Io e il mio capo

di callistas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Presentazioni ufficiali ***
Capitolo 2: *** 2 - Un piccolo inzizio... ***
Capitolo 3: *** 3 - La svolta ***
Capitolo 4: *** Una piccola vittoria, ma... ***
Capitolo 5: *** 5 - L'inizio della missione ***
Capitolo 6: *** 6 - Primi risultati ***
Capitolo 7: *** 7 - Ti voglio anch'io ***
Capitolo 8: *** 8 - Cos'ì impari ***
Capitolo 9: *** 9 - Naraku ***
Capitolo 10: *** 10 - Un'uscita a quattro ***
Capitolo 11: *** 11 - Non mi farai cambiare idea! ***
Capitolo 12: *** 12 - Happy Ending? ***



Capitolo 1
*** 1. Presentazioni ufficiali ***


1. Presentazioni ufficiali Giusto per darvi un’idea di quanto io sia mentalmente malata, ho salvato su una chiavetta 48 storie su Inuyasha & Company (di cui tre le avete già lette). Sono tutte complete, o quasi. Questa, è una di quelle.


BEDDDDDDDDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Eccovi un’altra storia su Inuyasha e Kagome! Voi direte “eh, ma che palle! Sempre a ingorgare il sito con le tue storie, basta!”, ma io…bastard in&outside, voglio farvela leggere lo stesso.
Allora…premetto che sarà un tantino diversa, per il semplice fatto che non vedremo Inuyasha nei soliti abiti in cui siamo abituati a vederlo, no. Inuyasha e Kagome si piaceranno fin da subito, ma ci sono delle interferenze (che prontamente ho eliminato…hehehe…). Il nostro mezzo demone preferito sarà addirittura più spigliato del solito. Sapete…mi scocciava dipingerlo sempre come quello che non ci arrivava mai e mi sono detta che, una volta ogni tanto, un po’ di materia grigia potevo aggiungerla e così ho fatto.
Ma passiamo alla storia.
È ambientata ai giorni nostri. Inuyasha è il proprietario di un famosissimo studio di avvocati a Tokyo e Kagome è la nuova impiegata. È rimasta a piedi con il lavoro perché…(se vi interessa dovete leggere), allora li incontra…(stesso discorso di prima), per poi finire a…(idem con patate).
Bene, dopo questa dettagliata presentazione, volevo precisare una cosa. Credo che molte, spero, dopo essere arrivate al fulcro della storia, capiranno di che tratta la fic. Mi sono ispirata a Julia Robert, un’attrice che secondo me è un mito. Io e il mio babbo ci siamo sparati tutti i suoi film e l’abbiamo soprannominata “la mitica”, proprio perché a noi piace un casino, soprattutto quando interpreta ruoli come quello che ho affidato a Kagome.
Se permettete, prima di passare al capitolo iniziale, vorrei ringraziare chi ha commentato l’ultimo capitolo di “Cambia la tua vita con un click”.

Mary_loveloveManga: hai ragione…ti confesso che anch’io in realtà pensavo di riuscire a fare più capitoli, ma mi sono stupita veramente quando ho visto che al dodicesimo ho messo la parola fine. Pensavo di aver scritto un papiro di storia e invece quando è venuto il momento di suddividerla in capitoli ci sono rimasta male. Mi son detta “Ma…così pochi?” Beh, dai…pazienza…comunque sono contenta che la storia ti sia piaciuta e non ti preoccupare per il ritardo, capita a tutti (me in primis).
Per quanto riguarda Kagome, ti rispondo subito. Ricordi quando nel capitolo “The wedding date” Kagome è in camera sua? Proprio li lei ha detto “Mi sono già trovata il lavoro…” ecco, io intendevo proprio quello. Alcune lettrici mi hanno chiesto un continuo della storia e possa mai succedere che vedremo una Kagome in età adulta fare proprio questo lavoro. Insomma…visto il matrimonio di Rin e Sesshomaru, per non parlare di quello dei suoi genitori, le carte in regola le ha, no? E poi Rin, non so perché, ma me la immagino sempre con il pancione. È un’idea che mi è nata dentro, anche se non so da dove posso aver preso questa pazza convinzione.
Inuyasha invece, dopo aver perso tutta la sua sicurezza in fatto di donne (nel senso che dopo aver visto il cambiamento di Kagome, anche lui è cambiato nei confronti del genere femminile. Non prende più in giro nessuna ragazza, vista la figuraccia fatta con Kagome…) ha cominciato a vedersi un po’ meno sicuro sulle cose e il fatto di chiedere a Kagome di sposarlo me lo ha fatto dipingere un po’ balbuziente. Spero non ti spiaccia.
Per quanto riguarda la mia scrittura, sono felice che ti sia piaciuta. Non è facile mettere su carta le emozioni anche perché a volte io le ho bene in mente, ma quando si tratta di descriverle vado in panico perché mi mancano le parole. E la cosa mi irrita assai. Ti faccio di nuovo i complimenti perché, nonostante la storia sia FINITA (muoviti a scriverne un’altra altrimenti ti spedisco il clinica…con tanto di pc, ovviamente), è stata davvero avvincente. Grazie per esserti dichiarata mia fan, è una cosa che mi ha fatto venire i brillucciconi agli occhi.
Tantissimissimissimissimissimissi besitones!

Monick: io bedda ti ringrazio un casinissimo! Comunque, vedi di respirare, ne? Sia mai che mi mettano in prigione per aver causato la morte ad una scrittrice brava e bedda come te! Sono contenta che ti sia piaciuta, anche se il finale personalmente non è che mi abbia convinta del tutto. Forse sono stata troppo magnanima e troppo scontata, ma che ce devo fa? Odio i finali strappalacrime…sono contenta che hai aggiornato, ho letto il capitolo tutto d’un fiato, non vedendo di arrivare alla fine di esso per vedere cosa avresti scritto. Ti mando un abbracciotto anch’io, sperando che arrivi. Non ti travolgo altrimenti rischio veramente di ucciderti e poi non potrei più leggere la tua storia beddissima! Magari ti travolgo quando l’hai finita, ok?
Besitones e grazie ancora!

Mikamey: un’altra bedda beddissima alla riscossa! Come tu stare? Sono felice di aver letto il tuo nome anche nell’ultimo capitolo e sono contenta di aver visto che il matrimonio tra Rin e Sesshyno ti sia piaciuto. Purtroppo si, è finita, ma non ti preoccupare…sto intasando il sito di storie mie e spero di poter vedere il tuo nome tra i commentatori. Mi farebbe veramente piacere…
Non vedo l’ora di leggere la tua prossima storia. Non so come mai, ma forse è il periodo medievale che mi stimola a fare quei lunghi, lunghi…lunghi, lunghi…lunghi, lunghi commenti. E mi cambi anche la coppia? Nooooo…mi ero abituata tanto bene a leggere di Ayame e Koga…beh, io credo comunque che verrà fuori una bella storia, come del resto sai fare tu. Mi raccomando…tu posta tutto, ok?
Besitones!

Kagome19: purtroppo si…ma dato che hai in mente un sequel, perché non mi dai qualche idea su come vorresti che proseguisse? Perché io a dire la verità ci avrei anche pensato su…magari con Kikyo che torna alla riscossa per vendicarsi, oppure Kagome e Inu-chan che si lasciano…no, meglio di no…dato che mi hai dato l’idea, dimmi cosa ti piacerebbe leggere, magari la tua idea mi ispira e mi metto a fare il seguito.
Intanto, nell’attesa, guarda e dimmi se questa ti piace.
Besitones!


Ryanforever: troppo bedda e troppo gentilissima! Anche tu vorresti ci fosse un seguito? Se ti fa piacere, mandami qualche idea su come lo vorresti, magari trovo lo spunto per proseguirla.

Sono contenta che il mio sms ti sia arrivato. Io ci credo fermamente in questa cosa, anche perché non mi sembra giusto giudicare qualcuno solo perché ha qualche kilo di troppo e poi, ultimamente…agli uomini piacciono le donne in carne…almeno hanno qualcosa da toccare! Ti immagini toccare le ossa di una donna! Bleah!
Ti mano tanti bacioni e a presto!

Vale728: bon, perfetto. Sono contenta che ti sia piaciuto. Come sono contenta che il mio messaggio ti sia arrivato. Mi fa piacere che altre persone la pensino come me su questioni, che io reputo importanti, come questa. Questa storia mi ha fatto ricordare alcuni momenti spiacevoli/piacevoli che ho vissuto. In tanti mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico o mi rimproveravano dato che adesso, purtroppo, lavoro, per la mia sbadataggine. Non che faccia le cose con i piedi, ma ci sono certe giornate in cui non riesco a connettere e allora mi capita di cannare alla grande. Comunque…quelle persone che mi hanno mortificata tanto, alla fine se la sono presa in quel posto dieci volte tanto e ti giuro che non esiste soddisfazione più grande. Non che io sia per la vendetta anche se, ammettiamolo, qualche volta non guasta. Così come io ho ottenuto la mia vendetta, anche Kagome ha ottenuto la sua con Inuyasha. Il ragazzo ha voluto prenderla in giro, lasciando che i suggerimenti di Miroku andassero a vuoto? Bene. Kagome gliel’ha restituita dieci volte tanto.
Con questo, ti lascio alla lettura di questa nuova ficcy che spero possa piacerti come e, spero, un po’ più dell’altra.
Besitos e fammi sapere che ne pensi, ne?

IO E IL MIO CAPO               PRESENTAZIONI UFFICIALI


Kagome Higurashi ha venticinque anni. È una bella ragazza e ne è consapevole; la natura l’ha provvista di occhi da cerbiatta, sorriso perfetto, capelli neri come la notte lunghi fin sopra il sedere, e fisico mozza fiato. Le piacciono i vestiti, come tutte le cose all’ultima moda, fare shopping e uscire con le amiche.

Oggi è il suo primo giorno di lavoro.
L’azienda presso la quale lavorava fino a qualche mese fa è andata in fallimento per mala gestione e si era ritrovata senza lavoro e con il mutuo della casa da pagare. Durante quell’anno aveva però lavorato saltuariamente: di sera come cameriera nel bar sotto casa e di giorno come baby sitter ai bambini delle sue migliori amiche, aveva lavorato anche  come cassiera in un supermercato e come centralinista in un call center. Aveva scelto tutti lavori che la portassero ad avere un contatto con le persone, risultando essere un’ottima collaboratrice.
Abita in un trilocale nel centro di Tokyo, con un giardino relativamente grande e una mansarda molto romantica. Nella cucina, molto soleggiata, aveva un camino in maiolica bianca con screziature rosate, un enorme divano a tre posti con tanto di penisola e un tavolo per dieci persone. Al piano superiore si trovava la sua camera da letto matrimoniale che condivideva con Koga, il suo eterno fidanzato. Era una camera molto spaziosa, composta dal letto matrimoniale, un armadio a quattro ante, un comò, due comodini e una stufa a pellet. La camera vicina, per gli ospiti, era composta da un letto a castello e un letto singolo, con un’enorme porta finestra che dava su un bel balcone spazioso.
La mansarda era la stanza che Kagome preferiva di più. Non vi era un arredamento particolare, ma solamente un tappeto molto morbido, una tv e una piccola stufa a pellet anche li. La ragazza vi andava di rado, ma quando ci andava voleva rimanere li per sempre.

Essendo oggi un giorno speciale, Kagome si era alzata abbastanza presto per prepararsi. Avrebbe preso impiego presso lo studio di avvocati più importante della città: la NoTaisho & Partners. Lei non aveva una laurea in legge, ma non le creava problemi. Per iniziare avrebbe solamente dovuto rispondere al telefono, spedire i fascicoli ad altri studi associati, portare le carte durante le riunioni, chiamare i clienti per confermare o disdire eventuali appuntamenti. Ed erano tutte cose che lei sapeva fare perfettamente, soprattutto quella di relazionarsi con il pubblico.
Era in bagno e si stava facendo la doccia, quando ad un tratto sentì due forti mani massaggiarle sensualmente i fianchi. Rise divertita.
“Chissà chi è…” – si chiese, fingendo di non riconoscere il tocco del suo fidanzato. Koga rise, iniziando una tortura del suo collo, bagnato dall’acqua.
Ma si…aveva ancora un po’ di tempo prima di andare al lavoro…

I due uscirono dalla doccia dopo un quarto d’ora. Kagome si avvolse nell’accappatoio, mentre Koga nell’asciugamano.
Come abbigliamento per quel primo giorno, Kagome aveva optato per un top bianco a fascia, un copri spalle a manica a tre quarti bianco, pantaloni bianchi di quelli che sembravano una gonna da tanto larghi che erano e ai piedi, un paio di scarpe con tacco 7,5…bianche. Erano le sette e quarantacinque del mattino di quel lunedì e Kagome aveva tutto il tempo per truccarsi, dato che l’ufficio apriva alle nove. Si diresse in cucina dove preparò la colazione per lei e Koga composta da brioches alla crema, cappuccino, succo d’arancia e fette biscottate con marmellata varia. Per andare in ufficio le serviva solo un quarto d’ora di macchina. Ogni tanto lanciava occhiate all’orologio per evitare ritardi proprio il primo giorno. Lo sguardo poi si posò su Koga, che stava mescolando il suo cappuccino da almeno un quarto d’ora, facendolo così evaporare.
“Ehi…c’è qualcosa che non va?” – chiese Kagome. Koga alzò lo sguardo sorpreso.
“Come? Oh no…nulla…tranquilla…” – Kagome non era molto convinta delle sue parole.
“Sicuro? Ti vedo strano ultimamente…” – Koga cercò di rassicurarla.
“Tranquilla…ehi…è ora che ti prepari!” – disse il demone cambiando discorso. Kagome sorrise, ma aveva capito perfettamente il suo tentativo di sviare il discorso.
“Hai ragione…” – la ragazza si diresse in bagno per lavarsi i denti.
Allora oggi finalmente ti levi dalle scatole!” – affermò Koga tutto contento. Kagome lo trucidò con lo sguardo.
“Ma bà a pel paebe!” – disse Kagome con la bocca piena di dentifricio.
“Ma dai che scherzo, amore mio. Ti fermi fuori a pranzo?” – Kagome si sciacquò la bocca.
“Si…non mi va di pranzare da sola.” – la conversazione continuò in camera da letto dove lei aveva iniziato a cambiarsi. – “Vediamo che mi fanno fare oggi…”
“Sarai bravissima come al tuo solito…” – le disse Koga, tirando fuori da uno dei cassetti dell’armadio un paio di boxer. Kagome si soffermò a guardarlo un secondo. Aveva come la sensazione che Koga non fosse più lo stesso. Scrollò le spalle per scacciare quella sensazione e concentrarsi meglio su quel nuovo giorno.
Otto e quaranta. Era in perfetto orario.
“Io vado! Ci vediamo stasera!” – disse Kagome salutandolo mentre usciva dalla porta. Aprì il cancelletto di casa e si diresse verso la sua macchina, un’Audi A3 nuova di zecca. Mise in moto e partì verso la sua nuova avventura.





“Assolutamente in orario…” – disse Kagome a sé stessa, complimentandosi per la puntualità. Citofonò all’interno, sperando che ci fosse già qualcuno.
“Chi è?” – chiese una voce femminile.
“Kagome Higurashi, signora…” – un click avvisò la nostra amica che poteva salire. Kagome salì le scale, notando la finezza dell’arredamento. Le scale erano in marmo pregiato e il corrimano era sicuramente in argento. Alle pareti vi erano appesi vari quadri di artisti sconosciuti. Passò in rassegna tutte le porte, ma nessuna di quelle era l’interessata. Praticamente dovette farsi sei rampe di scale per arrivare all’ultimo piano. Ora si trovava di fronte ad una porta di legno massiccio con sopra una targhetta che indicava: NoTaisho & Partners. Bussò e una donna venne ad aprirle.
“Buon giorno…sono Kagome Higurashi. Inizio oggi a lavorare presso questo studio.” – la ragazza che aveva aperto la porta squadrò Kagome da capo a piedi.
“Prego…” – disse con aria di sufficienza.
Kagome entrò, ammirando lo spettacolo che le si presentava di fronte: l’interno era molto spazioso, composto da numerose scrivanie, tutte in legno d’ebano, computer portatili dotati processori molto potenti e memorie esterne, per quello che aveva intravisto Kagome e al centro della sala spiccava una fontanella che spruzzava acqua.
“Mi segua…” – disse la ragazza, distogliendo Kagome dalla sua contemplazione.
“Si…”
=Mi sa che a questa sto già sulle palle…= pensò, mentre seguiva la ragazza in quel dedalo di scrivanie. La fece accomodare a quello che da oggi in avanti sarebbe stata la sua postazione lavorativa.
“Allora…l’avvocato NoTaisho mi ha dato istruzioni per lei…”
“Non credi che ci potremmo dare del tu?” – azzardò Kagome, notando che era stata messa proprio vicino a quella ragazza. La ragazza sembrò non volerle dare molta confidenza, però…
“Si, certo…io sono Kikyo Yamamoto. Piacere.” – disse stringendo con fare sbrigativo la mano di Kagome.
“Piacere…” – disse Kagome che non si era mai trovata di fronte ad un tipo di persona come quella ragazza.
“Allora…come ti dicevo…per oggi inizierai a registrare questi dati a computer con questo programma…” – Kikyo le aprì il programma e le mostrò velocemente come si usava. Kagome osservava tutto con estrema attenzione anche perché aveva la strana sensazione che quella ragazza le avrebbe spiegato le cose solo una volta. – “…dopo di che dovrai passare ad archiviare le cartellette in questo armadio.” – disse Kikyo, mostrando l’armadio dietro di lei.
“A-ha…” – disse Kagome.
“Puoi iniziare.” – le disse Kikyo, trasferendo dalla sua scrivania un plico di cartellette di carta contenenti mille documenti, che posate a terra la superavano in altezza. Kagome guardò quelle carte con occhi sgranati.
“Tu-tutte?” – chiese Kagome, cercando di mantenere un certo contegno. Anche se era girata, la nostra amica avrebbe giurato di sentire una risata di sfottimento da parte della sua collega.
“Si, tutte.” – disse Kikyo sottolineando quel “tutte”. Kagome assottigliò gli occhi, segno che quella Kikyo avrebbe dovuto mangiar polvere per un bel po’ di tempo. Prese un bel respiro e si creò un po’ di spazio sulla scrivania per poter lavorare meglio. Avrebbe iniziato mettendo in ordine alfabetico tutte le cartellette e poi, mano a mano che le terminava, le avrebbe archiviate nell’armadio dietro di lei.
L’ordinazione alfabetica le portò via circa due ore di tempo. Fortunatamente alcune cartellette non erano molto ricche di documentazione così aveva fatto più in fretta. Stava per iniziare a registrare la prima cartelletta quando due mani le coprirono lo schermo del computer.
“Ehi, ma…” – Kagome alzò lo sguardo per trovarsi davanti due ragazze. – “Si?” – chiese la ragazza con un sorriso.
“Tu sei quella nuova, vero?” – chiese una.
“Si, mi chiamo Kagome. Voi siete?”
“Oh, io sono Eri, mentre lei è Yumi. Tanto piacere.”
“Piacere mio.”
“Pensavamo ti facesse piacere prendere un caffè con noi, così…ci conosciamo un po’.”
“Ma molto volentieri!” – esclamò Kagome che si stava alzando dalla sedia, ma qualcuno ebbe qualcosa da obiettare.
“Devi registrare i dati di quelle cartellette.” – le disse Kikyo, guardandola con cipiglio severo.
“Oh Kikyo! Abbottonati il becco una volta ogni tanto!” – disse Yumi con sdegno. Possibile che per quella era importante solo il lavoro? Kikyo la guardò indignata per il modo in cui la sua collega si era rivolta a lei mentre Kagome era in preda all’imbarazzo totale.
=Che posto di lavoro tranquillo e sereno…= pensò sarcastica la ragazza, che però non sapeva che fare.
“Vieni?” – chiese Eri.
“Un caffè mi ci vuole proprio…Kikyo, vieni anche tu?” – chiese Kagome per correttezza, ma la risposta secca della ragazza fece si che Kagome non insistesse più di tanto.
“No.”
“Ok…” – Kagome prese dal portafoglio un paio di monetine e tutte e tre si avviarono verso la macchinetta del caffè.
“Eri, perché non le prendi una chiavetta? Così almeno non viaggerà sempre con le monetine!” – disse Yumi.
“Vado e torno!” – disse Eri.
“Allora? Come sta andando con la mummia?” – chiese Yumi a Kagome che sgranò gli occhi nel sentire quell’appellativo.
“Mummia?”
“Oh si…già…Kikyo è la mummia.” – spiegò Yumi saccente.
“Ecco Kagome. Questa è la tua chiavetta.” – le disse Eri arrivata in quel momento.
“Grazie mille…” – Kagome infilò la chiavetta, le monetine e si prese una bella cioccolata calda. – “…comunque con la mummia non ci ho avuto tanti rapporti. Mi ha detto subito quello che dovevo fare e mi ci sono messa dietro.” – Yumi e Eri si guardarono sconsolate.
“Sempre la solita. Ha fatto lo stesso anche con noi.” – disse Eri.
“Ma di cosa vi occupate voi?” – chiese Kagome che non aveva voglia di sprecare la sua pausa a parlare di Kikyo, ops, la mummia…
“Io mi occupo della consulenza…” – disse Eri. – “…mentre Yumi tiene i rapporti con gli altri studi.”
“Vi piace questo lavoro?”
“Si, molto. Ma mai come il suo titolare…” – disse Eri con lo sguardo famelico.
“Eri!” – disse Yumi, sorridendo indignata per la sfacciataggine dell’amica.
“Perché?” – chiese Kagome incuriosita.
“Perché è uno strafigo da paura!” – ammise Yumi, sconcertando Eri.
“E per fortuna che poi la ramanzina la fai a me…” – disse Eri. – “Comunque…lo vedrai oggi pomeriggio. È tornato stamattina dalla Scozia per un viaggio d’affari.” – Kagome bevette il suo ultimo sorso di cioccolata e gettò il bicchiere nel cestino.
“Adesso devo andare, ma mi ha fatto piacere conoscervi. Avete impegni per il pranzo?” – chiese Kagome.
“No.”
“Avete voglia di pranzare con me?” – chiese, sperando di non apparire troppo invadente.
“Volentieri! Ci vediamo a mezzo giorno, allora!” – disse Eri, salutando Kagome.
Era passato solo un quarto d’ora dalla pausa caffè e Kagome si era messa d’impegno nel registrare i dati in computer. La sveltezza con la quale batteva sulla tastiera dei numeri, aveva lasciato Kikyo e tutte le colleghe vicine allibite, alle quali scappava anche un sorrisetto isterico per la velocità. Chiuse la pratica dopo dieci minuti che l’aveva presa in mano con decisione e l’archiviò nell’armadio.
“Ma…hai già finito?” – chiese Kikyo allibita. Kagome la guardò e annuì timidamente.
“Si. Perché?” – chiese Kagome non capendo.
“Ma…l’hai cominciata solo dieci minuti fa!”
“E allora?” – richiese la ragazza che capì dove voleva andare a parare la sua collega.
“Allora non è possibile che tu abbia già registrato tutto!” – Kagome mise una mano sul fianco e si appoggiò su una gamba, segno che quello che le aveva detto la collega l’aveva infastidita parecchio.
“Preferisci controllare?” – chiese Kagome, sperando in una risposta negativa. Non aveva molta voglia di perdere tempo.
“Si!” – esclamò Kikyo, lasciandola basita. Alla faccia della fiducia…
Kagome si girò scocciata verso l’armadio e riprese in mano la cartelletta e la sbattè sulla scrivania di Kikyo in malo modo, incrociando le braccia al petto. La ragazza iniziò a passare in rassegna tutte le varie comunicazioni e, dopo mezz’ora di lavoro, dovette ammettere che Kagome aveva registrato tutto correttamente.
“Contenta?”
“Senti…non ti permettere di parlarmi così! Chiaro?” – tuonò Kikyo, livida per la figuraccia.
“Adesso sentimi tu. Questo non è il mio primo giorno di lavoro! Ho già lavorato da altre parti, che credi?” – chiese Kagome offesa. Prese con violenza la cartelletta dalle mani di Kikyo e la rimise al suo posto. – “Mi hai fatto perdere mezz’ora!” – Kagome si sedette sulla sedia e riprese il suo lavoro.
Lavorare come commessa alla cassa di un supermercato aveva i suoi lati positivi. Per non far aspettare troppo i clienti, aveva dovuto imparare alla svelta a schiacciare i tasti esatti in poco tempo e quella manualità le era rimasta. Quello scambio di battute aveva già fatto il giro dell’ufficio e in molti si alzavano dalle proprie sedie con circospezione per vedere la nuova arrivata che aveva tenuto testa alla mummia.
Erano le undici e quarantacinque e Kagome era a tre quarti dell’opera. Le mancavano una cinquantina di cartellette ma erano tutte, per fortuna, molto scarse per via di documenti e pensava di riuscire a sistemarle per il pomeriggio. Prese una cartelletta e registrò i dati finchè non vide i primi colleghi allontanarsi. Guardò l’orologio del suo computer e vide che erano le dodici e cinque minuti. Eri e Yumi erano all’ingresso che la stavano aspettando, ma Kikyo la obbligò a passare li la sua pausa pranzo.
“Cosa dovrei fare io?” – chiese Kagome allibita.
“Rimani qui e finisci il lavoro.” – disse Kikyo, che stava raccattando le sue cose per uscire a pranzo.
“Guarda che anch’io ho il tuo stesso diritto di mangiare, sai? E poi scusa…in un’ora avrò finito tutto e non mi resterà nulla da fare per il pomeriggio!” – disse Kagome.
“Tranquilla, per il pomeriggio ho già altro lavoro per te. Ci vediamo più tardi.” – disse la mummia, lasciandola li a boccheggiare.
“Ma…” – cercò di ribattere Kagome ma Kikyo era già sparita dietro l’angolo. – “…questa non è normale!” – esclamò Kagome sedendosi sulla sua sedia.
Salutò ancora allibita le sue colleghe, con le quali doveva andare a pranzo, e si guardò sconsolata intorno finchè lo sguardo non le cadde sulle cartellette rimanenti. Con malagrazia ne prese una e ricominciò a registrare. Come previsto, alle una aveva già finito e lo studio riapriva soltanto alle tre. Non poteva nemmeno uscire perché non aveva le chiavi per chiudere, quindi doveva rimanere li e aspettare. Si guardò attorno, cercando qualcosa da fare per distrarsi. Avendo programmato un pranzo decente non si era portata via niente da poter sgranocchiare e la prospettiva di riempirsi di merendine o patatine delle macchinette non l’allettava per niente. Decise di farsi un giro per lo studio, per vedere com’era fatto. Scoprì dov’erano i servizi, le fotocopiatrici, le tre sale riunioni…il tutto arredato con i materiali più pregiati. Decise di tornarsene indietro e ingannando l’attesa, giocando al solitario, quando una voce la fece trasalire.
“E lei chi è?” – Kagome fece un salto per lo spavento, ma quando si girò pensò veramente di morire. Davanti a lei c’era il ragazzo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita. Persino Koga passava in secondo piano. Si pentì subito per quel pensiero. Quel ragazzo era vestito con un semplice jeans slavato sulle gambe, una camicia bianca aperta nei primi tre bottoni, rivelando un petto sul quale Kagome avrebbe voluto metterci le mani. Occhi di un profondo oro colato e capelli che emanavano riflessi argentati. Ciliegina sulla torta: due orecchiette canine tenerissime che si muovevano in cerca di qualsiasi suono. – “Beh? Il gatto le ha morso la lingua?” – richiese il ragazzo ancora fermo. Kagome si destò dalle sue fantasie e gli andò incontro per presentarsi.
“Oh…m-mi scusi…sono Kagome Higurashi. Prendo servizio oggi presso questo studio.” – il ragazzo alzò un sopracciglio. Ora che ce l’aveva davanti poteva apprezzare meglio la ragazza. In due parole: uno sballo. Sorrise enigmatico, poggiando a terra la sua valigia da viaggio che Kagome notò subito.
=Non ditemi che lui è…= si chiese la ragazza con il cuore in tumulto.
“Inuyasha NoTaisho, molto piacere.” – Kagome gli strinse la mano, scoprendola forte e calda e cercò di immaginarsi come poteva essere toccata da quelle mani.















Allora…il primo capitolo è andato.
Cosa ve ne è parso? Passabile?
Sarà una storia da dieci capitoli al massimo, quindi non aspettatevi un poema epico cavalleresco. È una storia che tratta un tema abbastanza importante, come vedrete con il proseguo della storia. Io spero che questo primo inizio vi sia piaciuto, e che ovviamente vi abbia incuriosito, così come spero che se continuerete a leggere vi piaccia anche la storia.
Bene. Quello che avevo da dire l’ho detto. Aspetto come al solito i vostri (spero numerosi) commenti.
Grazie a tutte
Besitos, callistas

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Capitolo 2
*** 2 - Un piccolo inzizio... ***


Un piccolo inizio... Ciao bedde! Sapete, sono proprio contenta che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Volevo fare in modo che Kagome e Inuyasha non fossero sempre quelli timidi e impacciati e allora ho deciso di farli più sicuri di sé stessi. Come avrete ben notato, Kagome non si fa mettere i piedi in testa tanto facilmente, nemmeno da una certa morta vivente di nostra conoscenza. Bella figura che ha fatto davanti ai suoi colleghi, eh? Piccola soddisfazione personale hehehe…ma non perdiamoci assolutamente in chiacchiere.
Siamo ora giunte a questo secondo capitolo in cui ci sarà uno sviluppo. Piccolissimo, ma almeno c’è. Chissà di cosa si tratta…comunque!
Kagome ha conosciuto Inuyasha e, cosa succederà ora dato che Kikyo l’ha obbligata a fermarsi in ufficio? Avrà scatenato una reazione a catena? Forse…
Scusate, ma di più non posso dirvi, altrimenti vi tolgo il gusto della lettura (ma ovviamente lo faccio più per me che per voi … :p).
Ma prima di passare al nuovo capitolo, permettetemi di ringraziare personalmente coloro che hanno recensito, con mia sommissima gioia.

Mikamey: spero che non ti veda nessuno allora…CIAO BEDDA! COME STAI? Mi fa davvero piacere che l’inizio ti sia piaciuto. Per quanto riguarda i pairing ormai dovresti conoscermi. Sono troppo innamorata della coppia Inu-Kag e scambiarli non mi piace proprio. Se un giorno, un malaugurato giorno, tu dovessi leggere una storia che ha un pairing strano, quello sarà il segnale che io non sto bene e che starò scrivendo da una clinica per degenerati mentali. No dai, scherzi a parte. Con le coppie io sono molto rigida, nel senso che Kagome deve stare con Inuyasha, altrimenti che ci sarebbe andata a fare nell’epoca Sengoku se poi doveva tornarsene a casa a bocca asciutta? Sango e Miroku sono fatti per stare insieme: Miroku combina casini e Sango, con immensa pazienza, li sistema. Rin e Sesshomaru. Secondo me questi due sono appositamente stati ideati per finire insieme, un giorno o l’altro. Infatti, se Sesshomaru era tanto immune ai sentimenti umani, perché ha salvato Rin? E anche dopo che l’ha salvata, perché non l’ha abbandonata? Potrei stare qui delle ore a quisquigliare, ma credo che il succo del discorso lo abbiamo capito, no? Ti dicevo…il giorno in cui mi vedrai scrivere qualcosa che sia diverso da una Inu-Kag significa che ho l’umore a terra e che tutto intorno a me deve andare storto.
Bene…dopo questa “piccola” premessa ti lascio alla lettura del cappy, sperando che quello che succederà ti sconfinferi le idee, ma che soprattutto…ti faccia capire da che parte sto.
BESITONES!!!

Monik: AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!CIAOCIAOCIAO! Come sono contente di vedere il tuo nome tra i commentatori!!!! Sono contenta che ti piaccia il mio stile di scrittura. Di solito prima di pubblicare qualsiasi cosa devo rileggerla come minimo un centinaio di volte e ogni volta devo togliere o aggiungere qualcosa. Uff…comunque! Mi fa anche tanto piacere che anche a te piaccia Julia Roberts…io sono (platonicamente) innamorata di lei. La trovo fantastichissima!
A proposito di ritardi…COM’E’ CHE NON AGGIORNI? Mi stai facendo diventare pazza. Ho visto l’aggiornamento di “Ars Fascinandi”, ma non quello di “Dolci cambiamenti”.
Comunque non ti preoccupare. So cosa significa essere sommersi da compiti, verifiche e affini…è uno stress inimmaginabile, motivo per cui sto da dio adesso che lavoro. Non tornerei a scuola manco se mi pagassero! (oddio…potremmo concordare una cifra e…no vabbè dai…).
Per quanto riguarda l’aggiornamento vediamo come mi gira ma penso che, se i Kami me lo consentiranno, sarà una volta alla settimana. Ti mando un abbracciotto anch’io, evitando nel frattempo la testata nucleare.
BESITONES!

Kagome19: ciaociaociaociaociaociao! Come sono contenta di rivederti! Sono contenta che l’inizio ti sia piaciuto, e spero che possa piacerti anche questo secondo capitolo. Beh, io spero di non deluderti e fammi sapere se magari avresti preferito un approfondimento rispetto ad un altro, ok? Ti aspetto in fondo al capitolo, ciao bedda!

Vale728: allora, vediamo cosa posso dirti per rassicurarti…dunque dunque…Kikyo sarà a dir poco STRONZA in questa storia, quindi ci saranno molte occasioni in cui la tua voglia di ammazzarla schizzerà alle stelle. Kagome la affronterà anche a viso aperto, mettendo bene in chiaro le cose. Kikyo però le farà entrare da un orecchio e uscire dall’altro, fino a quando…ecco, non ti posso dire altro, ma spero di averti incuriosita almeno un pochino. Inuyasha, invece, sarà un po’ meno diretto con la mummia rinsecchita, ma comunque cercherà di farle capire che…scusa, ma non posso dirti nemmeno questo. Allora, io spero di aver stuzzicato la tua curiosità e spero anche di rivederti al prossimo aggiornamento. Ti aspetto in fondo, ok? Besitones, callistas.

Achaori: affermare che Kikyo è una santa, sarebbe blasfemo. Questa ragazza è un po’ troppo contorta per i miei gusti e non è giusto che debba rompere le uova nel paniere agli altri. Ma fatti i ca22i tuoi, no? Vabbè dai…non facciamoci venire l’ulcera per colpa sua.
Sono veramente contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto e spero che non sia questo secondo a deluderti. Grazie mille per avermi lasciato un commento! Alla prossima!

Mary_loveloveManga: BEDDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!! Felicissima di rivederti su questi schermi! Sono contenta che questo primo inizio ti sia piaciuto, così come spero ti possa piacere anche il seguito.
So che ci sono due pecche, ma sai come sono fatta: se Inu e Kagome non si mettono insieme vado in paranoia. Però dovranno sudarsi il loro amore, mica posso buttarli uno tra le braccia dell’altro…così! Ci saranno molti ostacoli da superare, molti dei quali si pone proprio Kagome.
Per quanto riguarda Kikyo, troverai una piccola sorpresina in merito. Sappi che però non la farò morire, ma mi impegnerò bene affinchè se ne vada fuori dalle “cocche”.
Non farti problemi per le storie. Quando ti sentirai pronta a pubblicare, mi vedrai sicuramente a commentare. Io ti lascio con questo secondo capitolo. Grazie come al solito per aver commentato e spero che questo secondo capitolo ti stuzzichi come il primo.
Besitones, callistas.


IO E IL MIO CAPO                    UN PICCOLO INIZIO…





=Ma ti pare possibile fare pensieri sconci sul proprio capo?=
“Piacere mio.” – disse Kagome, cercando di apparire sicura di sé. Sembrò funzionare e Inuyasha gradì molto quella sicurezza.
“Come mai qui? Non pranza?” – Kagome alzò un sopracciglio, irritata per non aver pranzato.
“A dir la verità sono stata segregata qui.” – disse Kagome.
“Segregata? Ma chi…oh…la mummia, immagino.” – disse Inuyasha sconsolato.
“Precisamente.” – Inuyasha sembrò pensare a qualche cosa. – “Senta…mi fa compagnia mentre sistemo le mie cose nel mio ufficio?” – Kagome fece una faccia stupita, non se l’era aspettata una richiesta simile.
=Ma certo…poi ti sbatto al muro e ti violento…= fu il pensiero di Kagome.
“Va bene.” – disse solamente. Seguì Inuyasha nel suo ufficio e lo vide dirigersi verso la finestra, tirare le tende e rivelare un arredamento ancora migliore dell’ufficio in cui lavorava Kagome. – “Accidenti!” – esclamò la ragazza guardandosi intorno meravigliata. Inuyasha sorrise nuovamente, impossibilitato a non pensare quanto fosse sexy quella sua nuova impiegata.
“Prego, si sieda…” – disse Inuyasha, attendendo che Kagome si sedesse per aiutarla. La ragazza si avvicinò e con un sorriso lo ringraziò per la sua gentilezza.
“Grazie mille.”
“Prego…” – ma nel togliere le mani dallo schienale, “casualmente”, Inuyasha toccò le spalle di Kagome che ebbe l’impulso di girarsi e baciarlo.
=Sto diventando una porca…devo controllarmi…= pensò Kagome, sempre sorridendo. Inuyasha estrasse dalla sua borsa un computer portatile, all’ultimo grido. Collegò la presa della batteria alla spina e lo accese. Si sedette sulla sua sedia e tirò fuori la camicia dai jeans. Inutile dire che Kagome stava impazzendo. Con gesti sicuri e fluidi della mano, Inuyasha accese i programmi necessari e appena finito, intavolò una chiacchierata con la sua nuova dipendente per conoscerla meglio.
“Allora Kagome…posso chiamarla Kagome, vero?” – chiese Inuyasha guardandola come se di li a poco le sarebbe saltata addosso.
=Puoi fare tutto quello che vuoi…=
“Mi può dare anche del tu.” – disse Kagome, iniziando a flirtare con il suo capo in modo molto sottile, nulla di troppo spinto.
“Grazie. Come si è trovata…scusami…come ti sei trovata qui in questa prima mezza giornata?” – Kagome si appoggiò allo schienale della sedia molto, molto sensualmente, accavallò le gambe e fece oscillare il piede.
“Bene, la ringrazio. Devo farle i complimenti per l’arredamento. Ha un gusto veramente impeccabile.” – disse Kagome, continuando a flirtare. Inuyasha stirò le labbra in un sorriso che mozzò il respiro in gola alla ragazza.
“Grazie, comunque…dammi del tu.” – Kagome sorrise, imbarazzata per quello che aveva appena pensato.
=Se vuoi ti do dell’altro anche…KAGOME BASTA!= pensò la ragazza dentro di sé.
“Mi sembra strano…”
“Cosa?” – chiese Inuyasha.
“Dare del tu al mio principale.” – Inuyasha corrucciò le sopracciglia.
“Non mi piace quando mi chiamano “principale”!”
“Perché no…principale?” – chiese Kagome con un sorriso da sfottò. Inuyasha assottigliò gli occhi, fintamente irritato da quella presa in giro.
“Kagome…” – la ammonì lui, fintamente arrabbiato. In realtà quel gioco lo stuzzicava parecchio.
“Si?…principale?” – Inuyasha schioccò la lingua sul palato e Kagome decise di mollare la presa…per il momento.
“Mi fai compagnia per un caffè?”
“Volentieri grazie…” – con uno scatto fulmineo Inuyasha arrivò alle spalle di Kagome e le spostò la sedia. La ragazza, non abituata a questo tipo di galanteria, sorrise, leggermente imbarazzata.
“Non sono abituata a questo tipo di galanteria…” – disse lei per sdrammatizzare. Inuyasha sorrise.
“Ti ci abituerai…” – disse Inuyasha, lasciandola di stucco e avviandosi verso la porta.
=Ma…ci sta provando sul serio?= si chiese allibita Kagome.

I due si avvicinarono alla macchinetta del caffè e Kagome inserì la sua chiavetta.
“Non se ne parla nemmeno!” – disse Inuyasha, arrabbiato per quello che Kagome voleva fare.
“Beh?” – chiese lei non capendo.
“Offro io!” – disse Inuyasha togliendo la chiavetta dalla feritoia, inserendo la sua. Kagome lo guardò storto, però fece una cosa che lo lasciò di stucco. Sfilò la sua chiavetta e reinserì la propria.
“Sia mai che il mio principale mi offra il caffè!” – disse lei sfottendo. Inuyasha accettò, a patto che però Kagome si servisse per prima.
“Va bene, va bene…basta che non mi licenzi!” – Inuyasha aveva appoggiato il braccio contro la macchinetta, in una posa a dir poco seducente. La camicia infatti gli si era alzata, rivelando una porzione di stomaco niente male.
“Tranquilla…come lo prendi di solito?” – Kagome si girò, rossa in volto.
“C-come?” – Inuyasha si avvicinò un po’ di più a lei. La ragazza non osava fare un passo.
“Come lo prendi di solito?” – Kagome era in panne. Di che stava parlando? – “Kagome? Come lo prendi il caffè?” – chiese Inuyasha, che aveva capito perfettamente che Kagome aveva recepito tutt’altro messaggio.
E la cosa non gli era dispiaciuta per niente.
“Il caffè?” – chiese Kagome come se le avessero appena gettato addosso un secchio d’acqua gelata. – “Ma certo! Il caffè…che altro!” – rise istericamente, un po’ per alleviare la tensione. Vide Inuyasha sghignazzare e si rese conto dell’enorme figuraccia che aveva appena fatto con il suo titolare il primo giorno di lavoro.
=Perfetto…vuoi la guerra Inuyasha NoTaisho? E guerra avrai.=
Kagome si fece seria tutto d’un colpo e piantò i suoi occhi da cerbiatta in quelli d’orati di Inuyasha che smise subito di ridere.
“Lungo.” – disse Kagome che notò l’impercettibile allargamento degli occhi di Inuyasha, segno che anche lui stava iniziando a fraintendere alla grande. – “E con quattro palle.” – ora Inuyasha aveva spalancato gli occhi.
“Q-quattro?” – chiese. Poi Kagome sorrise, “innocentemente.”
“Mi piace dolce…” – Inuyasha si rese conto di aver frainteso alla grande quando vide Kagome ridere di soddisfazione.
=Credo che sarà una cosa molto interessante…= pensò il principale.
Presero i loro caffè e poi si diressero verso la terrazza. Da li si godeva uno spettacolo mozzafiato.
“E’…è bellissimo quassù!” – disse Kagome senza malizia alcuna. Inuyasha la osservò rapito. Quella ragazza era veramente bella!
“Mai come te.” – disse Inuyasha senza tanti peli sulla lingua. Kagome si girò di scatto.
“Prego?”
“Mai come te.” – Kagome si grattò la testa, imbarazzata. – “Che c’è?” – chiese Inuyasha divertito dal rossore diffuso sulle guance di quello splendore.
“E’ che…non ci sono abituata…” – disse Kagome sinceramente.
“Mi sembra impossibile!” – esclamò Inuyasha, stupito. Lei che non è abituata a sentirsi dire che è bellissima? – “Ma forse…non hai nessuno che te le dice queste cose?” – azzardò lui. Kagome lo guardò un attimo e per un attimo soltanto desiderò di non essere fidanzata.
“Oh, no…ce l’avrei, solo che…non me lo dice mai…” – anche se fuori poteva sembrare la persona più serena di questo mondo, Inuyasha dentro stava per scoppiare. Lei era già fidanzata, e oltretutto questo ragazzo non le faceva mai nessun complimento.
“Perdonami, ma…è un’idiota.” – Kagome se ne risentì un po’.
“Ehi!” – disse lei, un po’ arrabbiata.
“E’ un’idiota se non ti dice che sei bella.” – di nuovo Kagome avvampò. Non sapeva se prendersela con Inuyasha per quello che aveva detto di Koga o prendersela con Koga perché non le faceva mai i complimenti. Lasciò perdere la faccenda. Continuarono a parlare di vari argomenti e pian piano arrivarono le tre del pomeriggio. Kagome guardò l’orologio.
“Accidenti! Sono le tre! Devo correre al lavoro altrimenti se faccio tardi il mio principale si arrabbia!” – disse Kagome con il suo sorriso da presa in giro.
“Credo che non si arrabbierebbe mai con te.” – ammise lui, imbarazzandola ancora di più. Kagome gli fece la linguaccia e scese assieme a lui. Alcuni colleghi di Kagome erano già arrivati, tra i quali serpeggiava Kikyo. Quando vide che Kagome stava scendendo con Inuyasha dalla terrazza per poco non le venne un colpo. Ridevano e scherzavano come se fossero amici di vecchia data e poi li vide salutarsi.
“…ok, a dopo, ciao…” – disse Kagome mentre rideva per le avances del suo capo.
“Ciao.” – le disse Inuyasha.
Avances che lei non aveva sdegnato per niente.
Si sedette al suo posto, sotto lo sguardo allibito dei suoi colleghi, ma di Kikyo soprattutto.
“Allora? Che mi fai fare oggi?” – chiese con umore migliore. Kikyo ingoiò pesante e diede a Kagome dell’altro materiale da registrare.
“Registra con lo stesso programma queste ricevute.”
Chissà perché, ma il fatto di rivedere Inuyasha le metteva addosso una strana euforia.
“Ok.” – Kagome si concentrò sul suo lavoro e dopo due ore di numeri e calcolo di percentuali, Kagome potè finalmente andare da Inuyasha. – “Kikyo, io ho finito. Dove devo archiviarle?”
“Dalle a me. Devo portarle a Inuyasha.” – disse Kikyo con soddisfazione, pensando di infastidire la ragazza. Ma Kagome non era il tipo da farsi prendere in giro in quel modo. Consegnò le ricevute con un bellissimo sorriso.
“Certo! Ecco qui!” – Kagome si ridiresse alle macchinette del caffè e si prese un cappuccino, raggiunta poi da Eri e Yumi.
“Ciao Kagome! Allora? Com’è andato il tuo primo giorno di lavoro?”
“Abbastanza bene, grazie.”
“Che ti ha fatto fare la mummia?”
“Registrazione contabile…credo.”
“Scommetto delle cartellette che andavano archiviate nell’armadio dietro di te.” – disse Eri saccente.
“Già…stesso rodaggio?” – chiese Kagome.
“Preciso preciso.” – risposero in coro Yumi ed Eri. Le tre si misero a ridere.
“Adesso devo andare. Ci vediamo dopo, ok?” – chiese Kagome.
“Ok. Ciao!”
Kagome tornò al suo posto e attese il ritorno di Kikyo. Doveva sapere che fare per riempire quelle ultime due ore.
“Allora Kagome…” – disse Kikyo, altezzosa. – “…mi servono le fotocopie di questa documentazione.” – Kikyo mollò in mano a Kagome un plico di millecinquecento pagine, da fotocopiare inderogabilmente entro la mattina successiva.
“Come vuoi…” – disse Kagome, prendendo il fascicolo e dirigendosi verso la fotocopiatrice, situata in uno stanzino a sé stante con tanto di impianto di raffreddamento. Nonostante il condizionatore funzionasse ad una temperatura abbastanza bassa per evitare il surriscaldamento della macchina, dentro quello stanzino c’era un tepore che stupì non poco Kagome. Quel calore sulla pelle, la invitò a togliersi il copri spalle.
Pessimo errore…
Era da mezz’ora che stava li e aveva fotocopiato cinquecento pagine, l’esatta quantità di una risma di carta. Le girò dall’altra parte per fare il fronte retro e schiacciò il tasto verde. Si appoggiò ad una parete in attesa, finchè non sentì una scarica di piacere attraversarle la spina dorsale. Si girò di scatto, andando ad incrociare gli occhi ambrati del suo principale.
“Principale buonasera!” – disse lei, maledicendosi per aver tolto il copri spalle.
“Ciao…” – disse lui con voce roca. Le passò il dorso della mano lungo la schiena e lei non potè impedirsi di rabbrividire.
“Inuyasha…” – lo chiamò lei in un sussurro. La voce non ne voleva sapere di uscire.
“Si?” – Kagome sentiva sempre di più la presenza di Inuyasha alle sue spalle. Doveva fermarlo. Credette di morire quando sentì che le sue mani, le sue calde mani, le stavano spostando i capelli da un lato e posarle un bacio sul collo. Si armò di tutta la buona volontà che Madre Natura le aveva concesso e si girò verso di lui.
“Sono fidanzata.” – ma Inuyasha non intendeva demordere.
“Tranquilla…non sono geloso.” – a Kagome scappò una risatina isterica.
“Tu no…ma il mio ragazzo si!” – puntualizzò la ragazza. Inuyasha sembrò rinunciare. Ma successivamente, imprigionò il corpo di Kagome tra il suo e la parete. La ragazza era pronta a sentire le labbra di Inuyasha sulle sue.
“Aspetterò…” – disse lui, lasciandola in piena confusione. Poi se ne andò.
La fotocopiatrice sembrava impiegarci una vita.
“Ma ti muovi?” – chiese Kagome alla macchina. Fortunatamente dopo cinque estenuanti minuti la macchina aveva finito la prima trance di copie. Inserì la seconda sperando ardentemente che si muovesse. Tanto per ingannare il tempo, prese il fascicolo che aveva appena fotocopiato e iniziò a leggerlo. Nonostante non capisse niente di leggi o codici, trovò molto interessante l’argomento che stava trattando. In pratica, era una causa intentata contro la Hakudoshi’s Company per avvelenamento. La Hakudoshi produceva materiale idrico che durante la lavorazione dava origine a materiale di scarto che, se non arginato in speciali contenitori stagni, filtrava nel terreno, inquinando le falde acquifere. Kagome prese una sedia, tastando nel vuoto perché non intendeva schiodarsi un secondo dalla lettura del fascicolo, si sedette e continuò a leggere.
Il plico diceva che la HC (Hakudoshi’s Company) aveva si delle vasche di raccoglimento per il materiale di scarto, ma purtroppo non erano stagne. In questo modo il marciume delle scorie filtrava nel terreno, inquinando così le falde acquifere. Non molto distante da quell’industria, c’era un piccolo paese, popolato più che altro da allevatori e coltivatori che assistevano impotenti alla morte delle loro colture e animali. Inutile dire che se la cosa non veniva risolta al più presto, quelle povere persone rischiavano veramente di finire in rovina, nonché di morire. Kagome si alzò, depositò il fascicolo sulla sedia e andò alla fotocopiatrice. Ripeté la stessa procedura di prima per il fronte retro e aspettò che anche quella risma finisse. Si risedette e proseguì nella lettura. Quel fascicolo era molto ben dettagliato, ma secondo lei mancava qualcosa. Per esempio…chi aveva iniziato ad intentare la causa? È stata una famiglia di quel paese o è stato qualcuno che osservava la HC da qualche tempo? Quante persone sono morte da quando la HC ha fatto la sua comparsa? Quali sono i sintomi che hanno colpito gli animali?
=Magari le trovo scritte sui plichi che sto fotocopiando adesso…= pensò giustamente Kagome. In quel momento la fotocopiatrice finì anche la seconda trance e Kagome poté finalmente inserire l’ultima. Sistemò il plico che aveva appena letto e si dedicò al secondo. Parlava più che altro del sistema di contenimento della HC, specificava la sua struttura interna con le misure precauzionali che, secondo lo studio di Inuyasha, non erano state messe in atto più che altro per risparmiare. Parlava inoltre di come, sempre secondo lo studio di Inuyasha, la HC assumesse e licenziasse dipendenti dalla mattina alla sera, facendo risultare questo comportamento assai sospetto. Ma la spiegazione non c’era. Kagome era totalmente immersa nella lettura, molti termini non li conosceva, ma riusciva a capire a grandi linee che questa HC doveva essere fermata. Concluse la lettura anche di quel fascicolo e andò alla fotocopiatrice per vedere se aveva finito. Prese la carta dal cassetto e la girò, attendendo pazientemente che finisse quel lavoro. Controllò l’ora: le sette e quindici minuti. Tra un quarto d’ora lo studio avrebbe chiuso. Si rimise il copri spalle e questo gesto le fece ritornare alla mente il bacio infuocato di Inuyasha. Se chiudeva gli occhi poteva sentirlo ancora. Concluse l’ultimo quarto d’ora e finalmente potè tornare al suo posto a prendere le sue cose, ma prima doveva rilegare il fascicolo fotocopiato. Non si era accorta che Inuyasha era fermo davanti a lei che la guardava, o meglio, guardava la scollatura del suo top.
“Certo che il bianco ti dona, eh?” – disse Inuyasha. Per lo spavento Kagome saltò indietro e cadde sulla sedia, facendo ridere il suo principale. Respirava affannosamente per cercare di darsi un contegno, ma la vicinanza di Inuyasha e il suo sorriso bellissimo non l’aiutavano di certo.
“M-ma, ma, ma…principale!” – disse Kagome, usando l’unica parola che faceva zittire Inuyasha. Infatti, smise di ridere. – “Adesso so come farti stare zitto.” – disse Kagome sorridendo.
“Hai finito?”
“Si. Ho rilegato il fascicolo e adesso me ne vado a casa.”
“Ok. Ci vediamo domani, allora?”
“Se non sono licenziata…” – disse Kagome. Inuyasha sorrise e attese che Kagome uscisse per chiudere la porta e inserire l’allarme. Kagome andò verso la sua Audi e Inuyasha verso il suo Porche Cayenne Turbo. Kagome lo guardò allibita. Una macchina così le costava anche sognarla. Chissà quanto costava?…
Ognuno poi prese la propria strada…
…non vedendo l’ora di vedersi il giorno dopo.




