visto che vi è piaciuto,
quindi la mia cretinaggine un po’ è servita.
Dunque…Kagome ha vinto il test, ma secondo te, Inuyasha…gliela farà passar liscia a Kikyo?
Piccolo spoiler…Inuyasha e Kikyo si baceranno…
…nei tuoi sogni più perversi!
Bedda! Grazie mille per
aver recensito anche questo capitolo! Non sai quanto piacere mi ha
fatto! Ti aspetto in fondo, ok? Un bacione grande come il mondo!
_ayachan_:
bene, bene! l’ironia è sempre ben gradita, specie dalla
sottoscritta! Spero solo di riuscire a risponderti con altrettanto
sarcasmo.
Lo stile:
bene! l’importante è cominciare dalle piccole cose! Poi
pian piano arriverà il resto. Anche se è l’unica
cosa che ti piace di questa storia, cerco di guardare il bicchiere
mezzo pieno…intanto grazie per questo.
I personaggi:
oooohhhhh…e qui apriamo un forum di discussione…quando
dico di “essere stufa” di vedere un personaggio con i suoi
difetti, non lo faccio di certo per cattiveria, anzi! Lo dico con lo
spirito di chi ha seguito il manga e il cartone animato
dall’inizio alla quasi fine e ogni volta che vedevo un piccolo
passo in avanti tra i due, il giorno successivo ne vedevo sette
indietro…la cosa iniziava a darmi sui nervi (in senso buono)
perché “odio” lo stile harmony. Non so se leggi
questo tipo di libro (te ne consiglio uno a caso perché poi sono
tutti identici…), ma ti garantisco che ci sono i personaggi
principali che si piacciono, il cattivo di turno, loro due che si
struggono d’amore per l’altro, che si inventano i casini
per dimostrare quanto la vita ce l’abbia con loro, la notte di
passione e l’happy ending. Ora, non dico che Inuyasha e Kagome si
struggano d’amore l’uno per l’altro, ma nemmeno che
siano indifferenti l’uno all’altro (perdona la
ripetizione). Hai perfettamente ragione, quando dici che se la
Takahashi li ha disegnati in un modo, con determinati caratteri e/o
difetti è perché avrà voluto trasmettere un
determinato messaggio, ma è anche vero che questo sito ci
permette di apportare tutte (o quasi) le modifiche che ci piacciono!
Altrimenti non ci sarebbero le OOC o le AU, tutto si dovrebbe svolgere
nell’epoca Sengoku, con Inuyasha che corre dietro a Kikyo per i
sensi di colpa e a Kagome per altri sensi di colpa…su questo
sito, invece, si possono trovare l’Inuyasha teppistello,
l’Inuyasha timido, l’Inuyasha
intraprendente…così come possono esserlo gli altri
personaggi della storia. Non mi sono mai data agli originali per il
semplice motivo che (purtroppo) non sono originale. Serve una bella
fantasia e, ahimè, un tempo ne avevo da vendere, ma
ora…stendiamo una trapunta matrimoniale pietosa. Preferisco
scrivere di cose che “so” e stravolgerle e lasciami
concordare con te sul fatto che è più difficile mantenere
un personaggio originale (per esempio Inuyasha) con le sue mille
sfaccettature piuttosto che mettersi lì e dire “no! oggi
ti voglio diverso”, stravolgendolo.
La trama:
altro motivo per vedere il bicchiere mezzo pieno! Guarda che so
perfettamente che quello che ho scritto è decisamente
impossibile o come dici tu surreale, me ne rendo conto perfettamente!
Anche se non ho usato Google Earth o Youtube, vedo quello che mi passa
la tv al telegiornale ogni tanto. Vedo che Tokyo è una
città solamente abitata da macchine che vivono in strada,
così come so che le impiegate vestono una divisa e che danno del
lei anche alle coetanee. Solo che io ragiono con la mia
mentalità. Non ho nessun problema a dirti che vivo a Verona e
che lavoro. Vado vestita con dei semplici jeans e, vista la stagione,
un maglione pesante. Non avendo quel tipo di mentalità, mi
riesce molto difficile immaginare me stessa che va al lavoro con una
divisa e che da del lei a colleghi che hanno la stessa età. Per
questo motivo ho preferito “esportare” un po’ di
italianità all’estero. Anche se si dice che guardare
troppa televisione fa male, io credo che certe volte sia utile. I film
ambientati in Giappone, saranno all’apparenza noiosi, ma se
guardati con attenzione, rispecchiano molto della vita che
c’è in quel paese. La moglie del padrone di casa che si
inchina davanti a lui…il rito del the…il fatto che la
donna sia sempre e comunque sottomessa all’uomo (forse dipende
dai punti di vista, ma una donna che china il capo di fronte al proprio
marito in segno di obbedienza, mi dà molto da pensare…).
Comunque…prima che perda il filo del discorso…dicevo? Ah
sì…nel senso che so (sempre tra virgolette) che la vita
in Giappone è assolutamente diversa da quella nostra, sia in
ambito lavorativo che quello personale.
Il fatto di inchinarsi di
fronte a un ragazzo più grande se ci hai sbattuto contro o
chiamare per cognome una ragazza tua coetanea mi fa letteralmente
drizzare i capelli in testa (ripeto: so che è la loro
mentalità e di sicuro non mi metterò a girare con i
cartelli affinchè le cose cambino…).
Lascia pure perdere il sudoku, che anche quello è impossibile, ma mi piaceva.
Permettimi, però,
una nota piiiiiiiiccola personale. Non mi posso definire una
scrittrice, questo no. Sono solo una a cui piace scrivere, anche le
insensatezze, come questa storia. Non voglio offendere nessuno con
questo mio appunto personale finale, ma su questo sito ci sono storie
ancora più assurde della mia. Non mi sto giustificando, sto solo
dando una mia opinione personale.
Bene…mi fa piacere
che questo mio commento di risposta alla tua recensione sia più
lungo del capitolo stesso…ma sta pur tranquilla che non me la
sono presa, affatto. Forse magari inizierò a scrivere storie un
po’ più sensate, documentandomi il più possibile
sulla realtà, o forse mi divertirò a scrivere
assurdità ancora più assurde di queste. In entrambi i
casi, però, spero che tu voglia continuare a seguirmi comunque.
Sentiti pure libera di commentare o solamente leggere le mie panzanate
che sono contenta lo stesso.
Grazie ancora e alla prossima!
Mary_loveloveManga:
LA MIA BEDDDDDDDAAAAAAAAAAA!!!!!!! Sì che lo so! E infatti non
aspettavo altro che un tuo super commentone! Dai che sono pronta!
Anche tu sei rimasta
colpita dal sudoku, a quanto vedo…però all’epoca ne
facevo a bizzeffe e non riuscivo a fermarmi. Poi ho chiamato un
esorcista e finalmente non ne ho più fatti! Tu? Una
santarellina? o.O Ma non dire…cose non vere!
Vendetta per Kikyo?
Beh…vedremo…forse non ti piacerà perché la
troverai un po’ troppo leggera come punizione, ma giuro che se
con il sudoku mi sono “sbregata” con la punizione di Kikyo
mi sono proprio scavata la fossa delle Marianne da sola. È una
cosa così stupida, ma in fondo al cappy spero di aver spiegato
abbastanza bene il perché della mia scelta.
Piaciuta la scenetta del
parco, eh? Chissà come mai è piaciuta a tutte
quante…*me sorride sorniona*. Mi chiedi come faranno?
Ebbene…loro due, decideranno di…e poi vedranno
se…per non parlare di quando…ah! Dimenticavo! Decideranno
anche di…hai capito, vero? :D Lo so, lo so…me bastarda,
ma che ci vuoi fare? Comunque sì dai…così le
presento anche la mia Lillina scorreggiona…spero di incentivare
la tua voglia di commentare con questo capitolo, dove Kikyo avrà
ciò che si merita.
Ti aspetto con ansia su msn!
Mille quatrigliardi di besitones!
Kagome19:
ciao bedda! Felice di rivederti! Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto. Quanto è stronza, mi chiedi? Oddio…se lo
misurassi con il termometro, il mercurio schizzerebbe alle stelle! Mia
piccola bedda, lo scoprirai molto presto! Un bacione e ti aspetto in
fondo al cappy!
Camoeight:
effettivamente…uno che mi chiede se ho passato un test al mio
peggior nemico deve essere un po’ ritronato, ma forte! Vedi? Vedi
come ci si impiega poco a scoprire gli inganni del prossimo? È
sufficiente indagare un po’ e non lasciarsi prendere dallo
sconforto, come la maggior parte delle volte succede a quei due nel
manga…guarda…tralascio i commenti altrimenti potrei non
finire più! Ti ringrazio infinitamente per i complimenti. Spero
che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Kizzuoli!
Monik:
BEDDDAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! CIAO! No, no! Non
liquefarciti…facerti…facciti…non scioglierti!
Rossa addirittura? Ho raggiunto il mio obiettivo, allora? Lo
so…Kikyo è stata una bastarda con i fiocchi, ma per
fortuna Inu e Kaggy l’hanno scoperta in tempo. Comunque
l’hai capita, eh? Io ammiro te e tu…tu ti lasci ammirare,
com’è giusto che sia. Però hai ragione, come al
solito…gli stili sono differenti e sono belli entrambi.
Oddio…io cerco di buttarla più in vacca, mentre tu
ragioni sulle cose e sui sentimenti in modo più profondo
rispetto al mio. Però ho una storia basata solamente sui
sentimenti. Devo solo lasciare che la mia beta-rider me la controlli
per evitare figuracce grammaticali e poi la posto. Mi fa davvero
piacere che lo pensi. Ho cercato di sviluppare gli argomenti in
parallelo alla storia, perché oltre alla relazione
“clandestina” c’è anche una storia, tra
l’altro tratta da un fatto successo veramente, così come
lo è stato il film con Julia Roberts.
Mi fa piacere sapere che il
capitolo ti è piaciuto e spero che ti piacerà anche
questo, dove ci sarà una svolta decisiva.
Oh-mio-dio…però
ti ci vedo a ballare con i pon pon stile cheers leaders (DATEMI UNA C!
DATEMI UNA A! DATEMI DUE L! DATEMI UNA I! DATEMI UNA S! DATEMI UNA T!
DATEMI UNA A! DATEMI UNA S! Caaaaaaallistas!) ok…piccolo sclero
quotidiano. Tra poco passa…la roba tagliata con il borotalco fa
male…decisamente male…
Un bacione anche a te, cara!
Krikka86:
cavolo che nome simpatico che hai! Veramente!…sono contenta che
ti sia aggiunta al gruppetto di commentatori di quest fic! Ti ringrazio
infinitamente! Sei troppo gentile *me si gratta la testa imbarazzata e
rossa come un pomidoro* comunque ti sfido a trovare qualcuno che ha
apprezzato il comportamento di Koga. Per la punizione di Kikyo la
troverai proprio in questo capitolo, che spero ti piaccia come gli
altri. Mi farebbe un immenso piacere poterti rivedere al prossimo.
Intanto ti saluto con un super bacione!
Bitta Sisters:
ciao! Sono contenta di trovare un nuovo nome tra i recensori, ma se
pensi che mi sia offesa, ti sbagli di grosso, anzi! So perfettamente
che questa storia rasenta l’assurdo totale. Ho lavorato e lavoro
tutt’ora in un ufficio (non di avvocati, li odio…) e so
che succede l’esatto opposto di quello che ho descritto io.
Concordo sui personaggi, infatti ho messo la nota OOC, purtroppo gli
autori di questo fantastico sito non hanno ancora aggiunto la nota
SUPER OOC, quindi mi sono limitata a usare quello che
c’era…so che i nomi non sono propriamente giapponesi
(anzi…togli pure il propriamente) ma mi piacevano perché
sono insoliti. Karima passi, ma Luce l’ho scelto perché mi
sembrava adatto alla situazione. Ripurtroppo non conoscendo il
giapponese non saprei dove andare a cercare le traduzioni dei nomi,
giusto per rendere un po’ più veritiero il tutto. Se hai
qualche suggerimento ti accolgo a braccia conserte.
No dai, che scherzo…a braccia…aperte!
So anche perfettamente che
il sudoku è una vera e propria bestemmia, se usato per quello
che ho scelto io, ma alla fine del capitolo ho messo una piccola nota.
Non giustifica per niente questo suo utilizzo, lo so, ma quando ho
scritto il capitolo non passava minuto che non fossi su quel maledetto
schemino e per esorcizzare questa mania l’ho inserito. Infatti
adesso non ci gioco più…so che la trama ti ricorda
qualcosa e puoi anche dirlo, infatti io l’ho sempre fatto, ma non
perché volessi appropriarmi di qualcosa che non è mio, ma
perché quando vedo qualcosa che mi prende la mano, non esito un
secondo a “farla mia”, nei limiti del possibile. Il film
è “Erin Brockovich” e l’ho particolarmente
amato per via della bravura dell’attrice e non mi vergogno ad
ammetterlo. Non per indurti a farlo, ma se vai a leggere anche solo i
titoli delle mie storie vedrai che ti compariranno
“C’è posta per te”, il programma di Maria de
Filippi, “Cambia la tua vita con un click”, non si ispira
per niente al film con Adam Sandler, ma alla storia del brutto
anatroccolo e infine questa, che si ispira liberamente al film. Come
vedi sono tutti titoli, e in parte trame, presi da film o programmi,
semplicemente per il fatto che mi sembravano idee carine da mettere
giù per iscritto. Ovviamente quello che esce da me è solo
qualcosa che vale la metà rispetto a quei programmi, ma il mio
unico scopo è quello di far divertire la gente. Molte storie di
questo sito raccontano di Kagome, Inuyasha e Kikyo nel perenne
“triangolo”. A volte Inuyasha è un po’
più spigliato, ma è sempre rinchiuso nel suo dubbio tra
le due. Ho semplicemente voluto dare vita ai pensieri di molte ragazze
che amano questa coppia, portando Inuyasha ad avere un carattere
più forte e Kagome più sicuro, decidendo di farli
“accoppiare” (perdonami il termine un po’
animalesco…) fin da subito.
Hai fatto benissimo a
lasciarmi un commento, che però non definirei negativo.
Piuttosto…direi costruttivo. Anche a me piacciono le storie che
hanno una base solida e di verità di fondo, ma come ho
già detto ad una mia cara amica (sperando di poterla definire
tale) le storie tipo la mia servono proprio per dar modo ai lettori di
apprezzare al meglio quelle scritte da autori più
“seri” che vogliono presentare la propria storia, come
fosse un fatto accaduto in realtà.
Posso sembrare stupidina
(ma in realtà lo sono…hihihi…) però ho una
storia in attesa di pubblicazione, basata esclusivamente su momenti di
vita quotidiana. Forse sarà un po’ irreale, ma non quello
che provano i due protagonisti. Non appena sarà pronta, spero di
poter vedere un tuo commento (magari positivo, questo giro…)
nonché di leggere una tua storia al più presto.
Un caro saluto e ci vediamo alla prossima. Ciao ciao!
Inukag4ever:
capperi! Subito con i complienti, ma tu sei pazza! Ti ringrazio
vivamente. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Scrittrice
straordinaria?!?!?! o.O sicura di non aver fumato qualcosa di strano?
beh…se mi dici che rientro in una tua classifica personale,
forse, forse sono bravina. Perdona il mio auto masochismo ma è
difficile credere che una che aveva un 4 perenne in italiano possa
piacere in questo modo. Comunque ti ringrazio perché mi fa
sempre piacere ricevere commenti super positivi come i tuoi! *callistas
guarda con aria sognante la sua inukag4ever* beh, il riassunto è
più che altro per darti un’indicazione della storia, non
come andrà a finire. Però sappi che io sono una super fan
degli happy ending ed è questo che la mia storia ha in comune
con il film. E poi sì…non sono così scemotta da
dirti come va fa finire…dai che scherzo! Io leggerei con
attenzione questo cappy, perché c’è qualcosa che
potrà essere di tuo gradimento. Beh…se non lo so io,
dovrei iniziare a farmi vedere veramente da qualche strizza cervelli,
non ti pare?
Mia beddissima amica! Sono
contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, ma oso immaginare che
anche questo potrà essere di tuo gradimento.
Ti aspetto in fondo al cappy!
Bellatrix_Indomita:
ciao beddissima! Sono contenta di vederti anche a questo capitolo! Mi
fa un’immenso piacere sapere che ti è piaciuto tanto da
leggerlo d’un fiato! Mi fai arrossire! Ma certo che la
commenterò! Dimmi il posto e l’ora esatta e ti
lascerò un commento sicuro come l’oro! Che mi consideri
pure una brava scrittrice allora mi impone di lasciarti non un commento
normale, ma un super commentone!
Mi fa piacere che tu abbia
tirato in gioco Naraku. Non entrerà in scena in questo capitolo
ma nel prossimo e vedrai che ti combina il signor Naraku!
Guarda che aspetto la tua storia! Ci conto!
Nel frattempo ti mando mille besitos!
Mikamey:
BEDDAAAAAAAAAA!!!!!!!!!! CIAO!!!!! Sono veramente contenta di
rivederti, sai? Mi fa piacere che la Kagome che ho caratterizzato ti
piaccia, però sai…la ragazza ama i bambini e le dispiace
tanto per la piccola Miya. Anche Inuyasha è proprio bravo, non
credi? Almeno si accorge subito quando Kagome ha qualcosa che non
va…*me sarcastica*. Solo scioccante, dici? Ci sono rimasta male
anch’io quando ho visto quello che ho scritto. Ero come in trance
e quando mi sono svegliata avevo scritto quella roba lì!
Pazzesco…eh già…il nostro Inu finalmente è
un po’ più deciso. Per il sudoku, quando ho scritto il
cappy continuavo a fare schemetti su schemetti, sembravo una drogata di
sudoku! E l’unico modo per esorcizzarmi era quello di dedicare un
capitoletto anche a lui. Infatti adesso non gioco
più…chissà perché…
Kikyo è pesante, ma
verrà rimessa prontamente al suo posto…in questo
capitolo. Io ti consiglio di leggerlo. Forse troverai la punizione un
po’ troppo leggera, ma è l’unica cosa che mi
è venuta in mente, altro non trovavo!
La ficcy l’ho letta e mi è piaciuta, come avrai potuto notare. Inutile dire che aspetto il tuo aggiornamento!
Achaori:
ciao beddissima! Meno male…anche questo capitolo ti piace, sono
contenta! Però Kikyo che violenta Inuyasha mi dà un che
di…perverso…credo che non dormirò più di
notte…brrr…che schifo! Per quello dovrai aspettare un
pochino, mia piccola diletta ma per il matrimonio…non credo che
li farò unire in quel senso. Sono cattiva? Spero di
sì…mi diverto troppo a lasciarvi con la bocca
asciutta…dai! Mi mandi Entai? Così almeno riesco a farmi
una grigliata senza ricorrere al gas! Grazie mille!
Ti aspetto in fondo al cappy, ne?
Le_montagnine:
ciao sorelline! Sono contenta che siate di nuovo qui, su questi
schermi! Forse troverete la mia punizione un po’ troppo leggera e
mi direte che potevo azzardare di più, ma ahimè…la
fantasia scarseggiava al momento. Avevo pensato alla tortura della
ruota, non so se la conoscete (in breve…un essere umano, Kikyo
in questo caso…viene legato ai polsi e le gambe. In fondo
c’è un cavallo che tira e allunga il corpo…mi sono
spiegata?). Comunque sono contenta che il capitolo vi sia piaciuto, ma
immagino che troverete interessante anche questo. Ci sarà una
piccola svolta, ma non anticipo niente…un bacione a tutte e due
e vi aspetto in fondo come al solito, ne?
Fmi89:
ciao! Sono contenta che ti diverti! Dopotutto…ridicolizzare
Kikyo è il sogno di molte, non credi? Il mio di
sicuro…allora anche te eri presa dalla sudoku-mania? Più
li facevo e più mi maledivo perché non riuscivo a
smettere…adesso capisco in parte quelli che si
drogano…ok, paragone stupido e inutile…intanto leggi
questo e dimmi se la svolta ti piace tra…
Bacioni grossi grossi!
Vale728:
“accidentalmente”, eh?…io credo che sia stato il sub
conscio di Kagome a parlare in quel momento, tu che ne dici? So che
Kikyo è una bastarda, ma che ci vuoi fare? È fatta
così e così ce la dobbiamo tenere…ma non ti
preoccupare. In questo capitolo troverai la sua punizione, forse un
po’ troppo leggera.
Ti ringrazio per i complimenti e ti aspetto in fondo al capitolo!
Mannaggia a voi!…sono più lunghi i commenti che non il capitolo…^-^
IO E IL MIO CAPO COSI’ IMPARI!
Il pomeriggio Kikyo entrò immediatamente in ufficio e andò da Inuyasha, sempre in compagnia di Kagome.
“Kagome, puoi tornare
al lavoro. Ci devo stare io con Inuyasha.” – disse Kikyo,
gelosa della sua “proprietà.”
“Credi?”
– chiese Inuyasha. – “Perché sai…ho
fatto una piccola verifica e mi risulta che quel test lo abbia vinto
Kagome. Come me lo spiegi?”
Kikyo era impallidita a vista e stava sudando freddo.
“Ecco…io…”
“Forse posso
rinfrescarti io la memoria…” – disse Kagome acida.
– “…hai sostituito il mio test con il tuo, o
no?”
“Ma…come osi?” – chiese Kikyo cercando di salvarsi.
“Ritieniti confinata all’archivio, Kikyo.” – ordinò Inuyasha.
“L’archivio no!” – disse Kikyo, sconsolata.
“Ci potevi pensare
prima.” – le rispose Inuyasha con ovvietà. –
“Adesso vai e metti sul tavolo di Kagome gli appunti della
riunione di stamattina.”
“Ma
Inuyasha…” – tentò lei, ma lo sguardo
infuocato, irritato e furente del mezzo demone la fecero demordere.
– “Si…” – disse lei in un sussurro.
Kikyo venne confinata in
archivio. Questo era un metodo di Inuyasha per “punire” chi
aveva fatto qualcosa di sbagliato o fatto un errore madornale. Nessuno
veniva mai a sapere il vero motivo che spingeva il loro capo a mettere
qualcuno in archivio anche perché le uniche due
possibilità che si avevano per poterlo sapere era chiedere a
Inuyasha, ma lui non avrebbe mai spiegato a un dipendente il
perché delle proprie azioni, o chiederlo al diretto interessato
che, vista la vergogna, preferiva addurre una scusa, delle volte un
po’ patetica.
Kagome iniziò da
quel pomeriggio ad assistere Inuyasha nelle sue riunioni, cavandosela
egregiamente. Anche se non era un vero avvocato, la parlantina che
aveva le permetteva di destreggiarsi in qualsiasi situazione.
La riunione finì alle otto di sera e si sarebbero dovuti trovare alle nove al ristorante per concludere la serata.
“Allora ci vediamo stasera al ristorante del vostro albergo, signori.”
“Arrivederci, signor NoTaisho…Kagome…” – salutò il portavoce del gruppo.
“Arrivederci Hachiro!” – salutò cordialmente la ragazza.
Lei e Inuyasha scesero verso i parcheggi.
“Passo a prenderti per un quarto alle nove, ti va bene?”
“Sì, ok. A dopo, ciao!”
“Ciao!”
Kagome andò a casa e
si fece una doccia. Fortunatamente aveva un vestito adatto per la
situazione, lo indossò e passò al trucco. Stava per
infilarsi le scarpe quando bussarono alla porta.
“Porca
paletta…è già arrivato!” – corse alla
porta per aprire e quando lo vide ci rimase secca.
=Oh-mio-Dio…= pensò la ragazza.
Inuyasha era davanti alla
porta di casa con un perfetto vestito da sera con tanto di sciarpa
bianca che scendeva fino alle ginocchia.
=Oh-mio-Dio…= pensò Inuyasha trovandosela di fronte in quell’abbigliamento.
“Dai
entra…” – disse Kagome. –
“…infilo le scarpe e poi andiamo.” – la
ragazza prese dalla scarpiera le sue scarpe e si mise il cappotto,
aiutata galantemente da Inuyasha.
“Non mi rendi le cose facili, però…” – disse lui.
Kagome, rossa come un pomodoro, rise.
“Mai detto che lo avrei fatto.” – disse lei, spiazzandolo.
Si avviarono verso il
ristorante, arrivando con dieci minuti di ritardo. Si scusarono con gli
ospiti e poterono proseguire con la serata, parlando di argomenti
futili.
Verso fine serata, Inuyasha e Kagome salutarono i loro ospiti e tornarono a casa.
Erano davanti alla porta di casa di Kagome.
“Mi fai entrare?” – chiese Inuyasha spudoratamente, come al solito.
“Sai che rischiamo, vero?”
“Non si hanno i
risultati se non si rischia, non lo sapevi?” – Kagome rise.
