L'amore trionfa sempre?

di eleCorti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Kenji il nuovo marito di ChiChi ***
Capitolo 2: *** Ritorno in vita ***
Capitolo 3: *** Si ritorna alla quotidianità ***
Capitolo 4: *** Primo appuntamento per Gohan e Videl ***
Capitolo 5: *** Aida, la nuova conoscenza di Goku ***
Capitolo 6: *** L'appuntamento ***
Capitolo 7: *** La gelosia è una brutta cosa ***
Capitolo 8: *** Litigi ***
Capitolo 9: *** Divorzio ***
Capitolo 10: *** Convivenza = Lavoro ***



Capitolo 1
*** Prologo: Kenji il nuovo marito di ChiChi ***


“Sai anch’io parteciperò al torneo, Re Kaioh mi ha concesso un permesso speciale di ventiquattro ore”.
Ripensava a queste parole, l’ormai sedicenne Gohan, mentre cercava di prendere sonno.
Rivedere suo padre lo emozionava, non solo perché finalmente dopo cinque anni avrebbe potuto riabbracciarlo e parlarci, ma anche perché non sapeva come spiegarli che in questi cinque anni molte cose erano cambiate.
Lo aveva informato che la mamma aveva partorito il suo secondogenito poco dopo il Cell Game, ma non aveva avuto il coraggio di svelargli che si erano rifatti una nuova vita.
ChiChi, infatti, da qualche anno, circa due, si era risposata con un ricco uomo, presentatogli da Bulma, si chiamava Kenji, ed insieme si erano trasferiti a Satan City, dove Gohan si era iscritto alle superiori.
Kenji era un uomo molto bello, i suoi capelli erano castani, corti, ma non troppo, e lisci, i suoi occhi erano di un color nocciola, che avevano una sfumatura cioccolato, molto atletico, praticava, infatti, sport come il judo e il kendo, si potrebbe dire che fosse il sostituto di Goku, ma vi era una cosa che lo differenziava dal suo defunto rivale: lui era molto intelligente e lavorava alla Capsule Corporation per Bulma.
ChiChi, all’inizio, era stata molto restia nell’accettare le avance del suo corteggiatore, ma spinta da Bulma, accettò i numerosi inviti del suo spasimante, così, dopo varie uscite, era finita con l’infatuarsi di quest’uomo.
Dopo un anno di fidanzamento aveva accettato la sua richiesta di matrimonio, lei amava ancora il suo Goku, ma lui ormai non c’era più e lei viveva sola e in povertà e aveva due figli da crescere.
Figli che avevano bisogno di una figura paterna al loro fianco, e Kenji, a suo parere era il padre perfetto per i suoi due pargoli, così si erano sposati e trasferiti nella loro attuale casa.
Era una casa molto grande, era una villa con piscina, quello che lei aveva sempre desiderato, era, come si vuol dire, in paradiso.
E quando quella sera il suo primogenito a cena le aveva confessato che al torneo avrebbe partecipato pure il padre, quasi le venne un colpo per la sorpresa, e ora che avrebbe fatto? Si chiese preoccupata e disperata.
“Ma il tuo ex marito non era morto?” domandò il suo attuale consorte.
“Ehm… ecco…” cercò di spiegare Gohan.
“è una storia lunga caro” tagliò a corto la donna.
“Raccontamela allora!” insistette il castano.
La mora sospirò, non era certa di quello che stava per fare, ma alla fine si convinse, e così raccontò tutta la storia di com'era morto il suo ex.
“Lo sapevo che non poteva essere stato quel ciarlatano di Satan a battere Cell!” esclamò, alla fine del racconto, l’uomo.
Madre e figlio risero istericamente, pensavano che Kenji, dopo la loro rivelazione, avrebbe smentito tutto, o che avrebbe fatto una scenata, invece aveva preso la notizia piuttosto bene.
Sentì un rumore, era suo fratello che si rigirava tra le coperte, aguzzò meglio la vista e notò due occhietti vispi, neri come i suoi, che lo fissavano.
“Nemmeno tu riesci a dormire?” domandò il sayan.
“No, sono emozionato, non vedo l’ora che arrivi domani, così potrò conoscere papà!” esclamò il bambino entusiasta.
Quel piccolo era uguale a suo padre, non solo fisicamente, aveva la stessa capigliatura e gli stessi occhi, ma anche caratterialmente, era spensierato e buono come il suo papà, cosa che rendeva orgogliosa la madre, perché guardando il suo bimbo si ricordava sempre del suo amato. Questo avveniva specialmente i primi tempi, poi quando ha conosciuto il suo attuale sposo, si era come dimenticata di Goku.
“Ti capisco, pure io non vedo l’ora di poter riabbracciare papà!” confessò il più grande.
“Secondo te gli piacerò?” domandò il piccolo sayan dubbioso.
“Certo che domande!” rispose il fratello.
Il piccolo gli sorrise grato.
“Su ora mettiti a dormire, domani ci dovremo svegliare presto” disse poi.
Il moro seguì il consiglio del fratello, si posizionò meglio sotto le coperte e cadde tra le braccia di Morfeo, a lui seguì il maggiore, che decise che era giunto il momento di dormire sul serio e di smetterla di pensare a domani.
Il giorno dopo, come previsto, Goku conobbe il suo secondogenito, appena si videro fu amore a prima vista, Goten corse in contro al suo papà e quest’ultimo lo sollevò in braccio, abbracciandolo, facendo sciogliere dall’emozione tutti.
Però il suo sguardo si posò su qualcosa, o per meglio dire su due persone, il suo volto si fece serio e posò per terra il suo figlioletto,  si diresse verso la coppia.
“Ciao ChiChi” disse serio, nessuna emozione traspariva dal suo volto.
“Ciao Goku” rispose lei, imbarazzata, sapeva che se fosse venuta, avrebbe dovuto dire al suo ex che si era fatta una nuova vita.
“Ti voglio presentare Kenji il mio nuovo marito” disse, presasi di coraggio.
Goku lo scrutò per bene, era serio, come quando osserva il suo nemico e lo studia per bene, e questo stava facendo, voleva assicurarsi che quest’individuo fosse in grado di sapere rendere felice la sua amata e i suoi due figli.
Tese la mano al suo rivale che, titubante la strinse.
“Molto lieto” rispose il sayan sorridendo.
Chichi si tranquillizzò e con lei pure il suo primogenito.
“Il piacere è mio” replicò il castano.
La mora prese in disparte il sayan, voleva sapere se per lui andava bene sapere che sua moglie si era risposata.
“Goku, tutto apposto?” chiese titubante.
“Sì, è molto simpatico, spero tu sia felice con lui” la rassicurò.
“Lo sono!” ribatté lei.
Ancora non sapevano che quella non era l’ultima volta che si vedevano.
 

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Capitolo 2
*** Ritorno in vita ***


