Seven Devils - La Persecutrice di Ghiaccio

di Spiritromba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Seven Devils

 

Capitolo 1

 

[ Seven Devils - Florence + The Machine ]

Holy water cannot help you now 

See I've had to burn your kingdom down 

And no rivers and no lakes can put the fire out 

I'm gonna raise the stakes, I'm gonna smoke you out 

 

Seven devils all around you! 

Seven devils in my house! 

See they were there when I woke up this morning 

I'll be dead before the day is done 

Dall’esterno nulla stonava nella Grande Reggia di Arendelle: i portoni ben lucidati, l’intonaco sempre fresco, la calma e l’allegria incontrastabile, nulla nell’insieme avrebbe mai fatto venir meno quella rara ed elegante bellezza, ben diversa dal battagliero seppur dignitoso castello di Dunbroch e la rudezza delle abitazioni di Berk. L’unica cosa che osasse infrangere quella perfezione era l’imponente gelata cupola di ghiaccio proprio dietro la costruzione, gli spuntoni in agguato a chiunque osasse avventurarvisi sempre all’erta in ogi momento. Era li’ dove stava andando. 

*

Jack appoggio i piedi scalzi nel morbido tappeto rosso. Ignoro’ le guardie imponenti, consapevole che non avrebbero mai potuto vederlo, il bastone ricurvo appoggiato alla spalla sinistra che rifletteva i bagliori delle armature nei curiosi arabeschi di ghiaccio. Il portone si trovava all’estremita’ del corridoio, di quercia scura decorata da dei fiocchi di neve metallici, simbolo della freddeza di Arendelle. Si apri’ senza un cigolio al suo tocco, chiudendo fuori gli sguardi sbalorditi dei sorveglianti non appena l’esile figura entro’ nella stanza al suo interno.

“Siediti, Jackson.” gli intimo’ una voce proveniente dalla massiccia scrivania in mogano e alabastro; il Re Hans sedeva sul dro trono in quercia, le dita intrecciate sotto al mento glabro e un’espressione maliziosa sul viso. Non era certo il tipo di Re che si sarebbe potuto definire ‘pio e giusto’, ma doveva ammettere che il regno di Arendelle aveva avuto un vigoroso aumento di potenza da quando era salito al trono al posto di Agnarr e Iduna. 

Si sedette con circospezione sulla sedia di fronte a lui. Gli porse il bastone cautamente sapendo che li’ non avrebbe potuto usarlo: niente invisibilita’, ghiaccio e voli al cospetto del Re. 

“Sono venuto a vedere Elsa.” disse con voce piatta e fredda. Hans mostro’ un ghigno. “E perche’?” 

“Hans, lo sai anche tu che non puo’ starsene li’ da sola per l’eternita’. Gia’ l’allontanamento da Anna potrebbe averle fatto piu’ male di quanto tu creda. Lasciamela vedere.” rispose. “E’ solo una bambina, ed e’ da due anni che l’hai rinchiusa con l’Alfa la’ dentro, senza piu’ vedere anima viva.” questa volta l’espressione di Hans muto’ completamente. “Quella non e’ una bambina, quella e’ un mostro, e l’Alfa non a differenza. Hai idea di quante persone innocenti siano morte a causa sua a Corona? Per la pena per quello schifo non riesci piu’ neanche a ricordare Emma?” Jack strinse i denti. Come pensava, l’uomo aveva colpito nel punto giusto. 

“Stai diventando anche tu come lei, Overland. Sarebbe stato meglio lasciarti appassire in quel lago ghiacciato invece che salvarti.” il ragazzo non ci vide piu’. La sedia sbatte’ contro una parete, rompendosi. Jack fisso’ Hans in preda all’ira. 

“Lasciami andare!” grido’, “Credi che io non possa piu’ soffrire per nessuno? Anche se Emma e’ morta, non e’ stata colpa sua!” sbatte’ violentemente i palmi contro il tavolo, una scintilla d’odio che gli oscurava gli occhi. Il Re lo squadro’ infastidito. “Tieni la chiave.” si arrese porgendogli un piccolo arnese metallico e gelato. “Ma non provare una sola volta a farla uscire, o potrai tranquillamente dirle addio.” 