Ogni volta che lei gli ricordava che non potevano arrischiarsi a
compromettere le cose, ecco che lui con una semplice frase la
spiazzava, impedendole di ribattere.
“Farai il bravo?”
“Ceeerto…” – disse lui con l’aria più falsa di questo mondo.
Kagome lo fece entrare.
Andò in camera a cambiarsi, ma non aveva fatto i conti chi aveva fatto entrare in casa…
La ragazza stava
bestemmiando per colpa della cerniera che si era inceppata. Le venne un
infarto quando sentì due mani calde accarezzarle la pelle e far
scorrere la lampo.
“Va meglio?” – chiese Inuyasha, osservando la stoffa allentata del vestito.
“S-si, grazie…”
Inuyasha iniziò a torturarle il collo, mentre con le mani sfilava lentamente il tubino di Kagome.
“No… Inuyasha…fermati…”
“So che lo vuoi anche
tu…” – le disse Inuyasha facendola voltare. La
baciò con impeto, senza darle il modo di poter reagire e
fermarlo.
Kagome era tutta un fuoco, doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi.
Inuyasha invece non ne
aveva mai abbastanza. Più baciava quella pelle e più
sentiva che ne voleva di più. Si staccarono che erano entrambi
senza fiato.
“Ti prego…fermiamoci prima che sia troppo tardi…”
Inuyasha la guardò e annuì.
“E’ questo quello che vuoi?” – le chiese un’ultima volta.
“Si…” – ma lei stessa si sentiva una bugiarda marcia. Lei voleva Inuyasha, c’era poco da fare.
“Come
vuoi…” – il mezzo demone prese la coperta sul letto
e gliela adagiò sul corpo, coprendola. Le diede un ultimo bacio
sulla fronte e poi se ne andò a casa sua.
Quando Kagome sentì
la porta chiudersi, si coprì il viso con le mani e iniziò
a dar sfogo ad un pianto disperato. Pianse tutta la notte,
maledicendosi per quelle sue remore che qualcun’altra al suo
posto magari non avrebbe avuto.
Il mattino successivo, come
previsto, Kagome era uno straccio. Occhiaie nere come la notte e un
torpore che non si decideva a lasciare i muscoli del suo corpo.
Arrivò in ufficio
con il morale sotto le scarpe, si sedette al suo tavolo e
continuò il suo lavoro sulla HC. Il giorno prima aveva
telefonato agli Hizumo per sapere se altri vicini avessero avuto
problemi di salute, riscontrando esiti positivi, purtroppo. Allora si
decise ad andare da queste persone per parlare con loro e informarle su
quello che stava accadendo ai loro figli. Prese le sue cose e fece per
andare via, ma Inuyasha la fermò.
“Dove vai?” – chiese un Inuyasha abbastanza tranquillo.
Kagome si girò verso di lui.
=Meno male…non sembra arrabbiato…forse ha capito…=
“Dagli Hizumo…mi incontro lì da loro per quella questione della Hakudoshi’s Company.”
“Ah…vengo con te, se vuoi. Tanto oggi non abbiamo appuntamenti.”
“Ok.”
Inuyasha tornò nel suo ufficio per spegnere il computer e prendere le chiavi della macchina.
Durante il viaggio nessuno dei due aprì bocca.
“Sei silenziosa…” – disse Inuyasha, guardando i segnali stradali.
“Sono un po’
stanca…tutto qui…” – disse Kagome con un
sorriso per rassicurarlo. Era a disagio come mai lo era stata in vita
sua.
“E’ per quello che è successo ieri sera?”
Kagome divenne un blocco di ghiaccio tutto d’un colpo.
=E’ per quello che è successo ieri sera…= pensò Inuyasha, confermando la sua teoria.
“Senti
Kagome…parliamoci chiaro…tu mi piaci, un casino…io
ti piaccio…dove sta il problema?”
“Il problema sta nel
fatto che tu sei il capo e io la dipendente. La figura della puttana la
faccio io, non tu!” – disse Kagome irritata che lui non
volesse capire il suo punto di vista.
“Ti ho già detto di venire da me!” – rispose lui seccato.
“Ma perché non
vuoi capire? Venire da te significa ammettere che stiamo facendo
qualcosa di sbagliato! Venire da te vorrebbe dire che non sono in grado
di arrangiarmi!” – urlò Kagome, guardando fuori dal
finestrino, stizzita.
“Mi stai dicendo che
vuoi rinunciare a noi senza lottare? Senza far nulla? Ho capito
bene?” – rispose lui furioso. Inuyasha aveva svoltato in
una stradina di campagna, non distante da Ichigawa, e si era fermato.
La guardò furioso negli occhi, ma lei non si fece intimidire.
“Odio i pettegolezzi
degli uffici! Nessuno si fa mai i fatti propri! Non potrò
più fare niente senza venire additata come quella che si occupa
di pratiche importanti se non perché si è portata a letto
il suo capo! Se risolviamo il caso della HC sarà perché
ce l’avrò fatta da sola e non perché sono venuta a
letto con te!”
“Scendi dalla macchina.” – ordinò Inuyasha, slacciandosi in malo modo la cintura di sicurezza.
Kagome lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
“Cosa?”
“T’HO DETTO SCENDI DALLA MACCHINA!”
Kagome si slacciò
con rabbia la cintura di sicurezza e scese furente dall’auto e lo
stesso fece Inuyasha. Le andò incontro e la tramortì con
un bacio disperato, passionale, rabbioso. Quando Inuyasha si
staccò da lei le fece una semplice domanda.
“ADESSO DIMMI CHE NON HAI SENTITO NIENTE!” – urlò Inuyasha.
Gli occhi di Kagome si stavano riempiendo di lacrime.
“DIMMELO! DIMMI CHE
NON MI AMI PERCHE’ IO, ACCIDENTI, SONO INNAMORATO DI TE! E STO
CERCANDO DI FARTELO CAPIRE IN TUTTI I MODI, MA SEMBRA CHE TU NON CI
SENTA! DIMMI CHE NON MI AMI E TI GIURO CHE TI LASCERO’ IN
PACE!” – Inuyasha aveva confessato tutto. Adesso stava
aspettando solo una risposta dalla donna di cui si era scoperto
innamorato.
Kagome iniziò a piangere. D’istinto, il mezzo demone l’abbraccio, cercando di farla calmare.
“Scusami…ti
prego…non piangere…forse, hai ragione tu. Dovremmo
smetterla, ma da quando ti ho vista, mi sei entrata subito dentro ed
è una cosa che non ho mai prov…”
“Ti amo anch’io…” – disse Kagome, avvolta nel suo abbraccio.
Inuyasha si staccò da lei e la guardò in faccia. Non le era mai sembrata così bella.
“P-puoi ripetere?” – chiese Inuyasha incredulo.
La ragazza tirò su con il naso, ridendo tra le lacrime.
“Ti amo anch’io.”
“Ancora…” – chiese lui.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”
Inuyasha la zittì
con un bacio. Un bacio al quale Kagome partecipò senza
preoccuparsi dei suoi colleghi e di quello che avrebbero pensato o
detto. Quando si staccarono per i due amanti ogni dubbio fu dissipato e
ogni paura dissolta. Kagome avrebbe lottato per Inuyasha e Inuyasha
avrebbe lottato per far sì che nessuno le potesse far del male.
“E-e adesso?” – chiese Kagome, nel dubbio.
“Adesso cosa?”
“Cosa siamo adesso?” – chiese lei, grattandosi il capo.
“Una coppia?” – azzardò sarcastico Inuyasha.
“E…per l’ufficio?”
“Vediamo…una coppia?” – ritentò Inuyasha.
Stavolta a prendere
l’iniziativa fu Kagome che lo baciò. Risalirono in
macchina perché avevano un caso da risolvere, poi si sarebbero
potuti dedicare a loro stessi.
Arrivarono dagli Hizumo,
incontrando altre coppie, tutte un po’ perplesse di trovarsi
lì su richiesta di un avvocato.
“Kagome! Ben arrivata!” – l’accolse la signora Hizumo.
“Grazie signora…Myia?”
“Sono qui…” – disse timidamente una bambina, facendo la propria comparsa sull’uscio della porta.
Kagome le sorrise dolcemente.
“Ciao Myia…come stai oggi?”
“Un po’ meglio…”
“Come mai siamo qui?” – chiese un uomo, presumibilmente un amico degli Hizumo.
Kagome fece una carezza alla bambina, come per congedarla, e iniziò a spiegare la situazione a tutti.
“Scusate se vi
abbiamo distolto dai vostri affari…” – disse Kagome.
– “…solo che è stata sottoposta alla nostra
attenzione un fatto che non poteva essere ignorato.” –
Kagome consegnò dei fogli, che spiegavano brevemente
l’utilizzo del cromo VI (esavalente) e i danni che poteva
provocare alle persone. – “Vi prego di dare
un’occhiata veloce e chiedete pure se qualcosa non vi è
chiaro.” – Kagome dette il tempo necessario a quelle
persone di esaminare i documenti e cercare di capirne il significato.
Non erano esperti di legge, ma quello che Kagome aveva scritto,
cercando di essere più chiara possibile, doveva averli scioccati
parecchio.
“Ma…qui dice
che questo cromo…esavalente può causare la morte!”
– esclamò uno dei presenti.
“Purtroppo
sì…e posso affermare con quasi sicurezza che la causa sia
la negligenza della Hakudoshi’s Company che si intravede appena
usciti da qui. Il cromo non è stato evidentemente isolato bene
ed è filtrato nelle falde acquifere, contaminando l’acqua
che bevete.”
I presenti erano alquanto perplessi.
“Ma…non
può essere! Il mese scorso siamo stati ad una riunione proprio
alla Hakudoshi’s Company e ci hanno detto che la nostra acqua
è buona!”
“Non pretenderete
mica che quelli là vi dicessero la verità vero?”
– chiese Inuyasha che si beccò immediatamente una
sgomitata nello stomaco.
“Quello che questo
elefante voleva dire è che la HC non avrebbe mai rivelato la
verità, rischiando così di finire in prigione. Ho fatto
analizzare un campione della vostra acqua e i risultati sono tutti
lì, nero su bianco.”
“Q-quindi Myia…” – iniziò la signora Hizumo che non aveva il coraggio di completare la frase.
“Sì signora…purtroppo sì. Myia ha preso il cancro a causa della vostra acqua.”
“Cosa ci consigliate di fare?” – chiese uno dei presenti, scioccato
“La cosa migliore
è che iniziaste a comprare l’acqua in bottiglia. So che
è una spesa, ma al momento è l’unica cosa da fare.
Io e il mio collega ci occuperemo del caso e vi contatteremo per
tenervi informati.”
“Già…ma
quanto ci verrà a costare questo scherzetto?” –
chiese il signor Hizumo guardando Inuyasha.
“La mia parcella è del 40% di quanto vi verrà assegnato.” – disse Inuyasha con scioltezza.
I presenti si guardarono
negli occhi, spaventati da quel quaranta. Comunicavano con gli sguardi
paura e purtroppo mancanza di fondi.
La risata di Kagome attirò su di sé tutti gli sguardi.
“Capisco
perfettamente cosa state provando…conosco quelle sensazioni.
State pensando “ehi! Questo tizio se ne sta qui parlando di soldi
come se niente fosse mentre mio figlio rischia di non vedere un altro
giorno”…”
“Kagome…”
– cercò di fermarla Inuyasha, pensando che quella non
fosse una buona strategia per farsi amici quei signori.
“…ma poi gli ho chiesto…cosa prendi tu se a loro non va un soldo?”
“Niente.” – rispose Inuyasha. – “Non prendo niente neanch’io.”
“E in più è fuori di tutte le spese.”
Ora gli sguardi che si
scambiavano i presenti erano più sereni e Inuyasha potè
cogliere anche un bagliore di speranza.
“Saryma, prendimi la calcolatrice.” – disse il signor Hizumo, rivolto alla moglie.
La donna andò in
cucina e prese il calcolatore. Inuyasha guardò Kagome, con uno
sguardo misto rimprovero e gratitudine. Lei di rimando gli sorrise.
“Chi vuole del ciambellone?” – chiese la padrona di casa.
Kagome alzò la mano, felice di poter mettere sotto i denti qualcosa.
Passarono tutta la giornata
a fare conti e a farsi spiegare da Inuyasha le possibili strade che si
potevano percorrere per risolvere la questione. Verso le nove tutti si
ritirarono, lasciando nei cuori di quelle persone la piccola speranza
che i loro figli potessero vivere una vita serena.
In macchina, Inuyasha
teneva la mano alla sua Kagome. Entrambi erano molto soddisfatti di
quel primo incontro e se organizzavano bene la cosa era più che
probabile che la causa avesse successo. Inuyasha scalò la marcia
e parcheggiò l’auto.
“Ci vediamo domani?” – chiese Inuyasha.
“Non vuoi entrare?” – azzardò lei.
Il mezzo demone sorrise nel
modo che Kagome adorava. Scesero dalla macchina ed entrarono in casa.
Erano le nove e mezzo di sera e avevano un po’ di tempo prima di
andare a dormire. Si accomodarono sul divano, iniziando a baciarsi.
Sbaglio…o avevano degli arretrati in sospeso?
Il mattino successivo,
Kikyo era sempre ridotta a stare in archivio. Il suo compito era
praticamente quello di rivoluzionare gli schedari e il loro modo di
consultazione. Non che fosse in disordine anzi. Il tipo che c’era
stato prima di lei aveva catalogato tutto con la massima precisione
solo che Inuyasha, per scoraggiare i dipendenti a commettere errori o
colpi bassi, come nel caso di Kikyo verso Kagome, li obbligava a
cambiare metodo di archiviazione con tanto di istruzioni per quelli che
dovevano accedervi. La ragazza era ancora alla lettera “A”
e le veniva male se pensava a quanti clienti aveva lo studio di
Inuyasha.
“La prossima volta ci
penserò su cento volte prima di fare un’altra stupidata
simile!” – tuonò la ragazza.
Nei piani alti invece,
Kagome era entrata mano nella mano con Inuyasha, sotto lo sguardo
allibito, ma consapevole, dei suoi colleghi. Si sedette al suo posto,
mentre Yumi ed Eri le si avvicinavano con fare minaccioso…
“Allora?” – chiese Eri.
“Allora cosa?” – chiese Kagome che sapeva benissimo cosa intendeva la sua collega.
“Tu e Inuyasha, no?!”
“Oh…io e lui stiamo insieme.” – disse con semplicità Kagome.
“C’era da
aspettarselo, però…mi chiedo solamente come hai fatto a
resistere tutto questo tempo alle sue avances così
esplicite.” – borbottò Yumi.
Pian piano la voce del
fidanzamento tra Inuyasha e Kagome si sparse in tutto lo studio.
C’era a chi non importava, perché aveva cose più
importanti alle quali pensare, c’era chi era contento per Kagome
e chi, come sospettava la ragazza, aveva vociferato che lei ne aveva
approfittato per avere dei favori.
=Non posso pretendere tutto
dalla vita…l’importante è che i miei amici siano
contenti per me…= pensò la ragazza.
Kagome continuò con
il suo lavoro come sempre, mettendoci il massimo dell’impegno.
Andò nello studio di Inuyasha per metterlo al corrente degli
impegni del pomeriggio.
“Ho deciso che stasera darò un ricevimento.” – annunciò Inuyasha mentre mordicchiava una penna.
“Ah si?” – chiese lei stupita.
“Si, ho fatto in modo
che i vari collaboratori del mio studio si incontrassero tutti nella
stessa stanza per conoscersi. Si sentono solamente per telefono.”
– disse Inuyasha.
“Bene.” – rispose la ragazza.
“Ho già
spedito gli inviti e verranno ovviamente anche i colleghi dello studio,
così non ti sentirai sola.”
“Ah…ok…comunque…oggi
pomeriggio abbiamo un incontro con la Pacific Oceanic per concludere
quella causa di frode. Poi per il resto è tutto libero.”
“Ok. Ti farò venire a prendere per le otto e mezzo, ok?”
“Ok. Torno di là a concludere la relazione.”
“Dove credi di andare
così facilmente?” – disse lui bloccandole il polso.
Voleva solo salutarla più…calorosamente con un bel bacio.
– “Ecco…adesso puoi andare.”
“Troppo gentile…” – disse Kagome, uscendo barcollando.
Kagome pigiava sui tasti
del computer come una disperata. Aveva in mente tante cose e doveva dar
loro sfogo prima di dimenticarle.
Erano le otto e mezzo e
Kagome era vestita di tutto punto. Nonostante fosse una ragazza che per
scegliere un vestito ci impiegava un’eternità, per quella
sera aveva dovuto sbrigarsi. Uscita dall’ufficio era corsa al
centro commerciale, cercando un vestito adatto per una serata
importante. Le presentarono davanti un vestito nero che si allacciava
dietro il collo, mostrando la nuda schiena. Era provvisto di un
piccolissimo strascico; per le spalle le commesse le avevano proposto
una stola di tulle. Aveva preso il suo invito e messo nella borsetta e
in quel momento suonarono alla porta. Kagome andò ad aprire e si
trovò davanti un uomo in divisa con tanto di berretto in testa.
“Miss Higurashi?”
“Si, sono io.”
“Lieto. Sono Sato, l’autista. Sono venuto a prenderla per portarla alla festa del signor NoTaisho.”
Kagome prese le chiavi e
andò verso la limousine. Come da protocollo, l’autista le
aprì la porta e si diressero verso la casa di Inuyasha. Appena
arrivati, Kagome dovette faticare un casino per togliere le mosche che
le si erano infilate in bocca.
La casa di Inuyasha si
sviluppava in lunghezza e, verso la parte centrale, una piccola cupola
faceva bella mostra di sé. Kagome stava per entrare, ma due
armadi le bloccarono il passaggio. Estrasse automaticamente
l’invito, ma i due buttafuori non ne volevano sapere.
“Scusate, ma…sono stata invitata. Posso entrare?”
“Mi spiace, signorina. L’accesso è consentito solo alle signore vestite di bianco. Non lo sapeva?”
Kagome li guardò con
gli occhi fuori dalle orbite. E pensare che quando era andata a fare
compere quella sera per la festa, le avevano proposto lo stesso modello
d’abito però bianco che lei aveva rifiutato.
“Ma…nessuno mi ha detto di vestirmi di bianco! Non è colpa mia!”
Ma i due armadi non sentivano ragioni.
“Spiacenti, sono gli ordini.”
Kagome si girò
stizzita dall’altra parte. Aveva già un piede dentro la
macchina quando sentì la sua voce fermarla.
“Kagome? Dove stai andando?” – le chiese Inuyasha.
La ragazza si armè di tutta l’educazione possibile e gli rispose.
“Scusa, ma ti eri per caso dimenticato di dirmi che mi dovevo vestire in bianco?”
“Perché?” – ma poi Inuyasha notò il suo abito nero e sorrise.
Kagome prese un lembo del vestito e si mostrò a lui.
“Perché
vestita così non mi fanno entrare.” – disse Kagome
guardando i due buttafuori, con le mani incrociate davanti e
un’espressione indecifrabile sul volto.
“Tranquilla…vieni con me. Lei è con me, ragazzi. Tranquilli.”
Come se avesse detto la parola magica, i due omoni si aprirono per far passare la coppia.
“Senti Inuyasha, se è un problema lascia perdere…”
Inuyasha la stava scortando verso una delle camere al piano di sopra.
“…non ho il
vestito adatto. Evitami le figuracce, ti prego…” –
entrarono in una stanza molto grande. Vi erano un letto matrimoniale,
una scrivania finemente decorata, un armadio che Kagome aveva
già immaginato come riempire, e una finestra immensa che
illuminava tutta la stanza. Kagome si guardò attorno,
meravigliata da tutto quel ben di Dio, finchè non si
soffermò sull’armadio. Sgranò gli occhi per lo
stupore.
“Fammi vedere se ho azzeccato la taglia…” – disse Inuyasha, soffiandole nell’orecchio.
Kagome si girò verso
di lui, evidentemente confusa, ma poi capì il suo trucco.
Andò verso l’armadio e prese il vestito che vi era appeso.
In pratica, Inuyasha aveva omesso di mettere nell’invito per
Kagome il colore del vestito, sperando in un abito dalla tinta diversa.
Erano giunte le nove e un quarto e giù in salone erano praticamente arrivati tutti. Mancavano solo Inuyasha e Kagome.
“Sei pronta?” – chiese Inuyasha, beatamente seduto sul letto.
Kagome era davanti allo
specchio e non credeva ai suoi occhi. Un abito così non se lo
sarebbe mai nemmeno sognato. Innanzitutto era bianco e un po’
troppo hosè per i gusti della ragazza. La schiena era
praticamente nuda e poco vi mancava che si vedesse il sedere.
=Devo stare attenta a come mi muovo…= pensò Kagome.
Si allacciava dietro la
schiena, come quello nero suo, e sul davanti era lasciato aperto, in
modo tale che si vedesse l’attaccatura del seno. Il tutto
proseguiva con una gonna lunga svasata anch’essa dotata di un
piccolo spacco. Kagome uscì dal bagno, imbarazzata per
quell’eccessiva mostranza del suo corpo. Inuyasha si alzò
di scatto dal letto, a bocca aperta. Sul manichino che indossava
quell’abito, il vestito era molto bello, ma indossato dalla sua
Kagome lo era infinitamente volte di più. Aveva la gola secca e
il fiato gli si stava accorciando.
“Non…non ti piace?” – azzardò Kagome, imbarazzata.
Inuyasha si inumidì le labbra e ingoiò pesantemente.
“Stai…stai benissimo…” – riuscì a dire lui.
“Non mi sento molto a mio agio vestita così…”
Inuyasha si avvicinò lentamente a lei, abbracciandola.
“Sei bellissima.” – Inuyasha fece scorrere il pollice sulla schiena nuda di lei, facendola rabbrividire.
“In-Inuy…” – non riuscì nemmeno a finire il suo nome.
Il mezzo demone le
baciò le labbra e la prese per mano, scendendo con lei. Presero
una scala secondaria, su richiesta di Kagome, che non voleva fare la
figura della prima donna. Appena entrarono in sala, molti furono gli
sguardi maschili che si soffermarono sul davanti e didietro della
ragazza, facendola arrossire. Inuyasha e Kagome furono costretti a
separarsi; Inuyasha aveva visto dei colleghi della sede americana che
non vedeva da molto, mentre Kagome s’infilò nel gruppetto
di Yumi ed Eri.
“Kagome! Sei uno splendore! Come stai?” – chiese Eri.
“Abbastanza bene e voi?”
“Tutto bene, grazie…dove hai pescato questo spettacolo di vestito?” – chiese Yumi.
Kagome divenne rossa.
“Non lo so…chiedetelo a Inuyasha.” – rispose Kagome, mentre sorseggiava il suo vino.
Yumi ed Eri la guardavano allibite.
“Cosa?!?!” – esclamarono in coro.
Kagome rideva, giusto per alleviare l’imbarazzo.
“Posso…posso chiedervi una cosa?” – chiese Kagome all’improvviso, facendosi seria.
“Dicci.” – le disse Eri.
“Ecco…che ne pensate?” – chiese Kagome.
“Eh…il vestito è molto bello…” – iniziò Yumi, ma Kagome scosse la testa.
“No, non il vestito…la storia tra me e Inuyasha…faccio bene secondo voi a mischiare privato e lavoro?”
“Se vuoi sentirti
dire che non è giusto che tu te la faccia con il capo, ricevendo
magari incarichi importanti, hai sbagliato persona. Se vuoi ti mando da
Kikyo che…oh guarda…è appena uscita in
terrazzo…se vuoi sentirti dire che la vita è la tua e che
te la devi gestire come meglio credi, allora siamo qui.” –
le disse Eri, sorridendo.
“Scherzi a parte,
Kagome…” – continuò Yumi, che tra le due era
quella più posata. – “…le voci maligne le
troverai sempre. Personalmente, sono contenta che tu e Inuyasha stiate
insieme, anche perché non l’ho mai visto così preso
da una donna come lo è con te. Vi amate, state bene insieme e
questo è tutto. E credo che tu sappia come mettere a tacere le
male lingue…” – disse Yumi.
“Grazie…è molto importante per me, questo…” – disse Kagome, seriamente riconoscente.
“Adesso scusaci…ma ho visto due galletti che fanno al caso nostro. Vieni Yumi!” – disse Eri.
“Ma…Eri aspetta…ci vediamo Kagome!” – disse Yumi.
Kagome sorrise, mentre vedeva le sue due migliori amiche allontanarsi in cerca di due “prede”.
Si ricordò di quello
che le aveva detto Eri e uscì in terrazzo e trovò
l’obiettivo della sua ricerca seduta sulle scale.
“Ciao…” – disse Kagome, sedendosi vicino a lei.
“Ciao…” – le rispose Kikyo.
“Tutta sola? La festa è dentro.” – le disse Kagome.