Ce l’aveva fatta, Majin Buu era stato sconfitto una volta per tutte, ora poteva tornare sulla Terra e godersi una nuova vita.
Scese al suolo e andò ad esultare della vittoria insieme a Dende, Mr Satan, i due Kaiohshin e persino Vegeta.
Sempre con il sorriso dipinto sul volto, fu teletrasportato al palazzo di Dio, riabbracciò i suoi due figli, contento di poter passare più tempo con loro.
Ma subito il suo sorriso si spense, qualcosa gli mancava, anzi qualcuno: la sua ChiChi, si guardò intorno, Gohan si era avvicinato a Videl e, dopo averla stretta sé, le posò un casto bacio a fior di labbra, sorrise a quella scena, era contento per il suo primogenito.
Persino Vegeta aveva abbracciato la sua Bulma, scoccandole un dolce bacio, sorprendendo sua moglie, che non era mai baciata così dal marito.
Abbassò il capo, era rimasto da solo, beh infondo era giusto così, lui era morto, era stato solo grazie a Kaiohshin il sommo che era tornato in vita, quindi era normale che la sua amata avesse voltato pagina.
Sentì una mano che si era posata sulla sua spalla, si girò e vide il suo rivale, accanto a lui vi era l’oggetto dei suoi pensieri.
“Senti Goku, visto che sei tornato in vita, abbiamo pensato che potevi venire a vivere con noi, ho venduto la nostra vecchia casa, per cui non avresti un posto in cui andare” disse la mora.
“No, grazie, non vorrei essere di troppo, non ti preoccupare, saprò cavarmela” declinò l’offerta.
“Ma…” fu interrotta dal marito che le mise la mano sulla spalla, facendole capire di non insistere.
“D’accordo, fa come vuoi” disse.
Si allontanò dai due e si mise in disparte, in quell’ambiente di gioia, si sentiva un pesce fuor d’acqua.
“Goku” si sentì chiamare.
Si girò e vide la sua migliore amica che, vedendolo solo e in disparte, si era avvicinata, poco dietro di lei vi era il suo compagno d’avventure.
“Dimmi Bulma” disse, con un tono calmo.
“Senti, visto che non hai un luogo dove stare, che ne dici di venire a stare da noi?” domandò la donna.
“Grazie, ma ho paura che a Vegeta possa dare fastidio” rispose.
“Non dire sciocchezze Kakaroth, non mi dà fastidio!” ribatté il principe dei sayan.
Sorrise ai suoi due migliori amici, era grato a loro, poiché si erano offerti di ospitarlo, voleva andare da Crilin, ma non sapeva se C18 avrebbe accettato, poi forse avrebbe chiesto a Muten, ma questo significava stare lontano dai suoi figli, loro erano la sua ultima soluzione, ed era felice che si fossero offerti di loro spontanea volontà.
“Quindi non vivrai con noi?” domandò il piccolo Goten, triste, mentre il padre lo posava al suolo.
“No, però sarò qui vicino, starò da Bulma, per cui ci potremmo vedere quando vuoi” lo rassicurò il moro.
Il piccolo sayan sorrise e andò incontro alla sua mamma, che gli aveva teso la mano, facendogli cenno di seguirlo.
Goku si girò dall’altra parte e seguì Bulma e Vegeta verso la loro casa, era proprio come se la ricordava, non era cambiato niente, la sua amica dai capelli blu gli mostrò la sua stanza, situata al primo piano, era molto grande, il letto era a due piazze, e al suo interno vi era un bagno.
Comodo, si disse, così non avrebbe dovuto fare la fila per andare al gabinetto!
Fu lasciato solo, si sedette su letto, molto morbido e soffice a suo parere, e si sdraiò, la sua nuova vita era appena iniziata, e non si prospettava molto bella.
Lui la amava ancora, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, avrebbe trovato un lavoro, avrebbe smesso di combattere, purché lei tornasse al suo fianco, come un tempo.
Gli aveva sempre rinfacciato il fatto di mettere al primo posto il bene della Terra, piuttosto che il suo e, a causa del suo senso di giustizia, a causa del suo voler sempre fare l’eroe, l’aveva persa forse per sempre.
“Goku scendi, è pronta la cena!” gridò Bulma da sotto.
“Arrivo!” urlò a sua volta.
Si alzò dal letto, andò a lavarsi le mani e scese giù, raggiungendo i due amici, il loro figlioletto e i signori Brief.
Mangiò tutto ciò che gli fu servito con voracità, almeno il suo appetito da sayan non era sparito, e di questo se ne rallegrò.
Però era diverso, e di questo non solo lui se ne rese conto, ma anche coloro che gli erano accanto, era in silenzio, non parlava e non era allegro, segno che il suo cuore era stato spezzato, perché il suo cuore era stato davvero frantumato, da colei che mai avrebbe potuto ridurlo in mille pezzi.
Dopo cena decise di farsi un giro, era quasi uscito, quando qualcuno lo fermò.
“Dove vai?” domandò la sua migliore amica.
“A farmi un giro” rispose.
“Tutto apposto?” chiese la donna.
“Sì, tranquilla” la rassicurò.
Poi si librò in volo, percorse qualche metro, per fermasi sopra una villa con piscina, aveva riconosciuto suo figlio, che era uscito fuori a buttare la spazzatura.
Si fermò poco distante una finestra del piano di sopra, e la vide, anzi li vide, si stavano baciando, appassionatamente, le mani del suo rivale percorrevano la schiena della sua amata, che affondava le sue tra i capelli di lui.
Non riuscì a vedere altro, perché i due avevano spento la luce, ma non serve essere un genio per capire ciò che avrebbero fatto.
Strinse i pugni, non sopportava vedere sua moglie essere toccata di un altro, o che veniva sotto un altro, o che era penetrata da un altro, solo a lui era permesso!
Ricordava l’ultima volta che l’avevano fatto, poco prima che lui partisse, insieme al figlio, alla volta del Cell Game, quella era stata la notte più bella della sua vita, e avrebbe dato qualsiasi cosa pur di farla ripetere.
Intanto alla Caspule Corporation Bulma era ancora sveglia, non riusciva a prendere sonno, era preoccupata per il suo amico, mai lo aveva visto in quel modo, decise di scendere in cucina per bere un bicchiere d’acqua, una volta scesa, trovò il marito che stava mangiando un pezzo di torta.
“Non è ancora tornato?” domandò, facendo sussultare il sayan, che non l’aveva sentita arrivare.
“No” rispose a bocca piena.
“Oh Vegeta sono preoccupata” confessò.
“Non essere ridicola donna! Vedrai che tornerà!” la rimproverò il principe.
“Ok” disse con poca convinzione.
Sentirono una porta sbattere, subito la donna dai capelli azzurri si precipitò all’ingresso, e quando vide il suo amico d’infanzia, il suo volto fu dipinto da un sorriso.
“Goku! Mi ero preoccupata! Dove sei stato?” lo rimproverò come una madre.
“Te l’ho detto a farmi un giro” replicò il moro.
Poi la oltrepassò e salì le scale, chiudendosi nella sua stanza.
Il sorriso di Bulma si spense, era peggio di quanto pensasse.
“Visto te l’avevo detto che sarebbe tornato!” la schernì il marito.
“Sì, ma secondo me dovresti parlargli, non sta bene Vegeta!” replicò la moglie.
“Ok, ma lo farò domani” disse il moro.
Poi si avvicinò alla sua sposa, le cinse la vita, la fece girare verso di sé, e la baciò. Bulma non oppose resistenza, affondò le sue mani tra la sua folta chioma, accarezzandola.
Il principe allora approfondì il bacio, sollevandola in braccio, per poi salire le scale, dirigendosi verso la sua stanza da letto.
Una volta lì, la posò per terra e le strappò la camicia da notte, lasciandola solo con indosso le mutandine, lei gli tolse la maglietta, quindi Vegeta la fece sdraiare sul letto, mettendosi sopra di lei.
Le baciò il collo, mentre con le mani giocava con i suoi seni nudi, stuzzicando i suoi capezzoli già turgidi, per poi lambirli con le sue labbra, causando gemiti di piacere alla sua mogliettina, che nel frattempo gli aveva tolto i pantaloni, toccando il suo membro, coperto dai boxer.
Vegeta percorse con le mani il suo ventre piatto, per poi, una volta giunto nella zona intima, toglierle le mutandine, gettandole sul pavimento, esse furono raggiunte dai suoi boxer,che Bulma gli aveva tolto subito dopo, lasciandoli completamente nudi.
Non volle aspettare oltre, entrò in lei in un solo colpo, causando un grido di piacere da parte della sua sposa, poi iniziò a spingere, sempre più velocemente, mentre Bulma sotto di lui, gemeva dal piacere, intimandolo a continuare.
Dopo essere venuti, il principe si accasciò sul letto accanto a lei e cadde tra le braccia di Morfeo, Bulma si girò dall’altro lato ed anche lei si addormentò.
Nell’altra stanza Goku aveva sentito tutto, si rigirò tra le coperte, e si ritrovò a pensare, tutti erano felici, tranne lui.
Le mancava, era ovvio, ma ormai cosa avrebbe dovuto fare? Aveva perso, non aveva più dubbi, specie dopo aver visto la scena di qualche ora prima, almeno gli erano rimasti i suoi figli, l’unica cosa che ancora lo legava alla sua amata.
Si addormentò, era stanco era stata una giornata pesante, aveva salvato il mondo per l’ennesima volta, ma che senso aveva vincere se poi non avevi al tuo fianco la persona amata con cui gioire della propria vittoria?
 

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Capitolo 3
*** Si ritorna alla quotidianità ***