“Sono tornata!”
“Ciao amore! Com’è andata?”
“Bene, dai…ho già litigato con una mia collega.” – disse Kagome fintamente compiaciuta. Koga guardò Kagome con aria afflitta.
“Cominci di già?”
“Mai passato per l’anticamera del cervello che abbia iniziato lei?” – Koga fece una sospettosa.
“E che avrebbe fatto?”
“Tanto per farti capire che tipo è, tutti in ufficio la chiamano la “mummia”, perché è bianca cadaverica e non ha amicizie.”
“Ah…”
“Mi ha fatto cominciare con l’inserire dei dati a computer e alle una avevo già finito, senza contare che mi ha obbligata a non mangiare per finire quelle registrazioni.” – disse Kagome ancora furiosa per non aver pranzato.
“Ma dai?!” – disse Koga divertito.
“Seee, ridi ridi…poi quando avevo finito ha voluto controllare perché pensava che avessi saltato qualcosa…” – mentre Kagome raccontava a Koga la sua giornata si spostavano da una parte all’altra della casa perché Kagome si potesse cambiare d’abito. – “…quando ha visto che non mancava niente ci è rimasta malissimo. Pensava che per schiacciare un tasto ci avrei messo due anni.” – Koga l’abbracciò e la baciò.
“Il mio piccolo tesoro…” – usando un tono come si fa con i bambini per farli stare zitti. Kagome rise e andò in cucina a preparare la cena. Fortunatamente Koga aveva già messo su l’acqua e dosato la pasta. Cenarono di fronte alla tv, facendo zapping. Verso le undici andarono a letto e Kagome si addormentò subito.
Koga, invece, era intento a pensare…




















Koga che pensa? È un miracolo…
Dunque dunque…piaciuto?
Spero che non ci siano state troppe ripetizioni, se si…sapete cosa fare, vero? Allora, io spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Visto come Inuyasha ci provava con Kagome? E la scena della fotocopiatrice? Caruccia, no? Poi, poi, poi…cosa posso chiedervi…chissà a cosa deve pensare Koga. Qualcuno di voi me lo saprebbe dire?
Chissà cosa succederà il giorno successivo…sicuramente non ve lo vengo a raccontare perché lo dovrete leggere da sole.
Grazie a tutte coloro che hanno recensito. Vi amo alla follia!
Superbesitos!

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Capitolo 3
*** 3 - La svolta ***


3 - La svolta Allora…ciao, ciao, ciao!
Ben arrivate al terzo capitolo di questa storia. Ringrazio tutti quelli che ci hanno perso qualche momento per recensirla, sia in positivo sia in negativo (soprattutto gli ultimi).
Bene. Questo sarà il capitolo della svolta, in cui si capirà come mai Koga era sempre così sovrapensiero. Ma prima di passare al capitolo, vorrei ringraziare personalmente…

Le_montagnine: poco manca che stramazzi al suolo a causa di un infarto…dico…altre due commentatrici! Si, si…credo che mi spiattellerò al suolo, ma vi giuro che morirò felice!
Allora…benvenute nella mia umile storia. Mi fa davvero piacere che fino ad adesso vi sia piaciuta, ma molto, molto, molto! Certo che la scena della fotocopiatrice ha riscosso un bel successo, da quel che ho potuto leggere dai commenti. Ma se è lecito chiedere…perché non vi piace la coppia Koga/Kagome? ^//^ (come se non lo sapessi perché non piace…). Io parteggio sempre e solo per la Inu/Kag, che diciamocela tutta…è ovvia! Insomma…mi dite cosa dovrebbero fare se non mettersi insieme quei due li? Anche nel manga! Cosa ci sarebbe andata a fare Kagome nell’epoca Sengoku, incontrare Inuyasha, scontrarsi con Naraku…e poi tornare a casa con la bocca asciutta? Io personalmente mi infufferei da morire con l’autrice perché non è proprio contemplabile una cosa del genere!
Ma mi compiaccio nel vedere che nessuna di voi due ha molta stima di Kikyo…chissà perché…comunque, nemmeno a me piace, anche se la situazione in cui lei si trova (parlo del manga) non se l’è cercata lei…ma io mi chiedo…FATTI I FATTI TUOI, NO? Prima sembra voglia colpevolizzare Inuyasha per tutto quello che è successo, poi lo rincorre e lo bacia…una bella dose di decisione io me la farei, se fossi in lei…ma per fortuna non lo sono, hihihi…tutta questa pappardella era per dirvi che vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino, troppo provato dalla felicità, per il bellissimo commento e che vi aspetto in fondo al capitolo.

P.S.: forse questa nota la dovevo mettere all’inizio…quando leggerete questo ringraziamento, fatelo quando siete già a letto, almeno vi concilia il sonno. ^^
Besitos e grazie ancora!

Camoeight: CIAOOOOOOOOOOOO!! Benvenuta nella mia storia! Sono veramente felice che un nuovo nome si sia aggiunto alla lista dei commentatori! Bene…mi fa davvero felice sapere che i doppi sensi siano stati apprezzati. E pensare che mi sono venuti così spontanei che me ne sono sorpresa persino io. Comunque…va a finire che un giorno o l’altro posterò una storia basata solo sui doppi sensi, visto che mi piacciono da matti e la coppiata sarà sempre e solo Inu/Kag, ovviamente. Sono contenta di averti strappato qualche attimo di ilarità con quella scena.
Spero di vederti anche al prossimo capitolo! Intanto ti mando un mega abbraccio e un besitones grosso come il mondo!

LightAngel_93: allora, dunque…diciamo che dopo aver letto la tua recensione (me misera e tapina) mi sarei scavata una fossa delle Marianne :). Tu stai pure tranquillo che non me la sono per niente presa, tutt’altro. Ho apprezzato molto le tue correzioni e hai ragione. Ma partiamo dall’inizio.
Accenti: quelli non sono colpa mia, non tutti, per lo meno. È il computer che me li corregge in automatico, anche se non so il perché. Però ammetto candidamente che “va’” e “finché” non li sapevo (me ignorante…).
Paragrafi: molto semplicemente, ci starò più attenta, anche se il bello è che prima di postare il capitolo lo rileggo almeno tre-quattro volte per vedere che non ci siano errori. Oltre al danno, la beffa!
Puntini di sospensione: forse hai ragione tu sul fatto che ne faccio un uso spropositato, ma se li metto è perché, secondo me, rendono al meglio il senso dell’indecisione. Se devo scrivere una frase nella quale devo far sembrare indeciso un personaggio, i puntini di sospensione mi aiutano tanto, tanto che arrivo a provarla io stessa. Magari puoi suggerirmi un modo per ometterli.
Note: alzo la mano e chino la testa, mortificata. Mi sono dimenticata di metterle, ma vedrò di correggere subito. Per quanto riguarda Kagome, io non la definirei una “poco di buono”. Hai pienamente ragione sul fatto che normalmente è sempre posata e carina, ma ho voluto renderla un po’ più audace (torniamo sempre al discorso che hai ragione tu. Dovevo mettere le note…). Ma se fai caso, al mondo ci sono tanti tipi di “ragazza”: c’è quella timida, quella sbruffona, c’è l’oca giuliva…ma c’è anche quel tipo di ragazza che non ha problemi a fare amicizia con tutti anche se è fidanzata, ma non per questo deve passare come una poco di buono. Kagome ha solamente trovato qualcuno che sa stare agli scherzi e ai doppi sensi. È forse una brutta cosa, questa? E poi, io non ho detto che ci prova spudoratamente con Inuyasha, ma che “stava iniziando a flirtare con il suo capo in modo molto sottile, nulla di troppo spinto”. Kagome sa di essere fidanzata e anche se non lo fosse stata, lei stessa sapeva che non era professionalmente corretta una cosa del genere (qui però mi costringi ad anticiparti un po’ di cose, accipicchia! Non per obbligarti, ma se segui la storia vedrai Kagome che si farà mille problemi per questa relazione.). E a proposito di stravolgimenti vari…ti è mai capitato di vedere una ragazza così bella da rimanerci secco? Gli occhi sono fatti per guardare, ma ciò non significa tradire il proprio ragazzo o ragazza, così come non significa cornificare solo perché magari si pensa che la persona davanti a noi sia particolarmente carina.
Kikyo: è vero. Kikyo è lì da molto più tempo di Kagome, ovviamente, ma ciò non toglie che in un ambiente di lavoro siano necessari rispetto e fiducia. E Kikyo ha dimostrato di non averne (non in questa prima parte, per lo meno ^^…). Nelle storie che uno/a scrive, di solito, c’è sempre qualcosa dell’autore. Nelle mie c’è un po’ della mia personalità e di quello che mi capita al lavoro e ti posso assicurare che starsene sempre zitti zitti e continuare a subire non fa bene, specie alla salute, perché arriva il momento che scoppi e allora sì che sono ca22i amari e che può capitare di essere cacciate a pedate. Ma se invece si mettono le cose in chiaro fin da subito è invece possibile instaurare anche una sorta di legame di amicizia.
Dulcisi in findus: mea culpa che non ho messo le note, ma rimedierò. Ti ringrazio lo stesso per avermi fatto notare tutti gli errori, ma voi state lì proprio per farceli notare, no?
E stai pure tranquillo che non ti odio e se vuoi continuare a leggerla anche senza commentare (nessun problema, sai?), mi farebbe piacere lo stesso. Ma sappi che Kikyo subirà una svolta. Spero di averti incuriosito almeno un pochino pochetto.
Grazie ancora, ciao ciao!

P.S.: spero di non esserti risultata maleducata, perché non era mia intenzione esserlo.

Monik: NOOOOOOOOOOO!!! Non evaporare, ti prego!! Eventualmente prima finisci le tue storie e poi svaporati…dai che scherso…
Sono proprio contenta che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e dalla tua reazione oserei dire che ha riscosso un buon successo. Noooo!! Hai la tonsillite? Da quanto? Stai guarendo o sei ancora nel bel mezzo della malattia? Beh…spero che ti rimetta in fretta. Un metodo per rimetterti presto presto è quello di aggiornare. Se chiedi al dottore darà ragione a me… ^////^. Comunque…tornando serie…sono contenta che hai aggiornato, perché iniziavo ad andare in crisi d’astinenza. Ti aspetto alla fine del capitolo e fammi sapere se anche questo è di tuo gradimento. Spero di non aver esagerato con la caratterizzazione di Inuyasha e Kagome. Tu che dici?

Mikamey: bene, sono contenta che tu abbia apprezzato il nuovo look dei due piccioncini. Chiedo scusa anche a te se ho esasperato i comportamenti dei due ragazzi, solitamente l’esatto opposto di come sono in realtà. E comunque…io non capisco perché mi facciate queste domande…mi costringete a darvi delle anteprime e mi scoccia! ^//^. Ma sono contenta perché significa che speri nel consueto lieto fine. Se leggi questo capitolo, fammi sapere poi se ti piace.

Kagome19: meno male che la pensi come me. Allora anche tu eri stanca di vedere Inuyasha e Kagome sempre timidini o sbruffoni! Purtroppo ad alcuni non è piaciuta molta questa mia iniziativa di renderli più simili ai ragazzi di oggi, ma sai che ti dico? Sono contenta che me lo abbiano fatto notare, ma sono ancora più contenta di vedere che altri come te apprezzino il cambio di personalità e che recensiscano positivamente la mia storia. Per quanto riguarda Kagome…beh, Kagome ha solamente reagito come avrei reagito io se mi trovassi davanti un ragazzo particolarmente carino (bono…figo…perfetto…vedi tu!). Mi sono divertita un sacco a farla sembrare una piccola porcellina con le sue indecisioni.
E per quello che riguarda Kikyo…vedrai. Forse ti piacerà il modo in cui l’ho sistemata, ma dovrai aspettare ancora qualche capitoletto, dove mi premurerò di farti patire le pene dell’inferno! HAHAHAHA!!! (risata sadica…)
Besitoneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeees anche a te! Ti aspetto in fondo, ne?

Mary_loveloveManga: super beddissima! Todo bien? Sai, io credo invece che sto perdendo alcuni colpi. Hanno dato un film della Roberts in tv? E ME LO SONO PERSO? Comunque, se era Erin Brockovich allora si, mi sono ispirata a quello. Scusami se forse non sono molto brava con la fantasia e mi riduco a scopiazzare i film, ma questo non ce l’ho proprio fatta a resistere! Ho dovuto! È stata come una…missione divina, se mi è concesso. Comunque…bando alle ciancie. Sono veramente contenta che ti sia piaciuto questo capitolo e come al solito esageri con i complimenti (meritati, se posso aggiungere ^//^…hihihi…).
Com’è che tutti si soffermano sui pensieri “poco casti” di Kagome? Cos’è? Non ci sei abituata? E comunque…mia cara Mary, sappi che io sono tutto fuorchè casta e pura (con calma…non fraintendere…), ma sono contenta che vi siano piaciuti. Non eri stanca di una Kagome sempre posata? Io un po’ si, è per questo motivo che ho deciso di trasformarla completamente. E sono ancor più contenta che Inuyasha ti sia piaciuto, così come la sua risposta a Kikyo (ma non sarà la prima né l’ultima…e non posso dirti altro!). Beh…è stata attrazione a pura vista e la fotocopiatrice…l’ho messa perché mi sembrava carina. Sono contenta che ti sia piaciuta (mazza quante volte l’ho detta ‘sta frase in questo commento?). E comunque le fic non servono per realizzare i nostri sogni più proibiti? Come ad esempio mettere al rogo le streghe (Kikyo…per dire la prima che mi viente in mente…). Penso tu abbia capito un po’ come la penso, no? Non è che Koga sia brutto, solo che non lo vedo accanto a Kagome, tutto qui. Ma se ti interessa sapere cos’ha Koga, dovrai leggerti questo capitoletto.
Un abbraccio (faccio piano visto che non ti senti bene. Cosa? Il colpo della strega? Kikyo ti ha fatto ciò? Bastarda… :p)
Grazie ancora e ti aspetto in fondo!

Fmi89: ciao bedda! Sono contenta che il capitolo abbia riscontrato un altro parere positivo. Fammi sapere, mi raccomando, cosa ne pensi di questo terzo qui.
Grazie mille per esserti intrufolata e per aver lasciato un commento!
Besitones!

Makiolina: ciao, ciao! Mi fa piacere vedere un nuovo nome tra i commentatori! Ma per rispondere alla tua recensione…io credo che Inuyasha si beccherebbe una denuncia per molestie solo nel caso in cui l’altra parte avanzi tale querela, non trovi? E poi, i due sono adulti e vaccinati. Penso si possa affermare a priori che avere una relazione con il proprio capo sia un fatto decisamente sconveniente, se mettiamo in conto le malelingue e tutto quello che ci va dietro, quindi Kagome e Inuyasha sanno perfettamente che non è ne etico, ne professionale. Ma se decideranno di buttarsi in questa relazione, dovranno accettare il fatto che è una cosa voluta da entrambi (e quindi niente querele!) e che dovranno fronteggiare un bel po’ di difficoltà. Mi fa piacere notare che hai capito a che film si riferisce.
Per la seduzione “soft” credo che sarà bandita da questa storia. A Inuyasha piace Kagome e sarà proprio questo sentimento a spingerlo a compiere gesti un po’…avventati. Spero comunque che tu voglia seguire ugualmente la storia, nonostante queste premesse.
Se ho scritto una storia così è perché volevo vedere realizzata una mia piccola voglia personale e cioè quella di vedere quei due finalmente con due caratteri “dominanti”, se mi si passa il termine. E per dominanti, intendo che Inuyasha sa finalmente cosa e chi vuole dalla vita e Kagome non si fa mettere i piedi in testa da Kikyo, cosa che normalmente non accade quasi mai.
Come ho già detto, spero vivamente che tu voglia seguire ugualmente la storia.
Grazie ancora per il tuo commento e ci vediamo in fondo al cappy! ^^

Vale728: buondì, splendore! Felice di vederti anche questa volta! Mi riempi il cuore di felicità nel vedere che i miei doppi sensi ti sono piaciuti. Bella anche la figura che ci stava impiantando Kagome alla macchinetta del caffè, non trovi? Ma se hai capito a che film si ispira la mia fic, credo anche che saprai più o meno come andrà a finire, ovviamente con la mia personale rivisitazione dei personaggi. Però Kagome ha appena iniziato ed è giusto che inizi come tutti dalla gavetta, non trovi? Ora sta ad archiviare le cartelle, ma domani? Cosa le riserverà il destino?
E per Koga…quando arriverai in fondo al capitolo mi dirai cosa ne pensi. Dopotutto…la storia deve ancora entrare nel vivo!
E comunque si, l’ho capito non ti preoccupare. Io ti ringrazio per avermelo fatto notare e ti posso assicurare che quando vedo i tuoi commenti scoppietto di felità in giro per casa!
Ora ti lascio al capitolo e ci vediamo in fondo, ok?
Ti mando un triglione di besitos!

E ora, per tutte, il capitolo, sperando vivamente che vi piaccia come i precedenti!




IO E IL MIO CAPO        LA SVOLTA






Il mattino successivo tutto si svolse come quello precedente. Doccia, colazione, lavoro.
Arrivò con i suoi soliti dieci minuti di anticipo e usò il cartellino per aprire la porta. Stavolta però prese l’ascensore. Aprì la porta dello studio e andò alla sua scrivania.
=Perfetto!= pensò la ragazza. Il fascicolo era ancora lì e poteva leggerne la fine.
Praticamente non c’era niente di interessante, o per lo meno niente che riguardasse direttamente la HC. C’erano solo la lista delle leggi che l’azienda aveva presumibilmente infranto e gli studi che avevano contribuito alla causa. Kagome chiuse il fascicolo e in quel momento arrivò Kikyo che glielo strappò letteralmente di mano, poggiandolo sulla propria scrivania.
“Buon giorno anche a te, Kikyo…” – disse ironica Kagome.
La collega non la degnò nemmeno di uno sguardo e si limitò solamente a darle il buon giorno.

Kikyo passò praticamente alla nuova arrivata tutti i lavori che lei non aveva voglia di svolgere e che erano rimasti in sospeso per troppo tempo. Kagome, pazientemente, li portava a termine con un ottimo risultato e verso le dieci e mezzo andò da Yumi ed Eri per chiedere loro se volevano un caffè. Le ragazze non obiettarono.
“Allora Kagome…com’è andata ieri? Abbiamo visto che tu e Inuyasha siete entrati subito in amicizia…” – disse Eri, sgomitandole lo stomaco. Kagome per poco non si soffocò con il caffè.
“Devo deluderti, gioia…perché io sono fidanzata.” – disse Kagome. Yumi ed Eri la guardarono con tanto d’occhi, come per dire “ma tu non ci sei con la testa!”. In quel momento entrò Inuyasha, salutando tutti.
“Buon giorno, signor NoTaisho!” – fu il saluto unanime di tutto lo studio.
“Buon giorno, signori. Signore.” – disse Inuyasha, dedicando alle donne in studio un sorriso particolarmente bello. – “Ciao Kagome, buongiorno.”
“Buon giorno a lei…principale.” – Inuyasha rise. In fondo, quel piccolo gioco gli piaceva. – “Lungo o corto oggi?” – Inuyasha la guardò sorridendo.
“Per oggi credo che sarà corto.” – Kagome lo guardò con una faccia fintamente allibita.
“Che delusione…” – disse poi Kagome, scoppiando poi a ridere tutti e quattro insieme. Prese il caffè dalla macchinetta e lo bevve tutto d’un fiato. Kagome stavolta ci rimase veramente male. – “Ma…te lo scoli tutto d’un fiato?” – Inuyasha gettò il bicchiere nel cestino e guardò Kagome non capendo che intendesse.
“Problemi…dipendente?” – Kagome rise, divertita per quel soprannome…anche se in fondo era la verità.
“Manco mezzo…” – disse, anche se dalla faccia pensava tutto il contrario. Ma non si era ustionato le corde vocali in quel modo?
“Ok…ci vediamo. Ciao ciao…” – disse Inuyasha.
“Ciao…principale!” – Inuyasha la salutò con la mano senza girarsi.
Kagome tornò al suo posto e finì il lavoro che le aveva dato Kikyo. La ragazza in questione si stava mangiando le mani per la troppa confidenza che avevano quei due. Di li a mezz’ora il telefono di Kagome suonò e sul display vide un numero a sole tre cifre, un numero interno, probabilmente.
=Chissà chi è?=
“Pronto?” – chiese Kagome titubante.
“Kagome, sono io.” – la ragazza sussultò.
“Ciao…dimmi.”
“Mi servirebbe il fascicolo che hai fotocopiato ieri e il suo originale. Te lo ricordi?” – chiese Inuyasha malizioso, sperando che non avesse dimenticato il bacio. Kagome istintivamente si portò una mano al collo.
“S-si. Te lo porto subito.” – Kagome agganciò il telefono e prese i fascicoli dal tavolo di Kikyo.
“Dove vai?” – le chiese la collega, sospettosa.
“Da Inuyasha a portargli il fascicolo che mi hai fatto fotocopiare ieri.” – spiegò pazientemente Kagome. A volte aveva l’impressione di parlare con una bambina che doveva sapere sempre tutto…
“Da qua che glieli porto io.” – disse Kikyo, alzandosi. Kagome la guardò con un sopracciglio alzato.
“Toh…” – le disse, mettendoglieli in mano con fare annoiato.
Kikyo li prese e si avviò sculettando verso l’ufficio di Inuyasha. Bussò.
“Avanti…” – disse una voce maschile da dentro. Kikyo entrò e Inuyasha sbuffò. – “Mi sembrava di aver chiesto di Kagome.” – disse, guardando Kikyo con indifferenza.
“Aveva da fare…” – generalizzò Kikyo con non curanza.
“Immagino…” – disse Inuyasha, sgridandola con lo sguardo. La ragazza strinse le labbra, segno che forse Inuyasha non aveva gradito molto quella presa d’iniziativa. – “…i fascicoli?” – chiese diretto.
“Eccoli qui.” – Kikyo glieli pose sulla scrivania e attese istruzioni.
“Puoi andare.” – disse, guardandola con un sopracciglio alzato. Kikyo annuì e se ne ritornò al proprio posto. Quando tornò vide Kagome ciondolare e la rimproverò.
“Hai già finito?” – chiese, aspettandosi una risposta negativa.
“Si…” – le rispose la collega, che si dondolava sulla sedia. – “Ti stavo aspettando per vedere se avevi altri lavori da darmi.” – ma aveva esaurito tutto. In due giorni anzi, in un giorno e mezzo Kagome aveva sistemato tutto quello che lei aveva accantonato per due anni.
“Non al momento…” – sibilò a denti stretti la collega. Kagome alzò le spalle. Possibile che in uno studio di avvocati non ci fosse niente per lei? Decise di vedere di che si occupava Kikyo.
“Tu di che ti occupi qua dentro?” – chiese Kagome curiosa.
“Io scrivo le relazioni che riassumono i punti salienti delle riunioni alle quali partecipo assieme a Inuyasha…” – specificò Kikyo. – “…mi occupo della cancelleria, liquidare i clienti, ma più che altro il mio compito è quello di tenere in ordine l’agenda di Inuyasha e aggiornarlo sui suoi impegni.”
“Capito…” – disse Kagome, tornando al suo posto.
Erano le undici e quarantacinque, per fortuna, e Kagome non doveva attendere un’eternità per andare a pranzo. Quando mancarono solo cinque minuti all’ora d’aria, Inuyasha uscì dall’ufficio, andando proprio verso Kagome.
“Oggi pranzi?” – le chiese lui senza tanti giri di parole.
“Solo in rare occasioni…” – disse lei, con fare misterioso. Inuyasha le resse il gioco, incurante della calvizie che stava colpendo Kikyo.
“Oh…e quali sarebbero queste “rare occasioni”, se è lecito chiedere?” – Kagome sorrise.
“Quelle in cui è il mio principale a invitarmi fuori.” – Kikyo aprì la bocca indignata ma non ci fu verso che uscisse una parola. Anche alcuni colleghi che si stavano preparando per uscire si scambiarono delle occhiate maliziose, ma non dissero niente. Inuyasha si mise a ridere.
“Ok. Sei pronta?” – Kagome ci rimase un attimo. Lei…aveva solo fatto una battuta.
“Ma…ma io stavo…stavo scherzando!” – disse lei allibita. Inuyasha rise ancora di più.
“Dai dai…almeno oggi mangi, no?” – disse lanciando una significiativa occhiata a Kikyo che divenne piccola piccola. La prese Kagome per un braccio e la trascinò verso l’uscita.
“Ehi…piano, piano!” – Inuyasha prese l’ascensore e Kagome si sentì morire. Sei piani. Sei lunghissimi piani da percorrere in uno spazio di un metro per un metro assieme a quella bellezza stratosferica. Schiacciò il piano del garage. – “Dove andiamo?”
“A mangiare.” – rispose lui con ovvietà e Kagome lo guardò malissimo.
“Ma pensa te! Non l’avevo capito…” – la ragazza guardava in alto il contatore dei piani. Ma quanto ci metteva? Il cuore le martellava fortissimo nel petto e Inuyasha, essendo mezzo demone, lo percepì nettamente.
Sorrise.
Finalmente le porte si aprirono e Inuyasha andò nel suo posto macchina, prese le chiavi e aprì l’auto da distanza. Le aprì la portiera e la fece accomodare.
“Grazie.” – Inuyasha si mise alla guida e partirono per andare al ristorante. – “Ti ci serve una scaletta per salire su questa macchina!” – ammise Kagome che le sembrava di volare. Inuyasha rise.

Dopo dieci minuti di strada, arrivarono in un ristornante di classe. Il cameriere, appena vide Inuyasha, lo fece accomodare immediatamente dato che aveva un tavolo prenotato da sempre.
“La signorina è con lei?” – chiese il maitre.
“Si.” – rispose il mezzo demone.
“Prego…” – disse il cameriere facendo strada alla coppia.
Pranzarono, cercando di rimanere molto leggeri e poi uscirono a fare un giro. Kagome si chiedeva come mai lei, che tra le tante cose di futile importanza era fidanzata, uscisse con il suo capo come se nulla fosse. Entrarono in un bar per prendere il caffè, sedendosi all’aperto.
“Allora Kagome, che stai facendo adesso?” – chiese Inuyasha, strappando la bustina dello zucchero.
“Sto prendendo il caffè.” – disse la ragazza, lasciando interdetto il suo capo. Kagome rise per la faccia di Inuyasha che era troppo buffa.
“Bella battuta…” – disse lui dopo averla capita.
“Ma dai…bisognerà pur ridere nella vita, no?” – disse la ragazza, poggiando la tazzina sul piattino. Lo stesso fece Inuyasha.
“Certo, certo…comunque…di cosa ti stai occupando in ufficio?” – specificò Inuyasha. Kagome fece finta di aver capito solo adesso il senso della sua domanda.
“Aaaaah…stavi parlando di quello…” – Inuyasha la guardò fintamente scocciato. – “…al momento non sto facendo nulla. Ho registrato tutta la documentazione dell’armadio che sta alle mie spalle e delle cartellette che Kikyo aveva in sospeso. Sto aspettando dell’altro lavoro.” – ammise lei.
“Capisco…che ne pensi del lavoro d’ufficio?” – chiese Inuyasha.
“Che è un…” – ma Kagome si bloccò quando vide l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere.
“Kagome?” – la chiamò Inuyasha, un po’ preoccupato.
“…brutto figlio di tua madre, bastardo, stronzo e faccia di culo!” – disse Kagome in un fiato. Inuyasha sgranò gli occhi. Era questo che pensava Kagome del suo lavoro? Stava già per ribattere, ma la vide alzarsi con uno sguardo allampanato dietro di lui. Inuyasha seguì con lo sguardo la sua figura, finchè non la vide fermarsi davanti ad una coppia. Inuyasha si era avvicinato quel tanto che bastava per assistere alla conversazione.
“Buon giorno…” – la sentì dire al ragazzo che quando la vide pensò di avere una visione.
















Allora? Chissà chi è il misterioso ragazzo che ha salutato Kagome…
Qualcuna di voi ha qualche idea?
Bene…se proprio non ci arrivate…leggete il resto del capitolo.
^______^ HAHAHA


















“K-K-Kagome?”
“Già…e questa? Chi sarebbe…?” – chiese Kagome indicando la ragazza con il pollice, senza degnarla di uno sguardo. La ragazza in questione si sentì molto offesa e rispose a Kagome per le rime.
“Ehi…come ti perm…” – ma non proseguì con la frase per via dell’occhiata raggelante e infuocata allo stesso tempo di Kagome.
“Ti conviene stare zitta se vuoi continuare a camminare con le tue gambe.” – tuonò minacciosa Kagome, senza urlare. Inuyasha ora si era avvicinato.
“Tutto bene?” – chiese lui.
“E lui chi è?”
“Non sei nella posizione per fare domande, Koga!” – Inuyasha sussultò. Che fosse…ma no, dai…possibile che fosse stato tanto stupido da farsi beccare con un’altra? Dentro di se Inuyasha rise per il colpo di fortuna che aveva appena avuto. – “Allora? Sto aspettando…” – il ragazzo abbassò lo sguardo.
“Lei è Ayame, una collega di lavoro…” – spiegò Koga. – “…ci stiamo frequentando da un anno e mezzo.” – Kagome non riuscì a trattenere un urlo.
“CHE COSAA?!?!?” – molti clienti si girarono incuriositi da quell’urlo apocalittico. Kagome si guardò intorno, imbarazzata. – “U-un anno e mezzo? Ma…perché non mi hai detto niente?” – Inuyasha era un po’ perplesso. Ma si aspettava che gliene parlasse?
“Io…” – ma Kagome lo bloccò.
“Lascia perdere…quando stasera torno a casa, non voglio trovare più niente di tuo. Sono stata chiara?” – il ragazzo alzò di scatto la testa, ma annuì. Si girò, ma andò a sbattere contro Inuyasha. – “Io…scusami, io…” – Kagome andò al suo tavolo, prese la sua borsa e se ne andò via a piedi. Aveva bisogno di stare da sola e Inuyasha preferì non seguirla.


Stava camminando per le vie della città, finchè non arrivò in un giardino pubblico. Si sedette su una panchina e cercò di calmarsi.
=Un anno e mezzo…allora avevo ragione a pensare che ci fosse qualcosa che non andava…= pensò amareggiata la ragazza. Si perse nella contemplazione del paesaggio.
Era un posto tranquillo, tutto era di un verde smeraldo che accecava gli occhi. Le piante erano in piena fioritura e nell’aria c’era un leggero profumo di fiori. Il laghetto attorno al quale ruotava il parco era calmo, finchè una brezza marina non ne increspò la superficie. Attorno a lei passavano varie coppie che si tenevano la mano, altre tenevano per mano un bambino. La tranquillità di quel luogo la fece riflettere sul suo rapporto con Koga di quell’ultimo periodo.
Kagome aveva notato che qualcosa non andava nel suo ragazzo. Ne aveva parlato anche con le sue migliori amiche, ma le avevano sempre detto che, secondo loro, Koga poteva avere dei problemi sul lavoro e che, orgoglioso com’era, preferisse non parlarne e tenersi tutto dentro.
=Altro che problemi sul lavoro…= pensò ironica Kagome che venne colpita da un fulmine. Controllò l’ora e vide che mancavano venti minuti all’orario di apertura.
“Non ce la farò mai!” – ammise sconsolata. Si alzò e s’incamminò di buona anda verso l’ufficio, ma purtroppo arrivò alle tre e un quarto. Ovviamente Kikyo non si risparmiò nel farle la predica. Predica provvidenzialmente interrotta dall’arrivo di Inuyasha.
“Kagome, vieni nel mio ufficio.” – disse il mezzo demone. Kagome depositò la sua borsa sulla sedia, come se avesse contenuto un masso da cinquanta chili. Con lentezza, la ragazza si avviò verso l’ufficio di Inuyasha e bussò. – “Avanti.” – Kagome entrò e l’ufficio era avvolto dall’oscurità. Inuyasha aveva tirato le tende perché la luce gli infastidiva gli occhi.
“Posso?” – chiese Kagome demoralizzata.
“Vieni.” – disse Inuyasha, facendola accomodare.
“Grazie…” – ci fu un momento in cui nessuno dei due aveva mai parlato, ma poi fu proprio Kagome a prendere la parola. – “Senti Inuyasha…scusami per prima…non avrei dovuto metterti in mezzo. Mi dispiace tanto…” – confessò Kagome.
“Nessun problema. Come stai?”
“Oh beh…ho passato giornate migliori. Questo è poco ma sicuro…spero solo che quando tornerò a casa lui non ci sia più.”
“Posso fare qualcosa?”
“No, grazie…scusami se sono arrivata in ritardo…”
“Non ti preoccupare…”
“Posso andare?” – chiese Kagome con le mani sui braccioli della sedia pronta per lasciare l’ufficio. Inuyasha annuì. Metterle fretta era l’ultimo dei suoi pensieri.
“Certo.”
“Grazie.” – Kagome si alzò e se ne andò dall’ufficio. Appena chiusa la porta, Inuyasha si appoggiò allo schienale. Se da una parte era triste per come stava Kagome, dall’altra era al settimo cielo per l’occasione che gli era appena stata servita. Quel Koga è stato proprio un deficiente.

Kagome era li da appena due giorni e Inuyasha aveva provato per lei una forte attrazione fin da subito. Non sapeva dire se ne era innamorato e forse quella era una parola un po’ grossa al momento, ma sentiva per lei qualcosa che non aveva mai provato prima.
Era seduta alla sua scrivania e stava riflettendo. Aveva approfittato della momentanea assenza di Kikyo per pensare al da farsi. Se c’era una cosa che la mandava in bestia più di tutte, tradimento a parte, era il fatto che i suoi fatti personali interferissero con il suo lavoro. Si diede un schiaffetto sulle guance con entrambe le mani e cercò di concentrarsi al meglio sul lavoro. Kikyo tornò con del lavoro per la sua collega.
“Allora Kagome…” – la ragazza si fece più attenta. – “…devi chiamare tutte queste persone e verificare che abbiano effettuato il pagamento della nostra parcella. Puoi usare il telefono della sala riunioni.” – Kagome prese l’elenco e andò in sala riunioni. Certo, telefonare alla gente chiedendo di pagare non era proprio il massimo, ma almeno avrebbe svagato la mente da quel pomeriggio. Entrò in sala e prese il primo nome dell’elenco.
“Allora…Hizumo…” – Kagome digitò il numero sulla tastiera del telefono e attese che qualcuno rispondesse.
“Pronto?” – rispose una voce di bambina.
“Ciao piccola, posso parlare con la tua mamma o il tuo papà, per favore?”
“Chi sei?”
“Ecco, non ci conosciamo, ma lavoro presso lo studio di avvocati NoTaisho.”
“Ah…ti passo il mio papà!” – Kagome sorrise e sentì la bambina posare il ricevitore e chiamare il padre. Di li a poco una voce maschile prese in mano la situazione.
“Si?”
“Il signor Hizumo?”
“Si, sono io. Con chi parlo?”
“Sono Kagome Higurashi della NoTaisho & Partners. La chiamavo per chiederle se aveva già effettuato il pagamento della parcella dello studio.”
“1.189,64 Yen?” – chiese il signor Hizumo per conferma.
“Si, esatto.”
“Stavo uscendo proprio in questo momento per farvi un fax della ricevuta.” – Kagome si sentì molto sollevata. Non le piaceva molto insistere in quelle cose.
“La ringrazio…”
“Ah, se non la riceve mi può fare un colpo di telefono? Sa, non sono molto pratico con quelle macchine infernali.” – Kagome rise sinceramente.
“Siamo in due allora…” – l’uomo rise, ma si diede subito un contegno.
“Miya no…per favore…papà sta parlando al telefono…no, aspe…Kagome, giusto?”
“Ehm…si…”
“Scusi se le faccio perdere del tempo, ma mia figlia vorrebbe parlare con lei…” – Kagome guardò la cornetta come se fosse stata un’aliena, ma poi sorrise.
“Nessuna perdita di tempo. Come si chiama la bambina?”
“Miya.” – rispose l’uomo.
“Bene, mi passi Miya, allora…” – disse Kagome con voce calma.
“Fa la brava…” – sentì Kagome dire alla bambina. Chissà perché quella bambina voleva parlare con lei.
“Ciao…” – disse una voce bambinesca.
“Ciao, tu sei Miya, vero?” – chiese Kagome, appoggiandosi allo schienale, prevedendo una chiacchierata molto lunga.
“Si, tu come ti chiami?”
“Kagome.”
“Perché hai chiamato il mio papà?”
“Per sapere se aveva fatto una cosa.”
“Ah…ci chiamerai ancora?”
“Non credo dato che il tuo papà ha fatto quello che doveva fare.”
“Ah…” – Kagome notò una punta di delusione nella voce della piccola.
“Ma se vuoi ci possiamo sentire lo stesso…”
“Davvero?”
“Certo. Promesso. Così mi racconti cosa fai a scuola e cos’hai imparato, ti va?”
“Si, si!” – esultò la bambina.
“Sai Miya, adesso devo andare…ci sentiamo tra qualche giorno, va bene?”
“Va bene…ciao Kan-Kan!” – e la bambina riattaccò. Kagome sorrise per il soprannome affibiatole.
“Ok…passiamo oltre…il prossimo è…Sakkey…” – anche li Kagome attese che qualcuno le rispondesse e passò tutto il pomeriggio a fare l’esattore delle tasse. Fortunatamente tutti avevano effettuato il pagamento e c’era chi come il signor Hizumo doveva spedire il fax o rimandarlo perché era andato perso. Kagome, dopo due ore e mezza di conversazioni telefoniche, risalì in ufficio per dirigersi verso il fax. Qualcosa dovrebbe esserle arrivato. Infatti, su cinquanta nominativi, Kagome aveva ricevuto trentasette ricevute di pagamento. Le prese e le archiviò nelle rispettive cartellette in modo che non andassero perse. Andò a farsi un caffè con un umore migliore di quando era arrivata in ufficio e dopo cinque minuti fu raggiunta da Inuyasha.
“Tutto bene?” – chiese lui, pensando che Kagome fosse ancora abbattuta. Si meravigliò non poco quando la ragazza si girò con un sorriso sulle labbra.
“Si, grazie…lavorare mi ha fatto bene…” – Inuyasha sorrise. Quella ragazza era proprio speciale!
“Sono contento…lungo o corto?”
“Cappuccino…” – disse lei deludendolo.
“Che hai fatto oggi?”
“L’esattore delle tasse.” – Inuyasha alzò un sopracciglio, segno che non aveva capito niente.
“S-scusa?”
“Ho chiamato i signori di quest’agenda per sapere se avevano saldato la parcella.” – Inuyasha guardò l’agenda e la riconobbe subito.
“E…ti hanno risposto?” – Kagome non capì tutte quelle domande.
“Beh, si…e mi hanno spedito anche le ricevute se per quello. Ne ho ricevute trentasette. Finito qui vado a controllare se me ne sono arrivate delle altre.” – Inuyasha la guardava allibito. Quei clienti erano stati segnati su quell’agenda perché erano quelli più duri da gestire e lei in un paio d’ore li aveva convinti non solo a pagare, ma a farsi mandare le ricevute.
“Ma…come hai fatto?”
“Ma…mi prendi in giro? Ho chiamato e ho chiesto se avevano pagato. Mi hanno detto tutti di si e poi mi hanno fatto il fax. Non mi serviva mica la laurea!” – disse Kagome sospettosa. – “Adesso vado a vedere se mi è arrivato il resto…” – Kagome si allontanò verso il fax e prese altre ricevute. Tredici. Perfetto. Ritornò da Inuyasha e gliele sventolò sotto il naso. – “Ho le restanti tredici.” – tornò al suo posto e le archiviò.
“Ebbene? Hai già fatto?” – chiese Kikyo. Kagome la guardò con sufficienza. Non le piaceva essere trattata come una che non aveva mai visto un telefono prima di allora.
“Si. Le ricevute sono state archiviate al loro posto.” – Kikyo era impallidita.
“Ma…come…come hai…”
“Chiedilo a Inuyasha…non ho voglia di ripeterlo ogni volta…” – mancavano due ore alla fine della giornata e Kagome non sapeva che fare. Doveva ammazzare il tempo in qualche modo. Inuyasha le venne in soccorso.
“Kagome, puoi venire nel mio ufficio adesso?”
“Si, certo…” – Kagome si alzò e seguì Inuyasha. Il ragazzo chiuse la porta e fece entrare la ragazza.
“Allora, dovresti battermi una lettera a computer.” – ma la ragazza si ricordò che quello era un lavoro di Kikyo e non aveva voglia di avere ulteriori rogne con lei.
“Non è un lavoro per Kikyo? Se vuoi vado a chiamartela…” – disse Kagome. Inuyasha piegò la testa da un lato.
“Ma io voglio te.” – disse lui, facendola arrossire.
“A-ah…ok…” – Kagome si sedette e attese che Inuyasha le dettasse la lettera.
“Che stai facendo?” – chiese lui in piedi dietro di lei.
“Aspetto che tu mi detta il corpo della lettera…” – rispose lei con ovvietà.
“Direttamente a computer…” – specificò Inuyasha.
“Ah…” – Kagome si alzò e andò a sedersi al posto di Inuyasha. – “Posso?” – chiese lei per rispetto. Dopotutto era sempre il suo capo. Ci provava con lei…ma era il suo capo!
“Si. Pronta?”
“Un attimo che apro…Word…ecco dimmi pure…” – Kagome attese che Inuyasha le dettasse la lettera.
“Spettabile Kyosuke Aogimara…”
“Si…” – disse Kagome dopo aver scritto tutto.
“…con la presente sono ad informarLa che il mio studio ha provveduto ad inoltrare la sua domanda presso la Daimyo’s Enterprises. Le chiedo cortesemente di farmi pervenire copia della documentazione di cui abbiamo discusso telefonicamente tre settimane fa tramite fax per poter procedere con la pratica e successivamente inoltrarla per posta prioritaria. Cordiali saluti, Inuyasha NoTaisho.” – Inuyasha si girò per vedere Kagome digitare l’ultima frase sul computer. Le diede un’occhiata per vedere di non aver commesso errori di ortografia e poi la fece vedere a Inuyasha.
“Così va bene?” – chiese Kagome, guardando Inuyasha che si era messo a fianco di lei e si era chinato per vedere meglio. Se Kagome si fosse girata in quel momento, si sarebbe trovata praticamente a baciare il suo capo.
Non che la cosa le dispiacesse.
Così rimase ferma immobile con lo sguardo ben piantato sullo schermo del pc in attesa che Inuyasha si scollasse di li.
“Perfetta…sei molto brava.” – ammise Inuyasha.
“La dattilografia alle superiori era il mio forte.” – ammise orgogliosa Kagome.
“Stampala e mandala a questo fax, poi riportamela con la ricevuta.”
“Ok…” – Kagome stampò la lettera e poi andò al fax, la spedì, e come promesso andò da Inuyasha per consegnargli tutto, ma prima di poter ribussare alla porta Kikyo le si parò davanti. – “Si?” – chiese leggermente infastidita.
“Dove vai?”
“Alla toilette.” – ironizzò Kagome.
“Questo è l’ufficio di Inuyasha.” – fece notare Kikyo che non aveva colto l’ironia.
“Ma dai? Scusa, ma mi sta aspettando.”
“Da qua che glielo porto io.” – Kikyo fece per allungare la mano e prendere il fax che Kagome aveva tra le sue, ma la ragazza non era per niente intenzionata a cedere, stavolta. Allontanò velocemente la mano dalle grinfie della mummia. – “Ti ho detto da qua!”
“Non mi sembra che tu ti chiami Kagome.” – fece notare Kagome stessa. Battibeccarono per qualche minuto finchè Kagome, esasperata da quelle bambinate non consegnò il fax a Kikyo facendola contenta. – “Senti, tieni, basta che la smetti di fare la bambina!” – le mollò le carte in mano e se ne tornò a posto. Kikyo, soddisfatta, entrò nell’ufficio di Inuyasha, che era evidentemente scocciato per l’ingresso di Kikyo nel suo ufficio.
“Che ci fai tu qui?”
“Ti ho riportato la lettera che avevi fatto spedire.” – disse Kikyo innocentemente.
“E Kagome? Dov’è?”
“Mi ha pregato lei di consegnartele.” – disse Kikyo falsamente. Inuyasha si alzò dalla sua sedia e andò incontro alla mummia, le prese le carte di mano e la invitò ad uscire. Kikyo se ne andò furente. Si sedette al suo posto e riprese a battere la relazione ad una velocità disarmante…
…schiacciando un tasto alla volta.














Salve, salve…bentornate. Alura? Come vi è sembrato questo capitolo? Forse qualcuna di voi sta andando in cucina a prendere il set di coltelli per tirarmeli contro, ma io sono più brava e li schivo tutti, HAHAHA!
*sbong!*
Ahia…mi avete fatto male…
Comuuuuuuuunque…ora sapete che cosa aveva Koga e avete visto come ha reagito Kagome. Troppo esagerata? Troppo buona?
E Inuyasha? Almeno non le ha messo fretta, non trovate? Ma tranquille, che non mancheranno di certo i momenti clou della storia.
Ma questo…è un altro capitolo.
Grazie a tutti quelli che l’hanno messa nei preferiti (me commossa ç_ç), che vorranno recensire o che perderanno tempo solo a leggerla.
Besitos.
Callistas.

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Capitolo 4
*** Una piccola vittoria, ma... ***


4 - Una piccola vittoria, ma... Aggiornament’s day!!
Oh santo cielo celeste…giuro che ci sono rimasta secca quando Lunedì ho visto 13 comments sul terzo capitolo! Siete fantastiche, dalla prima all’ultima!!! Starei qui degli anni ad elencare le vostre qualità, ma penso che siate più impazienti di leggere il capitolo quattro, dove ci sarà una sorpresa, di cui giustamente non vi anticipo nulla.
Inuyasha non si darà per vinto, anzi. Intensificherà i suoi sforzi per avere la bella Kagome. Spero che i “miei” sforzi siano cosa gradita.
Non voglio dirvi altro, perché penso che non ci sia meglio di un capitolo per esemplificare le cose, ma prima…dovrete sorbirvi i miei ringraziamenti a…

Mikamey: bedda beddissima, ciao! Avevi indovinato allora cos’aveva Koga? Visto? Non ho deluso nessuno, anzi! Hai ragione tu. Le delusioni d’amore sono sempre tali, ma quando subentra una persona che ci fa battere forte il cuore come un certo mezzo demone dagli occhioni d’orati, credo sia un compensativo sufficiente (^_^).
Mi spiace dirtelo, ma Koga non tornerà più nella vita di Kagome, nemmeno per un chiarimento e poi Kagome mica usciva con Inuyasha, scusa! Ma mi sa che hai ragione tu…non è stata una santarella Kagome…comunque, adesso che Kagome si è liberata, il nostro Inu-chan avrà campo libero con la ragazza, però ti avviso che subentreranno altri problemi.
Felicissima che il capitolo ti sia piaciuto e spero che possa essere tale anche questo. Ti mando un super besito e ti aspetto in fondo, ok?

Mary_loveloveManga: se sei una bedda tu lo sai batti le mani…clap clap…^^…superbeddissima, ciao! Allora? Piaciuto il capitoletto? Comunque, per come ti conosco immaginavo che secondo te Kagome aveva reagito forse un po’ troppo bene, ma sai che ti dico? Io credo sia uno spreco di energie sbraitare contro una persona perché ci ha tradite. Se lo ha fatto significa che non eravamo sufficientemente importanti per lui e, una volta tratta questa conclusione, io credo che reagire con indifferenza sia l’unica soluzione. Se poi siamo effettivamente indifferenti alla cosa…allora ci sono alcune priorità da rivedere…io sono con te. W INU E ABBASSO KOGA! Mi fa piacere vederti parteggiare per la nostra coppiata preferita e inoltre vedrai come si metteranno le cose tra Inu e Kaggy. Tesoro…so che Kikyo non la reggi, ma ti posso assicurare che l’ho sistemata per le feste…eccome se l’ho sistemata ^^. Devo averla dipinta abbastanza bene se nessuno riesce a sopportarla. Antipatica, odiosa, una gomma…come Hojo…Lo so benissimo. Kikyo vuole in tutti in modi mettere Kagome in cattiva luce, ma non sa che ormai Inuyasha ha già fatto la sua scelta.
So che ti dispiace per Kagome, ma non ti preoccupare…anche lei avrà la sua occasione di felicità.
Non ti preoccupare per il commento, mi fa sempre piacere vedere il tuo nome tra i recensori anche se solo mi scrivessi “ciao”. Mi raccomando…curati.
E AGGIORNA!
^^Mille besitos!

Monik: ciao bedda! Felice di rivederti su questi schermi! Sono contenta che ti piacciano i personaggi e il capitolo.
O_o studi greco? Fai il liceo classico? Devi essere proprio brava, comunque spero che il compito ti vada bene.
Ora che Koga è fuori gioco, Inu e Kagome hanno tutto il tempo per concentrarsi su di loro, anche se…e poi c’è la mummia che…sono stata abbastanza chiara, no? ù_ù
Grazie mille per il commento e ti mando oltre ad un abbraccione forte questo capitolo!

Isabella22: hello, new entry! Beddissima come le altre, per non parlare del commento ^_^. Mi fa piacere sapere che odi Kikyo e che Koga sia uno st….o. Adesso cosa farà Inu?
Leggi questo capitolo e dimmi se ti piace, ma penso di si…
Un besito e ti aspetto in fondo al cappy!

Le_montagnine: io vi amo. Detto ciò, posso anche smettere di commentare, ma non sarò così cattiva. Ma permettetemi di salutarvi come meritate…CIAO BEDDISSIME! SONO FELICE DI RIVEDERVI!! Avete due opinioni differenti su come si è comportata Kagome con Koga…interessante…io credo che non sia stata né eccessivamente esagerata, né eccessivamente “smonata”, se mi si passa il termine. Ma secondo me reagire con l’indifferenza serve, a volte fa più male quella che non la vagonata di bestemmie.
Comunque dai, non litigate…non è bello spiacciare la propria sorella contro il muro, ele!…meglio addosso a una fotocopiatrice…hihihi…grazie mille a tutte e due (se la dolce sorellina è ancora viva…) e vi aspetto in fondo al capitolo per sapere se anche questo vi è piaciuto.
Tremila besitos a testa!

Inukag4ever: se sei una bedda tu lo sai batti le mani…clap clap…ciao ciao! Sono veramente contenta che la storia ti piaccia e vedrai che non deluderò le tue aspettative su Kikyo, o almeno spero. Comunque, mia diletta…vedrai che cosa combinerà Inuyasha a Kikyo…altro che cartellette…non vedo l’ora che leggi questo capitolo per vedere se ti è piaciuto.
Besitos!

Vale728: buondì mia diletta…come va? Mi fa davvero piacere che anche il terzo capitolo ti sia piaciuto. Per il film, mi sono ispirata a Erin Brockovich, ma penso che l’avresti capito se magari fossi entrata un po’ più nel vivo della storia. Ora siamo appena agli inizi, ma vedrai poi che ti combino.
Forse hai ragione te. Diciamo che non ha voluto dare la soddisfazione a Koga di piangere per una cosa così grave. Forse ho esagerato un po’ troppo questa cosa, ma dovevo sbarazzarmene al più presto per dare possibilità a Inu di farsi sotto ^_^ hihihi…
Inu non le ha messo fretta, ma non credere che aspetterà tanto prima di ripartire all’attacco. Leggere per credere…
So che odi la mummia, ma non preoccuparti. A lei ci ho già pensato.

Achaori: hai ragione, Inu non la licenzierà, anzi…le darà un avanzamento di grado…no dai che scherzo, metti via la 44 magnum (è solo per l’ispettore Callaghan ^^) però sappi che Kikyo è già a posto. Dovrai aspettare solo qualche capitolo per vederla sistemata e spero che ti piaccia il come l’ho fatto.
Ti aspetto alla fine del capitolo.
Tanti besitos!

Camoeight: come sei diplomatica…perché non studi per diventare ambasciatore? Così vai in giro per il mondo a risolvere le situazioni, rompendo le braccia a tutti, hehehe…dai che scherzo! Per Kikyo…sta tranquilla…non se ne andrà via tramite fax, ma…dovrai aspettare per saperlo…
Ti invio l’aggiornamento e spero che anche questo ti soddisfi.

Fmi89: bacioni anche a te! So che ti dispiace per Kagome, ma non ti preoccupare. La ragazza sa cosa deve fare perché non permetterà a nessuno di intralciarle il lavoro e quindi…
Kizzuoli anche a te!

Kagome19: da uno a cento? Penso infinito elevato all’ennesima potenza. Ma Kagome sa che la violenza non porta a nulla. A volte le parole feriscono più dei fatti e la nostra eroina sa parlare molto bene ^^ Inu l’ha lasciata un attimo in pace, ma tornerà alla carica e Koga…Koga finalmente s’è levato dalle cocche.
Ti mando questo capitolo e spero che ti piaccia come i precedenti.


Per tutte!
So che odiate Kikyo, ma non temete! Mi sono già premurata di sistemarla a dovere!
So anche che pensate che Inuyasha le darà un po’ di spazio, ma si tratterà di una brevissima tregua, per non dire inesistente.







IO E IL MIO CAPO        UNA PICCOLA VITTORIA, MA…



Il telefono di Kagome squillò e la ragazza rispose.
Era Inuyasha. Sorrise. Non capiva perché, nonostante avesse scoperto quel pomeriggio che il suo ragazzo le impediva di passare dalle porte da un anno e mezzo, Inuyasha le facesse quell’effetto.
“Si?” – rispose lei.
“Ciao Kagome…mi porteresti un caffè…lungo…” – disse, enfatizzando l’aggettivo. – “…devo finire quel lavoro.”
“Ok.” – Kagome riagganciò e si alzò dalla sedia.
“Dove vai?” – le chiese Kikyo.
Kagome si prese una piccola rivincita.
“Da Inuyasha.”
La ragazza non lo aveva notato perché era già davanti alla macchinetta, ma Kikyo aveva spezzato a metà la sua matita.

