Sono la figlia di un cavaliere

di CuroNeko_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalla Russia al Santuario ***
Capitolo 2: *** Io sono fortunata ***
Capitolo 3: *** papà, non mi vuoi qui? ***
Capitolo 4: *** Correre libera ***
Capitolo 5: *** Camus ***
Capitolo 6: *** La cittadella ***
Capitolo 7: *** La statuetta ***
Capitolo 8: *** La quiete e la tempesta ***
Capitolo 9: *** Non voglio morire ***
Capitolo 10: *** Il mondo ***
Capitolo 11: *** Piccole spiegazioni ***
Capitolo 12: *** Pronta? ***
Capitolo 13: *** Ghiaccio ***
Capitolo 14: *** Paperotta ***
Capitolo 15: *** Occhi ***
Capitolo 16: *** Incontro conAthena ***
Capitolo 17: *** I sogni non sono solo desideri ***
Capitolo 18: *** Allenarsi....? ***
Capitolo 19: *** Sudare ***
Capitolo 20: *** Apprendere dagli altri ***
Capitolo 21: *** Goro Ho ***
Capitolo 22: *** Affetto e rabbia ***
Capitolo 23: *** Sopravvivenza ***
Capitolo 24: *** Un bagno freddo ***
Capitolo 25: *** Papera e lucertola ***
Capitolo 26: *** Hospital ***
Capitolo 27: *** Calore ***
Capitolo 28: *** Maschera ***
Capitolo 29: *** Routine....o quasi ***
Capitolo 30: *** Crescere,imparare,allenarsi ***
Capitolo 31: *** Che il cigno rinasca ***
Capitolo 32: *** Incarico da cavaliere ***
Capitolo 33: *** Alla corte della regina ***
Capitolo 34: *** Jörmungandr ***
Capitolo 35: *** Rivelazioni ***
Capitolo 36: *** La storia ***
Capitolo 37: *** Una seconda vita ***
Capitolo 38: *** Mostrati! Il vero nemico ***
Capitolo 39: *** Le porte del regno dei morti ***
Capitolo 40: *** Benvenuti esseri il cui cuore batte ancora ***
Capitolo 41: *** Siamo rimasti solo noi ***
Capitolo 42: *** Tra ombre e gelo ***



Capitolo 1
*** Dalla Russia al Santuario ***


1)Forse adesso, col senno di poi, non giudico inutile questa vita.
 
Il ricordo più vecchio che ho sono i baci di mia madre sulle guance e i suoi occhi così simili all’ acciaio. La neve e il ghiaccio con cui ho sempre giocato, la mia casetta, i miei genitori che sorridevano, mamma che mi regala Yuki,la mia lupacchiotta bianca e il grande mare congelato.
 
 Poi;solo confusione, uomini con strane armature, sangue, le urla della mamma e infine le braccia forti di mio padre che prendono me e la mia cucciola per correre lontano; prima di addormentarmi su quelle braccia ricordo lacrime calde che mi bagnarono i capelli.
 
 
 Il viaggio durò tanto tempo ma mio papà non si fermò, solo dopo mi disse la destinazione: Cina.
 Dalla Russia alla Cina.
A piedi.
 Il mio papà è proprio forte.
Ci trovammo in un posto stano, pieno di rocce e cascate; il Goro Ho.
 
:” Fratello!! E’ bello vederti”        :” Hyoga!”
   
 Dopo quasi una settimana di viaggio finalmente i miei piedi toccarono terra mentre il mio papà e l’uomo con cui aveva appena parlato si stringevano la mano .  :” Nat vieni qui, ti presento tuo zio Shiryu…”
 MIO ZIO?!
 In tutti quei tre anni e mezzo della mia vita non avevo ancora mai sentito parlare di uno zio,
“ e questi sono tua zia Shunrei e tuo cugino Ryuho” 
DA DOVE VIENGONO FUORI TUTTI QUESTI PARENTI??????
 
Non so per quanto tempo rimasi lì ma gli zii erano e sono fantastici, anche se non potranno mai superare il mio papà. La zia si prendeva molta cura di me e di Yuki e ci lasciava giocare con Ryuho anche sa aveva solo un’ anno ed aveva imparato da poco a camminare. Il mio cuginotto era davvero carino con quei suoi capelli neri mossi e quei gran occhioni color dell’acqua. E poi i suoi sorrisi due denti erano tenerissimi. Ci ho passo molto tempo insieme, io gli parlavo e lui ascoltava dopo giocavamo ad acchiappare Yuki che scappava da tutte le parti; la sera poi lo zio e papà ci mettevano in un unico letto così la mattina ci trovano quasi sempre abbracciati.
Questi sono forse i mie ricordi più belli.
 In tutto questo tempo papà e lo zio parlarono davvero tanto tra loro e con la zia. 
 Arrivò il momento dei saluti;  un abbraccio allo zio, un bacio alla zia e presi in braccio mio cugino che mi sorrideva mostrandomi i suoi due denti.  Quanto mi manca il piccolo Ryuho.
Papà mi prendette in spalla e ricominciò a correre. Prossima fermata Grecia.
 

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Capitolo 2
*** Io sono fortunata ***


2)

:” Papà papà papà “ correre e gridare contemporaneamente a salire quei benedettisssssimi mille e più gradini per arrivare a casa ormai erano la routine per me.                                       

  :” Nat, cosa c’è?”

“Papà, lo zio Ikki  dice che ti deve assolutamente parlare e se puoi andare da lui nella casa del leone”

“SEI ANDATA FINO ALLA CASA DEL LEONE?!”
Io e la mia boccaccia, dannazione!
 “ NATASSIA CAMUS ALEXANDRA!”
Quando papà usava e usa il mio nome completo è un pessimo segno
“QUANTe volte ti ho detto che non devi farti notare, quante volte ti ho detto di non gironzolare per le Case? Il solo fatto che tu sia qui, che tu stia parlando con ME,  mette in pericolo la tua vita!!”

“ scusa, volevo solo stare un po’ fuori, non lo faccio più”

                                  

  Papà sospirò e poi mi sorrise, con quel suo sorriso un po’ rassegnato e un po’ divertito che, che in quel periodo mi dedicava spesso.   Si inginocchiò così che i nostri occhi si potessero incontrare e mi appoggiò una mano sulla testa spettinandomi i capelli

“ la tua unica sfortuna piccola è essere nata come mia figlia”

Scoppiai a piangere
:“ papà che cosa stai dicendo?”
 mi fiondai tra le sue braccia, nascondendo gli occhi bagnati
 “tu sei il papà più magnifico del mondo, e io ti voglio bene”

Lui ricambiò l’abbraccio, mi ritrovai circondata dal metallo dorato  della sua armatura ma non era freddo, anzi, mi dava un senso di calore e protezione, di benessere.
Tra le sue braccia ero al sicuro.
Sciolto l’abbraccio mi guardò e con un gesto della mano   mi spedì in camera mia, nella casa dell’acquario, con l’ordine di aspettare il suo ritorno.   
Quasi mi trascinai verso la mia stanza, non mi piacque cosa disse papà, io non sono sfortunata, anzi:
sono la figlia di un Cavaliere d’Oro di Atena che difende il mondo dal male e salvaguardia la giustizia!

Entrai nella mia camera da letto sbattendo la porta e trovai Yuki distesa beatamente sul mio letto che mi guarda con quei suoi occhioni scuri.
:”Yuki togliti immediatamente da li, non voglio trovarmi peli di lupo sul cuscino”
Lei scese ma senza togliermi gli occhi di dosso, aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
L’ accarezzai sulla testa :”Lo sai Yuki, io e te siamo molto fortunate. Non dimenticarlo mai e non metterlo mai in discussione”














 

Salve a tutti:)
Prima di tutto volevo informarvi che mettere due capitoli in una sola giornata non l'avevo mai fatto ma visto che la storia è a buon punto( causa clavicola rotta=taaaaanto tempo per scrivere) ho voluto farlo.
E, visto che mi sono dimenticata di commentare il primo capitolo,devo rimediare: mi rifarò su questo XD
Allora la piccola Natassia: ovviamente il nome è quello della madre di Hyoga e visto che Hyoga stesso aveva un complesso di Edipo nei confronti della madre anche la piccola Nat ha il complesso di Electra(che è la stessa cosa) nei confronti del suo papà.
Ultimo accorgimente e dopo basta che alltrimenti vi annoio: tra il primo e il secondo capitolo è passato un pò di tempo (devo ancora decidere quanto -.-), ma non abituatevi, non è una tecnica che uso spesso :)

Grazie e se avete domande sono qui X3

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Capitolo 3
*** papà, non mi vuoi qui? ***


3)Il tempo sembrava interminabile in quella stanza.
Ad un tratto sentii  passi stanchi che salivano le scale di pietra, erano inconfondibili eppure nuovi; mi spostai guardinga verso l’entrata nascondendomi dietro a una colonna.
Dovevo sapere chi fosse.
Sentivo suoni pesanti, i passi non appartenevano a una sola persona, ecco cosa non riuscivo a capire, procedevano in simultanea, contemporaneamente.
Il primo ad entrare  fu lo zio Ikki, seguito a ruota da papà.
Arrivati all’interno della casa cominciarono a discutere
“Era proprio necessario farmi salire fino alla penultima casa? “
“Sai che non voglio che mia figlia esca da qui, e il modo migliore per controllarla è sorvegliare l’uscita”
“Non starai diventando un padre possessivo Hyoga?”
“Cerco solo di tenermela vicina per quel poco tempo che ci resta”
A quelle parole il mondo mi crollò addosso e le gambe non resistettero più al mio peso; mi ritrovai seduta con la schiena sulla superficie fredda del marmo..PAPA’ STAVA MALE? IO STAVO MALE? COSA..
Lo zio continuò:
“sei sicuro di volerla allontanare?’”
“Sai anche tu le regole del santuario, qui possono stare solo i saint e i loro allievi, Atena mi ha permesso di portare qui Natassia perché era piccola e senza nessun altro, ma ormai è diventata grande..”
“Perché non la prendi come tua allieva? Così risolveresti il dilemma”
“Non voglio che conduca la nostra stessa vita. Non voglio insegnarle come si uccide. Non voglio vederla sputare sangue solo per apprendere un colpo. Voglio che sappia com’è fatto il mondo al di fuori del santuario, di Atena e dei saint. Voglio che viva una vita normale.”
“ Le tue sono parole giuste fratello, ma io mi domando se lei ,ma soprattutto tu, sarete in grado di separarvi l’uno dall’altra”
“PAPA’!! “
 I due si voltarono verso di me che ,intanto, ero uscita dal mio nascondiglio
“ papà non mi vuoi qui…”
Papà sospirò guardano a terra, poi i suoi occhi chiari si riflessero sui miei
“Se hai ascoltato tutto il discorso Natassia dovresti aver capito che non è così”
Mi avvicinai di un passo, le lacrime cercavano prepotentemente di uscire
“e dove mi manderanno? Sarò sola…”
“Tra un mese ti porterò in un istituto femminile”
Ormai le lacrime sgorgavano copiose, fissai con incredulità gli occhi freddi di mio padre
“e..eeee dove è…”
“ In Russia”










Salve a tutti :)
Questo è un capitolo di ina certa importanza: Hyoga, ligio nel dovere, decide di seguire le regole del santuario e far vivere a Nat una vita normale....come finirà??
Lo saprete solo leggendo!!
Un'abbraccio X3

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Capitolo 4
*** Correre libera ***


4)Le due settimane successive le passai a piangere sul letto, a maledire il nome di mio padre, a rompere mobili e a farmi male.  Le braccia e le gambe erano piene di tagli e contusioni, neanche Yuki era sfuggita alla mia cieca disperazione e anche lei adesso aveva molte cicatrici.
Nei primi sette giorni quasi non mangiai, non volevo.
Hyoga cercò di parlarmi per ben otto volte ma io non lo ascoltai e non gli risposi; volevo rimanere da sola;
volevo che si preoccupasse, che si pentisse di quella scelta fatta per il mio futuro… ma non successe.
Fu verso l’inizio della terza settimana che uscii; e fu solo nel mio ultimo lunedì lì che gli parlai di nuovo.
Sapevo che in quel giorno si sarebbe tenuta una riunione presso Atena, era una prova per lui.
 
“Padre, visto che dite che devo conoscere il mondo che mi circonda mi permettete di andare a visitare la cittadella?”
 
Gli avevo dato del lei, cercando di essere più distaccata possibile ma ,nel col tempo , mettendo astio in ogni, singola, parola.
 
Sapevo solo per teoria e per voci cosa fosse questa cittadella, era una città vera e propria praticamente all’inizio del santuario dove la gente viveva normalmente ignorando l’esistenza delle dodici case e del mondo dei cavalieri, un posto buono per abituarmi a stare da sola.
Lui mi guardò, si era già infilato l’elmo segno che stava andando da Atena.
Senza togliermi gli occhi di dosso mi rivolse solo quattro parole
“Prendi Yuki e vai”
Mi voltai dandogli le spalle, senza ringraziare e corsi giù per i gradini di pietra mentre chiamavo a gran voce Yuki perché mi raggiungesse.
Non ero neanche a metà scalinata che la sua pelliccia bianca mi accarezzava i polpastrelli della mano.
Scendetti a perdifiato tutte le case, non essendoci nessun cavaliere d’oro all’ interno non devo neanche chiedere il permesso per passare.
Arrivai trionfante e con il fiatone all’inizio della casa dell’ariete, lì potei finalmente fermarmi e ammirare il santuario in tutta la sua colossale grandezza; era uno spettacolo magnifico con il sole che inondava di luce tutte quelle antiche pietre.
Uno spettacolo che credevo non avrei mai più rivisto.
Di fianco alla prima casa c’era un prato gigantesco, mi tolsi i sandali e i miei piedi toccarono per la prima volta l’erba.
Era fresca, sottile sotto il mio palmo; cominciai a correre sentendo il vento accarezzarmi le guance e i capelli sollevarsi dalle spalle.
Era questa dunque la libertà?
Pian piano la tensione mi abbandonò tanto che mi ritrovai a ridere mentre giocavo con Yuki sul prato.
Stavo cercando di prenderla, come facevo da piccola, ma lei continuava a corrermi intorno o allontanarsi. Era bellissimo.
 
Mentre stavo rincorrendo la mia lupacchiotta lei si fermò bruscamente e io ebbi l’opportunità di afferrarla.
“Ti ho preso!! SIII ho vinto cuccioletta hai visto?? Ma perché ti sei ferma..”
Davanti a noi c’erano decine di lapidi.
“Che posto è questo?”




Buona sera a tutti bella gente :)
Perdonate il ritardo ma il computer e io ultimamente litighiamo molto spesso -.-
Comunque eccomi qui!   (urli di folla felice)
Bene bene, quarto capitolo: Natassia ha deciso di allontanarsi per la prima volta in vita sua dal suo amato papino.
E dove si va a cacciare?
Lo saprete solo leggendo (Quanto sono cattiva ^:^)
Un grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono :-)
Un abbbraccione e alla prossima!

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Capitolo 5
*** Camus ***


5)“Siamo in un cimitero?”
Non so come ne perché ma sentivo che quel posto era importante, percepivo una specie di forza elevarsi da quella terra.
Liberai Yuki dalla mia presa e lei subito indietreggiò , anche lei sentiva qualcosa.
Mi alzai lentamente e chinai il capo in segno di saluto e rispetto verso coloro che non esistevano più;   a quel punto avrei dovuto semplicemente girarmi e tornare sui miei passi ma un epitaffio catturò la mia attenzione.
Si leggeva  Camus gold aquarius saint
Cosa voleva dire?  Perché c’era il mio nome su una tomba?
Questi era dunque un cavaliere, e per di più d’oro a quanto scritto.
Un cavaliere dell’ acquario proprio come il mio pap..come Hyoga.
Allora perché non l’avevo mai sentito nominare?
Mi inginocchiai davanti a quella stele e con le dita passai i contorni delle lettere incise sulla pietra.    
Erano molto fredde,quasi congelate.
“Sai ,nobile cavaliere, che sei molto fortunato? Tu puoi ammirare in eterno questo campo con i suoi fiori e guardare le dodici case riposando tranquillo sotto la protezione di Atena. Tu sei morto ma almeno non sarai mai costretto ad abbandonare questo luogo”
Mi alzai da quella terra fredda togliendomi un po’ d’erba dalle ginocchia
“Riposa in eterno e trova la pace  antico saint dell’acquario.”




Capitolo moooolto corto ( per redimermi domani ne metto un'altro). Alieva e maestro si incontrano anche se non possiamo parlare di una vera e propria presentazione... Camus è morto. (Piangiamo tutti :,(  )
Camus è anche il secondo nome di Nat, chissà perchè XD
Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono :)
A domaniiiiii

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Capitolo 6
*** La cittadella ***


6)Decisi di rimettermi i sandali e di proseguire verso la cittadella, sì, era la cosa migliore da fare.

Ero ancora un po’ scossa, in quel cimitero c’erano davvero tante tombe e su tutte c’era la parola saint, era dunque anche questo il destino di un cavaliere? Anche se hanno grandi poteri (dicono) muoiono perché, alla fine, sono solo degli esseri umani, delle persone

Con questi pensieri arrivai al muro che divideva il santuario dal mondo. Non nascondo che fu mooolto difficile trovare quella benedetissssima porta che,una volta aperta con una spallata, mi fece trovare in un negozio di fiori.

“Hey piccola chi sei? Vieni dal santuario? Non ti ho mai vista qui”

Dovetti pensare a una scusa qualsiasi molto velocemente per rispondere al fioraio

“Salve. Sono-sono un’assistente, si ecco e sto e sto andando a fare delle commissioni “

“Allora deve essere la tua prima volta  qui bimba, ti do due consigli che ti serviranno per tutte le volte che verrai va bene?  Il primo è non parlare mai del posto da cui vieni.    La seconda è non attirare l’attenzione.”

Guardai subito Yuki, in effetti una bambina che gironzola sola con un lupo bianco vicino non passa proprio inosservata.

Ringraziato il fioraio uscii.

“Hai sentito Yuki? Forse è meglio che ci separiamo”

Le sue orecchie bianche si appiattirono e i suoi occhi scuri si rattristarono; ancora adesso mi stupisco dell’intelligenza di questo animale.

“Non ti preoccupare, puoi sempre seguirmi da lontano la cittadella. Ma stai tranquilla che non scappo”

Lei si allontanò silenziosa, che brava cucciola.

 

Mi guardai attorno,dovunque c’erano negozi, uomini che discutevano, donne che camminavano e bambini che giocavano sulle strade. Non ero abituata a vedere tutta quella gente e, soprattutto, tutte quelle femmine!

Non si può dire che non c’è ne fossero al santuario ma certo erano molto rare e difficili da avvicinare.  Il mio mondo fin’ora conosceva solo maschi adulti, l’ultimo bambino che dovevo aver visto forse era Ryuho, il mio piccolo e tenero cuginetto Ryuho…

Ma non era il momento per i sentimentalismi, c’era una città che aspettava di essere scoperta.

 
 
 

Buona seeeraaa:)

Come promesso eccovi il nuovo capitolo.

Cercherò di aggiornare più spesso visto che poi vado via due settimane quindi leggeteleggete XD

Grazie a tutti quelli che commentano e leggono :)

Ciao ciao e al prossimo capitolo

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Capitolo 7
*** La statuetta ***


7)Profumi di fiori, spezie e incensi intrappolarono il mio naso in un uragano di odori.

Canti, risa e le urla dei venditori mi fecero fischiare le orecchie.

I colori dei vestiti e delle case riempirono i miei occhi.

Che mondo strano

Eppure era piacevole

Cominciai a gironzolare tra i banchi ed a rincorrere gatti andando, spesso e volentieri, a scontrarmi con i passanti.

“ok Nat, pensa a quello che ti ha detto il fioraio:non farti notare”

Mi guardai attorno, per quanto riguarda i vestiti la mia felpa grigia poteva andare, anche se non ero colorata come gli altri abitanti andava bene, il vero problema erano i capelli.

Tra tutte quelle teste brune i miei capelli biondi erano come un pugno negli occhi.

Per fortuna avevo il cappuccio con cui coprirli.

Proseguendo per quelle strade arrivai a un negozio un po’ strano: sembrava vendesse solo statuette di pietra raffiguranti strani personaggi

:”Ti piacciono piccola?”

Sobbalzai,quello doveva essere il padrone del negozio che celava il viso sotto l’ombra del cappuccio

:” O sì signore. Anche se non capisco chi raffigurino”

“Tu vieni dal Santuario vero?”

Sgranai gli occhi :”Ma come fa a….non so di cosa stia parlando signore”

Intravidi un sorriso, sapeva che stavo mentendo

:”Non preoccuparti. Comunque dovresti conoscerli ,questi che vedi qui sono le antiche divinità greche. Dalla dea madre Gea: nata dal totale Caos, Urano dio del cielo ,Ponto signore del mare, Eros dio dell’amore,la ninfa Dafne, la dea della luna Selene..”

E mentre gli elencava indicava le statuette, una per una.

“…e la dea della giustizia Atena.”

Il suo indice si fermò su una piccola statuetta finemente decorata. Era di una bellezza straordinaria sebbene la posa della donna non fosse per niente sensuale, anzi. La dea era rappresentata con uno scudo e un elmo, una guerriera che lotta per la giustizia.

Non conoscevo la mitologia, e quando sentivo parlare di Atena pensavo fosse solo un nome proprio, non certo la divinità stessa!

Rimasi ferma ad ammirarla.

L’uomo emise una piccola risatina dietro di me, prese la statuetta che stavo ancora ammirando e me la diede.

:”Questa è per te piccola”

:”Uau! Grazie infinite signore! È proprio bella”

:” è vero. Tienila con te e cerca di non smarrirla”

“Lo farò signore. Grazie ancora”

 

Detto questo mi allontanai ma non feci che pochi passi che sentii dietro di me un rumore strano, simile a quello che fanno gli uccelli quando spiccano il volo. Mi voltai e vidi solo delle grandi ali d’oro che si aprivano e si chiudevano.

Fu solo per un secondo e tuttora non saprei dire se fosse un frutto della mia fantasia oppure realtà.

Mi rigirai la statuetta di Atena tra le mani.

Anche se cercavo di allontanarmi da esso, il mondo dei cavalieri mi perseguitava. Quasi sperai che fosse un segno del destino.

 
 

Benvenuti nel nuovo mondo; so che qualcuno ha già scoperto l'America prima di me ma io mi riferivo alla cittadella ;)

Tutto è diverso ma non brutto. Una cosa che noi diamo per scontato per alcuni è assolutamente innovativo

(Perla i saggezza: bisogna ricominciare a guardarsi intorno con occhi da turista.)  Detto questo O.o

Per gli intenditori ebbene sì: la statuetta è esattamente quella che Seiya si è portato dietro per tutto l'inferno. Solo che allora conteneva l'armatura di Atena...ma chi ha detto che sia vuota? XD

 

Per adesso è tutto, spero di rivedervi alla prossima puntata X3

 

Grazie a tutti.

Tante fusa X33

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Capitolo 8
*** La quiete e la tempesta ***


8) Ormai era quasi la sera, mi rimaneva poco tempo.

L’aria cominciava a farsi più fresca, la sentivo sulla pelle.

Ormai stanca di camminare cercai una collina o un altopiano per ritrovare Yuki.

Trovai una piccola collinella erbosa poco lontano dal negozio del fioraio.
Stetti lì, distesa sull’erba con gli occhi chiusi e l’aria si divertiva a far volare i mie capelli liberati dal cappuccio, anche quando sentii il muso di Yuki premermi sulla pancia. Anche lei si era distesa.
Ci godemmo insieme quella pace quasi irreale.

Ad un tratto sia Yuki che io ci alzammo di scatto: c’era qualcosa che non andava.
Sentivo come una specie di “cupola negativa” sulla cittadella, non andava bene; non sapevo perché ma lo sentivo: c’erano guai in vista.

Non tardarono ad arrivare suoni di battaglia, sembrava ferro contro ferro, poi urla. Tante.
Corsi giù per la collina. Dovevo trovare il fioraio per ritornare al Santuario ed avvertire i cavalieri.
La mia corsa fu quasi subito fermata. Una donna stava zoppicando verso di me
:”scappa piccola.. scappa lontano.. salvati almeno tu”
Furono le sue ultime parole, poi cadde a terra. Sulla schiena una grossa ferita.
Con le lacrime cercai di muovermi, all’inizio solo per camminare, poi ricominciai a correre.
Quella scena, una donna che si accascia al suolo, il sangue, mi ricordarono mia madre.
Papà dove sei??
 Molte case erano in fiamme, alcuni edifici erano crollati bloccando molte strade, compresa quella che portava al fioraio.
Cercai altre strade, facendomi spazio tra la merce per terra, le macerie e i cadaveri.
Ho paura. tanta paura.
La mano che teneva la statuetta di Atena tremava e la stretta si rafforzò.
Aiuto. Ho paura.
Yuki era davanti a me, anche lei stava cercando la strada.
Passai davanti a una casa con la facciata crollata, sul tavolo della cucina c’erano i corpi di due bambini, un maschio e una femmina, non potevano avere più di tre anni.
Ho paura. Papà papà aiuto Aiutami

Yuki, un attimo prima davanti a me, adesso era a terra, il sangue che le sgorgava dal fianco macchiava di rosso il suo manto candido.
E finalmente li vidi.



 

Ebbene sì, mi nutro con la suspanse!!
WAWAWAWAAAA quanto sono cattiva XD

Grazie a tutti quelli che mi seguono, leggono e recensiscono.
Un bacione X3

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Capitolo 9
*** Non voglio morire ***


9) :”Nel sacro nome di Anubis non lasciate che nessun cuore batta! Che i cavalieri di Atena vedano la paura negli occhi dei morti ! 

Guardino pure la pena che incombe su coloro che sfidano la nostra Divinità!!

Uccidete! Uccidete tutti nel nome di ANUBIS”

Egizi

Erano alti , con la pelle scottata dal sole e i capelli color dell’ebano.

Le armature che lambivano i loro corpi erano gialle e nere.

Le loro armi falci e  lance.

Ed ora erano davanti a me.

:”Guardi generale. Un alto microbo”

Due egizi si avvicinarono ,li sentivo avanzare verso di me. 

La paura mi bloccava i muscoli.

 Non riuscivo a muovermi.

I miei occhi vedevano solo il sangue di Yuki che continuava a sgorgare.

”Altra carne tenera, generale; di questo passo le nostre armi perderanno il filo;per ucciderli basterebbe un sasso..”

“Taci soldato, più sacrifici immoliamo ad Anubis più sarà grande la sua letizia. Ora procedi”

Un falcetto si levò sopra di me. E calò.

Forse fu il mio istinto di sopravvivenza, o qualcuno di importante lassù mi dette una spinta, fattostà che riuscii a spostarmi anche se il falcetto mi ferii la spalla.

Sangue.

Scattai all’indietro, corsi, corsi il più veloce che potei.

Non sentivo il dolore, non sentivo le urla, non sentivo i canti di vittoria.

Un unico pensiero: NON VOGLIO MORIRE.

Papà papà dove sei?

Correvo, cercavo un posto lontano; il più lontano possibile, volevo scappare.

Arrivai fino ai borghi più bassi della cittadella. Neanche lì avevano risparmiato un’anima.

Li sentivo correre dietro di me.

La stretta ferrea sulla statuetta di Atena.

Ero ormai esausta e cercai un posto dove nascondermi.

Corsi dentro una baracca a mi nascosi dietro delle otri d’acqua con le spalle sull’angolo.

Ho pregato perché non  mi trovassero.

Ma le preghiere non furono ascoltate.

Una lama tagliò a metà tutte le otri con un solo colpo.

“Piccola bastarda. Finalmente ora puoi morire”

Chiusi gli occhi, le palpebre umide di pianto.

NON VOGLIO MORIRE

E in un attimo fu tutto caldo poi sopraggiunse il gelo.





Scusatescusatescusate ma tra il lavoro, i campi scout e la vacanza senza la possibilità di mettere le mani su un computer mi è risultato difficile aggiornare.. comunque tra breve partirò di nuovo quindi in questi giorni aggiornerò spesso.   Fatemi sapere  e grazie un milione a tutti!!!!!
baci

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Capitolo 10
*** Il mondo ***


10) Riaprii gli occhi con estrema calma,avevo paura che le mie pupille non avrebbero mai più rivisto il mondo.
Appena le palpebre si alzarono vidi sopra la mia testa il falcetto.
Urlai con tutto il fiato che avevo, ma l’arma rimaneva lì, sospesa.
Finito il fiato mi alzai per guardare l’arma: era congelata.
Mi girai e vidi l’Egizio.
Mollai un altro urlo.
Con ormai la gola in fiamme ripresi fiato, anche l’uomo era congelato.
Tutto era congelato:il pavimento, le pareti, persino l’acqua che era uscita dagli otri ora era una spessa lastra di ghiaccio.
Ma non avevo troppo freddo.
Continuando a guardare il mio nemico congelato indietreggiai verso l’uscita ma la mia schiena si bloccò contro qualcosa di duro.
Mi voltai e vidi un grande muro di ghiaccio bloccare la porta.
Incredula lo toccai e solo in quel momento mi resi contro di tenere ancora in mano la statuetta di Atena.
La posai davanti al muro e solo allora mi vidi il palmo della mano che la stringeva: era in pelle viva e bruciava
Come ho fatto a ustionarmi la mano?
La misi subito sul muro per raffreddarla
“Come cavolo ho fatto..’
Mi riscuotè  un ululato e ,attraverso il muro di ghiaccio, vidi un qualcosa di bianco e rosso avvicinarsi lentamente
“Yuki? Yuki sei tu?”
E chi mai poteva essere. La vidi cercare di intaccare il ghiaccio con le unghie e poi distendersi a terra.
Stava male.    Stava per morire.
E a me non spettava una fine diversa, ferita e rinchiusa in una prigione di ghiaccio…anche io stavo per morire.
Mi rintanai nell’angolo con le ginocchia che toccavano la fronte e cominciai a piangere.
Le mie lacrime erano calde sulla mia pelle, ma il resto era tutto freddo.
Piansi, come mai prima di allora.
Lacrime e singhiozzi si susseguivano
“Sono condannata. Ormai sono morta”
Il tempo non aveva più importanza, speravo solo che la morte arrivasse preso.
Gli ululati di Yuki sembravano lontanissimi, quasi impercettibili.
I suoni tutti ovattati
Mi sembrava che la morte mi chiamasse ad un certo punto :”Nat, Nat, Natassia..”
Poi la voce arrivò vicinissima.
Alzai gli occhi e vidi due porzioni d’oceano
“ papà? Papà sei tu?”
“ Nat, piccola, finalmente ti ho trovata! Stai ben..”
“PAPA’ PAPA’ PAPA’!!!”
Mi lancia tra le sue braccia, papà era venuto a salvarmi, era lì per me.
Non sarei morta. Oh papàpapà quanto ti voglio bene.
Mi abbracciò stretta e fui di nuovo circondata dall’oro dell’armatura: protezione, benessere.
Mi prese in braccio e mi portò fuori attraverso lo squarcio che aveva fatto nel ghiaccio.
La luce aggredì i miei occhi
E rividi il mondo
 

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Capitolo 11
*** Piccole spiegazioni ***


11)“Nat..”
“ Sì papà?”
“Chi ti ha ferita?”
Mi girai tra le sue braccia per indicare con il braccio buono l’egizio ancora congelato.
“Lui. Ed ha anche ferito Yuki”
Si voltò verso l’uomo/ghiacciolo.
“Stai tranquilla piccola che non resterà impunito”
Con le braccia gli circondai il collo, probabilmente ciò mi fece male ma di quel momento ricordo solo una grande gioia.
La cittadella era piena di cavalieri di tutti i ranghi: c’era chi ancora combatteva, chi aiutava i pochissimi sopravvissuti e chi spostava i cadaveri.
Che fossero cavalieri, cittadini o egizi ormai quello erano:morti.

“Papà, sono stanca”
“è ora di tornare a casa”
Mi addormentai tra le sue braccia accarezzando quei capelli uguali ai miei.