“Goku la verità è che non ho mai smesso di amarti” disse ChiChi.
Poi si spogliò, lasciando cadere a terra l’accappatoio di seta che indossava, restando nuda.
Goku deglutì e squadrò dalla testa i piedi, la sua ex moglie, non era cambiata in questi anni, era come se la ricordava, incredibilmente sexy e perfetta.
Neanche il tempo di rendersi conto ciò che aveva davanti, che si ritrovò nudo sul letto, con la mora sotto di lui che gemeva dal piacere.
Iniziò a spingere, sempre più velocemente, ChiChi che lo intimava a non fermarsi, poi si sentì chiamare.
“Goku, Goku!” disse una voce.
Un momento! Si disse, questa era la voce di Bulma, che cosa ci faceva lei lì? Si domandò.
“Goku, Goku, svegliati!” gridò la donna, scuotendo il suo amico.
Il sayan si svegliò di soprassalto e sudato, era solo un sogno, si disse sconsolato, quanto avrebbe voluto che fosse tutto vero! Ma, ahimè, non sarebbe mai accaduto, sarebbe rimasta solo una sua fantasia.
“Bulma” sussurrò.
“Buongiorno dormiglione!” lo prese in giro lei.
“Che ore sono?” domandò, con un tono ancora molto assonnato.
“Sono le 7:30” rispose la sua amica.
“Le 7:30? È prestissimo! Perché mi hai svegliato così presto?” chiese, lamentandosi, voleva dormire e rivivere quel magnifico sogno.
“Hai ragione, ma vedi io devo accompagnare Trunks a scuola, e volevo sapere se ti andasse di venire con noi, così puoi vedere Goten, e LEI” spiegò la donna, enfatizzando l’ultima parola.
“Chi ti dice che io voglia vederla!” si difese, incrociando le braccia.
“Ehm… forse il fatto che fino a qualche minuto fa, stavi gridando il suo nome nel sonno!” si prese gioco ancora una volta di lui.
Il moro arrossì, mai si era sentito così in imbarazzo.
“Hai sentito tutto?” domandò ancora rosso in volto.
La donna annuì, segno che aveva capito tutto.
“Allora vieni o non vieni?” domandò Bulma.
Pensò, se sarebbe venuto, avrebbe visto suo figlio e lo avrebbe reso felice, e in questo momento i suoi figli erano il suo punto di forza, però, dall’altro lato, avrebbe incontrato lei, e non sapeva come comportarsi e soprattutto cosa dire.
“Allora?” lo incitò a rispondere la donna dai capelli azzurri.
“Ok, dammi qualche minuto che mi preparo” rispose.
Poi si alzò e si chiuse in bagno, intanto Bulma scese al piano di sotto a fare colazione, poco dopo la raggiunse l’amico, che divorò tutto alla velocità della luce, non permettendo alla donna di non toccare cibo, riusciva a sopportare il marito e il figlio, ma vedere tre sayan che si abbuffavano come maiali, le faceva passare completamente l’appetito.
Dopo aver finito di strafogarsi, tutti eccetto Bulma, si diressero a scuola; Goku si guardava incontro, voleva evitare d’incrociare la sua ex, ancora non sapeva cosa dirle, se si fossero visti.
Poi si sentì toccare le gambe da dietro, si girò e vide il suo secondogenito che gli sorrideva calorosamente. Ricambio il sorriso e lo prese in braccio.
“Papà, sono contento di vederti!” esclamò, felice.
“Anch’io piccolo, volevo farti una sorpresa” rispose.
“Goten dove sei?” sentì la voce della sua amata che cercava il loro figlioletto.
La vide che si girava a destra e a sinistra, per vedere se riusciva a scorgere il piccolo, sorrise, non era per niente cambiata in questi anni.
“Mamma sono qui con papà!” urlò il piccolo sayan.
La genitrice si girò verso i due e sorrise, grata, si avvicinò e prese Goten in braccio, levandolo dalle braccia del padre.
“Goten, mi hai fatto prendere uno spavento!” lo rimproverò la mora.
“E dai non rimproverarlo, era con me dopotutto” lo difese il padre.
“Hai ragione, però poteva avvisarmi!” ribatté.
“Scusa, mamma non lo faccio più” si scusò il bimbo, tremendamente dispiaciuto.
“Non ti preoccupare caro, su ora vai, sennò arrivi tardi” disse la donna, posando giù il suo pargoletto.
“Papà, ci vediamo dopo la scuola?” si rivolse al genitore, speranzoso di una risposa affermativa.
“Certo, ti vengo a prendere io” rispose, accarezzandogli la folta chioma, che aveva ereditato da lui.
Il piccolo gli sorrise grato e poi corse verso l’entrata della scuola, raggiungendo il suo migliore amico, che era rimasto fermo ad aspettarlo.
“Allora…ciao” disse la donna, imbarazzata, ora che il loro figlio se ne era andato, non sapeva che dire.
“Sì, ciao” rispose lui, raggiungendo Bulma, lasciandola là da sola.
Però non poteva sapere che la sua ex moglie si era fermato ad osservarlo…
Sospirò, lei si era risposata, era di Kenji che era innamorata e non di Goku, lui sapeva renderla felice in un modo che il suo ex mai aveva saputo fare, però, ora che era tornato a nuova vita, tutto era più difficile.
Si girò e decise di andare a casa, dove avrebbe atteso il suo nuovo amato, che la rendeva felice, sì perché lei era felice!
Quella mattina Goku la passò insieme al suo amico/rivale Vegeta nella Gravity Room ad allenarsi, era proprio quello che ci voleva per distrarsi, e lui aveva proprio bisogno di tante distrazioni.
Però, sebbene ce la mettesse tutta, non riusciva a concentrarsi, il suo pensiero era sempre rivolto a lei, che si era insinuata nella sua mente e non voleva uscirne, e ciò non gli permetteva di eccellere nell’unica cosa che gli veniva bene: combattere.
E ciò non sfuggì al principe, lui sapeva che, sebbene lui si allenasse in continuazione, il suo suddito era un talento naturale, per cui era sempre una spanna più in alto del suo sovrano, quindi capì che c’era qualcosa che non andava.
Riportò la gravità in modalità normale, e sciolse la trasformazione, Goku lo seguì ritornando ad essere normale.
“Che ti prende Kakaroth?” domandò.
Si sedette per terra e posò la mano sulla sua folta chioma, scompigliandola.
“Vorrei saperlo pure io!” rispose.
“E per quella donna, vero?” chiese, sapendo che aveva fatto centro.
“Sì chiama ChiChi!” replicò.
“Ma perché ti fai tanti problemi! C’è una sola soluzione!” esclamò il principe.
“E sarebbe?” lo intimò a continuare.
“La prendi con la forza e te la fai!” disse.
Goku sgranò gli occhi, ma era impazzito? Si domandò.
“Ma che dici Vegeta! Così non la conquisterò mai, piuttosto l’allontanerò!” tuonò, alzandosi in piedi.
“Scherzavo stupido! Senti se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno carina, perché non ti cerchi un’altra?” propose.
Il viso del sayan s’illuminò.
“Sei un genio, così la faccio ingelosire!” esclamò.
“No, io intendevo cercarti un’altra e costruirti una nuova vita con lei” spiegò il moro.
“Non essere ridicolo Vegeta, mai potrò dimenticare la mia ChiChi!” affermò sicuro di sé.
Il sayan rise, che ingenuo che era, mai dire mai nella vita!
“Se lo dici tu” disse soltanto.
Poi ripresero ad allenarsi e questa volta Goku sembrava concentrarsi di più, e di questo se ne rallegrarono entrambi.
Dopo gli allenamenti, il sayan si fece una doccia, si vestì e, come promesso, si diresse a scuola a prendere il suo secondogenito, una volta giunto sul luogo, si mise davanti all’entrata e aspettò.
“Papà, che ci fai qui?” domandò Gohan, pure lui venuto a prendere il fratellino.
“Ho promesso a tuo fratello che sarei venuto a prenderlo” rispose Goku.
“Papà, Gohan” urlò il piccolo sayan, non appena vide i due.
Poi gli corse incontro e abbracciò prima il suo papà e poi il fratellone.
Decisero di pranzare fuori, in un ristorantino, ovviamente mangiarono a più non posso, come da veri sayan.
“Come questo Kenji?” domandò Goku, sorprendendo il figlio più grande.
“è simpatico” rispose il moro, cercando di essere il più discreto possibile.
“Vero, mi porta sempre a giocare al parco e ci alleniamo insieme qualche volta!” esclamò entusiasta il piccolo Goten.
Goku abbassò la testa triste, Gohan capì e guardò storto il fratellino, che, colpevole, abbassò la testa.
“Papà non potrà mai prendere il tuo posto” lo rincuorò il sayan.
Il padre alzò il capo felice, questa notizia lo rincuorava davvero, sapere che per i suoi figli lui era insostituibile.
“Questo mi rende felice figliolo” disse.
“è vero papà, tu sei insostituibile!” esclamò la sua copia in miniatura.
Goku sorrise, per la prima volta si sentiva davvero felice.
E così passò l’intero pomeriggio con i suoi figli, la sua unica fonte di felicità.
E le sue giornate erano sempre così, la mattina la passava ad allenarsi con Vegeta, non riprendendo l’argomento “ChiChi”, il pomeriggio con i suoi figli, allenandosi anche con loro, e la sera rimaneva a casa a pensare, alle parole del suo migliore amico, forse aveva ragione, l’unica soluzione era ricrearsi una nuova vita, ma come poteva fare se ancora non aveva trovato un’altra?
Non sapeva che presto avrebbe fatto un’interessante conoscenza.  
 
 

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Capitolo 4
*** Primo appuntamento per Gohan e Videl ***


Un’altra giornata era appena iniziata nella cittadina di Satan City, il Sole era appena sorto, e le prime persone si stavano risvegliando da una lunga notte di sonno.
Un ragazzo di sedici anni e dai capelli neri era già in piedi, quella mattina si era svegliato prima del solito. Era nervoso, oggi avrebbe finalmente chiesto alla sua ragazza di uscire per la prima volta; sebbene stessero insieme da una settimana o poco più, ancora non avevano avuto l’occasione di uscire insieme. Tutto a causa dei loro impegni da eroi, che li stancavano tanto, facendoli andare a dormire molto presto la sera.
Scese giù in cucina a fare colazione, trovandovi sua madre intenta a cucinare delle uova strapazzate con bacon, dei pancake, che piacevano tanto al suo fratellino.
“Buongiorno Gohan, ti sei svegliato presto stamattina” disse la madre, girandosi verso il figlio.
“Sì, non riuscivo a dormire” rispose il giovane, sedendosi a tavola.
“Come mai?” chiese Chichi, preoccupata.
“Oggi chiederò a Videl di uscire” replicò Gohan arrossendo.
Parlare di Videl con sua madre lo metteva sempre in imbarazzo.
“Tesoro sono contenta, così è la volta buona che le chiedi di sposarti!” esclamò la mora.
Il giovane sayan arrossì ancora di più, perché sua madre era convinta che si sarebbe dovuto sposare a sedici anni?
“Mamma ma che dici! Siamo troppo giovani per sposarci!” ribatté.
“Non essere ridicolo caro, io e tuo padre ci siamo sposati giovanissimi” controbatté.
“Sì e hai visto com’è finita!” esclamò.
Poi si mise la mano davanti alla bocca, che aveva detto? Si girò verso la madre che si era incupita, parlare del suo ex la metteva sempre in soggezione.
“Scusa mamma non intendevo” si scusò.
La donna non rispose, si limitò a togliere la colazione dalle padelle, metterla nei piatti e servirla a tavola. Gohan la imitò, non disse niente e iniziò a mangiare, sempre abbuffandosi, da buon sayan qual’era.
Poco dopo, si unirono a loro il piccolo Goten e Kenj, il bimbo prese posto accanto al fratello ed iniziò a mangiare, l’uomo si avvicinò alla moglie e le scoccò un lieve bacio a fior di labbra.
“Buongiorno tesoro” disse alla moglie.
“Buongiorno caro, qui c’è il tuo caffè” rispose la mora, porgendogli la tazza fumante di caffè.
Il castano la afferrò e si sedette a capotavola, seguito dalla consorte, che prese posto accanto a lui.
Dopo un’abbondante colazione, i due fratelli uscirono. Gohan accompagnò il fratellino a scuola e poi si diresse al liceo Orange.
Davanti all’entrata trovò la sua ragazza che, come ogni mattina, lo attendeva pazientemente.
Si avvicinò a lei e scoccò un bacio sulla guancia, a scuola evitavano troppe effusioni, perché erano vietate.
“Ciao, ci hai messo tanto oggi” esordì la ragazza.
“Scusa, ma ho dovuto accompagnare Goten a scuola” si scusò.
“Tranquillo non c’è bisogno di scusarsi” gli sorrise.
Poi afferrò la sua mano e insieme entrarono a scuola, pronti per affrontare l’ennesimo noioso giorno di scuola, salvo imprevisti, che quella mattina, per loro fortuna, non ce ne furono.
Alla fine delle lezioni, il sedicenne decise che era giunto il momento di agire, prese un bel respiro e raggiunse la sua fidanzata all’uscita della scuola.
“Videl aspetta!” le urlò da dietro.
“Che succede Gohan?” domandò la mora.
“Niente, volevo sapere se stasera ti andasse di uscire” disse in imbarazzo.
In questo momento avrebbe preferito affrontare un nuovo nemico del calibro di Cell, piuttosto che affrontare la sua ragazza! Strani i sayan, no?
Il volto di Videl s’illuminò.
“Certo, passi a prendermi alle 19:00?” domandò.
“Sì, allora a stasera” rispose.
“A stasera” disse la ragazza.
Lo baciò in guancia e se ne andò per la sua strada, felice perché finalmente sarebbe uscita da sola con il suo ragazzo.
Gohan volò verso la scuola del fratellino, che lo aspettava, pazientemente.
Poi si diresse a casa, quel pomeriggio decise che non si sarebbe visto con suo padre, perché voleva che quella sera fosse tutto perfetto. E Goku non aveva fatto nessuna obbiezione, anzi si dimostrò felice per il suo primogenito.
Il giovane decise di prenotare nel ristorante più chic e costoso della città, il cui nome era alquanto strano, una parola che suonava in francese, ma si mangiava benissimo e a Videl sarebbe sicuramente piaciuto.
Gli restava solo un problema da risolvere: il vestiario. Non sapeva che mettersi, il suo guardaroba era prevalentemente formato da tute da combattimento o, comunque, indumenti sportivi, inadatti per un appuntamento romantico.
A chi poteva chiedere aiuto? Si chiese, mentre chiudeva il suo armadio.
Poi gli venne un'illuminazione: avrebbe chiesto consiglio al suo patrigno,in quanto a gusti nel vestire, era un genio.
Per sua fortuna, quel pomeriggio era a casa, per cui dopo averlo chiamato, fu aiutato a scegliere il giusto outfit per quella bellissima serata.
Alla fine il castano gli fece indossare un pantalone nero, molto elegante, una camicia bianca, lasciando gli ultimi due bottoni sbottonati, una giacca nera e ai piedi delle scarpe nere, molto eleganti.
“Ma sei sicuro che vada bene?” domandò il sayan, dubbioso.
“Sì fidati di me” lo rassicurò il patrigno.
Era pronto, ringraziò il castano e scese giù, salutando il fratellino e la madre, per poi uscire da casa.
Si librò in volo e andò a prendere la sua amata. La sua casa non distava molto dalla sua, per cui non dovette volare molto.
Suonò il campanello e ad aprirgli fu Mr Satan.
“E non fare porcherie con la mia Videl!” lo ammonì il campione del mondo di arti marziali.
Il moro rise istericamente, parlare di Videl con Satan era più imbarazzante che farlo con sua madre.
“Papà ma che dici!” intervenne Videl.
Gohan si fermò a osservarla, era diversa dal solito, indossava un vestito nero, senza bretelle, molto attillato, che le fasciava bene il suo fisico perfetto, ai piedi portava dei tacchi, sempre neri, piuttosto alti, ma non troppo.
“Sei stupenda” riuscì a dire.
“Grazie” rispose lei, arrossendo.
Poi si librarono in volo diretti a questo ristorante molto chic.
Dopo una lussuosa e abbondante cena, specie da parte di Gohan, il sayan accompagnò la fidanzata casa, perché domani c’era scuola e dovevano svegliarsi presto e poi poiché Videl aveva il coprifuoco.
“Allora a domani” disse la ragazza.
“A domani” rispose lui.
Lei si avvicinò, dandogli un casto bacio, che il moro approfondì, attirandola di più a sé, facendo diventare il suddetto bacio passionale.
Videl passò le mani tra i capelli del sayan, mentre lui percorreva la sua schiena. Finché le sue mani giunsero sul suo fondoschiena, facendo bloccare entrambi.
“Aspetta, mio padre potrebbe guardarci” disse la mora, riprendendo fiato.
“Sì, hai ragione” la asserì.
“Allora ciao” disse, ancora visibilmente imbarazzata.
“Ciao” rispose lui.
Poi lei aprì la porta e vi sparì dentro, mentre il giovane era rimasto fermò lì, come in trance.
Si girò, ma prima di andarsene si rese conto che il suo amico lì giù era alquanto sveglio; ora sapeva come avrebbe trascorso il resto della serata.
Ma non era il solo ad essere in quelle condizioni.  
 

