Una sana convivenza

di Ice_DP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sporcizia non è mai piaciuta a nessuno, ecco perché esistono gli spazzini. ***
Capitolo 2: *** Non tutti i danni vengono per nuocere. ***
Capitolo 3: *** La gelosia tinge di verde -o di giallo-, proprio come la testa di qualcuno. ***
Capitolo 4: *** Nascondiglio perfetto. ***
Capitolo 5: *** Il bisogno spasmodico della propria sigaretta. ***



Capitolo 1
*** La sporcizia non è mai piaciuta a nessuno, ecco perché esistono gli spazzini. ***


*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*

ANGOLO DELLA DEMENZA

Buongiorno gente! Anche io mi sono lanciata in questa avventura, e devo dire che mi sono davvero divertita un sacco a scrivere queste cinque flashfics con questi due come protagonisti. Sono anche loro i miei beniamini, e sicuramente mi fanno morire dal ridere, quando sono insieme e si insultano. Soprattutto quando si insultano!
Non ho molto da dire su questo capitolo, anche perché a mio parere è piuttosto semplice e senza complicanze. Spero che possiate aver gradito! 
Ci vediamo al prossimo capitolo, e grazie a chi è arrivato fino a qui! :)
Peace & Love!




d

Parola: Cucina



La sporcizia non è mai piaciuta a nessuno, ecco perché esistono gli spazzini


Ma ti rendi conto di quanto questo posto faccia schifo?!”
Sanji era sull'orlo di una crisi di nervi, vedendo il suo santuario ridotto in quelle condizioni. Aveva lasciato Zoro mezza giornata da solo; mezza. Non era un'eternità, e le persone normali non avrebbero combinato nulla di così catastrofico come aveva appena fatto lui.
Era incredibile. Indecente, a dirla tutta.

Guarda che casino, ma cosa ti passa in quella testaccia verde, eh?” masticava insulti tra i denti, Sanji, per non sputarli fuori come dardi velenosi.
Zoro sbuffò, per nulla infastidito né scalfito da quelle parole di rimprovero.
C'erano pezzi di cibo sparsi dappertutto, bocconi bruciati di un qualcosa non molto bene identificato, macchie sui fornelli e sugli sportelli, attrezzi e posate ovunque, pentole incrostate.
Insomma, un vero macello.

Ti è tanto difficile capire che se hai le mani sporche non ti devi appoggiare ai mobili, razza di idiota?”
Il cuoco guardava tutto quel casino con le lacrime agli occhi, stando quasi per scoppiare a piangere; gli feriva davvero l'anima uno spettacolo simile.

Ma cosa hai cercato di cucinare, si può sapere?” non se ne capacitava proprio. D'accordo non essere capaci nell'armeggiare ai fornelli, ma lui raggiungeva davvero livelli indicibili.
Il verde fece spallucce.

Il bollito...o almeno credo” fu la sua catatonica risposta, che non fece altro che far arrabbiare ancora di più Sanji, il quale non potendosi trattenere oltre, iniziò a sbraitare persino in aramaico.
Zoro continuava a non far caso a tutti quegli insulti, riuscendo però a cogliere parole come cretino, imbecille, totalmente incapace di sopravvivere da solo, guardando da un'altra parte con fare noncurante.

Mi stai ascoltando!?” uno stridio più acuto e fastidioso degli altri giunse alle sue orecchie.
Certo, idiota”
Cosa ho detto, allora?” sbuffò Sanji all'esasperazione, portandosi le mani ai fianchi con fare da casalinga molto infuriata.
Zoro non sapeva nemmeno di che argomento stessero parlando, e rimase in silenzio, pensando che potesse essere la soluzione migliore. Mai cosa fu più sbagliata.

Quindi?” picchiettò il piede per terra nervosamente, il biondo, accigliato più che mai.
La zazzera capì che da quella situazione non sarebbe mai uscito. Passò ai fatti, cosa che gli riusciva decisamente molto meglio.
Attirò il cuoco a sé, posandogli un casto bacio sulle labbra, mettendo fine a quelle urla isteriche.
Sanji, a malincuore ma nemmeno troppo, ricambiò il bacio.