“Posso?” – chiese Kagome, entrando nell’ufficio di Inuyasha.
“Dai entra.” – la invitò lui. – “Grazie mille.” – disse Inuyasha, prendendo il caffè dalle sue mani, sfiorandole.
“Prego…che devo fare?”
“Niente.” – disse lui, sorseggiandolo.
“C-come?”
“Volevo stare un po’ con te. Problemi?” – disse Inuyasha, come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
Kagome non sapeva che dire. Era la prima volta che qualcuno si buttava così avanti in quel modo con lei.
“N-no…” – rimasero in silenzio per un po’, godendo della compagnia dell’altro in quel modo. Inuyasha non  smetteva un secondo di fissare la ragazza, che ormai era diventata il suo chiodo fisso.
“P-perché mi fissi?” – chiese lei, lanciandogli occhiate veloci.
“Perché sei bellissima.”
Kagome s’imbarazzò ancora di più e non aprì bocca. Inuyasha si alzò molto lentamente dalla sua poltrona e pregò che non iniziasse a torturarla come il giorno prima nello stanzino della fotocopiatrice. Non fece in tempo a finire di pensarlo che il ragazzo si era portato dietro di lei. Era tesa come una corda di violino. Il mezzo demone iniziò a massaggiarle le spalle, molto sensualmente e le tende tirate che gettavano l’ufficio nella semi oscurità non aiutavano di certo.
“Come sei tesa…” – osservò Inuyasha soffiandole nell’orecchio. Ora i loro visi erano vicinissimi, ma Kagome non osava guardarlo in faccia. Dal collo, Inuyasha passò alle braccia, scoprendole morbide e vellutate. – “Rilassati…mica ti mangio…” – le disse lui, provocandole mille brividi per il corpo.
“I-Inuyasha…se entra…qualcuno…” – Kagome aveva appena perso l’uso della voce.
“Tranquilla…” – dalle braccia, il mezzo demone tornò al collo e dal collo passò alle clavicole, le sfiorò appena, ma percepì il sussulto della ragazza. Inuyasha era troppo vicino ai suoi seni. Le pettinò i capelli con le dita.
“Inuyasha…non si può…” – Inuyasha sorrise. Era evidente che lei lo voleva quanto lui. – “Sei…il mio titolare…” – fece notare la ragazza.
“La cosa ti crea qualche problema?” – chiese mentre le posava piccoli baci dietro l’orecchio. Kagome stava per esplodere. Il labbro le tremava per lo sforzo di non urlare dal piacere che quelle carezze le stavano provocando.
“Si…avrei problemi…con i colleghi…per favore…” – lo supplicò lei.
Inuyasha in quel momento si sentiva potente. Aveva il controllo totale su quella ragazza che sapeva essere già sua. Ma sapeva anche che non sarebbe stata una cosa semplice. Certo, anche lui sapeva che forse potevano esserci dei problemi per via di quella relazione così poco professionale, ma non avrebbe rinunciato a lei solo per quel piccolo particolare.
“Vieni da me, allora…” – le suggerì lui, che non aveva intenzione di demordere.
“P-per favore…” – Kagome stava impazzendo. Inuyasha si chinò su di lei e le succhiò il lobo dell’orecchio. Il mezzo demone percepì chiaramente il respiro affannoso di lei, che cercava di trattenersi.
“Lasciati andare…” – la voce di lui era sempre più roca per l’eccitazione. Qui urgeva una soluzione e al più presto! Kagome si strinse le mani per evitare di affondarle in quei capelli che sembravano essere così morbidi.
“Non…non…posso…ti prego…” – Inuyasha smise di leccarle il lobo dell’orecchio. Girò la sedia di scatto e se la trovò di fronte. Era ancora più bella e dannatamente eccitante di quanto se la ricordava. Il torace le si alzava e abbassava freneticamente nel tentativo di ridurre alla normalità il respiro. La prese per la vita e la alzò dalla sedia con la forza. Kagome si trovò tra le braccia di Inuyasha e non sapeva come fare per slacciarsi. Nonostante non le facesse male, sentiva che la sua presa era forte e decisa quel tanto che bastava per non farla andar via. Poggiò le sue mani sui suoi avambracci, nel tentativo di divincolarsi, ma era lei stessa a non volersi sciogliere. Lo voleva e non lo voleva.
=Dio Kagome! Deciditi!= si disse la ragazza. Inuyasha la spinse verso la scrivania e la fece sedere sopra. In quel momento Kagome aveva appena salutato il suo cervello che si era appena imbarcato verso le Hawaii. Con il ginocchio aprì le gambe di Kagome che non oppose resistenza e vi si infilò dentro, facendo aderire i due bacini. Inuyasha era eccitato, sentiva la voglia di Kagome crescere contro la sua virilità, ma nello stesso tempo poteva palpare con mano la sua reticenza nel fare quella cosa. Stava per baciarla quando qualcuno bussò alla porta. Kagome saltò giù dalla scrivania e si allontanò da Inuyasha per riprendere il controllo.
“Avanti.” – disse atono Inuyasha, ma che in realtà stava per esplodere.
Era Kikyo.
“Si?” – sibilò Inuyasha, fulminando la ragazza con lo sguardo.
“Scusatemi…vi ho forse disturbato?” – chiese Kikyo con noncuranza. Kagome era riuscita in quel pochissimo lasso di tempo a riprendere il controllo e sembrava che tra lei e Inuyasha non fosse successo niente.
“No, allora?” – chiese direttamente Inuyasha.
“Ho bisogno di Kagome per un lavoro.”
“Arrivo subito.” – disse Kagome, ringraziando e maledicendo Kikyo nello stesso momento. Kikyo uscì, lasciando solo Inuyasha.

Kagome e Kikyo arrivarono alle loro scrivanie e quando Kagome si sedette ricevette come prima cosa una minaccia dalla collega.
“Sta lontana da lui.” – disse senza farsi tanto sentire. Kagome la guardò con un sopracciglio alzato.
“Prego?”
“Gira alla larga da Inuyasha. Lui è mio!” – in quel momento, Kagome ingaggiò una sfida personale contro quella mummia rinsecchita.
“Non mi pare di aver letto una targhetta con il tuo nome sopra.” – disse Kagome che ormai aveva capito che con Kikyo avrebbe avuto un rapporto esclusivamente basato sulla competizione. E il premio finale era il mezzo demone che pagava i loro stipendi.
“Attenta Kagome…”
“Non minacciarmi…non ti conviene…” – disse Kagome, trucidandola con lo sguardo.
Il battibecco finì li e Kagome eseguì il lavoro che le aveva dato Kikyo.




Giunsero le sette e mezzo anche per quel martedì e per Kagome era arrivata l’ora della verità. Appena scattata la mezza, si precipitò fuori per tornare a casa e assicurarsi che quel maledetto se ne fosse andato. Parcheggiò la sua macchina al solito posto e vide che tutte le luci erano spente. Staccò la chiave dal quadro ed entrò in casa sua.
Sembrava che Koga non avesse mai abitato li.
Appena posò la borsa sul divano, il telefono squillò.
=Vuoi vedere che è lui…= pensò Kagome sarcastica. Infatti…
“Si?” – chiese Kagome.
“Sono io, Kagome…”
“Carissimo Koga…come stai?” – chiese Kagome, mentre sentiva che la gola iniziava a bruciarle da matti.
“Ti prego…io…”
“Tu cosa, eh? Che vuoi? Il mio perdono? Beh arrangiati!…Dio santo Koga!” – il ragazzo dall’altra parte sussultò. – “…cosa ti avevo sempre detto? Ti avevo chiesto di dirmelo se non eri più innamorato di me o se amavi un’altra! Ma hai preferito comportarti come tutti gli uomini di questo mondo: come un perfetto vigliacco!”
“Kagome…non sai quante volte ho voluto dirtelo, ma…”
“…ma non ha più importanza quello che volevi o non volevi fare! Mi hai fatto fare una figura di merda oggi davanti al mio capo!”
“Quello…era il tuo capo?”
“Già! Grazie tante!” – Kagome sbattè la cornetta sulla forcella senza dare tempo al suo ex ragazzo di dire qualcosa. Si sedette sul divano e iniziò a piangere.
Quella sera non cenò.




Il mattino successivo Kagome era da rottamare. Aveva due occhiaie profonde, il viso spento e i capelli tutti arruffati. Si guardò allo specchio e il suo umore non migliorò di certo.
“Adesso mi butto nel cesso e tiro l’acqua…” – pensò Kagome.
Compì le sue solite azioni quotidiane finchè non fu pronta anche quel mercoledì.

Stava davanti al suo computer da circa mezz’ora, cercando di capire qualcosa di quei dati che le apparivano davanti agli occhi, ma era tutto inutile. La chiamata di Koga di ieri sera l’aveva praticamente distrutta.
“…mi stai ascoltando? Ehi!” – la voce perforante di Kikyo le arrivò dritta come una pugnalata al cuore.
“Come? Hai detto qualcosa?” – chiese Kagome, cascando dalle nuvole. Kikyo s’infuriò perché pensava che Kagome non l’avesse ascoltata apposta.
“Se non sei intenzionata a fare sul serio te ne puoi rimanere anche a casa!” – tuonò la ragazza, facendo uscire persino Inuyasha dal suo ufficio.
“Che succede qui?” – chiese Inuyasha, ancora infuriato per l’interruzione di ieri.
=Perfetto…adesso mi becco la ramanzina pure da lui…=
“C’è che questa non ha voglia di lavorare!” – tuonò Kikyo. – “E’ mezz’ora che le sto spiegando cosa deve fare e alla fine se ne salta fuori chiedendomi se avevo parlato!” – a Inuyasha bastò un’occhiata per notare le occhiaie di Kagome, abilmente mascherate dietro tre dita di fondotinta.
“Ok, adesso ci penso io…Kagome, con me. Adesso!”
“Si…” – disse debolmente la ragazza. Kagome si alzò e seguì Inuyasha come un cagnolino.
Di nuovo la stanza era avvolta nell’ombra.
“Siediti…Eri, per favore, mi porteresti due cappuccini?”
“Si, te li porto subito.” – Inuyasha si appoggiò allo schienale della sedia e aspettò che Kagome si sfogasse. Un leggero bussare attirò l’attenzione di Inuyasha.
Era Eri con i due cappuccini. Li posò sul tavolo e se ne andò senza dire niente. Aveva capito che qualcosa non andava.
“Che succede?” – chiese lui dolcemente.
“Ha avuto la faccia tosta di chiamarmi ieri sera!” – disse Kagome mentre qualche lacrima le scendeva sulle guance. Inuyasha prese un fazzoletto dal cassetto e glielo porse, sedendosi vicino a lei.
“Calmati…che ti ha detto?”
“La più classica delle stronzate! Sai Kagome…volevo dirtelo ma…ma sei uno stronzo, ecco cosa sei!” – disse Kagome arrabbiata con quel bastardo.
“Quello non merita mezza delle tue lacrime, Kagome!” – disse Inuyasha che non la voleva vedere così.
Kagome lo guardò bene in faccia: oggi era più bello del solito, gli occhi erano di un color oro particolarmente intenso; indossava un pantalone dal taglio classico e una camicia bianca, aperta sul davanti. I capelli erano legati da una morbida coda. Kagome lo guardò, piegando la testa da un lato. Il suo sguardo esprimeva perplessità, perplessità che Inuyasha non capiva.
“Che c’è?” – chiese, accarezzandole una guancia.
Kagome alzò la mano e sciolse i capelli dalla coda. Per Inuyasha, sentire quella mano tra i capelli fu peggio che ricevere la scossa.
“Con i capelli sciolti stai meglio…” – disse prendendo una ciocca in mano e tastandone la morbidezza. Si accorse solo dopo di quello che stava facendo. – “Io…scusami…non so che mi sia preso…scusami…” – Kagome si era alzata per tornare al lavoro, ma lui l’aveva bloccata in uno dei suoi forti abbracci.
“Sta calma…” – Kagome in quel momento sentì il bisogno di un appoggio, non solo fisico, ma anche morale e così fece. Poggiò la testa sul suo petto e si lasciò cullare dal ritmo lento del suo cuore. Si rialzò dopo cinque minuti più…determinata.
“Hai ragione…” – disse lei, asciugandosi i rimasugli delle lacrime.
“Su cosa?” – chiese lui incurvando leggermente la bocca in un sorriso.
“Lui non merita le mie lacrime.”
“Così ti voglio!” – affermò Inuyasha contento.
“Ti ringrazio per…” – ma Kagome non finì la frase perché Inuyasha era finalmente riuscito a baciarla. Kagome non ci pensò su due volte e rispose al bacio. Fece passare le sue braccia attorno al suo collo, potendo in quel modo sentire nuovamente la morbidezza dei capelli di lui. Inuyasha la strinse di più, finchè non la fece sedere ancora sulla scrivania.
Nuovamente, qualcuno bussò alla porta, rovinando nuovamente quel momento. Kagome sgranò gli occhi per quello che era appena successo, mentre per Inuyasha fu una piccola vittoria. La ragazza si toccò le labbra ancora calde, e alzò gli occhi al cielo, maledicendosi per quella cosa che non doveva succedere.
“Avanti…” – disse Inuyasha più malleabile.
Nuovamente, era Kikyo che era venuta a cercare Kagome e assicurarsi che quei due non stessero facendo niente di particolare.
“Si?” – chiese Inuyasha soddisfatto.
“Inuyasha, scusa…volevo ricordarti che domani hai appuntamento con Haruko Takahami.”
“Si, grazie…ah Kikyo…”
“Si?”
“Consegna la mia agenda a Kagome. Da oggi in poi sarà lei ad occuparsi dei miei impegni.” – disse Inuyasha appoggiandosi alla scrivania, dove prima era seduta Kagome.
“COSA?!?” – urlarono in contemporanea le due ragazze.
“I-Inuyasha…non so se te ne rendi conto, ma…non puoi affidare ad una principiante una cosa così importante.” – Kagome si sentì profondamente offesa.
“Ehi!” – disse lei, ma Kikyo non la degnò di uno sguardo.
“E poi…lei non sa niente di studi legali e affini, non ti può essere utile!” – disse Kikyo, cercando di tenersi caro quel posto. Praticamente tenere l’agenda di Inuyasha, significava fermarsi due sere alla settimana dopo l’orario di lavoro per programmare tutti gli appuntamenti. Significava rimanere da soli nella stessa stanza.
“Guarda che non sono cretina! Ce la posso fare benissimo!” – disse Kagome, pentendosi poi della sua affermazione. In quel modo si era praticamente offerta in pasto al leone.
“Ho deciso, Kikyo…spiegale brevemente come gestire la mia agenda e poi consegnale tutto il materiale. Potete andare.” – le due ragazze furono costrette ad uscire dall’ufficio, una arrabbiata (Kagome) e l’altra infuriata come una bestia (la mummia…). Purtroppo Kikyo doveva attenersi alle disposizioni di Inuyasha e consegnò l’agenda a Kagome senza spiegarle niente.
“Beh? Almeno spiegami qualcosa, no?”
“Ehi…hai detto che non sei cretina, giusto? Arrangiati!”
“Che modi!” – disse Kagome che non si perse d’animo. Iniziò a leggere l’agenda di Inuyasha dall’inizio per capirne qualcosa. Passò l’intera mattinata a decifrare la calligrafia gallinacea della sua collega e a capire il funzionamento di quegli appunti. Arrivò la pausa pranzo e Kagome non se ne accorse nemmeno.
“Pranzi con me oggi?” – chiese Inuyasha a Kagome, con Kikyo li presente.
“Eh? Come?” – guardò istintivamente l’orologio scoprendo così le dodici e dieci. – “Oh…” – disse Kagome con un sorriso imbarazzato. – “…non me n’ero accorta. Si, volentieri, grazie.” – Kagome chiuse l’agenda e la mise in un cassetto e lo chiuse a chiave. Quella era l’agenda di Inuyasha, mica di un pinco pallino qualsiasi! – “Andiamo?” – chiese Kagome con un bellissimo sorriso.
S’incamminarono verso l’uscita, raccomandando a Kikyo di chiudere la porta e di inserire l’allarme.
Nuovamente, dentro l’ascensore.
Da soli.
Kagome era appoggiata alla sbarra dell’ascensore e attendeva con pazienza infinita l’arrivo al garage. Durante tutto il tragitto Inuyasha non allungò mai le mani su di lei.

Arrivarono al ristorante di ieri e si fecero accompagnare in terrazza, in un punto un po’ distante dalle altre coppie. Durante il pranzo ebbero modo di parlare.
“Posso sapere che diavolo ti è saltato in mente?” – chiese Kagome, non arrabbiata.
“A che ti riferisci?” – chiese Inuyasha, mentre inforcava dell’insalata con uno sguardo fintamente innocente.
“Non fare lo gnorri, principale…mi riferisco all’agenda dei tuoi impegni.”
“Problemi?”
“Abbastanza…” – Inuyasha diventò serio improvvisamente.
“Kikyo ti ha detto o fatto qualcosa?”
“No…ma non le è piaciuto questo tuo cambiamento di rotta, come non è piaciuto a me.” – Inuyasha sembrò riprendere il sorriso di strafottenza che aveva solitamente.
“A me è sembrato il contrario…come mi è sembrato che quel bacio ti sia piaciuto.” – Kagome si strozzò con l’acqua. Inuyasha era sempre più soddisfatto di sé.
“Non…non volevo passare per quella che non sa fare niente!” – si giustificò Kagome. – “E tu ne hai subito approfittato!”
“Io?” – disse Inuyasha indicandosi innocentemente. Kagome sospirò.
“Inuyasha…parlando seriamente…non possiamo.”
“Perché?” – chiese lui, depositando la forchetta e appoggiandosi allo schienale della sedia.
“Te l’ho già detto…tu sei il mio principale e non voglio che girino strane voci.”
“Del tipo che potrei farti dei favori?”
“Già…ed è l’ultima cosa che voglio.” – disse Kagome bevendo dell’acqua.
“Non diciamolo a nessuno, allora.” – Kagome lo guardo allibita.
“Non ho intenzione di giocare all’amante segreta, Inuyasha!”
“Come sei complicata, Kagome!”
“Ma…”
“E poi mi piaci troppo perché rinunci a te, quindi…scordatelo!” – disse lui perentorio. Kagome arrossì di botto.
“Ma…non mi conosci nemmeno!”
“Abbiamo tempo per questo…”
“A-abbiamo?” –chiese Kagome. Inuyasha annuì convinto.
“Non credere che rinunci tanto facilmente perché se lo hai pensato veramente, allora devi ancora conoscermi…” – Kagome era sconcertata. Praticamente Inuyasha l’aveva avvisata che l’avrebbe sottoposta ad una corte spietata senza precedenti.
Cambiarono argomento (che era meglio), parlando degli hobbies di ognuno finchè non giunsero le tre.




Kagome stava studiando gli appuntamenti di Inuyasha, ma aveva ancora in mente le sue parole di quel mattino.
“E poi mi piaci troppo perché rinunci a te, quindi…scordatelo!”
Le aveva praticamente fatto una dichiarazione di guerra a cuore aperto e lei non si era ancora ripresa. Questo le riportò alla mente Koga e a tutte le volte che le aveva chiesto di uscire, ma mai si era comportato come Inuyasha. Il ricordo di Koga però le faceva ancora male quindi era meglio se si concentrava sul lavoro.

Da quel giorno ne passarono tanti altri. Kikyo diventava sempre più odiosa, ma per fortuna tutto l’ufficio sosteneva Kagome perché nessuno sopportava quella mummia rinsecchita. Per non parlare di Inuyasha che non la lasciava in pace un secondo…
…e questo, nonostante tutte le sue imposizioni nel non cedere, la lusingava da matti.

Erano passati sei mesi da quando Kagome era stata assunta presso quello studio e ormai poteva dire di conoscerne vita, morte e miracoli. Aiutava spesso e volentieri tutti nelle varie mansioni, arrivando a conoscere tutti i settori di quello studio. In pratica, Kagome era arrivata ad avere una conoscenza globale di quello che succedeva all’interno dello studio. In molti facevano affidamento su di lei per chiedere informazioni di pratiche vecchie o documentazioni varie perché era rapida ed efficiente nelle risposte. Inuyasha non poteva fare più a meno di lei in tutti i sensi. Come donna e come collaboratrice. Non perdeva un solo momento per rimanere da sola con lei e quando ci riusciva l’ufficio del mezzo demone diventava rovente. La ragazza ancora non era del tutto convinta di quello che stavano facendo e con ogni mezzo tentava la resistenza, ma sapeva perfettamente che non avrebbe resistito a lungo. L’agenda di Inuyasha era addirittura migliore di quando era nelle mani della mummia, che praticamente si era ridotta a gestire solo la cancelleria.
Un giorno però, Kagome era seduta tranquillamente davanti al suo computer intenta a registrare le ultime fatture quando le squillò il telefono. Quel numero l’avrebbe riconosciuto tra mille dato che ultimamente la chiamava tutti i giorni. In quel momento Inuyasha era uscito dall’ufficio per parlare con Kagome del prossimo impegno, assistendo così alla telefonata.

“Sota! Ciao! Allora?” – dall’altra parte però Kagome non udì risposta. Inuyasha era molto infastidito da quel tono, infatti, iniziò ad agitarsi sul posto. – “Sota? Sota ci sei?”
“Ciao…” – disse la voce al telefono.
“Ehi finalmente! Che hai?” – chiese preoccupata Kagome, cosa che non passò inosservata a Inuyasha che stava diventando sempre più irritato.
“E’ nata.” – disse semplicemente il ragazzo dall’altra parte.
Kagome ci rimase male per come glielo aveva detto.
“E…e me lo dici così? Un po’ di allegria, no? E’ nata tua figlia, mica è morto nessuno!” – Inuyasha si calmò immediatamente. Kagome gli aveva detto che aveva un fratello che stava per diventare padre, ma non pensava che fosse il tizio al telefono. Tutti i metodi che si era immaginato per far fuori il ragazzo erano scemati come neve al sole. – “S-Sota? Mi rispondi?”
“Se va avanti così non so se vivrà.” – disse il ragazzo. A Kagome cadde di mano la cornetta e diventò pallida come un cencio.
Inuyasha si preoccupò subito.
“C-che significa?” – chiese la ragazza, riprendendo in mano la cornetta, con le mani tremanti.
“Non respira, Kagome…non…non respira…io e Karima non…” – ma Sota non finì di parlare che si mise a piangere.
“Oddio…dove siete?”
“Al Saint James Hospital…ti prego…vieni…”
“Arrivo…” – ma si bloccò subito perché si era ricordata che non aveva la macchina e a quell’ora non c’erano autobus disponibili. – “…maledizione!”
“Cosa?” – chiese Sota.
“Sono senza macchina, oggi!” – Kagome stava piangendo. C’era una concreta possibilità che sua nipote non vedesse i suoi genitori e lei era bloccata li perché non aveva la macchina. Alzò lo sguardo e vide Inuyasha che le diceva una cosa.
“Ti accompagno io. Riaggancia!”
“Sota! Tra dieci minuti sono li!”
“Vieni subito!” – le disse il fratello.
I due uscirono sotto lo sguardo preoccupato di tutto lo studio che aveva assistito alla conversazione.












Bedde beddissime!
Capitoletto polposo, non trovate?
Piccola nota doverosa: forse ho esagerato troppo. È vero…Inuyasha non l’ha seguita ai giardinetti quando lei è scappata dopo aver parlato con Koga, ma la mia mente malata non ha saputo resistere alla tentazione di vedere un Inuyasha finalmente cotto, stracotto e rosolato di Kagome e ho agito di conseguenza. Ripeto: spero di non aver esagerato (anche se sono pienamente convinta di questo), ma spero che capirete le mie motivazioni. In ogni caso, se ritenete che la cosa sia stata eccessiva, sapete perfettamente che tramite i vostri commenti potete dirmi tutto quello che pensate.
Comunque…la storia sta entrando nel vivo e Inuyasha è riuscito finalmente nel suo intento. Kagome però non è molto convinta di quello che stanno facendo e lo dimostra il fatto che si faccia tutti quei problemi su quella relazione non molto professionale. Lei sa che non si potrebbe, ma la tentazione del proibito è sempre forte. Però al nostro mezzo demone preferito non interessano molto le sue remore perché Kagome gli piace troppo.
La ragazza ha preso confidenza con tutti i settori dello studio, ma soprattutto con lo studio di Inuyasha…
…ma una piccola tragedia si consumerà in casa Higurashi. È nata sua nipote, ma ci sono alcuni problemi. Riusciranno i genitori a portare a casa la bambina?
E’ tutto da scoprire.
Besitos, callistas.

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Capitolo 5
*** 5 - L'inizio della missione ***


5 - L'inizio della missione Papparapappapaaaaa!!!!!! ROARRR!!!!

BEDDEEEE!!! Ben tornatissime al nuovo capitolo della storia! 0_0
Sono felicissima che anche il capitolo 4 sia piaciuto, nonostante la mia…esasperazione sul comportamento dei ragazzi. Però almeno ho dato voce alle fantasie di tutte noi che non vedevamo l’ora di vedere un Inuyasha finalmente deciso.
Comunque…ora che siete giunte fino qui, è giusto proseguire!
Abbiamo…scusate, HO interrotto il capitolo proprio sul più bello. Kagome ha ricevuto la telefonata da suo fratello Sota in merito alla nascita della figliola, ma…ma ecco che accade l’impensabile. La bimba non respira. Kagome ovviamente non perde un secondo e parte alla volta dell’ospedale, fedelmente accompagnata da Inuyasha. Arrivano e…
…e prima devo ringraziarvi. Mi sembra doveroso dopo tutte le bellissime recensioni che ho ricevuto per il capitolo 4.
Iniziamo con…

Anjhela_kaggy_inuchan91: una nuova bedda! Ma come sono contenta!!! ç_ç (me commossa!!!!). Sono contenta di vedere che anche ad un’altra persona piaccia la mia storia. Anche tu sei preoccupata come le altre per la figlia di Sota, eh? Purtroppo non posso darti anticipazioni di nessun tipo, ma se sei curiosa di scoprirlo ti consiglierei di leggerti questo capitolo chiarificatore. Chiarificatore sulle sorti della bambina, ma anche sulla mia personale visione del mondo.
Lo so…Inuyasha qui è particolaremente geloso di Kagome e se sente un uomo che cerca Kagome che non sia lui stesso, diventa geloso compulsivo. Sono contenta di averti strappato un piccolo momento di ilarità. Grazie mille per i complimenti, e spero tu voglia continuare a leggere la mia storia e commentarla.
(Me si inchina…)
Grazie mille.

Camoeight: my darling! Per fortuna che ti rivedo! Comunque io credo invece che come diplomatica faresti un’enorme carriera. Non avresti nessuno che ti metta i bastoni tra le ruote…ma sono contenta che questo capitolo non ti sia sembrato eccessivo. Temevo invece di aver esagerato con Kagome che si lascia andare subito subito a Inuyasha. Per la piccolina…io leggerei il capitolo e poi spero che tu mi voglia far il solito onore di lasciare un commentino.
Besitos!

_NeMeSiS_: una nuova bedda tra i commentatori! Che beddo! Innanzi tutto, benvenuta. Grazie per aver dedicato un po’ di tempo a questa storia, mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta, ma soprattutto che andrai a leggerti le altre che ho scritto. Mi fa davvero piacere. Spero tu voglia seguirmi anche per le prossime, visto che sono in un periodo veramente proficuo. Continuo a scrivere come una matta e non so perché. Comunque…bando alle ciance. Adesso ti lascio leggere il capitolo 5. Spero tu possa dirmi come lo hai trovato, ok? Dai…ci vediamo in fondo al capitolo.
Besitones!

Le_montagnine: pronto? Polizia? Si sta consumando un sorellicidio! Presto accorrete!!
Ciao bedde! Però…ele…non mi strozzare la povera isa…altrimenti chi me le commenta le storie? E tu isa…non lamentarti sempre se tua sorella, per sbaglio, stringe un po’ troppo le mani attorno al tuo collo! Stai sempre a lamentarti, perbacco!
Carissime…come da voi richiesto vi invio l’aggiornamento, dove…mica sono scema che ve lo anticipo! Leggete e fatemi sapere se vi piace, ok?
Grazie mille per aver recensito ancora la mia storia! Vi adoro!

Okkiverdi: ciao ciao! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Spero di non deluderti con questo. Chissà cosa accadrà alla piccolina? Leggere per scoprire…
Besitos!

Inukag4ever: wooooooooooooooooooooo ciao bedda! Me felice di vederti! Grazie mille per tutti questi complimenti, meritatissimi oserei dire (^_^). Dai che scherzo, lo sai vero? Comunque il prossimo capitolo eccolo qui, pronto per un’altra valanga di recensioni. Per l’agenda ho pensato che era doveroso fare un cambio di gestione. Dopo tutto, madame mummì era un po’ troppo stile gomma da masticare e Inuyasha ha colto la palla al balzo. Chissà come se la caverà Kagome con la gestione di una cosa così importante? Comunque adesso ti sgancio e ti lascio leggere il capitolo, ok? Ti aspetto in fondo come al solito!
Besitones!

Mary_loveloveManga: BEDDISSIMA BEDDAAAAAAAA!!!!!!! Sono sempre…putrefatta dalla gioia quando leggo i tuoi commenti kilometrici! Allora! Iniziamo con il rispondere alla recensione, che più di una recensione mi sembra un poema epico-cavalleresco…dunque!
La bambina: la piccola è grave e, come leggerai qui di seguito, spetterà solo a lei decidere se vivere o morire. Ma si sa…a volte, i neonati, hanno più forza di volontà degli adulti, quindi…ti lascio trarre le ovvie conclusioni. Poi sai che mi so cammuffare abilmente quindi, anche se mi trovassi, non mi acchiapperesti mai perché sono leggiadra come un elefante in un negozio di porcellane!
Koga: che te devo dì? Personalmente, Koga l’ho sempre visto con Ayame, non riesco a immaginarmeli insieme. E poi…non solo è da buttare in una discarica, ma è anche da buttare in un inceneritore! E il fatto che abbia provato a dirglielo è una prova di come sia stato doppiamente bast…Io credo che se non si ami più una persona è giusto dirglielo in faccia e non farsi beccare dalla propria fidanzata con un’altra e poi dire “Oh beh…volevo dirtelo…” si, però se Kagome non lo avesse visto? Cos’avrebbe fatto Koga? Visto che è un punto che non ho voluto approfondire per evitarmi una ulcero-gastrite cronica ho preferito troncare li tutto, preferendo pensare che lui avrebbe continuato a fare il doppio gioco, fino ad arrivare al punto di rottura massimo.
Kikyo: lei è sempre presente, lo so. Presente e schifosamente antipatica, lo so…d’altronde…l’ho disegnata io così ^_^. Ma se l’ho fatto è perché mi serviva per quello che le accadrà in seguito. Guarda…non ti dico nemmeno quanto mi sto crogiuolando nel mio brodo di giuggiole nel darti queste anticipazioni così scarse. Però sappi che non penso di deluderti, anzi. Almeno l’avrò tolta dalle cocche.
Inu&Kagome: loro…loro sono loro. Non si può dire più di tanto perché dire Inuyasha & Kagome è dire già tutto o almeno gran parte della cosa. Come ho già detto ho voluto, almeno per una volta, renderlo un tipo sicuro di sé così come Kagome. La Takahashi ci ha regalato un bellissimo manga, con altrettanti bellissimi personaggi, ma io credo che se avesse messo un piccolo bacetto tra i due io penso che l’audience del manga, trasmesso su MTV, sarebbe schizzato alle stelle. Kagome, come avrai potuto vedere, è molto attratta da Inu (e chi non lo è?), ma è il suo principale e questo le crea qualche problema, come potrai leggere durante la storia. È un punto che non ho voluto mollare, questo. Comunque si dice vice-direttore…
Dunque…io spero di non averti conciliato il sonno con questo popò di roba, ma sei tu che mi invogli a scrivere, vista la tua maturità. Sicura di essere solo in seconda media?!?!?!
Comunque…spero che i tuoi problemi si risolvano in fretta e che non siano niente di grave. Il tuo atteggiamento positivo però è un bene, ma mi raccomando…aiuta gli altri, ma non dimenticarti di te stessa, ok? In ogni caso, anche se le tue amiche non possono fare niente per te, lascia che semplicemente ti ascoltino. Magari non potranno aiutarti con i fatti, ma sapere che qualcuno è li per te sempre è un sostegno che nemmeno ti immagini.
Comunque non ti preoccupare. Mi fa piacere che tu ti senta libera di parlare con me anche di altro.
Io ti aspetto in fondo al capitolo come sempre, ok?
Quattro triglioni di besitos!

Vale728: io te lo consiglio, anche perché è tratto da una storia vera. Eh si…Inuyasha finalmente è riuscito a baciarla, anche se Kikyo doveva “giustamente” rompere le uova nel paniere. Ma chissà che sarebbe successo se non fosse mai entrata in ufficio…hehehe…a te l’immaginazione.
Vedo che anche a te sta a cuore la sorte della bimba. Io inizierei a tremare…
Ti aspetto in fondo al chappy, ok?

Mikamey: se sei una bedda tu lo sai batti le mani clap, clap!
Buondì, mia divina! Tutto bene? Comunque non ti preoccupare, non è una storia in cui i protagonisti si sanno improvvisare anche come spie internazionali e non c’entra nemmeno Sesshomaru, mi dispiace. Così come non ci sarà il classico pranzo o cena per conoscere i genitori dell’altro. Ma comunque sai che mi piace quando parli, no? E per la bimba…dovrai leggere questo capitolo per sapere come andrà a finire.
Grazie mille per i complimenti e ci vediamo in fondo!
Besitos!

Kagome19: meno male. Sono contenta di non essere apparsa troppo sfrontata con le reazioni. Mi fa davvero un immenso piacere che ti sia piaciuto. Comunque si…ho capito cosa volevi dire, ma non ti preoccupare! Sentiti libera di esprimerti come ti pare, non mi scandalizzo! Anch’io vorrei che si abbandonasse un po’, ma per quello…non so…forse non li farò mai mettere insieme…forse si…bah…vediamo come mi gira ^_^hahaha!
E anche per te, se vuoi sapere come andrà a finire la storia della bimba…leggi il capitolo e poi fammi sapere, ne?
Grazie ancora per il tuo splendido commento e alla prossima!

Achaori: cavoli! Diciamo che non ti fai problemi a dire le cose come stanno, eh? comunque la schiettezza è una cosa che apprezzo molto in una persona, quindi…non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in questo modo, INTESI?
^__________^ CIAO BEDDA!
Guarda che stavo scherzando prima, lo sai vero? Non mi permetterei mai di…ma si dai…invece mi permetto. Questa storia è mia e se non ti sta bene…(ti prego…non mi lasciare…continua a leggere, ok? ç_ç)
Di nuovo…stavo scherzando.
Comunque si…finalmente tra Inu e Kaggy si è smosso qualcosa, mentre Kikyo, beh…Kikyo avrà una piiiiiiccola sorpresa se andrà avanti in questo modo.
Leggi il capitolo e dimmi se ti piace, ok? Ci vediamo in fondo!
Besitones!

Fmi89: ciao bedda! Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto. Sono davvero contenta di aver fatto una buona cosa e per la piccola…speriamo proprio in bene.
Besitones!

Isabella22: purtroppo si. La picceridda ha qualche problema, ma dipenderà esclusivamente da lei se ha voglia di vivere o meno. Ma contando che è nipote di Kagome…
Non aggiungo altro, altrimenti mi tocca star qua e darti anticipazioni su anticipazioni.
Eccoti il capitolo e spero che ti piaccia come gli altri.





IO E IL MIO CAPO        L’INIZIO DELLA MISSIONE


Kagome prese la sua borsa e, sotto lo sguardo curioso e preoccupato dei suoi colleghi, lasciò l’ufficio per dirigersi verso l’ospedale. Arrivarono dopo un quarto d’ora a causa del traffico e si diressero immediatamente in pediatria.

“Sota!” – urlò Kagome, correndo ad abbracciarlo. Il ragazzo era evidentemente molto provato. La preoccupazione era palese sul suo viso. – “Allora? Ci sono novità?”
“Eccole li le novità…” – Kagome si sporse e guardò attraverso il vetro e quello che vide le contorse lo stomaco. Karima era seduta vicino a sua figlia e le teneva la mano, mentre la bambina era intubata e immobile.
“Cosa…cosa si può fare?” – chiese Kagome disperata.
“Dicono che tutto è nelle mani della bimba.” – Sota si passò una mano tra i capelli, segno che stava per cedere.
“Ma…che ci fa li Karima?” – chiese Kagome.
“Appena ha saputo della bambina ha fatto il diavolo a quattro per starle vicino. I medici si sono dovuti arrendere. Io…io vado da lei…scusate…”
“Si, vai…” – gli disse Kagome, accompagnandolo con una carezza sul braccio. Kagome si mise davanti al vetro che la separava dai neonati e si mise a pregare. Inuyasha l’abbracciò da dietro e le fece capire che lui era li con lei in quel momento.

Non sapeva bene da quanto tempo era li. Era Novembre inoltrato e il freddo era sempre più pungente. Kagome si strinse nel suo cappotto e continuò a pregare. Inuyasha si era assentato un secondo per andare a prendersi un caffè, portandone uno anche per la ragazza. Quando l’aveva lasciata Kagome era ferma immobile davanti al vetro con le mani giunte e gli occhi chiusi. Si vedeva che era agitata. Gli aveva raccontato qualcosa sulle difficoltà che avevano dovuto affrontare suo fratello Sota e la moglie Karima per avere questo bambino. Il problema ce l’aveva Karima che, a causa di una carenza di ovuli, non arrivava mai alla fine della gravidanza, perdendo così il bambino. Le avevano provate tutte, dall’inseminazione artificiale alla possibilità di prendere in affitto un utero, cosa scartata a priori. Karima voleva un bambino, un bambino che crescesse dentro di lei e che dentro di lei scalciasse perché non vedeva l’ora di uscire. Poi, un giorno, Karima rimase incinta per la terza volta, ma sentiva che quella volta sarebbe stato diverso. Non se lo sapeva spiegare, ma comunque, rimase il fatto che portò a termine la gravidanza con successo. Purtroppo però c’era un ultimo ostacolo: la bambina era nata, ma non respirava. Kagome sapeva perfettamente gli sforzi e i sacrifici che suo fratello e sua cognata avevano dovuto sostenere per arrivare a quel punto e ora, vedere la bambina in quelle condizioni la faceva star malissimo.

“Ehi…tieni, bevine un po’…non hai mangiato niente…” – Kagome guardò il bicchiere di caffè, non capendo come facesse a rimanere sospeso in aria da solo e poi guardò Inuyasha. Gli sorrise debolmente, dandosi mentalmente della stupida per quel pensiero.
“Grazie…”
“Ci sono segni di miglioramento?” – le chiese dolcemente Inuyasha. Kagome per un momento si lasciò cullare da quella voce così morbida, concedendosi così una piccola pausa.
“E’ stazionaria…Karima non si è mai staccata dalla bambina…ma anche lei dovrebbe riposare…ha partorito quattro ore fa e si è alzata subito…non la vedo bene, Inuyasha, non la vedo bene…” – disse Kagome con gli occhi lucidi. Inuyasha l’abbracciò, sperando che così si calmasse un po’.
“Vedrai che ce la farà…” – Kagome si lasciò cullare dal confortante abbraccio del suo capo, finchè non vide Sota entrare nella nursery. Si sedette vicino a sua figlia e le prese la mano. Kagome non sentiva quello che le stava dicendo, ma dalle lacrime di Karima e dal suo sguardo commosso, capì che suo fratello stava parlando a sua figlia, chiedendole di non mollare. Rimasero in quella posizione per tutta la mattina e tutto il pomeriggio, finchè non arrivarono le dieci e mezzo di sera. Kagome controllò l’ora e guardò Inuyasha, che non si era staccato da lei un minuto. Gli sorrise riconoscente.
“Che c’è?” – chiese Inuyasha, notando che lei lo stava fissando.
“Sono le dieci e mezzo…perché non vai a casa a dormire? Sarai stanco…”
“Tranquilla e poi…chi ti riaccompagna a casa?”
“Oh, io credo che stanotte rimarrò qui. Voglio esserci, qualunque cosa accada…”
“E io sarò qui con te.”
“Inuyasha, no. Non te lo posso chiedere…” – disse Kagome, cercando di convincere il suo capo.
“Resto qui.” – fu il suo verdetto. Kagome si afflosciò su se stessa. Sperava che lui rimanesse.
“Grazie…”
“Kagome…” – disse Inuyasha con lo sguardo verso la nursery. Kagome si girò di scatto e vide Sota con uno sguardo di puro stupore sul viso.
“Ma cosa…” – e fu un momento.
La bambina, sotto lo sguardo dei genitori e di Kagome e Inuyasha, spalancò gli occhi e con la mano libera si staccò il respiratore e iniziò a piangere. Sota e Karima rimasero spiazzati, non sapevano che fare. Realizzato che la bambina stava piangendo e che quindi stava respirando senza l’ausilio delle macchine, scoppiarono loro stessi in lacrime, mentre l’infermiera di turno e il primario fecero irruzione nella stanza per soccorrere la piccina. Karima fu portata immediatamente in camera affinchè si riposasse. Kagome era saltata addosso a Inuyasha che era felice per la ragazza. Tutta la stanchezza accumulata in quella giornata si fece sentire subito. Gli occhi di Kagome iniziarono a chiudersi, mentre lei invece voleva stare sveglia per andare dai suoi familiari. La prima cosa che fece Sota fu quella di accertarsi che moglie e figlia stessero bene e poi andare dalla sorella per ringraziarla.
“Hai fatto tutto tu!” – gli disse Kagome raggiante.
“Va a casa Kagome e riposati…ci vediamo domani, ok?” – disse Sota, notando la stanchezza della sorella.
“Non ti preoccupare per me…sto bene…”
“Non fare la zuccona! Ci vediamo domani! Non vorrai che Luce veda sua zia con due borsoni da viaggio sotto gli occhi!”
Kagome lo guardò con un sorriso.
“L’avete chiamata…Luce?”
“Si…crediamo che sia appropriato come nome.”
“E’ bellissimo…allora, ci vediamo domani. Ciao e saluta Karima e dille che è stata bravissima.”
“Non mancherò. Ciao.”
Fratello e sorella si salutarono e Inuyasha e Kagome si diressero verso i parcheggi.

“Malfidente!” – le disse Inuyasha una volta in macchina.
“Lo so…guarda…sono così felice…”
“Sono contento per te e tuo fratello. La bambina è bellissima. Credo abbia preso un po’ dalla zia…” – disse lui, ripartendo all’attacco.
“Inuyasha…”
“Dove abiti?”
“Come? Ah, si…al prossimo incrocio gira a destra…” – tra vari svincoli, Inuyasha riportò a casa Kagome, scoprendo così dove abitava. Fino ad allora la dimora di lei era rimasta un segreto. Altra piccola vittoria per il signor NoTaisho.
“Allora abiti qui…” – disse lui, guardandola maliziosamente.
“Ehm…si.” – Kagome scese dall’auto, aiutata sempre da Inuyasha e insieme entrarono in casa. – “Eccoci qui…” – Inuyasha si guardò intorno, trovando di suo gusto l’arredamento.
“Mi piace…”
“Grazie…posso offrirti un caffè?”
“Si grazie, volentieri.” – Kagome preparò la moka e si preparò le tazzine e lo zucchero. – “Sei stanca?” – chiese Inuyasha, osservando Kagome.
“Un po’…” – rimasero in silenzio finchè la moka non avvisò Kagome che il caffè era pronto. – “Tieni…” – disse, servendolo a Inuyasha.
“Grazie…” – chiacchierarono del più e del meno fino a mezzanotte e poi Inuyasha salutò Kagome. La ragazza aveva chiuso la porta e stava per andare in bagno per farsi una doccia, quando dovette tornare indietro perché avevano suonato alla porta.
“Si? Inuyasha! Hai dimenticato qualcosa?” – chiese Kagome stupita.
“Si, questo…” – si avvicinò a Kagome e la baciò. Un bacio carico di desiderio al quale Kagome non seppe opporsi. Assecondò i voleri della sua lingua finchè non si staccarono. La ragazza era senza fiato. – “Buona notte…” – disse Inuyasha, soddisfatto per la sua reazione.
“N-notte…” – riuscì a dire Kagome.

Il mattino successivo Kagome era in ufficio e lo stava mettendo a soqquadro perché non trovava l’agenda di Inuyasha. Il giorno prima l’aveva lasciata sul tavolo incustodita per l’emergenza di sua nipote e adesso non la trovava più.
“Kikyo scusa…hai visto l’agenda di Inuyasha? L’avevo lasciata sul tavolo ieri e non la trovo più.” – Kagome si stava guardando anche dentro le scarpe, ma della famosa agenda nessuna traccia.
“Complimenti…l’hai persa?” – Kagome la trucidò con lo sguardo.
“L’ho lasciata qui sul tavolo. Avrai visto se qualcuno la prendeva, no?”
“No.” – disse Kikyo.
“Grazie…a buon rendere.” – disse Kagome alla quale iniziò a suonare il telefono. – “Si?” – chiese esasperata per l’infruttuosa ricerca.
“Kagome, nel mio ufficio. Con l’agenda.” – a Kagome venne la pelle d’oca. Attaccò il telefono e si avviò mesta mesta verso l’ufficio di Inuyasha, entrò e lo guardò in attesa della paternale. – “E l’agenda?”
“Ecco…io…l’avevo lasciata ieri sul tavolo…non l’ho messa via perché aveva chiamato Sota e…non la trovo più…” – ammise lei sconsolata. Inuyasha tirò un cassetto e tirò fuori…la sua agenda! Kagome lo guardò allibita. – “Ma…ma…la tua agenda!”
“Ho chiesto a Eri di portarla nel mio ufficio.” – Kagome si rilassò visibilmente.
“Meno male…ero già pronta per trovarmi un altro lavoro…hehe…” – disse Kagome per sdrammatizzare. Inuyasha le porse l’agenda e lei l’aprì a quel giorno.
“Oggi cosa devo fare? A parte cercare di stare con te.” – specificò lui. Kagome sgranò gli occhi. Ma come faceva a rimanere così calmo dopo che le diceva quelle cose?
“Si, ok…” – disse Kagome, cercando di riprendersi. – “…hai un unico appuntamento alle dieci e mezzo con la Pacific Oceanic per quella causa di frode.” – Inuyasha stava per chiederle se aveva prenotato un ristorante dove portare i suoi clienti, ma Kagome lo aveva preceduto in tutto. – “Ti ho prenotato un tavolo per cinque al Silver Star, ho chiesto un luogo un po’ appartato così se dovrete discutere non avete orecchi indiscreti intorno.”
“Ah…” – disse Inuyasha visibilmente impressionato. – “…ma il signor Hirozawa è vege…” – ma Inuyasha non fece in tempo a finire la frase che Kagome lo interruppe di nuovo.
“So che è vegetariano. Infatti ho fatto in modo che il signor Hirozawa potesse disporre di un menu prettamente vegetariano, mentre al resto dei commensali menu normale e mi sono permessa di consigliare dei vini in base ai menu. Altro?” – chiese Kagome, soddisfatta che almeno per una volta fosse Inuyasha quello che rimaneva senza parole.
“Sono senza parole…” – ammise lui.
“Era ora! Comunque, se non hai altro da dirmi torno nella giungla!”
“In verità c’è una cosa di cui ti vorrei parlare…” – disse Inuyasha serio. Kagome non lo aveva mai visto così. Si sedette e aspettò che parlasse. Tirò fuori da un cassetto della sua scrivania (sulla quale Kagome aveva fatto innumerevoli pensieri sconci…), un fascicolo che la ragazza non riconobbe. – “Prendi.” – le disse Inuyasha. Kagome lo prese, riluttante e lesse l’intestazione.
“Hakudoshi’s Company…” – alzò di scatto gli occhi su Inuyasha. – “Che…che significa?”
“Leggilo, studialo, facci quello che vuoi. Voglio che mi aiuti con questo caso.” – Kagome sgranò gli occhi. Chiuse il fascicolo e lo mise sulla scrivania come se scottasse e lo ridiede a Inuyasha. Negò più volte con la testa.
“N-no, no…”
“Perché?” – chiese Inuyasha.
“Perché di legge non ci capisco una mazza! Mi ci vorranno mesi solo per capire i vostri termini. Credimi…non sono tagliata per questo genere di cose!” – disse Kagome negando vistosamente.
“Io credo di si…e poi non sarai mica sola. Puoi venire da me quando vuoi.” – disse Inuyasha con il suo solito sguardo malizioso.
“Inuyasha…per una volta, fidati tu di me. Non ce la posso fare!”
“Kagome non farmi arrabbiare!” – disse Inuyasha, usando un tono che Kagome non gli aveva mai sentito usare. Sembrava veramente arrabbiato. – “Tu ce la puoi fare! In sei mesi hai imparato più cose tu di tutti i dipendenti più anziani! Se ti dico che puoi farcela, PUOI FARCELA!” – tuonò Inuyasha, marcando per bene l’ultima frase. Kagome si fece piccola piccola. Lo guardò esasperata. Chi meglio di lei poteva conoscere i propri limiti?
“Io…”
“Prendi questo fascicolo e prenditi tutto il tempo per studiarlo e capire quello che non capisci, e poi…” – Inuyasha si alzò e andò da lei e l’abbracciò. – “…ti ho detto che puoi venire da me.” – le baciò la punta del naso, facendola arrossire oltre ogni misura.
“Per…per favore, no…” – ma Inuyasha già non l’ascoltava più. Era totalmente assorbito dal profumo della ragazza e dalla sua pelle morbida.
“Ssshh…” – Inuyasha allentò un po’ la presa e iniziò ad accarezzarle sensualmente la schiena, infilandosi sotto il suo cardigan. Kagome prese un respiro, come se avesse dovuto affrontare un’apnea di tre ore. Inuyasha sorrise divertito, mentre la presa della ragazza sulle sue braccia aumentava gradualmente.
“I-Inuyasha…fermati…oh mio Dio…” – sibilò Kagome, mentre sentiva le dita di Inuyasha toccarle la pelle e bruciarla.
TOC TOC
Inuyasha si fermò all’istante, ritirò le mani con calma, come se nessuno li avesse interrotti e guardò Kagome vittorioso. Lei invece lo stava trucidando con lo sguardo.
“Avanti…”
Kikyo.
“Si?” – chiese Inuyasha. Ormai era solo lei che li interrompeva sul più bello.
“Inuyasha, scusa…Kagome ti vogliono al telefono.”
“Chi è?” – chiese la ragazza.
“Un uomo, non ho capito chi fosse…” – Kagome guardò istintivamente Inuyasha, che la stava fulminando con lo sguardo  e uscì dal suo ufficio.
“Pronto?” – chiese Kagome titubante. Kikyo intanto era ritornata alla sua postazione.
“La signorina Kagome Higurashi?”
“Si sono io. Lei chi è?”
“Sono Eichiro Hizumo. Si ricorda?”
“Signor Hizumo! Come sta?” – chiese Kagome.
“Io bene, e lei?”
“Bene, la ringrazio. Come mai mi ha chiamata?”
“Miya.” – disse semplicemente l’uomo. Kagome si preoccupò subito.
“E’ successo qualcosa alla piccola?” – silenzio. – “Signor Hizumo?” – Kagome sentì nitidamente dei singulti da parte dell’uomo, cosa che la fece preoccupare ancora di più. – “Signor Hizumo…mi risponda per favore!”
“Myia…ha contratto…il cancro…” – Kagome sgranò gli occhi. Myia? Il cancro? Ma…
“Com’è…possibile?”
“Io…so che non ha mai visto mia figlia di persona ma…Myia ci teneva che la chiamassi…vuole conoscerla.”
“Mi dia l’indirizzo.” – disse Kagome risoluta, con in mano una penna pronta per scrivere.
“Allora…” – iniziò il signor Hizumo.









Allora…la bimba è sopravvissuta. La sua forza di volontà le ha permesso di non cedere e di vivere una vita assieme alla sua famiglia, solo che si presenta ora un altro problema. Miya Hizumo, la bambina con la quale Kagome ha avuto vari colloqui telefonici.
Con il cancro.
Chissà cosa succederà, adesso…

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Capitolo 6
*** 6 - Primi risultati ***


6 - Primi risultati 11 BEDDE BEDDISSIME!!!! OH GAUDIO! OH JUBILO!!!
Me felice! Me commossa!
Ogni volta che vedo i vostri nomi tra i recensori mi si gonfia il cuore di felicità.
Allora…innanzi tutto grazie mille a tutte voi che con costanza seguite la storia e che la commentate. Un grazie anche a coloro che solo la leggono.
Allora, Luce è guarita, ma Miya è malata. La Hakudoshi’s Company non si sta comportando molto bene e per chi ha visto il film con Julia Roberts sa a cosa mi riferisco.
Kagome andrà dagli Hizumo e conoscerà la piccola. Speriamo che vada tutto bene…
Ma prima di passare all’aggiornamento, ci terrei a ringraziare tutte voi che avete speso una buona parolina su questo capitolo.

Anjhela_kaggy_inuchan91: ben tornata beddissima! Mi fa piacere rivedere un tuo commento alla storia.
Hai visto? Sono stata brava, eh? In questa storia Inuyasha non diventerà mai rosso come un pomodoro maturo, come accade certe volte nel manga, anzi…sarà proprio lui a far imbarazzare all’infinito la nostra povera Kagome che non saprà più cosa fare per toglierselo dai piedi, fino a che non opterà per l’unica soluzione possibile (attendere gli aggiornamenti per capire di cosa sto parlando… ^//^).
Per la piccola Miya hai ragione tu. Inizialmente era piena di vita, tanto che poteva distribuirne anche a chi non ne aveva, ma immagino tu sappia che il cancro non perdona e non guarda in faccia nessuno. Ti toglie tutte le energie e lascia solamente che gli altri vedano in te un guscio vuoto, pronto a sbriciolarsi al primo accenno di vento. Comunque se vuoi sapere come andrà a finire sei obbligata (me bastarda, lo so…hihihi…) a continuare a leggere e, cosa che mi farebbe assai piacere, commentare.
Ti aspetto in fondo al capitolo, ok?
Besitones e grazie ancora!

