In guerra e in amore tutto è possibile (o quasi)

di Hiki_Kairi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prefetti ***
Capitolo 2: *** lucertole e gattini ***
Capitolo 3: *** Quidditch (1) ***
Capitolo 4: *** Chiamami Arthur ***
Capitolo 5: *** Devi dirmi qualcosa, Emrys? ***
Capitolo 6: *** Scambio ***
Capitolo 7: *** Quidditch (2) ***
Capitolo 8: *** E la parola d'ordine? ***
Capitolo 9: *** OH... ***
Capitolo 10: *** Tutta colpa del Whiskey? ***



Capitolo 1
*** prefetti ***


PREFETTI

 
 
“Potrebbero accusarti di nepotismo, zia,”

“Oh andiamo, Arthur, sei uno studente brillante, capitano della squadra di Quidditch, i Grifondoro ti adorano, perché avrei dovuto nominare un altro?”

“Non ti è passato per la testa che io potrei anche non voler essere il nuovo prefetto, vero?”

“Che domande, ovvio che lo vuoi, qualsiasi studente lo vorrebbe”

Arthur guardò sua zia, Minerva, alzando un sopracciglio.

 “Beh, io non sono un qualsiasi studente. Io sono Arthur Pendragon, l’unico Grifondoro che non ha nessuna intenzione di assumersi una tale responsabilità. Non voglio grane, ok?”

“Ormai la scelta è stata fatta, Arthur.”

“E gli altri prefetti chi sarebbero?”

***

“Sapevo che prima o poi sarebbe successo, Merlin, sono così orgogliosa!”

“Mamma, per favore, così mi stritoli!”

“Scusa tesoro, è che sono così contenta! Mio figlio, un prefetto!”

Belinor entrò in quel momento dalla porta, osservando alternativamente la moglie e il figlio, in cerca di una spiegazione per tutto quel baccano. Merlin gli passò una lettera.

“Caro Signor Emrys, con la presente siamo lieti di annunciarle che lei è stato eletto nuovo prefetto della casa Serpeverde, Congratulazioni” Belinor guardò Merlin e sorrise “Sono fiero di te, figliolo. Anche se avrai delle belle gatte da pelare. Sono stati eletti anche altri prefetti?”

“In teoria dovrebbe essere cambiato anche il prefetto dei Grifondoro,” a quel nome il padre fece una smorfia divertita e Merlin sorrise. “Spero solo che non sia stato nominato quel Pendragon, è un idiota.”
 

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Capitolo 2
*** lucertole e gattini ***


LUCERTOLE E GATTINI
 
“Pendragon.”

“Emrys.”

“Potresti comunicare ai tuoi cari gattini del primo anno che non sta bene importunare gli studenti delle altre case?”

“E tu potresti dire alle tue lucertole che non è una buona idea tentare di entrare nelle sale comuni altrui?”

Merlin rise, sarcastico. “Forse l’accesso alla vostra sala comune non è abbastanza sicuro, sei certo che la cicciona stonata sappia ancora riconoscere la parola d’ordine quando la sente?” sul viso un ghigno velenoso “Sempre che la senta, forse si è assordata pure lei a forza di ascoltare i propri urli.”

Arthur lo afferrò per il bavero della camicia. “Non provocarmi, Emrys.”

“Altrimenti che fai? Tiri fuori gli artigli, gattino?”

“No, i denti e con quelli ti sbrano se voglio.”

Merlin alzò le sopracciglia, divertito dallo sguardo irritato del biondo. “Tu potrai anche mordere, ma qui quello dalle zanne avvelenate sono io, non dimenticarlo.”

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Capitolo 3
*** Quidditch (1) ***


QUIDDITCH (1)


“Partita contro i Serpeverde, ragazzi. Mi raccomando: concentrati…”

---

“…facciamo vedere a quei gattini chi comanda. Voglio…”

---

“…Emrys giù dalla scopa…”

---

“…entro dieci minuti.”

---

“Forza Grifondoro!” | “Forza Serpeverde!”

***

“Perché l’hai fatto Arthur? È un Serpeverde!”

“Era a terra, Oliver. La partita ormai era vinta.”