Non basterà questo, sappi che dopo dovrai pulire tutto quanto” gli disse sulle labbra, strappandogli un sorriso che venne soffocato da un secondo bacio.
Effettivamente poche ore dopo Zoro, armato di scopa e paletta e vestito di tutto punto da perfetto spazzino, era intento a riparare i danni che aveva combinato quella mattina. Sanji, in un angolo, ridacchiava sommessamente, con fare diabolico.

Io l'avevo avvertito”.

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Capitolo 2
*** Non tutti i danni vengono per nuocere. ***



*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*

ANGOLO DELLA DEMENZA

Buongiorno di nuovo, miei prodi e coraggiosi lettori! Eccomi tornata con la seconda flash che, insieme alla prima, era quella che mi convinceva di meno. So che è un'idea davvero cretina, ma le ho scritte entrambe di fretta (si perché ho avuto più di due mesi per pensarci, ma non mi veniva in mente niente di meglio da scrivere) e questo è ciò che mi è uscito. Me le sono tolte entrambe all'inizio, sperando che non facessero davvero così schifo.
Con tutta probabilità, è davvero una cosa che, anche se si tratta di AU, potrebbe forse mai succedere nella vita di questi due; ma mi era sembrata abbastanza divertente. Sarò quasi sicuramente ricaduta nell'OOC, ma questi due non mi ispirano tenerezza, ma solo tante botte e insulti. Con ammmore, questo è ovvio.
Ringrazio Mariaace e killer_joe che hanno recensito il capitolo precedente, sperando che lo facciano anche per questa immensa stupidata! E chi l'ha messa tra le preferite; grazie! *gongola*
A domani!
Peace & Love!

d

Parola: Spada



Non tutti i danni vengono per nuocere


Che Zoro amasse passare le sue giornate in palestra ad allenarsi, non era un mistero. Non lo era nemmeno il fatto che amasse anche destreggiarsi con l'arte delle spade, e tutti annessi e connessi.
Sanji non riusciva molto bene a comprendere quella sua passione; ma d'altronde nemmeno il suo ragazzo sembrava capacitarsi del fatto che il biondo mettesse la cucina sopra ogni altra cosa. Tante volte, pensava, anche sopra di lui.
Il verde adorava talmente tanto le spade, che era arrivato a tenersene tre in casa; da collezione, diceva lui. A chiunque era proibito toccarle, a maggior ragione a Sanji, che di quelle cose non capiva assolutamente niente, e sicuramente maneggiandole o si sarebbe procurato delle ferite mortali, o ancora peggio, avrebbe potuto romperle.
Quel giorno Zoro si era assentato per un momento dal loro appartamento, e Sanji si era ritrovato a fissare quelle tre armi con estremo interesse. Era finito col pensare che cosa avrebbe provato nel tenerne una in mano, e dal pensiero all'atto vero e proprio non ci andò molto.

Beh, pesante è pesante...” commentò ad alta voce, staccando quella più bassa dal muro su cui era esposta; per poco non gli scivolò dalle mani, rischiando di rovinare il bel parquet.
Il cuoco la riprese in tempo prima che distruggesse il suo prezioso e curato pavimento, portandola all'altezza dei suoi occhi azzurri.
La sfilò dal fodero, facendo sì che la luce le rimbalzasse addosso, creando lame di luce sul metallo, che accecarono Sanji.
Nemmeno il tempo di ammirarla per bene, che questa volta la spada gli cadde davvero dalle mani, schiantandosi a terra e andando in mille pezzi.

O porca put...”
Non finì la sua imprecazione che subito pensò di riparare al danno appena compiuto, prima che Zoro si decidesse di fare lui tanti piccoli pezzettini.
Corse nel mobile vicino alla porta d'ingresso, prendendo la super colla, ben consapevole che non fosse un'idea geniale; ma sul momento non gli veniva in mente nulla di più intelligente.
Incollò il tutto alla bell'e meglio, riponendo la spada al suo posto e aspettando inevitabilmente che Zoro tornasse.

Ben tornato!” cinguettò, accogliendo il suo ragazzo con un bacio a stampo, non appena varcò la soglia.
Zoro lo guardò storto.

Cosa c'è che non va?” chiese sospettoso. Non era da Sanji accoglierlo in quel modo; di sicuro aveva combinato danno.
No, ma va! Perché pensi questo?” rispose nervoso, mentre si sfregava le mani sudate.
Era più che palese che fosse successo qualcosa.