Kikyo la guardò, sul depresso andante.
“Non sono molto in vena di festeggiare, stasera…” – rispose la ragazza, sorseggiando il suo vino.
“Come mai?”
Kikyo la guardò come
a voler dire “evita queste domande inutili.” Kagome
annuì con il capo, sapeva perfettamente perché Kikyo si
trovava in quello stato d’animo.
“Scusami…posso chiederti una cosa?”
“Dimmi…” – disse la ragazza con un’alzata di spalle.
“So che ti può sembrare una domanda stupida, ma…perché ce l’hai tanto con me?”
“In effetti, è una domanda stupida…”
Kagome sospirò.
Stava cercando in tutti i modi di allacciare un rapporto che si potesse
definire umano, ma non c’era verso. Almeno con lei.
“Ok…senti, mi
dispiace per quello che ti è successo. Mi dispiace che tu sia
stata confinata in archivio fino a nuovo ordine, ma se invece di fare
la furba, rubandomi il test, mi avessi chiesto una mano, ti avrei
aiutata.” – disse Kagome, leggermente irritata per quel
comportamento bambinesco.
“Da te non voglio proprio niente!” – disse sprezzante la ragazza.
Kagome si alzò. La conversazione era chiusa, così come lo era il tentativo di allacciare un rapporto con lei.
“Capisco…devo
dedurre che tra me e te non ci potrà mai essere niente che vada
oltre il rapporto di lavoro, immagino.”
“Immagini bene.”
“Perfetto. Allora
rimanitene seduta qui, a bere vino, rimuginando sul fatto di quanto io
sia stata stronza a portarti via l’uomo della tua vita. Ma giusto
per la cronaca, io non ti ho portato via niente! Io e Inuyasha ci siamo
trovati e ci siamo piaciuti. E se da me tu non volevi niente, mi dici
perché mi hai sottratto il test?” – Kagome la
lasciò lì da sola, come si meritava di stare. Lei ci
aveva provato e nessuno poteva negarlo, ma se dall’altra parte
non c’era una porta che si apriva cosa doveva farci? Continuare a
sbatterci contro? Il sasso Kagome lo aveva gettato. Adesso spettava a
Kikyo pensare se raccoglierlo.
Kagome era rientrata in
sala; la festa era stata organizzata anche per darle modo di conoscere
gli altri collaboratori che si vedevano una volta all’anno.
Lasciò fuori in terrazza tutte le preoccupazioni e
l’arrabbiatura dovuta all’inconcludente dialogo avuto con
la sua collega. Si intrattenne con i vari ospiti, parlando di tutto
tranne che di lavoro. Conobbe le mogli dei collaboratori di Inuyasha,
trovandosi in sintonia con loro fin da subito. Ad un tratto lei e
Inuyasha si trovarono vicini, tanto da potersi sfiorare. Inuyasha la
presentò ai suoi amici come sua collaboratrice, nonché
fidanzata. Ridevano e scherzavano, completando addirittura le frasi
dell’altro.
Era una bellissima serata.
Piaciuto il capitolo?
Allora…ci tengo a
precisare una cosa: la punizione di Kikyo. Forse molte di voi mi
lanceranno maledizioni su maledizioni perché si aspettavano
torture cinesi o roba simile. Invece ho preferito giocare
d’astuzia. Per chi lavora in ufficio o che comunque ha a che fare
con una ditta di enorme importanza, ho pensato che la suddetta ditta
dovesse avere, di conseguenza, un archivio immenso. Dunque immaginatevi
la scena: una stanza enorme, come quelle che si vedono nei telefilm
polizieschi (Senza traccia…Cold Case…) pieni di armadi
che contengono i nomi e le relative pratiche dei clienti, rifare tutto
d’accapo, mettendo in ordine le cartelle e scrivere
dettagliamente una relazione sul prossimo che avrebbe avuto la sfiga di
capitare lì dentro. Ecco…io l’ho immaginato
così: il lavoro di archiviazione è un lavoraccio, specie
se non finisce più. La piccola Kikyo adesso ci penserà
due volte prima di fare qualcosa di avventato o forse lo farà,
ma cercherà di stare attenta…è una promessa la
mia? Kikyo si farà avanti un’altra volta?
Hehehe…forse sì o forse no…io intanto vi saluto e
vi rimando alla prossima settimana dove entrerà in scena niente
pupù di meno che il nostro Naraku. Che vorrà da Inuyasha?
Ma soprattutto…cosa vorrà mai da Kikyo?
Spero di aver stuzzicato la vostra fantasia. Aspetto ipotesi a nastro!
Bacioni a tutti, callistas!
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Capitolo 9 *** 9 - Naraku ***
9 - Naraku
O bedde! Grazie mille
per essere arrivate fino a questo punto, se mi è concesso, clou
della storia. Stare a dirvi che i vostri commenti sempre positivi su
quello che faccio mi sembra così riduttivo, perché mi
sembra di non ringraziarvi mai abbastanza. Comunque…un modo per
ringraziarvi io ce l’avrei ed è quello di postare ogni
volta un nuovo capitolo. Forse non sarà il massimo del
ringraziamento, ma…visto che la storia vi piace così
tanto, mi sembrava uno dei tanti modi.
Allora…signori e
signore. Preparatevi perché entra in scena niente pupù di
meno che Naraku. Chi è? Cosa vorrà da Inuyasha, ma
soprattutto…da lei! Da quell’odiosa, putrefatta,
bastarda…e chi più ne ha più ne metta, mummia
cadaverica ambulante, battezzata con il nome di Kikyo?
Vi resta solamente leggere
il capitolo per saperlo, ma…credo che prima continuerò a
ringraziarvi singolarmente per i vostri bellissimi commenti!
Scominciamo da…
Achaori: la mia bedda!! Sei stata in gita? Posso chiederti dove, se non sono troppo indiscreta?
Per il capitolo, io ti
ringrazio, come sempre. Sei troppo buona con la mia povera persona e ti
ringrazio ancora per il sostenimento (si dice così?).
Anche tu una fan sfegatata
della ciabatta, a quanto vedo…mi sa che non esiste altro manga
in cui il personaggio sia odiato tanto quanto lei. Porella…come
non vorrei essere nei suoi panni! Però se è così
c’è un motivo. Dai coraggio…oggi mi sento buona e
voglio farti uno spoilerino piccolino, che spero possa farti vedere la
mummia sotto un’altra luce. Dunque…cosa posso dirti per
non farti capire tutto subito? Allora, se Kikyo è così
è perché da piccola ha avuto qualche problema. Scherzi a
parte…la ragazza ha dovuto sopportare delle situazioni
particolari che l’hanno indotta ad essere così odiosa.
Dunque…se leggerai questo capitolo ti verrà spiegato
brevemente quello che ho cercato di non dirti io, scusa il gioco di
parole. Bene! Eccoti l’aggiornamento e spero che ti piaccia come
i precedenti.
Ti aspetto in fondo al capitolo, ciao ciao!
Inukag4ever:
ç____________ç ti tolgono il computer? Mi dispiace tanto,
ma non ti preoccupare. Io intanto vado avanti con la storia e credo che
l’evolversi della situazione ti piacerà. Quando ritorni,
spero tu voglia leggere gli aggiornamenti che ti sei persa e dirmi se
ti sono piaciuti o meno.
Intanto ti saluto e dà un bacio di guarigione al tuo piccì!
Anjhela_kaggy_inuchan91:
intanto…baci baci anche a te. Ti ringrazio per avermi fatta
felice con questo commento. Sono putrefatta dalla gioia, nel sapere che
la parte della dichiarazione di Inuyasha ti è piaciuta. Le
malelingue ci saranno, anche se non darò tanto spazio ad esse.
Ho preferito concentrarmi sulla relazione tra i due e la vicenda della
HC, spero non sia un problema!
Che Kikyo ti faccia pena,
beh…concordo. Dire di odiarla, forse, è sbagliato,
perché non sarebbe corretto. Forse nella parte iniziale dove lei
osteggia Kagome in tutti i modi, sì, ma lì, su quel
balcone, ho sentito più pietà per lei che odio.
Bene! Mi sentivo di doverti questa piccola spiegazione e spero di vederti anche al prossimo.
Grazie mille e ci vediamo in fondo, ok?
Bellatrix_Indomita:
uella bedda! Me contenta di rivederti! Ti ringrazio per
l’aggettivo ^_^ sono sempre felice che qualcuno me lo dica
così spudoratamente…lo so. Ha finalmente deciso cosa fare
(e per il tocco di manzo concordo in pieno…). Ehm…prima
della cena, dici?…Ehm…OH GUARDA! UNA VACCA CHE VOLA! Ah,
no…è Kikyo…beh…si, insomma…ma non ti
ha mai detto nessuno che sei curiosa? >.< Hihihi…comunque
a te la fantasia di immaginarti dove potevano essere andati. Io non
dico altro…per il vestito, forse si. Ammetto che è stata
un’esagerazione, ma ti vorrei spiegare una cosa. Se la prima
parte di tutta la storia l’ho scritta cercando di pensarci,
riflettere, tagliare e cucire…dal momento in cui Inuyasha decide
di dare un ricevimento a casa sua la mia mano è volata sulla
tastiera e il mio cervello ha fatto tutto da solo. Non sono nemmeno
stata lì più di tanto a pensare come farla. Ti chiedo
scusa se può essere sembrata esagerata.
Sangue freddo? Spiegazioni?
Ti riferisci per caso alle due critiche che ho ricevuto? Se
sì…ti ringrazio. Ma sinceramente non sono un problema
più di tanto. La trama, lo sviluppo e la caratterizzazione dei
personaggi sono a discrezione di chi da loro la vita. Li ho voluti
così e così rimarranno fino alla fine della storia.
*callistas si inchina fino a sfirorare il terreno con il naso* bedda? Ci vediamo in fondo al capitolo? Va che ti aspetto, ne?
Superbesitones!!!
Krikka86:
figurati! Non so se hai visto il cartone pixar Cars. Sai che
c’è una macchina che si chiama Cricchetto? È il mio
personaggio preferito perché è di una simpatia unica. Non
ti conosco, ma il tuo nome me la dice luuuuuuuuuuuuuuuunga…il
mio? Il mio l’ho preso da una puntata di Hercules, dove
c’è una ragazza che si chiama Callista. Volevo chiamarmi
come lei, ma purtroppo c’era già e l’unica
alternativa decente era callistas, con la “s” finale. Lo
so…è alquanto infantile come motivazione, ma anche
perché non sapevo come chiamarmi.
Perdono.
Meno male…almeno sai cosa si prova a dover sistemare un archivio di quelle dimensioni…
Però il seguito ti
è piaciuto, eh? Anch’io pensavo di farli andare avanti per
un po’, facendoli allontanare e magari con Kikyo che, visto il
momento di debolezza di Inuyasha ne approfitta e gli salta addosso, ma
poi mi son detta “callistas, ma tu ci tieni alla vita?” e
io mi sono risposta “ma certo! Che domande…”
“ecco…non fare la stronzetta…” e fu lì
che capii che se avessi pensato di attuare una cosa simile, avrei detto
addio a questo mondo, MA!…passiamo
oltre…Naraku…beh…se vuoi saperlo, Naraku
è…presente in questo capitolo e per saperlo (ti
basteranno poche righe) dovrai leggere. Non vedo l’ora di vedere
la tua faccia quando vedrai chi è Naraku!
*callistas ride sadicamente* alla prossima, bedda!
Mikamey:
bedda beddissima!!! Tutte fantastiche? O.o non è che stai
esagerando, ma più che altro…non è che hai
sbagliato storia? ç_ç *callistas piange lacrime amare su
questa probabilità*
La nostra piccola mummietta
evidentemente non sapeva che giocando con il fuoco si rischia di
scottarsi e lei per poco non ci ha rimesso tutto il braccio.
Sono contenta che quella
parte ti sia piaciuta. Ci ho impiegato un pochino per cercare di
renderla più drammatica possibile e, mi sembra, di esserci
riuscita *callistas salta come una deficiente* addirittura tre volte
prima di continuare? Sai che a me capita invece con i tuoi di capitoli?
Devo sempre rileggerli perché mi sembra un sacrilegio leggerli
solo una volta. Comunque sì…dalla tua reazione, mi
è sembrato di capire che ti piacesse…
Anche il party ti è
piaciuto? Lo so…la chiacchierata con Kikyo è finita, ma
ne siamo veramente sicuri? Oh, cazzeruola…ho fatto uno
spoilerino ino ino o…
Comunque l’importante
è che la recensione ti sia arrivata. Non so come mai il computer
mi abbia fatto quello scherzetto infame e per il fatto di andare a
capo, beh…non importa. Mi arrangerò.
Comunque l’importante
è che Rin non stia così per colpa di quel lupetto.
Inutile dire che aspetto il prossimo aggiornamento con ansia…
Besitones e alla prossima!
Monik:
super gnocca! Come stai? Spero che gli spasmi ti siano passati.
Capitolo formidabile? Davvero? *callistas è in preda a degli
spasmi* io ti ringrazio per tutti questi complimenti *callistas non
vede l’ora di farne altrettanti a te con nuove storie* e ti
aspetto in fondo al chappy.
Tanti bacioni!
Inukag4ever:
sono contenta che la storia ti piaccia. Fa sempre un immensamente
piacere sentirselo dire…scrivere. Ami le ficcy complicate? Buono
a sapersi, no perché…casualmente…ne ho una pronta
per la pubblicazione. È un continuo “ingropparsi” di
vite e della trama. Ma la pubblicherò quando sarà
veramente pronta. Comunque sì…per tua immensa sfiga
potrai leggere altre mie storie.
Sono contenta di vedere che la “scena”ta ti sia piaciuta.
Ti stai preparando per una
ficcy? Sono veramente contenta! E non ti preoccupare se ti fai un
po’ di pubblicità! Non hai mica ammazzato nessuno? (me
si…ma dalla curiosità, però…) Grazie di
esistere? A me? No bedda! Grazie a te di esistere, perché se non
ci fossero le persone come te, gli “scrittori” come me
andrebbero in fallimento.
Ciao ciao beddina! Ti aspetto in fondo al chappy.
Mary_loveloveManga:
basita. Ecco come mi sono sentita quando ho visto la
chilometricità del tuo commento. E mi sono detta “ma
riuscirò a rispondere a tutto?” La risposta?
“sì. Riuscirò a rispondere a tutto…alla
faccia tua…”
BEDDA-CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANN!!
Stai bene? Sono sempre contenta di leggere i tuoi
commenti…commentoni.
Comunque lo immaginavo.
Sapevo che per Kikyo avresti preteso se non la morte immediata almeno
un massacro con i fiocchi, ma la colpa è TUA! Ti avevo chiesto
di prestarmi Ombra e non hai voluto! Ecco, ti stà
bene…così impari…Inuyasha più arrabbiato?
Io non direi…hai presente quando ricevi una bella notizia che
supera di gran lunga quella brutta e pensi che non ci sarà mai
niente o nessuno che ti potrà rovinare quel momento di
contentezza? Ecco, io la vedevo così. Inuyasha era talmente
contento di sapere che Kagome aveva vinto quel test che
l’arrabbiatura con Kikyo gli sembrava una perdita di tempo,
già sprecato una mezza giornata durante la prima riunione.
Non capisci Kikyo?
Bene…vedrò di spiegarti come la vedevo io. Kikyo è
una di quelle persone che non sanno guardare oltre il proprio naso.
Premesso questo, la mummia crede che se lei è innamorata di
Inuyasha allora anche Inuyasha lo è di lei. Vede Kagome come una
rivale, anche se in realtà la rivalità non
c’è, per il semplice motivo che Inuyasha non è il
solito eterno indeciso, anzi. Ha dimostrato (perché IO ho
voluto…hihihi…) di aver scelto fin da subito Kagome e
Kikyo ha pensato subito di entrare in competizione con la ragazza,
cercando di ostacolarla in ogni modo. Comunque sì…mi
piacerebbe che diventassero amiche, ma sai com’è fatta
Kikyo…
La HC. Bella domanda mi hai
fatto…dunque…Kagome è partita dalla semplice
analisi dell’acqua degli Hizumo e ha scoperto che dentro
c’era tanta m…a da far paura. Ora, se la casa degli Hizumo
era così contaminata, cosa faceva supporre che la casa degli
altri abitanti non lo fosse? Si faranno ricerche, riunioni e quanto
altro possa essere utile per mandare, ovviamente, i responsabili in
prigione.
Inu e Kagome. Sapevo che
eri contenta, ma giudicarla addirittura perfetta…non è
che stai esagerando? Ma no, dai…è stata più che
perfetta *me modesta*. Kagome si è finalmente decisa a farsi
aiutare da Inuyasha in questa nuova avventura, cercando di non prestare
fede ai pettegolezzi dell’ufficio, per il semplice motivo che si
trattava di lei e Inuyasha, non di loro e l’ufficio,
quindi…se gli altri colleghi hanno qualcosa da dire che si
infilino la lingua…ma a proposito…*callistas devia
all’ultimo il discorso*
Speravo che quella scena ti piacesse e comunque…la serata non è ancora finita, anzi…deve ancora cominciare.
Naraku? Bedda…mi
sembra che con la scusa che io sia tua madre, pretendi un po’
troppi spoilerini da me…non ti allargare, eh? *me bastarda*
comunque sappi che Naraku fa parte dei…
Ci sentiamo su msn, ok? Ciao beddissima! Quattromila quatrigliardi di besitones!
Fmi89:
ciao cara! Sono contenta di vedere che ti è piaciuto. Più
o meno era quello che desideravano tutte in questa storia. Un bacio e
spero di vederti presto!
Kagome19:
Finalmente cosa? aaaaahhhh che si sono decisi, dici? Sono contenta che
quella parte ti sia piaciuta e sì…Kikyo è proprio
una bastarda con i fiocchi. Ma hai ragione. Stavolta non si faranno
dividere da lei, manco cascasse il mondo! Ti aspetto in fondo al
capitolo, ok? Tanti besitones!
Vale728:
no dai…non piangere.
C-che…alt-altrime-nti…pian-g-go…anch-ch’iooooooo….buaaaaaaaaaaaaa!!!!
Ok, passato tutto *callistas soffre di doppia personalità* Hai
proprio ragione. Kagone non può sapere cosa le riserverà
il futuro, ma se non si fosse buttata, avrebbe perso
taaaaaaaaaaaaaaaaaaaante cose belle.
Dunque tu pensi che Naraku
sia il cattivo. Bene, tra poco vedremo se ci hai imbroccato. Comunque
no, stavolta non li ho messi, perché mi sembrava di aver dato
fondo alle mie energie con solo Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku che
non me la sono sentita proprio di aggiungere anche loro, ma
tranquilla…ho ficcy in sospeso con Miro e Sango che non vedono
l’ora di vedere il sito.
Io ti ringrazio per tutti questi complimenti e spero di poterti vedere al prossimo capitolo!
Besitones!
Le_montagnine:
bedde? Beddissime? Dunque vedo che vi siete scervellate su Naraku,
dipingendolo come un cattivo. Forse non chiederà a Kikyo di
rubare per lui un fascicolo, ma forse di cancellare tutto quello che lo
studio di Inuyasha ha trovato sulla HC in tutto quel tempo. E Kikyo,
brava com’è a distruggere tutto quello che tocca, non
farà nessuna fatica a farlo. Beh…leggendo questo capitolo
vedrete se ci avete imbroccato.
Comunque grazie per tutti questi complimenti. Isa? All’ospedale ti lasciano mangiare i cioccolatini? ^^
Vi aspetto in fondo al capitolo!
Bedde? Arriva Naraku!…
IO E IL MIO CAPO NARAKU
Kikyo era ancora seduta sulle scale di fuori a pensare alle parole di Kagome.
“E per la cronaca, io
non ti ho portato via niente! Io e Inuyasha ci siamo trovati e ci siamo
piaciuti. E se da me non volevi niente, perché allora mi hai
sottratto il test?”
Quelle parole le
rimbombavano nella testa come maledettamente vere. Aveva disprezzato
Kagome fin da subito, ma appena la situazione glielo ha permesso, si
era approfittata del suo lavoro per poter stare con Inuyasha.
Guardò il bicchiere ormai vuoto, vuoto come la sua vita.
Però…Kikyo
sbuffò. Odiava ammettere a sé stessa che da quando quella
ragazza era arrivata in ufficio Inuyasha era più disponibile con
il personale, si lasciava andare di più, ma
soprattutto…soprattutto i suoi occhi brillavano quando parlava
con Kagome.
Con lei? Oh…con lei
erano solo richieste, quasi ordini. Certo…non dubitava che
Inuyasha la ritenesse un ottimo aiuto nelle cause, ma lei era stata
sempre e solo questo.
Un aiuto e niente più.
Kagome? Beh, lei non aveva una laurea in giurisprudenza, ma a Inuyasha non importava. Importava solo di lei.
Poggiò stancamente
il viso sul palmo della mano e con la mente andò al giorno in
cui vide Inuyasha per la prima volta.
INIZIO FLASH
Era
inverno e Kikyo aveva finito da sei mesi l’università ed
era in cerca di lavoro. Spedì curriculum a destra e a manca
finchè qualcuno non rispose: la NoTaisho & Partners. Venne
convocata per un colloquio di lavoro indetto proprio da Inuyasha che
stava cercando collaboratori per iniziare la sua attività. Lui
era già un avvocato molto famoso che aveva appena aperto quella
sede a Tokyo e stava cercando del personale. Assunse Kikyo
immediatamente perché la sua conoscenza in legge era molto
buona. Con un po’ di allenamento sarebbe diventata un ottimo
avvocato. Iniziò così il suo apprendistato, partendo come
tutti dalla gavetta. Questo era un modo per Inuyasha di verificare
l’umiltà di un potenziale collaboratore. Riordinò
l’archivio, iniziò con il fare le fotocopie e portare il
caffè…tutte cose che, all’apparenza, potevano
sembrare più un sopruso che un lavoro. Kikyo si era subito
innamorata di Inuyasha, del suo successo, della sua prestanza, del suo
sangue freddo in ogni situazione…
FINE FLASH
Sorrise, perché una
parte di lei, quella che in molti credevano non esistesse, sapeva che
era così, che la ragazza non era innamorata di Inuyasha per
quello che era dentro, ma solamente per quello che trasmetteva: forza e
potere.
Ma tutto questo aveva una
sua base passata: i suoi genitori non la apprezzavano, né come
figlia, né come avvocato. Avrebbero voluto avere un maschio, ma
era arrivata lei. Si era impegnata a fondo per essere sempre la
migliore e per arrivare dov’era, sacrificando amori e amicizie,
ma non bastava mai. Ora la domanda era una sola e molto semplice:
doveva continuare a buttare via la sua vita in quel modo?
Consia del fatto di aver
sprecato metà della sua vita a correre dietro ad un uomo al
quale lei non piaceva e che a lei stessa, in soldoni, non piaceva,
iniziò a ridere, coprendosi gli occhi perché il troppo
ridere la stava facendo piangere.
“Ma va a quel paese…” – si disse Kikyo, sempre ridendo.
“Ah, ti ringrazio…”
La ragazza smise immediatamente di ridere, guardandosi intorno. Alzò la testa finchè non vide…
“Oh-mio-Dio…” – disse Kikyo, allibita per la figuraccia che aveva fatto.
“Tranquilla, non sono dio, solo Naraku Ayuara.” – disse lui sedendosi sul gradino, vicino a Kikyo.
La ragazza si spostò
leggermente, ma arrivò a toccare la parete con le spalle.
Imbarazzata, sorrise per alleviare la tensione.
“Kikyo, giusto?” – chiese lui per cercare di intavolare una discussione.
“S-sì…”
Naraku Ayuara, direttore
della NoTaisho & Partners della sede di Londra, aveva raggiunto
quella carica grazie alla sua faccia tosta, in senso buono, e alle sue
conoscenze in fatto di giurisprudenza. Se poi ci aggiungiamo che tutte
le cause alle quali aveva partecipato erano state vinte senza
possibilità di appello, era logico pensare che Inuyasha volesse
con sé un simile collaboratore. Lo aveva spedito nella capitale
della Gran Bretagna per dirigere l’allora nuova sede ed erano
già sei anni che stava lì. Era un uomo molto bello,
capelli neri e lunghi, un po’ mossi, occhi rossi e labbra
sottili, come se fossero state disegnate. Se poi ci aggiungiamo anche
che emana il fascino del bel tenebroso, risultava essere l’uomo
perfetto.
“Ti ho visto sola soletta e ho pensato di farti compagnia. Disturbo?” – chiese lui con un bellissimo sorriso.
“N-no,
no…figurati. Ah…grazie…” – disse
Kikyo, accettando il bicchiere che Naraku le aveva offerto.
“Dato che prima stavi ridendo come una pazza, a cosa brindiamo?”