Monik: figurati…se stiamo qui a misurare la scemenza in questo modo, forse dovrei prenotare un posto al manicomio sotto casa…
*-* Io grande? No, TU GRANDE! Ti ringrazio per la vagonata di complimenti, giuro che non me li aspettavo. E poi…non sono io che devo insegnare a te, semmai è il contrario.
Guarda…ogni volta che leggo un tuo capitolo divento isterica perché il tuo modo di scrivere è quello che sto cercando di raggiungere da secoli…o meglio, dall’alba dei tempi. Mi è impossibile trovare le parole per dirti quanto il tuo stile mi piaccia. Non so se siano le parole che usi, semplici e ricercate allo stesso tempo, a farmi piangere per la mia ignoranza. A volte sto li a scervellarmi per cercare di capire come fai a scrivere così bene, ma temo che non ci arriverò mai. Vedi quello che mi rode? Se riuscissi a parlare con te a quattr’occhi forse riuscirei a farti capire cosa riesci a scatenare dentro di me con il tuo modo di scrivere, ma a scriverlo non ci riesco, perché non riesco a trovare le parole giuste. E il fatto di dire “sei bravissima” oppure “scrivi come un dio”, perdonami, ma non rendono nemmeno la milionesima parte di quello che io sento in realtà. Quindi ti prego…se per caso tieni un corso di scrittura da qualche parte, fammelo sapere che mi iscriverò all’istante.
Però mi fa piacere che la storia ti emozioni fino a questo punto. Una bomba con la B maiuscola? Lo dico sempre io…sei troppo buona…ma cosa ho fatto di così incredibilmente buono nella mia vita passata per meritarmi una commentatrice simile? ç_ç non lo so, davvero.
Per la piccola Miya, gli sviluppi si vedranno più avanti, di cui purtroppo non posso anticiparti niente. Sei una piccola volpina e non posso permettere che tu scopra tutto…
Comunque, io credo che un Inuyasha più sveglio così non si possa desiderare, non credi? Per lo meno, ha avuto subito il colpo di fulmine senza dover aspettare il classico “è troppo tardi”, e si è svegliato subito.
Dunque dunque…riassumiamo il tutto.
Punto nr. 1: tutti i complimenti che mi hai fatto fino ad ora sono meritatissimi! (scherzo, scherzo ^^…).
Punto nr. 2: la potenza tra le due non sono io, ma TU!!!! Ficcatelo in testa!!!!
Punto nr. 3: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno prudendo le mani, perdincibaccobaccone!
Punto nr. 4: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno prudendo le mani, perdincibaccobaccone!
Punto nr. 5: ho già scritto la frase: vedi di aggiornare in fretta perché mi stanno prudendo le mani, perdincibaccobaccone?
Ah, si…che sciocca ^^.
Bedda! Ti aspetto in fondo al capitolo e se nel frattemo senti qualcosa che ti solletica le guance sono io che ti sto danto mille besitos!

_NeMeSiS_: buondì beddissima. Visto che ho fatto vivere la piccola Luce? La bambina ha dimostrato di avere forza di volontà per vivere e ora Sota e sua moglie possono iniziare a vivere la loro vita.
Inuyasha invece è un po’ più porcellino, ma credo non sia un problema, vero? In fondo…a che non piacerebbe vederlo così anche nell’anime? A me un casinissimo.
Kikyo…Kikyo…vedo che quella è un chiodo fisso per ognuna di voi e me ne compiaccio assai, però…diciamo che non la faccio morire, ma…
Ti aspetto alla fine del capitolo come sempre, ok?
Mille besitones!

Camoeight: un’altra fan della piccola Luce, benissimo! Sono contenta che la bambina abbia suscitato interesse fino a questo punto. Così come sono maledettamente contenta che il rapporto tra Inu e Kaggy ti prenda così bene. Adesso, con moooooolta calma, scoprirai la storia di Miya e poi quella di Kikyo…so che arriva sempre quando non deve, ma credo che tra un po’ non arriverà più…MUAHAHAHAHAHA!!!!
Besitones e ti aspetto in fondo al cappy, ok?

Inukag4ever: cribbio! Addirittura un commento iniziale così lusinghiero? Ma sei sicura che me lo meriti fino in fondo? Comunque grazie mille perché appena l’ho letto mi sono sciolta come burro in pentola! Grazie, grazie 10000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000,99!!!
Ti giuro che stavo collassando però quando ho letto il seguito del tuo commento. Un difetto? Stavo per aprire la bocca e tirarne giù tante che quando ho letto di che difetto si trattava mi sono trattenuta. Sono un po’ impulsiva, comunque anche secondo me una settimana è troppo, forse magari arriverò a pubblicare ogni cinque giorni, che ne dici? È un tempo tollerabile?
Ma comunque spero di trovare una tua lapide il PIU’ TARDI possibile, sai? E per le rose blue, beh…vedremo cosa si può fare. Costicchiano, eh?
Miglioni di besitos!

Mikamey: ciao beddissima! Certo che Luce è viva, che pensavi? Dopotutto l’ottimismo è il profumo della vita, l’ottimismo volaaaa!!!!
Scusa, ma te vai a letto senza il bacio della buona notte? Io no (grazie mamma e papà -_-‘…).
L’agendina è fortunatamente stata messa in salvo, ma ora non è quello che più preme alla nostra Kagome. Ora è super preoccupata per la piccola Miya. Chissà se riuscirà a salvarsi.
Io comunque, per la cronaca che diventerà nera se non ti sbrighi!!!!, sto ancora aspettando qualche tua storia. Ci muoviamo o devo fare la muffa?!?!?! >_<
Besitones e alla prossima!

Le_montagnine: ma nooooooooooooo, come ti viene in mente codesta cosa? E così tua sorella si fa la villeggiatura a Londra, eh? Ci trattiamo bene, eh? Ti ringrazio per la sfilza di complimenti, sempre troppo gentilissime. Comunque ora che Luce si è ripresa, Kagome deve ricominciare tutto d’accapo con un’altra bambina che purtroppo ha contratto una malattia terribile…Kikyo? Oh beh, Kikyo avrà vita breve e lo scoprirai molto presto. In serbo per lei ci sono due sorpresine, una sul lavoro e una sulla vita privata…di più non posso dirti. Sappi però che Kagome…
Ti mando il capitolo e ti aspetto in fondo come al solito, ok?
Kisses to you and your sister!

Achaori: forse si, ce l’ho con i bambini, ma non pensare male se sono fatalità due femmine. Il fatto è che, secondo me, il mio sub conscio mi sta dicendo di ammazzare tre bambini, miei pestosissssssimi cugini, che mi fanno dannare l’anima e che, purtroppo, sono cresciuti come dei selvaggi. Ti dico solo che quando vengono a trovare me e i miei iniziano a saltare sul divano e…e mi prudono le mani che solo Kami lo sa. Conunque…sono contenta che ti piaccia come si svolge la storia. Ma per la piccola Miya…non posso darti anticipazioni, altrimenti lo capiresti subito, furba come sei…comunque Kagome avrà si bisogno di qualcuno, e vedrai un po’ da chi lo riceverà…
Grazie mille per il commentone piacevolissimo e ti aspetto in fondo al cappy, ok?

Vale728: anche te contenta per la piccola Luce, ha riscosso proprio un grande successo questa pargola. Sono anche stra felice che tu abbia notato come Inuyasha non sia solamente un pervertito, ma che anche nelle situazioni critiche sappia comportarsi da persona adulta. Finchè si può scherzare si scherza, ma poi bisogna fare sul serio!
Per le potenzialità di Kagome, vedrai che ti combina la ragazza.
So che ti dispiace per la piccola, è dispiaciuto tanto anche a me quando ho scritto questa parte, ma mi sono ispirata ad una scena del film originale, spero tu l’abbia visto perché secondo me merita, dove Julia Roberts va a casa di una coppia di genitori e in mezzo a loro c’è una bambina con una bandana in testa che sta sgranocchiando qualcosa e secondo me è li che l’attrice capisce la pericolosità della ditta incriminata.
Ora ti lascio al prossimo capitolo, non sarà super polposo di scene hot ma almeno Kagome inizierà a prendere confidenza con il caso e i suoi querelanti.
Besitones!

Mary_loveloveManga: finalmente riesco a leggere il tuo commento!!! Ci credi che adesso che ho il MIO computer non riesco ad usarlo? Sembra sia una congiura! Da quando ce l’ho sono sempre in giro e se lo accendo è solo per pochi minuti, non ti dico i nervi che mi vengono. Ma tralasciamo, che è meglio…
Allora, beddissima, scusa…Mary-sama va bene o preferisci bedda beddissima-sama? Dimmi tu…si, dai, cominciamo. Sono contenta che il nome che ho scelto per la bimba ti sia piaciuto. So che siamo sempre stati abituati a vedere Sota come il fratellino piccolo di Kagome, ma credo che sia arrivato il momento di farlo crescere un po’, non credi? Kagome come zia…la vedrai la prima volta che dovrà andare a trovare la sua nipotina…e anche Inuyasha, ovviamente sarà un perfetto zietto, e lo vedrai quando accompagnerà Kagome dalla nipote, hihihi…sicura che daresti solo il bacio della buona notte a Inuyasha? Ok, forse questa me la potevo risparmiare, ma me l’hai servita su un piatto d’arg…d’oro, come gli occhi del mio Inu…più che sorpresa, Kagome è rimasta basita…non se l’aspettava, ma d’altronde…con Inuyasha sarà sempre una continua sorpresa.
Anch’io accenderei un mutuo per vedere Inu che chiama mummia il vaso canopo, ma immagino che non succederà mai, così risparmio i soldi per comprare la macchina dei miei sogni: una Mini Cooper S…che sogno…per quanto riguarda Kikyo hai proprio ragione tu…ormai non si sa più cosa inventarsi per farla fuori ed è una cosa frustrante…
Comunque Inuyasha aveva chiamato dall’ospedale per chiedere a Eri di portare l’agenda nel suo ufficio, non ho messo questa piccola parte nella descrizione, ma l’ho immaginata mentre il nostro cucciolotto preferito andava a prendere il caffè per lui e la sua (quasi) ragazza.
Ah, allora erano tue le lettere minatorie…grazie, eh? grazie mille! E io che ti pensavo diversa! Speravo in una bomba ad orologeria e invece mi devo accontentare di semplici, nonché offensive, lettere scritte con i ritagli di giornale! Non valgo poi così tanto? (me disperata per questa mancanza di considerazione ç_ç).
Ma non ti preoccupare, mia cara Mary-sama, lascia che gli altri ti ritengano ancora una poppante. Avranno da mangiarsi anche le unghie dei piedi quando scopriranno con chi hanno a che fare in realtà. E tu non ti risparmiare…infierisci quanto più puoi (sono vendicativa, lo so…vendetta e nutella?)
Guarda che i tuoi commenti non mi conciliano il sonno, anzi…quando li leggo divento euforica e faccio fatica ad addormentarmi.
Quattro? SOLO QUATTRO QUATRIGLIARDI?!?!?! SONO SCONCERTATA! E io allora te ne mando sette di quella roba li in besitones!
Piccolo P.S.: scusa ancora se ti sei sentita in qualche modo pressata dal mio commento. Un bacione!

Kagome19: addirittura piangere? Scusa, non volevo! Sono contenta che quella scena ti sia piaciuta, ma so anche che la scena finale ha riscosso parecchi malumori. Su di lei non posso dare anticipazioni, perché altrimenti lo capiresti subito.
No, No, No, No, No, No, No, No, No aspetta! Non picchiarmi! Non picchiarmi! Li metto insieme, li metto insieme, va bene così?
Dott: ha fatto benissimo. I pazzi vanno sempre assecondati.
Callistas: grazie dottore, mi raccomando…state attenti…
Tremiliardi di besitones anche a te!




IO E IL MIO CAPO        PRIMI RISULTATI


Era sabato mattina e come al solito lo studio era chiuso. Kagome si era alzata verso le otto e mezzo, fece una doccia e si vestì con una semplice tuta. Preparò la sua borsetta con tutto l’occorrente e poi uscì di casa.
Percorse una cinquantina di chilometri e, dopo un’ora e mezza di strada, arrivò a destinazione.

L’abitazione che si presentava agli occhi di Kagome era molto semplice. Un giardino, che fungeva più da orto, era ricoperto di badili, forche e altri attrezzi da lavoro, ma anche da passeggini, bambole e coperte lasciate li come se gli abitanti della casa fossero partiti in fretta e furia senza sistemare il disordine.
Kagome bussò alla porta e le aprì una giovane donna, sulla quarantina. Era molto bella, ma evidentemente provata.
“S-si?” – chiese la donna, non conoscendo quella ragazza.
“La signora Hizumo?” – chiese Kagome.
“Si, sono io. Lei chi è, scusi?” – Kagome offrì la mano e si presentò.
“Kagome Higurashi, signora. Molto lieta.” – la signora sgranò gli occhi e aprì la porta del tutto.
“Ah…ecco…non pensavamo che sarebbe venuta veramente…” – disse la signora, cercando di sistemarsi il maglione per presentarsi un po’ meglio.
“Come sta Myia?”
“La prego…si accomodi.” – Kagome entrò, scoprendo un arredamento semplice. La cucina era molto soleggiata, infatti il sole filtrava da una finestra li vicino, illuminando la stanza. Più in là c’era il salotto, composto da un divano a tre posti, un tavolino dove poggiarci le bevande e una tv, un modello molto vecchio. Una piccola vetrina faceva mostra di sé, contenente i piatti del servizio buono. Kagome scorse anche una porta che probabilmente portava alle camere.
“Grazie…” – disse Kagome, entrando senza problemi.
“Scusi il disordine…non ho avuto modo di sistemare…scusi…”
“Signora…dovrebbe vedere casa mia…la sua al confronto è una reggia.” – in realtà Kagome ci teneva molto all’ordine, ma il suo era più un tentativo per sollevare un po’ l’umore della donna. Infatti, il suo tentativo a qualcosa era servito.
“Vuole sedersi?”
“Si, grazie…” – Kagome si sedette su una sedia del tavolo in cucina, mentre la donna si assentava per andare a chiamare il marito e, presumibilmente, la bambina. Infatti, dopo dieci minuti, fecero la loro comparsa un uomo, anche lui sulla quarantina o forse più, con in braccio un fagotto, avvolto da una copertina color miele chiaro. Kagome si alzò per rispetto.
“La signorina Kagome Higurashi?”
“Si, piacere signor Hizumo. Myia?” – chiese Kagome, indicando con l’indice il fagottino che in braccio al padre sembrava essere minuscolo.
“Si…” – disse il padre amareggiato. L’uomo scostò la coperta e mostrò a Kagome una bambina che stringeva a sé un panda di peluches.
Dormiva.
“Che bella…” – disse Kagome, ammirando la perfezione di quel visino angelico. Il padre andò a sedersi, mentre la moglie preparava del caffè e una fetta di torta. – “Signori Hizumo…che è successo?” – chiese Kagome, non capendo come una bambina di sette anni potesse prendere il cancro da un giorno all’altro.
“Noi…non lo sappiamo…” – disse la signora con le lacrime agli occhi. – “M-Myia è sempre stata una bambina allegra… forse di più nell’ultimo periodo quando vi sentivate per telefono…” – Kagome si sentì commossa per quel complimento. – “Poi, un giorno, così…dal giorno alla sera…è stata male. Ha iniziato con della dissenteria, forse troppo spesso durante il giorno, ma pensavamo che avesse preso freddo…ma la cosa non migliorava e così l’abbiamo portata dai dottori che le hanno diagnosticato un cancro. È in fase iniziale e potrebbe farcela se venisse operata subito, ma…”
“…ma non abbiamo i soldi.” – concluse il padre, imbarazzandosi per quella confessione. – “Stiamo cercando di vendere i nostri prodotti, ma appena vediamo i primi guadagni, questi ci spariscono per pagare le bollette.”
“Sono così dispiaciuta…” – disse Kagome. Il signor Hizumo concentrò la sua attenzione sul fagottino che teneva in braccio. Myia si stava svegliando.
“Papà…” – disse debolmente la bambina.
“Tesoro…guarda chi è venuto a trovarti…” – Myia alzò gli occhi e si trovò davanti una ragazza che non aveva mai visto prima.
“Ciao Myia…mi riconosci?” – lo sguardo della bimba si illuminò per un momento.
“Kan-Kan!” – esultò la bimba.
“Esatto…come stai?”
“Mi fa sempre male il pancino…” – disse la bambina, triste perché non poteva giocare fuori all’aperto. A Kagome si strinse il cuore.
“Secondo me guarirai, e quando sarai guarita andiamo fuori a giocare, ti va?” – la bimba annuì.
“Mamma…”
“Dimmi amore…” – disse la donna, correndo vicino alla figlia.
“…ho sete…” – la signora Hizumo corse al lavandino e prese il biberon della figlia. Non riusciva a tenere in mano un bicchiere normalmente.
“Tieni…”
Durante il riempimento del biberon, Kagome notò che l’acqua che si riversava nel contenitore non era propriamente chiara, ma ci passò sopra. Forse si trattava di una concentrazione un po’ troppo forte di calcare. Tutte le acque ne avevano un tot di percentuale.
Kagome rimase li fino alle undici e mezzo e poi dovette tornare a casa.
“Signori Hizumo, per qualsiasi cosa…chiamatemi.” – Kagome si congedò e uscì, ma quando stava per entrare in macchina, un luccichio catturò la sua attenzione.
Era il silos di una fabbrica sulla cui sommità spiccava la nominazione della ditta. Kagome non riusciva a leggerla per via della lontananza, assottigliò gli occhi, distinguendo nettamente una H e una C. Sbiancò quando collegò il nome del paese al fascicolo che le aveva dato Inuyasha.
“Dio mio…” – esclamò Kagome, che non perse tempo e tornò immediatamente a casa.
Il traffico era scorrevole e impiegò solamente mezz’ora per il ritorno, bruciando tutti i semafori e i limiti di velocità. Entrò come una furia in casa, gettando la borsa sul divano. Prese il fascicolo relativo alla Hakudoshi’s Company e andò alla pagina centoventitre: Ichigawa.
Ichigawa era il nome del paesino nel quale era stata Kagome quella mattina, lo stesso paesino che era citato sulla pratica che Inuyasha le aveva dato da studiare. Si preparò da mangiare e tra una forchettata e l’altra si lesse quel fascicolo, usando un dizionario per aiutarsi con le parole tecniche.
Consumò tutto il pomeriggio e l’intera domenica a leggere e tradurre quel fascicolo in termini più capibili dal suo punto di vista. Quando andò a letto, aveva finito praticamente tutto.
E Kagome aveva deciso che il caso della HC sarebbe stato suo.





Inuyasha era seduto alla sua scrivania e pensava a lei e a quanto fosse bella quel pomeriggio con quella gonna a palloncino rosa e le scarpe col tacco. Fu interrotto dai suoi pensieri poco casti sulla ragazza proprio dall’oggetto dei suoi desideri.
“Il caso è mio.” – disse Kagome, uscendo dall’ufficio come se niente fosse. Inuyasha la guardò un po’ perlesso. Il suo sguardo era diverso…determinato. Le andò dietro, finchè non giunse alla sua scrivania, dove lei aveva ripreso la sua pratica lasciata in sospeso.
“Di che parli?”
Kagome aveva visto che Kikyo si era messa ad ascoltare senza ritegno.
“Vieni con me.” – disse la ragazza, allontanandosi da orecchie indiscrete. Si misero in un angolo un po’ nascosto dell’ufficio.
“Che ti prende?”
“Inuyasha…voglio il caso della Hakudoshi.”
Inuyasha sgranò gli occhi, ma era felice che lei lo avesse accettato.
“Ok, ma…cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Non ha importanza. È ancora valida la tua proposta?” – chiese Kagome, sperando che Inuyasha non avesse cambiato idea.
“Quella e…anche le altre…”
Kagome aprì la bocca indignata. Ma anche in un momento simile doveva provarci?
“Tu…tu…tu sei il capo più pervertito per il quale io abbia mai lavorato!” – esclamò Kagome, indignata, ma in fondo felice.
“Esagerata…” – disse Inuyasha con fare menefreghista.
“Senti…dobbiamo discutere di quello che dovrò fare. Quando ci possiamo vedere?” – chiese la ragazza.
“Facciamo stasera?”
Ma Kagome si ridimensionò subito.
“Veramente stasera…dovrei andare a trovare Luce…”
E Inuyasha s’illuminò.
“Posso venire anch’io?” – chiese senza tanti problemi.
“S-si…se vuoi, si…”
“Ok…finito il lavoro. Passo a prenderti a casa tua per le otto e mezzo, ok?”
“Ok.”

Kagome passò tutto il pomeriggio a fare ricerche in Internet su quell’azienda. Ovviamente non trovò le informazioni che servivano per sbattere i dirigenti in prigione, ma almeno aveva una vaga idea di quello che producevano e dei sistemi di sicurezza che dovevano essere messi in atto per evitare che il materiale di scarto filtrasse nel terreno. Stampò tutto e lo mise in una cartelletta che conteneva le altre informazioni che si era presa su quella compagnia.
Alle sette e mezzo in punto staccò e andò a casa dove si fece una bella doccia, attendendo l’arrivo di Inuyasha. Era iniziato Dicembre e tra poco sarebbe arrivato Natale.
Il primo Natale di Luce.
Arrivarono le otto e mezzo e Inuyasha, puntuale, suonò alla porta.
“Arrivo!” – gridò Kagome, aprendo di scatto la porta e trovandosi davanti un Inuyasha splendido splendente. Mille pensieri sconci le attraversarono il cervello nella frazione di un nano secondo. – “Ciao!” – disse poi riprendendosi.
“Cia. Sei pronta?”
“Si.” – Kagome prese le chiavi e chiuse la porta.




“…ogni due settimane dobbiamo portarla dal pediatra per farle dei controlli, ma ogni volta ci dicono che è tutto a posto.” – spiegò Karima che teneva in braccio sua figlia Luce.
“L’importante è che la bimba stia bene.” – disse Kagome.
“Kagome, vuoi…” – disse Sota, indicando la bambina. Kagome sbiancò.
“N-no…meglio di no…”
“Perché? Mica morde.” – disse Karima, tentando di metterle in braccio la bambina.
“Lo so…è che…ho paura di romperla…” – disse Kagome.
“Aaaahh…” – esclamò Karima guardando la figlia come se potesse capirla. – “…hai visto che zia fifona che ti ritrovi, Luce?”
Kagome sorrise nel vedere suo fratello e sua cognata così sereni.
“Posso tenerla io?” – chiese poi Inuyasha.
Kagome lo guardò come se avesse visto un fantasma.
“Certo!” – disse Karima, che mise Luce in braccio a Inuyasha che sembrò essere a suo agio con i bambini. Kagome era sempre più allibita.
“Ciao…” – disse Inuyasha a Luce. – “…furfante…ci hai fatto prendere un bello spavento, eh? Cos’è? Ti vuoi allenare per quando sarai più grande?” – Inuyasha sembrava a suo agio con un bambino in braccio e la cosa imbarazzò molto Kagome.
La serata proseguì tranquillamente. Luce piangeva quando aveva fame e Karima doveva assentarsi per allattarla.
“Sota! Puoi venire un attimo?” – chiese Karima dalla stanza da letto.
“Scusatemi…come minimo avrà rigettato tutto…”
Così, Kagome e il suo principale rimasero da soli.
“Simpatico tuo fratello…” – disse Inuyasha e Kagome sorrise.
“Lo so…è un po’ svampito delle volte, ma credo che sarà un ottimo padre per Luce.”
“Lo credo anch’io…” – confermò Inuyasha che si avvicinò pericolosamente a Kagome.
La ragazza lo aveva visto, e aveva cercato di fermarlo.
Il ragazzo iniziò a massaggiarle il collo, proprio come quella volta nel suo ufficio.
“Inuyasha…se ritornano…” – disse Kagome, terrorizzata all’idea che suo fratello potesse beccarla in casa sua a fare sconcerie.
“Vedrebbero solo la verità…” – disse lui, stuzzicandole l’orecchio.
“Ti prego…” – implorò Kagome.
Il chiacchiericcio delle voci dei padroni di casa, costrinsero Inuyasha a smettere la sua dolce tortura.
“Scusate…ma quando ha fame, nessuno la tiene…” – disse Karima, orgogliosa.
Kagome sorrise, anche se dentro stava per scoppiare.
“Figurati…beh…sono le undici e domani devo andare al lavoro. Ho un principale abbastanza bacchettone e non vorrei fare tardi…” – disse Kagome, fingendo che Inuyasha non fosse li.
“Capisco Kagome…” – disse suo fratello. – “…salutaci quel bacchettone del tuo capo, ok?”
“Va bene, grazie…” – poi scoppiarono in un’allegra risata.

“Siamo arrivati.” – disse Inuyasha, che aveva accompagnato Kagome alla porta.
La ragazza era imbarazzata a morte. Guardava continuamente in basso, picchiettando la punta della scarpa per terra. Tutto, pur di non guardare Inuyasha negli occhi.
“Perché non mi guardi?” – chiese lui appoggiato allo stipite della porta.
Per risposta Kagome alzò le spalle.
“Dai…guardami…” – chiese lui con voce suadente.
Anche se sapeva che avrebbe commesso un errore madornale, Kagome lo guardò negli occhi, quell’attimo che bastava perché lui ne approfittasse per baciarla. Ma a differenza delle altre volte quello era un bacio più dolce, meno irruento. Kagome sentì quella dolcezza riempirle la bocca, scenderle nella gola e riempire i suoi polmoni. Cercò maggior contatto con il corpo di Inuyasha, che la strinse subito a sé. La salutò con un bacio appena poggiato sulle labbra.
“Ciao…” – disse Inuyasha, accarezzandole una guancia.
“Ciao…” – disse lei, espirando l’aria che aveva accumulato nei polmoni.
Rientrò in casa, anche perché la mancanza del corpo di Inuyasha le stava facendo sentire che la stagione in corso non era ancora estiva e onde evitare di prendere un raffreddore e conseguentemente rischiare di non vedere più quelle due pozze ambrate, Kagome rientrò in casa, con il sorriso sulle labbra.
“Rimane però il mio principale…” – si disse amaramente. Voleva Inuyasha, lo voleva con ogni fibra del suo essere, ma quella condizione glielo impediva perché aveva paura delle reazioni dei suoi colleghi. Aveva paura che pensassero che lo aveva fatto apposta per avere qualche genere di favoritismo. Se avesse avuto la garanzia assoluta che nessuno avrebbe avuto niente da ridire si sarebbe buttata a capofitto tra le braccia di Inuyasha. – “Che vita incasinata…” – fu l’ultimo penserio di Kagome prima di addormentarsi.




Il mattino successivo Kagome ottenne il permesso di Inuyasha per assentarsi dal lavoro per seguire quella faccenda della Hakudoshi.
“Che devi fare?” – chiese Inuyasha, poco propenso nel non saperla li vicino a lui.
“Devo verificare una cosa. Appena avrò le conferme che sono sicura avrò ti dico tutto.”
“Ok, va pure…” – disse Inuyasha riluttante. – “Ah Kagome?”
“Si?”
“Sta attenta.” – disse lui.
Gli sorrise, felice che si preoccupasse per lei.
“Non ti preoccupare.”
“Chiama se hai bisogno.”
“Si, tranquillo.”
Kagome uscì, prese le sue chiavi e il cellulare e scese nei parcheggi.
Destinazione: Ichigawa.




“Chi è?” – chiese una voce maschile.
“Signora Hizumo, sono Kagome Higurashi. Può aprirmi per favore?”
“Kagome! Come mai qui?”
“Ero passata per vedere come stava Myia.”
“Si è appena addormentata. Non migliora, ma almeno non peggiora…” – disse la donna preoccupata a morte.
“Si faccia coraggio signora…andrà tutto bene.” – disse Kagome.
“Sei molto cara…” – la signora si bloccò subito perché aveva sentito dei lamenti provenire dalla stanza della bambina. – “…scusami…torno subito.”
Kagome sorrise e quando la donna scomparve dietro la porta, ne approfittò per prendere un campione della loro acqua. Lo chiuse e lo infilò in borsa, in tempo. Kagome rimase li un po’ per informarsi sullo stato di salute della bimba, venendo a conoscenza che anche i signori Hizumo avevano avuto dei problemi meno gravi rispetto a quelli della figlia.
“…io ora devo andare, ma sarò ben felice di venire a trovarvi.”
“Ti aspettiamo, allora…” – disse la signora Hizumo, salutando Kagome.





La prima cosa che fece Kagome quando uscì da casa Hizumo, fu quella di precipitarsi al laboratorio di analisi. Consegnò il campione all’analista. Con qualche moina Kagome fu in grado di farsi consegnare i risultati entro la mezz’ora successiva. Come promesso, l’analista tornò con i risultati in mano, spiegandoli a Kagome.
“Kagome?”
“Si? Già pronti?” – chiese Kagome, facendo un complimento indiretto al ragazzo che sorrise, compiaciuto. – “Cosa dicono?”
“Un bel po’ di cose…” – disse perplesso il ragazzo, vedendo quello che aveva trovato nella fialetta. – “…a partire dal fatto che non ho mai visto un’acqua così contaminata.”
Kagome annuì, attenta che non le sfuggisse nemmeno una sillaba.
I suoi sospetti erano giusti.
“Da cosa è stata contaminata?” – chiese la ragazza.
“Qui dice da Cromo Esavalente.”
“E cos’è?”
“E’ una sostanza utilizzata principalmente in aziende che lavorano nel settore tessile e idrico…”
=Il settore della Hakudoshi’s Company!= pensò la ragazza, iniziando a fare i suoi collegamenti.
“…viene usato come antiruggine ed è altamente tossico se non è tenuto sotto controllo con adeguati sistemi di sicurezza.”
“Cosa provoca?”
Il tecnico fece una faccia come per dire “non so da dove iniziare.”
“Eruzioni cutanee, problemi di stomaco e ulcera, problemi respiratori…ce ne sono a migliaia.” – disse l’analista.
“Cancro?” – chiese Kagome, sperando di sentire una risposta negativa.
“Si, anche quello.” – per Kagome fu un colpo. Prese la risposta delle analisi e tornò in ufficio per informare Inuyasha di quello che aveva appena saputo.
“Ti ringrazio per la disponibilità. Sei stato gentilissimo.” – disse Kagome.
“Figurati, quando vuoi.” – disse lui, tornando al suo lavoro.





Kagome partì a razzo verso l’ufficio, entrò e si sedette alla sua scrivania. Poggiò il capo sulle braccia, ripensando a quello che aveva appena scoperto.
“Già stanca?” – chiese Kikyo.
“No, tranquilla.” – Kagome si alzò per andare da Inuyasha, ma Kikyo lo fermò.
“Inuyasha è impegnato adesso. Sta parlando al telefono.”
“Non ti preoccupare.” – Kagome ignorò il suo avviso e andò da Inuyasha, sapendo che l’avrebbe fatta entrare comunque. Infatti…

“…si, d’accordo…senz’altro. Allora rimaniamo d’accordo così? Perfetto. Arrivederci! Ehi, sei già tornata?” – chiese Inuyasha, riagganciando la comunicazione.
“Ho delle novità…”
“Siediti e dimmi…”
“Tieni.” – Kagome porse le analisi a Inuyasha che qualcosa aveva capito.
“Cromo Esavalente…” – disse ad alta voce, come se quelle uniche due parole potessero inchiodare la HC.
“Già…”
“Cos’hai fatto analizzare?” – chiese Inuyasha incuriosito.
“Dell’acqua. Sono andata a Ichigawa a prendere il campione…” – spiegò Kagome.
Solo che a Inuyasha venne in mente una cosa.
“Scusa…sei partita stamattina e il campione dell’acqua lo avrai avuto questa mattina, no?” – chiese lui.
“Si. Perché me lo chiedi?” – chiese lei confusa.
“Questo è il laboratorio presso il quale ci affidiamo per fare le ricerche e di solito ci impiegano una vita prima di consegnarmi un risultato. Come diavolo hai fatto?” – chiese Inuyasha un po’ irritato.
E Kagome sorrise.
=E’ geloso…= pensò lei, gongolando.
In un modo che a Inuyasha non piacque per niente.
“Kagome? Che hai fatto?”
“Ho chiesto.” – rispose lei con ovvietà.
“E basta?” – Kagome corrucciò le sopracciglia.
“Mi stai dando della puttana?” – chiese, tirando l’unica conclusione possibile al comportamento di Inuyasha. Il mezzo demone sgranò gli occhi.
“No! No! Fermati!” – disse lui, impedendole di dire altro. – “Solo che…nessuno ci ha mai consegnato un risultato in così poco tempo.” – disse lui, tentando una vana giustificazione, ma servì solo a peggiorare le cose.
Kagome si alzò stizzita dalla sedia.
“Grazie tante!” – disse Kagome che aveva imboccato la via d’uscita, ma non proseguì perché Inuyasha l’aveva fermata.
In tempo.
“Aspetta…dove vai?” – il tono che aveva usato Inuyasha le aveva fatto completamente dimenticare la sua precedente arrabbiatura.
“Me ne torno al lavoro.”
“Dai, rimani…scusami…non era mia intenzione offenderti in alcun modo…” – e mentre parlava, Inuyasha le accarezzava le braccia.
Kagome lo odiava quando faceva così; in quel modo lui era in grado di farle dimenticare qualsiasi cosa, dalla più bella alla più brutta. Si sentì voltare per poi andare ad incrociare quei magnetici occhi d’orati che l’avevano conquistata fin dal primo giorno.
=Grazie Kikyo per avermi impedito di andare a pranzo quel giorno…= pensò Kagome, sorridendo.
“Mi hai perdonato?” – chiese con le orecchie basse e uno sguardo furbetto.
Kagome rise.
“Un altro commento simile e ti ritrovi morto!” – minacciò Kagome. Inuyasha intensificò la presa.
Ora, erano solo loro due.
“Ok…principale…” – disse Inuyasha. – “…allora, vuoi spiegarmi questa storia del cromo esavalente?”









Se son bastarda tu lo sai, batti le mani…CLAP CLAP.
Sono bastarda, lo so…ho interrotto il capitolo sul più bello, ma se non c’è suspence, che gusto c’è?
Allora, allora…Kagome ha incontrato la famiglia Hizumo. La bambina purtroppo si è ammalata di cancro ed è sempre debole, motivo principale per il quale Kagome ha accettato il caso.
Inuyasha è ogni giorno sempre più attratto da lei e si chiede come abbia potuto fare a vivere senza di lei fino a quel momento. Il nostro mezzo demone preferito è anche un po’ porcellino, visto il tentativo di placcaggio di Kagome in casa di suo fratello. La bimba per fortuna sta bene e i due genitori sono alle prese con biberon e pannolonzi.
Il primo passo in direzione della verità è stato fatto. Kagome ha scoperto che la HC produce Cromo Esavalente altamente nocivo che ha portato i signori Hizumo, ma soprattutto la figlia, ad ammalarsi.
Adesso staremo a vedere in che modo si muoverà la nostra eroina.
Besitos!

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Capitolo 7
*** 7 - Ti voglio anch'io ***


7 - Ti voglio anch'io Felicità! È mangiare un panino con dentro un bambino, la felicità!
Nonché leggere i commenti da coloro che ami di più!
BEDDE!!! GRAZIE MILLE PER ESSERE DI NUOVO QUI!
Cioè…voi non capite il mio stato d’animo quando leggo i vostri commenti. Leggere “ma sei bravissima!” oppure “continua presto!” o ancora “aggiorna o ti strangolo!” mi fa immensamente piacere e mi ripaga delle crisi isteriche che mi prendono quando un capitolo non mi soddisfa pienamente.
Grazie, grazie davvero dal profondo del mio cuoricino!

Allora…dov’eravamo rimasti? Ah, sì…
Kagome ha iniziato a lavorare a questo caso. Ricordandosi dell’acqua non propriamente pulita degli Hizumo, è tornata a casa loro e ne ha prelevato un campione. Successivamente è corsa al laboratorio di analisi e, ovviamente, l’ha fatta analizzare, scoprendo che non era calcare, ma una vera e propria contaminazione. Sconvolta per l’elenco infinito che l’analista le ha fatto sulle probabili malattie che un avvelenamento simile può causare, Kagome va da Inuyasha per informarlo sui primi risultati della sua missione, non mancando di far uscire il suo lato maniacalmente geloso per quello che riguarda la celerità con la quale Kagome ha ottenuto quel risultato.
Chiusa nell’ufficio di Inuyasha, Kagome…
…ringrazia tutti coloro che si sono cimentati nel commentare la fic, ringraziandoli un per uno. :p iniziando proprio da…

Anjhela_kaggy_inuchan91: ciao bedda! A me tutto bene e a te? Grazie mille per aver commentato anche questo capitolo. Anche tu hai notato l’affinità che Inuyasha ha con i bambini, eh? Comunque hai ragione tu. Chissà se potrà mai essere un bravo papà…
…con Kikyo…MUAHAHAHAHAHAHA!!!!

Mary_loveloveManga: ciaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociaociao! Come sono contenta di vederti! S’era capito? ^//^
Ho così tante cose da dirti che non so da dove iniziare! Mi hai bombardato di così tante informazioni e complimenti che mi è venuto il torcicollo perchè non sapevo più dove guardare!! Quindi, faremo come nei temi di italiano: partiamo dall’inizio.
Non ti preoccupare. Sapevo del pc, anche se non immaginavo che ne avevi uno datato 15 anni: cos’è? Un cimelio di famiglia? Una reliquia? Capperi! Avrai dovuto scrivere in fretta e furia il commento entro i dieci minuti concessi! In questo caso sei stata veramente fenomenale!
Grazie! Grazie mille per tutti i complimenti! Ma non so se li merito fino in fondo e più avanti scoprirai il perchè. *mary si sfrega le mani con fare sadico*.
*callistas inizia a tremare come una fogliolina appena nata* tu mi metti terrore quando fai così!!
Comunque per il soprannome di Kan-Kan, non mi sembra che tu me lo abbia mai detto *callistas diventa enorme stile fumetto mentre Mary diventa piccina piccina*
Il tuo commento mi ha gonfiato il petto di orgoglio. Sapere che c’è qualcuno che mi stima come fai tu, dà una scossa al mio ego.
Kagome deve solo far pratica con Luce. Anch’io ho il terrore di prendere in braccio i bambini appena nati. Ho sempre paura che mi scivolino dalle mani o di stringerli un pò troppo forte. Motivo per il quale, aspetto sempre qualche mese e poi me li spupazzo per benino. Poi quando iniziano a parlare o a muovere i primi passi, gli spezzerei le gambe perchè devi avere occhi dappertutto! Inuyasha…diciamo che Inuyasha e il suo discorsetto alla bimba mi è venuto così. Volevo che apparisse come quello sicuro di sè in ogni campo, non solo quello professionale. Guarda…ho una voglia matta di darti un paio di anticipazioni, ma non posso. Sono qui che mi sto trattenendo, frustandomi, tra le tante cose, dallo scriverti anticipazioni succulente.
Per quanto riguarda l’indirizzo della Hakudoshi’s Company non ce l’ho sotto mano. Ma io ti consiglio di cercare in internet, sempre che il pc non ti dia buca proprio mentre lo stai scrivendo…hihihi…me sadica…per l’avvocato, è sufficiente consultare l’elenco delle pagine gialle e trovi di tutto. Comunque lo so…hanno dato sui nervi anche a me mentre cercavo di dar loro forma.
So anche che ti dispiace per la nostra Kan-Kan. Anche secondo me si sta facendo mille pippe per niente, però mica potevo fare la buona subito e farli mettere insieme! Ma poi, secondo te, Kikyo…si sarebbe fatta tutte queste seghe, secondo te? No dico…lei si sarebbe gettata nella relazione senza nemmeno porsi mezza domanda (cosa che avrei fatto anch’io, personalmente…u_u)! Però Kagome è una ragazza giudiziosa e prima di agire pensa, cosa che non fa una mummia cadaverica di nostra conoscenza. Insomma…alla fine, se la classica segretaria si mette con il proprio capo…secondo te, cosa potrebbero dire i colleghi? E poi Kagome vuole una vita onesta e giocare all’amante segreta non è proprio da lei, convieni?
DAVVERO?!?!?! O_o U…un volumetto su tutte le morti di Kikyo?!?!?! Appena esce lo compro!!!! Anzi! Compro tutte le copie, via! E guai a chi osa toccarle!
Giusto…parliamo delle lettere minatorie…se mi confermi che oltre a quelle seguiranno anche incidenti strani, allora…allora ti perdono Mary-sama…*.* me con i luccichini agli occhi per la felicità!
Per i tuoi nomini…io taglierei la testa al toro, dai…ti chiamerò MaryBeddaBeddissima-sama, per gli amici (cioè io…) MBB-sama? Che ne dici? Troppo Man In Black?
Certo che è una sfiga indegna…tutte le bozze andate perse? Porcaccia…beh dai…allora se è per questo, ti lascio andare con CENTO QUATRIGLIARDI DI BESITONES! Vediamo chi la spunta…
Momento serietà, momento serietà, momento serietà.
Sono contenta che non ti sia sentita sotto pressione con il mio commento. Ci vediamo su msn, allora! Ciao ciao!
P.S.: non ho mai capito perchè il mio commento di risposta alla tua recensione debba essere più lungo del capitolo di aggiornamento…
Smack smack!

Camoeight: dillo, dillo pure che Inu è bello, perché è la verità. La ragazza si è legata tantissimo alla bambina e comunque, a parte il fatto che l’ho dipinta io stessa così, la sua sensibilità d’animo non le permette di starsene lì con le mani in mano. Intanto grazie per aver commentato. Mi fa sempre piacere leggere il tuo nome tra i commentatori e spero di rivederti alla prossima!
Besitones!

Monik: BEDDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!! Guarda…dire che sono contenta di vederti…leggerti, scusa…dicevo…dire che sono contenta di leggerti e aver letto il tuo aggiornamento è dire poco!!!! L’ho letto tutto d’un fiato e ti avrei volentieri strangolata visto che me lo hai interrotto sul più bello (mannaggia a te…)!
Ti posso assicurare che incongruenze non ce ne sono, vai tranquilla…comunque, per tagliare la testa al toro, dicamo che ci ammiriamo a vicenda, ok (io di più però…)?
Allora, sono veramente contenta che il capitolo ti sia piaciuto, però…prima di passare a ringraziarti e magari commentare assieme a te il capitolo voglio rimproverarti. Si, lo so…non lo avresti mai detto, ma devo darti tante di quelle botte e sotterrarti di tante di quelle parole che non lo avresti mai detto. Allora…cercherò di dirtelo in un modo molto semplice e, spero, anche chiaro:
SEI TU LA MIA MAESTRA, FICCATELO IN TESTA! SONO IO CHE DEVO RAGGIUNGERE IL TUO STILE, NON IL CONTRARIO! E PER LA CRONACA, VORREI ESSERE DEFICIENTE COME TE SE QUESTO MI AIUTASSE A SCRIVERE COME SCRIVI TU!!!!!!!!
Ehm…ù_ù…sono stata chiara? O devo urlare ancora?
Comunque…si, ehm…tornando a noi (callistas si gratta imbarazzata la testa per il suo espluà)…dicevo…grazie per tutti questi complimenti, anche se (vedi commento in maiuscolo…)…grazie mille per avermi messo tra i preferiti. Per uno scritt…per uno che butta giù le frasi come faccio io è un onore immenso. Mi fa anche davvero piacere che tu abbia notato che la storia si svolga in modo abbastanza omogeneo. Sai, di solito mi capita che quando scrivo qualcosa, mi concentri troppo su una parte, lasciando in sospeso l’altra. Però se mi dici che sono riuscita a svolgerle entrambe abbastanza bene, allora mi fido orbamente di te.
Come ti dicevo, ho letto l’aggiornamento e mi ha fatto impazzire. Mi spiace solo che stia finendo e che ti manchino pochi per concluderla.
Dulcis in findus…io ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti, forse un po’ troppi. Devo stare attenta o il mio ego rischia di esplodere. Ho già preso nota del tuo indirizzo, bedda beddissima, con estremo piacere.
Ci vediamo in fondo al capitolo, ok?
Nel frattempo…mille pelosissimi bacioni!!!

Achaori: ufffaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Ma possibile che non posso scrivere niente che subito mi vai al finale? E che cacchio! Non è giusto! *callistas piange perché non riesce mai a fare le sorprese*. Comunque mi fa piacere che la nuova Kagome sia di tuo gradimento. Io accetto i tuoi complimenti e spero di vederti in fondo al capitolo.
Besitones!

Mikamey: buonì bedda! Spero che non sia niente di grave e che ti possa riprendere alla svelta. Sono veramente contenta che la storia e i capitoli ti piacciano tanto. Un po’ come tutte, ma a me per prima, la piccola Miya sta diventando un po’ la mascotte della storia.
Perché non continui invece la tua storia sul rapimento di Ayame? Mi hai già incuriosito e comunque già immagino che ne uscirebbe un capolavoro, ma del resto…cosa posso aspettarmi da te? Però anche quella su Rin e Sesshomaru mi attizza parecchio. Ti ringrazio per i complimenti. Sei sempre troppo gentile e io sempre più impaziente di leggere i tuoi lavori.
Ciao bedda! Un besito e ti aspetto in fondo al capitolo!

Inukag4ever: kami-sama…un’altro complimento! Io mio ego sta scoppiando! Grazie, grazie mille!!! Credo che un ricovero da overdose di complimenti non me lo toglierà nessuno.
Contentissima di vedere che l’investigatrice Kagome ti piaccia e per quanto riguarda i progressi tra la nostra coppia preferita, non credo che dovrai aspettare tanto. Solo quei…quindici-sedici capitoli di intermezzo dove non succede proprio nulla…hihihi…
Guarda…mi fa davvero piacere che la storia non ti sia risultata noiosa. Solitamente anch’io tendo a sviluppare più la relazione tra loro due, ma mi sembrava doveroso dover approfondire anche la storia sull’avvelenamento della ditta.
Ringrazi me di esistere? No bedda! Sono io che ringrazio te di esistere perché se non ci fossero commenti come i tuoi non riuscirei mai ad andare avanti!
Grazie mille e ti aspetto in fondo al capitolo!
Besitones!

Kagome19: lo so…son bastarda. Non serve che me lo dici. Però non credi che un obiettivo, raggiunto dopo tante sofferenze, abbia un gusto migliore di uno che si è raggiunto senza combattere più di tanto (discorso contorto, ma spero di aver reso l’idea)? Comunque brava…hai indovinato il film! Ma non ti preoccupare…super callistas è in agguato, pronta a mettere a posto tutto e tutti!
Besitones!!!!

Bellatrix_Indomita: che tu la segua fin dall’inizio mi fa un onore immenso. Comunque sei scusata, non preoccuparti…no scherzo…davvero. Ti ringrazio per questo tuo commento e che la fic ti piaccia tanto.
Oh…finalmente! Un’altra che apprezza il carattere deciso dei due tontoloni per eccellenza. Era una mia piccola voglia personale di dar vita ad un nuovo Inuyasha e a una nuova Kagome.
Comunque non ti preoccupare. Hai fatto no bene, superbenissimo a farmi notare la mancanza di intervallo tra la malattia di Luce e quella di Miya. Ti dirò che non ci ho fatto molto caso (pessima pubblicità per uno scrittore), ma aspetta che mi spiego meglio…una cosa che da una parte è un pregio e un difetto dall’altra è che quando ho lo spunto per una storia io inizio a scriverla e non mi fermo finchè non arrivo al momento clou di tutto. Questa storia l’ho scritta in una settimana, senza interruzioni. Finito il lavoro, dove ogni tanto mi fermavo per appuntare qualche idea per la mia storia, tornavo a casa e mi mettevo al mio pc e sviluppavo le idee. Ti dicevo…in una settimana l’ho finita, poi sono passata alla rilettura per i classici controlli di errori grammaticali o che. Però quello che mi hai fatto notare tu, non me la sono sentita di cambiarlo. Forse avrei dovuto, giusto per dare al lettore il tempo di riprendersi, ma allo stesso tempo lo volevo lasciare per dare alla storia il ritmo incalzante del continuo movimento. Di Kagome che esce dall’ufficio per fare i suoi controlli, che…mi fermo, altrimenti dovrei darti alcune anticipazioni…hihihi…comunque…ora che mi hai fatto notare questa cosa, prometto che farò più attenzione alle mie prossime storie. Magari potevo intervallare i due episodi con Inuyasha e Kagome, ma temevo di diventare troppo pesante e allora ho preferito cominciare subito con il fulcro della storia.
Io ti ringrazio veramente per avermelo fatto notare e se in futuro noterai altre cose che magari non ti tornano, fammelo sapere e sarò ben lieta di spiegarti se era una cosa voluta o un errore di distrazione.
Grazie ancora per questa vagonata di complimenti, vivamente ben accetti da una che in italiano aveva 4 su tutta la linea! Questo vuol dire che continuare a scrivere e ricevere commenti costruttivi come i tuoi SERVE!!!
Un besito e ti aspetto in fondo al capitolo!

Le_montagnine: le mie sorelline preferiteeeee!!!! Ciao, ciao, ciao!!! Come state? Tutto bene? Comunque mi farebbe comodo una consulenza giuridica ogni tanto, visto che devo scrivere una storia anche in quel campo li. Isa, davvero…mi faresti un gran comodo. Pensa te…un avvocato in famiglia EFP, che figo!!!
Comunque io scherzavo…ma non ci sarebbe stato niente di male se fossi andata anche per divertirti no? Anzi…hai mica un paio di posti da suggerirmi, visto che un giorno ho in mente di andare a fare una capatina da William? Sai…è da tempo che non lo vedo e vorrei salutarlo *callistas fa la sbruffona*.
Comunque si. Stiamo entrando nel vivo della storia, ma posso già dirvi che non appariranno né Miroku, né Sango, né Sesshomaru e neppure Rin o Kagura. La storia è più che altro incentrata su Inuyasha e Kagome (da come avrete sicuramente capito…) e su Naraku e Kikyo. Ma chissà che ruolo avrà Naraku in tutta questa storia…forse hai ragione tu, forse è il proprietario della HC.
Ma si, dai! Mandami la cartolina, mi farebbe un immenso piacere! Spero solo che non rompiate anche il computer altrimenti io come li leggo i vostri beddissimi commenti?!!?
Un milione di besitos e vi aspetto in fondo al cappy!

Vale728: ciao bedda! Contenta di rivederti su questi schermi! Mi fa davvero piacere che la vicenda di Miya abbia riscosso così successo. Anche Luce si sta pian piano rimettendo e i suoi genitori non potrebbero essere più felici di così.
Lo so. Concordo con te su questo punto. Però vedi…non potevo mica fargliela cadere tra le braccia come una pera cotta! Il signorino se la deve sudare e comunque…concorderai anche su tu sul fatto che una relazione privata con il proprio datore di lavoro non è proprio professionale. Certo…Kikyo non si farebbe tutte queste pippe mentali, ma conosciamo il vaso canopo, no? Pur di ottenere quello che vuole, pesterebbe i piedi anche a sua madre! Però Kagome dovrà prendere una decisione: rinunciare al grande amore della sua vita oppure prenderselo e lottare contro le male lingue.
Ma credo proprio che Kagome non se la sentirà di affrontare una relazione simile…eeeeehhh…chissà come mi girerà…
Ciao bedda! Un bacio e alla fine del cappy!




IO E IL MIO CAPO        TI VOGLIO ANCH’IO


“Ok…principale…” – disse Inuyasha. – “…allora, vuoi spiegarmi questa storia del cromo esavalente?”

“Si, vieni…” – si riaccomodarono ognuno ai propri posti e Kagome poté finalmente proseguire con la sua esposizione. – “…allora…il cromo esavalente è una sostanza alquanto nociva. Per evitare che filtri nel terreno è necessario isolare le vasche in cui viene raccolto.”
“Danni provocati?” – chiese Inuyasha esaminando le carte.
“Oh…eruzioni cutanee, problemi intestinali, danni a fegato e polmoni e…” – Kagome si bloccò perché se avesse detto quell’ultimo effetto collaterale non sapeva se sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.
“E…” – la incitò Inuyasha, non capendo quel suo tentennamento.
“…cancro.” – infatti, gli occhi le divennero subito lucidi e cercò di mascherarlo, ma Inuyasha era un mezzo demone e, oltre all’udito finissimo, aveva anche un fiuto eccezionale.
“Perché piangi?”
Kagome sorrise, cercando di deviare il discorso.
“Niente, niente…un bruscolino nell’occhio…”
Inuyasha annuì, ma era evidente che non le aveva creduto.
“Comunque…” – proseguì Kagome. – “…oggi sono stata ad Ichigawa e indovina un po’? Non lontano dalla casa degli Hizumo, dai quali ho preso un campione d’acqua, c’era una fabbrica della HC.”
“Si, lo sapevo…” – disse Inuyasha, compiaciuto di quei primi risultati. – “…ascolta Kagome…”
“Dimmi.”
“…te la senti di proseguire?”
“Certo.” – disse Kagome senza alcuna esitazione.
“Lo sapevo. Ok…continua pure a prendere le informazioni di cui hai bisogno e se devi uscire va pure. Non farti problemi.”
“Grazie.” – disse Kagome con un sorriso.

La ragazza tornò alla sua scrivania dove iniziò a buttare giù una prima relazione su quello che aveva fatto quella giornata. Non aveva fatto in tempo ad aprire il programma di Word, che Inuyasha era di nuovo davanti a lei.
“Si?” – chiese Kagome, pensando di aver dimenticato qualcosa.
“Andiamo?”
“Dove?”
“A pranzo!”
Kagome guardò l’ora e vide che erano le dodici e un quarto. Sorrise. Era talmente presa da quel nuovo incarico che non aveva sentito il brontolio dello stomaco.
“Ok…”
Così, s’incamminarono verso la macchina per andare a pranzo, mentre un certo cadavere ambulante osservava la scena con crescente invidia.