Che cosa mi nascondi?”
Sanji si rabbuiò.

Non ti fidi di me?” chiese, cercando di celare il suo misfatto.
No”
Fottiti”
Ci fu ancora uno scambio di battute simili, finché la faccenda non si risolse come al solito, in camera da letto.
Zoro avrebbe scoperto presto che cosa aveva combinato il cuoco di casa, e lo avrebbe rincorso con la spada mozzata minacciandolo di infilargliela dove sapeva lui.
Inutile dire che le urla di Sanji si sentirono per tutto il quartiere.

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Capitolo 3
*** La gelosia tinge di verde -o di giallo-, proprio come la testa di qualcuno. ***


*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*

ANGOLO DELLA DEMENZA

Buongiorno prodi e audaci cavalieri (?). Ecco a voi, per la vostra (non) felicità, il terzo capitolo.
Lo ammetto, questo è stato forse il primo che ho scritto, e mi piace. So che il tema è trito e ritrito, ma a me faceva ridere davvero. Non posso non immaginarmi Sanji - massaia, che, con un grembiule bianco sporco di cibo, brandisce un mestolo con fare minaccioso perché suo marito è un idiota. Per me sarebbero davvero così, non ci posso fare niente; non riesco a vederli in una maniera diversa. E poi mi fanno ridere, tanto ridere.
Ringrazio immensamente Monkey D Akiko, killer_joe, e Mariaace per aver lasciato un commento al capitolo precedente. Grazie <3
Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite, e anche chi ha semplicemente letto.
A domani!

d


Parola: Palestra



La gelosia tinge di verde -o di giallo-, proprio come la testa di qualcuno


Zoro era appena rincasato dalla palestra, stremato da uno di quei suoi allenamenti che duravano quasi tutto il pomeriggio. Era stato accolto da un profumino delizioso che decretò dovesse essere la cena, e dalle immancabili urla di Sanji su quanto fosse sempre in tremendo ritardo.
Marimo, ti sei perso di nuovo per caso? Eppure dovresti conoscerla la strada di casa ormai!” lo aveva schernito con aria stizzita.
Sta zitto idiota” era stata la sua risposta. Era ormai abituato a quelle frecciatine; se una volta lo facevano imbestialire, adesso non lo scalfivano nemmeno più. Aveva finalmente imparato a non darci troppo peso.
Sanji dal canto suo sventolò furiosamente il mestolo che aveva in mano, facendo ondeggiare il suo immancabile grembiule che aveva sempre addosso quando era ai fornelli.

No, no sto zitto!” aveva pronunciato, forse con un tono un po' troppo alto.
Devi capire che questa casa non è un albergo, non puoi tornare all'ora che ti pare!”
Il verde rimase un attimo interdetto. Mica era in ritardo, quella sera. Che cosa diavolo stava farneticando?

Stai delirando?”
Una vena pulsante fece capolino sulla fronte di Sanji, quasi sull'orlo di scoppiare. Non ne poteva più di quelle risposte odiose che lo facevano uscire dai gangheri.

Io non sono al servizio di nessuno!” sbraitò, brandendo più minacciosamente il mestolo e fermandolo a mezz'aria; Zoro lo guardava un poco stranito. Ma che cosa gli era preso quella sera? Era abituato alle sue scenate, ma quella proprio pareva non avere un senso.
Passi più tempo in palestra che a casa, brutto idiota!”
Ed era vero; a casa non c'era quasi mai, e non si curava minimamente che lui potesse soffrire a passare così tanto tempo da solo. Aveva iniziato a detestare quella palestra, che sembrava amare più di quanto non amasse lui.
La voce del cuoco giunse alle orecchie dell'altro ragazzo con una punta di stizza infinita; lo guardò in viso, accorgendosi che le sue guance si erano imporporate.
In un attimo capì tutto quello che c'era da capire, ed un sorriso beffardo ed impertinente si fece largo tra le sue labbra.

E adesso che cazzo hai da ridere?” l'ennesima parolaccia, lo fece sogghignare ancora di più.
Si mosse con una lentezza estenuante, prima abbassando lo sguardo e poi riagganciandolo a quello del biondo, furioso davanti a lui.

Cos'è cuocastro, sei geloso?”