Mi risvegliai nel mio letto con una robusta fasciatura che mi immobilizzava il braccio e la spalla, sul comodino un bicchiere d’acqua.
“papà?”
La porta si socchiuse
“Il tuo papà è andato a fare rapporto ad Atena piccola Natassia”
“Ciao zio Shun!”
E gli saltai in braccio

Anche lo zio Shun era un cavaliere d’oro e presiedeva la casa della vergine. Anche se io non potevo gironzolare per il santuario non era raro che lui e lo zio Ikki venissero alla casa dell’acquario quindi li ero parecchio affezionata.

“Pianopiano piccola Natassia altrimenti la spalla ti farà male”
“Zio da quanto dormo?
“Saranno tre ore, sai che ti farebbe bene riposare ancora un poco?”
“Non voglio, adesso stò bene zio. Perché papà è da Atena?”
 “Non ti  preoccupare, sono cose burocratiche, vedrai che tra poco sarà qui”
“Zio Shun, perché papà è andato da lei?”
“Ma niente sono solo..”
“Perché è da quella!?”

Lo zio fece un piccolo sospiro

“Vedi piccola Natassia, devono discutere di molte cose: non è normale che un tale plotone di nemici sia stato capace di eludere le difese di Atena e inoltre non era mai successo che un cosmo così..così immaturo (diciamo) potesse sprigionare tanta potenza”
“Zio non capisco..”
“Ascolta piccola Natassia, questo che ti stò per dire sarà il nostro segreto ok?
Annuii “croce sul cuore zio!”
“Si va bene ,Croce sul cuore. Tu sai che tuo papà ha una specie di ‘potere magico’ vero?
“Dici quella cosa che fa con la neve?”
“Si ma non solo, Hyoga riesce a congelare le cose facendone abbassare la temperatura..”
“Quindi è stato il mio papà ha congelare l’Egizio?”
“No piccola Natassia;non è stato lui: sei stata tu”
“…non è vero …io non ho poteri …”
“Il cosmo immaturo di cui ti dicevo era il tuo”
“non è vero”
“è insolito che si risvegli così presto, voglio dire  hai appena cinque anni..”
“non è vero”
“e inoltre, oltre alla stanza in cui ti trovavi, hai congelato anche i dintorni comprese diverse persone; ma non ti preoccupare piccola Natassia che ora stanno bene. Hyoga li ha scongelati tutti”

Mi risedetti sul mio letto e con le lacrime guardai mio zio
“Zio..cosa c’è che non va in me?”
Lo zio, dispiaciutissimo, mi prese in braccio per consolarmi. 
Stavo giocando con una sua ciocca di capelli verdi quando la stanchezza sopraggiunse.
“Scusami piccola Natassia…”






Sono viva. Lo so che ho fatto un pò di casini con il capitolo scorso (Quattro volte l'ho caricato!!!  O sono io o è il computer -.-)
gomen nasai  a tutti quanti, mi spiace... ma ora eccomi qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate ho voglia di sentirvi dopo tanto tempo ^.^
Una fuga a tutti by CuroNeko X3

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Capitolo 12
*** Pronta? ***


~~12)Due giorni di letto forzato, per me e per Yuki.

Erano passate solo 24 ore, altrettante dovevano passare.
Non credo che esista punizione peggiore.
Non potevo fare i miei esercizi, non potevo andare fuori..
L’unico sport era rompere le palle
“ZIIIIIOOOOOOOOO IKKKIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!”
Un secondo dopo ero sospesa in aria tenuta per la collottola, faccia a faccia con lo zio
“Ringrazia che sei in convalescenza paperotta, altrimenti quattro giri completi del santuario non te li toglieva nessuno!”
“Tu faresti questo alla tua unica, amata nipotina? Il mio adorato zietto mi farebbe questo?”
-Occhi da cucciolo indifeso –
“Mostriciattolo, queste cose possono funzionare con Shun ma non con me”
“Ma io ti voglio taaaaaanto bene zio Ikki”

“Dal tuo tono di voce mi sembra che tu stia bene Nat”
“Papi, sei tornato”
Cercai di correre verso di lui ma i miei piedi spostarono solo l’aria; lo zio mi teneva ancora sollevata.
“Hyoga! Credimi che non sono mai stato così contento di vederti” disse lo zio mollando la presa sulla mia collottola, io subito andai ad abbracciare papà.
“Hai fatto la tremenda con lo zio Nat?”
“ No. E’ lo zio che ha una crisi di nervi”
“ IO COSA!! VIENI QUI CHE..”
“sonoconvalescentesonoconvalescentesonoconvalescente”
Papà era scoppiato in una risata mentre lo zio lo guardava in malo modo e io mi nascondevo dietro le sue gambe.
“Tsk! Meglio che me ne vada altrimenti qui ci scappa il morto, o meglio la morta.”   E mentre lo diceva,lo zio mi guardava fisso.

So che non mi avrebbe mai fatto del male, so che mi voleva bene e che mi avrebbe protetto ma quegli occhi erano tanto profondi da non riuscire a capire cosa stesse pensando. Un po’ inquietante
.
Quando lo zio Ikki uscì papà mi fece sedere sul letto.
Yuki mi si avvicinò zoppicante in attesa di coccole.
“Allora sei pronta? Dopo domani si parte”

Avevamo discusso a lungo, della Russia, ed eravamo giunti ad un compromesso: io sarei andata in questo collegio ma solo temporaneamente, papà sarebbe venuto a trovarmi ogni due settimane e io potevo scrivegli anche tutti i giorni.

Non ero scontenta del patto ma ovviamente avevo paura; l’unica cosa su cui non ero disposta a trattare era che Yuki venisse con me.
Al collegio non erano ammessi animali ma Yuki sapeva cacciare, la selvaggina non mancava e, in caso di emergenza potevo darle io il cibo sottraendolo alla mensa (questa ultima cosa però non l’avevo detta a papà).
Le valigie erano già state tirate fuori, la mia spalla era quasi completamente guarite e anche le ferita della mia lupacchiotta erano migliorate.

Lo zio Shun, quando aveva saputo della nostra decisione era venuto a parlarmi; una frase in particolare mi aveva colpito e mi accompagna ancora adesso : “ricorda piccola Natassia, quando ti si chiude una porta si apre un portone”
Ma io non ho mai chiuso quella porta.

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Capitolo 13
*** Ghiaccio ***


13) Se esistesse una parola che sapesse descrivere l’ammasso di ira, paura,sconforto, depressione, malinconia, aggressività e furia diventerebbe la parola più usata nel mio vocabolario.

Tre sole settimane che indosso questa stupidissima uniforme e ho già fatto due dozzine di verifiche e puttanate varie.
Odio questo schifo di collegio.
In classe ho solo ragazzine molto più grandi di me, frivole e anoressiche che vivono nell’ombra di famiglie importanti che non le vengono mai a trovare; le lezioni sono noiosissime, tutto quello che ci dicono io lo so già ( al santuario ho imparato dallo scrivere alla matematica passando per il greco antico e moderno che parlo discretamente bene).
Nei compiti prendo sempre bei voti ma non sono certo una studentessa modello: scappo di continuo.

Anche adesso sono circondata dai ghiacci seduta vicino alla mia casa natale dove c’è la tomba della mamma.
Se non sono qui sono a quella della nonna.

Per passare il tempo ho cominciato a prendere a pugni gli iceberg, tanto perché non c’è nient’altro da fare.
Un giorno ero più incazzata del solito e sono andata a sfogarmi fuori, un pugno tira l’altro finchè il ghiaccio stesso è uscito dalle mie mani.

E LI’ FU IL DELIRIO

Ho urlato, corso intorno, bagnato la mano più e più volte tanto che quasi non la sentivo più. Delirio.
Poi mi sono convinta che ho gli stessi poteri di Hyoga e da allora mi esercito sempre per controllarmi al meglio.
Quando papà è venuto a trovarmi non gli ho detto niente di questa faccenda; ogni donna  girava la testa per guardarlo ma solo io sono stata accolta tra le sue braccia (alla faccia loro!)

Ma la cosa più bella che mi sia successa in queste schifose tre settimane è che ho trovato un’armatura!!
L’ho vista con i miei occhi, è sigillata dentro uno scafandro quadrato intrappolato dentro un iceberg enorme.
Ho provato a prenderlo a pugni ma mi sono fatta solo male…

Quell’armatura è il mio passeportout per tornare a casa e vivere la mia vita come cavaliere d’Atena.

LA VOGLIO LA VOGLIO LA VOGLIO E ME LA PRENDERO’!

 

 

Salve a tutti; so bene che continuando di questo passo non c'è l'ha faremo mai ma mi impegno, da ora in poi di aggiornare più spesso e se non lo faccio mi si possano congelare i piedi! Comunque rieccoci qui, Nat è felice e spensierata e ha stretto un sacco di amicizie( come no XD)
da qui in poi cercherò di rendere la storia più veloce ma chissà.
Grazie a tutti coloro che seguono e recensiscono , se avete critiche non esitate;)
Fuse fuse a tutti

CuroNeko_chan :3

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Capitolo 14
*** Paperotta ***


~~14

La Russia è la mia terra natale, è il luogo dove sono nata ed è il luogo in cui mi trovo ora. Mi piace la mia fredda terra natale: mi piace il vento gelido che mi investe quando ogni mattina apro le finestre della camera( anche se suscito atteggiamenti poco amichevoli nei miei confronti da parte delle altre alunne).
Mi piace il bianco sconfinato dei ghiacci perenni e mi piace cercare Yuki su di esso con lo sguardo, bianco su bianco.
Mi piacciano gli iceberg, specialmente quello che racchiude l’armatura: è grande e lo continuo a prendere a pugni ogni volta che scappo dall’istituto. Un comodo antistress.
Di questo maledetto collegio mi piace ben poco, la ginnastica fa eccezione: una delle poche materie in cui non ho assenze. Sono molto atletica e certo più forte e resistente delle anoressiche sudofobiche che ho in classe.
Con mia grande sorpresa mi piace la storia e l’epica, forse mi ricordano la Grecia.
Sono ormai passati tre mesi da quando la lascia, la mia grecia..
E papà è da un bel po’ che non mi viene a trovare, per una cosa o per l’altra.
Diciamo che mi sono abituata a qui ma di inserirmi non ne ho la minima intenzione.
E’ ormai da un mese e mezzo che non ho più il permesso di scrivere lettere, penso sia il massimo di punizione che siano riusciti a darmi.
E’ una fredda giornata di metà ottobre, come al solito sono sul tetto freddo dell’istituto a leggere l’Odissea mentre le mie compagne stanno imparando il russo moderno, materia assolutamente inutile.
Suona la campanella, significa che è ora di andare a mangiare.
Stò per entrare in refettorio quando la direttrice mi blocca e mi impone di seguirla.
Seguo i suoi passi continuando a chiedermi il perché: non è il periodo di visite e neppure l’ora se è per questo, non credo che mi stia scortando nel suo ufficio per una sospensione ( hanno troppa paura che scappi definitivamente da qui), hanno preso Yuki?!
Ma anche se fosse non potrebbero certo risalire a me. Che mi vogliano far fare qualche specie di..   andai a sbattere contro qualcosa, vedi a pensare con gli occhi piantati a terra.
Mi stavo massaggiando la testa quando “ Tsk, hai dimenticato anche come si cammina paperotta?!”
PAPEROTTA?!   Solo una persona mi può chiamare così; alzo la testa e praticamente urlo quando lo chiamo :”Zio Ikki!!”
Non lo abbraccio per il solo fatto che qui le effusioni non sono gradite e non vorrei mai interrompere lo sguardo rapito della direttrice posato sullo zio.
Lo zio  era vestito con pantaloni neri, maglietta rossa a maniche corte che lasciavano scoperte le braccia muscolose ( sperai che avesse un cappotto da qualche parte); i capelli blu erano tutti arruffati dal vento e aveva un leggero rossore sulle guance per via del freddo di fuori. Quanto mi era mancato il mio rude e bello zio.
“Forza muoviti che andiamo”
ANDIAMO? E dove? Si torna a casa? Perché mi è venuto lui a prendermi e non papà?
Mi giro verso la preside in cerca di domande “Direttrice..” niente. Per svegliarla dall’adorazione dello zio dovetti quasi urlare.
“Tutte le carte e i permessi sono già state completate e consegnate da tempo, lei è ora libera di andare signorina”
Da tempo, vuol dire che era già tutto programmato? Perché non mi hanno avvertita? Non capisco…
“Vai a far le valige che prima partiamo meglio è”
Con estrema felicità butto per terra la divisa e salto un po’ sopra quella stramaledetta gonna. Tiro fuori i miei bei pantaloni felpati blu e, mettendoli, mi sento di nuovo me stessa. Prendo la statuetta d’Atena che ho sopra il comodino, non me ne sono mai separata. Non passano cinque minuti che sono già davanti alla porta  con valige pronte. Prendo la mano calda dello zio senza che lui me l’abbia offerta e varco la porta. IL freddo sulle guance mi riempie di euforia, corro verso la tana di Yuki, la trovo ed abbracciandola forte le dico che si torna a casa. Lei scodinzola tutta felice.
Prima di partire insisto per fermarci a salutare la mamma, penso che lo zio la conoscesse ma non mi ha mai detto niente su di lei.
Sulla sua tomba le chiedo di aiutarmi ad adempiere il mio sogno: diventare saint.




Rieccoci qui:) buona sera atutti quanti!
Chiedo scusa per tutti quelli che pensavano che in RUssia succedesse qualcosa ma non temete, in russia c'è qualcosa che Natassia vuole e certamente tornerà a prendere;)    Grazie a tutti coloro che leggono e seguono, se avete consigli o obbiezzioni dite pure:3
A presto X3

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Capitolo 15
*** Occhi ***


~~15 Quanto mi era mancato il marmo che sostiene le dodici case, quanto mi era mancato questo sole caldo che ti batte sulla testa, quanto questi alberi verdi e addirittura questa aria afosa.
Appena arrivati corro lasciando indietro lo zio con tutte le valigie e sfreccio verso l’undicesima casa. Sento lo zio gridare di fermarmi ma non gli bado e continuo a correre. Arrivo senza troppa fatica alla casa della vergine ansiosa di riabbracciare lo zio Shun ma non trovandolo proseguo. Nessun saint mi aveva ancora sbarrato il cammino.
Arrivo al mio amato templio in tempo record e entro nella mia casa quasi saltellando.
“Papà?” nessuna risposta.   “Papà” ripetei, ma niente.
Yuki stava già gironzolando per gli ambienti annusando l’aria. Quando incominciò a correre capii che aveva trovato una traccia olfattiva.  Corriamo di nuovo.
Arrivo davanti alle stanze del grande sacerdote con il fiatone; ho le mani sulle ginocchia e ansimo vistosamente  quando sento delle voci provenire dall’interno del templio, sembra che qualcuno stia litigando.
Guardo la mia lupacchiotta, ha le orecchie leggermente abbassate, c’è qualcosa che non va.
Cerco di tranquillizzarla  accarezzandole la schiena, “ Secondo te cosa dovremmo fare?”
Lei avanza un passo verso l’interno dell’edificio.
Non mi ero mai spinta fin lì e certo non ci avevo mai messo piede.
Resto ferma soppesando l’idea di seguire la lupa, le voci intanto si alzano. I miei piedi si muovono quando riconosco la voce di papà.
Avanzo piano, più mi avvicino più i toni si alzano e riconosco altre voci: quella dello zio Shun, Kiki dell’ariete forse e una voce femminile. Sono ora davanti a una grande porta decorata , la porta che divide me dai possessori delle voci.
Vi appoggio la mano ma senza esercitarvi pressione; sono lì ferma e chiudo gli occhi…… “potrebbe divenire una minaccia” “Bisognerebbe segregarla da qualche parte” “Non esageriamo Cancer, basterebbe procedere a un allenamento specifico”
“Non la costringerò ad allenarsi fino a sputare sangue!”
“Che altre scelte abbiamo Hyoga?!”
“Non potete obbligarla a fare niente!”
“Modera i toni quando sei al cospetto della tua dea Aquarius”
“Atena, è solo una bambina..”
“Hyoga, in lei si cela un grande cosmo, temiamo solo che questo la possa divorare e arrecare danno a lei e agli altri”
“Comunque giungerà qui a breve”
“COSA?”
“Seiya, che cosa stai dicendo?”
“Ikki di Leo è andato a prenderla questa mattina”
“Con che autorità? Con quale diritto avete fatto ciò? Lei è mia figlia!!”
E mi ritrovo a guardare l’espressione dispiaciuta di zio Shun, lo sguardo basso di kiki, gli occhi curiosi o indifferenti di molti cavalieri mai visti prima.
Le porte sono spalancate ai miei fianchi.
Fisso mio padre; alla mia vista i suoi muscoli si rilassano ma i suoi occhi sembrano chiedermi perdono.
“Papà”
Corro verso di lui abbracciandogli forte la gamba.

Tutta la maturità che sentivo di aver acquisito all’istituto, tutta quella sicurezza in me stessa, tutta la mia forza d’animo si frantumano ora, sotto tutti questi occhi.

 

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Capitolo 16
*** Incontro conAthena ***


~~16) “Natassia”
La voce di papà è quasi in sussurro ,la sua mano guantata d’oro mi accarezza i capelli.
Due occhi di un viola che non mi sembra molto umano di fissano con insistenza :”E’ dunque lei?” chiede la donna. Hyoga annuisce.
“Natassia Camus Alexandra giusto?”
All’udire il mio nome mi giro e vedo un cavaliere con l’armatura dorata e due ali sulla schiena.
Non gli rispondo ma continuo a osservare quelle ali
“Che altro nome se non questo avresti potuto dare alla tua erede Hyoga?!”
Papà gli indirizza uno dei suoi sguardi peggiori, quelli che ti fanno gelare il sangue nelle vene
Quelle ali….io le ho già viste. Tempo fa…
IO LE HO Già VISTE!
Ero nella cittadella fuori dal santuario, le vidi subito dopo che ricevetti la statuetta d’Athena. Forse è stato lui a darmela.
“Io ti conosco” dissi da dietro la gamba di papà
Il cavaliere bruno ridacchia “Bhè, mi stupirebbe il contrario; dopotutto sono tuo zio.”
Zio?
Guardo papà in cerca di spiegazione, lui mi accontenta :” Lui è Seiya di Saggittarius; insieme a me, Shun, Ikki e Shiryu è un cavaliere leggendario e nostro fratello”
Seiya di Saggittarius; non lo voglio come zio. I miei zii mi sono sempre stati vicini e mi hanno aiutato, questo uscito dal nulla non è altro che uno che a combattuto con i miei familiari. Non è mio zio.
“Sarebbe questo moscerino? Un insettucolo del genere non può essere il possessore del cosmo che congelò parte della cittadella. Ci state forse prendendo in giro!?”
Yuki mi si para davanti con i denti scoperti, deve aver percepito l’aggressività di questo tipo e si è subito messa in mia difesa.
Le abbraccio il collo per tranquillizzarla  e la porto dietro a papà.

“Non osare toccarla Cancer!” La voce dello zio Shun è determinata.
“Metti da parte i tuoi sentimenti Virgo e ragiona razionalmente. Un vero cavaliere non detiene sentimenti!”
“Shun, Eibon smettetela”
La donna si è alzata dal trono dove era e comincia ad avanzare; al suo passaggio tutti i cavalieri si inginocchiano. Chi è questa?
Si ferma davanti a mio padre, lui ha semplicemente chinato il capo.
Lei si inginocchia per mettere i suoi occhi all’altezza dei miei.
“Ciao piccola” la sua voce è ora dolce.
Mi discosto un poco dalla gamba di papà e chino anche io la testa, non so chi sia ma se anche papà le dimostra obbedienza sarà qualcuno di importante, e poi la sua presenza ha un qualcosa che non riesco a descrivere
Allunga una mano, come per sfiorami la fronte ma io indietreggio. Non voglio che mi tocchi.
“Non aver paura Natassia, la divina Athena non ti farà certo del male” Guardo mio papà con aria interrogativa, questa donna è Athena?
Controvoglia mi riavvicino e lascio che il suo palmo tocchi la mia fronte.    A quel contatto mi si gela la pelle, sento di aver davanti qualcuno che non dovrebbe esistere sulla terra, sento una forza immensa e ne ho paura.
Scatto indietro pronta a combattere
“Chi sei tu?” urlo
Mi si para davanti un omone grande e grosso con le corna
:”Con chi credi di parlare insetto?” si avvicina con passo pesante e terribile. Ho paura.
 Sento mio padre urlare qualcosa al cavaliere cornuto ma io ho già aperto i palmi verso di lui.
“Stammi lontano!”
Un attimo dopo il pavimento congelato trattiene a se i piedi del cavaliere , anch’essi ghiacciati.




Buon dì a tutti e tutte ;) so che è un affronto sprecare una bella giornata di sole come questa ad aggiornare ma non importa, sono felice così!
Vorrei ringraziare di cuore cerrywoman,  Lady Yoru ,  shou tucker e   UNIKA_20, scusate se non l'ho fatto primaXP
Grazie anche a tutti coloro che mi seguono e a quei pochi che hanno recensito *.*
Fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto!
CuroNeko_chan :3
 

 

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Capitolo 17
*** I sogni non sono solo desideri ***


~~17)C’è un attimo di silenzio, poi tutti si muovono; Seiya si mette subito a protezione della dea insieme a Kiki ed altri. Papà, Yuki e lo zio Shun sono davanti a me, osservo le loro schiene, contemporaneamente i cavalieri rimanenti si erano schierati per attaccarmi.
Comincio a singhiozzare, ho fatto una cosa orribile.
“Cosa hai osato fare piccola bastarda?!”
Un pugno di fuoco si frappone tra noi e gli aggressori
“Hey Pisces, guai a insultare mia nipote”
 “Ikki, cosa pensi di fare?”
“Seiya, pisces, gemini e tutti voi. Siete solo degli stupidi”
“Come osi Leo!”
“Siete cavalieri di Atena, avete promesso di proteggere la pace e la giustizia” è lo zio Shun a parlare ora “e ora siete pronti ad attaccare una bambina!?”
“E’ una minaccia!” urla il cavaliere del toro liberandosi con estrema facilità dal ghiaccio che gli cingeva i piedi.
“E’ una bambina” ribatte mio padre
“Smettetela ora” disse Athena.
“Ognuno vada a presiedere la sua casa; Aquarius, tu e tua figlia rimanete”
“Athena..”
“Vai anche tu Seiya, qui non sono certo in pericolo”
La stanza si svuotò pianpiano. Appena fummo soli mi fiondai tra le braccia di mio padre, che fino a quel momento era rimasto di fronte a me per proteggermi, e lì piansi.
“papà…scusami…ho fatto una cosa stupida...papà...scusa papà”
Lui mi stringe forte, mi accarezza i capelli e la schiena scossa dai singhiozzi. “Papà….non voglio andare via di nuovo….sono appena tornata a casa…voglio stare qui con te”
Athena, intanto, si era riseduta sul suo trono.
“Piccola mia..”
Con ancora me in braccio papà si rivolge alla donna.
“Athena, cosa succederà ora? Cosa le succederà?”
“Hyoga, è palese che tua figlia ha il tuo stesso potere, l’unico modo per far si che possa controllarlo è quello di allenarla e farla diventare un cavaliere”
La stretta di papà si fa ferrea intorno a me.
“Non ho mai voluto che lei diventasse una saint, speravo per lei un futuro diverso”
“Comprendo le tue preoccupazioni da padre, ma non c’è altro modo Hyoga”
“Ho capito…”
Nascondo il mio sorriso tra i capelli di papà; mi sento in colpa quasi subito però, ciò che fa contenta me rattrista mio padre.
Athena ci congeda e io scendo di malavoglia dalle sue braccia.
 Durante tutto il tragitto non ci scambiano una parola, la parte peggiore fu quella in cui dovemmo attraversare la casa dei pesci.
Appena rientrati a casa, corsi in camera mia e sprofondai nelle mie coperte e nel mio cuscino: Yuki mi si mise di fianco. Da quanto non dormivo insieme a lei. Quasi subito caddi nel limbo del sonno.
Ero a casa. Nonostante tutto…



Saaaalve :3 Sarà fatalità ma si vede che il sole viene fuori solo quando decido di aggiornare XD Oppure è il contrario?  Vabbè non importa! L'importante è essere qui e narrare come andrà a finire;)
Ciao maw a tutti X3

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Capitolo 18
*** Allenarsi....? ***


18)”
“Da oggi comincia il tuo allenamento” “DAVVERO?!!!”
Finalmente, il mio sogno stava prendendo forma!
“Davvero, da oggi sarà Shun a farti da maestro”
Lo zio Shun..mio maestro?
Delusione
“Non dovevi essere tu a insenarmi papà?”
“Non temere, lo farò ma voglio che tu apprenda da vari maestri i vari tipi di combattimento”
“Ho capito” mi guardavo le scarpe, non che non voglia lo zio ma mi ero sempre immaginata mio padre come mio unico maestro.
Papà mi vede e mi invita ad andare verso di lui, ci abbracciamo. So che lui non avrebbe mai voluto allenarmi ne farmi allenare, mi aveva allontanato dal santuario proprio per evitare tale eventualità eppure ora sono qui, pronta per il mio primo giorno d’allenamento.
Mi stacco da papà e mi incammino con Yuki al seguito verso la casa della vergine.
Appena arrivati lo zio mi spiega che papà ha chiesto a lui, zio Ikki e zio Shyriu di potermi insegnare tutto ciò che ritenevano importante io dovessi sapere.
“Vedi piccola Natassia, ognuno possiede uno stile, un etica e un atteggiamento diverso in battaglia. Come dire che ognuno usa le sue regole. Tu devi solo trovare le tue”
Stetti lì per cinque mesi, e più passava il tempo più mi accorgevo di quanto poco conoscessi mio zio.
Difficile credere che un uomo così dolce e premuroso possa aver tolto la vita a delle persone, mi spaventa e mi tranquillizza al tempo stesso. Mi raccontò che nel combattimento la potenza fisica è importante ma quello che fa la differenza è il motivo per cui vai a combattere.
Il proteggere chi ci è caro è  un gesto nobile e ti spinge a dare il massimo di te stesso.
Bisogna sempre avere rispetto per gli avversari, mai vederli come nemici, sono persone con pensieri, sentimenti e sogni.
La pietà non è per i deboli, anzi, imparare a provare pietà è una delle prove più ardue.
In segno di rispetto verso i tuoi avversari non negarti alla battaglia, se questi non combattono volontariamente o sono molto più deboli cerca di persuaderli alla resa, in caso contrario combatti.
Togliere la vita, su questo aspetto abbiamo parlato a lungo.
“Se mai ti succedesse piccola Natassia non dimenticare mai i loro nomi, i loro volti. Ricordali come valorosi combattenti, ricorda a chi erano votati. “
Dimenticare; è la cosa peggiore che un saint possa fare. Il nostro passato ci accompagnerà sempre e fa parte del nostro presente.
Per quanto riguarda le tecniche di combattimento quella dello zio è semplice ma efficace: combatte sulla media-lunga distanza, pochi colpi ma precisi, la difesa può rivelarsi un’arma violenta quindi mai sottovalutarla, studia l’avversario prima di fare il primo attacco, lascia che sia lui a scoprirsi. Centellinare le energie, mai sforzarsi inutilmente.
Mi istruì principalmente sui movimenti corretti di braccia e gambe, le articolazioni non devono mai essere rigide, è molto più facile che vengano rotte. Attenzione soprattutto al ginocchio, se ti rompono quello, e se riesci a sopravvivere all’incontro, riuscire a recuperare e immensamente difficile.
Questo fu quello che lo zio Shun mi insegnò.

 

Salve:)
Spero di non aver stravolto quello che è Shun, mi sono cementata nel mettergli in bocca alcune regole e avvertenze del judo ( mio amato sport *.*)
A voi che sembra?
Fatemi sapere:)
Ciao a tutti :3

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Capitolo 19
*** Sudare ***


~~19
“Zio per favore, sono tr..”  “Non ha importanza! In battaglia non esistono pause, ogni segno di stanchezza, ogni distrazione può portarti alla morte”   
“Ma, zio Ikki..”
“Non  chiamarmi zio, quando ti alleno, io sono il tuo maestro. Fai cinque giri del santuario di corsa”
Era agghiacciante la differenza che poteva esserci tra due fratelli. Se lo zio Shun mi aveva guidato per mano alla scoperta del mondo dei saint lo zio Ikki me lo aveva buttato tutto sulle spalle.
Senza un fisico preparato ogni battaglia è persa in partenza, il cosmo si manipola attraverso l’addestramento. Cicatrici e lividi sono da mostrare con orgoglio, significa che sei sopravvissuto a molte battaglie. L’addestramento non ha mai fine; già, l’addestramento,
nell’addestramento GUAI a lamentarsi, rischi di peggiorare solo le cose.
Sono al quarto giro e la luna mi osserva. Sono distrutta e ormai i miei piedi si trascinano uno dietro all’altro senza che vi sia una fine. Lo zio mi stà guardando ma non dice niente, l’importante è non fermarsi.
“Ikki, non credi di stare esagerando’”
“Sei stato tu stesso ad affidarmela Hyoga, il mio metodo è questo”
Il mio salvatore si materializza in un attimo al mio fianco, mi mette un braccio sotto le ginocchia e con l’altro mi tiene la schiena mentre mi porta all’altezza del suo petto.
“Penso che per oggi sia sufficiente fratello”
“Tsk”
Passo le dita sui bassorilievi dell’armatura d’oro di mio papà; solitamente a quest’ora se l’è già tolta ma è obbligatorio portarla quando si gira per il santuario. E’ fredda al tatto, lo è sempre stata, ma non  mi è mai dispiaciuto.
“Hey” mi sussurra all’orecchio “sei ancora tutta intera?”
“Più o meno papy”.
“Domani ti voglio nell’arena alle sei e mezza, hai sentito Natassia?!”
“Oss sensei” ebbene si, stando con gli zii ho imparato anche un poco di giapponese. Comunque questo non mi salverà dall’allenamento di domani.
Quella notte sogno, era da tanto tempo che non sognavo; fu un sogno strano: ero seduta, guardavo un cigno bianchissimo che galleggiava placido dentro una piccola pozza circondata dal ghiaccio, questo si vota, mi guarda e prende il volo. Le sue ali da bianchi diventano dorate poi nere, corro via spaventata. Vado a sbattere contro un icesberg, mi sanguina il naso che cadendo a terra diventa un mare dentro il cui rischio di affogare. Riesco a salvarmi solo issandomi su un tetto di una delle case dello zodiaco, poi due occhi viola mi fissano e comincio a sentire delle voci, delle urla che provengono dal mare di sangue. Mi metto le mani davanti alla bocca per non vomitare ma mi rendo conto di avere le labbra cucite.
Mi sveglio di soprassalto, sono sudata e ansimante. Mi guardo in giro per cercare di capire dove sono: Yuki è raggomitolata ai miei piedi, dorme. Vado in bagno a lavarmi e cambiarmi ma faccio tutto con estrema calma e accendendo tutte le luci possibili, ho ancora paura. Torno a sedermi sul mio letto ma le palpebre non vogliono calarsi. Per un tempo che non saprei quantificare resto con le ginocchia al petto, gli occhi sbarrati.
Ho paura, tanta.
Decido di uscire di camera mia e addentrarmi nell’oscuro corridoio, lo faccio con i nervi a fior di pelle, pronta a scattare per un qualsiasi rumore. Arrivo finalmente alla porta che mi interessa e la spingo cauta. Nella poca luce vedo il profilo di mio padre addormentato, entrando mi richiudo la porta alle spalle attenta a non fare rumore.
Resto nel buio più completo, muovo due passi incerti e
“Cosa succede Nat?”
Papà ha la voce chiara, non minimamente impastata dal sonno. Papà ha sempre avuto il sonno leggero( si vede che io ho preso dalla mamma), deve aver capito che ero io per via del mio cosmo.
“Ho fatto un brutto sogno”
“Un brutto sogno he” sento rumore di coperte spostate.
“Va bene piccola, vieni qui”
Mi prende in braccio e mi distende sul suo letto, ci metto un sacco a trovare le coperte ma finalmente riesco ad acchiapparle e coprirmi. Papà è al mio fianco, mi avvicino e gli abbraccio il petto premendo la guancia sulla maglietta leggere che usa per dormire. Anche lui mi abbraccia.
Da quanto tempo non dormivo in lettone da papà, mi sembrano passati secoli.
“Buona notte Nat”
Un bacio tra i capelli
“Buona notte papà”