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Capitolo 5
*** Aida, la nuova conoscenza di Goku ***


Quella mattina Goku si era alzato presto, cosa alquanto insolita per un pigrone come lui, ma non riusciva a dormire, perché era troppo agitato, in quanto oggi avrebbe accompagnato suo figlio a scuola.
Ovviamente doveva passare da casa della sua ex, quindi da qui la sua preoccupazione. Infatti, ancora non riusciva ad affrontarla, ogni volta che la vedeva, si bloccava e non riusciva a spiccicare nemmeno mezza parola.
Ma doveva farlo, perché non voleva deludere suo figlio, quindi uscì di casa e si diresse, in volo, all’abitazione fatidica.
Una volta giunto lì, si fermò per un istante davanti alla porta, incerto se suonare o no. Ispirò profondamente e, presosi di coraggio, suonò il fatidico campanello. Ad aprire fu proprio l’oggetto dei suoi pensieri.
Entrambi si fissarono per un momento, fino a quando la mora si decise a parlare.
“Ciao Goku, entra pure, Goten sta arrivando” disse, facendogli cenno di entrare.
“No grazie, lo aspetto fuori” rifiutò.
“Ok. Goten è arrivato tuo padre!” urlò la donna.
Poco dopo il loro figlioletto corse incontro al padre, stringendogli le gambe e Goku lo sollevò in aria.
“Ciao campione” gli disse, sorridendo.
“Ciao papà” rispose il bimbo, ricambiando il sorriso.
Poi il sayan lo fece scendere al suolo, lo prese per mano e si librò in aria insieme al piccolo.
La scuola non distava molto dalla casa di Goten, così presto scesero a terra, poco distante dalla scuola e percorsero il resto della strada a piedi.
Una volta lì, l’uomo salutò il suo pargoletto, accarezzandogli i capelli e, quando si girò per andarsene, fu folgorato da qualcosa, anzi da qualcuno.
La vide, sembrava un angelo, era una ragazza molto giovane, non molto alta, ma snella, il suo fisico era perfetto, i suoi capelli erano neri, lunghi fin sotto le spalle e mossi, i suoi occhi erano marroni e piccoli, il suo naso perfetto, le sue labbra molto formose.
Era lì che stava salutando sua figlia che doveva avere pressoché l’età di Goten.
Il suo cuore iniziò a battere, cominciò a sentire caldo e ad avvertire qualcosa muoversi nello stomaco, come degli esseri volanti, tipo farfalle.
Chi era quest’angelo? Si domandò, voleva sapere il suo nome, così si avvicinò, approfittando del fatto che le erano cadute di mano le chiavi della macchina.
“Le sono cadute queste” disse, porgendole le chiavi.
“Grazie” rispose, sorridendo.
E Goku rimase ammaliato da quel sorriso, i suoi denti erano di un bianco splendente e perfettamente dritti; ma siamo sicuri che sia vera? Si chiese.
“Lei è il padre di Goten?” domandò la giovane.
“Sì, ma lei come lo sa?” chiese il sayan.
“Semplice siete identici!” replicò, non smettendo di ridere.
“Sì, giusto. Lei chi è?” domandò.
“Piacere io sono Aida, sono la mamma di Jessica” si presentò, tendendogli la mano.
E quando il sayan la strinse, fu invaso da delle emozioni indescrivibili e in un attimo toccò il cielo con un dito.
“Piacere io sono Goku” disse.
“è stato un piacere conoscerla signor Goku, a presto” lo salutò.
Poi si diresse verso la sua macchina, mentre Goku la osservava, senza mai staccarle gli occhi di dosso, fin quando la sua macchina sparì oltre l’orizzonte.
Decise di tornare alla Capsule Corporation, così almeno si sarebbe distratto, ma, purtroppo per lui, non riuscì a concentrarsi e ciò fece irritare il suo principe.
“E adesso che c’è Kakaroth?” domandò, furioso.
“Oggi ho conosciuto un angelo” rispose lui, con un tono molto mielato.
“Come un angelo?” chiese Vegeta che non ci capiva niente.
“Sì chiama Aida” proseguì l’amico.
“E chi è?” voleva sapere.
“La madre di Jessica” rispose il sayan.
“La compagna di tuo figlio?” chiese il moro.
“Sì e tu come fai a saperlo?” domandò, sorpreso.
“Ho sentito Goten mentre lo diceva a Trunks” replicò.
“Quindi ti sei innamorato di questa Aida?” insinuò.
“No, non dire sciocchezze! Cioè, non lo so, quando l’ho vista il mio cuore ha iniziato a battere, ho sentito caldo, e sentivo degli esseri volanti nel mio stomaco” confessò.
“Perché non le chiedi di uscire?” gli propose.
“E tu credi che accetterebbe?” domandò, dubbioso.
“Non lo so, ma se non provi, non lo potremmo mai sapere!” cercò d’incoraggiarlo.
“Ok, prima però ne parlerò con i miei figli” affermò il sayan.
“E perché?” domandò Vegeta.
“Voglio sapere se approvino che io mi vedo con un’altra donna” replicò Goku.
“Ok fa come vuoi” disse soltanto il principe.
Quando il sayan tornò a scuola per prendere il figlio, purtroppo non trovò quella bellissima ragazza di nome Aida e si rattristò. Peccato, si disse, voleva chiederle di uscire, così si sarebbe tolto lo sfizio subito.
Poco dopo lo raggiunse Gohan e insieme aspettarono il piccolo, che non tardò ad arrivare, dopodiché si diressero al solito ristorantino, dove ormai pranzavano ogni giorno.
“Ragazzi vi devo dire una cosa” esordì il padre.
“Dicci papà” lo incoraggiò il più grande.
Ecco ci siamo, si disse, prese un bel respiro e iniziò a parlare.
“Ho conosciuto una ragazza” confessò.
“Siamo contenti papà” disse Gohan, nessuna emozione traspariva dal suo tono.
Ovviamente lui voleva che i suoi tornassero insieme, e non era l’unico.
“E chi è?” chiese Goten.
“Si chiama Aida” rispose il suo papà.
“La mamma di Jessica?” domandò il bimbo.
Il sayan annuì.
“A me piace” esclamò il piccolo sayan.
“Davvero?” chiese il padre, stupito.
“Sì, Aida è una brava mamma, ogni volta che vado da Jessica è sempre gentile con noi, e poi è brava cucinare” rispose il bambino.
“Quindi per voi va bene se le chiedo di uscire?” domandò, sperando che la risposta fosse affermativa.
“Certo” risposero all’unisono i due fratelli.
Gohan non approvava tutto ciò, ma era contento per il padre, lui meritava tutta la felicità di questo mondo.
“Grazie figlioli, vi voglio bene” esclamò il sayan.
“Pure noi” risposero i due, sempre in coro.
Il sayan era grato ai figli per tutto ciò, non era sicuro che avrebbero preso bene la notizia. Loro non parlavano mai di donne, ma solo di ciò che avevano fatto nei suoi cinque anni di assenza.
Ovviamente se doveva parlare di ChiChi, chiedeva a Bulma, che le aveva raccontato per filo e per segno di come la sua ex avesse conosciuto il suo attuale marito.
Era accaduto per caso, la donna era andata alla Caspule Corporation per parlare con la sua amica; in quel periodo si vedevano spesso, perché la mora aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi.
Quel giorno, però, Bulma non era lì ad aspettarla, quindi la mora chiese a qualcuno, che era Kenji, dove fosse la sua amica e, quando l’uomo la vide, ne rimase folgorato, per lui fu amore a prima vista.
Ne parlò con Bulma che fece in modo che si conoscessero meglio e, dopo vari appuntamenti, si erano innamorati l’uno dell’altro, finendo con lo sposarsi.
Quella sera Goku decise che l’indomani avrebbe chiesto ad Aida di uscire, voleva conoscerla, perché c’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava.