Kikyo divenne bordeaux,
ripromettendosi di bere solo ed esclusivamente se sarebbe stata
completamente sola, ma si riprese subito.
“Alla mia stupidità e, oso dire, immensa stupidità!”
Naraku la guardò un po’ stupito, ma accettò il brindisi.
“Alla tua, allora…” – disse il ragazzo.
“Cin…”
I due fecero toccare i
bicchieri bevvero tutto d’un sorso. Rimasero a parlare del
più e del meno, scoprendo che avevano in comune molte cose. Era
ormai passata la mezza notte e Kikyo doveva rientrare a casa.
“Per me è
arrivata l’ora di tornare a casa…” – disse la
ragazza alzandosi, ma un capogiro la colse e se non ci fossero state le
forti braccia di Naraku a sorreggerla, sarebbe ruzzolata per le scale.
“Attenta!” – istintivamente l’uomo l’attrasse verso il suo petto.
Kikyo era un po’ brilla, nulla di eccessivo, ma il vino di quella sera le aveva dato alla testa.
“G-grazie…”
– Kikyo si sorresse la testa, cercando di riacquistare un
po’ di equilibrio. Una volta acquisito un po’ di
stabilità, si staccò da quel pericoloso abbraccio.
– “A-adesso devo andare…grazie
comunque…”
“Hai intenzione di
metterti al volante in queste condizioni? Non se ne parla nemmeno! Ti
riaccompagno a casa!” – disse l’uomo senza badare
alle proteste della ragazza.
“Ma…no…non ti disturbare…sono solo pochi chilometri…” – tentò Kikyo.
Naraku la teneva per la vita, anche perché il suo equilibrio non era del tutto tornato.
“Ok…”
– Naraku lasciò la presa e Kikyo, che non ancora del tutto
stabile, stava per cadere, ma di nuovo lui la prese in estremis. Lo
guardò tra l’arrabbiato e il riconoscente. –
“…adesso vogliamo andare?”
La ragazza annuì con
la testa gonfia come un pallone, mentre si sorreggeva al corpo
statuario di Naraku. Entrarono nella sala, ormai quasi vuota e si
diressero da Inuyasha.
“Oh, Naraku…già te ne vai? Kikyo ti senti bene?” – chiese Inuyasha preoccupato.
“S-sì, sì…”
“E’ un
po’ brilla e non mi fido a lasciarla andare da sola in
macchina…” – si giustificò l’uomo con
uno strano bagliore negli occhi.
“Ok…”
Kikyo percepiva tutto ovattato, le frasi le arrivavano scollegate e, per questo, senza senso.
I due uscirono abbracciati,
dando adito a pettegolezzi vari. Kikyo non era del tutto partita e
aveva la mente ancora sana quel tanto da poter notare gli sguardi
curiosi e maliziosi dei suoi colleghi.
=Staranno pensando che ci andrò a letto…=
E in quel momento le venne
in mente Kagome e tutte le volte che l’aveva beccata
nell’ufficio di Inuyasha, un po’ agitata, per quello che
sicuramente il mezzo demone le aveva fatto. Si ricordò anche di
un discorso al quale Kikyo non aveva dato molto peso. Kagome stava
parlando con Yumi ed Eri che le stavano dicendo che non si doveva
preoccupare e che non tutti avrebbero visto di buon occhio la cosa, ma
che se Kagome ci teneva veramente allora doveva preoccuparsi che la sua
storia proseguisse bene, incurante delle male lingue. Sospirò,
capendo solo allora cose le avesse voluto dire Kagome quella sera.
Fortunatamente il giorno
successivo non si sarebbe lavorato perché era sabato,
così avrebbe avuto tutto il tempo di riprendersi.
Erano arrivati a casa della ragazza e Naraku l’aveva aiutata ad entrare, facendola sedere sul divano in salotto.
“Eccoci qui…come ti senti?” – chiese Naraku.
Kikyo si teneva la testa con le mani.
“Insomma…gira tutto…spegneresti la luce per favore? Sto diventando cieca…”
Naraku rise, provocando
nella ragazza alcuni brividi. Come ultima cosa, lo vide togliersi la
giacca e appoggiarla su una sedia. Kikyo si tolse le scarpe e mise le
gambe sul divano. Aveva scelto un vestito bianco abbastanza corto, per
fare colpo sul suo capo, ma evidentemente lo aveva fatto su qualcun
altro. L’assenza di luce la stava aiutando, il mal di testa stava
lentamente scemando. Ad un tratto sentì qualcosa di caldo
poggiarsi nell’incavo del collo e come un buco aprirsi nello
stomaco. Scoperto cos’era, tentò la resistenza, ma Naraku
era evidentemente più forte.
E meno brillo.
“Naraku…fermati…”
– Kikyo stava scivolando sul divano, aiutata anche dal peso del
corpo di lui. Le teneva fermi i polsi, impedendole la fuga.
“Ne sei sicura?” – chiese lui mentre, lasciatole un polso, le abbassava una spallina del vestito.
Kikyo, pur avendo un
braccio libero, non fece nulla. Lasciò che Naraku vagasse per il
suo corpo, bruciandolo. Le abbassò la cerniera sul fianco destro
e abbassò anche l’altra spallina. Le sfilò il
vestito, lasciandola in intimo; con la mano sinistra si sorreggeva,
mentre con la destra le accarezzava la pelle del ventre e del collo.
Sentì il suo respiro farsi più pesante per il piacere,
finchè non sentì le mani di lei sbottonargli la camicia.
Molto lentamente.
Quando anche l’ultimo
bottone uscì dalla sua sede, Naraku se la tolse in malo modo,
mentre le mani di lei percorrevano maliziose e sconsiderate ogni
centimetro del suo torace. Arrivata alla cintura dei pantaloni,
sembrò esitare. Naraku attese pazientemente che gliela
slacciasse…e infatti dopo poco sentì la cinghia
allentarsi. Gli sbottonò il bottone e fece scivolare la zip del
pantalone, sfiorando la sua dura virilità. Indugiò
parecchio su quel punto, sentendo il calore che emanava. Lo
aiutò a sfilarsi i pantaloni e lo lasciò in intimo.
Naraku si abbassò e la baciò dappertutto…collo,
clavicole, bocca, seni…la sentiva sospirare e inarcare la
schiena per il piacere. Senza indugiare ulteriormente, le sfilò
lo slip, rimanendo lui stesso in boxer. Si tolse anche lui
quell’ultimo impiccio e tornò a sovrastarla con il suo
corpo. Ora Kikyo, che aveva abituato gli occhi
all’oscurità, poteva vederlo.
Un dio greco.
Maestoso e fiero come
poteva essere solamente un dio della mitologia che sapeva di incarnare
la perfezione. La ragazza gli aveva passato le braccia attorno al collo
e lo aveva attirato a sé. Si baciarono con foga fin quando lui
non decise che voleva averla. Le sfiorò la sua
femminilità che la portò ad aprirsi, permettendogli di
amarla completamente. Fecero l’amore tutta la notte
finchè, sfiniti, si addormentarono sul divano con lui che la
teneva saldamente per la vita.
L’ultimo pensiero di Kikyo prima di addormentarsi fu che non si era mai sentita così bene come in quel momento.
Da allora in poi, solo il buio dell’abbraccio di Morfeo.
“…beh
Inuyasha, per me è venuto il momento di tornare a casa. Ho
l’aereo domani mattina alle sette e devo essere in aereoporto
alle cinque per il check-in.”
“Capisco…mi
spiace solo che non ti sia potuto trattenere di più. La prossima
volta organizzati meglio e fermarti un po’ di più,
Shippo.”
“Dai, vedrò come organizzarmi…Kagome, è stato un piacere conoscerti.”
“Il piacere è stato tutto mio Shippo. Fa buon viaggio.”
Shippo Kitsune, era il vice
direttore della NoTaisho a Los Angeles. Nonostante i numerosi impegni,
era riuscito a partecipare a quell’incontro voluto da Inuyasha
per poter rivederlo e rivedere i vecchi colleghi.
Ora, la casa era finalmente vuota.
Inuyasha guardava Kagome con desiderio, mentre lei faceva lo stesso.
“Sono le due del mattino…per fortuna che domani non si lavora…” – fece notare la ragazza.
Inuyasha l’abbracciò e la baciò.
“Resta con me, stanotte…” – le disse lui, mentre le stuzzicava il lobo dell’orecchio.
Kagome infossò la
sua faccia nell’incavo del collo di lui, un po’ per il
piacere, un po’ per il solletico.
“Speravo me lo
chiedessi…” – rispose lei con voce roca. Si
guardarono negli occhi e insieme salirono le scale che conducevano alle
camere da letto.
Inuyasha la fece accomodare
all’interno. Chiuse la porta e arrivò alle spalle della
ragazza che allacciò le sue braccia dietro al collo di lui. Il
mezzo demone le inondò il collo di baci e Kagome appoggiò
la testa sul petto di Inuyasha, godendo per quel contatto. Ad un certo
punto la girò, trovandosela davanti più bella che mai. Il
respiro si era accorciato e le guance erano arrossate.
“Sei
bellissima…” – disse prima di slacciarle il nodo
dietro al collo con un gesto deciso, facendo scivolare il vestito a
terra.
Kagome rimase coperta solo
da uno slip di pizzo bianco. Allora anche lei iniziò a spogliare
Inuyasha. Tra poco avrebbe finalmente scoperto quanto calda fosse la
sua pelle. La portò in braccio fino al letto, ve la depose sopra
come se fosse stato un fiore raro e le sfilò lo slip. Anche lui
si tolse i boxer e finalmente poterono concretizzare il loro amore.
Si amarono tutta la notte,
non avendone mai abbastanza l’uno dell’altro. Sfiniti per i
numerosi amplessi, si addormentarono abbracciati senza
possibilità di fuga.
Erano le dieci del mattino
e Kikyo aprì un occhio, infastidito da un raggio di sole che
entrava nel salotto. Aveva una leggera emicrania, dovuta
all’alcol della sera prima. Sentì leggermente freddo e si
scoprì tutta nuda. Arrossì di botto e ricordò
anche il post serata. Lei era…era andata a letto con Naraku
Ayuara. Ma…a proposito di Naraku…
=Ma dov’è?=
subito le vennero in mente le ipotesi più brutte, a partire da
quella che lui se ne fosse approfittato, vedendola in quello stato di
semi-ebrezza. Stava per iniziare a piangere, quando sentì la
porta aprirsi. Kikyo chiuse istintivamente gli occhi per la troppa luce
e quando mise a fuoco, vide Naraku, vestito come la sera prima con in
mano un sacchetto.
“Buon giorno, raggio di sole…” – la salutò lui.
Kikyo diventò ancora
più rossa per quell’appellativo, ma questo non le
impedì di correre semi piangente tra le sue braccia, incurante
della sua nudità. Naraku rimase molto sorpreso per quel gesto,
ma soprattutto per quelle lacrime. – “Ehi…che
succede?”
“P-pensavo…te ne fossi andato…”
Naraku sorrise. La sua Kikyo…non era cambiata per niente…
“Sono solo uscito per
prendere la colazione…dai vieni…” – Naraku
l’accompagnò al divano e le mise addosso la coperta.
– “Tieni…crema, giusto?”
Kikyo lo guardò stranita. E lui come faceva a saperlo?
“Ma, come…”
“So molte cose di
te…a partire dal fatto che dall’ultima volta che ti ho
visto sei cresciuta molto…e molto bene, oserei dire.”
– disse Naraku, squadrandole il corpo con sfacciataggine.
“Ehi!
Ehi…ultima volta? Quando?” – chiese lei che non si
ricordava di averlo mai visto, se non di sfuggita durante le riunioni
con Inuyasha.
“Cinque anni fa.
Inuyasha stava lavorando ad un caso di frode fiscale e aveva chiesto il
mio aiuto. Mi fermai da voi per sei mesi.”
Kikyo sgranò gli occhi tutto d’un colpo.
“Vedo che adesso ti ricordi…” – disse lui, mangiando il suo cornetto.
“Che figura…” – ammise Kikyo, imbarazzata a morte.
“So che ti piacciono
le cucine tipiche dei vari paesi, adori il rosso come colore, se
potessi ti affogheresti nella pizza, ma non puoi perché sei
allergica al glutine. Odi il gelato perché è troppo
dolce, infatti l’unico gusto che accetti è quello allo
yogurth magro…come fai a mangiare una roba simile non lo
so…” – a mano a mano che Naraku le elencava le sue
preferenze Kikyo apriva la bocca fino ad arrivare ad averla spalancata.
Lui si mangiava tranquillamente il suo cornetto come se nulla fosse,
lasciando la ragazza in preda ad una confusione tale che avrebbe dovuto
faticare un bel po’ per sbrogliarla. –
“…comunque…ti piacciono i regali, ma purtroppo non
ne ricevi molti e, qui concludo altrimenti non finisco più, sei
innamorata di Inuyasha.”
Per Kikyo, quell’ultima frase, fu peggio di una badilata in faccia. Lei doveva ancora iniziare a mangiare il suo cornetto.
“Ma…come fai a sapere tutte queste cose?” – chiese lei allibita.
“Perché sono cinque anni che sono innamorato di te.” – disse lui con disarmante semplicità.
A Kikyo cadde di mano la colazione.
“CHE
COSA?!?!?!” – esclamò con tutta la voce di cui era
in possesso. Era scattata in piedi, con il risultato che la coperta le
era caduta e il suo corpo era alla mercè dello sguardo di Naraku.
“Lo dicevo che eri cresciuta bene…” – disse lui con tono saccente.
Kikyo si guardò e arrossì fino alla punta dei piedi. Prese la coperta e si coprì come meglio poteva.
“M-ma…non me ne sono mai accorta!” – ammise lei allibita.
“Per forza…eri e sei completamente presa da Inuyasha!” – disse lui con una punta di rabbia nella voce.
Kikyo la colse e iniziò a sorridere, mandandolo in tilt.
“Perché ridi?”
Esattamente come la sera precedente, Kikyo iniziò a ridere come una pazza, arrivando sino a piangere.
“Perché…”
– ma Kikyo non ce la faceva a smettere. –
“…è lo stesso…motivo…per il
quale…ridevo…ieri sera…” – si sedette
pesantemente sul divano, tenendosi la pancia per il male.
“Perché ridi?” – insistette lui.
Kikyo prese vari respiri finchè non si calmò. Il viso però era ancora rosso e gli occhi lucidi.
“Perché mi sono resa conto che non ho mai amato Inuyasha.” – ammise lei riprendendo a ridere.
Naraku ci rimase secco. Ecco una cosa che non sapeva…
“P-puoi ripetere?” – chiese sconvolto.
Kikyo smise di ridere, nonostante i suoi occhi facessero l’esatto opposto.
“Non ho mai amato
Inuyasha. Ho perso i migliori anni della mia vita a correre dietro un
uomo che non amavo. Per quello mi sono mandata a quel paese ieri sera.
Poi sei arrivato tu e…” – Kikyo non continuò.
“E…?” – chiese Naraku col cuore in gola.
“…e per la prima volta…sono stata bene con un uomo che non fosse lui.”
Naraku la guardò,
incredulo per quelle parole. E bisognava far passare per forza cinque
anni per arrivare a quella conclusione? Beh…evidentemente
sì. Si avvicinò a lei e la baciò, sentendola
rispondere con altrettanta passione a quel bacio. Quando si staccarono,
però, la realtà le piombò addosso come un missile.
“Che c’è?” – chiese notando il suo sguardo cupo.
“Niente…volevo
solo…ehm…volevo solo sapere quando riparti…”
– domandò senza guardarlo negli occhi.
“E’ questo che ti preoccupa?” – chiese lui, speranzoso.
Kikyo annuì, riluttante nel mostrarsi debole davanti agli altri.
“Resto, se vuoi.” – disse lui baciandole delicatamente le labbra.
Kikyo sgranò gli
occhi. In tutta la sua vita, aveva dovuto tirar fuori le unghie e i
denti per cavarsela e adesso aveva davanti a sé un uomo che
l’amava da cinque anni e che non le aveva mai detto niente e
adesso saltava fuori che avrebbe rinunciato al suo studio per stare con
lei?
Cos’è? Il mondo stava iniziando a girare al contrario?
“No…non posso
permetterlo…hai uno studio da dirigere a Londra e Inuyasha si
arrabbierebbe se ti allontanassi da lì. No, è fuori
discussione!” – disse Kikyo alzandosi.
Lui la seguì.
“Trovi tanto strano il fatto che voglia stare qui con te?”
“Sì!” – rispose lei senza tanti peli sulla lingua.
Naraku ci era rimasto un po’ male.
“Naraku…fin
dalle scuole medie ho sempre dovuto arrangiarmi…i miei non
c’erano mai…erano sempre in giro per lavoro e io ero
costretta a stare da sola in casa. Quando tornavano la prima cosa che
facevano era controllare che la casa fosse in ordine, altrimenti chi le
sentiva le urla e le sberle? Alle superiori ho sempre dovuto essere la
prima della classe, solo per avere uno stentato “brava, ma potevi
fare di meglio” da parte dei miei genitori. Sono odiosa, sul
lavoro nessuno mi sopporta. Credimi se ti dico che per me è
strano vedere un uomo che rinucerebbe alla sua carica solo per stare
con me.”
Naraku
l’abbracciò. Era molto turbato per quello che gli aveva
detto Kikyo, finchè un’idea non gli balenò in mente.
“Allora vieni tu con me, a Londra.”
Kikyo lo guardò a occhi sgranati.
“Io? A Londra?”
“Si…mi renderesti l’uomo più felice di questo mondo…” – ammise lui senza problemi.
“Ma…come faccio? Il lavoro…”
“Parlerò io con Inuyasha, non ti preoccupare…”
Kikyo lo guardò, mentre un accenno di sorriso le delineò le labbra.
“E’…è un sì?” – chiese lui, temendo di aver capito male.
“Sì…” – disse lei timidamente.
Naraku la prese in braccio e la baciò. Era sabato e sarebbero potuti rimanere a letto o uscire insieme.
Ma la decisione sarebbe stata tutta loro.
Decisero di uscire. Dopo
una doccia veloce, Naraku portò Kikyo a passeggio per il centro,
le comprò da vestire e la portò fuori a pranzo. La
ragazza era parecchio imbarazzata, non essendo abituata a ricevere
tutti quei regali e quelle attenzioni. Passarono un sabato meraviglioso
e, per la prima volta in vita sua, Kikyo sorrise felice.
Allora?
Cosa ne pensate di Naraku? Vi ho stupite o ve lo aspettavate? Su, su…esprimetevi senza timore.
Allora…Narakuccio fa
parte dei buoni. Ora che Kikyo (veloce come un siluro) si è resa
conto che forse Naraku è quello giusto per lei (banderuola la
ragazza, non trovate?) cosa farà? Oh, beh…lei ha
accettato di andare a Londra, ma Inuyasha? La lascierà andar via
e ricostruirsi una nuova vita fatta magari di amici?
Io vi rimando al prossimo capitolo dove ci sarà la richiesta di Naraku a Inuyasha.
Tanti, tanti, tanti…besitones!!!
Callistas.
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Capitolo 10 *** 10 - Un'uscita a quattro ***
10 - Un'uscita a quattro
A riciao un’altra volta.
Dire che mi dispiace per il
ritardo è dire poco…ho trascorso Pasqua e Pasquetta a
Trieste da una mia zia. Mi sono divertita, ma sapere di dover star
lontana dagli aggiornamenti e dal commentare mi ha leggermente rovinato
la vacanza.
Ma bando alle
ciance…vedo che Naraku e Kikyo vi sono piaciuti! Mi fa piacere!
Dunque…cosa posso dirvi se non grazie? Vi adoro tutte! Dalla
prima all’ultima. Siete fantastiche!
Cosa succederà
adesso? Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku sono finiti a letto
insieme…naaaa…non mi piace detto così. Riformulo:
Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku si sono finalmente dichiarati il
proprio amore e hanno trascorso una notte insieme, lasciando libera la
loro passione. Ecco, sì…va già meglio…ma
oggi che succederà?
Ma non dilunghiamoci in
parole inutili. Io credo che vogliate leggere il seguito della storia e
quindi eccovi accontentate. Ma come al solito…RINGRAZIAMENTI!
Mary_loveloveManga:
bedda beddissima! Finalmente ti rivedo! Come sono contenta! Per il
commento sai che non devi aver nessun problema se è corto. Mi
basta un “mi è piaciuto” e sono contenta. Ma
più che altro sono contenta di risentirti. Allora…io ti
lascio a questo capitolo e spero di poterti rivedere presto su msn che
ormai sta facendo la muffffa.
Un besito grande grande!
La tua mamma…
Anjhela_kaggy_inuchan91:
ciao bedda! Sono contenta che questo piccolo diversivo ti sia piaciuto,
ma non credere che continuerò su questa linea. I miei adorati
rimangono sempre Inuyasha e Kagome che in questo capitolo incontreranno
proprio Kikyo e Naraku. Cosa succederà?
Beh…io ti lascio leggere e aspetto con ansia il tuo prossimo commento.
Baci baci!
Mikamey:
ecco…adesso so come stupirti. Però è stato carino
con quella confessione, o no? Fatto male? Io direi che ha resuscitato
una mummia dal suo stato di decomposizione sessuale, che ne dici? Un
po’ di attività motoria orizzontale, come dice una mia
amica, non uccide…semmai resuscita! Sono contenta che la parte
di Kikyo ti sia piaciuta. Te la fa odiare un po’ meno la mia
visione?
E hai toccato un tasto
dolente…credi veramente che Inuyasha le darà il permesso
di andare via? Nel senso…perché Inuyasha vorrebbe
lasciare Kikyo? Io andrei a rileggermi il trafiletto del flash back del
capitolo 9 dove Kikyo aveva appena trovato posto da Inuyasha…io
non dico altro, ma sappi che non sarà in questo capitolo che
troverai la risposta alla domanda che mi hai fatto.
Felice di averti lasciato l’amaro in bocca…ci vediamo in fondo, ok? Un bacione abnorme e un tvtttb anche a tu!
Bellatrix_Indomita:
più o meno, sì…però non gli ovetti da
supermercato, ma quelli di pasqua, belli grandi! So che il binomio
Naraku-buono fa uno strano effetto e anch’io facevo una fatica
bestia a scrivere una parte per lui che non implicasse complotti o
vendette, ma mi sembra che sia risultato tutto abbastanza scorrevole,
che ne dici?
Applausi? Ho le chiappe
rosse per la vergogna…comunque grazie mille beddissima! Guarda
che ti dimentichi della Hakudoshi’s Company…quello
più che cattivi sono bastardi, infami e…cattivi. Diciamo
che in questa storia non c’è un cattivo in particolare.
Sarà tutta l’azienda ad essere messa in mezzo e quindi
anche il suo titolare che è quello che dà il nome alla
ditta.
Per le critiche
anch’io avrei voluto usare le mani, ma ho visto che mi hanno
mosso delle osservazioni, che avrei accettato più che volentieri
se avessi voluto scrivere una storia che fosse “vera”. Ma
siccome che questa è tutto tranne che realistica io le ho
accettate e le rileggerò nel momento in cui vorrò creare
una situazione realistica.
Detto questo…leggiti anche l’altra sul capitolo 9.
Comunque…fammi sapere come ti è sembrato questo capitolo. Ci conto, eh?
Inukag4ever:
meno male…sono contenta di vedere il tuo nome anche in questo
capitolo. Ma scusa…perché proprio non riesco a capire di
che scena stai parlando…ù.ù
Io penso che mi sarei
impiccata da sola se avessi fatto aspettare tutti, me per prima, 15 o
16 capitoli per farli rimettere insieme…non sono così
bastarda…ma mi sono divertita un sacco a
depistarti…però posso dirti che no, non è
apparenza. Naraku è proprio un buono o bonazzo, come
preferisci…hihihi, e tale sarà (in questa ficcy,
ovviamente…).
Kikyo…per saperlo devi leggere questo capitolo, anche se mi piacerebbe vedere la tua faccia mentre lo leggerai…
Guarda, non è mia
intenzione farti morire altrimenti i tuoi commenti splendidi non li
posso più leggere. Fammi sapere se il capitolo ti piace, ok?
Ti aspetto in fondo. Besitones!
Camoeight:
bedda beddissima!!!! Come stai? Certo che la venuta di Naraku ha
scatenato un bel po’ di reazioni contrastanti, eh? In molte hanno
pensato “oddio…e adesso che vorrà?” e
invece…hai visto cos’ha voluto da Kikyo? Spero che ti sia
piaciuto e aspetto ovviamente il tuo commento su questo.
Un bacione grande come il mondo e alla prossima!
Vale728:
sono contenta che ti sia piaciuto e comunque si dice che la pazienza
è la virtù dei forti e ha premiato Naraku, alla fine. Ho
cercato di rendere la mummia un po’ meno cadaverica e di farle
raggiungere quella felicità che non ha mai pututo avere. Ora
devi solo leggere il seguito, sperando che ti piaccia.