Rieccoci :)
Nat è alle prese con l'allenamento di Ikki, un pò mi dispiace XD
Intanto la piccola sogna..chissà!
Alla prossima gente!
Neko :3

 

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Capitolo 20
*** Apprendere dagli altri ***


~~20)
“Zio-sensei, perché non posso solo colpire al cuore e basta? Che senso ha colpire punti non vitali?”
“Ogni attacco è importante, se vuoi fare un unico colpo mirato nessuno te lo impedirà; chiediti solo se sei sicura di uccidere subito, altrimenti  sarà tuo il cadavere a fine battaglia”
Diretto, esattamente come il suo stile di combattimento.
La violenza e la rabbia si percepiscono chiaramente nei suoi attacchi. Sincero ma misterioso, quel tanto che lo fa sembrare poco affidabile. Lo zio non è cattivo, solo un po’ burbero ma cerca di insegnarmi le cose meglio che può:
La forza più grande è quella di riuscire ad alzarsi, anche dopo una pesante sconfitta; mai cedersi alla pigrizia; cercare da sé la propria strada senza mai venir meno ai giuramenti fatti. Proteggi chi ti è caro ma non farlo per pietà: fallo per te, per non soffrire.
Mai mostrare le proprie emozioni: un saint non piange mai.
Mai mostrarsi debole, perché sono i deboli i primi a morire.
Grazie agli allenamenti intensivi dello zio sono molto più muscolosa di prima ma non in maniera esagerata; lo zio Ikki mi dice sempre che il suo è un allenamento che non finisce mai. Devo allenarmi sempre, senza eccezioni, per mantenermi in forze e controllare il cosmo.   Gli ho promesso che lo farò ,specialmente ora che starò via  per un po’ di tempo.
Lo zio Shiryu mi aspetta.
Papà non può accompagnarmi (grazie a quella santa donna di Athena!! Grazie mille he) ma è stato affidato al cavaliere dell’ariete il compito di scortarmi.
Sembra che Kiki dell’ariete debba andare da qualche parte in India e, già che c’è, mi accompagnerà fino in Cina.
Salutare di nuovo il santuario è un orribile dejavu, ma questa volta ho l’estrema certezza di tornarci.
Yuki sembra contenta d’andarsene, ultimamente grignava spesso e le sue orecchie erano perennemente abbassate; più ci allontaniamo da casa più sembra tranquillizzarsi.
Il mio accompagnatore non parla, sono io a interrogarlo.
“Aries, cosa va a fare in India?”
“Vado al mio templio, dove molti saint aspettano il mio arrivo”
“Ha molti allievi?”
“No, ma  molte armature aspettano di essere riparate”
Kiki dell’Ariete d’oro, il riparatore d’armature. Mi racconta, con occhi colmi di passione, che ogni armatura ha una vita e una volontà.
Non è il saint a scegliere l’armatura; è l’armatura che sceglie colui da cui vuole essere indossata.
“I cloth possono anche mutare, diventano un tutt’uno con i loro cavalieri,  sono vesti eccezionali. Ognuna mi narra la propria storia, le propriee battaglie”
Arriviamo in un paesaggio roccioso e nebbioso.
Il gold saint si immobilizza appena ci penetriamo e anche io percepisco qualcosa. Guardo Yuki che ha cominciato a scodinzolare.
“Natassia, riesci a percepire anche tu questa sensazione di calma?”
Annuisco “è il cosmo di Shiryu no Libbra”
 

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Capitolo 21
*** Goro Ho ***


~~21)
C’è silenzio, calma, armonia.
Sembra quasi un altro mondo, so che è reale solo per il fatto che ci sono già stata.
Riconosco con gioia i posti che ho calpestato anni fa, e lo faccio saltellando e gridando a Kiki cosa ho fatto in un luogo cosa in un altro.
“Aries guarda, in questo laghetto una volta Ryuho ha perso una scarpetta. Ha pianto finche  lo zio non gliel’ha ridata, poi se l’è messa in bocca tutto contento.    E qui Yuki era caduta inzuppandosi tutta e ci ha schizzato mentre si scrollava per asciugarsi; ti ricordi Yuki? La zia ha riso un sacco.”
Yuki mi saltella intorno tutta contenta, entrambe abbiamo dei ricordi bellissimi legati a questi luoghi.
“E quello è il picco su cui lo zio meditava nella prima mattina”
“Sembra che le abitudini siano dure a morire”
Un’ombra si staglia sull’altura rocciosa
“Zio Shiryu!!”
Bastano due balzi per colmare quella distanza che pochi anni prima mi sembrava eterna.
Atterro con entrambi i piedi alle pendici del picco.
“Hey zio Shir….
Un calcio mi colpisce in pieno petto
Fa parecchio male
“Chi sei straniera? Cosa cerchi in un posto simile?”
Sono rannicchiata per terra trattenendo tutte le peggiori parole che potrei rivolgere a quest’individuo.
Come se non bastasse il suo modo di parlare mi infastidisce parecchio: voce troppo alta e accento osceno, si sente moltissimo che è cinese. Argomenti validissimi per riempirlo di botte!!
Con un colpo di reni mi sollevo da terra e parto subito all’attacco.
Entrambi ci muoviamo agilmente, ma la sua struttura fisica è molto diversa dalla mia ( più piccola e minuta) e i suoi movimenti un po’ imprecisi.
Con un sinistro che avrebbe reso fiero lo zio Ikki stendo l’assalitore.
Con un balzo mi siedo sul suo ventre per prendergli a pugni la faccia quando noto una cosa:
due occhi color dell’acqua, grandi e belli ora racchiusi in uno sguardo fiero.
Con il pugno ancora in aria sussurro quello che spero sia il suo nome.
“Ryuho?”
Per un secondo lui sbarra gli occhi per poi tornare diffidente
“Come sai il mio nome?”
Mi lascio cadere su di lui per soffocarlo in un abbraccio
“Ryuho che bello rivederti!!”
Con mossa agile si libera dalla mia presa
“Rispondimi!”
Yuki lo atterra arrivandogli da davanti e comincia a leccargli le guance.
“Ryuho? Che succede?”
“Non avvicinatevi Mama!”
Troppo tardi, neanche il tempo di raggiungerci che io e Yuki le eravamo addosso
“Zia Shunrei!”
“MAMA!!”
“Natassia! Piccola mia che bello vederti dopo tanto tempo”
“Sono felice di essere qui zia, mi sei mancata tanto”
“…mama, non capisco..
“Vieni Ryuho, vieni a conoscere tua cugina”

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Capitolo 22
*** Affetto e rabbia ***


~~22)
“Mia cugina?”
“Tu non ti ricordi di me, Ryuho? Bhè forse eri un po’ piccolo; non sapevi neanche camminare quando sono andata via. Mi sei mancato cuginetto!”
Un altro abbraccio. Non ne è particolarmente entusiasta…non importa.
Intanto sento uno spostamento d’aria dietro di me, ma non è improvviso; è come una leggera onda che increspa uno specchio d’acqua
“Ben arrivata Natassia”
“Zio!”
Lo abbraccio, lui mi solleva.
“Accidenti come cominci ad assomigliare a Hyoga! Sei proprio cresciuta”
“Otosan..”
“Ryuho, hai già conosciuto Natassia? Da oggi seguirà con te gli allenamenti”
“Kaa san, too san per quale motivo?”
Guardo un po’ confusa mio cugino, perché protesta tanto? Non stò facendo niente di male
“Perché un giorno diventerò cavaliere, come lo è il mio  papà!” Ribatto allora.
I suoi begli occhini si aprono.
“Non siamo poi così diversi”.

Gli allenamenti dello zio Shiryu sono…..particolari.
Si incentrano molto sulla meditazione, equilibrio, controllo di sé.
Non mi sono ancora abituata, dopotutto ho appena svolto un allenamento con zio Ikki, dove era tutto un muoversi ed allenarsi.
E’….strano. Ma molto bello.
Quello che più mi piace è però l’atmosfera che c’è qui: oltre alla onnipresente umidità e il suono costante della cascata si percepisce un affetto infinito.
Nella mano che lo zio tende  Ryuho per  aiutarlo ad alzarsi, la zia che ci porta a tutti gli asciugamani caldi dopo la consueta meditazione sotto la cascata, mio cugino che salta in groppa a Yuki per poi addormentarsi sulla sua schiena bianca, i baci fugaci ma dolcissimi che si scambiavano gli zii quando pensavano non li vedessi.
Questa è una vera famiglia.
Qui non ci si allena soltanto, qui ci si vuole bene e non si ha paura di dimostrarlo.
E’ molto diverso dal Santuario dove le effusioni non sono viste di buon occhio.
Mi viene da pensare che anche la mia famiglia avrebbe potuto essere così..
“Zio Shiryu?”
“Dimmi”
“Come è morta mia mamma?”
La zia si volta verso di me con gli occhi sbarrati
“…non credo sia io colui a cui devi domandarlo Natassia, sicuramente Hyoga..”
“Tu conoscevi mia madre?”
“Si, l’ho conosciuta”
Non ne abbiamo più parlato.

Eravamo su una roccia; io e Ryuho stavamo cercando di mantenere l’equilibrio su un dito. Non odiavo le verticali ma neanche le amavo
Zio Shiryu ci stava controllando dandoci, ogni tanto, dei colpetti per aggiustare la nostra postura. Poi si girò di scatto.
La zia ci raggiunse e spinse me e mio cugino in casa.
“Non muovetevi e cercate di chetare il vostro cosmo; non devono sapere che siete qui”
Rimanemmo soli.
“Quelli chi?” chiesi dopo un po’
Prima che  Ryuho potesse rispondermi si immobilizzò, così anche io.
Il placido cosmo dello zio si stava trasformando in un gigantesco, violento vortice.
“Papà si è arrabbiato

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Capitolo 23
*** Sopravvivenza ***


23
“Ryuho….ho paura”
Mai avevo sentito un cosmo così potente, sembrava capace di schiacciarmi.
“Non preoccuparti Nattassia san, ultimamente c’è parecchia gente che viene qui per sfidare otosan. Ma se ne vanno tutti in fretta”
Mi sentivo il petto schiacciato e cominciai a sudare freddo.
Mi sentivo male, ma non è per colpa del cosmo dello zio.
“Ryuho, c’è qualcuno di forte lì fuori”
“Non preoccuparti, Otosan lo sconfiggerà, lui è il più forte di tutti.”
Cercai di credere in quelle parole, ci volli credere ma quel cosmo oscuro mi faceva stare sempre più male.
“Natassia san, tutto a posto?”
“Dobbiamo scappare”
“Cosa?”
“Muoviti Ryuho! Dobbiamo andarcene da qui!”
L’adrenalina mi stava circolando nelle vene e il mio istinto di sopravvivenza mi diceva di mettere più distanza possibile tra me e quel cosmo angoscioso. 
“Qui siamo al sicuro, e poi okasan ha detto di stare qui..”
In quel momento una parete della casa cedette sotto il peso dell’attacco nemico.
 Vidi lo zio combattere con al suo fianco Yuki e la zia che ci urlava di correre via.
I miei movimenti furono così rapidi da farmi dubitare di averli compiuti tutti insieme: presi mio cugino sotto braccio, mi girai e cominciai a scavalcare i detriti di quella che era stata la parete.
Non feci tanta strada che un cavaliere mi si parò davanti.
Aveva un’ armatura che gli cingeva tutto il corpo, un armatura già vista.
Non faci in tempo neanche a pensare che la sua arma calò su di me inesorabilmente.
Vidi sangue.
Non mio
Non del nemico
Vidi il sangue di mia zia che si era frapposta tra me e il cavaliere per proteggerci con il suo stesso corpo.
“SHUNREI!!”
Dalla sua spalla sgorgava lento e viscoso il liquido cremisi; il suo vestito ne fu presto madido.
“Natassia! Corri, correte lontano”
Non me lo feci ripetere. Quella immagine di lei non abbandonò mai la mia memoria.
Ryuho, fino ad allora rimasto paralizzato, cominciò a dimenarsi per liberarsi dalla mia stretta “OTOSAN! OKASAN! OKASAN!!!”
Imperterrita continuai a correre.
Le lacrime di mio cugino si mischiavano al sangue di sua madre che gli era schizzato sulle guance.
“Ryuho smettila, così mi rallenti soltanto!”
“Lasciami. Devo tornare indietro. Devo aiutarli. Lasciami!”
“ADESSO BASTA”
Lo presi per le spalle sbattendolo contro una delle tanti pareti rocciose del Goro Ho.
“Non capisci?! Ci stanno dando l’opportunità di scappare; di salvarci la pelle”
“A che pro? La loro morte?”
“E’ così!!”
Il suo sguardo si rifranse sui miei occhi: paura, abbandono, colpa; questo vi lessi.
“Lasciami andare, se moriranno voglio essere con loro”
“Cosa stai dicendo? I tuoi genitori non vogliono certo questo”
“MA IO SI!”
“Ryuho..”
“Siamo una famiglia!”
“Mi dispiace..”
Lo tramortii con un colpo all’addome. Non potevo permettergli di ritornare indietro; dovevo troppo sia a lui sia agli zii.
Me lo caricai in spalla ma percepii che qualcuno ci stava seguendo, non aveva un cosmo troppo grande ma comunque non aveva intenzioni pacifiche.
Scappare era inutile, prima o poi ci avrebbe raggiunto.
Mi arrampicai sulle stessa parete dove avevo sbattuto Ryuho e salii.
Il peso morto di mio cugino non aiutò e la roccia era a tratti scivolosa e in altri tagliente e infima.
Il nemico non ci mise molto ad arrivare ma non fece neanche in tempo a vederci: il mio palmo aperto era già su di lui, il ghiaccio gli imprigionò la gola stingendola nel suo freddo abbraccio.
Non so se morì soffocato o se la pressione gli spezzò il collo ma lì per lì non mi importò.
Avevo ucciso
E di lui non sapevo niente






Buona pasquetta a tutti:)

Prima di tutto volevo ringraziare  Aquarius no Lilith,  Aryadaughter, fioredipesco,  kurabika ,  LadyTsuky,  stefirobin, tama_chan_ , valepassion95 e  _Alyss_  che hanno messo questa storia tra le seguite seguite
Grazie un milione ^:^
Volevo anche ringraziare ancora- Black_Altair, cerrywoman, Lady Yoru, shou tucker e  UNIKA_20 che l'hanno messa  tra le preferite
Grazie un miliardo*.*
Comunque eccoci qui; nel capitolo scorso ho usato la parola "mama", onestamente l'ho cercata su internet e l'ho usata ben consapevole che Ryuho chiamava Shunrei in altro modo ma mi sembrava più corretto.
In questo capitolo ho deciso di cancellarla e di mettere il sano e vecchio okasan! Non so a voi ma a me era mancato un sacco <3

Adesso vi lascio e vado a mangiarmi un bel pò di cioccolatoXD
Ancora grazie e auguri
CuroNeko_chan :3


 
 




 

 

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Capitolo 24
*** Un bagno freddo ***


~~24
Cercai di scendere con cautela ma la pietra su cui mi ero appoggiata non resse al peso mio e di mio cugino. Caddi di schiena.
Per un momento l’aria non riuscì ad entrare nei miei polmoni.
Rimasi boccheggiante per terra.
Girando la testa vidi la mia vittima, chissà se anche lui si era sentito come me prima di morire.
Mi rialzai barcollante, mi ripresi Ryuho in spalla e continuai ad avanzare.
In lontananza non si sentiva più niente.
Il cosmo dello zio era molto debole ma il solo che percepivo.
Zia Shunrei…..Yuki
Un passo seguiva l’altro, così come le lacrime silenziose. Il successivo sempre più pesante del precedente.
Non conoscevo quei luoghi, così mi ritrovai a vagabondare con unico riferimento quel sole che ormai stava tramontando.
Mi fermai sulla sponda di una piccola pozza d’acqua cristallina; era un luogo circondato dalle rocce, non facilmente visibile.
Un buon nascondiglio se non notato; un luogo senza via di fuga se localizzato.
Ero stanca.
E nel mio riflesso nell’acqua riuscivo a leggermelo chiaramente in faccia.
Decisi di tuffarmi dentro quell’acqua così pura; magari avrebbe pulito anche me.
Con estrema lentezza mi tolsi i vestiti e mi immersi fino all’ombelico.
L’acqua era gelida, veramente fredda. Cominciai a tremare stringendomi le braccia intorno al busto nel vano tentativo di ricavarne un po’ di calore;   invano.
Forse era giusto così.
In un raptus repentino mi immersi del tutto, sott’acqua aprii gli occhi.
Davanti ai miei occhi le ciocche bionde dei miei capelli danzavano comandate dalla corrente.
Alcune ciocche però non erano bionde: alcune erano sporche di polvere e fango ma le più erano incrostate di sangue.
Le presi una per una cercando di pulirle ma le dita non mi ubbidivano più.
Poi fu il turno delle braccia, non vollero più alzarsi.
Infine anche le palpebre decisero di serrarsi.
Sentii il freddo attanagliarmi le membra, dapprima ebbi paura ma poi pensai che io con il freddo c’ero nata e cresciuta. Era parte di me.
Ma ad un tratto il freddo mi abbandonò.
“Natassia san. Natssia san svegliati!”
Aprire gli occhi mi fece male, troppa luce.
“Ryuho..ti sei ripreso?”
Uno schiaffo in pieno volto. Era dato con forza, fece male.
“Cosa credevi di fare?”
“Un bagno perché?”
Parai la sua mano prima che mi colpisse di nuovo.
Lo guardai, stava piangendo.
“E se muori anche tu chi mi rimane? Sei una stupida!”
E per la prima volta fu lui ad abbracciarmi; un abbraccio disperato, di quelli che ti dicono tutto.

 

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Capitolo 25
*** Papera e lucertola ***


~~25
La presa di Ryuho era salda.
Non è mai mutata; da allora non è mai mutata.
Camminammo molto, non sapevo davvero verso cosa. Forse era solo la speranza quella che rincorrevamo, la speranza di rimanere vivi.
C’erano ancora nemici che perlustravano la zona; erano Egizi, non abituati alla umidità di quei luoghi.
Non abituati alle goccioline di condensa che scendevano cadenzate dalla roccia.
Ma certo abituati a cacciare ragazzini.
Erano segugi straordinari, non c’è che dire. Testardi, tenaci e dannatamente sprovveduti davanti ad un attacco.
Eravamo una coppia splendida io e Ryuho:
lui controllava l’acqua, la faceva danzare davanti a me quando la notte non riuscivo a dormire, lo faceva per farmi sorridere.

Ma nella battaglia quell’elemento così leggiadro diventava un’arma, e il ghiaccio deriva dall’acqua.
I nostri palmi si aprivano in contemporanea.

Si, uccidemmo ancora.
Eravamo degli assassini.

Furono giorni molto lunghi, essere predati è una sensazione orribile; convivi con l’ansia e la paura che dietro ogni roccia si celi un nemico.
Non dormivamo per più di tre ore a testa a notte; quei maledetti prediligevano la notte per i loro assalti; il nostro umore ne risentiva.
“Natassia la vuoi piantare!?”
“Cosa, cosa ho fatto?”
“Smettila di congelare ogni pozzanghera che superiamo, è snervante!”
“Cosa dovrebbe importarti? Non ti stò facendo niente di male”
Un’altra piccola pozza si trasformò in un freddo specchio.
“Ho detto di smetterla!!”
Mi gettò per terra in malo modo.
“Cazzo fai cinesino!?”
Con un colpo di reni mi alzai e gli andai contro
“Ti credi tanto forte perché dietro di te lasci solo ghiaccio e morte? Sei proprio una Russa!”

Un calcio sul ginocchio, dannato voleva rompermi la rotula.

“Non l’ho mica deciso io!! E poi senti chi parla, quello che annega la gente perché gli fa impressione il sangue!”

Mentre lui si girava per preparare un calcio i suoi capelli neri mossi mi sferzarono il braccio proteso per un pugno diretto alla sua mandibola.
Incredibile, due cugini che hanno perso tutto e che sono vivi solo grazie all’altro che si picchiavano con l’intento di farsi male, di ferirsi. Due cugini stanchi, che volevano solo non pensare a quanto stavano male, facendosene ancora di più.

Il piccolo occhi a mandorla era forte, mi ruppe un polso ma io gli risposi per le rime, ancora oggi se lo osservi bene zoppica ancora un po’ dalla gamba sinistra.

“Smettila di fare il bambino, Shunrei non tornerà anche se la piangi tutte le notti”
“Almeno io l’ho conosciuta mia madre!!”

Colpo basso cuginetto

“Come osi piccolo reietto dalla società…”
Corsi verso di lui con tutta la mia rabbia e la mia frustrazione, erano le mie armi più affilate.
Una mano afferrò il mio pugno, era troppo grande per appartenere e Ryuho, troppo bianca per essere di un Egizio, troppo dorata.
“Una papera e una lucertola che litigano, siete patetici”

“Zio?!”






In questo capitolo botte sangue caene e manganei ( come si dice dalle mie parti XD)
Mi prendo solo un paio di righe per dirvi che non so quanto riuscirò ad aggiornare da qui a luglio; purtroppo lo spettro dell'esame di maturità si sta avvicinando sempre più in fretta O.o
Ma quando vorrò evadere da questo mondo pieno di libri e riassunti ancora mezzi da fare potete trovarmi qui ;)
grazie a tutti coloro che leggono, scrivono e seguono :)
Ciao miao
CuroNeko_chan

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Capitolo 26
*** Hospital ***


“Zio!”
Il mio rude zione giapponese. Il mio salvatore. Il mio biglietto d’uscita.
Volevo abbracciarlo, ma fui lenta, non feci in tempo; un potente getto d’acqua lo scaraventò di lato                       
 
 “RYUHO!!!!”
“Non farmi arrabbiare bimbo”
“Ryuho che stai facendo? Lui è…”
“So chi è! Ikki di Leo, custode della quinta casa dello zodiaco,
saint leggendario, fratello di battaglia di mio padre”
 
Con un salto Ryuho si scagliò contro lo zio, lo assaliva di attacchi
ma Ikki si limitò a pararne uno a uno.
 
“Sei un gold saint, uno dei guerrieri più forti votati ad Athena,
dovresti difendere la giustizia e gli innocenti..”
 
I suoi colpi pian piano diminuirono quasi fino a fermarsi, come la sua voce
 
“..e allora perché mia madre è morta?”
 
Non seppi descrivere ciò che vidi negli occhi dello zio
 
“Perché non sei arrivato prima? Perché lei ha dovuto morire?!?!”
Il cosmo di mio cugino si fece improvvisamente aggressivo.
 
Un colpo alla nuca.
I suoi occhi verdi divennero vitrei.
L’ha ucciso.       Mio zio ha ammazzato mio cugino.    Ha ucciso il suo stesso nipote.
 
Rimasi lì, completamente paralizzata. Il gold saint si caricò Ryuho su una spalla e mi si avvicinò fino a prendermi sotto braccio.
E si incamminò.
Il rumore ritmico e cadenzato dei suoi passi mi fecero da ninna nanna.
 
 
 
 
Mi svegliai poco alla volta; la luce era diversa, sembrava molto più finta rispetto a quella con cui ero vissuta.
Nell’aria non c’era più odore d’acqua, era stato sostituito da uno che sapeva di medicine e bende.
I muri erano troppo bianchi, troppo innaturali.
Il cuscino sotto la testa era morbido ma, così come le lenzuola, non avevano l’odore di casa.
 
“Sei sveglia Natassia?”
Quella voce “Papà!”
Mi alzai a sedere di scatto, da quanto non lo vedevo? Ma non fu una mossa saggia, la testa mi cominciò a girare vorticosamente.
Sarei caduta a terra se un braccio teso non mi avesse sorretto.
I muscoli dell’avambraccio, il pallore della sua pelle:da quanto.
E poi quel profumo caratteristico di lui, lui sapeva di casa, lui era la mia casa; il mio posto sicuro.
 
“Non avresti dovuto alzarti così velocemente. Come stai?”
“Bene papà, io sto bene” dissi senza staccarmi dal suo arto.
 
“Papà?”
“Dimmi”
“Dove siamo?”
“Siamo in un ospedale”
“Che cos’è un ospedale?”
Prima di allora non ne sapevo l’esistenza; non mi ero mai fatta troppo male da essere ricoverata o almeno non mi ci avevano mai portata.
“E perché siamo qui?”
“Ti hanno fatto solo dei controlli,fortunatamente non ne è emerso nulla di anomalo”
“Ah, bene e quindi..”   In un attimo feci mente locale “Dov’è Ryuho??”
Mio padre mi guardò un po’ pensieroso, con quei occhi celesti sondava i miei, simili ma completamente diversi dai suoi.
 
“Lui sta bene, adesso dovrebbe essere da qualche parte nella zona nord dell’ospedale”
“Posso andare a trovarlo?”
“Adesso è meglio di no, forse lo vedremo poi”
“Ah”
Sfilò piano il braccio dalla mia presa, in modo gentile.
“Adesso devo sistemare delle carte per uscire dall’ospedale. Tu aspettami qui e riposati”
Sull’uscio mi disse piano “stiamo per tornare a casa piccola mia”
 
Contenta nascosi il volto sotto le coperte. Casa.
Cercai a lungo il sonno ma questi non arrivò, stufa di star ferma mi alzai dal letto e cominciai a gironzolare per l’ospedale.
Era un posto molto triste e anonimo.
Nel mio girovagare mi attrasse una grande porta con in cartello rosso vicino che diceva : reparto di terapia intensiva.
Terapia intensiva……
 
“Ti stai chiedendo cosa voglia dire? E’ così Camus?!”
Feci un salto per la sorpresa, ma era evidente che per Seiya di Saggitter la scena fu molto divertente.
“Cosa ci fai tu qui?!”
“Ma che bel caratterino, di sicuro questo temperamento non l’hai preso da Hyoga.”
Contai fino a cinque, poi gli ridomandai “Cosa ci fai qui?”
“Vedi piccoletta, la dea Athena mi ha posto qui, Saori san teme che qualcuno possa attentare alle loro vite ora che sono deboli e feriti”
“Loro chi?”
Due occhi nocciola mi fissarono sbalorditi
“Allora tu non sai..”
Curiosità mista a paura; senza esitare aprii le porte, corsi per alcuni corridoi guidata che quello che oramai non potevo più chiamare istinto. Arrivai a una camera e ne aprii le porte.
Due letti
Su uno lo zio Shiryu, con alcune fasciature e punti qua e là, che teneva Ryuho in braccio
Sull’altro la zia
Da allora diventai agofobica 





Eccomi. E' un capitolo un pò più lungo del solito ma spero che vipiaccia. Sappiate che per metà è stato partorito tra le ricreazioni o ore opprimenti di scuola...la buona notizia è che finirà anche quella!!!!!!!!!         Prima o poi ^.^
Scusatemi se vi ho fatto attendere ma ormai avrete capito che la puntualità non è uno dei miei pregi migliori XD
Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti: chi legge, chi segue, chi recensisce, chi ha meso tra i preferiti e chi tra i ricordati: Arigato!
CuroNeko_chan

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Capitolo 27
*** Calore ***


Una signorina vestita di bianco mi trascinò con forza fuori dalla stanza. Chiuse con cura la porta dietro di sé, poi cominciò a parlarmi.

Non ricordo cosa mi disse, non la ascoltai, il mio cervello si era fermato all’immagine degli zii.

Poi i suoi occhi si spostarono dal mio volto per guardare più in alto ma la sua bocca non si voleva chiudersi.

Quando le sue labbra si fermarono una mano prese la mia.

Solo allora vidi dove guardava la ragazza e mi lasciai condurre.

“Camus, stai bene?”

Non risposi, troppo impegnata a guardare per terra.

 

“Era meglio che non vedessi ma non ti preoccupare, Shiryu e Shunrei sono forti e ormai anche fuori pericolo di vita. Si rimetteranno non temere. Ok?”

Annui. Sarebbero stati bene, dovevo solo convincermene.

 

Da come Seiya mi guidava per l’ospedale capii che lo conosceva molto bene. Chissà se anche lui era stato lì, su uno di questi letti.

 

Strinsi di più la sua mano, mai come allora volevo vicino qualcuno.

 

Lui si fermò e senza lasciarmi la mano si abbassò verso di me.

Con l’indice mi alzò il mento così da poterci guardare negli occhi.

 

“E’ normale aver paura, ma loro stanno bene. Medici esperti li cureranno. Adesso è il caso che ti preoccupi un po’ di te stessa, non credi?”

 

Occuparmi di me stessa? Per quale motivo..

Guardai il mio corpo, e solo allora mi resi conto di aver un braccio ingessato. Il pugno di Ryuho, la mia parata penosa, il dolore.

 

Ah si, Ryuho mi aveva rotto il polso. Me ne ero dimenticata.

 

Stavo ancora guardando quello strano materiale che mi cingeva l’arto quando Seiya mi prese in braccio.

“Forza, ora è meglio se torni a letto”

Non protestai. Chiusi gli occhi nella speranza di vedere solo nero, nient’altro.

 

Non fece più di pochi metri che Seiya si fermò.

Fece un piccolo inchino

“Athena”

Socchiusi appena gli occhi, lunghi capelli viola si muovevano.

Non aveva con sé lo scettro ed era vestita normalmente.

Si avvicinò e, quando fu abbastanza vicina, mi pose la mano sui capelli.

Era calda quella mano, e sicura. Avevo voglia di aggrapparmi a quella bianca mano, di proteggerla in qualche modo.

Qualunque cosa che sappia dare ad altri così tanta tranquillità e speranza deve essere protetta.

“E’ meglio se ritorni nella tua stanza Natassia, tuo padre ti sta già cercando preoccupato.”

“Si Athena”.

 

Lo zio Seiya mi portò fino a letto per poi rimboccarmi le coperte. Mi lasciò con un sorriso.

Stavo meglio.

 

Fu mio padre a svegliarmi, era tempo di tornare.

I miei bagagli non si fecero mai così velocemente, volevo andarmene il più presto possibile da quel orribile edificio.

 

Con felicità percorrevo i bianchi corridoi al fianco del mio cavaliere; poi il sorriso sparì, davanti a noi Seiya e quella dannata scritta “Terapia intensiva”

 

“Perché siamo qui papà?”

“Shiryu e Shunrei dovranno restare in questo ospedale ancora per un po’, il tempo necessario a guarire; ma Ryuho sta bene.”

“E con ciò?”

“Shiryu non vuole che resti qui, mi ha chiesto di portarlo con noi al santuario”

“Papà, lui non accetterà. Vuole restare con gli zii..”

 

“E’ più in pericolo lui che loro” Seiya aveva preso la parola.

“I cuccioli sono più facili da cacciare” continuò.

Mio padre annuì ed entrò nella stanza, io rimasi fuori.

Mi sedetti, con la schiena appoggiata al muro.

“Non lo accetterà; lotterà con tutte le sue forze per non separarsi ancora da loro”

Seiya mi si sedette accanto.

 

Da dentro la stanza si cominciarono a sentire dei rumori.

Mi tappai subito le orecchie, gli occhi premuti sulle ginocchia.

“Perché deve succedere ciò? Ryuho non ha neanche sei anni; perché deve essere separato dai suoi genitori?!”

 

“Per rimanere vivo”non alzai gli occhi a tale frase.

 

“Non è tanto difficile da capire Camus, Shiryu vuole che suo figlio sia al sicuro.”

 

Capii; capii il desiderio dello zio di proteggere il figlio anche a costo di separarsi dal suo stesso sangue, e capii cosa spinse mio padre a mandarmi in Russia. Cappi, e mi vergognai di non esserci arrivata prima.

 

Le porte bianche si aprirono, mio padre teneva in braccio uno Ryuho urlante e piangente; scalciava a cercava di liberarsi dall’abbraccio di Hyoga. Senza pensare gli andai vicino e lo colpii al volto con il braccio ingessato.

Lui si voltò con lo sguardo interrogativo, lo abbracciai.

Era caldo. Volevo proteggerlo.

 

“Non è un addio, stupido!”







Rieccomi. All'alba della prima prova di domani finalmente mi accingo a tornare!!!
Perdonate il mio ritardo e questo capitolo che non mi sembra uno dei migliori ma va bè!
In compenso ho cercato di farlo un pò più lungo del solito; concedetemi almeno questo XD
Meglio che mi fermi prima che dica stupidaggini causate dal troppo studio.
Ragazzi ricordate STUDIARE FA MALE   ma serve:,(
bene, grazie a tutti e alla prossima!!
CuroNeko_chan

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Capitolo 28
*** Maschera ***


Settecento trentadue, settecento trentatre, settecento trentaquattro..