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Capitolo 6
*** L'appuntamento ***


Anche quella mattina il sayan accompagnò il suo secondogenito a scuola, perché voleva rivedere quella misteriosa ragazza di nome Aida e chiederle di uscire.
Per fare colpo, aveva anche deciso di rinunciare alla sua tuta da combattimento, optando per un abbigliamento più casual.
Perciò aveva chiesto consiglio a Bulma, che gli aveva fatto indossare un paio di jeans e una camicia bianca, lasciando sbottonati gli ultimi due bottoni, mentre ai piedi aveva delle converse nere.
“Ma se sicura che così farò colpo?” chiese, perplesso.
“Sì, fidati di me!” replicò l’amica, facendogli l’occhiolino.
E il moro si fidò, quindi dopo essere uscito da casa, andò a prendere il suo bimbo. Per fortuna stavolta non fu ChiChi ad aprirgli la porta, ma Gohan.
“Ciao figliolo, dov’è tuo fratello?” domandò.
Il giovane, però, si era soffermato a osservare il genitore, ed era alquanto perplesso.
“Perché ti sei vestito così?” chiese, non smettendo di osservarlo.
“Ecco! Lo sapevo che così non andava bene!” si lamentò il sayan.
“No, ma che dici stai benissimo così! Volevo sapere perché ti sei vestito così” si scusò il figlio.
“Oggi ho intensione di chiedere ad Aida di uscire” rispose il padre, arrossendo.
“Buona fortuna” disse il sedicenne.
Poco dopo arrivò Goten, che accolse il padre con la solita spensieratezza, e insieme si avviarono a scuola.
Stavolta ebbe fortuna, la vide, era lì che salutava la sua pargoletta. Indossava anche lei un paio di jeans, di sopra una magliettina dallo scollo a “v” color rosso, ai piedi aveva delle converse nere.
Dopo aver salutato il suo secondogenito, il sayan si avvicinò alla ragazza, ripetendosi mentalmente il discorso che aveva preparato la sera precedente.
“Ciao” disse.
“Ciao” rispose la donna, sorridendo.
E Goku rimasse ammaliato da questo sorriso. Non si accorse, però, che era rimasto imbambolato come uno stoccafisso.
“Tutto apposto?” domandò la mora, preoccupata.
“Sì… ecco… io volevo chiederle se le andava di uscire con me” farfugliò.
“Dammi del tu. Mi piacerebbe uscire con te, sei molto carino, però non posso lasciare la mia bimba da sola” rispose.
Doveva trovare una soluzione e in fretta, poi gli venne un’idea.
“Può venire pure lei! Io ovviamente porto Goten” le propose, sorridendo.
La giovane rise divertita.
“Ma non si portano i figli ad un appuntamento romantico!” esclamò.
“è un appuntamento romantico?” chiese, dubbioso.
“Non lo so, me lo devi dire tu” replicò.
“No, sennò tuo marito s’ingelosisce” affermò.
Aida rise ancora una volta, trovava quell’uomo molto divertente.
“Non sono sposata” ammise.
Dentro il sayan si scatenò qualcosa di enorme, era così contento che lei non fosse sposata: questo significava che aveva qualche possibilità di conquistarla.
“Buono a sapersi” disse.
“Beh se l’offerta è ancora valida, io e mia figlia ci stiamo” esclamò.
“Certo che è valida!” tuonò il sayan.
“Ok allora a stasera. Passate a prenderci alle 19:00?” domandò.
“Sì” replicò il moro.
Poi si salutarono e il sayan ritornò alla Capusle Corporation, pronto per affrontare un’altra mattinata di allenamento.
Ma quella mattina i due sayan non la passarono ad allenarsi, bensì a progettare la serata.
“Ripetimi ancora una volta perché viene pure tuo figlio?” domandò il principe.
“Perché Aida non può lasciare da sola sua figlia” rispose Goku.
“Tu sei scemo! Non si portano i figli ad un appuntamento!” lo rimproverò il moro.
“Eh dai non ti arrabbiare, non sapevo che fare e questa è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. E poi non è un appuntamento romantico, è presto per queste cose!” si difese il suo suddito.
“Sì hai ragione. Almeno cerca di concludere qualcosa stasera!” esclamò.
“Certo, non me la voglio fare scappare!” lo rassicurò l’amico.
Dopo aver passato la mattinata a discutere con Vegeta, il sayan andò a prendere il figlio a scuola insieme a Gohan, pronto per passare il pomeriggio con loro.
Una volta seduti a tavola, Goku riferì al suo figlio più giovane la bella notizia.
“Goten stasera tu ed io ceneremo con Aida e Jessica” disse.
“ Che bello, sono contento papà” esclamò entusiasta il bimbo.
“Scusa papà, ma perché avete deciso di portare i figli?” domandò il fratello più grande.
“Perché Aida non sapeva a chi lasciare sua figlia” rispose il padre.
“Ah. Comunque spero passerai una buona serata” disse il moro.
“Grazie Gohan” lo ringraziò il sayan.
“Quindi ti piace veramente?” chiese il sedicenne.
“Non lo so, credo di sì. Io vorrei conoscerla meglio” replicò Goku.
“Ok” disse soltanto il figlio.
Non voleva parlare di queste cose, lo metteva a disagio.
Quel pomeriggio Goku lo passò a organizzare la serata, prenotò in un ristorantino al centro di Satan City, non molto costoso. Poi decise che dopo cena, le avrebbe proposto di portare i bambini al parco, così sarebbe potuto stare solo con lei.
Avrebbe reso la serata perfetta e indimenticabile.
Per l’abbigliamento, si fece consigliare ancora una volta dalla sua amica dei capelli blu, che gli scelse, sempre qualcosa di casual.
Indossò dei jeans blu scuri, una camicia di un blu più chiaro rispetto ai jeans, ai piedi delle scarpe bianche.
Andò a prendere suo figlio, e notò che sua madre lo aveva vestito elegante, indossava addirittura il papillon, che Goku gli levò, per sua fortuna.
Poi passarono in macchina, che il sayan si era portato dietro, a prendere le due ragazze.
E quando l’uomo vide com’era vestita la sua “compagna”, rimase senza fiato.
La giovane indossava una gonna nera, che le arrivava poco sopra il ginocchio, molto aderente, sopra una canottiera nera, dallo scollo profondo, ai piedi delle decolté nere, per spezzare indossava una giacca rossa.
Goku le baciò la mano e la condusse alla macchina, aiutandola a entrare. I due bimbi li seguirono, salendo a loro volta nell’automezzo.
Una volta arrivati al ristorante, ordinarono e iniziarono a cenare. Ovviamente i due sayan cercarono di contenersi nell’abbuffarsi, perché non volevano sconcertare le due ragazze.
“Allora, parlami di te” disse Goku.
“Mi chiamo Aida, ho una figlia di nome Jessica e lavoro come segretaria in uno studio di medicina estetica” disse.
“Io sono Goku, ho due figli e sono separato, e per ora non lavoro” si presentò.
E così passarono la serata a conoscerci, parlando di loro stessi. Goku rimase affascinato da questa donna, la trovava intelligente e perspicace, voleva sapere di più su di lei e conoscerla meglio.
Dopo cena portarono i due bambini al parco, mentre loro, passeggiarono al chiaro di luna a braccetto, a vederli sembravano una vera coppia.
Ma non si sentivano per niente a disagio, camminare in quel modo veniva loro naturale, come se si conoscessero da una vita.
Poco dopo il sayan riaccompagnò madre e figlia a casa. Ora o mai più, si disse, prima che la giovane entrasse in casa, la prese delicatamente, facendola voltare, e le scoccò un casto bacio.
Bacio che nessuno dei due approfondì, poiché erano di fronte ai loro figli.
“Ci rivedremo ancora?” domandò Goku, dopo che si furono staccati.
“Certo, ci vedremo domani a scuola” rispose la donna, sorridendo.
Poi, insieme alla figlia, entrò in casa.
Goku riportò il suo secondogenito a casa, per poi ritornare alla Capsule Corporation. Era felicissimo, quella era stata la serata più bella di tutta la sua vita.
 