Grazie mille per la trafila
di complimenti che prendo e archivio nel mio cuoricino. Ti aspetto in
fondo al capitolo, ok? Un bacio e grazie ancora!
PazzaXinu:
intanto ciao. Ti ringrazio per avermi lasciato un tuo commento. Visto
che hai già letto quello che le altre ragazze hanno scritto di
questa storia (parlo di quelle che non l’hanno trovata né
interessante, né reale, né tutto quello che ti
pare…), ti chiedo di andare a leggere le risposte che ho dato
loro che le potrai trovare nel capitolo nr. 8, e giusto per parlar
chiaro sono quelle di Bitta sisters e ayachan. Loro hanno trovato la
mia storia alquanto sciocca, se così si può definire. Non
prendermi per quella che non sa accettare le critiche, perché ti
posso garantire che non è così. Ho accettato
spassionatamente i commenti che mi hanno fatto loro due ai quali ho
anche risposto. Se dovessi rispondere al tuo e, scusami ancora se non
lo faccio, mi ritroverei a ripetere ogni volta le stesse cose, e
cioè che so che tutto quello che ho scritto è irreale,
che in Giappone le cose sono diversissime dall’Italia, che le
impiegate hanno una divisa, che si danno del tu anche tra
coetanee…lungi da me il ritenerti meno importante delle altre
che mi mandano commenti positivi o negativi, ma credo che se dovessi
risponderti, mi servirebbe un semplice copia e incolla dalle risposte
che ho già dato.
Non me la sono presa per
niente. Il sito è libero e permette libera espressione, ed
è quello che in soldoni ho fatto anch’io con questa
storia. Non me la prendo per la critica in sè, perché
essa mi è di aiuto per le storie future, ma forse per il modo in
cui è stata posta. Forse da parte tua non vi era
l’intenzionalità di offendere, ma purtroppo è
quello che ho recepito leggendo il tuo commento.
*Quindi,
spero che tu non te la prenda, anche perchè non ne avresti
motivo perchè è ovvio che sei su un sito dove tutti hanno
il diritto di dire la loro opinione. Prendi in considerazione questi
suggerimenti, non solo i miei. Migliora e buon proseguimento.*
Questo è quello che
mi hai scritto come conclusione del commento. Mi ha dato tanto la
sensazione di un “ehi, guarda che posso dire quello che mi pare e
piace e devi stare solo zitta.”
Giustissimo (in parte), ti
rispondo io. Ti dico che mi si possono muovere tutti i commenti
più negativi che ci sono a questo mondo: trama banale,
svolgimento incoerente, scorrettezze grammaticali, scene fuori luogo,
battute inutili…tutto! Se mi è possibile, cercherò
di rispondere a tutte le vostre perplessità, cercando di
spiegare il motivo di tanta assurdità. Quello che chiedo
è il modo in cui si espongono le critiche.
Grazie per avermi lasciato la tua opinione e alla prossima.
Monik:
son due piccoli porcellin, sono due maialin e nessun li
dividerà…trallallallalà! Lo so, ma mi sono
divertita un sacco a farli così.
O.o s-sensei, addirittura? Bedda! Così mi fai arrossire pure le chiappette!!!
Allora ritorni con
un’altra storia, eh? Ma beeeeeene! Mi fa davvero felice sapere
che potrò riavere l’onore di leggere un altro piccolo
capolavoro. Guarda che lo aspetto con ansia, mi raccomando!
Un bacione ed eccoti l’aggiornamento!
Le_montagnine:
ciao beddissime! Avreste preferito il solito Naraku in versione
bastardo o anche questa non è male? Comunque sono veramente
contenta che il capitolo vi sia piaciuto. Lo so…però
diciamo che la mummia per eccellenza non ha ancora ben chiaro i suoi
sentimenti e ne parlerà con la persona che meno ci si
aspetterebbe.
Comunque Ele ti ringrazio
per il complimento. Sono davvero onorata che quello che scrivo e come
lo scrivo piaccia anche se mi fa strano sentirmelo dire. Sono sempre
stata abituata ai 4 o 4e1/2 in italiano che pensavo di essere una
nullità. Grazie mille ancora e vi rimando in fondo al capitolo.
Un bacione a testa!
Fmi89: carissima!!! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo.
Comunque la risposta alla
tua domanda la troverai in questo capitolo in cui Inuyasha
deciderà se mandarla via o no e la motivazione. Spero che ti
piaccia e di trovarti anche nel prossimo!
Achaori:
Francia e Genova?!?!? Bellissime! Io in Francia non ci sono mai stata,
ma non ce n’è uno che ne parli male. Invece a Genova ci
sono stata da piccola e ho visto l’acquario. Bellissimo e
grandissimo! Poi il fatto di trovarmi gli squali sulla testa mi ha
fatto accapponare la pelle!
Non ti ha fatto accapponare
la pelle quando Kikyo rideva? Insomma…io non ce la
vedo…infatti ho avuto gli incubi per un paio di notti
perché faceva tanto Sesshomaru quando ride perché sta per
squartare qualcuno. Brrr…guarda, puoi dire momento, notte,
giornata…ma non metterei limite alla loro felicità.
Per la richiesta di trasferimento, io leggerei questo capitolo.
Ti aspetto in fondo come al solito, un bacione e alla prossima!
Krikka86: se te lo hanno dato, secondo me, è perché sei tanto simpatica…
Lo so…nemmeno io,
quando ho inventato questa storia, ho pensato a Naraku come possibile
spasimante di Kikyo, mi è venuto in mente dopo. Inizialmente
volevo chiamare la ditta Naraku’s Company, ma poi ho cambiato.
Spero di non aver deluso qualche tua aspettativa.
Allora sei stata molto
sveglia a capire quello che volevo fare, nonostante non avessi lasciato
molti indizi su questo personaggio. Sono contenta di averti commossa.
Io me lo immaginavo mentre si mangiava il cornetto e nel frattempo
elencava le cose che piacevano e non alla ragazza, che rimaneva a bocca
aperta.
Allora…ti lascio alla lettura di questo capitolo, sperando che ti piaccia e ti aspetto in fondo, ok?
Un bacione grande grande!
IO E IL MIO CAPO UN’USCITA A QUATTRO
Due paia di gambe erano
avvinghiate tra loro. I proprietari, beatamente addormentati, erano a
loro volta stretti in un abbraccio di cui non si capiva l’inizio
né tanto meno la fine. Ad un certo punto, una delle quattro
gambe iniziò a muoversi, cercando di capire come fare per non
svegliare l’altro. Kagome aveva aperto gli occhi e si era trovata
beatamente abbracciata a Inuyasha. Si stiracchiò e si
girò ad osservarlo. Era di una bellezza unica, ma soprattutto,
era solo suo. A pancia in giù, ne osservava il respiro regolare,
il torace nudo che si alzava e abbassava ritmicamente, ipnotizzandola.
I capelli erano sparpagliati sul cuscino e il braccio destro era
poggiato sullo stomaco.
“Hai intenzione di fissarmi ancora per molto? ”
Kagome represse a stento un urlo che avrebbe squarciato l’etere.
“Ma vuoi farmi morire d’infarto?!?!” – tuonò arrabbiata la ragazza.
“Esagerata…e
comunque stanotte sei stata tu a far morire me…” –
precisò Inuyasha che si beccò una cuscinata in faccia.
– “…ehi!” – disse lui ridendo.
“Pervertito! ”
Kagome stava scendendo dal letto quando non si sentì tirare indietro e bloccare i movimenti.
“Scusa…non ho capito dove stavi andando…” – disse lui, baciandole il collo che odorava di lui.
“Non ho intenzione di stare nella stessa stanza di un pervertito…” – ammise lei in totale franchezza.
“Capisco…e
questo pervertito può fare qualcosa per farsi perdonare?”
– chiese morsicandole le clavicole.
“Non lo so…prova a baciarmi intanto…”
Inuyasha non attese oltre e baciò Kagome.
Passarono svariati minuti
tutti impiegati in effusioni e coccole varie quando Inuyasha non chiese
a Kagome cosa volesse fare quel fine settimana.
“Ho voglia di uscire…andiamo fuori?” – chiese la ragazza.
“Ok,
preparati.” – disse Inuyasha che non aveva calcolato bene
una cosa. Lui si stava dirigendo tranquillamente in bagno,
quando…
“Scusa, Inuyasha…”
Il mezzo demone si voltò.
“Sì?”
“Esco con quel
vestito?” – chiese Kagome indicando la stoffa per terra
nello stesso punto in cui lui ieri sera gliel’aveva tolta.
Il mezzo demone la guardò con un sorrisetto isterico in faccia.
“Effettivamente no…”
“Facciamo così…torno a casa e mi cambio. Ci vediamo da me?”
Inuyasha la guardò male.
“Beh?”
“Fa la doccia con me, no?”
“Sì…così
almeno non usciamo più…” – ammise lei, come
se il fare la doccia con Inuyasha fosse un peso troppo grande da
sopportare.
Lui si limitò ad un’alzata di spalle.
“Uff…ti faccio riaccompagnare a casa. Ci vediamo da te tra un’ora ok?”
“Ok!” –
Kagome uscì dal letto e prese il suo vestito nero, lo
indossò e uscì di casa, dove una macchina era
parcheggiata lì in caso di necessità. Si fece
accompagnare a casa dove ebbe modo di cambiarsi per la sua uscita.
Puntuale come un’orologio svizzero, Inuyasha si fece trovare a casa della ragazza.
“Kagome? Sei pronta?”
“Arrivo!” – urlò la ragazza dalla camera. – “Eccomi! Andiamo?”
Uscirono dalla casa e si avviarono verso il centro.
“Non ho mai girato così tanto il centro! Sono sfinita!” – disse la ragazza, che si massaggiava i piedi.
Erano seduti al tavolino di
un bar per ristorarsi. Era fine Gennaio e i due erano seduti ad un
tavolo che dava sulla strada. Avevano ordinato un caffè e un the
caldo giusto per riscaldarsi un po’.
“Dai, non vorrai mica dirmi che vuoi già tornare a casa?” – chiese il ragazzo.
“No, no…è che non ci sono abituata.”
“Peccato…” – esclamò lui, dispiaciuto.
“Cosa?” – chiese lei con un bel sorriso.
“Che tu non voglia tornare a casa…avevo in mente un modo per riscaldarti…”
La ragazza per poco non si strozzò con il the, mentre il suo ragazzo la guardava divertito.
“N-non sei divertente, Naraku…” – lo rimbrottò lei.
“Dai, non arrabbiarti…” – Naraku finì il suo caffè e attese che lei finisse il suo the.
Stando a contatto con
Naraku, Kikyo si sentiva cambiata. Nonostante non fosse passato nemmeno
un giorno, sentiva che con lui stava bene, che non aveva bisogno di
dover sempre dimostrare di essere la migliore, che per una
volta…poteva anche osare di essere felice.
Ma era anche ansiosa.
Ansiosa che lui parlasse
con Inuyasha e che la lasciasse andare a Londra anche per rifarsi una
vita, ricominciare tutto daccapo, cercando stavolta di essere
più socievole e meno scontrosa. Era un bell’impegno, ma
per Naraku avrebbe fatto questo e altro.
“Sei bellissima, lo sai?”
Kikyo divenne paonazza, non ancora avvezza a tutti quei complimenti.
“G-grazie…”
“Guarda che ci dovrai fare l’abitudine, sai? Anche perché ho intenzione di dirtelo tutti i giorni.”
Kikyo sorrise, imbarazzata.
Guardò fuori dalla finestra. Le persone camminavano per
ritornare a casa, per andare dal proprio fidanzato o semplicemente
camminavano per rilassarsi. Con Naraku, sarebbe andata fino in capo al
mondo.
“Vogliamo andare?”
“Sì…” – Kikyo prese la sua borsa e uscì con il suo uomo.
Che le prese la mano.
“Dai Inuyasha! Certo che sei lento!” – urlò Kagome eccitata per quell’uscita.
“Amore…stanotte mi hai sfinito!” – urlò di rimando Inuyasha.
Metà delle persone
che stavano camminando, si fermarono e guardarono la coppia con un
sorrisetto sulle labbra. Kagome divenne viola immediatamente, mentre
Inuyasha se la rideva sotto i baffi. Presero una stradina un po’
meno trafficata e lì il mezzo demone fermò la sua donna.
“La prossima volta prendi un megafono! Dio che figura!”
“Però è la verità!”
“Ma la smetti?”
Inuyasha la baciò a tradimento e, dopo qualche attimo di smarrimento, Kagome rispose anche lei.
“Non te la potrai sempre cavare così, lo sai vero?”
Inuyasha continuava a baciarla.
“Lo so…me ne sto solo approfittando finchè posso…”
Kagome rise, finchè Inuyasha non le tappò la bocca con un altro bacio.
Uscirono da quella strada e
s’incamminarono lungo le vie del centro, finchè non
andarono a sbattere contro una coppia.
“Oh, mi scusi non…Inuyasha?”
“Naraku! Anche tu
qui? Ciao Kikyo…stai meglio oggi?” – le chiese
Inuyasha che non notò che i due si tenevano per mano.
“Sì, ti ringrazio…ciao Kagome…”
Kagome guardò la sua
collega con gli occhi fuori dalle orbite per quella gentilezza, ma
quando vide che teneva la mano a Naraku, molte cose le furono chiare.
“Ciao Kikyo…tutto bene?” – chiese Kagome di rimando con un bel sorriso.
“Sì…grazie…”
“Ehi…è quasi ora di pranzo…che ne dite se pranziamo tutti insieme?” – propose Naraku.
“Per me si può
fare…” – disse Inuyasha. Un’occhiata tra le
due coppie fu il via per la ricerca di un ristorante.
“Devo
parlarti…” – disse Naraku sottovoce a Inuyasha. Il
mezzo demone guardò Kagome che lo guardava a sua volta come per
chiedergli cosa non andasse.
“Naraku deve parlarmi…da solo.” – disse Inuyasha sottovoce per non farsi sentire.
Kagome annuì con la testa, cercando un pretesto per allontanarsi con Kikyo.
“Accidenti!” – esclamò Kagome d’un colpo, attirando l’attenzione di tutti.
“Che succede?” – chiese Inuyasha.
“Ho dimenticato il cellulare in macchina!”
Inuyasha, che sapeva che Kagome stava fingendo, le resse il gioco.
“Certo che hai una testa…ma cos’avrai in questo periodo?”
“Dai…mi dai le chiavi che lo vado a prendere?”
Inuyasha tirò fuori le chiavi e la salutò con un bacio.
“Ti va di venire con me?” – chiese Kagome a Kikyo, sorpresa per quella proposta.
“Ecco, io…”
“Dai…mica ti
mangio…” – la prese per un braccio e la
trascinò via dagli uomini, dando loro modo di parlare da soli.
“Piano Kagome…mi fai male…”
Kagome svoltò dentro un bar e si sedette ad un tavolo con Kikyo.
“Ehi…non dovevamo prendere il tuo cellulare?”
Kagome la guardò e sorrise.
“Tranquilla…cameriere?”
“Sì?”
“Ci porta l’aperitivo della casa per favore?”
“Subito, signorina…”
Il cameriere arrivò con due aperol soda, accompagnato da patatine e olive.
“Kagome?” – la chiamò Kikyo. In quel momento suonò proprio il cellulare di Kagome.
“E’ il mio…scusa…” – Kagome lesse velocemente il messaggio e sorrise. Era suo fratello.
“Ma…cosa…”
“Ma va che sei un po’ lenta nel capire a volte, eh?”
Kikyo abbassò le
spalle per la sua stupidità. Era ovvio che era tutto un trucco
per lasciare soli Inuyasha e Naraku.
“Già…” – ammise la ragazza, guardando fuori dalla finestra.
“Posso chiederti di cosa dovevano parlare?” – chiese Kagome, infilandosi in bocca una patatina.
“Credo del mio trasferimento.” – rispose la ragazza.
Kagome per poco non si soffocò.
“Il tuo…cosa?”
“Trasferimento…Naraku
vuole che lo segua a Londra.” – mentre parlava, Kikyo
sembrava rilassata. Forse Naraku era la sua possibilità di
felicità.
“Capisco…lo ami?”
Kikyo tirò le labbra.
“Non lo so…lui però è innamorato di me da cinque anni.”
Kagome strabuzzò gli occhi.
“Cinque anni? Perché lo hai rifiutato?”
“Perché non lo
sapevo…me lo ha detto ieri sera mentre mi ha tenuto compagnia a
casa. Siamo stati…insieme.”
Kagome capì al volo e sorrise.
“…e la sai una cosa?” – disse lei con un sorriso.
“Cosa?”
“Sono stata
benissimo. Abbiamo fatto l’amore tante di quelle volte che ho
perso il conto e ogni volta mi diceva “ti amo”.”
“Spero glielo abbia detto anche tu…” – osservò Kagome.
Kikyo scosse la testa, sotto lo sguardo attonito di Kagome.
“Come no?”
“Ha fatto un’elenco di tutte le cose che mi piacciono e non, tra le quali spiccava il mio amore per Inuyasha.”
Kagome la invitò con lo sguardo a proseguire.
“Sai, mi sono resa
conto di non amarlo e forse…non l’ho mai amato. Non gli ho
detto che lo amo anch’io perché mi sembrava di passare per
quella facile. Dire ti amo ad una persona mentre ci stai facendo
l’amore è facile, ma prova a dirglielo in faccia, con
tutti i vestiti addosso. E’ un altro paio di maniche.”
“Capisco…spero
che tu ci riesca, ma ti posso garantire che sentirselo dire durante
l’intimità fa un altro effetto ancora.”
“Tu e Inuyasha…”
Kagome sorrise.
“Sì.”
“Ok, senti
Kagome…se per caso Inuyasha dovesse negarmi il trasferimento a
Londra, c’è una piccola possibilità di iniziare
un’amicizia?”
Kagome le regalò un sorriso bellissimo.
“Punto primo:
l’amicizia per me ci può essere che tu vada a Londra o che
rimani. Secondo: se Inuyasha ti nega il trasferimento, ci penso io a
fargli cambiare idea.”
“Kagome…devi
imparare che quando Inuyasha si mette in testa una cosa, è
difficile fargli cambiare idea.” – disse Kikyo che comunque
conosceva Inuyasha da più tempo dell’ormai amica.
“Tu non ti preoccupare.”
Irritata da tutta quella sicurezza Kikyo le rivolse la più normale delle domande.
“E sentiamo…come faresti?”
Kagome sorrise, vittoriosa.
“Si chiamano tette, Kikyo.”
La ragazza arrossì,
ma poi scoppiò a ridere. Ad un tratto il cellulare di Kagome
squillò e la ragazza rispose.
“Si, l’ho preso…adesso arriviamo. Ciao. Era Inuyasha, andiamo?”
“Ti…ti ha detto qualcosa?”
“Sinceramente no, e anche se me lo avesse detto, preferirei che te ne parlasse Naraku.”
Le due si incamminarono
verso i loro fidanzati e quando li raggiunsero a Kikyo sembrò di
respirare un’aria serena. Pranzarono assieme e poi ognuno
tornò a casa propria.
Un’uscita a quattro…vi è piaciuto il capitolo?
Dunque…Inuyasha e
Naraku sono rimasti da soli al ristorante mentre le ragazze andavano a
recuperare il cellulare perduto. Cos’avrà risposto
Inuyasha a Naraku? Concederà il trasferimento a Kikyo?
Aspetto commenti e ipotesi a nastro!
Intanto vi mando un milione di besitos a testa!
Callistas.
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Capitolo 11 *** 11 - Non mi farai cambiare idea! ***
11 - Non mi farai cambiare idea!
Dunque…le mie
prime due storie si sono fermate a commenti totali sotto la centinaia.
Questa storia ha raggiunto, fino ad ora, quota 121. A volte vado sul
sito solo per leggere quel numero *me patetica, lo so…* ma che
ci volete fare? Vedere che una storia è così apprezzata
fa felice chi la legge ma in primis, chi la scrive. Giuro che non ero
tanto convinta dell’idea che mi era balzata in mente, ma ho
voluto provare a darle uno sviluppo. Magari avessi avuto questo
cervellino quando andavo a scuola…sapete la sfilza di 5 che mi
risparmiavo?
Comunque…dopo questo
piccolo sfogo personale, atto a ringraziarvi per i commenti
appassionati che le dedicate, io proporrei di proseguire con la storia.
Dunque…mi sono
volutamente, nonché bastardamente fermata al punto in cui Kikyo
e Kagome si sono chiarite e Inuyasha e Naraku hanno parlato tra di loro
da soli. Non ho voluto specificarlo, ma premetto che Naraku ha chiesto
a Inuyasha di cederle Kikyo. E ora…ora che tutti sono tornati a
casa, Kagome ha premura di sapere la fatidica decisione, nonché
Kikyo.
Ma permettetemi di
ringraziare più approfonditamente ognuna di voi, che con somma
pazienza avete seguito questa storia come un parto:
Inukag4ever:
ti ringrazio per il complimento. Sai, lo so che è difficile
immaginare Kikyo e Kagome in vesti che non siano quelle di nemiche
acerrime, ma ho voluto solamente concedermi un piccolo sfizio personale
e vedere come poteva risultare la cosa.
Per la figura che ha fatto
Kagome in mezzo alla gente mi è venuta proprio spontanea. Dare
del lumacone al proprio fidanzato e passarla liscia non era proprio
corretto. Diciamo che Inu si è vendicato...anche a te piacciono
Kikyo e Naraku insieme? Bene! Perchè hai proprio
ragione...così ci togliamo la mummia dai gioielli di
famiglia...no dai, scherzo pure io (mah...ù.ù).
Comunque grazie mille per tutti questi complimenti e spero che questo capitolo ti soddisfi come i precedenti!
Un bacione alla mia bedda!
krikka86:
ciao bedda! Meno male…sono contenta che le battutine porcelline
ti siano piaciute. Mi sono divertita soprattutto a scrivere quella in
cui Inuyasha “rimprovera” Kagome per non averlo fatto
riposare la notte…hihihi…che mente malata che
ho…non è che ho uno zio monaco, per caso?... Mi fa
davvero piacere che l’amicizia tra Kagome e Kikyo ti sia
piaciuta, anche se mi faceva strano buttare giù quelle parole.
Comunque per sapere come si evolverà la faccenda del
trasferimento, leggi questo capitolo e fammi sapere se ti piace.
Un bacionissimo!
anjhela_kaggy_inuchan91: ciao bedda!!!!!!!! Io sto bene, grazie!
Mi fa piacere rivederti e
sono contenta lo sviluppo tra Kagome e Kikyo ti sia piaciuto. Comunque
non saresti in grado di picchiare il MIO Inuyasha, anche perché
non potrei permetterlo…(mille puntini di sospensione…)
Ad ogni modo troverai la
risposta in questo capitolo, ma attenzione…sarà una
risposta “sofferta”…
Un bacio e alla prossima!
Nel frattempo, AGGIORNA!!!!!!
Bellatrix_Indomita:
bedda…lo so che è corto, ma quello che non sai è
che ho dovuto tagliarmi le mani per non farlo più lungo di
così. Mi sono imposta di troncarlo lì per lasciarvi a
bocca aperta e mi sembra di esserci riuscita. Ma non ti
preoccupare…presto la tua curiosità verrà
soddisfatta e sarà allora che pioveranno le sassate!
Per quanto riguarda
l’amicizia tra Kagome e Kikyo l’ho ritenuta necessaria, ma
permettimi che mi spiego meglio. Allora…partiamo
dall’inizio: arrivo in un nuovo posto di lavoro, la mia collega
di scrivania è una stronza con la “S” maiuscola, mi
mette i bastoni in mezzo alle ruote e vuole farmi fare sempre figure di
m…a di fronte al mio capo. Ingoio una, due, tre volte, ma alla
quarta ti spedisco in orbita. Inizia così il calvario sul
lavoro, nel senso che non sono libera di fare niente senza che questo
non venga analizzato al microscopio da questa collega acida come il
limone andato a male. Però…durante una certa festa, ho la
possibilità di dialogare con lei (dialogare per modo di
dire…) e le sbatto in faccia tutto quello che lei è,
facendola in questo modo ragionare. Lei ci pensa e
“casulamente” arriva la sua felicità (Naraku).
Capisce di aver sbagliato tutto quanto e giustamente deve chiedere
scusa a Kagome. Kagome accetta e inizia un’amicizia. Spero di non
essere stata troppo lunga, ma come di dicevo, l’ho ritenuta
necessaria. Spero non ti dispiaccia, ma mi permetto di pensare che
forse la cosa ti piace *me modesta*. Ti dico solo che questo è
il penultimo capitolo e che sarà per me fonte di enormi
dispiaceri.