Stavano mangiando dell’ottimo sushi, quando Inuyasha decise di ritornare sull’argomento.
“Mi dici che ti è preso oggi in ufficio?”
Kagome lo guardò con la forchetta in bocca, non capendo di che stava parlando. La sua espressione era una tacita domanda di una che non capiva che stava dicendo.
“Oggi…quando stavi per metterti a piangere.”
Kagome ingoiò il boccone e posò la forchetta. Dopotutto, che motivo c’era per non dirglielo? Lui era il suo capo e stavano lavorando insieme a quel caso, quindi…
=Sputa il rospo, Kagome…=
“Stamattina…sono andata dagli Hizumo…sapevi che hanno una bambina bellissima?”
Inuyasha negò con la testa.
“…dovresti vederla…ha sette anni e…le hanno diagnosticato il cancro.”
Inuyasha spalancò gli occhi. Aveva già collegato tutto.
“Capisco…hai accettato il caso per questo motivo?”
Kagome assentì con la testa.
“La settimana scorsa sono andata a trovare gli Hizumo perché Myia…”
“La bambina?” – chiese Inuyasha per conferma.
“…si, voleva conoscermi. Sono andata a trovarli e mi sono trovata uno scheletrino di bambina, che doveva bere con il biberon perché non riusciva a tenere in mano un bicchiere. Quando sono tornata a casa mi sono messa subito a leggere il fascicolo che mi hai dato e…eccomi qua.” – disse Kagome allargando le braccia.
“Li inchioderemo Kagome…è una promessa.” – disse Inuyasha, mettendo la sua mano su quella di lei, intrecciando le dita.
“Si…ce la faremo!”

Finito il pranzo, si concessero un momento di svago, dirigendosi al parco a piedi. Si sedettero su una panchina, godendosi i raggi solari. Ridevano e scherzavano, come una vera coppia. Ad un tratto Inuyasha si avvicinò sempre di più a lei. I loro corpi entrarono in contatto, riscaldandosi. Il ragazzo le passò una mano dietro la schiena, iniziando a massaggiarle il collo.
“Perché non vuoi stare con me, Kagome?” – le chiese in un orecchio. Quel tono di voce entrò nei recessi della mente di Kagome, rimbalzando da una parte all’altra del cervello. Frugò nelle sue tasche in cerca di un po’ di autocontrollo, ma aveva notato che le scorte stavano per finire. Decise così di fabbricarsene un po’…
“Inuyasha…lo sai il perché…” – disse lei. L’auto fabbricazione di autocontrollo sembrava funzionare…ma Inuyasha non demordeva. Aveva preso possesso dell’orecchio della ragazza, avendo capito che quello era un suo punto debole.
“Sai che c’è qualcosa tra noi e poi…ti voglio…” – disse Inuyasha, leccandole il lobo dell’orecchio. Kagome, non appena sentita quella frase, distrusse la fabbrica dell’autocontrollo con una semplice ammissione.
“Anch’io ti voglio…” – ma si bloccò immediatamente, rendendosi conto dell’enorme cavolata detta. Si mise una mano sugli occhi, mandandosi da sola a quel paese per quello che aveva appena detto. Inuyasha era rimasto un attimo interdetto, ma poi un largo sorriso s’impadronì delle sue labbra. Kagome voltò la testa leggermente verso di lui, con un sorriso isterico sulle labbra. – “Po-potresti dimenticare quello che ti ho detto, per favore?”
“Te lo sogni!” – disse Inuyasha che si stava per avventare sulle labbra di lei, ma per fortuna, come la fenice risorge dalle sue ceneri, anche la fabbrica dell’autocontrollo era tornata in vita.
“Fermati!” – disse lei, allontanandosi da lui. In pratica Kagome era semi sdraiata sulla panchina e Inuyasha era sopra di lei.
“Perché?” – chiese lui infastidito.
“Te l’ho già detto!”
“Ma mi hai detto anche che mi vuoi pure tu!” – disse lui.
Kagome lo affrontò con uno sguardo di chi non ammette repliche a quello che avrebbe detto in quel momento.
“Ok Inuyasha, mettiamola così…” – disse Kagome. – “Tu mi vuoi e io voglio te. Non giriamoci tanto intorno alla cosa. Quello che mi darebbe immensamente fastidio sono due cose: la prima è che se stiamo insieme non voglio passare per la segretaria che si porta a letto il capo per avere qualche genere di favoritismi. La seconda è che odio i pettegolezzi d’ufficio, che sicuramente non mancheranno. In soldoni…tieni a freno i tuoi istinti che io tengo a freno i miei!”
Inuyasha batté le mani e con un sorriso di vittoria indicò Kagome con l’indice, come per accusarla di qualcosa.
“Lo sapevo!”
Kagome era interdetta.
“Lo sapevo che anche tu mi vuoi!”
“Ma…hai sentito quello che ti ho detto?” – chiese allibita. Inuyasha si alzò in piedi e la fronteggiò.
“Ho sentito perfettamente…ma vedi Kagome, quello che tu non hai tenuto in considerazione è la voglia che ho di te. Puoi opporre tutte le resistenze che vorrai, ma alla fine tu sarai mia…”
“Ma…” – Kagome tentò di ribattere, ma Inuyasha la bloccò subito.
“…ma non come amante segreta.” – era serio. Terribilmente serio.
Kagome allargò lentamente la bocca per l’incredulità.
Ma che intendeva dire?
“Vieni? È ora di tornare in ufficio.”
Impossibilitata nel dire una qualsiasi parola che potesse avere avuto un senso logico, Kagome gli andò dietro come un fedele cagnolino, ancora interdetta per quello che le aveva appena detto.




<…è quindi credibile pensare che la HC non abbia osservato nei minimi particolari le norme vigenti sull’isolamento delle vasche che sarebbero state adibite come raccoglitori del cromo esavalente.>
Queste erano le ultime righe della relazione che Kagome aveva scritto da quando era entrata in ufficio. Era da tre ore che ci stava lavorando e finalmente aveva completato la stesura riguardante quella prima giornata di lavoro. Salvò il tutto su un dischetto che mise nel primo cassetto, chiudendolo a chiave.
“Finalmente!” – esclamò Kikyo raggiante. Kagome la guardò e la vide sorridere eccitata verso una direzione. Seguì con lo sguardo la direzione nella quale guardava la collega e vide Inuyasha distribuire un fogliettino di carta.
“Che sta facendo?” – chiese Kagome a Kikyo, che le rispose con la sua solita aria di superiorità.
“Annualmente Inuyasha ci consegna un piccolo test.”
“Un test?!?!” – esclamò allibita la ragazza. – “Un test di che?”
“Uffa! Conosci il Sudoku?”
“S-si…ma che centra?” – chiese Kagome perplessa.
“Il Sudoku è il test. Ovviamente Inuyasha ce lo consegna con il livello massimo di difficoltà.”
“E a che serve ‘sta cosa?” – chiese Kagome, mentre osservava Inuyasha distribuire il foglietto.
“A cosa di preciso non lo so. So solo che chi lo vince, o che arriva molto vicino alla soluzione, ha la possibilità di partecipare con lui alle riunioni ed eventuali incontri di lavoro in casa sua. Finora ho vinto sempre io.” – disse la mummia che pensava di demoralizzare Kagome. Inuyasha arrivò anche da lei e le consegnò il foglietto, sorridendole diabolicamente. Kikyo si mise subito all’opera, mentre Kagome preferì prima studiare la situazione.
=Allora…il tre lo metto qui…ok…poi…il sette…vai lì…= Kagome continuò con il suo ragionamento mentale per incasellare tutti i numeri al loro posto. Quando ebbe finito, si assentò per andare alla toilette.
Lasciando incustodito il suo Sudoku.

Era infastidito da quella cosa. Eppure, era sicuro che ce la poteva fare!
Inuyasha era seduto sul divano di casa sua, avvolto da un asciugamano dalla vita in giù. Il fastidio che provava in quel momento era talmente enorme che avrebbe potuto ammazzare qualcuno. Erano due ore che era uscito dalla doccia e non si era deciso ad andare a cambiarsi. I capelli, grazie al camino acceso che aveva in salotto, si erano asciugati quasi del tutto. Erano due ore che stava rimuginando su come Kagome non fosse stata in grado di completare quel Sudoku. Secondo lui, le capacità le aveva! Si alzò, stizzito per quello che avrebbe dovuto fare, e andò in camera a vestirsi.
Lui si era immaginato un finale ben diverso. Kagome che vinceva quel piccolo test, lui che la invitava per una settimana ad assistere alle sue riunioni, a cene di lavoro a casa propria e, dopo cena, a loro due stesi davanti al camino a dar sfogo a quello che si tenevano dentro da quando si erano visti per la prima volta. Purtroppo non sarebbe andata come avrebbe voluto, perché Kagome non aveva vinto.
Aveva vinto Kikyo.

Kagome era seduta anche lei sul suo divano, intenta a leggere un libro. Adorava i libri culturalmente impegnati, ma in certi momenti, e quello era uno di quei momenti, preferiva svagare la mente con qualcosa di meno impegnativo.
E i romanzetti di Harmony erano i migliori in quel campo.
Stava leggendo la storia della sua vita. Passione bruciante, era il titolo del libro. Era composto di una cinquantina di pagine in tutto, ma l’autrice era capace di catturare il lettore in quel mondo, facendo leggere il libro in un solo fiato.
Era la storia di una ragazza, Marysol, che era stata assunta in uno studio legale, molto importante a New York. Il primo giorno di lavoro, Marysol, aveva conosciuto il suo capo, Andy Coohen, e la passione era scoppiata subito. Andy, durante l’apprendistato della nuova ragazza, aveva avuto modo di verificare il suo livello di conoscenze in ambito legale il cui livello era molto buono. Tra Marysol e Andy era scoppiata la fiamma dell’amore. Pur di stare con lei, Andy la obbligava a fermarsi la sera in ufficio per parlare del lavoro, ma anche per potersi amare. Purtroppo, come in ogni storia che si rispetti, Marysol si era creata una nemica in ufficio, una dell’ufficio contabilità che, grazie ad un trucco infame, era riuscita ad allontanare i due. La ragazza si licenziò anche perché, dopo aver scoperto la falsa tresca che legava Andy alla collega, aveva scoperto di essere incinta. Non volendo che Andy si sentisse in obbligo con lei, nonostante i momenti magici trascorsi insieme, si allontanò da New York. Andy, venuto a saperlo si mise in moto per cercare Marysol, della quale si era scoperto innamorato. Parlando con i collaboratori del suo ufficio, era venuto a sapere che Samantha, la collega di Marysol che li aveva fatti allontanare, aveva organizzato tutto per separarli. Distrutto per quello che era successo, sembrava che Andy volesse passare il resto della sua vita a piangersi addosso per aver perso la donna della sua vita ma per fortuna, Cristine, un’altra collega di Marysol, nonché sua grande amica, aveva deciso di dire ad Andy la verità, nonostante l’amica l’avesse pregata di non farlo. Cristine raccontò ad Andy che Marysol era incinta e che adesso si trovava a Los Angeles. Andy non perse ulteriore tempo e si precipitò a Los Angeles, guidando per una notte intera senza mai fermarsi. Raggiunta Marysol l’uomo tentò in mille modi di convincerla a tornare indietro con lui, ma la ragazza non ne voleva sapere. Andy rinunciò e se ne tornò a casa, ma pioveva. L’auto sbandò finendo fuori strada. Marysol, saputolo, si precipitò all’ospedale dove Andy era stato ricoverato. In quel momento Marysol capì di non poter vivere senza Andy e, dopo alcuni giorni di ricovero, la coppia fu libera di tornarsene a casa dove si sposarono, mettendo al mondo la loro figlia, Speranza.
Kagome chiuse il libro, ridendo. Praticamente era come se avesse letto la storia della sua vita. Pezzo finale a parte. Guardò l’orologio e vide che erano le undici e mezzo.
Andò a letto, sognando il momento in cui Andy e Marysol si incontrarono la prima volta.




“…perfetto…grazie mille. Si, ah ok…grazie ancora, ciao!” – Kagome agganciò il telefono. Era stata contattata da Eri che le chiedeva se voleva prendere un caffè. Si incontrarono alla macchinetta.
“Ciao bella!” – la salutò Kagome.
“Ciao Kagome! Allora? Lo hai finito il Sudoku?”
“Si, tutto quanto.”
“Sei brava…io non ci capisco niente!”
“Devi ragionare per settore. Sarebbe impossibile fare un ragionamento globale.”
“Magari me lo spieghi più tardi?”
“Volentieri.” – si salutarono e in quel momento uscì Inuyasha con i risultati del test.

“Ragazzi…vi comunico il nome del vincitore…Kikyo.” – l’unica ad esultare era proprio la ragazza, mentre gli sguardi dei colleghi si focalizzavano lentamente sulla figura di Kagome, evidentemente sorpresa.
=Beh…poco male…tanto io non volevo nemmeno partecipare alle sue feste…= pensò una bugiardissima Kagome.
Cancellò quei pensieri e ritornò a concentrarsi sul suo lavoro. Doveva incastrare la HC per poter in qualche modo vendicare tutte quelle persone che si stavano ammalando a causa della negligenza di quell’industria.
La ragazza prese a lavorare freneticamente, faceva telefonate a destra e a manca.
Era venerdì e finalmente avrebbe avuto un fine settimana per organizzarsi il lavoro con calma. La settimana successiva avrebbe visto Inuyasha in rare occasioni e questo la faceva sentire male. Sapeva che le sarebbero mancate le sue attenzioni.

Finalmente arrivarono le sette e mezzo e Kagome poté tornarsene a casa a rilassarsi. La prima cosa che fece fu quella di farsi una bella doccia e farsi portare una pizza. Cenò con calma, guardando la tv. Mise tutto in lavastoviglie e la fece partire, dedicandosi così alla HC.
“Allora…potrei informarmi se altri hanno avuto altri problemi di salute…poi potrei…” – Kagome passò così la sua serata, a pensare a come fare per verificare se altri hanno avuto altri problemi e cose simili. Rimise tutto a posto quando si accorse di aver fatto le una di notte.

La domenica fu passata a dormire. Si svegliò verso mezzogiorno solo per andare in bagno e poi ritornò a letto. Si svegliò verso le tre e decise che sarebbe uscita a fare un giro.
Andò per centri commerciali dove acquistò un paio di scarpe nuove, tre paia di pantaloni, sei maglioni e due gonne. Tornò a casa per ora di cena e si fece un’altra pizza. Nonostante avesse dormito tutto il giorno si addormentò come un sasso per poi svegliarsi alle sette del lunedì successivo.
Un fine settimana da urlo, in pratica…




“…ti è chiaro?” – chiese Kikyo con superiorità a Kagome, mentre si accingeva a raggiungere Inuyasha per accogliere i primi clienti.
Kagome la guardò stizzita.
“Tu va per i fatti tuoi che io so arrangiarmi qui.”
Kikyo sorrise beffarda.
“Ti rode di non aver vinto, eh?”
Kagome la guardò con sufficienza.
“Guarda che io, a differenza di te, non sto tutto il giorno ad aspettare che il telefono squilli sperando che sia Inuyasha.”
Kikyo la fulminò con lo sguardo e si allontanò. Almeno una piccola vendetta l’aveva avuta. Kikyo e Inuyasha avevano appena ricevuto i primi clienti e si stavano dirigendo verso la sala riunioni.

Erano dentro già da un paio d’ore quando il telefono le squillò. Era lui.
“Si?”
“Kagome?”
“Si, dimmi…”
“Mi porteresti dei caffè?”
“Quanti?”
“Sei.”
“Va bene.”
“Grazie.”
Kagome andò alla macchinetta e fece sei caffè, li mise su un vassoio e li portò in sala riunioni, servendoli ad ogni invitato. Silenziosa com’era arrivata, Kagome se ne tornò al suo posto.
La prima cosa che doveva fare era chiamare gli Hizumo.

“…perfetto. Signori, è stato un piacere parlare con voi. Arrivederci e fate buon viaggio.”
Kagome alzò gli occhi, quel tanto che le bastava per vedere che Inuyasha e Kikyo stavano salutando gli ospiti. Bene, aveva molte cose da dirgli. Kikyo gli era avvinghiata come un polipo, mentre lui cercava di staccarsela di dosso.
“Kagome, vieni nel mio ufficio!” – disse Inuyasha, scollandosi di dosso una furente Kikyo. La ragazza, sorridendo, prese le sue cose e le informazioni che aveva avuto e andò da Inuyasha.
“Ciao…” – disse lei con un sorriso.
“Ciao…” – Inuyasha era accasciato sulla sedia, tutto sfinito.
“Mamma mia! Che avrai fatto di così spossante?” – chiese Kagome divertita.
Inuyasha la guardò con un sorriso stanco.
“Per tutte le ore di riunione ho dovuto mettere le gambe dappertutto tranne che sotto il tavolo.”
“Come mai?” – chiese divertita Kagome.
“Kikyo continuava a farmi il piedino.”
Kagome scoppiò letteralmente a ridergli in faccia.
“Grazie per il tuo sostegno.” – rispose lui sarcastico. – “Sono distrutto.”
Andò verso Inuyasha e iniziò a massaggiargli il collo, sentiva perfettamente i muscoli di lui rilassarsi e questo le fece piacere.
“Ti stai arrendendo?” – chiese Inuyasha con gli occhi chiusi, mentre si beava di quel tocco rilassante. Kagome rise.
“Diciamo che ti ho visto teso e pensavo che ti potesse far piacere.”
Inuyasha rise alla giustificazione di Kagome.
“Che ore sono?”
La ragazza smise di massaggiarlo e guardò l’ora.
“Ehi! Le dodici e mezzo! Andiamo a pranzo?” – chiese lei sorridente.
“Perché non rimaniamo qui?” – chiese lui, prendendole le mani. La prese per un polso e la trascinò verso di se, obbligandola a sedersi sulle sue gambe. Quel giorno Kagome aveva indossato una gonna che le arrivava a metà coscia, una tentazione per il bel mezzo demone. La ragazza poggiò il suo braccio destro sulla spalla di lui per sostenersi, mentre sentiva che la sua mano calda iniziava ad esplorare le sue gambe. Kagome aveva il fiato corto, sentiva che a Inuyasha non mancava molto per raggiungere la sua intimità e…
TOC TOC
Kagome scattò in piedi come una molla, mentre Inuyasha stava per tirare fuori la pistola dal cassetto.
“Se vado dentro per omicidio mi difenderai tu?” – chiese Inuyasha a Kagome che si mise a ridere. – “Avanti.”
“Inuyasha?”
“Dimmi Kikyo…” – disse lui esasperato.
“Io sto andando…volevo solo avvisarti.” – Inuyasha la guardò come per dire “e a me che me frega?”
“Ok, a dopo.”
Kagome e Inuyasha rimasero nuovamente da soli.
“Kagome, me la togli una curiosità?”
“Se posso…” – disse lei incuriosita.
“Come mai non hai completato il Sudoku? Era troppo difficile?” – Kagome lo guardò perplessa.
“Guarda che l’ho completato, io.”
Inuyasha era sorpreso.
“Non mi risulta.”
“Ti dico di sì!” – disse lei.
“Ti dico di no!”
“Inuyasha…vogliamo andare avanti così per molto? Ti ho detto che l’ho completato.”
Allora il mezzo demone si diresse verso il cassetto della scrivania e prese i test del Sudoku. Li passò uno ad uno finché non arrivò a quello di lei.
“Ecco…questo è il tuo.” – Inuyasha porse il foglietto a Kagome che lo guardò allibita.
“Ehi! Questo non è il mio!” – osservò Kagome, indignata che quella potesse passare per la sua calligrafia. – “Io non scrivo come una gallina!” – e un pensiero la fulminò. Ricordava perfettamente quando aveva dovuto leggere l’agenda di Inuyasha scritta da Kikyo. Ricordava perfettamente che la sua collega aveva una maniera particolare di scrivere il numero otto, se Kagome lo scriveva come il simbolo dell’infinito in verticale, Kikyo lo scriveva come due pallini uno sopra l’altro. – “Guarda bene…io non scrivo così…questa è la scrittura di Kikyo.”
Inuyasha analizzò per bene la cosa e dovette ammettere che Kagome aveva ragione.
“E allora perché? Perché le hai passato il tuo test?”
Kagome lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
“MA TI SEI RINCRETINITO? NON LE HO PASSATO IL TEST!” – tuonò Kagome furente. – “L’avevo lasciato sulla scrivania perché…” – nuovamente Kagome si bloccò. – “Oddio…” – disse spiaccicandosi una mano sulla fronte, allucinata.
“Cosa?” – chiese Inuyasha.
“L’avevo lasciato sulla scrivania per andare in bagno. Deve averlo sostituito lì. Poi quando sono tornata non c’era più e ho pensato che te li fossi venuti a ritirare.”
“Quindi…” – iniziò Inuyasha, come se gli avessero detto che era diventato l’uomo più ricco del mondo.
Kagome rise, sapendo quello che Inuyasha stava per dire.
“…il test lo hai vinto tu!” – concluse emozionato.
“Così sembrerebbe…ma se non ti fidi te ne posso fare un altro.”
“Ma…ma no dai…”
“Hai acceso internet?”
“Si, perché?”
“Ok…” – Kagome si avviò verso il computer di Inuyasha e si sedette al suo posto. – “Ne tiro giù uno da Internet e te lo faccio adesso.” – Kagome andò sul sito del gioco e stampò una scheda per farla. Ci mise una mezz’oretta, durante la quale Inuyasha la osservava riflettere sul quadrato e compilarlo.
Nella maniera corretta.
Il mezzo demone era contento come una pasqua. Sapeva che Kagome aveva le capacità per farcela.
“Soddisfatto?” – chiese la ragazza.
“Oh si…” – disse lui squadrandola attentamente. Sotto quello sguardo Kagome si sentì incendiare. – “…allora questa settimana mi accompagnerai tu con i vari clienti.” – Kagome rise di gusto.








Ok. Precisazione doverosa.
Quando ho scritto questo capitolo, in particolar modo la scena del test di intelligenza, ho messo il Sudoku perché in quel periodo impazzivo letteralmente per quello schema, così mi era sembrato simpatico metterlo.
Ora che ho precisato a tutti la mia demenza, ormai, senile, siamo apposto.
Volevo interromperlo di gran lunga prima, ma mi son detta “dai, non fare la bastarda…concedi un po’ di emozioni ai tuoi lettori” e così ho fatto. Spero di aver fatto cosa gradita, ovviamente.
Allora…Kikyo ha barato, com’era logico pensare, ma per fortuna che è stata beccata subito e la punizione sarà bella corposa, ma non vi anticipo niente.
Adesso toccherà a Kagome accompagnare Inuyasha nel suo tour con i vari clienti.
Ma…diciamoci la verità…ne sarà all’altezza?
La risposta, al prossimo capitolo.
Besitoneeees, callistas!

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Capitolo 8
*** 8 - Cos'ì impari ***


8 - Cos'ì impari Una lacrima sul vi-so!
BEDDE! ALTRO CHE LACRIMA! E’ UN VERO E PROPRIO PIANTO A DIROTTO!
Guardate che mi state straviziando con tutti questi commenti! Va a finire che mi ci abituo e mi adagio sugli alllllllori! Siete fin troppo gentili con questa povera scrittrice, che prova a fare qualcosa di buono!
Dunque dunque…Inuyasha ha scoperto l’inghippo di Kikyo, chissà che le succederà? Tornerà dalla tomba dalla quale è uscita? E il rapporto tra Inu e Kagome si evolverà?
Ovviamente lo dovrete leggere per saperlo, nel frattempo io vorrei ringraziare infinitamente se seguenti persone:

Anjhela_kaggy_inuchan91: bedda beddissima!!! Te la sei fatta sotto, per caso? Lo so, lo so…sono bastarda, non serve che me lo fai notare, lo so già di mio…hihihi…sai, tutte sono rimaste piacevolmente scioccate dall’utilizzo che ho fatto del sudoku e, man mano che leggevo i vostri commenti, non potevo fare a meno di sentirmi piacevolmente stupida per aver usato un metodo di selezione così cretino! Però ho visto che vi è piaciuto, quindi la mia cretinaggine un po’ è servita.
Dunque…Kagome ha vinto il test, ma secondo te, Inuyasha…gliela farà passar liscia a Kikyo?
Piccolo spoiler…Inuyasha e Kikyo si baceranno…
…nei tuoi sogni più perversi!
Bedda! Grazie mille per aver recensito anche questo capitolo! Non sai quanto piacere mi ha fatto! Ti aspetto in fondo, ok? Un bacione grande come il mondo!

_ayachan_: bene, bene! l’ironia è sempre ben gradita, specie dalla sottoscritta! Spero solo di riuscire a risponderti con altrettanto sarcasmo.
Lo stile: bene! l’importante è cominciare dalle piccole cose! Poi pian piano arriverà il resto. Anche se è l’unica cosa che ti piace di questa storia, cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno…intanto grazie per questo.
I personaggi: oooohhhhh…e qui apriamo un forum di discussione…quando dico di “essere stufa” di vedere un personaggio con i suoi difetti, non lo faccio di certo per cattiveria, anzi! Lo dico con lo spirito di chi ha seguito il manga e il cartone animato dall’inizio alla quasi fine e ogni volta che vedevo un piccolo passo in avanti tra i due, il giorno successivo ne vedevo sette indietro…la cosa iniziava a darmi sui nervi (in senso buono) perché “odio” lo stile harmony. Non so se leggi questo tipo di libro (te ne consiglio uno a caso perché poi sono tutti identici…), ma ti garantisco che ci sono i personaggi principali che si piacciono, il cattivo di turno, loro due che si struggono d’amore per l’altro, che si inventano i casini per dimostrare quanto la vita ce l’abbia con loro, la notte di passione e l’happy ending. Ora, non dico che Inuyasha e Kagome si struggano d’amore l’uno per l’altro, ma nemmeno che siano indifferenti l’uno all’altro (perdona la ripetizione). Hai perfettamente ragione, quando dici che se la Takahashi li ha disegnati in un modo, con determinati caratteri e/o difetti è perché avrà voluto trasmettere un determinato messaggio, ma è anche vero che questo sito ci permette di apportare tutte (o quasi) le modifiche che ci piacciono! Altrimenti non ci sarebbero le OOC o le AU, tutto si dovrebbe svolgere nell’epoca Sengoku, con Inuyasha che corre dietro a Kikyo per i sensi di colpa e a Kagome per altri sensi di colpa…su questo sito, invece, si possono trovare l’Inuyasha teppistello, l’Inuyasha timido, l’Inuyasha intraprendente…così come possono esserlo gli altri personaggi della storia. Non mi sono mai data agli originali per il semplice motivo che (purtroppo) non sono originale. Serve una bella fantasia e, ahimè, un tempo ne avevo da vendere, ma ora…stendiamo una trapunta matrimoniale pietosa. Preferisco scrivere di cose che “so” e stravolgerle e lasciami concordare con te sul fatto che è più difficile mantenere un personaggio originale (per esempio Inuyasha) con le sue mille sfaccettature piuttosto che mettersi lì e dire “no! oggi ti voglio diverso”, stravolgendolo.
La trama: altro motivo per vedere il bicchiere mezzo pieno! Guarda che so perfettamente che quello che ho scritto è decisamente impossibile o come dici tu surreale, me ne rendo conto perfettamente! Anche se non ho usato Google Earth o Youtube, vedo quello che mi passa la tv al telegiornale ogni tanto. Vedo che Tokyo è una città solamente abitata da macchine che vivono in strada, così come so che le impiegate vestono una divisa e che danno del lei anche alle coetanee. Solo che io ragiono con la mia mentalità. Non ho nessun problema a dirti che vivo a Verona e che lavoro. Vado vestita con dei semplici jeans e, vista la stagione, un maglione pesante. Non avendo quel tipo di mentalità, mi riesce molto difficile immaginare me stessa che va al lavoro con una divisa e che da del lei a colleghi che hanno la stessa età. Per questo motivo ho preferito “esportare” un po’ di italianità all’estero. Anche se si dice che guardare troppa televisione fa male, io credo che certe volte sia utile. I film ambientati in Giappone, saranno all’apparenza noiosi, ma se guardati con attenzione, rispecchiano molto della vita che c’è in quel paese. La moglie del padrone di casa che si inchina davanti a lui…il rito del the…il fatto che la donna sia sempre e comunque sottomessa all’uomo (forse dipende dai punti di vista, ma una donna che china il capo di fronte al proprio marito in segno di obbedienza, mi dà molto da pensare…). Comunque…prima che perda il filo del discorso…dicevo? Ah sì…nel senso che so (sempre tra virgolette) che la vita in Giappone è assolutamente diversa da quella nostra, sia in ambito lavorativo che quello personale.
Il fatto di inchinarsi di fronte a un ragazzo più grande se ci hai sbattuto contro o chiamare per cognome una ragazza tua coetanea mi fa letteralmente drizzare i capelli in testa (ripeto: so che è la loro mentalità e di sicuro non mi metterò a girare con i cartelli affinchè le cose cambino…).
Lascia pure perdere il sudoku, che anche quello è impossibile, ma mi piaceva.
Permettimi, però, una nota piiiiiiiiccola personale. Non mi posso definire una scrittrice, questo no. Sono solo una a cui piace scrivere, anche le insensatezze, come questa storia. Non voglio offendere nessuno con questo mio appunto personale finale, ma su questo sito ci sono storie ancora più assurde della mia. Non mi sto giustificando, sto solo dando una mia opinione personale.
Bene…mi fa piacere che questo mio commento di risposta alla tua recensione sia più lungo del capitolo stesso…ma sta pur tranquilla che non me la sono presa, affatto. Forse magari inizierò a scrivere storie un po’ più sensate, documentandomi il più possibile sulla realtà, o forse mi divertirò a scrivere assurdità ancora più assurde di queste. In entrambi i casi, però, spero che tu voglia continuare a seguirmi comunque. Sentiti pure libera di commentare o solamente leggere le mie panzanate che sono contenta lo stesso.
Grazie ancora e alla prossima!

Mary_loveloveManga: LA MIA BEDDDDDDDAAAAAAAAAAA!!!!!!! Sì che lo so! E infatti non aspettavo altro che un tuo super commentone! Dai che sono pronta!
Anche tu sei rimasta colpita dal sudoku, a quanto vedo…però all’epoca ne facevo a bizzeffe e non riuscivo a fermarmi. Poi ho chiamato un esorcista e finalmente non ne ho più fatti! Tu? Una santarellina? o.O Ma non dire…cose non vere!
Vendetta per Kikyo? Beh…vedremo…forse non ti piacerà perché la troverai un po’ troppo leggera come punizione, ma giuro che se con il sudoku mi sono “sbregata” con la punizione di Kikyo mi sono proprio scavata la fossa delle Marianne da sola. È una cosa così stupida, ma in fondo al cappy spero di aver spiegato abbastanza bene il perché della mia scelta.
Piaciuta la scenetta del parco, eh? Chissà come mai è piaciuta a tutte quante…*me sorride sorniona*. Mi chiedi come faranno? Ebbene…loro due, decideranno di…e poi vedranno se…per non parlare di quando…ah! Dimenticavo! Decideranno anche di…hai capito, vero? :D Lo so, lo so…me bastarda, ma che ci vuoi fare? Comunque sì dai…così le presento anche la mia Lillina scorreggiona…spero di incentivare la tua voglia di commentare con questo capitolo, dove Kikyo avrà ciò che si merita.
Ti aspetto con ansia su msn!
Mille quatrigliardi di besitones!

Kagome19: ciao bedda! Felice di rivederti! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Quanto è stronza, mi chiedi? Oddio…se lo misurassi con il termometro, il mercurio schizzerebbe alle stelle! Mia piccola bedda, lo scoprirai molto presto! Un bacione e ti aspetto in fondo al cappy!

Camoeight: effettivamente…uno che mi chiede se ho passato un test al mio peggior nemico deve essere un po’ ritronato, ma forte! Vedi? Vedi come ci si impiega poco a scoprire gli inganni del prossimo? È sufficiente indagare un po’ e non lasciarsi prendere dallo sconforto, come la maggior parte delle volte succede a quei due nel manga…guarda…tralascio i commenti altrimenti potrei non finire più! Ti ringrazio infinitamente per i complimenti. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Kizzuoli!

Monik: BEDDDAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! CIAO! No, no! Non liquefarciti…facerti…facciti…non scioglierti! Rossa addirittura? Ho raggiunto il mio obiettivo, allora? Lo so…Kikyo è stata una bastarda con i fiocchi, ma per fortuna Inu e Kaggy l’hanno scoperta in tempo. Comunque l’hai capita, eh? Io ammiro te e tu…tu ti lasci ammirare, com’è giusto che sia. Però hai ragione, come al solito…gli stili sono differenti e sono belli entrambi. Oddio…io cerco di buttarla più in vacca, mentre tu ragioni sulle cose e sui sentimenti in modo più profondo rispetto al mio. Però ho una storia basata solamente sui sentimenti. Devo solo lasciare che la mia beta-rider me la controlli per evitare figuracce grammaticali e poi la posto. Mi fa davvero piacere che lo pensi. Ho cercato di sviluppare gli argomenti in parallelo alla storia, perché oltre alla relazione “clandestina” c’è anche una storia, tra l’altro tratta da un fatto successo veramente, così come lo è stato il film con Julia Roberts.
Mi fa piacere sapere che il capitolo ti è piaciuto e spero che ti piacerà anche questo, dove ci sarà una svolta decisiva.
Oh-mio-dio…però ti ci vedo a ballare con i pon pon stile cheers leaders (DATEMI UNA C! DATEMI UNA A! DATEMI DUE L! DATEMI UNA I! DATEMI UNA S! DATEMI UNA T! DATEMI UNA A! DATEMI UNA S! Caaaaaaallistas!) ok…piccolo sclero quotidiano. Tra poco passa…la roba tagliata con il borotalco fa male…decisamente male…
Un bacione anche a te, cara!

Krikka86: cavolo che nome simpatico che hai! Veramente!…sono contenta che ti sia aggiunta al gruppetto di commentatori di quest fic! Ti ringrazio infinitamente! Sei troppo gentile *me si gratta la testa imbarazzata e rossa come un pomidoro* comunque ti sfido a trovare qualcuno che ha apprezzato il comportamento di Koga. Per la punizione di Kikyo la troverai proprio in questo capitolo, che spero ti piaccia come gli altri. Mi farebbe un immenso piacere poterti rivedere al prossimo. Intanto ti saluto con un super bacione!

Bitta Sisters: ciao! Sono contenta di trovare un nuovo nome tra i recensori, ma se pensi che mi sia offesa, ti sbagli di grosso, anzi! So perfettamente che questa storia rasenta l’assurdo totale. Ho lavorato e lavoro tutt’ora in un ufficio (non di avvocati, li odio…) e so che succede l’esatto opposto di quello che ho descritto io. Concordo sui personaggi, infatti ho messo la nota OOC, purtroppo gli autori di questo fantastico sito non hanno ancora aggiunto la nota SUPER OOC, quindi mi sono limitata a usare quello che c’era…so che i nomi non sono propriamente giapponesi (anzi…togli pure il propriamente) ma mi piacevano perché sono insoliti. Karima passi, ma Luce l’ho scelto perché mi sembrava adatto alla situazione. Ripurtroppo non conoscendo il giapponese non saprei dove andare a cercare le traduzioni dei nomi, giusto per rendere un po’ più veritiero il tutto. Se hai qualche suggerimento ti accolgo a braccia conserte.
No dai, che scherzo…a braccia…aperte!
So anche perfettamente che il sudoku è una vera e propria bestemmia, se usato per quello che ho scelto io, ma alla fine del capitolo ho messo una piccola nota. Non giustifica per niente questo suo utilizzo, lo so, ma quando ho scritto il capitolo non passava minuto che non fossi su quel maledetto schemino e per esorcizzare questa mania l’ho inserito. Infatti adesso non ci gioco più…so che la trama ti ricorda qualcosa e puoi anche dirlo, infatti io l’ho sempre fatto, ma non perché volessi appropriarmi di qualcosa che non è mio, ma perché quando vedo qualcosa che mi prende la mano, non esito un secondo a “farla mia”, nei limiti del possibile. Il film è “Erin Brockovich” e l’ho particolarmente amato per via della bravura dell’attrice e non mi vergogno ad ammetterlo. Non per indurti a farlo, ma se vai a leggere anche solo i titoli delle mie storie vedrai che ti compariranno “C’è posta per te”, il programma di Maria de Filippi, “Cambia la tua vita con un click”, non si ispira per niente al film con Adam Sandler, ma alla storia del brutto anatroccolo e infine questa, che si ispira liberamente al film. Come vedi sono tutti titoli, e in parte trame, presi da film o programmi, semplicemente per il fatto che mi sembravano idee carine da mettere giù per iscritto. Ovviamente quello che esce da me è solo qualcosa che vale la metà rispetto a quei programmi, ma il mio unico scopo è quello di far divertire la gente. Molte storie di questo sito raccontano di Kagome, Inuyasha e Kikyo nel perenne “triangolo”. A volte Inuyasha è un po’ più spigliato, ma è sempre rinchiuso nel suo dubbio tra le due. Ho semplicemente voluto dare vita ai pensieri di molte ragazze che amano questa coppia, portando Inuyasha ad avere un carattere più forte e Kagome più sicuro, decidendo di farli “accoppiare” (perdonami il termine un po’ animalesco…) fin da subito.
Hai fatto benissimo a lasciarmi un commento, che però non definirei negativo. Piuttosto…direi costruttivo. Anche a me piacciono le storie che hanno una base solida e di verità di fondo, ma come ho già detto ad una mia cara amica (sperando di poterla definire tale) le storie tipo la mia servono proprio per dar modo ai lettori di apprezzare al meglio quelle scritte da autori più “seri” che vogliono presentare la propria storia, come fosse un fatto accaduto in realtà.
Posso sembrare stupidina (ma in realtà lo sono…hihihi…) però ho una storia in attesa di pubblicazione, basata esclusivamente su momenti di vita quotidiana. Forse sarà un po’ irreale, ma non quello che provano i due protagonisti. Non appena sarà pronta, spero di poter vedere un tuo commento (magari positivo, questo giro…) nonché di leggere una tua storia al più presto.
Un caro saluto e ci vediamo alla prossima. Ciao ciao!

Inukag4ever: capperi! Subito con i complienti, ma tu sei pazza! Ti ringrazio vivamente. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Scrittrice straordinaria?!?!?! o.O sicura di non aver fumato qualcosa di strano? beh…se mi dici che rientro in una tua classifica personale, forse, forse sono bravina. Perdona il mio auto masochismo ma è difficile credere che una che aveva un 4 perenne in italiano possa piacere in questo modo. Comunque ti ringrazio perché mi fa sempre piacere ricevere commenti super positivi come i tuoi! *callistas guarda con aria sognante la sua inukag4ever* beh, il riassunto è più che altro per darti un’indicazione della storia, non come andrà a finire. Però sappi che io sono una super fan degli happy ending ed è questo che la mia storia ha in comune con il film. E poi sì…non sono così scemotta da dirti come va fa finire…dai che scherzo! Io leggerei con attenzione questo cappy, perché c’è qualcosa che potrà essere di tuo gradimento. Beh…se non lo so io, dovrei iniziare a farmi vedere veramente da qualche strizza cervelli, non ti pare?
Mia beddissima amica! Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, ma oso immaginare che anche questo potrà essere di tuo gradimento.
Ti aspetto in fondo al cappy!

Bellatrix_Indomita: ciao beddissima! Sono contenta di vederti anche a questo capitolo! Mi fa un’immenso piacere sapere che ti è piaciuto tanto da leggerlo d’un fiato! Mi fai arrossire! Ma certo che la commenterò! Dimmi il posto e l’ora esatta e ti lascerò un commento sicuro come l’oro! Che mi consideri pure una brava scrittrice allora mi impone di lasciarti non un commento normale, ma un super commentone!
Mi fa piacere che tu abbia tirato in gioco Naraku. Non entrerà in scena in questo capitolo ma nel prossimo e vedrai che ti combina il signor Naraku!
Guarda che aspetto la tua storia! Ci conto!
Nel frattempo ti mando mille besitos!

Mikamey: BEDDAAAAAAAAAA!!!!!!!!!! CIAO!!!!! Sono veramente contenta di rivederti, sai? Mi fa piacere che la Kagome che ho caratterizzato ti piaccia, però sai…la ragazza ama i bambini e le dispiace tanto per la piccola Miya. Anche Inuyasha è proprio bravo, non credi? Almeno si accorge subito quando Kagome ha qualcosa che non va…*me sarcastica*. Solo scioccante, dici? Ci sono rimasta male anch’io quando ho visto quello che ho scritto. Ero come in trance e quando mi sono svegliata avevo scritto quella roba lì! Pazzesco…eh già…il nostro Inu finalmente è un po’ più deciso. Per il sudoku, quando ho scritto il cappy continuavo a fare schemetti su schemetti, sembravo una drogata di sudoku! E l’unico modo per esorcizzarmi era quello di dedicare un capitoletto anche a lui. Infatti adesso non gioco più…chissà perché…
Kikyo è pesante, ma verrà rimessa prontamente al suo posto…in questo capitolo. Io ti consiglio di leggerlo. Forse troverai la punizione un po’ troppo leggera, ma è l’unica cosa che mi è venuta in mente, altro non trovavo!
La ficcy l’ho letta e mi è piaciuta, come avrai potuto notare. Inutile dire che aspetto il tuo aggiornamento!

Achaori: ciao beddissima! Meno male…anche questo capitolo ti piace, sono contenta! Però Kikyo che violenta Inuyasha mi dà un che di…perverso…credo che non dormirò più di notte…brrr…che schifo! Per quello dovrai aspettare un pochino, mia piccola diletta ma per il matrimonio…non credo che li farò unire in quel senso. Sono cattiva? Spero di sì…mi diverto troppo a lasciarvi con la bocca asciutta…dai! Mi mandi Entai? Così almeno riesco a farmi una grigliata senza ricorrere al gas! Grazie mille!
Ti aspetto in fondo al cappy, ne?

Le_montagnine: ciao sorelline! Sono contenta che siate di nuovo qui, su questi schermi! Forse troverete la mia punizione un po’ troppo leggera e mi direte che potevo azzardare di più, ma ahimè…la fantasia scarseggiava al momento. Avevo pensato alla tortura della ruota, non so se la conoscete (in breve…un essere umano, Kikyo in questo caso…viene legato ai polsi e le gambe. In fondo c’è un cavallo che tira e allunga il corpo…mi sono spiegata?). Comunque sono contenta che il capitolo vi sia piaciuto, ma immagino che troverete interessante anche questo. Ci sarà una piccola svolta, ma non anticipo niente…un bacione a tutte e due e vi aspetto in fondo come al solito, ne?

Fmi89: ciao! Sono contenta che ti diverti! Dopotutto…ridicolizzare Kikyo è il sogno di molte, non credi? Il mio di sicuro…allora anche te eri presa dalla sudoku-mania? Più li facevo e più mi maledivo perché non riuscivo a smettere…adesso capisco in parte quelli che si drogano…ok, paragone stupido e inutile…intanto leggi questo e dimmi se la svolta ti piace tra…
Bacioni grossi grossi!

Vale728: “accidentalmente”, eh?…io credo che sia stato il sub conscio di Kagome a parlare in quel momento, tu che ne dici? So che Kikyo è una bastarda, ma che ci vuoi fare? È fatta così e così ce la dobbiamo tenere…ma non ti preoccupare. In questo capitolo troverai la sua punizione, forse un po’ troppo leggera.
Ti ringrazio per i complimenti e ti aspetto in fondo al capitolo!



Mannaggia a voi!…sono più lunghi i commenti che non il capitolo…^-^





IO E IL MIO CAPO        COSI’ IMPARI!


Il pomeriggio Kikyo entrò immediatamente in ufficio e andò da Inuyasha, sempre in compagnia di Kagome.
“Kagome, puoi tornare al lavoro. Ci devo stare io con Inuyasha.” – disse Kikyo, gelosa della sua “proprietà.”
“Credi?” – chiese Inuyasha. – “Perché sai…ho fatto una piccola verifica e mi risulta che quel test lo abbia vinto Kagome. Come me lo spiegi?”
Kikyo era impallidita a vista e stava sudando freddo.
“Ecco…io…”
“Forse posso rinfrescarti io la memoria…” – disse Kagome acida. – “…hai sostituito il mio test con il tuo, o no?”
“Ma…come osi?” – chiese Kikyo cercando di salvarsi.
“Ritieniti confinata all’archivio, Kikyo.” – ordinò Inuyasha.
“L’archivio no!” – disse Kikyo, sconsolata.
“Ci potevi pensare prima.” – le rispose Inuyasha con ovvietà. – “Adesso vai e metti sul tavolo di Kagome gli appunti della riunione di stamattina.”
“Ma Inuyasha…” – tentò lei, ma lo sguardo infuocato, irritato e furente del mezzo demone la fecero demordere. – “Si…” – disse lei in un sussurro.

Kikyo venne confinata in archivio. Questo era un metodo di Inuyasha per “punire” chi aveva fatto qualcosa di sbagliato o fatto un errore madornale. Nessuno veniva mai a sapere il vero motivo che spingeva il loro capo a mettere qualcuno in archivio anche perché le uniche due possibilità che si avevano per poterlo sapere era chiedere a Inuyasha, ma lui non avrebbe mai spiegato a un dipendente il perché delle proprie azioni, o chiederlo al diretto interessato che, vista la vergogna, preferiva addurre una scusa, delle volte un po’ patetica.

Kagome iniziò da quel pomeriggio ad assistere Inuyasha nelle sue riunioni, cavandosela egregiamente. Anche se non era un vero avvocato, la parlantina che aveva le permetteva di destreggiarsi in qualsiasi situazione.
La riunione finì alle otto di sera e si sarebbero dovuti trovare alle nove al ristorante per concludere la serata.
“Allora ci vediamo stasera al ristorante del vostro albergo, signori.”
“Arrivederci, signor NoTaisho…Kagome…” – salutò il portavoce del gruppo.
“Arrivederci Hachiro!” – salutò cordialmente la ragazza.

Lei e Inuyasha scesero verso i parcheggi.
“Passo a prenderti per un quarto alle nove, ti va bene?”
“Sì, ok. A dopo, ciao!”
“Ciao!”
Kagome andò a casa e si fece una doccia. Fortunatamente aveva un vestito adatto per la situazione, lo indossò e passò al trucco. Stava per infilarsi le scarpe quando bussarono alla porta.
“Porca paletta…è già arrivato!” – corse alla porta per aprire e quando lo vide ci rimase secca.
=Oh-mio-Dio…= pensò la ragazza.
Inuyasha era davanti alla porta di casa con un perfetto vestito da sera con tanto di sciarpa bianca che scendeva fino alle ginocchia.
=Oh-mio-Dio…= pensò Inuyasha trovandosela di fronte in quell’abbigliamento.
“Dai entra…” – disse Kagome. – “…infilo le scarpe e poi andiamo.” – la ragazza prese dalla scarpiera le sue scarpe e si mise il cappotto, aiutata galantemente da Inuyasha.
“Non mi rendi le cose facili, però…” – disse lui.
Kagome, rossa come un pomodoro, rise.
“Mai detto che lo avrei fatto.” – disse lei, spiazzandolo.

Si avviarono verso il ristorante, arrivando con dieci minuti di ritardo. Si scusarono con gli ospiti e poterono proseguire con la serata, parlando di argomenti futili.
Verso fine serata, Inuyasha e Kagome salutarono i loro ospiti e tornarono a casa.
Erano davanti alla porta di casa di Kagome.
“Mi fai entrare?” – chiese Inuyasha spudoratamente, come al solito.
“Sai che rischiamo, vero?”
“Non si hanno i risultati se non si rischia, non lo sapevi?” – Kagome rise. Ogni volta che lei gli ricordava che non potevano arrischiarsi a compromettere le cose, ecco che lui con una semplice frase la spiazzava, impedendole di ribattere.
“Farai il bravo?”
“Ceeerto…” – disse lui con l’aria più falsa di questo mondo.
Kagome lo fece entrare.
Andò in camera a cambiarsi, ma non aveva fatto i conti chi aveva fatto entrare in casa…
La ragazza stava bestemmiando per colpa della cerniera che si era inceppata. Le venne un infarto quando sentì due mani calde accarezzarle la pelle e far scorrere la lampo.
“Va meglio?” – chiese Inuyasha, osservando la stoffa allentata del vestito.
“S-si, grazie…”
Inuyasha iniziò a torturarle il collo, mentre con le mani sfilava lentamente il tubino di Kagome.
“No… Inuyasha…fermati…”
“So che lo vuoi anche tu…” – le disse Inuyasha facendola voltare. La baciò con impeto, senza darle il modo di poter reagire e fermarlo.
Kagome era tutta un fuoco, doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi.
Inuyasha invece non ne aveva mai abbastanza. Più baciava quella pelle e più sentiva che ne voleva di più. Si staccarono che erano entrambi senza fiato.
“Ti prego…fermiamoci prima che sia troppo tardi…”
Inuyasha la guardò e annuì.
“E’ questo quello che vuoi?” – le chiese un’ultima volta.
“Si…” – ma lei stessa si sentiva una bugiarda marcia. Lei voleva Inuyasha, c’era poco da fare.
“Come vuoi…” – il mezzo demone prese la coperta sul letto e gliela adagiò sul corpo, coprendola. Le diede un ultimo bacio sulla fronte e poi se ne andò a casa sua.
Quando Kagome sentì la porta chiudersi, si coprì il viso con le mani e iniziò a dar sfogo ad un pianto disperato. Pianse tutta la notte, maledicendosi per quelle sue remore che qualcun’altra al suo posto magari non avrebbe avuto.

Il mattino successivo, come previsto, Kagome era uno straccio. Occhiaie nere come la notte e un torpore che non si decideva a lasciare i muscoli del suo corpo.
Arrivò in ufficio con il morale sotto le scarpe, si sedette al suo tavolo e continuò il suo lavoro sulla HC. Il giorno prima aveva telefonato agli Hizumo per sapere se altri vicini avessero avuto problemi di salute, riscontrando esiti positivi, purtroppo. Allora si decise ad andare da queste persone per parlare con loro e informarle su quello che stava accadendo ai loro figli. Prese le sue cose e fece per andare via, ma Inuyasha la fermò.
“Dove vai?” – chiese un Inuyasha abbastanza tranquillo.
Kagome si girò verso di lui.
=Meno male…non sembra arrabbiato…forse ha capito…=
“Dagli Hizumo…mi incontro lì da loro per quella questione della Hakudoshi’s Company.”
“Ah…vengo con te, se vuoi. Tanto oggi non abbiamo appuntamenti.”
“Ok.”
Inuyasha tornò nel suo ufficio per spegnere il computer e prendere le chiavi della macchina.
Durante il viaggio nessuno dei due aprì bocca.

“Sei silenziosa…” – disse Inuyasha, guardando i segnali stradali.
“Sono un po’ stanca…tutto qui…” – disse Kagome con un sorriso per rassicurarlo. Era a disagio come mai lo era stata in vita sua.
“E’ per quello che è successo ieri sera?”
Kagome divenne un blocco di ghiaccio tutto d’un colpo.
=E’ per quello che è successo ieri sera…= pensò Inuyasha, confermando la sua teoria.
“Senti Kagome…parliamoci chiaro…tu mi piaci, un casino…io ti piaccio…dove sta il problema?”
“Il problema sta nel fatto che tu sei il capo e io la dipendente. La figura della puttana la faccio io, non tu!” – disse Kagome irritata che lui non volesse capire il suo punto di vista.
“Ti ho già detto di venire da me!” – rispose lui seccato.
“Ma perché non vuoi capire? Venire da te significa ammettere che stiamo facendo qualcosa di sbagliato! Venire da te vorrebbe dire che non sono in grado di arrangiarmi!” – urlò Kagome, guardando fuori dal finestrino, stizzita.
“Mi stai dicendo che vuoi rinunciare a noi senza lottare? Senza far nulla? Ho capito bene?” – rispose lui furioso. Inuyasha aveva svoltato in una stradina di campagna, non distante da Ichigawa, e si era fermato. La guardò furioso negli occhi, ma lei non si fece intimidire.
“Odio i pettegolezzi degli uffici! Nessuno si fa mai i fatti propri! Non potrò più fare niente senza venire additata come quella che si occupa di pratiche importanti se non perché si è portata a letto il suo capo! Se risolviamo il caso della HC sarà perché ce l’avrò fatta da sola e non perché sono venuta a letto con te!”
“Scendi dalla macchina.” – ordinò Inuyasha, slacciandosi in malo modo la cintura di sicurezza.
Kagome lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
“Cosa?”
“T’HO DETTO SCENDI DALLA MACCHINA!”
Kagome si slacciò con rabbia la cintura di sicurezza e scese furente dall’auto e lo stesso fece Inuyasha. Le andò incontro e la tramortì con un bacio disperato, passionale, rabbioso. Quando Inuyasha si staccò da lei le fece una semplice domanda.
“ADESSO DIMMI CHE NON HAI SENTITO NIENTE!” – urlò Inuyasha.
Gli occhi di Kagome si stavano riempiendo di lacrime.
“DIMMELO! DIMMI CHE NON MI AMI PERCHE’ IO, ACCIDENTI, SONO INNAMORATO DI TE! E STO CERCANDO DI FARTELO CAPIRE IN TUTTI I MODI, MA SEMBRA CHE TU NON CI SENTA! DIMMI CHE NON MI AMI E TI GIURO CHE TI LASCERO’ IN PACE!” – Inuyasha aveva confessato tutto. Adesso stava aspettando solo una risposta dalla donna di cui si era scoperto innamorato.
Kagome iniziò a piangere. D’istinto, il mezzo demone l’abbraccio, cercando di farla calmare.
“Scusami…ti prego…non piangere…forse, hai ragione tu. Dovremmo smetterla, ma da quando ti ho vista, mi sei entrata subito dentro ed è una cosa che non ho mai prov…”
“Ti amo anch’io…” – disse Kagome, avvolta nel suo abbraccio.
Inuyasha si staccò da lei e la guardò in faccia. Non le era mai sembrata così bella.
“P-puoi ripetere?” – chiese Inuyasha incredulo.
La ragazza tirò su con il naso, ridendo tra le lacrime.
“Ti amo anch’io.”
“Ancora…” – chiese lui.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”
Inuyasha la zittì con un bacio. Un bacio al quale Kagome partecipò senza preoccuparsi dei suoi colleghi e di quello che avrebbero pensato o detto. Quando si staccarono per i due amanti ogni dubbio fu dissipato e ogni paura dissolta. Kagome avrebbe lottato per Inuyasha e Inuyasha avrebbe lottato per far sì che nessuno le potesse far del male.
“E-e adesso?” – chiese Kagome, nel dubbio.
“Adesso cosa?”
“Cosa siamo adesso?” – chiese lei, grattandosi il capo.
“Una coppia?” – azzardò sarcastico Inuyasha.
“E…per l’ufficio?”
“Vediamo…una coppia?” – ritentò Inuyasha.
Stavolta a prendere l’iniziativa fu Kagome che lo baciò. Risalirono in macchina perché avevano un caso da risolvere, poi si sarebbero potuti dedicare a loro stessi.