  
 

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Capitolo 7
*** La gelosia è una brutta cosa ***


Dopo quella sera, Aida e Goku iniziarono a frequentarsi, ovviamente non era niente di ufficiale, andavano con i piedi di piombo. Era stata proprio la giovane mamma a proporlo e il sayan non si era dimostrano per nulla contrariato.
Aveva scoperto anche qualcosa in più riguardo alla vita di quella donna che tanto lo affascinava, specie sul suo passato, molto travagliato.
Lei non era di Satan City, ma abitava in un’altra cittadina, dall’altra parte del mondo. Si era trasferita a Satan City con la figlia, a causa della povertà; il padre di Jessica l’aveva abbandonato, lasciandole sole.
Proprio per questo la mora aveva tanta avversione per gli uomini, ma Goku rappresentava un’eccezione, perché le era sembrato così gentile e buono, quindi mai avrebbe potuto spezzarle il suo cuore già frantumato.
Perciò, per questo motivo, dopo quella magnifica sera, aveva accettato di uscire ancora una volta con il moro, finendo con l’affezionarsi a lui.
Aveva conosciuto anche alcuni suoi amici, come Bulma e Vegeta. La donna dai capelli blu la conosceva di vista, in quanto l’aveva intravista qualche volta insieme a Trunks, quando accompagnava la sua dolce bimba a scuola.
Bulma già da subito le stava simpatica, mentre il marito si era dimostrato un po’ distaccato, ma Goku le aveva spiegato che era così di carattere e di non preoccuparsi.
E così era passato un mese e il sayan si affezionava sempre di più alla sua nuova “compagna”, e sembrava che si fosse dimenticato della sua ex moglie.
Era così sicuro che la sua storia con Aida fosse così consolidata, che pensò di farle conoscere il suo primogenito.
E così un pomeriggio, mentre passeggiava con la giovane, le propose la sua idea.
“Senti, Aida io ti devo dire una cosa” esordì.
La mora si fermò, preoccupata.
“Dimmi” disse, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
“Ho intensione di farti conoscere l’altro mio figlio” confessò.
E la giovane si rilassò e si voltò verso il suo compagno.
“La trovo una splendida idea!” esclamò, sorridendo.
“Questo mi rende felice” le sorrise a sua volta.
La mora si avvicinò al sayan, scoccandogli un casto bacio, che l’uomo pensò bene di approfondire, attirandola di più a sé e facendo scorrere le sue mani nella schiena di lei.
“Goku non qui, qualcuno ci potrebbe vedere!” esclamò la donna, allontanandolo da sé.
“Andiamo a casa e continuiamo” propose, malizioso.
La giovane si ammutolì, sapeva bene ciò che voleva dire il suo ragazzo, ma lei era pronta a concedersi a un altro uomo? Si domandò. Goku si era sempre dimostrato dolce e affettuoso nei suoi confronti; sentì la mano del giovane che accarezzava i suoi capelli dolcemente, mentre con l’altra iniziò a toccarle le labbra.
Gli sorrise e afferrò la sua mano.
“Andiamo a casa” disse.
“ok” rispose.
Poi si diressero alla Capsule Corporation e, una volta arrivati là, si diressero subito in camera del moro.
Goku si sentiva emozionato, erano passati cinque anni dall’ultima volta che aveva fatto l’amore, e si sentiva un po’ fuori forma, ma non era l’unico a sentirsi a disagio. Anche la ragazza non lo faceva da cinque anni e temeva di non essere all’altezza.
Dopo un primo momento di esitazione, il sayan attirò la donna a sé e la bacio, prima teneramente, poi sempre più passionalmente, adagiandola sul letto e mettendosi sopra di lei.
Le tolse la maglietta, gettandola sul pavimento, e lei fece la stessa cosa con la sua, che seguì l’altro indumento per terra.
Goku iniziò a baciarle il collo, mentre con le mani percorreva il ventre piatto della mora, soffermandosi su i suoi seni coperti e iniziandoci a giocare, mentre lei accarezzava la sua folta chioma.
Goku le sbottonò i jeans, per poi buttarli per terra, quest’ultimi furono seguiti dai pantaloni della tuta del sayan. Quindi il giovane riprese a baciarla con foga, percorrendo con le mani le sue cosce. Poi si concentrò sul suo reggiseno, riuscendo a sbottonarlo, dopo vani tentativi.
Si dedicò a suoi seni, lambendoli con le sue labbra, mentre la donna gemeva sotto di lui dal piacere.
Non volendo aspettare oltre, le tolse le mutandine con voracità, mentre lei gli toglieva i boxer. Quindi entrò in lei, con delicatezza, iniziando a spingere, prima lentamente poi più velocemente, fino a quando vennero entrambi.
Stanchi si addormentarono, abbracciati, come una coppia.
Era stato molto diverso da come se lo ricordava, era stato dolce, ma allo stesso tempo passionale, mai si era sentito così.
Qualche ora dopo, i due si svegliarono e, data la tarda ora, Aida, insieme alla sua bimba, se ne andò.
Poco dopo arrivò Gohan, venuto a prendere il piccolo Goten, perciò il sayan decise di dirgli la sua idea.
“Senti Gohan, avrei intensione di farti conoscere Aida” disse.
Il giovane esitò, ma poi si decise a rispondere.
“Certo mi farebbe piacere” replicò.
Voleva esserci per il padre.
“Magari una di queste sere usciamo a cena, puoi portare pure Videl” propose.
“Molto volentieri” esclamò, sorridendo.
Poi, insieme al fratellino, se ne andò.
Qualche giorno dopo, Goku decise che era giunto il momento di presentare la sua nuova fiamma al figlio.
E Gohan accettò, quindi quella sera sarebbe uscito, insieme a Videl, con il padre e Aida.
Ovviamente lo riferì alla madre, che non prese la notizia molto bene.
“Fammi capire tuo padre ha la ragazza?” domandò per l’ennesima volta.
“Sì, e si chiama Aida” rispose il figlio, scocciato.
“La madre di Jessica?” chiese.
Gohan annui, mentre si allacciava la cravatta.
“Ma è brutta e dicono che sia una troia! Non capisco cosa ci trovi tuo padre in una sciacquetta come lei!” tuonò, arrabbiata.
“Non è che sei gelosa?” insinuò il sayan.
“Non essere ridicolo!” negò la madre.
In verità era gelosa, perché Goku si era trovato un’altra, ma non si spiegava il motivo di questa gelosia, perché lei era sposata e soprattutto era innamorata del suo Kenji. Allora perché non riusciva ad accettare che Goku si stava ricostruendo una nuova vita? Si domandava perplessa.
Gohan uscì e andò a prendere la fidanzata.
Quella sera il sedicenne dovette ricredersi riguardo alla sua opinione su quella donna, in quanto era così simpatica e colta, suo padre aveva scelto bene, si disse.
Quindi non poteva essere più felice per lui, ma in cuor suo sperava ancora in una riappacificazione tra i suoi genitori.
 
 

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Capitolo 8
*** Litigi ***


Che cosa ci trovava in quella sciacquetta? Si domandava mora, mentre percorreva le strade affollate di Satan City.
Quel pomeriggio era uscita a far compere, cosa che si concedeva spesso data la sua agiata condizione economica.
E mentre camminava, vide l’oggetto dei suoi pensieri, ma la cosa che più la fece infuriare fu che accanto a lui vi era la sua ragazza.
Fu invasa dalla gelosia, mai lei e Goku uscivano a fare spese, forse solo una volta. La cosa che la fece infuriare ancora di più fu vedere la donna che rideva a ogni scemenza fatta da Goku, senza rimproverarlo, ma al contrario lo trattava con dolcezza.
Forse per questo il suo ex aveva cercato un’altra: perché non sopportava di essere rimproverato per ogni cosa.
S'intristì, così decise di tornarsene a casa, anche perché le era pure passata la voglia di fare shopping.
Una volta giunta nella sua abitazione la trovò vuota. Entrò in cucina e sul frigo vi trovò appeso un bigliettino.
“Mamma sono uscito con Videl, Goten è da Trunks. Ci vediamo stasera a cena, Gohan” lesse a voce alta.
Accartocciò il pezzo di carta e si sedette, appoggiando la testa sul tavolo. Sbuffò, in questo momento avrebbe voluto che ci fosse qualcuno, perché non voleva stare da sola.
Notò un altro bigliettino posto sul tavolo, perciò lo prese e iniziò a leggere.
“Tesoro, sono dovuto uscire a causa di una riunione improvvisa alla Capsule Corporation, ci vediamo stasera a cena.”
Accartocciò anche questo bigliettino. Già era arrabbiata di suo, in più suo marito, l’unico in grado di renderla felice, lo abbandonava.
Intanto la neo coppia stava proseguendo il suo giro.
Goku era contento, perché gli piaceva stare in compagnia di Aida. La trovava divertente e, soprattutto, non s’incavolava per ogni sciocchezza che commetteva.
Era diversa da ChiChi, non c’era dubbio. Forse lei rappresentava la sua felicità.
Dopo il loro giro, tornarono alla Capsule Corporation, il sayan invitò la sua ragazza a cena, che accettò l’invito.
“Quindi ti trovi bene con lei?” domandò Vegeta, che aveva preso in disparte l’amico.
“Sì, lei è diversa da ChiChi” ammise il moro.
“Diversa in cosa?” chiese il principe.
“Ad esempio quando faccio una sciocchezza, lei non mi rimprovera” rispose il sayan.
“Ed è meglio Kakaroth. Sinceramente ChiChi esagerava troppo, e dopo un po’ti stanchi! Io, fossi stato in te, l’avrei mandata a quel paese!” esclamò il suo amico.
Goku rise. Non aveva tutti i torti, si disse.
“Sì, in effetti, hai ragione” ammise.
Dopo la loro piccola discussione, ritornarono di là, dove tutti gli altri si erano già seduti a tavola.
Loro si sedettero accanto alle rispettive compagne e iniziarono a mangiare. Passarono una bella serata.
Lo stesso non si potrebbe dire per ChiChi.
Dopo essersi riposata, la donna aveva iniziato a preparare la cena. Come aveva letto nei bigliettini, i suoi figli e il marito tornarono in tempo per la cena.
Quella sera, però, la cena non fu una delle migliori.
Lei già pensava a Goku e a quella donna che non sopportava e non tollerava sentirla nominare.
“Come procede la storia tra tuo padre e quella Aida?” domandò Kenji a Gohan.
“Molto bene, papà mi sembra felice e Aida è una persona davvero eccezionale” rispose il sayan.
La mora sbuffò: non sopportava di vedere suo figlio che simpatizzava per quella donna, così sbatté il pugno sul tavolo e si alzò in piedi.
“Ora basta parlare di lei!” gridò.
“Mamma c’è qualche problema?” chiese il figlio, visibilmente preoccupato.
Forse aveva esagerato nel rispondere al suo patrigno, ma pensava che ormai sua madre si fosse abituata all’idea che il suo ex avesse un’altra.
“No, è solo che…” cercò di ricomporsi.
“Non è che sei gelosa?” insinuò suo marito.
“Non essere ridicolo caro!” negò la donna.
Ma il castano non le credé, perché sapeva bene quanto la moglie tenesse al suo ex marito.
“Mi dispiace ma non ti credo. Tu ne sei ancora innamorata e l’ho capito da quando quello è tornato in vita!” urlò l’uomo.
La mora vacillò per un momento, ma poi tornò alla carica.
“Invece ti sbagli Kenji!” ribatté.   
“Non credo proprio, ho visto come hai reagito! Ciò significa che ho ragione!” ringhiò.
“No, no, tu ti sbagli!” continuò a negare la donna.
“No invece!” gridò ancora più forte il marito.
Poi uscì sbattendo la porta.
ChiChi si accasciò sul pavimento, scoppiando a piangere.
Il figlio più grande, preoccupato, si avvicinò, cercando di consolarla.
“Mamma” disse.
“Va via!” gli urlò contro, tra i singhiozzi.
Il giovane, senza replicare, si alzò, poi si diresse verso il fratellino e afferrò la sua mano, uscendo pure lui da casa.
Decise di andare dalla sua ragazza, l’unica che in quel momento poteva stare loro accanto.
Suonò alla porta e ad aprirli fu un’assonnata Videl che, non appena vide il suo ragazzo con suo fratello, sgranò gli occhi.
“Gohan, ma che ci fate qui a quest’ora?” domandò.
“È successa una cosa, se mi fai entrare, ti spiego” rispose.
E la giovane guerriera li fece entrare, senza proferire parola.
Li fece salire sopra, facendo entrare Goten nella stanza degli ospiti, che si addormentò, mentre Gohan la seguì in camera sua.
Una volta lì, si sedettero sul letto e il sayan iniziò il suo racconto.
“Mi dispiace Gohan” disse la mora, non appena il ragazzo ebbe finito di raccontarle l’accaduto.
“Anche a me” rispose lui.
Lei strinse la sua mano, mentre il giovane alzò la testa, guardando negli occhi la sua amata.
La baciò, prima dolcemente, poi sempre più intensamente, approfondendo il bacio. La adagiò sul letto, mentre iniziò a sollevarle la maglietta.
“Aspetta, c’è mio padre di là” disse Videl, con un filo di voce.
Il sedicenne sbuffò, questa era la seconda volta che non riusciva a concludere niente.
“Beh buonanotte” disse.
“Buonanotte” rispose lei.
Poi il moro si alzò e uscì dalla stanza. Ancora una volta sapeva come avrebbe trascorso la serata.
Intanto ChiChi era rimasta in cucina e si era messa a lavare i piatti, per distarsi; Kenji non era ancora tornato.
Voleva scusarci e fare pace, ma non sapeva che questo sarebbe stato solo l’inizio d'innumerevoli litigi.   
 