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Capitolo 4
*** Nascondiglio perfetto. ***


*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*

ANGOLO DELLA DEMENZA

Buongiorno carissimi! Ecco a voi il penultimo capitolo di tutta questa raccolta. Lo ammetto di nuovo, rileggendolo sghignazzavo come una cretina.
E, altra ammissione, non posso proprio vedere quei due fare pace se non in un modo. Sempre lo stesso, ormai sono diventata troppo prevedibile, lo so. Ma mi ispirano; alle volte anche qualcosa di estremamente violento, con tanto di calci, pugni e sputi. Ma comunque sempre con tanto ammmmore. **
Ringrazio infinitamente chi ha inserito la storia tra le seguite e preferite, chi ha recensito l'ultimo capitolo, killer_joe, Mariaace e i love ace 30 (tanto ammmmore anche per voi <3), e a chi legge solamente; perché io so che ci siete! *osserva*
A domani con l'ultimo capitolo! 
Peace & Love!

d

Parola: Saké



Nascondiglio perfetto


Non ci poteva credere; anche quella volta era successo. Aveva perso il conto, quante volte era riuscito a fargliela?
Solo al momento di pagare , dopo aver fatto passare tutti i prodotti sul nastro trasportatore del supermercato, Sanji si era accorto del misfatto. Ed era decisamente troppo tardi, e troppo imbarazzante chiedere alla cassiera di togliere una così cospicua quantità di bottiglie; insomma, avrebbe di certo rischiato il fallimento.

Marimo, stavolta mi hai fatto davvero incazzare!” sbraitava, facendo ondeggiare le buste bianche stracolme, che minacciavano di strapparsi da un momento all'altro.
Dall'altro capo, nessuno rispondeva; faceva bellamente finta di non sentire quello che gli era appena stato rivolto.

Potresti almeno aiutarmi, idiota!” urlò ancora più forte il biondo, tanto da far voltare una signora che passava lì accanto, che buttò lì un maleducato! con un tono molto sull'indignato.
Zoro sbuffò.

È mai possibile che tu debba sempre rompere i coglioni?” chiese, piegando la testa di lato e all'indietro per poter vedere l'uomo poco più dietro di lui.
Ah già, sei tu la donna!”
Inutile dire che Sanji perse il lume della ragione; Zoro lo vedeva dai suoi occhi. Ma non poteva piantare una scenata da pazzoide in piena regola in mezzo ai corridoi di un centro commerciale, e questo il verde lo sapeva bene.
Approfittò spudoratamente del fatto che il cuoco fosse fuori dalla grazia di Dio per trafugare una bottiglia delle tante che aveva gettato nel carrello, nascondendola nel mucchio di roba da mangiare, solo per riuscire ad arrivare alla cassa.
E ce l'aveva fatta, di nuovo.
Aveva battuto il suo record personale questa volta: ventitré.
Come Sanji non se ne accorgesse, per lui era ancora un mistero; ma sospettava che molte volte glielo lasciasse semplicemente fare.
Aprì il tappo del saké, facendolo saltare via, intenzionato a finirsela tutta; ovviamente Sanji imprecava a bassa voce, tra i denti. Ogni tanto si sentiva qualcosa del tipo meno male che guido io, sennò qui eravamo già tutti morti.
Zoro ignorava e beveva; Sanji camminava e insultava pesantemente.
Arrivati al parcheggio, la bottiglia capitombolò nel cestino, irritando ancora di più un già adirato biondo.

Non solo hai finito quella merda in meno di un quarto d'ora, ma l'hai buttata persino nel cestino sbagliato!!”
Cuoco, sta zitto” proruppe Zoro, ma per niente minaccioso, avvicinandosi al compagno. Anzi, nel suo sguardo si era acceso qualcosa che non comprendeva affatto la minaccia. Almeno per ora.
Cosa diavolo vuoi adesso?” chiese il biondo piccato.
Non ti pare chiaro?” chiese con ovvietà la testa verde, alludendo a qualcosa di ben preciso.
NO!” Sanji era abbastanza sicuro che sarebbe esploso da un momento all'altro, picchiandolo selvaggiamente; ma i piani di Zoro erano leggermente diversi.
Infatti sghignazzò.