Arrivarono dagli Hizumo, incontrando altre coppie, tutte un po’ perplesse di trovarsi lì su richiesta di un avvocato.
“Kagome! Ben arrivata!” – l’accolse la signora Hizumo.
“Grazie signora…Myia?”
“Sono qui…” – disse timidamente una bambina, facendo la propria comparsa sull’uscio della porta.
Kagome le sorrise dolcemente.
“Ciao Myia…come stai oggi?”
“Un po’ meglio…”
“Come mai siamo qui?” – chiese un uomo, presumibilmente un amico degli Hizumo.
Kagome fece una carezza alla bambina, come per congedarla, e iniziò a spiegare la situazione a tutti.
“Scusate se vi abbiamo distolto dai vostri affari…” – disse Kagome. – “…solo che è stata sottoposta alla nostra attenzione un fatto che non poteva essere ignorato.” – Kagome consegnò dei fogli, che spiegavano brevemente l’utilizzo del cromo VI (esavalente) e i danni che poteva provocare alle persone. – “Vi prego di dare un’occhiata veloce e chiedete pure se qualcosa non vi è chiaro.” – Kagome dette il tempo necessario a quelle persone di esaminare i documenti e cercare di capirne il significato. Non erano esperti di legge, ma quello che Kagome aveva scritto, cercando di essere più chiara possibile, doveva averli scioccati parecchio.
“Ma…qui dice che questo cromo…esavalente può causare la morte!” – esclamò uno dei presenti.
“Purtroppo sì…e posso affermare con quasi sicurezza che la causa sia la negligenza della Hakudoshi’s Company che si intravede appena usciti da qui. Il cromo non è stato evidentemente isolato bene ed è filtrato nelle falde acquifere, contaminando l’acqua che bevete.”
I presenti erano alquanto perplessi.
“Ma…non può essere! Il mese scorso siamo stati ad una riunione proprio alla Hakudoshi’s Company e ci hanno detto che la nostra acqua è buona!”
“Non pretenderete mica che quelli là vi dicessero la verità vero?” – chiese Inuyasha che si beccò immediatamente una sgomitata nello stomaco.
“Quello che questo elefante voleva dire è che la HC non avrebbe mai rivelato la verità, rischiando così di finire in prigione. Ho fatto analizzare un campione della vostra acqua e i risultati sono tutti lì, nero su bianco.”
“Q-quindi Myia…” – iniziò la signora Hizumo che non aveva il coraggio di completare la frase.
“Sì signora…purtroppo sì. Myia ha preso il cancro a causa della vostra acqua.”
“Cosa ci consigliate di fare?” – chiese uno dei presenti, scioccato
“La cosa migliore è che iniziaste a comprare l’acqua in bottiglia. So che è una spesa, ma al momento è l’unica cosa da fare. Io e il mio collega ci occuperemo del caso e vi contatteremo per tenervi informati.”
“Già…ma quanto ci verrà a costare questo scherzetto?” – chiese il signor Hizumo guardando Inuyasha.
“La mia parcella è del 40% di quanto vi verrà assegnato.” – disse Inuyasha con scioltezza.
I presenti si guardarono negli occhi, spaventati da quel quaranta. Comunicavano con gli sguardi paura e purtroppo mancanza di fondi.
La risata di Kagome attirò su di sé tutti gli sguardi.
“Capisco perfettamente cosa state provando…conosco quelle sensazioni. State pensando “ehi! Questo tizio se ne sta qui parlando di soldi come se niente fosse mentre mio figlio rischia di non vedere un altro giorno”…”
“Kagome…” – cercò di fermarla Inuyasha, pensando che quella non fosse una buona strategia per farsi amici quei signori.
“…ma poi gli ho chiesto…cosa prendi tu se a loro non va un soldo?”
“Niente.” – rispose Inuyasha. – “Non prendo niente neanch’io.”
“E in più è fuori di tutte le spese.”
Ora gli sguardi che si scambiavano i presenti erano più sereni e Inuyasha potè cogliere anche un bagliore di speranza.
“Saryma, prendimi la calcolatrice.” – disse il signor Hizumo, rivolto alla moglie.
La donna andò in cucina e prese il calcolatore. Inuyasha guardò Kagome, con uno sguardo misto rimprovero e gratitudine. Lei di rimando gli sorrise.
“Chi vuole del ciambellone?” – chiese la padrona di casa.
Kagome alzò la mano, felice di poter mettere sotto i denti qualcosa.

Passarono tutta la giornata a fare conti e a farsi spiegare da Inuyasha le possibili strade che si potevano percorrere per risolvere la questione. Verso le nove tutti si ritirarono, lasciando nei cuori di quelle persone la piccola speranza che i loro figli potessero vivere una vita serena.
In macchina, Inuyasha teneva la mano alla sua Kagome. Entrambi erano molto soddisfatti di quel primo incontro e se organizzavano bene la cosa era più che probabile che la causa avesse successo. Inuyasha scalò la marcia e parcheggiò l’auto.
“Ci vediamo domani?” – chiese Inuyasha.
“Non vuoi entrare?” – azzardò lei.
Il mezzo demone sorrise nel modo che Kagome adorava. Scesero dalla macchina ed entrarono in casa. Erano le nove e mezzo di sera e avevano un po’ di tempo prima di andare a dormire. Si accomodarono sul divano, iniziando a baciarsi. Sbaglio…o avevano degli arretrati in sospeso?




Il mattino successivo, Kikyo era sempre ridotta a stare in archivio. Il suo compito era praticamente quello di rivoluzionare gli schedari e il loro modo di consultazione. Non che fosse in disordine anzi. Il tipo che c’era stato prima di lei aveva catalogato tutto con la massima precisione solo che Inuyasha, per scoraggiare i dipendenti a commettere errori o colpi bassi, come nel caso di Kikyo verso Kagome, li obbligava a cambiare metodo di archiviazione con tanto di istruzioni per quelli che dovevano accedervi. La ragazza era ancora alla lettera “A” e le veniva male se pensava a quanti clienti aveva lo studio di Inuyasha.
“La prossima volta ci penserò su cento volte prima di fare un’altra stupidata simile!” – tuonò la ragazza.

Nei piani alti invece, Kagome era entrata mano nella mano con Inuyasha, sotto lo sguardo allibito, ma consapevole, dei suoi colleghi. Si sedette al suo posto, mentre Yumi ed Eri le si avvicinavano con fare minaccioso…
“Allora?” – chiese Eri.
“Allora cosa?” – chiese Kagome che sapeva benissimo cosa intendeva la sua collega.
“Tu e Inuyasha, no?!”
“Oh…io e lui stiamo insieme.” – disse con semplicità Kagome.
“C’era da aspettarselo, però…mi chiedo solamente come hai fatto a resistere tutto questo tempo alle sue avances così esplicite.” – borbottò Yumi.
Pian piano la voce del fidanzamento tra Inuyasha e Kagome si sparse in tutto lo studio. C’era a chi non importava, perché aveva cose più importanti alle quali pensare, c’era chi era contento per Kagome e chi, come sospettava la ragazza, aveva vociferato che lei ne aveva approfittato per avere dei favori.
=Non posso pretendere tutto dalla vita…l’importante è che i miei amici siano contenti per me…= pensò la ragazza.
Kagome continuò con il suo lavoro come sempre, mettendoci il massimo dell’impegno. Andò nello studio di Inuyasha per metterlo al corrente degli impegni del pomeriggio.

“Ho deciso che stasera darò un ricevimento.” – annunciò Inuyasha mentre mordicchiava una penna.
“Ah si?” – chiese lei stupita.
“Si, ho fatto in modo che i vari collaboratori del mio studio si incontrassero tutti nella stessa stanza per conoscersi. Si sentono solamente per telefono.” – disse Inuyasha.
“Bene.” – rispose la ragazza.
“Ho già spedito gli inviti e verranno ovviamente anche i colleghi dello studio, così non ti sentirai sola.”
“Ah…ok…comunque…oggi pomeriggio abbiamo un incontro con la Pacific Oceanic per concludere quella causa di frode. Poi per il resto è tutto libero.”
“Ok. Ti farò venire a prendere per le otto e mezzo, ok?”
“Ok. Torno di là a concludere la relazione.”
“Dove credi di andare così facilmente?” – disse lui bloccandole il polso. Voleva solo salutarla più…calorosamente con un bel bacio. – “Ecco…adesso puoi andare.”
“Troppo gentile…” – disse Kagome, uscendo barcollando.
Kagome pigiava sui tasti del computer come una disperata. Aveva in mente tante cose e doveva dar loro sfogo prima di dimenticarle.




Erano le otto e mezzo e Kagome era vestita di tutto punto. Nonostante fosse una ragazza che per scegliere un vestito ci impiegava un’eternità, per quella sera aveva dovuto sbrigarsi. Uscita dall’ufficio era corsa al centro commerciale, cercando un vestito adatto per una serata importante. Le presentarono davanti un vestito nero che si allacciava dietro il collo, mostrando la nuda schiena. Era provvisto di un piccolissimo strascico; per le spalle le commesse le avevano proposto una stola di tulle. Aveva preso il suo invito e messo nella borsetta e in quel momento suonarono alla porta. Kagome andò ad aprire e si trovò davanti un uomo in divisa con tanto di berretto in testa.
“Miss Higurashi?”
“Si, sono io.”
“Lieto. Sono Sato, l’autista. Sono venuto a prenderla per portarla alla festa del signor NoTaisho.”
Kagome prese le chiavi e andò verso la limousine. Come da protocollo, l’autista le aprì la porta e si diressero verso la casa di Inuyasha. Appena arrivati, Kagome dovette faticare un casino per togliere le mosche che le si erano infilate in bocca.
La casa di Inuyasha si sviluppava in lunghezza e, verso la parte centrale, una piccola cupola faceva bella mostra di sé. Kagome stava per entrare, ma due armadi le bloccarono il passaggio. Estrasse automaticamente l’invito, ma i due buttafuori non ne volevano sapere.

“Scusate, ma…sono stata invitata. Posso entrare?”
“Mi spiace, signorina. L’accesso è consentito solo alle signore vestite di bianco. Non lo sapeva?”
Kagome li guardò con gli occhi fuori dalle orbite. E pensare che quando era andata a fare compere quella sera per la festa, le avevano proposto lo stesso modello d’abito però bianco che lei aveva rifiutato.
“Ma…nessuno mi ha detto di vestirmi di bianco! Non è colpa mia!”
Ma i due armadi non sentivano ragioni.
“Spiacenti, sono gli ordini.”
Kagome si girò stizzita dall’altra parte. Aveva già un piede dentro la macchina quando sentì la sua voce fermarla.
“Kagome? Dove stai andando?” – le chiese Inuyasha.
La ragazza si armè di tutta l’educazione possibile e gli rispose.
“Scusa, ma ti eri per caso dimenticato di dirmi che mi dovevo vestire in bianco?”
“Perché?” – ma poi Inuyasha notò il suo abito nero e sorrise.
Kagome prese un lembo del vestito e si mostrò a lui.
“Perché vestita così non mi fanno entrare.” – disse Kagome guardando i due buttafuori, con le mani incrociate davanti e un’espressione indecifrabile sul volto.
“Tranquilla…vieni con me. Lei è con me, ragazzi. Tranquilli.”
Come se avesse detto la parola magica, i due omoni si aprirono per far passare la coppia.
“Senti Inuyasha, se è un problema lascia perdere…”
Inuyasha la stava scortando verso una delle camere al piano di sopra.
“…non ho il vestito adatto. Evitami le figuracce, ti prego…” – entrarono in una stanza molto grande. Vi erano un letto matrimoniale, una scrivania finemente decorata, un armadio che Kagome aveva già immaginato come riempire, e una finestra immensa che illuminava tutta la stanza. Kagome si guardò attorno, meravigliata da tutto quel ben di Dio, finchè non si soffermò sull’armadio. Sgranò gli occhi per lo stupore.
“Fammi vedere se ho azzeccato la taglia…” – disse Inuyasha, soffiandole nell’orecchio.
Kagome si girò verso di lui, evidentemente confusa, ma poi capì il suo trucco. Andò verso l’armadio e prese il vestito che vi era appeso. In pratica, Inuyasha aveva omesso di mettere nell’invito per Kagome il colore del vestito, sperando in un abito dalla tinta diversa.

Erano giunte le nove e un quarto e giù in salone erano praticamente arrivati tutti. Mancavano solo Inuyasha e Kagome.
“Sei pronta?” – chiese Inuyasha, beatamente seduto sul letto.
Kagome era davanti allo specchio e non credeva ai suoi occhi. Un abito così non se lo sarebbe mai nemmeno sognato. Innanzitutto era bianco e un po’ troppo hosè per i gusti della ragazza. La schiena era praticamente nuda e poco vi mancava che si vedesse il sedere.
=Devo stare attenta a come mi muovo…= pensò Kagome.
Si allacciava dietro la schiena, come quello nero suo, e sul davanti era lasciato aperto, in modo tale che si vedesse l’attaccatura del seno. Il tutto proseguiva con una gonna lunga svasata anch’essa dotata di un piccolo spacco. Kagome uscì dal bagno, imbarazzata per quell’eccessiva mostranza del suo corpo. Inuyasha si alzò di scatto dal letto, a bocca aperta. Sul manichino che indossava quell’abito, il vestito era molto bello, ma indossato dalla sua Kagome lo era infinitamente volte di più. Aveva la gola secca e il fiato gli si stava accorciando.
“Non…non ti piace?” – azzardò Kagome, imbarazzata.
Inuyasha si inumidì le labbra e ingoiò pesantemente.
“Stai…stai benissimo…” – riuscì a dire lui.
“Non mi sento molto a mio agio vestita così…”
Inuyasha si avvicinò lentamente a lei, abbracciandola.
“Sei bellissima.” – Inuyasha fece scorrere il pollice sulla schiena nuda di lei, facendola rabbrividire.
“In-Inuy…” – non riuscì nemmeno a finire il suo nome.
Il mezzo demone le baciò le labbra e la prese per mano, scendendo con lei. Presero una scala secondaria, su richiesta di Kagome, che non voleva fare la figura della prima donna. Appena entrarono in sala, molti furono gli sguardi maschili che si soffermarono sul davanti e didietro della ragazza, facendola arrossire. Inuyasha e Kagome furono costretti a separarsi; Inuyasha aveva visto dei colleghi della sede americana che non vedeva da molto, mentre Kagome s’infilò nel gruppetto di Yumi ed Eri.

“Kagome! Sei uno splendore! Come stai?” – chiese Eri.
“Abbastanza bene e voi?”
“Tutto bene, grazie…dove hai pescato questo spettacolo di vestito?” – chiese Yumi.
Kagome divenne rossa.
“Non lo so…chiedetelo a Inuyasha.” – rispose Kagome, mentre sorseggiava il suo vino.
Yumi ed Eri la guardavano allibite.
“Cosa?!?!” – esclamarono in coro.
Kagome rideva, giusto per alleviare l’imbarazzo.
“Posso…posso chiedervi una cosa?” – chiese Kagome all’improvviso, facendosi seria.
“Dicci.” – le disse Eri.
“Ecco…che ne pensate?” – chiese Kagome.
“Eh…il vestito è molto bello…” – iniziò Yumi, ma Kagome scosse la testa.
“No, non il vestito…la storia tra me e Inuyasha…faccio bene secondo voi a mischiare privato e lavoro?”
“Se vuoi sentirti dire che non è giusto che tu te la faccia con il capo, ricevendo magari incarichi importanti, hai sbagliato persona. Se vuoi ti mando da Kikyo che…oh guarda…è appena uscita in terrazzo…se vuoi sentirti dire che la vita è la tua e che te la devi gestire come meglio credi, allora siamo qui.” – le disse Eri, sorridendo.
“Scherzi a parte, Kagome…” – continuò Yumi, che tra le due era quella più posata. – “…le voci maligne le troverai sempre. Personalmente, sono contenta che tu e Inuyasha stiate insieme, anche perché non l’ho mai visto così preso da una donna come lo è con te. Vi amate, state bene insieme e questo è tutto. E credo che tu sappia come mettere a tacere le male lingue…” – disse Yumi.
“Grazie…è molto importante per me, questo…” – disse Kagome, seriamente riconoscente.
“Adesso scusaci…ma ho visto due galletti che fanno al caso nostro. Vieni Yumi!” – disse Eri.
“Ma…Eri aspetta…ci vediamo Kagome!” – disse Yumi.
Kagome sorrise, mentre vedeva le sue due migliori amiche allontanarsi in cerca di due “prede”.
Si ricordò di quello che le aveva detto Eri e uscì in terrazzo e trovò l’obiettivo della sua ricerca seduta sulle scale.
“Ciao…” – disse Kagome, sedendosi vicino a lei.
“Ciao…” – le rispose Kikyo.
“Tutta sola? La festa è dentro.” – le disse Kagome.
Kikyo la guardò, sul depresso andante.
“Non sono molto in vena di festeggiare, stasera…” – rispose la ragazza, sorseggiando il suo vino.
“Come mai?”
Kikyo la guardò come a voler dire “evita queste domande inutili.” Kagome annuì con il capo, sapeva perfettamente perché Kikyo si trovava in quello stato d’animo.
“Scusami…posso chiederti una cosa?”
“Dimmi…” – disse la ragazza con un’alzata di spalle.
“So che ti può sembrare una domanda stupida, ma…perché ce l’hai tanto con me?”
“In effetti, è una domanda stupida…”
Kagome sospirò. Stava cercando in tutti i modi di allacciare un rapporto che si potesse definire umano, ma non c’era verso. Almeno con lei.
“Ok…senti, mi dispiace per quello che ti è successo. Mi dispiace che tu sia stata confinata in archivio fino a nuovo ordine, ma se invece di fare la furba, rubandomi il test, mi avessi chiesto una mano, ti avrei aiutata.” – disse Kagome, leggermente irritata per quel comportamento bambinesco.
“Da te non voglio proprio niente!” – disse sprezzante la ragazza.
Kagome si alzò. La conversazione era chiusa, così come lo era il tentativo di allacciare un rapporto con lei.
“Capisco…devo dedurre che tra me e te non ci potrà mai essere niente che vada oltre il rapporto di lavoro, immagino.”
“Immagini bene.”
“Perfetto. Allora rimanitene seduta qui, a bere vino, rimuginando sul fatto di quanto io sia stata stronza a portarti via l’uomo della tua vita. Ma giusto per la cronaca, io non ti ho portato via niente! Io e Inuyasha ci siamo trovati e ci siamo piaciuti. E se da me tu non volevi niente, mi dici perché mi hai sottratto il test?” – Kagome la lasciò lì da sola, come si meritava di stare. Lei ci aveva provato e nessuno poteva negarlo, ma se dall’altra parte non c’era una porta che si apriva cosa doveva farci? Continuare a sbatterci contro? Il sasso Kagome lo aveva gettato. Adesso spettava a Kikyo pensare se raccoglierlo.
Kagome era rientrata in sala; la festa era stata organizzata anche per darle modo di conoscere gli altri collaboratori che si vedevano una volta all’anno. Lasciò fuori in terrazza tutte le preoccupazioni e l’arrabbiatura dovuta all’inconcludente dialogo avuto con la sua collega. Si intrattenne con i vari ospiti, parlando di tutto tranne che di lavoro. Conobbe le mogli dei collaboratori di Inuyasha, trovandosi in sintonia con loro fin da subito. Ad un tratto lei e Inuyasha si trovarono vicini, tanto da potersi sfiorare. Inuyasha la presentò ai suoi amici come sua collaboratrice, nonché fidanzata. Ridevano e scherzavano, completando addirittura le frasi dell’altro.
Era una bellissima serata.






Piaciuto il capitolo?
Allora…ci tengo a precisare una cosa: la punizione di Kikyo. Forse molte di voi mi lanceranno maledizioni su maledizioni perché si aspettavano torture cinesi o roba simile. Invece ho preferito giocare d’astuzia. Per chi lavora in ufficio o che comunque ha a che fare con una ditta di enorme importanza, ho pensato che la suddetta ditta dovesse avere, di conseguenza, un archivio immenso. Dunque immaginatevi la scena: una stanza enorme, come quelle che si vedono nei telefilm polizieschi (Senza traccia…Cold Case…) pieni di armadi che contengono i nomi e le relative pratiche dei clienti, rifare tutto d’accapo, mettendo in ordine le cartelle e scrivere dettagliamente una relazione sul prossimo che avrebbe avuto la sfiga di capitare lì dentro. Ecco…io l’ho immaginato così: il lavoro di archiviazione è un lavoraccio, specie se non finisce più. La piccola Kikyo adesso ci penserà due volte prima di fare qualcosa di avventato o forse lo farà, ma cercherà di stare attenta…è una promessa la mia? Kikyo si farà avanti un’altra volta? Hehehe…forse sì o forse no…io intanto vi saluto e vi rimando alla prossima settimana dove entrerà in scena niente pupù di meno che il nostro Naraku. Che vorrà da Inuyasha? Ma soprattutto…cosa vorrà mai da Kikyo?
Spero di aver stuzzicato la vostra fantasia. Aspetto ipotesi a nastro!
Bacioni a tutti, callistas!

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Capitolo 9
*** 9 - Naraku ***


9 - Naraku O bedde! Grazie mille per essere arrivate fino a questo punto, se mi è concesso, clou della storia. Stare a dirvi che i vostri commenti sempre positivi su quello che faccio mi sembra così riduttivo, perché mi sembra di non ringraziarvi mai abbastanza. Comunque…un modo per ringraziarvi io ce l’avrei ed è quello di postare ogni volta un nuovo capitolo. Forse non sarà il massimo del ringraziamento, ma…visto che la storia vi piace così tanto, mi sembrava uno dei tanti modi.
Allora…signori e signore. Preparatevi perché entra in scena niente pupù di meno che Naraku. Chi è? Cosa vorrà da Inuyasha, ma soprattutto…da lei! Da quell’odiosa, putrefatta, bastarda…e chi più ne ha più ne metta, mummia cadaverica ambulante, battezzata con il nome di Kikyo?
Vi resta solamente leggere il capitolo per saperlo, ma…credo che prima continuerò a ringraziarvi singolarmente per i vostri bellissimi commenti! Scominciamo da…

Achaori: la mia bedda!! Sei stata in gita? Posso chiederti dove, se non sono troppo indiscreta?
Per il capitolo, io ti ringrazio, come sempre. Sei troppo buona con la mia povera persona e ti ringrazio ancora per il sostenimento (si dice così?).
Anche tu una fan sfegatata della ciabatta, a quanto vedo…mi sa che non esiste altro manga in cui il personaggio sia odiato tanto quanto lei. Porella…come non vorrei essere nei suoi panni! Però se è così c’è un motivo. Dai coraggio…oggi mi sento buona e voglio farti uno spoilerino piccolino, che spero possa farti vedere la mummia sotto un’altra luce. Dunque…cosa posso dirti per non farti capire tutto subito? Allora, se Kikyo è così è perché da piccola ha avuto qualche problema. Scherzi a parte…la ragazza ha dovuto sopportare delle situazioni particolari che l’hanno indotta ad essere così odiosa. Dunque…se leggerai questo capitolo ti verrà spiegato brevemente quello che ho cercato di non dirti io, scusa il gioco di parole. Bene! Eccoti l’aggiornamento e spero che ti piaccia come i precedenti.
Ti aspetto in fondo al capitolo, ciao ciao!

Inukag4ever: ç____________ç ti tolgono il computer? Mi dispiace tanto, ma non ti preoccupare. Io intanto vado avanti con la storia e credo che l’evolversi della situazione ti piacerà. Quando ritorni, spero tu voglia leggere gli aggiornamenti che ti sei persa e dirmi se ti sono piaciuti o meno.
Intanto ti saluto e dà un bacio di guarigione al tuo piccì!

Anjhela_kaggy_inuchan91: intanto…baci baci anche a te. Ti ringrazio per avermi fatta felice con questo commento. Sono putrefatta dalla gioia, nel sapere che la parte della dichiarazione di Inuyasha ti è piaciuta. Le malelingue ci saranno, anche se non darò tanto spazio ad esse. Ho preferito concentrarmi sulla relazione tra i due e la vicenda della HC, spero non sia un problema!
Che Kikyo ti faccia pena, beh…concordo. Dire di odiarla, forse, è sbagliato, perché non sarebbe corretto. Forse nella parte iniziale dove lei osteggia Kagome in tutti i modi, sì, ma lì, su quel balcone, ho sentito più pietà per lei che odio.
Bene! Mi sentivo di doverti questa piccola spiegazione e spero di vederti anche al prossimo.
Grazie mille e ci vediamo in fondo, ok?

Bellatrix_Indomita: uella bedda! Me contenta di rivederti! Ti ringrazio per l’aggettivo ^_^ sono sempre felice che qualcuno me lo dica così spudoratamente…lo so. Ha finalmente deciso cosa fare (e per il tocco di manzo concordo in pieno…). Ehm…prima della cena, dici?…Ehm…OH GUARDA! UNA VACCA CHE VOLA! Ah, no…è Kikyo…beh…si, insomma…ma non ti ha mai detto nessuno che sei curiosa? >.< Hihihi…comunque a te la fantasia di immaginarti dove potevano essere andati. Io non dico altro…per il vestito, forse si. Ammetto che è stata un’esagerazione, ma ti vorrei spiegare una cosa. Se la prima parte di tutta la storia l’ho scritta cercando di pensarci, riflettere, tagliare e cucire…dal momento in cui Inuyasha decide di dare un ricevimento a casa sua la mia mano è volata sulla tastiera e il mio cervello ha fatto tutto da solo. Non sono nemmeno stata lì più di tanto a pensare come farla. Ti chiedo scusa se può essere sembrata esagerata.
Sangue freddo? Spiegazioni? Ti riferisci per caso alle due critiche che ho ricevuto? Se sì…ti ringrazio. Ma sinceramente non sono un problema più di tanto. La trama, lo sviluppo e la caratterizzazione dei personaggi sono a discrezione di chi da loro la vita. Li ho voluti così e così rimarranno fino alla fine della storia.
*callistas si inchina fino a sfirorare il terreno con il naso* bedda? Ci vediamo in fondo al capitolo? Va che ti aspetto, ne?
Superbesitones!!!

Krikka86: figurati! Non so se hai visto il cartone pixar Cars. Sai che c’è una macchina che si chiama Cricchetto? È il mio personaggio preferito perché è di una simpatia unica. Non ti conosco, ma il tuo nome me la dice luuuuuuuuuuuuuuuunga…il mio? Il mio l’ho preso da una puntata di Hercules, dove c’è una ragazza che si chiama Callista. Volevo chiamarmi come lei, ma purtroppo c’era già e l’unica alternativa decente era callistas, con la “s” finale. Lo so…è alquanto infantile come motivazione, ma anche perché non sapevo come chiamarmi.
Perdono.
Meno male…almeno sai cosa si prova a dover sistemare un archivio di quelle dimensioni…
Però il seguito ti è piaciuto, eh? Anch’io pensavo di farli andare avanti per un po’, facendoli allontanare e magari con Kikyo che, visto il momento di debolezza di Inuyasha ne approfitta e gli salta addosso, ma poi mi son detta “callistas, ma tu ci tieni alla vita?” e io mi sono risposta “ma certo! Che domande…” “ecco…non fare la stronzetta…” e fu lì che capii che se avessi pensato di attuare una cosa simile, avrei detto addio a questo mondo, MA!…passiamo oltre…Naraku…beh…se vuoi saperlo, Naraku è…presente in questo capitolo e per saperlo (ti basteranno poche righe) dovrai leggere. Non vedo l’ora di vedere la tua faccia quando vedrai chi è Naraku!
*callistas ride sadicamente* alla prossima, bedda!

Mikamey: bedda beddissima!!! Tutte fantastiche? O.o non è che stai esagerando, ma più che altro…non è che hai sbagliato storia? ç_ç *callistas piange lacrime amare su questa probabilità*
La nostra piccola mummietta evidentemente non sapeva che giocando con il fuoco si rischia di scottarsi e lei per poco non ci ha rimesso tutto il braccio.
Sono contenta che quella parte ti sia piaciuta. Ci ho impiegato un pochino per cercare di renderla più drammatica possibile e, mi sembra, di esserci riuscita *callistas salta come una deficiente* addirittura tre volte prima di continuare? Sai che a me capita invece con i tuoi di capitoli? Devo sempre rileggerli perché mi sembra un sacrilegio leggerli solo una volta. Comunque sì…dalla tua reazione, mi è sembrato di capire che ti piacesse…
Anche il party ti è piaciuto? Lo so…la chiacchierata con Kikyo è finita, ma ne siamo veramente sicuri? Oh, cazzeruola…ho fatto uno spoilerino ino ino o…
Comunque l’importante è che la recensione ti sia arrivata. Non so come mai il computer mi abbia fatto quello scherzetto infame e per il fatto di andare a capo, beh…non importa. Mi arrangerò.
Comunque l’importante è che Rin non stia così per colpa di quel lupetto. Inutile dire che aspetto il prossimo aggiornamento con ansia…
Besitones e alla prossima!

Monik: super gnocca! Come stai? Spero che gli spasmi ti siano passati. Capitolo formidabile? Davvero? *callistas è in preda a degli spasmi* io ti ringrazio per tutti questi complimenti *callistas non vede l’ora di farne altrettanti a te con nuove storie* e ti aspetto in fondo al chappy.
Tanti bacioni!

Inukag4ever: sono contenta che la storia ti piaccia. Fa sempre un immensamente piacere sentirselo dire…scrivere. Ami le ficcy complicate? Buono a sapersi, no perché…casualmente…ne ho una pronta per la pubblicazione. È un continuo “ingropparsi” di vite e della trama. Ma la pubblicherò quando sarà veramente pronta. Comunque sì…per tua immensa sfiga potrai leggere altre mie storie.
Sono contenta di vedere che la “scena”ta ti sia piaciuta.
Ti stai preparando per una ficcy? Sono veramente contenta! E non ti preoccupare se ti fai un po’ di pubblicità! Non hai mica ammazzato nessuno? (me si…ma dalla curiosità, però…) Grazie di esistere? A me? No bedda! Grazie a te di esistere, perché se non ci fossero le persone come te, gli “scrittori” come me andrebbero in fallimento.
Ciao ciao beddina! Ti aspetto in fondo al chappy.

Mary_loveloveManga: basita. Ecco come mi sono sentita quando ho visto la chilometricità del tuo commento. E mi sono detta “ma riuscirò a rispondere a tutto?” La risposta? “sì. Riuscirò a rispondere a tutto…alla faccia tua…”
BEDDA-CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANN!! Stai bene? Sono sempre contenta di leggere i tuoi commenti…commentoni.
Comunque lo immaginavo. Sapevo che per Kikyo avresti preteso se non la morte immediata almeno un massacro con i fiocchi, ma la colpa è TUA! Ti avevo chiesto di prestarmi Ombra e non hai voluto! Ecco, ti stà bene…così impari…Inuyasha più arrabbiato? Io non direi…hai presente quando ricevi una bella notizia che supera di gran lunga quella brutta e pensi che non ci sarà mai niente  o nessuno che ti potrà rovinare quel momento di contentezza? Ecco, io la vedevo così. Inuyasha era talmente contento di sapere che Kagome aveva vinto quel test che l’arrabbiatura con Kikyo gli sembrava una perdita di tempo, già sprecato una mezza giornata durante la prima riunione.
Non capisci Kikyo? Bene…vedrò di spiegarti come la vedevo io. Kikyo è una di quelle persone che non sanno guardare oltre il proprio naso. Premesso questo, la mummia crede che se lei è innamorata di Inuyasha allora anche Inuyasha lo è di lei. Vede Kagome come una rivale, anche se in realtà la rivalità non c’è, per il semplice motivo che Inuyasha non è il solito eterno indeciso, anzi. Ha dimostrato (perché IO ho voluto…hihihi…) di aver scelto fin da subito Kagome e Kikyo ha pensato subito di entrare in competizione con la ragazza, cercando di ostacolarla in ogni modo. Comunque sì…mi piacerebbe che diventassero amiche, ma sai com’è fatta Kikyo…
La HC. Bella domanda mi hai fatto…dunque…Kagome è partita dalla semplice analisi dell’acqua degli Hizumo e ha scoperto che dentro c’era tanta m…a da far paura. Ora, se la casa degli Hizumo era così contaminata, cosa faceva supporre che la casa degli altri abitanti non lo fosse? Si faranno ricerche, riunioni e quanto altro possa essere utile per mandare, ovviamente, i responsabili in prigione.
Inu e Kagome. Sapevo che eri contenta, ma giudicarla addirittura perfetta…non è che stai esagerando? Ma no, dai…è stata più che perfetta *me modesta*. Kagome si è finalmente decisa a farsi aiutare da Inuyasha in questa nuova avventura, cercando di non prestare fede ai pettegolezzi dell’ufficio, per il semplice motivo che si trattava di lei e Inuyasha, non di loro e l’ufficio, quindi…se gli altri colleghi hanno qualcosa da dire che si infilino la lingua…ma a proposito…*callistas devia all’ultimo il discorso*
Speravo che quella scena ti piacesse e comunque…la serata non è ancora finita, anzi…deve ancora cominciare.
Naraku? Bedda…mi sembra che con la scusa che io sia tua madre, pretendi un po’ troppi spoilerini da me…non ti allargare, eh? *me bastarda* comunque sappi che Naraku fa parte dei…
Ci sentiamo su msn, ok? Ciao beddissima! Quattromila quatrigliardi di besitones!

Fmi89: ciao cara! Sono contenta di vedere che ti è piaciuto. Più o meno era quello che desideravano tutte in questa storia. Un bacio e spero di vederti presto!

Kagome19: Finalmente cosa? aaaaahhhh che si sono decisi, dici? Sono contenta che quella parte ti sia piaciuta e sì…Kikyo è proprio una bastarda con i fiocchi. Ma hai ragione. Stavolta non si faranno dividere da lei, manco cascasse il mondo! Ti aspetto in fondo al capitolo, ok? Tanti besitones!

Vale728: no dai…non piangere. C-che…alt-altrime-nti…pian-g-go…anch-ch’iooooooo….buaaaaaaaaaaaaa!!!! Ok, passato tutto *callistas soffre di doppia personalità* Hai proprio ragione. Kagone non può sapere cosa le riserverà il futuro, ma se non si fosse buttata, avrebbe perso taaaaaaaaaaaaaaaaaaaante cose belle.
Dunque tu pensi che Naraku sia il cattivo. Bene, tra poco vedremo se ci hai imbroccato. Comunque no, stavolta non li ho messi, perché mi sembrava di aver dato fondo alle mie energie con solo Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku che non me la sono sentita proprio di aggiungere anche loro, ma tranquilla…ho ficcy in sospeso con Miro e Sango che non vedono l’ora di vedere il sito.
Io ti ringrazio per tutti questi complimenti e spero di poterti vedere al prossimo capitolo!
Besitones!

Le_montagnine: bedde? Beddissime? Dunque vedo che vi siete scervellate su Naraku, dipingendolo come un cattivo. Forse non chiederà a Kikyo di rubare per lui un fascicolo, ma forse di cancellare tutto quello che lo studio di Inuyasha ha trovato sulla HC in tutto quel tempo. E Kikyo, brava com’è a distruggere tutto quello che tocca, non farà nessuna fatica a farlo. Beh…leggendo questo capitolo vedrete se ci avete imbroccato.
Comunque grazie per tutti questi complimenti. Isa? All’ospedale ti lasciano mangiare i cioccolatini? ^^
Vi aspetto in fondo al capitolo!





Bedde? Arriva Naraku!…




IO E IL MIO CAPO        NARAKU


Kikyo era ancora seduta sulle scale di fuori a pensare alle parole di Kagome.
“E per la cronaca, io non ti ho portato via niente! Io e Inuyasha ci siamo trovati e ci siamo piaciuti. E se da me non volevi niente, perché allora mi hai sottratto il test?”
Quelle parole le rimbombavano nella testa come maledettamente vere. Aveva disprezzato Kagome fin da subito, ma appena la situazione glielo ha permesso, si era approfittata del suo lavoro per poter stare con Inuyasha. Guardò il bicchiere ormai vuoto, vuoto come la sua vita.
Però…Kikyo sbuffò. Odiava ammettere a sé stessa che da quando quella ragazza era arrivata in ufficio Inuyasha era più disponibile con il personale, si lasciava andare di più, ma soprattutto…soprattutto i suoi occhi brillavano quando parlava con Kagome.
Con lei? Oh…con lei erano solo richieste, quasi ordini. Certo…non dubitava che Inuyasha la ritenesse un ottimo aiuto nelle cause, ma lei era stata sempre e solo questo.
Un aiuto e niente più.
Kagome? Beh, lei non aveva una laurea in giurisprudenza, ma a Inuyasha non importava. Importava solo di lei.
Poggiò stancamente il viso sul palmo della mano e con la mente andò al giorno in cui vide Inuyasha per la prima volta.

INIZIO FLASH

Era inverno e Kikyo aveva finito da sei mesi l’università ed era in cerca di lavoro. Spedì curriculum a destra e a manca finchè qualcuno non rispose: la NoTaisho & Partners. Venne convocata per un colloquio di lavoro indetto proprio da Inuyasha che stava cercando collaboratori per iniziare la sua attività. Lui era già un avvocato molto famoso che aveva appena aperto quella sede a Tokyo e stava cercando del personale. Assunse Kikyo immediatamente perché la sua conoscenza in legge era molto buona. Con un po’ di allenamento sarebbe diventata un ottimo avvocato. Iniziò così il suo apprendistato, partendo come tutti dalla gavetta. Questo era un modo per Inuyasha di verificare l’umiltà di un potenziale collaboratore. Riordinò l’archivio, iniziò con il fare le fotocopie e portare il caffè…tutte cose che, all’apparenza, potevano sembrare più un sopruso che un lavoro. Kikyo si era subito innamorata di Inuyasha, del suo successo, della sua prestanza, del suo sangue freddo in ogni situazione…

FINE FLASH

Sorrise, perché una parte di lei, quella che in molti credevano non esistesse, sapeva che era così, che la ragazza non era innamorata di Inuyasha per quello che era dentro, ma solamente per quello che trasmetteva: forza e potere.
Ma tutto questo aveva una sua base passata: i suoi genitori non la apprezzavano, né come figlia, né come avvocato. Avrebbero voluto avere un maschio, ma era arrivata lei. Si era impegnata a fondo per essere sempre la migliore e per arrivare dov’era, sacrificando amori e amicizie, ma non bastava mai. Ora la domanda era una sola e molto semplice: doveva continuare a buttare via la sua vita in quel modo?
Consia del fatto di aver sprecato metà della sua vita a correre dietro ad un uomo al quale lei non piaceva e che a lei stessa, in soldoni, non piaceva, iniziò a ridere, coprendosi gli occhi perché il troppo ridere la stava facendo piangere.
“Ma va a quel paese…” – si disse Kikyo, sempre ridendo.
“Ah, ti ringrazio…”
La ragazza smise immediatamente di ridere, guardandosi intorno. Alzò la testa finchè non vide…
“Oh-mio-Dio…” – disse Kikyo, allibita per la figuraccia che aveva fatto.
“Tranquilla, non sono dio, solo Naraku Ayuara.” – disse lui sedendosi sul gradino, vicino a Kikyo.
La ragazza si spostò leggermente, ma arrivò a toccare la parete con le spalle. Imbarazzata, sorrise per alleviare la tensione.
“Kikyo, giusto?” – chiese lui per cercare di intavolare una discussione.
“S-sì…”

Naraku Ayuara, direttore della NoTaisho & Partners della sede di Londra, aveva raggiunto quella carica grazie alla sua faccia tosta, in senso buono, e alle sue conoscenze in fatto di giurisprudenza. Se poi ci aggiungiamo che tutte le cause alle quali aveva partecipato erano state vinte senza possibilità di appello, era logico pensare che Inuyasha volesse con sé un simile collaboratore. Lo aveva spedito nella capitale della Gran Bretagna per dirigere l’allora nuova sede ed erano già sei anni che stava lì. Era un uomo molto bello, capelli neri e lunghi, un po’ mossi, occhi rossi e labbra sottili, come se fossero state disegnate. Se poi ci aggiungiamo anche che emana il fascino del bel tenebroso, risultava essere l’uomo perfetto.

“Ti ho visto sola soletta e ho pensato di farti compagnia. Disturbo?” – chiese lui con un bellissimo sorriso.
“N-no, no…figurati. Ah…grazie…” – disse Kikyo, accettando il bicchiere che Naraku le aveva offerto.
“Dato che prima stavi ridendo come una pazza, a cosa brindiamo?”
Kikyo divenne bordeaux, ripromettendosi di bere solo ed esclusivamente se sarebbe stata completamente sola, ma si riprese subito.
“Alla mia stupidità e, oso dire, immensa stupidità!”
Naraku la guardò un po’ stupito, ma accettò il brindisi.
“Alla tua, allora…” – disse il ragazzo.
“Cin…”
I due fecero toccare i bicchieri bevvero tutto d’un sorso. Rimasero a parlare del più e del meno, scoprendo che avevano in comune molte cose. Era ormai passata la mezza notte e Kikyo doveva rientrare a casa.
“Per me è arrivata l’ora di tornare a casa…” – disse la ragazza alzandosi, ma un capogiro la colse e se non ci fossero state le forti braccia di Naraku a sorreggerla, sarebbe ruzzolata per le scale.
“Attenta!” – istintivamente l’uomo l’attrasse verso il suo petto.
Kikyo era un po’ brilla, nulla di eccessivo, ma il vino di quella sera le aveva dato alla testa.
“G-grazie…” – Kikyo si sorresse la testa, cercando di riacquistare un po’ di equilibrio. Una volta acquisito un po’ di stabilità, si staccò da quel pericoloso abbraccio. – “A-adesso devo andare…grazie comunque…”
“Hai intenzione di metterti al volante in queste condizioni? Non se ne parla nemmeno! Ti riaccompagno a casa!” – disse l’uomo senza badare alle proteste della ragazza.
“Ma…no…non ti disturbare…sono solo pochi chilometri…” – tentò Kikyo.
Naraku la teneva per la vita, anche perché il suo equilibrio non era del tutto tornato.
“Ok…” – Naraku lasciò la presa e Kikyo, che non ancora del tutto stabile, stava per cadere, ma di nuovo lui la prese in estremis. Lo guardò tra l’arrabbiato e il riconoscente. – “…adesso vogliamo andare?”
La ragazza annuì con la testa gonfia come un pallone, mentre si sorreggeva al corpo statuario di Naraku. Entrarono nella sala, ormai quasi vuota e si diressero da Inuyasha.




“Oh, Naraku…già te ne vai? Kikyo ti senti bene?” – chiese Inuyasha preoccupato.
“S-sì, sì…”
“E’ un po’ brilla e non mi fido a lasciarla andare da sola in macchina…” – si giustificò l’uomo con uno strano bagliore negli occhi.
“Ok…”
Kikyo percepiva tutto ovattato, le frasi le arrivavano scollegate e, per questo, senza senso.
I due uscirono abbracciati, dando adito a pettegolezzi vari. Kikyo non era del tutto partita e aveva la mente ancora sana quel tanto da poter notare gli sguardi curiosi e maliziosi dei suoi colleghi.
=Staranno pensando che ci andrò a letto…=
E in quel momento le venne in mente Kagome e  tutte le volte che l’aveva beccata nell’ufficio di Inuyasha, un po’ agitata, per quello che sicuramente il mezzo demone le aveva fatto. Si ricordò anche di un discorso al quale Kikyo non aveva dato molto peso. Kagome stava parlando con Yumi ed Eri che le stavano dicendo che non si doveva preoccupare e che non tutti avrebbero visto di buon occhio la cosa, ma che se Kagome ci teneva veramente allora doveva preoccuparsi che la sua storia proseguisse bene, incurante delle male lingue. Sospirò, capendo solo allora cose le avesse voluto dire Kagome quella sera.
Fortunatamente il giorno successivo non si sarebbe lavorato perché era sabato, così avrebbe avuto tutto il tempo di riprendersi.




Erano arrivati a casa della ragazza e Naraku l’aveva aiutata ad entrare, facendola sedere sul divano in salotto.
“Eccoci qui…come ti senti?” – chiese Naraku.
Kikyo si teneva la testa con le mani.
“Insomma…gira tutto…spegneresti la luce per favore? Sto diventando cieca…”
Naraku rise, provocando nella ragazza alcuni brividi. Come ultima cosa, lo vide togliersi la giacca e appoggiarla su una sedia. Kikyo si tolse le scarpe e mise le gambe sul divano. Aveva scelto un vestito bianco abbastanza corto, per fare colpo sul suo capo, ma evidentemente lo aveva fatto su qualcun altro. L’assenza di luce la stava aiutando, il mal di testa stava lentamente scemando. Ad un tratto sentì qualcosa di caldo poggiarsi nell’incavo del collo e come un buco aprirsi nello stomaco. Scoperto cos’era, tentò la resistenza, ma Naraku era evidentemente più forte.
E meno brillo.
“Naraku…fermati…” – Kikyo stava scivolando sul divano, aiutata anche dal peso del corpo di lui. Le teneva fermi i polsi, impedendole la fuga.
“Ne sei sicura?” – chiese lui mentre, lasciatole un polso, le abbassava una spallina del vestito.
Kikyo, pur avendo un braccio libero, non fece nulla. Lasciò che Naraku vagasse per il suo corpo, bruciandolo. Le abbassò la cerniera sul fianco destro e abbassò anche l’altra spallina. Le sfilò il vestito, lasciandola in intimo; con la mano sinistra si sorreggeva, mentre con la destra le accarezzava la pelle del ventre e del collo. Sentì il suo respiro farsi più pesante per il piacere, finchè non sentì le mani di lei sbottonargli la camicia.
Molto lentamente.
Quando anche l’ultimo bottone uscì dalla sua sede, Naraku se la tolse in malo modo, mentre le mani di lei percorrevano maliziose e sconsiderate ogni centimetro del suo torace. Arrivata alla cintura dei pantaloni, sembrò esitare. Naraku attese pazientemente che gliela slacciasse…e infatti dopo poco sentì la cinghia allentarsi. Gli sbottonò il bottone e fece scivolare la zip del pantalone, sfiorando la sua dura virilità. Indugiò parecchio su quel punto, sentendo il calore che emanava. Lo aiutò a sfilarsi i pantaloni e lo lasciò in intimo. Naraku si abbassò e la baciò dappertutto…collo, clavicole, bocca, seni…la sentiva sospirare e inarcare la schiena per il piacere. Senza indugiare ulteriormente, le sfilò lo slip, rimanendo lui stesso in boxer. Si tolse anche lui quell’ultimo impiccio e tornò a sovrastarla con il suo corpo. Ora Kikyo, che aveva abituato gli occhi all’oscurità, poteva vederlo.
Un dio greco.
Maestoso e fiero come poteva essere solamente un dio della mitologia che sapeva di incarnare la perfezione. La ragazza gli aveva passato le braccia attorno al collo e lo aveva attirato a sé. Si baciarono con foga fin quando lui non decise che voleva averla. Le sfiorò la sua femminilità che la portò ad aprirsi, permettendogli di amarla completamente. Fecero l’amore tutta la notte finchè, sfiniti, si addormentarono sul divano con lui che la teneva saldamente per la vita.
L’ultimo pensiero di Kikyo prima di addormentarsi fu che non si era mai sentita così bene come in quel momento.
Da allora in poi, solo il buio dell’abbraccio di Morfeo.




“…beh Inuyasha, per me è venuto il momento di tornare a casa. Ho l’aereo domani mattina alle sette e devo essere in aereoporto alle cinque per il check-in.”
“Capisco…mi spiace solo che non ti sia potuto trattenere di più. La prossima volta organizzati meglio e fermarti un po’ di più, Shippo.”
“Dai, vedrò come organizzarmi…Kagome, è stato un piacere conoscerti.”
“Il piacere è stato tutto mio Shippo. Fa buon viaggio.”
Shippo Kitsune, era il vice direttore della NoTaisho a Los Angeles. Nonostante i numerosi impegni, era riuscito a partecipare a quell’incontro voluto da Inuyasha per poter rivederlo e rivedere i vecchi colleghi.
Ora, la casa era finalmente vuota.
Inuyasha guardava Kagome con desiderio, mentre lei faceva lo stesso.
“Sono le due del mattino…per fortuna che domani non si lavora…” – fece notare la ragazza.
Inuyasha l’abbracciò e la baciò.
“Resta con me, stanotte…” – le disse lui, mentre le stuzzicava il lobo dell’orecchio.
Kagome infossò la sua faccia nell’incavo del collo di lui, un po’ per il piacere, un po’ per il solletico.
“Speravo me lo chiedessi…” – rispose lei con voce roca. Si guardarono negli occhi e insieme salirono le scale che conducevano alle camere da letto.

Inuyasha la fece accomodare all’interno. Chiuse la porta e arrivò alle spalle della ragazza che allacciò le sue braccia dietro al collo di lui. Il mezzo demone le inondò il collo di baci e Kagome appoggiò la testa sul petto di Inuyasha, godendo per quel contatto. Ad un certo punto la girò, trovandosela davanti più bella che mai. Il respiro si era accorciato e le guance erano arrossate.
“Sei bellissima…” – disse prima di slacciarle il nodo dietro al collo con un gesto deciso, facendo scivolare il vestito a terra.
Kagome rimase coperta solo da uno slip di pizzo bianco. Allora anche lei iniziò a spogliare Inuyasha. Tra poco avrebbe finalmente scoperto quanto calda fosse la sua pelle. La portò in braccio fino al letto, ve la depose sopra come se fosse stato un fiore raro e le sfilò lo slip. Anche lui si tolse i boxer e finalmente poterono concretizzare il loro amore.
Si amarono tutta la notte, non avendone mai abbastanza l’uno dell’altro. Sfiniti per i numerosi amplessi, si addormentarono abbracciati senza possibilità di fuga.