Per quello che riguarda la
recensione, io ti giuro che non so più cosa fare. Per
l’amor di Dio…le accetto tutte, dalla prima
all’ultima. Le due precedenti mi sono apparse stimolanti e le ho
bene accettate, ma questa…giuro che non sono stata in grado di
accettarla. Magari la ragazza non intendeva offendere e io le voglio
credere, ma anche se tutte e tre hanno detto sostanzialmente la stessa
cosa, a volte la forma aiuta a recepire meglio il messaggio. E io ho
recepito un bel “ritirati”.
E invece no…non mi ritiro.
Sì, forse sono stata
un po’ attiva nella risposta e adesso un po’ mi dispiace,
ma ti giuro che mi sono anche trattenuta.
Ma mi fa piacere sapere che
se devi rispondere a qualcuno tu pensi a me *callistas fa la sborona*.
Io adesso ti lascio alla lettura di questo capitolo, sperando che ti
piaccia l’evolversi della situazione.
Un bacione e grazie ancora tanto per il tuo sostegno!!
PazzaXinu:
ciao, sono contenta di vedere una tua risposta a quello che ti ho
scritto, davvero. Dunque lascia che ti dica una cosa. Ti chiedo scusa
se anch’io ti sono sembrata una che non accetta le critiche,
però da come me l’avevi messa giù mi dava tanto
l’impressione di un “ritirati, che è meglio”.
Quindi, come prima cosa ti chiedo scusa. Seconda cosa: nel tuo
precedente commento mi avevi detto che “La trama è al
quanto banalotta. Penso che te l'abbiano già detto e quindi non
mi dilungo oltre” e allora ho dato per scontato che avessi letto
qualcosa delle altre ragazze che avevano commentato la storia.
Io ringrazio te per aver
lasciato una tua opinione, di cui terrò sicuramente conto quando
sarò pronta per scrivere qualcosa di realistico. Nel frattempo,
lascia svagare la mente con queste storie che, secondo me, servono
appunto per dar modo a voi lettori/scrittori di leggere
qualcos’altro di realistico.
Grazie ancora e, eventualmente, alla prossima! :- )
Mikamey:
viziando? Addirittura? Guarda che semmai è il contrario! Siete
voi che state viziando me con tutti questi commenti! A furia di
gongolare il mio ego è cresciuto di otto chili come
minimo…comunque, mi fa un immenso piacere che il cappy ti sia
piaciuto. Per quello che riguarda il discorso trasferimento, è
giusto che ti spieghi una cosetta etta etta…non lavorando in un
ufficio di avvocati, mi sono limitata a immaginare come potesse essere
la vita della segretaria di un avvocato. So che quando Kikyo ha
spiegato a Kagome il tipo di lavoro che lei fa è sembrato
più che altro un lavoro da impiegata qualsiasi, ma purtroppo il
mio mezzo neurone marcio ha saputo partorire solamente questa
idea…ti basti il sudoku per capire a che punto sono… -.-
Diciamo che ho pensato che tenere l’agenda di un avvocato fosse
un impiego alquanto impegnativo e oneroso e che comunque la mummia,
visto i suoi eccellenti voti, fosse un buon supporto per lo studio di
Inuyasha.
So che con Naraku potrebbe
essere felice, anzi…togliamo il potrebbe e mettiamoci un bel
sarà…però con queste premesse…
Bedda? Grazie mille per il tuo commento e scusami ancora se non sono stata regolare con quelli della tua storia. Mi perdoni?
Bacioni e ti aspetto in fondo a cappy!
Monik:
la mia sensei preferita! Io però preferirei che respirassi a
pieni polmoni, sai…non vorrei che rischiassi
un’embolia…comunque lascia che ti dica che questo è
il penultimo capitolo, che spero ovviamente ti piaccia.
Io ti ringrazio per tutti questi commenti, esagerati, ma con gioia accettati e spero di vedere un tuo commento sul prossimo!
Un bacionissimo e a presto!
Achaori:
so che son bastarda e so anche che Kikyo e Kagome amiche fa uno strano
effetto, molto strano…sono contenta che tu abbia una ficcy
pronta che commenterò appena la leggerò.
Aspetto con impazienza la tua storia, mi raccomando! Bacioni grossi!
Fmi89:
perché sono bastarda, non s’era capito? Anch’io
vorrei che Inuyasha la lasciasse partire, ma non so se mi andrà
di farlo…
Bene! Dopo averti lasciato
a bocca aperta ti aspetto in fondo al capitolo, ringraziandoti mille e
più volte per tutti questi complimenti!
Un bacione grosso e forte!
Le_montagnine:
guarda…mi sembra di sì, ho questo vago
ricordo…CIAO BEDDE! Sono contenta di rivedervi su questi
schermi! Mi sembra di capire che vi vogliate una montagnina di bene, o
sbaglio? ù.ù. Alura…immaginavo che ti chiedessi se
il cuore era un optional o se c’era ma non funzionava
correttamente, bene! Ecco la risposta. Spero ti sia piaciuta!
Ma non ti
preoccupare…prima del 4 Maggio avrò bello che finito
questa storia. Comunque sì…quando Inuyasha e Naraku sono
rimasti da soli, hanno parlato del trasferimento di Kikyo e Inuyasha ha
detto che…tu e tua sorella dovrete leggere questo capitolo per
saperlo.
Grazie mille per questo commento, davvero! Mi ha fatto un enorme piacere e, se ne hai voglia…salutami la isa!
Vale728:
beh, no dai…^//^ se mi fai i complimenti è perché
vuoi, non perché devi…ma mi fa veramente piacere che tu
mi abbia detto questo!! In fondo, Kikyo aveva solo bisogno di potersi
fidare veramente di qualcuno e di parlarci insieme. A volte serve
andarci giù pesante con le parole per far aprire gli occhi ad
una persona e Kagome glieli ha spalancati. Ora Kikyo deve solo
cominciare ad essere un po’ più solare.
Per sapere se Inu la lascerà partire, leggiti questo capitolo e fammi sapere se ti è piaciuto.
Un kizzuolo enorme!
Kagome19:
sono contenta che questa Kikyo ti sia piaciuta! Ora dovrà solo
saper cogliere al volo le occasioni che le riserverà il futuro.
Il futuro, già…accanto a Naraku o sempre a Tokyo con
Inuyasha?
Leggere per scoprire!
Un bacionissimo anche a te!
IO E IL MIO CAPO NON MI FARAI CAMBIARE IDEA!
Una volta arrivata a casa,
Kagome iniziò ad assillare Inuyasha per sapere se aveva deciso
di concedere il trasferimento a Kikyo.
“Allora? Le permetterai di andare a Londra?”
“La verità?” – chiese lui.
“No, una balla stratosferica…certo che la verità!” – esclamò lei.
“No.”
Kagome rimase interdetta.
“No?” – ripetè lei, pensando di aver capito male.
“No.” – confermò lui.
“Perché?!?” – chiese lei allibita, dopo un attimo di silenzio.
“Perché
nonostante tutto quello che può essere, Kikyo rimane sempre e
comunque un valido supporto e non mi va di privarmene.”
“Posso sapere che vi
siete detti? No perché mi sembra alquanto impossibile una cosa
del genere…” – disse lei, che si stava un po’
arrabbiando.
“Naraku mi ha chiesto di portare Kikyo con sé e io gli ho detto che la preferivo qui. Tutto qua.”
Kagome lo guardò con aria di sfida.
“Beh? Perché mi guardi così?”
“Perché
sei…sei…un…ah! Lasciamo perdere!” –
disse Kagome andando in camera per cambiarsi.
Inuyasha la seguì,
speranzoso in un’approfondimento della loro storia. Kagome si
stava togliendo i vestiti con la forza, quasi volesse strapparseli di
dosso. Inuyasha sorrise sornione, perché pensava che avrebbe
potuto godere della sua compagnia ancora per un po’. Stava
iniziando a togliersi la giacca con fare sensuale quando…
“Scusa…che stai facendo?” – chiese lei allibita.
Inuyasha, pensando che lo stesse prendendo in giro, le resse il gioco.
“Nulla, perché?” – chiese lui ingenuamente.
“Cioè…se
pensi che io e te adesso ci rotoleremo nel letto fino allo sfinimento,
credo che tu abbia fatto male i tuoi conti.”
Il mezzo demone iniziò a tremare dalla paura.
“Co-cosa?
Ma…perché?” – chiese, abbassando le
orecchiette canine come se fosse stato rimproverato.
Kagome sorrise, sapeva di avere il coltello dalla parte del manico.
“Queste…”
– disse, strizzandosi il seno e facendo sbavare Inuyasha (che le
voleva toccare lui) – “…puoi iniziare a registrarle
nei ricordi perché finchè non concederai il trasferimento
a Kikyo ti renderò la vita un inferno!”
Inuyasha era basito.
“Non puoi farlo!”
Kagome lo guardò stupita.
“Perché? Il corpo è il mio e me lo gestisco io, se permetti!”
Inuyasha era stravolto.
“Non puoi farmi questo!”
“Sì che
posso!” – ribattè Kagome più seria che mai.
– “E per precisare…quando ho detto che ti avrei reso
la vita un inferno, intendevo esattamente quello.”
“Perché devo concedere il trasferimento a Kikyo?”
“Ma…Naraku non ti ha detto niente?” – chiese Kagome, ora lei quella stupita.
“No!”
“Kikyo e Naraku stanno insieme.” – spiegò Kagome ad un Inuyasha alquanto allibito.
“Da quando?”
“Dalla tua festa di
ieri sera. Non andrebbe mica a lavorare per altri studi! Dato che va a
Londra sarebbe logico pensare che Naraku la voglia con sé.
Conosce bene Kikyo e la ragazza sta iniziando a capire i propri
sentimenti.” – Kagome si diresse in bagno, dove
mollò l’acqua per farsi una doccia.
“C-cosa stai facendo?” – chiese stupidamente il mezzo demone.
La ragazza rise. Certo che quando voleva fare la bastarda la cosa le riusciva parecchio bene, eh?
“Ti ho detto che ti
avrei fatto passare le pene dell’inferno…” – e
come se niente fosse iniziò a togliersi la maglietta, mostrando
il suo seno sodo.
Inuyasha chiuse gli occhi,
mentre sentiva l’eccitazione crescere a livelli esponenziali.
Quando li riaprì, vide Kagome togliersi i pantaloni e lo slip.
Il mezzo demone si appoggiò allo stipite della porta, battendoci
la testa varie volte per cercare di calmarsi. Sentì le porte
della doccia chiudersi e quando guardò in quella direzione, vide
Kagome mentre si passava le mani sul corpo. A causa del vetro
zigrinato, Inuyasha non vedeva nitidamente la figura di Kagome e questo
lo stava mandando in orbita. Furente con sé stesso, per non
essere stato in grado di resistere a quel diavolo tentatore,
iniziò a spogliarsi, togliendosi i vestiti in malo modo, e
gettandoli per terra. Aprì le porte della doccia e Kagome non si
degnò nemmeno di girarsi.
La ragazza, sentendo le
porte aprirsi, sorrise. Avrebbe aiutato Kikyo in qualsiasi maniera. Si
voltò solamente perché Inuyasha l’aveva fatta
voltare con rabbia.
“E va bene…” – disse lui infine.
Kagome sorrise, vittoriosa.
“Va bene cosa?” – precisò lei.
“Concederò il trasferimento a Kikyo, contenta?”
Kagome si avvicinò a
lui e lo baciò. Inuyasha sentiva le sue forme premere contro il
suo torace e sorrise. La ragazza iniziò a baciargli il collo,
mentre i due corpi venivano bagnati dall’acqua della doccia.
Inuyasha la prese per le gambe e la fece sua dentro il box, per poi
continuare nella stanza da letto.
“Allora? Che ti ha
detto?” – chiese Kikyo titubante. Aveva visto la faccia di
Naraku e non prometteva nulla di buono.
“Non concederà il tuo trasferimento.” – disse lui tutto d’un fiato.
La ragazza ci rimase malissimo.
“A-ah…capisco…beh…vorrà dire che ci sentiremo per telefono, no?”
Naraku l’attirò verso di sé e di nuovo fecero l’amore con disperazione.
Erano sdraiati sul letto della camera d’albergo di Naraku e si misero a parlare.
“Le ho provate
tutte…” – disse Naraku. – “…ma
non ha voluto sentire ragioni…”
Kikyo era abbracciata a
lui, con il viso poggiato sul suo possente torace. Non sapeva cosa
dire; tutte le parole di questo mondo le sembravano così
insignificanti e prive di senso che il solo fatto di aprire la bocca
per darvi aria era classificato come gesto inutile. Iniziò a
piangere in silenzio, com’era abituata a fare fin da piccola.
“Le lacrime sono segno di debolezza…”
le ripeteva sempre il padre, per questo aveva imparato a piangere in
silenzio, così le sembrava di non essere debole. Naraku si
voltò verso di lei solo perché sentì freddo sul
torace.
“Ehi…non
piangere…” – disse lui abbracciandola forte. –
“…troveremo una soluzione. Te lo prometto.”
Kikyo annuì, prima di perdersi per la seconda volta nel suo profumo.
Era arrivata anche la domenica e Inuyasha e Kagome erano stesi sul letto. Si stavano baciando fino a consumarsi le labbra.
“Dovremmo…alzarci…” – disse Kagome tra un bacio e l’altro.
“Dopo…” – disse lui, zittendola con un altro bacio.
“Inuyasha…”
– Inuyasha non la smetteva di baciarla e toccarla. Quella
minaccia di astinenza lo aveva davvero spaventato, ma quello che lo
aveva spaventato di più era il fattore certezza. Kagome avrebbe
mantenuto la sua parola se lui non avesse concesso il trasferimento
alla sua dipendente. Ma forse, non era un male che Kikyo andasse a
stare a Londra. Avrebbe potuto gestire la sede con Naraku e,
conoscendola, farsi degli amici. Il mattino successivo avrebbe iniziato
a firmare le carte per il suo trasferimento definitivo.
“Ti amo…” – disse Inuyasha, fermandosi a contemplare il volto di Kagome.
“Ti amo anch’io…” – disse la ragazza, zittita da un altro bacio.
Si alzarono dopo
un’ora verso le una. Kagome, con addosso il lenzuolo, si era
avviata in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti.
Inuyasha si stava facendo una doccia e si era rivestito con i jeans del
giorno prima. Quando entrò in cucina e vide Kagome trafficare
per prendere una pentole gli venne da ridere. Con una mano cercava di
raggiungere il recipiente, mentre con l’altra si teneva il
lenzuolo perché non le scivolasse.
“Intendi fare la giraffa ancora per molto?”
Kagome si girò con un bel sorriso.
“No, se mi aiuti…”
Inuyasha si avvicinò
e l’aiutò a prendere la padella e gliela consegnò,
pagando per penitenza con un bacio.
“…ma guarda che mi tocca fare per vivere…” – disse lei, baciandolo con passione.
Pranzarono dopo circa una mezz’oretta e Kagome per il pomeriggio si era portata a casa il lavoro sulla HC.
“Posso aiutarti?” – chiese Inuyasha.
“Sì…quella
è la relazione che ho scritto. Dacci un’occhiata mentre
vado a farmi la doccia.”
“Ok!” –
disse Inuyasha con il naso infilato nei fogli che Kagome gli aveva
dato. Lesse tutto con avidità, trovandola molto buona. Parole
semplici, ma di grande effetto. Kagome tornò con una tuta da
ginnastica e si sedette al tavolo con Inuyasha.
“Allora?” – chiese lei.
“Molto buona. Adesso che conti di fare?”
“Pensavo di chiedere
agli Hizumo se potevano verificare se oltre alle coppie che
c’erano l’ultima volta ce ne fossero delle altre, in modo
tale da avvisare anche loro. Penso che troveremo delle belle
sorprese…” – disse lei amara. Lavorarono per tutto
il pomeriggio e anche alla sera, sbocconcellando una pizza che si erano
fatti portare a casa. Avevano portato avanti di un bel po’ il
lavoro. Verso le undici, per Inuyasha venne il momento di tornarsene a
casa, con evidente delusione di Kagome.
“Ci vediamo domani, allora.”
“D’accordo…ciao piccola. Ti amo…”
“Ti amo anch’io…” – Kagome s’infilò a letto e, dopo mezz’ora, anche Inuyasha.
Al lavoro, tutti erano in fibrillazione.
La voce di Kikyo
abbracciata a Naraku aveva fatto il giro dell’ufficio e adesso
tutti ci stavano ricamando sopra. Appena la ragazza in questione
entrò in ufficio, tutti si zittirono, facendola sentire a
disagio, come se avesse combinato un guaio. Proseguì a testa
alta verso la sua postazione, ma si sentiva gli occhi di tutti addosso.
=Adesso capisco come poteva
sentirsi Kagome…non posso fare altro che stare zitta e
ingoiare…= pensò Kikyo, mentre accendeva il computer. A
poco a poco, le voci ripresero e in quel mentre entrò Kagome,
assalita fin da subito dai suoi colleghi per informarla della
novità Kikyo-Naraku. La ragazza annuiva e sorrideva, anche se
avrebbe voluto sbranarli tutti. Si sedette al suo posto e vide Kikyo
trafficare con dei fazzoletti.
“Ehi…tutto bene?” – chiese Kagome, mettendole una mano sulla spalla.
Kikyo si girò con gli occhi lucidi.
“S-sì, tranquilla…”
“Dai…dimmi che è successo?”
“E’
che…solo adesso mi rendo conto di come ti potevi essere sentita
tu quando avevi iniziato la tua storia con Inuyasha… mi dispiace
tanto…”
“Ma dai…non preoccuparti…senti, credo che Inuyasha voglia parlarti del tuo trasferimento. Va da lui.”
Kikyo negò con la testa.
“Naraku mi ha detto tutto…preferisco sentirmelo dire solo una volta che due…”
“Va da lui.” – disse Kagome, non molto pazientemente.
“Ti prego Kagome…non farmi questo…”
Kagome la guardò con uno sguardo di fuoco.
“Va da lui!” – ordinò.
Kikyo, si alzò di scatto e andò da Inuyasha.
“Avanti…” – disse il mezzo demone, dal suo ufficio.
“Posso?” – chiese timidamente Kikyo.
“Buon giorno Kikyo…senti, per il tuo trasferimento…”
“Naraku mi ha
già detto tutto, non ti preoccupare…” – disse
la ragazza con un evidente sorriso sforzato.
Inuyasha la guardò, sgridandola con lo sguardo per averlo interrotto.
“…questa è la documentazione che ti servirà per entrare nello studio di Londra. Non perderla.”
Kikyo prese le carte e solo dopo capì la frase di Inuyasha.
“Co-come?” – chiese allibita la ragazza.
“Ti mando a Londra,
ma bada bene…che se vengo a sapere che lavori per un altro
studio vengo lì e ti riporto indietro!” –
tuonò il principale.
Kikyo non resistette e gli saltò in collo per la felicità.
“Grazie! Grazie!
Grazie! Grazie mille! Anche se forse dovrei dire grazie a
Kagome…” – Inuyasha divenne bordeaux.
“Ma…”
“Cose da donne…” – disse lei saccente. – “Naraku lo sa?”
“No, pensavo volessi dirglielo tu al tuo fidanzato.” – stavolta fu il turno di Kikyo di arrossire.
“G-grazie…”
“Dovrai aspettare però…”
“Perché?
“Va da Kagome…te lo spiegherà lei.” – disse Inuyasha, mentre sistemava alcune carte.
Kikyo uscì, non prima di aver ringraziato Inuyasha per l’ennesima volta.
La ragazza arrivò
tutta trafelata dalla collega, nonché amica e le si buttò
letteralmente al collo, ridendo come una pazza per quello che aveva
fatto per lei, sotto lo sguardo allibito dei suoi colleghi, che
pensavano di essere stati catapultati all’improvviso in un
universo parallelo.
“Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!”
“Dai calmati…hai visto? Secondo me sei tu quella che non conosce bene Inuyasha…”
Kikyo rise per aver solo immaginato cos’avesse fatto la sua amica per farle ottenere il trasferimento.
“Inuyasha però mi ha detto che devo aspettare a partire e di venire da te per chiedere spiegazioni.”
Kagome annuì e tirò fuori dalla sua borsa un tomo e la relazione sulla HC.
“Conosci la Hakudoshi’s Company?”
Kikyo annuì.
“E chi non la
conosce? Anche se nessuno è mai riuscito a trovare le prove,
è sospettata di non aver isolato il cromo esavalente per la
tipologia di lavoro che svolgono.”
“Perfetto, almeno mi
risparmi la fatica. Inuyasha mi ha affidato questo incarico, solo che
non credo di farcela da sola. Ho bisogno di aiuto.”
“Di me?” – chiese Kikyo allibita.
“Sì…questo
è quello che ho raccolto fino ad ora. Dacci un’occhiata e
dimmi se manca qualcosa.”
Kikyo si mise subito
all’opera e dopo un paio d’ore aveva già finito
tutto. Kagome nel frattempo era al telefono con gli Hizumo per indire
una nuova riunione.
“Allora…non
manca nulla. L’unica cosa necessaria per inchiodare la sede di
New York è necessario…”
“La sede di New York? Che centra?” – chiese Kagome non capendo.
“Vedi…lo
stabilimento di Ichigawa è solo una sede staccata che, come la
maggior parte delle filiali, necessita l’approvazione della sede
centrale per ogni decisione. Quindi è logico pensare che la sede
di New York fosse a conoscenza della cosa.”
“Ma certo che lo sapeva!” – esclamò Kagome.
“Dammi il documento che lo prova.” – disse semplicemente Kikyo, tirando fuori il suo lato sicuro.
Kagome abbassò lo sguardo, avvilita.
“Quindi non lo sapeva
e finchè non avremo in mano quel documento le nostre ricerche
saranno vane. Le prove sono inconfutabili e c’è una buona
probabilità di successo, ma senza quel documento non riusciremo
a far ottenere ai clienti il giusto risarcimento.”
“Che dobbiamo fare?” – chiese Kagome.
“Allora…ho sentito che devi andare ad una riunione.”
“Sì, oggi pomeriggio.”
“Perfetto.
Verrò con te, in modo che tutto risulti chiaro ai clienti.
Dovremmo indire anche una specie di riunione dove tutti possano esporre
i propri problemi e preoccupazioni. Finito questo lavoro, chiameremo a
giudizio la HC.”
“Iniziamo subito
allora.” – Kagome e Kikyo si alzarono dalle loro
postazioni, suscitando la perplessità di molti. Andarono da
Inuyasha per chiedergli il permesso di assentarsi dal lavoro per
risolvere il caso della HC.
“…vedete, la
HC non corre alcun pericolo al momento anche perché, stando a
quanto mi ha detto il signor Hizumo, stanno solo acquistando del
terreno e con i suoi clienti non avrebbe alcun problema…”
– spiegò Kikyo, il più esaurientemente possibile.
– “…ma se li citiamo per negligenza sarà
necessario che ognuno di voi si presenti davanti al giudice, esponendo
i vari problemi che ha avuto. Essendo questa una causa un po’
particolare, alla fine ci dovremmo attenere alla decisione del
giudice.”
“Ma se giudicherà innocente la HC? Come faremo?”
“Se dovesse accadere,
putroppo non ci sarà nulla da fare, ma presumo sia quasi
impossibile. Le prove che abbiamo raccolto sono troppo ben dettagliate
e comprovate da una fornitissima documentazione, quindi è
impossibile determinare già da adesso l’innocenza della
HC.”
“E come verrà distribuita la somma destinata? A chi va cosa e quanto?” – chiese uno dei presenti.
“In questo caso
verrà stanzionata una cifra e divisa equamente tra tutte le
famiglie che hanno subito danni dalla HC.”
Molti dissensi partirono dai vari presenti, che non erano d’accordo con quel modo di procedere.
“Ci batteremo per
farvi avere il giusto riconoscimento.” – disse Kagome.
– “Sarebbe utile che tutte le famiglie interessate
partecipassero alla riunione che pensavamo di tenere tra tre settimane
nel parco giochi qui vicino. Rilasceremo depliant e opuscoli
informativi. Chiunque avesse informazioni relative al caso ce le
può comunicare allora.”
La riunione finì e Kikyo e Kagome poterono tornare in ufficio.
Occuparono un’intera
sala riunioni, saltando sia il pranzo che la cena. Lavoravano
ininterrottamente, scoprendo di avere molte affinità anche sul
lavoro.
Il loro operato,
però, stava iniziando ad infastidire le alti classi
diringenziali della HC, che aveva indotto una riunione con lo studio di
Inuyasha per cercare di sedare la cosa magari con qualche compromesso.
Kagome e Kikyo furono invitate a partecipare alla riunione anche
perché parte del lavoro lo avevano fatto loro due. Occuparono
una sala riunioni e quando entrarono, Kagome provò subito un
senso di nausea verso quelle persone che si vedeva lontano un
chilometro fossero colpevoli.
“Buon giorno…” – disse l’avvocato Kinsei della parte offesa.