 

Erano tanti quei gradini

 

Mille e quattro, mille e cinque, mille e sei..

 

E troppi i ricordi legati ad essi

 

Mille cento sette, mille e cento otto..

 

Ricordi di cose perdute, la mia fanciullezza, la mia normalità, la mia Yuki

 

Yuki

 

“Papà, Yuki è morta vero?”

Mio padre era tre scalini avanti a me e teneva tra le braccia un Ryuho addormentato.

“Cosa?”

“Yuki è morta; quando siamo stati attaccati in Cina si è battuta per difenderci. Poi non ho più sentito la sua presenza da allora”

“Non lo so Natassia; Shun e Ikki non mi hanno detto di aver trovato il suo cadavere”

“Quindi potrebbe essere ancora viva??”

Sorrise “E’ possibile” disse scompigliandomi i capelli.

 

La mia casa non era cambiata minimamente; tutto era rimasto intonso, quasi il tempo non governasse quel luogo.

 

Un giorno passò senza che me ne accorsi; mio padre era andato dal grande sacerdote per comunicare la permanenza di Ryuho nella casa dell’acquario e lo zio Shun era venuto per tenerci d’occhio.

 

Ryuho non conosceva gli zii ed era in qualche modo spaventato dalle armature che gli adulti indossavano.

Per quasi tutto il tempo stette dietro di me, senza avvicinarsi ne parlare con lo zio, il che mi dispiacque perché lo zio Shun era una persona squisita e non si meritava certo questo trattamento.

Ma al cavaliere di Virgo bastò una frase per avvicinarsi al nipote:

“Assomigli molto a tua madre”

Da allora il loro rapportò si fece sempre più stabile.

 

Papà tornò e comunicò a me e a mio cugino che si sarebbe fatto carico lui del nostro allenamento.

Fui contrariata, l’unico allievo di mio padre avrei dovuto essere io, e io soltanto. Mi trovai gelosa di Ryuho.

E mio padre se ne accorse.

“Natassia vieni, vorrei parlarti”

Lo seguii in un ala appartata del tempio.

“Natassia, da oggi sarò il tuo maestro. Sarò io ad allenarti e a testare le tue capacità e i tuoi miglioramenti. Lo capisci?”

“SI papà!”

“Brava la mia piccola, per quanto riguarda Ryuho voglio che si alleni nell’arena del santuario insieme a tutti gli altri allievi; te compresa. Cercate di socializzare con gli altri e accrescere insieme le vostre abilità.

Lui si allenerà solo nell’arena, il tuo allenamento invece continuerà in questa casa con me. Tutto chiaro Natassia?”

Annui

“Molto bene, il tutto comincerà domani mattina”

 

La notte fu lunga, non ero abituata a dormire senza Yuki o Ryuho al fianco. Ma la notte passò ugualmente.

 

Era l’alba quando corsi a svegliare il cuginastro che si era praticamente fatto un bozzo con le coperte.

Lo buttai giù dal letto senza troppe cerimonie insieme al suo bozzo.

“Svegliati cinesino, che oggi si va a far botte!!”

Un mugolio non meglio identificato uscì dalla stoffa.

Trascinai di peso tutte quelle coperte in cucina dove trovai mio padre, ancora spoglio della sua armatura, con una grossa tazza di caffè in mano.

“Siamo molto mattinieri oggi, ragazzi”

Disse sorridendo alla scena.

“Mhn..zio, Natassia è cattiva”

“Vieni fuori e ripetilo se ne hai il coraggio!”

Fu una mattinata particolare, diciamo.

 

Ryuho era già sulle scale, pronto per andare all’arena. Indossava il tipico vestito cinese senza ginocchiere o protezioni alle spalle o ai polsi. Si era rifiutato di indossare il vestiario d’allenamento del santuario,non era con quegli abiti che si era sempre allenato.

Io ero ancora sulla soglia della casa per finire di legarmi le ginocchiere quando mio padre mi chiamò.

“Natassia, da oggi comincia il tuo vero allenamento e, per questo, da oggi dovrai portare questa”

Mi mise tra le mani una maschera chiusa, senza aperture per occhi e naso

“Una maschera papà? Perché?”

“Sono le leggi del santuario, per essere considerata a livello dei maschi e poter competere con loro in modo leale devi celare il volto.”

Non capìì bene ma la indossai. Era scomoda e non mi piacque.

“Quando potrò toglierla papà?”

“ Quando sarai in questa casa, ma durante una battaglia mai. Il volto di una donna guerriera lo si vede solo prima di morire oppure quando questa prova amore”

“Amore?!Bleah!!”

Lui sorrise, mi diede un bacio e ci salutò augurandoci buon allenamento.

 

Eravamo nella casa del leone, lo zio Ikki era stato mandato da qualche parte da Athena e il tempio era vuoto

“Natssia? Perché porti la maschera?”

“Papà dice che se sei una femmina devi indossarla per fare a pugni”

“Ah, ma tu un sembri affatto una femmina”

Gli tirai un pugno, il gesso lo avevo tolto il giorno prima.

“Sei un maleducato Ryuho!!”

“Ma è vero!”

In effetti i miei capelli biondi non erano più lunghi di quelli di papà e facendomi una coda non avrebbero dato nell’occhio:molti uomini tengono i capelli lunghi come zio Shiryu e Kiki.

La voce non mi avrebbe tradita e il corpo di una bimba di sette anni non dimostra certo curve diverse da quello dei maschi.

 

Mi tolsi la maschera e la nascosi dietro una colonna della casa di Leo.

“Senti Ryuho, da oggi chiamami Camus e fai finta che sia un maschio.”

“Non funzionerà Natassia; qui tutti ti conoscono”

“Sbagli, qui tutti sanno che il cavaliere di acquario ha una figlia di nome Natassia; nessuno,a parte i cavalieri d’oro, sa come sono fatta e se non sbaglierai nessuno saprà chi sono”

“Non mi piace..”

“Smettila di lagnarti Ryuho, e andiamo altrimenti arriveremo in ritardo”

“Non ne sono convinto ma fa come vuoi, Camus”

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Capitolo 29
*** Routine....o quasi ***


“Togliti di mezzo bimbo, sei tra i piedi”

“Oh, scusa”

Nell'arena c'erano molti combattenti dalle età più disparate.

Molti erano allievi più grandi, con spalle e gambe forti; un loro braccio era lungo quanto me.

Ci sarebbe stato da divertirsi

“Vieni Nat, lo zio ha detto che dobbiamo cercare il cavaliere d'argento della gru.”

Lo colpii alla gamba destra, lui cadde a terra e io gli fui sopra

“No cinesino dimmi, vuoi che tutto vada al diavolo? Vuoi farmi arrabbiare?”

“Smettila! Levati di dosso!!”

“ Ryuho è una cosa importante, come mi chiamo?” chiesi tirandogli le orecchie

“Mi fai male!!”

“Forza che la risposta la sai”

“SMETTILA”

Fui scaraventata indietro da un getto d'acqua potente.

“Se vuoi combattere siamo nel posto giusto!” inveii

“Errore”

Quando sentii quella parola ero già in volo calciata da un piede argenteo.

Caddi di schiena e con un colpo di reni fui già in piedi in posizione d'attacco.

“Ascoltatemi bene piedi teneri che non ripeterò due volte: non si combatte finché IO non vi do il permesso. Non si parla finché IO non vi autorizzo. E soprattutto..”

In un attimo la maschera argentata mi fu a due centimetri dal volto

“Non si attacca briga con gli altri studenti”

Con un filo di voce fui in grado di dire“Vi chiedo perdono”

“Da dove venite voi mocciosetti?”

“Dalla casa dell'acquario” disse Ryuho di rimando

“I vostri nomi”

“Ryuho”

“Camus”

Il suo sguardo celato si concentrò su di me per più tempo di quanto ritenevo necessario.

“Io sono Maya, cavaliere d'argento della gru; mi occuperò del vostro allenamento fisico. Non aspettatevi nessun trattamento materno o altro, qui si sputa sangue se necessario e le ferite dovrete leccarvele da soli.”

Ooo si, ci sarebbe stato molto da divertirsi.

Le lezioni di teoria come anatomia o gli esercizi base di combattimento erano seguite da tutti gli allievi.

Di nuovo nuovo imparai ben poco ma cominciai a fraternizzare con gli altri discenti.

Di ragazze ne vidi pochissime, e anche le più giovani portavano la maschera; i maschi erano ovunque e quasi tutti delle teste calde pronti a combattere per un nonnulla.

Io ero una via di mezzo, una femmina che per non farsi notare si comportava da maschio.

Scoprii che Ryuho non era affatto abituato a stare tra la gente, diventava taciturno e la sua figura già gracile sembrava rimpicciolita.

Toccava sempre a me tirarlo fuori dal guscio e coinvolgerlo nelle discussioni o negli allenamenti di gruppo. Ciò che gli mancava in integrazione era compensato dalla sua bravura (non era al mio livello ma era uno dei più portati).

 

Era un giorno di pioggia, adoravo allenarmi sotto la pioggia quando il calore del sudore e il fresco dell'acqua si fondono sul corpo.

L'unica pecca erano i capelli, da bagnati sembravano ancora più lunghi e mi facevano sentire a disagio.

Mi stavo allenando in solitaria, gli altri avevano finito l'allenamento obbligatorio e si erano andati a rintanare sotto qualunque cosa offrisse loro un riparo.

Ogni goccia di pioggia vicino a me doveva essere trasformata in ghiaccio e frantumarsi al suolo.

Ogni singola goccia.

Ma le gocce non cadono una alla volta; era un esercizio impegnativo che richiedeva concentrazione ma ben poca forza.

Ero talmente concentrata che non lo sentii avvicinarsi

 

“Hey biondino, ancora qui ad allenarti?”

 

Di istinto mi girai con il gomito alzato pronto a rompere qualche dente, ma lui schivò

Ovidio, ragazzetto iperattivo e, a mio parere, non molto portato per fare il cavaliere. Spalle larghe per la sua età e capelli scuri.

Diceva di essere qui per prendersi l'armatura di unicorno.

 

“Cosa vuoi Ovidio, hai interrotto il mio allenamento!?”

 

Mi prese il mento con pollice e indice per alzarmi lo sguardo; lui era un poco più vecchio e alto di me.

“Non ti arrabbiare Camus, altrimenti ti verranno le rughe sulla fronte”

“Non ho tempo per queste scemenze! Vuoi dirmi qualcosa o sei venuto per infastidirmi?”

“Che strane domande che fai, la risposta dovresti già saperla. Pensi che il futuro cavaliere di unicorno si metta a cercarti sotto la pioggia battente senza un motivo?”

Lo fulminai con lo sguardo, lui sorrise di rimando

“Ebbene è così. Sono qui solo per romperti un po' le scatole mia bella signorinella”

SIGNORINELLA?!?!?!?!

Cercai di rimanere tranquilla

“Come hai osato chiamarmi?”

“Bhè sai..” Mi mise le sue dita tra i capelli “con i capelli così lunghi sembri proprio una femmina”

“Scostati dannato!”

“Hoho,ma allora anche il governatore del ghiaccio ha lo spirito che ribolle; me ne rammenterò.”

Sospirai, Ovidio era fatto così.

“Dai biondino fammi vedere un bel sorrisino. Forza bimbo sorridi..”

Mi aveva preso entrambe le guance spingendole verso gli zigomi per farmi sorridere

“Eeeeeecolo un bel sorrisetto di un bel mocciosetto”

“BASTA OVIDIO!”

“Va bene, va bene riccioli d'oro. Vado che ormai è tardi e comincio ad avere freddo; Ah Ryuho ti ha preceduto alla undicesima casa, non la smetteva di tossire. Ci vediamo domani Camus”

“Se non ti ammazzo nel letto Ovidio!”

“Noooooo, mi vuoi troppo bene per ammazzarmi in un modo così poco scenografico Camussino. Buona notte”

 

Era fatto così.

 

Restai ancora un poco per continuare il mio esercizio,poi decisi di tornare.

Da quando lo zio era ritornato la maschera la nascondevo nel cimitero dei saint caduti; esattamente accanto alla lapide del gold saint Camus, ogni volta che la indossavo era fredda.

Cominciai a correre per le scale, rischiando di scivolare un paio di volte sugli scalini bagnati e, tra tutti i rimproveri possibili immaginabili degli zii per essere completamente fradicia, arrivai alla penultima casa.

“Ciao papà” stentai a riconoscere la mia voce attraverso la maschera.

Papà stava strofinando un asciugamano sui capelli ancora gocciolanti di mio cugino.

“Piccola mia..”

Mi fu al fianco in un battito di ciglio, mi prese in braccio

“Tu vai dritta in vasca, piccolo pulcino bagnato”

Senza nessun preavviso mio padre mi buttò completamente vestita nell'enorme vasca da bagno del santuario.

Tornai a galla e lo vidi ridere, ridemmo insieme.

Fummo interrotti dai forti colpi di tosse di Ryuho.

“Fatti pure un bel bagno Natassia, e rilassati”

 

Ryuho era di salute precaria, nonostante gli eccellenti geni che aveva in corpo era costretto a prendere pasticche e medicine quando ne aveva bisogno. Per lui stare sotto la pioggia era una condanna e non un piacere come a me.

Mi svestii completamente e mi abbandonai nel tepore dell'acqua; sciogliendomi i capelli mi parvero immensamente lunghi.

“Sono troppo lunghi, non li voglio. Non li voglio”

Uscii dall'acqua, e andai di soppiatto in cucina. Lì presi un coltello.

Sentii dei rumori e corsi di nuovo verso la vasca; mi riemersi e, con tutta calma, cominciai a tagliarmi ciocche di capelli che cadevano nell'acqua.

Quando mi ritenni soddisfatta risalii e mi asciugai,mi vestii pronta per la cena.

“Papà ho una fame da lupi” esordii entrando nuovamente in cucina.

Papà non mi rispose, si avvicinò piano, mi passò la mano sprovvista d'armatura tra i capelli corti.

“Natassia, cosa hai fatto?”

“Mi davano fastidio durante gli allenamenti e li ho tagliati”

Lui fece un sorriso triste; gli erano sempre piaciuti i miei capelli.

Mi abbracciò forte, un abbraccio che sapeva di rimpianto e di sensi di colpa.

“Non è colpa tua papà”

 

 

 

 

 

Sono sopravvissuta e ora eccomi qui!
Voglio usare questo spazio per ringraziare tutti coloro che leggono, che seguono, che hanno messo tra i preferito questa storiella nata dalla mia mente malata.
GRAZIE INFINITE A TUTTI VOI
GraziegrazieXD
Se avete consigli io sono qui, da donna liberaX3
Alla prossima

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Capitolo 30
*** Crescere,imparare,allenarsi ***


“Basta!”

“Camus, hai detto qualcosa?”

“Maya, non c'è la faccio più; questo masso è troppo pesante da portare per più di due chilometri”

Uno schiaffo in pieno volto

“Non osare aprir bocca mocciosetto; riprenditi quel masso sulle spalle e ricomincia da capo, se osi fiatare i chilometri diventano cinque”

Strega. Maya era un mentore autoritario e severo,pretendeva il 120% da ogni studente indipendentemente dall'età,sesso e maestro. Non tutti però riuscivano a darlo.

Ryuho era in ginocchio, una mano stretta allo stomaco, l'altra a coprirgli la bocca.

Gli fui accanto”Ryuho, Ryuho rialzati, manca poco alla fine. Forza,ti mancano pochi metri”

Il suo masso era un poco più piccolo del mio, avrei voluto portarglielo io ma ero già allo stremo.

“Ryuho per favore rialzati”

“Nat, non posso farcela. E troppo pesante'” sussurrò

“Per piacere Ryuho..”

“Cosa succede qui?!”

La strega! Mi misi in mezzo tra lei e mio cugino

“Non succede niente. Stà solo riprendendo fiato”

Mi arrivò un pugno all'altezza della bocca dello stomaco

“Come vuoi pretendere di proteggere qualcuno se non sai neanche reagire ad un attacco del genere!”

Maya sollevò Ryuho per un braccio

“Perché sei qui? Cosa ti spinge a diventare un cavaliere con una salute del genere?Faresti bene a ritornartene a casa!” disse lei

Ryuho alzò gli occhi “Voglio proteggere i miei cari, la giustizia e voglio rendere orgogliosi mio padre e mia madre!Per questo voglio diventare il cavaliere di dragone.”

“Dragone..un armatura impegnativa; inarrivabile per te”

“E' stata per lungo tempo di mio padre, Shiryu di Libra. E diverrà mia”

Maya lo lasciò facendolo cadere a terra rovinosamente.

“Qui non conta di chi sei figlio,il sangue qui non ha colore; ora rialzati”

Io e lui eravamo carponi a terra, Maya si allontanò ed Ovidio ci fu accanto “Forza” Ci aiutò ad alzarci.

“Camus, tu riesci a portare il tuo masso ancora per due chilometri?”

Mi guardai le mani tremanti, le chiusi a pugno “Dovrei farcela”

“Bene; Ryuho ti aiuto io, manca davvero poco poi potrai andare a riposare” Lui annui.

Ci misi quaranta minuti a finire l'esercizio, ricevetti il permesso di tornare al tempio e con passi stanchi mi incamminai a riprendere la maschera. Al fianco della lapide di Camus, c'era Ryuho addormentato.

Mi rimisi la maschera e me lo caricai in spalla; se per me l'addestramento era duro per lui era atroce.

Arrivai mezza morta alla porta di casa “Papà?”

“Nat, avete fatto presto”

“Ryuho è stato male, e Maya è cattivissima, quasi peggio dello zio Ikki!”

Sorride“Metto Ryuho a letto, te la senti di fare l'allenamento qui?”

Sospirai “Mezz'ora e sarò pronta papà”

La stanza dove mi allenavo nel tempio era molto grande e interamente ricoperta di ghiaccio; il mio respiro diventava un piccola nuvoletta e il freddo mi ricordava la mia Russia, e la mia Yuki.

Per allenarmi papà si toglieva l'armatura, diceva che il freddo fortifica e che l'armatura gli faceva caldo.

“Ricominciamo dall'esercizio di ieri; cerca di rallentare il moto degli atomi. Rendili più lenti e crea il freddo”

Il freddo, dovevo sentire l'acqua nell'aria e trasformarla in cristalli di ghiaccio.

Manipolare il ghiaccio e la neve attraverso il cosmo.

L'acqua gela a zero gradi

Il sangue a meno diciotto

l'alcol a meno centoquattordici

 

Più rallenti gli atomi più il ghiaccio diventa resistente.

 

“Non male Natassia; adesso attaccami”

Lo feci naturalmente.

Mio padre combatteva sulla media-corta distanza; non era un amante del corpo a corpo anche se era molto bravo.

Con me ci andava leggero mentre io mi dannavo nel tentativo di colpirlo.

Ormai quasi al limite gli indirizzai il palmo, tentando una tecnica da lui insegnatomi

Diamond Dust !”

Papà si scostò un poco, ma non abbastanza da schivarlo interamente.

Il mio allenamento si concluse con la mano congelata di mio padre; la pelle ghiaccia a meno 20 gradi; ero molto contenta

“Bel lavoro Natassia; davvero bel lavoro.”

“Grazie papà!”

“Ascolta Natassia, vorrei farti allenare per un periodo in Siberia”

La Siberia, mi ricordò il tempo del collegio, le mie fughe e gli iceberg..GLI ICEBERG!

“Papà! Quando ero in Siberia ho visto uno scrigno di un'armatura dentro un iceberg enorme. Che armatura era? Tu lo sai?”

Papà mi guardò con occhi curiosi, poi ridacchiò

“Come è strano il fato; quella è l'armatura del cigno. La prova ultima da affrontare dal suo possessore è quella di rompere i ghiacci eterni che la circondano”

“Papàpapà voglio quell'armatura; voglio diventare il cavaliere del cigno e votarmi ad Athena!! Quando partiamo papà? Quando andiamo in Siberia?”

Lui mi prese in braccio e mi baciò la fronte

“Tra un po' piccola mia, per rompere quel ghiaccio ti serve una forza maggiore e forse sei ancora troppo piccola.”

“Come piccola? Ho quasi otto anni!”

“Non abbiamo nessuna fretta piccola mia; nessuna fretta”

 

Il tempo non ci mancava e i giorni divennero settimane; i miei allenamenti continuavano e pian piano diventavo sempre più forte.

Lo stesso non fu per Ryuho.

Stava sempre male, mangiava poco e sveniva spesso.

Papà era parecchio preoccupato.

Lo sentii un giorno parlare con lo zio Shun

“Shun, tu ti diletti di medicina; secondo te perché Ryuho sta male?”

“Credo che soffra per la mancanza di Shiryu e Shunrei; è sempre vissuto con loro e non averli più accanto lo fa star male. E' un malessere psicosomatico, non credo che il corpo sia affetto da qualche patologia”

 

Ero seduta sul letto di mio cugino, lui sepolto sotto le coperte.

“Cinesino come stai?”

“Non troppo bene, sono stanco e qui fa troppo caldo. Il cosmo di Athena però mi da sollievo”

Non feci in tempo a ribattere che la mia attenzione fu catturata da un cosmo placido e imprevedibile come uno specchio d'acqua.

Presi mio cugino per la collottola e cominciai a correre per le scale.

Volevo dargli il bentornato!










Salve:)
Eccoci con il trentesimo capitolo, 30!!!! Sono tantissimi..
Ma non preoccupatevi che non manca tantissimo alla fine. Volevo un pò di spazio per ringraziarvi tutti:  LadyTsuky ;Shawn_Hardy; Black_Altair ;cerrywoman ;  denny81 ; Lady Yoru; shou tucker ; UNIKA_20; virgo78 ;erol89 Aquarius no Lilith ; Aryadaughter ; Chaos_Dragon; denny81 ; kurabika; LadyTsuky ; MeMs; stefirobin tama_chan_ ; valepassion95 virgo78; _Alyss_

Un saluto ( e due fusa X3) molto speciale a crazy_mofos_knight e solinari!! 
 
Grazie anche a tutti i lettori silenziosi;)

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Capitolo 31
*** Che il cigno rinasca ***


Con mio padre al fianco superai la casa dei pesci, era vuota da ormai un anno. La rivolta egizia si era portata via il suo cavaliere Eibon.

Le stanze di Athena si avvicinavano sempre di più.

Erano passati quattro anni da quando il cavaliere di Libra aveva fatto ritorno nel santuario e due da quando lo zio Ikki mi aveva scoperto ad allenarmi senza maschera. Da allora potevo togliermela solo per mangiare e dormire. Fu molto difficile all'inizio ma poi diventò abituale la sensazione di freddo perenne sul volto.

“Papà,dici che sono pronta?”

“Se non ne fossi certo non ti starei portando al cospetto della nostra dea piccola mia”

Ed eccola lì

Seduta composta su quel trono di pietra; immutata.

Lo zio Seiya al suo fianco,immancabile

Ci inginocchiammo entrambi al loro cospetto

“Hyoga”

“Athena”

“Sei qui per chiedermi il permesso di andare?”

“E' esatto Saori sama”

“E sei sicuro di portarti dietro questa piccola pulce?”

Lo zio Seiya era arrivato fino a me e aveva cominciato a scompigliarmi i capelli; lui non lo vide ma io sorrisi.

“Ovviamente fratello”

“Cavaliere d'acquario, ormai la tua decisione è stata presa. Non mi resta che augurarvi buon viaggio”

“La ringrazio Athena”

Papà si alzò per primo, io dovetti aspettare come da protocollo. Quando mi levai ringraziai sia la dea sia lo zio e dandoli le spalle sentii il loro augurio “Che il cigno rinasca”.

 

La mia terra, la mia fredda e inospitale terra. Terra dei miei avi e di mille storie. Sono tornata da te Siberia.

Nuvolette di condensa escono dalla mia maschera, che bello il freddo qui, è gennaio e sono -40°.

Papà è senza armatura, a coprirci delle giacche molto pesanti.

Siamo arrivati qui nella tarda serata e, ora che cala la notte, ci avviamo verso la casa dove sono nata.

Ogni volta che ci entriamo mio padre diventa silenzioso, credo per i troppi ricordi racchiusi in quelle pareti; detesto vederlo così quindi trovo una scusa per stare fuori.

La notte era molto scura, la luna ne faceva da padrona.

Come tutto qui anche i suoi raggi perlacei mi giunsero freddi.

Chiusi gli occhi e ascoltai

Ascoltai i ghiacci staccarsi e divenire acqua, gli iceberg scricchiolare, il battito d'ali dei cigni, l'ululare di un lupo, i passi incerti dei pinguini e...

UN LUPO ULULARE?!

“Papà vado a fare un giro di perlustrazione!”

Non attesi neanche la risposta, già stavo correndo.

Il richiamo dell'animale mi guidò fino ad una altura, parecchi chilometri lontana da papà.

Sperai con tutto il cuore che non si trattasse di una trappola di bracconieri, gli avrei fatto molto male nel caso.

L'ululato finì, ora c'era solo oscuro silenzio.

Stetti immobile cercando di percepire anche il minimo rumore

Niente

Aspettai per interi minuti

Quando stavo seriamente pensando di tornare sui miei passi sentii delle voci

“Il richiamo ci è giunto Alexer, cosa ti spinge a radunare i blue warriors in questa notte senza stelle?”

Mi misi pancia a terra e strisciai fino a vedere un gruppo di uomini

“Cavalieri dei ghiacci, rimembrate i soldati venuti dalla calda Africa?”

“Chi può dimenticare l'attacco egizio Alexer? Per difendere il santuario anche tra le nostre file ci sono state perdite”

“E' così, ma è passato già un anno da allora. Eppure alcune dei miei migliori esploratori giurano di averne avvistati una decina vagabondare per i nostri ghiacci; l'ultimo avvistamento è di poc'anzi”

Ci fu trambusto tra gli uomini

“Forse la dura lezione che li impartimmo anni addietro in Cina al Goro Ho non gli è bastata”

“Dobbiamo ripetere quelle epiche gesta!”

“Placate gli animi cavalieri, per ora non hanno nuociuto a nessuno..”

“Alexer, rammenti le vite che spezzarono? Le loro mani sono ancora imbrattate di sangue!”

“Scoviamoli e uccidiamoli!”

Non parlarono molto che un lupo bianco, rimasto fino ad allora seduto al fianco dell'uomo chiamato Alexei ,si alzò e cominciò a camminare piano verso di me annusando l'aria.

Si fermò ad una decina di metri e cominciò ad ululare.

Tutti gli uomini si zittirono

Alexer si avvicinò all'animale

“Kimi, cosa succede?”

Il lupo si zittì e col naso indicò davanti a sé

L'uomo fece un piccolo sospiro

“Sei venuta a spiarci? Avresti fatto meglio a stare in casa. Forza, vieni fuori Natassia!”

Il mio cuore perse un battito.

Farmi scoprire così in fretta era un errore da dilettante.

Pensai in pochi istanti a un piano ma la fuga mi sembrò il più saggio.

“Sappiamo che sei lì, vieni fuori Natassia”

Li contai, erano troppi. E l'oscurità poteva nasconderne altri.

Inoltre era gente abituata al freddo e i miei attacchi contro loro avrebbero dovuto essere molto più forti del normale per fornire lo stesso effetto

“Ora basta Natassia!”

Non mi restava che provare il tutto per tutto

Ma una ragazza con capelli ricci e biondi si alzò dalla cunetta davanti alla mia.

Il pesante mantello bianco oltre a ripararle dal freddo le permetteva di mimetizzarsi tra la neve, per questo non l'avevo vista

Avanzò piano verso l'uomo

“Fratello non è tardi per le riunioni dei cavalieri?”

Alexer la abbracciò protettivo

“Non preoccuparti Natassia, tu invece perché sei uscita? Il freddo è troppo acuto in queste notti”

Non ascoltai oltre le loro chiacchere, mi interessava di più capire i due occhi scuri che continuavano a fissarmi.

Il lupo non distoglieva gli occhi da me.

Il piccolo gruppo si stava sciogliendo pian piano finché non rimase nessuno; Alexer provò a richiamare un paio di volte l'animale ma questi lo ignorò.

Eravamo soli

Mi alzai piano e con lentezza mi ripulii la giacca dai pezzi di ghiaccio.

Il lupo era fermo.

Se avesse cominciato ad ululare sarebbe stato un problema, così decisi di fare ritorno verso casa.

Corsi per tutta la strada del ritorno, il tempo era volato e non sapevo quanto era stata via.

Arrivai nei pressi della casa, le luci erano spente e mio padre era disteso sul tetto a guardare il cielo

Non feci un passo che mi sentii cingere la caviglia in una morsa

Il lupo mi aveva seguito e afferrato

“Dannato mollami! Non sono buona da mangiare”

Lui mollò ma solo per permettergli di fare un balzo verso il mio volto e togliermi la maschera con un morso.

Per un attimo sentii freddo

Mi misi subito in posizione difensiva ma il lupo era di nuovo fermo.

La maschera gli cadde dalla bocca e cominciò a scodinzolare.

Mi si avvicinò e strofinò la testa sulla mia mano

Solo allora passai una mano tra le sue orecchie

“Yuki? Sei...Sei davvero tu?”

Lei mi leccò un guancia umida di lacrime

L'abbracciai forte stringendola al petto

“La mia lupacchiotta fortunata”

 

Papà fu lieto del ritrovamento di Yuki; ma eravamo giunti in Siberia per un altro motivo.

Il sole doveva ancora sorgere ma noi eravamo già in cammino.

Mio padre alla mia destra e la mia Yuki alla sinistra.

Era cresciuta la mia lupacchiotta, era molto più alta e bianca di come l'avevo lasciata; aveva anche tante cicatrici, la più lunga le partiva dalla spalla fino al fianco. “Dannati Egizi” pensai più volte.

Arrivammo davanti a un grandioso iceberg.

Dentro ad esso c'era il mio futuro: l'armatura.

“Qui avrà luogo la tua ultima prova Natassia. L'armatura è imprigionata dentro ghiacci eterni, solo chi riesce a liberarla può essere considerato il suo cavaliere”

“Ho capito”

Poggiai una mano sul ghiaccio per testarne la temperatura e la resistenza.

Ok, ero pronta

“Nat”

“Hm?”

“Togliti la maschera, l'armatura deve riconoscerti”

Lo feci, adesso mi riconosci Cygnus?

Feci due passi indietro e presi la rincorsa il pugno pronto

e lo colpii

Lo colpii forte ma in principio non successe niente.

“Non sono destinata a questa armatura” pensai sconsolata

Piano piano il ghiaccio cominciò a scricchiolare e grandi pezzi si staccarono dall'iceberg; caddero in terra uno dopo l'altro.

Solo quando tutto finii osai alzare lo sguardo e vidi l'armatura libera da impedimenti.

Sorrisi soddisfatta

Poi il contenitore irradiò luce e senza neanche accorgermene l'armatura aveva ricoperto alla perfezione il mio corpo.

Guardai mio padre con un sorriso da zigomo a zigomo.

Lui sorrideva orgoglioso

“Benvenuta Natassia No Cygnus”







Ciao a tutti e buon Ferragosto!!! Chiedo scusa per il ritardo ma sono stata via con gli scout per un bel pò e domani parto per l'Olanda... Scusatemi!!
Comunque eccoci qui con una Natassia dodicenne che finalmente diventa cavaliere, EVVIVA!!!!!
Non temete che sia finita qui però, altre (poche ve lo prometto) avventure interesseranno la neo saint.
Rigrazio ancora tutti quanti voi, chiunque siate, dovunque siate vi arrivi il mio ringraziamento e il mio augurio, ancora, Buon Ferragosto!!
E ancora buona estate :3
Grazie a tutti e alla prossima!

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Capitolo 32
*** Incarico da cavaliere ***


“Papà!!!SANTO CIELO. Questa è la mia armatura..lamiaarmaturalamiaarmaturalamiaarmatura.

QUESTA. E'. LA. MIA. ARMATURA......

WWWWWHHHHHHHHAAAAAAAA”

Era tutta la vita che attendevo quel momento, l'avevo sognato in molte notti, l'avevo immaginato.

Ma fino ad allora era solo una chimera, un desiderio lontano.