Erano le dieci del mattino e Kikyo aprì un occhio, infastidito da un raggio di sole che entrava nel salotto. Aveva una leggera emicrania, dovuta all’alcol della sera prima. Sentì leggermente freddo e si scoprì tutta nuda. Arrossì di botto e ricordò anche il post serata. Lei era…era andata a letto con Naraku Ayuara. Ma…a proposito di Naraku…
=Ma dov’è?= subito le vennero in mente le ipotesi più brutte, a partire da quella che lui se ne fosse approfittato, vedendola in quello stato di semi-ebrezza. Stava per iniziare a piangere, quando sentì la porta aprirsi. Kikyo chiuse istintivamente gli occhi per la troppa luce e quando mise a fuoco, vide Naraku, vestito come la sera prima con in mano un sacchetto.
“Buon giorno, raggio di sole…” – la salutò lui.
Kikyo diventò ancora più rossa per quell’appellativo, ma questo non le impedì di correre semi piangente tra le sue braccia, incurante della sua nudità. Naraku rimase molto sorpreso per quel gesto, ma soprattutto per quelle lacrime. – “Ehi…che succede?”
“P-pensavo…te ne fossi andato…”
Naraku sorrise. La sua Kikyo…non era cambiata per niente…
“Sono solo uscito per prendere la colazione…dai vieni…” – Naraku l’accompagnò al divano e le mise addosso la coperta. – “Tieni…crema, giusto?”
Kikyo lo guardò stranita. E lui come faceva a saperlo?
“Ma, come…”
“So molte cose di te…a partire dal fatto che dall’ultima volta che ti ho visto sei cresciuta molto…e molto bene, oserei dire.” – disse Naraku, squadrandole il corpo con sfacciataggine.
“Ehi! Ehi…ultima volta? Quando?” – chiese lei che non si ricordava di averlo mai visto, se non di sfuggita durante le riunioni con Inuyasha.
“Cinque anni fa. Inuyasha stava lavorando ad un caso di frode fiscale e aveva chiesto il mio aiuto. Mi fermai da voi per sei mesi.”
Kikyo sgranò gli occhi tutto d’un colpo.
“Vedo che adesso ti ricordi…” – disse lui, mangiando il suo cornetto.
“Che figura…” – ammise Kikyo, imbarazzata a morte.
“So che ti piacciono le cucine tipiche dei vari paesi, adori il rosso come colore, se potessi ti affogheresti nella pizza, ma non puoi perché sei allergica al glutine. Odi il gelato perché è troppo dolce, infatti l’unico gusto che accetti è quello allo yogurth magro…come fai a mangiare una roba simile non lo so…” – a mano a mano che Naraku le elencava le sue preferenze Kikyo apriva la bocca fino ad arrivare ad averla spalancata. Lui si mangiava tranquillamente il suo cornetto come se nulla fosse, lasciando la ragazza in preda ad una confusione tale che avrebbe dovuto faticare un bel po’ per sbrogliarla. – “…comunque…ti piacciono i regali, ma purtroppo non ne ricevi molti e, qui concludo altrimenti non finisco più, sei innamorata di Inuyasha.”
Per Kikyo, quell’ultima frase, fu peggio di una badilata in faccia. Lei doveva ancora iniziare a mangiare il suo cornetto.
“Ma…come fai a sapere tutte queste cose?” – chiese lei allibita.
“Perché sono cinque anni che sono innamorato di te.” – disse lui con disarmante semplicità.
A Kikyo cadde di mano la colazione.
“CHE COSA?!?!?!” – esclamò con tutta la voce di cui era in possesso. Era scattata in piedi, con il risultato che la coperta le era caduta e il suo corpo era alla mercè dello sguardo di Naraku.
“Lo dicevo che eri cresciuta bene…” – disse lui con tono saccente.
Kikyo si guardò e arrossì fino alla punta dei piedi. Prese la coperta e si coprì come meglio poteva.
“M-ma…non me ne sono mai accorta!” – ammise lei allibita.
“Per forza…eri e sei completamente presa da Inuyasha!” – disse lui con una punta di rabbia nella voce.
Kikyo la colse e iniziò a sorridere, mandandolo in tilt.
“Perché ridi?”
Esattamente come la sera precedente, Kikyo iniziò a ridere come una pazza, arrivando sino a piangere.
“Perché…” – ma Kikyo non ce la faceva a smettere. – “…è lo stesso…motivo…per il quale…ridevo…ieri sera…” – si sedette pesantemente sul divano, tenendosi la pancia per il male.
“Perché ridi?” – insistette lui.
Kikyo prese vari respiri finchè non si calmò. Il viso però era ancora rosso e gli occhi lucidi.
“Perché mi sono resa conto che non ho mai amato Inuyasha.” – ammise lei riprendendo a ridere.
Naraku ci rimase secco. Ecco una cosa che non sapeva…
“P-puoi ripetere?” – chiese sconvolto.
Kikyo smise di ridere, nonostante i suoi occhi facessero l’esatto opposto.
“Non ho mai amato Inuyasha. Ho perso i migliori anni della mia vita a correre dietro un uomo che non amavo. Per quello mi sono mandata a quel paese ieri sera. Poi sei arrivato tu e…” – Kikyo non continuò.
“E…?” – chiese Naraku col cuore in gola.
“…e per la prima volta…sono stata bene con un uomo che non fosse lui.”
Naraku la guardò, incredulo per quelle parole. E bisognava far passare per forza cinque anni per arrivare a quella conclusione? Beh…evidentemente sì. Si avvicinò a lei e la baciò, sentendola rispondere con altrettanta passione a quel bacio. Quando si staccarono, però, la realtà le piombò addosso come un missile.
“Che c’è?” – chiese notando il suo sguardo cupo.
“Niente…volevo solo…ehm…volevo solo sapere quando riparti…” – domandò senza guardarlo negli occhi.
“E’ questo che ti preoccupa?” – chiese lui, speranzoso.
Kikyo annuì, riluttante nel mostrarsi debole davanti agli altri.
“Resto, se vuoi.” – disse lui baciandole delicatamente le labbra.
Kikyo sgranò gli occhi. In tutta la sua vita, aveva dovuto tirar fuori le unghie e i denti per cavarsela e adesso aveva davanti a sé un uomo che l’amava da cinque anni e che non le aveva mai detto niente e adesso saltava fuori che avrebbe rinunciato al suo studio per stare con lei?
Cos’è? Il mondo stava iniziando a girare al contrario?
“No…non posso permetterlo…hai uno studio da dirigere a Londra e Inuyasha si arrabbierebbe se ti allontanassi da lì. No, è fuori discussione!” – disse Kikyo alzandosi.
Lui la seguì.
“Trovi tanto strano il fatto che voglia stare qui con te?”
“Sì!” – rispose lei senza tanti peli sulla lingua.
Naraku ci era rimasto un po’ male.
“Naraku…fin dalle scuole medie ho sempre dovuto arrangiarmi…i miei non c’erano mai…erano sempre in giro per lavoro e io ero costretta a stare da sola in casa. Quando tornavano la prima cosa che facevano era controllare che la casa fosse in ordine, altrimenti chi le sentiva le urla e le sberle? Alle superiori ho sempre dovuto essere la prima della classe, solo per avere uno stentato “brava, ma potevi fare di meglio” da parte dei miei genitori. Sono odiosa, sul lavoro nessuno mi sopporta. Credimi se ti dico che per me è strano vedere un uomo che rinucerebbe alla sua carica solo per stare con me.”
Naraku l’abbracciò. Era molto turbato per quello che gli aveva detto Kikyo, finchè un’idea non gli balenò in mente.
“Allora vieni tu con me, a Londra.”
Kikyo lo guardò a occhi sgranati.
“Io? A Londra?”
“Si…mi renderesti l’uomo più felice di questo mondo…” – ammise lui senza problemi.
“Ma…come faccio? Il lavoro…”
“Parlerò io con Inuyasha, non ti preoccupare…”
Kikyo lo guardò, mentre un accenno di sorriso le delineò le labbra.
“E’…è un sì?” – chiese lui, temendo di aver capito male.
“Sì…” – disse lei timidamente.
Naraku la prese in braccio e la baciò. Era sabato e sarebbero potuti rimanere a letto o uscire insieme.
Ma la decisione sarebbe stata tutta loro.
Decisero di uscire. Dopo una doccia veloce, Naraku portò Kikyo a passeggio per il centro, le comprò da vestire e la portò fuori a pranzo. La ragazza era parecchio imbarazzata, non essendo abituata a ricevere tutti quei regali e quelle attenzioni. Passarono un sabato meraviglioso e, per la prima volta in vita sua, Kikyo sorrise felice.









Allora?
Cosa ne pensate di Naraku? Vi ho stupite o ve lo aspettavate? Su, su…esprimetevi senza timore.
Allora…Narakuccio fa parte dei buoni. Ora che Kikyo (veloce come un siluro) si è resa conto che forse Naraku è quello giusto per lei (banderuola la ragazza, non trovate?) cosa farà? Oh, beh…lei ha accettato di andare a Londra, ma Inuyasha? La lascierà andar via e ricostruirsi una nuova vita fatta magari di amici?
Io vi rimando al prossimo capitolo dove ci sarà la richiesta di Naraku a Inuyasha.
Tanti, tanti, tanti…besitones!!!
Callistas.

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Capitolo 10
*** 10 - Un'uscita a quattro ***


10 - Un'uscita a quattro A riciao un’altra volta.
Dire che mi dispiace per il ritardo è dire poco…ho trascorso Pasqua e Pasquetta a Trieste da una mia zia. Mi sono divertita, ma sapere di dover star lontana dagli aggiornamenti e dal commentare mi ha leggermente rovinato la vacanza.
Ma bando alle ciance…vedo che Naraku e Kikyo vi sono piaciuti! Mi fa piacere! Dunque…cosa posso dirvi se non grazie? Vi adoro tutte! Dalla prima all’ultima. Siete fantastiche!
Cosa succederà adesso? Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku sono finiti a letto insieme…naaaa…non mi piace detto così. Riformulo: Inuyasha, Kagome, Kikyo e Naraku si sono finalmente dichiarati il proprio amore e hanno trascorso una notte insieme, lasciando libera la loro passione. Ecco, sì…va già meglio…ma oggi che succederà?
Ma non dilunghiamoci in parole inutili. Io credo che vogliate leggere il seguito della storia e quindi eccovi accontentate. Ma come al solito…RINGRAZIAMENTI!

Mary_loveloveManga: bedda beddissima! Finalmente ti rivedo! Come sono contenta! Per il commento sai che non devi aver nessun problema se è corto. Mi basta un “mi è piaciuto” e sono contenta. Ma più che altro sono contenta di risentirti. Allora…io ti lascio a questo capitolo e spero di poterti rivedere presto su msn che ormai sta facendo la muffffa.
Un besito grande grande!
La tua mamma…

Anjhela_kaggy_inuchan91: ciao bedda! Sono contenta che questo piccolo diversivo ti sia piaciuto, ma non credere che continuerò su questa linea. I miei adorati rimangono sempre Inuyasha e Kagome che in questo capitolo incontreranno proprio Kikyo e Naraku. Cosa succederà?
Beh…io ti lascio leggere e aspetto con ansia il tuo prossimo commento.
Baci baci!

Mikamey: ecco…adesso so come stupirti. Però è stato carino con quella confessione, o no? Fatto male? Io direi che ha resuscitato una mummia dal suo stato di decomposizione sessuale, che ne dici? Un po’ di attività motoria orizzontale, come dice una mia amica, non uccide…semmai resuscita! Sono contenta che la parte di Kikyo ti sia piaciuta. Te la fa odiare un po’ meno la mia visione?
E hai toccato un tasto dolente…credi veramente che Inuyasha le darà il permesso di andare via? Nel senso…perché Inuyasha vorrebbe lasciare Kikyo? Io andrei a rileggermi il trafiletto del flash back del capitolo 9 dove Kikyo aveva appena trovato posto da Inuyasha…io non dico altro, ma sappi che non sarà in questo capitolo che troverai la risposta alla domanda che mi hai fatto.
Felice di averti lasciato l’amaro in bocca…ci vediamo in fondo, ok? Un bacione abnorme e un tvtttb anche a tu!

Bellatrix_Indomita: più o meno, sì…però non gli ovetti da supermercato, ma quelli di pasqua, belli grandi! So che il binomio Naraku-buono fa uno strano effetto e anch’io facevo una fatica bestia a scrivere una parte per lui che non implicasse complotti o vendette, ma mi sembra che sia risultato tutto abbastanza scorrevole, che ne dici?
Applausi? Ho le chiappe rosse per la vergogna…comunque grazie mille beddissima! Guarda che ti dimentichi della Hakudoshi’s Company…quello più che cattivi sono bastardi, infami e…cattivi. Diciamo che in questa storia non c’è un cattivo in particolare. Sarà tutta l’azienda ad essere messa in mezzo e quindi anche il suo titolare che è quello che dà il nome alla ditta.
Per le critiche anch’io avrei voluto usare le mani, ma ho visto che mi hanno mosso delle osservazioni, che avrei accettato più che volentieri se avessi voluto scrivere una storia che fosse “vera”. Ma siccome che questa è tutto tranne che realistica io le ho accettate e le rileggerò nel momento in cui vorrò creare una situazione realistica.
Detto questo…leggiti anche l’altra sul capitolo 9.
Comunque…fammi sapere come ti è sembrato questo capitolo. Ci conto, eh?

Inukag4ever: meno male…sono contenta di vedere il tuo nome anche in questo capitolo. Ma scusa…perché proprio non riesco a capire di che scena stai parlando…ù.ù
Io penso che mi sarei impiccata da sola se avessi fatto aspettare tutti, me per prima, 15 o 16 capitoli per farli rimettere insieme…non sono così bastarda…ma mi sono divertita un sacco a depistarti…però posso dirti che no, non è apparenza. Naraku è proprio un buono o bonazzo, come preferisci…hihihi, e tale sarà (in questa ficcy, ovviamente…).
Kikyo…per saperlo devi leggere questo capitolo, anche se mi piacerebbe vedere la tua faccia mentre lo leggerai…
Guarda, non è mia intenzione farti morire altrimenti i tuoi commenti splendidi non li posso più leggere. Fammi sapere se il capitolo ti piace, ok?
Ti aspetto in fondo. Besitones!

Camoeight: bedda beddissima!!!! Come stai? Certo che la venuta di Naraku ha scatenato un bel po’ di reazioni contrastanti, eh? In molte hanno pensato “oddio…e adesso che vorrà?” e invece…hai visto cos’ha voluto da Kikyo? Spero che ti sia piaciuto e aspetto ovviamente il tuo commento su questo.
Un bacione grande come il mondo e alla prossima!

Vale728: sono contenta che ti sia piaciuto e comunque si dice che la pazienza è la virtù dei forti e ha premiato Naraku, alla fine. Ho cercato di rendere la mummia un po’ meno cadaverica e di farle raggiungere quella felicità che non ha mai pututo avere. Ora devi solo leggere il seguito, sperando che ti piaccia.
Grazie mille per la trafila di complimenti che prendo e archivio nel mio cuoricino. Ti aspetto in fondo al capitolo, ok? Un bacio e grazie ancora!

PazzaXinu: intanto ciao. Ti ringrazio per avermi lasciato un tuo commento. Visto che hai già letto quello che le altre ragazze hanno scritto di questa storia (parlo di quelle che non l’hanno trovata né interessante, né reale, né tutto quello che ti pare…), ti chiedo di andare a leggere le risposte che ho dato loro che le potrai trovare nel capitolo nr. 8, e giusto per parlar chiaro sono quelle di Bitta sisters e ayachan. Loro hanno trovato la mia storia alquanto sciocca, se così si può definire. Non prendermi per quella che non sa accettare le critiche, perché ti posso garantire che non è così. Ho accettato spassionatamente i commenti che mi hanno fatto loro due ai quali ho anche risposto. Se dovessi rispondere al tuo e, scusami ancora se non lo faccio, mi ritroverei a ripetere ogni volta le stesse cose, e cioè che so che tutto quello che ho scritto è irreale, che in Giappone le cose sono diversissime dall’Italia, che le impiegate hanno una divisa, che si danno del tu anche tra coetanee…lungi da me il ritenerti meno importante delle altre che mi mandano commenti positivi o negativi, ma credo che se dovessi risponderti, mi servirebbe un semplice copia e incolla dalle risposte che ho già dato.
Non me la sono presa per niente. Il sito è libero e permette libera espressione, ed è quello che in soldoni ho fatto anch’io con questa storia. Non me la prendo per la critica in sè, perché essa mi è di aiuto per le storie future, ma forse per il modo in cui è stata posta. Forse da parte tua non vi era l’intenzionalità di offendere, ma purtroppo è quello che ho recepito leggendo il tuo commento.
*Quindi, spero che tu non te la prenda, anche perchè non ne avresti motivo perchè è ovvio che sei su un sito dove tutti hanno il diritto di dire la loro opinione. Prendi in considerazione questi suggerimenti, non solo i miei. Migliora e buon proseguimento.*
Questo è quello che mi hai scritto come conclusione del commento. Mi ha dato tanto la sensazione di un “ehi, guarda che posso dire quello che mi pare e piace e devi stare solo zitta.”
Giustissimo (in parte), ti rispondo io. Ti dico che mi si possono muovere tutti i commenti più negativi che ci sono a questo mondo: trama banale, svolgimento incoerente, scorrettezze grammaticali, scene fuori luogo, battute inutili…tutto! Se mi è possibile, cercherò di rispondere a tutte le vostre perplessità, cercando di spiegare il motivo di tanta assurdità. Quello che chiedo è il modo in cui si espongono le critiche.
Grazie per avermi lasciato la tua opinione e alla prossima.

Monik: son due piccoli porcellin, sono due maialin e nessun li dividerà…trallallallalà! Lo so, ma mi sono divertita un sacco a farli così.
O.o s-sensei, addirittura? Bedda! Così mi fai arrossire pure le chiappette!!!
Allora ritorni con un’altra storia, eh? Ma beeeeeene! Mi fa davvero felice sapere che potrò riavere l’onore di leggere un altro piccolo capolavoro. Guarda che lo aspetto con ansia, mi raccomando!
Un bacione ed eccoti l’aggiornamento!

Le_montagnine: ciao beddissime! Avreste preferito il solito Naraku in versione bastardo o anche questa non è male? Comunque sono veramente contenta che il capitolo vi sia piaciuto. Lo so…però diciamo che la mummia per eccellenza non ha ancora ben chiaro i suoi sentimenti e ne parlerà con la persona che meno ci si aspetterebbe.
Comunque Ele ti ringrazio per il complimento. Sono davvero onorata che quello che scrivo e come lo scrivo piaccia anche se mi fa strano sentirmelo dire. Sono sempre stata abituata ai 4 o 4e1/2 in italiano che pensavo di essere una nullità. Grazie mille ancora e vi rimando in fondo al capitolo.
Un bacione a testa!

Fmi89: carissima!!! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo.
Comunque la risposta alla tua domanda la troverai in questo capitolo in cui Inuyasha deciderà se mandarla via o no e la motivazione. Spero che ti piaccia e di trovarti anche nel prossimo!

Achaori: Francia e Genova?!?!? Bellissime! Io in Francia non ci sono mai stata, ma non ce n’è uno che ne parli male. Invece a Genova ci sono stata da piccola e ho visto l’acquario. Bellissimo e grandissimo! Poi il fatto di trovarmi gli squali sulla testa mi ha fatto accapponare la pelle!
Non ti ha fatto accapponare la pelle quando Kikyo rideva? Insomma…io non ce la vedo…infatti ho avuto gli incubi per un paio di notti perché faceva tanto Sesshomaru quando ride perché sta per squartare qualcuno. Brrr…guarda, puoi dire momento, notte, giornata…ma non metterei limite alla loro felicità.
Per la richiesta di trasferimento, io leggerei questo capitolo.
Ti aspetto in fondo come al solito, un bacione e alla prossima!

Krikka86: se te lo hanno dato, secondo me, è perché sei tanto simpatica…
Lo so…nemmeno io, quando ho inventato questa storia, ho pensato a Naraku come possibile spasimante di Kikyo, mi è venuto in mente dopo. Inizialmente volevo chiamare la ditta Naraku’s Company, ma poi ho cambiato. Spero di non aver deluso qualche tua aspettativa.
Allora sei stata molto sveglia a capire quello che volevo fare, nonostante non avessi lasciato molti indizi su questo personaggio. Sono contenta di averti commossa. Io me lo immaginavo mentre si mangiava il cornetto e nel frattempo elencava le cose che piacevano e non alla ragazza, che rimaneva a bocca aperta.
Allora…ti lascio alla lettura di questo capitolo, sperando che ti piaccia e ti aspetto in fondo, ok?
Un bacione grande grande!



IO E IL MIO CAPO        UN’USCITA A QUATTRO


Due paia di gambe erano avvinghiate tra loro. I proprietari, beatamente addormentati, erano a loro volta stretti in un abbraccio di cui non si capiva l’inizio né tanto meno la fine. Ad un certo punto, una delle quattro gambe iniziò a muoversi, cercando di capire come fare per non svegliare l’altro. Kagome aveva aperto gli occhi e si era trovata beatamente abbracciata a Inuyasha. Si stiracchiò e si girò ad osservarlo. Era di una bellezza unica, ma soprattutto, era solo suo. A pancia in giù, ne osservava il respiro regolare, il torace nudo che si alzava e abbassava ritmicamente, ipnotizzandola. I capelli erano sparpagliati sul cuscino e il braccio destro era poggiato sullo stomaco.
“Hai intenzione di fissarmi ancora per molto? ”
Kagome represse a stento un urlo che avrebbe squarciato l’etere.
“Ma vuoi farmi morire d’infarto?!?!” – tuonò arrabbiata la ragazza.
“Esagerata…e comunque stanotte sei stata tu a far morire me…” – precisò Inuyasha che si beccò una cuscinata in faccia. – “…ehi!” – disse lui ridendo.
“Pervertito! ”
Kagome stava scendendo dal letto quando non si sentì tirare indietro e bloccare i movimenti.
“Scusa…non ho capito dove stavi andando…” – disse lui, baciandole il collo che odorava di lui.
“Non ho intenzione di stare nella stessa stanza di un pervertito…” – ammise lei in totale franchezza.
“Capisco…e questo pervertito può fare qualcosa per farsi perdonare?” – chiese morsicandole le clavicole.
“Non lo so…prova a baciarmi intanto…”
Inuyasha non attese oltre e baciò Kagome.
Passarono svariati minuti tutti impiegati in effusioni e coccole varie quando Inuyasha non chiese a Kagome cosa volesse fare quel fine settimana.
“Ho voglia di uscire…andiamo fuori?” – chiese la ragazza.
“Ok, preparati.” – disse Inuyasha che non aveva calcolato bene una cosa. Lui si stava dirigendo tranquillamente in bagno, quando…
“Scusa, Inuyasha…”
Il mezzo demone si voltò.
“Sì?”
“Esco con quel vestito?” – chiese Kagome indicando la stoffa per terra nello stesso punto in cui lui ieri sera gliel’aveva tolta.
Il mezzo demone la guardò con un sorrisetto isterico in faccia.
“Effettivamente no…”
“Facciamo così…torno a casa e mi cambio. Ci vediamo da me?”
Inuyasha la guardò male.
“Beh?”
“Fa la doccia con me, no?”
“Sì…così almeno non usciamo più…” – ammise lei, come se il fare la doccia con Inuyasha fosse un peso troppo grande da sopportare.
Lui si limitò ad un’alzata di spalle.
“Uff…ti faccio riaccompagnare a casa. Ci vediamo da te tra un’ora ok?”
“Ok!” – Kagome uscì dal letto e prese il suo vestito nero, lo indossò e uscì di casa, dove una macchina era parcheggiata lì in caso di necessità. Si fece accompagnare a casa dove ebbe modo di cambiarsi per la sua uscita.

Puntuale come un’orologio svizzero, Inuyasha si fece trovare a casa della ragazza.
“Kagome? Sei pronta?”
“Arrivo!” – urlò la ragazza dalla camera. – “Eccomi! Andiamo?”
Uscirono dalla casa e si avviarono verso il centro.




“Non ho mai girato così tanto il centro! Sono sfinita!” – disse la ragazza, che si massaggiava i piedi.
Erano seduti al tavolino di un bar per ristorarsi. Era fine Gennaio e i due erano seduti ad un tavolo che dava sulla strada. Avevano ordinato un caffè e un the caldo giusto per riscaldarsi un po’.
“Dai, non vorrai mica dirmi che vuoi già tornare a casa?” – chiese il ragazzo.
“No, no…è che non ci sono abituata.”
“Peccato…” – esclamò lui, dispiaciuto.
“Cosa?” – chiese lei con un bel sorriso.
“Che tu non voglia tornare a casa…avevo in mente un modo per riscaldarti…”
La ragazza per poco non si strozzò con il the, mentre il suo ragazzo la guardava divertito.
“N-non sei divertente, Naraku…” – lo rimbrottò lei.
“Dai, non arrabbiarti…” – Naraku finì il suo caffè e attese che lei finisse il suo the.
Stando a contatto con Naraku, Kikyo si sentiva cambiata. Nonostante non fosse passato nemmeno un giorno, sentiva che con lui stava bene, che non aveva bisogno di dover sempre dimostrare di essere la migliore, che per una volta…poteva anche osare di essere felice.
Ma era anche ansiosa.
Ansiosa che lui parlasse con Inuyasha e che la lasciasse andare a Londra anche per rifarsi una vita, ricominciare tutto daccapo, cercando stavolta di essere più socievole e meno scontrosa. Era un bell’impegno, ma per Naraku avrebbe fatto questo e altro.
“Sei bellissima, lo sai?”
Kikyo divenne paonazza, non ancora avvezza a tutti quei complimenti.
“G-grazie…”
“Guarda che ci dovrai fare l’abitudine, sai? Anche perché ho intenzione di dirtelo tutti i giorni.”
Kikyo sorrise, imbarazzata. Guardò fuori dalla finestra. Le persone camminavano per ritornare a casa, per andare dal proprio fidanzato o semplicemente camminavano per rilassarsi. Con Naraku, sarebbe andata fino in capo al mondo.
“Vogliamo andare?”
“Sì…” – Kikyo prese la sua borsa e uscì con il suo uomo.
Che le prese la mano.




“Dai Inuyasha! Certo che sei lento!” – urlò Kagome eccitata per quell’uscita.
“Amore…stanotte mi hai sfinito!” – urlò di rimando Inuyasha.
Metà delle persone che stavano camminando, si fermarono e guardarono la coppia con un sorrisetto sulle labbra. Kagome divenne viola immediatamente, mentre Inuyasha se la rideva sotto i baffi. Presero una stradina un po’ meno trafficata e lì il mezzo demone fermò la sua donna.
“La prossima volta prendi un megafono! Dio che figura!”
“Però è la verità!”
“Ma la smetti?”
Inuyasha la baciò a tradimento e, dopo qualche attimo di smarrimento, Kagome rispose anche lei.
“Non te la potrai sempre cavare così, lo sai vero?”
Inuyasha continuava a baciarla.
“Lo so…me ne sto solo approfittando finchè posso…”
Kagome rise, finchè Inuyasha non le tappò la bocca con un altro bacio.
Uscirono da quella strada e s’incamminarono lungo le vie del centro, finchè non andarono a sbattere contro una coppia.

“Oh, mi scusi non…Inuyasha?”
“Naraku! Anche tu qui? Ciao Kikyo…stai meglio oggi?” – le chiese Inuyasha che non notò che i due si tenevano per mano.
“Sì, ti ringrazio…ciao Kagome…”
Kagome guardò la sua collega con gli occhi fuori dalle orbite per quella gentilezza, ma quando vide che teneva la mano a Naraku, molte cose le furono chiare.
“Ciao Kikyo…tutto bene?” – chiese Kagome di rimando con un bel sorriso.
“Sì…grazie…”
“Ehi…è quasi ora di pranzo…che ne dite se pranziamo tutti insieme?” – propose Naraku.
“Per me si può fare…” – disse Inuyasha. Un’occhiata tra le due coppie fu il via per la ricerca di un ristorante.
“Devo parlarti…” – disse Naraku sottovoce a Inuyasha. Il mezzo demone guardò Kagome che lo guardava a sua volta come per chiedergli cosa non andasse.
“Naraku deve parlarmi…da solo.” – disse Inuyasha sottovoce per non farsi sentire.
Kagome annuì con la testa, cercando un pretesto per allontanarsi con Kikyo.
“Accidenti!” – esclamò Kagome d’un colpo, attirando l’attenzione di tutti.
“Che succede?” – chiese Inuyasha.
“Ho dimenticato il cellulare in macchina!”
Inuyasha, che sapeva che Kagome stava fingendo, le resse il gioco.
“Certo che hai una testa…ma cos’avrai in questo periodo?”
“Dai…mi dai le chiavi che lo vado a prendere?”
Inuyasha tirò fuori le chiavi e la salutò con un bacio.
“Ti va di venire con me?” – chiese Kagome a Kikyo, sorpresa per quella proposta.
“Ecco, io…”
“Dai…mica ti mangio…” – la prese per un braccio e la trascinò via dagli uomini, dando loro modo di parlare da soli.




“Piano Kagome…mi fai male…”
Kagome svoltò dentro un bar e si sedette ad un tavolo con Kikyo.
“Ehi…non dovevamo prendere il tuo cellulare?”
Kagome la guardò e sorrise.
“Tranquilla…cameriere?”
“Sì?”
“Ci porta l’aperitivo della casa per favore?”
“Subito, signorina…”
Il cameriere arrivò con due aperol soda, accompagnato da patatine e olive.
“Kagome?” – la chiamò Kikyo. In quel momento suonò proprio il cellulare di Kagome.
“E’ il mio…scusa…” – Kagome lesse velocemente il messaggio e sorrise. Era suo fratello.
“Ma…cosa…”
“Ma va che sei un po’ lenta nel capire a volte, eh?”
Kikyo abbassò le spalle per la sua stupidità. Era ovvio che era tutto un trucco per lasciare soli Inuyasha e Naraku.
“Già…” – ammise la ragazza, guardando fuori dalla finestra.
“Posso chiederti di cosa dovevano parlare?” – chiese Kagome, infilandosi in bocca una patatina.
“Credo del mio trasferimento.” – rispose la ragazza.
Kagome per poco non si soffocò.
“Il tuo…cosa?”
“Trasferimento…Naraku vuole che lo segua a Londra.” – mentre parlava, Kikyo sembrava rilassata. Forse Naraku era la sua possibilità di felicità.
“Capisco…lo ami?”
Kikyo tirò le labbra.
“Non lo so…lui però è innamorato di me da cinque anni.”
Kagome strabuzzò gli occhi.
“Cinque anni? Perché lo hai rifiutato?”
“Perché non lo sapevo…me lo ha detto ieri sera mentre mi ha tenuto compagnia a casa. Siamo stati…insieme.”
Kagome capì al volo e sorrise.
“…e la sai una cosa?” – disse lei con un sorriso.
“Cosa?”
“Sono stata benissimo. Abbiamo fatto l’amore tante di quelle volte che ho perso il conto e ogni volta mi diceva “ti amo”.”
“Spero glielo abbia detto anche tu…” – osservò Kagome.
Kikyo scosse la testa, sotto lo sguardo attonito di Kagome.
“Come no?”
“Ha fatto un’elenco di tutte le cose che mi piacciono e non, tra le quali spiccava il mio amore per Inuyasha.”
Kagome la invitò con lo sguardo a proseguire.
“Sai, mi sono resa conto di non amarlo e forse…non l’ho mai amato. Non gli ho detto che lo amo anch’io perché mi sembrava di passare per quella facile. Dire ti amo ad una persona mentre ci stai facendo l’amore è facile, ma prova a dirglielo in faccia, con tutti i vestiti addosso. E’ un altro paio di maniche.”
“Capisco…spero che tu ci riesca, ma ti posso garantire che sentirselo dire durante l’intimità fa un altro effetto ancora.”
“Tu e Inuyasha…”
Kagome sorrise.
“Sì.”
“Ok, senti Kagome…se per caso Inuyasha dovesse negarmi il trasferimento a Londra, c’è una piccola possibilità di iniziare un’amicizia?”
Kagome le regalò un sorriso bellissimo.
“Punto primo: l’amicizia per me ci può essere che tu vada a Londra o che rimani. Secondo: se Inuyasha ti nega il trasferimento, ci penso io a fargli cambiare idea.”
“Kagome…devi imparare che quando Inuyasha si mette in testa una cosa, è difficile fargli cambiare idea.” – disse Kikyo che comunque conosceva Inuyasha da più tempo dell’ormai amica.
“Tu non ti preoccupare.”
Irritata da tutta quella sicurezza Kikyo le rivolse la più normale delle domande.
“E sentiamo…come faresti?”
Kagome sorrise, vittoriosa.
“Si chiamano tette, Kikyo.”
La ragazza arrossì, ma poi scoppiò a ridere. Ad un tratto il cellulare di Kagome squillò e la ragazza rispose.
“Si, l’ho preso…adesso arriviamo. Ciao. Era Inuyasha, andiamo?”
“Ti…ti ha detto qualcosa?”
“Sinceramente no, e anche se me lo avesse detto, preferirei che te ne parlasse Naraku.”
Le due si incamminarono verso i loro fidanzati e quando li raggiunsero a Kikyo sembrò di respirare un’aria serena. Pranzarono assieme e poi ognuno tornò a casa propria.









Un’uscita a quattro…vi è piaciuto il capitolo?
Dunque…Inuyasha e Naraku sono rimasti da soli al ristorante mentre le ragazze andavano a recuperare il cellulare perduto. Cos’avrà risposto Inuyasha a Naraku? Concederà il trasferimento a Kikyo?
Aspetto commenti e ipotesi a nastro!
Intanto vi mando un milione di besitos a testa!
Callistas.

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Capitolo 11
*** 11 - Non mi farai cambiare idea! ***


11 - Non mi farai cambiare idea! Dunque…le mie prime due storie si sono fermate a commenti totali sotto la centinaia. Questa storia ha raggiunto, fino ad ora, quota 121. A volte vado sul sito solo per leggere quel numero *me patetica, lo so…* ma che ci volete fare? Vedere che una storia è così apprezzata fa felice chi la legge ma in primis, chi la scrive. Giuro che non ero tanto convinta dell’idea che mi era balzata in mente, ma ho voluto provare a darle uno sviluppo. Magari avessi avuto questo cervellino quando andavo a scuola…sapete la sfilza di 5 che mi risparmiavo?
Comunque…dopo questo piccolo sfogo personale, atto a ringraziarvi per i commenti appassionati che le dedicate, io proporrei di proseguire con la storia.
Dunque…mi sono volutamente, nonché bastardamente fermata al punto in cui Kikyo e Kagome si sono chiarite e Inuyasha e Naraku hanno parlato tra di loro da soli. Non ho voluto specificarlo, ma premetto che Naraku ha chiesto a Inuyasha di cederle Kikyo. E ora…ora che tutti sono tornati a casa, Kagome ha premura di sapere la fatidica decisione, nonché Kikyo.
Ma permettetemi di ringraziare più approfonditamente ognuna di voi, che con somma pazienza avete seguito questa storia come un parto:

Inukag4ever: ti ringrazio per il complimento. Sai, lo so che è difficile immaginare Kikyo e Kagome in vesti che non siano quelle di nemiche acerrime, ma ho voluto solamente concedermi un piccolo sfizio personale e vedere come poteva risultare la cosa.
Per la figura che ha fatto Kagome in mezzo alla gente mi è venuta proprio spontanea. Dare del lumacone al proprio fidanzato e passarla liscia non era proprio corretto. Diciamo che Inu si è vendicato...anche a te piacciono Kikyo e Naraku insieme? Bene! Perchè hai proprio ragione...così ci togliamo la mummia dai gioielli di famiglia...no dai, scherzo pure io (mah...ù.ù).
Comunque grazie mille per tutti questi complimenti e spero che questo capitolo ti soddisfi come i precedenti!
Un bacione alla mia bedda!

krikka86: ciao bedda! Meno male…sono contenta che le battutine porcelline ti siano piaciute. Mi sono divertita soprattutto a scrivere quella in cui Inuyasha “rimprovera” Kagome per non averlo fatto riposare la notte…hihihi…che mente malata che ho…non è che ho uno zio monaco, per caso?... Mi fa davvero piacere che l’amicizia tra Kagome e Kikyo ti sia piaciuta, anche se mi faceva strano buttare giù quelle parole. Comunque per sapere come si evolverà la faccenda del trasferimento, leggi questo capitolo e fammi sapere se ti piace.
Un bacionissimo!

anjhela_kaggy_inuchan91: ciao bedda!!!!!!!! Io sto bene, grazie!
Mi fa piacere rivederti e sono contenta lo sviluppo tra Kagome e Kikyo ti sia piaciuto. Comunque non saresti in grado di picchiare il MIO Inuyasha, anche perché non potrei permetterlo…(mille puntini di sospensione…)
Ad ogni modo troverai la risposta in questo capitolo, ma attenzione…sarà una risposta “sofferta”…
Un bacio e alla prossima!
Nel frattempo, AGGIORNA!!!!!!

Bellatrix_Indomita: bedda…lo so che è corto, ma quello che non sai è che ho dovuto tagliarmi le mani per non farlo più lungo di così. Mi sono imposta di troncarlo lì per lasciarvi a bocca aperta e mi sembra di esserci riuscita. Ma non ti preoccupare…presto la tua curiosità verrà soddisfatta e sarà allora che pioveranno le sassate!
Per quanto riguarda l’amicizia tra Kagome e Kikyo l’ho ritenuta necessaria, ma permettimi che mi spiego meglio. Allora…partiamo dall’inizio: arrivo in un nuovo posto di lavoro, la mia collega di scrivania è una stronza con la “S” maiuscola, mi mette i bastoni in mezzo alle ruote e vuole farmi fare sempre figure di m…a di fronte al mio capo. Ingoio una, due, tre volte, ma alla quarta ti spedisco in orbita. Inizia così il calvario sul lavoro, nel senso che non sono libera di fare niente senza che questo non venga analizzato al microscopio da questa collega acida come il limone andato a male. Però…durante una certa festa, ho la possibilità di dialogare con lei (dialogare per modo di dire…) e le sbatto in faccia tutto quello che lei è, facendola in questo modo ragionare. Lei ci pensa e “casulamente” arriva la sua felicità (Naraku). Capisce di aver sbagliato tutto quanto e giustamente deve chiedere scusa a Kagome. Kagome accetta e inizia un’amicizia. Spero di non essere stata troppo lunga, ma come di dicevo, l’ho ritenuta necessaria. Spero non ti dispiaccia, ma mi permetto di pensare che forse la cosa ti piace *me modesta*. Ti dico solo che questo è il penultimo capitolo e che sarà per me fonte di enormi dispiaceri.
Per quello che riguarda la recensione, io ti giuro che non so più cosa fare. Per l’amor di Dio…le accetto tutte, dalla prima all’ultima. Le due precedenti mi sono apparse stimolanti e le ho bene accettate, ma questa…giuro che non sono stata in grado di accettarla. Magari la ragazza non intendeva offendere e io le voglio credere, ma anche se tutte e tre hanno detto sostanzialmente la stessa cosa, a volte la forma aiuta a recepire meglio il messaggio. E io ho recepito un bel “ritirati”.
E invece no…non mi ritiro.
Sì, forse sono stata un po’ attiva nella risposta e adesso un po’ mi dispiace, ma ti giuro che mi sono anche trattenuta.
Ma mi fa piacere sapere che se devi rispondere a qualcuno tu pensi a me *callistas fa la sborona*. Io adesso ti lascio alla lettura di questo capitolo, sperando che ti piaccia l’evolversi della situazione.
Un bacione e grazie ancora tanto per il tuo sostegno!!

PazzaXinu: ciao, sono contenta di vedere una tua risposta a quello che ti ho scritto, davvero. Dunque lascia che ti dica una cosa. Ti chiedo scusa se anch’io ti sono sembrata una che non accetta le critiche, però da come me l’avevi messa giù mi dava tanto l’impressione di un “ritirati, che è meglio”. Quindi, come prima cosa ti chiedo scusa. Seconda cosa: nel tuo precedente commento mi avevi detto che “La trama è al quanto banalotta. Penso che te l'abbiano già detto e quindi non mi dilungo oltre” e allora ho dato per scontato che avessi letto qualcosa delle altre ragazze che avevano commentato la storia.
Io ringrazio te per aver lasciato una tua opinione, di cui terrò sicuramente conto quando sarò pronta per scrivere qualcosa di realistico. Nel frattempo, lascia svagare la mente con queste storie che, secondo me, servono appunto per dar modo a voi lettori/scrittori di leggere qualcos’altro di realistico.
Grazie ancora e, eventualmente, alla prossima! :- )

Mikamey: viziando? Addirittura? Guarda che semmai è il contrario! Siete voi che state viziando me con tutti questi commenti! A furia di gongolare il mio ego è cresciuto di otto chili come minimo…comunque, mi fa un immenso piacere che il cappy ti sia piaciuto. Per quello che riguarda il discorso trasferimento, è giusto che ti spieghi una cosetta etta etta…non lavorando in un ufficio di avvocati, mi sono limitata a immaginare come potesse essere la vita della segretaria di un avvocato. So che quando Kikyo ha spiegato a Kagome il tipo di lavoro che lei fa è sembrato più che altro un lavoro da impiegata qualsiasi, ma purtroppo il mio mezzo neurone marcio ha saputo partorire solamente questa idea…ti basti il sudoku per capire a che punto sono… -.- Diciamo che ho pensato che tenere l’agenda di un avvocato fosse un impiego alquanto impegnativo e oneroso e che comunque la mummia, visto i suoi eccellenti voti, fosse un buon supporto per lo studio di Inuyasha.
So che con Naraku potrebbe essere felice, anzi…togliamo il potrebbe e mettiamoci un bel sarà…però con queste premesse…
Bedda? Grazie mille per il tuo commento e scusami ancora se non sono stata regolare con quelli della tua storia. Mi perdoni?
Bacioni e ti aspetto in fondo a cappy!

Monik: la mia sensei preferita! Io però preferirei che respirassi a pieni polmoni, sai…non vorrei che rischiassi un’embolia…comunque lascia che ti dica che questo è il penultimo capitolo, che spero ovviamente ti piaccia.
Io ti ringrazio per tutti questi commenti, esagerati, ma con gioia accettati e spero di vedere un tuo commento sul prossimo!
Un bacionissimo e a presto!

Achaori: so che son bastarda e so anche che Kikyo e Kagome amiche fa uno strano effetto, molto strano…sono contenta che tu abbia una ficcy pronta che commenterò appena la leggerò.
Aspetto con impazienza la tua storia, mi raccomando! Bacioni grossi!

Fmi89: perché sono bastarda, non s’era capito? Anch’io vorrei che Inuyasha la lasciasse partire, ma non so se mi andrà di farlo…
Bene! Dopo averti lasciato a bocca aperta ti aspetto in fondo al capitolo, ringraziandoti mille e più volte per tutti questi complimenti!
Un bacione grosso e forte!

Le_montagnine: guarda…mi sembra di sì, ho questo vago ricordo…CIAO BEDDE! Sono contenta di rivedervi su questi schermi! Mi sembra di capire che vi vogliate una montagnina di bene, o sbaglio? ù.ù. Alura…immaginavo che ti chiedessi se il cuore era un optional o se c’era ma non funzionava correttamente, bene! Ecco la risposta. Spero ti sia piaciuta!
Ma non ti preoccupare…prima del 4 Maggio avrò bello che finito questa storia. Comunque sì…quando Inuyasha e Naraku sono rimasti da soli, hanno parlato del trasferimento di Kikyo e Inuyasha ha detto che…tu e tua sorella dovrete leggere questo capitolo per saperlo.
Grazie mille per questo commento, davvero! Mi ha fatto un enorme piacere e, se ne hai voglia…salutami la isa!

Vale728: beh, no dai…^//^ se mi fai i complimenti è perché vuoi, non perché devi…ma mi fa veramente piacere che tu mi abbia detto questo!! In fondo, Kikyo aveva solo bisogno di potersi fidare veramente di qualcuno e di parlarci insieme. A volte serve andarci giù pesante con le parole per far aprire gli occhi ad una persona e Kagome glieli ha spalancati. Ora Kikyo deve solo cominciare ad essere un po’ più solare.
Per sapere se Inu la lascerà partire, leggiti questo capitolo e fammi sapere se ti è piaciuto.
Un kizzuolo enorme!

Kagome19: sono contenta che questa Kikyo ti sia piaciuta! Ora dovrà solo saper cogliere al volo le occasioni che le riserverà il futuro. Il futuro, già…accanto a Naraku o sempre a Tokyo con Inuyasha?
Leggere per scoprire!
Un bacionissimo anche a te!


IO E IL MIO CAPO        NON MI FARAI CAMBIARE IDEA!




Una volta arrivata a casa, Kagome iniziò ad assillare Inuyasha per sapere se aveva deciso di concedere il trasferimento a Kikyo.
“Allora? Le permetterai di andare a Londra?”
“La verità?” – chiese lui.
“No, una balla stratosferica…certo che la verità!” – esclamò lei.
“No.”
Kagome rimase interdetta.
“No?” – ripetè lei, pensando di aver capito male.
“No.” – confermò lui.
“Perché?!?” – chiese lei allibita, dopo un attimo di silenzio.
“Perché nonostante tutto quello che può essere, Kikyo rimane sempre e comunque un valido supporto e non mi va di privarmene.”
“Posso sapere che vi siete detti? No perché mi sembra alquanto impossibile una cosa del genere…” – disse lei, che si stava un po’ arrabbiando.
“Naraku mi ha chiesto di portare Kikyo con sé e io gli ho detto che la preferivo qui. Tutto qua.”
Kagome lo guardò con aria di sfida.
“Beh? Perché mi guardi così?”
“Perché sei…sei…un…ah! Lasciamo perdere!” – disse Kagome andando in camera per cambiarsi.
Inuyasha la seguì, speranzoso in un’approfondimento della loro storia. Kagome si stava togliendo i vestiti con la forza, quasi volesse strapparseli di dosso. Inuyasha sorrise sornione, perché pensava che avrebbe potuto godere della sua compagnia ancora per un po’. Stava iniziando a togliersi la giacca con fare sensuale quando…
“Scusa…che stai facendo?” – chiese lei allibita.
Inuyasha, pensando che lo stesse prendendo in giro, le resse il gioco.
“Nulla, perché?” – chiese lui ingenuamente.
“Cioè…se pensi che io e te adesso ci rotoleremo nel letto fino allo sfinimento, credo che tu abbia fatto male i tuoi conti.”
Il mezzo demone iniziò a tremare dalla paura.
“Co-cosa? Ma…perché?” – chiese, abbassando le orecchiette canine come se fosse stato rimproverato.
Kagome sorrise, sapeva di avere il coltello dalla parte del manico.
“Queste…” – disse, strizzandosi il seno e facendo sbavare Inuyasha (che le voleva toccare lui) – “…puoi iniziare a registrarle nei ricordi perché finchè non concederai il trasferimento a Kikyo ti renderò la vita un inferno!”
Inuyasha era basito.
“Non puoi farlo!”
Kagome lo guardò stupita.
“Perché? Il corpo è il mio e me lo gestisco io, se permetti!”
Inuyasha era stravolto.
“Non puoi farmi questo!”
“Sì che posso!” – ribattè Kagome più seria che mai. – “E per precisare…quando ho detto che ti avrei reso la vita un inferno, intendevo esattamente quello.”
“Perché devo concedere il trasferimento a Kikyo?”
“Ma…Naraku non ti ha detto niente?” – chiese Kagome, ora lei quella stupita.
“No!”
“Kikyo e Naraku stanno insieme.” – spiegò Kagome ad un Inuyasha alquanto allibito.
“Da quando?”
“Dalla tua festa di ieri sera. Non andrebbe mica a lavorare per altri studi! Dato che va a Londra sarebbe logico pensare che Naraku la voglia con sé. Conosce bene Kikyo e la ragazza sta iniziando a capire i propri sentimenti.” – Kagome si diresse in bagno, dove mollò l’acqua per farsi una doccia.
“C-cosa stai facendo?” – chiese stupidamente il mezzo demone.
La ragazza rise. Certo che quando voleva fare la bastarda la cosa le riusciva parecchio bene, eh?
“Ti ho detto che ti avrei fatto passare le pene dell’inferno…” – e come se niente fosse iniziò a togliersi la maglietta, mostrando il suo seno sodo.
Inuyasha chiuse gli occhi, mentre sentiva l’eccitazione crescere a livelli esponenziali. Quando li riaprì, vide Kagome togliersi i pantaloni e lo slip. Il mezzo demone si appoggiò allo stipite della porta, battendoci la testa varie volte per cercare di calmarsi. Sentì le porte della doccia chiudersi e quando guardò in quella direzione, vide Kagome mentre si passava le mani sul corpo. A causa del vetro zigrinato, Inuyasha non vedeva nitidamente la figura di Kagome e questo lo stava mandando in orbita. Furente con sé stesso, per non essere stato in grado di resistere a quel diavolo tentatore, iniziò a spogliarsi, togliendosi i vestiti in malo modo, e gettandoli per terra. Aprì le porte della doccia e Kagome non si degnò nemmeno di girarsi.
La ragazza, sentendo le porte aprirsi, sorrise. Avrebbe aiutato Kikyo in qualsiasi maniera. Si voltò solamente perché Inuyasha l’aveva fatta voltare con rabbia.
“E va bene…” – disse lui infine.
Kagome sorrise, vittoriosa.
“Va bene cosa?” – precisò lei.
“Concederò il trasferimento a Kikyo, contenta?”
Kagome si avvicinò a lui e lo baciò. Inuyasha sentiva le sue forme premere contro il suo torace e sorrise. La ragazza iniziò a baciargli il collo, mentre i due corpi venivano bagnati dall’acqua della doccia. Inuyasha la prese per le gambe e la fece sua dentro il box, per poi continuare nella stanza da letto.




“Allora? Che ti ha detto?” – chiese Kikyo titubante. Aveva visto la faccia di Naraku e non prometteva nulla di buono.
“Non concederà il tuo trasferimento.” – disse lui tutto d’un fiato.
La ragazza ci rimase malissimo.
“A-ah…capisco…beh…vorrà dire che ci sentiremo per telefono, no?”
Naraku l’attirò verso di sé e di nuovo fecero l’amore con disperazione.

Erano sdraiati sul letto della camera d’albergo di Naraku e si misero a parlare.
“Le ho provate tutte…” – disse Naraku. – “…ma non ha voluto sentire ragioni…”
Kikyo era abbracciata a lui, con il viso poggiato sul suo possente torace. Non sapeva cosa dire; tutte le parole di questo mondo le sembravano così insignificanti e prive di senso che il solo fatto di aprire la bocca per darvi aria era classificato come gesto inutile. Iniziò a piangere in silenzio, com’era abituata a fare fin da piccola. “Le lacrime sono segno di debolezza…” le ripeteva sempre il padre, per questo aveva imparato a piangere in silenzio, così le sembrava di non essere debole. Naraku si voltò verso di lei solo perché sentì freddo sul torace.
“Ehi…non piangere…” – disse lui abbracciandola forte. – “…troveremo una soluzione. Te lo prometto.”
Kikyo annuì, prima di perdersi per la seconda volta nel suo profumo.




Era arrivata anche la domenica e Inuyasha e Kagome erano stesi sul letto. Si stavano baciando fino a consumarsi le labbra.
“Dovremmo…alzarci…” – disse Kagome tra un bacio e l’altro.
“Dopo…” – disse lui, zittendola con un altro bacio.
“Inuyasha…” – Inuyasha non la smetteva di baciarla e toccarla. Quella minaccia di astinenza lo aveva davvero spaventato, ma quello che lo aveva spaventato di più era il fattore certezza. Kagome avrebbe mantenuto la sua parola se lui non avesse concesso il trasferimento alla sua dipendente. Ma forse, non era un male che Kikyo andasse a stare a Londra. Avrebbe potuto gestire la sede con Naraku e, conoscendola, farsi degli amici. Il mattino successivo avrebbe iniziato a firmare le carte per il suo trasferimento definitivo.
“Ti amo…” – disse Inuyasha, fermandosi a contemplare il volto di Kagome.
“Ti amo anch’io…” – disse la ragazza, zittita da un altro bacio.
Si alzarono dopo un’ora verso le una. Kagome, con addosso il lenzuolo, si era avviata in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Inuyasha si stava facendo una doccia e si era rivestito con i jeans del giorno prima. Quando entrò in cucina e vide Kagome trafficare per prendere una pentole gli venne da ridere. Con una mano cercava di raggiungere il recipiente, mentre con l’altra si teneva il lenzuolo perché non le scivolasse.
“Intendi fare la giraffa ancora per molto?”
Kagome si girò con un bel sorriso.
“No, se mi aiuti…”
Inuyasha si avvicinò e l’aiutò a prendere la padella e gliela consegnò, pagando per penitenza con un bacio.
“…ma guarda che mi tocca fare per vivere…” – disse lei, baciandolo con passione.
Pranzarono dopo circa una mezz’oretta e Kagome per il pomeriggio si era portata a casa il lavoro sulla HC.

“Posso aiutarti?” – chiese Inuyasha.
“Sì…quella è la relazione che ho scritto. Dacci un’occhiata mentre vado a farmi la doccia.”
“Ok!” – disse Inuyasha con il naso infilato nei fogli che Kagome gli aveva dato. Lesse tutto con avidità, trovandola molto buona. Parole semplici, ma di grande effetto. Kagome tornò con una tuta da ginnastica e si sedette al tavolo con Inuyasha.
“Allora?” – chiese lei.
“Molto buona. Adesso che conti di fare?”
“Pensavo di chiedere agli Hizumo se potevano verificare se oltre alle coppie che c’erano l’ultima volta ce ne fossero delle altre, in modo tale da avvisare anche loro. Penso che troveremo delle belle sorprese…” – disse lei amara. Lavorarono per tutto il pomeriggio e anche alla sera, sbocconcellando una pizza che si erano fatti portare a casa. Avevano portato avanti di un bel po’ il lavoro. Verso le undici, per Inuyasha venne il momento di tornarsene a casa, con evidente delusione di Kagome.
“Ci vediamo domani, allora.”
“D’accordo…ciao piccola. Ti amo…”
“Ti amo anch’io…” – Kagome s’infilò a letto e, dopo mezz’ora, anche Inuyasha.




Al lavoro, tutti erano in fibrillazione.
La voce di Kikyo abbracciata a Naraku aveva fatto il giro dell’ufficio e adesso tutti ci stavano ricamando sopra. Appena la ragazza in questione entrò in ufficio, tutti si zittirono, facendola sentire a disagio, come se avesse combinato un guaio. Proseguì a testa alta verso la sua postazione, ma si sentiva gli occhi di tutti addosso.
=Adesso capisco come poteva sentirsi Kagome…non posso fare altro che stare zitta e ingoiare…= pensò Kikyo, mentre accendeva il computer. A poco a poco, le voci ripresero e in quel mentre entrò Kagome, assalita fin da subito dai suoi colleghi per informarla della novità Kikyo-Naraku. La ragazza annuiva e sorrideva, anche se avrebbe voluto sbranarli tutti. Si sedette al suo posto e vide Kikyo trafficare con dei fazzoletti.
“Ehi…tutto bene?” – chiese Kagome, mettendole una mano sulla spalla.
Kikyo si girò con gli occhi lucidi.
“S-sì, tranquilla…”
“Dai…dimmi che è successo?”
“E’ che…solo adesso mi rendo conto di come ti potevi essere sentita tu quando avevi iniziato la tua storia con Inuyasha… mi dispiace tanto…”
“Ma dai…non preoccuparti…senti, credo che Inuyasha voglia parlarti del tuo trasferimento. Va da lui.”
Kikyo negò con la testa.
“Naraku mi ha detto tutto…preferisco sentirmelo dire solo una volta che due…”
“Va da lui.” – disse Kagome, non molto pazientemente.
“Ti prego Kagome…non farmi questo…”
Kagome la guardò con uno sguardo di fuoco.
“Va da lui!” – ordinò.
Kikyo, si alzò di scatto e andò da Inuyasha.

“Avanti…” – disse il mezzo demone, dal suo ufficio.
“Posso?” – chiese timidamente Kikyo.
“Buon giorno Kikyo…senti, per il tuo trasferimento…”
“Naraku mi ha già detto tutto, non ti preoccupare…” – disse la ragazza con un evidente sorriso sforzato.
Inuyasha la guardò, sgridandola con lo sguardo per averlo interrotto.
“…questa è la documentazione che ti servirà per entrare nello studio di Londra. Non perderla.”
Kikyo prese le carte e solo dopo capì la frase di Inuyasha.
“Co-come?” – chiese allibita la ragazza.
“Ti mando a Londra, ma bada bene…che se vengo a sapere che lavori per un altro studio vengo lì e ti riporto indietro!” – tuonò il principale.
Kikyo non resistette e gli saltò in collo per la felicità.
“Grazie! Grazie! Grazie! Grazie mille! Anche se forse dovrei dire grazie a Kagome…” – Inuyasha divenne bordeaux.
“Ma…”
“Cose da donne…” – disse lei saccente. – “Naraku lo sa?”
“No, pensavo volessi dirglielo tu al tuo fidanzato.” – stavolta fu il turno di Kikyo di arrossire.
“G-grazie…”
“Dovrai aspettare però…”
“Perché?
“Va da Kagome…te lo spiegherà lei.” – disse Inuyasha, mentre sistemava alcune carte.
Kikyo uscì, non prima di aver ringraziato Inuyasha per l’ennesima volta.