“Non centra! Arthur, diavolo… li hanno i loro battitori!”

“Erano distanti Oliver. Lui era a terra mezzo intontito e il bolide stava per colpirlo, io ero lì e ho impedito che si facesse del male. Fine della storia.”

“Tu non eri lì vicino, Arthur. Non si è mai vista una scopa come la tua toccare quella velocità per difendere un avversario. Il boccino era una lumaca a confronto”

“Oliver, posso sapere dove sta il problema?”

“Tu difendi un Serpeverde quando dovresti occuparti dei tuoi compagni di squadra e mi chiedi dove sta il problema? Gina si è quasi rotta un braccio perché tu eri occupato a difendere il cercatore della squadra avversaria! Sei il nostro capitano, per la miseria!”

“L’hai detto, sono il capitano. Mi scuserò più tardi con Gina, contento ora?”

“No!”

“E allora che altro c’è?”

“C’è che non ce la racconti giusta, Arthur.” Leon, cercatore, si unì alla conversazione scansando Baston, il più giovane, che ancora guardava il capitano con aria imbronciata.

“Oliver ha ragione, Arthur. Cosa c’è tra te e quel Serpeverde?”

“Niente!”

“Ma certo. Ovviamente è solo un caso che tu abbia difeso proprio il Serpeverde con cui litighi ogni due minuti…”

“Non sono affari tuoi, Leon. E comunque l’avrei fatto per chiunque, tra me ed Emrys non c’è nulla”

Ma Leon vedeva altro nello sguardo del capitano.

***

“Che è successo?”

“Sei caduto dalla scopa.”

“Sì, quello me lo ricordo… come mi ricordo di aver visto un bolide che mi arrivava addosso.”

“L’hanno deviato,”

“Devo ringraziare te, Gwaine? O Will?”

“Nessuno dei due in verità…”

Merlin lo guardò, confuso.

“Cosa stai cercando di dirmi, Gwaine?”

“Ehm… diciamo che non è stato esattamente un Serpeverde…”

“Un Grifondoro?” Merlin si alzò di scatto a sedere “Io sono stato ‘salvato’ da un Grifondoro? È inammissibile!”

“Già… chi l’avrebbe mai detto eh?”

Merlin lo fulminò con lo sguardo.

“E quale gattino dovrei ringraziare?”

“Ehm…”

***

“Pendragon!”

“Emrys.”

“Lo dirò una volta sola, quindi sturati bene le orecchie.”

Il biondo lo guardò con aria interrogativa.

“Grazie.”
 

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Capitolo 4
*** Chiamami Arthur ***


CHIAMAMI ARTHUR

 
“Possibile che Grifondoro e Serpeverde non possano andare d’accordo?”

“Zia…”

“Non chiamarmi zia, Pendragon, non in questa sede. Non riesco a credere che succedano ancora queste cose!”

“Professoressa, Grifondoro e Serpeverde sono sempre state case rivali e…”

“C’è una differenza tra essere rivali, signor Emrys, e azzuffarsi nei corridoi.”

“Non credevo che l’avrei mai detto, ma Emrys ha ragione. Non può pretendere che Grifondoro e Serpeverde vadano d’accordo! Sarebbe… strano.”

“Non voglio più vedere scene come quella di oggi, Signori. E non c’è giustificazione che tenga. Potreste cominciare dando il buon esempio. Siete due prefetti e ancora litigate come bambini che si contendono i dolci.”

Merlin e Arthur si guardarono, sospirando. “Certo, professoressa” sibilarono entrambi tra i denti.

***

“Questo vuol dire che Serpeverde e Grifondoro smetteranno di farsi la guerra?”

“Nemmeno per sogno, Pendragon,”

“Mi aspettavo una risposta di questo genere. Dì alle tue lucertole di non farsi beccare, Emrys”

“Lo stesso vale per te. I tuoi gattini del primo anno devono stare attenti: non c’è volta in cui non si facciano beccare.”

Arthur rise, sarcastico, voltandosi verso il moro con uno sguardo pericoloso. “C’è un’ultima cosa, Emrys.”