Ma i gambali che mi cingevano i polpacci, il bronzo che mi ricopriva il petto, una cintura che mi circondava i fianchi e un elmo sul capo erano reali.

La mia armatura.

L'armatura del Cigno.

Mi girai di nuovo su me stessa, troppo contenta per fermarmi.

Con la coda dell'occhio vidi papà sorridente e senza preavviso lo abbracciai forte.

Lui rispose all'abbraccio :”Sono fiero di te figlia mia”

“Grazie papà”

 

Non ci fu molto tempo per festeggiare, impegni importanti attendevano mio padre al santuario.

Così il giorno dopo eravamo già pronti a partire, entrambi con le nostre armature sulla schiena. Yuki al seguito.

Non facemmo molta strada che..

“Hyoga! Dove credi di andare?”

I blue grado, li riconoscevo; ma come conoscevano il nome di mio padre?

“Papà?Cosa..”

Con un gesto veloce mi spinse dietro di sé

“Alexer, da quando tempo”

Era molto guardingo, di certo non contento dell'incontro.

“Cosa porta un cavaliere d'Athena in queste terre desolate, abbiamo forse fatto un torto alla tua preziosa dea?”

“Siamo grati ai Blu Grado per l'aiuto datoci durante l'attacco Egizio;ma questo non ti da il permesso di mettere in dubbio la sacralità della nostra dea”

“Tsk. Sempre di pessimo umore Hyoga; dimmi invece, chi nascondi dietro di te?”

“Nulla che ti debba interessare Alexer!”

Una mano mi afferrò forte per la collottola e mi sollevò da terra

“DANNATO!!LASCIAMI!”

Molti dei presenti erano basiti, non avevo la maschera e la somiglianza tra me e mio padre era più che evidente.

Quell'attimo di esitazione mi consentì di assestare un bel calcio in mezzo alle gambe del mio assalitore e schierami al fianco di mio padre in posizione d'attacco.

“E questa chi sarebbe?!”

“Natassia di Cygnus, cavaliere d'Athena”

Fu papà a presentarmi.

“Alexer, non credo tu voglia attaccare due cavalieri senza alcun motivo, al santuario non piacerebbe”

“Che tu sia maledetto, Hyoga! Tu e tua figlia!”

Il pugno non si fece attendere e il cavaliere blu si ritrovò riverso a terra con un labbro sanguinante.

“Non.

Osare.

Non ti uccido solo perchè ciò provocherebbe dolore a tua sorella, ringraziala”

Lui si guardò in torno spaesato, quando vide Yuki cominciò ad urlare

“Kimi! Kimi attaccali, uccidili tutti e due”

Io mi avvicinai alla mia lupachiotta e le accarezzai le orecchie.

“Lei non è tua”

Ci lasciammo così alle spalle Alexer, il Blue Worrior.

 

Arrivati al confine decidemmo di fermarci per una notte.

Lì per lì un letto mi sembrava il più bello dei desideri esprimibili tanto ero stanca.

Appena toccai il cuscino con la guancia piombai in un sonno pesante e ristoratore; ma non dormii molto quella notte.

Non avevo sentito niente fino a quando una mano mi tappò la bocca per impedirmi di urlare.

Il primo istinto fu quello di addentarla , e lo feci; poi balzai in piedi e prima di riprendere fiato congiunsi le mani

Diamond Dust !”

Quello si scansò ma il colpo andò comunque congelandoli tutta una gamba.

Ero pronta per finirlo

“Nononononono, fermati fermati! Sono un emissario dal Santuario, sono un cavaliere!”

“Palesati infame!”

Zoppicando per non mettere il peso sulla gamba congelata si avvicinò.

Una armatura dai colori bronzei gli cingeva il corpo e sul copricapo spuntava un lungo corno viola.

“Presentati”

“Tsk, così mi spezzi il cuore biondino. Cos'è, non riconosci i vecchi amici?”

Quella voce “Ovidio? Sei..sei davvero tu?”

“Amnesia alla tua età? Sei messo proprio male”

Era da almeno due anni che non lo vedevo; quando lo zio Ikki mi sorprese in arena senza la maschera lui era lì.

Non mi perdonò mai di non avergli rivelato di essere una femmina, per i primi tempi non mi parlò e quando era costretto a farlo mi chiamava con nomignoli oppure Camus; poi se ne andò per cercare la sua armatura.

Era cresciuto, i capelli scuri erano più corti e incrociavano un volto maturo e delle labbra troppo sottili; era almeno una spanna più alto di me e le sue spalle erano due, forse tre volte le mie.

Faceva paura.

“Cosa ci fai tu qui?”

“Sei diventato anche sordo ora? Sono un emissario, il santuario manda a te e al nobile Hyoga delle mansioni”

“E dove sarebbero queste carte? E cosa più importante perchè sei venuto nella mia stanza?”

“Ho consegnato tutto al nobile Aquarius, per quanto riguarda te un innocuo scherzetto”

“Che ti è costato una gamba!”

“Tsk, tu non sai scherzare”

Non era lo stesso di una volta.

“Yuki” la chiamai e lei alzò pigramente la testa; doveva aver riconosciuto l'odore del santuario, per questo non aveva attaccato Ovidio.

“Gioca un po' con questo cavalluccio, ti va?”
E subito una massa bianca di pelo investì Ovidio.

“Nonono! A cuccia! Dai cucciola sta a cuccia, NO No non mordicchiare. A cuccia. Nonono lì mi fai il solletico ti prego..ti prego no...hahahahahahha”

Chiusi la porta e mi recai da mio padre.

Lo trovai in piedi con in mano alcuni fogli, aveva lo guardo turbato.

“Papà?”

“Oh Nat, non ti avevo sentito. Perchè sei già sveglia piccola mia?”

“Abbiamo un postino giocherellone”

Non mi chiese chiarimenti, troppo impegnato ad osservare quei fogli

“Papà, è successo qualcosa?”

“No no, nulla di grave. Insolito senz'altro ma non grave”

“Papà?”

Finalmente rividi i suoi occhi su di me, gli stessi occhi che mi ha dato in eredità.

“Il santuario ti ha già dato un compito, è curioso visto che non ti sei ancora presentata in via ufficiale.”

“Ah,ok va bene. E dove devo andare?”

“Non sarai sola, il “postino” ti accompagnerà. Andrete nelle terre di Asgard”

L'ultima parola suonò strana detta da lui,ma questo lo pensai dopo.

“COSA? Ovidio deve essere il mio compagno di viaggio? ASSOLUTAMENTE NO! Perchè appiopparmi proprio lui..”

“Nat..”

“Non credono che sia in grado di farcela da sola? Sono un cavaliere mica una poppante..”

“Natassia”
“E poi io e Ovidio non ci siamo visti per anni, è diventato praticamente un estraneo; come potrei mai fidarmi di lui!”

“NATASSIA CAMUS ALEXANDRA !”

Smisi all'istante, aveva usato il nome completo..merda!

“Ora sei un cavaliere fedele ad Athena, come tale devi rispettare il suo volere e i compiti che ti vengono attribuiti”

“Si papà, scusami”

Mi abbracciò.

“Non aver paura”

“Non ho paura, sono solo...preoccupata”

Un bacio sulla fronte

“Non essere preoccupata, sei pronta e non saperti sola mi tranquillizza”

“Ok, e tu papà?”

“La mia presenza è richiesta con urgenza al santuario; partiremo entrambi domattina, adesso è meglio se cerchi di riposare Nat”

“Va bene, buona notte papà”

“Buona notte piccola mia”

Rientrai in camera e trovai Ovidio addormentato a terra con Yuki sopra di lui.

La coccolai un po' prima di andare a letto

“Sei proprio una coperta morbidosa Yuki”

 

Il mattino arrivò troppo presto, e con lui la separazione da mio padre.

E il mio viaggio con Ovidio.

 

“Eeeeee così il nobile Hyoga è tuo padre”

“Già”

“E i nobili Shun, Ikki, Seiya e Shiryu sono tuoi zii”

“E' così”

“E come animale domestico hai una lupa bianca”

“Sembra di sì”

“E sei diventato da poco cavaliere di Cygnus”

“A quanto pare”

“E sei una femmina”

“Inevitabilmente”

 

Era già da qualche giorno che viaggiavamo e le domande o osservazioni non accennavano a chetarsi.

“Camus?”

“Mh?”

“Perchè non me lo hai detto? Perchè mentirmi?”

Sospirai

“Tu non centri niente, volevo solo essere considerata alla stregua di un maschio e risparmiarmi questa stupidissima maschera!”

“Ryuho lo sa che sei una donna?”

“Ovvio che lo sa, è mio cugino”

Le ore e le giornate passarono così velocemente che non mi accorsi di arrivare alle pendici del regno di asgard.

 

“Siamo arrivati finalmente, vieni biondino, andiamo ad annunciarci alla regina del regno”

Stavamo per incamminarci quando Yuki si fermò ad annusare l'aria.

Poi scoprì i denti e rizzò il pelo alla base del collo e sulla schiena.

Molti altri lupi uscirono, ma tra le loro fila un uomo con movimenti simili a quelli dei lupi ci parlò

“Stranieri nelle terre care ad Odino, non sono ammessi intrusi in questo regno. Morirete per l'affronto arrecato al mio dio!”

“Nono frena, ragioniamo..”

Ma il tentativo di Ovidio fu vano, i lupi si accanirono su lui e Yuki che erano più vicini mentre l'uomo si scagliò su di me.

Quando parai una sua mano artigliata mi resi conto che indossava un'armatura.

“Tu ragazzina, la tua morte sarà un ottimo sacrificio per il grande Odino; ma per far ciò saranno le zanne dei miei lupi ad ucciderti”

Guardai i miei compagni: la pelliccia bianca era solcata da strisce rosse di sangue, sia suo sia dei lupi che aveva ammazzato; Ovidio era in difficoltà con un occhio ferito.

L'uomo richiamò i lupi verso di me, forse una ventina di animali.

Dapprima mi circondarono ringhiandomi contro, poi il primo mi saltò contro..ma non morse. Non graffiò. Non ringhiò.

Riaprendo gli occhi lo vidi seduto ai miei piedi, come tutti gli altri.





Dopo un mese riesco ad aggiornare, le maledizioni che mi avete tirato sono più che meritate quindi non preoccupatevi!
La scena si sposta nella cara vecchia Asgard, terra già conosciuta con i vecchi cavalieri ma non dai nuovi;) E in questi territori alcune domande avranno risposte.
Grazie a tutti per seguirmi in questa scostante e pazza storia:)

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Capitolo 33
*** Alla corte della regina ***


“Che succede? Lupi, compagni miei che cosa avete?”

Gli animali stavano fermi accanto a me; le orecchie appiattite sulla nuca e la lingua a penzoloni.

“Dannati stranieri, chi siete? Cosa avete fatto ai miei lupi?”

“Sono Natassia di Cygnus e lui è Ovidio di Unicorno, cavalieri di Grecia e protettori di Athena. Su ordine della nostra dea siamo qui”

“Infami bugiardi, siete solo stregoni e avete messo sotto incantesimo i miei cari lupi! Io Sköll della dinastia dei Luxor vi ucciderò senza pietà!!”

Ovidio mi si parò davanti

“Fai attenzione cavaliere, attaccando noi attacchi la Grecia ed Athena, che ha risposto al grido d'aiuto della tua regina”

“Solo menzogne!!”

Si avventò verso di noi ma Yuki lo bloccò ghermendolo al polpaccio.

Con un calcio cercò di liberarsi ma la presa era salda e il sangue che colava dai suoi denti, rosso.

 

“Sköll! Cosa stà accadendo?”

Alzammo tutti lo sguardo verso la donna che aveva parlato, lunghi capelli argento e occhi del medesimo colore.

Era in groppa a un imponente cavallo bianco, la schiena dritta e un portamento regale.

 

Il cavaliere si inginocchiò e con lui tutti i suoi lupi

“Mia regina, intrusi che usano la magia si sono spinti fino alle vostre terre; stavo difendendo i territori di Asgard”

Yuki aveva mollato la presa e, con mia sorpresa, si stava avvicinando alla donna, continuando ad annusare l'aria.

“Non combatterli Sköll, essi non sono nemici ma alleati”

Scese da cavallo e venne verso di noi, tesa una mano sopra la ferita ancora sanguinante di Ovidio che dopo alcuni secondi fu rimarginata.

“Non temete cavalieri, e perdonate l'istinto di Sköll, io sono Ilda di Polaris, celebrante di Odino e regina di queste terre”

 

Fummo portati nel castello della reggente, un imponente edificio in cui non notai ne lusso ne frivolezza.

“Perdonate ancora l'accoglienza”

“Adesso capisco perchè non vengono molti foresti in questi territori.”

A questa affermazione Ovidio si beccò uno sguardo sbalordito da Ilda e una gomitata sulle costole da me.

“Vogliate perdonare il mio compagno di viaggio altezza, l'educazione non è la sua migliore virtù”

Ella mi guardò

“Non avevo mai incontrato un cavaliere donna, perchè celi il tuo volto?”

“Sono le regole del santuario altezza, dobbiamo nascondere il nostro volto e le fattezze femminili per poter combattere come e con gli uomini cavalieri e non essere considerate inferiori solo per il sesso”

“Regole rigide; ma perdonate non ho ancora chiesto i vostri nomi”

“Ovidio di Unicorno”

“Natassia di Cigno”

“Cigno hai detto?!”

“Si altezza, l'ho detto”

“Anni fa, quando la mia mente fu soggiogata da un potere malvagio, Athena e alcuni cavalieri vennero per salvarmi. Uno di loro portava la medesima armatura: Cigno”

Ero stupita, pensavo di essere la prima ad indossala. Il ghiaccio che la ricopriva era spesso...mai mi ero immaginata che ci fosse stato un altro Cygnus prima di me, ne me ne immaginavo uno dopo di me.

“Posso chiedervi il nome, altezza?”

“Hyoga, Hyoga di Cygnus”

MIO PADRE?! Papà aveva vestito la mia stessa armatura? O meglio io stavo indossando la sua..

Papà è stato qui con queste stesse vestigia.

“Ho detto qualcosa che ti turba cavaliere?”

Non poteva vedere i miei occhi dilatati dalla sorpresa, ne la mia somiglianza con l'ex portatore di Cygnus.

“Non si dia pena per questo scriciolo maestà, il viaggio è stato lungo e siamo tutti molto stanchi”

 

Ci fu affidata una grande stanza ad un' ala del castello, grandi letti e grande camino; mi piacque.

“Bene bene biondino, visto che da domani si comincia a lavorare io mi faccio un bel bagno e poi una bella dormita”

“Ovidio, sono le tre del pomeriggio”

“E con ciò? Dormire è una cosa bellissima e più si dorme più si diventa belli”

“Allora ti conviene cadere in letargo per aver un miglioramento”

“Wowowowo, colpo basso principino. Facile parlare per uno che si nasconde dietro a una maschera”

“Lo sai perchè lo faccio!”

Mi fu davanti, era veloce in cavalluccio

“E allora perchè non te la togli? Qui non c'è nessuno a controllarti”

“Se ti mostrassi il mio viso dovrei ucciderti”

“O ceeerto, ma non preferiresti la seconda opzione?

Innamorarti di me”

Cercai di tirargli una sberla, lo presi solo di striscio.

“NON OSARE PARLARMI COSI!!”

“Povero piccolo pulcino” Mi schernì

“Bene, io vado a farmi un bagno. Hai per caso viso la maglia viol..YUKI! No quella non si mangia! Ridammi la maglia cagnaccio..Yuki se la strappi diventi una coperta!! Dove stai andando dannata?Dammela, vieni subito qui ammasso di peli!!”

Quella scena mi fece tornare il buon umore, per Yuki Ovidio non era altro che un giocattolo rumoroso ma divertente.

Finalmente riuscì ad acchiapparla e a toglierle dalla bocca la maglia.

“Bene, dopo questa bella sudata il bagno è d'obbligo!”

Cominciò a spogliarsi

“Ovidio cosa stai facendo?! Vai a cambiarti in bagno!”

Lui mi guardò un poco sorpreso

“Riccioli d'oro, non hai mai visto un uomo a petto nudo?Forse trovi imbarazzo davanti a cotanta perfezione?”

“Certo che li ho visti!!” Gli tirai un cuscino contro

“E fidati che non sei niente di speciale cavalluccio!!”

“Tsk, le donne mi amano”

E andò a chiudersi in bagno.

Yuki era ancora provata dallo scontro con i lupi e si mise a dormire sul mio letto.

 

Io non avevo voglia di sprecare una giornata a non far niente; mi tolsi lentamente l'armatura e mi misi vestiti pesanti; idonei per andar fuori a esplorare.

 

Neve e ghiaccio facevano parte di me, e quel regno mi ricordò il mio paese natale. Gironzolavo senza meta, per il puro gusto di sentir scricchiolare la neve sotto i piedi.

“Cavaliere?”

Era dietro di me. Mi girai

“Dite”

Era un ragazzo, forse due- tre anni più di me. Alto e imponente con la sua armatura nera, in contrasto con i suoi capelli bianchi.

 

“Per chi non è abituato al freddo non è saggio stare fuori”

“Non temete asgardiano, io nel freddo ci sono nata; non temo queste temperature; anzi le cerco”

“Posso chiedervi perchè vi trovate qui?”

“La regina ci ha concesso un giorno per ambientarci e..”

“No. Perchè siete ad Asgard?”

“Athena ci ha incaricato di venire qui,su richiesta di Ilda di Polaris”

“...Quanti anni hai?”

“Ti interessa asgardiano?”

“Si, mi interessa”

“..dodici”

Lui mi afferrò per un braccio

“Tornatene a casa bimba, questo non è posto per te. Qui nessuno ha pietà per i bambini; nessun nemico ti risparmierà!”

Mi ricordò Maya, i suoi rimproveri a me e a Ryuho durante l'addestramento; l'inattitudine a diventare cavaliere di entrambi.

Con uno strattone mi liberai

“Non stai parlando a una bimba, stai parlando a un cavaliere!”

E che cazzo!!

Lui mi guardò con i suoi occhi rossi, era albino.

Mi prese di cattiveria e mi trascinò all'interno del palazzo.

“Dannato dove mi porti? Come osi?”

L'asgardiano si fermò davanti a un grande quadro; era un ritratto di Ilda che aveva sulle ginocchia un bambino biondo.

“Tutta questa foga per farmi vedere il figlio della regina!?”

“Quello che vedi è Herian; figlio primogenito della sorella della regina.”

Mi avvicinai al ritratto; il bimbo era biondo, le gote leggermente arrossate e gli occhi di un verde acceso.

In quel ritratto non doveva avere più di tre anni ma il suo sguardo non s'addiceva alla sua età. Aveva un che di insolito.

“Perché mi hai portato qui?!”

Lui indicò il bimbo “In questi territori si muore, guardati se non vuoi fare la fine del principino Herian!”

“..Come è morto?”

“Queste terre celano pericoli ovunque,”

Detto questo si allontanò

“Chi sei e perché mi hai portato qui?!!”

“Sono Tyr della tigre a denti a sciabola; il perché ti ho condotta qui? Sono stanco di vedere bambini morire.”

“Dannato, sono un cavaliere e i cavalieri non muoiono così facilmente!!”

Ma perché tutti mi sottovalutano?

“Dannato” sibilai a denti stretti.

 

La mattina fummo convocati da Ilda.

“Allora piccolo pulcino, sei pronto per il tuo primo incarico da cavaliere?”

“Taci Ovidio!”

Ero di pessimo umore, quel Tyr mi aveva fatto inbestialire e il solo ricordo mi faceva prudere le mani.

Alle porte della stanza del trono dissi a Yuki di aspettarci fuori mentre noi entrammo.

Il trono era in fondo alla stanza e sulle pareti c'erano vari ritratti raffiguranti la regina, cavalieri, persone a caso e il principino Herian.

Mi ritrovai a pensare che doveva essere un bambino molto amato.

Davanti al trono si trovavano già sette cavalieri tra cui il cordialissimo Skoll e Tyr...

 

Ilda parlò “Cavalieri, questi sono stati anni di pace per Asgard ma ora delle nuove minacce minano queste terre; creature del mito si sono destate dal loro sonno ora che la mia salute mi impedisce di pregare Odino come un tempo”

 

La regina non doveva avere più di quaranta cinque anni, era molto magra, forse troppo magra. Sembrava provata da lungo tempo.

“Mia regina, diteci chi ci minaccia e noi provvederemo!”

“Le tue parole sono sempre chiare come l'ametista Hel; ben tre navi sono affondate non lontane dal nostro territorio e anche sulle terre della costa si dicono di avvistamenti. Sembra che si tratti del Jörmungandr.”

Tra i cavalieri ci fu sgomento.

“Vi chiedo di combattere contro il mito stesso”

“Nostro compito è difendere sua maestà e tutti gli abitanti di queste terre ghiacciate, per difendere la pace nulla ci spaventa!”

Audace questo Tyr.

 

Uscimmo dalla sala del trono con la consapevolezza di star andando contro la leggenda.

Ma non fu il timore a scorrermi nelle vene; bensì adrenalina pura!

Avrei fatto onore all'armatura che indossavo!

 




Salve a tuuuuutti quanti! Rieccoci qua e stà volta prima di un mese!!!! Tra l'altro vi chiedo ancora scusa >3
Comunque ci siamo, in questo capitolo ho voluto lanciare un pò di spunti che verranno poi approfonditi nei prossi mi capitoli (che prometto usciranno presto!)
Grazie a tutte le persone che leggono, recensiscono, mettono sulle storie che seguono e a quelle che preferiscono; è una grande felicitàX3
Grazie ancora a tutti e alla prossima:3

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Capitolo 34
*** Jörmungandr ***


“Hey Camus, tu sai chi sarebbe questo Jörmungandr?”

“E' il serpente che circonda il mondo, il figlio di Loki. Come fai a non sapere queste cose Ovidio?!”

“Tsk, li vedi questi riccioli d'oro?” Si indicò i bicipiti “Questi non vengono fuori leggendo i libri”

“Tutto muscoli e niente cervello!”

“Scusa scusa pulcino, cosa hai detto?”

“Mi ha sentito benissimo ronzino!”

“Vieni qui brutto..”

Yuki gli ringhiò contro.

“SMETTETELA! E' così che si comportano i cavalieri di Grecia?”

“Non sono affari che ti riguardano occhi-rossi!”

“Adesso chetatevi, non è saggio litigare tra di noi. Tyr e noi cavalieri di Ilda conosciamo la storia del grande serpente, se Unicorno ha bisogno di sapere contro che creatura stiamo per combattere basta chiederlo” e ci sorrise.

Egli era Forseti del cavallo a otto zampe Sleipnir. Un ragazzo di massimo sedici anni, biondo e dall'espressione tranquilla.

A narrarci tutta la storia fu proprio il cavaliere che del Jörmungandr portava l'armatura, l'imponente Vali.

 

Spiegatoci il mito di quelle terre andammo verso la costa guidati dal drago a due teste Vindhlér .

Tutti i cavalieri erano più grandi di me, più alti e più robusti; solo Bragi dell'arpa si avvicinava alla mia struttura fisica pur essendo quindici centimetri buoni più alto di me.

Era un ragazzo dalla voce melodiosa e dalla camminata leggera, mi ricordò molto mio zio Shun e per un attimo rimpiansi di non essere con lui e gli zii al Santuario, ma fu solo per un attimo.

 

Arrivammo alla costa ghiacciata a strapiombo sul mare; le acque erano nere e solcate da imponenti ghiacci. Non una barca vidi.

“Come faremo a far uscire il serpente dalle acque?”

“Beh, direi che ci serve un esca per la pesca”

E tutti gli sguardi si spostarono sui lupi di Skoll e sulla mia Yuki.

“NON PENSATECI NEMMENO!!” Urlammo io e il cavaliere contemporaneamente.

“Suvvia Skoll, di lupi ne hai tanti; anche se ne prendiamo uno...”

“Non osare avvicinarti Vali! Oppure sarà la tua di carcassa a far da esca per il serpente!”

Fu ancora una volta Forseti a placare la discussione.

Probabilmente se non hai il sangue caldo in queste terre, congeli.

“E allora come facciamo a farlo uscire?”

“Beh, Thor usò una testa di toro come esca”

“ Si Vindhlér, ma è un poco difficile trovare un toro ad Asgard”

Tante parole si susseguirono ma nessuna soluzione si trovò.

Dopo un po' mi stancai di ascoltare e mi misi a sedere sul ciglio di ghiaccio.

“Yuki?”

Volevo appoggiare la fronte sulla sua spalla e accarezzarle il pelo bianco. Erano gesti che riuscivano a rilassarmi.

Ma lei non rispose alla mia chiamata.

Mi guardai intorno ma di lei nessuna traccia

“Yuki dove sei?!Yuki!”

“Cosa succede Cigno?”

“Il mio lupo..”

“CAMUS!!”

Ovidio mi stava guardando con occhi spalancati indicando il mare.

Yuki era in acqua e stava nuotando verso il largo.

Era un animale intelligente, aveva capito che ci serviva un esca.

Ed era andata.

“YUKI TORNA QUI!!RISCHI DI MORIRE!”

Stava cercando di salire su un iceberg ma scivolò, uno sperone di ghiaccio le ferì la zampa posteriore e il sangue galleggiò sulle acque gelate.

E tutto si mosse: la terra e le acque.

Dapprima vidi solo un ovale giallo emergere, immenso. Credetti fosse la testa.

Saltai dalla costa incurante delle frasi non udite pronunciate dai cavalieri; e attaccai.

Aurora Thunder Attack !!”

Colpii esattamente in mezzo al bersaglio giallo, sentii un rantolo e il serpente si palesò: ciò che colpii fu solo il suo occhio.

La testa era colossale, le squame che ricoprivano il suo corpo taglienti e i suoi denti enormi.

Era un mostro.

La pupilla nera si spostò sotto di me, e la testa scattò nella mia direzione con la bocca spalancata.

“Cygnus!” “Cigno!” “Camus!” “Cygnus!”

Tyr riuscì a spostarmi dalla traiettoria del morso; finimmo entrambi su un blocco di ghiaccio

“Cosa ti è passato per la testa!? Avresti potuto morire”

“Non lascerò da sola la mia Yuki; non la lascerò mai più”

Il serpente sibillò, Ovidio gli stava tempestando di calci il muso.

Forseti cercava di incenerirgli una narice. Hel sigillò il suo morso con un grosso blocco d'ametista e Bragi cercava di strangolarlo con le corde della sua arpa.

Il serpente sembrò per un momento sopraffatto, poi si liberò dalla morsa della dura pietra e cercò di afferrare Bragi, Skoll intervenne per salvare l'alleato.

“Non demordete!!”

Molti lupi saltarono sulla testa del mostro mordendogli la nuca, Tyr cercava di scalfire le squame del Jörmungandr con i suoi artigli, senza troppo successo.

Il serpente si divincolò di nuovo, rendendo vano ogni tentativo

“COSI' NON VA!”

Il rettile prese al volo tre lupi, con i suoi enormi denti ne trapassò due spaccandoli di netto la spina dorsale.

A quel suono, simile al quello del legno piegato da un fulmine, gli occhi di Skoll si iniettarono di sangue.

La maschera gli si abbassò e saltò

“SKOLLL!” Vindhlèr lo afferrò per un braccio riportandolo con i piedi a terra

“Se attacchi senza una strategia vai incontro a morte certa”

“HA AMMAZZATO I MIEI LUPI!!”

“E ammazzerà anche te se agisci guidato unicamente dall'istinto!”

“Bisogna pensare a qualcosa” Ovidio sembrava amareggiato.

Hel dell'ametista cominciò ad urlare :”Nature Unity

Dalla costa e dai fondali marini grandi rami d'albero cominciarono a muoversi stringendo il serpente in una morsa.

“Questo ci farà guadagnare un po' di tempo, pensiamo ad un piano”

“Bisognerebbe conoscere i suoi punti deboli” Dissi

“Ragiona Camus; è praticamente un dio, non ha punti deboli”

“Allora andiamo su quelli soliti: cuore e polmoni” insistetti

“Non so te Cigno, ma io non sono pratico di biologia rettilifera”

Dannato Tyr!

“E' pur sempre un animale, quindi concentriamoci su occhi e collo”

Il serpente si liberò dai rami e ci soffiò contro.

“Va bene: Unicorno e Forseti incenerite, ghiacciate, danneggiate quanto più vi è possibile l'occhio destro. Vindhlèr e Skoll quello sinistro.”

“Sarà un piacere” sibillò il Luxor

“ Hel e Vali usate le vostre spade e le vostre asce per cercare di togliere le squame all'altezza del collo. Bragi e Cigno con me, distrarremo l'animale per permettere agli altri d'agire, appena il collo sarà libero vi voglio tutti con me”

Tutti annuirono e si cominciò.

Io, Tyr e Bragi fummo i primi a muoversi; andai subito verso la coda dell'imponente animale con l'intento di congelarla; lui però mi notò e cercò di azzannarmi più volte finendo solo per ferire se stesso.

Bragi legò i fili del suo strumento ai denti dell'animale mentre gli altri cavalieri si dedicavano agli occhi e alla gola.

Quando Forseti gli incenerì l'occhio destro, il Jörmungandr si ripiegò più volte su se stesso emettendo un verso di dolore

“Come ci si sente ad avere il liquido oculare in fiamme?!”

Ovidio era al settimo cielo.

Ne approfittai per congelare la coda dell'essere.

Skoll rideva come un pazzo mentre conficcava le sue unghie nella pupilla del serpente .

Le lame di ametista e il filo della asce continuavano ad abbattersi sonoramente sulle scaglie del mostro;Ovidio me prese

una al volo e la conficcò in mezzo alle narici del Jörmungandr affondandolo nella carne a forza di calci.

Il grande rettile urlò di dolore per poi passare all'attacco; con un morso spezzò le corde dell'arpa, usò la coda congelata come un'enorme mazza e colpì Tyr, Skoll, Forseti e Vali.

Scosse velocemente la testa ed Ovidio cadde sulla sua lingua rossa e biforcuta.

A quella vista cercai subito di congelare la mandibola inferiore dell'essere, ma fui lenta.

La gamba dell'unicorno era trapassata da parte a parte da uno dei grandi denti dell'animale.

Mai avevo udito un urlo del genere.

Ora la bocca del Jörmungandr era congelata, così come il dente nella carne di Ovidio.

“BISOGNA ROMPERGLI IL DENTE!!!” Mi ritrovai ad urlare.

Vindhlèr fu veloce :”Dragon Breath Blizzard !!!”

Il dente fu tranciato di netto.

Ovidio cadde nel mare ghiacciato.

Senza pensarci mi buttai in acqua; prima che l'acqua mi otturasse le orecchie sentii Bragi urlare qualcosa.

Ovidio affondava velocemente, sicuramente per il peso del dente ancora nella sua gamba.

Aveva perso conoscenza.

Le acque erano scure e se non lo avessi afferrato in fretta l'avrei perso nei fondali del mare del nord.

Lo afferrai per un polso cercando di portarlo a galla; accidenti se pesava!

Alzai gli occhi cercando la luce filtrata dall'acqua, e la vidi lontanissima; le gambe divennero pesanti e i polmoni cominciarono a bruciarmi.

Non ce l'avrei fatta; non ce l'avrei fatta nemmeno questa volta.

Fu Tyr a tirarci fuori.

“Ogni minuto che passa mi devi un favore in più bimba”

Senza degnarlo di uno sguardo mi alzai e corsi verso il Jörmungandr.

“Tyr, prenditi cura d'Ovidio!”

Il collo dell'animale aveva una lunga linea di carne libera da scaglie

“Bragi, Forseti venite con me!!”

I due mi furono subito al fianco

“Forseti, inceneriscili la gola. Fa che senta la lava colargli nella trachea”

Lui fu veloce, la mandibola inferiore era ancora congelata; Forseti si posizionò sulla lingua :”Great Ardent Pressure!!”

Ondate di fiamme entrarono nella bocca del rettile.

“Bragi, stringi le tue corde intorno a quella striscia di pelle, quella senza squame. E strangolalo”

“Non riuscirò a strangolarlo solo con le mie corde Cygnus”

“Tu fidati”

Stringer Requiem!!”

Il mostro si divincolò strenuamente, ma era stanco: aveva entrambi gli occhi fuori uso,la mandibola bloccata,la coda in cancrena e ferite varie in tutto il corpo.

Adesso toccava alla gola.