*

Il portone per accedere alla cupola si trovava in fondo ad un ampio corridoio, sorvegliato da una guardia sonnolenta e sbadigliante; non ci fu bisogno dell’invisibilita’ per entrarvi. Non appena giro’ la chiave nella toppa, senti’ una brezza gelida sospirare dal’interno. 

Dentro era uno spettacolo senza pari: neve e ghiaccio ricoprivano ogni singolo centimetro di quell’immenso spazio, colonizzandolo 

riproducendosi in tutte le forme possibili; dal portone si affacciava una corta piattaforma che si rivolgeva sullo strapiombo colmo di freddi spuntoni. Il regno delle due creature che vi abitavano. 

“Jack? Sei tu?” chiese una vocina femminile. Una figura bassa ed esile si alzo’ da terra correndo verso di lui, innalzando mucchietti di brina insieme ai lembi del cappotto e ai capelli chiari. Jack si chino’ per abbracciarla, un abbraccio caloroso nonostante la cosi’ bassa temperatura a cui erano immuni. “Pensavo che Hans non ti avrebbe piu’ fatto entrare dopo la richiesta della scorsa volta” mormoro’ sorridendo. “Credevi che ti avrei abbandonata qui da sola?” chiese ridacchiando e scompigliandole la dolce treccia bionda. “Non sono sola...” cerco’ di ribattere, anche se cio’ che usci’ dalla piccola bocca rosea fu quasi un sussurro. 

Elsa si volto’ dalla parte opposta. “Me li pettineresti?” domando’ indicando la lunga chioma ricadente sul velluto blu. “Certo” rispose l’amico facendola sedere davanti a se’ sulla coltre candida - ancor piu’ delicata della moquette della Reggia. 

“Sai, l’Alfa e’ triste di essere rimasto solo... gli mancano i suoi compagni, e questo non e’ il suo posto” riconobbe per un attimo una sfumatura di maturita’ nella voce della bambina: la voce della stessa persona che lo aveva salvato da bambino e che, un tempo, amava. Una persona che era morta. Una persona pericolosa. La stessa persona a cui stava accarezzando i capelli con le dita affusolate.

“A volte dice che non saremmo finiti qui se insieme a lui ci fossero stati tutti gli altri...lo Zeta, il Delta, il Gamma e l’Omega. Pero’ poi ha aggiunto che non se ne sono andati via per sempre, che forse torneranno, un giorno. Perche’ lo faranno solo per il volere dei Cinque.” Elsa osservo’ il vasto e fragile panorama attorno a lei. Bianco e azzurro li’ regnavano sovrani. “Coloro che li controllano sono vicini, dice. Ma non conoscono ancora le loro 

capacita’. Be’, tutti a parte noi due” la bambina si volto’ verso di lui con una punta di orgoglio. I due ragazzi in grado di controllare l’Alfa, nello stesso posto dopo tanto tempo. 

“Ah, ecco, sta arrivando.” da dietro una delle impoenti colonne sunto’ il muso candido e potente dell’Alfa, il drago del ghiaccio. Ormai la sua espressione era ben diversa da quella che ricordava: malinconica, ma ancora saggia e consapevole. Ma, sopratutto, umana. Al suo volto si sovrapposero quelli dei suoi quattro compagni: il luminoso Delta, il rabbioso e temerario Zeta, il conciliante Gamma e il tenebroso Omega. Tutti e quattro erano sempre rimasti nell’anima di quella rara creatura. 