Il moro lo fissò con sguardo interrogativo, salvo poi sentirsi sbattere contro il muro e avvertire le labbra umide del biondo sulle sue. Lo spinse indietro, afferrandolo per il bavero. “Cosa credi di fare?”

“Beh, il buon esempio possiamo sempre provare a darlo, no?”

Merlin lo tirò verso di sé, baciandolo a sua volta. “Non essere idiota, Pendragon, nessuno dovrà mai scoprirlo.”

Arthur sorrise, accarezzandogli il viso. “Potrebbe essere divertente,”

“Non montarti la testa, Pendragon.”

“Arthur.”

“Mm?”

“Chiamami Arthur”

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Capitolo 5
*** Devi dirmi qualcosa, Emrys? ***


DEVI DIRMI QUALCOSA, EMRYS?

 
“Sei un idiota!”

“Ma da che pulpito!”

“Avevi detto che avresti messo in riga i tuoi gattini, Pendragon, e invece non fanno altro che combinare guai! Soprattutto quel Fred e quel George! Non puoi metterli a guinzaglio?”

“Non è colpa mia se le tue lucertole girano nei dintorni della torre Grifondoro con fare sospetto.”

“È un’area pubblica fino a prova contraria, non infrange alcuna regola.”

“Già, ma tentare di sabotare la porta della nostra sala comune sì! La Signora Grassa è ancora spaventata…”

Merlin alzò gli occhi al cielo “E chi ti dice che non lo sia a causa delle esplosioni dei Weasley? Quei mocciosi sono due demoni!”

“Non ci sono state esplosioni… non questa volta”

“Come al solito dai sempre la colpa ai Serpeverde.”

“Tu non sei da meno!”

“Non ti sopporto!”

“Meglio così, perché neppure io sopporto te!”

“Tieni le tue lucertole lontano dalla torre dei Grifondoro, Emrys.”

“Altrimenti?”

Arthur si avvicinò, afferrandolo per la cravatta e tirando verso di sé l’altro prefetto “Altrimenti assaggerai la mia bacchetta.”

Merlin sorrise, negli occhi uno sguardo di sfida “Non vedo l’ora. Pendragon.”

***

Un bigliettino arrivò svolazzando addosso a Merlin. Il giovane lo aprì, leggendone avidamente il contenuto.

‘Nessuno sospetta niente, vero?’

Il moro si guardò intorno, incrociando lo sguardo del prefetto dei Grifondoro, seduto dall’altra parte della sala.

‘No, almeno non mi sembra. In ogni caso prima non stavo scherzando’

Vide il biondo sorridere mentre leggeva la sua risposta, che venne seguita da un altro biglietto.

‘Nemmeno io... Ti amo, scemo”

Probabilmente doveva aver assunto un’espressione ebete, dato che Gwaine ora lo osservava con aria interrogativa. Tuttavia poco gli importava: il calore che sentiva quando Arthur gli diceva quelle cose, soprattutto dopo aver “litigato”, gli arrivava diritto al petto. Mise via il biglietto appena ricevuto e scrisse una breve risposta.

‘Ti amo anch’io, testa di fagiolo’

Fece appena in tempo a spedire quel biglietto attraverso la sala che Gwaine lo prese per un braccio, trascinandolo fuori, sul viso un’espressione fin troppo seria.

***

“Devi dirmi qualcosa, Emrys?”

“Ehm… no… e da quando mi chiami per cognome?”

“Da quando te la fai con un Grifondoro, pezzo di idiota.”

“Come scusa?”

Gwaine lo incenerì con lo sguardo. “Hai capito benissimo.”

“Gwaine, davvero non so di che parli…”

“Aaaah non sai di che parlo eh?” chiese l’amico, sventolandogli il biglietto di Arthur davanti al naso, biglietto che Merlin tentò di recuperare senza troppi risultati.

“ ‘Ti amo scemo’? Da vomitare. Per quanto pensavi di tenermelo nascosto?”

Merlin lo guardò, improvvisamente serio.

“ Non sono affari tuoi, Strenght. E dovresti smetterla di impicciarti nelle cose che non ti riguardano. Quel biglietto era tra le mie cose. Non ti riguarda.”