Quando i fili si chiusero intorno alla gola io gli salii sul muso.

Appena le sue lunghe pupille nere si concentrarono su di me io mi tolsi la maschera.

“Guarda il mio volto bestione, guardalo bene e ricordatelo. Perchè questa è l'ultima cosa che vedrai in vita tua”

Sporsi una mano e creai uno spesso strato di ghiaccio, usando il filo come anima.

Non ci volle molto che i suoi occhi gialli divennero vitrei.

Avevamo vinto.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :)

Capitolo lunghetto ma spero non vi abbia annoiato!

I nomi delle mosse le ho messe in inglese (ma io e l'inglese siamo come l'acqua e l'olio quindiiiii ringraziamo wikipedia!)

Mi sono divertita a mettere un paio di citazioni, chi le troverà? X3

Già che ci sono voglio ringraziare tutti quanti:Aquarius no Lilith, Aryadaughter, Chaos_Dragon, ItalianChopSquad, kurabika, LadyTsuky, MeMs, stefirobin, tama_chan_, valepassion95,_Alyss_ , Black_Altair, capitanharlock, cerrywoman , UNIKA_20 [Contatta] e un ringraziamento speciale a Jinny82,crazy_mofos_knight,virgo78 e denny81.

Accidenti quanti O.o <3

GRAZIE DI CUORE A TUTTI!!

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Capitolo 35
*** Rivelazioni ***


Il cadavere cadde rovinosamente sulle acque del mare del nord.

Scesi soddisfatta ed esausta e andai verso gli altri cavalieri.

Qualcuno aveva spostato Yuki che ora si trovava vicino ad Ovidio.

“Hey palla di pelo” La salutai

Lei di tutta risposta mi leccò la guancia nuda.

Che bella sensazione.

Sembrava stare abbastanza bene, il sangue si era praticamente fermato e i grandi occhioni neri erano vispi come sempre.

Ogni tanto era scossa da qualche brivido ma non ci diedi molto peso; la mia lupacchiotta era forte.

Mi concentrai allora su Ovidio, lui era molto pallido e scosso da molti brividi anche se ancora privo di coscienza.

Il dente era ancora conficcato ma, essendo tutto congelato, non aveva perso sangue. Aveva bisogno di cure immediate.

Cercai Tyr, a lui avevo affidato Ovidio;dov'era ora?

Riconobbi la sua armatura nera, era insieme agli altri cavalieri di Ilda.

Mi rimisi la maschera e mi avvicinai.

Sentii un rombo e vidi tutti i cavalieri scattare nella mia direzione.

Tyr mi superò di corsa, riusci appena a distinguere Skoll incosciente sulla sua schiena.

“Cigno non rimanere qui ferma! Prendi Unicorno e comincia a correre!!”

Non sapevo cosa stava succedendo ma ascoltai Vali.

Corsi verso Ovidio, cercai di tirarlo su ma , già pesando di suo e in più il dente e soprattutto la stanchezza, non feci che pochi passi che fui schiacciata dal peso del saint.

Cercai di alzarmi ma senza successo.

Il rumore si avvicinò.

“Cazzo!”

“Cigno muoviti!”

Bragi mi fu accanto, prese Ovidio senza fatica e se lo caricò in spalla; con la mano libera mi aiutò ad alzarmi.

“Prendi il tuo lupo e corri”

Yuki riuscii a sollevarla; e cominciai a correre.

Corsi veloce superando gli altri.

Non mancava molto al entrata della città di Asgard.

Solo allora mi girai, una gigantesca onda ci inseguiva. Uno tsunami fatto di ghiaccio e acqua gelida.

Nel guardare indietro inciampai su un blocco di ghiaccio finendo a terra con Yuki.

Una mano mi afferrò prepotente la collottola alzandomi.

“Per Odino mocciosa, la vuoi smettere di creare problemi?!”

Tyr non mi rimise a terra ma continuò a correre tenendomi salda, i suoi artigli mi entravano sempre più nella carne non coperta dall'armatura.

Alle porte della città mi scaraventò a terra, tutti i cavalieri si misero a difesa dell'entrata; ma cosa potevano fare loro contro la natura stessa?

L'onda era prossima a travolgerci.

Li guardai, i sei cavalieri di Ilda erano stanchi e provati, la maggior parte sanguinava anche, Ovidio e Skoll erano incoscienti e intorno all'ultimo i lupi cercavano di svegliarlo; io ero a terra ma questo non voleva dire niente.

Quell'onda ci avrebbe uccisi tutti, nessuno escluso.

Asgard sarebbe stata cancellata da ogni cartina geografica.

Mi abbracciai da sola, cercando un minimo di calore prima della morte, ma il suono dei miei bracciali contro il fianco protetto mi fecero ricordare che indossavo un'armatura, che ero un cavaliere

“e i cavalieri non muoiono così facilmente” sussurrai.

Trovai nuovo vigore, mi alzai e con uno scatto mi posizionai davanti ai cavalieri di Ilda.

Questi non fecero in tempo a rivolgermi parola che le mie mani erano già unite sopra la testa, le gambe divaricate, il cosmo pronto per un ultimo attacco

Aurora Execution!!!”

Feci appena in tempo a vedere la spuma delle onde diventare ghiaccio, poi non sentii più niente. Ero stanca.

 

La prima cosa che avvertì fu una sinfonia, sottile, fragile seppur non debole.

Era un motivo che sapeva di arcaico.

Corde pizzicate da mani esperte e veloci, capaci di cucire melodie.

Aprii piano gli occhi, sapendo già chi era al mio fianco.

“Ciao Bragi”

“Oh Cigno, ti sei svegliata! Meno male, stavamo cominciando a preoccuparci”

“Per quale motivo?” Cercai di stropicciarmi gli occhi ma incontrai la maschera, che balle.

“Sono successe un bel po' di cose in questa settimana, ci mancava che non ti svegliassi più”

“SETTIMANA!? Ho dormito per sette giorni??”

“E te la sei cavata con poco, pensavamo fossi morta. Il tuo cosmo è scomparso per quasi tredici ore. Poi si è manifestato di nuovo.”

Santo cielo! Ma se io me la sono cavata così..

“Ovidio e Skoll?” domandai

“Skoll è in coma, è stato colpito alla colonna vertebrale dalla coda ghiacciata del Jörmungandr. Non sappiamo ancora come andrà a finire per lui”

“Ho capito, e Ovidio?”

“E' nella stanza accanto, ma ti consiglio di aspettare un po', piuttosto la nostra regina..”

“Vado a trovarlo ora”

Scostai le coperte e mi alzai ma fui trattenuta al braccio.

Mi voltai per fronteggiale Bragi, ma non era stato lui.

Una lunga flebo, un ago ficcato nel mio polso.

Un ago.

AGO!

Cominciai ad urlare, muovendomi e scuotendo il braccio con forza per togliere quel affare.

“Cigno stai ferma, così le ferite si riapriranno!!”

“Toglilotoglilo! Non lo voglio nel mio corpo!Levalolevalo!”

“Cigno smettila!!”

“TOGLILO DAL MIO BRACCIO!!!”

“Cigno..”

Due braccia mi presero da dietro, sentii il freddo di un armatura attraverso la maglia. Mi immobilizzai ma non ebbi alcuna paura.

Una mano mi afferrò saldamente il polso e l'altra mi estrasse l'ago.

“Va tutto bene piccola mia”

 

“Bentornato ad Asgard nobile aquarius”

Mio padre posò gli occhi su Bragi

“Tu devi essere il cavaliere di Lira, ti ringrazio per esserti preso cura della mia allieva”

“Non dovete ringraziarmi, è stato un piacere”

Papà annui.

“Natassia seguimi ora”

Ringraziai Bragi con un cenno del capo e poi seguii mio padre; lui si muoveva con disinvoltura nel palazzo e ci fermammo in una piccola stanza, forse usata per gli ospiti.

Solo allora lui apri le braccia e io mi ci gettai dentro.

“Perchè sei qui papà?”

“Il tuo cosmo era scomparso, se in quel momento non ci fosse stato Shiryu a sorreggermi credo che sarei svenuto. Sono venuto qui il prima possibile,continuavo a pregare perchè le tue stelle brillassero ancora. Appena arrivato ad asgard ho sentito la tua costellazione rinvigorirsi pian piano.”

Mi abbracciò più forte e mi ritrovai circondata dall'oro.

“Non farmi mai più una cosa del genere!”

“Scusami papà”

Ci fu un po' di silenzio, poi lui mi lasciò e ricominciò a parlare

“C'è anche un altro motivo. Sei al corrente della decisione della regina?”

No, nessuno mi aveva ancora detto niente; mi ero appena svegliata.

“Dopo la grande onda, quella che sei riuscita a congelare completamente, si sono susseguite tempeste, uragani, mulinelli,nevicate e grandine. Ilda chiese ad Odino di svelarle il perchè di queste calamità e lui le rispose che l'uccisione del nipote-serpente aveva scatenato la sua ira”

Sapevo poco di mitologia nordica ma ero certa che Odino non fosse affezionato al figlio di Loki, anzi. Forse lo infastidiva il fatto che dei semplici uomini fossero riusciti a sconfiggere

 

un dio. Si, sicuramente era così.

 

“Odino ha richiesto una vita per riparare al torto; Ilda ha intenzione di immolarsi”

“COSA?!”

“E' così”

“E tu sei qui perchè..”

“Athena teme una guerra civile per impadronirsi del trono, essere regnante è un desiderio condiviso da molti”

“Solo per questo?”

Lui sospirò

“Vieni Nat, facciamo due passi, devo spiegarti alcune cose”

 

Mi portò nella sala del trono,si affiancò al primo quadro sulla destra.

“Conosci queste donne?”

“Una è Ilda di Polaris, la regina”
“E' corretto”

“La ragazza bionda non so chi sia”

Passò al quadro successivo

“E qui?”

“Non lo so papà..”

“Sono le regine, le due generazioni precedenti ad Ilda. In queste terre la linea ereditaria è strettamente femminile”

Per questo non vidi alcun uomo ritratto.

C'era solo un maschio

“Però è stato ritratto Herian..”

Nel girarsi verso di me i suoi lunghi capelli biondi si mossero; ma non riuscirono a nascondere gli occhi dilatati dalla sorpresa.

“Chi ti ha detto di Herian?!”

Un po' mi spaventai, non mi aspettavo quella reazione

“Tyr della tigre a denti a sciabola. Herian era l'unico nipote di Ilda, figlio di sua sorella”

“Herian era il figlio di Flare”

Disse quei nomi con voce sottile, quasi volesse accarezzarli.

Si mosse veloce verso il quadro che ritraeva il principino in braccio alla zia.

“Herian era considerato l'unico figlio di Flare, non avendo avuto figlie femmine era lui il prossimo al trono..”

“Era considerato?”

“E' esatto, Flare partorì di nuovo”

“Allora che aspettiamo, se troviamo il secondo figlio si potrebbe evitare qualsiasi conflitto”

“Non è così facile piccola mia..”

“Perchè?E' morto anche lui?”

“No, il fatto è..”

In quel momento si aprirono le porte della stanza e la regina emaciata fece il suo ingresso scortata da Tyr.

“Hyoga! Che gradita sorpresa, quando sei giunto?”

“Salve Ilda, non da molto a dire il vero”

I due cominciarono a parlare del più e del meno mentre io stavo ad osservare di nuovo lo sguardo di quel bambino.

“Hey bimba, non dovresti essere a nanna?”

“Mi spiace contraddirti Tyr”

“Perchè sei tornata ad osservare questo quadro?”
“Non sono stata io, mio padre mi ci ha portato”
L'albino si guardò in giro spaesato; prima guardò me, poi la schiena di mio padre e poi nuovamente me.

“IL NOBILE AQUARIUS E' TUO PADRE!?”

La discussione tra i due adulti si interruppe, Ilda mi guardava con occhi spalancati e papà con uno sguardo di rimprovero.

“Hyoga,è vero?”

“Ilda, ascoltami..”

“E' anche sua?”

Papà restò immobile

“Rispondimi Hyoga! E' anche sua?”

Lui annui, sconfitto.

Ilda mi si avvicinò con passo incerto,una sua mano si appoggiò sulla mia spalla e l'altra cercava di togliermi la maschera.

Io indietreggiai

“Fammi vedere il tuo volto”

Suonava come un ordine a cui non potevo sottrarmi; lasciai che mi togliesse la maschera.

Una mano fredda della regina si appoggiò sulla mia guancia, gli occhi le si riempirono di lacrime.

Tyr si inginocchiò veloce.

Ilda mi abbracciò

“Le assomigli così tanto, assomigli alla mia piccola Flare”

Guardai mio padre allarmata.

Lui mi indicò il primo quadro

“Flare di Polaris.

Tua madre”

 





Nonostante l'inizio dei temutissimi studi universitari eccomi qui con una capitolo che finalmente svela l'identità della madre di Natassia!!!!
Non sò se era atteso o meno e spero di non aver deluso le vostre fantasie a riguardo.
Comunque crazy_mofos_knight  ci aveva azzeccato, quindi merita un applauso!

P.s. la citazione del capitolo era a full metal alchemist, quando il caro vecchio roy mustang ha lo scontro finale con envy; bene, finiti i discorsi da otaku vi saluto e ringrazio tutti
Ciao ciao :3

 

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Capitolo 36
*** La storia ***


Mi scostai con violenza dall'abbraccio della regina.

“Non è vero..”

“Nat ..”
“NON E' VERO! Papà sei un bugiardo!!”

“Adesso calmati” mi disse lui e cercò di circondarmi con il suo grande cosmo per infondermi tranquillità; ma non ci riuscì.

Dalla mia costellazione usciva solo rabbia, paura e tradimento.

“Smettila con questa scenata! Sei una principessa”

Guardai allarmata Ilda; io una principessa?!

“Balle!!”

Mi ripresi la maschera e me la rimisi in volto

“Io sono un cavaliere! Un cavaliere avete capito?!”

Corsi fuori incurante del cavaliere albino ancora inginocchiato.

Appena i piedi calpestarono la neve mi sentii meglio ma non mi fermai.

Quando fui certa di essere abbastanza lontana da Asgard mi sfogai.

Urlai, urlai con tutta la voce e con tutta la rabbia che avevo.

Creai senza volerlo un turbine d'aria fredda e ghiaccio.

Più urlavo più ghiaccio si creava attorno a me; in poco tempo mi ritrovai all'interno di una teca.

Sbattei i pugni sulla superficie ma no per fuggire da essa, semplicemente per sfogarmi.

I colpi non cessavano, così come le mie lacrime.

Quando la stanchezza mi invase appoggiai la fronte sul ghiaccio per cercare tranquillità dal mio elemento, ma la maschera non me lo permise.

Infastidita me la tolsi e vidi il mio riflesso sul ghiaccio.

Ne vidi due.

Una era la maschera, la me stessa cavaliere, la Natassia di Cygnus quella che aveva lottato tanto.

L'altra era il volto di una ragazza, ben lontana dal piccolo Camus, lontana da quella ragazzina che si fingeva maschio per fare a botte . Quella che vidi era una ragazza con gli occhi gonfi, le guance rosse e le spalle scosse dai singhiozzi; una ragazza fragile, debole, adatta più a un salotto culturale che ad un' arena. Vidi una principessa

Il contatto del ghiaccio sulla mia pelle non riuscì a calmarmi come sperai.

“Chi sono ora?”

Tutto quello di cui ero sicura, tutto quello che credevo di essere.. tutte balle!

FOTTUTE BALLE!!

 

Colpii quel mio riflesso; lo colpii con tutta la forza che mi era rimasta.

La liscia superficie si frantumò in tante schegge di ghiaccio che andarono a fendere l'aria; una mi ferì lo zigomo.

Sentii il calore del sangue scendermi lungo la guancia e fuoriuscire dalle nocche ferite.

Ero solo un essere umano.

 

Quasi senza accorgermene portai la mano ferita alle labbra, amavo il freddo ma ora stavo cercando un minimo di calore.

Ritornai verso la città per cercare l'unico che in quel momento potesse darmene: Ovidio.

Entrai di soppiatto nella grande reggia, non avevo la minima intenzione di incontrare nessun “parente”.

Mi schiacciai su tutti i muri, quando poi mi richiusi la porta di Ovidio alle spalle potei tirare un sospiro di sollievo.

Ma fu assai breve; era pieno di flebo!

Stetti un minuto ferma con le spalle attaccate alla porta; respirai troppe volte e mi cominciò a girare la testa

“Sei proprio una principessina” dissi a me stessa.

Con un sospiro mi avvicinai al letto dove il cavaliere dormiva.

Mi sedetti al suo fianco attenta a non toccare nessun tubicino.

“Hey cavalluccio; non me ne frega niente se dormi io ti parlo lo stesso; qui sono successi un po' di casini; la regina si vuole buttare giù da una rupe, manca poco alla guerra civile,è arrivato anche papà e....”

Sentii gli occhi pizzicare

“Voglio tornare in Grecia; voglio allenarmi ancora con quella vipera di Maya; voglio passare le giornate afose con Ryuho e i suoi giochi d'acqua; voglio stare con i miei zii..”

Lacrime calde dai miei occhi si infrangevano sulla sua guancia.

“ Torniamo a casa nostra Ovidio;torniamo indietro”

 

Lui non rispose, aveva il respiro pesante, la fronte imperlata di sudore e la guancia bagnata dalle mie lacrime.

“Ovidio svegliati, ho bisogno di parlare con qualcuno.”

Nessuna risposta.

Cominciai a singhiozzare. Ero rimasta da sola.

Sentii dei passi trafelati e urla provenire dal corridoio

:” Cercate il cavaliere di Cigno; la regina la vuole incontrare. Trovate il cavaliere donna di Cigno!”

Sola e braccata; splendido.

Delle unghie si strofinavano sulla porta della stanza.

Mi avvicinai piano e socchiusi appena la porta; Yuki entrò non appena ne ebbe l'opportunità e si sedette al mio fianco.

Richiusi veloce la porta per poi abbracciarle il collo bianco.

“Meno male che almeno ci sei tu, Yuki”

Lei mi leccò e strofinò il muso sulla mia testa, poi si alzò ed andò verso Ovidio; lo annusò e lo morse al braccio.

“HHHAAAAAIIIIIAAAAA!!”

Ovidio scattò a sedere

“Cagnaccio dannato, cosa ti è saltato in mente? Hai intenzione di mangiarmi botolo ringhioso che non sei altro?!”

“....Ovidio?”

“Oh, ciao Camus”

Gli tirai un pugno in piena faccia

“Tu eri sveglio?! Potevi quanto meno rispondermi stupido ronzino!”

Lui si girò verso di me e, con una mano, mi tolse le lacrime e il sangue che continuavano a scendere.

“Ti sei tagliato”

Fu una bella sensazione; poi la realtà mi si schiantò contro:Non portavo la maschera!

Feci un balzo indietro coprendomi il viso con le mani, mi aveva visto, mi aveva visto cazzo!

“Da quando sei così timido Camus?” Mi schernì

“Mi hai visto in faccia, secondo le regole del santuario ora..”

“Tsk di cosa ti preoccupi? Io ti ho visto senza maschera per anni”

Era vero, il Camus con cui si era allenato aveva questo stesso volto.

Riposizionai le mani ai fianchi ma mi ritirai nella parte ombrosa della stanza.

“Comunque ti ho sentito prima: sai Camus, anche io vorrei ritornare indietro e rivivere la mia vita.”

“Per te è diverso, le ferite prima o poi guariranno..”

Lui con rabbia scostò il lenzuolo che lo copriva

“MI HANNO TAGLIATO UNA GAMBA CAMUS!!”

Lo disse urlando, pieno di ira.

Si mise una mano sul volto

“Non potrò più essere un cavaliere. Sono solo un ragazzetto menomato!! E tu hai il coraggio di venir qua e vomitarmi addosso i tuoi problemi!?”

I miei occhi continuavano a fissare il moncherino; la gamba era stata asportata dalla metà coscia. Non seppi cosa rispondergli.

“Tsk!”

Si ricoprì con il lenzuolo.

“A breve verranno a prendersi l'armatura di Unicorno. La porteranno lontana da me e tra non molto qualcun altro la vestirà”

Si sfregò gli occhi.

“Tutta una vita buttata alle ortiche”

Senza accorgermene lo abbraccia stringendolo forte. Ci eravamo allenati tanto insieme con il solo fine di conquistarci quei cloth; anni di sudore e patimenti. Ed ora a Ovidio veniva tolta la ragione di tanti sacrifici.

Aveva solo 15 anni ma era come se fosse un uomo finito

“Mi dispiace, mi dispiace tanto Ovidio”

 

Yuki lo leccò sulla guancia poi cominciò a fiutare l'aria, continuando ad annusare fino ad arrivare alla porta e cominciare a ululare piano.

“Yuki,cosa c'è?”

“Deve aver sentito qualcosa”

Da fuori sentii delle voci avvicinarsi

“Deve essere tuo padre, sembra che il cagnaccio riconosca gli odori”

“O papà...oppure Ilda”

E poi capii che era vero: i lupi di Skoll che si siedono al mio cospetto, Yuki che si avvicina sicura a Ilda.

“Cosa c'entra la regina ora?”

“E' una storia lunga, ti basti sapere che sono la nipote della regina e che tu non mi hai visto. Chiaro?”

“TU COSA!?”

Non gli risposi ma mi avvicinai alla finestra per scavalcarla.

“Yuki, vieni lupacchiotta. Ovidio, tu non mi hai visto.”

Scesi dalla finestra e andai verso un posto dove allenarmi in santa pace.

Ma mi fermai dopo pochi passi, c'era un cosmo a me noto.

Anche Yuki sentii qualcosa e cominciò a correre, io la seguii senza esitazione.

Lo vidi arrancare nella neve,affondando un passo su due.

Gli strinsi le braccia al collo e finimmo entrambi nella neve fresca.

“Mi sei mancato tanto cuginetto!”

“Anche tu mi sei mancata molto Nat,mi sei mancata. Eravamo tanto in pensiero ma vedo che stai bene! Meno male.”

Mi abbracciò ancora più forte.

“Eravamo?”

“Se state ancora distesi sulla neve vi prederete tutti e due una bella bronchite”

“Zio Shiryu!!!”

 

Erano venuti per vedere come stavo e dare man forte a papà; a quanto pare si sono già verificate delle sommosse nella periferie.

Li convinsi,almeno per la notte, a non andare ad Asgard.

Non volevo ancora tornarci o vedere chi di dovere.

Mio zio fu comprensivo, Ryuho trovò una grotta enorme in cui avremmo passato la notte.

Il mio cuginotto si era fatto più forte e, detto francamente, più carino. Mi fece vedere alcune mosse imparate da poco e mi disse soddisfattissimo che cosa aveva pensato di regalare alla zia per il suo compleanno.

Quando finalmente si addormentò con la testa appoggiata alla gamba di Shiryu mi avvicinai allo zio.

“Zio, tu lo sapevi? Sapevi chi era mia madre?”

“Si Natassia, certo, lo sapevo.”

“E sai anche tutta la storia?”

“Nat, non credo che sia io che ti debba dare delle spiegazioni..”

“Papà non me ne ha mai parlato, e ogni volta che l'ho sentito pronunciare il nome di Flare è come se stesse parlando di una dea. E' ovvio che lui non me ne voglia parlare. Lo stesso è per Herian”

“Non credere che non voglia farti conoscere tua madre o tuo fratello; per lui è una ferita ancora sanguinante”

“....che cosa è successo zio?”

E mi cominciò a raccontare

 

“Flare la conobbi quando io,Hyoga,Seiya,Ikki e Shun fummo chiamati ad Asgard per via del comportamento anomalo della regina,scoprimmo poi che era stata soggiogata dall'anello del Nibelungo. Tuo padre si offrì per andare in esplorazione in queste terre;ma qui fu imprigionato e picchiato, fu proprio Flare a liberarlo. Era una ragazza piena di dolore per via del cambiamento della sorella ma anche decisa e forte. Fu di grande aiuto in quell'impresa”

 

“Era una guerriera?”

“Non portava nessuna armatura se è questo che vuoi sapere; ma aveva un animo testardo e battagliero velato di dolcezza. Forse fu questo che rapì il cuore di Hyoga”

 

Yuki mi si accoccolò al fianco.

 

“Per liberare Ilda ci scontrammo con i suoi valenti cavalieri, sconfiggendoli tutti; compreso un grande amico di tua madre. Egli cadde sotto i colpi di Hyoga. Flare era presente.

Fu molto forte anche allora.

Dopo aver liberato la regina tornammo ciascuno hai propri incarichi: noi ci scontrammo contro Nettuno e Flare stette al fianco della sorella per risollevare le sorti di Asgard”

 

“Quindi voi tutti la conoscevate?”
Lui annuì “Anche Kiki dell'Ariete, le si affezionò molto, ogni volta che la vedeva la abbracciava”

“E poi?”

“Cominciarono a frequentarsi ma Ilda era molto protettiva verso la sorella e non rese la vita facile a Hyoga; non permetteva niente oltre al tenersi per mano. Flare per prima non sopportò più questa situazione e decise che si sarebbero sposati.”

“Erano parecchio giovani allora”

“Tuo padre era un ventunenne, Flare era più piccola di un anno. Furono delle nozze magnifiche, degne della famiglia reale. Ikki si ubriacò e Seiya cadde nel mare almeno tre volte,fu molto divertente”

“Tu conoscevi già la zia?”

“Io e la zia siamo cresciuti insieme, ci conosciamo da sempre ma questa è un'altra storia.

Dopo un anno Hyoga ci comunicò che sarebbe diventato padre; era l'uomo più felice della terra; si trasferì ad Asgard e lì naque Herian.”

“mio fratello”

“Era un bambino pieno di vita e curiosità, orgoglio di Ilda e amatissimo dai genitori, il principino tanto atteso dal popolo. Già a tre anni cominciò a congelare i suoi giocattoli; Hyoga era preoccupato. Un giorno tuo padre tornò da lui con ancora indosso l'armatura d'aquario; il piccolo se ne innamorò e decise di diventare anche lui un cavaliere. Flare ne fu immensamente felice.

A cinque anni Herian stava cominciando il suo allenamento, stava ore ad esercitarsi sulla neve e sul ghiaccio seguito attentamente da tuo padre.

In quei anni si diffuse una terribile epidemia in queste terre, un virus penetrava nel sistema nervoso e nel cervello facendo perdere la ragione e spesso spingendo l'ospitante al suicidio.”

“E' orribile!”

“Tutta la città era in stato d'allarme, nessuno aveva il permesso di uscire di casa. Herian però voleva allenarsi e, una notte, uscì dalle mura della città.”

Deglutii, oramai pendevo dalle labbra dello zio.

“Ma non era solo. I blue grado erano diretti ad Asgard come ambasciatori ma nel viaggio erano stati contagiati; la loro volontà era ormai estinta. Trovarono tuo fratello.”

Trattenni il respiro.

“Hyoga si svegliò di soprassalto avvertendo dei cosmi aggressivi, e sentendo quello di Herian presso di loro. Quando arrivò era però troppo tardi”

 

Con la mano Shiryu andò ad accarezzare i capelli del figlio profondamente addormentato.

 

“Fu una notizia devastate per tutti; nessun genitore dovrebbe seppellire il figlio. Flare era a pezzi e continuava a piangere; anche Hyoga non sapeva reagire; in più i doveri di corte non giovarono. Si trasferirono entrambi in Russia in cerca di pace, Flare abbandonò il suo titolo e anche tuo padre restituì l'armatura.

Dopo nascesti tu; la tua nascita fu nascosta ai più, neppure Ilda sapeva di te, volevano per te una vita libera.”

 

“E come è morta mia madre?”

“E' stata uccisa,qualcuno aveva saputo della tua esistenza e, senza un erede il trono sarebbe stato a portata di molti. Vennero in molti, troppi. Tuo padre era da solo, lei morì proteggendoti.”

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Capitolo 37
*** Una seconda vita ***


Quella notte non riuscii a dormire. Troppo scossa, troppo spaventata.

All'alba lo zio andò ad Asgard, doveva eseguire gli ordini di Athena; non era sicuro di volermi lasciare da sola ,così, oltre a Yuki, anche Ryuho restò con me.

Prima di andare mi disse che ognuno aveva le sue ferite, e che non tutte diventano cicatrici.

Sia io che mio padre stavamo ancora sanguinando; e fa male.

Stetti la maggior parte del tempo in silenzio rannicchiata con le ginocchia che toccavano il petto.

Sentivo Ryuho e Yuki giocare insieme ma non alzai lo sguardo. Era pomeriggio quando mio cugino mi destò.

 

“Guarda Natassia, Yuki ha preso questa bellissima lepre bianca; sarà un pranzo perfetto!”

 

Rimasi in silenzio;lui allora mi si avvicinò

“Natassia, non devi reagire così. Tu non hai colpa per quello che è successo”

“Sono io la colpa”

Lui mi fece alzare in modo gentile, mi prese le mani tra le sue.

“I figli non sono altro che gioia per i genitori; se non ci fossi tu lo zio sarebbe completamente solo”

“Ci sarebbe mia madre con lui..”

Yuki mi si avvicinò accarezzandomi la gamba con il suo manto; poi uscì veloce, puntò gli occhioni neri verso Asgard, appiattì le orecchie al cranio e scoprii i denti.

Si sentì un tuono.

Istintivamente abbracciai Ryuho.

“Che cosa è successo?”

“Veniva da Asgard”

Una moltitudine di cosmi si alzarono: Tyr, Bragi, Forseti, lo zio, papà e altri che non conoscevo.

“Dobbiamo andare a vedere”

Corremmo veloci, paura ed adrenalina cominciavano a mischiarsi nel sangue.

Superammo le grandi porte della città e fummo investiti da una moltitudine di persone che correvano spaventate in ogni direzione.

“Perchè non escono e basta?! Restando in città rimarranno sicuramente coinvolti!”

“Non c'è nessun posto dove ripararsi oltre le mura per miglia; per questo non si avventano fuori”

 

Facendoci strada tra la gente giungemmo ai piedi del palazzo di Ilda, una torre era crollata ed erano ben chiari i suoni di una battaglia.

Dovevo andare.

“Ryuho tu rimani qui!”

“Cosa?! Stai scherzando, Too san stà combattendo e io dovrei rimanere qui?!”
“Non hai neanche un'armatura, saresti solo una distrazione per lo zio”
“Neanche tu indossi l'armatura!”
Era vero, dovevo andarla a cercare

“Ok, aiutami a trovare il mio cloth, poi cerca di far fluire tutti i civili lontano dalla battaglia”

Lui annuì

“Yuki, cerca l'armatura. Forza piccola cerca,cerca”

Il suo fiuto non mi aveva mai abbandonato, e non lo fece neanche allora.

L'armatura era nella stanza dove avevo ripreso conoscenza, la indossai velocemente; come al solito sulla mia pelle sentii freddo.

Mi stavo rimettendo la maschera quando una grossa scossa fece muovere tutte le pareti; dalle crepe appena create dal soffitto uscì la polvere.

“Ryuho vai via di qui!”

Lo spinsi fuori dalla stanza e lo forzai a prendere a direzione opposta alla mia ma lui insisteva di aver sentito dei rumori.

“E' la gente che scappa e fa casino, ora vattene!”

“NO! Ho sentito davvero qualcosa”

Riuscì a superarmi e andare alla porta vicino alla mia; senza esitazione l'aprii.

Ovidio era privo di sensi ma tossiva in modo straziante.

“Perchè c'è anche unicorno qui?”

“Ti spiegherò dopo Ryuho, adesso prendilo e allontanatevi!”

Lui tolse velocemente tutte le flebo e se lo caricò in spalla; uscimmo insieme dalla stanza e li scortai fino al gran portone d'accesso.

“Portane via quanti più riesci, trova un posto sicuro; anche la grotta può andare. Verremo noi a cercarti tu rimani lì”

Lui annuì e mi diede un bacio sulla fronte ”Stai attenta; non voglio perdere la mia unica cugina”

Lo vidi allontanarsi veloce, richiamando la gente; quando stava per inoltrarsi nel deserto ghiacciato però si fermò: Skoll gli era davanti.

Lo cominciai a chiamare”Skoll!! Meno male che stai bene! Forza seguimi; stanno combattendo qui dentro e noi non possiamo mancare!!”

Alzò il volto verso la mia direzione; la maschera gialla calata sugli occhi. Non si mosse per quello che mi parve del tempo infinito.