“Buon
giorno…” – salutarono Inuyasha, Kagome, Kikyo e
altri collaboratori più anziani, pronti a intervenire in caso di
necessità. Tra gli avvocati della contro parte, c’era
anche una donna, che all’apparenza era molto sicura di sé.
Depositarono a terra le loro ventiquattrore e poi squadrarono gli
“avversari” uno per uno.
Fu la donna a prendere parola, l’avvocato Kagura Wings.
“Diciamoci la
verità…” – esordì lei, come se quello
che stava per dire doveva essere preso per legge.
Kagome e Kikyo già la odiavano. Assottigliarono gli occhi contemporaneamente, pronta per incenerirla.
“Sei milioni di
dollari è una bella somma per i vostri clienti…”
– Kagura stava per proseguire, ma fu interrotta da Kagome,
irritata da tutta quell’arroganza.
“Ecco…già mi fa incazzare…”
Tutti i presenti si girarono verso la ragazza allibiti.
“Kagome…”
– cercò di ammonirla Inuyasha, ma la ragazza non intendeva
fermarsi finchè non aveva detto tutto quello che aveva da dire.
“…queste
persone non sognano minimamente di arricchirsi. Vogliono solamente
vedere i loro figli crescere senza temere che si ammalino di cancro
addirittura all’età di sette anni, come Myia Hizumo, una
nostra cliente, o che gli si polverizzi la spina dorsale come a Kiosuke
Dekkai, un altro nostro cliente.”
I colleghi di Kagome si
sprofondarono compiaciuti nelle loro sedie per le giuste parole della
loro collega. Loro non sarebbero stati in grado di rendere meglio
l’idea.
“Ora voglio che
rifletta su quanto può valere la sua spina dorsale, avvocato
Jersey…” – disse Kagome guardando l’avvocato
che accompagnava la donna. – “…o quanto si aspetti
che paghino per il suo utero, avvocato Wings…” –
disse Kagome guardando Kagura. – “…prendete quel
numero e moltiplicatelo per cento. Qualsiasi cifra al di sotto di quel
numero è una perdita di tempo.” – ci fu un momento
di silenzio, momento in cui Kagome vide l’avvocato Wings prendere
il bicchiere d’acqua messole a disposizione dall’ufficio di
Inuyasha. Ma prima che Kagura potesse bere l’acqua, Kagome la
fermò. – “Abbiamo fatto portare quell’acqua
apposta per voi, signori. Proviene da un pozzo di Ichigawa.”
Kagura guardò leggermente intimorita quel bicchiere, per poi posarlo con nonchallance.
La riunione era già terminata.
“Bene…” – disse Kagura. – “…credo che la riunione sia finita.”
“Eccome se è
finita…” – esclamò Inuyasha, orgoglioso di
Kagome. Gli avvocati furono scortati fino all’uscita e
l’equipe di Inuyasha ebbe modo di discutere di
quell’incontro.
“Sei milioni di dollari…” – disse Kikyo allucinata per la sfrontatezza della proposta.
“Almeno hanno fatto un’offerta…” – disse Kagome.
“Cento milioni di dollari era un’offerta!” – tuonò Inuyasha.
Discussero per un quarto
d’ora su come comportarsi da lì in avanti, finchè
non venne ora di pranzo. Per una volta Kikyo e Kagome decisero di
uscire con i loro fidanzati a pranzo. Naraku aveva deciso di
trattenersi finchè il caso non fosse stato risolto e partire
così insieme a Kikyo. Parlarono di tutto fuor chè del
lavoro, divertendosi.
Tornati in ufficio, ognuno
tornò alle proprie mansioni. Kagome doveva andare da Inuyasha
per discutere con lui di un approccio al pubblico che secondo lei
poteva funzionare ma, quando entrò, fece tutto tranne che
parlare.
“Inuyasha,
no…non sul lavoro…” – ma Inuyasha non la
stava a sentire. L’aveva già fatta sedere sulla sua
scrivania, baciandola ininterrottamente.
“Non ce la faccio
più…” – ammise lui con il tono di voce di un
bambino che aveva davanti la sua caramella preferita, ma non poteva
mangiarla.
Kagome rise, sentendo quel
tono di voce e si abbandonò alle carezze di Inuyasha.
Uscì dal suo ufficio dopo mezz’ora di fuoco, tutta
scombussolata.
“Ti odio quando fai così…” – disse lei, fintamente arrabbiata.
Kagome tornò da Kikyo e la trovò nelle sue stesse condizioni. Si misero a ridere e poi tornarono al lavoro.
Dunque…la fermezza
di Inuyasha nelle sue decisioni passerà alla storia come
proverbiale.
Allora...Inuyasha non voleva lasciar andare Kikyo. Nonostante la sua indole
bellicosa iniziale, avrete notato come si è saputa destreggiare
con Kagome nell’organizzazione della riunione. Ecco, bene. Ma per
fortuna la Provvidenza, in questa storia ha il nome di Kagome, ha
saputo mettere a posto ogni cosa.
Chissà adesso cosa succederà? In primis dovrà essere sistemata la causa della HC e poi…
Vi aspetto con ansia al prossimo capitolo che, purtroppo, sarà l’ultimo.
Prima di lasciarvi definitivamente, ci
tenevo a precisare che alcune battute, specie quelle della riunione con
gli avvocati della HC e la riunione dagli Hizumo sono stati interamente
presi dal film. Li ho voluti mettere perchè erano il fulcro di
tutto il malessere che la ditta stava causando e poi perchè
quando ho visto quella scena del film, mi sono adoperata per realizzare
un tempio votivo a chi l'ha scritta. Parole più giuste e di
grande effetto non ne potevano esistere. Questo era solo per
specificare che non era e non è mia intenzione usare il lavoro
altrui e farlo mio. Ringrazio però l'autore di quelle celebri
frasi.
Un bacione a tutte voi, callistas.
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Capitolo 12 *** 12 - Happy Ending? ***
12 - Happy Ending?
Sigh sob…ultimo capitolo di questa s.ga (mettete voi la vocale che più ritenete opportuna…).
Allora, so di essere
ripetitiva, ma non so cosa farci: grazie. Grazie infinite per il vostro
sostegno, supporto, aiuto e tutto quello che ci va dietro. Senza di voi
gli scrittori non esistono, quindi…GRAZIE!
Sono stata davvero felice
di vedere i vostri commenti. Sulle regole che governano questo sito ce
n’è una che parla di come dovrebbe essere la recensione
ideale, dove ad un certo punto si afferma di non scrivere soltanto
“che bella! Aggiorna presto!” ma di essere un po’
più esaustivi. Bene, è un punto di partenza, ma io credo
che comunque il fatto di trovare un semplice commento come può
essere quello che ho riportato io, sia un piccolo inizio. Ciò
implica che comunque la storia è stata letta o che la si sta
leggendo e io la ritengo una buona cosa. Perciò cari/e
lettori/trici, per quanto mi riguarda, non disdegno nessun tipo di
commento. Scrivete pure quello che vi sentite, ma non strafate. I
commenti lunghi sono apprezzati così come quelli che richiedono
semplicemente un aggiornamento.
Premesso questo (guai a voi
se non fate due kilometri di commenti alla volta…) vorrei
ringraziarvi di cuore per avermi seguita fino qui. Siete stati la linfa
vitale di questa storia e se ha raggiunto la parola fine è stato
anche grazie a voi.
DolceKagghy:
ciao bedda! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e per i
commenti non preoccuparti. Anch’io sono passata per la tua strada
e so cosa vuol dire, quindi…tranquilla! Diciamo che comunque la
Inu-Kag è quella che va di più e anch’io la adoro.
Sono comunque in assoluto la persona più felice nel sapere che
Inuyasha e Kagome ti siano piaciuti, soprattutto per i loro
comportamenti, per il fatto che non hanno mai avuto problemi a dirsi le
cose in faccia.
Io ti ringrazio per tutto e ora che sei registrato spero di poterti rivedere nella mia prossima ficcy!
Un bacione e a presto!
Eriko chan:
ciao bedda! Grazie mille per i tuoi complimenti. Mi hai reso veramente
felix! Anch’io adoro quella coppia, non per niente incentro le
mie storie soprattutto su loro due. Ma una cosa non mi è
chiara…chissà come mai tutte hanno apprezzato il metodo
persuasivo di Kagome ù_ù.
Grazie mille per i complimenti e ti aspetto in fondo al capitolo.
Un besitone grosso come il mondo per esserti unita al gruppo di commentatori!
Krikka86:
se sei una bedda tu lo sai, batti le mani…CLAP CLAP! Bedda
beddissima, ciao! Come stai? Anche se sono ripetitiva sono contenta che
la persuasione di Kagome abbia dato i suoi frutti e che ti sia
piaciuta. Purtroppo sì, è finita, ma non temere.
Personalmente ho altre storie già scritte che attendono solo un
controllo ortografico e poi sono pronte per essere pubblicate. Quindi
sta tranquilla che questa non sarà l’ultimo lavoro che
leggerai (ti prego, no…non alzare gli occhi al cielo
ç_ç…).
Inu non è molto
resistente quando si tratta di Kagome e la ragazza lo sa benissimo,
quindi l’ho generosamente provvista di una buona percentuale di
bastardaggine…con il risultato che Kikyo può andare a
Londra.
Non farci troppo
l’abitudine per quanto riguarda l’amicizia tra Kagome e
Kikyo…non sarò sempre così santa.
Mia piccola
krikketta…grazie mille per aver commentato la mia storia. Mi ha
fatto davvero un enorme piacere aver potuto scambiare quattro parole
con te e spero vivamente di rivederti la prossima volta.
Un besito, callistas.
Monik:
konnichi-wa, sensei adorata…felice di aver allietato la tua
giornata, ma…PERCHE’ NON AGGIORNI, PORCA
PALETTA?!?!?!?!?!? Sono giorni che aspetto e che cado inesorabilmente
verso la depressione!
Ehm…scusa…il mio alter ego non mi avvisa mai quando intende uscire allo scoperto -_-“
Dunque…dicevo? Ah,
sì…sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto e
spero di non toppare proprio con l’ultimo.
Il piccolo Inu deve ancora
imparare che con Kagome non si scherza (e neanche con me). Ho voluto
rendere Kikyo decisamente più socievole e meno cadaverica e sono
contenta che il risultato ti sia piaciuto. Tengo molto alla tua
opinione.
Lo so che l’ho
ricopiata spudoratamente, ma quelle parole e l’enfasi messa
dall’attrice erano state così superbe che non ho potuto
proprio farne a meno. Per giorni ho cercato parole diverse, giusto per
non fare il classico “copia incolla”, ma alla fine mi sono
detta “ma sì, dai…” ed eccoci qui.
Come mai tutta rossa, mia cara sensei? Non ci eri più abituata ai momenti infuocati in ufficio?
Comunque tu sei troppo
buona con me! Ma ti prego, non piangere…mi dispiacerebbe un
casino sapere di essere la causa delle tue lacrime.
Nooooooo…hai la tonsillite? Allora aspetterò che tu guarisca per poi urlarti dietro di aggiornare ^^
Ti lovvo anch’io. Tremila besitones grandi come il sole e…alla prossima!
Fmi89:
ah, è così? Lo sapevi già? E allora io cosa ci sto
a fare qui ç_ç? Non servo più? *Callistas piange
disperatamente*. Grazie mille per il tuo sostegno e ti aspetto in fondo
al cappy!
Le_montagnine:
cappevo! In Kenya! Mi hanno detto che è bellissimo, è
vero? Beata te…io sono sempre rattoppata dietro una scrivania.
Mi piacerebbe molto viaggiare…bene…dopo questa parentesi
di amore fraterno (si dice fraterno anche per le sorelle? Mah…)
io vi ringrazio per i vostri bellissimi commenti. Sì, Kagome
è stata moooooooolto convincente e ancora sì. Lei usa
mezzi un po’ più soft rispetto ai tuoi…
Sai, mi fa davvero piacere che il film ti sia piaciuto e spero di non averlo rovinato con la mia storia.
Per il seguito ce
l’ho già in mente, devo solo aggiustare un paio di cosette
e metterlo per iscritto. Mi sembra di aver scritto qualcosa sui
genitori di Kikyo…chissà che non entrino in scena loro
con un ricatto…hihihi…kami quanto sono bastarda…ma
non preoccuparti. Parti pure tranquillamente, che non penso di postare
il seguito per quella data.
Dunque, dunque,
dunque…mi piacerebbe salutare la isa, ma visto che non
può parlare ti chiedo di salutarmela tu, ok?
Carissime! Vi ringrazio
ancora infinitamente per il supporto che mi avete dato fino a
quest’ultimo capitolo e spero di potervi rivedere su
un’altra delle mie storie.
Un bacione (senza bavaglio)!
Achaori:
ti ringrazio per i complimenti, bedda! Spero che questo cambiamento
repentino non sia sembrato troppo esagerato, anche perché non
era mia intenzione. Ho solo presupposto una cosa: che a volte, sono
sufficienti poche parole, ma che siano quelle giuste per far capire che
si sta sbagliando. Forse nessuno ha mai parlato veramente con Kikyo o
le ha mai detto come stavano le cose in realtà, facendo
così in modo che la ragazza si alimentasse di false speranze nei
confronti di Inuyasha. Ma sono contenta che ti piacciano anche
così.
Per quanto riguarda il
nostro…mio Inuyasha, diciamo che era mio obiettivo primario fare
in modo che negasse il trasferimento alla ragazza. Perché
altrimenti come faceva Kagome a convincerlo del contrario?
Concordo…l’astinenza
è una brutta bestia, specie per i tipi come Inuyasha. So che
questo è l’ultimo capitolo, ma non disperare…ho
molte altre storie e alcune ideuzze da realizzare, ma abbi fiducia.
Ti aspetto alla prossima e spero che anche tu possa deliziarci con altre tue storie!
Bacioni!
Giuly_chan95:
ciao new entry! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e che me
l’hai voluta commentare anche se siamo alla fine. Mi ha fatto
davvero un gran piacere. Figurati…anche il mio pc ogni tanto
parte per le Hawaii e mi lascia a casa…vorrei partire con lui
ogni tanto, ma il biglietto è solo per uno…beh, pazienza.
Sono contenta che Naraku e
Kikyo ti siano piaciuti, così come Kagome e Inuyasha (mia coppia
preferita!). Beh, certo…Kagome è stata molto convincente
nella sua arringa e Inuyasha non ha potuto far altro che chinare il
capo e dire di sì (com’è giusto che
fosse…giusto per precisare…)
Problema HC? Non preoccuparti…in questo capitolo si troverà la soluzione a tutto!
Chissà come mai non
aveva più sete, quella? Che fosse perché l’acqua
era contaminata? O.O Non lo avrei mai detto…
Dunque, eccoti accontentata. Questo è l’ultimo capitolo, ma spero comunque di trovarti nelle mie prossime ficcy!
Un bacione anche a te!
Inukag4ever:
stranita addirittura? Forse non hai tutti i torti! Fa davvero strano
vedere insieme quelle due senza che rischino di scannarsi. Adesso
rimane solo la HC e comunque l’hai scritta correttamente.
È giusto che Kagome si agguerrita. Lei non sopporta i soprusi e
quello che la ditta sta facendo a quei poveri uomini la fa a dir poco
imbestialire.
Ecco, brava…chiudi
la bocca, va…evitiamo la nidificazione stratificata di qualche
mosca. Mi fa davvero un enorme piacere vedere che il metodo di
persuasione di Kagome sia piaciuto.
Ora ti lascio a questo capitolo che purtroppo è l’ultimo.
Spero di porterti vedere anche alle prossime, intanto…MILLE BESITONES!
Vale728:
addirittura? Com’è che ho le chiappette rosse per
l’imbarazzo? ^////^ sei troppo buona! Vedo che non ti fai
problemi a usare certi termini, BRAVA! Apprezzo molto la schiettezza.
Infatti, i miei genitori non apprezzano molto questo mio modo di
esprimermi, ma io rispondo sempre che è un “modo per
evitare fraintendimenti vari…”.
Già…chissà perché quel pezzo è piaciuto a tante…proprio non riesco a capirlo…
Beh…con calma ci riuscirò ^.^
Mia cara bedda, ti lascio a quest’ultimo capitolo, sperando comunque di ritrovarti in una delle mie prossime storie!
Bellatrix_Indomita:
ciao bedda! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, davvero! Era
una scena particolarmente difficile da rappresentare, soprattutto
quando la si legge. Se Inu era inarrestabile è perché
avevo iniziato a scarseggiare con scene roventi sul posto di lavoro, ma
mi sono rifatta, con Inu e anche con Naraku.
Per quanto riguarda il
fatto che hai trovato esagerato quella scena, credo di riuscire a
risponderti. Non è solo per il fatto di averla presa e ricopiata
dal film, ma più che altro perché se Kagome si è
permessa di iniziare il suo discorso in quel modo è
perché sapeva di avere dalla sua la verità. Ed è
una cosa molto importante. Io credo che Kagura non avrebbe mai potuto
avanzare obiezioni così pesanti proprio perché sa che il
suo cliente (la HC) è fortemente nel torto. Tutto qui.
Io non so che altro dirti
se non grazie. Una piccola parola che parte dal mio cuore e spero che
arrivi al tuo. Altro modo per ringraziarti per tutto il tuo sostegno
non so dove trovarlo. Per il finale spero anch’io di non far
cascare il palco, mi dispiacerebbe. In effetti è uno dei miei
punti deboli. Riesco a creare storie incasinate, ma mi brucio sempre
sul finale.
Ti ringrazio per il memory e spero vivamente di non fare una brutta figura.
Fammi sapere come lo hai trovato, ok? Un bacio e ti aspetto in fondo!
Kaggy95:
Erin Brockovich, con Julia Roberts. Sono contenta che tu comunque
l’abbia seguita. I problemi capitano un po’ a tutte. Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, così come spero che ti
piaccia questo qui conclusivo.
Mi raccomando…non far arrabbiare la mamma!
Un bacio e alla prossima!
Mikamey:
ciao bedda beddissima! Come sono contenta di vederti! Chissà
come mai Inu ha concesso il trasferimento a Kikyo…che sia stata
la capacità di persuasione di Kagome? Naaaa, non
credo…sarebbe troppo scontato u.u.
Mi fa piacere che
l’amicizia tra Kagome e Kikyo non sia poi così stonata,
anche se fa un certo effetto vederle assieme.
Non ti preoccuapare per il
commento. Vuol dire che il tempo che hai risparmiato con me lo
utilizzerai per aggiornare la tua ficcy. Mi sembra uno scambio equo,
sì…^^
Mia cara bedda…spero di rivederti presto e intanto beccati tremila bacioni enormi!
IO E IL MIO CAPO HAPPY ENDING?
Le ore e i giorni impiegati su quel caso passarono in fretta, quasi senza accorgersene.
Kikyo e Kagome avevano
indetto la riunione nel parco giochi di Ichigawa, raccogliendo varie
informazioni, tutte utili, ma nessuna delle quali poteva definirsi
decisiva.
Durante
quell’incontro, però, Kagome si sentì osservata.
Ogni tanto si guardava intorno per cercare la fonte di quella
sgradevole sensazione, ma niente. Fu solo a fine giornata che
trovò il suo misterioso osservatore. Come decise di avvicinarsi,
lui sparì tra la folla, lasciandola nel panico totale. La prima
cosa che le venne in mente fu che la HC avesse messo sulle sue tracce
qualcuno che la seguisse e la spaventasse, in modo tale che rinunciasse
al caso.
Non aveva detto niente a
Inuyasha perché temeva che lui le impedisse di lavorare ancora a
quel caso, ma lei non poteva rinunciarci, non ora che la piccola Myia
stava per lasciare questa vita. Il tempo passava e, a causa
dell’assenza di soldi per l’operazione, il cancro si
espandeva. I suoi genitori erano costretti a guardarla ogni giorno
mentre lentamente si spegneva. Quella motivazione l’avrebbe
spinta anche in capo al mondo.
Di ritorno da Ichigawa per
l’ennesimo incontro con le famiglie coinvolte
nell’avvelenamento da cromo esavalente, Kagome trovò in
ufficio una brutta sorpresa.
“…perfetto. Mi spiace che tu non abbia potuto conoscere Kagome che…”
La ragazza era arrivata, con un enorme punto di domanda in testa sul chi fossero quelle due persone.
“Oh Kagome…sei
arrivata! Lascia che ti presenti Jaken Hiroshi e la sua assistente
Erika Bloom. Lavoreranno assieme a noi al caso contro la HC.”
A Kagome bastò
un’occhiata per capire chi aveva davanti. L’uomo sembrava
abbastanza un tipo alla buona, ma la sua segretaria sembrava più
adatta ad un altro mestiere.
Fu odio a pelle.
“Piacere…”
– disse Kagome, che la pensava evidentemente al contrario. Una
volta usciti, Kagome aggredì Inuyasha. – “Chi
diavolo sono quei due?”
Inuyasha era molto sorpreso.
“Te l’ho detto…ci aiuteranno con il caso della HC.”
“Adesso?”
“Sì, perché?”
“E prima
dov’erano?” – chiese Kagome, furiosa che gli altri
studi si facessero avanti solo quando avevano la certezza di vincere.
“Ascolta Kagome, non
importa…l’importante è che ci
aiutino…” – tentò Inuyasha.
La ragazza uscì, delusa da quel ragionamento poco maturo.
I giorni successivi furono
interamente dedicati al completamento delle schede che Kagome aveva
compilato con i vari dati delle famiglie coinvolte
nell’avvelenamento. Presenti in sala riunioni c’erano
Inuyasha, Kagome, Kikyo, Erica e Jacken, più un collaboratore
chiamato per scrivere a macchina i dati che Kagome avrebbe fornito.
“…sul serio
Kagome…è un ottimo lavoro…” –
iniziò Erika con il tono di voce di chi la sapeva lunga.
Kagome represse a stento un istinto omicida.
“…ma ci sono
dati che magari tu non sapevi nemmeno di dover chiedere…”
– concluse alla fine la ragazza con fare saccente.
“Che dati ti servono?” – chiese Kagome appoggiata allo schienale della sedia con aria di sfida.
Erika si guardò attorno, imbarazzata.
“Non vorrai farmi
credere di conoscere a memoria ogni singolo dato di ogni singolo
individuo del caso, vero?” – chiese la segretaria di
Jacken, impossibilitata nel credere ad una simile evenienza.
Tutto lo studio si era zittito in attesa di sentire cos’avesse da dire Kagome.
“Quali dati ti servono?” – richiese Kagome con finta pazienza.
Erica si riguardò
nuovamente attorno, in cerca di un possibile appoggio. Non trovandone,
dovette continuare da sola. Alzò una delle cartellette e lesse
il nome che vi era scritto.
“Myia Hizumo.” – disse lei, sfidandola.
Kagome tacque per un momento, il tempo di riordinare le idee.
“Myia Hizumo, otto
anni, Ichigawa. Numero di telefono 558 49 77. Codice sanitario 778 953.
Le è stato diagnosticato il cancro all’età di sette
anni. Suo padre, il signor Hizumo, ha fatto avanti e indietro
dall’ospedale trentasette volte, volte in cui entrava per sfoghi
sulla pelle, tracce di sangue nelle urine, piaghe diffuse per tutto il
corpo…” – Kagome era partita in quarta e tutti
l’ascoltavano allibiti. – “…la madre Saryma ha
subito l’asportazione di un rene subito dopo la settima entrata
all’ospedale del marito. Vuoi sapere anche che numero di scarpe
portano?” – chiese Kagome arrabbiata per quella mancanza di
sensibilità.
“Ok…forse
siamo partite con il piede sbagliato…” –
tentò Erika imbarazzata per quella figuraccia.
“Ed è tutto quello che hai bella mia, un piede sbagliato e due scarpe di merda!”
Tutti si zittirono, imbarazzati per la scena che si stava svolgendo.
“…ma te la potevi risparmiare no!?” – tuonò Inuyasha, mentre riaccompagnava a casa Kagome.
“Eccerto no? Chi se ne frega se quella mi prende per una che non sa fare niente!”
“Andiamo
Kagome…” – Inuyasha era furente con lei. –
“…anche se indossa un paio di scarpe di Gucci, non
significa che non si sia fatta il culo
all’università!” – erano arrivati a casa di
lei.
Kagome scese dalla
macchina, sbattendo la portiera. Inuyasha capì che non era il
caso di stare insieme così riavviò il motore e se ne
tornò a casa sua.
Il mattino seguente Kagome
e Kikyo decisero che non avrebbero perso ulteriore tempo e sarebbero
partite alla volta di Ichigawa per far firmare a tutte le famiglie
coinvolte un documento che attestava la loro partecipazione a
quell’avvelenamento di massa.
Kagome era partita da casa
alle cinque e mezzo del mattino, alle sei era sotto l’albergo
dove alloggiava Naraku per prelevare Kikyo, arrivando a Ichigawa verso
le sette. Si divisero il paese, Kagome faceva il nord, mentre Kikyo il
sud.