Lo sguardo di Gwaine era teatralmente ferito.

“Pensavo fosse un messaggio minatorio, se proprio lo vuoi sapere. Non credevo che i Grifondoro fossero tipi da diabete…”

“e neanche i Serpeverde, se è per quello” la voce secca di Lion fece sobbalzare e girare Merlin, che sbarrò gli occhi vedendo Arthur tenuto per un orecchio dal cercatore dei Grifondoro.

“Leon, perché non ti fai i fatti tuoi una volta ogni tanto?” chiese Arthur, tentando di liberarsi dalla presa dell’amico.

“Ma bene, i due piccioncini riuniti. Pendragon, da quanto va avanti questa storia?”

“Non sono affari tuoi, Strenght.”

“Ma che è? Vi si è incantato il disco? Vi abbiamo beccati.” Disse Gwaine, che venne affiancato da Leon. “Non credevo che l’avrei mai detto ma sono d’accordo. E il fatto che io sia d’accordo con un Serpeverde è già una cosa strana… ci dovete delle spiegazioni voi due.”

Arthur e Merlin si guardarono, esasperati.

“Stiamo insieme, contenti?”

“Non s’era capito eh? Comunque no, non siamo contenti, ma non è questo il punto.”

“E qual è allora, Leon?”

“Da quanto state insieme Arthur?”

“Dall’anno scorso… più o meno”

Gwaine guardò sconvolto l’amico. “E tu non mi hai detto niente?” esclamò, mimando teatralmente un colpo al cuore. Leon, invece, era impassibile, sul volto un’aria vagamente contrariata.

“Arthur…”

“Sì?”

“Un Serpeverde.”

Il prefetto sorrise “A quanto pare…”

Leon sospirò. “E voi credete davvero che vi copriremo, vero?”

“Ovvio che lo faremo! Che domande!” rispose Gwaine, passando un braccio sulle spalle di Arthur che si scansò, schifato “Non ti allargare, lucertola.”

“Ehi Ehi gattino, che è? Ti ho pestato la coda?”

Merlin decise che era il momento di intervenire e tirò un scappellotto sulla nuca dell’amico. “Per una volta taci, Gwaine”
 

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Capitolo 6
*** Scambio ***


SCAMBIO

 
“Merlin…ehm… “

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“Cosa succede Leon?”

“È un trofeo quello?”

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“Quello… cosa?”

“Merlin, la tua cravatta...”

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Arthur abbassò lo sguardo verso il proprio petto e sbarrò gli occhi.

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“Merdamerdamerda” cantilenò il moro alzandosi in fretta e cercando con gli occhi il suo ragazzo al tavolo dei Grifondoro

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Il biondo si alzò di scatto e percorse in volata la distanza che lo separava dall’uscita della Sala Grande

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Merlin!”

“Non avresti potuto controllare cosa avevamo addosso prima di scendere in Sala Grande????”

“Scusa se non ho fatto troppo caso al fatto che tu avessi preso la mia cravatta!”

Un leggero chiacchiericcio li congelò, avvisandoli dei ragazzi in avvicinamento.

“L’aula di Pozioni è vuota. Scambio al volo.  Ora.” 
 

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Capitolo 7
*** Quidditch (2) ***


QUIDDITCH (2)

 
“Dov’è andato Arthur?”

“Doveva dire due parole al capitano dei Serpeverde…”

“è la finale, Leon! Non sarà in ritardo!?!”

“Tranquillo, Oliver, vedrai che arriverà in tempo.”

***

“Stai attento.”

Merlin lo guardò, sul viso un ghigno malizioso. “Ti preoccupi per me, Pendragon?”

“No, è solo che non vorrei dover aggirare i controlli di Madama Chips per…” abbassò la voce quando notò un gruppo di studenti arrivare e guardarli con sospetto, sorpresi probabilmente dal vedere i due Capitani discutere amabilmente prima della partita. “Per stare un po’ con te”

Merlin sorrise, trascinandolo in un angolo e stampandogli un bacio sulle labbra. “Stai attento anche tu.”

***

Non aveva mai visto Merlin così arrabbiato.

“Mi hai lanciato addosso un bolide!”