Fece infine un passo avanti

e conficcò le sue unghie nel petto di mio cugino.

Ryuho non emise un lamento e crollò a terra portando con sé Ovidio.

Tutta la gente presente fuggiva terrorizzata.

Fui subito davanti al cavaliere di Asgard

“Che cazzo stai facendo?!”

Gli diedi una poderosa spinta indietro per avere il tempo di soccorrere gli altri

Congelai l'emorragia di Ryuho ma non potei fare altro visto che Skoll mi investì con il suo cosmo rabbioso e selvatico.

 

Lo respinsi indietro con una pedata allo stomaco

“LEVATI DALLA PALLE!!”

Ringhiò di dolore, poi cominciò a girarmi intorno; tutti quelli che passavano sulla sua traiettoria venivano feriti.

Cambiare sito era indispensabile; era rischioso ma detti le spalle al mio avversario per raggiungere Tyr e gli altri.

Lui mi seguii ma Yuki lo morse, lo morse forte alla coscia recidendoli l'arteria femorale.

Si allontanò da lui prima che questi cercasse di cacciarla via.

“Yuki, stai con Ryuho e Ovidio. Portali via”

Lei di risposta mi ululò; poi si allontanò lasciandomi alla mia corsa con Skoll al seguito.

Sanguinava copiosamente ma correva, cazzo se correva.

Arrivai nel grande giardino all'interno della residenza; ad accogliermi una marea di cosmi.

Vidi mio padre ma era troppo lontano; mi avvicinai all'occhi-rossi che distava poco da me.

Misi la mia schiena sulla sua per aver maggiore spiegazioni e, allo stesso tempo, essere protetta.

“PRINCIPESSA!”

“NON CHIAMARMI COSI'! Sono solo Cygnus, la stessa che hai trascinato fino ad Asgard”

Inspiegabilmente si girò verso di me e si inginocchiò

“Vi chiedo umilmente perdono mia principessa”

Lo sollevai con forza dalla collottola “COSA STAI FACENDO?TI INGINOCCHI DURANTE LA BATTAGLIA!? SIETE TUTTI IMPAZZITI??”

Lui mi guardò sorpreso, in sostegno alle mie parole Skoll si intromise tra noi.

Con una mano sul suo petto spostai Tyr prima che venisse artigliato.

“Skoll, che ti succede? Dovresti startene in un letto!Ma tu sanguini!!!!”

Il cavaliere sembrava sordo a tutte le nostre parole e seguitò ad attaccarci senza remore posseduto da una grande voglia di sangue.

Insieme a Tyr lo affrontai, gli congelai gli artigli che subito furono troncati da quelli di Tyr.

Non volevo ucciderlo così: “Koliso”

Grandi anelli di ghiaccio gli impedirono ogni movimento, Tyr ne approfittò per assestargli un colpo alla nuca; Skoll crollò a terra privo di sensi.

Dovevo ammettere che non eravamo affatto male come coppia da combattimento.

Scorsi lo zio e Bragi poco lontani: non riuscivo a capire contro chi stessero combattendo.

Cercai di raggiungerli ma un dolore alla caviglia mi fece cadere a terra.

Faceva male, bruciava e il dolore si diffuse anche al polpaccio.

Tyr mi tirò su a forza mettendomi un braccio intorno al tronco

“Principessa, state bene?”

“non....chiamarmi...così..”

Avevo gli occhi serrati dal dolore ma mi costrinsi ad aprirli per vedere cosa mi era successo: una rosa era conficcata nella mia carne.

Cercai di afferrarla ma il dolore aumentò

“Tyr.. levala”

Senza esitazione lui afferrò il fiore e lo staccò via di netto dalla mia pelle; gridai di dolore

Istintivamente mi aggrappai al braccio del cavaliere della tigre dai denti a sciabola stingendo forte quell'armatura nera come l'ebano; credetti di perdere conoscenza tanto era il dolore.

“Natassia!!”

Mio padre mi fu al fianco.

“Sommo Aquarius, io..”

Papà lo zittì con un movimento della mano,analizzò la mia caviglia, mi alzò il mento e mi fissò.

“Sei stata colpita da una rosa piranha, fortunatamente te la sei tolta subito. Devi stare ferma per qualche minuto. Te la caverai. Cavaliere, te l'affido”

“Si sommo Acquarius”

Detto questo mio padre si allontanò

Tesi una mano verso di lui, come fossi una bambina;come probabilmente avevo fatto con mia madre.

Tyr mi strinse di più e mi portò al sicuro all'interno della resistenza.

Cercai di ribellarmi ma fu in tentativo alquanto goffo.

“Non si preoccupi, non le succederà niente principessa”

“Cygnus...sono.. Cygnus.”

 

Fu una grande scossa a destarmi.

Tyr mi teneva ancora stetta.

Sentii il cosmo dello zio nella sua forma più aggressiva; mi staccai di scatto dal cavaliere.

“Principessa, vi siete ripresa!”

“Sono Cygnus, quanto ho dormito?”

“Una decina di minuti..”

Mi voltai e cominciai a correre verso il cortile

In dieci minuti possono morire tantissime persone; lo sapevo ma ne avevo paura.

Arrivai zoppicante a destinazione con Tyr dietro. Tutto taceva.

Tutti stavano nascondendo il proprio cosmo..non era una buona cosa.

“Principessa Natassia; finalmente vi siete fatta viva”

Una figura si palesò

“Eibon....Eibon dei pesci? Tu..tu eri morto!” Ero incredula.

“Lo sono; ma la mia anima ha avuto l'opportunità di ricomparire temporaneamente su questa terra, con un corpo nuovo”

“Cosa sei venuto a fare cavaliere?” Tyr si mise davanti a me.

“Uccidere tutti i reali di queste terra gelide, questo il compito affidatoci da colui che ci dette questa nuova opportunità”

Bragi uscì dal suo nascondiglio per unirsi a noi e prese la parola

“E' stato lui a proporre il sacrificio alla nostra regina??”

“Esatto, per lui manovrare anime e ricordi è un gioco”

“Dannato” sibilai tra i denti

“Chi è costui?”Lo zio e papà si avvicinarono così come gli altri cavalieri diAsgard.

“Non ti è concesso di sapere Libra”

Al fianco di Eibon si radunarono gli altri tra cui Skoll.

“Skoll è morto?” Sussurrai a Bragi che annuì “Poche ore fa, non è riuscito a risvegliarsi dal coma”.

“Se non hai intenzione di dircelo allora non ci servi Pisces!”

E fu nuovamente battaglia.

Lo zio e Bragi si avventarono su Eibon, io mi trovai a combattere contro un Blue Grado a giudicare dall'armatura che portava, Tyr aveva come avversario Skoll e mio padre un uomo in armatura arancione il cui volto era coperto da un casco del medesimo colore. Gli altri asgardiani combatterono con altri cavalieri dalle strane armature.

Papà combatteva maestralmente ma, quando fece volare via il casco dell'avversario con un calcio ben assestato si fermò.

“....Herian...”

E il suo avversario lo colpì.







Salve a tutti voi!! Vi prego non trucidatemi, con me ci vuole pazienza....taaaaanta pazienza -.-
Quindi colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che con moooolta pazienza continuano a recensire e leggere e ricordarsi :
 Aquarius no Lilith 
 Aryadaughter
 Baghera7690 
 Chaos_Dragon
 ItalianChopSquad
 kurabika
 LadyTsuky 
 MeMs
 stefirobin
tama_chan_
 valepassion95
 _Alyss_ 
 Black_Altair 
 capitanharlock
 cerrywoman 
 crazy_mofos_knight
 Hyoga4 
 UNIKA_20  
 erol89 
 shou tucker 
E un ringraziamento tutto speciale a

denny81
 Jinny82
virgo78
Grazie un miliardo a tutti XXXXXXXX3333333333333
 



 

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Capitolo 38
*** Mostrati! Il vero nemico ***


“Papà!!”

Mio padre era a terra con un labbro che aveva tutta l'aria di essere rotto.

Cercai di raggiungerlo ma la caviglia mi cedette

“Merda!!”

Mi trascinai verso il muro con l'intenzione di usarlo come appoggio per risollevarmi, ma non lo raggiunsi.

Un poderoso calcio alle costole mi scaraventò dall'altra parte del cortile.

Andai a sbattere conto una delle colonne; sentii la mia colonna vertebrale urlare.

Atterrai scompostamente , la vista annebbiata.

Sbattei con insistenza le palpebre fino a quando riuscii a distinguere le figure caotiche intorno a me.

All'interno della mia visuale subentrarono un paio di piedi, poi una mano che prese salda il mio collo.

L'individuo mi alzò solo con la forza della mano, era un blue warrior

“Mi dispiace bimba, da vivo non avrei mai alzato le mani su una come te”

“ …..e perchè lo fai da morto?”

Avevo bisogno di tempo, ero frastornata ma dalle mie mani era già partita un'aria congelata indirizzata al collo del cavaliere. Le sue dita non si stringevano al mio collo, erano già congelate ma non pareva accorgersene.

“Da morto non ho volontà del mio corpo, ciò che resta di noi è soltanto lo spirito intrappolato in queste carni morte”

Continua pure e parlare vecchio, continua a parlare che manca poco.

“Non credere che non veda ciò che stai facendo microbo..”

Mi ha beccato,ma ormai il ghiaccio ha toccato la sua vena giugulare.

“e ti ringrazio.”

“..cosa?”

“Meglio essere morto che una marionetta”

In quel momento il ghiaccio si strinse attorno al suo collo, continuai a farlo finchè la sua testa si staccò di netto dal corpo.

“Riposa in pace,questa volta per sempre”

Riuscii ad alzarmi e ad andare verso mio padre che intanto si era alzato.

“PAPA'!”

Lui non mi guardò neanche ma mi prese il polso spingendomi dietro di lui

“Sbaglio o quella bambina vi ha chiamato “papà”!?”

Papà cominciò a far ribollire il suo cosmo

“Cosa vi succede padre?Vedo che voi e la madre non ci avete messo molto a sostituirmi; con un altro figlio”

Il suo sguardo ricadde inesorabile su di me

“Io non sono tuo padre e tu non sei Herian! Lui è morto! E' morto quando era ancora troppo piccolo..”

“Le anime crescono padre, crescono anche nel mondo dei morti”

Il cavaliere ci si avvicinò ma papà non indietreggiò

“Avete indossato di nuovo la vostra splendida armatura padre..”

In un battito di ciglia si spostò da davanti a papà al mio fianco

“e vedo che avete ceduto quella di Cygnus alla vostra...erede”

L'ultima parola la sputò fuori come veleno.

Alzò la mano pronto a colpirmi

Papà si rimise tra me e lui ricevendo un violento colpo all'altezza dello zigomo che cominciò a sanguinare, macchiandogli di sangue i capelli biondi e i pettorali dell'armatura.

“IO SOLO MERITAVO DI INDOSSARLA!!A ME L'AVEVATE PROMESSA. RAMMENTATE PADRE!?SAREI DOVUTO ESSERE IO IL DOMINATORE DEL GELO!IL CAVALIERE DEL CIGNO! ”

“Smettila...”

“E' MIA PER DIRITTO DI SANGUE! IO SONO VOSTRO FIGLIO!!”

Papà eresse un poderoso muro di ghiaccio per allontanare Herian da noi, poi creò le altre pareti costringendo il principe nel mezzo di in un quadrato.

“papà cosa stai...”
Lui mi prese sottobraccio e mi portò via.

“Shiryu!!”

“Hyoga,fratello che succede?”

Papà era una maschera di sangue e il suo viso pallido non giovava alla sua immagine.

Papà mi pose tra le braccia dello zio

“Portala lontana fratello; portala via,non voglio che veda”

detto questo si voltò e ritornò verso il suo avversario

“NO PAPA'!!!Zio devi assolutamente fermarlo”

“Non sottovalutarlo Natassia, tuo padre è forte”

“Ma stà andando a combattere contro Herian!!”

Lo zio sgranò gli occhi

“Questa non ci voleva!!”

Con lo sguardo cercò Tyr che era impegnato con due avversari, lo zio lo raggiunse e , dopo aver sistemato i nemici, mi scaricò a lui per andare a seguire mio padre.

Praticamente ero diventata un pacco postale!

 

Scesi veloce dalle braccia di Tyr che però mi trattenne

“No principessa, non dovete andare da quella parte. E' troppo pericoloso per voi”

 

Gli diedi uno schiaffo, glielo diedi forte.

“Non osare parlarmi così. Io sono Natassia di Cygnus, cavaliere d' Athena e non una principessina che ha paura delle battaglie!”

Piantai i miei occhi su quelli di lui, rossi come il sangue.

“Mi stai deludendo Tyr, non si trattano così i compagni d'armi”

Lui rimase basito

“Se proprio non mi vuoi aiutare almeno non intralciarmi”

Mi incamminai lentamente e zoppicante augurando all'albino tutte le peggiori malattie, cancrene e amputazioni.

“Qua le cose bisogna farle da soli!”

 

“Non disperare Camus”

Due ali dorate mi si pararono davanti

“ZIO SEIYA”

 

Lui mi guardò da sopra la sua spalla per poi fare uno scatto in avanti e cominciò a combattere.

Con l'animo più leggero cercai mio padre, avevo paura per lui.

Continuai a cercare ma non vedendolo fui presa dal terrore più profondo.

Cominciai a farmi spazio tra i vari combattenti e cadaveri finchè una mano non si fermò sui miei capelli, e una sensazione di quiete mi circondò.

“Stai tranquilla Natassia; non perdere mai la speranza”

Quando mi superò mi inginocchiai a lei

“Ben arrivata Athena!”

Al passare della mia dea ogni scontro si arrestava e ogni nemico indietreggiava; lo zio Seiya le fu subito accanto.

Athena si fermò e con tono fermo cominciò a parlare

“Mostrati vigliacco, ti celi dietro i corpi ormai morti di guerrieri dieci volte più valenti di te. Palesati ora perchè Athena possa importi la sua punizione!”

Finito di parlare alzò il suo scettro per poi batterne la punta a terra; un aura dorata si propagò in ogni direzione;i morti sembrarono soffrirne.

 

Dalla parte opposta del cortile una figura si manifestò, al suo fianco accorse Herian,aveva un braccio completamente congelato e parti mancanti dell'armatura.

“Athena, alla fine hai deciso di intervenire”

“Mi stavi forse attendendo?”

“Da molto, da molto tempo ti stavo aspettando. Tu che hai ucciso tutti i miei soldati,li hai massacrati come fossero mosche ma loro erano guerrieri! Erano i protetti di Anubi!!”

Seiya si fece avanti “Tu sei Chisisi, uno dei grandi sacerdoti di Anubi! Io stesso ti ho sconfitto”

“Per te Saggitter; per la mia volontà di ucciderti sono qui. Il negromante ha richiamato la mia carne e attraverso l'intercessione di Anubi sono riuscito a legare la mia anima al corpo. Insieme abbiamo richiamato molti cavalieri negandogli però la volontà sul corpo. Una legione di soldati pronti ad uccidervi tutti!”

“Sei così vigliacco da richiamare indietro i morti per paura di affrontarmi da solo? Un essere vile come te non è degno di esistere!”

“Seiya”

Lo zio placò la sua ira e si rimise al fianco della dea

“Sacerdote, il negromante di cui tu parli è qui; conosce questa terra,lo sento, sento il suo cosmo forte e freddo come Asgard”

“Non avrai mai il piacere di incontrarlo Athena, perchè tu e i tuoi cavalieri morirete qui”

Appena finì la frase Herian e gli altri dei suoi si avventarono su Athena.

Papà si posizionò davanti alla dea e fece ribollire il suo cosmo, la terra e i nemici cominciarono a congelare.

Non potevo stare ferma a guardare.

Mi misi al fianco di papà e cominciai anche io ad espandere il mio cosmo; le nostre energie fredde si completavano, insieme fermammo l'avanzata di una parte cospicua di nemici.

Purtroppo non tutti

Herian era riuscito a schivare il nostro attacco e, appena mi fu prossimo, mi colpì con violenza all'addome.

Mi ritrovai per terra a sputare sangue.

Non mi diede neanche il tempo di alzarmi che mi fu addosso; non mi risparmiò calci ben assestati allo sterno e sulle costole.

Mi girai e cercai di assestargli un colpo al braccio congelato con l'intenzione di staccarglielo.

Ma lui mi prese per la caviglia già debole e me la torse.

Solo allora urlai di dolore.

Zio Shiryu corse in mio soccorso e gli assestò un poderoso pugno allo stomaco, il cavaliere mollò la presa ed indietreggiò per finire nella morsa di papà.

Lo fermò con uno strangolamento al collo; pronto a spaccargli l'osso.

“Non sentirai dolore....figlio mio”

Herian sgranò gli occhi e dallo spallaccio dell'armatura tirò fuori un corto pugnale che conficcò nella spalla di papà, fin quando l'elsa non toccò la pelle.

La presa fu sciolta.

“Padre, siete corso alla richiesta d'aiuto di questa bambina; ma quando io urlai voi dove eravate?”

Lo zio Shiryu cercò di colpirlo al ginocchio ma lui, facendo una capriola, si posizionò alle sue spalle.

“Onorevole zio, che dolore vedervi qui come nemico”

“Non è mai stata mia intenzione combatterti Herian; mai avrei alzato le mani su di te”

“Onorevole zio, dov'è la vostra armatura di Draco? L'avete forse ceduta a vostro figlio?”

Lo zio rimase sorpreso

“Assomiglia molto all'onorevole zia,Ryuho se non rimembro male il nome. Lo stesso che ora stà per morire in una grotta per ipotermia.”

Shiryu sbiancò

“Non ne fate un dramma, alla fine basterà fare un altro figlio”

“ADESSO BASTA!”

Fui io ad urlare.

“Smettila di prendertela con loro. Non potevano fare niente, non è loro la colpa”

“E infatti la colpa è tua!”

Si mosse verso di me

“TU NON DOVEVI ESISTERE!!”

Il suo pugno si fermò ad una spanna da me, lo zio Shiryu, lo zio Seiya e papà lo stavano bloccando.

“Smetti Herian!”

“Onorevole Seiya, anche voi qui ad intralciami..”

 

Un suono basso si propagò nel cortile; tutti si fermarono.

Una grande ombra apparve.

Chisisi subito accorse ai suoi piedi; la voce dell'essere era cupa

“Egizio, dov'è l'anima di dea che mi hai promesso?Il tuo tempo è scaduto”

“Mio signore, abbiate solo la pazienza di..”

“Io non ho pazienza”

Levò la mano su di lui e gli estrasse l'anima.

Fu uno spettacolo raccapricciante.

L'essere si girò verso Athena

“Pare che questi Egizi non fossero così male; anche da morto la sua maledizione persiste. Potrebbe ritornarmi utile la sua anima”

Athena si fece avanti e espanse il suo cosmo.

“Mostrati”

La figura si fece più avanti

“Io sono Hella. Regina degli inferi. I tuoi cavalieri e i guerrieri di Asgard hanno ucciso mio fratello. Per rimediare a questo torto esigo la testa di Ilda di Polaris e la tua, figlia di zeus.

Ma non oggi; molti sono i caduti. Il mio ruolo è accoglierli negli inferi. Goditi il tempo che ti concedo.”

Detto questo sparì insieme a tutti i suoi servitori.




 

Buone feste bella gente!! Dovevo aggiornare almeno un'altra volta prima del nuovo anno. Spero che abbiate mangiato bene e vi stiate riposando. Io lo stò facendo X3 (Incubi degli esami a gennaio permettendo) Ormai spero abbiate capito che aggiorno quando mi è possibile, devo ammettere che tutti voi avete una bella pazienza a starmi dietro e per questo vi ringrazio moltissimo!! Cos'altro posso dire, grazie a tutti per l'anno passato insieme e spero che il 2015 sia il vostro anno migliore. Grazie ancora a tutti e BUONE FESTEEEEE!!!!

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Capitolo 39
*** Le porte del regno dei morti ***


Caddi a terra, il suolo a contatto con la mia guancia era fredda. Ma non chiusi gli occhi. Mio papà era in ginocchio poco distante, dai solchi tra le dita gli scendeva lento il sangue che fuoriusciva dalla ferita sulla spalla.

Seiya aiutava i feriti, Athena era al suo fianco. Tyr, Bragi ed altri correvano dappertutto per trovare la regina, ed avvisarla.

Lo zio Shiryu mi prese per le spalle sollevandomi

“Natassia dimmi dov'è! Dov'è ryuho?!”

Ha, è vero. Mio cugino...dove..

“NATASSIA!”

Incrociai gli occhi di Libra, aveva paura; più di quanta gliene avessi mai letta in quei occhi verdi

“..nella grotta, quella dove abbiamo trascorso la notte, dovrebbe esserci molta gente lì”

Lo zio alzò gli occhi per cercare Athena, lei lo guardò e fece un gesto di assenso con il capo; lo zio scattò verso l'uscita.

Zoppicante andai verso mio padre ma lui, vedendomi arrivare, mi fermò con un gesto della mano.

“..lasciami...lasciami riprendere un attimo Nat”

Era estremamente pallido,il che metteva in risalto gli occhi leggermente arrossati e tutto il sangue che aveva sulla faccia. Aveva il fiato corto e il corpo mosso da fremiti.

Seiya mi arrivò dietro le spalle

“Sarebbe meglio se i medici dessero un' occhiata anche a te Camus”

“No. Io stò bene,pensino a papà piuttosto! Si occupino di papà!”

Lo zio mi prese in braccio senza alcuna fatica e, voltando le spalle al cavaliere di acquario, si incamminò verso l'interno della residenza.

“ZIO! Ti avevo detto..”

“Hyoga ha bisogno di immagazzinare tutto questo, lascialo sfogare senza che abbia il rimpianto di essere sembrato debole ai tuoi occhi”

Lasciai che i medici di Asgard mi curassero, ma più avanzava il tempo più persone avevano bisogno di cure; in poco tempo il luogo si affollò.

Alcuni arrivavano già morti, trasportati da persone in lacrime che pregavano i medici di fare un miracolo. Ma gli uomini non fanno miracoli. Molti feriti, per la maggior parte civili che avevano avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Tanti menomati con moncherini ancora grondanti di sangue. Pochi bambini.

Mi dettero alcune bende per le ferite superficiali e uno steccaggio per la caviglia, per le mie costole rotte mi consigliarono solo riposo...che stupidi.

Ci misi un po' ad uscire e cominciai a guardarmi intorno; tra i feriti non avevo visto né Ryuho ne Ovidio. Forse era il caso di preoccuparsi.

“Principessa. Vostra zia, la regina Ilda, vi attende nella sala del trono”

“Tyr della tigre dai denti a sciabola; sai il numero dei caduti?”

ci avevo rinunciato con lui ormai

“I numeri continuano a salire..”

“Capisco”

 

Entrai nella sala decorata, Ilda sedeva sul grande trono, al suo fianco Athena.

“Mi avete fatto chiamare?”

“Si Natassia. Io e Saori stavamo discutendo, riguardo te. Sai che il trono di Asgard è in linea di successione femm..”

“Io sono un cavaliere. Nulla di più”

Entrambe sospirarono pesantemente

“Giovane cavaliere..non siamo noi a decidere”

“Athena che dite?”

“Natassia, noi nasciamo sotto una costellazione che ci guida e custodisce, dalla quale traiamo la nostra forza. Ma a volte il destino che essa ci indica non è quello che desideriamo”

Era inutile fare la testarda, ero davanti a una regina e ad una dea; che potere potevo avere io, una bambina di dodici anni?

“Ho capito.... dite”

“Sia io che Saori andremo nel regno di Hella. Voglio lasciare te come capo di Asgard, dopotutto ne hai il diritto di sangue”

“Avete intenzione di mettere una bambina al trono?! Io non conosco questi luoghi,queste leggi, queste persone..io non conosco Asgard e non ho intenzione di governarlo!! Perchè voi, Ilda, non rimanete qui? Quel trono appartiene a voi”

La regina mi si avvicinò, il suo incedere era incerto; quasi dovesse cadere a ogni passo.

“Guardami bene Natassia; non mi manca molto per lasciare questo mondo. Lascia che la regina muoia nel modo che desidera:combattendo contro colei che mina la sicurezza del suo popolo.”

“Con tutto il rispetto altezza, come credete di andare a combattere in queste condizioni? Il peso di una qualsiasi armatura vi schiaccerebbe”

“Non sottovalutarmi”

Indicò una nicchia alla destra del trono, al suo interno un'armatura grigia/blu con una grande spada che torreggiava sulle vestigia.

“L'armatura di Odino mi sarà compagna nella mia ultima battaglia”

Con Ilda era inutile insistere

“Athena, non potete recarvi da sola nel mondo di Hella e né Aquaris nè Libra sono nella condizione di custodirvi in un viaggio tale”

Ero certa che lo zio non avrebbe mai abbandonato Ryuho, qualunque fosse il suo stato di salute.

“Di questo non devi preoccuparti”

 

Nulla servirono le mie lamentele, la conversazione si concluse con la mia uscita dalla stanza e un sonoro sbattimento di porta.

 

Avevo bisogno di vedere Ryuho, lui era il solo che aveva il dono di calmarmi. Lo cercai nel luogo dove ero stata medicata io ma non lo vidi; andai allora per le strade fredde e coperte di neve e sangue di Asgard. Avevo bisogno della sua tranquillità, del suo equilibrio e del suo consiglio.

Ben presto abbandonai la città, non trovandosi nelle mura doveva per forza esserne fuori.

Arrivata nella vicinanza di un fiume ghiacciato rimasi incantata dall'immagine di un pesce che nuotava sotto il sottile strato di ghiaccio, lo seguii con lo sguardo anche quando il ghiaccio fu rotto e il pesce fu catturato da zanne affilate

“Yuki?”

La lupa si giro e mi corse incontro.

“Amica mia stai bene per fortuna. Tu sai dove è Ryuho? Puoi portarmi da lui”

Lei subito si mise a correre lasciando impronte sulla neve fresca, e io dietro.

Mi condusse sotto un alto albero, sulle sue radici trova lo zio Shiryu e Ryuho.

Più lo zio Shun.

Libbra teneva stretto a se il figlio ancora privo di sensi.

“Zio, come sta?”

“Se non fosse arrivato Shun a quest'ora sarebbe morto”

Mi girai verso il più giovane dei miei zii

“Quando sei arrivato zio?”

“Da molto poco piccola Natassia, appena in tempo per soccorrere Ryuho”

“Adesso sta bene?”

“Si, il ghiaccio aveva impedito la fuoriuscita di sangue,scongiurando così la morte per dissanguamento. Ma il freddo stava cominciando a bloccargli vene e arterie..”

“Ipotermia” sussurrai

Gli zii annuirono

“per evitarlo l'ho dovuto riscaldare con il mio cosmo”

Accarezzai i capelli di mio cugino, stavo per ucciderlo.

“Adesso che è fuori pericolo di vita è meglio tornare in città;devo ancora presentarmi ad Athena”

Non facemmo che pochi metri che ci fermammo, si era alzato un cosmo opprimente; Yuki rizzava il pelo e scopriva le zanne.

“C'è qualcosa che non va..” sussurrò lo zio

L'istinto mi diceva di correre, di scappare perchè non sarei riuscita a contrattaccare,il mio fisico non avrebbe resistito; non sarei sopravvissuta in un eventuale scontro. Cominciai a tremare.

Shun mi pose le mani sulle spalle, poi mi avvicinò le labbra all'orecchio “prendi tuo cugino e corri”

“Cosa?”

Lo zio Shiryu mi mise suo figlio tra le braccia e mi spinse delicatamente verso la città.

“Mettilo al sicuro”

“Ma zii..”

Una catena dell'armatura di Andromeda mi circondò i fianchi portandomi parecchio lontano da loro.

Corsi di nuovo verso Asgard, con Yuki al fianco e Ryuho che respirava piano.

Per avvisare i cavalieri nella città ingrandii il mio cosmo; uscirono Tyr, Bragi ed Athena venendomi in contro

“Andate ad aiutare gli zii!!”

I cavalieri di Asgard cominciarono a correre

“FERMI!”

Tutti si girarono verso Seiya

“Ascoltate”

Un suono leggero impregnava l'aria

Bragi sembrò tremare “..è un requem..”

“Sembra un arpa”

“E' Mime. Il precedente cavaliere della Lira.”

Bragi tremò leggermente

“Shun lo sconfisse in passato, lo sconfiggerà anche ora; in più c'è dragone con lui”

“I requem vengono suonati solo alla morte di qualcuno..”

 

I cavalieri di Asgard corsero verso il suono, io fui spedita dallo zio nella residenza, Ryuho aveva bisogno di riposo.

Gli misero a disposizione una delle tante stanze del palazzo, stetti al suo fianco quando i medici lo visitarono,stetti al suo fianco quando gli tolsero il ghiaccio dal petto, gli presi la mano quando per toglierlo strapparono anche dei lembi della sua pelle diafana,gli accarezzai i capelli quando gli bendarono tutto il torace , stetti lì persino quando gli bucarono il braccio per inserire l'ago;avrei voluto correre via ma mi limitai a chiudere forte gli occhi e a stringere ancora più forte la mano di mio cugino.

Quando ci lasciarono da soli stetti lì, al suo fianco.

Guardai più volte quelle palpebre chiuse e finalmente mi alzai per andare a combattere insieme agli altri, le ossa rotte non mi facevano più male,la rabbia aiuta.

Strinsi di nuovo la mano fredda del cinesino e poi uscii.

Seguii il cosmo dello zio, corsi veloce sfiorando la neve;poi arrivai.

L'intero perimetro dello scontro era circondato la sottilissime corde, come fossero i fili di una ragnatela. Provai a toccarle ma il solo sfiorarle mi procurò un taglio sul dito. Yuki ringhiò.

Se non potevo toccarli esisteva un altro modo per spezzarli.

Koliso

Una piccola parte dei fili si congelo, pensai si sarebbero spezzati ma poco importava, con un calcio ben assestato si sarebbero subito rotti.

Appena si aprii un varco un ondata di cosmi e di fili mi spedirono a terra;un cavaliere dai capelli chiari e l'armatura rossa mi sfrecciò di fianco seguito a ruota dagli zii,qualcuno dei due perdeva sangue

Mi alzai e li rincorsi.

Yuki mi superò per cercare in qualche modo di bloccarlo ma prima di farlo si bloccò così come gli zii; perchè lo avevano lasciato andare?

Aumentai l'andatura.

Quando vidi che si erano fermati sul bordo di una profondissima gola di ghiaccio era ormai tardi.

Cercai in tutti i modi di fermarmi ma misi male la caviglia che non resse più il mio peso.

In un attimo mi ritrovai a precipitare, tendendo le mani invano verso i miei zii che diventavano sempre più lontano..

Una piuma affilata rossa si conficcò sul ghiaccio, un istante dopo ero in braccio a Ikki.

“Ascolta papera, so che hai tanta voglia di andare nel regno dei morti ma aspetta almeno che io ti ci mandi”

Mentre lo zio mi tirava su aiutato dalla catena di Andromeda guardai giù: le porte del regno di Hella

 








Lo so che è passato tantissimo tempo ma quest'anno non è cominciato affatto bene, sono successe troppo cose; una parecchio grave  che mi ha fatto perdere la voglia di scrivere per parecchio tempo. Adesso che sono immobilizzata con un ginocchio malridotto ho ritrovato il tempo e l'idea.
Scusatemi per tutta l'attesa e se non ho più risposto ai commenti. Spero che il capitolo vi piaccia, ormai andiamo verso la fine.

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Capitolo 40
*** Benvenuti esseri il cui cuore batte ancora ***


“Che cosa ti è venuto in mente?!”

Shun mi tirò sul bordo del precipizio tenendomi saldamente il fianco mentre Yuki mi leccava la guancia.

“volevo solo prenderlo..” bofonchiai

“Lasciati dire che suicidarsi non è il modo migliore!”

Mi sporsi per cercar di vedere la fine della voragine, molto infondo si intravedevano due porte imponenti raffiguranti teschi e,al centro, una figura enorme seduta su un trono.

Un brivido freddo mi attraversò la schiena.

“E' lì che dobbiamo andare” proferì lo zio Shiryu

 

Ritornammo ad Asgard, io sulla schiena di Ikki; Shun non voleva farmi forzare la caviglia.