Quel momento fu interrotto dallo sbattere di un’arma contro la porta, probabilmente una lancia. Per Jack era giunta l’ora di andarsene. “Mi dispiace, Elsa” mormoro’ alzandosi e facendole fare una giaravolta in aria. La piccola rise, abbracciandolo. “Spero di rivederti presto, se Hans ce lo permettera’” 

Il rumore iniziava a farsi piu’ insistente; la guardia non sembrava avere piu’ tanta pazienza a disposizione per i due ragazzi di ghiaccio. “Arrivederci, Alfa. Badale come farebbe un padre.” un sospiro di brina fu la bonaria risposta del drago. Ora qualcuno stava cercando di sfondare a calci la porta, il rumore era piu’ forte e secco di prima. “Addio, mia principessa. Prima o poi ti faro’ uscire da questa gabbia.”

*

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Angolo Autrice: Finalmente sono tornata in questo meraviglioso fandom, e per una volta con una Long. Se ve lo state chiededo, si’, ci saranno anche tutti gli altri personaggi degli stessi film dei Big 4, sappiate che grandi sorprese li attendono. 

Questa storia la dedico a chiunque ‘infesti’ il fandom con le proprie (fantastiche) storie, che definirei addirittura il piu’ bello e 

piu’ ispirante di tutto EFP, data anche la vostra bravura e la vostra strabiliante inventiva, cari autori e/o lettori. 

Le critiche sono ben accette, in ogni caso. Meglio che una bandierina bianca oggi che una arancione domani. 

Detto questo, vi saluto,

_Spiry

[ Storia deliberatamente ispirata dalla canzone ‘Seven Devils’ di Florence + The Machine. Ascoltatela ragazzi, ne vale davvero la pena ]

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Seven Devils

Capitolo 2

 

La luce del giorno aveva gia’ fatto capolino dalla stretta finestrella prima che la ragazza si svegliasse improvvisamente e iniziasse a vstirsi: se non voleva farsi beccare da sua madre e da una delle sue insulse lezioni di canto o di geografia di Dunbroch doveva svignarsela in fretta. 

Mentre i raggi rossastri penetavano dal vetro infuocandole i capelli rossi, prese un flessibile arco in legno chiaro e una manciata di frecce sottili ma taglienti. Le scappo’ un ghigno quando, togliendole, apparve un foglietto stropicciato ritraente la madre in una buffa posizione mentre era nell’atto di spiegarle l’ennesima stupidaggine sulla storia del regno. 

“Principessa! La colazione e’ pronta!” trillo’ Maudie da dietro la porta, bettendo un paio di colpetti leggeri per attirare la sua attenzione. “Arrivo!” sbotto’, trasformando il suo sorriso in una strana smorfia annoiata. Nascose arco e frecce sotto il mantello , prima di sentirsi dire un altro ‘non si tengoo le armi sul tavolo’ durante il pasto. 

L’ampia e rude sala da pranzo era fatta perlopiu’ in pietra, oltre a contenere un lungo tavolo in legno e un paio di massicce sedie per i suoi genitori, rispettivamente Re e Regina. Gia’ vedere Elinor intimare qualcosa ai suoi tre fratelli riguardo a come si mangiava le fece venire i nervi a fior di pelle. Si sedette. “Buongiorno, tesoro, cos’e’ quel broncio? Una principessa dovrebbe essere sempre gentile e sorridente...” la principessa cerco’ di scaricare la rabbia su una sottile fetta di torta di nocciole, molto piu’ piccola di quelle degli altri presenti. 

Non appena la Regina di Dunbroch inizio’ a parlare con Fergus, si alzo’ di scatto dalla tavola, facendo scivolare sul pavimento il solito vassoio di biscotti ai tre gemellini. Prima che lo facesse, erano gia’ spariti dalle loro sedie per ingozzarsi di dolci come 

sempre.

“Ooh, ho proprio dimenticato di lavarmi le mani...” menti’ di fronte alla sguado sorpreso di sua madre. “Torno subito!” esclamo’ correndo verso le cucine, e uscendone con un paio di mele rosse. Corse verso la stalla piu’ veloce che poteva, quasi trvolgendo dei passanti e catturata dall’ebbrezza dell’essere libera. Se solo ogni giorno mi potessi sentire cosi’..., penso’ amaramente nel salire sul suo cavallo, Angus. “MERIDA!” senti’ gridare sua madre, incespicando nello stretto vestito verde. “Ciao ciao, mamma!” la sbeffeggio’ prima di partire a tutta birra verso l’ampia foresta di Dunbroch. 