Arthur alzò le braccia “Hey, non pretenderai che io ti lasci vincere solo perché sei il mio ragazzo.”

“Arthur, un bolide! In pieno stomaco!”

“Male?”

“No, bene! Secondo te? Sono dovuto andare da Madama Chips, Arthur.”

Il biondo lo guardò, sorridendo. “Quindi se sei qui ti ha rimesso a nuovo!”

Una vena iniziò a pulsare sulla tempia del moro, che si portò una mano al viso, tentando di controllarsi.

“Arthur… mi sono dovuto spogliare.”

“E quindi?”

“E quindi? Devo ricordarti cosa mi hai lasciato sulla schiena e sul petto ieri sera?”

Il biondo si congelò sul posto, improvvisamente preso dalla consapevolezza.

“Li ha visti?”

“No, figurati, non ha visto proprio nulla!” il tono a metà tra l’ironico e l’alterato. “Secondo te, Arthur? Diavolo, dovevi vedere la faccia che ha fatto…”

“Penso che un ‘mi dispiace’ non basti, giusto?”

Il moro lo fulminò con lo sguardo. “Non faremo più niente prima delle partite di Quidditch.” Sentenziò, puntandogli un dito contro.

Arthur si gelò sul posto, contrariato. “No! Non puoi farmi questo!”

“Posso eccome, Pendragon, e lo farò.”
 

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Capitolo 8
*** E la parola d'ordine? ***


E LA PAROLA D'ORDINE?

 
Non c’è nulla di meglio della Sala Comune per rilassarsi un po’. Gwaine lo sapeva bene, o almeno credeva di saperlo, fino a quando un biondo indiavolato, con un po’ troppo rosso e oro addosso, non gli passò davanti precipitandosi a lunghe falcate verso il dormitorio. Gwaine si alzò lentamente dal divano, chiudendo il libro di Incantesimi, e avvicinandosi al biondo, che aveva iniziato a bussare alla porta con tale enfasi da rischiare di abbatterla.

“Emrys! Razza di imbecille esci di lì! Lo so che è colpa tua!”

Gwaine allungò una mano battendogli con un dito sulla spalla. “Scusa…”

Arthur si voltò, negli occhi uno sguardo omicida. “Che vuoi, Strenght?”

“Come diavolo sei entrato, Pendragon?”

“Chiedilo al tuo migliore amico” rispose quello, voltandosi di nuovo e tornando a torturare la porta “Emrys. Esci di lì o giuro che entro io!” esclamò, rischiando di colpire Merlin quando aprì la porta.

“Arthur, che c’è?”

“E me lo chiedi? Vuoi spiegarmi cos’hai combinato con la pozione?”

“Quale pozione, Arthur?”

“Quella per cancellare i segni che tu mi hai lasciato sul collo, Emrys.”

“Che ha che non va?”

Arthur alzò un sopracciglio, irritato, togliendosi la sciarpa e mostrando sul lato del collo un grosso stemma verde e argento, in tutto e per tutto simile a quello dei Serpeverde. Merlin trattenne a stento la risata.

“Ah, quello! Beh, non preoccuparti, se ne andrà in un paio di giorni.”

“Emrys.” Arthur lo stava fulminando con lo sguardo. “Ci sono venticinque gradi fuori, non posso uscire con la sciarpa.” Il moro sorrise “Potevi pensarci prima di lanciarmi un bolide addosso.”

“Tu… Tu… è ancora per quello?” il biondo ora era sconvolto.

Merlin ghignò “La vendetta va servita fredda,” negli occhi uno sguardo estremamente soddisfatto.

“Tu… razza di vipera… io ti… ti…” Arthur lo prese per il bavero.

“Ehehm,” Gwaine attirò l’attenzione dei due, “Mi dispiace interrompere la vostra discussione da vecchia coppia di sposi…” cominciò, afferrandoli entrambi per un braccio e conducendoli verso l’uscita. “Ma mi volete spiegare… perché diavolo un Grifondoro conosce la nostra parola d’ordine?!?” chiese, sbattendo fuori Arthur e tenendo fermo Merlin, la porta ancora aperta sul corridoio.