Voglio te, deficiente” e malizioso, iniziò a far indietreggiare il compagno, che poco dopo si ritrovò schiacciato al muro. Si stava leccando le labbra.
Sanji provò a protestare, le provò tutte. Ma lo stanzino dell'inserviente di sicuro non riuscì ad aiutarlo.

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Capitolo 5
*** Il bisogno spasmodico della propria sigaretta. ***


*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*

ANGOLO DELLA DEMENZA

Buongiorno cari e rudi lettori arrivati fino a qui!
Con questo capitolo si conclude questa avventura; mi dispiace un sacco, mi sono davvero divertita un mondo a scrivere queste cinque storielle.
Vi lascio con quest'ultima che è di sicuro la mia preferita. Spero che possiate apprezzarla come le quattro precedenti.
Ringrazio chiunque mi abbia seguito fino a qui, anche solo leggendo!
A presto! 
Peace & Love!

d

Parola: Sigaretta



Il bisogno spasmodico della propria sigaretta



Maledizione!”
Un'imprecazione risvegliò Zoro dal suo sonnecchiare allegramente accanto al biondo, che aveva appena osato privarlo del suo amato sonno con quell'urlo sovrumano.

Che cosa c'è cuocastro?” chiese con la voce impastata di sonno, e anche leggermente irritata.
Per tutta risposta Sanji continuò ad imprecare, facendo finta di non aver sentito la domanda che gli era appena stata posta.

Maledizione, maledizione e ancora maledizione!”
Uno strattone lo costrinse a girarsi verso il suo ragazzo, che aveva assunto un'aria interrogativa e decisamente scocciata, a causa di tutto quel vociare.

Mi vuoi dire cosa succede o ti devo sbattere fuori di casa?”
Sanji sbuffò spazientito. Era già abbastanza irritato di suo senza che quell'idiota continuasse ad essere così fastidioso.

Non trovo più le sigarette” pronunciò infine “E sono sicuro di averle prese prima di rincasare!”
Alzò un cuscino per la milionesima volta, sperando che quel suo prezioso pacchetto sbucasse fuori magicamente.

Beh, meglio così, non ti sopporto quando fumi!” una mezza verità.
Non ti sei mai lamentato, marimo del cazzo!” aveva ribattuto Sanji, con un'aria minacciosa e alludendo ad una cosa ben definita.
Fumare fa male, e se quello schifo di pacchetto non salta fuori, i tuoi polmoni te ne saranno grati!”
Stai zitto testa d'alga!” e gli tirò un cuscino in piena faccia.
Zoro lo tolse con un gesto rapido, e con stizza si lanciò sul ragazzo seduto accanto a lui. Non ci volle molta forza per riuscire a sovrastarlo e guardarlo dall'alto.
Era seduto a cavalcioni su di lui, e qualcosa gli fece capire che sicuramente Sanji non ne era poi così tanto infastidito.

La vuoi piantare di fare l'idiota o vuoi che ci pensi io?” gli si era rivolto minaccioso, ma Sanji sapeva benissimo che quella era più una provocazione che una vera e propria minaccia.
Dipende da come lo faresti” aveva l'aria maliziosa, e nei suoi occhi per un attimo balenò una luce perversa.
Non ricevette parole per risposta, ma quelle furono sostituite più che bene dai fatti.
Le loro labbra si scontrarono quasi furiosamente, mentre le mani di entrambi esploravano dappertutto quei corpi che ormai conoscevano alla perfezione. I vestiti volarono ben presto ai piedi del divano rosso, lasciando loro libero il passaggio. Si unirono in un corpo solo, raggiungendo l'apice quasi contemporaneamente; rimasero l'uno sull'altro finché i loro respiri non si fecero nuovamente regolari.

Cuocastro...” lo chiamò Zoro, sollevandosi appena per vederlo in viso; lui lo guardò con aria interrogativa. “Le sigarette le ho nascoste io” confessò in un soffio, con un sorrisetto sulle labbra.
Sanji fu lesto nel tirargli un pugno in piena faccia.

Non bastava chiedere razza di cretino?” s'infuriò; odiava quando qualcuno lo privava della sua sigaretta.
Non sarebbe stato così divertente, non credi?” gli rispose quello, malizioso e sorridente. Amava farlo arrabbiare, e ancora di più, amava farlo quando Sanji era arrabbiato.
Il biondo adesso aveva
davvero bisogno di una sigaretta.

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