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Capitolo 9
*** Divorzio ***


Pensava che finalmente con il suo nuovo marito sarebbe stata felice, ma si sbagliava. Dopo quella sera, infatti, i due coniugi iniziarono a litigare, perché Kenji era geloso poiché sua moglie dava così importanza a Goku e alla sua nuova compagna.
E la donna si era intristita, perché litigava sempre con il castano. Aveva anche iniziato a incolpare Goku di tutto ciò; perché doveva tornare in vita, ma non se ne poteva stare lassù? Si domandava spesso.
I suoi figli, in particolare il più grande, erano preoccupati per la mamma, ma quest’ultima li rassicurava sempre, dicendoli che tutto sarebbe andato bene e che lei e Kenji avrebbero fatto pace.
Spesso andava da Bulma, con la quale si confidava. E ovviamente la scienziata aveva capito che c’era qualcosa che non andava, poiché, ogni volta che l’amica veniva, non salutava il suo consorte.
“Io non capisco, sembravate così felici insieme!” ammise la donna dai capelli azzurri.
La mora sospirò: nemmeno lei capiva.
“Lo credevo pure io!” la asserì.
“Ma mi spieghi il motivo dei vostri litigi?” domandò.
“è geloso” rispose ChiChi.
Bulma sgranò gli occhi.
“Geloso di cosa?” chiese, incredula.
“Perché secondo lui, io sono innamorata ancora di Goku” replicò la mora.
“E tu lo sei?” azzardò l’amica.
La donna si alzò in piedi, infuriata.
“Certo che no! È tutta colpa sua se adesso sono in questa situazione!” le urlò in faccia.
“E tu gliel’hai detto che non sei innamorata di lui?” fece finta di crederle.
Bulma, infatti, non credeva alle parole di ChiChi, perché la conosceva fin troppo bene e sapeva che il sayan avrebbe occupato un posto nel suo cuore per sempre.
“Sì, ma non mi ha creduto!” replicò sempre arrabbiata.
E Bulma non si stupì, in quanto il suo collega non era per niente stupido.
“Dai ChiChi, sono sicura che tutto si risolverà!” la tranquillizzò.
“Grazie Bulma sei un’amica” la ringraziò.
Poi uscì dal suo ufficio e decise di andare a fare shopping, così si sarebbe calmata.
Nel frattempo, la moglie del principe dei sayan decise di aiutare la sua migliore amica, così a passo spedito si diresse nell’ufficio di Kenji, decisa a farli riconciliare.
Bussò e, dopo aver sentito “avanti” da parte del collega, entrò, sedendosi su una delle poltrone di pelle.
“Bulma a cosa devo l’onore di una tua visita?” domandò il castano.
“Tranquillo non sono venuta qua per licenziarti” scherzò.
“Allora perché sei venuta qua?” chiese, curioso.
“Volevo parlarti di ChiChi” rispose la donna.
“Ti ha detto tutto non è vero?” domandò.
“Sì” annui la scienziata.
“Senti io le voglio bene e voglio che lei sia felice, fate pace e non litigate per queste sciocchezze” lo intimò.
“Anch’io le voglio bene, anzi la amo, ma lei non mi ama, o almeno non mi ama quanto ama il suo ex, quindi è inutile provare a fare pace, sapendo che è tutto inutile” disse.
“Che cosa intendi dire?” domandò.
Kenji estrasse dal cassetto della sua scrivania un fascicolo, che poi porse alla collega. La donna lo aprì e, quando vide ciò che c’era scritto all’interno, le venne un colpo.
“Perché Kenji?” domandò.
“Perché è l’unica soluzione, non ce la faccio a vivere così” rispose, con un tono serio.
Bulma appoggiò il fascicolo sulla scrivania e uscì da quell’ufficio.
Era indecisa: non sapeva se doveva o no avvertire la sua amica di quello che le attendeva.
Intanto Gohan e Goten erano a pranzo con il loro padre.
Goku, vedendo l’aria assente dei figli, pensò che fosse successo qualcosa.
“Qualcosa non va?” domandò.
“Sono triste perché la mamma e Kenji litigano sempre” rispose il piccolo Goten.
E Gohan lo guardò storto, facendolo rattristare ancora di più.
“Mi dispiace spero che facciano pace presto” disse.
Era dispiaciuto per la sua ex moglie e voleva che fosse felice.
“Anch’io. La mamma è davvero triste, perché lei e Kenji litigano quasi ogni giorno” ammise il giovane sayan.
“Ma sai il motivo dei loro litigi?” domandò, curioso.
“No” mentì il sedicenne.
Non voleva dire al padre che il suo patrigno era geloso di lui, perché non sapeva come avrebbe reagito e poi poiché lui era felice con la sua Aida.
Finirono il loro pranzo in silenzio, poi i due ragazzi andarono a casa, mentre il padre andò dalla sua ragazza, perché avrebbe passato il pomeriggio con lei.
Frattanto ChiChi era arrivata a casa e si era messa a fare le pulizie, poiché la distraeva; poco dopo arrivarono anche i suoi due figli.
“Ciao ragazzi, com’è andata con vostro padre?” domandò.
“Bene” rispose il più grande, prima che il fratello facesse ulteriori danni.
“Mi fa piacere. Ed eravate solo voi tre?” chiese.
“Sì” rispose il sedicenne.
Poi salirono sopra, andando nelle loro rispettive camere a fare il cosiddetto riposino pomeridiano.
La donna ritornò alle sue pulizie, dedicandosi alla cucina, quando sentì chiudere la porta, segno che suo marito era appena rientrato.
“Ciao” gli disse sorridendo.
E stava per baciarlo a fior di labbra, quando lui si scansò, tirando sul tavolo un fascicolo.
“Che cos’è?” domandò, titubante.
“Aprilo” disse solamente.
La mora prese il fascicolo e lo aprì. All’interno vi era un documento e, quando ebbe finito di leggerlo, una lacrima si fece largo sul suo volto.
“Perché?” domandò sull’orlo di un pianto.
“Perché non ce la faccio a vivere così. Tu non mi amerai mai quanto ami lui, e non provare a negarlo, perché tanto non ti crederei!” rispose, con un tono serio e senza emozioni.
La donna posò il documento sul tavolo e scoppiò a piangere.
“Ti do tempo fino a domani per lasciare questa casa” proseguì.
La mora alzò la testa e si diresse al piano di sopra.
“Non c’è bisogno di aspettare fino a domani” disse tra i singhiozzi, prima di salire.
Entrò prima nella camera del suo secondogenito e lo prese in braccio, perché non voleva svegliarlo, poi si diresse in camera del più grande, ridestandolo dal suo sonno.
“Che succede mamma?” domandò ancora assonnato.
“Fa le valigie, ce ne andiamo” rispose.
“Perché?” chiese, incredulo.
“Kenji ha chiesto il divorzio e dobbiamo lasciare la casa” replicò.
Poi uscì dalla stanza, andando nella sua camera; posò il bimbo sul letto e fece la valigia. Gohan di là fece la stessa cosa, poi, quando ebbe finito, andò nella stanza del fratello, prendendo le sue cose.
Dopodiché scesero in salotto, dove vi era il castano.
Prima di andarsene, però, il sayan più grande decise di lasciare un ricordino al suo ormai ex patrigno.
“Sei uno stronzo” gli disse.
Poi gli tirò un pugno in pieno viso, facendolo cadere sul pavimento e causandogli la fuoriuscita del sangue dal naso.
ChiChi non fece niente, anzi pensò che il figlio avesse fatto bene.
Uscirono e presero la macchina e una volta dentro Gohan fu assalito da un dubbio.
“E ora dove andiamo?” domandò.
“Dal nonno” rispose la madre, premendo sull’acceleratore.
E così si diressero verso la casa del padre di ChiChi, Giuma, ma non erano gli unici che avevano dei problemi.
 