*

Gli alberi, ormai, erano giunti al termine. Mano a mano che procedeva al galoppo verso il mare rimanevano solo dei corti arbusti, fino a quando non si diradarono totalmente dando via libera alla luce di accoglierla. Merida allargo’ le braccia, come se stesse per spiccare il volo. Altro che ‘le principesse non si allontanano da casa senza motivo’. 

D’un tratto, senti’ uno strappo improvviso verso il cielo, ritrovandosi pochi secondi dopo a galleggiare nell’aria. “Sdentato?!” esclamo’ guardando gli ampi artigli afferrarle le braccia esili. La Furia Buia rispose con un gridolino di contentezza. “Credevi che ti avrei lasciato arrivare fino a Berk un’altra volta su quella barchetta?” chiese sarcasticamente una voce che conosceva gia’ da diverso tempo. “Be’, potevate anche non venire a prendermi in questo modo!” ribatte’ piu’ eccitata che mai issandosi al fianco di Hiccup mentre le nuvole si intrecciavano sotto di loro.

*

Merida si guardo’ intorno mentre Sdentato planava dolcemente al suolo: tutt’attorno a lei, Berk si ergeva nebbiosa con le numerose 

punte rocciose, le abitazioni rudimentali di legno e, ogni tanto, qualche alro drago che vagava qua e la’ nel clima pungente. Ho fatto bene ad indossare il mantello, penso’ rammentando la rigidezza degli inverni dell’isola. 

“Ehi, ben tornata principessa!” disse Skaracchio non appena la vide scendere dall’imponente e docile Furia Buia. Dopo averla stretta in un abbraccio a dir poco spacca-ossa, il robusto vichingo si volto’ verso gli altri cinque ragazzi per presentar loro il programma: “Oggi andremo a caccia nelle isole boschive, a Nord-Est da Berk. Preda del giorno: cerbiatti, ma anche altri piccoli animali, se li beccate a nascondersi in qualche cespuglio. Ricordatevi di scappare ogni volta che avvistate qualche creatura del Buio, non spaventatevi e girate al largo da loro. Ma non avvicinatevi, per nessun motivo. Sono stato chiaro?” chiese con aria inquisitoria, squadrandoli uno ad uno. Anche se ne aveva visto soltanto uno fino ad ora, ricordava bene il terrore atroce che sapevano trasmetterti quelle cose anche con una semplice occhiata. Guardo’ il viso di Hiccup, che tentava di rimanere impassibile purche’ perfino un cieco avrebbe capito che era spaventato quanto lei all’idea d’incontrare una creatura del Buio. 

“Bene, e ora-” Skaracchio si fermo’ di colpo, guardando il cielo con gli occhi spalancati. Senti’ la luminosita’ sparire in un batter d’occhio, e strinse istintivamente la mano calda di Hiccup. “Che cosasta succedendo...” mormoro’ prima di vederlo. Berk era circondata da una cupola nera come le tenebre, da cui lampi e tuoni scaturivano improvvisamente. 

Erano bloccati dentro.

*

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Angolo Autrice: Dopo saecula saeculorum, eccomi ad assillarvi con le mie storie! Sono piuttosto soddisfatta di essere riuscita a 

continuarla, e vi spedisco un grazie enorme per le recensioni che mi avete dato. Soprattutto  mi sono piaciute le numerose domande che mi avete posto, spero di aver risposto a tutti i vostri dubbi e alle vostre opinioni, per ora (∪ ◡ ∪) Se ne avete altri chiedete senza timore! 

Be’, unica cosa sul prossimo capitolo che posso dire giusto prima di salutarvi e’ che sara’ decisamente piu’ turbolento dei primi due e che di certo se ne vedranno delle belle (¬‿¬).

Alla prossima, prima recensite, prima aggiorno!

Spiry ♥ 

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