Appoggiai pigramente la guancia sullo spallaccio di mio zio.
Era freddo

 

Fu indetta una riunione d'urgenza dei cavalieri. Le ferite dei più erano state bendate alla bene e meglio.

“Dobbiamo stanarli, andiamo nel regno di Hella e ammazziamoli tutti!!”

“Per quanto mi secchi ammetterlo Tyr ha ragione; dobbiamo eliminare questa minaccia”

Guardai di sfuggita mio padre, ma i suoi pensieri erano altrove.

“Mia regina che cosa attendiamo? Molta gente di Asgard è perita oggi per colpa di coloro che dal regno di Hella vengono. Non è nostro e vostro compito difendere la nostra gente?”

“Athena, dobbiamo terminare in fretta. Tra non molto arriverà il periodo più freddo ed allora combattere sarà un problema”

Le due donne si scambiarono uno sguardo d'intesa.

“Cavalieri preparatevi, la battaglia è vicina!”

“Tornate a casa, domani entreremo nel regno di Hella”

 

Gli Asgardiani si avviarono veloci verso la città;tutti avrebbero passato la serata con la famiglia,la avrebbero passata con le persone a loro care.

 

Lo zio Shiryu era andato da suo figlio, gli zii Ikki e Shun si erano andati a presentare ufficialmente ad Athena e da lei spiegare il piano d'attacco insieme a Seiya;mio padre dietro di me camminava piano, al mio fianco Yuki.

Ci dirigemmo in silenzio verso la residenza reale, io e Yuki andammo nella stanza che la regina aveva messo a disposizione a me e a Ovidio quando arrivammo qui, Hyoga andò in una delle stanze padronali, probabilmente la camera che condivideva con la mamma.

 

La mia ultima sera ad Asgard andai a dormire presto,Yuki salì sul letto mettendo il muso sul mio cuscino.

“peli di lupo sul cuscino” sospirai divertita. Per rilassarmi cominciai ad accarezzarle il pelo bianco e morbido,quando arrivai al fianco le sentii distintamente la lunga cicatrice infertale dagli Egizi. No,non sarebbe venuta con me nel regno di Hella, almeno lei sarebbe stata bene, in salvo.

La strinsi forte e mi addormentai abbracciata alla mia lupacchiotta.

 

La mattina arrivò troppo presto. Chiusi Yuki in camera ignorando il suo pianto e mi avviai al cortile dove i cavalieri si stavano riunendo.

 

Poi fummo pronti a partire..

Una dea,una regina,cinque cavalieri d'oro, sei cavalieri di Asgard e io..un umile cavaliere di bronzo.

Vidi Seiya avvicinarsi a mio padre che aveva tutta l'aria di non aver dormito a chiedergli sottovoce se era saggio che venissi anche io, lui rispose con un alzata di spalle e un :”avevamo la sua stessa età”

Arrivammo tutti sul bordo del crepaccio, e saltammo.

Atterrammo sul grande portale, molto più vasto di quello che riuscivamo a vedere prima.

“Come facciamo ad entrarvi?”

“Mia regina?”

“Le leggende non parlano di come riuscire a superare le porte del regno dei morti”

“Proviamo a sfondarla!”

 

“non si aprirà con la violenza” sembrava che un soffio di vento avesse portato quelle parole tanto erano lievi; mi guardai attorno per cercare chi le avesse pronunciate e nell'oscurità vidi una figura raggomitolata.

Mi avvicinai cauta

“Chi sei?”

“Che delusione principino, non riesci neanche a riconoscere un tuo compagno d'armi?!”

E lo vidi, Ovidio.

Sul suo volto la stessa espressione di sempre,sicura e strafottente ma le sue mani non smettevano di tremare mentre si tenevano strette allo stomaco, la sua pelle era pallida, troppo pallida e l'unica sua gamba era abbandonata sul fianco,inerme.

“Ovidio..che ti è successo? Ti abbiamo cercato a lungo”

“Un cavaliere con l'armatura rossa mi ha preso e mi ha portato qui, lui è subito entrato io invece ho sbattuto sulla porta. Credeva che fossi morto il cretino”

“Era il precedente cavaliere di Lira” lo informò Bragi

“Adesso ho capito, solo i morti o chi li accompagna può entrare”

Guardai gli altri cavalieri, come avremmo fatto noi?

“Non disperate, troveremo una soluzione. La cosa più importante ora è portare Unicorno in un luogo sicuro e..”

“Con tutto il rispetto mia dea, non credo che sarà necessario”

“Ovidio che dici?! Il tuo cosmo è flebile, hai bisogno di cure”

“Ascolta biondino, non voglio muovermi di qui. Posso ancora servire Athena.”

“Ovidio ragiona! Non hai con te l'armatura, stai andando in ipotermia e cosa credi di poter fare senza una gamba!?”

Appena pronunciate volevo subito rimangiarle quelle stramaledette parole

“Pensa quello che vuoi Camus ma io posso farvi entrare”

Mostrò la mano che impugnava il corno dell'armatura dell'unicorno

“Solo..siate buone guide per la mia anima” e se lo piantò nel cuore.

Fu tutto troppo veloce, nessuno era riuscito a muoversi, mi avvicinai ancora fino a toccarli la guancia per poi abbracciargli il capo lasciando che poche lacrime gli bagnassero i capelli.

“Ovidio......sei un coglione..avremmo...avremmo trovato un altro modo”

Le grandi porte sotto di noi si aprirono facendoci cadere direttamente nel regno dei morti.

 

Precipitammo per minuti interi in una oscurità infinita e silenziosa,finché non ci trovammo in mezzo ad un lago.

Riemersi velocemente e quando uscii presi una poderosa boccata d'aria e sputai l'acqua che avevo ingoiato,grata che l'acqua che mi scorreva sulla pelle non mostrasse tutte le mie lacrime.

“Mia regina tutto bene?” “Saori san?”

“Stupidi” mi ritrovai a pensare

 

“Dove ci troviamo?” Domandò Ikki mentre teneva le spalle del fratello ancora intento a tossire l'acqua che aveva in corpo.

“Il fiume Gjoll” Sussurrò Vindhlér

“Allora siamo entrati davvero”

Ci dirigemmo verso la riva più vicina, poi, notando un grande ponte ci indirizzammo verso esso. Ma alle sue pendici una voce chiamò

 

“Esseri il cui cuore batte ancora andatevene! Questo è il luogo delle anime indegne al Valhalla,é il luogo dei morti senza gloria.”

 

La gigantessa Móðguðr.

 

Ilda si fece avanti, mostrando la splendida armatura che indossava sotto il pesante mantello.

“Lasciateci il passo, siamo diretti da Hella”

“Come tutti i defunti periti senza gloria, ma per voi assassini che non vogliono far ritorno alle loro case spetta il compito di costruire la grande nave che nel giorno di Ragnarok permetterà ai morti di tornare a combattere”

“Taci gigantessa!! Siamo ancora vivi” ruggì Tyr

“Ma non lo sarete a lungo”

Móðguðr impugnò saldamente la sua enorme falce e si avventò verso di noi. Tutti i cavalieri si schierarono davanti alle due donne,pronti ad attutire l'attacco. Ma questi non arrivò.

 

La grande lama era stata fermata dalle corde dell'arpa di Bragi, i piedi congelati al suolo da mio padre, il braccio artigliato dalle unghie della tigre dai denti a sciabola e la freccia d'oro del sagittario puntata al petto della gigantessa.

 

Non c'era da scherzare con questi cavalieri.

 

“Non cerchiamo la lotta, almeno non con te. Siamo qui per gli antichi cavalieri di Asgar e per la regina di questo regno”

Proferì solenne Ilda.

 

“Molti sono i morti che hanno passato questo ponte negli ultimi anni, e di tutti ho memoria ma il mio compito è quello di sorvegliare, non di tradire”

 

“Tu menti, ad Hermoor il figlio di Odino, non negasti ne informazioni ne aiuto per giungere alla corte di Hella!”

 

“Egli era venuto per un fratello, non per dichiarare guerra”

 

“Se non vuoi aiutarci allora ci sei d'intralcio” Con un colpo ben assestato alla base del collo la gigantessa cadde a terra.

L'artefice dell'atto si girò per andare alla testa del gruppo e superare il ponte: non sembrava più mio padre.

 









Siamo veramente verso la fine, tenete duro :)


 

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Capitolo 41
*** Siamo rimasti solo noi ***


Proseguimmo con passo sicuro; il nostro silenzio lasciava spazio alle migliaia di urla e di pianti dei dannati.

Si sentivano rumori di frustate e un forte odore di sangue mischiato ad acqua salata.

Arrivammo infine alle pendici del castello di Hella;ad attenderci molti cavalieri caduti: Skoll, Eibon dei pesci, soldati egizi, blue warrior delle terre russe e sette cavalieri che indossavano armature del tutto simili a quelle portate dai cavalieri di Ilda.

“Un bel comitato di benvenuto”

Athena si pose davanti a tutti noi rivolgendosi verso i nemici

“Lasciateci il passo, forse non sarà necessario giungere allo scontro”

Eibon il traditore, perchè morto come gold dei pesci, fu il primo a scansarsi per lasciar passare la dea.

Athena avanzò con al fianco la regina; ma a noi cavalieri non fu permesso seguirle.

La regina si voltò verso i suoi cavalieri “Non temete ed attendete qui il nostro ritorno”

Lo zio Seiya guardava con occhi preoccupati la sua dea

“Athena..”

Saori ci fece un piccolo gesto per indicarci di stare agli ordini della regina, poi entrò nel palazzo di Hella.

 

Attendemmo con pazienza in un irreale silenzio pieno di sguardi e occhiate poco amichevoli.

Lo zio Ikki era il più sofferente, non gli piaceva aspettare ma suo fratello, di tanto in tanto, lo cercava di calmare con una mano sullo spallaccio o con un semplice sguardo.

I cavalieri di Asgard si erano avvicinati l'uno all'altro un po' timorosi, lo zio Shiryu sembrava calmissimo, papà e Seiya erano concentrati, pronti ad intervenire in qualsiasi momento.

 

Le porte del castello furono aperte.

 

Un dardo colpì Shun alla spalla, sfondando l'armatura della vergine con un suono secco e tremendo.

 

Dalle due porte uscirono uno stuolo di ombre con sul volto la propria maschera funebre; e attaccarono con violenza.

Seiya era sconcertato e visibilmente preoccupato;cominciò a farsi spazio a suon di attacchi accecanti per raggiungere la residenza.

 

Lo zio Shun era sofferente, il fratello lo teneva saldamente aiutato da Shiryu a difenderlo.

Tutti fummo assaliti,riuscii a intravedere il Koliso di mio padre ma persi di vista gli altri tanti erano i nemici ad accerchiarci, poi un colpo alla nuca

uno alla caviglia

uno alle tempie

uno alla bocca dello stomaco

e fu nero.

 

Mi risvegliai di soprassalto, come quando si viene svegliati da un incubo durato troppo a lungo.

Provai a sollevarmi sui gomiti ma cominciai a vomitare convulsamente.

La gola bruciava e nella bocca avevo quel sapore, acido e schifoso.

Neanche il tempo di pulirmi la bocca con il dorso della mano che qualcuno mi prese per i capelli sollevandomi.

“Non è tempo di riposare feccia!!”

Fui scaraventata contro altre persone cadendo rovinosamente.

Mi rialzai piano ancora nauseata e mi girai per vedere coloro che avevo colpito, erano cadaveri.

Corpi di persone morte, alcune addirittura decomposti che camminavano ed ubbidivano, cadevano e si rialzavano senza dire una parola, senza muovere le pupille.

Ebbi un altro attacco di vomito.

Qualcuno mi prese un braccio sussurrandomi “ smettila e mettiti in fila come questi qui”

Mi girai e fui lieta di trovarmi Tyr al fianco

“Cosa ci facciamo qui?”

“Non lo so, gli altri sono spariti”

I suoi occhi rossi si muovevano in continuazione in ricerca di una qualche via di fuga o degli altri cavalieri.

“Niente più principessa?”

“Non è il momento” mi ammonì.

La marcia continuava, la meta era una grande nave ancora da ultimare. Sul ponte lavoravano un numero assurdo di persone, e nuove continuavano a seguirle.

“Questa è la punizione per gli assassini, costruire la grandiosa nave da utilizzare quando giungerà Ragnarǫk”

Mi ritrovai a pensare che tutti i cavalieri si sarebbero ritrovati in quel luogo: eravamo tutti assassini.

 

“Tyr, questo vuol dire che siamo morti?”

Lui di tutta risposta mi graffiò con i suoi artigli il braccio

“Ahi”

“Se provi dolore vuol dire che sei ancora viva.”

“Buono a sapersi, ci sono un sacco di cose che devo ancora fare”

 

Giungemmo alla nave, la calca andava aumentando e i guardiani diminuirono

“E' la nostra occasione Cygnus”

Uno sguardo d'intesa e partimmo in direzioni diverse il più veloce possibile e il più a lungo possibile.

Lui fu inseguito mentre ignorarono completamente la mia fuga.

Mi fermai ansimando su un'altura, da lì riuscii a vedere solo una porzione dell'immenso territorio.

Ebbi paura.

Dovevo assolutamente cercare tutti gli altri, specialmente papà.

Mi concentrai per captare i loro cosmi, quando ne riconobbi uno corsi verso quella direzione.

Giunsi davanti ad una grande siepe scura e piena di enormi spini, il cosmo che percepivo era dietro di essa, non trovando entrate decisi di crearmene congelando parte delle pianta, non dovevo destare troppo sospetti.

Mi immersi nel dedalo di siepi dopo di quella: era un labirinto.

 

Girai a caso, svoltando e ritornando indietro più e più volte. Per l'ennesima volta mi girai trovandomi davanti un vicolo cieco, nel farlo sentii un dolore alla mano, la guardai e la trovai sanguinante; un sottilissimo filo le era affianco.

Lo riconobbi subito e cominciai a seguirlo: avevo trovato il mio filo d'Arianna.

Seguii quel filo fino a quando finalmente riconobbi l'armatura dell'arpa

“Bragi!Meno male che ti ho..”

Il cavalieri si girò, non era Bragi.

“Spiacente, forse è questo il cavaliere che stavi cercando”
Indicò il corpo riverso del cavaliere, ricoperto di ferite e nella sua mano v'era la sua arpa spezzata in due.

“Sei il cavaliere che attaccò Shun e Shiryu ad Asgard. Qual'è il tuo nome?”

“Mime, cavaliere dell'arpa.”

“Un cavaliere doppiamente morto! Diamond Dust

Il colpo andò a segno scaraventandolo contro una delle grandi siepi, le spine gli si conficcarono nella schiena e sugli avambracci, ma non una goccia di sangue sgorgò dalle ferite

“Non è educato attaccare prima di essersi presentati ”

Una corda dell'arpa mi circondò il collo togliendomi il fiato

“Che esserino insulso”

La stretta si strinse, in più mi intrappolò le gambe e le braccia.

“Presto ti unirai a noi cigno,come cadavere”

“Spiacente, ma ho ancora un sacco di cose da fare”

Congelai una delle corde riuscendo a romperla, ma le altre si strinsero sempre di più. Sentivo le ossa scricchiolare.

Riuscii ad alzare una mano verso di lui “Freezing coffin

La bara di ghiaccio lo circondò completamente liberandomi dalle corde della lira.

Subito corsi in soccorso di Bragi, respirava ma era in un bagno di sangue, sottili linee rosse gli circondavano il collo, le spalle, i polsi, le cosce.

Non sapevo come aiutarlo.

 

Con un rumore secco la bara di ghiaccio si ruppe, Mime venne fuori visibilmente incazzato.

“Morirai in modo lento e doloroso”

Mi posi davanti al corpo di Bragi per proteggerlo

Diamond Dust

Mirai un po' più in alto di prima, lui schivò e mi circondò con le sue corde impedendomi ogni genere di movimento.

Le corde si strinsero sulla mia carne, lacerandola e incrinando l'armatura.

Non gridai, semplicemente per non dargli soddisfazione.

Mime cominciò a suonare, e ad ogni nota le pene aumentavano.

Sentii un suono di rottura provenirmi dalla spalla, la clavicola si era spappolata.

Quando cominciai a perdere sensibilità agli arti le corde che li trattenevano furono rotte.

 

“Non osare oltre cadavere”

Mio padre mi era davanti, la sua armatura d'oro brillava anche con la luce scura di quel regno di morti.

“Dannati cavalieri di Grecia!!”

Aurora Thunder Attack

Mime fu sconfitto, il suo corpo congelato cadeva a terra frantumato in milioni di frammenti.

Con un unico attacco.

“Papà?”

Si girò, il suo sguardo era freddo e, per la prima volta, scuro. Come lo avessi deluso o distratto da qualcosa estremamente più importante, più importante di me.

“Stai bene?Riesci ad alzarti?”

“Stò bene” mentii,non volevo darli altri pensieri.

“Muoviamoci, dobbiamo tornare al castello”

“Papà, e Bragi?”

“Ormai il suo cosmo è estinto”

E si incamminò.

Lo seguii poco dopo con il cuore a pesare nel petto

 

“Natassia, li senti? Quanti altri cosmi riesci a percepire?”

“Quelli degli zii, poi Tyr e nient'altro”

“Esatto, siamo rimasti solo noi”

 

Nel tragitto trovai i cadaveri degli altri cavalieri di Asgard, tutti ricoperti di sangue,pieni di ferite, le armature distrutte in più punti.

Più di una lacrima mi solcò le guance.

“I cavalieri non piangono Natassia”

 

Arrivammo alle pendici del castello, i miei zii ci stavano aspettando, Shun era più pallido del solito ma lo sguardo era deciso.

“Siamo rimasti solo noi”

“Ci hanno divisi per ucciderci più facilmente”

“Quei ragazzi non meritavano questo”

“Sono cavalieri,non dimenticarlo”

“Seiya, hai idea di come entrare?”

Lui annuì, si alzò e andò più avanti così da farsi vedere dalle guardie

Infiniti Bureiku

La via fu spianata, tutti entrammo nel castello chiudendo le porte dietro di noi.

Nel cortile d'entrata c'era Hella stessa, con Ilda esanime per terra e il collo di Athena stretto nel suo palmo.

“Siete riusciti a sopravvivere ordunque”

 

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Capitolo 42
*** Tra ombre e gelo ***


Un attacco congelato colpì la dea della morte, ma la presa sul collo di Athena non diminuì

“Lasciala subito!!”

Lo zio Seiya era furibondo

Fu un attimo e tutti scattammo.

La priorità era allontanare le due donne perchè non fossero coinvolte nella battaglia.

Papà corse veloce verso la cognata mentre gli altri verso Athena.

“Miseri esseri, credete che sia così facile?”

La luce sparì,così come le dee e la regina, così come l'edificio, il cielo, la terra.

C'eravamo solo noi.

Ci fu un silenzio surreale, poi cominciarono delle voci; voci calde di uomini e donne,forse qualcuna di bambino.

Alzai la guardia, pronta ad intervenire al minimo cenno d'attacco.

Con la coda dell'occhio guardai i miei zii, erano tutti sorpresi ed impauriti. Una sola ipotesi mi balenò in testa: conoscevano quelle voci.

Si avvicinarono tutti per non essere sorpresi alle spalle, mi unii anche io. Una voce mi inquietava.

Un rumore di passi lievi ed incerti,quelli di chi non ha capito ancora bene come si usano le gambe. Apparve un bambino.

Era biondo con occhi verdi racchiusi in un sguardo concentrato,ci guardò e fece un gran sorriso per poi aumentare l'andatura e porre le manine verso di noi.

Sentii tutti irrigidirsi.

Il suono fortissimo di una lacrima che si sfracella al suolo.

E la voce di mio padre: “Herian..”

Shiryu prese per il polso Hyoga “Non andare, non è reale. Herian non è qui, lui è morto”

Una voce gentile “Shiryu?Sei tu?”

Mi girai e vidi la zia

“Shunrei..no. NO. Tu sei viva, SEI ANCORA VIVA!”

Comparvero altre persone accompagnate delle voci dei miei parenti:

“Marin!”

“Pandora”

“Albione..”

“RYUHO!!”

“ATHENA”

Vedevo i miei zii perdere lucidità e ne abbi paura; poi fu il mio turno.

Una donna giovane con lunghi capelli biondi mi si avvicinò,aveva un sorriso spontaneo e molto bello. Quando la guardai negli occhi ebbi un tuffo al cuore. Lei si fermò e stette ad osservarmi per un po' e una lacrima le bagnò la guancia:”come ti sei fatta grande figlia mia”

“mamma?.......tu sei....la mia mamma?”

Lei annuì felice

feci un passo verso di lei, poi uno ancora; volevo abbracciarla, dirle quanto mi era mancata in tutti questi anni.

Un braccio dorato mi circondò il busto e mi sollevò da terra

“Lasciami, lasciami andare papà!!”

“Flare, ti prego vai via..”

Intanto le altre persone si erano fermate, il bambino si era avvicinato a Flare e ora le tirava la lunga gonna in cerca d'attenzione.

La principessa di Asgard lo prese in braccio e, dopo avergli baciato i capelli, si rivolse ancora a noi

“Vieni Hyoga, finalmente saremo tutti uniti. Saremo la famiglia che abbiamo sempre voluto essere”

“Flare.....ti prego”

“papa!” orlò il bimbo

“papà” gli dissi io

“Natassia, queste sono solo ombre. Non sono davvero la mamma e Herian”

“voglio andare da lei..”

“SMETTILA!” mi urlò lo zio Ikki.

“Mettiti in testa che dovremmo combatterli e non farci abbracciare; è opera di Hella che ci vuole ammazzare attraverso le persone a noi care”

Shun fece alcuni passi avanti “Maestro, io vi devo molto ma ora che vi ritrovo qui come nemico è mio compito sconfiggervi, in quanto protettore di Athena. Privazione del senso della vista!

Tutte le figure si toccarono il viso, alcune cercarono di avanzare altre porgevano le mani avanti a se.

“E' la nostra occasione migliore” disse Ikki

“Non c'è una via d'uscita, dovremmo batterli per andare avanti”

Tutti strinsero i denti, un lungo sospiro e poi all'attacco:

Shun andò verso il suo maestro pronto per assestargli un colpo alla nuca ma questi parò; anche Ikki che si era lanciato verso la donna con i lunghi capelli neri si ritrovò il tridente di quest'ultima puntato alla gola, così come lo zio Shiryu e Seiya.

Le figure recitarono in coro “Non sarà così facile cavalieri, il vostro sangue bagnerà questo luogo per dare lustro e onore al nome di Hella”

“NON ABBIAMO TEMPO PER QUESTO!!” urlò Seiya che sferrò un colpo “ATOMIC THUNDERBOLY!!”

Grandi fasci di luce investirono le figure, molte cominciarono ad urlare lanciando gridi straziati e richieste d'aiuto.

Shiryu era inginocchiato a terra con le mani sulle orecchie “non c'è tempo fratello” gli disse mio padre mentre lo alzava tirandogli un braccio “non c'è tempo..” ripetè mentre calde lacrime gli rigavano la pelle diafana.

“Non c'è ancora una via d'uscita!”

“allora dovremmo crearla, NEBULA STORM!”

Nell'oscurità si aprì un varco di luce creato dal colpo dello zio Shun,ma la luce veniva inghiottita molto velocemente dalle tenebre.

“Veloci!”

Papà mi aveva messo giù per aiutare Shiryu, ero dietro di loro, l'ultima.

Quando anche mio padre fu passato toccò a me, ma una mano mi afferrò forte i capelli allontanandomi dall'apertura.

“PAPA'!”

“NAT?!”

“Non temete padre, voi e i nobili zii andate avanti; alla bronzina ci penso io”

Mio padre cercò di rivarcare l'apertura ma era ormai diventata troppo piccola, vidi solo che cercava di tendere la mano verso di me prima che il buoi mi circondò di nuovo.

Mi parve di sentire le voci concitate di mio padre e lo zio Shun sul fatto di poter riaprire il portale, ma forse lo desideravo così ardentemente da immaginarmelo soltanto.

“Tsk, così non va” sussurrò il cavaliere dall'armatura arancione.

Con un gesto della mano Herian creò una spessa lastra di ghiaccio tutto intorno a noi

Mi scaraventò addosso alla fredda parete, sbattei con la spalla e la clavicola rotta mi sembrò sbriciolarsi.

Restai raggomitolata per il dolore.

“Siamo soli finalmente...esserino inutile”

Alzai lo sguardo verso di lui, aveva gli stessi occhi di mia madre..nostra madre.

“Fanculo!”

Un pugno mi arrivò dritto sulla mascella, il sapore del sangue e il suo calore mi invase la bocca

“Non ti ho sentita nullità”

Gli sputai in faccia saliva e sangue

“Ti ho appena mandato a fare in culo bastardo”

Lui sorrise

“Sarà divertente ammazzarti lurida mocciosa”

Stese di nuovo il braccio su di me ma io avevo già cominciato a muovermi correndo verso il suo fianco

Koliso”

Gli anelli si chiusero in fretta intorno a lui, ma con la stessa velocità lui se ne liberò.

Si girò verso di me e, mettendomi una mano sul pettorale dell'armatura di scaraventò nuovamente contro la parete di ghiaccio; nel punto in cui aveva messo la mano si era creata una superficie ghiacciata.

“Questo non è un allenamento, se sbaglio sono morta” pensai.

“Sei solo una mocciosa che crede di essere chi non è, un mero specchio!” fece uscire dalle mani un aria congelante, la schivai per poi afferrargli le caviglie “Toketsuken” le sue gambe cominciarono a congelare ma non ebbe esitazioni ad assestarmi una gomitata nel mezzo della colonna vertebrale.

Ringraziai mentalmente per star vestendo l'armatura, in caso contrario sarei morta o nelle migliori delle ipotesi paralizzata.

Mi allontanai tossendo sangue e mi appoggiai al ghiaccio per riprendere fiato. Avrei avuto interi minuti per finirlo prima che potesse liberarsi del ghiaccio

“Credi questo sia un gioco?”

Lo guardai, stava cercando di prendere tempo, era ovvio.

Poi arrivò, violento ed inaspettato, un calcio in mezzo al petto; la superficie congelata andava estendendosi su tutto il pettorale.

“Credi davvero che le tecniche che ti insegnò mio padre possano sconfiggermi?”

Mi afferrò per la spalla fratturata che cominciò a diventare fredda e insensibile

“Credi davvero che le tecniche che egli mi insegno a tre anni possano avere effetto su di me, il suo erede?!”

Riuscii a liberarmi dalla presa sferrandogli un calcio al petto.

Dovevo sbrigarmi, non sarei resistita a lungo, divaricai le gambe e congiunsi le mani per poi portarle sopra la testa.

“Vediamo se sarai ancora capace a parlare dopo questo, cadavere”

Di tutta risposta Herian assunse la medesima posa

“lascia parlare l'aria congelata”

 

Aurora Execution”

 

Partì in contemporanea

I nostri colpi si scontrarono provocando una forte onda d'urto che fece incrinare le pareti di ghiaccio e mi fece indietreggiare di un passo.

Mi ci volle poco per capire chi avrebbe vinto

Lottai con tutte le forze per evitare l'avanzata di quell'aria congelante più fredda della mia ma ogni resistenza fu inutile quando essa arrivò ad un palmo dalle mie mani.

Cercai di evitarla scostandomi ma fui lenta, e lui veloce.

Mi ritrovai nuovamente a terra, le mani sul petto ormai completamente congelato a cercare di riscaldare il cuore che aveva cominciato a battere sempre più piano.

“E' una tecnica inventata da me, basta ghiacciare una piccola parte e,in poco tempo, il ghiaccio si espande e ricopre e congela tutta la superficie che trova”

SI avvicinò, mi tirò una ginocchiata in faccia per poi prendermi i capelli ed alzarmi alla sua altezza

“Lo senti questo freddo? Non è il freddo di Asgard, è il gelo che si insinua tra gli organi, corre insieme al sangue nelle vene fredde. Lo senti con che morsa ti circonda il cuore? Con che velocità si insinua nei bronchi?

Adesso sai come ci si sente”

Mi lasciò i capelli ma prima che toccassi terra mi assestò un altro calcio al ventre. Sbattei con forza contro quelle pareti che sembravano essere lì per diventare la mia tomba.

“E sai piccola bastarda?”

Un' altro calcio,cominciai a sputare sangue

“Nessuno verrà a salvarti”

Una ginocchiata sullo zigono

“Urla piccola stronza!Qui nessuno sentirà le tue grida”

Una tallonata sulla tempia, ci volle poco che il sangue imbrattasse le mie vesti e i miei capelli

“Il tuo eroe non verrà, tuo padre ti lascerà morire da solo!”

Un altro colpo mi colpì la trachea lasciandomi boccheggiante a terra. Herian fece qualche passo indietro

“ma non rammaricarti, basterà un altro figlio per rimpiazzarti. Hai capito orribile errore genetico?”

Si avvicinò di nuovo

“Sei solo un rimpiazzo mal riuscito,incapace di progredire!”

Quando mi fu prossimo usai la mia ultima carta, appoggiai la mano sul pavimento e sussurrai

 

Tepes*”

Grandi speroni di ghiaccio appuntiti si crearono davanti a me trafiggendo a morte il mio avversario che rimase sospeso da terra con il petto trafitto.

 

Non mi mossi, mi godetti lo spettacolo del sangue che svendeva piano seguendo il ghiaccio degli speroni e mi persi nel contare le gocce di liquido scarlatto toccare terra.

Quando riuscii a mettere insieme le forze mi alzai e andai verso le incrinature delle pareti; trovai una crepa abbastanza profonda, ci misi un po' ma riuscii a rompere il muro.

Uscii da quella gabbia congelata trovandomi solo il buoi.

Ero stanchissima ma sapevo che se mi fermavo sarei morta, il cuore battevo piano.

Arrancavo nell'oscurità quando sentii dei passi, andai verso la direzione del suono con la speranza che fossero tornati a prendermi.

Herian sbucò dalle tenebre e mi sovrastò con le sue mani grondanti del suo stesso sangue

“Grazie a te non mi rimane molto tempo,appena per un ultimo colpo, ma è più che sufficiente per ammazzarti”

Mi resi conto che non sarei riuscita a scansarmi.

“MUORI!!Diamon Blast”

Addio pensai

 

 

 

All'ultimo secondo qualcuno mi aveva salvato prendendomi e portandomi lontano dalla traiettoria.

Herian mi guardò pieno di odio, poi il suo sguardo si fece assente e vacuo, il verde dei suoi occhi perse la sua brillantezza, il suo corpo si accasciò pesantemente nella pozza di sangue ai suoi piedi.

E' finita.

Mi voltai e vidi la nuvoletta di fumo creata dal suo respiro accelerato e gli occhi lucidi

“Herian..questo non potevi essere tu”

“Mamma?”

Lei mi abbracciò stretta “Tesoro, ho avuto tanta paura”

“Mamma,come puoi essere davvero tu? Sei morta”

“Sono solo anima, il mio corpo è morto Natassia; ma tu sei ferita”

“Mamma, io ho freddo”

Lei mi accarezzò il tronco che era completamente congelato, non ritrasse la mano,anzi, la fermò all'altezza del mio cuore.

“Batte piano..”

“mamma, io...io ho paura”

“Amore mio stai tranquilla, la mamma è qui”

Mi tenne tra le sue braccia

“Fa male morire mamma?”

“Non morirai tesoro, non oggi.”

Mi appoggia al suo petto,anche se non c'era un cuore che batteva mi sentii al sicuro.

“Mi sei mancata mamma”

“Anche tu tesoro mio...ma non è ancora tempo per noi di ritrovarci”

Sentii la mano sul mio petto rovente, così come tutto il corpo di Flare. Era il calore di un cosmo.

“Mamma?”

“Non crederai che fosse solo tuo padre a menar le mani”

Man mano il freddo lasciò il posto al calore del cosmo di mia madre, era piacevole.

“Ti voglio bene mamma”

“Anche io amore mio” e mi bacio la fronte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*In russo significa Impalatore
Ci siamo:) salve a tutti e perdonate ma ormai siamo agli sgoccioli: il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Grazie per tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la costanza di leggere questa fan fiction. Buon inizio di scuola/università/lavoro o chiunque altra cosa a tutti.
P:S: l'armatura che veste Herian è la stessa che indossava Hyoga nel film l'ardente scontro degli dei quando prese l'identità di Midgard

Ciao Ciao:)

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