La ragazza arrivò tutta trafelata dalla collega, nonché amica e le si buttò letteralmente al collo, ridendo come una pazza per quello che aveva fatto per lei, sotto lo sguardo allibito dei suoi colleghi, che pensavano di essere stati catapultati all’improvviso in un universo parallelo.
“Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!”
“Dai calmati…hai visto? Secondo me sei tu quella che non conosce bene Inuyasha…”
Kikyo rise per aver solo immaginato cos’avesse fatto la sua amica per farle ottenere il trasferimento.
“Inuyasha però mi ha detto che devo aspettare a partire e di venire da te per chiedere spiegazioni.”
Kagome annuì e tirò fuori dalla sua borsa un tomo e la relazione sulla HC.
“Conosci la Hakudoshi’s Company?”
Kikyo annuì.
“E chi non la conosce? Anche se nessuno è mai riuscito a trovare le prove, è sospettata di non aver isolato il cromo esavalente per la tipologia di lavoro che svolgono.”
“Perfetto, almeno mi risparmi la fatica. Inuyasha mi ha affidato questo incarico, solo che non credo di farcela da sola. Ho bisogno di aiuto.”
“Di me?” – chiese Kikyo allibita.
“Sì…questo è quello che ho raccolto fino ad ora. Dacci un’occhiata e dimmi se manca qualcosa.”
Kikyo si mise subito all’opera e dopo un paio d’ore aveva già finito tutto. Kagome nel frattempo era al telefono con gli Hizumo per indire una nuova riunione.

“Allora…non manca nulla. L’unica cosa necessaria per inchiodare la sede di New York è necessario…”
“La sede di New York? Che centra?” – chiese Kagome non capendo.
“Vedi…lo stabilimento di Ichigawa è solo una sede staccata che, come la maggior parte delle filiali, necessita l’approvazione della sede centrale per ogni decisione. Quindi è logico pensare che la sede di New York fosse a conoscenza della cosa.”
“Ma certo che lo sapeva!” – esclamò Kagome.
“Dammi il documento che lo prova.” – disse semplicemente Kikyo, tirando fuori il suo lato sicuro.
Kagome abbassò lo sguardo, avvilita.
“Quindi non lo sapeva e finchè non avremo in mano quel documento le nostre ricerche saranno vane. Le prove sono inconfutabili e c’è una buona probabilità di successo, ma senza quel documento non riusciremo a far ottenere ai clienti il giusto risarcimento.”
“Che dobbiamo fare?” – chiese Kagome.
“Allora…ho sentito che devi andare ad una riunione.”
“Sì, oggi pomeriggio.”
“Perfetto. Verrò con te, in modo che tutto risulti chiaro ai clienti. Dovremmo indire anche una specie di riunione dove tutti possano esporre i propri problemi e preoccupazioni. Finito questo lavoro, chiameremo a giudizio la HC.”
“Iniziamo subito allora.” – Kagome e Kikyo si alzarono dalle loro postazioni, suscitando la perplessità di molti. Andarono da Inuyasha per chiedergli il permesso di assentarsi dal lavoro per risolvere il caso della HC.




“…vedete, la HC non corre alcun pericolo al momento anche perché, stando a quanto mi ha detto il signor Hizumo, stanno solo acquistando del terreno e con i suoi clienti non avrebbe alcun problema…” – spiegò Kikyo, il più esaurientemente possibile. – “…ma se li citiamo per negligenza sarà necessario che ognuno di voi si presenti davanti al giudice, esponendo i vari problemi che ha avuto. Essendo questa una causa un po’ particolare, alla fine ci dovremmo attenere alla decisione del giudice.”
“Ma se giudicherà innocente la HC? Come faremo?”
“Se dovesse accadere, putroppo non ci sarà nulla da fare, ma presumo sia quasi impossibile. Le prove che abbiamo raccolto sono troppo ben dettagliate e comprovate da una fornitissima documentazione, quindi è impossibile determinare già da adesso l’innocenza della HC.”
“E come verrà distribuita la somma destinata? A chi va cosa e quanto?” – chiese uno dei presenti.
“In questo caso verrà stanzionata una cifra e divisa equamente tra tutte le famiglie che hanno subito danni dalla HC.”
Molti dissensi partirono dai vari presenti, che non erano d’accordo con quel modo di procedere.
“Ci batteremo per farvi avere il giusto riconoscimento.” – disse Kagome. – “Sarebbe utile che tutte le famiglie interessate partecipassero alla riunione che pensavamo di tenere tra tre settimane nel parco giochi qui vicino. Rilasceremo depliant e opuscoli informativi. Chiunque avesse informazioni relative al caso ce le può comunicare allora.”
La riunione finì e Kikyo e Kagome poterono tornare in ufficio.

Occuparono un’intera sala riunioni, saltando sia il pranzo che la cena. Lavoravano ininterrottamente, scoprendo di avere molte affinità anche sul lavoro.
Il loro operato, però, stava iniziando ad infastidire le alti classi diringenziali della HC, che aveva indotto una riunione con lo studio di Inuyasha per cercare di sedare la cosa magari con qualche compromesso. Kagome e Kikyo furono invitate a partecipare alla riunione anche perché parte del lavoro lo avevano fatto loro due. Occuparono una sala riunioni e quando entrarono, Kagome provò subito un senso di nausea verso quelle persone che si vedeva lontano un chilometro fossero colpevoli.




“Buon giorno…” – disse l’avvocato Kinsei della parte offesa.
“Buon giorno…” – salutarono Inuyasha, Kagome, Kikyo e altri collaboratori più anziani, pronti a intervenire in caso di necessità. Tra gli avvocati della contro parte, c’era anche una donna, che all’apparenza era molto sicura di sé. Depositarono a terra le loro ventiquattrore e poi squadrarono gli “avversari” uno per uno.
Fu la donna a prendere parola, l’avvocato Kagura Wings.
“Diciamoci la verità…” – esordì lei, come se quello che stava per dire doveva essere preso per legge.
Kagome e Kikyo già la odiavano. Assottigliarono gli occhi contemporaneamente, pronta per incenerirla.
“Sei milioni di dollari è una bella somma per i vostri clienti…” – Kagura stava per proseguire, ma fu interrotta da Kagome, irritata da tutta quell’arroganza.
“Ecco…già mi fa incazzare…”
Tutti i presenti si girarono verso la ragazza allibiti.
“Kagome…” – cercò di ammonirla Inuyasha, ma la ragazza non intendeva fermarsi finchè non aveva detto tutto quello che aveva da dire.
“…queste persone non sognano minimamente di arricchirsi. Vogliono solamente vedere i loro figli crescere senza temere che si ammalino di cancro addirittura all’età di sette anni, come Myia Hizumo, una nostra cliente, o che gli si polverizzi la spina dorsale come a Kiosuke Dekkai, un altro nostro cliente.”
I colleghi di Kagome si sprofondarono compiaciuti nelle loro sedie per le giuste parole della loro collega. Loro non sarebbero stati in grado di rendere meglio l’idea.
“Ora voglio che rifletta su quanto può valere la sua spina dorsale, avvocato Jersey…” – disse Kagome guardando l’avvocato che accompagnava la donna. – “…o quanto si aspetti che paghino per il suo utero, avvocato Wings…” – disse Kagome guardando Kagura. – “…prendete quel numero e moltiplicatelo per cento. Qualsiasi cifra al di sotto di quel numero è una perdita di tempo.” – ci fu un momento di silenzio, momento in cui Kagome vide l’avvocato Wings prendere il bicchiere d’acqua messole a disposizione dall’ufficio di Inuyasha. Ma prima che Kagura potesse bere l’acqua, Kagome la fermò. – “Abbiamo fatto portare quell’acqua apposta per voi, signori. Proviene da un pozzo di Ichigawa.”
Kagura guardò leggermente intimorita quel bicchiere, per poi posarlo con nonchallance.
La riunione era già terminata.
“Bene…” – disse Kagura. – “…credo che la riunione sia finita.”
“Eccome se è finita…” – esclamò Inuyasha, orgoglioso di Kagome. Gli avvocati furono scortati fino all’uscita e l’equipe di Inuyasha ebbe modo di discutere di quell’incontro.

“Sei milioni di dollari…” – disse Kikyo allucinata per la sfrontatezza della proposta.
“Almeno hanno fatto un’offerta…” – disse Kagome.
“Cento milioni di dollari era un’offerta!” – tuonò Inuyasha.
Discussero per un quarto d’ora su come comportarsi da lì in avanti, finchè non venne ora di pranzo. Per una volta Kikyo e Kagome decisero di uscire con i loro fidanzati a pranzo. Naraku aveva deciso di trattenersi finchè il caso non fosse stato risolto e partire così insieme a Kikyo. Parlarono di tutto fuor chè del lavoro, divertendosi.
Tornati in ufficio, ognuno tornò alle proprie mansioni. Kagome doveva andare da Inuyasha per discutere con lui di un approccio al pubblico che secondo lei poteva funzionare ma, quando entrò, fece tutto tranne che parlare.

“Inuyasha, no…non sul lavoro…” – ma Inuyasha non la stava a sentire. L’aveva già fatta sedere sulla sua scrivania, baciandola ininterrottamente.
“Non ce la faccio più…” – ammise lui con il tono di voce di un bambino che aveva davanti la sua caramella preferita, ma non poteva mangiarla.
Kagome rise, sentendo quel tono di voce e si abbandonò alle carezze di Inuyasha. Uscì dal suo ufficio dopo mezz’ora di fuoco, tutta scombussolata.
“Ti odio quando fai così…” – disse lei, fintamente arrabbiata.
Kagome tornò da Kikyo e la trovò nelle sue stesse condizioni. Si misero a ridere e poi tornarono al lavoro.









Dunque…la fermezza di Inuyasha nelle sue decisioni passerà alla storia come proverbiale.
Allora...Inuyasha non voleva lasciar andare Kikyo. Nonostante la sua indole bellicosa iniziale, avrete notato come si è saputa destreggiare con Kagome nell’organizzazione della riunione. Ecco, bene. Ma per fortuna la Provvidenza, in questa storia ha il nome di Kagome, ha saputo mettere a posto ogni cosa.
Chissà adesso cosa succederà? In primis dovrà essere sistemata la causa della HC e poi…
Vi aspetto con ansia al prossimo capitolo che, purtroppo, sarà l’ultimo.
Prima di lasciarvi definitivamente, ci tenevo a precisare che alcune battute, specie quelle della riunione con gli avvocati della HC e la riunione dagli Hizumo sono stati interamente presi dal film. Li ho voluti mettere perchè erano il fulcro di tutto il malessere che la ditta stava causando e poi perchè quando ho visto quella scena del film, mi sono adoperata per realizzare un tempio votivo a chi l'ha scritta. Parole più giuste e di grande effetto non ne potevano esistere. Questo era solo per specificare che non era e non è mia intenzione usare il lavoro altrui e farlo mio. Ringrazio però l'autore di quelle celebri frasi.
Un bacione a tutte voi, callistas.

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Capitolo 12
*** 12 - Happy Ending? ***


12 - Happy Ending? Sigh sob…ultimo capitolo di questa s.ga (mettete voi la vocale che più ritenete opportuna…).
Allora, so di essere ripetitiva, ma non so cosa farci: grazie. Grazie infinite per il vostro sostegno, supporto, aiuto e tutto quello che ci va dietro. Senza di voi gli scrittori non esistono, quindi…GRAZIE!

Sono stata davvero felice di vedere i vostri commenti. Sulle regole che governano questo sito ce n’è una che parla di come dovrebbe essere la recensione ideale, dove ad un certo punto si afferma di non scrivere soltanto “che bella! Aggiorna presto!” ma di essere un po’ più esaustivi. Bene, è un punto di partenza, ma io credo che comunque il fatto di trovare un semplice commento come può essere quello che ho riportato io, sia un piccolo inizio. Ciò implica che comunque la storia è stata letta o che la si sta leggendo e io la ritengo una buona cosa. Perciò cari/e lettori/trici, per quanto mi riguarda, non disdegno nessun tipo di commento. Scrivete pure quello che vi sentite, ma non strafate. I commenti lunghi sono apprezzati così come quelli che richiedono semplicemente un aggiornamento.

Premesso questo (guai a voi se non fate due kilometri di commenti alla volta…) vorrei ringraziarvi di cuore per avermi seguita fino qui. Siete stati la linfa vitale di questa storia e se ha raggiunto la parola fine è stato anche grazie a voi.

DolceKagghy: ciao bedda! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e per i commenti non preoccuparti. Anch’io sono passata per la tua strada e so cosa vuol dire, quindi…tranquilla! Diciamo che comunque la Inu-Kag è quella che va di più e anch’io la adoro. Sono comunque in assoluto la persona più felice nel sapere che Inuyasha e Kagome ti siano piaciuti, soprattutto per i loro comportamenti, per il fatto che non hanno mai avuto problemi a dirsi le cose in faccia.
Io ti ringrazio per tutto e ora che sei registrato spero di poterti rivedere nella mia prossima ficcy!
Un bacione e a presto!

Eriko chan: ciao bedda! Grazie mille per i tuoi complimenti. Mi hai reso veramente felix! Anch’io adoro quella coppia, non per niente incentro le mie storie soprattutto su loro due. Ma una cosa non mi è chiara…chissà come mai tutte hanno apprezzato il metodo persuasivo di Kagome ù_ù.
Grazie mille per i complimenti e ti aspetto in fondo al capitolo.
Un besitone grosso come il mondo per esserti unita al gruppo di commentatori!

Krikka86: se sei una bedda tu lo sai, batti le mani…CLAP CLAP! Bedda beddissima, ciao! Come stai? Anche se sono ripetitiva sono contenta che la persuasione di Kagome abbia dato i suoi frutti e che ti sia piaciuta. Purtroppo sì, è finita, ma non temere. Personalmente ho altre storie già scritte che attendono solo un controllo ortografico e poi sono pronte per essere pubblicate. Quindi sta tranquilla che questa non sarà l’ultimo lavoro che leggerai (ti prego, no…non alzare gli occhi al cielo ç_ç…).
Inu non è molto resistente quando si tratta di Kagome e la ragazza lo sa benissimo, quindi l’ho generosamente provvista di una buona percentuale di bastardaggine…con il risultato che Kikyo può andare a Londra.
Non farci troppo l’abitudine per quanto riguarda l’amicizia tra Kagome e Kikyo…non sarò sempre così santa.
Mia piccola krikketta…grazie mille per aver commentato la mia storia. Mi ha fatto davvero un enorme piacere aver potuto scambiare quattro parole con te e spero vivamente di rivederti la prossima volta.
Un besito, callistas.

Monik: konnichi-wa, sensei adorata…felice di aver allietato la tua giornata, ma…PERCHE’ NON AGGIORNI, PORCA PALETTA?!?!?!?!?!? Sono giorni che aspetto e che cado inesorabilmente verso la depressione!
Ehm…scusa…il mio alter ego non mi avvisa mai quando intende uscire allo scoperto -_-“
Dunque…dicevo? Ah, sì…sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non toppare proprio con l’ultimo.
Il piccolo Inu deve ancora imparare che con Kagome non si scherza (e neanche con me). Ho voluto rendere Kikyo decisamente più socievole e meno cadaverica e sono contenta che il risultato ti sia piaciuto. Tengo molto alla tua opinione.
Lo so che l’ho ricopiata spudoratamente, ma quelle parole e l’enfasi messa dall’attrice erano state così superbe che non ho potuto proprio farne a meno. Per giorni ho cercato parole diverse, giusto per non fare il classico “copia incolla”, ma alla fine mi sono detta “ma sì, dai…” ed eccoci qui.
Come mai tutta rossa, mia cara sensei? Non ci eri più abituata ai momenti infuocati in ufficio?
Comunque tu sei troppo buona con me! Ma ti prego, non piangere…mi dispiacerebbe un casino sapere di essere la causa delle tue lacrime.
Nooooooo…hai la tonsillite? Allora aspetterò che tu guarisca per poi urlarti dietro di aggiornare ^^
Ti lovvo anch’io. Tremila besitones grandi come il sole e…alla prossima!

Fmi89: ah, è così? Lo sapevi già? E allora io cosa ci sto a fare qui ç_ç? Non servo più? *Callistas piange disperatamente*. Grazie mille per il tuo sostegno e ti aspetto in fondo al cappy!

Le_montagnine: cappevo! In Kenya! Mi hanno detto che è bellissimo, è vero? Beata te…io sono sempre rattoppata dietro una scrivania. Mi piacerebbe molto viaggiare…bene…dopo questa parentesi di amore fraterno (si dice fraterno anche per le sorelle? Mah…) io vi ringrazio per i vostri bellissimi commenti. Sì, Kagome è stata moooooooolto convincente e ancora sì. Lei usa mezzi un po’ più soft rispetto ai tuoi…
Sai, mi fa davvero piacere che il film ti sia piaciuto e spero di non averlo rovinato con la mia storia.
Per il seguito ce l’ho già in mente, devo solo aggiustare un paio di cosette e metterlo per iscritto. Mi sembra di aver scritto qualcosa sui genitori di Kikyo…chissà che non entrino in scena loro con un ricatto…hihihi…kami quanto sono bastarda…ma non preoccuparti. Parti pure tranquillamente, che non penso di postare il seguito per quella data.
Dunque, dunque, dunque…mi piacerebbe salutare la isa, ma visto che non può parlare ti chiedo di salutarmela tu, ok?
Carissime! Vi ringrazio ancora infinitamente per il supporto che mi avete dato fino a quest’ultimo capitolo e spero di potervi rivedere su un’altra delle mie storie.
Un bacione (senza bavaglio)!

Achaori: ti ringrazio per i complimenti, bedda! Spero che questo cambiamento repentino non sia sembrato troppo esagerato, anche perché non era mia intenzione. Ho solo presupposto una cosa: che a volte, sono sufficienti poche parole, ma che siano quelle giuste per far capire che si sta sbagliando. Forse nessuno ha mai parlato veramente con Kikyo o le ha mai detto come stavano le cose in realtà, facendo così in modo che la ragazza si alimentasse di false speranze nei confronti di Inuyasha. Ma sono contenta che ti piacciano anche così.
Per quanto riguarda il nostro…mio Inuyasha, diciamo che era mio obiettivo primario fare in modo che negasse il trasferimento alla ragazza. Perché altrimenti come faceva Kagome a convincerlo del contrario?
Concordo…l’astinenza è una brutta bestia, specie per i tipi come Inuyasha. So che questo è l’ultimo capitolo, ma non disperare…ho molte altre storie e alcune ideuzze da realizzare, ma abbi fiducia.
Ti aspetto alla prossima e spero che anche tu possa deliziarci con altre tue storie!
Bacioni!

Giuly_chan95: ciao new entry! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e che me l’hai voluta commentare anche se siamo alla fine. Mi ha fatto davvero un gran piacere. Figurati…anche il mio pc ogni tanto parte per le Hawaii e mi lascia a casa…vorrei partire con lui ogni tanto, ma il biglietto è solo per uno…beh, pazienza.
Sono contenta che Naraku e Kikyo ti siano piaciuti, così come Kagome e Inuyasha (mia coppia preferita!). Beh, certo…Kagome è stata molto convincente nella sua arringa e Inuyasha non ha potuto far altro che chinare il capo e dire di sì (com’è giusto che fosse…giusto per precisare…)
Problema HC? Non preoccuparti…in questo capitolo si troverà la soluzione a tutto!
Chissà come mai non aveva più sete, quella? Che fosse perché l’acqua era contaminata? O.O Non lo avrei mai detto…
Dunque, eccoti accontentata. Questo è l’ultimo capitolo, ma spero comunque di trovarti nelle mie prossime ficcy!
Un bacione anche a te!

Inukag4ever: stranita addirittura? Forse non hai tutti i torti! Fa davvero strano vedere insieme quelle due senza che rischino di scannarsi. Adesso rimane solo la HC e comunque l’hai scritta correttamente. È giusto che Kagome si agguerrita. Lei non sopporta i soprusi e quello che la ditta sta facendo a quei poveri uomini la fa a dir poco imbestialire.
Ecco, brava…chiudi la bocca, va…evitiamo la nidificazione stratificata di qualche mosca. Mi fa davvero un enorme piacere vedere che il metodo di persuasione di Kagome sia piaciuto.
Ora ti lascio a questo capitolo che purtroppo è l’ultimo.
Spero di porterti vedere anche alle prossime, intanto…MILLE BESITONES!

Vale728: addirittura? Com’è che ho le chiappette rosse per l’imbarazzo? ^////^ sei troppo buona! Vedo che non ti fai problemi a usare certi termini, BRAVA! Apprezzo molto la schiettezza. Infatti, i miei genitori non apprezzano molto questo mio modo di esprimermi, ma io rispondo sempre che è un “modo per evitare fraintendimenti vari…”.
Già…chissà perché quel pezzo è piaciuto a tante…proprio non riesco a capirlo…
Beh…con calma ci riuscirò ^.^
Mia cara bedda, ti lascio a quest’ultimo capitolo, sperando comunque di ritrovarti in una delle mie prossime storie!

Bellatrix_Indomita: ciao bedda! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, davvero! Era una scena particolarmente difficile da rappresentare, soprattutto quando la si legge. Se Inu era inarrestabile è perché avevo iniziato a scarseggiare con scene roventi sul posto di lavoro, ma mi sono rifatta, con Inu e anche con Naraku.
Per quanto riguarda il fatto che hai trovato esagerato quella scena, credo di riuscire a risponderti. Non è solo per il fatto di averla presa e ricopiata dal film, ma più che altro perché se Kagome si è permessa di iniziare il suo discorso in quel modo è perché sapeva di avere dalla sua la verità. Ed è una cosa molto importante. Io credo che Kagura non avrebbe mai potuto avanzare obiezioni così pesanti proprio perché sa che il suo cliente (la HC) è fortemente nel torto. Tutto qui.
Io non so che altro dirti se non grazie. Una piccola parola che parte dal mio cuore e spero che arrivi al tuo. Altro modo per ringraziarti per tutto il tuo sostegno non so dove trovarlo. Per il finale spero anch’io di non far cascare il palco, mi dispiacerebbe. In effetti è uno dei miei punti deboli. Riesco a creare storie incasinate, ma mi brucio sempre sul finale.
Ti ringrazio per il memory e spero vivamente di non fare una brutta figura.
Fammi sapere come lo hai trovato, ok? Un bacio e ti aspetto in fondo!

Kaggy95: Erin Brockovich, con Julia Roberts. Sono contenta che tu comunque l’abbia seguita. I problemi capitano un po’ a tutte. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, così come spero che ti piaccia questo qui conclusivo.
Mi raccomando…non far arrabbiare la mamma!
Un bacio e alla prossima!

Mikamey: ciao bedda beddissima! Come sono contenta di vederti! Chissà come mai Inu ha concesso il trasferimento a Kikyo…che sia stata la capacità di persuasione di Kagome? Naaaa, non credo…sarebbe troppo scontato u.u.
Mi fa piacere che l’amicizia tra Kagome e Kikyo non sia poi così stonata, anche se fa un certo effetto vederle assieme.
Non ti preoccuapare per il commento. Vuol dire che il tempo che hai risparmiato con me lo utilizzerai per aggiornare la tua ficcy. Mi sembra uno scambio equo, sì…^^
Mia cara bedda…spero di rivederti presto e intanto beccati tremila bacioni enormi!


IO E IL MIO CAPO        HAPPY ENDING?


Le ore e i giorni impiegati su quel caso passarono in fretta, quasi senza accorgersene.
Kikyo e Kagome avevano indetto la riunione nel parco giochi di Ichigawa, raccogliendo varie informazioni, tutte utili, ma nessuna delle quali poteva definirsi decisiva.

Durante quell’incontro, però, Kagome si sentì osservata. Ogni tanto si guardava intorno per cercare la fonte di quella sgradevole sensazione, ma niente. Fu solo a fine giornata che trovò il suo misterioso osservatore. Come decise di avvicinarsi, lui sparì tra la folla, lasciandola nel panico totale. La prima cosa che le venne in mente fu che la HC avesse messo sulle sue tracce qualcuno che la seguisse e la spaventasse, in modo tale che rinunciasse al caso.
Non aveva detto niente a Inuyasha perché temeva che lui le impedisse di lavorare ancora a quel caso, ma lei non poteva rinunciarci, non ora che la piccola Myia stava per lasciare questa vita. Il tempo passava e, a causa dell’assenza di soldi per l’operazione, il cancro si espandeva. I suoi genitori erano costretti a guardarla ogni giorno mentre lentamente si spegneva. Quella motivazione l’avrebbe spinta anche in capo al mondo.
Di ritorno da Ichigawa per l’ennesimo incontro con le famiglie coinvolte nell’avvelenamento da cromo esavalente, Kagome trovò in ufficio una brutta sorpresa.




“…perfetto. Mi spiace che tu non abbia potuto conoscere Kagome che…”
La ragazza era arrivata, con un enorme punto di domanda in testa sul chi fossero quelle due persone.
“Oh Kagome…sei arrivata! Lascia che ti presenti Jaken Hiroshi e la sua assistente Erika Bloom. Lavoreranno assieme a noi al caso contro la HC.”
A Kagome bastò un’occhiata per capire chi aveva davanti. L’uomo sembrava abbastanza un tipo alla buona, ma la sua segretaria sembrava più adatta ad un altro mestiere.
Fu odio a pelle.
“Piacere…” – disse Kagome, che la pensava evidentemente al contrario. Una volta usciti, Kagome aggredì Inuyasha. – “Chi diavolo sono quei due?”
Inuyasha era molto sorpreso.
“Te l’ho detto…ci aiuteranno con il caso della HC.”
“Adesso?”
“Sì, perché?”
“E prima dov’erano?” – chiese Kagome, furiosa che gli altri studi si facessero avanti solo quando avevano la certezza di vincere.
“Ascolta Kagome, non importa…l’importante è che ci aiutino…” – tentò Inuyasha.
La ragazza uscì, delusa da quel ragionamento poco maturo.

I giorni successivi furono interamente dedicati al completamento delle schede che Kagome aveva compilato con i vari dati delle famiglie coinvolte nell’avvelenamento. Presenti in sala riunioni c’erano Inuyasha, Kagome, Kikyo, Erica e Jacken, più un collaboratore chiamato per scrivere a macchina i dati che Kagome avrebbe fornito.

“…sul serio Kagome…è un ottimo lavoro…” – iniziò Erika con il tono di voce di chi la sapeva lunga.
Kagome represse a stento un istinto omicida.
“…ma ci sono dati che magari tu non sapevi nemmeno di dover chiedere…” – concluse alla fine la ragazza con fare saccente.
“Che dati ti servono?” – chiese Kagome appoggiata allo schienale della sedia con aria di sfida.
Erika si guardò attorno, imbarazzata.
“Non vorrai farmi credere di conoscere a memoria ogni singolo dato di ogni singolo individuo del caso, vero?” – chiese la segretaria di Jacken, impossibilitata nel credere ad una simile evenienza.
Tutto lo studio si era zittito in attesa di sentire cos’avesse da dire Kagome.
“Quali dati ti servono?” – richiese Kagome con finta pazienza.
Erica si riguardò nuovamente attorno, in cerca di un possibile appoggio. Non trovandone, dovette continuare da sola. Alzò una delle cartellette e lesse il nome che vi era scritto.
“Myia Hizumo.” – disse lei, sfidandola.
Kagome tacque per un momento, il tempo di riordinare le idee.
“Myia Hizumo, otto anni, Ichigawa. Numero di telefono 558 49 77. Codice sanitario 778 953. Le è stato diagnosticato il cancro all’età di sette anni. Suo padre, il signor Hizumo, ha fatto avanti e indietro dall’ospedale trentasette volte, volte in cui entrava per sfoghi sulla pelle, tracce di sangue nelle urine, piaghe diffuse per tutto il corpo…” – Kagome era partita in quarta e tutti l’ascoltavano allibiti. – “…la madre Saryma ha subito l’asportazione di un rene subito dopo la settima entrata all’ospedale del marito. Vuoi sapere anche che numero di scarpe portano?” – chiese Kagome arrabbiata per quella mancanza di sensibilità.
“Ok…forse siamo partite con il piede sbagliato…” – tentò Erika imbarazzata per quella figuraccia.
“Ed è tutto quello che hai bella mia, un piede sbagliato e due scarpe di merda!”
Tutti si zittirono, imbarazzati per la scena che si stava svolgendo.

“…ma te la potevi risparmiare no!?” – tuonò Inuyasha, mentre riaccompagnava a casa Kagome.
“Eccerto no? Chi se ne frega se quella mi prende per una che non sa fare niente!”
“Andiamo Kagome…” – Inuyasha era furente con lei. – “…anche se indossa un paio di scarpe di Gucci, non significa che non si sia fatta il culo all’università!” – erano arrivati a casa di lei.
Kagome scese dalla macchina, sbattendo la portiera. Inuyasha capì che non era il caso di stare insieme così riavviò il motore e se ne tornò a casa sua.




Il mattino seguente Kagome e Kikyo decisero che non avrebbero perso ulteriore tempo e sarebbero partite alla volta di Ichigawa per far firmare a tutte le famiglie coinvolte un documento che attestava la loro partecipazione a quell’avvelenamento di massa.
Kagome era partita da casa alle cinque e mezzo del mattino, alle sei era sotto l’albergo dove alloggiava Naraku per prelevare Kikyo, arrivando a Ichigawa verso le sette. Si divisero il paese, Kagome faceva il nord, mentre Kikyo il sud.
Kagome Iniziò con gli Hizumo che firmarono immediatamente. La invitarono a prendere un caffè, ma Kagome non poteva fermarsi. Aveva la bellezza di quattrocento quattordici famiglie da visitare mentre Kikyo aveva l’altra metà e le volevano fare tutte in un giorno. Si sarebbero ammazzate di fatica, ma questo non importava.
Verso la prima mattinata, Kagome ne aveva fatte circa una cinquantina. Non si sarebbe fermata nemmeno per il pranzo. Durante lo spostamento da una casa all’altra, il cellulare le suonò.

“Pronto?” – aveva accostato per non dover rispondere alla guida.
“Ciao…”
A Kagome vennero le lacrime agli occhi.
“Ciao…” – dopo quel litigio non si erano più rivolti la parola, ed erano passati due giorni.
“Dove sei adesso?”
“Sono a Ichigawa per far firmare quelle carte…”
“Ah…” – nessuno dei due parlò, finchè non fu Inuyasha a interrompere quell’odioso silenzio. – “Kagome?”
“Sì?”
“Mi manchi da morire…”
Kagome sorrise.
“Manchi tanto anche a me…senti Inuyasha…mi dispiace molto per quella litigata…odio quando sei arrabbiato con me…” – ammise Kagome.
“Anch’io…coraggio…finisci il lavoro e torna da me.”
Kagome sorrise e, con uno spirito nuovo, proseguì il suo giro.
“Va bene. Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”
Kagome ripartì a razzo e alle undici aveva già fatto altre settanta famiglie.
Proseguì con quel ritmo per tutto il giorno, arrivando a tarda nottata all’ultima famiglia. Era entrata con Kikyo in un bar per prendersi qualcosa da mangiare dato che iniziava ad avere le allucinazioni, ma non sapeva che avrebbe fatto un’incontro molto particolare.




“Avete fatto tutto questo solo oggi?”
Kagome sorrise, mentre Kikyo era spiaccicata sul bancone, sonnecchiante. Non era più abituata a quel tipo di lavoro. Quando aveva appena iniziato a lavorare per Inuyasha era partita da zero, ma poi…quando aveva iniziato ad ingranare per bene, aveva lasciato i lavori pesanti ai nuovi arrivati, snobbando, alla fine, i problemi delle persone.
“Sì, e sono…siamo distrutte…” – precisò Kagome, stropicciandosi gli occhi.
“Che vi posso dare?”
“Per me un panino con il mondo dentro e una coca alla spina e tu Kikyo?” – chiese Kagome.
La ragazza non si era alzata nemmeno per un secondo dal bancone.
“Un letto matrimoniale e un altro panino con dentro il mondo. Acqua naturale, grazie…”
Il barista e Kagome risero.
“Per i panini non ci sono problemi…ma per il letto, temo che ti dovrai arrangiare…arrivano subito…” – disse il barista che iniziò a preparare l’ordinazione.
Mentre Kagome aspettava, si massaggiava il collo, mentre Kikyo si alzò di scatto dal bancone. Ancora un po’ e si addormentava lì sopra. Iniziò a bere la sua acqua, non notando l’irrequietezza dell’amica.
Kagome si girò lentamente perché aveva ancora la sensazione di essere osservata. Spaventata nel vedere la stessa persona che aveva visto quel giorno all’incontro organizzato al parco giochi e che poi era scappata non appena Kagome aveva tentato di avvicinarsi, la ragazza iniziò a dimenarsi sul posto, sperando che Jorge si sbrigasse.
“S-sì?” – chiese Kagome un po’ spaventata all’uomo che si era avvicinato.
Kikyo si girò incuriosita.
“Tu sei Kagome Higurashi, vero?” – chiese lui con un’aria poco tranquillizzante.
“S-sì, perché?”
“Ti ho riconosciuta…vai in giro a fare tutte quelle domande sulla HC.”
“Sì, sono io…” – rispose Kagome.
“Cosa vuole?” – chiese Kikyo, venendo in soccorso della collega.
L’uomo sorrise, contento di aver trovato la persona che stava cercando.
“Lo conosci, Kagome?” – chiese Kikyo stupita.
“Non esattamente…” – disse Kagome un po’ più tranquilla con Kikyo accanto.
“Lei chi è?” – chiese lui, riferendosi a Kikyo.
“Si chiama Kikyo e segue con me il caso della HC.” – spiegò fermamente Kagome.
L’uomo annuì, sembrava che stesse valutando qualcosa riguardo quella ragazza. Nel frattempo il barista era arrivato con le ordinazioni.
“Oh…grazie Jorge. Quanto ti devo?” – chiese Kagome al barista che alzò la mano.
“Offre la casa.”
“Grazie…” – poi si girò verso l’uomo misterioso e salutò anche lui. – “…salve…” – disse lei, ma fu bloccata dalla sua mano che la teneva per il polso.
Kagome stava per mettersi ad urlare, mentre Kikyo aveva già in mano il telefonino.
“Potrebbe esservi utile sapere che alla HC ero stato incaricato della distruzione dei documenti?”
Kagome e Kikyo lo guardarono come se stesse scherzando ma, vista la sua espressione seria, accantonarono immediatamente l’ipotesi. Si girarono, interessate al discorso.
“Potrebbe essere…dipende dai documenti…” – disse Kikyo.
L’uomo le invitò a sedersi ad un tavolo un po’ più appartato per raccontare loro tutto quello che sapeva.
“Po-potresti scusarmi solo un momento? Porto queste in macchina…” – disse indicando le cartellette. – “Kikyo…offriresti da bere intanto al signore?”
“Ma certo…” – disse Kikyo più malleabile. Vedersi davanti la possibilità di incastrare la HC l’aveva indotta ad essere più socievole.
L’uomo annuì.
“Torno subito!” – esclamò lei.

Kagome corse fuori, prese il suo cellulare e cercò nella rubrica il numero di Inuyasha.
“Rispondi…rispondi…eddai…”
“Pronto?” – rispose Inuyasha ancora in ufficio, nonostante l’ora tarda. – “Kagome?”
“INUYASHA! GRAZIE A DIO! Pensavo che prima mi volesse uccidere…invece mi voleva aiutare…” – Kagome sconnetteva le frasi per la fretta di rientrare.
Inuyasha dall’altra parte si era alzato sulla sedia, quando la sua ragazza gli aveva detto che qualcuno voleva ucciderla.
“Piano, piano…non capisco niente…chi voleva ucciderti?”
“Un uomo, presente alla riunione fatta al parco giochi a Ichigawa, continuava a fissarmi. Pensavo fosse un maniaco o un serial killer, invece mi ha detto che alla HC era stato adibito alla distruzione dei documenti!”
Inuyasha sgranò gli occhi per l’enorme colpo di…fortuna.
“Ok, ok…sta calma…l’importante è che tu lo faccia parlare e non interromperlo!”
“Ok, non interromperlo…”
“Kagome, ora vai!”
Kagome agganciò la comunicazione e rientrò nel bar. Quando varcò la soglia, cercò di nascondere tutta l’ansia che stava provando in quel momento. Li trovò seduti ad un tavolo appartato intenti a chiacchierare.

“Eccomi qui…scusa ma mi sono scivolate di mano e ho dovuto rimetterle a posto…”
“Kagome, lui è Kenji Hakurei.”
“Molto piacere signor Hakurei…” – disse Kagome con un sorriso, mentre l’uomo la fissava con un’espressione indecifrabile sul viso.
“Mio cugino è morto ieri sera…”
Le ragazze si fecero serie immediatamente. Il racconto era iniziato.
“Mi dispiace…” – disse Kagome, incitandolo a continuare.
“…lavorava nelle torri di raffreddamento della HC e aveva…tutto il naso…pieno di sangue…i fazzoletti che usava per tamponarsi l’emorragia erano zuppi appena ce li appoggiava sopra…”
Ascoltavano in silenzio, lasciando che quell’uomo desse sfogo al suo dolore.
Parlarono di come suo cugino avesse ottenuto il posto alla HC, andando a sostituire un collega che prima era morto.
“E’ per questo motivo che la HC assumeva dipendenti e li “licenziava”, se così si può dire, in così poco tempo?”
L’uomo annuì, grave.
“Sì…era passato circa un anno e mezzo e ad un certo punto un dirigente viene da me e mi da in mano un plico di carte da passare nel trita carta.”
Kagome lo fissò speranzosa.
“E…hai visto cosa dicevano?” – chiese mangiando una nocciolina.
“Tutta roba inutile, però la documentazione di una certa importanza…diciamo che non è finita nel trita carta.” – ammise lui, compiaciuto di poter mandare in carcere quelli della HC.
“Non sei stato quello che si definisce un “lavoratore modello”…dico bene?” – chiese Kikyo. Il sonno le era ormai passato.
“Già…” – i tre si sorrisero, complici in quella situazione che avrebbe portato la HC dritta all’inferno.




“…lo so, ma dobbiamo trovare il documento che lo prova, dimostrando così che la sede centrale era a conoscenza di quello che stava succedendo a Ichigawa…e non ha fatto niente!” – tuonò Jacken, infastidito dall’assenza di Kagome, che denotava la sua scarsa professionalità. Erika invece godeva di quella situazione. Se Kagome e Kikyo sarebbero arrivate, si sarebbero prese una lavata di capo sicura.
Le ragazze in questione arrivarono proprio in quel momento. Inuyasha era irritato a morte, per non parlare di Naraku che lanciava fulmini e saette dagli occhi. Non solo avevano finito di far firmare le cartelle a notte inoltrata, ma soprattutto non rispondevano al telefono, facendoli preoccupare a morte.
“Era ora! Ma dove ti eri cacciata?” – chiese, sibilandole nell’orecchio.
Lo stesso fece Naraku.
Kagome e Kikyo, per tutta risposta, gli sorrisero vittoriose. Andarono da Erika e le misero davanti due scatole di cartone che contenevano in tutto ottocentoventisette cartellette. Erika, Jacken, Inuyasha e il resto dei presenti rimasero ammutoliti.
“C-cosa sono?” – chiese Erika allibita e arrabbiata.
“Ottocentoventisette…contale pure, ma se vuoi ti posso risparmiare la fatica…ci sono tutte. Tutte firmate dalle famiglie coinvolte nell’avvelenamento.” – Kagome sorrise, sostenuta da Kikyo, contenta di aver tolto dalla faccia di quell’odiosa quel sorrisetto da saccente che la mandava in bestia. – “E mi permetto di farvi notare che sopra a tutte c’è il documento che comprova che la HC di New York era a conoscenza che la sede di Ichigawa contaminava le falde acquifere che, parafrasando, dice di sapere dell’inquinamento ma che non era di grande rilevanza.”
Nessuno fiatava per quello che Kagome aveva fatto. Kikyo invece si mise a ridere.
“Ma…come hai fatto?” – chiese Erika.
Kagome assieme all’amica, andò vicino ad Inuyasha, che si era alzato in piedi, con un sorrisetto di pura incredulità.
“Vedi…dato che le mie conoscenze in campo legale erano pari a quelle di una prostituta in Rodeo Drive, ho passato la giornata di ieri a raccattare le firme facendo servizietti a tutti: quattrocento quattordici pompini in una sola giornata.”
Nella sala, erano inziate varie risatine, segno che chi rideva stava facendo appello a tutto il proprio autocontrollo per non esplodere in grasse risate.
“Invece la mia collega ha ottenuto le firme grazie alla sua conoscenza in ambito giuridico.” – disse Kagome, specificando l’ovvietà.
Solo Erika e Jacken non ridevano. Avevano giudicato Kagome solo perché non aveva una laurea in legge e per il suo modo di vestire.
“Effettivamente sono un po’ stanca…posso sedermi?” – chiese a Inuyasha che, anche lui cercava di contenersi, la fece accomodare, guardando con soddisfazione i suoi ormai ex-colleghi. Anche Kagome guardò i due con malcelata soddisfazione, facendo loro capire che per risolvere un caso a volte una laurea non basta.




Erano passate due settimane da allora.
Il processo che si era svolto aveva giudicato colpevole senza possibilità di appello la HC, destinando una considerevole cifra di indennizzo al gruppo e alle singole famiglie. Finito il processo, Kikyo potè finalmente partire per l’Inghilterra con il suo Naraku e iniziare una nuova vita. Si era mantenuta in contatto con Kagome anche perché con lei aveva un grosso debito di gratitudine. Lo studio di Inuyasha, grazie a quel caso, aveva acquisito prestigio anche oltreoceano, dove si discusse per molto tempo del caso della HC.




Era estate inoltrata e Kagome aveva ancora da fare un’ultima cosa.
“Sei sicura che mi vuoi con te?”
Kagome guardò Inuyasha con tanto amore negli occhi.
“Sì, perché se non fosse stato per te e per la tua enorme fiducia nei miei confronti, non saremmo riusciti a fare niente.”
Inuyasha sorrise, grato per quelle parole.
“Ma il lavoro lo hai svolto tutto tu, praticamente…” – fece notare lui.
“Sì, ma il caso me lo hai affidato tu…siamo arrivati.” – osservò Kagome.
Inuyasha parcheggiò l’auto e assieme a Kagome, scese dalla macchina.
Bussarono alla porta e venne ad aprire il signor Hizumo.
“Kagome! Che bella sorpresa! Entra!”
Kagome e Inuyasha entrarono, felici per quello che dovevano comunicare alla famiglia.
“Saryma è ancora a letto, venite…”
“Se vuole ripassiamo…non è un problema…tanto la benzina la paga Inuyasha…”
Il signor Hizumo sorrise.
“Ma figurati, prego venite…Saryma? Guarda chi c’è?”
“Kagome! Signor NoTaisho! Che bella sorpresa! Entrate!”
Kagome non si fece pregare e si accomodò su una sedia, vicino al letto di Saryma. Purtroppo la donna qualche mese prima aveva dovuto vedere seppellire la figlia Myia, morta di cancro. Kagome si ricordava benissimo la disperazione della donna al funerale, al quale lei aveva partecipato. La donna le fece promettere di mandare in galera quei bastardi che avevano ucciso la loro bambina. La signora Hizumo, dopo qualche mese, si era ammalata di tumore, operabile. Il problema è che per salvarle la vita avevano dovuto rimuovere utero e seno, facendola cadere in depressione. Adesso sembrava che si stesse riprendendo. Il marito non la lasciava mai da sola e le portava fiori freschi ogni giorno.
“Cosa…cosa succede?” – chiese la donna.
Kagome guardò Inuyasha con un sorriso prima di cominciare.
“Saryma…il giudice ha stabilito la sentenza.”
La donna sgranò gli occhi.
“Ah…e ha stabilito una cifra?”
“Sì.”
“Solo per noi…o per tutto il gruppo?”
“Per tutti e due. Li obbligherà a pagare…ottocentoottantanove milioni di dollari…”
Saryma scoppiò un una risata per alleviare la tensione.
“e…sedici di quei milioni andranno alla tua famiglia.”
Saryma e suo marito guardarono Kagome increduli.
“Sedici milioni di dollari?” – chiese Saryma con un fil di voce. – “…o-oh…non so nemmeno quanti siano…”
“Beh…abbastanza perché possiate farvi una vita nuova…”
“Oh ma…è meraviglioso! Grazie Kagome!” – la donna abbracciò Kagome che sorrise per aver dato una possibilità di felicità a quella famiglia e alle altre.
Rimasero con gli Hizumo ancora per un po’, ma poi decisero di andarsene per lasciare loro la giusta intimità.

“Così anche noi avremo la nostra…”
Kagome lo guardò allibita.
“Ma pensi solo a quello?” – chiese lei, che comunque lo voleva quanto Inuyasha. Gli ultimi mesi erano stati massacranti sotto ogni punto di vista e li aveva portati ad una mancanza di intimità.
“Non è vero!” – disse Inuyasha per discolparsi.
Kagome rise e si avvicinò al suo orecchio, leccandoglielo.
“Peccato…io sì invece…”
Inuyasha strinse il volante per non correre il rischio di mollarlo e abbracciare Kagome. I due tornarono a casa e finalmente poterono dedicarsi a loro due.
I giorni seguenti Inuyasha propose a Kagome di andare a vivere da lui, in modo da poterla avere sempre sotto controllo. La ragazza accettò molto volentieri la sua proposta…
…e non solo quella…




DUE ANNI DOPO…

“Myia non correre!” – urlava una donna ad una bellissima bambina di due anni. – “Hai appena iniziato a camminare!”
“Ehi Kagome…”
La ragazza si girò, con molta attenzione.
“Dimmi…”
“Hai invitato tuo fratello?”
“Sì…verranno stasera assieme a Luce, perché?”
“Volevo solo accertarmene…come sta?”
“Bene…è una peste! Ha appena iniziato a camminare che già si mette a correre! Mi farà diventare matta!”
Inuyasha sorrise.
“Io parlavo di lui…” – disse Inuyasha, toccando la dolce rotondità del ventre di sua moglie.
“E’ peggio di te quando dormi…continua a scalciare…”
“Ehi! Io non scalcio di notte!” – disse lui tutto rosso.
“Vogliamo vedere i lividi viola sulle gambe?” – chiese Kagome, mentre si alzava un lembo della gonna.
“Lividi…esagerata…”
Il tonfo di qualcosa di morbido catturò la loro attenzione. Kagome si mise le mani sui fianchi, sapendo già cos’era successo. Inuyasha osservava sua moglie andare dalla piccola Myia e prenderla in braccio e consolarla.
“Hai visto cosa succede a non dar retta alla mamma?”
La bambina iniziò a piangere, nascondendo il visino nell’incavo del collo della madre.
“Dai…adesso sistemati, che tra poco viene Luce.”
La bambina s’illuminò e scese a tutta velocità dall’abbraccio della madre, correndo invece dal padre.
“Papà! Papà…” – urlò Myia, saltando in collo a Inuyasha.
“Cosa c’è?”
“Luce! Luce!”
Inuyasha sorrise.
“Sì, lo so…stasera viene la tua cuginetta. Sei contenta?”
“Tì! Tì!”
“Allora va a farti bella, su!” – disse Inuyasha mettendola a terra e dandole una pacca sul sederino.
La bambina si volatizzò dietro un angolo. Kagome andò da Inuyasha e lo abbracciò.
“Ciao…”
“Ciao…” – Inuyasha la baciò e l’abbracciò per quanto la pancia lo permettesse.
“Sei bellissima…”
Kagome lo guardò, pregandolo di non prenderla in giro.
“Sono una balena…” – disse lei, sconsolata.
“Sì, ma almeno sei la mia balena…”
“Cattivo…”
Inuyasha si piegò sulle gambe e mise un’orecchio sulla pancia di Kagome, facendola commuovere.
“Ehi…” – disse Inuyasha parlando con suo figlio. – “…è vero che la mamma è una balena? Ok…grazie…”
“Che ha detto?” – chiese Kagome reggendogli il gioco.
“Ha detto che balena o no, sarai sempre la sua mamma.”
Kagome lo baciò e tornò in casa assieme a Inuyasha per prepararsi per la cena.




Ma…ricapitolando…
Due anni prima, dopo il trasferimento di Kagome da Inuyasha, lo studio aveva chiuso per le consuete tre settimane di ferie del periodo estivo. Così i due decisero di partire per un meritato viaggio di (molto) piacere al mare. Quando rientrarono, Kagome iniziò a sentirsi male. Nausee, sonnolenza onnipresente…Inuyasha era molto preoccupato, ma lei lo rincuorava dicendogli che poteva essere un male di stagione. Dopo due mesi fatti di questi sintomi persistenti, Inuyasha si caricò in spalle Kagome e la portò dal medico, volendo essere presente anche lui in caso di brutte notizie.
Ma quello che arrivò era tutto fuorchè brutto.
“Congratulazioni, Kagome…lei è incinta.”
Inuyasha e Kagome si guardarono e si abbracciarono. Da quel giorno in poi, Inuyasha coprì Kagome di attenzioni e di regali per lei e per il piccolo, che alla fine si dimostrò essere una bambina. Kagome volle chiamarla a tutti i costi Myia, come la figlia degli Hizumo e Inuyasha non trovò nulla da obiettare. Qualche mese più tardi, Inuyasha le chiese di sposarlo, riscontrando un parere più che favorevole da parte di Kagome. Al matrimonio partecipò tutto lo studio di Inuyasha nonché Naraku e Kikyo, anche lei in dolce attesa. Dopo nemmeno due mesi che Kikyo si era trasferita in Inghilterra, Naraku aveva provveduto a legarla a sé per il resto della vita. La ragazza era finalmente felice e si godette il matrimonio del suo ex-presunto-amore.

E adesso…Kagome e Inuyasha aspettavano il secondo genito. Speravano che fosse un maschietto, almeno avrebbero fatto la coppiata. Non passava momento che la ragazza non benedisse il giorno in cui beccò Koga con quella sua collega di lavoro.
Le aveva praticamente serivito la felicità su un piatto d’argento.









Io e il mio capo, è finita.
Spero di non essermi bruciata sul finale.
Magari alcune di voi si staranno chiedendo il perché di quel punto di domanda sul titolo del capitolo. Bene, è molto semplice.
Come ben sapete, io amo gli happy ending. Ne sono una fan sfegatata. Al mondo c’è tanto dolore e tanto odio inutile che almeno nelle storie che scrivo voglio avere l’illusione che tutto vada a finire bene, e così è stato.
Almeno in parte.
Kagome e Inuyasha non si sono messi solo insieme, ma si sono anche sposati, dando la vita ad un’altra piccola Miya. Kikyo si è trasferita da Naraku, pronta per ricominciare una nuova vita. A volte si pensa di essere innamorati di una persona e si cerca in tutti i modi che anche lei ti ricambi, ma questo non era il caso della mummia. Dato che ci divertiamo sempre a sotterrarla di più e più insulti o di sassate (per altro meritate, sia ben chiaro…) stavolta ho deciso di concederle una possibilità di felicità. Ora vive felice con Naraku a Londra e aspetta addirittura un bambino e chissà…forse mi divertirò a scrivere il seguito di questa storia, giocando proprio su questa coppia, benchè io non sia così intelligente da averla capita fino in fondo. Il più delle volte mi fermo alle apparenze, ma leggendo e conoscendo le varie personalità che popolano questo sito, ho imparato molte cose. In primis, che Kikyo non è la bastarda che tutti pensiamo. Se si comporta così ha un suo motivo, e per quanto io non lo approvi, ce l’ha. Lei è rimasta ancora ferma a cinquant’anni prima e, risvegliandosi, ha creduto di poter trovare le cose ancora com’erano.
Sbagliava.
Purtroppo il mondo è andato avanti senza di lei e Inuyasha ha trovato un’altra alla quale cedere completamente il suo cuore di hanyou (sempre che si dia una mossa…).
Non voglio dilungarmi troppo e annoiarvi in inutili chiacchiere.
Dicevo…il punto di domanda. Spero che alcune di voi abbiano capito che si riferisse alla morte della piccola Miya.
So che molte di voi saranno da un becchino per accordarsi sulla scritta da apporre sulla mia tomba, ma mi sembrava giusto così. Per chi ha visto il film al quale mi sono ispirata, avrà di certo notato che non c’era solo l’happy ending finale, con tanto di arresto carcerario per il dirigente della ditta, ma c’era anche tanto dolore. Dolore che le persone cercavano di sopportare facendosi forza. Ora non ricordo se siano morte delle persone ma in questa mia storia ho voluto mettere questo spezzone. Amavo la piccola Miya, Dio solo sa quanto…ma purtroppo la mia mente bacata e traforata ha sentito l’impellente necessità di mettere quel fatto.
Ma non voglio rattristarvi ulteriormente. Immagino che molte di voi si stiano facendo una siringa per le psico stronzate che ho sparato fino ad adesso, ma mi sembrava giusto spiegare il motivo del titolo e il perché della morte della bimba.
Credo anzi…sono sicura che questa sarà la prima e ultima storia in cui una bambina perderà la vita.

Dunque…arrivati a questo punto è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno semplicemente letto la mia storia, a chi l’ha commentata e le 56 persone che addirittura l’hanno messa nei preferiti, facendomi arrossire pure le chiappette. In questo caso vorrei ringraziare:

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A tutte voi, un grazi di tutto cuore.

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