Kagome Iniziò con
gli Hizumo che firmarono immediatamente. La invitarono a prendere un
caffè, ma Kagome non poteva fermarsi. Aveva la bellezza di
quattrocento quattordici famiglie da visitare mentre Kikyo aveva
l’altra metà e le volevano fare tutte in un giorno. Si
sarebbero ammazzate di fatica, ma questo non importava.
Verso la prima mattinata,
Kagome ne aveva fatte circa una cinquantina. Non si sarebbe fermata
nemmeno per il pranzo. Durante lo spostamento da una casa
all’altra, il cellulare le suonò.
“Pronto?” – aveva accostato per non dover rispondere alla guida.
“Ciao…”
A Kagome vennero le lacrime agli occhi.
“Ciao…” – dopo quel litigio non si erano più rivolti la parola, ed erano passati due giorni.
“Dove sei adesso?”
“Sono a Ichigawa per far firmare quelle carte…”
“Ah…” – nessuno dei due parlò, finchè non fu Inuyasha a interrompere quell’odioso silenzio. – “Kagome?”
“Sì?”
“Mi manchi da morire…”
Kagome sorrise.
“Manchi tanto anche a
me…senti Inuyasha…mi dispiace molto per quella
litigata…odio quando sei arrabbiato con me…”
– ammise Kagome.
“Anch’io…coraggio…finisci il lavoro e torna da me.”
Kagome sorrise e, con uno spirito nuovo, proseguì il suo giro.
“Va bene. Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”
Kagome ripartì a razzo e alle undici aveva già fatto altre settanta famiglie.
Proseguì con quel
ritmo per tutto il giorno, arrivando a tarda nottata all’ultima
famiglia. Era entrata con Kikyo in un bar per prendersi qualcosa da
mangiare dato che iniziava ad avere le allucinazioni, ma non sapeva che
avrebbe fatto un’incontro molto particolare.
“Avete fatto tutto questo solo oggi?”
Kagome sorrise, mentre
Kikyo era spiaccicata sul bancone, sonnecchiante. Non era più
abituata a quel tipo di lavoro. Quando aveva appena iniziato a lavorare
per Inuyasha era partita da zero, ma poi…quando aveva iniziato
ad ingranare per bene, aveva lasciato i lavori pesanti ai nuovi
arrivati, snobbando, alla fine, i problemi delle persone.
“Sì, e sono…siamo distrutte…” – precisò Kagome, stropicciandosi gli occhi.
“Che vi posso dare?”
“Per me un panino con il mondo dentro e una coca alla spina e tu Kikyo?” – chiese Kagome.
La ragazza non si era alzata nemmeno per un secondo dal bancone.
“Un letto matrimoniale e un altro panino con dentro il mondo. Acqua naturale, grazie…”
Il barista e Kagome risero.
“Per i panini non ci
sono problemi…ma per il letto, temo che ti dovrai
arrangiare…arrivano subito…” – disse il
barista che iniziò a preparare l’ordinazione.
Mentre Kagome aspettava, si
massaggiava il collo, mentre Kikyo si alzò di scatto dal
bancone. Ancora un po’ e si addormentava lì sopra.
Iniziò a bere la sua acqua, non notando l’irrequietezza
dell’amica.
Kagome si girò
lentamente perché aveva ancora la sensazione di essere
osservata. Spaventata nel vedere la stessa persona che aveva visto quel
giorno all’incontro organizzato al parco giochi e che poi era
scappata non appena Kagome aveva tentato di avvicinarsi, la ragazza
iniziò a dimenarsi sul posto, sperando che Jorge si sbrigasse.
“S-sì?” – chiese Kagome un po’ spaventata all’uomo che si era avvicinato.
Kikyo si girò incuriosita.
“Tu sei Kagome Higurashi, vero?” – chiese lui con un’aria poco tranquillizzante.
“S-sì, perché?”
“Ti ho riconosciuta…vai in giro a fare tutte quelle domande sulla HC.”
“Sì, sono io…” – rispose Kagome.
“Cosa vuole?” – chiese Kikyo, venendo in soccorso della collega.
L’uomo sorrise, contento di aver trovato la persona che stava cercando.
“Lo conosci, Kagome?” – chiese Kikyo stupita.
“Non esattamente…” – disse Kagome un po’ più tranquilla con Kikyo accanto.
“Lei chi è?” – chiese lui, riferendosi a Kikyo.
“Si chiama Kikyo e segue con me il caso della HC.” – spiegò fermamente Kagome.
L’uomo annuì,
sembrava che stesse valutando qualcosa riguardo quella ragazza. Nel
frattempo il barista era arrivato con le ordinazioni.
“Oh…grazie Jorge. Quanto ti devo?” – chiese Kagome al barista che alzò la mano.
“Offre la casa.”
“Grazie…”
– poi si girò verso l’uomo misterioso e
salutò anche lui. – “…salve…”
– disse lei, ma fu bloccata dalla sua mano che la teneva per il
polso.
Kagome stava per mettersi ad urlare, mentre Kikyo aveva già in mano il telefonino.
“Potrebbe esservi utile sapere che alla HC ero stato incaricato della distruzione dei documenti?”
Kagome e Kikyo lo
guardarono come se stesse scherzando ma, vista la sua espressione
seria, accantonarono immediatamente l’ipotesi. Si girarono,
interessate al discorso.
“Potrebbe essere…dipende dai documenti…” – disse Kikyo.
L’uomo le
invitò a sedersi ad un tavolo un po’ più appartato
per raccontare loro tutto quello che sapeva.
“Po-potresti scusarmi
solo un momento? Porto queste in macchina…” – disse
indicando le cartellette. – “Kikyo…offriresti da
bere intanto al signore?”
“Ma
certo…” – disse Kikyo più malleabile. Vedersi
davanti la possibilità di incastrare la HC l’aveva indotta
ad essere più socievole.
L’uomo annuì.
“Torno subito!” – esclamò lei.
Kagome corse fuori, prese il suo cellulare e cercò nella rubrica il numero di Inuyasha.
“Rispondi…rispondi…eddai…”
“Pronto?” – rispose Inuyasha ancora in ufficio, nonostante l’ora tarda. – “Kagome?”
“INUYASHA! GRAZIE A
DIO! Pensavo che prima mi volesse uccidere…invece mi voleva
aiutare…” – Kagome sconnetteva le frasi per la
fretta di rientrare.
Inuyasha dall’altra parte si era alzato sulla sedia, quando la sua ragazza gli aveva detto che qualcuno voleva ucciderla.
“Piano, piano…non capisco niente…chi voleva ucciderti?”
“Un uomo, presente
alla riunione fatta al parco giochi a Ichigawa, continuava a fissarmi.
Pensavo fosse un maniaco o un serial killer, invece mi ha detto che
alla HC era stato adibito alla distruzione dei documenti!”
Inuyasha sgranò gli occhi per l’enorme colpo di…fortuna.
“Ok, ok…sta calma…l’importante è che tu lo faccia parlare e non interromperlo!”
“Ok, non interromperlo…”
“Kagome, ora vai!”
Kagome agganciò la
comunicazione e rientrò nel bar. Quando varcò la soglia,
cercò di nascondere tutta l’ansia che stava provando in
quel momento. Li trovò seduti ad un tavolo appartato intenti a
chiacchierare.
“Eccomi qui…scusa ma mi sono scivolate di mano e ho dovuto rimetterle a posto…”
“Kagome, lui è Kenji Hakurei.”
“Molto piacere signor
Hakurei…” – disse Kagome con un sorriso, mentre
l’uomo la fissava con un’espressione indecifrabile sul viso.
“Mio cugino è morto ieri sera…”
Le ragazze si fecero serie immediatamente. Il racconto era iniziato.
“Mi dispiace…” – disse Kagome, incitandolo a continuare.
“…lavorava
nelle torri di raffreddamento della HC e aveva…tutto il
naso…pieno di sangue…i fazzoletti che usava per
tamponarsi l’emorragia erano zuppi appena ce li appoggiava
sopra…”
Ascoltavano in silenzio, lasciando che quell’uomo desse sfogo al suo dolore.
Parlarono di come suo cugino avesse ottenuto il posto alla HC, andando a sostituire un collega che prima era morto.
“E’ per questo
motivo che la HC assumeva dipendenti e li “licenziava”, se
così si può dire, in così poco tempo?”
L’uomo annuì, grave.
“Sì…era
passato circa un anno e mezzo e ad un certo punto un dirigente viene da
me e mi da in mano un plico di carte da passare nel trita carta.”
Kagome lo fissò speranzosa.
“E…hai visto cosa dicevano?” – chiese mangiando una nocciolina.
“Tutta roba inutile,
però la documentazione di una certa importanza…diciamo
che non è finita nel trita carta.” – ammise lui,
compiaciuto di poter mandare in carcere quelli della HC.
“Non sei stato quello
che si definisce un “lavoratore modello”…dico
bene?” – chiese Kikyo. Il sonno le era ormai passato.
“Già…”
– i tre si sorrisero, complici in quella situazione che avrebbe
portato la HC dritta all’inferno.
“…lo so, ma
dobbiamo trovare il documento che lo prova, dimostrando così che
la sede centrale era a conoscenza di quello che stava succedendo a
Ichigawa…e non ha fatto niente!” – tuonò
Jacken, infastidito dall’assenza di Kagome, che denotava la sua
scarsa professionalità. Erika invece godeva di quella
situazione. Se Kagome e Kikyo sarebbero arrivate, si sarebbero prese
una lavata di capo sicura.
Le ragazze in questione
arrivarono proprio in quel momento. Inuyasha era irritato a morte, per
non parlare di Naraku che lanciava fulmini e saette dagli occhi. Non
solo avevano finito di far firmare le cartelle a notte inoltrata, ma
soprattutto non rispondevano al telefono, facendoli preoccupare a morte.
“Era ora! Ma dove ti eri cacciata?” – chiese, sibilandole nell’orecchio.
Lo stesso fece Naraku.
Kagome e Kikyo, per tutta
risposta, gli sorrisero vittoriose. Andarono da Erika e le misero
davanti due scatole di cartone che contenevano in tutto
ottocentoventisette cartellette. Erika, Jacken, Inuyasha e il resto dei
presenti rimasero ammutoliti.
“C-cosa sono?” – chiese Erika allibita e arrabbiata.
“Ottocentoventisette…contale
pure, ma se vuoi ti posso risparmiare la fatica…ci sono tutte.
Tutte firmate dalle famiglie coinvolte nell’avvelenamento.”
– Kagome sorrise, sostenuta da Kikyo, contenta di aver tolto
dalla faccia di quell’odiosa quel sorrisetto da saccente che la
mandava in bestia. – “E mi permetto di farvi notare che
sopra a tutte c’è il documento che comprova che la HC di
New York era a conoscenza che la sede di Ichigawa contaminava le falde
acquifere che, parafrasando, dice di sapere dell’inquinamento ma
che non era di grande rilevanza.”
Nessuno fiatava per quello che Kagome aveva fatto. Kikyo invece si mise a ridere.
“Ma…come hai fatto?” – chiese Erika.
Kagome assieme
all’amica, andò vicino ad Inuyasha, che si era alzato in
piedi, con un sorrisetto di pura incredulità.
“Vedi…dato che
le mie conoscenze in campo legale erano pari a quelle di una prostituta
in Rodeo Drive, ho passato la giornata di ieri a raccattare le firme
facendo servizietti a tutti: quattrocento quattordici pompini in una
sola giornata.”
Nella sala, erano inziate
varie risatine, segno che chi rideva stava facendo appello a tutto il
proprio autocontrollo per non esplodere in grasse risate.
“Invece la mia
collega ha ottenuto le firme grazie alla sua conoscenza in ambito
giuridico.” – disse Kagome, specificando
l’ovvietà.
Solo Erika e Jacken non
ridevano. Avevano giudicato Kagome solo perché non aveva una
laurea in legge e per il suo modo di vestire.
“Effettivamente sono
un po’ stanca…posso sedermi?” – chiese a
Inuyasha che, anche lui cercava di contenersi, la fece accomodare,
guardando con soddisfazione i suoi ormai ex-colleghi. Anche Kagome
guardò i due con malcelata soddisfazione, facendo loro capire
che per risolvere un caso a volte una laurea non basta.
Erano passate due settimane da allora.
Il processo che si era
svolto aveva giudicato colpevole senza possibilità di appello la
HC, destinando una considerevole cifra di indennizzo al gruppo e alle
singole famiglie. Finito il processo, Kikyo potè finalmente
partire per l’Inghilterra con il suo Naraku e iniziare una nuova
vita. Si era mantenuta in contatto con Kagome anche perché con
lei aveva un grosso debito di gratitudine. Lo studio di Inuyasha,
grazie a quel caso, aveva acquisito prestigio anche oltreoceano, dove
si discusse per molto tempo del caso della HC.
Era estate inoltrata e Kagome aveva ancora da fare un’ultima cosa.
“Sei sicura che mi vuoi con te?”
Kagome guardò Inuyasha con tanto amore negli occhi.
“Sì,
perché se non fosse stato per te e per la tua enorme fiducia nei
miei confronti, non saremmo riusciti a fare niente.”
Inuyasha sorrise, grato per quelle parole.
“Ma il lavoro lo hai svolto tutto tu, praticamente…” – fece notare lui.
“Sì, ma il caso me lo hai affidato tu…siamo arrivati.” – osservò Kagome.
Inuyasha parcheggiò l’auto e assieme a Kagome, scese dalla macchina.
Bussarono alla porta e venne ad aprire il signor Hizumo.
“Kagome! Che bella sorpresa! Entra!”
Kagome e Inuyasha entrarono, felici per quello che dovevano comunicare alla famiglia.
“Saryma è ancora a letto, venite…”
“Se vuole ripassiamo…non è un problema…tanto la benzina la paga Inuyasha…”
Il signor Hizumo sorrise.
“Ma figurati, prego venite…Saryma? Guarda chi c’è?”
“Kagome! Signor NoTaisho! Che bella sorpresa! Entrate!”
Kagome non si fece pregare
e si accomodò su una sedia, vicino al letto di Saryma. Purtroppo
la donna qualche mese prima aveva dovuto vedere seppellire la figlia
Myia, morta di cancro. Kagome si ricordava benissimo la disperazione
della donna al funerale, al quale lei aveva partecipato. La donna le
fece promettere di mandare in galera quei bastardi che avevano ucciso
la loro bambina. La signora Hizumo, dopo qualche mese, si era ammalata
di tumore, operabile. Il problema è che per salvarle la vita
avevano dovuto rimuovere utero e seno, facendola cadere in depressione.
Adesso sembrava che si stesse riprendendo. Il marito non la lasciava
mai da sola e le portava fiori freschi ogni giorno.
“Cosa…cosa succede?” – chiese la donna.
Kagome guardò Inuyasha con un sorriso prima di cominciare.
“Saryma…il giudice ha stabilito la sentenza.”
La donna sgranò gli occhi.
“Ah…e ha stabilito una cifra?”
“Sì.”
“Solo per noi…o per tutto il gruppo?”
“Per tutti e due. Li obbligherà a pagare…ottocentoottantanove milioni di dollari…”
Saryma scoppiò un una risata per alleviare la tensione.
“e…sedici di quei milioni andranno alla tua famiglia.”
Saryma e suo marito guardarono Kagome increduli.
“Sedici milioni di
dollari?” – chiese Saryma con un fil di voce. –
“…o-oh…non so nemmeno quanti siano…”
“Beh…abbastanza perché possiate farvi una vita nuova…”
“Oh
ma…è meraviglioso! Grazie Kagome!” – la donna
abbracciò Kagome che sorrise per aver dato una
possibilità di felicità a quella famiglia e alle altre.
Rimasero con gli Hizumo ancora per un po’, ma poi decisero di andarsene per lasciare loro la giusta intimità.
“Così anche noi avremo la nostra…”
Kagome lo guardò allibita.
“Ma pensi solo a
quello?” – chiese lei, che comunque lo voleva quanto
Inuyasha. Gli ultimi mesi erano stati massacranti sotto ogni punto di
vista e li aveva portati ad una mancanza di intimità.
“Non è vero!” – disse Inuyasha per discolparsi.
Kagome rise e si avvicinò al suo orecchio, leccandoglielo.
“Peccato…io sì invece…”
Inuyasha strinse il volante
per non correre il rischio di mollarlo e abbracciare Kagome. I due
tornarono a casa e finalmente poterono dedicarsi a loro due.
I giorni seguenti Inuyasha propose a Kagome di andare a vivere da lui, in modo da poterla avere sempre sotto controllo. La ragazza accettò molto volentieri la sua proposta…
…e non solo quella…
DUE ANNI DOPO…
“Myia non
correre!” – urlava una donna ad una bellissima bambina di
due anni. – “Hai appena iniziato a camminare!”
“Ehi Kagome…”
La ragazza si girò, con molta attenzione.
“Dimmi…”
“Hai invitato tuo fratello?”
“Sì…verranno stasera assieme a Luce, perché?”
“Volevo solo accertarmene…come sta?”
“Bene…è
una peste! Ha appena iniziato a camminare che già si mette a
correre! Mi farà diventare matta!”
Inuyasha sorrise.
“Io parlavo di lui…” – disse Inuyasha, toccando la dolce rotondità del ventre di sua moglie.
“E’ peggio di te quando dormi…continua a scalciare…”
“Ehi! Io non scalcio di notte!” – disse lui tutto rosso.
“Vogliamo vedere i lividi viola sulle gambe?” – chiese Kagome, mentre si alzava un lembo della gonna.
“Lividi…esagerata…”
Il tonfo di qualcosa di
morbido catturò la loro attenzione. Kagome si mise le mani sui
fianchi, sapendo già cos’era successo. Inuyasha osservava
sua moglie andare dalla piccola Myia e prenderla in braccio e
consolarla.
“Hai visto cosa succede a non dar retta alla mamma?”
La bambina iniziò a piangere, nascondendo il visino nell’incavo del collo della madre.
“Dai…adesso sistemati, che tra poco viene Luce.”
La bambina s’illuminò e scese a tutta velocità dall’abbraccio della madre, correndo invece dal padre.
“Papà! Papà…” – urlò Myia, saltando in collo a Inuyasha.
“Cosa c’è?”
“Luce! Luce!”
Inuyasha sorrise.
“Sì, lo so…stasera viene la tua cuginetta. Sei contenta?”
“Tì! Tì!”
“Allora va a farti bella, su!” – disse Inuyasha mettendola a terra e dandole una pacca sul sederino.
La bambina si volatizzò dietro un angolo. Kagome andò da Inuyasha e lo abbracciò.
“Ciao…”
“Ciao…” – Inuyasha la baciò e l’abbracciò per quanto la pancia lo permettesse.
“Sei bellissima…”
Kagome lo guardò, pregandolo di non prenderla in giro.
“Sono una balena…” – disse lei, sconsolata.
“Sì, ma almeno sei la mia balena…”
“Cattivo…”
Inuyasha si piegò sulle gambe e mise un’orecchio sulla pancia di Kagome, facendola commuovere.
“Ehi…”
– disse Inuyasha parlando con suo figlio. –
“…è vero che la mamma è una balena?
Ok…grazie…”
“Che ha detto?” – chiese Kagome reggendogli il gioco.
“Ha detto che balena o no, sarai sempre la sua mamma.”
Kagome lo baciò e tornò in casa assieme a Inuyasha per prepararsi per la cena.
Ma…ricapitolando…
Due anni prima, dopo il
trasferimento di Kagome da Inuyasha, lo studio aveva chiuso per le
consuete tre settimane di ferie del periodo estivo. Così i due
decisero di partire per un meritato viaggio di (molto) piacere al mare.
Quando rientrarono, Kagome iniziò a sentirsi male. Nausee,
sonnolenza onnipresente…Inuyasha era molto preoccupato, ma lei
lo rincuorava dicendogli che poteva essere un male di stagione. Dopo
due mesi fatti di questi sintomi persistenti, Inuyasha si caricò
in spalle Kagome e la portò dal medico, volendo essere presente
anche lui in caso di brutte notizie.
Ma quello che arrivò era tutto fuorchè brutto.
“Congratulazioni, Kagome…lei è incinta.”
Inuyasha e Kagome si
guardarono e si abbracciarono. Da quel giorno in poi, Inuyasha
coprì Kagome di attenzioni e di regali per lei e per il piccolo,
che alla fine si dimostrò essere una bambina. Kagome volle
chiamarla a tutti i costi Myia, come la figlia degli Hizumo e Inuyasha
non trovò nulla da obiettare. Qualche mese più tardi,
Inuyasha le chiese di sposarlo, riscontrando un parere più che
favorevole da parte di Kagome. Al matrimonio partecipò tutto lo
studio di Inuyasha nonché Naraku e Kikyo, anche lei in dolce
attesa. Dopo nemmeno due mesi che Kikyo si era trasferita in
Inghilterra, Naraku aveva provveduto a legarla a sé per il resto
della vita. La ragazza era finalmente felice e si godette il matrimonio
del suo ex-presunto-amore.
E adesso…Kagome e
Inuyasha aspettavano il secondo genito. Speravano che fosse un
maschietto, almeno avrebbero fatto la coppiata. Non passava momento che
la ragazza non benedisse il giorno in cui beccò Koga con quella
sua collega di lavoro.
Le aveva praticamente serivito la felicità su un piatto d’argento.
Io e il mio capo, è finita.
Spero di non essermi bruciata sul finale.
Magari alcune di voi
si staranno chiedendo il perché di quel punto di domanda sul
titolo del capitolo. Bene, è molto semplice.
Come ben sapete, io amo gli
happy ending. Ne sono una fan sfegatata. Al mondo c’è
tanto dolore e tanto odio inutile che almeno nelle storie che scrivo
voglio avere l’illusione che tutto vada a finire bene, e
così è stato.
Almeno in parte.
Kagome e Inuyasha non si
sono messi solo insieme, ma si sono anche sposati, dando la vita ad
un’altra piccola Miya. Kikyo si è trasferita da Naraku,
pronta per ricominciare una nuova vita. A volte si pensa di essere
innamorati di una persona e si cerca in tutti i modi che anche lei ti
ricambi, ma questo non era il caso della mummia. Dato che ci divertiamo
sempre a sotterrarla di più e più insulti o di sassate
(per altro meritate, sia ben chiaro…) stavolta ho deciso di
concederle una possibilità di felicità. Ora vive felice
con Naraku a Londra e aspetta addirittura un bambino e
chissà…forse mi divertirò a scrivere il seguito di
questa storia, giocando proprio su questa coppia, benchè io non
sia così intelligente da averla capita fino in fondo. Il
più delle volte mi fermo alle apparenze, ma leggendo e
conoscendo le varie personalità che popolano questo sito, ho
imparato molte cose. In primis, che Kikyo non è la bastarda che
tutti pensiamo. Se si comporta così ha un suo motivo, e per
quanto io non lo approvi, ce l’ha. Lei è rimasta ancora
ferma a cinquant’anni prima e, risvegliandosi, ha creduto di
poter trovare le cose ancora com’erano.
Sbagliava.
Purtroppo il mondo è
andato avanti senza di lei e Inuyasha ha trovato un’altra alla
quale cedere completamente il suo cuore di hanyou (sempre che si dia
una mossa…).
Non voglio dilungarmi troppo e annoiarvi in inutili chiacchiere.
Dicevo…il punto di domanda. Spero che alcune di voi abbiano capito che si riferisse alla morte della piccola Miya.
So che molte di voi saranno
da un becchino per accordarsi sulla scritta da apporre sulla mia tomba,
ma mi sembrava giusto così. Per chi ha visto il film al quale mi
sono ispirata, avrà di certo notato che non c’era solo
l’happy ending finale, con tanto di arresto carcerario per il
dirigente della ditta, ma c’era anche tanto dolore. Dolore che le
persone cercavano di sopportare facendosi forza. Ora non ricordo se
siano morte delle persone ma in questa mia storia ho voluto mettere
questo spezzone. Amavo la piccola Miya, Dio solo sa quanto…ma
purtroppo la mia mente bacata e traforata ha sentito l’impellente
necessità di mettere quel fatto.
Ma non voglio rattristarvi
ulteriormente. Immagino che molte di voi si stiano facendo una siringa
per le psico stronzate che ho sparato fino ad adesso, ma mi sembrava
giusto spiegare il motivo del titolo e il perché della morte
della bimba.
Credo anzi…sono sicura che questa sarà la prima e ultima storia in cui una bambina perderà la vita.
Dunque…arrivati a
questo punto è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno
semplicemente letto la mia storia, a chi l’ha commentata e le 56
persone che addirittura l’hanno messa nei preferiti, facendomi
arrossire pure le chiappette. In questo caso vorrei ringraziare:
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A tutte voi, un grazi di tutto cuore.
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