 

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Capitolo 10
*** Convivenza = Lavoro ***


Erano passati diversi mesi dal divorzio di ChiChi e Kenji e ora lei e suoi due figli vivevano da Giuma.
Goku, che aveva appreso la notizia, si dimostrò triste per l’ex moglie, perché voleva la sua felicità.
Aveva saputo la triste novella grazie alla sua amica Bulma, che gli aveva riferito il tutto convinta che lui avrebbe lasciato la sua attuale compagna, per ritornare dalla sua ex; ma ciò non accadde.
“Quindi non farai niente?” domandò Vegeta una mattina, mentre si allenavano.
“Fare cosa?” chiese non avendo capito a cosa si stesse riferendo l’amico.
“Ora che ChiChi ha divorziato, non farai niente?” si spiegò meglio.
“E che cosa dovrei fare, io sto con Aida ora!” replicò il sayan.
“Quindi non hai intenzione di lasciarla?” domandò il principe.
“No, io sono felice con lei! Anzi mi ha detto che oggi pomeriggio ha qualcosa di molto importante da dirmi!” replicò il moro.
“Qualcosa di molto importante… secondo me aspetta un bambino” ipotizzò il suo amico.
Goku cadde terra sconvolto.
“Ma che dici Vegeta!” gli urlò rosso in volto.
“Era solo un'ipotesi, non ti scaldare!” replicò.
“Certe ipotesi tienitele per te!” esclamò.
“Come vuoi” lo asserì.
Dopo il suo consueto allenamento, il sayan andò in camera sua a prepararsi. Oggi non sarebbe andato a prendere suo figlio a scuola insieme a Gohan, perché, visto che la casa del loro nonno era assai lontana da Satan City, non avevano tempo di fermarsi a pranzo lì.
Per cui, dopo essersi fatto una doccia, si vestì in modo casual, un jeans una t-shirt e le scarpe da ginnastica, per poi uscire ed andare a casa della sua ragazza.
Era molto curioso di sapere cosa doveva riferirgli, però, dopo che Vegeta gli aveva messo quella pulce nell’orecchio, si era preoccupato. E se fosse veramente incinta? Che cosa doveva fare?
Suonò il campanello e poco dopo la giovane gli aprì.
“Ciao” gli disse, sfoggiando il suo sorriso, che il sayan amava.
“Ciao” rispose, sorridendo a sua volta.
Poi la fanciulla chiuse la porta dietro di sé, prese per mano il suo compagno, ed insieme si diressero al parco.
Camminavano mano nella mano e lentamente; il sayan non ce la faceva più ad aspettare, poiché voleva sapere questa notizia e così smentire il suo dubbio oppure affermarlo.
Dall’altro lato, la mora anche preoccupata; e se le avrebbe detto di no? E se poi l’avrebbe lasciata? Decise comunque di tentare.
“Senti ormai è da un paio di mesi che stiamo insieme, ed io credo di essermi innamorata di te… la nostra relazione va a gonfie vele, ed io mi sento sicura quando sto con te. Per cui avevo pensato che potessi venire a vivere con me, come una vera coppia” disse emozionata.
E il cuore del sayan si alleggerì, in quanto era contento che la sua compagna non fosse gravida.
“Sì, mi piacerebbe molto” rispose, senza pensarci due volte.
“Sono contenta, temevo mi dicessi di no! Però, se devi venire a vivere da me, ti devi trovare un lavoro” disse.
“Un lavoro?” domandò titubante.
“Sì, così mi aiuterai con le spese della casa” replicò la donna.
“Ok allora mi troverò un lavoro” la rassicurò.
E lei lo baciò di slancio per la gioia.
“Da domani vivremo insieme allora!” esclamò lei.
“Bene e da domani inizierò a cercarmi un lavoro!” le promise.
Ma non sempre bisogna promettere certe cose, specie ad una donna, piena di speranze.
Così il giorno dopo, il sayan andò a vivere dalla sua compagna, lasciando la Capsule Corporation.
“Sai Kakaroth, credo che mi mancherai” gli disse Vegeta.
“Anche tu” rispose l’amico, sorridendo.
Poi uscì e si teletrasportò davanti casa di Aida. Suonò il campanello e, una volta aperta la porta, entrò.
La casa era piccola ma accogliente: vi era un salotto con un divano e due poltrone e un televisore molto vecchio; la cucina era piccola, ma abbastanza spaziosa da poter invitare a mangiare degli ospiti; al piano di sopra vi erano tre camere, quella di Jessica, una per gli ospiti e quella di Aida e ovviamente il bagno.
Goku aprì la porta della camera degli ospiti, convinto che quella fosse la sua stanza da letto.
“Dove vai stupido?” gli domandò la donna, ridendo.
“Nella mia stanza” rispose lui.
“Ma quella non è la tua stanza!” esclamò lei, divertita.
“E allora qual è?” chiese il sayan.
“Quella” rispose, indicando la camera davanti a lei.
“Ma quella non è la tua stanza?” domandò Goku.
“Sì” replicò Aida.
“Ed io dovrei dormire là?” chiese.
“Sì, dove vorresti dormire? Sei il mio ragazzo, mi pare ovvio che dormiamo insieme” replicò.
Il moro chiuse la porta della stanza degli ospiti e aprì quella della camera di Aida, entrandovi.
Una nuova vita era appena iniziata per lui, o per meglio dire l’inizio della fine di una nuova vita.
Infatti, non appena si stabilì dalla giovane donna, il sayan, come promesso, iniziò a cercare un lavoro, ma nessuno lo assunse.
Non avendo una laurea, non poteva svolgere lavori importanti, ma essendo anche molto sbadato non lo assumevano nemmeno come cameriere.
Persino Bulma non lo aveva assunto, perché combinava disastri su disastri.
Perciò, con il passare delle settimane, il moro rinunciò all’idea di trovare lavoro, iniziando la sua vita da disoccupato.
Ma ciò alla sua ragazza non andò per niente bene, perché lei si spaccava la schiena per dare alla sua dolce bimba un tenore di vita alto, mentre lui non faceva nulla per aiutarla.
 Così resasi conto che Goku non faceva per lei, un giorno lo buttò fuori di casa, facendogli trovare sulla soglia di casa le sue cose.
Il sayan suonò alla porta, ma nessuno aprì.
“Aida aprimi! Si può sapere che succede?” domandò, in preda all’ansia.
“Succede che mi sono rotta di mantenerti! Io mi spacco la schiena e tu mi ripaghi così! Avevi promesso che ti saresti trovato un lavoro, invece non l’hai fatto! Io ti credevo diverso invece mi sbagliavo!” gli urlò da dietro la porta sull’orlo di un pianto.
“Amore ti prometto che cambio” tentò di farla ragionare.
“Non chiamarmi amore! Tra noi è finita! Ed ora vattene!” urlò tra le lacrime.
“Ok” si arrese.
Poi prese la sua valigia e s’incamminò verso una meta sconosciuta e aveva iniziato pure a piovere, quindi si ritrovò zuppo.
Vagò sotto la pioggia, triste poiché aveva perso la sua chance di essere felice, a causa della sua stupidià; fino a quando vide qualcuno che si era seduto sul marciapiede.
La riconobbe e si avvicinò, sedendosi accanto.
“Anche tu solo?” chiese la donna.
“Sì” rispose il sayan.
“Ti ha sbattuto fuori di casa?” cercò d’indovinare.
“Sì” affermò il moro.
“Ti capisco” lo asserì.
“Non ti dispiace neanche un po’ vero?” azzardò.
“Esatto” rispose ChiChi.
“Lo sapevo, sei sempre stata gelosa di lei” disse Goku.
“E tu come fai a saperlo?” domandò la mora, incredula.
“Me l’ha detto Bulma” confessò l’uomo.
“Che pettegola!” affermò.
“Quindi ammetti di essere gelosa?” chiese il sayan.
“Sì. La verità è che io non ti potrò mai dimenticare” ammise.
Il giovane sorrise, perché neanche lui avrebbe mai potuto dimenticarla, nemmeno dopo mille anni.
“Nemmeno io” confessò.
L’ex moglie gli sorrise, allora il sayan azzerò le distanze, posandole un casto bacio, approfondendolo sempre più.
Era da tanto che non si baciavano e entrambi si sentivano al settimo cielo per la prima volta dopo anni.
E, per la felicità dei loro due figli, i due ritornarono insieme, tornando a vivere nella loro vecchia casa, che guarda caso, era stata messa in vendita.
E loro l’avevano comprata grazie agli alimenti che Kenji pagava a ChiChi. Goku, per mantenere la famiglia, aveva iniziato a coltivare la terra, perché, secondo la moglie, avrebbero guadagnato una fortuna.
Kenji vive da solo ed aspetta con ansia il suo vero amore; Aida è tornata con il suo ex, che un giorno uggioso si era presentato alla sua porta, con una faccia da cucciolo, alla quale la giovane non seppe resistere, ed ora vivono insieme, come una vera famiglia.
E, come si dice nelle favole, e vissero per sempre felici e contenti, forse!
 

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