“Sei un disonore di Prefetto, Merlin” mugugnò, il moro sorrise “Ma tu mi vuoi bene lo stesso, vero?” chiese.

Dopo che anche lui venne sbattuto fuori, la porta si chiuse. 
 

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Capitolo 9
*** OH... ***


OH...

 
La porta dell’aula si aprì, un “Oh” a metà tra lo scandalizzato e il contrariato gelò i due occupanti sul posto, la porta si richiuse ad una velocità impressionante, sbattendo. Nulla si mosse per qualche secondo.

“Pendragon.”

Arthur si morse la guancia, allontanandosi da Merlin che, sotto di lui, aveva assunto una tonalità tendente al bordeaux. “Uh…ehm…si zia?”

“Do a te e al Signor Emrys 5 minuti per presentarvi nel mio ufficio. Vestiti.” 
 

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Capitolo 10
*** Tutta colpa del Whiskey? ***


TUTTA COLPA DEL WHISKEY?

 
“Arthur, basta, è il decimo Whiskey Incendiario che bevi”

“Shhhhhhhhhhh, ce la faccio! Streeeenght mi ha sfidato, e non ho… intenzione… di perdere”

“Peeeeeeennnagon ha ragione, Mmmerlin, gli esami sono finiti e ooora possiamo bere in pace.”

Merlin si batté una mano sulla fronte, osservando il suo ragazzo e il suo migliore amico che avevano deciso di bere fino a star male.

“Non ti angustiare, Merlin, lascia che si divertano. Sono terminati gli esami, lascia che si sfoghino” Leon sorseggiava con piacere la sua Burrobirra osservando a sua volta i due amici.

Arthur all’improvviso si alzò in piedi, e Merlin sentì un brivido freddo corrergli lungo la schiena. Non era un buon segno.

“Mmmmmerlin, teeeesorino mio” e al sentirsi chiamare ‘tesorino mio’ per poco il moro non sputò in faccia a Leon quello che stava bevendo. “èèèèè ora che tuuuutti sappiano cosa c’è tra noi, quindi ho deciiiiso di caaantarti una canzone,”

Leon scoppiò a ridere, guardando con compassione Merlin che ora fissava il biondo puntandogli addosso un dito “Non osare, Arthur. Posso passare sopra al ‘tesorino’ dato che sei ubriaco, ma la canzone no!”

Inutile dire che le sue proteste servirono a ben poco.

Arthur non solo era stonato, ma aveva anche scelto una delle canzoni più sdolcinate che il moro avesse mai sentito. Avrebbe voluto sotterrarsi, ma prima avrebbe ucciso il suo ragazzo.

Prese il biondo per un braccio, mentre quest’ultimo sbiascicava un “I will always love you” o una roba del genere. “Andiamo, Arthur. A te ci penso io ora.”

***

Stranamente il biondo fu più docile del previsto e si lasciò trascinare lungo le strade di Hogsmade, fino a quando non si fermarono in un vicolo. A quel punto Merlin pensò bene di far trangugiare al compagno la sua pozione contro la sbornia.

Il biondo lo fissò per qualche istante, poi si inginocchiò. “Merlin...”

Il moro lo guardò a sua volta, scuotendo la testa “Che stai facendo?”

“Sposami, Merlin.”

L’altro lo fissò con lo stesso sguardo con cui di solito guardava i Corvonero durante i loro tentativi di divinazione. “Sei ubriaco.”

“No, non sono mai stato così lucido, Mell”

Il fatto che l’avesse chiamato Mell, gli fece comprendere che non stava affatto scherzando.

Il moro lo guardò “Alzati da lì che mi fai senso!”

Arthur scosse la testa “Non mi alzo finché non mi rispondi”

Merlin lo guardò, alzando un sopracciglio, poi si inginocchiò di fronte a lui, baciandolo dolcemente. “Sarà il matrimonio più assurdo della storia”

“È un sì?”

Il moro lo baciò di nuovo, sorridendo “Tu che dici?”  

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Piccola raccolta scritta solo per divertimento, speriamo vi sia piaciuta :)
Commenti e recensioni sono sempre graditi ;)
Baci,
Hiki&Kairi

 

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